Economia Aziendale di Valentina Minerva Appunti del corso di Economia Aziendale. Consentono una familiarizzazione con i principali temi e argomenti della materia, approfondendo tutto ciò che riguarda gli aspetti economici dell'azienda. Corredati di numerosi esempi.
Università: Facoltà: Esame: Docente:
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Economia Economia Aziendale Confalonieri Marco
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1. Cenni storici di economia aziendale L’economia aziendale è una disciplina introdotta agli inizi del 1900. Gli studi legati alla ragioneria, quindi contabilità, bilancio, ecc…, risalgono però già ai tempi antichi, dove venivano già utilizzati metodi quantitativi di controllo. Nel passato sono stati introdotti alcuni concetti: INVENTARIO : elenco di beni, crediti o debiti, posseduti da un certo soggetto. Veniva utilizzato per definire il patrimonio di un ente. L’inventario può essere: - FISICO : è l’individuazione l’individuazione dei beni (ad esempio un appartamento, appartamento, un terreno) - MONETARIO : rappresenta l’assegnazione ai singoli beni di un determinato valore. Con l’inventario quindi si determina il PATRIMONIO : insieme di beni o diritti attivi (immobile) o diritti passivi (mutui)di un soggetto. Il patrimonio lordo è dato dai beni o diritti attivi, il patrimonio netto netto è dato dalla differenza tra i beni o diritti attivi e i diritti passivi. Il patrimonio si misura in un determinato momento, in base al momento il patrimonio può variare, può generare o perdere ricchezza. Si dice che può variare nella sua entità. Ma il patrimonio può variare anche nella sua composizione, ad esempio il denaro può diventare un bene materiale. Già dall’antichità avvenivano scritture per verificare le modifiche del patrimonio. Ma non esisteva ancora la partita doppia, si utilizzava la… PARTITA SEMPLICE : a differenza della partita doppia, presuppone una rilevazione sotto un solo aspetto (ad esempio l’uscita di denaro, il conto corrente bancario) Lo strumento per rilevare questi soggetti è il CONTO, che segue la struttura della partita semplice. Fin dai tempi antichi esisteva la differenza tra… CONSUNTIVO : conto esposto dopo fatti realmente avvenuti PREVENTIVO : ipotesi fatte prime del fatto, rappresentano previsioni future. Cade l’Impero Romano, ma queste regole rimangono. Solo con la ripresa dell’economia, tra 1300 e 1400, con il rinascimento, il fiorire dei traffici grazie all’attività dei mercanti e le scoperte delle nuove rotte, subentra la necessità di stabilire il REDDITO : è il GUADAGNO. Nelle aziende è complesso stabilire il REDDITO TOTALE, in quanto non è determinante, perché tra la data di costituzione e la data di liquidazione dell’azienda possono passare parecchi anni, o non avvenire proprio. Quindi il reddito totale è oggettivo. A differenza per determinare il REDDITO D’ESERCIZIO si tiene conto di un anno solare, di un periodo limitato, la misurazione è quindi soggettiva, perché è un periodo e la valutazione a fine anno varia in base a quell’anno. Però non tutti i beni sono facilmente riconducibili a denaro. PARTITA DOPPIA : Rappresenta i movimenti di conto del patrimonio e determina la perdita o il ricavo di denaro. Vede il fenomeno aziendale sotto due punti di vista.
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1. Cenni storici di economia aziendale L’economia aziendale è una disciplina introdotta agli inizi del 1900. Gli studi legati alla ragioneria, quindi contabilità, bilancio, ecc…, risalgono però già ai tempi antichi, dove venivano già utilizzati metodi quantitativi di controllo. Nel passato sono stati introdotti alcuni concetti: INVENTARIO : elenco di beni, crediti o debiti, posseduti da un certo soggetto. Veniva utilizzato per definire il patrimonio di un ente. L’inventario può essere: - FISICO : è l’individuazione l’individuazione dei beni (ad esempio un appartamento, appartamento, un terreno) - MONETARIO : rappresenta l’assegnazione ai singoli beni di un determinato valore. Con l’inventario quindi si determina il PATRIMONIO : insieme di beni o diritti attivi (immobile) o diritti passivi (mutui)di un soggetto. Il patrimonio lordo è dato dai beni o diritti attivi, il patrimonio netto netto è dato dalla differenza tra i beni o diritti attivi e i diritti passivi. Il patrimonio si misura in un determinato momento, in base al momento il patrimonio può variare, può generare o perdere ricchezza. Si dice che può variare nella sua entità. Ma il patrimonio può variare anche nella sua composizione, ad esempio il denaro può diventare un bene materiale. Già dall’antichità avvenivano scritture per verificare le modifiche del patrimonio. Ma non esisteva ancora la partita doppia, si utilizzava la… PARTITA SEMPLICE : a differenza della partita doppia, presuppone una rilevazione sotto un solo aspetto (ad esempio l’uscita di denaro, il conto corrente bancario) Lo strumento per rilevare questi soggetti è il CONTO, che segue la struttura della partita semplice. Fin dai tempi antichi esisteva la differenza tra… CONSUNTIVO : conto esposto dopo fatti realmente avvenuti PREVENTIVO : ipotesi fatte prime del fatto, rappresentano previsioni future. Cade l’Impero Romano, ma queste regole rimangono. Solo con la ripresa dell’economia, tra 1300 e 1400, con il rinascimento, il fiorire dei traffici grazie all’attività dei mercanti e le scoperte delle nuove rotte, subentra la necessità di stabilire il REDDITO : è il GUADAGNO. Nelle aziende è complesso stabilire il REDDITO TOTALE, in quanto non è determinante, perché tra la data di costituzione e la data di liquidazione dell’azienda possono passare parecchi anni, o non avvenire proprio. Quindi il reddito totale è oggettivo. A differenza per determinare il REDDITO D’ESERCIZIO si tiene conto di un anno solare, di un periodo limitato, la misurazione è quindi soggettiva, perché è un periodo e la valutazione a fine anno varia in base a quell’anno. Però non tutti i beni sono facilmente riconducibili a denaro. PARTITA DOPPIA : Rappresenta i movimenti di conto del patrimonio e determina la perdita o il ricavo di denaro. Vede il fenomeno aziendale sotto due punti di vista.
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Dal 1300, con Luca Paciolo (colui che ha creato l’arte di tenere i conti), fino al 1900, avviene uno sviluppo degli studi di ragioneria. Nel 1800 l’italiano Villa introduce oltre ai concetti contabili amministrativi, altri concetti legati all’azienda sotto altri aspetti.
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2. Fabio Besta e Gino Zappa: metodi di rilevazione contrapposti in economia aziendale Il concetto di economia aziendale si è sviluppato solo con Fabio Besta e il suo allievo Gino Zappa. Besta nel libro “La Ragioneria” sottolinea che l’azienda deve essere esaminata sotto l’aspetto della gestione, della direzione e del controllo. Secondo Zappa, invece, l’azienda deve essere vista sotto l’aspetto sempre della gestione (riguarda i processi produttivi) e dell'organizzazione (coordinamento dell’attività dell’azienda, quindi coordinamento uomo – macchina), ma a differenza ci deve essere la rilevazione contabile, ovvero tutti i fatti aziendali devono essere iscritti partita doppia per poi arrivare alla contabilità. Inoltre secondo Besta la gestione e la direzione sono troppo distanti tra loro, e variano da azienda ad azienda, quindi non possono essere generalizzati; a differenza del controllo che è uguale per tutte le aziende. Zappa è in contrapposizione, perché sostiene che è possibile teorizzare la gestione e l’organizzazione per tutte le aziende. Quindi il termine economia aziendale, rappresenta la disciplina che studia la gestione, l’organizzazione e la rilevazione, quindi aspetti di ragioneria, di un’azienda. Questo permette di avere una visione globale dell’azienda. Il metodo di rilevazione di Zappa, molto teorico, è stato utilizzato in Italia fino a 10 anni fa, ora l’Italia si sta orientando verso il metodo di Besta, più applicativo, che viene già utilizzato dal resto del mondo.
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3. Differenze tra economia aziendale ed economia politica L’economia aziendale si pone all’interno dell’azienda, esaminando i fenomeni che toccano l’azienda appunto dall’interno. A differenza l’economia politica si divide in macroeconomia, che si occupa di fenomeni come il PIL, e microeconomia che si avvicina di più all’economia aziendale, e si occupa dell’azienda, del mercato. L’economia politica, quindi, studia i fenomeni aziendali ma dall’esterno dell’azienda, come osservatore neutrale. L’economia aziendale studia anche il comportamento delle persone, partendo dall’attività economia e arrivando all’azienda.
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4. Classificazione delle aziende in economia aziendale Le aziende possono essere classificate in: AZIENDE PRODUTTIVE : sono costituite per produrre beni o servizi e si ricollegano alle IMPRESE. Il fine è quello economico, per produrre reddito. Il fenomeno che le caratterizza è il rischio di mercato, ovvero il rischio di non vendere i prodotti, a differenza delle aziende erogative (famiglie) che non vendono ma producono per se. Nelle imprese il rischio grava sia su chi ha messo i capitali propri, perché rischia di perderli, ma anche sui lavoratori, che possono perdere il posto di lavoro, e su chi ha apportato capitale di credito, a titolo di prestito, come le banche. Esiste una differenza tra il termine azienda e impresa. Tutte le aziende che producono beni o servizi sono realtà aziendali, mentre chi opera con il rischio di mercato costituisce un’impresa. - La normativa giuridica definisce all’art. 2555 l’ AZIENDA come complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa. In economia aziendale questo concetto viene chiamato patrimonio. - Secondo Zappa l’azienda è un istituto economico destinato a durare nel tempo. - L'azienda viene costituita per soddisfare bisogni umani. - Permette di produrre o consumare ricchezza: l’azienda di produzione produce ricchezza, viceversa l’azienda di erogazione consuma ricchezza (famiglia). AZIENDE EROGATIVE : sono gli enti che consumano ricchezza e si distinguono in: - FAMIGLIA - ISTITUTI PUBBLICI : ovvero comuni, province e regioni; - ENTI NO PROFIT : sono enti dotati di un patrimonio volto a soddisfare alcuni bisogni a fini sociali. Però gli enti no profit sono delle realtà che operano sul mercato, anche se non hanno come scopo esclusivo il raggiungimento di risultati economici. In alcuni casi può essere considerato come azienda di produzione, perché opera sul mercato e di conseguenza è soggetta al rischio di mercato, anche se il fine esclusivo non è quello economico.
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5. Classificazione delle imprese in economia aziendale Le imprese possono essere: - INDIVIDUALI : dove i capitali apportati a titolo di proprietà sono di un solo soggetto. - COLLETTIVE O SOCIETÀ : dove il capitale non è apportato da un unico soggetto, ma da più soggetti che prendono il nome di soci. La specializzazione delle imprese si scompone in tre livelli: 1.La suddivisione in Famiglie, Imprese, Istituti Pubblici e Enti no Profit. 2.Si suddividono in base alle attività che svolgono le aziende, in base a che tipo di specializzazione l’azienda intende fare in un determinato settore. 3.La specializzazione all’interno di ogni azienda, quindi riguarda l’organizzazione delle persone. COMPORTAMENTO DELLE AZIENDE Sia le aziende erogative che quelle produttive hanno un patrimonio. L’ente erogativi ragiona in termini di ENTRATE e USCITE, mentre l’ente produttivo ragiona in termini di COSTI e RICAVI. Le entrate e le uscite possono essere ORDINARIE, quando sono entrate ricorrenti; STRAORDINARIE, quando sono eccezionali e a lungo andare portano ad una riduzione del patrimonio. La differenza tra… USCITE : con l’uscita si consuma ricchezza. COSTI : riducono il reddito e quindi il patrimonio, ma non rappresentano un costo razionale, perché producono a lungo andare benefici per l’azienda. Può esistere una separazione tra: MOMENTO ECONOMICO : costi/ricavi. L’aspetto pagamento può avvenire in un secondo momento. Però se sostengo i costi posso rafforzare la mia azienda perché ho un ritorno economico. MOMENTO FINANZIARIO : entrate/uscite. ENTE EROGATIVO : ad esempio una famiglia che acquista una macchina, sostiene un’uscita di denaro in quell’anno. Questo viene definito principio di cassa, principio finanziario. ENTE PRODUTTIVO, LE AZIENDE : distinguono l’aspetto economico e l’aspetto finanziario, che spesso possono coincidere (ad esempio quando l’azienda paga immediatamente l’acquisto di una materia prima). Ma possono anche esserci momenti differenti, quando avviene una separazione tra l’uscita di denaro, che avverrà dopo un certo periodo di tempo, e il costo che l’azienda ha sostenuto. Questo si chiama principio di competenza, quando l’aspetto finanziario è si importante, ma l’azienda cerca di correlare in quell’anno costi e ricavi che hanno una ,manifestazione economica.
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6. Definizione di operazione di gestione Queste operazioni devono avere la condizione di efficienza, ovvero tutte le attività devono essere gestite in maniera economica, con il fine di produrre reddito. - OPERAZIONI DI TRASFORMAZIONE FISICO-TECNICA : possono essere operazioni di imprese che producono beni o servizi, aziende erogative, come le famiglie che consumano le derrate alimentari - NEGOZIAZIONI DI BENI PRIVATI E PUBBLICI : sono legati al mercato e rappresentano i rapporti che ha l’azienda con altri soggetti. - PRESTITO : un ente presta del denaro e l’impresa ottiene un finanziamento. L’azienda deve pagare degli interessi, e ad una certa scadenza, stabilita tra le parti, rimborsare il debito. - NEGOZIAZIONI DI RISCHI SPECIFICI : assicurazioni - NEGOZIAZIONE DI CAPITALE PROPRIO : rappresenta il mercato dei capitali, la borsa. CAPITALE PROPRIO : un soggetto decide di investire il proprio capitale, ad esempio in una società, così diventa socio della società. L’azienda aumenterà così il proprio capitale. BENEFICI PER IL SOCIO - remunerazione periodica, che si chiama dividendo. Questa non è predeterminata, perché si distribuisce il dividendo solo quando l’azienda ha utile. - È la società che decide in che maniera distribuire il dividendo Chi conferisce il capitale proprio non ha la possibilità di chiedere il rimborso di quanto ha versato se non alla liquidazione dell’azienda, però può vendere la sua quota o in borsa o ad un altro soggetto. L’azienda non ha quindi obblighi di pagare interessi, né di rimborsare questi finanziamenti. CAPITALE DI TERZI : chi presta denaro, come la banca, riceve una remunerazione predeterminata a differenza dell’azionista. Questa viene definita interesse. - NEGOZIAZIONE DEL LAVORO : composto dalle aziende che cercano personale e da soggetti che offrono la propria prestazione. ALTRE OPERAZIONI - OPERAZIONI DI ORGANIZZAZIONE : aspetto tipico dell’azienda, dove è necessario che personale, macchinari e capitali siano organizzati per arrivare a scopi determinati. - OPERAZIONI DI RILEVAZIONE : sono i processi di contabilizzazione Le aziende svolgono attività per produrre reddito che è il fine per soddisfare le proprie esigenze. L’ente erogativi sostiene con il proprio patrimonio, reddito, deve soddisfare esigenze di consumo. Producono ricchezza per soddisfare esigenze ad esempio famigliari.
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7. Bisogni dell'ente erogativo L’ente erogativi ha varie possibilità di SCELTE DI CONSUMO. - BENI PRIMARI : necessità di mangiare, vestirsi, acquistare un’abitazione BENI VOLUTTARI : beni secondari - BENI COMPLEMENTARI : sono legati hai bisogni che sono soddisfatti dall’esigenza di avere più beni. Ad esempio un viaggio (composto da trasporto, alloggio, ecc…) - BENI FUNGIBILI : beni sostituibili (penne) - BENI DIFFERENZIABILI: beni con determinate caratteristiche (automobile) - BENI NON DIFFERENZIABILI : materie prime: acciaio, ferro, carbone, petrolio - BENI DI CONSUMO : bene che esaurisce la sua utilità dopo un processo produttivo, serve solo per un processo produttivo. È misurato con un costo che grava nel periodo in cui l’ho utilizzato. - BENI STRUMENTALI O DUREVOLI : beni che servono per produrre qualcos’altro. Sono utilizzati per più processi produttivi. Rimanendo in azienda più a lungo, è legato ad un processo di ammortamento. 20 000 (COSTO BENE) : 10 ANNI = 2 000 (COSTO)
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8. Definizione di assetto istituzionale Per assetto istituzionale si intende per chi è stata costituita l’azienda e quale fine ha. L’assetto istituzionale è composto da combinazioni economiche: - assetto tecnico, dato dai macchinari - personale - assetto tecnico e personale sono oggetto di organizzazione e quindi si parla di assetto organizzativo - patrimonio, con il quale si acquistano i beni di consumo e beni strumentali, attraverso il lavoro, si ottiene il prodotto, vendendolo si ottiene un utile, che aumenterà il patrimonio.
