ww.sperling.it/tips
ww.sperling.it/tips
Il libro libro
Il tuo lavoro non ti piace? Vorresti trasformare la tua vita professionale ma hai paura di fare un salto nel buio? Se stai scegliendo una carriera, se la stai reinventando, se stai cercando lavoro o lo stai cambiando, se non sei al 100% soddisfatto di quello attuale, questo ebook è per te! Passiamo gran parte della nostra vita al lavoro: se siamo demotivati, delusi, annoiati, arrabbiati stiamo perdendo una parte importan mportante te di noi stessi stess i. Ma cosa desideri desideriamo amo davv davvero, ero, al di là dell dello stipend stipendiio: quali quali risul risultati tati?? Che tipo tipo di rapporto vorremmo avere con i colleghi? Quali sono i progetti che ci entusiasmano? Le cose in cui siamo bravi? Il punto punto di partenza, partenza, ci rivel rivelaa Lucia Lucia Giov Giovanni annini ni,, è appli applicare alcune alcune tecniche tecniche e strumenti strumenti che si sono sono rivel rivelati ati estremamente efficaci con migliaia di persone. Scoprirai così come valorizzare i tuoi talenti (tutti noi ne abbiamo), sfruttare le tue passioni, potenziare le tue capacità per realizzare i tuoi sogni, per renderli concreti e reali, per mettere qualcosa di unico in quello che fai e trovare finalmente il tuo lavoro ideale.
L’autrice
Lucia Giovannini ha un Bachelor in Psycho-Anthropology e un Doctorate in Psychology e Counselling ed è membro dell’American Psychological Association. È Master Trainer di Firewalking, Trainer di Programmazione Neurolinguistica e Neurosemantica (ISNS USA), coach certificata (ACMC USA), Master Trainer di Breathwork e insegnante del metodo Louise Hay. È co-fondatrice di BlessYou! (www.blessyou.me) e codirettrice della Libera Università di Crescita Evolutiva (L’UCE) e dell’Istituto Italiano di Neurosemantica. Da oltre quindici anni tiene corsi per privati e aziende in tutta Europa. È autrice di Tutta un’altra vita, Mi merito il meglio e Libera la tua vita pubblicati con successo da Sperling & Kupfer. www.luciagiovannini.com
Solo coloro che rischiano di andare troppo lontano scoprono fin dove possono arrivare. THOMAS STEARNS ELIOT
Introduzione
Com’è il tuo lavoro? A contare non sono gli anni della vostra vita, bensì la vita nei vostri anni. ABRAHAM LINCOLN
• Vorresti un lavoro che ti appassioni e che ti dia l’opportunità di esprimere al meglio i tuoi talenti e il tuo lato creativo? • Ti piacerebbe andare al lavoro felice e pieno di energia e lavorare insieme a persone che stimi e con le quali sei in sintonia? • E se hai già un lavoro che ami, ti piacerebbe migliorarlo? Se hai risposto sì anche solo a una di queste domande, questo ebook è per te! Nei miei corsi ho incontrato troppo spesso persone in gamba che però si sentivano spente e demotivate, che si svegliavano ogni mattina detestando il loro lavoro o desiderando di tornare a letto, che vivevano aspettando il weekend. O la pensione. Oppure amavano il loro lavoro ma, nonostante corressero come pazzi, non ottenevano i risultati sperati. Ed erano molto stressati perché quell’attività frenetica non bastava mai, come un saltatore cui continuano ad alzare l’asticella. E se ci fosse un modo per cambiare le cose? Se stai scegliendo una carriera, se la stai reinventando, se stai cercando lavoro o lo stai cambiando, se non sei al 100% soddisfatto di quello attuale o gestisci collaboratori e vuoi creare un team cui le persone abbiano voglia di appartenere, nelle prossime pagine troverai gli spunti e gli strumenti che ti aiuteranno. Ovviamente questo ebook non è una pillola magica che farà tutto al posto tuo, né approfondisce tutto quello che c’è da dire sull’argomento. Se vuoi saperne di più sui temi trattati ti consiglio di leggere i miei libri Tutta un’altra vita, che è una vera e propria guida al cambiamento, Mi merito il meglio e Libera la tua vita, due guide pratiche alla felicità e alla serenità interiore. Il mio scopo qui è guidarti verso due obiettivi principali: imparare come «creare» un nuovo lavoro (il più vicino possibile a quello che desideri!) e/o capire come rendere il tuo attuale lavoro più gratificante, non solo da un punto di vista finanziario (anche!), ma soprattutto dal lato umano. Trascorriamo in media 8 ore al giorno al lavoro per 5 giorni alla settimana, 4 settimane al mese,
11 mesi all’anno, almeno 35 anni della nostra vita. Sono 61.600 ore. Quanto è importante questo tempo? Come vogliamo usarlo? Istruzioni per l’uso La verità è una, ma i saggi la chiamano con molti nomi. Detto popolare indù
Ci sono vari modi per utilizzare questo ebook. Leggilo una volta fino alla fine. Otterrai così nuove idee, nuove conoscenze o magari incontrerai dei concetti che ti sono già familiari e che qui avrai modo di approfondire. Poi, puoi rileggerlo facendo gli esercizi e rispondendo alle domande chiave di ogni argomento. In questo modo diventa un vero e proprio corso di auto-coaching da fare comodamente a casa (o in ufficio), da solo o con il tuo team di lavoro. A volte può non essere facile rispondere alle domande su noi stessi, semplicemente perché non siamo abituati a farlo. Eppure si tratta di uno strumento basilare che ci porta a essere consapevoli delle nostre dinamiche psicologiche che altrimenti resterebbero inconsce. Inoltre, attraverso le domande piantiamo dei semi nel nostro inconscio e, anche se al momento non abbiamo una risposta, con il tempo emergeranno nuove soluzioni. In più, le domande che troverai in questo ebook ti permetteranno l’indipendenza emotiva. In alcuni metodi, infatti, c’è il rischio di avere sempre bisogno di ricorrere a qualche figura esterna per comprendere i meccanismi che ci bloccano e realizzare i cambiamenti che desideriamo. Attraverso le domande di auto-coaching, invece, possiamo diventare coach di noi stessi. Rispondendo a queste domande, o anche solo piantando questi semi dentro di te, avrai in premio nuovi punti di vista e sarai in grado di aprire la strada per il lavoro che vuoi. Lasciati stupire dai risultati! Sul mio sito www.luciagiovannini.com puoi scaricare gratuitamente il diario di Crea il lavoro che vuoi stampabile con tutti gli esercizi. In alternativa qualsiasi quaderno va benissimo. Puoi ripercorrere gli esercizi e le domande più e più volte. Servitene come guida quando desideri portare il tuo lavoro a un livello superiore. Ogni volta scoprirai nuove idee, nuove potenzialità e aree di miglioramento. Questo ebook può aiutarti a trasformare la tua vita lavorativa. Come lo so? Perché le idee e i concetti delle pagine seguenti hanno trasformato il mio lavoro e quello di moltissime altre persone. Buona lettura! Conosci te stesso? Nascosto in questa visibile gabbia di materia c’è l’invisibile uccello della vita. Presta attenzione a lui. Sta cantando la tua canzone. K ABIT
Se ti aspetti di trovare il tuo lavoro ideale già confezionato, avrai buone probabilità di non trovarlo mai. Il lavoro ideale va creato, così come molte cose nella vita. La maggior parte delle persone non trova il proprio impiego ideale non perché non abbia abbastanza informazioni sul mondo lavorativo, ma perché non ha abbastanza informazioni sul proprio mondo interiore. Creare il lavoro ideale, infatti, richiede un’approfondita conoscenza di se stessi. Quando abbiamo una buona conoscenza di noi stessi siamo più resistenti allo stress, più focalizzati, ci è più facile capire cosa vogliamo veramente e per quali motivi. E ci è più facile trovare il nostro posto nel mondo professionale. Siccome fin da piccoli siamo più abituati a studiare e occuparci di tutto ciò che è fuori di noi e poco all’auto-esplorazione, spesso serve una crisi, come la perdita del lavoro o uno stop forzato, per spingerci a riflettere sulla nostra carriera e su noi stessi. Perché non farlo prima? Nei prossimi capitoli troverai i 7 passi (e i relativi esercizi chiave) che ti porteranno a raccogliere più informazioni su chi sei, a scoprire i ruoli che giochi, a riconoscere i condizionamenti che ti bloccano, a capire cosa ti piace fare, i tuoi veri talenti e il tuo scopo più alto. E, soprattutto, scoprirai come puoi usare tutto ciò per creare valore (e diventare unico nel tuo lavoro). Una volta che avremo questi dati, li useremo per creare la mappa del tuo lavoro ideale (sia che si tratti di una nuova attività sia che tu debba migliorare il lavoro che già stai facendo), trovare le tue risorse e fare un piano d’azione. Sei pronto?
1. Cosa ami fare?
L’uomo che ama quello che fa, nella sua vita non lavora un giorno. CONFUCIO
Cosa ami fare? Ti piace ciò che fai al lavoro a tal punto che lo faresti anche se non fossi pagato? Quando faccio questa domanda ai corsi, spesso le persone mi guardano con aria stupita come se avessi parlato in sanscrito. «Già è difficile scoprire cosa mi piace davvero. E anche se lo scoprissi, come posso farlo diventare il mio lavoro e avere successo facendo ciò che amo?» è la risposta più comune. Ma il successo non è la chiave della felicità. La felicità è la chiave del successo. «Se ami ciò che fai, avrai successo», scriveva Albert Schweitzer. Quando ami ciò che fai, non ti sembra nemmeno di lavorare. Continui a farlo non tanto per i soldi, o per i risultati, ma perché stare in quell’ambiente, occuparti di quelle cose, ti dà piacere. Ecco perché il primo passo è capire ciò che amiamo fare. Da bambini sapevamo chi eravamo e cosa amavamo fare anche se spesso ci mancava il vocabolario per esprimerci chiaramente. Ma, a un certo punto, abbiamo iniziato ad ascoltare i comandi, le aspettative e le richieste degli altri più di quello che sentivamo dentro. Il mondo intorno a noi parlava più forte della nostra vocina interiore e la chiarezza infantile è svanita. Quante delle tue scelte lavorative sono basate su ciò che ami e quante invece sono dettate dalle aspettative esterne? Quanto spesso abbiamo perso il contatto con la nostra bussola interna e fatto nostri criteri inculcati da altri (sicurezza, stabilità, buono stipendio, status sociale)? Questi criteri ci stanno servendo bene? Ci permettono di fare ciò che amiamo? Siamo stati abituati a occuparci dei bisogni materiali come se quelli emotivi non avessero alcuna importanza. Ma il rischio è di finire a fare un lavoro… ideale per qualcun altro (i nostri genitori, il nostro partner, la società…)! Se per tanto tempo ci viene detto «smetti di sognare, stai con i piedi per terra», finiamo per crederci. Smettiamo di ascoltare i sussurri della nostra anima e non capiamo più cosa ci fa battere il cuore e brillare gli occhi. Se il nostro lavoro non ci rende felici, non occorre per forza cambiarlo. Tuttavia, il lavoro occupa la maggior parte della nostra vita e questo ci lascia solo due scelte per essere felici: o facciamo della nostra passione il nostro lavoro oppure troviamo passione in ciò che facciamo. Questo farà un’enorme differenza nella qualità della nostra vita.
Se ti stai chiedendo come puoi fare di ciò che ami una professione, basta che ti guardi attorno. Il mondo è pieno di esempi. È stato l’amore e la passione che Luca Gori e Rosa Tumolo hanno da sempre avuto per i libri e la crescita personale che li ha spinti a dare vita al Giardino dei Libri, una libreria online specializzata in crescita personale di enorme successo. È stato l’amore e la passione che Sonia Rossi aveva per le riprese video e la crescita personale che ha dato vita a Mylife, casa editrice e webtv di formazione per la quale Sonia quest’anno si è aggiudicata il prestigioso premio Bellisario. E, in entrambi i casi, le aziende sono nate solo con un computer, una stanza e un piccolo magazzino. Ma per creare il lavoro che amiamo non dobbiamo necessariamente dar vita a una nuova azienda. Anna ha perso da poco il lavoro. Quando ha fatto questo esercizio si è ricordata del suo immenso amore per gli animali. Non potendo avere un cane, sin da piccola il suo passatempo preferito era portare a passeggio i cani dei vicini. Anna ora ha trasformato questa passione in un lavoro. Ha più di quaranta clienti che la pagano regolarmente per portare a spasso i loro cani! Giovanni lavora in una multinazionale e nel tempo libero fa il coach. Quando ha iniziato a frequentare i nostri corsi stava considerando se lasciare l’azienda e dedicarsi solamente al coaching. Ma la nascita del figlio e altri impegni economici lo trattenevano. E in più c’erano diversi aspetti della vita aziendale che gli piacevano molto e che gli sarebbero mancati. Durante i corsi Giovanni ha scoperto che la scelta non doveva per forza essere «o/o». Poteva essere «e/e». Poteva mettere insieme ciò che amava in entrambi i lavori. Per diverso tempo ha offerto dei mini corsi gratuiti all’interno della sua azienda per aiutare i colleghi a gestire lo stress e allo stesso tempo far comprendere l’importanza del coaching. Fino a che è riuscito a crearsi un ruolo completamente nuovo, questa volta all’interno dell’organigramma aziendale: il coach del benessere. Ecco un esercizio per fare chiarezza su ciò che ami fare. Esercizio 1: Ritrova la tua passione 1
Pensa a quando avevi meno di 20 anni. Cosa amavi fare? Che attività, giochi, hobby, sport, materie scolastiche amavi? In cosa restavi assorbito per ore senza renderti conto del tempo che passava? Quante di quelle attività fai ancora oggi? Molti di noi le hanno abbandonate per seguire il lavoro. A un certo punto bisogna smettere di giocare e diventare adulti, potresti pensare. Ma mentre è normale cambiare a mano a mano che cresciamo e ci adattiamo alle diverse fasi della vita, gli ultimi studi in materia 2 dimostrano che i tratti base della nostra personalità, le nostre passioni e i nostri interessi rimangono quelli dell’infanzia. Recuperarli ci aiuta a vivere una vita più piena e soddisfacente e a portare più gioia nel nostro lavoro.
