L’ ORIGINE DELLA ‘DEA’ Alessandro Demontis L’ arch archeo eolo logi gia a e la stor storio iogr graf afia ia sono sono semp sempre re stat stati i sogg sogget etti ti a errori dettati dall’ approssimazione delle nozioni acquisibili dai repe repert rti, i, dalla alla loro oro non non semp sempre re pos possibi sibile le verif erifi ica, ca, e da un processo messo in atto dagli studiosi stessi, processo che porta a ritenere tutto ciò che non si comprende come ‘reperto votivo’ o ‘oggetto di culto’. Ciò successe con i famosi ‘fegati’ etruschi, con molte statuine simi simili li ai gargoyles, e con tanti altri oggetti bizzarri o particolari nelle fattezze. Basti pensare a tutte quelle statuine rinvenute in mesopotamia risalenti al periodo Ubaid, raffiguranti silouh silouhett ette e femmin femminili ili longil longiline inee, e, con seno seno sosten sostenuto uto, , e testa testa di rettile. Non sapendo come trattarle, gli archeologi ci hanno detto che sono ‘probabilmente legate al mondo degli inferi’. La stessa cosa sta avvenendo, a mio avviso, quando si parla di divi divini nità tà femm femmin inil ili. i. Ho fino finora ra semp sempre re evit evitat ato o di affr affron onta tare re l’ Madre’, ma a causa del fatto argomento, delicatissimo, della ‘Dea Madre’, che questo argomento negli ultimi anni sta diventando il fulcro di rivendicazione da parte di movimenti culturali che, legitt legittima imamen mente te ma nella nella manier maniera a sbagli sbagliata ata, , reclam reclamano ano il giusto giusto rispetto per la figura femminile, ritengo di non poter più evitare di scrivere in merito. E’ bene intanto segnalare che il grosso di questo movimento viene da ambienti pagani o neopagani, ambienti che già in precedenza più d’ una una volt volta a si sono sono dist distin inti ti per per la loro loro inna innata ta capa capaci cità tà di crea creare re ‘cal ‘calde dero roni ni cult cultur ural ali’ i’ misc mischi hian ando do nozi nozion oni i lont lontan ane e nell nello o spazio e nel tempo per supportare l’ idea di una ‘Dea’ precedente a qualsiasi ‘Dio’ maschile conosciuto. Se questa possibilità può esse essere re effe effett ttiv ivam amen ente te inve invest stig igat ata, a, lo si deve deve fare fare attr attrav aver erso so nozi nozion oni i coer coeren enti ti nel tempo empo, , e non alla lla mani manier era a paga pagan na che, he, parlan parlando do di una presun presunta ta divini divinità tà femine feminea a primev primeva, a, ci parla parla di Iside, di Ishtar , di Athena, e dee simili che ben conosciamo, e che ben possia possiamo mo racchi racchiude udere re in un period periodo o storic storico o sicura sicuramen mente te succes successiv sivo o ai culti culti marcat marcatame amente nte maschi maschili li che conosc conosciam iamo. o. Per i loro stessi tratti distintivi tutte queste dee negano tutto ciò che di loro viene detto dai pagani. Ognuna di queste dee aveva geni genito tori ri, , prog progen enit itor ori, i, ante antena nati ti, , sia sia masc maschi hi che che femm femmin ine. e. Non Non possono essere utlizzate dunque per identificare la ‘Dea’ primeva. La ‘Dea ‘Dea’ ’ dei dei paga pagani ni é dunq dunque ue un cost costru rutt tto o simi simile le al ‘Yahweh’ giud giudai aico co, , un nome nome comu comune ne che che racc racchi hiud ude e al suo suo inte intern rno o tant tante e divinità di diverse regioni e diverse epoche; ma mentre nel caso del Yahweh giudaico possiamo risalire al suo primo apparire, ed iden identi tifi fica carl rlo o chia chiara rame ment nte e e defi defini niti tiva vame ment nte e con con il dio dio sume sumero ro Ishkur, o ancora in tempi più antichi supponendolo essere il di lui padre Enlil, nel caso della ‘Dea’ questo tentativo non é stato fatto. E, allo stato attuale, che mi risulti, non esiste nessun documento in merito che ne identifichi il personaggio. Ma la Dea non proviene solo solo dall’ ambiente ambiente pagano pagano per fortuna. C’ é un movimento di studio archeologico, etnologico e antropologico, che porta porta avanti avanti un discorso discorso di ricerc ricerca a non influen influenzato, zato, almeno almeno ufficialmente, da visuali religiose o pseudocultuali. Ed é solo da