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9. Componenti dell’assetto istituzionale - SOGGETTO ECONOMICO (a livello generale) E’ l’insieme di soggetti o enti che hanno l’interesse economico per l’azienda. - CONFERENTI DI CAPITALE PROPRIO (soci) - CONFERENTI DI LAVORO - CONFERENTI DI CAPITALE DI CREDITO (finanziatori) - CLIENTI E FORNITORI - CONCORRENTI - COMUNITÀ LOCALE - STATO e ENTI PUBBLICI
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10. Definizione di soggetto economico improprio - a livello specifico Persona o gruppo di persone che prendono le decisioni importanti di un’impresa. Nelle IMPRESE INDIVIDUALI, l’IMPRENDITORE è il proprietario e unico soggetto, e quindi è lui a prendere decisioni importanti. Nelle SOCIETÀ, sono i SOCI DI MAGGIORANZA a prendere decisioni. SHEREHOLDERS : portatori di azioni, quindi i soci (legato al soggetto economico improprio) STAREHOLDERS : portatori di interessi (legato al soggetto economico) - CONTRIBUTI CHE VENGONO APPORTATI - RICOMPENSE, che attendono i soggetti che apportano contributi all’azienda, e i contributi possono essere capitali, lavoro - MANSIONI ATTRIBUITE AI SINGOLI SOCI - I FINI E GLI SCOPI DELL’ATTIVITÀ - LA STRUTTURA DELLE ATTIVITÀ ECONOMICHE
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11. Tipologie di società Le società possono essere: - Società di persone - Società di capitali - Società cooperative
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12. Caratteristiche della società di persone - Ha molta rilevanza la figura del socio - Il terzo può fare affidamento sia sul patrimonio della società, sia sul patrimonio personale dei soci - Si sceglie questo tipo di società, quando la società che si vuole costituire è più modesta, viene immesso così meno capitale - Solitamente il socio è solo, o con la famiglia, ma comunque di persone di cui si fida, perché impegna tutto il suo patrimonio
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13. Caratteristiche della società di capitali - La società ha una prevalenza rispetto ai soci - Il terzo può fare affidamento solo sul capitale della società, non si può quindi rivalere sul patrimonio personale dei soci come persone fisiche - Si scegli questa società, quando la società che si vuole costituire ha una certa rilevanza - I soci vogliono tenere distinto il proprio patrimonio dai capitali che investono in azienda. Non hanno così responsabilità patrimoniale, ma perdono solo ciò che hanno investito.
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14. Elenco e funzioni degli organi societari - SOCI - ASSEMBLEA DEI SOCI : organo deliberativo, prende decisioni - CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE O AMMINISTRATORE UNICO : organo esecutivo, gestisce l’azienda Nelle società è l’assemblea a prendere decisioni e delibera a maggioranza. L’assemblea è composta dai SOCI. Le decisioni possono riguardare: - nomina degli amministratori - approvare il bilancio - nominare i dirigenti - decidere il dividendo - prendere decisioni strategiche In base alle dimensioni dell’azienda si sceglie l’amministratore unico per le società piccole o medio-piccole. Le sue funzioni sono: - gestire l’azienda - assumere dipendenti o dirigenti - svolge l’attività dell’imprenditore secondo le deleghe ricevute dall’assemblea In alternativa dell’amministratore unico, si può costituire un organo collegale, composto da più persone. Questo rappresenta il consiglio di amministrazione che gestisce l’azienda. È lo statuto della società che fissa il numero dei componenti del consiglio di amministrazione, solitamente il numero è dispari per avere una maggioranza. All’interno del consiglio di amministrazione, i consiglieri nominano il presidente, che ha la funzione di rappresentanza dal punto di vista giuridico, ovvero rappresenta l’azienda di fronte a terzi. Può essere esecutivo o meno. Spesso accanto al presidente si trova l’amministratore delegato, un consigliere con particolari compiti e responsabilità. È delegato dal consiglio di amministrazione di seguire giorno dopo giorno l’azienda, è l’amministratore più operativo. La nomina di questa figura è volontaria, dipende dallo statuto. DIPENDENTI DELLA SOCIETÀ, sono gli organi interni della società DIRETTORE GENERALE : può essere direttore commerciale, tecnico amministrativo COMITATO ESECUTIVO : è un anello fra il consiglio di amministrazione e l’amministratore delegato o direttore generale. È un organo deliberativo. ORGANO DI CONTROLLO : è esterno all’azienda. È un organo collegiale, che non gestisce l’azienda ma deve fare riferire ai soci che l’azienda è gestita in maniera corretta. Il controllo è sugli aspetti giuridico formali. In Italia nelle società di capitali abbiamo: COLLEGIO SINDACALE : professionisti contabili che danno giudizi sull’attività, sull’organizzazione e sulle normative
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SOCIETÀ DI REVISIONE : ente che si occupa della contabilità, formati da professionisti indipendenti dalla società, anche se vengono pagati dalla società stessa.
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15. Sigle che definiscono i vari tipi di società SOCIETÀ DI PERSONE, le delibere vengono assunte in base alle quote - SOCIETÀ IN NOME COLLETTIVO – SNC La responsabilità è completa dei soci. Il soggetto economico sono i soci, ma sono anche soggetti giuridici perché sono i responsabili di fronte alla legge. - SOCIETÀ IN ACCOMANDITA SEMPLICE – SAS All’interno della società ci sono: - Accomandatari, coloro che rispondono anche con il proprio patrimonio personale. - Accomandanti, coloro che rispondono solo con la quota apportata nella società SOCIETÀ DI CAPITALI, la società stessa è soggetto giuridico, però può esistere il presidente che diventa soggetto giuridico, ovvero ha la responsabilità di fronte ai terzi. - SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA – SRL Utilizzata per società medio piccole, perché costa meno gestire dal punto di vista giuridico una srl. La responsabilità del socio si esaurisce nella quota che conferisce. In questo caso si parla di quote. Per essere costituite il capitale non deve superare i 100 000 euro - SOCIETÀ PER AZIONI – SPA Non si parla di quote ma di azioni. Ci sono regole societarie più complesse: ci sono due tipi di assemblee: straordinarie o ordinarie. C’è la separazione tra patrimonio sociale e personale. Se però è un amministratore a provocare un danno per la società, e si è comportato in maniera scorretta, può essere attaccato il suo patrimonio personale. - SOCIETÀ IN ACCOMANDITA PER AZIONI – SAA
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16. Elenco delle diverse tipologie d’imprese - IMPRESE AD ASSETTO PROPRIETARIO CAPITALISTICO : che sono le società individuali. - PUBLIC COMPANY : società quotate o non quotate in borsa (solitamente sono quotate), che hanno la caratteristica di avere un capitale diffuso. Non esiste un soggetto economico improprio, ma è una società con tanti piccoli azionisti, questi sono risparmiatori e investono, ma in sede assembleare non costituiscono una maggioranza. La public company si basa sul PATTO DI SINDACATO, ovvero è un accordo tra un gruppo di piccoli azionisti, che si impegnano a prendere le decisioni di comune accordo, nominano un comune rappresentante, formando quindi il soggetto economico improprio. - GLI AZIONISTI PERDONO D’IMPORTANZA E ASSUMONO IMPORTANZA I DIRIGENTI - IMPRESE CON SOCI PRIVATI O PUBBLICI (STATO, REGIONI …) : il socio di riferimento è pubblico, lo stato, le regioni Su queste tipologie d’imprese c’è la distribuzione del diritto di proprietà, ovvero non tutte le azioni danno il medesimo diritto di voto. TIPI DI AZIONI Ci sono due tipi di azioni - ORDINARIE : azioni che normalmente vengono emesse dalla spa - PRIVILEGIATE : possono avere privilegi legati al riparto degli utili o u privilegio in sede di delibere. Se c’è un utile , prima viene pagato il dividendo alle azioni privilegiate, poi si paga il dividendo a quelle ordinarie. Però queste azioni hanno un potere di voto limitato. All’estero le azioni privilegiate non hanno un privilegio nel voto ma nel dividendo. - GOLDEN SHARE : azioni connessa a processi di privatizzazione, lo stato vende un certo numero di azioni ai privati, mantenendo una quota. In certe situazioni lo stato, avendo una minoranza, ha il privilegio della golden share, quindi può intervenire con il suo voto. Quindi si può definire un’azione privilegiata nel voto. L’azionista ordinario può votare sia nelle assemblee ordinarie, che in quelle straordinarie, mentre l’azionista privilegiato può votare solo nelle assemblee straordinarie. Solitamente queste azioni interessano ai risparmiatori, ai piccoli azionisti a cui non interessa prendere decisioni, ma prendere un dividendo più alto.
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17. Politica sulla distribuzione dei dividendi in azienda Il dividendo che non viene distribuito ai soci e rimane in azienda costituisce la riserva. In sede di assemblea posso distribuire tutto in dividendo 8ma il 5 % deve per forza andare a riserva) o lasciare tutto in riserva. Se l’utile viene portato a riserva si parla di autofinanziamento dell’azienda. L’azienda si può finanziare in tre modi: - chiedere ai soci altro denaro, così aumenta il capitale sociale - chiedere un prestito, così la società si indebita con la banca e emette un credito obbligazionario - autofinanziamento, con gli utili ottenuti dalla gestione posso fare altri investimenti
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18. Tipologie di assemblée in ambito aziendale ORDINARIE : delibera una volta all’anno su: - bilancio d’esercizio - nomina dei sindaci (se c’è il collegio dei sindaci) - distribuzione degli utili - nomina degli amministratori STRORDINARIE : non ricorrenti, si convoca solo quando ci sono fatti straordinari: - aumento di capitale - cambiamento dello statuto - SCISSIONE - FUSIONE Lo statuto è il regolamento interno della società, dove è indicato l’oggetto sociale, ovvero l’attività dell’azienda. Se si vuole modificare lo statuto, bisogna convocare l’assemblea straordinaria e cambiare statuto. Lo statuto contiene: - oggetto sociale - entità del capitale - come funziona l’assemblea - che organi amministrativi ha
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19. Tipologie d'imprese oltre a quelle con assetto capitalistico Abbiamo visto le IMPRESE AD ASSETTO PROPRIETARIO CAPITALISTICO, ma ci sono altre tipologie d’imprese: - IMPRESE AD ASSETTO PROPRIETARIO NON CAPITALISTICO : sono entità che operano con il rischio di mercato sul mercato. Un esempio sono le cooperative di lavoro, ovvero imprese in cui i soci non apportano capitali ma portano una prestazione lavorativa. - IMPRESE AD ASSETTO PROPRIETARIO MISTO : sono imprese in cui i soci apportano sia il lavoro sia il capitale. Il capitale viene apportato all’inizio da parte dei soci. Possono anche essere definite imprese a proprietà ibrida. - IMPRESE CON DIRITTI PROPRIETARI LIMITATI : classici esempi sono le società di gruppo di imprese: il gruppo di imprese permette di evidenziare la differenza tra soggetto giuridico e soggetto economico improprio. Il gruppo è costituito da tante società con una propria identità giuridica. C’è un solo soggetto economico improprio, perché le società non sono autonome economicamente, ma esiste un rapporto di partecipazione dell’azienda madre al capitale delle altre. Nelle assemblee è sempre la società con più quote di capitale a prendere decisioni. Il soggetto economico di questo gruppo sono i soci che controllano la società che possiede le maggiori quote di capitale. Le società possedute sono chiamate SOCIETÀ CONTROLLATE da una SOCIETÀ CAPO CONTROLLANTE, o HOLDING, o FINANZIARIA. Le controllate svolgono delle attività specifiche, e il loro patrimonio è dato da beni, macchinari, ecc. … Il patrimonio della società controllante è dato dal possesso delle azioni nelle sue varie società. L’assemblea delle società controllate hanno scarsa autonomia nelle decisioni, per questo si chiamano imprese con diritti proprietari limitati.
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20. Sistema ordinario delle aziende: modelli di riferimento MODELLO ITALIANO - ASSEMBLEA - CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE - SINDACI / SOCIETÀ DI REVISIONE Da qualche hanno sono subentrati altri modelli: MODELLO MONISTICO - ASSEMBLEA - CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE : nominato dall’assemblea - SOCIETÀ DI REVISIONE MODELLO DUALISTICO : tipico esempio tedesco - ASSEMBLEA DEI SOCI : nomina il consiglio di sorveglianza - CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA : amministratori che non gestiscono l’azienda ma controllano e nominano il consiglio di gestione. - CONSIGLIO DI GESTIONE : soggetti che operano nell’azienda
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21. Funzione delle combinazioni economiche Le combinazioni economiche indicano cosa fa un’azienda, come lo fa e quindi quali aree significative ci sono all’interno dell’azienda; ovvero tutti i processi produttivi che partano dalle materie prime e, secondo diverse fasi, arrivano al prodotto finito. All’interno dell’azienda ci sono diverse combinazioni parziali. L’insieme di tutto questo prende il nome di FUNZIONI, ovvero attività svolte all’interno di un’azienda per raggiungere il fine aziendale. Le funzioni possono essere di… GESTIONE : e sono quelle che riguardano l’area - LOGISTICA : trasporti, vendite, approvvigionamento - TECNICA : riguarda la produzione, stabilisce i tempi di produzione - COMMERCIALE : riguarda la vendita, ad esempio se viene per tramite di agenti o direttamente al cliente - FINANZA : si occupa degli aspetti legati ai flussi monetari: entrate ed uscite ORGANIZZAZIONE : riguarda il personale, in particolare - ORGANIZZAZIONE : reclutamento personale, promozione personale, gestione personale - RELAZIONI INTERNE : rapporti fra i vari uffici, fra i dipendenti RILEVAZIONE : riguarda… - AREA DELLA CONTABILITÀ GENERALE : si occupa del bilancio - PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO : funzione contabile tipicamente interna - SISTEMI INFORMATIVI : processi di softwere per tenere la contabilità Accanto a questa classificazione ne esiste un’altra, che può andare bene per qualsiasi istituto e serve per il calcolo del BILANCIO D’ESERCIZIO, e in particolare per il CONTO ECONOMICO, che riepiloga costi e ricavi. GESTIONE CARATTERISTICA : riguarda l’attività specifica, tipica di cui si occupa l’azienda. Ad esempio se l’azienda fabbrica automobili, la gestione caratteristica riguarda la produzione di automobili. GESTIONE PATRIMONIALE : riguarda i beni non strumentali dell’attività tipica. I beni patrimoniali non centrano con la gestione caratteristica. GESTIONE FINANZIARIA : parte che si occupa delle fonti di finanziamento, quindi di come si finanzia l’azienda, come utilizza questi finanziamenti. È un fattore molto importante per le imprese. GESTIONE DEI TRIBUTI : sono i rapporti con l’amministrazione finanziaria - X LE FAMIGLIE : rappresentano le imposte, le tasse - X GLI ENTI PUBBLICI : rappresentano delle entrate NEGOZIAZIONI CON I TERZI: - COSTI DI TRANSAZIONE : sono quei costi aggiuntivi che l’azienda ha per effetto dell’acquisto da parte di un terzo. Se il bene viene prodotto in azienda non ci sono questi costi. - SIMMETRIA INFORMATIVA : l’azienda non ha la conoscenza completa del mercato - INVESTIMENTI SPECIFICI : dipendono dalla valutazione se acquistare un bene da un’altra azienda o produrlo in azienda
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- FORZA CONTRATTUALE : potere contrattuale dell’azienda
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22. Aspetto organizzativo personale nelle aziende: gli incentivi L’organismo personale è caratterizzato dalla DINAMICITÀ e FLESSIBILITÀ. Un elemento di flessibilità all’interno di un’azienda sono proprio i dipendenti. L’oggetto personale può essere visto sotto due livelli: INDIVIDUALE : riguarda le caratteristiche professionali del personale, quindi di che tipo di personale necessita l’azienda, ecc. Inoltre è importante capire i VALORI e i BISOGNI del personale, perché nella fase di rimunerazione contano anche questi fenomeni che prendono il nome di INCENTIVI. Gli incentivi possono essere: - INCENTIVI AL LAVORO : una quota di denaro che viene data al lavoratore oltre alla rimunerazione fissa e servono per stimolare il miglioramento della produttività. Gli incentivi al lavoro si dividono a loro volta in due sottoinsiemi: * INCENTIVI DI TIPO MONETARIO : tipico dei dirigenti. Rappresenta uno stipendio aggiuntivo legato a certi risultati aziendali. *INCENTIVI DI PRODUZIONE : è un compenso extrastipendio, che viene concesso solitamente agli operai, che riescono a produrre di più di quanto stabilito. (Il Manager tende ad aumentare il fatturato, ovvero il volume delle vendite, rispetto al reddito, perché più l’azienda è grande, più essere dirigenti di un’azienda grande è gratificante) - INCENTIVI MORALI : dipendono dalla realtà economica, sociale, politica di un determinato paese. Sono legati alla cultura e alle tradizioni. - PREMI, RICONOSCIMENTI AZIENDALI : ci possono anche essere premi non monetari. DI GRUPPO : premiano la capacità di chi svolge attività di gruppo, è molto importante la coesione interna tra gruppi, bisogna evitare i conflitti tra le persone. Un altro aspetto dell’organizzazione aziendale è la CULTURA AZIENDALE, ovvero le idee, i valori, condivisi all’interno dell’azienda, perché fanno parte della storia dell’azienda. Questo aspetto può essere manifestato sul mercato in modo differenti. La cultura ha un impatto anche sui dipendenti, perché vivendo in un certo ambiente finiscono per seguirne le caratteristiche. Quindi per cultura aziendale si intendono anche i rapporti fra le persone, l’aspetto organizzativo. All’interno dell’azienda il personale è fondamentale e in relazione a questo si parla di ESPERIENZA DELL’AZIENDA, che si divide in: - ESPERIENZA ACQUISITA DALL’AZIENDA : è l’insieme dei segreti di fabbricazione, dei brevetti, dei nuovi processi produttivi, degli aspetti organizzativi. L’insieme quindi del KNOW HOW, ovvero la conoscenza dell’azienda. - ESPERIENZA ACQUISITA DAL SINGOLO LAVORATORE : in campo tecnico, amministrativo, commerciale. Quando una persona lascia l’azienda, l’esperienza e a volte i rapporti che il dipendente si è creato, lo seguono. Ad esempio se un dipendente passa alla concorrenza, si può portare dietro i clienti.
