AGLI
STUDENTI DELLA PIU’ SEGRETA CHYMIA
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on esiste alcuna Arte sotto il cielo che proclami di più la gloria di Dio, che apporti più benefici al genere umano e che ricerchi più profondamente i più grandi Segreti
della Natura della nostra vera e più che lodevole Chymia. Chymia. Essa Essa ci mostra la Clemenza, la Saggezza e l’Onnipotenza del Creatore nelle Creature; essa c’insegna non solo la Speculazione, ma anche la Pratica e la Dimostrazione, l’Inizio, il Progredire e la Fine delle cose; essa guarisce innumerevoli e insopportabili malattie, comunemente credute incurabili e ristabilisce nei nostri corpi la salute primordiale; essa muta nei nostri spiriti le preoccupazioni e le angosce del mondo (le spine e i rovi delle nostre anime) in tranquillità, l’orgoglio in umiltà, l’amore e la ricerca delle ricchezze del mondo nel disprezzo delle medesime. In una parola, essa ci eleva dalla terra verso il cielo. Tuttavia, malgrado quel che si può dire di vero di tutte le Arti, che hanno fatto beneficiare il mondo di qualche frutto, non ne esiste alcuna che abbia meno contribuito alla gloria di Dio e che sia stata meno utile al genere umano. In effetti, per timore che una scienza d’una così grande nobiltà e utilità fosse troppo comune, o indegnamente gestita dagli ignoranti e dai malvagi, i suoi prudenti Possessori si sono impegnati a descriverla in modo tale che fosse conosciuta solo dai loro discepoli e in modo da escluderne tutti gli indegni. Ma col tempo, gli Adepti, giunti ad una più grande perfezione del sapere e dell’esperienza, ritrovarono ora l’uno ora l’altro metodo abbreviato nella loro opera, cambiando i forni, i fuochi, i vasi, i pesi, addirittura la stessa materia. Così essi furono anche costretti a forgiare nuove teorie e nuovi termini nell’Arte, secondo la pratica nuovamente escogitata: così succedeva che il seguace di un certo Adepto non poteva comprendere la nuova Teoria di un altro e ancor meno la Pratica. E questo successe anche agli stessi Adepti, soprattutto a coloro che seguivano i dettami di un certo Maestro che insegnava un metodo e un procedimento particolari: non potevano infatti capire più di quello che era loro stato insegnato. Di conseguenza, erano sospettosi di tutte le idee degli altri, soprattutto di quelle che erano diverse dalle loro benché in sé medesime buone e giuste, come se fossero state fallaci e contro Natura; oppure ricorrevano ad altre teorie strane e sconosciute, a frasi e termini dell’Arte relative a processi conosciuti solo ad essi (come peraltro andrò a mostrare con numerosi esempi) così esempi) così da occultare quest’Arte in un tale viluppo di nebulosità che fino ad oggi sia ai Maestri che agli Studenti è rimasta ben poca possibilità di parteciparne un qualche beneficio alla gente istruita.
