William S. Burroughs Le Città Della Notte Rossa Cities of the Red Night (1981) EmmeBooks 205 *
Benvenuti in questa passeggiata alla fine del mondo, dentro un inferno alieno con cieli spolverati da stelle morte e tramonti radioattivi dove esplode il colore dell'Apocalisse. Qui gli uomini sono cittadini di seconda classe e regna la febbre dell'impiccagione che produce gravidanze mutanti, mentre la polizia eroinomane inse gue chi scappa dalla tirannia dei governi: i rapinatori di uteri si accoppiano con le sirene e nemmeno i detective paranormali hanno capito che il virus dell'amore è una droga top secret. Perché dietro ogni risposta ci sono sei domande, perché nel giardino dell'Eden Dio lasciò Adamo ed Eva soli, perché i libri sono flagranti falsificazioni e alcune di queste menzogne sono ancora in corso. Niente è vero, tutto è permesso: questa è la nostra storia, cercate di ricordarvela. Le città della notte rossa venne pubblicato per la prima volta in Italia da Arcana nel 1982 e fu quindi ristampato nel 1997. Fernanda Pivano ha immediatamente colto la sua statura di classico sottolineandone la profetica denuncia di atteggiamenti più che mai attuali: "il totalitarismo, il capitalismo, il razzismo antiomosessuale, la guerra nucleare, la tossicodipendenza, il lavaggio mentale esercitato dalle classi al potere, la dominante tecnologia quasi fantascientifica " .. Traduzione dall'inglese: Giulio Saponaro William S. Burroughs 2/343
Sommario Introduzione di Fernanda Pivano ................................................ ................ 6 Prima!.......................................................................... .................................. 15 Invocazione..................................................................... ............................ 20 Libro Primo L'Ufficiale Sanitario........................................................... ................. 23 Vediamo il Tibet con il binocolo dei popolo ............................. 32 Il Dottore è sul mercato.......................................................... .......... 36 Politica qui è morte ............................................................. ............... 40 Il salvataggio ................................................................. ........................ 46 Harbor Point ................................................................... ...................... 49 Il culo privato ................................................................ ....................... 53 Il fungo o della febbre ........................................................ ............... 68 Lo straniero.................................................................... ....................... 72 Libera uscita................................................................... ....................... 79 Lettre de marque ............................................................... ................. 84 Sei sotto eroina? .............................................................. .................... 90 Berrettino da cavallo per cavalcar per cavalcare ................. 95 Port Roger...................................................................... ......................107 La mamma ha sempre ragione ....................................................1 18 Quien es? ...................................................................... .........................129 Perfino gli scarafaggi.......................................................... .............135 Petardi......................................................................... ..........................141 Necesita automovil.............................................................. ..............151 Por convencion Zapata .......................................................... ..........160 Le città della notte rossa 343/3
Libro Secondo Le Città della Notte Rossa........................................................ ......167 Abbandonate la posizione difensiva.........................................173 Noi siamo il linguaggio......................................................... ...........179 Un cowboy in servizio sette giorni su sette...........................188 L'inconscio imitato da un cheesecake......................................192 Siamo coordinati La guardia è molteplice..............................197 Grande Quadro chiama Shifty..................................................... .206 Sceneggiatura / Parte prima .................................................... ....210 Salve, ecco i non-morti......................................................... ...........219 Il cielo qui è sottile come carta ................................................ ....228 Étranger qui passait ............................................................. ............230 Disordini al pub ............................................................... ..................235 Tamaghis rivisitata............................................................. ..............242 Dove nudi trovatori sparano a mocciosi babbuini..............248 Libro Terzo Spogliatoio..................................................................... ......................253 È difficile sul treno "A"......................................................... ...........261 Posso portarmi la capanna dove voglio ..................................265 Usate pure lo studio che vi è stato postulato ........................276 Si sta tenendo una conferenza .................................................. ...282 Postparto di un sogno .......................................................... ...........294 Una passeggiata alla fine del mondo ........................................299 Mosse e controlli e massacri.................................................... .....305 Ma Hollywood non imparerà mai...............................................311 Ridiscuti l'affare per la seconda volta.......................................31 5 Ancora pochi minuti ............................................................ ............326 Siamo qui per causa vostra...................................................... .....327 Ritorno a Port Roger............................................................ ............340 William S. Burroughs 4/343
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Introduzione Resterà perplesso chi leggerà questo libro credendo di trovarvi una storia con un principio, un centro e una fine, per non dire un'unità di tempo, di spazio e d'azione. A un lettore che si aspetti qualcosa di simile conviene forse leggere, per abituarsi a Burroughs, qualche altra sua opera, soprattutto Pasto nudo, il libro che nel 1959 lo rivelò al pubblico nella Olympia Press di Girodias e al quale l'autore lavorò dal 1953 al 1957, raccogliendolo nella forma definitiva dopo la cura di disintossicazione alla quale si sottopose a Londra nella clinica del Dottor John Dent nel 1957. A quel lettore converrebbe leggerlo per introdursi gradatamente ai temi che esplodono in quest'ultima opera di Burroughs con la stessa energia con cui erano esplosi nei libri precedenti: la denuncia contro il totalitarismo, il capitalismo, il razzismo antiomosessuale, la guerra nucleare, la tossicodipendenza, il lavaggio mentale esercitato dalle classi al potere, la dominante tecnologia quasi fantascientifica. La satira politica, sociale e scientifica che si è andata delineando come la forma espressiva più caratteristica di questo scrittore anarchico ormai accomunato a Swift e che faceva da sottofondo al Pasto nudo è qui condotta alle sue estreme conseguenze, alimentata e arricchita da letture disparate ed esoteriche che Burroughs ha fatto in questa ventina d'anni, coprendo uno spettro che va dall'occultismo al bestseller, dalla fantascienza ai classici, dalla parapsicologia ai testi di storia di tutti i tempi e di tutti i paesi. L'eccezionale fantasia sincretista che è stata una delle caratteristiche della poesia di Allen Ginsberg negli anni Sessanta ritorna in Burroughs con la sua tipica piega verso la tragedia e l'orrore, la crudeltà e il disgusto, l'inesorabilità del male e la beffa di qualsiasi conformismo : cosi l'Invocazione che segue la prefazione del volume elenca le divinità del Male alle quali il libro è dedicato (il dio dell'Abominio, il dio delle Febbri e delle Epidemie, il Serpente Addormentato, il SucchiaWilliam S. Burroughs 6/343
tore di Sangue Umano, il Persecutore degli Uomini, gli Invasori dei Letti Umani, il Genitore delle Tempeste, l'Uccisore in Modo Innaturale, lo Spirito delle Nebbie, il Ragno che cattura la Rugiada, il Fuoco Vergine, il Padrone del Freddo, la dea degli Impiccati, il Padrone delle Eiaculazioni, il Pericoloso, il Distruttore, e così via fino agli dèi senza nome della dispersione e del vuoto) citandone i nomi maya e di altre popolazioni. L'invocazione termina con la dedica "a tutti gli scribi e artisti e praticanti di magie attraverso i quali questi spiriti si sono manifestati", alla quale segue, in tutte maiuscole, l'affermazione: NIENTE È VERO. TUTTO È PERMESSO. È questa frase a fare da programma poetico al libro e a offrirne una chiave di interpretazione. Perché in questo libro è davvero tutto permesso e nulla è vero, nonostante la dotta citazione contenuta nella prefazione che dà un'impronta anarchica alla sua ideologia politica. Il lettore troverà, nelle parole di Sotto la bandiera nera di Don C. Seitz, la storia di un pirata dell'inizio del diciottesimo secolo, il Capitano Mission, considerato un precursore della Rivoluzione Francese: questo pirata, in anticipo di un secolo sul suo tempo, dopo aver sconfitto una nave da guerra inglese fondò lo Stato della Nuova Libertà, dove trovassero rifugio tutti i profughi di governi tirannici, e sostituì la bandiera nera dei pirati con la bandiera bianca, per un paese dove il denaro fosse di proprietà comune e le leggi fossero regolate dagli Articoli compilati dal Capitano; Articoli in base a cui tutte le decisioni andavano prese dopo una votazione, la schiavitù e la pena capitale andavano abolite e andava praticata una totale libertà di culto. Con questi Articoli il Capitano Mission governò una colonia che chiamò Libertatia e che era situata in una baia a nord di DiégoSuarez nel Madagascar: i coloni erano circa trecento e furono annientati dagli indigeni, mentre il Capitano veniva ucciso poco dopo in una battaglia di mare. Partendo da questo dato storico, Burroughs immaginò nel suo libro cosa sarebbe successo se il capitano fosse sopravvissuto; e narra una sua storia che in realtà sono tre storie. La prima riguarda Noah Blake, un giovanissimo figlio di armaioli che su una nave pirata del diciottesim o secolo inventa il fucile a cartuccia e i proiettili da cannone esplosivi, conquistando con queste armi il Sudamerica e governandolo secondo gli Articoli ideati dal Capitano Mission. Un'altra storia, tra il polizi esco e il suspense, riguarda l'investigatore privato Clem Williamson Snide, ingaggiato dai coniugi Green per ritrovare Jerry, il figlio scomparso, e subito dopo dal signor Everson per la stessa ragione. Nel corso delle indagini si scopre che Jerry è un travestito, spacciatore di cocaina, imLe città della notte rossa 343/7
piccato e poi decapitato nel corso di un rito egiziano del tramonto dedicato a Set, imbalsamato senza la testa, e ritrovato tutto ricoperto di uno sfogo rosso in un baule caricato su una nave panamense: lo sfogo era causato da una malattia definita Virus B-23 o Febbre d'Impiccagione. È impossibile riassumere tutti gli svolgimenti di questa storia fino a una conclusione logica ed è altrettanto impossibile riassumere la terza storia, di pura fantascienza, che narra vicende avvenute cinquanta o centomila anni fa in una civiltà maya disintegrata. Quest'ultima storia apre il libro secondo e descrive le sei Città della Notte Rossa che danno titolo al libro: Tamaghis, Ba'dan, Yass-Waddah, Naufana, Waghdas e Ghadis, situate nel Deserto del Gobi centomila anni fa, in un paesaggio incantato con oasi e fiumi. L'oasi più grande aveva un lago su cui fu fondata la città universitaria di Waghdas; Ba'dan e YassWaddah erano una di fronte all'altra sul fiume. Gli abitanti erano divisi in una minoranza elitaria detta Trasmigranti e una maggioranza detta Ricettacoli, ma le due classi non erano separate, per un complesso sistema di concepimento e di trasmigrazione dell'anima che non voglio anticipare al lettore; una setta di Trasmigranti è quella degli Eterni Giovani, impiccati a diciott'anni per evitare il deterioramento della vecchiaia. In questa setta centinaia di donne potevano essere fecondate da un'unica raccolta di sperma; e le donne stavano per ribellarsi quando per ragioni non chiarite tutto il cielo si accese di rosso come il riflesso di una grande fornace provocando il cambiamento del colore dei capelli e della pelle nella popolazione originariamente nera. Più o meno allora i Mutanti divennero più numerosi degli abitanti originari e una Mutante albina chiamata Tigre Bianca guidò le donne alla conquista di Yass-Waddah, riducendo i maschi allo stato di schiavi; i governanti di Waghdas si difesero escogitando un metodo per far crescere bambini in uteri recisi (gli uteri erano forniti da ladri vaganti di uteri). Intanto le città erano devastate da epidemie e furono abbandonate: i sopravvissuti andarono nel Nuovo Mondo portando con sé le epidemie insieme ai "libri" nella zona più tardi occupata dai maya, e "i libri" caddero nelle mani dei preti maya. Potrei continuare tentando di riassumere gli avvenimenti che si svolgono in queste città ma, ripeto, riassumere questo libro è impossibile e qualsiasi tentativo non fa che spezzarne il ritmo e il clima nonché le intenzioni. Come già nel Pasto nudo la struttura (che è una non struttura) delle Città della Notte Rossa è quella di non avere personaggi centrali in storie che si trasformano con la rapidità della visione per annullare di proposito qualsiasi prospettiva tradizionale, voglio dire quella "realtà" William S. Burroughs 8/343
nel romanzo che è la rappresentazione del mondo quotidiano tradizionale. Quella di Burroughs è una grossa innovazione e sono rimasti sconfitti tutti quei critici che hanno tentato di applicare alle sue storie una logica abituale: come John Cage ha creato composizioni dissonanti che in qualche modo costringono suoni consueti in una struttura musicale, Burroughs affolla le sue pagine di creature che dal mondo umano trasmigrano continuamente in quello fantascientifico o in quello dell'assurdo. Ma il suo modo di muoversi senza un punto di vista centrale, senza una prospettiva, senza un passato o un futuro è tutt'altro che casuale. Ci sono nuclei di pensiero che ricorrono in tutti i libri di Burroughs con la stessa insistenza di certe sue immagini; le immagini sono facilmente riconoscibi li, per esempio il suo incubo dell'impiccagione nel corso di un'orgia sessuale o la sua visione di insetti colossali e mostruosi come millepiedi o scorpioni o ragni più grandi di uomini o le sue fantasie di odori ributtanti o di fluire di escrementi; i pensieri sono altrettanto riconosc ibili e ricorrenti, per esempio un'irriducibile anarchia, un'incontenibile ansia di libertà, un'ininterrotta denuncia del lavaggio mentale esercitato dal "controllo", una protesta disperata contro la repressione psichica e contro la distruzione ecologica. Questi temi sono dichiarati nel Pasto nudo nella descrizione dei vari gruppi politici che vivono nell'Interzona: i Liquefazionisti che fondono tutti in un unico uomo, i Divisionisti che vogliono raggiungere, tagliandosi pezzetti del proprio corpo, una replica di se stessi, e i Fattualisti che si battono contro lo sfruttamento dell'individualità, in una visione paranoica della competizione occidentale basata sui "controlli" creati dalle istituzioni e dalle burocrazie. Visioni e temi ricorrenti sono espressi in modo che secondo la narrativa convenzionale viene definito frammentario; ed effettivamente gli episodi di Burroughs sono sempre sconnessi e fuori della cornice di una trama, quando addirittura non si confondono fra loro come avviene nell'ultima parte del nostro libro: una specie di kermesse dove tutti i personag gi e tutte le vicende raccolte in varie centinaia di pagine si mescolano allo stesso modo che due personaggi, un uomo e una donna, si ritrovano alla fine con la testa dell'uomo incastrata nel corpo della donna e viceversa. Come ho già detto è inutile cercare il filo della logica nelle storie di Burroughs: i suoi pensieri si svolgono per associazioni, e come par di capire nella Prefazione Atrofica messa dallo scrittore a conclusione del Pasto nudo, chi scrive può soltanto registrare ciò che esiste davanti ai suoi sensi senza subire le imposizioni di una trama. Per questo il PaLe città della notte rossa 343/9
sto nudo si può cominciare a leggere da qualsiasi punto ed è un caleidoscopio di visioni, e per questo i libri di Burroughs cambiano da un'edizione all'altra in misura maggiore di quanto solitamente accada tra i narratori a sfondo naturalista. In questa apparente incoerenza, Burroughs ha seguito fin dal suo primo libro, Junkie (che uscì nel 1953 e in Italia introdusse l'autore col titolo La scimmia sulla schiena) una via inconfondibile e molto riconoscibile: è Junkie a introdurre personaggi bizzarri e piacere del macabro, il grottesco della morte, immagini di insetti che sono una fusione di fantasia gotica e di fantascienza, ancora trattati però secondo un ordine narrativo più o meno tradizionale. Che il romanzo narri una storia di drogati è naturale, dato che la droga ha sempre avuto un posto dominante nella sua vita, ma è più interessante quello che risulta nell'intervista pubblicata dalla Paris Review, dove lo scrittore ha detto esplicitamente che la droga crea una "confusa bramosia di immagini": proprio la bramosia che produce il fluttuare di visioni in continuo movimento tali da eliminare qualunque connessione convenzionale. Anche le immagini degli insetti mostruosi sono immagini da drogato e forse è da drogato l'incubo dell'impiccagione che ritorna con insistenza ossessiva in tutti i libri di Burroughs; ma non è da drogato la sua ansia, divisa dai suoi amici di giovinezza che vennero definiti beat, di trasformare il linguaggio in modo che non possa più venire usato come mezzo di condizionamento. Per raggiungere questo scopo Burroughs si servì del cut-up. All'inizio il cut-up era soltanto un modo di collegare passaggi che non potevano essere connessi logicamente; questa tecnica venne poi estesa nel fold-in, dove due pagine di autori diversi venivano tagliate in mezza colonna e accostate fra loro in modo da evitare per sempre la possibilità di concessioni alle immagini romantiche, alle associazioni personali, alle reazioni abituali e alla sintassi normale che influenza la ragione. L'utopia di Burroughs fu che i cut-up potessero minacciare la Macchina del Controllo, quel sistema che attraverso la repressione conduce all'oligarchia e alla schiavitù, mediante istituzioni come quelle della polizia, della religione, dell'educazione e della propaganda. Se i cut-up vennero presentati al pubblico nel 1959 con Minutes to Go, ritornarono poi in tutti i suoi libri e ritornano ora in certi tratti delle Città della Notte Rossa, insieme a tutte le caratteristiche dei suoi "modi" e del suo stile condotti alle estreme conseguenze. Il teatro della crudeltà di Artaud diventa una fantasia da adolescente in confronto alla parabola di violenza e di orrore dell'immaginazione di Burroughs: torture terribili e piaceri sessuali sono parti integranti delle sue pagine. Rimando il lettoWilliam S. Burroughs 10/343
re al capitolo del Pasto nudo intitolato Festa annuale di A.J. per trovare un esempio tipico del suo mondo poetico, dove la pornografia è sempre in bilico con la satira e l'oscenità con la beffa: la ragazza che impicca l'amante per farsi possedere da lui nel momento dell'erezione finale e poi gli divora gli occhi, il naso, le labbra e il pene inseguita da un altro amante (che le salta addosso e balza in aria con lei impiccandola durante il coito e trasformandosi nel primo amante) è un personaggio che raccoglie in sé il misoginismo di Burroughs (in un'intervista lo scrittore disse che le donne sono un errore della natura) e recita una "sessualrappresen tazione" che fa pensare come una prova per assurdo a certe immobilità di Beckett, per esempio in Aspettando Godot, dove le fantasie dell'impiccagione attraversano i personaggi nell'immobilità assoluta. Perverse e ributtanti, orrende e angosciose, paranoiche e agghiaccianti, le fantasie di Burroughs fanno scorrere nella lanterna magica delle sue ossessioni a velocità supersonica e quasi inafferrabile, sia pure dal ritmo forsennato della descrizione il mondo che Mary McCarthy ha definito un mondo da circo: forse Burroughs si è ricordato di quest'immagine quando ha scelto per l'edizione americana le illustrazioni, che infatti mostrano acrobati e giocolieri mescolati a divinità egiziane e maya; e come in un circo i personaggi delle Città della Notte Rossa escono dalle scene in lunghe serie di capriole da buffoni oppure si presentano in costumi sgargianti o perlopiù nudi e coperti soltanto da elmetti e gambali fantascientifici. A essere nudi sono perlopiù ragazzi bellissimi, bianchi come alabastro, coi capezzoli appena rosati e un fragrante profumo che scaturisce dal pene quasi sempre in erezione. È qui che si condensano la tenerezza e la poesia tradizionale della visione di Burroughs, omosessuale ben lontano nella vita privata dagli orrori sadici in cui si muovono i suoi personaggi, nella parodia della nostra società controllata dalle istituzioni, dalle burocrazie e dal conformismo. La parodia di Burroughs, come ha detto John Tytell, "è sempre ai bordi della morte, della malattia e degli escrementi. Sicuramente nessuno scrittore dopo Swift ha espresso disprezzo e disgusto in termini così apertamente palesi e i Yahoos dei Viaggi di Gulliver diventano un modello perfetto per il punto di vista di Burroughs". Per definire l'indulgenza dello scrittore alla bruttezza e alla bestialità, Tytell introduce la definizione di "bellezza nera", che raccoglie il suo pessimismo e la sua assoluta mancanza di speranza; una definizione che insieme a quella di "humour nero" data da Norman Mailer non contraddice la classificazione che nelle storie letterarie inserisce Burroughs nella Le città della notte rossa 343/11
cosiddetta "Scuola del Disgusto", giusto perché una piccola differenza di latitudine (Burroughs è nato a St Louis) non permette di farlo rientrare nella scuola sudista del romanzo postromantico neogotico. Intensamente surreale, la sensazione di disastro apocalittico, di tragedia, di incubo, ritorna in tutti i libri di Burroughs da Junkie (La scimmia sulla schiena, 1953) alle Città della Notte Rossa (1981) attraverso lo Sterminatore (1960), La macchina morbida (1961), Il biglietto che è esploso (1962), Nova Express (1964) e Ragazzi selvaggi (1969), con una coerenza che risulta più chiara pensando alla connessione tra un libro e l'altro, per la quale spesso un libro è costituito da brani non usati nel libro precedente. Ma anche nei libri a carattere più saggistico pubblicati negli anni Settanta, come Electronic Revolution (1971), Porto dei santi (1973), The Book of Breathing (1974), Cobble Stone Gardens (1976), The Third Mind (1978), È arrivato Ah Pook (1979), la sua semantica non cambia: in È arrivato Ah Pook ci sono ragazzi pipistrello e ragazzi uccello-gatto, ragazzi salamandra e ragazzi iguana, tutti con nomi maya insieme alle divinità maya, lo Spirito delle Nebbie e degli Acquazzoni, la dea delle Trappole, la Ragnatela che cattura la rugiada, il Fuoco vergine, il Signore del freddo, Colei che sputa pietre preziose, ciascuna col suo nome maya, compreso Ah Pook, il Distruttore, che il dà titolo al libro; e tra l'uno e l'altro di questi nomi ci sono "la Morte che piscia con dita decomposte", "il giovane con l'erezione che si inginocchia in un'anima di cane", "spaventosi dèi granchi e centopiedi che emergono da mari neri di un tempo senza luce", "in giardini di carne putrida languidi ragazzi con neri sorrisi che si grattano piaghe erogene", "malati, putridi, dolci corpi nudi che esalano una foschia color seppia di vapori asfissianti", e così via. Se ho accennato a un carattere più saggistico è perché The Third Mind è uno studio sul cut-up e, soprattutto, in The Book of Breathing (Il libro della respirazione) Burroughs accenna uno studio di linguistica dove si chiede "Che cos'è la parola?" e dove espone la teoria di Alfred Korzybski che sviluppò il concetto della Semantica generale in Scienza e salute mentale mostrando che "L'è dell'identità ha portato a una confusione di fondo nel pensiero occidentale": una teoria che Burroughs ha studiato con cura e rientra nelle sue strutture di dubbio e di negazione della logica tradizionale. In questa stessa direzione The Electronic Revolution (La rivoluzio ne elettronica) descrive l'estensione della tecnica del cut-up, che fece nel 1968 con l'aiuto di Ian Sommerville e Anthony Balch, quando tagliò a intervalli un passaggio della sua voce registrata e poi ricombinò William S. Burroughs 12/343
l'ordine degli intervalli, creando parole nuove ma salvando il tono con cui le parole erano state pronunciate. Voglio dire, il "tono" di Burroughs è l'unica coerenza logica, se così la si può chiamare, che lega tutti i suoi libri, insieme alla coerenza della sua denuncia sociale rivestita di satira o di parodia. Quando Mary McCarthy scrisse che Burroughs è lo scrittore umoristico più crudo e brutale esistito dopo Ambrose Bierce, alludeva al suo humour crudele che Norman Mailer, come ho detto, fece rientrare nella definizione di humour "nero". È uno humour sardonico che, al di là delle sue pagine, risulta anche dalla sua voce quando lo scrittore legge brani dei suoi libri; sia nei dischi, per esempio in Call Me Burroughs, sia nei readings che anche il pubblico italiano ha potuto ascoltare: una voce vagamente nasale, asciutta, con un accento medio occidentale che diventa più o meno forte a seconda dell'umore, ricca di un magnetismo irresistibile quasi quanto lo è, per ragioni opposte, quella di Allen Ginsberg, profonda, tenera, drammatica. Con questa voce Burroughs legge le sue spietate, brutali visioni da incubo di torture e di morte: come ha detto nella Prefazione Atrofica che chiude il Pasto nudo: "I am not an entertainer". In quel brano ha insistito dichiarando di essere soltanto un "recording instrument", e così testimoniando la realtà dei suoi incubi, che Allen Ginsberg chiamò "reali visioni & reali prigioni" nella poesia che scrisse come testimonianza al processo per oscenità che si svolse a Boston: una realtà personalissima, terribile e a volte ripugnante, che può derivare da sogni o fantasie, dalla droga (e senza dubbio la droga gli ha fornito immagini, visioni e impressioni che ricorrono in trasformazioni e metamorfosi bizzarre o surrealiste) o semplicement e dalla sua immaginazione piegata nella sua scrittura di grande artista. Che siano millepiedi o mostri maya, che siano impiccati o corpi di donna con testa di uomo e viceversa, che siano incubi di sogno incubi di realtà, le sue immagini perverse, grottesche, fantastiche, sono inimitabili e sono soltanto sue: di Burroughs, accavallate senza logica in una polemica che vuole distinguere la logica, accostate in sequenze parodistiche tali da condurre a fondo la satira spietata della civiltà occidentale, scelte per ammonire sulle nefandezze compiute dall'uomo, immerso a capofitto nella sua corsa forsennata verso la distruzione del Pianeta e di se stesso. Fernanda Pivano, Maggio 1981 Le città della notte rossa 343/13
A BRION GYSIN CHE HA DIPINTO QUESTO LIBRO PRIMA CHE FOSSE SCRITTO A JAMES GRAUERHOLZ CHE HA CURATO QUESTO LIBRO FINO ALLA PUBBLICAZIONE A STEVEN LOWE PER IL SUO VALIDO LAVORO SUL MANOSCRITTO A DICK SEAVER IL MIO EDITORE A PETER MATSON IL MIO AGENTE A TUTTI I PERSONAGGI E AI LORO CORRISPETTIVI REALI VIVI E MORTI William S. Burroughs 14/343
Prima! I principi liberali realizzati nelle rivoluzioni francese e americana e più tardi nelle rivoluzioni liberali del 1848 erano già stati codificati e messi in pratica da comuni di pirati un centinaio d'anni prima. Ecco una citazione da Sotto la bandiera nera di Don C. Seitz: Il Capitano Mission fu uno dei precursori della Rivoluzione Francese. Era cent'anni in anticipo sul suo tempo, perché la sua carriera si fondava sul desiderio iniziale di sistemare meglio i problemi dell'umanità, il che andò a finire, come è del tutto normale, in una più liberale sistemazione delle proprie fortune. Si racconta che il Capitano Mission, dopo aver guidato la sua nave alla vittoria contro una nave da guerra inglese, chiamò la ciurma a raduno. Quelli che volevano seguirlo sarebbero stati benvenuti e trattati come fratelli; quelli che non volevano sarebbero stati pacificamente lasciati a terra. Tutti quanti abbracciarono la Nuova Libertà. Alcuni erano per inalberare senz'altro la Bandiera Nera ma Mission temporeggiava, dicendo che non erano pirati bensì amanti della libertà, che combattevano per la parità dei diritti contro tutte le nazioni soggette alla tirannia del governo, e sostenne la bandiera bianca come l'emblema più adatto. Il denaro della nave fu messo in un baule per essere usato come proprietà comune. I vestiti vennero poi distribuiti a tutti coloro che ne avessero bisogno e la repubblica del mare fu in piena attività. Mission li esortò a vivere in stretta armonia tra di loro, ché una società Le città della notte rossa 343/15
squilibrata li avrebbe sempre giudicati come pirati. Autodifesa, quindi, e non una crudele disposizione, li spinse a dichiarare guerra a tutte le nazioni che chiudessero loro i porti. "Io dichiaro questa guerra e nello stesso tempo vi raccomando un comportamento umano e generoso verso i vostri prigionieri, ciò che apparirà tanto più il risultato di una nobile anima, sì come saremo soddisfatti dovessimo non incontrare lo stesso trattamento nel caso che sfortuna o mancanza di coraggio ci dovessero rende re alla loro mercé...". Il Nieustadt di Amsterdam venne catturato, rendendo duecento sterline, oro in polvere e diciassette schiavi. Gli schiavi furono accolti nella ciurma e vestiti con gli indumenti di riserva degli olandesi; Mission fece un discorso che denunciava la schiavitù, sostenendo che uomini che vendevano altri come bestie dimostravano che la loro religione era soltanto uno sberleffo poiché nessun uomo aveva potere di libertà su un altro. Mission esplorò la costa del Madagascar e trovò una baia dieci leghe a nord di Diégo-Suarez. Fu deciso di stabilire qui le basi terrestri della Repubblica: edificare una città, costruire moli e avere un posto da poter considerare loro. La colonia fu chiamata Libertatia e venne posta sotto Articoli scritti dal Capitano Mission. Gli Articoli stabiliscono, tra le altre cose: tutte le decisioni riguardanti la colonia devono essere sottoposte al voto dei coloni; l'abolizione della schiavitù per qualsiasi ragione incluso il debito; l'abolizione della pena di morte; e la libertà di seguire qualsiasi credenza religiosa o pratica senza sanzioni e molestie. La colonia del Capitano Mission, che ammontava a circa trecento anime, fu spazzata via dà un attacco a sorpresa degli indigeni e il Capitano Mission fu ucciso poco tempo dopo in una battaglia navale. Vi erano altre colonie di questo tipo nelle Indie Occidentali e in America Centrale e Meridionale, ma non furono in grado di conservarsi non essendo popolate abbastanza William S. Burroughs 16/343
da resistere agli attacchi. Se lo fossero state, la storia del mondo sarebbe stata diversa. Immaginate un certo numero di queste posizioni fortificate per tutto il Sudamerica e le Indie Occidentali, dall'Africa al Madagascar alla Malesia e alle Indie Orientali, tutte in grado di offrire rifugio ai fuggiaschi dalla schiavitù e dall'oppressione: "Venite con noi e vivete sotto gli Articoli". Subito troveremmo alleati in tutti gli asserviti e oppressi di tutto il mondo, dalle piantagioni di cotone degli Stati Uniti meridionali alle piantagioni di canna da zucchero delle Indie Occidentali, l'intera popolazione indiana del continente americano dall'Artico a Capo Horn, peonizzata e degradata dagli spagnoli in una povertà e ignoranza subumane, sterminata dagli americani, infettata dai loro vizi e dalle loro malattie, i neri colonizzati dell'Africa: sarebbero tutti potenziali alleati. Posizioni fortificate in stretta cooperazione con bande mobili di guerriglieri; rifornite di soldati, armi, medicinali e informazioni dalle popolazioni locali... una simile combinazione sarebbe imbattibile. Se l'intero esercito americano non è riuscito a vincere i vietcong in un'era in cui le posizioni fortificate sono state sorpassate dall'artiglieria e dagli attacchi aerei, certamente gli eserciti d'Europa, operanti in territorio sconosciuto ed esposti a tutte le logoranti malattie dei paesi tropicali, non sarebbero riusciti a vincere sulle tattiche di guerriglia aggiunte alle posizioni fortificate. Considerate le difficoltà che un simile esercito invasore dovrebbe affrontare: continue azioni di disturbo dei guerriglieri, una popolazione totalmente ostile già pronta con veleni, informazioni sbagliate, serpenti e ragni nel letto del Generale, armadilli portatori della mortale malattia del mangiar terra che grufolano sotto le caserme e vengono adottati come mascotte dal reggimento mentre dissenteria e malaria esigono il loro tributo. Gli assedi non possono presentare che una serie di disastri militari. Non c'è modo di fermare gli Articolati. L'uomo bianco è retroattivamente scaricato del suo fardello. I bianchi saranno i benvenuti come lavoratori, coloni, insegnanti e tecniLe città della notte rossa 343/17
ci, ma non come colonizzatori o padroni. Nessun uomo può violare gli Articoli. Immaginate un simile movimento su scala mondiale. Messe di fronte alla vera pratica della libertà, le rivoluzioni francese e americana sarebbero costrette a mantenere la parola. I risultati catastrofici di un'industrializzazione incontrollata ne verrebbero anche diminuiti, poiché i lavoratori delle fabbriche e gli abitanti degli slum delle città cercherebbero rifugio nelle zone articolate. Ogni uomo avrebbe il diritto di stabilirsi in qualsiasi zona di sua scelta. La terra apparterrebbe a coloro che la usano. Nessun padrone bianco, nessun Pukka Sahib, nessun Patrón. L'escalation della produzione di massa e il concentrarsi della popolazione nelle aree urbane verrebbero fermate, perché chi è che vorrebbe lavorare nelle loro fabbriche e comperare i loro prodotti quando può vivere dei campi e del mare e dei laghi e dei fiumi in aree di incredibile abbondanza? E vivendo della terra, avrebbe una ragione per preservarne le risorse. Cito questo esempio di Utopia retroattiva poiché avrebbe realmente potuto avverarsi nei termini delle tecniche e risorse umane disponibili a quel tempo. Se il Capitano Mission avesse vissuto abbastanza a lungo da affermare un esempio da seguire per altri, l'umanità avrebbe potuto liberarsi dalla mortale impasse di problemi insolubili in cui ora noi ci troviamo. L'occasione era là. L'occasione è stata mancata. I principi delle rivoluzioni francese e americana divennero tortuose menzogne sulle bocche dei politicanti. Le rivoluzioni liberali del 1848 crearono le cosiddette repubbliche dell'America Centrale e Meridionale, con una cupa storia di dittatura, oppressione, corruzione e burocrazia, chiudendo così questo vasto, spopolato continente a ogni possibilità di comuni secondo le linee tracciate dal Capitano Mission. Ad ogni modo il Sudamerica sarà ben presto intersecato da autostrade e motel. In Inghilterra, Europa Occidentale e America, il sovraffollamento innescato dalla Rivoluzione Industriale lascia poco spazio alle William S. Burroughs 18/343
comuni, che sono regolarmente soggette alle leggi statali e federali e frequentemente angariate dagli abitanti del posto. Non c'è semplicemente spazio per "libertà dalla tirannia del governo" dal momento che gli abitanti delle città ne dipendono per cibo, energia, acqua, trasporti, protezione e assistenza. Il vostro diritto a vivere dove volete, con compagni di vostra scelta, sotto leggi che approvate, morì nel diciottesimo secolo con il Capitano Mission. Solo un miracolo o una catastrofe potrebbe restituirlo. Le città della notte rossa 343/19
Invocazione Questo libro è dedicato agli Antichi, al Signore delle Abominazioni, Humwawa, il cui volto è una massa di budella, il cui alito è il lezzo del letame e il profumo della morte, Angelo Oscuro di tutto ciò che è escrezione e corruzione, Signore della Decomposizione, Signore del Futuro, che viaggia su un sussurrante vento del Sud, a Pazuzu, Signore delle Febbri e delle Pestilenze, Angelo Scuro dei Quattro Venti con i genitali putrefatti da cui ulula attraverso denti acuminati sulle città battute, a Kutulu, il Serpente Addormentato che non può essere evocato, agli Akhkharu, che succhiano il sangue degli uomini perché vorrebbero diventare uomini, ai Lalussu, che infestano i luoghi degli uomini, a Gelat e Lilit, che invadono i letti degli uomini e i cui figli sono partoriti in luoghi segreti, a Addu, evocatore di tempeste che possono riempire il cielo notturno di chiarori, a Malah, Signore del Coraggio e delle Temerarietà, a Zahgurim, il cui numero è il ventitré e che uccide in modo innaturale, a Zahrim, guerriero tra i guerrieri, a Itzamna, Spirito delle Nebbie Mattutine e degli Acquazzoni, a Ix Chel, la Ragnatela-chePrendela-Rugiada-del-Mattino, a Zuhuy Kak, Fuoco Vergine, ad Ah Dziz, il Signore del Freddo, a Kak U Pacat, che lavora nel fuoco, a Ix Tab, Dea delle Corde e delle Trappole, patrona di coloro che si impiccano, a Schmuun, il Silenzioso, gemello di Ix Tab,a Xolotl l'Informe, Signore della Rinascita, ad Aguchi, Signore delle Eiaculazioni, a Osiride e Amen in forme falliche, a Hex Chun Chan, il Pericoloso, a Ah Pook, il Distruttore, al Grande Vecchio e alla Bestia Stella,a Pan, dio del Panico, agli innominaWilliam S. Burroughs 20/343
ti dei della dispersione e del vuoto, a Hassan I Sabbah, Signore degli Assassini. A tutti gli scribi e artisti e praticanti di magia attraverso i quali questi spiriti si sono manifestati... NIENTE È VERO. TUTTO È PERMESSO. Le città della notte rossa 343/21
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L'Ufficiale Sanitario 13 settembre 1923 Farnsworth, l'Ufficiale Sanitario Distrettuale, era un uomo talmente ingrugnato nelle sue aspettative dalla vita che ogni vittoria era una sconfitta; però non era privo di una certa pesante tenacia ed efficienza nel suo limitato ambiente. L'attuale stato di emergenza posto dalle inondazioni e dalla conseguente epidemia di colera, non costringendolo ad alcuna attività insolita, lo trovava padrone di sé. Ogni mattina all'alba, ammucchiava le sue carte geografiche bisunte che studiava a colazione mentre si leccava via il burro dalle dita nella sua scassata Land-Rover e usciva a ispezionare il suo distretto, fermandosi qua e là a ordinare altri sacchetti di sabbia per gli argini (sapendo che i suoi ordini sarebbero stati trascurati, come generalmente avveniva, a meno che il Commissario per caso fosse con lui). Ordinava a tre astanti, presumibilmente parenti, di trasportare un caso di colera all'ospedale distrettuale a Waghdas e lasciava tre palline d'oppio e le istruzioni per preparare l'acqua di riso. Loro annuivano e lui se ne andava, avendo fatto quello che poteva. L'ospedale d'emergenza a Waghdas era installato in una caserma rimasta vuota dai tempi della guerra. Scarseggiava in personale ed era sovraffollato, perlopiù di pazienti che vivevano abbastanza vicino ed erano ancora in grado di camminare. La cura per il colera era semplice: si dava a ciascun paziente un pagliericcio e un gallone di acqua di riso e mezzo grammo Le città della notte rossa 343/23
d'oppio. Se dopo dodici ore era ancora vivo, la dose di oppio era ripetuta. La percentuale di sopravvivenza era di circa il venti per cento. I pagliericci dei morti venivano lavati in una soluzione di acido fenico e lasciati al sole ad asciugare. Gli infermieri erano in maggior parte cinesi che avevano accettato l'incarico perché potevano fumare l'oppio e dare poi le ceneri ai pazienti. L'odore del riso che bolliva, del fumo dell'oppio, degli escrementi e dell'acido fenico permeava l'ospedale e l'a rea circostante per diverse centinaia di metri. Alle dieci l'Ufficiale Sanitario entrò in ospedale. Requisì dell'altro acido fenico e oppio e inviò un'altra richiesta per un dottore, con la speranza che venisse ignorata. Gli sembrava che un dottore a far casino in giro per l'ospedale avrebbe solo peggiorato le cose; avrebbe anche potuto sollevare obiezioni sul dosaggio dell'oppio ritenuto troppo alto, o cercare di interferire con il fatto che gli infermieri fumassero oppio. L'Ufficiale Sanitario aveva poca stima dei dottori. Complicavano solo le cose per sentirsi importanti. Dopo aver passato una mezz'ora in ospedale, andò in macchina a Ghadis a vedere il Commissario, che lo invitò a colazione. Accettò senza entusiasmo, declinando l'offerta di un gin prima di colazione e di una birra a colazione. Spilluzzicò il riso e il pesce e mangiò un piattino di frutta cotta. Stava cercando di convincere il Commissario ad assegnargli qualche carcerato per lavorare agli argini. «Spiacente, vecchio mio, non ci sono abbastanza soldati per sorvegliarli». «Be', è una situazione seria». «Direi proprio». Farnsworth non insistette. Faceva semplicemente quello che poteva e poi lasciava perdere. I nuovi del posto si domandavano cosa lo tenesse in azione malgrado tutto. I vecchi come il Commissario lo sapevano. Perché l'Ufficiale Sanitario aveva un vizio che lo sosteneva. Ogni mattina al levar del sole, si faceva una teiera di tè forte e insieme ci buttava giù un grammo di William S. Burroughs 24/343
oppio. Quando tornava dalle sue ronde serali, ripeteva la dose e le lasciava il tempo di fare effetto prima di prepararsi una cena di frutta cotta e pane nero. Non si teneva un ragazzo in casa, perché temeva che un boy potesse rubargli l'oppio. Due volte la settimana lasciava entrare un boy a pulire il bungalow e allora chiudeva l'oppio in una vecchia cassaforte arrugginita dove teneva le relazioni. Prendeva oppio da cinque anni e aveva fissato il dosaggio dopo il primo anno e non lo aveva mai aumenta to, né era passato alle iniezioni di morfina. Questo non per forza di carattere, ma semplicemente per il fatto che sentiva di dovere ben poco a se stesso, e questo era quel che si concedeva. Al ritorno, trovando che i sacchetti di sabbia non c'erano, che il paziente di colera era morto, e che i tre parenti avevano le palpebre cascanti per via delle palline d'oppio che aveva lasciato, non sentì rabbia né esasperazione, solo la leggera mancanza che era venuta aumentando nell'ultima ora del suo giro, e quindi premette più forte sull'acceleratore. Arrivato al suo bungalow, mandò giù una pallina d'oppio con dell'acqua minerale e accese la stufa a kerosene per farsi il tè. Portò il tè sotto il portico e appena ebbe finito la seconda tazza, cominciò a sentire l'oppio che gli fluiva giù dalla nuca e fino alle cosce rinsecchite. Poteva passare per un uomo di cinquant'anni; in realtà ne aveva ventotto. Rimase seduto una mezz'ora a guardare il fiume fangoso e le basse colline coperte di cespugli. C'era un brontolio di tuono e, mentre si cucinava il pasto della sera, le prime gocce di pioggia cadevano sul tetto rugginoso di ferro zincato. Si svegliò all'insolito rumore dello sciacquio dell'acqua. Si infilò in fretta i pantaloni e uscì sul portico. La pioggia continuava a cadere, l'acqua durante la notte era salita a meno di mezzo metro sotto il bungalow e a pochi centimetri dai mozzi della sua Land-Rover. Mandò giù una pallina d'oppio e mise l'acqua sulla stufa per il tè. Poi spolverò una sacca Gladstone in pelle di coccodrillo e si mise a riempirla, aprendo cassetti e diLe città della notte rossa 343/25
visori della cassaforte. Mise via abiti, rapporti, una bussola, un coltello in una guaina, un revolver Webley 45 e una scatola di munizioni, fiammiferi, più una cucinetta da campo. Riempì la borraccia di acqua da una bottiglia e avvolse nella carta una forma di pane. Versandosi il tè, con l'acqua che gli cresceva sotto i piedi, sentì una tensione all'inguine, un'ondata di bramosia adolescente tanto più forte quanto inesplicabile e inopportuna. La scorta di medicinali e l'oppio li mise in una borsa a parte e, come ulteriore precauzione, un pezzo d'oppio grande quanto un pacchetto di sigarette, avvolto in stagnola pesante, finì nella tasca laterale. Ora che ebbe finito di far le valigie, i pantaloni gli stavano tesi sulla patta. L'oppio avrebbe presto sistemato anche quello. Fece un passo dal portico fin dentro la Land-Rover. Il motore si avviò, e lui si diresse verso terre alte sopra la piena. La strada che prese veniva usata raramente e più di una volta dovette tagliar via alberi dalla strada con un'ascia. Verso il tramonto, raggiunse la missione medica di Padre Dupre. Era fuori dal suo distretto, e aveva visto il prete una sola volta prima di allora. Padre Dupré, un uomo esile con la faccia rossa e un'aureola di capelli bianchi, lo salutò cortesemente ma senza entusiasmo. Divenne un po' più allegro quando Farnsworth tirò fuori i suoi medicinali e andò con lui al dispensario e ospedale, che era semplicemente una grande capanna con stuoie per pareti. L'Ufficiale Sanitario distribuì palline d'oppio a tutti i pazienti. «Qualunque sia la cosa che gli fa male, si sentiranno meglio tra poco». Il prete annuì distrattamente mentre lo precedeva tornando a casa. Farnsworth aveva inghiottito la sua pallina d'oppio con l'acqua della borraccia, e stava cominciando a fare effetto quando si sedette sotto il portico. Il prete lo stava guardando con un'ostilità che faticava a nascondere. Farnsworth si chiese cosa c'era che non andasse. Il prete si agitò e si schiarì la gola. Disse improvvisamente in un tono forzato: «Vuole un drink?». William S. Burroughs 26/343
«Grazie, no. Non ne bevo mai». Il sollievo inondò il volto del prete di una luce benevola. «Qualcos'altro allora?». «Mi piacerebbe molto un tè». «Certo. Dirò al boy di farlo». Il prete tornò con una bottiglia di whisky, un bicchiere e un sifone di soda. Farnsworth dedusse che doveva tenere il whisky sotto chiave in qualche posto fuori dalla portata dei suoi boy. Il prete se ne versò quattro dita abbondanti e ci sparò sopra una spruzzatina di soda. Fece una gran sorsata e si volse raggiante all'ospite. Farnsworth decise che il momento era propizio a chiedere un favore, fintanto che il buon padre era ancora sollevato per non dover dividere la sua risicata riserva di whisky e prima che ne bevesse coccolato troppo. «Voglio tentare di arrivare a Ghadis, se possibile. Immagino che sia folle andarci via terra, anche se avessi abbastanza benzina ». Il prete prese una carta e la spiegò sul tavolo. «Assolutamente fuori questione. Tutta la zona è allagata. L'unica possibilità è con la barca fin qui... da laggiù sono quaranta miglia giù per il fiume fino a Ghadis. Potrei prestarle una barca con un boy e un fuoribordo, ma qui non c'è benzina...». «Credo di avere abbastanza benzina, considerando che è tutta con la corrente a favore». «Troverà blocchi di tronchi galleggianti, potrebbero volerci ore per attraversarli... pensi al massimo che le ci vorrebbe e poi lo raddoppi... il mio boy conosce la strada solo fin qui. Ora questa parte è molto pericolosa... il fiume si restringe improvvisamente: neanche un po' di rumore, capisce, e nessun segnale... le consiglio di tirar fuori la canoa e portarla giù fin qui... ci vorrà un giorno in più, ma sarà ben speso in questo periodo dell'anno. Certo, potrebbe anche farcela a passare, ma se qualcosa andasse male... la corrente, capisce... anche un buon nuotatore... ». Il giorno seguente, all'alba, gli oggetti di proprietà di Farnsworth e le provviste per il viaggio vennero caricate nella caLe città della notte rossa 343/27
noa scavata in un tronco. Il ragazzo, Ali, era color nero fumo con i lineamenti marcati, chiaramente un incrocio di sangue arabo e negro. Aveva circa diciott'anni, denti bellissimi e un sorriso timido e pronto. Il prete salutò con la mano dal pontile mentre la barca virava in mezzo alla corrente. Farnsworth sedeva appoggiato pigramente all'indietro, guardando l'acqua e la giungla che scivolavano via. Non c'erano molti segni di vita. Qualche uccello e qualche scimmia. E tre alligatori in ozio su un banco fangoso che scivolarono in acqua, mostrando i denti in sorrisi depravati. Più di una volta ci si dovette aprire un varco tra i grovigli di tronchi a colpi di scure. Al calar del sole si accamparono su un banco ghiaioso. Farnsworth mise su l'acqua per il tè mentre Ali andava all'estremità del banco e lasciava un amo con l'esca in una pozza profonda e limpida. Quando l'acqua cominciò a bollire, tornò con un pesce di sessanta centimetri. Mentre Ali puliva il pesce e lo tagliava a pezzi, Farnsworth mandò giù la sua pallina d'oppio. Ne offrì una ad Ali, che la esaminò, la annusò, sorrise, e scosse la testa. «Ragazzo cinese...». Si chinò in avanti tenendo una pipa immaginaria su una lampada. Tirò dentro il fumo e lasciò cadere le palpebre. «No prendere». Si mise le mani sullo stomaco e dondolò avanti e indietro. Il pomeriggio del secondo giorno il letto del fiume si era notevolmente allargato. Verso il calar del sole Farnsworth prese una pallina d'oppio e si appisolò. Improvvisamente si trovò sveglio con un sobbalzo, e cercò la carta. Era questo il punto su cui Padre Dupré l'aveva messo in guardia. Si voltò verso Ali, ma Ali lo sapeva già. Stava cercando di virare verso riva. La spinta silenziosa della corrente prese la barca di lato, e il cavo del timone schioccò come una corda d'arco. La barca guizzò fuori controllo, lanciandosi contro un ammasso di tronchi. Uno schianto tremendo, e Farnsworth andò sott'acqua, lottando disperatamente contro la corrente. Sentì una fitta di dolore quando un ramo gli strappò la giacca e gli graffiò un fianco. William S. Burroughs 28/343
Rinvenne sulla riva. Ali gli stava facendo uscire l'acqua dai polmoni. Si alzò a sedere respirando pesantemente e tossendo. La giacca era a brandelli, intrisa di sangue. Si tastò la tasca, e rimase à guardare la mano vuota. L'oppio non c'era più. Aveva un graffio superficiale tra l'anca sinistra e la natica. Non avevano salvato nient'altro che il corto machete che Ali portava in un fodero alla cintura e il coltello da caccia di Farnsworth. Farnsworth tracciò una mappa sulla sabbia per stabilire la loro posizione approssimativa. Calcolò che la distanza fino a uno dei maggiori tributari fosse di circa quaranta miglia. Una volta là, avrebbero potuto mettere insieme una zattera e farsi portare dalla corrente fino a Ghadis, dove naturalmente... gli tornarono in mente le parole di Padre Dupré: "Pensi al massimo che le ci vorrebbe e poi lo raddoppi...". Si stava facendo buio e dovevano fermarsi lì per la notte, anche se così avrebbe perso tempo prezioso. Sapeva che in settantadue ore al massimo sarebbe rimasto immobilizzato dalla mancanza di oppio. All'alba partirono diretti a Nord. Il cammino era lento; bisognava tagliare cespugli a ogni passo. C'erano paludi e corsi d'acqua sul percorso e di tanto in tanto qualche gola che costringeva a lunghe deviazioni. Lo sforzo insolito gli ripulì l'oppio dall'organismo e al calar della notte era già febbricitante e pieno di brividi. Al mattino riusciva appena a camminare, ma si arrangiò a trascinarsi per qualche miglio. Il giorno dopo aveva le convulsioni per i crampi allo stomaco e fecero un miglio scarso. Il terzo giorno non riuscì a muoversi. Ali gli massaggiò le gambe, che erano irrigidite dai crampi, e gli portò acqua e frutta. Rimase sdraiato, incapace di muoversi, per quattro giorni e quattro notti. Ogni tanto si addormentava e si svegliava urlando per gli incubi. Spesso sognava attacchi di centopiedi e scorpioni di strane dimensioni e sembianze, che si muovevano con grande velocità, e lo assalivano di colpo. Un altro incubo ricorrente era ambientato nel mercato di una città mediorientale. Il luogo gli Le città della notte rossa 343/29
era dapprima sconosciuto ma diventava più familiare a ogni passo che faceva, come se spaventosi tasselli di memoria stessero lentamente tornando ognuno al suo posto: i banchi tutti vuoti di cibi e di mercanzie, l'odore della fame e della morte, il bagliore verdastro di uno strano sole fumoso, l'odio sulfureo incandescente nelle facce che si voltavano a guardarlo mentre passava. Adesso tutti lo stavano indicando e gridavano una parola che non riuscì a capire. L'ottavo giorno riuscì di nuovo a camminare. Era sempre distrutto dai crampi allo stomaco e dalla diarrea, ma i crampi alle gambe erano quasi passati. Il decimo giorno si senti nettamente meglio, e riuscì a mangiare un pesce. Il quattordicesimo giorno arrivarono a un banco di sabbia di fianco a un ampio fiume pulito. Non era il tributario che stavano cercando, ma doveva certamente andarci. Ali aveva conservato un pezzo di sapone all'acido fenico in una scatola di latta e si tolsero gli abiti a brandelli e si immersero nell'acqua fresca. Farnsworth si lavò via lo sporco e il sudore e l'odore del suo male. Ali gli stava strofinando il sapone sulla schiena e Farnsworth sentì un improvviso afflusso di sangue all'inguine. Cercando di nascondere la sua erezione, guadò fino a riva con la schiena verso Ali, che lo seguiva ridendo e spruzzando acqua per lavar via il sapone. Farnsworth si sdraiò sulla sua camicia e sui suoi pantaloni e cadde in vuoto senza parole, sentendo il sole sulla schiena e il lieve dolore del graffio che guariva. Vide Ali seduto nudo sopra di lui, le mani di Ali che gli massaggiavano la schiena, si spostavano in giù verso le natiche. Qualcosa stava emergendo nel suo corpo, aleggiava su dai remoti abissi della memoria, e lui vide come proiettato su uno schermo uno strano episodio della sua adolescenza. Era al British Museum all'età di quattordici anni, e stava di fronte a una teca di vetro. Era solo nella sala. Nella teca c'era una sagoma, lunga poco più di mezzo metro, di un uomo piegato all'indietro. L'uomo era nudo, con il ginocchio destro piegato, il corpo a pochi centimetri dal suolo, il pene William S. Burroughs 30/343
sdraiato di fianco a un ampio fiume limpido: la figura contorta. Punti argentei ribollirono davanti ai suoi occhi ed eiaculò. Le mani di Ali gli separarono le natiche, gli sputò sul retto, il corpo che gli si apriva e la figura che entrava in lui in uno slancio silenzioso, piegandogli il ginocchio destro, stirandogli la mascella in avanti in un muso d'animale, la testa gli si appiattì, il cervello gli spremeva fuori l'odore da dentro... un aspro suono sibilante fu costretto fuori dalle sue labbra e una luce gli esplose negli occhi mentre il suo corpo ribolliva e sputava spruzzi roventi. Palcoscenico con un fondale di giungla. Gracidii di rane e richiami di uccelli da un magnetofono. Farnsworth adolescente è sdraiato a faccia in giù sulla sabbia. Ali lo sta fottendo e lui si dimena in un lento moto pigro mostrando i denti in un sorriso depravato. Le luci si attenuano per qualche secondo. Quando tornano le luci Farnsworth indossa un vestito di coccodrillo che gli lascia il culo nudo e Ali lo sta ancora fottendo. Mentre Ali e sdraiato di fianco a un ampio fiume limpido: la figura contorta. Punti argentei ribollirono davanti ai suoi occhi ed eiaculò. Le mani di Ali gli separarono le natiche, gli sputò sul retto, il corpo che gli si apriva e la figura che entrava in lui in uno slancio silenzioso, piegandogli il ginocchio destro, stirandogli la mascella in avanti in un muso d'animale, la testa gli si appiattì, il cervello gli spremeva fuori l'odore da dentro... un aspro suono sibilante fu costretto fuori dalle sue labbra e una luce gli esplose negli occhi mentre il suo corpo ribolliva e sputava spruzzi roventi. Palcoscenico con un fondale di giungla. Gracidii di rane e richiami di uccelli da un magnetofono. Farnsworth adolescente è sdraiato a faccia in giù sulla sabbia. Ali lo sta fottendo e lui si dimena in un lento moto pigro mostrando i denti in un sorriso depravato. Le luci si attenuano per qualche secondo. Quando tornano le luci Farnsworth indossa un vestito di coccodrillo che gli lascia il culo nudo e Ali lo sta ancora fottendo. Mentre Ali e nudo. Le mani erano tese di fronte all'uomo con le palme in giù, e la faccia era rettile o animale, qualcosa a metà tra un alligatore e un giaguaro. Il ragazzo stava guardando le cosce e le natiche e i genitali, respirando tra i denti. Gli stava venendo duro e umido, con i pantaloni tesi sulla patta. Si stava spremendo dentro la figura, una tensione di sogno che si raccoglieva all'inguine, contraendosi, uno strano odore diverso da qualsiasi cosa avesse mai fiutato prima eppure familiare come odore in sé, un uomo nudo Farnsworth scivolano fuori scena, Farnsworth solleva un dito palmato verso il pubblico e intanto una banda di marines suona Semper Fi. Rumori di schizzi d'acqua fuori campo. Le città della notte rossa 343/31
La pattuglia di esploratori si fermò a qualche centinaio di metri dal villaggio sull'argine di un torrente. Yen Lee studiò il villaggio attraverso il binocolo mentre i suoi uomini si sedevano e si accendevano le sigarette. Il villaggio era costruito sul fianco di una montagna. Il torrente scorreva tra le case e l'acqua era stata deviata in tanti bacini su una serie di terrazze coltivate che si susseguivano fino al monastero. Non c'era segno di vita nelle ripide strade tortuose né vicino agli stagni. La valle era disseminata di grandi macigni che potevano servire come riparo in caso di necessità, ma non si aspettava resistenza su un piano militare. Abbassò il binocolo e fece segno agli uomini di seguirlo. Attraversarono un ponte di pietra a due per volta, coperti dagli uomini dietro di loro. Se qualche difensore stava per aprire il fuoco, questo era il momento di farlo. Oltre il ponte la strada si snodava su per il fianco della montagna. Su entrambi i La pattuglia di esploratori si fermò a qualche centinaio di metri dal villaggio sull'argine di un torrente. Yen Lee studiò il villaggio attraverso il binocolo mentre i suoi uomini si sedevano e si accendevano le sigarette. Il villaggio era costruito sul fianco di una montagna. Il torrente scorreva tra le case e l'acqua era stata deviata in tanti bacini su una serie di terrazze coltivate che si susseguivano fino al monastero. Non c'era segno di vita nelle ripide strade tortuose né vicino agli stagni. La valle era disseminata di grandi macigni che potevano servire come riparo in caso di necessità, ma non si aspettava resistenza su un piano militare. Abbassò il binocolo e fece segno agli uomini di seguirlo. Attraversarono un ponte di pietra a due per volta, coperti dagli uomini dietro di loro. Se qualche difensore stava per aprire il fuoco, questo era il momento di farlo. Oltre il ponte la strada si snodava su per il fianco della montagna. Su entrambi i Vediamo il Tibet con il binocolo del popolo lati c'erano casupole di pietra, molte delle quali in rovina ed evidentemente abbandonate. Mentre avanzavano sulla strada di pietra, tenendosi ai lati e riparandosi dietro le casupole in rovina, Yen Lee cominciò a notare sempre più uno schifoso odore sconosciuto. Fece segno alla pattuglia di fermarsi e rimase lì fermo a fiutare. Diversamente dai suoi pari grado dei paesi occidentali, era stato selezionato con cura in base a un alto livello di adattabilità intuitiva, e addestrato di conseguenza a immaginare ed William S. Burroughs 32/343
esplorare possibilità apparentemente fantastiche in ogni situazione, pur dando nello stesso tempo uguale considerazione agli aspetti prosaici e pratici. Si era formato un carattere insieme curioso e impersonale, remoto e sempre in allerta. Non sapeva quando l'addestramento fosse cominciato, perché all'Accademia 23 veniva portato avanti in un contesto di realtà. Non vedeva i suoi insegnanti, le cui istruzioni venivano trasmesse attraverso una serie di situazioni reali. Era nato a Hong Kong ed era vissuto lì fino all'età di dodici anni, perciò l'inglese era la sua seconda lingua. Poi la sua famiglia si era trasferita a Shangai. Ancora teenager aveva letto gli scrittori beat americani. I volumi venivano da Hong Kong ed erano venduti sottobanco in una libreria che sembrava godere di libertà dalle interferenze ufficiali, sebbene il proprietario fosse anche coinvolto in traffici di valuta. A sedici anni fu mandato a un'accademia militare, dove ricevette un addestramento intensivo nell'uso delle armi. Dopo sei mesi venne convocato nell'ufficio del colonnello e gli fu detto che avrebbe lasciato la scuola militare e sarebbe tornato a Shangai. Dal momento che si era applicato molto all'addestramento e con ottimi risultati, chiese al colonnello se la ragione fosse che il suo lavoro non era soddisfacente. Il colonnello stava guardando non lui ma attorno a lui, come disegnando una figura nell'aria. Suggerì in modo obliquo che mentre il desiderio di compiacere i propri superiori era lodevole, c'erano casi in cui altre considerazioni sarebbero state anche più apprezzate. L'odore lo colpì come un muro invisibile. Si fermò e si appoggiò a una casa. Era come metallo in putrefazione o escrementi di metallo, decise. La pattuglia era ancora nella periferia in rovina del villaggio. Un uomo stava vomitando violentemente, con la faccia imperlata di sudore. Si raddrizzò e fece per andare al torrente. Yen Lee lo fermò: «Non bere l'acqua e non buttartela in faccia. Il torrente passa attraverso il villaggio». Yen Lee si sedette e guardò ancora una volta l'abitato con il Le città della notte rossa 343/33
suo binocolo. Ancora non si vedeva anima viva. Mise giù il binocolo e condusse un'esplorazione extra-corporea del villaggio, ciò che gli occidentali chiamano "viaggio astrale". Si stava muovendo adesso su per la strada, il fucile pronto. Il fucile sparava scariche di energia e se la sentiva formicolare nelle mani. Aprì con un calcio una porta. Uno sguardo gli disse che le domande erano inutili. Non avrebbe ottenuto nessun tipo di informazioni verbali. Un uomo e una donna erano agli stadi terminali di qualche malattia, i volti divorati fino all'osso da piaghe fosforescenti. Una donna più anziana era morta. La capanna dopo conteneva cinque cadaveri, tutti di anziani. In un'altra capanna un giovane giaceva su un pagliericcio, la metà inferiore del corpo avvolta da una coperta. Capezzoli di carne rosso vivo alti circa un pollice, a grappoli gli coprivano petto e stomaco e gli spuntavano dalla faccia e dal collo. Le escrescenze assomigliavano a piante esotiche. Notò che trasudavano un umore perlaceo che corrodeva la carne, lasciando piaghe luminescenti. Sentendo la presenza di Yen Lee il giovane si voltò verso di lui con un lento sorriso idiota, inarcando il corpo e carezzandosi i grappoli di carne con una mano mentre l'altra scivolava sotto la coperta e si muoveva verso l'inguine. In un'altra capanna, Yen Lee intravide una scena che rapidamente cancellò dalla memoria. Yen Lee avanzò verso il monastero. Poi si fermò. II fucile gli diventò pesante e solido nelle mani quando l'energia lo lasciò. Il suo addestramento non lo aveva preparato alla sensazione di morte che cadeva in una tenace pioggia silenziosa dal monastero sopra di lui. Il monastero doveva contenere una forza mortale, probabilmente qualche forma di radioattività, forse fissione paranormale. Immaginò pure che la malattia che affliggeva gli abitanti del villaggio fosse un ceppo di virus radioattivo. Sapeva che in Occidente la ricerca top-secret si muoveva in questa direzione: fin dalla seconda guerra mondiale, l'Inghilterra aveva sviluppato un virus radioattivo che era stato William S. Burroughs 34/343
soprannominato Baco del Giorno del Giudizio. Ritornando al proprio corpo Yen Lee soppesava le sue osservazioni e sospetti. Cos'era che aveva intravisto e da cui si era affrettato a distogliere lo sguardo? Minuscole creature come scampi traslucidi che si nutrivano ai capezzoli di carne... e qualcos'altro... Non si sforzò, sapendo che una reazione protettiva biologica lo schermava da una conoscenza che era incapace di assimilare e far propria. Il monastero probabilmente con teneva un laboratorio e il villaggio era stato usato come terreno di prova. Come si proteggevano i tecnici dalle radiazioni? Oppure i tecnici erano stati immunizzati da esposizioni per dosi progressive? Il laboratorio conteneva una sofisticata installazione di RMO? 1 Prese un walkie-talkie. «Pre-Conversazione chiama Linea Morta...». «Be'?». La voce del colonnello era fredda, con un filo di impazienza astratta. Gli ufficiali cadetti dovevano far ricorso alla loro iniziativa quando erano in pattuglia e chiamare solo in caso di emergenza. Yen Lee raccontò quello che aveva visto nel villaggio e descrisse il senso di morte che emanava dal monastero. «È come un muro. Non posso passarci attraverso. Certamente i miei uomini non possono...». «Ritirati dal villaggio e metti il campo. Sono in arrivo una squadra medica e un ufficiale». 1 Radiazione Mortale di Orgoni (Deadly Orgone Radiation). Per il concetto di orgone, si vedano le opere di Wilhelm Reich. Le città della notte rossa 343/35
Il Dottore è sul mercato Il Dottor Pierson era un tossicomane moderato che si teneva sulle tre pere al giorno, pochi milligrammi per buco: un dosaggio del genere poteva sempre tenerlo sotto controllo. Verso la fine di un turno di otto ore tendeva a essere un po' svogliato e quando ricevette la chiamata di emergenza sperò che non fosse una cosa lunga e non lo trattenesse fuori orario. Certo poteva sempre farsene scivolare una mezza pallina sotto la lingua, ma era uno spreco e poi gli piaceva essere a letto quando si faceva la sua pera, e sentirla che colpiva dietro al collo e gli scendeva dietro le cosce mentre soffiava il fumo della sigaretta verso il soffitto. Nel prendere la borsa notò che si era sbucciato le nocche. Non si ricordava dove né quando: succede, quando non si sente dolore. «Sembrerebbe morbillo, Dottore». Il Dottore guardò con disgusto la faccia del ragazzo. Non aveva simpatia per bambini, adolescenti, e animali. La parola "carino" non esisteva nel suo vocabolario emotivo. C'erano macchie rosse sulla faccia del ragazzo ma sembravano piuttosto grandi per essere morbillo... «Be', lo faccia portare qui dentro infermiera, qualunque cosa sia... lontano dagli altri pazienti. Non che me ne freghi di quello che si prendono; è soltanto la procedura ospedaliera». Il ragazzo venne spinto sul suo lettino in una stanzetta. Con le dita fredde per la riluttanza, il Dottore piegò in giù il lenzuolo fino alla vita del ragazzo e notò che non aveva mutande. «Perché è nudo?», scattò rivolto agli infermieri. «Era così William S. Burroughs 36/343
quando sono andati a prenderlo, Dottore». «Be', avrebbero potuto mettergli qualcosa addosso...». Tornò a voltarsi verso gli infermieri. «Cosa state a fare lì fermi? Fuori! E lei, infermiera, cosa sta lì a bocca aperta? Ordini un letto in isolamento». Il suo umore era sempre perfido quando doveva correre così, ma subito dopo una pera sapeva essere gentile in una sua maniera smorzata e ambigua. Il Dottore si voltò ancora verso il ragazzo sul letto. Il suo dovere di medico era chiaro: Ippocrate indicava severamente il lenzuolo. «Be', immagino che dovrò guardare la piccola bestia nuda». Tirò giù il lenzuolo fino alle ginocchia del ragazzo. Il ragazzo aveva un'erezione. I genitali e le zone circostanti erano di un rosso vivo come un bikini rosso. Il Dottore fece un salto indietro come avrebbe fatto alla vista di un serpente sul punto di mordere, ma era troppo tardi. Una goccia di seme colpì il dorso della mano destra proprio sulle nocche sbucciate. Lo pulì via con un'esclamazione di disgusto. Si sarebbe ricordato poi di aver sentito un lieve formicolio che al momento non notò, disgustato com'era dal corpo umano: si chiese perché avesse scelto la professione medica. E questo sozzo bambino gli faceva tardare la sua pera. «Lurida piccola bestia!», esclamò. Il ragazzo ridacchiò. Il Dottore tirò su il lenzuolo fino al mento del ragazzo. Si stava lavando le mani quando l'infermiera entrò con barella e barellieri per portare il ragazzo in isolamento. Il Dottore tirò su col naso. «Mio Dio, cos'è quest'odore?... Non so cosa sia, infermiera, ma è piuttosto disgustoso. Sembra che il ragazzo sia in uno stato di delirio sessuale. Sembra che emani anche un odore orrendo. Ordini lo spettro completo... cortisone, naturalmente (potrebbe essere un caso di allergia, gli animali a pelo rosso ne sono particolarmente soggetti) e i soliti antibiotici... Se la sindrome sessuale continua, non esitate a somministrare morfina». Il Dottore boccheggiò e si strinse un fazzoletto contro bocca e naso. «Portatela fuori di qui!». (Si riferiva sempre a un paziente come "la malattia"). «Avete un letto per casi di tifo Le città della notte rossa 343/37