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23. Definizione di patrimonio aziendale Il patrimonio di un’azienda è l’insieme delle condizioni di produzione e consumo appartenenti ad essa. Il patrimonio dato da: - CONDIZIONI POSITIVE [ riconducibili ai beni posseduti dall’azienda, quindi BENI ATTIVI. - CONDIZIONI NEGATIVE [ legate ai debiti posseduti dall’azienda, quindi BENI PASSIVI. I beni attivi si dividono in: - BENI MATERIALI c beni dotati di fisicità - BENI IMMATERIALI c beni che non hanno una consistenza fisica (es. know how, brevetti, immagine dell’azienda) - BENI MONETARI In contabilità si segnano nel bilancio: - BENI MATERIALI c quando derivano da acquisti da terze economie (l’azienda acquista un bene da un’altra azienda) - BENI IMMATERIALI c quando sono acquistati da terzi, non quelli prodotti all’interno dell’azienda. Inoltre i beni possono essere dati da: - FENOMENI ESOGENI c componenti del patrimonio acquistati dall’esterno, da terze economie - FENOMENI ENDOGENI c beni prodotti all’interno dell’azienda
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24. Definizione di capitale di funzionamento aziendale Il capitale di funzionamento rappresenta le fonti di finanziamento, ovvero i flussi che raggiungono l’azienda per alimentare la propria attività, e sono dati dal capitale proprio e dal capitale di finanziamento. Le passività possono anche essere chiamate capitale di terzi o capitale di finanziamento Il capitale di funzionamento è quindi il sistema di valori positivi o negativi che esprimono il valore delle condizioni patrimoniali di un’azienda. Il capitale di funzionamento è il capitale proprio misurato in sede di un sistema contabile con il fine della determinazione del reddito. Nel capitale di funzionamento non vengono valorizzati due fenomeni che caratterizzano l’impresa, perché ci sono regole giuridiche che indicano che non si possono mettere in contabilità beni che non hanno avuto scambi con terze economie: - lavoro - elementi patrimoniali immateriali Il RISULTATO REDDITUALE è dato dalla differenza tra: - CAPITALE NETTO FINALE – CAPITALE NETTO INIZIALE - COMPONENTI POSITIVI – COMPONENTI NEGATIVI
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25. Definizione di capitale economico o capitale in sede di cessione Serve per quantificare il capitale di un’azienda, ma non per determinare il reddito, ma per cedere l’azienda funzionante. Quindi valuta quanto vale l’azienda se si decidesse di venderla. In questo caso bisogna tener conto oltre al capitale di funzionamento, del lavoro e dei beni economici immateriali. Per quanto riguarda i VALORI STORICI, quindi i beni acquistati nel passato e dei quali nella contabilità di bilancio si scrive il valore al prezzo d’acquisto, quando si vende l’azienda, vengono venduti ad un prezzo maggiore rispetto a quello d’acquisto
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26. Definizione di capitale di liquidazione Presuppone la chiusura dell’azienda, a differenza degli altri due capitali, che invece prevedono il funzionamento dell’azienda, e la vendita dei beni presenti all’interno di essa. L’azienda vendendo i beni, realizza del denaro, paga i debiti e se avanza del capitale lo distribuisce tra i soci.
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27. Criteri di valutazione per tutti i capitali Ci sono valori in bilancio di tipo: - OGGETTIVO c sono dati riferiti a valori oggettivi (stipendio dipendenti) - SOGGETTIVO c presuppongono un processo di valutazione dei beni. I criteri utilizzati nella valutazione incidono sul reddito d’esercizio e sul patrimonio. Sono soggettivi perché dipendono dalla persona che li attua. Nel CAPITALE DI FUNZIONAMENTO : i valori negoziati con terze economie sono contabilizzati al valore di negoziazione, vengono chiamati beni storici quelli che rimangono per più esercizi. Nel CAPITALE ECONOMICO : che indica a quanto l’azienda può vendere o acquistare un’azienda, i beni storici vengono valutati al momento della vendita. Nel CAPITALE DI LIQUIDAZIONE : indica quanto si può realizzare dalla vendita dei singoli beni, i beni storici hanno valori più bassi rispetto agli altri capitali.
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28. Scelte di formazione e valorizzazione del patrimonio aziendale - SCELTE DIMENSIONALI DI INTEGRAZIONE VERTICALE c l’azienda si occupa di tutto il processo produttivo. e di INTEGRAZIONE ORIZZONTALE c l’azienda rimane nel campo dell’attività di base, aumenta però la produzione. - DIMENSIONAMENTO DELLA CAPACITÀ PRODUTTIVA c valuta se conviene aumentare la produzione (si ottengono economie di scala) e andare verso nuove dimensioni. - FUSIONE O ACQUSIZIONE c presuppongono l’assorbimento di altre aziende. Hanno un unico soggetto economico e giuridico. - FORMAZIONE DI AGGREGATI INTERAZIENDALI c accordi fra varie aziende che mantengono più o meno la propria autonomia economica e giuridica. Ad esempio il FRANCHISING, è un contratto dove c’è un’azienda di riferimento che si associa con altri soggetti giuridici-economici, altre realtà aziendali. Tutti avranno un marchio comune e dovranno distribuire i prodotti dell’azienda di riferimento. I vantaggi per i FRANCHESEE sono: possedere un marchio di un’azienda importante e godere della pubblicità di questa azienda.. Gli obblighi invece sono: non si può abbandonare il commercio per un determinato periodo e si possono prendere le materie prime solo dall’azienda di riferimento. - LOCALIZZAZIONE c un’azienda può decidere di posizionarsi in un unico stabilimento in una località e produrre in questo stabilimento; oppure l’azienda decide di avere più stabilimenti sul territorio (ad esempio per ragioni legate ai costi di trasporto). La scelta della localizzazione può avvenire anche per ragioni storiche e ambientali. La scelta di posizionarsi sul territorio è obbligata per quelle aziend eche hanno contatto con il territorio (banche, catene alberghiere, catene di supermercati). - SCELTA DELLA STRUTTURA DEL RAPPORTO CAPITALE PROPRIO (CAPITALE APPORTATO DAI SOCI) E CAPITALE DI TERZI (DEBITI) c riguarda il settore finanziario. Il rapporto dipende da molti fattori. Ad esempio in Italia specialmente nelle piccole-medio imprese, il capitale proprio è inferiore rispetto ai debiti poiché i soci o l’imprenditore non vogliono investire troppi capitali nell’azienda, preferiscono farsi finanziare. Inoltre se si indebitano devono pagare alle banche degli interessi passivi che li indebitano. Se l’azienda è molto indebitata è un vantaggio che l’azienda guadagni molto.
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29. Bilancio d’esercizio Il bilancio d’esercizio si compone di due parti: - CAPITALE DI FUNZIONAMENTO (STATO PATRIMONIALE) [ ATTIVO - PASSIVO = CAPITALE NETTO - REDDITO D’ESERCIZIO (CONTO ECONOMICO) [ COMPONENTI POSITIVI – COMPONENTI NEGATIVI = RISULTATO REDDITUALE Elemento di pareggio tra le due tavole è l’UTILE o la PERDITA d’esercizio: se… RICAVI > COSTI = UTILE COSTI > RICAVI = PERDITA PERIODO AMMINISTRATIVO E’ un arco temporale, che per convenzione è di un anno, che può non coincidere con l’anno solare. ESERCIZIO Indica tutte le operazioni del periodo amministrativo che vengono imputate a questo arco di tempo, ovvero entrano in questo esercizio anche tutte le operazioni che competono a questo esercizio, anche se non sono ancora state sostenute o riscosse. L’aspetto finanziario è separato dall’aspetto economi9co. PRINCIPIO DI COMPETENZA Vengono imputate all’esercizio tutte le operazioni avvenute in quell’esercizio, anche se il pagamento o la riscossione avverrà in un altro momento.
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30. Reddito d’esercizio E’ legato alla comparazione dei costi e dei ricavi secondo il principio di competenza. All’interno dei costi e dei ricavi ci sono costi e ricavi che non hanno problemi di valutazione (stipendio dipendenti), legati quindi a negoziazioni; e costi e ricavi soggettivi, che presuppongono un processo di valutazione che avviene a fine esercizio. Durante l’anno si rilevano i fatti di gestione, alla fine dell’anno si valutano alcune caratteristiche secondo due processi soggettivi: - STIMA : l’azienda nell’esercizio successivo può avere un riscontro con la stima - CONGETTURA : valutazioni soggettive senza riscontro nell’esercizio successivo. ESERCIZIO
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La stima è sbagliata nel momento in cui il bene viene sostituito prima di quanto era stato previsto. fondo ammortamento: è un valore che rettifica i valori delle immobilizzazioni. rimanenze: presuppongono una valutazione
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31. Stato Patrimoniale: attività Nell’attivo l’ordine dei beni è dato dalla praticità di ricondurre i beni a moneta, quindi secondo il criterio di liquidità crescente del bene, dal bene che è più difficile apportare a denaro al bene più facilmente apportabile a denaro. L’attivo è composto da: - IMMOBILIZZAZIONI : hanno un’importanza gestionale per l’azienda - DISPONIBILITÀ : sono beni destinati all’azienda IMMOBILIZZAZIONI (sono tutti beni strumentali) - MATERIALI : beni durevoli, dotati di consistenza fisica: terreni (non subisce il processo di ammortamento); fabbricati, impianti, automezzi - IMMATERIALI : non hanno una consistenza fisica: brevetti, marchi, diritti d’autore, avviamento (condizione dell’azienda, è il vantaggio che un’azienda già funzionante rispetto a una nuova) Possono essere valutati in bilancio solo se sono stati oggetto di cambio con altre economie, non quelli generati all’interno dell’azienda. Anche quelli acquistati dall’azienda sono soggetti al processo di ammortamento. - FINANZIARIE : sono legate a titoli o quote di società possedute che sono considerate strategiche per l’azienda: titoli obbligazionari. Non si calcola l’ammortamento, restano iscritte per quel valore.
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32. Stato Patrimoniale: disponibilità - RIMANENZE FINALI : beni destinati alla vendita. Sono i beni presenti nel magazzino e destinati ad entrare nel processo produttivo per una sola volta: - MATERIE PRIME : beni che devono subire ancora un processo di lavorazione. - SEMILAVORATI : beni che hanno già subito una lavorazione, ma devono essere utilizzati in altri processi produttivi - PRODOTTI FINITI : destinati alla vendita. Questi tre tipi sono tipici delle produzioni destinate ad alimentare il magazzino. Certe aziende producono invece per commesse, su specifiche richieste, a fine dell’esercizio bisogna valutare il lavoro eseguito fin’ora. - CREDITI: * VERSO CLIENTI : riguardano il processo di gestione tipica dell’azienda * CREDITI DI PRESTITO : sono crediti legati a un finanziamento che l’azienda fa ad un altro soggetto. In genere questi crediti fruttano INTERESSI ATTIVI, che il debitore deve pagare alla scadenza. * CREDITI VERSO L’ERARIO (Stato) * C/C BANCA E CASSA : riguardano le liquidità
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33. Stato patrimoniale: passività - Debiti verso i fornitori o di funzionamento - Debiti di finanziamento, ovvero prestiti da parte di un finanziatore e solitamente generano INTERESSI PASSIVI - Debiti tributari - FONDO TFR : diritto maturato dai dipendenti e viene dato al dipendente quando questo lascia l’azienda. CAPITALE NETTO O PROPRIO, apportato dai soci - CAPITALE SOCIALE : valore nominale dell’apporto fatto dai soci - RISERVE O UTILI NON DISTRIBUITI - UTILI DISTRIBUITI
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34. Definizione di equilibrio istituzionale in azienda Tutti i membri del soggetto d’istituto condividono condividono i valori e gli obbiettivi dell’istituto dell’istituto e ricevono r icevono ricompense considerate congrue. È un equilibrio di lungo periodo, e si ha l’equilibrio istituzionale nel momento in cui i soggetti permangono nell’azienda.
