Passione di Gesù - Introduzione
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L’ora narrata di Gesù. Prima parte: la passione Bibliografia di riferimento R.E. BROWN, La morte del messia, un commentario ai racconti della passione dei quattro vangeli, Brescia 1999. I. DE LA POTTERIE, La Passione di Gesù secondo il vangelo di Giovanni, Milano 19994, esp. 7-35.101-160 (Golgota). R.A. CULPEPPER, “Designs for the Church in the Gospel Accounts of Jesus’s Death” in New Testament Studies 51 (2005) 376-392. _____________, “The Theology of the Johannine Passion Narrative: John 19,16b-30”, Neot 31 (1,1997) 25-41. J. LÓPEZ, « “Todo el que es de la verdad escucha mi voz” (Jn 18,37). Una lectura desde el “libro de los signos” », Studia missionalia 53(2004) 71-99. B. MAGGIONI, I racconti evangelici della passione, Assisi 32006. R. SCHNACKENBURG, “Esaltazione e glorificazione di Gesù” in ID., Il vangelo di Giovanni IV, Brescia 1977, 659-676. U. VANNI, Vangelo secondo Giovanni, passi scelti ad uso degli studenti, Roma 1993, 170203.
I.
VISIONE GLOBALE DELLA PASSIONE IN GIOVANNI
1. 2.
INTRODUZIONE E COMPARAZIONE GENERALE COL RACCONTO SINOTTICO. LA PREPARAZIONE NEL LIBRO DEI SEGNI COME ANTECIPAZIONE DELLA NUOVA ALLEANZA: Tema dell’esaltazione del Figlio dell’uomo Tema dell’Ora: 2,4; 7,30; 12,23; 13,1; 17,1 Vittoria sul male: 12,31 Raduno escatologico del popolo di Dio: 11,47-52 (“profezia” di Caifa) Conclusione COMPOSIZIONE DEL RACCONTO DELLA PASSIONE NEL QUARTO VANGELO.
2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 3.
II. ESEGESI E TEOLOGIA DELLE SINGOLE PARTI. 1. Gesù si manifesta (VEgw, eivmi) e si consegna ai nemici nell’orto… 2. Gesù viene trasportato nella casa di Anna, prima negazione di Pietro, interrogatorio davanti ad Anna, seconda e terza negazione di Pietro ………………………….. 3. Processo davanti a Pilato……………………………………….. 4. Golgota, la croce del re e trafittura del costato…………………. 5. Epilogo: seppellimento in un orto………………………………
I.
VISIONE GLOBALE
18,1-11
orto
18,12-27 18,28-19,16a 19,16b-37 19,38-42.
palazzo palazzo Golgota orto
DELLA PASSIONE IN GIOVANNI
1. INTRODUZIONE E COMPARAZIONE GENERALE COL RACCONTO SINOTTICO. La passione e la croce di Gesù rappresentano il completamento dell’incarnazione e ci mostrano l’agapē di Dio eivj te,loj. Il racconto della passione e morte di Gesù come il resto del vangelo ha una doppia dimensione, cioè ha un livello storico-teologico: Storico: l’umanità di Gesù soffre, riceve delle umiliazioni.
