UNGUENTI Gli unguenti sono preparazioni di consistenza somisolida e d’aspetto omogeneo, destinati all’applicazione esterna, sulla cuteo cute o su mucose. Essi possono essere utilizzati per un’azione locale per consentire la penetrazione transcutanea di principiattivi principiattivi o per realizzare un’azione emoliente o protettiva. Possiamo distiguere gli unguenti in: idrofobi, unguenti che emulsionano acqua e unguenti idrofili. Gli unguenti idrofobi presentano limiti di applicazioni quali l’immiscibilità con l’acqua ovvero la capacità di assorbirne una quantità molto modesto, l’aspetto untuoso, la difficile rimozione dalla zona di applicazione, la scarda aderenza aderenza alle mucose o ale piaghe umide. Per contro presentano vantaggi quali proprieta emolienti e idratanti. Inoltre gli unguenti idrofobi si presentano chimicamente inerti nei confronti di un gran numero di medicamenti. Gli eccipienti più comunemente utilizzati sono oli vegetali, grassi animali,cere,gliceridi,paraffine animali,cere,gliceridi,paraffine ecc. l’eccipiente per eccellenza è la vasellina, chimicamente chimicamente e fisiologicamente inerte. Gli unguenti che emulsionano acqua presentano una modesta idrofilia. Si tratta di preparati anidri o di basi idrate in grado di assorbire una quantità di acqua aggiuntiva, dando luogo ad emusioni, senza variare la propria consistenza. Presentano buone proprietà emolienti. Per gli unguenti assorbenti acqua di adoperano gli stessi eccipienti degli unguenti idrofobi, con l’aggiunta l’aggiunta di agenti emulsionanti A/O come la lanolina,gli esteri del sorbitano, i monogliceridi, monogliceridi, gli alcoli grassi oppure emulsionanti O/A come solfati di alcoli grassi o esteri di acidi grasso con macrogol. Gli unguenti idrofili non hanno consistenza untuosa e non mostrano proprietà occlusive. Si emulsionano con facilità con gli essudati cutanei e si possono asportare dalla cute per semplice lavaggio con acqua. Gli eccipienti maggiormente utilizzati sono i PEG che tuttavia, a causa dell’effetto igroscopico, possono portare alla disidratazione dello strato corneo e di conseguenza alla diminuizione della pentetrabilità e della disponibilità del PA. Negli unguenti contenenti lipidi facilmente ossidabili, può essere utile l’introduzione di un antiossidante (es. acido ascorbico) Preparazione: l’obiettivo prioritario della produzione deglu unguenti consiste nell’ottenere l’omogeneità della preparazione e la
distribuzione ottimale dei PA solubilizzati o finemente suddivisi, se si tratta di molecole non propriamente solubili nell’eccipiente. nell’eccipiente. Si ricorre in tal caso alla microionizzazione o alla macinazione, per ottenere particelle con diametri massimi compresi tra 30-50 micrometri. La maggior parte degli unguenti è costituita da preparazioni di spospensione, spospensione, tuttavia nel caso in cui la sostanz a attiva risulti solubile, è opportuno con superare la sua solubilità a Tamb. In caso contrario, si avrebbe precipitazione e formazione di cristalli, che potrebbero provocare fenomeni di irritazione locale durante l’applicazione o alterare l’attività terapeutica.Per terapeutica. Per la preparazione industriale di grossi quantitativi si usano adatti miscelatori meccanici. Gli eccipienti vengono fusi a T superiore al punto di fusione e accuratamente miscelati; un mulino a cilindri assicura la completa dispersione e l’eliminazione di possibili possibili aggregati. Quindi si filtra attraverso una rete a maglie, per eliminare gli eventuali corpi estranei. Alla massa fusa, sotto opportuna agitazione, si aggiunge il PA. La fase successica prevede il raffreddamento per ottenere una massa di consistenza semisolida voluta, agitanto in modo costante per mantenere uniforme la distribuzione del farmaco. Può essere opportuno operare sotto vuoto per impedire inglobamento d’aria.
CREME La farmacopea distingue le creme in idrofile e idrofobe. Le creme sono forme farmaceutiche semisolide contenenti una o più sostanze disciolte o disperse in un’opportuna base. Le creme idrofobe sono emulsioni del tipo A/O e possono in teoria assorbire ulteriori quantità d’acqua. Queste preparazioni dormano un fil oleoso sulla pelle: hann o ottime proprietà emolienti e in alcuni casi possono esercitare un eff etto occlusico. Presentano una certa untuosità, che le rende poco dilavabili per la scarsa emulsionabilità in acqua. L’aspetto organoletticoe organolettico e la spalmabilità sono generalmente più gradevoli rispetto aglie unguenti idrofobi. Tra gli eccipienti più comunemente usati ricordiamo gli idrocarburi in generale (paraffina liquida, vasellina,paraffina solida, cera microcristallina, cerasina). Come emulsionanti A/O vengono prevalentemente impiegati la lanolina e i suoi derivati, gli esteri del sorbitano, il colesterolo, il glicerilmonostearato. SI tratta di molecole anfifiliche caratterizzate da valori di HLB compresi tra 3 e 6; spesso le creme idrofobe vengono ottenute con l’ausilio di basi di assorbimento, costiutite da materiale anidro o idrato che ha la capacità di assorbire ulteriormente acqua. Il massimo quantitativo d’acqua, che può essere addizionato a 100g di una tale base a una data T viene indicato come “numero di acqua”. Generalmente non è previsto l’uso di conservanti nelle creme A/O in q uanto la fase acquosa dispersa, in cui potrebbe verificarsi lo sviluppo di microorganismi non si trova a diretto contatto con l’ambiente esterno. Se nella preparazione sono presenti lipidi insaturi, può essere opportuno l’introduzione di un antiossidante. Le creme idrofile sono emulsioni O/A e in campo farmaceutico esse rappresentano il tipo più comune di preparazioni semisolide per applicazione cutanea. Sono lavabili con acuqa, quindi facilmente asportabili dalla supercifie cutanea. Inoltre possono lasciare sulla pelle un gradevole senso di freschezza dovuto all’evaporazione di parti dell’acqua presente nella fase continua.
