Filologia germanica – Vaciago – Lezione 10 Dall’indoeuropeo al germanico – Legge di Grimm Per quanto riguarda LE OCCLUSIVE, si ricostruisce per l’indoeuropeo un sistema di 3 serie di occlusive che, in base al modo di articolazione, è il seguente: occlusive sorde (sd.) occlusive sonore (sn.) occlusive sonore- aspirate(sn. asp.) Un altro parametro è il luogo/punto di articolazione. Per quanto riguarda il punto di articolazione, si ricostruiscono per l’indoeuropeo le labiali: labiale sorda (p) labiale sonora (b) labiale sonora aspirata (bh) E si ricostruiscono anche le corrispondenti dentali: t, d, dh Per l’indoeuropeo abbiamo ricostruito anche le velari: k, g, gh
ʷ
e le labio-velari velari caratterizzate da un elemento labiale (elemento che si associa alla velare). occlusive sorde: p t k kʷ occlusive sonore: b d g gʷ occlusive sonore aspirate: bh dh gh ghʷ In indoeuropeo si ricostruiscono anche le palatali ma siccome l’esito delle palatali e delle velari per le lingue germaniche è identico, non le analizzeremo. I suoni si ricostruiscono confrontando varie lingue (latino, greco, sanscrito ecc.) se noi abbiamo forme che hanno stesso significato comprendiamo che derivano tutte da una forma originaria comune. Nel momento in cui abbiamo pater (latino) e per es. pitar (sanscrito), notiamo che la parola “padre” inizia con un’occlusiva labiale sorda per tutte le lingue esaminate, quindi si ricostruisce il fonema per l’indoeuropeo. Sulla base delle forme si ricostruisce l’indoeuropeo. Quando parliamo di un suono ricostruito e quindi non attestato da un documento, si mette sempre un *= forma non attestata. A questi fonemi, nel passaggio dall’indoeuropeo al germanico, avviene la prima rotazione consonantica. Focalizziamo l’attenzione sulle dentali (questo discorso è applicabile anche ad altre consonanti). Tutte le modifiche che avvengono durante la prima rotazione consonantica, riguardano il modo di articolazione, mentre al punto di articolazione non succede nulla. Se in indoeuropeo era una dentale, in germanico rimane una dentale ecc. perché gli sviluppi riguardano solo il modo di articolazione e sono paralleli (per le velari ecc.). L’occlusiva sorda dell’indoeuropeo diventa una fricativa sorda. *t >þ L’occlusiva sonora dell’indoeuropeo diventa una occlusiva sorda.*d>t L’occlusiva sonora aspirata dell’indoeuropeo diventa o una fricativa sonora oppure un’occlusiva sonora (a seconda del contesto).*dh>dt/d Quando abbiamo un insieme di sviluppi concatenati fra loro sviluppi a catena Il punto di articolazione rimane sempre lo stesso (la labiale rimane labiale ecc.). Il concetto appena spiegato e schematizzato è la LEGGE DI GRIMM. passaggio dall’indoeuropeo e il germanico.
Differenza tra la prima rotazione consonantica e legge di Grimm: G. aveva chiarito questa serie di sviluppi, ma riconosceva che in numerosi casi questo schema che aveva delineato, in realtà non spiegava adeguatamente i dati a disposizione. C’erano molte parole delle lingue germaniche dove gli sviluppi del consonantismo non erano spiegabili in base a questo schema. In particolare il problema che Grimm non è riuscito a spiegare adeguatamente è il fatto che dove in indoeuropeo si ricostruisce un ‘occlusiva sorda, ci sono casi dove in germanico invece che una fricativa sorda, troviamo una fricativa sonora (o comunque un esito di una fricativa sonora del germanico). Es: t þ (fricativa sorda) ð (fricativa sonora) Grimm aveva notato lo sviluppo ma aveva riscontrato che a volte c’era una fricativa sonora al posto di una fricativa sorda. Quindi se da un unico punto di partenza ho 2 sviluppi divergenti come metodologia, o sono in grado di individuare quali elementi contestuali determinano uno sviluppo piuttosto che un altro, oppure non ho risolto il problema. Es: Dove in germanico abbiamo una u, in anglosassone a volte troviamo una u e a volte una y u -u y Quindi o sono in grado di capire perché ci sono casi in cui si trova u e casi in cui si trova y, oppure non sono riuscito a spiegare adeguatamente lo sviluppo. Il contesto in cui la u diventa y è la METAFONIA PALATALE (cyning ecc.). Quando in germanico c’è in una sillaba non accentata, una i o un’approssimante palatale palatalizzazione della u. Questo biforcamento della u del germanico in anglosassone (v. schema sopra) è chiarito adeguatamente e possiamo individuare quali fattori determinano uno sviluppo oppure l’assenza di quali fattori non determina alcuno sviluppo. Analizzando l’occlusiva