Passione di Gesù - Introduzione
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Teologico: la passione è capita come elevazione - glorificazione. Giovanni ricalca la regalità di Cristo lungo il racconto. È un re che paradossalmente trionfa per mezzo della sua esaltazione in croce1. L’evangelista ci presenta, poggiandosi sull’accaduto, una lettura matura, di quanto lui ha visto e contemplato riguardo agli ultimi avvenimenti di Gesù. Guidati dallo Spirito Santo l’autore del Quarto vangelo narra gli eventi in sintonia con quanto Gesù, il buon Pastore aveva in precedenza detto: “… io offro la mia vita per poi riprenderla finché di nuovo la riprenda (… evgw. ti,qhmi th.n yuch,n mou( i[na pa,lin la,bw auvth,nÅ). Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso.” (Gv 10,17)2. Mediante la esaltazione in croce Gesù trionfa su coloro che lo condannano, trionfa sul mondo. Qui il vocabolo ko,smoj è inteso nel senso più forte di tenebre, e cioè come rifiuto omicida della parola incarnata di Dio. Il racconto della Passione e della morte di Gesù nel Quarto Vangelo si avvicina di più di altri racconti giovannei, ai Sinottici. Dopo la preghiera dell’Ora (12,27-28), vicina alla narrazione sinottica dell’agonia nell’orto, Giovanni concorda negli elementi fondamentali della Passione (capitoli 18-19) con gli altri tre evangelisti, soprattutto con Luca. Giovanni converge qui verso i sinottici, più che in qualsiasi altra parte del suo vangelo, forse perché è la parte che ha acquistato per prima una forma stabile nella tradizione primitiva. Nonostante ha la sua originalità. Proprio per questo alcuni esegeti fanno notare che proprio in questi due capitoli spunta più chiaramente la teologia giovannea. Uno sguardo alle omissioni principali e agli elementi propri ci mostra la visione tipica della passione secondo il Quarto Evangelista. Per averne un’idea possiamo confrontare schematicamente con i sinottici, notare ciò che si trova in essi ed è omesso da Gv., e ciò che Gv. ha aggiunto di suo3.
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J. LÓPEZ, « “Todo el que es de la verdad…” », 96-97. Le guardie vanno nell’orto del Getsemani con lo scopo di arrestare Gesù; cadono invece per terra all’egō eimi. Gesù si consegna volontaria e liberamente. L’esclamazione di Gesù sulla croce tete,lestai “tutto è finito-compiuto” (19,30) significa a livello umano che la vita sulla è finita, a livello teologico tutto è giunto alla sua completezza e pienezza. Di fatto sulla croce non gli fu spezzato alcun osso. Ma c’è di più: Gesù è l’Agnello Pasquale della Nuova Alleanza. 3 U. VANNI, Vangelo secondo Gv., 170. 2
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Eventi narrati da almeno due sinottici e omessi da Giovanni
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Eventi propri di Giovanni
Agonia dell’orto “Sono Io” e cadono per terra Bacio di Giuda Interrogatorio presso Anna Fuga dei discepoli Primo litigio di Pilato coi Giudei Processo davanti al Sinedrio Interrogatorio privato nel pretorio Derisione di Gesù come profeta Simone Cireneo
“Ecco l’uomo”; “ecco il vostro re” Pilato ricusa di cambiare il titolo sulla croce
Derisione di Gesù sulla croce Maria sotto la croce Tenebre “Ho sete”; “Tutto è compiuto” Grido di Gesù morente Gesù trafitto Scissione del velo Intervento di Nicodemo nella sepoltura Professione di fede del centurione Da un primo sguardo alla tavola degli elementi più importanti di comparazione scaturiscono due osservazioni: le omissioni sono numerosi, come pure le inserzioni proprie. Rispetto ai sinottici in Gv è presente: l’espressione di Gesù lo sono detta tre volte ai soldati (18,5.6.7) che cercano di arrestarlo. Questa scena sostituisce l’agonia al Getsemani. Invece del processo giudaico compare davanti ad Anna: è solo un’interrogazione senza alcun valore giudiziario. Il processo romano è narrato più ampiamente. Appartengono solo al IV Vangelo le due scene dell’ecce homo (VIdou. o` a;nqrwpoj 19,5) ed dell’ecco il vostro re (:Ide o` basileu.j u`mw/n 19,14). Questo è molto significativo come esempio di trasformazione giovannea del racconto con rispetto ai sinottici. Giovanni menziona, infatti, la scena della coronazione di spine ma senza l’aspetto forte dell’umiliazione e sofferenza proprio dei sinottici. Nel quarto vangelo diventa la coronazione dell’uomo Gesù come re. Solo Gv parla della discussione dei giudei con Pilato riguardo al testo da mettere sulla croce4 che poi è più lungo dei sinottici. Solo in Gv c’è il sorteggio della tunica senza cuciture e la citazione del Salmo 21. Soltanto Gv ricorda la madre di Gesù e il discepolo prediletto ai piedi della croce e il colpo della lancia al costato da cui esce sangue ed acqua. Poi la sepoltura di Gesù curata da Giuseppe di Arimatea e da Nicodemo, quello che in precedenza era andato da lui di notte. Gesù riceve una sepoltura con delle onorificenze regali (19,39). Il trionfo della resurrezione viene anticipato quindi alla passione e morte attraverso brani e dettagli narrativi propri. Una prima conclusione da questa prima considerazione globale è che dobbiamo aspettare una visione teologica tipica di Giovanni coerente col resto del vangelo che giustifichi tutto ciò.
