Negli Stati Uniti è stato in testa alle classifche. Arriva ora in Italia per Corbaccio: Charles Duigg, La dittatura delle abitudini. Si presta a un apio discorso, con altri libri da citare. !cco la scheda: "uando ti al#i al attino $ual è la pria cosa che %ai& Salti in doccia, controlli la posta elettronica, o a'erri una erendina dalla dispensa& Che e##o usi per andare al lavoro& "uando arrivi alla scrivania del tuo u(cio leggi le eail, chiacchieri con un collega o ti etti subito a scrivere una counica#ione di servi#io& ! a pran#o, insalata o haburger& )utti abbiao delle abitudini, buone e cattive, che ci %anno sentire bene o che ci danneggiano. *a sappiao coe si %orano& !, soprattutto, sappiao coe odifcarle& "uesto libro indaga la %ora#ione delle abitudini sia a livello individuale sia
collettivo, nelle a#iende e nelle istitu#ioni. La buona noti#ia è che le abitudini non sono un destino: si possono ignorare, cabiare, sostituire o... antenere. "uesto libro ci spiega coe.
Cer t o,i l f at t oc heChar l esDuhi ggs i aun aff er mat or epor t erdel NewYor kTi mes hac er t ament egi oc at ol as uapar t e.Ma c hei l s uoul t i mol i br oabbi ac onqui s t at o s or pr endent ement el ev et t edel l e c l as s i fi c hes t at uni t ens idi pendemol t o pr obabi l ment eanc hedal f at t oc hei l t emaaffr ont at oc i t oc c amol t odav i c i no. Sempr epi ùs ent i amoi nf at t i c he,nel l a s oc i et àat t ual e,l anos t r ai dent i t àè c omes opr aff at t adai mec c ani s mi s t andar di z z at i ei mper s onal i c hec i
gov er nano.E’di ffici l eusci r edai es er c i t ar ei n sent i er ipr est abi l i t i , c onc r et ol anos t r al i ber t à.Gi us t ament e t t a t u r ad e l l e Dduhi ggpar l adi unaDi ,c omes uonai l t i t ol o a b i t u d i n i del l ’ edi z i onei t al i anadel s uol i br oi n us c i t ai nques t i gi or ni perl eedi z i oni Cor bac c i o.Dagi or nal i s t aat t ent oe met i c ol os o,l ’ aut or ehac ompul s at ol i br i , as c ol t at ot es t i moni ,anal i z z at oc as i .E r i fl et t ec onl ’ ai ut odi ec onomi s t i ,fi l os ofi , ps i c ol ogi ,neur os c i enz i at i .Per c onc l uder ec hebuonapar t edel nos t r o s uc c es s oedel l anos t r agr at i fi c az i one i ndi v i dual edi pendedal l ac apac i t àc he pos s edi amodi c ambi ar eoc or r egger el e abi t udi ni c heabbi amoac qui s i t enel t empo.Val endoc i ò,pi ùi ngener al e,
anc heperl es oc i et àumane,c he pos s onoes s er ec ons i der at edei gr andi i ndi v i dui oor gani s mi v i v ent i .Quando ques t eul t i me,os s er v a,nonhannopi ù l ac apac i t àdi aut or i f or mar s i edi modi fi c ar el epr opr i eabi t udi ni adeguandos i ai t empi ,i l r i s c hi oc he i nes or abi l ment es i c or r eèquel l odel dec l i no( v if apens ar eaqual c hePaes e i npar t i c ol ar e?) .Mapr oc edi amoc on or di ne.Cons i der at oc hequel l o del l ’ abi t udi neèunt emafi l os ofi c ament e i mpor t ant e,c onv i enes i c ur ament e al l ar gar ei l di s c or s odi Duhi gg. Lapr i mapar t edel l i br oèdedi c at aal l e abi t udi ni degl i i ndi v i dui .Qui l apr i ma c os adadi r eèc hees s es onopar t e
c os t i t ut i v adel l ’ es s er edi ognuno,anc he di c hi èpoc oabi t udi nar i o.Vi i mmagi nat euni ndi v i duoc heagi s c a anar c hi c ament e,c ambi andoi dee, per c or s i ,l uoghi ,ogni moment o? Ammes s oc hes i apos s i bi l e,c os t ui s ar ebbeunuomos enz ai dent i t à, i r r i c onos c i bi l edac hi unque,s enz auna v i t as oc i al e,c onl ’ i nc apac i t àdi r i s pet t ar e pr omes s eei mpegni .Unac er t ados edi r o u t i n e èc onnes s aal nos t r oes s er e: ognunodi noi haunsuohabi ,un t u s i ns i emeappunt odi abi t udi ni ,c i oèdi c ompor t ament i c r i s t al l i z z at i s i nel t empo ef ac i l ment ei dent i fi c abi l i .“ For me pi et r i fi c at eeor mai i r r i c onos c i bi l i del l a nos t r apr i maf el i c i t à,del nos t r opr i mo or r or e–ques t es onol eabi t udi ni ” ,s c r i v e
Wal t erBenj ami n.Ma,abenv eder e,l a s t es s al i ber t àdi c ambi ar enonpot r ebbe es s er e,néav r ebbes ens o,s enons i s t agl i as s es uunf ondodi s t abi l i t à. Si c ur ament ei l fi l os of oc hei net à moder nahapi ùr agi onat o s ul l ’ i mpor t anz adel l eabi t udi ni ès t at o Davi dHume.Secondol ui ,ess enon s onos ol ounaf or madi c ompor t ament o, maaddi r i t t ur ai l pr i nc i pi obas edel T r a t t a t os u l l a nos t r or agi onar e.Nel ,egl i di mos t r ai nf at t i c ome n a t u r au ma n a i l pr i nc i pi odi c aus a,s uc ui f ondi amol e nos t r eaz i oni ,nonabbi anes s una nec es s i t àr az i onal e:i l f at t oc hefi noad oggi abbi amoc ons t at at oc heal l anot t e s egues empr el ’ al ba,c i f ai nf er i r e,per unas or t adi abi t udi nement al e