Un numero considerevole di lipidi e di emulsionanti sono usati per l’ottenimento l’ottenimento di creme base O/A. Gli eccipienti usati devono essere obbligatoriamente sostanze scritte in una farmacopea. La fase oleosa è generalmente costituita da miscele di vsellina filante, paraffina liquida o da alcoli a lunga catena. L’acido stearico viene spesso impiegato in associazione con la tritenolamina per per dar luogo alla formazione in situ di un sapone. Gli emulsionanti O/A sono polisorbato e sodio laurilsolfato. In generale quasi tutte le creme idrofile richiedono più di un agente emulsionante. La scelta dell’emulsionante è di cruciale importanza per l’ottenimento l’ottenimento di una crema O/A stabile, una prima indicazione può essere offerta dal valore HLB, che generalmente per gli emulsionanti O/A è compreso tra gli 8 e i 16. Di solito, però, si preferisce ricorrere alla combinazione di un’amulsionante idrofilo e uno lipof ilo ilo in modo da ottenere un film interfacciale misto e una viscosità del sistema in grado di prevenire fenomeni di affioramento, aumentando così la stabilità. Miscelando in diverse porzioni un emulsionante idrofilo con uno lipofilo, è inoltre possibile ottenere differenti combinazione a diverso HLB. Un altro parametro che deve essere preso in cosiderazione nell’emulsionante è la PIT ossia la temperatura alla quale le proprietà idro/lipofile di un emulsionante si bilanciano esattamente. Nella formulazione delle creme idrofile si deve spesso ricorrere all’introduzione di componenti ausialiari necessari a migliorare le caratteristiche organolettiche ettiche e la stabilità, viscosizzanti della della fase acquosa continua, che hanno la funzione di aumentare la consistenza e la plasticità della crema, in modo da favorirne la spalmabilità e eteri di cellulosa e polimeti dell’acido acrilico. Le creme in quella fase acquosa possono possono fornire favorevoli condizioni di sviluppo di microrganismi. La presenza di un conservante diventa perciò in dispensabile. In campo farmaceutico i conservanti più comuni sono gli esteri dell’acido p-idrossibenzoico. p-idrossibenzoico. Nelle creme idrofile è spesso necessario introdurre una sostanza ad azione umettante per prevenire la perdita d’azqua per evaporazione. Si tratta di materiali igroscopici che assorbono l’acqua dall’aria in funzione dell’umidità relativa. Tra le sostanze più usate c’è il glicerolo, polialcoli, urea.v urea.v Preparazione creme O/A: si preparano per lo più a caldo in modo da portare a fusione la co mponente lipidica. Gli emulsionanti vengono solitamente introdotti nella fase lipidica, ad ecezione degli emulsionanti anionici che si disperdono nella fase acq uosa da scaldare,come già visto per il caso precedente, a una T di almeno 3-5 gradi superiore a quella della fase lipidica. Vi sono due tecniche fondamentali : 1) emulsionamento diretto: prevede l’addizione della fase lipidica a quella acquosa sotto continua agitazione o meglio sotto omogeneizzazione; 2) emulsionamento inverso : prevede l’addizione della fase acquosa acquosa a quella lipidica. All’inizio dell’operazione quando la % di acqua è bassa si forma di preferenza un emulsione A/O anche favorita dal fatto che solitamente si opera a T superiori alla PIT dell’emulsionante. Man mano che aumenta la % di acqua e con il p progressivo rogressivo abbassamento della temperatura, il sistema sistema si inverte in O/A. la seconda tecnica è scuramente preferibile sia perché può essere più agevole adoperare macchinari in grado di travasare un liquido acquoso piuttosto che un lipide, sia perché con l’emulsionamento l’emulsionamento inverso si ottengono sistemi in cui le gocce di fase dispersa hanno diametri più piccoli e più uniformemente distribuiti. Un fattore di estrema importanza per la consistenza finale delle creme è la velocità di raffreddamento. Può influire sul tipo di cristallizzazione dei componenti a elevato PM. Preparazione creme A/O: la preparazione delle creme A/O richiede l’apporto di una certa energia p er poter formare l’interfaccia l’interfaccia tra due fasi; inoltre è generalmente necessario operare a caldo per portare a fusione i componenti lipidici e gli emulsionanti che sono solidi a temperatura ambiente. L’antiossidante eventualmente presente deve essere addizionato prima di iniziare il riscaldamento, riscaldamento, in quanto le alte temperature possono promuovere o comunque accelerare le reazione di lipoperossidazione. I componenti lipofili e l’emulsionante a basso HLB vengono scaldati a una temperatura alla quale fondono le molecole più basso fondenti. L’acqua e i suoi componenti idrofili vengono scaldati a una temperatura almeno di 3/5 gradi superiore alla temperatura della fase lipidica. Generalmente si procede addizionando la fase acquosa alla fase lipofila sotto costante agitazione meccanica. Il raffreddamento della crema A/O deve poi avvenire lentamente e sotto agitazione co stante, per evitare la formazione di pellicole sulla superficie.