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Ecco, Io faccio nuove tutte le cose» (Gv, Rivelazione 21, 1-5)
IV° libro – Il Vero Risplende nel Bello
Pietro Romano
LA PASSIONE DELLA CHIESA I veli dell’Iniquo sopra la Verità e nella Rivelazione
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„Arca della Bellezza‟ per Arcieri Resilienti e Amici dei Borghi di Xenobia
In copertina Le Nozze di Cana icona Monte Athos XIII secolo
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Note dell’Editore per gli amici di buona volontà «La Passione della Chiesa» è un progetto innovativo e interattivo di inventario per riuscire agilmente a sintonizzarci con lo Spirito Santo, secondo il precetto paolino di « prendere in esame tutto ». Una sorta di nuova Enciclopedia Cattolica, narrata agli Ultimi, per gli Ultimi Tempi, e per riconoscere le traversie dei nostri tempi in una prospettiva cristiana forte, consapevole e antitetica alle varie eresie e posizioni dominanti. Il proposito è quello di smuovere le coscienze, indagare sull‘inganno -che per sua natura resta nascosto- ma anche mettere in mostra tutta la meraviglia delle novità promesse di Gesù, in chiave escatologica e pratica; divulgare informazioni che concernono una missione, quella degli Arcieri o dei membri che aderiscono liberamente al proposito dell‘Arca della Bellezza. Ossia c‘è da intendersi da subito: c‘è una dura battaglia morale da combattere per la conservazione della Fede, per divulgare l‘Annuncio, difendere la Verità e andare incontro al Signore. Lo facciamo con tutte le energie e la passione che servono per la Restaurazione e l‘Instaurazione del Regno. La nostra forma è la gratuità e la preghiera, con cui ci rendiamo disponibili ad aiutare tutti, nessuno escluso. Ciononostante, non ci nascondiamo dietro proclami. Abbiamo bisogno del tuo aiuto. In che modo? I Libri che troverai nel sito internet www.parusia.info sono scaricabili gratis. Chiunque può farlo, con preghiera anche di diffonderli. Seguiranno presto anche altri Libri, già in preparazione, oltre a idee, iniziative, attività. Varrà sempre la stessa formula: la gratuità. Lo scopo del progetto è « fare » ed informare rimanendo sintonizzati tutti in un unico Spirito, quello Santo, in attesa della Parusìa. Nel sito www.parusia.info è anche possibile fare comunità e movimento, mantenersi aggiornati con le continue e sempre più frequenti notizie su ciò che avviene nel mondo, su ciò che facciamo. E volendo, potete partecipare attivamente al forum come redattori, e ai convegni come relatori. Il nostro scopo, pur tuttavia, resta l‘incontro, l‘esortazione alle opere di misericordia e di carità, e la organizzazione e fondazione dei Borghi di Xenobia, alternativa alla «tossicità» del vivere moderno. Qualcuno, inoltre, ci chiede se i Libri possono essere acquistati su supporto carteceo. Qui, la nostra risposta è che puoi darci una mano a recapitarlo agli amici e realizzare una rete robusta, penetrante nel territorio e altrove, quindi diffusa e strutturata. Una rete che possiamo realizzare, quanto prima anche grazie al tuo aiuto e a quello di altri Amici di Gesù, di Xenobia e Nomadelfia, pronti a mettersi a disposizione in forma generosa e altruistica. In che maniera? I modi, per esserci tutti di aiuto, e armonizzare le fatiche e gli sforzi, sono cinque: - Uno: avvicinare un fotocopista amico o che conosci bene, che abbia l‘intenzione di collaborare con noi pubblicando e stampando copie dei Libri LA PASSIONE DELLA CHIESA a chi ne facesse richiesta. L‘artigiano verrà liberato da diritti di royaltes; e alle persone interessate resterebbero solo i costi delle fotocopie, e la scelta dei Libri, nel formato che loro aggrada, compresa la copia elettronica. - Due: aderire alle nostre iniziative/eventi, perchè ognuno si senta coinvolto, secondo il proprio stato, le proprie possibilità e i propri mezzi, a unirsi a noi nelle battaglia di fede, avviando succursali dell‘Arca della Bellezza, ovunque si trovi, attraverso la messa a disposizione di strutture e CAERP, come indicato nel Libro VI. Ciò, senza costi, o con l‘opportunità di sentirsi utile alla causa. - Tre: chiedere di entrare in contatto con i Fondatori, le componenti di base, con l‘amministrazione internet, attraverso il sito internet/forum www.parusia.info , per conoscerci, scaricare il depliant, essere riconosciuti come membri, e quindi ricevere la certificazione Arca di nuove strutture (che resteranno autonome e libere, ma potranno usufruire dei marchi di riconoscimento di affiliazione). - Quattro: attivare donazioni liberali e fondi su carta Postepay (coordinate a richiesta 3331982156). Ma noi, consapevoli della funzione de-responsabilizzante e de-formante del denaro, preferiamo la partecipazione diretta dei cristiani, con Opere di Carità nella Vigna del Signore, secondo lo Spirito del Vangelo e secondo le indicazioni del magistero della Chiesa Cattolica e del Santo Padre. - Cinque: costituire Gruppi di Amici di Gesù e Cappellette per l‘Adorazione Eucaristica e Rosario. Un caro saluto, buona lettura e buone opere. Facciamoci tutti Carità
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Il Cartello della IG Farben ―Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.‖ Bertolt Brecht. Andiamo, ai fatti, ed evitiamo ogni gerere di ipocrisia. Il più potente impero industriale tedesco della prima metà del secolo scorso era la IG Farben, il gigante industriale tedesco che aveva prodotto, tra l‘altro, il gas per i campi di sterminio nazisti, e che è l‘abbreviazione per Interessengemeinschaft Farben (che significa associazione per interessi comuni) ed era un potente cartello comprendente BASF, Bayer, Hoechst e altre società chimiche e farmaceutiche tedesche. La IG Farben fu l'unico grande finanziatore della campagna per l'elezione di Adolf Hitler. Un anno prima che Hitler prendesse il potere nel 1933, la IG Farben donò 400.000 marchi a lui e al partito nazista. Di conseguenza, quando il partito nazista andò al potere, la IG Farben fu l'unica a trarre profitti dalla Seconda Guerra Mondiale e dal saccheggio dell'Europa da parte dei nazisti. Il cento per cento di tutti gli esplosivi e della benzina sintetica proveniva dalle fabbriche della IG Farben. Quando la Wehrmacht tedesca conquistava un altro Paese, i direttivi di Bayer, Hoechst e BASF rilevavano sistematicamente le industrie di quei Paesi. Grazie alla stretta collaborazione con la Wehrmacht di Hitler, la IG Farben partecipò al saccheggio dell‘Austria, della Cecoslovacchia, della Polonia, della Norvegia, dell‘Olanda, del Belgio, della Francia e di tutti gli altri Paesi occupati dai nazisti. Nel 1946, le indagini del governo americano giunsero alla conclusione che senza la IG Farben, la seconda guerra mondiale non sarebbe stata possibile. Dobbiamo renderci conto che non fu uno psicopatico di nome Adolf Hitler né l'innato carattere del popolo tedesco a causare la seconda guerra mondiale. L'avidità economica e satanica di compagnie come Bayer, BASF e Hoechst fu il fattore determinante dell'Olocausto. Già all'inizio del XX secolo il gruppo Rockefeller controllava la maggior parte del business del petrolio negli Stati Uniti e in molti altri Paesi. Basandosi su ricavi per miliardi di dollari, questo gruppo d'investimento ha definito un nuovo mercato: il corpo umano. I profitti o utili sul capitale investito dipendevano dalla brevettabilità dei farmaci inventati. I miliardi di dollari di profitti di questa nuova industria per investimenti furono utilizzati per convertire sistematicamente la medicina in un affare di investimenti manovrato a livello farmaceutico. Nel giro di poche decine di anni, la medicina fu controllata da questi gruppi d'interesse attraverso la loro influenza nelle scuole mediche, nei mass media e nella politica. Uno dei principali problemi affrontati da quest'industria è stata la concorrenza con i prodotti sanitari naturali. Fra il 1920 e il 1935 furono scoperte la maggior parte delle vitamine e nutrienti naturali necessari per un metabolismo cellulare ottimale. Al mondo scientifico apparve chiaro che senza queste molecole essenziali per il metabolismo cellulare, le cellule non avrebbero funzionato adeguatamente, dando origine a malattie. Gli strateghi degli investimenti farmaceutici se ne sono resi conto e si sono lanciati in una campagna globale per impedire che queste informazioni salvavita divenissero disponibili per le persone di tutto il mondo. Ma il mettere sotto silenzio queste informazioni è stato solo il primo passo. Fra le misure strategiche adottate per la costruzione di questo piano affaristico farmaceutico truffaldino c'è stato il gettare discredito sulle informazioni sanitarie riguardo a queste terapie naturali, non brevettabili e infine la messa al bando di qualsiasi iniziativa preventiva e terapeutica relativa alle terapie naturali. L‘industria farmaceutica Hoechst che, con la Roussel-Uclaf produce la pillola assassina RU486, è nata dopo la guerra dallo smantellamento della società IG-Farben. Come dire: gli spettri di morte del nazismo sono ancora oggi vivi e vegeti attraverso una semplice pillola definita anche ―il Pesticida umano‖. Verso l'ultranazismo? L'aborto è forse un moderno metodo di discriminazione come lo sono gli OGM?
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La grande « menzogna », nemica del Bello. Il Signoraggio Secondario, parliamone! L‘ingegnere gestionale Fabio Massimo Patricelli ci spiega che di solito, quando si aprono per la prima volta i propri occhi sulla Matrice Monetaria, lo si fa percependo, in primis, solo la truffa dell'emissione a debito della moneta-carta. Ecco perchè cercherò di mettere uno dopo l‘altro, in fila, i tasselli. Premetto da subito che esiste un collegamento diretto tra la Federal Reserve, i Rothshilds, e quindi Rockefeller, le sue società petrolchimiche, le sue banche, le sue amicizie internazionali, i suoi circoli (Bilderberg Group nato dopo la prima guerra mondiale soppiantando la omonima fondazione troppo legata all‘eugenetica). Ma cosa lega tutto ciò se non la cartamoneta, quello strumento su cui è disegnato tutto il disegno dei Protocolli per il Nuovo Ordine Mondiale? Un passo alla volta, dunque. Magari, osservando una banconota, realizzando la piena consapevolezza che è fatta di carta, acquisendo la nozione che non è contro-garantita da alcun valore fisico (è dal 15 agosto 1971 che ha smesso di sussistere la convertibilità aurea del dollaro e quindi, tramite questa valuta, di tutte le altre), allora piano piano si arrivano a definire anche altre verità. E poi venendo a scoprire che essa è stampata e messa in circolazione (emessa) da Banche Centrali che sono di solito del tutto o in parte private (è interamente privata la Banca Centrale della nazione leader dell'occidente nell'ultimo secolo: la Federal Reserve, che è tanto "federale" quanto lo è la Federal Express, privatissima azienda di trasporto) e che fanno entrare in circolo questa carta stampata PRESTANDOLA alla collettività, che l'accetta tramite il governo più o meno legittimamente eletto, allora ecco che è difficile non avere il sospetto che ci sia qualcuno che si prende gioco di tutti noi, con fini ben precisi! Tutto questo, comporta, il doverla restituire, ad una certa scadenza, maggiorata di una quantità (interesse) di carta stampata stessa: non maggiorata di una quantità di grano, immobili, brevetti scientifici (che sarebbe comunque una vampirizzazione illegittima della ricchezza prodotta dal talento degli uomini) ma maggiorata di una nuova quantità di carta evidentemente NON ANCORA STAMPATA (visto che qualsiasi altro stampatore che non sia la Banca Centrale è perseguito penalmente come "falsario") e per questa stessa ragione fisicamente INESISTENTE. Da qui la spirale viziosa e discendente del debito pubblico che non può mai essere ripagato. Farci credere, dunque, che se ne possa uscire, appare anch‘essa una menzogna. Fin qui, la truffa dell'appropriazione del Signoraggio Primario (che, formando un gigantesco fondo nero -dato che la legge permette alle Banche Centrali di mettere a passivo il valore della moneta emessa e non il suo effettivo costo tipografico- finisce, plausibilmente, ad alimentare i macrocircuiti della Grandi Mafie di tutto il mondo, utilissimi carabei stercorari di Lorsignori, che interferiscono con la produzione del bene sociale, dell‘interesse pubblico e collettivo e con la produzione di servizi utili e di bellezza. Tutto noto, vero? a) Purtroppo no, proprio per il peso che ha il mantenimento del segreto, girano in rete personaggi che affermano che questo sia uno pseudo-problema, da "paleo-signoraggisti", per il semplice motivo che tale debito sia in realtà uno "pseudo-debito non esigibile e non oneroso". non ha ancora focalizzato esattamente il problema (al di là di un generico rendersi conto del fatto che le banche sono « ladri legalizzati ») b) Purtroppo no, perchè i pochi che l‘hanno focalizzato non riescono a immaginare un sistema alternativo. Anche in virtù della mistificazione operata dai vari Lino Rossi e dai Giuseppe Sblano, negatori del la truffa sul signoraggio primario. Negata la quale, viene depotenziata immediatamente anche quella sul signoraggio secondario Questa discussione è però incentrata, invece, sull'altro meccanismo (profondamente satanico, per un credente in Gesù Cristo) della Matrice Monetaria, quello che, pur avendo come premessa logica, psicologica e spirituale quello dell'emissione a debito della moneta-
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carta, è di fatto quello che ci condiziona molto più pervasivamente, fino ad insediarsi nella quotidianità delle nostre vite: quello dell'emissione della moneta-credito da parte delle Banche Commerciali, che avviene ogni volta che una qualsiasi banca ci eroga un qualsiasi finanziamento: mutuo ipotecario, prestito personale, prestito finalizzato, fido di conto, cessione del quinto, carta di credito. Cosa andrò a fare nelle prossime righe? Proverò a fare una descrizione il più possibile semplice di come agisce tecnicamente e nella società questo meccanismo. LEVA FRAZIONARIA E SIGNORAGGIO SECONDARIO SULLA MONETA-CREDITO
Perché si parla di moneta-credito, per distinguerla dalla moneta-carta? Per il semplice motivo che è una cosa diversa: è vero che essa è, nella vita quotidiana, considerata come moneta, sia nel suo aspetto di « flusso » che nel suo aspetto di "stock" (infatti, per quanto riguarda il suo aspetto di «flusso», chiunque si considera "pagato" quando ciò avviene con strumenti di pagamento differenti dal contante: bonifici, assegni bancari -ovviamente coperti e non cabrio- , assegni circolari; e, per quanto riguarda il suo aspetto di «stock», chiunque di noi considera di possedere moneta quando possiede, invece di contanti: uno o più conti correnti in attivo, uno o più depositi titoli popolati da: azioni e/o obbligazioni e/o quote di fondi comuni, uno o più libretti di risparmio, una o più polizze vita). Ma, parimenti, essa è SOSTANZIALMENTE diversa dalla moneta-carta per un motivo molto semplice: essa NON è perfettamente convertibile in moneta-carta. Chi di noi possiede mille, diecimila, centomila o un milione di euro in depositi in conto corrente, deposito titoli ecc. ecc., e va a dormire la sera con la beata certezza (ma, dall‘estate 2007, ogni sera in più la certezza è di meno) di poterli "convertire" in moneta-carta, arriva ad apprendere che così NON E' e che NON VI E' moneta-carta corrispondente alla monetacredito totale esistente al mondo. Di quant'è la differenza? Quanta moneta-carta manca rispetto alla moneta-credito? Una quantità ENORME. Per 100 euro di moneta tout-cour che "girano" per il mondo, solo 2 o 3 sono biglietti di banca. Il resto è moneta-credito che esiste a livello scritturale ma non a livello fisico. Motivo per cui le banche sono terrorizzate dalla "corsa agli sportelli": il sistema cade rovinosamente se vengono fatti prelievi in contante per appena più del 2 o 3% dei depositi. Motivo per cui i direttori di banca ci rendono sistematicamente difficili gli incassi degli assegni (non importa se bancari o circolari) agli sportelli: "E' preferibile che lo versi sul suo conto", ci rispondono. Così per loro diventa una compensazione di moneta-credito fra banche. Motivo per cui le banche hanno dichiarato da tre anni a questa parte la "guerra al contante", argomentandola con le note scuse che esso favorisce i criminali e gli evasori. Facendo sparire il contante, Lorsignori realizzano contemporaneamente tre obiettivi: - ci controllano in maniera perfetta (senza bisogno di microchip sottocutaneo per realizzare lo scenario apocalittico del marchio della Bestia); - fanno sparire la "pistola fumante" del reato, la moneta-carta: è molto più facile (lo dicevamo all'inizio) arrivare alla consapevolezza della Matrice Monetaria a partire dall'osservazione di una banconota che da quella di un estratto conto, di una carta di credito o di un deposito titoli; - "stabilizzano" un sistema che è in equilibrio permanentemente instabile, proprio per la "corsa agli sportelli" che rovina probabilmente i sogni di Lorsignori: non essendoci più contante, non è più possibile la corsa agli sportelli. Ed ora entro nel merito della creazione della moneta-credito. Quando una qualsiasi banca ci eroga un qualsiasi finanziamento (sia esso mutuo, prestito, cessione del quinto, fido, carta revolving), essa NON ci accredita tramite bonifico
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(o assegno circolare o apertura di credito) dei soldi che esistevano GIA' PRIMA che noi chiedessimo il finanziamento in questione. Essa li CREA, in virtù del "moltiplicatore" bancario (se l'uomo-Dio nato a Betlemme moltiplicava i pani ed i pesci, chi vi sarà dietro quest'altra "moltiplicazione"? Per i credenti, che ben sanno che l'"omicida fin dall'inizio" è anche detto "simia Dei", la risposta è chiara), che altro non è che l'INVERSO (e l'inversione è un altro tratto caratteristico del cornuto) del coefficiente di "riserva frazionaria", la cui esistenza sentirete difendere da qualcuno anche amici cattolici romani non modernisti - con l'argomento : "Embé? Se non ci fosse la riserva frazionaria, non ci sarebbe la crescita economica che conosciamo"). La banca CREA quindi QUASI TUTTO il denaro (moneta-credito) che gli chiediamo: il 98%, per l'esattezza. E ci chiede, però, l'interesse su TUTTO l'ammontare del prestito. Così appropriandosi della maggior parte della ricchezza futura che con quel prestito andremo a creare. In termini pratici fa una DIFFERENZA ENORME, per le nostre vite e le vite dei nostri cari. Se una banca mi "presta" 100mila euro per 30 anni, al tasso diciamo fisso del 5%, mi fa pagare una rata di 530 euro al mese. Ma la realtà è che la banca, di suo, mi sta prestanto solo 2mila euro, gli altri li ha creati perché glieli ho chiesti e perché ha la garanzia della casa che acquisto. QUINDI, l'interesse va calcolato, secondo la logica ed il diritto naturali di cui Dio ci ha fatto dono, SOLO su 2mila euro, restituiti nell'arco di 30 anni: il che dà una rata mensile (composta da capitale restituito + interessi) pari a 11 euro. Il resto della moneta-credito (98mila) va (andrebbe) restituita SENZA INTERESSI: quindi 98.000 diviso 360 (i mesi che ci stanno in 30 anni) uguale 273. Più gli 11 euro di cui sopra, arriviamo ad una rata di 284 euro al mese. Un attimo, qualcuno obietterà: "e il costo del servizio bancario?" A parte il fatto che sul denaro effettivamente prestato gli paghremmo comunque un interesse; vi sono però numerose alternative a quella di far pagare l'interesse anche su ciò che non è proprio (quel denaro l'hanno creato per noi, è cioé NOSTRO: è parte della ricchezza che creeremo in futuro col nostro lavoro e di cui abbiamo bisogno di disporre ANTICIPATAMENTE. E' un furto puro e semplice che ci venga imposto il pagamento di un interesse su qualcosa che NON appartiene al prestatore), ad esempio, come viene fatto nella finanza islamica (e l'Islam, non a caso, è sotto il tiro di Lorsignori), la compartecipazione agli utili dell'impresa finanziata. Mi obiettate: " E se trattasi di mutuo ipotecario per un privato e non di un finanzamento aziendale? In cui, quindi, non si può parlare propriamente di "utile" "? A parte il fatto che un utile potrebbe comunque esservi nel momento in cui il mutuatario vende il proprio immobile ad un prezzo maggiore di quello d'acquisto. Ma ipotizziamo pure assenza di plusvalenza. Basterebbe, per rendere più che redditizia l'attività bancaria, il pagamento di una spesa d'istruttoria fissa, anche alta (il 10% va bene?) calcolato sull'ammontare erogato. Quindi, su 100mila euro, essa ammonterebbe a 10mila euro, interamente creati dalla banca erogante (e su cui quindi il mutuatario NON paga interessi durante il mutuo). Quindi, il mutuo erogato sarebbe di 110mila. Il netto al cliente, di 100mila. I soldi effettivamente prestati dalla banca (e di cui la banca stessa, od i suoi depositanti, NON HANNO più disponibilità immediata ma ne devono attendere il rimborso mensile da parte del mutuatario) restano gli stessi 2mila. La quota di rimborso per questi 2mila resta di 11 euro. La quota capitale mensile sui restanti 108mila passa da 273 (98mila diviso 360) a 300 (108mila diviso 360). Quindi la rata totale passa da 284 (273 più 11) a 311 (300 più 11).
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Resta il fatto, nudissimo e crudissimo, che invece di pagare una rata di 311 euro al mese ne paghiamo una di 530. Quella differenza, pesantissima, di 219 euro mensili (che ovviamente raddoppia se invece di un mutuo di 100mila ne chiediamo uno di 200mila), non è SOLTANTO un furto della ricchezza da noi creata. Ma è, anche, il nostro personale contributo ad alimentare Mammona, nelle cui fauci arrivano, ogni mese che Dio manda su questa terra, milioni anzi miliardi di contributi del genere. Più semplice di così non riesco ad essere. A coloro che sono convinti che questa descrizione del meccanismo della riserva frazionaria sia errato, chiedo la cortesia di utilizzare un pari livello di semplicità nel dimostrarmi dove sbaglio, cosicché la discussione possa essere seguita da tutti, anche da coloro che non hanno tecnicismi tecnico-contabili.
Di fatto, questa condizione imprime una accelerazione alla vita, come mai si era vista finora. Infatti la moneta in prestito e a debito, impone la restituzione della stessa nel minor tempo possibile, e ciò non consente di guardare da nessuna altra parte che nelle casse o nei listini delle borse. Non importa se per far quadrare il bilancio la multinazionale quotata sostenga le guerre, le produzioni di armi, furti legalizzati, ecc.. L‘importante è, tutti insieme, tenere in piedi la barca. Lo stesso farà il negoziante o il padre di famiglia, o l‘industriale, come il contadino. Sono tutti coinvolti in questo che è l‘unica misura del vivere moderno, la matrice dominante. Questo è il modello primario su cui si fonda il Nuovo Ordine Mondiale. Lutero a suo tempo espresse la seguente frase: « il denaro è lo sterco del diavolo ». E se lo diceva lui, che ne favorì l‘introduzione filosofica, aprendo le strade a Zwingli, Calvino, e quindi ai banchieri Fugger, c‘è da credergli. Nell‘epocale film « Quinto Potere » di Sidney Lumet, del 1976 seguiamo il seguente monologo del guardiano del NWO, che nel rimproverare il conduttore televisivo che ha interferito con il potere, mostrando la TV per quello che è, ossia come strumento con cui modificare le coscienze rispetto ai fatti reali (« esiste solo ciò che viene trasmesso in Tv ») sancisce, con ciò la fine del vecchio Ordine a favore del Nuovo: « Lei ha osato interferire con le forze primordiali della natura, signor Meel, ed io non lo ammetto! Lei crede di aver solo fermato una trattativa d‘affari, ed invece non è così. Gli Arabi hanno portato milioni di dollari fuori da questo Paese ed ora ce li devono riportare. E‘ il flusso e riflusso, l‘alta e bassa marea, il giusto equilibrio ecologico. Lei è un vecchio che pensa in termini di Nazioni e di Popoli. Non vi sono Nazioni e non vi sono Popoli, non vi sono russi, non vi sono arabi, non vi sono terzi mondi e non c‘è nessun ovest. Esiste soltanto un ‗Unico‘, un Unico, Solo, Sistema dei Sistemi, Uno, Vasto ed Immane, interdipendente, intrecciato, multivariato, multinazionale Dominio dei Dollari. Petrodollari, elettrodollari, multidollari, Sterline, Rubli, Franchi… E‘ il sistema internazionale valutario che determina la totalità della vita su questo Pianeta. Questo è l‘Ordine naturale delle cose, oggi. Questa è l‘atomica, e subatomica, galattica struttura delle cose, oggigiorno. E lei ha interferito con le primordiali forze della natura. E lei dovrà espiare ».
I “Jason” erano gli scienziati di punta del mondo accademico nordamericano, che allo stesso tempo facevano da consiglieri nientemeno che al dipartimento della difesa. Se dopo questo, qualcuno, teorizza la separazione radicale tra scienza e politica nella società contemporanea, gli raccomandiamo uno scrupoloso studio del libro che ne parla.
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Come riconoscere il male luciferino, da quello sanatico ed elevare lo Spirito nel Bene E‘ veramente fondamentale saper riconoscere il « cornuto » che ci attacca, per evitare di facilitargli il compito nella disgregazione del nostro essere e della società umana in previsione dlela salvezza e della restaurazione e successiva instaurazione del Regno. Per questo facciamo una distinzione esemplificativa ma esaustiva : Lucifero è il Capo degli Angeli Ribelli, che agisce sulla nostra parte umana (che quando sbaglia non sbaglia per attaccamento alla materia ma per attaccamento allo spirito, allo spiritismo, all‘intelletto incattivito (progioniero) della caduta. Con conseguente peccato d'orgoglio e superbia: ciò che ci spinge a credere di essere "come Dio". O, "meglio di Dio"). E' Lucifero, ad esempio, che ha portato ad uccidere, in nome di Cristo, le popolazioni non cristiane. O è sempre Lucifero che rende un neo-convertito rabbioso e aggressivo nei confronti di coloro che preferiscono stare nelle tenebre. O è sempre Lucifero, ad esempio, dietro un film dimistificatore coma Avatar, che è un inno all'Umanità che può essere innocente anche fuori da Cristo, o dietro l‘esoterismo e la gnosi. Lucifero talvolta esalta lo zelo dei devoti e delle vergini, senza che per questo siano santi in « caritas » e « pietas ». E' infine sempre Lucifero il cornuto che disvelerà tutte le matrici dei colleghi della terra (moneta, energia, cibo, medicina) per poi poter affermare, a volto scoperto: "e dov'era quello che credevate il vostro Dio mentre Satana vi stava facendo tutto questo? Sono io il vero dio, che vi rivelo gli inganni. Tra i cui inganni, vi rivelo anche quello di duemila anni fa, in cui vi fanno credere che un sant'uomo come Gesù di Nazareth fosse il Dio Incarnato". Lucifero agisce sulla componente umana: orgoglio, superbia, peccati dello spirito, che già si rivelarono in Adamo (e, probabilmente anche nei suoi discendenti puri, pur se in forma meno evidente; a parte Enoch e Noé, stando a quella misteriosa espressione usata per entrambi "e camminava con Dio"). Gli esseri umani "luciferiani", magari con un dna quasi puro (e ciò si rileva anche dai tratti somatici) e dotati di una « intelligenza maligna, non orientata al bene e all‘altro », si avvicinano moltissimo alla santità, per quanto riguarda il dominio sui sensi. Ma quello che fanno, non li rende santi. Anzi, costruiscono barriere insormontabili tra loro, la Trinità ed il genere umano, al punto di sembrare dei dittatori. Spesso hanno attitudini per la politica. Tutta, è appunto la mancanza di umiltà, a causa del loro invincibile orgoglio e superbia. Sono anche coloro di cui abbiamo detto a volte che "si son venduti l'anima". E che è estremamente difficile si possano convertire tramite l'azione e l‘inter-medi-azione di altri esseri umani, per quanto ispirati. Per loro, l'unica fonte di conversione può essere solo lo stesso Dio. Magari sotto forma di eventi estremamente luttuosi. Satana, invece, agisce sulla nostra componente ancestre: avidità, lussuria, ira, accidia, gola, invidia, gelosia e «dipendenza» su cui si fondano le strutture di peccato: i nostri vizi capitali, che conviene emendare spesso attraverso una confessione onesta. Sono tutti lasciti del peccato originale (inteso, concretamente, come ibridazione genetica). E sono i "ganci" utilizzati da Satana e i suoi sgherri per condurci alla perdizione eterna. Questi passano per l‘ozio, l‘aggressività, il possesso, la brama di potere, il controllo di tutte le cose, la violenza, ecc.. Ma anche da sovrastrutture quali i mali prodotti da ingiustizia sociale (non pagare la mercè all‘operaio) e dai costi derivanti da divorzi e separazioni che causano interdipendenza economica e sottrazione di tempo e risorse al singolo, alla società e soprattutto alla costruzione della Civiltà Cristiana, diventando un vero e proprio freno alla crescita morale. Dunque vien da sè la seguente classificazione, che ci aiuterà a comprendere meglio, nel proseguo del racconto dei libri a seguire, in che maniera riconoscere gli individui. 1) luciferiani consapevoli (LC) vs luciferiani inconsapevoli (LI) 2) satanisti consapevoli (SC) vs satanisti inconsapevoli (SI)
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Sugli LC c'è poco da aggiungere: sono il vertice a cui può giungere l'uomo che rifiuta Dio. La Lucis Trust è una delle loro espressioni più chiare. Sono LC coloro che stanno ai vertici della Massoneria, della organizzazioni New Age, di tutte le sette e religioni. Sono coloro che lavorano nel mondo per imporre una sorta di Religione Universale. Vi sono LC, ovviamente, anche nelle alte gerarchie del Vaticano, pur se in piccolo numero. Lucifero vuole essere adorato apertamente (alla Luce) e ciò nella Chiesa Cattolica non può ancora avvenire. Anche se alcune chiese di nuova costruzione (Fatima, S. Giovanni Rotondo, Foligno, Brescia, ect ect) sembrano rappresentare delle vere e proprie prove generali. O quantomeno la preparazione dello scenario fisico per l'adorazione che dovrà essere evidente quando si realizzarà pienamente l"abominio della desolazione nel luogo santo". In tal senso riportiamo l‘esempio eclatante di tempio massonico-esoterico, nella comunità piemontese di Damanhur. In esso, sono rappresentate tutte le religioni, compresa quella cristiana, poste tutte sullo stesso piano. Gli LC sono inconvertibili, con mezzi umani (seppur ispirati da Dio). Ci deve pensare direttamente Lui. Sugli LI: sono tutti coloro che nelle organizzazioni precedenti stanno sotto i vertici della piramide masonico-sionista. Il massone semplice o medio, l'esoterico semplice o medio, gli yoghisti, i chiromanti, astrologi, ecc. che dicono di credere in Gesù ma non nella Chiesa Cattolica e che lasciano libertà di scelta, anche se persone estremamente equilibrate, e che hanno fatto diversi percorsi spirituali, passando attraverso anche il cristianesimo esoterico (Steiner e affini), devono compiere un percorso di recupero, magari attraverso esercizi spirituali ignaziani. Li si riconoscono perchè, a primo acchitto non si spiega come mai assumono comportamenti incomprensibili, anche alla luce delle loro libere scelte: nessuno di questi mostra la minima consapevolezza del valore del prossimo. Sono legati alla madre terra ed hanno mille paure di tutto. Il Dio vero libera. Loro invece sono prigionieri di tutto. Tra i LI ci potremmo mettere anche tutti coloro che si sforzano in buona fede di portare luce sulle Matrici, a partire da quella monetaria. Ma ostinandosi a credere che sia tutta una questione umana, dalla quale l'uomo può uscire con le sue sole forze (che sarebbe, di fatto, un'auto-divinizzazione). Talvolta quelli che appaiono come LI, possono già essere diventati LC e giocano la carta dell‘ingenuità. Davide Icke è apparentemente un vero e proprio LC. Però, ricordiamoci una cosa: è inglese. Se fosse nato e cresciuto in una cultura cattolica, non avrei alcun dubbio a posizionarlo tra gli LC. Ma uno che nasce e cresce in una cultura che è di per sé impastata di luciferianismo e satanismo (la Riforma protestante è stato un bel mix di entrambi), e non nella Vera Chiesa di Cristo, è facile che diventi, nella sua ricerca in buona fede, un LI. Anche se, a questo punto, dovrebbe già essersi chiesto come mai li lasciano diventare autori di best sellers, imprenditori, direttori, giornalisti, politici... Comunque, concediamo loro il beneficio del dubbio. Sono sorprendenti le conversioni dei LI, che diventano poi veri e propri Dottori della Chiesa, proprio per la loro conoscenza delle cose da non fare. Molti di loro, infatti, come i wicca "istintivi" (che non hanno nemmeno mai studiato testi che sono altamente "manifesti") sono LI, ma nemmeno si sognano di diventare luciferini. Tutti gli LI sono destinatari NATURALI di libri come questo e forse sono considerati da Gesù fra le pecorelle smarrite, come dei novelli shamani in terra di « normalità ». Sono quelli che gravitano nei meandri dell‘"esoterismo", alla ricerca del terzo occhio spirituale. Magari stanno solo cercando un modo di uscire dalla ibridazione genetica e di liverarsi del peccato originale e non capiscono che Dio ha dato il battesimo, per questo. E veniamo agli SC. Come, per gli LC, c'è poco da aggiungere, è una categoria delimitata con chiarezza: sono quelli che invocano Satana, nel buio (a questo cornuto, gli piace il buio, invece della
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luce). Quindi: messe nere, la gran parte dei concerti rock, la gran parte della musica rock, streghe e stregoni, Alistair Crowell, i sacrificatori umani, i vertici del NWO, i vertici delle rispettive matrici (quindi: banche, lobby del petrolio, lobby del farmaco, lobby agroalimentare). I sionisti sono in massima parte SC. In alcuni casi credono davvero che loro stanno lavorando per una religione, per la fine dei tempi, per il millenarismo felice. Verrebbe da dire che ve ne siano moltissimi insediati nella Chiesa Cattolica, anche ai suoi vertici. Un pedofilo che si fa prete è quasi sempre un SC. Infine, gli SI. E' triste da dire, ma è praticamente tutto il resto dell'umanità, specialmente per quanto riguarda il mondo occidentale, che non scelgono e non prendono una parte nella costruzione del Regno. Siamo SI perché viviamo allacciati saldamente all'interno delle sue Matrici e sul borgo delle macchine che producono peccato. Entrambe le categorie (SC ed SI), hanno una forte componente ancestre, animale. Gli SI si suddividono a loro volta tra coloro che vivono la loro vita nelle matrici sataniche in maniera "attiva" o in maniera "passiva". O che subiscono « fumo passivo ». Quando ci si è posti di fronte alla domanda: "vuoi essere servo o padrone?", domanda che tutti, prima o poi, abbiamo affrontato nella nostra vita, vuol dire appunto questo: se vivere nelle matrici da attivo o da passivo. Ma raramente ci poniamo l‘altra di domanda, quale padrone servire : Dio o Mammona? La domanda a cui don Zeno (e, come lui, tanti altri Santi) rispose: né servo e né padrone. Preferisco fondare un posto dove la Fraternità (in Cristo) è Legge. Piccola nota: gli SI molto "attivi" ad un certo punto sono posti di fronte ad un bivio. Se diventare SC opppure essere gettati fuori dal Sistema Matriciale. Di solito, con l'eliminazione fisica. La Chiesa Cattolica, da GXXIII in poi, ha lasciato che i suoi fedeli diventassero SI, tendenzialmente passivi. E questo è il modo migliore per distruggere un‘anima cristiana e per non avvicinare le anime in cerca di risposte esistenziali ed escatologiche. Poi Nostra Aetate ha finito l‘opera. Simboli satanici e Massonici
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La Bellezza Salverà il Mondo (Fëdor Michajlovič Dostoevskij)
Discorso sulla Bellezza in ―100 Passi‖ il film di Marco Tullio Giordana sulla morte del radiogiornalista siciliano, Peppino Impastato, ucciso per mandato di Tano Badalamenti, capo Mafia: Peppino: Sai cosa penso? Che questo aeroporto non è brutto, anzi… Salvo: Ma che cosa dici? Peppino: Visto così dall'alto… Uno sale qua sopra e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre, che è ancora più forte dell'uomo. E invece non è così. In fondo, tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte, poi si trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere… Fanno 'ste case schifose, con le finestre in alluminio, i muri di mattoni vivi… Mi stai seguendo? Salvo: Eh, ti sto seguendo… Peppino: I balconcini… La gente ci va ad abitare, ci mette le tendine, i gerani, la televisione… e dopo un po‘, tutto fa parte del paesaggio, c'è, esiste… Nessuno si ricorda più di com'era prima. Non ci vuole niente a distruggere la bellezza… Salvo: Ho capito: ma allora? Peppino: E allora? Allora, invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutti i manifestazioni, 'sti fissarie… bisognerebbe ricordare alla gente che cos'è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla… Salvo: La bellezza… Peppino: La bellezza… E' importante la bellezza… da quella scende giù tutto il resto. La Bellezza è uno dei nomi di Dio, la forza del cuore. Noi siamo di Dio, non delle colpe. La Bellezza ha il suo livello più sublime in Dio, passando per Maria, la Madre e la Liturgia di Fede. La Bellezza è un credo, e chi l‘osserva, impegna tutto se stesso nella lotta per impedire ogni genere di disgrazia e di bruttura. La guerra è il naturale effetto della mancanza del senso del bello. La Chiesa deve perseguire la Bellezza come splendore del Vero. E non esiste nulla che possa essere messo al suo posto, nemmeno la «ragion di stato». Solo la Bellezza che ci proviene confermata dai Vangeli, salva! Se finisce il senso della Bellezza, tanto vale che venga il Signore a concludere il «tempo» e che una «catastrofe» ci sepolga tutti, subito, senza esitare. Perchè a che serve «tirare» a vivere se nessuno ha più a cuore il creato? A che servirebbe vivere in un mondo che non è di Dio? Se vi dicessi, infatti, che c'è in Europa un Paese dove non esiste la disoccupazione, non esiste il lavoro precario, non esiste il problema dei pendolari, non esiste l'inflazione, dove le tasse sono al 10%, dove ognuno possiede una casa e quanto basta per vivere e quindi non ci sono poveri, mi prendereste per matto. E avreste ragione. Perchè questo è il Paese che non c'è. Ma è esistito. E' esistito un mondo fatto così. E si chiama Medioevo Europeo, Mariano, benedettino e olivetano. La disoccupazione appare, come fenomeno sociale, con la Rivoluzione industriale. Non esisteva il precariato perchè il contadino lavora tutta la vita sulla sua terra e l'artigiano nella sua bottega che è anche la sua casa (per questo non esiste nemmeno il pendolarismo). Il giovane apprendista non
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percepisce un salario, ma il Maestro ha il dovere, oltre che di insegnargli il mestiere, di fornirgli alloggio, vitto e vestiti. Ma dopo sette anni può mettersi in proprio. Ha un mestiere e molte certezze.
Tutti i piccoli katechon del mondo all‟unisono con la Chiesa, e il Sommo Sacrificio Il mondo cade, pezzo dopo pezzo, sotto le grinfie dei governi « stegocratici », quelli invisibili, che nessun libro o film, riuscirà mai a mettere sufficientemente in luce, senza cadere nelle loro stesse trame. Possiamo però farci una idea di come siano sempre esistiti piccoli katèchon e come questi alla fine, volenti o nolenti, coscienti o no, abbiano preso esempio dal buon esempio di chi muore martire per la giusta causa e per la difesa del genere umano, mostrando se stessi e quello contro cui combattono, in tutta la sua verità e chiarezza. E‘ il caso del Papato romano, dei martiri della Chiesa, ma anche dei difensori civici che si mettono all‘unisono al servizio del Padre Nostro, che è nei Cieli, e quindi del Creato, per mantenere intatti gli equilibri dell‘ordine naturale. Possiamo così tirare fuori le saghe e i film degli «ultimi». «L‘Ultimo Samurai», «L‘ultimo dei Moicani».Ma anche la storia della «Masseria delle Allodole» che racconta del genocidio, inaudito, contro gli Armeni. Potremmo consigliare «L‘Ultimo Imperatore », «Sette Anni in Tibet» o «Anna and the King», «The Mission». Ma credo che altri, più esperti di me, potrebbero accrescere questo elenco. Il sacrificio cruento Gesù rappresenta il sacrificio di tutti. Con il Suo sacrificio si era raggiunto il colmo. Ed invece continua, perché? Perché non esiste katèchon terreno che riuscirà a mantenere fino in fondo il proposito di difendere il suo Signore fino alla morte? La risposta è in San Paolo, ma lo è anche nel tratto del Vangelo in cui Gesù dice a San Pietro: ―Prima che canti il gallo, tu mi avrai rinnegato tre volte‖. Prima della nuova alba. E siccome il Creato ed il Regno di regge per via discendente a Gesù, con il Papato e con i piccoli katèchon di ogni Popolo, via via che questi vanno perdendo la loro forza mistica, a causa del potere temporale e del potere luciferino che tutto usa e sfrutta, alla fina solo un katèchon arriverà alle soglie dei ―tempi finali‖: il Papa di Roma, della Chiesa. Nessuno vuole rendersi conto di questa realtà, ma tant‘è. Ora viene da sé, in maniera lampante che le organizzazioni internazioni hanno la necessità di togliere di mezzo questo ultimo ostacolo, che altrimenti rischia di portare la Verità, come un‘arma, per smontare tutte le menzogne e delle iniquità. Ecco perché il figlio della Perdizione semina ancora sangue nel mondo. Vuole arrivare al Cristo, per ultimare il suo massacro. Sà chi era l‘Uomo della Croce, e appunto perché Salvatore, vorrebbe, una volta per tutte, sconfiggerLo, o almeno umiliarLo. Il sangue era considerato da tutti i popoli antichi come il fluido dell'essenza vitale. Questo ha sempre accomunato gli uomini e le donne di tutti i secoli e di tutte le latitudini. Perdere il sangue significava perdere la vita. Quindi per non perdere troppo sangue e troppe vite, i Popoli decidevano di sacrificare qualcosa alle loro divinità, e così saldare il debito con il Creatore. In qualche modo il sangue contiene la vita, porta a tutto il corpo umano le essenze vitali. Nell'induismo vedico il sangue si combina con il principio vitale contenuto nel cuore per veicolare nel corpo le energie sottili emananti dal sole. Il cuore, in sinergia con la milza, opera la distribuzione di queste energie solari per vitalizzare la
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forma coprorea, fisica della persona. Ma proprio perché Dio capì le buone intenzioni dello uomo, decise di risparmiare nuove vittime, e di offrire se stesso, come Unica e definitiva Vittima, come l‘Agnello Sacrificale.
Il sacrificio cruento, con spargimento di sangue, corrisponde alla credenza nelle proprietà vitalizzanti, vivificanti, rigeneranti del sangue. Gli antichi ricoprivano ritualmente il corpo dei defunti con un pigmento minerale di ocra rossa che i Greci chiamavano ematite cioè pietra di sangue. Il rosso è il colore della vita. Gli stessi Greci affermavano che gli spiriti si radunano a frotte intorno agli altari scrificali per assorbire le forze vitali del sangue sparso. Empedocle affermava che il sangue è la vita. Secondo alcuni esoteristi come Paracelso (Philippus Theophrastus Bombast von Hohenheim detto Philippus Aureolus Theophrastus Paracelsus-1493-Einsiedeln-Svizzera, alchimista) la potenza del sangue sparso è tale che le sue emanazioni forniscono ad uno spirito disincarnato la possibilità di rivestire un corpo invisibile. Altri esoteristi come Max Heindel (Danimarca - 1865) scrissero che l'anima controlla il corpo per mezzo del sangue che è il suo veicolo specifico. Goethe fece dire al suo Faust che il sangue è fuoco liquido. Secondo antiche tradizioni mesopotamiche il sangue era l'elemento divino presente nell'uomo, dato che questo è stato creato dal sangue di divinità uccise (immolate!). Nel culto di Attis coloro che partecipavano al rito dovevano essere riempiti di forze superiori mediante il battesimo di sangue del taurobolium; anzi, essi speravano in una rinascita a opera del sangue animale che colava su di loro. Presso gli Ittiti invece il sangue, insieme a tutte le potenze malvagie e inquietanti come malattia e morte, apparteneva al mondo dei morti. La dea sumerica Inanna per vendicarsi riempiva le sorgenti di sangue. Nell'ebraismo, quale elisir di vita, il sangue era soggetto a tabù. Il Creatore della vita vendicherà tutto il sangue versato: «Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché a immagine di Dio egli ha fatto l'uomo» (Gen 9,6). Il sangue,
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essendo pieno di forza vitale, può gridare al cielo (Gen 4,10). Il Signore disse a Caino: " Dov'è tuo fratello Abele?" Egli rispose: " Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?" Allora il Signore disse a Caino: " Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello"… Nella Bibbia, nel libro Levitico è scritto: Lv 17, Il Signore disse a Mosè:" Questa è la prescrizione perenne per le vostre generazioni: non dovrete mangiare né grasso né sangue. 10 Ogni uomo, Israelita o straniero dimorante in mezzo a loro, che mangi di qualsiasi specie di sangue, contro di lui, che ha mangiato il sangue, io volgerò la faccia e lo eliminerò dal suo popolo. 11 Poiché la vita della carne è nel sangue. Perciò vi ho concesso di porlo sull`altare in espiazione per le vostre vite; perché il sangue espia, in quanto è la vita. 12 Perciò ho detto agli Israeliti: Nessuno tra voi mangerà il sangue, neppure lo straniero che soggiorna fra voi mangerà sangue. 13 Se uno qualunque degli Israeliti o degli stranieri che soggiornano fra di loro prende alla caccia un animale o un uccello che si può mangiare, ne deve spargere il sangue e coprirlo di terra; 14 perché la vita di ogni essere vivente è il suo sangue, in quanto sua vita; perciò ho ordinato agli Israeliti: Non mangerete sangue di alcuna specie di essere vivente, perché il sangue è la vita d`ogni carne; chiunque ne mangerà sarà eliminato. Il sangue era riservato a Dio in quanto Signore della vita. Dio concedeva di porre il sangue «sull'altare in espiazione per le vostre vite» (Lv 17,11). Il sangue degli animali sacrificali veniva spruzzato sull'altare o spalmato sui corni dell'altare o versato su di esso. Il sangue dell'animale era versato in sostituzione del sangue umano, il che appare anche dal fatto che chi compie il sacrificio (il peccatore) deve appoggiare la mano sul capo della vittima, che «sarà accettata in suo favore per fare il rito espiatorio per lui» (Lv 1,4). Funzione espiatoria e di riscatto aveva il sangue dell'agnello pasquale immolato, con cui venivano cosparsi gli stipiti delle porte, per tenere lontano l'angelo sterminatore come nella notte dell'esodo dall'Egitto. (Es 12,7.13.23). Come nell' Antico Testamento l'alleanza fra Dio e il suo popolo era fondata sul sangue degli animali immolati, così la nuova alleanza cristiana lo è sul sangue di Gesù; poiché «senza spargimento di sangue non c'è perdono» (Eb 9,22). Gli uomini sono stati riscattati dai loro peccati «con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia» (lPt 1,18s). Soltanto una condotta pura, vicina alle origini, può rinnovare la vita contaminata dal peccato. Predicendo l'imminente sacrificio di espiazione, nell'istituzione dell'eucaristia Gesù dice: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me» (lCor 11 ,25). Il sangue di Cristo diviene simbolo della redenzione dal peccato causa di ogni male e della morte. (Mt 26,28). Coloro che «hanno lavato le loro vesti rendendo le candide col sangue dell'Agnello» stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario (Ap 7,14s). Nella celebrazione della Messa, che rinnova la cena del Signore, i fedeli fanno memoria dello spargimento di sangue del Figlio di Dio. I Vattienti di Nocera ripetono ogni anno un rito di sangue che ricorda la simbologia dei primitivi sacrifici umani, i riti misterici precristiani che si svolgevano in Medio Oriente e da qui importati in Grecia e a Roma ma anche all' esercizio penitenziale (e spettacolare) dei battenti o flagellanti che si è sviluppato nel medioevo cristiano. In Nepal nelle cerimonie di culto più elaborate, vengono di norma sacrificati animali: polli, piccioni, capre, persino bufali possono essere decapitati o sgozzati. Mentre avviene il sacrificio, il loro sangue viene usato per consacrare l‘immagine di quella divinità che si sta venerando, o per consacrare un oggetto che i fedeli chiedono alla divinità di benedire o proteggere. Talvolta
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il sangue dell‘animale sacrificato viene usato per benedire i fedeli. Quando l‘animale è stato sacrificato, una parte, solitamente la testa, viene offerta alla divinità e il resto rimane al sacrificatore. Prima del sacrificio, il sacrificatore si rivolge all‘animale e attende che annuisca col capo in segno di acquiescenza. Se il cenno tarda a venire, si spruzza acqua addosso all‘animale così che annuisca e, se neanche questo funziona, il sacrificio può essere rimandato da cinque a dieci minuti e un gruppo segue l‘animale in attesa del suo cenno di assenso. Il sacrificio nel cristianesimo
Messa è la missione (dal latino missa = missione) che Gesù diede ai suoi apostoli quando istituì la Sacra Cena dicendo: "fate questo in memoriale di Me". [Un rito memoriale è un rito comandato da Dio stesso in cui Egli ripete un miracolo compiuto in passato; Gesù fa il rito nell'Ultima Cena e lo memorializza dicendo "fate questo in memoriale di Me"]. 1-Pane e vino sono offerti a Dio, secondo l‘istruzione di Gesù, affinchè diventino sacrificio: ‗manda Signore il tuo spirito, perchè questo pane e questo vino diventino per noi il corpo e il sangue di Gesù". [L'espressione ebraica carne può indicare anche il cadavere; l'espressione carne e sangue sta ad indicare una persona viva poichè secondo la mentalità antica nel sangue circola la vita. I simboli che adotta Gesù , pane e vino sottolineano la sua persona risorta e piena di vita eterna]; 2- Pane e vino ricevono in sè il Sacro di Gesù, cioè il suo Spirito e diventano la sua carne-sangue, cioè tutta la persona vivente, secondo la sua promessa ....«..questo è il mio
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corpo dato in sacrificio per voi ..questo il mio sangue versato per voi...»; 3- Il sacrificio viene offerto a Dio come ringraziamento, Eucarestia... « per Cristo, con Cristo e in Cristo a Te , Dio Padre onnipotente ogni onore e gloria...»; 4- Il rito si conclude con un pasto sacro attraverso cui l'Eucarestia infonde lo Spirito di Gesù ( il Sacro) in tutti i partecipanti realizzando la comunione con Lui, assimilandoli in Lui; 5 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Lo Spirito di Gesù mei fedeli è il miracolo della salvezza: il dono della sua natura divina a quella umana. La natura divina di Gesù è vita eterna , secondo la sua promessa: " Gv 6, 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha [ subito] la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Tutti coloro che si comunicano al sacrificio eucaristico, mangiandolo, partecipano, attraverso il pasto sacro, al corpo risorto di Gesù e al mistero della morte e resurrezione di quel corpo; risorgono da morte , vengono cioè introdotti nella stessa vita del risorto, una vita nuova, umano-divina, definitiva ed eterna. I cristiani vivono incorporati in Gesù, comunicanti con Lui e in loro circola il sacro, la vita divina di Gesù che è nel suo sangue e che li rinnova, vivifica e santifica secondo la promessa: Gv 6,56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui ". essi vivono già una vita nuova umano-divina,una vita eterna, e vengono preparati e formati per quella definitiva insieme a Dio. Questa vita eterna la possono perdere con il peccato mortale. Chi non la perde, alla morte resuscita come Gesù, secondo la sua stessa promessa. Chi conosce questo mistero salvifico, non ha più bisogno di compromettersi con il mondo, ricercando soluzioni politiche, diplomatiche, militari, commerciali, o il riconoscimento a diritti, lì dove Mammona, le Strutture di Peccato, Matrix, ci impongono condizioni assolutamente ―non negoziabili‖, come la vita e la nostra dignità religiosa. La dottrina sociale della Chiesa ha affermato da tempo alcuni valori cardine della vita sociale. Papa Benedetto XVI, con la chiarezza di linguaggio che gli è propria, ha introdotto l'espressione "principî non negoziabili", utilizzata per la prima volta nel discorso rivolto ai parlamentari del Partito Popolare Europeo ricevuti in udienza il 30 marzo 2006 a Roma (le evidenziazioni in grassetto sono nostre): "(...) il vostro sostegno all'eredità cristiana può contribuire in maniera significativa a sconfiggere quella cultura tanto ampiamente diffusa in Europa che relega alla sfera privata e soggettiva la manifestazione delle proprie convinzioni religiose. Le politiche elaborate partendo da questa base non solo implicano il ripudio del ruolo pubblico del cristianesimo, ma, più in generale, escludono l'impegno con la tradizione religiosa dell'Europa che è tanto chiara nonostante le sue variazioni confessionali, minacciando in tal modo la democrazia stessa, la cui forza dipende dai valori che promuove. Dal momento che questa tradizione, proprio in ciò che possiamo definire la sua unione polifonica, trasmette valori che sono fondamentali per il bene della società, l'Unione Europea può solo ricevere un arricchimento dall'impegno con essa. (...) quando le Chiese o le comunità ecclesiali intervengono nel dibattito pubblico, esprimendo riserve o richiamando certi principi, ciò non costituisce una forma di intolleranza o un'interferenza
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poiché tali interventi sono volti solamente a illuminare le coscienze, permettendo loro di agire liberamente e responsabilmente secondo le esigenze autentiche di giustizia, anche quando ciò potrebbe confliggere con situazioni di potere e interessi personali. Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l'interesse principale dei suoi interventi nell'arena pubblica è la tutela e la promozione della dignità della persona e quindi essa richiama consapevolmente una particolare attenzione su principî che non sono negoziabili. Fra questi ultimi, oggi emergono particolarmente i seguenti: - tutela della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale; - riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia, quale unione fra un uomo e una donna basata sul matrimonio, e sua difesa dai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale; - tutela del diritto dei genitori di educare i propri figli. Questi principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede. Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l'umanità. L'azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa". Intervista a Jonathan Levy, l'uomo che si sta battendo contro i crimini dei Balcani I Balcani sono presenti nella storia moderna ogni volta che c‘è un conflitto mondiale. Si potrebbe quasi dire che la distruzione della Bellezza, abbia sempre trovato il suo crocevia in questa terra, forse fin troppo poco conosciuta, ma da cui sono dipese le sorti di Re, Paesi, Popoli, Etnie e Religioni. La questione dei Balcani non è mai stata neppure ben gestita dalla Chiesa. Forse per questo è stato più semplice trarre in inganno anche alti prelati. Affrontare questa storia, dunque, non è facile. Non è possibile risvegliare certi dolori per far rivivere gli errori commessi senza sollevare un polverone di polemiche. La Etleboro ha coraggiosamente costretto le persone a guardare un passato che è stato nascosto, e intende portare avanti questa battaglia, combattuta proprio in difesa del popolo serbo che ha pagato dei rancori che si sono protratti dalla seconda guerra mondiale. La guerra dei Balcani infatti è stata una diretta conseguenza degli odi e dei rancori che sono rimasti negli strati più profondi delle etnie, come mine vaganti che aspettavano solo di essere innescate da quelle lobbies che volevano servirsi di quei popoli per raggiungere un più alto obiettivo geopolitico (scontro tra popoli e religioni, più che fra nazioni). Ed in difesa del popolo serbo si sta conducendo una causa presso un tribunale della California, "Alperin contro la Banca del Vaticano", per arrivare ad ottenere un riconoscimento legale dello sterminio che è stato perpetuato durante la seconda guerra mondiale e così anche delle cause e delle responsabilità della Guerra nei Balcani. L'Avv. Jonathan Levy, sta seguendo dal 1999 la causa Alperin, presentata originariamente presso la Corte Federale di San Francisco nel novembre del 1999. I querelanti sono superstiti di un campo di concentramento di serbi, ebrei, ed ucraini, così come delle organizzazioni che rappresentano 300,000 vittime di Olocausto, e chiedono che venga fatta luce sul trasferimento illegale del tesoro degli Ustasha alla Banca del Vaticano. Jon Levy, rappresenta da tempo delle organizzazioni ed individui vittime dell'Olocausto, e attualmente è parte del team legale di difesa di Vojislav Seselj, ex leader del Partito
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Radicale Serbo (SRS), inquisito presso il tribunale dell'Aja per i crimini di guerra di cui è stato accusato il regime di Milosevic. La Etleboro, come Organizzazione serba, sostiene l'opera di difesa di Seselj, anch'esso vittima di un sistema di potere che intende imporre silenzio sulle atrocità e le corruzioni della guerra nei Balcani del 1990. Ringraziamo dunque l'Avv. Jonathan Levy per il sostegno e le importanti informazioni che ha fornito alla Etleboro per la costruzione del rapporto sui crimini contro i popoli dei Balcani. D: Qual è la situazione attuale del processo contro lo IOR e che sta conducendo ? R: Dopo che la corte di Stato della California ha accolto la nostra denuncia, il 2 novembre del 2006 è stata presentata una mozione di archiviazione da parte dello Ior e della OFM adducendo come motivi l'immunità sovrana che gli perviene dall'essere una istituzione statale. Infatti gli Stati Uniti hanno delle leggi internazionali che non consentono l'imputazione dinanzi ad un tribunale civile di istituzioni sovrane. D: Quali sono state le reazioni del giudice e dell'avvocato dopo che è stata presentata questa denuncia? R: Quando presentammo la denuncia, nel 1999, il caso è stato archiviato, poi abbiamo fatto appello per ben due volte e alla fine è stato rinviato il giudizio alla corte. Al momento la Corte sta ancora esaminando le questioni preliminari per dare inizio poi ad un vero e proprio processo. D: Ha qualche possibilità di vincere questa causa? R: Sì, perchè se il caso non fosse meritevole, non sarebbe ancora dinanzi alla Corte. Sfortunatamente, la Chiesa Ortodossa serba e governo serbo non hanno fatto alcuna pressione politica sul Vaticano. Se questo fosse successo il caso sarebbe finito con successo già da tempo. Solamente la RSK (Repubblica Srpska Krajina) che è uno dei querelanti e nostro cliente ed lo SRS ( Partito Radicale Serbo ) sostengono la denuncia apertamente. D: Esistono precedenti legali contro l'IOR (e contro le banche in generale) per restituzione dell'oro alle vittime degli ustashas? R: Questi tipi di cause normalmente non vanno al processo, perché vengono subito risolti con un concordato. La Germania, l'Austria, la Francia, la Svizzera, la Norvegia, l'Inghilterra e gli Stati Uniti hanno tutte concordato per questo tipo di casi. D: Quali sono state le più grandi difficoltà che lei ha affrontato durante il suo lavoro? R: Ho avuto delle minacce di morte da parte di un neo-Ustasha croato. Durante il primo anno in cui ho lavorato a questo caso, ogni notte quando portavo fuori il mio cane, mi aspettavo una pallottola nella schiena. D: Durante le sue ricerche, cosa ha scoperto sulle responsabilità dei crimini di guerra? R: I crimini di guerra degli Ustasha hanno evitato la giustizia grazie all'intervento del Vaticano ed una fazione della CIA controllata da James Angleton. La successiva generazione dell'Ustasha è cresciuta in Argentina, Paraguai, Australia, Canada, mentre gli Stati Uniti e il Vaticano l‘hanno finanziata per distruggere la Iugoslavia. Fin da 1918, il Vaticano ha cercato di distruggere la Iugoslavia in favore degli Asburgo. Nessuno ci riuscirono finché Belgrado è stato un protettorato austriaco. Solamente il partito radicale capì questa realtà. D: Lei è riuscito a ricostruire il percorso della vendita dell'oro e del sequestro delle proprietà delle vittime degli Ustasha? R: Oltre alle testimonianze, William Gowen, che era un agente speciale dell'esercito del controspionaggio degli Stati Uniti a Roma, nel 1947 investigò su questo caso. Il tesoro degli Ustasha fu contrabbandato nel 1946 in Italia Settentrionale dal colonnello ustasha Babic e dai croati in uniforme britannica, con un convoglio di 10 autocarri diretto al convento
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francescano di San Girolamo a Roma. Attraverso l'intervento del rappresentante papale Frate Draganovic ed il Tesoriere francescano Dominik Mandic, l'oro ed il denaro è stato depositato nella Banca del Vaticano e più tardi trasportato in tutto il mondo, raggiungendo gli Ustasha in esilio. D: In che modo la collusione tra Vaticano (stiamo parlando di Paolo VI) e Totalitarismo ha influenzato la nostra storia recente? R: Il fascismo ecclesiastico è documentato bene in Croatia, in Slovacchia, e Spagna nel 20° secolo. Oggi il Vaticano sostiene dittatori in Angola, America Latina ed altrove, nulla è cambiato. D: E' possibile trovare dei collegamenti tra i segreti della Seconda Guerra Mondiale e gli scandali politici in Europa, come la Guerra dei Balcani o la Guerra Fredda? R: Sì, la loggia massonica della P2, la distruzione della Iugoslavia, la Solidarnosc in Polonia, sono tutti i prodotti del Vaticano. D: Cosa simboleggia lo IOR, e cosa si nasconde dietro questa istituzione? R: Lo IOR è la Banca di Vaticano, ma nessuno, incluso me, sa chi possiede la Banca del Vaticano. Il Vaticano rifiuta di rispondere a questa domanda. Comunque, sono ben documentate le informazioni che attribuiscono all'Opus Dei il vero controllo dello IOR. Lo IOR e il Vaticano non hanno fatto uno statuto pubblico come chi possiede una banca oggi, ma si sono invece affidati ad un procuratore italiano . D: Quale connessione esiste tra la Federal Reserve e lo IOR? R: Lo IOR ha o aveva conti in oro presso la Federal Reserve almeno fino al 1970. Nessuno conosce oggi la loro attuale relazione. D: Secondo lei, qual è stato il ruolo dello IOR nel crack del Banco Ambrosiano? R: I ruoli dell' Arcivescovo Marcinkus e del Vescovo Hnilica in questo scandalo sono stati seppellite con questi due santi criminali. Loro non dissero mai nulla prima di morire. D: Dietro gli scandali italiani c'è stata la regia dello IOR? R: Gli scandali dello IOR sono documentati bene dalla stampa italiana. Ce ne sono stati molti e ce ne saranno ancora di più finché lo IOR non sarà finalmente sciolto. D: Lei pensa che il popolo italiano sa queste cose, o in realtà non sa nulla di quello che è successo sulla storia del Vaticano? R: Gli italiani sanno benissimo che lo IOR è corrotto, ma a causa dei Patti Lateranensi non possono fare nulla. Prima che il Galli canti Dal commento di Fabio Silvestri, per l‟edizione Kaos, al volume di Giorgio Galli una ricostruzione non basata su fatti o documenti ma su un teorema: democrazia e sviluppo in Italia hanno avuto un prezzo, quello di scendere a patti con consorterie criminali. In linea con il sostanziale laicismo ed anticlericalismo che animano la sua posizione culturale, la Kaos edizioni pubblica un nuovo lavoro che, come è perfettamente naturale che avvenga quando non sono i fatti a scrivere la storia, appare sostanzialmente basato su una serie di accuse assertorie e non fondate su alcuna seria documentazione. Trascurando non di rado l‘imperativo categorico crociano secondo cui la storia non si fa che sulla base delle concrete testimonianze offerteci dai documenti storici, considerate nella loro globalità e mai parzialmente (evitando, cioè, qualsiasi forma di stravolgimento o strumentalizzazione del loro contenuto), il volume, curato dal politologo Giorgio Galli ed intitolato Il prezzo della democrazia, si propone l‘obiettivo di ricostruire il ruolo e la figura storico-politica dell‘attuale senatore a vita Giulio Andreotti, il quale, nella vicenda
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dell‘Italia repubblicana uscita dalla tragedia della Seconda guerra mondiale, ha assolto una funzione di straordinaria rilevanza, non solo per l‘avere ricoperto l‘intero cursus honorum della politica, ma soprattutto per l‘essere stato chiamato, dalle contingenze storiche, a traghettare il nostro Paese verso un reale compimento ―democratico‖, senza, per questo, venire meno alle esigenze internazionali (dettate dalla guerra fredda e dalla politica dei contrapposti blocchi di potere) che attribuivano all‘Italia la basilare funzione di estrema trincea orientale verso il cosiddetto ―impero del male‖. Il lavoro di Giorgio Galli (già autore, come reca la nota di copertina, di numerosi altri saggi, il più noto dei quali intitolato Il bipartitismo imperfetto) si propone di attraversare la storia dell‘Italia repubblicana seguendo le tracce della biografia politica di Giulio Andreotti, che è come seguire, indirettamente le vicende che hanno visto protagonisti Montini e Morlion e quindi l‘intelligenze d‘oltremanica e d‘oltreoceano. Come lo stesso Galli precisa nell‘introduzione, «in termini di crescita economica, di miglioramento del livello di vita e dei diritti civili» questo periodo storico è stato senza dubbio il più positivo della nostra breve storia unitaria (pur presentando squilibri e pericoli generati dal processo di globalizzazione occidentale), anche per i legittimi meriti che devono essere riconosciuti, nel suo complesso, ad una classe politica che ha avuto in Giulio Andreotti uno dei suoi punti di riferimento più eminenti. Uno sviluppo positivo che sarebbe certamente dovuto alla storia di quella ―guerra fredda‖ (definita da Ernst Nolte «una guerra civile europea e mondiale») originata dalla volontà di «contenere l‘espansione del comunismo», ma anche, nello specifico del nostro Paese, dal consolidarsi di «consorterie di potere e di una diffusa cultura dell‘illegalità» che, del tutto estranee alle minacce agitate dagli spettri della guerra fredda, hanno imposto, «in termini di prestigio delle istituzioni, di etica sociale, di corretto funzionamento della economia e di peso del crimine organizzato», un elevatissimo prezzo alla nostra società, portando a sacrificare la Morale Cattolica, il senso e l‘orientamento religioso della Bellezza, il bene Comune come giustizia equa e solidale ed il Buon Governo come tecnica. Costo in relazione al quale diverso ruolo è stato svolto dalle varie personalità politiche della cosiddetta ―prima Repubblica‖, contribuendo ora a ridurlo, ora ad innalzarlo. E Giorgio Galli non esita ad affermare che Giulio Andreotti, nella sua lunga carriera, ha chiaramente dimostrato di appartenere alla categoria di coloro che quel prezzo, attraverso il loro agire politico, hanno contribuito ad elevare. Secondo l‘autore, inoltre, quel ―prezzo della democrazia‖ che dà il titolo al volume, sarebbe stato alimentato non poco anche dal nucleo dirigente del Partito comunista italiano (del cui operato lo stesso Galli è profondo conoscitore) costituitosi attorno alla figura di Palmiro Togliatti, che, pur avendo fornito un impulso notevole alla democrazia rappresentativa, con le sue contemporanee scelte di allineamento al blocco sovietico, ha sostanzialmente limitato la possibilità d‘instaurare, nel nostro Paese, una sana e corretta logica politica dell‘alternanza di governo, sostituita, invece, dalla necessità (quando non addirittura dall‘obbligatorietà) di una conventio ad excludendum. Il volume di Giorgio Galli, considerato nel suo impianto complessivo, somiglia molto anche nella forma argomentativa all‘ultima sentenza emanata dal tribunale di Perugia; nella quale, senza alcuna documentazione riguardo al rapporto tra lui e gli esecutori materiali, Andreotti appare come un ―ipotetico mandante‖ delle più terribili e complesse vicende politiche italiane. Nel volume come nella sentenza, inoltre, viene non poche volte adombrata addirittura l‘ipotesi che il mandato fosse tacito, oppure che ad Andreotti facesse comodo che le cose andassero in un certo modo.