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ques questo to movi movime ment nto, o, del del qual quale e fann fanno o part parti i auto autore revo voli li nomi nomi come come Marija Gimbutas Leick, che , Max Dashu e Gwendolyn Leick, che poss possia iam mo aspe aspett ttar arci ci lavo lavori ri e segn segnal alaz azio ioni ni degn degni i di meri merito to e di anal analis isi i approfondita. Il lavoro della Gimbutas, per quanto limitato prevalentemente alla zona esteuropea, ha dato inizio allo studio approfondito di quelle casi casist stic iche he di repe repert rti, i, mura murali li e inci incisi sion oni, i, che che indi indica cass sser ero o la presenza del ‘femineo’ già in epoche risalenti a 9000 anni fa. L’ immane lavoro di Max Dashu, la quale ha raccolto in giro per il mond mondo o quel quelle le che che repu reputa ta esse essere re test testim imon onia ianz nze e cert certe e di cult culto o femineo (molto interessante il suo lavoro sulle pietre vulva, del quale parleremo più avanti), e che effettivamente si contano nell’ ordine delle migliaia, é indubbiamente il più autorevole attualmente esistente in merito. La Leick, dal canto suo, essendo una una espe espert rta a di stor storia ia dell dell’ ’ anti antico co medi medio o orie orient nte, e, ha dato dato un contributo enorme alla causa chiarificando agli occhi del profano la figu figura ra femm femmin inil ile e di Inan Inanna na / Isht Ishtar ar, , che che é serv servit ita, a, per per le civiltà greca e romana, come modello per le principali divinità Diana, dea della caccia, femminili. Troviamo dunque in Artemide / Diana, Demetra, dea ma anch nche in Demetra, dea dell delle e mess messi i e dell della a fert fertil ilit ità, à, due due rappresentazioni di Inanna moglie del defunto Dumuzi, dio pastore per per ecce eccell llen enza za. . Trov Trovia iamo mo in Afrodite / Venere la dea della bellezza e della sensualità come controparte di Inanna / Ishtar dea dell’ dell’ erotis erotismo, mo, la ‘prost ‘prostitu ituta’ ta’ degli degli dei, dei, quella quella ricord ricordata ata per le sue evoluzioni nel ‘Gigunu’ sumero, la ‘casa del piacere’. Identific Identifichiamo hiamo nella Enio cont contro ropa part rte e femm femmin inil ile e di Ares Ares, , che che Bellona, la rappresentazione di Inanna come dea diventa la romana Bellona, della guerra, colei che mosse guerra contro Ebih, e che spinse i suoi suoi amanti amanti guerri guerrieri eri a sacche saccheggi ggiare are sia Babilo Babilonia nia che Nippur Nippur, , facendo affronto a Marduk e ad Enlil, il quale la punì distruggendo Agade, la sua città. Il lavoro di ricerca riguardante l’ origine primordiale del culto della Dea, passa prevalentemente attraverso l’ identificazione di alcuni reperti: - le famosissime ‘statuette’ a forma di donna; - le ‘pietre vulva’; - le pitture di figure femminili; ma anche attraverso l’ analisi cronologica di scritti che possano darci indicazioni su questo ipotetico culto. E’ bene bene chiari chiarire re subito subito che il second secondo o tipo tipo di repert reperto, o, quello quello cost costit itui uito to da scri scritt tti, i, non non supp suppor orta ta mini minima mame ment nte e l’ idea idea di un cult culto o femi femine neo o prec preced eden ente te quel quello lo masc maschi hile le tram traman anda dato tosi si fino fino ai giorni nostri. Tutt Tutti i i più più anti antich chi i scri scritt tti, i, tutt tutti i i più più anti antich chi i cult culti i di cui cui abbiamo tradizione scritta, a partire dal IV millennio a.C., ci
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non non come come subo subord rdin inat ate e ai rela relati tivi vi cons consor orti ti, , indipendenti con ben precise funzioni.
