SVEZZAMENTO
Weaning practice
Antonio Alberto Zuppa
CONSIDERAZIONI GENERALI Il termine svezzamento sta ad indicare il passaggio da una alimentazione esclusivamente lattea (latte materno o latte artificiale) ad una dieta costituita anche da altri alimenti. Non esistono criteri specifici e univoci sull’epoca di inizio dello svezzamento e sulla modalità di svezzamento ma c’è accordo unanime che lo svezzamento deve essere tardivo, complementare e graduale. QUANDO SVEZZARE L’inizio dello svezzamento non deve avvenire prima dei 5-6 mesi di vita (svezzamento tardivo). Le motivazioni di tale scelta dipendono dal fatto che proprio in questo periodo si verifica: – maturazione delle funzioni digestivo-assorbitive dell’apparato gastroenterico; – maturazione dei sistemi di difesa immunitaria a livello della mucosa intestinale; – maturazione delle funzioni renali; – maturazione neuro-funzionale: perdita del riflesso di suzione e di estrusione della lingua, possibilità di tenere il capo eretto, presenza di abbondante salivazione; – modificazione dei fabbisogni nutrizionali. PERCHÈ SVEZZARE Lo svezzamento non sostituisce, ma integra l’alimentazione esclusivamente lattea (svezzamento complementare). Il latte materno o artificiale infatti dal 5° mese non è più sufficiente a coprire i fabbisogni nutrizionali del lattante. È necessario integrare le carenze sia quantitative che qualitative dell’alimentazione esclusivamente lattea, soprattutto con:
– proteine di alto valore biologico, come quelle della carne, del pesce e delle uova; – acidi grassi essenziali, come l’acido linoleico; – oligoelementi, come ferro, rame e zinco, le cui riserve prenatali sono ormai esaurite; – le vitamine. Lo svezzamento inoltre permette: – di introdurre le fibre vegetali per favorire le funzioni intestinali; – di concentrare gli alimenti, riducendo l’eccesso di apporto di liquidi; – di introdurre alimenti solidi per disabituare il bambino all’uso del poppatoio e per iniziare l’uso del cucchiaino; – di abituarlo a nuovi sapori. COME SVEZZARE Lo svezzamento deve essere attuato con gradualità e va individualizzato (svezzamento graduale). Si raccomanda di: 1. distanziare di almeno una settimana l’aggiunta di un componente alimentare nuovo rispetto ad un altro per valutare l’accettabilità e la tollerabilità dei nuovi alimenti da parte del bambino; 2. rendere ogni pasto una esperienza piacevole di socializzazione; 3. cominciare con piccole quantità da aumentare gradualmente; 4. evitare cibi eccessivamente dolci o salati; 5. scegliere gli alimenti solidi in funzione della capacità del bambino a deglutirli e a masticarli. CON QUALI ALIMENTI SVEZZARE Durante lo svezzamento la distribuzione ideale di apporto energetico dovrebbe essere la seguente: - proteine: 12-15%; - grassi: 40%; - zuccheri: 45-48%. Si distinguono in genere due fasi dello svezzamento: Il brodo vegetale rappresenta il classico alimento che consente l’inizio vero e proprio dello svezzamento; l’introduzione del brodo vegetale permette infatti l’inserimento della carne (omogeneizzata o liofilizzata), della pastina, del passato di verdure, dell’olio di oliva, del parmigiano. Tuttavia molti autori sono concordi nell’introdurre prima del brodo vegetale sia le farine di cereali che la frutta. Le farine di cereali non contenenti glutine, come riso, mais e tapioca sono da preferire fino al 6° mese. Relativamente alle farine di cereali che contengono glutine (grano, orzo, avena), esse non devono essere introdotte nella dieta prima del quarto
mese di vita, ma tra 4 e 6 mesi di vita. L’introduzione a questa età evita le forme precoci e gravi di celiachia. La condotta pratica da seguire per la preparazione del brodo vegetale può essere la seguente: in circa 200 grammi di brodo vegetale vanno aggiunti 1 o 2 cucchiaini di olio di oliva, 1 o 2 cucchiaini di formaggio parmigiano, 2 cucchiai di crema di cereali o pastina, 40-80 grammi di omogeneizzato o 5-10 grammi di liofilizzato di carne. La carne fresca va introdotta dopo l’8°-9° mese; gli alimenti allergizzanti come le uova ed il pesce vanno introdotti più tardivamente, dopo l’8° mese. Relativamente all’uso di formaggi, va data la preferenza al parmigiano sia per il contenuto proteico – la stagionatura favorisce l’idrolisi delle catene polipeptidiche – che lipidico e calcico. Un’ottima alternativa può essere la ricotta, ma preparata con siero del latte vaccino ed i formaggi magri a pasta tenera come lo stracchino e la mozzarella; quelli semigrassi, come l’emmenthal ed il bel paese, possono essere introdotti dopo l’anno. Lo yogurt può essere introdotto già al 5°-6° mese di vita: le proteine risultano parzialmente predigerite dalla fermentazione lattica (Lactobacillus bulgaris e Streptococcus termophilus) ed il lattosio risulta in gran parte trasformato in acido lattico. CONCLUSIONI Lo svezzamento può avvenire in qualunque periodo dell’anno; è importante tuttavia che esso avvenga quando le condizioni di salute del bambino siano ottimali. Nei soggetti con predisposizione allergica gli alimenti con potere allergizzante maggiore vanno introdotti dopo il primo anno di vita: – frutta: le pesche e le albicocche sono più allergizzanti della mela e della pera; – vegetali: i legumi, il pomodoro ed il sedano sono più allergizzanti di patata, carota e bieta; – uovo: l’albume è più allergizzante del tuorlo; – pesce: il merluzzo è più allergizzante della sogliola e della trota. Infine è opportuno rispettare le abitudini alimentari e le tradizioni locali, familiari e di carattere etnico-religioso.
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