in isolamento?». «No, non l'abbiamo». «Be', non può star qui». Si era appena messo a letto dopo la sua pera quando il telefono suonò. Era il capo. «Sembra che abbiamo per le mani un'epidemia, Pierson. Tutto il personale riprenda servizio all'ospedale immediatamente». «Che fosse quel piccolo lurido ragazzo?», pensò mentre si vestiva e prendeva la borsa e si avviava a piedi all'ospedale. Vide che c'era un cordone di polizia intorno all'entrata. «Oh, Dottore. Ecco la sua maschera». «La aiuto a metterla, Dottore». Una vispa ragazzina in una specie di uniforme gli strofinò addosso le tette in modo veramente insolente. E prima che gli mettesse la maschera, il Dottore annusò e capì: era quel piccolo lurido ragazzo. All'interno la scena era dantesca: barelle una di fianco all'altra nei corridoi, sperma dappertutto sui lenzuoli, sulle pareti e sul pavimento. «Sia prudente, Dottore». Una garrula e anziana infermiera gli prese il braccio in tempo. «Stia attento a mettere i piedi uno dietro l'altro, Dottore, così va bene... È terribile, Dottore, i pazienti più vecchi stanno morendo come mosche». «Non voglio sentire banalità, infermiera... mi guidi al mio reparto». «Bene, Dottore, può prendere l'ala Nordest se vuole, proprio là». Davanti ai suoi occhi c'era ogni forma di coito possibile e immaginabile: qualsiasi atto disgustoso riuscissero a immaginare. Alcuni di loro si erano stretti a vicenda intorno al collo federe di cuscini e asciugamani, come se fosse una sorta di spaventosa competizione. Poiché sembrava che questi pazienti impazziti rischiassero lo strangolamento (e a questo punto il Dottore quasi scivolò sulla merda), ordinò che gli infermieri li legassero, ma non c'erano infermieri disponibili. «Cominceremo con la morfina e un derivato del curaro, infermiera». «Mi dispiace, Dottore, le scorte di morfina sono terminate William S. Burroughs 38/343
con i pazienti più vecchi. Verso la fine vanno nei più terribili spasimi, Dottore». Il Dottore diventò pallido come la morte a questa terribile informazione. Cadde sul pavimento svenuto, con la faccia coperta di chiazze rosse. Quando gli tolsero di dosso i vestiti, anche il corpo era infetto, e furono osservati orgasmi spontanei. Il Dottor Pierson in seguito si ristabilì, grazie alla sua tossi comania, e andò a lavorare nell'industria dei sottaceti in un assennato progetto biologico. Le città della notte rossa 343/39
Politica qui è morte Remota insonorizzata sala d'assemblea. Il Dottor Pierson siede a capotavola con alcune note davanti. Parla con una secca piatta voce accademica. «Signore e Signori del Consiglio, sono qui a presentare un rapporto sugli esperimenti preliminari con il Virus B-23... Considerate le origini di questo virus nelle Città della Notte Rossa. Il bagliore rosso che copriva il cielo settentrionale di notte era una forma di radiazione che diede origine a un'epidemia nota come la Febbre Rossa, di cui il Virus B-23 si scoprì essere l'agente eziologico. «Il Virus B-23 è stato chiamato, tra le altre cose, il virus della mutazione biologica, perché questo agente ha causato alterazioni biologiche nei soggetti colpiti, fatali per molti, permanenti ed ereditarie nei sopravvissuti, che diventano portatori di quella malattia. Gli abitanti originari di queste città erano neri, ma a un tratto apparve un ampio spettro di variazioni albine, e queste condizioni vennero trasmesse ai discendenti mediante tecniche di inseminazione artificiale che erano, a dir poco, altamente sviluppate. Effettivamente, come venissero concepite alcune di queste gravidanze mutanti è ignoto alla scienza moderna. Concezioni immacolate o quantomeno virali erano pandemiche e potrebbero essere state la causa di leggende di amanti demoni, i succubi e gli incubi del folklore medievale». Il Dottor Pierson continua: «Il virus, agendo direttamente sui centri nervosi, provocava frenesie sessuali che ne facilitavano il propagarsi, proprio come i cani con la rabbia sono spinWilliam S. Burroughs 40/343
ti a propagare il virus della rabbia mordendo. Venivano praticate varie forme di sacrifici sessuali... impiccagioni sessuali e strangolamenti, e venivano somministrate droghe che causavano morte in convulsioni erotiche. La morte durante l'atto sessuale era un caso frequente ed era considerata una circostanza particolarmente favorevole a trasmettere le alterazioni virali. «Stiamo parlando di materiale genetico più o meno vergine e di alta qualità. A quel tempo la neonata razza bianca stava lottando per la propria continuità biologica, così il virus servì uno scopo molto utile. A ogni modo, io metto in dubbio l'assennatezza di introdurre il Virus B-23 nell'America ed Europa di adesso. Anche se questo potrà quietare la mh maggioranza silenziosa, che per generale ammissione sta diventando mh un po' incapace, dobbiamo considerare le conseguenze biologiche di esporre materiale genetico già danneggiato oltre ogni possibilità di recupero a un simile agente, liberando un'ondata di inimmaginabili, sfavorevoli mutazioni, tutte sfrenatamente perpetranti la loro propria stirpe... «Vi sono state altre proposte. Cito il lavoro del Dottor Unruh von Steinplatz sui ceppi di virus radioattivi. Lavorando con certi virus stabilizzati come rabbia, epatite e varicella, ha esposto generazioni di virus a radiazione atomica per produrre ceppi di incredibile virulenza da diffondere nell'aria, capaci di cancellare intere popolazioni nel giro di pochi giorni. Però, quest'opera da manuale contiene una pecca: i problemi di inquinamento posti da miliardi di cadaveri radioattivi inadatti perfino come fertilizzante. «Signore e signori, propongo di rimuovere i limiti temporali, spostando il nostro teatro di esperimenti nel passato in modo da aggirare l'intero tedioso problema del sovrappopolamento. Potreste con ragione domandare se siamo sicuri di mh contenere il virus nel passato. La risposta è: non abbiamo dati sufficienti per parlare con certezza. Noi possiamo proporre; il virus potrebbe disporre...». Le città della notte rossa 343/41
Un uomo esile sui trent'anni dai capelli rossicci e occhi azzurro chiaro è stato a prendere appunti mentre il Dottor Pierson parlava. Guardò su e parlò con voce chiara, lievemente acuta con una leggera traccia di accento tedesco. «Dottor Pierson, ho qualche domanda». «Certamente», disse Pierson con freddo disappunto. Sapeva esattamente chi era quest'uomo, e desiderò che non fosse stato invitato al congresso. Era Jon Alistair Peterson, nato in Dani marca, che ora lavorava a un progetto governativo segreto in Inghilterra. Era un virologo e un matematico che aveva inventato un computer per elaborare dati qualitativi. Peterson si appoggiò allo schienale della sedia, con una caviglia di traverso sul ginocchio. Estrasse uno spinello dalla tasca della camicia. Era una vistosa camicia da Carnaby Street. A Pierson sembrò volgare. Peterson accese lo spino e soffiò il fumo verso il soffitto, apparentemente incurante degli sguardi di disapprovazione dei membri del consiglio. Abbassò lo sguardo sulle sue note. «La mia prima domanda è una questione di mh nomenclatura». Pierson si irritò quando si rese conto che Peterson faceva il verso ai suoi toni accademici. «Gli esperimenti del professor Steinplatz, come lei saprà, consistevano nell'iniettare ad animali virus diversi e nell'esporre gli animali a radiazioni. Quest'esposizione produceva mutazioni di virus sempre più potenti e...». Tirò una lunga boccata e soffiò il fumo sopra i suoi appunti. «... mh con un potenziale di comunicazione sempre più alto. In parole povere, i virus mutati erano molto più contagiosi». «Direi che è una parafrasi più o meno accurata di ciò che ho appena detto». «Non precisamente. I virus mutati erano prodotti da radiazione e le cavie, essendo state esposte a radiazione, naturalmente erano radioattive fino a un certo punto ma non in modo pericoloso... I virus erano prodotti da radiazione, ma non ne segue necessariamente che i virus fossero in se stessi radioattivi. Non è forse il suo uso del termine virus radioattivo e la sua mh William S. Burroughs 42/343
evocazione di miliardi di cadaveri radioattivi mh fuorviante?». Il Dottor Pierson trovò difficile nascondere la propria irritazione. «Io ho fatto notare che, a causa dei gravi rischi connessi a una sperimentazione su vasta scala che tra l'altro potrebbe danneggiare la nostra immagine pubblica, i nostri dati sono incompleti... ». «Ah sì, altroché. E adesso se vuole aver pazienza con me, Dottore, ho qualche altra domanda... Lei ha detto che il Virus B 23 è risultato da radiazioni?», domandò Peterson. «L'ho detto». «In che modo differisce dai ceppi sviluppati dal Dottor Steinplatz?». «Pensavo di esser stato molto chiaro su questo punto: la forma di radiazione emanante dalla luce rossa è sconosciuta a oggi». «Quindi siete ignari della natura di questa portentosa radiazione, o di come potrebbe essere prodotta in laboratorio?». «Sì». «Non ha pensato che potrebbe essere simile alla RMO di Reich, la Radiazione Mortale di Orgoni, prodotta mettendo materiale radioattivo in un contenitore organico foderato di ferro? ». «Assurdo! Reich era un ciarlatano! Un pazzo!». «Chissà... ma un esperimento così semplice ed economico... potremmo cominciare con l'herpes simplex». «Non riesco a vedere quale utilità...». Pierson diede uno sguardo intorno al tavolo. Volti di pietra gli rimandarono lo sguardo. Stava nascondendo qualcosa e loro lo sapevano. Il Dottor Pierson guardò il suo orologio. «Temo che dovrò tagliar corto. Ho un aereo da prendere». Peterson alzò una mano. «Non ho affatto finito, Dottore... Sono sicuro che un leggero ritardo per un decollo si possa combinare per una persona della sua importanza... Ora, i ceppi di virus sviluppati dal Dottor Steinplatz erano, certamente, più contagiosi e più violenti dei ceppi madre da cui erano derivati, Le città della notte rossa 343/43
ma ancora ben riconoscibili. Per esempio, per esempio, la rabbia aerotrasportata del buon dottore sarebbe ancora riconoscibile come rabbia. Anche se i virus fossero mescolati in un cocktail, i singoli ingredienti sarebbero sempre relativamente facili da identificare. Lei è d'accordo, Dottor Pierson?». «In teoria, sì. A ogni modo, non sappiamo, in assenza di esposizioni su vasta scala, se i virus non possano subire ulteriori mutazioni che renderebbero difficile l'identificazione». «Certo. Quello che voglio dire è semplicemente che il Dottor Steinplatz cominciò i suoi esperimenti con certi virus conosciuti... Dottor Pierson, lei ha affermato che il Virus B-23 è il risultato di radiazioni ignote. Vuole lasciar intendere che questo virus fu quindi prodotto dall'aria fresca? Mettiamola in questo modo: quale virus o quali virus noti o ignoti hanno avuto mutazioni come risultato di queste radiazioni?». «A costo di ripetermi, tornerò a dire che sia la radiazione sia il virus o i virus sono a questo punto ignoti», disse altezzosamente Pierson. «I sintomi di un virus sono i tentativi del corpo di difendersi da un attacco virale. Dai loro sintomi li si deve conoscere, e anche un virus totalmente sconosciuto fornirebbe dati apprezzabili attraverso i suoi sintomi. D'altra parte, se un virus non produce nessun sintomo, allora noi non abbiamo alcun modo di sapere che esiste... alcun modo di sapere che è un virus». «E allora?». «E allora il virus in questione potrebbe essere stato latente o potrebbe aver convissuto in simbiosi benigna con l'ospite». «Questo è possibile, certo», ammise Pierson. «Ora consideriamo i sintomi del Virus B-23: febbre, irritazioni cutanee, un odore caratteristico, frenesie sessuali, ossessione di sesso e di morte... Questo è totalmente strano e alieno? ». «Non la seguo». «Mi spiegherò meglio. Noi sappiamo che una passione divorante può produrre sintomi fisici... febbre... perdita di appetiWilliam S. Burroughs 44/343
to... anche reazioni allergiche... e poche sindromi sono più ossessive e potenzialmente autodistruttive dell'amore. Non sono forse i sintomi del Virus B-23 semplicemente i sintomi di ciò che ci compiaciamo di chiamare "amore"? Eva, ci dicono, fu creata da una costola di Adamo... così un virus di epatite era prima una cellula di fegato sana. Mi scuseranno le signore, niente di personale... siamo tutti macchiati di origini virali. Gli attributi complessivi della coscienza umana, così come è espressa in maschio e femmina, sono sostanzialmente un meccanismo virale. Suggerisco che questo virus, conosciuto come "l'altra metà", sia diventato maligno come risultato delle radiazioni a cui le Città della Notte Rossa furono esposte». «E là lei mi ha seminato». «Ah, sì davvero... E suggerirei inoltre che ogni tentativo di contenere il Virus B-23 si dimostrerà inefficace perché noi ci portiamo questo virus con noi», disse Peterson. «Veramente, Dottore, non sta lasciando galoppare la sua fantasia? Dopotutto, altri virus sono stati riportati sotto controllo. Perché questo virus dovrebbe fare eccezione?». «Perché è il virus umano. Dopo molte migliaia di anni di coesistenza più o meno benigna, è ora di nuovo sulla soglia di una mutazione maligna... ciò che il Dottor Steinplatz chiama un'epidemia su terreno vergine. Questo potrebbe derivare da radiazioni già liberate con i test atomici...». «Cosa sta cercando di dire, Dottore?», scattò Pierson. «Quello che sto cercando di dire è molto semplice. L'intera posizione umana non è più difendibile. E un'ultima considerazione... come lei sa, si ritiene che un vasto cratere dell'odierna Siberia sia nato da un meteorite. Si teorizza inoltre che tale meteorite abbia portato con sé la radiazione in questione. Altri hanno supposto che potesse trattarsi non di un meteorite ma di un buco nero, un buco nella struttura della realtà, attraverso cui gli abitanti di queste antiche città viaggiarono nel tempo fino a un'impasse finale». Le città della notte rossa 343/45
Il salvataggio Sullo schermo un'acquaforte seppiata. Scritto sotto a lettere d'oro: "L'impiccagione del Capitano Strobe il Pirata Gentiluomo. Panama City, 13 maggio 1702". Al centro della piazza di fronte a un tribunale, il Capitano Strobe è in piedi sulla piattaforma con un cappio intorno al collo. È un giovane snello di bell'aspetto di venticinque anni vestito come nel diciottesimo secolo, con i capelli biondi legati in un nodo dietro la testa. Guarda sdegnosamente verso la folla. Una fila di soldati sta di fronte alla forca. Lentamente l'incisione diventa viva, esalando un caldo umido, un odore di erbacce e banchi di fango e fognature. Avvoltoi sono appollaiati sul vecchio tribunale di intonaco giallo che si sfalda. Il boia zingaro (esile, effeminato, con gli unti capelli ondulati e gli occhi luccicanti) è in piedi di fianco alla forca con un ghigno contorto sul volto. La folla è silenziosa, a bocca aperta, in attesa. A un segnale di un ufficiale, un soldato si fa avanti con una scure e fa saltar via il supporto da sotto la piattaforma. Strobe cade e resta là appeso, i piedi pochi centimetri sopra il lastricato che è screpolato qua e là, erbe e rampicanti che ci crescono attraverso. Cinque minuti passano in silenzio. Avvoltoi volteggiano in alto. Sul volto di Strobe c'è un sorriso strano. Un'aureola giallo-verde gli circonda il corpo. Il silenzio è rotto da un'esplosione. Pezzi di muratura piovono giù sulla piazza. Lo scoppio fa dondolare il corpo di Strobe in un lungo arco, con i piedi che sfiorano le erbacce. I soldati William S. Burroughs 46/343
si precipitano fuori scena, lasciando solo sei uomini a guardia della forca. La folla viene avanti, mentre si tirano fuori coltelli, coltellacci e pistole. I soldati vengono disarmati. Un ragazzo dalle membra lisce come un malese mostra i denti bianchi e le gengive rosse mentre lancia un coltello. Il coltello prende il boia in gola proprio sopra la clavicola. Cade boccheggiando e sputando sangue come un uccello ferito. Il Capitano Strobe viene tagliato giù dalla forca e portato a una carrozza in attesa. La carrozza si lancia in una via laterale. Dentro la carrozza il ragazzo allenta il cappio e spinge l'aria dentro e fuori i polmoni di Strobe. Strobe apre gli occhi e si contorce in agonia per i crampi e le fitte mentre la circolazione ritorna. Il ragazzo gli dà un flacone di liquido nero. «Beva questo, Capitano». In pochi minuti il laudano fa effetto e Strobe è in grado di camminare quando lasciano la carrozza. Il ragazzo cammina avanti lungo un sentiero nella giungla fino a un battello da pesca ormeggiato a un pontile alla periferia della città. Due ragazzi più giovani sono sul battello. Gli ormeggi sono sciolti e la vela issata. Il Capitano Strobe si lascia andare su un pagliericcio nella cabina. Il ragazzo lo aiuta a svestirsi e lo copre con una coperta di cotone. Strobe è sdraiato con gli occhi chiusi. Non ha dormito dal momento della cattura tre giorni prima. L'oppio e il movimento del battello diffondono un piacevole languore nel suo corpo. Immagini passano di fronte ai suoi occhi... Un vasto edificio di pietra in rovina con colonne quadrate di marmo in una luce verde subacquea... una luminosa foschia verde, più densa e scura al livello del suolo, e sfumante fino a verdi pallidi e gialli... canali di un blu intenso e costruzioni di mattoni rossi... sole sull'acqua... un ragazzo in piedi nudo su una spiaggia con genitali rosa scuro... rosso cielo notturno sopra una città del deserto... grappoli di luce che piovono giù su gradini di arenaria e scoppiano in un muscoso odore di ozono... Le città della notte rossa 343/47
strane parole in gola, un sapore di sangue e metallo... una nave bianca che parte attraverso uno scintillante vuoto cielo spolverato di stelle... pesci cantanti in un giardino incolto... una strana pistola nella sua mano che spara scintille azzurre... bellissimi volti malati in una luce rossa, tutti che guardano qualcosa che lui non riesce a vedere... Si svegliò con un'erezione che pulsava e la gola dolorante, e il cervello stranamente vacuo e con un senso di realtà. Accetta va il proprio salvataggio così com'era stato pronto ad accettare la propria morte. Sapeva esattamente dov'era: pressappoco quaranta miglia a sud di Panama City. Riusciva a vedere la bassa linea costiera di paludi di mangrovie intersecate di insenature, le pinne dei pescecani, la stagnante acqua del mare. William S. Burroughs 48/343
Harbor Point Nebbia mattutina... richiami di uccelli... scimmie urlatrici come vento tra gli alberi. Cinquanta partigiani armati si stanno spostando verso nord seguendo i sentieri della giungla panamense. Volti non rasati al contempo vigili e provati per lo spossamento, un'andatura rapida che è quasi un saltellare indica una lunga marcia forzata senza soste. Il sole nascente delinea i loro volti. Noah Blake: vent'anni, un giovanotto alto, di capelli rossi e occhi castani, faccia cosparsa di lentiggini. Bert Hansen: uno svedese dagli occhi azzurro chiaro. Clinch Todd: un giovane poderoso dalle lunghe braccia e qualcosa di assonnato e latente negli occhi castani macchiati di punti luminosi. Paco: un portoghese con sangue indiano e negro. Sean Brady: irlandese scuro con i capelli neri ricciuti e un gran sorriso pronto. Il giovane Noah Blake sta avvitando il cane di una pistola a pietra focaia e intanto prova la molla, olia la canna e il calcio. Tende la pistola al padre, che la ispeziona con aria critica. Alla fine annuisce... «Sì, figlio, questa può andar via con su il marchio dei Blake... ». «La vecchia Lady Norton ha cacciato dentro la testa in negozio e ha detto che non dovrei lavorare nel Giorno del Signore». «E lei non dovrebbe ficcare il suo lungo naso moccioloso nel mio negozio nel Giorno del Signore, né in nessun altro. I Norton non hanno mai comprato nemmeno mezzo penny di chiodi Le città della notte rossa 343/49
da me». Suo padre si guarda intorno per il negozio, con i pollici nell'ampia cintura. Slanciato e rosso di capelli, ha l'aria di un meccanico: distaccata, concreta, una faccia che bada ai fatti propri e si aspetta che gli altri facciano lo stesso. «Ce ne andremo in città, figlio, dove a nessuno gliene frega se vai in chiesa o no...». «Chicago, padre?». «No, figlio, Boston. Sul mare. Abbiamo dei parenti là». Padre e figlio si mettono cappotto e guanti. Chiudono a chiave la bottega ed escono sulle strade ovattate del piccolo villaggio ammantato di neve sul lago Michigan. Mentre camminano nella neve, i paesani passano. Qualche saluto è rapido e freddo con le facce voltate dall'altra parte. «Va bene se i miei amici vengono a cena, padre? Portano pesce e pane...». «Per me va bene, figlio. Ma non sono ben visti qui... Si parla, nel villaggio, figlio. Si parla male di tutti voi. Se non fosse per via che il padre di Bert Hansen è un armatore e uno degli uomini più ricchi del Paese si farebbe anche più che parlare... Più in fretta ce ne andiamo e meglio sarà». «Potranno venire anche gli altri?». «Be', figlio, potrebbe farmi comodo qualche altra mano nella bottega. Non ci son limiti ai fucili che possiamo vendere in un porto di mare come Boston... e sto pensando che magari il signor Hansen pagherebbe per far andar via di qui suo figlio...». Mattina di primavera, richiami di colombi dai boschi. Noah Blake e suo padre, Bert Hansen, Clinch Todd, Paco, e Sean Brady salgono a bordo di un battello con i loro bagagli ammucchiati sul ponte. La gente del villaggio li guarda dal pontile. La signora Norton tira su il naso e dice con la sua voce penetrante: «Una bella liberazione per tutti quanti». Lancia uno sguardo di traverso a suo marito. «Così la penso anch'io», dice in fretta. Boston: due anni dopo. Il signor Blake ha fatto fortuna. Adesso ha contratti con armatori e i suoi fucili sono assai conoWilliam S. Burroughs 50/343
sciuti. Si è risposato. Sua moglie è una tranquilla e raffinata ragazza di New York. I suoi sono importatori benestanti e commercianti con agganci politici. Il signor Blake progetta di aprire una filiale a New York, e si parla di contratti con l'esercito e la Marina. Noah Blake studia arti nautiche. Vuole diventare capitano di nave e i ragazzi vogliono imbarcarsi tutti e cinque. «Aspettate finché trovate la nave giusta», dice il signor Blake. Un giorno d'inverno, Noah Blake sta camminando lungo il porto con Bert, Clinch, Sean e Paco. Notano una nave chiamata Great White. Piuttosto piccola ma molto pulita e ben tenuta. Un uomo è appoggiato al parapetto. Ha una grossa faccia rossa sorridente e freddi occhi blu. «Voi ragazzi state cercando una nave?». «Forse», dice Noah cautamente. «Bene, salite a bordo». Gli viene incontro sulla passerella. «Io sono il signor Thomas, Primo Ufficiale». Tende una mano grande come un pezzo di bue con i calli e stringe la mano a tutti i ragazzi uno dopo l'altro. Li guida alla cabina del suo superiore. «Questo è il Capitano Jones, padrone del Great White. Questi ragazzi stanno cercando una nave... forse...». I ragazzi annuiscono cortesemente. Il Capitano Jones li guarda in silenzio. È un uomo di età indefinibile e di un pallore grigio-verde. Parla diffusamente, in una voce piatta, con le labbra che appena si muovono. «Be', potrei aver posto per cinque mozzi di coperta... Voi ragazzi avete qualche esperienza?». «Sì. Sui Grandi Laghi». Noah indica Bert Hansen. «Suo padre aveva dei pescherecci». «Ah», dice il Capitano Jones, «marinai d'acqua dolce. Il mare è tutto un altro barile di pesci». «Io ho studiato arti nautiche», lascia cadere Noah. «Ah davvero? E quale sarebbe il tuo nome, ragazzo?». «Noah Blake». Le città della notte rossa 343/51
Un'occhiata quasi impercettibile corre tra il Capitano e il primo ufficiale. «E il tuo mestiere, ragazzo?». «Armaiolo». «Be', allora, non sarai per caso figlio di Noah Blake?». «Sì, signore, sarei io». Di nuovo i due uomini si scambiano un'occhiata. Poi. il Capitano Jones si appoggia indietro alla sedia e guarda i ragazzi con i suoi morti occhi di pesce. «Partiremo fra tre giorni... New York, Charleston, Giamaica, Vera Cruz. Due mesi ad andare, più o meno, e due mesi a tornare... Pago dieci sterline al mese i mozzi». Noah Blake cerca di non sembrare colpito. È il doppio di quanto qualsiasi capitano abbia mai offerto. «Be', signore, dovrò parlarne con mio padre». «Certo, ragazzo. Potrai firmare gli Articoli domani, se avrai deciso... tutti e cinque voi». Noah è impaziente di parlarne al padre. «Direi che è buono, no?». «Eh sì, figlio. Forse fin troppo buono. Il nome del Capitano Jones non è bianco come la sua nave. È conosciuto nel ramo come Opium Jones. Trasporterà oppio, fucili, polvere, palle, e altri arnesi. E non è troppo pignolo su chi fa affari con lui...». «C'è qualcosa di male, padre?». «No. Non è né meglio né peggio di molti altri. Soltanto non riesco a capire perché paga il doppio i suoi mozzi». «Forse preferisce avere cinque buoni aiuti piuttosto che dieci beoni sul fronte del porto». «Forse... Be', vai se vuoi. Ma tieni gli occhi aperti». William S. Burroughs 52/343
Il culo privato Il mio nome è Clem Williamson Snide. Sono un culo privato2. Come investigatore privato mi imbatto in più morti di quanto la legge non consenta. Intendo la legge delle probabilità. Sono là fuori davanti alla porta della camera d'albergo in attesa che il coimputato raggiunga un crescendo di rumoracci amorosi. Ho sempre trovato che se entrate proprio mentre sta venendo non avrà il tempo di districarsi e mollarvi un cazzotto. Quando io e il poliziotto dell'albergo apriamo la porta con un passepartout, l'odore di merda e mandorle amare ci risbatte indietro nel corridoio. Pare che abbiano tutti e due preso una capsula di cianuro e scopato fino a quando le capsule si son sciolte. Un vero disastro di morte per amore. Un'altra volta sto lavorando a un normale caso di sabotaggio industriale quando la fabbrica si incendia facendo morire ventitré persone. Cose che capitano. Io sono un uomo di mondo. Vado e vengo e cammino su e giù. La morte ha odore. Voglio dire ha un odore speciale, oltre e al di sopra dell'odore di cianuro, carogna, sangue, cordite o carne bruciata. È come l'oppio. Una volta che l'avete annusato non ve lo dimenticate più. Io son capace di andar giù per una strada e sento una zaffata di oppio e capisco che qualcuno sta facendo ballare il gong. Sentii una zaffata di morte appena Mr Green entrò nel mio ufficio. Non sempre si riesce a capire chi è che è morto. Poteva 2 L'autoironia dell'appellativo deriva dall'abitudine americana di chiamare private eyes, alla lettera "occhi privati", i detective Le città della notte rossa 343/53
essere Green, o sua moglie, o il figlio scomparso che voleva farmi cercare. L'ultima lettera era dall'isola di Spetsai due mesi fa. Dopo un mese senza una parola la famiglia aveva fatto ricerche per telefono. «L'ambasciata non è stata affatto d'aiuto», disse Mr Green. Annuii. Sapevo bene com'erano bravi a non essere d'aiuto. «Ci hanno messi in contatto con la polizia greca. Fortunata mente, abbiamo trovato un uomo là che parla inglese». «Dev'essere il colonnello Dimitri». «Sì. Lo conosce?». Annuii, aspettando che continuasse. «Ha controllato e non è riuscito a trovare indizi che Jerry abbia lasciato il Paese, e nessuna registrazione d'albergo dopo Spetsai». «Potrebbe essere ospite di qualcuno». «Sono sicuro che scriverebbe». «Allora avete la sensazione che non sia solo un fatto di negligenza da parte sua, o magari una lettera smarrita?... Succede, nelle isole greche...». «Sia io che la mia signora siamo convinti che c'è qualcosa che non va». «Molto bene, Mr Green, c'è la faccenda del mio onorario: cento dollari al giorno più le spese e un acconto di mille dollari. Se a un caso lavoro due giorni e spendo duecento dollari, rimborso seicento dollari al cliente. Se devo andare all'estero, l'acconto è duemila dollari. Queste condizioni le sembrano soddisfacenti? ». «Sì» «Molto bene. Comincerò proprio a New York. Qualche volta sono riuscito a fornire al cliente l'indirizzo della persona scomparsa con poche ore di lavoro. Potrebbe aver scritto a un amico». «È facile. Ha lasciato la sua rubrica. Mi ha chiesto di mandargliela per posta ad Atene all'American Express». Mi porse la rubrica. William S. Burroughs 54/343
«Eccellente». Ora, in un caso di sparizione io voglio sapere tutto quello che il cliente mi sa dire sulla persona scomparsa, non importa quanto possa sembrare privo di importanza e irrilevante. Voglio sapere le sue preferenze in fatto di cucina, vestiti, colori, letture, svaghi, uso di droghe o alcol, che marca di sigarette fuma, trascorsi medici. Ho un questionario stampato con cinque pagine di domande. Lo tirai fuori dallo schedario e glielo porsi. «La prego di compilare il questionario e riportarmelo qui dopodomani. Intanto avrò il tempo di controllare gli indirizzi di qui». «Ho telefonato quasi a tutti», disse in fretta, aspettandosi che prendessi il primo aereo per Atene. «Naturalmente. Ma gli amici di una PS (persona scomparsa) non sono sempre onesti con la famiglia. E poi, scommetto che qualcuno di loro ha traslocato oppure si è fatto togliere il telefono. Giusto?». Annuì. Misi le mani sul questionario. «Alcune di queste domande possono sembrare irrilevanti ma servono tutte. Ho trovato una persona scomparsa una volta perché sapevo che era capace di muovere le orecchie. Ho notato che lei è mancino. Anche suo figlio è mancino?». «Sì, lo è». «Può saltare quella domanda. Ha una sua foto qui?» Mi porse una foto. Jerry era un bel ragazzo. Snello, capelli rossi, occhi verdi ben distanziati, bocca larga. Sexy e pervertito. «Mr Green, voglio tutte le sue foto che riesce a trovare. Se ne userò qualcuna ne farò delle copie e le restituirò l'originale. Se ha prodotto quadri, disegni, oppure degli scritti, vorrei vedere anche quelli. Se cantava o suonava uno strumento voglio le registrazioni. Anzi, qualsiasi registrazione della sua voce. E per favore se possibile porti qualche indumento che non sia stato lavato a secco dopo che l'ha indossato». «Allora è vero che lei usa mh metodi paranormali?». «Uso qualsiasi metodo che mi aiuti a trovare la persona Le città della notte rossa 343/55
scomparsa. Se riesco a localizzarla nella mia mente diventa più facile localizzarla anche fuori». «Mia moglie si interessa di cose paranormali. Ecco perché sono venuto da lei. Ha la sensazione che gli sia successo qualcosa e dice che solo un sensitivo può trovarlo». Allora siamo in due, pensai. Mi firmò un assegno di mille dollari. Ci stringemmo la mano. Mi misi subito al lavoro. Jim, il mio assistente, era fuori città per un caso di spionaggio industriale: è specializzato in elettronica. Così dovevo fare da solo. Abitualmente non porto ferraglia in un caso PS, ma questo puzzava di pericolo. Mi misi addosso la mia .38 a canna mozza, in una fondina ascellare. Poi aprii un cassetto chiuso a chiave e presi tre spini della migliore erba colombiana, rinforzata con un po' di hashish, e me li misi in tasca. Niente batte uno spinello quando devi rompere il ghiaccio e rinfrescare la memoria. Presi anche una bustina di eroina. A volte ha più potere d'acquisto dei soldi. La maggior parte degli indirizzi era nella zona di Soho. Questo significava stanzette, il che a sua volta spesso significava porte sbarrate. Così cominciai con un indirizzo sulla Sesta Strada. Lei aprì la porta subito, ma tenne su la catena. Aveva le pupille dilatate, gli occhi che correvano qua e là e tirava su dal naso, in attesa dell'Uomo. Mi guardò con odio. Sorrisi. «Sta aspettando qualcun altro?». «Sei un poliziotto?». «No. Sono un investigatore privato incaricato dalla famiglia di trovare Jerry Green. Lo conoscevi». «Senti, non sono tenuta a parlare con te». «No, non sei tenuta a parlare. Ma magari ne hai voglia». Le feci vedere la busta di eroina. Tolse la catena. Il posto era lurido: piatti ammucchiati nel lavandino, scarafaggi che ci correvano sopra. La vasca da bagno era in cucina e non veniva adoperata da un pezzo. Mi sedetti vispo su una polWilliam S. Burroughs 56/343
trona con le molle fuori. Tenni la bustina in mano dove lei poteva vederla. «Hai qualche sua foto?». Guardò me e poi l'eroina. Frugò in un cassetto e buttò due fotografie su un tavolo da caffè che zoppicava. «Queste dovrebbero valere qualcosa». E valevano. Una mostrava un Jerry travestito e sembrava proprio una bella ragazza. L'altra lo mostrava in piedi nudo con un'erezione. «Era gay?». «Certo. Gli piaceva farsi fottere dai portoricani ed essere fotografato ». «Ti pagava?». «Certo. Venti dollari. Si è tenuto quasi tutte le foto». «Dove trovava i soldi?». «Non lo so». Mentiva. Attaccai con la mia solita sinfonia. «Adesso senti, io non sono un poliziotto. Sono un investigatore privato pagato dalla sua famiglia. Sono pagato per trovarlo, ecco tutto. Manca da due mesi». Cominciai a metter via l'eroina nella mia tasca e questo bastò. «Spacciava cocaina». Sbattei la bustina sul tavolo da caffè. Chiuse la porta a chiave dietro di me. Più tardi quella sera, mentre ci facevamo uno spino, interrogai una simpatica e giovane coppia gay, che semplicemente adorava Jerry. «Un ragazzo così dolce...». «Così comprensivo...». «Comprensivo?». «Con gli omosessuali. Ha perfino marciato con noi...». «E guarda che cartolina ci ha mandato da Atene». Era una cartolina da museo che mostrava la statua di un giovane nudo trovata a Kouros. «Non è stato carino da parte sua?». Molto carino, pensai. Le città della notte rossa 343/57
Interrogai la sua ragazza, la quale mi disse che era un po' sottosopra. «Doveva allontanarsi dall'influenza di sua madre e trovare se stesso. Ne avevamo parlato molto». Interrogai tutti quelli che trovai nell'agenda. Parlai con camerieri e baristi di tutta la zona di Soho. Jerry era un ragazzo simpatico... cortese... posato... un po' riservato. Nessuno di loro sospettava la sua doppia vita come spacciatore di coca e travestito omosessuale. Credo che avrò bisogno di un altro po' di eroina per questa storia. È facile. Conosco qualche ragazzo della Narcotici che mi deve un favore. Mi ci vuole un'oncia e un biglietto per San Francisco per comprare qualche nome dalla ragazza drogata. Cercate e troverete. Io per poco non mi sono trovato una piccozza nello stomaco. Bussate e vi sarà aperto. Spesso non mi hanno aperto. Ma alla fine ho trovato quel qualcuno: un ragazzo portoricano di ventitré anni chiamato Kiki, molto avvenente e molto affezionato a Jerry a modo suo. Sensitivo, anche, ed esperto di magia Macambo. Mi disse che Jerry aveva addosso il marchio della morte. «Da chi si riforniva per la coca?». La faccia gli si chiuse. «Non lo so». «Non posso darti torto se non lo sai. Posso suggerire che la sua fonte era un federale della Narcotici?». La sua faccia di bronzo diventò ancor più di bronzo. «Io non ti ho detto niente». «Sentiva delle voci? Voci che gli davano ordini?». «Credo di sì. Era controllato da qualcosa». Gli diedi il mio biglietto. «Se dovessi mai aver bisogno fammelo sapere». Mr Green arrivò la mattina dopo con una pila di fotografie. Il questionario che gli avevo dato, diligentemente compilato con una macchina da scrivere. Aveva portato anche una cartella di disegni e una sciarpa verde fatta a maglia. La sciarpa puzzava William S. Burroughs 58/343
di morte. Diedi un'occhiata al questionario. Nato il 18 aprile 1951 a Little America, nel Wyoming. "L'Ammiraglio Byrd vi dà il benvenuto a bordo del Deep Freeze Special". Scorsi le fotografie: Jerry da bambino... Jerry a cavallo... Jerry con un gran sorriso illuminato dal sole mentre tiene su una filza di trote... foto di laurea... Jerry nei panni dell'elegantone nella recita scolastica Una notte nella taverna. Avevano tutte proprio l'aria che dove vano avere. Come se stesse recitando il ruolo che si aspettavano da lui. C'erano circa cinquanta foto recenti e tutte assomigliavano a Jerry. Scattate cinquanta fotografie di uno qualsiasi. Ci sarà qualche foto dove la faccia è così diversa che faticate a riconoscere il soggetto. Voglio dire che molta gente ha tante facce. Jerry ne aveva una. Don Juan 3 dice che qualcuno che sembra sempre la stessa persona non è una persona. È un personificatore di persone. Guardai i disegni di Jerry. Bel tratto, zero talento. Vuoti e banali come la luce del sole. C'erano anche delle poesie, così brutte che non riuscii a leggerle. Non c'è nemmeno bisogno di dirlo, non avvisai Mr Green di quello che avevo scoperto sulle abitudini di Jerry in fatto di sesso e droga. Gli dissi soltanto che nessuno di quelli con cui avevo parlato aveva notizie di Jerry da dopo la sua scomparsa, e che ero pronto a partire per Atene se aveva ancora voglia di darmi l'anticipo. Il denaro cambiò di mano. All'Hilton di Atene trovai Dimitri al telefono e gli dissi che stavo cercando il ragazzo dei Green. «Ah sì... abbiamo tanti casi come questo... Il nostro tempo e le nostre risorse sono limitate». «Capisco. Ma su questo ho una brutta sensazione. Aveva delle abitudini bizzarre». 3 Si riferisce al celebre stregone Yaqui dei libri di Carlos Castaneda. Le città della notte rossa 343/59
«S-M?» «Qualcosa del genere... e contatti con la malavita...». Non volevo parlare di cocaina al telefono. «Se trovo qualcosa glielo faccio sapere». «Grazie. Vado a Spetsai domani a dare un'occhiata. Sarò di ritorno giovedì...». Chiamai Skouras a Spetsai. È il tour operator del posto. Pos siede o affitta ville e dà in affitto appartamenti durante la stagione. Organizza tour. La discoteca è sua. È il primo uomo che tutti vedono quando arrivano a Spetsai ed è anche l'ultimo, visto che è anche l'agente per i trasporti. «Sì, so di che si tratta. Ho avuto una telefonata da Dimitri. Sono lieto di essere d'aiuto per qualsiasi cosa. Le serve una camera?». «Se possibile vorrei la camera che aveva lui». «Può avere tutte le camere che vuole... la stagione è finita». Una volta tanto l'aliscafo funzionava. Ero fortunato. L'aliscafo ci mette un'ora e il battello sei. Sì, Skouras ricordava Jerry. Jerry era arrivato con dei giovani che aveva incontrato sul battello, due tedeschi con lo zaino e una ragazza svedese con il suo ragazzo inglese. Si erano fermati in una delle ville di Skouras sulla spiaggia: la villa in fondo, dove la strada curva lungo il frangiflutti. Conoscevo il posto. Avevo abitato lì una volta tre anni prima nel 1970. «Niente di speciale sugli altri?». «Niente. Assomigliavano alle migliaia di altri giovani che sciamano sulle isole ogni estate. Sono rimasti una settimana. Gli altri hanno proseguito per Lesbo. Jerry è tornato ad Atene da solo». Dove mangiavano? Dove prendevano il caffè? Skouras lo sapeva. Lui sa tutto quello che succede a Spetsai. «Andavano alla discoteca?». «Ogni sera. Quel ragazzo, Jerry, era un bravo ballerino». William S. Burroughs 60/343
«C'è qualcuno nella villa adesso?». «Solo il custode e sua moglie». Mi diede le chiavi. Notai una logora copia del Mago di John Fowles. Appena uno entra nel suo ufficio, Skouras sa se deve prestargli il libro. Lui ha i suoi ordini. L'ultima volta che sono stato lì mi ha prestato il libro e io l'ho letto. Sono anche andato a cavallo a vedere la casa del Mago e son caduto da cavallo sulla via del ritorno. Indicai il libro. «Per caso...». Sorrise. «Sì. Gli ho prestato il libro e me l'ha restituito quando è partito. Ha detto di averlo trovato molto interessante». «Posso prenderlo di nuovo?». «Naturalmente». La villa era a trenta metri dalla spiaggia. L'appartamento era al secondo piano: tre camere da letto su un lato del corridoio, cucina e bagno in fondo al corridoio, un balcone che correva lungo tutto un lato della casa. C'era un odore muffo, umido e gelido, le tapparelle erano giù. Tirai su le tapparelle in tutte e tre le camere e scelsi quella di mezzo, dove ero stato la volta prima. Due letti, due sedie, attaccapanni su chiodi nel muro. Attaccai un calorifero elettrico e tirai fuori il mio magnetofono dalla sua custodia. È un magnetofono del tutto speciale, disegnato e progettato dal mio assistente, Jim, e quello che non registra vuol dire che non c'è. Inoltre è costruito in modo speciale per comprendere inserti e sovraincisioni, e potete passare da Record a Play senza fermare l'apparecchio. Registrai per qualche minuto in tutte e tre le stanze. Registrai lo sciacquio del cesso e la doccia aperta. Registrai l'acqua che correva nel lavandino in cucina, il tintinnio dei piatti, l'apertura, la chiusura e il ronzio del frigo. Registrai sul balcone. Adesso mi sdraio sul letto e leggo qualche brano dal Mago nel magnetofono. Voglio spiegare esattamente come vengono fatte queste registrazioni. Voglio un'ora di Spetsai: un'ora di posti dove la mia PS è stata e i rumori che ha sentito. Ma non in sequenza. Non Le città della notte rossa 343/61
comincio all'inizio del nastro a registrare fino alla fine. Faccio correre il nastro avanti e indietro, inserendo rumori a casaccio così una parola del Mago può finire in mezzo a una catena di cesso tirata, oppure si può inserire Il Mago in mezzo ai rumori del mare. È una specie di I Ching o una specie di metodo medianico. Fino a che punto è in realtà casuale? Don Juan dice che niente succede per caso a un uomo saggio: qualunque cosa veda o senta è lì proprio in quel momento in attesa di essere vista o sentita. Tiro fuori la mia macchina fotografica e faccio degli scatti delle tre camere, del bagno e della cucina. Faccio foto dalla terrazza. Rimetto la macchina nella sua custodia e vado fuori, facendo registrazioni intorno alla villa e fotografando nello stesso tempo: foto della villa; una foto del gatto nero che appartiene al custode; foto della spiaggia, che a parte un gruppo di impavidi svedesi adesso è vuota. Pranzo in un piccolo ristorante sulla spiaggia dove Jerry e i suoi amici mangiavano di solito. Acqua minerale e un'insalata. Il proprietario si ricorda di me e ci stringiamo la mano. Caffè nel locale sul porto dove Jerry e i suoi amici prendevano il caffè. Registrare. Scattare foto. Faccio anche l'ufficio postale, i due chioschi che vendono sigarette di importazione e giornali. L'unico posto dove non registro è l'ufficio di Skouras. Non ne sarebbe contento. Posso sentirlo forte e chiaro: "Io sono un locatore e non un detective. Non voglio la sua PS qui dentro. Fa cattiva notizia". Ritorno alla villa per una strada diversa, includendo l'agenzia di noleggio biciclette. Sono adesso le tre del pomeriggio. A quest'ora Jerry sarebbe con ogni probabilità in camera sua a leggere. Leggo un altro po' del Mago nel mio registratore con sciacquii di cesso, rubinetti aperti, i miei passi nel corridoio, tapparelle alzate e abbassate. Ascolto quello che ho sul nastro, con speciale attenzione per gli inserti. Faccio una passeggiata lungo il frangiflutti e faccio suonare il nastro al mare e al vento. Cena in un ristorante dove Jerry e i suoi amici hanno manWilliam S. Burroughs 62/343
giato la sera che sono arrivati. Questo ristorante è consigliato da Skouras. Me la prendo comoda con diversi bicchieri di ouzo prima di una cena di dentice e insalata greca, innaffiata con retzina. Dopo cena vado alla discoteca a registrare un po' della musica su cui ballava Jerry. La scena è veramente morta. Una contessa tedesca sta ballando con qualche giovanotto del posto. Il giorno dopo c'era vento e l'aliscafo era bloccato. Presi il battello di mezzogiorno e sei ore dopo ero di nuovo nella mia camera all'Hilton. Tirai fuori una bottiglia di scotch Johnny Walker Black Label esente da imposte e ordinai un sifone di soda ai servizi dell'Hilton. Misi sul tavolino la foto di laurea di Jerry in cornice d'argento, misi insieme il questionario, e attaccai il magnetofono piazzandogli accanto un'ora di Spetsai. Il cameriere entrò con il ghiaccio e la soda. «È suo figlio, signore?». Dissi di sì perché era la cosa più facile da dire. Mi versai un goccio e accesi una Senior Service. Mi misi a pensare ad alta voce, registrando nel nastro... «Sospettato di essere coinvolto in qualche modo: Marty Blum, un traffichino di piccolo calibro con contatti di grosso calibro. Era ad Atene nello stesso periodo o quasi in cui Jerry scomparve. Helen e Van: anche loro ad Atene all'epoca. Van stava cercando di ottenere una licenza per dirigere una clinica di disintossicazione su una delle isole. Non la ottenne. Lasciò Atene per Tangeri. Lasciò Tangeri per New York. Guai con l'immigrazione. Si crede che sia a Toronto». Cosa ne sapevo di questi due tizi? Molto. «Dottor Van: età, cinquantasette anni; nazionalità, canadese. Spaccio di droga e aborti come attività collaterali e di copertura per la sua vera specialità, ovvero le operazioni di trapianto. Helen, la sua assistente: età, sessanta; nazionalità, australiana. Massaggiatrice, procuratrice di aborti, sospetta ladra di gioielli e omicida». Le città della notte rossa 343/63
La Contessa Minsky Stahlinhof de Gulpa, Minny per amici e sicofanti: una donna pesante come un cadavere sotto tonnellate di scisto grigio. «Russa bianca e italiana di origine. Stratosfericamente ricca, sulla soglia del miliardo. L'origine della sua ricchezza: la manipolazione dei prezzi dei generi di consumo. Va in un paese povero come il Marocco e fa incetta di generi di prima necessità come zucchero, kerosene, olio da cucina, li tiene lontani dal mercato nei suoi magazzini, poi li rimette sul mercato a prezzi più alti. La Contessa ha spremuto la sua vasta ricchezza dalla gente più povera. Ha altri interessi oltre che il denaro. È veramente un grande operatore. Possiede tenute immense in Cile e Perù, ha dei laboratori segreti laggiù. Ha assunto biochimici e virologi. Argomento: esperimenti genetici e armi biologiche». E a proposito della Contessa de Vile? «De Vile: molto ricca ma non del livello Gulpa. Una depravata, passionale e capricciosa donna, perfida come Circe. Vasti contatti con malavita e polizia. In rapporti stretti con padrini della Mafia e capi della polizia in Italia, New York, Marocco, e Sud America. Spesso ospite nel ritiro sudamericano della Contessa de Gulpa. Parecchi casi irrisolti di persone scomparse, riguardanti ragazzi dell'età di Jerry, indicano i laboratori in Sud America come punto terminale». Scorsi il questionario. «Trascorsi medici: scarlattina all'età di quattro anni». Ora, la scarlattina è una rarità dopo l'avvento degli antibiotici. «Che sia stata una diagnosi sbagliata?». Tutto questo lo inserivo a pezzi nel magnetofono, e molto ancora. Un articolo avevo appena finito di leggerlo quando Mr Green era arrivato nel mio ufficio. Era un articolo sui trapianti di teste eseguiti su scimmie, il Times di domenica 9 dicembre 1973. Lo tirai fuori da uno schedario e ne lessi dei brani nel magnetofono. «Teste di scimmie trapiantate su corpi di scimmie possono ora sopravvivere per circa una settimana. Il disegno sopra descrive la controversa operazione. "Tecnicamente il trapianto di una testa umana è possibile", dice il Dottor WhiWilliam S. Burroughs 64/343
te, "ma scientificamente non avrebbe senso"». Il mio primo incontro con Mr Green: l'odore di morte, e qualcosa di sfuggente. Dopo aver parlato con gli amici di Jerry, scoprii che era una caratteristica di famiglia. Tutti lo descrivevano come difficile da capire o difficile da descrivere. Alla fine accesi la TV. Feci andare il nastro a volume basso mentre guardavo un western italiano con sottotitoli greci, concentrando l'attenzione sul video in modo da ascoltare il nastro col sub conscio. Stavano impiccando un rapinatore in sella quando il telefono squillò. Era Dimitri. «Bene, Snide, credo che abbiamo trovato la sua persona scomparsa... disgraziatamente». «Vuoi dire morto?». «Sì. Imbalsamato, a dire il vero». Fece una pausa. «E senza testa». «Cosa?». «Sì. Testa troncata all'altezza delle spalle». «Controllate le impronte digitali?». «Sì». Rimasi in attesa del resto. «La causa della morte è incerta. Un po' di congestione nei polmoni. Potrebbe essere stato strangolato. Il corpo è stato trovato in un baule». «Chi l'ha trovato?». «Io. Per caso ero giù al porto a ricontrollare la possibilità che il ragazzo se ne fosse andato con un mercantile, e ho visto un baule che veniva portato a bordo di una nave di bandiera panamense. Be', qualcosa nel modo in cui lo trasportavano... come era disposto il peso, capisce. Ho fatto riportare il baule alla dogana e l'ho fatto aprire. Il mh metodo di imbalsamazione... insolito a dire il meno. Il corpo era perfettamente conservato ma non è stato usato nessun liquido per imbalsamare. Poi era completamente nudo». «Posso dargli un'occhiata?». «Certo...». Le città della notte rossa 343/65
Il dottore greco aveva studiato a Harvard e parlava un inglese perfetto. Vari organi interni erano disposti su un piano bianco. Il corpo, o ciò che ne restava, era in posizione fetale. «Considerando che questo ragazzo è morto da almeno un mese, gli organi interni sono in un notevole stato di conservazione », disse il dottore. Guardai il corpo. I peli del pube, del retto e delle gambe era no di un rosso brillante. Ad ogni modo, era più rosso di quel che avrebbe dovuto essere. Indicai alcune macchie rosse intorno ai capezzoli, all'inguine, cosce e natiche. «Questo cos'è? Sembra una specie di eruzione cutanea». «Me lo stavo domandando... Certo potrebbe essere stata un'allergia. I rossi di capelli sono particolarmente esposti a reazioni allergiche, ma...». Fece una pausa. «Sembra scarlattina ». «Stiamo controllando tutti gli ospedali e cliniche private alla ricerca di accettazioni di casi di scarlattina», si intromise Dimitri, «...o di ogni altro caso che produca un'irritazione così». Mi voltai verso il dottore. «Dottore, potrebbe affermare che l'amputazione è stata un lavoro da professionisti?». «Senza alcun dubbio». «Tutti i dottori e le cliniche sospettabili saranno controllati», disse Dimitri. Sembrava che l'agente conservante si stesse esaurendo, e il corpo emanava un dolce odore muscoso che mi dava davvero la nausea. Era chiaro che anche Dimitri si sentiva nello stesso modo, e così pure il Dottore. «Posso vedere il baule?». Il baule era costruito come una ghiacciaia: uno strato di sughero, e l'interno foderato di acciaio sottile. «L'acciaio è magnetizzato», mi disse Dimitri. «Guardi». Tirò fuori le chiavi della sua auto e rimasero attaccate al fianco del baule. «Questo potrebbe aver avuto un effetto conservante?». William S. Burroughs 66/343
«Il Dottore dice di no». Dimitri mi diede un passaggio fino all'Hilton. «Be', si direbbe che il suo caso sia chiuso, Mr Snide». «Credo anch'io... Qualche speranza di non lasciarlo finire sui giornali?». «Sì. Non siamo in America qui. Poi, una cosa come questa, capisce...». «Brutta per il turismo». «Be', sì». Avevo una telefonata da fare al parente più prossimo. «Temo di avere brutte notizie per lei, Mr Green». «Sì?». «Be', il ragazzo è stato trovato». «Morto, vuol dire?». «Mi dispiace, Mr Green...». «È stato assassinato?». «Cosa glielo fa pensare?». «È mia moglie. Lei è un po', come dire, sensitiva. Ha fatto un sogno». «Capisco. Be', sì, ha l'aria di un delitto. Facciamo in modo che non vada sui giornali, perché la pubblicità a questo punto ostacolerebbe le indagini». «Vorrei rinnovare il suo incarico, Mr Snide. Per trovare l'assassino di mio figlio». «Stanno facendo tutto il possibile, Mr Green. La polizia greca è piuttosto efficiente». «Ci fidiamo più di lei». «Torno a New York tra pochi giorni. Mi metterò in contatto appena arrivo». La pista era vecchia di un mese almeno. Ero quasi sicuro che l'assassino o gli assassini non erano più in Grecia. Non serviva a niente rimanere. Ma c'era qualcos'altro da verificare sulla via del ritorno. Le città della notte rossa 343/67
Il fungo o della febbre Tappa a Londra. C'è qualcuno qui che voglio vedere, se riesco a trovarlo senza troppa fatica. Potrebbe risparmiarmi un viaggio a Tangeri. Lo trovo in un gay bar chiamato Amigo. È vestito impeccabilmente, con una barba ben curata e gli occhi sfuggenti. Gli arabi dicono che ha gli occhi da ladro. Ma ha una moglie ricca e non ha bisogno di rubare. «Bene», dice. «Il nostro investigatore... Affari o piacere?». Mi guardo intorno. «Solo gli affari mi possono portare qui». Gli mostro la foto di Jerry. «Era a Tangeri l'estate scorsa, credo ». Lui guarda la foto. «Certo, me lo ricordo. Un arrizzacazzi». «Un caso di persona scomparsa. Ti ricordi con chi era?». «Con dei ragazzi hippie». La descrizione corrisponde ai ragazzi con cui Jerry era a Spetsai. Dei pretesti. «È andato in qualche altro posto?». «Marrakesh, credo». Ho quasi finito il mio drink e sto per andarmene. «Oh, ti ricordi Peter Winkler che aveva l'English Pub? Sapevi che è morto?». Non lo sapevo, ma non mi interessa granché. «Be'? Chi o cosa l'ha ucciso?». «Scarlattina» . Per poco non mi verso addosso il bicchiere. «Senti, la gente non muore più di scarlattina. Anzi, è raro persino che la prenda ». William S. Burroughs 68/343
"Abitava fuori sui monti... la casa estiva degli Hamilton. È piuttosto isolata, sai. Pare che fosse solo e il telefono non funzionasse. Ha cercato di andare a piedi fino alla prima casa giù lungo la strada ed è crollato. L'hanno portato all'ospedale inglese ». «Quello farebbe stramazzare chiunque. E immagino che fosse di turno il Doc Peterson? Ha fatto la diagnosi e ha firmato il certificato di morte?». «E chi se no? È l'unico dottore lì. Ma per cosa ti agiti tanto? Non avrei mai pensato che tu e Winkler foste così intimi». Mi calmo. «Non lo eravamo. È solo che volevo diventare dottore e non mi piace vedere un caso mandato a farsi benedire». «Non direi che l'abbia mandato a farsi benedire. L'ha riempito di streptosil penicillina. Pare che fosse troppo andato per rispondere». «Già. La streptosil penicillina si usa per la scarlattina. Dev'essere stato praticamente già morto all'arrivo». «Oh, non proprio. È rimasto in ospedale ventiquattr'ore circa ». Non dico nient'altro. Ho già detto troppo. Sembra che dovrò fare quel viaggio extra a Tangeri. Scesi al Rembrandt e presi un taxi fino al quartiere Marshan. Erano le tre del pomeriggio quando suonai il campanello del Dottore. Ci mise un pezzo a venire alla porta e non era contento di vedermi. «Mi dispiace disturbarla all'ora della siesta, Dottore, ma sono in città solo per poco ed è una questione piuttosto importante... ». Non sembrò ammorbidito per niente ma mi introdusse nel suo ufficio. «Dottor Peterson, sono stato incaricato dagli eredi di Peter Winkler di investigare le circostanze della sua morte. Il fatto che sia stato trovato privo di conoscenza lungo una strada li ha indotti a pensare che ci potrebbe essere qualche sospetto di morte accidentale. Questo significherebbe doppio indennizzo Le città della notte rossa 343/69
dall'assicurazione». «Non ci son dubbi di nessun genere. Non c'era neanche un segno su di lui: a parte le irritazioni cutanee, cioè. Be', gli avevano svuotato le tasche, ma cosa si può aspettare in un posto così?». «È proprio sicuro che sia morto di scarlattina?». «Proprio sicuro. Un caso classico. Credo che la febbre possa aver causato danni al cervello ed è per questo che non ha rea gito agli antibiotici. L'emorragia cerebrale può essere stata una causa collaterale...». «C'è stata perdita di sangue?». «Sì... dal naso e dalla bocca». «E non potrebbe essere stato un urto?». «Assolutamente nessun segno di urti». «Ha mai delirato?». «Sì. Per qualche ora». «Ha detto qualcosa? Qualcosa che possa indicare che sia stato aggredito?». «Parlava a vanvera in qualche lingua straniera. Gli ho somministrato della morfina per calmarlo». «Sono sicuro che ha fatto la cosa da fare, Dottore, e riferirò agli eredi che non c'è niente che possa sostenere un'ipotesi di morte accidentale. È questa la sua ponderata opinione?». «Lo è. È morto di scarlattina e/o per complicazioni collegate alla scarlattina». Lo ringraziai e me ne andai. Avevo qualche altra domanda ma ero sicuro che non avrebbe potuto o voluto rispondere. Tornai all'albergo e feci un po' di lavoro con il magnetofono. Alle sette andai a piedi all'English Pub. C'era un giovane arabo dietro il banco che riconobbi come uno degli amici di Peter. Evidentemente aveva ereditato il locale. Gli mostrai la foto di Jerry. «Oh sì, mister Jerry. A Peter piacere molto molto. Dargli bere gratis. Ma non combinare mai niente. Ragazzo menarlo per naso ». William S. Burroughs 70/343
Gli chiesi della morte di Peter. «Molto triste. Peter solo in casa. Dire me voler riposare qualche giorno». «Sembrava malato?». «Non malato. Sembrare solo stanco. Mister Jerry andato a Marrakesh e credo Peter un po' triste». Avrei potuto controllare gli ospedali di Marrakesh alla ricerca di casi di scarlattina, ma sapevo già quello che mi bastava sapere. Sapevo perché Peter non aveva reagito agli antibiotici. Non aveva la scarlattina. Aveva un'infezione da virus. Le città della notte rossa 343/71
Lo straniero Il giorno dopo i cinque ragazzi firmarono il contratto sul Great White e si trasferirono nel castello di prua. C'erano già tre giovani. Si presentarono come Bill, Guy, e Adam. Noah notò che avevano tutti le stesse facce pallide e gli occhi vitrei come il Capitano Jones. Il castello di prua era pulito e appena riverniciato, con un leggero odore ospedaliero di acido fenico. Un petulante ragazzo dai capelli rossi di circa quindici anni porta dei tazzoni di tè su un vassoio. «Io sono Jerry, l'inserviente di cabina. Qualunque cosa vogliate, basta dirmelo. È un piacere servirvi, signori». Bill, Guy, e Adam mandano giù delle palline nere con il tè. «Cos'è?», chiede Brady. «Oh, solo qualcosa per tener lontano il freddo». I ragazzi hanno da fare a caricare merci e provviste. Mr Thomas dà istruzioni con voce tranquilla. Sembra simpatico e ben disposto. Ma i suoi occhi mettono a disagio Noah, sono freddi come il ghiaccio d'inverno. Pagine dal diario di Noah Blake: Martedì, 5 febbraio 1702. Oggi siamo partiti. Nonostante le scherzose osservazioni del Capitano Jones sui marinai d'acqua dolce, la nostra esperienza sui laghi ci dà una buona base. Vedo che Guy, Bill, e Adam, pur essendo molto magri e pallidi e con un'aria malata, sono buoni marinai e sembrano immuni al freddo e alla fatica. William S. Burroughs 72/343
Un'ora prima di partire, una carrozza si è fermata sul molo e due persone ne sono scese e sono venute a bordo. Non ho potuto vederle bene, perché indossavano pellicce con cappucci, ma ho capito che erano giovani e si assomigliavano molto. Quando la nave era già fuori dal porto e in rotta, l'inserviente di cabina ha portato il tè. «Due passeggeri a bordo», ci ha detto. «Li hai visti?». «Sì, ho portato i loro bagagli in cabina». «E come sono?». «Più simili a mostri che a esseri umani. Verdi sono, verdi come il trifoglio». «Verdi?». «Eh sì, con lisce facce verdastre. Gemelli, un ragazzo e una ragazza. E ricchi anche. Gli potete sentire l'odore dei soldi addosso... ». 6 febbraio 1702. Sul ponte non sono apparsi né i due passeggeri né il Capitano. Bert Hansen e io abbiamo fatto dei turni al timone. Il cibo è buono e abbondante e ho parlato con il cuoco. Il suo nome è Charlie Lee. Ha circa vent'anni, mezzo negro e mezzo cinese. Sto pensando che c'è qualcosa tra lui e l'inserviente di cabina. Attraccheremo a New York domani. 7 febbraio 1702. Troppo tardi per attraccare. Ci teniamo all'ancora. Non c'è niente da fare e dopo il pasto della sera abbiamo fatto una chiacchierata con Guy, Adam e Bill. Ho scoperto cos'è che prendono con il loro tè dalla mattina alla sera: oppio. Ne hanno abbastanza per tutto il viaggio. «E se ne avessimo bisogno, abbiamo solo da chiederlo al Capitano », dice Guy. «Certo, e lui dovrebbe esser fatto di quella roba», ha buttato là Sean Brady. «Visto che il suo nome è Opium Jones». Pare che siano stati già imbarcati con il Capitano Jones. «Paga doppio perché vuole soltanto un certo tipo di gente sulla sua Le città della notte rossa 343/73
nave». «E quale sarebbe questo tipo?». «Quelli che fanno il lavoro, pensano ai fatti propri, e tengono la bocca chiusa con gli estranei». 8 febbraio 1702. Oggi abbiamo attraccato a New York. Il Capitano Jones è apparso sul ponte e ha condotto la nave in porto. Devo dire di lui che sa il fatto suo quando gli garba di interessarsene. Una carrozza aspettava sul molo e i due passeggeri vi entrarono e furono portati via. Abbiamo lavorato quasi tutto il giorno a caricare e scaricare sotto la supervisione di Mr Thomas. Il Capitano Jones è sceso a terra per qualche suo affare. Nel tardo pomeriggio abbiamo avuto il permesso di scendere a terra. C'è più confusione qui che a Boston, e più navi, naturalmente. Siamo stati subito avvicinati da ruffiani che vantano la bellezza e le sane condizioni delle loro puttane. Quando gli abbiamo detto di fottersi la loro mercanzia ci hanno coperto di insulti da una distanza di sicurezza. Ho una lettera per i Pemberton, i parenti della mia matrigna, e mio padre ha insistito sull'importanza di presentare i miei omaggi e mi ha dato consigli su come comportarmi. Sembra che la famiglia Pemberton sia ben conosciuta qui, e non ho avuto difficoltà a trovare la casa, che è di mattoni rossi e molto imponente, a quattro piani. Ho suonato il campanello e un servitore è venuto alla porta e mi ha chiesto cosa volevo in tono un po' perentorio. Gli ho consegnato la lettera. Mi ha detto di aspettare ed è rientrato. Quando è ritornato dopo pochi minuti, i suoi modi erano molto rispettosi. Mi ha detto che Mr Pemberton sarebbe stato felice di avermi a cena la sera seguente alle otto. 9 febbraio 1702. Stasera sono stato a cena dai Pemberton. Sono arrivato qualche minuto in anticipo e ho camminato su e giù finché i campanili hanno suonato le otto. Mio padre mi ha insegnato a essere sempre puntuale agli appuntamenti e a non William S. Burroughs 74/343
arrivare mai troppo presto per nessuna ragione. Il servitore mi ha fatto entrare in una sala arredata con eleganza, con ritratti e un camino di marmo. Mr Pemberton mi ha salutato molto cortesemente. È un uomo piccoletto e ben curato, con i capelli bianchi e gli occhi azzurri scintillanti. Mi ha poi presentato a sua moglie, che ha teso la mano senza alzarsi, sorridendo come se quel gesto le provocasse dolore. Ho provato un'immediata antipatia per lei, che sono certo sia reciproca. Le altre persone presenti, me ne resi subito conto, non erano altro che i passeggeri a bordo del Great White: due delle più strane e belle persone che io abbia mai visto. Sono gemelli, un ragazzo e una ragazza, di circa vent'anni. Hanno la carnagione verdastra, capelli neri lisci, e occhi nero carbone. Entrambi hanno una tale grazia e scioltezza di modi che ne ero davvero abbagliato. I nomi credo che siano Juan e Maria Cocuera de Fuentes. Quando strinsi la mano al ragazzo, un tremito mi ha attraversato e fui contento della distrazione quando Mr Pemberton mi offrì un bicchiere di sherry. Mentre stavamo bevendo lo sherry, hanno annunciato un certo Mr Vermer. È tanto trasandato quanto Mr Pemberton è curato e dà una grande impressione di ricchezza e potere. Quasi subito fu annunciata la cena. Mr Pemberton si mise a capotavola, con Mr Vermer alla sua destra e Maria de Fuentes alla sua sinistra. Io ero di fronte a Juan de Fuentes, con Mrs Pemberton alla mia destra, anche se sarei stato contento di starle il più lontano possibile. I due Fuentes erano venuti dal Messico ed erano in viaggio per Vera Cruz. La conversazione verteva perlopiù intorno agli affari, il commercio, le miniere, e l'agricoltura del Messico. Maria parlava con la sua voce calma e chiara... «Si potrebbero introdurre colture finora praticate solo nel Medio ed Estremo Oriente, dato che il suolo e il clima sono adatti». Ho notato che i Pemberton e Mr Vermer mostravano deferenza verso i gemelli e ascoltavano rispettosamente le loro Le città della notte rossa 343/75
opinioni. Molte volte Mr Pemberton mi ha rivolto una domanda, e io ho risposto brevemente e cortesemente, come mi ha insegnato mio padre. Quando gli ho detto che volevo diventare un capitano di Marina è sembrato un po' vago e turbato e ha detto che il mare era una buona cosa per un giovanotto... ma certo, un brevetto di capitano non guastava. A ogni modo, le opportunità nell'azienda di famiglia non andavano sottovalutate. Mr Vermer ha espresso preoccupazione per l'instabilità politica del Messico. Maria de Fuentes ha replicato che l'introduzione di colture adatte avrebbe senza dubbio prodotto un effetto tranquillizzante e stabilizzante. Ha un modo di sottolineare certe parole con un'inflessione speciale. Mr Vermer ha annuito e ha detto: «Ah sì, un'economia sana porta una politica sana». Avevo il sospetto che la conversazione sarebbe stata molto più aperta se io non fossi stato presente. Perché allora, mi chiesi, ero stato invitato? Mi ritornarono le parole di mio padre: «Nel corso di qualsiasi incontro, cerca di scoprire cos'è che si vuole da te». Non sapevo decidere cosa fosse, ma sapevo che da me si voleva e ci si aspettava qualcosa di molto preciso. Ho anche pensato che Mrs Pemberton era meno convinta di suo marito, della mia potenziale utilità, e che considerava la mia presenza a tavola una zavorra e una perdita di tempo. A un certo momento Juan de Fuentes mi ha guardato dritto negli occhi e ancora una volta ho sentito un tremito che mi attraversava e per un secondo ho avuto l'assai bizzarra impressione che fossimo soli a tavola. Dopo cena, mi sono congedato siccome dovevo tornare alla nave: partiremo prima di mezzogiorno. 10 febbraio 1702. I gemelli sono arrivati poco prima della partenza. Il Capitano Jones ha preso il timone uscendo dal porto. Siamo diretti a Sud con un buon vento. Tempo molto umido e freddo. William S. Burroughs 76/343
11 febbraio 1702. Questa mattina mi sono svegliato con il mal di gola, la testa rintronata e febbricitante e una congestione ai polmoni: mi sentivo appena in grado di alzarmi dalla mia cuccetta. Adam ha sorriso e mi ha detto che la medicina era a portata di mano. Ha misurato con cura sei gocce di tintura di oppio e io l'ho mandata giù con il tè caldo. In pochi minuti un senso di calore e benessere si è diffuso da dietro il collo a tutto il mio corpo. Il male alla gola e l'indolenzimento della testa so no spariti come per magia. Sono riuscito a fare il mio turno di guardia senza difficoltà. Quando sono rientrato per dormire, la dose è stata ripetuta. C'è una straordinaria chiarezza nei miei pensieri. Non riesco a dormire. Scrivo questo alla luce della candela. Sto chiedendo a me stesso da dove vengo, come sono arrivato qui, e chi sono. Dai primi ricordi che ho, mi sono sempre sentito uno straniero nel villaggio di Harbor Point dove sono nato. Chi ero? Mi ricordo i richiami dei colombi che tubavano nei boschi nelle mattine d'estate, e i lunghi freddi inverni al chiuso. Chi ero? Lo straniero era passi nella neve tanto tempo fa. E chi sono gli altri: Brady, Hansen, Paco, Todd? Stranieri come me. Credo che siamo venuti da un altro mondo e ci siamo arenati qui come marinai su una spiaggia nuda e ostile. Non mi è mai sembrato che quello che facevamo insieme fosse male, ma avevo capito perfettamente la necessità e il buonsenso di tenerlo nascosto alla gente del villaggio. Adesso che non c'è bisogno di nascondere, mi sento come se questa nave fosse la casa che ho lasciato e che credevo di non ritrovare mai più. Ma il viaggio finirà di certo, e poi? So che mio padre diventerà presto ricco e che potrei diventare, col tempo, ricco anch'io. La prospettiva è poco attraente. Che utilità ha la ricchezza se devo conformarmi a usi che sono insignificanti per me e ostacolano le mie vere inclinazioni e i miei desideri? Ho intenzione di cercare la fortuna nel Mar Rosso o in Sudamerica. Forse posso trovare lavoro con la famiglia Le città della notte rossa 343/77
de Fuentes. Ora il volto di Juan fluttua davanti ai miei occhi, e per effetto dell'oppio separato da bramosie e irrequietezze posso esaminare spassionatamente la visione. Non sento solo attrazione ma affinità. Anche lui è uno straniero, ma si muove con agio e sicurezza tra i terrestri. William S. Burroughs 78/343
Libera uscita 12 febbraio 1702. Per qualche motivo non faremo scalo a Charleston come nei piani. Il clima è sempre più mite ogni giorno. I gemelli de Fuentes adesso vanno in giro per il ponte e si interessano al lavoro e alle parti della nave. Tutto quello che dicono sembra avere uno scopo nascosto. Juan mi ha fatto molte domande sul mio lavoro di armaiolo. Sarebbe possibile sparare frecce con un fucile? Ho risposto di sì e di colpo ho visto un'immagine di indiani che attaccano un insediamento con frecce intrise di pece ardente. Non riesco a ricordare dove ho già visto quest'immagine, probabilmente a Boston. Mentre l'immagine mi attraversava la mente come un lampo Juan ha annuito e sorriso e se n'è andato. Sua sorella gemella ha i modi diretti di un uomo, e nessuno dei toni leziosi e melensi che si trovano abitualmente tra quelle del suo sesso. In ogni caso le blandizie femminili cadrebbero qui su terreno arido. Eppure devo confessare di essere più attratto da lei che da qualsiasi donna che abbia mai visto. 13 febbraio 1702. Venti buoni e bel tempo continuano. Non abbiamo più bisogno dei nostri giacconi. 14 febbraio 1702. Siamo adesso al largo della costa della Florida e vediamo quasi sempre terra perché ci sono molte isole. I delfini saltano intorno alla prua e i pesci volanti si sparpagliano davanti a noi in cascate argentee. Adesso possiamo lavorare Le città della notte rossa 343/79
senza la camicia ma Mr Thomas ci ha alle scottature solari e di esporci volta. Il Capitano Jones appare sul il cannocchiale. Credo che progetti delle isole per l'acqua fresca e le
avvertito di fare attenzione solo qualche minuto per ponte, a scrutare le isole attraverso di fermarsi a una provviste.