ma
come come
divi divini nità tà
E’ dunque dall’ archeologia e dall’ etnologia che dobbiamo cercare indizi riguardanti questo presunto culto. Analizziamo dunque i 3 tipi di reperto giunti fino a noi, cercando di stabilire quale sia il loro significato. LE STATUETTE DELLE ‘DEE MADRI’ Le statuette chiamate ‘delle dee madri’ si dividono essenzialmente in due gruppi: * uno, uno, che racchi racchiude ude i repert reperti i più antich antichi, i, raffig raffigura urante nte donne donne molt molto o corp orpulen ulente te, , con con la panci ancia a prom promin inen ent te, il seno seno mol molto abbond abbondant ante, e, le cosce cosce carnos carnose, e, grossi grossi glutei glutei a pera pera e, nei rari casi di statue con volto inciso, guance paffute e labbra carnose; * un altro, che racchiude i reperti più ‘giovani’, raffigurante figure femminili longilinee, sensuali, ben modellate, artisticamente più elaborate, quasi sempre con volto. Entrambi i tipi di raffigurazione mostrano queste figure generalmente nude o con leggeri veli, ma mentre nel primo caso é preval prevalent ente e l’ idea idea dell’ dell’ abbond abbondanz anza, a, forse forse legata legata alla alla ‘terra ‘terra’, ’, nel secondo caso é prevalente l’ idea della sessualità / bellezza. Il primo primo tipo, tipo, in effett effetti, i, rappre rappresen senta ta più lo stereo stereotip tipo o della della ‘matro ‘matrona’ na’ anzian anziana, a, e il second secondo o quello quello della della giovan giovane e nel fiore fiore dell dello o svil svilup uppo po. . Il seco second ndo o grup gruppo po spes spesso so most mostra ra ques queste te figu figure re adornate con gioielli. Esem Esempi pi tip tipici ici del del prim rimo grup gruppo po son sono le famo famose se ‘dee dee madr madri’ i’ ritrov ritrovate ate nei siti siti archeo archeolog logici ici britan britannic nici, i, danesi danesi, , e in genere genere nordeuropei, figurine generalmente senza testa o con testa senza volto, con addome e seno pronunciati; esempi del secondo gruppo sono invece le molte statuine sudamericane o indiane. Ne riportiamo qui sotto due esempi:
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Cosa Cosa poss possia iamo mo dire dire di ques questi ti repe repert rti? i? Inta Intant nto, o, la prim primis issi sima ma considerazione da fare, é che niente ci indica che queste figure fosser fossero o divini divinità, tà, nè che fosser fossero o oggett oggetto o di qualsi qualsivog voglia lia culto. culto. Questa Questa ipote ipotesi si é in effetti effetti stata stata avanz avanzata ata arbit arbitrar rariam iament ente e da alcuni antropologi, tra i quali appunto la Gimbutas, e poi fatta prop propri ria a da tan tanti altr altri i. La Gimb Gimbut uta as sost ostenne enne che che l’ europ uropa a neol neolit itic ica a (tra (tra il 6500 6500 a.C. a.C. e il 3500 3500 a.C. a.C.) ) era era perv pervas asa a da un ‘matristico’ culto incentrato sulla figura femminile, successivamente sradicato dalle invasioni Kurgan che portarono la cultura dell’ uomo guerriero e una società patristica e patriarcale. La Gimbutas però ammetteva che il periodo matristico non necessariamente doveva essere matriarcale, cioè non nece necess ssar aria iame ment nte e vi dove doveva va esse essere re la ‘sup ‘supre rema mazi zia’ a’ soci societ etar aria ia e reli religi gios osa a dell della a donn donna. a. Prob Probab abil ilme ment nte e sull sulla a scia scia del del sudd suddet etto to errore commesso dagli studiosi, di identificare come ‘oggetto di culto’ culto’ tutto ciò che non si riesce riesce a spiega spiegare, re, le innume innumerev revoli oli ‘dee madri’ furono e sono ritenute dunque oggetti di culto, icone liti litich che e che che rapp rappre rese sent ntav avan ano o una una pres presun unta ta ‘div ‘divin init ità’ à’ femm femmin inil ile e adorat adorata a dalle dalle popola popolazio zioni ni dei luoghi luoghi ove questi questi repert reperti i venner vennero o ritrov ritrovati ati. . Questa Questa possib possibili ilità tà ovviam ovviament ente e non é da scarta scartare re (ne ripa riparl rler erem emo o iù avan avanti ti), ), ma appa appare re non non supp suppor orta tata ta da evid eviden enze ze archeologiche, ed appare appunto solo una ipotesi non comprovabile. Ma anche accettando che quelle statue fossero veramente raffigurazioni di divinità, niente può indicare che queste fossero primeve. primeve. Anche Anche accettan accettandone done la valenza valenza religios religiosa, a, niente niente indica indica che che il cult culto o femi femine neo o foss fosse e stac stacca cato to da uno uno masc maschi hile le o ad esso esso precedente. L’ idea della Gimbutas infatti é stata molto crit critic icat ata, a, e la stud studio iosa sa stes stessa sa é stat stata a accu accusa sata ta da svar svaria iati ti Fleming) per la sua autori (tra i quali il più eminente fu Andrew Fleming) eccessiva selezione nei reperti di studio. La Gimbutas in sostanza mostrava nei suoi lavori e analizzava a sostegno della sua tesi tantis tantissim simi i repert reperti i femmin femminili ili rinven rinvenuti uti negli negli scavi, scavi, nascon nasconden dendo do una uguale quantità di figure asessuate o maschili rinvenuti negli stessi siti archeologici. La nostra idea, in effetti, é che niente ci autorizza a pensare che ci fosse nel neolitico una predominanza della figura femminile, e che niente ci autorizza a pensare che queste statue rappresentassero divinità nè fossero oggetto di culto. Una critica Ucko, il quale simile fu posta, e rimase senza risposta, da Peter Ucko, asserì che, per quanto se ne sa, “quelle statuette potevano essere . Se ciò può far per perfi fino no bamb bambol ole e o gioc giocat atto toli li neol neolit itic ici. i.” ” sorridere, si tenga presente che sono tantissimi i casi di tombe nelle quali son stati rinvenuti oggetti riconosciuti come giochi, pass passat atem empi pi, , rudi rudime ment ntal ali i stru strume ment nti i musi musica cali li o bamb bambol ole. e. Alcu Alcune ne addirittura con residui di ‘trucco’ nel volto o frammenti di pelle utilizzata come ‘vestito’.