Le domande di auto-coaching Cosa ami fare ora? Cosa ti fa sentire più vivo? Cosa ti dà più eccitazione? Quali sono i tuoi argomenti preferiti? Quali sono i tuoi interessi? Cosa saresti disposto a fare anche se non ti pagassero? In cosa ti senti così assorbito che perdi traccia del tempo che passa? Fai una lista di almeno 10 attività o argomenti che ti appassionano. Come puoi fare di più ciò che ami? Come lo puoi includere nel tuo lavoro? I tuoi 7 aspetti chiave
Un altro modo per conoscere noi stessi e ciò che amiamo è esplorare i ruoli che giochiamo nella nostra vita. I ruoli che viviamo ci fanno capire cosa ci appassiona e ci danno già una prima idea dei nostri
talenti e capacità e di come possiamo applicarli nel lavoro. Quali sono i ruoli che usi più spesso? Quali sono i ruoli a te più congeniali? Che cosa ti piace di quel determinato ruolo? E quali invece ti risultano più difficili? Ecco un esercizio per scoprire tutto questo. Esercizio 2: Scopri i tuoi ruoli
Prendi 7 fogli di carta. Su ognuno scrivi: chi sono? Poi scrivi una risposta per ogni foglio (per esempio: su un foglio sono un marito, su un altro sono un papà, su un altro sono un figlio, su un altro sono un direttore marketing, su un altro sono un fratello, su un altro sono un fotografo amatoriale, su un altro sono un coach per i miei dipendenti eccetera). Per ogni foglio spiega brevemente il tuo ruolo e rispondi per iscritto a queste domande: Perché è importante quel ruolo? Cosa ti piace di quel ruolo? Poi metti i 7 fogli in ordine di importanza. Quale ruolo è più importante in questo momento della tua vita? Perché? Infine rileggi le tue risposte e cerca dei comuni denominatori, ossia le risposte che ritornano più volte. Quelli sono gli aspetti più importanti della tua vita. Come puoi renderli più presenti nel tuo lavoro?
Storie di vita: ecco i ruoli di Andrea durante un corso che abbiamo fatto nella sua azienda
1. Marito. Importante perché: calore, condivisione, unione, famiglia.
2. Padre. Importante perché: stimolante vedere i figli che sviluppano loro capacità, amore, gruppo, orgoglioso dei loro successi, passare conoscenze. 3. Direttore marketing. Importante perché: guadagno, prestigio, ??? (qui all’inzio non riusciva a trovare altro). 4. Fratello. Importante perché: famiglia, divertimento, unione, qualcuno su cui contare. 5. Figlio. Importante perché: famiglia, calore umano, avere un mentore. 6. Fotografo naturalistico. Importante perché: passione, senso di espansione, creatività, comunione con la natura. 7. Tennista. Importante perché: divertimento, amici, unione, spensieratezza, svago. Quando ha comparato i suoi fogli, Andrea si è reso conto di quali erano i motivi che lo rendevano insoddisfatto del suo lavoro. E ha visto molto chiaramente come renderlo più gratificante. Per lui, infatti, gli aspetti chiave di tutti i suoi ruoli ruotano attorno a: unione, famiglia, condivisione, gruppo. Restava da capire come poteva portare tutto ciò nel suo lavoro. Così ha iniziato a dedicare più tempo e attenzione alla sua squadra, ha organizzato degli incontri insieme in mezzo alla natura e gradualmente è diventato il coach del suo team. Ben presto ha iniziato a sentirsi gratificato per il solo fatto di passare della conoscenza ai componenti del suo gruppo e a sentirsi orgoglioso di ogni loro piccolo successo.
Le domande di auto-coaching Come puoi far sì che i tuoi 7 aspetti chiave siano più presenti nel tuo lavoro? Cosa puoi fare di diverso?
1. Tratto da AA.VV., Business Model You, Wiley & Sons Ltd. Edizioni, New York 2012. 2. Tom Rath, StrengthFinders 2.0, Gallup Press, Washington, D.C. 2007.
2. Scopri i tuoi valori
Chi non perde un po’ del suo tempo a guardare i fiori, le stelle e il sorriso di un bambino, non avrà difese. Crollerà. ABBÉ P IERRE
Essere, fare, avere
Proprio come Andrea, quando si trovano a vagliare il proprio lavoro molte persone pensano che l’aspetto finanziario sia il valore principale. Quello che ci spinge a lavorare per dieci ore di fila e quello che serve a motivare i collaboratori. Quello da tenere in maggiore considerazione nella ricerca di un lavoro e quello che ci renderà felici. E così si pongono la domanda: come posso guadagnare di più? Mi servono X euro al mese, quale lavoro me li può dare? Come posso aumentare il mio fatturato? Non sto dicendo che il lato economico non sia importante, ovviamente abbiamo bisogno di guadagnare per vivere e soddisfare tutte le nostre necessità, ma, come spiego più approfonditamente nel mio libro Mi merito il meglio , questa è una trappola pericolosa. Il rischio è di rinchiuderci in una gabbia (anche se dorata) e buttare via le chiavi. Questo approccio, infatti, mette al primo posto un valore illusorio. È come inseguire un miraggio nel deserto. Non ci farà felici. E molto probabilmente ci ritroveremo a lottare nel mercato in mezzo ad altri milioni di persone che si stanno facendo la stessa domanda. Il denaro è importante e ci serve per vivere. Ma non è, e non può essere, lo scopo della nostra vita (e delle 61.600 ore che passiamo al lavoro). Noi non viviamo per guadagnare, guadagniamo per vivere. Il denaro non è un fine, ma un mezzo. I soldi da soli non potranno mai garantirci la felicità. Nella nostra società viviamo troppo spesso seguendo il paradigma AVERE, FARE, ESSERE. Pensiamo che una casa, dei begli abiti, una tv, una macchina più grande facciano felici noi e i nostri figli. E così finiamo per correre tutto il giorno per averli. «Quando avrò guadagnato abbastanza per pagare il mutuo della nuova casa, potrò fare ciò che mi piace e finalmente sarò felice. Quando otterrò la promozione, farò più vacanze e sarò felice.» Peccato che non funzioni. Altrimenti tutti i miliardari, i calciatori, gli attori e cantanti famosi con cachet da capogiro sarebbero felici. AVERE non produce ESSERE. È esattamente il contrario. È ESSERE che porta a FARE e, infine, ad AVERE. È l’ESSERE in equilibrio, sereni, congruenti con noi stessi e i nostri valori chiave che ci porta a FARE le cose con passione, coraggio, determinazione, dedizione, gioia. E questo ci porta ad AVERE ciò che desideriamo.
Quindi, per creare il lavoro che amiamo occorre prima capire i valori dell’ESSERE e fare in modo che siano presenti nelle nostre attività e nelle nostre relazioni. Avere chiari i nostri valori ci aiuta a capire i cambiamenti che abbiamo bisogno di fare nel nostro modo di lavorare e ci dà una bussola per orientarci nella ricerca del lavoro che desideriamo. E, come vedremo in seguito, ci permette di far sì che siano quei valori a guidare le nostre scelte e le nostre interazioni professionali (e personali!). Valli e montagne
Che cosa è importante per te? Che cosa ti dà davvero gioia? Quali aspetti hanno maggiore importanza e significato nella tua vita (in tutti campi, non solo nel lavoro)? Per te è più importante la sicurezza o la libertà? L’armonia o la sfida? La stabilità o la novità? La tradizione o l’innovazione? Se lavori a stretto contatto con altre persone o hai un progetto che coinvolge altri, è importante che anche loro facciano questo esercizio e poi vi confrontiate sui vostri rispettivi valori. Alla fine potete creare un documento che combini i valori di tutte le persone coinvolte da usare come linea guida. L’idea è che siano quei valori a guidare le vostre scelte e le vostre interazioni. Solo così potrete davvero essere sulla stessa lunghezza d’onda. Molte aziende con cui ho lavorato avevano una lista di valori, ma purtroppo non erano condivisi. Spesso erano frasi create ad hoc (più che essere i veri valori delle persone, erano ciò che i manager pensavano dovessero essere i valori dell’azienda). Erano solo parole su una targa o su un sito. E il risultato era come un chewingum attaccato a una scarpa. Altalenava tra l’essere insignificante e l’essere un impedimento per avanzare. Ecco un esercizio per definire i tuoi valori che proviene da Zappos, una delle aziende più innovative e di successo nel creare rendita e benessere per i suoi dipendenti. Esercizio 3: Scopri le tue montagne e le tue valli 3
Immagina che qualcuno scriva la tua biografia e identifica 5 eventi principali, pietre miliari, cambiamenti o fasi importanti nella tua vita o nella tua carriera. Dai un nome a ogni evento e posizionalo sulla linea della vita, dalla tua nascita a oggi. Ogni evento positivo posizionalo in alto a seconda di quanto è stato soddisfacente. Ogni evento che consideri negativo posizionalo in basso a seconda di quanto è stato doloroso o frustrante. Per ogni evento positivo chiediti: quali valori sono stati soddisfatti qui? Che cosa ha reso questo evento così positivo? Scrivi le risposte a fianco dell’evento. Per ogni evento negativo chiediti: quali valori sono mancati o non sono stati onorati qui? Che cosa ha reso questo evento doloroso o frustrante per me? Scrivi le risposte a fianco dell’evento. Rileggi ogni evento e ogni valore. C’è qualcosa di ancora più profondo, più importante di quello che hai scritto?
sempio
Dopo che hai compilato da solo questa lista, condividila con un’altra persona (un famigliare, un amico, un collega). Rileggi tutto quello che hai scritto, guarda le tue montagne e le tue valli. Quali sono i 5 valori più importanti per te e che ti rappresentano maggiormente? Scrivili a parte. Esercizio 4: I miei valori
Per ogni valore scrivi in una frase cosa significa per te e quali sono i criteri che ti fanno dire che quel valore è soddisfatto ( vedi l’esempio qui). Poi chiediti: perché è importante per me? Potrei vivere senza tenere conto di quel valore? In che modo è importante per me? Seguire quel valore mi motiva anche di fronte alle difficoltà? Se noti che alcuni hanno più peso di altri, li puoi mettere in ordine di importanza.
sempio
La tua carta dei valori
Ora che hai chiari i tuoi valori, usali come una bussola o un navigatore satellitare. Se lavori in team è molto utile fare la carta dei valori personali e/o aziendali. In questo caso è bene che ogni membro del team compili la sua lista di 5 valori e poi li confrontiate. Dall’insieme dei vostri valori potete creare la vostra carta dei valori comuni. Ecco come l’abbiamo fatto in BlessYou!. Quando ho fatto l’esercizio delle valli e delle montagne i valori che sono emersi per me erano: • Aiutare le persone • Community • Efficacia • Rispetto / Libertà • Integrità E, più specificatamente, ecco la definizione che ho dato per ognuno dei valori:
Aiutare le persone ad abbracciare nuovo paradigma: credere più in se stessi / cambiare stile vita / lavoro / dare + significato propria vita / identificare propri valori e viverli.
Aiutare le persone dando loro strumenti per migliorare: servire poveri / malati / anziani / bambini / animali / pianeta / piante.
Community Creare un gruppo di persone affini per ideali / valori. Formare nuovi coach che portino avanti la filosofia di BlessYou!. Creare gruppo di persone stimolanti / stimolate / alla ricerca di self actualization . Stimolare aiuto reciproco / supporto / dialogo / confronto / scambio idee / scoperte di nuove ricerche / nuovi studi. Stimolare nuovi progetti insieme. Momenti di svago / gioco / gioia / divertimento. Efficacia Innovazione / professionalità / competenza / stabilità / insegnare metodi e tecniche che funzionano e che fanno davvero la differenza nella vita delle persone. Rispetto / Libertà Rispetto di altre culture / persone / di altri modi di pensare / di altre razze / di altre religioni / di altre forme di vita (natura, animali). Libertà di essere se stessi e non giudizio. Integrità Guidare gli altri con l’esempio / essere modelli / essere di ispirazione. Anche Nicola, mio marito, con cui condivido la direzione di BlessYou!, ha fatto l’esercizio. Nel confronto con lui sono emersi alcuni altri valori chiave come:
Crescere / imparare / esplorare Imparare nuove tecniche / mettersi alla prova / affinare capacità di presentazione / sperimentare nuove modalità insegnamento / nuovi argomenti (sempre affini nostra mission) / insegnare all’estero in nuove lingue / nuovi esercizi / nuovi esempi / nuove combinazioni di vecchi esercizi. Eccellenza Cercare di essere al meglio per fare il meglio e dare il meglio. Passione Vivere il lavoro come missione. Bellezza Creare bellezza nella vita delle persone, bellezza interiore / esteriore come celebrazione della vita. A quel punto ci siamo chiesti quali fossero le azioni concrete che potessero esprimere e simboleggiare i nostri valori. L’idea è di portare i valori dalla mente ai muscoli. E farli esprimere il
più possibile nella propria vita. Ecco quindi l’ultimo passo: trasformare i valori in affermazioni che mettano in pratica quel valore stesso. E che possano diventare una guida per le proprie giornate lavorative (e non!). In qualsiasi momento, infatti, ci possiamo chiedere: oggi quanto ho messo in pratica quello che ho scritto qui? Ecco la nostra carta dei valori in BlessYou! Grazie a questo documento (che ora non solo è sui nostri bloc notes, sulle nostre t-shirt, sui nostri muri, ma soprattutto è nelle nostre menti e nei nostri cuori!), è molto più facile ricordarci che cosa è importante nel nostro lavoro!