15 febbraio 1702. Malgrado i consigli di Mr Thomas, sia Bert che io abbiamo delle scottature dolorose dalla vita in su, a cau sa della nostra carnagione chiara, mentre Clinch, Sean, e Paco sono immuni. Billy, Guy, e Adam non si tolgono mai la camicia. Charlie Lee, il cuoco, ha una certa abilità come medico anche senza un tirocinio vero e proprio. Ci ha dato un unguento da strofinare sul corpo, che ci ha procurato notevole sollievo, e abbiamo tutti e due preso qualche goccia di tintura d'oppio. Adam me ne ha dato una boccetta e mi ha mostrato come misurare la dose giusta. Mi ha detto che la dose che prende lui ci farebbe star male da morire e potrebbe essere letale. 16 febbraio 1702. Sono guarito dalle scottature e il mio corpo sta cominciando a prendere un'abbronzatura protettiva. Stamattina ci siamo radunati tutti al parapetto per assistere a un gran movimento nell'acqua alcune centinaia di metri più avanti, causato dagli sgombri che saltavano per sfuggire ai pesci più grossi. Mr Thomas ha dato l'ordine di abbassare le vele e ha distribuito arpioni da pesca con cucchiaino e uncini tripli. In poco tempo una quantità di grossi pesci si è abbattuta sul ponte. Questi pesci sono chiamati codagialla e sono molto pregiati per la tavola. Abbiamo da fare a pulire il pesce, cosa che abbiamo imparato dalla nostra esperienza sui Grandi Laghi. Alcuni sono tenuti per uso immediato e gli altri salati e messi via. Dopo aver lavato via il sangue dal ponte abbiamo alzato le vele e continuato sulla nostra rotta. Il pesce fritto ha procurato un cambiamento molto gradito dopo una dieta di merluzzo salato e gallette, anche se il sapore non è delicato come quello del pesce d'acqua dolce. William S. Burroughs 80/343
18 febbraio 1702. Ho sognato stamattina di essere in un gran laboratorio con arnesi, una fucina, e parti di fucile sparpagliate su un banco. Stavo ispezionando un fucile con un certo numero di canne saldate insieme. Stavo cercando di arrivare a un sistema per far fuoco con le canne in sequenza. Juan stava dietro a me di fianco. Ha indicato una ruota di ferro con una maniglia e ha detto qualcosa che non ho capito perché in quel momento Clinch Todd è sceso di vedetta e mi ha svegliato, borbottando che avevamo eiaculato sulle sue coperte. Il vento è caduto e ci stiamo muovendo adesso a pochi nodi l'ora. 19, 20, 21 febbraio 1702. Siamo quasi in bonaccia e approfittiamo del movimento lento per pescare dal ponte. Io ho fatto abboccare uno squalo e l'arpione mi è stato strappato dalle mani ed è andato perduto. Ci sembra di galleggiare su un mare di vento, come una nave dipinta. Gli umori sono tesi. Brady e Mr Thomas hanno avuto un alterco e ho pensato che finisse a pugni. 22 febbraio 1702. Oggi siamo scesi a terra su un'isola disabitata per prendere acqua e le provviste che riusciamo a trovare. Il Capitano Jones ha avvistato un ruscello con il suo cannocchiale. Abbiamo calato l'ancora in una baia tra due punte di terra a circa duecento metri dalla spiaggia con palme da cocco dietro. Qui l'acqua è così chiara che si possono vedere i pesci nuotare a una profondità notevole. Siamo sicuri almeno di trovare noci di cocco in abbondanza. Mr Thomas, Bert Hansen, Clinch Todd, Paco, Jerry l'inserviente di cabina e io siamo andati a riva in una barca carica di botticelle per l'acqua. Riempivamo le botticelle di acqua fresca e le caricavamo in barca. Todd e Paco remavano indietro fino alla nave e tornavano con le botticelle vuote. Quando si è raccolta abbastanza acqua, abbiamo riempito la barca un po' di Le città della notte rossa 343/81
volte con le noci di cocco. Intanto si era fatto pomeriggio. Mr Thomas allora ci ha lasciato il resto del giorno libero per esplorare l'isola, ammonendoci di essere di ritorno alla spiaggia prima del calar del sole. Prima di tornare alla nave ha distribuito un coltellaccio a ciascuno di noi nell'improbabile eventualità che dovessimo incontrare animali pericolosi o indigeni nascosti. Seguendo il ruscello ci siamo arrampicati sulla vetta dell'iso la, a una distanza di circa duecento metri. Dalla sommità avevamo una bella vista dell'intera isola. Il Great White a quella distanza sembrava un giocattolo. Al lato estremo dell'isola ci sono diverse piccole baie e insenature, siamo scesi fino a una piccola spiaggia contornata su entrambi i lati da rocce scoscese. Qui ci siamo tolti i vestiti e abbiamo nuotato nella baia per mezz'ora, stando attenti a non avventurarci troppo al largo per paura degli squali. L'acqua è meravigliosamente calda e facile a galleggiarci, del tutto diversa da quando nuotavamo nei laghi d'acqua dolce. Sentendo fame dopo la nostra nuotata, abbiamo gettato le lenze che avevamo portato e in breve abbiamo preso una quantità di pesci conosciuti come dentici, ciascuno del peso di due o tre libbre. Cinque pesci li abbiamo fritti in padella, lasciando gli altri attaccati a uno spago attraverso le branchie nell'acqua. Questo pesce deliziosissimo l'abbiamo mangiato con le dita, accompagnandolo con il latte delle noci di cocco. Sentendo una gran sonnolenza dopo mangiato, ci sdraiammo nudi all'ombra di una roccia, Jerry con la testa sul mio stomaco e io a mia volta appoggiato sullo stomaco di Bert Hansen. Clinch e Paco si sdraiarono sulla schiena, fianco a fianco, con un braccio l'uno intorno alle spalle dell'altro. Il caldo, i nostri stomaci pieni, e il rumore delle onde che battevano piano ci hanno immersi in un leggero sonno che è durato circa un'ora. Mi sono svegliato con una forte erezione e ho trovato i miei compagni nella stessa situazione. Ci siamo alzati stiracchiandoci e facendo confronti. William S. Burroughs 82/343
La brezza si stava alzando e si avvicinava il tramonto. Tirammo fuori le nostre lenze e prendemmo abbastanza pesci da formare una bella filza, facendo la nostra camminata di ritorno alla spiaggia più in fretta possibile. Jerry ci ha fatto ridere tutti vibrando colpi con il suo coltellaccio ad alberi e rami con ringhi feroci e urla da pirata. Adam e Bill hanno remato fino a riva e ci hanno riportati alla nave. Le vele sono state alzate e ci siamo messi in viaggio. Mentre eravamo via una quantità di pesci sono stati presi dalla nave, e per cena abbiamo mangiato una saporita zuppa di pesce con noci di cocco grattugiate. Un grido di Jerry mentre stavamo mangiando ci ha fatto andare tutti sul ponte, dove abbiamo assistito a una meravigliosa visione nota come il bagliore verde, che avviene un attimo dopo il calar del sole. Tutto il cielo occidentale si è acceso di un luminoso verde brillante. Le città della notte rossa 343/83
Lettre de marque 28 febbraio 1702. Oggi siamo stati catturati dai pirati. Alle cinque del pomeriggio una nave armata di tutto punto ci ha affiancato battendo bandiera olandese, questa poi è stata abbassata e quindi si è alzata la bandiera nera dei pirati. Noi non avevamo nessun cannone, quindi resistere era impossibile e il Capitano Jones ha immediatamente dato ordine di alzare la bandiera di resa. Ci siamo radunati tutti sul ponte, compresi i gemelli de Fuentes, che erano impassibili come sempre, mentre osservavano la nave pirata con aria critica come per valutarne il pregio. Subito dopo è stata calata una scialuppa che ha remato verso di noi. In piedi a prua c'era uno snello giovanotto biondo, con la giacca ricamata d'oro che scintillava al sole. Di fianco a lui c'era un giovane in pantaloni corti grigi e camicia con una cicatrice rossa intorno al collo. La scialuppa era manovrata da quella che sembrava essere una ciurma di donne, che cantavano mentre remavano e si voltavano verso di noi a ghignare e ammiccare con le loro facce truccate. La scaletta è stata abbassata e le "donne" si sono arrampicate a bordo con l'agilità di scimmie e si sono appostate su tutto il ponte con moschetti e coltellacci. Mi sono accorto che erano, in realtà, dei giovani di bell'aspetto in abiti femminili e i loro costumi erano orientali, di seta colorata e broccato. I due giovani poi sono venuti avanti, quello con la giacca ricamata d'oro la teneva aperta alla vita a mostrare il ventre magro abbronzato, un paio di pistole con intarsi in argento e un coltellaccio alla William S. Burroughs 84/343
cintola. Era una figura che colpiva: capelli biondi legati in un nodo dietro la testa, lineamenti aristocratici e ben definiti: possedeva un portamento molto signorile e modi aggraziati. Il Capitano Jones ha fatto un passo avanti: «Sono il Capitano Jones, comandante del Great White». «E io il Capitano Strobe, comandante in seconda sulla Siren», ha detto il giovane. Hanno scambiato una stretta di mano molto amabile e se il mio giudizio vale qualcosa non sono due estranei. Mi sono subito convinto che la "cattura" era stata predisposta tra di loro. Strobe poi ha ricevuto le chiavi dell'arsenale. Voltandosi verso di noi, ci ha assicurato che non avevamo niente da temere per le nostre vite. Si sarebbe incaricato lui di guidare la nostra nave e ne avrebbe stabilito la rotta, con i suoi uomini sotto gli ordini di Mr Kelley, il quartiermastro. Indicò il giovane in calzoncini grigi, che era appoggiato contro il parapetto immobile come una statua, la faccia senza espressione, gli occhi grigio chiaro voltati in su verso le sartie. Noi avremmo continuato a stare sotto gli ordini di Mr Thomas. Alcuni ragazzi sono scesi nella scialuppa e hanno cominciato a passare su e giù delle sacche da viaggio: apparentemente contenevano gli effetti personali della ciurma che ci aveva abbordato. Quando la scialuppa fu scaricata, Strobe ha accompagnato il Capitano Jones e i gemelli de Fuentes alla scaletta e due ragazzi li hanno portati alla Siren. Il Capitano Strobe poi ha aperto un bariletto di rum e i ragazzi hanno tirato fuori dei boccali dalle loro sacche. Avvicinandosi a noi in un modo allusivo e insinuante, dimenando le natiche, hanno fatto passare in giro delle piccole pipe d'argilla. «Hashish. Molto buono». Quando è venuto il mio turno di fumare mi ha fatto tossire molto ma presto ho sentito come un sollevarsi del morale e una vivacità di immagini nella mente, insieme a un formicolio all'inguine e alle natiche. Sono apparsi tamburi e flauti e i ragazzi si sono messi a danzare e mentre danzavano si sono tolti Le città della notte rossa 343/85
i vestiti finché non hanno iniziato a danzare completamente nudi sopra le sciarpe di seta dai colori vivaci e sui vestiti sparpagliati per tutto il ponte. Il Capitano Strobe stava in piedi sul ponte di poppa suonando un flauto d'argento, e le note sembravano cadere da una stella lontana. Solo Mr Thomas, al fianco di Strobe, sembrava completamente distaccato, e per un attimo la sua massiccia figura fu trasparente davanti ai miei occhi: probabilmente un'illusione prodotta dalla droga. Mr Thomas stava guardando la Siren attraverso il suo cannocchiale. Alla fine, avendo ricevuto il segnale che le loro vele erano a posto, ha dato ordine di alzar vela sul Great White. Piuttosto inaspettatamente siamo riusciti a eseguire l'ordine senza difficoltà, perché l'effetto dell'hashish permette di passare facilmente da un'attività all'altra. Kelley ha dato lo stesso ordine in una lingua sconosciuta ai ragazzi che danzavano e che adesso si comportavano da uomini di mare, qualcuno nudo, qualcuno con la sciarpa avvolta intorno alle anche, mentre facevano il loro lavoro cantando strane canzoni. Così le vele furono issate in fretta e ci mettemmo in rotta, non sapevo per dove. Alcuni dei ragazzi hanno delle amache e dormono in coperta, ma spesso siamo in due per cuccetta nel castello di prua. Poiché siamo adesso una ciurma doppia, c'è molto tempo con niente da fare, e sono riuscito a sapere qualcosa della strana storia di questi ragazzi travestiti. Alcuni di loro sono danzatori del Marocco, altri vengono da Tripoli, Madagascar e dall'Africa Centrale. Ce n'è qualcuno che viene dall'India e dalle Indie Orientali che è stato imbarcato su vascelli pirata nel Mar Rosso, dove depredavano mercantili e altri pirati allo stesso modo, il cui metodo di operare era questo: alcuni si uniscono alla ciurma di una nave, vendendo i propri favori e insinuandosi in posizioni chiave. Allora la ciurma avvista un'imbarcazione apparentemente inerme con un carico di belle donne tutte che cantano e ballano lascivamente e proWilliam S. Burroughs 86/343
mettono ai marinai i loro corpi. Una volta a bordo le "donne" tirano fuori pistole e coltellacci nascosti, mentre i loro complici a bordo fanno lo stesso, e adesso la Siren scopre i suoi cannoni: cosicché spesso la nave è catturata senza la perdita di una sola vita. Molte volte i ragazzi si imbarcano come cuochi (mestiere in cui eccellono) e poi drogano tutta la ciurma. Però, si sparge rapidamente la notizia delle loro operazioni e adesso fuggono sia dai pirati che dalle pattuglie navali, avendo come dicono i francesi, brûlé, bruciato, la zona del Mar Rosso. Kelley mi ha raccontato la sua storia. Ha cominciato la sua carriera come marinaio sulle navi mercantili. Nel corso di una lite ha ucciso il quartiermastro, per la qual cosa fu processato e condannato all'impiccagione. La sua nave era a quel tempo nel porto di Tangeri. La sentenza fu eseguita nella piazza del mercato, ma alcuni pirati che erano presenti lo liberarono tagliandogli il cappio, lo portarono alla loro nave, e lo rianimarono. Si pensava che un uomo che era stato impiccato e riportato in vita avrebbe non solo portato fortuna alla loro impresa ma anche assicurato protezione contro il fato dal quale era stato salvato. Mentre era ancor privo di sensi i pirati gli strofinarono dell'inchiostro rosso nei segni della canapa, così sembrava che avesse una corda rossa sempre intorno al collo. La nave pirata era comandata da Skipper Nordenholz, un rinnegato della marina olandese che poteva ancor far passare la sua imbarcazione per onesto mercantile battente bandiera olandese. Strobe era il comandante in seconda. Avevano appena lasciato Tangeri diretti al Mar Rosso per il Capo di Buona Speranza quando scoppiò un ammutinamento. La ciurma era in disaccordo sulla destinazione, essendo dell'avviso di dirigersi alle Indie Occidentali. Inoltre nutriva disprezzo per Strobe considerandolo un dandy effeminato. Dopo che ebbe ucciso cinque dei fomentatori furono costretti a rivedere quest'opinione. La ciurma ammutinata venne poi lasciata a terra e ne fu arruolata una di acrobati e di ballerini, poiché Nordenholz aveLe città della notte rossa 343/87
va già studiato il modo di utilizzarli. Kelly afferma di aver appreso i segreti della morte sulla forca: questo gli conferisce un'invincibile abilità di spadaccino e una tale superiorità sessuale che nessun uomo né donna gli sa resistere, con l'eccezione del Capitano Strobe, che egli considera più che umano. "Voici ma lettre de marque", dice, passandosi le dita sul segno della corda. (Il brevetto di corsa era rilasciato a privati dai loro governi e li autorizzava a depredare i vascelli nemici come dei combattenti autorizzati, distinguendoli così dai comuni pirati. Lettere simili spesso, ma non certo sempre, hanno salvato il latore dalla forca). Kelley mi dice che la semplice vista dei suoi segni di corda instilla negli avversari una debolezza e un terrore uguali all'apparizione della Morte in Persona. Ho chiesto a Kelley come ci si sente a essere impiccati. "All'inizio avvertivo un grandissimo dolore dovuto al peso del mio corpo e ho sentito i miei spiriti in grande commozione violentemente premuti verso l'alto. Dopo che ebbero raggiunto la testa ho visto una grande vampata di luce che sembrava uscirmi dagli occhi con un lampo. Poi ho perso ogni sensazione di dolore. Ma dopo essere stato liberato, ho sentito un dolore così insopportabile per le fitte e i crampi mentre il sangue e gli spiriti mi ritornavano che ho desiderato che quanti mi avevano tagliato la corda fossero impiccati» 4. Il lettore potrà domandarsi come io possa trovare il tempo di scrivere questo resoconto durante un viaggio per mare in un affollato castello di prua. La risposta è che ho fatto delle brevissime annotazioni ogni giorno, con l'intenzione di ampliarle più tardi. Adesso ho ogni giorno due ore libere per ricostruire da queste note una narrazione, poiché Strobe mi ha messo a disposizione una scrivania e materiale per scrivere, avendo per qualche motivo interesse a stampare il mio resoconto. Daniel P. Mannix, The History of Torture (New York: Dell, 1964). William S. Burroughs 88/343
Ogni sera tutti i ragazzi si svestono e si lavano con secchi d'acqua di mare, quindi hanno luogo diversi giochi e competizioni sessuali. In uno di questi giochi ciascun ragazzo mette un pezzo d'oro sul ponte, e il primo a eiaculare vince l'oro. Ci sono anche gare di distanza. Poiché c'è abbondanza di polvere e palle di cannone a bordo, c'è stata qualche gara con pistole e moschetti. Io ho vinto qualche pezzo d'oro, stando attento a non superare Kelley, pur essendo sicuro che avrei potuto farlo. Sento che potrebbe dimostrarsi un nemico molto pericoloso. Ci sono molte cose qui che non capisco. Le città della notte rossa 343/89
Sei sotto eroina? Di ritorno a New York chiamo i Green dal mio attico. Ci ho messo cinquemila dollari di misure di sicurezza in questo spazio. Le finestre sono di vetro infrangibile con sbarre ruotanti. La porta è due pollici di acciaio massiccio, proveniente da un caveau. Vi dà un senso di sicurezza, come essere in Svizzera. Mr Green può vedermi subito. Mi dà un indirizzo in Spring Street. Attico borghese... grande cucina moderna... gatto siamese... piante. Mrs Green è una donna bellissima, capelli rossi, occhi verdi, sguardo distante e sognante. Noto Viaggi fuori dal corpo, Scoperte psichiche oltre la Cortina di Ferro, i libri di Castaneda. Mr Green mi prepara un Chivas Regal. Metto in chiaro la mia posizione... «Investigatore privato... nessuna autorità per fare un arresto... posso solo passare le prove alla polizia locale... Francamente, in questo caso non posso vantare molte speranze di ottenere un arresto, figuriamoci una condanna». «Vogliamo lo stesso rinnovarle l'incarico». «Perché, esattamente?». «Vogliamo sapere la verità», disse Mrs Green. «Che gli assassini possano esser portati in tribunale oppure no». Io tiro fuori il questionario con i trascorsi medici di Jerry. «Qui dice che Jerry ha avuto la scarlattina all'età di quattro anni ». «Sì. Abitavamo a St Louis a quel tempo», dice Mrs Green. «Chi era il dottore?». «Il vecchio Dottor Greenbaum. Abitava di fianco a noi». William S. Burroughs 90/343
«È ancora vivo?». «No, è morto dieci anni fa». «E ha fatto lui la diagnosi?». «Sì». «Si sentirebbe di dire che era competente nelle sue diagnosi? ». «Non proprio», disse Mrs Green. «Ma perché è importante?». «Sembra che Jerry abbia avuto un attacco di scarlattina o qualcosa di simile poco prima di essere ucciso». Mi rivolsi a Mrs Green. «Si ricorda i particolari? Come è cominciata la malattia? ». «Be', sì. Era un giovedì e aveva fatto una passeggiata con una governante inglese che avevamo allora. Quando è tornato era febbricitante e aveva i brividi ed eruzioni cutanee. Ho pensato che fosse morbillo e ho chiamato il Dottor Greenbaum. Lui disse che non erano macchie di morbillo, che probabilmente era un caso lieve di scarlattina. Ha prescritto dell'aureomicina e la febbre se n'è andata in pochi giorni». «Jerry ha mai delirato durante la malattia?». «Sì, effettivamente ha delirato. Sembrava molto spaventato e parlava di animali sulle pareti». «Si ricorda che animali, Mrs Green?». «Ha nominato una giraffa e un canguro». «Non ricorda nient'altro?». «... Sì», disse dopo una pausa. «C'era un odore strano nella sua camera... una specie di odore di muschio... come in uno zoo». «Il Dottor Greenbaum ha fatto commenti su questo odore?». «No, credo che avesse un raffreddore». «Lei lo ha notato, Mr Green?». «Be', sì, era nelle lenzuola e nelle coperte quando le abbiamo mandate in lavanderia... Esattamente come è stato ucciso Jerry, Mr Snide?». «Una massiccia overdose di eroina». «Lui non era...». Le città della notte rossa 343/91
«No, non era un tossicomane e la polizia greca è convinta che l'eroina non se la sia somministrata da sé». «Ha qualche idea del perché sia stato ucciso?». «Non ne sono del tutto sicuro, Mr Green. Potrebbe essere un caso di scambio di persona». Quando andai in ufficio il giorno dopo, il mio assistente Jim Brady c'era già, arrivato dritto dall'aeroporto. È molto snello, un metro e ottanta, ottanta chili, un irlandese scuro. In realtà ha ventotto anni ma ne dimostra diciotto, e spesso deve mostrare la sua carta d'identità per farsi servire nei bar. Mi porse un pacco proveniente da Atene: una fotografia, e un messaggio di Dimitri battuto a macchina su carta gialla in stile telegrafico: HO TROVATO VILLA DOVE JERRY GREEN FU UCCISO STOP SUL CONTINENTE QUARANTA MIGLIA DA ATENE STOP TESTA ANCORA MANCANTE STOP VILLA AFFITTATA ATTRAVERSO AGENZIA VIAGGI LONDRA STOP NOMI FALSI STOP DIMITRI La foto mostrava una nuda stanza dal soffitto alto con le travi in vista. Su una trave c'era un pesante gancio di ferro per lanterne. Dimitri aveva fatto un cerchio di inchiostro bianco intorno a questo gancio e ci aveva scritto sotto: "Tracce di fibre di corda". «Ha telefonato un certo Mr Everson», disse Jim. «Suo figlio è scomparso. Gli ho dato un appuntamento». «Dov'è scomparso?». «In Messico. Un archeologo maya. Scomparso da sei settimane. Ho mandato il questionario a Mr Everson e gli ho chiesto delle foto del ragazzo». «Bene». Non avevo nessuna particolare simpatia per questo caso, ma mi portava nella direzione in cui volevo andare. William S. Burroughs 92/343
Di ritorno al mio attico decidiamo di tentare un po' di magia del sesso. Secondo un dogma paranormale, il sesso in se stesso è un pretesto e deve essere subordinato all'intento del rituale. Ma io non credo alle regole. Quello che capita, capita. L'altare è preparato per un rito egizio fissato per il tramonto, che è tra dieci minuti. È una lastra di marmo bianco larga circa un metro. Segniamo i punti cardinali. Un giacinto in un vaso per la terra: Nord. Una candela rossa per il fuoco: Sud. Un vaso di alabastro pieno d'acqua per l'acqua: Est. Un glifo d'oro su pergamena bianca per l'aria: Ovest. Poi mettiamo i glifi per il rito, d'oro su pergamena bianca, sul muro ovest, dato che questo è un rito del calar del sole e siamo voltati verso l'Ovest. Inoltre mettiamo sull'altare una tazza d'acqua, una tazza di latte, un portaincenso, essenza di rose, e un ramoscello di menta. Dopo aver preparato tutto, ci mettiamo nudi come mamma ci ha fatti e ce l'abbiamo duro ancor prima di toglierci i vestiti. Io prendo una bacchetta d'avorio e traccio un cerchio intorno ai nostri corpi mentre tutti e due intoniamo traduzioni del rito, leggendo dai glifi sul muro. «Che gli Splendenti non abbiano potere su di me». Jim lo legge come un rosario e ci mettiamo a ridere tutti e due. «Ho purificato me stesso». Prendiamo dell'acqua dalla tazza e ci tocchiamo la fronte. «Mi sono unto con unguenti». Versiamo lo speciale unguento da un vaso di alabastro, toccando la fronte, l'interno dei polsi, e la base della spina dorsale, visto che il rito avrà un climax sessuale. «Io porto a voi profumo e incensi». Aggiungiamo ancora incenso, qualche goccia di olio di rose, e un pizzico di benzoino nel bruciatore. Rendiamo omaggio ai quattro punti cardinali mentre invochiamo Set al posto di Khentamentiu, visto che questo è in un certo senso un rituale di magia nera. È adesso l'ora esatta del tramonto, e rendiamo omaggio a Tem, visto che Ra, quando tramonta, prende questo nome. Facciamo abluzioni di acqua e Le città della notte rossa 343/93
latte ai quattro punti cardinali, immergendo un ramoscello di menta nelle tazze mentre invochiamo gli Splendenti elementa li. È adesso il momento del climax rituale, in cui gli dei possiedono i nostri corpi e l'intento magico è proiettato nel momento dell'orgasmo e visualizzato come una cascata di oro liquido. «Il mio fallo è quello di Amsu». Mi chino in avanti e Jim mi strofina l'Unguento su per il culo e fa scivolare dentro il suo cazzo. Un rombo nelle mie orecchie mentre immagini e nastri mi vorticano nel cervello. Figure umbratili sorgono al di là della luce della candela... una visione di forche e città incendiate come in Bosch... Set... Osiride... odore di mare... Jerry appeso nudo alla trave. Un dolce putrido rosso odore di muschio e metallo vortica intorno ai nostri corpi palpabile come una foschia, e quando comincio a eiaculare, la stanza diventa più chiara. All'inizio credo che le candele abbiano alzato la fiamma e poi vedo Jerry lì in piedi nudo, il corpo che irradia luce. C'è un ghigno da scheletro sul suo volto, che svanisce nell'enigmatico sorriso delle statue degli arcaici giovani greci e poi si trasforma in Dimitri, con un'espressione divertita ed enigmatica. Così mandiamo gli Splendenti a casa loro e noi ce ne andiamo a letto. «Perché credi che sia stata tagliata via la testa?», chiede Jim. «Ragione ovvia: per confondere la causa della morte nel caso che il corpo venisse trovato. Ma loro non credevano che il corpo sarebbe stato trovato. C'era qualche scopo speciale che avevano in mente, usando sia la testa che il corpo». Disegni di teste di scimmia trapiantate mi balenano davanti agli occhi. «Dove pensi che sia adesso la testa?». «A New York». William S. Burroughs 94/343
Berrettino da cavallo 5 per cavalcar per cavalcare Il giorno dopo quando arrivammo in ufficio c'era un telegramma di Dimitri: HO IN CUSTODIA SOSPETTO CHE HA ASSISTITO A MORTE DI JERRY GREEN STOP TELEGRAFI SE DESIDERA INTERROGARE SOSPETTO Prendemmo il primo aereo per Atene e scendemmo all'Hilton. Dimitri mandò una macchina a prenderci. Jim era un po' rigido quando si strinsero la mano nell'ufficio di Dimitri: aria condizionata... tappeto blu da una parete all'altra, una scrivania, poltrone di cuoio, una foto del Partenone alla parete, tutto lindo e impersonale come una camera dell'Hilton. Dimitri ha sollevato un sopracciglio. «Credo di capire che lei disapprova la nostra politica, Mr Brady. Per conto mio disapprovo qualsiasi politica. La prego di capire che io non ci guadagno niente da questa indagine. I miei superiori politici vogliono lasciar perdere tutta la storia... qualche degenerato straniero... è male per il turismo». Jim arrossì corrucciato e si guardò le scarpe e girò un piede di traverso. «Cosa mi dice di questo testimone che ha?», domandai. Dimitri si appoggiò allo schienale della sedia dietro la scri
5 Cavallo, in inglese horse, significa anche, in gergo, eroina. Le città della notte rossa 343/95
vania e riunì le punte delle dita. «Ah sì: Adam North, il testimone perfetto. È sopravvissuto alla sua perfezione perché era in stato di fermo. La mattina in cui il ragazzo Green fu ucciso, diciotto settembre, il giovane North venne arrestato con un quarto di oncia di eroina in tasca. Quando ho visto il rapporto del laboratorio ho ordinato che fosse messo in isolamento. L'eroina che di solito comprava dagli spacciatori di strada era circa al dieci per cento. Questa era quasi al cento per cento. L'avreb be ucciso in pochi secondi». «Be', se lo avrebbero ucciso per farlo tacere su qualcosa, perché farglielo sapere prima?», chiese Jim. «Una domanda complicata. Vede, lui era una specie di macchina fotografica da cui si poteva impressionare e sviluppare una pellicola. Ma prima le ossa, poi la carne. Adam North era stato avvicinato da qualcuno che corrispondeva», Dimitri mi lanciò un'occhiata, «alla sua descrizione di Marty Blum, e gli era stato offerto un quarto d'oncia di eroina più un'indennità di mille dollari da pagare in due rate per assistere a un rituale magico comprendente una finta esecuzione. Era sospettoso». Dimitri accese un magnetofono. «Perché io?», disse una stupida, aspra voce giovanile. Continuò. «Allora questo personaggio da fumetti dice che io sono un perfetto. "Un perfetto cosa?" gli chiedo io. "Un perfetto testimone", mi dice lui. Ha in mano cinque bigliettoni. "Be', d'accordo", dico io. "Ma c'è una condizione", dice lui. "Devi promettere di astenerti dall'eroina o da ogni altra droga per tre giorni prima della cerimonia. Devi essere in condizioni pure". "Parola di boyscout", gli ho detto e lui mi dà la grana. "Ma una cosa ancora", dice. Mi dà una foto a colori di un ragazzo dai capelli rossi che mi assomiglia un po'. "Questo è il soggetto. Ti devi concentrare su questa foto per i prossimi tre giorni". Allora gli dico: "Certo", e me ne vado. E lo credereste, con cinquecento dollari in tasca non posso comprar della merda in nessun posto in nessun modo. Così quando lo chauffeur viene a prendermi in una Daimler sto da cani». William S. Burroughs 96/343
Dimitri spense il magnetofono. «Venne portato in una villa fuori Atene dove assistette a una bizzarra cerimonia che culminò con l'impiccagione del ragazzo Green. Tornato ad Atene gli fu dato il quarto d'oncia di eroina. Stava tornando all'appartamento della sua ragazza quando venne fatto l'arresto». «Ancora non capisco», disse Jim. «Lo tirano dentro come testimone, Dio sa perché, poi lo fanno fuori per chiudergli la bocca ». «Non intendevano chiudergli niente. Intendevano aprirlo ed estrarre il film. Adam North era il testimone perfetto. Ha l'età di Jerry, nato nello stesso giorno, e gli assomiglia abbastanza da essere un fratello gemello. Lei conosce i sintomi della disintossicazione da eroina... la dolorosa intensità delle impressioni, leggera febbre, orgasmi spontanei... una pellicola sensibilizzata. E un'overdose di eroina è la più facile delle morti, così le immagini registrate sulla sensibile pellicola della disintossicazione vengono via senza distorsione in un'overdose di eroina». «Capisco», disse Jim. «È tutto qui sul nastro, ma credo che vorrete vedere questo ragazzo. È, vi devo dire, un ritardato». Mentre scendevamo con l'ascensore, Dimitri continuò: «C'è ragione di sospettare una psicosi latente, mascherata dalla sua tossicomania». «Sta prendendo qualche farmaco?», domandai. «Sì: metadone, per via orale. Non voglio che i suoi disturbi affiorino qui». «Vuol dire che potrebbe diventare un fardello pubblico?», gli chiesi. «Peggio ancora: diventerebbe un rischio sanitario». Vedemmo Adam North in uno dei parlatoi, sotto le luci fluorescenti. Un tavolo, un magnetofono, quattro sedie. Era un bel ragazzo biondo con gli occhi verdi. La somiglianza con Jerry era notevole. Però, mentre Jerry era descritto come molto vivace e sveglio, questo ragazzo aveva un che di molle, vacuo e stupido, sonnolento e pigro come una lucertola malamente Le città della notte rossa 343/97
svegliata dall'ibernazione. Dimitri spiegò che eravamo investigatori assunti dalla famiglia di Jerry, e avevamo qualche domanda. Il ragazzo guardò giù il tavolo davanti a sé e non disse niente. «Quest'uomo che le ha offerto il quarto d'oncia di eroina. L'ha mai visto prima?», domandai. «Sì. Quando ero appena arrivato qui mi ha guidato da uno spacciatore. Credo che prenda una percentuale». «Com'era?». «Faccia grigia, butterata, statura media, massiccio, strana giacca color porpora e catena d'orologio. Come se fosse appena venuto fuori dagli anni Novanta dell'Ottocento. Sembrava che non sentisse il caldo». «Nient'altro?». «Uno strano odore che aveva addosso, come qualcosa di marcio in un frigorifero». «Per favore mi descriva il rituale a cui ha assistito», dissi. «Scusatemi», interruppe Dimitri. Guardò il ragazzo e disse: «Ganymede» e fece schioccare le dita. Il ragazzo rabbrividì e chiuse gli occhi, respirando a fondo. Quando parlò, la sua voce era alterata fino a essere irriconoscibile. Ebbi l'impressione che stesse traducendo le parole da un'altra lingua, un idioma di risolini e gorgoglii da tacchino e tubare e fusa e uggiolii e trilli. «Ganymede Hotel... imposte chiuse... nudo sul letto... la foto di Jerry... sta diventando viva... guardarla mi manda in calore... so che è in una stanza come questa... e aspetta... c'è un odore nella stanza, il suo odore... riesco a fiutare quello che sta per accadere... nudi con maschere d'animali... maschere di demoni... io sono nudo ma non ho una maschera. Siamo in piedi su un palcoscenico... un cappio trasparente... si dimena come una biscia... Jerry viene fatto entrare da una sorella gemella... difficile distinguerli. C'è su tutto una foschia rossa, e l'odore...». Il ragazzo piagnucolava e si dimenava e si grattò l'inguine. "Gli sta legando le mani dietro con una sciarpa rossa... gli ha messo il cappio al collo... Sta crescendo dentro di lui... il cazzo gli sta William S. Burroughs 98/343
venendo su e diventa tutto rosso fin giù alle unghie dei piedi, noi lo chiamiamo un'erezione rossa...», Adam ridacchiò. «La piattaforma gli cade via di sotto e resta appeso lì a scalciare. Viene tre volte di seguito. La sua sorella gemella prende il seme in una bottiglia. Il seme crescerà...». Il ragazzo aprì gli occhi e guardò incerto verso Dimitri, che scosse la testa in un mite rimprovero. «Credi sempre che tutto questo sia successo, Adam?». «Be', certo, Dottore, me lo ricordo». «Ti ricordi anche i sogni. La tua storia è stata controllata e si è scoperto che è senza fondamenti di fatto. Non ce n'è quasi stato bisogno, visto che sei stato sotto costante sorveglianza dal momento del tuo arrivo ad Atene. L'eroina che prendevi è stata analizzata. Contiene certe impurità che possono causare una psicosi temporanea con bizzarre allucinazioni, proprio come quelle che descrivi. Stavamo cercando i grossisti che distribuivano quest'eroina velenosa. Adesso li abbiamo. Il caso è chiuso. Ti consiglio di dimenticare tutto. Sarai rilasciato domani. Il consolato ha combinato per farti guadagnare il viaggio verso casa lavorando su un mercantile». Il ragazzo venne condotto via da un infermiere vestito di bianco. «E gli altri testimoni, quelli con le maschere?» chiesi a Dimitri. «Avevo immaginato che avessero tutti i requisiti per un'eliminazione immediata. Un charter per Londra partito da Atene il giorno dopo l'assassinio rituale si è schiantato in Yugoslavia. Non ci sono stati superstiti. Ho controllato la lista dei passeggeri con i miei contatti nella polizia inglese. Sette dei passeggeri appartengono a un culto druidico sospettato di violare tombe e compiere riti di magia nera con sacrifici di animali. Uno degli animali sacrificati pare che fosse un cavallo. Un atto simile è notevolmente più sconvolgente di un sacrificio umano per la sensibilità britannica». «Hanno sacrificato un cavallo?». Le città della notte rossa 343/99
«È una vecchia pratica sciita. Un giovane nudo monta il cavallo, gli taglia la gola e lo cavalca finché va a terra. Pericoloso, così mi dicono. Un po' come i vostri rodei americani». «E la sorella gemella che lo ha impiccato?», Jim domandò. Dimitri aprì una cartella. «È un travestito, Arn West, all'anagrafe Arnold Atkins, nato a Newcastle sul Tyne. Un costosissimo assassino d'alto bordo specializzato in tecniche sessuali e veleni. La sua parcella di consulenza per ascoltare una propo sta è di centomila dollari, non rimborsabili. Conosciuto come il Colpetto, il Polipo Blu, il Mantello da Sirena. «E adesso, vorreste voi signori accettare di cenare con me? Mi piacerebbe sentire da lei, Mr Snide, la storia completa e non una versione censurata a uso della così limitata mentalità poliziesca ». La casa di Dimitri era vicina all'ambasciata americana. Non era il tipo di casa che ci si aspetterebbe da un ufficiale di polizia con un modesto stipendio. Occupava quasi mezzo isolato. Il giardino era circondato da alte mura, con in cima tre metri di filo spinato. La porta sembrava un caveau. Dimitri mi guidò giù per un corridoio dalle piastrelle rosse in una stanza tappezzata di libri. Porte-finestre si aprivano su un patio lungo circa venti metri e largo quindici. Si vedeva una vasca, alberi e fiori. Jim e io ci sedemmo e Dimitri preparò da bere. Diedi un'occhiata ai libri: magia, demonologia, un certo numero di libri di medicina, uno scaffale di egittologia e libri sui maya e sugli aztechi. Dissi a Dimitri quello che sapevo e quello che sospettavo. Ci misi mezz'ora circa. Quando ebbi finito, rimase seduto per un po' in silenzio, abbassando lo sguardo sul suo bicchiere. «Be', Mr Snide», disse alla fine. «Si direbbe che il suo caso sia chiuso. Gli assassini sono morti». «Ma quelli erano solo...». «Precisamente: servi. Manovalanza. Killer a pagamento, ricompensati con una speciale forma di morte. Lei riconoscerà il rito come la cerimonia egizia del tramonto dedicata a Set. Un William S. Burroughs 100/343
sacrificio che coinvolge insieme sesso e morte è la più potente proiezione di intenti magici. I partecipanti non sapevano che uno degli intenti che stavano proiettando era la loro stessa morte in un incidente aereo». «Nessun indizio di sabotaggio?». «No. Ma non era rimasto molto dell'aereo. L'incidente è avvenuto fuori Zagabria. Il pilota era fuori rotta e volava basso. Sembra un errore del pilota. Ci sono, naturalmente delle tecni che per produrre simili errori... Ha sempre intenzione di continuare con questo caso? Di trovare i pezzi grossi? E perché esattamente? ». «Senta, colonnello, questo non è cominciato con il caso Green. Questa gente sono vecchi nemici». «Non abbia fretta di sbarazzarsi di vecchi nemici. Cosa farebbe senza di loro? Provi a vedere le cose da quest'angolazione: lei è assunto per trovare un omicida. Consegna un assassino a pagamento. Non è soddisfatto. Vuol trovare l'uomo che l'ha ingaggiato. Trova un altro servo. Non è soddisfatto. Trova un altro servo, e un altro, su fino a Mr o Mrs Big, che si rivela essere ancora un altro prezzolato... un servo di forze e poteri che lei non può raggiungere. Dove si ferma? Dove tira la riga?». E qui aveva ragione. Continuò: «Consideriamo quello che è successo qui. Un ragazzo è stato impiccato per scopi rituali e magici. È così sconvolgente?... Lei ha letto Gli abitanti delle paludi?». Annuii. «Be', la lenta morte per impiccagione di una persona nuda durante le feste di primavera ogni anno... queste feste, in limiti ragionevoli, potrebbero servire come valvola di sfogo... Dopotutto, succede di peggio tutti i giorni. Certamente è una questione minore a paragone con Hiroshima, Vietnam, inquinamento generale, siccità, carestie... deve mantenere una visione ampia e generale delle cose». «Potrebbe non avere affatto limiti ragionevoli. Potrebbe diventare pandemica». Le città della notte rossa 343/101
«Sì... gli aztechi sono andati un po' fuori controllo. Ma lei si riferisce alla sua teoria virale. Lo dobbiamo chiamare "Virus B23"? La "Febbre dell'Impiccagione"? E lei sta estrapolando da due casi che potrebbero non essere collegati. Peter Winkler può essere morto per qualcosa di completamente diverso. So che lei non vuol pensare a un'eventualità simile, ma immaginiamo che una simile epidemia si verifichi». Fece una pausa. «Quanti anni aveva Winkler?». «Poco più di cinquanta». «Ah. Jerry era un portatore di questa malattia. Non ne è morto direttamente. Winkler, che aveva trent'anni di più, è morto in pochi giorni. Be'... ci sono certi che pensano che una pestilenza selettiva sia la soluzione più umana al sovrappopolamento e alla conseguente impasse di inquinamento, inflazione, ed esaurimento delle risorse naturali. Un'epidemia che uccide i vecchi e risparmia i giovani, meno una ragionevole percentuale... uno potrebbe essere tentato di lasciare che un'epidemia simile segua il suo corso anche se avesse il potere di fermarla». «Colonnello, ho il presentimento che quanto potremmo trovare nei laboratori del Sudamerica farebbe sembrare la storia che abbiamo ascoltato da Adam North un tranquillo romanzo gotico per vecchie signore e bambini». «Proprio quello che stavo cercando di dire, Mr Snide. Ci sono rischi che non vale la pena di correre. Ci sono cose che è meglio lasciare invisibili e ignote». «Ma qualcuno deve vederle e saperle prima o poi. Altrimenti non c'è protezione». «Quel qualcuno che deve vedere e sapere potrebbe non essere lei. Pensi alla sua vita e a quella dei suo assistente. Potrebbe non spettare a voi agire in questa faccenda». «Lei non ha tutti i torti». «No davvero», disse Jim. «Mr Snide, lei considera Hiroshima un crimine?». «Sì». William S. Burroughs 102/343
«Ha mai avuto la tentazione di mettersi a caccia dei pezzi grossi?». «No. Non era affar mio». «La stessa considerazione può andar bene qui. C'è, tuttavia, una cosa che lei può fare: trovare la testa ed esorcizzarla. Io l'ho già fatto con il corpo. Mr Green ha acconsentito alla sua sepoltura qui nel cimitero americano». Attraversò la stanza, arrivò a un armadietto chiuso a chiave e tornò con un amuleto: simboli runici su quella che sembrava pergamena in un medaglione di ferro. «Non pergamena: pelle umana...», mi disse. «La cerimonia è molto semplice: la testa vien messa in un cerchio magico su cui sono stati segnati i punti cardinali. Ripeta tre volte: "Ritorna all'acqua. Ritorna al fuoco. Ritorna all'aria. Ritorna alla terra". Poi tocchi la sommità della testa, la fronte, e un punto dietro l'orecchio destro, in questo caso (era mancino), con l'amuleto». Bussarono alla porta, e una donna greca di mezz'età con i baffi spinse dentro un carrello con la cena a base di triglie e insalata greca. Dopo la cena e un brandy ci alzammo per accomiatarci. «Ho detto che potrebbe non spettare a voi agire. D'altra parte, potrebbe spettare a voi. Lo saprete voi se sarà così, e avrete bisogno di aiuto. Posso darvi un contatto a Città del Messico... 18 Callejón de la Esperanza». «Ricevuto», disse Jim. «Il mio autista vi riporterà all'Hilton». «Il bicchiere della staffa?». «No», disse Jim. «Ho mal di testa. Vado su in camera». «Io do un'occhiata al bar. Ci vediamo tra un attimo». , Avevo visto qualcuno che conoscevo dell'ambasciata americana. Probabilmente CIA. Sentivo che voleva parlarmi. Alzò lo sguardo quando entrai, annuì e mi invitò a bere con lui. Era giovane, magro, capelli rossicci, occhiali... raffinato e aria da università. Fece segno al cameriere e io ordinai una birLe città della notte rossa 343/103
ra. Quando il cameriere portò la birra e se ne tornò al bar, l'uomo si chinò in avanti, parlando a voce bassa e precisa. «Una cosa tremenda, quel ragazzo Green». Cercava di sembrare addolorato e solidale ma i suoi occhi erano freddi e scrutatori. Dovevo stare ben attento a non dirgli qualcosa che già non sapesse. «Sì, veramente». «Credo di capire che è stato mh be', un delitto sessuale». Cercava di sembrare imbarazzato e un tantino salace. Si guardava intorno imbarazzato e salace quanto un pescecane. Era freddo e sospetto come la Contessa de Gulpa. Ricordai che era ricco. «Qualcosa del genere». «Dev'essere stato terribile per la famiglia. Non gli ha detto la verità?». Sta' in guardia, Clem... «Non sono sicuro di sapere la verità. La storia che in realtà gli ho raccontato è naturalmente una faccenda riservata...». «Naturalmente. Etica professionale». Senza traccia di ironia scoperta, fece in modo di comunicarmi un ampio e gelido disprezzo per me e la mia professione. Io annuii semplicemente. Continuò. «Strano tipo, Dimitri». «Sembra molto efficiente». «Molto. Non sempre conviene essere troppo efficienti». «I cinesi dicono che è bene fare uno sbaglio ogni tanto». «Sapeva che Dimitri ha dato le dimissioni?». «Non me l'ha detto...». «Era l'oggetto di gelosie professionali. Agli arrivisti dà fastidio qualcuno con mezzi indipendenti che non ha veramente bisogno di lavorare. Io ne so qualcosa». Sorrise con rammarico, cercando di prendere un'aria fanciullesca. «Be', forse lei può evitare l'errore dell'iperefficienza». Questa se la fece scivolare. «Credo che questi hippie si mettano in qualunque strano culto sessuale estremo...». William S. Burroughs 104/343
«Io ho trovato le loro pratiche sessuali piuttosto noiose e ordinarie, nel complesso...». «Lei ha letto Lo shock del futuro, no?». «L'ho scorso». «Vale la pena di guardarlo attentamente». «Ho trovato più interessante La bomba a orologeria biologi ca». Ignorò anche questa. «Dimitri e il suo cincischiare con la magia: non gli è servito a molto... in termini di carriera, voglio dire». «Magia? Non mi sembra il tipo». Avevo capito che sapeva che ero appena stato a casa di Dimitri a cena. Sperava che gli dicessi qualcosa della casa: libri, arredi... e questo significava che lui non c'era mai stato. Un lieve spasmo di esasperazione gli passò sul volto come un tremito sismico. Il volto gli tornò morto e liscio come una maschera di marmo, e disse lentamente: «Il suo assistente non è terribilmente giovane per il genere di lavoro che fate?». «Lei non è un pochino giovane per il genere di lavoro che fate? ». Decise di ridere. «Be', largo ai giovani. Un'altra birra?». «No, grazie. Devo prendere un aereo presto». Mi alzai. «Be', buonanotte, Skipper». Decise di non ridere. Annuì solo in silenzio. Mentre uscivo dal bar sapevo che si stava sforzando di non seguirmi con lo sguardo. Non c'erano dubbi. Ero stato avvertito in termini non equivoci di lasciar perdere e starne fuori, e non mi era piaciuto: specialmente arrivando quando avevo quasi deciso di lasciar perdere e starne fuori. E non mi piaceva vedere Jim minacciato da un moccioso bullo della CIA. La mafia non avrebbe potuto essere molto più rozza. «Aiutante vostro giovane giovane. Avete mai guardato un libro chiamato Lo shock del futuro, eh?». Quando salii in camera trovai la porta aperta. Come entrai Le città della notte rossa 343/105
mi investì una folata dell'odore di febbre: l'acre odore animale del corpo nudo senza testa di Jerry. Jim era sdraiato sul letto coperto da un lenzuolo fino alla vita. Quando lo guardai sentii una fitta salirmi dietro il collo. Stavo guardando la faccia di Jerry, che aveva un ghigno lupesco, gli occhi spruzzavano un fuoco verde. William S. Burroughs 106/343
Port Roger Pagina dal taccuino di Strobe: L'essenza dei giochi di prestigio è la distrazione e il depistaggio. Se qualcuno si può convincere di avere, mediante la propria perspicacia, indovinato i vostri scopi nascosti, non cercherà oltre. Quanto sa o sospetta? Sa che la cattura era predisposta. Immagina un'alleanza tra i pirati e Pemberton, per il commercio nell'Emisfero Occidentale, piantagioni di oppio in Messico e di altri prodotti ora importati dal Medio ed Estremo Oriente. Sospetta, o presto sospetterà, che quest'alleanza possa evolversi in una rivoluzione politica e militare, e secessione da Inghilterra e Spagna. Cosa pensa che ci si aspetti da lui? Il ruolo di armaiolo e inventore, il che è in parte vero. Non devo sottovalutarlo. Ha già letteralmente visto attraverso Mr Thomas. Quanto tempo passerà prima che veda attraverso gli altri? Bisogna stare attenti a Kelley. I servi più necessari sono sempre i più pericolosi. È un'astuta e subdola piccola bestia. Noah scrive che a me interessa stampare il suo diario "per qualche ragione". Ha qualche sospetto di quale ragione? Bisogna tenerlo molto occupato come armaiolo in modo che non si accorga del suo ruolo primario. Quanto gli ci vorrà per scoprire che il Capitano Jones e il Capitano Nordenholz sono intercambiabili? Per afferrare anche il pieno significato del suo stesso nome? Per vedere che io sono i gemelli di Fuentes? Infine, per sapere che io sono anche...? Le città della notte rossa 343/107
Sciarpa intorno al collo immediatamente combinato tra loro voltandosi a ghignare e ammiccare all'arsenale. Io sono il Capitano Strobe, una snella sirena. Giacca scintillante al sole, flauto da una stella lontana nelle loro natiche. Adesso ero fumo chiamato Kelley pallido nella mia mente insieme a un Sì. Capelli rossicci, membro eretto marciando intorno fu liberato. Ragazzi danzatori alla musica suonavano le loro sacche dimenando il pallido inguine alluci contorti. Adesso abbiamo una doppia ciurma giù nella zona del Mar Rosso. La storia cominciò con una lite sentenze di impiccagione. La sentenza depredava mercantili che portavano il carico bellissimo impiccato tornato in vita donne che danzavano lascivamente e assicuravano protezione contro i loro corpi una volta che uno fosse stato salvato. Affermava di aver appreso il sorriso della forca. Ansimando con le labbra stirate si levò eretto eiaculò cappio e nodo piedi attraverso il pavimento. Spiriti intorno al suo collo. Spruzzando sei. Oggi siamo arrivati a Port Roger sulla costa di Panama. Una volta era Fort Pheasant e la usavano come base i pirati inglesi sessant'anni fa. La costa qui è molto pericolosa per la navigazione dei grandi vascelli, a causa di bassifondi e scogliere. Port Roger è uno dei pochi porti profondi. Ma è così difficile arrivarci che solo un navigatore con la conoscenza esatta del passaggio può sperare di farlo. Il litorale è una lontana chiazza verde sulla nostra dritta. Strobe e Thomas scrutano l'orizzonte con i cannocchiali. «Guarda costa...» 6 , i ragazzi mormorano nervosamente. Cattura per gli spagnoli significa tortura o, nel migliore dei casi, schiavitù. Se ci dovesse sopraffare una nave spagnola abbandoneremo la nave sulle scialuppe di salvataggio, lasciando il Great White agli spagnoli. Chi salirà a bordo riceverà una sorpresa, perché ho sistemato un congegno che farà esplodere In italiano nel testo William S. Burroughs 108/343
l'intero carico di polvere appena le porte della stiva saranno aperte. Adesso la nave vira e si dirige verso terra. Strobe, nudo fino alla cintola, ha preso il timone, il corpo esile carico di tensione. Due ragazzi stanno facendo scandagli su entrambi i lati e la nave scorta è cento metri dietro a noi. Stiamo navigando in uno stretto canale tra le scogliere, Mr Thomas e Kelley gridano ordini mentre la nave scivola come un serpente su una striscia di acqua azzurra. Il litorale è sempre più chiaro, appaiono lentamente alberi e colline basse in un tremolio di caldo. Un'impercettibile vibrazione come una corda d'arco che scatta mentre la nave scivola in una profonda insenatura blu a qualche centinaio di metri dalla riva, dove le onde si infrangono su una mezzaluna di sabbia. Caliamo l'ancora a meno di cento metri dalla spiaggia, con la Siren a una pari distanza dietro a noi. Dal porto la città si scorge difficilmente, essendo riparata da una fitta vegetazione di bambù e trovandosi tra alberi e liane. Ho avuto la strana impressione di guardare un quadro in una cornice d'oro: le due navi all'ancora nella quieta insenatura blu, una fresca brezza del mattino, e scritto sotto sulla parte bassa della cornice: "Port Roger, 1 aprile 1702". Gli alberi si diradano, e indiani in perizoma portano in acqua delle barche. Le barche sono sistemate legando una zattera tra due canoe scavate in tronchi d'albero, che servono da pontoni. Queste barche stanno alte sull'acqua e sono sospinte da due rematori rivolti in avanti, alla maniera dei gondolieri veneziani. Questo giorno si presenta alla mia memoria come una serie di quadri... I rematori Sottili corpi rosso-rame tesi contro i remi mentre le barche scivolano avanti in uno spruzzo argenteo di risacca e pesci volanti su uno sfondo di spiaggia e palme. Le città della notte rossa 343/109
Scaricare Gengive rosso vivo, denti bianchi aguzzi, natiche nude mentre il carico vien fatto passare giù dalla fiancata con gran ridere e cantare. I ragazzi inventano canzoni sul carico mentre vien fatto passare fino alle zattere e portato a riva. Queste canzoni, tradotte da Kelley, che mi si è accostato nel suo insinuante modo da fantasma, sembrano piattamente idiote. I ragazzi stanno scaricando barilotti di polvere. Ci offriamo di aiutarli ma gli indiani cantano: «Mani d'uomo bianco scivolose come banane marce». Adesso fanno passare su i barilotti di polvere... «Questo va bum bum in culo alla questione». Chiedo a Kelley cos'è questa "questione"? «Abbreviato per Inquisizione». Un ragazzo tiene su un barilotto di oppio... «Spagnolo non prendere questo, merda venire in calzoni, molto sporco muy sucio». «E a Kiki sta venendo duro perché sa che gli guardo il culo quando si china per opio». «Stavo pensando a Maria». «Togliti il perizoma e mostraci Maria». Kiki arrossisce, ma deve obbedire alle regole di questo gioco. Si toglie il perizoma, sorride timido svelando i meravigliosi genitali rosa e porpora, palle tese, cazzo che si tira in su, il suo odore floreale riempie la stiva. «Maria suo culo. Lo fotto e spruzza a sei piedi...». Si guarda intorno, sfidando i ragazzi seduti sui barili di oppio. Alcuni ragazzi tirano fuori pepite d'oro da piccole borse alla cintura industriosamente ricavate da testicoli spagnoli. «Lui lo ama tanto che lo tengo nelle sue palle. Presto divento ricco come lui». «Dovrebbe esser facile per un bastardo come te». «Mettiti la tua merda gialla dove hai la bocca, fottisorelle. Io vedere te farlo con miei occhi». Una zona viene spazzata e misurata con cura e si mettono giù le scommesse. Kiki si china, le mani sulle ginocchia. L'altro ragazzo, che sembra un fratello gemello di Kiki, stappa un picWilliam S. Burroughs 110/343
colo flacone a forma di fallo in corallo rosa, e una fragranza penetrante riempie la stiva, già greve degli odori di oppio, hashish, e acqua salata che asciuga sui giovani corpi. L'esalazione che viene dal recipiente di corallo rosa è un pesante odore di muschio dolce e marcio simile un cadavere profumato o al sentore che si avverte dove si è abbattuto un fulmine. L'unguento luccica nella fioca luce della stiva, dove rosse membra si muovono pigramente come pesci in acqua nera. Adesso il ragazzo strofina l'unguento lucente su per il culo di Kiki e Kiki rabbrividisce e scopre i denti mentre l'altro ragazzo lo fa scivolare dentro ed entrambi si accendono e splendono: per un attimo la stiva è illuminata a giorno con ogni faccia e corpo chiaramente delineato. Ragazzi radioattivi «In giro per Bar Radiattivi», Kelley mormora acido. «Bar Radiattivi?», gli chiedo. «Già. È il vecchio gioco della guerra da qui all'eternità. Magari già sai che i Ragazzi Radiattivi sono un tipo speciale di fantasmi, quando ne vedi uno muori poco dopo. Naturalmente ci si può abituare a tutto e i ragazzi con la luce sono una robetta d'ordinaria amministrazione per me. Un buon Ragazzo Radiattivo un po' forte può illuminare una sala con un soffitto di sei metri. Uno dei migliori viveva in un castello irlandese ed era il fantasma di un ragazzo di dieci anni strangolato dalla sua folle madre. Quello ha ucciso tre ministri e un vicario». «Così i ragazzi furbacchioni vengono a sapere di questa buona cosa e mettono su il Piano RR per sistemare le persone chiave del nemico. Ma non sanno nemmeno quali pulsanti premere. Il Piano RR viene scaricato a noi sergenti tecnici. Quasi ci impiccano, quasi ci annegano, quasi ci strangolano, coi dottori a darci pacche... "Com'è stato? È diventato radioattivo?" «Metti la tua merda dove erano i ragazzi. Ragazzi Radiattivi sono una valuta speciale della morte. Il fantasma manca di acqua. E una fragranza penetrante riempì il Piano RR. Mezzi-corpi Le città della notte rossa 343/111
mezzo-impiccati, l'odore ci palpeggia. Come un odore di muschio dolce e marcio. Poi qualche elegantone dell'ultima ora ti tira via il culo radioattivo da sotto e se la svigna appena in tempo. Fatti della vita nell'esercito. Stappa il vecchio gioco dell'esercito fottendo un sergente tecnico come me». Le sue parole e anche il suo modo di parlare mi sembrarono dapprima del tutto insoliti, eppure in qualche modo richiamavano dei ricordi, come un attore può richiamare alla memoria certe sensazioni sentendo delle battute ormai dimenticate di una parte recitata in un posto remoto tanto tempo fa. Il capitano Nordenholz sbarca a Port Roger Eccolo lì in piedi su un molo in rovina lasciato dagli inglesi, in un'uniforme di sua invenzione. È affiancato da Opium Jones, i gemelli de Fuentes e il Capitano Strobe, tutti con l'aria di una troupe di attori girovaghi un po' in fase giù ma uniti nella determinazione di portare a termine i ruoli loro assegnati. I ragazzi si trascinano dietro a loro, portando un assortimento di sacchi, valige, e bauli. Attraversano la spiaggia e spariscono uno dopo l'altro in un muro di foglie. Io non so cos'è stato a darmi un'impressione così desolata di questa processione, dal momento che tutti devono avere bauli di oro e pietre preziose, ma per un attimo sono apparsi ai miei occhi come attori malridotti con parti grandiose ma senza i soldi per pagare l'affitto. I gioielli e l'oro sono falsi, le quinte rappezzate e sbrindellate e strappate, il teatro chiuso da un pezzo. Fui preso da un senso di tristezza e desolazione, mentre le parole dell'Immortal Bardo tornavano alla mia mente: Questi nostri attori, Come vi preannunciai, erano tutti spiriti, eSi son dissolti nell'aria... Siamo scesi a terra. Il Capitano Strobe ci viene incontro emergendo da un'immagine a puzzle, camicia e pantaloni William S. Burroughs 112/343
chiazzati di verde e marrone, che si agitano lievemente nella brezza del pomeriggio. Lo seguiamo mentre cammina verso una linea apparentemente ininterrotta di cespugli. Spinge da parte dei rami rivelando un sentiero sinuoso attraverso un intrico di bambù e rovi. Camminiamo per forse un quarto di miglio mentre il sentiero si snoda verso l'alto e finisce in un intrico di bambù. Siamo vicinissimi prima che io mi renda conto che i bambù sono di pinti su una porta verde che si spalanca come la porta magica in un libro che ho visto chissà dove tanto tempo fa. La attraversiamo ed entriamo nella città di Port Roger. Siamo in una cinta di mura come un vasto giardino, con alberi e fiori, sentieri e stagni. Vedo edifici ai lati della piazza, tutti dipinti in modo da fondersi con l'ambiente cosicché gli edifici sembrano un semplice riflesso degli alberi e dei rampicanti e fiori che si agitano alla lieve brezza che sembra scuotere i muri: l'intera scena incorporea come un miraggio. La prima visione di Port Roger avvenne proprio mentre una caramella all'hashish che avevo ingerito a bordo cominciava a fare effetto, creando uno iato nella mia mente e l'interruzione del pensiero verbale, seguita da una secca scossa come se qualcosa fosse entrato nel mio corpo. Sentii una folata di profumo e un suono di flauti lontani. Un lungo fresco locale con un banco, dietro il quale stanno tre generazioni di cinesi. Un odore di spezie e pesce essiccato. Un giovane indiano, nudo a parte una sacca di pelle che gli copre i genitali, si china sul banco a ispezionare un fucile a pietra focaia, le lisce natiche rosse che sporgono. Si volta e ci sorride, mostrando i denti bianchi e le gengive rosso vivo. Ha una gardenia dietro l'orecchio e il suo corpo emana un dolce odore di fiore. Amache, coperte, machete, coltellacci e fucili a pietra sono sul banco. Fuori sulla piazza, Strobe mi presenta a un uomo dalla forte faccia quadrata, occhi blu chiaro, capelli ricci grigio ferro. Le città della notte rossa 343/113
«Questo è Waring. Ha dipinto la città». Waring mi sorride e mi stringe la mano. Non fa mistero della sua antipatia per il Capitano Strobe. Antipatia è forse una parola troppo forte visto che l'odio è escluso da entrambe le parti. Si incontrano come emissari di due paesi i cui interessi non coincidono in nessun punto. Non so ancora che paesi rappresentino. Finora sono stato così completamente affascinato dalla non chalance di Strobe che non mi sono mai fermato a chiedermi: "Qual è l'origine di questo portamento? Dove l'ha comprato, e quanto l'ha pagato?". Vedo adesso che Strobe è un funzionario e così anche Waring, ma non lavorano per la stessa compagnia. Forse sono entrambi attori che non compaiono mai insieme sul palcoscenico, il loro rapporto limitato a brevi cenni fuori scena. «Vi mostro i vostri alloggi», dice Strobe. Entriamo per un massiccio portone coperto di borchie in un patio, fresco e ombreggiato da alberi, cespugli fioriti, e una vasca. Il patio è una versione in miniatura della piazza. La mia attenzione è immediatamente attratta da un giovane che in piedi a circa dieci metri dall'entrata sta eseguendo un passo di danza, una mano sull'anca e l'altra sopra la testa. Ha la schiena verso di noi e come entriamo nel cortile si gela a metà passo, voltando la mano a indicarci. In quel momento, tutti nel patio ci guardano. Il giovane ruota su se stesso e viene verso di noi. Ha una casacca di seta porpora aperta sul davanti, e le sue braccia sono nude fino alle spalle. Le braccia e il torso sono di color bruno scuro, snelle e poderose, e si muove con la grazia di un ballerino. È di tipo scuro, con i capelli neri e ondulati; un occhio è grigioverde, l'altro bruno. Una lunga cicatrice scende dallo zigomo sinistro al mento. Fa una parodia di attenti di fronte al Capitano Strobe, che lo riceve con il suo calmo sorriso enigmatico. Poi il giovane si volta verso Bert Hansen: «Ah, il cocco di casa... », e annusa. «Il profumo dell'oro è sempre il benvenuto». Noto che può essere cordiale e amichevole da un occhio e William S. Burroughs 114/343
nello stesso tempo freddo e ironico dall'altro. L'effetto è sconcertante al massimo. Bert Hansen, non sapendo come reagire, sorride a disagio, e il suo sorriso è immediatamente imitato dal giovane con una tale precisione che per un momento sembra che si siano scambiati di posto. Arruffa i capelli del mozzo di cabina. «Un mostriciattolo irlandese». A Paco dice qualcosa in portoghese. Capisco che è il buffone del reggimento o della nave e il Maestro Cerimoniere, e Paco mi dice che il suo nome è Juanito. Non dubito che Juanito sappia, se necessario, corroborare la sua lingua tagliente con coltello o coltellaccio. Adesso è il mio turno. Tendo la mano, ma anziché stringerla la volta e finge di leggerla. «Stai per incontrare un avvenente sconosciuto». Fa segno da sopra la spalla e chiama: «Hans». Un ragazzo in piedi di fianco alla vasca che butta pezzetti di pane ai pesci si volta e cammina verso di me. Indossa soltanto pantaloni blu, è senza camicia e scalzo, con i capelli gialli e gli occhi azzurri. Il suo torace abbronzato è liscio e senza peli. «Noah, l'armaiolo, ti presento Hans, l'armaiolo». Hans unisce i talloni e fa un inchino mentre ci stringiamo la mano. Mi invita a stare nella sua stanza. Tutto il patio è circondato da una costruzione di legno a due piani. Le stanze al secondo piano si aprono su un portico che corre tutt'intorno al piano superiore e sporge sul pianterreno. Le stanze non hanno porte ma in cima all'ingresso c'è un rotolo di zanzariera che viene abbassata al crepuscolo. Le stanze sono nude celle dai muri imbiancati con ganci per appendere amache e attaccapanni di legno. Porto la mia roba in una stanza al secondo piano e Hans mi presenta a un ragazzo americano di Middletown che divide la camera con noi. Si chiama Dink Rivers. I suoi occhi grigi straordinariamente chiari e diretti mi trasmettono uno shock di sorpresa e riconoscimento come se ci fossimo già conosciuti altrove, e per un secondo io sono in un letto di torrente asciutto e lui dice: «Se mi vuoi ancora sarà meglio che tu mi prenda in fretta». Un attimo dopo sono di nuovo nella stanza di Port Le città della notte rossa 343/115
Roger, ci stiamo stringendo la mano e dice: «Mi fa piacere vederti ». Quando mi informo sulle sue attività, dice che si occupa di educazione fisica. Hans spiega che studia e insegna il controllo del corpo. «Sa fermare il cuore, saltare da sette metri, stare sott'acqua per cinque minuti e», Hans ghigna, «venire senza mani». Quando ho chiesto al ragazzo di dare una dimostrazione, mi ha guardato focosamente senza sorridere e ha detto che lo avrebbe fatto quando fosse giunto il momento. Ci sono quattro latrine: due per il pianterreno e due per il piano superiore, con gabinetti che ricevono acqua da serbatoi di acqua piovana raccolta dal tetto. Il patio contiene diverse piante di fico, aranci, manghi, e avocado e una menagerie di gatti, iguana, scimmie, e strani animali teneri dal muso lungo. Al pianterreno c'è una sala da pranzo comune, una cucina, e un grande bagno dove l'acqua calda è portata a secchi. È una stanza da bagno in stile arabo conosciuta come haman. I ragazzi danzatori stanno stendendo delle stuoie sotto il portico, accendono le loro pipe da hashish e fanno il tè alla menta dolce che bevono continuamente. I giovani cinesi stanno fumando l'oppio. L'intera ciurma della Siren è alloggiata qui, ed è una compagnia mista: inglesi, irlandesi, americani, olandesi, tedeschi, spagnoli, arabi, malesi, cinesi e giapponesi. Camminiamo in giro, parlando e presentandoci in mezzo al mormorio di molte lingue. Vecchie conoscenze sono rinnovate e si scoprono legami di lingue e provenienze comuni. Vi sono alcuni ragazzi di New York che sono stati pirati di fiume, e viene fuori che conoscono Bill, Guy, e Adam. Cinque enormi nubiani, liberati da Nordenholz da una nave negriera, parlano una lingua nota soltanto a loro. Ora vien fatta passare parola attraverso Kelley e Juanito il Buffone che Nordenholz invita tutti noi a cena a casa sua. Hans mi guarda con un sorriso allusivo. "Fräuleins". Spinge il dito dentro e fuori dal pugno. La parola echeggia attraverso il William S. Burroughs 116/343
patio in molte lingue. Hans spiega che ci sarà una quantità di donne alla festa, che sono venute per farsi mettere incinte. Le città della notte rossa 343/117
La mamma ha sempre ragione Al crepuscolo ci mettiamo in cammino verso la casa di Skipper Nordenholz, che è fuori città su un terreno alto sovrastante la baia. Ci riceve in un ampio cortile coperto con tralicci e zanzariere. Ha un'esile faccia aristocratica, occhi verdi, un sorriso costantemente ironico, e un modo obliquo di parlare e al contempo abbassare lo sguardo sul naso... «Felicissimo di darvi il benvenuto a Port Roger. Spero che i vostri alloggi siano comodi...». Il suo inglese è quasi perfetto salvo che per una leggera inflessione. «E adesso», abbassa lo sguardo sul naso e sorride mentre indica una tavola lunga sette metri, carica di cibi: pesci, ostriche, scampi, tacchino, cacciagione, cinghiale, ciotole ricolme di riso, ignami, granoturco, manghi, arance, e barilotti di vino e di birra, "chacun pour soi". Tutti si danno da fare mentre Skipper Nordenholz indica i posti a tavola. Io sono alla sua tavola con il Capitano Strobe, i gemelli de Fuentes o Iguana come vengono chiamati, Opium Jones, Bert Hansen, Clinch Todd, Hans, e Kelley, e un certo Dottor Benway. Mi sforzerò di riferire le conversazioni durante la cena, con tutta la precisione che mi concederà la mia memoria. Riguardavano tutte gli armamenti e le tattiche ma a un livello che non avrei mai creduto possibile all'infuori dei miei solitari tentativi letterari di adolescente: perché sono sempre stato uno scribacchino e durante i lunghi inverni al chiuso riempivo taccuini su taccuini con storie sboccate di pirati provenienti da altri pianeti, coiti con creature aliene, e attacchi dei Ragazzi Radianti alla William S. Burroughs 118/343
Cittadella dell'Inquisizione. Questi taccuini con illustrazioni di Bert Hansen sono in mio possesso, chiusi a chiave in un bauletto. La conversazione alla mia tavola mi dà la sensazione che quei taccuini stiano diventando realtà. «A beneficio di voi ragazzi del Great White», Skipper Nordenholz abbassò lo sguardo sulla tavola e gli occhi gli scintillarono di ironia, «vorrei dire che il nostro nemico in questa zona è la Spagna, e la nostra arma più potente sono le speranze di libertà dei popoli vinti ora schiavizzati e peonizzati dagli spagnoli. Ma quest'arma da sola non è abbastanza. Prima di tutto dobbiamo sviluppare armi da fuoco più efficienti e artiglieria. Per questo compito dipendiamo dai nostri abili armaioli. Dobbiamo anche tenere a mente che vi sono diversi tipi di armi. Opium Jones, ci interesserebbe ascoltare la tua relazione». Opium Jones si è alzato e ha srotolato una mappa di quasi due metri quadrati, parlando nella sua morta voce di oppio. «Come sapete, abbiamo importato una certa quantità di semi di papavero. Abbiamo già campi in questa zona. Molte altre zone sono adatte alla coltivazione. Stiamo mandando in giro consulenti per l'oppio. Opera missionaria, la chiamiamo». «E quali effetti a lunga scadenza prevedi per questo progetto fraterno?», chiese Nordenholz. «In termini commerciali, possiamo vendere a prezzo inferiore rispetto all'oppio orientale e impadronirci del commercio di oppio per le Americhe, Canada e Indie Occidentali. Naturalmente, possiamo aspettarci una percentuale di tossicomani nelle zone di coltivazione...». «Quali vantaggi e svantaggi presentano i tossicomani dal punto di vista militare?». «Possiamo assicurarci la fedeltà confiscando il raccolto di oppio. I drogati sono più resistenti al freddo, allo spossamento e ai disagi di quanto non lo siano i non drogati. Hanno una forte resistenza che praticamente si traduce in immunità a reumatismi, tosse, tubercolosi, e altri disturbi delle vie respiratorie. D'altra parte, sono inutilizzabili se il rifornimento di oppio Le città della notte rossa 343/119
è interrotto». «Tu distribuisci hashish?». «Certamente. Una misura di semi per ogni acquisto alle nostre stazioni commerciali. Diversamente dall'oppio cresce dappertutto». Jones fece passare la mano sulla carta. «L'intera zona ne è piena». Il Dottor Benway si alzò. «Le malattie hanno ucciso più soldati che non tutte le guerre della storia. Possiamo trasformare le malattie in profitto. Se il vostro nemico è malato e voi state bene, la vittoria è vostra. Avvoltoi sani possono uccidere un leone malato. Per esempio, il mio dotto collega Opium Jones ha segnalato l'immunità dei tossicomani alle affezioni respiratorie. E io posso aggiungere che consumatori occasionali che non diventano necessariamente tossicomani sono ugualmente immuni. Considerate i vantaggi di un'epidemia della mortale influenza spagnola». «C'è qualche modo di causare una tale epidemia?». «Non ci sono problemi. Tutti i disturbi respiratori sono trasmessi da sputi, starnuti, e tosse. Dobbiamo solo raccogliere queste escrezioni e mandarle in zona nemica. Considerate i nostri potenziali alleati...». Indicò delle aree sulla mappa. «Malaria e febbre gialla... tutte e due importate dal Vecchio Mondo e prosperanti sul Nuovo. Le mie ricerche mi hanno convinto che queste malattie sono trasmesse dalle zanzare. Zanzariere, incenso di pino, olio di citronella strofinato sulle porzioni denudate della pelle... queste semplici precauzioni -naturalmente non infallibili -ci daranno un vantaggio di cinquanta casi nemici a uno. Dissenteria, itterizia, febbre tifoidea... questi anche più considerevoli alleati sono trasmessi dall'ingestione di escrementi infetti, che possono essere raccolti e introdotti nelle riserve d'acqua del nemico. Bollire tutta l'acqua da bere e astenersi da cibi crudi o frutta non sbucciata dà un'immunità al cento per cento. Dobbiamo, naturalmente, star sempre attenti a non incoraggiare la malattia per la quale non abbiamo un rimedio o i mezzi per evitarla». William S. Burroughs 120/343
«Armi magiche?». La ragazza Iguana ha parlato con la sua tranquilla voce remota: «Tutte le religioni sono sistemi magici in competizione con altri sistemi magici. La Chiesa ha trasmesso elementi magici a congreghe dove i praticanti sono reciprocamente legati da una paura comune. Noi possiamo unire le Americhe in una vasta congrega di coloro che vivono sotto gli Articoli, uniti contro la Chiesa cristiana, cattolica e protestante. È nostra politica in coraggiare la pratica della magia e introdurre credenze religiose alternative per rompere il monopolio cristiano. Stabiliremo un calendario alternativo con feste non-cristiane. La cristianità allora prenderà il suo posto come una delle molte religioni che gli Articoli proteggeranno dalla persecuzione». «Armi economiche?». Strobe ha guardato qualche appunto: «Possiamo, certamente, vendere a basso prezzo l'oppio e vincere la concorrenza... e senza dubbio vari altri prodotti come tè, seta, e spezie. Ma il nostro monopolio più forte è zucchero e rum. L'Europa pagherà il prezzo che diremo noi per lo zucchero». Il mio appetito era stato acuito dall'hashish e sono riuscito ad assaporare meglio l'eccellente pasto: gamberi e ostriche alla griglia con un vino bianco secco, tacchino selvatico, piccioni, cacciagione con un Bordeaux d'annata, ignami, granoturco, succo di frutta, e fagioli, avocado, mango, arance e noci di cocco. Dopo che la compagnia ebbe mangiato a sazietà, Skipper Nordenholz batté un bicchiere per chiedere silenzio. Si mise in piedi davanti alla mappa, parlando in tono sommesso con pause e frasi non finite mentre faceva ogni tanto qualche cenno verso la mappa con le sue belle lunghe dita ben curate da giocatore. «A beneficio dei nuovi arrivati... può interessare anche i vecchi... qualche indicazione e segnale. Abbiamo già stabilito insediamenti fortificati... come vedete, praticamente illimitati. Abbiamo bisogno di artigiani, soldati, marinai e contadini per Le città della notte rossa 343/121