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errata attribuzione, a molti reperti, del ruolo di rappre rappresen sentaz tazion ione e della della ‘Dea ‘Dea Madre’ Madre’ e segnal segnala a come come la Gimbut Gimbutas, as, nell’ nell’ analiz analizzar zare e le figuri figurine ne piatte piatte e bianch bianche e a forma forma di donna donna create create con ossa di animali (che avevano avevano al posto posto delle delle ‘orecchi ‘orecchie’ e’ due due buch buchi, i, fors forse e per per port portar arle le appe appese se al coll collo o con con un lacc laccio io mostrate qui sotto), le definisca ‘rappresentazioni ‘rappresentazioni della Bianca senza a che che ci foss fosse e ness nessun una a evid eviden enza za di una una Dea della della Morte’ Morte’, senz associazione a culti relativi ai morti o a rituali di morte.
Figurina femminile in osso, Gumelniţa, 4600 3900 a.C. Il prob proble lem ma é, dunq dunque ue, , sec secondo ondo Bai Bailey ley e Ucko, cko, quell uello o dell dello o stabilire COSA effettivamente quei reperti mostrino. Sorge a questo punto una domanda: come si può stabilire da una rappresentazione artistica quando un personaggio può o no essere considerato una figura figura divina? divina? In molti molti esempi di steli, steli, murales, murales, stat statue ue, , inci incisi sion oni, i, gene genera ralm lmen ente te si rico ricono nosc sce e come come divi divini nità tà un person personagg aggio io assocc assocciat iato o a elemen elementi ti celest celesti i (prese (presenza nza di stelle stelle o pian pianet eti) i), , elem elemen enti ti natu natura rali li (es: (es: fuoc fuoco o o cors corsi i d’ acqu acqua) a), , a partic particola olari ri animal animali, i, o elemen elementi ti che trovan trovano o un riscon riscontro tro nella nella mito mitolo logi gia a oral orale e o scri scritt tta a che che ci giun giunge ge dal dal popo popolo lo cui cui quel quel reperto viene attribuito, o dai successivi che con questo popolo hanno avuto contatto. Nel caso della più antica civiltà conosciuta, i sumeri, l’ elemento distintivo della divinità era un corpicapo cornuto, elemento che ritroviamo anche nel centroamerica e nell nell’ ’ euro europa pa del del nord nord. . Ques Questo to elem elemen ento to, , per per i sume sumeri ri, , trov trova a risc riscon ontr tro o negl negli i innu innume mere revo voli li test testi i che che ci desc descri rivo vono no gli gli dei, dei, identificati anche da un particolare modo di scrivere il loro nome (con (con un glif glifo, o, tras trasli litt tter erat ato o ‘din ‘dingi gir’ r’ e rapp rappre rese sent ntat ato o da una una stel stella la, , post posto o dava davant nti i al nome) ome), , come come leg legati ati al ciel cielo o, agli gli elementi, a certi animali o alle stelle / costellazioni / pianeti. Così Così per per esem esempi pio o il capo capo supr suprem emo o degl degli i dei dei sume sumeri ri, , Enli Enlil, l, era era
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o segni segni contes contestua tuali, li, senza senza abbina abbinamen menti ti o associ associazi azioni oni, , e senza senza nessun riferimento mitologico giuntoci dalle popolazioni coinvolte. Sta quindi evidentemente alla possibilità di affrontare uno studio studio multid multidisc iscipl iplina inare re il riusci riuscire re a identi identific ficare are ciò che abbiamo davanti, e questa possibilità non si presenta con i più anti antich chi i repe repert rti i di figu igure femm femmi inili nili dal dal 9000 000 a.C. a.C. (alc (alcu uni antropologi sostengono che in realtà i primi esempi vadano datati a 25.000 anni fa circa) fino a tutto il periodo Vinca periodo Vinca (4200 a.C.). LE PIETRE-VULVA Le piet pietre re vulv vulva, a, lung lungam amen ente te e dett dettag agli liat atam amen ente te trat tratta tate te dall dalla a studiosa Max Dashu, sono un fenomeno antropologico e archeologico senz’ senz’ altro altro degno degno di nota. nota. E’ innega innegabil bile e che molti dei repert reperti i catalogati in questa maniera abbiano una forte somiglianza con il triang triangolo olo pubico pubico, , e l’ associ associazi azione one con la figura figura femmin femminile ile ci viene amplificata nei casi di incisioni ‘a vulva’ tinte o coperte di pittura ocra o rossa, rappresentante il flusso mestruale. E’ inne innega gabi bile le dunq dunque ue che che le piet pietre re o le inci incisi sion oni i di ques questo to tipo tipo siano un reale riferimento al femineo. Mostriamo qui di seguito alcune di queste pietre-vulva.