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C’è da stupirsi ma ancor più da dolersi che dai Maestri di quest’Arte ci siano stati tramandati dei sistemi filosofici così imperfetti, sistemi che abbastanza spesso contraddicevano sia la Natura sia sé medesimi, allorquando per mezzo di quest’Arte si sarebbero potuti sinceramente e chiaramente mostrare i miracoli della Natura senza espressioni deformanti. A questo proposito, oso affermare, con licenza filosofica, che la maggior parte degli stessi Adepti si sono mostrati al mondo esser migliori chimici che Filosofi. Per questo domando: avrebbero potuto fare qualcosa di meglio nella Medicina che lavorare a questo scopo imitando l’applicazione e la diligenza di Paracelso? Ma purtroppo, dico con dolore per non dire con vergogna, di tutti non ne trovo che tre, forse quattro che siano stati attenti e benevoli in questo ambito, cosicché c’è meno da stupirsi che quest'Arte nobile e necessaria abbia cessato di progredire, come ne reca testimonianza la Chymia volgare, nella quale i nomi dei rimedi celebrati vengono strombazzati ovunque senza che si possa saper di che si tratta e i gusci sono dati invece delle nocciole. In verità, abbiamo avuto recentemente non solo qualche speranza ma anche qualche promessa dalla Fraternità Rosacruciana, come se avessero l’intenzione di rendere la nostra epoca più felice grazie alle loro ricerche, ma non avendone constatato fino ad oggi alcun effetto, non possiamo che temere che delle promesse così splendide non saranno mai mantenute. Al contrario, l’Esperienza insegna che invece d’aver tratto un beneficio universale dalla Fontana che scaturisce da quest’Arte, il mondo piuttosto sia stato indotto da essa in disgrazie maggiori e più numerose. In effetti, gli Adepti affermano, sempre più confermandolo a forza di giuramenti, che nei loro scritti hanno parlato più chiaramente e più sinceramente dell'Arte di qualunque altro Filosofo: in questo modo hanno spinto a cominciare i loro lavori chimici secondo i precetti dei loro metodi un gran numero di neofiti di ogni grado e capacità, esponendosi non solo a spese intollerabili ma anche ostinandosi in una fiducia quasi totale della loro corretta comprensione dell’autore e piuttosto a morire tra i carboni e i forni che ad abbandonare le loro chimere, una volta per tutte ritenute la verità. Dopo di che alcuni tra i cercatori più sapienti si domandarono perché così pochi Adepti raggiungessero lo scopo dell’Arte, e con quale difficoltà, con la sola lettura dei libri. Pensarono allora che fosse prudente abbandonare gli autori come le loro opere, persuadendosi di poter scoprire una via più vicina e più facile c on la sola virtù del loro genio e della loro ragione, provando, ripetendo, modificando le esperienze e le loro conclusioni: ma così facendo furono frustrati nel loro desiato successo, proprio come un marinaio si
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perde senza bussola; così tali cercatori avrebbero agito più saggiamente se si fossero domandati se avevano superato tutte le difficoltà più ovvie prima di applicarsi a quest’Arte più segreta: e innegabilmente, se molti tra di essi avessero ascoltato il consiglio di Teobaldo di Hohenland (che ha descritto copiosamente le difficoltà di quest’Arte che ha raccolto nei libri dei Filosofi) se le sarebbero evitate, esse che sono peggiori della Peste e del Serpente: Quello tra voi , dice il Salvatore, che vuole costruire una torre, si siede prima per calcolare la spesa e vedere se ha di che terminarla, per tema che dopo aver posato le fondamenta e non averla potuta concludere, tutti coloro che la vedono non si mettano a deriderlo, dicendo: Quell’uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare l’edificio. (Luca, 14.28) Ma so bene che questi moniti saranno piuttosto disprezzati che accetti, in particolar modo a coloro a cui ripugna di veder demolite le proprie magnifiche torri, che hanno costruito nel vento: in effetti, nonostante sia impossibile sopprimere le difficoltà già citate, essi si sforzano di persuadere gli altri che possono insegnargli quel che non conoscono loro