Mac
Il vero profeta Storia di una ricerca appassionante appassionante
Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta che alla sua presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti avevan ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo. (Apocalisse 19,20)
www.deiricchi.it
Titolo dell'opera: Il vero profeta Copyright 2006 Mac – www.deiricchi.it www.deiricchi.it Copertina: Mac I edizione: ottobre 2006
Presentazione
3
Presentazione L’esperienza di Mac è un déjà vu rispetto a quanto, sempre più spesso, accade accade a chi, nell’ambito nell’ambito della della Chiesa Chiesa cattolica cattolica,, vuol porsi in maniera divergente, finendo ad un certo punto con l’opporre al tradizionale autoritarismo, politico e ideologico, del potere ecclesiastico la decisione di fuoriuscire dal proprio milieu, sic et simpliciter , magari in punta di piedi ma senza s enza tema di ripensamenti dell’ultima ora. Tuttavia è anche un qualcosa di inedito, strettamente correlato alle dinamiche, soprattutto tecnologiche, del nostro tempo, che invitano, anch’esse ogni giorno di più, a fare davanti a un pc o in web, le proprie riflessioni critiche e autocritiche, seguendo dei percorsi impensabili fino a qualche decennio decennio fa, in cui ci si si limitava a semplici e saltuari scambi epistolari o a confronti vis-à-vis e semiclandestini con chi, come Nicodemo, voleva percorrere percorrere strade diverse da quelle abituali. Oggi un credente che voglia ripensare la propria esperienza e persino i valori in cui un tempo credeva, può farlo in maniera molto creativa direttamente in rete, interagendo spesso con utenti che in capo al Mondo Mondo hanno vissuto analoghe analoghe vicissitudin vicissitudini.i. Resta significativo il fatto che la decisione di rompere col proprio passato avvenga, ancora una volta, quando q uando i valori professati escono dal limbo della loro mistica astrazione e si misurano con l’esigenza di risolvere alcune stridenti contraddizioni sociali del nostro tempo. Di fronte alla grandezza di questi problemi i valori cattolici si palesano in tutta la loro piccolezza. Infatti, finché si resta nell’ambito dei rapporti interpersonali o nelle questioni di coscienza, i valori religiosi sembrano reggere egregiamente le difficoltà del vivere quotidiano, spesso anzi si dimostrano superiori a molti valori laici, ma appena si cominciano ad affrontare i processi della società civile, squisitamente borghesi, ecco che la teologia si sbriciola come certe case evangeliche costruite sulla sabbia, mostrando quanto l’uomo abbia bisogno di ben altre scienze, la prima delle quali è senza dubbio – come lo stesso stesso Mac Mac fa capire capire – l’economia l’economia politica politica ovvero ovvero la la politica economica, ivi inclusa quella finanziaria. finanziaria. Ciò è così evidente, e lo è almeno dalla fine degli anni Sessanta, benché per uno storico lo sia da molto prima, che oggi sarebbe come
4
Presentazione
sparare sparare alla croce croce rossa rossa dicendo dicendo che la dottrina dottrina sociale sociale della della Chiesa Chiesa manifesta manifesta tutta la propria debolezza debolezza proprio proprio nell’affronto nell’affronto “sociale” “sociale” dei problemi economici che si sviluppano sotto il capitalismo capitalismo avanzato. Ma come spesso a chi in gioventù ha nutrito grandi aspettative in quegli ideali che sperava di veder realizzati secondo i principi del Cattolicesimo romano, la forza di allontanarsene per cercare risposte più convincenti, non riesce a svolgere un’opera di semplice rimozione. A volte accade che il cibo inghiottito da d a giovani viene ruminato da adulti e reimpastato con nuova saliva, per essere poi ridigerito. Non basta sostituire una pseudo-scienza, la teologia, con un’altra completamente diversa, l’economia o anche l’antropologia (come lo stesso Mac lascia intendere): a volte si avverte la necessità di fare i conti sino in fondo col proprio passato e, se vogliamo, col proprio inconscio, smontando tutti i pezzi delle infantili costruzioni Lego, esaminandoli uno ad uno, per vedere se si riesce a produrre una costruzione completamente diversa. Ma con quale idea fare questo? Stando a quanto dice Mac la molla che fece scattare il meccanismo è venuta da un sito web, in particolare da un testo in cui si pretendeva di dare un colpo demolitore a tutte le storie raccontate nel Nuovo Testamento: La favola di Cristo, di Cascioli, uno studioso che ha saputo sintetizzare quanto già da tempo noto presso la critica critica positi positivistic visticaa e mitolog mitologistic isticaa della religione, religione, di “sinistr “sinistraa hegeliana” memoria, importata e sviluppata sia nella Francia anticlericale (cui Cascioli attinge a piene mani), che nella Russia ateoscientifica. Cercando nel web nazionale (poi si allargherà anche a quello internazionale), Mac aveva trovato più informazioni critico-scientifiche sui testi biblici di quante ne potesse trovare nella tradizionale editoria cartacea, a testimonianza di quanta più libertà di pensiero e di espressione nei confronti della religione vi sia nel mondo virtuale rispetto a quello reale, molto più condizionato dai dai cosiddetti “giochi di potere”. Leggendo quello e altri testi, Mac in sostanza era giunto alla conclusione che la religione qua talis, quindi quindi anche anche il Cristianesim Cristianesimo, o, è sempre stata più che altro usata come strumento di conservazione di un
Presentazione
5
potere acquisito. Il che apriva le porte a una questione molto complessa da affrontare: il livello di attendibilità delle fonti canoniche . Qui bisogna dire che forse Mac è stato vittima di quel tentativo, in cui spesso si cimenta chi per la prima volta apre gli occhi sui miti falsi e bugiardi, di cercare non tanto di reinterpretare reinterpretare in maniera critico-testuale critico-testuale le motivazioni storiche sottese a quegli stessi miti (poiché tale operazione è del tutto legittima), quanto di ricostruire per filo e per segno un possibile percorso storico alternativo ai fatti f atti contestati. Perché questi tentativi sono destinati a fallire, per quanto suggestivi essi possano apparire? Semplicemente perché le fonti religiose sono state così ampiamente e direi anche scrupolosamente manipolate che, in assenza di altre fonti, è materialmente impossibile risalire alla verità dei fatti. Più che tentare delle nuove interpretazioni proprio non si può, e se più di questo non si può, ha davvero ancora un senso – ci si può chiedere chiedere – continuare continuare a utilizzare utilizzare quelle fonti come come un’occasion un’occasionee per reinterpretare la realtà in chiave laica e razionalista? Il fatto che Mac possa cimentarsi a elaborare molte ipotesi storiografic storiografiche he apertamente apertamente in contrasto contrasto con la cosiddetta “versione “versione dei fatti” riportata nel Nuovo Testamento, è la riprova che ricostruire la “storia” sulla base delle fonti canoniche è pressoché impossibile, al punto che vien quasi da apprezzare la tenacia con cui la Chiesa orientale ortodossa s’è sforzata di accettare le fonti neotestamentarie così come oggii noi acc ogg accetti ettiamo amo i soft softwa ware re che usiamo usiamo,, e cioè cioè “as is”, is”, “with “with all all faults”, limitandosi a interpretarle solo in presenza di posizioni eretiche. Delle due infatti l’una: o si resta cristiani accettando integralmente tutte le fonti canoniche ricevute dalla primitiva tradizione, oppure si esce dalla Chiesa, rinunciando a scoprire la verità dei fatti con l’ausilio di quelle stesse fonti. Cioè a dire l’unica ricostruzione storica possibile può essere soltanto frutto di un’interpretazione opinabile con cui si cercherà cercherà di far valere il principio secondo cui le fonti del Nuovo Testamento contengono una buona dose di falsificazioni, motivate dal fatto che dopo la morte del Cristo si volle definitivamente rinunciare all’idea di liberare la Palestina dai Romani. Sicché Sicché tutto il misticismo presente nel Nuovo Testamento Testamento è funzionale alla trasformazione del Cristo da liberatore a redentore. Più
6
Presentazione
di così, allo stato attuale delle fonti, è impossibile dire. La verità storica può essere soltanto dimostrata da una prassi più significativa di quella della Chiesa Chiesa cristi cristiana. ana. L’iter di Mac è comunque interessante da esaminare proprio perché le sue “scoperte “scoperte”” esegetiche, esegetiche, in senso laicista laicista,, sono in linea, pur senza volerlo, con quanto sostenuto dai grandi esegeti eterodossi del Cristianesi Cristianesimo, mo, per lo più stranieri, stranieri, le tesi tesi dei quali in Italia Italia sono molto molto poco conosciute (anche perché pochissimo tradotte) o molto poco dibattute, meno che mai in ambienti non ultra specialistici. In tal senso ritengo non sia molto importante sapere chi ci apre gli occhi e come lo fa, ma che gli occhi continuino a restare bene aperti. Io per esempio devo molto a studiosi che Mac non ha mai citato e che, conoscendoli, avrebbe potuto fare molto tranquillamente: Brandon, Donini, Craver Craveri,i, Kryvelev, Kryvelev, Tokarev, Tokarev, Mitrochi Mitrochinn e tanti altri, altri, per non parlare dei classici classici del marxismo. Rimboccando Rimboccandosi si le maniche maniche – questo questo è proprio proprio ilil caso caso di dirlo, dirlo, pensando specialmente alle nuove generazioni -, Mac ha studiato a fondo gli Atti degli Apostoli, le Lettere di Paolo, l’Apocalisse, i testi di Flavio Giuseppe e via via tutti gli altri citati nel libro. Non ha mai dato nulla per scontato, perché è così che si deve comportare un ricercatore, specialmente con questi materiali tendenziosi. Forse l’unica cosa che dà per definitivamente acquisita, quella che, se vogliamo, dovrebbe stare a monte di tutte le ricerche esegetiche moderne, è la tesi secondo cui i Vangeli sono documenti che spoliticizzano al massimo la figura del Cristo e che questi, di conseguenza, doveva necessariamente essere un leader rivoluzionario per la liberazione nazionale d’Israele. Probabil Probabilmen mente te la sua tesi tesi più più origina originale le - e di di tesi tesi in verità verità ne propone molte, m olte, anche se poi, secondo noi, per motivi m otivi indipendenti dalle sue capaci capacità, tà, son soltant soltantoo delle delle “ipote “ipotesi” si” -, quel quella la che che sicu sicuram rament entee meriterebbe ulteriori approfondimenti, è l’identificazione di Paolo di Tarso col “falso “falso profeta” contro contro cui l’autore dell’Apoc dell’Apocali alisse sse si scaglia. scaglia. Ciò peraltro spiegherebbe l’improvvisa scomparsa di scena dell’apostolo Giovanni dai racconti degli Atti. Non meno interessanti sono i paralleli ch’egli pone tra le memorie di Flavio e gli Atti di Luca. Oggi d’altronde è impossibile sostenere che
Presentazione
7
la storia del del Cristianes Cristianesimo imo primitivo primitivo possa possa essere compres compresaa senza la lettura dei testi di Flavio e della comunità di Qumran. Ma sono talmente tante le ipotesi esegetiche e filologiche enucleate nel libro che ci vorrebbe uno studio non meno approfondito per esaminarle una ad una. E la nostra vuol semplicemente essere una una “presentazione amichevole”, non una “introduzione critica”, critica”, anche se non posso esimermi dal notare che forse vien concesso troppo al gioco delle somiglianze-assonanze dei nomi propri di persona per poter elaborare su questo, che è indizio quanto meno precario, soprattutto in riferimento alla Palestina di allora, delle ipotesi storiografiche vere e proprie. Ora forse non resta a Mac che scrivere qualcosa di impegnativo sul quarto vangelo, cioè sull’unico documento del Nuovo Testamento che presenta nello stesso tempo, con la medesima abilità e disinvoltura, il Cristo più vicino alla realtà e quello più lontano. Chi sarà in grado di capire perché e dove Giovanni, o chi per lui, dica la verità e menta senza ritegno, riuscirà forse a sbrogliare la matassa di una delle vicende più tormentate della storia. Oltre a ciò vi è nel testo, in maniera trasversale, una serie di vicende e di riflessioni connesse all’esigenza di editare un proprio scritto, o di economia o di critica del Cristianesimo. Su questo devo dire, molto sinceramente, che avrei preferito vedere questo libro, più che che pubblicato a parte, posto come ampia introduzione (cronologica e riassuntiva di tutte le ricerche) di un bel volumone di 500 pagine! Ma per capire l’improponibilità di questo progetto basta leggersi quanto lo stesso Mac dice a proposito dell’abuso dell’informazione da parte di chi ne detiene il monopolio. Mac sa bene che la verità storica è sempre, purtroppo, la verità dei poteri dominanti, quelli appunto in grado di manipolare le informazioni. E sa anche bene che contro questa verità ogni dubbio è lecito, anche se la controverità proposta non è sempre supportata da prove convincenti. Enrico Galavotti www.homolaicus.com
Prefazione
9
Prefazione Per la sapienza diverrò immortale, lascerò ai posteri un imperituro ricordo. (Sapienza 8,13)
Introduzione
Non ricordo dove do ve ho letto che molti credenti perdono la loro fede a causa causa di una delusione patita, patita, quando quando si dedicano dedicano a qualche qualche impegno impegno sociale. sociale. Nell’anali Nell’analizza zzare re quanto mi è accadu accaduto to negli anni anni passati, passati, mi viene da confermare confermare questa questa asserzione: asserzione: in fin dei conti tutti i miei scritti scritti iniziarono proprio nel momento in cui ero impegnato in un importante ruolo istituzion istituzionale. ale. Da quel periodo periodo ho cominciato cominciato ad annotare annotare le mie riflessioni, riflessioni, perché perché davanti davanti al compute computerr trovavo trovavo le occasio occasioni ni migliori migliori per riordinare gli ideali che vedevo dilapidati nella nella realtà che mi circondava. circondava. I miei scritti scritti raccoglievano spiegazioni ovvero ovvero scoperte di collegamenti collegamenti tra gli eventi eventi vissuti: vissuti: era era di questo che sembrava sembrava affamato affamato l’animo. l’animo. Quando Quando si compone compone capita capita spesso spesso di di dover rimettere rimettere a posto la la frase frase appena stesa, ritornare indietro per riprendere un passo che intuisci non essere essere stato stato adeguatam adeguatamente ente compreso. compreso. Per me questa questa attività attività ha occupato diversi momenti liberi di molti giorni passati. Tante pagine sono state pubblicate, pubblicate, parte in cartaceo cartaceo e parte in Internet Internet e quest' quest'ultim ultimoo ambien ambiente, te, in parti particol colar ar modo, modo, si è propo proposto sto come come il conte contenit nitore ore più più adatto adatto per per gli gli studi studi che ho ho svolto. svolto. Così Così dop dopoo qualch qualchee anno anno le pagin paginee sono diventate diverse centinaia, perché in esse spesso le argomentazioni scendono nei nei particolari, le dimostrazioni si inseguono inseguono intercalate da grafici, figure, citazioni bibliografiche. Una marea di dati che, ordinati per argomento e uniti gli uni agli altri da costanti richiami, finiscono per tessere una fitta ragnatela di collegamenti che spesso sfidano anche il lettore più paziente, rischiando di fargli perdere il senso delle notizie che trova oppure, ancor peggio, p eggio, l’importanza delle scoperte offerte. Non tutto ha la stessa valenza scientifica e non possiamo pretendere dal lettore lettore la medesima medesima pazienz pazienzaa con cui abbiamo abbiamo elaborato elaborato i nostri nostri scritti. In fin dei conti, questi possono essere il frutto di mesi, anni di
10
Prefazione
costante costante impegno. impegno. Per Per noi che li abbiamo abbiamo concepiti, concepiti, ogni ogni passo può può signif significa icare re molto molto nell'ec nell'econom onomia ia di un ragi ragiona oname mento nto,, di di una una dimost dimostraz razion ione. e. Chi Chi ha davant davantii un libro, libro, spesso spesso,, deside desidere rereb rebbe be invec invecee averlo averlo terminato terminato quasi ancora prima prima di iniziarlo, iniziarlo, per arrivare arrivare al dunque dunque sorvolando ragionamenti sostenuti da minuziosi dettagli. È per questo che dopo cinque cinque anni ho voluto riassumer riassumeree tra queste queste righe righe quan quanto to cont contenu enuto to in in quasi quasi mille mille pag pagine ine regist registrate rate in rete. rete. Ho Ho desiderato farlo perché sono convinto dell'importanza di molte scoperte, del valore di tanti concetti estrapolati dalla realtà che ci attornia. In questo libro vorrei quindi offrire in poche battute la rappresentazione più contenuta, ma comunque appassionata, di quanto può una persona, se ha voglia e tempo da dedicare al semplice studio dell'ambiente in cui vive. Ognuno Ognuno di noi possiede possiede potenzial potenzialità ità inespress inespressee che potrebbe potrebbero ro fruttare scoperte importanti sia per gli altri che per se stesso. Mi esprimo così in quanto quanto ritengo ritengo che l'altruism l'altruismoo ripaghi ripaghi sempre, sempre, soprattutto soprattutto quando, nel tentativo di capire ciò che ci circonda, noi non facciamo altro che sondare più profondamente profond amente i nostri legami con esso. Vorrei che queste queste mie mie riflessio riflessioni ni fossero fossero utili utili a chi le le leggerà, leggerà, così come come lo sono state state per me nel moment momentoo in cui vi dedicavo dedicavo la la mia attenzione e che, ripeto, rendessero cosciente l'uomo di quanto quanto vi sia da portare alla luce rispetto a quello che solo apparentemente gli sembra tanto chiaro. Come altri testi lo sono stati per il sottoscritto, altrettanto vorrei che lo fosse questo mio per i lettori: un appassionante incoraggiamento alla scoperta dei nostri legami con il Tutto. Aiuti alla lettura
Nel sito Internet www.deiricchi.it sono sono contenute le ricerche che ho sviluppato in questi ultimi anni. Per quanto ho già detto, esse sono invero molte ma sono state necessarie per per approfondire gli gli argomenti ivi contenuti. Ovviamente molte meritano ritocchi, correzioni e miglioramenti più o meno estesi, che già da me provvedo di tanto in tanto ad apportare. Nel tentativo di coinvolgere in questo lavoro altre persone, ho pensato comunque di offrire in questo libro una sintesi ragionata ragionata di tutto tutto quello che che finora ho pubblicat pubblicatoo in rete. È indubbio indubbio quan qu anto to più più como comoda da sia sia la lett lettur uraa di un un libro libro risp rispet etto to all allee pagine pagine ch chee scorrono su un monitor: un testo cartaceo lo possiamo portare con noi
Prefazione
11
ovunque, è maneggevol ovunque, maneggevolee e … non nece necessita ssita di una una presa presa elettrica elettrica per essere visualizzato! È ovvio che, per essere succinto e non perdermi in rivoli dimostrati dimostrativi, vi, molte informazi informazioni oni non possono possono essere incluse incluse in questo libro che, invece, è utile per avere una visione più completa possibile che dia modo di controllare tutti i collegamenti tra argomenti solo apparentemente distanti. Queste pagine non sostituiscono quelle presenti sul sito, ma le completano e permettono di coglierne la trama come a volo d’uccello. Ovviamente ho cercato di esprimermi in maniera semplice, concisa e descrittiva, evitando linguaggi specialistici per le singole materie trat tratta tate te.. Ques Questo to non non sign signifi ifica ca ch chee il let letto tore re prim primaa o poi poi no nonn sent sentaa il bisogno di leggersi la pagina originale per ogni ricerca proposta, da cui poter trarre spiegazioni più convincenti o sulla quale applicare la propria critic critica. a. Per agevol agevolar arlo lo nell nell'in 'indiv dividu iduare are i bran branii che che con conten tengon gonoo ggli li appr ap profo ofond ndime imenti nti de degli gli arg argom omen enti ti trat tratta tati, ti, ne nelle lle note note cite citerò rò le pa pagin ginee con il numero con cui sono rinvenibili nel sito. Quando scriverò, ad esempio, 496 non non indicherò altro che la pagina a cui il lettore può giungere invocando l'indirizzo http://www.deiricchi.it/index.php?docnum=496 . Nel sito vi è anche una vasta bibliografia racchiusa in un'unica pagina (con numero proprio 496) i cui riferim riferiment entii in quest questoo testo testo indich indicherò erò semp sempre re tra tra parent parentesi esi quadre. Per non dover vincolare il lettore all’accesso ad Internet, nelle note riporterò riporterò anche anche i richiami richiami ad alcuni brani di altri autori autori in modo da ricavarli direttamente dai loro testi. Ringraziamenti
Non so quante persone dovrei ringraziare per quello di cui sono venuto a conoscenza. Sembrerà un noioso rincorrersi di parole, ma sono sicuro di poter dire: “esattamente tutte quelle quelle che conosco”. conosco”. Ognuna Ognuna di esse mi ha condotto, volontariamente o meno, a quello che sono ora. Per fortuna ho ho vissuto pochi, pochi, se pur intensi, intensi, distacchi distacchi da chi frequentav frequentavo: o: non mi riferisco semplicemente alle persone che non ci sono più, ma soprattutto a quelle da cui mi sono separato per forti dissidi personali. Anche queste sono esperienze che mi hanno insegnato molto, per quanto avrei preferito arrivare a certi risultati senza tali disaccordi.
12
Prefazione
Al di là di queste persone che la vita v ita ha allontanato dalla mia via, ho la fortuna di conoscern conoscernee altre altre da ringraziare ringraziare per tutto tutto quello che sanno sanno offrirmi quasi quasi quotidianame quotidianamente. nte. Forse sono sono loro quelle più importanti, importanti, anche anche se non non si elogia elogiano no mai esplicitame esplicitamente, nte, perché perché contiam contiamoo di ricambiare il positivo effetto della loro presenza con quella nostra su di loro. Per questo libro, in particolare, i ringraziamenti r ingraziamenti vanno a mia moglie, che ha sempre sempre avuto fiducia nelle mie intuizioni, e a Francesco, che mi ha consigliato correzioni e aggiustamenti preziosi per migliorare la leggibilità del testo. Poi vi sono quelle persone che neanche sanno della nostra esistenza esistenza ma che, per il loro ruolo sociale, hanno influito su di noi in qualche modo e in qualche momento della nostra vita. Anche per queste avrei una bella lista di nomi da elencare, magari partendo dagli autori di tutti i libri che che ho letto. Per questio questioni ni di memoria memoria e spazio spazio mi limito limito a ricordare: - Bepp Beppee Gril Grillo lo:: un suo suo spet spetta taco colo lo del del 199 19944 alla alla Rai Rai fu fu probab probabil ilme ment ntee il punt puntoo di partenz partenzaa per per abbina abbinare re l'imp l'impegn egnoo social socialee a un atteggiamento guardingo e portato a non dare alcunché di scontato; - un unaa librer libreria ia a Cama Camald ldol oli: i: ques questa ta loca locali lità tà dell dell'A 'App ppen ennin ninoo tosca toscanonoromagnolo è famosa per ospitare il convento di un antico ordine monastico (i Camaldolesi). Scendendo quasi annualmente dal 1998 in poi a passare più di qualche giorno di ferie, ho potuto frequentare la libreria del convento dove si possono acquistare libri molto interessanti. In particolar modo ho fatto per diversi anni incetta di testi che trattavano della povertà nel Mondo. A volte mi guardo indietro e non provo rammarico per non aver fatto questo o quello: non mi ritengo uno che ha mancato delle mete. Sono contento della strada finora percorsa e preferisco a volte chiedermi: sarei pervenuto a certe scoperte se mi fossero mancate le esperienze finora vissute? A questa domanda non ho trovato ancora una risposta convincente.
Costruire per distruggere
13
Costruire per distruggere Guai a coloro che aggiungono casa a casa, che uniscono campo a campo, sino ad occupare ogni spazio e diventano i soli proprietari in mezzo al paese. Ai miei orecchi è risuonata la parola del Signore Signore degli eserciti: eserciti: “Case “Case numero numerose se saranno saranno deserte, deserte, le grandi e belle belle saranno senza senza abitatore. abitatore.” ”
(Isaia 5,8-9)
La politica all'inizio dell'avventura
Il mio desiderio desiderio di ricerc ricercare are e giustifi giustificare care i vari vari legami legami tra le attività attività umane è sorto nel momento in cui, per una esperienza che stavo vive vivend ndo, o, no nota tavo vo le pro profon fonde de discr discrasi asiee tra tra i cosi cosidde ddett ttii “p “prin rinci cipi pi”” universali e i comportamenti sociali. I primi vengono insegnati fin da bambini e sono facilmente elencabili: elencabili: verità, giustizia, amore, carità, perdono. Per chi è cattoli cattolico, co, essi fanno parte parte di un bagaglio bagaglio che rientra rientra tra quelli acquisiti nelle ore passate a catechismo, ascoltati nelle prediche in chiesa, letti nei testi distribuiti d istribuiti durante le ore di religione e, spesso, confermati in famiglia. Ho sempre considerato rispettabile il metterli in pratica nella vita d'ogni giorno. Quando, da piccolo, l’adulto deve farti capire che sei sulla buona strada ti premia in qualche modo, anche semplicemente dicendoti “sei bravo e buono”. La spinta è verso una costante applicazione di questi principi, cosa che però non riesce mai del tutto o tanto naturalmente. Ci vuole impegno e soprattutto fermezza, caratteristica non certo invariabile per la natura umana. Di tutti tutti que questi sti prin princip cipi,i, person personalm alment entee ho semp sempre re riten ritenuto uto verità tà,, gius giusti tizi zia a - perché considerati impr impres esci cind ndib ibil ilii i pri primi mi due - veri “neutri” rispetto ai sentimenti e agli stati d'animo in cui mi trovavo ad agire. Non ho mai pensato di mentire o essere disonesto a seconda della situazione situazione o degli degli individui individui che avevo avevo di fronte. fronte. Mentre Mentre è risultat risultatoo per me più difficile o addirittura impossibile provare compassione e perdono nei confronti confronti di persone persone che, pervic pervicacem acemente ente,, infierivano infierivano contro di me o contro quelli a cui ero legato legato affettivamente. Se il rispetto
14
Costruire per distruggere
di tutti i principi citati, senza eccezione eccezione alcuna, è fondamentale per la mia “santità”, allora significa significa che sono sono ben distante da da tale traguardo. E, ciononostante, mi accontenterei di essere ugualmente accettato nella comunità in cui vivo. Ma quando, nell'ormai lontano 1995, mi dedicai all'impegno politico, mi scontrai con una situazione paradossale. Mi accorsi che non solo era necessario mentire e praticare l'ingiustizia, ma che quelli che lo facevano potevano salire i gradini del consenso sociale più velocemente e senza alcuna alcuna sanzione. sanzione. In pratica pratica loro loro meritavano meritavano complime complimenti nti da “bravi e buoni”, mentre io rimanevo indietro in dietro e anzi beccavo del “bastian contrario”, al punto che nel giro di qualche anno anno finii fuori gioco. gioco. Vi era un elemento fondamentale che consentiva a un comportamento ingiusto e menzognero di prevalere su uno equo e veritiero: veritiero: la capacità capacità di dissim dissimulare, ulare, di nascon nascondere dere “il peccato” peccato” commesso. Chi doveva giudicare quei comportamenti, in questo caso l'elettorato, non aveva molte possibilità di venirne a conoscenza, per cui il reo sfuggiva sfuggiva le valutaz valutazioni ioni a lui lui sfavorevoli sfavorevoli e poteva poteva guadagnarsi guadagnarsi l'affermazione del proprio dominio sugli altri. La menzogna e l'iniquità potevano trionfare contro la verità e la giustizia. E cosa cosa rim rimanev anevaa dell'amore, della carità e del perdono? Sono qualità facili da ostentare per un amministratore: in fin dei conti la sua carica carica non rappre rappresen senta ta già la sua sua ded dedizi izione one agli agli altri altri?? Tutte Tutte le occa occasio sioni ni in cui declama questo suo impegno, in cui premia qualche persona meritevole, in cui elargisce qualche contributo a questa o quella associazione, non sono da sole parvenza di amore e carità? Sì, ma il perdono? Beh, questo non è necessariamente contemplato in un ambiente in cui la contesa è all'ordine del del giorno. Ma quale miglior miglior impressione di perdono fornisce il politico se non quella che palesa in un atteggiamento costantemente sorridente e con le braccia accoglienti rivolte all'uditorio? Questa abiura dei principi insegnatimi fin dall'infanzia da più parti ha fatto fatto scatenare scatenare in me me un profondo profondo senso di disag disagio io e di repulsio repulsione ne verso la realtà in cui mi trovavo ad operare. Realtà che poi rispecchiava nel suo suo piccolo piccolo quella quella immensa immensa di cui ognun ognunoo viene a conoscenza conoscenza attraverso attraverso i mass mass media. media.