Le domande di auto-coaching Se stai cercando un lavoro, chiediti: questo lavoro che sto vagliando, cui sto pensando, quanto è in linea con i miei valori? Quanto li soddisfa? Se invece vuoi migliorare la soddisfazione nel tuo lavoro, chiediti: come posso soddisfare ancora di più questi valori? Come posso viverli maggiormente nelle mie interazioni e attività quotidiane?
3. Fonte: Zappos.
3. Quali sono i tuoi talenti?
Cosa sei nato per diventare? Quali sono davvero i tuoi talenti? Se non lo diventi tu nessun altro al mondo lo potrà fare. Da Mi merito il meglio
Cosa sei nato per diventare?
I musicisti sanno suonare, i pittori sanno dipingere, gli scrittori sanno scrivere, i cantanti sanno cantare. E tu? Se stai pensando: • io non ho passioni o talenti straordinari • non so fare niente di particolare • chi sono io per... • non ho abbastanza istruzione / esperienza / fortuna eccetera • sono troppo... giovane / vecchio per avere delle grandi capacità ti sbagli! Tutti abbiamo dei talenti. Tutti possediamo delle capacità. Tutti abbiamo dei doni. E non devono per forza essere unici. Basta che siano autentici. Ogni persona in media ha dalle 500 alle 700 diverse capacità. Purtroppo molte restano nell’ombra perché non ne siamo consapevoli. Almeno per ora. Potresti avere: • capacità legate al corpo (potresti essere bravo con le mani, con gli oggetti, con i materiali, con i macchinari, con gli animali) • capacità legate alla mente (potresti essere capace di inventare, gestire, immagazzinare e organizzare informazioni) • capacità interpersonali (sia a livello individuale sia di gruppo) Spesso i talenti che possediamo sono allo stato grezzo e occorre allenarli per svilupparli, come ben sa chiunque si sia dedicato anche un minimo a un qualsiasi sport. Ti sogneresti mai di vincere un torneo di tennis senza avere mai preso una racchetta in mano?
Eppure, magari il tennis potrebbe essere un tuo talento. • fare massaggi, ceramica, aggiustare macchine, creare mobili, gioielli, abiti, acconciare i capelli. • dipingere • cucinare • suonare, cantare, ballare • stare con i bambini • inventare giochi • insegnare • comunicare • gestire le persone • accompagnarle in viaggio • metterle in contatto tra di loro • ascoltarle • consigliare loro come vestirsi e aiutarle a fare shopping • farle ridere • motivarle • mediare • negoziare • allevare animali • coltivare un orto • raccogliere informazioni, lavorare con i dati e i numeri • cercare notizie • creare video, lavorare al computer Eccetera… Tutto inizia con la scelta. La scelta di trovare i tuoi talenti e trasformarli nelle tue passioni, sviluppandoli con pazienza e costanza, allinearli con i tuoi valori e usarli nel tuo lavoro. Come ci rimarresti se facessi un regalo a qualcuno e questa persona non ti ringraziasse nemmeno, ma prendesse il tuo regalo e lo mettesse in un cassetto? Anche se non sono certa che esista un signore molto anziano con una lunga barba bianca che vive sulle nuvole e che passa il suo tempo a spiare ogni nostra mossa, credo però che esista un’energia che mi piace chiamare Spirito o Vita o Luce (o Buddha o Dio o Madre Terra o come preferite). I nostri talenti sono un dono di Dio (o dello Spirito o di come vogliamo chiamarlo) e realizzarli è il nostro modo per restituire il favore a Dio. Possedere un talento e non usarlo è come non scartare mai un regalo. I talenti esistono per essere condivisi e messi al servizio del mondo. C’è qualcosa che tu fai meglio di chiunque. Esprimere i tuoi talenti per aiutare gli altri crea ricchezza e abbondanza. Quali sono i tuoi talenti? Ecco due esercizi che ti aiuteranno a chiarirti le idee. Esercizio 5: Scopri i tuoi talenti (A)
Questo esercizio, che ho riadattato per l’occasione, proviene da Richard Nelson Bolles, il guru del job-hunting , ed è stato usato con successo da milioni di persone in tutto il mondo. Scrivi 5 storie (di 2-3 paragrafi l’una) di cose che hai fatto nella tua vita, risultati che hai raggiunto, anche piccoli, ma che ti hanno dato soddisfazione.
A mano a mano che scrivi le tue storie chiediti: come ho fatto a farlo? Che capacità ho usato? Ecco, quelle capacità sono alcuni dei tuoi talenti! Esercizio 6: Scopri i tuoi talenti (B)
Un altro modo per riconoscere i propri talenti è chiedere un’opinione a chi ci conosce bene: quali sono i miei talenti, le mie caratteristiche, le mie capacità uniche? In che campo sono i miei maggiori successi? Lo scopo ovviamente non è cercare dei complimenti, ma dei feed-back sinceri. Dove queste persone ti vedono più vivo, più felice? I nostri doni in genere sono percepibili anche dall’esterno. Se per esempio pensi di avere grandi doti di leader e nessuno ti segue, forse la leadership non è fra le tue caratteristiche principali... Viceversa, se aiutare due persone che discutono a trovare un punto di accordo ti dà soddisfazione e ti riesce anche piuttosto bene, quello della mediazione è un tuo talento!
Le domande di auto-coaching Quali sono i tuoi talenti e le tue attitudini naturali? Quali sono le tue competenze e abilità comprovate? Cosa sai fare e puoi offrire di unico? Quale expertise hai sviluppato negli anni? Quali sono le tue passioni e interessi? Che cosa ti piace fare?
4. Aggiungi valore
Fai quello che ti piace e che aggiunga valore agli altri (un valore che gli altri vogliono o che siano disponibili a pagare) e il denaro arriva. MICHAEL L. H ALL
Un altro errore molto comune che facciamo sia quando cerchiamo un nuovo lavoro sia mentre vagliamo la nostra attività attuale è farci guidare esclusivamente da queste domande: che cosa posso prendere da questo lavoro / cliente / situazione? Qual è il valore che ne traggo? Anche quando nelle aziende si pensa a un nuovo prodotto la domanda tipica è: «Qual è il valore che questo prodotto porterà all’azienda?» Ma questa domanda ci spinge di nuovo a considerare la situazione attraverso una lente distorta. E questo alla lunga diventa un limite. Certo che un lavoro o un nuovo prodotto alla fine ci deve portare un guadagno (in denaro o in immagine, o migliorare il nostro posizionamento nel mercato), ma non è questa la prima domanda da farsi. Questo è il tipo di domanda che ha portato al disservizio, all’assenteismo, all’inquinamento, agli allevamenti intensivi, al cibo spazzatura. È il genere di ragionamento che fa chiudere un occhio sulle norme di sicurezza o su quelle igieniche. È il modo di pensare che fa peggiorare la composizione dei prodotti e abbassare la qualità di vita delle persone. È l’atteggiamento che spinto all’estremo, porta a truffe ai danni della collettività. Ed è potenzialmente pericoloso per il pianeta. Noi esseri umani non siamo isole, siamo maglie di una catena. La grande catena della vita. E non si può pensare di danneggiare un anello di questa catena senza che alla fine questo non si ripercuota su tutti noi. Questo tipo di ragionamento ci allontana dall’eccellenza, chiude le porte alla creatività, all’innovazione, ai veri talenti e ci riduce nella peggior versione di noi stessi.
Se vogliamo creare ricchezza e abbondanza duratura occorre trasformare il prendere in dare e il ricavare valore in aggiungere valore. Per creare business di successo occorre infatti aggiungere valore alla vita delle persone. È identificando le opportunità per aggiungere valore alla vita degli altri che si crea prosperità. Apple non si è chiesta come guadagnare di più. Si è chiesta come fare splendidi computer che cambino la vita delle persone. Il vero business consiste nel creare servizi e prodotti che risolvano i problemi delle persone e aggiungano qualità alla loro vita.
Mentre Blake Mycoskie era al college, sia lui sia i suoi amici si lamentavano spesso del fatto che non c’era nessuna lavanderia nelle vicinanze. Così, ancora, studente creò la EZ Laundry, un servizio di lavanderia a domicilio che inizialmente era pensato per risolvere questo problema per sé e per i suoi compagni. In pochi anni EZ Laundry si è espansa ad altri 7 college, con 40 impiegati e 8 camion. Nel 2006, durante un viaggio in Argentina, lo stesso Mycoskie, allora poco più che trentenne, rimase colpito da quanti bambini nei villaggi non possedessero nemmeno un paio di scarpe. Rientrato negli Stati Uniti creò TOMS, un’azienda che vende scarpe col progetto One for one. Per ogni paio di scarpe vendute, TOMS ne regala un paio a un bambino povero. In soli due anni TOMS ha regalato più di 660.000 paia di scarpe. Nel 2007, quando erano studenti della Rhode Island School of Design, Joe Gebbia e Brian Chesky sapevano che in città ci sarebbe stata presto una conferenza sul design molto importante, ma che tutte le camere d’albergo nelle vicinanze erano state prenotate. E così comperarono due materassi gonfiabili e affittarono per qualche notte il loro appartamento a un paio di sconosciuti che avrebbero partecipato all’evento. Ben presto i due amici si resero conto di quanto trovare alloggio a basso costo e/o guadagnare qualche soldo extra affittando lo spazio in più in casa fosse un bisogno di tantissime persone. Al duo si unì Nathan Blecharczyk, un esperto programmatore, e fu così che nacque Airbnb che offre sul web ogni tipo di sistemazione – da appartamenti a isole private – in oltre 26.000 città in 192 Paesi. La loro community è composta da utenti appassionati e desiderosi di esplorare e arricchire il mondo attraverso la condivisione dei propri spazi. E nel 2011 è stata valutata un bilione di dollari! (Sì, non un milione ma un bilione!) Quando nel 2004 Jessica Jackley, appena uscita dall’università, andò nell’Africa orientale, si rese conto di quanta povertà fosse risolvibile aiutando le singole persone a trovare un lavoro, o ancora meglio, a crearlo. Il problema, ovviamente, era che nessuna banca avrebbe mai fatto prestiti a mendicanti, venditori ambulanti, madri indigenti con cinque bambini a carico. Ne parlò col marito Matt Flannery, che ai tempi disegnava software, e, nel tentativo di rispondere a questo bisogno fondarono Kiva, un’organizzazione il cui scopo è alleviare la povertà nel mondo. Kiva ha portato il microcredito sul web, tanto che è possibile per chiunque fare prestiti che vanno dai 25 dollari fino a cifre più consistenti, anche qualche migliaio di dollari. Kiva ora è presente in 63 paesi, lavora con le istituzioni di microcredito di 5 continenti, al momento conta più di 794.786 persone che investono in prestiti 338 milioni di dollari e ha dato la possibilità a 833.000 persone di uscire dalla povertà. E gli investitori possono contare sul 98,98% di recupero delle rate! Ti stai chiedendo in che modo questi esempi si applicano a te? I fondatori di tutte queste grandi aziende sono persone. Tra l’altro, ragazzi appena usciti da scuola. Esseri umani come noi che avevano una passione, dei talenti e che hanno visto l’opportunità di fare la differenza, di dare valore. Se ce l’hanno fatta loro, non pensi che potresti farcela anche tu? «Non ho più l’età né le credenziali per trovare un lavoro. Ormai sono tagliata fuori. Chi vuoi che mi prenda più?» Quando Valeria è venuta a un nostro corso faceva la mamma a tempo pieno da più di
dieci anni. Ecco, però, che cosa è emerso durante gli esercizi. «Le mamme dei compagni dei miei tre figli si lamentano sempre che non hanno tempo di organizzare le feste dei bambini, di preparare le torte, gli inviti e tutto quello che serve. A me queste attività piacciono moltissimo, e credo di essere bravina [avete notato quanto siamo modesti quando si tratta di parlare dei nostri talenti?] a cucinare. Ecco dove potrei aggiungere valore usando i miei talenti e facendo ciò che amo», ci ha raccontato con voce esitante. Sono passati due anni e ora Valeria, insieme ad altre due mamme ex casalinghe, ha una società di catering ben avviata che, nonostante l’attuale crisi, sta andando molto bene! Non fanno solo feste di compleanno per bambini, ma si sono allargare a matrimoni, feste di laurea, cene private. «Chi l’avrebbe mai detto?» ci ha detto Valeria sorridente quando l’abbiamo incontrata il mese scorso. Ecco cosa succede quando cambiamo il nostro focus e iniziamo a chiederci: • come posso impiegare i miei talenti per aggiungere valore? • come posso fare ciò che mi piace e allo stesso tempo migliorare la vita delle persone? E ancora più nello specifico: • quali sono i problemi dei miei clienti (o delle persone in generale o della mia azienda)? • come posso usare i miei talenti per aiutarli a risolverli? • come posso usare quelle 61.600 ore della mia vita per fare la differenza? BlessYou! è nata con le stesse domande, anche se a quell’epoca non le avevo ancora identificate così chiaramente. Facevo la modella e, onestamente, nonostante fin da ragazzina avessi studiato psicologia e antropologia, che erano la mia vera passione, pensavo che avrei lavorato nel campo della moda per tutta la vita. Tanto che avevo fondato anche un’agenzia, una scuola di modelle e una società di organizzazione di sfilate che andavano piuttosto bene. Viaggiavo in tutto il mondo (che è una cosa che amo fare) e il guadagno era ottimo, molto più di quello che potessi sperare. Ma non ero felice. Non solo, continuavo a incontrare persone che facevano una vita dorata, cui non mancava niente da un punto di vista materiale ma erano inquiete, insoddisfatte, frustrate. «Come posso usare i miei talenti e le mie conoscenze per aiutare le persone a risolvere i loro problemi?» mi sono chiesta. E così è nata l’idea dei corsi di crescita personale, che a quei tempi era quasi fantascienza, almeno in Italia. E in poco tempo ho lasciato un lavoro sicuro e tre società ben avviate per lanciarmi in un sogno. Anche per mio marito Nicola il percorso è stato molto simile. Faceva l’avvocato di diritto internazionale e nel suo lavoro veniva a contatto con persone che la legge poteva aiutare solo fino a un certo punto. La domanda «Come posso aggiungere valore?» lo ha portato verso la creazione di una struttura che potesse offrire corsi e sessioni di coaching (che nel frattempo erano diventate la sua grande passione). Fino a quando non ha fatto il grande salto e ha lasciato il vecchio lavoro (tra l’incredulità e lo stupore di amici e parenti). Forse, se non avesse fatto questa scelta, non ci saremmo
mai conosciuti. Ora, tra le altre cose, insegna (anche agli avvocati) dei nuovi modelli di negoziazione etica. Di nuovo ripeto che, per usare questo paradigma e pensare in termini di aggiungere anziché ricavare valore, non è necessario creare una nuova azienda o lanciarsi in una nuova professione. Funziona benissimo anche per migliorare la tua attività attuale. Il mondo non ha bisogno unicamente di cure mediche salvavita o di tecnologia eccellente, ma anche di eccellenti servizi ai clienti, personale di vendita, contabili, camerieri, tecnici, costruttori eccetera. «È buffo», racconta Andrea mentre scuote la testa ancora incredulo. «Dopo che ho adottato questo nuovo approccio, il mio team ha aumento il fatturato del 20%. Era un obiettivo che ovviamente avevo anche gli anni scorsi. Ma continuavo a focalizzarmi su come aumentare il fatturato e vincere la crisi. È bastato cambiare la mia domanda chiave in: ‘Come posso usare i miei valori e le mie capacità per creare valore (in questo caso per il mio team oltre che per i miei clienti)?’ E un nuovo mondo si è aperto!» Sì, lo so. Forse stai pensando: «Faccio il metalmeccanico, riesco a malapena ad arrivare a fine mese (oppure, sono disoccupato), come posso pormi queste domande?» Non solo puoi… anzi, è basilare che tu lo faccia e inizi a cambiare il tuo approccio se vuoi creare il lavoro che ami. Se continui a pensare e a comportarti nella stessa maniera di sempre, come puoi ottenere qualcosa di nuovo? In che altra maniera possiamo avere nuovi risultati se non cambiando noi per primi il modo in cui guardiamo le cose? Quando l’approccio al tuo lavoro deriva dalla domanda: «Quale valore posso aggiungere qui?» le persone (clienti, datori di lavoro, colleghi) lo percepiscono. E il tuo servizio sarà così unico che non ti dovrai più preoccupare della guerra dei prezzi, della concorrenza o di non avere clienti. Non solo, tu stesso sarai più felice e soddisfatto del tuo lavoro. E molto probabilmente sarai anche più ricco. Qualsiasi cosa che aggiunga o crei valore va a generare ciò che definiamo «ricchezza». Infatti, un ottimo sinonimo di prosperità è «valore». La parola stessa «valore» cela in sé il processo di dare valore, di creare valore e, quindi, esprime l’essenza della prosperità. Creiamo prosperità creando idee, esperienze, servizi, relazioni e prodotti di valore, cioè che sia noi sia gli altri consideriamo importanti e significativi.