Se questi questi esempi esempi posson possono o tranqu tranquill illame amente nte essere essere accett accettati ati come come effettive rappresentazioni di una vulva (nel caso della prima si tratta tratta di una incisi incisione one di intera intera figura figura femmin femminile ile, , dunque dunque non abbi abbiam amo o ness nessun un dubb dubbio io), ), e in tant tanti i casi casi sopr soprav avvi viva va in alcu alcune ne comunità primitive una ritualistica femminile che coinvolge questi repe repert rti, i, alcu alcuni ni altr altri i casi casi evid eviden enzi ziat ati i dall dalla a stud studio iosa sa sono sono piut piutto tost sto o arbi arbitr trar ari, i, spec specia ialm lmen ente te quan quando do ella ella segn segnal ala a come come raffigurazioni di vulva evidenti formazioni naturali, per esempio ingressi di caverne o pietre spaccate, come nel caso della pietra di Murrieta in California, raffigurata più sotto. In alcuni altri casi la studiosa studiosa presenta presenta disegni disegni effetuati effetuati a mano per esempio esempio da
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che stiamo stiamo affron affrontan tando do sulle sulle ‘pietr ‘pietre e vulva’ vulva’ sulle sulle quali quali appunt appunto o inda indagh ghia iam mo, poic poich hè su di esse sse non abbia bbiam mo nessu essun n las lascito cito a testimonianza che quello fosse effettivamente il modo in cui erano intese dai popoli del passato.
Pietra di Murrieta, California Le pietre vulva sono viste dai sostenitori della tesi del culto femineo come rapresentazione della Dea in qualità di origine della vita vita, , evid eviden ente teme ment nte e lega legata ta al ‘par ‘parto to’ ’ ma anch anche e all’ all’ aspe aspett tto o sessuale, tanto che nel sito stesso della Dashu son presenti molti links di carattere femminista più legato al sesso e alla sessualità che alla figura della dea generatrice. Un altro legame attrib attribuit uito o alla alla vulva vulva come come rappre rappresen sentaz tazion ione e della della Dea é quello quello relativo ala ‘terra’. La ‘madre terra’ incarna il potere generatore / rigeneratore della Dea. Di questo legame, effettivamente, potrebbe esserci giunta traccia anche in forma scritta, tramite i sumeri. Il termine che indica ‘terra’ infatti era KI, e veniva rappresentato, sia nella forma pittografica che in quella cuneiforme, con segni molto simili a una vulva.
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popolazioni che hanno inciso nella pietra raffigurazioni di vulve avessero una grande considerazione del fenomeno della generazione da part parte e dell della a femm femmin ina, a, nien niente te auto autori rizz zza a a pens pensar are e che che tale tale cons consid ider era azion zione e foss fosse e un vero vero e pro proprio prio culto ulto, , nè che che foss fosse e attribuibile all’ adorazione di una figura divina. Potremmo anche trovarci semplicemente davanti a casi di ‘omaggio’ al più grande mistero, quello della nascita. Indubb Indubbiam iament ente e comunq comunque ue il fenome fenomeno no della della ‘sacra ‘sacra vulva’ vulva’, , come come la Dashu lo chiama, va ridimensionato anche in termini quantitativi; se sopratutto nei casi di rappresentazioni di personaggi femminili a figura intera, con la vulva aperta e le mani a ‘spalancarla’, l’ identificazione del soggetto é fuori da ogni dubbio, nel caso di molte rappresentazioni del tipo incisorio ci troviamo di fronte a dubbie interpretazioni. Non mancano comunque, come abbiamo visto, molt molti i casi casi in cui cui si può può beni beniss ssim imo o rico ricono nosc scer ere e l’ inte intent nto o di incidere una vulva nella pietra. E questo aspetto, purtroppo poco inda indaga gato to, , meri merite tere rebb bbe e di esse essere re port portat ato o alla alla cono conosc scen enza za dell della a gent gente e perc perchè hè most mostra ra come come nell nell’ ’ anti antich chit ità à ques questo to simb simbol olo o foss fosse e importante. LE PITTURE RUPESTRI Veniamo ora al tema delle rappresentazioni pittoriche, di solito su pietra o su pareti di roccia, ritrovate nei più diversi angoli del del mond mondo. o. Senz Senza a trop troppo po dilu dilung ngar arci ci, , ripo riport rtia iamo mo qui qui di segu seguit ito o alcuni di questi reperti, tra i più riconoscibili. riconoscibili.
