.
e S 7^ DIZIONARIO DI
ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA DA
PIETRO SINO
S.
SPECI AI PRINCIPALI E
PIÙ
DELLA
A
sa:\ti, beati,
L]\I
AI
NOSTRI GIORNI
ENTE INTORx\0
martiri, padri,
CELEBRI
SCRITTORI ECCLESIASTICI,
CHIESA
CATTOLICA,
ALLE
ai
sommi pontefici, cardinali GRADI DELLA GERARCHIA.
VARII
AI
PATRIARCALI,
CITTA
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, Al
RITI,
ALLE
CERIMONIE
PRELATIZIE, AGLI ORDINI CttE
SACRE,
RELIGIOSI,
ALLE
CAPPELLE
MILITARI,
ARCIVESCOVILI
ALLE FESTE PIÙ PAPALI,
EQUESTRI
CARDINALIZIE
COMPILAZIONE
DEL CAVALIERE GAETANO MORONl ROMANO SECONDO AIUTANTE DI CAMERA
SUA SANTITÀ PIO
VCL.
IX.
LXXn
^ I
N
VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA MDCCCLV.
F.
\i
I
I,
I
E
ED OSPITALIERI, NON
ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC.
DI
E
SOLENNI,
A N A
EC.
^
La
s.^,
^ o
presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi vigenti,
per quanto riguarda
r Autore intende godere relative.
il
la
proprietà letteraria, di cui
diritto,
giusta le Convenzioni
DIZIONARIO DI ERUDIZIONE
STORICO -ECCLESIASTICA
T TEM
TE M 1 EMPLARI
o
TEMPIERI, Tem-
plariorwn Eqiiitum. Ordine militare, istituito uel
i
i
religioso e
i8 dalla pietà
di
Payeos o de Pagaiiis, da Goirredo di s. Onier o di s. Adelmaro, e da 7 altri gentiluomini di cui la storia non ricorda nomi. Questi tra loro formarono una società per difendere pellegrini, che recavansi in Siriaa venerare luoghi san-
Ugone
di
i
i
i
tificati
tro
i
dalla presenza del Salvatore, con-
rubamenli de' ladroni,
le vessazio-
ni e le crudeltà degl'infedeli saraceni, ren-
dere loro sicure
le
strade e particolarmen-
per il camnìino del mare, ed ancora propugnare la difesa della religione. Affinchè nulla impedisse dall'iinpiegare tutta te
la
loro vita in quest'opere eroiche di cri-
opportuno
sliana carità, giudicarono
di
obbligarvisi formalmente con voli, e dedicarsi al servizio di
Dio
e del prossimo,
ad imitazione de'canonici regolari, e de' cavalieri Gcrosolimilani (f.),o d\ Mal-
ta\T .). A tale effetto si portarono daGuarimondo o Stefano patriarca di Gerusalemme, il quale approvando la loro risoluzione, ricevè da
essi
i
3 voli di po-
vertà, castità e ubbidienza, a'quali poi ag-
giunsero quello d'esporre la loro vita in difesa di Terrasanta^m remissione de'pecre di Gerusalemme, ammirandone il zelo, die ad essi per qualche tempo nel proprio palazzo una casa vi-
cali. Baldovino II
al luogo ove già sorgeva il celeberrimo Tempio di S(ilomonc,(\a cui trassero il nome di Templari, o cavaheridella milizia del Tempio. Non mancano di quelli che fanno derivare tale denominazione dall' accompagnare che facevano pellegricavalieri di tempio in tempio
cino
i
i
ni,
mentre incedevano
ghi santi. Le loro case pio. In seguito
i
si
alla visita de'luo-
chiamarono Tem-
canonici regolari del s. sito adiacen-
Sepolcro concessero loro un te al
palazzo regio, acondizione che vista-
bilissero la loro
dimora.
Da prima non
veano che di limosine,e per questa estrema povertà da loro professata, derivò ad essi ancora Wnoxne i\\ poveri cavalieri del vi
Tempio. Ne' primi anni dell' istituzione non ammisero alcuno nella loro società, la quale però non si accrel)be che dopo il concilio di Troyes del i 28, al quale pre1
T E
4 siede
il
TE
INI
cardinale b. Malico legnlo in Fran-
Onorio
11 e vescovo d'Albano. Vi Ugone con 5 suoi confratelli, e domandarono una regola acciò vivendo
cia
tli
trovò
si
metodi u-
in società potessero osservare
niformi. Tale richiesta
sembrando ragios. Bernardo Cbiaravalle e uno
nevole a'padri del concilio,
abbate cistcrciense
di
genio
III nel
4*3 ^i
1
1
rossa, acciò nel
IM
aggiunse una croce
bianco della veste appren-
dessero l'innocenza de'coslumi, e nel cosi mostrassero pronspargimento del sangue per difen-
lore rosso della croce ti
allo
dere
fede cristiana e
la
l'alestina, conie rileva
il
la
Catalogo degli ordini
Terrasanta di p. Bonanni nel
eaiiestri e milita'
deWEqiies
di essi, fu incaricalo di compilarla, e vi
77',che a
soddisfece con molta prudenza e pietà,
7\inplariiis. Inoltre aggiunge, che
dando
valieri
loro
una regola confurme
rito dell'islilulo cipali articoli
che professavano.! prin-
erano, che dovessero ascol-
tare c]uotidiananiente
Tino, e che
allo spi-
tutto
1'
ufllzio di-
quando n'erano impediti
[). I
1
Di iporta la figura
usavano
lo
i
ca-
stendardo bianco e ne-
ro, per significare nel
bianco
agli amici di Cristo, e nel
Che
conti oi nemici di esso.
la
nero la
benignità fierezza
la
forma della
dal
croce di decorazione era simile a quella
servigio militare, vi dovessero supplire
de'cavalieri gerosolimitani; altri però so-
con un certo numero di Pater noster j che mangerebbero di magro 4 giorni per settimana, e che non andrebbero mai a caccia liè d'uccelli, né di quadrupedi. Al-
stengono che fosse doppia come
cuni riportano tale regola,
altri
negano
che l'avessero ricevuta, o almeno chela regola restataci sia un
do
compendio e seconnon di s. A-
quella de' cistcrciensi, e
come pretesero altri. Ciò si prova dalla formola del giuramento che faceva il maestro dell'ordine de' cavalieri gostino
di
Portogallo, riportalo dal
p.
Ilelyot,
di
vera fede e aiutalo dal favore divino
valeva 100 de'riemici e infede!i;anche con allusione
mollo cantalo dalle donne e-
al
bree dinanzi David dopo l'uccisione diGo-
Storia degli ordini religiosi e militari,
lia:
6, cap. 3: Dell'origine de' ca\'alieri
sto
l.
patriar-
la
Per esprimere la loro semplicità e umiltà formarono lo stemma dell'ordine colie figure d'un cavallo montalo da due cavalieri. Noterò col Bosio, che nello stendardo posero il motto /'tì'-(/C('///; che in italiano suona J al eento. Si volle con esso accennare, che ciascun di loro armato
cale.
Lno ha
vintiio,ooo. Dietro a que-
stendardo andavano
i
templari can-
n es-
tando: jVon nohis Domine, non nobis, sed
niacsiro prometteva a Gesti Cristo
Papa, ubbidienza e fedeltà perpetua, giurando di difendeie e-
nomini tuo da gloriam. Quello stendardo si prese per presagio del destino dell'ordine, il cui principio fu lutto candido
ziandio colle armi
e felice, ed
Te/nplari. e della loro abolizione. so
il
e al suo vicario
la lede
;
di
1
il
i
misteri e
i
dogmi
mantenersi soggetto
al
del-
gran
maestro generale dell'ordine secondo gli statuti piesci itti da s. Bernardo; ili giammai soccorrere principi infedeli, e se da loro assaliti combatterli; di non vendere beni dell' ordine, né cedere le sue piazze; eli osservare perpetua castità e fedeltà i
i
al re, e di
non negare soccorso
a'confiatelli cistercitnsi.
plari ricevuta
dinal
I).
la
IMiilleo,
1
e difesa
cavalieri tem-
regola dalle n>aiiidel car-
Aeslirono
l'idjilo di
lana
liianco della finuKi prescritta d.d concilio di
Troyes,
ul
quale
il
cistcrciense
Eu«
fine oscuro, funesto e infe-
il
licissimo. In principio
ro vita, sante
le
esemplare
fu la lo-
opere, eccellente T opi-
nione; e ad esempio de'cavalieri gerosolimitani valorosamente aiutarono ire di
Gerusalemme contro
gl'infedeli.
Quindi
Tordi ne ebbe prospero e rapido incren)ento,
i
principi e
colmarlo
i
di beni,
grandi cominciarono a per
patia che destavano,
la rinomanza ammirandosi
e simil
va-
lore dimostrato nelle guerre delle Crociate,
onde
tla
poveri
fiatelli di
poi acqui-
starono ricchezze sterminale, sparse in unti
i
paesi della cristianità,
ma
fu
il
ger-
T E me
male che
del
TE
iM
Narra GuTiro,che a suo lem-
distrusse.
li
glielnio arci vescovo di
Tempio di (ierusalenime vi erano più di 3oo cavalieri, olire un infinito numero di fiali servenlijclie
5
AI
pale di sua corte.