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35. Definizione di economicità aziendale L’economicità è la capacità dell’azienda di operare senza accumulare perdite. Se l’azienda ha delle perdite: - cessa di esistere - un altro istituto acquista l’azienda - altri soggetti si occupano delle perdite con i capitali
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36. Caratteristiche di un’azienda - DURABILITÀ : la vita dell’azienda non deve essere breve ma di lungo periodo - AUTONOMIA : nei confronti di chi apporta capitale proprio. L’azienda non è più in grado di “stare in piedi” con le proprie forze - ECONOMICITÀ : capacità di non avere perdite e capacità di produrre reddito elementi dell’economicità dell’economicità - EQUILIBRIO REDDITUALE : i costi sono fronteggiati dai ricavi o perlomeno pareggio. L’equilibrio reddituale può essere esaminato in relazione al: - TEMPO : può essere di breve periodo, ovvero nell’immediato i ricavi devono essere maggiori dei costi, o di lungo periodo, dove i ricavi sono maggiori dei costi dopo un certo periodo di tempo. L’equilibrio reddituale a breve dipende dalla scelte dell’azienda, per ragioni di prestigio, di tipo produttivo, manageriale o per scelte particolari. Per le aziende è meglio proseguire un reddito duraturo e nel tempo. - OGGETTO * EQUILIBRIO RDDITUALE AZIENDALE : equilibrio di una singola azienda * EQUILIBRIO DI GRUPPO : ad esempio un’azienda con buona redditività perché riceve componenti che servono per produrre beni a prezzi molto bassi e la buona redditività è data solo da questo. Oppure un’azienda viene mantenuta anche se perde perché porta dei vantaggi o immagine ad altre aziende. - EFFICIENZA E FLESSIBILITÀ : l’aziende deve avere un buon livello d’efficienza, che si può ottenere: * RENDIMENTI FISICO-TECNICI : l’aziende deve produrre i beni in determinate quantità, con una certa qualità e in certi tempi. La produttività esamina come vengono impiegati i fattori produttivi e che resa hanno, la redditività è la capacità di ritorno dei capitali investiti. ESEMPIO DI PRODUTTIVITÀ : VOLUME DI PRODUZIONE OTTENUTA / VALORE DI FATTORE IMPIEGATO Il rendimento fisico tecnico mette in relazione i parametri fisici, la produttività invece i valori monetari. - PROCESSI PRODUTTIVI : l’azienda cerca di migliorare la propria produttività sui processi produttivi attraverso tecniche di origine giapponese: - JUST IN TIME : invece di tenere un grande magazzino centralizzato che fornisce materiale alla catena di montaggio, si riduce il magazzino centralizzato per avere piccoli magazzini nei vari reparti. VANTAGGI : meno investimenti investimenti per il magazzino RISCHIO : avendo meno magazzino c’è la possibilità di non avere materie prime e si ferma la produzione. Quindi gli operai devono segnalare tempestivamente le necessità e i fornitori devono essere puntuali. - TOTAL QUALITY : tendenza da parte dell’azienda a perseguire un prodotto di alta qualità, è un processo che parte dal basso, dagli operai, che segnano le inefficienze e i miglioramenti della produzione. SVANTAGGI : non funziona in un contesto critico nei confronti della proprietà - FLESSIBILITÀ ED ELASTICITÀ : come potersi adeguare prontamente e in modo economico alle esigenze del mercato. - CONGRUITÀ DELLE RETRIBUZIONI DEL LAVORO E DEI CAPITALI
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- EQUILIBRIO MONETARIO : susseguirsi ordinato di entrate e uscite. Avviene quando le entrate si bilanciano con le uscite e l’azienda non fa operazioni ad alto costo per mantenere equilibrio tra entrate e uscite. Se l’azienda non ha equilibrio economico si intacca l’equilibrio economico, perché i costi sono maggiori dei ricavi, quindi l’azienda ha delle perdite che creano uno squilibrio patrimoniale. L’azienda deve essere in grado di rimunerare i salari, i dividendi e mantenere una certa disponibilità nell’azienda per fare investimenti.
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37. Sistemi di rilevazione e informazione in ambito aziendale PROCESSI DI RILEVAZIONE: Esistono due processi di rilevazione: - CONTABILE : riferimento alla CONTABILITÀ GENERALE - EXTRACONTABILE : dati di vario tipo (ad esempio rilevazioni di mercato, rilevazioni statistiche). Occorre procedere a fenomeni di rilevazione per avere informazioni di tipo: - STRATEGICO : informazioni sulla concorrenza e sui soggetti esterni - DIREZIONALE : informazioni interne all’azienda, e si basano sul controllo e sulla programmazione di certe grandezze. - OPERATIVA : informazioni sempre interne all’azienda che riguardano ad esempio l’elenco dei clienti, i tempi di consegna. Queste informazioni possono essere di tipo: - LOGISTICO - COMMERICALE - DI PRODUZIONE - LEGATE A RICERCHE E SVILUPPO Le informazioni servono per gestire l’azienda e per prendere decisioni sul controllo di essa.
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38. Strumenti di controllo di tipo contabile Gli strumenti di controllo di tipo contabile sono: - CONTABILITÀ GENERALE : è un sistema contabile che ha come fine la determinazione del reddito d’esercizio, che scaturisce dalle scritture contabili in Conto Economico e in Stato Patrimoniale e del reddito imponibile, ovvero la base per la tassazione della società. È diretta sia ad interlocutori interni (management, amministratori), sia ad interlocutori esterni (portatori di interessi). È imposta dalla legge. Si basa sul metodo della partita doppia: piano dei conti, registri contabili e bilancio. Ci sono obbligazioni civilistiche che obbligano l’azienda a tenere il libro giornale. - CONTABILITÀ ANALITICA – INDUSTRIALE – DEI CONTI - MANAGERIALE : non è rivolta ai terzi, ma è interna all’azienda, è di tipo manageriale e serve per prendere decisioni e per avere informazioni (ad esempio sui costi e sui ricavi che succederanno). È utilizzata anche per la produzione di costi di prodotto. Non è obbligatoria e può essere tenuta con il metodo della partita doppia o con il metodo della partita semplice (delle schede).
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39. Scopi della rilevazione dei costi - in contabilità analitica Rilevare i costi serve a: - avere informazioni sui costi prodotti - effettuare un controllo sulla gestione - rilevare la convenienza economica, quindi l’opportunità o meno di continuare certe produzioni. - Per la valutazione del magazzino: capire a che valore bisogna contabilizzare le rimanenze - Per il BUDGET : è un documento contabile preventivo. A differenza il bilancio è un consuntivo, perché si basa su fatti realmente realizzati; il budget è un preventivo, perché ipotizza i costi e i ricavi dell’anno successivo, stimando quello che può essere l’andamento, per poi verificare durante la gestione e l’azienda ha raggiunto gli obbiettivi prefissati.
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40. Classificazione dei costi in contabilità aziendale I costi si differenziano in base alla classificazione sulle modalità di aggregazione nella contabilità generale e nella contabilità analitica. CONTABILITÀ GENERALE I costi vengono aggregati per: - NATURA : vengono tenuti separati i costi di natura certa dai costi di natura stimata (ad esempio costi delle rimanenze iniziali). Questo perché in questo modo il lettore del bilancio può distinguere gli elementi oggettivi da quelli soggettivi. - CONDIZIONI DI PRODUZIONE : sono date da un insieme di costi, alcuni tipici e imputabili ad un determinato bene (ad esempio la plastica serve per costruire le penne, il legno le matite, …) altri comuni per tutte le produzioni (camion che trasporta ai negozianti penne e matite).
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41. Contabilità analitica aziendale: classificazione dei costi I costi vengono aggregati per: - DESTINAZIONE : la contabilità analitica è una contabilità direzionale, quindi non interessa la differenza tra costi stimati e costi al manager, mentre interessa sapere ad esempio: IL COSTO DEL VENDUTO = rimanenze iniziali ( stimate) + acquisti (certi) – rimanenze finali (stimate); oppure COSTO DEL PERSONALE = stipendio (certo) + oneri previdenziali + accantonamento a fondo TFR (stimato). Al manager interessa il costo del prodotto totale, non i singoli elementi che invece interessano all’aggregazione per natura. - COSTO DI PRODOTTO ALTRE CLASSIFICAZIONI DEI COSTI: - COSTI PREVENTIVI : sono costi revisionali, come quelli del budget economico, che vengono stimati per l’anno successivo. Servono per controllare e verificare la differenza (se esiste) con il costo effettivo. - COSTI CONSUNTIVI : rilevati dopo che si sono manifestati. Si trovano in Conto Economico e servono per quantificare il reddito d’esercizio. - COSTI EFFETTIVI : basati su elementi legati alla realtà, si basa sull’esperienza storica - COSTI STANDARD : costi ipotetici, ovvero costi in condizioni ideali di andamento di gestione dell’azienda, quindi con una normale o addirittura massima efficienza. L’analisi dei costi standard prevede un’analisi delle variazioni di prezzo o di qualità, che permette di capire ciò che sta alla base di queste due variazioni. - COSTI VARIABILI : costi che variano al variare della produzione con proporzionalità variabile. - COSTI FISSI : costi costanti al variare della produzione in un certo periodo di tempo determinato (breve termine – 12 mesi) perché nel medio-lungo termine tutto varia. - COSTI SEMI-FISSI : rimangono costanti per intervalli di produzione, ma crescono con l’aumentare di questa. Esempio: costo del personale. I costi fissi e variabili riguardano: - la flessibilità di un’azienda: maggiori sono i costi variabili, più l’azienda è flessibile. - Quanto bisogna produrre per non avere delle perdite. - COSTI SPECIALI : sono quei costi che riguardano un unico “centro di costo”, ovvero l’oggetto della mia analisi; quindi sono tutti quei fattori produttivi che vengono utilizzati per un solo reparto o per la produzione di un prodotto o servizio. Esempio: lavanderia delle stanze. - COSTI COMUNI : riguardano il funzionamento di tanti centri di costo. Esempio: imposte. - COSTI DIRETTI, OGGETTIVI : I costi diretti sono i costi speciali, ma non tutti i costi speciali sono diretti, come ad esempio il costo dell’energia elettrica di una stanza. I costi variabili sono costi diretti. - COSTI INDIRETTI, SOGGETTIVI : (i costi fissi sono costi indiretti). Tutti i costi comuni sono indiretti, inoltre si calcolano in modo indiretto anche quei costi speciali che sarebbe troppo costoso calcolarli in modo diretto. Viene definito soggettivo in quanto ogni azienda utilizza un proprio criterio per l’imputazione, in
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funzione del ragionamento scelto il risultato finale sarà diverso. COSTI SPECIALI TIPICI: - meterie prime - manodopera diretta COSTI COMUNI TIPICI: Sono tutti gli altri costi che non si possono imputare in maniera specifica ad un determinato bene. Questo costo deve essere ripartito in modo empirico.
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42. Come si possono definire i costi comuni SU BASE UNICA : si ripartisce il costo con un solo elemento empirico. ESEMPIO: A – B – C ; COSTI COMUNI 1 000 RIPARTISCO PER LE ORE DI MANODOPERA IMPIEGATE A = 10 ORE A + B + C = 40 ORE 1 000 X (10/40) = 250 SU BASE MULTIPLA : per ripartire i costi comuni si utilizzano due parametri. Tutto ciò serve per arrivare ai CENTRI DI COSTO, che sono aggregati di costo comuni che non si possono imputare ai beni determinati.
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43. Configurazione di un costo Come si possono aggregare i costi per arrivare al costo di prodotto. COSTO PRIMO : non ha bisogno di riparti - MATERIE PRIME DIRETTE - MANODOPERA DIRETTA - COSTI SPECIALI INDUSTRIALI (es. energia elettrica) COSTO INDUSTRIALE - COSTO PRIMO + - COSTI INDUSTRIALI OGGETTO DI RIPARTO (costi diretti + costi indiretti di tipo industriale) COSTO COMPLESSIVO - COSTO INDUSTRIALE + - COSTI GENERALI E COMMERCIALI ANCHE QUESTI OGGETTO DI RIPARTO (costi diretti + costi indiretti di tipo industriale) COSTO ECONOMICO-TECNICO - COSTO COMPLESSIVO + - ONERI FIGURATIVI
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44. Definizione di onere figurativo Gli oneri figurativi sono costi che l’azienda non sostiene, su cui però l’imprenditore deve riflette: - STIPENDIO DIREZIONALE : è lo stipendio che dovrebbe essere pagato al direttore, ma che non viene pagato perché il direttore è proprietario. - AFFITTO FIGURATIVO : se l’immobile è di proprietà del direttore, questo non paga l’affitto e l’affitto non è soggetto a quote di ammortamento. - INTERESSE DI COMPUTO : interessi che l’imprenditore percepirebbe se invece di investire nell’azienda investisse in attività diverse.
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45. Contabilità analitica o industriale La contabilità analitica o industriale può essere tenuta attraverso : - SISTEMA UNICO - SISTEMA DUPLICE CONTABILE - SISTEMA DUPLICE MISTO Con il SISTEMA UNICO, da un’unica contabilità si ottengono sia gli elementi per il bilancio d’esercizio (quindi per la contabilità generale), sia gli elementi per la contabilità analitica. Questo sistema è tipico del sistema di Besta : SISTEMA PATRIMONIALE. In Italia ha prevalso il sistema di Zappa che prevede che il reddito è unitario, quindi non ha senso evidenziare dati parziali. Quindi il sistema contabile era preordinato per il calcolo del reddito unitario, però non da informazioni per la contabilità analitica. Il SISTEMA DUPLICE MISTO è un sistema contabile dove la contabilità generale è tenuta in partita doppia, mentre per il calcolo dei costi di prodotto l’azienda tiene delle schede su cui annota i vari costi dei diversi costi. Il SISTEMA DUPLICE CONTABILE tiene la contabilità generale in partita doppia, ma anche la contabilità industriale è tenuta in partita doppia con dei conti di raccordo. DIFFERENZE TRA LA CONTABILITÀ GENERALE E LA CONTABILITÀ ANALITICA
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46. Contabilità direzionale integrata La contabilità direzionale integrata fornisce le informazioni che servono all’imprenditore per prendere decisioni ed è data da: - CONTABILITÀ GENERALE - CONTABILITÀ ANALITICA - BUDGET O STANDARD - RILEVAZIONI EXTRACONTABILI
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47. Definizione di budget Strumento contabile di tipo preventivo, rileva certi fenomeni all’inizio di un determinato tempo prestabilito. Lo scopo del budget è quello di confrontare i dati preventivi con i dati consuntivi. Il budget si struttura su base annuale, ma viene diviso su periodi di tempo più brevi, ad esempio trimestrali. Alla fine del primo trimestre si confronta il dato di budget con il risultato effettivo, se ci sono già scostamenti si possono prendere contromisure per migliorare la situazione (ad esempio si riducono i prezzi o si introducono nuovi prodotti). Il budget varia in base all’oggetto preso in considerazione: - BUDGET ECONOMICO : coinvolge tutte le funzioni aziendali. I costi e i ricavi devono essere preventivati da certi uffici. (Costo personale dall’ufficio personale; Vendite dall’ufficio personale). Ha una costruzione dal basso verso l’alto. - BUDGET FINANZIARIO : entrate e uscite - BUDGET PATRIMONIALE : investimenti e fonti di finanziamento
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48. Rilevazioni extracontabili Non ci sono scritture in partita doppia, ma evidenziano altri dati, come ad esempio il giudizio dei clienti, elementi sul mercato, ecc. … Sono dati non propriamente contabili, ma che servono per prendere decisioni. Questo sistema è chiamato REPORTING. Con l’uso dei computer viene segnalato ai massimi dirigenti gli elementi realmente importanti.
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49. Momenti della strategia direzionale di un’azienda Per arrivare a definire una strategia le aziende attraversano tre fasi dell’attività manageriale: - PIANIFICAZIONE E’ affidata all’alta direzione ed è un’attività di tipo strategico: consiste nel tracciare le linee guida dello sviluppo dell’azienda. Si individuano quindi: - Gli obbiettivi - Gli indirizzi strategici - Predisporre risorse - PROGRAMMAZIONE Una volta che sono stati stabiliti gli obbiettivi, individuate le strategie e si dispongono le risorse, la programmazione è la fase operativa per mettere in pratica le strategia dell’alta direzione. Si basa sulla stima dei tempi legati all’intervento e con verifiche nel corso del tempo. La previsione è differente dalla programmazione perché è una stima, un’ipotesi futura. Programmare vuol dire attrezzarsi e far si che la previsione sia attuata. - CONTROLLO Verifica che il piano dell’azienda sta seguendo le direttive imposte.