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Due persone sono affianco a Gesù sulla croce per evidenziare la sua posizione centrale.
Passione di Gesù - Introduzione
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Questa visione propria che troveremo in seguito nell’esegesi dei capitoli 18-19 è stata accuratamente preparata già, non solo nell’Ultima Cena ma incluso prima, nel Libro dei Segni. Raccogliamo in sintesi gli elementi o temi caratteristici principali: 2.
LA PREPARAZIONE NEL LIBRO DEI SEGNI COME ANTECIPAZIONE DELLA NUOVA ALLEANZA:
2.1 Tema dell’esaltazione del Figlio dell’uomo 2.2 Tema dell’Ora 2.3 Altri aspetti di anticipo escatologico 2.3.1 Comparazione con i vangeli sinottici. 2.3.2 Nel IV vangelo 2.4 Conclusione 2.1 Tema dell’esaltazione del Figlio dell’uomo. Viene indicato dal verbo u`yo,w5 il quale ricorre in Gv 3,14; 8,28; 12,32-34 e cioè in ognuno degli annunzi dell’elevazione in croce. Gv 3,14
kai. kaqw.j Mwu?sh/j u[ywsen to.n o;fin evn th/| evrh,mw| E come Mosè innalzò il serpente nel deserto ou[twj così
u`ywqh/nai essere innalzato
dei/ to.n ui`o.n tou/ avnqrw,pou( deve il Figlio dell’ uomo
Il termine u`ywqh/nai, essere innalzato, lo troviamo nel quarto poema del Servo (Is 52,13): “Ecco il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e innalzato”6. Indica nell’insieme profeticamente una glorificazione. Possiamo notare immediatamente la differenza per esempio con l’annunzio in Matteo: “Il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, perché sia schernito, flagellato e crocifisso”. 20,18-19 Come possiamo interpretare le differenze, quest’innalzamento sulla croce, cioè la glorificazione di Gesù anticipata alla crocifissione? Vediamo con più precisione il primo dei tre testi dove si condensa in anticipo la teologia di Gv. sulla passione. - Il primo annunzio accade durante l’incontro con Nicodemo. “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede, abbia in lui la vita eterna”
3,14-15
Come abbiamo già visto nel discorso sui “segni” si tratta di un lavoro redazionale dell’evangelista. L’obiettivo è concorde con lo scopo principale del vangelo: suscitare il
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“Il verbo u`yo,w come anabai,nw [Nicodemo (Gv 3,13); discorso del pane di vita (6,62)], u`pa,gw [durante la festa delle tende (Gv 7,33; 8,14.21s)], indica il passaggio di Gesù dalla esistenza terrena a quella celeste cioè il passaggio della sua morte; u`yo,w indica anche il modo di questa morte”. G. BERTRAM, “u`yo,w”, Grande Lessico del Nuovo Testamento, XIV, 804. 6 Ha il senso di trionfare implicando esercizio della potenza regale; cf. 1 Maccabei 8,13; 11,16.