Le domande di auto-coaching Il tuo lavoro contribuisce a un bene superiore o sta solo giovando a te stesso? In che modo puoi aggiungere valore nel tuo lavoro? Che cosa puoi fare per rendere il tuo lavoro di maggior valore per i tuoi clienti, per i tuoi collaboratori, per i tuoi colleghi, per il tuo capo, per te stesso/a? Dal momento che le opportunità si vedono con gli occhi della mente, come puoi allenarla a osservare i problemi con curiosità, con voglia vera di aiutare a risolverli?
Come puoi usare i tuoi talenti per risolvere problemi? Che cosa succederebbe se tu pensassi al tuo lavoro come a un’«espressione d’amore»? Cosa faresti di diverso?
5. Scopri il tuo scopo
Tutti noi abbiamo uno scopo spirituale, una missione che perseguiamo senza esserne del tutto consapevoli. Nel momento in cui la portiamo completamente alla coscienza, le nostre vite possono decollare. JAMES R EDFIELD
Perché stai tagliando pietre?
Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano lo stesso compito, ma quando fu loro chiesto che cosa stavano facendo, le risposte furono diverse. «Taglio pietre», rispose annoiato il primo. «Mi guadagno da vivere», disse seccato il secondo. «Partecipo alla costruzione di una cattedrale», affermò fiero il terzo. Visto che passiamo un terzo della nostra vita al lavoro, è attraverso il nostro lavoro che possiamo dare il nostro contributo al mondo, usare i nostri talenti, scoprire e svolgere la nostra missione. E tu, perché hai scelto il tuo lavoro? In che maniera esprime la tua missione, i tuoi valori, le tue passioni? In che maniera è allineato con il tuo scopo più alto come essere umano? Se queste domande ti sembrano troppo astratte, sappi che conoscere il tuo scopo nella vita è astratto quanto conoscere la destinazione di un edificio per un architetto. Come un architetto, infatti, per poter creare un progetto ha bisogno di conoscere lo scopo di un edificio, così anche noi abbiamo bisogno di connetterci con il nostro scopo prima di intraprendere una qualsiasi attività. Per esempio, se lo scopo dell’edificio è contenere dei negozi, l’architetto si assicurerà che ci siano molte vetrine e diversi spazi espositivi. Allo stesso modo, conoscere il proprio scopo ci dà la direzione da seguire. Il nostro grande «perché» diventerà un faro che guiderà e allineerà ogni nostra azione, ogni scelta, ogni interazione della nostra vita lavorativa. Forse potresti chiederti se davvero abbiamo uno scopo nella vita. Ma nell’universo non esiste niente che non abbia una funzione, niente senza uno scopo. Arthur Young, famoso scrittore e saggista inglese del 1800, scrisse: «L’universo è un processo messo in moto da uno scopo». Come spiega Foster Gamble nel bellissimo film Thrive (da vedere!), ogni seggiola, ogni macchina, ogni giocattolo è stato creato con uno scopo. Allo stesso modo, ogni essere vivente è creato per incarnare e realizzare il suo scopo più altro. Perché noi umani dovremmo essere un’eccezione?
Passerelle o meditazione?
Quando, undici anni fa, io e Nicola abbiamo deciso di vivere quattro mesi l’anno in Oriente, ci siamo trovati a dover risolvere due questioni: il permesso di soggiorno e la parte finanziaria. Questi quattro mesi, infatti, ci avrebbero dato la possibilità di approfondire la meditazione, di dedicare tempo allo studio e all’introspezione, ma comportavano anche la rinuncia a buona parte del nostro lavoro. E del nostro guadagno. Quasi subito abbiamo scoperto che proprio dove facevamo base, nell’isola di Phuket, c’erano importanti studi legali che cercavano la consulenza di avvocati internazionali e Nicola, che era stato un avvocato internazionalista, era un candidato perfetto. Io invece avrei potuto molto facilmente usare la mia esperienza e le mie credenziali come ex modella per la regia di sfilate e set fotografici, poiché il mondo della moda là era in forte espansione. Per entrambi sarebbe stato un ottimo guadagno, facile e, molto probabilmente ci avrebbe anche fruttato un permesso di soggiorno per lavoro. In fin dei conti si sarebbe trattato di consulenze, un impegno saltuario che ci avrebbe lasciato tempo libero per lo studio e tutto il resto. In teoria, poteva essere un ottimo mezzo per raggiungere il nostro fine: vivere sull’isola una parte dell’anno. Ma quanto era allineato alla nostra missione personale? Né io né Nicola abbiamo avuto il minimo dubbio né il minimo rimpianto di non aver fatto quella scelta. Non perché fosse cattiva in sé, ma perché non esprimeva in nessun modo chi siamo. Abbiamo invece trovato altre soluzioni sia per il visto sia per il lavoro. Soluzioni che ci siamo dovuti creare, sicuramente meno facili ma che fanno parte di ciò che vogliamo e sono conformi allo scopo della nostra vita. Così, per esempio, è nato il corso Spiritualità, Vitalità e Benessere , da cui tante persone hanno tratto grandi benefici per la loro vita. Come spiegato in Tutta un’altra vita , quando allineiamo gli obiettivi e i mezzi che utilizziamo alla nostra missione personale, è come riunire i pezzi di un puzzle: tutte le parti della nostra vita sono finalmente al posto giusto. Se, invece, questo scopo non c’è, è facile perdersi. Finiamo allora per fare scelte sbagliate per motivi sbagliati, accettare lavori sbagliati, sposare la persona sbagliata e così via. Se credi che: • per te sia impossibile avere una missione • la chiamata sia per pochi eletti • lo scopo della tua vita debba venirti rivelato magicamente • sia necessario essere scienziati, scrittori, medici o artisti per vivere il proprio lavoro come una vocazione ti sbagli! Ho un’amica che ha un’impresa di pulizie. Si sveglia tutte le mattine all’alba. Si spacca la schiena tra stracci e polvere. Eppure ogni volta che entra in un ufficio per pulirlo sa che sta facendo qualcosa che rende migliore la vita di qualcuno. Ed è felice. E, guarda caso, la sua piccola azienda famigliare va a gonfie vele anche in un momento di crisi. Tutti abbiamo uno scopo e possiamo scoprire come esprimerlo attraverso il nostro lavoro. Per
esempio, un insegnante potrebbe trovare significato nel condividere quello che ha appreso e nell’apprendere sempre di più insegnando. Il suo insegnamento ha impatto su una generazione di studenti che cambieranno il mondo, anche se solamente un poco alla volta. Lo scopo di un albergatore potrebbe essere offrire un alloggio alle persone lontane da casa, quella di un netturbino far respirare Madre Terra e così via. Ma non aspettarti di trovare il significato del tuo lavoro scritto in una roccia oppure che ti venga raccontato da qualcun altro. Lo troverai solo dando tu stesso significato a ciò che fai. Un artigiano sa perché fa quello che fa. La rivoluzione industriale, con le sue catene di montaggio inanimate, ha derubato molti lavoratori del significato di ciò che fanno, di un perché. E così ci siamo sempre più «robotizzati» e abbiamo perso il contatto con il nostro scopo. Se: • vi sentite come un criceto che corre incessantemente su una ruota • se siete perennemente affaticati • se siete sotto stress • se siete insoddisfatti • se tendete a crollare davanti alle difficoltà • se fate fatica a rispondere alle domande di questo capitolo significa che avete perso il vostro perché! Lavorare con amore
Trovare uno scopo più alto in ciò che facciamo ci permette di lavorare con amore ed è il carburante che ci aiuta ad affrontare i momenti difficili (che fanno parte della vita, anche di quella lavorativa!) e ci dà la spinta per continuare ad allenare le nostre abilità. Viktor Frankl, sopravvissuto a un campo di concentramento nazista, suggerì che possiamo sopportare qualsiasi «cosa» se abbiamo un «perché» sufficientemente grande. Ecco cosa scriveva Omraam Mikhaël Aïvanhov, celebre filosofo bulgaro del secolo scorso. «La sensazione di fatica dipende molto dallo stato interiore. Lavorate per ore con amore e non roverete alcuna fatica; ma provate a lavorare anche solo pochi minuti nel malcontento, nella collera, nella rivolta: tutto si bloccherà in voi e vi sentirete sfiniti. Bisogna comprendere l’efficacia, la potenza dell’amore. Tutto ciò che fate, sforzatevi di farlo con amore, oppure non fatelo! Ciò che fate senza amore vi logora, vi mina, quindi non stupitevi se in seguito non avete più risorse. Quando lavorate senza amore, è come se introduceste in voi del veleno. Direte che ci sono lavori che non amate, ma che avete comunque il dovere di fare. D’accordo, siete obbligati, ma trovate almeno una ragione per farli con amore. Questo dipende soltanto da voi»
Qual è il tuo perché? Cosa significa il tuo lavoro per te? Per gli altri? Per il mondo? Se ti sembra che rispondere non sia facile, stai tranquillo. È molto più facile di quello che pensi. Molto spesso ai corsi le persone mi chiedono: «Come faccio a capire qual è la mia missione?» È molto semplice. Quale vorresti che fosse? Immagina di arrivare alla fine della tua lunga vita e di voltarti indietro. Per cosa vorresti aver vissuto? Come vorresti aver trascorso quelle 61.600 ore (e anche le altre)? Che stati d’animo avresti voluto avere? Quali pensieri vorresti aver avuto? Che parole vorresti aver detto? Che azioni vorresti aver fatto? I prossimi esercizi ti aiuteranno a scoprire il tuo scopo di vita e a collegarlo alle attività che ti piace fare in modo da portarlo sempre di più nel concreto e usarlo come linea guida nella tua vita e nel tuo lavoro. Esercizio 7: Le caratteristiche della tua missione
Prova a rispondere per iscritto a queste domande: Pensa ai momenti della tua vita in cui ti sei sentito realizzato. Cosa stavi facendo? Cosa faceva sì che ti sentissi così bene? Descrivilo il più accuratamente possibile. Quali sono i tuoi personaggi mito? Chi stimi particolarmente? Cosa ammiri di loro e perché? Per esempio, un mio modello è Nelson Mandela. Lo ammiro per l’impatto che ha avuto su una intera nazione, per la sua capacità di abbracciare e integrare le differenze, per la sua calma, il suo coraggio, la sua pazienza e la sua determinazione pur rimanendo gentile anche con i suoi nemici. Per cosa vorresti essere ricordato? Come vorresti venire descritto dai tuoi amici e dai tuoi colleghi e/o clienti? Le risposte che emergono dovrebbero darti un’idea più chiara delle caratteristiche che fanno parte della tua missione. Esercizio 8: Scopri lo scopo della tua vita 4
Step 1 – Completa le seguenti liste. Le 10 cose che vuoi di più dalla tua vita. Le 10 cose che più desideri veder accadere sul pianeta. Le 10 cose che credi ti rendano speciale. Le 10 cose che sai fare e che ami fare (possono essere tue abilità o tue qualità). Step 2 – Per ogni lista decidi un ordine di priorità, assegnando a ciascuna risposta un numero da 1 a 10.