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50. Riclassificazioni del bilancio aziendale - FORMA DEL BILANCIO : rappresentazione grafica del prospetto di bilancio. Si distingue in: - FORMA A SEZIONI CONTRAPPOSTE : è quella più vicina alla contabilità generale in partita doppia ed è tipica del sistema di Zappa, che sosteneva che il reddito è unitario, non ha quindi senso dividerlo in risultati parziali. - A SCALARE : il bilancio e in particolare la sezione del conto economico, non è evidenziato su tavole contrapposte, ma su una stessa tavola, come sommatoria.
videnzia uno schema a scalare dove vengono indicati risultati intermedi che danno giudizio sulla gestione. struttura del conto economico: indica come vengono aggregati i valori. Mentre la forma è una modalità di rappresentazione, la struttura indica il modo con cui i valori economici vengono aggregati. Si può impostare il conto economico con classificazione a: conto economico a costi, ricavi e rimanenze: tipico di Zappa, presuppone una distinzione per natura dei conti e separa in bilancio valori di origine certa e stimata. conto economico a costi e ricavi del venduto: il conto economico si presenta nel seguente modo:
Il costo del venduto è dato dalla sommatoria di tutti gli altri elementi: + rimanenze iniziali di materie 800 + rimanenze iniziali di prodotti 2 000 + acquisti materie 5 600 + costi produzione 1 200 - rimanenze finali di materie prime 1 000 - rimanenze finali di prodotti 1 800 ________ 7 000
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Tutti questi conti che nel conto economico a costi e ricavi del venduto vengono sintetizzati sotto la voce costo del venduto, nel conto economico a costi, ricavi e rimanenze vengono tutti inseriti nel conto economico.
La RICLASSIFICAZIONE serve ad evidenziare il bilancio sotto particolari aspetti, ma è un azione volontaria, non per legge.
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51. Definizione di unificazione contabile Processo volto a rendere confrontabile i bilanci di aziende differenti dalla stessa azienda nel tempo. La legge in certi paesi, tra cui l’Italia, impone uno schema di bilancio. Nel passato la legge non dava uno schema da seguire, e ogni azienda pubblicava il bilancio, in particolare il conto economico come volevano, in modo da tenere nascosti certi dati competitivi. Con la legge 216/1974 la legge prevede che il conto economico debba seguire lo schema a costi, ricavi e rimanenze. Nel 1991 è entrata in vigore la IV direttiva CE, dove i singoli paesi sullo schema della direttiva CE hanno impostato il bilancio tipo: un conto economico che evidenzia i consumi. Il lettore del bilancio può piegare questo schema in base alle sue esigenze, questa è la RICLASSIFICAZIONE. Quindi un’azienda deve seguire due processi: UNIFICAZIONE CONTABILE : rende omogenei i bilanci delle varie società e può essere: - VOLONTARIA : tipico dei paesi anglosassoni. La legge non interviene sui programmi, vengono però pubblicati da organismi contabili delle indicazioni di come ci si deve comportare in presenza di certe situazioni contabili. Sono strumenti volontari. - OBBLIGATORIA : tipica dei paesi continentali. La legge prevede documenti contabili standard che riguardano: * PIANO DEI CONTI : solo per alcuni paesi, come Francia e Spagna, in Italia non si fa. Il piano dei conti è l’insieme di tutti i conti della contabilità generale. La legge impone che tipo di conti bisogna aprire, e che numero apportare. * BILANCIO : schema obbligatorio * CRITERI DI VALUTAZIONE : la legge può indicare il processo di valutazione dei beni, legato a stime e congetture. In Italia il codice civile indica dei principi generali, lascia libertà ai gestori dell’azienda. In Italia abbiamo sia elementi volontari che elementi obbligatori. Per certi settori esistono disposizioni specifiche: la banca da indicazioni sul contenuto del bilancio bancario, l’assicurazione su quello assicurativo, ecc… Con il conto economico scalare, oltre a vedere l’utile netto, vedo i risultati parziali. Il Conto Economico previsto dal codice civile è scalare, evidenzia quindi i consumi e le variazioni delle rimanenze.
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52. Risultati parziali significativi derivanti dalla riclassificazione del conto economico REDDITO OPERATIVO : è il risultato economico parziale che è costituito da: - ONERI FINANZIARI : ovvero interessi passivi - IMPOSTE - COMPONENTI STRAORDINARI DI REDDITO VALORE AGGIUNTO : permette di capire come la ricchezza generata dall’azienda viene distribuita tra i vari interlocutori. Il valore aggiunto è dato dalle VENDITE – ACQUISTI. Si può quantificare il valore aggiunto tramite i processi produttivi nell’impresa in aumento ai beni e agli acquisti dell’esterno. È il valore ante remunerazione dei fattori produttivi (salari, stipendi, imposte e dividendi, autofinanziamenti). MARGINE DI CONTRIBUZIONE : risultato parziale che non si trova nel Conto Economico civilistico, perché interessa la produzione industriale. È dato da: RICAVI – COSTI VARIABILI = MARGINE PER COPRIERE I COSTI FISSI
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53. Riclassificazione dello stato patrimoniale Nel 1991 è entrata in vigore la direttiva CE, con la quale lo Stato Patrimoniale è stato impostato secondo una METODOLOGIA DI TIPO FINANZIARIO. Un’altra interpretazione è la DISTINZIONE FRA ATTIVITÀ CORRENTI E ATTIVITÀ NON CORRENTI, ovvero una distinzione tra poste liquidabili o esigibili entro l’anno e poste liquidabili o esigibili oltre l’anno. RENDICONTO FINANZIARIO DELLE VARIAZIONI DEI MEZZI MONETARI La posizione finanziaria può essere monitorata attraverso una previsione, un preventivo finanziario. Oppure si possono costruire rendiconti finanziari o consuntivi finchè permettono di capire i flussi monetari in entra e in uscita dell’esercizio.
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54. Definizione e calcolo di reddito imponibile Rappresenta un concetto fiscale, ed è dato dall’utile sul quale si calcolano le imposte. Per calcolarlo si parte dal reddito d’esercizio e con alcune rettifiche legate a valutazioni di bilancio, si arriva al reddito imponibile. La preoccupazione del fisco è che venga abbassata la base per calcolare le imposte, per questo vengono fissati dei TETTI da rispettare per le valutazioni di bilancio. STABILIZZAZIONE DEI DIVIDENTI in antitesi alla STABILIZZAZIONE DELL’UTILE Questi elementi sono connessi alla politica di bilancio. Agire sull’utile è scorretto perché questo dovrebbe essere il risultato di corrette valutazioni, quindi l’azienda deve prevedere un utile svincolato dalla stabilizzazione, deve essere calcolato in modo corretto. Invece si potrebbe puntare a rendere costanti i dividendi negli anni, o comunque incrementarle (quando i risultati lo permettono) in modo ragionevole. I dividendi si stabilizzano con accantonamenti di utile in eccesso. Oppure creando una RISERVA CONGUAGLIO DIVIDENDI, quando si ha un esercizio con utile più basso che non permette di distribuire i dividendi come sempre, si utilizza quindi per la distribuzione dei dividendi oltre all’utile dell’esercizio anche questa riserva.
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55. Differenza tra reddito e redditività La redditività riguarda componenti economici. Il reddito è un elemento assoluto, mentre per redditività si intende l’andamento reddituale dell’azienda. Si utilizza una grandezza di reddito come elemento assoluto e una grandezza di tipo patrimoniale. La redditività permette di dare un giudizio sulla congruità di un investimento.
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56. Come si misura le redditività ROE – RETURN EQUITY Si misura attraverso il rapporto: REDDITO NETTO / CAPITALE NETTO O PROPRIO Il risultato è un indice che indica quanto l’azienda ha guadagnato o meno nell’anno; interessa all’investitore perchè si ottiene un giudizio sulla redditività dell’azienda. Per un’azienda quotata in borsa il rapporto è dato da: DIVIDENDO / PREZZO DELL’AZIONE ROA – RETURN ON ASSET (attivo netto) che è la stessa cosa di: ROI – RETURN ON INVESTIMENT ROA= REDITTO OPERATIVO / ATTIVO NETTO ROI = REDDITO OPERATIVO/ CAPITALE INVESTITO Il REDDITO OPERATIVO non tiene conto di: - IMPOSTE - INTERESSI PASSIVI - COMPONENTI STRAORDINARI DI REDDITO Il ROE si suddivide in: ROE = (RO/AN) x (AN/CN) X (RN/RO) RO : REDDITO OPERATIVO ; AN : ATTIVO NETTO ; CN : CAPITALE NETTO ; RN : REDDITO NETTO AN / CN : RAPPORTO DI INDEBITAMENTO Se il rapporto di indebitamento non è uguale a 1, si ha un EFFETTO LEVA, ovvero in presenza di debiti e di un certo reddito operativo, i debiti possono amplificare la redditività dell’azienda in positivo o in negativo. ESEMPIO CN = 10 000 CAPITALE TERZI = 40 000 (debiti) ROA = 12% ROA = 6000 (RO) / 50000 (CN + CT) = 12% Se il TASSO MEDIO DI INDEBITAMENTO è del 15%, quindi superiore al ROA, in questa situazione tutta la redditività dell’azienda va a rimunerare i finanziatori. DEBITI 40 000 X 15% = 6 000 INTERESSI PASSIVI CONTO ECONOMICO REDDITO OPERATIVO 6 000 INTERESSI PASSIVI 6 000 In questa situazione o si aumenta la redditività dell’azienda o si elimina l’indebitamento. CN = da 10 000 si porta a 20 000 DEBITI = da 40 000 si porta a 30 000 così 30 000 x 15% = 4 500 INTERESSI PASSIVI CONTO ECONOMICO REDDITO OPERATIVO 6 000
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INTERESSI PASSIVI 4 500 1 500 : rimane qualcosa agli azionisti
ESEMPIO, con i dati sopra utilizzati ROA = 12% TASSO MEDIO DI INDEBITAMENTO = 10% DEBITI 40 000 X 10% = 4 000 INTERESSI PASSIVI CONTO ECONOMICO REDDITO OPERATIVO 6 000 INTERESSI PASSIVI 4 000 2 000 : UTILE PRIMA DELLE IMPOSTE Quando il ROA è maggiore del TASSO DI INDEBITAMENTO per l’EFFETTO LEVA all’azienda conviene indebitarsi di più, perché più si indebita più guadagna. DEBITI 40 000 : 45 000 ROA = 6 600 / 55 000 ( CP 10 000 + CT 45 000) = 12% Con il REDDITO OPERATIVO 6 000 gli INTERESSI PASSIVI sono 45 000 x 10% = 4 500 CONTO ECONOMICO REDDITO OPERATIVO 6 600 INTERESSI PASSIVI 4 500 2 100 : UTILE PRIMA DELLE IMPOSTE RN / RO : QUANTO PESANO I COMPONENTI STRAORDINARI DI REDDITO Si possono avere due casi: - RO positivo e RN negativo : indica una gestione industriale positiva e affossata dagli interessi passivi e componenti straordinari - RO negativo e RN positivo : presuppone una situazione di perdita industriale ribaltata da componenti straordinari. Qui il guadagno è dato dai componenti straordinari. L’anno successivo però ci sarà ancora una situazione di perdita.
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57. Redditività della gestione operativa Il ROA può essere scomposto in due indici: ROS (redditività sulle vendite) = RO / V (REDDITO OPERATIVO / VENDITE) : indica la percentuale di reddito sulle vendite. TR (tasso di rotazione) = V / AN (VENDITE / ATTIVO NETTO) : indica quante volte l’attivo netto gira nel corso di un determinato periodo. Un altro indice di redditività: PRICE EARNINGS Viene utilizzato dagli investitori finanziari per capire il rendimento per azione. PREZZO DELL’AZIONE / UTILE PER AZIONI NETTO = si ottiene un parametro che dà un giudizio sulla redditività dell’azienda.
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58. Indici di rotazione GIACENZA MEDIA DELLE SCORTE Prende in considerazione le scorte nette sui ricavi netti moltiplicati per 365 giorni. (SCORTE NETTE / RICAVI NETTI) X 365 GG = NR° DEI GIORNI Il nr° dei giorni indica entro quanti giorni le rimanenze vengono utilizzate e portate in produzione o in vendita. CLIENTI - FORNITORI Questo rapporto indica in giorni la durata media del credito fatto ai clienti e la durata media del debito pagato ai fornitori: - DURATA MEDIA DEL CREDITO VERSO CLIENTI (CREDITI V/ CLIENTI / VENDITE) X 365 = NR° DEI GIORNI Il nr° dei giorni indica che i clienti pagano mediamente dopo questi giorni. - DURATA MEDIA DEI DEBITI VERSO I FORNITORI (DEBITI V/ FORNITORI / ACQUISTI E SERVIZI) X 365 = NR° DEI GIORNI Il nr° dei giorni indica che l’azienda mediamente paga i fornitori dopo questi giorni.
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59. Indici riguardanti lo stato patrimoniale SOLIDITÀ PATRIMONIALE DELL’AZIENDA Riguarda i rapporti che esistono fra alcune grandi classi di grandezze che esistono nello Stato Patrimoniale. Gli indici di solidità cercano di capire che rapporto esiste tra il Capitale Netto e i Debiti, in relazione alle Immobilizzazioni. Per capire come le Immobilizzazioni possano essere coperte dal Capitale Proprio e i Debiti dalle Disponibilità. Se IMMOBILIZZAZIONI = CAPITALE NETTO e CREDITI = DEBITI Si tratta di una situazione tranquilla. Se IMMOBILIZZAZIONI > CAPITALE NETTO e DEBITI Si tratta di una situazione critica. La situazione può essere maggiormente critica, in base a che tipo di debito ha l’azienda. Ad esempio: 1° SITUAZIONE MUTUI: 80 SCOPERTO DI CONTO CORRENTE: 10 DEBITI: 90 2° SITUAZIONE MUTUI: / SCOPERTO DI CONTO CORRENTE: 90 DEBITI: 90 I debiti sono sempre 90, ma è più tranquilla la 1° situazione perché lo scoperto di conto corrente presuppone che la banca presti denaro, però può chiedere dall’oggi al domani di restituire quanto prestato. Il mutuo invece è una forma di finanziamento a medio lungo termine e quindi ha una scadenza ben precisa e la tranquillità è data proprio da questa scadenza.
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60. Indici: rapporto di indebitamento AN / CN L’attivo netto è dato dalla somma tra il Capitale Netto e il Capitale di Terzi. Il limite di questo indice è che non dice come è composto l’attivo netto. Si potrebbero avere tante o poche immobilizzazioni. Indica solo il rapporto tra attivo netto e capitale netto. GRADO DI COPERTURA DELLE IMMOBILIZZAZIONI NETTE CN / IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE Questo indice, a differenza di quello precedente, dà indicazioni su come si muove l’azienda dal punto di vista della SOLIDITÀ PATRIMONIALE. Nei prestiti obbligazionari bisogna indicare la scadenza, il tasso di interesse, la data del pagamento degli interessi. Altre considerazioni sulla SOLVIBILITÀ A BREVE: Si possono avere due QUOZIENTI: QD (QUOZIENTE DISPOPONIBILITÀ) = ATTIVO CORRENTE / PASSIVO CORRENTE QL (QUOZIENTE DI LIQUIDITÀ) = LIQUIDITÀ IMMEDIATA E DIFFERITA / PASSIVO CORRENTE La liquidità immediata e differita non tiene quindi conto del magazzino. Con questi indici si hanno giudizi sulla solvibilità a breve e a lungo termine.
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61. Riclassificazione specifica della contabilità analitica CONTO ECONOMICO A MARGINE DI DISTRIBUZIONE E’ costruito per esigenze interne. Presuppone la divisione tra costi fissi e variabili. Serve per dare indicazioni sulla redditività di certe produzioni e sulla possibilità o meno di tenere queste produzioni. Il conto economico a margine di contribuzione può essere: - PER PRODOTTO : si parte dai ricavi netti, si tolgono i costi variabili e si arriva al margine di contribuzione. - PER AREA STRATEGICA D’AFFARI (ASA) : riguarda la divisione, le aree d’affari, in modo da capire il margine di contribuzione di ciascun’area. Il margine di contribuzione permette di capire il margine di guadagno di certe produzioni e di capire quali produzioni conviene o meno mantenere.
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62. Definizione di strategia d’impresa E’ un concetto che può essere inteso in vari modi: in ambito aziendale indica come l’impresa utilizza le sue risorse o interagisce con l’ambiente per raggiungere certi fini. CONCETTO PIÙ AMPIO : include i fini fondamentali dell’azienda, le politiche, comunque legati all’assetto istituzionale. CONCETTO PIÙ RISTRETTO : come deve comportarsi l’impresa per raggiungere i suoi fini. Concetto più operativo. Si avvicina di più al concetto militare di strategia. ORIENTAMENTO STRATEGICO DI FONDO E’ la sua identità profonda, o meglio, la parte nascosta o invisibile del suo disegno strategico. È una realtà impalpabile e nascosta, fatta da: - idee guida - valori - convincimenti di fondo E’ un insieme di idee radicate negli attori – chiave dell’impresa.