Passione di Gesù - Introduzione
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credere che proporziona vita eterna. Il parallelo con l’azione di Mosè (Num 21,4-9) fa di questa una prefigurazione, un “tipo” dell’azione salvifica di Gesù sulla croce. - Il secondo dei testi sull’innalzamento accade durante l’insegnamento di Gesù durante la festa delle tende che fa nascere una discussione con i Giudei (capi dei farisei…) Disse dunque Gesù “Quando innalzerete il Figlio dell’ uomo, allora conoscerete che io sono e che non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, queste cose dico.” conoscerete che Io sono…” Quando ({Otan)… allora (to,te). La crocifissione è una rivelazione della divinità di Gesù. C’è l’aspetto di trionfo presente. Il terzo annunzio 12,31-33, l’elevazione in croce come il vertice dell’attrazione universale, accade durante la conclusione dell’attività della vita pubblica di Gesù (12,2036). “Ora è il giudizio di questo mondo; adesso il principe (o` a;rcwn ) di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato (eva.n u`ywqw/) da terra attirerò tutti (pa,ntaj) a me”. Questa diceva per indicare (shmai,nwn) di qual morte doveva morire. Il quarto evangelista ci riporta poi la reazione della folla (12,34) che non riesce a capire due aspetti in apparenza discordanti: la permanenza-continuità senza limiti di Cristo e la crocifissione del Figlio dell’uomo che invece sono presenti come un’unità7. La maggioranza degli esegeti moderni sono d’accordo nel considerare la morte di Gesù nel quarto vangelo come rivelazione del mistero di Cristo più che un sacrificio espiatorio.8 Giovanni, infatti, insiste sulla regalità di Cristo nella sua passione e per questo la narra come una intronizzazione. Così Gv vuol mostrare nel medesimo racconto la divinità di Gesù nella forma serena, come re, con cui lui affronta la passione. Per quelli che avevano conosciuto Gesù, il figlio de Giuseppe e di Maria (Gv 6,42) occorreva mostrare pure nel momento della passione la sua divinità. Invece alla comunità alla quale s’indirizzavano le lettere, già a distanza dalla vita di Gesù, senza la conoscenza immediata del Maestro, era necessario insistere di più sulla sua realtà d’incarnato, sulla sua umanità. Questo è anche un chiaro indizio che la composizione del IV vangelo accade prima della lettera.
U. VANNI, Giovanni, 172. Vale a dire che l’accenno non si mette sull’aspetto doloroso, l’umiliazione, la sofferenza di Cristo, ma come “la sua ora di passare da questo mondo al Padre” in chiave di agápē “dopo aver amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine (13,1). La sua passione diventa in Gv, più che altro un innalzamento, una intronizzazione e una glorificazione. Cf. H.J. LEE, “Signore vogliamo vedere Gesù”. La conclusione dell’attività pubblica di Gesù secondo Gv 12,20-36, Tesi Gregoriana, Serie Teologia #124, Roma 2005, 101113.