Step 3 - Completa la frase seguente: IO INTENDO (prima priorità della lista 4) USANDO LA MIA (prima priorità della lista 3) PER REALIZZARE (prima priorità della lista 2) E ANCHE OTTENERE (prima priorità della lista 1)
Le domande di auto-coaching Che richiamo senti in te? Che significato vuoi dare alla tua esistenza? Qual è lo scopo della tua vita? Che cosa sogni di essere, fare, avere, dare? Per cosa e come vuoi essere ricordato dopo la tua vita? Che segno del tuo passaggio su questa Terra vuoi lasciare? Che cosa (quale sogno, passione, progetto, idea) ti fa battere il cuore oggi?
Le domande di auto-coaching per trovare significato sul lavoro Che cosa significa il tuo lavoro per te? Che cosa significa il tuo apporto per i tuoi clienti / colleghi / capo? Che significato ha il tuo lavoro nel contesto della tua vita? Come puoi dare più significato al tuo lavoro?
4. Tratto da Tutta un’altra vita.
6. Cosa vuoi veramente?
Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. SENECA
Ora ti è un po’ più chiaro cosa ti piace fare, cosa ti dà più soddisfazione, al di là dell’aspetto meramente economico, cosa è importante per te, quali sono i tuoi valori indipendentemente da quello che dice la società? Ti sono più evidenti i tuoi talenti? Hai qualche idea di come potresti usarli per aggiungere valore o risolvere dei problemi? Iniziano ad avere senso alcuni richiami interiori che magari prima percepivi solo in maniera indistinta? Inizi a intravedere il tuo scopo di vita (o almeno ne hai una vaga idea)? È arrivato il momento per un’altra domanda chiave. Cosa vuoi veramente nella tua vita profesionale? Se tu non avessi paura (ne parleremo nelle prossime pagine), se potessi avere ciò che vuoi, che lavoro vorresti fare? Se ti immagini nei prossimi 2, 5, 10 anni e avessi una bacchetta magica, che cosa faresti? «Sognare, creare, esplorare, inventare, immaginare: questi verbi descrivono ciò che state facendo? » Ecco cosa chiede Gary Hamel, professore di Management strategico e internazionale presso la London Business School. Ognuno di noi porta con sé un’aspirazione segreta. Per molti questa aspirazione a mano a mano che passa il tempo diventa un rimpianto segreto. Vuoi lasciare che succeda anche a te? Per creare il lavoro ideale occorre avere un’idea chiara nella nostra mente di cosa stiamo cercando. Se non abbiamo chiaro cosa vogliamo, come possiamo raggiungerlo? Ovviamente nel descrivere il lavoro ideale tieni conto anche delle tue caratteristiche e delle tue particolarità. È normale che le aspirazioni siano diverse per ognuno di noi, perché sono l’espressione più profonda di noi stessi. Sei più introverso o estroverso? Ti piace lavorare da solo, con poche persone o in un grande gruppo? Ti piace di più lavorare con le persone o con le cose? Con le piante o con gli animali? Con la testa o con le mani? Con i concetti o con i numeri? Preferisci usare la creatività o la logica? Dove vorresti lavorare? In Italia o all’estero? Ti piace più vendere o gestire? Ideare o sistemizzare? Insegnare o curare? Guidare o seguire? Quali sono le tue condizioni di lavoro ideali? Ti piace di più lavorare all’aria aperta o al chiuso?
Stare in ufficio o lavorare da casa? Essere più stabile o viaggiare spesso (e quanto spesso)? Avere orari fissi o flessibili? Preferiresti un lavoro annuale o stagionale? Lavori al meglio con procedure strutturate o elastiche? In che settore ti piacerebbe lavorare? Preferisci avere un’attività in proprio o dipendente? Avere uno stipendio fisso o variabile? A percentuale o a progetto? E che livello di responsabilità vuoi nel tuo lavoro? E, considerando i tuoi valori, cosa è importante per te in un lavoro? Cosa cerchi in un lavoro? Cosa ti gratifica oltre all’aspetto economico? Potresti per esempio cercare avventura o sfida o rispetto, libertà, popolarità, fama, potere, stimoli intellettuali, il fatto di lavorare in gruppo, la possibilità di influenzare le persone o di usare la tua creatività, mettere a frutto la tua competenza o di farti nuove esperienze o di aiutare gli altri o di esercitare la leadership... E quali di questi aspetti sono più importanti, hanno più valore per te? Lo scopo del prossimo esercizio è aiutarti a chiarire le caratteristiche del tuo lavoro ideale. Partire identificando le caratteristiche piuttosto che indicare direttamente il lavoro ci aiuta ad aprire la mente a un maggior numero di possibilità e ci permette anche di oltrepassare la nostra parte critica, che rischierebbe di sabotare subito la nostra ricerca. Se qualcuno, due anni prima della pubblicazione di Tutta un’altra vita , mi avesse detto: «Scriverai un libro che aiuterà migliaia di persone ad affrontare il cambiamento», avrei risposto: «Mi piacerebbe, ma è solo un sogno. Inutile che ci investa energia e tempo». Percorrendo invece i passi che ti ho descritto in questo ebook, è emerso che scrivere libri che aiutano le persone a vivere meglio era qualcosa che non solo amavo fare, ma era assolutamente allineato con il mio scopo e i miei valori. E questo ha fatto sì che anche il talento della scrittura potesse emergere. Non è stato facile. Ha richiesto sudore, tempo e dedizione. Ma sto vedendo che, più uso quella capacità, più si sviluppa. Mentre fai l’esercizio del tuo lavoro ideale metti per un istante a riposo la tua parte critica e lascia che il sognatore che è in te possa esprimersi. Avrai tutto il tempo in seguito per fare un’analisi attenta e un piano d’azione realistico. Il fatto di scrivere le risposte piuttosto che semplicemente pensarle ci permette di mettere a fuoco meglio i mille pensieri che affollano la nostra mente e fa sì che possiamo osservare il tutto da una prospettiva diversa. Esercizio 9: Il mio lavoro ideale
Scrivi una lista con almeno 20 caratteristiche del tuo lavoro ideale. Per approfondire la visione e gli obiettivi puoi consultare il mio libro Tutta un’altra vita . Alla fine rileggila e chiediti: quali lavori presentano il maggior numero di queste caratteristiche?
Le domande di auto-coaching Quali lavori / professioni / attività ti potrebbero dare l’opportunità di usare i tuoi talenti in un ambito basato sui tuoi argomenti preferiti e sulle cose che ami? Quali ambiti / organizzazioni / prodotti / persone potrebbero avere bisogno dei tuoi talenti e delle tue
passioni? Se questa fosse la lista del tuo migliore amico/a, cosa gli/le consiglieresti?
7. Il tuo lavoro ideale in azione
Dove si incrociano i tuoi talenti e i bisogni del mondo, lì si trova la tua vocazione. ARISTOTELE
Ora che abbiamo preso coscienza di cosa vogliamo, non ci resta che mettere tutto insieme per decidere i nostri obiettivi e creare un piano d’azione. È basilare infatti che i nostri obiettivi siano seguiti dall’azione perché solo in questo modo potranno realizzarsi. Lo faremo costruendo una vera e propria mappa del nostro lavoro ideale, dove ogni ramo è uno degli argomenti che abbiamo trattato. In questo modo avremo riunito in un solo colpo d’occhio tutte le informazioni che ci servono. L’avrete già capito: anche soltanto fare questo esercizio, ci aiuta a focalizzarci su ciò che vogliamo e ci permette di allineare le nostre risorse interiori nella direzione desiderata. La mappa del tuo lavoro
Per fare la tua mappa disegna un sole, come nell’immagine qui sotto. Al centro del sole metti il nome del tuo lavoro / attività ideale o, ancora meglio, incolla un’immagine che lo rappresenti. Dal sole partono 7 raggi e ogni raggio è uno dei 7 passi ovvero la risposta a ognuna di queste 7 domande. Mentre fai questo lavoro, è importante stimolare sia l’emisfero sinistro del cervello attraverso parole e frasi compiute, sia quello destro con simboli, disegni e colori. Come nell’esempio, potete utilizzare insieme parole, colori, simboli, immagini; l’importante è che parlino del tuo obiettivo, di ciò che ami, dei tuoi valori, del tuo scopo più alto eccetera. E non preoccuparti se non sai disegnare. Fallo come ti viene, va benissimo. L’importante non è fare un bel disegno, ma realizzare una mappa che contenga il tuo lavoro ideale. Lo faremo in 7 passi e ogni passo sarà un ramo della tua mappa. Il primo passo è definire un obiettivo chiaro, misurabile, facilmente verificabile. «Voglio un lavoro che mi faccia stare bene» non corrisponde a queste caratteristiche. Qual è il tuo obiettivo? Che lavoro vuoi fare / creare / trovare? Oppure, in che modo esattamente vuoi modificare il lavoro che stai facendo? Il secondo passo è riconoscere cosa ti piace e ti appassiona di quell’attività.
Cosa ami di quel lavoro / professione / progetto / attività? Il terzo passo è capire in che modo crea valore. In che modo l’attività che vuoi fare aiuta le persone? Come crea valore per gli altri, per la comunità, per il mondo? Il quarto passo è chiarire chi sei rispetto a questo obiettivo. I tuoi valori, il tuo scopo più alto, sono allineati? Come questo lavoro rispecchia i tuoi valori? Che valore ricevi in questa attività? Il quinto passo è stabilire le capacità indispensabili. Non necessariamente avrai già tutte le capacità per il lavoro che desideri. Come abbiamo visto nel capitolo dedicato ai talenti, le nostre capacità vanno allenate. E puoi iniziare a sviluppare le nuove capacità che ti servono già da ora, mentre ancora stai facendo il tuo lavoro attuale. La cosa bella è che le ultime ricerche sulla plasticità del cervello dimostrano che a qualsiasi età possiamo imparare nuove capacità. Basta volerlo. Quali capacità ti servono? Quali capacità hai già? E quali hai bisogno di sviluppare? Il sesto passo è definire le risorse necessarie (potrebbero essere finanziarie o di tempo o di spazio, come un ufficio o un magazzino o dei macchinari o un software particolare). Per molti la mancanza di una o più risorse diventa una barriera, una scusa per mollare, per cadere nei pensieri d’impossibilità. Ma, così come le capacità, anche le risorse si possono trovare molto più spesso di quello che possiamo pensare. Può non essere facile, servono impegno e pazienza, come vedremo nei capitoli successivi. Ma ne vale la pena! Quali risorse ti servono? Quali risorse hai già? E quali hai bisogno di trovare? Il settimo passo è capire chi ti può aiutare. Nessuno può farcela da solo e, per quanto possiamo pensare di non avere aiuti, nella maggior parte dei casi non è vero. Spesso basta chiedere. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci ricordi i nostri punti di forza quando noi non li vediamo, che creda in noi e nelle nostre idee quando noi smettiamo di farlo, che ci incoraggi a mettere un piede davanti all’altro per proseguire il cammino quando ci sembra di aver perso la motivazione a farlo. Chi ti aiuta? Potrebbe essere qualcuno che ha già realizzato il tuo stesso obiettivo o che ti può presentare altre persone o insegnare o mostrare una nuova soluzione o semplicemente ascoltarti, continuare a credere in te e aiutarti a compiere il primo passo.