Ma
veaiio costretto
Veccliio della
il
i
teuiplarl clic a-
Munta-
iminense erano le loro ricchezze non meno in oriente, die in occidente; e die non
pagar loro un tributo, temendocolla sua conversione di perderlo, uscili da un'imboscata uccisero enipiaiuenle l'anibascialore. Sdegnalo il re, domandò al gran maestro iV. Ottone di s. Amandosod-
eravi alcun luogo del cristianesimo in cui
disfazìone dell'atrocità comuìessa. Pvispo-
nonne
se questi, che già
no
nella casa del
avessero, procedendo nell'opnlen-
za del pari co'regi. Assicura JMalteo l'arisio,clie
case.
giunsero a possedere
Qneslabbondanza
tarlo,
li
fece inoigoglire,
f)ooo
pili di
di beni fu
loro
il
alfiancnrono
si
dall'ubbidienza del patriarca di Gerusa-
lemme che
peli. "a loro
li
avea concessi,
usurparono le doli delle chiese, imbandivano mense colle più sfjnisile vivande, e dimenticando lo sco|)0 di loro istiUizio-
ne
di edilìcare
guarentire
Gerusalerame,
mondo
il
liberi si
i
colle virtù, e di
passi pe'pellegrinaggi a
sparsero in tutta
Europa
gna
a
conforme
l'ordine avea data sore,
il
la
gli
statuti del-
penitenza alTucci-
quale avrebbe mandalo prigione
al l*apa, e
die nimio poteva porre
mano
sui religiosi dell'ordine, pe' privilegi
godeva dalla
che
Sede. Rolla guerra col
s.
armarono controdi combatleronoper 3 anni, llndiè il gran maestro dell'ospedale di Gerusalemme ne compose le dilFerenze. Comprarono da Riccardo I re d Inghllterra l'isola di Cipro per 35, 000 marche d'argento, ma non ne goderono lunprincipe d'Antiochia,
galeazzee
lui 7
lo
possesso. Alcuni loro impntaro-
impossessandosi delle fortezze, città e terre, che la pietà de'fedeli aveano conver-
garaente
titoinloro vantaggio. Vollero fareda prin-
di Siria e d'altre parti a far correrie ne-
cipi e
da baroni, comandare a'popoli, ed
no
il
frequentemente eccitare
di
gli stati cattolici,
sariiceni
i
per mostrarsi necessari
esercitare sui vicini la ragione del forte
a'principi cristiani e cavar ad essi ingenti
prepolente. Le case de' templari crebbe-
somme
ro in lutti
regni d'Europa, collegale in
i
alleanza formidabile, poiché
che risuonava pel
inilitare
dava ad
essi
il
fama mondo, guiloro
la
flore della cavalleria
da o-
iid5
di
denaro. Si attribuì loro di a-
ver costretto Federico
pe'giuramenti
II
imperatore, che recato in l^ale-
filli erasi
combattere gl'infedeli, a collegarsi soklano di Babilonia, fpiando conob-
slina a col
potenti e numerosi, lor toc-
be che con tradimento l'aveano provocalo a sorprenderlo. Però le calunnie conIrò cavalieri furono esagerale da molli stoiici, ed è [irobabile che favorevoli a Federico II nemico della Chiesa, per di-
co Nosceradino egregio figlio delsoldano,
minuirgli l'odiosità prodotta dall'infame
gni parte del cristianesimo. Nel tenqjlari uella
si
i
arricchirono col bottino fatto
morledEbeissoldano d'Egitto,
vin-
to in battaglia. Nella divisione della pie-
da,
come
pili
che piìi volle chiese il battesimo, lo esaudirono; anzi per avarizi.i
derono
agli egiziani
,
i
quali
gli
ma non ven-
lo
Il
Vecchio
della
tagna e principe degli assassini, nel
i
patto, ne cagionassero ti
narra
il
i
templari. In fal-
Rinaldi negli
Annali eccle-
Mon-
che tempieri scrissero a Papa Onorio HI dello stato di Terrasanla, ed il simile fece il gran maestro lamentan-
72
dosi della tardanza del soccorso [)romes-
dierono
crudelissima morte, con infamia e obbrobrio de' templari.
i
1
1
siastici ,
i
quale nel 1220 mo-
inviò un ambascialoieal rediGerusaiem-
so da Federico
me per
suoi, sot-
lesto
Amami
udito volentieri efalto accompagnarecon
gran maestro come dovea regolarsi nella guerra persiana; e poi per avere cavalieri
salvacondollo da uu genliluomo priuci-
spogliati de'loro beni alcuni mercanli an-
farsi cristiano
con
tulli
i
lo certe condizioni, e fu dal re
I
i
II,
il
beni loro. Gregorio
IX
consigliò
il
i
TE M
6
TE M
Papa acremente li riprese. Nel 272 lempieri impegnarono Filippo III V Ardito re di Francia, a raduuiue un esercito per aiuto di Terrasanta. Crebbe
couitanì, I
i
la loro ai
do al
la
roganza e avarizia, dimenlioaii-
co' loro vizi ciò
che doveano a Dio e
prossimo. Affascinali dalle loro passio-
ni, la
il
dopo
la
rovina de'cristiani
perdila del regno di
quale
essi
furono
in Siria e
Gerusalemme,
la
causa, divennero
bersaglio dello sdegno di Dio, che sperse erranli di terra in terra. ti
del-
li
di-
Strumen-
furono JMnntfducon nella provincia
della loro definitiva perdita
jn-iore di
il
di
Tolosa, e l'italiano Piosso-Dei, o Niflbdei
condannato per
fiorentino. Ili.°era slato
sentenza del gran maestro dell'ordine a finir
i
suoi giorni in
una prigione, per-
chè convinto d'eresia e
di molti altri in-
fami
pena
delitti; e l'altro in
leiaggini
dovea
a gravissime
di
sue scel-
pene essere
soltoposto, per giudizio del preposto di Parigi.
Ambedue
questi rei ridotti a so-
il castigo loro dovuto, crederono poterloscampare rivelando molte cose
stenere di
tleir ordine, fino allora occulte.
Accusa-
ronoquindi disi enormi delitti cavalieri, che a Filippo IV il Bello re di Francia, quantunque loro fiero nemico, non sembravano credibili, comechè riguardanti la i
tobreiSoy conlemporaneamenle giorno
lutti
i
sieme del Tempio alloggiare, e
e in lai
templari, e s'impadronì in-
vi
pose
a Parigi, il
ove andò ad
suo tesoro e
le scrit-
ture di Francia, facendo sequestrare tulli
beni appartenenti all'ordine. Molto di-
i
spiacque a Clemente V, che senza di lui SI
procedesse in affare di tale importanza,
erano militari e
religio-
perciò persone ecclesiastiche e
imme-
poiché si,
cavalieri
i
diatamente soggette alla s. Sede; rimostranze che furono appoggiale da una decisione della facoltà di Parigi, pronunziandosi in favore del Papa.
Da due
cardinali
che rimettesse le cose in sua soddisfazione, pregandolo di
foce sapere al re
islato di
manifestare a'cardinali re in loro custodia
i
accuse, e da-
le
beni dell'ordine. Di
piìisospese l'autorità degli arci vescovi, vescovi, prelati e inquisitori di
servò a se il
la
Francia, e
ri-
cognizione dell'affare. Offeso
re per la risoluzione presa dal
Papa, pel
suo focoso temperamento gliene fece a-
mare doglianze; lultavolta per giustifimondo, contentò due cardinali,
carsi col e fece
i
condurrealcuni templari a Poiliers
ov'erail Papa. Questi gl'interrogò con
72
altri cavalieri dell'ordine, e tulli confes-
sarono per vere
le
accuse, che principal-
la verecondia. JVe parlò al Papa Clemente VjChe neli3o6 Irovavasi in Lione, e poi nuovamente a mezzo de'suoi am-
mente si riducevano alle seguenti. 1. "D'insegnare che Gesù Cristo nou era Dio, ma un uomogiustamentecondannaloa morte a motivo de'suoi delitti. 2." Di obbli-
basciatori ne trattò con lui a Poiliers,
gare
fedee
Il
Papa che non poteva persuadersi dell'enormi accuse, scrisse al re, dandogli parola di portarsi tra
poco
a Poiliers,
don-
i
loro novizi a rinunziare alla fede
cattolica,
ed a sputare 3 volte sull'imma-
un
gine del Crocellsso. 3.°Di presentare testa di legno
idolo
con lunga barba, par-
d^ erasi partito, per venire egli stesso in
te inargentala e parte dorala, a quelli
chiaro di quanto a'cavalieri imputavasi,
porlavansi al capitolo generale e di far-
benché dal gran maestro dell'ordine Gia-
glielo adorare.4."Di obbligare
como de Molai bor"0"none o o
la
negato. Egli per
fosse
il
tutto
gran maestranza, eguagliando nella dignità principi, avea tallo da padrino al baUesimo d'im figlio del re Fdippo iV. Ma il re temendo che (jutsio affare non lurbasbela tranquillità dello stalo, per essere l'ordine potentissimo ìq Francia, fece arrestare a'i 3 otla
i
commercio
colle
novizi al-
maniedonne (ed in ve-
prostituzione ed evitare in
ra ogni
i
che
tal
ce viveano apertamente fra le sozzure im-
pudiche nou solamente con femmine
cri-
ma
ancora con quelle pagane o maoiiiellaiio siegolalamente). 5.° Di ba-
sliane,
ciare lui
1.1
che
bocca, l'umbelicu e l'ano di coli
riceveva nell'ordine. 6.°
Che
il
3
T E M
TEM
gran maestro de' templari, il quale'oon avea alcun ordine sagro, era il solo rive-
parte, ed allreltanto fecero altri interro-
podestà d'assolvere
stito della
Che
da'Ioi'o peccati. 7."
i
i
cavalieri
sacerdoti appar-
tenenti all'ordine consagravano senza dir
parole sagramentali.