presidiare gli insediamenti già fondati e per stabilire nuovi centri dallo Stretto di Bering al Capo. La procreazione è incoraggiata... è anzi un dovere, spero non troppo spiacevole. Ci attendiamo che alcuni di voi formino famiglie. A ogni modo, madri e bambini... ben allevati, voi capite. Abbiamo bisogno di famiglie che operino come agenti segreti in aree controllate dal nemico. Noi sollecitiamo quelli di voi che hanno capacità come cuochi, albergatori, dottori, e farmacisti... occupazioni strategi che. Una delle nostre mire è assuefare gli spagnoli all'oppio, rendendoli in tal modo dipendenti da rifornimenti che noi possiamo, in un momento cruciale, tagliare... E adesso ci sono alcune mh giovani signore che aspettano di conoscervi». Sparse una polvere su un braciere e una densa nube di fumo si levò con un rumore di tuono. Skipper Nordenholz, il Capitano Strobe, Opium Jones, il Dottor Benway, e i gemelli Iguana sparirono. Adesso un vento spazza il cortile dalla casa di Skipper Nordenholz a Port Roger, spegnendo le candele. Quando si riaccendono, cinquanta ragazze e donne stanno in piedi lungo il muro sud del cortile. Gli uomini e i ragazzi si allineano lungo il muro nord, di fronte alle donne. Juanito, il Buffone e Maestro Cerimoniere, caracolla fino al centro del cortile e alza le mani chiedendo silenzio. «E adesso separeremo los maridos, i mariti, da los hombres conejos, gli uomini coniglio, che fottono», fa una pantomima accelerata di colpi e digrignamenti... «e corrono via», fa il gesto di correre, dondolando le braccia e muovendo le gambe. «Tutti gli uomini coniglio si spostino al muro est». Hans sogghigna e si mette le mani ai lati della testa come orecchie da coniglio e trotta verso il muro est seguito da quattro amici tedeschi. Un ragazzo berbero dai capelli gialli, occhi azzurri e orecchie a punta suona il flauto mentre va verso il muro est. Jerry e i ragazzi gli saltellano dietro masticando carote. Bert Hansen tira fuori dal cappello un coniglio, fa un inchino e corre al muro est in un coro di buuu di disapprovazione dalle William S. Burroughs 122/343
donne e applausi dai ragazzi del muro est. Io faccio tremare le orecchie e dimeno il naso e mostro i denti e arranco verso il muro est seguito da Brady, Paco, Clinch, Todd, Guy e Adam... È tutta una frana verso il muro est... Juanito si guarda intorno come stupefatto... «Esperan esperan... Aspettate aspettate...». Danza dietro un paravento e sbuca fuori completamente nudo a parte una maschera da coniglio. Guarda verso le donne. Le orecchie gli vi brano e puntano verso est... «Y yo el más conejo de los conejos... il più coniglio dei conigli ». Squittisce e salta verso il muro est a grandi balzi. Si toglie la maschera da coniglio e avanza di nuovo al centro del cortile e mette una clessidra su un tavolino. Si volta verso gli aspiranti mariti che stanno ancora al muro nord... «Avete due minuti per pensare». Torna indietro e si ferma al muro est. Mentre la sabbia scorre, studio queste facce. Se noi siamo i pesci, loro sono l'acqua in cui nuoteremo. Ci nasconderanno, ci forniranno armi, guide, e informazioni. Porteranno a termine missioni di sabotaggio dietro le linee nemiche. Alcuni di loro lavoreranno in taverne frequentate da funzionari, preti, e generali. Altri diventeranno dottori e speziali. Sono esperti nell'uso di sottili droghe e veleni. Realizzeranno il programma di Benway per una guerra batteriologica. Qualche coniglio dell'ultimo minuto mentre la sabbia finisce. Poi mogli e mariti si accoppiano e si ritirano in camere separate. Juanito salta su e balla un flamenco mentre ci spostiamo ancora al muro nord di fronte alle donne, che sono rimaste in trenta. Presentano un'ampia varietà di tipi fisionomici: bionde, rosse, indiane, cinesi, negre, portoghesi, spagnole, malesi, giapponesi, e qualcuna di sangue misto. Si fanno preparativi. I danzatori sbarazzano via i piatti e stendono pagliericci. Si accendono bruciatori di incenso, appaiono strumenti musicali, travestimenti e costumi vengono tirati fuori: le pelli di capra di Boujeloud, costumi da scheletri, ali, maschere da animali e da Le città della notte rossa 343/123
divinità. Due cappi da forca penzolano da una trave, con la corda che passa per due pulegge per facilitare la sospensione. Noto che le corde sono elastiche, e i cappi ricoperti di pelle morbida. Juanito annuncia: «Uomini coniglio e donne coniglio, preparatevi a incontrare i vostri creatori». Fa strada verso uno spogliatoio che si apre sul muro est. I ragazzi si tolgono i vestiti, ridacchiano e confrontano le erezioni, e danzano fuori sul cor tile in una nuda linea serpentina. Anche le donne sono nude adesso. Ciò che segue non è un'orgia incontrollata ma piuttosto una serie di performance teatrali. «Signore e signori, assisteremo ora all'accoppiamento del dio Pan e della dea Aisha». Un fondale di colline del Marocco con una luna piena retroilluminata da una lampada che getta una luce dorata sui nostri corpi nudi mentre la musica di Pan riempie il cortile. Sei ragazzi danzatori con fruste indossano gambali e berretti in pelle di capra e danzano di fronte a sei ragazze avvolte in fluttuanti tuniche di sottile seta blu. I volti dei ragazzi sono remoti e impersonali, eppure i loro corpi vibrano e si scuotono come posseduti da spiriti selvaggi. I ragazzi strappano le vesti ad Aisha, che cerca di sfuggire. Le frustano le natiche e lei cade a quattro zampe mentre la chiavano in un crescendo di tamburi e flauti e uno strano profumo riempie l'aria. «E adesso per il vostro divertimento presentiamo: Kelley Mezzo-Impiccato e Kate Mezza-Impiccata nel Salto della Forca ». Sfondo di folla sghignazzante. Kate ha i capelli rossi che le scendono fino alla vita, ardenti occhi verdi, e i rossi segni della canapa intorno al collo. La storia è che era stata impiccata per stregoneria e altri reati contronatura quando gli ufficiali e la folla vennero dispersi da urla di banshee, dopodiché era stata liberata e resuscitata da esseri mostruosi. Kate e Kelley fanno un inchino. Un ragazzo dai capelli rossicci che avevo visto sulla nave suona la cornamusa mentre si William S. Burroughs 124/343
lanciano in una giga sfrenata, capelli che le si agitano intorno come fiamme dell'inferno, mentre danzano sotto i cappi incombenti che essi si aggiustano vicendevolmente al collo con risolini idioti. Lui le si dimena dentro, scalciando via spasmi nell'aria, mentre vengono sollevati da terra da ridacchianti boia. Adesso i loro occhi si accendono nel flash della forca e i due corpi sono racchiusi in uno splendente uovo di luce biancoazzurra. Vengono fatti scendere su una stuoia e dei ragazzi ni dipinti di verde li resuscitano. Si alzano e fanno un inchino. Uno sfondo di mare e sabbia e palme. Idiota musica hawaiana mentre Hans fa una chiavata stile hula hoop con una flessuosa ragazza malese e intanto i suoi quattro amici, supini, applaudono con i piedi. Adesso le palme, con dei ragazzi dentro, si mettono a ballare l'hula. L'effetto è irresistibilmente comico e si fa un gran ridere. Alla fine gli attori, palme comprese, si inchinano. Tredici ragazzi danzatori chiavano al suono di tamburi gnawa e batti-mani. La musica gnawa scaccia gli spiriti malvagi che potrebbero cercare di entrare nell'utero. Si può vedere il nascituro in un getto d'oro liquido mentre lo spirito di Hassan i Sabbah, Signore degli Djinn, Signore degli Assassini, guida i corpi contorti e i vuoti volti rapiti cavalcando i tamburi come un irruente cavallo di fiamma. Tutti i ragazzi vengono insieme quando il viso lupesco di Pan risplende nei giovani volti come una stella cadente. «Il Ratto della Valkyria», annuncia Juanito. Una ragazza svedese dai lunghi capelli biondi è contro uno sfondo di aurore boreali. Monta un cavallo che improvvisamente le crolla sotto e due giovani biondi con elmi da vichinghi sgusciano fuori, e le legano le mani con una corda d'oro. Uno la chiava mentre l'altro le carezza i capezzoli. I ragazzi si guardano sogghignando e mostrano tutti i denti. Sto cercando di immaginare che genere di numero io potrei metter su, che abbia la necessaria concentrazione di intenti per fare un bambino. Clinch Todd mi aiuta a uscire dal mio dilemma. Suo padre era Le città della notte rossa 343/125
un veterinario e aveva trovato che lo sperma raccolto da un maiale, cavallo, cane, o gatto di pregio può essere iniettato nella vagina causando una gravidanza per la quale la sposa doveva pagare un bell'onorario. Inoltre, un prelievo poteva fornire abbastanza sperma per molti piccoli eventi e lui aveva recipienti di questa roba conservati in ghiacciaia. Una volta avevo fatto il giro con lui tanto per divertirmi. Eccolo che masturba animali di pregio e lo spruzza nella scrofa: impersonale come se stesse regolando una siepe. Aveva il tocco: l'animale si arrapava appena glielo toccava. Ma poi cominciò a usare l'oppio e il suo tocco lo tradì. Fu ucciso con un calcio in testa da uno stallone. Questa è la risposta. Clinch mette in fila cinque ragazze di razze diverse nera, cinese, malese, indiana, berbera che saranno ingravidate indirettamente, risparmiandomi così dei contatti per cui ho scarsa inclinazione. Sosterrò il ruolo del giovane dio Mais con un copricapo di mais. Un ragazzo dello Yucatan di pelle nera, capelli lisci, e lineamenti maya classici comparirà come Capitano Nero, uno degli dèi maya della guerra, e mi fotte in piedi, mentre Jerry, in veste di Ganymede il coppiere, raccoglie il seme in un vaso di alabastro. Le ragazze partiranno verso remote comuni nell'entroterra ad aspettare il parto. Riceveranno tutte una bella dote se vorranno sposarsi e i bambini saranno addestrati ben presto nell'uso delle armi e messi in grado di fare la loro parte per la causa della liberazione. Pagine dal diario di Hirondelle de Mer: Sono una strega e una guerriera. Non mi piace essere trattata come un animale da monta. Non è mai venuto in mente a Skipper Nordenholz? Nessuna forza, si dice, è stata imposta: ma io sono forzata dalle mie circostanze, finita qui senza un peso, e dal mio sangue indiano che mi spinge a schierarmi con tutti i nemici della Spagna. Il bambino sarà allevato come uno stregone o una strega. William S. Burroughs 126/343
Ora, una breve scorsa a questi squallidi avventurieri che tramano per appropriarsi di un continente e rifarlo a loro gusto. Sono tutti puto froci maricones. Guardate quel Juanito, el más maricón de los maricones. El más puto de los putos. Nordenholz stava a vendere il culo ad Amburgo vent'anni fa. Solita storia: capitano di nave che lo prende in simpatia, lo arruola come quarto ufficiale. E Strobe con il suo accento da Eton imparato benino. Gente del circo. Mamma e papà erano trapezisti e facevano questo numero da funamboli impiccati con ali d'angelo: lui toglie il cappio, apre le ali, e si butta in un vertiginoso numero aereo con la sua angelica moglie. Aveva attratto un bel po' di attenzione e gli Strobe erano corteggiati dalla gente più altolocata, ma non per molto. Ben presto l'altezzosità dei loro modi, perché parlavano alla famiglia reale come se stessero facendo i condiscendenti con dei servitori, li rese assolutamente insopportabili. Le loro origini americane vennero scoperte e così li mandarono nelle colonie, dove decisero che il numero angelico era troppo esotico per i gusti americani e si presentarono come i Trapezisti Cantanti. Poi aggiunsero altri strumenti, lanciandoseli a vicenda su corde tese: perbacco, era un numero da giocolieri equilibristi. Il giovane John imparò a stare in equilibrio sulla fune e anche la sua abilità di spadaccino. Ma lo spettacolo non era cosa per lui, e partì con Nordenholz. I gemelli Iguana hanno qualche pretesa di nascita aristocratica. Vengono da una famiglia sbarcata tra le prime, diventata povera ed espropriata. Sono stati abituati a comportarsi da ricchi in ogni cosa: «Comportati come se lo avessi e lo avrai», diceva sempre Mamma. Non la dici mai troppo grossa in Messico. Con assurdi titoli inventati e pistoleros a credito si impadronirono di un latifondo nel Messico settentrionale e centrarono una vena argentifera. Nordenholz è un buon organizzatore. Ha capito subito che un insediamento singolo sarebbe stato inevitabilmente scoperto e spazzato via. Il suo piano richiedeva una serie di insediaLe città della notte rossa 343/127
menti, in modo che se uno veniva espugnato potevano ritirarsi verso un'altra posizione fortificata mentre bande di trenta uomini circa potevano tagliare le linee di rifornimento, contaminare le riserve d'acqua del nemico, condurre raid a sorpresa, e alla fine costringere il nemico a combattere su due fronti quando mettevano l'assedio alla prossima posizione. Accurata strategia. Dopo ogni vittoria, altra gente correva verso gli Articoli. Immaginiamo che gli spagnoli siano stati cacciati o sottomessi agli Articoli. Immaginiamo, anche, sollevazioni simili in Nordamerica e Canada a fare a pezzi il governo inglese e francese. Cosa accadrebbe? Può questo vasto territorio essere governato senza l'abituale apparato statale, ambasciatori, esercito e Marina sempre pronti? Possono solo progettare di tenere quest'area con la stregoneria. Questa è una rivoluzione di stregoni. Devo trovare il mio ruolo come strega. William S. Burroughs 128/343
Quien es? Ritornammo in aereo con uno scalo di tre ore a Orly. Avevo deciso quello che avrei fatto. Avrei restituito l'acconto di Mr Green, meno le spese di viaggio, e gli avrei detto che gli assassini veri e propri erano morti in un incidente aereo. La polizia greca considera chiuso il caso. Non c'è nient'altro che io possa fare. Tornato a New York telefonai ai Green. «Sono Clem Snide. Vorrei parlare con Mr Green, per favore». Una voce di donna si fece udire guardinga. «Riguardo a cosa, per favore?». «Sono un investigatore privato con un incarico da Mr Green». «Be', temo che non potrà parlargli. Vede, Mr e Mrs Green sono morti». «Morti?». «Sì. Sono morti stanotte in un incidente stradale. Sono la sorella di Mrs Green». Sembrava molto calma in proposito. «Me ne dispiace molto...». Stavo pensando a quello che aveva detto Dimitri. Gli "Adepti" che avevano impiccato Jerry non sapevano quali intenti magici stavano proiettando. Non sapevano con chi stavano parlando... incidente aereo... incidente stradale... Non volevo più pensare al caso Green, ma mi restava attaccato addosso come l'odore della febbre. Come l'aveva chiamato Dimitri? B-23, la Febbre dell'Impiccagione. Morte è separazione forzata dal corpo. Orgasmo è identifiLe città della notte rossa 343/129
cazione con il corpo. Perciò morte nel momento dell'orgasmo incarna letteralmente la morte. Dovrebbe anche produrre uno spirito legato alla terra: un incubus dedicato a riprodurre quella particolare forma di morte. Presi un Nembutal e alla fine dormii. Qualcuno è stato assassinato in questa stanza molto tempo fa. Tanto tempo fa... la cassaforte vuota... l'avvitatura del tubo in sanguinata? Il suo partner, deve essere stato. Non lo presero mai. Facile sparire a quei tempi, quando un dollaro d'argento bastava per un buon pasto e un pezzo di fica. Odore di polvere e paura vecchia nella stanza. Qualcuno è alla porta sul retro. Quién es? La hall è buia. È Marty che è venuto a trovarti... luce del lampione a gas adesso sulla faccia gialla butterata, i freddi occhi grigi, i capelli neri imbrillantinati, il soprabito con il bavero di pelliccia, il gilè porpora sotto... «Abbiamo faticato a trovarti». Il suo autista ubriaco è là che fatica a star su. «Si è spompato per arrivar fin qui, quello». «Ha fatto un po' di fermate lungo il percorso». «Vieni al Metropole a bere qualcosa. Offro io». Vedete, Broadway è piena di tizi che credono di essere molto in gamba, solo perché sanno una cosa o due 7. «No grazie». «Come sarebbe, no grazie? Abbiam fatto un bel giro per trovarti ». Potete vederli tutti i giorni, a passeggio su e giù per Broadway, a vantarsi delle meraviglie che sanno fare. «Sto aspettando qualcuno dal Palace». «I tuoi vecchi amici non vanno più bene? È così?». «Non ricordo che noi fossimo esattamente amici, Marty». Ci sono imbroglioni e fannulloni, uomini alla Murphy e Queste due righe, come le altre non in corsivo che ricorrono nella pagina, vengono da una vecchia canzone di Broadway. William S. Burroughs 130/343
scrocconi, e tutti gironzolano intorno al Metropole. «Fammi entrare, Dalford. Ho fatto un bel giro». «Va bene, ma...» Ma i loro nomi sarebbero come fango, come un tonto che gioca a poker, se perdono quel vecchio asso giù nascosto. «Bel posto che hai qui. Un sacco di posto. Potresti farci star dentro il Metropole all'occorrenza...». Adesso è seduto sul letto. Ti racconteranno dei viaggi che stanno per fare, dalla Flori da su al vecchio Polo Nord. «Senti, Marty...». Mi sveglio. Jim è coperto di schiuma bianca. Non riesco a svegliarlo. «Jamie!... Jamie!...». Fredda schiuma bianca. Mi sveglio. Jim è in piedi con un tubo idraulico in mano, e guarda verso la porta sul retro... «Mi sembrava che ci fosse qualcuno nella stanza». Mi alzai e mi vestii e andai in cucina a farmi la colazione. Aveva un sapore disgustoso. Il questionario Everson e le sue fotografie erano arrivate, e gli diedi un'occhiata mentre bevevo il caffè. Le foto erano proprio normali. Il ragazzo Everson aveva l'aria del Ragazzo Americano pulito. Mi chiesi perché avesse scelto un argomento esoterico come l'archeologia maya. Jim entrò e chiese se poteva prendere un giorno di vacanza. Ogni tanto lo fa, ha un appartamento per conto suo all'East Village. Dopo che se ne fu andato, mi sedetti e mi occupai attentamente del caso Everson: il ragazzo era stato a Città del Messico a fare qualche ricerca nella biblioteca in preparazione agli scavi nello Yucatan. Nell'ultima lettera diceva che sarebbe partito per Progreso entro pochi giorni e avrebbe scritto da là. Dopo due settimane, la famiglia era preoccupata. Aspettarono una settimana poi telefonarono all'ambasciata americana a Città del Messico. Un uomo controllò l'indirizzo, e la padrona di casa disse che aveva fatto le valige e se n'era andato quasi tre settimane prima. Un controllo della polizia ai registri d'albergo a Progreso non servì a niente. Adesso erano sei settimane senLe città della notte rossa 343/131
za notizie. Diverse possibilità mi erano venute in mente. Poteva essere andato ad altri scavi. Il servizio postale nella provincia messicana è praticamente inesistente. Probabilmente non si trattava che di due o tre lettere smarrite. Ero favorevole a qualche semplice spiegazione di questo tipo. Non avevo nessuna speciale sensazione riguardo a questo caso e mi sentivo sicuro di riuscire a localizzare il giovane Everson senza troppa difficoltà. Decisi di staccare e di buttarmi in un film porno. Era buono, come porno (giovani bellissimi filmati) ma non riuscivo a capire perché avessero tante difficoltà a venire. Ed era tutto manierato. Tutte le volte che un ragazzo veniva su uno stomaco o su un culo, spalmava la sborra come tapioca. Me ne andai nel bel mezzo di una scopata prolungata, e camminai giù per la Terza Avenue fino al Tin Palace. C'era un hippie con una barba nera striminzita a un capo del banco e potevo fiutargli addosso Marty: quel freddo odore grigio da viaggiatore nel tempo. L'avevo già visto in giro. Il nome è Howard Benson. Piccolo spacciatore, erba e cocaina e occasionalmente oppio. Abita da qualche parte nella zona. Incrociò il mio sguardo, finì di bere e se ne andò in fretta. Gli diedi qualche secondo di vantaggio e lo pedinai fino a un complesso di soffitte in Greene Street. Aspettai fuori finché le luci si accesero, feci girare la serratura del portone ed entrai. Avevo una foto identikit di Marty fatta da Jim. Sembra una foto. L'avrei mostrata a questo Howard e avrei detto che era la foto di un sospetto omicida, e avrei visto cos'avrei potuto tirargli fuori prendendolo alla sprovvista o bleffando. La sua soffitta era al terzo piano. Bussai forte e a lungo. Nessuna risposta. Sentivo che dentro c'era qualcuno. «Polizia!», gridai. «Apri la porta o la buttiamo giù!». Ancora nessuna risposta. Be', questo dovrebbe tenere i vicini via dal corridoio. Ci misi circa due minuti ad aprire la porta. Entrai. C'era qualcuno dentro, certo. Howard Benson era sdraiato a faccia in giù in una pozza di sangue. L'arma del delitto era lì anche lei: William S. Burroughs 132/343
una filiera per tubi insanguinata che gli aveva fracassato la nuca. Diedi un rapido sguardo in giro. C'era un lurido mucchio di materassi e coperte in un angolo e un telefono di fianco, qualche arnese, finestre impolverate, il pavimento tutto a schegge. Benson era sdraiato di fronte a una cassaforte vecchio stile che era aperta. In quella stanza un morto odore grigio era sospeso come una nebbia. Marty era lì. Tutta la scena sembrava presa dall'ultimo decennio dell'Ottocento. Mi chinai e annusai la cassaforte aperta. Debole ma inconfondibile, l'odore della febbre. Presi un chiodo. Si appiccicò ai lati della cassaforte. Le pareti erano magnetizzate. La testa di Jerry era stata in quella cassaforte. Rapidamente tracciai un cerchio intorno alla cassaforte, mentre ci vedevo dentro la testa di Jerry più chiaramente che potevo. Ripetei le parole e toccai la testa assente tre volte con l'amuleto che mi aveva dato Dimitri. Un formicolio mi corse su per il braccio. Mezz'ora dopo, ero seduto nell'ufficio di O'Brien. Il suo superiore, il Capitano Graywood, era lì anche lui. Graywood era un uomo alto e biondo con occhiali spessi e un'espressione illeggibile. «Volete tutta la storia, allora?». «Questa sarebbe più o meno l'idea». Gliela raccontai quasi tutta, con quello che sapevo di Marty, e gli mostrai la foto identikit. Gli dissi del ritrovamento del corpo da parte di Dimitri e la storia di Adam North. Il Capitano Graywood non cambiò mai espressione. Un paio di volte O'Brien si trasformò in suo fratello, il prete. Quando ebbi finito tirò un sospiro profondo. «Che storia davvero, Clem. Abbiamo avuto casi come questo... e anche di peggio: torture, castrazioni... casi che non arrivano ai giornali né ai tribunali». Il Capitano Graywood disse: «Allora la sua teoria è che la testa sia stata portata qui come oggetto magico potente?». «Ed è convinto che la testa fosse in quella cassaforte?». Le città della notte rossa 343/133
«Sì» «E perché crede che il corpo andasse in Sudamerica?». «A questo non saprei rispondere». «L'Ecuador è zona di cacciatori di teste, no?». «Sì» «È logico pensare allora che qualcuno avesse in programma di riunire testa e corpo in Sudamerica». «Lo credo anch'io». «Lei non ci ha detto tutto». «Vi ho detto quello che so». «Questo Marty... gli uomini di Dimitri non l'hanno mai visto? ». «No». «Ma lei riesce a vederlo?». «Sì». «Non possiamo arrestare un fantasma», disse O'Brien. «Be', se riesce a diventare abbastanza solido da sfondare il cervello a qualcuno con un arnese da idraulico, potreste riuscirci... È questione di esserci al momento giusto». William S. Burroughs 134/343
Perfino gli scarafaggi Una cosa me da risa Pancho Villa sin camisa Una cosa mi fa ridere Pancho Villa si toglie la camicia La Cucaracha, dove Kiki lavorava come cameriere, aveva La Cucaracha nel jukebox. È un ristorante seminterrato, con un piccolo bar e qualche tavolo. Erano le undici di sera e il posto era vuoto. Non avevo visto Kiki da quando lo avevo interrogato sul caso Green. Molto attraente in un logoro smoking, stava appoggiato al banco, e parlava con la ragazza del bar. Lei nei weekend, in un altro locale, fa un numero di striptease che è una cosa da vedere. Perché il vecchio Pancho scuote via la porcheria Strinsi la mano a Kiki, ordinai un margarita, e mi sedetti, e con perfetto tempismo uno scarafaggio strisciò attraverso il tavolo. Quando Kiki portò il margarita io indicai lo scarafaggio e dissi: «Sta cercando la sua marijuana e di sicuro la troverà». «Sì» 8, disse Kiki con aria assente, e spazzò via lo scarafaggio con il suo straccio. Mi guardai intorno e vidi che c'era un altro avventore vicino alla porta. Non lo avevo notato quand'ero entrato. Sedeva da 8 In italiano nel testo Le città della notte rossa 343/135
solo e leggeva un libro intitolato La nave invisibile che parla di un piano top secret della Marina per far sparire una nave da guerra e tutti i marinai a bordo. Dovrebbe servire a confondere il nemico; a ogni modo, tutti i marinai coinvolti nel progetto impazzirono. Ma gli uomini della CIA erano fatti di pasta più dura e trovarono moderno e conveniente questo modo di "andare a zero", come dicono loro, in una situazione brutta. Porque no tiene Porque le falta Marijuana por fumar Perché non ha Perché gli manca Marijuana da fumare Su una parete c'erano cartelloni di corride e La morte di Manolete. Le tinte velenose mi hanno fatto pensare al verde arsenico e alla vernice verde che si scrosta a squame nel wc. È un quadro grande e dovrebbe valere un mucchio di soldi, come un indiano di legno o L'ultima battaglia di Custer, che la AnheuserBusch Company una volta distribuiva ai suoi clienti. Ricordo che da adolescente mi eccitavo per i verdi corpi nudi sparpagliati in giro a chiappe all'aria, mentre gli indiani li scotennavano, e in particolare una storia su un uomo che si finse morto mentre veniva scotennato e così si salvò. Bevvi i margarita e ordinai un piatto misto e andai alla stanza verde. Quando tornai, "Nave invisibile" se n'era andato. Kiki venne e si sedette con me e prese un Carta Blanca. Gli dissi che Jerry era morto. La cucaracha la cucaracha «Cómo?» «Ahorcado». William S. Burroughs 136/343
Ya no quiere caminar «Nudo?». «Sì». «Come?». «Impiccato». «Nudo?». «Sì». Kiki annuì filosoficamente e una faccia sbirciò fuori, la faccia di un uomo di mezz'età con un po' di strabismo all'occhio destro. Questo dev'essere il maestro di magia macombo di Kiki, decisi. «Era il suo destino», disse Kiki. «Guardi queste». Sparpagliò sul tavolo alcune foto del 1913 o pressappoco. Le foto mostravano dei soldati impiccati ad alberi e pali del telefono con i pantaloni giù fino alle caviglie. Le immagini erano prese da dietro. «Foto mandare lui molto in calore. Lui vuole me stringere sciarpa intorno a suo collo quando viene». Kiki fece il gesto di tirare qualcosa intorno al suo collo. «Lo spirito di Jerry è entrato nel mio assistente. Solo tu puoi farlo venir fuori». «Perché io?». «Lo spirito di Jerry deve obbedire a te perché tu sei il meglio a fotterlo». Gli occhi di Kiki si strinsero con astuzia e tamburellò sul tavolo con le punte delle dita. Pensai che avrei potuto usarlo come interprete in questo viaggio... dopotutto, in conto spese. Il mio spagnolo non vale molto e in ogni caso lui poteva scoprire più cose che non due gringos ficcanaso. «Ti piacerebbe venire con noi in Messico e Sudamerica?». Dissi una somma. Sorrise e annuì. Scrissi il mio indirizzo su un biglietto e glielo diedi. «Trovati là alle undici domani mattina. Facciamo della magia». Le città della notte rossa 343/137
Quando tornai all'appartamento ci trovai Jim, e gli spiegai il rito che avremmo fatto per fare venire fuori lo spirito di Jerry. Annuì. «Già, è mezzo dentro e mezzo fuori e fa male». Il giorno dopo Kiki arrivò con un fagotto di erbe e una testa di Elleggua in una cappelliera. Mentre preparava l'altare, accendendo candele e cospargendosi il capo di essenze, gli spiegai che doveva fottere Jim ed evocare Jerry in modo da fargli en trare Jerry del tutto; e poi io avevo una buona magia forte per esorcizzare lo spirito. Kiki guardava con approvazione, da stregone a stregone, mentre preparavo l'altare per il rito dello zenith e accendevo l'incenso. Mancavano dieci minuti a mezzogiorno. «Todos nudos ahora». Kiki portava calzoncini rosso lucente da pugile, e quando li lasciò cadere ce l'aveva quasi duro. Jim ce l'aveva duro e bagnato. Descrissi un cerchio intorno ai nostri corpi. Eravamo rivolti a Sud per il rito di mezzogiorno e avevo preparato una candela rossa per il fuoco, che era l'elemento di Jerry. L'amuleto era sull'altare e c'era un tubetto di vaselina lì di fianco al vaso dell'unguento. «Quando dico ahora, inculalo». Kiki prese la vaselina e si mise dietro a Jim, che si chinò in avanti sopra l'altare, le mani intrecciate sulle ginocchia. Kiki strofinò la vaselina su per il culo di Jim e si afferrò con le mani alle anche di Jim, contraendo il corpo mentre il cazzo gli scivolava dentro. Jim ansimò e mostrò i denti. La testa e il collo gli diventarono di un rosso vivo e la cartilagine dietro l'orecchio destro gli si gonfiò in un groppo che pulsava. Reggendo l'amuleto, io presi posizione dall'altro lato dell'altare. La faccia di Jerry adesso era di fronte a me, mentre il colore rosso si diffondeva giù fino al petto di Jim e i suoi capezzoli pulsavano eretti. Il suo stomaco, l'inguine e le cosce adesso erano color rosso brillante, e l'irritazione cutanea si era diffusa giù per i polpacci fino alle dita dei piedi e da lui esalava l'odore William S. Burroughs 138/343
della febbre. La testa gli si piegò verso destra quando gli toccai con l'amuleto la sommità del capo, la fronte tra gli occhi, e la cartilagine dietro entrambi gli orecchi. «Ritorna alla terra. Ritorna all'aria. Ritorna al fuoco. Ritorna all'acqua». Per un attimo la faccia rimase là sospesa, gli occhi che splendevano di una luce verde. Un sentore di decomposizione riempì la stanza. Qualcuno disse: «Merda» con voce forte. Met temmo Jim su un divano. Kiki prese un asciugamano bagnato e gli strofinò il petto, la faccia, e il collo. Aprì gli occhi, si alzò a sedere, e sorrise. L'odore di decomposizione se n'era andato. E così pure l'odore della febbre. Alle due chiamò O'Brien: «Bene, credo che le abbiamo trovato la sua testa... o quello che ne resta. Non possiamo esserne sicuri finché non avremo controllato le otturazioni...». «Dove l'avete trovata?». «All'aeroporto. Una cassa con l'etichetta RICAMBI DI MACCHINE mandata per trasporto aereo e indirizzata a un mediatore a Lima, Perù, da ritirarsi da Juan Mateos. La cassa veniva caricata sull'aereo quando gli operai l'hanno lasciata cadere per sbaglio e si è aperta. Era ermetica e robusta... è capitato che è caduta proprio su una giuntura. Mi dicono che c'era abbastanza puzza da stecchire un uomo. Uno di loro ha vomitato su tutta la cassa». «Quando è successo?». «A mezzogiorno. Abbiamo mandato una cassa identica e ci siamo messi in contatto con la polizia di Lima per far pedinare chiunque vada a chiedere». «La cassa era foderata di ferro magnetizzato?». «Sì. Abbiamo copiato anche quello. La polizia di Lima ha due uomini fissi alla dogana che hanno l'incarico di controllare chiunque chieda delle altre casse nel caso dovesse cercare la cassa della testa. Gli basta una bussola per capire qual è quella magnetizzata. Ci abbiamo messo dentro una testa di cera, così anche con i raggi X...». Le città della notte rossa 343/139
«Molto bene. Sembra che abbiate pensato a tutto. Ma un'altra cosa ancora: un oggetto come quello emana delle fortissime vibrazioni psichiche che un sensitivo potrebbe raccogliere... Potreste dirgli di stare particolarmente attenti a qualche adolescente che viene per un'altra cassa e tocca o si strofina contro la cassa della testa». «È già stato fatto. Il Capitano Graywood gli ha detto di stare attenti a qualsiasi ragazzo che si strofini contro la cassa, spe cialmente col culo o con l'inguine». O'Brien lo disse in tono normalissimo, come se fosse una procedura di ordinaria amministrazione. Dimitri, Graywood, e adesso O'Brien. Chi diavolo erano questi che si facevano passare per poliziotti? William S. Burroughs 140/343
Petardi Vi sono circa trenta ragazzi che abitano nel "Palazzo" di Skipper Nordenholz, come lo chiamiamo. Il numero varia da un giorno all'altro perché la gente arriva da altri insediamenti o parte per varie missioni. Mr Thomas è salito a bordo del Great White ed è partito con una piccola ciurma. Il suo incarico è, come sempre, reclutare gente con speciali capacità. I ragazzi fanno da mangiare nella cucina comune o nel patio. Qui i ragazzi arabi arrostiscono la carne su fuochi di carbone e fanno il pane in forni di argilla. Il cibo è abbondante. Mettiamo trappole per i pesci nel fiume e nella baia. Una breve passeggiata nella giungla e posso sparare a tacchini selvatici e galli cedroni e qualche volta a un cervo. I pesci di fiume possono essere tenuti nella peschiera fino a quando ce n'è bisogno. Ci alziamo tutti all'alba per una colazione di uova, frutta, e pane. Poi dopo un breve riposo c'è l'addestramento nel combattimento a mani nude impartito da giovani giapponesi e cinesi: l'uso del bastone, catena, e bastone acuminato, diverse tecniche di combattimento con spada e coltello. Un thug indiano dà lezioni con la corda per strangolare. Appartiene a una confraternita magica conosciuta come gli Strangolatori Segreti che si sono separati dal culto di Kalì. Io mi interesso particolarmente di tecniche di tiro con l'arco, visto che in questo modo si possono lanciare più proiettili in meno tempo dei fucili da noi prodotti. Ho fatto un certo numero di balestre da vendere nel magazzino in modo che gli indiani possano copiarle. Non sono pesanti come le normali balestre Le città della notte rossa 343/141
ed è molto facile tendere l'arco e caricare a mano. Mi interessa più la velocità di tiro che la forza di penetrare armature. Dink Rivers eccelle nelle arti marziali. Dopo qualche lezione è in grado di eguagliare i suoi istruttori. Spiega che quando si padroneggia il controllo del corpo, si può apprendere quasi subito qualsiasi abilità fisica. Mi ha promesso di mostrarmi i segreti del controllo del corpo ma dice che non è ancora giunto il momento. «Prendo i miei ordini nei sogni e qualunque cosa ac cada nei miei sogni poi deve accadere quando mi sveglio». Spesso non dorme nel Palazzo e Hans mi dice che ha una capanna a mezzo miglio circa lungo la costa. Una notte sogno di essere seduto insieme a Dink quando lui mi guarda e dice: «Credo che dovresti vedere questo», e si tira giù i calzoni rivelando il suo fallo semieretto. Mi sveglio in stato di grande eccitazione e Dink dice che il momento si avvicina. Per prepararmi devo astenermi dal sesso per tre giorni. Alla fine di questo periodo, durante il quale non l'ho mai visto, è apparso nella mia stanza durante l'ora della siesta e mi ha guidato fuori attraverso il portone e lungo un sentiero di fianco al mare. Siamo vicinissimi alla capanna prima che io riesca a vederla, costruita in un folto di alberi e cespugli, dipinta di verde e mimetizzata con l'ambiente. La casa è costruita con parti recuperate da navi incagliate. Dentro è fresco e buio, e sa di pece. La casa consiste in una singola stanza arredata come una cabina di nave, e contiene un baule, un pagliericcio arrotolato, e due bassi sgabelli in truciolato. Ci togliamo i vestiti, li appendiamo a ganci di legno e mi fa segno di sedermi di fronte a lui su uno degli sgabelli, con le ginocchia che si toccano. Mi guarda in silenzio negli occhi e sento una tensione e una debolezza nel petto. Gli sta diventando duro e così pure a me, il senso di debolezza adesso è come una morte in gola mentre siamo tutti e due completamente in erezione. Dei punti argentei mi ribollono davanti agli occhi e ho la sensazione di spremermi dentro le sue palle e nel suo cazzo mentre mi sdraio sul pagliericcio e William S. Burroughs 142/343
Dink mi fotte. Più tardi siamo sdraiati fianco a fianco. Mi sta parlando con la sua voce chiara, austera e giovane. Raramente l'ho visto sorridere e c'è qualcosa di molto triste e remoto in lui, come una debole traccia o segnale da una stella lontana. «Middletown non è come la città da cui vieni tu. Non ci sono Mrs Norton che vanno in giro a fiutare in cerca di odore di whisky e peccato. Non permettiamo che ci sia gente come lei a Middletown. Per uno di fuori, Middletown è semplicemente una graziosa cittadina, case di pietra lungo un limpido fiume. Simpatica gente cordiale. Ma i forestieri non restano se non li facciamo adattare alle nostre abitudini. Per quelli che ne devono restare fuori non c'è terra in vendita né lavoro. «Middletown è governata da una confraternita magica. Sentirai parlare di magia bianca e magia nera, il sentiero di destra e il sentiero di sinistra. Credimi, non c'è una linea così netta. A ogni modo, i Fratelli di Middletown non permetterebbero di farsi mettere in condizione di dover usare i tradizionali sistemi di magia nera. Quando raggiungi il controllo del corpo non hai bisogno di questo. «Non c'è iniziazione formale per entrare nella Fratellanza. L'iniziazione arriva attraverso guide oniriche. All'età di quattordici anni, quando cominciai ad avere sogni che culminavano con l'eiaculazione, decisi di imparare il controllo dell'energia sessuale. Se sapevo raggiungere l'orgasmo a comando in stato di veglia, potevo fare lo stesso nei sogni e controllare i miei sogni invece di farmi controllare da loro. «Per acquistare il controllo sessuale, mi astenevo dalla masturbazione. Per arrivare all'orgasmo, basta rivivere un orgasmo precedente. Così mentre ero sveglio, mi sforzavo di proiettarmi in un sogno erotico: a quel tempo ne facevo diverse volte alla settimana. Passò qualche mese prima che avessi abbastanza concentrazione da ottenere dei risultati. «Un giorno ero sdraiato nudo sul mio letto, sentivo un caldo vento di primavera sul mio corpo e guardavo le ombre delle Le città della notte rossa 343/143
foglie che danzavano sulla parete. Ripassavo un sogno sessuale come se recitassi il mio ABC quando improvvisamente dei punti argentei ribollirono davanti ai miei occhi e provai un senso di debolezza nel petto la sensazione di morire ed ecco sto scivolando nel mio io onirico ed esplodo. «Ora che ero riuscito a controllare l'energia sessuale avevo la chiave del controllo del corpo. Errori, intoppi, e vulnerabilità sono causati da energia sessuale incontrollata che ti lascia esposto a ogni sorta di attacco psichico o fisico. Andai oltre e riuscii a controllare la parola, per usarla quando volevo, invece di balbettarmi all'orecchio tutto il tempo o storpiare motivetti e mezzi discorsi. «Usai lo stesso metodo per proiettarmi in un tempo in cui la mia mente sembrava priva di parole. Questo lo facevo mentre camminavo nei boschi o pagaiavo sul lago. Ancora una volta, dovetti aspettare un po' i risultati. Un giorno mentre pagaiavo sul lago e stavo per gettare la lenza, sentii quella debolezza nel petto, punti argentei mi apparvero davanti agli occhi con una vertiginosa sensazione di essere succhiato in un vasto spazio vuoto dove le parole non esistono». Il mio tempo si divide tra la biblioteca e la bottega da armaiolo. La biblioteca è ben fornita di libri su armi, fortificazioni, costruzioni navali, e arte marinara e ha anche un gran numero di mappe indicanti il numero delle truppe spagnole di stanza nelle diverse località, la natura delle fortificazioni, e le vie di mare degli spagnoli e i tempi approssimativi in cui le usano. Succede spesso che invenzioni molto pratiche per qualche ragione non vengano sviluppate. Qui ci sono i progetti per un fucile a ripetizione con un certo numero di canne che vengono fatte ruotare per mezzo di una manovella azionata a mano. Il fucile a ripetizione è uno dei miei sogni ma prima viene qualche miglioramento sostanziale del fucile in se stesso. Hans e io, con addosso solo i calzoncini, stiamo leggendo lo stesso libro, William S. Burroughs 144/343
con le ginocchia che si toccano. Ecco i progetti per una granata: semplicemente una sfera di metallo riempita di polvere innescata da una miccia, e un mortaio che spara grosse granate a una distanza considerevole. Sento un improvviso risvegliarsi di interesse e un formicolio dietro al collo. Hans sembra avere le stesse reazioni. Sta respirando tra i denti, con gli occhi che trapassano la carta come se stesse studiando dei disegni erotici. Ci guardiamo e ci alziamo, con i calzoncini che sporgono sull'inguine. Ci togliamo i calzoncini e Hans sorride e solleva il dito in tre movimenti. Appoggio il libro contro il muro all'altro lato del tavolo e mi chino su una sedia. Mentre Hans mi fotte, i disegni sembrano prender vita eruttando rosso fuoco e proprio mentre vengo, dei bambini cinesi mettono una filza di petardi contro la porta e vedo un enorme petardo frantumare la biblioteca in atomi mentre una goccia di sperma colpisce il libro a due metri di distanza. Ci sediamo nudi e Hans si asciuga la fronte con una mano e dice: «Ueeehoooo!». Io dico: «Petardo! Ecco l'arma esplosiva fondamentale. È tutto lì, ma non hanno visto fin dove si poteva arrivare. Petardi... possono essere di ogni dimensione. Perché non fare palle di cannone esplosive? Un solo proiettile così potrebbe affondare un galeone». «Waring ci sta aspettando». Dink cammina avanti su per un sentiero rapido. La casa di Waring è in cima alla collina in un gruppo di alberi, nascosta dalle liane. Ci riceve molto cordialmente in una fresca stanza arredata in stile marocchino con tavolo basso e cuscini. Un negro alto e distaccato ci serve il tè alla menta, e Waring fa passare in giro una pipa di hashish. Dink declina, poiché non tocca mai né alcol né altre droghe. A un cenno di Dink, Waring si alza e ci conduce nel suo studio. «Intanto che c'è ancora luce...». I suoi dipinti sono diversi da tutti quelli che ho visto prima, Le città della notte rossa 343/145
perché contengono non una ma molte scene, figure e paesaggio fluttuano dentro e fuori dalla tela. Riesco a vedere il Great White, Harbor Point, facce che svaniscono, pesci volanti, e indiani che remano attraverso la baia. Tornati nel soggiorno troviamo le candele accese, e un pasticcio di pernice con sfoglia e una tagine di tacchino selvatico su un tavolo basso. Non ricordo molto di quello che dicemmo durante la cena. A un certo punto, Waring mi ha guardato enigmaticamente e ha detto: «Quello che stai facendo è contro le regole. Attento a non farti prendere». Era piuttosto tardi quando ce ne andammo. Tornati alla capanna, Dink ha srotolato il pagliericcio e sono caduto in un sonno profondo. In un sogno vedo Dink in piedi sopra di me con il fallo eretto più perfetto che abbia mai visto. Adesso mi sta fottendo con le gambe in su e come mi sveglio eiaculando, scopro che mi fotte davvero. Sento la sua faccia nella mia e per un attimo sparisce e sento la sua voce di quattordicenne nella mia gola: «Sono io! Sono io! Sono io! Ce l'ho fatta! Sono atterrato! ». Siamo impazienti di tornare alla bottega e mettiamo al lavoro anche tutti i nostri aiutanti. In una settimana, abbiamo parecchi differenti congegni pronti per una prova. Ho fatto un certo numero di frecce, con le punte di ferro cavo riempito di polvere; granate con una bacchetta da lanciare col fucile; diversi mortai; e un proiettile da cannone, progettato per esplodere a contatto. La punta di questo proiettile, che non è rotondo ma ha la forma di un corto cilindro, è di metallo più tenero riempito di schegge di selce e frammenti di ferro in modo che, schiacciato violentemente dal contatto con la nave o con il sartiame, faccia esplodere la carica. Di dentro, il cilindro è tappezzato di fuoco greco, cioè pece mescolata a metallo finemente polverizzato, separato dalla carica di polvere da uno strato di carta. È tempo di fare una prova. C'è una nave arenata a duecento William S. Burroughs 146/343
metri dalla costa a un miglio da noi. Ci spostiamo al luogo dell'esperimento con i nostri archi e fucili a granata, mortai, e un cannone. Ci sono tutti: Strobe, i gemelli Iguana, Nordenholz, anche Waring. Dieci frecce e dieci granate da fucile sono pronte al fuoco. L'arco viene teso, la punta accesa con una torcia, e la freccia lanciata, e la stessa procedura viene seguita per le granate da fucile, che naturalmente sono più grandi. I missili lasciano die tro una scia verso la nave e in pochi secondi stanno esplodendo sui ponti, nel sartiame, e contro le fiancate, appiccando incendi da un capo all'altro della nave. Quindi vengono fatti sparare dieci mortai, e sebbene alcuni vadano troppo corti o troppo lunghi, quelli che colpiscono causano gravi danni. Poi è il momento del cannone: un colpo perfetto con un proiettile da dieci libbre alla linea di galleggiamento. L'esplosione apre una falla nella chiglia e avvolge la fiancata della nave nelle fiamme. La mortale efficacia di queste armi non lascia dubbi. Nordenholz, Strobe e i gemelli Iguana si congratulano con noi. Waring sorride e dice: «Graziosi giocattoli. Graziosi giocattoli fracassoni per far scappar via i fantasmi». I progetti vengono spediti in giro per corriere agli altri insediamenti e ci diamo da fare per migliorare le fortificazioni di Port Roger. Agli indiani viene offerta una buona paga per lavorare nella nostra bottega in continua espansione e stanno imparando a fare questi congegni. Presto abbiamo una buona scorta di proiettili sufficiente a riversare un fuoco mortale sulla baia da entrambi i versanti. Abbiamo costruito delle torri intorno alle mura della città con cannoni che possono raggiungere la baia o venire abbassati per sparare direttamente addosso a qualsiasi forza che assedi Port Roger. Nordenholz sta dirigendo la costruzione di speciali battelli progettati per operare vicino alla costa. Sono lunghi meno di venti metri, montati su due pontoni. Pescheranno solo pochi Le città della notte rossa 343/147
palmi d'acqua e potranno essere usati nei fiumi e saranno facili da mettere in acqua e da nascondere. Porteranno i cannoni manovrabili e una buona scorta di mortai e granate. Li chiama Distruttori, visto che non hanno altro scopo. Non c'è bisogno di portar provviste, solo cannoni e cannonieri e i Distruttori saranno tanto più veloci dei galeoni che potranno facilmente evitare i cannoni fissi. Adesso rivolgo la mia attenzione a migliorare il fucile a pie tra focaia. La mia insoddisfazione per quest'arma risale a un incidente che avvenne in una taverna nel porto di Boston. Questo posto era vicino alla nostra bottega e avevamo l'abitudine di andarci a bere una birra dopo il lavoro. Una sera ero là con Sean Brady quando entrò un uomo che era stato licenziato da mio padre per le sue abitudini ubriacone, pigre, litigiose e andandosene aveva giurato di vendicarsi di tutti noi. Era là al bar, che rimuginava e ci fissava con gli occhi iniettati di sangue, e lasciò partire una fila di volgari bestemmie e insulti. Brady gli disse di controllare la bocca se non voleva perdere i denti, e l'uomo tirò fuori una pistola a pietra focaia da una tasca laterale, la puntò contro il petto di Brady, e tirò il grilletto. In questo preciso secondo il barista, che stava dietro al ruffiano un po' di lato, sputò uno schizzo di birra sul cane della pistola, impedendole così di sparare. Poi picchiammo l'uomo fino a fargli perdere i sensi e lo buttammo nella baia e lo guardammo andare a fondo. A cosa servono le armi a pietra focaia con una forte pioggia dietro di voi? E il tempo che ci vuole a caricarlo è molto di più di quello in cui spara. L'arma manca di potenza di fuoco: cioè il numero di proiettili che possono essere sparati in un dato tempo. Allora si torna in biblioteca. Noto che i primi cannoni si caricavano dalla culatta, e ancora una volta sento il formicolio premonitore dietro al collo. Proprio in quel momento una mano mi tocca la nuca. È la ragazza Iguana che è entrata silenziosamente con il suo gemello. Alzo lo sguardo verso di lei. William S. Burroughs 148/343
«È qui nella mia testa, ma non riesco a tirarlo fuori dove possa vederlo». «Be', come hai fatto a vedere le palle di cannone esplosive?». Hans e io ci guardiamo e ghigniamo. Waring mi ha parlato di Hassan i Sabbah, il Vecchio della Montagna, che per anni terrorizzò il mondo musulmano con poche centinaia di assassini. Io ho fatto notare che mantenere una singola posizione fortificata come Hassan i Sabbah fece ad Alamut non è più possibile, a causa delle armi migliori che io ho già perfezionato e che inevitabilmente, nel futuro, cadranno nelle mani dei nostri potenziali nemici. Adesso ci serve un'area di occupazione molto più vasta. Waring ha detto enigmaticamente: «Bene, dipende da quello che cerchi di fare». Mentre tornavo dalla biblioteca questo pomeriggio, un ragazzino dai capelli rossi di dodici anni circa è saltato fuori da una porta, mi ha puntato una piccola pistola e ha tirato il grilletto. «Bang! Sei morto». Avevo già visto molte volte queste pistole giocattolo e non mi ero mai preoccupato di capire esattamente come funzionassero, proprio come avevo visto dei petardi senza rendermi conto delle possibilità di quel giocattolo. Il ragazzino stava ricaricando. «Fammi vedere», ho chiesto. Il ragazzino mi ha porto la pistola, che aveva un cane piatto. Lo sparo era il risultato del cane che batteva su una piccola bolla di polvere incollata tra due pezzi di carta. Di colpo ho la soluzione: meccanismo di innesco, carica, e palla in un solo pezzo, da inserire ed estrarre tramite un otturatore posteriore. Mi sono chinato e il ragazzino mi è saltato sulle spalle, e l'ho portato fino alla bottega mentre sparava la sua pistola in aria. Lavoriamo ventiquattr'ore al giorno a questo progetto. Ci sono dei pagliericci sul pavimento, e dormiamo a turno. Stiamo Le città della notte rossa 343/149
fabbricando armi a doppia canna sia in versione fucile che pistola, per aumentarne la potenza di fuoco. In capo a una settimana abbiamo due fucili con un certo numero di cartucce pronte per la prova nella bottega, perché deve essere Un bersaglio a forma di uomo è collocato a Pum: due pallottole nel bersaglio.
e due pistole, la prova. Eseguiamo tenuta segreta. trenta metri. Pum
Dopo la prova regalo al ragazzino dalla testa rossa, che si chiama Chan, un fucile e do a Strobe una pistola. Al che Strobe sembra in certo modo risentito. Tengo le due armi avanzate per mio uso. I progetti vengono immediatamente spediti per corriere a tutti gli insediamenti in queste località: sul versante del Pacifico dell'istmo di Panama di fronte a Pearl Island; due insediamenti nell'entroterra di Guayaquil in una zona di fitte foreste e di montagne; e insediamenti sopra Panama City su ambedue i versanti Atlantico e Pacifico e nell'interno montuoso. La fabbricazione delle armi è ora standardizzata e abbiamo cinquanta indiani che lavorano sotto la nostra supervisione. Appena imparano ad assemblare i fucili, vengono rimandati ai loro villaggi e giungle poiché la decentralizzazione è una nota fondamentale della nostra strategia. Invece di una sola fabbrica centrale, vi è un certo numero di piccole botteghe che possono finire pochi fucili al giorno. Stiamo distribuendo fucili attraverso il magazzino di Port Roger. Armare la popolazione indigena è un altro passo essenziale. I cannoni che proteggono Port Roger vengono convertiti in modo da ricevere munizioni a retrocarica. William S. Burroughs 150/343
Necesita automovil Non venivo a Città dei Messico da quindici anni. Arrivando dall'aeroporto stentavo a riconoscere il posto. Come disse Dimitri, una pestilenza selettiva potrebbe essere l'unica soluzione. Se no, moltiplicheranno i loro buchi di culo fin dentro i mari inquinati. Kiki, Jim, e io scendemmo in un piccolo albergo verso Insurgentes, a pochi isolati dall'indirizzo di Città del Messico di John Everson. Poi ci separammo. Jim e Kiki andarono all'indirizzo di John Everson a vedere cosa potevano raccogliere dalla padrona di casa e dai vecinos. Io andai all'ambasciata americana, trovai il Protection Department, e feci passare il mio biglietto da visita. Vidi che la ragazza lo consegnava a un uomo a una scrivania. Lui guardò il biglietto e guardò me. Poi fece qualche altra cosa. Aspettai venti minuti. "Mr Hill può riceverla adesso". Mr Hill non si alzò e non si offrì di stringermi la mano. «Sì, Mr mh...». Abbassò lo sguardo sul biglietto. «... Snide. Cosa posso fare per lei?» C'è una razza di funzionari del Dipartimento di Stato che comincia a meditare come sbarazzarsi di voi senza fare niente di quello che desiderate, appena entrate nel loro ufficio. Chiaramente, Mr Hill apparteneva a questa razza. «Riguarda John Everson. È scomparso a Città del Messico due mesi fa circa. Suo padre mi ha incaricato di trovarlo». «Be', noi non siamo un servizio persone scomparse. Per quello che ci riguarda, adesso il caso è nelle mani delle autorità Le città della notte rossa 343/151
messicane. Le consiglio di rivolgersi a loro. Un certo colonnello, mh...». «Colonnello Figueres». «Sì, il nome è quello, credo». Crede. Se Mr Everson ha parlato al telefono con questa cacca non c'è da stupirsi se l'ambasciata gli è sembrata poco disposta a collaborare. «John Everson ha ricevuto posta all'ambasciata?». «Io mh non credo... in ogni caso, noi non incoraggiamo...». «Sì, lo so. Voi non siete nemmeno un ufficio postale. Le dispiace chiamare l'impiegato che riceve la posta e chiedergli se c'è qualche lettera indirizzata a John Everson?». «Veramente, Mr Snide...». «Veramente, Mr Hill. Sono stato assunto da un cittadino americano (con conoscenze piuttosto buone, devo aggiungere, che lavora in un ente governativo americano) assunto per ritrovare un cittadino americano che è scomparso nel suo distretto. Finora, non ci son prove di niente di losco ma non è nemmeno stato archiviato». Era anche del tipo che abbassa la cresta sotto qualche pressione. Prese il telefono. «Può dirmi se c'è qualche lettera in arrivo per John Everson... Una lettera?». Feci scivolare un atto di procura che mi autorizzava tra le altre cose a ritirare la posta indirizzata a John Everson. Lo guardò. «Un certo Mr mh Snide ritirerà la lettera. Ha l'autorizzazione ». Mise giù il telefono. Mi alzai. «Grazie, Mr Hill». Il suo cenno di saluto fu appena percettibile. Mentre uscivo dall'ufficio incontrai quel bullo della CIA ad Atene. Finse di essere contento di vedermi, e mi strinse la mano, mi chiese dove alloggiavo. Gli dissi al Reforma. Vidi che non mi credeva: questo probabilmente significava che sapeva dove stavo. Stavo cominciando ad avere una brutta sensazione a proposito del caso Everson, come quando arrivano gli avvoltoi. William S. Burroughs 152/343
Attesi un'ora per vedere il Colonnello Figueres, ma sapevo che era davvero occupato. Era maggiore l'ultima volta che l'avevo visto. Non era cambiato molto. Un po' più pesante, ma gli stessi freddi occhi grigi e la stessa concentrazione. Quando lo vedete, lui vi dà tutta la sua attenzione. Mi strinse la mano senza sorridere. Non ricordo di averlo mai visto sorridere. È solo che non se ne dà mai l'occasione. Gli dissi che ero venuto per la scomparsa del ragazzo degli Everson. Lui annuì. «L'avevo pensato, e sono contento che lei sia qui. Non siamo stati in grado di dedicargli abbastanza tempo». «Crede che possa essergli successo qualcosa?». Figueres non alza le spalle. Non gesticola. Sta soltanto seduto lì con gli occhi messi a fuoco su di voi e su quello di cui si sta discutendo. «Non so. Abbiamo controllato a Progreso e tutti i paesi intorno. Abbiamo controllato aeroporti e autobus. Se fosse partito per un altro scavo, sarebbe molto più facile da localizzare. Uno straniero biondo fuori dalle rotte turistiche è molto appariscente. Abbiamo controllato anche tutte le zone turistiche. Apparentemente era un giovanotto serio, con la testa a posto... nessun indizio di tossicodipendenza o alcolismo. C'è qualche precedente di amnesia? Episodi psicotici?». «Non che io sappia». Un vicolo cieco. Di ritorno in albergo, Jim e Kiki avevano trovato ben poco interrogando la padrona di casa e i vicini. La padrona di casa descriveva Everson come un giovanotto serio e cortese... un caballero. Riceveva pochi visitatori e anche questi erano studenti seri. Non c'era stato fracasso, né bevute, né ragazze. Mi sedetti e aprii la lettera. Era della sorella gemella a Minneapolis. Diceva: Le città della notte rossa 343/153
Querido Juanito, Lui mi ha visitato ancora. Dice che prima che tu riceva questa lettera Lui si sarà messo in contatto con te. Dice che allora tu saprai cosa si dovrà fare. Tua Sorella Che Ti Amerà Sempre Jane Alle tre, telefonai all'ispettore Graywood a New York. «Qui è Clem Snide». «Ah, sì, Mr Snide, ci sono stati degli sviluppi a Lima. Un ragazzo è venuto a ritirare un'altra cassa ed è stato visto strofinarsi contro la copia della cassa della testa. È stato seguito fino a un noleggio di biciclette con officina nel Mercado Mayorista. La polizia ha perquisito il negozio e ha trovato carte d'identità false al nome di Juan Mateos. Il proprietario è stato arrestato con l'accusa di possesso di documenti falsi e complicità nell'occultamento di prove di un delitto. È detenuto in isolamento. Afferma di non sapere cosa c'era nella cassa. Gli era stata offerta una grossa somma per ritirare la cassa dopo aver passato la dogana. La cassa doveva essere portata al suo negozio. Qualcuno avrebbe disposto per farla ritirare lì, e gli sarebbe stata pagata un'altra somma più grossa. L'agente della dogana che aveva fatto passare la cassa è stato arrestato anche lui. Ha confessato di aver accettato una bustarella». «E il ragazzo?». «Non c'era motivo di trattenerlo in relazione a questo caso. A ogni modo, dal momento che è pregiudicato per furto e ha precedenti di epilessia, è stato messo in un centro di riabilita zione a Lima». «Vorrei essere sul posto». «E io pure. Altrimenti, dubito che si possa fare qualche arresto importante. In un Paese come quello, la gente ricca è praticamente intoccabile. Gente come la Contessa de Gulpa, per esempio...». «Allora la conoscete?». William S. Burroughs 154/343
«Naturalmente. La descrizione dell'uomo che si è messo in contatto con l'intermediario alla dogana si adatta piuttosto fedelmente alla sua foto segnaletica di Marty Blum. Ne ho mandato una copia alla polizia di Lima e li ho informati che è anche ricercato in relazione a un delitto avvenuto qui. Benson, così sembra, era uno spacciatore, di basso rango... qualche indizio ma niente arresti finora. Ha trovato il ragazzo Everson?». «Non ancora e non mi piace l'aria che tira». «Crede che gli sia successo qualcosa?». «Forse». «Credo che Dimitri le abbia dato un contatto». Non avevo detto niente di questo contatto quando avevo raccontato la mia storia nell'ufficio di O'Brien. «Forse è ora di adoperarlo». «Lo farò». «La sua presenza in Sudamerica aiuterebbe molto. Un cliente che desidera restare anonimo sarebbe pronto ad assumerla a questo riguardo. Troverà trentamila dollari depositati sul suo conto corrente in una banca di Lima». «Be', non ho ancora chiuso questo caso». «Forse potrà portare il caso Everson a una rapida conclusione ». Mise giù il telefono. A quanto pareva toccava a me di agire. Tirai fuori una mappa e non riuscii a trovare il Callejón de la Esperanza. Ci sono delle stradine a Città del Messico che non si trovano sulle mappe. Avevo un'idea di dove era pressappoco e avevo voglia di camminare. Ho risolto casi come questo con niente su cui lavorare, solo uscendo e camminando in giro a casaccio. Funziona soprattutto in città straniere o in una città che non vedete da un po'. Abbiamo preso un taxi per il parco Alameda, poi ci siamo messi a camminare in direzione Nordovest. Una volta usciti dalle vie principali vidi che il posto non era poi così cambiato: le stesse vie strette senza pavimentazione e piazze con bancarelle che vendono tacos, cavallette fritte, e dolci alla menta coperti di mosche, l'odore di pulque, orina, benzoino, chili, olio Le città della notte rossa 343/155
per friggere, e rifiuti; e le facce: bestiali, malvage, belle. Un ragazzo in camicia e pantaloni di cotone bianco, capelli lisci, pelle nero fuliggine, con un leggero odore di vaniglia e ozono. Un ragazzo con la pelle di un rosso rame chiaro, innocente e bello come certi animali esotici, è appoggiato a un muro e mangia un'arancia condita con pepe rosso... un maricón scivola via con lunghe braccia e denti sporgenti, occhi luccicanti... un uomo con una bestiale faccia da Pan barcolla fuori da una pulquería... un nano gobbo ci scaglia uno sguardo velenoso. Mi lasciavo guidare dalle mie gambe. Calle de los Desamparados, via degli Spostati... una farmacia dove un vecchio drogato aspettava per le sue ricette. Colsi una folata di oppio spettrale. Cartoline in una polverosa vetrina di negozio... Pancho Villa in posa con uomini sogghignanti... cinturoni e fucili. Tre giovani appesi a un patibolo improvvisato, due con i pantaloni giù fino alle caviglie, l'altro nudo. La fotografia era stata scattata da dietro: soldati in piedi di fronte a loro a guardare e ridacchiare. Foto fatte intorno al 1914. Il ragazzo nudo sembra un americano: si può capire se uno è biondo anche in una foto in bianco e nero. Le mie gambe mi tirarono dentro, con Jim e Kiki dietro. Quando aprii la porta un campanello echeggiò attraverso il negozio. Dentro, il negozio era fresco e in penombra con un odore di incenso. Un uomo venne attraverso una tenda e si fermò dietro il banco. Era piccolo ed esile e completamente calvo, come se non avesse mai avuto capelli sulla testa; la pelle di un bruno giallognolo, liscia come terracotta, le labbra piuttosto piene, gli occhi nerissimi, fronte alta e inclinata. Emanava una sensazione di antichità, non che sembrasse vecchio ma come se fosse un superstite di un'antica razza -orientale, maya, negroide, un po' di tutte queste ma qualcos'altro che non avevo mai visto in un volto umano. Mi era stranamente familiare e poi mi ricordai dove avevo già visto quel volto. Era nella collezione maya del British Museum, una testa di terracotta alta circa dieci centimetri. Le sue labbra si mossero in un lento sorriso e parlò William S. Burroughs 156/343
in un inglese perfetto senza accento né inflessione, strano e remoto come se venisse da molto lontano. «Buon pomeriggio, signori». «Potrei vedere quella cartolina in vetrina?». «Certamente. Siete entrati per questo». Mi venne in mente che doveva essere questo il contatto di Dimitri, ma non era questo l'indirizzo che mi aveva dato. «Il Callejón de la Esperanza? Il vicolo Cieco della Speranza è stato distrutto dal terremoto. Non è stato ricostruito. Di qui, signori ». Ci fece passare per una pesante porta dietro la tenda. Quando la porta si chiuse, chiuse fuori anche tutto il chiasso della strada. Eravamo in una nuda stanza imbiancata con pesanti mobili di quercia illuminata da una finestra con le sbarre che dava su un patio. Ci indicò delle sedie e prese una busta da uno schedario e mi porse una fotografia. Era un ingrandimento della cartolina in vetrina. Come toccai la foto sentii l'odore della febbre. Tre giovani erano impiccati a un palo sostenuto da treppiedi, con le braccia legate ai fianchi da cinghie di cuoio. C'erano due cavalletti capovolti e un'asse sul terreno dietro a loro. Il ragazzo biondo era in mezzo, con due ragazzi scuri appesi a ciascun lato. Gli altri due avevano i pantaloni giù fino alle caviglie. Il ragazzo biondo era completamente nudo. Cinque soldati erano in piedi davanti a un fienile con lo sguardo rivolto in alto verso gli impiccati. Uno dei soldati era molto giovane, sedici o diciassette anni, con della peluria sul mento e sul labbro superiore. Guardava in su con la bocca aperta, i pantaloni che sporgevano sulla patta. Il proprietario mi porse una lente di ingrandimento. I ragazzi impiccati rabbrividivano e si torcevano; con i colli che si tendevano contro le corde, le natiche che si contraevano. In piedi da una parte, il volto in ombra, c'era l'ufficiale. Studiai questa figura attraverso la lente. C'era qualcosa di familiare... Ecco cosa: la Lady Dragon di Terry e i pirati. Era una donna. E Le città della notte rossa 343/157
aveva una leggera rassomiglianza con il giovane Everson. Indicai il ragazzo biondo. «Ha una foto della sua faccia?». Mise una foto sul tavolo. Lo scatto mostrava la faccia e il to race del ragazzo, con le braccia legate ai fianchi. Guardava verso qualcosa di fronte a lui con un'aria abbattuta, come se avesse appena ricevuto uno shock sconvolgente e lo avesse compreso perfettamente. Era John Everson, o gli assomigliava tanto da poter essere il suo gemello. Gli mostrai un'istantanea di Everson che avevo in tasca. La guardò e annuì. «Sì sembra lo stesso giovanotto». «Sa chi era questa gente?». «Sì. I tre ragazzi erano rivoluzionari. Il ragazzo biondo era figlio di un minatore americano e di una donna spagnola. Suo padre tornò in America poco tempo dopo la sua nascita. Era nato e cresciuto a Durango e non parlava inglese. Fu impiccato il giorno del suo ventitreesimo compleanno: 24 settembre 1914. La donna ufficiale era la sorellastra, tre anni più di lui. Alla fine gli uomini di Pancho Villa le tesero un'imboscata e la uccisero. Le posso assicurare che il giovane Everson è vivo e sta bene. Ha semplicemente dimenticato la sua identità americana. La sua memoria può essere recuperata. Diversamente da Jerry Green, è caduto in mani relativamente buone. Li incontrerà stanotte... Lola La Chata tiene la sua festa annuale...». «Lola? È ancora in attività?». «Ha la sua piccola proroga. Ritornerà ai giorni di Allende. I gemelli Iguana ci saranno. La porteranno da Everson. E adesso... ». Ci fece uscire da una porta sul retro su una strada non asfaltata. «Credo che troverete un passaggio fino a casa di Lola ». Lola stava a un bel pezzo da dove eravamo, e non era una zona da taxi. Inoltre non ero molto sicuro della direzione. Una Cadillac sbandò intorno all'angolo e si fermò in uno stridore e in una nube di polvere. Un uomo in un vestito a quadri si sporse dal sedile anteriore. «State andando al party? Dentro, cabrones!». William S. Burroughs 158/343
Salimmo dietro. C'erano due machos sul sedile anteriore e due sugli strapuntini. Mentre sfrecciavamo per le strade di terra loro sparavano a gatti e galline con le loro .45, sbagliando ogni colpo mentre i vecinos si tuffavano al riparo. Le città della notte rossa 343/159
Por convencion Zapata L'auto del Generale si ferma davanti al posto di Lupita, che, in un ghetto di strade non asfaltate, ha l'aria di un magazzino abbandonato. La porta viene aperta da un vecchio pistolero con il volto di teschio e la giacca nera aperta, una Smith & Wesson col cane alzato stretta al fianco snello. Il pistolero si fa da parte ed entriamo in un vasto locale con il soffitto sostenuto da travi. Il mobilio è in pesante quercia nera e broccato rosso, tipo tenuta messicana di campagna. In mezzo al locale c'è un tavolo con vassoi di tamales e tacos, fagioli, riso, e guacamole, birra in catini di ghiaccio, bottiglie di tequila, scodelle di marijuana e cartine da sigarette. La festa sta appena cominciando e qualche ospite è in piedi di fianco al tavolo a pipare marijuana e bere birra. Su un tavolo più piccolo sono disposte delle siringhe con bicchieri d'acqua e di alcol. Lungo una parete ci sono degli stanzini con le tende. Lola La Chata è seduta su un'enorme sedia di quercia davanti alla porta, trecento libbre tagliate dalla roccia delle montagne del Messico, la sua amabilità che sottolinea la sua forza. Stende un braccio massiccio: «Ah, Miiister Snide... El Puerco Particular... il Porco Privato...». Si scuote dal ridere. «E i suoi giovani avvenenti aiutanti...». Stringe la mano a Jim e Kiki. «La trovo bene, Miiister Snide». «E anche lei, Lola... Più giovane, se mai». Sventola una mano verso il tavolo. «Servitevi da soli per favore... Credo che ci sia già un suo vecchio amico». Mi muovo verso il tavolo e riconosco Bernabé Abogado. William S. Burroughs 160/343
«Clem!». «Bernabé!». Attacchiamo un abbraccio e posso sentire la .45 col calcio in madreperla sotto la sua giacca a quadri. Sta bevendo scotch Old Parr e ce ne sono quattro bottiglie sul tavolo. Versa scotch nei bicchieri mentre io presento Jim e Kiki. «Praticamente tutti bevono scotch in Messico». Poi ride e mi dà un colpo sulla schiena. «Clem, ti presento gli Iguanas... Questo è un mio gran de amico». Stringo la mano a due dei più bei giovani esseri che abbia mai visto. Entrambi hanno la pelle liscia e verdognola, occhi neri, una grazia da rettile. Posso sentire la forza nella mano del ragazzo. Sono incredibilmente posati e distaccati, i volti modellati sulla stessa linea antica del proprietario del negozio. Sono i gemelli Iguana. Arrivano i drogati e fanno la corte a Lupita. Li ricompensa con cartine di eroina pescate tra le sue massicce tette. Si bucano al tavolo delle siringhe. «Stanotte tutto è gratis», dice la sorella Iguana. «Mañana es otra cosa». Il locale si sta rapidamente riempiendo di puttane e ladri, ruffiani e battoni. Poliziotti in uniforme si mettono in fila e Lupita regala a ciascuno di loro una busta. Entrano alcuni agenti in borghese e si vanno a mettere in testa alla fila. Le loro buste sono più spesse. Bernabé fa segno a un giovane poliziotto indiano che ha appena ricevuto una busta magra. Il poliziotto si avvicina timidamente. Bernabé gli dà una pacca sulla schiena. «Questo cabrón diventa borracho fradicio e ammazza due persone... Io lo tiro fuori di prigione». Altri ospiti stanno arrivando: l'affascinante crema e il jet set proveniente da feste in costume. Qualcuno è vestito da maya e da azteco. Portano vari animali: scimmie, ocelotti, iguana, e un pappagallo che strilla insulti. I machos danno la caccia per tutto il locale a un atterrito pecari che lancia urla acute. Le città della notte rossa 343/161
Un brusio eccitato passa sugli ospiti: «È arrivato Mr Coca-Cola». «È l'avvenimento». Mr Coca-Cola circola tra gli ospiti vendendo pacchetti di cocaina. Mentre la cocaina fa effetto il ritmo della festa accelera. Il Generale si volta verso una scimmia-ragno appollaiata in cima alla sua sedia. «Qua, cabrón, fa' un tiro». Tende un'unghia di pollice con su una presa di cocaina. La scimmia gli morde la mano, facendogli uscire il sangue. La cocaina gli cade sulla giacca. "CHINGOA DI UN FIGLIO DI PUTTANA!". Il Generale salta su e tira fuori la sua .45, sparando alla scimmia da distanza ravvicinata e sbagliando tutti i colpi mentre gli ospiti si buttano a terra, guizzano dietro a sedie, rotolano sotto il tavolo. Lupita alza un dito. A venti metri di distanza, il vecchio pistolero estrae la sua .44 a canna lunga, mira e spara in un solo fluido movimento, uccidendo la scimmia. Questo sfoggio di potenza intimidisce anche i machos e c'è un attimo di silenzio mentre un servitore porta via la scimmia morta e pulisce il sangue. Un certo numero di coppie e qualche terzetto si ritira nei separé riparati dalle tende. Un altro contingente di ospiti è arrivato e tra loro riconosco alcuni agenti americani della Narcotici. Uno di loro sta parlando con un avvocato messicano. «Mi dispiace molto per questi ragazzi americani in prigione qui per la cocaina», dice l'avvocato. «E per le ragazze, ancora di più. Faccio quello che posso per tirarli fuori ma è molto difficile. Le nostre leggi sono molto severe. Molto più severe delle vostre». In uno stanzino per perquisire, che è poi anche uno dei separé della festa di Lupita, una ragazza americana nuda con due poliziotti in uniforme. Il Generale e l'avvocato entrano da una porta sul retro dello stanzino. Uno dei poliziotti indica un pacchetto di cocaina su una mensola. «Lei ce l'ha nella fica, señores». A un gesto del Generale i poliziotti escono, ghignando come scimmie. «Ci dispiace molto per la sua fica: gelata nella neve», dice il William S. Burroughs 162/343