Costruire per distruggere
15
Il Mondo come il tuo tuo piccolo paese. Dove trova pace un animo che vede frustrati i suoi valori esistenziali? Il bel tempo passato a scuola
Per me è stato quasi naturale rituffarmi con la mente ai tempi della scuola, scuola, in cui certi “santi” “santi” principi principi sembravano sembravano sopravvivere sopravvivere intatti intatti.. In fin dei dei conti conti ecco ecco cosa cosa accade accadeva va in classe classe:: traduce traducevi vi bene bene una versi versione one,, risolvevi elegantemente un problema geometrico g eometrico e “automaticamente” il professore ti premiava con un bel voto, mentre quando sbagliavi non passavi indenne la punizione del docente. Sì, è vero che più o meno tutti ricordiamo certe “preferenze” accordate soprattutto in compiti compiti in cui cui la valutazion valutazionee non era così “scontata” “scontata”,, o matematicame matematicamente nte accertabi accertabile. le. C'era chi prendeva voti diversi per compiti simili che però un insegnante valutava a seconda della classe o dell'anno. Ma erano casi rari o comunque stigmatizzati dalla solidarietà dei rimanenti alunni: il “preferito”, “preferito”, il “lecchino “lecchino”” sapeva sapeva di non meritare meritare la stima stima dei suoi suoi compagni. La mente mente ritorna ritorna ancora ancora a quei quei momenti momenti così così “teorici”, “teorici”, in cui i “bravi”, “bravi”, i “buoni” “buoni” erano erano veramente veramente tali tali perché perché vi erano erano dei dei “superiori” “superiori” che generalmente non erravano nel loro giudizio e consentivano l'instaura l'instaurarsi rsi di esempi esempi chiari di buon comportam comportamento ento che i “discenti” “discenti” imparavano a distinguere. Ma da grande, cosa accadde di così importante da dubitare della retta via? L'urbanistica dei bisogni inesauditi
Ho avuto la fortuna di impegnarmi per qualche anno come assessore nel mio paese, in materie che riguardavano l’ambiente in senso lato. Quando seguivo l'urbanistica, la materia che regola l’edificazione di un territorio, la sconfitta più grande per me era non riuscire ad assecondare chi mi chiedeva se poteva costruire la propria casa, avendone bisogno. La do doma mand ndaa di un qua qualc lchhe resi residden ente te era era sem sempl plic icee e la ri risp spos osta ta tristemente scontata: “Senta, assessore, sono proprietario di quel pezzo pezzo di terreno e vorrei costruire la casa per mio figlio: posso farlo?”. Risposta: “Mi dispiace ma il suo è un terreno agricolo, non residenziale, residenziale, ed è quindi una zona impro impropria pria per l’edificazione”. l’edificazione”.
16
Costruire per distruggere
Quel cittadi cittadino no aveva un pezzo pezzo di terreno che che valeva ben ben meno di quello che avrebbe dovuto acquistare per avere il diritto ad un’abitazione. Se spendeva i soldi per un terreno fabbricabile non ne avrebbe avrebbe avuti più più per costruirvi costruirvi sopra sopra la casa. Potevo Potevo fare qualcosa qualcosa?? Non era nelle mie facoltà quello di trasformare in fabbricabile il terreno di quella e altre persone: il procedimento dipendeva dall'autorizzazione della Regione oltre che, spesso, da oggettive limitazioni urbanistiche, in quan qu anto to ter terre reni ni dis dista tanti nti dal cent centro ro de dell pa paes esee non non hann hannoo la stes stessa sa probabilità di divenire edificabili edificabili di quelli più vicini. Eppure, proprio in centro, centro, c’erano c’erano terreni fabbrica fabbricabili bili non non ancora ancora costruiti. Per risolvere il problema di molti cittadini cittadini che possiedono un terreno terreno agricolo agricolo e vogliono vogliono edificarv edificarvii la loro casa, casa, basterebbe basterebbe effettuare effettuare uno scambio a parità di valore con quelli edificabili. Se io ho 2.000 metri quadri di terreno fabbricabili e tu 2.000 di terreno agricolo, basterebbe dividere a metà i terreni, così che entrambi veniamo in possesso di 1.000 metri quadri di ognuno dei due tipi di terreno, ed entrambi possiamo così soddisfare il nostro bisogno senza rimetterci alcunché. Questo solo in teoria, perché in effetti il proprietario di un terreno fabbricabile non lo scambierà mai, neanche in parte, con uno agric agricolo, olo, in in quanto quanto ques questo, to, nel “merca “mercato” to”,, vale vale gen genera eralm lment entee molto molto meno. Ma ciò non genera un'ingiustizia sociale? In effetti forse forse questo è solo uno dei problemi problemi legati alla alla cosiddet cosiddetta ta “rendita di posizione” dei terreni, che in Italia ha condotto ad una costruzione selvaggia e ha ha letteralmente dilapidato l'ambiente naturale favorendo l’abusivismo incontrollato. L'incapaci L'incapacità tà di sistemare sistemare una situazione situazione ingiusta ingiusta dal punto punto di vista sociale sociale e deleteria deleteria da da quello quello edilizio edilizio mi mi aveva fatto ritornare ritornare in mente mente una distribuzion distribuzionee urbanist urbanistica, ica, ideata ideata mentre mentre seguivo seguivo le lezioni lezioni di composizione composizione archite architettonic ttonicaa all'Univers all'Università. ità. Era una specie specie di città ideale ideale il cui modello minimo, opportunamente ripetuto, permetteva di occupare tutto il globo. Di per sé la costruzione somigliava ad un frattale in cui l'insieme complessivo è ottenuto dalla ripetizione di un suo elemento primigenio. Era geometricamente intuitiva e permetteva di svolgere semplici, ma efficaci, calcoli di sostenibilità dell'azione umana sull'ambiente. Ad esempio, quanti abitanti può sopportare la Terra? Con quel modello ero pervenuto all'ottimistica cifra di 30 miliardi di persone
Costruire per distruggere
17
che potrebbero vivere con le tecnologie attuali senza compromettere l'ecosist l'ecosistema. ema. Ovviamente Ovviamente non ho la pretesa pretesa di di aver aver elaborato elaborato un un dato dato atte attend ndib ibil ilee, ma no nonn eran eranoo qu quel elle le le risp rispos oste te più più int inter eres essa sant ntii ch chee scaturivano dai risultati ottenuti. Quello che sembrava più evidente era invece quanto segue: - le nostre nostre citt cittàà son sonoo edi edifi fica cate te male male ed evo evolvo lvono no in in peggi peggio; o;1 - co cons nsum umia iamo mo e spe spend ndia iamo mo molt moltii soldi soldi pe perr cost costrui ruire re e man mante tene nere re le le 2 città come sono; - qu ques esto to stat statoo di co cose se è leg legat atoo ad ad una una manca mancata ta o pes pessi sima ma regolamentazione dell'edificazione;3 - vi sono sono forti forti interes interessi si econ economi omici ci privat privatii alla alla radice radice della della dist distruz ruzion ionee dell'ambiente.4 Ognuno di noi può sperimentare quotidianamente come molti si siano ridotti a vivere in ambienti ristretti e debbano usare vie di comunicazioni in cui la frenesia e il caos aumentano il rischio di incidenti spesso mortali. Per la maggior parte di noi non vi è stato quindi progresso nella costruzione delle nostre abitazioni, quartieri e città. In più l'inquinamento dell'ambiente si estende minaccioso senza risparmiare alcuno.5 Quanti soldi per vivere meglio?
Chi amministra un ente locale, a qualsiasi livello, sa bene di dover fare i conti con risorse economic economiche he spesso spesso insufficient insufficienti,i, tanto rispett rispettoo alle richieste dei cittadini quanto con riguardo alla propria progettualità. Non è che una volta eletti eletti gli amministratori abbiano disponibilità disponibilità tali da sviluppare le idee che vorrebbero perseguire, anzi a mala pena possono soddisfare le esigenze ordinarie. Anche per me che avevo elaborato un modello geometrico di urbanizzazione, una volta ricoperta la superficie terrestre di tante città modello, era naturale chiedermi: ma dove si trovano i soldi per ricostruire tutto l'esistente secondo questo progetto ideale? 1
27. 18. 3 14. 4 15. 5 30, 31. 2
18
Costruire per distruggere
Sulle questioni economiche potremmo discutere all'infinito, tanto che autori preparati sull’argomento propongono addirittura di ripensare completame completamente nte gli scambi scambi commercial commercialii e anche la necessit necessitàà di una moneta per essi. In sostanza, potremmo vivere senza usare il denaro? Per me, neofita della materia, non era certo questo il ramo di ricerca che mi accingevo a percorrere: dovevo prima capire. L'economia era una materia completamente nuova in cui cimentarmi, diversamente dall'urbanistica in cui la scuola e l'esperienza amministrativa mi avevano fornito strumenti per cercare soluzioni alternative verso il miglioramento. Cominciai allora con delle semplici simulazioni su come un cittadino può accumulare il suo reddito, tenuto conto che non vive normalmente da solo ma in comunità che gli impongono, attraverso il prelievo fiscale, di contribuire alle spese sociali. Ne derivarono diversi fogli elettronici in cui era facile intravedere la spiegazione matematica di un famoso detto veneto veneto “Schei “Schei tira schei, schei, peoci tira peoci” peoci” (“i soldi attirano i soldi, i pidocchi attirano i pidocchi”). In altre parole la saggezza popolare aveva già stigmatizzato l'andamento della storia: se i ricchi ricchi diventano diventano sempre sempre più benestanti benestanti,, i meno abbie abbienti nti tendono tendono ad impoverire sempre più. Ancora una volta si dimostrava che la sapienza umana ha radici antiche, quello che muta è il modo in cui si possono esprimere i concetti estrapolati dall'esperienza. La matematica è un linguaggio che non solo riesce a descrivere spesso molto precisamente la realtà, ma consente anche di ipotizzare comportamenti futuri o addirittura il passato che ha condotto alla nostra esistenza. Oltre a ciò permette di insinuarci nello studio di ciò che accadrà prevedendo l'effetto di modifiche da noi introdotte. Nel caso delle curve di reddito da me proposte veniva naturale studiare come influiscono influiscono sul reddito reddito - o meglio meglio ancora sul sul patrimonio patrimonio e sul reddito ovvero ovv ero la la ricche ricchezz zzaa di ogn ognii citta cittadin dinoo - modi modi divers diversii di calco calcola lare re il prelievo fiscale. Applicando sistemi correnti di tassazione scoprivo questi meccanismi: - la veloci velocità tà di increm increment entoo ddell ellaa propr propria ia ricchez ricchezza za dipend dipendee da come come si viene tassati. In particolar modo una tassazione di tipo progressivo rallenta la propensione a diventare sempre più ricchi rispetto ad una in cui il prelievo è solo proporzionale pro porzionale alla ricchezza;
Costruire per distruggere
19
-
se noi fissia fissiamo mo un limi limite te di redd reddito ito sotto sotto ilil quale quale un cittad cittadino ino rischi rischiaa di diventare diventare “pov “povero”, ero”, allora allora i meno abbienti abbienti corrono il pericolo pericolo di incamminarsi verso questa miseria sempre in virtù del sistema di tassazione applicato. In poche parole, i ricchi devono essere tassati più dei d ei poveri. Se vogliamo che nessuno dei cittadini finisca sotto la soglia di povertà, allora né il sistema proporzionale né quello progressivo danno certezza del risultato, anche se quest'ultimo è sicuramente migliore del primo. Elaborai allora un sistema di prelievo fiscale più attento ai fini propostimi e lo paragonai agli altri due. L’indice che faceva capire i diversi effetti dei vari sistemi fiscali era quello di Gini, un coefficiente che misura la distribuzione del reddito, o meglio della ricchezza fra un insieme di individui.6 Legando ricchez ricchezza, za, tassazion tassazionee e indice di Gini Gini si dimostrava una notevole serie di meccanismi che addirittura influenzava i comportamenti umani sull'ambiente. Distribuzione della ricchezza e inquinamento sembrano dunque molto correlati. Prelievo fiscale e debito pubblico
Se il prelievo fiscale ha così grande effetto non solo sulla distribuzione della ricchezza ma anche sul modo in cui l’uomo sfrutta e degrada degrada l'ambiente, l'ambiente, viene viene spontaneo spontaneo chieders chiedersii come egli si dia da fare per porre rimedio a questa situazione. Un rapido excursus della normativa italiana7 mi forniva un quadro che confermava le elaborazioni proposte ed era di ben poco poco auspicio per il futuro. In pratica, il sistema di tassazione progressivo non solo è applicato ad una piccola parte della ricchezza individuale8 ma anche quest’ultima, col passare degli anni, è andata soggetta sempre più ad un prelievo ad aliquota fissa, cioè di tipo proporzionale o, per usare termini correnti, a “flat tax”. Ciò ovviamente non è senza conseguenze,9 tanto da richiedere un meccanismo per far fronte alle due più impellenti im pellenti situazioni critiche: - il risch rischio io di di rend render eree pover poveraa una una gross grossaa fasc fascia ia di di popol popolaz azion ione; e; 6
34, 35. 37. 8 39. 9 50. 7
20
-
Costruire per distruggere
la manca mancanza nza di fondi fondi per manten mantenere ere i servi servizi zi socia sociali li (dalla (dalla sanità sanità ai trasporti pubblici tanto per fare due importanti esempi). Quale sia il sistema per correggere le distorsioni di un prelievo fiscale sempre più ingiusto riuscii ad intuirlo non appena incappai nei dati che riportavano come si è evoluto evoluto nel tempo tempo il famigerato famigerato “debito pubblico”. A volte, volte, parlando parlando con le le persone, persone, scopro scopro con stupore stupore che sanno sanno dell de ll'e 'esi sist sten enzza di que quest staa “en enti tità tà”” ma ch chee ne igno ignora rano no pper er lo lo più più le caratteristiche. Dovetti escogitare una breve storiella 10 per far comprendere come lo Stato si stia servendo dei soldi che noi depositiamo in banca per mantenere il proprio funzionamento, ma con il pericolo che il risparmiatore non possa più ritirarli il giorno che ne avesse bisogno. Insomma la gente normalmente non sa che, acquistando titoli di Stato, non fa che mettere a repentaglio i propri depositi bancari, rischiando rischiando di coinvol coinvolgerci gerci tutti tutti in una situazi situazione one tipo tipo quella che ha messo in ginocchio l’Argentina a causa del suo debito estero. Vi è però una non trascurabile trascurabile differenza tra quest’ultimo quest’ultimo e il debito pubblico: 1. per azzerare il primo, uno Stato può scegliere di non onorare i debiti con gli investitori investitori esteri, esteri, quindi quindi a rimetterci rimetterci saranno saranno i cittadini cittadini di altri Stati (con la cristi dell'Argentina hanno perso i soldi anche cittadini italiani); 2. per azzerare il secondo, uno Stato può decidere di non saldare i crediti con i propri cittadini che gli hanno comperato i titoli. Quello che accadrebbe nel secondo caso sarebbe quindi ben più grave che nel primo, perché effettivamente le casse bancarie si troverebbero vuote impedendo di recuperare i propri risparmi ai cittadini dello stesso Stato in crisi. La storia italiana insegna che l'abbandono della tassazione progressiva - tutto sommato un buon sistema che rallenta rallenta l'arricchimento di pochi pochi per tutela tutelare re la maggior maggioranza anza - è andato andato di pari passo passo con l'aumento del debito pubblico,11 ma questo a favore di chi? Semplicemente dei benestanti che volevano accumulare sempre più ricchezze e per farlo cercavano di ridursi le tasse da pagare. Per farsi 10
45. 46.
11
Costruire per distruggere
21
un'idea di quali altri modi vengano da questi utilizzati per gli scopi prefissati basta poi leggersi anche solo la cronaca di ogni giorno. giorno.12 Disugu Disuguagli aglianza anza nella nella distr distribu ibuzio zione ne della della ricc ricchez hezza za e controllo dell'informazione dell'informazione
Potremmo sbizzarrirci alla ricerca di dati nei siti ufficiali dell'Onu e di altre organizzazioni più o meno governative per rintracciare r intracciare conferme o miglioramenti alle deduzioni tratte dalle ricerche proposte in campo economico. Ma a me interessava raggiungere la radice di queste discrasie, quindi avevo bisogno di fare qualche passo indietro nella storia piuttosto che rimanere a leggere la realtà più prossima. Per questo ho ripreso in mano manuali più o meno specialistici e ricercato i passi che potessero almeno confermarmi una legge che mi era balenata per la mente. mente. La esprimevo esprimevo attraverso attraverso la raffigurazione raffigurazione di un “pendolo “pendolo della 13 vita” in cui vedevo due estremi verso i quali la distribuzione della ricchezza sembra essere attratta: la perfetta uguaglianza tra individui da un lato contro, dall'altro, il possesso di uno solo a scapito dei molti. Due estremi impossibili da raggiungere e di cui anche la storia non sembra aver riportato traccia, mentre vi sono testimonianze del moto del “pendolo”, come attratto tra queste situazioni estreme. E soprattutto sono misurabili fin dall'antichità i passi che hanno scandito le differenziazioni sociali, normalmente denominate “classi”.14 Sempre la storia insegna, inoltre, che per mantenere la gerarchia sociale non viene adoperata solo la forza e la preponderanza di mezzi a disposizione del “Signore” sul “popolo”, ma la sottomissione viene fatta accettare a quest'ultimo attraverso il controllo dei suoi pensieri e delle sue opinioni.15 Perché il povero deve adattarsi alla propria condizione e non potrebbe farlo se seguisse i suoi semplici istinti, soprattutto nel momento in cui si paragonasse ad un suo simile che vive in condizioni ben più agiate. La sua situazione di “malessere” deve essere supportata su pportata da tutta una serie di giustificazioni che lo convincano che è ciò che può meritare in questa vita terrena. 12
51, 52, 53. 68. 14 59. 15 139. 13
22
Costruire per distruggere
Seguendo questo ragionamento, mi veniva spontaneo rileggere le scene scene dell'Ed dell'Eden en tra tra il “Signo “Signore” re” e “l'u “l'uom omo” o”16 dove la proibizione della “conoscenza del bene e del male” sembrava una chiara esemplificazione del tentativo da parte del primo di mantenere il suo suddito in uno stato “d'incoscienza sociale”. Adamo non doveva cioè desiderare di fare una vita come quella quella del “Signore” “Signore”,, e da questa aspirazione aspirazione poteva poteva essere essere trattenuto non facendogli percepire la differenza tra il suo stato (nudo e soggetto soggetto all'obbedie all'obbedienza) nza) e quello quello del “Signore” “Signore” (vestito (vestito e padrone padrone di comandare). Così facendo avevo finito coll’interessarmi di religione, il tema che si rivelerà il più ricco di sorprese. sorpr ese.
16
249.
Passi verso la religione
23
Pass Passii ver verso la reli religi gion one e Soltanto il terreno dei sacerdoti il faraone non acquistò, perché i sacerdoti avevano un'assegnazione fissa da parte del faraone e si nutrivano nutrivano dell'asseg dell'assegnazio nazione ne che il faraone faraone passava passava loro; per questo non vendettero il loro terreno.
(Genesi 47,22)
Primi tentativi di pubblicazione pubblicazione
Cosa succede quando ti sembra di aver intuito qualcosa d'interessante? Provi a sottoporlo a qualcun altro per capire se la tua sensazione è condivisibile oppure è solo frutto di un tuo puerile entusiasmo. Le persone più care, le più vicine risultano facili bersagli di questo tentativo di affermazione del tuo pensiero. È capitato anche a me e i primi scritti videro il vaglio di mia moglie e di un compianto professore di liceo. Due persone di cui mi sono sempre fidato moltissimo, entrambe con una elevata dose di cultura e sensibilità. Poi si cerca una casa editrice. Il primo libro era manifestamente troppo tecnic tecnico, o, ma sapevo sapevo che dentro dentro conteneva conteneva in nuce alcuni concetti importanti. Il primo editore che contattai mi fece chiaramente capire che la gente non sarebbe stata in grado di leggerlo o apprezzarlo, non conteneva conteneva argomenti argomenti “comunemen “comunemente” te” interess interessanti anti e, e, soprattutto, soprattutto, non non erano esposti in modo semplice da leggere. Devo ammettere che, come autore, non eccellevo in modestia e non mi accorgevo della difficoltà dei miei scritti. Non consideravo almeno due aspetti: - ch chee se si vuo vuole le com comuni unica care re i pro propri pri pen pensie sieri ri a qua quals lsia iasi si per perso sona, na, bisogna esporli in un linguaggio più immediato e comune possibile. Niente tabelle quindi e grafici che fanno parte di un bagaglio conoscitivo per pochi interessati o specialisti; - molt moltoo spess spessoo il let letto tore re rifi rifiut utaa quell quelloo che gli è diven divenuto uto ind indig iges esto to quando doveva apprenderlo per forza. Per molti le rappresentazioni matematiche e geometriche erano già difficili da digerire a scuola, figuriamoci se le accettano all'interno di un libro che magari
24
Passi Passi verso verso la religi religione one
acquistano sperando che la sua lettura avvenga in qualche momento di relax! Partendo da queste due considerazioni dovevo ammettere che l'impostazione del primo testo era sbagliata, e quelle che consideravo buone idee si perdevano all'interno di una marea di speculazioni aritmetiche e geometriche, oltre a rappresentazioni tabellari spesso ridondanti. La bozza del secondo testo partiva da queste constatazioni e mi ripromettevo di non sbagliare ulteriormente. Perché questo mi avrebbe permesso di avere un editore alle spalle: un importante passo per meglio diffondere le proprie idee. Dilemmi esistenziali
Dopo aver capito come meglio confezionare il testo, si riproponeva quindi ilil problema problema di trovare trovare l'editore l'editore adatto agli argomen argomenti ti da me trattati. Ovviamente cercavo qualcuno disposto a pubblicare qualcosa d'alternativo: in fin fin dei conti i miei studi non erano critiche al sistema, non ne mettevano cioè in discussione il funzionamento? A casa nostra i libri non sono mai mancati, anzi il loro acquisto si è mantenuto costante negli anni. Di case editrici ve ne sono parecchie che farebbero al caso mio. Perché non partire da una di grosso calibro? Tentai, ma la risposta fu di netto rifiuto. Ripartii allora da una meno nota ma comunque di buon livello, dichiaratamente di ispirazione cattolica e interessata ai problemi del Terzo Mondo, allo sfruttamento, alla povertà e quindi alle distorsioni sociali dell'età contemporanea. Era settembre 2002 e i contatti continuarono fino a maggio 2003 quando si interruppero, seppur con i più cordiali saluti, nonostante nonostante ripetute attestazioni attestazioni di stima e interesse. interesse.1 La cosa mi aveva fatto un po' arrabbiare, per il semplice fatto che non mi aspettavo un tira e molla così inconcludente, soprattutto perché avevo a che fare con dei dichiarati paladini della giustizia e per me una promessa non realizzata realizzata era già un'ingiustizia un'ingiustizia dura da digerire. Inoltre, nei miei scritti avevo esaltato alcune parti della Bibbia che rinviavano ad importanti norme economiche e sociali.2 Non si era tenuto 1
11. 113.
2
Passi verso la religione
25
conto di queste, queste, oppure l'interpre l'interpretazio tazione ne che davo davo all'episod all'episodio io della 3 Genesi disturbava un po' troppo? No, quest'ultima possibilità era da scartare per il semplice fatto che su richiesta dell'editore avevo tolto queste pagine, seppur a malincuore. Cosa c'era che ancora non andava nei miei scritti? Questa domanda mi assillava e mi creava quasi una crisi d'identità. Anche perché le motivazioni addotte dall'editore per rifiutare la mia opera erano ancora legate ad una presunta difficoltà di lettura da parte del pubblico. Nonostante avessi nel frattempo revisionato il testo secondo secondo le indicazi indicazioni oni pervenutem pervenutemi,i, sembrava sembrava ancora ancora lontano lontano dalle dalle aspettative delle persone a cui mi rivolgevo. Ma quanto dovevo abbassare il livello per rendere leggibili i testi che scrivevo? Ad una condizione inferiore a quella soglia d’intelligenza per cui si può parlare semplicemente di stupidità? Seppur preso dallo dallo sconforto, sconforto, nella mia testa cominciaro cominciarono no a circolare ragionamenti di questo genere: - no nonn sono sono mai mai sta stato to un unoo spe special cialis ista ta di alc alcun uncché hé;; - gli argome argomenti nti che tratto tratto sono sono noti noti a chiunqu chiunquee abbi abbiaa un’istru un’istruzio zione ne almeno da scuole medie; - ho tolt toltoo tutt tuttee le digre digressi ssion onii con con un lin lingu guag aggio gio tropp troppoo logi logico co o formalista, come richiestomi dai miei primi lettori; - il modo modo di scrive scrivere re è stat statoo sott sottopo oposto sto al vag vaglio lio di pers persone one che fanno fanno un mestiere che riguarda la scrittura per il pubblico e che hanno bistrattato parole e frasi frasi per renderle adatte al lettore medio. Cosa c'era ancora da cambiare, da migliorare? L'editore dava dava colpa al pubblico pubblico forse perché perché non voleva voleva prendersi prendersi la responsabi responsabilità lità di di rifiutare il mio scritto per i temi di cui non condivideva le conclusioni? Avevo tante tante domande domande ma i miei scritti scritti rimanevano rimanevano nel cassetto, cassetto, o meglio meglio nell'hard nell'hard disk del mio mio computer, computer, come alberi alberi in un giardino giardino in cui nessuno passa per raccoglierne i frutti. Che frustrazione, soprattutto quando qualcosa ti dice che i frutti sono buoni e potrebbero giovare a molti. Semplice presunzione? Dovevo concedermi un'altra prova e far tesoro di tutte le motivazioni, più o meno esplicite, che avevano chiuso le porte alla mia iniziativa. 3
250.
26
Passi Passi verso verso la religi religione one
La religione non può attendere
Facciamo Facciamo un piccolo piccolo passo indietro, indietro, a quando, appena appena terminato terminato il secondo testo e ancora prima di mettermi a cercare un editore, avevo cominciato a svolgere ricerche sulla religione. Il motivo era semplice: durante i miei studi leggevo qua e là qualche passo della Bibbia e lo trovavo estremamente interessante. Tutto sommato non è la storia di un popolo quello di cui narra questo libro? Come era accaduto con la prima delusione in campo politico, anche in questo momento di sconforto tali temi mi riportarono lontano nel mio passato. Fu proprio sempre durante gli anni dell'Università che mi ero imbattuto nel problema della fede. Ricordo che una volta, discutendo di questioni religiose con un teologo, di fronte alle mie insistenti domande per ottenere risposte più “ragionate”, lui mi rispose con una frase lapidaria: “Devi aver fede, solo allora allora troverai la risposta corretta ai tuoi quesiti.” Di fronte a questa affermazione non mi ostinai oltre con la discussione. Mi parve che non ci fosse possibilità di un'ulteriore ricerca nel cammino logico che io avevo cercato di iniziare con questa persona preparata sui temi dell'esistenza dell'esistenza di Dio, del bene e del male, male, e così via. Ma cos'era mai questa benedetta fede? Perché dovevo credere e chi mi dava la forza per farlo? La mia logica non accettava una tal imposizione, e il perché è presto detto. Il giorno dopo infatti dovevo affrontare un esame di analisi matematic matematica. a. Ad una domanda domanda qualsias qualsiasii del professore, professore, del tipo: tipo: “Mi dimostri il teorema tal dei tali”, sarebbe stato semplice rispondere come quel teologo teologo aveva fatto alle mie domande: domande: “Guardi, “Guardi, caro professore professore,, il teorema enuncia queste affermazioni. Che siano vere dipende da quanto lei ci crede, dipende da quanto è grande la sua fede.” Una risposta di questo tipo mi avrebbe forse guadagnato un bel sorriso da parte del matematico, ma non certo un voto per proseguire gli studi. s tudi. Eppure perché in materia di religione la fede può essere l'ultima risposta oltre la quale tutte le domande devono tacere? Lo stesso teologo dopo qualche tempo, conoscendo il mio interesse per certe tematiche, mi fermò e mi propose un acquisto: “Guarda, sarebbe bene per te che ti procurassi la nuovissima versione della
Passi verso la religione
27
Bibbia.” Bibbia.” Al che, io risposi risposi subito: subito: “Ma perché, perché, visto visto che ne ho già una 4 acquistata acquistata appena appena sei anni fa?”. fa?”. In effetti ricordavo ancora il primo anno di Liceo quando, con la lista dei libri da comperare, andammo in libreria e mia madre mi disse: “Anche se potrei darti la mia copia, è giusto che tu abbia la tua Bibbia personale”. Ma lui insistette: “Questa è tradotta nella lingua corrente, più vicina al tuo modo di parlare”. p arlare”. Al che io ribattei: “Ma non può mica dire cose diverse, anche se usa parole più moderne!”. E quella Bibbia5 non la comprai mai. I tesori nella Bibbia
Col passare degli anni il problema della fede era rimasto in un angolino angolino dei miei interessi interessi,, perché le letture letture che ho affrontato affrontato si sono succedute in ambiti del tutto diversi da quello religioso. Ma quando cominciai a scrivere il primo libro mi ritornò in mente più di qualche passo della Bibbia che avevo cominciato a scorrere ai tempi delle superiori. Nella mia giovinezza giovinezza ricordo infatti di essermi addentrato addentrato in qualche libro del Vecchio Testamento, partendo proprio dalla Genesi, ma poi di aver anche smesso, perché perché dopo ogni lettura mi comportavo in maniera piuttosto intransigente con gli altri. Forse le parole di rimprovero che trovavo nei racconti biblici mi rimanevano talmente impresse che le usavo io stesso nei rapporti con familiari e amici. Decisi allora di sospendere lo studio, senza senza neanche darmi un tempo tempo in cui ricominciare il percorso culturale interrotto. Ma in questi ultimi anni, come dicevo, scoprendo che nella Bibbia potevano nascondersi tesori preziosi per le mie ricerche, ho capito che una sua completa disamina non poteva essere rimandata all'infinito. Inizia Iniziaii quindi quindi la sua lett lettura ura non non appena appena termi terminat nataa la stesur stesuraa della della prima bozza del secondo libro e la finii abbastanza velocemente grazie alle ferie dell'agosto 2002. Certo, l'impr l'impression essionee che ne trassi trassi era ben ben diversa diversa da quella quella che avevano cercato di passarmi gli insegnanti. Tanto più che le parole del 4
[Bibbia]. [Bibbia1]. Effettivamente era in possesso di mia moglie, grazie alla quale ho potuto comunque leggerla. 5
28
Passi Passi verso verso la religi religione one
Vecchio Testamento non risvegliavano in me più alcuna intransigenza, ma i racconti svelavano una continuità che pareva ben adattarsi a certe considerazioni che ero andato maturando negli anni. Ciò che però mi risultava ancora difficile da comprendere era come gli insegnamenti della Chiesa non rispecchiassero quello che io ritenevo essere il messaggio che scaturiva dalle parole dei testi sacri. Confrontando il Vecchio Testamento con il Nuovo, è palese il diverso carattere del Dio ivi descritto; iroso e vendicativo nel primo, dispensator dispensatoree di consigli paterni paterni nel secondo. secondo. In fin dei conti, è ancora ancora più evidente che nel Nuovo Testamento Dio è praticamente assente, in quanto la parte principale viene svolta da Gesù e poi da Paolo. Uomini quindi, anche se il primo si presenta, e viene presentato da Paolo, come il “Cristo” “Cristo” o meglio meglio il “Figlio “Figlio di Dio”. Certo l’ambiente nel quale videro la luce le due parti in cui è comunemente suddivisa la Bibbia è ben diverso e lontano nel tempo. Il Vecchio Testamento è una raccolta di libri redatti in epoche lontane che coprono coprono forse forse l’intero l’intero millenni millennioo avanti avanti Cristo. Cristo.6 Testi che narrano le vicissitud vicissitudini ini di un popolo, popolo, gli gli Ebrei, Ebrei, che si si dice destinatari destinatarioo della esclusiva promessa dell’unico vero Dio. Un popolo che sopporta mille traversie, deportazioni da un posto all’altro del Medioriente ma che, forse proprio per questo motivo, sfrutta la fede religiosa per rinsaldare ogni volta i propri legami. Quasi in posizione antitetica, del Nuovo Testamento ci viene invece raccontato che venne composto per convincere gli Ebrei che tra loro era sceso sceso addirittura addirittura il “Figlio “Figlio di Dio”. Questo Questo personaggio personaggio venne però però da loro rinnegat rinnegatoo e addirittura addirittura per lui chiesero chiesero la condanna condanna a morte. morte. Gli Ebrei rifiutarono il Gesù evangelico e successivamente concretizzarono questo loro distacco, evitando di inserire i libri del Nuovo Testamento nel loro canone, canone, cioè nella nella lista dei libri libri sacri, che rimasero rimasero perciò perciò solo 7 quelli quelli del Vecchio Vecchio Testamento. Testamento. Come era potuta nascere dall’Ebraismo una religione come quella Cattolica?