stessi, e così vogliono continuare ad ingannarli piuttosto che abbandonare quel che sanno, in coscienza, essere debolezza ed errore. Alcuni pensano di essere perfettamente in grado di superare qualsiasi genere di difficoltà e di conseguenza è vano dissuaderli da quest’Arte; altri, in verità coscienti di tutte le difficoltà e della loro impotenza ad eliminarle, sebbene liberi da ogni frode ed orgoglio, sono talmente spinti verso quest’Arte da qualche compulsione spirituale e segreta, che non p ossono, essere distolti con qualsiasi argomento. Così, cosciente del senso di mortalità da cui l'uomo è afflitto, dedico a lui le mie ricerche a proposito della Medicina. Terrò in disparte gli ingannatori, e anche coloro che si attribuiscono più di quanto sia loro dovuto, ma condurrò per mano i veri Discepoli di quest'Arte, di modo che in avvenire non possano esser fatti oggetto di scherno, di rimbrotti o di sarcasmi, con successiva perdita della salute dello spirito e del corpo e che alla fine non verifichino in essi stessi la triste predizione di Geber che diceva: Estremamente miserabile e infelice è colui al quale, dopo che ha finito la sua opera, Dio rifiuta che veda la verità, perché finisce la sua vita nell'errore: colui che, incatenato al suo lavoro perpetuo e ossessionato da ogni sorta di disgrazia e miseria, perde tutto il conforto e tutta la gioia di questo mondo e consuma la sua vita nell’afflizione, senza alcun profitto o ricompensa. (Libro 2 Invest. Cap.38) Così, con una sola ragione, difenderò la migliore delle Arti contro gli insulti dei diffamatori che, delusi di non conoscerne i principi, l'accusano di frode, d'impossibilità e di ridicolo, per far sì che non scoraggino gli Amanti dell'Arte e li spingano a vilipenderne tutte le dimostrazioni e le testimonianze celebri. E infine, per far sì che la Grandezza e la Gloria
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di Dio, fin qui seppellite sotto le sue ceneri, possano ora di nuovo risorgere come la Fenice, esporrò davanti ai vostri occhi quel che non avete fino ad ora potuto trovare in tanti libri consacrati all'Arte, cioè Diana nuda, o senza vestiti; vale a dire toglierò dal suo viso e dal suo corpo i veli delle Metafore, delle figure, delle parabole e dei nomi barbari , sotto i quali è stata fino a qui mascherata, affinché i malvagi non la riconoscessero. Vi presenterò Diana, cioè la stessa verità della nostra Arte, ricercata invano con tanti studi e tanti lavori, neppure ricoperta del velo indispensabile per esprimerla; al contrario, saranno esposte alla vostra vista le sue parti più segrete, quelle per le quali gli Adepti hanno ingiunto la più estrema prudenza ai loro discepoli, facendo loro temere una maledizione affinché non le svelassero al volgo indegno. Di conseguenza, se desiderate conoscere i Mestrui di Diana c on i quali gli Adepti hanno preparato i loro filtri, gli elisir di vita e di morte, se volete conoscere il modo di preparare le loro tinture sia universali sia particolari per i metalli; se infine, aspirate a sapere come hanno fabbricato pietre preziose, perle, lampade perpetue ed altri Segreti dell'Arte, leggete le ricette dei quattro libri che seguono, ricette, dico, che sono state incomprese ed abbandonate da quasi tutti voi a causa della difficoltà del loro stile che a volte avete giudicato vano, falso e impossibile, redatte unicamente al fine di ingannarvi, e tuttavia estremamente vere e stabilite non a partire dalla Chymia volgare, ma a partire dai migliori libri dei migliori Adepti, insomma raccolte nella stanza del tesoro di Diana. Ricette, dico, così concatenate ed elaborate, conformemente alla straordinaria abilità dei Maestri, che laddove ne togliate una o ne neghiate il processo, ne consegue per necessità che non potete che rigettare tutte le altre come false: al contrario, colui che riconosce che una tra esse è vera, deve ammettere che tutte le altre sono vere e, quindi, deve difendere i loro autori, i nostri venerabilissimi Maestri, contro tutta l'ignominia della menzogna, della scurrilità e dell’infamia. La varietà che scaturisce dall'unità, fonte della