Generale togliendosi i pantaloni. «Io sono il gran disgelo». Un ridacchiante macho tira da parte la tenda davanti allo stanzino. «Buona la fica, cabrones?». Due bionde di Chapultepec si danno di gomito e recitano all'unisono: «Non è meraviglioso? Non si ripete mai». Il macho scosta la tenda dello stanzino dopo. «La fotte nel buco asciutto». «Non si ripete mai». Nell'ultimo stanzino Ah Pook, il dio maya della Morte, sta fottendo il giovane dio Mais. Mentre le tende vengono scostate raggiungono l'orgasmo e il giovane dio Mais si punteggia di macchie nere di decomposizione. Una foschia nitrosa come di carne vaporizzata esala dai loro corpi. Il macho boccheggia, tossisce, e cade morto di un attacco di cuore. «Non si ripete mai». Lupita fa un cenno. Dei servitori indiani caricano il corpo su una barella e lo portano fuori. La festa riprende a un ritmo ancora più frenetico. Il gas liberato dalla copulazione di vita e morte agisce sugli ospiti più giovani come un afrodisiaco. Si tolgono i vestiti, rotolando su materassi che sono distesi da servitori dai volti inespressivi. Si scambiano maschere e fanno lo striptease con le sciarpe mentre altri si rotolano sulla schiena con le gambe all'aria, applaudendo con i piedi. La ragazza Iguana mi toccò il braccio. «Vuol venire con me, lei e i suoi aiutanti? Abbiamo delle cose da discutere in privato ». Ci guidò a una porta laterale e attraverso un lungo corridoio fino all'ascensore. L'ascensore si aprì su una breve anticamera al termine della quale c'era un'altra porta. Ci fece segno di entrare in un grande appartamento d'attico arredato in stile marocchino e messicano con tappeti, tavolo basso, qualche sedia, e divani. Declinai un drink ma accettai uno spino. «Il venditore di cartoline mi dice che voi potete aiutarmi a localizzare John Everson», cominciai. Lei annuì. Mi venne in mente che non avevo ancora sentito Le città della notte rossa 343/163
parlare suo fratello. Aveva annuito e sorriso quando ci avevano presentati. Adesso era seduto di fianco a lei con l'aria più serena che annoiata. Jim, Kiki, e io eravamo seduti di fronte su tre sedie di cedro di Santa Fe. «Abbiamo molti posti qui...». Un gesto della sua mano portò l'odore di benzoino del New Mexico nella stanza, «Era un posto così bello ma hanno dovuto rovinarlo con le loro bombe idiote. Ah sì, John Everson... un ragazzo così simpatico, moderno e perbene. Lo trovi così anche tu, vero?». Si rivolse al fratello, che sorrise e si leccò le labbra. «Bene, lui è a Durango presso parenti... in condizioni eccellenti, considerando il trasferimento di identità. Operazioni simili possono lasciare il paziente in ospedale per mesi. Questo in genere significa che l'operazione non è stata eseguita abilmente, o che entità discordi sono state inserite nello stesso corpo...». «Nel caso di John Everson, non ci sono state complicazioni. Abbiamo dovuto dare all'identità messicana abbastanza tempo perché il trasferimento avvenisse. Adesso resta solo da fondere ambedue e recupererà la propria identità, con uno spagnolo corretto e una conoscenza della provincia messicana che gli servirà nella sua professione». «In questo caso, le due identità sono così simili che non ci sarà disarmonia. E lo spirito di El Gringo adesso ha un posto. Non poteva entrare nel ciclo di rinascita perché il suo karma richiedeva una ripetizione della morte. Questo è stato fatto con la stimolazione elettrica del cervello che sembra completamente reale al paziente. Come lei sa, uno dei rischi nel trapianto di organi è che vengano rigettati in quanto corpi estranei. Si devono somministrare droghe per sospendere il rigetto. In questo caso, la partecipazione all'esperienza condivisa dell'impiccagione risolve il rigetto che altrimenti avrebbe luogo, dando origine al fenomeno delle personalità multiple, mentre una sola personalità per volta può occupare un corpo. L'esperienza dell'impiccagione agisce come un solvente. Le due personalità si fondono in una. John Everson si metterà in contatto con i William S. Burroughs 164/343
suoi genitori, e dirà loro di aver sofferto di un vuoto di memoria dovuto a un leggero urto ma di essere completamente guarito ». Mi appoggiai allo schienale. «Bene, questo chiude definitivamente il caso». «Lei è stato ingaggiato per procedere contro la Contessa... trentamila dollari. Le sembrano abbastanza?». «Be', considerando ciò che ci si aspetta da noi... no». «E considerando che siete tutti inesperti e vulnerabili, questa è una missione praticamente suicida. Sono pronta a ingaggiarvi a un buon prezzo e a procurarvi contatti che vi daranno almeno qualche probabilità di. Successo». Ci fece entrare in una nuda stanza con sedie, un lungo tavolo, e schedari lungo una parete. Riconobbi la stanza come una copia della stanza sul retro del negozio del venditore di cartoline. Andò allo schedario e mi porse un piccolo libro rilegato in pesante pergamena. Sulla copertina a lettere rosse: LE CITTÀ DELLA NOTTE ROSSA Le città della notte rossa 343/165
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Le Città della Notte Rossa Le Città della Notte Rossa erano sei di numero: Tamaghis, Ba'dan, Yass-Waddah, Waghdas, Naufana e Ghadis. Queste città erano situate in un'area che all'incirca corrispondeva al Deserto del Gobi, un centinaio di migliaia d'anni fa. A quel tempo il deserto era punteggiato di vaste oasi e attraversato da un fiume che si riversava nel Mar Caspio. La più grande di queste oasi conteneva un lago lungo dieci miglia e largo cinque, sulle cui rive fu fondata la città universitaria di Waghdas. Arrivavano pellegrini da tutte le parti del mondo abitato per studiare nelle accademie di Waghdas, dove le arti e le scienze raggiunsero vertici che non furono mai eguagliati. La maggior parte di questa antica sapienza è ora perduta. Le città di Ba'dan e Yass-Waddah erano una di fronte all'altra sul fiume. Tamaghis, situata in un'area desolata al nord in una piccola oasi, poteva essere giustamente chiamata una città del deserto. Naufana e Ghadis si trovavano in zone montuose a ovest e sud oltre il perimetro delle abituali vie del commercio tra le altre città. Oltre alle sei città, c'era un certo numero di villaggi e tribù nomadi. Il cibo era abbondante e per un certo tempo la popolazione fu completamente stabile: nessuno nasceva a meno che qualcuno morisse. Gli abitanti erano divisi in una minoranza d'élite detta dei Trasmigranti e una maggioranza detta dei Ricettacoli. Tra queste categorie c'era una quantità di strati di attività e di speciaLe città della notte rossa 343/167
lizzazioni e le due classi in pratica non erano separate: vi erano Trasmigranti che agivano da Ricettacoli e Ricettacoli che diventavano Trasmigranti. Per mostrare come funzionava il sistema: c'è un vecchio Trasmigrante sul letto di morte. Ha scelto i suoi futuri genitori Ricettacoli, che vengono convocati alla camera di morte. I genitori allora hanno un coito, raggiungendo l'orgasmo proprio mentre il vecchio Trasmigrante muore in modo che lo spirito entri nell'utero per rinascere. Ogni Trasmigrante porta con sé in ogni momento una lista di genitori alternativi, e in caso di incidente, violenza, o malattia improvvisa, i genitori più vicini vengono mandati in fretta sul posto. A ogni modo, nei primi tempi c'erano poche probabilità di morti casuali o inattese poiché il Concilio dei Trasmigranti a Waghdas aveva raggiunto una perizia tale nell'arte della profezia da riuscire a tratteggiare una vita dalla nascita alla morte e in molti casi di determinare gli esatti tempi e modalità di morte. Molti Trasmigranti preferivano non aspettare i malanni dell'età e le devastazioni delle malattie, temendo che il loro spirito fosse così indebolito da essere sopraffatto e assorbito dal bambino Ricettacolo. Questi impavidi Trasmigranti, nel pieno vigore della maturità, dopo un rigoroso addestramento nella concentrazione e nella proiezione astrale, sceglievano due guide della morte che li uccidessero di fronte ai genitori in coito. I metodi più comunemente usati per morire erano impiccagione e strangolamento, con il Trasmigrante che moriva in orgasmo, considerato il metodo più affidabile per assicurare un trasferimento riuscito. Erano state inoltre sviluppate droghe, forti dosi delle quali causavano morte in convulsioni erotiche, mentre dosi minori erano usate per procurare piacere erotico. E queste droghe erano usate spesso unitamente ad altre forme di morte. Con il tempo, la morte per cause naturali divenne una rara e piuttosto screditata eventualità mentre l'età delle trasmigrazioni calava. Gli Eterni Giovani, una setta di Trasmigranti, veniWilliam S. Burroughs 168/343
vano impiccati all'età di diciotto anni per risparmiarsi l'aspra esperienza della mezza età e il deterioramento della senilità, rivivendo così continuamente la gioventù. Due fattori minarono la stabilità di questo sistema. Il primo fu il perfezionamento di tecniche di fecondazione artificiale. Laddove la pratica tradizionale prevedeva una morte e una rinascita, ora centinaia di donne potevano venire fecondate da un solo prelievo di sperma, e Trasmigranti orientati verso pro getti territoriali potevano popolare intere aree con la loro progenie. Vi furono sinistre voci di rivolta da parte dei Ricettacoli, soprattutto donne. A questo punto, fu introdotto un altro fattore del tutto imprevisto. Nella scarsamente popolata area desertica a nord di Tamaghis si verificò un prodigioso evento. Alcuni dicono che era una meteora che cadde sulla terra lasciando un cratere largo venti miglia. Altri dicono che il cratere fu causato da ciò che i moderni fisici chiamano buco nero. Dopo questo evento l'intero cielo settentrionale di notte si accese di rosso, come il riflesso di una grande fornace. Quelli nelle immediate vicinanze del cratere furono i primi a subirne gli effetti e furono osservate diverse mutazioni, di cui la più comune era l'alterazione del colore dei capelli e della pelle. Capelli rossi e gialli, e pelle bianca, gialla, e rossa, apparvero per la prima volta. Lentamente l'intera area fu analogamente colpita finché i mutanti superarono in numero gli abitanti originali, che erano come tutti gli esseri umani a quel tempo: neri. Le donne, guidate da una mutante albina chiamata la Tigre Bianca, si impadronirono di Yass-Waddah, riducendo gli abitanti maschi a schiavi, coniugi, cortigiani tutti sotto sentenza di morte che poteva essere eseguita in ogni momento secondo il capriccio della Tigre Bianca. Il Concilio di Waghdas reagì sviluppando un metodo per crescere figli in uteri asportati, con uteri forniti da nomadi Rapinatori di Uteri. Questa pratica aggravò le divergenze tra fazione maschile e femminile e la guerra con Yass-Waddah sembrava inevitabile. Le città della notte rossa 343/169
A Naufana fu trovato un modo per trasferire lo spirito direttamente in un Ricettacolo adolescente, evitando così la fase critica e vulnerabile dell'infanzia. Questa pratica richiedeva un rigoroso periodo di preparazione e addestramento per raggiungere un'armoniosa fusione dei due spiriti in un solo corpo. Questi Trasmigranti uniscono la freschezza e vitalità della gioventù con la saggezza di molte vite, e avrebbero dovuto formare un esercito di liberazione per Yass-Waddah. E c'erano adep ti che sapevano morire a piacimento senza alcun bisogno di droghe né di carnefici e potevano proiettare il loro spirito in un Ricettacolo di loro scelta. Ho menzionato impiccagione, strangolamento, e droghe per l'orgasmo come i mezzi più comuni per effettuare il trasferimento. Tuttavia, erano usate molte altre forme di morte. I Ragazzi del Fuoco venivano bruciati vivi in presenza dei Ricettacoli, con solo i genitali protetti, in modo che il praticante potesse raggiungere l'orgasmo al momento della morte. C'è un interessante resoconto di un Ragazzo del Fuoco che in questo modo ricordò la sua esperienza dopo essere trasmigrato: "Mentre le fiamme si stringevano intorno al mio corpo, inalai profondamente, aspirando il fuoco nei polmoni, e urlavo fuori fiamme mentre il dolore più orribile si trasformava nel piacere più squisito e poi stavo eiaculando in un Ricettacolo adolescente che veniva sodomizzato da un altro". Altri erano pugnalati, decapitati, sbudellati, trapassati da frecce, o ammazzati con un colpo in testa. Alcuni si buttavano da dirupi, atterrando di fronte ai Ricettacoli in coito. Gli scienziati di Waghdas stavano sviluppando una macchina che poteva trasferire direttamente il campo elettromagnetico di un corpo in un altro. A Ghadis vi erano adepti che erano capaci di lasciare i loro corpi prima della morte e occupare quelli di diversi ospiti. Non si saprà mai fin dove possa essersi spinta questa ricerca. Era un'epoca di grande disordine e caos. Gli effetti della Notte Rossa su Ricettacoli e Trasmigranti si rivelarono incalcolabili e molti strani mutanti apparvero menWilliam S. Burroughs 170/343
tre una serie di epidemie devastava le città. È questo periodo di guerra e pestilenze che viene descritto sui libri. Il Concilio aveva pensato di produrre una razza di superuomini per l'esplorazione dello spazio. Invece produssero una razza di vampiri sfrenatamente idioti. Alla fine, le città furono abbandonate e i superstiti fuggirono in tutte le direzioni, portando con loro le epidemie. Alcuni di questi migranti attraversarono lo Stretto di Bering entrando nel Nuovo Mondo, portando con sé i libri. Si stabilirono nell'area in seguito occupata dai maya e i libri alla fine caddero nelle mani dei sacerdoti maya. Chi studiasse con attenzione questo nobile esperimento noterebbe che la morte non era considerata l'equivalente della nascita bensì del concepimento e arriverebbe a dedurre che il concepimento è il trauma fondamentale. Al momento della morte, l'intera vita del morente può balenare di fronte ai suoi occhi indietro fino al concepimento. Al momento del concepimento, la sua vita futura balena avanti fino alla sua futura morte. Tornare a sperimentare il concepimento è fatale. Questo era l'errore fondamentale dei Trasmigranti: non si supera la morte e il concepimento tornando a sperimentarla più di quanto non si superi l'eroina assumendone dosi sempre maggiori. I Trasmigranti erano in senso del tutto letterale drogati di morte e avevano bisogno di sempre più morte per uccidere il dolore del concepimento. Compravano una vita parassitaria con un'ipoteca sulla morte da pagarsi a tempo prestabilito. I Trasmigranti allora imposero queste condizioni al bambino ospitante per assicurarne la futura trasmigrazione. C'era un fondamentale conflitto d'interesse tra bambino ospitante e Trasmigrante. Perciò i Trasmigranti ridussero la classe dei Ricettacoli in una condizione di fattiva idiozia. Altrimenti avrebbero rescisso un contratto dal quale non avevano da aspettarsi nient'altro che la morte. I libri sono flagranti falsificazioni. E alcune di queste menzogne di fondo sono ancora in corso. «Niente è vero. Tutto è permesso». Le ultime parole di HasLe città della notte rossa 343/171
san i Sabbah, il Vecchio della Montagna. «Tamaghis... Ba'dan... Yass-Waddah... Waghdas... Naufana... Ghadis». Si dice che quando un iniziato desidera conoscere la risposta a qualsiasi domanda deve solo ripetere queste parole mentre si addormenta e la risposta verrà in sogno. Tamaghis: è la città aperta dei partigiani in lotta dove il favore cambia da un momento all'altro in una disperata guerra biologica. Qui tutto è vero esattamente come pensi che sia e tutto ciò in cui puoi farla franca è permesso. Ba'dan: è la città dedita agli sport agonistici e al commercio. Ba'dan assomiglia da vicino all'America dei nostri giorni con una precaria élite danarosa, una vasta classe media di scontenti, e una porzione altrettanto vasta di criminali e fuorilegge. Instabile, esplosiva, e spazzata da vortici di disordine. Tutto è vero e tutto è permesso. Yass-Waddah: questa città è il caposaldo femminile dove la Contessa de Gulpa, la Contessa de Vile, e il Concilio degli Eletti tramano la sottomissione finale delle altre città; ogni sfumatura di transizione sessuale è qui rappresentata: ragazzi con teste da ragazza, ragazze con teste da ragazzo. Qui tutto è vero e niente è permesso fuorché ai permissori. Waghdas: è la città universitaria, il centro dell'istruzione dove a tutte le domande viene data risposta nei termini di ciò che può essere espresso e compreso. Completa permissività deriva da completa comprensione. Naufana e Ghadis sono le città dell'illusione dove niente è vero e perciò tutto è permesso. Il viaggiatore deve iniziare a Tamaghis e proseguire il cammino attraverso le altre città nell'ordine esposto. Questo pellegrinaggio può prendere molte vite. William S. Burroughs 172/343
Adesso abbiamo una scorta di nuove armi sufficiente a iniziare la nostra campagna, e non sembra saggio indugiare ancora. Prima o poi il nemico avrebbe notizia dei nostri piani e dei mezzi che possediamo per portarli a termine. Applicheremo le regole classiche della guerra di imboscata contro forze maggiori, attirandoli sempre più nell'interno del nostro territorio mentre faremo raid e taglieremo le linee di rifornimento. Questa è la tattica che ha battuto le legioni romane di Cassio nella disastrosa campagna contro i Parti. I Parti apparivano improvvisamente su un'altura in sella ai loro cavalli, lanciavano una pioggia di frecce e se ne andavano, adescando i romani sempre più nel deserto mentre sete, fame, e malattia si prendevano il loro tributo. Solo un pugno di legionari trovò la via del ritorno verso il mare. Quando questa tattica avrà sufficientemente indebolito il nemico, passeremo all'attacco contro una serie di posizioni Adesso abbiamo una scorta di nuove armi sufficiente a iniziare la nostra campagna, e non sembra saggio indugiare ancora. Prima o poi il nemico avrebbe notizia dei nostri piani e dei mezzi che possediamo per portarli a termine. Applicheremo le regole classiche della guerra di imboscata contro forze maggiori, attirandoli sempre più nell'interno del nostro territorio mentre faremo raid e taglieremo le linee di rifornimento. Questa è la tattica che ha battuto le legioni romane di Cassio nella disastrosa campagna contro i Parti. I Parti apparivano improvvisamente su un'altura in sella ai loro cavalli, lanciavano una pioggia di frecce e se ne andavano, adescando i romani sempre più nel deserto mentre sete, fame, e malattia si prendevano il loro tributo. Solo un pugno di legionari trovò la via del ritorno verso il mare. Quando questa tattica avrà sufficientemente indebolito il nemico, passeremo all'attacco contro una serie di posizioni Abbandonate la posizione difensiva nemiche. Non approfittare di un attacco riuscito è altrettanto disastroso di un attacco in condizioni sfavorevoli. Fu questo l'errore che fece perdere ad Annibale la guerra contro Roma. Non si era reso conto di aver sconfitto l'intero esercito romano, così invece di marciare senza indugio sulla città indifesa, si attestò a consolidare la propria posizione finché non gliene rimase più nessuna. Possiamo attenderci una valanga di defezioni in nostro favore, e dobbiamo tenerci pronti a vibrare una serie di colpi deLe città della notte rossa 343/173
cisivi. Né dobbiamo lasciare ai francesi e agli inglesi il tempo di valutare il pericolo e unirsi alla Spagna contro il comune nemico. Appena vedremo profilarsi la vittoria nell'emisfero meridionale del continente americano, colpiremo nell'emisfero settentrionale. Poi apriremo un'offensiva diplomatica focalizzata sull'Inghilterra per negoziare trattati, patti commerciali, e il riconoscimento del nostro stato indipendente e sovrano. Chiaramente le nuove armi diventeranno in breve tempo patrimonio comune, ma a quel punto avremo un vantaggio che sarà difficile colmare. Saremo in grado di fabbricare armi in qualsiasi quantità, e richiamando inventori, abili operai e tecnici con paghe più alte e migliori condizioni di vita, potremo continuare a fare armi migliori di quelle dei nostri avversari. Abbiamo inoltre il vantaggio incalcolabile di un territorio enorme praticamente impossibile da occupare con successo, mentre i paesi europei, a eccezione della Russia, sono esposti alle invasioni, visto che non hanno un posto dove ritirarsi. Prevediamo che gli Articoli si estenderanno in tutta l'Africa, in Medio ed Estremo Oriente, e potremmo invadere la Spagna dal Nord Africa. Il nostro piano immediato è di spingere gli spagnoli a una vasta offensiva prendendo Panama City e Guayaquil. Questo dovrebbe distrarre gran parte della flotta del Pacifico verso queste due località e far spostare le forze di terra da Lima a Guayaquil e da Cartagena a Panama. Se necessario, ci ritireremo nelle paludi a sud di Panama e nelle aree montuose e fittamente boscose a nord della città. Nel caso di vittorie terrestri decisive, lanceremo immediatamente attacchi contro le guarnigioni decimate di Lima e Cartagena, infliggeremo alla flotta il massimo danno possibile e, al contempo, colpiremo in Messico. I gemelli Iguana sono tornati in Messico per organizzare il nostro movimento là, e Bert Hansen è andato con loro. Il Capitano Strobe è andato a Panama per valutare la potenza della guarnigione spagnola e organizzare la resistenza partigiana a nord e a est della città. La zona a sud è già nelle nostre mani. William S. Burroughs 174/343
Juanito e Brady, con una forza di cinquanta uomini, sono andati a sud a stabilire posizioni fortificate a ovest di Guayaquil, da cui lanciare l'attacco alla città e a cui le nostre forze possano ritirarsi, attirando le forze di terra spagnole in una trappola mortale. Le battaglie navali saranno condotte da Opium Jones, Skipper Nordenholz, e dal Capitano Strobe. È in costruzione un certo numero di Distruttori. Poi una mattina ricevemmo notizia sui tamburi da segnalazione che il Capitano Strobe era stato catturato a Panama City e condannato all'impiccagione. Appena ricevuta questa notizia, ci siamo messi in marcia per Panama City con una forza di cinquanta uomini armati di fucili a canna doppia e una buona scorta di mortai, sia del tipo che esplode a contatto sia di quelli che esplodono con spoletta a tempo. Avevamo poche speranze di arrivare in tempo, così mandammo a dire ai partigiani locali di prendere le misure che potevano per effettuare un salvataggio, e che era in arrivo un corpo di spedizione. Marciando giorno e notte senza dormire, a forza di oppio e yoka, arrivammo a cinque miglia a sud della città all'alba del terzo giorno. Una nebbia calda ci avvolgeva e mi è venuta in mente la sauna nella mia piccola città sul lago Michigan e mi sono trovato a camminare con un'erezione. Improvvisamente abbiamo udito un'esplosione tremenda in direzione di Panama City e ci siamo fermati con le facce voltate verso il sole nascente. Poco dopo, una staffetta ci informò che il Capitano Strobe era stato salvato ed era diretto a Sud su un piccolo peschereccio verso una delle nostre basi sul Pacifico di fronte alle Pearl Islands. Demmo istruzioni alla staffetta perché informasse la guarnigione spagnola che i pirati che avevano architettato la distruzione dell'armeria e la fuga del Capitano Strobe erano poco più a sud della città, che erano in pochi e senza quasi munizioni. Le città della notte rossa 343/175
Come avevamo sperato, gli spagnoli sono caduti nella nostra trappola e hanno immediatamente spedito una colonna di soldati all'inseguimento, lasciandone solo un centinaio a guardia della città. La regione qui è formata da colline basse con sporgenze di calcare, l'ideale per le imboscate. Scegliamo una stretta valle tra pendii cosparsi di macigni calcarei. Il terreno roccioso è il migliore per attacchi con mortai. Disponiamo venti uomini su ciascun pendio, a circa cinquanta metri dal sentiero che gli spagnoli prenderanno. I restanti dieci serviranno come esca, fuggendo quando i soldati si avvicineranno. Appena i fucilieri nascosti apriranno il fuoco sui fianchi del nemico, si metteranno a riparo e spareranno direttamente sulla colonna spagnola, che allora sarà presa tra tre fuochi. Nascosti dietro i macigni, ci mettiamo ad aspettare. Non passa molto tempo e gli spagnoli si mostrano. Ci sono circa duecento uomini nella colonna, con quattro ufficiali a cavallo. Come avvistano le esche, gli ufficiali spronano i cavalli, urlando agli uomini di seguirli. L'ufficiale al comando, un maggiore, è chino in avanti sulla sella, la spada levata, i denti scoperti sotto i lucidi baffi neri. Usando un fucile con granata a contatto, prendo attentamente la mira, precedendo il cavallo di un paio di metri per tener conto della velocità. Anche così, faccio un piccolo errore di calcolo, e la granata colpisce il cavallo nel garrese anziché alla spalla come avrei voluto. L'esplosione fa volar di sella il maggiore sopra la testa del cavallo. La spada gli vola via dalla mano destra ferita, staccata in un arco scintillante. Il cavallo si impenna nitrendo, le interiora che si riversano da una ferita profonda. Il mio sparo è il segnale per gli altri di aprire il fuoco, con granate che dai macigni rimbalzano tra i soldati a piedi e sotto i cavalli. Un ufficiale volta il cavallo e galoppa verso la città. Dopo due raffiche di fucili lanciagranate, passiamo ai fucili a canna doppia. In pochi minuti, sono tutti morti o moribondi, salvo William S. Burroughs 176/343
un pugno di superstiti che stanno fuggendo verso la città in preda al panico. Do il segnale di cessare il fuoco, perché il resoconto dei fuggiaschi attesterà il nostro numero tra i cinque e gli ottocento uomini. La notizia di un numeroso contingente di irregolari ben armati, probabilmente inglesi, spargerà il panico in città, i cui difensori sono ora ridotti a un centinaio scarso. Avanziamo fino alla periferia della città, dove un gruppo di ufficiali spiega una bandiera di tregua e indica che desiderano negoziare. Esponiamo le nostre condizioni, che sono la resa immediata e incondizionata della guarnigione e della città, dicendo agli ufficiali che abbiamo più di ottocento uomini dietro a noi. Se consegnano la città, promettiamo di risparmiare le vite del Governatore, degli ufficiali e dei soldati, e di tutti gli abitanti. Se no, uccideremo chiunque opporrà la minima resistenza, e metteremo a sacco e bruceremo la città. Non hanno altra scelta che accettare. Nel frattempo, circa trecento partigiani locali si sono radunati, con armi prese ai morti, poiché non vogliamo che gli ufficiali vedano le nuove armi finché non saremo in grado di isolare efficacemente la città. Poi decretiamo che tutti i soldati, ufficiali e civili armati devono venire qui e deporre le loro armi. Chiunque sia in seguito trovato in possesso di armi verrà giustiziato sommariamente. I soldati, dopo aver deposto le armi, ricevono l'ordine di togliersi l'uniforme, gli stivali e le calze. Vestiti della sola biancheria, sono fatti marciare verso la guarnigione e chiusi dentro. Gli ufficiali, il Governatore, gli abitanti facoltosi, il clero, che protestano per l'indecenza della cosa, vengono chiusi nella prigione dopo che tutti i detenuti sono stati fatti uscire. Mettiamo degli avvisi per gli abitanti perché continuino nelle loro attività quotidiane e non temano danni. Mettiamo in vista gli Articoli nei luoghi pubblici, sequestriamo tutte le navi nel porto, e collochiamo sentinelle a tutte le porte della città. Nessuna nave può lasciare il porto e nessuna persona può laLe città della notte rossa 343/177
sciare la città. Per i due giorni seguenti, mentre recuperiamo il nostro sonno, i soldati, gli ufficiali e gli ostaggi devono essere adeguatamente nutriti, ma i partigiani che li sorvegliano e portano loro il cibo hanno l'ordine di non parlare e di non rispondere ad alcuna domanda. Il terzo giorno, completamente riposati, ci raduniamo intorno a un tavolo da conferenze nella sala da pranzo del Governa tore. La notizia del nostro successo si è diffusa per tutta la zona, e adesso ci sono più di cinquecento partigiani riuniti nella città, più che sufficienti per normali compiti di sorveglianza. Consultiamo mappe e formuliamo progetti per una serie di attacchi contro le guarnigioni spagnole sul lato est dell'istmo. Queste guarnigioni sono in maggior parte esigue, e non potranno resistere ai nostri mortai. Entro un mese, controlleremo una linea di guarnigioni da Port Roger al Panama settentrionale. Si è deciso che la carica di Comandante ruoterà a turno ogni giorno. Poiché l'imboscata è stata in gran parte effettuata secondo un mio piano, io avrò il primo turno. William S. Burroughs 178/343
Noi siamo il linguaggio Mentre stavo leggendo il manoscritto delle Città della Notte Rossa, i fratelli Iguana portarono alcuni libri e li lasciarono sul tavolo. Misi da parte l'incartamento. «Chi l'ha scritto?». «Uno studioso che preferisce rimanere anonimo. La ricerca in questa zona non è incoraggiata. Se, come lui suggerisce, il concepimento è il trauma base, allora è anche lo strumento base di controllo». Con un gesto indicò i libri in pila sul tavolo. Vidi al primo sguardo che erano elegantemente rilegati in una varietà di colori. Avevano l'aria di essere molto costosi. «Queste sono copie. Li studi molto attentamente per favore. Pago un milione di dollari per il recupero degli originali». «Le copie sono buone?». «Quasi perfette». «Allora perché vuole gli originali? Vanità di collezionista?». «I cambiamenti, Mr Snide, possono essere effettuati solo per mezzo di alterazioni nell'originale. L'unica cosa non preregistrata in un universo preregistrato sono le preregistrazioni stesse. Le copie possono soltanto ripetere se stesse parola per parola. Un virus è una copia. Potete renderlo più carino, o sezionarlo, rimescolarlo: si rimetterà insieme nella stessa forma. Senza essere idealista, sono riluttante all'idea di vedere gli originali nelle mani della Contessa de Gulpa, la Contessa de Vile e la fabbrica dei sottaceti...» «Non mi serve un pippone... però mi serve un acconto». Mise sul tavolo un assegno per duecentomila bigliettoni. Le città della notte rossa 343/179
Cominciai a esaminare i libri, scorrendoli velocemente per averne un'impressione generale. Sono composti in una varietà di stili e periodi. Alcuni di loro sembrano uscire dagli anni Venti del Grande Gatsby, vecchio amico, e altri sembrano derivare dall'epoca edoardiana di Saki, con un tono fanciullesco insopportabilmente falso. C'è una corrente sottintesa di profonda frivolezza, con languidi giovani aristocratici che strascicano epigrammi per strade di malattia, guerra, e morte. C'è una se quenza di storie alla Rover Boys Tom Swift in cui eroi fanciulli si battono contro forze soverchianti. I libri sono fumetti a colori. "Le Storielle", li chiama Jim. Qualche perduto procedimento a colori è stato usato per trasferire gli ologrammi tridimensionali sullo strano materiale resistente e diafano, simile a pergamena, delle pagine. È una cosa che fa male, guardare questi colori. Rossi impossibili, azzurri, seppia. Colori che potete annusare e assaggiare e sentire con tutto il corpo. Libri per fanciulli contro uno sfondo alla Bosch; leggende, fiabe, personaggi stereotipati, motivazioni superficiali con una distratta crudeltà fanciullesca. Quali fatti potevano aver dato origine a simili leggende? Una forma di radiazione oggi sconosciuta ha attivato un virus. Questa infezione virale diede luogo a mutazioni biologiche, sopratutto alterazioni del colore dei capelli e della pelle, che furono poi trasmesse geneticamente. Il virus deve aver colpito le terminazioni sessuali e della paura nel cervello e nel sistema nervoso, cosicché la paura veniva convertita in frenesie sessuali che poi venivano riconvertite in paura, un feedback che in molti casi portava a una conclusione fatale. L'informazione virale veniva trasmessa geneticamente, in orgasmi che erano spesso fatali. Sembra probabile che roghi, accoltellamenti, avvelenamenti, strangolamenti, e impiccagioni fossero in larga misura allucinazioni terminali causate dal virus, tanto che la linea tra illusione e realtà veniva a mancare. Dopo un certo numero di generazioni il virus stabilì una simbiosi benigna con l'ospite. Era un virus mutante, un virus colore, come se i colori William S. Burroughs 180/343
per se stessi possedessero una vita motivata e sinistra. I libri non sono probabilmente più rappresentativi della vita a quei tempi di quanto una copertina del Saturday Evening Post di Norman Rockwell rappresenti la complessa realtà della vita americana. «Sono copie complete degli originali quelle che sono stato incaricato di trovare, o dovrei dire di scoprire?». «No, sono frammenti». «Ha qualche idea di ciò che contengono gli altri libri?», chiesi. Lanciò un'occhiata all'assegno. «E lei?». Io annuii. «Potrebbero contenere la verità, che questi libri coprono con una superficie così orribile e abbellita in modo così nauseante da restare impenetrabile come uno specchio». Misi via l'assegno nel portafoglio. "E altrettanto fuorviante", aggiunsi. Ritornai ai libri. Mentre continuavo a leggere, avvertivo un crescente senso di debolezza e malessere. I colori mi davano il mal di testa (il profondo blu elettrico del cielo del Sud, le esplosioni di verde di fianco agli stagni e ai canali, gli abiti di velluto rosso attillato, i porpora, i rossi, e i rosa della pelle malata). Si alzavano dal libro palpabili come una foschia, un velenoso miasma di colori. Mi aprii il colletto, con i pensieri annebbiati e in qualche modo estranei, come se qualcuno stesse facendo una lezione su quei libri, di cui colsi una frase a caso... didascalie in inglese? "Un tempo esisteva un linguaggio immediatamente comprensibile a chiunque possedesse il concetto di linguaggio". Un'ambulanza della Grande Guerra? Quando cercai di esaminarla più attentamente, non potei esserne sicuro, ma avevo visto con chiarezza fotografica... una vecchia foto seppiata del 1917 circa. "Hanno rimosso i limiti temporali". Alzai lo sguardo di soprassalto, come se avessi sonnecchiato. La Iguana e suo fratello non erano nella stanza. Non li avevo visti andar via. Jim era seduto al mio fianco e Kiki dall'altra Le città della notte rossa 343/181
parte. Sembravano sentire i miei stessi effetti. «Uiiiih...», disse Jim. «Ho bisogno di una barcata di buon brandy». «Muy mareado», disse Kiki. «No quiero ver más...». Jim e Kiki vanno a un armadietto bar in un angolo della stanza. Io prendo un libro rilegato in pelle rossa. Scritto in rosso più scuro: Il primo testarossa. Un ragazzo biondo con un cappio al collo arrossisce di un colore sempre più carico, rosso che scorre per il suo corpo, le labbra che gli si gonfiano mentre la marea rossa irrompe nei suoi capelli e si diffonde giù nel petto e fino all'inguine, giù per le gambe, rivestendo la pelle di peli rossi che scintillano in un morbido fuoco, il cuore che gli batte contro le costole come un uccello in gabbia... Prendo un libro con una copertina blu scuro come metallo flessibile. A lettere d'oro: Il mutante blu. Come apro il libro colgo un odore di ozono. Un ragazzo con un'irritazione blu intorno all'inguine, al collo, e ai capezzoli, un lento bruciore freddo dietro l'orecchio, il colore blu negli occhi, un azzurro chiaro di cieli nordici stinge sui bianchi, le pupille porpora intenso, merda blu che gli brucia nel culo come metallo fuso... l'odore della Febbre Blu della Mutazione riempie la stanza, un marcio odore metallico di carne che esala da lui mentre caga un escremento blu, rovente e fosforescente. I suoi peli pubici e rettali diventano azzurro chiaro e crepitano di scintille... Stavo guardando i libri dall'alto di un'astronave che stava per atterrare. Un crepuscolo porpora ricopriva la triste e languida città. Ci portarono in macchina a una villa alla periferia di Lima. La casa era circondata dal solito alto muro, sormontato da schegge di vetro come cristalli di zucchero su una torta. Due piani, terrazza al secondo piano, bougainvillea rampicante sulla facciata della casa. L'autista portò dentro i nostri bagagli e ci diede le chiavi. Mi William S. Burroughs 182/343
diede anche una guida dove erano segnati alcuni negozi e indirizzi commerciali. Demmo un'occhiata intorno. L'arredamento aveva l'aria di una vetrina: massiccio, costoso, impersonale. Scaffali a vetri erano riempiti da enciclopedie rilegate in pelle. Dickens, Thackeray, Kipling, libri sulla flora e la fauna del Sudamerica, libri di uccelli e libri sull'arte marinara. Non vidi nessun segno che qualcuno ci avesse mai abitato. Consultando la pianta di Lima, su un tavolo da caffè coperto da un vetro e su cui erano sparpagliati alcuni numeri del National Geographic, controllai gli indirizzi. Tutti sul Mercado Mayorista o lì vicino. Uno era una bottega d'arte... Mmmmm... Avevo già deciso di falsificare i libri completi se fossi riuscito a trovare la carta giusta. Anzi, ero sicuro che era esattamente per questo che mi avevano pagato. Un indirizzo al Mercado Mayorista era Blum & Krup Import-Export. Questo era il mio contatto. Il Mercado Mayorista di Lima occupa pressappoco lo spazio di quattro isolati. È qui che verdura, frutta, maiali, polli e altri prodotti vengono portati con gli autocarri da tutto il Perù per essere scaricati e venduti. I negozi, le bancarelle, i bar, i ristoranti sono aperti ventiquattr'ore al giorno. L'unica cosa paragonabile al Mercado Mayorista è la Djemaa el Fnaa di Marrakesh. La Dijemalfnaa, però, è stata un'attrazione turistica per così tanto tempo che milioni di macchine fotografiche le hanno succhiato via la vitalità e ne hanno spento i colori. Il Mercado è di rado visitato dai turisti e non è inteso come spettacolo folkloristico. Ha una funzione precisa e il folklore è collaterale. Artisti di strada si radunano qui perché ci sono sempre spettatori paganti. Camminavamo, superando piccoli ristoranti che servivano zuppa di pesce calda, carne allo spiedo, pane scuro... bar con jukebox e ragazzi che ballavano. Ristoranti cinesi, incantatori di serpenti, un acrobata ciclista, scimmie ammaestrate. Molto Le città della notte rossa 343/183
debolmente riuscivo a sentire il flauto di Pan. A una certa distanza c'era un piccolo cerchio di spettatori. Un ragazzo stava suonando un flauto di bambù. Aveva circa quindici anni, i capelli gialli, gli occhi azzurri, e una spruzzata di lentiggini sul volto largo. Guardando negli occhi del ragazzo, sentii un soprassalto di riconoscimento. I suoi occhi erano neutri e vuoti come il cielo azzurro sopra il mercato, privi di ogni espressione umana: Pan, il dio Caprone. La musica andò avanti a suonare nella mia testa, scorse giù per pendii montani in un crepuscolo blu, frusciando attraverso radure e prati, tremolando su ruscelli al chiaro di luna, planando giù per strade ventose con foglie d'autunno. Decisi di visitare la bottega d'arte da solo. Quello che volevo io sarebbe stato sottobanco. Chiunque maneggiasse quel tipo di carta e di inchiostro doveva essere nel ramo dei quadri falsi, e probabilmente anche dei passaporti e altri documenti. Due visitatori potevano insospettire. E poi Kiki voleva dare un'occhiata alla città, e Jim aveva da comprare del materiale fotografico. Il negozio era in una viuzza vicino al mercato. C'era qualche tela impolverata in vetrina, cavalletti, e tubi di colori, che facevano venire in mente i sandwich di gomma serviti nei bar svedesi per legittimare la vendita di liquori. Quando provai la porta trovai che era chiusa a chiave. Bussai, e la porta alla fine venne aperta da un uomo di mezza età con spesse lenti senza montatura che mi guardò sospettosamente. «Vous voulez?». «Du papier, monsieur!». «Entrez». Si fece da parte e richiuse la porta dietro di me. Una donna grassoccia dai capelli arricciolati e grossi diamanti sulle dita piene di macchie da fegato era seduta a un antiquato registratore di cassa. Aveva appena smesso di leggere Le Figaro, che stava sul banco. Sembrava spaventata. E lui anche. Criminali di guerra, decisi senza esitazioni. Collaborazionisti francesi. William S. Burroughs 184/343
«J'ai besoin de papier pour une commission spéciale... Des livres qui devraient paraître anciens». Lui annuì e qualcosa come un sorriso toccò le sue labbra sottili. «Par ici, monsieur». Mi guidò a un retrobottega che conteneva un lungo tavolo di quercia e diverse sedie. Armadietti di ferro con serrature a cilindro occupavano una parete. Mi diede uno sguardo penetrante. «Ah oui». Fece un gesto verso gli armadietti. «L'histoire, monsieur, à votre disposition... quelle époque? Vous cherchez peut-étre un codex mayan? Un papyrus d'Egypte? Quelque chose du Moyen Age?». «Plus facile...Dix-Huitiéme... environ 1702». «Et l'auteur, monsieur? Gentilhomme, courtisane, voleur?». «Pirate américain». «Parfaitement». Aprì un cofanetto con una chiave presa da una tasca del gilè e lì scelse un'altra chiave. Con questa aprì un armadietto nel quale riuscii a vedere dei pacchi dentro scaffali, e tirò fuori diversi pacchi legati e sigillati con cera rossa. «De Boston». «Parfaitement». Esaminai la pergamena con attenzione, tenendola sollevata controluce e guardandola sotto una lente d'ingrandimento. Annuii e sorrisi. «Très bien». «De l'encre?». «Oui». Aprì un altro armadietto pieno di bottiglie e flaconi e tubetti... «Ça». Tirai fuori la mia attrezzatura portatile e feci qualche test. «Ça marche... ça marche... j'ai besoin aussi des couleurs... C'est un livre illustré». «Des couleurs parfumées, monsieur?». «Mais bien entendu... d'hachissh, d'opium, du sang, du rhum, encens d'église, de latrines, du pourriture...». Il pacco costò diecimila dollari, più trecento di normale materiale artistico. «Alors, monsieur, vous avez temps pour un cognac?». Le città della notte rossa 343/185
«J'ai toujours le temps pour ça». Ci mettiamo a far libri. Io scrivo le storie. Jim fa i disegni. Abbiamo l'indirizzo di un'agenzia di foto di moda che ci mette in contatto con il sottobosco cinematografico. Siamo nel posto giusto. Lima è lo studio cinematografico del mondo per film pornografici estremi e snuff, in larga parte commissionati da colle zionisti o agenzie governative. Solo il materiale di terza categoria trova la strada del mercato libero. Chi paga può ottenere le migliori tecniche di ripresa, montaggio ed effetti speciali, oltre ad attori di tutte le nazionalità. Jim disegna la scena approssimativa. La rappresentiamo con attori veri e poi la fotografiamo. Poi Jim proietta le istantanee sulla nostra carta e abbiamo il prodotto finito, che è qualcosa tra fotografia e disegno e assomiglia molto ai "libri di storielle" degli Iguana. Monsieur La Tour vende merce di qualità. Il libro sembra invecchiare di duecento anni da un giorno all'altro. Lavoro perlopiù alla mia storia di pirati. Ma poiché sono sicuro della qualità della merce, voglio investire ancora un po' di soldi in carta e colori maya ed egizi, e fare due film snuff: un pezzo maya intitolato Il Figlio di Ix Tab, e un pezzo egizio intitolato La maledizione dei faraoni. Ix Tab era la santa patrona di coloro che si impiccavano, e che lei trasportava dritti in Paradiso. In questo pezzo un giovane aristocratico viene impiccato da Ix Tab, la quale poi dà alla luce un ultrapotente Bambino della Morte. Il ragazzo che ha la parte del giovane aristocratico ha un classico profilo maya, e Ix Tab, macchiata di decomposizione, è una versatile professionista che recita anche nel mio pezzo egizio nella parte della malvagia sorella di Tutankhamon: lo fa strangolare e dà alla luce una dea Scorpione. Un milione di dollari si riduce a un anticipo di spese a questo punto. Ho già intaccato un centinaio di migliaia di bigliettoWilliam S. Burroughs 186/343
ni dei duecentomila. Penso che sia quasi ora di cercare Blum & Krup prima che si mettano loro a cercare me. È una città piccola e le voci girano. Le città della notte rossa 343/187
Tamaghis è una città cinta da mura e costruita in mattoni di argilla rossa. La città comincia a muoversi al tramonto, perché i giorni sono insopportabilmente caldi in questa stagione e gli abitanti sono di tipo notturno. Come il sole cala, il cielo settentrionale si accende di un funesto bagliore rosso bagnando la città di una luce che sfuma dal rosa conchiglia a pozze d'ombra porpora intenso. È una notte d'estate e l'aria è calda ed elettrica con un odore di incenso, ozono, e il muschiato rosso odore dolce e marcio della febbre. Jerry, Audrey, Dahlfar, Jon, Joe, e John Kelly stanno camminando in un quartiere di sale di massaggio, bagni turchi, camere per il sesso, studios di impiccagioni, ristoranti a separé, bancarelle che vendono incenso, erbe aromatiche e afrodisiache. Filtra musica dai nightclub, ogni tanto una folata di fumo di oppio: gli Indolori che gestiscono molte delle concessioni lo fumano. Tamaghis è una città cinta da mura e costruita in mattoni di argilla rossa. La città comincia a muoversi al tramonto, perché i giorni sono insopportabilmente caldi in questa stagione e gli abitanti sono di tipo notturno. Come il sole cala, il cielo settentrionale si accende di un funesto bagliore rosso bagnando la città di una luce che sfuma dal rosa conchiglia a pozze d'ombra porpora intenso. È una notte d'estate e l'aria è calda ed elettrica con un odore di incenso, ozono, e il muschiato rosso odore dolce e marcio della febbre. Jerry, Audrey, Dahlfar, Jon, Joe, e John Kelly stanno camminando in un quartiere di sale di massaggio, bagni turchi, camere per il sesso, studios di impiccagioni, ristoranti a separé, bancarelle che vendono incenso, erbe aromatiche e afrodisiache. Filtra musica dai nightclub, ogni tanto una folata di fumo di oppio: gli Indolori che gestiscono molte delle concessioni lo fumano. Un cowboy in servizio sette giorni su sette I ragazzi si fermano a una bancarella e Audrey compra un po' di Rossi Caldi da un Indolore. Questo afrodisiaco causa un'irritazione erogena all'inguine, all'ano, e ai capezzoli. Agisce in pochi secondi, preso oralmente, oppure può essere iniettato... ma in questo modo è pericoloso perché il piacere è spesso così intenso da fermare il cuore. Gli adolescenti della città fanno dei giochi di sfida al calor rosso chiamati Riscalda e Scoppia. I ragazzi sono vestiti di tuniche di seta rossa aperte sui corpi snelli, pantaloni di seta rossa, e sandali magnetici. Alla cintura William S. Burroughs 188/343
hanno fulminatori e lunghi coltelli, affilati dai due lati, leggermente ricurvi in punta. I combattimenti col coltello sono frequenti qui perché i Rossi Caldi possono scatenare l'aspra rossa Febbre Omicida. Il virus è come un grande polipo nei corpi delle città, proteiforme e mutante: la Febbre Omicida, la Febbre del Volo, la Febbre dell'Odio Nero. In tutti questi casi le energie del soggetto sono completamente concentrate su una sola attività od obiettivo. C'è una Febbre del Gioco e una Febbre del Denaro, che talvolta contagiano gli Indolori: occhi luccicanti, tiran dentro i soldi con un'ansietà terribile, tremando come sorci affamanti. C'è anche una Febbre dell'Attività: le vittime corrono in giro freneticamente a organizzare di tutto, a fare da agenti per qualsiasi cosa e per chiunque, pattugliando le strade disperatamente in cerca di contatti. Notte Rossa a Tamaghis: Accalappiacani, Spermatori, Sirene, e la Polizia Speciale del Concilio degli Eletti che si sta infiltrando a Tamaghis da Yass-Waddah. Gli Accalappiacani si impadroniscono di tutti i giovani che incontrano nelle zone di Caccia Permessa e li vendono agli studiosi di impiccagioni e agli intermediari di sperma. Gli Spermatori sono pirati che operano da caposaldi fuori dalle mura della città, attaccando carovane e treni merci, facendo tunnel sotto le mura per muoversi nei disordinati sobborghi della città. Sono fuorilegge che possono essere uccisi da ogni cittadino, come ladri di bestiame. Due ragazzi, i volti illuminati dall'attenzione, scivolano da una pozza d'ombra rossa all'altra. Una pattuglia di Accalappiacani passa. I ragazzi si rannicchiano nell'oscurità di fianco a un muro in rovina, denti scoperti, mani sui coltelli. Gli Accalappiacani sono giovani muscolosi con cosce massicce e il petto ampio dei corridori. Nudi fino alla cintola, portano una varietà di reti e manette intorno alle spalle, e bolos che possono impigliarsi a gambe fino a venti metri. Al guinzaglio hanno i segugi rossi a pelo corto, che tremano, uggiolano, annusano, cercano di fottere le gambe agli Accalappiacani. Le labbra di Audrey si Le città della notte rossa 343/189
aprono in un lento sorriso. Questa è una delle sue tattiche di infiltrazione: i cani sono addestrati ad attaccarsi alle gambe di un Accalappiacani e farlo cadere. Audrey e Cupid Mount Etna sono in una zona popolosa con ampie strade di pietra. Passa un carro floreale di Sirene. Sedute in conchiglie ornate di rose trillano: «Ti farò scoppiare nudo tesoro e ti mungerò mentre ti impiccheranno...». Idioti maschi stanno accorrendo, saltano sul carro floreale a farsi impiccare dalle Sirene, molte delle quali sono ragazze travestite provenienti da Yass-Waddah. Il carro scivola avanti verso i Giardini Pensili dove giovani dorati si radunano con i loro distintivi di Esente da Impiccagioni. Come personaggi di una sciarada si mettono in posa e piroettano nel bagliore rosso che illumina alberi, stagni, e volti malati che bruciano delle terribili bramosie della febbre. Audrey decide per una deviazione. Quattro della Polizia Speciale del Concilio degli eletti sono sulla loro strada. Sono uomini con i capelli a spazzola in abiti blu, e l'aria sacerdotale da uomini dell'FBI con muscolosi sorrisi cristiani. «Cosa possiamo fare per voi?». «Stramazzare», esclama Audrey. Estrae il suo fulminatore e gli dà una scarica completa. Cadono contorcendosi e fumando. Ufficialmente la PS non ha nessun posto a Tamaghis, ma sta corrompendo la polizia locale e rapisce ragazzi per le sale operatorie di trapianti a Yass-Waddah. I ragazzi scattano intorno ai corpi e svoltano per un vicolo, con la polizia che fischia dietro di loro. Il possesso di un fulminatore è un reato dei più gravi. Correndo a zigzag per un intrico di viuzze, tunnel, e passaggi, seminano la pattuglia. Ora sono verso la periferia, vicino alle mura, e stanno percorrendo una ripida strada di pietra. C'è una strada sopra di loro e un ripido pendio erboso che porta lassù. Improvvisamente, un'ambulanza della Prima Guerra Mondiale si ferma sulla William S. Burroughs 190/343
strada maestra e ne saltano fuori sei uomini, che si rialzano trasformati in pirati con barbe e orecchini. Corrono giù per il pendio, gli occhi scintillanti di cupidigia. «Spermatori!». Audrey si piega su un ginocchio, falciando il pendio con il suo fulminatore. Gli Spermatori urlano, mentre rotolano giù per il pendio con i vestiti in fiamme, e danno fuoco all'erba. Il furgone sta bruciando. Audrey e Cupid scattano via mentre il serbatoio della benzina esplode dietro di loro. Le città della notte rossa 343/191
La Forca Doppia è il posto delle ore piccole a Tamaghis. Alle 11,30 è ancora quasi vuoto. Il barista sta controllando bottiglie e pulendo bicchieri. Un tizio sta dando i numeri vicino al banco. «Siamo tutti un mucchio di sporchi luridi vampiri!», urla. Il guardasala lo sbatte fuori. «Non ci piace questa storia qua dentro. Dico sul serio». Una Sirena ancheggia dentro e trilla la sua ordinazione. «Vede quel cartello, signora?». Il barista indica un'immagine di Sirena con un cappio: «... non sono ammesse qui». Il guardasala l'accompagna fuori. È un posto di tipo esclusivo dove vanno tutti. Cosa fa la gente a Tamaghis? Vedono lo Show. Vengono tutti qui e vedono il grande Show. C'è uno spettacolo di impiccagione ogni notte. Adesso il bar si sta riempiendo, perché questa è una Serata Esibizionisti. I clienti chic fanno il loro ingresso attraverso botole nel pavimento e nel soffitto, o attraverso entrate laterali La Forca Doppia è il posto delle ore piccole a Tamaghis. Alle 11,30 è ancora quasi vuoto. Il barista sta controllando bottiglie e pulendo bicchieri. Un tizio sta dando i numeri vicino al banco. «Siamo tutti un mucchio di sporchi luridi vampiri!», urla. Il guardasala lo sbatte fuori. «Non ci piace questa storia qua dentro. Dico sul serio». Una Sirena ancheggia dentro e trilla la sua ordinazione. «Vede quel cartello, signora?». Il barista indica un'immagine di Sirena con un cappio: «... non sono ammesse qui». Il guardasala l'accompagna fuori. È un posto di tipo esclusivo dove vanno tutti. Cosa fa la gente a Tamaghis? Vedono lo Show. Vengono tutti qui e vedono il grande Show. C'è uno spettacolo di impiccagione ogni notte. Adesso il bar si sta riempiendo, perché questa è una Serata Esibizionisti. I clienti chic fanno il loro ingresso attraverso botole nel pavimento e nel soffitto, o attraverso entrate laterali L'inconscio imitato da un cheesecake camuffate, e proprio in questo momento stanno spuntando su dal pavimento tutti vestiti di verde e strillando come mandragore, cascano giù dal soffitto in paracadute di garza oppure con delle corde al collo, scivolano dentro attraverso specchi e schermi. Alcuni sono completamente nudi ma devono portare almeno cappelli da cowboy, o turbanti, o cappe, o maschere, o vernice sul corpo, e sarong, o mutandine di pitone, o sandali da Mercurio, o stivali sciiti, o elmi etruschi, o tute spaziali con culo e inguine trasparenti. William S. Burroughs 192/343
Spacciatori di cappi circolano tra i clienti, fermandosi qua e là mentre un tavolo di giovani aristocratici prova i cappi, che sono di diversi tipi e materiali: seta colorata, canapa trattata e ammorbidita con unguenti rari, cappi col prurito che ardono di una soffice fiamma blu, cappi fatti con la pelle dei segugi. Audrey lascia cadere languidamente un cappio e saluta con la mano Jim dall'altra parte del locale. Jim si avvicina e si siede al suo tavolo. Audrey lo presenta a Rubble Blood Pu, uno snello giovane aristocratico abbigliato in costosi abiti del diciannovesimo secolo con un segno rosso di corda intorno al collo, e al Capitano Strobe, lo Spermatore Gentiluomo, in abiti del diciottesimo secolo, i capelli biondi a coda di cavallo. Anche Strobe ha i segni di corda intorno al collo. Cupid Mount Etna con una bocca ad arco di Cupido, occhi gialli da capra, e capelli ricci, è nudo eccetto i sandali a zoccolo di capra. Blindish Wasp, basette nere, sopracciglia che coprono completamente le orbite, sottili labbra porporine, ha la sagoma di una vespa: esile petto rotondo, una vita così stretta che Jim avrebbe potuto tenerla tra le mani, lunghe gambe sottili. La sua pelle è di un pallore mortale e luccica, il suo cazzo è a punta. È nudo eccetto una papalina e scarpe nere a punta di cuoio morbido. Emana un penetrante odore aromatico. Gli ospiti stanno diventando impazienti. "Scoppia Scoppia Scoppia", urlano. Le luci si accendono in una piccola alcova ed ecco la doppia forca. E un ologramma e vi dà la nausea guardarlo che galleggia là nell'aria stagnante e putrida come un miraggio solido da cui quasi potete bere e potete quasi annusare. La star è un burattino chiamato Whitey perché costa quanto il pescecane bianco dello Squalo. Una porta si apre sulla forca e Whitey è condotto dentro da un demonio rosso mentre i clienti si stringono intorno alla forca in punta dei piedi e torcono la testa da un lato e fanno schioccare la lingua. Adesso Whitey è in piedi con il cappio al collo, il bacino spinto in avanti, il cazzo quasi duro, le pupille a capocchia di spillo. Le città della notte rossa 343/193
La piattaforma cade e lui è là appeso a eiaculare e una vampata di luce gli balena fuori dagli occhi. «Un esibizionista! Un esibizionista!». I clienti tirano su le braccia e dimenano le anche in avanti estaticamente, bagnandosi nello sfavillio, spingendosi via a vicenda, cadendo in terra a mucchi. La forca sparisce. In un vecchio film muto degli anni Venti gli ospiti stanno saltando in una piscina. «Vieni su ai nostri quartieri, vecchio mio», dice Rubble Blood Pu. «Questo posto sta diventando volgare». Pu ci precede attraverso una zona di terreni abbandonati, macerie, e costruzioni semidistrutte coperte di rampicanti, cespugli ed erba. «Ci siamo». Si ferma davanti a un edificio a tre piani. I due piani inferiori sono stati demoliti lasciando in piedi soltanto le travi di sostegno, scale di cemento portano al terzo piano. Pu apre con la chiave una porta massiccia. Il terzo piano è arredato in stile marocchino con tappeti e cuscini e tavoli bassi. Cinque dei ragazzi crucchi, tutti nudi, stanno fumando hashish. Uno si alza e fa una danza del ventre mentre gli altri, ai quattro punti cardinali, si rotolano sulla schiena, con le gambe all'aria, e battono insieme i piedi mentre cantano. Non hanno vestiti E danzano sulle punte dei piedi E la danza che fanno È abbastanza da uccidere un ebreo Rubble Blood Pu e il Capitano Strobe sono tutti e due molto snelli, con genitali piccoli e aristocratici, e riescono a sembrare elegantemente abbigliati e perfettamente posati anche da nudi. Un ragazzo con lunghi capelli biondo paglierino e orecchie allungate, nudo a parte un elmo, porta un vassoio di tè alla menWilliam S. Burroughs 194/343
ta. Pu mostra a Jim come tenere il bicchiere tra orlo e fondo in modo da non scottarsi la mano... «Vieni, ti faccio vedere la casa ». I ragazzi crucchi ci seguono, ridendo e toccandosi. «E questa è la stanza delle impiccagioni... tutto moderno e funzionale, come potete vedere... i nostri soggetti portano elmi da impiccagione... fagli vedere, Igor». Igor si avvicina ghignando. L'elmo arriva fino intorno al collo e giù fino alle clavicole, con aperture alle orecchie, e copre il cranio rasato. «Qui ci sono dei cavi per registrare le onde cerebrali; microfoni applicati alla gola... e questo». Tiene su un piccolo anello di elastico trasparente. «Sempre fatto su misura, naturalmente... e questi dischi magnetici per i capezzoli. E il cappio, aromatizzato con gli odori speciali del soggetto... sai, la sua biancheria sporca e i suoi fazzoletti sborrati. Siamo sempre stati dei vampiri, vecchio mio... È roba di famiglia». Dà un ultimo sguardo in giro. «Il meglio che i soldi possano comprare... ma è sempre un po' limitante, vecchio mio: se capisci quello che voglio dire. Tutto qui nella mente, capisci...». La stanza dietro a lui diventa lo studio di Gatsby tappezzato di libri. «Uno dei tuoi vertiginosi incantesimi?». Hans mi prende il braccio. I ragazzi si sono calmati per il momento. Se ne stanno seduti, spalla contro spalla, passandosi sigarette di cannabis. «Cuidado, hombre». Un ragazzo si strofina la coscia nuda facendo una scintilla... morbide voci lontane nel caldo crepuscolo. Stiamo tornando a piedi nell'aria stantia di Panama che si muove intorno ai nostri corpi e torna a quietarsi dietro di noi. Nessuna fresca brezza soffia qui. La città è come una stanza chiusa, piena di fiori vizzi e acqua stagnante. Le città della notte rossa 343/195
«E adesso, vecchio mio, c'è qualcuno che voglio presentarti... meglio passare un attimo qui dentro», apre la porta di un lussuoso bagno. «Ti aspetto nella sala dei ricevimenti». Quando Jim entra in salotto, vede una ragazza dai capelli rossi che sembra la sorella gemella di Jerry, vestita di un pigiama di seta rossa. I ragazzi crucchi le si sdraiano davanti, masturbandosi come se fosse una pinup. Audrey si guarda l'orologio. È di pattuglia con Cupid Mount Etna. È ora di andare. William S. Burroughs 196/343
Siamo coordinati La guardia è molteplice Kelley, Clinch Todd, Hans e io procediamo verso la guarnigione per interrogare i soldati catturati. Mura massicce con quattro torrette da cannoni circondano un cortile intorno al quale sono disposti gli alloggi. Hans e io, scortati da dieci partigiani armati di machete affilati come rasoi, entriamo nel cortile mentre Kelley, Todd, e Joe restano nel locale di guardia di là dalle sbarre. «Attenti!». Questo lo capiscono in tutte le lingue. I soldati si trascinano in una fila male ordinata. Sporchi, con la barba lunga, spaventati, non sembrano rappresentare una minaccia. Cammino lentamente su e giù, guardando tutte le facce a turno. Un branco malconcio perlopiù, stupido e brutale, molti di loro mostrano le devastazioni del bere e delle malattie. Ma due facce spiccano: un giovane magro dall'aria di falco con gli occhi grigi penetranti che accoglie il mio sguardo con fermezza, e un ragazzo dalla faccia foruncolosa e i capelli rossi che mi fa un sorriso accattivante. «Quanti di voi sanno leggere?». Il giovane dal volto di falco e altri due alzano la mano. Un quarto alza la mano a metà. «Be', sai leggere o no?». «Be', signore, sì, ma ci metto un po' di tempo». «Di quello ne avrai un sacco». Indico gli Articoli. «Voglio che quelli di voi che sanno leggere leggano quanto c'è scritto là. Voglio che lo leggiate attentamente. Poi voglio che spieghiate Le città della notte rossa 343/197
quello che c'è scritto a quelli che non sanno leggere. È chiaro?». Il giovane dal volto di falco annuisce con un lieve sorriso. «Tornerò più tardi a vedere se quello che c'è scritto là è stato letto e capito». Passiamo poi alla casa dove sono custodite le donne, salutati da un coro di lamentele da arpie. Nessuno vuole parlare con loro, né gli dice cosa è successo ai loro figli, mariti, e fratelli. Gli è stata negata l'assistenza medica e gli si è impedito di andare a messa. Mi scuso cortesemente per l'inconveniente temporaneo e le rassicuro: i loro mariti, figli, e fratelli sono salvi e trattati bene. Dico di essere un medico qualificato, e se qualcuna di loro soffre di dolori o malanni di ogni genere sarò lieto di riceverle una alla volta in una stanza che ho sistemato come mio ufficio. Ho anche portato un prete che ascolterà confessioni, impartirà assoluzioni, o adempirà ad altri uffici sacerdotali di cui abbiano bisogno. Il "prete" non è altri che Kelley Mezzo-Impiccato, con i suoi segni di corda coperti da un colletto clericale. Una alla volta, sfilano nel mio ufficio lamentandosi di mal di testa, mal di schiena, mal di denti, brividi e febbre, eczemi, flatulenza, crampi, palpitazioni, catarri, vene varicose, mancamenti, nevralgie, e altri disturbi difficili da classificare. A ciascuna do un composto contenente quattro palline d'oppio, con l'istruzione di ripetere la dose se i disturbi ritornano, come certamente avverrà alla fine delle otto ore quando l'effetto dell'oppio cesserà. Non occorre dirlo, anche Kelley è tenuto indaffarato dalle pie señoras. Tornato alla guarnigione, metto i soldati sull'attenti. Cammino lungo la fila e ne faccio uscire i tre lettori e il mezzo lettore. Poi ne scelgo altri sei, cercando volti e corpi in condizioni ragionevolmente buone o che mostrino qualche segno di adattabilità, intelligenza, e buon carattere. Portati questi dieci nel locale di guardia, chiedo se hanno letto gli Articoli o se glieli hanno spiegati. «"Articolo Uno: Nessun uomo può essere imprigionato per William S. Burroughs 198/343
debiti". Cosa significa per voi questo Articolo?». Un ragazzo vispo con un sorriso impudente e i capelli rossicci esclama: «Mettiamo che io mi faccia fare il conto alla cantina e non possa pagare?». Spiego che i debiti verso un oste rientrano in una categoria speciale. Se nessuno pagasse, non ci sarebbero né cantinas né vino. Il ragazzo dal volto di falco domanda: «Questo vuol dire che avete intenzione di lasciar fuori tutti i peones anche se sono in debito verso il patrón?». «Vuol dire proprio questo. Intendiamo abolire il sistema dei peones». Un mulatto mi guarda sospettosamente. Le facce inespressive degli altri mostrano che non sanno niente del sistema del peonaggio e di come funziona. «"Articolo Due: Nessun uomo può renderne schiavo un altro". Questo cosa vuol dire per voi?». «Vuol dire che lasciamo l'esercito?», chiede il ragazzo foruncoloso. Spiego che l'esercito spagnolo non esiste nelle zone controllate da noi. Il nostro esercito consiste interamente di volontari. «Quanto pagate?». «Paghiamo con la libertà e con parti uguali di ogni bottino che facciamo. L'oro che abbiamo preso qui a Panama sarà equamente diviso tra i soldati che hanno preso parte all'operazione ». «Mi offro volontario». Sorrise e si grattò la patta. Non proprio intelligente, ma svelto, intuitivo, disinvolto. Un senza ver gogna. «Come ti chiami?». «Paco». «Sì, Paco, puoi entrare come volontario». «Vuol dire che avete intenzione di abolire la schiavitù?», il giovane mulatto chiese sospettosamente. «Voglio dire proprio questo». Le città della notte rossa 343/199
«Lo crederò quando lo vedrò». «"Nessun uomo può interferire in alcun modo con le credenze o pratiche religiose di un altro". Cosa significa questo per voi?». «Non dobbiamo andare a messa?». «Giusto. Né potete impedire a nessun altro di farlo». «Questo vale anche per le altre religioni? Per i mori e gli ebrei?», chiese il giovane dal volto di falco. «Certo... "Articolo Quattro: Nessun uomo può subire tortura per alcuna ragione"». «Come farete ad avere le informazioni dai prigionieri?». «Ci sono modi più facili, come vedrete. "Articolo Cinque: Nessun uomo può interferire con le pratiche sessuali di un altro o imporre alcun atto sessuale a un altro contro la di lui o di lei volontà". Cosa vuol dire per voi?». «Vuol dire che se fotto un altro ragazzo nel culo nessuno può dire niente?». «Possono dire quello che vogliono ma non possono interferire. Se lo facessero tu avresti il diritto di prendere qualsiasi misura fosse necessaria per proteggere la tua libertà e la tua persona, e chiunque sia sotto gli Articoli sarebbe tenuto ad aiutarti ». Il mezzo lettore parlò per la prima volta. «Il sergente Gonzalez e il caporale Hassanavitch hanno fatto morire a calci due soldati per sodomia». «L'hanno fatto davvero?»". «Se il sergente scopre che gliel'ho detto mi trovo con un coltello in corpo». «Un coltello?». «Sì, signore. Ha un coltello affibbiato a una gamba». «Interessante... "Articolo Sei: Nessun uomo può essere messo a morte fuorché per violazione degli Articoli. Tutti i funzionari dell'Inquisizione restano condannati da questo Articolo e soggetti a immediata esecuzione". Nessuno di voi sa di qualche funzionario del genere presente a Panama City?». William S. Burroughs 200/343
«Padre Domingo e padre Gomez sono funzionari dell'Inquisizione », disse il giovane dal volto di falco. «Mandati qui per occuparsi dei pirati. Volevano bruciare i pirati inglesi come eretici». «Grazie. Sarai ricompensato per l'informazione». Il ragazzo dal volto di falco mi guardò altezzosamente. «Non voglio ricompense ». «Bene». Mi voltai verso il mezzo lettore. «E non preoccupar ti per il sergente. Lo faccio spostare dalla guarnigione». Gli altri vennero esaminati in modo analogo a gruppi di dieci. Solo quindici erano adatti a essere addestrati come partigiani. Dieci erano con ogni evidenza degli incorreggibili teppisti e piantagrane, con in testa il sergente Gonzalez, un sogghignante bestione di duecento libbre con i denti sporgenti, e il caporale Hassanavitch, uno zingaro dalla faccia di topo. Questi dieci bastardi vennero fatti marciare fino alla guardina adiacente alla guarnigione e rinchiusi. Nell'accomiatarmi ho dato al sergente Gonzalez una bottiglia di aguardiente all'aroma di anice contenente abbastanza oppio da uccidere cinque uomini, ingiungendogli di spartire equamente con i suoi compagni. Mi ghignò addosso mostrandomi i denti gialli. «Sìììì!, Señor Capitan». Alla prigione ho convocato gli ecclesiastici residenti, in una piccola stanza per interrogatori. Stavo seduto dietro una scrivania a esaminare carte, con partigiani armati allineati dietro di me. Kelley, in sintonia con il suo costume clericale, aveva lasciato la sua pistola in un angolo. «Signori, questo è padre Kelley, dall'Irlanda». Kelley sorrise e annuì untuosamente. Studiai la pratica davanti a me, tamburellando con le dita sulla scrivania. Alzai lo sguardo. «Padre Gomez?». «Sono io padre Gomez». Una faccia paffuta, miopi occhi giallastri dietro le lenti, una crudele espressione distratta. «Padre Domingo?». Le città della notte rossa 343/201
«Sono io padre Domingo». Un'esile faccia amara, due autodafé che ardevano negli occhi grigi sulfurei. «Voi siete funzionari dell'Inquisizione?», mi informai pacatamente. «Siamo ecclesiastici. Preti di Dio», disse Domingo, squadrandomi. Non era abituato a essere l'interrogato. «Voi siete cani dell'Inquisizione. Mandati qui da Lima. Avete fatto pressioni perché il nostro compagno Capitano Strobe fosse bruciato come eretico invece che impiccato come pirata. Sie te stati trattenuti dal Vescovo Gardenas e da padre Herera. Non c'è dubbio che stiate aspettando il momento per vendicarvi di questi uomini onesti e della loro umanità». Senza altre storie tirai fuori la mia pistola a doppia canna e sparai nello stomaco a tutti e due. Posando la pistola fumante sulla scrivania, feci schioccare le dita. «Padre Kelley! Estrema unzione!». Gli altri ecclesiastici rimasero a bocca aperta e impallidirono. A ogni modo, non hanno saputo nascondere il loro sollievo quando gli ho detto che come ecclesiastici perbene non avevano nulla da temere. Ho ricaricato la pistola mentre Kelley impartiva la sua fasulla unzione. «Be', penso che lor signori accetteranno una bibita». Ho versato a ognuno di loro un bicchierino di anisetta e quindi ci ho aggiunto dentro quattro palline d'oppio. Seduto a un balcone sovrastante la baia, mentre sorseggiavo un punch al rum al calar del sole, riflettevo che l'esercizio del potere dà una strana sensazione di pace e tranquillità. (Mi chiedo quanti dei dieci uomini in guardina saranno vivi domani. Mi diverte pensare che si taglieranno la gola per una bottiglia di alcol avvelenato). La sommaria liquidazione dei due Inquisitori era basata su un precetto a lungo usato dall'Inquisizione stessa, anzi è il modo in cui hanno saputo mantenere il loro potere malgrado la diffusa opposizione e l'odio. Sanzioni brutali contro una minoranza da cui uno è genericamente escluso non possono non William S. Burroughs 202/343
produrre un certo grado di soddisfazione in coloro a cui viene risparmiato questo trattamento: «Come ecclesiastici perbene non avete nulla da temere». Così i roghi di ebrei, mori, e sodomiti producono un certo grado di sollievo in coloro che non sono ebrei, mori, o sodomiti: «Questo non capiterà a me». Rivoltare questo meccanismo contro gli stessi Inquisitori mi dà la sensazione di assumere l'ufficio del fato. Sono diventato il cattivo karma dell'Inquisizione. Mi sto anche concedendo la sod disfazione che deriva da una certa misura di ipocrisia, un po' come la lenta digestione di un buon pasto. Piantagrane: Di ogni gruppo di uomini si troverà che contiene dal dieci al quindici per cento di incorreggibili piantagrane. In realtà, quasi tutti i guai di questo pianeta derivano da questo dieci per cento. È inutile cercare di rieducarli, dal momento che la loro unica funzione è nuocere e angariare gli altri. Tenerli in prigione è uno spreco di personale e provviste. Renderli dipendenti dall'oppio richiede troppo tempo, e ad ogni modo non sono adatti a lavori utili. C'è un solo rimedio sicuro. In operazioni future, appena saranno scoperti individui simili, sia da agenti segreti che da osservazione diretta, saranno uccisi con un pretesto qualsiasi. Nelle parole del Bardo, "Solo gli sciocchi hanno compassione di quei felloni che sono puniti prima ancor che abbian compiuto il lor misfatto". Oggi Hans è Comandante di Città: tutto lustrato e rifinito, lavato e rasato, in giacca verde con teschio e tibie d'argento sulle spalle, pantaloni cachi, gli stivali marroni morbidi accuratamente lucidati. In guardina, cinque dei prigionieri sono morti. È facile ricostruire quello che è successo. Il sergente Gonzalez, cercando di tenere per sé tutto il liquore, è stato assalito dal caporale Hassanavitch e da un complice. Il sergente li ha uccisi tutti e due con il suo coltello e poi s'è scolato circa metà della bottiglia, mentre teneva a bada gli altri. Ben presto il sergente s'è trovaLe città della notte rossa 343/203