Je
per
lieri
suddetti cava-
1
maggior parte convennero su
la
tranne quello
tutti questi capi d'accusa,
dell'adorazione dell'idolo, che
vava
in Marsiglia:
porta
enormi
gli
cui
erano
pa
ritirò la
stati
il
conser-
si
Rinaldi ancora ri-
eccessi e l'apostasia, di
Allora
accusati.
Pa-
il
sospensione de' prelati e in-
quisitori di Francia, permise agli ordinari
de' luoghi di procedere
genza contro za, la quale
con ogni
dovea pronunziarsi contro
jìarticolari ne'concilii provinciali,
i
con e-
comando
spressu
contro
di non intraprendere gran maestro generale cosa al-
il
cuna, riservando a se e alla pilargli
il
Sededi com-
s.
processo, ed a' maestri e pre-
cettori di Fiancia,d'oltre
mare, Norman-
Clemente
dia, Poitou e Provenza. Indi scrisse al re, lito,
dili-
templari fìno alla senten-
i
V
che se l'ordine venisse abo-
beni fossero impiegati nel conqui-
i
sto e ricupera di Terrasanta, e
come
a-
gati in diverse città di Francia.
gì'
interrogalorii a' principali prigionieri
il gran maestro e gli altri eoafermarono il confessato. Venuto il Papa sempre più in chiaro della rea corruzione dell'ordine, ed essendo sparso per tutto il mondo, giudicò conveniente una generale inquisizione', intimando perciò il concilio generale di Vienna nel DelfinaIo, e nominando intanto commissari per procedere in suo nome control templa-
ri,
giacché gl'inquisitori deputati dal re
con l'assistenza d'alcuni gentiluomini, viola vano r immunità ecclesiastica contro i regolari cavalieri. Neil 3o8 il re intimò i prelati di Francia d'ogni ordine, magii
grandi del regno all'assemblea di Tours, per trattar la causa
strati
de'Iuoghi e
de'templari.
i
Dopo
terminata,
Il
Papa deputò
assistere
i
prelati ne'
due canonici due domenicani e due francescani. Vedendo il re che processi non si eseguivano, die commissione a fr. Guglielmo di Parigi domenicano, inquisitore del Papa in Francia, di procedere con processi de' templari, cioè di loro chiesa,
i
il
convenne che
i
resi por-
Papa, e
tò a Poitiers per conferire col
si
templari fossero custoditi
dal re a istanza del Papa, e che nelle loro diocesi
li
i
prelati
potessero giudicare, il Papa riservò a i3oq commissari
toltine alcuni de'quali
ne a comparire innanzi
che doveano
gra-
a Chimon:
acconsenti di buongrado. quelli
Papa
sì
ve affare, nominò 3 cardinali a rinnovare
se la cognizione. Nel
essi
Il
a procedere con più sicurezza in
nominali amministratori, lo pregò a deputarne degli altri; ed il re vi vea per
7
i
deputati, in Parigi citarono tutto l'ordidi loro nella sa-
comparve il gran maestro, con Peraud commendatore dell'ordine, ma essendosi ili,° finto pazzo, noa passarono più oltre nel suo esame. Trascorsi 3 giorni, e interrogato di nuovo il la dell'episcopio:
gran maestro della confessione fatta cardinali,
li
a'
dichiarò mentitori e invocò su
processi, in presenza di testimoni esami-
di loro severi castighi. A Uri cavalieri prote-
nando
starono, che per timore erano ad
i
templari.
Dii4o
del
Tempio
di
Parigi, a riserva di 3, tutti confessarono veri
i
delitti accusali,
tranne l'adorazione
della tesladorata,dicui
alcuninouaveano
notizia per non esporsi che ne'soli capitoli
generali.
Il
gran maestro IMoIai,
ti-
loro:
similmente dichiararono74templari
ch'erano nel
do
Tempio
di Parigi,
eielici e infedeli quelli
aveano deposto contro
fessarono vere
la
e
:
le
i
incolpazioni nella
pii^i
che
chiamanli aveano
processati, pronti a presentarsi al conci-
Guido fratello! del Deilino d' Auvergne o del Viennese furono ancor essi interrogati primi due congone Peraud,
essi state
estorte le confessioni de'delitti accagionati
lio se posti in libertà; e
che 1'
i
cavalieri
che
ordine, eranvi
stati costretti da'torineuti, dal
timore del-
morte, e anche corrotti con denaro,
I
TEM
M
T E
8
ditensori cleU'crdine dicliiaiarono false e
ro diocesi. Nel regno di Cipro
incolpazioni, di cui era stalo
avendo sapulo che d'ordine
gravalo da persone siiboinalejeche molli fiati dell'ordine clic a forza di tormenti
veansi arrestare, presero le
deleslabili
le
a conte-
aveano confessalo, erano pronti slare 1
contrario qualora fossero
il
comnìissari dall'agosto
iSog
liberi.
n)aggio
al
i3ii esaminarono aSi testimoni, tanto templaricliealtrijche aveano deposto alla
presenza degli ordinari.
concilio pro-
Il
vinciale di Sens tenuto verso
Parigi, avea proferito
molli dell'ordine,
condannali
a
la
altri
i3io
il
in
sentenza contro
assolvendo,
altri
e poi li-
qualche penitenza
berati, molli rilegali in prigionia per[)eIna, e
5g come
ricaduti furono degra-
valli
per difendersi;
tomisero
togallo re Dionisio, senza concorrere alla
distruzione de' templari,
neir ordine di Cristo da
quale attribin
bre i3i
nel [)opolo, parte del quale deplorava
plari, e
nazione. Frattanto
flicevano gli stessi
si
processi negli altri regni. L' arcivescovo di
Ravenna adunò
concilio provinciale,
il
3
I
ne die porzione all'ordine d'Avis. i! tempo del concilio inlimato
I
vi
durò sino
Bologna alcuni provarono, che era sempre stata onesta. NelLombardia e nella Toscana furono con-
settimana santa del cominciò a'22 mag-
alla
la bolla di Clemente condanna dell'ordine, che incomincia colle parole Sacro approhante
V
della
:
quali
,
i6 ottotem-
gio venne pubblicala
dovessero considerarsi innocenti, e die bisognava conservar l'ordine, se sana ne fosse la maggior
a forza di tormenli
sessione a'
i.''
fu Iratlato l'aliare de'
concilio, nella
i
i
e nella 2.' che
'2;
fece passare
li
lui istiluilo, al
loro beni con Thoinar capo dellordine de' tem-
Vienna, nella
in
I
il
ove fu decretato che gl'innocenti fossero confessanti assolti, ed rei [lunili: che i
castello di IMonzon, fu as-
il
i
Arrivalo
la
sot-
come pure si espugnarono Rliravelle, Cantaveja e Caslellot. imprigionali cavalieri, il Papa ordinò al vescovo di Valenza di processarli. In Por-
plari, e
loro osti-
si
sediala e presa;
Antonio, protestando la loro innocenza, ed essere calunnie le imputazioni: il elle cagionò alla meraviglia la
poi
dosi nelle piazzeforti dell'ordine, eia prin-
cipaìeessendo
tere del braccio secolare furono arsi vivi
loro sorle, e parte detestava
i
nondimeno
rogoiia fecero maggiore resistenza, salvan-
ch'era stato
s.
Papa doarmi e ca-
furono imprigionati. Que'd'A-
e
dati dal vescovo di l^aiigi, e dati in [)0-
fuori di porta
templari
i
del
quale
si
dice che in con-
siderazione de'gravi ed enormi i
templari erano
delitti, de'
stali convinti,
per
approvazione del concilio e non per sentenza definitiva, lutto l'ordine de'templas'intendeva abolito, e proibivasi a qual-
parte. In
ri
la loro vita
sivoglia persona l'entrarvi e vestirne l'a-
la
bito sotto pena di scomunica; e che cilio
mente che quelli di Francia. In Castiglia furono arrestali, e sequestrali loro beni.
ìiiiiildiia,
i
In Salamanca furono dichiarati innocenti,
nondimeno vennero mandati
pa. In Inghilterra confessarono
de'quali
gli
Pa-
al i
delitti,
accusavano. In Provenza
fu-
il
con-
univa all'ordine e milizia Qeroso-
vinti di delitti orrendi e detestabili egual-
che sui turchi avea allora gloriosamente conquistato Rodi (/ .), tutti beni de'templari sì mobili, che slabili
i
appartenenti ad
essi nel
tempo
della lo-
ro cattura in Francia, eccettuando però
da questa unione generale
i
beni da essi
posseduti ne'regni di Castiglia, d'Arago-
in
PaGer-
na, di Majorca e di Portogallo, de' quali
mania,acciò prendesse informazione
di lo-
apparteneva
joiio tulli condannati a morte; ed
pa mandò l'abbate ro, eileputò
gonza
i;
ancora
di Colonia,
di
arcivescovi di
gli
ed
Crudacio
il
i
vescovi di
Ma-
Ti eve-
ri, di IMagdeburgo, di Costanza e di Strasburgo, onde lucessero lo ilesso nelle lo-
II
la
disposizione alla
s.
re di Francia de'loro beni mobili
tenne due
terzi
per
le
Sede. si
ri-
spese de'processi.