Verità, e che vi ritorna, proprio come la fonte ritorna al suo oceano, illustra bene l'eccellenza di queste ricette. Io esito sempre a dire se vi è un'infinità di Ricette divise in più parti e destinate a più usi, o se non ne esiste che una sola, nella nostra Chymia. Osservo la varietà nelle diverse parti distinte di questi quattro trattati, ma anche l'Unità in ciascuna parte, e, anzi, in ciascun componente di ognuna delle parti: così troverete sempre che un Trattato conferma gli altri tre. Nel primo libro sui Mestrui, troverete anche le Medicine del secondo, le Tinture alchemiche del terzo e i Segreti del quarto libro. La stessa cosa deve essere intesa del secondo, terzo e quarto libro. Infine, queste ricette non sono soltanto vere, ma anche chiare, descritte per mezzo di parole molto semplici e comuni per essere comprese non soltanto secondo la lettera, ma anche per la loro limpidezza, che illustra e spiega passi oscuri che altrimenti non sarebbero stati intelliggibili, di modo che con un solo processo operativo troverete a volte la spiegazione di più di dieci libri teorici c he non erano mai stati spiegabili
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se non in questa luce. Ora, ho voluto comunicare a voi, infaticabili Alunni di quest'Arte, queste ricette, per i motivi già spiegati e anche perché possiate comprendere del tutto l'assoluta necessità dello Spirito di Vino di Lullo nella Chymia degli Adepti, prima di parlarvi della sua materia e della sua preparazione. Nessun uomo ricerca quel che gli è sconosciuto o quello di cui ignora l’utilità. In conseguenza di ciò ho voluto prima mostrare i diversi utilizzi di questo Spirito tramite le esperienze degli Adepti che, se le troverete vere, vi saranno di una tale utilità che sarà per voi un grandissimo danno non possederle: ma se le trovate false, disprezzatele e non accordate loro alcun credito, ma accusate i Maestri, loro autori, di menzogna, inganno e nequizia. Ma io non mi aspetto da voi alcuna simile scelleratezza. Per quel che possano fare gli avversari, i ciechi e gli ignoranti di quest'Arte, ce ne curiamo assai poco, e se insorgono critici e detrattori malevoli, secondo la loro abitudine, lasciateli masticare le cortecce del libro, cioè lo stile semplice e rude della lingua latina, le fragili e deboli osservazioni e conclusioni date a proposito delle Ricette. Tutto questo, noi glielo concediamo volentieri; ma non possono raggiungere il nocciolo. Ma se voi, ora o più tardi, raccoglierete qualche gioia o profitto dalle visioni di Diana, non l'attribuite a Diana, persino a Diana di Efeso, né a me, ma a Dio Onnipotente, che ci avrà fatto uscire dalle tenebre Cimmerie con la sua luce. Forse verrà anche il momento in cui potrò essere più utile e portarvi aiuto, affinché voi stessi possiate abbracciare Diana e discutere con lei in tutta semplicità delle sue Colombe, della sua foresta, della sua fontana, del suo latte, della sua Aqua Vitae, ecc. Infatti, al momento leggete scritto sulla sua fronte: Non mi toccare. Di conseguenza, vi voglio ammonire di non occuparvi dei Segreti di Diana, a meno che non vogliate esperire il fato e la sorte di Atteone. Atteone vide Diana nuda senza volerlo E nondimeno fu preda dei suoi cani. Ci è permesso in effetti di contemplarla, ma non di abbracciarla, neppure per un istante, perché questo non è permesso a nessuno salvo agli Adepti e a coloro che sono Maestri del Vino Filosofico. Ma se voi obiettate con il Poeta che A che serve la vista, se non è concesso l’uso? a questo rispondo che vedendo Diana nuda Voi vedrete che tutti i Segreti della Chymia dipendono solo dall’unico punto centrale dell'Arte, cioè dallo Spirito di Vino Filosofico. Voi comprenderete che tutte le preparazioni di tutti i Segreti sono fatte secondo