7 8
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2.2 Tema dell’Ora Un altro tema che prepara la passione è quello dell’Ora. Questo tempo particolare di Gesù denominato “Ora” comprende la passione, morte, risurrezione e ascensione. Ciò risulta dai seguenti testi: - A Cana Gesù parla della sua ora ma senza precisare quando…………………….. 2,4. - Durante la festa delle Capanne (delle Luci) il narratore, cioè l’evangelista, si riferisce senza ambiguità alla morte di Gesù…………………………………... 7,30. - Alla conclusione della sua attività pubblica lo stesso Gesù introduce il tema della sua glorificazione………………………………………… 12,23. - All’inizio proprio del libro dell’Ora, il narratore introduce la glorificazione soltanto come passaggio al Padre………………………………………………… 13,1. - All’inizio della “preghiera sacerdotale” Gesù stesso parla della sua ora come arrivata e come glorificazione……………………………………………… 17,1. 2.3 Altri aspetti di compimento anticipato. Due aspetti di compimento dell’Antica Alleanza in una Nuova restano da trattare. Sono aspetti di escatologia compiuta: il raduno del popolo escatologico e la vittoria sul male. Ambedue li consideriamo insieme come anticipo dell’evento escatologico. 2.3.1
Comparazione con i vangeli sinottici. In Marco la nuova alleanza inizia sul Calvario, con l’ingresso dei pagani nel nuovo tempio che è il Cristo risorto [vedi la confessione del centurione (Mc 15,39)]. In Matteo si rende nota con i morti che risorgono, mentre la vecchia alleanza finisce mediante le immagini delle tenebre e il terremoto (Mt 27,45.51). In Luca inizia con le conversioni. Le donne contemplano la croce e invitano il lettore ad associarsi alla stessa contemplazione. Le donne, infatti, si battono il petto (Lc 23,27). Il buon ladrone entra con Gesù in paradiso (Lc 23,43). Gesù prega il Padre perché perdoni quelli che l’hanno crocifisso9. 2.3.2
Nel IV vangelo La nuova alleanza in Gv invece comincia: - con il raduno escatologico del popolo di Dio 10. Alla fine del racconto di Lazzaro il narratore costata l’effetto del segno sui presenti: molti credettero in lui Molti dei Giudei, che erano-venuti da Maria e che-avevano-contemplato ciò che feci, credettero in lui. 11 kai. qeasa,menoi a] evpoi,hsen evpi,steusan eivj auvto,n\ 11,45 ma altri andarono dai farisei e dissero loro ciò-che Gesù feci (a] evpoi,hsen: 11,46).12 E così il narratore introduce il raduno del sinedrio. Le parole di Caifa sono commentate così: Gesù doveva morire “per riportare ad un’unità i figli di Dio dispersi” (11,47-52). Questa azione nei profeti è attribuita ai tempi messianici13. Ma qui non si tratta di radunare i dodici tribù disperse d’Israele ma di creare un popolo aperto anche ai gentili. Ben sintetizzato in L. ORLANDO, Il Vangelo di Giovanni, Lettura teologica, Taranto 2003, 220. R. SCHNACKENBURG, Il Vangelo di Giovanni, II, 596-97 (su Gv 11,52); U. VANNI, Vangelo secondo Giovanni, 172; 11 Medio participio aoristo; partic. sostantivato soggetto; nominativo pl. m. di qea,omai qea,somai evqeasa,mhn teqe,amai guardare, contemplare. 12 E stato pure l’atteggiamento del paralitico guarito. Lui è andato dai sommi sacerdoti, rappresenta una antitesi del cieco guarito. 13 Vedi Is 11,10-12.15-16; Michea 7,11s; Ger 23, 2-5; Ez 34,12-13.16. Nell’AT, Is 2,2-5 e Ger 31,10 si riferiscono ad un ritorno dall’esilio e ad un raduno d’Israele su Sion. 9