Ferdinando IV redi Castiglia unì al suo dominio i beni dell'ordine posti ne' suoi
TEM
TE M stali,
eparle furono assegnali all'ordine
Cdldtnnut
;
Giacomo
e
(li
rcMl'Aragona
II
co'heni loro isliluì l'ordine di iMoiUcsa.
Cosio
PiifL-risceil
li}iioue
di
s.
wtW Istorid della s.Rc-
Ciò. GerosnUinitano
dopo
a l'.ipa Nicolò IV,
1289
poli, nel
la
che
.
perdita di Tri-
proposta l'unione de'
(u
templari a'gerojolimitani, per terminarle loro discordie e dissensioni per eninliizio-
ne
tanto pregiudizievoli alla cristianità
,
ed a
d'oriejite
a
Teirasanta, onde ne in-
teipellò l'episcopato, e
i
dua
ma
ordini;
principi cristiani
i
l'unione non eblie ef-
fello, ritenuta per cosa vile. /o/Y' /ìO/;?a//onel
la
i,p.
243
Sag'j^ia-
pai la de'tein-
d'un nuovo documento che riguar-
plari e
da
f.
\\
casa ch'ebbero in
Roma. Sebbene
dica chedella stanza de'iemplari in
Roma,
poco o nulla generalmente si sa, pure da uua bolla di Alessandro IV del 12.59
**'
raccoglie: che stello di
s.
i
tem[)laii possederono
il
ca-
Felice sul monte Circeo e
le
proprietà annesse a quel feudo, e cos\ un l(iu\iueuio
ad s.Marianide Snrresca nei-
la diocesi di
Terracina, ed una casa
la città presso le
mura uibane
in cpiel-
nel luogo
che dicevasi Posterula ed in Terracina templari possedevano ancora la chiesa i di s. Maria de'Leprosi, Le possidenze di s. Felice spettavano a'cavalieri templari del convento di s. I\Iaria sull'Aventino col;
maestro
tio
di
9
Normandia
,
con Peraiid
die occiipav;» una delle principali cariche dell' oidine, insieme ad un allro impiegaio nelle (inan/e regie. JNell'ulliinarsi il
V
processo de'teinpiari, Clemente
atito-
rizzò 3 cardinali legati, l'arcivescovo di iJens e alcuni allri a giudicare Iieri,i (piali
4 cavaconfessarono avanti a'giiidici i
erano accusati. Quindi gitisi alzasse un palconel portico della Madonna, ove sarebbe loro fatto conoscere il proprio destino. Stabii
delitti di cui
dici
i
ordinarono che
un giorno, dopo un
lilo a (juest' elfelto
lungo ragionamento fitto da uno de'cardiiiali, rpiesti disse al popolo che 4 cai
templari venivano condannati a perpetua prigionia, per averfrancamente valieri
confessato
i
loro errori. IMa all'improv-
viso, violai e
tiuido protestarono
al
po-
I"j'o e a' giudici presenti, ch'era filsa la
loro deposizione,
chiamando Dio
monio
di loro innocen7a. Allora
naii
dierono
ivi
li
preposto
al
trova vasi, ed
re
il
di tutti secolari, fu
sera a'
!3
1
20
aprile
cardi-
di Parigi
adunato
il
the
consiglio
decretato che verso la
i3i2,
palazzo, tra
il
dicono nel
altri
3, fossero bruciati ]Molai
l'isola del
a testii
eGuidonel-
giardino reale e
convento degli agostiniani, come fu eseguilo.Solfrironocpiesti rei costantemente il supplizio, e (incile ebbero lena difail
Jedi Pioraa. Questa chiesa tuttora dell'or-
vellare, sostennero essere innocenti efil-
dine Gerosoliinitaiio
se le deposizioni.
che quell'articolo, forse pervenne
tà di esso, plari,
i
,
e
quando ebbe
i
descrissi in in
proprie-
beni de' tem-
quali ricolmati di privilegi da'Pa-
Quindi lordine de'temrimase per sempre estinto in tulio il cristianesimo, fuorché in Germania, ove per qualche tempo sì mantenne nelplari
pi, neaveano ricevuti anco da Alessandro IV, stabilendo pene contro quelli che a\essero preteso le decime da essi, obbli-
cavalieri assolvere da'voli dall'arcivesco-
gamloi vescovi ad accettare
gli
i
chierici pie-
I'
arcivescovato di IMagonza, ficeudosi
i
vo nel sinodo perciò adunato. Fra tutti ordini soppressi, ninno ebbe line più
sentati da'templari per le chiese all'or-
Iragicodiqiiesto, sebbene voglianoalcuni
dine soggette, ed esonerandoli da tasse dovute a'nunzi e legali della s. Sede; e (i-
che
nalmente a vea pur loro concesso, che vescovi potessero agire severamente conilo i
gli
usurpatori delle limosine largiteall'or-
dine. ai
11
gran maestro IMolai fu riservato
giudizio della
s.
Sede, colsuddello Cui-
i
loro misfilti (\irono esagerali da'ne-
mici, e che molti innocenti restarono av-
viluppati nella proscrizione generale.
donala
Fu
dopo l
i
cavalieri, che
TE M
TEM
IO furono
no
ascoltali.
trattati
i
Come
iu generale furo-
cavalieri appartenenti all'or-
dine, meglio è vedere
Rinaldi, all'an-
il
no 3 1 2, n. "9. Molti contemporanei riprovarono r eccessivo rigore e scolparono l'ordine, affern)ando che agli accusati si prometteva grazia per carpir loro la con1
fessione, o
otteneva questa colla tortu-
si
ra. Rimarcarono
principi
loro castelli e
i
talvolta
che
maggior parte de'
la
divisero le spoglie de'templari,
si
le
piazze forti, per
aveano tremato.
Storia di Clemente
l
quali
Novaes
Il
riferisce
,
le
nella
che coni
Magonza e Ravenna nell'anno medesimo dichiararono innocenti
cilii
di Treveri,
templari. Dice che bisogna confessare che
i
la loro causa, nello stato in cui oggi
si
tro-
vivere Filippo I V,il quale gli procurò e fece subire quel tremendo castigo.Di questo
clamoroso avvenimento e spaventevole tragedia, con precisione discorre ancora il
Bercastel nella Storia del cristianesi-
mo
1. 1
42; però quanto all'origioe
5, lib.
non conviene Giovanni Villani, che l'atscontentezza de'due sunno-
della disgrazia de'templari, col racconto di
tribuisce alla
minati cavalieri;
ma
alle rivelazioni fatte
da Squin di Florian, templare che pe'suoi delitti dovea subire la morte. Di
al re
più riporta
i
diversi giudizi sulla sortede'
templari, che secondo alcuni furono
vit-
time della severità di Clemente V, e di Filippo IV che lo dominava, come dissi
ad Avignone
e ne'lanti articoli in cui
com-
va, non lascia d'essere
un problema de*
piansi la nocevole influenza del tristo prin-
che abbia
la storia ecclesia-
cipe sul supremo capo della Chiesa, che fatalmente indusse a stabilire in Francia
più
dillicili
che
stica^ e
a molli
che
le
ricchezze de'cavalieri unite
vizi parlicolaii,
rendeva
li
effettivi,
i
una vanità
e ad
odiosi, fossero
i
loro delitti
quali molto piìisi rilevano dalla
vivacità di Filippo IV loro mortale ne-
mico, per zione che
essersi essi uniti nella rivolusi
formò quando
volle alzar
prezzo delle monete tino a due
pra
il
terzi so-
loro valore reale; e per essersi con-
il
tro del re apertauieiile dichiarati] in fa-
vore
di Papai?o/«//^7(z'o
severamente
si
////,• onde
re e distruggere l'ordine.
però,
i
Comunque
testimoni che convinsero
delle colpe loro addebitate,
ne d'un gran numero il
re
il
era proposto di annientasia
cavalieri
confessio-
di essi, costrinsero
concdio a sopprimerli; e
altrettanto per via
la
i
ordinanza apostolica, che
il
Papa
a fare
provvisione e
piìi di
di
sentenza definitiva. Le loro
condanna
immense
e
ric-
chezze e beni, dopo lunghi contrasti, con
il
suo soggiorno, con funeste conseguenze.