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il significato letterale delle parole. Vi accorgerete che tutti i processi operativi, quali che siano i metodi e le materie, sono veri e non saranno mai falsi, se c’è lo Spirito di Vino Filosofico. Tutto quel che è raro o di prima scelta, e che è stato disperso qua e là dai migliori Adepti, lo troverete qui selezionato in sezioni distinte e raccolto nell’ordine, di modo che non vi manchi nulla altro che fame uso. Inoltre, avrete la possibilità di scegliere il modo di operare migliore e più rapido fra tutti. Oppure avrete la possibilità di scoprirne anche altri da soli se questi non vi piacciono. Vedrete che colui che ha già compiuto persino la più piccola cosa in quest'Arte può necessariamente compiere anche le più grandi. Un solo procedimento, una volta schiarito, vi aprirà le porte della comprensione di molti altri, che sarebbero altrimenti restati assai oscuri. Potrete anche sapere che gli Adepti stessi sono a volte stati nelle tenebre e assai spesso non hanno compreso lo stile degli scritti di altri autori, e che alcuni di loro hanno corretto altri e così hanno perfezionato l'Arte. E per riassumere il tutto: nessuno, per quanto sapiente, per quanto eloquente, per quanto sottile possa essere, non potrà mai in futuro, sia con lasua autorità, sia con la persuasione, sia con la sottigliezza, se è un impostore, ingannare chiunque altro, né fargli abbandonare la nostra via reale per un sentiero impra ticabile, se quest’ultimo non lo vuole. Sarete liberati non soltanto dagli errori degli altri ma anche dai vostri stessi errori, a causa dei quali avete finora disgraziatamente perso tutto: il vostro Tempo, i vostri sforzi, il vostro denaro, la vostra salute e non so che altro. Voi avete reso la vostra vita vana, sterile e nociva a voi stessi come agli altri. In verità i raggi della nostra Diana sono così abbaglianti che temo vi offuschino gli occhi, come gli Israeliti furono abbagliati alla vista di Mosè che scendeva dalla montagna. Voi farete fatica a credermi se vi dico che i Segreti degli Adepti devono essere compresi e preparati alla lettera; arguite che è improbabile che gli Adepti abbiano rivelato i loro misteri alla vista di tutti, avendovi avvertiti loro stessi del contrario? La nostra Arte, dice Artefio, non è Cabalistica e piena di misteri? E tu, povero stolto, tu che credi che insegniamo alla lettera i nostri Segreti dei Segreti, sappi per certo (io non
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sono invidioso come gli altri) che colui che prende le dichiarazioni dei Filosofi secondo il senso e il significato comuni ha già perduto il filo di Arianna e si perde nel labirinto, e questo gli sarà altrettanto utile che se avesse gettato il suo denaro nell’Oceano. Sendivogio ci da lo stesso consiglio nella prefazione dei 12 Trattati: Vorrei, dice, ammonire il candido lettore affinché comprenda i miei scritti non tanto dagli involucri delle parole quanto dalla forza della Natura, e poi deplori la perdita di tempo, di sforzo, di costo invano, ecc. Poiché, come dice Arnaldo nel suo Speculum, un’intenzione secondo la lettera non serve a nulla ed operare secondo l’intenzione della lettera è la dissipazione delle ricchezze. Infatti, dice Geber, laddove abbiamo parlato più apertamente, abbiamo nascosto l’Arte, parlando seriamente all’artista non per enigmi, ma in termini chiari. Ruggero Bacone va ancor più oltre, affermando: Quando giuro di dirti la verità, prendi ciò per una menzogna, appunto alla lettera, e quindi quando ti parlo di cavoli, intendi Piombo, ecc. (Libro dell’Arte Chimica, pag.56). Tutto quel che dico è falso, di conseguenza nulla di quel che dico è vero; quindi, te ne prego, non mi credere. Ma quando dico il vero, prendi questo per falso, e viceversa, in modo tale che quel che è falso diventerà vero e quel che è vero diventerà falso. Io ti avverto di queste cose affinché tu stia attento ed eviti le cose che devono essere evitate, e affinché tu creda le cose che devono essere credute; scrivendone convenientemente, io, non scrivo, ecc. (pag.301). E per quanto io dica prendi questo e quest’altro, non mi credere ;
opera secondo il sangue, cioè secondo il senso, e