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Non si può negare che la vicenda andreottiana si inserisca in un contesto storico quanto mai complesso e aggrovigliato, e pertanto sarebbe stato opportuno esaminare anche il ruolo di molti altri personaggi complessi o enigmatici -e non solo quelli sopra menzionati- nonché il dramma sia dei partiti che, oltre alla Democrazia Cristiana, hanno avuto responsabilità nazionali ed internazionali, sia di una situazione estremamente complessa derivante da una concezione della vita politica fondata sulla contrapposizione di due blocchi egemoni, in continuo confronto e lotta tra loro. Tutto ciò avrebbe certamente trovato adeguato spazio qualora si fosse trattato di un serio volume di storia, il quale non avrebbe corso il pericolo di far apparire Giulio Andreotti (più che nella veste di un Talleyrand dei nostri giorni) come uno strano personaggio isolato da un contesto, il quale, grazie alla sua eccezionale capacità, sarebbe riuscito a raccogliere nelle sue mani tutti i lati oscuri di una lunga vicenda politica. Un‘incontestabile altra inesattezza storica, contenuta nel volume di Giorgio Galli, è quella riguardante l‘intervento di Adriano Ossicini (ancora giovanissimo ma già dirigente di primo piano dell‘allora neonata formazione politica della sinistra cristiana), nel corso del convegno regionale organizzato dalla Fuci –di cui Montini fu fondatore assieme a Righetti, nonché assistente nazionale fino al 1933- per l‘Italia centrale (svoltosi ad Orvieto, presente Andreotti, dal 20 al 23 aprile del 1938), con il quale si affermava, nonostante un generale tono etico-politico, la necessità di trasformare in azione concreta l‘opposizione, fino a quel momento ancora ideale, al fascismo. Galli esclude con disinvoltura la veridicità di questo episodio, sostenuto invece da una ricca documentazione scritta di molti storici, tra cui l‘allora presente Emanuele Giuntella. Aggiungiamo che a testimonianza dell‘autenticità dell‘episodio, oltre ad Adriano Ossicini e Giulio Andreotti, ci sono ancora le memorie di molti fucini allora presenti, e che l‘episodio viene ricordato anche in un carteggio riservato tra Benito Mussolini, duce del fascismo, e la Santa Sede, a proposito della detenzione in carcere alla quale venne sottoposto lo stesso Ossicini. « Era Montini a dire ad Andreotti cosa doveva fare, non certo il contrario » In una intervista di Aldo Cazzullo dell‘11 gennaio 2009 per il Corriere della Sera, all‟ex Presidente Francesco Cossiga, domanda se Andreotti è Belzebù o uno Statista «È un grande statista del Vaticano. Il segretario di Stato permanente della Santa Sede, da Pio XII a Giovanni Paolo II. La sua vocazione politica è una vocazione religiosa. Se Enrico VIII ebbe (prima della rottura) il titolo di Defensor Fidei, lui dovrebbe essere nominato Defensor Ecclesiae. In questo, vero allievo di Montini. Che non a caso, dovendo scegliere tra lui e Moro per indicare un sottosegretario a De Gasperi, scelse lui». Perché? «Montini, di famiglia altoborghese e cattolico liberale, era molto diverso da Andreotti, romano de Roma di origine frosinate e cattolico papalino. Proprio per questo, Montini ritenne di contemperare lo spirito mitteleuropeo di De Gasperi con quello pratico di Andreotti. E fece bene: mai visto un uomo con tali capacità di governo. Crocianamente, per lui come per la Chiesa l'unica moralità della politica consiste nel saperla fare». Da qui i rapporti della sua corrente con la mafia? «Tutti i partiti in Sicilia hanno avuto rapporti con la mafia, anche i comunisti. E non sempre a fin di male: fu la mafia a consegnare allo Stato il bandito Giuliano. …Andreotti dice che porterà in Paradiso alcuni segreti di Stato. Quali, secondo lei? «Non so. Io di segreti non ne ho. Ricordo che quando nell'89 stavo per dare l'incarico ad Andreotti, Washington mi mandò un uomo della Cia per dirmi di non farlo: lo consideravano troppo sbilanciato in favore dell'Est. Chissà se è stato solo il difensore o anche il propugnatore dell'Ostpolitik vaticana».
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Al tempo delle stragi, né Andreotti né lei sapevate qualcosa? «Io no. Forse qualcuno più su di me sì. Ma non Andreotti. Quando divenne ministro della Difesa, un suo amico militare gli consigliò: "Occupati di tutto, tranne che di commesse e di servizi segreti", e lui gli diede retta. Il massimo esperto di servizi nella Dc era Moro. E comunque ogni strage ha un segno diverso e quasi tutte avvennero per errore: la bomba piazzata da mani di destra in piazza Fontana doveva esplodere a banca chiusa, i francesi centrarono il DC9 di Ustica per sbaglio, come per sbaglio l'esplosivo palestinese deflagrò a Bologna».
Ma quale fu il reale prezzo che la Chiesa pagò per le scelte scellerate di Giovanni Battista Montini allora, ai tempi della guerra dei balcani, delegato con Morlion nella gestione dei Servizi Segreti Vaticani? Ricorderete il ruolo da lui stretto con i Servizi Segreti inglesi ed americani per la gestione della questione di Portella della Ginestra nel 1947, il legame forte con Angleton e la necessità di attivare lo IOR, nel senso che apprendiamo da questa intervista. Ricordiamo anche come i « nazisti » furono aiutati a fuggire, vestiti da preti, in Argentina, e come lo stesso Montini si rese parte attiva. Di sicuro una delle vittime di questi segreti e di questi « ricatti », fu la Liturgia, con l‟apertura del Vaticano II, i colpi perpetuati e assecondati da Paolo VI; e non va portato in secondo piano nemmeno l‟inquetante morte di Papa Albino Luciani, al secolo Giovanni Paolo I, che volle approfondire sul caso della Banca Vaticana. Per ben due volte, a metà degli anni ‗70, mons. Benelli, allora sostituto alla Segreteria di Stato, commissionò al gen. Enrico Mino, comandante dell'Arma dei carabinieri, una indagine riservata sulla presunta affiliazione di prelati alla massoneria. Lo rivela per la prima volta il mensile 30Giorni nel numero di novembre con un'inchiesta intitolata «Battaglie fraterne». Vari ecclesiastici (tra cui padre Raimondo Spiazzi, teologo e biografo del cardinale Siri, e mons. Guglielmo Zannoni, collaboratore di Benelli alla Segreteria di Stato) hanno confermato che al generale -che si era avvicinato al cattolicesimo alla fine degli anni 60- era stato affidato informalmente l'incarico dell'indagine. Mino assicurò l'autenticità degli elenchi che circolavano in Vaticano (pubblicati a più riprese da periodici di area tradizionalista). Vennero presi provvedimenti del caso con il vescovo Annibale Bugnini: il protagonista della riforma liturgica, invece di ricevere la porpora, fu "esiliato" nella nunziatura di Teheran. Nel suo libro « La riforma liturgica », egli stesso attribuisce questo esilio "al credito che godettero a Roma le voci della sua presunta affiliazione". Il generale Mino morì in un misterioso incidente con elicottero militare il 31 ottobre 1977. Ma nel 1981, con lo scoppio dello scandalo P2, il suo nome riemerse per essere stato definito un "informatore" di OP [il foglio di Pecorelli vicino alla loggia di Gelli e ai servizi segreti] e "succube" del burattinaio di Arezzo. …Inoltre da alcune intercettazioni telefoniche risulta che Gelli discusse con altri fratelli della successione a Mino ancor prima della tragica morte di questi. Quello stesso Gelli che nel gennaio 1981 si troverà honoris causa tra gli invitati al pranzo offerto dal neopresidente Ronald Reagan ai senatori del Congresso americano... (Mani segrete nella Chiesa. Editoriale tratto da Il Sabato, n. 46 del 14/11/1992, pag. 3). Le importanti rivelazioni del Senatore Malabarba sul caso Calipari che fanno pensare alla possibile esistenza di una "mano invisibile" che agisca in alcuni casi oscuri di morte ci spinge a uno sguardo retrospettivo su fatti inquietanti accaduti nel nostro paese negli ultimi 50 anni. Capirete, cari lettori e cari amici, che esiste un Ordine Naturale che trascende le nostre conoscenze del mondo e la visione che abbiamo della storia, che è l‘ordine morale dato da Dio su tutte le cose da Lui Create. L‘uomo ha il dovere, per l‘appunto « morale » di
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mantenere questo ordine, con lo scopo primario di rendere « grazie » a « Chi » ha predisposto affinchè funzioni per il bene nostro e per la nostra stessa salvezza. Capita quindi, che, sebbene la maggior parte della gente, interrogata, riconosca alla « bellezza » una titolarità rispetto alla nostra esistenza comune e all‘armonia fra gli esseri umani, poi non si avvedano che lì dove manca la « bellezza » o la volontà di custodire i propri luoghi del vivere collettivo e dell‘abitare il territorio e gli spazi del lavoro e del soggiorno o del ritiro in famiglia, come sono le case e le dimore, di solito vi è la guerra o un conflitto culturale e socio-economico, e che gli stessi manutentori o governanti o non sono capaci di gestire il bene, o sono complici di chi sfrutta la situazione a proprio vantaggio. Perciò, è assai difficile giustificare chi favorisce la prevaricazione di chi è fautore del « brutto ». Guardatevi intorno. Quanti posti brutti esistono in giro, quante città sono davvero poco accoglienti. E se non fosse per la loro stessa storia, mancherebbe anche la ragione stessa per andare a visitare questi luoghi. Chi ha dimestichezza con la « bellezza », come possono essere gli artisti, non potranno loro stessi non accorgersi che nulla è più eloquente, in tal senso di ciò che è contenuto nelle chiese, ed in particolare di quelle di una volta, vero scrigno del genio umano e della capacità di produrre bellezza. La bellezza allora coincideva con il desiderio di fare e di mostrare i talenti che Dio aveva dato loro. Ecco cosa dice Italo Calvino nel « Le Città Invisibili »: “E’ inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati”.
L‟errore dell‟Ecumenismo di Assisi : sulle orme del progetto esoterico-massonico Rappresentazione simbolica della massoneria, tratta da ―la Franc-Maconnerie‖ di Lenoir. Inoltre dal libro "La massoneria: i suoi segreti", riporto: la setta è rappresentata come sintesi di tutte le religioni, all‘insegna dell‘ebraismo esoterico. Campeggia, al centro del disegno, un sacerdote di Israele con candelabro ebraico (menorah) a sette braccia. Tutta la figura, poi, è sovrastata dalla rappresentazione della "visione del carro" di Ezechiele (Ezech. 1, 4 e segg.) cui si ricollega lo gnosticismo ebraico dei primi secoli dopo Cristo. Al di sopra ancora, a sinistra, sfumati, segni zodiacali informa di arcobaleno, simboleggiano le religioni astrologiche e naturaliste. Sullo sfondo, il bue Api (il "vitello d'oro" adorato nel deserto) e le piramidi d'Egitto richiamano la magia egizia, che tanta parte riveste nella massoneria e nell'ebraismo talmudico. In primo piano, un bassorilievo esprime il culto solare del dio Mitra, che uccide il toro primordiale dal cui sangue avrebbe avuto origine il mondo. Il culto di Mitra fu favorito da Giuliano l'Apostata per combattere il cristianesimo. Si noti, sul capo di
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Mitra, il berretto frigio che sarebbe poi diventato uno dei principali simboli della Repubblica francese. L'uovo, trafitto dalle corna del toro, è l'uovo cosmico da cui, secondo alcune religioni pagane, avrebbero avuto origine l'universo; mentre il turco, in primissimo piano, rappresenta l'Islam che brandisce in una mano la spada con cui quella religione combatté - e a tutt'oggi aspramente combatte – il cristianesimo. A sinistra, a fianco del toro alato della visione di Ezechiele, il dio Pan con le corna di capro, simboleggia il panteismo massonico. Nella letteratura iniziatica, Pan - collegato agli antichi culti misteriosofici è spesso considerato l'equivalente di Lucifero. Ora, sulle ali dei nuovi tempi, Pan sta ritornando. Ci si domanda, invero, se questa vecchia figura non potrebbe essere assunta, con qualche aggiornamento, a simbolo dell'incontro interreligioso di Assisi, del 27 ottobre 1986, convocato - sulla scia della gran novità dell'"ecumenismo" proclamato dal Concilio Vaticano II e da Giovanni Paolo II. A quell'incontro, come è noto, convennero rappresentanti di quasi tutte le religioni della terra, comprese quelle atee (buddismo e giainismo), per innalzare una "preghiera" comune, chiara espressione di quel medesimo sincretismo religioso che costituisce la principale premessa della ―spiritualità" massonica, e che, tutto relativizzando, esclude il concetto stesso di "verità" e con esso anche quello di "bene". Certo è che, in quel trattato fondamentale dello scozzesismo, che è il più volte richiamato "Morals and Dogma", del Sovrano Gran Commendatore Albert Pike (tra i cui "meriti‖, sia detto per inciso, va annoverata anche la fondazione del famigerato ‖Ku Klux Klan‖!), troviamo questo brano che non può non apparire come la prefigurazione e la sola spiegazione possibile dell'evento ignobile di Assisi: attorno agli altari della Massoneria, «il Cristiano, l'Ebreo, il Mussulmano, il Buddista, il seguace di Confucio e di Zoroastro possono unirsi come fratelli e accomunarsi nella preghiera al solo Dio che è sopra a tutti gli altri dei» (op. cit. vol. III, pag. 153). Si può immaginare immediatamente che cosa un simile disegno rappresenti nel senso dell‘allontanamento dalla Fede: bisogna ridurre la portata del peccato originale, abbandonare l‘idea che soltanto la Chiesa Cattolica è la Verità, possiede la Verità ed è la sola via di Salvezza e che nessun atto acquista merito senza l‘unione con Nostro Signore. Da Mons. Marcel Lefebvre - Ecône, 20 giugno 1977. La Verità non sarà più criterio dell‘Unità, ma un ―fondo comune di sentimenti religiosi‖, di pacifismo, di liberalismo, di pseudodiritti e coscienza religiosa. Non si insisterà mai abbastanza nel mostrare che questo nuovo umanesimo è soltanto l‘approdo di quello già iniziato nel Rinascimento; dopo parecchi secoli di naturalismo e specialmente dopo il secolo XVIII, i filosofi soggettivisti e atei, rifiutando il peccato originale e di conseguenza, la Divinità di Nostro Signore, ricongiungendosi a parecchie sette protestanti. Il liberalismo cattolico, o sedicente cattolico, ha agito al modo del cavallo di Troia per penetrare questi falsi principi all‘interno della Chiesa. Hanno voluto sposare la Chiesa e la Rivoluzione. Gli sforzi hanno avuto successo; e aiutati dalle società secrete e dai governi laici e democratici, i più eminenti membri della Chiesa sono stati contaminati: teologi, vescovi, cardinali, seminari, università, sono stati, a poco a poco, attirati da simili idee universaliste, opposte fondamentalmente alla Fede cattolica. Per poter realizzare questo universalismo bisogna sopprimere ciò che è specifico della Fede cattolica e che si oppone necessariamente al ―fondo comune‖ che permette di realizzare l‘unione universale, a partire dalla Trinità, da Maria per arrivare all‘Eucaristia. Per arrivare a ciò, il mezzo considerato migliore è l‘Ecumenismo, l‘unico strumento di concertazione che permetterà ai raggruppamenti umani importanti, che rappresentano una religione o una ideologia, di mettersi in contatto con la Chiesa e di renderle note le condizioni che ritengono necessario esigere per un‘unione universale.
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Ovviamente, i maggiori ostacoli sono quelli che affermano ed esprimono la Verità della Chiesa, la sua unità, l‘assoluta necessità dell‘unità della Fede cattolica e inoltre, la Chiesa come unica via di salvezza, custode del solo Sacerdozio di Cristo. Così, come per sortilegio verrebbe meno tutto ciò che proclama la necessaria Regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo. Di conseguenza: Bisogna modificare la Liturgia; Bisogna modificare il Sacerdozio e la Gerarchia; Bisogna modificare l‟insegnamento del catechismo, la concezione ed i fondamenti della Fede cattolica e conseguentemente, il magistero nelle università, nei seminari, nelle scuole ecc.; Bisogna modificare la Bibbia e dare vita a una Bibbia “ecumenica”; Bisogna sopprimere gli Stati cattolici e accettare il “diritto comune”; Bisogna attenuare il rigore morale, sostituendo la legge morale con la coscienza. Il principio che aiuterà a ridurre gli ostacoli sarà la filosofia soggettiva del relativismo, perché la filosofia dell‘essere, la filosofia scolastica obbliga l‘intelligenza a sottomettersi a una realtà esteriore, a Dio. Alle Sue leggi, che passano dal Vangelo, dai Precetti e quindi dalla Rivelazione, di cui la Fede cattolica è depositaria, esige l‘adesione dell‘intelligenza alle verità rivelate, al Credo, al Decalogo a alle istituzioni varie. La filosofia soggettiva lascia la Verità e la Morale alla creatività all‘iniziativa personale di ogni individuo. Nessuno può venire obbligato ad aderire alla Verità e a seguire la legge. Tale concezione della Verità e della Legge Morale fa si che le realtà divengano relative alle persone, alle società e alle epoche. È la base dei diritti dell‘uomo. Si può osservare questa concezione nei documenti ufficiali della Chiesa post Conciliare e degli Episcopati. La concezione di questa Fede soggettiva, conforme alla Dottrina Modernista, si ritrova nella maggior parte dei nuovi catechismi, nei documenti di catechesi, nelle attuali disquisizioni sulla Chiesa, Chiesa vivente, sottomessa allo spirito del mondo, che la rende adatta alle condizioni moderne. Il Pentecostismo ne è una manifestazione. Le riforme imposte dalla Chiesa dopo il Concilio sono state realizzate secondo questo spirito; la ricerca, la creatività, il pluralismo e la diversità; spirito che si oppone radicalmente alla vera concezione della Verità e della Fede, in modo che solo questa concezione sarà combattuta e considerata inammissibile. Infatti, è evidente che la Verità è intollerante verso l‘errore; che la virtù non sopporta il vizio, che la legge non tollera la licenza. Bisogna effettuare una scelta. È così che si devono giudicare tutte le riforme varate in nome del Concilio e a giusto titolo in nome del Concilio, perché il Concilio ha aperto orizzonti fino a quel momento vietati dalla Chiesa: - Ammissione dei principi di un falso umanesimo; - Libertà di cultura, di religione e di coscienza; - Rispetto, se non ammissione, dell‘errore posto sullo stesso piano della verità. La revoca delle scomuniche, la lotta alle eresi, ogni riferimento all‘errore, agli atti contro natura, all‘immoralità pubblica è un incoraggiamento le cui conseguenze sono incalcolabili. Bisognerebbe studiare nei particolari ogni riforma per svelare completamente e in concreto l‘applicazione di questi falsi principi. Una delle più gravi e delle più caratteristiche è il mutato atteggiamento della Santa Sede per quanto riguarda la Regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo. La modifica dei testi liturgici della solennità di Cristo Re è assai significativa. L‘incoraggiamento al laicismo della società civile ne è la conseguenza immediata.
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La Santa Liturgia
La Liturgia è Parusìa anticipata, l‟irrompere del “Già” nel nostro “Non Ancora” (Joseph Ratzinger - Estratto da: "Cantate al Signore un canto nuovo " 1996, Jaka Book) Questo è come Giovanni lo ha rappresentato nel racconto delle Nozze di Cana: l'ora del Signore non è ancora giunta, non tutto quello che deve avvenire è già adempiuto, ma alla preghiera di Maria - la Chiesa - Egli ci dà già adesso il nuovo vino, ci dona già in anticipo il frutto della sua ora, la Bellezza del Regno Restaurato. Il Signore risorto non è solo. Egli viene visto nelle immagini della Liturgia Celeste donateci dall'Apocalisse: circondato dai quattro esseri viventi, circondato soprattutto da una grande schiera di angeli che cantano. Il loro canto è espressione di gioia che non sarà tolta, il risolversi dell'esistenza nel giubilo della libertà che ha trovato il suo compimento. Il vero e proprio punto di prospettiva è perciò la «Maiestas Domini», il Signore risorto e innalzato, che però al tempo stesso è visto come Colui che ritorna, che viene già adesso nell'Eucaristia. La Chiesa che celebra l'Eucaristia gli va incontro, la liturgia è proprio l'atto di questo andare incontro a Lui che viene. Nella liturgia Egli anticipa già adesso questa sua venuta che ci aveva promesso. In sintesi, il Papa Benedetto XVI ci dice:
Il Signore, risorto e innalzato, al tempo stesso è Colui che viene già adesso nell'Eucaristia; La Liturgia è l'atto che compie la Chiesa di andare incontro a coLui che viene: la Liturgia è la celebrazione del ritorno glorioso del Signore (parusìa anticipata); Il Signore è circondato da una grande schiera di angeli che cantano come espressione di adorazione e di gioia; Nelle celebrazioni, noi stiamo di fronte al Signore e agli angeli; Il nostro canto deve allora innalzare il nostro cuore affinchè sia in armonia con il canto degli angeli che giunge dall'alto ; La liturgia terrena si inserisce quindi nella liturgia celeste che già c'è e che è più grande di quella terrena ; Per questo motivo noi non possiamo inventarci qualcosa per poi cantarlo durante le Celebrazioni, bensì il canto proviene già dagli angeli e noi dobbiamo innalzare il nostro cuore affinchè stia in armonia con questa tonalità che giunge dal cielo.
E‘ lo stesso cardinale Ratzinger – diventato Sua santità Benedetto XV nell‘omelia dell‘assunzione del ministero petrino, parlando di sé, come «debole servitore di Dio». ―Sono un semplice ed umile lavoratore nella Vigna del Signore‖ ―Non si può 'costruire' un apparato liturgico di questo genere –non più di quanto si possa costruire un qualche cosa di vivo-, ma si può contribuire al suo sviluppo sforzandosi di assimilare di nuovo lo spirito della liturgia e difendendo pubblicamente quanto abbiamo fin qui ricevuto. Questo nuovo inizio ha bisogno di 'padri' che siano dei modelli, e che non si contentino di indicare la via da seguire‖. Joseph Ratzinger
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INTROIBO AD ALTAREM DEI
Entra in chiesa in silenzio e con gran rispetto, tenendoti e reputandoti indegno di comparire davanti alla Maestà del Signore. Appena sei in vista del Dio Sacramentato, fa' devotamente la genuflessione. Lì troverai il coro degli angeli che celebrano la Gloria di Gesù e della Santissima Trinità. Maria fa da grande ospite. I nostri angeli custodi partono nella direzione del coro e portano seco tutte le nostre intenzioni. Ahimè, spesso in mano non hanno nulla, ma sono comunque contente di essere lì. E‘ una vittoria per loro, il segno che in quel momento l‘altro angelo, quello che ha rifiutato la luce, è rimasto fuori. Ma attenti, perché sta solo aspettando che uscendo dalla Messa, poi, veniate riassorbiti da Mammona e dalla Matrix. Perché Satana ha creato un‘altra chiesa, che è quella fuori, lontana dai luoghi sacri. Trovato il posto, inginòcchiati e rendi a Gesù Sacramentato il tributo della tua preghiera e della tua adorazione. Partecipando alla S. Messa e alle funzioni, usa molta gravità nell'alzarti, nell'inginocchiarti, nel metterti a sedere; e compi ogni atto religioso con la più grande devozione. Sii modesto negli sguardi, non voltare la testa di qua e di là per vedere chi entra e chi esce; non ridere, per riverenza al luogo santo ed anche per riguardo a chi ti sta vicino. Stùdiati di non proferire parola con chicchessia, a meno che la carità, ovvero una stretta necessità, non lo esiga. Se preghi in comune, pronunzia distintamente le parole della preghiera, fa' bene le pause e non affrettarti mai. Insomma comportati in modo che tutti gli astanti ne rimangano edificati e siano per mezzo tuo spinti a glorificare e ad amare il Padre Celeste. Così consiglio i Santi di avvicinarti alla casa del Signore. MEDITAZIONE PRIMA DELLA MESSA DEL S. CURATO D‟ARS Cominciate a prepararvi alla S. Messa sin da quando vi svegliate, unendovi a tutte le Messe che si celebreranno in quel momento. Quando la campana suona per chiamarvi alla casa del Buon Dio, pensate che è Gesù Cristo stesso che vi chiama. Andate in chiesa con un po‘ di anticipo, al fine di avere qualche momento per meditare sulla grande azione alla quale state per assistere. Non dite, come certa gente senza fede, che voi non avete il tempo, ricordate ciò che disse il Santo Profeta: ― Quale gioia quando mi dissero: andremo alla casa del Signore‖ . Dal momento che uscirete da voi stessi, occupatevi di quello che andate a fare e di ciò che domanderete al Buon Dio. Cominciate a lavare il vostro spirito dalle cose terrene, per non pensare che a Dio. Evitate ogni conversazione inutile, che non serve altro che a farvi mal ascoltare la S. Messa. Entrando in chiesa, ricordatevi ciò che dice il Santo Patriarca Giacobbe: ― E‘ veramente la casa di Dio e la porta del cielo‖. Quando siete al vostro posto, umiliatevi profondamente di fronte alla vostra indegnità ed alla grandezza del vostro Dio che vuole, malgrado i vostri peccati, ammettervi alla sua presenza. Fate un atto di Fede con tutto il vostro cuore. Domandate a Dio che vi faccia la grazia di non perdere nessuno dei favori che Egli accorda a coloro che vengono con le buone disposizioni. Aprite il vostro cuore, affinché la Parola di Dio possa entrarvi, mettervi le radici e portarvi i frutti per la vita eterna. Prima di uscire dalla chiesa, non mancate mai di ringraziare il Buon Dio delle grazie che vi ha concesso e andatevene in voi stessi, meditando su quello che avete visto e ascoltato. Allora la casa del Buon Dio sarà veramente per noi la porta del cielo: è questo che io vi auguro.
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La Massoneria si insinua nella Chiesa fino a dirigerne gli andamenti e le arti sacre "Figli prediletti, comprendete ora il disegno della vostra Mamma Celeste, la Donna vestita di sole, che combatte, con la sua schiera, nella grande lotta contro tutte le forze del male, per ottenere la sua vittoria, nella perfetta glorificazione della Santissima Trinità. Con Me combattete, piccoli figli, contro il Drago, che cerca di portare tutta l'umanità contro Dio. Con Me combattete, piccoli figli, contro la bestia nera, la massoneria, che vuole condurre le anime alla perdizione. Con Me combattete, piccoli figli, contro la bestia simile a un agnello, la massoneria infiltrata all'interno della vita ecclesiale per distruggere Cristo e la Sua Chiesa. Per raggiungere questo scopo essa vuole costruire un nuovo idolo, cioè un falso Cristo ed una falsa Chiesa. La massoneria ecclesiastica riceve ordini e potere dalle varie logge massoniche ed opera per condurre segretamente tutti a fare parte di queste sette segrete. Così sollecita gli ambiziosi con la prospettiva di facili carriere; ricolma di beni gli affamati di denaro; aiuta i suoi membri a primeggiare e ad occupare i posti più importanti, mentre emargina, in maniera subdola, ma decisa, tutti coloro che si rifiutano di partecipare al suo disegno. Infatti la bestia simile a un agnello esercita tutto il potere della prima bestia, in sua presenza, e costringe la terra ed i suoi abitanti ad adorare la prima bestia. Addirittura la massoneria ecclesiastica giunge fino a costruire una statua in onore della bestia e costringe tutti ad adorare questa statua"... (Mess. a Don Gobbi del 17 giugno 1989)
Templi satanici spacciati per chiese cattoliche Interno del Tempio di San Giovanni Rotondo L‘ing. Franco Adessa già stato l‘Autore del Numero Speciale di “Chiesa viva” n. 381, intitolato: “La nuova chiesa dedicata a San Padre Pio – Tempio massonico?”, che dimostrava la natura massonico-satanica di questa “nuova chiesa” di Renzo Piano, eretta in San Giovanni Rotondo e inaugurata il 1° luglio 2004. Pubblicato il 20 febbraio 2006, questo studio non è stato finora confutato da nessuno, malgrado i tentativi fatti da circa 150 Prelati, durati sei serate (1-6 maggio 2006), in occasione del 50° anniversario della fondazione della Casa Sollievo della Sofferenza. Nel mese di ottobre 2009, ha pubblicato un altro studio: il Numero Speciale di “Chiesa viva” n. 420 dal titolo “Brescia: la nuova chiesa parrocchiale di Padergnone è un Tempio massonico-satanico!” (Padergnone è una frazione di Rodengo Saiano – Brescia). Questo studio dimostra che anche questa costruzione è un Tempio satanico, in cui i significati occulti massonici, impressi nella chiesa e nelle sue opere d‘arte (?!), presentano il tema centrale di un diabolico stravolgimento della Santa Messa Cattolica dove la “rinnovazione incruenta del Sacrificio di Cristo sulla Croce offerto a Dio Padre” si trasforma in “rinnovazione incruenta del Deicidio offerto a Lucifero”! A questo orribile sacrilegio, segue poi quello di Lucifero che sostituisce Gesù Cristo sulla Croce, e che si presenta come il vero Redentore dell‟uomo e dell‟umanità! L‘audacia satanica di questo Tempio massonico grida vendetta al cospetto di Dio! Dopo aver dimostrato questo orrendo insulto a Dio, a Nostro Signore Gesù Cristo, alla Chiesa cattolica, alla nostra Diocesi, a tutti i fedeli cattolici e ad ogni cittadino onesto, ha sentito il dovere di informare le Autorità religiose, politiche, civili e tutti quanti ho potuto raggiungere con i miei scarsi mezzi, con la speranza che il vasto pubblico possa essere messo a conoscenza di questo nuovo, incredibile e diabolico affronto.
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Il dossier di Chiesa Viva sull‟opera massonica di San Giovanni Rotondo La Chiesa da sempre ha voluto esaltare il Crocifisso, offrendolo continuamente alla contemplazione dei suoi fedeli. Dunque tutta la spiritualità cattolica è basata sulla Croce. L'antica Basilica di S. Pietro a Roma iniziata nel 320 dopo Cristo aveva la tipica pianta basilicale a croce latina. Così secoli dopo, tra l'VIII e il XI la pianta a croce con assi di lunghezza diversa. Così successivamente si continua a rispettare la forma classica almeno per le più grandi basiliche. La chiesa è un luogo sacro e il sacro ha il suo senso quando è posto in relazione con la persona, quando, cioè, interagisce col credente. Concepire lo spazio sacro solo come qualcosa di estetico significa non aver capito niente. Per la Tradizione, ogni realtà della Chiesa è legata al credente ed è al servizio della sua spiritualità, il valore del sacro racchiude in sé un universo simbolico. Questa premessa è per affrontare una discussione sulla nuova chiesa dedicata a S. Pio da Pietrelcina, edificata su progetto dell'architetto genovese Renzo Piano, uomo di profonda esperienza laica, che "senza fede" e "senza identificarsi" riesce a dare verità a fenomeni che razionalmente non capiamo. Con queste parole Mons. Crispino Valenziano elogia il progettista "che seguiva umilmente le indicazioni precise che gli venivano impartite". Infine nell'elogio dell'opera dichiara: "modello per tutte le chiese che si progetteranno da oggi a cinquant'anni". Tuttavia, veniamo a sapere che la nuova chiesa di san Pio, "modello per tutte le chiese che si progetteranno da oggi a cinquant'anni", potrebbe essere in realtà un tempio massonico! Verità o fantasia? In ogni caso sarebbe bene che dal Vaticano qualcuno si decidesse a vederci chiaro su questa vicenda, che è più seria di quello che si potrebbe pensare, visto il dettagliato dossier sul caso. A nessuno farebbe piacere, credo, pregare in un luogo pieno di simboli massonici e satanisti, compreso il famoso 666 di apocalittica memoria! La nuova chiesa dedicata a San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo avrebbe nella sua struttura numerosi riferimenti al culto massonico e del diavolo. Lo sostiene, in un dossier, la rivista cattolica ―Chiesa viva‖, diretta da don Luigi Villa. Un‘indagine curata nei minimi dettagli e che ha creato non poche perplessità in molti dei fedeli del frate dalle stigmate. L‘indagine del giornale che ha sede a Brescia, presso le suore operaie di Maria Immacolata, ha già nel suo titolo una domanda che risuona come una forte provocazione: ―Una nuova Chiesa a San Pio. Tempio massonico?‖. Scorrendo tra le pagine il dossier si sofferma, innanzitutto, sulla forma della nuova aula liturgica: nella storia, secondo don Villa, le Chiese sono sempre state a forma di croce, latina o greca. Quella di San Giovanni Rotondo, invece, è a forma di spirale. Un simbolo che è presente nel dizionario massonico e rappresenta, come si legge nello stesso documento, la potenza dinamica del Grande architetto dell‘universo, il G.A.D.U. il dio della massoneria. Inoltre, la stessa spirale, formerebbe in maniera precisa un enorme 666, ―il marchio della bestia‖, il numero della Besta nell‘Apocalisse. L‘indagine, poi, si sposta sulla presenza di alcune figure sulle porte di bronzo: dalla ricerca emergerebbe la simbologia iniziatica della massoneria, e del percorso che gli adepti dovrebbero condurre. E ancora: il tabernacolo e la croce sull‘abside. Sul primo elemento don Villa va giù duro e si domanda: ―Il tabernacolo? Di quale dio?‖. L‘area che lo circonda ―simboleggia il Tetragrammaton – scrive ―Chiesa viva‖ – con il suo numero 15 e la sua pretesa di rappresentare tutti e 72 i nomi di Lucifero‖. In merito alla croce bronzea presente sull‘altare continua ancora: ―Dopo uno studio accurato sui simboli che appaiono sulle cinque parti in cui è divisa la croce, i quattro bracci e l‘area della loro intersezione, rappresenta la Loggia dei maestri ed appare in tutta la sua lucida formulazione in tre diversi culti: il culto del fallo, il culto dell‘uomo, il culto di Lucifero‖. Questi sono solo alcuni dei dettagli studiati dagli esperti di ―Chiesa viva‖: 62
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pagine di ricerca che si concludono con un pensiero che lo stesso Padre Pio scrisse a padre Agostino nell‘aprile del 1913: ―Quanti disgraziati nostri fratelli corrispondono all‘amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell‘infame setta della massoneria‖.
L‟UCITecnici, l‟Unione Cattolica Italiana di Tecnici, comprende i cattolici impegnati nelle professioni tecniche come agronomi, architetti, ingegneri, biologi, commercialisti, fisici, geologi, chimici, geometri, dirigenti di azienda pubblici e privati, matematici, naturalisti, periti agronomi, periti industriali, ragionieri, ricercatori scientifici, statistici, urbanisti ed esprime, presso la CEI pareri inerenti la forma del cristianesimo nelle varie forme sociali visibili ed esercitate dalle professioni, individualmente e colleggialmente. Di recente l‘UCITecnici ha suscitato un certo scalpore per le critiche rivolte dal Presidente Nazionale, l'ingegnere Pietro Samperi, alla Chiesa di San Giacomo di Foligno, progettata e costruita dall‘architetto Massimiliano Fuksas. La Chiesa è composta all‘esterno da un enorme cubo di cemento a vista di m. 30 di larghezza, 22,50 di profondità e 26 di altezza e all‘interno, un secondo cubo senza fondo, intonacato e bianco. Sulla vicenda il prof. Samperi ha pubblicato un articolo sulla rivista dell‘associazione ―Echi dell‘UCITecnici‖ (n.8 del 2009) in cui definisce la chiesa costruita a Foligno da Fuksas un ―monumento-mostro al cemento (…) Un cubo alto 26 metri, con il cemento a vista, è un insulto alla religione cattolica e un‘offesa ai fedeli, oltre che, alla nostra tradizione e cultura architettonica‖. Sullo stesso tema l‘UCITecnici ha diffuso un comunicato per ―fornire suggerimenti e per assicurare che, nella realizzazione delle future chiese, nuovi modelli architettonici e tecniche costruttive non riducano quella qualità complessiva che la Chiesa ha sempre garantito, nei secoli, ai propri edifici sacri‖. Per capire di più finalità e scopi dell‘UCITecnici, ZENIT ha intervistato l‘ingegner Vincenzo Tuccillo Ph.D., Vice Presidente regionale della Sez. Napoli UCITecnici e Consigliere nazionale UCITecnici. Che cosa è l‟UCITecnici? Tuccillo: L'UCITecnici è fra le Unioni professionali cattoliche promosse nel dopoguerra dall'allora Movimento Laureati di Azione Cattolica - MLAC (ora divenuto Ecclesiale di impegno culturale - MEIC). L'UCITecnici ha avuto riconosciuto dall'Autorità ecclesiastica il suo Statuto nel 1951 e fa parte della Consulta Generale dell‘Apostolato dei Laici (ora Consulta Nazionale delle Aggregazioni laicali – CNAL). Quali sono i compiti e gli obiettivi che si prefigge sia in campo ecclesiale che in quello civile? Tuccillo: L'UCITecinci è impegnata soprattutto ad approfondire le implicazioni, per l'operare dei tecnici, derivanti dagli insegnamenti delle due grandi e chiarificatrici Encicliche del Papa Giovanni Paolo II: l'Enciclica "Sollicitudo Rei Socialis, per il discorso sull‘ineludibile "interconnessione" dei processi e dei problemi a livello planetario, e sulla necessità di fare ricorso alla categoria tecnico-morale (e non solo sentimentale) della "solidarietà" per dominarli e non farsene travolgere; e l'Enciclica "Laborem Excersens", per il discorso sul significato del lavoro per l'uomo-persona, nei suoi riflessi non solo sociali ma pure per la collaborazione nel completamento della creazione divina. Di qui, in particolare, la rinnovata attenzione a qualificare l'esercizio della professione del tecnico secondo una visione "etica" della scienza, della tecnica, dell'economia (il
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riferimento è in particolare sia all'incontro di Madrid, sia a quello di Sassari, impostato dalla relazione di padre Enrico di Rovasenda su ―Scienza, tecnica, etica: quali valori?‖). Resta, comunque, come propria dell'UCITecnici, la visione di un inderogabile impegno per un corretto progresso ed impiego della scienza e della tecnica in vista del bene dell'uomo, della società, del creato. Resta cioè la visione, positiva, di quello che oggi potremmo definire un necessario "sviluppo ecologico", che non rinunci ad esempio all'energia nucleare ma ne ricerchi le condizioni strutturali e non probabilistiche di sicurezza; e l'atteggiamento di non accettazione, invece, delle visioni feticistiche e regressive di una "ecologia senza sviluppo". E ciò in particolare consonanza con due considerazioni dell'insegnamento di Papa Pio XII (sotto il cui pontificato l'UCITecnici ha avviato il suo impegno): quella secondo cui occorre guardare alla "tecnica" quale "figlia dell‘Uomo e Dio nepote"; a quella secondo cui occorre farne uso "per trasformare il mondo da selvatico in umano e da umano in divino". Qual è il tema di riflessione di questo incontro nazionale e quali sono le prospettive culturali che intende sviluppare? Tuccillo: sono già stati organizzati in passato una serie di incontri dell'UCIT sui temi dell'etica e delle legalità. L'Italia - e il mondo occidentale in generale - sta attraversando una crisi etica che si riverbera, con gravi effetti, sul tema della legalità, sotto due aspetti principali: - il diffuso mancato rispetto di leggi e regole, anche a seguito del loro numero eccessivo che genera equivoci e contraddizioni; - il distacco progressivo di tali leggi e regole da seri principi etici comunque da rispettare pur operando per chiarirle e ridurle. La situazione è particolarmente gravosa per i cattolici convinti e praticanti, i quali, pur nel rispetto di leggi e regole della comunità civile alla quale appartengono, non possono far conto ciecamente sulle istituzioni tradizionali, né astenersi dal partecipare attivamente alla vita sociale. I cattolici devono sentirsi, tutti, collettivamente e individualmente, responsabili dei problemi della società e aiutarsi reciprocamente. Allo stesso tempo, devono favorire il ritorno delle condizioni necessarie per ripristinare una seria selezione della classe dirigente, capace di rappresentare fedelmente la più ampia maggioranza possibile di cittadini e di assumersi il compito, non facile, di amministrare la società. Viste le critiche da voi sollevate nei confronti della Chiesa costruita da Massimiliano Fuksas, quali sono i criteri che voi considerati importanti per costruire le nuove chiese? Tuccillo: I criteri dovranno essere quelli ispirati dal Concilio Vaticano II ma anche quelli indicate dalle ultime lettere Encicliche in tema sociale ed ambientale. Si dovrà tener conto: - della salvaguardia dell‘ambiente e del territorio, l'inserimento nel contesto urbano nel rispetto del patrimonio storico-architettonico delle sue obiettive esigenze di sviluppo; - il recupero di un'autentica qualità architettonica dell'edilizia ecclesiale nel rispetto delle funzionalità e dei significati dei luoghi liturgici; - l'esecuzione delle opere edilizie adibite al culto sotto gli aspetti tecnici e finanziari, soprattutto in relazione alla sicurezza sismica; - le fonti di produzione e il consumo dell‘energia, motore dello sviluppo dell‘umanità. MONS. LEFEBVRE E LA QUESTIONE LITURGICA Ecclesiae unitatem L‘otto luglio scorso il Papa Benedetto XVI, con il Motu Proprio Ecclesiae unitatem, ha deciso di unire la commissione Ecclesia Dei alla Congregazione per la dottrina della fede. Brevemente ne spiega i motivi:
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―Il compito di custodire l'unità della Chiesa, ...spetta in modo particolare al Successore dell'Apostolo Pietro‖, e poiché ― la priorità suprema e fondamentale della Chiesa‖ è ―di condurre gli uomini verso l'incontro con Dio‖ questa ―deve essere favorita mediante l'impegno di giungere alla comune testimonianza di fede di tutti i cristiani‖. Affermazione che corrisponde perfettamente alla verità. Non vediamo però come si possa conciliare con l‘ecumenismo insegnato dal concilio e dal post-concilio. Come giungere infatti ―alla comune testimonianza di fede di tutti i cristiani‖ senza più richiedere la conversione, alla dottrina cattolica, di coloro che sono nell‘errore? Non vorrei che nel contesto del documento la ricerca di condurre alla comune testimonianza di fede si voglia applicare unicamente a coloro che precisamente non accettano le nuove dottrine del concilio, in particolare sull‘ecumenismo, che non hanno niente a che vedere con la dottrina cattolica. Lo scopo della commissione Ecclesia Dei Il Papa ricorda come la commissione Ecclesia Dei fu istituita dal Papa Giovanni Paolo II, in seguito alle consacrazioni episcopali di Mons. Lefebvre del 30 giugno 1988, ― allo scopo di facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose finora in vario modo legati alla Fraternità fondata da Mons. Lefebvre, che desiderino rimanere uniti al Successore di Pietro nella Chiesa Cattolica, conservando le loro tradizioni spirituali e liturgiche‖. L‘intenzione era chiaramente enunciata fin d‘allora: si concede la possibilità di celebrare la liturgia in maniera tradizionale, ma nell‘accettazione, almeno tacita, delle novità dottrinali del concilio per riassorbire così, col tempo, la resistenza cattolica alla rivoluzione nella Chiesa. Tale linea ha portato certi frutti con alcune comunità tradizionali che, dopo aver ricevuto un riconoscimento giuridico sono state poi condotte gradualmente all‘accettazione, almeno in linea di principio, della nuova liturgia e perlomeno con un silenzio ossequioso delle nuove dottrine del concilio. Alludendo a questo fatto il Papa, nella sua lettera ai vescovi del 10 marzo scorso scriveva: ―Io stesso ho visto, negli anni dopo il 1988, come mediante il ritorno di comunità prima separate da Roma sia cambiato il loro clima interno; come il ritorno nella grande ed ampia Chiesa comune abbia fatto superare posizioni unilaterali e sciolto irrigidimenti così che poi ne sono emerse forze positive per l‘insieme‖. In questo contesto, la Fraternità Sacerdotale San Pio X è rimasta essenzialmente compatta e fedele alla linea del suo fondatore: riconoscimento dell‘autorità del Papa ma, allo stesso tempo, opposizione a quelle dottrine del concilio e del post-concilio che sono in contraddizione con l‘insegnamento tradizionale. Motu Proprio e soppressione della "scomunica": la stessa linea Con la concessione del Motu Propriu Summorum Pontificum, il Papa dichiara apertamente di aver voluto seguire gli stessi principi che avevano motivato l‘istituzione della commissione Ecclesia Dei: ―In questa linea,... compiendo ogni sforzo perché a tutti quelli che hanno veramente il desiderio dell'unità sia reso possibile di rimanervi o di ritrovarla, ho voluto ampliare e aggiornare, con il Motu Proprio Summorum Pontificum, l'indicazione generale già contenuta nel Motu Proprio Ecclesia Dei circa la possibilità di usare il Missale Romanum del 1962, attraverso norme più precise e dettagliate‖. Lo scopo quindi rimane sempre lo stesso. Non si tratta di rinunciare alle nuove dottrine del Concilio Vaticano II, ma di farle condividere da coloro che rimangono attaccati alla liturgia tradizionale e farli coabitare con esse. Parlando poi del ritiro della scomunica ai quattro vescovi della Fraternità San Pio X il Papa spiega che: ―Con questo atto si è voluto togliere un impedimento che poteva pregiudicare l'apertura di una porta al dialogo e invitare così i Vescovi e la "Fraternità San Pio X" a ritrovare il cammino verso la piena comunione con la Chiesa‖. e allo stesso tempo ―liberare le persone dal peso di coscienza rappresentato dalla censura ecclesiastica più grave‖.
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Anche qui rimane chiaro che non si tratta di una rimessa in discussione dei motivi profondi che hanno portato Mons. Lefebvre alla consacrazione episcopale dei quattro vescovi, cioè la crisi dottrinale terribile che la Chiesa sta attraversando. Il fatto è che per essere in comunione con la Chiesa, la condizione prima ed indispensabile è la fede. Proprio per il suo attaccamento indefettibile ad essa la Fraternità San Pio X, dopo essere stata regolarmente riconosciuta (il 1 novembre 1970 da Mons. François Charrière, vescovo di Losanna e Friburgo), fu attaccata in maniera brutale (1) e si cercò di sopprimerla, in maniera non conforme al diritto canonico. Il motivo profondo dell‘invalidità radicale di tutte le censure che la hanno colpita è proprio questa sua volontà indefettibile di rimanere fedele a ciò che la Chiesa, in venti secoli di tradizione, ha sempre insegnato. E questo nel marasma dottrinale che ha seguito il concilio. La Chiesa non può certo condannare tutto ciò che ha insegnato nel corso dei secoli. Ma ciò che essa, nel suo vero ed infallibile magistero non potrà mai fare, possono farlo uomini di Chiesa, imbevuti di dottrine nuove, ben decisi ed organizzati. Così è successo nell‘ultimo concilio. In esso si è operato un vero colpo di stato organizzato da una minoranza attiva che ha rigettato gli schemi preparatori per imporne altri, ispirati da teologi nominati esperti al concilio e già condannati per le loro dottrine da Pio XII (2). Ministero illlegittimo? Per quel che riguarda l‘apostolato della Fraternità San Pio X che, secondo il Papa, ―non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero‖, si potrebbe obiettare la sua soppressione canonicamente ingiusta. Ma in un periodo di crisi della Chiesa senza precedenti come quello che stiamo vivendo, per ogni anima di buon senso è impossibile non vedere lo stato di necessità in cui ci troviamo. Occorre allora agire superando la lettera del Codice di Diritto Canonico, per cogliere il motivo per cui la legge è stata fatta: ―salus animarum suprema lex‖. Ecco perché il ministero che la Fraternità svolge attualmente è legittimo, perché adatto alle circostanze straordinarie che viviamo. Se anche fosse affidato alla Fraternità un ministero ―ordinario‖, questo sarebbe insufficiente nell‘attuale situazione ed essa dovrebbe continuare - legittimamente - ad agire secondo le regole per lo stato ―straordinario‖. Se poi per esercitare un ministero legittimo si dovesse scendere a compromessi con la fede, (accettazione delle false dottrine sull‘ecumenismo, la libertà religiosa, la nuova liturgia, la comunione sulla mano ecc...) la via è tutta tracciata. ―Meglio obbedire a Dio che agli uomini‖, avevano risposto gli apostoli alla più alta autorità religiosa che intimava loro di non predicar più in nome di Gesù. Una contraddizione? No… …Un problema dottrinale Non possiamo quindi che rallegrarci che la Commissione Ecclesia Dei, sia stata collegata alla Congregazione per la dottrina della Fede; ―proprio perché - come dice il Papa - i problemi che devono ora essere trattati con la Fraternità sono di natura essenzialmente dottrinale‖. Mons. Lefebvre e la Fraternità San Pio X non hanno voluto difendere opinioni personali. Nelle prossime discussione teologiche sarà molto interessante poter confrontare i testi del Magistero tradizionale come per esempio Quanta Cura ed il Sillabo di Pio IX, Pascendi di San Pio X, Mortalium Animos e Humani Generis di Pio XII, con quelli del concilio e dell‘insegnamento che ne dipende. Lo scopo primo e principale per la Fraternità San Pio X non sarà certo un riconoscimento canonico, ma contribuire al ritorno dell‘insegnamento della dottrina tradizionale nella Chiesa e l‘abbandono di tutti quegli errori che ne paralizzano la forza missionaria e rigeneratrice della società.
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UT IN OMNIBUS GLORIFICETUR DEUS Dalla Liturgia, anche un mondo migliore Quello che nessuno dice, e forse andrebbe fatto una volta per tutte, è che da una sana Liturgia, ne esce non solo un uomo migliore, infervorato e ardente nell‘Amore e unito nello Spirito Santo, ma anche un nuovo essere, pronto ad unire le sue forze con quelle degli altri, pronti ad instaurare tutto in Cristo, secondo i precetti creazionali del bello, del buono e del giusto. L‟instaurazione è restaurazione delle cose distrutte o andate perse. Di più? Solo una sana Liturgia, quella Santa, ci chiama ad essere protagonisti con lo Spirito Santo delle Opere di Misericordia Corporali e Spirituali ed essere al pieno servizio degli altri, dei più bisognosi: « ogni volta che avrete fatto questo ad uno dei più piccoli è come l‘aveste fatto a me » . La Santa Liturgia rinnova la nostra fede ed i nostri sacramenti. OBBLIGHI E IMPEGNI SOLENNI NELLA COSTITUZIONE LITURGICA Gli obblighi stabiliti dalla Costituzione Liturgica sono: 1. l‟uso della lingua latina è la “norma”, non l‟eccezione; 2. I sacerdoti devono provvedere che i fedeli sappiano leggere e cantare, in lingua latina, le parti della Messa e dell‘Ordinario... (art. 54 Cost. Lit.); 3. La piena efficienza delle “scholae cantorum” per eseguire, soprattutto, la musica gregoriana e polifonica della tradizione; 4. Il posto principale è da darsi al canto gregoriano (art. 116, Cost. Lit.). Alla luce di tutto ciò, è più facile comprendere la frase di Benedetto XVI dopo il caso del vescovo lefebvriano mons. Williamson che negava i morti nei campi di sterminio : « Negare la Shoah è ignorare la croce e il mistero di Dio » Ed infatti, cosa ci fa oggi comprendere meglio il Sacrificio di Gesù, se non il fatto che anche il Suo Popolo ha subito e subisce la stessa sorte per mano dei sionisti, le armate contemporanee di Satana? Credete forse che alla Sposa potranno essere risparmiati tre giorni di passione, a partire dalla domenica «senza palme»? L‘apostasìa arriverà, e per questo dovremmo chiedere a Maria Santissima di essere vicina a tutti noi, al Papa e alla santa Chiesa, ma anche agli ebrei che si stanno convertendo in massa ma di cui non si può dire nulla, secondo il Vaticano, per evitare di mettere a repentaglio le loro stesse vite. In Israele –si dice– siano rimaste ―diverse centinaia di persone‖. E prevede che ne resteranno sempre meno. Infatti l‘ebraismo, secondo il Talmud non ammette la conversione. Certo, lo Stato non vieta di fare scelte diverse. Però ci sono incomprensioni, tensioni. Per questo motivo gli ebrei cristiani mantengono ―una certa discrezione‖ e ―non mettono in eccessiva evidenza la loro appartenenza al cristianesimo; non provocano e non costringono l‘ambiente circostante a occuparsi troppo di loro‖. Ma questi sono gli ebrei che si sono integrati nella Chiesa cattolica, con un vescovo tutto per loro. Perché ve ne sono anche altri, più numerosi, che non hanno rapporti con la Chiesa di Roma.. Credono che il Gesù del Nuovo Testamento è il Messia che tornerà alla fine dei tempi. Sono gli ―ebrei messianici‖ e padre Pizzaballa li valuta in ―migliaia‖. Sia i primi che i secondi provengono in prevalenza dall‘ebraismo religioso, quello chiamato ―ortodosso‖.
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La Bellezza ed il mondo
Si potrebbero spendere mille parole per raccontare da come si riconoscono i «frutti» delle opere di Dio da quelle di Nuovo Ordine Mondiale. Ma mi limiterò a dire che, questi, per sintesi li chiameremo «bene» e «male», «bello e brutto», «giusto» e «ingiusto». Il ―male‖ si fonda sulla "cultura della morte" e sulla "distruzione sistematica delle tradizioni e della bellezza", a cui assistiamo tutti i giorni, assieme al tentativo continuo di renderci dipendenti dalle loro droghe, idee e dai loro rimedi, tutti rigorosamente artificiali, o meglio, che dobbiamo andare a acquisire da loro. E per comprarli si deve lavorare irrimediabilmente per loro, che si arricchiscono sempre di più, e così si finisce in un vortice senza fine. A reggere questo vortice in costante movimento siamo noi, che senza dipendere dal Signoraggio non avremmo più possibilità né di vendere e né di comprare. La cosa curiosa è che tutto questo stava scritto e che Gesù ci ha messo proprio in guardia da Mammona. Ma noi abbiamo voluto capire tutt'altro e loro ora sono arrivati ad un passo dalla conquista del mondo e noi dal tradimento di una missione. Ma possiamo ancora correggerci e puntare tutto sul Vero Signore e a migliorare la Sua Chiesa. Ogni bruttura urbanistica e mal gestione del territorio; ogni malattia sospetta come ogni pandemia non gestita con premura e che genera solo business; ogni guerra, ogni devastazione, ogni genocidio; ogni massacro precauzionale di bestiame che finisce solo per impoverire i piccoli allevatori; ogni stortura commerciale che costringe anche chi non ne ha né voglia né interesse a pagare i prezzi degli accordi tra governi e cartelli industriali (vedi decoder); la mancanza di impegno per la gestione dei bambini rimasti orfani; ogni forma di spreco, di inquinamento, di sperpero e inganno; ogni bestemmia contro Dio e le sue istituzioni perenni fanno ritenere che qualcuno non ci vuole bene, e che non ama il Signore, e che ci stia dominando, che ci stia imponendo le sue volontà contro le nostre. Oggi, oltre alla certezza irremovibile che la salvezza passa solo da Nostro Signore Gesù Cristo, mi piacerebbe ritrovare un adeguato ritorno alla bellezza, seguendo il monito che "la bellezza salverà il mondo". Chi lavora per la bellezza e per il bene, così anche per la verità e la giustizia, non può contemporaneamente mirare che tutto vada distrutto e perso. La bellezza è scelta di vita: tornare a essere noi stessi e godere i frutti della Bellezza del Creato. La bellezza contagia, si autoreplica e conduce ad una vita ordinata. La Verità e la Bellezza sono il più grande toccasana di cui può disporre l'essere umano. Chi le acquisisce come essenza spirituale riceve da Gesù una prospettiva del messaggio Evangelico come pochi nel tempo e nella storia. Da quel momento si diventa veri e propri testimoni, performandosi al Signore. Resto sempre più dell'idea che solo la "bellezza", dal punto di vista dell'organizzazione umana può essere il riferimento delle nostre opere in "spirito". E per bellezza intendo anche la sintesi dei discorsi trasformate in opere di bene per gli altri, il risparmio energetico, la conquista del tempo libero e l'ottimizzazione. Provate a domandarvi quando andate a dormire e quando vi svegliate se siete fieri di voi stessi e delle cose che avete prodotte e se sono state utili agli altri o se serviranno a far felici altre persone e Dio. Programmate la sera ciò che penserete di fare il giorno appresso. Gesù 26-10-1999 - (Divina Sapienza) ―Amata sposa, sappi che le cose da sistemare sono tante ma Io, Io Gesù sono Dio oltre che Uomo, in un attimo farò tutto, vedrai che rapidità userò … in un baleno si compiranno per la grande gioia dei vostri cuori ardenti e per ammonimento di quelli che vivono nel torpore e nella tiepidezza. Amata, vedi quanti sono gli inetti ed i dormienti, vedi come è
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grande il loro numero? Ebbene, ti dico che in un attimo, in un solo istante li risveglierò tutti. Come avviene in una caserma allorché i soldati devono essere riuniti per eseguire gli ordini del comandante, suona il raduno e tutti in poco tempo devono essere al loro posto e nessuno più può sonnecchiare, così avverrà, sposa amata, al Mio segnale; sarà tanto forte che supererà tutti gli altri suoni, tanto potente da scuotere le montagne, tanto acuto da entrare nel profondo del petto! Ecco, sposa, sta per accadere quello che ho detto a cui pochi hanno fatto caso...‖
La distruzione della Terra, il più grande business del secolo. In pochi se ne rendono conto. Ma il mondo è già stato in gran parte posto sotto il controllo delle multinazionali, che ne controllano i semi per la riproduzione, l‘aria, il clima, arrivando persino a privatizzare i servizi primari ed i beni comuni, come l‘acqua. Inoltre attraverso tecniche sofisticate riescono a procurare cataclismi per poi finanziare le ricostruzioni e così sottomettere le popolazioni. Queste verità, sono state palesemente manifestate anche nelle apparizioni mariane, mettendoci al riparo dall‘arrivo dei 4 Cavalieri dell‘Apocalisse, il segno dei tempi, coloro che porteranno in nome della democrazia e della pace, e con l‘ausilio degli eserciti, della scienza e dell‘economia, solo guerre, pestilenze, carestia e morte (non dimentichiamo che solo l‘aborto ha procurato oltre un miliardo di vittime, senza contare i morti per droga, per alcol, per fumo e le malattie indotte e inoculate con l‘alimentazione ed i costumi di vita).
La storia siamo noi . Pio XII e Pasquale Rotondi, l‟ « Arca che salva la bellezza » Di Pasquale Rotondi si sa poco, anzi pochissimo. E‘ stato definito lo ―Schindler delle opere d‘arte italiane‖, il salvatore del ―Bello‖. È l‘uomo che ha dedicato 5 lunghi anni della sua vita durante la guerra, per proteggere incommensurabili capolavori artistici attraverso mille peripezie e rischiando persino la vita. E‘ stato docente di storia dell‘arte nonché Sovrintendente alle Belle Arti di Pesaro e Urbino. Competente, serio e meticoloso, Pasquale Rotondi era soprattutto una persona schiva che però si è trovata, suo malgrado, a prendere in mano le redini di parte della storia dell'arte. Ha quindi vestito i panni dell'uomo d‘azione infaticabile e dell'organizzatore concreto e dinamico, al fine di portare a termine la sua ―missione impossibile‖: salvare moltissime opere d'arte di inestimabile valore dalle grinfie dei Tedeschi e dei disastri della guerra in generale. La sua attività è rimasta sconosciuta e lui dimenticato per ben 40 anni fino a quando finalmente nel 1984 Oriano Giacomi divenuto da poco sindaco di Sassocorvaro, un piccolo paese situato sulle colline di Montefeltro, viene a conoscenza per la prima volta della sua storia. A narragliela è un anziano abitante che ha conosciuto personalmente il professore e che lo ha persino aiutato a trasportare le casse di quadri che continuamente affluivano in una rocca fortificata, posta al centro del paese, che serviva da nascondiglio. La sua avventura è stata portata all‘attenzione del grande pubblico da Giovanni Minoli in « La Storia Siamo Noi ». Poi in nessun altro rotocalco si è tornati a parlare di lui. Segno dei tempi o continuazione con quella spogliazione iniziata con l‘Unità d‘Italia? Per il neo-sindaco la storia del coraggioso operato di Rotondi, raccontatagli dall'abitante di Montefeltro, è meravigliosa e non si capacita di come sia stato possibile che la vicenda fosse stata dimenticata per così tanti anni; vuole saperne di più. Scopre quindi che, finita la guerra, Rotondi è stato trasferito a Genova come sovrintendente alle Belle Arti e che da qui è stato chiamato a Roma come responsabile per il restauro della Cappella Sistina. Probabilmente, pensa, vive ancora lì. Mentre continua le sue ricerche trova un trafiletto di giornale che riporta la fotografia del professore: nonostante sia vecchia di 40 anni non si perde d‘animo e decide di partire per Roma a cercare quel volto. Qui si mette a gironzolare attorno al Vaticano tutte le mattine all'ora in cui presumibilmente Pasquale Rotondi si reca al lavoro. E infatti, pochi
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giorni dopo, ecco che svolta l‘angolo di Piazza S. Pietro un uomo piccolo, anziano, molto somigliante alla fotografia. Indossa un abito marrone, tiene in mano una borsa nera gonfia di carte e ha un passo piuttosto deciso per la sua l‘età. Oriano Giacomi lo raggiunge al centro della piazza e lo ferma timidamente: ―Mi scusi, - azzarda - è lei il professor Pasquale Rotondi? Il professore si ferma incuriosito: ― Sì, e lei chi è?‖. ―Sono il sindaco di Sassocorvaro‖. Rotondi lo guarda per un attimo pensieroso, poi si apre in un sorriso e dice: ―Era ora che vi ricordaste di me‖. E inizia a raccontare. La storia di Pasquale Rotondi Siamo nel 1938, soffiano venti di guerra e Pasquale Rotondi, professore di Storia dell‘Arte presso l‘universita‘ di Urbino, viene incaricato dal Ministro dell'Istruzione Bottai e dal funzionario Giulio Carlo Argan di individuare nel territorio delle Marche un luogo dove conservare e proteggere l'immenso patrimonio artistico italiano dalla guerra che pare imminente e dalle eventuali razzie dei Tedeschi. Già dal 1938 Hitler non aveva fatto mistero di invidiare all'Italia la sua incommensurabile ricchezza artistica e Mussolini, d'accordo con il Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, aveva inviato a Berlino una serie di capolavori della pittura rinascimentale per compiacere l'alleato tedesco. Pasquale Rotondi quindi si mette al lavoro: individua nella rocca di Sassocorvaro il primo rifugio ideale per proteggere le tele piu‘ preziose che nel frattempo inizia a radunare prima dalle Marche e poi da tutta Italia. In quell‘inverno tra il ‘39 e il ‗40, quindi, con una vecchia balilla e un autista, col sole e con la neve, di giorno e di notte, Rotondi compie innumerevoli viaggi per mettere in salvo tra le spesse mura della rocca fortificata quanti piu‘ capolavori riesce a raccogliere. La sua missione, ovviamente top secret, viene definita ―Operazione Salvataggio‖. Ma presto tra gli addetti ai lavori si sparge la voce di quel magnifico rifugio che per non dare nell‘occhio viene chiamato da tutti ―Il Ricovero‖. E quando si avvicina il pericolo che anche l‘Italia possa diventare campo di battaglia, i sovrintendenti, i vescovi, gli studiosi di Milano, Venezia e Roma, si mettono in contatto con lui per affidargli in custodia anche le loro opere. Ma la Rocca di Sassocorvaro è ormai piena: Rotondi è costretto a cercare nuovi locali sicuri, e li trova nei sotterranei del Palazzo dei Principi di Carpegna, sempre nel Montefeltro, e quindi nel castello di Urbino. Durante la guerra Ben presto, non senza rischi, con i pochi uomini a disposizione e gli scarsisissimi mezzi che il Ministero gli ha dato, Rotondi si ritrova a essere il solo responsabile della custodia delle preziosissime tele dei principali maestri della pittura italiana provenienti dalle chiese e dai maggiori musei di tutta Italia, quali: Caravaggio, Tintoretto, Giorgione, Tiziano, Botticelli, Leonardo, Perugino… Nel frattempo la guerra arriva anche nel Montefeltro. I Tedeschi in ritirata si arroccano sulla linea gotica che passa proprio per il piccolo paese di Sassocorvaro. Ora Rotondi ha veramente paura, i Tedeschi infatti occupano tutti i locali, compresi quelli della rocca. E gli alleati cominciano a bombardare. Tuttavia Rotondi riesce a salvare tutti i quadri all'avidità di Hermann Goering e dello stesso Hitler, che amavano collezionare opere dell'arte italiana trafugandole nelle zone controllate dalla Wehrmacht e dalle SS. Riesce a salvarle rischiando la sua stessa vita e quella dei suoi famigliari, cimentandosi in imprese rocambolesche e rischiosissime come quella di passare la notte con la Tempesta del Giorgione e altre famose tele nascoste sotto il letto della sua casa di campagna. Grazie al suo coraggio, nel 1986 il Comune di Urbino gli ha attribuito la "cittadinanza onoraria".