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ve ne sono altri altri per cui vengono vengono trovate trovate diverse diverse associazioni, associazioni, si trovan trovano o per esempi esempio o pittur pitture e o incisi incisioni oni rupest rupestri ri colleg collegate ate alla alla cacc caccia ia o alla alla nasc nascit ita. a. Altr Altri i addi addiri ritt ttur ura a lega legati ti a rife riferi rime ment nti i stella stellari, ri, come come nel caso caso della della Orejona raffigur raffigurata ata mentre mentre scende scende dalle stelle. E’ bene comunque ricordare come in genere in questo tipo tipo di repert reperti i (salvo (salvo sporad sporadici ici casi casi come come appunt appunto o l’ Orejon Orejona) a) manc manchi hi qual qualsi sias asi i dett dettag agli lio o che che perm permet etta ta di stab stabil ilir ire e chi chi sia sia rappre rappresen sentat tato o e con quale quale intenz intenzion ione. e. Insomm Insomma, a, anche anche in questo questo caso parlare di ‘culto’ e di ‘divinità’ é una scelta arbitraria.
Abbiamo fin qui analizzato i tre tipi di reperti archeologici più comu comune neme ment nte e util utiliz izza zati ti per per stud studia iare re il feno fenome meno no dell dell’ ’ orig origin ine e dell della a ‘Dea ‘Dea’ ’ e l’ ipot ipotes esi i di una una cult cultur ura a matr matris isti tica ca prec preced eden ente te quella quella patristi patristica. ca. Ci siamo siamo rivolt rivolti i a un arco arco di tempo tempo lontan lontano o millenni dalla nascita della prima civiltà, e questo già di per se deve deve far riflet rifletter tere. e. La prima prima civilt civiltà à finora finora ricono riconosci sciuta uta come come organizzata, i sumeri, compaiono nel IV millennio con un pantheon e un corpus di dottrine paragonabili a una religione, ma di stampo completamente diverso da quello che i sostenitori del culto della ‘Dea ‘Dea’ ’ dipi diping ngon ono. o. Di fatt fatto, o, ment mentre re ques questo to pres presun unto to cult culto o vien viene e prop propos osto to come come qual qualco cosa sa di ‘spi ‘spiri ritu tual ale’ e’, , sapp sappia iamo mo orma ormai i che che le prime forme di culto erano estremamente materiali e pratiche, e solo dopo si sono evolute verso un percorso più spirituale. Con Con il IV mill millen enni nio o e l’ avve avvent nto o dei dei sume sumeri ri abbi abbiam amo o anch anche e la possib possibili ilità tà di consul consultar tare e testim testimoni onianz anze e scritt scritte, e, e per la prima prima volta, oltre alla scrittura veria e propria, anche testimonianze icon iconog ogra rafi fich che e che che lasc lascia iano no poch pochi i dubb dubbi, i, al cont contra rari rio o dell delle e stat statue uett tte e e dell delle e inci incisi sion oni i / pitt pittur ure e di cui cui abbi abbiam amo o parl parlat ato o fino finora ra. . E, para parado doss ssal alme ment nte, e, é da qui qui che che poss possia iamo mo part partir ire e per per stabilire come sia nata la figura della ‘Dea’ come nome comune che racchiude diverse figure e i loro attributi. La mito mitolo log gia e l’ icon iconog ogra raf fia sume sumer ra ci parla arlan no di una dea Namma, defini ‘creatrice ce dei primi primordiale, chiamata Namma, definita ta come come ‘creatri dei’. A lei lei si deve deve, , seco second ndo o il mito mito sum sumero ero del dil diluvio uvio, , la nascita delle prime città. Ma Namma era si una dea primeva, ma solo solo nei nei conf confro ront nti i dell della a Terr Terra a e non non era era la prim rima divin ivini ità An, il dio esiste esistente nte. . Namma Namma infatt infatti i era partne partner r di An, dio del del ciel cielo. o. Ea, il signore delle acque. Dalla loro unione nasce Ea,