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63. Elementi dell’orientamento strategico di fondo - campo di attività cui l’impresa si ritiene adatta - ruolo fini obbiettivi (ruolo azionisti, lavoratori) - filosofia gestionale e organizzativa L’orientamento strategico d’impresa è il prodotto della sua storia, dei suoi uomini guida, della visione di chi gestisce oggi l’azienda. STRATEGIE ATTRAVERSO CUI L’OSF SI CONCRETIZZA: - aziendale - area d’affari : ASA – area strategica d’affari - interno di un’ ASA ASA – reparto, divisione dell’azienda, che può essere merceologico, territoriale, ecc. TIPI DI STRATEGIE: - di portafoglio : che tipo di attività l’azienda svolge. - Economico – finanziaria : migliorare struttura economica e finanziaria - Sociale - Organizzativa - Competitiva : rapporti con gli altri concorrenti - Di gestione tipica (produzione, ricerca, marketing) : rientra negli aspetti operativi STRATEGIA = FORMULA IMPRENDITORIALE (come l’azienda decide di posizionarsi sul mercato). STARTEGIE BASATE SU UN UNICO ELEMENTO DI SUCCESSO: L’azienda non è gestita al massimo delle sue possibilità, si basa su un unico elemento di successo, punta su un solo aspetto, ad esempio qualità tecnica. Il reddito che riesce a generare deriva da questa condizione favorevole. Quando questo unico elemento di successo viene meno, l’azienda entra in crisi e fallisce. CONDIZIONI DI VANTAGGIO: - Manodopera a basso costo - Forte sviluppo della domanda - Agevolazioni creditizie o fiscali - Debolezza contrattuale dei fornitori : può succedere quando un fornitore fornisce solo un’azienda, ed è questa a stabilire i prezzi, perché il fornitore o vende a questa azienda, o non vende proprio. - Barriere protezionistiche - Superiorità tecnologica. STRATEGIE BASATE SU PIÙ ELEMENTI: Non è importante il solo profitto immediato, ma occorre assicurare un futuro all’impresa. Il profitto deve avere “basi” solide, che si basano sulla: - COESIONE : riguarda i vari interlocutori sociali. - DOMINANZA : su una porzione più o meno ampia del mercato.
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64. ASA – risultato parziale All’interno di un unico bilancio, si possono individuare divisioni aziendali, che sono realtà autonome, e ogni ASA ha un dirigente che si occupa di gestirla. Le ASA possono essere divise per: - prodotto - mercato geografico - beni offerti - servizi Queste divisioni vengono individuate perché l’azienda che si organizza in ASA è una grande azienda e una grande azienda ha dei vantaggi, però a fianco a questi vantaggi ci possono essere degli inconvenienti. Quindi per contrastarli si sfruttano i vantaggi dell’intera azienda, ma anche quelli delle varie piccole dimensioni, che portano a dei vantaggi. Ad esempio si calcola il REDDITO PARZIALE, ovvero si calcola la capacità di reddito di ogni area. Quindi si realizzano contabilità sezionali, per le singole ASA, non è richiesta dalla legge. Si possono poi individuare all’interno dell’ ASA: - investimenti - strategie competitive - quali quote di mercato l’azienda vuole raggiungere.
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65. Fenomeno dell'unitarietà in ambito aziendale Le fasi della produzione sono interconnesse tra di loro, quindi l’azienda è un complesso unitario. Il mutamento o certi aspetti di una fase possono influenzare le altre fasi, proprio per questa integrazione. L’unitarietà può essere vista sotto vari aspetti che riguardano certi fenomeni: - INTERDIPENDENZA : aspetto organizzativo. Se modifico un elemento, questa modifica si riporta a catena sugli altri elementi. - COMPLEMENTARIETÀ : riguarda diverse operazioni: * combinazioni parziali (acquisti, vendite) * fattori produttivi (lavoro, impianti, materie prime) - FUNGIBILITÀ : possibilità di sostituire certi fattori produttivi, ad esempio il rapporto: * capitale / lavoro * fattori produttivi alternati * classi di operazioni - COMUNANZA : processi di rilevazione dei dati aziendali ai fini del bilancio sono comuni a più fattori. - CONGIUNZIONE : processi che portano alla produzione di più prodotti tecnicamente congiunti. Una materia prima, immessa in un unico processo produttivo permette di ottenere più prodotti. Sorge però il problema di stabilire i prezzi, che devono tenere conto anche dei costi produttivi, ma il processo produttivo è unico e quindi non si possono utilizzare i costi dei singoli prodotti, si terrà conto di altri fenomeni. - UNIFORMITÀ : si possono rendere uniformi certi fattori produttivi, certi processi produttivi, dei prodotti (ad esempio con il fenomeno della standardizzazione).
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66. Definizione di ambiente in campo aziendale L’ambiente è tutto quello che è esterno all’azienda, però importante per l’attività dell’azienda stessa. La dinamica e la struttura dell’azienda, sono influenzate dalla dinamica e dalla struttura dell’ambiente. L’ambiente è un insieme di condizioni e di fenomeni esterni all’azienda che influenzano l’azienda stessa.
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67. Definizione di ambiente economico L’ambiente economico è quella parte di ambiente che ha un impatto immediato sull’azienda. All’interno di questo ambiente si trova: - MERCATO : insieme omogeneo di negoziazioni di beni e di crediti - STRUTTURA DOMANDA E OFFERTA : di lavoro, di capitali, di beni - I SETTORI : insieme di aziende con combinazioni economiche simili, ma che sono in concorrenza sugli stessi mercati. - POLITICHE ECONOMICHE MONETARIE E FINANZIARIE : attuate dalla pubblica amministrazione, e che incidono notevolmente sulla vita dell’azienda.
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68. Definizione di ambiente non economico Riguarda la cultura della collettività, le infrastrutture, la configurazione fisica del territorio, ecc. Tutte queste componenti hanno un peso perché incidono sui gusti, sulle esigenze, cambiando così l’attività dell’azienda in funzione di questi fattori.
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69. Variazione della dimensione aziendale È importante perché con l’aumento della dimensione ci sono diversi vantaggi. Per determinare i vantaggi bisogna essere in grado di definire le imprese: per definire la piccola, media e grande impresa si individuano due parametri: - QUANTITATIVI : si riconducono a fenomeni di natura: - ECONOMICA : fatturato, valore aggiunto. Il valore aggiunto è dato da FATTURATO – COSTO delle materie semilavorate - TECNICA : capacità dell’impianto - PATRIMONIALE : capitale sociale, capitale investito - ORGANIZZATIVA : numero dei dipendenti, numero dei livelli dirigenziali. In genere però per identificare la dimensione dell’azienda si tiene conto principalmente: - FATTURATO - NUMERO DEI DIPENDENTI - CAPITALE INVESTITO - QUALITATIVI : sono legati: * Allo stile di direzione d’impresa * Rapporti con le altre imprese: l’azienda di grande dimensione ha una capacità di imporsi ad aziende più piccole. * Influenza sul mercato: è l’aspetto più importante per riconoscere la grande impresa da una piccola. In alcuni settori la dimensione conta di più rispetto ad altri, ad esempio se si vogliono costruire aerei. In alcuni settori ci può essere la compresenza tra piccole e grandi imprese.
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70. Motivazione per cui le aziende tendono alla grande dimensione Le aziende tendono alla grande dimensione per i vantaggi economici legati alle: ECONOMIE DI SCALA : legate alla riduzione dei costi unitari all’aumento della produzione. Questo fatto si spiega in vari aspetti: - DI TIPO PRODUTTIVO : si producono più pezzi, ma ad esempio con un numero inferiore di operai. - DI TIPO FINANZIARIO : se l’azienda aumenta, aumenta anche il suo peso contrattuale. - DI TIPO COMMERCIALE : ad esempio legato alle campagne pubblicitarie - LEGATE ALLA RICERCA E SVILUPPO : effettuabile solo dall’azienda di grande dimensioni. - DI TIPO MANAGERIALE : i migliori manager sono attratti dalla grande azienda. ECONOMIE DI SCOPO O SINERGIE O A RAGGIO D’AZIONE : vantaggi che certe aziende riescono ad ottenere aumentando la propria dimensione, non nel settore specifico in cui l’azienda opera, ma verso altri settori vicini, tali da permettere riduzioni di costo. Esempi: - un’azienda che produce macchine fotografiche, punta verso la produzione di macchine fotocopiatrici. - Un’azienda che opera nel mondo della moda, decide di entrare nel settore dei profumi. Si ha così una sinergia legata al marchio. ECONOMIE DI TRANSAZIONE : le economie di transazione presuppongono un’integrazione verticale, ovvero l’azienda decide di svolgere delle produzioni a monte o a valle. Esempi: - L’azienda decide di non vendere più ai grossisti, ma direttamente ai consumatori, si integra quindi a valle. - L’azienda acquisisce combinazioni economiche precedenti alle sue, si integra quindi a monte. Questa crescita dimensionale può essere attuata: - CRESCITA ESTERNA : acquistando un’azienda già funzionante a monte o a valle. - CRESCITA INTERNA : aumentando la struttura aziendale. Secondo lo studioso Williamson, nel momento in cui l’azienda ha una transazione con una terza economia, deve sostenere certi costi legati al controllo della transazione stessa, costi per: - Contratto - Verificare qualità prodotti - Contestazioni Tutti questi costi vengono chiamati COSTI DI TRANSAZIONE. Se l’azienda decide invece di produrre all’interno, non deve più sostenere questi costi.
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71. Tipi di aumento dimensionale dell'azienda L’aumento della dimensione può anche avvenire attraverso due tipi di crescita: - CRESCITA INTERNA : si aumenta la struttura produttiva dell’azienda dall’interno. - CRESCITA ESTERNA : presuppone l’acquisizione o la fusione con aziende già funzionanti. Ci sono vantaggi e svantaggi legati a queste due crescite. La crescita interna è più lenta da realizzare, ma consente di calibrare l’investimento come meglio si crede. Se l’azienda punta ad una diversificazione rispetto alla sua produzione, la crescita interna è più rischiosa perché la allontana dalle sue competenze. Mentre acquistare un’azienda già funzionante, anche se opera su un altro settore, è più vantaggioso, perché quell’azienda conosce già il suo settore. La crescita esterna può anche avvenire con ACCORDI, oltre che attraverso l’acquisizione e la fusione. Con l’acquisizione e la fusione l’imprenditore diventa soggetto economico improprio dell’azienda che acquista o con la quale si fonda. Con un accordo l’azienda si lega ad altre realtà, ma con un legame più debole. Si tratta di aziende autonome che decidono di collaborare insieme, è un accordo di tipo collaborativi. Per rendere più stabile l’accordo si possono vincolare le parti contrattualmente con un vero e proprio contratto, che ad esempio stabilisce il tempo di durata dell’accordo.
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72. Fenomeno della crescita orizzontale aziendale La crescita inoltre può essere: - ORIZZONTALE : l’azienda si espande nel medesimo settore in cui opera. È la forma di crescita meno rischiosa, perché non si allontana dalle sue conoscenze specifiche. L’aumento di dimensione viene misurato con l’INCREMENTO DELLA QUOTA DI MERCATO. Questa crescita viene anche attuata quando l’azienda si trova di fronte a prodotti maturi, e quindi per crescere l’unica cosa che si può fare è acquisire un concorrente, perché così si elimina un concorrente dal mercato e aumenta la quota di mercato per l’azienda. - La via di fuga da un prodotto maturo è la DIVERSIFICAZIONE : l’azienda va verso settori, mercati differenti. Ad esempio si abbandona il mercato di riferimento e si punta su altri settori. È una forma di crescita molto rischiosa, perché l’azienda si allontana dalle sue competenze specifiche. Il rischio può essere maggiore quando il gruppo dirigente si diversifica perché risente della concorrenza del mercato. Però questo rischio è visto come un fattore di debolezza.
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73. Fenomeno della crescita verticale aziendale Puòessere misurato attraverso un rapporto: GRADO DI INTEGRAZIONE VERTICALE = VALORE AGGIUNTO / FATTURATO 1 è il grado di integrazione verticale massimo, perché non si può avere un valore aggiunto maggiore del fatturato, può essere al massimo uguale. L’integrazione verticale si può perseguire per: - ridurre i costi di transazione. - Ridurre i rischi legati alla vendita (presupposto integrazione a valle) - Continuità e sicurezza negli approvvigionamenti ( presupposto integrazione a monte) - Possibilità di un maggiore controllo sui costi.
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74. Definizione di break even BREAK EVEN ANALISI O ANALISI DEL PUNTO DI PAREGGI L’analisi del punto di pareggio presuppone che analizzando i costi fissi, i costi variabili e i ricavi si può capire quanto l’azienda deve produrre affinché R = CT, e quindi affinché ci sia utile. Q = quantità minima affinché R = CT FORMULA: R = CF + CV + RN Q X P = CF + CV Q = CF / (P – CV) ESEMPIO : PREZZO = 1 200 CV UNITARIO = 900 CF = 21 000 000 Q = 21 000 000 / (1 200 – 900) = 70 000 UNITÀ 1 200 X 70 000 = 900 X 70 000 + 21 000 000 = 0 R = CV + CF = 0 R = CT = 0 F (FATTURATO) = CF / (1 – 0.75) = 84 000 000 0.75 : PERCENTUALE CV RISPETTO AL PREZZO LIMITI DI QUESTA ANALISI: - Non tiene conto delle economie di scala. - Le vendite presuppongono prezzi di vendita costanti. - PRODUZIONE = VENDITE, perché non tiene conto delle scorte di magazzino, ma tiene conto che tutto quello che viene prodotto deve essere venduto. - È un’analisi semplice per le imprese monoprodotto. - Presuppone una situazione senza nuovi investimenti, ovvero che l’azienda si muova con la propria struttura produttiva attuale, senza acquistare nuovi macchinari, se no si deve valutare l’impatto di questa acquisizione sulla produzione.
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75. Contabilità aziendale CONTABILIZZARE significa rilevare delle operazioni, prendere nota in qualsiasi modo delle variazioni di cassa, quindi delle entrate e delle uscite. La contabilizzazione permette di evidenziare le tipologie di spesa, quindi come vengono spesi i soldi. I vari soggetti, tra loro, possono avere tipologie di spese differenti. Le rilevazioni devono avere un LINGUAGGIO COMUNE, semplice e veloce, che permetta di comprendere a tutti (italiani o stranieri) il metodo di rilevazione. Ci sono diversi tipi di contabilità: CONTABILITÀ ELEMENTARI Forniscono informazioni riguardanti particolari fenomeni di gestione, considerano singoli elementi costitutivi del patrimonio aziendale e singoli componenti di reddito. Delle contabilità aziendali fa parte lo SCADENZIARIO: un elenco dei crediti e dei debiti ordinati per scadenza. È uno strumento molto importante sia per i debitori, che in questo modo possono essere avvisati delle scadenze dei debiti, sia per i creditori, che lo usano sempre per verificare le scadenza dei debiti. Non tutte le contabilità aziendali sono viste da una legge quindi non sono obbligatori, ma facoltativi, l’azienda ne può però trarre un vantaggio. Però ad esempio ci sono alcune contabilità elementari obbligatorie, come la CONTABILITÀ IVA. CONTABILITÀ GENERALE Considera i fenomeni aziendali nella loro unitarietà, riflettendo la gestione nel suo complesso. È obbligatoria. CONTABILITÀ ANALITICA Ha come scopo la determinazione e l’analisi dei costi e dei ricavi, nonché il calcolo di risultati economici particolari al fine di orientare le scelte operative e di consentire la programmazione e il controllo della gestione. L’analisi dei costi e dei ricavi serve quindi per prevedere, programmare, orientare l’azienda. Permette all’azienda di analizzare stati consuntivi (quelli già accaduti), fare previsioni per un esercizio futuro e verificare oltre alla correttezza delle previsioni, anche se l’azienda è in grado di fare previsioni. Non è obbligatoria. Rilevazioni statistiche Sono costituite dalla rielaborazione di dati interni o esterni mediante strumenti tipici della metodologia statistica (tabelle, grafici, indici, ecc.) Non è obbligatoria. L’obbiettivo della CONTABILITÀ GENERALE è la determinazione del reddito d’esercizio e del collegato patrimonio di funzionamento.