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Il 2 gennaio del 1991, a 82 anni, Pasquale Rotondi muore a Roma investito da una motocicletta. In ricordo delle sue gesta è stato istituito a Sassocorvaro il "Premio Pasquale Rotondi" da assegnare ogni anno a chi si è distinto per particolari meriti proprio nel salvataggio di opere d'arte. I racconti della figlia. Rotondi, l'eroe dell'arte: "Così mio padre sfidò Hitler" Di Wanda Valli - La Repubblica, 01/07/2005 La "lista di Rotondi", è un lungo elenco. Sono 10.000 beni culturali, messi in salvo, a rischio della vita e sfidando i nazisti, da Pasquale Rotondi, storico d'arte, Sovrintendente delle Marche e, nel dopoguerra, di Genova. A lui arriva l'ordine, di provare a sottrarre alla razzia tedesca una parte del nostro patrimonio culturale, da Piero della Francesca a Tiziano, da Caravaggio al Giorgione. Un ordine che la Repubblica di Salò rinnega. Ma non Pasquale Rotondi. Con l'aiuto di un furgoncino, di un fidato autista e del Vaticano, riesce in una straordinaria impresa. Descritta in una serie di diari da cui è stato tratto il film "Operazione Salvataggio", girato tra il 1989 e il 1990, poco prima che morisse. Sempre lui, poco tempo fa, è stato il protagonista di una puntata, in tv, della serie "La storia siamo noi". Una delle sue due figlie, Giovanna Rotondi Terminiello, è stata a lungo Sovrintendente dei Beni Artistici a Genova. Adesso offre del padre un ritratto molto privato, per alcuni aspetti inedito. A partire dai diari. Pasquale Rotondi, ne fece sette copie con la macchina da scrivere, una per ogni nipote. In fondo aggiunse quelle che definì le "falene autobiografiche", appunti della sua fanciullezza. E una dedica: « Ricordate sempre il nonno Pasquale». Lo racconta oggi la figlia Giovanna, l'altra, Paola, la maggiore, vive a Roma. I diari, Pasquale Rotondi, li batte a macchina, quando sa di avere un tumore: glielo trovano a Genova. La malattia non lo spaventa. Alla figlia Giovanna, turbata dal responso dei medici, il professor Rotondi dice: «Siamo stati allegri tutta la vita, voglio che lo siamo anche adesso. L'unica cosa certa, per tutti, è la morte, adesso so come morirò, ammesso che morirò così». Quasi una premonizione, perché, in realtà, morirà travolto da una moto, due anni più tardi, nel 1991, mentre andava a occuparsi del restauro della Cappella Sistina, come consulente del Vaticano. Aveva 81 anni. Professoressa Terminiello, pensa a suo padre e che cosa le viene alla mente? «La tenerezza. Mio padre era un uomo molto tenero. Vedo lui e la mamma, noi dicevamo che erano come le due metà di una mela. Mamma era bellissima, molto elegante, di gran portamento, papa non era molto alto, ma aveva un fascino tutto suo, che colpiva anche le giovani allieve. Eppure restò fedele tutta la vita. E poi c'è questo grande amore verso di noi, sempre, in ogni momento». Suo padre uomo pubblico, Sovrintendente delle Marche, poi a Genova, direttore a Roma dell'Istituto nazionale del Restauro, docente universitario, era molto diverso? «Aveva una marcia in più, non voglio farlo passare per santo, non lo è mai stato, ma aveva una profonda cultura e rispetto per l'umanità. E il carisma del maestro con gli allievi. Un maestro che sapeva ascoltare e, anche, al momento giusto, far rilevare il suo ruolo. Era un uomo di fede profonda, mai bigotto». Nel 1939 viene nominato sovrintendente della Galleria Nazionale delle Marche, a Urbino. Riceve l'incarico di organizzare rifugi per proteggere il Tesoro della Basilica e dell'Accademia di Venezia, la collezione di Brera e di tutti i capolavori del palazzo Ducale di Urbino. Si trova per le mani opere di Raffaello, Piero della Francesca, Tiziano, Caravaggio, Giorgione. Prima le nasconde nella rocca di Sassocorvaro e nella villa dei principi di Carpegna a Carpegna, poi, quando la Repubblica di Salò ordina di consegnare tutto ai nazisti, lui disobbedisce. Si mette d'accordo con il Sovrintendente di Roma, riesce a
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far ospitare in Vaticano non solo il patrimonio pontificio, ma tutto il resto. Incomincia la sua impresa fatta di viaggi tra Urbino e Roma, cercando e riuscendo a ingannare i tedeschi. Ed eccovi alla storia della "Tempesta" del Giorgione, nascosta sotto il letto. «A Carpegna, mio padre salvò i dipinti togliendo le etichette alle casse e mostrando ai nazisti solo una cassa piena di spartiti di Rossini. Poi corse a Sassocorvaro e prese i quadri più piccoli per trasferirli al palazzo ducale di Urbino. Mia madre, quella notte, aspettò la sua auto fuori Urbino per avvertirlo che i tedeschi stavano facendo perquisizioni. Noi eravamo in villeggiatura, poco distante, a Villa Tortorina, papa decise di mettere tutto a casa, per aspettare i due o tre giorni necessari per far andar via i tedeschi. Nascose il Giorgione sotto il letto. Noi bambine non sapevamo nulla, ci stupimmo solo che mamma si fosse ammalata all'improvviso e non lasciasse mai la camera da letto. Per lei e papà fu un momento anche di gioia, il poter guardare, tenere tra le mani, quel capolavoro». Dopo la guerra, nel 1949, Pasquale Rotondi si trasferisce a Genova, insegna al magistero e al Vittorino da Feltre, all'Arecco. Una vita del tutto diversa, quella genovese? «Sì, a incominciare dai soldi. A Genova era tutto più caro, riprese a insegnare anche mamma. Tra gli allievi di papà nei licei c'erano Titti Oliva, Stefano Zara, e Beppe Pericu. Non avevamo soldi per andare al cinema, papa ci portava in porto a veder partire le navi. E Genova, prima del film, dedicò a lui i giardini di Santa Maria in Passione» Pasquale Rotondi e Giulio Carlo Argan, un'amicizia lunga una vita? « Per papà l'amicizia era sacra. Nell'agenda che c'è in ogni casa, spesso vicino al telefono, all'inizio di ogni anno, scriveva ogni circostanza della famiglia o degli amici, da ricordare. Argan fu quasi commovente, quando papà morì. Sull'agenda, mio padre aveva segnato di fargli gli auguri il 31 dicembre, perché Argan era laico, e di ripeterli per il nuovo anno, il 1 gennaio. Papà era in coma quel giorno, io, dopo molte esitazioni, telefonai a Argan. Si mise a piangere, non era un fatto comune. E il 2 gennaio, quando mio padre morì, mi disse: "è morta la persona più buona incontrata nella mia vita"» Argan era ebreo e diventerà poi sindaco di Roma. Di Pasquale Rotondi, anche in internet, si trova ben poco. E' la dimostrazione che la storia la scrivono i vincitori. Ma non si capisce : Hitler la guerra l‘ha vinta o l‘ha persa? Temo che anche in questo caso, un uomo solo ha saputo mettere in riga gli inglesi, che si aspettavano, fra i bottini di guerra, l‘intero repertorio di oltre 10.000 opere d‘arte italiane.
La MAFIA, come paradigma per la distruzione della bellezza… e non solo Esiste in Sicilia un Centro Polifunzionale, appaltato dallo Stato e mai completato. Un monumento al cemento, sotto l‘Etna, che avrebbe potuto essere un capolavoro di bellezza, in mezzo al verde, aperto ai giovani e alla cultura. Ed invece, oggi, Giarre (CT) si trova sul proprio territorio un monumento al brutto, che non solo dimostra in maniera esemplare come vengono spesi i soldi pubblici e la connivenza tra enti appaltante, aggiudicante, burocrazia, controllo e sicurezza, ma anche come si può sciupare e consumare il territorio in nome di interessi affaristico, malavitosi e criminosi. Il prefetto Carlo Alberto dell Chiesa, agenti di polizia, carabinieri onesti, uomini delle scorte, magistrati quali Rosario Livatino, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Agostino Cordova, Roberto Scarpinato e con loro Luigi De Magistris, Clementina Forleo, Giancarlo Caselli, Antonio Ingroia, hanno più volte messo mano alla cupola affaristico-mafiosamassonica connivente e complice delle reti di clan calabresi, siciliani, campani e pugliesi e persino lucani, ma sono sempre stati regolarmente intralciati, allontanati, calunniati,
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minacciati soprattutto quando arrivavano a toccare finanche personalità delle istituzioni. Hanno partecipato alla lotta liberi cittadini, sacerdoti (ricordiamo don Puglisi e non solo). Conosciamo di casi di autostrade non completate, di carceri costruiti e abbandonati, ospedali realizzati senza un reale piano operativo e quindi lasciati in balia di atti vandalici perchè non era stato mai redatto un piano di assunzione del personale : senza contare le case popolari mai assegnate ed ora completamente distrutte e derubate di ogni loro infisso e complemento. Ricordiamo la « guerra » tra le procure del 2008 tra Reggio Calabria e Salerno, che per il coinvolgimento di « alti papaveri » dello Stato, fece cadere il Governo Prodi (il coinvolgimento riguardava, fra gli altri, il ministro di Grazia e Giustizia ed il Presidente della Repubblica). De Magistris è stato fatto allontanare, salvo poi essere candidato con le liste dell‘Italia dei Valori di Antonio Di Pietro alle Europee e diventare « euro-onorevole ». Potremmo parlare anche di Mani Pulite, meglio conosciuto come « tangentopoli », ma non è il caso di starci a perdere parole, visto che poi i casi del 1992 sembrano essere stati abilmente orchestrati dalla CIA con il placet di quelli del « Britannia » che hanno fatto « shopping » nel nostro Bel Paese di tutti i gioielli di Stato e dei fiori all‘occhiello dell‘industria privata e dei marchi di prodotto. Ma ora viene il bello. Ed in questo, solo i giovani sanno ancora sorprenderci in positivo. Non si parla di periferie, di giardini pensili o di archeologia industriale, propongono un nuovo studio sul paesaggio, che si identifica con l'inventario delle opere architettoniche incompiute per la definizione tramite convegni e workshop di un nuovo stile architettonico ―obbligato‖ dai nuovi modelli contemporanei. Sono per lo più opere pubbliche i cui lavori sono stati interrotti e mai ripresi, quindi abbandonate a se stesse e mai utilizzate, da piscine a cavalcavia, ospedali e teatri. La « codifica » di uno Stile dell'Incompiuto è necessaria, spiega Andrea Masu, in quanto l'Italia ne è ampiamente costellata. La demolizione o il completamento spesso non sono soluzioni possibili perché troppo costose, per cui abbiamo queste costruzioni ingombranti che abbrutiscono il paesaggio, davanti agli occhi, magari anche tutti i giorni, tanto da non accorgercene più o da rimuoverli dalla memoria. Per questo è stato scritto un manifesto, dopo l'attenta osservazione e catalogazione degli incompiuti, che ne riconosce i caratteri comuni: dal colore grigio predominante, al materiale impiegato come il cemento, alle forme vegetali che li ricoprono... L'intento è quello di cambiare la percezione negativa dell'architettura incompiuta in percezione positiva. Sono le rovine morali e fisiche del nostro tempo e come per le rovine la cui bellezza fu scoperta dagli artisti romantici e ancora prima nei capricci neoclassici, così alle architetture incompiute viene dato un valore, attraverso un processo di ri-significazione, citando Marc Augé: ―La nostra epoca
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non ha più il tempo di produrre rovine‖... ecco allora il bisogno, forse, di tutelare queste nuove rovine della nostra società. In giro per l'Italia gli « Alterazione Video » non vogliono essere dei ―Gabibbi‖, non sono interessati alla denuncia della corruzione che ha portato all'interruzione dei lavori dell'opera pubblica, non si tratta di spreco, ma di macchine che hanno fatto arricchire alcuni, generato mercato per altri e che custodiscono, con loro, parte della storia del Paese: cancellarle sarebbe demolire per sempre questa storia. Viene sottolineato il distacco dell'Incompiuto Siciliano dalla politica, o meglio, dagli abusi dei politici, e la vicinanza invece con la cittadinanza: il progetto iniziò quasi per gioco nell'estate del 2006, per cui la collaborazione con la popolazione sarà ancora più importante. Le persone sono ricondotte di fronte alle architetture silenziose, o cariche di urla rabbiose, monumentali nelle fotografie eccezionali di Gabriele Basilico, per trovare un senso nuovo, forse quasi storico. Lo stile architettonico è chiaro, riconoscibile, i casestudies sono più di 500 in Italia, a partire dal 1911 fino a oggi, sono stati mappati e catalogati, dopo essere stati trovati sul web, nei forum cittadini, in viaggio, sul sito del Senato nella sezione di edilizia pubblica... Ma l'analisi non ha l'intento di dare alle amministrazioni locali una facile soluzione per le opere non finite, il lavoro svolto da Alterazione Video è più interessante: convegni nelle università, workshop che stimolino la rilettura del paesaggio e dell'opera incompiuta, per creare attenzione, suggestioni, moltiplicare i punti di vista su quelli che comunemente sono solo i monumenti dello spreco, della mafia e del malfunzionamento dello Stato. Opere come il tavolo in cemento con un cactus che vi spunta fuori o l'astronave disegnata componendo le planimetrie degli incompiuti, inventariati in anni di ricerche, che come alieni popolano la terra, sono lavori che in manifestazioni internazionali come Manifesta sintetizzano con un linguaggio artistico il progetto, suscitando l'attenzione del mondo dell'arte, spesso poco attento alle tematiche sociali o agli interventi sul territorio. Tornando a Giarre, dove tutto iniziò, gli artisti presentano il loro geniale progetto per un Parco Archeologico dell'Incompiuto Siciliano: la città offre una serie di incompiuti collegabili da un percorso per turisti ―pensanti‖, come dice Andrea Masu, con tanto di segnaletica e mappa con itinerari. Un‘attrazione per una città che non ha nulla da offrire, ma che potrebbe suscitare l'attenzione di molti con questo divertente progetto, un gioco ma non solo, una provocazione o meglio una parodia del paesaggio come dice ammirato lo scrittore e docente universitario Salvatore Silvano Nigro. La parodia, ma anche l'ironia dissacrante di un progetto come questo possono facilmente suscitare polemiche, come accade in questa serata a Connecting Culture, forse perché non si è più abituati a considerarle armi potenti e più serie di quello che superficialmente si possa ritenere. L'Italia si dedica sempre troppo alle polemiche: e se qualcuno propone un'alternativa come questa? Non dovrebbe essere solo preso ad esempio? ―Viaggiando si può realizzare che le differenze sono andate scomparendo: tutte le città tendono ad assomigliarsi l'una all'altra, i posti hanno mutato le loro forme e ordinamenti. Una polvere senza forma ha potuto invadere i continenti.‖ Italo Calvino (1923-1985).
La droga, nel sistema di controllo mondiale, finanza le agenzie di spionaggio A fronte delle opere immense che possono compiere piccoli uomini, poi ci sono i danni prodotti da interessi organizzati nei confronti del genere umano.
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Quel che non ci dicono, per esempio, è che la droga, oltre a controllare le menti e bruciare i cervelli, non consentendo alla ghiandola pineale di secernere gli ormoni necessari al nostro metabolismo, è il più grande affare del mondo e costituisce 1/5 di tutto il commercio mondiale. Quindi risponde ad utilità infinite. A questo punto si può cominciare a capire perchè solo la « canapa » è considerata droga, e sulla quale produzione è stato posto un divieto universale. Si capisce perchè tanto interessa l‘Afghanistan nel mondo e come i Taliban alla fine non fanno altro che presidiare una miniera che vale più dell‘oro, ma per conto dei maggiori spacciatori di questo prodotto che sono le famiglie americane dei Bush e company (vedasi anche la relazione di amicizia tra le famiglie dei Bush e Bin Laden). Dalla guerra dell‘oppio, dunque, all‘affare della droga. Questo è quello che estrapoliamo dal libro di Orio Nardi: ―Mondialismo e Trilaterale‖, autore anche de « »Il Vitello d‘Oro » e molti altri interessanti libri di genere, proprio sui vari passaggi che segnano la costruzione del Nuovo Ordine Mondiale. Ci confidava Orio Nardi, nel 1990 che già allora il traffico della droga comportava un giro di affari di circa 200 miliardi di dollari, cioè un quinto del commercio mondiale complessivo, valutato sui 1000 miliardi. Ora più che ieri, soprattutto dopo la guerra lanciata contro l‘Afghanistan, il Paese leader nella produzione di droga, rappresenta il più grande affare del mondo, diciotto volte maggiore di quello dell'oro (11 miliardi), quaranta volte maggiore di quello dei diamanti (5 miliardi). Da un secolo e mezzo si svolge sotto il controllo dell'oligarchia bancaria, angloolandese soprattutto tramite le banche di Hong Kong (Hong-Shang, Jardine Matheson, Charterhouse Japhet). 1. Coltivazione. L'oppio viene prodotto soprattutto nel Triangolo d'Oro, che si estende dallo Yunnan cinese alla Thailandia, Birmania e Laos. Dalle settecento tonnellate di oppio grezzo si possono ricavare 70 tonnellate di eroina (10%), che per la sua leggerezza offre condizioni di grande commerciabilità. Le piantagioni di marijuana sono nell'America Latina: Guyana, Giamaica, ecc. Altri centri di produzione della droga sono il Medio Oriente, gli Stati Uniti, ecc. 2. Commercio. Il lattice d'oppio grezzo sul luogo di produzione nel Triangolo d'Oro viene pagato 220 dollari al kg. Portato sulle grosse concentrazioni di mercato viene venduto al prezzo doppio, 440 dollari. Quando attraverso altre mediazioni giunge ai grandi mercati di Hong Kong, Bangkok e Rangoon costa dieci volte di più, cioè 4400 dollari, e dallo spacciatore di strada viene veduto in occidente dieci volte tanto. Le successive mediazioni commerciali comprendono varie misure di conservazione e di sicurezza, come le bustarelle alla polizia che a Hong Kong costituiscono la cospicua cifra del 10% dell‘incasso, cioè 1 miliardo di dollari su 10. E‘ notevole il fatto che il prezzo della droga rimane pressoché costante in tutti i centri di vendita mondiale: gran parte della sovrapproduzione viene immagazzinata o anche distrutta allo scopo di evitare variazioni di mercato che provocherebbero gravi danni finanziari. La corruzione degli organi pubblici a Hong Kong «è gestita da almeno 28 organizzazioni. Le bustarelle non vengono né richieste né offerte: ogni lunedì mattina vari corrieri fanno il giro di tutti gli uffici della polizia e di altri palazzi governativi, lasciando una busta che contiene da 100 a 500 dollari nel primo cassetto di ogni scrivania. Secondo alcuni funzionari di polizia, il poliziotto che rifiutasse di prendere la sua busta potrebbe trovarsi stecchito entro 48 ore» (Kd 137).
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Hong Kong primeggia per il numero più alto di drogati del mondo, cioè oltre un milione (20% della popolazione), il doppio di quelli di New York. Dal prezzo che il tossicodipendente deve spendere per la droga - circa 50 dollari al giorno - si può avere l'idea del giro d'affari della Hong-Shang. Dove prendono i denari tali drogati? Per lo più dalla malavita: intorno alla droga si sviluppa il crimine organizzato con racket, furti d'auto, prostituzione, pornografia, occupazioni, sequestri, ecc. Hong Kong domina il mondo bancario dell'estremo oriente, e presenta il più alto tasso di liquidità del denaro. 3. Rete organizzativa. Non è facile inoltrarsi nel dedalo delle istituzioni coinvolte nel traffico della droga e negli affari connessi a tale commercio (oro per pagare i contadini coltivatori, diamanti, bustarelle alla polizia, malavita, ecc.). Dalle complesse connessioni descritte con ricchezza di particolari dallo studio Droga SpA, possiamo sintetizzare alcune indicazioni fondamentali: - alla banca centrale di Hong Kong, la Hong-Shang , fanno capo gli interessi dell‘oligarchia britannica tramite le principali banche inglesi e sioniste di Londra, Wall Street, Israele, Canada, ecc. che con alcune multinazionali fanno da filtro capace di nascondere il «regista al di sopra di ogni sospetto»; - alla stessa Hong-Shang fanno capo gli interessi della Repubblica Popolare Cinese (40% delle azioni) e delle banche degli espatriati cinesi Ciao Ciu, commercianti della droga in Estremo Oriente. Su 700 tonnellate di oppio, 400 vengono smerciate sul luogo, e 300 passano alle raffinerie che ne estraggono l'eroina per l'occidente. I grossisti Ciao Ciu attingono prestiti e depongono gli incassi in istituti bancari collegati con la Hong-Shang ; - le ingenti somme di denaro sporco accumulato dallo spaccio della droga vengono riciclate in un vasto sistema di banche offshore con trasferimenti bancari via telex in isole o entità esenti da controlli internazionali che non siano anglo-olandesi (Londra, Hong Kong, Svizzera, Liechtenstein, isole Cayman, Bahamas, Caraibi, ecc.). Potrà essere una rivelazione per molte persone il fatto che il commercio globale della droga è controllato e gestito dalle agenzie di spionaggio. In questo traffico mondiale di droga, l‘intelligence britannica regna sovrana. Come sanno bene le persone informate su questo argomento, MI5 e MI6 controllano molte delle altre agenzie di spionaggio al mondo (CIA, MOSSAD, ecc..) in un‘ampia rete di intrighi e corruzione che ha la sua base di potere globale nel ―miglio quadrato‖ della City di Londra. A raccontarci questo è James Casbolt che ha lavorato per il MI6 in ―operazioni occulte‖ di traffico di cocaina con l‘IRA ed il MOSSAD a Londra e Brighton fra il 1995 e il 1999. Anche suo padre Peter Casbolt era nel MI6 e lavorò con la CIA e la Mafia a Roma, trafficando cocaina in Gran Bretagna. Dalla sua esperienza, James, ha ricavato la consapevolezza che le distinzioni di tutti questi gruppi sono sfumate a tal punto che alla fine erano un unico gruppo internazionale che lavorava assieme per gli stessi obiettivi. Erano marionette le cui corde erano tirate da burattinai globali con sede nella City di Londra. La maggior parte dei livelli delle agenzie di spionaggio non sono leali verso i cittadini del paese in cui risiedono e si vedono come ―al di sopra della nazione‖. E‘ stato dimostrato oltre ogni ombra di dubbio che la CIA ha importato la maggior parte della droga in America negli ultimi cinquanta anni (andate a vedere il sito web ―From the wilderness‖ dell‘ex-ufficiale della LAPD Michael Rupert come prova). La CIA opera agli ordini dello spionaggio britannico ed è stata creata proprio da questo, indovinate quando? nel 1947. La CIA ancor oggi è leale ai banchieri internazionali con base nella City di Londra ed alle famiglie aristocratiche dell'elite globale come Rothschild e Windsor. Da quando è stato attivo, il MI6 ha sempre introdotto droga in Gran Bretagna.
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Non è che introducano 'della' droga in Gran Bretagna, ma si stima che il MI6 vi introduca circa il novanta per cento della droga complessiva. Lo fanno tramite il controllo di molti gruppi terroristici e criminali organizzati, e gruppi come l‘IRA sono pieni di agenti MI6. L‘MI6 importa eroina dal Medio Oriente, cocaina dal Sudamerica e cannabis dal Marocco, come da altri luoghi. L'intelligence britannica ha inoltre progettato e creato l‘LSD negli anni ‗50 in luoghi come il Tavistock Institute di Londra. Negli anni ‗60 il MI5, il MI6 e la CIA usavano l‘LSD come arma contro i manifestanti arrabbiati per trasformarli in 'figli dei fiori' troppo sballati per organizzare una rivoluzione. Il Dott. Timothy Leary, il guru dell‘LSD degli anni Sessanta era un burattino nelle mani della CIA. I fondi monetari e la droga per la ricerca di Leary provenivano dalla CIA e Leary afferma che Cord Meyer, l'agente CIA incaricato di finanziare la contro-cultura dell‘LSD degli anni Sessanta "lo ha aiutato a capire più chiaramente il mio ruolo culturale politico". Nel 1998, gli furono inviate dal MI5 3000 dosi di LSD su carta assorbente con l‘immagine della bandiera europea stampata sopra. L'uomo del MI5 che li spedì disse a suo padre che era una ―firma‖ del governo e che questo LSD era chiamato ―Europa‖. Il traffico mondiale della droga controllato dallo spionaggio britannico vale almeno 500 miliardi di sterline all‘anno. E‘ più del commercio mondiale del petrolio e le economie di Gran Bretagna ed America dipendono totalmente dal denaro della droga. Il boss della mafia John Gotti espose questa situazione in tribunale quando gli venne chiesto se fosse coinvolto nel traffico di droga. Rispose "No, noi non possiamo competere con il governo". Credo che sia stata soltanto una mezza verità perché la mafia e la CIA ai livelli più elevati sono lo stesso gruppo. In Gran Bretagna, i soldi della droga del MI6 sono riciclati attraverso la Banca d'Inghilterra, la Banca Barclays e altre aziende di note famiglie. I soldi della droga passano da conto a conto fino a disperdere le loro origini in un‘enorme rete di transazioni. I soldi della droga escono ―più puliti‖, ma non totalmente puliti. A questo punto, le famiglie che gestiscono il business corrotto dei diamanti, come gli Oppenheimer, usano questi soldi per acquistare diamanti. Questi sono poi venduti, ed i soldi della droga diventano puliti. L‘MI6 e la CIA sono inoltre responsabili della diffusione endemica della cocaina crack in Gran Bretagna e America. Nel 1978, il MI6 e la CIA erano in Sudamerica a studiare gli effetti sui nativi che fumano la colla della cocaina 'basuco'. Questa droga ha lo stesso effetto della cocaina crack. Hanno visto che il potenziale di resistenza e assuefazione era di gran lunga superiore alla cocaina ordinaria e crearono la cocaina crack dalla formula del basuco. Il MI6 e la CIA da allora hanno sommerso la Gran Bretagna e l'America di crack. Due anni dopo, nel 1980, la Gran Bretagna e l'America iniziavano a vedere i primi segni della diffusione della cocaina crack sulle strade. Il 23 agosto 1987, in una comunità rurale a sud di Little Rock in America, due ragazzi minorenni di nome Kevin Ives e Don Henry sono stati assassinati e fatti a pezzi dopo essere stati testimoni di una consegna di cocaina da parte della CIA, all'interno di un‘operazione di traffico di droga con base in un piccolo aeroporto a Mena, Arkansas. Bill Clinton era allora governatore dell'Arkansas. Bill Clinton a quell‘epoca era coinvolto con la CIA e per l‘aeroporto di Mena, Arkansas, ogni mese transitava cocaina per un valore di 100 milioni di dollari. A riprova controllate i libri 'Compromise' e 'Dope inc'. Sui traffici internazionali di droga MI6 del padre di James, qualunque cosa cadesse dalla parte posteriore del camion, per così dire, lui la teneva e la vendeva in Gran Bretagna. Finchè suo padre incontrava i motoscafi dal Marocco nella Costa del Sol e poi trasportava i carichi di canapa tramite camion (sempre dellMI6), in Gran Bretagna, ogni mese, e lo spionaggio britannico era felice. Finchè suo padre gestiva spedizioni di cocaina da Roma ogni mese, MI5 e MI6 erano felici. Se suo padre ne teneva una puntina per
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venderla nessuno si preoccupava perché c‘era abbastanza droga e soldi per arrivare ad un giro di 500 miliardi di sterline all‘anno di commercio mondiale di droga. Quelli che in effetti pagavano erano le persone assuefatte. E stavano pagando con la loro sofferenza. Ma il destino ti raggiunge sempre e sia figlio che padre sono diventati eroinomani negli ultimi anni; suo padre è morto drogato e povero in prigione in circostanze molto strane. Oggi, James è pulito e libero dalla droga e vuole contribuire ad arrestare questa sofferenza di cui non si parla causata da questo commercio mondiale di droga. Le agenzie di spionaggio hanno sempre usato droghe che causano assuefazione come armi contro le masse per portare avanti il loro programma di lunga durata per un unico governo mondiale, un‘unica forza di polizia mondiale per la quale è stata designata la NATO ed una popolazione con micro-chip impiantati, conosciuto come il Nuovo Ordine Mondiale. Mentre la popolazione guarda ―Coronation Street‖ (una popolare soap opera inglese) in una trance indotta da droga o alcool, il Nuovo Ordine Mondiale si sta insinuando alle loro spalle. Per esporre correttamente il funzionamento di questo commercio mondiale della droga gestito dallo spionaggio dobbiamo presentare i giocatori chiave di questo settore: 1) Tibor Rosenbaum, un agente MOSSAD e capo del Banque du Credit International con sede a Ginevra. Questa banca era il precursore della nota Banca di Credito e Commercio Internazionale (BCCI) che è una delle principali banche per il lavaggio di denaro derivante dalla droga dello spionaggio. La rivista ―Life‖ ha presentato la banca di Rosenbaum come una riciclatrice dei soldi della criminalità organizzata che fa capo alla famiglia americana di Meyer Lanksky e Tibor Rosenbaum ha fondato e sostenuto 'Permindex', l'unità di assassini MI6 coinvolta nell'assassinio di John F. Kennedy. 2) Robert Vesco, sponsorizzato dal ramo svizzero dei Rothschild e parte della connessione americana al cartello della droga di Medellin in Colombia. 3) sir Francis de Guingand, ex capo dello spionaggio britannico, ora vive in Sudafrica (ed ogni capo di MI5 e MI6 prima e dopo lui è stato coinvolto nel mondo della droga). 4) Henry Keswick, presidente di Jardine Matheson (compagnia finanziaria) che è una delle più grandi operazioni di traffico di droga al mondo. Suo fratello John Keswick è presidente della Banca d'Inghilterra. 5) sir Martin Wakefield Jacomb, direttore della Banca d'Inghilterra dal 1987 al 1995, vicepresidente nel 1985 della Barclays Bank, direttore del giornale Telegraph nel 1986 (questa è la ragione per cui questa manica di vermi non finisce sui mass media. La gente che perpetra questi crimini controlla la maggior parte dei mass media. In America, l'ex direttore della CIA William Casey è capo del consiglio di amministrazione della rete ABC. Molti insiders si riferiscono alla ABC come alla "rete della CIA") 6) George Bush Senior, ex Presidente ed ex capo della CIA e principale barone della droga americano, che ha affrontato più guerre sulla droga di ogni altro presidente. Che in realtà è solo un metodo per eliminare la concorrenza. Si potrebbe scrivere un libro intero sulla partecipazione di George Bush al commercio mondiale di droga, ma è ben trattato nel libro 'Dark alliance' del giornalista investigativo Gary Webb. Gary Webb fu trovato ucciso con due ferite d'arma da fuoco nella parte posteriore della testa. Il caso è stato dichiarato un ‗suicidio'. Immaginatevi. Gary Webb così come James ed altri investigatori, hanno scoperto che i soldi derivati dalla droga di molte di queste ―operazioni occulte‖ sono stati usati per finanziare progetti classificati oltre ―top secret‖. Questi progetti includono la costruzione e gestione di basi nel sottosuolo in Dulce nel Nuovo Messico, Pine Gap in Australia, Snowy Mountains in Australia, Nyala Range in Africa, ad ovest di Kindu in Africa, vicino al confine libico dell'Egitto, nel Monte Bianco in
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Svizzera, Narvik in Scandinavia, nell'isola di Gottland in Svezia ed in molti altri posti in giro per il mondo. Per le stesse strade spesso passano altri traffici illeciti, quali lo smaltimento dei rifiuti tossici e delle scorie radioattive, il commercio di bambini e donne (la cosiddetta tratta delle bianche), il traffico degli organi, la pedofilia, la schiavitù e la negromanzia (Arte divinatoria che comprende diverse pratiche occulte di magia, prima fra tutte l'evocazione degli spiriti e delle anime di persone morte), viene alimentata l‘immigrazione di gente mandata via dalle proprie terre, ecc.. Ed il tutto, adulcorato sui media come lotta al « terrorismo » per la creazione di sistemi di sicurezza per la creazione del Nuovo Ordine Mondiale. Vedremo più avanti, come è avvenuta una delle maggiori destituzioni di un governo funzionante, che dava agli abitanti delle città e delle campagna tutto ciò di cui l‘essere umano ha bisogno, e ciò in collaborazione con la Santa Chiesa. La beata « canapa ». Volete sapere perchè è scomparsa l‟erba autoctona d‟eccellenza? Con la canapa si potrebbero salvare ogni anno centinaia di milioni di alberi, produrre ogni tipo di tessuti, fabbricare carburanti, materie plastiche e vernici non inquinanti. Con i semi della canapa si potrebbe colmare la carenza di proteine dei paesi in via di sviluppo, salvare l'ambiente, produrre la carta in modo non inquinante e senza sacrificare gli alberi, sostituire i prodotti chimici del petrolio (migliorare i conti con l'estero e creare nuovi posti di lavoro), offrire anche ai Paesi poveri una propria autonomia, e soprattutto lavorare per un mondo migliore che non dipenda dal consumismo, dal potere dei soldi e dei petrolieri. Non è un sogno o un‘utopia. Il prodotto cresce ovunque ed in tutte le stagioni. E‘ una pianta spontanea e iper resistente. Nella prima metà del secolo, per decine d‘anni, la canapa è stata utilizzata in almeno 1400 modi, in modo economicamente conveniente e poco inquinante. La canapa è una delle risorse più utili che la natura ci può offrire: Fibre: la fibra della canapa è molto resistente e durevole e può essere resa fine quanto si vuole. Può convenientemente sostituire le fibre sintetiche ed il cotone, la cui coltivazione è molto inquinante. Legno: il legno, molto ricco di cellulosa, è un sottoprodotto a costo zero una volta estratta la fibra. La canapa ne produce quattro volte di più rispetto ad una uguale superficie di bosco. È possibile quindi fabbricare senza inquinare una carta che dura centinaia di anni. Serve anche per produrre combustibili da biomassa e, attraverso un processo di polimerizzazione della cellulosa, materiali plastici naturali e degradabili. Semi: i semi contengono proteine di alto valore biologico ed un olio costituito quasi solo da grassi insaturi (molto utili per prevenire le malattie di cuore). Si possono inoltre produrre: vernici, lubrificanti, saponi, cera, creme per il corpo ecc. Come mai le eccezionali qualità della canapa sono così poco conosciute (specialmente nel nostro Paese) e non vengono ancora messe a frutto? Risposta. La coltivazione di questa pianta è ―proibita‖ in quasi tutto il mondo, perché, dicono, con le foglie ed i fiori di alcune varietà di canapa si produce una droga che si chiama ―marijuana‖ (ma le foglie ed i fiori hanno anche interessanti proprietà medicinali). Di contro, coltivare canapa non vuol dire produrre marijuana, perché le varietà per gli usi industriali (esclusi gli usi medicinali) contengono troppo pochi principi attivi per essere usate come droga. Dunque, con la scusa che potesse essere utilizzata come droga (e quindi fare concorrenza alla cocaina e all‘eroina), hanno deciso per legge (i governanti sionisti di tutto il mondo) di abolire il prodotto ―geniale‖ per eccellenza. E per quanto riguarda la droga,
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aggirare l‘ostacolo, permettendo la produzione ai soli Paesi canaglia, con cui stabilire un trattato di belligeranza continua con lo scopo di fungere da ―arma di distrazione di massa‖. La canapa, non a caso, era una delle maggiori produzioni agricole del Regno delle Due Sicilie. Anzi, era proprio il Regno delle Due Sicilie a costituire un limite al percorso che stava introducendo il processo di insediamento del Nuovo Ordine Mondiale, anche in previsione della costruzione dle Canale di Suez, che con la seconda flotta navale dell‘epoca, avrebbe potuto sbaragliare quella inglese. Insomma, interessi economici di una oligarchia che ha messo in ginocchio l‘intero pianeta e tutte le regole fondamentali su cui si è fondata la società: la bellezza, i beni comuni ed il buon governo, su cui la Chiesa ed il Papa ha sempre posto la sua massima vigilanza attraverso l‘esercizio della morale cattolica e del magistero ecclesiastico.
Un esempio emblematico: dall‟Unità d‟Italia alla distruzione del Bel Paese Partiamo proprio dal periodo adiacente a quello unitario. Precisamente 20 anni prima. Potremmo a ragione parlare dei Savoia e delle maledizioni pontificie e del massacro del Sud. Dice Antonio Ciano nel Grandmelò - Roma 1996, pagg. 68-70: « … Questa politica fece dell‘industria tessile e metalmeccanica due settori trainanti che portarono molti stranieri ad investire nel Meridione d‘Italia. Tra essi ricordiamo l‘industriale Guppy che, col suo connazionale Pattison, aveva intrapreso a Napoli la costruzione di macchine agricole per modernizzare l‘agricoltura e la costruzione di locomotive a vapore. La fonderia di Macry e Henry, con sede al Ponte della Maddalena, con mille addetti operava nel settore del ferro fuso… Nacque così il Reale Opificio Meccanico e Politecnico di Pietrarsa, nei pressi di Napoli, con mille operai specializzati, fiore all‘occhiello dell‘industria partenopea. Lo stabilimento fu inaugurato nel 1840 da Ferdinando II di Borbone. Pietrarsa fu il primo nucleo veramente industriale italiano; lì si producevano, con tecnologie avanzate, treni e locomotive. Le officine della Breda nacquero 44 anni più tardi e la Fiat 57 anni dopo. Sempre su iniziativa del Re venne istituita la Real Fonderia in Castelnuovo (500 operai), la Real Manifattura delle Armi in Torre Annunziata (500 operai), l‘Arsenale di Napoli ed il Cantiere Navale di Castellammare (2.000 operai). 1.500 operai lavoravano alle Ferriere Mongiana in Calabria, con stabilimenti in Pazzano e Bigonci. Quattro altiforni producevano 21.000 quintali di ghisa, mentre 200 operai specializzati lavoravano nello stabilimento metalmeccanico di Cardinale, sempre in Calabria, e producevano 2.000 quintali di ferro. Altri centri siderurgici e meccanici erano sorti a Fuscaldo (Calabria), Picinisco (Terra del Lavoro-Campania Felix), Picciano (Abruzzo), Atripalda (Avellino). Altri ancora a Lecce, Foggia, Spinazzola: questi ultimi tutti specializzati nel produrre macchine agricole. In ogni paese nacquero piccole industrie, che erano il nerbo dell‘economia reale del Regno. Di notevole importanza erano le industrie per la lavorazione del legno e per la produzione dei colori, della pasta alimentare, delle maioliche, di vetri, cristalli, acidi, cera, corallo, metalli preziosi, stoviglie saponi, strumenti musicali di precisione… Potremmo anche raccontare della dote che il Sud, come tutti i Sud del mondo portarono all‘Italia. In « E furon detti Briganti » Mito e realtà della ―Conquista del Sud, di Antonio Nicoletta, 2001 - Il Cerchio Iniziative Editoriali, Rimini pagg. 28-9 l‘autore scrive: « Era il 21 ottobre 1860: è indetto il Plebiscito per l‘annessione della Sicilia al Piemonte. I voti si depositano in due urne, una per il ―Sì‖ ed una per il ―No‖ ed in ogni sezione
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elettorale sbirri e garibaldini controllano come si vota. Su una popolazione di 4 milioni e 200 mila abitanti, in Sicilia poterono votare soltanto 432.720 aventi diritto al voto. Si ebbero 432.053 ―sì‖ e 667 ―no‖. Anche Giuseppe Mazzini e Massimo D‘Azeglio furono disgustati dalle modalità antidemocratiche del plebiscito. Si pensi che per avere diritto al voto era necessario pagare un minimo di 20 lire in ―tributi diretti‖ ed aver frequentato la quarta elementare o le scuole reggimentali. Quindi, come al solito, ogni decisione politica venne presa sulla pelle della povera gente! Il riordino delle finanze piemontesi si è avuto con il depauperamento delle residue risorse finanziarie della Sicilia, come ha scritto anche Francesco Saverio Nitti, economista e uomo politico, deputato e ministro, che fu pure presidente del consiglio italiano nel 1919-20. Nella sua opera Scienza delle Finanze che resta fondamentale nel mondo economico, documenta l‘apporto finanziario di ciascuno stato dopo l‘annessione al Piemonte delle altre parti d‘Italia, al momento della unificazione. Questo il prospetto, preso pari pari dall‘Opera: Regno delle Due Sicilie milioni oro 443,0 Lombardia ― ― 6,0 Ducato di Modena ― ― 9,0 Romagna, Marche, Umbria ― ― 55,0 Parma e Piacenza ― ― 1,2 Roma ― ― 35,3 Toscana ― ― 84,2 Veneto ― ― 72,0 Piemonte, Liguria, Sardegna ― ― 27,0 Insomma, con oltre 443 milioni in oro che il Regno delle Due Sicilie portava in ―dote‖ nel ―matrimonio‖ impostogli, il resto d‘Italia, e cioè i due terzi del paese, non raggiungevano neppure la metà. Francesco II di Borbone si trasferisce a Gaeta Il Re Francesco decide di emanare un proclama che annuncia il suo trasferimento a Gaeta per evitare disordini e danni alla capitale, affidandola al Liborio Romano. Egli dice: ―In mezzo a continue cospirazioni, non ho fatto versare una goccia di sangue, e si è accusata la mia condotta di debolezza. Se l‘amore più tenero per i miei sudditi, se la confidenza naturale della gioventù nell‘onestà degli altri, se l‘orrore istintivo del sangue, meritano tale nome: si, certo, io sono stato debole. Ho preferito abbandonare Napoli, la mia cara Capitale, senza essere cacciato da Voi, per non esporla agli orrori di un bombardamento. Questi son i miei torti: preferisco i miei infortuni ai trionfi degli avversari‖. Numerosi napoletani che fino al giorno prima avevano applaudito con entusiasmo il passaggio dei Reali, si affrettano a togliere stemmi e bandiere. La farmacia Ignone, fornitrice della Real Casa, situata all‘angolo dell‘attuale palazzo della prefettura, toglie i gigli borbonici prima ancora della partenza del sovrano. Alle ore 6 del pomeriggio del giorno successivo il Re e la Regina lasciano Napoli, imbarcandosi sul vapore Messaggiero comandato dal ―lucano‖ Ten. Col. Vincenzo Criscuolo. S‘imbarcano pure Emanuele Caracciolo duca di S. Vito, il principe Nicola Brancaccio di Ruffano, il maresciallo Francesco Ferrari, il maresciallo Giuseppe Statella, il conte Francesco de la Tour, il RetroAmmiraglio Leopoldo del Re, il maresciallo Riccardo de Sangro principe di Sansevero, il marchese Imperiali, la duchessa di S. Cesareo ed un‘altra ventina di persone. Comandato dal pilota Giacomo Persico, parte anche la nave-avviso Delfino, carico dei bagagli della famiglia reale e della corte e con l‘archivio personale del Re. I comandanti delle navi Ettore
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Fieramosca, Ruggiero e Guiscardo, vendutisi al Piemonte, si rifiutano di seguire il Sovrano. Due navi piemontesi si posizionano all‘imboccatura del porto, quasi a voler impedire il passaggio delle navi reali. Superato il canale di Procida, la nave spagnola Colòn, con a bordo il diplomatico spagnolo Salvador Bermudez de Castro, si pone sulla scia del Messaggiero in segno di rispetto e protezione. A Napoli il Re aveva lasciato insensatamente nel Banco di Napoli il suo patrimonio personale di undici milioni di ducati d‘argento, due milioni sterline e cinquanta milioni di franchi d‘oro. Nella Reggia lascia anche la ricchissima collezione di vasellame e oggetti d‘oro e d‘argento, opere d‘arte e arredi d‘inestimabile valore. Maria Sofia, tutto il suo guardaroba ed i gioielli personali. I depositi privati assommano a 77.205.172 franchi. Nella città rimangono oltre seimila uomini, tutti al comando del generale Cataldo che ha ricevuto l‘ordine di difendere e mantenere il possesso dei castelli. Le forze sono così suddivise: il 9° di linea a Castel Nuovo, comandato dal colonnello Girolamo de Liguoro; il 6° di linea nei castelli del Carmine, dell‘Ovo, comandato dal colonnello Perrone, e di S. Elmo, comandato dal colonnello Di Marco; il 13° battaglione cacciatori a Pizzofalcone, comandato dal maggiore Golisani; un reggimento di marina nell‘Arsenale, comandato dal colonnello Francesco Nunziante. Il piccolo forte di Baia è affidato ad un piccolo drappello di riservisti (88 invalidi e 57 artiglieri) comandato dal maggiore Giacomo Livrea. Durante la traversata Francesco II si confida col Criscuolo: ―Mi hanno tradito tutti, Vincenzino‖ ed il Criscuolo, per confortarlo, gli risponde che numerosi Duosiciliani gli erano ancora fedeli, ma il Re, profeticamente, dice ancora: ―I Napolitani non hanno voluto giudicarmi a ragion veduta; io però ho la coscienza di avere fatto sempre il mio dovere, ma però ad essi rimarranno solo gli occhi per piangere‖. Marinai ed ufficiali imbarcati sulle navi militari, ribellatisi ai loro comandanti, si gettano in mare per non subire la vergogna del tradimento. Sono circa seicento e in parte si recano via terra verso Gaeta, altri s‘imbarcano il giorno dopo sulla nave a vela Partenope comandata dal Capitano di Vascello barone Roberto Pasca, che la dirige a Gaeta. Uno dei marinai del Reggimento di Marina, il luciano Gennaro Fusco, gettatosi a mare dalla sua nave passata ai piemontesi, proprio in quel giorno diventa padre di una bambina, Teresa. Per sopravvivere si metterà a fare il pescatore. La piccola Teresa, appena diventata più grande, tutti i giorni preparava da mangiare per il padre quando egli tornava dalla pesca. Nel 1876 Gennaro Fusco perì in un naufragio e la piccola Teresa, che aveva ormai sedici anni, non si perse d‘animo, continuò a preparare da mangiare per altri pescatori. Comincerà così la strepitosa fortuna di quel ristorante che più tardi sarà conosciuto in tutto il mondo come ―Zi‘ Teresa‖. Anche il personale diplomatico di Russia, Prussia, Brasile, ed il Nunzio Apostolico si recano a Gaeta. Lo stesso giorno Cavour fa partire, nel più assoluto segreto, una flotta da Genova diretta ad Ancona per bombardarne i forti. Sono avvertiti i settari delle Marche di preparare un‘insurrezione per il giorno 8, facendo una richiesta di aiuto al Piemonte contro la ―brutalità della dominazione papale‖. Garibaldi entra a Napoli Partito il Re, Liborio Romano telegrafa ―all‘invittissimo generale‖ Garibaldi con l‘invito a venire al più presto a Napoli ―che l‘aspettava con ansietà‖. Il de Sauget, comandante della guardia nazionale, con due ufficiali Achille di Lorenzo e Luigi Rendina, ed il sindaco di Napoli, principe d‘Alessandria, si recano a Salerno, dove con grande sorpresa vedono che Garibaldi ha solo un ristretto seguito.
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Il 7 Garibaldi, partito con improvvisa decisione da Vietri in ferrovia, arriva a mezzogiorno a Napoli insieme a dieci compagni, tra i quali Cosenz, Missori, Nullo ed il frate Pantaleo. Con lui vi sono anche de Sauget ed il sindaco di Napoli. Ad accoglierlo vi è Liborio Romano. Sono distribuiti ventiquattromila ducati ai camorristi per organizzare l‘accoglienza. La maggior parte del popolo, impaurita dallo scatenarsi dei peggiori delinquenti per le strade, si rinserra nelle case. Garibaldi si reca al Duomo. L‘arcivescovo Riario Sforza, però, gli fa trovare il tempio vuoto e anche S. Gennaro partecipa allo sdegno rifiutandosi di sciogliere il sangue. L‘avventuriere è alloggiato al Palazzo d‘Angri, al largo Spirito Santo, dove è sistemato anche il suo seguito. Qui riceve il generale Lanza e l‘ammiraglio piemontese Persano, al quale consegna il suo primo decreto che sancisce il passaggio dell‘intera flotta duosiciliana al Piemonte. Poi conferma nel grado il capitano di vascello Vacca e il capitano di fregata Vitagliano, aggregandoli alla marina savoiarda. Avvenimenti a Napoli A Montecalvo, i cittadini respingono un gruppo di garibaldini, provenienti da Greci e comandati da un certo De Conciliis. Il giorno successivo a Napoli è creato un governo con a capo Liborio Romano e con ministri: alla guerra il Cosenz, alla giustizia il Pisanelli, alla polizia l‘Arditi, agli esteri il Crispi, ai lavori pubblici il marchese d‘Afflitto, all‘istruzione pubblica il Ciccone, alle finanze lo Scialoia (il quale ne approfitta subito per impossessarsi di 200.000 franchi). Al Banco di Napoli è nominato il Libertini che può disporre liberamente dei fondi depositati. Comandante militare della Piazza di Napoli è nominato il generale Ghio. Sindaco di Napoli diventa Andrea Colonna, principe di Stigliano. Segretario di Garibaldi diventò Agostino Bertani che, in pratica, dava ordini a Liborio Romano, il ―servo di più padroni‖, sovrapponendosi ad ogni disposizione dei ministri. Anche Bertani approfitta della sua posizione per sottrarre per suo uso personale somme ingentissime dal Banco di Napoli, dalla Cassa di sconto e dalla Zecca. Nelle altre principali città e nei vari paesi dove è forte la componente liberalmassonica sono istituiti governi provvisori e disarmate le gendarmerie duosiciliane. Numerosi alti prelati abbandonano le diocesi, alcuni perché contrari al nuovo regime, altri perché costretti da manifestazioni ostili nei loro confronti. In quasi tutte le città e i villaggi si hanno manifestazioni popolari contrarie ai filogaribaldini. Chiamate dai ―galantuomini, intervengono truppe garibaldine per reprimere le rivolte a Montemiletto, Montefusco e Pietradefusi, dove saccheggiano anche le casse comunali. Numerosi popolani sono legati mani e piedi e imprigionati dai garibaldini nelle carceri di Montefusco e di Avellino. Il generale Cataldo cede agli invasori i castelli della città. Il colonnello Girolamo de Liguoro, sbigottito da quella vergognosa resa, esce orgogliosamente dal Castel Nuovo a bandiere spiegate e tamburo battente con tutto il suo 9° di linea a passo cadenzato ed in perfetto ordine. Attraversa Piazza Carlo III e marcia in direzione di Capua, dove giunge indisturbato il 10. Seguono il suo esempio il 6° di linea uscendo dal Castel dell‘Ovo e dal Carmine per raggiungere il Volturno. Il colonnello Perrone, invece, si eclissa, ma non le sue cinque compagnie, che, insieme alle truppe al comando del colonnello Di Marco, con armi e bagagli scendono marciando nella città e si avviano verso Capua, senza che nessuno osi far loro oltraggi. Di Marco, invitato a cedere il Castel S. Elmo, con la promessa di promozioni e altri benefici, rifiuta dicendo : ―L‘onore di un soldato non si compra‖. L‘ammiraglio Persano fa sbarcare a Napoli truppe piemontesi che occupano l‘Arsenale. Intanto è in arrivo anche un reggimento di fanteria da Genova. Dal Ministero del
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Dipartimento della Guerra, istituito a Napoli dai collaborazionisti, è inviato un telegramma a tutte le Autorità del Regno: ―… è volere del Gen. Dittatore, fra lo spazio di dieci giorni facciano atto di adesione al Governo di Vittorio Emanuele II, 1° re d‘Italia, intendendosi in opposto dismessi e destituiti‖, ma una grande maggioranza di ufficiali e funzionari si rifiutano e abbandonano il servizio nei giorni successivi. Francesco II richiama le truppe alle bandiere e, nonostante lo stato di disgregazione dell‘esercito duosiciliano, l‘appello è raccolto dai militari di tutti gli ordini e gradi tanto che è possibile costituire in breve tempo tre divisioni di fanteria e una di cavalleria per un totale di circa 30.000 uomini. Il giorno 10, Francesco II si reca a Capua ed è acclamato dall‘esercito che, con altri arrivi di volontari, è ora formato da circa 40.000 soldati ben armati ed equipaggiati. Il vero problema per il sovrano è di trovare un valido capo militare in grado di fronteggiare la situazione. Dopo il rifiuto dal Papa alla sua proposta di fondere i due eserciti contro i garibaldini, il Re ripiega sul vecchio generale Ritucci, lento, insicuro e privo di ogni spirito di iniziativa. Poco, però, è fatto di concreto sul piano diplomatico ed è questo un grave errore, perché, senza un‘azione delle grandi potenze europee, anche una vittoria militare non avrebbe fermato l‘espansionismo dei Savoia. L‘Austria, reduce dalla recente sconfitta, non si muove in aiuto delle Due Sicilie temendo un intervento francese nella penisola. Anche la Russia, dopo i fatti di Crimea, aveva cambiato atteggiamento nei confronti delle Due Sicilie. L‘11 Garibaldi con un decreto abolisce in Napoli l‘ordine dei Gesuiti e ne fa confiscare tutti i beni; emana un‘ordinanza per l‘abolizione del gioco del lotto, che però è prontamente abrogata; fa attribuire una pensione alla madre e una dote alle sorelle di Agesilao Milano, l‘attentatore di Ferdinando II. Sono requisiti i beni e i depositi bancari dei Borbone al fine di ―risarcire le vittime della persecuzione politica sotto il vecchio regime‖. Sono incarcerati nobili, sacerdoti, civili e tutti i militari che non aderiscono al nuovo regime. Sono scarcerati invece i delinquenti comuni. Il Palazzo Reale è spogliato di tutto quanto contiene. Gli arredi e gli oggetti più preziosi sono inviati a Torino. Garibaldi con un decreto sancisce la confisca del capitale personale e di tutti beni privati dei Borbone. Dal Banco di Napoli è requisito tutto l‘oro appartenente allo Stato delle Due Sicilie, dichiarandolo ―bene nazionale‖. Garibaldi distribuisce generosamente denaro ai suoi. Circa 90 milioni di ducati, pari a mezzo miliardo di lire piemontesi, finiscono in mano garibaldina e si aggiungono ai 30 milioni di ducati di Palermo. I depositi privati scendono alla fine del mese a soli 50.563.244. Alla società Rubattino, sono versati 4.800.000 franchi come risarcimento del piroscafo Cagliari (ma già restituito all‘armatore) e per i vapori Lombardo e Piemonte usati nella spedizione, ma che erano già stati pagati dai Savoia. I metalli preziosi conservati nello stabilimento della Zecca sono tutti inviati a Torino. Muore così una tra le prime e più famose zecche del mondo. Ancora oggi i pezzi coniati nel periodo duosiciliano hanno le più alte quotazioni sul mercato numismatico. Napoli in tutta la sua storia non dovette mai subire un così grande oltraggio. Gli scambi commerciali con l‘estero hanno un tracollo verticale ed il movimento nel porto di Napoli diventa del tutto insignificante. Iniziano fallimenti, a catena, delle imprese e dei commercianti anche per mancanza di materie prime. L‘arsenale di Castellammare è chiuso e gli operai sono licenziati. I prezzi dei generi di prima necessità, quasi introvabili, incominciano a crescere continuamente.
Una vigliaccata ed una pagliacciata orchestrata dalla massoneria inglese Leggi Manifesto
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Carlo Alberto, il re tentenna. Mazzini, l‘apostolo della Patria. Garibaldi l‘eroe dei due mondi. Cavour, il gran tessitore. E poi il «grido di dolore», «Obbedisco! », «Ci siamo e ci resteremo», «Qui si fa l‟Italia o si muore», «Roma o morte! » e così via. Abbiamo una storia da operetta: bisogna avere proprio un cuore di pietra per non scoppiare a ridere. Qualche storico ha cominciato a dissipar le nebbie su quel colossale falso storico (e dove era leggenda appaiono spesso grottesche pagliacciate e talvolta imprese criminali). L‘altrastoria. Il Regno delle due Sicilie è libero e indipendente fin dal 1734, con un re italianissimo, napoletano. Non è una terra ricca solo di passato (da Cicerone a Orazio, a S. Tommaso a Vico a Tasso...): ha una grande tradizione giuridica, enormi ricchezze artistiche e —si direbbe oggi— ambientali. La statistiche dicono: in proporzione meno poveri che a Parigi e Londra, le tasse più lievi d‘Europa, la prima flotta d‘Italia, una popolazione cresciuta di 1/3 dal 1800 al 1860, un debito pubblico di appena 500 milioni di Lire per 9 milioni di abitanti, contro il Piemonte che ha più di mille milioni di debito per quattro milioni di abitanti (il sud in sostanza dovrà pagare i debiti del Piemonte, anche quelli fatti per conquistarlo). Inoltre «erano in cassa 33 milioni di ducati quando il liberatore Garibaldi vi mise su le mani e li fe‘ disparire». Il re di Torino, di origini e lingua francese aveva spedito un nizzardo a «liberare dagli stranieri» una terra governata da un re ben più italiano di lui (per di più Napoli era, in confronto a Torino quel che oggi sarebbe Firenze in confronto ad Aosta). Ma il re di Napoli, cattolico e sostenitore del Papa, negli equilibri internazionali era sostanzialmente isolato. Dunque come possono 1000 uomini male armati e peggio vestiti distruggere così un Regno con un esercito di 100.000 uomini? I vincitori rispondono (e hanno scritto): per il gran valore dei garibaldini e l‘appoggio delle popolazioni. In realtà Garibaldi poteva esser rigettato in mare fin dallo sbarco. La vera arma vincente che spianò la strada al nostro fu quella della massoneria piemontese e francese che fra burocrati, ufficiali e ministri si era comprato tutto il Palazzo di Francesco II: «La setta corrompe e inventa la storia» scrive De Sivo, «sospinge l‘umanità a subire la tirannide o ad esser tiranna». Qualche esempio. A Calatafimi il generate Landi (al prezzo di 18.000 ducati) impedisce ai suoi di sbaragliare i garibaldini già in rotta. Senza alcuna ragione 20.000 soldati vengono fatti uscire da Palermo senza colpo ferire. E poi Milazzo, Messina: migliaia di soldati di Francesco spediti sulle montagne lontane. Il generale Ghio ne disciolse 10.000. Altrettanti il generale Briganti che però viene fucilato sul posto, per alto tradimento dai suoi stessi soldati. E poi altri ufficiali leali al re costretti a disarmare le proprie truppe e a consegnare migliaia di soldati a qualche decina di garibaldini che avevano loro stessi sbaragliato e ridotto alla resa. E infine le sconfitte di Garibaldi sul Volturno e l‘incredibile comportamento degli ufficiali di Francesco che avevano ormai Napoli e la vittoria definitiva a portata di mano.
E lo chiaman ancora Risorgimento, oggi che sono 150 anni del grande inganno «Napoli non avversa l‘Italia» scriveva appassionatamente il De Sivo, «ma combatte la setta (carbonara), che è anti-italica, com’è anticristiana e anti-sociale, atea e ladra». Da questa ribellione nasce il brigantaggio contro l‘occupante piemontese. «Briganti noi combattenti in casa nostra, difendendo i tetti paterni; e galantuomini voi venuti qui a depredar l‘altrui?». Il De Sivo si appella ad un‘Europa complice e connivente dell‘invasore: «La setta» scrive «deruba, distrugge e poi ci impone i suoi maestri piemontesi, le sue leggi, i suoi debiti, il suo vocabolario e gli esempi di laidezze e rapine e irreligione e ferocia». Si ha un bel deprecare, oggi, la proverbiale diffidenza dei popoli del meridione d‘Italia verso le istituzioni e lo Stato; e condannar la mafia e cosi via. Del resto proprio gli espropri dei beni
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della Chiesa nel Sud, con cui a Torino si costituirono le finanze del nascente Stato massonico, sono fra le cause del futuro sottosviluppo del sud, del suo ritardo nei confronti del nord, che ha esportato i debiti e importato le ricchezze. «Il primo frutto dell‘unità è l‘aumento dei balzelli pubblici... Oh le promesse dei settari! A voi basta il gridar popolo e civiltà per saccheggiare i popoli civili». Ma il parlamento piemontese non ci pensa due volte ad annettersi le provincie meridionali: era un Parlamento eletto da 100 mila persone per 24 milioni di abitanti (al 95% contadini e cattolici). Un parlamento ‗liberale‘: «Codesti sedicenti deputati, ignoti al popolo, corifei della setta, eletti da se stessi…». Per salvar la faccia Garibaldi, ad annessione già avvenuta organizzò un plebiscito: era il 21 ottobre 1860. I risultati ufficiali furono proclamati su piazze e strade deserte: 1.313.376 per l‘annessione e 10.312 contro. Anche a prender per buone cifre tanto balorde, si deve comunque pensare ad una minoranza sui 9 milioni di abitanti. Ma quel che era accaduto in quei giorni, sui libri dei vincitori non sta scritto. Aggressioni, uccisioni, arresti, intimidazioni. Grandi cartelli dichiaravano «Nemico» chi votava No; il voto peraltro non fu segreto: furono poste due urne palesi e quelle del No «coperte da bande di camorristi». Anche astenersi era colpa di Stato: «Salvar la vita, in quei giorni era pensiero universale». E poi garibaldini — anche stranieri — che votavano anche 10, 20 volte: perfino Garibaldi, Bixio e Sirtori non si vergognarono di votare. E per chi si ribellava era dura. Ad esempio si può ricordare il rapporto del governatore garibaldino della Capitanata: «Insurrezioni nel giorno del plebiscito: si son fatti sforzi eccezionali perche l‘insurrezione non sia generale» (segue la richiesta di armi e soldati). O il suo collega di Teramo che proclamava lo stato d‘assedio nei comuni della provincia ancora 9 giorni dopo il plebiscito: «I reazionari presi con le armi saran fucilati! ». Agli stati d‘assedio, i brogli, le violenze, vanno aggiunte le galere piene di «reazionari», gli esiliati, i fucilati... «Ma alla setta bastava mostrare all‘Europa una maggioranza di cifre». Sarà un testimone d‘eccezione, Lord Russel in un dispaccio del 24 ottobre a testimoniare che «i voti che ebber luogo in quelle province non han grande valore...». Ma la scuola dei vincitori racconta ben altro: dice che la gran capitale di un Regno, la bellissima Napoli fu entusiasta di diventare una prefettura di Torino. «Lasciate dal vantar plebisciti. Dite che son fatti compiuti; e sì che son compiuti, ma per restar monumenti eterni di vostra nequizia. Voi, gretta minoranza, volete imporre il vostro pensiero ad una nazione, e col pensiero i ceppi... un pugno di tristi vuol comandare a milioni; perciò destituisce, disarma, condanna, pugnala, carcera, esilia, fucila ed incendia. Siete atroci perche pochi; siete costretti a dar terrore, perché vi manca il numero; dovete far seguaci con la corruzione perché non avete il concorso della virtù».(De Sivo). Questa fu l‘epopea del ‗liberatore‘ Garibaldi raccontata dal popolo ‗liberato‘. Sui libri di scuola (la scuola dei vincitori) si trova al capitolo: Risorgimento. Quando praticamente tutto il mondo protestante, liberale e massonico cospirava per l‘unificazione italiana formato Savoia, per giustificare l‘invasione sabauda è stata propagandata una versione dei fatti radicalmente falsa. Versione che fino ad oggi nessun presidente del Consiglio si era mai neanche lontanamente sognato di mettere in dubbio. Secondo la leggenda Vittorio Emanuele II sarebbe andato a liberare i popoli gementi sotto il malgoverno pontificio e borbonico. In realtà i popoli hanno gemuto, e molto, dopo la liberazione. I Savoia ed i loro governi dichiaravano di muoversi in nome di una moralità superiore a quella degli altri stati: in nome di una monarchia liberale e costituzionale. Se non che, mentre l‘articolo 1 dello Statuto dichiarava la religione cattolica unica religione di stato, sono stati soppressi tutti gli ordini religiosi della chiesa di stato. E così, nel corso di
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circa venti anni, 57.492 persone, tanti erano i membri degli ordini religiosi, vengono messi sul lastrico, cacciati dalle proprie case, privati del lavoro, della missione, della vita che liberamente avevano scelto. I beni degli ordini religiosi sono in gran parte svenduti ai liberali (l‘1% della popolazione) che si appropriano per due lire dell‘ingente patrimonio artistico e culturale accumulato nel corso del tempo dall‘Italia cattolica. Migliaia di palazzi, intere biblioteche, archivi, quadri, sculture, oggetti sacri, inghiottiti in un battibaleno. Oltre a ciò, più di cento sono le diocesi italiane lasciate senza vescovo mentre i preti che non cantano il Te Deum per l‘ordine morale che trionfa- sono imprigionati e multati (nel 1859 è entrato in vigore un nuovo codice di diritto penale che toglie al clero qualsiasi libertà di parola). Lo storico marxista Emilio Sereni parla di 2.565.253 ettari di terra appartenenti alla Chiesa o al demanio alienati e venduti. Quale la conseguenza? Povertà diffusa, carceri strapiene, ingiustizia dilagante, smisurato aumento della tassazione, crollo del numero di proprietari terrieri. Una propaganda martellante, che ancora oggi perdura, cerca di giustificare la cura liberale in nome della presunta arretratezza culturale e morale dell‘Italia preunitaria. E‘ così che la storia si è trasformata, per dirla con Leone XIII, in una ―congiura contro la verità‖. Elencando i meriti dell‘Italia cattolica, nell‘enciclica Nostis et Nobiscum del 1846, Pio IX ricorda fra l‘altro come, proprio grazie al cattolicesimo, « l’Italia non abbia partecipato alla conquista del mondo cui le altre nazioni si erano abbandonate ». Papa Mastai scrive che la fede "distolse gli animi degl‘Italiani da quella luce passeggera di gloria, che i lor maggiori, soprastando essi nelle armi, avevano riposto nell‘incessante tumulto delle guerre, nell‘oppressione degli stranieri, e nell‘assoggettare a durissimo servaggio quel maggior numero di uomini che per loro si potesse‖. Invece di fare guerre di conquista coloniale, gli italiani hanno eccelso in opere di misericordia: ―Di qui nelle precipue città dell‘Italia, templi meravigliosi, ed altri monumenti dell‘evo cristiano, edificati non già per mano di uomini gementi sotto intollerabile schiavitù, ma eretti dallo zelo di spontanea carità; e per tutto pii Istituti, quali per l‘esercizio della Religione, quali per l‘educazione della gioventù, quali per coltivare a dovere le lettere e le arti, quali per conforto degl‘infermi, quali per sollievo dei bisognosi‖. Nei 150 anni di storia italiana, precisamente dall‘Unità d‘Italia in poi, abbiamo visto ―un intero popolo smettere di morire di fame, non abitare più in tuguri, non morire più come mosche‖. La rivoluzione industriale che in Inghilterra (come Marx descrive in modo inappuntabile nella IV sezione del primo libro del Capitale) riduce la popolazione alla fame, in Italia, grazie alla capillare presenza cattolica, non aveva provocato gli stessi guasti. Tanto che da noi, a detta delle tante testimonianze lette, nessuno moriva di fame, mentre all‘estero sì. A provocare la miseria generalizzata della popolazione viceversa è stato proprio il Risorgimento grazie al quale gli italiani, ridotti sul lastrico, sono stati forzati ad un‘emigrazione di massa, sconosciuta nei millenni precedenti. ―A morire come mosche‖ poi gli italiani sono stati costretti da quella guerra immorale, infame, spaventosa, che è stata la prima guerra mondiale. Guerra voluta dall‘élite risorgimentale e massonica per liberare gli italiani dal pacifismo cattolico e forgiare un nuovo popolo di eroi guerrieri. Si sa come è andata a finire. Gli italiani sono stati liberati sì dalla miseria, ma solo grazie al ―miracolo economico‖ creato dalla classe dirigente al potere dopo la seconda guerra mondiale, di estrazione cattolica. La Democrazia Cristiana però, ha avuto a mio parere un enorme difetto culturale: non ha contrastato la vulgata filorisorgimentale e, quindi, antitaliana. (Curiosamente, i piemontesi erano maggioranza nella dirigenza del partito d‘opposizione: quello comunista)
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Il vero ―disastro educativo‖ della scuola italiana è sì l‘aver adottato in massa, a livello di insegnati come di libri di testo, ―una storia del nostro Paese inverosimile e grottesca‖; ma soprattutto l‘aver individuato la colpa ai 1.500 anni di tradizione cattolica. Producendo così l‘assurdità che la nazione che ha prodotto e possiede, da sola, più del cinquanta per cento dei beni artistici e culturali del pianeta, disprezza sé stessa e non capisce più l‘origine di quel surplus di bellezza che la caratterizza. 1861 : la fuga di un popolo. 6 milioni di meridionali allontanati dalla loro terra Ma andiamo con ordine: era la notte del 5 maggio 1860; nel porto di Genova, il futuro ―eroe dei due mondi‖, tale Giuseppe Garibaldi, stava finendo le operazioni di carico dei due battelli a vapore Piemonte e Lombardo, destinati a trasportare i suoi mille uomini fino a Marsala, in Sicilia, dove avrebbero cominciato l‘invasione del regno delle due Sicilie, comprendente praticamente tutto il sud, da Napoli in giù; esso era retto dalla dinastia dei Borboni. Personaggio poliedrico, Garibaldi era un ex commerciante di schiavi e ladro di cavalli, aveva i capelli lunghi per nascondere l‘orribile orecchio mozzato, che gli fecero in Argentina, per punirlo di tali ruberie. Davanti a quella seppur entusiasta, banda di giovanotti e di criminali male armati (avevano fucili ad avancarica vecchi e inadeguati, che si inceppavano un colpo si e uno no), chiunque sarebbe stato tentato di rinunciare all‘impresa; ma Garibaldi era fiducioso… Godeva infatti della protezione e del finanziamento, oltre che della casa regnante piemontese dei Savoia, anche dell‘Inghilterra e della massoneria internazionale (Garibaldi, Mazzini e Cavour erano massoni), già attiva nella corruzione di un largo numero di ufficiali borbonici. La donchisciottesca spedizione di Garibaldi e dei suoi Mille, come la definisce Mack Smith in Cavour e Garibaldi nel 1860, venne finanziata dal governo inglese con una cassa di piastre d'oro turche (moneta franca nel Mediterraneo del tempo) pari a molti milioni degli attuali dollari. Le navi militari inglesi, "casualmente" alla fonda in Marsala, con uno stratagemma protessero lo sbarco dei "Mille". Tempo dopo, il cassiere della spedizione, Ippolito Nievo, e i registri contabili, vennero fatti sparire nel nulla. Solo il Papato poteva controbilanciare l'egemonia francese sul Mediterraneo. L'occasione gli venne offerta dalla crisi siciliana (l'Isola era in rivolta per l'autonomia da Napoli). Dietro "l'impresa" emerge il disegno della Massoneria, e Londra è da sempre l'Alma Mater di tutte le Logge. I dati indicano che nel 1860 il Sud, che conta il 36.7 % della popolazione d‘Italia, pur non avendo nulla che si possa paragonare alla pianura padana produce il 50.4% di grano; l‘80.2% di orzo e avena; il 53% di patate; il 41.5% di legumi; il 60% di olio … Per quanto riguarda l‘allevamento, considerando il numero dei capi, il Sud era in testa in quello ovino, caprino, equino e dei maiali». « Le Due Sicilie disponevano di una flotta mercantile pari ai 4/5 del naviglio italiano ed era la seconda del mondo, dopo quella inglese … fu la prima flotta italiana a collegare l'Italia con l'America ed il Pacifico. … Il primo vascello a vapore del Mediterraneo fu costruito nelle Due Sicilie nel 1818 e fu anche il primo al mondo a navigare per mare e non su acque interne … l'Inghilterra dovette aspettare altri quattro anni per mettere in mare il Monkey, nel 1822. … Il cantiere di Castellammare di Stabia, con 1.800 operai, era il più grande del Mediterraneo. Al momento della conquista piemontese stava attrezzandosi per la costruzione di scafi in ferro. L'arsenale-cantiere di Napoli, con 1.600 operai, era l'unico in Italia ad avere un bacino di carenaggio in muratura lungo 75 metri. … Sono patrimonio delle Due Sicilie anche: la prima compagnia di navigazione a vapore del Mediterraneo (1836) … Nel 1847 fu introdotta per la prima volta in Italia la propulsione a elica con la nave "Giglio delle Onde".