to a mal partito, quindi gli altri gli hanno preso il coltello e gli hanno tagliato la gola. I vincitori poi hanno bevuto il resto della bottiglia, che ha ucciso tre di loro. «Bene, portateli fuori da qui». Hans indica i cadaveri. I partigiani camminano davanti agli altri, e piantano le vanghe nel terreno. Lasciamo i prigionieri a scavar fosse come tetri calibani e proseguiamo verso le caserme, dove siamo accolti da un odore di cannabis. I soldati stanno parlando e ridendo, più rilassati adesso che dieci uomini sbagliati son stati tolti di mezzo. «Achtung!». Come lo sa dire Hans gli crederebbe chiunque. Gli uomini vengono adesso condotti al posto di guardia uno alla volta. Il giovane dal volto di falco, il cui nome è Rodriguez, fa da segretario mentre Hans spara le domande. «Nome? Età? Luogo di nascita? Durata del servizio? Luogo e durata dei precedenti servizi? Quale addestramento hai ricevuto come soldato?». «Addestramento?». L'uomo chiede con aria vacua. «Cosa facevi tutto il giorno?». «Be', dovevamo allenarci e pulire le caserme, cucinare e lavare i piatti, lavorare nei giardini del Capitano...». «E le vostre armi? Avete ricevuto istruzioni sul loro uso? Si facevano esercitazioni giornaliere di tiro?». «Sparavamo solo alle fiestas e in parata». «Si faceva addestramento nel combattimento con coltello e sciabola? Nel combattimento a mani nude?». «No, niente del genere. Ci saremmo presi una punizione per rissa». «Esercitazioni campali?». «Qué es eso?». «Significa andar nelle giungle o sui monti a conoscere il terreno e fingere di combattere una guerra». «Non ci siamo mai mossi dalla città». «Allora non avete nessun'idea delle condizioni del terreno William S. Burroughs 204/343
dieci miglia fuori di Panama City?». «No, signore». «Durante il periodo del tuo servizio qui, sei stato malato?». «Diverse volte, señor» «E che malattie hai avuto?». «Be', signore, brividi e febbre, crampi e diarrea...». «Malattie veneree?». «Si, signore. Le puttane qui ne sono malate fradice». «E quale cura hai ricevuto?». «Non molto. Il Dottore mi ha dato qualche pillola per la pelle che mi ha fatto star peggio. C'era una specie di tè per la febbre che qualcosa faceva...». «Tu prima eri di stanza a Cartagena. Qual era lì la situazione quanto a malattie?». «Molto peggio, signore. Un migliaio di soldati son morti di febbre gialla. È stato quando io sono stato trasferito». «E il lavoro era lo stesso?». «Più o meno, solo che avevamo da scortare la carovana dei muli». «Allora lasciavate la città ogni tanto?». «Sì, signore. Qualche volta per una settimana». «E cosa portava la carovana di muli? Non hai bisogno di dirmelo. Oro. Cos'altro interessa agli spagnoli? Be', dunque, tutto quell'oro da proteggere... la guarnigione dev'essere stata molto più ampia che qui... magari un migliaio?». «Diecimila, signore», dice il soldato con orgoglio. Hans finge di essere impressionato e fischia piano. «E poi indubbiamente dei galeoni per portar via l'oro? Quando tutti quei marinai venivano a terra ci dev'esser stata qualche bella zuffa a Cartagena, verdad?». "Verdad, señor". Le città della notte rossa 343/205
Grande Quadro chiama Shifty Ritorniamo al quartier generale, che abbiamo installato nella spaziosa camera da letto del Governatore al pianterreno. È la camera più fresca della casa ma anche così il caldo è opprimente e dobbiamo tenere le finestre coperte di zanzariere per tenere fuori le saltuarie correnti d'aria che sono quanto di più vicino a una brezza. C'è uno sfarzoso letto a baldacchino dove i partigiani esausti che arrivano con i messaggi possono riposare, dove gli ufficiali di turno possono fare un'ora di sonno o soddisfare gli improvvisi appetiti sessuali che capitano durante le lunghe ore di concentrazione mentale senza sonno. Spesso lavoriamo nudi nella camera da letto del Governatore, vedendo le mappe con tutto il corpo, compiendo coiti rituali di fronte alle mappe, animando le mappe con il nostro sperma. La mappa chiave è Grande Quadro, che mostra l'attuale area di occupazione da Cartagena sulla costa atlantica alle Pearl Islands nel Pacifico e a nord ovest fino a un punto a cento miglia a nord di Panama City. Spilli verdi sulla mappa mostrano le città occupate dai partigiani. Spilli neri designano le zone occupate dagli spagnoli. La chiave per Grande Quadro sono i libri mastri... Stiamo trascrivendo nei libri mastri le informazioni ottenute dai prigionieri. Cartagena. Posizione sulla mappa. Spillo nero. Potenza presunta della guarnigione: diecimila soldati. Fortificazioni poderose. Ha resistito a molti attacchi di pirati. Punto di raccolta dell'oro. Convogli pesantemente armati prendono l'oro qui. Condizioni igieniche peggiori che a Panama. Recente epidemia William S. Burroughs 206/343
di febbre gialla. Questi libri mastri indicano non solo la consistenza delle guarnigioni e il movimento delle navi, ma anche tutte le abitudini del nemico, cosa fanno i soldati, cosa fanno gli ufficiali, cosa mangiano, di quali malanni soffrono, cosa pensano, e cosa ci si può aspettare che facciano. Un po' come studiare le prestazioni precedenti per indovinare il vincitore in una corsa di cavalli. Ma gli spagnoli, poiché sono completamente formati dalle prestazioni del passato, sono molto più prevedibili dei cavalli. Saldamente arroccati nella loro architettura coloniale, nei loro forti e nei loro galeoni, nelle loro uniformi, oro, ritratti e processioni religiose, si muovono come ponderosi cavalieri corazzati verso mete che noi possiamo predeterminare. Oltre al Grande Quadro, vi sono anche mappe molto più dettagliate di aree più piccole che mostrano l'ubicazione di depositi di armi, fattorie appartenenti a partigiani, torrenti, pozzi, e disegni di animali indigeni della regione. Via via che i messaggi arrivano, gli spilli verdi avanzano a nord e a est e a sud lungo la costa del Pacifico. L'intero istmo meridionale di Panama è nelle nostre mani. Studiamo le mappe, concentrandoci sul Grande Quadro. Cosa faranno esattamente gli spagnoli? Senza dubbio reagiranno a modo loro: pesanti, massicci, e lenti come i loro galeoni. Spediranno galeoni da Cartagena per sbarcare truppe sulla Costa Est, che poi si sposteranno verso ovest in direzione di Panama City. Spediranno galeoni da Lima alla Baia di Panama per sbarcare truppe sopra e sotto Panama City, in quello che si compiaceranno di credere uno schiacciante movimento a tenaglia. Sulla Costa Est, abbiamo ogni probabilità di vittoria decisiva sul mare. Abbiamo qui la Siren e il Great White, ora attrezzati ambedue con cannoni girevoli e proiettili esplosivi. Non c'è da dubitare che tutti i pirati e irregolari inglesi e francesi della zona delle Indie Occidentali si raduneranno come pescecani all'odore dell'oro di Cartagena. I nostri IncrociaLe città della notte rossa 343/207
tori opereranno lungo le coste e sbarcheranno partigiani che renderanno molto costoso lo sbarco alle truppe. Sul versante del Pacifico, le nostre forze di mare sono trascurabili, consistendo di pochi Incrociatori nelle vicinanze delle Pearl Islands. Abbiamo quindi deciso di evacuare Panama City all'avvicinarsi dei galeoni spagnoli e di lasciargli sbarcare quante truppe vogliono. Anzi, più ne sbarcano e più ci piace. Gli spagnoli, fiduciosi nella vittoria, muoveranno a nord e a sud contando su in genti rinforzi da est. Di ritorno nelle caserme, i quindici che riceveranno l'addestramento da partigiani vengono messi in fila. Studio le facce una alla volta: Rodriguez, il ragazzo dal volto di falco e intensi occhi grigi, intelligentissimo, stoffa da ufficiale di alto rango... Juanito, un piccolo filippino, sempre sorridente, ansioso di piacere... José il mulatto capace di leggere, un volto massiccio che dà affidamento, nervi saldi in battaglia... Kiki, il mezzo lettore dai lineamenti mongoli e lisci capelli neri, soprannominato El Chino... Paco con il suo impudente sorriso accattivante... Nemo, uno snello giovane di pelle gialla e denti sporgenti con una grazia da ballerino... Nimun, un giovane curiosamente arcaico in parte negro, con i capelli rossi, lentiggini marroni, e un'espressione piatta: sembra uno dei primi mutanti dalla testa rossa dei tempi preistorici... Pedro, un bel ragazzo dalla faccia larga, zigomi alti e pelle liscia e rossastra. Gli altri sono più indistinti, facce campagnole provenienti da famiglie contadine, arruolatisi per sfuggire una povertà massacrante. «Siete stati scelti per l'addestramento da partigiani. La vostra istruzione comincia domani. Durante i dieci giorni di addestramento, sarete pagati cinque volte la vostra paga attuale. Appena raggiungerete i partigiani in azione, la paga sarà dieci volte l'attuale e di ogni bottino preso avrete una parte uguale. Porterete uniformi da cadetti da oggi in poi. Potrete andare e venire a vostra discrezione dopo le ore di addestramento». Hans cammina su e giù misurando i ragazzi con gli occhi e William S. Burroughs 208/343
scrivendo le misure su un taccuino. Consegna la lista ai partigiani, i quali tornano con un mucchio di uniformi e stivali che sbattono su un tavolo. Diciamo ai ragazzi di spogliarsi e fare il bagno. I ragazzi prendono l'acqua alla cisterna e se la buttano addosso con i soliti scherzi da caserma. Paco scivola dietro a Nemo e fa finta di fotterlo, strabuzzando gli occhi e mostrando i denti e sbuffando come un cavallo. "Cabrón!", urla Nemo, e mentre scappa versa un secchio d'acqua in testa a Paco. Io sono l'eterno spettatore, separato da incolmabili abissi di conoscenza, sentendo lo sperma che si raccoglie nelle palle tese, i retti che fremono, fiutando il sentore di ferro del sesso, del sudore, e del muco rettale, guardando i bruni corpi che si torcono nel sole calante dilaniato da un dolore di bramosia disincarnata e dalla bruciante sofferenza della disintegrazione. Punti argentei ribollono davanti ai miei occhi. Sono in piedi nel vuoto cortile in rovina a centinaia di anni da oggi, un triste spettrale visitatore in una città morta, odore di niente e nessuno là. I ragazzi sono fluttuanti ombre di ricordo, evocano corpi che si sono da tanto tempo trasformati in polvere. Io sto chiamando, chiamando senza una gola, senza una lingua, chiamando attraverso i secoli: «Paco... Joselito... Enrique». Le città della notte rossa 343/209
Sceneggiatura / Parte prima È al secondo piano. Una targa di ottone: Blum & Krup. Una porta metallica. Un campanello. Suono. Un giovane ebreo dagli occhi freddi apre la porta di una fessura. «Sì? È un cliente o un commesso viaggiatore?». «Nessuno dei due». Gli do il mio biglietto da visita. Chiude la porta e se ne va. Ritorna. «Mr Blum e Mr Krup la ricevono subito». Mi introduce in un ufficio arredato nel peggior gusto tedesco con foto di giovani e fanciulle che nuotano come cigni nei laghi nordici, tappeti che mi arrivano alle caviglie. Là, dietro un'enorme scrivania, stanno Blum e Krup. Una coppia da vaudeville. Blum è austriaco ed ebreo, Krup è prussiano e tedesco. Krup si inchina rigidamente senza alzarsi. «Krup von Nordenholz ». Blum arranca fuori da dietro la scrivania. «Si sieda, Mr Snide. Sono io il padrone qui. Prenda un sigaro». «No grazie». «Be', almeno ci divertiremo un po'. Faremo un'orgia». Ritorna alla sua sedia dall'altra parte della scrivania e si siede là a guardarmi attraverso il fumo del sigaro. «E perché non è venuto qui prima, Herr Snide?», domanda Krup con una fredda voce aspra. «Oh be', c'è un sacco di lavoro di gambe in questo mestiere... », dico io vagamente. «Ja und Assenwerke». (Sì e lavoro di culo). «Noi vogliamo lei interrompere questi affari stupidi e fare qualcuno serio, Mr Snide». William S. Burroughs 210/343
«Noi non siamo un'istituzione di beneficenza». «Non finanziamo inculate». «Un momento, Blum e Krup. Non ero al corrente del fatto che voi foste miei clienti». Krup emette un breve freddo raglio di risata. Blum si toglie il sigaro di bocca e lo punta attraverso il tavolo con il mozzicone verso il mio petto. «E chi credeva che fosse il suo cliente da un milione di dollari?». «Una puttana verde clonata da un cavolo?». «Bene, se voi siete miei clienti, che cosa dovrei fare esattamente? ». Krup nitrisce come un cavallo cinico. «Deve recuperare certi libri rari ora in mano a una certa Contessa», dice Blum. «Non sono nemmeno sicuro se saprei riconoscere questi libri se li vedessi». «Ha visto dei campioni». «Non sono sicuro che gli esempi corrispondano in qualsiasi modo ai pretesi libri che sono stato incaricato di ritrovare». «Pensa di essere stato ingannato?». «Non "penso". Lo so». La stanza è così quieta che potreste sentire il lungo cono grigio del sigaro di Blum che cade nel portacenere. Alla fine parla. «E mettiamo che noi si possa dirle esattamente dove sono i libri?». «E così sono nel caveau privato di qualcuno, circondati da guardie e sistemi d'allarme computerizzati? Io dovrei scivolare lì dentro e portar fuori un cartone di libri buttato sopra una spalla in un arazzo raro, con francobolli e prime edizioni in tutte le tasche, diamanti industriali ficcati in culo dentro un ditale, uno zaffiro grosso come un uovo di quaglia in bocca? È questo che dovrei fare?». Blum ride forte e a lungo mentre Krup si guarda le unghie con aria amara. «No, Mr Snide. Non è questo che lei deve fare. C'è un gruppo di guerriglieri ben armati che operano in un'aLe città della notte rossa 343/211
rea adiacente, e che occuperanno il baluardo della Contessa. Lei dovrà soltanto entrare dietro a loro e mettere al sicuro i libri. Ci sarà un coro indignato contro i guerriglieri che hanno così selvaggiamente macellato una scrofa ricca e straniera... Poi filtreranno in giro le storie sulla Contessa e i suoi laboratori, e ci sarà qualcosa dentro per tutti. La CIA, i guerriglieri, i russi, i cinesi... almeno ci divertiremo un po'. Potrebbe cominciare un piccolo Vietnam laggiù». «Be'», dico io. «Bisogna avere un'ampia visione generale delle cose». «Noi preferiamo una visione molto specifica, Mr Snide», dice Krup guardando un pesante orologio d'oro da tasca. «Sia qui giovedì a quest'ora e approfondiremo il discorso. Intanto, le consiglierei vivamente di evitare altri impegni». «E porti il suo assistente e i libri che avete», aggiunge Blum. Quando Jim e io andiamo a trovare Blum e Krup giovedì, portiamo con noi i libri che mi hanno dato gli Iguana. Krup dà un'occhiata ai libri, sbuffando ogni tanto, e man mano che finisce di scorrerne uno, lo fa scivolare giù per il tavolo fino a Blum. «Mr Snide, dove sono i libri che lei sta facendo adesso?», chiede Krup. «Libri? Io? Sono soltanto un investigatore privato, non uno scrittore». «Lei viene a fare l'imbroglione con noi», scatta Blum, «e noi la rompiamo nel collo. Hans! Will! Rudi! Heinrich! Herein!». Quattro personaggi entrano impugnando P-38 col silenziatore, come in un vecchio film sulla Gestapo. «E adesso, il suo assistente prenderà i libri mentre lei con il suo Lustknabe resterà qui. Hans e Heinrich andranno con lui per star sicuri che non faccia in modo di perdersi». Hans e Heinrich vanno a mettersi dietro a Jim. «Tienti sempre due metri davanti a noi». Sfilano via. In mezz'ora Jim è di ritorno con i libri. B & K li sparpagliano William S. Burroughs 212/343
sul tavolo e tutti e due si mettono in piedi a guardarli come generali che studiano un piano di battaglia. Alla fine Krup fa segno di sì. «Ach ja. Con questi io credo è abbastanza». Blum si volta verso di me, quasi gioviale adesso, strofinandosi le mani. «Bene, lei e il suo assistente e il ragazzo, siete pronti a partire, hein?». «Partire? Per dove?». «Questo lo vedrete» Hans, Rudi, Willi, e Heinrich ci fanno marciare su per qualche rampa di scale fino a un terrazzo e dentro un elicottero che aspettava. Il pilota ha una fredda faccia inespressiva da strangolatore e una .45 in una fondina sotto l'ascella. Sembra americano. Le guardie ci legano ai nostri sedili e ci bendano e partiamo. Il volo dura un'ora circa. Poi veniamo spinti fuori, e dentro un altro aereo, un affare a elica. Probabilmente un Dakota. Pressappoco tre ore stavolta, e scendiamo sull'acqua. Ci tolgono le bende e adesso abbiamo un altro pilota. Sembra inglese e ha la barba. Il pilota si volta e sorride: «Be', ragazzi, siamo arrivati». Ci slegano e scendiamo su un pontile. E su un piccolo lago, grande appena abbastanza per farci atterrare l'aereo. Intorno al lago vedo delle capanne Quonset e in uno spazio aperto qualcosa che assomiglia a un pozzo di petrolio. Un recinto di filo spinato circonda la zona con torrette armate. Ci sono in giro abbastanza guardie armate da fare un piccolo esercito. Davanti a una capanna Quonset alcuni uomini stanno parlando. Uno viene avanti a salutarci: è quel bullo di un tirapiedi della CIA, Pierson. «Be', Snide», dice. «Benvenuto a bordo». «Be', Pierson», dico. «Se non puoi dargliele fatteli amici». «Proprio così. Che ne dice di masticar qualcosa?». «Sarebbe molto bello». Mi guida in una capanna Quonset che serve da sala da pran zo. Ci sono lunghi tavoli e piatti di metallo e uomini che mangiano. Alcuni hanno l'aria di muratori, altri sembrano tecnici. Le città della notte rossa 343/213
La mia attenzione è attratta da un tavolo di circa trenta giovani. Sono i più bei ragazzi che abbia mai visto in una sola volta, e tutti esemplari ideali della gioventù bianca anglosassone. «Il nostro vivaio genetico», spiega Pierson. Un grasso sergente di mensa sbatte un po' di pesce e riso e albicocche cotte nei nostri piatti e ci riempie le tazze di metallo di tè freddo. «Stile militare qui», dice Pierson. Dopo mangiato si accende una sigaretta e mi ghigna attraverso il fumo. «Be', credo che si stia chiedendo di cosa si tratti». «Già». «Venga ai miei alloggi e le spiego. Un po', almeno». Un bel po' lo so già anch'io. Molto più di quanto non voglia lasciargli credere. E so che meno mi dice e più probabilità ho di uscirne vivo... Ho già visto che il pozzo petrolifero è una rampa di lancio. Le cose cominciano a quadrare. Mi fa strada verso un piccolo prefabbricato. Si volta verso Jim e Kiki: «Perché voi due non andate a fare un giro? Andate a pesca. Potete trovare l'occorrente al PX. Il lago è pieno zeppo di lucci a bocca grande... Vi andrà bene qui...». Faccio segno di sì a Jim e lui se ne va con Kiki. Pierson gira la chiave nella toppa ed entriamo. Una branda, un tavolino, qualche sedia, alcuni libri. Mi indica verso una sedia, si siede e mi guarda. «Ha visto la rampa di lancio?». «Sì» «E a cosa crede che servirà?». «A lanciare qualcosa, ovviamente». «Ovviamente. Una capsula spaziale che sarà anche un satellite per le comunicazioni». Sto cominciando a capire cosa hanno intenzione di comunicare. «Ora, mettiamo che una bomba atomica debba cadere su New York. Chi potrebbe esserne incolpato?». «I bolscevichi». William S. Burroughs 214/343
«Giusto. E mettiamo che una misteriosa epidemia scoppi attaccando la razza bianca, mentre la gialla, nera, e mulatta ne sembrano misteriosamente immuni? Chi potrebbe esserne incolpato? ». «Gialli, neri, mulatti. Gialli soprattutto». «Giusto. Così saremmo giustificati se usassimo un'arma biologica e/o chimica come ritorsione, no?». «Voi lo fareste comunque, giustificati o no. Ma l'epidemia potrebbe anche decimare la razza bianca... distruggerla come entità genetica». «Avremmo gli stock di sperma della febbre. Potremmo ricostruire la razza bianca secondo le nostre direttive, dopo che noi...». Il tavolo dei trenta ragazzi mi balenò davanti agli occhi. «Tutto molto pulito. E volete che io scriva la sceneggiatura». «È così. Ne ha scritto abbastanza ormai da mettere in moto le cose». «Cosa mi dice della Contessa de Gulpa? Come figura in questa storia?». «Ah, la Contessa. Non figura. Non è nemmeno poi così importante come può pensare. Sopporterebbe a malapena di distruggere i neri e i bruni, perché è da loro che lei fa i soldi. Ragiona ancora in termini di denaro». «E i suoi laboratori?». «Non c'è granché di utile. Qualche linea di sperimentazione specializzata... interessante, forse. Per esempio, è riuscita a rianimare uomini senza testa. Li regala alle sue amiche come schiavi d'amore. Vengono alimentati attraverso il retto. Non ne vedo nessuna applicazione pratica. Abbiamo pensato di usarla in scandali per screditare i quadri all'antica della CIA... ma adesso non è più necessario». «Oserei dire che potreste spazzarla via da qui con dei razzi». «Con facilità. Oppure potremmo impiegare armi biologiche». «La Febbre Nera?». «Sì». Indicò la radio. «Potrei anche dar l'ordine proprio Le città della notte rossa 343/215
adesso». «Allora cosa volete da me?». «Lei finirà la sceneggiatura. Il suo assistente farà le illustrazioni ». «E poi?». «Le è stato promesso un milione di dollari per trovare i libri. Li ha trovati. Naturalmente, il denaro non significherà più niente una volta che sarà scoppiata questa roba, ma noi faremo in modo che lei possa vivere agiatamente. Dopotutto, non abbiamo motivo di eliminarla... potremmo aver bisogno dei suoi servizi in futuro. Non siamo proprio dei brutti tipi...». Quanto simpatici saranno questi tipi simpatici una volta ottenuto quello che vogliono da me? Se casomai mi si consentirà di vivere sarà certamente da prigioniero. Intanto cerco di tenere buono Blum con un numero depravato, intitolato Newgate nudo, su un giovane bel bandito e la figlia dello sceriffo. Blum non la beve. «Qualsiasi leccapiedi hollywoodiano da mille dollari alla settimana potrebbe scrivere un pezzo di merda così». Poi Pierson mi invita per un drink e "una chiacchieratina". Ha un suono sinistro. «Oh, mh a proposito... Blum non è precisamente soddisfatto della sceneggiatura». «Bravo, bravo bambino, mangia tutta la sceneggiaturina». Mi lancia uno sguardo penetrante. «E questo cos'è, Snide?». «È uno scherzo. Fitzgerald a Hollywood». «Oh», dice, un po' intimidito dal riferimento a Fitzgerald... forse qualcosa che dovrebbe conoscere... Si schiarisce la gola. «Blum vuole qualcosa che lui chiama arte. La sa riconoscere quando la vede e adesso non la sta vedendo». «Quello che piace a me è la cultura! Quello che a me piace è l'arte!», strillo nei toni di una matrona ebrea un po' su di giri. Mi dà un lungo sguardo amaro e immobile. «Altri scherzi, Snide?». William S. Burroughs 216/343
«Gli darò quello che vuole. Sto mettendo su una piccola produzione teatrale per domani... molto artistica». «Questa volta è meglio che sia buona, Snide». Uno snello giovane biondo in eleganti abiti del diciannovesimo secolo è in piedi su un patibolo. Un cappuccio nero, adorno di ricami d'oro, gli vien messo sulla testa. RUBBLE BLOOD PU (FINE DELLA PARTE I) Incastrato in morte notti varicellose del secolo scorso. Questo sedere satinato nella luce gialla. (Onde di tempesta chiazzate di giallo... palme... un'ampia striscia di sabbia... una strada di velluto... Non ricordo un urto... Non lo credo davvero... l'ombra del camion... alberi con il sapore di cemento... acqua verde scura). «Bravo soldato di ventura inglese, signore. Lavoro per voi, sì no?». Sussurro di anni che trasformano il lago in un pesante maglione rosso, bidoni di immondizia in luce gialla. Il sospiro di un'armonica sventola nella triste onda dorata del tramonto canterino come un pesce brillante odore fresco di viole umide. Odore d'uomo di panni sporchi facce rosse fiato denso su specchi anneriti. Tramonto, fischi di treno. Io sono sul treno con Waring. Strade di terra rossa e schegge di selce scintillano al sole calante. Pilota l'aereo attraverso il tempo in un taxi in attesa, ripida strada di pietra, ragazzo con erezione foruncoli gialli labbra aperte da fine del secolo... capelli rossi lentiggini una scala. Un giovane volto galleggia davanti ai suoi occhi. Le labbra, contorte in un sorriso di ambiguo invito sessuale, si muovono in silenziose parole che si agitano e dolgono nella sua gola con un sapore di sangue e di dolcezza metallica. Sente la vertiginoLe città della notte rossa 343/217
sa debolezza della morte che gli respira attraverso i denti, il suo fiato freddo come ghiaccio. Il ragazzo di fronte a lui si accende dentro, una vampa di luce fuori dagli occhi in un flash mentre Audrey si sente mancare sotto il pavimento. Sta cadendo, il volto che plana giù con lui, poi un lampo accecante cancella via la stanza e i volti in attesa. William S. Burroughs 218/343
Salve, ecco i non-morti Una vece di tenore mi stava cantando in testa: Un tocco di sole, un tocco di sole Disse il sergente colorato... Mi svegliai con qualcosa di freddo sul petto. Un dottore era seduto accanto al letto con uno stetoscopio. «Salve, giovanotto», disse quando aprii gli occhi. Un ufficiale di Marina era in piedi di fianco al Dottore, e guardava giù verso di me. Mi sentivo un'ingessatura intorno al collo. Il Dottore si voltò verso l'altro ufficiale: «Il cuore è sano come un dollaro d'oro. Entro una settimana dovrebbe esser fuori dall'ingessatura». L'ufficiale mi guardò da qualche puzzonata di film sulle navi da guerra: «Se un'altra volta ti senti così, figliolo, vai a trovare lo psichiatra o il cappellano». «Qualcuno potrebbe mostrarmi la mia faccia in uno specchio? ». Il Dottore mi tenne davanti uno specchietto. Uno shock di riconoscimento. Giovane faccia familiare. Capelli rossi. «Volevo soltanto essere sicuro di esserci ancora». Il Dottore e l'ufficiale risero, e sentii la porta che si chiudeva. La faccia mi guardava dai piedi del letto. «Ciao. Sono Jimmy Lee. Tu sei Jerry. Siamo gemelli identici. Io sono nella sanità, tu sei nelle comunicazioni. Marina degli Stati Uniti, ferma di sei anni. Depresso per la morte della tua Le città della notte rossa 343/219
scimmietta, hai cercato di impiccarti. Ti ho tirato giù in tempo. Questa è la nostra storia. Cerca di ricordartela...». Dovevano stare attenti con il sesso in Marina, così Jimmy e Jerry trovarono un libro sulla proiezione astrale e decisero di imparare a farlo nel "secondo stato", come lo chiamava il libro, e alla fine ci riuscirono anche se non sapevano mai quando sarebbe successo o chi sarebbe andato a visitare chi finché non succedeva e questo era talvolta in circostanze imbarazzanti, come nelle docce o durante una visita medica. Un gemello caccia un bizzarro e acuto ululato da lupo e diventa tutto rosso brillante mentre i peli della testa e del corpo gli stanno su e crepitano. Poi, come colpito da un fulmine, cade sul pavimento in un accesso erotico eiaculando ripetutamente di fronte agli sgomenti ma salaci marinai. Un foruncoloso ragazzo dal mento cascante del Texas orientale osserva con un ghigno bestiale. «Guarda che pistola!». «Dottori!». Jimmy descrive un tipico attacco a uno psichiatra della Marina che sta arrossendo: «Prima di tutto c'è questo odore, Dottore. Come puzzole nella testa, se mi scusa l'espressione, signore. La soffoca e la fa diventare caldo. Come un sacchetto di popcorn, signore». Fa il gesto di rompergli un sacchetto sotto il naso, mugola e mostra i denti. Il Dottore tossisce, apre una finestra e tira su una veneziana. La luce del sole inonda la stanza. «E poi la faccia di Jerry è come se si mettesse a fuoco. Ih ih ih», ridacchia. «Questo mi fa venire in mente una barzelletta, signore. Un vecchio ebreo, signore, fa salire in macchina sua moglie e la Signora Liebermann che abita alla porta accanto, va fuori in campagna a mettere a fuoco i fari, signore, e ha un lenzuolo per aiutarsi e la Signora Liebermann lo vede tirar fuori il lenzuolo, signore, e dice: "Ma cosa lui fare?". "Mette a fuoco" 9. Il gioco di parole è il seguente: "mettere a fuoco" si scrive focus e si proWilliam S. Burroughs 220/343
"Cosa? Tutt'e due?"». «Mica male, non le pare, signore? E mi guarda con questo sorriso, signore». Ghigna al dottore e si dimena sulla sedia. "E il suo corpo, signore, è una nebbia rossa diafana. Ho imparato questa parola da un bollettino della Marina sui pesci velenosi. Alcuni di loro sono diafani. Gli potete vedere tutte le budella, signore». Guarda fisso lo stomaco del dottore. "È come se Jerry si vaporizzasse. Semplicemente mi evapora dentro e sguscia giù fino a ogni scintillante pelo di gamba, signore». Jimmy si tira su i pantaloni a mostrare le caviglie bianche con i peli rossi che si agitano e scintillano nel sole. «Con delle scintilline elettriche, signore, nel mio eccetera eccetera eccetera. Poi mi sento andar giù velocissimo in un ascensore, conosce la sensazione, signore, proprio qui». Si mette una mano sull'inguine. «E Jerry plana giù con me. Poi una luce d'argento mi scoppia negli occhi, signore». Fa uno schiocco rumoroso con la bocca. Il Dottore sobbalza. «E poi vengo e tutto diventa rosso. Noi lo chiamiamo red-out, signore». Il Dottore fece una diagnosi personale di panico omosessuale acuto. Un collega disse che era epilessia psicomotoria. Il Vecchio disse che non gliene fregava niente di cos'era, non la voleva in Marina. Così i Gemelli-Finocchietti, così disse lui, erano pronti per il congedo. Poiché non avevano precedenti medici di crisi epilettiche o psicosi prima dell'arruolamento in Marina c'era la questione di una pensione per invalidità totale, e questo rallentò le cose. Poi il progetto Condizioni Spaziali Simulate prese il via e il congedo fu archiviato. «Cosa sta succedendo qui?», domandai a Jimmy Lee. «Be', noi siamo qui per la capsula spaziale di Krup o così la chiama lui. A ogni modo, è lassù con carte e mappe e la ciurma sembra obbedirgli, la maggior parte almeno». «Che aria hanno?». nuncia quasi come fuck us, "ci fotte". Le città della notte rossa 343/221
«Da tedeschi perlopiù. Giovani punk». «Chi altro c'è?». «Tutti i ragazzi dei suoi copioni: Audrey, Jerry, tutti i Jim e John e Ali e Kiki e Strobe, Kelley, e Dahlfar. Un piede in una mensa della Marina e l'altro su una bizzarra astronave. Vede, si fa finta che questa sia soltanto una base navale e non si sa mai qual è la finta: l'astronave o la Marina. Un momento ti stanno sparando fuori a Tama'ghis, e il minuto dopo sei di turno in cu cina oppure a lavare il ponte. Hanno pattuglie di terra laggiù a Tamaghis. L'intera zona è off limits. E case di prostitute. E io ho un rapporto su Krup. È un ben noto truffatore intergalattico di astronavi. Ti metti in viaggio per l'Orsa Maggiore e finisci in secco a Vladivostok. Ed è un trafficante della droga del metallo pesante, conosciuto con il nome di Opium Jones nel ramo». Avevo visto dei tossicomani del metallo pesante. La disintossicazione è come un acuto malessere da radiazioni. Certo che siamo in buone mani. «Chi è quel buffone con il Dottore?». «Oh è uno del vecchio ambiente della Marina... Il Dottore sarà di ritorno tra un attimo. Devo prendere un campione di sperma. Ci fanno su dei test...»". Mi comincia a venir duro alla prospettiva di venire in un altro corpo. Il Dottore sta abbassando lo sguardo verso di me. «Come si sente, giovanotto?». «In calore, Doc». «Succede sempre con una frattura vertebrale come la sua». Mi tira giù il lenzuolo fino alle ginocchia. Posso sentirlo che fluttua in su e palpita. Un pulsare nel collo mi manda un formicolio elettrico fino all'inguine. Jimmy si siede con un calice in mano e scorre le dita leggermente su e giù per il mio cazzo nuovo e io parto in un lampo di luce argentea. La faccia di Jimmy si sbiadisce agli orli e perdo coscienza per qualche secondo. Quando mi riprendo, il Dottore se n'è andato. «È una canaglia e lo detesto», dice Jimmy. «Faceva il dottore in un casino di Sirene». William S. Burroughs 222/343
Sapevo cosa voleva dire. Soldi dalla Madame per passare le ragazze, in stadi avanzati di una delle cinquantasette malattie veneree endemiche nelle Città della Notte Rossa. «Qualche volta vorrei che si decidesse in un modo o nell'altro. Tamaghis o la marina», mi lamento. «Sei anni in Marina e dove siamo finiti? Meglio Tamaghis. È molto meglio che lavare ponti e fottere puttane scassate dalla fica secca». «È meglio sì», approva Jimmy. «E cosa fa Blum?». «Adesso è guerra aperta tra Krup e Hollywood». «Si direbbe un paradiso per uno sceneggiatore». «Lo è, e per questo l'hanno arruolata in Marina dove non devono darle altra paga che quella della Marina. L'hanno presa con un colpetto. Stesso modo in cui ci hanno presi tutti». «Così questa nave è manovrata dagli impiccati». «Certo. È così che ci hanno fregati». «Anche i tedeschi?». «Seconda generazione. Sono tutti i figli artificiali di un solo padre impiccato». Chiusi gli occhi sentendomi molto rilassato e comodo nel corpo di Jimmy, e riuscivo a ricordare il villaggio sul lago Michigan. La pesca era la cosa più importante lì allora, carpe e trote di lago. A quattordici anni scappai per arruolarmi in Marina con un certificato di nascita falso. Due anni dopo lo scoprirono e il Presidente in persona mi perdonò: è finito tutto sui giornali. E riuscivo a ricordarmi questo sogno che avevo continuamente su una città strana con luci rosse nelle strade e poi ero nudo in una stanza, potevo vedere altra gente nuda e di colpo si mettono tutti a guardare me, mi viene duro e parto e qualche volta una delle facce si accende da dentro proprio mentre comincio a venire. E quella fu la prima volta che vidi Jimmy Lee, molto tempo prima che lo incontrassi in Marina dopo il mio perdono. Stavo imparando a diventare un radioperatore ed ero entrato nel locale della radio quando questo ragazzo nuovo con le strisce da tecnico alza lo sguardo e sorride Le città della notte rossa 343/223
proprio come aveva fatto in sogno. «Ci siamo incontrati, in un certo senso... non eri dal Governatore Generale l'altra notte?» Mi ricordavo un posto dov'ero andato a finire e dove tutti stavano guardando verso qualcosa che io non riuscivo a vedere. Il modo in cui guardavano e l'odore che c'era in quel posto mi fecero diventare caldo e con Jim che mi guardava così, mi stava venendo un'erezione adesso così mi sedetti per nascon derla e accesi una sigaretta. Jim si mette a ragguagliarmi sul conto degli ufficiali. Sapeva sempre tutto di tutti a bordo di una nave. «Il Vecchio è un vero stronzo e non lo sviolinerai mai abbastanza: digli che vuoi essere seppellito nella stessa bara insieme a lui quando morirai. A ogni modo, stiamo per avere un nuovo comandante. Vedi, questo è un progetto avanzato con condizioni spaziali simulate e il vecchio comandante non sa tenersi al passo. Per cui hanno chiamato un tale chiamato Krup von Nordenholz, un criminale di guerra nazista, ho sentito, ma esperto spaziale. Quindi lascia perdere il vecchio comandante. Non ungere mai un uomo sulla via d'uscita o potresti scivolare dritto fuori con lui. Vuoi metterti nella mia stanza? C'è soltanto un altro ragazzo, Jim Lewis. Ti piacerà, e anche tu a lui...». L'investitura del nuovo UC 10 non fu senza opposizioni e ne seguì un periodo di caos. Entrando nella hall, vidi tre ragazzi nudi che lavavano il corridoio, dimenando il culo e toccandosi a vicenda. Il vecchio UC, con il quartiermastro, sbuca da dietro un angolo. «È disgustoso! Arresti questi uomini!». «Ci faranno scoppiare, comandante?». «A culo nudo davanti a tutti i compagni?». «Questi uomini sono palesemente squilibrati. Chiami i dottori. Pazzia da spinello molto probabilmente. Se si tratta di droga devono essere trasferiti al carcere». 10 Sigla per Ufficiale Comandante, nell'originale Commanding Officer. William S. Burroughs 224/343
Il Dottore sguscia dentro. «Ehilà, giovanotti. Venite per una visita?». «Chi è quello?». «Quello è il nuovo dottore». «Be', non mi piace l'aria che ha». «Dovrebbe essere un esperto di medicina spaziale». «E allora?». «Fino a che io sono UC questa è la Stazione Navale 123 Co municazioni». Tornato in cabina, L'UC trovò un'effigie nuda di se stesso a grandezza naturale che dondolava con il cazzo duro appesa al gancio della lanterna nel soffitto. Poi una carica di polvere gli scoppiò tra le palle e un rotolo di carta gli sparò fuori il cazzo in uno sbuffo di fumo. La carta atterrò sulla sua scrivania spiegandosi: le sue dimissioni che aspettavano solo la sua firma. Le dimissioni del vecchio UC dopo un crollo di nervi non posero fine al conflitto. La vecchia Marina era sempre in carica. Ma Krup stava vincendo. Piano piano Krup mandò avanti la sua gioventù hitleriana, ragazzi che si assomigliavano tutti, con le guance rosee e i capelli gialli. Questi ragazzi erano marinai puliti, efficienti, esemplari e la vecchia Marina non poteva trovarci niente da criticare. E Krup tolse l'off limits a Tamaghis. Questo lo rese popolare tra gli uomini. E tutti i suoi scagnozzi travestiti portavano liberamente i distintivi di Krup: Billy Bud con una corda al collo che dice: "Dio benedica il Capitano Krup". E il medico era un uomo di Krup. Lavorava su un trasporto di droga metallica di Krup quando la ciurma si buttò sul carico e restò presa dalla marijuana. Krup se ne accorse e li tagliò fuori di netto. «Questo non è un istituto di beneficienza», disse alla corsia piena di tossicomani di marijuana che cagavano, urlavano, vomitavano ed eiaculavano sperma fosforescente. «Vi lascio in buone mani». Chiunque marcasse visita con quel dottore veniva fuori uomo di Krup oppure veniva fuori orizzontale. E gli indecisi, vedendo come si stavano sgretolando quelli della Marina, cominLe città della notte rossa 343/225
ciarono a spostarsi verso Krup, e siccome molti di loro erano i sergenti tecnici, questo rese tutto una specie di bottega di Krup. Poi una notte gli uomini di Krup in ogni dormitorio si alzarono prima dell'alba e tirarono giù tutte le foto di ragazze dalle pareti. Oh, dite, potete vedere alla prima luce dell'alba quarantotto ragazzi nudi che fottono, succhiano, si toccano su una forca rossa, bianca, e blu e una spaventosa merda nordica che a Krup piace da matti, il ragazzo che canta il suo canto del cigno in un lago di montagna pieno di cigni che lo accompagnano reverenti alla forca. Non c'è bisogno di essere esperti spaziali, basta essere sergenti tecnici per vedere il vecchio giochetto della Marina in azione: come una fazione ne spinge fuori un'altra per far scivolare dentro i propri ragazzi. Sole di mattina su erezioni mattutine mentre gli uomini di mare saltano fuori dalle cuccette e restano a fissare i muri. «Dov'è il mio vaso del sesso?», un ragazzo si lamenta con aria stolida. «Non mi vanno quei ragazzi sulla mia parete». «Non è più la tua parete ormai». «Hans, Rudi, Heinrich, Willie: herein!». Vieni dalla parte di Krup o sono guai. Una conquista della ciurma e della nave da parte di Krup, o così sembrava. Cambiò il nome della nave da Enterprise a Billy Celeste, come un bastimento nave da guerra inglese dell'Ottocento. Adesso tutto ciò di cui doveva preoccuparsi Krup erano i suoi stessi uomini, che lo avevano usato per sbarazzarsi del vecchio UC e della vecchia Marina con le sue stucchevoli pinup e i suoi bordelli. Ma pochi di noi avevano fiducia in Krup. Avevamo visto questo personaggio in azione, con che disinvoltura ci aveva imbrogliati con il suo universo di impiccagioni... Tamaghis... Il Governatore Generale. Ma la licenza a terra era molto meglio. Non abbiamo mai avuto niente di meglio. Potevamo andare in questo casino di Sirene dove a queste Sirene evirate fanno fare solo il richiamo del sesso. William S. Burroughs 226/343
I ragazzi si stanno vestendo per andare a terra, si aggiustano le cravatte col nodo da boia. «Potrei farmi scoppiare la paga di un mese stanotte». «Più probabile che penzoli in qualche altro modo». Gli scherzi pesanti: è tutto molto gioventù marinara. Il vergine foruncoloso che cerca di sembrare furbo: viene dalla Virginia, così lo chiamiamo il Virginiano. Poi facciamo tutti una colletta per pagare una Sirena e ci infiliamo dentro a guardare il Virginiano attraverso lo specchio finto... «Guarda quel laccio che ha su quel tizio», dice il ragazzo del Texas orientale. I ragazzi crucchi non vanno quasi mai a terra, perché a loro piace risparmiare. Quando non sono in servizio se ne stanno a oziare nelle cuccette a far seghe con rumori da aerei. Le città della notte rossa 343/227
Il cielo qui è sottile come carta La casa di Waring sta ancora su. Solo i cardini si sono arrugginiti nell'aria di mare e tutte le porte sono aperte. In un angolo dello studio trovo un rotolo di pergamena largo circa un metro e mezzo avvolto in pesante carta marrone su cui è scritto "Per Noah". C'è un'asta di legno attaccata a un capo del rotolo e sulla parete due manicotti d'ottone destinati a riceverla. Stando sulle punte dei piedi inserisco l'asta nei manicotti e un'immagine si srotola. Click. Ricordo quello che Waring mi aveva detto del Vecchio della Montagna e il giardino magico che aspettava i suoi assassini dopo che le loro missioni di morte erano state compiute... Come studio l'immagine vedo un'isola nel cielo, verde come il cuore di uno smeraldo, scintillante di rugiada mentre cascate d'acqua le frustano intorno festoni d'arcobaleno stracciato. Le rive sono coperte da pioppi sottili e cipressi e adesso riesco a vedere altre isole che si stendono in lontananza come le città di nubi dei Mangiatori di Odori, che svaniscono nella pioggia... il giardino sparisce... chiatte rugginose e gru e mischiacemento... un fiume azzurro... edifici di mattoni rossi... cena sul fiume. Ai margini del mercato, oggetti di metallo che tintinnano in un freddo vento di primavera. Quando arrivo alla casa il tetto ha ceduto, calcinacci e sabbia sul pavimento, erbe e rampicanti ci crescono attraverso... saranno i secoli... Solo le scale restano che vanno su nel cielo azzurro. Nitido e chiaro come visto attraverso un canocchiale, un ragazzo in pantaloni bianchi da lavoro, giacca nera e berretto nero cammina su per una strada screpolata, case in rovina più avanti. Sul retro della sua giacca c'è la parola William S. Burroughs 228/343
DINK cucita in bianco. Si ferma, seduto su un muro di pietra a mangiare un sandwich dalla scatola della colazione e bere un liquido arancione da un contenitore di carta. Sta facendo penzolare le gambe sopra un letto di torrente asciutto. Si alza nel debole sole e orina nel letto del torrente, scuotendo via qualche goccia dal pene come gocce di pioggia su una pianta purpurea. Si abbottona i pantaloni e se ne va. Foglie morte che cadono mentre andiamo verso la fattoria con il calesse... soffitta del vecchio granaio, schegge di azzurro dove si sono sconnesse le assi... festoni di pioggia stracciata... crepuscolo viola e giallogrigio verso i margini che fugge via nel vento. È seduto lì con me, ombre di nubi che si muovono attraverso la sua faccia, odore spettrale di fiori e di terreno umido... negozio di fiori di fianco al terreno libero... fioco ragazzo morto... Il cielo qui è sottile come carta. Le città della notte rossa 343/229
Étranger qui passait Farnsworth, Ali, e Noah Blake stanno andando a Sud attraverso il Deserto Rosso, una vasta zona di altopiani, canyon, e crateri dove mesas di arenaria si alzano sulla sabbia rossa. La temperatura è mite anche a mezzogiorno e viaggiano nudi a parte gli stivali da deserto, i sacchi, e le cinture con i coltellacci a serramanico da diciotto pollici e i revolver a dieci colpi adattati per le cartucce calibro .22 ad alta velocità. Hanno le carabine automatiche dello stesso calibro nei sacchi, con caricatori da trenta colpi. Queste armi possono servire se una curva del tempo gli sbatte tra capo e collo uno squadrone di inseguitori da un vecchio western. Le sole provviste che portano sono proteine, minerali e vitamine in un concentrato secco in polvere. Vi sono torrenti nel fondo dei canyon dove il pesce abbonda e crescono in abbondanza alberi da frutta e noci. Hanno nei loro sacchi deltaplani pieghevoli. Si sono fermati in cima a un dirupo di più di trecento metri sopra una zona cosparsa di macigni rossi. Qua e là c'è un luccichio d'acqua. Lo strato sottostante di arenaria forma delle pozze che trattengono l'acqua e ci sono pesci e crostacei in zone che altrimenti sarebbero aride. I ragazzi aprono i sacchi e montano i deltaplani. Come sempre, partiranno uno alla volta in modo che quello avanti possa indicare agli altri le correnti d'aria, la velocità del vento, e le correnti ascensionali che si potranno trovare. Tirano a sorte. Noah andrà per primo. Sta in piedi sull'orlo William S. Burroughs 230/343
del dirupo e studia il terreno, il movimento delle nubi di polvere e delle erbe. Alza lo sguardo verso le nubi e gli avvoltoi che roteano. Corre verso l'orlo del dirupo e plana sopra il deserto. Il deltaplano perde controllo per qualche secondo in una corrente ascensionale. Scende in picchiata e ne esce, declinando piano ora atterra vicino a uno stagno. Saluta e fa segno agli altri con la mano: una figurina di fianco a una chiazza d'acqua. Si spostano una trentina di metri più in basso e si lanciano. Accanto allo stagno mangiano della frutta secca con dell'acqua. Ali si alza e indica con la mano. «Guardate». Gli altri non riescono a vedere niente. «Là... proprio là...». Riescono a scorgere una lucertola alta più di un metro dritta sulle zampe posteriori a una ventina di metri. La lucertola è maculata a chiazze arancioni e gialle, così perfettamente mimetizzata che è come scorgere un volto in un puzzle. La lucertola sa di essere stata vista e manda un fischio acuto. Corre verso di loro su due zampe a velocità incredibile, sollevando una scia di polvere rossa. Si ferma davanti a loro, immobile come una pietra, mentre la polvere lentamente si posa dietro di lei. Vista da vicino è chiaramente un umanoide con una liscia faccia gialla e la bocca larga e rossa, occhi neri con le pupille rosse, una chiazza di peli puberali rossi all'inguine. Un secco odore di fungo esala dal suo corpo. Il ragazzo lucertola ora guida il cammino tenendo l'andatura più rapida che gli altri possano sostenere. Mentre si muove il suo corpo cambia colore per mimetizzarsi col paesaggio. Nel tardo pomeriggio stanno scendendo per un ripido sentiero in un canyon. Le foglie spruzzano di verde il ragazzo lucertola. Arrivano in un'ampia vallata dove scorre un fiume con stagni profondi. I ragazzi si tolgono i sacchi e nuotano nell'acqua fresca. La lucertola si tuffa giù sul fondo, torna su con una trota tagliagola di mezzo metro e la lancia sull'erba vicino allo stagno. Ali e Farnsworth stanno raccogliendo fragole. Le città della notte rossa 343/231
Il giorno dopo cominciano a esplorare il canyon. Il fiume serpeggia tra dirupi rossi. Qua e là ci sono dei cunicoli tagliati nella roccia da antichi abitatori dei dirupi. Siamo diretti alle città sul fiume del popolo dei pesci da frutta. La base della loro dieta è un pesce mangiatore di frutta che raggiunge il peso di trenta libbre. Per allevare questo pesce piantano sulle rive una varietà di alberi da frutta e di rampi canti così l'odore dei frutti e dei fiori profuma l'aria, che è balsamica e sui trenta gradi. La nostra barca viaggia alta sull'acqua su due pontoni di canoe scavate sottili come carta e saldate insieme in modo da formare una specie di slitta su cui scivoliamo, spinti da una corrente delicata, sorpassando giovani nel folto degli alberi, a masturbarsi e a scuoter giù la frutta matura nell'acqua con gli spasmi dei loro corpi mentre lo sperma cade anch'esso a farsi divorare dai pesci grandi e di color verdazzurro. È questa dieta di frutta e sperma che dà ai pesci da frutta il loro sapore incomparabile. Ragazzini nudi camminano lungo le rive lanciando frutta nell'acqua e masturbandosi mentre emettono richiami di uccelli e versi di animali, ridacchiando, cantando, guaiscono e ringhiano fuori spruzzi di sperma che luccica nel sole a chiazze. Nel momento in cui passiamo, i ragazzi si chinano, salutando con la mano e sorridendo in mezzo alle gambe come solchi di grano divisi da una brezza delicata che ci porta al pontile. Chi siamo noi? Siamo nomadi che si spostano da un insediamento all'altro nella vasta area ora retta dagli Articolati. Questi viaggi spesso durano anni, e qualche nomade può fermarsi lungo la strada oppure qualche avventuroso pioniere può unirsi ai nomadi. Portiamo con noi semi e piante, progetti, libri, immagini, e manufatti dalle comuni che abbiamo visitato. Sul pontile ci dà il benvenuto un giovane alto e statuario dai lineamenti negroidi e bizzarri capelli gialli crespi. È pomeriggio tardi e i ragazzi stanno ritornando a gruppi dalle rive del fiuWilliam S. Burroughs 232/343
me, dai frutteti e dalle peschiere. Molti di loro sono completamente nudi. Sono colpito dalle misture che qui sono in mostra: negri, cinesi, portoghesi, irlandesi, malesi, giapponesi, ragazzi nordici dai bizzarri capelli crespi biondi rossi e rosso tiziano e occhi nero carbone, neri dai capelli lisci, occhi grigi e blu e verdi, cinesi con i capelli rosso vivo e occhi verdi, misture di cinese e indiano di un color rosa tenue, indiani di un rosso rame intenso con un occhio blu e l'altro marrone, pelle di un nero pur pureo e peli puberali rossi. Arrivando alla città portuale dopo un lungo e scomodo viaggio in treno dalla capitale, Farnsworth prese alloggio al Survival Hotel. L'hotel era una sconquassata costruzione di legno a quattro piani con vista sulla baia, ampie balconate e portici ricoperti di bougainville dove gli ospiti stavano seduti in sedie di vimini dallo schienale alto a bere gin. Un promontorio di arenaria rossa e gialla alto un trecento metri separava la città dal mare, che penetrava con uno stretto canale tra la rupe e la terraferma. Guardando giù dalla terrazza della sua camera al quarto piano, Farnsworth poteva vedere la spiaggia intorno alla laguna, dove languidi giovani stavano sdraiati nudi al sole. Stanco per il viaggio, decise di fare un sonnellino prima di cena. Qualcuno gli tocca la spalla. Ali sta guardando nella fioca luce dell'alba. «Cosa c'è?». «Pattuglia, credo». Siamo fuori dall'area della riserva e la pena per chi si fa prendere qui senza autorizzazione è la mutandina al calor bianco. Non ci faremo prendere vivi. Abbiamo scarpe al cianuro, un cuscino di gas compresso in una doppia suola sotto i nostri piedi. Una determinata sequenza di movimenti con gli alluci e saltiamo a piè pari in uno sbuffo di cianuro mentre le Guardie Verdi si stringono le gole blu e noi sfrecciamo attraverso il cielo sgusciando via dai nostri corpi. Abbiamo anche lanciafiamme a carLe città della notte rossa 343/233
burante per razzi, molto efficaci a distanza ravvicinata. Non è una pattuglia. È una gang di ragazzi nudi coperti di piaghe erogene. Mentre camminano ridacchiano e si accarezzano e si grattano a vicenda. Di tanto in tanto si fottono l'un l'altro in cerchi di hula-hoop al suono di un mambo idiota. «Soltanto lebbrosi», grugnisce Ali. «Facciamo un po' di java». Lo beviamo nero in tazze di metallo e ci mangiamo insieme le razioni K. William S. Burroughs 234/343
Disordini al pub Ed eccomi lì con un comandante spiritato su un vecchio traballante trampolino spaziale azionato dalle forche con tutti i cannoni più grossi del pianeta puntati su di noi: la Contessa de Gulpa (neanche lontanamente così poco importante come Pierson avrebbe voluto farmi credere), la CIA e il Consiglio Direttivo, Blum e lo Studio Cinematografico. Pensavo che saremmo stati fortunati se arrivavamo a Hoboken. In realtà, arrivammo qualche miglio più in là di quella che adesso è Manhattan Sud. Quattro ragazzi insistettero per guidarci al Governatore Generale di New York e quando entrammo, vidi che il posto era completamente cambiato. Le forche se n'erano andate ma c'erano due cappi sulla parete sopra il bar con delle targhe di ottone: "Corda usata per impiccare Babbuino O'Toole, 3 giugno 1852". "Corda usata per impiccare Pidocchioso Louie, 3 giugno 1852". E una foto di Babbuino e Pidocchioso fianco a fianco su una doppia forca. L'arredamento adesso è la New York del 1860: candelieri in cristallo d'epoca e un enorme nudo femminile in cornice dorata sopra il bar. Scorgo Marty seduto con quattro personaggi dal muso di legno e l'aria da strangolatori a bere champagne, e mi saluta con la mano. «Voi ragazzi sedetevi qui e bevete un po' di spumante». Ci sediamo e gli strangolatori ci danno una fredda occhiata alla chi-sono-questi-froci. La febbre dà qualche vantaggio. Tutti noi abbiamo un intuito da virus per i punti deboli in qualsiasi Le città della notte rossa 343/235
avversario e Krup ci ha dato qualche lezione base di combattimento psichico senza armi. Le tecniche funzionano perlopiù a segnali alternati ti amo/ti odio a intervalli rapidi, ma hanno effetto soltanto dopo che si è trovato un punto debole. Ben presto mettiamo tranquilli questi quattro balordi con appena la giusta sfumatura di bullismo. I delinquenti sono un boccone facile. Chiunque abbia da ostentare una superficie da duro è tormentato da punti deboli. Ma non provate il gioco dell'interruttore con la gente sbagliata. Provatelo con un tipo calcolatore e vi può rimbalzare indietro nella forma di un coltello da macellaio. E non scherzateci con qualche don mafioso seduto davanti alla sua drogheria. Quando entriamo dal Governatore Generale di Tamaghis, vediamo un pesante lucchetto sul meccanismo delle forche con un sigillo di piombo e un avviso su una targa di ottone: "Ogni pubblica impiccagione vietata per ordine della Polizia DNA". «Eh, sì», ci dice il barista. «Proprio così. Niente più impiccagioni pubbliche. È la legge». La morte richiede un testimone casuale per essere reale e un'impiccagione pubblica è reale a causa dei testimoni casuali. Nel Giardino dell'Eden, Dio lasciò Adamo ed Eva soli a mangiare il frutto dell'Albero dell'Impiccagione e poi risbucò a fionda come un improvvisato poliziotto d'albergo che giusto per caso si trovava a passare nel corridoio quando ha sentito dei rumori amorosi. «Cosa sta succedendo da queste parti?». «Avete visto qualche accalappiacani o qualche Sirena per strada?». «Be', no, adesso che ci penso». «Non ne vedrete». Il barista è un piccolo, magro irlandese di mezz'età dagli occhi grigi risplendenti. Ha un vestito verde attillato. Prende su dieci bicchieri per ciascuna mano, li dispone sul banco, e si mette a strofinarli. «Abbiamo avuto dei disordini qui. I ragazzi William S. Burroughs 236/343
hanno ucciso tutti gli accalappiacani e gran parte delle Sirene... ». Tiene su un bicchiere controluce. «I ragazzi vogliono tutti andarsene a Waghdas adesso a trovar le risposte. Io gli dico: tutte le volte che trovi una risposta ci trovi sei domande sotto, come gnomi sotto un fungo velenoso». New York, Governatore Generale, 1860... Un piccolo, ossuto irlandese di mezz'età in un sudicio vesti to verde batte sul banco del bar con il boccale della birra e scende un rispettoso silenzio. Salta sul banco, la faccia contorta come uno gnomo maligno mentre sputa fuori le parole: «I banchieri di Wall Street e gli strozzini stanno preparando la vita comoda ai loro figli per trecento dollari». Gli occhi gli splendono e i capelli gli stanno dritti in testa. «E invece com'è per voi e me che non vediamo trecento dollari insieme in tutto un anno? Noialtri ci arruolano nel fottuto esercito a combattere per i fottuti negri». Si leva un boato bestiale. I guardasala stanno piantati saldi intorno al bar, brandendo mazze e sbarre di ferro. Il piccolo uomo verde salta giù dal bar. «Che cosa stiamo aspettando? Un invito dal municipio? Avanti! ». Una cinquantina di uomini e ragazzi assetati di sangue e alcune arpie urlanti sciamano fuori dietro a lui urlando: «Ammazza! Ammazza! Ammazza!». «Come sono cominciati i disordini?». «Be', sapete come va con i disordini. La situazione si carica sempre più, poi qualcosa dà la scintilla». Lancia un bicchiere scheggiato in una pattumiera a sette metri di distanza. «Gli accalappiacani cominciano a fare raid fuori dalle zone di caccia consentita e c'è un tentativo da parte dei Padri Impiccatori del Consiglio Municipale per estendere le zone di caccia consentita. Poi due Contesse forestiere come si fan chiamare loro sì, Contesse de Puttanville comprano delle ville sui monti e metLe città della notte rossa 343/237
ton su qualcosa che loro chiamano l'Istituto Genetico e corrono voci di operazioni di trapianto eseguite da questo segaossi che si son portate da YassWaddah». «Questo dev'essere Van...», interrompo io. «Deve sì. Poi queste due scrofe mangiaragazzi fanno venire la loro propria Polizia Speciale con armi da fuoco e premono sul Consiglio finché fanno passare una legge sulle carte di identità, così chiunque non abbia una carta di identità con timbro aggiornato può essere arrestato e impiccato nell'Istituto. Così tutti i ragazzi devono fare domanda per queste carte o rischiare di essere fermati dappertutto». «Una notte cinque agenti della PS entrano qui a controllare le carte d'identità e si mettono a trascinare fuori qualche ragazzo. Hanno le pistole naturalmente. Non gli servono a molto. I ragazzi gli sono addosso con bottiglie rotte, coltelli, sedie, piedi, ginocchia e gomiti. Quattro ragazzi sono uccisi ma loro fanno a pezzi i PS. «Potete vedere le macchie di sangue proprio laggiù. Poi un ragazzo irlandese piccolino che non avevo mai visto prima salta sul banco e grida: "Che cosa state aspettando? State aspettando di farvi mungere come vacche in calore da queste troie forestiere? Ammazzate! Ammazzate! Ammazzate!". «I PS e gli accalappiacani si barricano nel Giardino delle Delizie, pronti a difendere i ricchi con la loro ultima goccia di sangue, e lì ci si arriva subito. Aprono il fuoco con le mitragliatrici ma i ragazzi si allargano soltanto e continuano a venire avanti, lanciando ciottoli del selciato e cocktail Molotov. «Più di cento ne vengono uccisi nei pochi secondi che occorrono al resto per travolgere le barricate e tagliare le guardie come hamburger. Poi vanno alla carica su per la montagna urlando: "Morte alle Scrofe Forestiere!". «Be', le Contesse e i loro segaossi si portarono via il culo fino a Yass-Waddah in giroplano. Le loro ville furono saccheggiate e incendiate insieme a quasi tutte le altre ville. I Padri Impiccatori vennero buttati nelle fiamme insieme a tutte le Sirene che si William S. Burroughs 238/343
poterono trovare. Qualche ragazzo ricco era con la folla, così qualcuna delle gran ville è rimasta. Ma certo che i ricconi hanno un'altra aria da allora». Vedo subito che qui c'è qualcosa di più che una spontanea esplosione di ghetti sovraffollati e oppressi dalla miseria. L'intera scena è stata diretta dall'alto per sottolineare il bisogno di una polizia forte, e alcuni dei leader della folla si rivelano agenti dell'alta finanza. "Un giovanotto in tuta sporca che combatteva valorosamente con la folla fu ucciso dalla polizia e si trovò che possedeva lineamenti aristocratici, mani ben curate e una carnagione chiara. Pur essendo vestito come un operaio in tuta sporca e camicia lurida, aveva sotto fini pantaloni di cachemire, una bella giacca da ricco e una camicia di lino fino. Non si conobbe mai la sua identità". Herbert Ashbury, Gangs of New York, p. 154 Attraverso il caos e la catastrofe della città in preda alle fiamme e al saccheggio, per le strade cosparse di morti e moribondi, ragazzi di strada danzano e capriolano come gai spensierati fantasmi, molti di loro indossano maschere da Halloween. Un ragazzo in costume da scheletro si lascia cadere di fianco a un cadavere rigido in una grottesca imitazione. «Sei morto e puzzi». Fa un salto e capriola via. Saltellano intorno a un poliziotto moribondo e mimano i suoi spasmi di morte. «Ma perché non ti tiri su a fermare la rissa? ». Gli strappano berretto e distintivo, e si inseguono a vicenda. «Fermo, in nome della legge», lo scherniscono. Un ragazzo prende una giacca con panciotto da un magazzino saccheggiato. Un altro ragazzo con barba finta e passamontagna salta fuori. «Sparategli ai pantaloni! Sparategli ai pantaloni! La giacca e il panciotto sono miei!». Le città della notte rossa 343/239
«Fecero venire un nuovo comandante che accettò le condizioni dei rivoltosi. Le Sirene che si salvarono nascondendo il proprio culo da qualche parte vennero confinate in bordelli con licenza o deportate a YassWaddah. Dovettero farla a piedi completamente nude. Duecento miglia di deserto, cani selvatici, iene, e leopardi là ad aspettare. I ragazzi si misero in fila e le fecero uscire dalle porte a frustate di cappi da boia». Il barista improvvisa un numero di canto e danza mentre batte sui bicchieri con un cucchiaio, cantando: È troppo grassa per me È troppo grassa per me Io non la voglio Potete tenerla voi È troppo grassa per me. Strofina il banco da un capo all'altro. «E i trafficanti di sperma se ne sono andati anche loro, quasi tutti. Non possono operare sotto le nuove condizioni. E tanti saluti agli informatori della polizia». Marty ha in ballo qualcosa di buono. Agendo d'accordo con un amico all'Ufficio dei Registro al municipio sta contraffacendo atti di esproprio per gli immobili nelle zone incendiate. Quando il fumo si diraderà lui sarà padrone di una bella fetta di Manhattan Sud. «Prima il risarcimento e poi i contratti di edificazione. L'intera faccenda gronda bontà». Ha eserciti di ragazzi per le strade a tenere accesi i "focolari delle case". E più tardi questi rivoltosi saranno usati per angariare ogni bravo cittadino che cerchi di riprendersi gli immobili e ricostruire. I ragazzi urlano insulti ai visitatori: «Dovrei prendermi una sberla da un culo fottuto come te». Sciamano su per le case come scimmie, ghignando dentro dalle finestre, tirando sassi ai passanti dai tetti, orinando e masturbandosi dalWilliam S. Burroughs 240/343
le terrazze. C'è una quantità di questi ragazzi che dormono nel bagno turco dove ci siamo installati noi. Sfilano intorno nudi a fare imitazioni. Quello che gli piace sono i rantoli di morte, lasciarsi cadere intorno, urlare e rantolare e masturbarsi mentre gli altri si pisciano addosso dal ridere. Krup mette le cose a posto alla fine. Due crucchi della PS so no alla porta. «Tutti i permessi sono cancellati. Tornate alla nave immediatamente». Prossima fermata: il futuro. Le città della notte rossa 343/241
Tamaghis rivisitata La prima volta che ci fermammo a Tamaghis, era un posto talmente pazzesco e pericoloso che non trovammo mai un momento di tranquillità per dare un'occhiata intorno. A quel tempo, Tamaghis era nelle mani delle donne con i loro accalappiacani e le loro Sirene, sostenute da un debole e acquiescente Consiglio Municipale. Dopo i disordini per le carte d'identità, il massacro delle Sirene e degli accalappiacani, la fuga delle contesse e del loro seguito, e l'incarico al nuovo comandante venuto da Waghdas, il potere è passato definitivamente agli uomini. Il nuovo comandante ha sciolto il Consiglio Municipale e ha governato per mezzo di decreti. I rivoltosi sono ora l'élite della città, e determinano stile e tono. La cosa di moda è mettersi alla ricerca delle risposte o delle domande dietro al sesso e alla morte. Così i giovani di Tamaghis guardano alle accademie di Waghdas. Sto parlando del dieci per cento circa della popolazione totale. Come sempre, le fasce immutabili restano: i negozianti, i padroni di ristoranti e bar, i commercianti, gli artigiani e i contadini. Tamaghis è una città cinta di mura, di forma circolare, con porte ai quattro punti cardinali. La popolazione è di circa ventimila abitanti, ma l'area della città potrebbe contenere una popolazione molto più numerosa. Poiché l'intimità della vita privata non ha importanza per i giovani emancipati, vivono di preferenza in dormitori e celle, con bagni e servizi igienici in comune. Questa concentrazione William S. Burroughs 242/343
di personale lascia spazio per peschiere, fattorie, allevamenti di polli e altri uccelli, e frutteti entro la cerchia delle mura, cosicché la città è quasi autosufficiente. E i ricchi, ansiosi di separarsi dalla perdurante infamia di accalappiacani, Sirene, contesse da preda, e famigerati Padri Impiccatori del defunto Consiglio Municipale, hanno reso produttive le loro tenute. Alcuni hanno aperto le loro case a comuni di giovani. Il latte delle mucche viene portato da una fattoria fuori porta, dal momento che il nuovo comandante ha bandito tutte le mucche dalla città. La piazza principale è un misto tra la Djemaa el Fnaa di Marrakesh e il Mercado Mayorista di Lima, circondata da parchi e alberi. Sono seduto un pomeriggio al Caffè della Notte Rossa a bere tè con Dahlfar, Bluie, e Jimmy Lee. Non c'è né alcol né tabacco a Tamaghis per ordine del nuovo comandante. Un ragazzo che riconosco come un ex reietto, bandito dal Governatore Generale, sta passando da un tavolo all'altro. Adesso è l'eroe dei disordini delle carte d'identità. Il ragazzo ha un cesto pieno di xiucutls. Questo serpentello a chiazze rosse e arancio ha un veleno che causa convulsioni erotiche e diarrea acuta ed è spesso usato per fare scherzi nelle iniziazioni alle comuni. Naturalmente si può avere la stessa cosa in fiale o sacchetti, ma le vecchie abitudini folkloristiche hanno sempre un certo fascino sui ricchi. Il ragazzo sta facendo una vendita a un tavolo di giovani ricchi. Guardando attraverso la piazza, vedo un uomo che spinge un carretto con delle casse legate sopra e uno dei ragazzi crucchi gli cammina a fianco. «Sembra che Krup stia caricando mercanzie». «Sta caricando sì», mi dice Jimmy. «Subito dopo i disordini ha fatto incetta di tutti i nodi scorsoi sul mercato libero e di tutto il materiale da forca. I cappi lui progetta di venderli ai turisti a Ba'dan. Ha messo tutti i vecchi mercanti di cappi a fare tappeti... e lui esporta Rossi Caldi e Angeli Bianchi e Bruciature Blu e Luci Nere e Verdine: tutto insomma. Poi li taglia con la Le città della notte rossa 343/243
cantaride e li vende nei bordelli di Ba'dan». «Certo che è un affarista». «Sta facendo salire i prezzi, lo sporco bastardo». «È meglio farne una scorta». Andiamo in giro per i bazaar che fissano il prezzo sui sacchetti di droghe colorate e afrodisiaci. I prezzi sono quasi raddoppiati ma sappiamo che a Ba'dan la stessa roba tagliata costa venti volte tanto. I Rossi Caldi vi fanno venire chiazze e pallini rossi, facendovi dimenare sul culo al calor rosso, che non state più insieme dalla voglia di schiattare, e potete aggiungerci come condimento uno Scoppio Rosso. Questo può essere pericoloso, perché può arrecare emorragie interne o in qualche caso fratture spontanee delle vertebre. Gli Angeli Bianchi vi trasformano la sborra in luce. Uno Scoppio di Neve è un lampo di fredda luce bianca con calde scintille di sesso. Le Bruciature Blu, che normalmente sono mescolati allo Yagé 11, sono freddi e caldi nello stesso tempo. Vi esce fuori un'irritazione cutanea blu con un freddo bruciore di mentolo, e uno Scoppio Blu è come cianuro e ozono. La Luce Nera vi fa diventare neri come ossidiana e vi sbatte fuori dal cervello tutte le parole bianche così ve ne restate lì con la vostra fantasia sessuale, qualunque sia, e il black pop vi fa venire in sincrono. Il Verdino è una via di mezzo tra animale e vegetale. Vi viene fuori un'irritazione cutanea verde, le palle come un baccello che viene fatto scoppiare dallo Scoppio Verde. Potete mescolare i colori: per esempio Rossi Caldi con uno Scoppio di Neve per fare delle campane di fuoco rosa che suonano nel cielo mentre voi venite in un coro di angeli. Ora, il vostro partner può fare lo stesso oppure potrebbe venire in un 11 Mentre tutti gli altri nomi designano o almeno finora così si spera droghe immaginarie, lo yagé esiste realmente nell'alto bacino amazzonico in forma di liana, spesso ricordato da Burroughs come l'allucinogeno più forte. William S. Burroughs 244/343
volta si dimenticano gli eroi della febbre che hanno messo tutto questo a disposizione per i ragazzi. Già, io sono un eroe della febbre... pensava Audrey mentre sceglievano gli articoli. Ma questo non mi farà avere uno sconto. Già, io sono un eroe della febbre, e sapendo cosa è andato in questi prodotti non mi piace vederli tagliati e venduti a degli stupidi ubriaconi dell'American Legion. Eh sì: i Padri della Città stanno organizzando un raduno dell'American Legion. Il Ba'dan Hilton e l'American Express stanno arrivando allo scoppio in una nuvola di stelle. Il proprietario, un magro uomo grigio in un grigio djellaba, ci viene dietro indicandoci articoli rari, scusandosi per i prezzi alti. «Oh, ci sono i Formicolii Pruriginosi!», esclama Audrey. «Proprio quel che ci vuole per la mia recita natalizia al liceo. Me ne dia una confezione». «Oh, e lì dei Primi. Prendo tutti quelli che ha». Un Primo Scoppio è l'odore di giacinto di giovani erezioni, volta si dimenticano gli eroi della febbre che hanno messo tutto questo a disposizione per i ragazzi. Già, io sono un eroe della febbre... pensava Audrey mentre sceglievano gli articoli. Ma questo non mi farà avere uno sconto. Già, io sono un eroe della febbre, e sapendo cosa è andato in questi prodotti non mi piace vederli tagliati e venduti a degli stupidi ubriaconi dell'American Legion. Eh sì: i Padri della Città stanno organizzando un raduno dell'American Legion. Il Ba'dan Hilton e l'American Express stanno arrivando allo scoppio in una nuvola di stelle. Il proprietario, un magro uomo grigio in un grigio djellaba, ci viene dietro indicandoci articoli rari, scusandosi per i prezzi alti. «Oh, ci sono i Formicolii Pruriginosi!», esclama Audrey. «Proprio quel che ci vuole per la mia recita natalizia al liceo. Me ne dia una confezione». «Oh, e lì dei Primi. Prendo tutti quelli che ha». Un Primo Scoppio è l'odore di giacinto di giovani erezioni, crepuscolo blu in una soffitta con fischi di treno lontano. Oppure potete prendere i Rossi Caldi e allungarli con uno Scoppio Nero e schizzare profondo rosso. Un ménage a tre Old Glory: rosso che fotte blu, che fotte bianco, e rosso fa scoppiare blu, che fa scoppiare bianco, e bianco fa scoppiare rosso 12. Provate l'Arcobaleno Special tutti i colori insieme e schizzate Cascate del Niagara, Pikes Peak, cartoline ricordo, arcobaleni, e aurore boreali. Entrino entrino, buono per giovani e vecchi. I ragazzini ne hanno particolarmente bisogno. Qualche una zaffata di gabinetti scolastici, spogliatoi, e mutandine, muco rettale e piedi in estate, lozioni antiforfora, e detergente al fenolo vi soffia indietro alla vostra prima sega e vi lascia seduti là nel gabinetto -se non mantenete la velocità di volo. Non indugiate mai su un Primo. 12 Old Glory sta per Vecchia Gloria. Un modo tradizionale di chiamare la bandiera degli USA. Le città della notte rossa 343/245
vertente che remare. Orchidee che vi crescono nella carne, viticci che muovono bramosie vegetali. Ed ecco una mandragola umanoide alta quasi due metri. «È un urlatore?», chiede Audrey. «Certo che lo è, figliolo. E quando urla manda fuori ogni creatura vivente nel raggio di venti metri. E il suo bello è che vive di merda... ti fa risparmiare sull'installazione del gabinetto ». «Cos'è che lo fa urlare?». «Fottilo, figliolo. O masturbalo o succhialo e lui urla come un sergente maggiore». «Cosa succede se gli impicchiamo il culo verde, radici e tutto? », chiese Jimmy. «Figliolo, fareste quello che l'umanità ha sempre rischiato di fare. Sconvolgereste l'equilibrio tra il regno animale e il vegetale, spazzerebbe via il pianeta urlando. Sarebbe l'ultimo urlo». «Certamente, come arma, è potente», rifletteva Audrey. «Già, se non fosse così ingombrante». vertente che remare. Orchidee che vi crescono nella carne, viticci che muovono bramosie vegetali. Ed ecco una mandragola umanoide alta quasi due metri. «È un urlatore?», chiede Audrey. «Certo che lo è, figliolo. E quando urla manda fuori ogni creatura vivente nel raggio di venti metri. E il suo bello è che vive di merda... ti fa risparmiare sull'installazione del gabinetto ». «Cos'è che lo fa urlare?». «Fottilo, figliolo. O masturbalo o succhialo e lui urla come un sergente maggiore». «Cosa succede se gli impicchiamo il culo verde, radici e tutto? », chiese Jimmy. «Figliolo, fareste quello che l'umanità ha sempre rischiato di fare. Sconvolgereste l'equilibrio tra il regno animale e il vegetale, spazzerebbe via il pianeta urlando. Sarebbe l'ultimo urlo». «Certamente, come arma, è potente», rifletteva Audrey. «Già, se non fosse così ingombrante». Il padrone ha impacchettato tutto. Lo paghiamo e gli diciamo di mandarlo alla Billy Celeste. Mi fermo a una bancarella di libri di fianco a un canale a scegliere qualche lettura facile per il viaggio a Ba'dan. Da un vecchio francese che sta fumando una Gitane compro Un reiet to delle isole di Conrad, Viaggio Inaugurale di Denton Welch e Brak il Barbaro di John Jakes. Ce ne andiamo attraversando mercati dei fiori, negozi e serre. Ortiche sessuali per iniziazioni alle confraternite. È più diCi sono spizzichi e bocconi di molte città a Tamaghis. Stiamo camminando per una strada di ciottoli blu consunti un po' come nella periferia di Edimburgo quando un ragazzino per caso spunta acanto a noi. Ha circa quattro anni, penso inizialmente. Ha il passo ondeggiante da marinaio. Ha dei calzoncini corti e la camicia da marinaio e scarpe da tennis. Gli metto la mano su una spalla e lui di scatto me la morde con dei dentini aguzzi. «Tieni giù le mani, tu, bastardo».