6
[Storia Israele]. 128.
7
Passi verso la religione
29
Evidentemente dovevo ancora leggere l'interpretazione della Chiesa su quelle parole. Il “Catechismo della Chiesa Cattolica” 8 era lì pronto ad aspett aspettarm armii neg negli li scaf scaffal falii della della libre libreria ria di di casa casa già da qual qualche che ann anno. o. Mi Mi gettai quindi nella sua lettura. E non potei che imbattermi nuovamente, dopo anni, ancora nel problema della fede. Ma ora avevo di fronte strumenti di comprensione corroborati da un'esperienza di vita che non lasciavano ancora le domande senza risposte. Era nel confronto tra Bibbia e Catechismo che forse potevano trovarsi le risposte alle domande rimaste irrisolte tanto tempo prima. Ma non erano risposte ancora scritte. Un diverso approccio al Nuovo Testamento
Il “cristi “cristiano ano”, ”, qua quall ero ero stato stato a qu quel el tempo, tempo, non poteva poteva certam certament entee non soff sofferm ermars arsii ora su una una parte parte fond fondame amental ntalee di tutt tuttaa la Bibbia Bibbia:: il Nuovo Testamento, i libri in cui viene raccontata la storia di Gesù. Quello che mi stupiva all'epoca, dopo aver letto tutti e quattro i Vangeli, era il fatto che la Chiesa all'origine non si fosse mai preoccupata di uniformare questi testi in uno solo. Effettivamente, come poi scoprii, il tentativo ebbe ebbe origine ma venne presto abiurato.9 Sapevo inoltre, avendolo letto, che alcuni studiosi10 hanno sollevato obiezioni su alcune incongruenze nei racconti dando voce alla possibilità che quanto ci è stato finora raccontato sia semplicemente frutto di un'invenzione da parte di malintenzionati. Un duro colpo, se ciò fosse dimostrato, per molti credenti. Nei primi giorni del 2003 cominciai a cercare in Internet e mi imbattei in qualche pagina scritta da religiosi dove venivano riportate le conferme dell'esistenza di Gesù e, ovviamente, di alcune parti più importanti della sua vita, prima fra fr a tutte la risurrezione. Sentivo che non potevo fidarmi semplicemente di questi studi, tra l'altro piuttosto ripetitivi in quanto riferivano sempre le stesse testimonianze. Trovai invece invece che un sito sito ben più ricco ricco di spunti spunti di riflessio riflessione, ne, sia per il metodo metodo 11 di analisi analisi che per i contenuti, contenuti, fosse “Homolaic “Homolaicus”, us”, dove le critiche alla 8
[Catechismo]. 273. 10 [Chiesa cattolica]. 11 [Homolaicus]. 9
30
Passi Passi verso verso la religi religione one
religione si intrecciano con la proposizione di basi alternative su cui fondare nuovi studi sugli eventi del d el passato. Dopo ore passate allo schermo leggendo pagine e pagine di questi siti, mi colse l'idea che vi fosse un modo per scoprire la verità storica dietro quel ripetersi di racconti in quattro libri diversi. Iniziai a pensare ad un metodo di analisi per confronto di un'informazione qualsiasi. Ero convinto che qualsiasi numero ne fosse scaturito scaturito probabilmente sarebbe servito servito per sviscerare sviscerare la realtà realtà storica storica che gli gli evangelis evangelisti ti volevano volevano trasmettere. Il metodo necessitava di un confronto sinottico così da distinguere somiglianze e differenze. A metà gennaio 2003, il lavoro era a buon punto e ne scaturirono i primi grafici che non lasciavano tutta la sicurezza sulle veridicità di quanto raccontato dagli evangelisti. Questi, effettivamente, si contraddicevano in in vari punti. Come poteva essere che libri “ispirati da Dio” potessero essere così inesatti? Forse era una questione di interpretazione e io effettivamente non ero così preparato da poter affermare affermare che un'informaz un'informazione ione fosse davvero davvero in contrasto con un'altra; un'altra; ma i testi della Bibbia in mio possesso non mi fornivano i commenti che contemplassero soluzioni a questi quesiti. Valeva sicuramente la pena approfondire ancora di più l'argomento e ancora una volta Internet mi portò ad un sito in cui l'autore presentava un libro libro intitolato intitolato “La favola favola di di Cristo”. Cristo”.12 In questo caso non eravamo più di fronte ad una semplice constatazione di incongruenze testuali, ma l'autore stesso asseriva che tutta la storia di Gesù era una pura invenzione, o meglio che avevano fatto passare per Gesù un rivoluzionario ebreo con doti ben meno miti di quello evangelico. ev angelico. Per me fu come si aprisse un oceano in cui immergersi senza sapere in quale quale direzion direzionee andare. andare. Da Da buon cristiano cristiano avrei avrei dovuto dovuto quanto quanto meno meno contestare questa posizione che invece i miei studi mi portavano a condiv con divide idere re almen almenoo in certe certe sue parti. parti. Le strade per conoscere Gesù
Nelle ricerche su Gesù navigavo a vista. Il materiale salvato nel mio computer testimonia con quale bramosia cercassi informazioni in 12
[Favola Cristo].
Passi verso la religione
31
Internet per capire se vi era un filo conduttore. I dati da considerare erano molteplic molteplici,i, soprattutt soprattuttoo perché perché non mi ero ero mai mai verame veramente nte interessato interessato di storia del del Cristianes Cristianesimo, imo, per cui qualsiasi qualsiasi nota diveniva diveniva importante e apriva nuovi orizzonti. Certamente la chiave di ricerca rimaneva quella di una prova sulla veridicità dei racconti neotestamentari. A riguardo, i siti di studiosi cattolici non sembravano essere essere molt moltoo vari. vari. Più inte interes ressant santii erano erano invec invecee que quelli lli di di confess confession ionii protestanti, dove si dava largo spazio all'analisi dei testi, aggiungendo molti dettagli storici oltre che informazioni bibliografiche. I miei studi, seppur limitandosi ai siti italiani, cominciavano ad accumulare molto materiale; quello che mi attirava di più erano le notizie sull'ambiente in cui nacque il Cristianesimo e su come sono state tramandate le le notizie a suo riguardo. Siccome poi poi ricercavo un metodo per misurare l'affidabilità dei testi religiosi, mi interessavo molto di papirologia, anche se la mancanza di nozioni di base non mi aiutava a selezionare le spiegazioni in cui mi imbattevo. Forse questa mia ignoranza è stata una fortuna, in quanto non rischiavo di instradarmi su vie già battute da altri. Era per me naturale abbinare la ricerca storica con quella sui manoscritti, manoscritti, perché questi ultimi erano i testimoni testimoni dei fatti accaduti migliaia di anni fa. Seguendo quindi il filone storico e quello filologico, f ilologico, nella primavera primavera del 2003 mi imbattei quasi contemporaneamente in due siti molto interessanti.13 Il primo si dimostrò importante perché presentava ancora una volta volta molti molti dei dubbi che già già avevo avevo ritrovat ritrovatoo nel sito di di Cascioli Cascioli e quindi suggeriva una diversa ricostruzione della storia di Gesù. Il secondo invece proponeva, nei dettagli, molte informazioni ragionate sul perché l'esegesi cattolica era arrivata a certe conclusioni sui testi religiosi. Ormai a fine aprile di quell’anno avevo deciso di percorrere due strade precise: verificare quanto attendibili fossero le tesi di Donnini e Cascioli e perfezionare l'analisi sinottica dei Vangeli alla ricerca di prove di una loro costruzione finalizzata a manomettere la verità storica. In questo ultimo caso avevo già in mente il metodo da da utilizzare, avendo avendo abbozzato i primi elementi di quella che successivamente chiamerò la “teoria dell'informazione dominante”. 13
[Donnini], [Christianismus].
32
Passi Passi verso verso la religi religione one
Ma è possibile raccontare i propri pensieri sulla Bibbia come si trattano delle equazioni matematiche o dei grafici di economia? Un po' difficile, almeno a prima vista. La materia religiosa è un tasto assolutamente delicato nella vita di ognuno. Se avevo avuto problemi nel trascrivere certi concetti per un pubblico qualsiasi, come sperare di essere più convincente trattando un tema così controverso e il cui monopolio informativo, oltre che educativo, è chiaramente in mano ad una organizzazione istituzionalmente riconosciuta a livello internazionale? Qualsiasi cosa uno pensi di quanto legge nei testi ritenuti sacri deve esprimerla in modo oculato e con cognizione di causa. Bisogna leggere, documentarsi, studiare. Vi sono facoltà universitarie preposte a questo, persone che dedicano la vita in varie branche: teologia, papirologia, esegesi, archeologia, storia. Il mare è veramente magnum e solo uno sprovveduto sprovveduto potrebbe potrebbe avere l'ardire l'ardire di ostinarsi ostinarsi nelle proprie proprie idee senza confrontarsi con lo scibile già sviscerato da una miriade di qualificati studiosi.
La storia secondo la Bibbia
33
La stor storia ia secon secondo do la Bibb Bibbia ia Guai a te, che devasti e non sei stato devastato, che saccheggi e non sei stato saccheggiato: sarai devastato, quando avrai finito di devastare, ti saccheggeranno, quando avrai finito di saccheggiare. (Isaia 33,1)
Un romanzo per comunicare
Volevo dire molte cose ma il problema del modo in cui farlo si ripresentava costantemente. Mi venne in mente di alleggerire la parte comunicativa utilizzando una forma ben diversa da quella di un trattato. Perché infatti non provare a scrivere un romanzo? Questo genere di libri è spesso richiesto, soprattutto perché la gente vi ricorre per trascorrere il tempo a leggere senza tanto impegno. Lo scrittore ha la possibilità di far passare i suoi ragionamenti, le sue idee con molti artifici, ad esempio tra le pieghe di un discorso fra due personaggi delle sue storie. È un sistema si stema che spesso è stato utilizzato per divulgare informazioni che altrimenti non raggiungere raggiungerebbero bbero un pubblico pubblico più vasto. vasto. Mi cimentai nell'opera con buoni propositi e anzi la cominciai a “quattro mani” coinvolgendo anche mia moglie. L'idea era quindi di scrivere una storia in cui inserire delle idee sulla religione. Contemporaneamente alla stesura del racconto vero e proprio mi dedicavo alla rilettura di tutta la Bibbia. Purtroppo man mano che procedevo nel lavoro mi facevo attrarre dalle dinamiche sociali che erano “incapsula “incapsulate” te” nelle storie storie della della Bibbia Bibbia.. Per me era quasi quasi impossibile non mettermi ad analizzare quegli avvenimenti per ricavarne degli schemi di comportamento ripetibili tra persone. A poco p oco a poco il tempo dedicato alla storia inventata si riduceva a favore dello studio dei racconti biblici. Insomma l'idea di scrivere il romanzo cominciò pian piano a declinare per un ritorno alla redazione di un altro trattato.
34
La storia storia secondo secondo la Bibbia Bibbia
Bibbia e antropologia
Contemporaneamente mi divertivo ad analizzare ogni verso del Nuovo Testamento e non abbandonavo comunque l'interesse per i risvolti sociali dei miei studi. Il perché è presto spiegato: era appena iniziata la guerra contro l'Iraq e il mio animo era di nuovo scosso al pensiero che ancora una volta l'ingiustizia, secondo i miei parametri di giudizio, giudizio, si stava facendo facendo largo largo nonostante nonostante molte persone persone nel Mondo manifestassero apertamente contro il nuovo conflitto. Questa concomitanza dei miei studi con pericolosi avvenimenti bellici non è nuova nel mio breve curriculum di scrittore. In fin dei conti anche il primo libro era iniziato poco prima del famoso 11 settembre 2001 e oggi, nel momento in cui ho iniziato le pagine di questo libro, gli Usa e Israele stanno nuovamente premendo per punire con la forza un altro paese nemico, guarda caso sempre nella stessa area del Mondo: l'Iran. Se la storia è fatta del racconto di come gli individui intrecciano le loro esistenze tra di loro e con la natura, perché non provare a capire dove questi rapporti cominciano a guastarsi e cosa possono po ssono condurre? Il Vecchio Testamento sembra raccontare la vita di un intero popolo che si confronta con quelli contermini. Quale miglior banco di prova se non quello di sperimentare alcuni schemi antropologici sulle storie di questo libro, visto che non possiamo provarli su delle popolazioni indigene, come hanno fatto importanti antropologi quali Claude LéviStrauss?1 Avevo in mente dei modelli di relazione uomo-uomo, partendo dal più semplice rapporto a due,2 passando per la famiglia3 fino a schematizzare la società 4 e il confronto tra almeno due di esse. 5 Grazie a queste formalizzazioni mi risultava più semplice impegnarmi a spiegare la Bibbia come un insieme di libri che raccontavano le vicende di un pop popol oloo co conf nfer erman mando do,, per per me, me, le le ana anali lisi si soc socia iali li che che avevo avevo avanzato.6
1
54. [Tristi Tropici]. 76. 3 81. 4 82. 5 83. 6 99-129. 2
La storia secondo la Bibbia
35
Bibbia e antichi popoli
Tanto per il Vecchio che per il Nuovo Testamento ero ancora più attirato dai percorsi storici piuttosto che teologici, soprattutto dopo aver letto David Rohl7 ma anche John Bright.8 Entrambi questi autori ponevano le basi perché mi avventurassi in una spiegazione antropologica, ovvero ovvero sociale, per la nascita della divinità. La religione come il dispiegars dispiegarsii di relazion relazionii tra uomini uomini prima prima ancora ancora che tra questi questi e una fantomatic fantomaticaa divini divinità. tà. Ma vi sono sono altri altri studiosi studiosi a cui cui sono partico particolarme larmente nte debitore debitore di quanto ho scoperto. Il primo è sicuramente Dario Sabbatucci che in un suo saggio9 fa capire chiaramente come la divinità sia un prodotto degli antichi popoli che vivevano in Mesopotamia. Un'altra è mia moglie che nella sua tesi di laurea aveva proposto e analizzato diverso materiale intorno al concetto e ai nomi stessi della divinità. Infine non posso che ringraziare il mio compianto professore professor e di liceo che, tra i tanti regali che mi ha lasciato conoscendo i miei interessi per la storia biblica, mi ha donato una sorta di manoscritto redatto da un suo amico. In esso il libro della Genesi viene presentato in maniera del tutto particolare: i nomi ebraic ebraicii non non vengono vengono tradot tradotti ti (viene (viene scrit scritto to cioè cioè “Ad “Adam am”” al posto posto di “Ada “A damo mo”, ”, “N “Noa oach” ch” al pos posto to di di “N “Noè oè”, ”, ecc. ecc.)) e i va vari ri pas passi si sono sono commentati confrontandoli con opere sumeriche o accadiche. Inoltre vengono deliberatamente evidenziate le versioni P (sacerdotale) e J (Jahwhista) con cui sono stati composti i diversi episodi. Ciò che più mi colpì leggendo questo libro fu il modo in cui veniva chiamato Dio: Elohim e Yahweh. Sebbene il redattore sia attento a questa diversificazione, secondo me la stessa era indice di qualcosa di ben più importante che una semplice distinzione di nominativi attribuiti alla divinità. Quello che comunque sembrava un motivo dominante in molti studi rimaneva l'accostamento dei racconti biblici con i testi dei Sumeri. Era necessario quindi approfondire l'argomento e a fine aprile 2003 potevo già leggermi in tranquillità tutta l'epopea di Gigalmesh.10 7
[Genesi]. [Storia Israele]. 9 [Prospettiva]. 10 [Gigalmesh]. 8
36
La storia storia secondo secondo la Bibbia Bibbia
Internet? Perché no
Ma dov’era approdata la pubblicazione del libro? Non trovando una casa editrice per le mie ricerche, il 15 giugno 2003 mi decisi a riversare i miei scritti scritti in Internet. Internet. Per cominciare cominciare dovevo anche anche decidere decidere quale titolo usare per il nuovo sito. Il periodo era quello in cui stavo maturando l'idea che le antiche divinità non fossero altro che trasposizioni sul piano fantastico delle signorie terrene. Gli dèi erano gli antichi nobili che continuavano a essere adorati anche dopo la loro morte: i ricchi, insomma, che si erano fatti dèi. “Deiricch “Deiricchi” i” non era era forse un nome entusiasmante ma celava anche un ambiguo genitivo che associava le tematiche del sito a disquisizioni sui ricchi di ogni epoca. D'altronde tutti gli studi e le letture che stavo conducendo convergevano sulla religione come strumento che perpetua l'adorazione dei ricchi “come in cielo così in terra”. Insomma, il nome del sito mi pareva appropriato nella sua originalità. Dovevo pensare ad una sua struttura. Inizialmente mi affidai ad un gestore comune di servizi Internet e non conoscevo linguaggi per elaborare pagine dinamiche, che rimanevano quindi statiche: l'unico aggiornamento era possibile manualmente scaricando sul server i nuovi contenuti. Meglio che niente, anche se bisogna ammettere che una tale situazione non avvantaggia quando si deve offrire il prodotto a qualsiasi utente di Internet. E si viene irrimediabilmente penalizzati anche dai motori di ricerca, che riconoscono quanto arretrato sia il tuo modo di sviluppare pagine web e quindi non ti fanno salire nella classifica dei siti più in vista. Ma era già un buon primo passo e di materiale da inserire ne avevo veramente parecchio e altrettanto ne stavo sviluppando. Le ricerche curate prima del 2003
Inizialmente avevo deciso di riversare nel sito anche quanto pubblicato nel mio primo libro. Poi cambiai idea perché decisi che quanto già diffuso con una fonte d'informazione non meritava un duplicato. Quel primo lavoro era nato sotto una certa luce: mi aveva aperto una serie di strade senza che me ne accorgessi immediatamente. In effetti ogni volta che mi pareva di aver chiuso un settore di ricerca
La storia secondo la Bibbia
37
ero così contento di quanto avevo imparato che quasi dubitavo di poter fare di meglio. meglio. Una Una sensazion sensazionee che in in effetti effetti accompa accompagnerà gnerà tutti i risultati successivi. Eppure dopo quel lavoro avevo discusso della normativa urbanistica nazionale11 e avevo confrontato le città costruite conn qu co quel el model modello. lo.12 Avevo quindi considerato quanto influisce l'opera dell'uomo sull'ecosistema terrestre13 fino ai primi abbozzi di analisi dell'informazione giornalistica di parte.14 Nel campo degli studi economici avevo riassunto la nascita e il decadimento della progressività progr essività fiscale fiscale15 e qualche banale ragionamento pratico aveva permesso l'accostamento di queste riflessioni con le tematiche del debito pubblico.16 Inevitabile quindi, in un periodo in cui si manifestavano in tutta la loro acida virulenza i mega crack finanziari americani e argentini, ricordare i risvolti della cattiva amministrazione della ricchezza da parte di pochi p ochi spietati speculatori.17 Avendo intuito che la concentrazione del benessere in mani di pochi è un processo rinvenibile in più epoche,18 era naturale riproporre dei riassunti riassunti di periodi periodi storici storici in cui questo questo si era verificat verificato, o, utilizzan utilizzando do un'analisi della gerarchia sociale basata proprio sulla distribuzione della ricchezza.19 Le ripercussioni che questi andamenti hanno sul modo in cui vengono pensate certe schematizzazioni e teorie sociali 20 comportavano riflessioni anche su tematiche più attuali, quali l'impatto delle multinazionali sul benessere collettivo.21 In tutto questo rovistare tra le pieghe pieghe dei rapporti rapporti sociali sociali posso dire, col senno senno di poi, che fosse fosse inevitabile un insinuarsi delle prime ricerche sulla religione utilizzando un punto di vista personale, se non originale,22 accompagnato dalle prime critiche al dominio ecclesiastico. ecclesiastico.23 11
13-17. 18-25. 13 26-30. 14 31-33. 15 37-38. 16 39-49. 17 50-53. 18 137-148. 19 58-62. 20 66-68. 21 71-73. 22 248-253. 23 149-151. 12
38
La storia storia secondo secondo la Bibbia Bibbia
Di strade aperte ne avevo veramente tante, ma non me ne ero reso conto prima di gettarmi a capofitto negli studi sull'adorazione delle divinità e, successivamente, sul Cristianesimo stesso.
Verso nuovi lidi
39
Verso nuovi lidi Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. (Genesi 6,1-2)
Chiesa progressista e teorie sociali
Come dicevo più sopra, cominciavo ad occuparmi di religione a causa di tante sollecitazioni. Preponderante era sicuramente quella sociale, sociale, forse perché perché sospinto sospinto dalla lettura lettura di libri che che trattavan trattavanoo il problema della povertà mondiale e che avevo acquistato presso la citata libreria di religiosi. Lentamente si era insinuata l'idea che le uniche a occuparsi degli squilibri mondiali fossero proprio persone legate alla Chiesa. Avevo seguito qualche incontro tenuto da Alex Zanotelli1 e avevo letto diversi libri permeati permeati della “teologia della della liberazione”. liberazione”. Ma proprio quest'ultima non era stata messa fuori gioco g ioco da quel Prefetto ora o ra Papa? Tutto sommato ero pervaso da sentimenti favorevoli a questa teologia; come poteva essere allora che fosse stata bandita, assieme ai teologi che l'avevano elaborata, dalla Chiesa stessa? Questa Questa emarginazione emarginazione della della frangia “progressist “progressista” a” all'interno all'interno della Chiesa sembrava essere una costante della storia delle gerarchie eccle ecclesia siasti stiche che.. È possib possibil ilee quind quindii che, che, in in effet effetti, ti, la Ch Chies iesa, a, apparentemente dedita ad occuparsi dei più bisognosi ed emarginati, non sia altro che il braccio ideologico del potere dominante? Col tempo ho scoperto che il cervello è molto sensibile alle contraddizioni: una volta individuate non le accetta supinamente ma ne “pretende” la soluzione (anche se non sempre ha il tempo per applicarsi a trovarla). La reiterata lettura della Bibbia palesava racconti di ingiustizie sociali, sopraffazioni di popoli avvenute addirittura per “volere di Dio”. Mi chiedevo allora a quanto servivano tutte le regole “divine” se poi venivano tanto disattese da far sorgere profeti che
1
151.
40
Verso nuovi lidi
invocavano la giustizia sociale addirittura tra gli Ebrei, 2 il presunto popolo eletto. Come ho già anticipato, nel febbraio del 2003 ero già ripartito ad elaborare altre teorie sociali, non solo sulla scorta delle letture bibliche ma soprattutto dopo essermi avvicinato, già nel luglio 2002, agli studi antropologici di Claude Lévi-Strauss.3 Unendo queste nuove conoscenze alle precedenti del sistema economico e fiscale sulla distruzione della ricchezza sociale4 cominciai ad elaborare la teoria dei triangoli sociali .5 Non ho la pretesa pr etesa di aver schematizzato una volta per tutte le dinamiche insite nei rapporti sociali, ma ritengo che la rappresentazione offerta sia istruttiva, almeno come primo approccio al tema. Erano pagine nate leggendo la Bibbia e quindi era quasi un atto dovuto che quanto imparato imparato dalla storia del del popolo popolo ebraico ebraico finisse finisse riproposto riproposto in brevi brevi 6 riassunti che facevano tesoro della nuova ottica appena elaborata. L'incontro con Luigi Cascioli
Parallelamente alle elaborazioni di teorie sociali proseguiva anche la mia analisi dei Vangeli. Già a febbraio 2003 avevo abbozzato alcune pagine7 e svolto gran parte dei confronti tra i testi utilizzando la teoria dell'informazione dominante. Contemporaneamente stavo cercando di capire se fosse possibile una verità storica più incisiva di quella “meravigliosa” insegnata dalla Chiesa. Avevo svolto molte ricerche in Internet e mi ero letto diverse pagine tanto dal sito di David Donnini 8 quanto da quello di Luigi Cascioli.9 Era soprattutto quest'ultimo ad incuriosirmi, in quanto l'autore proponeva un libro dal titolo “strepitoso”: “La favola di Cristo. Libro-denuncia”. Libro-denuncia”. Il sottotitolo era era poi ancora ancora più “terribile” “terribile”:: “Inconfutab “Inconfutabile ile dimostra dimostrazione zione della della non esistenz esistenzaa di Gesù”. Era vero che dalle pagine del suo sito si poteva leggere buona
2
123. [Tristi tropici]. 4 36, 54-56. 5 74-84. 6 99-129. 7 262-269. 8 [Donnini]. 9 [Favola Cristo]. 3
Verso nuovi lidi
41
parte della teoria da lui proposta, ma mi pareva di capire che il grosso della sua tesi fosse nascosto in quel libro. Per la prima volta comprai un libro per corrispondenza, ma d’altronde non avevo altro modo per procurarmelo. Ricordo di aver letteralmente “divorato” quel testo in poche serate prima di di volare verso le nostre ferie annuali. Quelle pagine mi avevano veramente preso, tanto mi sembravano convincenti. Dalle ricerche effettuate in Internet pareva poi che Cascioli non fosse l'unico a mettere in dubbio l'esistenza di Gesù. In più dall'analisi che stavo portando avanti sui Vangeli, affioravano consistenti dubbi che quei testi non fossero così tanto ispirati ispirati da una mente “divina”, “divina”, ma frutto frutto di elaborazioni elaborazioni umane umane forse non tanto sincere. Anche quel luglio 2003 le vacanze erano state programmate in giro per l'Italia l'I talia con una tappa finale a Camaldoli. Dall'indirizzo riportato nel libro si capiva che Cascioli non abitava molto distante da lì e poteva essere raggiunto in poche ore di automobile. Gli telefonai molto trepidante e Luigi accettò la mia visita visita con molta molta gentilezza. gentilezza. L'incontro fu estremamente utile. Ricordo che mentre gli esponevo i miei studi sui Vangeli, Luigi, nel tentativo di comprendere la portata della teoria dell'informazione dominante, mi chiese in quale contesto avrei potuto applicarla oltre ai Vangeli. Gli risposi subito che era possibile usarla nell'analisi di informazioni da più fonti, come lo sono quelle giornalisti giornalistiche. che. Era una risposta risposta utilissima utilissima più per me che per Cascioli. Cascioli. Effettivamente quell'analisi statistica l'avevo adoperata solo con i Vangeli, senza preoccuparmi di vederla all'opera su altre fonti d'informazione. Quella visita fu ben più proficua da questo punto di vista che da quello che ritenevo fondamentale, cioè approfondire gli studi sul Cristianesimo. Per questi, alla luce di quanto sarebbe successo negli anni seguenti, ci sarebbe stato tutto il tempo necessario. Alla ricerca della verità storica
In effetti dalla primavera del 2003 in poi la mia occupazione maggiore maggiore era era stata stata quella quella di scovare scovare informazioni informazioni di ogni ogni tipo e provenienza sulla storia di Gesù. Navigavo in Internet e leggevo libri ininterrottamente, senza mai staccarmi dalla continua rilettura del Nuovo Testamento. Ma era anche inevitabile inevitabile intrecciare questi studi con
42
Verso nuovi lidi
quelli sulla nascita della religione ebraica, che del Cristianesimo è riconosciuta fondamento. L'incontro con Cascioli mi aveva però imposto un chiarimento che non era semplicemente legato all'estrazione della verità storica da un insieme d'informazioni, ma proprio al meccanismo con cui noi elaboriamo le informazioni per comporre la nostra conoscenza. Avevo intuito che non potevo prescindere da un'attenta riflessione su come noi formiamo le nostre idee a partire dalle percezioni sensoriali. Era importante capire la parte svolta dal cervello nell'apprendimento. In fin dei conti, se noi possediamo delle conoscenze religiose, queste non sono innate ma frutto di un passaggio d'informazioni da parte di altri. In pratica, se noi “crediamo” “crediamo” in una divinità è perché qualcuno ci ha insegnato a farlo. Così si spiega perché esistono miriadi di religioni, come esistono molteplici lingue e modi di scrivere; perché, parlando in termini probabilistici, se nasco a Roma sono cattolico e parlo italiano mentre se nasco a Baghdad sono musulmano e parlo arabo. Di ritorno dalle ferie, mi misi subito al lavoro e cominciai ad elaborare una piccola piccola “teoria della conoscenza”. conoscenza”. Avrei Avrei impiegato impiegato mesi per portarla ad un livello soddisfacente: utilizzando piccoli esempi e schematizzando i processi utilizzati, per fine ottobre avevo confezionato un bel po' po' di pagine pagine che mi parevano parevano molto molto promettenti promettenti,,10 tra l'altro andando a ficcare il naso in questioni che riguardano proprio la verità storica. Fu allora che sviluppai la convinzione che la verità non è come una perfetta perfetta sfera sfera di cristallo. cristallo. Se così fosse, fosse, daremmo daremmo ragione ad uno scetticismo storico che può arrivare a negare qualsiasi racconto pervenuto dal passato, quando è lordato di tanti e tali incongruenze da presentarlo come come inverosimile. Secondo me nella ricerca storica dobbiamo comportarci in maniera paragonabile a quella astronomica. Come il progresso ci ha dotato di strumenti che consentono di vedere sempre più lontano nello spazio, così anche nella ricerca storica siamo ora in possesso di conoscenze che permettono la distinzione di fatti verosimili da quelli inventati, pur se distanti nel tempo. In fin dei conti scrutare lontano nello spazio è come tornare indietro nel tempo. Gli strumenti sono diversi: telescopi da una parte, analisi filologiche e archeologiche archeologiche dall'altra. I risultati sono simili: 10
158-200.