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«Prima dell‘Unità il settore cotoniero vantava quattro stabilimenti con 1.000 o più operai (1425 alla Von Willer di Salerno, 1160 in un‘altra filanda della provincia, 1129 nella filanda di Pellazzano, 2159 in quella di Piedimonte e un migliaio nella Aninis-Ruggeri di Messina); nello stesso periodo gli stabilimenti lombardi a stento raggiungevano i 414 operai della filatura Ponti. … si ebbe dal 1835 un rinnovato sviluppo dell‘industria della seta e nuove filande sorsero in Calabria, in Lucania, in Abruzzo». Entrata cosí a far parte del Regno d'Italia, la Sicilia, nel giro di pochi anni si vide spogliata dell'ingente patrimonio di quei Beni Ecclesiastici che fruttarono allo Stato 700 milioni del tempo, della riserva d'oro e d'argento del suo Banco di Sicilia, e vide portato il carico tributario a cinque volte di piú del precedente. Come accertò Giustino Fortunato, mentre per l'anno1858 esso era stato di sole lire 40.781.750 per l'anno1891 le sue sette province registrano un carico di lire 187.854.490,35. Si inasprirono inoltre i pesi sui consumi, sugli affari, sulle dogane, le tasse di successione che prima non esistevano, quelle del Registro che erano state fisse, quelle di bollo, per cui nel 1877 queste tasse erano già pervenute a 7 milioni e nel 1889-90 avevano raggiunto i 20 milioni. La vendita del patrimonio dello Stato - ossia del demanio dell'ex Regno della Due Sicilie- impinguato dai beni dei soppressi Enti Religiosi e sommato alla vendita delle ferrovie, aveva fruttato allo Stato italiano oltre un miliardo, senza contare il capitale dei mobili, delle argenterie e tutta la rendita del debito pubblico, posseduta dalle Corporazioni religiose, che venne cancellata del tutto. E non erano "beni della Chiesa di Roma", ma frutto dell'accumulazione di famiglie siciliane investito sul "figlio prete"! Quando poi scoppiò il moto palermitano nella notte tra il 15 e il 16 settembre 1866 con 3.000 uomini armati -per lo piú ex "picciotti" ed ex patrioti del 1848- che, scesi dai monti, attaccarono di sorpresa la città ed instaurarono un Comitato provvisorio, presieduto dal principe di Linguaglossa e da Francesco Bonafede, si parlò di complotto della Chiesa in accordo con i Borboni, ma la verità è che fin dalla prima metà del 1865 la Sicilia, per lo stato di abbandono e di maltrattamento inflittogli dall'Italia, era in stato di agitazione e di congiure. "E' dunque da escludere -come afferma uno storico di parte non sospetta- che la massa di manovra e i capipopolo del 1866 intendessero puntare su una restaurazione borbonica, cosí com'è da escludere che si trattasse di un moto puramente brigantesco, due tesi che specialmente il Generale Raffaele Cadorna, inviato poi come commissario straordinario (e a reprimere lo stato d'assedio nell'Isola) volle far passare nella convinzione comune e che furono accettate dalla storiografia moderata. Coloro che furono invece testimoni della settimana infuocata resero ragione della sostanziale disciplina che caratterizzò il comportamento dei rivoltosi e smentirono le voci di spaventose crudeltà che da essi sarebbero state commesse". Tutti i volantini del tempo, di propaganda autonomista (conservati presso l'Archivio di Stato di Palermo) si soffermano sul sempre piú accentuato distacco tra masse popolari e classi nobiliare e borghese, le quali rappresentavano il piú fermo sostegno interno della dominazione italiana. Poichè l'insuccesso delle prime truppe da sbarco italiane comandate da Emerico Acton fu completo, divenne necessario che giungesse un intero corpo di spedizione sotto gli ordini del Cadorna, per combinare un assalto simultaneo di tutte le forze di terra e di mare, combattere per 36 ore contro circa 40.000 popolani armati, guadagnare una ad una le barricate. I morti non poterono contarsi: i fucilati in massa furono diverse migliaia, i massacrati senza motivo diverse centinaia; la rivoluzione venne chiamata del "Sette e mezzo" per la durata dei suoi giorni. Moriva ancora una volta la speranza della Sicilia e dei Siciliani. Moriva, annegata ancora una volta nel loro stesso sangue.
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Dunque, il Sud, come risulta da statistiche e dati inoppugnabili, era, fino al 1861, lo Stato più grande, più ricco e meglio governato dell‘intera Penisola, sì da gareggiare con le maggiori potenze economiche del tempo: Inghilterra e Francia (sarebbe opportuno leggere tutta l‘opera di Ressa e Grosso, che hanno consultato migliaia di documenti. E bisognerebbe anche rileggere, almeno, Barbagallo, Einaudi, F. S. Nitti, Salvemini e Zitara; leggere Simonelli e Veneziani). Come è potuto accadere, allora, che già all‘indomani dell‘Unità finisse pian piano per diventare la cenerentola della ―Nazione‖ con un tasso migratorio biblico? Ci vengono in soccorso per comprendere (e ci scusiamo per le continue, ma indispensabili, citazioni) due documenti, anch‘essi inoppugnabili; uno di F. S. Nitti e uno di Luigi Einaudi. Afferma F. S. Nitti, nel suo Bilancio dello Stato dal 1862 al 1897: «In quarant‘anni il Sud ha dato ciò che poteva e ciò che non poteva, ha ricevuto assai poco, soprattutto ha ricevuto assai male‖. Insomma, il 65% di tutta la moneta circolante in Italia era del Sud e in pochi anni, tra tributi per risanare il deficit del Tesoro dovuto alle guerre (il Meridione con 27% di produzione della ricchezza dovette pagare il 32% dei tributi), in conseguenza delle nuove imposte e della vendita dei beni demaniali ed ecclesiali ai latifondisti, il regime doganale del 1887, il Sud fu privato dei suoi capitali a esclusivo vantaggio del Nord». Tale testimonianza è confermata, fin dai primi anni del Novecento, proprio da quello che fu primo presidente dell‘Italia repubblicana, Luigi Einaudi. Luigi Einaudi ne Il Buongoverno riconosce apertamente che «Sì, è vero, noi settentrionali abbiamo … profittato di più delle spese dello Stato italiano; è vero, peccammo di egoismo quando il settentrione riuscì a cingere di una forte barriera doganale il territorio ed assicurare così alle proprie industrie il monopolio del mercato meridionale; è vero che abbiamo spostata molta ricchezza dal Sud al Nord con la vendita dell‘asse ecclesiastico e del demanio e coi prestiti pubblici … È vero che abbiamo ottenuto più costruzioni di ferrovie. Di porti, di scuole e di altri lavori pubblici, ma sono stati duri sacrifici imposti da circostanze politiche ed economiche …». Quello che è stupefacente, soprattutto in Einaudi, è che, come se non ce ne si accorgesse da soli, è che egli dichiara candidamente che la vera Unità è stata fatta per il Nord e che a questa (presunta) ―necessità‖ si è dovuto sacrificare il Sud. Insomma, il Sud è stato spogliato, impoverito, ridotto a territorio coloniale per … lo sviluppo del Nord. Riconosce, altresì, e candidamente non lo comprende, che il Nord era povero e il Sud talmente ricco da ―costruire‖ il Nord (la ―vera Italia lavoratrice‖, direbbero senza vergogna Bossi, Brunetta e Gelmini) con le sue ricchezze. Ma, oltre a questo, che altro è successo? Salvemini è molto chiaro su questo fatto. Scrive il Nostro in Problemi educativi e sociali d‘Italia: «I governi italiani per avere i voti del Sud concessero i pieni poteri alla piccola borghesia, delinquente e putrefatta, spiantata, imbestialita, cacciatrice d‘impieghi e di favori personali, ostile a qualunque iniziativa potesse condurre a una vita meno ignobile e più umana […] Qualunque gruppo di uomini onesti […] avesse voluto mettere un po‘ di freno all‘iniquità di una sola fra le clientele che facevano capo a un deputato meridionale, era sicuro di trovarsi contro tutta la marmaglia [piccolo borghese] compatta». Che dire di più per spiegare lo sfascio, voluto e programmato, della nostra terra e il processo migratorio dal Sud al Nord e nel resto del mondo? In effetti, però, si può dire di più. Come si sa, la Sinistra storica e Giolitti non risolsero propriamente la cosiddetta ―Questione meridionale‖; la grande guerra e il dopo guerra sfasciarono ancor di più l‘economia meridionale, privandola dei suoi capitali e delle sue braccia per sostenere lo sforzo bellico e foraggiare l‘industria di guerra (e qui era già cominciata la trasformazione
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della mafia in delinquenza organizzata di tipo moderno attraverso il mercato nero e i fondi per la ricostruzione). Il Fascismo – e la crisi di Wall Street del 1929–, con la famigerata ―Quota 90‖, ossia il pareggio della lira con la sterlina, a voler parlare solo di ciò, finì con lo buttare sul lastrico migliaia di contadini, artigiani e piccoli imprenditori debitori delle banche del Sud, le quali, non potendo più riscuotere i prestiti aumentati a dismisura di valore, fallirono a loro volta. La seconda guerra mondiale, se possibile, peggiorò ancor di più le cose nel Sud, mentre l‘industria di guerra dell‘Alta Italia marciava a pieno ritmo. Ancora una volta, la mafia si ingrassò col mercato nero, l‘usura e, avendo bloccato il Piano Marshall appena a sud di Roma, con, di nuovo, la caotica ricostruzione e i relativi subappalti, col mercato illegale delle armi invendute, l‘incipiente mercato di droga e fonti energetiche in cambio di prestiti neocoloniali, tecnologia, prodotti industriali con i popoli sottosviluppati. Chiuderanno le chiavi di una spoliazione perfetta: 1) la famigerata Riforma agraria degli anni cinquanta, che, invece di aiutare la trasformazione del latifondo in aziendalità e imprenditoria, o, perlomeno, in organizzazione cooperativistica, suddivise il latifondo in piccoli lotti, con case di ―cartapesta‖ isolate, privi di qualsiasi strumento meccanico, e la 2) Cassa per il Mezzogiorno (e Organismi similari), che, coi suoi finanziamenti a pioggia ha favorito, ancora una volta, attraverso subappalti e altre diavolerie, la mafia, lo scempio edilizio, le truffe imprenditoriali, l‘illegalità diffusa, il clientelismo, il burocraticismo vessatorio, improvvise fortune politiche, ecc. ecc. La situazione odierna non è gran che cambiata. Come si può, allora, non comprendere l‘incessante flusso migratorio dal Sud, o far finta che la ―Questione meridionale‖ ormai, essendo storicizzata, in effetti non esiste più, ma, addirittura!, esista una questione settentrionale? Insomma, dovrebbero accettare i meridionali d‘Italia, di essere ―cornuti e mazziati‖? Ma va' là! Ora il Sud, forse anche per una volontà intenzionali delle potenze mondiali è quasi tutta passata sotto il controllo di Mafia, ‗Ndrangheta, la Camorra, la Sacra Corona Unita a controllare il Sud d‘Italia e che speranza c‘è che la Bellezza risorga dalle sue ceneri?
La socializzazione dell‟uomo e la comune condivisione dei beni d‟uso « L‘uomo è un animale sociale ». Lo diceva già Aristotele. E non può essere inteso diversamente, visto che condivide bellezza, beni comuni e l‘interesse di unire forze e talenti per il buon governo degli uomini e dei territori. A questi si aggiungono effetti di questa condivisione che sono la solidarietà, la sussidiarietà e l‘ecosostenibilità, per evitare il depauperamente delle risorse e per stabilire una relazione tra l‘energia proposta dalla natura e le esigenze primarie dell‘uomo per la sua stessa sopravvivenza. Qualcuno, non a caso, dopo decenni di consumo sfrenato delle bellezze e dei beni comuni ha compreso la necessità di stabilire nuovi princìpi generali dell' "ambientalismo cristiano": Essere consapevoli, nell'Economia dell'Assoluto, di RieVangelizzare la Cultura Salvaguardando il Creato, che è principalmente Bellezza, e riorientare l'opera umana alla Luce della Parusìa di Nostro Signore 1. I beni e le bellezze naturali, ambientali, storici, artistici, archeologici, architettonici e culturali sono da considerarsi beni comuni nonché patrimonio inalienabile dell‘umanità da tutelare anche al fine di garantire i diritti delle generazioni future, gli interessi generali dell‘umanità e la conservazione delle condizioni di vita del Pianeta. Essi appartengono al
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nostro rapporto sponsale con Dio e quindi alla nostra redenzione che passa anche da una "conversione ecologica". 2. In particolare sono beni comuni e valori irrinunciabili per l'uomo e per la vita oltre l‘acqua, l‘aria, lo spazio aperto, la terra e l'habitat, il fuoco, il suolo ed il sottosuolo, i pascoli e la cacciagione, i campi agricoli, gli animali da allevamento ed i bacini idrici, la luce, la casa, il lavoro, il diritto a costruirsi una famiglia, le fonti di energia, la biodiversità, il territorio e il paesaggio, il cibo, il clima, il mare, i fondali marini e le coste, le risorse naturali, energetiche e agroalimentari, la memoria, la salute, l'arte e la cultura, i saperi antichi, le conoscenze storiche ed umanistiche, le invenzioni, le idee, le ricerche, le scoperte scientifiche e la loro divulgazione, la letteratura, le arti ed i mestieri, le infrastrutture fisiche e le strutture per le comunicazioni immateriali, le identità e le tradizioni locali, civili, contadine nonchè le radici religiose che fondano i loro riti e la loro stessa esistenza sul rapporto diretto d'amore gratuito tra esseri umani ed il Creatore. 3. Nel trattamento dei beni comuni e nelle forme di governo, le attività economiche e sociali, costituite in qualsiasi forma giuridica, sono tenute ad operare nel rispetto della riproducibilità dei cicli, del risparmio di materia, risorse ed energia, della conservazione delle stesse e della tutela dell‘ambiente anche per le generazioni future, del principio di libera diffusione della conoscenza scientifica e umanistica, garantendo il diritto di accesso a tutte e a tutti gli esseri umani. 4. Le attività economiche, culturali e sociali e quindi ogni iniziativa politica e religiosa deve garantire le caratteristiche endogene, ecologiche, antropologiche, intrinseche ed estrinseche, etiche ed estetiche dei beni comuni e la loro integrità, anche nell‘interesse della trasmissione dei valori culturali ed educazionali alle generazioni future. 5. I beni comuni non possono essere soggetti a brevetti, a sfruttamento intensivo, nè possono essere mercificati, privatizzati o essere fatti oggetto di accordi commerciali internazionali. I beni comuni sociali sono invece il portato delle lotte in favore dell‘emancipazione e sono necessari alla dignità della vita delle persone e alla convivenza comunitaria e solidale, ma anche al mero esercizio dello sviluppo dei talenti e della libera concorrenza. Come tali devono essere gestiti garantendo l‘accesso universale agli stessi. Ne scaturisce di conseguenza la necessità di una loro sottrazione alla logica del mercato e di un superamento della loro caratteristica di variabile dipendente dai profitti e dai vincoli monetaristi. Beni comuni naturali, beni comuni culturali e beni comuni sociali sono gli elementi che designano una comunità umana in quanto tale. Sono il centro del contratto sociale fra noi uomini e Gesù (Nuova ed Eterna Alleanza), che proprio perchè integrati nella Bellezza di Dio, che è "tipica" nel Creato, ci permettono di considerarLo Unico. Questi Beni, che con la Pace sono corollario dell'Ethos Cristiano, e la loro non-negoziabilità ed indisponibilità al mercato deve arrivare sino a considerarli anche giuridicamente qualcosa di "altro" dalla proprietà statale o privata: essi sono più compiutamente beni di proprietà sociale, la cui gestione deve essere saggia e pubblica, e comportare obbligatoriamente la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori. Perché la proprietà è e rimarrà condivisa da tutti i cittadini di una data comunità. E tal volta non solo. I beni comuni sostanziano il contratto per vivere insieme che ciascuna comunità umana, città, civiltà si dà; non è possibile di conseguenza alcuna decisione di alienazione degli stessi a vantaggio di pochi. Anzi è sempre più necessaria una gestione partecipata. Perché in definitiva si tratta di riappropriarsi del bene
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comune più importante di tutti: la libertà. Questa include la soddisfazione dei propri desideri nel limite delle opportunità offerte, ma soprattutto la partecipazione diretta di ognuno come persona ed individuo al processo creativo e salvifico deciso da Dio, nella verità, nella pace, nella carità.
Il Futuro della Nostra Terra. Responsabilità cristiana per il sociale, il lavoro, l‟ambiente. Da prof. Mario D'erme (fondatore dell‘UCITecnici) Accanto ai tre principi dell‘etica cristiana, ―bene comune‖, ―solidarietà‖ e ―sussidiarietà‖ se ne aggiunge un quarto, la ―sostenibilità‖, che significa considerare in una visione d‘insieme tutte le dimensioni economiche, sociali, politiche, culturali ed ecologiche. Si tratta, come ricordatoci da Sua Santità Giovanni Paolo II nella Catechesi del 17/01/2001, innanzitutto di: 1) consapevolezza che l‘‖armonia dell‘uomo con il suo simile, con il creato e con Dio è il progetto perseguito dal Creatore‖. Tale progetto è stato ed è continuamente sconvolto dal peccato umano che si ispira ad un piano alternativo raffigurato nel libro stesso della Genesi (cc 3 – 11) in cui è descritto l‘affermarsi di una progressiva tensione conflittuale con Dio, con il simile e perfino con la natura; 2) consapevolezza che la ―creatura umana riceve una missione di governo sul Creato per farne brillare tutte le possibilità‖; 3) consapevolezza che l‘‖uomo stravolge gli equilibri della Creazione, dimentica di essere responsabile dei suoi fratelli e non si prende cura dell‘ambiente che il Creatore ha affidato alle sue mani. Questo mondo, invece, programmato unicamente secondo i nostri progetti, potrebbe diventare irrespirabile. In effetti, nella visione giudaico-cristiana della Storia della Salvezza, lo sbocco di tale Storia non sarà la ―distruzione‖ del mondo, ma la Sua ―trasfigurazione escatologica‖, che si verificherà quando ―sorgeranno Cieli nuovi e Terra nuova‖. (Vedi trasformazione, da parte di Dio dell‘acqua in vino nelle Nozze di Cana) Ai contemplativi, che con noi diventano Annunciatori della Parusìa, spetta il compito di affermare nel mondo il principio della eminente dignità dell‘uomo trascendente all‘infinito la realtà cosmica; ai tecnici, o Apostoli della Bellezza, spetta il compito di preparare il mondo corporeo e servire l‘uomo in quella sua trascendente dignità. La materia si presta, infatti, a compiere tanto un servizio divino quanto un servizio demoniaco. La materia è indeterminata e attende di essere sollevata dalla sua caotica molteplicità dall‘opera del tecnico: questi deve svilupparla nelle sue finalità umane, impedendone le distorsioni sataniche. Gli Apostoli della Bellezza hanno dunque, insieme agli Annunciatori della Parusìa, benché in modi diversi, il compito di spiritualizzare l‘uomo: i primi accompagnandolo verso il contatto con Dio attraverso lo splendore del bello; i secondi accostandolo ad un cosmo spiritualizzato. I valori culturali, sociali ed organizzativi ispirati dalla Fede Cristiana nella concretezza storico-spaziale del mondo tecnicizzato del nostro tempo vanno incarnati attraverso una motivata formulazione propositiva del ―fare‖ piuttosto che del ―dire‖. Nel ―fare‖, infatti si dà un significato di impegno orientato alla responsabilità non solo problematicistica. Ecco che allora diventa più semplice dedicarsi al ―Campo delle Politiche di Sviluppo‖ e nelle loro concrete implicazioni territoriali, intese come futura previsione delle ―città intercomunali‖, articolate nel territorio e non congestionate, dove i Piccoli Comuni possono diventare ambiti di una storicità significativa di ―comune interesse‖. E ciò secondo una linea culturale da
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―Storia della Salvezza‖ anche per gli insediamenti umani, opposta a quella della ―Storia materialisticamente dialettica‖ di matrice marxista che prevede l‘abbattimento dei villaggi rurali a vantaggio della cosiddetta modernizzazione dello Stato. Dunque occorre propugnare una riflessione propositiva non astratta ma incarnata, non tecnocratica ma umanisticamente partecipativa, per una riorganizzazione umana della Terra, aperta alla Trascendenza, secondo il disegno –progetto- di Dio sull‘uomo e sulla Creazione affidatagli. Occorre riquadrare responsabilmente tre concetti e trasformarli in immagine figurate: a) l‘urbanesimo e urbanistica vanno intese come forma di collaborazione al disegno provvidenziale di Dio che vede nell‘uomo in cammino, e Storia della Salvezza, la storia di una coppia che parte da un giardino, l‘Eden, per arrivare ad una città, la Gerusalemme celeste, dove verrà accolto Gesù nella Sua Parusìa; b) i territori della terra non sono spazi disincantati da organizzare tecnocraticamente, ma ―corpi di comunità storiche‖, in cammino da una situazione di pura natura ad una situazione di crescente coinvolgimento dell‘urbano umano‖; c) la doppia ―Gloria‖ di Dio e dell‘Uomo sono da riconoscere come senso della Creazione, nei termini sintetizzati da sant‘Ireneo ―Gloria Dei, homo vivens; Gloria homini, visto Dei‖ (cioè, «dobbiamo noi stessi, con i pensieri, con le azioni essere la gloria di Dio»). Emerge con forza dal Vecchio Testamento il concetto che, se è vero che ―la terra è di Dio‖, è anche vero che essa ―è stata confi-Data agli uomini‖, perché vi esercitino un ruolo con-Creativo, di responsabilità e di solidarietà. Il Santo Padre Giovanni Paolo II, parlando agli abitanti di Recife, in Brasile (luglio 1980) ha detto: ―la Terra è un dono di Dio, dono che egli ha fatto a tutti gli esseri umani, uomini e donne che egli ha riuniti in una sola grande famiglia‖ IN UNA Eterna Alleanza. Ed ha proseguito, per sottolineare in quella circostanza il ―Valore‖ comune secondo cui gestire questo dono fatto a tutti, che ―non è lecito, pertanto, perché non è secondo il disegno di Dio, gestire questo dono in modo tale che ne beneficino i pochi a discapito della maggioranza degli esclusi‖. ―La Signorìa dell‘uomo… è la missione non di padrone assoluto e insindacabile (che vuole assomigliare sempre più ad un dio, nda), ma di un ministro del Regno di Dio, chiamato a continuare l‘opera del Creatore‖ riferito anche al messaggio della Rivelazione (―Io sono la Via, la Verità e la Vita‖, un‘opera indicatoci da Gesù, appunto, di vita, di bene e di pace…. Soprattutto nel nostro tempo l‘uomo ha devastato senza esitazioni pianure e valli boscose, inquinato le acque, deformato l‘habitat della terra, reso irrespirabile l‘aria, sconvolto i sistemi idrogeologici e atmosferici, desertificato spazi verdeggianti, compiuto forme di industrializzazione selvaggia. Occorre, perciò, stimolare e sostenere la ―conversione ecologica‖. Cercando di interpretare il ―progetto del Creatore‖ citato dal Papa anche nella enciclica Redemptor Hominis, all‘inizio del suo pontificato, nel riferirlo all‘uomo ―Creato da Dio a Sua immagine e somiglianza‖, e quindi come ―con-Creatore‖, ritiene che l‘uomo stesso debba dunque ―fare‖ ―cose buone e giuste‖, e ritiene che per poter ―spezzare fraternamente il pane― sia però necessario che il pane sia prodotto quale ―frutto della terra e del nostro lavoro‖, come la Chiesa ci fa dire nella Liturgia della Messa: un lavoro che comporta ―incidere‖, col vomere, sulla naturalità della terra, così da renderla ―feconda‖ e non, anch‘essa, solo passiva. Occorre quindi pensare con nuovi termini sia le dimensioni bio-regionali che i confini delle ecoregioni, che non devono più essere visti sotto la lente degli stati e delle cartine politiche ma sotto la loro essenza naturale. Da abitanti della terra, questo vuol dire capire il luogo in cui si abita, ricostruire le vicende storiche non solo in senso antropologico, ma anche geologico e biologico, e sviluppare in sé stessi un senso di appartenenza che non esclude scambi e
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reciproche influenze, ma al contrario li rende preziosi per operare scelte che facciano tesoro della universale esperienza dei luoghi della terra nella loro inesauribile diversità. Giovanni Paolo II nella ―Centesimus Annus del 1991‖ spiega con parole toccanti ―l‘errore antropologico‖ dell‘insensata distruzione dell‘ambiente naturale di cui la civiltà tecnologica si è resa responsabile, osservando: ―l‘uomo, che scopre la sua capacità di trasformare e, in un certo senso, di creare il mondo con il proprio lavoro, dimentica che questo si svolge sempre sulla base della prima originaria donazione delle cose e delle materie prime da parte di Dio. Egli pensa di poter disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà, come se essa non avesse una propria forma ed una destinazione anteriore data da Dio, che l‘uomo può sì sviluppare, ma non tradire‖. Sua Santità Pio XII diceva di ―trasformare il mondo da selvatico in umano e da umano in divino‖ ed in termini più immediati per contribuire a ―rendere più abitabile la terra‖. Gli egizi, per unire sotto lo stesso spirito gli abitanti, concepirono il criterio di costruire le Piramidi, come segno di unità. Il Dio Unico degli Ebrei e dei Cristiani ha voluto, invece, che realizzassimo opere immense ben distribuite sul territorio e accessibili da tutti. L‘‖ideale cristiano‖ è animato dalla traenza escatologica in avanti, e l‘‖ideale del pagano‖ o del laico è animato dalla nostalgia per un ritorno. L‘ideale cristiano è l‘Abramo di Ur il quale, all‘invito di Dio di lasciare la sua città per dirigersi verso una sconosciuta Terra Promessa, si alza, si mette in cammino, e accetta l‘avventura del tempo. Mentre l‘ideale del pagano è Ulisse che aspira ad un ritorno nella sua Itaca originaria.
Perché l‟apertura al mondo? Tutti abbiamo lo stesso “mondo”: quello della natura e quello della “storia” che ci contiene. Il primo, è il “mondo” fatto da Dio in sei giorni, delle notti, delle stagioni e degli anni. Il secondo, è il “mondo” delle vicende terrene, nella famiglia, nella società, nella patria. È il ―mondo‖ in cui ci conosciamo e ci incontriamo; il ―mondo‖ delle gioie e dei dolori. Ognuno, però, ha il “suo mondo”: «quando ero bambino, pensavo come un bambino, ragionavo come un bambino » (I Cor. 13, 11). Il “mondo” da adulto è un altro “mondo” quello delle proprie scelte; un “mondo” che si costruisca nella libertà. Tutto un altro “mondo”, comunque, è quello del cristiano, perchè non è solo spettacolo dei sensi, né solo oggetto della investigazione scientifica e tecnica, perché non è il solo campo del suo lavoro, ma perché è, soprattutto, il “mondo” della creazione, avvenuta “in principio” cioè fuori del tempo, per cui il “mondo” che abitiamo, per il cristiano ha una figura (forma nda) che passa (I Cor. 7, 31), e cioè ha il suo senso primo e ultimo al di là di sè, in Dio, che l‘ha tratto dal nulla e continua a conservarlo e guidarlo con la sua Provvidenza. Ma, soprattutto, è il “mondo”della Redenzione, avvenuta nel tempo per riparare al peccato dell‘uomo, accaduto al principio del tempo, e divenuto, però, oggetto della misericordia di Dio in Cristo, entrato nel “mondo” e nel “tempo” per aiutarlo a salvarsi dal peccato che, però, egli continua a commettere nel “mondo” e nel “tempo”. Dobbiamo dire, allora, che l‟unico “mondo” vero è quello del cristiano, perché illuminato dalla luce della Fede che ci svela l‟inserzione del “tempo” nell‟eternità con la creazione, e dell‟eternità nel “tempo” con l‟Incarnazione, dipanando, così, l‘arruffìo della Storia coi suoi errori e orrori, in una trama di “Storia Sacra” quale il progetto «nascosto dai secoli in Dio» (Ef. 3, 9). Più vero di tutti, allora, è il “mondo dei Santi”, penetrato dalla Grazia Divina che porta alla partecipazione della stessa Vita Divina in un flusso e riflusso di ―amorosi sensi‖, anche se quasi sempre avvolta nel ―mistero‖.
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Ma il Vaticano II, con i suoi Decreti, spalancò alla Chiesa porte e finestre, perché uscisse da sè stessa e si buttasse nel “mondo”. Ma cosa si intende per ―mondo‖? Rendiamoci conto, vediamo, anzitutto, nelle Sacre Scritture: “mondo”; nell‘Antico Testamento, si identifica con il creato. In Genesi (I, 31) leggiamo che «Dio vide tutte ciò che aveva fatto ed era tanto buono»; «Il cielo è il mio trono, il “mondo” lo sgabello dei miei piedi» (Is. 66, 1); Il Salmista esclama: «Dio, Dio nostro, quanto ammirevole il tuo nome nell‘universo mondo! E altrove scrive: «I cieli narrano la tua gloria e l‘opera delle tue mani rivelano il Firmamento‖. Nel Nuovo Testamento troviamo, invece, due concetti del ―mondo‖ diametralmente diversi. Qui, il Mondo è visto non come creato, ma come “umanità”. Di esso, Gesù dice: «Dio ha tanto amato il mondo da sacrificare per esso il suo Unigenito» (Gv. 3, 16). Mandando i suoi discepoli nel mondo con lo stesso compito: «Come Tu hai mandato Me nel mondo, anch‟Io li ho mandati nel “mondo”» (Gv. 17, 18). «Andate dunque in tutto il mondo» (Mc. 16, 15). Nelle stesse pagine del Vangelo troviamo anche la “condanna del mondo”. È il Mondo nemico di Gesù, che non accetta la fede in Cristo, rinnega la sua morale, odia l‘opera di Cristo e coloro che lavorano per la sua opera nel mondo. Il generalissimo di questo mondo è Satana: «Il principe di questo mondo sarà gettato fuori» (Gv. 12, 31), «Questo “mondo” non l‟ha conosciuto, perché preferisce le tenebre alla luce. Un mondo pieno di scandali: “guai al mondo per gli scandali”» (Mt. 18, 7); «Non amate il mondo né ciò che è il mondo. Se uno ama il mondo non c‟è in lui l‟amore del Padre, poiché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, degli occhi, l‟orgoglio della vita, non è dal Padre, ma dal mondo. Ora, il mondo passa e la sua concupiscenza con lui» (I Gv. 2, 16). In questo mondo, tuttavia, Gesù manda i suoi discepoli come ―agnelli in mezzo ai lupi‖ (Lc. 10, 3), e li avverte: «Se il mondo vi odia, sappiate che ha odiato Me prima di voi» (Gv. 15, 18); «Il mondo godrà, voi invece piangerete» (Gv. 16, 20). Anche San Paolo condanna il mondo: «Non conformatevi a questo secolo (cioè il ―mondo‖) (Rom. 12, 2), poiché se io volessi piacere agli uomini, non potrei essere il servo di Cristo» (Gal. 1, 10). Ma allora, come comportarci dinanzi al “mondo”? E ancora: può la Chiesa aprirsi al mondo? Il problema ci porta a riflettere sulla “ecclesiologia odierna”, la quale ha rigettato chiaramente i due assiomi, intrinsecamente annessi nella sua ontologia: “extra Ecclesiam nulla salus”, e l‘altra: “La vera Chiesa è (ma “non sussiste in”) quella cattolica”, con la quale ha introdotto il relativismo, l‘ecumenismo; il pluralismo, ecc., col quale si è venuto a cancellare l‘“ubi Petrus, ibi Ecclesia”, e che la salvezza è solo per chi crede in Gesù Cristo. Quindi, dal Vaticano II è scaturita una chiesa che non è più “societas perfecta”, bensì “semper riformanda”, e che, perciò, rinnega i caratteri ontologici della Chiesa fondata da Gesù Cristo, tenendosi aperta, invece, a qualsiasi forma di sincretismo. Dovendo vivere nel “mondo” “totus positus in maligno”, dobbiamo poter dire come San Paolo, l‘apostolo delle genti, che per lui il “mondo è crocifisso”. Se dobbiamo lavorare nel “mondo” senza perderci, noi dobbiamo saperlo anche fuggire per ritirarci in noi e in Dio. Quindi, nell‘uso delle cose, occorre che osserviamo la gerarchia dei valori, come ci insegna lo stesso Gesù: «Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua Giustizia, e tutto il resto (del ―mondo‖) vi sarà dato in soprappiù» (Mt. 6, 33). L‘insidia più grave per un cristiano, infatti, è quando viene bandito, o perlomeno ignorato, il “soprannaturale”. Purtroppo, oggi, si può dire che la “crisi del soprannaturale” ha toccato i vertici più alti nella storia della Chiesa, proprio per questa
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apertura al “mondo” che Paolo VI ha voluto con la cosidetta “svolta antropologica”, che non è altro che il ritorno di fiamma del “modernismo” che San Pio X e i suoi immediati successori avevano cercato di debellare. Ora, l‘azione del Magistero dovrebbe centrarsi, sopratutto, per un ritorno al soprannaturale, offuscato anche per l‘insidiosa penetrazione del soggettivismo e del ritorno al naturalismo più sfacciato, la cui conoscenza non poteva non essere che l‘offuscamento della stessa dignità naturale dell‘uomo. Ormai, è stato dimenticato che l‘uomo, per la sua anima spirituale, è stato creato ad “immagine e somiglianza di Dio” (Gen. 1, 27), dal che dipende, secondo San Tommaso, che l‘uomo «è principio delle sue opere, in quanto ha il libero arbitrio ed il potere delle sue azioni”. Sappiamo ormai da tempo che Paolo VI, fin dall‘inizio del Suo Pontificato, aprì il dialogo” con il mondo moderno. Lo aveva annunciato, all‘apertura della Seconda Sessione del Vaticano II (settembre 1963): «La Chiesa cercerà di lanciare un ponte verso il “mondo contemporaneo”». Le vie da seguire le scrisse nella Sua prima enciclica: “Ecclesiam suam” dell‘agosto 1964. Tra le iniziative di Paolo VI, a questo riguardo, ci fu la Sua domanda di perdono (maggio 1964) agli artisti e agli intellettuali: «Vi abbiamo messo, a voi che siete creatori, sempre vivaci, zampillanti di mille idee e di mille novità, una cappa di piombo addosso. Possiamo dirlo. Perdonateci!!». Incredibile questa richiesta di perdono con quel “Vi abbiamo”, che denuncia tutto l‘arco della storia della Chiesa dei Papi, immemore di tutti i Papi che erano i mecenati dell‘arte e degli intellettuali! E‘ difficile difenderlo! Paolo VI partì, fin dall‘inizio, con una volontà ferrea di abbandonare le rotaie della Tradizione, forse quella che faceva le pulci alle altre religioni, per percorrere i sentieri sconosciuti del “rinnovamento”, cercando come poteva, sradicare quel “manicheismo larvato” della mentalità cattolica, di cui parla Maritain, per la quale «il mondo in sé non era più che corruzione, per cui si porse in primo piano i valori di negazione, di rifiuto, di timore. Abbassare gli occhi! Volgere altrove la testa! Fuggire le occasioni, ecc. Il morale prendeva, così, il sopravvento sul teologale, e la fuga dal peccato sulla carità». Una mentalità, quindi, che Paolo VI voleva correggere, specie attraverso la predicazione e l‘azione. Ma portava con se i suoi trascorsi politici. Difatti, le innovazioni introdotte da Paolo VI furono tante e profonde. Ma la Chiesa non è politica. Premesso questo, Paolo VI apparve al “mondo”, con evidenza, come uomo fisiologicamente di sinistra, un autentico e tipico “progressista”. Lo dimostrava in ogni suo gesto, in ogni sua scelta istintiva, nel modo con cui intendeva la cultura, gli Autori che leggeva (come, ad esempio, Adorno e Mancuse), nella sua affinità con i cardinali progressisti (tipo Suenens, Alfrink), sui loro libri, quando era arcivescovo di Milano, egli ne scriveva le ―prefazioni‖. Agli occhi di molti tradizionalisti, quindi, Paolo VI apparve sempre come un “pericoloso rivoluzionario”. In fondo era quasi un filo-nazista-sionista. VediamoLo con un esempio: La vicenda sulla “pillola”. A pronunciarsi, sulla questione del controllo delle nascite, Paolo VI impiegò 34 mesi, tra varianti stati d‘animo; all‘inizio, grandi aperture, ma poi finì col nominare una Commissione consultiva di 75 tra cardinali ed esperti, dei quali 71 si pronunciarono a favore di un “regolato controllo” delle nascite, per cui le persone si attendevano delle “concessioni clamorose”. Anche la “Civiltà Cattolica” (del 4 novembre 1967) ―esprimeva ragionata fiducia‖ in una prossima ammissione dell‘uso della “pillola Pincus”, che da allora fu detta: “pillola cattolica”! Ma ci volle ancora parecchio tempo prima che arrivasse a pubblicare, dietro pressione di Prelati e Moralisti, la “Humanae vitae”, anti-Pillola e contraria al controllo. Lo Spirito
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Santo aveva vinto! La canea anti-cattolica (ma anche quella cattolica non fu da meno!) si ribellò, con giudizi sprezzanti su grandi giornali, e persino defezioni! Certo, il “dialogo” col “mondo” non lo inventò Paolo VI. Prima di inviare i suoi discepoli nel ―mondo‖ per evangelizzarlo, Gesù, li aveva avvertiti: «Il mondo mi odia. Il mondo non può ricevere lo Spirito di verità». Ben conscio di questo, l‘apostolo San Paolo si recò ad Atene, capitale della cultura di allora, e gli ateniesi si recarono all‘Aeropago ad ascoltarlo, pieni d‘interesse. Fu un primo incontro con la cultura profana. «Tutti gli ateniesi e gli stranieri ivi residenti non si dilettavano d‘altro che di parlare o di udire quello che c‘era di più nuovo». Lo si legge negli “Atti degli Apostoli”. Intelligenti com‘erano, avevano già eretto un altare “Al Dio sconosciuto” e fu riferendosi a questo altare, che Paolo iniziò il suo discorso, seguito dagli ateniesi finchè non si mise a parlare della resurrezione di Cristo dai morti. Allora, però, lo interruppero. “Alcuni presero a deriderlo” - dicono gli “Atti”, ―altri dissero: “Di questo ti sentiremo un‟altra volta”! Paolo lasciò Atene, si ritirò nella vicino Corinto, ma lo shock subìto all‘insuccesso di Atene lo aveva turbato tanto, sì da dubitare se dovesse continuare o no a predicare. Ma intervenne «il Signore che gli disse, in visione: Non temere, ma parla e non tacere!». Da questo sfasamento montiniano, con tutta la sua attenzione rivolta al mondo, ormai, abbiamo una Fede distrutta dal nuovo ecumenismo; l‟evangelizzazione fu sostituita dal “dialogo” e il Regno di Dio fu rimpiazzato dal “Regno dell‟uomo”. In nome della laicità e dei “diritti umani”, la Morale cattolica, affossando la Fede e la centralità della Persona di Gesù Cristo, si è dissolta, senza più contare le conseguenze del “peccato originale”. Ora, questa guerra non è ancora conclusa. Paolo VI, in un domani, sarà dichiarato “anatema”, soprattutto per la sua “apertura al mondo”, per il suo “Movimento d‟Animazione della Democrazia Universale” (MASDU) di origine ed uso protestante, già condannato, e sarà considerato il “Grande Corruttore” della Chiesa del XX secolo!
E‟, forse, il caso che ci soffermiamo ad analizzare il Credo della Chiesa Cattolica? Un‘altra istituzione della Chiesa così poco intesa dai fedeli, che recitandolo a memoria poi non ne colgono il significato pieno. Per questo vorrei anche ricordare che al tempo di Gesù, Gamaliele era più saggio di Saulo, come Nicodemo era il più edotto fra i dottori del Sinedrio. Eppure prevalse l'oltranzismo dei più Ortodossi che non seppero e non vollero comprendere che i tempi erano compiuti e che si stava passando dal tempo del Verbo a quello dell'Amore. Salvo poi comprendere di aver sbagliato. Occorre molta umiltà, come Paolo, nel riconoscere che Gesù va accolto con amore e offrendo comprensione. Da lì pensare che si possa avere a che fare con TESTIMONI "non Cattolici" ce ne vuole, solo perchè l'ortodossia sta nella difesa della fede non vuol dire essere meno Cattolici. Anzi. Io sono come Gesù di fronte al Fico o davanti ai mercanti del Tempio. Certi ortodossi sono proprio come il fico che non dà frutti. "Dài Frutti li riconoscerete"; "Ecco, io farò nuove tutte le cose"; "sepolcri imbiancati" ma cosa avete imparato da Gesù? Anzi vi dico di più. Oggi, ci risiamo, come era allora fra i dotti del Sinedrio che non vollero riconoscere Gesù perchè cercava le folle e perchè si presentava sul dorso di un povero Asinello, invece di mostrarsi come un Re fra i dotti. Quanta arroganza alberga in certi pensieri. Così oggi, costoro, non capiscono che si sta passando dalla Dottrina del Tempo Presente al Nuovo Avvento, al Tempo Futuro, dove prevarranno i Dottori del Popolo ed i Figli della Luce per la Seconda Generazione di Santi, dove Egli apparirà ai Cuori Caldi come sul Tabor. Restate pure ancorati nella Dottrina, statici come statue da museo, invece di portare la vita, presentandovi con la cenere in testa, in mezzo alle piazze. Grazie al cielo siete una
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minoranza, che conosco sin troppo bene, perchè ne ho fatto parte nella giovane età, facendomi trascinare di qua e di là da provocatori e arroganti. Spero solo che sappiate riconoscere per tempo, nell'altro, il Signore che Viene, che Ritorna, perchè è solo così che anche il più piccolo dei servi si salverà. Perchè Egli è alla porta e bussa e l'astio che certi creano verso il prossimo è tipico della Superbia che ricolma il mondo in un senso e nell'altro di virtù che non hanno nulla a che vedere con lo Spirito Santo. Taluni di quelli a cui mi riferisco, non meritano nemmeno essere chiamati per nome, perchè già sono stati cancellati persino dal Libro dei Vivi. E' il caso che si faccia chiarimento sulla nostra posizione di Cristiani della CHIESA UNA SANTA CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA. IL CREDO APOSTOLICO CONTRO LO GNOSTICISMO Generalmente un credo mette in rilievo quelle credenze che si contrappongono agli errori che i suoi compilatori ritengono nel proprio tempo i più pericolosi, come accade per il Credo niceno-costantinopolitano. Il credo apostolico mette in rilievo la vera umanità di Gesù, inclusa la materialità del Suo corpo, perché questi erano i punti negati dagli eretici del suo tempo (gnostici, manichei, marcioniti, e manichei posteriori, cfr. 1Gv. 4:1-3). Il Credo Apostolico, così, dice: 1. "Credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra" Io Petrus Sottoscrivo (E' uno dei Tre Cardini Temporali: la Creazione. Poi ci saranno la Rivelazione/Redenzione e la Seconda Venuta/Fine dei Tempi/Parusìa) (gli gnostici credevano che l'universo fisico fosse cattivo e che non fosse stato Dio a farlo). 2. "E in Gesù Cristo, Suo Figlio unigenito, Signore nostro; il quale fu concepito di Spirito Santo, nato dalla vergine Maria" Io Petrus Sottoscrivo (Qui ci troviamo di fronte al Dio Restauratore, che annuncia il Suo Regno attraverso il Figlio che si Rivela per Redimere l'Umanità dopo il peccato Originale e trasformarlo in operaio nella Vigna. Ci ricorda l'annunciazione a Nazareth, nella Santa Casa che oggi è a Loreto, della Madre di Dio, concepita prima di tutti i Tempi con la partecipazione dello Spirito Santo da cui discende, dal Padre, il Figlio, già in Spirito. Gesù è ricolmo di Spirito Santo sin dall'inizio dei Tempi e con il Battesimo questo si manifesta nella pienezza dei Tempi assieme al Padre che si compiace di Lui. Prima, la tradizione del battesimo, voleva che questi fosse impartito con l'acqua. Da Gesù in poi sarà impartito con lo Spirito Santo, con l'olio, con il sale e con rito di esorcismo. Ma lo Spirito Santo starà con Gesù per tutta la Sua Vita, nonostante sia Persona Terza e Distinta. Continuerà, lo Spirito a rimanere con noi dopo la Pentecoste nella Sua Persone Speciale, che dà la vita e trasforma -5000 Battezzati in un solo giorno in Suo Nome. Prima che scendesse su di loro lo Spirito Santo, gli Apostoli erano afflitti e desolati perchè erano rimasti ancorati all'Amico Gesù, il Dio Vivente e quando compresero che lo Spirito Santo era la Terza Persona di un Unico Dio, compresero tutto quello che Gesù aveva lasciato loro in eredità e da Testimoniare. Nella Santa Casa c'era l'Altare degli Apostoli dove probabilmente fu detta la prima Messa con quello Spirito che stava anche nel Cenacolo. Lo Spirito Santo, per cui non ha mai smesso di assistere la Chiesa, Sua Creatura. Per cui chi non sta nella Chiesa non si salverà, nemmeno se crede che il Papa sia fallace o non eletto con i Santi criteri. Perchè vorrà dire non avere fede nello Spirito Santo che tutto controlla e tutto dirige). Gli gnostici affermavano che i cristiani ortodossi errassero in supporre che Dio avesse preso la natura umana o un corpo umano. Alcuni fra loro facevano una distinzione fra il Cristo (che in qualche
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modo consideravano divino) e l'uomo Gesù, il quale - dicevano - era soltanto uno strumento per il quale Cristo parlava. Essi dicevano che l'uomo Gesù non fosse divenuto il portatore o lo strumento del Cristo se non quando lo Spirito era disceso su di Lui al momento del Suo battesimo, e che lo Spirito Lo avesse abbandonato poco prima della crocifissione, tanto che lo Spirito aveva soltanto avuto un breve e debole rapporto con la materia e l'umanità. Altri affermavano che mai vi fosse stato un uomo di nome Gesù, ma soltanto una parvenza d'uomo, attraverso le cui apparizioni i primi Suoi discepoli avessero ricevuto saggi insegnamenti. Contro questo i cristiani ortodossi affermavano che Gesù fosse stato concepito per azione dello Spirito Santo, negando così la posizione gnostica che lo Spirito non avesse avuto alcun rapporto con Gesù se non al Suo battesimo, che Egli era nato (il che significa che Egli aveva un corpo fisico reale, non soltanto una parvenza), da una vergine (il che significa che Egli doveva essere speciale sin dal primo momento della Sua vita, non soltanto al Suo Battesimo). Il Corpo di Gesù è tale e dà l'immagine anche del Padre. L'immagine della Santa Sindone e della Veronica è vera immagine. 3. "Soffrì sotto Ponzio Pilato" Io Petrus Sottoscrivo. (Qui ripercorriamo tutta la Passione di Gesù, Dio, Cristo e Re, e quella di Mel Gibson è fin troppo buonista, perchè nessuno saprà mai descrivere la passione dello Spirito, che se solo fossimo capaci sapremmo spogliarci di tutto e andare urlando al mondo intero lo strazio che Egli provò per ogni nostra mancanza ed in particolare di coloro di cui maggiormente credeva potersi fidare. Il tradimento di Pietro fu un antidoto ed un ammonimento. Sbagliate pure, ma poi correggetevi e convertitevi ripetutamente. Gesù ha bisogno Egli stesso di essere consolato e trattato da Amico. Non è una statua e non sta su un piedistallo. Egli è fra noi e bussa, ma noi siamo solo capaci di mostrarGli libri, monumenti e immagini. Lui vuole l'amore). Vi erano allora molti racconti che parlavano di dei morti e risorti, ma essi venivano francamente presentati come miti, come racconti non storici simboleggianti il rinnovamento della vegetazione ogni primavera dopo l'apparente morte dell'inverno. Se si domandava: "Quando Adone è morto", la risposta era: "Molto tempo fa in un luogo lontano", oppure: "La sua morte non è un avvenimento che si possa calcolare secondo il tempo della terra". Gesù, d'altro canto, era morto in un tempo ed in un luogo preciso della storia, sotto la giurisdizione di Ponzio Pilato, procuratore della Giudea dal 26 al 36 AD., o durante gli ultimi dieci anni di regno dell'imperatore Tiberio. Secondo i doni e le grazie dello Spirito Santo, dovremmo sentire Gesù vivo che è risorto. Questo fa sperare nel Suo Ritorno e rende lieve l'attesa. Il Suo Regno tornerà e la Sua Vigna sarà trasformata in bellezza, come l'acqua in vino, come il Battesimo in acqua fu trasformato in Battesimo di Spirito Santo. 4. "Fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi" Io Petrus Sottoscrivo (Era la speranza dei Patriarchi, dei Giudici, dei Profeti, dei Re, dei Fedeli di ogni epoca, quella di essere liberati dal Limbo! In quella occasione, quando discese agli Inferi, si mostrò a loro in tutta la Sua Regalità, ed essi compresero di aver ben operato, di aver ben condotto il Popolo di Dio a destinazione. Ed ora attenderanno con maggiore gioia il Giudizio Finale, quello Universale, riguardante i Vivi ed i Morti. In questo passo del Credo c'è tutto lo Spirito del Dio Creatore, Redentore e Parusiaco). Qui il Credo stabilisce fermamente che Egli fosse realmente morto. Non era stata un'illusione. Era stato inchiodato ad un legno. Era morto. Aveva un vero corpo, ed un
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cadavere era stato posto nella tomba. Egli non era semplicemente in stato di incoscienza. Il Suo spirito aveva abbandonato il Suo corpo ed aveva raggiunto il regno dei morti. Si crede generalmente fra i cristiani che in questa occasione Egli avesse recuperato le anime di coloro che erano morti confidando nelle promesse dell'antico patto - Abramo, Mosè, Davide, Elia, ed altri - e che le avesse fatte uscire dal regno dei morti per trasferirle nel regno della gloria. Il credo, però, non si interessa di questo. Il riferimento alla discesa agli inferi (Hades, o Sheol) serve qui per chiarire come la morte di Gesù non fosse solo apparente, come in un coma, ma morte nel senso proprio del termine. In quello stesso posto dove sono i Puri possano esserci anche gli Innocenti e quindi i Bimbi mai Nati. E' una speranza cristiana che dipende esclusivamente dalla Misericordia di Dio Onnipotente. 5. "Il terzo giorno risuscitò dai morti; ascese al cielo; siede alla destra di Dio Padre onnipotente; da dove verrà per giudicare i vivi ed i morti. Io credo nello Spirito Santo; la santa Chiesa universale". Io Petrus Sottoscrivo (Qui sono riportati in sintesi la Parusìa, la Potenza dello Spirito Santo e della Santa Chiesa Universale, tutti Dogmi di Fede, operanti e trasformanti che ci mettono "tutti" in attesa operosa fino alla Fine dei Tempi) . Gli gnostici credevano che le dottrine più importanti della fede cristiana fossero riservate a poche persone elette. La fede ortodossa afferma che la pienezza dell'Evangelo doveva essere predicata all'intera razza umana. Da qui il termine "universale" (cattolica), che li distingueva dagli gnostici. La fede operosa della Chiesa Universale si riversa ovunque ci sia bisogno di carità e aiuto, perchè così si manifesta la Potenza dello Spirito, così nelle opere di misericordia corporale che spirituale (allineate con lo Spirito Santo che è Dio). 6. "La comunione dei santi; la remissione dei peccati" Io Petrus Sottoscrivo (Sono sempre stato scettico sull'ascetismo spirituale, su gruppi di preghiera, sui pellegrinaggi se a questi non seguono forme di testimonianza cristiana nei confronti del "prossimo", mentre sono stato favorevole al monachesimo. La vera Fede ci prepara per le Opere che ci aiutano a costruire un mondo migliore. Il Regno di Dio è in Cielo e così in Terra. Cosa mostreremo quando tornerà? Ma non ci vergogniamo? A che serve tutto il sapere se poi non si agisce? Credo, Conoscenza ed Azione. Credo piuttosto nel peso della Preghiera che stimola all'azione e alla conoscenza ed è un valore aggiunto per ricongiungerci con lo Spirito Santo, il Padre ed il Signore Gesù che Viene. Marana‘tha (Cristo vieni e salvaci!). Gesù ci ha insegnato che il Suo Spirito e quello del Padre è principalmente diretto alla nostra salvezza passando dalla Chiesa ed anche dal nostro "prossimo". Ma è solo attraverso la Chiesa e la Comunione con Essa (Istituzione Eucaristica) che possiamo avere rimessi i peccati e ottenre il Perdono. Ecco l'importanza dei Sacramenti ricevuti secondo questo Spirito). Gli gnostici consideravano che ciò di cui gli uomini avevano bisogno non era il perdono, ma l'illuminazione. Alcuni di essi, credendo che il corpo fosse solo un'illusione e una trappola, conducevano vite di grande ascetismo. Altri, credendo che il corpo fosse separato dall'anima, sostenevano che non fosse importante ciò che fa il corpo e che esso non avesse alcuna influenza sull'anima. Essi vivevano così in modo molto permissivo. In ogni caso l'idea di remissione dei peccati era loro estranea. Io Petrus che riesco a vedere anche lo Spirito Santo, non come una essenza spirituale, ma come un "progetto condiviso" come posso non vedere il peso del
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perdono e la fisicità di Dio nel corpo di Gesù, nel Corpo Eucaristico, nel Divin Sangue ed in tutto il Creato? 7. "La risurrezione della carne; la vita eterna. Amen". Io Petrus Sottoscrivo (Come Puri Spiriti esistono solo gli Angeli. Gesù ci mostra attraverso la Trasfigurazione tutta una serie di informazioni che gli Apostoli non riescono a cogliere e che Gesù stesso rimanda ai tempi futuri, quelli in cui lo Spirito Santo si sarebbe Rivelato per far convergere tutta l'umanità sull'Unico Dio e sull'Unico Figlio Redentore. Sul monte Tabor Gesù si è mostrato con il Suo Corpo Risorto e Splendente di Luce folgorante, e sta lì assieme ad Elia e Mosè -vedi quello che succederà agli Inferi, che se non è menzionato dal Credo Apostolico ce lo dice il Vangelo. E ci dà anche, quella informazione. 'Così come sono io sono loro, e come loro sarete voi' quando saremo tutti insieme nel Regno di Dio, 'quando indosserete tutti l'abito bianco della Luce, del mio Spirito che è Santo'. 'E questo giorno che è l'Ottavo lo guadagnerete solo se passerete dal Battesimo in Spirito che vi fa Figli di Dio. Questo è il giorno di festa e di gioia, quello verso cui vi state orientando guardando al mio ritorno fra voi'. 'Ma tutto questo ve lo dovete guadagnare in terra, dandovi da fare, aiutando tutti a convergere verso questo progetto che si identifica in me'). L'obiettivo principale degli gnostici era quello di liberarsi della macchia della materia e delle catene del corpo, e di ritornare nella sfera celeste come puri spiriti. Essi respingevano totalmente l'idea della risurrezione del corpo. Non solo servirà la resurrezione dei corpi, ma anche non essere in peccato grave contro lo Spirito Santo. Chi non avrà seguito Dio nei Suoi tre cardini temporali e avrà impugnato la Verità Rivelata e avrà avuto invidia per la Grazia Altrui, si sarà fatto prendere dalla Disperazione della Salvezza Eterna, avrà presunto di Salvarsi Senza Merito, si sarà Ostinato nei Peccati, con tanto di Impenitenza Finale, ecco che tutto sarà stato vano. Ora, però, non esiste solo il Credo degli Apostoli, che è radicato nel tempo passato della Creazione in divenire, nel concepimento del Figlio per opera dello Spirito Santo e quindi nel Ritorno, per il completamento dell'Opera Divina. C'è anche quello che recitiamo tutte le Domeniche in chiesa, che è caratterizzata per una insistenza sulla Potenza del Dio Misericordioso, sulle cose (che è anche questa Chiesa) Visibili ed Invisibili, sulla genesi del Figlio nato prima di tutti i secoli; sulla Luce dello Spirito che dà Luce, sul Dio Vero che dà Dio Vero, sulla sostanza del Padre che è uguale al Figlio. E poi quel sublime: "E di nuovo verrà a giudicare i vivi ed i morti ed il Suo Regno non avrà mai fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la Vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato, ed ha parlato per mezzo dei Profeti. Credo la Chiesa, una, santa, Cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la Vita del Mondo che verrà. Amen". Sembra evidente che ci sia molto Spirito Santo e molta Parusìa nel Credo Domenicale. Ma in quanti ve lo hanno fatto notare sinora? Ecco perchè non si capiscono tutte quelle prese di posizione contro le esortazioni a dare più spazio, nella Speranza Cristiana, a queste Verità di Fede che aiuterebbero anche meglio a conformare il nostro status al tempo presente delle visioni e nella conversione, e al quel tempo presente che è sublimazione operosa dell'Attesa. Sono molti i fuoriusciti dalla Chiesa che non si riconoscono in questo modo di essere Cattolici. Costoro vorrebbero trovare quello Spirito che è assente in molti! Occorrerebbe di più mettere in risalto lo Spirito Santo fondatore, il Pensiero che Vive di Dio, il progetto Creazionale e fondante e trasformante della Chiesa che agisce sugli
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uomini. Il Dogma e la Dottrina sono l'abc per diventare uomini nuovi, persone vere, cristianamente. Eppoi, senza lo Spirito, però, finiamo per mostrare il lato peggiore della nostra personalità avvallato da saccenza e superbia, che sono invece del Diavolo. E così ritorniamo indietro di anni ed anni, se non secoli e millenni. Dove è l'uomo rinnovato, se continuiamo sotto questa Croce ad insultare l'altro? Quando ci si rivolge ad una altra creatura con tono sarcastico non dimostriamo né te, ne altri, di aver subito questa trasformazione nello Spirito. Io umilmente mi inchino, soprattutto di fronte ad una anima persa, per lavarGli i piedi, per abbracciarla, per darGli tutto il calore di cui ha bisogno ogni essere umano che abbraccia su questa terra il duro bastone della ricerca della Verità di fronte a tanta disumana aberrazione. E' vero che la Verità ci è stata Rivelata da Gesù, ma non è detto che sia la stessa che noi andiamo a proporre sotto queste forme poco caritatevoli. Io posso aver preparato un bel dolce, ma posso anche servirlo scaduto, dopo averlo tenuto nel posto sbagliato impregnandolo di altri odori. E se è vero che nella sostanza la Verità è quella, non ho saputo, però, proporla, perchè è mancato lo Spirito in tutto l'arco del suo percorso. La Chiesa custodisce il dogma della Fede, ma occorre saperla proporre con fortezza e carità, con sapienza e consiglio, con timor di Dio e scienza, con intelletto e pietà. Il soffio dello Spirito Santo e dei suoi doni non conosce frontiere. Credetemi!!!!! Il Credo Apostolico si differenzia dalla ‗professione di fede‘ più usata dopo il Concilio: Credo in un solo Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore Gesù Cristo unigenito figlio di Dio nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, dalla stessa sostanza del Padre. Per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto e il terzo giorno è resuscitato secondo le Scritture ed è salito al Cielo e siede alle destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti ed il suo Regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati e aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen
Il Credo Apostolico contro il credo agnostico sionistico dei cooperatori del male Essenzialmente il NWO è soprattutto la libera circolazione dei capitali, prima ancora che delle merci, che vengono in secondo luogo e degli uomini che vengono in terzo luogo. Nei confronti del cattolicesimo c'è un'ostilità di questi ambienti, si pensi ai Bush e anche ad Al Gore. Vi è anche fastidio, rifiuto, ma è difficile che loro direttamente possano agire sulla Chiesa. Il vero problema è, invece, una specie di cedimento finale del cattolicesimo clericale. L'alto clero del Vaticano stesso, manifesta sempre più una forma di nichilismo sorridente, che lo induce a sottacere i contenuti forti dell'ortodossia e della storia, per provocare eventi mediatici, che sono solo apparenza e pochissima sostanza. Clinton ha avuto una formazione specificatamente anglosassone ed è molto legato ai banchieri. La famiglia di Al Gore, molto potente da sempre, al pari di quella di Bush, fa parte dell‘establishment rosso. Il papà di Gore è sempre stato vicinissimo e socio in affari di Armand Hammer, l‘ebreo milionario americano che, per primo, portò aiuti a Lenin. Era un classico agente sovietico, lui stesso se ne vantava. Hammer era molto famoso, faceva affari sporchi con l‘URSS, allo scopo di sostenere questo mostro. Non a caso qualche anno fa il FMI prestò a fondo perduto, a condizioni ultrafavorevoli, alla Russia di Eltsin, su richiesta e su subdole trame di Al Gore, 7 miliardi di dollari, che finirono immediatamente
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all‘estero, e in Russia non entrarono mai. Quei soldi finirono sui conti dei cosiddetti oligarchi, cioè ex agenti del KGB ed altre personalità, diventati "imprenditori" della nuova Russia. Ma i veri campioni della via petrolifera alla Casa Bianca sono sempre stati i Bush, che, con la collaborazione del Neocon Dick Cheney hanno dato luogo al più grande detonatore della storia. In un discorso molto importante che ha tenuto il 14 gennaio 2004, il sen. Ted Kennedy ha rivolto accuse specifiche alla cordata neo-con, evitando i riferimenti generici ai rivali repubblicani. Ha parlato di uno "straordinario colpo di mano politico" da parte di "Cheney, Rumsfeld, Perle e Wolfowitz, l‘asse della guerra", ed ha rinfacciato a Cheney di essere il punto di riferimento del partito della guerra sin da quando era ministro della Difesa nella prima amministrazione Bush. Ad arginare questa deriva, dal punto di vista spirituale, si collocano i masson-millenaristi Testimoni di Geova (il loro fondatore Charles Taze Russel era massone) per reclutare tutti coloro che credono nella fine del mondo immediata, e recitano un credo devastato nella sua essenza dogmatica e teologica.