Ecco un esempio di mappa mentale. Questa, in particolare, è studiata per rispondere a domande di natura nat ura più personale che lavorativa, lavora tiva, ma ma illustra i llustra bene il risultato da ragg r aggiun iungere. gere. Esercizio 10: La mappa del tuo lavoro
Per completare la tua mappa mappa rispondi a queste 7 domande. 1. Qual è il tuo obiettivo? 1. Qual 2. Cosa 2. Cosa ami di quel lavoro? 3. In 3. In che modo crea valore? 4. Come 4. Come rispecchia i tuoi valori? 5. Ch 5. Chee capacità capac ità ti servono? Sviluppa Svil uppa la risposta ri sposta in due rami: rami: 1. quali hai già, 2. quali devi sviluppare 6. Che 6. Che risorse ti servono? Sviluppa la risposta in due rami: 1. quali hai già, 2. quali devi trovare 7. Chi 7. Chi ti aiuta?
sempio Se dovessi dovess i costru cos truire ire la mappa ment mentale ale di d i un mio mio lavoro l avoro ideale, i deale, queste queste sarebbero sar ebbero le mie risposte: rispo ste: 1. V 1. Voglio oglio aprire apri re un rifugio rifugio per an a nimali imali dove le l e persone per sone possano venire a passare del tempo tempo e stare con gli animali. 2. Am 2. Amoo stare con gli gli animali animali e salvare sa lvare la vita v ita di chi non ha voce. 3. Crea 3. Crea valore perchè avvicina avvici na persone e animali. animali. Può essere un modo per aiutare gli anziani anziani a superare la l a solitu sol itudine, dine, spronarli a muoversi muoversi portando i cani a passeggio passeggio nella natura. atura. Aiuta gli gli adolescent adolesc entii a svilu svil uppare un senso senso di responsabilità responsabili tà prendendosi prendendosi cura di un animale. animale. Pet therapy therapy per disabili dis abili / bambini bambini con difficoltà di apprendiment apprendimentoo o di concentraz concentrazione. ione. Accarezzare Accarezzare un un animale animale produce ossitocina e abbassa il livello livel lo di stress Può diventare diventare un un progetto progetto da portare nelle nelle azien a ziende de per creare crea re «lo zoo aziendale». aziendale». Diverse Diver se ricerche ric erche conferm confermano ano che che gli animali animali in i n azienda azienda aument aumentano ano il benessere e la produt pr oduttività tività del personale pe rsonale e dim di minuiscono inuiscono l’assent l’a ssenteismo. eismo. 4. Qui 4. Qui esprimo i miei valori di Rispetto per tutte le forme di vita, di Community, di libertà, di Amore. 5. Capacità 5. Capacità già presenti: p resenti: empatia empatia e capacità di trattare trattare con gli gli animali, animali, capacità di d i coordinam coo rdinament entoo con i vari centri di animalisti in Italia e all’estero, creare dei percorsi ad hoc dove integrare psicologia, psicol ogia, crescita personale e animali. animali. Capacità Capaci tà da sviluppare: pet therapy therapy.. 6. Risors 6. Risorsee già present pres enti: i: contatt contattii con altri centri centri an a nimalis imalisti, ti, maili mailinng list di possibi pos sibili li clien clie nti. Risorse da trovare: tempo tempo per p er il progetto, progetto, terreno, edifici, edifici , finanziam finanziament enti,i, servizio servi zio veterinario, assisten assi stenza za legale, contabilità, volontari o personale per sonale presente al centro 24 ore su 24. 7. Qualcuno 7. Qualcuno che abbia già fatto qualcosa di simile, istituzioni che hanno accesso a finanziamenti, banche, banche, aziende aziende sponsor (elencare i possibi p ossibili li nomi). nomi). Il tuo piano d’azione Mai conf c onfond ondere ere il movimento movimento con c on l’azione l’a zione.. ERNEST HEMINGWAY
Qual è il tuo Qual tuo prossim pross imoo passo? passo ? Entro Entro quando quando lo farai? E quali saranno saranno i passi p assi successivi? E ora è il momento per il tuo piano d’azione!
Un piano d’azione è una lista di tutto ciò che abbiamo bisogno di fare per raggiungere la nostra meta ma si differenzia da una semplice lista di cose da fare perché ogni azione scritta è focalizzata verso un unico obiettivo. In questo senso, è come tracciare un sentiero vero la meta. Qualunque sia il nostro obiettivo lavorativo, se lo guardiamo nel suo insieme potrebbe sembrarci molto ambizioso e potremmo scoraggiarci. È molto più facile fare progressi se lo dividiamo in piccoli piccol i passi e identifichiam identifichiamoo chiarament chiaramentee le sin si ngole azioni azioni da compiere compiere.. Solo il i l fatto di compilare il i l tuo piano d’azione d’azione ti aiut a iutaa anche anche a farti venire alla al la mente mente altre azioni o risorse. Una volta che hai fissato i piccoli sotto-obiettivi, è bene riuscire a misurare come stai andando. Per questo il segreto è trovare una maniera per ricevere dei feedback quotidiani o settimanali. I feedback possono arrivare da amici o colleghi, ma molto spesso puoi capire anche da solo se e quanto una strategia che stai utilizzando funziona, se tendi a portare a termine gli impegni che prendi nel tuo piano d’azione o meno. L’importante è che ogni feedback sia sul corto piuttosto che sul lungo periodo. period o. Così, ogn ognii giorno giorno saprai cosa fare e cosa occorre modificare. In più, hai la possibilità possibi lità di monitorare onitorar e i tuoi tuoi progressi progre ssi in qualunque qualunque mom momento. ento. Temi che queste idee restino solo sulla carta? Hai già compilato piani d’azione ma poi non li hai portati a termine? termine? L’impegno L’impegno è la chiave per l’eccell l’ eccellenza. enza. Prendi l’impegno con te stesso e almeno con un’altra personaper portare a termine i passi giornalieri che ti sei prefissato nel tuo piano d’azione. Se vuoi puoi scrivere il tuo impegno e i tuoi risultati sulla mia pagina di facebook www.facebook.com/lucia.giovannini e usufruirai di un’intera commun community ity come testim testi mone! Tieni il tuo tuo piano pi ano d’azione d’azione sempre con te, consultalo, consultalo, aggiornalo aggiornalo e seguilo il più possibi po ssibile. le. E ricordati che un cammino di mille miglia inizia con un semplice passo. Nella sezione sezione Risorse del mio sito www.luciagiovannini.com www.luciagiovannini.com puoi puoi scaricare gratis «Il kit della Visione» (www.luciagiovann (www.luciagiovannini.com ini.com/ri /risorsesorse-grat gratuuite#!665 ite#!665), ), che contiene 6 diversi tipi di piani d’azione, così puoi scegliere quale va meglio per te o usarli tutti per obiettivi diversi.
Le domande domande di auto-coaching Qual è il tuo obiettivo? Che lavoro vuoi fare / creare / trovare? In che modo vuoi modificare il lavoro che stai facendo? Perché è importante per te? Da 0 a 10, quanto sei motivato a fare delle azioni per raggiungere l’obiettivo? Cosa farai di diverso divers o già da oggi? oggi? E da domani? domani? Chi è il testimone del tuo impegno? Ecco qui un esempio di piano d’azione.
La creazione interna Dobbiamo liberarci con l’aiuto della nostra mente... per colui che ha conquistato la mente, la mente è il miglior amico; ma per colui che non è riuscito a farlo, la mente rimarrà il più grande nemico. BHAGAVAD GITA
Sinora ci siamo occupati principalmente del nostro lavoro ideale da un punto di vista pratico. Abbiamo soprattutto esplorato la parte esterna della creazione, quella che riguarda strategie, scelte, azioni e motivazioni. Ma c’è un altro aspetto altrettanto importante: la creazione interna, quella che ha a che fare con il nostro modo di pensare.
Il nostro modo di vedere il mondo è creato dai nostri modelli mentali, dai nostri condizionamenti, dalle nostre credenze, dalla nostra percezione. Noi creiamo il mondo che percepiamo, non perché non esista una realtà fuori della nostra mente, ma perché scegliamo e modifichiamo la realtà che vediamo in modo che si adegui alle nostre convinzioni. Com’è la tua percezione? È meglio essere ottimisti e avere torto piuttosto che pessimisti e avere ragione. A LBERT E INSTEIN
Tutto quello che percepisci riguardo al mondo intorno a te, la tua carriera, le tue relazioni e te stesso, non è necessariamente la realtà. È la tua percezione della realtà. E questa rappresenta solo una possibile realtà, non l’unica. Ed è proprio quando confondiamo la nostra percezione con la realtà che nascono i problemi. E, come vedremo in seguito, il nostro dialogo interiore (la maniera in cui parliamo a noi stessi) non fa che appesantire questi problemi: il mio capo mi ha preso di mira, i colleghi mi escludono, con questa crisi non troverò mai lavoro, non ho abbastanza soldi per aprire una mia attività, non sono abbastanza bravo per…, non avrò mai le capacità di… eccetera sono tutte percezioni, non fatti.
Se vogliamo riuscire a creare il nostro lavoro ideale abbiamo bisogno di uscire il più possibile dai condizionamenti, dai vecchi schemi limitanti e dai modelli mentali restrittivi. Non sto suggerendo di negare la realtà; è certamente importate tenere a mente numeri e dati, ma a cosa serve guardarli attraverso un paio di occhiali scuri? La negatività uccide la creatività. E, come abbiamo visto, per ottenere il lavoro che desideriamo la creatività è basilare. Le nostri cornici mentali, infatti, producono, definiscono e mettono dei confini a ciò che crediamo possibile. Per anni gli ottimisti e i pessimisti hanno discusso per decidere chi avesse ragione. Entrambi hanno ragione, ognuno vede ciò che vuole vedere. Occorre iniziare a mettere in dubbio le vecchie credenze limitanti e trovare nuove interpretazioni alla nostra realtà, più funzionali e incoraggianti.
Ogni dilemma o problema, infatti, sembra irrisolvibile fino a che restiamo dentro alla cornice e al livello di pensiero che lo ha creato. Allarga i confini, o crea una nuova cornice, un nuovo punto di vista e il problema lascerà posto a nuove opportunità. «I miei assistenti non mi rispettano, continuano a fare gli stessi errori anche se ho spiegato loro più volte come voglio le confezioni», si lamenta Marta. Da poco ha aperto un grande negozio di fiori e la sua particolarità sono proprio le confezioni, vere opere d’arte. «L’attività non potrà mai crescere in questo modo. È inutile che io investa in pubblicità, cerchi convenzioni con alberghi e negozi. Ogni volta che sono assente qui succede qualche problema», conclude sconsolata.
Quale potrebbe essere un’interpretazione alternativa più efficace? Da quale altro punto di vista più funzionale potresti vedere la cosa? «Forse il problema non è la mancanza di rispetto», risponde dopo averci pensato un po’ su. «Entrambi i miei assistenti sono nuovi. E ho interagito con loro principalmente al telefono. Forse si limitano a fare delle confezioni tradizionali per paura di sbagliare. Forse basta che io passi più tempo con loro, almeno in questa fase, e mi preoccupi meno di allargare il business.» Ecco cosa ci racconta Marta solo un mese dopo: «Quello che credevo essere il loro maggiore limite, ossia la mancanza di esperienza, in realtà si è rivelato un grande vantaggio. Una volta che ho dedicato più tempo alla supervisione, per loro è stato molto facile imparare il mio metodo, proprio perché non ne avevano altri da disimparare! Ora sento che tutta la squadra è allineata e posso dedicarmi al resto». Ecco che la nuova cornice di Marta, la spiegazione alternativa, è diventata quella reale! «Non serve a niente mandare curriculum e fare colloqui. Ho provato ma sono sempre andati male. Anche se in questo lavoro vengo sfruttato e non ce la faccio più, sarà meglio che me lo tenga stretto. Con questa crisi, chi potrebbe mai assumere un ex operatore di call center?» dice Carlo scuotendo la testa.
Quale potrebbe essere un’interpretazione alternativa più efficace? Da quale altro punto di vista più funzionale potresti vedere la cosa? «In realtà nessuno di quei cinque lavori per cui ho fatto colloqui mi piaceva. Sarei caduto dalla padella alla brace. E siccome nessuna delle aziende mi interessava, ho sempre parlato di me, non mi sono mai preso il tempo di fare una ricerca approfondita sull’azienda prima di arrivare al colloquio o di esplorare i suoi bisogni. Non ho mai chiesto cosa potevo fare io per quelle aziende, come potevo aiutarle, come potevo fare la differenza nella loro organizzazione, ma solo quante ore avrei dovuto lavorare e le condizioni del contratto. «Se la vedo da questo punto di vista, non sento il fallimento ma solo un approccio errato dato dal mio scarso interesse. E, dentro di me, ora so che se voglio davvero un nuovo lavoro, basta che cambi approccio.» Siete curiosi del risultato? Grazie a una nuova serie di colloqui, ora Carlo ha trovato lavoro in un altro call center, ma questa volta come leader dell’intera squadra, con uno stipendio più alto e in un settore che lo appassiona. Ancora una volta, la spiegazione alternativa è diventata quella reale. «Quando mi sono ritrovato da un giorno all’altro senza lavoro», racconta Marco, «il mio pensiero fisso era: dopo dieci anni di finanza, cosa vado a fare? Mi vergognavo quasi a parlarne e pensavo di essere così sfortunato che qualsiasi cosa avessi fatto non avrei mai avuto successo. Ma quando mi sono chiesto quale poteva essere un’interpretazione alternativa più efficace, è emerso che forse il licenziamento era un’occasione per cambiare vita. Ora avevo abbondanza di tempo a disposizione. Tempo da passare con i miei figli e per riscoprire le parti di me che nella corsa quotidiana degli
ultimi anni avevo tralasciato. È così che con mia moglie è nata l’idea di aprire un bed and breakfast in Toscana. Ora vivo in mezzo alla natura, forse guadagno un po’ meno di prima ma sono molto più felice.» Esercizio 11: Crea un nuovo punto di vista
Pensa a una situazione lavorativa che ti sta infastidendo o che ti preoccupa (non trovare lavoro, una discussione con un collega, un progetto importante che rischia di essere un fallimento). Descrivi la situazione. E ora sfida la tua interpretazione: • quale potrebbe essere un’interpretazione più efficace? • da quale altro punto di vista più funzionale potresti vedere la cosa? • che altra cornice può avere?
