gli addetti alla fabbricazione del buonumore sono in cassa integrezione. era per i tuoi occhi all'ufficio degli oggetti smarriti. fare l'amore nei contei ner tra i file di ricordi e non poterti raggiungere perchè ci sono le targhe dispa ri. e i nostri venerdì neri, i tuoi miracoli economici. i lunedì difettosi, accompagnami a raccogliere i petardi che non sono esplosi era per l'alta marea dei nostri sguardi, per i cieli dipinti con i pennarelli sc arichi. altri cieli coperti dai copertoni bruciati e dai tuoi sbattimenti. i tuoi occhi nel celofan ci hanno fucilati. avevamo l'inesperienza necessaria e fogli di via. la mattina i capelli coperti di brina. metteranno in vendita i colori dei tuoi occhi come dati statistici. e se ti piove dentro se hai i temporali dentro e coi tuoi sospiri fai cadere i g overni. con le nostre discussioni serie si arricchiscono solo le companie telefoniche. e invidiare le ciminiere perchè hanno sempre da fumare. i tuoi capelli che sono fili scoperti, che sono nastro isolante, che sono fili s coperti. faremo dei rave sull'enterprise, farò rifare l'asfalto per quando tornerai. che i sogni siano sintomi siano armi nucleari. le nostre parole che sono solo anidride carbonica. delle sere a sbranarsi, delle sere a strafarsi, con me non devi essere niente. addio fottiti ma aspettami. trasformiamo questa città in un'altra cazzo di città! e noi respiravamo forte, con le transenne tra le costole. che il nostro ridere f a male al presidente. che a forza di ferirci siamo diventati consanguigni. e dici questa città non ci morirà tra le braccia. non c'è un cazzo da piangere. come quella sera che ti eri sciolta i capelli, come le portiere sbattute che da lontano ci sembravano degli applausi. e posso darti degli altri nomi stupidi, degli altri campi gelidi. mi urli che il tuo cuore non è un bilocale da trecento euro al mese, andremo a Rom a a salvare le balene. vigliamo anche le rose delle stelle tra le costole, tra le tue occhiaie azzurre.
perchè è una guerra fredda. gli altri sono svenuti sotto i portici, sotto i nostri c ieli indecifrabili. altre eclissi per non rivederci. e se gli alberghi appena costruiti coprono i tramonti tu non preoccuparti. che se avevi gli occhi lucidi era per la congiuntivite. altre stelle comete, voli di trenta metri dalle impalcature. restrizioni per abbracciarsi. che Milano era veleno. per ammazzare il tempo ci siamo il tempo ci siamo sconvolti. e ti ricordi che i nostri sogni sfioravano i soffitti. quando strattonavamo il mare dove andavamo a farci male? e tutti i nostri no dove vuoi che ci portino? su questo schifo di amore era per respingerti in mare i tuoi pensieri sono spesso dello stesso materiale del cielo di milano. per conformarsi a un certo modello di dolore, per un malinteso senso del progres so, per un difetto di fabbricazione. dove cazzo siete andati tutti? i vostri sguardi che fondevano i metalli. i tuoi amici che si contano sui petali di quei fiori. quei momenti che respiravamo forte come se stessimo correndo, come per commemora re i tuoi capelli lunghissimi. tramonti che hanno dei colori chimici. non c'è niente da capire. che a forza di bere ti è andato di traverso il mare. e ci piscino pure addosso gli angeli, e i conoscenti morti negli incidenti. sventoleremo le nostre radiografie per non fraintenderci. tutte le sere a bere, per struccarti useranno delle nuvole cariche di pioggie ad esso che sei forte che se piangi ti si arruginiscono le guancie. di notte le pattuglie che inseguono le falene e le comete come te. che poi ci metteremo a tremare come la california amore. .a inchiodare le stelle a dichiarare guerre, a scrivere sui muri che mi pensi ra ramente, che ci fregano sempre.
noi siamo egocentrici come i gatti scappati dai condomini. e il problema ripetevi, che sono stati asfaltati i prati e non i preti. guardando i muratori che camminano sui tetti, fare ancora i nostri imbarazzanti progetti coi pianeti che ci precipitano in cucina e ci disfano i letti. e gli interessamenti per le persone più fatiscenti che incontri. rifacciamo le tette ai nostri progetti scadenti, restaurando quei momenti quando ci lacrimavano addosso anche i soffitti. invece dai tuoi occhi partivano dei missili. e avremo gli occhi lucidi come le mercedes. daltronde è feroce settembre. la nostra anima che ansimava, era per un occupazione temporanea, era una gara di resistenza. non avevo capito la direzione dei tuoi sguardi, che siamo donne siamo donne. proprio adesso che l'america è vicina, è come andare sulla luna in fiat uno, come la vorare in cina. sei sempre il sole che scende in un ufficio pubblico. per tradirsi e per brillare come le mine e le stelle polari. e sempre come un amuleto tengo i tuoi occhi nella tasca interna del giubbotto. E non ci resta che scoppiare a ridere a dirotto. e quando ci incontriamo fare fi nta di non vedersi e poi spararsi alle spalle ma con l amore necessario a fare passare la pallottola da una parte all altra senza sfiorare nessun organo vitale. Che avevamo l inesperienza necessaria. eravamo dei fiori insperati. ci siamo molto probabilmente rovinati e migliorati. che quella gente eravamo noi, la meglio e la peggio gioventù, che non avevamo solo Maria De Filippi o il calcio nella testa ma volevamo modificare il passato per cambiare il presente e modificare il presente per cambiare il futuro; e come que sta gioventù (che non era poi così bruciata) non aveva mai smesso di credere alle favole, nonostante queste non fossero mai esistite.