Pasolini « l‟intellettuale onesto », ed il libro che gli costò la vita: Petrolio «Io so i nomi dei responsabili delle stragi italiane». Così dichiarava Pier Paolo Pasolini il 14 novembre 1974 sul Corriere della Sera, in un articolo che sarebbe stato poi ricordato come il ―romanzo delle stragi‖. Ma lui era ‗frocio‘, quindi quanto poteva valere quello che diceva? Fatto sta che, nonostante 30 anni dopo Pino Pelosi ritratti tutto, allora accadde che un anno dopo, il 1 novembre 1975, rilascia un'intervista a Furio Colombo per La Stampa. Titolo della intervista, per espressa volontà di Pasolini: "Siamo tutti in pericolo". Non passa un giorno, che, il 2 novembre 1975, giorno dei morti, il corpo del grande poeta viene trovato privo di vita all'Idroscalo di Ostia. Oggi i suoi «scritti corsari» sono di grande attualità. Pierpaolo Pasolini poco prima di morire stava lavorando alla stesura di un grande romanzo, Petrolio, che non riuscì a terminare. È la storia dell'Italia malata, dell'Italia delle stragi e delle morti violente, all'interno della quale si muovono persone reali, con nomi e cognomi e funzioni vere, non presunti attori mascherati o vestiti di ombre. In quei mesi Pasolini dichiarò di sapere i nomi dei mandanti, di conoscere i luoghi da dove erano partiti gli ordini delle stragi. Era il suo mestiere, disse, quello di conoscere queste cose, perché era uno scrittore. Questa storia è stata ricostruita in un recente libro, Profondo Nero, uscito per Chiarelettere da poco e scrittoda Marco Clementi (Storico, autore di La "pazzia" di Aldo Moro, Odradek 2001, Storia delle Brigate rosse, Odradek 200). L'Italia, sapeva Pasolini, è un paese fatto di tanti piccoli, a volte miserrimi interessi, che vanno tenuti insieme attraverso piccoli spostamenti, aggiustamenti appena percettibili. Qual è la logica per cui la nostra fedeltà alla Nato si è manifestata anche attraverso le bombe e gli attentati? La matrice degli attentati che hanno prodotto la carneficina che conosciamo è di destra. Esistono dei nomi, dei processi, delle condanne, delle prove al riguardo. In alcuni casi siamo certi, come per Piazza Fontana, in altri, come per Bologna, sorgono dei dubbi. Di materiale esplosivo e volontà eversiva fu piena l'Italia del dopoguerra. I gruppi neofascisti cominciarono a formarsi già dal 25 aprile e si svilupparono in particolare al Nord, dove infine negli anni Sessanta si passò all'azione. In determinanti momenti forze esterne, come poteva essere la Cia, o interne, come singoli uomini all'interno dei servizi, istigarono, o lasciarono fare, o coprirono post factum. Per questo Piazza Fontana è strage di Stato e per questo la Stazione di Bologna è stato un attacco preciso al nostro paese da parte di un nemico, interno o forestiero. Grazie a contingenze internazionali e a capacità interne il paese ha retto,
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nonostante tutto. Ora, da un po', navighiamo a vista, senza attentati ma con il pericolo incombente di veder realizzato per volere del popolo quello che non riuscì agli eversori di destra. In quel caso non si potrà più usare la parola "doppiostato", ma populismo. Dubito che chi ancora grida alla luna se ne renda conto per tempo. LA FONTE DI PETROLIO. Il giudice Calia ha scoperto un libro, che è la fonte di Pasolini, pubblicato nel 1972 da una strana agenzia giornalistica (Ami), a cura di un fittizio Giorgio Steimetz: Questo è Cefis. (L‘altra faccia dell‘onorato presidente). Si tratta di un pamphlet sulla vita, sul carattere e sulla carriera del successore di Mattei alla guida dell‘Eni, fra l‘altro fondatore in Italia della P2 poi passata di mano a Licio Gelli. Racconta alcuni passaggi biografici, da quando Cefis fu partigiano in Ossola (con alcuni risvolti poco chiari) alla rottura con Mattei nel 1962, mai perfettamente spiegata; dal rientro all‘Eni al salto in Montedison. Pasolini ne riporta interi brani, ne fa la parafrasi, elenca le stesse società (petrolifere, metanifere, finanziarie, del legno, della plastica, della pubblicità e della comunicazione) più o meno collegate a Cefis, vi assegna acronimi o sigle d‘invenzione. Non è facile individuare chi si celi dietro lo pseudonimo di Giorgio Steimetz, ma di certo si tratta di una persona ben inserita negli affari interni dell‘Eni. Il suo libro è immediatamente sparito dalla circolazione e oggi non compare in nessuna biblioteca nazionale e in nessuna bibliografia. Marcello dell‘Utri, fido di Berlusconi, ha annunciato, invero, che alla prossima fiera del libro antico sarà mostrato un dattiloscritto di Pasolini che nessuno conosceva, nessuno aveva mai letto, e nessuno sospettava neppure che esistesse. Dell'Utri lo ha letto. E dice che è inquietante. Ma come fa Dell'Utri a possedere un dattiloscritto di Pasolini? Chi stanno cercando di incastrare? Scrive lo stesso fantomatico Steimetz: «Ridurre al silenzio, e con argomenti persuasivi, è uno dei tratti di ingegno più rimarchevoli del presidente dell‘Eni». E Pasolini in Petrolio scriverà: «Non amava nessuna forma di pubblicità. Egli doveva, per la stessa natura del suo potere, restare in ombra. E infatti ci restava. Ogni possibile ―fonte‖ d‘informazione su di lui, era misteriosamente quanto sistematicamente fatta sparire». Dietro l‘Ami, che pubblicò solo quel titolo, c‘era il senatore democristiano Graziano Verzotto, capo delle pubbliche relazioni Eni in Sicilia e segretario regionale della Dc (corrente Rumor) ai tempi di Mattei, di cui fu amico personale. Verzotto ha rilasciato a Calia una lunga deposizione, in cui per spiegare l‘―incidente‖ aereo dell‘ottobre ‘62 esclude l‘ipotesi delle Sette Sorelle, quella dei servizi segreti francesi e la pista algerina, arrivando ad asserire che colui al quale la morte di Mattei ha giovato di più, è il successore di Mattei stesso: Eugenio Cefis. Pasolini era dunque venuto in possesso di documenti che provavano il coinvolgimento di Cefis nel caso Mattei e, prima di essere barbaramente ucciso, stava per pubblicare il tutto in un romanzo choc. Ma prima di lui un altro giornalista che aveva iniziato a indagare sulla morte di Mattei fece una brutta fine. Si tratta di Mauro De Mauro, che stava collaborando con il regista Francesco Rosi per il film Il caso Mattei. De Mauro venne eliminato quando ormai aveva scoperto la verità. Poco prima dell‘incontro previsto con Rosi, infatti, il giornalista scomparve nel nulla. Il lavoro di Calia è agli atti. Il mandante possibile della morte di Enrico Mattei è in Petrolio. Probabilmente anche quello dell‘uccisione di De Mauro e di Pasolini. Spesso, troppo spesso, si è detto che Pasolini è stato ucciso perché era un intellettuale ―scomodo‖. Ma Pasolini non era ―scomodo‖ per via delle sue critiche al sistema, alla tv che rimbecillisce, al consumismo, ma per le sue accuse. Fondate, precise, documentate da prove reali e da documenti riservatissimi e ―incendiari‖ di cui egli era venuto in possesso. Come scrisse sul Corriere un anno prima di morire, egli sapeva. Non solo perché da poeta intuiva e da intellettuale osservava la realtà come pochi sono in grado di fare. Ma perché sapeva davvero. Sapeva troppe cose. E ciò che sapeva poteva far tremare il Potere.
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Petrolio significa soldi, controllo delle fonti energetiche e quindi delle industrie, delle illuminazioni delle città, di ogni nostro spostamento. Petrolio è chimica e di conseguenza industrie farmaceutiche. E‘ la dipendenza totale di una società moderna ad una unica fonte, quella di chi distribuisce di elettrodollari, petroldollari, ecodollari, farmacodollari, ecodollari. Volersi sottrarre a questa fonte, significa decidere di morire o costringere ad una guerra imperiale. Vale per cittadini, governi, per una banca, per un industriale, per un docente, per un ecologista, per un politico e persino per un religioso e la sua religione.
Conoscere Nomadelfia
La mia prima visita a Nomadelfia per qualche giorno mi ha dato l'esatta prospettiva di come la Chiesa non abbia voluto sostenere la pratica della Carità applicata alla vita di tutti giorni, per confondersi con la politica e cadere nelle logiche avverse e controverse del mondo. La guerra che l'allora arcivescovo Montini fece contro Don Zeno, perchè (forse non solo secondo lui) rispondeva a questa logica, secondo cui Nomadelfia avrebbe potuto assecondare la penetrazione del comunismo in Italia e avrebbe potuto, inoltre, impedire, così, lo sviluppo ed il radicamento della Democrazia Cristiana come nuovo movimento politico di massa, filoamericano. Di fatto questa opposizione netta e dichiarata, impedì che vi fossero più esperienze analoghe e soprattutto, non una sola oasi, ma tanti più ―borghi itineranti‖. Invece oggi Nomadelfia è di fatto una ―riserva del cristianesimo, secondo il Vangelo‖, una eccezione da « museo » più che da « pratica ». Asserire che Nomadelfia rappresenta una di quelle costole della Chiesa sopravvissuta alla soppressione operata da un forzato e propagandato anti-bolscevismo, non credo sia errato dirlo e nemmeno dirlo con insistenza. Il fatto triste e deprecabile fu che la chiusura della prima Nomadelfia fu un atto di forza voluto e sostenuto non solo da colui che sarebbe diventato Papa Paolo VI e che stava per introdurre il concetto di "democrazia" nella Chiesa. Fu una vittoria delle logge internazionali che attraverso questa "ideologia" avrebbero potuto massificare il tessuto sociale, culturale e religioso e produrre gli effetti deleteri che hanno portato l'Italia ad essere un Paese di "mammoni" (o di Mammona?), o meglio di dipendenti dalle altrui volontà, che poi provvedono a dare il "nutrimento" e a tenerci buoni. Da quel momento il Popolo di poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, scienziati, navigatori, trasmigratori (stiamo parlando della Civiltà italiana come ha voluto a suo tempo ricordarci Mussolini sull'omonimo palazzo di Roma) è diventato un popolo di consumatori, precari, impiegati statali, prepotenti, prevaricatori, sindacalisti, politicanti, usurai, corrotti, opportunisti e operai. Per carità, non voglio generalizzare, ma se prima esisteva il malfattore, l'uomo di malaffare, l'uomo senza scrupoli e moralità additato alla pubblica gogna, oggi questi sono protetti pure dalle leggi o siedono in Parlamento. Sono andati gambe all'aria imprenditori d'avanguardia, piccoli risparmiatori, liberi professionisti, onesti cittadini, capitani d'industria, statisti di razza, ricercatori, uomini di cultura, autorità politiche, religiose e militari. Tutto questo è successo per il vuoto lasciato dalla Chiesa a cui Paolo VI non ha saputo e forse nemmeno voluto dare nessuna risposta. I Paesi sfruttati e del Terzo Mondo sono rimasti tali ed anzi è aumentato il divario con i Paesi cosiddetti sviluppati. I ricchi sono diventati più ricchi. I contadini hanno abbandonato il lavoro sui campi. Gli artigiani hanno cominciato a vivere anche di sostegni pubblici, il turismo ha cominciato ad alimentare il
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PIL di altri Stati... . Abbiamo cominciato a poco a poco a rinunciare alle eccellenze, nelle costruzioni, nelle sicurezze alimentari, nella produzione artigianale, nelle competenze professionali. E volete dirmi che dietro non c'è calcolo vero e proprio? Il nostro Paese è diventato dipendente dall'America al 100%. Abbiamo preso tutto il peggio di quella cultura e la Chiesa dove era? Poteva tirar fuori le mille risposte che già aveva a portata di mano, poteva compiere un percorso Santo, poteva compiere passi decisivi come fu il Non Expedit del beato Pio IX, la Rerum Novarum di Leone XIII, la Pascendi di san Pio X ma non ne è stata capace forse anche per l'ambizione di qualcuno che aveva bisogno delle dovute protezioni, anche massoniche, per diventare Papa, per perseguire fini diversi da quelli della Carità. Poteva ascoltare soprattutto le Profezie, quella di Fatima la più potente. Ed invece, quando si pensò di introdurre il Modernismo, c'era di rimuovere un ostacolo: proprio allora Nostra Signora aveva chiesto di leggere il Terzo Segreto di Fatima. Cosa che Giovanni XXIII ritenne di non fare. Poi si dice che il Papa esegue sempre quello che gli dice lo Spirito Santo, bah!!!!
Oggi i nomadelfi non sono tutti i membri della comunità di Grosseto, ma solo coloro che compiuti i 21 anni decidono liberamente di aderire al modello di vita, definito "proposta", che punta a un ritorno alla "chiesa delle origini". In Nomadelfia non si utilizza denaro e i nomadelfi che ottengono guadagni fuori dalla comunità li versano a questa che provvede poi a dare a ognuno i beni di cui necessita. Il disabile o l'anziano non vengono assistiti solo dalla famiglia, ma dalla comunità stessa. L'educazione obbligatoria ai bambini viene data da membri della comunità durante l'anno, mentre gli esami annuali sono sostenuti da questi come privatisti. Padre e fondatore di Nomadelfia è don Zeno Saltini. La Chiesa ha aperto per lui il processo di beatificazione nel 2009. 30 AGOSTO 1900. Zeno Saltini nasce a Fossoli di Carpi (MO), in una famiglia patriarcale. 1914 - IL RIFIUTO DELLA SCUOLA. A 14 anni e mezzo Zeno rifiuta di continuare gli studi, affermando che a scuola insegnano cose che non incidono nella vita, e va a lavorare nei poderi della famiglia. Vive in mezzo ai braccianti, conosce le loro miserie e ne condivide le giuste aspirazioni. 1920 - "CAMBIO CIVILTA' ". Soldato di leva nella caserma del III Telegrafisti a Firenze, ha uno scontro violento, lui cattolico, con un amico anarchico alla presenza degli altri soldati. L'anarchico sostiene che Cristo e la Chiesa sono di ostacolo al progresso umano. Zeno sostiene il contrario, pur riconoscendo che i cristiani sono in gran parte incoerenti. Ma l'anarchico è istruito e lui no. Tra i fischi degli altri soldati, Zeno si ritira da solo e decide: "Gli risponderò con la mia vita. Cambio civiltà cominciando da me stesso. Per tutta la vita non voglio più essere né servo né padrone". Decide di studiare legge e teologia, mentre continua a dedicarsi ad attività di apostolato ed al recupero di ragazzi sbandati. Si laurea in legge presso l'Università Cattolica di Milano. Aveva intenzione di difendere come avvocato coloro che non potevano pagarsi un difensore; ora però si rende conto che la sua missione è di prevenire che cadano in disgrazia: decide di farsi sacerdote. 6.1.1931 - SACERDOTE - IL PRIMO FIGLIO. Celebra la sua prima Messa nel duomo di Carpi e all'altare prende come figlio un ragazzo di 17 anni appena uscito dal carcere: Danilo. 1941 - LA PRIMA MAMMA. A S. Giacomo Roncole, vicino a Mirandola (MO), don Zeno accoglie come figli altri fanciulli abbandonati e fonda l'Opera Piccoli Apostoli. Ha giurato sull'altare che mai avrebbe fatto un collegio.
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Scoppia la seconda guerra mondiale. Nel 1941 una giovane studentessa, Irene, scappa da casa e si presenta a don Zeno dichiarandosi disposta a far da mamma ai Piccoli Apostoli. Don Zeno, con l'approvazione del vescovo, le affida i più piccoli e nasce con lei una maternità nuova, virginea. Altre giovani donne la seguono, sono le "mamme di vocazione". Alcuni sacerdoti si uniscono a don Zeno e danno inizio ad un clero comunitario. 1943-1945. LA RESISTENZA. Con l'armistizio dell'8 settembre 1943 i tedeschi occupano l'Italia. Don Zeno, che aveva preso più volte posizione contro il fascismo, la guerra e le leggi razziali, parte per il Sud. Alcuni figli lo seguono per sfuggire alle deportazioni in Germania. A S. Giacomo l'Opera è duramente perseguitata e si tenta di disperderla. Diversi giovani Piccoli Apostoli entrano nelle formazioni partigiane, mentre alcuni sacerdoti P.A. contribuiscono all'organizzazione della resistenza e aiutano centinaia di ebrei e di perseguitati politici a raggiungere la Svizzera con documenti falsi. Sette Piccoli Apostoli perdono la vita per la riconquista della libertà. 1948 - NASCE NOMADELFIA. Dopo la fine della guerra, nel 1947, i Piccoli Apostoli occupano l'ex campo di concentramento di Fossoli, vicino a Carpi, per costruire la loro nuova città. Abbattono muraglie e reticolati, mentre accanto alle famiglie di mamme di vocazione si formano le prime famiglie di sposi, che chiedono a don Zeno di poter accogliere i figli abbandonati, decisi ad amarli alla pari di quelli che nasceranno dal loro matrimonio. Il 14 febbraio 1948 approvano il testo di una Costituzione che verrà firmata sull'altare. L'Opera Piccoli Apostoli diventa così Nomadelfia, che significa dal greco: "Dove la fraternità è legge". 1950 - IL MOVIMENTO DELLA FRATERNITA' UMANA. Nel 1950 Nomadelfia propone al popolo un movimento politico chiamato "Movimento della Fraternità Umana", per abolire ogni forma di sfruttamento e per promuovere una democrazia diretta. Ma l'ostilità delle forze politiche al governo e di alcuni ambienti ecclesiastici blocca l'iniziativa. I nomadelfi sono 1150, dei quali 800 figli accolti (molti dei quali bisognosi di cure particolari) e 150 ospiti senza casa e senza lavoro. La situazione economica diventa sempre più pesante. Sfruttando questo pretesto si tenta di sciogliere Nomadelfia. 1952 - LO SCIOGLIMENTO. Il 5 febbraio 1952 il Sant'Ufficio ordina a don Zeno di lasciare Nomadelfia. Don Zeno ubbidisce. Costretti per debiti ad abbandonare Fossoli, i nomadelfi si rifugiano a Grosseto, su una tenuta di diverse centinaia di ettari da bonificare, donata da Maria Giovanna Albertoni Pirelli, dove vivono in gran parte sotto le tende. Pur lontano dai figli, don Zeno cerca di provvedere alle loro necessità, e sempre più spesso deve difenderne in tribunale alcuni che, strappati alle famiglie di Nomadelfia, sono ricaduti nella malavita. 1953 - LA LAICIZZAZIONE PRO GRATIA. Chiede perciò al Papa di poter rinunciare temporaneamente all'esercizio del sacerdozio per tornare alla guida dei suoi figli. Nel 1953 Pio XII gli concede la laicizzazione "pro gratia". Depone la veste, torna fra i suoi figli. I nomadelfi dopo la dispersione sono circa 400. 1962 - LA "SECONDA" PRIMA MESSA. Nel 1954 don Zeno crea i "gruppi familiari". Nel 1961 i nomadelfi si danno una nuova Costituzione come associazione civile, e don Zeno chiede alla Santa Sede di riprendere l'esercizio del sacerdozio. Nomadelfia viene eretta in parrocchia e don Zeno nominato parroco.
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Più nel dettaglio le difficoltà incontrate da don Zeno Un modo nuovo d‟essere prete D‘inverno, i compagni di Zeno sempre più magri, a lui non manca niente. Vogliono convincerlo di essere nato fortunato. ―Niente affatto, siamo nati tutti nudi‖. Gli ripugna che il figlio di NN, della prostituta, del carcerato sia discriminato. A 14 anni rifiuta la scuola, a 20 la civiltà: ―Né padrone né servo, cambio civiltà in me stesso‖. Fonda una scuola di arti e mestieri per i piccoli delinquenti. ―Diamo loro cibo, istruzione, lavoro ma, noi gratificati, loro umiliati; noi assistenti, loro assistiti; noi al di sopra, loro al di sotto. Impossibile essere fratelli alla pari‖. Studia da avvocato per difenderli in tribunale. La laurea in mano: ―Potrei mitigare la pena ma sono stanco di fare il bene in modo che tutto rimanga come prima. Curare è bene, prevenire è meglio. Basta con l‘assistenzialismo, mi faccio prete‖. Dopo un anno di seminario si presenta all‘altare con Barile, un ex-carcerato (6.1.‘31). Il primo di quattromila. ―La mia messa è quella lì: sposo la Chiesa, le do un figlio, non un assistito. Odio l‘assistenza‖. Può sembrare una cosa irrilevante invece è l‘inizio di un modo nuovo di essere prete. Non per sentirsi buono, dissetandosi con le lacrime degli sventurati, ma perché le vittime lo costringono a individuare i delitti sociali, a sentirne la complicità, a coltivare la passione per una società diversa. Come trasmettere Dio a un figlio di nessuno, che del padre ha conosciuto solo le botte e l‘abbandono? ―E‘ venuta da noi una ragazza con due figli avuti da suo padre. Umiliata, finita. Chi può dirle che Dio la ama come un papà?‖. Appena prete gli capitano dei fatti strani. Le suore gli affidano un abbandonato. Il parroco si complimenta: ―Che bel nipotino!‖. La perpetua lo cura ma quando il parroco scopre la verità, sbotta: ―E se fosse figlio del peccato?‖. La pronta replica di don Zeno fu :―Non l‘avrà concepito il diavolo! Più che nipote è figlio, perché noi siamo padri e se lei non è padre ha sbagliato mestiere‖. Nel ‗33 nasce l‘Opera Piccoli Apostoli, la sua famiglia. Perché rinchiuderli nei collegi e volergli bene otto ore e con lo stipendio? Si sparge la voce. La canonica si riempie di abbandonati, la coscienza di interrogativi: ―Va bene accoglierli ma così siamo servi del sistema, che produce vittime e chi gliele cura. E‘ meglio battersi in piazza, perché sono frutto di una politica sbagliata. Se non si cambiano le strutture, non cambia niente‖. Nel ‗37 arrivano le suore. La sera si ritirano e i bambini restano soli. Un tenore di vita che non ha nulla a che fare con il calore familiare. Gli regalano una gallina. A cena trova i ragazzi alle prese con le zampe e le ali. In cucina sorprende le religiose in azione sulle cosce e il petto. ―Quale madre non dà il meglio ai figli?‖. Le rispedisce in convento. ―Il clero non capisce l‘ora e l‘indole dei tempi. Perché non lo ama e non ne vuole sapere di discendere al popolo; di spirito è un signorotto, un gerarca, non un padre. Anche le suore hanno questa mentalità. E‘ la troppa preghiera che le ha rovinate. Il ripetersi d‘atti d‘amore spirituale, non attuati, quindi astratti, ha sdoppiato la loro anima. Che paradosso crederci qualcosa più degli ultimi e curare le anime divise dal corpo! Da questo punto di vista i crocefissori di Gesù nel popolo sono i suoi ministri e le suore. In gran parte è una spiritualità evanescente. Quando va male, i primi a sentirne gli effetti, anche nel fisico, dobbiamo essere noi, non i fanciulli né il popolo‖ (7.2.‘38). Poi si fa padre del popolo, perché è orfano anche lui. Sulle piazze, nelle osterie, fisarmonica a tracolla, vangelo nel cuore, invita le donne a fare da mamma e le famiglie a fraternizzare tra loro.
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Nel ‗41 arrivano le mamme di vocazione e si formano delle famigliole. Dei confratelli interpretano il suo esempio come un rimprovero. Una volta morto lui, chi andrà in una canonica invasa da ragazzi di strada? Non sono in casa loro? Il pettegolezzo ingrossa: ―Una cosa mai vista: i figli del peccato in canonica. Sono mamme vere delle nubili?‖. Commenti che lo fanno andare su tutte le furie: lo dirà lui che cos‘è una canonica! ―Nella quasi totalità dei casi, un aborto. Per chiedere l‘elemosina bisogna fare i conti con la serva. I nipoti sono quasi sempre dei vampiri... Servire Dio e il popolo in quella maniera? Avrei preferito la vita laica. Il parroco nell‘Opera vive anche nella sua vita privata tra i più abbandonati, ridando ad essi ciò che il mondo non ha saputo ridare: famiglia, pane, vita privata, non il mesto orfanotrofio, non la caserma dell‘istituto, il cui ufficiale a mensa appartata comanda e predica una paternità irreale; non un superiore, ma un padre. Poveri bimbi... Eppure chi si fa padre ad essi si fa padre a Cristo. Odio una dignità sacerdotale, che non sa discendere fino ad elevarsi sulla croce con i crocefissi dalla mondanità. E‘ paradossale dare la vita a Dio e poi finire per diventare dei signorotti‖ (20.5.‘43). Per il prete-Zeno accogliere i figli non è facoltativo. Se un figlio perde il genitore bisogna restituirglielo, altrimenti si è ingiusti, perché chiede ciò che gli spetta: il pane della paternità, non l‘istituto di cemento freddo. L‘elemosina è umiliante, l‘assistenza inadeguata. Con tanto di Vangelo si è inventato l‘assistenzialismo fino a istituzionalizzarlo? A Pompei trova anche la ―Casa per i figli dei carcerati‖. Come può il prete chiamare così coloro, che Dio ha scelto, perché rifiutati dagli uomini? ―Disprezzati dal mondo è un conto, ma anche dalla Chiesa non è troppo? É lecito commettere di questi guai?‖ (27.2.‘44). Quale segno profetico se i preti aprissero le canoniche ai figli rifiutati? Come hanno fatto i religiosi a canonizzare l‘assistenzialismo, creare il mito del dio-benefattore? E il vezzo della paternità spirituale? Ironizza: ―Le anime non mangiano tre volte al giorno!‖. Nel ‘43 una dozzina di preti abbracciano la sua causa. Un putiferio! ―A Roma temono che l‘Opera possa essere filantropica e di conseguenza il sacerdote non sia un elemento essenziale, anzi quasi un sovrappiù‖ (6.7.‘47). I dignitari ecclesiastici accuseranno di filantropia quel Cristo, che consiglia chi scandalizza un bambino di ―mettersi una macina di mulino al collo?‖. Popolino e prelati, attratti dal « Poveri Bimbi! », credono che egli abbia la vocazione dell‘allevatore. Cura i figli di nessuno per risalire alle radici del male. Dirà al questore: ―La meraviglia che io, sacerdote, mi dedico alla lotta sociale? Nomadelfia accetta le vittime dei disordini al fine di sanarne le cause‖ (4.10.‘50). Perché insiste sugli abbandonati? Perché nelle stigmate degli esclusi ritrova quelle di Cristo. O è crudele Dio a fare gli orfani o i crudeli siamo noi, che non sappiamo trovare altre soluzioni. Non ha detto: ―Chi crede in me avrà la Vita per sempre‖? Davanti a un abbandonato bisogna dire con i fatti: ―La morte dei tuoi cari non è irreparabile. Facendomi tuo padre, io sono per te resurrezione e vita. Non ti do solo una famiglia ma una comunità. I genitori passano, il popolo rimane‖. I bambini di Nomadelfia arrivano a dire: ―Se muore la mia mamma me ne danno un‘altra‖. Che senso si è dato alle parole di Cristo: ―Non dalla carne, non dal sangue… da Dio siamo nati‖? Quale pratica ne è seguita? Egli propone una parentela nuova oltre l‘istinto del sangue, della razza, della patria, basata sul cuore di Dio, che è universale. L‟amore, come il raggio di sole, passa attraverso i sensi ma non si ferma ad essi altrimenti fa disastri: privilegi, esclusioni, abbandoni. E il Cristo: ―La carne non giova a nulla è lo spirito che dà vita‖; ―Chi sono mia madre e i miei fratelli?‖; ―Chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me‖. Dice a Nicodemo: ―Bisogna rinascere dall‘acqua e dallo spirito‖. E ai genitori: si deve rinascere sia come individui che come famiglie.
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Giovanni: ―A coloro che l‘hanno accolto ha dato il potere di diventare liberi figli di Dio‖. Il potere di essere figli dello stesso Padre non implica quello di essere fratelli? Quindi è una forza, che amplifica la capacità umana di amare. Zeno ingaggia la sua battaglia in alto, perché se il cambiamento non viene dai piani superiori non cambierà niente. Scrive al S. Offizio: ―Quanti abusi in casa nostra: il clero si è assicurato casa e sostentamento, lasciando nell‟abbandono coloro dei quali abbiamo detto di essere padri. Se questo non è scandalo… Un padre che nega il pasto al figlio, e per di più gli mangia in faccia, è finito, esautorato. Se questa non è empia eresia vorrei sapere che cos‟è un‟eresia. Se la Chiesa nega i sacramenti ai concubini, perché non si decide a imporre in coscienza la giustizia distributiva ai cattolici?‖ (27.6.‘51). ―Nella Chiesa molti rifiutano come superiori alle forze umane il superamento dell‟istinto del sangue e dell‟interesse personale‖ (31.7.‘51). ―Il card. Pizzardo mi disse cose, che rivelano una corrente di sfiducia‖ (a Montini, 1.8.‘51). ―Mi ha sfiduciato, perché ritiene impossibile che si possa amare dello stesso amore un figlio carnale e uno accolto. Il che mi manda in bestia fino a buttargli in faccia: ‗Lei è un luterano! Non crede alla forza della grazia, la quale ha il potere di amplificare il nostro amore su misura di quello di Dio. Non siamo nati da lui?‘‖ (M [3], 190). Sacerdote - fratello alla pari I benefattori non gradiscono le sue critiche al sistema. Nel 1951 i figli, ridotti alla fame, negano il voto al partito della Chiesa per dare una lezione ai politici. Scelba gliel‘ha giurata. Su pressione della DC il Vaticano impone ai sacerdoti di ritirarsi (5.2.‘52). E‘ inquietante, se non provocatorio, che una comunità cattolica, nell‘Emilia rossa, si regga in forma collettivista in nome del vangelo. Ciò che odora giustizia, simpatia per i lontani, comunità, è sospetto di comunismo e fa il gioco dei senzadio. Si allega: il clero non deve dedicarsi a lavori indecorosi; è tenuto alle pratiche di pietà e a una vita distinta da quella dei laici (can. 124); non può fare attività politica (can. 139). Zeno s‘interroga: ―Ho messo Roma in difficoltà? Mi arrovello: qual padre genera una famiglia e poi l‘abbandona per delle norme disciplinari? Se una popolazione vive il vangelo, il prete sarà escluso da una cittadinanza evangelica che predica a parole, ma gli è proibito di praticare per legge ecclesiastica? Fin che rimarrà sul piedestallo del sacro, mai potrà scendere a farsi fratello del popolo. E io avrò da piangere un contrasto d‘anima: il sacerdozio mi lega ad una casta, non posso essere un paria. Sono i paradossi della storia: animati dalle più sante intenzioni i nostri padri hanno abrogato con la legge positiva (del mondo, in senso monetario) il mandato del senza bisaccia ai sacerdoti, che non possono essere ordinati senza un titolo economico‖ (1.7.‘51). ―Non possono ingoiare il nostro modo d‟essere preti, perché metterebbe in crisi il sistema ecclesiastico. Se implica privilegi, come è possibile essere alla pari? Per noi prima si è nomadelfi, poi sacerdoti; prima popolo, poi sacerdoti. Non è più un maestro che forma una casta a sé, ma l‟uomo buttato in mezzo al popolo, è popolo. Ecco il vangelo: Senza bisacce, senza calzature, senza scorte, in bolletta pura, senza canonica, senza nipoti. Quando non sentiremo più la differenza tra il sacerdote e il non sacerdote, avremo vinto la battaglia di Cristo‖ (7.2.‘51). Nel senso delle elevazione! ―La Chiesa ha sempre inviato alle opere d‟assistenza i sacerdoti ma rimanevano al di fuori della realtà dei poveri. Nomadelfia esige che si facciano Popolo, non più per, ma con le vittime. Quindi non più da fuori o da sopra, non più assistenti né assistiti, l‟amore è possibile solo tra soggetti alla pari‖ (16.6.‘51). Risponde a Scelba: ―Si tenta di colpire il nostro amore: „Voialtri, reietti, non potete abbracciarvi e trasformarvi in fratelli, perché, uniti, diventate una minaccia per gli sfruttatori. La fraternità vi libera dalla schiavitù‟. Allora si trova la scusa della finanza.
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E‟ una lotta non solo per noi, ma per milioni di fanciulli e disoccupati, che chiedono giustizia‖ (12.10.‘51). ―Quest‟esperienza mi ha rivelato un mondo ecclesiastico sordo alla voce degli oppressi, ai quali vuole andare con elemosine, non con la redenzione dalla schiavitù degli sfruttatori‖ (6.2.‘52). Lui, nato per essere padre, dover dire ai figli: ―Non vi sono più padre‖! Lo colpiscono nella sua scoperta, in ciò che di più originale ha tratto dal vangelo: la famiglia rigenerata da Dio. Quella del sangue rinchiude i figli scomodi in collegio e confina gli anziani inutili al ricovero. ―La famiglia isolata è insufficiente e io direi anche contro natura. Ogni giorno esci di casa e non sai se torni la sera. Esponi moglie e figli al pericolo di restare vedova e orfani. O è crudele Dio, che ci imbarca nella vita senza paracadute, o i crudeli siamo noi che non ci premuniamo. Nella storia si è sempre cercato un supporto alla famiglia: tribù, clan, gruppi gentilizi, famiglie patriarcali‖ (M, 203). Per rimpiazzare i preti e normalizzare Nomadelfia, riducendola ad un‘opera pia, il plenipotenziario romano dice al presidente: ―Abbiamo deciso di mettere i salesiani per l‘educazione dei ragazzi‖. ―Vorremo mica fare un collegio!‖. ―Roma pare all‘oscuro della natura stessa di Nomadelfia: non è nata in alternativa all‘assistenza dei religiosi? La loro pedagogia educa i giovani ad essere funzionali per una società di sfruttati e sfruttatori. Secondo noi dovrebbero insegnargli che siamo tutti fratelli! Dario risponde: ―La S. Sede può mandare un salesiano come parroco, non come educatore. La comunità è una popolazione civile, dipende da sé stessa, non dalla Chiesa‖. Avevo insegnato loro: ―La vostra autorità, come popolo, è da Dio: difendetela dall‘ingerenza della Chiesa‖ (M, 205). Chissà se il papa potrà capire! ―Io non sono più dei loro. Neppure il papa. Anzi, papa, vescovi, sacerdoti, siamo una casta‖ (23.2.‘52). ―Pare l‘ora di Barabba. Abbiamo buttato nelle mani del braccio secolare i figli prediletti, uno scandalo di superficialità. Irresponsabili. E, ciò che più mi addolora, anche la S. Sede? Diciotto sacerdoti, corresponsabili per legge naturale con i laici, sono stati resi impotenti in deroga al codice del vangelo. ―Hanno ubbidito‖! Che scoperta! Chi fa quelle cose di Dio, ama inevitabilmente la Chiesa, perché per farle ci riesce solo chi ama la legge dell‘amore. Come ha fatto il S. Offizio a liberarmi da impegni dai quali neppure Iddio può sgravarmi senza fare un‘ingiustizia?‖ (6.3.‘52). ―Tutto ciò non ha diminuito il mio amore per la Chiesa, anzi, quanto più è bistrattata, tanto più la amo. Non credo più al clero. Non sa amare e si drizza come giudice‖ (15.5.‘52). Non vogliono sentirsi dire, che i nomadelfi fanno quello che tutti dovrebbero fare. ―Nomadelfia è vita cattolica, senza voti, basata sulle leggi comuni. Zeno se ne rendo conto: un‘approvazione ufficiale di Nomadelfia avrebbe voluto dire disapprovazione ufficiosa del costume dei cattolici. Con quali conseguenze? ―Sarebbe un deciso cambiamento di rotta. Conosco ostacoli molto gravi, che dipendono da uomini, i quali non se la sentono di dare il via, per i gravi traumi che Nomadelfia, con il suo sacerdozio, apporterebbe nell‟ambiente ecclesiastico e politico‖ (‘52). Insiste: ―Perché la S. Sede non accetta che il sacerdote si faccia fratello dei laici? Potrei subirlo come misura disciplinare, non come dottrina‖. ―Se il riconoscere ai sacerdoti la paternità e fraternità può essere un cambiamento di rotta nel costume clericale, è nella facoltà del papa decidere. Se non lo fa non c‘è motivo per ribellarsi, ma la Chiesa diventa opprimente. O mangiare questa minestra o saltare dalla finestra. Io ho ubbidito, perché non potevo saltare dalla finestra. Una specie di brigantaggio: o il portafoglio o la vita. Il mio atto d‘ubbidienza, tanto esaltato da chi non capisce niente, è una necessità di fronte ad una violenza. I santi di domani cercheranno l‟umiltà di prendere i posti di comando nella Chiesa. Molto meglio che farsi vittime. La S. Sede è mondana e avulsa dalle sofferenze degli oppressi e quindi non capisce queste cose se non in teoria, mentre in
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pratica, per opportunità, reprime, uccidendo spietatamente. Pochi hanno puntato su Roma, ma quella e solo quella deve essere la fortezza da abbattere. Esci dalla Chiesa? Esci dalla vita. Vivi nella Chiesa? Devi stare agli ordini di quella mondanità. Credo che è opera più grande tormentare Roma, che affannarsi a medicare qualche sua vittima, essendo a milioni. Sono il nostro nemico numero uno. Che Roma debba essere il Sinedrio mi pare un mostruoso assurdo. Se lo subiamo è correità imperdonabile, tradimento del sacerdozio‖ (24.5.‘52). ―E siamo all‘ora delle tenebre. Avessero messo in croce me, avrei sofferto meno. Assistere, impotente, alla crocifissione dei figli è stato l‘eccesso del Calvario. Vedere i bambini portati via dai poliziotti con le camionette…‖ (M, 218). ―E‟ stato tremendo: non immaginate lo strazio di quei bambini strappati per la seconda volta alla loro mamma. Sono arrivato a dire cose terribili. Mi chiedevo perché Dio non li avesse fatti morire con lei‖ (O. Fallaci, Epoca, 6.12.‘52). Scrive al S. Offizio: ―Noi ecclesiastici siamo in peccato costante d‘ingiustizia, per cui non riusciamo a capire queste cose e a ogni apparire di Cristo negli oppressi si grida all‘errore, allo scandalo‖ (26.6.‘52). Strappare i figli a chi si è fatto loro padre e madre non è un delitto? Eppure il S. Offizio collabora con la polizia, inviando del personale. La riprova che non sanno quello che fanno? Ma in alto è lecito non sapere che i figli vengono sepolti una seconda volta negli istituti, veri cimiteri civili? ―Dire ad un accolto: ―Io non sono più tuo padre‖ è un tradimento. Se non ci fosse stata di mezzo l‘autorità ecclesiastica non avremmo ceduto a costo di andare in galera. Esaminiamo i risultati: 750 minori scandalizzati e dispersi. Oh se il S. Padre avesse assistito a certe scene! Una bambina di quattro anni urla: ―Mamma, perché mi vendi?‖. Su tutto il resto ci si poteva intendere, ma qui abbiamo commesso un reato. Questa è la strage degli innocenti per opera di noi ecclesiastici... Qui la politica non c‘entra. Sarebbe stato meglio credere alle sole forze di Cristo ed essere meno diplomatici, in quanto ci ha messo di fronte, nemiche, le masse, anziché, nemici, i loro oppressori. Davanti a Dio ha sempre ragione l‟oppresso, mentre l‟oppressore, e chi gli va a braccetto, ha sempre torto. La fede ci porta tra le braccia degli oppressi come via maestra per trovarci tra le braccia di Cristo. Sono amaro! Ho bevuto troppo fiele‖ (a Ottaviani, 4.8.‘52). Lo si accuserà di aver troppo amato la Chiesa, fino a passare sulla sua coscienza e sul corpo di 750 figli? Che vorrà dire questo amore folle? ―Ho servito la Chiesa e la servirò per il resto della mia vita. Non saprei fare diversamente, perché per me la vita è naturalmente possibile solo nella Chiesa. Ho ubbidito, facendo tacere la mia vocazione, violando le leggi della giustizia naturale, lasciando sterminare i figli. Provati in quella maniera finiranno per sentire, che la Chiesa ha urgente bisogno di essere amata fino a queste forme di terribile ubbidienza‖ (11.8.‘52). ―Per me, non la finanza ma la concezione della famiglia ha determinato la tragedia. Famiglia (…) incapace di estendere la gioia della convivenza ad altri sventurati e di applicare la santità dei vasi comunicanti ad altre famiglie per essere perfette nell‟unità‖ (25.8.‘52). La mano del Papa e dei prelati affonda nella piaga: i figli nei collegi sono dei sepolti vivi. ―Io dico che i fanciulli strappati a Nomadelfia sono confinati in carcere. E alla S. Sede si reagisce, perché offendo chi li ospita con ammirevole zelo. Cosa risponde alla muta protesta degli innocenti? Che vanno bene gli istituti, carceri nelle quali il bambino perde ogni nozione di famiglia? I fondatori non affermano essere dei rappezzi?‖ (1.10.‘52). Se ricevessero il vero amore non ne uscirebbero con traumi e turbe psichiche. Oh se ogni prelato ne avesse preso uno, in casa sua, come figlio! Che sbagli il singolo, passi, ma che sbagli un organismo ufficialmente e in nome di Dio, non è troppo? ―Dico di no... Dico di no! Ho vissuto 23 anni di sacerdozio in antitesi alla vostra mentalità e costume sociale‖ (‗53). Dopo averle tentate tutte, non gli resta che liberarsi di ciò che ha di più caro:
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l‘esercizio del sacerdozio. Alcuni figli, ricaduti nella malavita, vengono processati. Ma i curiali sanno cosa vuol dire avere un figlio delinquente? La coscienza in stato d‘emergenza. Non è una scaramuccia per quattro mocciosi, ma una guerra a difesa di un‘umanità crocefissa. ―Rendendo giustizia ai nomadelfi, la rendo agli oppressi‖ (27.10.‘52). E così si ritrova in prima pagina sui giornali: ―Don Zeno in tribunale per truffa e millantato credito‖. ―Sono arrivato alla stazione della Via Crucis, che mi porta in tribunale, a Bologna. Ecco cosa mi mancava per provare quello che hanno provato tanti figli: l‘umiliazione, tra i carabinieri, davanti a un giudice, io, in talare e tricorno, sotto un crocifisso che mi guarda…‖ (M, 235). Si nasconde nel cuore di Cristo per dare libero sfogo al dolore: ―Signore mio, ho visto che la Chiesa non è impostata nel tuo comandamento come costume. Mi hai portato al sacerdozio ma i miei confratelli sono organizzati in una legge, che impedisce loro di essere l‘uno per l‘altro e un tutt‘uno con il popolo. Sono maestri, non fratelli e padri. Ho tentato con te di fondare una società nuova. E il successore di Pietro (Paolo VI) ci ha dispersi con sadica crudeltà. Il suo costume è mondano anche se osserva certi aspetti della tua legge. Ma non è un padre, non è un fratello, è un re della terra, un tiranno che ha colpito vigliaccamente la nascente tua società. Se leggesse, mi colpirebbe senza pietà, perché anche a lui, come alla casta ecclesiastica, la verità diventa offensiva. Ci tocca fare quello che dice, ma odiare quello che fa, essendo grave peccato. Ha scandalizzato i fanciulli, colpito le mamme. Ha mandato nell‘ovile gli empi soldati, mentre dietro le quinte, cardinali e sacerdoti davano ordini senza pietà. Se solo quella fosse la tua Chiesa con tanto potere, cerca di aprirci la via per convertirla e farla ritornare allo spirito dei primi. Si sono manifestati lupi rapaci, che non accettano la santità dell‘amore‖(‘52). ―Nella Chiesa siamo due blocchi: ingiusti e vittime delle ingiustizie dei fratelli di fede. Tutto il resto deriva da questo peccato contro lo Spirito Santo: oppressione dei poveri. La mia lotta è contro palesi ingiustizie. Sono sacerdote e non sono d‘accordo con moltissimi confratelli e cattolici, perché sono i più accaniti traditori di Cristo‖ (2.12.‘52). ―In nome di quale Dio, noi oppressi siamo indotti a votare i nostri oppressori? La DC, sostenuta dagli ecclesiastici, si presenta alle elezioni dopo otto anni d‘oppressione dei poveri. Incoerenza insopportabile. Veniamo coinvolti in reati, perché travolti da un costume borghese. La S. Sede si è prestata al gioco. Io, con gli oppressi, sono parte in causa. Mi difendo e, difendendomi, servo Dio. Non vogliamo essere schiavi e ci ribelliamo. Con ciò renderò un grande servizio alla Chiesa, quindi al popolo oppresso‖ (a Montini, 1.2.‘53). ―Non credo che la S. Sede intenda fare della politica democristiana un motivo di credibilità. Io amo la Chiesa e quella non è la Chiesa. Voglio riportare nel suo grembo gli oppressi, sola forza sana rimasta di riserva‖ (a Ottaviani, 5.4.‘53).
―Non è superbia ergersi contro le forze del mondo: è santità. Solo gli oppressi possono capire la Chiesa e portarla nel mondo‖ (lettera di Don Zeno a Montini, 27. 2.‘53). Questa dovrebbe essere la postilla da inserire nel Credo di oggi, attraverso cui dare un suonate le trombe ai cristiani che non se ne rendono conto, asservendosi al potere di turno. E don Zeno seppe dirlo proprio a quel monsignor che le stava combianndo di grosse e che poi diverrà Papa col nome di Paolo VI : ―Non solo non accetto, ma disprezzo la vostra politica, anche se appoggiata dal Vaticano. Io nego il voto agli affamatori. Il problema sociale è legato alla paternità di Dio: l‟ingiusto la nega, quindi nega Cristo, nega tutto. Se le alte sfere sono ingiuste, vanno colpite, perché a giudicarle basta la presenza delle vittime, tra le quali
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io. Dico di no alla vostra politica, la rifiuto come mia nemica e combatto il vostro costume sociale come il diavolo in persona‖(a don Vincenzo, maggio ‘53). ―Ingannato dall‘autorità, il mio status è incompatibile. Devo difendermi dalle conseguenze che hanno colpito me e terze persone travolte dalla mia rovina‖ (23.2). Più s‘avvicina il giorno del gran rifiuto, più esamina le sue responsabilità: ―Che cos‘è un sacerdote? Certo non un vigliacco. Scorriamo nel fiume di milioni di schiavi. La Chiesa dovrà essere il diapason di nuovi tempi e lo sarà immergendosi negli oppressi, condannando ogni forma d‘oppressione. Il mondo cerca la Chiesa, non ne può fare a meno. Perché gliela nascondiamo? Urge una rivoluzione di palazzo‖ (1.5.‘53). ―Quanti ecclesiastici andrebbero laicizzati! Chi non è imitatore di Cristo come tenore di vita, è un eretico ed è fuori dalla Chiesa. Io mi batto a difesa della dottrina sociale della Chiesa contro il costume sociale dei preti e dei cattolici, essendo il più diabolico ostacolo a donarla al mondo‖ (a Ottaviani, ‘53). ―Ho resistito tanto, ma un giorno, in tram, a Milano, sento il commento di due signori: ―Come fa don Zeno ad abbandonare i ragazzi che ha preso come figli?‖. E l‘altro: ―Potrà mai dire loro: ―Non siete più figli, perché la Chiesa non me lo permette?‖. Convengono: ―Bisognerebbe che si spretasse…‖. Era vox populi, vox Dei?‖ (M, 252). Con la morte nell‘anima insiste con il vescovo: ―Chiedo la laicizzazione, perché non posso venir meno alla giustizia‖ (16.7). Altri si appellano al diritto clericale, Zeno al diritto naturale: ―Quando ho firmato [il decreto di allontanamento] non potevo negare i diritti nati tra me e i figli. Invoco il rispetto della mia vocazione. L‘autorità mi vieta di viverla nell‘esercizio del sacerdozio? Abbia la bontà di laicizzarmi‖ (6.7.‘53). ―Fossi ridotto a un reietto avrò soddisfatto i miei impegni: vittima con le vittime. Sarò più sacerdote da laicizzato, che martoriato in questa maniera‖ (19.8.‘53). Nel novembre del 1953 ottiene la laicizzazione pro gratia. Nel 1963 gli viene ridato l‘esercizio del sacerdozio e celebra la sua seconda prima Messa. Un caso forse unico nella storia della Chiesa. Il 22 gennaio 1962 celebra la sua "seconda prima messa". Nel 1965 don Zeno propone ai nomadelfi una nuova forma di apostolato: le "Serate di Nomadelfia", uno spettacolo di danze. Nel 1968 inizia la pubblicazione del mensile "Nomadelfia è una proposta". Nello stesso anno i nomadelfi ottengono dal Ministero della Pubblica Istruzione di educare i figli sotto la loro responsabilità, nella propria scuola interna. 12 AGOSTO 1980. I nomadelfi presentano a Giovanni Paolo II, nella villa di Castelgandolfo, una "Serata". E' presente tutta la popolazione di Nomadelfia. Il Papa dice tra l'altro: "Se siamo vocati ad essere figli di Dio e tra noi fratelli, allora la regola che si chiama Nomadelfia è un preavviso e un preannuncio di questo mondo futuro dove siamo chiamati tutti". 15.1.1981 - LA MORTE DI DON ZENO. Pochi mesi dopo don Zeno, colpito da infarto, rivolge ai nomadelfi le ultime parole prima dell'agonia: si può considerare il suo testamento. Muore in Nomadelfia il 15 gennaio 1981, mentre il Papa riceve una delegazione di nomadelfi insieme ai quali prega per lui e invia la sua benedizione. 21/04/2009 - Nomadelfia, introdotta la causa di canonizzazione per don Zeno Saltini da parte della Conferenza Episcopale Toscana
Cosa è oggi Nomadelfia? Leggi Manifesto
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Un popolo di volontari cattolici che vuole costruire una nuova civiltà fondata sul Vangelo Come le prime comunità cristiane 250 persone - 50 famiglie 4 km2 vicino a Grosseto Fondata da don Zeno Saltini (1900-1981). Nel 1931, diventando sacerdote, si fa padre di un giovane che esce dal carcere. Da allora quasi 5.000 figli sono stati accolti nelle famiglie di Nomadelfia Tutti i beni sono in comune. Non esiste proprietà privata, non circola denaro Si lavora solo all'interno e non si è pagati Le famiglie sono disponibili ad accogliere figli in affido 4 famiglie insieme formano un "gruppo familiare" Le scuole sono interne e l'obbligo scolastico è stato portato a 18 anni
Il Popolo di Nomadelfia
Un piccolo popolo con una sua Costituzione che si basa sul Vangelo Per lo Stato è un'associazione civile Per la Chiesa è una parrocchia e un'associazione privata tra fedeli Leggi, votazioni e decisioni devono essere confermate con voto di unanimità
Nomadelfia è un popolo comunitario, più che una comunità. Ha una sua storia, una sua cultura, una sua legge, un suo linguaggio, un suo costume di vita, una sua tradizione. E' una popolazione con tutte le componenti: uomini, donne, sacerdoti, famiglie, figli. PER FARSI NOMADELFI. Nomadelfi non si nasce, si diventa per libera scelta. Molti figli, raggiunta la maggiore età, escono dalla comunità. Coloro che desiderano diventare nomadelfi, compresi i figli, devono chiedere di essere ammessi ad un periodo di prova della durata di tre anni. Al termine della prova, se accettati, firmano la Costituzione sull'altare davanti a tutto il popolo. Chi si fa nomadelfo si impegna per tutta la vita. Tuttavia è libero di ritirarsi in qualsiasi momento. TUTTI I BENI SONO IN COMUNE. Le risorse economiche provengono dal lavoro, dai contributi assistenziali per i figli accolti, e dalla Provvidenza, specialmente attraverso le attività di apostolato: stampa, Serate, incontri. I nomadelfi sono tenuti ad obbedire alle disposizioni degli organi competenti e devono essere disponibili a qualsiasi iniziativa, lavoro, spostamento. LA RELIGIOSITA'. Nomadelfia è fondata sulla fede cattolica. La Chiesa l'ha riconosciuta una popolazione e l'ha eretta a parrocchia nel 1962. Nel 1994 ha approvato la nuova Costituzione, come "Associazione privata tra fedeli" (C.I.C. 298 e ss).Per quanto riguarda culto, dottrina e costume, Nomadelfia si rimette alla dottrina, al culto e al costume della Chiesa. LA COSTITUZIONE. Per lo Stato italiano Nomadelfia è un'associazione civile, organizzata sotto forma di cooperativa di lavoro. Internamente vige una Costituzione che nei valori si ispira al Vangelo e nell'organizzazione si richiama agli Stati di diritto. E' una democrazia diretta: tutti i nomadelfi effettivi (coloro che hanno firmato la Costituzione) fanno parte dell'Assemblea, che esercita il potere legislativo ed elegge le cariche costituzionali. Leggi, decisioni, votazioni per le cariche costituzionali vengono approvate a maggioranza, e devono essere confermate con voto di unanimità. La Presidenza esercita il potere esecutivo e organizza la vita quotidiana.
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Il Consiglio Amministrativo cura l'amministrazione. Il Consiglio degli Anziani elegge e controlla l'Economato, e arbitra in caso di mancata unanimità dell'Assemblea. Il Collegio dei Giudici interviene nei casi di contrasto, e vigila sulla costituzionalità degli atti di tutti gli organismi. Il Successore del Fondatore è un sacerdote. Garantisce che la vita si svolga in armonia con lo spirito del fondatore, del Vangelo e della Costituzione. Dalla COSTITUZIONE della POPOLAZIONE dei NOMADELFI Art. 2 - CONDIZIONI PER ESSERE NOMADELFI Possono essere Nomadelfi coloro che: - hanno compiuto 21 anni - sono cattolici professanti apertamente la Fede e la Morale secondo gli insegnamenti e la disciplina della Chiesa Cattolica - rinunciano a possedere beni a qualsiasi titolo e di qualsiasi natura - accettano di essere poveri nel senso di avere solo il necessario ad una vita dignitosa. Art. 4 - SOBRIETA' I Nomadelfi, come singoli e come Popolazione, devono vivere sobriamente, secondo le vere esigenze umane, nello spirito dei consigli evangelici ed in particolare del "Discorso della Montagna", che per i Nomadelfi non è un semplice consiglio, ma è legge. Art. 47 - NON SONO AMMESSE LITI La Popolazione dei Nomadelfi non permette che si facciano liti tra i suoi membri. Se ragioni di contrasto nascono tra due o più Nomadelfi o Postulanti, questi devono ricorrere alla correzione fraterna come richiede il Vangelo. Se il contrasto persiste, devono rivolgersi al Collegio dei Giudici che aprirà un procedimento secondo i Regolamenti. I Gruppi Familiari
I figli sono affidati alle famiglie con le parole di Gesù: "Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre" Paternità e maternità in solido 11 gruppi familiari di 4 o 5 famiglie Il gruppo ha una casa centrale per il giorno, e le camere attorno distinte per famiglia Ogni tre anni si cambiano i gruppi
LE FAMIGLIE. In Nomadelfia vivono attualmente una cinquantina di famiglie. Vi sono famiglie di "mamme di vocazione" e di sposi. Le mamme di vocazione sono donne che rinunciano al matrimonio per vivere una maternità virginea e accogliere ed educare minori abbandonati come veri figli, per sempre. Anche gli sposi sono disposti ad accoglierli con lo stesso spirito. I FIGLI. Il presidente, a nome della comunità, li accetta in Nomadelfia su segnalazione dei servizi sociali e delle autorità giudiziarie, e li affida alle famiglie, sapendo di poter contare sulla disponibilità di tutti, una delle condizioni essenziali per essere nomadelfi.Dal 1931 ad oggi quasi 5.000 ragazzi abbandonati sono stati accolti in Nomadelfia come figli. I figli accolti sono consegnati all'altare alle mamme di vocazione e agli sposi con le parole
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che Gesù ha rivolto dalla croce alla Madonna e a Giovanni: "Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre". Uno dei principi fondamentali è la "paternità e maternità in solido": tutti gli uomini e le donne sono tenuti ad esercitare la paternità e la maternità su tutti i figli, anche su quelli che non appartengono alla loro famiglia. Devono quindi trattarli alla pari e intervenire nell'educazione di tutti secondo una linea pedagogica comune, ispirata al Vangelo. Una volta raggiunta la maggiore età, i figli sono liberi di rimanere oppure di uscire dalla comunità. In questo caso vengono aiutati a sistemarsi. I GRUPPI FAMILIARI. Don Zeno ha creato i "gruppi familiari" perché rilevava che l'egoismo della famiglia è più deleterio di quello personale. Le famiglie non vivono isolate, ma quattro o cinque, per un totale di circa trenta persone, vivono insieme in ciascuno degli undici gruppi sparsi per la tenuta. In una casa centrale hanno in comune la sala da pranzo, la cucina e i laboratori, mentre le camere da letto sono tutte intorno in casette separate. Prima di cena in ogni gruppo si dicono insieme le preghiere, nelle quali sono inseriti alcuni brani del Vangelo che richiamano gli aspetti fondamentali della vita di Nomadelfia. L'uso della televisione è libero per quanto riguarda l'informazione, mentre si opera una scelta dei programmi visibili che sono trasmessi via cavo dalla emittente interna. Il sabato pomeriggio è riservato al "lavoro di gruppo" nell'orto, nella manutenzione delle case e alle altre necessità del gruppo familiare. PER LE ESIGENZE. Non ci sono negozi, ma soltanto magazzini. I generi alimentari vengono distribuiti dal magazzino viveri. Un furgone porta nei vari gruppi familiari il necessario, in proporzione al numero delle persone e secondo le necessità dei singoli. Anche per i vestiti i nomadelfi prendono dal magazzino ciò di cui hanno bisogno. In Nomadelfia non circolano soldi. Per le esigenze delle persone e delle famiglie ci si rivolge all'economato. Tutto questo, però, sempre in armonia con lo spirito di povertà del Vangelo. IL CAMBIAMENTO DEI GRUPPI. Per evitare che il gruppo familiare diventi a sua volta un centro di egoismo, per essere disponibili a vivere con tutti e a distaccarsi dalle cose, ogni tre anni la presidenza scioglie i gruppi familiari e li ricompone con altre famiglie. Ciascuna famiglia, naturalmente, rimane sempre unita e porta con sé soltanto gli effetti personali. Il Lavoro
Non c'è padrone né dipendente Non c'è sfruttamento Le aziende sono gestite fraternamente e tutti sono corresponsabili Nessuno è pagato e non esiste proprietà privata Tutti sono disponibili a qualsiasi lavoro I lavori ripetitivi o pesanti si fanno insieme Non ci sono scioperi e non c'è assenteismo
UNA SOLUZIONE SOCIALE NUOVA: LA FRATERNITA'. "Né servo né padrone". In virtù di questa decisione presa da don Zeno a 20 anni, dopo la discussione con il suo amico anarchico, i nomadelfi lavorano solo nelle aziende della comunità, non possono assumere dipendenti e non lavorano alle dipendenze di altri. LE AZIENDE vengono gestite fraternamente e non è ammessa nessuna forma di sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
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La presidenza nomina per ogni azienda un responsabile, che dovrà gestirla in armonia con le altre attività della popolazione e rendere conto del suo operato: alla presidenza per le attività ordinarie, all'Assemblea per le attività di carattere straordinario. DISPONIBILITA'. Non c'è carriera e tutti sono disponibili a qualsiasi tipo di lavoro al quale sono indirizzati dalla presidenza, che, logicamente, tiene conto sia delle esigenze delle comunità sia delle capacità personali. A certi lavori, come ad esempio la guardia notturna, la stalla nei giorni festivi o lo accompagnamento delle comitive di visitatori, partecipano a turno tutte le persone idonee. NESSUNO E' PAGATO. Anzi, non c'è alcuna forma di proprietà privata, ma solo l'uso dei beni. In Nomadelfia non esiste il disoccupato; handicappati e anziani continuano a lavorare in proporzione alle loro possibilità; nessuno si sente inutile. GLI ORARI. Durante i giorni feriali, compreso il sabato, i nomadelfi lavorano al mattino per 5 ore nelle aziende, nei laboratori, nelle scuole, negli uffici. Al pomeriggio il lavoro specializzato può essere sostituito da "lavori di massa", ai quali partecipa tutta la popolazione. I LAVORI DI MASSA. Il loro scopo è di evitare che poche persone siano condannate a fare quei lavori pesanti o ripetitivi che possono fare tutti, come per esempio lo spietramento dei campi, la vendemmia, la raccolta delle olive, la potatura, la costruzione di nuovi ambienti, la manutenzione delle strade. Con attrezzature meccaniche e con lavori di massa si è costruita una diga con un laghetto artificiale di 300.000 m3 e una rete di irrigazione. LE ATTIVITA'. La tipografia serve per diffondere con la stampa la proposta di Nomadelfia. Il mensile "Nomadelfia è una proposta", fondato da don Zeno nel 1968, ha oggi una tiratura di 70.000 copie. Vengono stampati anche i libri scritti da don Zeno, pubblicazioni su Nomadelfia e dispense ad uso interno. La stampa non ha un prezzo di vendita, ma è distribuita a chi ne fa richiesta, accettando libere offerte. L'azienda agricola coltiva 120 ettari di terra, cura l'allevamento di animali, la cantina, il frantoio e il caseificio. Nell'officina meccanica si riparano gli automezzi della comunità. Il laboratorio di elettronica ha allestito un'emittente televisiva ad uso interno, che realizza anche programmi e documentari. Fra le altre attività: scuole, archivi, falegnameria, laboratorio fotografico, aziende di elettrotecnica ed idraulica, sartoria, ambulatorio, uffici vari. Aziende e laboratori sono concepiti in modo da permettere anche l'addestramento professionale dei giovani. LA CULTURA. La cultura di Nomadelfia deriva da un patrimonio di fede, di conoscenze e di esperienze, che spingono all'amore per il prossimo e alla costruzione di una società nuova. Per don Zeno, però, possedere una cultura non significa soltanto "conoscere", ma vivere ciò che si conosce: è il concetto di "cultura vivente", un impegno alla coerenza. Per alimentare il proprio spirito e approfondire la loro missione, i nomadelfi si riuniscono ogni giorno, dopo il lavoro del pomeriggio, in un locale comune o nei gruppi familiari, e riascoltano meditazioni registrate di don Zeno, seguendone il testo su dispense. A volte si studiano i problemi della società attraverso documentari o relazioni di qualche nomadelfo preparato sull'argomento, o partecipando a conferenze di personalità esterne. Visite – Incontri – Apostolato – Serate
10.000 visitatori all'anno Durante l'estate i nomadelfi portano le loro "Serate" sulle piazze per incontrare il popolo Numerosi incontri presso scuole, parrocchie e associazioni "Apostolato di popolo"
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Nomadelfia non vive per se stessa, ma per gli altri. E' aperta verso la società, poiché di essa si interessa concretamente prendendosi cura in particolare dei minori abbandonati, e creando diverse iniziative di apostolato per diffondere il suo messaggio di fraternità, rivolto a tutti, credenti e non credenti. I VISITATORI. E' aperta a tutti ed ospita ogni anno circa 10.000 visitatori che vengono accompagnati da nomadelfi messi a loro disposizione per illustrarne struttura e finalità. Alcuni chiedono di rimanere per qualche giorno e vengono ospitati nei gruppi familiari, partecipando alla vita quotidiana della comunità. GLI INCONTRI. Numerose sono le richieste di incontri nelle scuole, nelle parrocchie, presso associazioni in tutta Italia, che desiderano conoscere l'esperienza di Nomadelfia. LE "SERATE". Le Serate sono incontri con le popolazioni per conoscerle e farsi conoscere. Con questi spettacoli i nomadelfi portano il Vangelo sulle piazze, non come singoli, bensì come popolo che dà una testimonianza della propria vita. Assieme a un momento di riflessione sulla proposta di Nomadelfia attraverso un documentario e un discorso sul tema "Il Vangelo è codice del vivere", si offrono due ore di gioia con danze e figurazioni acrobatiche eseguite dai bambini e dai giovani. Nate nel 1966, quando don Zeno propose ai nomadelfi, babbi, mamme e figli di andare, durante il periodo delle vacanze, a ricrearsi insieme al popolo, ricreandolo, le Serate hanno avuto più di 900 repliche nelle città e nei paesi di tutta Italia e qualcuna anche all'estero. Il 12 agosto 1980 a Castelgandolfo è stata presentata una Serata a Papa Giovanni Paolo II. LA TOURNEE di solito inizia in luglio e termina alla fine di agosto, secondo un calendario prefissato. Serate fuori programma vengono richieste nelle carceri, nelle case di riposo, negli ospedali psichiatrici. Parte circa metà popolazione: i bambini e i giovani partono tutti, gli adulti sono a disposizione. I nomadelfi fissano il loro alloggio in una località, presso qualche scuola o istituto loro concesso, e presentano le Serate nei dintorni. Poi si spostano in un'altra zona. Qualche volta sono invitati nelle famiglie, altre volte è la gente che va a conoscerli dove alloggiano. L‟ORGANIZZAZIONE. Nelle Serate c'è lavoro per tutti. Per il montaggio degli impianti i nomadelfi sono divisi in piccole squadre, ognuna con proprie mansioni: pubblicità, pubbliche relazioni, addetti al palco, all'impianto sonoro ed elettrico, alle sedie, ai costumi, alla stampa, alle riprese cinematografiche, alle pulizie della piazza. Alla fine della Serata si distribuiscono le pubblicazioni di Nomadelfia. Chi lascia l'indirizzo riceverà il mensile "Nomadelfia è una proposta". Lo spettacolo è gratuito per dar modo a tutti indistintamente di parteciparvi. UN DONO AL POPOLO. Non si tratta solo di uno sforzo organizzativo, ma di una testimonianza di fraternità e di unità che Nomadelfia dona al popolo, e che questo sa cogliere al di là di tutto ciò che fa spettacolo.