così via per tutto il resto: abbandona gli esperimenti, comprendi quel che voglio dire e troverai, credimi soltanto una candela. (Pag.345). Avete il diritto di allegare questi e simili detti per confermare la vostra opinione, ma permettetemi di suggerirvi la distinzione che deve esser fatta tra le opere teoriche e quelle pratiche degli Adepti. Nei libri teorici, è raro che si debbano comprendere le cose alla lettera, essendo tutto parabolico, enigmatico, ecc., ma nei libri pratici, tutto è chiaro e intelliggibile alla lettera, a parte il Vino Filosofico, fondamento ed inizio di tutti i Segreti. Per esempio, prendi il grande Testamento di Lullo, nella parte teorica del quale la Natura, la materia e la preparazione del Vino di Lullo sono descritte filosoficamente, vale a dire con vari sofismi; ma nella parte pratica di quel Testamento, l’utilizzo di quel Vino è descritta alla lettera. A partire da quel momento osserverete anche con facilità che gli Adepti che rigettano il senso letterale sono più teorici che pratici. Trattando ora della Pratica degli Adepti, o dell’utilizzo del Vino Filosofico, noi proveremo che la maggior parte dei Segreti ci è stata tramandata da loro alla lettera. Ma qualcuno tra voi obietterà che gli Adepti stessi si sono assai spesso dichiarati contrari al senso letterale della Pratica, contro le Descrizioni veritiere (chiamate
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comunemente Ricette) degli Esperimenti; ma che il nostro amico sappia qui che gli Adepti hanno scritto contro due generi di Ricetta. Il primo comprende le Ricette dei venditori di fumo, degli Ingannatori, dei malvagi che fingono di averle avute da qualche discepolo d’un Adepto o di averle trovate nei muri di qualche vecchio chiostro o sepolcro. Contro costoro ascoltate Dionigi Zachaire, pag.781, vol. I del Theatrum Chemicum, in cui dice: Prima di lasciare la facoltà di lettere, divenni amico di molti altri studiosi: essi possedevano diversi libri di Ricette chimiche che mi prestarono e che ricopiai con molta cura, col consenso del mio precettore personale che aveva cominciato già da molto tempo ad operare in quest'Arte. Così, prima della mia partenza, avevo raccolto un grossissimo volume di queste Ricette. Presto mi recai con il mio Maestro là dove dovevo studiare il diritto e cominciai a scorrere i miei scritti. Alcuni di essi contenevano delle proiezioni di una parte su dieci, altri su 20, 30, un terzo o la metà. Per il rosso di 18 carati, 20, ecc., in Oro di corone, di ducati, e del più alto colore possibile. Uno doveva sopportare la fusione, un altro resistere alla pietra di paragone, un altro ancora a tutti i saggi. Lo stesso era per il bianco: uno doveva essere di dieci denari, un altro di 11, un altro d’Argento di buona lega, che uscisse bianco dal fuoco, un altro bianco dopo lo sfregamento sulla pietra di paragone. In breve, pensavo che se avessi potuto compiere la più piccola tra queste cose, nessuna fortuna più grande mi sarebbe potuta capitare in questo mondo. In particolare quando lessi le iscrizioni di grandi personaggi in testa a tali Ricette, una della regina di Navarra, un’altra del cardinale di Lorena, di Torino, e di innumerevoli altri, per poter, rivestite da tali titoli e travestimenti, ricevere c redito dagli incauti. Delle stesse ricette si lamenta anche Bernardo, pag.771 dello stesso volume: Se avessi avuto, dice, fin dall’inizio tutti i libri che mi sono procurato in seguito, avrei dovuto senza dubbio riuscire più presto nell’Arte, ma non ho letto altro che false Ricette e libri erronei; di più, non mi è capitato che di entrare in contatto con i furfanti più depravati, malvagi ed impostori. Il secondo genere contiene le Ricette degli Adepti stessi, contro i quali certi altri Adepti hanno a volte scritto, come ad esempio lo stesso Bernardo, che così dice a pag.748 del vol. I del Theatrum Chemicum: Al fine di ricondurre i veri cercatori di quest'Arte dagli errori comuni sulla vera via, affinchè non gettino via il loro denaro e non rovinino la loro posizione, il loro nome e la loro reputazione, insistendo sulle false ricette presenti nei libri di Geber, Rasis, Alberto il Grande, Trames, Lumen, Canonis Pandectarum, Demophon, Summa, ed altri tentatori, vi farò innanzitutto parte dei miei stessi errori, ecc. E pag.750, continua: Infinito è il numero di coloro che è inutile menzionare e vi è una gran quantità