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Ci sono dunque gli aspetti d’unità e d’universalità presenti. Gv, infatti, commenta che c’era un gruppo di greci e cioè di non israeliti che volevano vedere (ivdei/n)14 Gesù (Gv 12,20-21). - con il giudizio del mondo: La vittoria di Cristo sul male in tutte le sue forme si relaziona con la crocifissione di Gesù (12,31). Il male viene condannato nel suo origine: il padre della menzogna e principe di questo mondo. Gesù sulla croce toglie ogni potere al principe di questo mondo. Davanti a Gesù si creano due gruppi. Chi crede è salvato; chi non crede è condannato (vedi 3,18 e 8,24). Proprio questo si compie sulla croce. 2.5 Conclusione Il verbo u`yo,w, infatti rende anche il valore dell’insediamento nella potenza e nella gloria, come una intronizzazione. Con questo valore il verbo richiama il tema, caro a Giovanni, della regalità di Cristo. Così, secondo l’espressione di Paolo, tutto sarà a Lui sottomesso (vedi 1Cor 15,24-28; Fil 2,8-11; Ef 1,20-23). L’universalità della Chiesa e del culto a Cristo Signore prende il senso dalla signoria di Gesù su tutti e su tutto. Dato che il concetto dell’innalzamento di Cristo, secondo la teologia giovannea, contiene in sé, senza nessuna separazione, l’evento della crocifissione e quello della risurrezione, questo risulta centrale nella sua presentazione del mistero pasquale della salvezza”. C’è dunque un doppio piano non soltanto quello della regalità l’immagine indica un’elevazione verso il cielo come simbolo della risurrezioneascensione; questa ultima non c’è come tale in Gv. L’espressione “essere esaltato” va vista nella sua duplice dimensione: morte-glorificazione.15 In altre parole nella primitiva predicazione della Chiesa, l’ascensione è considerata come l’intronizzazione regale di Gesù in cielo (cf. le parole di Pietro in At 2,36; cf Paolo in Fil 2,29). Egli diviene il Kyrios, il Signore. L’aspetto sotto il quale è descritta l’ascensione è quello della pressa di possesso del regno. Giovanni anticipa quest’aspetto al momento della croce. Egli vede il Cristo innalzato in croce come un re che sul trono regna sopra il suo popolo, Signore e re dei suoi (18,37) 16. “L’aspetto positivo più importante dell’Ora di Gesù consiste nella salvezza dei credenti… in una dimensione universale: di tutti (pa,ntaj) gli uomini che vengono da lui e da lui si lasciano guidare”.17 Il terzo annunzio col riferimento alla richiesta di credere, conserva come gli altri due la sua esigenza personale di risposta positiva.
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Verbo (infinito aoristo2 o`ra,w) già spiegato, verbo di percezione pure interiore. Indica in questo contesto un atteggiamento interno di ricerca fra i non Giudei. 15 R. SCHNACKENBURG, Il Vangelo di Giovanni, II, commento a 12,32, p. 652. 16 Cf. I. DE LA POTTERIE, La Passione di Gesù, 18. 17 Importante rendersi conto che il complemento oggetto, aggettivo sostantivato (pronome), accusativo plurale mascolino pa,ntaj (pa/j pa/sa pa/n), sebbene intenzionalmente universalistico vi è inclusa l’intenzione della fede (3,15.16; 6,37.40); cf. R. SCHNACKENBURG II, 653.
Passione di Gesù - Introduzione
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3. COMPOSIZIONE LETTERARIO-TEOLOGICA DEL RACCONTO DELLA PASSIONE 18 SECONDO GIOVANNI. 1) Gesù si manifesta (VEgw, eivmi) e si consegna ai nemici nell’orto 2) Gesù viene trasportato nella casa di Anna, prima negazione di Pietro, interrogatorio davanti ad Anna, seconda e terza negazione di Pietro: 3) Processo davanti a Pilato 4) Golgota, la croce del re 5) Trafittura del costato 6) Epilogo: seppellimento in un orto
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orto
18,12-27 18,28-19,16a 19,16b-30 19,31-37 19,38-42.
palazzo palazzo Golgota Golgota orto
Il processo davanti a Pilato è al centro di tutta la narrazione. È la più elaborata e quella che più chiaramente esprime la prospettiva teologica dell’evangelista. Notiamo che tutta la sezione forma un’unità compatta. Incluso comincia con la menzione all’inizio di un orto (kh/poj), luogo (to,poj) che conosceva Giuda (18,1-2) e poi alla fine di tutto il racconto narra Gv: 18,1-2 19,41 …dal torrente Cedron dove c’era un orto… kh/poj Anche Giuda… conosceva quel luogo to,poj
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I. DE LA POTTERIE, La Passione di Gesù, 35.
c’ era nel luogo to,poj in cui fu crocifisso un orto kh/poj e nell’orto kh/poj un sepolcro nuovo, in cui non era ancora stato posto nessuno