Verso nuovi lidi
43
in entrambi i casi otteniamo una rappresentazione di qualcosa che è tanto più dettagliata quanto più potenti sono gli strumenti utilizzati per scandagliarla. In queste ricerche siamo poi agevolati dalla ripetizione di certi comportamenti. Come il moto degli astri sembra governato sempre dall'interazione di particolari forze, anche le relazioni r elazioni umane dimostrano importanti ricorrenze: quelle descrivibili in termini di concentrazione di ricchezza, ovvero di potere potere di uno sull'altro, ci rendono plausibili certi fatti in qualsiasi epoca essi accadano. Non dobbiamo quindi meravigliarci se troviamo descrizioni di battaglie, guerre, dominio di pochi su molti, in regioni diverse diverse del globo e in tempi distanti tra loro. Ma la religione cosa c'entra con tutto questo? Conoscenza e credenza religiosa
Come accennavo più sopra, a quel tempo intervallavo le riflessioni sulla conosce conoscenza nza con quelle quelle sulla religio religione. ne. “Come posso posso credere credere in in Dio” non è forse una domanda che riguarda i meccanismi della conoscenza? Intrecciando le ricerche che ormai svolgevo in parallelo, tutti gli argomenti - conoscenza, religione e Cristianesimo - sembravano supportarsi a vicenda. Una scoperta in un campo consentiva di progredire anche in un altro, generando continui approfondimenti sempre più appassionanti. Nell'agosto 2003 mi ero imbattuto nelle tesi di Evemero11 che sembravano confermare ancora una volta quanto avevo letto da Rohl12 e Sabbatucci:13 l'adorazione per le antiche divinità era una trasposizione su un piano “etereo” “etereo” di quanto quanto avveniva avveniva già nelle nelle società società dell'epo dell'epoca, ca, dove i nobili ai vertici della società avevano istituito i loro ministri (i sacerdoti) per assicurarsi il consenso popolare. Un elegante modo per assicurarsi la prosecuzione del primato sociale senza il reiterato uso della forza, che poteva essere riservata riservata alla difesa delle proprietà contro altri popoli guidati da altri signori. Ma non erano erano gli stessi stessi termini termini utilizzati utilizzati in ambito ambito religioso religioso - ad esem esempi pioo “mini “ministr strii del del Sign Signor ore” e” per per ind indic icar aree i “sac “sacer erdot dotii di Dio Dio”” – a 11
232. [Genesi]. 13 [Prospettiva]. 12
44
Verso nuovi lidi
richiamare questa continuità tra dominio terreno e soprannaturale? Perché non ammetterlo senza tema? Tra i tanti motivi per cui questo parallelismo era stato dimenticato vi era quello legato alla religione ebraica, in cui il Dio assume, almeno apparentemente, una connotazione ben poco terrena e ben più eterea. Ma gli approfondimenti che avevo in corso potevano delineare ben altre descrizioni anche del tanto venerato Yahweh. Bastava infatti andare a sindacare i nomi con cui viene nominato nella Bibbia14 per compr comprend endere ere che sotto sotto sotto sotto siamo siamo in presenza della metamorfosi del vecchio politeismo, retaggio dell'adorazione per le antiche nobiltà. Ho già accennato alla riconosciuta somiglianza tra alcuni racconti della Bibbia con più antiche epopee sumeriche,15 ma vi è un passo nella Genesi Gen esi che che secon secondo do me è ilil più illum illumina inante nte di di tutti tutti:: que quello llo in in cui si racconta di come i “figli di Dio” si prendessero in moglie le belle “figlie degli uomini”.16 Dopo gli elementi che avevo raccolto sull'identificazione del dio con l'antico nobile, risultava naturale ravvisare in questo racconto una pratica che tutto sommato, sotto altre forme, continua a essere praticata ancora adesso: chi ha più soldi può procurarsi le donne più belle. Solo più tardi ritrovai la conferma di quanto antica antica (ed attestata) attestata) fosse questa questa pratica, pratica, ma allora allora non non ebbi paura di sviluppare tutto un particolare ragionamento che mi permetteva di spiegare la fondamentale dizione di “figlio dell'uomo”.17 Era una scoperta importante, perché di questo termine sono ricchi i Vangeli e l'Apocalisse. L'informazione dominante e i miracoli
Ma dove era finita l'applicazione della teoria dell'informazione dominante che mi ero ripromesso di sviluppare, quando a luglio 2003 avevo incontrato Cascioli? Come mi sono accorto più volte la ricerca non può seguire un solo binario per dirsi almeno soddisfacente. La storia si comprende meglio se lo studio viene svolto avendo in mente una
14
230. 233-238. 16 239. 17 240-243. 15
Verso nuovi lidi
45
visione d'insieme, collegando avvenimenti che paiono distanti nel tempo ma anche conoscenze apparentemente disgiunte. Non si può studiare la storia senza sapere nulla di economia o di archeologia, e anche in tema di religione bisogna aprire la mente per acquisire strumenti d'indagine da altri campi. Negli ultimi secoli dell'Evo nuovo molte discipline hanno dato il loro contributo per capire meglio l'aspetto religioso che permea la società. Dalla filologia all'antropologia, tutte forniscono strumenti utili per lo studio delle credenze religiose. Ma che dire delle teorie della conoscenza? Quanto possono agevolare gli studi in materia materia di divinità e Cristianesimo? Cristianesimo? Sinceramente non mi ponevo queste domande mentre svolgevo le ricerche sui meccanismi della della conoscenza, tanto ero sicuro sicuro che ovunque arrivassi avevo a che fare con un importante bersaglio: l'individuazione della verità. Anche la religione, come tutte le altre materie che richiedono la nostra attenzione, si basa sulla diffusione di certe informazioni, che non possono non essere sottoposte al vaglio della verifica di verità. Ed è prop proprio rio qui che che trovia troviamo mo un profond profondoo e sibilli sibillino no disti distingu nguo. o. Infatti nelle ricerche sul Cristianesimo ci si imbatte continuamente in studiosi che cercano di dimostrare che quanto raccontato dai Vangeli corrisponde a ciò che effettivamente accadde nel primo secolo della nostra era. Personalmente ho incontrato non so quante presunte “prove” che il racconto evangelico è vero, ma mai nessuna che dimostri che il racconto evangelico non può essere falso. A prima vista sembra di poter applicare l'identità secondo cui la doppia negazione corrisponde ad una affermazione: non falso = vero. Niente di più pericoloso in tema di ricerca storica del confondere ciò che è verosimile con quanto è effettivamente accaduto. Possiamo Possiamo infatti dire: “Ieri è venuto a trovarmi Roberto”, Roberto”, informazi informazione one verosimile verosimile ma che può non non corrispondere corrispondere ad alcun fatto accaduto. Di fronte a questa importante distinzione tra vero e verosimile, non possiamo che constatare come tanto il Nuovo Testamento, come il Vecchio, siano colmi di fatti non solo tutti da verificare ma altresì inverosimili: una vergine che partorisce senza avere rapporti sessuali, malati che guariscono senza cure particolari e soprattutto morti che risorgono.
46
Verso nuovi lidi
I cosiddetti cosiddetti “miracoli “miracoli”, ”, in qualsiasi forma si presentino, presentino, colpiscono colpiscono facilmente l'immaginario personale se non quello collettivo. collettivo. Chi di noi non ha affrontato, anche solo perché capitata ad una persona cara, una malattia particolare, magari incurabile? In questa circostanza come non cercare o sperare in tutti i modi di guarire? Per rimanere in argomento devo raccontare che proprio nel momento in cui affrontavo la veridicità dei racconti evangelici si ammalava Roberto, una persona che ancora mi manca nonostante siano passati più di due anni dalla sua scomparsa. Gli era stato diagnosticato un male la cui gravità gli fu poi taciuta fino al termine dei suoi giorni. Quanti di noi non avrebbero preferito che si avverasse per per Roberto quello di cui raccontano raccontano i Vangeli? Vangeli? Egli stesso, stesso, ignaro del destino che lo aspettava, sperava di superare quella malattia da un momento all'altro. Eppure oggi Roberto R oberto non c’è più. Perché dovremmo credere ai miracoli quando non possiamo sperim speriment entarl arlii come qual qualcun cunoo ci raccon racconta ta che che accado accadono? no? È “pecca “peccato” to” questo voler toccare con mano quanto altri promettono?
I Vangeli al setaccio
47
I Vangeli al setaccio I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni». (Matteo 26,59-61) Presentarono quindi dei falsi testimoni, t estimoni, che dissero: «Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè».
(Atti 6,13-14)
L'informazione dominante e i Vangeli
Tra una visita e l'altra a Roberto che si avviava verso la fine della sua pres presenz enzaa su que questa sta Terra, Terra, prende prendevan vanoo forma forma i miei miei studi studi sull’informazione dominante. Memore del colloquio con Cascioli, avevo pensato di utilizzare alcuni esempi di informazioni da Internet e applicarvi le analisi statistiche da me proposte per i Vangeli. Partendo da ottobre ottobre 2003 ne risultarono risultarono una una serie di pagine pagine1 che confermavano matematicamente anche quanto poteva essere capito per altre vie e così brevemente riassunto: - più più test testim imon onii non non assic assicur urano ano la la verid veridic icit itàà dell' dell'inf inform ormaz azion ione; e; - vi è una una par parte te del dell'i l'int nter eroo pacc pacche hetto tto info informa rmati tivo vo in cui cui i tes testi timo moni ni forniscono notizie contraddittorie; - più più si è lonta lontani ni dal dall'l'ev even ento to e minor minorii sono sono i par parti tico cola lari ri in in cui cui le testimonianze coincidono;
1
201-221.
48
-
I Vangeli al setaccio
ogni test ogni testimo imone ne tende tende a selezi seleziona onare re i partic particola olari ri che gli intere interessa ssa raccontare raccontare,, per cui si può capire da da ciò che racconta racconta anche anche la sua visione dei fatti; - la corret correttez tezza za dell'or dell'ordin dinee crono cronolog logico ico con cui ven vengon gonoo espos esposti ti i fatti fatti è indice di affidabilità di un racconto; - la pre presenz senzaa di di “info inform rmaz azio ione ne do domi mina nant nte” e” dimi diminu nuis isce ce qu quan ando do si passa dai testimoni (persone che hanno partecipato al fatto) ai narratori (persone non presenti). Tutte queste conclusioni potevano ora venire applicate ai Vangeli. L'operazione non era difficile, una volta che fossero stati analizzati e confrontati tutti i versi che li componevano. Un lavoro immane, iniziato a fine 2002 e concluso, intercalato da altri, dopo un anno, che avrebbe però dato le sue soddisfazioni. Così a cavallo tra il 2003 e il 2004 l'analisi dei quattro Vangeli poteva dirsi terminata2 e conduceva ad alcune conclusioni interessanti: - i Vang Vangel elii pres presen enta tano no info inform rmaz azion ionii cronol cronologi ogich chee così così cao caoti tich chee o contraddit contraddittorie torie da far dubitare dubitare sull'atten sull'attendibili dibilità tà complessiva complessiva,,3 con ben poche eccezioni.4 Anche l'indicazione dei luoghi in cui avvennero i fatti raccontati è piuttosto evanescente;5 - il val valor oree di di “cred credib ibil iliità” tà” è mag magggiore iore pe perr ilil Va Vang ngeelo di Giov iovan anni ni,, 6 mentre Marco sembra quello meno affidabile. In questo senso sembrerebbe che Giovanni sia anche il primo Vangelo ad essere stato composto;7 - la reda redazi zion onee dei dei Van Vange geli li do dovr vreb ebbe be esse essere re av avve venu nuta ta più più a rid ridos osso so 8 della morte di Gesù di quanto normalmente accettato. Queste deduzioni sono per molti motivi in contrasto con quanto affermano gli studiosi cattolici. Possibile che il metodo dell' informazione dominante anda andass ssee in in tilt tilt se ap appl plic icat atoo al Nu Nuov ovoo Testamento? O non erano forse i Vangeli in odore o dore di scarsa affidabilità?
2
275-281. 279. 4 280. 5 285. 6 286. 7 284-286. 8 282. 3
I Vangeli al setaccio
49
Miracoli e storia teoria ia dell' dell'in info form rmaz azio ione ne domi domina nant ntee avevo Per applicare la teor confrontato uno ad uno tutti i versi dei quattro Vangeli. Un lavoro impegnativo ma che mi permetteva di fissare con la memoria diversi racconti. Potevo così tornare a riflettere su di essi ricordando quei particolari che normalmente non saltano all'occhio, perché non siamo abituati a leggere simultaneamente le diverse versioni dello stesso fatto. Un'analisi attenta evidenziava invece delle perfide discrasie che cominc cominciav iavano ano a palesar palesaree scarsa scarsa affida affidabil bilità ità nei nei raccon racconti. ti. Erano Erano soprattutto le parti in cui venivano raccontati alcuni fatti “soprannaturali” che dimostravano incongruenze poco “logiche”.9 Ma se Gesù non ha operato miracoli, quale superiore autorità poteva vantare rispetto agli uomini di allora? Perché poi la sua figura sarebbe passata alla storia se non era capace di azioni tanto eclatanti? Era forse un importante ribelle di un piccolo Paese che era riuscito a spaventare spaventare con le sue idee e le sue azioni un colosso come l'Impero Romano? Questa non era farina del mio sacco ma di quello di Donnini, Cascioli e altri prima di loro. In effetti tutte le incongruenze che avevo evidenziato nei racconti evangelici non mi facevano accettare più come oro colato il credo cattolico. Il bivio a cui mi trovavo in quel momento consisteva di due vie: 1. abb abband andona onare re anche anche qualsi qualsiasi asi ulte ulterio riore re studio studio sul Cristi Cristiane anesim simoo supponendolo inutile per accertare la verità; v erità; 2. ricons riconside idera rare re tutta tutta la vice vicenda nda ddii Gesù Gesù alla alla luce luce degli degli studi studi di di Donnini e Cascioli. Devo ammettere che non mi sfiorò neanche un attimo la prima ipotesi in quanto troppo attratto dalla seconda per il seguente motivo: con gli studi successivi potevo o confermarla oppure scoprirne addirittura una alternativa. Anche quest'ultima inizialmente era solo una flebile flebile possibilit possibilità: à: gli studi studi di Donnini Donnini e Cascioli Cascioli parevano, parevano, per per le conoscenze che avevo acquisito all'epoca, sufficientemente motivati da poter al massimo meritare solo ulteriori conferme. Ma le sorprese erano solo all’inizio.
9
287-293.
50
I Vangeli al setaccio
Il Gesù rivoluzionario rivoluzionario
L’idea che Gesù fosse stato processato e giustiziato dal potere romano costituiva una buona base di partenza in quanto evento del tutto verosi verosimil mile. e. Mi pare pareva va invec invecee più diffici difficile le da sost sostene enere re la tesi tesi che i Romani avessero ucciso un umile falegname che predicava al popolo la pace e la sottomissione all'imperatore (assieme ovviamente al suo Dio). Per questo sentivo allora che la figura di un Gesù capobanda ribelle ai Romani Romani era una via da percorre percorrere. re. Perciò Perciò seguii seguii la strada strada proposta proposta da 10 altri, aggiungendo deduzioni più o meno personali e alcune legate alle precedenti scoperte sull'adorazione sull'adorazione della divinità.11 Nel momento in cui mi imbattei in Pilato e in Barabba non feci altro che riproporre quanto avevo letto in Donnini12 e Cascioli,13 motivandolo conn qual co qualch chee spun spunto to in in più. più. In quel quel mome moment ntoo avev avevoo ragg raggiu iunto nto le soddisfazioni che mi ero riproposto: chiarire cosa c'era sotto i racconti evangelici. Quello che mi pareva assodabile era che tutti quei versi, a volte imprecisi e contraddittori, erano stati scritti per celare una verità ben diversa da quella che volevano raccontare. Ero pago di quanto avevo conseguito. Aggiunsi Aggiunsi qualche qualche conclusione conclusione sarcastica sarcastica alla fine di 14 questa prima ricerca come a dire: pensavate di farla franca, invece vi abbiamo scoperto. In effetti avevo sommato solo poche conferme alle teorie di altri. Ma Cascioli, ad esempio, andava ben oltre con la sua tesi: secondo lui Gesù non è mai esistito, e il personaggio su cui quello evangelico era stato ricostruit ricostruito, o, altri altri non sarebb sarebbee stato che un certo certo Giovanni Giovanni di Gamala, figlio di Giuda di Gamala, ribelle zelota dell'epoca. Come abbiamo capito, una buona ricostruzione storica si basa su prove che la confermano, ma anche sulla mancanza di quelle che la smentiscono. Per inciso questo è un motivo per cui i falsari, dai comuni impostori fino ai regimi totalitari, cercano di far scomparire tutte le prove che li confuterebbero.
10
294-298. 299-306. 12 [Donnini]. 13 [Favola Cristo]. 14 332-335. 11
I Vangeli al setaccio
51
La teoria di Cascioli si fonda non solo sull'inesistenza di Gesù ma anche anche sull'esis sull'esistenza tenza del del suo “sostituto” “sostituto”,, tale tale Giovanni Giovanni di Gamala Gamala.. Siccome l'unica fonte dell'epoca che Cascioli proponeva a sostegno delle sue tesi era lo storico Giuseppe Flavio, mi ero letto le sue opere citate da Cascioli stesso.15 Né una né l'altra l'altra parevan parevanoo citare citare un minima minima notizia di questo Giovanni di Gamala. Il 20 ottobre 2003 mandai a Cascioli una mail per sapere da quali libri aveva raccolto notizie su Giovanni, ma Luigi non rispose. Rimasi Rimasi un po' interdett interdettoo ma non preoccupat preoccupato, o, in quanto quanto ero stato stato colto dalla passione di interessarmi anche agli altri libri del Nuovo Testamento Testamento.. In fin dei dei conti Cascioli Cascioli aveva aveva “sputato “sputato fuoco” anche anche contro Paolo di Tarso: valeva sicuramente la pena di sbirciare le vicende di questo apostolo. Inoltre il libro degli Atti pareva degno di una certa attenzione: gli stessi Donnini e Cascioli ne avevano estrapolato un passo importante importante (l'uccision (l'uccisionee di di Giacomo), Giacomo),16 rinvenendolo in un racconto di Giuseppe Flavio e adducendolo a prova della voluta falsificazione degli avvenimenti storici. Primi approcci a Paolo …
Gli studi su Paolo furono agevolati dalla lettura di un sito internet curato da Sabato Scala17 che riportava pure una serie di altri dati e molti testi apocrifi. apocrifi. Era fine fine ottobre ottobre 2003, 2003, quando quando cominciai cominciai a elaborare elaborare ricerche che andavano al di là dei Vangeli. La tecnica consisteva sempre nell’analizzare i testi, alla ricerca di particolari collegamenti tra nomi, luoghi e tempi. tempi. Sicuramen Sicuramente te quello quello che più mi colpì colpì era il modo in cui Paolo veniva osteggiato nella sua predicazione dai conterranei, fatto che si rileva tanto negli Atti quanto nelle Lettere.18 Inoltre è sottolineato più volte che nello stesso periodo della sua predicazione circolavano dei “falsi apostoli”, ma da nessuna parte si fanno i loro nomi. 19 Tutte queste constata constatazioni zioni mi indussero indussero a scrivere le prime pagine pagine20 da cui si evince che nella mia mente cominciava a farsi strada l'ipotesi 15
[Guerra giudaica], [Antichità giudaiche]. 356-362. Atti 12,1-19. [Antichità giudaiche] 20:5.2(101). 17 [Sabato]. 18 339. Atti 16,37, 2Corinzi 11,24-25. 19 341, 346. 2Corinzi 11,5-23. 20 336-347. 16
52
I Vangeli al setaccio
che il vero “falso apostolo apostolo”” altri non fosse fosse che Paolo stesso. stesso. A questa questa 21 importante intuizione, già attestata in letteratura, feci seguire un'analisi dei nomi per tutti i principali personaggi che compaiono nel Nuovo Testamento22 perché, sulla base di quanto paventato da Cascioli, non era da scartare l’ipotesi che la ripetizione di tanti nomi, ad esempio quello di Simone, non fosse altro che un modo per far perdere le tracce di certi protagonisti. Ipotesi sostenibile dal fatto che il Nuovo Testamento sia stato confezionato per nascondere e non per comunicare la verità storica: anche gli attori di questa messinscena dovevano rimanere celati, altrimenti sarebbe stato semplice smontare tutto. Vi erano quindi dei personaggi famosi da rintracciare, tanto in vista che molto probabilmente non si trovavano solo nel Nuovo Testamento ma anche in opere storiche dell'epoca che avrebbero dato una mano per scoprire la verità. Perciò, dopo alcune pagine abbastanza scontate, 23 seguii la pista di Donnini e Cascioli che conduceva naturalmente all'episodio dell'uccisione di Giacomo già citato. Poteva essere sufficiente questo fatto per convalidare che quanto era stato raccontato su Gesù era falso? Certo, questi autori parevano aver assestato un duro colpo alla credibilità dei racconti cristiani, ma perché allora non aveva fine il silenzio di Cascioli sulle sue presunte fonti storiche? … e a Giovanni
Nelle ricerche sul Cristianesimo mi stavo avvalendo della lettura delle delle opere di Giuseppe Giuseppe Flavio, Flavio, in partic particolare olare “La guerra guerra giudaica giudaica””24 e “Antichità giudaiche”.25 All'epoca mi interessava tutto quello che era accaduto prima del 70 d. C., periodo in cui ufficialmente viene collocata la storia raccontata nel Nuovo Testamento. T estamento. I racconti di Giuseppe mi sembravano confermare il pensiero di Donnini e Cascioli, ovvero che il Cristianesimo fosse nato tra le braccia del fondamentalismo zelota. Una filosofia sorta in un ambiente, quello 21
[Paolo falso]. 349-350. 23 351-355. 24 [Guerra giudaica]. 25 [Antichità giudaiche]. 22
I Vangeli al setaccio
53
ebraico, ebraico, che faceva faceva i conti con una opprimente opprimente presenza presenza romana, romana, che a sua volta sosteneva l'arrivismo dei nobili ebrei dell'epoca, sui quali primeggiavano la famiglia erodiana e una classe sacerdotale corrotta. Venivano così convalidate le ipotesi rivoluzionarie su cui questi moderni storici alternativi fondavano le loro teorie. Ma come mai di tutto questo ambiente rivoluzionario non vi è traccia tanto nei Vangeli quanto negli Atti e nelle Lettere? Era stato fatto sparire oppure era naturale che non ne facesse parte? Eppure vi era lì, proprio in fondo al Nuovo Testamento, un libro che dell'odio e spirito di vendetta degni di un rivoluzionario sembrava intriso fin dai primi versi. Solo che questo libro si chiamava Apocalisse: un nome il cui originale greco significa semplicemente semplicemente “rivelazione”26 ma che per il comune cittadino, e non solo, è sinonimo di qualcosa di funesto e misterioso. Questo libro è infatti costituito principalmente da una seri seriee di simbo simboli li spaven spaventosi tosi che che sembra sembrano no dire dire tutto tutto e niente niente.. Il mio mio intere interesse sse per esso esso era iniziat iniziatoo verso verso metà metà dice dicembre mbre 2003 qua quando ndo erano erano terminate le pagine su Gesù, mentre su Paolo e i falsi apostoli avevo cominciato a scrivere a gennaio 2004. Ragionando quasi contemporaneamente tanto sullo scritto di Giovanni che su quelli di Paolo mi colpivano certi particolari comuni, tra i quali sicuramente i termini utilizzati per spiegare alcuni concetti, ma soprattutto il riferimento agli impostori e ai falsi profeti. Questa, secondo me, evidente comunanza di linguaggio strideva con la collocazione cronologica dei due autori. Per la Chiesa infatti Paolo muore prima prima del del 67 d.C., d.C., mentre mentre Giovanni Giovanni compone compone la sua sua opera opera addirittura verso la fine del I secolo. Purtroppo se in certi passi Giovanni è più che mai esplicito, in altri sembra essersi trincerato dietro la più imperscrutabile simbologia, una serie di similitudini e allegorie impenetrabili sia dall'esegeta che dallo studioso laico. È vero che la Chiesa sa offrire le sue spiegazioni, ma ad una attenta lettura anche queste sembrano un castello di interpretazioni senza fondamenta e quello che avevo compreso dall'analisi dei Vangeli mi faceva fortemente diffidare della guida gu ida catechistica, soprattutto per la lettura dell'Apocalisse. 26
391.
54
I Vangeli al setaccio
L'Apocalisse: L'Apocalisse: una sfida vincente
Vi erano poi alcuni particolari che mi attiravano in questo scritto: - a differ differen enza za dei dei Vang Vangel elii e degli degli Att Attii l'aut l'autore ore del dell'l'Apo Apoca cali liss ssee non aveva avuto timore a firmare la propria lettera; - i riferim riferiment entii geog geograf rafici ici erano erano fac facilme ilmente nte rintrac rintraccia ciabil bilii e per niente niente ambigui; - un unaa vo volt ltaa che che si si acce accett ttaasse l'int l'inter erpre preta tazi zione one ch chee face faceva va del della la “b “bes esti tiaa che sale dal mare” un'allegoria dell'Impero romano, era facilmente collocabile anche il periodo in cui questo libro era stato composto. In pratica l'Apocalisse ha le credenziali per proporsi come un testo storico anche se l'autore non è per niente esplicito nei suoi racconti. D'altronde perché doveva esserlo? Se era imprigionato a Patmos e nel suo animo covava la vendetta e l'odio per i suoi oppressori, quali parole poteva loro riservare senza paura di subire rappresaglie? In più, se in giro potevano potevano circola circolare re liberamente liberamente “falsi profeti” profeti” che raccontav raccontavano ano menzogne su fatti e persone, come poteva lui, condannato in una sperduta isola dell'Egeo, esprimere liberamente la sua versione su quanto era accaduto, o la sua opinione su persone importanti dell'epoca? Effettivamente era fin troppo umano comprendere perché Giovanni avesse confezionato un testo così oscuro: doveva far capire senza dire. Ma noi come possiamo, a secoli di distanza, comprendere ciò che neanche i primi Padri della Chiesa Ch iesa sembravano aver saputo interpretare? Da una parte mi rendevo conto che svelando le figure dell'Apocalisse avrei spiegato molte cose della vicenda cristiana. Dall'altra non conoscevo qualcuno che sapesse sapesse indirizzarmi verso l’interpretazione l’interpretazione di quelle immagini sotto le quali Giovanni sembrava aver celato la verità storica ricercata. Cercai nel sito di Cascioli, ma egli metteva m etteva addirittura in dubbio che l'Apocalisse fosse stata composta dopo la guerra giudaica. A me invece la cronologia “ufficiale” pareva ben argomentata.27 Solo che, ponendo la redazione dell'Apocalisse a dopo il 70 d. C., ci si ritrova senza il supporto degli storici dell'epoca. Gli scritti principali di Giuseppe Flavio infatt infattii non narran narranoo gli eventi eventi in in Pales Palestin tinaa dopo dopo la caduta caduta di di Gerusale Gerusalemme, mme, mentre mentre quelli quelli di altri autori autori riportano riportano fatti fatti accadu accaduti ti 27
370.