Le domande di auto-coaching Guardando le cose dal nuovo punto di vista, che nuove possibilità si aprono? Che nuove considerazioni emergono? Quali nuove azioni puoi fare? Le parole che ti dici Se non ti piace come stanno le cose, cambiale! Non sei un albero. JIM R OHN
Tendiamo fin da piccoli ad accettare le convinzioni limitanti su noi stessi, sulle nostre capacità, sul lavoro e sul mondo, e le rendiamo nostre ripetendole nel dialogo con noi stessi e con gli altri fino a farle sembrare reali. È quello che in psicologia viene chiamato profezia auto-avverante. Così la nostra vita è creata dalle storie che ci raccontiamo. Noi non descriviamo il mondo che vediamo, ma vediamo (e finiamo per vivere) il mondo che descriviamo! Le parole che utilizziamo infatti agiscono come «DNA informativo» della nostra psiche. Ecco perché uno dei modi migliori per cambiare la nostra vita è cambiare il nostro dialogo interiore. Ci potrebbe volere un po’ di tempo, ma, una volta che cominceremo a usare parole ed espressioni nuove e più positive, rimarremo sorpresi nel constatare come, in maniera quasi immediata, saremo in grado di guardare il mondo con occhi nuovi e le persone attorno a noi si comporteranno e reagiranno diversamente. Potrebbe essere facile sminuire queste teorie come stupidaggini new age. Ma la realtà è che questi concetti, che tu ci creda o meno, sono estremamente utili nella nostra vita. Attraverso i nostri pensieri possiamo facilmente cadere in una sensazione di impossibilità oppure, al contrario, aprire nuove strade di possibilità.
Cosa succede se continuiamo per mesi e mesi a raccontarci della crisi, del fatto che siamo troppo vecchi (o troppo giovani), che siamo troppo qualificati (o troppo poco), di quanto sia difficile trovare lavoro o migliorare quello attuale? Quanto ci serve questo atteggiamento? Quanto ci motiva e quanto ci aiuta ad accedere alle nostre potenzialità e alla nostra creatività? Occorre nutrire la nostra psiche con pensieri sani e vitali. Prova a pensare come cambierebbero le cose se iniziassi a pensare: • sono libero/a di essere tutto ciò che riesco a diventare • da questa situazione (qualunque sia, anche la più difficile) imparo nuove cose, per cui ne deriverà solo del bene • ho nelle mie mani la responsabilità della mia vita • io sono l’unico/a che può cambiare il mio modo di pensare • accetto i miei errori e so che sono solo un modo per imparare cose nuove • sono in grado di sviluppare relazioni amichevoli con tutti coloro con cui lavoro e per cui lavoro • amo il mio lavoro. Provo gioia nel fare ciò che deve essere fatto e lo faccio bene • quando mi impegno nel lavoro, mi sento vivo e creativo • affronto il mio lavoro con gioia, calma e serenità • sono soddisfatto dei risultati del mio lavoro • attraverso il mio lavoro esprimo i miei talenti e sviluppo le mie capacità • ogni mia piccola azione conta e fa la differenza • sono in grado di portare a termine i miei progetti • do il benvenuto a nuove idee e nuovi concetti • mi do il permesso di esprimere la mia creatività • i miei talenti sono ricercati e i miei doni unici sono apprezzati da coloro che ruotano intorno a me • per ogni problema che vivo, ho fiducia nel fatto che c’è sempre una soluzione! • sono il/la migliore sostenitore/sostenitrice di me stesso/a • le parole che uso diventano realtà per me. Io amo e rispetto il potere della mia mente. Puoi usare queste frasi (o crearne delle nuove) per sostituire la spirale di pensieri negativi con pensieri positivi, potenti e funzionali. Ti aiuteranno ad allenare il tuo modo di pensare e a creare un dialogo con te stesso più potenziante. «A queste frasi non credo. La mia realtà è ben diversa. Come posso affermarle se non ci credo? Come posso negare la realtà?» potresti ribattere. Non si tratta di negare la realtà (magari in questo momento non hai relazioni amichevoli con i tuoi colleghi, non stai esattamente portando a termine i tuoi progetti oppure non sei soddisfatto dei risultati del tuo lavoro), ma si tratta di piantare dei semi di nuovi atteggiamenti. E questa volta anche funzionali. I detrattori di questa tecnica sostengono che non dia risultati. Eppure sono quasi vent’anni che tra i vari corsi che tengo in tutta Europa insegno anche pensiero positivo e posso portare la testimonianza dei cambiamenti di migliaia e migliaia di persone. Perché non provare?
Le domande di auto-coaching
Qual è il tuo dialogo interiore? Quali sono le frasi che rivolgi più spesso a te stesso/a? Sono pensieri che nutrono le tue potenzialità e la tua creatività o che le bloccano? Sono pensieri di possibilità o di impossibilità? Sviluppa la coscienza di abbondanza Vivere senza tentare significa vivere con il dubbio che ce l’avresti fatta. JIM MORRISON
Dentro di te hai il permesso di guadagnare bene facendo il lavoro che ami? O piuttosto pensi che: • il lavoro debba essere noioso o duro o faticoso • le attività che ti piacciono debbano essere relegate al tempo libero • trasformare ciò che ami in un lavoro? Impossibile. Forse può funzionare per qualcuno ma non per te • non è giusto guadagnare denaro dalla propria passione • il denaro è sporco, o è oltre la tua portata • per fare soldi bisogna essere fortunati e tu non lo sei • i soldi fanno diventare disonesti. Anche la prosperità incomincia dalla «prosperità» che sviluppi nella tua coscienza. Il denaro non è sporco, non è una maledizione. Il denaro è semplicemente una forma di energia. Ciò che lo rende «buono» o «cattivo», «pulito» o «sporco» è la maniera in cui viene usato, come un bisturi che possiamo utilizzare per ammazzare qualcuno o per salvare delle vite. Un altro modo attraverso cui il nostro inconscio può boicottare i nostri obiettivi è il merito. Cosa ti meriti? Meriti di guadagnare del denaro facendo il lavoro che ami? Molto spesso fin da piccoli ci viene inculcato il concetto che non meritiamo nulla oppure che tutto quello che meritiamo ci viene dato solo in cambio di qualcosa (per esempio quante volte si dice ai bimbi: «La mamma e il papà ti vogliono bene se fai come dicono», che tradotto significa: meriti amore se fai quello che voglio io). Mentre è importate avere degli stimoli continui per migliorarci, questi non dovrebbero toccare la questione del merito. Tutti meritiamo di essere felici e di fare il lavoro che amiamo. E lo meritiamo per diritto di nascita. Se volete approfondire questo tema vi consiglio di leggere il mio libro che si intitola appunto Mi merito il meglio . Ognuno di noi merita il meglio non per ciò che fa o per i risultati che ottiene ma per il semplice fatto di esistere. «È un ragionamento egoista!» mi ha detto una volta una signora a un corso. La verità è che è molto più egoista non ragionare così. Sono le persone infelici, non quelle felici,
che creano problemi in famiglia e nelle aziende. Se tutti facessero il lavoro che amano, ho il sospetto che il mondo andrebbe molto meglio. Esercizio 12: Il permesso di meritare il meglio
Chiudi gli occhi per un momento e chiediti: merito di fare il lavoro che amo? Se la risposta non è un forte e chiaro sì, datti ora quel permesso e di’ a te stesso: Io mi do il permesso di fare il lavoro che amo. Io mi do il permesso di guadagnare bene facendo il lavoro che amo. Io mi do il permesso di meritare il meglio nella mia vita. Può darsi che occorra ripetertelo più di una volta.
Le domande di auto-coaching Che cosa succede se la tua situazione lavorativa non cambia nei prossimi 5, 10, 20 anni? Sei pronto a creare il lavoro che ami? Sei pronto a impegnarti per fare della tua vita il meglio?
Stai nutrendo i tuoi progetti?
Sia che tu ti occupi o meno di un giardino, sei il giardiniere del tuo essere, il seme del tuo destino. FINDHORN FOUNDATION
Molto spesso il tragitto da A (dove siamo) a B (il nostro lavoro ideale) non è lineare e semplice, un’autostrada dritta e veloce come vorremmo, ma piuttosto un sentiero di montagna tortuoso dove è facile incontrare ostacoli di ogni tipo. Trovare il lavoro ideale o anche solo migliorare quello attuale è, infatti, un obiettivo che può richiedere sforzi, tempo ed energia. Ecco perché è importante dotarsi di alcune risorse fondamentali che esamineremo nelle prossime pagine. Pazienza e fiducia Se ho fatto qualche scoperta di valore, ciò è dovuto più a un’attenzione paziente che a qualsiasi altro talento. ISAAC NEWTON
Se hai mai districato un nodo, sai che continuare a tirare può solo peggiorare le cose. Bisogna sbrogliare i nodi molto delicatamente e con pazienza. Allo stesso modo occorre essere pazienti (e dolci con noi stessi) per districare i nodi che la vita ci presenta (e i nostri nodi mentali, vedi capitolo precedente). Come ho spiegato nel mio libro Mi merito il meglio, stiamo vivendo nell’era del tutto e subito. Non dobbiamo più mungere personalmente una mucca per avere il latte ma lo acquistiamo già pronto senza nemmeno doverlo bollire, e lo stesso vale per il pane. Se abbiamo bisogno di parlare con qualcuno non dobbiamo andare a piedi a cercarlo, ma abbiamo mille modi per trovarlo in un attimo: cellulare, Skype, email. Questa abitudine alla velocità ha degli effetti in ogni area della nostra vita. Non siamo più abituati ad aspettare, diventiamo impazienti molto presto. 5 Alcune cose, però, hanno bisogno di tempo per maturare. Per esempio, le nostre idee hanno bisogno di pazienza e fiducia per trasformarsi in qualcosa di concreto.
Una volta che abbiamo scoperto cosa amiamo fare, qual è la nostra missione, quali sono i nostri talenti e come possiamo usarli per fare la differenza nella vita delle persone e agiamo di
conseguenza, è la vita stessa che ci indica il cammino. Ma perché questo accada dobbiamo essere abbastanza pazienti e fiduciosi da percorrere il sentiero fino in fondo. A volte, infatti, è proprio quando crediamo che il sentiero finisca e non ci siano vie di uscita che si aprono nuove possibilità. A volte anche le sconfitte portano con sé dei doni inaspettati. Ma siamo abbastanza pazienti per coglierne i frutti? Il rabbino Yehuda Berg ne dà un esempio nel suo libro La Kabbalah e il potere di cambiare ogni cosa. Nel 2000 Al Gore aveva praticamente vinto le elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Alla fine tuttavia, come tutti sappiamo, vinse George W. Bush. E ci riuscì aggirando il sistema. Come si deve essere sentito Al Gore quando, dopo aver investito denaro, energia e anni di preparazione, si è visto portare via la presidenza in quel modo? Se si fosse sentito sfortunato, imbrogliato, deluso e avesse pensato che nulla aveva senso, qualcuno avrebbe potuto dargli torto? Eppure, tutti quei mesi di conferenze in giro per gli Stati Uniti avevano un senso ben preciso. Non prepararlo alla presidenza, come inizialmente Al Gore aveva creduto, bensì avvicinarlo alle persone affinché potesse divulgare il suo messaggio: la salvaguardia dell’ambiente. Se Al Gore avesse vinto le elezioni molto probabilmente sarebbe stato così impegnato da non potersi dedicare al 100% alla sua passione. Grazie a una sconfitta, la sua missione è potuta fiorire. Come sostiene Berg, in quell’occasione Al Gore ha perso la presidenza ma ha guadagnato la sua vera voce (e anche un premio Nobel per la pace nel 2007). Le «sconfitte» e le difficoltà della vita esistono per un motivo: per modificare il tuo percorso nella direzione creata per te. In quei momenti avere pazienza è basilare perché, quando le cose non vanno come vorresti, potresti non vedere o non cogliere subito il dono che c’è lì per te. E questo potrebbe essere duro. Ma se hai abbastanza pazienza, ti accorgerai che i semafori rossi della vita ti portano in posti migliori, con persone migliori, stati mentali o situazioni migliori. E ti rendono più forte. Come una pianta ha bisogno di luce, nutrimento e tempo per crescere sana e forte, così anche i nostri progetti hanno bisogno di cura. E di pazienza. Solo perché un frutto non è ancora maturo, non significa che non sarà mai dolce. Come cambierebbero le cose se, con pazienza e fiducia, trasformassimo i momenti negativi della vita in stimoli per la riflessione? Esercizio 13: La pazienza in pratica
In fila in posta, nel traffico o in anticipo a un incontro: usa queste situazioni come esercizio per sviluppare la pazienza. Ci vuole davvero un cambio di prospettiva per sviluppare la tua capacità di essere paziente. La pazienza ti dà la possibilità di essere in pace, di stare nel momento presente e di rimanere in uno stato di felicità pacifica, in questo mondo pieno di gratificazioni immediate. La prossima volta in cui avrai l’opportunità di essere paziente, riconoscila come una benedizione e usa questa tua capacità.