sorda Grimm aveva notato che a volte diventava una fricativa sorda e a volte diventava una fricativa sonora ma non era stato in grado di capire cosa determinava uno sviluppo piuttosto che un altro. Questo è stato capito successivamente da un grammatico danese, VERNER, che ha individuato quali fattori contestuali determinavano uno sviluppo piuttosto che un altro. Quindi praticamente entrambi le leggi (la legge di Grimm e la legge di Verner) si riferiscono a un unico fenomeno: la prima rotazione consonantica. Verner ha scoperto che l’elemento che determinava se sia aveva uno sviluppo o l’altro era legato all’accentuazione e in particolar modo all’accentuazione indoeuropea. Nelle lingue germaniche (quindi anche in anglosassone) abbiamo un accento intensivo sulla sillaba radicale (questa è un’innovazione del germanico). In indoeuropeo, l’accento era mobile (poteva trovarsi in alcuni casi sulla radice/desinenza ecc.). Quindi Verner ha scoperto che lo sviluppo a fricativa sorda era lo sviluppo non collocato, ma se venivano soddisfatte contemporaneamente 2 condizioni, allora invece si aveva lo sviluppo a fricativa sonora. Le condizioni erano le seguenti: 1) L’occlusiva sorda indoeuropea doveva trovarsi in ambito sonoro(= fra 2 vocali oppure tra una vocale e un suono sonoro). 2) L’accento indoeuropeo non cadeva sulla sillaba precedente all’occlusiva sorda. Quindi se l’occlusiva sorda si trovava in ambito sonoro ma l’accento cadeva sulla vocale precedente NON si aveva questo sviluppo perché solo una delle 2 condizioni era soddisfatta. Se entrambe le condizioni venivano soddisfatte si aveva lo sviluppo a fricativa sonora. =Sviluppo dell’occlusiva sorda in determinate condizioni. *t>þ
Per l’indoeuropeo ricostruiamo la forma *pϑér (1) e ricostruiamo anche la forma *bhrāth (2)-> fratello. Guardando (1) notiamo che in germanico abbiamo un’occlusiva sorda labiale (p) che diventerà una fricativa sorda (è in posizione iniziale e non si trova in ambito sonoro ecc.) . th sonoro. L’accento non cade sulla vocale precedente, quindi entrambe le condizioni sono soddisfatte quindi diventa una fricativa sonora. Nel (2) abbiamo una sonora aspirata (bh) che in posizione iniziale diventa un’occlusiva sonora, poi abbiamo una vibrante r, poi una ā che diventa ō e poi abbiamo un’occlusiva sorda (che si trova in posizione intervocalica ma visto che l’accento in indoeuropeo cadeva sulla vocale precedente , questa seconda condizione individuata dalla legge di Verner non è soddisfatta e quindi abbiamo lo sviluppo a fricativa sorda). Es: faðar pf Es_ *t þ - dt brōþar Nella coniugazione del verbo indoeuropeo (da cui deriva la coniugazione dei verbi forti), l’accento non era sempre nella stessa posizione ma al presente e nelle forme di quello che poi diventerà il passato singolare, l’accento si trovava sulla sillaba radicale. Invece nella forma che poi darà il passato plurale e nel participio passato, in indoeuropeo cadeva sulla desinenza. Quindi in germanico al paradigma di questi verbi succede: Es: vertere (latino) *vért (indoeuropeo) – è presente un’occlusiva sorda in alcune forme l’accento in indoeuropeo cadeva sulla vocale radicale, in altre forme invece cadeva sulla desinenza. Presente, passato singolare cadeva sulla radice.--> sviluppo a fricativa sorda. (Invece nelle altre cadeva sulla desinenza). in queste forme sono soddisfatte entrambe le condizioni. sviluppo a fricativa sonora. Vert part. pass. Paradigma con alternanza sorda (nelle prime 2 forme) – sonora (3-4 forma) che è un’alternanza regolare. Poi succedono vari fenomeni tra cui il livellamento analogico. Es: cieco - ko classico - tʃi in latino la velare sorda si palatalizza, si assimila e diventa un’affricata. classico(sing.) classici (pl.) e nel paradigma di questa parola notiamo che la palatalizzazione ha disturbato il paradigma e l’elemento di disturbo sopravvive. cieco- ciechi ko-ki Sulla base di qualcosa adeguo al modello. Verbo con problemi di consonantismo: was s (fricativa sorda sibilante) were z (riflesso della fricativa sonora che a causa del rotacismo diventa una vibrante r) in questo caso troviamo traccia di questi fenomeni anche in inglese. Es: (germanico) foot (angl.) fōt inizia con una fricativa sorda labiale (f) . In indoeuropeo cosa era? una labiale sorda. La dentale sorda (t), in germanico sarà stata una occlusiva sonora. *d *pod (greco) pad ( sanscrito) anglosassone: heort germanico: hert (h -> fricativa velare). cVrd cord- cardV= vocale