La fondazione di Xenobia è la filiera integrata «per missione» alla proposta di Nomadelfia, performando i suoi iscritti a Gesù, contro tutte le «tossicità» dell‘iniquo e del vivere moderno, per « instaurare tutto in Cristo ». Nella logica dell‘Unum Sint e della ―Bellezza salverà il mondo‖ il progetto dei Borghi di Xenobia integra e organizza, secondo le leggi naturali, la morale cattolica ed il disegno della creazione, professionalità, tipicità, comunità cristiane, loci agricoli, negotii, luoghi santi e tutti i borghi della rete. In ciò si incardina nel Popolo dei Nomadelfi, per «vocazione» e nella scelta di vivere l‘autentico messaggio evangelico. L‘intero progetto è legato a Cristo Re, a Maria Corredentrice, alla Sua Santissima Eucaristia, al culto di San Paolo e della Parusìa di Gesù e quindi ai propositi santi di don Zeno Saltini, a cui tutti noi ci ispiriamo anche nel senso proprio del
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farci carità, di cambiare per primi noi stessi, per poter essere utili nell‘equa distribuzione e condivisione di risorse. A ciò, gli Arcieri, aggiungono la piena adesione alla Veritas Splendor in Caritate, il metro con cui giudicare la politica ed i politici. La logica dei Borghi di Xenobia è inoltre quella di riruralizzare, riutilizzare, recuperare, valorizzare, vitalizzare, riqualificare e ricostruire nei luoghi in cui sussistano già strutture abbandonate e creare una disponibilità itinerante per gli «ultimi», coloro che aderiscono al progetto per favorire la crescita di famiglie, la formazione di sacerdoti, diaconi, dirigenti, artigiani e coltivatori, e lo scambio di ospitalità e amore. Ogni opera protende alla bellezza e alla liturgia della creazione che si concretizza davanti all‘altare e nelle Cappellette di Adorazione Eucaristica per il Rosario Perpetuo. Infatti, per rendere attuabile il progetto, sarà possibile realizzare un Borgo solo al raggiungimento di 300 persone, in grado di effettuare a turnazione il precetto di essere in costante vicinanza al Santissimo, come era ai tempi di Nazareth (la cui popolazione era di 300 abitanti). E‘ possibile anche realizzare gruppi di Amici di Gesù, che in tal senso costituiscono la Compagnia dei Gruppi. Fra le varie organizzazioni, coordinate dalla Rettoria dell‘Arca della Bellezza, vi sono il Centro Studi Progetto EcoTUr per le strutture e dei sistemi di rete, il Gruppo d‘Eccellenza – «Admirabilem Scholam» ed il movimento Identità in Movimento per il Buon Governo.
La storia degli Stati Uniti e del Mondo è segnata dalla guerra. L‘oligarchia che controlla questo paese sa che la forza militare è una componente indispensabile per poter dominare e imporre la sua egemonia e il suo imperialismo. In questo senso hanno creato una potente lobby industrial-militare che è alla ricerca di nuove armi per perpetuare la propria supremazia. Gli scienziati statunitensi, compresi alcuni insigni premi Nobel, partecipano attivamente alla fornitura di questi artefatti all‘oligarchia dominante. Lo sà il Cielo e ci è stato rivelato a LaSalette e a Fatima. L‘oligarchia che controlla gli USA sa che Petrolio e Forza Militare sono componenti indispensabili per poter dominare e imporre la sua egemonia e il suo imperialismo. In questo senso hanno creato una potente lobby industrial-militare che è sempre alla ricerca di nuove armi per poter perpetuare la propria supremazia. Gli scienziati statunitensi ed israeliani, compresi alcuni insigni premi Nobel, hanno partecipato attivamente alla fornitura di questi artefatti all‘oligarchia dominante. I ―Jason‖: l‘impegno degli scienziati statunitensi per lo sviluppo di progetti tecnologici d‘avanguardia della lobby imperialista industrial-militare. Nel 1971 apparvero sulla stampa americana i testi chiamati ―Le Carte del Pentagono‖ (―Pentagon Papers"), documenti segreti resi pubblici da Daniel Ellsberg, un vecchio analista della Rand Corporation (la lobby militare del Pentagono). In quel periodo venne anche pubblicato il libro ‖The Jasons: The Secret History of Science's Postwar Elite‖ (―La Storia Segreta della Scienza nella Guerra Fredda‖) di Ann Finkbeiner. Mentre i primi testi mettevano a nudo le macchinazioni del governo statunitense durante la guerra in Vietnam, il secondo rivelava l‘esistenza di una equipe segreta di scienziati che collaborarono con varie amministrazioni passate per Washington. Questo gruppo era conosciuto come ―Jason‖. L‘origine di questo nome viene dalla mitologia greca, dalla storia di Jason [Giasone nda.] e gli Argonauti alla ricerca del vello d‘oro, oggetto che gli avrebbe dato vittoria e gloria. Ma così non sarà. E‘ davvero un peccato che tanta genialità e tanta scienza vada al servizio di chi perservera nella cultura della morte. Occorre recuperare con i borghi, i talenti e fare attenzione a non cadere nella logica perversa dei borghi e dei villaggi fortificati per le elite. Quello che accadrà, nel futuro prossimo venturo è riportato da «Project Camelot», un sito di indiscrezioni militari di solito ben informato, e ripreso dal «La County Examiner», sito giornalistico di settore, credibile. Alcuni particolari hanno un suono molto veridico. Infine, anche la sola possibilità che esista un « piano », impone il più alto allarme: in casi
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come questi, meglio sbagliare. Lo spiega già, credo, il titolo dell‘Examiner: «Un insider militare britannico rivela: la terza guerra mondiale è già organizzata nel 2005, a cominciare da Israele, Iran e Cina». L‘«insider», anonimo, si definisce un ex ufficiale superiore militare britannico con decenni di esperienza, poi divenuto «un operatore di alto livello nella City» la piazza finanziaria di Londra, dove –dice– «sono divenuto molto interno ad eventi fabbricati segretamente, dietro le quinte, per un gruppo di personalità –che secondo me non agiscono a favore di una nazione o di una comunità, ma per se stesse». Un gruppo che «trasuda potere», e «capace di costringere a far accadere una serie di eventi». (The Anglo-Saxon Mission)
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Sulle tracce di Celestino Papa
Vorrei qui, con San Celestino V, aprire una finestra sullo Spirito Santo ed i suoi misteri. E questo non ci risparmia un excursus su L‘Aquila e la nuova Gerusalemme che il Nuovo Ordine Mondiale vorrebbe sostituite da Washington City, dalla planimetria dichiaratamente massonica, il rapporto con l‘Ordine del Tempio, le ―profezie di celestino‖ trafugate dalla new age e dalla lucifer trust e forse anche dai RosaCroce. Tradire San Celestino V e l‘Ordine dei Fratelli dello Spirito santo, vuol dire compiere un tradimento nei confronti della Chiesa spirituale, e quindi nei confronti di San Benedetto, San Bernardo, San Francesco, San Tommaso e, persino, del Beato Gioacchino da Fiore. Ma financo i re e le regine sante e la storia dei santi che hanno contribuito ad edificare la Santa Chiesa per amore inequivocabile di Nostro Signore Gesù Cristo. Abbandonare loro, è significato lanciare la corsa ―sionistica‖ al millenarismo messianico e perdere il ―timone‖ della direzione da dare alla Santa Sposa per la fine dei tempi. Celestino V, l'eremita Pietro da Morrone, che sarebbe diventato non solo un Papa coraggioso, ma anche il custode di un immenso tesoro, prima della scomparsa dell'Ordine del Tempio, prese in affidamento anche la città dell'Aquila, da poco costruita sulla pianta di Gerusalemme per volere di Federico II e di San Bernardo da Chiaravalle. Da poco era avvenuta la Trasposizione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, sulle terre di Recanati di cui era titolare il vescovo che faceva le veci di Celestino V, a Roma, in quanto sappiamo, non vi andò mai. Curiosa coincidenza: 10/12/1294: appare la Santa Casa a Loreto (città che allora non esisteva: prese il nome dal nome della proprietaria del terreno su cui si adagiò la Santa Casa, una tale Laureta). 13/12/1294: san Pietro Angelerio da Morione (Celestino V) rinunciò al pontificato. Insomma, una serie di concomitanze e di curiosità che inducono alla riflessione, come il fatto che 200 anni prima di lui, nella stessa celletta dove Pietro da Morrone, prima di diventare Papa, vi dimorò per 50 anni, aveva dormito come eremita un altro Papa, il Beato Vittore III. Colpisce anche il fatto che la città dell'Aquila è vistosamente una città dedicata ai templari, e lo si vede in diverse chiese e che in alcuni casi alcuni affreschi sono stati tenuti per secoli nascosti al grande pubblico (un segreto da tenere nascosto?) come il fatto che Celestino V avesse incontrato a ritorno da Lione un Templare che lo riaccompagnò fino all'Aquila (e che magari aveva il compito di aiutarlo nella costruzione e quindi nel reperimento dei mezzi economici per la realizzazione della chiesa di ColleMaggio); ma anche il fatto che nonostante i vistosi crolli del soffitto della chiesa, le spoglie del santo si siano miracolosamente salvate. Sul sarcofago c'era una dedica a Re Salomone, un'altra coincidenza? Solo poco tempo fa, in seguito all'apertura degli Archivi Vaticani, si viene a scoprire che Clemente V aveva riabilitato i templari di De Molay e lo stesso Gran Maestro, attribuendo la colpa del massacro e delle voci fatte circolare ad arte sulla loro eresia, solo al re di Francia. Quindi, quanto ancora dobbiamo scoprire di questa storia nascosta? E perchè si fa tanto per nasconderla? Perchè la frase di Dante che tuoneggia contro il "vile" venne
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attribuita a Celestino V, facendolo così apparire un reo, invece che un santo? Può essere che Dante alludesse a Pilato e a tutti i pilati, che nel massimo della loro responsabilità se ne lavano le mani, lasciando che il Figlio di Dio finisca continuamente nelle mani del nemico? Ecco perchè a questo racconto, aggiungo un punto interrogativo. Perchè sono seriamente convinto che il compito che Celestino V riteneva di portare avanti fosse sì nel seno della Chiesa, ma fuori dalle diatribe teologiche, dalla beghe corporali e di casta, tipiche della classe che detiene il potere e di cui lui non voleva essere complice. Celestino V, il Papa del gran rifiuto? ―Poscia ch‘io v‘ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l‘ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto.‖ Con queste parole Dante Alighieri è detto descrivere nella sua ―Divina Commedia‖ uno dei Papi più controversi della storia. Ma chi era veramento Celestino V? Celestino Pietro Angelerio, futuro Papa Celestino V, nacque da una famiglia di contadini molisani, nel 1210 circa. Egli nacque a Isernia secondo quando afferma Maria Concetta Nicolai nel libro ―La Preghiera di Celestino eremita e Papa‖: <<… dalla nascita che avvenne verso il 1210 undicesimo in una numerosa famiglia di dodici figli, probabilmente a Isernia, nel quartiere S. Angelo… I genitori ―quorum nomina sunt Angelerius et Maria‖ erano agricoltori quasi certamente proprietari, anche se non ricchi>>. Orfano di padre in giovane età, fu educato dalla madre al rispetto, timore e devozione di Dio. Intorno al 1230 divenne un frate benedettino, presso un abbazia di Benevento e dopo pochi anni partì alla volta di Roma per incontrare il Papa. Il suo viaggio fu lungo e costellato da episodi di eremitaggio e contemplazione. Dopo aver parlato con il Pontefice e aver ricevuto gli ordini religiosi Pietro, iniziò una vita da asceta, rifugiandosi in una grotta dove secoli prima aveva dimorato Papa Vittore III. In questo lungo lasso di tempo egli progettò e costruì, insieme ai suoi discepoli, la chiesa di Santo Spirito a Majella, completamente scolpita nella roccia. Un antica leggenda legata alla nascita di questo luogo di culto narra che il 29 Agosto, giorno della decapitazione del Battista, Pietro guardando fuori dalla finestra della sua cella, vide nel cielo una schiera di figure celesti che andavano dagli angeli agli arcangeli, dal Re Davide a San Giovanni Evangelista che, con abiti talari, celebrò messa, mentre la Vergine Maria, con Gesù ed il Battista assistevano alla funzione che fu benedetta da Dio. L‘aria si riempì di una musica celestiale, mentre le campane iniziarono a suonare annunciando il lieto evento della nascita dell‘abbazia di Santo Spirito a Majella. Intanto i seguaci del Santo Eremita erano diventati così tanti che Pietro pensò bene di darsi una Regola e di essere riconosciuto anche come ordine religioso e così in compagnia di alcuni suoi fedelissimi, partì alla volta di Lione per conferire con Papa Gregorio X, durante uno dei tanti concili. Sulla via del ritorno dalla Francia il frate, dopo aver ottenuto dal Papa ciò che chiedeva, si fermò presso L‘Aquila, allora ancora in via di sviluppo e qui vi fu un altro prodigio legato questa volta alla figura della Madonna di cui l‘Angelerio era un devoto servo. Era una notte scura dei primi mesi del 1275 quando l‘umile fraticello fece uno strano sogno mentre si trovava su una poggio alberato, presso il colle Madio o Maggio nella vicinanze dell‘Aquila, adiacente a un piccolo altare dedicato alla madre del Nazareno.
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Mentre dormiva gli comparve la Madonna che gli chiese di erigere un santuario in suo onore proprio in quel luogo. In breve tempo si iniziarono i lavori di costruzione della Basilica dedicata alla Madonna che furono terminati solo verso la fine del penultimo decennio del 1200. Passarono gli anni ed anche i papi si succedevano sul soglio di Pietro, finché nel 1292 alla morte di Papa Nicola IV, una grande confusione, alimentati da una sete di potere temporale si insinuò sull‘elezione del nuovo papa. Per ben due anni il soglio pontificio rimase vacante finché non si decise di eleggere all‘unanimità un papa superpartes, questi fu individuato nella persona di Pietro Angelerio, il frate del Morrone. Era il giorno della decapitazione del Battista del 1294 quando fra Pietro da Morrone, con il nome di Celestino V divenne Papa e la cerimonia, con molti malumori da parte della chiesa, si svolse nella città dell‘Aquila, poiché il pio eremita volle essere incoronato sommo pontefice della chiesa nella basilica di Santa Maria di Collemaggio. Egli rimase in questa città per diversi mesi ed è qui che istituì la ―Perdonanza Celestiniana‖, con la quale Bolla egli rimetteva i peccati a tutti coloro che passava sotto la Porta Santa della Perdonanza, con il pentimento nel cuore, il 29 Agosto di ogni anno. Pietro aveva accettato la carica di Papa con molta riluttanza e così solo dopo pochi mesi di pontificato, agli inizi di dicembre rinunzio al suo uffizio. Era la vigilia di Natale quando il suo successore Bonifacio VIII, prese il posto di Celestino V. Egli, comunque, aveva un forte ascendente sui suoi discepoli e il suo Ordine religioso era abbastanza vasto e potente da fare paura anche al Vaticano e così fu data disposizione che Pietro fosse portato a Roma, ma Celestino riuscì a rifugiarsi prima sul Monte Morrone e poi tentò di imbarcarsi per la Grecia, ma una tempesta fermò il suo tentativo di fuga e così fu ripreso dai messaggeri del papa ed incarcerato nella rocca di Fumone presso Anagni dove morì il 19 Maggio 1296. E‘ notorio che molte leggende contengano un fondo di verità, allora è legittimo chiedersi se la data della presunta morte naturale di Celestino V non celi in realtà una simbologia ben precisa!! Si narra, infatti, a proposito della morte del Santo eremita, che egli perì a causa di un chiodo conficcatogli, da alcuni sicari, nel cranio : se si accetta questa tesi, quindi, la data della sua morte forse assume una valenza fortemente emblematica!
Egli
morì a maggio il mese dedicato alla Madonna, che come ricordiamo è
l‘evoluzione del mito della Grande Madre, dea universale creatrice del mondo nonché personificazione della dea Luna ed elemento femminile di Dio. Egli fu ucciso nel 1296, la cui radice quadra è 36, sommando questi due numeri 6+3 si ottiene il 9 numero ricorrente della città dell‘Aquila e nella tradizione esoterica perché rappresenta la ciclica ripetizione del 3 numero perfetto per eccellenza. La chiesa di Santa Maria di Collemaggio, inoltre, è stata costruita con pietre policrome rosse e bianche che ricordano le croci templari, con la stessa tecnica viene costruita secoli dopo la chiesa che ospita il Volto Santo a Manoppello. Quale può essere il nesso che unisce questi due edifici, poiché si dice che come per Celestino, anche il Velo della Veronica che è in ostensione a Manoppello, sia stato recapitato a un notabile del paese da uno sconosciuto, forse un Angelo, se non l‘Arcangelo Michele in persona, sul sagrato della chiesa di San Nicola. Sempre in tema di elementi simbolici, sembra esservi una linea immaginaria che collega Lione all‘Aquila; Celestino V, infatti, tornando dalla Francia si fermò presso il
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capoluogo abruzzese, o meglio quello che sarebbe stato la futura città. Una possibile ipotesi potrebbe essere quella di analizzare il significato dei toponimi delle città in questione. Lione per assonanza potrebbe essere la corruzione del nome ―Leone‖. Questo animale, simbolicamente, si identifica con Gesù definito anche ―Leone di Giudea‖; con Buddha, Krishana e, naturalmente, con il Sole come emblema di potenza, forza, comando e della luce che brilla in eterno sconfiggendo le tenebre e quindi il male. Esso rappresenta anche la giustizia e il Nazareno nella sua veste di giudicante supremo. L‘evangelista Marco ha come simbolo il leone, che è anche la personificazione della città di Venezia. La parte anteriore di questo animale, compreso la testa, è l‘allegoria della spiritualità del Cristo, contrapposto alla sua natura terrena, quindi mortale, rappresentato dalla parte posteriore dell‘animale. Questa fiera, raccoglie, simbolicamente, in sé, anche una valenza sia positiva che negativa, poiché esso è anche la parte iraconda ed indomabile di ogni essere, così egli è nello stesso tempo simbolo della luce e dell‘ombra, della bontà e della malvagità, del Cristo e del Diavolo, ecc.. Nella sua dualità esso è anche il simbolo della morte e della rinascita e, ovviamente, della resurrezione, inoltre presso gli egizi, era lo spirito guardiano della parabola che compiva il Sole in cielo, dal suo sorgere fino al tramonto; per questo motivo, il leone, veniva raffigurato a coppie, schiena contro schiena. Esso rappresentava il giorno trascorso ma anche il futuro, come Giano Bifronte, che deriverebbe dal nome Giovanni, come il Battista o come l‘Evagelista, che esprimono l‘alfa e l‘omega della cristianità. Anche alcuni Angeli hanno l‘aspetto leonino, per rimarcare la loro natura non del tutto benevola, ma anche combattiva, violenta, indomita e intelligente. Esso era l‘animale totemaico di Cibele, e questi veniva rappresentato sempre con la bocca semi aperta, come simbolo dell‘organo sessuale femminile; Cibele è una delle tante ―espressioni‖ della ―Grande Madre‖, demiurgo del mondo. L‘Aquila è l‘alter ego celeste del Leone; è anche la stilizzazione della Croce, quando ha le ali spiegate. Essa è uno psicopompo, poiché trasporta le anime dei trapassati a Dio; il suo volo verso la Terra, è la rappresentazione della luce che feconda il suolo. Egli è il simbolo dell‘Evangelista Giovanni, l‘autore dell‘Apocalisse!!! Quando l‘Aquila vola verso sinistra è presagio di castighi divini poiché l‘Onnipotente punisce l‘uomo con la sua sinistra. La tradizione biblica e non solo rappresenta, gli Angeli come delle aquile. Questo rapace è l‘immagine celeste e solare insieme, per questo motivo è la regina del cielo ed alter ego di Zeus. L‘aquila vola verso il sole mentre i suoi occhi non temono di fissare l‘astro troppo abbagliante, poiché, ha il cuore puro e il coraggio di fissare, la luce, come immagine della divinità. Ella è Cristo che sale al cielo, in quanto simbolo della splendore e grandezza. Nella mitologia classica, ella seguiva la traiettoria del sole fino al suo punto più alto, quando esso era a perpendicolo con la terra, fino a incontrarsi Al momento di massima espressione della luce che vince le tenebre. Simbolo della potenza dell‘Impero Romano, prima, e del Sacro Romano Impero poi; come l‘araba fenice che rinasceva dalle proprie ceneri, così l‘aquila simboleggiava la rinascita spirituale, oltre che la contemplazione del Divino, come facevano i Santi Asceti. L‘Aquila poteva avere anche valenza negativa, in quanto rovesciando la Croce simbolo della morte e resurrezione della parte umana dell‘Onnipotente, la si trasformava in un simbolo demonico, inoltre essa è un rapace e come tale è portato, per sua natura, alla violenza, alla brutalità e all‘ingordigia. Acerrimo nemico del serpente, che per gli antichi era simbolo della Grande Madre Terra, il sincretismo cristiano lo ha trasformato nella personificazione del Diavolo,
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raffigura, la contrapposizione tra sfera celeste e quella terreste, tra bene e male, ricordando la titanica lotta tra gli Angeli e i Demoni. Comunque al di là di tutta una simbologia che ci riporta ad elementi astratti, qualcosa di concreto nella vita e nella morte del Papa Eremita tuttavia esiste!
La tomba di Celestino V Andiamo per ordine, iniziando dal fatto che Celestino V probabilmente non è stato l‘illetterato contadino delle campagne molisane, ma alcuni sostengono che la sua famiglia fosse di origine longobarda, per la precisione nobili di campagna con una certa istruzione. Pare che sia vissuto per diversi anni nell‘abbazia di San Giovanni in Venere, in Abruzzo e qui sembra abbia addirittura preso i voti! Questo luogo di culto abruzzese, all‘epoca dei fatti narrati, era una delle più potenti abbazie del centro Italia, tanto potente da finanziare la Quarta Crociata! Pare che sempre durante i suoi peregrinaggi, il Santo Eremita abbia anche fondato una cittadina, abbarbicata ai piedi della Majella, Fara Filiolum Petri, cioè la Fara dei Figli di San Pietro, in altre parole di Pietro da Morrone! Come si è detto sopra a proposito della fondazione di Santa Maria di Collemaggio voluta dal futuro Papa, il quale ebbe una visione onirica e in seguito a ciò fece costruire tale chiesa, ma alcuni sostengono che questo sogno premonitore celi il presunto incontro dei templari con il pio eremita, i quali, secondo alcune fonti, sono i veri finanziatori del progetto del luogo di culto che dovrebbe celare un segreto, forse il Graal? Accanto a queste supposizioni vi sono fonti che attestano che Pietro Angelerio, dopo aver iniziato i lavori della costruzione di Santa Maria di Collemaggio e senza aver acquistato il terreno circostante, parte alla volta dell‘abbazia di San Giovanni in Venere e dopo alcuni anni egli torna con il danaro sufficiente a poter comprare il terreno dove oggi sorge la basilica di Collemaggio! Presto Papa Celestino V, il 27 settembre del 1294, concede alcune indulgenze ai benefattori del monastero di Santo Spirito di Lanciano, che è denominato dell‘Ordine Benedettino, ed è collocato nella Diocesi Teatina. Le indulgenze sono concesse per un quinquennio. Questo luogo fu fondata appena prima della sua elezione, nel 1293, dall‘Abate Onofrio di Comino dell‘Ordine del Morrone, che acquistò il terreno da una certa Golata, moglie di Guglielmo del Conte, di Lanciano. La tradizione vuole che oltre ai Romiti e alle Monache, questo luogo sia stato frequentato anche dall‘eremita Pietro del Morrone, prima che diventasse Papa Celestino V. Anzi, allora, avrebbe compiuto anche dei miracoli risanando delle persone. Si dice anche che questa chiesa ha ospitato la fuga del Santo Eremita, quando questi cercava di imbarcarsi, per le coste pugliesi, poiché si deve pensare che esso sorge proprio a ridosso del tratturo L‘Aquila-Foggia, vicino a una fontana che oggi non esiste più ma che all‘epoca era una tappa obbligata per chi percorreva queste strade. Nel 1654, in forza di una Bolla del Papa Innocenzo X, il monastero di Santo Spirito di Lanciano viene soppresso. Al suo interno venne rinvenuto un reliquiario a teca in legno dorato : è lungo cm 50 ed è alto cm 25, al cui interno vi sono custodite le reliquie del braccio di San Giovanni Eremita confessore, un frammento di un braccio di Santo Stefano e di un lembo del suo vestito; in posizione centrale vi sono: un frammento di costola di S. Pietro Celestino di circa cm 6, ed altro frammento di circa cm 5, un frammento di osso appartenuto a San Benedetto ed infine un frammento della testa di San Girolamo.
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Questo reliquiario, nella parte posteriore, è sigillato da 3 sigilli di 3 vescovi. Inoltre in alcuni documenti rinvenuti di recente, si sostiene che il Santo Padre, stava scappando dalle guardie del suo successore, e non si imbarcò in Puglia bensì sul litorale abruzzese a Vasto, feudo degli abati di San Giovanni in Venere. Prima di essere arrestato dal suo predecessore, nominò vescovo, secondo ciò che ci riferisce Giovanni Pansa nella sua opera Miti, leggende e superstizioni dell‘Abruzzo, il suo vice San Tommaso de Ocre, il quale alla morte di Celestino divenne abate della prestigiosa abbazia di San Giovanni in Venere per incarico di Bonifacio VIII. Secondo Giovanni Pansa ― Si affermò da qualcuno dei biografi di Celestino V che l‘astuto cardinale Gaetani, il quale gli succedette nella cattedra di S. Pietro, dopo averlo con destri raggiri indotto alla rinunzia, l‘avesse fatto imprigionare e poi uccidere per evitare uno scisma nella Chiesa, reputandosi in quel tempo che l‘abdicazione del santo anacoreta, estortagli dalla frode, non fosse legale, né canonica. Ma quell‘accusa di morte violenta, scagliata contro Bonifacio, si ritenne da molti in conto di leggende, propalata ad arte dei nemico di lui, poiché i contemporanei e testimoni di veduta non ne fanno parola‖. Sempre da Pansa si apprende che esistono tre quadri riproducenti la morte di Celestino V ad opera di soldati, forse del Papa, ed in uno si legge la didascalia che recita ―Quando lu nipote de Papa Bonifacio andò al Confessore per lo ammazzare‖. Nel 1597 il M.R. Padre Abate Don Francesco d‘Aielli, in una chiesa presso Sulmona tra le ossa del Beato Padre Roberto da Salle, sostiene vi fosse anche una scatola rotonda ove vi era un chiodo lungo mezzo palmo con pezzi di sangue congelato. Questo reperto fu portato a Santa Maria di Collemaggio e fu infilato nella presunta ferita del Santo dal Morrone, esso combaciava perfettamente, secondo ciò che venne poi sostenuto da un esame sul cranio del Santo Papa, da un equipe di dottori di Roma, il 29 Agosto 1888 alle diciassette e trenta presso la Cappella dedicata a Celestino V nella Chiesa di Santa Maria di Collemaggio. Alcuni affermano che a Salle, provincia di Pescara, vi sia in ostensione un chiodo racchiuso in una pisside e pare che tale chiodo forse, sia stato conficcato nel cranio del beato Roberto da Salle ed esso sembra sia simile a quello che avrebbe ucciso Celestino V. ESOTERISMO A L‟AQUILA: DA QUI PASSA IL NUOVO ORDINE MONDIALE
Secondo comuni studi tutta la questione ―sionista‖ passa da questo disegno esoterico di Leonardo da Vinci. In seguito al terremoto del 14 aprile dell‘Aquila, giorno in cui alcuni dei nostri amici erano a Nomadelfia, il G8 che avrebbe dovuto tenersi alla Maddalena, in Sardegna, il governo di Silvio Berlusconi, in accordo con il neo presidente degli USA Barack Husein Dunham (Obama=666?) viene trasferito a L‘Aquila, prendendo il nome di « Dalla Maddalena a L‘Aquila ». In questa occasione verrà presentata anche la moneta unica mondiale. ―Dalla demolizione alla ricostruzione‖ non sarebbe stato, neanch‘esso, un modo sbagliato di presentare l‘instaurazione del Nuovo ordine Mondiale. Lo stesso nome Maddalena sembra rievocare Dan Brown ed il suo Codice Da Vinci. Insomma tutto un programma all‘insegna del‘esoterismo più avanzato. Per quanto riguarda il disegno, è un Leonardo da Vinci ormai giunto al culmine della maturazione artistica e intellettuale quello che nel 1516, a tre anni dalla sua morte, disegnò l'Allegoria della navigazione. Leonardo si era trasferito da poco in Francia su invito di Francesco I e si era stabilito nel castello di Cloux, presso Amboise. Al sovrano dedicò
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l'Allegoria della Navigazione, riproponendo per la residenza reale di Romorantin alcune delle idee sviluppate ai tempi della città ideale per Ludovico il Moro. È un disegno del Leonardo esoterico, ed è un disegno che sostiene le teorie esposte nel libro "La Rivelazione dell'Aquila" (di L. Ceccarelli e P. Cautilli), quelle di un Leonardo profondo conoscitore del "segreto" di Aquila e delle sue connessioni con Gerusalemme e con il Tempio di Salomone. Una giovenca rossa. Secondo la tradizione ebraica, la nascita di una giovenca rossa viene considerata un segno anticipatorio della prossima venuta del Messia. Sin dall'epoca dei romani, Gerusalemme era divisa in quattro quartieri ora denominati quartiere cristiano, musulmano, ebraico e armeno. I loro confini sono ancora definiti dalle due arterie principali tracciate dagli architetti dell'imperatore Adriano nel 135 d.C. quando la città fu ricostruita e ribattezzata Aelia Capitolina. Prima fu tracciato l'asse nord-sud, considerato come simbolo del polo universale e asse messianico, in seguito fu costruito un asse che lo incrociasse perpendicolarmente in modo da dividere la città in quattro quarti. Il fondatore di Aquila, l'imperatore Federico II, dopo la vittoriosa crociata condotta in Terra Santa, impose di costruire la città ad immagine e somiglianza di Gerusalemme, e la divisione in quattro quarti di Aquila fu qualcosa di molto diverso ed originale dagli usi comuni dell'epoca. Le molteplici allusioni urbanistiche che legano le due città sono rafforzate da nuovi aspetti che le nostre ricerche stanno riconsegnando al collettivo sapere, come la linea o l'asse messianico che lega Aquila e Gerusalemme. La profezia di Zaccaria (9,9): nel disegno di un antico manoscritto ebraico, Gerusalemme è un ottagono. Il Re (il Messia) giunge umile a cavallo di un asino con davanti a lui il profeta Elia che suona uno shofar e si avvicinano alla Porta Aurea che introduce la linea messianica, e viene descritta come un fune tesa che ha origine sul Monte degli Ulivi, attraversa per lungo il tempio, forma l'arteria principale di Gerusalemme e punta diritta verso Aquila (la "Nuova Gerusalemme" voluta da Federico II) per poi attraversare località canadesi ed australiane denominate "King Stone" (Pietra del Re); in quella canadese, nei pressi di Toronto, nacque la massoneria del nuovo continente. Le tradizioni di tutte le religioni concordano che questa sia la linea da cui il Messia farà il suo ingresso in città. Una volta, lungo questa linea spirituale, si svolgevano processioni: la via era denominata "Strada della Vacca", perché il sacerdote la percorreva per raggiungere il Monte degli Ulivi dove aveva luogo il sacrificio rituale della giovenca rossa. Il sacerdote
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spargeva sette volte il sangue della giovenca dinanzi la tenda del convegno, che era in vista e allineata con la porta principale del Tempio di Salomone. Secondo il giudaismo tradizionale, un ebreo che abbia avuto contatto diretto o indiretto con i morti (basta aver camminato su o vicino ad una sepoltura) è impuro e gli è vietato l'ingresso nel Tempio. D'altronde è dovere divino per tutti gli ebrei praticare il culto nel Tempio. Ora, tutti gli ebrei sono impuri perché, in un modo o nell'altro, sono entrati in contatto con qualche morto e poi, oggi, il Tempio non c'è. L'ultimo, è ben noto, fu distrutto da Tito nel 70 d. C. Che fare? La purezza, e quindi il dovere di praticare il culto del Tempio, può essere assicurata soltanto con il sacrificio di una giovenca rossa ("Dì ai figli d'Israele che ti menino una giovenca rossa, senza macchia, senza difetti, che non abbia mai portato il giogo", Numeri 19:1-10). I profeti attendono l'avvento della giovenca rossa, sarà il momento in cui la Nuova Gerusalemme dell'Apocalisse di Giovanni aprirà le sue porte.
La Menorah e la moneta unica, il simbolo del controllo mentale Osserviamo attentamente il disegno impenetrabile di Leonardo da Vinci. Con estrema semplicità sveliamo e riveliamo l'eredità del suo segreto sapere, l'ultimo messaggio di un appartenente al Priorato di Sion. Notiamo subito che la barca e la vela sono composte da due triangoli sovrapposti, vale a dire il Sigillo di Salomone. L'albero maestro che sorregge la vela è raffigurato da un vero albero (un grande ramo) dal cui tronco si diramano sei rami principali, ovvero la Menorah - il candelabro ebraico a sette braccia che la Torah prescrive debba rimanere acceso alimentato solo da purissimo olio di oliva. Al timone della barca c'è una giovenca rossa che la manovra attraverso una ruota con otto raggi verso un "nuovo mondo", o meglio, rigenerato su cui svetta radiosa, imperiale, raggiante, l‘Aquila; la costellazione Aquila, la stella e la città ideale che segna l'approdo della linea spirituale e messianica, un attracco agognato da una giovane sacra vacca rossa. Il filo invisibile che congiunge L'Aquila a Gerusalemme è legato al timone dalle otto braccia, significativo riferimento al numero comune tra le due città che indusse Federico II di Svevia ad applicarlo in tutti le sue edificazioni. Avete mai notato, ad esempio, che tutte le antiche fontane dell'Aquila sono ad ottagono? Tant‘è che dal terremoto si salva e resta illeso il tumulo di San Celestino, sulla cui ―arca‖ è riportato il sigillo di Salomone. A questo punto mi sembra anche doveroso il collegamento alle così dette Profezie di Celestino Papa, che hanno anche ispirato un film notoriamente New Age. Ma perchè questo, perchè la Chiesa avrebbe permesso, su un argomento cruciale come quello sullo Spirito Santo, che finisse in mani improprie e strumentalizzato fino al punto che nessun Cattolico vi ci si riconosce o riconoscerebbe senza sentirsi eretico o blasfemo o semplicemente impossibilitato ad aderirvi culturalmente, dottrinalmente e spiritualmente? Ricordiamoci che Celestino non solo incarnava pienamente lo spirito di Dio e quindi quello cristiano, ma fu egli stesso fondatore dell'ordine dei celestini ossia dei Fratelli dello Spirito Santo. Oggi sono in molti ad ignorare che Celestino V sia realmente santo, ossia elevato al massimo degli altari appena 19 anni dopo la sua morte nel 1313, ossia nel pieno della messa in opera della Divina Commedia (1304-1321), e lo stesso Dante doveva essere al corrente di ciò, tanto da non volerlo menzionare affatto, almeno che non intendesse comunque assumere una posizione senza però esporsi, la qual cosa però non nobiliterebbe affatto il divin poeta. Perciò resto dell'idea che ci sia stato un depistamente creato ad arte
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che ha finito per coinvolgere anche lo stesso Dante al punto di non riuscire a concludere i preliminari per aprire il processo di canonizzazione a suo carico. Oggi cerchiamo l'avventura nel Codice da Vinci o in altre invenzioni letterarie, eppure la realtà ha sempre superato la fantasia. Il caso dei Templari e San Celestino V preoccupa prima di tutto i cristiani, quelli "tiepidi", rifacendoci a Laodicea la lettera che Gesù consegna a san Giovanni. Poi, ovviamente preoccupa anche l'‖ordine mondiale‖ ed i ―poteri forti‖, che nulla vogliono avere a che fare con il fanatismo, anche se si tratta di opere di bene o di cura dello Spirito. Certo, ogni volta che si assemblano degli elementi, non sempre si rispetta l'ordine temporale, ma nemmeno il reale spirito che ha mosso gli uomini del passato, anche perchè non solo variano i contesti culturali, ma anche quelli ambientali, sociali e politici. Io credo fermamente che nessuno, allora come oggi, fosse più moderno, presente al suo tempo, e riproponibile per i tempi presenti, come istanza culturale e sociale, dei templari e quindi di San Celestino V. Perchè chi opera nello Spirito, è sempre eterno, sempre verde, sempre, … nella verità. I Templari assistevano i pellegrini e li proteggevano dagli assalti dei balordi; i Templari offrivano ospitalità gratuita e distribuivano cibo ai meno abbienti (il panettone Tre Marie è una loro invenzione, fatto con l'uva sultanina che portavano dalle terre d'oriente); i Templari presidiavano i luoghi santi dal saccheggio che noi occidentali oggi commettiamo più dei turchi; i Templari curavano i campi perchè tutti avessero di che vivere senza finire sottomessi ai mafiosi politici locali; i Templari conoscevano tecniche moderne per la costruzione di grandi opere, tra cui grandi cattedrali; i Templari avevano recuperato buona parte delle reliquie sante e aiutavano in questa impresa persino re e regine; i Templari erano amati dalla gente anche perchè prima di una partenza per luoghi santi o di pellegrinaggio, trasformavano i loro beni in un "foglio" certificato, che al momento dell'arrivo poteva essere riscattato in beni commerciabili e riconosciuti in loco. I Templari per questo si può dire che abbiano inventato le banche. In realtà amministravano i beni di chi di loro si fidavano, in alternativa al potere dei prepotenti. Per questo sono stati eliminati. Poi da qui a dire che i nuovi templari, ossia la massoneria, abbia tentato di scopiazzare, ci può anche stare : ma attenti a non scambiare chi offre un servizio gratuito con chi il servizio se lo fa pagare 10 volte compiendo operazioni complesse in nome del dio Denaro. Lo stesso raggiro che portò il Re di Francia a liquidare l'Ordine del Tempio per entrare in possesso del loro tesoro, fatto di ricchezze donate e giammai rubate. I Templari, infine, proprio perchè sapevano che i soldi non fanno la felicità, non avevano intrapreso una vita individuale, ma tutto serviva a perfezionare la vita di comunità di questi monaci guerrieri. Attaccarli è tipico di chi non li conosce a fondo e confonde, come vuole il sistema, la lana con la seta. Viviamo un periodo di cristianesimo involuto, privo di passioni. Forse perchè manca il rispetto per il Crocifisso dalla Incarnazione alla Morte. Di sicuro perchè manca la fede nella Resurrezione, a cui i Templari credevano come Celestino V, che vi fonda i Fratelli nello Spirito Santo. Lo Spirito Santo è Persona, ed ogni volta che viviamo con essa, ci trasformiamo noi stessi in una sua parte. Quella di Gesù fu una sequela di "passioni". Noi oggi ne percepiamo solo l'ultima, perchè non sappiamo vivere anche le altre, quali quelle dell'amicizia, dell'amore, della conversione, del raccoglimento, della preghiera, dello stare insieme in comunità organizzate e funzionali.... Gesù ci insegna a stare in comunione con Lui....
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La Massoneria si tende a rappresentarla come una evoluzione o semplice ispirazione ai Templari ma a tutt'altro. Solo che l'Ordine del Tempio era l'unico veramente strutturato. E se permetti anch'io, se potessi, mi ispirerei a loro per mettere su qualunque organizzazione. La Massoneria, infatti, si ispira a dottrine esoteriche che nulla avevano a che fare con i Templari. Piuttosto furono esoterici alla rosacroce a prendere di qua e là dai Templari. Magari è più facile che i templari siano derivazione dell'Impero Romano e che la stessa Chiesa abbia preso grandi spunti proprio da loro. La Chiesa non è un ordine francescano ed i Templari stessi erano guerrieri oltre che monaci. Eppure, ciònonostante fra i Templari vi fu San Bernardo da Chiaravalle che ne scrisse lo statuto e li aiutò ad essere riconosciuti. Sempre il Santo fu principe cluniacense di Seborga, come lo fu anche De Molay, unico principato benedettino esistente tutt'ora. REGOLA CELESTINA DELLO SPIRITO SANTO E L‟ARCA DELLA BELLEZZA Pochi come Celestino V, santo, abate, eremita, fondatore e papa, hanno maggiormente interpretato il piano generale di Dio, secondo il Suo Spirito, al punto di non desiderare nemmeno di rimanere abbarbicato al Trono di Pietro. Unico caso al mondo. I temi del potere come servizio, della pace raggiunta con la riconciliazione (la Perdonanza), della solidarietà come mezzo di sviluppo economico e sociale (le Fraterne) e la scelta della povertà e della solitudine (eremitismo) come strumenti di elevazione spirituale costituiscono il fondamento della missione e del messaggio celestiniano, fonte di rinnovamento religioso, sociale e culturale. La sua attualità costituisce fonte di ispirazione per le moderne generazioni, impegnate a riscoprire gli autentici valori in una società tormentata dai mali che il processo di secolarizzazione porta inevitabilmente con sé. La bolla della Perdonanza, nella sua ampia forma di "amnistia" spirituale, rappresentava, per il singolo e per la collettività, la instaurazione concreta di un diretto rapporto con Dio e con la Chiesa, esteso a tutti (universis Christi fidelibus), cioè un rapporto non riservato agli "addetti ai lavori", ai colti, né filtrato da ambienti strumentalizzanti e facoltosi, un rapporto di vera e propria "laicizzazione" in Dio, nella Chiesa e nella società del tempo, "per coloro che percorrono di giorno in giorno, tra sofferenze, gioie e speranze, il loro cammino terreno". E tale emblematico significato della Indulgenza di Collemaggio si deduce dal contesto della bolla, ma forse ancor più dalle motivazioni rilevabili dalle lettere di Bonifacio VIII, che ne interpreta il contenuto da posizioni di potere. Per questo il fine dell'Arca della Bellezza potrebbe essere proprio quello di ripristinare questo antico ordine, per concessione di Papa Benedetto XVI. Le ragioni sono molte, e fra queste: - I Celestini derivano e sono inclusi nell'Ordine dei Benedettini e hanno fanno riferimento esplicito anche alla regola dei Camaldolesi, dei Carmelitani e dei Francescani. Sono devoti allo Spirito Santo; - I Celestini facevano 4 quaresime o deserti, che sono un modo per staccarsi dalle cose del mondo per stare con il Signore. Quindi erano anche Monaci ed Eremiti; - I Celestini lavoravano nella carità e non disdegnavano anche l'incontro con il sociale portando forti cambiamenti nella sua organizzazione e nella cultura. Ricordiamoci la festa della Perdonanza e la costituzione di cooperative sociali che hanno permesso di portare pace e prosperità; - I Celestini avevano rapporti con i Templari ed erano stimati ed ammirati da re e donatori che facevano pervenire i mezzi necessari per il sostentamento dei poveri e per la costruzione di borghi; - I Celestini avevano e avranno sempre i soliti avversari nel potere temporale, fra coloro che hanno come unica legge lo sfruttamento del prossimo e la cura dei loro interessi
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organizzati, come lo fu ai tempi di Bonifacio VIII il simoniaco d‘eccellenza che Dante condannò senza appello; - I Celestini raccoglievano cibo, vestiti e portavano avanti la colletta del "Buon Samaritano" che noi chiamiamo anche "Nostro Pane Quotidiano"; - I Celestini fra le tante promesse che richiedevano ai fedeli, in forma laicale, era l‘impegno per la Salvaguardia del Creato e per l‘Università della Pace a cui tutti siamo chiamati a partecipare; - I Celestini, se non bastasse, erano devoti a San Michele Arcangelo e hanno itinerari ben configurati nella Via Celestina, che attraversa il Molise, l‘Abruzzo, il Lazio, la Campania e la Puglia garganica (Monte S.Angelo). La Via Celestina accomuna i territori da una medesima caratteristica: essere espressione di quella viva spiritualità che l‘unicità e l‘originalità dell‘azione evangelizzatrice di grandi personalità hanno indicato come suprema espressione della storia del Cristianesimo. San Francesco, sempre alla ricerca di luoghi aspri e solitari per la contemplazione, fu assiduo frequentatore del santuario di San Michele, per cercare, come nel promontorio del Gargano, le vestigia del divino. Celestino V fu, sulle orme della spiritualità francescana, alla continua ricerca dell‘Assoluto nelle solitudini più alte della Maiella e nella terra del Gargano e fu l‘artefice della fondazione del movimento spiritualista. San Michele Arcangelo, cui è intitolato il primo santuario della cristianità, lungo i secoli ha visto salire alla sua Grotta folle di pellegrini di ogni razza. Padre Pio da Pietrelcina, figlio di S. Francesco, stigmatizzato per volontà divina, è stato il più grande testimone dello Spirito in questo secolo e sul Gargano costituisce un richiamo di forte spiritualità per milioni di pellegrini che giungono ogni anno da tutto il mondo.
Ma cosa cercava San Celestino che mancava alla sua formazione cristiana? Sul Vangelo scopriamo che Gesù, alla fine della Sua missione, disse ai Suoi apostoli: ―Avrei ancora molte cose da dirvi, ma per ora non siete in grado di portarne il peso‖ (Gv 16,12). Quindi Gesù sottintendeva che la Rivelazione rimaneva aperta e che, quando gli uomini fossero stati in grado di ‗portarne il peso‘, cioè di capire correttamente ciò che fosse stato loro rivelato, essa avrebbe avuto un seguito, nelle rivelazioni dello Spirito. Finora mancava un supporto esplicativo, anche scientificamente dimostrabile, di ciò che è già stato detto nella Genesi mosaica, ampliando dettagli e rispondendo a quei quesiti che la prima non poteva dare. Se il Signore ha atteso questi tempi, è perché questa rivelazione, che riguarda principalmente la genetica e la seconda rivelazione nella Parusìa, alla maturazione dei termpi, aveva bisogno che la scienza, con occhi puri, fosse stata in grado di comprenderne i passaggi e i contenuti, altrimenti sarebbe stata inutile. Lo stesso dicasi sull‘importanza di Roma, di stare il Pontefice a Roma, dove è la Roccia di Cristo, dove è quella Roccia su cui posare il ―Sasso‖, la Pietra‖, in libera comunione. Ricorderai il ―Quo Vadis?‖, quando ―il primo fra gli apostoli‖, San Pietro, che era disceso fino a Roma con San Paolo, dopo aver sentito su di sé il rischio di una persecuzione (ricordiamo che Nerone era diventato un severo seguace dei cristiani) decide di allontanarsi dalla capitale dell‘Impero, e lungo il tragitto incontra Gesù sulla via Appia. Ricordi? Ci hanno fatto sopra anche un bel libro ed un film. Ebbene, il Signore lo rispedisce diritto a Roma. Oggi noi sappiamo che il Papa, prima che Papa, è Vescovo di Roma, eletto dai ―patres cardinales‖ che sono i titolari delle chiese parrocchiali di Roma. I grandi elettori oggi sono ―Cardinali Titolari‖, vengono da tutto il mondo e partecipano al conclave, confermando la romanità e l‘universalità (cattolica) della Chiesa e del Popolo di Gesù.
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Messaggi per l‘Opera della Divina Sapienza (ODS) del 20 giugno 2000. – Gesù spiega: «Non sarà la Fine del mondo, ma sarà la fine di un mondo vecchio. Non sarà la conclusione della storia ma di una fase lunga e dolorosa della storia, che ha visto l‘uomo ribellarsi a Dio come mai in precedenza. … Eletti, amici cari, siete i miei strumenti d‘Amore. Andate per il mondo a portare la mia parola. Testimoniatemi davanti agli increduli. Siate gioiosi perché servite me. Ecco, è entrato il nuovo tempo, quello del grande rinnovamento. Come quando vedete sull‘albero crescere le nuove gemme e dite ―Ecco, è giunto il tempo nuovo‖, così vedendo i germi della nuova terra siate pieni di viva speranza. Anche se ogni rinnovamento porta prima un po‘ di disordine, poi vedrete compiute le meraviglie del mio Amore. » Messaggio ODS del 27 giugno 2000. Oggi quasi nessuno attende Gesù. Questo capita proprio quando ―l‘atteso dalle genti‖dovrebbe essere atteso da tutti. – Gesù dice: «Il mondo non mi attende. Il mondo grida ―Pace e sicurezza‖ senza di Me. Ma Io verrò all‘improvviso, come un fulmine a ciel sereno, un fulmine che colpisce e scompare. Verrò come luce sfolgorante che abbraccia tutti i suoi figli amati. » Messaggio ODS del 12 luglio 2000. Non turatevi le orecchie quando vi parlo. Sono Gesù, colui che vi ha redenti. – Gesù dice: «Nessuno parla apertamente del mio ritorno. Voi, amati fedeli, tutti miei, gridatelo sulle piazze. Non abbiate paura di parlare. Ognuno sappia che il meraviglioso evento è vicino, imminente, e si prepari. Ho avvertito in tempo ogni invitato. Ho mandato i miei messaggeri ovunque, ma non sono stati creduti. Ho sentito ripetere: ―La Rivelazione è conclusa con Gesù, e nulla di nuovo si può aggiungere‖. … Non è proprio così: Io, Io Gesù, voglio parlare ancora agli uomini per annunciare i nuovi eventi prima che essi si compiano. Ho parlato per bocca di Paolo, mio figlio diletto. Ho detto: ―Non spegnete lo Spirito! Ascoltate sempre la sua voce!‖ ―Così dicendo ho voluto far capire che Io, Io Gesù, non ho parlato una volta per tutte, ma che sono sempre in dialogo intimo con le mie creature‖. –
Gesù dice: «Eletti, amici cari, vengo in gloria e potenza per liberarvi da ogni schiavitù… Sposa amata, vengo in un mondo che di me si è dimenticato, non mi cerca, non mi desidera, non mi chiama. Ricorda le parole che dissi un tempo: quando tornerò, troverò la fede? C‘è ora la fede sulla terra? Essa è andata sempre più scemando dai cuori, lasciandoli vuoti, aridi, senza calore. Questo la madre mia intese dire a Fatima. Preannunciò questi tempi di grande aridità, di gelo profondo, di smarrimento totale allorché disse che solo in pochi luoghi sarebbe rimasta la fede. Amata sposa, il mondo non mi cerca, non mi chiama più, non mi vuole. Tutto questo accade alla vigilia del mio grande ritorno, non più come fragile bambino, non più come piccolo tremante in fasce, ma come Re di gloria e di potenza. Quando salii al Cielo tra gli occhi attoniti dei miei amici, i miei messaggeri dissero: ―Tornerà un giorno colui che è salito al Cielo. Così com‘è andato tornerà, e tutti lo vedranno‖. Il mondo non vuole capire che ora il giorno è vicino, non sa la grandezza di quel giorno unico e meraviglioso. Questo fatto grandioso, meraviglioso, unico, lo sto annunciando da molto. Desidero trovare tutti pronti ad accogliermi, pronti col cuore pieno di gioia e d‘emozione. »
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Messaggio ODS del 15 febbraio, 2000. Il Regno di Dio si avvicina a grandi passi. – Gesù dice: «Sposa amata, l‘universo intero annuncia la mia venuta. … Amata, i miei messaggi d‘amore preannunciano questo avvenimento unico meraviglioso, unico irripetibile, unico definitivo. È come se dicessi con parole semplici: uomini della terra venite tutti nella mia città di luce e d‘amore, venite tutti perché ho preparato un posto sublime per ognuno di voi. Venite nella mia città. In essa non c‘è più il dolore ma solo gioia, non c‘è più guerra ma grande armonia e pace, non c‘è più alcun problema, e nessuna schiavitù». Messaggio ODS del 24 marzo, 2000. Quanta gioia per gli amici di Gesù, ma quanto turbamento per i suoi nemici! – Gesù dice: «Io verrò, verrò improvvisamente sulla terra. Non aspettato. Non desiderato. Verrò, e la mia luce sarà abbagliante. Gli amici cari gioiranno. Il loro cuore esulterà, ma resteranno turbati profondamente gli operatori di iniquità che già gridavano: ―Pace e sicurezza senza Dio‖, facendo dell‘uomo un dio… Quando si dirà: ―Pace e sicurezza‖, ed il mondo crederà di avermi tolto di mezzo, allora apparirò splendente di luce, sfolgorante di splendore, e verrò a prendere gli eletti dai quattro angoli della terra. Essi saranno il mio amato popolo ed Io il loro Dio per sempre» Messaggio ODS del 7 maggio, 2000. Gesù parla ancora della sua Venuta intermedia, e ci chiede di annunciarla. – Gesù dice: «Tutti mi vedranno apparire nel Cielo. Come gli angeli hanno preannunciato, Io ritorno con potenza e gloria per fare nuove tutte le cose, e regnare come il più grande Re. Non continuate a pensare che Io venga solo nei cuori. Vengo visibilmente, e presto tutti mi vedrete! Preparatevi, amici cari, preparatevi e gioite. Il tempo è questo nel quale state vivendo. Annunciate con coraggio il mio ritorno affinché nessuno si faccia sorprendere impreparato e nel sonno. Voglio trovare cuori ardenti e palpitanti d‘amore per me» Messaggio ODS del 16 maggio, 2000. La stupenda festa preparata da Dio Padre è pronta. – Gesù dice: «Un padre amoroso un giorno preparò una grande festa nel suo palazzo, e molti doni da distribuire ai suoi figli. Chiamò questi uno ad uno, con invito personale, dicendo ciò che aveva preparato. Essi dovevano fare solo la fatica di recarsi alla festa ed avrebbero avuto tutto. Alcuni corsero e videro le cose meravigliose che il padre aveva preparato. Si gettarono ai suoi piedi, lo benedirono, lo ringraziarono. Altri invece indugiarono titubanti, preferendo i godimenti vani, e così persero un tempo prezioso. Il padre attese, attese, attese. Alla fine disse ai servi: ―Chiudete le porte. Chi non si è deciso a venire fino a questo momento non lo farà più‖. I servi chiusero le porte del palazzo, ed alcuni figli rimasero fuori senza più speranza. Amata sposa, questo Padre amoroso sono Io, Gesù. La festa è pronta per tutti, ma molti figli sono ancora fuori. Ho dato l‘ordine di chiudere tutte le porte perché il tempo è giunto: ognuno si affretti perché l‘ordine è già stato impartito ai servi. C‘è solo il tempo stretto che serve per chiudere le varie porte del grande palazzo. Lo sappia bene il mondo, e si prepari. » Messaggio ODS del 25 maggio, 2000. La grande clessidra della storia sarà capovolta. – Gesù dice: «Sposa amata, ancora una volta, l‘ultima, chiamo a me con voce possente l‘intero genere umano. Tutto il mondo sentirà e capirà. Voglio che anche gli estremi confini della terra sentano il mio richiamo d‘amore. Questa sarà l‘ultima fase, la più grande e decisiva. Anche i sopiti, i superficiali, i distratti sentiranno la potenza del mio richiamo. Nessuno potrà dire: ―Nulla ho capito perché nulla ho sentito‖. Sentirai, amata sposa, che tremendo rimbombo! Pensa ad un forte tuono che all‘improvviso scuote cielo e terra e fa destare le popolazioni intere. Ognuno si affaccia alla finestra. Tutti
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accorrono sui balconi. Il cuore trema. Ecco, voglio che il risveglio sia generale, e che tutti capiscano che ciò che avviene non è opera d‘uomo ma di Dio offeso e dimenticato, Dio creatore di tutto, Dio salvatore di ogni uomo, Dio Spirito d‘Amore che non vuole perduta una sola anima… Amata, ripeti alle anime che seguono il cammino di luce, che possono donare ancora molto ai fratelli nel buio, fino al momento del mio ―Basta‖. Ecco, allora tutto si fermerà, e la grande clessidra della storia sarà capovolta. Farà scendere il primo nuovo granello. Del passato nulla resterà, nulla si ricorderà, perché Io avrò fatto nuove tutte le cose. »
E ancora PREMESSA : L' espressione ―MARA'N ATHA' ‖ la troviamo nella S. Scrittura una prima volta in 1 Cor 16,22: è un'espressione aramaica con il verbo al tempo presente, letteralmente: ‗Il Signore nostro viene'; la seconda volta ― MARA'N ATHA' ‖ la troviamo nell'Apocalisse 22, 20: con il verbo all'imperativo, letteralmente :' Signore nostro, vieni!'. Questa invocazione recitata nella Chiesa primitiva sta per essere ripresa da tutti i cristiani avvisati dai messaggi carismatici del Ritorno Glorioso di Cristo nella sua Venuta Intermedia. Pertanto abbiamo voluto, per utilità soprattutto del popolo di Dio, che ha bisogno di essere illuminato su questo argomento di capitale importanza, fare una sintesi sulla Venuta intermedia di Gesù. Riporteremo nel nostro lavoro alcuni testi della Bibbia, il pensiero dei Padri della Chiesa, il Magistero della Chiesa Cattolica, i messaggi di persone carismatiche e la riflessione di alcuni teologi che hanno approfondito l'argomento. METODO: NELL'APPROFONDIRE L'ARGOMENTO SOTTO I VARI ASPETTI PROCEDIAMO CON DOMANDE E RISPOSTE: • Di quante Venute di Gesù si parla nella S. Scrittura? La S. Scrittura parla di tre Venute di Gesù : La PRIMA è l' Incarnazione ( Venuta nella carne) con la nascita a Betlemme 2000 anni fa da Maria Vergine, culminata con la passione, morte, Resurrezione e Ascensione al Cielo; la SECONDA è una Venuta nella Gloria, detta VENUTA INTERMEDIA (o Parusia Intermedia), la quale è data come imminente, secondo la concordanza dei messaggi dei carismatici; la TERZA è anch'essa una Venuta nella Gloria detta ― Parusia finale ‖ riservata per il Giudizio Universale alla fine del mondo, in un giorno imprecisato e molto lontano. S. Bernardo di Chiaravalle, anche se ha avuto l'illuminazione di una Venuta Intermedia di Gesù, tuttavia non ne aveva ancora l'idea completa, poiché Gesù non solo regnerà in tutti cuori, ma, come vedremo in seguito, nella Sua Venuta Intermedia tutti lo vedranno venire sulle nubi del cielo con grande Potenza e Gloria e viene per regnare su questo mondo. • Perchè la maggioranza dei teologi contemporanei parlano solo di DUE VENUTE? Il motivo si trova nelle facoltà teologiche e nelle loro succursali (seminari, scuole di teologia, istituti di scienze religiose, ecc...) dove si identificano, senza aver approfondito la questione, la Venuta Intermedia con la Venuta finale facendola diventare una sola Venuta Gloriosa per il Giudizio Universale. Da qualche decennio alcuni teologi e studiosi, con l'aiuto dei messaggi dei carismatici, che forniscono le ―chiavi di interpretazione‖ (come le chiamano loro) di alcuni testi della Bibbia, hanno fatto delle ricerche, arrivando alle stesse conclusioni dei carismatici, che cioè ci sono numerosi testi biblici che descrivono la Venuta Intermedia di Gesù, distinguendola da quella finale. L'approfondimento delle verità contenute nel deposito della fede si compie, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica (n.94) con la ricerca dei teologi, con l'insegnamento del Magistero della Chiesa e con le esperienze spirituali dei credenti, cioè specie dei carismatici, che ricevono messaggi e rivelazioni private da Dio per la Chiesa e per il mondo. Ma purtroppo notiamo che i ‗messaggi' di persone con carismi straordinari e le loro testimonianze vengono prese in
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considerazione solo dal Papa Giovanni Paolo II, e da una piccola minoranza di Vescovi, Teologi e Sacerdoti, sebbene la Parola di Dio raccomanda a tutti di :‖Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono‖( 1 Tes 5, 19-21). • Che cosa rispondere a quei teologi che dicono che nei testi biblici non si parla della Venuta Intermedia di Gesù? Gesù in un messaggio dato attraverso una persona carismatica, risponde così :‖Verrò, verrò assai presto, amici fedeli, e per voi sarà una grande festa, una magnifica festa; verrò per chi Mi attende con ansia per dargli la gioia che desidera e che si aspetta d'avere. Amici, pochi credono nella Mia Seconda Venuta, pochi credono, e tra questi pochissimi sono i Miei consacrati [n.d.r.: i consacrati sono i Sacerdoti, religiosi, religiose ecc.]; ecco Io, Io Gesù sto per fare loro una grande sorpresa. Chi Mi può dire : ― Fà in un modo, oppure in modo diverso?‖ Dicono che nelle Sacre Scritture non si parla della Mia Venuta Intermedia: ne parlo invece più volte …Chi Mi attende preparato, chi Mi attende pieno di gioia avrà la bellissima sorpresa che immagina, ma guai agli insipienti che non hanno voluto riflettere, che non si sono preparati affatto! Il mondo si prepari ad essere abbagliato dalla Mia Luce, la terra verrà trasformata, ci sarà una terra nuova e nuovi Cieli”( da ―Opera Scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi‖ [ D'ora in poi quest'Opera sarà abbreviata così. : ODS] messaggio del 28.2.1999). Con l'aiuto dei carismatici e con spirito di umiltà, si possono capire in profondità i testi biblici che riguardano la Venuta Intermedia di Gesù. Anche per questo caso vale la parola del detto evangelico: ―Ti benedico o Padre, ..perchè hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli‖ (Mt 11,25 : i piccoli, qui, sono proprio i carismatici e chi li ascolta). • Quali sono i testi biblici nei quali si parla della Venuta Intermedia di Gesù? Numerosi sono i testi biblici che parlano della Venuta Intermedia di Gesù. Il Padre Martino Penasa nel suo libro ―Le Venuta Intermedia di Gesù. Viene Gesù!‖, 2 ed. Udine, Ed. Segno,1999, riporta i testi sia dell' Antico sia del Nuovo Testamento, con la spiegazione. Qui noi riportiamo solo alcuni testi. Per il commento di questi testi rimandiamo al libro di P. Penasa. • Alcuni testi biblici parlano chiaramente della Venuta per il Giudizio Universale, allorchè, finita la storia dell'umanità tutti risorgeremo e tutti compariremo davanti al RE, GESU' CRISTO, seduto sul trono, per il GIUDIZIO FINALE : vedi per es. Mt 25 : a sinistra i capri, a destra le pecore: Il Re dirà : Via da me…. Venite benedetti… • Altri Testi Biblici invece parlano di una Venuta di Gesù in modo tale che fanno capire chiaramente che la storia dell'umanità continuerà ancora dopo questa Venuta : vedi per esempio Lc 18, 8; Mt 24, 23-41; Ap 20, 4-6…. C - IL TESTO DI Mt 24, 21 - 41 CI DA' LA CHIAVE PER CAPIRE CHE CI SARA' DI SICURO LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU' : Mt 24, 21-22 : ―…vi sarà allora UNA TRIBOLAZIONE GRANDE, QUALE MAI AVVENNE DALL'INIZIO DEL MONDO FINO A ORA, NE' MAI PIU' CI SARA'. E SE QUEI GIORNI NON FOSSERO ABBREVIATI, NESSUN VIVENTE SI SALVEREBBE; MA A CAUSA DEGLI ELETTI QUEI GIORNI SARANNO ABBREVIATI‖. Questo testo non si riferisce alla distruzione di Gerusalemme nel 70 dopo Cristo, ad opera dei Romani, della quale si parla nei versetti precedenti (Mt 24, 15-20), infatti la descrizione di questa GRANDE TRIBOLAZIONE SI RIFERISCE A QUALCOSA CHE RIGUARDA IL MONDO INTERO E NON SOLO ALLA DISTRUZIONE DI UNA CITTA' ANCHE SE IMPORTANTE COME GERUSALEMME E POI SI PARLA DI ―ELETTI‖ CHE SONO IN MEZZO A QUESTA TRIBOLAZIONE. Se per ―eletti‖ intendiamo i convertiti al Vangelo, noi sappiamo dalla storia che in Gerusalemme non rimase nessun cristiano, poiché credendo alle parole di Gesù erano fuggiti al Nord della Palestina, appena hanno visto che i soldati Romani stavano circondando Gerusalemme con trincee. Ma dai versetti seguenti Mt 24, 23-41, in cui si parla della Grande Tribolazione e di una VENUTA DI GESU' e dalla espressione ― per amore degli eletti sarà abbreviata‖ e perché la STORIA dell'umanità continua dopo ―LA
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TRIBOLAZIONE GRANDE‖, infatti si dice : ―NE' MAI PIU' CI SARA' ―, si deduce che questa GRANDE TRIBOLAZIONE riguarda tutta l'umanità e non è da collocarsi alla fine de mondo. E neanche la Venuta di Gesù che viene descritta nel suddetto testo di Matteo 24, 23-41 è da collocarsi alla fine del mondo, poiché viene descritta con modalità tali da far capire chiaramente che dopo questa Venuta la storia umana continua, per es.: v. 37 : ―come fu ai tempi di Noè‖ ; v. 40 : ―allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato‖). Alcuni messaggi dei carismatici autentici attuali ci aiutano a capire che già siamo entrati in questa Grande Tribolazione, la quale si concluderà con la VENUTA INTERMEDIA DI GESU' per instaurare il Suo Regno, qui su questo terra. E GESU' RITORNANDO PORTERA' LA VERA PACE E LA CIVILTA' DELL'AMORE.(Per esempio : Nel messaggio della Divina Sapienza del 30 gennaio 2002 Gesù dice: ―Eletti amici cari, sta giungendo il tempo della GRANDE TRIBOLAZIONE: E' GIA' ENTRATO, quello che non viene compreso con la prosperità verrà compreso con la carestia, chi nella gioia Mi ha girato le spalle, cambierà quando giungerà il dolore‖): vedi il testo completo nei siti internet Divina Sapienza, più avanti al n. 19. D – NELLA INTERPRETAZIONE DELLA SACRA SCRITTURA, DOPO IL SENSO LETTERALE E SENSO SPIRITUALE DI UN TESTO BIBLICO, SI PARLA ANCHE DEL ―SENSO PIENO‖ (SENSUS PLENIOR), che è un significato più profondo di un testo biblico, voluto da Dio, anche se non chiaramente percepito dall'autore umano (agiografo). ―Se ne scopre l'esistenza in un testo biblico quando viene studiato alla luce di altri testi biblici che lo utilizzano o nel suo rapporto con lo sviluppo interno della rivelazione ―( vedi doc.: Pontificia Commissione Biblica, L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa , libreria Ed. Vaticana,1993, p.76). Gli antichi esegeti dicevano : VETUS TESTAMENTUM IN NOVO PATET, NOVUM TESTAMENTUM IN VETERE LATET, CIOE' IL VECCHIO TESTAMENTO VIENE ESPLICITATO NEL NUOVO, IL NUOVO TESTAMENTO NEL VECCHIO E' GIA' PRESENTE MA IN MODO NASCOSTO. QUESTO MEDESIMO PRINCIPIO DEL ―SENSUS PLENIOR‖, SECONDO NOI, ESISTE ANCHE TRA I TESTI DELLA BIBBIA E I MESSAGGI DEI CARISMATICI AUTENTICI, ANCHE SE QUESTI ULTIMI NON HANNO LO STESSO VALORE DELLA BIBBIA : SONO INFATTI SOPRATTUTTO ESPLICITAZIONI DEI TESTI BIBLICI E SVILUPPO DEI SEMI GIA' DONATI NELLA BIBBIA, PERO' HANNO IN COMUNE LA MEDESIMA FONTE : LO SPIRITO SANTO, IL QUALE, COME HA ISPIRATO DUEMILA ANNI FA I PROFETI, GLI EVANGELISTI, GLI AGIOGRAFI, COSI' ORA ISPIRA I PROFETI DI OGGI, I CARISMATICI E RIVELA LORO IL SENSO PROFONDO DI ALCUNI TESTI BIBLICI, SPECIALMENTE RIGUARDANTI LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU' E LA SPIEGAZIONE DI ALCUNI TESTI DELL'APOCALISSE, CHE ALTRIMENTI NON SAREBBERO COMPRENSIBILI SENZA L'AIUTO DEI MESSAGGI DEI CARISMATICI. SI COMPRENDE ALLORA CHE UNA DELLE CAUSE DI PRECLUSIONI DEI MESSAGGI CELESTI ALLA GENTE DIPENDE DAL FATTO CHE NELLA CHIESA CATTOLICA MOLTI, MANCANDO NELLA FEDE E NON ACCOGLIENDO I MESSAGGI DEI CARISMATICI, NEGANO LA LUCE E LA COMPRENSIONE DELLA VENUTA INTERMEDIA DI GESU', CHE E' PRESENTE NEI TESTI BIBLICI.. E - PRINCIPALI TESTI BIBLICI RIGUARDANTI LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU': • Lc 18, 8 :‖Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?‖; • Mt 26,64 :‖…Io (Gesù) vi dico : < d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo> ; • At 1, 11 :‖ Questo Gesù….tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo‖. • Ap 20,4-6: ― Essi ripresero vita e regnarono con Cristo mille anni‖; • Mt 6, 10: ― Venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra‖;
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• Mt 24, 30 : ― Allora comparirà nel cielo il Segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e Gloria‖.; • Mt 24, 40-41 :‖(Alla Venuta del Figlio dell'uomo): Allora due uomini saranno nel campo:uno sarà preso e l'altro lasciato‖. • Lc 22, 17-18:‖ E preso un calice, rese grazie e disse: ―Prendetelo e distribuitelo tra voi, poichè vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finchè non venga il Regno di Dio‖ (testo molto chiaro in cui si fa riferimento ad un Regno di Dio anche su questo mondo). [Testo indicato dai Mess.Divina Sap.). • Lc 21, 27-28 : ―Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina‖; • 1 Gv 2, 28: ―E ora , figlioli, rimanete in Lui, perché possiamo aver fiducia quando apparirà…‖. • Eb 9, 28 : ―…Cristo. Dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza‖; • Ap 1, 7 : ‖ Ecco, viene sulle nubi ed ognuno lo vedrà; anche quelli che lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto‖; • I Cor 15, 24-25‖..poi sarà la fine, quando Egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finchè non abbia posto tutti nemici sotto i suoi piedi‖; • At 3, 21:‖ Egli (Gesù) dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della Restaurazione di tutte le cose‖; • Dn 7, 13-14 : ―Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto‖; • 1 Ts 4, 15-17, assieme a 2 Ts 2, 3-12; 2 Ts 1, 6-8; • Gv 14,3; Ap 17,14; Lc 17,34-35 ; Ap 22 17.20 : ―Vieni, Signore Gesù‖. In che modo ritornerà Gesù? Sul modo del Ritorno bisogna leggere l'annuncio fatto agli Apostoli in At 1,11:‖ Gesù…tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo‖, quindi tornerà in modo glorioso come è avvenuto con l'Ascensione. In un recente messaggio ODS del 9.2.2000, Gesù dice per mezzo della persona carismatica, madre di famiglia: ― Eletti, amici cari, vengo in Gloria e Potenza per liberarvi da ogni schiavitù… Sposa Amata, vengo in un mondo che di Me si è dimenticato, non Mi cerca, non Mi desidera, non Mi Chiama; ricorda le Parole che dissi un tempo: quando tornerò, troverò la fede? C'è ora la fede sulla terra? Essa è andata sempre più scemando dai cuori lasciandoli vuoti, aridi, senza calore. Questo, la Madre Mia intese dire a Fatima; preannunciò questi tempi di grande aridità, di gelo profondo, di smarrimento totale allorchè disse che solo in pochi luoghi sarebbe restata la fede. Amata Sposa, il mondo non Mi cerca, non Mi chiama più, non Mi vuole. Tutto questo accade alla vigilia del Mio grande Ritorno, non più come fragile Bambino, non più come Piccolo tremante in fasce, ma come Re di Gloria e Potenza. Quando salii al Cielo tra gli occhi attoniti dei miei amici, i Miei messaggeri dissero: ―Tornerà un giorno Colui che è salito al Cielo, così come è andato tornerà e tutti Lo vedranno‖. Il mondo non vuole capire che ora il Giorno è vicino, non sa la grandezza di quel Giorno unico e meraviglioso. Questo fatto grandioso, meraviglioso, unico, lo sto annunciando da molto : desidero trovare tutti pronti ad accoglierMi, pronti col cuore pieno di gioia e d'emozione.‖
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I messaggi dei carismatici ci dicono che tutti vedranno GESU' RISORTO nella Sua Venuta Intermedia e viene per ―regnare‖ su questo mondo. Non sarà ancora lo stadio finale del Regno di Dio, poiché lo stadio finale è il Paradiso. Come rispondere a coloro che dicono : “Il Signore ha detto che nessuno può sapere il giorno e l'ora del ritorno di Gesù?” Anche qui lasciamo la riposta a Cristo: ―Così è infatti, ma quando i Miei discepoli Mi interpellarono il tempo era ancora lontano, ora tutto è mutato, i tempi grandi ed unici sono giunti, sono questi nei quali vivete. Il momento esatto resta nascosto ma Io continuo a ripetere con Parole, Segni ed Opere che esso è giunto…perchè gli uomini chiudono gli occhi davanti all'evidenza e gli orecchi al Mio Annuncio?‖( ODS 22.11.99). Pertanto per questo evento glorioso i sigilli vengono aperti e il momento viene annunciato. Perchè oggi non c'è il clima di attesa della Venuta di Gesù, che c'era nei primi secoli ed è presente nella S. Messa, quando diciamo: “Nell'attesa della Sua Venuta”? Quando Gesù venne la prima volta, come ‗servo' sofferente per espiare i peccati del mondo, non fu accolto dal suo popolo, ma solo da un piccolo resto di Israele. I capi del popolo ebraico e soprattutto i dottori della legge di allora, non avendo approfondito abbastanza i testi biblici, soprattutto del profeta Isaia, dove si parlava delle sofferenze di Cristo, attendevano un Messia Glorioso nel senso politico e non spirituale, per cui non accolsero Gesù. Ora dice un carismatico si sta ripetendo il medesimo errore. La maggioranza dei teologi di oggi, non avendo approfondito i testi biblici che parlano della Venuta Intermedia di Gesù e rifiutando l'aiuto dei carismatici, sono contrari alla idea della Venuta Intermedia di Gesù, e quindi non l'attendono e non preparano il popolo di Dio per l'incontro con Gesù : ciò che invece stanno facendo i carismatici di tutto il mondo, per ordine di Dio. In un messaggio ODS del 17.6.1997 Maria Santissima dice : “ Dovete avvertire il mondo che il Suo Ritorno è imminente…” E' un dovere annunciare a tutti la Venuta Intermedia di Gesù? Sì, certo è un dovere, fa parte integrante dell'annuncio del Vangelo, il Papa più volte in altri termini ne ha parlato, i messaggi dei carismatici attuali di tutto il mondo concordano su questo punto. Infatti il Signore attraverso una persona carismatica dice: ― Sposa amata, l'Universo intero annuncia la Mia Venuta… Amata, i Miei Messaggi d'Amore preannunciano questo avvenimento unico meraviglioso, unico irripetibile, unico definitivo. E' come se dicessi con Parole semplici: venite tutti, uomini della terra nella Mia Città di Luce e d'Amore, venite tutti perchè ho preparato un posto sublime per ciascuno. Venite nella Mia Città, in Essa non c'è più il dolore ma solo Gioia, non c'è più guerra ma grande armonia e Pace, non c'è più alcun problema e nessuna schiavitù, Lì è il Mio Regno di Pace e d'Amore‖(da ODS, 15.2.2000). In un altro messaggio Gesù riafferma attraverso una persona carismatica (J.N.S.R. in ―Atti degli apostoli‖, Ed. Segno, Udine, 1999, vol. I, p. 82: “Ritorno che nessuno deve tener nascosto perchè, se voi nascondete il Mio Annuncio, la Luce vi accecherà prima ancora che Io giunga sulla vostra Terra”. Il Papa Giovanni Paolo II parla di questa Venuta Intermedia di Gesù? SI' il Papa attuale Giovanni Paolo II più volte ha parlato , anche se con altri termini, di questa Venuta Intermedia di Gesù nei suoi discorsi. Questi testi sono riportati nella rivista ―Messaggi Carismatici Cattolici‖, Ed. Segno, Udine, cominciando dal numero primo ( gennaio 1999) e soprattutto nel numero 8-9..