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E vedo che è un giovanotto di diciott'anni in miniatura. Quando ritorniamo alla nave con il ragazzo, che ha tirato fuori di tasca un berretto da marinaio, ed entriamo nella nostra cabina, ci sono dentro altri due crucchi. Krup sta facendo posto per il carico. Spero che ce la faccia a salpare. Ce la fa. Prossima fermata: Ba'dan. Le città della notte rossa 343/247
Ragazzi in perizoma e giustacuore di cuoio armati di strumenti musicali medievali invadono l'American Express. L'impiegato li guarda male e fa segno a un uomo di guardia. Un ragazzo dai lunghi capelli biondi si avvicina a uno sportello. «Posso fare qualcosa per voi?». «Vorremmo viaggiare». «Viaggiare? Dove esattamente?». I ragazzi si tolgono i vestiti: «Dove nudi trovatori sparano a mocciosi babbuini». Aprono le danze con mitragliatori Venus calibro .22, un rumore come di metallo che scorreggia. Personale e clienti cadono morti. Voci di documentari turistici dagli altoparlanti: Sono gente semplice e felice / Lei porta il tradizionale Athrump / Molte lune or sono dicono / Mi offrì una tazza di Smuun, una mistura di rum nero e mestruazioni di foca / Adesso mi mostrerebbero Ragazzi in perizoma e giustacuore di cuoio armati di strumenti musicali medievali invadono l'American Express. L'impiegato li guarda male e fa segno a un uomo di guardia. Un ragazzo dai lunghi capelli biondi si avvicina a uno sportello. «Posso fare qualcosa per voi?». «Vorremmo viaggiare». «Viaggiare? Dove esattamente?». I ragazzi si tolgono i vestiti: «Dove nudi trovatori sparano a mocciosi babbuini». Aprono le danze con mitragliatori Venus calibro .22, un rumore come di metallo che scorreggia. Personale e clienti cadono morti. Voci di documentari turistici dagli altoparlanti: Sono gente semplice e felice / Lei porta il tradizionale Athrump / Molte lune or sono dicono / Mi offrì una tazza di Smuun, una mistura di rum nero e mestruazioni di foca / Adesso mi mostrerebbero Dove nudi trovatori sparano a mocciosi babbuini la cerimonia del Sacro Zio / Mixta dà una dimostrazione di come viene preparato il poi mansu / Ci fermiamo a osservare il tradizionale Ullshit che deve essere osservato prima che il giovane contadino possa Bulunkmash la sua compagna / Il vecchio Ungling è malato / Non si può fare niente? / Sanfraz lo stregone è stato consultato / Si fa tesoro di ogni palmo di terra arabile / Tutti quelli che rifiutano devono entrare nell'Ungern o fosso di fertilizzazione / Il raccolto di Phren è buono e si fa gran festa / I giovani urlano muku muku fotti fotti sui loro William S. Burroughs 248/343
thumous / Per quanto tempo le vecchie abitudini riusciranno a resistere all'assalto della moderna tecnologia? / Dice che molto tempo fa molte migliaia di lune fa una luce rossa apparve nel cielo settentrionale / Questa luce infiammò gli uomini ammattendoli e molti caddero malati di una terribile pestilenza / Tutto ciò che rimane dell'antica città di Ba'dan: muri di fango in un deserto di sabbia / Se questi muri sapessero parlare che storie potrebbero raccontarci / Che storielle davvero stravaganti. Tacito ci racconta che gli Sciiti, un popolo guerriero e cavallerizzo, impiccavano i loro prigionieri agli alberi come la squadriglia di un western. Ed Erodoto ci fa un fosco resoconto delle loro pratiche. Quando un re sciita moriva, cinquanta cavalli arabi purosangue e cinquanta giovani avvenenti venivano strangolati, sbudellati e imbalsamati. I cavalli venivano quindi messi a semicerchio intorno alla tomba e i giovani in sella ai cavalli, tenuti a posto da un palo che passava attraverso il corpo del cavallo e si piantava nel terreno e attraverso l'ano del giovane su fino in cima al teschio per tenere una buona posizione.... Un malefico bagliore rosso riverbera attraverso il cielo settentrionale, bagnando la città di Tamaghis di una fluttuante luce rossa che sfuma dal rosa chiaro al porpora intenso, scorrendo come acqua per le antiche strade tortuose tagliate dalla roccia del deserto ora trasformata in sabbia sotto generazioni di piedi scalpiccianti. La prima cosa che si nota qui è il morto silenzio ovattato delle strade coperte di sabbia. Adesso sentiamo musica e canti mentre dall'orizzonte si snoda una strana processione. Ragazzi nudi con stivali di pelle d'animale in marcia brulicanti di larve guidano una colonna di cavalli montati da ragazzi nudi e legati. I Ragazzi Carogna capriolano e nitriscono e si impennano e scorreggiano, mostrando i denti come cavalli. Ora la processione si ferma di fronte alla tomba del Re e i cavalli vengono strangolati con nodi scorsoi che si stringono e non possono essere sciolti. Un cavallo si impenna, mostrando i Le città della notte rossa 343/249
denti e roteando gli occhi mentre dal naso gli gronda il sangue... i cavalli si stanno insopportabilmente trasformando in ragazzi in un modo intollerabile... facce che si restringono sputano fuori denti di cavallo come proiettili. Un cavallo cade su un fianco scalciando spasmodicamente, scuotendo via zoccoli e tendini e pelle, mentre sotto emergono chiazze di pelle umana. Un altro si rotola sulla schiena scalciando con le zampe all'aria mentre la coda si agita tra gambe umane, scalciando genitali umani, sparando via il cazzo da cavallo, mentre gli intestini spruzzan fuori da ventri che si restringono e cervelli schizzano dalle orbite. Quando emergono dai corpi devastati dei cavalli, i giovani sono afferrati dai ragazzi con gli stivali di carogna che hanno lunghi capelli rossi e languidi sorrisi idioti. I giovani e i cavalli sono stati tutti strangolati. Adesso è il momento del macello, che attaccano di buon animo mentre un ragazzo rincuora i compagni con un comico striptease sexy-grottesco mentre gli intestini gli cascano giù e il membro eretto scatta fuori. Caccia fuori la lingua ed eiacula mentre i suoi amici lanciano una risata fragorosa. Son gente semplice e felice. Adesso c'è da lavorare. I cavalli devono essere imbottiti di erbe aromatiche e i giovani impalati su pertiche per tenere ciascun ragazzo in sella a un cavallo morto finché cavallo e cavaliere si dissolveranno in polvere rossa. I Ragazzi Carogna capriolano via e spariscono in piccoli vortici di sabbia sotto il rosso cielo acceso di meteore e aurore boreali. "Yipeayee Yipeaayoo Ghost riders in the sky". In terre deserte fredde latrine di pietra / Capanni coperti di rose in sonnolenti pomeriggi d'estate / Foglie morte nel pissoir / J'aime ces types vicieux qui se montrent la bite / Trova te stesso in Marina / Va bene voialtri buffoni buttatevi faccia a terra / Ragazzi nudi si rotolano in giro dimenandosi con le gambe che scalciano all'aria mentre i colori gli fluiscono attraverso / Uno manda fuori un ricco color seppia con un odore di lavanderia William S. Burroughs 250/343
militare e vomito nero in padiglioni di sbiadite foto violacee e colpisce un delicato rosa conchiglia con l'odore di giacinto di giovani erezioni del 1910 il giovane marinaio durante l'epidemia di febbre gialla a Panama mandato a lavorare in corsia sapeva che l'avrebbe presa prima o poi e il prurito cominciò e l'irritazione cutanea all'inguine e culo sgocciolava nei pantaloni annusa l'odore di vomito e febbre rabbrividendo in spasmi di morte gialli verde oliva mogano scuro e poi neri. Arcobaleni si accendono in calendari sbiaditi e balenano attraverso il cielo... Ultimo giro per un atterraggio al neon al Rainbow Club di Portland. Quando Wilson, Capo dei Servizi di Sicurezza a Portland, arrivò in ufficio, il suo assistente gli porse un messaggio: "La Billy Celeste, Marina degli Stati Uniti dal 1980, è arrivata in porto e chiede il permesso di sbarcare". Wilson guardò il suo assistente e sollevò un sopracciglio. «Febbre?». «Eccome. Perfino gli scarafaggi». Wilson tese la mano verso un normale modulo «Quarantena e Rimpatrio». «Quella è la nave di Nordenholz, no?». «Giusto». «Brutto vecchio bastardo. Uno di questi giorni si troverà uno dei miei piedi su per quel culo striminzito». Firmò il modulo e lo gettò nel cestino OUT. Le città della notte rossa 343/251
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Spogliatoio È la vigilia di Natale e Toby è solo nello spogliatoio. Il vecchio edificio della YMCA è stato venduto e soltanto pochi ragazzi continuano a starci. Hanno traslocato nello spogliatoio perché è più caldo e ci sono le docce. Adesso tutti gli altri ragazzi sono andati via per Natale e Toby sa che la maggior parte di loro non ritornerà, visto che l'edificio deve essere sgomberato per il 18 gennaio 1924. Toby sta leggendo La macchina del tempo di H.G. Wells: Le diedi un ultimo colpetto, provai ancora tutte le viti, aggiunsi un'altra goccia d'olio al regolo di quarzo e montai sul sedile. Suppongo che il suicida mentre appoggia alla tempia la canna della pistola provi per ciò che succederà l'attimo seguente quello che in quel momento provai io: un sentimento di curiosità. Misi una mano sulla leva della messa in moto e l'altra su quella del freno, abbassai la prima e quasi subito la seconda. Mi sentii vacillare, poi ebbi la terribile sensazione di cadere [...] Temo di non riuscire a descrivervi le singolari sensazioni che si hanno viaggiando nel Tempo: sono eccessivamente spiacevoli. Ci si sente esattamente come quando ci si trova sulle montagne russe nelle fiere: si ha cioè la sensazione di precipitare inevitabilmente con il capo all'ingiù. Provavo anche l'orribile sensazione di uno scontro imminente. Durante quella corsa la notte succedeva al giorno come il battito di un'ala nera... Il rapidissimo succedersi di oscurità e di luce era eccessivamente penoso ai miei occhi... il cielo si tinse di un meraviglioso Le città della notte rossa 343/253
azzurro scuro, splendido e luminoso colore simile a quello del primo crepuscolo; il sole balzellante diventò una striscia di fuoco, un arco brillante nello spazio e la luna una fascia ondeggiante appena percettibile [...] [...] di minuto in minuto la bianca neve cadeva sul mondo e si scioglieva, seguita dalla brevissima lussureggiante vegetazione della primavera... 13 C'è una pentola che bolle su un fornello a gas e ogni tanto Toby la rimescola, mentre ascolta il carillon dalla missione dell'Esercito della Salvezza dall'altra parte della strada che suona Silent Night. Gli tornano in mente altri Natali, l'odore di pino e di budino di prugne e l'odore d'olio della sua macchina a vapore. Era cresciuto in una casa di mattoni rossi a tre piani in una città del Midwest. Quando aveva sei anni i suoi genitori morirono, durante l'epidemia di influenza del 1918. Da allora, una serie di zii e genitori adottivi si era presa cura di lui. Nessuno voleva Toby per molto tempo, sebbene fosse un ragazzo molto bello, con i capelli biondi e gli occhi blu enormi come laghi profondi. Faceva stare a disagio la gente. C'era in lui una sonnolenta immobilità animale. Non parlava mai se non in risposta a una domanda oppure per esprimere un bisogno. Il suo silenzio sembrava contenere una minaccia o una critica e alla gente non piaceva. E c'era qualcos'altro: Toby puzzava. Era un sulfureo odore da animale randagio che permeava la sua stanza ed esalava dai suoi vestiti. Suo padre e sua madre avevano avuto lo stesso odore, e tenevano una quantità di animaletti: gatti, procioni, furetti e puzzole. "Il piccolo popolo", lo chiamava sua madre. Toby portò con sé il piccolo popolo dovunque andasse, e suo zio John, un dirigente in ascesa, amava le persone grosse. «John, dobbiamo liberarci di quel ragazzo. Puzza come un 13 L'edizione a cui si fa riferimento è Mursia, Milano, 1996 (trad. di Piccy Carabelli), pp. 44-46. William S. Burroughs 254/343
gatto randagio», diceva la zia di Toby. «Be', Martha, magari c'è qualcosa che non va nelle glandole ». Lo zio arrossiva, sentendo che glandole era una parola sporca. "Metabolismo" sarebbe andato molto meglio. «E non è tutto. C'è qualcosa nella sua camera. Qualcosa che si porta dietro. Qualcosa di animalesco». «Be', adesso Martha...». «Te lo dico io, John, è maligno... Non hai notato in che modo guardava Mr Norton? Come una specie di orribile piccolo gnomo... ». Mr Norton era il superiore di John. Certo che era stato messo visibilmente a disagio dal silenzioso sguardo indagatore di Toby. Guardando indietro, Toby riusciva a vedere il luccichio delle decorazioni di Natale. Molto lontano suo padre indica Betelgeuse nel cielo notturno. Lo spogliatoio mantiene il silenzio delle assenti voci maschili come una palestra o una caserma vuota. I ragazzi hanno costruito un tramezzo di cartone e hanno messo le brandine in questo locale improvvisato. C'è un lungo tavolo con delle iniziali incise sulla superficie, sedie pieghevoli, e qualche vecchia rivista nel locale più grande dove è situato il fornello a gas. In un angolo c'è un albero di Natale avvizzito che Toby ha tirato fuori da un bidone dell'immondizia. Fa parte della messinscena. Sta aspettando qualcuno. Assaggia lo stufato. È insipido e la carne è dura e fibrosa. Aggiunge due dadi da brodo. Ancora quindici o venti minuti. Intanto, farà la doccia. Nudo, aspettando che l'acqua si scaldi, esamina i graffiti nello stanzino del bagno, facendo passare le mani sui disegni fallici con l'interesse impersonale di un antiquario. Lui è un innesto, un'intrusione. Non ha mai visto gli altri ragazzi, una zaffata di carne rosa fumante, asciugamani sbattuti, segni color porpora di ammaccature. Si appoggia al muro del gabinetto mentre dei punti argentei lentamente gli ribollono davanti agli occhi. Le città della notte rossa 343/255
Vigilia di Natale, 1923: potete vedere il vecchio edificio della YMCA. Qualcuno che si portava dietro: Ehi/ ... «Ehi. Sono io, Toby». Suo padre indica qualche ragazzo che sta ancora lì... il silenzio delle docce. Altri ragazzi sono andati via. A turni in questo locale improvvisato. L'edificio deve essere sgomberato dalla macchina del tempo pieghevole dove ogni tanto il fornello a gas è caldo. Toby se ne andò dalla missione, messinscena, altri natali. La sua parte è a sei anni nell'epidemia. Stanzino del bagno, la sua vecchia faccia, genitori lontani. Sonnolenta zaffata animale di carne nuda oche di Natale nel cielo. Notte silenziosa per qualcuno che è morto aspettando i graffiti nel 1918. Se chiedete qualcosa di concreto come camicia e pantaloni cammina... vista lunga avete letto The Monkey's Paw? Anni sopra disegni fallici asciugamani sbattuti segni color porpora di ammaccature... Toby si veste e torna nel "soggiorno", come lo chiamano. Un uomo è seduto al tavolo. È magro e ha i capelli bianchi e gli occhi azzurri. I pantaloni e la camicia sono a strisce rosse e bianche come la gomma da masticare. Un lungo soprabito rattoppato è piegato su una sedia di fianco a lui. Volute di nebbia esalano dal bavero. «Be', Toby, e cosa ti piacerebbe per Natale?». «Be', signore, io credo che la gente chieda un sacco di cose stupide, perciò vorrei chiedere il suo consiglio prima di decidere ». «Sì, Toby, la gente chiede delle cose davvero stupide. Vuole vivere eternamente, dimenticando o non sapendo che eternamente è una connotazione temporale e tempo è ciò che finisce. Vuole potere e denaro senza sottomettersi alle condizioni sotto cui potere e denaro sono garantiti. Ora a me non è consentito dare consigli ma qualche volta io penso a voce alta. Se chiedi qualcosa di concreto come potere o denaro o una lunga vita, stai partendo su un piede sbagliato... Invece, se chiedi una capacità... ». William S. Burroughs 256/343
«Voglio imparare a viaggiare nel tempo». «Be', avresti potuto fare molto peggio. Ti farà ricco, tra le altre cose. Ma può essere pericoloso...». «È necessario viaggiare. Non è necessario vivere». Toby provò una sensazione di vertigine eterea come se fosse stato tirato dentro un nero imbuto vorticante. Molto lontano, come attraverso un cannocchiale, poteva vedere qualcuno seduto a un tavolo, un giovane snello di circa vent'anni dai ca pelli gialli e gli occhi scuri. Un fluido plop e fu dentro il giovane, a guardar fuori. Era seduto in un ristorante da qualche parte, sapore di cotoletta sottile come carta, spaghetti freddi, e vino rosso aspro in bocca. I camerieri sembravano di malumore e stanchi. Poi si accorse di qualcuno che sedeva a un tavolo adiacente, e lo guardava in modo così evidente che per un attimo sembrarono essere soli nel ristorante. Era una donna di circa ventisei anni, vestita né bene né male, con un uomo e una donna più anziani, probabilmente i suoi genitori. Aveva, pensò Toby, una delle facce più spiacevolmente importune che avesse mai visto, con un sorriso untuoso o meglio, un insinuante e mellifluo atteggiamento servile con una soffocante familiarità che premeva sul suo essere come un avviluppante mollusco da preda. Toby cominciò a sentirsi mancare. Improvvisamente parlò senza muovere le labbra: «Non potresti mai entrare in un country club gentile con quell'aria sulla faccia ebrea... A noi piacciono ebrei simpatici con bombe atomiche e storielle ebree...». Silenzio di morte, facce impazzite in cerca dell'origine di quest'insulto. «Ach Gott!». Un cameriere ebreo cade svenuto sul pavimento. Toby rivolse la sua attenzione a un tavolo di negri. "Sì e anche il tipo giusto di negrotti, a cantare dolce e piano sotto la mimosa, non a ingozzarsi la faccia nera nello stesso ristorante insieme a un uomo bianco e a prender forza per violentare le Le città della notte rossa 343/257
nostre nonne». Poi un tavolo di diplomatici dell'America Latina. «Voi ruffiani messicani dal culo unto. Perché non tornate nei vostri casini sifilitici da dove siete venuti?». «Questo si chiama dirgliele chiare!», disse una voce americana sudista. «Va' a fottere un cucciolo infangato... E se c'è qualcosa di peggio è un irlandese assassino con una bomba nella valigia». Una valigia vicino a un tavolo di irlandesi cominciò a ticchettare. Toby mise i soldi sul suo conto. Alzò il bicchiere di vino verso il tavolo degli ebrei: «Voi ebrei siete così caldi e umani. Vi dedico il più bello di tutti i brindisi: L'chaim! Alla Vita...». Si stava muovendo verso la porta. «Voi neri avete anima». Mentre passava di fianco ai sudamericani, dimenò le anche. «Qué rica mamba... Quando occhi irlandesi sorridono...». Sulla porta, Toby si avvolse la sciarpa intorno al collo e gridò dentro nella sala senza muovere le labbra, così sembrò che echeggiasse da ogni angolo... «In culo alla Regina!». Aprì la porta e una pesante oscurità palpabile alitò dentro con un sentore di zolfo. Scattò verso l'angolo in una nube nera, la sciarpa rossa ondeggiante dietro come una miccia accesa. Urla dietro di lui. Vetri che si rompevano. Ecco il 44 di Egerton Gardens. Aprì la porta con la sua chiave, scivolò dentro e chiuse la porta, appoggiandovisi contro. Uno scoppio di fuori, sirene, parole nella sua testa: "Attacco aereo... il blitz". Fece a tentoni la strada fino alla sua camera in cima alle scale. Appena aprì la porta, il rumore del respiro e l'odore del sonno gli dissero che c'era qualcun altro. Toccò una spalla. «Ciao, sono John Everson. Spero che non ti dia fastidio se ci stiamo in due». «Va bene». Toby si svestì restando in maglietta e scivolò dentro al suo fianco. William S. Burroughs 258/343
Rimasero lì sdraiati, ad ascoltare le esplosioni. Le bombe sembravano passeggiare tranquillamente su e giù per Brompton Road. Un odore nella stanza, non soltanto di calda carne giovane. Era un acre muschioso odore di ozono, l'odore dei viaggi nel tempo. Toby si svegliò in un cottage buio. La mamma non era ancora tornata. Era solo e molto spaventato. Il cottage era a Gibil terra e conosceva tutta la planimetria del pianterreno al buio. Dalla sua camera passò in salotto e guardò nella camera della madre. Il letto era vuoto, come sapeva che sarebbe stato. Le luci non si accendevano. Si sdraiò sul letto della madre ma la paura era anche lì. Tornò nella sua camera e cercò di accendere le luci. Non se ne accendeva nessuna. Ora nemmeno le luci nella sua camera funzionavano. Aprì la porta del cottage e uscì. Fuori la luce dell'alba, ma una pesante oscurità aleggiava dentro il cottage come una nebbia nera. Decise che non avrebbe passato un'altra notte lì. Chi non avrebbe passato un'altra notte lì? Lui era due persone: il ragazzo che abitava nel cottage e qualcun altro. Vide una nave. Da Durban a Gibilterra. Un giovane snello con i capelli gialli e gli occhi scuri in uniforme blu e berretto da marinaio era il primo ufficiale. Due ufficiali e una ciurma di otto sul brigantino. La madre del ragazzo è tornata dal pub dove lavora come cameriera. È buttata tutta vestita sul letto in un sonno da ubriaca. Lui si guarda intorno: i vasi di piante, la tappezzeria delle pareti con un minareto, un elefante d'avorio, un topo di cristallo su una mensola. Nella stanza davanti, un piatto caldo, un barattolo da tè giallo e quadrato con dei caratteri cinesi, un rubinetto che sgocciola in un lavandino arrugginito. Due uomini sono nella stanza: uno è magro sulla trentina con il mento sfuggente e una faccia molle, e l'altro è un prete dai capelli rosLe città della notte rossa 343/259
sicci e gli occhi iniettati di sangue. Lentamente il ragazzo fa un inventario degli arredi sciatti, una ciotola di ottone con code di gatto sugli alari del camino che non funziona, un tavolo zoppicante con una lampada a mosaico, tre sedie, un divano, e una coperta dell'esercito. Lui è il ragazzo, ma è anche un visitatore preoccupato, uno zio o un padrino. Sta per andarsene. Fuori dal cottage c'è un ripido pendio folto d'erba e coperto di rifiuti natalizi e neve arti ficiale. Detesta lasciare lì il ragazzo. Sul pendio, una ruota a pale di carta gira lentamente al vento. Scritto sulla ruota: "I DISPERSI E I MORTI". Il prete sta parlando alla madre e all'altro uomo. «Siate prudenti, e se qualcosa va male non esitate a mettervi in contatto con me». Dita morte in fumo che indicano Gibilterra. «Il Capitano Clark vi dà il benvenuto a bordo. Mettete i vostri orologi avanti di un'ora». Inglesi siamo, inglesi restiamo. Marmellata e tè nei negozi, elefanti d'avorio, palle d'avorio inciso una dentro l'altra, alberi di giada, tappezzerie indiane con tigri e minareti, orologi, macchine fotografiche, cartoline, carrillon, fili spinati arrugginiti, torri di segnalazione. Scendendo per atterrare, sente la voce di uno stanco prete grigio: «E per quanto resterà, Mr Tyler?». William S. Burroughs 260/343
È difficile sul treno "A" Sul treno con Waring. Odore di vapore, fuliggine, e ferro. I wc sono intasati di merda. Paesaggio di terra rossa, ruscelli, stagni, e fattorie. Ho una scatoletta rotonda che contiene un certo numero di scene su carta simile a pergamena che diventano vive mentre volto le pagine. Alcuni buoi vicino un fiume impantanati nel cemento fino alle corna. Adesso quattro figure, due ragazzi e due ragazze in costume settecentesco, scendono da una carrozza dorata. Si tolgono i vestiti piroettando alle note tintinnanti del carrillon. Nel corridoio del treno, incontro un doganiere francese un uomo basso e tozzo con la faccia rossa e gli occhi verdi iniettati di sangue accompagnato da un aiutante alto e allampanato col volto grigio. Sembra che stiamo attraversando una punta di Canada francese e lui è qui a esaminare i passaporti. La porta davanti all'agente si apre verso di lui ma lui sta spingendo con la spalla nell'altro senso, e il suo peso impedisce a due ferrovieri di aprire la porta dall'altra parte. A questo punto, dice al suo assistente di sfondare la porta con una scure da pompiere. Intervengo a fargli notare che la porta si apre verso di lui. Per aprirla non deve far altro che tirare. Alla fine ci riesce, poi sgrida me e i due ferrovieri per avergli bloccato la strada. «Mais je suis passager», protesto. «Quand même!», esclama. Adesso i passeggeri scendono tutti dal treno e si allineano Le città della notte rossa 343/261
con i loro passaporti in una baracca all'aperto. Il doganiere è seduto dietro un tavolo contro un tramezzo di legno. Ogni volta che qualcuno accende una sigaretta appare un cartello DÉFENSE DE FUMER e lui alza lo sguardo dal tavolo gridando: «Défense de fumer». Sono il primo della fila. L'agente guarda il mio passaporto e ghigna. «È una cosa di sua invenzione?». Gli dico che è una cosa distribuita dal Governo degli Stati Uniti. Mi guarda sospettosamente e dice: «Qui dice che lei abita a Londra». «E allora?». C'è una ragazza dietro di me nella fila con in mano un passaporto americano. Gli faccio notare che il mio passaporto è uguale. Afferra quel passaporto e lo guarda. Poi sbatte tutti e due i passaporti sul tavolo e si volta verso il suo assistente. «Distrugga questi documenti». «Ma lei non può andare in giro a distruggere i passaporti della gente. È uno squilibrato?». «Dérangé?», sogghigna, voltandosi adesso verso la ragazza. «Quest'uomo è suo complice?». «Niente affatto! Non l'ho mai visto prima». «Ma viaggiate sullo stesso treno?». «Be', sì... ma...». «E sedete allo stesso tavolo?». «Be', sì, per caso...». «Allora lei ammette di sedere allo stesso tavolo con quest'uomo che non ha mai visto prima? E magari dividete anche lo stesso scompartimento? Lo stesso letto, senza dubbio?». «Non è vero!», strilla lei. I soldati accendono una stufa a legna. L'assistente parla: «Mi scusi, signore, ma mio figlio è un collezionista. Potrei tenere uno di questi falsi?». «Può tenerne uno. Quale preferisce?». «Be', la ragazza, signore. È più carina. Mio figlio si ammazzerà di seghe mentre lo guarderà, non ho vergogna di dirglielo». William S. Burroughs 262/343
«Molto bene. Distrugga l'altro passaporto». Il mio passaporto viene gettato nella stufa. Si volta verso gli altri passeggeri americani. «Tutti voi adesso venite avanti e consegnate le vostre menzogne. Documenti presumibilmente rilasciati da un governo che ha cessato di esistere duecento anni fa...». Un coro di proteste sdegnate si alza dai passeggeri ma i soldati gli portano via i passaporti e li sbattono nella stufa. «Be', Mamma e io teniamo a farvi sapere che vi denunceremo al Console Americano», si lamenta un turista. L'ufficiale si alza. «La valuta che avete con voi ha valore soltanto per un collezionista. Dubito che possiate trovarne uno in una città di queste dimensioni». Sale sul treno, che comincia a muoversi. «Ma... e i nostri bagagli?». «Sono stati sequestrati. Potete recuperarli nella capitale dietro presentazione di passaporti validi». Il treno acquista velocità. Siamo in una cittadina western di fine secolo: serbatoio dell'acqua, una strada di terra rossa, Station Hotel & Restaurant. Lascio i miei compatrioti a sventolare carte di credito e traveler's check davanti a un mellifluo cinese seduto a uno sportello, il quale si tira fuori di bocca uno stuzzicadenti, guarda la punta, e scuote la testa. Cammino per la strada di fianco a un saloon e a una bottega di barbiere e svolto in una viuzza invasa dall'erba: via degli Uomini Dispersi. Le case su entrambi i lati sembrano deserte. Mentre cammino, gli edifici cambiano e la strada diventa sempre più ripida. BAGNI APERTI GIORNO E NOTTE. Entro in una sauna con panche di marmo. Un ragazzo liscio e bianco come alabastro mi fa segno e lo seguo attraverso un labirinto di docce e saune fino a un'anticamera e fuori sulla strada a cercare un taxi su una stretta piattaforma di pietra su un verde pendio con gradini di pietra che vanno giù. Stiamo cercando un Taxi Gemello. Lui ha un gemello che è Le città della notte rossa 343/263
infortunato, con una gamba ingessata. Il giovane di alabastro mi è seduto a fianco su una panca di pietra. Non c'è bianco nei suoi occhi, che sono di un delicato azzurro uovo e scintillanti come vetro. È lì seduto con un braccio intorno alle mie spalle, e parla in una strana lingua che emette piccoli fumetti e sequenze di film... languide gambe bianche in una luce intermittente... natiche d'argento in una stanza buia... William S. Burroughs 264/343
Ho affittato una capanna sul fiume da uno che si chiama Camel. Il fiume è lento e profondo, largo mezzo miglio in questo punto. Pontili marci lungo una strada di terra. Magazzini in rovina, tetti sfondati. Stando nel mezzo della strada mi volto adesso verso una fila di case. Le case sono piccole e strette assi di legno, vernice che si sta scrostando, tetti di lamiera zincata, separate da fossi ostruiti da erbe e rovi, latte arrugginite, stufe rotte, pozzanghere d'acqua stagnante che va a finire in canali di scolo rotti e ingorgati di rifiuti. Vado su per dei ripidi gradini di legno verso quella che un tempo era una veranda. La parete della veranda è corrosa dalla ruggine e la sua porta è fuori dai cardini. Apro un lucchetto e spalanco la porta principale. Un muffo odore di abbandono e un gelo improvviso. L'aria calda filtra nella stanza con me e quando l'aria di fuori e l'aria di dentro vengono a contatto vedo una foschia palpabile come onde di calore. La casa è di circa cinque metri per due. Ho affittato una capanna sul fiume da uno che si chiama Camel. Il fiume è lento e profondo, largo mezzo miglio in questo punto. Pontili marci lungo una strada di terra. Magazzini in rovina, tetti sfondati. Stando nel mezzo della strada mi volto adesso verso una fila di case. Le case sono piccole e strette assi di legno, vernice che si sta scrostando, tetti di lamiera zincata, separate da fossi ostruiti da erbe e rovi, latte arrugginite, stufe rotte, pozzanghere d'acqua stagnante che va a finire in canali di scolo rotti e ingorgati di rifiuti. Vado su per dei ripidi gradini di legno verso quella che un tempo era una veranda. La parete della veranda è corrosa dalla ruggine e la sua porta è fuori dai cardini. Apro un lucchetto e spalanco la porta principale. Un muffo odore di abbandono e un gelo improvviso. L'aria calda filtra nella stanza con me e quando l'aria di fuori e l'aria di dentro vengono a contatto vedo una foschia palpabile come onde di calore. La casa è di circa cinque metri per due. Posso portarmi la capanna dove voglio Alla mia sinistra c'è una stufa a kerosene annerita su un ripiano attaccato al muro, sostenuto davanti da due sgabelli. Sul fornello arrugginito una caffettiera blu con un buco nel fondo. Sopra la stufa ci sono delle mensole, qualche deformata scatola di fagioli e di pomodori, due vasi di frutta conservata coperti di muffa. Due sedie e una lettiera di legno in fondo alla stanza, una scaletta di fianco al letto. A destra del letto c'è una porta che si apre su una stanza da bagno con due sedili di quercia fianco a fianco, un secchio nero di ruggine, un rubinetto d'ottoLe città della notte rossa 343/265
ne coperto di verderame. Torno sulla strada e mi guardo intorno. A un capo la strada finisce su una traversa. Vado dall'altra parte e la strada volta verso l'interno. C'è una baracca con l'insegna SALOON sulla curva. Entro e un uomo con gli occhi color camicia di flanella grigia mi guarda e dice: «Cosa posso fare per lei?». «Dove posso comprare attrezzi e provviste? Ho appena affittato la baracca di Camel». «Sì lo so. Si può mettere a posto con un po' di lavoro, credo... Far Junction... Un miglio su per la strada». Lo ringrazio e mi metto a camminare. Strada sterrata, schegge di selce qua e là, stagni da tutti e due i lati. Far Junction è poche case, un serbatoio dell'acqua e una stazione ferroviaria. I binari sono coperti di sterpaglie e arrugginiti. Polli e oche razzolano nella strada. Entro nell'emporio. Un uomo dagli occhi pallidi e una giacca di alpaca nera alza lo sguardo da uno sgabello dietro il banco. «Cosa posso fare per lei, giovanotto?». «Un bel po' di cose. Ho affittato la baracca di Camel». Annuì. «Si può sempre riparare, credo». «Certo che si può. Con più roba di quella che io possa portare ». «È fortunato. Consegne due volte alla settimana. Domani». Andai in giro indicando: lastre di rame, arnesi, chiodi, cardini, stufa a kerosene con due fornelli, cinque galloni di kerosene, contenitore per acqua da dieci galloni con rubinetto e supporto, barile per acqua, utensili da cucina, farina, pancetta, lardo, melassa, sale, pepe, zucchero, caffè, tè, scatola con tutte le varietà di fagioli e pomodori in barattolo, scopa, strofinaccio, secchio, mastello di legno, materasso, coperte, cuscini, zaino, sacco a pelo, impermeabile di incerata, machete, coltello da caccia, sei roncole. Il proprietario mi viene dietro scrivendo gli acquisti su una lavagnetta. Una borsa Gladstone di coccodrillo? Quindici dollari. Perché no? Jeans, camicie, calze, foulard colorati, mutande, calzoncini, un paio di stivali di ricambio, necesWilliam S. Burroughs 266/343
sario da barba, spazzolino da denti. Metto via gli indumenti e gli articoli da toilette nella borsa... ami, finali, lenze, piombi, galleggianti, reti. Adesso le armi. Colt Frontier canna da sei pollici calibro .3220, una .38 a canna corta con la fondina (questa la metto via nella borsa), una doppietta calibro .12. Guardo le carabine a ripetizione. «Sarebbe comodo avere una .32-20. Stesse cartucce per pi stola e carabina. C'è niente da queste parti che richieda un calibro più pesante?». «Eh sì. L'orso. Non succede spesso che un orso attacchi ma se accadesse, queste», toccò una scatola di cartucce .32-20, «lo farebbero solo arrabbiare di più». Fece una pausa e il volto gli si rabbuiò. «Altre cose hanno bisogno di un calibro maggiore e di una portata più lunga...». «E cosa?». «La gente dall'altra parte del fiume». Presi su la Colt .32-20 e la fondina. «Qualche legge contro chi circola armato in questa città?». «Non c'è nessuna legge in questa città, figliolo. Lo sceriffo più vicino è a venti miglia da qui e mantiene le distanze». Caricai la pistola e me la allacciai al fianco. Presi la borsa Gladstone. «Quanto le devo?». Fece un rapido calcolo. «Duecento dollari e quaranta cents più due dollari di consegna a domicilio. Mi dispiace. Tutto continua a salire». Lo pagai. «Molte grazie. Il carro delle consegne parte domani mattina alle otto. Meglio venir qui un momento prima. Può darsi che le venga in mente qualche altra cosa che le serve». «C'è posto dove fermarsi?». «Sì. Saloon Hotel, tre porte più avanti». Drugstore alla porta accanto. Vecchio cinese dietro il banco. Comprai tintura di iodio, lozione da barba, cristalli di permanganato per il morso dei serpenti, laccio emostatico, uno scalLe città della notte rossa 343/267
pello, una bottiglia da cinque once di tintura d'oppio, una bottiglia da cinque once di estratto di cannabis. Saloon Hotel. Il barista ha i capelli rossicci e la faccia dello stesso colore. Un modo di fare calmo e lento. Due perditempo al bar a bere whisky, a parlare dei costi di recinzione in aumento. Uno grasso e ben rasato, l'altro magro e con la barba ben curata. Tutti e due sembravano usciti da un album di fotografie. Partita a poker in un angolo. Prendo mezza pinta di whisky e una caraffa di birra e vado a un tavolo. Misuro fuori un po' di estratto di cannabis e lo mando giù con il whisky. Me ne verso un altro, mi siedo comodo e do uno sguardo intorno. Un ragazzo si volta dal bar e mi guarda. Ha circa vent'anni, un volto largo, occhi molto distanziati, capelli scuri e orecchie grandi. Ha una pistola sul fianco. Mi fa un gran sorriso luminoso e io spingo in fuori una sedia con il piede. Prende un bicchiere di birra e viene a sedersi. Ci stringiamo la mano. «Io sono Noah». «Io sono Guy». Sollevo la bottiglia con l'estratto di cannabis. «Ne vuoi un po'?». Legge l'etichetta e annuisce. Gliene misuro un po' e la beve con uno schizzo di birra. Riempio due bicchieri di whisky. «Ho sentito che hai affittato la baracca di Camel sul fiume», dice muovendo le orecchie. «È vero». «Ti serve un po' di aiuto per ripararla?». «Certo che mi serve». Beviamo in silenzio. Fuori le rane gracidano. Fa buio quando la bottiglia è finita. Chiamo il barista. «Ha qualcosa da mangiare?». «Piccione viaggiatore con pane giallo, polenta integrale e frittelle di mele». «Per due». Va in fondo al bar e batte su un pannello verde. Il pannello si apre e il cinese del drugstore guarda fuori. Quando il cibo arriWilliam S. Burroughs 268/343
va mangiamo con ingordigia. Viaggiare nel tempo stimola l'appetito. Dopo cena restiamo seduti a osservarci con un'attenzione impersonale. Posso sentire il gelo dello spazio silenzioso e per un secondo vediamo il nostro fiato nell'aria. Uno dei perditempo rabbrividisce e si volta a guardarci, poi torna in fretta al suo whisky. «Prendiamo una camera?», domando. «Ne ho già una io». Raccolgo la mia borsa. Il barista gli porge una pesante chiave di ottone. Numero 6, secondo piano. Entra per primo e accende una lampada a kerosene su un tavolo di fianco al letto. La camera contiene un letto a due piazze con testiera in ottone, tappezzeria sbiadita di carta rosa, un armadio, due sedie, catino di rame e brocca. Vedo una borsa Gladstone come la mia, ma questa deve aver visto molti posti. È macchiata di viaggi, e le macchie non hanno niente di familiare. Ci togliamo le pistole e le appendiamo alla testiera del letto. «Che calibro?», domando. «.32-20». «Qui lo stesso». Indico un fucile in un angolo: «.30-30?». Annuisce. Ci sediamo sul letto e ci togliamo gli stivali e le calze. Odore di piedi e cuoio e acqua di palude. «Sono stanco», dico. «Credo che mi butterò giù». «Anch'io. Vengo da lontano». Soffia sulla lampada a kerosene. La luna filtra dalla finestra laterale. Le rane gracidano. Un gufo zufola. Un cane abbaia lontano. Ci togliamo le camicie e i pantaloni e li appendiamo ai ganci di legno. Si volta verso di me, con le mutande che sporgono sulla patta. «Quella roba mi manda in calore», dice: «Facciamo il cammello? ». Quando mi sveglio il sole sta filtrando dalla finestra davanti. Ci alziamo, ci laviamo e vestiamo e scendiamo al bar per una Le città della notte rossa 343/269
colazione di uova e prosciutto, fiocchi di granoturco e caffè. Camminiamo fino all'emporio, dove un ragazzo di quindici o sedici anni sta caricando il carro. Si volta e mi tende la mano. «Sono Steve Ellisor». «Noah Blake». «Guy Star». Il ragazzo ha una Colt Frontier sul fianco. «.32-20?». Annuisce. Ha i capelli rossicci e la pelle dello stesso colore. Immagino che sia il figlio dell'oste. Entro nell'emporio e compro un'incerata, una cucinetta da campo e un sacco a pelo per Guy, una tenda per due, una latta di vernice bianca con tre pennelli, un cesto di mele, granoturco in pannocchia e tre sgabelli. Diamo una mano al giovane Ellisor per caricare la merce, montiamo sul retro e ci sediamo sugli sgabelli. Il ragazzo prende le redini e ci avviamo giù per la strada. Quando arriviamo alla curva il ragazzo fa segno verso il saloon. «Arrivano dei cattivi hombres qua dentro certe volte. Non è che lui li voglia come clienti. Ma loro vengono lo stesso in cerca di guai». Mi vengono in mente i pallidi occhi grigi dell'oste e mi chiedo se non sia parente del bottegaio di Far Junction. «Sì», dice il ragazzo, leggendomi il pensiero, «fratelli. Solo due famiglie qua intorno, i Bradford e gli Ellisor... a parte quelli che arrivano da fuori...». «Nessun altro sul fiume?». «Due irlandesi e una ragazza, se si può chiamarla così... l'ultima casa all'insenatura... aspettiamo altre visite tra poche settimane... ». «Questi cattivi hombres che hai nominato. Da dove vengono? ». «Dall'altra parte del fiume». Fa segno. Riesco a distinguere il profilo di una città attraverso la nebbia mattutina del fiume. «Quando la nebbia si alza si vede quella loro cazzo di chiesa che sporge». Il ragazzo sputa. Si ferma davanti alla mia baracca. William S. Burroughs 270/343
«Potrei aiutarvi a mettere a posto... Ho solo una consegna da fare giù sulla strada...». «Certo. Un po' di aiuto ci servirebbe...». «Sarebbe troppo un dollaro?». «No di certo». «Va bene. Scarico la roba e torno subito...». Guy e io scendiamo con scopa, straccio, secchio, soluzione di acido fenico e altri strofinacci. Guy va al fiume con secchio. Sui gradini, nuovi cardini per le porte della veranda, nuove lamiere per porta e veranda. Apriamo porta che è di quercia massiccia. Posiamo tra rovi vecchia stufa seguita da caffettiera, scatole di fagioli e di pomodori, conserve. Guy è di ritorno con un secchio d'acqua in cui versa l'acido fenico. Sta lavando bagno e pulisce gabinetti mentre io scopo. Sotto la polvere il pavimento è di pino giallo in buone condizioni. Pannelli di pino giallo su pareti e soffitto. Botola che dà sulla soffitta. Guy sta pulendo tavolo e mensole quando il ragazzo torna con il carro. Il ragazzo stacca il carro e lo accompagna, il manto color fragola. Adesso in fila a scaricare. Non parliamo, sappiamo quello che dobbiamo fare. Il contenitore dell'acqua di fianco alla stufa. Riempire contenitore con due latte da cinque galloni. Riempire bollitore con acqua di fiume. Stufa nuova sul tavolo. Riempire stufa di kerosene. Riempire con kerosene fornello sotto il bollitore, metterci dentro stoppino nuovo. Provviste e utensili da cucina sulle mensole e stufa e chiodi. Materasso e coperte sopra lettiera di noce. Bauli lungo parete, biancheria dentro bauli, borse Gladstone fuori dai piedi in soffitta. Ci leviamo le camicie. Il corpo di Steve è rosso bruno come la sua faccia. Anche il corpo di Guy è abbronzato, ma abbronzato a chiazze sovrapposte come una verniciatura a macchie. «Abbronzatura stellare», mi dice. Steve e Guy si mettono a fare la copertura del portico a veranda. Io porto fuori scala e gratto le pareti per verniciare. Vernice vecchia viene via facilmente. Una parete raschiata. Le città della notte rossa 343/271
Porta veranda sui cardini, portico quasi ricoperto. Ora di pranzo. Limonata, mele, uova sbattute. Veranda finita. Persiane nuove per due finestre laterali. Raschiare. Verniciare. Nessun movimento inutile, niente intralciarsi, niente parlare. Il tempo si impiega a mettere infissi, raschiare, mettere via la roba nei bauli, accatastare casse di provviste e di munizioni in soffitta. Alle quattro stiamo guardando una casa linda, bianca e splendente come una nave nel sole del pomeriggio. Preparo una brocca di rame piena di limonata. Andiamo fuori a sederci sui gradini del portico. Eccola là nel sole del pomeriggio, un campanile di chiesa bianco con in cima una croce d'oro. Riesco a vedere le facce cattive indurite e piene d'odio delle donne perbene che vanno in chiesa e degli uomini della legge con le tacche dei negri sulle pistole. Steve recupera le scatole di fagioli e pomodori che ho buttato via e le va a mettere su una trave del magazzino a circa dieci metri dai gradini del portico. Cammina verso di noi, gira su se stesso rannicchiandosi, estrae, mira, e spara, la pistola tenuta con le due mani e tesa a livello degli occhi. SPLAT Una scatola di pomodori esplode facendo grondare succo di pomodoro giù per la trave. Steve si siede. Guy si alza, estrae, mira e spara. SPLAT Scatola di fagioli esplode. Io mi alzo, braccia rilassate, tutti e due gli occhi aperti. Guardo bersaglio. Vedo pallottola colpire. Tolgo sicura. Pistola mi salta in mano. SPLAT Spariamo sei colpi ciascuno e ricarichiamo. Odore di polvere nera, fumo, fagioli e pomodori. Steve prende un badile da angolo del portico, cammina intorno a casa battendo per terra con i piedi. Si ferma e scava, riempie scatola con terra e grossi vermi rossi. Prendiamo tre canne da pesca con amo, lenza, galleggiante. Guy e io prendiamo i nostri .30 William S. Burroughs 272/343
30. Camminiamo giù per strada fino all'affluente che è largo una dozzina di metri nel punto in cui si unisce al fiume. Mentre sorpassiamo l'ultima casa vedo tre persone sedute sul portico che è coperto di rampicanti. Un ragazzo irlandese scuro ghigna e saluta con la mano. Seduti uno da un lato e uno dall'altro ci sono un ragazzo e una ragazza, evidentemente gemelli. Hanno tutti e due un casco di capelli arancione vivo e un'espressione neutra inumana. Portano camicie e pantaloni verdi e scarpe gialle. Guardano verso di noi, le facce che si contorcono. Oltre l'insenatura la strada continua coperta di erbe e cespugli. Comincio a tirar fuori la mia lenza. Il ragazzo scuote la testa. «Pescigatto qui». Ci guida per un sentiero attraverso la macchia lungo l'insenatura. Un mocassino acquatico grosso come il mio braccio scivola in acqua. «Qui». Ci fermiamo vicino a una profonda pozza blu, mettiamo le esche e buttiamo dentro gli ami. In pochi secondi i galleggianti vengono strappati sul fondo e scompaiono dalla vista e tiriamo su un luccio e un salmone. Stiamo pulendo i pesci quando sento un profondo grugnito. Ci voltiamo, mentre prendiamo i .3030. A sette metri un enorme grizzly è ritto sulle zampe posteriori, i denti scoperti. Alziamo i cani dei fucili. Click Click Steve tira fuori la sua Colt. Ci immobilizziamo e aspettiamo. L'orso si lascia cadere sulle quattro zampe, grugnisce e se ne va. Passando davanti alla casa in fondo vedo che non c'è nes suno sul portico ma la porta è aperta. Chiamo dalla strada. «Volete un pesce?». Il giovane scuro viene alla porta nudo con il cazzo duro. «Certo». Gli butto un luccio di tre libbre. Lo acchiappa e torna dentro e sento il pesce che si sbatte e poi un suono né animale né umano. Le città della notte rossa 343/273
«Strana gente. Da dove vengono?». Guy indica la stella della sera in un luminoso cielo verde pallido. «Venusiani», dice come la cosa più normale. «I gemelli non parlano inglese». «Tu parli venusiano?». «Abbastanza da cavarmela. Loro non parlano con la bocca. Parlano con tutto il corpo. Dà una sensazione buffa». Accendiamo le lampade a kerosene, tagliamo fette di salmone senza lische. Mentre il pesce cuoce Guy ed io beviamo whisky e limonata. C'è un tavolo a cerniera con le gambe pieghevoli fissato alla parete di fronte alla stufa. Ci sediamo sugli sgabelli, e mangiamo il salmone che è forse il miglior pesce da tegame del mondo, se vi piace il sapore più delicato del pesce d'acqua dolce. Ci sediamo sul portico illuminato dalla luna a guardare attraverso il fiume. «Andrebbe bene se restassero là a badare ai fatti loro», disse Steve. «Hai mai sentito che il vaiolo bada ai fatti suoi?», domanda Guy. Il ragazzo dormiva tra noi due leggero come un'ombra. Tuono all'alba. «Devo mettermi in marcia. La strada si sta allagando». Odore di pioggia sulle groppe dei cavalli. Il ragazzo in un impermeabile giallo e Stetson nero ci saluta con la mano e manda il cavallo al trotto mentre la pioggia si riversa giù in un muro grigio. Facciamo una caffettiera piena e ci sediamo al tavolo. Restiamo seduti un'ora senza dir niente. Sto guardando due sgabelli vuoti. Andare a zero, diciamo noi. Un colpo di vento batte alla porta. Apro la porta ed ecco sul portico il ragazzo dai capelli arancioni della Casa in Fondo. Ha un impermeabile di incerata e tiene in mano una latta da un gallone. Indica una latta da cinque galloni in un angolo del portico. Prendo un imbuto e William S. Burroughs 274/343
gli riempio la latta. «Dentro? Caffè?». Entra cautamente nella stanza come uno strano gatto e io sento uno shock di contatto alieno. Contorce la faccia in un sorriso e si indica il petto con il pollice. «Pat!». Eiacula il nome dallo stomaco. Apre l'impermeabile. È nudo a parte gli stivali e uno Stetson nero. Ha il cazzo duro che gli preme contro lo stomaco. Diventa rosso vivo dappertutto, anche i denti e le unghie, un demone idiota venuto da qualche inferno alieno, crudo, spellato, spogliato, abbandonato eppure senza gioia e dolente come un prigioniero che tien su i suoi ceppi, o un lebbroso che mostra le piaghe. Un odore muschioso e marcio evapora da lui e riempie la stanza. So che sta cercando di mostrarci qualcosa e questo è il suo unico modo di comunicare. Mi tornarono alla mente le parole del Capitano Mission. «Noi offriamo rifugio a tutta la gente di qualsiasi posto che soffre sotto la tirannia dei governi». Mi chiesi quale tirannia avesse potuto spingerlo a lasciare il suo pianeta natio per rifugiarsi sotto gli Articoli. La pioggia cessò nel tardo pomeriggio e andammo giù all'insenatura in un crepuscolo grigio e sparammo a due colombi selvatici su un albero gocciolante. Un acre odore nauseabondo. In mezzo a una stanza dai tappeti rossi vedo un pezzo di terreno di circa due metri quadrati dove crescono strane piante bulbose. Centopiedi stanno strisciando tra le rocce calcaree e da sotto una pietra sporge la testa di un centopiedi enorme. Mi armo di un coltellaccio e qualcuno che non riesco a vedere chiaramente prende un pezzo di legna da ardere. Sposto la pietra con un calcio ma il centopiedi scava più a fondo e vedo che è enorme, forse lungo un metro. Ora è sotto il mio letto e mi sveglio urlando. So che devo fare preparativi per una guerra che credevo finita. Le città della notte rossa 343/275
Arriviamo a Ba'dan verso mezzanotte ora locale. La zona del cosmodromo è un ammasso di rifiuti sotto le sfarfallanti luci blu delle lampade ad arco. Sciopero della nettezza urbana. C'è sempre qualcuno in sciopero a Ba'dan. A Ba'dan sono fermi trafficanti d'ogni genere. Tutti gli skipper si radunano per l'annuale Skipper Party e assegnano una coppa d'oro al "Più Miserabile Skipper dell'Anno". Skipper Krup von Nordenholz vincerà senza sforzo. Ci sono anche poliziotti d'ogni genere che trafficano con gli skipper e arrestano chiunque non conosca i trucchi del posto. Fermiamo un taxi. «Dov'è la vita qui, Capo?». «Be', credo che voi ragazzi vorrete andare a Fun City. Meglio tirar su un po' d'artiglieria prima». Si ferma a un negozio di armi illuminato al neon e aperto tutta la notte. L'armaiolo ha tutti i vecchi modelli western e qualcuno dei nuovissimi .38 doppia azione. Queste pistole spaArriviamo a Ba'dan verso mezzanotte ora locale. La zona del cosmodromo è un ammasso di rifiuti sotto le sfarfallanti luci blu delle lampade ad arco. Sciopero della nettezza urbana. C'è sempre qualcuno in sciopero a Ba'dan. A Ba'dan sono fermi trafficanti d'ogni genere. Tutti gli skipper si radunano per l'annuale Skipper Party e assegnano una coppa d'oro al "Più Miserabile Skipper dell'Anno". Skipper Krup von Nordenholz vincerà senza sforzo. Ci sono anche poliziotti d'ogni genere che trafficano con gli skipper e arrestano chiunque non conosca i trucchi del posto. Fermiamo un taxi. «Dov'è la vita qui, Capo?». «Be', credo che voi ragazzi vorrete andare a Fun City. Meglio tirar su un po' d'artiglieria prima». Si ferma a un negozio di armi illuminato al neon e aperto tutta la notte. L'armaiolo ha tutti i vecchi modelli western e qualcuno dei nuovissimi .38 doppia azione. Queste pistole spaUsate pure lo studio che vi è stato postulato rano una carica di afrodisiaco che può mettere fuori combattimento oppure uccidere. I colpi al collo e al cuore sono letali, quelli allo stomaco, al plesso solare e ai genitali sono knockout. Audrey sceglie una .38 a canna corta in una fondina a estrazione rapida. Pu si fa scivolare una Derringer .41 nel panciotto e si allaccia al fianco una Smith and Wesson .44. «È un calibro molto migliore del .45, vecchi miei» Fun City è su un altopiano e da un lato scende ripido sul fiume che divide Ba'dan da Yass-Waddah. Su questo pendio c'è William S. Burroughs 276/343
una vasta casbah (le case sono collegate da passerelle, botole, e tunnel) che contiene la più numerosa popolazione criminale pro capite che si sia mai vista in un posto. Ba'dan supera un mucchio di record. Entriamo in un bar feticista chiamato Stretch Nest. C'è un bel po' di folla: si pigiano al bar a far la coda e aspettano che si liberi un posto ai tavoli da gioco, salgono lo scalone dal tappeto rosso verso le camere per impiccagioni private seguiti da ca merieri con vassoi di bicchieri e secchielli di champagne. L'abbigliamento normale è stivali e giubbotti, culo e inguine nudi. Qualcuno ha pantaloni scamosciati aderenti che arrivano a mezza coscia e camicie che scendono fino all'ombelico. Molti sono nudi a parte gli stivali, cinturone con pistola, e sciarpe a cappio. Corde annodate a cappio penzolano ogni tre metri da una trave al centro della sala. Un pugilato impiccatorio attrae un cerchio di spettatori plaudenti, mentre due ragazzi si massàcrano la faccia: labbra tagliate, occhi neri, nasi rotti, sangue a fiotti. Un ragazzo è a terra: cerca di alzarsi e cade su un fianco. Il vincitore si china e gli lega le mani con una sciarpa annodata. Successivamente, il ragazzo è impiccato e il suo seme spruzza sul bar. Il barista lo pulisce con il suo strofinaccio. Ora un vecchio gallo di pollaio, tutto affibbiato nei suoi corsetti, entra a caccia di ragazzi da impiccare alla prossima festa della figlia debuttante. Si fissa su Pu che lo ha visto arrivare e ha la Derringer pronta. «Riempiti la mano, giovane bellimbusto», strascica il vecchio pistolero. Pu gli spara al collo con la Derringer e lui cade scor reggiando e cagando, con i corsetti che gli scoppiano via. «Una fortuna che avesse i vestiti addosso, vecchi miei». Un quindicenne nudo caccia la testa nel bar. «I Clanton e gli Earp stanno sparando all'impazzata all'O.K. Corral». Un bestiale urlaccio di esultanza sale dal bar. I guardasala danno spintoni ed escono incespicando e scavalcando corpi di impiccati, scivolando sullo sperma. E si dirigono all'O.K. Corral... eccolo là e Le città della notte rossa 343/277
proprio di fianco un patibolo che ne può servire tredici per volta. I Clanton e gli Earp camminano gli uni verso gli altri, nudi a parte cinturoni e stivali, in uno scontro cazzo contro cazzo. «Voi ragazzi stavate cercando rogne...». Wyatt strascica. «Ora ve le diamo noi». Estrae e colpisce Billy Clanton all'inguine. Billy cade in avanti ma mette fuori combattimento Wyatt con un colpo al plesso solare sparato da terra. Doc Holliday si volta di traverso ma Ike Clanton si gira e lo prende proprio in mezzo al culo striminzito. Virgil e Guy Earp sono a terra. I Clanton hanno vinto. Gli Earp e Doc Holliday vengono impiccati simultaneamente. La folla ha una follia impiccatoria. Sparatorie su e giù per tutta la strada, cecchini da finestre e porte, gente che dai tetti prova con attrezzi da pesca d'alto mare e cappi, per vedere di acchiappare qualcuno dalla strada. Sono allineati sulle forche. Le corde vengono slegate e i corpi buttati da parte, alcuni ancora vivi, strangolati da ragazzi di strada o raccolti da Bande di Poiane itineranti. Gente impiccata a terrazze, alberi, e pali. Anche i cavalli vengono issati in aria, mentre scalciano e scorreggiano, e i ragazzi gli saltellano intorno, mostrando i denti in segno di scherno. Il culmine di questa scena cafona arriva quando due mandriani ubriachi trascinano le puttane urlanti fuori dai bordelli. «Mi hai dato la tua ultima dose, troia marcia». «Mio Dio, impiccano delle donne!», ansima Audrey. «Abbastanza da impietrire un uomo", strascica il Capitano Strobe. «Andiamocene da qui». Sei giovani in gambali da cow boy gli sbarrano il passo. «Hai fretta, straniero?». «Sì«, dice Audrey e lo uccide con un colpo al collo. Cade addosso a un altro ragazzo, deviandogli la mira. Audrey e Pu sono incredibili con le pistole. Adesso i ragazzi sono tutti in terra o morti. Ce ne andiamo e li lasciamo lì, facile preda per qualsiasi William S. Burroughs 278/343
banda vagante di vigilantes. Prima che voltiamo l'angolo, sono presi dai Padri Impiccatori: nudi eccetto i colletti clericali. I Padri Impiccatori rappresentano una delle sette sotto il controllo del Consiglio degli Eletti. Sono una delle organizzazioni più potenti di Ba'dan. Passeggiando arriviamo al quartiere dei divertimenti. Qui ci sono le forche ad ascensore, a paracadute e a otto-volante, più tutte le variazioni della roulette impiccatoria. Dalla Russia con Amore viene qui proiettato come una roulette russa. Vi mettete in piedi sulla botola con la corda al collo e prendete una pistola con una sola cartuccia carica. Fate girare il tamburo e poi, invece di puntarvi la pistola alla testa, mirate a qualcuno del pubblico (se riuscite ad attirare un pubblico oppure chiunque capiti a tiro) e se è la cartuccia carica, lo sparo fa scattare la molla della botola. O magari qualche spiritoso tira un petardo sotto la forca: alla fine arriveranno alla bomba atomica. Ora il muro di un edificio vola in alto ed ecco là tredici bolscevichi con brutte intenzioni, e decolliamo attraverso il parco, con i proiettili che ci fischiano tutto intorno. Ci tuffiamo dietro l'edificio delle forche ad ascensore: dieci piani, cento metri di lunghezza. Partite dal decimo piano con una corda intorno al collo e andate giù alla velocità di un espresso, e quando l'ascensore si ferma un pannello si apre e voi fate pop. E, naturalmente, potete giocare alla roulette con gli ascensori, in qualsiasi combinazione. A Audrey sta venendo quella sensazione di debolezza: è il sogno erotico della sua adolescenza, andar giù velocissimo con un ascensore che di colpo si ferma. Allora non sapeva cosa significasse. Adesso ha solo da provarlo. È su al decimo piano. Un corridoio con il tappeto rosso per tutta la lunghezza dell'edificio. Da un lato un bagno turco, dall'altro gli ascensori, luci verdi che mostrano quando un ascensore è libero. Giovani nudi o avvolti in asciugamani vengono fuori dalle docce e dalla sauna a scocciare nella hall. Le città della notte rossa 343/279
Audrey fa segno imperiosamente a un inserviente: «Avete una camera per pensare ben attrezzata?». «Oh sì, signore. Da questa parte, signore. Molto sensato da parte sua, signore, se mi consente di dirlo, signore». I giovani mormorano rabbiosamente. «Vieni quassù per una palpata gratis». «Hombre conejo... Uomo coniglio scopatore». Nella camera per pensare, i ragazzi mettono su i caschi. Ci sono pulsanti e schermi: potete comandare i vostri colpi. Sarà un ascensore aperto? La luna è piena. Le luci di Yass-Waddah tremolano lungo la baia. Audrey potrebbe lanciare una maledizione potente. Oppure qualcosa con specchi e telecamere: filmati casalinghi da mostrare agli amici quando avrà un piccolo comodo bungalow in un bel quartiere residenziale di Ba'dan. Tutto è permesso in una camera per pensare, così Audrey si lascia semplicemente andare. Un ascensore aperto o un lavoro di specchi? Perché non tutti e due, uno dopo l'altro? POP POP POP Sta schizzando morte su tutta Yass-Waddah attraverso la baia. Poi parte contro gli ermafroditi e i trans di Yass-Waddah. Due di queste creature entrano con andatura sinuosa, trillando: «Lo sai cosa succede ora: non è vero, Audrey?». La testa di Jerry è sul corpo di una ragazza dai capelli rossi e la testa della ragazza è sul suo corpo, con i lunghi capelli rossi fino ai capezzoli. Ad Audrey viene la Nausea Gorgonica a vederli. «Ti faremo fare pop, Audrey». Un ascensore aperto per questi. «Ecco che si vaaaaaaaaa...». I capelli della ragazza volano su intorno alla testa come fiamme dell'inferno. POP Audrey sta imparando a rilassarsi e a lanciare i suoi pop. Un incendio scoppia in un magazzino dall'altra parte della baia. William S. Burroughs 280/343
stro prana al Formicolio Pruriginoso quando faccio pop». «Va' sicuro, vecchio mio». Audrey si ricorda un piccolo negozio molto esclusivo, non passate quella porta oppure non la trovate nemmeno se al proprietario non piace l'aria che avete. Audrey lo conosce da Città del Messico dove Audrey era un investigatore privato in un'altra incarnazione. Nel negozio, compra sandali alati da Mercurio e un elmo con ali provenienti da una gru urlatrice. Al tutto unisce una verga d'argento. Prendono un'automobile privata sull'Orsa Maggiore. Audrey sta in piedi con un cappio di seta argentea al collo, piedi divaricati, ginocchia piegate, cavalcando il Grande Carro dell'Orsa, la verga che si muove davanti a lui. Adesso vanno in su su su su su su Audrey sta avendo un'erezione... una pausa di vertigine e poi, l'Orsa Maggiore va giù giù giù giù giù e atterra. Audrey tende il braccio e la verga freme diritta verso la centrale elettrica di Yass-Waddah. stro prana al Formicolio Pruriginoso quando faccio pop». «Va' sicuro, vecchio mio». Audrey si ricorda un piccolo negozio molto esclusivo, non passate quella porta oppure non la trovate nemmeno se al proprietario non piace l'aria che avete. Audrey lo conosce da Città del Messico dove Audrey era un investigatore privato in un'altra incarnazione. Nel negozio, compra sandali alati da Mercurio e un elmo con ali provenienti da una gru urlatrice. Al tutto unisce una verga d'argento. Prendono un'automobile privata sull'Orsa Maggiore. Audrey sta in piedi con un cappio di seta argentea al collo, piedi divaricati, ginocchia piegate, cavalcando il Grande Carro dell'Orsa, la verga che si muove davanti a lui. Adesso vanno in su su su su su su Audrey sta avendo un'erezione... una pausa di vertigine e poi, l'Orsa Maggiore va giù giù giù giù giù e atterra. Audrey tende il braccio e la verga freme diritta verso la centrale elettrica di Yass-Waddah. E adesso l'Orsa Maggiore, che torreggia a quasi trecento metri nel cielo notturno, tutto illuminato di stelle scintillanti. Il più grande e più veloce ottovolante in tutto il sistema solare. Come dicevo, Ba'dan batte un mucchio di record. Audrey si ferma in un piccolo caffè che gli è appena venuto in mente, su per questa viuzza e la prima a destra... si siedono sotto un pergolato e ordinano un tè alla menta e tutti prendono dosi formidabili di Formicolii Pruriginosi. «Voialtri ragazzi fatemi solo da sostegno. Datemi tutto il voP OP Tutte le luci di Yass-Waddah si spengono. Le città della notte rossa 343/281
Si sta tenendo una conferenza Jimmy Lee sta controllando i pulsanti. «È meglio andarsene in fretta da qui prima che ci individuino». Andiamo verso i baracconi del tiro a segno e le sale giochi sull'orlo dell'altopiano. Un'alta rete a corrente elettrica separa Fun City dalla vasta area di ghetti di Ba'dan che si estende fino al fiume e lungo gli argini. Sono le tre di notte, una calda notte elettrica, una foschia viola nell'aria e l'odore di fogna e di lanterne Coleman a bitume. Gli imbonitori hanno camicie rosa, pantaloni a strisce, ed elastici fermamaniche. Hanno grigie facce notturne, occhi freddi e parlantina sciolta. Uno di loro con un accento cockney e una magra faccia rossa brufolosa, davanti a uno scomparto chiuso da una tenda, fa un gesto inconfondibilmente osceno e al contempo incomprensibile. A Audrey ricorda un episodio della sua prima adolescenza giù a Market Street, tirapugni d'ottone e dadi truccati nelle vetrine dei negozi di pegni e un imbonitore dalla faccia liscia e giallastra che cercava di farlo entrare in un "museo", come lo chiamava lui. «Mostra ogni genere di masturbazione e autoabuso. I ragazzini ne hanno specialmente bisogno». Audrey non capisce esattamente di cosa stia parlando l'uomo. Si volta e si allontana di colpo. La voce sarcastica dell'imbonitore lo segue. «Hasta luego, amigo». Andiamo avanti e ci fermiamo in un ristorante aperto tutta William S. Burroughs 282/343
la notte dove un vecchio cinese ci serve chili e caffè. Mette il cartello di CHIUSO sulla porta e la chiude a chiave. «Uscita da questa parte...». Ci fa uscire dalla porta sul retro su un vicolo invaso dalle sterpaglie di fianco alla cinta. Le rane stanno gracidando e la prima luce dell'alba si mescola nel cielo rosso. Un ragazzo ci affianca silenzioso come un gatto. «Tu venire con me, mister. Qualcuno vuole parlare a te». Il ragazzo ha una faccia color fieno con una spolverata di lentiggini arancioni, capelli crespi rossi, e occhi marroni luminosi. È a piedi nudi ed è vestito con pantaloncini e camicia cachi. Camminiamo lungo la rete di cinta. «Qui». Il ragazzo scosta un pezzo di carta catramata. Una biscia verde sguscia via. Sotto la carta c'è un pannello di ferro arrugginito incastrato nel cemento. Scendiamo per una scaletta e poi attraverso un tortuoso corridoio che puzza di fogna e di gas industriale, e usciamo su una stretta via che sembra Algeri o il Marocco. Il ragazzo si ferma di colpo, fiutando come un cane. «Qui dentro, presto». Ci guida dentro una porta, su per delle scale e una scaletta fino a un tetto. Guardando giù, vediamo una pattuglia di sei soldati con mitra che controllano tutte le porte sulla strada. Audrey studia le facce grigie e i freddi occhi vitrei dei soldati. «Tossici». «Eroinomani del cazzo», sputa il ragazzo. Il ragazzo ci guida attraverso un labirinto di tetti e passerelle giù per un lucernario, fermandosi alla fine davanti a una porta di metallo. Tira fuori un dischetto da una tasca della giacca. Il disco fa un debole bip e la porta si apre. Un ragazzo cinese è là in piedi. Ha una pistola in una fondina alla cintura. È una stanza nuda con un tavolo, sedie, una rastrelliera di armi, e una grande mappa su una parete. Un uomo si volta dalla mappa. È Dimitri. Le città della notte rossa 343/283
«Ah, Mr Snide, o dovrei piuttosto dire Audrey Carsons, sono proprio contento di rivederla». Ci stringiamo la mano. «E anche il suo giovane assistente». Stringe la mano a Jimmy Lee. «Tutti e due un po' cambiati: ma davvero non in peggio». Presentiamo gli altri. «Siete i benvenuti, signori... e adesso, c'è molto da spiegare». Si mette davanti alla mappa con una bacchetta di nocciolo lunga e sottile in mano. «Noi siamo qui...», fa un cerchio intorno al la zona sotto l'altopiano di Fun City giù lungo la sponda fluviale di Ba'dan. «È chiamata la Casbah. I fuorilegge e criminali di tutti i tempi e luoghi li potete trovare qui. La zona è fittamente pattugliata e i soldati, come avete notato, sono tutti eroinomani. La loro tossicodipendenza gli dà l'immunità dalla febbre e assicura l'assoluta fedeltà ai loro padroni che, naturalmente, li riforniscono... razioni extra per gli arresti... razioni tagliate per ogni negligenza nei loro doveri». «Chiaro», lo interrompo. «Ma non potrebbero comprarla da qualche altra parte?». «No, non potrebbero. Controlliamo il mercato nero. Nessuno spacciatore li servirebbe a meno che non sia stanco di vivere». «Ma perché no? Se possono trovarla da qualche altra parte, questo romperebbe il monopolio». «Abbiamo altri progetti che sentirà al momento giusto». Dimitri stava tenendo una conferenza accompagnata da diapositive e filmati: «Ba'dan è il più antico porto spaziale sul pianeta Terra e come molte città portuali ha assimilato nel corso dei secoli le peggiori caratteristiche di molte epoche e luoghi. Arraffoni e spostati di ogni angolo della galassia hanno disertato la nave qui oppure sono emigrati per dedicarsi a varie occupazioni dannose o parassitarie, ingrossando le file dei magnaccia, puttane, ruffiani, truffatori, borsaneristi, mediatori e galoppini. La struttura sociale e professionale è a compartimenti come in una città araba». William S. Burroughs 284/343
Un crepuscolo blu invadeva gli stretti vicoli tortuosi della città. Lo straniero rabbrividì, stringendosi addosso il mantello lacero. Le luci si accendevano dietro le finestre con vetrate all'antica. Qua e là lampioni blu tremolavano nelle loro coppe. Un mendicante strisciò in strada, sbarrandogli il cammino e tendendo una ciotola fissata al mozzicone del braccio come un mestolo. Le sue gambe erano contorte, senza vita né ossa, la testa rapata era fetale, le labbra socchiuse in una fetida e gialla esalazione di fiato. Lo straniero gli passò di fianco e il mendicante borbottò delle maledizioni in un gorgogliante idioma liquido che sembrò ribollire su da profondità piene di frastuono. Lo straniero si sentì come innaffiato di sudiciume, le parole che restavano appiccicate al retro del suo mantello come un vile fetore. Proprio davanti c'era una scala di pietra alta come mezza casa e macchiata di immondizie ed escrementi fosforescenti. Più in là riusciva a vedere una piazza nella nebbia illuminata d'azzurro. Quando entrò nella piazza, che era cosparsa di calcinacci semisepolti nella sabbia, si trovò circondato da una gang di ragazzi sudici alti circa un metro e mezzo, che miagolavano e cinguettavano e cicalavano tra loro mentre si avvicinavano a bloccargli la strada e gli scivolavano alle spalle. A un primo sguardo in quella luce blu e tra le volute di nebbia che aleggiavano, i ragazzi sembravano solo dei derelitti stracciati e affamati dediti a estorcere qualche soldo a uno straniero. Guardando più da vicino, vide che erano tutti per così dire inumani. Alcuni avevano lunghi capelli rossi e sfavillanti occhi verdi e avevano mani armate di pinze spinose che grondavano liquido nella luce blu. Portavano mutandine di cuoio e corti mantelli di pelliccia che esalavano un odore rancido di sudore stantio e pelli non interamente conciate che gli ondeggiavano attorno quando si muovevano. Notò che l'interno dei loro mantelli era debolmente fosforescente e pensò che la pelle fosse stata trattata con gli escrementi fosforescenti che imbrattavano le straLe città della notte rossa 343/285
de. I ragazzi fischiavano tra gli aguzzi denti gialli con sorrisi ringhianti mentre i peli si drizzavano sulle loro teste e gambe, ispidi come quelli di animali. Altri, completamente nudi malgrado il freddo, avevano lisce pelli da rettili, occhi di cristallo a disco e lunghe code flessibili punteggiate e aguzze, di cristallo rosa trasparenti. Tirarono su le code attraverso le gambe puntandole verso lo straniero con dei gesti osceni di scherno mentre fischiavano in una parodia di estasi. Altri ragazzi avevano le punte delle dita di cristallo, da cui sporgevano aghi, che facevano battere insieme come diapason in ticchettii che gli davano sui nervi. I ragazzi si strinsero più vicini. «Perché mi bloccate la strada? Sono uno straniero che vuole passare in pace». Un ragazzo fece un passo avanti e si inchinò fino a sfiorare gli stivali dello straniero con i suoi lunghi capelli rossi in un gesto di ironica sottomissione. «Mille scuse, o tu dai nobili natali. Ma colui che vuol passare di qui deve pagare il prezzo del passaggio. Ragionevole, no?». Appena il ragazzo si raddrizzò, afferrò l'orlo del mantello dello straniero e saltando alto in aria con un acuto strillo animale lo tirò sulla testa dello straniero. Gli altri ragazzi imitano il suo strillo e sbattono le braccia come il mantello volante. Lo straniero adesso è nudo a parte i calzoncini di cuoio e gli stivali di cuoio fino al ginocchio che gli aderiscono ai polpacci e si allungano in su dietro le cosce. Si sposta di lato, cercando di impedire ai ragazzi di prenderlo alle spalle, e muove la mano verso il suo fulminatore. Un ragazzo si china a quattro zampe come un gatto, la coda inarcata sopra la schiena. Agita la punta aguzza di cristallo e fa uscire una cascata di scintille rosse che coprono il corpo dello straniero di brucianti piaghe erogene che si agitano e contorcono in labbra malate che sussurrano le dolci e marce parole della febbre. Le scintille arrivano da tutti i lati, facendogli rizzare i capezzoli, aprendogli l'ombelico, e facendolo miagolare e cinguettare William S. Burroughs 286/343
dall'inguine e dal retto. Audrey si svegliò con un sobbalzo, il fallo teso contro le mutandine da bagno. La voce di Dimitri continuava a ronzare, cantilenante e ipnotica: «L'area adiacente al porto spaziale è una zona internazionale e intergalattica chiamata Portland. Portland ha una sua amministrazione, dogane, e polizia. Ispezioni biologiche e mi sure di quarantena vengono imposte dal corpo di polizia DNA. Sono ufficiali altamente specializzati e tutti specializzati in ogni ramo della medicina, autorità in ogni malattia e droga della galassia. «Sono armati con le armi più sofisticate: pistole RMO a infrasuoni, sonde della paura, fucili mortali che possono essere regolati per uccidere, stordire o disperdere, e congegni che sparano capsule di gas nervino e tossine. «Questi ufficiali sono molto abili negli interrogatori, addestrati nelle tecniche telepatiche, dotati delle più moderne macchine della verità, con rilevazioni prese dalle reazioni sensibili di creature viventi: un fiore che cade a una menzogna, un polipo che diventa azzurro brillante. «In certi casi in cui il soggetto è stato addestrato a eludere i sondaggi telepatici e le macchine della verità, e il tempo stringe (deve essere localizzato e disattivato un congegno nucleare), gli inquirenti della DNA fanno ricorso a iniezioni di veleno di scorfano. Questo veleno provoca il dolore più intenso che si conosca. È come fuoco nel sangue. I soggetti si rotolano per terra e urlano. «E qui, in questa siringa, c'è l'antidoto che porta sollievo immediato». Sullo schermo un impassibile inquisitore solleva una piccola siringa piena di un liquido blu. Un uomo con il volto raggrinzito da vecchia e la bocca sdentata era chino su di lui, la testa contornata da un'aureola di luce Le città della notte rossa 343/287
blu. «Be', giovanotto, ti è andata bene che sono capitato da queste parti». Raccolse il fulminatore e lo soppesò in mano. «Questo giocattolino potrebbe dare un guadagno giusto al posto giusto...». Lo straniero cercò di alzarsi e ricadde all'indietro, battendo i gomiti. «Meglio fare piano, giovanotto». L'uomo lo aiutò ad alzarsi. «E da questa parte». A ogni passo sentiva insopportabili fitte di dolore per tutto il corpo. Gli faceva male la gola e stava sputando sangue. Aveva le gambe intorpidite e rigide. Doveva appoggiarsi pesantemente al braccio dell'uomo per non cadere. «Eccoci arrivati». L'uomo diede un calcio a uno strano animale sulla soglia, un incrocio tra un porcospino e un opossum. «Cazzo di un lulow!». Il lulow ringhiò e sgattaiolò via. L'uomo infilò nella serratura un tubo con una serie di buchi e la porta si aprì su uno squallido androne con delle scale in fondo. Guidò lo straniero in una stanza a destra della porta. La finestra che dava sulla strada era alta e munita di sbarre e i muri intonacati erano dipinti di blu. L'uomo accese una torcia in una nicchia: luce blu, un letto sudicio, un lavandino, tavolo e sgabelli. «Finalmente a casa eh?». Tirò una coperta sbrindellata di velluto blu sul misero letto e lo straniero vi si lasciò cadere. Il torpore delle gambe se ne stava andando e sentiva dei crampi e delle fitte insopportabili, come dopo un congelamento. Si coprì la faccia con le mani, lamentandosi nell'agonia. L'uomo tese una piccola siringa piena di liquido blu. «Sparati la strada verso la libertà, ragazzo». Lo straniero tese le mani tremanti. «Tirati su la manica. Te la sparo io». Fresca mattina blu vicino al ruscello, morbidi richiami reWilliam S. Burroughs 288/343
moti di flauto, tristi e dolci da una stella morente. Moncherini fosforescenti brillano nel crepuscolo blu che incombe sopra le strade a mezzogiorno come una foschia. Case di mattoni rossi orlano canali blu dove coccodrilli giocano come delfini. Perdute stelle malinconiche si smorzano mentre ragazzi scintillanti miagolano e cinguettano contro la sua spalla, una gelida luminescenza dalle loro schiene, fresco giardino remoto, grondaie di piombo che gocciolano, un ponte di pietra dove un ragazzo è fermo con una triste scimmia azzurra sulla spalla. «Fun City è una zona del peccato segregata che occupa un altopiano sul lato nord della città. Qui case da gioco e bordelli di molte epoche e luoghi promettono di soddisfare ogni gusto, ma i locali sono, per la maggior parte, trappole per turisti e locali esosi con più imbonitori e imbroglioni che puttane». Audrey strizza gli occhi davanti allo schermo. Deve aver visto Fun City attraverso occhiali oscurati dalla febbre. Vista sullo schermo, è un'enorme e labirintica bettola, vestali incollate lì mentre aspettate, ambientazioni azteche ed egizie che sembrano film degli anni Venti, ragazze polinesiane intorno a piscine con palme di carta, giochi orientali con lampade a mosaico e geishe, bordelli di New Orleans con finto muschio spagnolo e case galleggianti su laghi e canali sudici, sale di massaggio, l'inferno di Dante con attori femminili... tutta la scena fatta a Hollywood. «Il vero divertimento è alla Casbah, ma i turisti hanno paura di andarci, spaventati dalle storie da brivido messe insieme dagli affaristi e imbonitori di Fun City. I tossicomani vengono regolarmente respinti o tartassati a Fun City, così si dirigono verso la Casbah, dove ogni droga si può avere: basta pagare. «La Casbah è costruita sulle colline e dune che degradano verso il fiume. Questo vasto ghetto ospita fuggiaschi e spostati. Fuorilegge in ogni senso, non pagano tasse e non hanno diritto a nessun servizio pubblico. Criminali e reietti di molte epoche e Le città della notte rossa 343/289
luoghi si trovano qui: bravi della Venezia settecentesca, vecchi tiratori del West, thug indiani, assassini di Alamut, samurai, gladiatori romani, sicari cinesi, pirati e pistoleros, picchiatori della mafia, disertori dei servizi di spionaggio e delle polizie segrete». Le cineprese scorrono su vecchi set western, pezzi di antica Roma, Cina, India, Giappone, Persia, e Inghilterra medievale. «Nel corso dei secoli, la zona è stata scavata a gallerie, cosic ché tutti gli edifici sono collegati. I tunnel danno inoltre accesso a un labirinto di grotte e caverne naturali. «Ci sono teleferiche e seggiovie che vanno da un edificio all'altro. Gli Scoiattoli Volanti, gente piccina come Igor, saltano dalle dune più alte coi deltaplani passando di tetto in tetto, portando messaggi, droga, e armi. «La Casbah si riversa nel fiume in un intrico di pontili, passerelle, barche e zattere ormeggiate. I tunnel al livello del fiume sono mezzi pieni d'acqua e formano una Venezia sotterranea con gondole e palazzi di calcare che gocciolano stalattiti. «Nella Casbah si possono comprare tutti i servizi: dall'assassinio ad attività illegali come il TdI, Trasferimento di Identità. Ci sono puttane, dalle più sofisticate cortigiane e REM 14 che offrono sogni erotici su ordinazione, fino a organismi insensati come l'Allegro Mantello e la Tela di Sirena. «Ogni droga si può avere nella Casbah: basta pagare. Droghe di longevità che richiedono dosi sempre crescenti, il tossicomane che si sbriciola in polvere putrescente se la droga viene sospesa. Succo della Gioia: blackout in convulsioni erotiche e ogni dose toglie anni di vita a chi la usa. Un drogato di Succo della Gioia dura in media due anni e si riduce a un'idiota carcassa esausta. E la Derm: mio Dio, che sensazione... vi ammorbidisce la pelle in un marmo flessibile... ma se non riuscite a trovarla... l'irritazione delle terminazioni nervose epidermi 14 REM: Rapid Eye Movement, ovvero il movimento rapido degli occhi riscontrato in chi sta sognando. William S. Burroughs 290/343
che... be', ho visto un Dermy farsi a pezzi con le sue stesse mani. La Blu e la Grigia, droghe del metallo pesante così subdole che una sola dose causa assuefazione a vita. Sì, qui ci si possono fare tutte le droghe: basta pagare il prezzo. «Ora prendete il veleno di scorfano...». Batté il flacone di liquido lattiginoso. «...Come fuoco nel sangue; la morfina non servirebbe a niente, ma questa merda di Blu è cinquanta volte più forte. Allora mescolate il veleno di pesce e la Blu», aspira il fluido lattiginoso nella siringa, «per una Dose di Fuoco!». Lo straniero cominciava a essere a corto di crediti. Niente soldi per lussi come le iniezioni calde. Jay aveva in ballo un affare per trovare un po' di Grigia ma andava lento e poi il panico colpì. Di colpo non ci fu più Blu in città. L'eroina riusciva a malapena a dare un debole sollievo come farebbe la codeina con un'assuefazione all'eroina. Il fuoco freddo che aveva nelle ossa lo teneva in una costante agonia e perdeva sangue attraverso la pelle: sudar sangue, si chiama. Fortunatamente, non era rimasto drogato abbastanza a lungo per procurarsi le mutilazioni spontanee che riducono braccia e gambe a sfrigolanti moncherini blu. Con l'ultimo dei suoi crediti, entrò in una clinica per una cura del sonno a ibernazione. «Sul lato sud di Ba'dan, tra le dune che sovrastano il fiume, ci sono le grandi tenute dei ricchi, sorvegliate dalla loro Polizia Speciale. Recentemente, alcuni figli di ricchi, annoiati dalle attrazioni fasulle di Fun City, hanno cominciato a frequentare i ghetti criminali. Alcuni di questi giovani sono tossicomani o trafficano droga, altri sono agenti premurosi e hanno cercato di entrare in contatto con me con offerte d'aiuto e armi. «L'amministrazione, i tribunali, e la polizia occupano una zona governativa. È necessario un passaporto per entrarci. La vasta classe media di commercianti, artigiani, e funzionari miLe città della notte rossa 343/291
nori occupa il centro della città, compreso tra Portland, Fun City, la Casbah, e la zona governativa". Carrellata di telecamera su una desolazione di condomini che assomigliano alle più squallide zone del Queens. «Tradizionalmente, la città di Ba'dan è retta da un Consiglio Municipale in cui i più ricchi hanno la schiacciante maggioranza. Ora, la scontenta classe media sta chiedendo più seggi nel Consiglio. Queste richieste sono incoraggiate da agitatori agli ordini del Consiglio degli Eletti, con basi a Yass-Waddah. «Il Consiglio degli Eletti controlla un certo numero di culti che stanno trovando adepti tra i giovani della classe media. Questi culti sono sostanzialmente derivazioni di congreghe protestanti. «Agenti del Consiglio degli Eletti stanno inoltre organizzando gruppi paramilitari e introducendo armi illegalmente. Questi agenti operano con la connivenza della Polizia Eroinomane. «Lo scopo finale è un piano di Anschluss con YassWaddah che praticamente lascerebbe al Consiglio degli Eletti il controllo su ambedue le città. Questo progetto è sostenuto dalla classe media, che ignora gli intrighi del Consiglio per mandare in rovina Ba'dan economicamente e alla fine chiudere lo spazioporto. «Per distrarre l'attenzione da queste manovre, agenti del Consiglio, levando voci indignate, chiedono un risanamento di Fun City, una stangata alla Casbah, e la fine dello statuto internazionale di Portland. I ricchi vedono l'Anschluss come una minaccia alla loro posizione, ma quelli molto più vulnerabili e immediatamente minacciati sono gli abitanti della Casbah». Sta sonnecchiando. Un freddo secco gli raschia i polmoni infiammati... si mette i vestiti addosso, si torce, lasciando cadere oggetti, un freddo bruciore negli intestini, riesce appena ad arrivare al gabinetto, un trogolo di rosse pietre levigate nell'androne striato di merda fosforescente, un odore come metallo fuso che marcisce, bruciante e tremante per la malattia, ha biWilliam S. Burroughs 292/343
sogno della Roba Blu. Secchi cristalli di neve blu sul pavimento si agitano in un vortice di vento e un ragazzo scintilla di cristallo prende forma, nudo, raggiante, le sue lunghe dita dalla punta ad ago sgocciolano il mortale Succo della Gioia, capelli rosso vivo gli ondeggiano intorno alla testa, occhi a disco che lampeggiano una luminescenza erogena, il suo fallo eretto liscio come una conchiglia di mare con la punta di cristallo rosa, è come una creatura sottomarina di una bellezza abbagliante che gronda veleni mortali. «Yass-Waddah, uno spazioporto in concorrenza con Ba'dan, è un matriarcato retto da un'imperatrice ereditaria. Qui gli uomini sono cittadini di seconda classe che possono solo guadagnarsi una condizione di cortigiano, servo, bottegaio, agente, e guardiano. «Coloro che non rientrano in nessuna di queste categorie cercano freneticamente di ingraziarsi benevolenza facendo gli informatori. Nessuna città in tutto il cosmo è così infestata di informatori come Yass-Waddah. A Ba'dan informatore si dice Yass. «Il ghetto nel cuore di Yass-Waddah è proibito a ogni maschio, fuorché alle Guardie Verdi, eunuchi genetici, panciuti ma forti. Formano la polizia d'assalto di YassWaddah. «Recentemente, Sua Serena Maestà, l'Imperatrice, viene spinta su in soffitta mentre il Consiglio degli Eletti si fa avanti, sostenuto dalle potenti contesse de Vile e de Gulpa, ancora brucianti per la loro sconfitta e fuga di stretta misura da Tamaghis. Stanno spingendo per l'Anschluss, dopodiché gli Eroinomani e le Guardie Verdi spazzeranno via Tamaghis e bloccheranno la via verso Waghdas per sempre. «I disordini che noi siamo qui a fomentare sono semplicemente un preludio a un attacco totale a Yass-Waddah. Stiamo premendo per una soluzione finale. Non ci possono essere compromessi. Anche il ricordo di YassWaddah deve essere distrutto, come se Yass-Waddah non fosse mai esistita». Le città della notte rossa 343/293
Postparto di un sogno Odore di paludi salate, scintillio di ghiaccio all'alba, passerelle, torri, e case di legno sull'acqua dove si nascondono coccodrilli dal manto bianco. Ci sono molti albini in città con i capelli bianchi come la neve e lunghi occhi neri obliqui tutti pupilla, come specchi neri luccicanti. Molti degli abitanti cambiano colore con le stagioni: sono bianchi d'inverno e diventano verde bruno screziato in estate. Le estati sono quasi tropicali e le paludi sono un rigoglio di alberi e cespugli in fiore lungo stagni e canali. Qua e là campi di papaveri di palude con capocchie grosse come meloni che eruttano oppio bruno rossastro. Era un giorno d'autunno, foglie che cambiavano colore, aria frizzante di gelo. Molta gente era in giro con capelli rossi e lentiggini, giallo, seppia, e arancione. Nudo con il ragazzo scintilla per le strade strette stagnanti. Fumo color zafferano si arriccia fuori di tra le sue gambe e svanisce in giallo pallido e viola mentre il ragazzo ammicca e capriola via. Quando Audrey si svegliò, l'odore era ancora lì che esalava da una coperta di cachemire giallo che gli copriva il corpo nudo. Chiuse gli occhi, ricordando il suo arrivo a Ba'dan... uno squallido quartiere di bordelli chiamato Fun City dove era andato per incontrare il suo contatto... la conferenza di Dimitri durante la quale aveva continuato a sonnecchiare... sogni in cui Fun City diventava un'arena per mortali giochi erotici... gli inWilliam S. Burroughs 294/343
contri con i ragazzi scintilla... l'assuefazione a una droga radioattiva nota come "la Blu"... la clinica... il Dottore. C'era un altro corpo nel letto di fianco a lui. Aprendo gli occhi e voltando la testa, vide una pelle bianco latte, capelli d'ambra, e il volto di un angelo idiota. «Toby». Un ragazzo inglese di nome Arn con una faccia rossa da volpe e un corrotto sogghigno insinuante: «Popper Toby, lo chia miamo noi. Quando entra, quando mangia il suo odore, ti fa fare pop per forza. Un bello scherzo, amico». Toby aprì enormi occhi blu e guardò Audrey, con le pupille che si contraevano. Scalciò in giù la coperta e inarcò il corpo, stirandosi. La stanza è fredda con una spolverata di neve secca sul pavimento entrata dall'apertura rotonda sul muro che serve da finestra. Audrey trema, stringendosi le ginocchia al petto. «Oddio», Arn è in piedi in fondo al letto con un dolcevita rosso, pantaloni di velluto verde, e sandali. «Sono saltato dentro solo a metter su un po' d'acqua per il tè». Poi Arn accende un fornello ad alcol e si volta verso Toby e Audrey, sfilandosi dolcevita e pantaloni. «Cuu...», dice. Un fumo viola esce dalle glandole odorifere di Toby, coprendo il corpo di Audrey con un odore di giacinti, cianuro, e ozono. Audrey sta soffocando, ansimando, in un lampo di luce viola. Audrey si alza a sedere annebbiato. «Dov'è Toby?». Arn mette una mano sul mento di Audrey, voltandogli la testa per farlo specchiare in uno specchio macchiato sul muro sopra il letto. «Specchio, specchio delle mie brame...». Una vertebra fa pop nel collo di Audrey. Arn schiocca la lingua. Audrey sta guardando nei vacui occhi blu di Toby, vede la carne bianco latte, larvale e diafana, che gli si attacca al corpo. Arn indica lo specchio. «Accidenti avresti dovuto sentirlo prima che ci mettessimo insieme. Proprio uno scolaretto incravattato, ecco cos'era». Arn dice queste cose in quei toni Le città della notte rossa 343/295
chiari e penetranti dell'aristocrazia inglese. Potete sentire ogni parola a venti metri attraverso una sala da pranzo di albergo. «Hai sentito parlare di me, amico. Arn la voce. "Assolutamente mozzafiato", ha detto un gentleman del Times e la Regina ha lasciato perdere le sue acca aspirate alla tv. E tu no?». Butta la biancheria a Audrey. «Butta qui i tuoi stracci, amore. Nessuno fa tardi a una conferenza. È come le prove nel mondo dello spettacolo». Nella stanza delle operazioni, Dimitri sta distribuendo fotografie e indirizzi per incarichi d'assalto. Arn non è in vista. Audrey sta guardando la foto dell'uomo che deve uccidere: un'esile faccia italiana dagli occhi sporgenti che brillano di un odio sulfureo. "Nun me sta' a guarda'...", strilla la fotografia. Sarà un piacere, pensa Audrey. Non sono venuto solo per sta' a guarda', sudicio guappo di second'ordine del mercato nero. Dimitri indica sulla carta: «Proprio qui. Ha un magazzino di sigarette. Roba di contrabbando. È anche un usuraio e un trafficante di droga. Ripaga in soffiate per poter operare. Ha sentinelle in questo chiosco e in questa drogheria che riferiscono di ogni sconosciuto nel quartiere. Due metal detector, qui e qui. Ce ne ha un altro alla porta del negozio e un fucile a canne mozze sotto il banco. Tu prendi la tua pistola qui dopo aver oltrepassato i primi due detector. Quello alla sua porta verrà scollegato». Un giovane in miniatura, che sembra un ragazzo di strada di otto anni, batte insieme i tacchi e fa un inchino. «Io sono lo Scollegatore». «E tu sei solo uno stupido marinaio dello spazio», Dimitri dice a Audrey, «che cerca di tirar su qualche cartone di sigarette di contrabbando». Dà un'occhiata ai vestiti di Audrey: pullover blu, giacca verde pisello da marinaio, pantaloni blu... «Ed ecco il tuo cappello. Quando gli hai fatto il lavoro, esci con le William S. Burroughs 296/343
tue sigarette e vai fino alla sua lavanderia cinese. Ti faranno uscire dalla porta di dietro». Per strada, la faccia di Toby è un buon accessorio. Con i vacui occhi blu, i capelli gialli e i vestiti da marinaio, nessuno meno di lui ha l'aria di un fidato e premuroso assassino. Si ferma spesso a guardare la piantina della città che poi non è capace di ripiegare, così la spiegazza e si ficca in tasca la carta ribelle. Proprio uno stupido fottuto marinaio dello spazio. Adesso sente gli occhi delle sentinelle, che sondano, piene di odio, ma non insospettite. Solo il disprezzo dei ragazzi della malavita per un tonto, un fesso che lavora per vivere. Lascia cadere la sua piantina e mentre si china per raccattarla, tira via un mattone sconnesso da un muro e prende la pistola. Si sente gli occhi della sentinella sul culo. «Sembra un frocio del cazzo, lo tira su lo scorreggione». Una vecchia strega italiana si sporge da una terrazza: «Ah ah ah, maricón». La pistola è una .38 a canna corta con proiettili al cianuro. Si guarda intorno, arrossendo, poi apre la porta del negozio ed entra. L'uomo dietro il banco lo guarda. Audrey si muove impacciato e si leva il cappello. Gli occhi dell'uomo sputano odio e disprezzo. «Ma che vuoi?». Audrey tiene il berretto per la visiera e lo sposta attraverso il banco fino a mezzo metro dal petto dell'uomo. Con morbidi movimenti fluidi e disinvolti, tira fuori la pistola dalla cintura e la spinge delicatamente nella fodera di cotone del cappello. La faccia vacua di Toby invecchia e si restringe, gli occhi che lampeggiano nella faccia dell'italiano come una cometa mentre Audrey sorride. Comprensione, poi terrore assoluto, brilla negli occhi dell'uomo mentre capisce ciò che sta accadendo e capisce che è troppo tardi per arrivare al fucile. Audrey spara tre volte attraverso il cappello: un suono attutito come colpi di scappamento in una nevicata pesante. L'uoLe città della notte rossa 343/297
mo cade di lato, con gli occhi che si spengono. Audrey si sporge attraverso il banco a prendere una stecca di sigarette. Esce, si guarda intorno incerto e si allontana. Nella lavanderia cinese, un vecchio cinese sta stirando una camicia. Indica con la testa il retro della lavanderia. Audrey la attraversa fino a un vicolo che porta a una specie di viale alberato al sole. William S. Burroughs 298/343
Audrey camminava per un viale alberato in un sole limpido. Più avanti si vedevano i monti coperti di nebbia, bancarelle di cibi dai colori vivaci, tavoli sotto ombrelloni, camerieri in divise rosse. Poteva essere una piccola località di villeggiatura in Svizzera. Stava passando di fianco a un'enorme lumaca di marmo, una rana di bronzo e un castoro. Ragazzi di quattordici anni stavano sulle statue in posizioni studiate, mangiavano gelati e si guardavano, isolati dai passanti da qualche barriera invisibile. Più avanti, ragazzi in stivali da cowboy, cappelloni Stetson e jeans erano in posa davanti a un negozio di abbigliamento con la stessa nonchalance stilizzata e senza sorrisi, assorti in qualche sciarada senza tempo. Un ragazzo dai capelli biondoplatino era seduto su un ponte di pietra e faceva penzolare le gambe. Audrey svoltò in un cortile lastricato e di colpo l'aria divenAudrey camminava per un viale alberato in un sole limpido. Più avanti si vedevano i monti coperti di nebbia, bancarelle di cibi dai colori vivaci, tavoli sotto ombrelloni, camerieri in divise rosse. Poteva essere una piccola località di villeggiatura in Svizzera. Stava passando di fianco a un'enorme lumaca di marmo, una rana di bronzo e un castoro. Ragazzi di quattordici anni stavano sulle statue in posizioni studiate, mangiavano gelati e si guardavano, isolati dai passanti da qualche barriera invisibile. Più avanti, ragazzi in stivali da cowboy, cappelloni Stetson e jeans erano in posa davanti a un negozio di abbigliamento con la stessa nonchalance stilizzata e senza sorrisi, assorti in qualche sciarada senza tempo. Un ragazzo dai capelli biondoplatino era seduto su un ponte di pietra e faceva penzolare le gambe. Audrey svoltò in un cortile lastricato e di colpo l'aria divenUna passeggiata alla fine del mondo ne opprimente e pesante, di un calore tropicale. Giovani in abiti settecenteschi oziano in sedie di vimini bevendo punch al rum. Hanno un'aria crudele e languida mentre accarezzano il calcio delle pistole nelle loro cinture con lenti movimenti osceni. Un investigatore privato sta parlando al barista. «Cosa stava facendo al Tropico di Bill Gray?». È un vecchio western e Clem Snide è un tiratore leggendario. Il bar è pieno di fumo di polvere nera, odore di budella, sangue e chili. Le pareti e il tetto crollano. Le città della notte rossa 343/299
Un dolce vento secco si alza da Sudest. Audrey fa qualche acquisto dell'ultimo minuto. Per poco il Miister non sale sullo stesso calesse, sale di fianco al ragazzo e si avviano giù per la strada dove schegge di selce luccicano al sole. Davanti vedono dei monti avvolti nella nebbia, il cielo arancione e porpora che riluce dietro. Dev'essersi appisolato mentre camminava la chiamano passeggiatina ti viene sonno quando viaggi nello spazio. Puoi camminare e parlare e andar qua e là mentre dormi sodo, vivendo in un sogno. Il sogno è fatto da ciò che realmente ti sta intorno: così non urti niente. Solo vedi tutto diverso. Un lacero ragazzino di strada gli si affianca per una frazione di secondo. Gli dà un'occhiata di lato e capisce che è uno dei giovani in miniatura, forti e svelti come piccoli gatti. Il ragazzo scatta avanti guidandolo attraverso specchi e muri, attraverso negozi e urinali che si aprono su piazze dove sono in corso spettacoli di strada: menestrelli, tamburi gnawa, liuti, corni, cetre, tamburelli, mangia-fuoco, giocolieri, incantatori di serpenti... tutto che si confonde insieme. Audrey sta camminando molto in fretta per star dietro all' "andatura da stregone" del giovane, e passano davanti a una piattaforma dove parecchi ragazzi stanno facendo numeri di coito animale mentre impersonano gatti, volpi, lemuri, e cavalli, sbuffano, nitriscono, ringhiano, guaiscono. Gli spettatori si rotolano per la strada pisciando dal ridere. Audrey è colpito dalla varietà di costumi e di razze che gli sfrecciano davanti come scene intraviste da un finestrino di treno: mongoli con stivali di feltro, dandy settecenteschi con scarpe e brache di seta, pirati con coltellacci e bende, giustacuori e calzoncini medievali, penetrante odore di ronzini da vecchi western, stivali e fondine, djellabe, toghe, sarong, e giovani vestiti di un tessuto trasparente come vetro flessibile oziano nelle posizioni studiate che aveva osservato sul viale: evidentemente lì per farsi guardare... superbi nubiani nudi a parte delle mantelline in pelle di leopardo e stivali in pelle di William S. Burroughs 300/343
ippopotamo... ragazzi in attillati abiti di gomma con lisce facce senza pori come ceramica vetrinata. «Ragazzi rana dei fiumi sotterranei...», la guida butta lì da sopra la mia spalla. Audrey nota che la gente che incontra piede di porco con di onda attraversa
sua guida e la maggior parte dell'altra porta alla cintura un arnese come un piccolo un'estremità a uncino. Adesso una specie la strada, attori e musicisti stanno racco
gliendo strumenti e attrezzi dietro a lui mentre la parola passa di bocca in bocca: «HIP» (Pattuglia di Eroinomani). La gente si nasconde nei portoni, solleva botole con i propri arnesi, e sgattaiola giù per un labirinto di tunnel dove gli Eroinomani non osano avventurarsi. Audrey segue la sua guida lungo i tunnel contorti, oltrepassando giovani su pattini a rotelle, scooter, e skateboard. I tunnel qua e là si aprono su caverne dove la gente vive in case di stalattiti e quarzo e cura stagni di pesci ciechi. Su per contorte scale di ferro ci sono bagni turchi, alloggi, case e bordelli. Gabinetti si aprono su ristoranti e patii. In fondo a una scaletta di corda c'è una palestra polverosa dove i ragazzi stanno esercitandosi con varie armi in attesa di un incarico: Jerry e Rubble Blood Pu, Cupid Mount Etna, Dahlfar, Jimmy Lee, e i Katzenjammer Kids, come chiamiamo i ragazzi tedeschi. Vengono avanti a salutarlo. «Come ti è andata con l'italianuccio?». «Facile facile e un bello spasso... l'aria che aveva su quella faccia pidocchiosa da dritto quando ha capito. Gustosa». Audrey vede una quantità di quei folletti che si arrampicano su e giù per le funi e si dondolano sugli anelli con grande agilità. È sorpreso nel vedere che alcuni di loro hanno lunghe code prensili e artigli retrattili ai piedi e alle mani che gli permettono di andar su per gli alberi come scoiattoli. Mentre guarda, un ragazzo fa un volo di dieci metri fino al pavimento, atterrando come un gatto. Gli altri ragazzi cercano Le città della notte rossa 343/301
continuamente di toccare i folletti ma loro sono riluttanti ai contatti, guizzano via da mani tese o fanno schioccare i loro dentini aguzzi. Sono tutti esperti assassini, letali con coltello e corda da strangolatore, piombano sulle loro vittime da alberi o tetti o si arrampicano fino a finestre che sembrano inaccessibili. Sono anche molto efficienti con le armi da fuoco, usano un piccolo revolver che spara proiettili a forma di artiglio e una carabina che spara dardi avvelenati in un raggio di duecento metri. I più sottili assassini tra loro sono i Killer di Sogno o Ragazzi Bangutot. Hanno la capacità di invadere il sonno REM dei bersagli, prender forma dall'erezione della vittima, e crescere dalla sua energia sessuale finché sono abbastanza forti da strangolarla. Audrey trova Toby nello spogliatoio, seduto nudo e pensieroso su una logora panchina di legno. Guarda su con aria assente e dà un colpetto con la mano alla panca di fianco a sé. Audrey si siede e tutti e due fissano con aria vacua il muro per diversi minuti. Alla fine Audrey chiede: «C'è Arn?». Toby lo guarda senza espressione da uno spazio vuoto. «Non ne ho mai sentito parlare». «Io mh ho pensato... Voglio dire, stamattina...». «Sai, le mie glandole odorifere qualche volta sono così potenti che talvolta la gente ha le allucinazioni», gli dice Toby compiaciuto. «Magari ti sei sognato tutto». «Be', forse». Abbraccia le spalle di Toby sperando di eccitarlo in modo che emani quell'odore che è come una squisita droga profumata. Il cazzo di Toby comincia a rizzarsi e a indurirsi mentre stende le gambe davanti a sé e si appoggia indietro, guardandosi pensieroso gli alluci. Due folletti entrano a strofinarsi contro le sue gambe come gatti. Emanano un delicato odore di volpe del deserto che aleggia sui più pesanti odori maschili dello spogliatoio come la panna sul caffè. William S. Burroughs 302/343
Un ragazzo di tredici anni con il vestito nero e la paglietta da finocchietto di ginnasio inglese caccia dentro la testa e chiama Audrey: «Lo Strizzacervelli vuole vederti». Tira in su gli angoli degli occhi per far la faccia da cinese e aggiunge in falsetto: «Chop-Chop!». Dopo qualche domanda generica sullo space lag, il Dottore chiede con studiata noncuranza: «Potresti dirmi con parole tue tutto quello che ti ricordi di questo mh Arn?». Abbassa lo sguardo su una scheda davanti a lui. Audrey cerca di accontentarlo ma incontra alcuni vuoti nella memoria come se cercasse di rievocare un sogno che è sospeso proprio fuori portata, ai margini della percezione, e guizza via mentre cerca di afferrarlo, cancellando tracce di ricordo con una piccola scopa che svanisce e a sua volta spazza via impronte su sabbie lontane. Il Dottore si china sul tavolo e gli rompe una fiala sotto il naso. «Adesso rilassati e respira a fondo». Audrey si ritrova su un tavolo con lo sguardo rivolto in alto verso volti mascherati. «Va bene, adesso... conta fino a cinquanta...». Quando Audrey si sveglia si trova un punto rasato dietro la testa che duole leggermente a toccarlo. «Be', Audrey», spiega il Dottore, «abbiamo installato un separatore. Potrebbe tornare utile se mai dovessi essere in due posti contemporaneamente...». Dà un colpetto sulla spalla di Audrey. «Potrai lasciare l'ospedale domani mattina. Adesso ti farò un'iniezione». I giorni sembrano balenare via come in una scena accelerata di inseguimento in un film comico degli anni Venti... le autopattuglie sempre dietro, proiettili che affondano nella carne, bombe nei bar di Middletown e nei teatri e ristoranti. Una scia di vetro, sangue e cervella e il caldo odore corposo delle interiora fanno tornare in mente ad Audrey un coniglio che una volta aveva visto sezionato durante una lezione di biologia. Una ragazza era svenuta. Poteva vederla che cadeva sul pavimento Le città della notte rossa 343/303
con un morbido plop. Giorno dello Schianto sempre più vicino...