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76. Definizione di reddito d'esercizio e patrimonio di funzionamento REDDITO D’ESERCIZIO: e’ il risultato economico (utile o perdita) che emerge dalla gestione relativa a un dato periodo amministrativo PATRIMONIO DI FUNZIONAMENTO: si forma nelle aziende in normale attività operativa al termine di ogni periodo amministrativo, contestualmente e in funzione della determinazione del reddito d’esercizio. Si dice “di funzionamento” perché è legato al fatto che l’azienda duri nel tempo, ed è molto rilevante per le valutazioni alla fine dell’esercizio, perché si deve tenere conto che l’attività prosegue e che i beni continueranno ad essere utilizzati. È STATICO perché è riferito a un determinato istante. Il patrimonio è quindi l’insieme delle componenti attive e passive possedute da un soggetto. Il patrimonio lordo è dato dall’insieme delle componenti attive. Il patrimonio netto è dato dalla differenza tra le componenti attive e le componenti passive. Con il passare del tempo il patrimonio varia nella sua entità. Si può dire che è composto da una serie di flussi attivi e passivi. L’insieme dei flussi genera il reddito, che è un concetto DINAMICO perché non si riferisce a un determinato istante: si può parlare di reddito mensile, annuale, quindi di un periodo. Il reddito è il guadagno, che consente di effettuare delle spese, che incideranno sul patrimonio. Il patrimonio può essere visto sotto due aspetti: - QUALITATIVO: è il complesso eterogeneo di beni e/o di diritti appartenenti a un soggetto in un determinato istante. - QUANTITATIVO: il complesso di beni eterogeneo diventa un fondo omogeneo di valori, quindi indica come questi beni e/o diritti eterogenei, diversi tra loro, possono essere qualificati in un unico modo: riconducendoli al valore della moneta. All’inizio del 1° esercizio di vita dell’azienda viene costituito il PATRIMONIO DI COSTITUZIONE. Alla fine del 1° esercizio si somma il PATRIMONIO DI COSTITUZIONE + REDDITO DI PRIMO ESERCIZIO = PATRIMONIO DI FUNZIONAMENTO DEL PRIMO ANNO. Ogni anno si sommerà al patrimonio dell’anno precedente, il reddito dell’esercizio appena finito. Il PATRIMONIO NETTO FINALE – PATRIMONIO DI COSTITUZIONE = REDDITO TOTALE Per REDDITO TOTALE si intende il reddito di tutta la vita dell’impresa. È oggettivo perché tutte le operazioni si sono concluse. Il reddito totale può essere valutato solo in caso di cessazione dell’attività, in questo caso sarà oggettivo perché l’azienda non deve stimare più niente. Invece il REDDITO D’ESERCIZIO indica il reddito valutato alla fine del periodo, dell’esercizio. Questo è soggettivo, perché dipende dalla persona che ha valutato il reddito alla fine di quell’esercizio. PERIODO AMMINISTRATIVO E’ un periodo di tempo al termine del quale si procede alla determinazione del tempo. ESERCIZIO E’ una parte della gestione, è l’insieme delle operazioni attribuite ad un certo periodo amministrativo. Si parla di cicli, che non è detto che corrispondano all’anno solare, ma sono comunque di 12 mesi.
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77. Principio di competenza nella determinazione del reddito Non tutte le componenti economiche concorrono alla determinazione del reddito d’esercizio, solo quelle di competenza, cioè quelle inerenti alla produzione attuata e venduta nell’ambito del periodo amministrativo. In altre parole le componenti reddituali devono gravare sull’esercizio indipendentemente dall’effettivo pagamento o riscossione. Questo principio impone alle aziende di considerare anche quei costi che verranno sostenuti poi. Nella contabilità generale viene utilizzato questo principio.
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78. Principio di cassa nella determinazione del reddito Il principio opposto a quello di competenza. Si utilizza in termini fiscali per i liberi professionisti. Il costo è tale solo se è pagato in quel determinato periodo, quindi indica il momento in cui un costo viene pagato e un ricavo viene riscosso.
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79. Metodo della partita doppia
Le scritture sono composte da ALMENO DUE ANNOTAZIONI, perché ci sono due sezioni: DARE (sinistra) e AVERE (destra). Devono essere BILANCIANTI ovvero ci deve essere almeno un’annotazione in dare che si controbilancia con almeno un’annotazione in avere Il metodo della partita doppia registra i fatti di gestione con almeno due CONTI: la somma di quanto è annotato in dare deve essere uguale a quanto è annotato in avere
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80. Sistema del patrimonio e del risultato economico Il sistema del patrimonio e del risultato economico considera due aspetti ai fini della rilevazione: ASPETTO FINANZIARIO : (concreto) rappresenta il primo aspetto da considerare in quanto immediatamente percepibile; riguarda le variazioni di carattere monetario ed il sorgere e le successive movimentazioni di debiti e di crediti, quindi le movimentazioni di denaro. Può avvenire che non ci sia un immediato pagamento, per questo esiste il debito: il servizio o il bene è stato utilizzato, e il patrimonio ha già subito un cambiamento passivo, perché quel debito dovrà essere pagato. Nella maggior parte delle operazioni questo aspetto c’è, ovvero il sorgere di debiti e di crediti e le loro movimentazioni. Le documentazioni di cui dispone un’azienda per giustificare le uscite o le entrate di cassa, possono essere gli scontrini fiscali, le fatture attive o passive, gli estratti conto bancari, ecc. … Ci sono anche operazioni che danno luogo ad aspetti di carattere finanziario senza una documentazione. ASPETTO ECONOMICO : (astratto) è l’aspetto derivato dal precedente, che riguarda la causa che ha generato il sorgere di aspetti finanziari quando questi non derivano da ulteriori movimentazioni finanziarie.
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I valori finanziari si indicano nello STATO PATRIMONIALE. Mentre non tutti i valori economici vanno nel CONTO ECONOMICO, perché nel conto economico vanno soltanto i valori economici relativi al REDDITO D’ESERCIZIO. Quindi gli altri valori economici di reddito vanno nello stato patrimoniale. Le QUOTE DI AMMORTAMENTO dei beni strumentali vengono registrate nel conto economico. Il COSTO sorge nel momento in cui consumo un fattore produttivo, il RICAVO nel momento in cui si emette la fattura, e sorge di conseguenza il credito. ESEMPI: - AUMENTO COMPONENTE ATTIVA – DIMINUZIONE COMPONENTE ATTIVA : quando si prelevano i soldi in banca, aumenta la componente attiva perché ho i soldi nel portafoglio, ma diminuisce la componente attiva in banca. - AUMENTO ATTIVO – AUMENTO PASSIVO : con il mutuo, perché una finanziaria mi presta dei soldi e quindi ho un aumento della componente attiva, ma allo stesso tempo ho un aumento di passivo perché dovrò restituire i soldi. - AUMENTO PASSIVO – AUMENTO COSTI : bolletta finanziaria. CAMBIALE p { margin-bottom: 0.21cm; } -la cambiale è untitolo autonomo(rapporto tra girante egiratore), letterale(fa fede ciò che èscritto), astratto(prescinde dal motivoper cui è stata emessa). Lecambiali si utilizzano quando non ci si fida del proprio cliente.Affinché la cambiale possa essere valida deve essere bollata, ma ilbollo costa e normalmente viene pagato dal debitore. Se il debitorenon paga la cambiale, viene protestato,viene iscritto sul bollettinodei protesti, vienequindi marchiato. La cambiale tutela quindi il venditore.
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81. Definizione di conto Il conto è l’insieme di scritture riguardanti un determinato oggetto e aventi lo scopo di evidenziarne la consistenza quantitativa iniziale e le successive variazioni. In tutti i conti la sezione DARE è la sezione a sinistra, mentre la sezione AVERE è la sezione a destra. DARE e AVERE sono indicazioni puramente convenzionali che, nella maggior parte dei casi, sono prive di significato pratico. La differenza tra la somma degli importi registrati in una sezione e la somma degli importi registrati nell’altra sezione viene chiamata SALDO DEL CONTO. Il conto è a sezioni contrapposte. L’insieme dei conti utilizzati da un’impresa costituisce il PIANO DEI CONTI della stessa. I conti vengono spesso raggruppati per categorie (per esempio costi per servizi) e vengono individuati anche mediante codici. Le OPERAZIONI DI ASSESTAMENTO vengono effettuate a fine esercizio, si basano sul principio di competenza e permettono di verificare se ci sono operazioni in corso. PRICIPIO DI PRUDENZA O PRINCIPIO DI ASIMMETRIA DELLE STIME Secondo il principio di prudenza bisogna far gravare all’esercizio tutti i costi, anche se soltanto temuti, alla data di chiusura dell’esercizio. Mentre i ricavi che gravano sull’esercizio sono solo quelli realmente realizzati, omettendo di far gravare quelli sperati. Quindi quando si parla di costi bisogna largheggiare, tenere conto di un possibile debito. ACCANTONAMENTO Viene registrato un ipotetico debito, sottoforma di fondo, in avere, dello stato patrimoniale. Questo debito comporta il sorgere di un costo, quindi una riduzione del reddito pari all’accantonamento che l’azienda ha fatto. Anche i crediti in bilancio vanno iscritti al presumibile valore di realizzo. Il credito viene segnato in attivo e quello che deriva da questo credito viene segnato nei ricavi. Alla fine dell’esercizio i crediti vanno valutati al presumibile valore monetario che si intende realizzare. Se il debitore non paga si arriva ad un ACCORDO DI TRANSAZIONE: è meglio per il creditore accettare un valore minore al credito iniziale, che iniziare una causa per fare fallire il debitore. La svalutazione di una componente attiva, porta una diminuzione dell’attivo in avere e questo genera un costo. Questa cosa non vale per i debitori, che non si possono autoridurre il debito, devono pagarlo al valore stabilito. Quindi i ricavi non devono essere largheggiati, perché il fatto di far gravare eventuali ricavi sperati, comporta un’artificiosa lievitazione del reddito.
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82. Valori finanziari e valori economici VALORI FINANZIARI : si suddividono in: - LIQUIDITÀ : rappresentano il denaro in cassa e in banca, quindi sono quei valori finanziari a bravissimo tempo. - CREDITI E DEBITI DI REGOLAMENTO : sorgono a seguito di operazioni di carattere commerciale commerciale e sono crediti verso i clienti per la vendita di prodotti, debiti verso i fornitori, ecc. … - CREDITI E DEBITI DI FINANZIAMENTO : sorgono a seguito di operazioni di carattere finanziario e sono mutui passivi, tutti quei debiti che rappresentano un finanziamento ottenuto da terzi. - VALORI FINANZIARI PRESUNTI : crediti e debiti che sorgono alla fine dell’esercizio in ossequio al principio di competenza e di prudenza (ratei passivi) VALORI ECONOMICI : spiega il perché ci sono state variazioni di carattere finanziario e si suddividono in: - VALORI ECONOMICI DI CAPITALE : quando queste motivazioni riguardano il patrimonio della società. - VALORI ECONOMICI DI REDDITO Il MASTRO si aggiorna dopo ogni registrazione, e il vantaggio è che i mastri sono unici, così alla fine, quando si dovrà fare il bilancio basta prendere i mastrini, e tirare le somme di dare e avere. Il mastro è il conto.
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83. Modalità di ammortamento ammortamento L’ammortamento può essere: - DIRETTO O IN CONTO: diminuisce direttamente il valore del conto da ammortizzare, che va a calare fino a quando si estinguerà. Si usa per le immobilizzazioni immateriali, costituite da costi pluriennali o da beni immateriali (brevetti). Tipi di immobilizzazioni immateriali costituite da costi pluriennali: - COSTO DI IMPIANTI : costi che si sostengono per dare vita alla società e per un impianto contabile amministrativo (dal notaio) - SPESE DI PUBBLICITÀ : è ammortizzabile quando la pubblicità è ripetuta nel tempo COSTO STORICO – FONDO AMMORTAMENTO = VALORE RESIDUO (non è un valore reale) L’ammortamento indiretto si usa per le immobilizzazioni immateriali, perché al termine di ogni esercizio si può trovare il valore residuo del bene e quindi è presente in contabilità sia il prezzo d’acquisto che il fondo di ammortamento con valore uguale. I valori vengono inseriti in bilancio al netto. valore storico = COSTO D’ACQUISTO + TUTTI GLI ONERI CAPITALIZZATI, OVVERO QUEI VALORI CHE INCREMENTANO IL VALORE DEL BEN. PER STABILIRE IL VALORE DA AMMORTIZZARE BISOGNA PRIMA TOGLIERE IL VALORE A QUANTO SI VORRÀ VENDERE IL BENE IN FUTURO, SU QUESTO SI CALCOLA L’AMMORTAMENTO. minusvalenze da alienazioni : VENGONO INDICATE IN DARE E INDICANO LA PERDITA OTTENUTA DALLA VENDITA DEL BENE STORICO A QUELLA CIFRA. In caso di eliminazione del bene dove la perdita è secca senza una vendita non si parla di minusvalenze ma di SOPRAVVENIENZA PASSIVA. Se rubano i soldi dalla cassa, la perdita conseguente si chiama INSUSSITENZA PASSIVA.
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84. Svalutazione del credito E' necessario farla quando il creditore non paga e può essere in parte o totalmente. I ratei e i risconti fanno parte delle scritture di fine esercizio per determinare il reddito d’esercizio. RATEO [ integrazione di costo / ricavo di competenza dell’esercizio che verrà rilevato posticipatamente nell’esercizio successivo. RISCONTO [ rettifica di costo / ricavo di competenza di esercizi successivi rilevato anticipatamente nell’esercizio in chiusura. RATEO: - ATTIVO [ integrazione integrazione di ricavo - PASSIVO [ integrazione integrazione di costo INTEGRAZIONE [ aggiungere qualcosa dove manca. Riguarda quello prima del 31/12. RISCONTO: - ATTIVO [ rettifica di costo - PASSIVO [ rettifica di ricavo RETTIFICA [ togliere qualcosa di scritto in anticipo che non è di competenza dell’esercizio. dell’esercizio. Si riferisce alla parte dopo il 31/12.
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85. Contabilità Il codice civile prevede una serie di obblighi per l’imprenditore commerciale. Tra questi c’è la CONTABILITÀ LEGALE. La finalità della CONTABILITÀ è il calcolo del REDDITO D’ESERCIZIO. Alla fine dell’esercizio, l’imprenditore deve redigere il BILANCIO D’ESERCIZIO, sul quale si scrivono tutte le operazioni che compie un’azienda, utili per il calcolo del reddito d’esercizio. REDDITO D’ESERCIZIO E’ una delle misurazioni dell’economicità dell’impresa ed è legalmente obbligatoria. Il reddito è il risultato dell’attività di gestione che deriva dalla contrapposizione tra i COSTI D’ESERCIZIO e i RICAVI D’ESERCIZIO. Può assumere due aspetti: - Se i RICAVI > COSTI : REDDITO POSITIVO, che si chiama UTILE D’ESERCIZIO. - Se i RICAVI < COSTI : REDDITO PERDITA D’ESERCIZIO COSTO E’ un corrispettivo, una quantificazione monetaria, per l’acquisizione di fattori produttivi o servizi. RICAVO o DISIMPIEGO DEI COSTI E’ il corrispettivo che si consegue dalla vendita dei beni o servizi prodotti o dei beni commercializzati.
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86. Attività economica di un’impresa Le imprese che producono beni o servizi acquisiscono fattori produttivi e li trasformano appunto in beni o servizi, che vendono. L’impresa viene costituita attraverso i conferimenti in denaro dei soci o di terze economie, che permettono di acquistare le materie prime. Nell’impresa i capitali vengono apportati da: - L’IMPRENDITORE, o se l’imprenditore è composto da una società, vengono apportati dai SOCI. Questi conferiscono un capitale proprio di rischio, perché il capitale rischia di essere perso se gli affari vanno male. - Può essere apportato un CAPITALE DI PRESTITO, anche questo può essere perso, ma solo dopo che è stato perso quello di rischio. I soggetti che prestano il capitale sono le banche oppure chi da beni, servizi o prestazioni ma non viene pagato all’atto della cessione (dipendenti, fornitori).