I Vangeli al setaccio
55
addirittura nel II secolo.28 Quindi almeno tra il 70 e il 100 d.C. c’è un inquietante vuoto informativo. L'intuito mi spingeva ad insistere nello scoprire cosa ci voleva effettivamente raccontare Giovanni e mi prefigurava che, se fossi riuscito a venire a capo di quel rebus di simboli, avrei assaporato nuovi orizzonti di ricerca.
28
[Storia romana].
La rilettura dell’Apocalisse e degli Atti
57
La rilettura dell’Apocalisse e degli Atti Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, (Galati
1,1) Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza, per cui non puoi sopportare i cattivi; li hai messi alla prova prova - quelli quelli che che si dicono dicono apostol apostolii e non lo sono - e li hai trovati bugiardi. bugiardi. (Apocalisse 2,2)
L'interpretazione L'interpretazione dei 'due testimoni'
Non mi restava che cominciare a studiare per bene l'Apocalisse e cercare di capire tutte le sue immagini. All'inizio non fu uno studio sistematico: la leggevo la sera prima di addormentarmi, mentre nei momenti più liberi continuavo a scrivere di Gesù e Paolo. Appena Appena terminat terminatoo i primi studi su questi questi due personaggi personaggi mi misi misi a cerca cercare re in Inte Intern rnet et tutt tuttoo quell quelloo che che era era possi possibil bilee trova trovare re rigua riguardo rdo l'Apocalisse ma non ne ricavai alcunché di più utile di quanto mi dicessero i testi che avevo già a disposizione.1 Mi de deci cisi si allor alloraa per per un approccio analitico teso a sviscerare e isolare i singoli personaggi dell'Apocalisse.2 Poi mi soffermai a ragionare sui dati storici a disposizione generalmente accettati anche dall'esegesi cattolica. 3 Il desiderio di scoprire chi celava la bestia satanica rappresentata dal numero 666 mi pareva a quell'epoca quell'epoca irrealizzabile, anche se fungeva da irresistibi irresistibile le fuoco d'attraz d'attrazione, ione, come il malefico malefico occhio occhio di Sauron Sauron nel memorabile romanzo di Tolkien.4 L'esegesi cattolica cattolica ci aveva già avvertito avvertito che “la bestia che sale dal 5 mare” erano gli imperatori romani e, tra le righe di qualche commento, 1
[Bibbia1], [Commentario]. 372-374. 3 370. 4 [Signore degli Anelli]. 5 377. Apocalisse 13. 2
58
La rilettura dell’Apocalisse e degli Atti
era imposs impossibi ibile le non scorge scorgere re nel “drago “dragone ne rosso”, rosso”,6 che perseguita la “donna” e la sua discendenza, l'Erode che fa strage degli innocenti secondo la versione matteana. Ma perché i racconti evangelici sono così diversi da quelli apocalittici? Mentre rileggevo i passi alla alla ricerca di una risposta ai ai tanti “perché” ebbi un'intuizione fulminante. Una scena che Giovanni ha dipinto in maniera ben realistica è infatti quella dei due testimoni: 7 due persone che vengono catturate e crocifisse da una delle bestie imperiali mentre stanno predicando in un periodo di carestia. Dopo aver letto Cascioli e “Antichità giudaiche” di Giuseppe Flavio mi risultò semplice pensare che i due testimoni altri non fossero che i figli di Giuda di Gamala, Simone e Giacomo, fatti uccidere da Tiberio Alessandro proprio durante una carestia in Palestina.8 Fin troppi particolari collimavano negli scritti dello storico giudeo e del nostro Giovanni. Preso dal fervore di questa scoperta cercai anche di individuare il nome della città in cui avvenne l'esecuzione dei due testimoni. A quell'epoca ero ancora convinto che la figura di Giuda di Gamala fosse effettivamente così importante da identificarla con il “Signore” crocifisso nella città dei due testimoni. Mi sarei corretto più di un anno dopo, ma per il momento ero molto entusiasta della scoperta fatta. Dalla 'bestia che sale dal mare' a quella che 'sale dalla terra'
Per meglio meglio capire capire l'Apocali l'Apocalisse sse dovett dovettii riprendere riprendere in mano mano “La guerra giudaica” di Giuseppe Flavio e fu allora che lessi di un fatto accaduto a Vespasiano che mi permise di identificarlo con una delle teste della “bestia “bestia che sale dal mare”. mare”.9 In questo modo si capiva che Giovanni nel capitolo 13 della sua opera aveva descritto la disfatta zelota ad opera dei Romani nel 70. Le sue parole, tutto sommato e soprattutto dopo averne scoperto il significato con le due interpretazioni proposte, erano state molto esplicite finora. Solo che nel momento in cui 6
379. Apocalisse 12. 382. Apocalisse 11. 8 383, 385. [Antichità giudaiche] 20:5.2(101). 9 378. [Guerra giudaica] 3:7.22(236-239). 7
La rilettura dell’Apocalisse e degli Atti
59
Giovanni introduceva l'operato della “bestia che sale dalla terra” 10 tutti i nostri strumenti di ricerca cozzavano contro la mancanza di fonti storiche11 successive alla guerra giudaica. Giovanni, come abbiamo puntualizzato, si stava dimostrando molto preciso nella presentazione cronologica dei fatti, f atti, per cui questa ulteriore bestia era entrata in azione dopo la caduta di Gerusalemme. Ma di questo periodo in Palestina chi ne aveva parlato all'epoca? A giudicare da quanto quanto ci è pervenuto pervenuto forse qualcuno qualcuno lo ha fatto, ma le sue opere opere sembrano essere andate perdute. Come riuscire a identificare quindi questo personaggio, che Giovanni dimostra di odiare addirittura di più delle bestie che avevano sottomesso e umiliato u miliato i suoi connazionali? Già all'in all'inizi izioo del del 2004 2004 avevo avevo propo proposto sto una una “sconv “sconvolg olgent entee intuizione”: e se il “falso profeta” pro feta” altri non fosse stato che Paolo stesso? In uno dei primi appunti appunti scrissi: “Ipotesi che si concilia con i dati finora a disposizione ma, bisogna ammetterlo, non supportabile da alcun materiale originario.” Già, tutte tutte le informazio informazioni ni su quella maledett maledettaa “bestia” “bestia” giovannea giovannea sembravano essere sparite o fatte sparire intenzionalmente. Eppure era un personaggio assai famoso all'epoca se Giovanni poté descriverlo in tal modo senza temere di essere frainteso dai suoi lettori. Anche allora, preso da un'ipotesi tanto affascinante, mi misi al lavoro lavoro sperando sperando di trovare trovare la la soluzione soluzione studiand studiandoo il fatidico fatidico “666”. “666”. Elaborai un database in cui di tanto in tanto sottoponevo dei nomi alla tecnic tecnicaa della gemat gematria, ria,12 un’arte antica per trasformare nomi in numeri, sperando di trovare quello giusto. Così, convinto che il nome di Saulo Paolo di Tarso fosse quello giusto, mi inventai motivazioni che, ripensandoci a distanza di tempo, mi fanno sorridere per l'ingenuità che assommavano assommavano in sé. Eppure sentivo di di essere essere ben vicino vicino alla verità verità cercata. La scommessa su Giovanni
Certo, ormai Giovanni mi aveva convinto che sotto le figure simboliche del suo libro era nascosta la storia dell'oppressione vissuta 10
Apocalisse 13,8ss. 387. 12 482. 11
60
La rilettura dell’Apocalisse e degli Atti
dagli Ebrei ad opera dei Romani, in un lasso di tempo che però superava su perava i resoconti resoconti storici storici pervenuti pervenuti a noi. Se Paolo Paolo era quel quel “falso “falso profeta” profeta” contro cui Giovanni si accaniva, allora il suo operato era da inscrivere a dopo la guerra giudaica e non prima. Questo spostamento cronologico spiegava spiegava tutti gli strani strani particolari particolari finora evidenziati evidenziati,, ma andava andava supportato da ben altre prove. Prima di raccoglierle ebbi un'altra intuizione che mi permetteva di aggiungere un ulteriore tassello alla ricerca. Ragionando sul testo dell'Apocalisse e sulla descrizione che Giovanni fa della sua condizione mi parve naturale supporre che egli altri non fosse che il famoso Giovanni di Giscala tanto biasimato da Giuseppe Flavio nelle sue opere.13 Le pagine che ho dedicato a questa intuizione14 sono fondam fondament entali ali,, ma apparentemente apparentemente non così supportate quanto le scoperte che, grazie a questa questa identifi identificazi cazione, one, sono sono state state possibi possibili li in seguito. seguito. Ma, Ma, anche anche nella ricerca ricerca come nella nella vita, vita, spesso spesso “la fortuna fortuna aiuta aiuta gli audaci” audaci” e devo ammettere che tra le ipotesi azzardate quella sull'autore dell'Apocalisse è stata forse la più proficua. Quando Quando la posi, conclusi conclusi scrivend scrivendoo quanto segue: segue: “La nostra nostra ipotesi ipotesi che quindi quindi Giovanni Giovanni di Giscala Giscala sia l'autore l'autore dell'Apocalisse rimane verosimile, ma non supportata da altre fonti, anche se dobbiamo ammettere che non è neanche contraddetta da quelle a disposizione.” Ormai il dado era tratto e ora bisognava semplicemente cominciare a percorrere la strada che le nuove interpretazioni sull'Apocalisse indicavan indicavanoo chiaramente. chiaramente. Poco importava importava che sempre sempre più insistent insistentee si insinuasse l'ipotesi che quanto raccontato dal Nuovo Testamento non fosse altro altro che una sofistica sofisticata ta manipolaz manipolazione ione dei fatti fatti dell'epoc dell'epoca. a. La ricerca stava sfrondando i racconti di tutti i fatti inverosimili per i quali l'esegesi pretende troppo spesso atti di fede. Le narrazioni cominciavano a incanalarsi nel binario delle vicende storiche del I secolo della nostra Era, anche se non sapevo ancora dove mi avrebbero av rebbero condotto.
13
440. [Guerra giudaica] 2:21.1(585-587). 388, 436-439.
14
La rilettura dell’Apocalisse e degli Atti
61
Saulo Paolo di Tarso
Ormai eravamo a fine maggio 2004 e mi resi conto di quanto lavoro mi aspettava se volevo rivedere da cima a fondo tutto il Nuovo Testamento. Mi dedicai quindi alla sola lettura, per cui gli scritti sul Cristianesimo non ricevettero altri impulsi fino a luglio di quell’anno. Durante l'inverno precedente avevo appuntato qualche riflessione sulla guerra in Iraq15 e all'inizio del 2004 ne avevo pubblicato altre sull'uso distorto dell'informazione pubblica.16 Durante la primavera avevo concluso altre pagine che riguardavano la storia dei Giudei.17 Poi, nel luglio 2004, mentre rileggevo i Vangeli mi soffermai di fronte al momento topico della crocifissione e la mia attenzione fu colta da qualche strano particolare. Primo fra tutti sicuramente quell'abbond quell'abbondante ante uso di medicame medicamenti nti per curare curare un corpo che doveva doveva 18 essere morto. Poi quel sabato e quella Pasqua che andavano e venivano venivano tra i versi del racconto. racconto. Dopo diverse diverse ricerche ricerche in Internet Internet e in 19 libri specialistici scrissi alcune delle pagine di cui andavo massimamente fiero.20 In agosto decisi di studiare più compiutamente la biografia di Paolo analizzando tutti i versi delle sue Lettere. Fu un lavoro defatigante, ma molto utile. Potevo infatti isolare i passi in cui Paolo parlava di se stesso e vedere come si presentava ai suoi interlocutori. Nei versi rimanenti si individuavamo il suo pensiero e i termini utilizzati nella sua predicazione. Fu allora che notai come i temi su cui si soffermava il “falso apostolo” ricorrevano anche nell'Apocalisse di Giovanni, tra i quali: La venuta del Signore e la risurrezione; Il fuoco purificatore; L’idolatria e asservimento alle autorità; La fede fede e la fedel fedeltà; tà; Gli eletti;
15
152-157. 85-98. 17 130-136. 18 328. Giovanni 19:39. 19 [Commentario]. 20 315-325. 16
62
La rilettura dell’Apocalisse e degli Atti
Gli infedeli; I rib ribel elli li e i sant santi; i; La menzog menzogna na e i falsi apostoli apostoli.. Mi venne in mente di presentare questi paralleli in alcune pagine p agine del 21 sito e fu proprio scrivendole che incappai in altre importanti coincidenze. Capii meglio infatti la situazione descritta nel capitolo 12 dell'Apocalisse,22 rintracciandone diversi particolari nelle opere di Giuseppe Flavio23 e confermando la bontà storica s torica del libro di Giovanni. Ma quello che stava cadendo tra le mani sempre più bramose di verità era un parallelo quasi interminabile tra le vicende narrate nelle opere storiche e quelle tramandate negli Atti degli Apostoli. Sembrava infatti che l'autore di questo libro avesse preso ampi brani da “La guerra giudaica” di Giuseppe Flavio riadattandoli per costruire la storia che leggiamo nel libro del Nuovo Testamento. Era possibile così riconoscere il martirio di Stefano,24 il Concilio di Gerusalemme,25 il nazireato di Paolo.26 Certo, la biografia di Paolo acquisiva una forma ben diversa da quella que lla canoni canonica, ca, attrav attravers ersoo una una rilett rilettura ura delle delle sue Letter Lettere, e,27 ed era convalidata anche dalle nuove ipotesi che la ricerca sembrava avanzare, ponendo Paolo tra i protetti frequentatori di ambienti nobili e imperiali.28 E, nel mezzo di queste nuove ricostruzioni, si delineava il personaggio che Giovanni aveva dipinto nella sua Apocalisse come una prostituta: Berenice Berenice II, la sorella di di Agrippa II.29
Le notizie di (e su) Giuseppe Flavio
Ero sempre più contento di quanto andavo scoprendo. Mi entusiasmavano i paralleli tra gli scritti neotestamentari e le opere di 21
389-401. 379-381. 23 [Antichità giudaiche] 17:10.9(287-290), 18:5.1(109-115). 24 414-415. Atti 6-7. [Antichità giudaiche] 20:5.4(113) e anche [Guerra giudaica] 2:12.2(228). 25 416-418. Atti 15. [Guerra giudaica] g iudaica] 2:17.2-3. 26 426-429. Atti 21-22. [Guerra [Guerra giudaica] 2:14-15. 2:14-15. 27 402-413. 28 420, 431-434. 29 425. Apocalisse 17. 22
La rilettura dell’Apocalisse e degli Atti
63
Giuseppe Flavio, anche se rimaneva l'amaro in bocca per il fatto che quest'ultimo non sembrava aver documentato altri fatti dopo la guerra giudaica. Fu mia moglie a insistere perché acquistassi anche le altre due opere dello dello storico storico,, ovvero “Contro “Contro Apione” Apione”30 e “Au “Autob tobiog iograf rafia” ia”..31 Le lessi entrambe e ovviamente non potevo che rimanere catturato dalla seconda, in quanto più ricca di avvenimenti dell'epoca, mentre la prima espone l'opinione di Giuseppe sulla sua religione. “Autobiografia” si presenta inizialmente come una ripetizione, scendendo in qualche maggior dettaglio, di alcune notizie già rinvenibili in “La gue guerra rra giuda giudaica” ica”.. In essa vien vienee sopratt soprattutt uttoo descrit descritto to con magg maggior ior 32 vigore l'odio tra Giuseppe e Giovanni di Giscala. Ma dopo qualche lettur letturaa aument aumentaro arono no a dismisur dismisuraa le sottol sottoline ineat ature ure dei dei passi passi che rivelavano ambigui echi nei libri del Nuovo Testamento. Ecco allora che da questo libro saltavano fuori la scena della cattura e risurrezione di Gesù33 e molti particolari della sua vita sembravano resoconti biografici di Giuseppe stesso.34 Come non bastasse, anche alcuni avvenimenti descritti negli Atti degli Apostoli parevano letteralmente “scopiazzati” dal libro dello storico ebreo: il naufragio di Paolo,35 il problema della circoncisione,36 il complotto di Anania,37 e la morte della coppia Anania e Saffira.38 Grazie a questa sommatoria di rinvenimenti fu semplice identificare nel Giuseppe Barnaba descritto dagli Atti proprio lo storico giudeo che tanto ci era stato utile nelle ricerche sul Cristianesimo.39 Era novembre del 2004 e le scoperte, che effettivamente non sembravano mai aver termine, necessitavano a questo punto di un importante momento di riflessione. La questione era semplicemente questa: se anche Giuseppe Flavio, che avevo utilizzato come pietra di
30
[Contro Apione]. [Autobiografia]. 32 440-444. 33 447-448. 447-448. [Autobiografia] 22.104-111, 75.420-421. 34 449-458. [Autobiografia] 75.420-421, 75.420-421, 11.54-57, 14.79, 15.80, 15.80, 2.9-12. 35 460. [Autobiografia] 3.14-16. 36 461. [Autobiografia] 23.112-113. 37 462. Atti 22-24. 22-24. [Autobiografia] 56.290-291. 56.290-291. 38 463. Atti Atti 5,1-10. [Autobiografia] 12.65ss, 57.296. 39 464, 477-481. 31
64
La rilettura dell’Apocalisse e degli Atti
paragone nella n ella verifica verif ica dei racconti neotestamentari, era implicato nella nascita del Cristianesimo, quanto erano affidabili le sue testimonianze? La domanda ha ovviamente senso ma non sposta di una virgola il giudizio di attendibilità degli scritti neotestamentari in esame. Se essi sono poco credibili, a maggior ragione lo rimangono se a collaborare alla loro stesura è uno scrittore che si è dimostrato poco affidabile in altre sue opere. Ma se invece i resoconti storici di Giuseppe sono degni di fede, perché non dovrebbero esserlo anche quelli neotestamentari a cui probabilmente lo stesso storico contribuì, se non altro come protagonista? Potremmo anche dubitare dell'attendibilità di Giuseppe Flavio, come gli storici tendono a fare addossandogli quantomeno una certa parzialità nel giudizio degli avvenimenti cui partecipò. Non va però dimenticato che lo storico giudeo narra di fatti accaduti prima e a ridosso ridosso della della caduta caduta di Gerusalem Gerusalemme, me, mentre le nostre nostre ricerche ricerche conducono a voler verificare fatti e personaggi dopo questo evento. E poi il metro di misura m isura lo avevamo già trovato: Giovanni di Giscala e la sua Apocalisse. Giovanni e Gesù
Vi è infatti da considerare che nelle ricerche esposte si stava facendo strada una certa visione dei fatti accaduti. Cioè che gli “apostoli” altro non fossero che persone al soldo dei dominatori dell'epoca per contrastare il verbo rivoluzionario zelota, che Giovanni insisteva a propagandare anche con la sua Apocalisse. È questo libro che si pone come ago di bilancia tra i resoconti dei testi cristiani e quelli degli storici dell'epoca. Che poi Giuseppe Flavio sia passato tra le fila degli “apostoli” è semplicemente conforme alla sua natura natura già riconos riconosciuta ciuta di “traditore” “traditore” della causa causa giudaica. giudaica. Averlo Averlo identificato in Giuseppe Barnaba è un fatto assolutamente correlato alla sua biografia e conferma ancora una volta la bontà delle ricerche effettuate. Il fatto che abbia operato, come raccontano proprio i Vangeli, dopo la guerra guerra giudaica, giudaica, fa capir capiree anche anche la la “fastidio “fastidiosa” sa” assenz assenzaa nel nel Nuovo Nuovo Testamento di qualsiasi forte riferimento all’intenso periodo di ribellione ribellione che che precede precedette tte la disfatt disfattaa del popolo popolo giudaic giudaico. o. Gli Zeloti Zeloti non
La rilettura dell’Apocalisse e degli Atti
65
vengono infatti mai citati, sia perché rappresentavano l’opposizione politica e sociale, oggetto del massimo biasimo, sia perché erano stati sostanzialmente eliminati o resi schiavi durante la guerra trascorsa. Ma se Barnaba operava con Paolo dopo il 70 d. C., allora tutte le storie del Nuovo Testamento andavano spostate di molto in avanti rispetto al periodo, 26-36 d.C., del governatore Pilato e gli anni in cui i Vangeli narrano essere stato crocifisso Gesù. Questo significava l'allontanamento definitivo dalla teoria che proponeva in un fantomatico Giovanni di Gamala il personaggio su cui sarebbe stata costruita la vicenda di Gesù. D'altronde, al di là di tutte le invenzioni dei Vangeli, non avevo mai creduto che un Gesù così come ci è stato tramandato non sia mai esistito. Come abbiamo visto, i Vangeli presentano una molteplicità di resoconti distorti, ma non completamente falsati. All'epoca avrebbero fatto ben fatica a cambiare il nome di Gesù in quello di un'altra persona, come oggi farebbero difficoltà a cambiare quello di Martin Luther King o di Gandhi (senza pretendere alcun paragone tra queste persone e Gesù). Il nome di un leader carismatico non può essere dimenticato o confuso. Ma allora il Gesù morto sotto Pilato era esistito o no? Le mie ricerche sembravano spostare la crocifissione di Gesù più verso la guerra giudaica, e quindi era ovvio mettere in dubbio, come fatto d'altronde da molti altri, il famoso f amoso “testimonium flavianum”,40 quel passo di “Antichità giudaiche” di Giuseppe Flavio in cui vengono descritti Gesù e la sua sua vicenda. Era sempre più evidente che le critiche degli studiosi studiosi – che rigettavan rigettavanoo la testimonianza testimonianza dello dello storico storico giudeo giudeo consideran considerandola dola un clamoroso clamoroso falso falso storico storico – fossero più che che fondate. fondate. Ciò mi obbligava però a cercare altrove il messia osannato da Giovanni nell'Apocalisse. Ma era proprio lo zelota di Giscala che mi poneva la risposta su un piatto d'argento:41 Gesù figlio di Safàt (Saffia). “Questi era il Cristo”! esclamai all'epoca anche se, devo ammetterlo, non compresi appieno la portata di quella scoperta. 40
465-468. 465-468. [Antichità giudaiche] 18:3.3(63-64). 18:3.3(63-64). 469-473. [Autobiografia] 13.66, 13.66, 27.134, 48.246. [Guerra giudaica] 3:9-10.
41
La strada verso la vetta
67
La strada verso la vetta Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.
(Apocalisse 13,18)
Il buio ufficiale sulle origini del Cristianesimo Cristianesimo
Il 2004 fu un anno denso di studi e scoperte fondamentali. Avevo ben compreso l'Apocalisse, ricollocato la vicenda cristiana a dopo la guerra giudaica, evidenziato tutti quei paralleli tra i testi considerati storici e quelli neotestamentari da far sorridere della bontà del “testimonium flavianum”. Di fronte a questa massa di scoperte, l'incontro con Gesù figlio di Safàt (Saffia) era arrivato proprio alla fine come un ultimo sospiro; avevo bisogno di rilassarmi dopo tanto fervore intellettuale e non avevo molta voglia di approfondire il valore di d i tale scoperta. Anzi, in tutta sincerità, mi pareva che il grosso delle novità sul Cristianesimo non sarebbe aumentato se non di pochi altri dettagli. Certo rimanevano rimanevano ancora ancora alcuni alcuni punti punti oscuri oscuri a cui non pensavo, pensavo, giustificandomi con la scusa che le vere testimonianze storiche del periodo successivo al 70 d.C. erano troppo insignificanti per poter aggiungere altre scoperte di una certa rilevanza. Il vero nocciolo irrisolto irrisolto della questione questione era era effettivament effettivamentee la figura della “bestia “bestia che sale dalla dalla terra”, terra”, che avevo spiega spiegato to in cuor cuor mio supponend supponendoo che l'identificazione con Paolo fosse quella definitiva, anche se non dimostrabile in maniera diretta. Eppoi perché dovevo continuare ad occuparmi di Cristianesimo con tutto quello che poteva attirare la mia attenzione? Perché non lasciare che anche altri mettessero alla prova quanto si poteva leggere nel mio sito? Effetti Effettivam vament entee non c’era c’era occasi occasione one di confro confronta ntarmi rmi con con altre ricerche in linea con quelle da me proposte. Cercando in Internet, avevo trovato solo Robert Eisenman che, già nel 1996, aveva sottolineato la somiglianza del del Saul, di cui narra Giuseppe Flavio, con con il famoso Saulo
68
La strada verso la vetta
Paolo di Tarso e quindi il coinvolgimento della famiglia erodiana nella nascita della nuova religione. Ma, a quanto pare, niente più. Ero convinto della bontà dei miei studi ma non sapevo, oltre ad Internet, come coinvolgere altre persone interessate a scoprire la verità storica su Gesù senza fare affidamento sul “credo” cattolico. La scoperta di Giovanni Battista
A fine luglio 2005 cominciai ad aggiungere pagine di cronaca memorizzate negli anni precedenti: un modo per tener in mente e recuperare abbastanza velocemente quello che rischierebbe di essere dimenticato, facendoci perdere il senso degli eventi. Erano quindi diversi mesi che non inserivo altre mie ricerche nel sito. In quell'estat quell'estatee effettivame effettivamente nte stavo stavo maturando maturando l'idea che ormai ormai i miei studi sul Cristianesimo avessero raggiunto uno spessore tale da poter proporre una loro breve sintesi per pubblicare pubblicare un libro. Già, perché ho sempre considerato il libro una meta ambita per me come per ogni scrittore. La facilità con cui questo supporto può condurre le idee ad essere lette da chiunque rimane ancora formidabile. Ad agosto mi misi quindi a stilare un’ulteriore versione dei miei studi, adoperando uno stile che fondamentalmente somiglia a quello del sito: citazioni bibliografiche e deduzioni logiche. Come dimostra il presente testo, questa forma non la consiglierei più per divulgare ricerche tanto ardue, ora che è possibile comunque avvicinare l'approfondimento in una sede diversa dal libro da sfogliare. Allora Allora questo questo mio insistere nel nel trattato trattato “scientifi “scientifico” co” mi richiese richiese una una fatica fatica particolare particolare:: rileggermi rileggermi tutte le pagine pagine pubblicate pubblicate nel nel sito, sito, alla ricerca del materiale più significativo che permetteva di dimostrare, dati alla mano, come si era svolta la vicenda cristiana. Tutto il tempo passato non mi aveva comunque fatto dimenticare la figura del Gesù figlio di Safàt (Saffia); nella mia mente si scontrava la figura di Giovanni di Gamala, di cui erano fautori tanto Donnini che Cascioli, e questo Gesù che, come detto sopra, era ben tratteggiato nell'opera di Giuseppe Flavio.1 Potevo aggiungere altri validi motivi per
1
[Guerra giudaica], [Autobiografia]. [Autobiografia].