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Nei messaggi ricevuti dalla carismatica ―J.N.S.R. si parla del Papa attuale come di un ―Novello Mosè‖ che ha il compito di preparare la Chiesa e l'umanità al Ritorno di Gesù, cioè a questa Venuta Intermedia e di annunciarLa . Citiamo un solo messaggio dal Vol. II di ―Testimoni della Croce‖, Ed. Segno, Udine p. 236, dice Gesù: ― IL MIO FIGLIO (Giovanni Paolo II) ANNUNCIERA' IL MIO RITORNO MOLTO PROSSIMO‖. E' questa la missione singolare del grande Papa polacco. N:B:: vedi altri testi del Papa attuale indicativi della Venuta Intermedia di Gesù , in Appendice a questo studio (p. 41), dove c'è una sintesi teologica sulla ―Venuta Intermedia di Gesù‖. E' vero che il Concilio Vaticano II esclude questa Venuta intermedia di Gesù? No. Il Concilio Vat. II non solo non esclude la Venuta intermedia di Gesù. ma la sottointende. Nel Decreto ‗Dei Verbum' al n.4 si parla che in Cristo è avvenuta la piena rivelazione di Dio e poi si conclude :‖ L'economia cristiana dunque, in quanto è alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non è da aspettarsi alcun'altra rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo (cfr 1 Tm 6,14 e Tit 2, 13)‖. In questo testo si dice : ―non è da aspettarsi un'altra rivelazione pubblica‖, non dice : ―non è da aspettarsi una Venuta Intermedia di Gesù‖. Quindi il testo della ‗Dei Verbum' (n.4) non esclude la Venuta intermedia di Gesù. Il Concilio Vat. II ha anzi molte affermazioni circa i carismi straordinari, come per esempio ‗Lumen Gentium' n. 12, in cui dice di accogliere con gratitudine i carismi straordinari e di valorizzarli: tra i carismi straordinari ci sono anche i ―Messaggi ― dei carismatici , che ci preparano alla Venuta Intermedia di Gesù. Perchè il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato nel 1992 non parla della Venuta Intermedia di Gesù? Riportiamo la testimonianza di P. Martino Maria Penasa : ―La ragione per cui non si parla espressamente della Venuta Intermedia di Gesù nel nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica è quella data direttamente dalla fonte autorizzata a questo, cioè da Mons. Raffaello Martinelli, capo responsabile della Commissione Pontificia incaricata della redazione definitiva di esso prima della stampa. Infatti, subito dopo la pubblicazione ufficiale di tale Catechismo, egli fu invitato dal P. Superiore del Convento annesso alla Pontificia Basilica di S. Antonio a Padova, P. Olindo Baldassa, a fare una conferenza di presentazione ufficiale di tale nuovo documento davanti alla Comunità, che ha in mano la titolarità di tale Basilica. Egli toccò i vari punti che potevano interessare maggiormente gli uditori. Uno di questi punti era quello relativo ai criteri di scelta degli argomenti da introdursi nel testo. Egli disse espressamente che non era affatto intenzione della Commissione di dirimere nessuna questione che fosse ancora in discussione presso i teologi, per lasciar loro tutta la libertà di approfondire le loro tesi controverse fino a fare su di esse piena luce. Ora la questione relativa alla Venuta intermedia del Signore era appunto una di tali questioni controverse, una delle più importanti. Perciò è giocoforza concludere che la situazione davanti all'Autorità Ecclesiastica rimane tale quale era prima della pubblicazione del nuovo Catechismo. Cioè quella della libera discussione, giacchè non era stata detta ancora l'ultima parola”. Ora in questo ultimo decennio ci sono stati diversi teologi che hanno approfondito la questione della Venuta intermedia di Cristo, a cominciare dal P. Martino Penasa che ha pubblicato già la seconda edizione del Suo Libro ― Viene Gesù‖ Ed. Segno 1999 a Mons. Aldo Gregori, il quale nel suo libro ― La Venuta Intermedia di Gesù‖ Ed. Alone, Terni 1993 a p. 8 riferisce che lo stesso P. Penasa, ha interrogato, alcuni anni fa, su questo problema il Card. Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ed ha avuto la risposta che il problema è aperto alla libera discussione, ― giacchè la S. Sede non si è ancora pronunciata in modo definitivo‖ (cfr Il Segno del Soprannaturale, n. 30. p. 10, col. Terza).
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Noi siamo per il ‗millennio felice' così come è annunciato in Ap. 20, 4. Condividiamo quello che dice Mons. A. Gregori, a p. 58 o.c. : ―L'interpretazione basata sul senso letterale del cap. XX dell'Apocalisse, se guidata dall'amore all'ortodossia, non porta affatto alla grossolanità del millenarismo carnale, e nemmeno alle esagerazioni di quello mitigato‖. Il decreto del S. Ufficio del 21 luglio 1944 contro il Millenarismo mitigato (che asserisce una venuta fisica di Gesù sulla terra) : ― Il sistema del Millenarismo mitigato non si può insegnare con sicurezza‖, non riguarda noi, che non parliamo di ‗Millenarismo mitigato', ma di ‗Millennio felice', come in Ap 20,4 all'interno della concezione biblica del messianismo regale. La Venuta intermedia di Gesù rientra nel Piano di salvezza di Dio? SI', la Venuta intermedia di Gesù rientra nel Piano di Dio. Ce lo rivela la ―Teologa per eccellenza‖, anzi la Regina dei teologi, la Beata Vergine Maria, la quale nel Messaggio (vedi libro ―Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna‖, ed. 24.a, 2000, con l'Imprimatur) del 24.12.1997 dice: ―Questa Sua prima venuta (S. Natale) raggiunge il suo pieno significato solo nella Sua seconda venuta… Il mio Divino Bambino, che ora contemplate nel presepio e piange e trema per il freddo, un giorno ritornerà nella potenza della sua gloria divina e porterà alla sua pienezza il tempo e la storia. Il tempo e la storia avranno il loro compimento; con la sua divina e gloriosa presenza farà nuove tutte le cose. Voi vivete il mistero di questo secondo avvento, che vi prepara ad accogliere Gesù, quando tornerà a voi sulle nubi del cielo. Solo allora si compirà il secondo avvento che voi state vivendo. Allora il tempo giungerà alla sua pienezza (preludio dell‘evento « definitivo » il trionfo. Infatti, dopo 1000 anni -letterali o simbolici che siano- dalla Venuta Intermedia, Satana verrà nuovamente liberato dallo stagno di fuoco e di zolfo per ingaggiare l‘ultima battaglia -Gog e Magog- che sarà conclusa dalla Venuta Finale e dal Giudizio Universale di Cristo Giudice -terzo ed ultimo stadio delle sue manifestazioni, dopo la prima come Redentore e la seconda come Re, nda). Allora il Cuore Immacolato della vostra Mamma Celeste avrà il suo trionfo, nel definitivo e glorioso trionfo di Suo Figlio Gesù‖. Ed inoltre in un altro messaggio (3.aprile 1994. Pasqua) Maria Vergine dice( vedi libro sopra citato ‗Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna') :‖Partecipate oggi alla gioia della vostra Mamma Celeste, che vive l'ora beata della Risurrezione del Figlio Gesù……E' la gioia pasquale che entra nel vostro tempo e lo prepara al più grande avvenimento di tutta la storia. Poichè la Risurrezione di Pasqua avrà il suo pieno compimento solo quando Gesù ritornerà nella Gloria ad instaurare fra voi il suo Regno, nell'adempimento da parte di tutti del Volere del Padre e nella perfetta glorificazione della Santissima e Divina Trinità‖. Infine, poichè Gesù è il Redentore dell'uomo e ritornerà per restaurare tutte le cose, come si dice in At 3,21 : ― Egli (Gesù) dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose‖, Lui riporterà l'uomo non solo al livello in cui si trovava nel Paradiso terrestre prima del peccato originale, ma molto più in alto, poiché grazie alla Redenzione noi siamo diventati partecipi della natura divina nel battesimo e con nuovi doni. Una testimonianza carismatica conferma quanto detto, (Gesù dice): ―Io, Io Gesù voglio concedere alle anime che in Me si rifugiano tutto ciò che l'Umanità ha perso per la sua continua ribellione;…ebbene,sposa cara, tutti questi magnifici Doni che vedi qui attraverso i Miei Occhi, Questi elargirò al resto che Mi sarà fedele fino alla fine. Sono magnifici questi Doni, alcuni Li possedevano i progenitori ma Li hanno presto perduti per la loro disobbedienza, altri ne sono stati aggiunti per i meriti degli uomini a Me fedeli, obbedienti, docili, umili; moltissimi altri per il Mio Sacrificio si sono aggiunti; ecco le meraviglie dell'Amore Divino! Nulla va perduto, si aggiunge invece merito a merito fino al momento nel quale tutto ciò che pareva perso viene restituito ‗alla grande '‖.(ODS 17.12.1999). In 1 Gv 3, 8 sta scritto : ―Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo‖. Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo ha vinto il demonio con la Sua Morte e Resurrezione e con questa Venuta Intermedia distruggerà anche tutte opere del demonio e del peccato. Quindi la riflessione teologica contenuta nei messaggi suddetti è conforme alla S. Scrittura.
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Cosa si intende, nei Messaggi dei carismatici per “Ultimi tempi” o “Fine dei tempi”? L'espressione ―ultimi tempi‖ o ―fine dei tempi‖ che si trovano nei messaggi dei carismatici indicano ―questi nostri giorni‖. I messaggi dei veri carismatici non annunciano l'imminenza della fine del mondo, ma l'imminenza della Venuta Intermedia di Gesù Glorioso con il Suo ―regno di amore e di pace‖, dopo una necessaria seppur dolorosa purificazione di tutto il mondo e di tutti gli uomini. Con la Seconda Pentecoste si attuerà il ―Venga il Tuo Regno‖ del Padre Nostro, proprio nel nostro mondo. Mentre la fine del mondo è ancora, per grazia di Dio, molto lontana. Per ―ELETTI DEGLI ULTIMI TEMPI‖, espressione che spesso troviamo nei messaggi dei carismatici, specie nell' ―Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi‖, si intendono tutti coloro che, chiamati, corrispondono alla Grazia del Signore, obbedendo alla Sua Volontà. Quali segni precederanno la Venuta intermedia di Gesù? Per ora ricordiamo il Grande Avvertimento, del quale si è parlato molto nella rivista ―Messaggi Carismatici Cattolici‖. Sarà un avvenimento, secondo quanto dicono i carismatici, mandato direttamente da Dio, e riguarderà contemporaneamente tutti gli uomini. Riguarderà il mondo esteriore e quello interiore della coscienza, cha sarà illuminata, per vedere la propria situazione di fronte a Dio, per un richiamo alla conversione e alla scelta definitiva di Gesù Cristo. Un altro segno grandioso sarà il Segno della Croce Gloriosa, di cui parla il Vangelo(cfr Mt 24,30), che precederà la Venuta Intermedia di Gesù. Degli altri Segni, sia di quelli indicati dalla S. Scrittura, sia di quelli indicati dai carismatici ne parleremo in seguito. NB.: Per il segno del Grande Avvertimento vedi siti Internet dopo il n. 19. Da chi sarà preceduta questa Venuta Intermedia di Gesù? Sarà preceduta dall'Anticristo, che sta per manifestarsi. Prima della manifestazione dell'Anticristo, secondo S. Paolo ( 2 Ts 2, 3) avverrà la Grande Apostasia, cioè la perdita della fede nella maggioranza dei cristiani e questa Apostasia è già in atto. Gesù Cristo, con la sua prima Venuta ha vinto satana (Gv 6,11), mentre con questa Venuta Intermedia ―distruggerà l'Anticristo con il soffio della Sua bocca‖ (2 Ts 2, 8) e incatenerà satana nell'inferno per mille anni (cfr Ap 20, 1-3) e distruggerà anche tutte le opere del diavolo(cfr 1 Gv 3, 8) e del peccato (ossia l‘intera Mammona con le sue matrici di peccato, nda), purificando la terra e regnando su questo mondo con i Suoi fedeli per mille anni (cfr Ap 20,4). Dopo i mille anni, dice Ap 20,7-10, satana verrà liberato e capeggerà l'assalto alla Città diletta. ―Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli‖(Ap 20, 9-10). Quindi secondo la S. Scrittura, l'Anticristo va collocato non alla fine del mondo, ma ora prima della Venuta Intermedia di Cristo. Alla fine del mondo la Chiesa sarà aggredita da satana in persona (vedi Ap 20 7 - 10). Perchè la maggioranza degli esegeti e dei teologi non accettano il “Millennio felice” di Ap 20, 4? E che cos'è il “Millennio felice”? Alla seconda parte della domanda ―Che cos'è il Millennio felice? risponde P. Martino Penasa: ―E' quello di cui parlano i due capitoli 19 e 20 dell' Apocalisse uniti. Il c. 19 descrive la vittoria di Gesù, come Verbo, come Re dei re e Signore dei signori, sulle NAZIONI del gruppo ribelle della GRANDE BABILONIA. Li vince e li getta nello stagno della Geenna, assieme alla BESTIA ( un capo politico, invaso dallo spirito BESTIA, del c.13) e al FALSO PROFETA ( un capo religioso, invaso dallo spirito della MENZOGNA: L'ANTICRISTO!). IL DRAGONE viene solo immobilizzato nel suo pozzo d'inferno, per i famosi mille anni, in cui sulla terra rinnovata regnerà la NUOVA GERUSALEMME CELESTE. Alla fine, dopo il millennio, satana sarà scarcerato e si metterà a capo della rivolta degli SPIRITI UMANI, pervertiti per la loro superbia luciferina: Gog e
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Magog‖. Alla prima parte della domanda questa è la nostra risposta: Perchè interpretano il libro dell'Apocalisse come se si riferisse quasi esclusivamente alla persecuzione di Nerone e Domiziano verso i cristiani del primo secolo, al contrario si nota che l'Apocalisse si riferisce a tutta la storia della Chiesa e soprattutto ai nostri giorni, infatti tutte le profezie dell' Apocalisse sono al futuro e non rivolte al passato. Un'altra ragione è questa : i teologi in genere considerano ―Millenarismo‖ l'interpretazione in senso letterale del testo di Ap. 20,4 che dice ―e regnarono con Cristo per mille anni‖. In realtà la vera interpretazione del testo suddetto è proprio nel senso letterale, sempre raccomandato come prima cosa dalla Chiesa agli esegeti. Certo l'espressione ―mille anni‖ nella Bibbia sta ad indicare un tempo lunghissimo. Il ―Millenarismo‖ invece è una falsa interpretazione di Ap 20, 4. Come pure non è esatta l'interpretazione dei ―Mille anni‖ a cominciare dalla Prima Venuta di Gesù, cioè dall'Incarnazione, ma i ―Mille anni‖ cominceranno con la Venuta Intermedia di Gesù. Quindi il ―Millennio felice‖, predetto da Ap 20,4 , è conforme alla Bibbia e si può parlare di ―Regno di Cristo per mille anni‖, secondo la concezione del messianismo regale, senza per questo essere accomunati al pensiero dei Testimoni di Geova o di altri millenaristi in chiave protestante, stando così nella piena cattolicità e, quindi, fedeli alla Verità che è Gesù Cristo e al Magistero del Papa. Il teologo P. Penasa ha studiato la questione ed ha scritto: ― Le controversie sorte nei primi tre secoli della storia del cristianesimo, provocate da alcuni eretici come Cerinto, gli Ebioniti, alcuni Gnostici, i Montanisti, ed altri, i quali avevano dato delle spiegazioni false a tale ―Millennio felice‖, assolutamente inaccettabili, come il cosiddetto ―millenarismo crasso‖; oppure parzialmente inaccettabili, come il ―millenarismo mitigato‖, hanno provocato una dura reazione da parte della Chiesa. Quello ―crasso‖, sostenuto da Cerinto, intendeva in modo pagano l'invito al ―banchetto delle nozze dell'Agnello‖ di Ap 19, 7-9: ―Sono giunte le Nozze dell'Agnello…Allora l'angelo mi disse: ‗Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle Nozze dell'Agnello!' ‖. Quello mitigato attribuiva certe modalità troppo umane alla presenza di Cristo sulla terra dopo il suo Ritorno glorioso della Venuta intermedia. Per controbattere le opinioni sbagliate sorsero vari autori, dando soluzioni altrettanto svariate. La più accreditata è stata quella difesa anche da S. Agostino, che la propone ufficialmente nel suo ― De Civitate Dei‖, e che poi, per la sua autorità dottrinale, è stata ripetuta acriticamente fino ai nostri giorni. Ma ora, sottoposta ad un esame critico molto serio, si è dimostrata del tutto insostenibile e da rigettarsi in modo assoluto. Che cioè quel millennio sia da intendersi come espressione allegorica, relativa a tutto il corso della storia della Chiesa dalla Resurrezione di Cristo alla Sua ultima Venuta per la chiusura della storia umana sulla terra, col Giudizio Universale, dopo la risurrezione della carne. Questa opinione cozza contro grosse difficoltà di valore dogmatico, come quella del peccato originale. Esso comporta la necessità della morte per tutti i figli di Adamo; e questo fatto si verificherà solo alla fine assoluta, quando tutti morranno, tutti risorgeranno e si divideranno in due schiere: gli uni per il Paradiso eterno, gli altri per l'inferno eterno, in anima e corpo. Mentre nel nostro caso tutti possono constatare che Gesù, nel suo discorso escatologico, parla di una venuta in mezzo ad un mondo di vivi, intenti ai loro lavori, come prima del diluvio, o ai tempi della distruzione di Sodomia e Gomorra. Tra di essi sceglie quelli degni di sopravvivere come Noè, per fondare la nuova umanità santa, che ripopoli la terra in maniera conforme al progetto meraviglioso di Dio, come avvenne per gli Ebrei sotto Giosuè quando occuparono la Terra Promessa; o per i cristiani dopo la distruzione di Gerusalemme, quando fondarono a Roma la Nuova Gerusalemme cristiana. La differenza è che stavolta si tratterà di tutta la terra e non soltanto di una piccola parte di essa. Quali avvenimenti coincideranno con la Venuta Intermedia di Gesù? Il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria, la seconda Pentecoste, l'inizio del ―Millennio felice‖ coincideranno con la Venuta Intermedia di Gesù, il quale viene per ―Restaurare tutte le cose‖ (cfr At 3, 11).
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Chi ci prepara a questa Venuta Intermedia di Gesù? Maria Vergine ha il compito dalla SS.Trinità di prepararci a questa Venuta Intermedia di Gesù, con le sue numerose apparizioni attuali in tutto il mondo, compresa quella di Medjugorje (non più vista come l‘unica apparizione, nda) e attraverso i numerosi messaggi dati ai carismatici autentici, che ci sono in ogni parte della terra e che senza conoscersi concordano tra loro. Infatti in un messaggio del 24.12.1978, per mezzo di don S. Gobbi parlando della Venuta Intermedia di Gesù, Maria Vergine dice: ―Anche in questa seconda venuta il Figlio verrà a voi attraverso sua Madre. Come del mio seno verginale il Verbo del Padre si è servito per giungere fino a voi, così del Mio Cuore Immacolato Gesù si servirà per giungere a regnare fra voi. Questa è l'ora del mio Cuore Immacolato, perchè si sta preparando la venuta del glorioso Regno di amore di Gesù‖( dal libro ―Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna‖). Nel libro suddetto Maria Vergine si autodefinisce ―CELESTE PROFETESSA‖ dei nostri tempi e il Suo Cuore Immacolato è la PORTA per entrare nell'Era Nuova, l'era della ―civiltà dell'amore‖ di Papa Paolo VI. Maria Vergine assicura sempre nei messaggi contenuti nel libro citato che chi si consacra al Suo Cuore Immacolato e vive la consacrazione, conserverà la lampada accesa come le vergini sapienti e potrà incontrare Gesù , lo Sposo della Chiesa e di tutte le nostre anime, il quale sta per tornare. Bibliografia: Chi desidera approfondire, legga la rivista (iniziata dal 1° gen.1999) ―Messaggi Carismatici Cattolici‖, Ed. Segno, Udine, nella quale l'argomento della Venuta Intermedia di Gesù è stato trattato con profondità e sono stati riportati anche ampi estratti dai Messaggi della Madonna e dai Messaggi della Divina Sapienza e vengono indicate anche le fonti dove trovare gli altri Messaggi che non sono riportati sulla rivista. Consigliamo anche il libro di Padre Martino Maria Penasa, ―Viene Gesù, La Venuta Intermedia del Signore‖, Ed. Segno, 1999, 2° ed., dove troverà i fondamenti biblici e teologici della Venuta Intermedia. Consigliamo pure la lettura del volumetto: Teofilo Il Siculo, ―Il tempo dell'anticristo e la Parusia intermedia‖ Ed. Segno, Udine 1998; Mons. Aldo Gregori, ―La Venuta Intermedia di Gesù‖, Ed. Alone, Terni, 1993; Piero Mantero, ―Il libro della Grande Profezie‖, Ed. Segno, Udine. Come prepararsi alla Venuta intermedia di Gesù? Con una pronta conversione e con una vita santa, invocando il Signore, con il desiderio del ritorno di Gesù e annunciando, senza paura, al mondo l'imminente Venuta di Gesù. Quello che vogliamo raccomandare a tutti è di essere sempre preparati, con le lampade accese, cioè con la fede e le opere corrispondenti. Non sapremo mai né il giorno né l'ora precisa di questa Venuta Intermedia di Gesù. Tuttavia i segni che il Signore ci ha dato nel Vangelo e che ci sta dando in continuazione attraverso i carismatici attuali ci dicono che questa Venuta di Gesù è imminente! Padre Martino Penasa, esegeta di spicco; Mgr Aldo Gregori; Parvulis, scrittore ed editore; e Stefano Cagnola, carismatico si sono preoccupati di raccogliere i passi biblici che parlano della Parusia Intermedia e del Millennio felice e a mettere insieme rivelazioni, locuzioni e profezie con i segni dei tempi. Tutti e quattro hanno poi pubblicato i loro lavori. Lo scopo della pagina presente, è di offrire la quintessenza dei loro lavori. Ma prima di tutto facciamo chiarezza: perché in teologia non si studia più oggi la Venuta Intermedia di Gesù? (incredibile, si studiava, era cosa risaputa ed ora chi ne parla viene considerato fuori dalla ortodossia). 1. È‟ forse eresia credere nella Venuta Intermedia di Gesù? No! Credere ed affermare che esiste una Venuta Intermedia di Gesù per Regnare anche su questa terra non è un‘eresia, come ha detto l'allora Card. Ratzinger, anni fa, interrogato da
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Padre Martino Penasa. La Chiesa Cattolica, ha detto il Papa, non si è mai pronunciata ufficialmente su questo argomento, per cui chi crede alla Venuta intermedia non è eretico. 2. Venuta Intermedia di Gesù ha fondamenti biblici? Sì, ha fondamenti biblici e Trinitari, perché Dio agisce sempre in modo Trinitario. Per più ampie spiegazioni vedi testo: ―GESU‘ RISORTO STA PER TORNARE. La Venuta Intermedia di Gesù‖ sul sito internet di Parvulis: Il Piano Divino di Salvezza: Concepimento, Nascita e Compimento del Regno. 3. Si tratta forse di “MILLENARISMO”? No! Non si tratta di Millenarismo, neanche di quello mitigato, condannato dal S. Ufficio il 14/7/1944( D. 3839) ed anche dal Catechismo della Chiesa cattolica, ed 1992, n. 676. Annunciamo invece il ―Millennio felice‖ secondo Ap. 20,4: testo interpretato alla lettera. Il testo di Ap. 20, 4 è molto chiaro. La Chiesa raccomanda di interpretare i testi biblici innanzitutto secondo il senso letterale. Il ―Millennio Felice‖ sarà inaugurato dalla Venuta intermedia di Gesù che è imminente. 4. Perché in teologia non si studia più oggi la Venuta Intermedia di Gesù? La Venuta Intermedia di Gesù pur essendo annunciata in diversi testi biblici, pur essendo studiata da Padri della Chiesa dei primi tre secoli, prima di S. Agostino, non si studia più in teologia dal tempo di S.AGOSTINO perché quasi tutti i teologi hanno seguito finora la posizione di S. Agostino, il quale in buona fede (era santo, ma non infallibile), combattendo contro gli eretici, ha interpretato quel testo di Ap. 20, 4, ed altri testi, facendo partire il ―Millennio felice‖ dalla Risurrezione di Gesù. Solo circa venti anni fa alcuni teologi coraggiosi hanno iniziato a studiare l‘argomento, sotto la spinta dei messaggi dei carismatici, che da circa cinquanta anni parlano sempre più forte della Venuta Intermedia di Gesù, il quale venendo instaurerà il Regno di Dio anche su questa terra e relegherà il demonio dal mondo per mille anni (mille anni, nella Bibbia, indica un tempo lunghissimo). Solo Gesù porterà sulla terra il tempo della vera pace, promesso anche dalla Madonna a Fatima e attraverso tanti altri carismatici attuali (vedi Maria Valtorta, Messaggi a Don Gobbi…). Solo Gesù, Il Re dei Re, porterà ―il Millennio felice‖ sulla terra. Quindi è risultato chiaro che S. Agostino ha sbagliato nel far partire il ―Millennio felice‖ dalla Risurrezione di Gesù. Basterebbe il fatto che nei duemila anni passati dalla Risurrezione di Gesù ad oggi non si è realizzato il ―Millennio felice‖di Ap. 20,4. (Ciò non toglie nulla alla santità di S. Agostino). Oggi la maggioranza dei teologi su questo argomento, continua a seguire S. Agostino, anche Padre Livio Fanzaga di Radio Maria, i professori di tutti i seminari e di tutte le facoltà teologiche, su questo argomento seguono S. Agostino. E così non vengono studiate in teologia né la Venuta Intermedia di Gesù, né il ―Millennio felice‖ che Gesù porterà. ( Tutto questo viene ampiamente spiegato dal libro che segue, con ampia bibliografia). 5. Altri motivi per cui nella predicazione della Chiesa Cattolica e nell‟insegnamento di teologia non si parla della Venuta Intermedia di Gesù? Seguendo la posizione di S. Agostino, vengono eliminati sia il ―Millennio felice‖ di Ap. 20, 4, sia la Venuta Intermedia di Gesù che inaugurerà il ―Millennio felice‖ e si identifica questa Venuta Intermedia con quella finale per il Giudizio Universale e si insegna solo la Venuta finale, dopo la fine della storia dell‘umanità. Di conseguenza succede che quando i carismatici nei loro messaggi annunciano la Venuta Intermedia di Gesù, come imminente, la maggior parte dei Sacerdoti e dei fedeli pensano subito che i carismatici annunziano la fine del mondo. Invece non è vero, e quando parlano della fine dei tempi, non significa la fine del mondo, ma indicano questi nostri giorni, nei quali sta tramontando l‘attuale civiltà e il Signore sta già preparando i suoi ―eletti‖ con i quali costruirà il Suo Regno su questa terra.
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6. Che cosa sono le rivelazioni private che oggi parlano tanto della Venuta Intermedia di Gesù? Per ―rivelazioni private‖ intendiamo i carismi straordinari come: apparizioni, messaggi, locuzioni interiori…, attraverso i quali vengono a noi comunicati ―Pensieri di Dio‖ lungo la storia della Chiesa e dopo la fine della Rivelazione pubblica, avvenuta con la morte dell‘Apostolo S. Giovanni. I carismi o doni straordinari dello Spirito Santo sono concessi a persone scelte da Dio per essere Suoi portavoce, secondo le necessità della Chiesa: per esempio S. Caterina da Siena, S. Teresa d‘Avila, S.Pio da Pietrelcina…. Le rivelazioni private attuali si indirizzano alla Chiesa cattolica e a tutti gli uomini e quindi non si possono più chiamare rivelazioni private perché non riguardano solo il ricevente, ma tutta l‘umanità: hanno un carattere sociale. Le rivelazioni private hanno radici nella Rivelazione pubblica trasmessa a noi dalla S. Scrittura e dalla Tradizione della Chiesa, anzi sono sviluppi della rivelazione Biblica, sono collegati alla rivelazione biblica, in quanto sviluppano ed esplicitano testi biblici e ci annunciano le cose future (cfr Gv 16, 13-14). 7. I messaggi ricevuti come “locuzioni interiori” sono forse “meditazioni personali”? I messaggi ricevuti come locuzioni interiori non sono ―meditazioni personali ―, come ha affermato qualche personalità ecclesiastica. L‘insegnamento della Bibbia (Cfr 1 Ts 5, 1921), la tradizione della Chiesa, i carismatici, alcuni dei quali sono stati approvati e canonizzati dalla Chiesa e il Papa attuale insegnano che i carismi straordinari dei quali le ―locuzioni interiori‖fanno parte, quando sono autentiche, sono manifestazioni del Pensiero Divino, quindi vengono da Dio. In particolare le rivelazioni private ricevute come ―locuzioni interiori‖ da Maria Valtorta e i messaggi della Madonna per mezzo di Don Stefano Gobbi, potrebbero provenire direttamente da Dio. 8. Quale è il compito dei carismi straordinari oggi e dei messaggi dei carismatici in particolare? IL COMPITO DEI CARISMI STRAORDINARI DI OGGI CON I LORO MESSAGGI, CHE SI RIVOLGONO A TUTTA LA CHIESA E AL MONDO INTERO, E‘ QUELLO DI ESPLICITARE I TESTI DELLA SACRA SCRITTURA. Il CCC al n. 66 dice:‖Anche se la Rivelazione (pubblica) è compiuta, non è però completamente esplicitata‖ (cioè appieno spiegata, compresa, sviluppata). Gesù dice a proposito dello Spirito Santo: ―Quando però verrà lo Spirito di verità, Egli vi guiderà alla verità tutta intera… Egli Mi glorificherà, perché prenderà del Mio e ve lo annunzierà‖ (Gv 16,13-14). 9. Che cosa disse Giovanni Paolo II sulla componente carismatica della Chiesa fondata da Gesù Cristo? S.Paolo in Ef. 2,20 dice: ―…edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù‖. Il Papa Giovanni Paolo II, interpreta questo testo e lo applica alla Chiesa attuale e dice: "Non c‘è contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la dimensione carismatica…Ambedue sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù". (Discorso al Congresso mondiale dei Movimenti ecclesiali, cfr Avvenire 28.5.1998, p.17). Ora noi sappiamo che la componente profetico-carismatica è rappresentata oggi soprattutto da persone con carismi straordinari con apparizioni, messaggi, locuzioni interiori. 10. Cosa rispondere a coloro che ci ritengono visionari o eretici perché crediamo alla Venuta Intermedia di Gesù? Mons. Aldo Gregari alla fine del suo libro ―La Venuta Intermedia di Gesù‖(1993), scrive tra l‘altro: ―Nessuno ….ci deve tacciare di visionari o di illusi, senza prima essere riuscito a confutare le nostre argomentazioni". Cominciamo questo viaggio speciale, innanzitutto partendo dal presupposto che da questo momento ogni vostra convinzione sulla vita cambierà, così come cambierà completamente la vostra prospettiva del Regno di
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Dio (così in Cielo come in Terra) e soprattutto l'impegno che noi cristiani dobbiamo mettere in Carità, Opere di Misericordia Corporale e Spirituale, in questo periodo che ci resta prima che si compiano le Rivelazioni Finali in questi Tempi che sono davvero gli Ultimi. Partendo, quindi, dalla lettera di Stefano Cagnola, nostro carissimo e stimatissimo amico e membro fondatore dell'Arca della Bellezza, varrà la pena leggere insieme la lettera (pubblicata più avanti) che ha per destinataria Uchida, una persona qualunque, che ha voluto ricevere un quadro generale di quello che dovrebbe accadere sul seguito di Tessalonicesi. Ma possiamo andare oltre e riprendere le risposte date ai seguenti interrogativi: Qual è il vero schema per il prossimo futuro secondo i messaggi dei carismatici? Nel contesto della grande apostasia (cfr S. Paolo 2 Ts 2, 3-4) attuale, cioè della perdita della fede in molti, dopo la morte di Giovanni Paolo II, il quale secondo i messaggi di diversi carismatici avrà la ―palma del martirio‖, contemporaneamente ci saranno sia il ―vero Papa‖, che sarà seguito da una minoranza di cattolici, guidata dai carismatici e dai loro movimenti, sia un ―falso papa‖ l‘anticristo ecclesiastico, portato avanti dalla massoneria ecclesiastica, (nell‘Apocalisse 19, 20 è chiamato : ―il falso profeta‖). Vi sarà in quel periodo un grande scisma nella Chiesa: la maggioranza dei cristiani cattolici seguiranno questo ―falso papa‖. La promessa di Gesù : ―le porte dell‘inferno non prevarranno‖(Mt 16,18) si compirà in modo particolare in quel momento storico, come ci conferma lo stesso Gesù in un messaggio dato ad una carismatica (F. C.) : ― Salverò la Chiesa straordinariamente con voi (rivolto ai carismatici)‖. L‘anticristo ecclesiastico compirà anche l’orribile sacrilegio, di cui parla la S. Scrittura e vari messaggi di carismatici autentici (vedi al n. 21/A che segue). Ci saranno : una grande prova per la Chiesa, il Grande Avvertimento per tutti, la purificazione della terra, i tre giorni di tenebre, la Venuta intermedia di Gesù, il quale, venendo, annienterà l‘anticristo (cfr 2 Ts 2, 8) e relegherà satana all‘inferno (cfr Ap 20, 1-3). Gesù poi, in questa Venuta Intermedia che è imminente, instaurerà il Regno di Dio su questo mondo (come dicono i messaggi dei carismatici) per mille anni (cfr Ap 20, 4) menzionati ben 6 volte nell‘Apocalisse, e che si accordererebbero con lo schema della Settimana Universale. Ebbene, dopo i mille anni, per breve tempo sarà sciolto satana, (cfr Ap 20, 3) il quale guiderà in persona l‘assedio alla Città diletta (cfr Ap 20, 7-9). Satana sarà, in modo definitivo, ‗gettato nello stagno di fuoco ‘(cfr Ap20, 10). Seguiranno quindi la Venuta finale di Gesù , con la fine del mondo e il Giudizio (della Settimana) Universale. In che cosa consiste l’ORRIBILE SACRILEGIO, compiuto dall’anticristo? Rispondiamo citando due messaggi. Il primo è della Beata Vergine Maria per mezzo di don Stefano Gobbi del 31 dicembre 1992 (dal Libro ―Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna‖, ed. 24, 2000, p.918-919, stampato con l‘Imprimatur : ―…Il quarto segno è l‘ orribile sacrilegio, compiuto da colui che si oppone a Cristo, cioè dall‘anticristo. Entrerà nel tempio santo di Dio e siederà sul suo trono, facendosi adorare lui stesso come Dio. ―Costui verrà a mettersi contro tutto ciò che gli uomini adorano e chiamano Dio. Il malvagio verrà con la potenza di satana, con tutta la forza di falsi miracoli e di falsi prodigi. Userà ogni genere di inganno maligno per fare del male‖ (2 Ts 2, 4-9). ―Un giorno vedrete nel luogo santo colui che commette l’orribile sacrilegio. Il profeta Daniele ne ha parlato. Chi legge cerchi di comprendere‖(Mt 24, 15). Figli prediletti, per capire in che cosa consiste questo orribile sacrilegio, leggete quanto viene predetto dal profeta Daniele. ―Va, Daniele, queste parole sono nascoste e sigillate sino al tempo della fine. Molti saranno purificati, resi candidi, integri, ma gli empi continueranno ad agire empiamente. Nessuno degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le comprenderanno.
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Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l‘abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni‖ (Dn 12, 9-12). La Santa Messa è il sacrificio quotidiano, l‘oblazione pura che viene offerta al Signore in ogni parte, dal sorgere al tramonto del sole. Il sacrificio della Messa rinnova quello compiuto da Gesù sul Calvario. Accogliendo la dottrina protestante, si dirà che la Messa non è un sacrificio, ma solo la sacra cena, cioè il ricordo di ciò che Gesù fece nella sua ultima cena. E così verrà soppressa la celebrazione della Santa Messa. In questa abolizione del sacrificio quotidiano consiste l‟orribile sacrilegio compiuto dall‟anticristo, la cui durata sarà di circa tre anni e mezzo, cioè di milleduecentonovanta giorni”. Con questo concorda un messaggio di Gesù nell‘opera scritta dalla Divina Sapienza (3.febbraio 2002): vedi messaggio intero nei siti internet della Divina Sapienza, riportato sopra al n. 19. In che cosa consisterà questa Venuta intermedia di Gesù? Riportiamo a questo proposito la riflessione di un sacerdote carismatico, il quale afferma: ―Cristo è in Paradiso glorioso. Quando ritornerà (Venuta intermedia) sarà una manifestazione Sua gloriosa del Suo Essere, ma nella Gloria…che vuol dire ritorno? Cristo è in Paradiso, ritorna perchè è già venuto nella natura umana, ritorna in modo relativo, perchè Gesù con la Sua Divinità è già presente nell‘Eucaristia, ritorna in quanto si manifesterà in maniera gloriosa a questo mondo e porterà il Suo Regno qui su questo mondo. E allora questa Sua Venuta rappresenterà l‘unione di questi tre o più elementi: a) Finalmente sarà compiuta la Preghiera che Gesù ci fa fare nel Padre Nostro: venga il Tuo Regno. Da tutte le creature sarà compiuta in maniera perfetta la Divina Volontà, per cui verrà su questa terra il Regno del Divino Volere; b) coinciderà con la seconda Pentecoste; c) sarà il più grande miracolo della Divina Misericordia e il Trionfo dell‘Amore Misericordioso di Gesù, che aprirà il mondo ad una Nuova Era, ad una nuova civiltà, a conoscere finalmente la civiltà dell‘amore; d) ma soprattutto il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria e il ritorno di Gesù nella Gloria coincideranno con l‘Avvento del Regno Eucaristico di Gesù‖. Che significa “Venga il Tuo Regno” del Padre Nostro? Continua il sacerdote carismatico : ―Gesù ci ha insegnato che la preghiera fatta con fede è infallibile. Nel Padre Nostro ci ha insegnato a dire
. Il Padre è glorificato quando ha creato l‘Universo, il demonio ha oscurato questa Sua Gloria con il peccato. Cristo con la Redenzione ci redime attraverso la strada della sofferenza: ed è il Cristo storico. Il Cristo Mistico (la Chiesa) deve camminare sullo stesso sentiero della sofferenza per cooperare personalmente al grande dono ricevuto della Redenzione. La vittoria di Cristo su satana è avvenuta con la Sua Risurrezione, la vittoria definitiva di Cristo quando ritornerà nella Gloria sarà nel distruggere completamente il potere di satana su questo mondo, per cui questo mondo potrà accogliere il Suo Regno e glorificare in maniera perfetta il Padre come era all‘inizio della creazione, per cui l‘Avvento di Cristo nella Gloria coinciderà con la più grande glorificazione del Padre Celeste. Voi pensate che dopo duemila anni che in tutto il mondo si ripete questa invocazione: -Venga il Tuo Regno - alla fine questo Regno non debba venire? Verrà, per la
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perfetta glorificazione del Padre, ma ecco che venendo il Regno di Cristo, tutte le creature saranno portate compiere in maniera perfetta il Divino Volere, perchè il primo che ci ha impedito di compiere il Divino Volere, è stato satana. Nel Paradiso terrestre in che cosa è consistita la sua vittoria? Nel portare i progenitori ad una scelta contraria al Volere del Padre: ―mangiate di tutto, ma di questo albero non mangiate…‖. Alla fine il potere di satana sarà distrutto, perchè sarà reso impotente, legato, non può più nuocere, non può più portare le creature a dire di no alla Volontà del Padre, perchè le creature diranno di sì alla Volontà del Padre. In questo perfetto compimento della Divina Volontà, del Divino Volere, ecco che la creazione ritorna ad uno stato primitivo di un nuovo Paradiso terrestre, in cui tutte le creature diranno di sì al Volere del Padre Celeste…‖. Che cos’è la seconda Pentecoste? Continua sempre il sacerdote carismatico: ―Però dopo questo, i cuori e le anime devono essere rinnovate e questo non può avvenire se non con una particolare effusione dello Spirito Santo: la seconda Pentecoste. Seconda perchè la prima è già avvenuta nel Cenacolo di Gerusalemme, la seconda verrà a livello mondiale e trasformerà i cuori e le anime di tutti. Portando il dono del rinnovamento dell‘anima, porta il dono della salvezza‖. Che cos’è il Trionfo della Divina Misericordia? Ed ancora il suddetto sacerdote parla del Trionfo della Divina Misericordia : ―Per opera dello Spirito di Amore tutti saranno portati a salvezza. Allora una volta che tutti torneranno alla salvezza, respireranno l‘aria del Regno di Dio che sarà un Regno di santità, di giustizia, di purezza, di amore, di gioia e di pace. Allora essendo tolto l‘influsso di colui che per definizione è omicida, di colui che opponendosi a Dio, porta nel mondo l‘odio, l‘egoismo, la divisione, la violenza, la guerra, distrutto il potere del demonio, essendo Dio tra noi, fiorirà finalmente una nuova civiltà, la civiltà dei figli di Dio, che vivranno nel Suo Regno la nuova civiltà dell‘amore.‖ Che cos’è il Regno Eucaristico di Gesù? La definizione è data dal medesimo sacerdote : ― In questo mondo rinnovato, dove il Padre è glorificato, dove Cristo manifesta il Suo Regno, dove la volontà delle creature rispecchia quella del Padre, dove lo Spirito Santo avrà rinnovato le persone, dove il prodigio della Divina Misericordia sarà compiuto, in questo mondo, Cristo Eucaristico potrà esplodere con tutta la Sua Divina Potenza. Noi crediamo che nell‘Eucaristia Cristo è presente con il Suo Corpo Glorioso, con la Sua Divinità, come in Paradiso così su questa terra, soltanto ci impedisce di vederlo il velo della specie, ma la presenza è uguale. Allora io mi domando: come mai Gesù in Paradiso forma la beatitudine e la gioia di tutti i beati e qui su questa terra, su cui pure è presente nell‘Eucaristia, non può esplodere con la sua potenza e fare la nostra gioia e diventare per noi la nostra più grande beatitudine? Perchè questo non avviene? Cristo Eucaristico non può manifestare la Sua Potenza a causa degli ostacoli che noi poniamo. Per darvi un esempio:pensiamo all‘energia atomica, un‘energia potentissima, fortissima, che però non si manifesta finchè noi non creiamo la condizione: la fusione dell‘atomo. Se creiamo questa condizione, l‘energia atomica esplode. Allora io dico, la Potenza di Cristo Eucaristico è impedita a manifestarsi a causa degli ostacoli che noi poniamo e l‘ostacolo è il peccato, peccato personale, peccato sociale, peccato eretto a norma dell‟agire. Tutto questo peccato è un rifiuto che noi opponiamo, una barriera che noi mettiamo, per cui Cristo Eucaristico non può manifestare la Sua Divina Potenza. Ma quando satana sarà cacciato all‘inferno, la porta dell‘abisso sarà chiusa, il potere di satana sarà distrutto, questi ostacoli saranno rimossi. E allora Gesù nell‘Eucaristia esploderà, si
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manifesterà in tutta la Sua Potenza, al di là della specie noi lo vedremo, noi lo sentiremo, perchè opererà in noi, in maniera fortissima come Dio, poichè nell‘Eucaristia Gesù è nella pienezza della Divinità, in mezzo a noi. E come Dio arriverà a trasformare i nostri cuori, arriverà a trasformare le anime, le famiglie, le nazioni…farà la pacificazione universale, creerà l‘unità della Chiesa, finalmente, dopo tanti anni di disunione e tanti sforzi quasi inutili di ecumenismo, sarà fatta l‘unità della Chiesa. Avremo veramente il Regno di Gesù Eucaristico in noi, per cui, vorrei dire, Gesù che ritorna e si manifesta nella Gloria, si unisce al Gesù che è presente nell‘Eucaristia e quasi spalancherà le porte di queste specie che ancora ce lo veleranno, poichè si possa trasformare, con la Sua Potenza, tutto e fare finalmente i Cieli nuovi e la nuova terra, per cui il Ritorno di Gesù nella Gloria coinciderà anche con il più grande Trionfo del Regno Eucaristico di Gesù… Finalmente conosceremo la nuova civiltà dell‘Amore, poichè Colui che è Amore fra noi, poichè Colui che è nel Sacramento dell‘Eucaristia per insegnare ad amarci fino ad essere una sola cosa: ― Padre come Io e Te siamo una sola cosa, fa che anche essi siano in Me, in Te una sola cosa‖, finalmente il Sacramento dell‘Eucaristia si effonderà in tutta la Sua Divina Potenza e conosceremo allora la gioia di vivere, di gustare e di sperimentare tutti gli effetti del Paradiso che noi avremo con il Trionfo del Regno Eucaristico di Gesù. Saremo su questa terra e saremo al di fuori, non saremo ancora in Paradiso, sarà un Paradiso quaggiù che la Madonna ci prepara con il Trionfo del Suo Cuore Immacolato nel mondo‖. Come rispondere ai razionalisti che dicono:”Non si parla mai nelle Scritture di una Venuta intermedia” di Gesù? In un messaggio ODS del 28.5.2000, Gesù risponde ai razionalisti: ― Oggi, amata sposa, sono molti a scrutare nelle Scritture per capire il senso del tempo presente; molti di costoro non capiscono ciò che più volte dico palesemente, che cioè tornerò, tornerò non solo nell‘Ultima Venuta finale e conclusiva ma che ci sarà una Venuta Intermedia precedente. I Miei amati piccoli che hanno il cuore nel Mio Cuore e palpitano del Mio Stesso amore, Mi attendono perchè tutto hanno compreso alla Mia Luce, si preparano di giorno in giorno con un‘adorazione continua, con una dedizione completa. I razionalisti, senza la Mia Luce ma solo con la propria luce, non Mi attendono, non si preparano, ripetono: ― Non si parla mai nelle Scritture di Una Venuta Intermedia‖. Essi non saranno pronti al Mio Ritorno e non potrò dare loro i Doni sublimi che ho preparato per chi si è lasciato avvolgere dalla Mia Luce ed ha cercato tutto da Me. Maria Santissima in un altro messaggio della ODS del 27.5.2000 dice riguardo alla Venuta Intermedia e al cambiamento che Gesù farà (è Gesù che parla a Sua Madre): ―Rallegrati , Madre Santissima: Io, Io Gesù sto per fare tutto questo. Il mistero nascosto da secoli e millenni ora viene palesato, e tutti ne conosceranno l‘essenza. La Mia Prima Venuta sulla Terra è stata l‘inizio, la Mia Seconda sarà la continuazione, la Terza la conclusiva‖. Ancora in un altro messaggio della Divina Sapienza, Gesù parla della Sua Venuta Intermedia e dice di annunciarla a tutti (7.5.2000):‖Sposa amata, quando mai ho detto che fino alla fine del mondo le cose resteranno stazionarie? Perchè gli uomini non prestano attenzione alle Mie Parole? Ho parlato spesso attraverso i miei profeti antichi e nuovi di una Mia Venuta Intermedia e non in modo velato. Quanti Mi attendono per farMi festa e gioire con Me? Pochi , sposa amata, pochi anche di coloro che leggono e rileggono le Mie Parole; essi dicono:‖Ma…forse, non è ben chiaro…chissà…vedremo!‖. Nessuno di questi ha il coraggio di dire : ―Gesù parla chiaramente di una Venuta grandiosa ed intermedia,
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prepariamoci tutti ad accoglierlo col cuore ardente di chi attende Colui che tanto ama e che sta per ritornare trionfalmente e visibilmente‖. Recentemente Johannes De Parvulis, Mondo nuovo, nuovo, nuovo; pubblicato in Canada,1999, parla a p. 80 di prima Venuta di Gesù come Redentore (2000 anni fa), della Venuta Intermedia come Re (adesso) e della Venuta finale come Giudice. E’ vero che Gesù sta per chiudere le porte del banchetto di nozze? La risposta la troviamo in un messaggio ( ODS) di Gesù del 16.5.2000 :― Un padre amoroso un giorno preparò una grande e stupenda festa nel suo palazzo e molti Doni da distribuire ai suoi figli; chiamò quindi questi ad uno ad uno con invito personale dicendo ciò che aveva preparato. Essi dovevano fare la fatica di recarsi alla festa ed avrebbero avuto tutto. Alcuni corsero con entusiasmo e videro le cose meravigliose che il padre aveva preparato, corsero ai suoi piedi lo benedirono e lo ringraziarono, altri figli però indugiarono titubanti preferendo i godimenti vani e persero tempo prezioso. Il padre attese, attese, attese, alla fine disse ai servi: ‗Chiudete le porte; chi non si è deciso a venire fino a questo momento non lo farà più‖. I servi chiusero le porte del palazzo ed alcuni figli rimasero fuori senza più speranza. Amata sposa, questo Padre amoroso sono Io, Io Gesù; la Festa è pronta per tutti ma sono ancora fuori molti figli; ho dato l‘Ordine di chiudere tutte le porte perchè il tempo è giunto: ognuno si affretti perchè l‘Ordine ai servi è già stato impartito, c‘è solo il tempo stretto che serve per chiudere le varie porte del grande palazzo. Lo sappia bene il mondo ciò che sta per accadere e si prepari‖. ULTIMO APPELLO: nel messaggio ODS del 29.5.2000, Gesù dice :‖Ecco, ora chiamo con Voce Possente a Me tutti i Miei figli, come padre che desidera rimettere ordine nella sua casa e richiamare al loro dovere tutti. Questo è il MIO ULTIMO APPELLO al Quale ciascuno può rispondere oppure no perchè è libero. Chi risponderà subito avrà il perdono e la gioia per sempre, la sua vita diverrà un meraviglioso sogno che mai immaginava di vivere; ma guai , sposa amata, guai per chi non vuole darMi risposta e, dopo essersi ribellato, continua a farlo, continua a girarMi le spalle! Porto al mondo il Mio perdono, sposa amata, ma porto al mondo anche la Mia Giustizia, la perfetta Giustizia alla Quale nessun ribelle può sfuggire ‖. Continua su : http://www.veriprofetioggi.com/varie/vig.htm
Passiamo ad Agostino Lemann sulla legione dei Dottori del Popolo al tempo dell‟Anticristo o meglio i campioni della verità cristiana contro l‟Anticristo Agostino Lémann (o Lehmann), ebreo francese nato nel 1836 e morto nel 1909, si convertì al cattolicesimo, fu ordinato sacerdote e scrisse, spesso assieme al fratello gemello Giuseppe (anch‘egli ordinato sacerdote, nato nel 1836 e morto nel 1915) numerose opere destinate a chiarire la storia cristiana ai loro fratelli di etnìa e di cultura. Il testo è arricchito da una introduzione del cardinale Rafael Merry del Val y Zulueta (1865 -1930). Il quale fu, dal 1903 al 1914, cardinale Segretario di Stato sotto Papa San Pio X; nel 1914 sarà nominato Segretario del Sant‘Uffizio. Capitolo V Incertezza dell’epoca della venuta dell’Anticristo e proibizione di fissarla. Sommario: I Silenzio della Tradizione e della Scrittura sull‘epoca della venuta dell‘Anticristo; II Testo del V Concilio ecumenico di Laterano che proibisce di fissarla;
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III Motivi di questa proibizione; IV Ciò che é tollerato. I. In qual anno del mondo comparirà l‘Anticristo? Nessuno saprebbe dirlo, poichè la Tradizione e la Scrittura tacciono su questo punto. Dio solo ne conosce l‘anno e l‘ora, ed è un segreto che si è riservato. Tutte le investigazioni sono dunque vane. Vi è una barriera che è insormontabile. L‘apostolo San Paolo, scrivendo dell‘Anticristo ai Tessalonicesi, ha fatto allusione a questa barriera nelle seguenti espressioni: ... Affinchè sia manifestato a suo tempo, Ut reveletur in suo tempore». In quale epoca del mondo arriverà questo tempo? Siccome l‘apostolo San Paolo non lo ha indicato, ma si è servito di un‘espressione indeterminata; la Chiesa, guidata dallo Spirito Santo e sempre prudente, non ha aggiunto nulla e non aggiungerà nulla alla breve indicazione dell‘Apostolo. Rispettando la sua riserva, s‘è astenuta da sollevare il volo o di guardare più oltre. II. Inoltre, per tagliar corto alle indiscrezioni che s‘eran prodotte, non ha esitato di proibire sotto pena di scomunica di annunziare per un‘epoca determinata la venuta dell‘Anticristo e il giorno del giudizio finale. Sotto Leone X, nell‘anno 1516, l‘11 avanti le calende di gennaio, nel V Concilio Ecumenico di Laterano venne emanato questo decreto: «Ordiniamo a tutti coloro che esercitano l‘ufficio della predicazione o che l‘eserciteranno in futuro, di non presumere di fissare nelle loro predicazioni o nelle loro affermazioni un tempo determinato per i mali futuri, sia per la venuta dell'Anticristo, sia per il giudizio finale: attesochè la verità ha detto: Non v‘è dato di conoscere il tempo o il momento che il Padre ha fissato di sua propria autorità: coloro dunque che, sino al presente, hanno osato asserire simili cose, hanno mentito, e si è avverato che, per fatto loro, un gran danno è stato arrecato all‘autorità di coloro che predicano saggiamente». III. I motivi di questa proibizione sono indicati nel testo di essa. Prima di tutto, il rispetto dovuto alla volontà di Dio. Egli è il padrone assoluto del tempo e di quanto in esso succede: non conviene, dunque, che gli uomini, da indiscreti vogliano conoscere, in antecedenza, il risultato dei suoi eterni decreti. Come si devono comportare, riguardo a questi eterni decreti, lo dice l‘autore ispirato dell‘Ecclesiastico: «Non cercare quello che è sopra di te, e non voler indagare quelle cose che sorpassano le tue forze... Non essere curioso scrutatore delle molte opere di Dio». Il rispetto dovuto ai decreti e alle opere di Dio, la penna di Sant‘Agostino l‘ha espresso in quest‘ammirabile sentenza: «Onora ciò che ancora non comprendi, e tanto più onoralo quanto i veli sono più fitti. Quanto più uno è degno di onore tanti più veli pendono nella sua casa. I veli comandano l‘onore dovuto al segreto e si alzano a coloro che si vogliono onorare». Il secondo motivo della proibizione è di risparmiare ai fedeli preoccupazioni fastidiose, pericolose per i doveri da compiere all‘ora presente. Si ricordi la paura dei Tessalonicesi che San Paolo fu costretto a rassicurare: «Noi vi preghiamo, o fratelli, che non vi lasciate atterrire; ... quasi imminente sia il giorno del Signore». E dopo aver tracciato il ritratto dell‘Anticristo nel capitolo II della sua lettera, l‘Apostolo lo fa seguire, al capitolo III, da questo consiglio: «Abbiamo udito che alcuni tra voi procedono disordinatamente, i quali non fanno nulla, ma si affaccendano senza pro. Ora a questi tali facciamo sapere e li scongiuriamo nel Signor Gesù Cristo, che lavorando in silenzio mangino il loro pane». Il terzo motivo è d‘impedire gli scandali, sempre dannosi alle anime. Perchè allorquando l‘avvenimento non giustifica le predizioni avventate, coloro che son deboli nella fede ne prendono occasione per disprezzare le vere profezie della Scrittura e di dubitarne. Così è
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accaduto più d‘una volta in diversi tempi; e la storia ecclesiastica ha dovuto registrare i nomi di molti di questi sognatori che ebbero l‘audacia di annunziare per un‘epoca determinata la venuta del‘Anticristo; per esempio: Un giovane parigino visionario annunziò pubblicamente da una cattedra di Parigi, verso il 960, che l‘Anticristo sarebbe venuto alla fine dell‘anno 1000. Fu confutato vittoriosamente da Abbone, il futuro abate di Fleury; Fluentino da Firenze, condannato nel 1105 da Papa Pasquale II; Arnoldo da Villanuova, condannato nel 1311. Aveva fissato la venuta e la persecuzione dell‘Anticristo all‘anno 1377; Bartolomeo Janovesio, condannato da Papa Urbano V per aver fissato questa venuta nel giorno della Pentecoste del 1360; Niccolò Cusin l‘annunziò per gli anni 1700 o 1734; Mmmero Bruschio, per il 1589 o 1643; Girolamo Cardano, per l‘anno 1800; M. d‘Hedouville, tra il 1952 e 1953; L‘autore anonimo dei «Precursori dell‘Anticristo», per l‘anno 1957; L‘abate Maitre fissa la fine del mondo alla fine del secolo XX o nel corso del XXI. Questi esempi non sono una dimostrazione della sapienza della Chiesa nel proibire chi ha fissato una data determinata sia per questa venuta, sia per la fine del mondo? Il quarto motivo. Si potrà dire che essa proibisce egualmente di emettere delle congetture? No: la proibizione fatta dal V Concilio Ecumenico di Laterano non va più in là. Essa riguarda solamente ogni data fissa. Le generalità, le congetture prudenti, l‘indicazione dei segni precursori restano cose permesse, ad esempio di certi Padri e d‘eminenti Dottori che non ne sono mancanti. Eusebio «designa la venuta dell‘avversario, il quale avrà la libertà di assalire la Chiesa di Cristo». Giuda Cyr, altro storico ecclesiastico, crede che la venuta dell‘Anticristo sia prossima. Tertulliano parla dell‘Anticristo che si avvicina: «Antichristo jam instante». San Cipriano: «Dovete tener per certo che il tempo dell‘afflizione è cominciato, che la fine del secolo e il tempo dell‘Anticristo si avvicinano». Sant‘Ilario parla dell‘Anticristo imminente: «imminentis Antichristi». San Basilio: «Non siamo all‘ultim‘ora? Non è questa l‘apostasia? Non si manifesta l‘empio, il figlio della perdizione?». Sant‘Ambrogio: «Perchè siamo arrivati alla fine del mondo, certe malattie ne sono i segni. La malattia del mondo, è la fame; la malattia del mondo, è la peste la malattia del mondo, è la persecuzione». San Girolamo: «Noi non curiamo che l‘Anticristo si avvicina». San Bernardo, descrivendo le empietà del suo secolo, emette questo grido d‘allarme: «Solo questo ci resta da vedere che l‘uomo del peccato, il figliuolo di perdizione, faccia la sua comparsa». San Gregorio Magno: «Il re della superbia è vicino. Rex superbiae prope est». Altre citazioni potrebbero esser riferite. Chi non conosce, del resto, la famosa omelia del citato gran Papa San Gregorio, sui «segni della fine del mondo», omelia che la Chiesa, ogni anno rimette sotto gli occhi dei sacerdoti e dei fedeli, la prima domenica dell‘Avvento, per ricordare ad essi la fine dei tempi? Di questi segni precursori, San
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Gregorio nota che alcuni sono adempiuti, e altri non tarderanno ad esserlo. «Ex quibus profecto onnibus alta jam facta cernimus, alia in proximo ventura formidamus». Come s‘è potuto vedere, alcuni dei Padri citati non si son permessi di fissare una data certa per la venuta dell‘Anticristo o per la fine dei mondo. Essi si fermano tutti alle generalità, rammentano i segni, congetturano; non fissano nulla. La loro maniera di predicare o di scrivere, è conforme agli annunzi alle volte prudenti del nostro Signore stesso, e del suo apostolo San Paolo. Ai capitoli XXIV e XXV di San Matteo, nostro Signore annunzia chiaramente la fine del mondo, ne dà i segni precursori, ma non fissa la data. Ad esempio del suo Maestro, San Paolo, al capitolo II della seconda lettera ai Tessalonicesi, annunzia chiaramente l‘Anticristo, ma non fissa la data della sua venuta; si limita a indicare il segno precursore di questo avvenimento: l‘Apostasia: Discessio primum et revelatus fuerit homo peccati. Vieni, Signore Gesù (maràn’atha), L‘umanità non ha la forza di superare gli ostacoli che essa stessa ha creato cercando di impedire il Tuo ritorno. Manda il Tuo Angelo, o Signore, e fa che la nostra notte diventi luminosa come il giorno! Quanti cuori, o Signore, Ti attendono! Quante anime si consumano per affrettare la venuta di quel giorno in cui Tu Solo vivrai e regnerai nei cuori! Vieni, Signore Gesù! Tanti segni ci dicono che il Tuo ritorno non è lontano. O Maria, Tu che Lo hai visto risuscitato; Maria, la cui prima apparizione di Gesù ha cancellato l‘angoscia inenarrabile provocata dalla notte della Passione; Maria, è a Te che noi offriamo le primizie di quel Giorno, a Te, Sposa dello Spirito Santo, nostro cuore e nostra speranza! Cosi sia! Ma perché della Venuta di Gesù o meglio della Sua Parusìa, così tante volte menzionata nel credo e nella liturgia, se ne parla poco, anzi per niente? E‘ lo stesso Papa, allora cardinal Ratzinger che asseriva che se ne parla talmente poco che talvolta non si capisce se non sia forse questo l’argomento principe per la conversione delle anime. Comunque Benedetto XVI è stato lui l‘assertore anni fa della frase: ―intorno alla parusia esiste un vuoto dogmatico‖. Chiesa Viva
Johannes Parvulis. Scrive nella prefazione al libro sul Volere Divino il 6 dicembre 2004 Don Pablo-Martín Sanguiao (il sacerdote della statuetta che ha lacrimato a Civitavecchia e per la quale ragione è poi stato allontanato) riassume il Messaggio che tramite Luisa Piccarreta Dio ci dà, appunto, sul volere divino. Per convincere gli amanti della Verità che si tratta di un Messaggio importante e attuale, l‘autore lo inserisce fin dall‘inizio nel suo contesto globale: il Piano divino di Salvezza. Secondo questo Piano, Dio ha prima di tutto creato l‘umanità, poi l‘ha redenta, e adesso intende santificarla. Per realizzare questa terza ed ultima parte, chiamata Santificazione, Dio ha previsto il Regno messianico, quel Regno che noi cristiani invochiamo da due mila anni con le parole del Padre Nostro: ―Venga il tuo Regno, sia fatta la tua Volontà come in cielo così in terra‖. Spiegazione: Prima del peccato originale, tra Dio e i suoi figli c‘era un idillio d‘amore, ma col peccato l‘idillio è cessato, ed è iniziata la tragedia. L‘autore afferma che nel Piano di Dio il paradiso terrestre è stato solo rimandato, e che esso sta per tornare, accompagnato dalla felicità della vita divina. Ora l‘Umanità è come il ―figliuol prodigo‖ che non riesce
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più a vivere lontano dal Padre, e sta per tornare alla casa paterna: il Volere divino. Un banchetto lo aspetta nella casa paterna, quello delle ―Nozze dell‘Agnello‖. [Ap 19, 7] La notizia riassunta in questo libro riguarda ognuno di noi, ed esige una risposta personale a Dio: ―Ecco il dono meraviglioso che Dio ti offre: la sua Volontà! In cambio ti chiede di dargli la tua; e tu cosa gli rispondi?‖ I testi di Luisa che qui sono citati, malgrado non siano ufficiali (siamo in attesa di una ―editio typica‖ che sarà approvata dall‘autorità della Chiesa) mi sembrano sufficientemente fedeli. - I - il Volere divino e noi Introduzione. 1 - Il tempo del Divin Volere. 3 - L‘equivalente terrestre del paradiso. 4 - Il contrario del Peccato originale. 5 - Tre nascite: fisica, spirituale, divina. 6 - La strada che conduce alla divinizzazione. 7 - Dio vuole raccogliere il suo frumento. - II - Luisa Piccarreta, Apostola del Divin Volere 1 - L‘ ―Uomo Nuovo‖ sceglie il Divin Volere. 2 - Volontà divina in azione: ―Fiat‖+―Fiat‖+―Fiat‖. 3 - Azione ordinata e perenne dell‘Amore trinitario. - III - Luisa Piccarreta: Vita e Opere 1 - Luisa Piccarreta. L‘essenziale della sua vita. 2 - Luisa Piccarreta. ―Primogenita dei Figli di Luce della Seconda Generazione‖. 3 - Gesù ci istruisce sul Volere divino. 4 - Gesù rivela a Luisa l‘età dell‘uomo. 5 - Importanza degli scritti di Luisa per l‘avvenire dell‘Umanità. LA PIANIFICAZIONE DIVINA È TRINITARIA Prima tappa (Creazione) (Padre) Seconda tappa (Redenzione) (Figlio) Terza tappa (Santificazione) (Spirito Santo) ANTICO TESTAMENTO, NUOVO TESTAMENTO, TESTAMENTO FUTURO Era di Giustizia, Era di Misericordia, Era di Santità Spiegazioni: 1) - Era di Giustizia. È l‘Era di Dio Padre. Comincia nel momento in cui Adamo commette il Peccato originale, e termina nel momento in cui Cristo, ―Secondo Adamo‖, muore sulla croce. La caratteristica principale di questa Era è la seguente: anche se Dio giudica che una persona fa parte della categoria dei ―giusti‖ –è il caso di Abramo, di Mosè, dei profeti e dei patriarchi dell‘Antico Testamento– al momento della morte l‘anima di questa persona non può accedere direttamente alla felicità del Cielo. Ciò spiega perchè i giusti dell‘Antico Testamento, S. Giuseppe compreso, prima di salire al Cielo hanno dovuto aspettare il compimento della Redenzione in un posto chiamato Limbo.