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Mosse e controlli e massacri Come molti disordini, i disordini di Ba'dan cominciarono con una "dimostrazione pacifica", ma nessuna delle parti aveva intenzione di lasciarla finire così. L'Anschluss con Yass-Waddah sarebbe stato sottoposto a plebiscito. I più direttamente interessati, vale a dire gli abitanti della Casbah, ne erano esclusi. Ma avevano ottenuto il permesso dal Consiglio Municipale di fare una dimostrazione pacifica nella Piazza del Tribunale intorno alla quale stavano quasi tutti gli edifici governativi. Intanto, agenti di Yass-Waddah stavano armando e organizzando gruppi paramilitari a Middletown, con l'intenzione di prendere in mezzo gli "Arabi", come loro li chiamavano, tra la Polizia Eroinomane e i vigilantes armati, e spazzarli via. Dopodiché, avrebbero demolito la Casbah e sganciato gas velenosi nei tunnel e occupato Portland. Dimitri aveva i suoi piani. Dopo delicate trattative aveva stabilito dei contatti a Portland. I funzionari di Portland hanno il dovere di tenersi fuori dalla politica se non per "gravi emergenze". Ma l'Anschluss poneva una tale minaccia al proseguimento delle loro funzioni, per non dire dell'incolumità personale, da costituire una "grave emergenza" e tutto ciò che serviva a Dimitri era un agente della dogana che guardasse dall'altra parte per qualche secondo quando i contenitori di eroina per la Polizia Eroinomane venivano fatti passare attraverso la frontiera, mentre gli agenti di Dimitri li sostituivano con contenitori identici pieni di un antidoto agli oppiacei ad azione raLe città della notte rossa 343/305
pida. Dimitri aveva anche ottenuto promesse di arsenali nascosti nell'edificio del tribunale da certe famiglie ricche che preferivano evitare un coinvolgimento più diretto. Nessuna delle vecchie famiglie voleva l'Anschluss. Era una minaccia al loro potere e gli agenti di Yass-Waddah parlavano apertamente di "parassiti" e "traditori". Audrey conosceva il piano di battaglia. Anche se fosse anda ta secondo il piano, ci sarebbero stati combattimenti accaniti e pesanti perdite. Perciò fece fabbricare questa specie di conchiglie di protezione in materiale plastico resistente e le fece distribuire alla sua squadra e questo aiutò molto il morale. Guidava un commando che doveva irrompere tra le linee degli Eroinomani come attaccanti di football americano e correre su per le scale fino a una stanza del tribunale dove un arsenale li avrebbe aspettati e poi impadronirsi dell'edificio del tribunale. Il giorno stabilito, i dimostranti provenienti dalla Casbah, dopo aver superato un metal detector e una perquisizione manuale, si avviarono verso la piazza passando davanti a ringhiosi abitanti di Middletown. Tante cose potevano non funzionare: i fucili non ci sono... loro sono nel posto sbagliato... le chiavi non vanno bene. Mentre sfilavano nella piazza, vide la linea degli impassibili Eroinomani di fronte al tribunale armati di fucili automatici 9M. Sacchi di sabbia e mitragliatrici pesanti su cavalletti stavano alle finestre e sul tetto. La provocazione era stata accuratamente preparata: piedi di porco e un mucchio di ciottoli dai lavori stradali in corso. Audrey guardò il suo orologio. Due minuti al conteggio. Giovani muscolosi raccolgono pietre. Urla e versi esplodono dai dimostranti. Si sollevano armi automatiche. Ci siamo. E qualcosa sta succedendo agli Eroinomani. Un rantolo composito è seguito dal rumore di intestini che si svuotano e dal sentore di escrementi. Anziché rispondere con un fuoco accurato di mitragliatrici, gli Eroinomani stanno andando giù William S. Burroughs 306/343
come birilli mentre i cubetti li colpiscono. Finora, il piano di Dimitri funziona. In servizio quando non c'è tempo per iniezioni, gli Eroinomani funzionano a capsule di eroina che si dissolvono in stadi diversi, liberando dosi ogni qualche ora. Però, quello che si sta dissolvendo adesso non è eroina ma un antioppiaceo ad azione rapida. Sintomi di disintossicazione che sarebbero già abbastanza gravi se diluiti in parecchi giorni sono concentrati in minuti, causando immediata paralisi e, in molti casi, morte per shock e collasso circolatorio. Un ragazzo tira un blocco grosso come un pallone da football a un Eroinomane davanti a Audrey. La pistola gli vola via di mano e Audrey la prende al volo. Adesso stanno correndo verso il corridoio. Due Eroinomani davanti all'entrata principale cercano di alzare le loro armi. Audrey gli dà una raffica mentre passa di corsa. Una pesante porta di ferro. La chiave funziona. Adesso giù per il passaggio. Porta laterale aperta come dovrebbe. Su per le scale e questa deve essere la stanza. La chiave funziona e ci sono M-16, munizioni, granate e lanciagranate, più qualche bazooka. (I paramilitari che conosce sono muniti con i più vecchi e ingombranti M-15 e qualcuno perfino con i Garand). Immediatamente la squadra di Audrey si disperde in gruppi di cinque per conquistare le postazioni di mitragliatrici nell'edificio e sul tetto. Audrey e altri quattro entrano in una stanza. Una mitragliatrice è su un treppiede dietro sacchi di sabbia. I mitraglieri, sparpagliati sul pavimento e sui sacchi, sono gravemente feriti. Due sono morti. Audrey si inginocchia accanto a un giovane Eroinomane che è sdraiato sulla schiena, il volto di un pallore mortale coperto di sudore, i pantaloni tesi sulla patta. Audrey tira fuori in fretta una siringa pronta contenente un quarto di pallina di eroina pura e la inietta nel braccio del ragazzo. Adesso si realizza la seconda parte del piano di Dimitri: la conversione degli EroiLe città della notte rossa 343/307
nomani. Ecco perché non ha semplicemente messo un veleno rapido al posto dell'eroina. Il ragazzo si alza a sedere. «Benvenuto nella nostra causa, compagno», dice Audrey. I primi spari nella zona sono un segnale per i paramilitari, sotto il comando del Generale Darg, perché si riversino dalle vie laterali nella piazza dove si aspettano di prendere ai fianchi i dimostranti disarmati in fuga. Invece, si imbattono in una tempesta di fuoco di mitragliatrici che i dimostranti hanno raccolto dagli Eroinomani caduti. Un fuoco ancor più mortale di cecchini viene dalle finestre e dal tetto del tribunale. Per risparmiare munizioni, i commando di Audrey tengono le loro armi sul semiautomatico, assicurandosi di colpire a ogni tiro. In pochi secondi, le forze del Generale Darg hanno avuto diverse centinaia di morti. Si ritira in fretta per occupare e fortificare gli edifici sul lato opposto della piazza e lungo le vie laterali che portano alla piazza. Manda truppe a bloccare gli accessi dalla Casbah e a pattugliare Fun City per impedire che altri uomini e armi entrino in azione. Alla fine del primo giorno, i ribelli hanno il controllo della maggior parte degli edifici sul lato sud della piazza. Non riescono, però, ad aprire un passaggio verso la Casbah. Intanto c'è gran festa a Yass-Waddah. I cortigiani stanno progettando un festival della tortura per i prigionieri, mentre vanno pavoneggiandosi in giro in costume e, naturalmente, ci sarà un premio per il più ingegnoso strumento di tortura. I prigionieri torturati verranno trattati con i più squisiti condimenti e intingoli: cervelli crudi palpitanti serviti con salsa piccante, testicoli canditi, peni in agrodolce, retti bolliti al cioccolato. La Contessa de Gulpa ammonisce i cortigiani a tenere a mente che solo i leader meritano una punizione esemplare. I gregari potranno diventare utili schiavi. «Oh, Minny è così gentile», tubano i cortigiani. «Minny è così gentile». I rapporti stanno arrivando. I ribelli sono stati circondati e si William S. Burroughs 308/343
arrenderanno entro poche ore. Questi rapporti sono stati diramati dal Generale Darg, che è sicuro della vittoria finale e non vuole che le Guardie Verdi o, peggio, un reggimento di inutili cortigiani si mettano di mezzo ad appannargli la gloria. All'altro capo, i rapporti vengono ulteriormente falsificati per ingraziarsi i favori delle contesse. L'Imperatrice di Yass-Waddah si tiene altezzosamente in disparte da queste euforie. Lei sa che, qualunque sia l'esito della battaglia, il suo potere se n'è andato. Anzi, sta facendo piani per fuggire dalla città con un travestimento e un pugno di fedeli eunuchi. L'Imperatrice ha intenzione di lasciarsi dietro un piccolo regalo per le contesse, un cestino di kundu addormentati. Il temibile kundu è una varietà di scorpione volante. Il corpo è ricoperto di rossi aculei ricurvi e acuminati. Le mandibole sono affilate come rasoi e fatte per scavare gallerie come quelle del grillotalpa. Il veleno che gocciola dai peli e dal pungiglione causa paralisi istantanea. Poi il kundu spiega le sue ali e si fa strada scavando su per gli orifizi del corpo e deposita le sue larve negli intestini, nel fegato, nei reni e nella milza cosicché la vittima paralizzata viene mangiata viva. Diversamente da altri scorpioni il kundu è diurno, resta in stato comatoso durante le fredde notti del deserto ed entra lentamente in attività con il calore del giorno. Magari vincerò la gara di tortura in absentia, pensa l'Imperatrice. Il secondo giorno vide tangibili successi degli insorti. I folletti che sanno arrampicarsi come scimmie, muovendosi da un tetto all'altro con i loro fucili a dardi avvelenati, portando cilindri di cloro e di anidride solforosa, sloggiarono i paramilitari dagli edifici intorno alla piazza, che vennero poi occupati dagli insorti e dagli Eroinomani disertori. Darg e le sue truppe, tuttavia, mantennero il possesso degli edifici lungo le vie laterali e continuarono a bloccare gli accessi dalla Casbah. Dimitri non era così stupido da tentare di forzare il blocco lungo queste Le città della notte rossa 343/309
stradine con soldati sui tetti di edifici alti cinque o sei piani: un errore che costò molte perdite alla polizia durante i disordini al pub del 1863 a New York. Allora i dimostranti sui tetti degli edifici lungo le strette viuzze di Manhattan Sud sconfissero contingenti armati della polizia con cubetti di porfido e altri proiettili. Il Generale Darg, ancora sicuro della vittoria finale, pur aspettandosi un lungo assedio, rifiutò di chiedere rinforzi e ri ferì che la situazione era sotto controllo. Però, c'erano ancora sacche di resistenza. Il terzo giorno spuntò come un tetro occhio rosso. Una vecchia portò un cestino di squisiti fichi dorati davanti alla porta della cucina del palazzo della Contessa. Sotto i fichi, i kundu erano ancora semiaddormentati per il gelido freddo notturno. William S. Burroughs 310/343
Ma Hollywood non imparerà mai A Ba'dan entrambe le parti cercano uno scontro decisivo. Darg, perché sa di non poter ancora nascondere a lungo la situazione effettiva. Dimitri, perché sente che un assedio non gli è favorevole data la superiorità numerica del nemico che ha più facile accesso a rifornimenti e armi. Così entrambi i generali evocano ogni possibile aiuto per mezzo di riti magici. Mentre il sole si leva alto, la piazza sembra Hollywood uscita di senno. Legionari romani sotto Quinto Curio stanno combattendo con le forze dell'ordine francesi. Vichinghi e pirati danno battaglia a crociati e Texas Ranger. Pistoleri del vecchio West ingaggiano sparatorie con Black and Tans e la Polizia Speciale Keniota. Gli elefanti di Annibale vanno alla carica contro un treno di marines degli anni Venti in viaggio per proteggere gli interessi della United Fruit Co. Risuonano grida di guerra e canti. Peones con machete decapitano folle di linciatori... mucho rimbalzar di teste, Miister. Grida di guerra e canti risuonano con rantoli e muggiti, grida di guerra, cornamuse, odore di cavalli, chili e aglio... La cucaracha la cucaracha Ya no quiere caminar Porque no tiene porque le falta Marijuana por fumar. Gli uomini di Pancho Villa abbattono a fucilate un elicottero dell'Operazione Intercettazioni. Un esercito di camerieri cinesi esce alla carica da una finta facciata di rosticceria cinese con Le città della notte rossa 343/311
coltelli da macellaio, urlando: «Andate fale in culo! Andate fale in culo! Andate fale in culo!». Prendono gli agenti della Narcotici e i mafiosi e li riducono in hamburger. Dardi avvelenati da cerbottane di indios spazzano via un raduno del Klan. Sceriffi sudisti ammazza-negri vengono fatti a pezzi da sciiti a cavallo. Audrey è nel folto della mischia e cambia costume ogni pochi minuti. Ora guida un distaccamento di giovani malesi in preda a furia selvaggia con i kris contro la Polizia Segreta dello Scià. Poi Audrey, su un gran cavallo nero con armatura medievale, va giù alla carica per le strade di Middletown infilzando donne di chiesa e sceriffi sulla sua lancia. In seguito è un tiratore scelto con una .44 fatta su commissione che guida il Mucchio Selvaggio a disperdere un auto-da-fé a Lima. Adesso va all'arrembaggio di una nave da guerra spagnola con coltellaccio e pistola laser. Proiettili di mitragliatrice, dardi avvelenati, frecce, lance, boomerang, bolos, coltelli da lancio, cubetti di porfido. Razzi fischiano nell'aria, penetrante odore di erba e caldo secco di vecchi western, neve e ghiaccio con le navi vichinghe, malesi amok inseguono caldo umido e odori di giungla, pirati che irrompono con un vento di mare e una folata di rum e spezie, imbonitori e venditori ambulanti dispongono le loro mercanzie, finte facciate di saloon, casini, bancarelle di taco, baracconi di luna park con birra scura e zucchero filato, capanne dal tetto di terra che servono chi-cha, pollo con piselli e porcellino d'India arrosto, saltimbanchi che fanno passare in giro il cappello e intanto vi derubano (pisello sotto il guscio, adesso lo vedete adesso no), cambiano partner in continuazione, giovani malesi con i kris che infilzano donne di chiesa, tiratori con la Polizia Speciale Keniota nelle narici, sceriffi sudisti vengono cavalcati fino a Hollywood e via, e un ragazzo che sogghigna fa passare in giro uno Stetson insanguinato. «Dite il vostro veleno, signori». Gli uomini del Klan si stringono la gola e diventano neri. «Non serviamo negri qui dentro!», tuona il barista. «Portateli fuori perché puzzano. Portateli all'obitorio dei negri». William S. Burroughs 312/343
Ragazzi in corpetti medievali hanno messo su una catapulta. Soldati romani abbattono porte con l'ariete, immuni ai proiettili, che si frantumano contro la limpida luce classica con una zaffata di ozono. Raid e prigionieri... Ratto delle Sabine... Romani che piombano su un raduno di donne e portano via queste troie che strillano e scalciano, la squadriglia di un vecchio western sta linciando un uomo di Neanderthal, agenti del KGB e della CIA ti rano dentro in macchina scienziati e agenti nemici o sfrecciano giù e li acchiappano da una moto silenziosa come attori strappati via di scena, la Polizia dell'Inquisizione trascina via da cocktail bar gente del jet-set, e le Guardie Verdi sono indaffarate con le loro reti. «Oh, io voglio quello là...», tuba un cortigiano. Audrey guida un'armata di ragazzi dodicenni con striscioni di seta colorata... POLTERGEIST DI TUTTO IL MONDO UNITEVI! Si fermano adesso, immobili come pietre, in una calma inquietante. Mentre il barometro continua a calare, lentamente una nube nera si raccoglie sopra le loro teste. Un venticello agita capelli castani sulla bocca, soffia lillà e capelli castani, frugando tra capelli gialli come barba di granoturco, tra capelli rosso tiziano, arancio, rossicci e rosso fiamma e riccioli neri da Pan... VENTO VENTO VENTO Un suono come di sospiro, un fischio, un grido, i capelli che si drizzano adesso mentre un imbuto nero vortica intorno ai loro corpi sinuosi strappando via i ciottoli del selciato, uragani urlanti di vetri rotti mentre i ragazzi cavalcano questo vento che fischia e s'impenna: è noto come "cavallo dello spazio". Ci si lascia semplicemente portare, tempeste di vetro che strappano la carne dalle ossa scagliano in aria ossa insanguinate insieme a cartelli stradali e rami, calcinacci, pietre, e pezzi di tra vi: l'intera città si sbatte e si frantuma. Venti da migliaia di miglia orarie: le reti, i fili spinati, i cancelli di ferro massiccio che chiudono dentro la Casbah stanno Le città della notte rossa 343/313
andando a pezzi... un filo spinato volante decapita folle urlanti. Pan, dio del Panico, cavalca le ali della Morte mentre il cielo strappato si piega sotto il vento, cielo posticcio che si strappa, si sbrindella (forza incandescente) il puro giovane anelito balena come una cometa... VENTO! VENTO! VENTO! Audrey è nell'occhio del ciclone, un punto di lucida calma. Davanti a lui, nella vetrina di un negozio di Tangeri, c'è un tu betto di dentifricio Colgate impolverato. Molto lontano vede Middletown: case di mattoni rossi, un profondo torrente limpido, ponti di pietra, ragazzi nudi, voci acute lontane. Un ragazzo con un'aria familiare... sa il nome del ragazzo ma non riesce a ricordarsi dove esattamente... è Dink... Dink Rivers, il ragazzo di Middletown. Adesso Dink saluta con la mano: «Sono io, Audrey! Sono tornato!». Audrey cerca di raggiungerlo ma il vento sbatacchia Audrey come un pezzo di sughero. Sta sforzandosi di risalire il fiume attraverso banchise che si rompono... anni che vanno in frantumi. La voce lontana dell'imbonitore: «L'antichissima storia di Adamo ed Eva...». Audrey si ritrova nella Fun City del suo sogno... non riesce a ricordare esattamente... girandole... baracconi di tiro a segno... un sobborgo rurale... case in rovina... rifiuti... campicelli di granoturco e cavoli... facce chiazzate di malattie... silenziose e assorte... tutte si muovono giù per una ripida strada di terra rossa... nessuno sembra accorgersi di lui. La strada porta a una piazza piena di macerie. In mezzo alla piazza c'è una piattaforma costruita intorno a un albero. William S. Burroughs 314/343
Ridiscuti l'affare per la seconda volta Sulla piattaforma c'è Arn nella parte di Eva con lunghi capelli rossi, il corpo coperto da macchie di febbre. Un giovane nudo con lunghi capelli gialli è Adamo. L'odore di febbre esala dai loro corpi e il pubblico lo aspira, uggiolando e strofinandosi. C'è qualcosa di familiare in Adamo, pensa Audrey. Gli fa venire in mente qualcosa di tanto tempo fa. Ma come... sono io! Ora Arn offre una mela ad Adamo. Il frutto è rosso porpora e lucente come la punta di un pene. Qua e là sul frutto ci sono protuberanze triangolari come pomi d'Adamo e a un'estremità c'è un retto rossiccio. Oh, è fatta di carne maschile, pensa Audrey. «No! No!», grida Audrey senza una gola, senza una lingua. Adamo non sente. La sua faccia ha una spaventosa espressione di estasi idiota mentre morde la mela. Audrey riesce a sentire lo zuccheroso sapore di metallo bruciante giù fino alle punte dei piedi che tremano mentre Arn si alza dal suo fianco strappandosene via... la dolce malata conoscenza. Eva è in piedi con un cappio... canto di ossa che brucia rosa pestate di un marmoreo color crema... vecchia storia di Adamo ed Eva... come fu creata Eva. Conoscenza del blackout... Albero di Mele del Fante di Picche... frutto fatto dalla morte del ragazzo che penzola là. È un albero carino, no? Reti delle Guardie Verdi cadono sulla testa di Audrey. A mezzogiorno del terzo giorno, il Generale Darg è pronto ad arrendersi. Conoscendo il trattamento riservato ai generali sconfitti a Yass-Waddah, medita come ottenere un accordo miLe città della notte rossa 343/315
gliore con Dimitri. Gli insorti adesso controllano Ba'dan, o quanto ne resta. Considerando il terribile destino che attende i prigionieri presi dalle Guardie Verdi durante la battaglia, Dimitri lancia un immediato attacco con tutte le forze su YassWaddah. Audrey è stato catturato dalle Guardie Verdi e portato al palazzo della Contessa de Gulpa. Questo lei non lo spartirà con i cortigiani. «Ciao, Audrey, sono molto contenta di vederti qui». Sorride e si lecca le labbra, gli occhi le brillano di un fuoco verde. «Lascia che ti faccia vedere il posto». Due massicce guardie lo affiancano e altre due gli camminano dietro. Attraverso elettrodi innestati nel cervello sono controllate telepaticamente dalla Contessa. «Ti faccio vedere il mio conservatorio, Audrey. Sono sicura che lo troverai interessante». Lo conduce in una stanza con un tappeto rosso. C'è un foglio di plastica lungo un'estremità dove crescono delle piante. Un orribile odore nero di sudicio e di male riempie la stanza, un odore di insetti e fiori marci, di ignote secrezioni ed escrementi. «Vieni, ti mostro le mie piantine». È in piedi a un lato del divisorio di plastica, che è aperto e conduce a uno stretto sentiero che circonda il giardino. «Guarda lì, Audrey». Audrey vede un tronco rosa che cresce dal suolo, un tronco a forma di pene, rosso e porpora, e mentre guarda, il tronco si muove e pulsa. La Contessa si china in avanti con una zappa e smuove la pianta dal terreno. Il tronco è attaccato a un sacco amniotico rosa con zampe da insetto come uno scorpione o un centopiedi. Si dimena per ricoprirsi di terra. «Una volta era uno sciocco ragazzo come te, Audrey, ed ecco dove ti pianterò». La Contessa è ferma con una mano sulla porta. «Scoprirai da te come si fa, Audrey. Avrai sei ore per imparare ». William S. Burroughs 316/343
I cortigiani, mentre oziano su un colonnato alto sul fiume, vedono una flottiglia di barche, zattere, e pontoni che si avvicinano. Deve essere il Generale Darg che torna in trionfo con centinaia di prigionieri. Si dimenano e guaiscono in una sconcia aspettativa, allungando languide dita verso un cesto di fichi dorati scaldati dal sole di mezzogiorno. «Mio Dio, ho dentro qualcosa». La difesa principale di Yass-Waddah sono le torri, azionate da pochi abili tecnici, capaci di lanciare scariche elettriche come fulmini. Adesso le torri aprono il fuoco, scagliando le barche fuori dall'acqua. Gli insorti subiscono pesanti perdite ma si sparpagliano e continuano a venire avanti. Lungo il fiume sono avvenuti sbarchi dappertutto e Yass-Waddah è circondata da truppe confuse senza un piano d'attacco. I Ragazzi Ciclopi entrano in azione. Questi esseri hanno un occhio al centro della fronte. Possono attivare il chakra della morte dietro al collo finché un raggio laser spara fuori il terzo occhio, penetrando pietra e metallo, cercando i centri di controllo elettronico della città. I pannelli degli strumenti stanno saltando in aria, i depositi stanno esplodendo. La folla urlante si riversa fuori attraverso i muri, ora rotti in molti punti. «Morte al Consiglio degli Eletti!». «Morte alle Guardie Verdi!». «Morte alle Scrofe Forestiere!». «Morte ai Cortigiani!». Ma i cortigiani sono sordi a tutto meno che ai propri urli mentre i kundu fanno il loro lavoro. Audrey sentì il pavimento spostarsi sotto i suoi piedi e si trovò in piedi all'epicentro di una vasta ragnatela. In quel momento, ne capì lo scopo, capì la ragione delle sofferenze, della paura, del sesso, e della morte. Era tutto studiato per tenere gli schiavi umani imprigionati in corpi fisici mentre un mostruoso matador sventolava il suo manto nel cielo, con la spada pronta Le città della notte rossa 343/317
per uccidere. Dal fondo del suo orrore e della sua disperazione, qualcosa stava erompendo come lava fusa, un'ondata impetuosa di incontrollabile energia. Audrey sentì il chakra alla base del suo collo accendersi e splendere come un piccolo teschio di cristallo sempre più luminoso. Un ronzio e un odore di ozono riempivano la stanza. La Contessa si voltò dalla porta, gli occhi ardenti per la ten sione, e Audrey vide cos'era accaduto. I suoi ordini alle guardie non erano stati obbediti. Una frequenza d'interferenza aveva spento il suo controllo su di loro. Audrey sorrise e si leccò le labbra. Si mosse in avanti, con le mani tese per evitare un calcio all'addome. La Contessa strillò come un animale, gli sgusciò di fianco e fuori dalla porta. Le era un passo dietro mentre lei scattava giù per il corridoio. Correva con una velocità inumana, facendo sette metri a ogni passo e la prese in fondo alla hall. Le tenne immobilizzati i gomiti, il fianco contro il suo, e le ghignò sulla faccia urlante, che stava perdendo ogni sembianza umana mentre la schiacciava contro il muro e scagliava il suo pugno a mazza nella faccia, maciullando il naso perfettamente cesellato e le labbra che si raggrinzirono come gomma. Adesso le stava strappando gli occhi, che erano inespressivi e bianchi e gommosi. Qualcuno lo stava scuotendo per la spalla. «Mr Carson, cosa sta facendo? Ma sta svegliando tutta la corsia». Audrey si trovò a guardare un cuscino strappato. Un'infermiera era sopra di lui. «Ma guardi cos'ha fatto. Ha fatto a pezzi il cuscino». Gli strappò di mano il cuscino e uscì in fretta. L'infermiera tornò con un cuscino nuovo. Rassettò il letto e gli mise il cuscino sotto la testa in un modo che diceva: "Vedi di farcela restare". Si guardò l'orologio. «Le farò un'iniezione». Audrey rimase sdraiato a guardare il soffitto. Si sentiva calmo e rilassato. Doveva aver avuto un incubo. Non riusciva a riWilliam S. Burroughs 318/343
cordare cos'era e sembrava tutto molto remoto e irrilevante. Soltanto un cuscino. Be', adesso aveva un cuscino nuovo. L'infermiera era tornata con una siringa su un piccolo vassoio d'argento. Si tirò su la manica, sentì l'alcol sul braccio... e la puntura dell'ago. GOM 15, un quarto di pallina. Si svegliò nella luce grigia dell'alba e rimase là a cercare di ricordare. Quand'era cominciato tutto? A Londra con Jerry Green e John Everson. La sua prima vera assuefazione. Aveva scherzato in giro per New York con roba diluita ma questa volta era H pura dispensata da una dottoressa con un titolo. La Contessa, la chiamavano. Se le piacevate scriveva ricette per qualsiasi quantitativo di eroina e cocaina o per tutte e due. Le piacevano i "ragazzi", come li chiamava lei. Poi, improvvisamente, la terribile notizia. La Contessa era morta per un attacco cardiaco. La Sede Centrale aveva deciso di dare un giro di vite. Ora di muoversi. Così Audrey, Jerry, e John si misero in viaggio verso Katmandu con una macchina di seconda mano che li portò fino a Trieste, dove presero una nave e arrivarono ad Atene nel mezzo dell'estate. Il caldo era come un forno. Alla fine trovarono alloggio in un ostello: una stanza nuda con tre brande. Il proprietario aveva sgradevoli occhi indagatori. Tutto in lui diceva "informatore della polizia". Ma erano malridotti e la stanza era più fresca della strada. I ragazzi rimasero in mutande seduti sulle brandine. «Mi sento in un modo tremendo», disse Audrey. «Io ho una specie di bruciore orribile», disse Jerry grattandosi una vescica rossa sulle costole. «Probabilmente è solo il caldo e l'astinenza», disse John. «Vediamo cos'è rimasto». Si alzò in piedi e barcollò e si mise una mano sulla fronte. 15 God's Own Medicine, la medicina privata di Dio, l'oppio. Più sotto, H sta per eroina. Le città della notte rossa 343/319
Audrey si alzò per sorreggerlo e dei punti argentei gli ribollirono davanti agli occhi. Tornarono a sedersi tutti e due, poi si alzarono molto lentamente e presero un po' di H cinese e del cotone dagli zaini. Fecero bollire tutto insieme e se lo divisero. Dieci minuti più tardi, Audrey era a terra con la Febbre del Cotone. Battendo i denti, con tutto il corpo che tremava, stava a letto con le ginocchia alzate fino al mento e le mani strette davanti alla faccia. Alla fine, mandò giù due Nembutal e il tremito cessò. Si mise a dormire. Sognò di essere ancora a St Louis da bambino. Stava mangiando una granita all'arancio molto in fretta per il mal di testa e il sollievo che ne viene a bere un po' d'acqua. Proprio mentre allungava la mano verso l'acqua, si svegliò con un palpitante e insopportabile mal di testa, il corpo che bruciava di febbre. Capì di essere molto ammalato, forse moribondo. Cercò di alzarsi e cadde in ginocchio di fianco al letto di Jerry. Scosse la spalla di Jerry. La carne scottava. Jerry mormorò qualcosa. «Svegliati, Jerry. Dobbiamo chiedere aiuto». La porta si aprì. La luce si accese. Tre poliziotti greci e il proprietario stavano guardando dalla soglia. I poliziotti fecero segno verso i ragazzi e dissero concitati qualcosa in greco. Indietreggiarono e uscirono dalla stanza premendosi i fazzoletti contro il volto. Lasciarono un poliziotto sulla porta e chiamarono un'ambulanza. Audrey ricordava vagamente di essere stato messo su una lettiga da figure mascherate. Mentre lo portarono giù per le scale, vide delle parole davanti agli occhi: un reticolato di nere parole su carta bianca che si spostava e ruotava. Riuscì a distinguere la prima frase: «Il mio nome è Clem Snide. Sono un culo privato». L'infermiera era di fianco al suo letto con un termometro. Glielo mise in bocca e uscì dalla stanza. Ritornò con la colazione su un vassoio. Tirò fuori il termometro e lo guardò. «Bene, adesso è quaWilliam S. Burroughs 320/343
si tornata normale». Audrey si alzò a sedere, bevve avidamente il succo d'arancia, mangiò un uovo sodo e un pezzo di toast e stava bevendo il caffè quando entrò il Dottor Dimitri. Il volto gli era familiare e sembrava evocare e concentrare le vaghe figure del sogno. Certo, pensò Audrey, ho delirato e lui era il dottore. «Bene, la trovo molto meglio. Dovrebbe esser fuori di qui in pochi giorni». «Quanto tempo sono stato qui?». «Dieci giorni. È stato molto male». «Cos'era?». «Non lo so esattamente... un virus... ne escono sempre di nuovi. Prima abbiamo pensato che fosse scarlattina, ma quando non c'è stata reazione agli antibiotici siamo passati a un trattamento puramente sintomatico. Non ho paura di dirglielo, c'è andato vicino... la temperatura era a quarantuno... i suoi due amici sono qui... esattamente la stessa sindrome». «E ho delirato tutto questo tempo?». «Completamente. Ricorda qualcosa?». «L'ultima cosa che ricordo è di essere stato portato fuori dall'ostello». «La cosa interessante è che lei, Jerry, e John sembravate essere tutti nello stesso delirio. Ho preso qualche appunto...». Tirò fuori un piccolo notes e lo aprì. «Questo le ricorda niente? Tamaghis... Ba'dan... Yass-Waddah... Waghdas... Naufana... o Ghadis?». «No». «Le Città della Notte Rossa?». Audrey intravide un cielo rosso e muri di fango... «Solo un flash». «E adesso, c'è la faccenda del mio onorario». «Mio padre vi pagherà». «È già d'accordo ma ha rifiutato di pagare le spese ospedaliere... adducendo le sue tasse sul reddito. Questo è imbarazzante. A ogni modo, se lei firma un impegno a pagare... suo paLe città della notte rossa 343/321
dre suggerisce di rivolgersi all'ambasciata americana per il rimpatrio...». I ragazzi sono all'accettazione dell'ospedale, a firmare carte. Il Dottor Dimitri è lì in abito scuro. Audrey si guarda intorno: c'è qualcosa di molto strano in questo ospedale... intanto, sembra che nessuno porti il camice bianco. Magari, pensa egocentricamente, stanno tutti aspettan do che ce ne andiamo a casa per andarsene anche loro: ma allora sarebbe in arrivo un altro turno. Anzi, decide, questo non sembra per niente un ospedale... piuttosto l'ambasciata americana. Un taxi si ferma sotto il portico. Il Dottor Dimitri stringe mani con un rapido sorriso che sparisce. Appena i ragazzi se ne sono andati, lui attraversa una serie di porte, ciascuna vigilata da un uomo armato dei servizi di sicurezza che lo fa passare con un cenno. È in una stanza con un pannello di computer collegato a una batteria di magnetofoni. Fa scattare un interruttore. «Il Console la riceve subito». Una targa di legno nero sulla scrivania diceva: "Mr Pierson". Il Console era un giovanotto magro in un vestito grigio di tela indiana a strisce, con un'ascetica e sdegnosa faccia WASP 16 e occhi grigi molto freddi. Si alzò, gli strinse la mano senza sorridere, e indicò le sedie ai tre ragazzi. Parlò con una raffinata voce accademica da cui era stata accuratamente estirpata ogni traccia di calore. «Si rendono conto che c'è in sospeso un notevole conto ospedalie ro?». «Abbiamo firmato un impegno a pagare». «Le autorità greche potrebbero impedirvi di lasciare il Paese ». 16 White Anglo-Saxon Protestant: protestante di origine anglosassone e di razza bianca William S. Burroughs 322/343
I tre ragazzi parlarono insieme: Audrey: «Non è stata colpa nostra...». Jerry: «Ci siamo sentiti male...». John: «Era...». Audrey: «Un virus...». Jerry: «Un nuovo virus». Fece un sorriso seducente al Console, che non lo ricambiò. Tutti insieme: «Quasi morivamo». Strabuzzarono gli occhi e fecero un rantolo di morte. «La polizia ha trovato prove di uso di droghe nella vostra stanza. Siete fortunati a non essere in prigione». «Le siamo sicuramente grati, Mr Pierson. E fortunati a essere qui... come dice lei», disse Audrey. Tentò di essere impulsivo e fanciullesco ma il risultato fu viscido e insinuante. Gli altri fecero cenni di assenso. «Non ringraziate me», disse seccamente il Console. «È stato il Dottor Dimitri a mettere una buona parola con la polizia. Gli interessa il vostro caso. Un nuovo virus, pare...». Guardò i ragazzi severamente, come se avessero commesso un grossolano oltraggio al decoro. «Il Dottor Dimitri è davvero un uomo influente». Tutti insieme, lamentosamente: «Vogliamo andare a casa». «Lo credo. E chi pagherà?». «Noi... quando potremo», disse Audrey. Gli altri fecero cenni di assenso. «E quando potrete? Avete mai pensato a un lavoro?», chiese Mr Pierson. «Ci abbiamo pensato», disse Audrey. «In un certo qual modo astratto...», disse Jerry. «Come la morte e la vecchiaia...», disse John. «Non succede alla gente che uno conosce...», disse Audrey sentendosi come un personaggio di Fitzgerald. Il sole uscì da dietro una nuvola e riempì la stanza di luce. Il Console si sporse avanti e parlò in tono confidenziale. «Per esempio... per esempio... potreste tornare a casa lavoranLe città della notte rossa 343/323
do. C'è una nave al Pireo adesso che può imbarcare tre mozzi. Qualche esperienza sulle navi?». «Armare l'albero mezzano!», disse Audrey. «Aprire i boccaporti!», disse John. «E mettere della pece calda sulla scaletta!», disse Jerry. «Bene». Il Console scrisse qualcosa su un foglietto e lo passò a Audrey. «Quando siete sulla Billy Celeste, chiedete del Capitano Nordenholz». I ragazzi si alzarono e dissero in coro: «Grazie, Mr Pierson». Fecero lampeggiare dei sorrisi da pubblicità per dentifrici. Mr Pierson abbassò lo sguardo sulla sua scrivania e non disse niente. I ragazzi uscirono. Mentre usciva dall'ufficio, Audrey sentì una folata di quell'inconfondibile odore d'ospedale. Un giovanotto in giacca bianca stava chiacchierando con un'infermiera alla scrivania dell'accettazione. Un taxi si accostò alla porta per loro. Nell'ufficio, il Dottor Pierson prese il telefono: «Qui è il Dottor Pierson... Sì, non ci sono dubbi in proposito». Prese le lastre e le studiò. «Proprio B-23... Il ragazzo Jerry è evidentemente il portatore originario... Attivo? Come una pila al plutonio... C'è, naturalmente, la delicata e incerta questione delle differenti suscettibilità razziali o etniche... con ulteriori ricerche, chissà... Non mi azzarderei sulla base delle attuali acquisizioni... teoricamente possibile, certo. D'altra parte, non si può escludere una mutazione incontrollata... no? Come faccio a essere sicuro? Dopotutto non è la mia zona». Pomeriggio tardi nella cabina della Billy Celeste. Audrey e i ragazzi hanno appena firmato l'arruolamento. Skipper Nordenholz abbassò lo sguardo sui nomi. «Be', mh Jerry, Audrey, e John... avete preso una saggia decisione. Spero che siate a posto». «Oh sì, Capitano». «Sì, sì, signore». «Il Dottore ha detto che abbiamo avuto un recupero notevoWilliam S. Burroughs 324/343
le». «Bene. Partiremo entro un'ora... Tunisi, Gibilterra... Lisbona per Halifax. A proposito, passeremo dallo stesso punto al largo delle Azzorre dove la Mary Celeste fu ritrovata nel 1872: tutte le vele a posto, completamente intatta, nessuno a bordo». I suoi occhi verdi luccicavano di ironia mentre sorrideva lievemente e aggiungeva: «Il mistero non fu mai risolto». «Forse era solo il mistero fondamentale della vita, Skipper», disse impertinentemente Audrey. «Ora c'è... ora non c'è». Le città della notte rossa 343/325
Ancora pochi minuti Ci chiamiamo gli Angeli Distruttori. Il nostro obiettivo è la retroguardia di Yass-Waddah, se così si può chiamare. Ci sentiamo un po' come la Cavalleria Leggera. Tutti i personaggi malvagi della storia si sono radunati a Yass-Waddah per una resistenza all'ultima trincea: la Contessa de Gulpa, pesante e fredda come un pesce sotto tonnellate di scisto grigio; la Contessa de Vile, occhi splendenti, volto inebriato dall'estasi della tortura; il Brutto Spirito; l'Abate Nero; e il Consiglio degli Eletti... tutti con guardie e seguaci e camere di tortura. Come possiamo vincere contro questo muro di gelida determinazione? Abbiamo ricevuto un messaggio in teleflash da Ba'dan. "Yass-Waddah ha portato a termine un congegno nucleare prima del previsto. Stop. Richiedesi massimo aiuto possibile". Siamo ancora a centocinquanta miglia da Yass-Waddah. Quattro giorni di marcia forzata. Non abbiamo tutto quel tempo. William S. Burroughs 326/343
Siamo qui per causa vostra Mi svegliai nella forra silenziosa. Ecco là il fiume. Nessun segno di Yass-Waddah. Devo essere a monte o a valle. Arrivo alla sponda. Dall'altra parte del fiume riesco a vedere i pontili marci e le baracche di Ba'dan Est. Alla mia destra c'è quello che resta di un ponte, la struttura superiore marcita, solo i piloni sporgono dall'acqua verde. Sono in piedi dove una volta era Yass-Waddah. L'acqua sembra verde e fredda e sporca e stranamente artificiale, come un diorama al Museo di Storia Naturale. Un ragazzo biondo entra dalla mia destra dove una volta c'era il ponte, camminando sull'acqua verde scuro. Si muove con un'andatura legnosa, come se recitasse una parte in una commedia, imitando qualche attore con un tocco di parodia. Il ragazzo ha una maglietta bianca con un calligramma giallo sul petto in un cerchio di luce gialla, con i colori dell'arcobaleno sull'orlo. Ha calzoncini bianchi da ginnastica e scarpe da tennis bianche. Un ragazzo bruno con indumenti da ginnastica identici è fermo alla mia sinistra sulla sponda in cima a una duna erbosa. Ha piantato uno stendardo nel terreno accanto a sé e tiene il pennone con una mano. Lo stendardo è il calligramma nel cerchio di arcobaleno che si alza delicatamente in un vento che gli agita i calzoncini mostrando le sue cosce che sono levigate e bianche. Il ragazzo biondo viene su dall'acqua e si ferma di fronte al suo gemello bruno. Il ragazzo bruno comincia a parlare in Le città della notte rossa 343/327
morbidi richiami flautati, nitidi e dolci e gioiosi con un suono come di risata, di vento tra gli alberi, uccelli all'alba, ruscelli che scorrono. Il ragazzo biondo risponde nello stesso linguaggio, voci dolcemente inumane da una stella lontana. Ora riconosco il ragazzo bruno come Dink Rivers, il ragazzo di Middletown, e l'altro come me stesso. È una recita scolastica. Abbiamo appena preso il lato ovest del fiume. È la conquista di Yass-Waddah. Buonasera, amico. Una buona traversata. Yass-Waddah si è disintegrata. Una lenta e noncurante alzata di spalle di rocce e pietre e alberi stende un campo da golf lungo il fiume adesso parecchie centinaia di metri più lontano. Due caddy in una buca di sabbia. Uno si gratta tra le gambe e l'altro fa un gesto di sega. Musica dal country club su una folata di vento. Costruzioni di mattoni rossi, strade lastricate a ciottoli. Sta diventando buio. Polverosa biglietteria. Un cartello: Il Liceo Billy Celeste presenta: LE CITTÀ DELLA NOTTE ROSSA Cammino avanti attraverso stanze ingombre di mobili e dipinti accatastati, corridoi, tramezzi, scale, camerini, celle, ascensori, scale a chiocciola e scalette, bauli pieni di costumi e armi antiche, vasche da bagno, gabinetti, saune, e stanze aperte su un lato... Un ragazzo si masturba seduto su un cesso giallo... versi e applausi radi. Siamo in un vicolo lastricato. Guardo il mio compagno. Ha circa diciott'anni. Ha grandi occhi bruni con pupille d'ambra, posti sui lati della faccia, un naso maya lungo e dritto. Veste pantaloni e camicia a strisce blu e marroni. Apro il rugginoso lucchetto del laboratorio di mio padre. Ci svestiamo e ci mettiamo a cavalcioni di un baule da pirati, uno William S. Burroughs 328/343
di fronte all'altro. La sua pelle è di un marrone-porpora scuro e grigia di sotto. Un aspro odore di muffa pulsa dal suo fallo eretto con la punta porpora e liscia. I suoi occhi convergono su di me come quelli di una lucertola. «In che scena vuoi farmi recitare?». «Baby Morte fotte il dio Mais». Apriamo il baule. Tira fuori una collana con teschi di cristallo e se la mette. C'è un sentore di decomposizione mentre mi sistema addosso la pelle dorata del giovane dio Mais. Siamo in una vasta mansarda-soffitta-palestra-magazzino. Ci sono armadi e bauli, costumi, specchi, e cosmetici. Ragazzi che tirano fuori costumi, se li provano, si mettono in posa e ridacchiano davanti agli specchi, spostando suppellettili e fondali. Il magazzino sembra senza fine. Un labirinto di stanze e strade, caffè, cortili e giardini. Stanze di fattoria, con lettiere in noce e tappeti a uncinetto, si aprono su uno stagno dove ragazzi pescano nudi su una zattera improvvisata. Un patio marocchino è animato da volpi del deserto e un ragazzo che suona il flauto... stelle come gardenie appassite attraverso il cielo blu notturno. Diversi spettacoli vanno in scena nello stesso momento, in molte stanze, a molti livelli. Gli spettatori circolano da un palcoscenico all'altro mettendo costumi e cosmetici per unirsi a uno spettacolo mentre tutti gli artisti si spostano da un palcoscenico all'altro. Ci sono palcoscenici mobili e altri galleggianti, piattaforme che scendono dal soffitto su pulegge, porte che si aprono a scatto, e tramezzi che scivolano via. Audrey, nudo con addosso solo un berretto da marinaio, è inclinato indietro in bilico su una sedia mentre legge un fumetto intitolato Audrey e i pirati. Entra Jerry nudo con una busta sigillata con cera rossa. «Aprila e leggimela». «Oh, signore, sono ordini di battaglia». «Uhiiiiiuiu!», eiacula Audrey. Le città della notte rossa 343/329
Sulla tolda, marinai nudi buttano in aria i berretti mentre si masturbano e si saltano addosso come cani in calore: «Uhniiiiiiii! ». Si infilano in fretta le uniformi mentre la tromba li chiama ai posti di combattimento. La Febbre: Un sipario di seta rossa profumata d'olio di rose, muschio, sperma, muco rettale, ozono e carne cruda si alza su una corsia d'ospedale piena di ragazzi coperti di macchie rosse fosforescenti che brillano ed esalano l'odore della febbre, mentre sussultano, si dimenano, rabbrividiscono, gli occhi che bruciano, le gambe tirate su, i denti scoperti, mentre sussurrano le antiche e malvage parole della febbre. Il Dottor Pierson si copre la faccia con un fazzoletto. «Portatelo fuori di qui!». Yen Lee guarda con il suo binocolo un villaggio dipinto. Voce registrata su nastro: «Vediamo il Tibet con i binocoli del popolo ». In una casupola di pietre, un ragazzo nudo giace su un sudicio pagliericcio. Luminosi grappoli di carne rosso vivo brillano nella stanza buia. Strofina i grappoli con un lento sorriso idiota ed eiacula. Yen Lee si appoggia a un muro con un fazzoletto davanti alla faccia. «È la fabbrica dei sottaceti». «Sta arrivando un ufficiale sanitario». L'Ufficiale Sanitario è appisolato sul suo portico sopra un fiume limaccioso. L'enorme carcassa gonfia di un ippopotamo passa lentamente galleggiando. L'Ufficiale Sanitario è immemore. Voce registrata: "Perché lui aveva un vizio che lo sosteneva". Su una sponda del fiume con Ali in piedi sopra di lui, guarda con orrore la sua tasca strappata e la sua mano vuota. Il fondale cambia a un'altra riva. Con la stessa espressione, Farnsworth abbassa lo sguardo sul suo corpo nudo coperto di vesciche rosse. Ali sta sopra di lui sorridente, le vesciche rosse di un rosa crepuscolare sulla sua pelle bruno-rossiccia. La banda dei Marines suona Semper Fi. William S. Burroughs 330/343
Immagine di gabinetto su una porta con occhio di bronzo sotto la luna a falce. Audrey, in veste di Clem Snide l'investigatore privato, è seduto in una stanza sprofondata aperta di sopra. Il pubblico guarda giù nella stanza e quindi vede cosa sta guardando lui: fotografie di Jerry, foto da piccolo... a quattordici anni mentre tiene su una sfilza di trote tagliagola... nudo con un'erezione... Jerry vivo sul palcoscenico, nudo con le mani legate, faccia e corpo coperti di macchie rosse, un malefico ba gliore rosso dietro di lui. Sta guardando qualcosa di fronte a lui mentre il pene si muove e si indurisce. Applausi sparsi e olé dal pubblico. Titoli su nove colonne a lettere rosse: LA MALATTIA MISTERIOSA SI DIFFONDE. Su un letto di ospedale, Jerry allarga le gambe con un movimento rotolante e trascinato, mostrando il culo rosso vivo che brilla, pulsa, e si contrae come un mollusco in calore. Piega la testa verso destra, occhi che crepitano di lampi verdi mentre viene impiccato. Una ripresa color seppia del letto d'ospedale. Lui eiacula, scalcia con le gambe all'aria. Jimmy Lee, vestito da infermiere, prende al volo il suo sperma in un barattolo. Applausi tuonanti... «Olé! Olé Olé!». Il barattolo viene passato a quattro guardamarina e portato precipitosamente a un laboratorio top-secret. Uno scienziato guarda al microscopio. Fa il segno di OK. Mazzi di rose piovono sulla scena. Titolo a lettere rosse: DICHIARATA L'EMERGENZA NAZIONALE. Semafori rossi. Zone di quarantena. Soldati con i pantaloni tesi sulla patta si stringono la gola e cadono. Annunciatore della TV: "È impossibile fare una valutazione dei danni. Tutto quello che è stato detto finora è come cifre scritte con l'aria". Un volto malato con un lento sorriso idiota viene proiettato sul volto dell'annunciatore da una lanterna magica... Le città della notte rossa 343/331
«La popolazione mondiale ora è pressappoco quella di trecento anni fa». Ragazzi su racchette da neve arrivano all'haman. Vapore e corpi nudi sfumano in un nebbioso lungomare. Opium Jones è là con chiazze di brina sul volto mentre i ragazzi firmano l'arruolamento nella spettrale cabina del Great White. Cena dai Pemberton. Luce di candele su volti che fanno pensare a cadaveri truccati. Solo Noah, il volto fanciullesco arros sato, sembra vivo. La conversazione è enigmatica. «Stanno facendo delle mummie in serie?». «Questo è il linguaggio della zia». «Ancora non abbiamo i nomi». «C'è bisogno di denaro sporco». «Un brevetto di capitano certamente...». «Colture appropriate». «Sei sotto eroina?». «Portate un ippoglosso». «Ah, buono il mare». Guardano tutti Noah, che arrossisce e abbassa lo sguardo sul suo piatto. «Tira gli spiriti verso la plata...». «L'attività di famiglia...»". «Probabilmente si tratta di cetrioli». «Salve, qui sono i non-morti». I ragazzi sono tornati sul Great White. Un urlo dell'inserviente li fa uscire sul ponte. Jerry, con un cappio intorno al collo, fa un sogghigno da lupo. Poi si impicca, mentre il cielo occidentale si illumina del bagliore verde. Catturati dai Pirati: Ragazzi che irrompono da sopra il parapetto con i coltelli tra i denti. Uno con un'enorme barba nera fino alla vita vibra il suo coltellaccio contro avversari immaginari con ringhi da animale e grugniti e smorfie finché la ciurma del Great White si rotola sul ponte pisciandosi addosso dal ridere. "Guardacoste...", mormorano i ragazzi. William S. Burroughs 332/343
Uno si mette una benda su un occhio e scruta la costa con un enorme cannocchiale di legno. Kiki fotte Jerry, stringendogli una sciarpa di cachemire rosso intorno al collo e ghignandogli in faccia. Mentre Jerry eiacula, il sangue gli sgorga dal naso. Lentamente, una camera in una tenuta di campagna inglese si illumina. Una foto sulla parete mostra un vecchio gentiluomo avvolto in scialli rossi e sciarpe che se ne sta sul letto, con lau dano, bicchiere per le medicine, tè, pasticcini, e libri sul comodino di fianco. Si mette a letto per l'inverno... Una luce splende su un enorme letto a due piazze. Un uomo in berretto da notte si alza a sedere di colpo. Un ragazzo radioattivo nudo sta in piedi all'altro capo del letto. L'uomo ansima, boccheggia, diventa rosso vivo e muore di apoplessia, sangue che gli sgorga dalla bocca e dal naso. Le Città della Notte Rossa: I riflettori inondano di luce rossa i muri di cartapesta. I ragazzi vanno in giro con addosso i trucchi della malattia. Juanito, il Maestro Cerimoniere, si mette un grappolo gommoso di carne rossa sull'ombelico. «Mio caro, sembri la Venere di Milo con un orologio sullo stomaco». I ragazzi si mettono in posa con un'espressione di bramosia idiota. Gli spettatori si rotolano sul pavimento ridendo. Uno diventa blu in volto. «Reazione al cianuro! Infermieri, svelti!». Arrivano di corsa ragazzi in giacca bianca e gli sparano una freccia da blackout. Ragazzo Flautista con un flauto di bambù a Lima... cielo azzurro, colore dei suoi occhi. Odore di mare. Dink sta fottendo Noah che diventa Audrey e poi Billy. «Sono io! Sono io! Sono atterrato! Ciao, Bill! Sono duecento anni, Bill! Sono atterrato!». Il pellegrinaggio può prendere molte vite. In molte stanze, a molti livelli, l'antico palcoscenico sussurrante... Le città della notte rossa 343/333
Spostando le ere col suo binocolo, Audrey si abbandona sulla sedia masturbandosi. Pirati luminosi. Jerry eiacula cera rossa. Vediamo il Tibet per pochi secondi, gente. Controcampo color seppia dell'ospedale. Sorriso depravato, sperma in un flacone. Suona Sempre Fi a quattro guardamarina. Fotografie da piccolo dichiarate a lettere rosse di trota tagliagole. Avvisaglia rossa di febbre aleggia dal letto. Vedete cosa sta guardando sul palcoscenico. Emergenza Nazionale, quindicenne, tiene su una filza di semafori rossi. Il raggiante spettro di Jerry può prendere molte vite. Jerry, l'inserviente di cabina, sta sopra le colline e via lontano. «Lima, flash, sono io. Il Ragazzo Flautista a Lima. Dink, sono atterrato. Per trovarti è stata una lunga strada». Noah è nella biblioteca a studiare diagrammi di mortai e granate. Sta disegnando un cannone. Un bambino cinese sulla soglia tira un petardo sotto la sua sedia. Mentre il petardo esplode, la canna del cannone si alza inclinandosi. Un fondale di galeoni in fiamme cade davanti a lui. I ragazzi di Audrey sono tornati sul ponte. Un serbatoio di gas esplode a Tamaghis. Fucile a pietra focaia sul tavolo della biblioteca. Hans e Noah si tolgono i calzoncini. «Wenn nicht von vorn denn von hintern herum». Se non dal davanti allora da dietro. Mentre Noah si china in avanti, il fucile a pietra si rompe alla culatta. Mentre Noah eiacula, i fucili a carica posteriore riversano un fuoco devastatore su una colonna di soldati spagnoli. Una flotta di galeoni spagnoli si muove lenta e poderosa attraversando il pavimento della palestra. Sul ponte vediamo l'Inquisizione con pali e garrotte, i Conquistadores, i patrón ei governatori, ufficiali e burocrati e i loro equivalenti moderni, machos e politicos che tracannano scotch Old Parr e maneggiano .45 dal calcio in madreperla. Poliziotto di frontiera in occhiali scuri... «Pasaporte... DocuWilliam S. Burroughs 334/343
mentos...». Kelley nel ruolo di Ah Pook, spruzzato di macchie nere di decomposizione, sta fottendo il giovane dio del Mais su un baule da pirati traboccante di ducati d'oro e pezzi da otto. Mentre vengono, una nebbia gialla come oro gassoso emana da loro in uno sbuffo e fluisce lungo il ponte del galeone. I machos si stringono la gola, sputano sangue, e muoiono. Noah è appeso che eiacula nella stessa nebbia gialla di magi ca fattura. Il sipario è tirato per un momento e davanti a lui vengono ammucchiate armi da fuoco: dal suo primo fucile a cartucce agli M-16, ai bazooka, ai lanciarazzi e pezzi di artiglieria leggera. Viene fatto scendere con lenti movimenti sinuosi dai Gemelli Finocchietti. I gemelli sono nudi a parte i berretti da marinaio e le scarpette bianche. Fuori scena, una voce muggisce: «Va bene, voialtri buffoni... Ai posti di combattimento». Noah e i gemelli sono nella torretta dei cannoni a fare calcoli, a misurare la distanza... «Metri: ventitremila... Alzo: punto sei...». Il galeone è nel mirino. Jerry diventa tutto rosso mentre preme il pulsante Fuoco. Il galeone salta in aria e affonda in un mare finto. Panoramica del Messico, America Centrale e Meridionale... musiche e canti... soldati spagnoli nudi che si lavano in un cortile, lanciano in giro il sapone come un pallone da calcio e si saltano addosso, lavandosi la schiena a vicenda. Dentro gli alberi lungo un fiume ragazzi dall'espressione idiota si masturbano, schioccando la bocca come pesci mentre scuotono i frutti nell'acqua. Audrey è nudo contro un fondale di giungla e piramidi in rovina. Ha un'erezione e levita mentre gli si alza. Atterra sospeso a un deltaplano in un deserto rosso. Jerry, l'inserviente di cabina, gli viene incontro in un costume da lucertola che lascia nudi inguine e culo. «Io ragazzo luLe città della notte rossa 343/335
certola... molto buono per fottere». I colori dell'arcobaleno giocano sul suo corpo. Galeone spagnolo... movimento di fianco ai Gemelli Finocchietti... sul ponte vediamo scarpette bianche... burocrati che misurano la distanza... mirino della mano diventa tutto rosso sul pulsante Fuoco... Il Galeone Pasaporte Documentos salta in aria dall'acqua e così pure un vasto territorio quando Ah Pook spruzza insorti su tutto il panorama. Tutti i ragazzi in una neb bia gialla di magica trasparenza aderente alla pelle si mettono per un attimo in fila sull'attenti dal primo fucile a cartucce agli M-16... nuda foschia come oro gassoso... «AT-TENTI!». Audrey e Noah angeli eiaculanti in propositi d'arcobaleno... «RIPOSO» Soldati nudi annusano bazooka e pezzi d'artiglieria... La pace non dura sempre... Notte Rossa a Tamaghis. I ragazzi danzano intorno a un fuoco, buttandoci dentro delle Sirene urlanti. I ragazzi trillano con la gola, roteano cappi, e tirano fuori la lingua. Questo era solo il preludio ai disordini di Ba'dan e all'attacco a Yass-Waddah. I ragazzi cambiano costumi e corrono da un palcoscenico all'altro. I gemelli Iguana danzano fuori da uno scenario Angkor WatUxmalTenochtitlan. Il gemello "femmina" si sfila il vestito da fica e replicano una colonna di vietcong. La Contessa, con una sveglia dal quadrante luminoso che le ticchetta nello stomaco e una maschera da coccodrillo, insegue Audrey con i suoi cortigiani e le sue Guardie Verdi. Un Ragazzo Poliziotto spara a una Guardia Verde. Clinch Todd nel ruolo della Morte con una falce decapita la dea Bast. Jon Alistair Peterson, in camicia rosa con fermamaniche, è in piedi su una piattaforma decorata con la bandiera a stelle e strisce e l'Union Jack. Sulla piattaforma con lui c'è Nimun in un mantello lungo fino alle caviglie fatto con la pelle di anguille elettriche. William S. Burroughs 336/343
I membri del Consiglio entrano e prendono posto in una sezione riservata a genitori e docenti. Peterson parla: «Signore e signori, questo personaggio è l'unico superstite di una razza antichissima con poteri molto strani. Ora qualcuno di voi potrebbe essere sorpreso di fronte a questo personaggio...». Nimun lascia cadere il suo mantello e resta nudo. Dal suo corpo emana un odore ammoniacale di pesce: un odore di qualche composto per una funzione dimenticata o per una funzione non ancora possibile. Il suo corpo è color terracotta con lentiggini nere come buchi nella carne. «E posso dirvi con la massima sicurezza che lui e lui solo è responsabile della Notte Rossa...». Jon Peterson diventa più giovane e si trasforma nel Ragazzo Flautista. Tira fuori un flauto da un fodero in pelle di capra alla cintura e si mette a suonare. Nimun fa una sinuosa danza strascicata cantando in un aspro linguaggio ambiguo che raspa la gola come carta vetrata. Con un grido che sembra esplodergli nei polmoni, si butta all'indietro su un cuscino, gambe all'aria, afferrandosi le caviglie con entrambe le mani. Il suo retto nudo è nero carbone circondato da peli rossi erettili. Il buco comincia a girare su se stesso con un odore di ozono e ferro caldo. E il suo corpo sta girando su se stesso come una trottola, sempre più in fretta, librandosi nell'aria sopra il cuscino, trasparente e quasi invisibile, mentre il cielo rosso manda bagliori dietro di lui. Un cortigiano sente il profumo che defluisce da lui... «È un...». Un membro del Consiglio apre la bocca... «È un...». La dentiera gli vola via. Parrucche, abiti, sedie, arnesi vari si riversano nel disco nero che vortica. «È UN BUCO NERO!!». Corpi nudi vengono succhiati inesorabilmente avanti, e si contorcono e strillano come anime trascinate nell'Inferno. Le Le città della notte rossa 343/337
luci si spengono e poi il cielo rosso... Le luci tornano a mostrare le rovine di Ba'dan. I bambini giocano nelle gallerie della Casbah, si mettono in posa per delle foto scattate da turisti tedeschi con gli zaini. La città vecchia è deserta. Risalendo il fiume per qualche miglio c'è un piccolo villaggio di pescatori e cacciatori. Qui, i pellegrini possono riposare e trovare l'equipaggiamento per il viaggio che li aspetta. Ma cosa ne è di Yass-Waddah? Nemmeno una pietra resta dell'antica cittadella. Il narratore spinge il microfono verso gli indigeni che oziano davanti a baracche scalcinate e pescano da pontili in rovina. Scuotono la testa. «Chieda al Vecchio Brink. Se c'è uno che può saperlo è lui». Il Vecchio Brink sta riparando una trappola per pesci. È Waring oppure Noah Blake? «Yass-Waddah?». Dice che molti anni prima, un dio ha sognato Yass-Waddah. Il vecchio stringe le palme delle mani insieme e ci appoggia sopra la testa, chiudendo gli occhi. Apre gli occhi e volta le mani in fuori. «Ma il sogno non piacque al dio. Così quando si svegliò... Yass-Waddah se n'era andata». Un dipinto sullo schermo. Cartello che segnala: WAGHDASNAUFANAGHADIS. Strada che si snoda in lontananza. Sopra le colline e via lontano... Audrey è seduto a una macchina da scrivere nella sua soffitta, la schiena voltata al pubblico. In uno scaffale alla sua sinistra, vediamo Il libro della conoscenza, Crescere a Samoa, Il cappello verde, L'era della plastica, Tutti i giovani tristi, Bar venti giorni, Storie incredibili, Racconti fantastici, Storie d'avventura e una pila di Piccoli libri tecnici 17 . Davanti a lui c'è l'incisione raffigurante il Capitano Strobe sul patibolo. Audrey dà un'occhiata al quadro e scrive: 17 Storie incredibili e Racconti fantastici rievocano i titoli di due riviste pulp piuttosto note a metà del Novecento: Amazing Stories e Weird Tales. William S. Burroughs 338/343
"Il Salvataggio" Un'esplosione rintrona per tutto il magazzino. Muri e tetto tremano e cadono su Audrey e sul pubblico. Mentre il magazzino crolla, tutto si polverizza. L'intero cast è in piedi in un paesaggio desertico a guardare il tramonto che si diffonde nel cielo occidentale come un grande dipinto: le rosse mura di Tamaghis, i disordini di Ba'dan, le rovine fumanti di Yass-Waddah e Manhattan, Waghdas scintilla in lontananza. Le scene si spostano e cambiano: mari tropicali e isole verdi, un galeone in fiamme affonda in un mare di nubi grigio azzurre, fiumi, giungle, villaggi, templi greci ed ecco là le case in assi bianche di Harbor Point sopra il lago azzurro. Port Roger si scuote nel vento, spettacoli di fuochi artificiali contro un luminoso cielo verde, distese di neve, paludi, e deserti dove grandi mesas rosse torreggiano nel cielo, fragile velivolo sopra città in fiamme, frecce infuocate che si spengono in toni malva e grigi e infine in un'ultima esplosione di luce il volto enigmatico di Waring mentre i suoi occhi si illuminano di un lampo blu. Si inchina tre volte e sparisce nell'oscurità calante. Le città della notte rossa 343/339
Ritorno a Port Roger Dev'essere qui. Tavole sbrecciate in un intrico di alberi e liane. Lo stagno del Palace è coperto di alghe. Una biscia scivola nell'acqua verde. L'erba cresce attraverso il guscio arrugginito di un secchio nell'haman. Le scale che salivano al portico superiore sono cadute. Qui non c'è nient'altro che l'odore degli anni vuoti. Quanti anni? Non posso esserne sicuro. Ho con me una cassa di legno di teak con una maniglia di cuoio. La cassa è chiusa. Ho la chiave ma non aprirò qui la cassa. Prendo il sentiero per la casa di Dink. Qualche volta i sentieri durano più delle strade. Eccola là sulla spiaggia, proprio come la ricordavo. La sabbia ha coperto i gradini e si è sparsa sul pavimento. Odore di niente e nessuno lì. Mi siedo sui gradini coperti di sabbia e guardo verso il porto, verso la nave che mi ha portato qui e mi riporterà via. Tiro fuori la mia chiave e apro la cassa e scorro le pagine ingiallite. L'ultima annotazione è di molti anni fa. Eravamo a Panama ad aspettare gli spagnoli. Sono ancora nel forte a osservare con il cannocchiale i soldati che avanzano, sempre più vicini alla morte. «Tornate indietro!», sto urlando senza una gola, senza una lingua... «Salite sui vostri galeoni e tornate in Spagna!». Ascoltando gli ultimi sonori rintocchi funebri della Spagna mentre le campane delle chiese silenziosamente implodono in Sorelle di Maria, comunioni, confessioni... «Paco... Joselito... Enrique ». Padre Kelley sta dando loro l'assoluzione. C'è del dolore nelWilliam S. Burroughs 340/343
la sua voce. È troppo facile. Poi i nostri proiettili e i nostri mortai li lacerano come un grande pugno di ferro. Qualcuno ancora riesce a mettersi al riparo e a rispondere al fuoco. Paco prende una pallottola nel petto. Triste volto contorto. Mi tira giù la testa mentre le labbra grigie sussurrano: "Voglio il prete". Non volevo scrivere di questo o di ciò che venne dopo. Gua yaquil, Lima, Santiago e tutte le altre che non ho visto. Alla fine le vittorie più facili sono le più costose. Ho scavato un buco nel tempo con un petardo. Che altri ci passino attraverso. Verso quali petardi sempre più grossi? Armi migliori conducono ad armi sempre migliori, finché la terra è una granata con la miccia accesa. Mi ricordo un sogno della mia fanciullezza. Sono in un giardino bellissimo. Quando mi sporgo per toccare i fiori loro appassiscono sotto le mie mani. Una sensazione da incubo di presentimento e desolazione mi investe mentre una grande nube a forma di fungo oscura la terra. Qualcuno potrà passare in tempo attraverso il cancello. Come la Spagna, io sono legato al passato. EmmeBooks 205 Le città della notte rossa 343/341