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87. A cosa serve il capitale che entra nell’impresa Il denaro che entra nell’impresa si trasforma in PATRIMONIO : indica come vengono impiegati i soldi. Il capitale finanzia il patrimonio. Questo può essere composto da: - BENI SRTUMENTALI - BENI DI CONSUMO Questi beni vengono trasformati per arrivare alla produzione di altri beni e servizi. I costi che l’azienda ha sostenuto e che le hanno permesso di produrre beni o servizi, vengono disimpiegati dalla VENDITA. Il corrispettivo della vendita è il RICAVO.
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88. A cosa serve la contabilità La contabilità è una CONVENZIONE, che storicamente è stata inventata da Luca Pacioli nel 1400. La contabilità è composta da 8 regole. Per fare la contabilità bisogna sapere come convenzionalmente bisogna registrare i costi e i ricavi d’esercizio. La PARTITA DOPPIA è lo strumento con la quale viene registrata la contabilità. La difficoltà della partita doppia è quella di conoscere le operazioni. Ci sono varie teorie sulla partita doppia, però il fine è uguale per tutte le teorie. Queste servono per interpretare le regole in modo diverso. La più usata è la TEORIA DEL REDDITO di Zappa. Le banche invece utilizzano la TEORIA PATRIMONIALE di Besta.
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89. Concetto di contratto Per conseguire la propria attività l’azienda compie dei negozi giuridici di contenuto patrimoniale che si chiamano CONTRATTI, regolati dal Codice Civile. Art. 1321 : Il contratto è un accordo tra due o più parti per costituire, regolare, estinguere un rapporto giuridico patrimoniale. Il contratto può essere: - TIPICO : regolamentato dalla legge - ATIPICO : NON regolamentato dalla legge (ad esempio il Leasing) COME SI CONCLUDE UN CONTRATTO La maggior parte dei contratti si concludono con FATTI CONCLUDENTI. Ci sono: - contratti che richiedono obbligatoriamente la forma scritta, come i contratti di compravendita (acquisto di una casa) - contratti che richiedono la sottoscrizione del contratto davanti ad un pubblico ufficiale. Si definisce FORMA SOLENNE. Ad esempio la successione, la costituzione della società di capitali. CONTRATTI IMPORTANTI sono: COMPRAVENDITA Art. 1470 : La vendita è il contratto che ha per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa o il trasferimento di un altro diritto verso il corrispettivo di un prezzo. Se un soggetto non trasferisce il bene o non paga il corrispettivo interviene il giudice. CONTRATTO DI APPALTO Art. 1655 : L’appalto è il contratto col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un’opera o di un servizio, verso un corrispettivo in danaro. DEPOSITO Art. 1766 : Il deposito è un contratto col quale una parte riceve dall’altra una cosa mobile con l’obbligo di custodirla e di restituirla in natura. TRASPORTO Art. 1678 : Col contratto di trasporto il vettore si obbliga, verso corrispettivo, a trasferire persone o cose da un luogo a un altro. SOMMINISTRAZIONE Art. 1559 : La somministrazione è il contratto con il quale una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, a eseguire, a favore dell’altra, prestazioni periodiche o continuative di cose. MEDIAZIONE Art. 1754 : è mediatore colui che mette in relazione due o più parti per la conclusione di un affare, senza essere legato ad alcuna di esse da rapporti di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza. ASPETTO FINANZIARIO Anche l’aspetto finanziario, ovvero il pagamento del costo e la riscossione del ricavo, viene disciplinato dal codice.
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90. Il contratto di compravendita Solitamente all’atto di compravendita è allegato un DOCUMENTO, che certifica l’avvenuto contratto. Questo documento deve essere obbligatoriamente inserito nella compravendita. Il documento viene regolato dall’ IVA (d.p. 633 / 1972). Le imposte si dividono in: - IMPOSTE DIRETTE : quelle che si pagano quando si produce ricchezza (IRPEF) - IMPOSTE IDIRETTE : si pagano quando si spende il reddito prodotto (IVA). L’IVA è un’imposta che colpisce il consumo di beni ed è stata regolamentata dalla Comunità Europea. I costi e i ricavi devono essere registrati in contabilità a seguito dei documenti di compravendita. (ad esempio gli scontrini fiscali) Altri documenti che possono essere affiancati al contratto di compravendita sono: FATTURA BOLLA DOGANALE : fattura emessa dalla dogana REDDITO: Il reddito contrappone i costi d’esercizio e i ricavi d’esercizio che vanno indicati in contabilità. COSTO ASPETTO ECONOMICO : sostenere un costo sena pagarlo ASPETTO FINANZIARIO : pagare il costo RICAVO ASPETTO ECONOMICO : conseguire il ricavo senza ricevere il pagamento ASPETTO FINANZIARIO : viene pagato il ricavo
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91. Difficoltà per la registrazione in Partita Doppia - CONOSCERE I CONTRATTI. Dal punto di vista giuridico vengono rilevati diversi contratti, il più comune è il contratto di COMPRAVENDITA. Ci sono però tantissimi altri contratti che dipendono dall’oggetto del contratto preso in considerazione.. Ad esempio il CONTRATTO ESTIMATORIO : è il contratto tipico del giornalaio: si fa portare dai grossisti i giornali, vende i giornali, quelli che non vende li restituisce. Diventa proprietario nel momento in cui vende il bene che ha in deposito. In contabilità si registra il momento della vendita. - MOMENTO in cui si devono registrare le operazioni in partita doppia: normalmente si registrano le operazioni quando l’azienda riceve il documento che comprova il contratto. Parlando di imprenditori, il documento è quello che interessa o l’IVA o l’imposta di registro (imposte indirette).
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92. Caratteristiche dell'IVA L’IVA è disciplinata dal d.pr. 633/1972. L’IVA si applica in tutta Europa. Per quanto riguarda l’Italia, l’IVA viene applicata all’Italia doganale, che è diversa da quella fisica. Generalmente il documento emesso per il contratto di compravendita nella zona doganale della comunità europea è la FATTURA. Se viene da fuori la fattura deve essere integrata con la BOLLA DOGANALE, che viene emessa dalla dogana di confine o interna. REGIMI DOGANALI TIR : regime doganale che dice che il camion arriva da fuori dalla comunità europea e la merce può essere aperta solo dopo il passaggio della dogana italiana. TIF : rappresenta la merce che viaggia sulla ferrovia e segue la stessa procedura TIR. L'IVA è l’imposta sul reddito che colpisce il trasferimento del bene, ma in una maniera particolare: lo colpisce solo sul valore aggiunto. Per tassare il valore aggiunto la comunità europea ha scelto la METODOLOGIA DELLA DETERMINAZIONE DA IMPOSTA A IMPOSTA. Tutte le volte che si acquista un bene, l’IVA che viene addebitata dal venditore è l’IVA che diventa un credito verso lo Stato. Chi paga l’IVA è solo il consumatore finale. VERSARE L’IVA ALLO STATO Si versa l’IVA allo Stato attraverso via telematica (l’F24 è diventato informatico). OPERAZIONI SOGGETTE E NON SOGGETTE A IVA OPERAZIONI SOGGETTE A IVA : quando l’IVA si applica all’interno della Comunità Europea. In realtà non si addebita l’IVA nelle vendite fatte ai paesi della comunità europea per motivi di armonizzazione all’interno della CE. Si tratta quindi sempre di un’operazione IVA, ma non imponibile. OPERAZIONI NON SOGGETTE A IVA : ad esempio le merci vendute nelle zone non doganali della comunità europea. Queste si chiamano operazioni fuori campo. Inoltre l’art. 10 prevede anche operazioni esenti dall’IVA per motivi di tipo sociale, come le operazioni prestazione dei medici, servizi postali, operazioni di assistenza, pompe funebri, ecc… documenti con cui applicare l’iva
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93. Caratteristiche della fattura FATTURA : l’art. 21 spiega le condizioni di questo documento. DOCUMENTI CHE SOSTITUISCONO LA FATTURA: - SCONTRINO FISCALE : sostituisce la fattura quando l’impresa ha a che fare con i cittadini privati e non con altre imprese. - RICEVUTA FISCALE : è una via di mezzo tra lo scontrino fiscale e la fattura. È un documento intestato che non va registrato in contabilità. - BOLLA DOGANALE : fattura compilata dalla dogana al momento dell’entrata nell’ CE di beni di provenienza dai paesi extraCE. I DAZI non si recuperano a differenza dell’IVA, e sono una tassazione indiretta che colpisce alcuni beni che provengono al di fuori della CE. In base all’origine di provenienza del bene si paga il dazio. Questo controllo è fatto dalla dogana. Tutte le fatture devono essere obbligatoriamente registrate FATTURE ACQUISTI : nel REGISTRO IVA ACQUISTI FATTURE VENDITE : nel REGISTRO IVA VENDITE (solo per i soggetti che non emettono scontrino fiscale o ricevuta).
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94. Normativa IVA Normativa IVA La normativa IVA prevede l’obbligo di: - liquidazione periodica imposta - registrazione nel registro IVA acquisti e vendite - se si svolge un’attività aperta al pubblico ci vuole il REGISTRO DEI CORRISPETTIVI, dove si annotano gli scontrini fiscali, o ricevute, ma non le fatture.
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95. Operazioni di carattere straordinario del capitale sociale Il capitale sociale è il capitale costituito alla costituzione dell’impresa. È il capitale sociale dei soci e serve per garantire i terzi. Nelle società di capitali questo capitale ha una connotazione particolare, per questo per legge un minimo di capitale per la costituzione di queste società. Viceversa nelle società di persone il capitale non ha una certa connotazione perché spesso sono costituite con capitali insignificanti. In fase di costituzione il capitale deve essere interamente sottoscritto e in parte versato. Sottoscrivere un capitale vuol dire divenire socio della società e impegnarsi a eseguire i versamenti agli ordini di legge. Versare il capitale vuol dire appunto versare il capitale già sottoscritto. La parte non versata costituisce in contabilità CREDITO V/SOCI SOTTOSCRITTORI. Il capitale sociale deliberato interessa gli aumenti del capitale sociale, è l’assemblea dei soci a decidere gli aumenti del capitale. Per aumentare il capitale i soci devono riunirsi in assemblea e deliberare con le maggioranze previste per ciascuna società o dall’atto costitutivo. Il capitale sociale può subire aumenti o diminuzioni: RIDUZIONE DEL CAPITALE SOCIALE: - Rimborso capitale sociale ai soci - Riduzione del capitale sociale per perdite. AUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE: - Mediante conferimento di danaro. - Mediante conferimento di un bene. - Mediante conferimento di un’azienda o rami aziendali (quindi un complesso di beni). - Aumento con utilizzo di riserve.
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96. Determinazione del reddito Il reddito si determina chiudendo il conto costi e ricavi d’esercizio. Si hanno due situazioni: UTILE D’ESERCIZIO = RICAVI > COSTI PERDITE D’ESERCIZIO = COSTI > RICAVI L’utile d’esercizio è dato dall’eccedenza dei ricavi sui costi. Se aumenta l’utile, o aumentano le attività o diminuiscono le passività. L’utile d’esercizio può essere destinato: - Tra i valori numerari passivi : sottoforma di dividendi. - Nel netto : l’assemblea dei soci può decidere di non dividere gli utili, l’utile viene quindi destinato a RISERVA, vincolato a titolo di autofinanziamento. Gli utili non sono quasi mai in cassa. La riserva deriva dall’utile, ovvero dal reddito d’esercizio. Il legislatore obbliga la società a trattenere una parte dell’utile prodotto: Il Codice Civile generalmente prevede che 1/20 dell’utile d’esercizio (5%), fino al raggiungimento di 1/5 del capitale sociale (20%) deve essere annualmente accantonato nell’impresa. La riserva obbligatoria prende il nome di RISERVA LEGALE. La riserva ha un massimo del 20% del capitale sociale, se si apportano altri utili prende il nome di RISERVA STRAORDINARIA. ESEMPIO: 1 000 000 EURO – UTILE L’assemblea destina l’utile: - 5 % RISERVA LEGALE - 20 % RISERVA STATUTARIA - 30% RISERVA STRAORDINARIA - 45% DIVIDENDO Le riserva legale e statutaria sono obbligatorie. Tutte le riserve sono conti del capitale, parti proprie del netto. Le riserve aumentano il capitale sociale gratuitamente. Spesso le aziende hanno l’obbligo di legge di avere un capitale sociale minimo e si può tenere utilizzando riserve. IN CONTABILITÀ: dare) RISERVE avere) CAPITALE SOCIALE
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Indice 1. Cenni storici di economia aziendale
1
2. Fabio Besta e Gino Zappa: metodi di rilevazione contrapposti in economia aziendale
3
3. Differenze tra economia aziendale ed economia politica
4
4. Classificazione delle aziende in economia aziendale
5
5. Classificazione delle imprese in economia aziendale
6
6. Definizione di operazione di gestione
7
7. Bisogni dell'ente erogativo
8
8. Definizione di assetto istituzionale
9
9. Componenti dell’assetto istituzionale
10
10. Definizione di soggetto economico improprio - a livello specifico
11
11. Tipologie di società
12
12. Caratteristiche della società di persone
13
13. Caratteristiche della società di capitali
14
14. Elenco e funzioni degli organi societari
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15. Sigle che definiscono i vari tipi di società
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16. Elenco delle diverse tipologie d’imprese
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17. Politica sulla distribuzione dei dividendi in azienda
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18. Tipologie di assemblée in ambito aziendale
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19. Tipologie d'imprese oltre a quelle con assetto capitalistico
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20. Sistema ordinario delle aziende: modelli di riferimento
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21. Funzione delle combinazioni economiche
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22. Aspetto organizzativo personale nelle aziende: gli incentivi
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23. Definizione di patrimonio aziendale
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24. Definizione di capitale di funzionamento aziendale
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25. Definizione di capitale economico o capitale in sede di cessione
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26. Definizione di capitale di liquidazione
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27. Criteri di valutazione per tutti i capitali
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28. Scelte di formazione e valorizzazione del patrimonio aziendale
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29. Bilancio d’esercizio
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30. Reddito d’esercizio
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31. Stato Patrimoniale: attività
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32. Stato Patrimoniale: disponibilità
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33. Stato patrimoniale: passività
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34. Definizione di equilibrio istituzionale in azienda
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35. Definizione di economicità aziendale
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36. Caratteristiche di un’azienda
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37. Sistemi di rilevazione e informazione in ambito aziendale
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38. Strumenti di controllo di tipo contabile
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39. Scopi della rilevazione dei costi - in contabilità analitica
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40. Classificazione dei costi in contabilità aziendale
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41. Contabilità analitica aziendale: classificazione dei costi
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42. Come si possono definire i costi comuni
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43. Configurazione di un costo
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44. Definizione di onere figurativo
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45. Contabilità analitica o industriale
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46. Contabilità direzionale integrata
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47. Definizione di budget
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48. Rilevazioni extracontabili
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49. Momenti della strategia direzionale di un’azienda
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50. Riclassificazioni del bilancio aziendale
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51. Definizione di unificazione contabile
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52. Risultati parziali significativi derivanti dalla riclassificazione del conto economico
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53. Riclassificazione dello stato patrimoniale
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54. Definizione e calcolo di reddito imponibile
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55. Differenza tra reddito e redditività
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56. Come si misura le redditività
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57. Redditività della gestione operativa
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58. Indici di rotazione
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59. Indici riguardanti lo stato patrimoniale
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60. Indici: rapporto di indebitamento
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61. Riclassificazione specifica della contabilità analitica
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62. Definizione di strategia d’impresa
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63. Elementi dell’orientamento strategico di fondo
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64. ASA – risultato parziale
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65. Fenomeno dell'unitarietà in ambito aziendale
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66. Definizione di ambiente in campo aziendale
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67. Definizione di ambiente economico
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68. Definizione di ambiente non economico
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69. Variazione della dimensione aziendale
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