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richie richiesta sta degli degli dei lavora lavorator tori, i, della della creazi creazione one del primo primo uomo. uomo. Viene aiutata dalle ‘Sud’ o ‘Dee della nascita’, il chè indica che seppur lei viene ricordata come la ‘grande madre’, in realtà vi furo furono no svar svaria iate te madr madri. i. Per Per inte intend nder erci ci, , Ninm Ninmah ah (che (che i sume sumeri ri Mami’ Mami’) Hator chia chiama mava van no affe ffettuo ttuosa sam mente ente ‘ é la egizia, rappresentata da una mucca, esattamente come Ninmah in tarda età. Ninmah era per i babilonesi la prima dea assocciata alla Vergine, Inanna. Ninmah era una attributo che le fu poi rubato da Inanna. medi mediat atri rice ce nell nelle e faid faide e fami famili liar ari, i, una una abil abilis issi sima ma stra strate tega ga e pacificatrice, nonchè una curatrice. Oltre ad essere il prototipo dell della a ‘dea ‘dea madr madre’ e’ é anch anche e sicu sicura rame ment nte e il prot protot otip ipo o dell della a ‘dea ‘dea guar guarit itri rice ce’ ’ e dell della a ‘dea ‘dea ammi ammini nist stra ratr tric ice’ e’. . Perc Perchè hè allo allora ra non non guardare proprio a questo pantheon per cercare l’ origine della famo famosa sa ‘Dea ‘Dea’? ’? Di fatt fatto, o, anch anche e icono conogr gra afica ficame men nte, te, pos possiam siamo o identi identific ficare are due fasi fasi ben distin distinte te nell’ nell’ arte arte mesopo mesopotam tamica ica che vecchie dee’, dee’, cioè rappresentava le dee. Una fase dedicata alle ‘ quelle di prima generazione, nate dai cieli e da questi discese, e giovani’ una second seconda a fase, fase, quella quella delle delle ‘dee giovani ’ nate nate sull sulla a Terr Terra. a. Questa Questa suddiv suddivisi isione one combac combacia ia perfet perfettam tament ente e con un altro altro tipo tipo di sudd suddiv ivis isio ione ne: : quel quella la in base base alla alla ‘sil ‘silou ouhe hett tte’ e’ femm femmin inil ile. e. Le ‘vecch ‘vecchie ie dee’ dee’ della della prima prima genera generazio zione ne veniva venivano no tutte tutte ricord ricordate ate come come ‘matro ‘matrone’ ne’ corpul corpulent ente, e, paffut paffutte, te, di enorme enorme statur statura. a. Oltre Oltre a Gula, il cui Ninmah, Ninmah, ricordia ricordiamo mo anche anche Gula, cui nome nome sign signif ific ica a ‘gra ‘grand nde e e grossa’, anche lei rappresentata come corpulenta.
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Inanna
Ninsun
Ereshkigal
Ninkasi
Abbiamo inoltre, con l’ avvento della seconda e terza generazione di dee, la vera e propria attribuzione di ruoli a queste figure femm femmin inil ili i indi indipe pend nden ente teme ment nte e dall dalla a loro loro rela relazi zion one e con con divi divini nità tà maschili e, allo stesso tempo, si inizia a delineare una ‘promozione’ di divinità femminili come artefici dei destini degli uomini. Ricordiamo che mentre i primi re di Sumer sostenevano di essere ‘del seme reale’ di questo o quel dio, improvvisamente dal periodo accadico iniziamo ad avere re nutriti ‘dal sacro seno’ di questa o quella dea. Le vecchie dee ‘vanno in pensione’ e le nuove avan avanza zano no: : abbi abbiam amo o così così Inan Inanna na che che pren prende de il post posto o dell della a dea dea Ninmah, tanto che in alcuni templi ella viene raffigurata come dea corp corpul ulen enta ta, , segn segno o dist distin inti tivo vo dell delle e prim prime e dee dee (Nin (Ninma mah h e Gula Gula), ), atri atribu buen endo dole le il ruol ruolo o di ‘gen ‘gener erat atri rice ce’ ’ e ‘mad ‘madre re’ ’ (ben (bench chè è la Shara) oltre che mitologia mitologia attribuisca attribuisca a Inanna Inanna solo un figlio, figlio, Shara) quello di ‘concubina’ e di ‘amante’ di innumerevoli dei e re. In ques questo to peri eriodo odo in cui cui si ha la ‘spe special cializ izz zazio azione ne’ ’ dell delle e ‘giova ‘giovani ni dee’ dee’ e l’ attrib attribuzi uzione one di ruoli ruoli e compet competenz enze, e, abbiam abbiamo o dunque la Ninkasi dea della birra, la Nidaba astrologa, la Nisaba dea della scrittura, la Ereshkigal dea degli inferi e della magia, ma, ancora più importante, abbiamo i primi esempi di ‘semidei’ di