Questi giudizi sui templari
ampiamen-
potranno rilevare da'seguenti scrittori. Ilistoire de V ordre militaire des Templìers ,depuis son établìssementj'us-
te
si
qiià sa decadence Pierre du
Puy
biblìotheque
et
sasuppression,par
conseiller et garde. de la
du Roy fUOiivelle
édition re-
augmentée d'un grand nornhre de picees Justijlcatìves. Ouvragè que pourra servir de supplement à V Ilistoire de V Ordre deMallhe,au quel Olia unipartie des biens de celili des Tcrnvue, corrigée et
pliers, Brusselles
i
'j^i.V\g\vo Messie, Des
Templiers daiis ses Iccons par CI. Cinge t, Lyon 5g2. Listi tuta et regiila ord. Alilitum Templariorum in Prosp. Stel' lartii Regulis ord. monastic, , Duaci 1626. Egidio SivawchÀ^Disputatio historica de ordinis inilitum Templi, Witte* 1
rosolimitani perchè erano similmente ad-
bergae 1669. Gio. Cristiano Wichmanshausen, Disputatio de extinctione ordi-
detti alla difesa de' luoghi santi, tranne
nis 71'wy?//7r?'t»/77/»Xipsiae 1687. Cristia-
pure già parlai. Rimarca inoltre Novaes, che Clemente V mori nel giorno medesimo in cui due anni prima
no Tornasi, Dissert. de Templariorum equitum ordine sublato, Halaer702. Nicola Gurllero, Historia Templarioruni observation. Eccles.aucta, Amstelodami 1691. Godofredo G. Liebnilzio, Man-
bolla de'2
maggio
fiu'ono assegnali a'ge-
quelli di cui
era stato bruciato
il
gran maestro, e che
nell'anuo stesso a'29 novembre cessò di
,
TE M
TEN Hanno v,
codicis j'uris gentium,
(issa
le funeste differenze e
II
conlese insorte al-
comunecon-
lora in quella università, di
1708.
TEMPLI DI ROMA. r. Tempio. TEMPORA. / Quattro Tempora. TEMPS AoTEMESA. Antica cillà ve.
scovile d'Italia iie'Bruzi,
chiamata Tcin-
senso nel dinal
702 ne
i
fu eletto priore.
Camus nel 700 1
R^oma per suo conclavista ed incontrò mollo coH'elelto Clemente XI, chegli mo,
strò tutti
re, quasi presagisse
Divenne colonia romana per
nomala.
i
amo-
contrassegni di parziale
sa, celebrai issiina siccome fondata dagli ausoiiiijda molti seri Itoii Ialini e greci
ri-
car-
Il
l'avea condotto in
che sarebbe slato
in-
signe e intrepido difensore della bolla
U-
quella che vi dedusse P. Cornelio Scipio-
nigenitus poi da lui emanala. Ritornato
ne ['.africano, e poi anche rinnovata da T. Sempronio Longo console nell'anno di Roma 558. ìieW Italia sacra, 1. o, p. 171, si legge, che il popolo abiuralo il falso cullo degl'idoli, abbracciò il cristia-
in Francia, sostenne
1
iiesimo,e meritò si
conoscono che
sede vescovile,
la i
ma non
seguenti vescovi che
porta. Ilario die fu in
Roma al
ri-
sinodo Pal-
mare nel 5o3 adunato da s.SimmacojSergio Tempsanensis ecclesiae episcopus trovossi al concilio di
Martino
I
nel 6491.;
Roma
tenuto da
Abbondanzio
scrisse a Ila lettera sinodica di
s.
sotto-
S.Agatone Pa-
pa all'imperatore Costantino
680. compene-
III nel
le
proprie
con
tesi
tanta leggiadria e presenza di spirito, che
premio conseguì dal
in
Nel
zia.
1705
re pingue
abba-
fu decoralo delle divise di
dottore, e poi eletto arcidiacono della
me-
tropolitana di Sense vicario generale dell'arcivescovo. Nel
a
Roma
I
9 fece il Thiarddi
7
col cardinal
1
2.
viaggio
Bissy, ch'e-
pure scelse a conclavista per l'elezione d'Innocenzo XIII. Nel pontificato di questi, dal re di Francia fu destinalo ministro presso la s. Se(\e, nel quale incarigli
co avendo dato saggio re, nel
di fedeltà e valo-
724 Renedello
I
Xlll
Maria
preconiz-
lo
Rovinala la città, la diocesi fu trata con quella di s. Marco (ì .), cui è pure unita la sede di B siguano, [mt\c\^ato della famiglia San.scvcririo, nella Ca-
cattolica religione, e tra
labria Citeriore, provincia ecclesiastica di
gregie delle quali fu autore, nel concilio
i.
zò e consagrò la in
in
arcivescovo d'
provinciale da
Tempsa,sia sorto il borgo di Torre Loppa, ovvero di s. Lucido borgo sul Mediter-
coni4 senso del Papa
diconoMalvilo,e linai men-
al tri
te alcuni
pretendono che
Scalea con
gono che fu
comodo
[)orlo,
edificata sugli avanzi di Taii-
Se Temesa o costruirono gli au-
lana fabbi
icata da'sibarili.
Tempsa
in
che
soni!, se
ora
due
De A (nato,
sioìuim, là,
silo la
vi sia
se sieno state
Elia
t.
Malvito o ciltà,
si
s.
Lucido, e
può vedere
fr.
T ariaruin aiiiniaclver-
^\'e::,%o gli
Oyjui'co/i del
Caloge-
GuERiN Pietro, Cardinale.
Sorlili nobili natali in
Parigi,
Ambrun. Sostenne
lui
politana
le
altre
la
opere e-
celebrato nella tnetro-
vescovi, sospese col cone con pubblica sentenza
il
vescovo di Senez dall'amministrazione
di
sua chiesa, per l'ostinala adesione
mo-
strata da quel prelato pe'dannati errori di Bajo, rai
Giansenio
e
a Francia. Gli
Quesnello, atti
come nar-
del concilio furo-
no approvati da Benedetto XIII, che ricolmò di somme lodi l'arcivescovo zelante. Questi sino dal 17 28 era stalo designato pel cardinalato, per le istanze fatte da Giacomolll recatlolicod'Inghilterra, ma l'invidia d' alcuni gliene rilardarono l'o-
24.
TENCiN rì in
succedesse
gli
ma altri sosten-
della Vallicel-
quindi con coraggio e zelo incredibile
Cosenza. Si pretende che sulle rovine di
raneo, ed
s.
dove
all'impegno per
Grenoble,
nella casa di
lo studio
si
trasfe-
Sorbona
seppe congiun-
gere una tale matura prudenza, che uel-
nore per più soifrì
di
due
lustri;
imperocché
gravi molestie e fiere persecuzioni,
per l'inipegno da lui mostrato contro il giansenismo, nel difendere e mantenere la
purità della cattolica dottrina. Final-
TE
TE N
12
N
menle alle preghiere tli detto re, Clemente XI a'23 febbraio 1709 lo creò cai'cli-
delle tenebre che
nale prete de'ss. Nereo e Achilleo, proiet-
posto per anticipazione nella sera prece-
1
tore tk-ll'ordine gerosoliiDÌtaiio e di quello dellaVisitnzioiie, e
to ministro in
Roma
nuovamente
to, è
canta
si
il
mercoledì san-
quello del giovedì seguente, che fu
tlenle. Egli è detto così dalla
fu fat-
perchè
ìirae, ossia
della corona diFrau-
si
snjorzano
tulli
i
parola tene-
in fine di (piesl'ulfizio
lumi prima che
eia, colle corigiegazioni del concilio,
pro-
so finito, per diiooslrare altresì
paganda, vescovi e regolari, e
mol-
profondo
d'Ambrun
Dalla chiesi»
te.
XIV
nedelto
lo trasferta
altre
ue\i'j^oJie-
quella di Lio-
ne, coll'aggiunla in seguilo delle
gui abbazie di Tref'onli e di
dun,
quali
le
XV, che
s.
due pin-
Paolo di Ver-
furono conferite da Lui-
gli
stato, e per
nel
1
morte
con pubblico
del cardinal
deRohan
applauso ven-
e universale
ne stabilito provvisore della casa di Sorbona. Questo degno porporato fu un modello di tutte le virtù, e perciò tenuto in gran pregio da'Fapi e da're i
(pjali
l'adoperarono
Intervenne
di Francia,
in rilev;inlissimi af-
Benedetto XIV, e chiuse gloriosamente il periodo de'suoigiorni inLione nel 758, di 68anfari.
al
conclave
di
i
restando sepolto
iii,
in
quella metropoli-
tana senza funebre memoria.
TENEBRE mano di
(Uffizio delle). Si chia-
cosi nella chiesa callolica l'ulìizio
mattutino e le laudi de'3 ultimi giorsettimana santa, perchè
ni della
minare
di tale ulllzio
si
spengono
al tertulli
croce immerse tutte
chiamare
la
spaventevole
i
le
in cui
di
sulla ri-
quel buio
per 3 ore fu ravvolta
Mattutino, Notturno, Laudi, MisERERE, Lumi, Settimana santa. Terremoto, ed il voi. Vili, p, 284, 3o4) 3 5. 11 p. Menochio, Stuore, t. i, cent. 4> cap. 3o tratta: Della miracolosa eclisac del sole, e delle tenebre wm'ersd' li, che furono al tempo della Passione 7'^.
I
di Gesìi Cristo.
le
TENEDOS
o
e isola della
Turchia
BOGJA.
Sede vescovinell'Ar-
;isialica
cipelago sulla costa degl'Anatolia, distante
4 leghe
all'ingresso dello strettode'Dar-
La
città
una
valle
danelii, nel sangiacato di Biga.