La strada verso la vetta
69
contrapporre questo personaggio a quello sostenuto da altri come attore principale della vicenda vicenda cristiana? Decisi allora di rituffarmi a leggere i testi di Giuseppe Flavio ed è lì che, da un confronto serrato con i Vangeli, scoprii un'identità fondamentale: Giovanni di Giscala, l'autore dell'Apocalisse, era stato ‘nascosto’ nella figura del Battista.2 Ricordo ancora le esclamazioni di stupore quando ebbi questa intuizione che conduceva subito ad altri importanti collegamenti,3 tra i quali una non velata contrapposizione tra Giovanni e Gesù nei Vangeli. Forse che qualcuno si era addirittura sostituito a Gesù figlio di Safàt nei Vangeli? La rilettura dell’Apocalisse e la scoperta di Giovanni Battista, effettivamente, non solo confermava che un impostore aveva agito dopo la guerra giudaica per convertire al suo credo il popolo di Galilea, come già la la cronologi cronologiaa delle delle azioni azioni di Paolo confermava confermavano, no, ma faceva faceva supporre che la figura di questo impostore fosse nascosta nel Gesù evangelico. In pratica, come studi successivi mi confermarono, avevo capito che nei Vangeli un ciarlatano si era sostituito al vero Gesù “dopo” che questi era stato crocifisso. Una prima ricostruzione Palestina nel I sec. d.C.
degli
avvenimenti
in
Siccome di Giovanni di Giscala e di Gesù figlio di Safàt (Saffia) Giuseppe Giuseppe Flavio Flavio aveva scritto scritto solo in due sue opere, opere,4 le ripresi in mano per scoprire se mi era sfuggito qualche particolare importante sul pretendente al trono di di Gerusalemme sostenuto da Giovanni. Fu soprattutto la rilettura della battaglia di Tarichea che mi svelò tutti i retroscena nascosti nei Vangeli. 5 Per avvalorare le mie scoperte dovetti studiare le usanze religiose ebraiche del tempo che mi consentirono di scoprire come i falsari cristiani avevano fatto proprio di tutto per nascondere la vicenda che invece Giovanni “gridava” nella sua Apoc Ap ocaaliss lisse, e, prop propri rioo co come me un unaa “v “voc ocee ne nell de dese sert rto” o”.. Infa Infatt ttii qu quaanto nto 2
599-603. 596-598. 4 [Guerra giudaica] e [Autobiografia]. 5 577-581. [Guerra [Guerra giudaica] giudaica] 3:9-10. 3
70
La strada verso la vetta
avvenuto a Tarichea era stato spostato a Gerusalemme Gerusalemme e la festa in cui Gesù fu crocifisso non era la Pasqua ma i Tabernacoli.6 Apparentemente incredibile, potremmo dire, ma vero! Ora non avevo più alcuna reticenza ad affermare che per quasi duemil due milaa anni ci ci aveva avevano no propina propinato to forse forse la più più grand grandee falsif falsifica icazio zione ne storica. E potevo anche abbozzare un primo riassunto r iassunto di come erano andati i fatti: Nella Giudea sotto il dominio degli Erodiani, non Ebrei, che servivano l’Impero romano dal I secolo a.C., cominciano a sorgere movimenti insurrezionali per ristabilire un governo nazionale indipendente da domini esterni; Il movimento rivoluzionario degli Zeloti, le cui roccaforti si trovavano nella Galilea, danno impulso alla ribellione che scoppia nel 66 d.C.; I Romani intervengono in forze: Nerone manda Vespasiano insieme a suo figlio Tito per sedare l’insurrezione indipendentista; In Galilea la resistenza viene organizzata da Giovanni di Giscala e Gesù figlio di Safàt. Il primo è un discendente della famiglia sacerd sacerdota otale le dei dei Levi Leviti, ti, mentre mentre il secon secondo do app appart artien ienee a quella quella di Giuda; A intrufo intrufolar larsi si nei pian pianii di guerri guerriglia glia di Giovan Giovanni ni e Gesù Gesù ci pen pensa sa Giuseppe figlio di Mattia, al secolo Giuseppe Flavio, che invece di organizzare la guerra contro Roma non fa altro che fomentare discor discordie die tra tra i cittad cittadini, ini, di modo modo che che la resi resisten stenza za cont contro ro l’aggressore ne venga fiaccata; Vespasiano, dopo aver sottomesso molte città della Galilea, arriva infine a Tiberiade e poi a Tarichea, dove cattura e fa crocifiggere Gesù figlio di Safàt, mentre Giovanni riesce a riparare prima nella sua Giscala e poi a Gerusalemme; Dopo un lungo assedio assedio Tito Tito conquista conquista e distrugge distrugge “la città città santa”, uccidendo o deportando come schiavi i suoi abitanti; Giovanni di Giscala viene condannato al carcere a vita.
6
528-587.
La strada verso la vetta
71
A questo questo punto i resoconti resoconti storici storici “ufficiali” “ufficiali” mancano mancano e solo con l’ausilio del Nuovo Nuovo Testamento potevo ricostruire quanto segue: segue: Giovanni di Giscala viene esiliato nell’isola di Patmos, forse durante durante il principat principatoo di Vespasiano Vespasiano o di Tito (79-81 (79-81 d.C.). d.C.). È in questa que sta nuova nuova prigio prigione ne che che scriv scrivee la sua sua “Rivel “Rivelaz azion ione” e” più più comunemente nota col nome di “Apocalisse”; Dal confronto tra la missiva di Giovanni e quelle degli altri “apostoli” si comprende che dopo la guerra giudaica in Giudea era comparsa “la bestia che che sale dalla terra”, un impostore impostore che incantava incantava i creduloni con i suoi miracoli e allo stesso tempo li sottometteva all’adorazione dell’imperatore romano; L’opera del “falso “falso profeta”, profeta”, coadiu coadiuvato vato da altri tre tre “taumatur “taumaturghi”, ghi”, è quella di convincere la popolazione ad accettare il dominio romano. Ma la sua azione viene contrastata dalle notizie messe in circolazione da Giovanni che lo addita come traditore della causa giudaica; A seguito dei suoi improperi contro i potenti dell’epoca, Giovanni viene decapitato per desiderio di Berenice II, che egli aveva dipinto come una “prostituta”; È da questo momento momento che il “falso “falso profeta” profeta” ha via libera libera nella nella sua opera fino fino a dar spunto spunto o addirittura addirittura confezionar confezionaree di suo pugno pugno alcuni dei testi del Nuovo Testamento, dove le vicende storiche vengono stravolte per far perdere le tracce della verità a favore della menzogna che lo incensava.
Gesù e lo Spirito Santo
Con i dati alla mano era facile migliorare ora precedenti intuizioni, 7 ma anche affondar affondaree il coltello coltello nella nella figura figura di Giusep Giuseppe pe Flavio Flavio che appariva come l'artefice principe di questa macchinazione imperiale a sfavore degli ingenui. Elaborai quindi pagine che, seppure mondate da successive correzioni, sarebbero servite per importanti scoperte.8 Inoltre, a quel tempo, tempo, mentre mentre valutavo valutavo l'ipotesi l'ipotesi di una identifi identificazio cazione ne dello dello storico storico giudeo giudeo con la “bestia “bestia che sale dalla dalla terra”, terra”, avevo avevo congegnato congegnato un un 7
575. 617-621, 642-644.
8
72
La strada verso la vetta
semplice semplice algorit algoritmo mo per calcolare calcolare,, secondo la gematria, gematria, l'equivale l'equivalente nte numeric numericoo di molti molti nomi nomi present presentii nel Nuovo Nuovo Test Testame amento nto.. Tra i tanti tanti a disp disposi osizi zione one ovvia ovviamen mente te nemme nemmeno no l’equi l’equiva vale lente nte grec grecoo di “G “Giu iuse seppe ppe”” forniva forniva il famoso 666, ma nonostan nonostante te questo la fatica fatica mi evidenziò evidenziò il Mattathias) - pari risu risult ltat atoo otte ottenu nuto to con Matt Mattia ia ( Mattathias ari a 66 6688 - e Parac aracllito ito Paracletos) - 616, ( Paracletos 616, la version versionee meno nobile nobile del del “nu “nume mero ro della della bestia bestia”, ”, comunque attestata nei manoscritti. Questa Questa vicinanza vicinanza tra il Paraclito, Paraclito, un altro nome usato usato per lo Spirito Santo, con la “bestia” giovannea non era solo solo di carattere carattere numerico ma anche contenutistico, come certe analisi dimostravano.9 Gli elementi che avevo a disposizione mi conducevano a identificare tutte queste figure in Giuseppe Flavio. In quel periodo ero stato anche attratto dalla somiglianza tra la figura di Pietro e quella di Giuseppe, ma non ero ancora pronto per supporre che lo stesso personaggio fosse chiamato chiamato con nomi diversi. Questa strada, percorsa ad esempio esempio da Cascioli, Cascioli, non non mi convinceva convinceva,, ma ancora ancora non sapevo sapevo che questa volta peccavo di ritrosia r itrosia intellettuale. Sicché brancolavo tra un approfondimento e l'altro di questa o quella scena del Nuovo Testamento. Ne risultarono gli abbozzi di pagine sull'integrità religiosa di Giuseppe Flavio10 e analisi delle Lettere di Pietro.11 A fine novembre 2005 cominciavo a far capolino nella vera filologia, quella che analizza lettera per lettera ogni testimonianza scritta e costruisce il cosiddetto textus receptus , il probabile testo originario. Mia moglie mi aveva infatti regalato un libro che vedevo citato quasi costantemente nei siti specialistici, ma che solo adesso potevo studiare.12 È vero che la maggior parte delle scoperte finora esposte non avevano avuto bisogno del suo apporto, ma devo riconoscere che senza il confronto dei primi manoscritti non avrei avuto le importanti conferme della vicenda di Barabba e Apollonio che esporrò tra poco. Tra un tentativo e l’altro di mettere ordine nella messinscena cristiana, mi avventurai anche a migliorare le ipotesi sulla cronologia dei primi testi neotestamentari. Avevo infatti dedicato poche pagine 9
612-616, 644. 622-625, 632-635. 11 637-640. 12 [Nestle Aland]. 10
La strada verso la vetta
73
all'analisi delle fonti13 e non trovavo ancora stimoli sufficienti ad approfondire l'argomento. Alla ricerca dell'impostor d ell'impostore e
Però era sempre sempre la figura figura dell’i dell’imposto mpostore, re, ilil “falso “falso profeta” profeta”,, a catturare la mia attenzione e fu il dicembre del 2005 a fornirmi le intuizioni più importanti. importanti. Ritenevo infatti impossibile che la “bestia che sale dalla dalla terra”, terra”, quel personaggio personaggio tanto tanto odiato odiato dai Giudei più zelanti, zelanti, come ci dimostrano le invettive riscontrate nell’Apocalisse, fosse sfuggito alle registrazioni dei Vangeli. Ero altresì convinto che il miglior miglior modo di nasconders nascondersii per il “falso profeta profeta”” fosse stato stato proprio proprio quello di sostituirsi a Gesù stesso, come suggeriva l’analisi della lettera di Barnaba.14 Ma come non accorgersi che un personaggio sopra tutti svolgeva il ruolo di traditore proprio nei Vangeli, cioè Giuda? Forse che era stato inventato questo protagonista per catalizzare le attenzioni che Giovanni di Giscala riservava alla “bestia che sale dalla terra”? Questa intuizione aprì la strada ad una serie imprevista di identificazioni. Erano gli stessi studiosi cattolici a suggerirle quando insinuavano che Giuda, Taddeo, Lebbeo non fossero altro che nomi per indicare la stessa persona.15 Ma da Lebbeo poi si passava a Levi e quindi a Matteo.16 Poi, tenuto conto che anche Tommaso si chiamava Giuda, e riassumendo le notizie su due Vangeli che ritenevo più antichi - Matteo e Tomma Tommaso so – era natura naturale le l’ult l’ulteri eriore ore sovrap sovrappos posizi izione one di quest questii due due personaggi. Matteo era quindi collegato a Giuda non solo a mezzo di Levi, Lebbeo e Taddeo, ma anche attraverso un altro nome di apostolo, quello quello di Tommaso Tommaso che nelle nelle liste liste dei Sinottici, Sinottici, guarda caso caso compare compare sempre vicino proprio a quello di Matteo. Ma il nome di Matteo da dove deriva? Da Mattia, un nome ben attestato nel Nuovo Testamento, in quanto non è solo presente nell’albero nell’albero genealogic genealogicoo di Gesù,17 ma è anche quello del discepolo che, 13
658-659. 684-688. 15 673. 16 674. 17 629. Matteo 1, Luca 3. 14
74
La strada verso la vetta
secondo gli Atti degli Apostoli,18 sostituì proprio Giuda Iscariota. Ma ricordavo bene che Mattia era anche il nome del fratello di Giuseppe Flavio. Ed infatti con chi viene presentato Mattia agli Apostoli? Proprio con un tale Giuseppe Barsabba, che controllando i manoscritti antichi, 19 altri non sarebbe che un’altra storpiatura del nome Barnaba, sotto il quale avevamo già identificato lo storico giudeo. Tutte queste scoperte mi fornirono, agli inizi di febbraio, la soluzione della scena con il brigante “Barabba”,20 a mio parere una delle migliori scoperte nell'ambito di questa intrigante avventura. Era infatti semplice capire che il “prigioniero famoso” citato da tutti i Vangeli nel momento in cui Pilato deve scegliere se mandare in croce o meno Gesù, altri non era che Giuseppe Flavio stesso. Questi era stato fatto prigioniero a Iotapata,21 poco prima della battaglia di Tarichea in cui sarà processato Gesù figlio di Safàt (Saffia). Mattia, nelle vesti di Giuda, con il suo tradimento aveva semplicemente consegnato Gesù Gesù ai Romani Romani in cambio della liberazione del fratello. A questo punto, riconosciuto in Mattia il vero Giuda e quindi il traditore per eccellenza, era quasi automatico identificarlo con Pietro, l’altro uomo che nei Vangeli rinnega Gesù.22 Da qui a far coincidere sempre Mattia con Simone Mago il passo era breve, considerato anche, ma non solo, che Simone è il nome originario con cui viene indicato Pietro nei Vangeli.23 Ma dove reperire reperire informazion informazionii su questo Simone Simone Mago che sempre sempre 24 più somigliava alla “bestia” giovannea? La bibliografia in mio possesso era veramente scarsa. Sembrava che le fonti ufficiali della Chiesa25 non si curassero di approfondire le notizie su questo personaggio. Dovevo continuare quindi a cercare e cominciai a farlo nella più grande biblioteca del Mondo: Internet. 18
666. Atti 1. 676. 20 676-681. 21 617. [Guerra giudaica] 3:9. 22 692-694. 23 695-698. 24 699-700. 25 [Commentario]. 19
La strada verso la vetta
75
Egesippo, Simone Mago e Apollonio
Mentre Mentre si cerca, cerca, non si elabor elaboraa alcunché alcunché di di definitiv definitivo, o, perché perché bisogna essere sicuri di incontrare prima tutti gli elementi che possono influi influire re sulle sulle nostre nostre ricostru ricostruzio zioni, ni, al fine di convin convince cersi rsi della della possibi possibilit litàà di qualche conclusione. La ricerca di Simone Mago nelle pagine italiane mi fece ritrovare Egesippo. Ricordavo che Cascioli suggeriva che questo autore altri non fosse che Giuseppe Flavio stesso e a me, ormai avvezzo alle furbizie dei primi Padri della Chiesa, l'identificazione parve più che ragionevole, tanto più che era suggerita anche da affermati studiosi. 26 Per inciso, insistendo nella ricerca di questo Egesippo, fu in quel febbraio 2006 che incontrai per la prima volta un utilissimo portale di testi sul primo Cristianesimo,27 contenente sia documenti originari che note biografiche sugli autori e molteplici riferimenti bibliografici. Prima di questo, avevo solo utilizzato un altro sito italiano28 e, confront confrontandoli andoli,, mi resi resi conto conto di quanto povero sia qui in Italia lo sforzo per divulgare la conoscenza, soprattutto dal punto di vista filologico. Il nuovo sito invece mi permetteva di accedere alle versioni, tradotte in inglese, non solo dei testi dei primi autori cristiani ma anche di molti scritti ritenuti apocrifi: una vera insperata manna. Ormai mi ero convinto che non potevo escludere dalle mie ricerche anche le pagine anglosassoni: avrei dovuto ammetterlo ben prima, ma la pigrizia e l'impegno nella redazione dei testi non mi m i avevano dato modo di farlo. Fu sempre a fine febbraio che incontrai una pagina fondamentale per le mie ricerche29 che infatti citava tutte, apparentemente, le fonti da cui trarre informazioni su Simone Mago. Il campo in cui esplorare si dimostrava altamente vasto: non andavano letti solo i testi apocrifi ma anche quelli dei primi Padri della Chiesa che tuonavano contro gli eretici. E poi si poteva “inciampare” in personaggi calibro novanta come Apollonio di Tiana, il cui nome somigliava così tanto all'Apollo citato nelle Lettere di Paolo e negli Atti.
26
[Guerra giudaica] pag. XLI. [Earlychristianwritings]. 28 [Monasterovirtuale]. 29 [Gutenberg]. 27
76
La strada verso la vetta
Barnaba e Tito
Ero immensamente preso nel leggere tutte queste pagine al comput computer. er. Ma Ma avevo avevo bisog bisogno no di qualco qualcosa sa su su supporto supporto cartac cartaceo eo per per i momenti in cui non avevo a disposizione quello elettronico. Fu per questo motivo che ripresi in mano la lettera di Barnaba che avevo stampato molto tempo prima. Siccome era lunga, per risparmiare inchiostro e carta l'avevo riprodotta con una bassa definizione e il testo molto appiccicato. Un cattivo affare perché questa impaginazione me ne aveva sempre resa insopportabile la lettura. Ma, dopo aver capito quanto Barnaba fosse coinvolto nella nascita del Cristianesimo, mi pareva giusto riconsiderare l'importanza anche di quella lettera. Già la prima volta che l'avevo l'avevo letta (fine 2003) mi aveva aveva colpito il fatto che contenesse un passo in cui spiegava l'uso della gematria, quasi un’eco del metodo per risolvere l'enigma del numero apocalittico. Poi ne avevo abbandonato la lettura perché la trovavo, ignaro delle scoperte successive, s uccessive, assolutamente arzigogolata come molte altre di Paolo. Ora cosa potevo aspettarmi da quella lettera a distanza di più di due anni? Riga dopo riga adesso potevo effettivamente capire che quello scritt scritto, o, inizi inizialm almente ente con consid sidera erato to “ispir “ispirato ato”” e poi poi fatto fatto sparir spariree dagl daglii attenti attenti “esegeti” “esegeti” cattolici, cattolici, conteneva, conteneva, nelle frasi apparentem apparentemente ente incomprensibili, un dettagliato resoconto di come era iniziata l'opera dei falsi apostoli tra le popolazioni martoriate della Giudea, fino alla mira mirabi bile le rappr rappres esen enta tazi zion onee de “l'a “l'agn gnel ello lo ge geme mell llo” o”..30 Questa raffigurazione non solo confermava la sostituzione dell'impostore al Gesù finito sulla croce, ma impreziosiva ancora di più la scoperta che la crocifissione di Gesù era avvenuta non a Pasqua ma in prossimità della festa dei Tabernacoli.31 Seguendo i resoconti di Giuseppe Flavio avevamo trovato il vero Gesù finito sulla croce, ovvero il figlio di Safàt (Saffia), e ora sempre per mezzo di uno scritto dello storico ebreo, anche se camuffato sotto il nome di Giuseppe Barnaba, potevamo apprezzare parte di quello che era accaduto dopo la guerra giudaica. 30
767. 582.
31
La strada verso la vetta
77
Tanto per per insistere insistere col detto detto “piove “piove sempre sul bagnato” bagnato”,, il mio cervello, ora più allenato al greco e agli studi filologici, oltre che in forte fort e vena di riportare alla luce particolari importanti, si ricordò del più vecchio papiro attestato del Nuovo Testamento, quel frammento P52 (conservato alla John Rylands University Library of Manchester) che tramandava alcuni versi del Vangelo di Giovanni. Avevo ben presente che il passo contenuto narrava il processo di Gesù di fronte a Pilato, il cui nome sapev sapevoo ormai quanto quanto falso fosse, visto visto che secondo secondo la mia mia ricostruzione Gesù era stato processato da Vespasiano, o al massimo da suo figlio Tito, come Giuseppe Giuseppe Flavio Flavio ci raccontava raccontava..32 Quale folgorante incontro analizzare di nuovo quel frammento di papiro che avevo avevo a sua volta stampato (metà giugno 2005) e non ero riuscito a decifrare! Ma ora mi pareva fin troppo chiaro che l’iniziale del nome di chi interrogava Gesù non era la “P” di Pilato, ma la “T” di Tito.33 L'entusiasmo con cui salutavo queste nuove scoperte lo riversai nel titolo che affibbiai al tema contenente le ricerche sulla lettera di Barnaba: Barnaba: “La prova prova del nove”. Il falso profeta senza più veli
Con il materiale che avevo raccolto agli inizi di marzo 2006 potevo stilare diverse altre pagine. Prime fra tutte utilizzai le notizie di Egesippo per confezionare un commento sulla fine di Giacomo il Giusto.34 Mi dedicai anche all'identif all'identificazi icazione one del del “mago” “mago” Apollonio Apollonio di di Tiana con l'Apollo l'Apollo del del 35 Nuovo Testamento. Poi mi parve corretto anticipare gli studi su Simone Mago con alcune riflessioni sulla nomea che il Gesù evangelico si era guadagnato come “adepto di Satana” Satana” o di “mago”, “mago”, rinvenibile tanto tanto nei Vangeli Vangeli che 36 nelle fonti extracristiane. Solo allora mi sentivo pronto per presentare la figura di Simone Mago,37 perché potevo far capire quanto di questo 32
581. [Guerra giudaica] 3:10.6. 683. 34 689-691. 35 745-751. 36 698-703. Matteo 10,25, 10,25, Matteo 12,24ss, 12,24ss, Marco 3,22ss, Luca 11,14ss. Cfr. Celso, fonti fonti rabbiniche rabbiniche e Toledot Jeshu Jeshu in [Fonti [Fonti extrabibliche]. extrabibliche]. 37 705. 33
78
La strada verso la vetta
personaggio fosse confluito proprio nel Nuovo Testamento. Simone Mago e la sua dottrina non erano cioè confinabili in poche righe degli Atti:38 egli si era effettivamente sostituito al Gesù crocifisso. 39 Era Simon Simonee che che infat infatti ti si spacci spacciava ava per “il “il Padre”, Padre”, “il Figlio” Figlio” e “lo Spirit Spiritoo Santo” o “Paraclito”. Insomma era lui che si definiva il “Figlio di Dio”, affermazi affermazione one che che non poteva poteva non far far inorridire inorridire gli Ebrei coetane coetanei.i.40 Come ci fosse riuscito lo si capiva dagli strali lanciati dai primi Padri della Chiesa contro lo gnosticismo, dottrina che loro asserivano essere stata fondata proprio da questo impostore.41 Ma, per me che avevo interpretato interpretato “l'agnello “l'agnello gemello gemello”” della lettera lettera di Barnaba, cadde come un fulmine a ciel sereno il quasi casuale incontro con il Vangelo di Barnaba. Un testo che confermava le conclusioni a cui ero pervenuto in questi ultimi anni, ma soprattutto il fatto che l'impostore si era effettivamente sostituito a Gesù sfruttando una somiglianza che Barnaba sembrava insistere a voler farci conoscere.42 Giuseppe Giuseppe Barna Barnaba, ba, test testimo imone ne per noi noi fondam fondament ental ale, e, come come lo è per gli storici sotto il più conosciuto nome di Giuseppe Flavio, è dive divent ntat atoo un un’i ’imp mpor orta tant ntee “chi “chiaave ve”, ”, qu qual alor oraa non non fos fosse sero ro ri ritenu tenute te sufficienti le altre, per svelare i segreti del Cristianesimo. Questi segreti sono stati celati per secoli grazie all'abile camuffamento ordito da Mattia, il quale sapeva nascondersi sotto nomi sempre diversi tra i quali i più famosi sono quelli di Giuda e Simon Pietro, anche se, come scopriremo più tardi, il più importante rimane senza dubbio quello di Paolo.43 Ormai mi sentivo come chi raccoglie frutti da un albero ed è quasi a mani piene, ma gli manca ancora il più ambito: la spiegazione del “numero della bestia”. Dagli studi proposti pareva fin troppo assodato che Mattia Mattia fosse fosse da identificare identificare con con il “falso profeta profeta”” calunniato calunniato da Giovanni nella sua Apocalisse.44 Però avevo a suo tempo fatto capire
38
697. Atti 8. 706-711. 40 709. 41 712-715. 42 716-725. 43 742. 44 707. 39
La strada verso la vetta
79
che questo nome non forniva il numero 666 abitualmente riportato nei testi.45 Forse che anche l'Apocalisse non era sfuggita alle manipolazioni del falsari falsari cristiani? cristiani? Un indizio indizio lo si legge quando Gesù, Gesù, in questo questo testo, viene chiam chiamato ato “Figlio “Figlio di Dio”, Dio”, nomea che che si era attrib attribuito uito Simone Simone Mago Mago - cio cioèè Matt Mattia ia - e ch chee non non pote poteva va pe perci rciòò esse essere re op oper eraa di Gio Giovan vanni ni.. Inoltre i manoscritti indicano altri due numeri in sostituzione del 666, contro uno dei quali, il 616, si era scagliato Ireneo. Il fatto che uno dei primi Padri della Chiesa avesse cassato il 616 sostituendolo con 666 era un altro stimolo per rimanere vigili su questo numero. Sapevo da tempo che le cifre 616 erano l'equivalente numerico di Paracletos), ma ritengo che non avrei mai potuto “Paraclito” ( Paracletos comprendere e apprezzare compiutamente quella identità se non dopo aver imparato tante cose cose sul Cristianesimo primitivo. Inoltre è frustrante fare ipotesi senza poterle avvallare con qualche diretta conferma. E che il numero originale nell'opera di Giovanni fosse 616 ce lo poteva testimoniare solo una scoperta archeologica divulgata a inizio del 2006:46 il più antico papiro conosciuto dell’Apocalisse riportava proprio questa que sta cifra, cifra, che in letter letteree maiu maiusco scole le greche greche si scrive scrive XIC, XIC, e non non quell quellaa declamata e perpetuata perpetuata dai Padri della Chiesa. In un colpo solo potevamo confermare, se non bastavano le osservazioni già sviluppate, non solo quanto i falsari cristiani avessero manipolato manipolato la verità verità storica, storica, ma addirittura addirittura come come si fossero intrufolati intrufolati 47 nei testi originari per manometterli.
45
670. 728. 47 726-728. 46
L’anticristo ritrovato
81
L’anticristo ritrovato Sapete che fu a causa di una malattia del corpo che vi annunziai la prima volta il vangelo; e quella che nella mia carne era per voi una prova non l'avete disprezzata né respinta, ma al contrario mi avete accolto come un angelo di Dio, come Cristo Gesù.