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anche gli uomini e le donne mortali. E’ nel 2280 a.C. circa che abbi abbiam amo o il prim primo o esem esempi pio o di sace sacerd rdot otes essa sa a cui cui vien viene e dato dato il Enheduanna, comp compit ito o di redi redige ger re docum ocume enti nti per gli dei, dei, con Enheduanna, Sin, che redice il famoso ‘Inno delle sacerdotessa lunare del dio Sin, docume ment nto o talm talmen ente te impo import rtan ante te che che scri scribi bi case case degl degli i dei’ dei’, un docu succ succes essi sivi vi, , sia sia uomi uomini ni che che donn donne, e, vi hann hanno o aggi aggiun unto to del del loro loro manten mantenend endo o lo stile stile origin originale ale dettat dettato o dalla dalla sacerd sacerdote otessa ssa. . Ed é all’ all’ inci incirc rca a nel nel 1800 1800 a.C. a.C. che che abbi abbiam amo o il cons consol olid idar arsi si dell della a tradizione sacerdotale femminile di Babilonia, con una Naditu, Shagitu, Shagitu, Kulmashitu, Kulmashitu, Qadishtu e suddivisione gerarchica in Naditu, Ubgabtu. Ubgabtu. Che Che conc conclu lusi sion one e trar trarre re dunq dunque ue alla alla luce luce di ques queste te anal analis isi? i? Il cult culto o dell della a ‘dea ‘dea’ ’ é sicu sicura rame ment nte e esis esisti tito to, , e per per lung lungo o temp tempo o é stat stato o impor mporta tan ntiss tissim imo o e test testim imon oni iatis atissi sim mo da cent centin ina aia di comp compos osiz izio ioni ni lett letter erar arie ie e icon iconog ogra rafi fich che e giun giunte teci ci nel nel cors corso o di millenni. I tentativi di affossare l’ esistenza di questo culto non possono trovare supporto, poichè se da un lato i più antichi reperti non ci danno indicazioni univoche, i reperti degli ultimi 5000 anni mostrano senza ormbra di dubbio che ledivinità femminili eran erano o ‘ele ‘elegi gibi bili li’ ’ e di fatt fatto o ‘ele ‘elett tte’ e’ a enti entità tà vene venera rabi bili li. . Indu Indubb bbia iame ment nte e ques questo to cult culto o ha gene genera rato to real realtà tà loca locali lizz zzat ate, e, di caratt carattere ere preval prevalent enteme emente nte regio regional nale, e, nelle nelle quali quali si aveva aveva una prev preval alen enza za dell della a figu figura ra divi divina na femm femmin inil ile e (bas (basti ti pens pensar are e alla alla Harappa, nell’ Indo, incentrata per oltre un millennio civiltà di Harappa, sulla figura di Ishtar / Inanna e dove fu proprio il consorte di lei, lei, Dumuzi Dumuzi, , ad essere essere ‘subor ‘subordin dinato ato’). ’). Meno Meno certo certo é che questi questi culti fossero esclusivamente femminili, e che in tutti i casi la dea adorata in questa o quella regione fosse ‘innalzata’ al ruolo di ‘de a’ al di della della logia logia chile. chile. Un
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Ninurta, Nanna e part parte e lasc lascia iand ndo o lo spaz spazio io ai figl figli i e nipo nipoti ti, , Ninurta, Ishkur, Ishkur, Utu e Inanna da una parte, e Marduk, Marduk, Ningishzida e Nabu dall’ altra. Dopo circa mezzo millennio, a cavallo del XV secolo a.C. si hanno egea, da cui due avvenimenti importanti: la nascita della civiltà egea, nasc nasce e quel quella la grec greca, a, che che tant tanto o ha dato dato alla alla attu attual ale e idea idea dell della a Yahwismo. ‘Dea’, e l’ affermazione del Yahwismo. E in un certo senso la nascita del Yahwismo segna, purtroppo, l’ inizio del declino di questo culto femminile. L’ ebraismo seguito al Yahwismo infatti si tramanda esclusivamente per linea patristica, é un culto maschile, nel quale la donna viene relegata di nuov nuovo o al ruol ruolo o di ‘ser ‘serva va’. ’. Ciò Ciò pegg peggio iora ra con con l’ avve avvent nto o del del cristiane cristianesimo, simo, e successiv successivamen amente te dell’ dell’ Islam, Islam, religion religioni i che nei conf confro ront nti i del del cult culto o femm femmin inil ile e (sal (salvo vo il caso caso di Mari Maria) a) hann hanno o condotto una vera e propria crociata fino a quei tempi oscuri noti come come ‘Med ‘Medi io Evo’ Evo’ in cui addi addir rittu ittur ra la donn donna a é consi onsid derat erata a port portat atri rice ce di pecc peccat ato, o, e il solo solo rico ricord rdo o dei dei temp tempi i in cui cui le divinità erano anche femminili veniva considerato ‘eresia’.