è fabbricata in semicircolo in
due poggi, standole a cauna montagna poco alla e di forma [)iramidale, difesa da un piccolo fòrte e da una cittadella di poca importan-
e sul pendio di valiere
za.
Mitissimoèil clima, ed ha frequenti
rel.izioni
con Costantinopoli.
Il
suo por-
un tempo era formato dal molo, e circondalo da montagne: olFre sicuro rifu-
to
baia ha
buon ancoraggio
luuii della chiesa, e per significare le te-
gio e
nebre prodigiose che alla morte del Redentore coprirono tutta la terra, e la funesta ed ostinata cecità in cui è rimasta la Sinagoga (T^.), abbandonala da Dio. Finché cristiani continuarono a passa-
per questo che Giustiniano
i
duolo
Gesù
di
creature, e per
rimembranza
tutta la terra.
742 lo decorò del grado di commendatore dclloSpirilo santo. Nell'islesso anno il re lo nominò ministro di
gi
morte
in cui la
sia es«
il
la
struire
I
vi
un immenzo magazzino,
.
ed è
fece coin cui le
navi contrariale da'venti venivamo a depositare to pel
i
giani che traevano dall'Egit-
consumo
di Costantinopoli.
Vi è
maggior parte delle notti della settimana santa, e massimede'4ultimi gior-
una chiesa greca benissimo mantenuta. Omero fece menzione dell'isola presso la
ni di essa, vegliando nelle chiese, rutlizio
foce dell'Ellesponto, ed in tulli
re
la
conosciuto sotto
il
nome
di Uffìzio del'
sempre a mezza notQuesta pratica era ancora in gran vigore nel secolo XII, come si può vedere
le tenebre, dicevasi te.
neiranlico()/Y/;//rro///(^///oene'c<>nimentari di
Mabillou e di Marlene. L'uilìzio
tempi furmò una piazza importante. Tenedos è i
rinomata per la finta fuga de'greci nella guerra di Troia, e per la severa legge promulgata dal suo reTenes contro gli spergiuri, onde poi nacque \\ proverbio Seciiris Teiieida.
Aulicatueule fa chiama-
TE
EN
T
N
i3
ta rA'i/crofì,p€r cui alcuni crederono che
scovato di Mililenc, che assegna
dasseoiii^iueaLeuciofi alMeaiiilro.Eravi
Secie.
un
le
TENERIFE
m pio d'Apollo del toiS'///?7<'o, la cui sta-
tua leiieva in
mano una
siccome era a
lui
tiilla l'isola,
dii
li
e la
s.
ri-
portai in quell'articolo. Pel concordalo
I^oducendo i'iforma di scure, tenere|)ulavano sagli ad Apollo. L'isola cillà passò per tempo sotto la domi-
Spagna, che riprodussi i85i dal Papa Pio vescovato fu unito a quello di Ca-
s.Sede e
Ira la
\aiin nelle loro medaglie. o sola de'gianclii in
r.
vernala ancora dal suoi. "vescovo che
i
scure e l'esprime-
la
TENER IFFA.
o
santa
Ckistoforode Laguna, sede vescovilego-
scure o accella, e
consagrala
tenedii veneravano
la
la
in tale articolo, nel
i
IX
il
narie, la (juale sede pelò è alliesì anco-
ve-
ra governala dal suo antico e particola-
dopo distruttane la flotta: ma nel seguente anno essendo stato ucciso l'ammiraglio Moceni-
re vescovo, mg.' Bonaventura Codina di
go, l'armata veneta
Tenerife fu dicliiaralo suo ausiliario, e
nazione ottomana; quindi nel i656 neziani
la
i
ritolsero a'iurclii,
Girona della congregazione della Missioperchè il vescovo di s. Cristoforo o
ne
ritirò, e l'isola ri-
si
,
cadde nuovamente
in potere de' luiclii.
confermarono amliedue sullraganei
Tra'suoi prodotti
principale è
metropolitano
dicato
il
il
tire la rese illustre collo
Thcnne' Sede vescovile della provincia Augustamnica i ."nell'Egitto, sotto il patriar-
cristianesimo e
IV
vi fu creila la
secolo sotto
la
sus.
spargimento del
la fede, cpiindi vi fiorì
cato d'Alessandria
il
sede vesco-
metropoli
none ricusò
di ]Mi-
Cicladiesarcalod'Asia,con residenza d'un
ricns dir.
Le Notizie
de' vescovati
ti
al-
gli
de'concilii attribuiscono questa chiesa
ora alla provincia delle Cicladi all'Ellesponto.
Il
,
talvolta le chiese di Lesbo, di Egialea e
di Proselene nel
me
45'
>
e
si
qualificava co-
metropolitana nel secolo
XIV. Tra
suoi vescovi, Diodoro irovossi di Sardica; Anastasio fu
al
i
concilio
deposto qual ne-
storiano dal concilio d'Eieso; Fiorenzo
due
sottoscrisse a quello di Calcedonia, e
unni prima avea fatto
il
simile al l)rigan-
daggio d'Efeso; Giuseppe intervenne concilio nel quale
1'
venne approvata sotto
il
al
de' palamiti
eresia
patriarca Ca-
11
di sottoscrivere la
t.
2, p.
Pe-
vescovo E-
condanna
O-
55o. Tenneso, Then-
ncsen, è ora un titolo vescovile in pariibus del simile arcivescovato diPelusio,
che
si
conferisce dal P;ipa.
TENTYRA
ed ora
suo vescovo governava
secolo.
Uioscoro nel concilio di Calcedonia.
di
non fanno menzione di Tenedo,ma
e l'arcivescovato di
V
lusio, eretta nel
lilene, nella provincia ecclesiastica delle
vescovo greco.
di Siviglia.
TENi\ESO oTIlEiMNESO,
vile.
suo sàngue per vile nel
la colti-
Per tempo vi fu prevangelo, e s. Abiindemio mar-
vazione della
si
del
o
TEiNTYRlS
o
DEN-
DERA.
Sede vescovile dell'Egitto della 1." provincia di Tebaide o Tebe, nel patriarcato d'?Jessandria, sotto la metropoTolemaide, eretta nel IV secolo. Era sponda sinistra del Nilo, tra Abido e la piccola Diospoli, e se ne veli
di
situala sulla
dono bi la
le
notabili e belle rovine. Gli ara-
chiamano Benderà,
difìcalo presso
i
cioè
il
borgo
suoi avanzi, che
chiesa copta, ed èfrequentaloda'viaggia-
che visitano le dette grandi rovine di Tenlyra, le quali moslrano l'antica egiziana architelliira in lutto il suo vero tori
Oì-icìis chrislianiis
t.
L'isola pe'callolici è sotto
la
giurisdizio-
splendore. Fra'monumenli
di
Coslanlino-
servato è un tempio grande oblungo,
listo.
ne del patriarcato Ialino poli, ci
e
ma
gli
i
,
p.
949-
abitanti sono quasi tutti gre-
mussulmani, pocbissiuii essendo cai' Tenedos, l'ciicdiii. è un titolo vei
tolici.
scovile
ili
parlibiis, dell' eguale arcive-
e-
ha una
cui
I
il
meglio con-
perle di geroglifici e di pitture, le
i
il
."portico ha 9,4 grandiose colonne co-
capitelli;
G tolouue:
le
il
come pu-
2.° portico è sostenuto
muraglie e
i
da
sofiUli dell'in-
TE
i4
TEO
N
scisma ad Alessandro
Mentre con 78 si troebbe onore-
terno sono
di sculture in bas-
lo
sorilievo,
assai svariali e la
questo Papa ne'principii del
lutti adorni con soggetti
cui fina esecuzione accurata prova
1'
al-
to grado a cui quest'arie era pervenuta presso gli egizi. Si osserva pure una por-
decorata
la altissima e magnifica,
in o-
gni lato di bassorilievi. Nel sofllllo d'u-
na
vava
182
so planisfero trasportalo nel
famo-
il
i
mu-
nel
seo di Parigi, sul quale tanto scrissero
i
ivi
1 1
vole sepoltura.
TEOBALDO(s.),preteeremita.Discen. dente dalla famiglia de'conli di
Champa-
gne, e figlio del conte Arnoldo, nacque nel
1017
delle sale superiori, costruite sul ter-
razzo del gran tempio, era posto
Anagni, morì e
in
III.
a Provios nella Brie.
vinetto guarentire
Seppe da
ruzione del mondo, e leggendo
Padri del deserto,
gio-
suo cuore dalla cor-
il
de'
le vite
senti tocco
si
da que-
curio-
esempi per modo, che si destò in lui un vivo desiderio d'imitarli, e di gusta-
monumento. Tenlyra ebbe a vescovi, Pacbime o Pacbiino meleziano, Saprio-
do senza inlerrompiraeuto alcuno con Dio
non essendo però d'accordo
dotti,
data precisa della costruzione di
si
sulla
so
Sernpioue contemporaneo di s. PaGiovanni ^iacobila che trovossi
ne
coraio
,
1680
all'assemblea de' vescovi tenuta nel
Cairo per ordine del
al
visir,
relativamen-
te a Cirillo II patriarca de'giacobili.
O-
607. Tenlyra, Tentyre/i, è al presente un titolo vescovile in partihus, dell'eguale arcivescovato di Tolemaide che si conferisce dalla s. Sede. riens dir.
t.
2, p.