(Galati 4,13-14) Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli indigeni dicevano tra loro: «Certamente costui è un assassino, se, anche scampato dal mare, la Giustizia non lo lascia vivere». (Atti 28,4)
Il Vangelo di Giuda
Ora potevo scorrazzare da un punto all'altro delle antiche testimonianze alla ricerca delle macchinazioni messe in atto per nascondere nascondere la verità. verità. Così rilessi rilessi volentier volentierii “Storia “Storia ecclesias ecclesiastica” tica” di di 1 Eusebio mentre mi beffavo delle capriole con cui questo pseudo storico aveva ricostruito tutti i fatti e i personaggi del I secolo. Sorridevo anche della grande considerazione che è tributata a questo autore e mi chiedevo come può meritarla, visto l'opera che ci ha tramandato. Un po' di sospetti i commentatori moderni dovrebbero averli, almeno considerata la serie di errori che essi stessi rintracciano nel suo lavoro.2 Secondo Secondo me è chiaro chiaro che che il lungo lungo tempo tempo dedic dedicato ato da da Eusebi Eusebioo alla sua opera (circa 20 anni) era dovuto al lavoro certosino di taglia e cuci, togli e aggiungi per ricostruire la storia come più aggradava all'imperatore Costantino, suo protettore, in modo che ne risultasse un quadro il più verosimile possibile, ma allo stesso tempo inattaccabile da chi avesse voluto ficcare il naso negli affari religiosi. Ma fu proprio il testo di Eusebio a regalarmi ancora qualche altro indizio. In un momento in cui la Chiesa sembrava tanto preoccupata a contrastare contrastare “discorsi “discorsi blasfemi blasfemi su Gesù” Gesù” solleva sollevati ti da un romanzo romanzo 1
[Storia ecclesiastica]. 731
2
82
L’anticristo ritrovato
d'oltralpe che faceva di una Maria prostituta addirittura la moglie di Gesù, cui avrebbe anche dato dei figli, dava soddisfazione scrivere proprio delle pagine sulle perverse amanti dell'impostore3 per svelare poco più in là che l'evangelista Marco altri non sarebbe stato se non no n suo figlio, figlio, la cui madre, madre, Maria, Maria, non era altro altro che Mariamme Mariamme,, sorella di di 4 Berenice II. Mentre iniziavo la scrittura di questo libro, prendeva piede anche un certo interesse per la pubblicazione del Vangelo di Giuda, un ulteriore testo gnostico la cui data di composizione è collocabile ai primi secoli della nostra Era. Un cristiano sicuramente sicuramente si meraviglia che uno scritto addirittura addirittura esalti esalti la figura figura del traditore traditore per eccelle eccellenza. nza. Ma noi ormai ormai sapp sappia iamo mo ch chee al Ge Gesù sù stor storic icoo si sost sostit ituì uì Giud Giudaa stes stesso, so, qu quind indii trov trovia iamo mo questo ulteriore ulteriore vangelo talmente in sintonia con le scoperte raggiunte per altre vie che non ci pare inserisca niente che valga menzionare in questa que sta sede sede.. O meglio, meglio, lascia lasciamo mo ora ad altri altri gli gli approfo approfondi ndimen menti ti che che riterranno più opportuni. Il ‘falso Nerone’5
Ovviamente, conoscendo la vera storia di Giuda, ho sorvolato sul suo Vangelo continuando nel frattempo invece a scoprire qualche altra notizia sulla “bestia che sale dalla terra”. Mi pareva infatti impossibile che le sue gesta fossero andate cancellate dalla storia, mentre più plausibile era il fatto che fossero state nascoste in testi criptici come l’Apocalisse. Ebbi così la fortuna di imbattermi nei Libri sibillini,6 una raccolta di di storie scritte scritte in linguaggio linguaggio a volte oscuro, a volte piuttosto intelleggibile, come anche i commenti degli studiosi lasciavano intravedere. Era in questi libri che infatti si “celebrava” con tinte fosche l’arrivo l’arrivo del del “falso “falso Nerone”, Nerone”, seppure senza senza chiama chiamarlo rlo con qquesto uesto nome ma utilizzando spesso degli attributi facilmente riferibili all’omonimo
3
732-737. 743-744. 5 Al momento della stesura dei capitoli che seguono, la maggior parte delle ricerche citate non sono ancora state state riversate riversate nel sito www.deiricc www.deiricchi.it, hi.it, perciò perciò si ometteranno ometteranno i numeri di pagina di riferimento. 6 [Sibillini]. 4
L’anticristo ritrovato
83
imperatore romano. Figura che poi anche le testimonianze degli storici dell’epoca aiutavano a rintracciare e collocare temporalmente.7 Non ci volle molto a comprendere come questo “falso Nerone” altri non fosse che che il “falso “falso Gesù” e che che avesse avesse svolto svolto la sua attività attività di impostore esattamente all’avvento dell’imperatore Tito (79-81 d.C.). Era gratificante non solo testare la corrispondenza tra le descrizioni di questo personaggio rinvenibili nei Libri sibillini e quelle storiche, ma riscoprire che il contesto in cui questo impostore faceva la sua apparizione era ben presentato ancora una u na volta nell’Apocalisse. Così, sempre in questo questo prezio prezioso so scritto, scritto, erano erano ricono riconoscibi scibili li le calamità naturali che sconvolsero il regno di Tito, tra cui la famosissima eruzione del Vesuvio,8 mentre ancor più entusiasmante era scoprire che l’arrivo dell’impostore era anticipato dall’apparizione nel cielo di una cometa, che Matteo ci descrive alla nascita di Gesù.9 Poiché Poiché la comparsa comparsa del del “falso “falso Nerone” Nerone” nei Libri sibillini sibillini era poi poi associata a persecuzioni ed eventi funesti per i Giudei, riusciva semplice identificare queste circostanze circostanze con con le visioni “apocalittiche” rinvenibili nei Sinottici10 e la battaglia descritta dall’Apocalisse, 11 che per Giovanni di Giscala rappresentava forse l’ultima speranza di veder risorgere vittoriosa la resistenza giudaica contro Roma e i suoi sostenitori. Da Simone a Paolo
A questo punto cosa rimaneva da scoprire? Veramente ancora molto, come tutti gli anni trascorsi mi insegnavano. Infatti non mi aveva mai abbandonato l’idea che Paolo fosse un altro nome sotto sotto il quale si nascondeva nascondeva l’impost l’impostore. ore. Tanto Tanto questo questo “apostolo” “apostolo” che che Simone Simone Mago Mago incarnavano le caratteristiche della “bestia che che sale dalla terra”, ovvero il personaggio blasfemo che i Giudei non potevano che odiare e, quando possibile, perseguitare fino alla morte. Ma dove stava la congiunzione tra i due? A guidarmi in questa ulteriore ricerca fu al solito un buon mix di fortuna e intuito. Ero da 7
[Vite dei Cesari] Cesari] Nerone, 57. [Storie] [Storie] 2:8-9. [Storia [Storia romana] romana] 66:19. Apocalisse 16:2-21. [Storia romana] 66:21-24. 9 Matteo 2. [Storia [Storia romana] 66:17. 66:17. [Vite dei Cesari] Vespasiano, 23. 10 Matteo 24,1-45. 11 Apocalisse 16,13-16. 8
84
L’anticristo ritrovato
tempo infatti incuriosito incuriosito dall’episodi dall’episodioo di Elimas il “falso “falso profeta” profeta” 12 “cieco”, un personaggio che incarnava due caratteristiche attribuite rispettivamente alla alla “bestia che sale dalla terra” e a Paolo. Paolo. Esplorando nuovamente diversi passi del Nuovo Testamento e incrociando le informazioni con quanto riportato anche da antichi Padri della Chiesa (un altro nome di Mattia era infatti Zaccheo)13 era facile a questo punto supporre che almeno la vicenda della cecità di Paolo fosse riportata anche nei Vangeli.14 Ma questo non era che l’inizio. Lo scoglio da superare era infatti rappresentato dall’identificazione di Pietro con Paolo, considerato che quest’ultimo sembra citarlo nelle sue Lettere.15 Per superarlo dovetti proporre uno studio sull’identità tra i personaggi di Cefa, Cleopa (Cleofa) e Caifa, al termine del quale mi si spalancarono le porte del processo a Gesù. Ora diventava semplice riconoscere come i medesimi passi evangelici si trovassero in questa q uesta rappresentazione come in quella del processo a Paolo riportato dagli Atti.16 Queste somiglianze testimoniavano ancora una volta che i manipolatori manipolatori della della verità storica, storica, quando sostituirono sostituirono il “falso “falso profeta” (Paolo (Paolo - Mattia) Mattia) al al vero Gesù Gesù crocifisso crocifisso a Tariche Tarichea, a, mescolarono mescolarono i racconti dei due processi. La datazione e localizzazione di quello reale contro Gesù venne soppiantata da quello contro Paolo, avvenuta a Gerusalemme a ridosso della festività degli Azzimi, cioè nel periodo pasquale. La commistione dei due processi era evidente nel momento in cui veniva distinta l’accusa di empietà “religiosa” insinuata dai sacerdoti, s acerdoti, da quella sovversiva sollevata da Pilato (Tito). La prima era rivolta infatti contro con tro Mat Mattia tia (Paolo (Paolo)) che si proc proclam lamava ava “figlio “figlio di di Dio”, Dio”, ment mentre re la la seconda seconda era quella quella imputata imputata a Gesù figlio di di Safàt (Saffia) (Saffia),, perché perché capobanda dei rivoltosi Galilei. Era sufficiente infatti sostituire tutte quelle altrimenti inspiegabili locuzioni “figlio dell’uomo” dell’uomo” per comprendere perché i Giudei volessero non tanto la morte di Gesù Gesù ma quella di Simone Mago Mago (Paolo), il “falso 12
Atti 13,6-11. Clemente Clemente Alessandrino, Alessandrino, Stromata 4.6.35.2. 14 Marco 10:46-52. 15 Galati Galati 1,18; 1,18; 2,7-11 2,7-11.. 1Co 1Corin rinzi zi 1,12; 1,12; 3,22; 3,22; 9,5; 9,5; 15,5. 15,5. 16 Giovanni 18,19. Atti 23,1-5. 13
L’anticristo ritrovato
85
profeta” che era riuscito a sostituirsi al vero Gesù storico, proclamandosi “Cristo” e “figlio “figlio di Dio”. Mattia inoltre era stato perseguitato dai Giudei per un motivo che travalicava qualsiasi credenza religiosa: era un assassino, in quanto aveva partecipato all’omicidio di Giovanni di Giscala, nascosto negli Atti sotto il martirio di Stefano prima, e Giacomo poi. poi.17 Ricerche terminate?
Se è vero che molte altre informazioni possono essere estratte dai testi antichi (anche leggendo i libri dei primi Padri della Chiesa), non per questo possiamo essere certi cer ti di tutto quello finora portato alla luce. Durante Durante i miei studi studi ho dovuto imboccare imboccare diverse diverse vie per raggiunge raggiungere re una ricostruzion ricostruzionee più verosimil verosimilee dei fatti fatti accaduti accaduti.. È stata stata una specie specie di di “reverse engineering”, il tentativo continuo di portare alla luce la verità nascosta nascosta tra le ambigue affermaz affermazioni ioni dei testi testi antichi. antichi. Ho apportato apportato diverse correzioni strada facendo e non è detto che la descrizione di altri particolari non possa essere migliorata. La spiegazi spiegazione one di molte molte indecis indecisioni ioni nell’affe nell’affermare rmare una una “verità” “verità” definitiva sta forse in questa similitudine. La ricostruzione della vicenda cristiana per me è avvenuta come la composizione di un puzzle. Questi passatempi solitamente sono costituiti da una miriade di d i pezzi contenuti in una scatola, attraverso i quali bisogna ricomporre una figura rappresentata sulla scatola stessa. Il problema problema che un ricercatore ricercatore affronta affronta studiando studiando il Cristianesi Cristianesimo mo dove i versi dei Nuovo Testamento rappresentano i singoli pezzi del puzzle - è che, combinando man mano gli episodi, questi difficilmente riconducono riconducono alla alla fotografi fotografiaa sulla scatol scatola, a, ovvero ovvero al riassunto riassunto che che la Chiesa cattolica ci tramanda sulla vita di Gesù e gli apostoli. Tanto più che diversi racconti sembrano slegati dal contesto e fanno pensare alla mancanza di frammenti da rintracciare in chissà quali altre scatole, spesso abiurate per partito preso dai Padri della Chiesa e dagli esegeti stessi. Pescando i pezzi e collegandoli agli altri disponibili, le ricostruzioni si presentano a volte come verosimili, ma spesso lasciano vuoti 17
Atti 8,2; 12,2; 22,20.
86
L’anticristo ritrovato
apparentemente incolmabili, o che invece sono risolvibili se rinunciamo, almeno temporaneamente o parzialmente, alle composizione precedentemente approntate. approntate. Questo continuo fare (e disfarsi) del puzzle “storico” è richiesto dal momento che non riconosciamo più nella foto di copertina il risultato finale a cui dovrebbe ricondurre il nostro paziente lavoro. Certamente un ricercatore “indipendente” non abiura a priori l’aiuto della Chiesa (simboleggiata dalla figura sulla scatola), che fornisce comunque apparati critici e storici spesso imprescindibili, ma non ne può accettare a priori il risultato che essa implicitamente richiede di raggiungere. Il ricercatore non è un avvocato che difende una tesi, ma un investigatore che persegue la più verosimile ricostruzione dei fatti, indipendentemente dall’imputato: ricco o povero, famoso o sconosciuto che sia. I punti saldi
Non ho ancora terminato di scrivere questo libro che sempre nuove idee idee mi invita invitano no a prosegu proseguire ire sulla sulla strada strada fino finora ra perco percorsa rsa.. Vi sono sono comunque alcuni punti fermi che non ho più bisogno di confermare: A redigere l’Apocalisse fu lo zelota Giovanni di Giscala; Il Gesù da lui osannato era il figlio di Safàt, l’arconte di Tiberiade crocifisso da Vespasiano a Tarichea (Magdala) nel 67 d.C.; Di lui lui ormai ormai poco poco sappi sappiamo amo e ci ci sembra sembra impos impossib sibile ile anche anche attribuirgli detti o discorsi presenti nei Vangeli, tanto questi sono frutto delle interpolazioni per nascondere la verità; Dopo la disfatta della resistenza ebraica, i Romani si avvalsero di Giudei compiacenti per amministrare la loro provincia, ridotta a possedimento privato dell’imperatore; dell’imperatore; Tra di loro vi erano anche i due fratelli Mattia e Giuseppe Flavio che, per questo “voltafaccia” “voltafaccia” a favore favore dei Romani, divennero divennero invisi ai loro concittadini; Mattia si macchiò inoltre di due crimini imperdonabili per i Giudei: l’esser l’essersi si proc proclam lamat atoo “Figlio “Figlio di Dio” Dio” e l’av l’aver er partec partecipa ipato to dell’assassinio del loro “vero” profeta, p rofeta, Giovanni di Giscala;
L’anticristo ritrovato
87
Il Nuovo Testamento è una raccolta di libri che raccontano le gesta di questi due “traditori”, nascosti in tanti nomi tra i quali i principali sono quelli di Paolo e Barnaba; La strategia adottata dai redattori del Nuovo Testamento fu quella di retrodatare le azioni degli impostori a prima della guerra giudaica in modo da far perdere le loro tracce; Ma l’azione l’azione più “furbesca “furbescamente mente geniale” geniale” fu sicuramen sicuramente te quella quella di Mattia, il “falso profeta” che, grazie ai suoi travestimenti, si sostituì in seguito seguito al vero Gesù figlio di Safàt (Saffia), (Saffia), riempiendo riempiendo dei suoi discorsi e con le sue azioni i libri a noi noti. Comprendo che i miei “punti fermi” siano difficilmente “digeribili” da un credente cristiano, che propone variegate giustificazioni per servirsi servirsi di posizioni posizioni intransigen intransigenti ti contro ricostruz ricostruzioni ioni storiche storiche che lo lo allontanano dal suo credo. Ma a chi ritenesse inverosimile il comportamento mistificatorio della verità storica adottato da chi ci ha tramandato certi resoconti, dovrei ricordare tutti i misteri più noti a cui, purtroppo, cerca continuamente di abituarci la cronaca d’oggigiorno. In fin dei conti con le mie ricerche intendevo evidenziare questa probabile massima: possesso, segreto e menzogna si presentano quali caratteristiche pressoché irrinunciabili per il potere. E qui apriremo gli ultimi capitoli di questo libro.
Informazione e potere
89
Informazione e potere L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema! (Galati 1,9)
Chi è interessato all’informazione? all’informazione?
A questo punto, caro il mio lettore, ti chiederai perché ho intitolato questo questo libro libro “Il vero vero profeta”. profeta”. La risposta risposta è più vicina di quanto quanto credi credi,, anche se meno scontata del previsto. Perché essa è legata a una domanda che non mi hai ancora an cora posto e che invece dovrebbero avanzare tutti i lettori di libri. Anzi, dovrebbero immaginarla tutti quelli a cui viene fornita una notizia, indipendentemente dalla forma in cui la ricevono. In fin dei conti la nostra vita si svolge acquisendo continue informazioni che identifichiamo in varie maniere: da una semplice immagine del paesaggio che ci circonda, ai suoni o ai profumi che riempiono riempiono l'aria. l'aria. Seppure questi questi siano segnali un po' particolari, particolari, spesso spesso utili se non necessari, sappiamo bene quanto riteniamo più importanti le parole o i gesti delle persone. Sono questi, con qualsiasi mezzo ci pervengano, che di solito qualifichiamo come informazioni vere e proprie. Il resto, purtroppo, lo degradiamo spesso a semplici insignificanti segnali, compiendo in questo modo un grossolano errore che ci impedisce di apprezzare importanti sfumature nel linguaggio della vita. Comunque Comunque sia, ci siamo siamo resi resi conto che che molto del del nostro tempo tempo lo passiamo come antenne riceventi segnali, o meglio informazioni, dall'esterno del nostro corpo. E questo, mi dirai, cosa c'entra con la questione iniziale? C'entra eccome, in quanto la domanda che noi dovremmo costantemente anteporre come un muro tra il nostro apparato ricevente e gli autori di queste informazioni dovrebbe essere: scusate, ma perché ce le state fornendo? In pratica, dovremmo comportarci come ogni rispettabile maggiordomo. Quando qualcuno bussa alla porta sarebbe prima di tutto necessario necessario chiedere: chiedere: chi chi è? E in un secon secondo do momento, momento, dopo dopo aver
90
Informazione e potere
appurato se effettivamente ci interessa invitare lo sconosciuto nella nostra abitazione, chiedergli almeno cosa desidera. Ci comportiamo in questo modo con tutti quelli che quotidianam quotidianamente ente ci ci “donano” “donano” le loro loro informazi informazioni? oni? Diciamo Diciamocelo celo in franca confidenza: non abbiamo il tempo per tanti convenevoli. Apri un giornale e ben di rado ti chiedi chi sia l'autore dell'articolo che magari leggi neanche per intero ma solo nel titolo. Neppure sai se chi ha scritto il pezzo è anche lo stesso stesso che ne ha confezionato confezionato il titolo titolo o ha deciso il suo posizionamento in prima pagina, o in quella di destra o di sinistra, infarcendolo di belle figure oppure relegandolo in fondo, scritto con caratteri piccolissimi. E poi chi sono le persone che stipendiano quel giornalista o il suo direttore? Chi raccoglie la pubblicità per quel giornale o ne cura la distribuzione nelle edicole? Tutti dati che gli specialisti del settore sanno essere fondamentali per poter vendere il loro prodotto, ovvero perché noi decidiamo decidiamo di comprarlo. In pratica noi, che pensavamo di essere meri fruitori del lavoro di un’équipe di persone, siamo invece prima di tutto clienti da rincorrere e accalappiare in qualsiasi modo possibile. Penserete: perché mai dovrebbero tanto interessarsi a noi? Effettivamente qualsiasi proprietario di giornali sa che è molto importante curare l'immagine del suo prodotto in modo da renderlo appetibile rispetto alla concorrenza. Sembrerebbe un comportamento dettato dalla normale “legge del mercato”, ma allora viene da chiedersi: perché l’informazione non è pubblica invece che in mano a pochi potenti privati? Quanti giornali, quante Tv?
Dopo questo breve excursus ci rendiamo conto di quanti interrogativi una prima questione, apparentemente semplice e innocua, innocua, può sollevare. Ritorno spesso ad una domanda che si poneva ad alta voce un mio compagno d'Università, mentre consumava la sua colazione leggendo le novità dei giornali dell'epoca. A quel tempo, fine anni ‘80, inizio anni ‘90, faceva scalpore un imprenditore che stava scalando diverse testate d'informazione, televisive e giornalistiche. Quel mio compagno compagno si chiedeva chiedeva con stupore: “Ma perché perché vorrà acquistarne acquistarne così così tante, a cosa gli gli servono? Si accontenti accontenti di quelle che ha già!”.
Informazione e potere
91
Ricordo quella scena perché il tipo in questione era anche un attivista politico e mi meravigliavo che non sapesse la risposta. Da allora di anni ne sono passati parecchi e ormai la soluzione al quesito dovremmo conoscerla un po' tutti: chi vuole dominare può farlo più agevolmente se riesce a controllare il sistema informativo. Nessuno più si scandalizza se tra i primi bersagli colpiti all'inizio delle guerre vi sono proprio le fonti d'informazione: stazioni televisive e giornalistiche in 1 primis. Chi vuole comandare ha ben riguardo dei mezzi per divulgare l'informazi l'informazione, one, che diventano diventano strumenti strumenti per diramare i propri “ordini”. “ordini”. Certo non può prescindere da un elemento ancora più fondamentale: la ricchezza ricchezza,, con la quale può “comprare “comprare”” virtualmente virtualmente tutto. tutto. Possesso e informazione quindi come componenti fondamentali del potere. Ma l'informazione si connota a sua volta almeno attraverso questa sua fondamentale caratteristica: corrispondere o meno al vero. Come facciamo a distinguere quando un'informazione è corretta? È sufficiente accedere a più fonti di notizie pensando che dal loro confronto possiamo p ossiamo acquisire la verità? Informazione e potere
Perché siamo così preoccupati a comprendere i meccanismi che permettono a certe persone di accumulare tanto potere? Io ho cercato di spiegarlo tanto in questo libro, ma soprattutto in tutte le pagine che ho pubblicato in Internet. Sembra esservi infatti inf atti uno stretto nesso logico tra l'accumulazione del potere e il benessere di ogni singolo componente di una società società.. Ques Questo to lega legame me ha un’infl un’influen uenza za dici diciam amoo “po “posit sitiva” iva” per pochi ma deleteria per i più; sembra che più il potere è concentrato nelle mani di una una minoranza, minoranza, più più la vita della della società società venga venga offuscata offuscata da tensioni che che sfociano in criminali distruzioni e oppressioni. A riguardo vi è una considerazione da esternare prima di continuare nei nostri ragionamenti. Nel mondo animale si assiste spesso all'annientamento da parte di individui diversi per assicurarsi la sopravviven sopravvivenza: za: il leone leone insegue insegue la gazzella, gazzella, la mosca è cattura catturata ta dal ragno. Vi è però un limite fisiologico che frena queste lotte: all'interno 1
64.
92
Informazione e potere
dello stesso branco non vi è mai la tendenza ad accumulare benessere da parte di pochi a scapito di altri. Possono esserci delle gerarchie, gerarchie, dei ruoli precostituiti, ma nessuno s'inventa di accumulare sempre più cibo, mentre gli altri muoiono di fame. Nel regno degli uomini invece l'accumulazione del benessere ha attest attestaz azion ionii antic antichis hissim sime. e. È pur vero vero che che l'ant l'antrop ropolo ologo go Lévi-S Lévi-Stra trauss uss sembra aver individuato delle comunità in cui la disparità sociale è mantenuta ai minimi livelli,2 ma questa caratteristica non può certamen mente rif riferir rirsi alle cos cosiiddette nazion onii “evolu olute”, dal dall'Unio nione europea fino agli stati federali americani, dalle repubbliche comuniste asiatiche fino alle monarchie africane. Tutte queste società sono classiste, e questa differenziazione conduce a privilegi e discriminazioni, raggruppate in vere e proprie caste caste intoccabili. Se aves avessim simoo coragg coraggio, io, o semp semplic liceme emente nte vogl voglia ia e temp tempoo di docume doc umenta ntarci rci sulle sulle societ societàà con contem tempora poranee nee,, potrem potremmo mo capir capiree qua quanto nto i disastri disastri dipendano dipendano da da questo questo continuo continuo rastrellame rastrellamento nto della della ricchezza ricchezza a favore di pochi. pochi. Ma non siamo siamo stimolati stimolati in questa questa ricerc ricerca: a: chi ci ci governa governa detien detienee non solo solo la ricch ricchezz ezza, a, ma sopratt soprattutt uttoo l'in l'inform formaz azion ionee per farci farci preoccupare di ben altro. Perciò noi non sappiamo come sta il Mondo, ma quello che più conviene a chi ci governa. Così si spiega spiega perché perché i principali principali organi d'informazio d'informazione ne siano siano in mano mano a poc pochi hi potent potentii grupp gruppii - potenti in quanto ricchi di risorse rispondendo così alla domanda del giovane studente universitario. Il cacciatore e la preda
Per questo l'informazione, soprattutto quella televisiva che è la più diffusa, è sempre presente a qualsiasi ora: bisogna tenere continuamente occupata occupata la mente mente dell'indiv dell'individuo. iduo. In più di una stanza stanza di una comune comune abitaz abitazion ionee è presen presente te ilil “cubo “cubo magic magico” o”.. Non capita capita rara raramen mente te che che la tv rimanga accesa da quando ci si sveglia a quando si va a dormire. Anche se non seguiamo questa abitudine, comunque siamo soggetti a certi riti: alla tal ora il telequiz, a quell'altra il telegiornale, a quest'altra ancora un po' di relax (!) con lo sport o un varietà.
2
54.
Informazione e potere
93
Come facc Come faccio io a pret pretend endere ere ch chee qu ques este te pe perso rsone ne si po pong ngan anoo la la domanda: “Perché mi offrono così così tanta informazione?” informazione?” se prima non se ne allontanano per un po’? Ho spesso suggerito a dei conoscenti di provare a spegnere la tv o la radio, o di non leggere il giornale per un certo certo peri periodo odo,, magari magari solo solo per una settima settimana na o, o, alla alla dispera disperata, ta, almeno almeno per qualche giorno. Ho sempre sempre perso la sfida. Quelli che riescono ad ammettere la loro dipendenza dalle fonti d'informazione a denti stretti paragonano questa assuefazione al vizio del fumo. Quindi mi rinfacciano che non vi v i è altra alternativa. Invece secondo me c'è. Basta capire la differenza tra subire le informazioni e poterle cercare. Vi sono molti strumenti in questo senso, soprat soprattut tutto to finché finché Intern Internet et sarà sarà un canal canalee non suffi sufficie ciente nteme mente nte controllato e limitato da impedirci di raggiungere virtualmente qualsiasi sito in ogni parte del Mondo. E poi i libri libri;; la mia mia vita vita è camb cambiat iataa una una volta volta che ho ddeci eciso so di di dedicare del tempo alla lettura. Il libro ha dei pregi pr egi insostituibili: - po poss ssia iamo mo leg legge gerlo rlo e rile rilegge ggerlo rlo più volte volte,, cioè cioè ritor ritorna nare re sull'argomento per ragionarci sopra; - l'au l'autor toree prop propone one il suo suo pensi pensiero ero che che noi noi poss possia iamo mo sca scand ndagl aglia iare re e controbattere per contro nostro; - il mez mezzo zo dd'i'inf nform ormaz azio ione ne è ab abbas basta tanz nzaa neut neutro ro,, in qua quanto nto i sens sensi, i, durante durante la lettura, lettura, non non vengono vengono distratti distratti da colori colori e suoni suoni come avviene con un'immagine televisiva; - a diffe differen renza za di un ggior iorna nale le che ven vende de notizi notiziee a spot, spot, il libr libro, o, un bbuon uon libro, fornisce informazioni con senso compiuto: ci descrive l'assassinio ma anche le indagini, l'eventuale processo e il giudizio finale. Più o meno, con particola particolarità rità a volte migliori, migliori, a volte volte più scadenti, scadenti, anche la ricerca in Internet ha lo stesso valore. Il discrimine di un libro e Internet Internet rispetto rispetto all'inf all'informaz ormazione ione dei dei normali normali media (tv e giornali) giornali) è il fatto fatto che che il letto lettore re svolge svolge un un ruolo ruolo attivo attivo,, diven diventa ta il cacc cacciat iatore ore e non non la preda delle informazioni. E, ovviamente, il passo da preda a schiavo è brevissimo, anche se altrettanto altrettanto difficile da intuire.
94
Informazione e potere
Come si misura il benessere
Ma perché preoccuparsi tanto visto che la società in cui vivo e l'Era in cui scrivo sono connotate da un generale benessere della popolazione? Per rispondere vediamo prima di definire questo “benessere”. Vi sono vari modi per misurare l'agiatezza di una persona: quello che io adopero per avere un'indicazione rapida del suo stato di benessere è l’individuare le sue quotidiane preoccupazioni. preoccupazioni. Facciamo un paragone tra una persona che, secondo me, sta bene e una che invece ha grosse gr osse difficoltà esistenziali. La prima: - si alza alza la matt mattina ina e si si preoc preoccup cupaa di di fars farsii la la col colaz azio ione ne;; - se la pren prende de (con (con qua qualcu lcuno) no) perché perché sono finite finite le fette fette bisc biscott ottate ate e lo zucchero per il caffè; - no nonn ha dor dormit mitoo bene bene ed ed è abbas abbasta tanz nzaa secc seccat atoo perc perché hé ilil vici vicino no di di casa casa gli ha rovinato il sonno con co n i suoi schiamazzi notturni; - alle alle 9 ha una una lung lungaa riun riunio ione ne di di lavo lavoro ro,, poi poi alle alle dod dodic icii un pra pranz nzoo veloce veloce nel ristorante ristorante in centro, centro, dove però preferireb preferirebbe be non andarci andarci visto il modo in cui lo hanno servito l'ultima volta; - alla alla 19 fine fine lav lavor oro, o, co cors rsaa in in pis pisci cina na e poi poi cena cena co conn gli gli amic amici; i; - qu quan ando do rit ritor orna na a cas casaa fa una una sce scena nata ta al al partn partner er che che si si è dime dimenti ntica cato to di attivare l'allarme antiintrusione. Non che vi siano stati i ladri, ma è una cosa da non permettersi di questi tempi; - si colle collega ga ad Inter Interne nett per per legge leggere re qua qualc lcosa osa sul suo forum forum pre prefer ferito ito e si arrabbia arrabbia perché perché c'è un certo certo Tizio che che scrive scrive cose insulse insulse sulla sulla politica; - si pre prende nde un unaa tisa tisana na rilas rilassa sante nte pe perr l'in l'inte test stino ino e anc anche he un un po' po' coadiuvante del sonno; - si mette mette i tapp tappii alle alle orecch orecchie: ie: non vuo vuole le farsi farsi rovina rovinare re il sonno sonno dal dal vicino anche questa notte. Una persona che invece conduce con difficoltà la propria esistenza potrebbe essere la seguente: - tutta tutta la notte notte non non hhaa chius chiusoo occh occhio io a caus causaa degl deglii elic elicott otter erii che che sorvolavano a bassa quota la sua casa; - app appena ena c'è un po' di luce luce si alza alza per per incam incammin minars arsii verso verso un villagg villaggio io distante 20 chilometri, dove gli hanno offerto qualcosa da mangiare in cambio della sua manodopera;
Informazione e potere
-
95
per strada strada dev devee fare fare att attenzi enzione one a dove dove mette mette i piedi piedi:: ilil terr terreno eno è stato stato minato e già diverse persone sono state uccise o gravemente mutilate; - arri arrivat vataa al vill villag aggi gioo ent entra ra nella nella sua “fab “fabbr bric ica” a” un unaa gra grand ndee capa capann nnaa dove molte molte donne lavorano lavorano assiepate assiepate a una temperatura temperatura che sfiora sfiora i 50 °C; - i suoi suoi bis bisog ogni ni lili può può esple espleta tare re die dietro tro la cap capann anna, a, in in un unaa latr latrina ina all'aperto utilizzata da tutte, dove non scorre acqua, perché quella poca che c'è serve per dissetare le persone e le poche capre del villaggio; - man angi giaa solo solo la la sera, sera, do dopo po ess esser ersi si pres presaa la raz razio ione ne gio giorn rnal alie iera ra;; - qu quan ando do rit ritor orna na a casa casa non non hhaa paur pauraa di alcun alcuno, o, se se non non dei dei mili milita tari ri che che frugano in ogni casa alla alla ricerca ricerca di nemici; nemici; - i ladri ladri no nonn la pre preoc occup cupan anoo in quan quanto to non non ha ha alc alcunc unché hé ddaa rend render ere. e. In In questo periodo di guerra e carestia però sono gli animali feroci a far più paura, perché si avvicinano avvicinano ai villaggi in cerca cerca di cibo; - no nonn ha prob proble lemi mi per per dor dormir mire: e: la la stan stanche chezz zzaa è un un buon buon coa coadi diuva uvante nte del riposo. È evidente evidente che ci vuole vuole poco poco alla prima prima persona persona per percep percepire ire “les “lesio ioni ni”” al al suo suo live livell lloo di be bene ness ssere ere,, men mentre tre alla alla seco second ndaa ba basta sta altrettanto poco per apprezzare miglioramenti alla sua vita. Una variazio variazione ne negativa negativa del benessere benessere è però vissuta vissuta in modi ben più traumatici che una positiva. Questo fatto è talmente noto che chi ha tanto benessere non si può permettere in alcun modo di diminuirlo. Mentre chi ne ha poco tenta sempre di aumentarlo. Chi domina una società cercherà quindi di impedire che i meno abbienti vengano a conoscenza dello stato in cui i vertici vivono. La conoscenza del bene e del male è sempre un elemento pericoloso. Non è un caso che infatti al giorno d'oggi noi conosciamo benissimo e possiamo perlustrare p erlustrare i castelli dei signori d'altri tempi, ma difficilmente ci viene permessa la visita nelle abitazioni dei padroni odierni. Adamo ed Eva devono sempre vivere fuori dell'Eden che il Signore fa presidiare dai suoi cherubini.