ac qui s i t a,c hec i òac cadr àanc he domani .Nonc ’ èper òunanec es s i t à Se, dunque, chiamo ogget t i v adi c i ò: “ abitudine ciò che procede da un’antecedente ripetizione, senza nessun nuovo ragionamento o inferenza, possiamo stabilire come verità certa che ogni credenza, la quale segua un’impressione presente, ha in questa la sua unica origine. Quando siamo abituati a vedere due impressioni congiunte insieme, l’apparire o l’idea dell’una immediatamente ci porta all’idea dell’altra”. Come noto !ant mise in scacco l’argomento del suo predecessore facendo del concetto di causa una forma a priori della mente umana" non c’ abitudine che tenga di fronte alla forza universalizzante della ragione umana. #ppure, egli che ridimensionò le pretese dell’abitudine,
sembra che fosse un tipo abitudinario fino al parossismo. $a sua giornata tipo era cos% prevedibile che i cittadini di !onigsboerg, stando a quanto ci raccontano i biografi, sembra che regolassero i loro orologi in base agli spostamenti del filosofo. &ralasciando la seconda parte del libro di 'uhigg, dedicata alle (abitudini delle organizzazioni di successo”, opportuno invece soffermarsi sulla terza e ultima parte dedicata alle (abitudini nelle società”. )l mondo delle abitudini , in questo caso, rappresentato dalla tradizione, che ci si impone con tutta la sua forza e che limita e contestualizza la libertà umana. $a tradizione stessa tuttavia nasce in qualche modo dalla libertà umana, dalle azioni degli individui delle generazioni precedenti che noi ereditiamo sotto forma di abitudini acquisite. Secondo un pensatore come *a+e, anzi, esse sono
ascrivibili ad un ordine non programmato, come spiega la metafora del sentiero di cui il pensatore austriaco parla in L’abuso della ragione. ()n principio, ciascuno cerca per proprio conto quello che ritiene il tracciato migliore. -a, per il semplice fatto di essere già stato percorso una volta, un sentiero risulta, verosimilmente, pi facile da percorrere e, quindi, diventa pi probabile l’ulteriore sua utilizzazione, e cos%, gradualmente, emergono percorsi dal tracciato sempre pi netto, che finiscono con l’essere utilizzati in luogo di altri percorsi possibili. ) movimenti umani in quella zona tendono a conformarsi a un ben definito modello che, bench/ sia il risultato di decisioni prese da un certo numero di persone, non stato tuttavia coscientemente progettato da nessuna”. -a, come ci ha insegnato *eidegger, ci sono anche i (sentieri
interrotti”, quelli che, contrariamente a quanto ci aspettavamo, non ci portano da nessuna parte. #’ a questo punto che si impone un colpo d’ala, la capacità di ripensare tutto daccapo e rompere con le abitudini acquisite. 0nche se a farlo probabilmente saranno per primi solo i leader, le poche persone dotate 1eberianamente di (carisma”, i grandi innovatori di cui la storia porta ricordo. -ai credere però che il nostro spettro di azione sia limitato" a volte basta un nonnulla per rompere gli equilibri ereditati. #d qui, in questo preciso punto, che forse si evidenzia il limite del pensiero di un altro grande autore che ha ragionato sulle abitudini nei corpi sociali" quel -ontesquieu che, in pieno Settecento, aveva comparato popoli e civiltà a partire dai loro costumi. Certo, la sua tassonomia può sembrare ingenua perch/ lega in modo
deterministico e rigido le abitudini di un popolo al clima. 2on c’ dubbio, tuttavia, che una moderna scienza della società non può tener conto di molte sue riflessioni sul carattere delle diverse civiltà. &anto pi oggi che gli intensificati contatti fra esse impongono di necessità la prospettiva del pluralismo. 2on perciò un caso che sul pensatore francese stiano uscendo tanti libri. 0 'omenico 3elice, che curerà prossimamente la nuova edizione 4ompiani delle Opere, si deve, ad esempio, una dotta discussione sull’attualità di -ontesquieu 5Intelligenza politica per il mondo contemporaneo6 appena uscita per $iguori e una raccolta, pubblicata da -imesis 5$etture su -ontesquieu6 delle pagine che i pi importanti filosofi novecenteschi 50rendt, 4obbio, 0ron76 hanno dedicato al pensatore francese. -a allora, in conclusione" giusto o no
farsi guidare dalle abitudini8 #’ meglio seguire i sentieri già tracciati o le vie della libertà8 $a natura o la cultura8 $a consapevolezza contemporanea che, in una prospettiva immanentistica, non si può mai spezzare il nesso che tiene unite le due dimensioni dell’essere umano. 0nzi, si può dire che, per sua natura, ciò che nasce come libertà tende a un certo punto a contraddirsi diventando abitudine. $’importante accorgersene in tempo e agire di conseguenza.