,
TENTOiVARIAMANFREDo,Carr///2a!le.
De'conli di
nacque
in
tal
nome
o di Tinliniano,
Siena e professò
la
regola be-
nedettina nel monastero di Mantova, ov-
vero fu educato da fanciullo
nobio o
in Sens.
Alessandro
là
Trovandosi
III,
dinale diacono di nel ti
I
neh i63 s.
s.
in
questa
cit-
creò car-
lo
Giorgio'in Velabro,
172 passandolo
col titolo di
quel ce-
in
all'
ordine de' pre-
Cecilia, e nel
chiarò vescovo di Palestrina.
1
i
78
lo di-
UPapa
l'iu-
viòneli 166 per legato, col cardinal Pies. Maria in Aquiro, a Guglielmo
tro di
lì re di Sicilia,
per implorare soccorso
la chiesa
lomana, contro
Federico
I
gli
al-
allentati di
imperatore che assediava Ro-
ma. Compita lodevolmente
tal
commis-
gli
re le dolcezze della solitudine, conversan-
per mezzo dell'orazione e della contem-
Suo padre procurò invano
plazione.
di
trattenerlo, proponendogli nozze vantag.
giose e onorevoli cariche,
eziandio di
gli
comandare
commettendole
truppe ch'e-
mandava in soccorso del suo parente Eudes li, contro l'imperatore Corrado II gli
Salico.Ttoha\àQ rappresentò al padre voto che avea fatto di abbandonare il mondojcd ottenne finalmente quanto con
il il
domandava. Recatosi quinAlemagna con uno de' suoi amici
tanta istanza di in
per
nome
Gallerò,
si
arrestarono nel bo-
sco di Pelingen nella Svevia,e vi costrus-
Sapendo come
sero delle cellette.
mani, andarono nei
le
esercitare
il
an-
vicini villaggi
ad
mestiere di manovali, ed u-
nironsi co'famigli de'Iavoratori,
videre con
gli
occupavansi nel lavoro del-
tichi solitari
essi le
onde
di-
fatiche della loro pro-
fessione; e col profitto
che ne ritraevano
comperavano
bigio, ch'era tutto
del
pan
loro nutrimento.
il
no
La
notte
si
ritirava-
nella foresta a cantarvi le lodi di
e vi passavano mollo zio della
Dio,
tempo
nell'eserci-
La
santità del-
contemplazione.
loro vita attrasse in breve su di essi gli
sione, Alessandro III lo destinò col car-
la
dinal Ottone di
Carcere nel-
sguardi della gente, e perciò divisarono
Lombardia, per comporre alcune dilFerenze che turbavano la quiete di quella
di abbandonai e quel luogo. Fecero dunque un pellegrinaggioa Conipostella,e dipoi ne impresero un altro per Roma, andando sempre a piedi scalzi. Visitali tut-
s.
ÌNicolò in
la
provincia.
che nel
i
i
Fu
del
numero
de'7 cardinali
77SÌ trovarono presenti in
nezia air abiura che Federico
I
Ve-
fece del-
ti
i
luoghi di divozione ch'erano in Ila-
TEO
TEO scelsero per ilimora
lia,
un luogo
ileser-
detto Salonigo, presso Vicenza, e fab-
io,
bricarono ciascuno una cellelta in vicinanza ad una vecchia cappella. Quivi l'esercizio dell'orazione eia la continua lo-
ma dopo
ro occupazione;
chiamò piò
vivea
acqua, pane, avena e radici; anzi
di
giunse a
Non
Non
fervore de'suoi esercizi.
il
che
due anni Dio Teobaldo raddop-
a se Gallerò.
torsi
tolse
si
volato
gli
ben anco
mai
di
dosso
1'
uso del pane.
il
cilicio;
un
ta-
serviva di letto, e negli ullimi
5 annidi sua
vita
non dormiva
die
piìi
seduto sopra una panca. Il vescovo di Vicenza, conosciute le sue eraineuli virtù, 10 ordinò sacerdote; indi molle pie per-
sone
presero a direttore delle loro co-
lo
scienze.
I
avendone avu-
di Ini genitori,
ta contezza,
si
recarono a
ne
visitarlo, e
Sandro HI, e celebrasi
TEOBALDO (s.), abbate. Nacque
dò
di partire accor-
a Gisla sua moglie la permissione di
finire
suoi giorni appresso
i
le fece costruire
una
che
figlio,
il
cellette
poco lungi
dalla sua, e s'incaricò della cura d'infor-
marla
alla pratica della perfezione.
andò molto che
il
Non
santo fu colto da do-
lorosa malattia, e sentendo avvicinarsi
l'estrema sua ora,
mandò
per Pietro ab-
bate di Vangadizza dell'ordine di Carnaidoli,
che
gli
avea un anno prima dato
bito religioso: a lui
dre
e
i
discepoli
;
i
accomandò
indi ricevuto
la
s.
il
l'a-
ma-
ri
mento per le
vozione alla
Viali-
mondane,
cose
la
badia di Porloreale, fon-
data nel i2o4 da Matteo
di
suo padre, the fu stimalo suo secondo fondatore. Disgustato ognor più del secolo, entrò nell' abbazia di
uay dell'ordine
Vaux
v'esservi errore di date, essendovi detto
che Teobaldo nacque
nel
i
o
i
7,
come ho
riportato di sopra), e dopo aver passato
12 anni nel deserto di Salonigo. Le sue reliquie furono portale nella chiesa che apparteneva alla badia di s. Colombo di Seus, poscia trasferite in una cappella vicina ad Auxerre, che porta
Tcohaldo del fu nel
1
/;oico.
il
nome
Questo servo
di
di
s.
Dio
170 caucaizzalo da Papa Aks-
Cer-
di
cistcrciense, nella dioce-
di Parigi, e vi prese l'abito le
monasti-
sue specchiale vir-
tù fu eletto abbate nel i234, e governò con saviezza e carila, inspirando col proprio esempio ne'suoi fratelli l'amore del-
povertà, del
la
.silenzio,
dell'orazione e di
tulle le altre virtù religiose. S. Luigi
re di Francia,
scovo
IX
celebre Guglielmo ve-
il
molti
di Parigi e
altri illusili
per-
sonaggi l'ebbero in grande estimazione; e per la fama che si meritò col suo go-
verno
fu confidata la superiorità ge-
gli
nerale sulle abbazie di Porloreale, dei
Campi,
Tresor nel Vessino,
di
di
Breuil-
Benoit nella diocesi di Evreux.La Francia attribuì alle sue orazioni
la
fecondità della
I\Iorì
de-
IMonlmo-
rency, e con molta liberalilà dolala da
si
ma
tenera di-
molto tempo neirorazione,e recavasi spesso a visitare
regina Maigherila moglie di
italiana dell'opera del p. Buller;
e
Vergine. Egli spendeva
ss.
co,
mofia'So giugno 1066, in eia di qua33 anni (così trovo nella traduzione
il
te alla sua nascita, il di lui padre Boccardo di Montmorency lo impiegò nelle armi. Fino da gio^ inetto concepì abbor-
co nel 1220. Per
ma prima
nel
più celebre ornamento del nobile casato di IMonlmorency. Educalo anaiogatnen-
si
conte Arnoldo fu richiamato in Cria
festa ili.° di
castello di Miirly, e fu per le sue virtù
restarono tanto commossi, che risolsero
pe'suoi affari;
i5 sua
luglio.
di consagrarsi del tutto anch'essi a Dio. 11
la
s.
Luigi IX.
santamente agli 8 dicembre 247; ma è onorato agli 8 luglio a Vaux di Cernay, ove si va a visitare la sua arca nelle i
Pentecoste. Nelle altre chiese
feste della si
celebra
la
sua fes
TEOBALDO
ta
,
a'g dello stesso mese. Cardinale. Si trova
sottoscritto vescovo di Velletii, nella bolla
spedita nel
996 da Gregorio
vore del monastero te
Amiato
di s. Sai
V
a fa-
valore diMon-
nel territorio di Siena. Inter-
veiuie al sinodo celebrato in
Bcuedelto Vili
,
Lalerano da uu decreto
sottoscrisse
TE
i6
TEO
O KenignodiFrntGiovanni XIX nel
cliGiiglieImoal)l)ateclis. tu.'iiiii,
e alla bolla di
oiG perla
I
rendo
nel
I
chiesa di Selva Candida,
TEOBALDO, Albano,
si
Cardinale. Vescovo di
Irovò presente
concilio
il 1
087 per
la
di
nelio44
favore
'"^
Grado.
|)atriarca di
Romano
TEBALDO,
o
Cardi-
che legnò dal
i
to cardinale prete di
li
e Calisto
del 2.°, e
ali
i
Anastasia, e suc-
124
P*^''
»'orte
sua renitenza, che
rimarcai a Rinunzia, fu eletto Papa col iiQUie di Celestino
11
(ed è perciò che al-
Eoccapecora, invece Vedi Ttohaldo, per abbaglio dissi Celesliiio II, e qui mi correggo), nella capl'articolo di rinvio
di
pella di
s.
l'is'esso
Pancrazio
in
A
fronte del
virtuosa ripugnanza di Teobaldo, si e minciò a cantare con molta allegrezza 2'e
Deum
ma non
(V.),
mela, quando
della
erasi
Frangipane, che chian
il
Roberto, vcrtì fecit in luctum citharai
promuovere co'suoi aderenti al poi Onorio 11. R.inaldi loda la vir
col
lificato
di Teobaldo, che canonicamente elei non voleva accellare,e poi docile subito dimise; ma che Onorio II con acconsenti alla
propria esaltazione, contrasse pere
la slessa della Bocca paduli antica e nobili sima romana, e che comune fu con es Io stemma. Si può vedere il Bicci nel!'
s.
la
Cchxtin
eleltori
dal cielo.