Il vero profeta
97
Il vero profeta C'era una piccola città con pochi abitanti. Un gran re si mosse contro di essa, l'assediò e vi costruì contro grandi grandi bastioni. bastioni. Si trovava trovava però però in essa essa un uomo povero ma saggio, il quale con la l a sua sapienza salvò la città; eppure nessuno si ricordò di (Ecclesiaste 9,14-15) quest'uomo povero. (Ecclesiaste
Libertà, uguaglianza, fraternità
Allargando la nostra visione d'insieme scopriamo che sono le nostre stesse nazioni a prosperare tenendo alla larga gli Adami Adami e le Eve che lavorano per mantenere il nostro maggiore livello di benessere. Le nost nostre re naz nazio ioni ni “asp “aspir iran ano” o” - spes spesso so “p “pros rosci ciug ugano ano”” - le ris risor orse se di di altri Stati Stati in cui le le persone persone sono costrett costrettee a lavorare lavorare in condizion condizionii disumane disumane e di assoluto assoluto sfruttamento. sfruttamento. Per Per mantenere mantenere questo livello livello di predominio gli Stati “evoluti” utilizzano le armi per sottomettere le popolazioni meno “evolute”, mentre l'ordine interno è mantenuto modellando l'opinione pubblica: facendole vedere quello che permette di forgiarne il pensiero e controllarne le aspirazioni. Il potere dimostra la sua abilità nel manipolare l'informazione, a volte distorcendola e aggiustandola a proprio gradimento (menzogna), altre volte occultandola del tutto (segreto). (segreto). In questa questa maniera il sistema va avanti e ci rende complici. La gente non solo vede ma è indotta a guardare, quando sente viene costretta ad ascoltare, non la realtà ma una sua speciale rappresentazione. Il giudizio degli eventi è impedito impedito dal loro continuo continuo mutare; il punto di vista cambia continuamente, l'oggetto rappresentato non è mai lo stesso. In questa spirale di innaturale mistificazione, l'ingiustizia e la menzog menzogna na s’insin s’insinuan uanoo e prendo prendono no il sopra sopravve vvento nto.. Più ilil poter poteree è forte forte e concentrato concentrato più si avvale avvale di queste armi per imporsi. imporsi. Il cittadino cittadino viene viene aizzato con lo slogan “ libertà, libertà”, ma più libero non è. Forse Forse qua quando ndo sentia sentiamo mo que questa sta parola parola dov dovre remmo mmo ripass ripassare are velocemente i tre valori promulgati dalla rivoluzione francese: libertà, uguaglianza e fraternità. La storia sembra dar ragione a chi li mise
98
Il vero profeta
assieme, perché nessuno dei tre ideali può esistere senza l'altro. Come ci può essere libertà quando pochi controllano le ricchezze o l'infor l'informaz mazion ionee di una una comun comunità ità,, quando quando cioè cioè manca manca l’uguaglianza? E come può il benestante aprire la sua s ua casa quando non crea fraternità tra i suoi concittadini? Libertà, uguaglianza e fraternità: tre valori su cui fondare qualsiasi società. società. Si può obiettar obiettaree che quella quella nata nata dalla Rivoluzion Rivoluzionee Francese Francese non sia durata a lungo. Ma il perché è presto detto: le monarchie europee, i “signori” che volevano continuare a dominare sulle masse, si allearono e incitarono incitarono i loro popoli popoli contro la “rivoluzione” “rivoluzione” che che avrebbe avrebbe minato minato i loro privilegi. Libertà, uguaglianza e fraternità: tre valori universali cui anela qualsiasi popolo. Non c'è nazione che ne potrebbe prescindere. A meno che questo Paese non non basasse la sua esistenza sul dominio del “signore”. In una nazione siffatta questi valori sarebbero scalzati da quello dell'adorazione della divinità, come le monarchie scalzarono il culto rivoluzionario ripristinando ancora quello insegnato dalla Chiesa di Roma. Prima la Natura
Ma vi è anco ancora ra bisog bisogno no di ador adorare are un un Dio? Dio? Quello Quello che che lo studio studio dell'uomo sembra dimostrare è che in lui è innato il senso di dipendenza e di fiducia ma anche quelli antitetici di libertà e diffidenza. Sono istinti importanti importanti per la sua sua esistenza esistenza che gli hanno hanno permesso permesso di unirsi nelle nelle comunità formate nel corso dei millenni, ma anche di disfarle nel mome moment ntoo opp oppor ortu tuno no.. Un “g “gio ioco co”” che che lo ha ten tenut utoo pe però rò oc occu cupa pato to pe per r troppo tempo distogliendolo da un interesse che doveva essere principe: la relazione con la Natura. L'antropologia e l'archeologia ci insegnano che agli agli inizi della sua sua esistenza esistenza la preoccupa preoccupazione zione maggiore maggiore dell'uomo dell'uomo era capire il funzionamento della Natura per salvaguardarsi da pericoli e insidie. Man mano che la la popolazione popolazione è aumentata, aumentata, l'uomo l'uomo si è interessato interessato meno meno a que questo sto rapport rapportoo con l’ambie l’ambiente nte natura naturale, le, per tentar tentaree di capir capiree e controllare controllare le relazi relazioni oni con gli altri altri uomini. uomini. Dall'in Dall'inizial izialee “adorazione “adorazione”” delle forze naturali si è dato al “culto degli uomini” che lo dominavano. I “signori “signori”” hann hannoo dist distolt oltoo “i figli figli dell'u dell'uom omo” o” dall dall'ad 'adora orazio zione ne della della
Il vero profeta
99
Natura, instillando l'idea che questa fosse da soggiogare a proprio piacimento e innalzando se stessi anche al di sopra di essa, coniando addirittura l’immagine di un “Dio persona che creò l’universo”. È questo il vero peccato originale le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: un ambiente sempre più deturpato, inquinato e dannoso per l'uomo stesso. Vorrei Vorrei far comprendere comprendere la relazione relazione tra l’uomo l’uomo e la Natura con un semplice paragone. Supponiamo di versare dell’acqua in un contenitore. Nessuno di noi sarà capace di predire quale sarà il percorso seguito da ogni singola molecola del liquido, ma tutti intuiamo subito quale sarà la posizione finale di quella massa riversata nel recipiente. Conoscendo C onoscendo il risultato risultato ultimo, ultimo, nessuno si interes interessa sa alla traietto traiettoria ria percorsa percorsa da ogni singola particella. Ritorniam Ritorniamoo all’uomo e supponiamo supponiamo di paragonarlo paragonarlo ad una molecola d’acqua, immaginando che i bordi del recipiente non siano altro che i confini geografici geografici di questa questa Terra. Terra. La Natura Natura sembra fornire i limiti limiti entro i quali il singolo essere può agire. Solo che quest’ultimo non è una semplice molecola: potremmo piuttosto paragonarlo ad un materiale acido acido che che tende tende a “bu “buca care” re” le le pareti pareti del del vaso vaso in cui cui viene viene imme immesso sso.. L’uomo ha delle potenzialità corrosive rispetto ai limiti che gli vengono imposti imposti.. Tende Tende cioè cioè a non accet accettar tarli, li, ma a “forar “forarli” li” per oltrep oltrepass assarl arli,i, finché la sua azione viene di nuovo frenata da un’altra barriera. La Natura non ci frappone frontiere invalicabili: per superarle dobbiam dob biamoo però però impa imparar raree a dialoga dialogare re con con essa, essa, capend capendone one il comportamento in modo che le nostre azioni di superamento dei suoi limiti non si ritorcano contro di noi. Limiti sociali e controllo del singolo
Ma la Na Natu tura ra non non è l’u l’uni nica ca a fiss fissar aree dei dei co conf nfin inii ai ai nos nostr trii comport comportame amenti nti.. È la stess stessaa vita vita in comuni comunità tà a imporre imporre da da subito subito dei vincoli per le azioni umane. Dalla famiglia fino alla società, la persona è seguita e segue regole prestabilite da altri. Superarle non significa solo uscire uscire da da una certa certa comun comunità ità,, ma essere essere un peric pericolo oloso so esempi esempioo per altri altri che con la loro loro ulteriore ulteriore fuoriuscita fuoriuscita dalla dalla comunit comunitàà contri contribuirebb buirebbero ero a disintegrar disintegrarla. la. Quale ragione ragione di esistere esistere avrebbe avrebbe un recipiente recipiente nato per contenere un liquido che però ne ha crivellato le pareti?
100
Il vero profeta
È ovvio, ovvio, allora, allora, porsi questa questa domanda: domanda: perch perchéé l’uomo l’uomo tende tende a distruggere distruggere i “limiti” “limiti” delle delle società società in in cui è nato? nato? Quello Quello che che abbiam abbiamoo imparato dalla storia è che la società stessa diventa la culla perché maturino maturino differen differenziazi ziazioni oni nei livelli livelli di potere potere delle delle sue sue component componenti.i. Si formano cioè dei gruppi che dominano e cercano di acquisire sempre maggiore maggiore benessere benessere a scapito scapito degli degli altri. altri. Non Non bastasse bastasse,, vogliono vogliono tramandare tramandare questi questi privilegi per discendenza. discendenza. Una società così confezionata si presenta come un sistema chiuso con una struttura interna che tende ad irrigidirsi su posizioni classiste. Ma la vita per definizione è un continuo continuo movimento ed ed è la dinamica dell de llee relaz relazion ionii umane umane a no nonn perme permette ttere re la crist cristal alli lizz zzaz azion ionee auspi auspica cata ta invece da chi vive nella bambagia. Se le pareti pareti del recip recipiente iente che doveva dovevano no contenere contenere il liquido liquido corris corrispond pondono ono a quei quei limiti limiti che nelle nelle società società vincola vincolano no il comportamento degli degli uomini allora, conoscendo conoscendo le capacità “corrosive” del singolo individuo, chi stabilisce e trae vantaggio da questi limiti sa bene che non può accontentarsi di fortificarli perché resistano alle infrazioni degli uomini che devono contenere. Vi è ancora qualche altra difesa da porre in atto. Più sopra avevo detto che nessuno si sognerebbe di seguire il percorso della d ella particella di liquido riversato nel recipiente, ben sapendo che alla fine tutte si adageranno in modo da essere contenute da quest’ultimo. Chi governa la società sa invece che il comportamento di ogni singolo singolo individuo individuo deve deve essere essere controllat controllatoo per limitar limitarne ne le capacit capacitàà “corrosive “corrosive”” pericolose pericolose per la società società stessa. stessa. Uno strumento strumento potentis potentissimo simo si è rivelata rivelata la capacità capacità di persuadere persuadere il singolo singolo ad adottare azioni azioni non distruttiv distruttive. e. Questa Questa tecnica tecnica è conosciuta conosciuta fin dall’anti dall’antichità chità,, quando i “ministri “ministri di Dio” convincevan convincevanoo le le masse masse all’adorazio all’adorazione ne del “signore” “signore” che le comandava. Ma non eravamo ancora arrivati al controllo del percorso di ogni singola sing ola particella. In questo secolo invece la tecnologia ha permesso la costruzione di: un sistema di di co comunicazione (t (terrestre e satellitare) che permette di acquisire informazioni da quasi tutto il globo; globo; sistemi di collegamento in re rete dei computer utilizzati dalle persone;
Il vero profeta
101
-
memorie di massa in cui archiviare a tempo indefinito moli sempre sempre maggi maggiori ori di dati. dati. Quelli che gestiscono il potere non dovevano che usufruire di questi importanti traguardi tecnologici e aggiungerci una legislazione che permettesse di tenere sotto controllo e registrare i dati e le comunicazioni di di og ogni si singolo ci cittadino. Ma il loro gioco è solo appare app arente ntemen mente te dal risulta risultato to scon scontat tato. o. Perché, Perché, da qual qualche che parte parte del Mondo Mondo sorgon sorgonoo ogni ogni gior giorno no forz forzee nuo nuove ve che che impe impedis discon conoo all’in all’inter teress essee di poc pochi hi di diven diventa tare re ete etern rnam amen ente te domi domina nant nte. e. Disp Dispia iace ce sol soloo che che per per evitare la cristallizzazione dei rapporti sociali si debba continuamente ricorrere alla violenza che tante innocenti vittime v ittime semina da sempre. Vi è un’alternativa proponibile? Uniti, non soli
L'uomo non deve adorare, deve capire. È a questo punto che comprenderà che non esiste la perfezione, ma che con l'apporto di tutti si può fare di più e meglio. Le potenzialità di ognuno di noi sono immense: abbiamo bisogno, come Neo nel film film “Matrix”, “Matrix”, di toglierc togliercii tutte tutte le le spine spine che ci rendono rendono dipend dipendent entii dalle dalle volont volontàà altrui altrui senza senza noz nozion ionee di causa. causa. Do Dobbi bbiamo amo riappropriarci della consapevolezza di quello che stiamo facendo e degli effetti sull'ambiente, quell'insieme di oggetti e persone che ci circonda circonda ora e nel futuro. Abbiamo bisogno di riflettere, dedicare molto più tempo a capire le relazioni relazioni che che compongono compongono la materia materia del Mondo. Miglia Migliaia ia di anni e migliaia di pensatori ci hanno convinto che la nostra persona si esprime in un’anima contenuta in un involucro cui abbiamo dato il nome di corpo. Eppure Eppure è assolu assolutam tament entee errato errato con conside siderar raree che il nostro nostro essere essere finisca sulla superficie della nostra pelle. A chi la pensa ancora in questo modo consiglio di immaginarsi una pellicola impermeabile che distasse un millimetro dalla nostra pelle, ma che ci avvolgesse completamente. In pochi istanti saremmo privi di vita. Se portassimo sempre con noi questa questa immagine, immagine, ci preoccupere preoccuperemmo mmo molto molto di più di non non inquinare, inquinare, devastare e distruggere l’ambiente in cui viviamo. Perché siamo legati a
102
Il vero profeta
quello che percepiamo esternamente a noi in qualsiasi modo esso ci interessi, anche nel momento in cui non ne apprezziamo il contatto. È que quest stoo ess esser eree un unit itii al al Tutt Tuttoo ch chee ci ci forn fornis isce ce la sper speraanz nzaa e ch chee ci ci consente di operare per un domani migliore. Perché se attorno a noi ci hanno han no avv avvilu iluppa ppato to una miriad miriadee di inform informazi azioni oni negati negative, ve, sicur sicurame amente nte guardando guardando oltre questa questa cortina cortina che instill instillaa in noi una perpetua perpetua paura troveremo un orizzonte più limpido e gratificante. Non fissiamo la vista sul particola particolare, re, perché è allargan allargando do lo sguardo che capiam capiamoo il motivo motivo per cui quel dato dato particolare ci appare così. Se no nonn ci ci rin rinch chiud iudia iamo mo in casa, casa, ci farem faremoo meno meno bersa bersagl glia iare re dall'artefatta informazione altrui. altrui. Potremo cercare per le strade la realtà senza finzione, la bruttura delle nostre città apparentemente progredite ma che nascondono la povertà strisciante nell'abbandono di interi quartieri. quartieri. Ci rendere renderemo mo conto conto di persona persona di quanto quanto si può fare fare e, se ci ci sentiamo impotenti nel migliorarlo da soli, potremo associarci ad altre persone, unire le forze, le volontà in fini comuni. Se riusciremo a farlo senza pretendere di cristallizzare il mondo in cui viviamo a nostro nostro esclusi esclusivo vo vantaggi vantaggioo allora allora finalmente finalmente ritorneremo ritorneremo libertà, à, uguagli uguaglianz anza a ad apprezzare apprezzare la vera santa trinità: trinità: i valori valori umani di libert e fraternità, immutabili e universali. Il primo amore
Ma soprattutto ci renderemo conto di quanto ci è stata tolta la Natura, quel giardino incantato da cui abbiamo imparato ad estrarre “risorse”, ma di cui non apprezziamo la qualità più fondamentale: la sua saggezza, acquisita nei molti più anni di esistenza rispetto a noi. Ci acco accorge rgere remo mo qu quin indi di qua quant ntoo magg maggior ioree e raffi raffina nato to bu buon onse sens nsoo essa essa po port rtii con sé, molto molto più grande grande di quello quello limitato limitato nel nel tempo e nello nello spazio spazio delle delle divinit divinitàà che ci siamo siamo inve inventa ntati ti in ques questi ti pochi pochi millen millenni ni in cui calchiamo la Terra. Sì, possiamo molto. Ora forse, caro lettore, avrai capito cosa volevo comunicarti con questo questo mio libro. Volevo Volevo semplic semplicement ementee dirti che che il “vero profeta” profeta” è nasco na scost stoo in ogn ognuno uno di noi noi e que questo sto scri scritt ttoo do dove veva va esse esserne rne la prova. prova. Ti assicuro assicuro infatti infatti che la mia mia persona persona non avrebb avrebbee mai mai pensato pensato di capire capire relazioni tanto importanti: importanti: non avevo particolari credenziali scolastiche,
Il vero profeta
103
né potevo accedere a misteriose o segretissime fonti d'informazione. Ho cercato, forse riscoprendo in me il romantico spirito bambino che ti fa porre sempre miriadi di “perché?”. “perché?”. Arriva Arriva un'e un'età tà in in cui cui questa questa pratic praticaa vien vienee inesor inesorabi abilme lmente nte abbandonata, se senza rendersi co conto che co così facendo è co come se se decidessim decidessimoo di riattivare riattivare il cordone ombelicale ombelicale che che la Natura Natura ci aveva permesso, anzi, “naturalmente” imposto di staccare. Solo che ora siamo molto molto meno meno certi certi dell'a dell'amor moree che che la la nost nostra ra nuov nuovaa “mam “mamma” ma” - oggi oggi costit costituit uitaa dall’in dall’insos sostit tituibi uibile le Tv e domani domani chissà chissà da da cos’al cos’altro tro ancor ancoraa - ci potrà dare. E, propri proprioo in tema tema di “amor “amore” e”,, alla alla fine fine di tutta tutta ques questa ta sinte sintetic ticaa panoramica mi resta un consiglio da dare. Vorrei che tutti ponessimo una più critica critica attenzi attenzione one non solo solo a quelle quelle persone persone che si riempiono riempiono la la bocca con il termine libertà ma anche a quelle che abusano della parola amore, fino a sentenzi sentenziare are che che “Dio è amore” amore”.. Amore non è solo una parola estremamente significativa, ma è la caratterizzazione stessa di una persona a cui si è legati in modo tangibile e inscindibile. Cerchiamo di non farci rubare queste importanti definizioni per essere allontanati dalla realtà e indotti ad adorare le costruzioni di altri. Così Così che che suona suona in modo modo tant tantoo appro appropri priato ato un famoso famoso sebben sebbenee po poco co cita citato to de dett ttoo ev evan ange geli lico co,, ch chee assu assume me un pa part rtic icol olaare “co colo lore re”” in qu ques esto to contesto contesto visto che fu attribuito attribuito al “falso “falso profeta” profeta” per eccellen eccellenza: za: Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. (Matteo 7,15)
Bibliografia
105
Bibliografia [Antichità [Antichità giudaiche] giudaiche] - Giuseppe Giuseppe Flavio 'Antichità 'Antichità giudaiche' giudaiche',, Torino, Unione-Tipografico-Editrice, 2000. [Autobiografia] - Giuseppe Giuseppe Flavio Flavio 'Autobiografia', Milano, R.C.S. R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.A., 2002. [Bibbia] [Bibbia] - AA.VV. AA.VV. 'La Sacra Sacra Bibbia', Bibbia', Roma, Roma, Pia Società Società San Paolo, Paolo, 1962. [Bibbia1] - AA.VV. AA.VV. 'La Bibbia', Roma, Pia Società Società San Paolo, Paolo, 1983. [Catechism [Catechismo] o] - Costituzione Costituzione Apostolica Apostolica Fidei Fidei Depositum 'Catechis 'Catechismo mo della Chiesa Cattolica', Città del Vaticano, Libreria editrice Vaticana, 1992. [Commentari [Commentario] o] - AA.VV AA.VV.. 'Grande 'Grande Commentari Commentarioo Biblico', Biblico', Brescia, Brescia, Editrice Queriniana, 1973. [Contro [Contro Apione] Apione] - Giusepp Giuseppee Flavio Flavio 'In 'In difesa difesa degli degli Ebrei Ebrei (Contro (Contro Apione)', Venezia, Marsilio Editori, 1993. [Donnini] [Donnini] - vangelo.su vangelo.superev pereva.it/ a.it/vange vangelo. lo.html. html. [Earlychristi [Earlychristianwri anwritings tings]] - www.earl www.earlychri ychristianw stianwriting ritings.com s.com.. [Favola Cristo] - Luigi Cascioli 'La favola di Cristo', Roccalvecce (VT), stampato in proprio, 2001. Vedi anche www.luigicascioli.it. [Fonti extrabibli extrabibliche] che] - R.E.van R.E.van Voorst 'Gesù nelle fonti fonti extrabiblic extrabibliche', he', Cinisello Balsamo (MI), Edizioni San Paolo s.r.l., 2004. [Genesi] [Genesi] - David Rohl 'La Genes Genesii aveva ragione', ragione', Casale Casale Monferrato Monferrato (Al), Edizioni Piemme Spa, 2000. [Gigalmesh [Gigalmesh]] – www.homola www.homolaicus. icus.com/s com/storia/ toria/antic antica/gi a/gilgame lgamesh/. sh/. [Guerra [Guerra giudaica] giudaica] - Giusep Giuseppe pe Flavio Flavio 'La guerra giudaic giudaica', a', Milano Milano,, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1989. [Gutenberg] [Gutenberg] - www.gute www.gutenberg. nberg.net/ net/1/2/8/9 1/2/8/9/12892 /12892/./. [Homolaicu [Homolaicus] s] - www.homola www.homolaicus. icus.com/n com/nt/. t/.
106
Bibliografia
[Monasterovi [Monasterovirtuale rtuale]] - www.monast www.monasterovi erovirtual rtuale.it. e.it. [Nestle [Nestle Ala Aland] nd] - Nestle Nestle,, Aland Aland “Nu “Nuovo ovo Test Testame amento nto Grec Grecoo Italia Italiano” no”,, Roma, Società Biblica Britannica e Foresteria, 1996. [Paolo [Paolo fals falso] o] - Mario Mario Pinch Pincherle erle “Paolo “Paolo il falso falso”, ”, Diega Diegaro ro di Cesen Cesena, a, Macro Edizioni, 2000. [Popolo [Popolo degli Uomini] Uomini] - Domenico Domenico Buffarini Buffarini 'Il Popolo degli degli Uomini', Uomini', Giaveno (TO), Edizioni Amrita, 1994. [Prospettiva] [Prospettiva] - Dario Sabbatucci Sabbatucci 'La prospe prospettiva ttiva storico-rel storico-religios igiosa', a', Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., 1990. [Sabat [Sabato] o] - digila digilande nder.l r.libe ibero.i ro.it/s t/saba abato. to. [Sibillini] - http://www.sacred-texts.com/cla/sib/ http://www.sacred-texts.com/cla/sib/index.htm. index.htm. [Signo [Signore re deg degli li Ane Anelli lli]] – J.R. J.R.R. R. Tolkien Tolkien “Il Signore Signore deg degli li Ane Anelli lli”, ”, Milano, Edizioni Mondolibri S.p.A., 2000. [Storia ecclesiastica] ecclesiastica] - Eusebio di Cesarea Cesarea 'Storia ecclesiastica', ecclesiastica', Roma, Città Nuova Editrice, 2001. [Storia Israele] - John Bright 'Storia dell'antico Israele', Israele', Roma, Newton & Compton editori srl, 2002. [Stori [Storiaa romana] romana] - Cassio Cassio Dione Dione 'Storia 'Storia romana romana - Volu Volume me settim settimo', o', Milano, RCS Libri S.p.A., 2000. [Tristi [Tristi Tropici] Tropici] - Claude Claude Lévi-Strauss Lévi-Strauss 'Tristi 'Tristi Tropici', Tropici', Milano, Milano, il Saggiatore, 1972.
Indice
107
Indice PRESENTAZIONE PREFAZIONE I NTR NTROD ODUZ UZIO ION NE AIUTI ALLA LETTURA R INGRAZIAMENTI INGRAZIAMENTI COSTRUIRE PER DISTRUGGERE LA POLITICA ALL'INIZIO DELL'AVVENTURA IL BEL TEMPO PASSATO A SCUOLA L'URBANISTICA DEI BISOGNI INESAUDITI QUANTI SOLDI PER VIVERE MEGLIO? PRELIEVO FISCALE E DEBITO PUBBLICO DISUGUAGLIANZA ISUGUAGLIANZA NELLA DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA E CONTROLLO DELL'INFORMAZIONE PASSI VERSO LA RELIGIONE PRIMI TENTATIVI DI PUBBLICAZIONE DILEMMI ESISTENZIALI LA RELIGIONE NON PUÒ ATTENDERE I TESORI NELLA BIBBIA U N DIVE DIVERS RSO O APPROC ROCCIO CIO AL NUOVO TESTAMENTO LE STRADE PER CONOSCERE GESÙ ESÙ LA STORIA SECONDO LA BIBBIA U N ROMA ROMAN NZO PER PER COMU COMUN NICARE CARE BIBBIA E ANTROPOLOGIA BIBBIA E ANTICHI POPOLI I NTE NTERN RNET ET? PERCHÉ NO LE RICERCHE CURATE PRIMA DEL2003 VERSO NUOVI LIDI CHIESA PROGRESSISTA E TEORIE SOCIALI L'INCONTRO CON LUIGI CASCIOLI ALLA RICERCA DELLA VERITÀ STORICA CONOSCENZA E CREDENZA RELIGIOSA L INFO 'INFORM RMAZ AZIO ION NE DOMI MINA NANT NTE E E I MIRACOLI I VANGELI AL SETACCIO L INFO 'INFORM RMAZ AZIO ION NE DOMI MINA NANT NTE E E I VANGELI MIRACOLI E STORIA IL GESÙ RIVOLUZIONARIO RIVOLUZIONARIO PRIMI APPROCCI A PAOLO … … E A GIOVANNI
3 9
9 10 11 13
13 15 15 17 19 21 23
23 24 26 27 29 30 33
33 34 35 36 36
39
39 40 41 43 44 47
47 49 50 51 52
108
Indice
L'APOCALISSE: UNA SFIDA VINCENTE LA RILETTURA DELL’APOCALISSE E DEGLI ATTI L'INTERPRETAZIONE DEI 'DUE TESTIMONI' DALLA 'BESTIA CHE SALE DAL MARE' A QUELLA CHE 'SALE DALLA TERRA' LA SCOMMESSA SU GIOVANNI SAULO PAOLO DI TARSO LE NOTIZIE DI (E SU) GIUSEPPE FLAVIO GIOVANNI E GESÙ ESÙ LA STRADA VERSO LA VETTA IL BUIO UFFICIALE SULLE ORIGINI ORIGINI DEL CRISTIANESIMO LA SCOPERTA DI GIOVANNI BATTISTA U NA PRIMA RIMA RIC RICOSTRUZ TRUZIO IONE NE DEGL DEGLII AVV VVEN ENIM IMEN ENTI TIINPALESTINA NEL I SEC. D.C. GESÙ E LO SPIRITO SANTO ALLA RICERCA DELL'IMPOSTORE EGESIPPO, SIMONE MAGO E APOLLONIO BARNABA E TITO IL FALSO PROFETA SENZA PIÙ VELI L’ANTICRISTO RITROVATO IL VANGELO DI GIUDA IL ‘FALSO NERONE’ DA SIMONE A PAOLO R ICERCHE ICERCHE TERMINATE? I PUNTI SALDI INFORMAZIONE E POTERE CHI È INTERESSATO ALL’INFORMAZIONE? QUANTI GIORNALI, QUANTE TV? I NF NFORMAZ RMAZIIONE E POTER OTERE E IL CACCIATORE E LA PREDA COME SI MISURA IL BENESSERE IL VERO PROFETA LIBERTÀ, UGUAGLIANZA, FRATERNITÀ PRIMA LA NATURA LIMITI SOCIALI E CONTROLLO DEL SINGOLO U NITI NITI, NON NON SOLI SOLI IL PRIMO AMORE BIBLIOGRAFIA INDICE
54 57
57 58 59 61 62 64
67
67 68 69 71 73 75 76 77 81
81 82 83 85 86 89
89 90 91 92 94 97
97 98 99 1011 10 1022 10 105 107