Le domande di auto-coaching Esamina le tue «sconfitte lavorative». Quali doni ti hanno portato? Determinazione e perseveranza Nulla al mondo può prendere il posto della perseveranza. Il talento no: niente è più comune di uomini di talento che non hanno successo. Il genio no: il genio incompreso è quasi un proverbio. Solo tenacia e determinazione sono onnipotenti. CALVIN COOLIDGE
Alla perseveranza nulla è impossibile, afferma un detto popolare. Quante volte hai avuto la sensazione di non farcela? Dopo quanti tentativi hai lasciato perdere? Dopo quante sconfitte ti sei dato per vinto? Prima di diventare uno dei più grandi presidenti della storia degli Stati Uniti, Abraham Lincoln perse otto competizioni elettorali, fece due volte fallimento ed ebbe un esaurimento nervoso. Dopo il 487° tentativo di isolare il radio da una lega di uranio impoverito (il tutto in una vecchia capanna abbandonata, senza soldi e senza alcun aiuto), Pierre Curie alzò le mani disperato e disse: «Non ce la faremo mai. Forse tra cent’anni, ma non ai miei giorni». La moglie Marie lo guardò con fare severo e disse: «Se ci vorranno cent’anni, pazienza, ma non smetterò di tentare finché vivrò». Se J.K. Rowling si fosse fermata alle prime (c’è chi dice addirittura dodici) case editrici che hanno rifiutato il suo romanzo definendolo troppo lungo, Harry Potter non sarebbe mai stato pubblicato. Forse ora stai pensando: Questi sono tutti esempi di personaggi importanti della storia. Che cosa c’entrano con me? Se loro ci sono riusciti non significa che ci potrei riuscire anch’io. E siccome so quanto la mente ami boicottare le nostre potenzialità, voglio raccontarti di come anch’io, nel mio piccolo, ho più volte avuto bisogno di accedere alla risorsa della perseveranza. E se ce l’ho fatta io, ce la puoi fare anche tu! Quando ho capito che la mia missione era aiutare le persone a vivere meglio attraverso ciò per cui avevo studiato, ho deciso di lasciare gradualmente il mio lavoro di modella e le mie tre società nel campo della moda. Ho fissato una data per il mio primo corso. Ho preparato delle bellissime locandine e per diversi mesi le ho distribuite in tutti i negozi della mia città. Ho fatto decine di conferenze nelle librerie e nei centri culturali per raccogliere indirizzi di possibili persone interessate. E ho mandato a ognuno di loro una lettera (a quei tempi non esistevano le email). A quel punto mi sono detta: Se devo veramente cambiare lavoro, le persone mi chiameranno per iscriversi al corso, altrimenti significa che devo continuare nel campo della moda. Il risultato? Per il mese seguente ho ricevuto decine di telefonate di offerte di lavoro. Tutte come modella. Se avessi mollato allora (o una delle tante volte in cui la vita ha messo alla prova la mia scelta lavorativa), ora, dopo vent’anni, non staresti leggendo questo ebook.
C’è solo una ricetta per creare il lavoro ideale: gestire le delusioni, le frustrazioni, i rallentamenti, le cose che non vanno nel verso giusto. Ricollegarsi sempre con la passione per il nostro obiettivo e ritornare al piano programmato (o sviluppare delle nuove strategie) e passare all’azione! Le domande di auto-coaching Cosa hai bisogno di pensare / credere/fare di diverso per andare avanti e non mollare? Di che risorse hai bisogno? Coraggio Dobbiamo abituarci all’idea: ai più importanti bivi della vita, non c’è segnaletica. ERNEST HEMINGWAY
Come spiegato da Yehuda Berg nel suo libro La Kabbalah e il potere di cambiare ogni cosa , il 95% del carburante e dell’energia che occorre per lanciare un missile è utilizzato in fase di decollo. Allo stesso modo, il 95% dell’energia richiesta per creare il nostro lavoro ideale serve per superare la zona di comfort, le abitudini e superare la paura. Il più delle volte è la paura della povertà che ci impedisce di creare il lavoro ideale (così come è la paura di farci male che ci impedisce di vivere una relazione in pieno o la paura di essere insignificanti che ci impedisce di usare i nostri talenti e condividerli con il mondo). La paura può condurti a ignorare i tuoi desideri autentici e può farti mettere la tua vita in attesa. Finisci per voler sfuggire, ritirarti e pensi che quello che vuoi non è possibile o realistico. «La paura è come un cane, se scappi morde», recita un vecchio proverbio arabo. Nulla di più vero. Paura non significa farsi paralizzare. E non significa nemmeno per forza fermarsi. A meno che non sia ciò che desideriamo. Il coraggio non è mancanza di paura, ma il trionfo su di essa. «L’uomo coraggioso non è quello che non si spaventa, ma colui che conquista quella paura», insegna Nelson Mandela. La mia definizione preferita di coraggio è questa: l’abilità a restare aperti anche quando ci tremano le gambe e scegliere di andare avanti anche nelle circostanze più difficoltose. Quando proviamo paura vogliamo soltanto scappare, ma la via migliore per fuggire è rimanere. Se riesci a farlo puoi vedere la paura dissolversi in se stessa. Se vuoi approfondire questo argomento ti consiglio di leggere il mio libro Libera la tua vita. Esercizio 14: Antipaura: agisci sul corpo!
La prossima volta che noti che la paura sta crescendo, smetti di fare quello che stai facendo e porta l’attenzione dentro di te. Dove si sta manifestando la paura nel tuo corpo? Può rivelarsi in una mascella bloccata, nel ventre teso, nella respirazione superficiale e così via. Quando localizzi il punto in cui c’è la paura, rilassa quell’area. Rilassa la mascella o lo stomaco,
oppure fai dei respiri profondi. Questo deve essere un rilassamento fisico, non emotivo. Per calmare il tuo corpo non è sempre obbligatorio che tu debba calmare la mente; funziona anche nell’altro senso. Esercizio 15: Antipaura: invita qualcuno!
Prima di fare qualcosa che ti impaurisce (discutere con il tuo capo, iniziare un lavoro nuovo, affrontare un colloquio di lavoro), immaginati qualcuno che sarebbe orgoglioso se tu ti assumessi questo rischio. Potrebbe essere un parente, un mentore o un personaggio storico o letterario. Prima di entrare nella situazione che ti spaventa, visualizzati con questa persona al tuo fianco, che ti tiene per mano o tra le sue braccia. Permettiti di sentire davvero la sua presenza e portala con te. Non sei solo e nell’unione c’è la forza!
Le domande di auto-coaching Quali sono le tue paure rispetto al tuo piano d’azione? Chi sarebbe felice, se tu superassi le tue paure? Se non riesci a pensare a qualcuno che gioirebbe del tuo risultato, immagina la persona che ammiri di più seduta di fronte a te. Può essere vera o immaginaria, ma quando pensi a lei arrivi a provare un forte senso di incoraggiamento. Perché questa persona sarebbe felice se tu superassi le tue paure in questo ambito?
5. «Alla fine andrà tutto bene e se non andrà bene vuol dire che non è ancora la fine», da Marigold Hotel.
La differenza che fa la differenza
La cosa seccante di questo mondo è che gli imbecilli sono sicuri di sé, mentre le persone intelligenti sono piene di dubbi. BERTRAND R USSEL
Avere dei sogni e impegnarci a realizzarli ci fa crescere e ci mantiene fisicamente e psicologicamente sani. È la differenza che fa la differenza nella vita umana. Tutti abbiamo dei sogni, anche se molto spesso li abbiamo seppelliti in un cassetto. Tutti abbiamo il compito di allenare le nostre capacità per portare avanti i nostri sogni. Il fatto che un sogno esista non è un caso. È il seme che aspetta che tu lo annaffi. È un dono che ti è stato dato, e tu ora hai l’opportunità di scoprirlo, giorno dopo giorno, con le tue decisioni e le tue azioni. Realizzare i nostri sogni implica dei rischi perché riguarda un futuro che ancora non conosciamo. «Un contadino si recò dal Buddha per parlargli dei suoi problemi. Gli raccontò le difficoltà che incontrava nel coltivare la terra, gli disse che la siccità o i monsoni gli complicavano il lavoro. Parlò al Buddha della moglie, spiegandogli che, nonostante l’amasse, c’erano alcune cose di lei che avrebbe voluto cambiare. Gli disse la stessa cosa dei figli: sì, li amava, ma non stavano crescendo proprio come avrebbe voluto. Quando ebbe terminato, domandò al Buddha in che modo avrebbe potuto aiutarlo a risolvere i suoi guai. Il Buddha rispose: ‘Mi dispiace, ma non posso aiutarti’. ‘Come sarebbe a dire?’ inveì il contadino. ‘Dicono che tu sia un grande maestro!’ Il Buddha replicò: ‘Signore, le cose stanno così. Tutti gli esseri umani hanno ottantatré problemi. È una realtà della vita. Certo, alcuni problemi possono scomparire di tanto in tanto, ma ben presto se ne presenteranno altri. Perciò avremo sempre ottantatré problemi’. Il contadino reagì con indignazione: ‘A cosa serve allora tutto il tuo insegnamento?’ Il Buddha rispose: ‘Il mio insegnamento non può aiutarti a risolvere gli ottantatré problemi, ma forse può darti una mano con l’ottantaquattresimo’. ‘Quale sarebbe?’ domandò il contadino. ‘L’ottantaquattresimo problema è che non vogliamo avere problemi’». AVIKAL E. C OSTANTINO
Avremo sempre dei problemi, l’ideale non è vivere al sicuro ma vivere la vita. Per me il successo di questo libro non sarà misurato dal numero delle copie vendute, ma dal numero delle persone che ispira. Sei pronto/a a seguire i tuoi sogni? Ci sono già così tante persone nel mondo che lasciano i propri talenti e i propri sogni chiusi in un cassetto. Per favore, non farlo anche tu! Buona vita! Lucia
BlessYou! Community
Ogni volta che siamo feriti o sentiamo di non riuscire ad andare avanti, avere qualcuno con cui connettersi fa la differenza. OPRAH WINFREY
Il nostro impegno è di mettere a disposizione le conoscenze, il sito, il blog e tanti appuntamenti affinché chi lo desidera possa far parte di una tale comunità. Ci impegniamo anche a continuare a organizzare i corsi e le conferenze e a mettere a vostra disposizione spunti, riflessioni, articoli ed esercizi per aiutarvi a seguire un percorso di miglioramento continuo verso benessere e serenità. Sul sito www.luciagiovannini.com potete scaricare gratuitamente oltre 1000 pagine di ebook, i test della felicità, i diari dei libri. Sul sito www.blessyou.me potete trovare il calendario degli appuntamenti e le informazioni per mettervi in contatto con le altre persone della vostra zona e creare insieme dei gruppi di lavoro.
Beneficenza
Guardati intorno e vedi dove c’è qualcosa che può essere migliorato, o qualcosa che sta creando sofferenza a qualcuno, o qualcosa che sai che potresti rendere migliore di come è ora. Guarda dove puoi fare la differenza. CHIRSTINE COMAFORD-LYNCH
Attraverso il nostro lavoro ogni anno sosteniamo diversi progetti no-profit. Il 20% del ricavato dei libri, CD, DVD di Lucia Giovannini, così come una parte del ricavato dei corsi di BlessYou! va in beneficenza a diversi progetti, tra cui: • Attività caritatevoli di Mata Amritanandamayi: bambini e anziani in India. • Due associazioni di volontari che curano, sfamano e spesso salvano la vita a migliaia di cani e gatti randagi dell’isola di Phuket, in Thailandia, Soi Dog Foundation e Phuket Animal Welfare Society. • Salvare cani e gatti dalla morte nei lager-perreras spagnoli e nei canili bosniaci. Se volete dare una mano a salvare le loro vite e/o adottare un cane o un gatto scriveteci e vi metteremo in contatto con i volontari che se ne prendono cura. Acquistando questo ebook avrete contribuito ad alleviare almeno un po’ della sofferenza degli esseri che abitano insieme a voi il pianeta Terra. Grazie di cuore anche a nome loro!
Bibliografia
AA.VV., Business Model You, Wiley & Sons Ltd. Edizioni, New York 2012. BERG, YEHUDA, La Kabbalah e il potere di cambiare ogni cosa , TEA, Milano 2011. BOLLES, R ICHARD N., What Color Is Your Parachute? 2011: A Practical Manual for Job-Hunters and Career-Changers, Ten Speed Press, Berkeley 2012. –, What Color Is Your Parachute? Workbook, revised: A Practical Manual for Job Hunters and Career Changers, Ten Speed Press, Berkeley 2012. COHEN, ALAN, Tutto il bello che c’è , My Life Edizioni, Rimini 2011. GIOVANNINI, LUCIA,Tutta un’altra vita , Sperling & Kupfer, Milano 2008. –, Mi merito il meglio , Sperling & Kupfer, Milano 2010. –, Libera la tua vita, Sperling & Kupfer, Milano 2012. –, GIUSEPPE COCCA, Frullato e mangiato , My Life Edizioni, Rimini 2012. HSIEH, TONY, Delivering Happiness , Little, Brown & Company, New York 2012. R ATH, TOM, StrengthFinders 2.0, Gallup Press, Washington D.C. 2007.
Se ti è piaciuto questo ebook scarica anche
La vita come tu la vuoi – Realizza il tuo progetto più bello: te stesso di Claudio Belotti
Scopri come tirare fuori il meglio da te stesso e dalla tua vita attraverso il metodo in quattro passi di un noto coach e trainer: essere, credere, fare, avere. L’arte di far accadere le cose di Mike Dooley
Da uno dei grandi maestri di The Secret , il manuale per tramutare i nostri sogni in realtà. Perché ciascuno di noi è un essere speciale, ogni singola vita è ricca di significato, siamo tutti qui per scoprire che i sogni diventano davvero realtà. The Spiral di Christopher
C. Cowan, Natasha Todorovic, Claudio Belotti Vuoi capire il modo di pensare e di comportarsi di una persona, in una determinata situazione, in un particolare momento? Le Dinamiche a Spirale sono un rivoluzionario approccio psicologico basato sugli studi dell’americano Clare Graves e applicato da decenni in molte parti del mondo con risultati eccezionali. Semplicemente felice – Migliora la tua vita subito e per sempre di
Luca Lorenzoni Un libro che, attraverso consigli pratici, ci insegna come evitare di concentrarci solo sulle esperienze negative e ci consente di individuare i nostri errori fornendoci la chiave per accedere alla felicità. Siamo tutti fatti per essere felici di Christian Boiron
In questo libro rivoluzionario un percorso concreto e straordinariamente efficace per superare gli ostacoli, realizzare i nostri sogni ed esprimere i nostri talenti.
Della stessa autrice
VITA T UTTA UN ’ ALTRA M I MERITO IL MEGLIO L IBERA LA TUA VITA