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2) - Era di Misericordia. È l‘Era di Dio Figlio. Questo periodo è iniziato alla morte di Cristo e terminerà con la Fine dei Tempi. La Redenzione è compiuta. Caratteristica principale di questo periodo è che le anime che muoiono in grazia di Dio possono andare in Paradiso senza essere costrette a sostare nel Limbo. Se però una persona muore in grazia di Dio senza essere completamente purificata, essa va in Purgatorio. La fine di questo periodo coinciderà con la Seconda Parusia, chiamata pure Parusia intermedia. Parusia significa: ―Dio si rivela all‘uomo scendendo dal Cielo per venire ad incontrarlo sulla Terra‖. La Parusia intermedia è quella del ritorno di Gesù nella gloria. Dio Padre ha stabilito che alla Fine dei Tempi Gesù ritorni sulla Terra per instaurare il suo Regno messianico. In vista di questo evento la terra sarà purificata, rinnovata e dotata di una nuova configurazione astrale. (Per questa ragione l‘intera comunità dei santi deve essere unita in preghiera. E ciò vale per la anime purganti che continuano a stare unite a noi, in attesa della Parusìa. Loro possono, infatti, pregare per noi, ma non per se stesse. E‘ perciò necessario che ci facciamo parte diligente, pregando per loro). 3) - Era di Santità. È l‘Era di Dio Spirito Santo. Questo periodo è presentato dai profeti come un periodo di felicità che inizierà alla Fine dei Tempi, e terminerà alla Fine del Mondo. La Fine dei Tempi sembra ora arrivata, perchè nel 1948 gli Ebrei hanno ricostituito il loro antico Stato d‘Israele. [60] Questa Era è un periodo che sembra coincidere con quel ―Regno di Dio‖ che noi cristiani invochiamo da 2.000 anni recitando il ―Padre Nostro‖, ma anche col ―Millennio felice‖ che S. Giovanni descrive nell‘Apocalisse (Ap 20, 1-6). A Maria Valtorta Gesù ha spiegato che lo scopo ultimo della Redenzione è di arrivare al Regno messianico. Questo, a parer mio, corrisponde al Millennio felice, che in fin dei conti è un ―Regno di felicità in Dio‖. Innovazione sorprendente: le tre tappe appena citate sembrano avere una durata ben precisa: la prima una durata di 4.000 anni, la seconda una durata di 2.000 anni, e la terza una durata di 1.000 anni. Ecco una terza tabella concepita per riassumere in modo visivo quanto detto finora: “Fiat” = “Che ciò avvenga (che ciò si realizzi)”
Questa immagine riassume Dio. Ne fa una sintesi visiva. La lettura interpretativa che mi sento di poter proporre è la seguente:
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1) Dio è un tutto unico. Questo disegno è un tutto unico. 2) Dio è trino. Il triangolo che forma la parte centrale di questo disegno è composto da tre parti distinte, che rappresentano il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. Queste tre Persone rappresentano a loro volta la Creazione, la Redenzione, la Santificazione. 3) Dio è amore. L‘amore, per definizione, è azione creatrice. Questo concetto è significato dalla parola ―Fiat‖ che si trova al centro del triangolo, e si concretizza nelle tre direzioni chiamate: Creazione, Redenzione, Santificazione. L‘insieme formato da queste tre direzioni riempie la totalità dello spazio (360 gradi = 100%). 4) Dio è infinito. Ciò è rappresentato dal cerchio chi si trova al centro del disegno, attorno alla parola ―Fiat‖. 5) Dio irradia la vita all‘infinito. Questo concetto è rappresentato dai raggi luminosi che partono dal cerchio centrale e vanno in tutte le direzioni.
Visto e considerato che la coesione divina è perfetta, ogni volta che una Persona trinitaria interviene per realizzare il suo ―Fiat‖, che è quella parte del Piano che Essa stessa si è riservata, è come se le tre Persone fossero tutte presenti (con la loro rispettiva volontà) nell‘azione in corso. Per comprendere come avviene tutto ciò, il lettore è invitato a leggere il brano che segue. Gesù lo ha affidato a Maria Valtorta, che lo ha scritto mentre il mondo viveva la tragedia della seconda guerra mondiale. Gesù a Maria Valtorta: «Come uno a cui preme di fare intendere una cosa, Io vado sempre dritto alla cosa che più importa, e che qui è il mio Regno. [Regno temporale, ma di riflesso anche quello eterno, nda]. Perchè nel mio Regno è la giustificazione del mio essermi incarnato e morto. Perchè nel Regno è la prova della mia infinita potenza, bontà, sapienza. Perchè nel Regno è la prova della vita eterna, della risurrezione della carne, del mio potere di Giudice. Perciò quando ho parlato per spiegare l‘Apocalisse ho, ai singoli punti spiegati, messo quasi sempre a corona il mio Giudizio, il mio Trionfo, il mio Regno, la sconfitta di Satana in se stesso [dopo il ―Millennio di Pace‖, nda], nella sua creatura, [l‘antiCristo, prima del ―Millennio di Pace‖, nda] nei suoi precursori [Napoleone, Hitler, Stalin, eccetera... nda ]». Abbiamo visto che al momento della morte i Giusti dell‘Antico Testamento non entrarono subito in Paradiso, ma furono costretti ad attendere il compimento della Redenzione in un posto chiamato Limbo. Poi abbiamo notato che i Santi del Nuovo Testamento possono entrare in Paradiso fin dalla loro morte, senza sostare nel Limbo. Se questa progressione dovesse continuare, è lecito sperare che i futuri santi, quelli dell‘Era Nuova, possano conoscere la felicità del Paradiso fin da questa terra. Questo concetto è confermato da S. Giovanni che nell‘Apocalisse ci parla di Prima risurrezione. Per capire in che cosa consiste la Prima risurrezione bisognerebbe accettare l‘idea appena menzionata, la quale propone che i Santi dell‘Era nuova possano vivere la felicità del Paradiso fin da questa terra. Quando Luisa Piccarreta dice che l‘umanità è fatta per vivere nel Divin Volere, e che questo Volere ci divinizzerà, essa vuol dire probabilmente che il Regno messianico assomiglierà al Paradiso terrestre di Adamo ed Eva prima del Peccato originale. In questo caso la Prima risurrezione ci permetterebbe di vivere su questa terra come se già fossimo in Paradiso. Che significa questo? Significa, io penso, che il Regno messianico corrisponde al Millennio felice di cui parla S. Giovanni all‘inizio del XX capitolo dell‘Apocalisse. [66] Se una persona si sente oggi spinta a vivere nel Divin Volere, già lo può fare. Basta che
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rinunci alla sua volontà umana – erede di quella chi ci ha traditi nella persona dei nostri Progenitori – e chieda a Dio di sostituirla con la sua, che è divina. La risposta di Dio, sotto la forma di una Pentecoste personale e poi collettiva, non si farà aspettare a lungo. Secondo la tradizione cattolica, il Regno messianico è il Regno temporale di Cristo. Questo Regno messianico, a mio avviso, corrisponde in pieno a quello che Luisa Piccarreta chiama: Regno della Divina Volontà. Dopo il Regno di Giustizia di Dio Padre, e quello di Misericordia di Dio Figlio, questo Regno, attribuibile allo Spirito Santo, sembra destinato ad essere chiamato: Regno di Santificazione.Nella simbologia proposta da Stefano Cagnola a proposito della Tenda di Mosè, questo Regno coincide con quella parte della tenda che gli Ebrei chiamavano: Il Santo dei Santi. Gesù chiama Luisa: "Primogenita dei Figli di luce della Seconda Generazione‖. A me sembra evidente che i ―Figli di Luce‖ della ―Prima Generazione siano i Giusti e i Santi dell‘Antico e del Nuovo Testamento. Ma chi sono allora i ―Figli di Luce‖ della ―Seconda Generazione‖? Il mistico Stefano Cagnola mi ha rivelato che nel linguaggio di Dio esistono solo due generazioni, la presente e la futura, e solo due secoli, il secolo presente e il secolo futuro. La linea di demarcazione sarebbe quella della Fine dei Tempi. I “Figli di Luce della “Seconda Generazione” saranno quindi le persone che accetteranno di vivere nella Divina Volontà, cosa che si realizzerà soprattutto dalla Fine dei Tempi in poi. (Da bambino pensavo che Gesù avesse detto una ―bugia‖ nel dire ai suoi apostoli: ―Questa generazione non passerà prima che tutto ciò non arrivi‖ – Mt 24, 30, e Mc 13, 30 – ma alla luce di questa rivelazione tutto mi diventa più chiaro). Apocalisse è Rivelazione, definitivo strappo del velo che ci impedisce di leggere il ―libro‖ dove tutto sta scritto ab aeterno, il Vangelo: esso rappresenta ―la corona della vita‖ (Ap. 2,10), il ―rotolo della vita‖ (Ap. 3,5). Darà da mangiare l'Albero della Vita! (Ap. 2,7). La ―storia‖ iniziata nel Giardino ―trasgredito‖ mostra la sua conclusione. Il tempo è ―perfetto‖; i ―fatti‖ del tempo hanno esaurito la propria energia e si rivelano, come un tutto, compiuti. ―Guarda, viene!‖: ora viene. Ora è Parusia, presenza, cioè, di Colui che rivela il compiersi del tutto, che formula sul tempo il giudizio definitivo. Il Tempo si contrae in quella esclamazione: ecco, vedi, viene. La Sua Parusia, in atto, a partire dalla Santa Liturgia, è perfetta Rivelazione. In un colpo d'occhio l‘Apocalisse abbraccia Cielo e Terra, gioia celeste e furore e lamento quaggiù. Ma questo sguardo è possibile perché la Parusia del Signore, la sua Visita ―è‖. L‘Agnello tiene nel suo pugno ogni ―divenire‖. La parola di questa Apocalisse erompe dalla voce del Logos che Si E‘ Fatto Carne e ha annunciato salvezza grazie alla fede in Lui. Salvezza dal ―fiume immondo della storia‖: ecco la grande visione dell'Apocalisse: la storia è giudicata, la storia si è ―arresa‖. Nessun evento può produrre qualcosa che in esso non sia già saputo.
Qualche anno fa, al mistico Stefano Cagnola fu chiesta spiegazione sui tempi della Parusìa Intemedia. Stefano (+12 maggio 2009) così rispose in una lettera a Uchidia: Carissima Uchida che non conosco, hai chiesto desidero di "darti" questo aiuto, o per lo meno cercherò di fare del mio meglio. Come prima cosa desidero dirti che la "Visita" che il Signore sta per fare, chiamata anche "Seconda Venuta" non è una pura illazione, ma è annunciata a chiare lettere dalla Sacra Scrittura. Dove? Prima di rispondere a questa domanda è necessario leggere quello che in Apocalisse 20,10 è scritto: <<...il diavolo, loro seduttore, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, proprio dove si trovano la bestia e lo pseudo-profeta: saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli>>.
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E necessario soffermarsi sulle parole: <<...dove si trovano la bestia e lo pseudoprofeta>>. Perchè? Per il semplice motivo che parla dello pseudo-profeta che noi ritroviamo in Apocalisse 19,20, quando dice: <<...Ma la bestia venne presa insieme allo pseudo-profeta, quello che per conto di essa aveva fatto prodigi...vivi furono gettati i due nello stagno di fuoco che bruciava con zolfo>>. Se noti, subito dopo Apocalisse ci racconta che: <<... Satana venne preso e incatenato per mille anni, ovvero un tempo lunghissimo>>>. Da queste righe dell'Apocalisse si evidenzia questo: prima che Satana venga legato per mille anni, sarà preso e distrutto lo pseudo-profeta. In seguito, trascorsi mille anni, toccherà a Satana essere neutralizzato. Ora ecco il nocciolo della questione: c'è un punto nella sacra Scrittura dove viene detto come avverrà questa cattura dello pseudo-profeta, ovvero di questo Uomo Iniquo, Figlio della Perdizione che ha aiutato la bestia? Sì che c'è: ce ne parla con dovizia di particolari, l'Apostolo Paolo.Dove? L'Apostolo Paolo parla di questa distruzione dell'uomo iniquo, ovvero dell'uomo del 666, cioè dell'Anticristo, nella seconda lettera ai Tessalonicesi e precisamente al Cap.2,7-8. Perciò questo errore ci viene predetto dalle parole dei profeti, del vangelo e degli apostoli, al fine che nessuno in luogo della venuta di Cristo creda alla venuta dell‘Anticristo. Ma, come ha detto proprio il Signore, «quando vi diranno: Ecco, Cristo è qui, oppure: È lì, non credete. Infatti verranno molti falsi cristi e molti falsi profeti e trarranno in inganno molti» (Mt 24,23-24). Ma vediamo come egli abbia presentato il segno del vero Cristo: «Come il lampo – dice – risplende da Oriente fino a Occidente, così sarà la venuta del Figlio dell‘uomo» (Mt 24,27). Quando poi il vero Signore Gesù Cristo sarà venuto, siederà e giudicherà, come è detto nel vangelo: «Separerà le pecore dai capretti» (Mt 25,32), cioè, separerà i giusti dagli ingiusti. Come anche l‘apostolo scrive: «Tutti noi dobbiamo presentarci davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ognuno ciò che gli spetta secondo quanto ha operato quando era nel corpo, sia bene sia male» (2Cor 5,10)". Con quali parole, l'apostolo Paolo preannuncia la PARUSIA? Con le seguenti parole: <<...c'è solo da attendere che chi lo trattiene sia tolto di mezzo. Allora si manifesterà l'iniquo che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca e -attenzione cara Uchida- ANNIENTERA' CON LA MANIFESTAZIONE DELLA SUA PARUSIA. La parusia....>>>. Ecco la risposta che avevamo lasciato in sospeso! La PARUSIA di Gesù annienterà l'uomo iniquo, e poichè come abbiamo visto prima, Gesù annienterà l'uomo iniquo, ovvero lo pseudo-profeta, verrà distrutto prima che Satana venga legato per mille anni, ecco, dunque, abbiamo la prova che la PARUSIA di Gesù ci sarà, e sarà prima dell'inizio del tempo felice, chiamato terzo giorno, giorno del Signore, della Gerusalemme Celeste, Terra Nuova e Cieli Nuovi, Regno dei Cieli, Terra Promessa, "Vi darò Cuori Nuovi e Spirito Nuovo" e e così via. "Ecco, Io farò nuove tutte le cose" (Ap. 21-5). Ma questa PARUSIA è anche un "Ritorno", una "Visita del Signore"! E' quella Manifestazione di Gesù della quale parla la Sacra Scrittura in molti punti. E come avverrà? Ce lo dice l'Apostolo Giovanni in Apocalisse 3,14-22, parlando alla Chiesa di Laodicèa: il Signore non accetterà più il fatto che gli uomini siano Tiepidi nei suoi confronti, quindi, dovranno scegliere: o essere o diventare Caldi o rimanere Freddi. Non esiste la via intermedia e, perciò, va presa una posizione chiara: O scegliere il Signore... O scegliere Satana! Ma cosa succede esattamente nella Lettera a Laodicea?
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Innanzitutto stiamo parlando del libro dell'. ―All‘angelo della chiesa di Laodicea scrivi: Queste cose dice l‘Amen (Gesù), il testimone fedele e veritiero, il principio della creazione di Dio: Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh, fossi tu pur freddo o fervente! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente io ti vomiterò dalla mia bocca. Tu dici: ‗Sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di niente!‘ Tu non sai, invece, che sei infelice fra tutti, miserabile, povero, cieco e nudo. Perciò io ti consiglio di comperare da me dell‘oro purificato dal fuoco, per arricchirti; e delle vesti bianche per vestirti e perché non appaia la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungerti gli occhi e vedere. Tutti quelli che amo, io li riprendo e li correggo; sii dunque zelante e ravvediti. Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me. Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch‘io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.‖ Che cosa terribile dichiara qui Cristo! Egli dichiara che la Chiesa è Tiepida, non è né Fredda né Fervente. Inoltre, la Chiesa (intesa come comunità di credenti) vede se stessa in modo falso: si vede come spiritualmente ricca, in buone condizioni. Da come Cristo parla, possiamo capire che essere Tiepidi è qualcosa di intollerabile per Cristo. Lui non permetterà a questa Chiesa di continuare così. Cosa vuol dire, che una Chiesa è Tiepida? Perché è così terribile? Perchè alla fine crede di aver capito tutto ed invece ha perso la fede, il vero zelo verso la conversione dei Popoli e degli uomini. Nota una cosa, e cioè: questa visita, o avvertimento, o Giudizio in Piccolo, o venuta del Signore, è annunziata a tutti gli uomini con le parole: <<...io sto alla porta e busso...>>>. Esso avverrà nella Potenza dello Spirito Santo, che scoprirà il nostro animo e ci trasformerà nel modo di vedere le cose in Gesù: per instaurare tutto in Cristo. Nel mio primo libro, "Oggi è Laodicèa! E domani?", io ho denominato questo momento con il nome di "Laodicèa". In questa circostanza il Signore si farà sentire e vedere al nostro interno, nella nostra anima, come ci indica anche San Paolo nell'Inno alla Carità, e ci darà, quindi, la prova della Sua esistenza; ci mostrerà la nostra anima nuda e cruda come la vedono gli occhi di Dio e ci consegnerà un Cuore Nuovo ed uno Spirito Nuovo. Impareremo a guardare con occhi diversi, secondo la Luce di Cristo ...
Per capire ancora meglio, la Profezia di Gesù sulla Chiesa degli Ultimi Tempi, consideriamo come vive un credente Tiepido. Frequenta la Chiesa, accetta le dottrine; non cammina nei peccati visibili, però, fa tutto per abitudine. Va al culto, perché sa che è la cosa giusta da fare, ma non lo fa con zelo e nemmeno con consapevolezza piena. Accetta le verità che gli vengono insegnate, ma non lascia che queste verità producano in lui dei frutti. Non cammina in peccati palesi, ma nemmeno è turbato e agitato nel suo cuore dai peccati intorno a sé. Cioè, la sua religione è una cosa ormai quasi di abitudine. Segue le cose giuste, ma lo fa quasi per inerzia, non spinto da un forte amore per Cristo e da uno zelo che mira a vedere Dio Glorificato. Non è nella corrente viva dello Spirito Santo e forse non ha maturato Gesù nel profondo del suo cuore! Ha bisogno di sintonizzarsi con lo Spirito Santo che è Pensiero di Dio, e quindi con il Creato e con la Rivelazione, che è compiuta da sempre. Percepirà solo allora il Verbo e l'Amore come Verità incontrovertibile, inequivocabile, irreversibile ed insostituibile. E' l'instaurazione della sinfonia con il Creatore, della sintonia spirituale fra noi e Dio e dell'armonia fra tutti gli esseri creati e la santità celeste.
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Riprendiamo la lettera di Cagnola a Uchida In conseguenza a ciò, molti si getteranno in ginocchio e imploreranno perdono e misericordia, riconoscendo i loro peccati! E sì, perchè la Misericordia è solo di Dio e scopriremo che ce l'ha riservata per questo momento, per darci la possibilità estrema di purificarci, pentirci e di redimerci prima di proiettarci nel Regno delle Nozze con il Figlio. A seguito di questa presa di conoscenza e coscienza, il Signore Gesù, attraverso il Suo Spirito ci chiederà di fare una scelta, senza tentennamenti, e quindi, non permetterà più a noi stessi di essere Tiepidi. Anche nella lettera alla Chiesa di Laodicea, la Chiesa dei nostri tempi, Gesù Cristo dichiara la Promessa di quello che sarà il premio per chi vince, per chi ascolta sinceramente e cammina per fede, seguendoLo di cuore. ―Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch‘io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono‖ (Apocalisse 3:21) . Chi vince, cioè, chi è veramente salvato, e perseverà fino alla fine, siederà con Lui sul suo trono. Chi vince avrà l‘incredibile onore e gioia di sedere con Cristo sul suo trono. Si tratta qui del periodo in cui Cristo stabilirà il suo Regno sulla terra per 1.000 anni. In quel periodo, coloro che sono veramente salvati avranno la responsabilità di regnare e amministrare per la Gloria di Cristo. Sarà una cosa meravigliosa. Come Cristo è seduto con il Padre in Cielo, così i credenti si siederanno con Cristo per regnare sulla terra per 1.000 anni quando Cristo regnerà. Che gioia sarà! Ma, per ora Paolo ammonisce: ―… chi non vuol lavorare, neppure mangi‖. ―L‘attesa della Parusia di Gesù non dispensa dall‘impegno in questo mondo, ma al contrario crea responsabilità davanti al Giudice divino circa il nostro agire in questo mondo‖. ―Il Signore ci dice che ha affidato Talenti a tutti e il Giudice chiederà conto di essi dicendo: ‗Avete portato frutto?‘‖ Terminato quel momento -che sarà ardente come un forno, in quanto vedere la nostra anima con gli occhi di Dio, macchiata dai vari peccati commessi, e con la sua sensibilità, ci provocherà una sofferenza atroce-, il Signore ci introdurrà nella Terra Promessa. Quando saremmo prossimi a quel momento, cioè di Laodicèa, gli uomini saranno divisi in tre gruppi e cioè: 1. I Caldi: riferiti al Cielo e alla Terra; 2. I Tiepidi: riferiti al Mare -quelli che Apocalisse 20,11-14 chiama "i morti piccoli ", il cui nome SI TROVA SCRITTO NEL LIBRO DELLA VITA; 3. I Freddi: riferiti alla Morte e all'Ade, ovvero i "morti grandi" il cui nome NON si trova scritto nel NEL LIBRO DELLA VITA. Appena trascorso quel momento, che non sappiamo quanto durerà, ma che a detta di molti mistici sarà "breve", gli uomini saranno divisi in due gruppi: i "CALDI" e i "FREDDI" A questo punto, sarà cosi verificata la prima parte della Visita che Gesù ci farà, e questa parte riguarda tutti gli uomini, annunciata nel Vangelo di Matteo 24,27-28 con le parole: <>>. Dio avrà separato i capri dalle pecore e si occuperà, spiritualmente, solo delle pecore che lo avranno scelto. In questo momento termina quello che Gesù, nel suo Vangelo ha chiamato: "Il SECOLO PRESENTE" durante il quale hanno convissuto i Caldi, i Tiepidi e i Freddi. In seguito, inizia quello che La Sacra Scrittura chiama "SECOLO FUTURO", detto "secolo" in quanto avrà una durata temporale e inizierà tutta una serie di avvenimenti che
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porterà al "RITORNO FISICO DI GESU'", il quale ritorno riguarderà solo i "Caldi", e alla realizzazione del Regno dei Cieli sulla terra. Prima che la terra possa tornare a diventare un Paradiso, i malvagi devono essere tolti di mezzo (Salmo 37:38). Questo avverrà ad Armegeddon, la guerra di Dio che porrà fine alla malvagità. Poi Satana sarà imprigionato per 1.000 anni. Significa che non rimarrà nessun malvagio a rovinare la terra. Il Popolo di Dio sopravvivrà. — Rivelazione (Apocalisse) 16:14, 16; 20:1-3. Allora Gesù Cristo regnerà sulla terra per 1.000 anni (Rivelazione 20:6). Un po‘ alla volta eliminerà il peccato dalla nostra mente e dal nostro corpo. Ci sintonizzeremo tutti con lo Spirito Santo e diventeremo esseri umani perfetti come erano Adamo ed Eva prima di peccare. Allora malattie, vecchiaia e morte non esisteranno più. I malati saranno sanati e i vecchi ritorneranno giovani. — Giobbe 33:25; Isaia 33:24; Rivelazione 21:3, 4. Durante il Regno millenario di Gesù gli esseri umani fedeli lavoreranno per trasformare l‘intera terra in un Paradiso (Luca 23:43). E milioni di morti saranno risuscitati alla vita umana sulla terra (Atti 24:15). I Caldi però che usciranno da quel periodo chiamato "Laodicèa", saranno costituiti da uomini che , prima di allora, erano già Caldissimi per il Signore, da uomini che erano un pò Caldi e da uomini che erano però Tiepidi. Costoro riceveranno dall'Altissimo il dono di non ricordarsi più dei loro peccati, perché sarà Volontà e Misericordia del Signore Iddio; proveranno nel loro cuore un desiderio profondo di amare quell'Essere Supremo che, per molto tempo, molti di loro, non avevano voluto conoscere! Coloro i quali, prima del momento di "Laodicèa" erano Caldissimi, grazie alle sofferenze vissute per amore al Creatore, avranno un trattamento speciale e, cioè: riceveranno in dono lo Spirito Santo, che su loro scenderà in tutta la Sua potenza. Questi uomini avranno, quindi, il merito di ciò che li distinguerà da quei Caldi che non vollero esserlo prima della Visita del Signore. Come Mosè aveva il volto che emanava splendore di Grazia, e lo si poteva notare, se lui non si copriva il volto, così questi uomini avranno un qualche cosa in più che li distinguerà dagli altri, e avranno il compito di evangelizzare coloro che non hanno mai voluto conoscere prima il Signore a tempo debito, o lo hanno conosciuto in maniera superficiale, o per loro cattiva volontà. Perchè evangelizzeranno i popoli diventati ormai ―Caldi‖? Perché saranno i popoli che chiederanno di conoscere il Signore, in quanto avranno sete di questa ―conoscenza‖, in quanto sarà stimolata da Dio stesso messa nel loro cuore! Ecco perchè si parla di ―NUOVA EVANGELIZZAZIONE‖: è NUOVA, poiché, al contrario di prima, non è mai è accaduto che tutti i popoli chiedessero di conoscere il Cristo! Ecco allora che si verificherà quello che ci annuncia la Bibbia, in Zaccaria 8,23-24: <>. E dopo che il Vangelo sarà annunziato a tutti i popoli della terra, che succederà? Ci sarà il ―Ritorno Fisico‖ del Signore, ma lo vedranno tornare solo coloro i quali il Vangelo chiama con l'appellativo di: "Uomini di Galilea". Sono costoro che vedranno tornare il Cristo; Lo potranno abbracciare e parlarGli... se lo saranno guadagnato con il loro modo di vivere veramente conforme a ciò che la Madonna e Gesù hanno chiesto nelle numerose apparizioni anche di questi ultimi tempi.
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Termino qui questo mio "aiuto", pronto ad incrementarlo, qualora il mio gesto richiederà un seguito. Desidero, infine, sottolineare solo questi punti riassuntivi: · La Parusia di Gesù è annunciata dalla Sacra Scrittura. Essa avviene e distrugge l'Anticristo, e questo prima che Satana venga legato per i "Mille anni". · Questa Parusia si compone di due parti: 1. LA PRIMA sarà SPIRITUALE per tutti gli uomini, "rapida come il fulmine che balza dall'est all'ovest..." (Mt. 24, 27-28), che dividerà gli uomini tra i ―Caldi ‖, i ―Freddi ‖ ed i ―Tiepidi ‖ 2. LA SECONDA sarà FISICA per tutti i ―Caldi ‖, la quale darà a tutti un amore profondissimo per il Signore e un forte desiderio di conoscerLo o conoscerLo ancora di più. Donerà un premio speciale a tutti coloro che hanno voluto credere a ciò che, in questi tempi, il Signore e La Madonna ci hanno voluto dire per prepararci a questa ―Visita ‖ che il Signore sta per farci, annunciata anche dalle parole che il sacerdote Zaccaria dice nel Benedictus: "...verrà a visitarci un Sole che viene dall' Alto, a rischiarare coloro che stanno nelle tenebre - la teoria dell'Anticristo - e in ombra di Morte‖ - cioè l‘ombra di lui che sarà la Morte. La prima parte avviene nel ―SECOLO PRESENTE ‖ La seconda parte avviene nel "SECOLO FUTURO ". ti saluto caramente. Stefano Cagnola IL VICINO RITORNO DI GESU' – LA VIA LUCIS PARUSIAE 1 - I Cristiani che non Aspettano il Ritorno di Gesù - ( 2^ lettera di Pietro 2,13-14) - (I nostri tempi) - "...ritengono delizia il piacere di un giorno... s'immergono nel piacere, facendo a voi buon viso con seduzioni ingannevoli...Hanno gli occhi pieni di passione per l'adultera, non cessano di saziarsi di peccato, adescano le persone deboli...". 2 . L'Inizio della VI Tromba - ((Dn.8,7)- "Allora furono sciolti i quattro angeli che erano in attesa dell'ora, giorno, mese e anno, pronti a sterminare la terza parte degli uomini". 3 - La Fine della VI Tromba - (Ap.9,20-21) - "Gli uomini restanti, sfuggiti allo sterminio di tali flagelli, non rinunziarono alle Opere delle loro mani...". 4 - L'Uscita allo Scoperto dell'AntiCristo - (Dn.8.9-10) - "Da uno di questi uscì un piccolo corno... s'innalzò fino alla milizia del cielo e precipitò sulla terra parte della milizia e delle stelle e le calpestò". 5 - La Rimozione del Fondamento dell'Oblazione - (Dn.8,11) - "...a lui fu tolto il sacrificio perpetuo e fu rimosso il fondamento della sua oblazione". 6 - Il Sacrificio Sacrilego Quotidiano - (Dn.8,12) - "In luogo del sacrificio quotidiano fu posto il peccato e fu gettata a terra la verità; ciò esso fece e vi riuscì". 7 - La Modifica dei Tempi e del Diritto da parte dell'AntiCristo - (Dn.7,25) - "Proferirà parole contro L'Altissimo e affliggerà i Santi dell'Altissimo; e avrà in animo di mutare i tempi e il diritto". 8 - Il Profeta Elia e Enoch Messi sulla Terra - (Ap.11,3) - "Ma io invierò i due testimoni ad esercitare il loro ministero profetico, vestiti di sacco, per milleduecentosessanta giorni". Ecco vi invio Elia il profeta, prima che venga il giorno del Signore grande e spaventoso".
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9 - Primo Anno dell'AntiCristo - (Dn.9,27) - "E durante mezza settimana farà cessare sacrificio e oblazione". 10 - Secondo Anno dell'AntiCristo - (Dn.9,27) - "E durante mezza settimana farà cessare sacrificio e oblazione". 11 - Terzo Anno dell'AntiCristo - (Dn.9,27) – "E durante mezza settimana farà cessare sacrificio e oblazione". 12 - Gesù con i Caldi, con i Freddi e con i Tiepidi (Distruzione dell'AntiCristo) - ( 2^ Tess.2,8 Ap.3,15-16) - "...L'iniquo che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca e annienterà con la manifestazione della sua PARUSIA". 13 - Gesù con i Caldi e con i Freddi (Il Giudizio dei Vivi) - (Ap.3,20 – Lettera di Laodicea) "Ecco Io sto alla porta e busso". (I Tiepidi, finalmente, hanno scelto, nda) 14 - Gesù con i Caldi (Un Cuore Nuovo e Spirito Nuovo) - (Ap.3,21 Ez.36,24-28) - "Il vittorioso lo farò sedere con me sul mio trono - "Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo". 15- Regno di Dio sulla Terra (Faccio Nuove tutte le Cose) - (Ap.21,5) - "Ecco faccio nuove tutte le cose" e aggiunse: "Scrivi fedeli e veraci sono queste parole". "Chi sarà rimasto in Sion e sopravviverà a Gerusalemme sarà chiamato santo" (Is.4,3)
"Ma ecco la meraviglia. La profezia di Daniele aggiunge: «E i dottori del Popolo illumineranno molta gente, e correranno incontro alla spada, e alle fiamme, e alla schiavitù, e allo spogliamento delle sostanze per molti giorni» (Dan. XI, 33). E‘ notevole l‘espressione: i dottori del popolo! Ma che! Questo titolo di dottori, fatto notare dal profeta, non è riservato nella Chiesa? Non è il titolo delle intelligenze privilegiate che han consumato le loro veglie nell‘acquisto, spesso arduo, della verità? Non dice: i dottori della Chiesa, ma i dottori del popolo!... Ammiriamo le delicatezze divine: Questo titolo di dottore, giusta ricompensa dell‘ingegno unito al lavoro, lo Spirito Santo lo attribuisce egualmente, e con infinita giustizia, a poveri popolani che la grandezza della loro fede ha trasformati in apostoli. Chi non ha incontrato sulla sua strada questi dottori del popolo? Qualche oscuro operaio, un umile servitore, anche dei bambini. Cadevano dalle loro labbra come fasci di luce, era l‘amore che li faceva sgorgare, l‘amore che vede assai lontano, spesso più lontano dell‘intelligenza". (da Lemann, su I Dottori dei Popoli al tempo dell‘Anticristo) SAN PAOLO: UN TESTAMENTO MORALE E DI MISSIONE La battaglia per la Verità va combattuta con la Chiesa, nella Carità e nel suo giusto Spirito, mantenendo sempre salda la nostra Fede in Gesù e nella Salvezza Eterna. San Paolo, prima di morire pronuncia queste solenni frasi: "Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione". Il testo completo è quello è quello che fa riferimento alla Seconda lettera a Timoteo: 1 1Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, per annunziare la promessa della vita in Cristo Gesù, 2al diletto figlio Timòteo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro.
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3Ringrazio Dio, che io servo con coscienza pura come i miei antenati, ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, notte e giorno; 4mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. 5Mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te. 6Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani. 7Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza. 8Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio. 9Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità, 10ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo, 11del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e maestro. 12È questa la causa dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so infatti a chi ho creduto e son convinto che egli è capace di conservare il mio deposito fino a quel giorno. 13Prendi come modello le sane parole che hai udito da me, con la fede e la carità che sono in Cristo Gesù. 14Custodisci il buon deposito con l'aiuto dello Spirito santo che abita in noi. 15Tu sai che tutti quelli dell'Asia, tra i quali Fìgelo ed Ermègene, mi hanno abbandonato. 16Il Signore conceda misericordia alla famiglia di Onesìforo, perché egli mi ha più volte confortato e non s'è vergognato delle mie catene; 17anzi, venuto a Roma, mi ha cercato con premura, finché mi ha trovato. 18Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel giorno. E quanti servizi egli ha reso in Èfeso, lo sai meglio di me. 2 1Tu dunque, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che è in Cristo Gesù 2e le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri. 3Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. 4Nessuno però, quando presta servizio militare, s'intralcia nelle faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che l'ha arruolato. 5Anche nelle gare atletiche, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole. 6L'agricoltore poi che si affatica, dev'essere il primo a cogliere i frutti della terra. 7Cerca di comprendere ciò che voglio dire; il Signore certamente ti darà intelligenza per ogni cosa. 8Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo il mio vangelo, 9a causa del quale io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata! 10Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. 11Certa è questa parola: Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; 12se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà; 13se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. 14Richiama alla memoria queste cose, scongiurandoli davanti a Dio di evitare le vane discussioni, che non giovano a nulla, se non alla perdizione di chi le
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ascolta. 15Sfòrzati di presentarti davanti a Dio come un uomo degno di approvazione, un lavoratore che non ha di che vergognarsi, uno scrupoloso dispensatore della parola della verità. 16Evita le chiacchiere profane, perché esse tendono a far crescere sempre più nell'empietà; 17la parola di costoro infatti si propagherà come una cancrena. Fra questi ci sono Imenèo e Filèto, 18i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è già avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni. 19Tuttavia il fondamento gettato da Dio sta saldo e porta questo sigillo: Il Signore conosce i suoi, e ancora: Si allontani dall'iniquità chiunque invoca il nome del Signore. 20In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche di legno e di coccio; alcuni sono destinati ad usi nobili, altri per usi più spregevoli. 21Chi si manterrà puro astenendosi da tali cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al padrone, pronto per ogni opera buona. 22Fuggi le passioni giovanili; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro. 23Evita inoltre le discussioni sciocche e non educative, sapendo che generano contese. 24Un servo del Signore non dev'essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, paziente nelle offese subite, 25dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità 26e ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo, che li ha presi nella rete perché facessero la sua volontà. 3 1Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. 2Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, 3senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, 4traditori, sfrontati, accecati dallo orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, 5con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore. Guardati bene da costoro! 6Al loro numero appartengono certi tali che entrano nelle case e accalappiano donnicciole cariche di peccati, mosse da passioni di ogni genere, 7che stanno sempre lì ad imparare, senza riuscire mai a giungere alla conoscenza della verità. 8Sull'esempio di Iannes e di Iambres che si opposero a Mosè, anche costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente corrotta e riprovati in materia di fede. 9Costoro però non progrediranno oltre, perché la loro stoltezza sarà manifestata a tutti, come avvenne per quelli. 10Tu invece mi hai seguito da vicino nell'insegnamento, nella condotta, nei propositi, nella fede, nella magnanimità, nell'amore del prossimo, nella pazienza, 11nelle persecuzioni, nelle sofferenze, come quelle che incontrai ad Antiòchia, a Icònio e a Listri. Tu sai bene quali persecuzioni ho sofferto. Eppure il Signore mi ha liberato da tutte. 12Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. 13Ma i malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio, ingannatori e ingannati nello stesso tempo. 14Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso 15e che fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù. 16Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. 4 1Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti,
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per la sua manifestazione e il suo regno: 2annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. 3Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, 4rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. 5Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero. 6Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. 7Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. 8Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione. 9Cerca di venire presto da me, 10perché Dema mi ha abbandonato avendo preferito il secolo presente ed è partito per Tessalonica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. 11Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero. 12Ho inviato Tìchico a Èfeso. 13Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene. 14Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il Signore gli renderà secondo le sue opere; 15guàrdatene anche tu, perché è stato un accanito avversario della nostra predicazione. 16Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. 17Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone. 18Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen. 19Saluta Prisca e Aquila e la famiglia di Onesìforo. 20Eràsto è rimasto a Corinto; Tròfimo l'ho lasciato ammalato a Milèto. 21Affrettati a venire prima dell'inverno. Ti salutano Eubùlo, Pudènte, Lino, Claudia e tutti i fratelli. 22Il Signore Gesù sia con il tuo spirito. La grazia sia con voi!
I tre giorni di buio prima della parusìa: estote parati (state pronti!) di Teofilo il Siculo Un tema profetico che si rifà, amplificandoli di tre giorni, alle tre ore di buio sulla terra avvenute poco prima della morte di Cristo in Croce (cfr. Mt 27,45) e attraversa tutte le più importanti rivelazioni private. Per la Chiesa si tratta di rivivere, al pari e conformemente alla sepoltura di Cristo, i tre giorni e le tre notti passate nel cuore della terra come il profeta Giona nel ventre del pesce (cfr. Mt 12, 20). Il mondo gode della promessa del Signore che ha detto di sé -e per esteso di tutta la terra-, il Tempio di Dio sarà distrutto e ricostruito in tre giorni (cfr. Mt 26,6). Cronologicamente i tre giorni di buio si pongono alla fine della Grande Apostasia con l‘avvento della Desolazione delle desolazioni. Le tenebre saranno, quindi, sia esteriori con l‘avvento del buio per tre giorni su tutto il mondo per un evento astronomico a noi sconosciuto; e le tenebre saranno anche interiori per il rinnegamento delle nazioni della Parola e dei Sacramenti di Cristo. Le tenebre rappresentano anche l‘ultimo momento del combattimento tra angeli e demoni, chiamato profeticamente battaglia di Armaggeddon in Ap 16,16
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per cui gli uomini devono stare in quel periodo chiusi in casa senza affacciarsi dalla finestra, pena l‘essere risucchiati in quella battaglia e morire. Per tal ragione le tenebre sono il vertice della Grande Purificazione, che terminerà con l‘invocazione mondiale da parte dell‘umanità del Signore (il Maranà‘Thà)e quindi dell‘Apparizione in cielo della Croce Gloriosa, segno della vittoria sull‘Anticristo da parte delle schiere celesti guidate da Cristo Risorto nella venuta intermedia. Seguirà il Giudizio interiore e il Giudizio delle Nazioni, dopo i quali ci sarà il Cielo e la Terra Nuova, la Nuova Gerusalemme. I provvedimenti per fronteggiare i tre giorni senza farsi prendere dal panico sono di due tipi, uno spirituale e l‘altro pratico. Dai messaggi di J.N.S.R. abbiamo questi suggerimenti: ―Ti ho parlato di ciò che accadrà presto. Vi chiedo di prepararvi con Fede per resistere a questo terribile confronto con il Male, che si scatenerà da ogni parte: * ci sono le vostre preghiere ed il vostro Amore per Dio Padre e per i vostri fratelli; * invocate i nomi benedetti: ―Gesù, Maria, Giuseppe, siate il nostro rifugio in questa tempesta‖; * invocate i santi nomi del Padre, del Figlio e dello Spirito, segnandovi ogni volta; * invocate il nome di Maria, Regina e Vergine, terrore dei demoni: ―Salvaci! Allontana da noi il Male!‖; * invocate il nome di San Michele Arcangelo: ―Difendici da tutti gli attacchi del Maligno!‖. * portate lo scapolare di nostra Signora del Monte Carmelo e la Croce benedetta di San Benedetto; * recitate senza sosta e dappertutto delle Ave Maria; le vostre armi sono il Santo Rosario e la Santa Croce; * portate su di voi la medaglia miracolosa; baciatela spesso; * recitate, senza dimenticare un solo giorno, la preghiera quotidiana di Dozulé. È tempo di dire: ― O Croce che salvi, salvaci!‖. * raccogliete tutte le Sante Ostie che saranno rimaste abbandonate e veramente in pericolo, prima che subiscano la profanazione. Nascondetele devotamente. Dio vi ricompenserà. Dio sarà accolto come il Bambino del Presepe, Santo Innocente, protetto come lo fu da Giuseppe e da Maria. Dio ve lo permette, per un tempo, questo tempo di tormenti. In seguito farò scendere il Fuoco dal Cielo per bruciare tutte le impurità. Colui che porta nel suo cuore il nome del salvatore Gesù Cristo sarà salvato‖ ( J.N.S.R., Testimoni della Croce, vol. IV, Ed. Segno, Udine 1998, p. 125). I provvedimenti pratici da prendere durante i tre giorni di buio sono suggeriti dallo studioso padre Albert J. Hebert, S.M, I Tre Giorni di Buio, ed. Segno, Udine 1999, pp. 146-147). RASSEGNA CARISMATICA SUI TRE GIORNI DI BUIO a cura di Teofilo il Siculo S. Gaspare del Bufalo, fondatore dei Padri del Preziosissimo Sangue: ―Colui che sopravviverà a quei tre giorni di buio e di orrore si vedrà come da solo, poiché la terra sarà ricoperta di cadaveri‖. Padre Nectou, provinciale Gesuita:
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―Quando il momento dell‘ultima crisi sarà venuto, non ci sarà nulla da fare se non rimanere dove Dio ci ha posti, chiudendoci dentro casa e pregare, finché l‘ira della giustizia divina non sarà passata‖.
Le profezie di Anna Maria Taigi Beata Benedetta Anna Maria Taigi, morta in concetto di santità: "Dio manderà due castighi: uno sarà sotto forma di guerre, rivoluzioni e altri mali; avrà origine sulla terra. L‘altro sarà mandato dal Cielo. Verrà sopra la terra l'oscurità immensa che durerà tre giorni e tre notti. Nulla sarà visibile e l'aria sarà nociva e pestilenziale e recherà danno, sebbene non esclusivamente ai nemici della Religione. Durante questi tre giorni la luce artificiale sarà impossibile; arderanno soltanto le candele benedette. Durante tali giorni di sgomento, i fedeli dovranno rimanere nelle loro case a recitare il Rosario e a chiedere Misericordia a Dio... Tutti i nemici della chiesa (visibili e sconosciuti) periranno sulla Terra durante questa oscurità universale, eccettuati soltanto quei pochi che si convertiranno... L'aria sarà infestata da demoni che appariranno sotto ogni specie di orribili forme. La religione verrà perseguitata e i preti massacrati. Le chiese verranno chiuse, ma solo per poco tempo. Il Santo Padre sarà obbligato a lasciare Roma. La Francia precipiterà in una spaventosa anarchia. I francesi avranno una disperata guerra civile nel corso della quale anche i vecchi prenderanno le armi. I partiti politici, avendo esaurito il loro sangue e la loro rabbia senza essere stati capaci di arrivare ad alcuna soluzione soddisfacente, si accorderanno, come ultima risorsa, per far ricorso alla Santa Sede. Allora il Papa invierà in Francia un legato speciale... A seguito delle informazioni ricevute, Sua Santità in persona nominerà un Re molto cristiano per il governo della Francia. Dopo i tre giorni di buio, San Pietro e San Paolo... designeranno un nuovo papa... Allora il Cristianesimo si diffonderà in tutto il mondo. Egli è il Santo Pontefice scelto da Dio per resistere alla bufera. Alla fine, egli avrà il dono dei miracoli e il suo nome sarà lodato su tutta la terra. Intere nazioni ritorneranno nella Chiesa e la faccia della terra sarà rinnovata. La Russia, l‘Inghilterra e la Cina entreranno nella Chiesa". ―Dio manderà due castighi: uno sarà sotto forma di guerre, rivoluzioni ed altri mali; avrà origine sulla terra. L‘altro sarà mandato dal Cielo. Sopra tutta la terra sopraggiungerà un‘oscurità intensa che durerà tre giorni e tre notti. Nulla sarà visibile, e l‘aria sarà carica di una pestilenza che reclamerà soprattutto, ma non solo, i nemici della religione‖. ―L‘aria sarà infetta di demoni che appariranno sotto ogni specie di orribili forme‖. L.G.A., veggente americano in un mess. Del 23 febbraio 1986: ―Immergerò la terra nell‘oscurità per tre giorni e tre notti, e la darò alla sua crocifissione, proprio così come io rimasi nelle viscere della terra per tre giorni e tre notti dopo la Mia Crocifissione. Quando il sole sorgerà dopo quei giorni e quelle notti, la terra purificata risplenderà proprio come fece alla Mia Resurrezione. Mio resto, ne farete esperienza, perché esperienza delle braccia protettive del vostro Dio‖. Sorella Marianna delle Orsoline di Bois: ―Vedremmo accadere avvenimenti così straordinari che i più increduli saranno costretti a dire: ―Veramente il dito di Dio è qui‖. Ci sarà una terribile notte durante la quale nessuno
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sarà capace di dormire. Ma queste prove non dureranno a lungo, perché nessuno è in grado di sostenerle. Quando tutto sembrerà perduto, saranno tutti salvi‖. Palma Maria d‘Oria, veggente: ―Ci saranno tre giorni di buio durante i quali l‘oscurità sarà infestata da innumerevoli demoni; ciò causerà la morte di una grande quantità di non credenti e malvagi. Solo le candele benedette saranno in grado di dare luce e preserveranno i cattolici fedeli da questo terribile e imminente flagello. Prodigi soprannaturali appariranno in cielo...‖. Sorella Maria di Gesù Crocifisso, di Pau, beatificata nel 1983 da Giovanni Paolo II: ―Durante un‘oscurità della durata di tre giorni la gente dedita al male perirà, cosicché solo un quarto dell‘umanità sopravviverà‖. Sorella Jeanne le Royer della Natività, santa monaca delle Povere Clarisse di Fourgeres, in Bretagna: ―Il regno dell‘Anticristo si sta avvicinando. I fitti vapori che ho visto salire dalla terra e oscurare la luce del sole sono le false massime dell‘irreligiosità e della licenziosità che stanno confondendo tutti i santi princìpi e stanno diffondendo ovunque un tale buio da oscurare sia la fede che la ragione‖. Una veggente anonima: ―Il fuoco divino ed il fuoco dell‘inferno giungeranno e dureranno, durante i giorni di buio, come indicato da tutti i santi. La mia Croce luminosa apparirà nel cielo. Sarà il segno che gli avvenimenti finali sono vicini e ricorderà a tutti la Mia terribile Passione; cosicché avranno tempo per riflettere, poiché non punirò il mondo senza un previo annuncio. Tutti avranno il tempo per comprendere il significato di quella Croce nel cielo, e tutti la vedranno. Tutti sapranno, persino coloro che la rifiutano, perché questa Mia Croce sarà il segno che un Redentore una volta venne per portare salvezza e perdono. La mia Croce sarà onorata come mai prima‖. (Cfr. Per il commento di questi messaggi Albert J. Hebert, S.M., I Tre Giorni di Buio, ed. Segno, Udine 1999) . Aggiungiamo infine una testimonianza carismatica importante: F. C. (23.8.1973): ― F., i ― tre giorni‖, sono inevitabili. Tre giorni e poi sono risorto, tre giorni per vincere la morte, tre giorni per vincere il cosmo dalla morte. I castighi competeranno ai miei…nemici. Ai fedeli in Me, sarà sinonimo di rinascita all‘Era Celeste, realizzata sulla Terra Nuova, rinnovata‖. Amos 5, 18-20 18 Guai a coloro che attendono il giorno del Signore! (con l‘intento di opporvisi, nda) Che sarà per voi il giorno del Signore? Sarà tenebre e non luce. 19 Come quando uno fugge davanti al leone e s'imbatte in un orso; entra in casa, appoggia la mano sul muro e un serpente lo morde.
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20 Non sarà forse tenebra e non luce il giorno del Signore, e oscurità senza splendore alcuno? Sofonia 1 1 Parola del Signore rivolta a Sofonìa figlio dell'Etiope, figlio di Godolia, figlio di Amaria, figlio di Ezechia, al tempo di Giosia figlio di Amon, re di Giuda. 2 Tutto farò sparire dalla terra. Oracolo del Signore. 3 Distruggerò uomini e bestie; sterminerò gli uccelli del cielo e i pesci del mare, abbatterò gli empi; sterminerò l'uomo dalla terra. Oracolo del Signore. 4 Stenderò la mano su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme; sterminerò da questo luogo gli avanzi di Baal e il nome stesso dei suoi falsi sacerdoti; 5 quelli che sui tetti si prostrano davanti alla milizia celeste e quelli che si prostrano davanti al Signore, e poi giurano per Milcom; 6 quelli che si allontanano dal seguire il Signore, che non lo cercano, né si curano di lui. 7 Silenzio, alla presenza del Signore Dio, perché il giorno del Signore è vicino, perché il Signore ha preparato un sacrificio, ha mandato a chiamare i suoi invitati. 8 Nel giorno del sacrificio del Signore, io punirò i prìncipi e i figli di re e quanti vestono alla moda straniera; 9 punirò in quel giorno chiunque salta la soglia, chi riempie di rapine e di frodi il palazzo del suo padrone. Esodo 21 Poi il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano verso il cielo: verranno tenebre sul paese di Egitto, tali che si potranno palpare!». 22 Mosè stese la mano verso il cielo: vennero dense tenebre su tutto il paese d'Egitto, per tre giorni. 23 Non si vedevano più l'un l'altro e per tre giorni nessuno si potè muovere dal suo posto. Ma per tutti gli Israeliti vi era luce là dove abitavano. Geremia 13:16 Date gloria al SIGNORE, al vostro Dio, prima che egli faccia venir le tenebre; prima che i vostri piedi inciampino sui monti avvolti nel crepuscolo, e voi aspettiate la luce ed egli ne faccia un'ombra di morte, e la muti in oscurità profonda.
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Geremia 23:12 «Perciò la loro via sarà per loro come luoghi sdrucciolevoli in mezzo alle tenebre; essi vi saranno spinti e cadranno; poiché io farò venire su di loro la calamità, l'anno in cui li visiterò», dice il SIGNORE. Isaia 60:2 Infatti, ecco, le tenebre coprono la terra e una fitta oscurità avvolge i popoli; ma su di te sorge il SIGNORE e la sua gloria appare su di te. Ezechiele 34:12 Come un pastore va in cerca del suo gregge il giorno che si trova in mezzo alle sue pecore disperse, così io andrò in cerca delle mie pecore e le ricondurrò da tutti i luoghi dove sono state disperse in un giorno di nuvole e di tenebre; 10 In quel giorno - parola del Signore grida d'aiuto verranno dalla Porta dei Pesci, ululati dal quartiere nuovo e grande fragore dai colli. 11 Urlate, abitanti del Mortaio, poiché tutta la turba dei trafficanti è finita, tutti i pesatori d'argento sono sterminati. 12 In quel tempo perlustrerò Gerusalemme con lanterne e farò giustizia di quegli uomini che riposando sulle loro fecce pensano: «Il Signore non fa né bene né male». 13 I loro beni saranno saccheggiati e le loro case distrutte. Hanno costruito case ma non le abiteranno, hanno piantato viti, ma non ne berranno il vino. 14 È vicino il gran giorno del Signore, è vicino e avanza a grandi passi. Una voce: Amaro è il giorno del Signore! anche un prode lo grida. 15 «Giorno d'ira quel giorno, giorno di angoscia e di afflizione, giorno di rovina e di sterminio, giorno di tenebre e di caligine, giorno di nubi e di oscurità, 16 giorno di squilli di tromba e d'allarme sulle fortezze e sulle torri d'angolo. 17 Metterò gli uomini in angoscia e cammineranno come ciechi,
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perché han peccato contro il Signore; il loro sangue sarà sparso come polvere e le loro viscere come escrementi. 18 Neppure il loro argento, neppure il loro oro potranno salvarli». Nel giorno dell'ira del Signore e al fuoco della sua gelosia tutta la terra sarà consumata, poiché farà improvvisa distruzione di tutti gli abitanti della terra. Gioele 3,4 Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno del Signore, grande e terribile. Dalla caduta dell‘uomo, con il Peccato Originale, alla Maturità dei Tempi. Dalla Redenzione alla Parusìa Intermedia. Riprendiamo le considerazioni rivelate a Don Guido Bortoluzzi. Con il passare del tempo, quando ai Figli di Dio (i discendenti puri di Adamo) piacquero le più belle delle figlie degli uomini (le femmine dei discendenti ibridi di Adamo) e le presero in mogli, ossia come schiave concubine (Gn. 6,2), i due rami genealogici cominciarono a fondersi a spese del ramo puro che lentamente si assottigliò fino a scomparire definitivamente come specie pura, assorbito dalla popolazione ibrida. Così i discendenti ibridi s‘inabissarono progressivamente in un‘involuzione psicosomatica che fece perdere loro i requisiti di uomini perfetti per farli sopravvivere allo stato di ominidi. Pertanto questi uomini ibridi persero non solo il requisito di Figli di Dio, ma anche lo Spirito di Dio (Gn. 6,3) perché lo Spirito di Dio non poteva abitare in esseri animaleschi. Solo dopo che le frange più compromesse furono spazzate via da selezioni di vario tipo (si pensi al Diluvio), il Signore iniziò il recupero della specie umana ibrida, promuovendo un processo di ricostruzione. Alla specie ibrida, cioè discendente del ramo illegittimo di Adamo, appartiene oggi tutto il genere umano. I reperti archeologici sono dunque la prova non dell‘evoluzione della specie umana, bensì del suo decadimento e del suo recupero, fenomeni spesso intrecciati fra loro. E questo processo di ricostruzione è ancora in atto. Quando poi l‘umanità rievoluta raggiunse un livello di sufficiente capacità di intendere e di volere, cioè nella pienezza dei tempi, Dio mandò Suo Figlio Gesù affinché ridonasse il Suo Spirito a tutti i miti e i giusti della terra così che, per la Sua obbedienza e mediazione, essi potessero esser riammessi all‘eredità spirituale e potessero esser riaperte loro le porte dell‘eterna felicità. Perciò, in quanto figli illegittimi, senza la Redenzione ‗non siamo eredi‘ dei beni eterni previsti da Dio per i Suoi Figli legittimi: solo la Redenzione operata da Cristo può riportare i ‗figli naturali dell‘Uomo‘ (Adamo) nella condizione di ‗figli adottivi di Dio‘. Questa rivelazione è di una semplicità e di una logica straordinarie.
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Indice
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IV° LIBRO – Il Vero Risplende nel Bello 5. Il Cartello della IG Farben 6. La grande « menzogna », nemica del Bello. Il Signoraggio Secondario, parliamone! 7. LEVA FRAZIONARIA E SIGNORAGGIO SECONDARIO 10. Come riconoscere il male luciferino, da quello satanico ed elevare lo Spirito nel Bene 12. Simboli satanici e Massonici 13. La Bellezza Salverà il Mondo 14. Tutti i piccoli katechon del mondo all‘unisono con la Chiesa, ed il Sommo Sacrificio 17. Il sacrificio nel cristianesimo 19. Intervista a Jonathan Levy, l'uomo che si sta battendo contro i crimini dei Balcani 21. Prima che il Galli canti 23. « Era Montini a dire ad Andreotti cosa doveva fare, non certo il contrario » 25. L‘errore dell‘Ecumenismo di Assisi : sulle orme del progetto esoterico-massonico 28. La Santa Liturgia 28. La Liturgia è Parusìa anticipata, l‘irrompere del ―Già‖ nel nostro ―Non Ancora‖ 29. INTROIBO AD ALTAREM DEI 29. MEDITAZIONE PRIMA DELLA MESSA DEL S. CURATO D‘ARS 29. La Massoneria si insinua nella Chiesa fino a dirigerne gli andamenti e le arti sacre 30. Templi satanici spacciati per chiese cattoliche 31. Il dossier di Chiesa Viva sull‘opera massonica di San Giovanni Rotondo 32. L‘UCITecnici, l‘Unione Cattolica Italiana di Tecnici 33. MONS. LEFEBVRE E LA QUESTIONE LITURGICA 34. Motu Proprio e soppressione della "scomunica": la stessa linea 36. UT IN OMNIBUS GLORIFICETUR DEUS 36. OBBLIGHI E IMPEGNI SOLENNI NELLA COSTITUZIONE LITURGICA 36. « Negare la Shoah è ignorare la croce e il mistero di Dio » 37. La Bellezza ed il Mondo 38. La distruzione della Terra, il più grande business del secolo 38. La storia siamo noi . Pio XII e Pasquale Rotondi, l‘ « Arca che salva la bellezza » 41. La MAFIA, come paradigma per la distruzione della bellezza… e non solo 43. La droga, nel sistema di controllo mondiale, finanza le agenzie di spionaggio 48. La beata « canapa ». Volete sapere perchè è scomparsa l‘erba autoctona d‘eccellenza? 49. Un esempio emblematico: dall‘Unità d‘Italia alla distruzione del Bel Paese 53. Una vigliaccata ed una pagliacciata orchestrata dalla massoneria inglese 54. E lo chiaman ancora Risorgimento, oggi che sono 150 anni del grande inganno 57. 1861 : la fuga di un popolo. 6 milioni di meridionali allontanati dalla loro terra 60. La socializzazione dell‘uomo e la comune condivisione dei beni d‘uso 62. Il Futuro della Nostra Terra. Responsabilità cristiana per il sociale, il lavoro, l‘ambiente 64. Perché l‘apertura al mondo? 65. E‘, forse, il caso che ci soffermiamo ad analizzare il Credo della Chiesa Cattolica? 68. IL CREDO APOSTOLICO CONTRO LO GNOSTICISMO
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72. Il Credo Apostolico contro il credo agnostico sionistico dei cooperatori del male 73. Pasolini « l‘intellettuale onesto », ed il libro che gli costò la vita: Petrolio 75. Conoscere Nomadelfia 83. Non è superbia ergersi contro le forze del mondo: è santità 84. Cosa è oggi Nomadelfia? 89. Xenobia è la filiera integrata «per missione» alla proposta di Nomadelfia 90. La storia degli Stati Uniti e del Mondo è segnata dalla guerra 91. Sulle tracce di Celestino Papa 95. La tomba di Celestino V 96. ESOTERISMO A L‘AQUILA: DA QUI PASSA IL NUOVO ORDINE MONDIALE 98. La Menorah e la moneta unica, il simbolo del controllo mentale 100. REGOLA CELESTINA DELLO SPIRITO SANTO E L‘ARCA DELLA BELLEZZA 101. Ma cosa cercava San Celestino che mancava alla sua formazione cristiana? 102. La Parusia Intermedia 102. Messaggi per l‘Opera della Divina Sapienza (ODS) 104. PROCEDIAMO CON DOMANDE E RISPOSTE 113. È forse eresia credere nella Venuta Intermedia di Gesù? 120. Passiamo ad Agostino Lemann sulla legione dei Dottori del Popolo 123. Volere Divino 124. LA PIANIFICAZIONE DIVINA È TRINITARIA 124. ANTICO TESTAMENTO, NUOVO TESTAMENTO, TESTAMENTO FUTURO 126. La coesione divina è perfetta 127/130. Lettera a Uchidia 129. Capire ancora meglio, la Profezia di Gesù sulla Chiesa degli Ultimi Tempi 132. IL VICINO RITORNO DI GESU' – LA VIA LUCIS PARUSIAE 133. Ma ecco la meraviglia. La profezia di Daniele aggiunge 133. SAN PAOLO: UN TESTAMENTO MORALE E DI MISSIONE 136. I tre giorni di buio prima della parusìa: estote parati (state pronti!) 137. RASSEGNA CARISMATICA SUI TRE GIORNI DI BUIO 138. Le profezie di Anna Maria Taigi
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