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di libri scritti su quest’argomento nascosti sotto delle metafore e delle immagini che non possono essere comprese facilmente che dai figli dell'Arte: la loro lettura fa uscire gli uomini dalla retta via, e li induce in vari errori piuttosto di quanto li conduca in porto. Nel novero di questi autori vi sono Scoto, Arnaldo, Raimondo, Jean Meung, Ortolano il Veritiero, ecc.. Essendo quindi il mio scopo di soddisfarvi, vi dico che gli autori del primo genere di Ricette vogliono ingannare attivamente, scientemente e volontariamente; ma le Ricette del secondo genere, scritte dagli stessi Adepti, seducono soltanto passivamente, e questo per due ragioni: sia riguardo all’Adepto che è meno esperto nell’Arte e ignora la Pratica del suo confratello più sapiente: infatti è impossibile ad un Adepto, per quanto espertissimo nel suo metodo, conoscere i diversi esperimenti di tutti gli altri, e ancor meno i teoremi particolari, le meditazioni personali, te diverse denominazioni delle cose, ecc., formate o derivate dagli stessi; sia riguardo proprio a voi, che fate dire a queste ricette, quanto al senso letterale, più di quanto l’Adepto stesso ne sappia, e non considerate che lo Spirito di Vino debba esser compreso quasi alla lettera, perciò non è strano che vi inganniate da voi stessi in quanto, una volta per tutte conosciuto lo Spirito di Vino, comprenderete facilmente il resto. Infatti, conoscendo questo, dice Flamel nel suo Libro delle Figure Geroglifiche, pag.28, compii facilmente il Magistero. Così, conoscendo la preparazione del primo agente, e seguendo alla lettera il mio libro, non avrei potuto fallire anche se l’avessi voluto. E un po’ più avanti: Poi, seguendo parola per parola il mio libro, feci la proiezione. Ma perché tutto ciò? La quantità bastante di esempi presente in questo Trattato, vi istruirà in tutte quelle cose che devono esser comprese secondo la lettera, eccezion fatta per il Vino, la Lunaria, il Mercurio Vegetabile, ed altre cose sinonimi della Materia dello Spirito di Vino Filosofico, o delle cose preparale da quello stesso Spirito, come il Sale Armoniaco Vegetabile, l' Aceto Filosofico, ecc. Avendo parlato in termini equivoci di quello Spirito di Vino, gli Adepti sapevano che tutto il resto, sebbene perfettamente noto ai figli dell'Arte, non poteva essere minimamente utile al lettore. Per questo motivo non temo l’indignazione degli Adepti, né gli anatemi che hanno lanciato contro coloro che hanno tradito i loro Segreti, non avendo fino a qui fatto nulla di più ( per parlare semplicemente) ma addirittura meno di quanto hanno fatto loro stessi. Per quanto ne ero capace, ho messo in ordine le cose che erano disperse qua e là disordinatamente, senza aggiungere nulla di mio e per questo motivo non mi aspetto da voi né onori né ringraziamenti, ma piuttosto di sapere se le nostre ricerche vi piacciono e per fornirvi le cose che vi mancano e che sono desiderabili, in una più ampia misura; non mi
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esimerò dal portarvi ancor più aiuto con il risultato delle nostre ricerche, di modo che non ci resti più altro che inginocchiarci per ringraziare umilmente il Padre delle luci, cui è piaciuto farci benevolmente dono di quest’Arte attraverso gli scritti dei suoi servitori sulla Natura dei misti (senza i quali sarebbe al di fuori del potere dell'uomo di giungere ad un così alto livello di conoscenza). Ora, celebrate con me le urne dei nostri pii Maestri, che a beneficio del genere umano hanno preferito diffondere i loro talenti piuttosto che seppellirli, e vogliate voi stessi dedicarvi allo stesso compito se possedete qualche loro scritto non ancora reso pubblico. Infine, preghiamo solennemente gli Adepti ora viventi di volersi adoprare per svelare la Natura, correggendo la Filosofia e la Medicina, e a dimostrare la falsità di tutte le sette ingannevoli di Filosofi, nelle Accademie come nelle scuole private, a maggior Gloria di Dio, che occupa in modo unico il primo posto in quest’Arte. Così sia.
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