18, crea-
099
Neil
II.
malgrado
come mandato
una brutta macchia. Vogliono alcuni si rici, che questa famiglia Boccapecoras
cessivamente contribuì all'elezione di Gelasio
sagri
i
Boccapecodal Papa Pasqua-
della famiglia
la oBoccadipecora, fu le II,
io?.6[)er
nel
Benedetto IX nel causa d'Andrea di Perugia,
romano
TEOBALDO nale.
sinodo cele-
Selva Candida, esoUoscrisse
e ad altro convocato
d'Ursone
al
XIX
bralo da Giovanni la chiesa di
mo-
046.
chiamandolo
Lale!ano;n\a nel-
giorno ne fece spontanea
e
gene-
rosa /ì/'/hz/js/Vz, a Une di evitare uno scisma
che già suscilavasi nella Chiesa di Dio, e poteva avere funeste conseguenze. Dappoiché, non essendo piaciuta
la
sua ele-
Bo
ruditissima Notizia della famiglia
capaduli, trovò nel
nocenzo
p. 10.
i
11,
i
Il
cardinal Teobfddo
3o anche a'sagri comizi d'I morie lo rapì a quesl
indi la
nionilo.
TEOBaLDO, Cardinale. Chiamai pure Tibaldo eTeutone, fu crealo card naie da Pasquale 11, che governò laCliii sa dal
1
099 alili
8, dell'ordine presbil
rale e col titolo de'ss. Gio. e Paolo, e co lui
intervenne qual giudice al concilio
06, e confermò con ramento quanto il Papa avea fallo Guastalla nel
i
i
i
gii
p(
zione a Leone Frangipane e suoi fauto-
V Invesdlure ecclesiasliche mentre era
tumultuariamente elessero invece il cardinalLambertodi FagnanoScannabecchi vescovo d'Ostia. Non
nulu*[)rigioneda Enrico V,che poi abro£
ri
e aderenti, essi
soffri
però
Lamberto
di ritenere
il
ponti-
ficalo con elezione colantoirregolare e
legillima, ed jniriibile e
il-
avendo veduto con quanta
prudente generosità
erasi di-
portato Teobaldo pel zelo della pace di s.
se ili
1(1
Chiesa, egli pure dopo 7 giorni depo-
volontariamente col
nome
i\'
di Teobalilo.
porta zi,
il
pontificato, a cui
seguilo rimasecanonicameiile reslilui-
i
11
Onorio II
{I' ),
per virtù
Rinaldi all'annoi 124
l'i-
comiTeobaldo dopo V elezione
particolari di questi sagri
e dice che
fu vestito della pontificia
cappa rossa
,
t
nel concilio di Lalerano, siccome accord to si
con aperta violenza. Quantunque no trovò presente all'elezione di Calisto
l
mancò di prestar suo nomecou quel
seguita in Clugiiy,non il
propriocoiisenso.il
del precedente cardinale
bulla spedita nel
i
1
si
trova in ur
aSdaCalisto
1
1
a Ai voi
Genova, come eziandio ti gli elettori di Gelasio II e Onorio li. S' gnora il tempo di sua molte, ma non della chiesa di
luogo della se[)oltura, che fu nella sua titolare.
Il
Crescenzi nella
dell
Coron
(Iella nobiltà d'Italia, fa questo card
naie dell'antica e nobilissima
sapia de' Cresceuzi.
romana
pri
TEO TEOBALDO, Cardinalt-. Fu nel
I
I
22 o
nel
I23 da Calisto
i
dine de'preli e col lilolo di
11
TEO crealo
dell'or-
Prassede,
s.
ne altro si sa di lui, nulla dicendone il Davanzali nel suo libro, Notizie della basilica di s. Prassede.
TEOBALDO,
Cardinale. Sorti natali nelle Gallie, ove abbracciò l'istilulo di s. Benedetto, nella congregazione du' cisterciensi o de* cluniacensi. Divenuto i
prioredel monastero
de'ss.
di Soissuns, dipoi
spiniano nella diocesi
ne fu
s.
donde passò
le
in istato di
languore negli ultimi
per respirare
scia
170 lo Gerusalemme, e poi lo mandò legalo a Spalatro[f\). Da Lucio HI prima deli i83 verso
s.
ili
Croce
in
fu fatto vescovo d'Ostia, e fu pure lega-
in
il
i
nella basilica di
Paolo, col solo
s.
nome
e titolo cardinalizio sulla lapide sepolcrai
gradini dell'altare maggiore.
TEOD A UDO(s.), vescovo di Narbona. Nato da
nobili genitori nel territorio di
Tolosa, fu educato negli studi delle scienze
umane
ed ecclesiastiche. i\Iauifestò
la
sua abilità in una conferenza ch'ebbe cogli ebrei,
i
monastero
di
s.
IMartino,
nome.
Teodardo
S.
è patro-
iMontalbano, e se uè celebra
TEOD INO,
Cardinale. Tedesco e
ss. Salvatore o di Maria del Reno; attesa la fama di sue virili e profondo sapere, da Innocenzo II nel dicembre 1 1 34 o i 35 fu creato cardinale vescovo di Porto e Selva Candida, e nel I 38 legalo della s. Sede in Ger-
canonico regolare del s.
i
1
mania. Si trovò presente
in
Coblentz
quali
si
lagnavano della con-
nia,
che eletto
ra conseguito I
non avea ancoEugenio HI Mei
di recente il
pallio.
145 r inviò legalo
col cardinal Giulio
Bellagio nella Soria, dove seguii' impe-
ratore
al
congresso diTolemaide, a cui
trovarono
me, ed
i
re di Francia e di
altri principi cristiani, oltre
quantità prodigiosa
la
sua soscrizione. Alla fine dopo tante
di
apostolica, trovò
di
ba
nel
I
I
il
53.
TEODliNO, Cardinale. Monaco sinese, per le preclare
dolcezza, modestia e pietà, fu ordinato sa-
timento de' monaci sostituito nel
dopo
ne dello a
la
morte
di
Sigebodo ven-
succetlergli, e cousugralo ve-
cui
andava adorno,
nella carica di
abbate
aigue uiouaslcro
i.
f
j«_„
cas-
ed esimie doli di
fu di
unanime seni65 t
a R.ainaldo, nell'in-
diMoule
VOL. LXXIV,
t.-
Sede
suo riposo nella tom-
condusse seco, e lo fece arcidiacono della sua chiesa. Meritatasi la slima e la venerazione di tutti per la sua lo
una
quale si Irattò dell'assedio di Damasco che poi sortì infelice esilo. Interveime a'comizi di Celestino II, Lucio li, Eugenio H[ e Anastasio IV, alle bolle de'quali pose di vescovi, e nel
Avendo in essa Sigebodo vescovo Narbona ammirato la virtù e il sapere do.
si
Gerusalem-
fatiche sostenute in vantaggio della
cerdote; e
al-
l'elezione di
dotta del vescovo di Tolosa a loro riguar-
Teodardo,
la fe-
maggio.
i.° di
grana, in luogo dell'arcivescovo di Colo-
de'cislerciensi.
nome alle bolle d' AlesUrbano Ili, Gregorio Vili e
presso
ov' erasi trasferito
nativa; e fu sepolto
Ap-
Croce
s.
proprio
sandro HI, Clemente III. Terminò nel i88 la sua mortale carriera in Roma, e fu sepolto
le,
det-
Austria consagiò solennemen-
te la chiesa di
pose
an
Ire
Corrado HI imperatore, che consagrò in re de'romani e solennemeute gì' impose il reale diadema in Aquis-
todi Gern>ania,nellaqualeoccasione lio-
vandosi
di lui
il
il
Ili
-
trovò
fondato da'suoi antenati, e che prese po-
sta
creò cardinale prete di
si
Morìa Moul-OrioI,
l'aria
nella chiesa del
Basolo della diocesi di Reiuis.
Clugny. Alessandro
sua salute, sicché
Montalbano,
poi
to
mor-
guastarono no
la
ni della sua vita.
ma
sue virlù;
labilmente
di
governo del celebre monastero Floriaceuse, e poi a quello di s. Luciano di Beauvais, e finalmente abbate di
alle
fatichech'egli sostenne, unite alle
no
al
if
i5 agosto 885. Questa dignità
tificazioni della penitenza,
Indi per commissione del re di Francia
presiedè
a'
aggiunse nuovo lustro
all'ab-
eletto abbate,
bitzia di
Crispino e Gri-
scovo
Cas:>iuOj e
ud-
T
i8 l'islesso
TEO
EO
anno Alessandro
in
111
Sens
creò caiilinaie prete nelle tempora di
lo di-
pa spedì nel !35 a favore della chiesa d'Agdenelle Gallie.ed altro non si sa di luì. i
TEODOLl Gregorio, Cardinale.Oi-
cembre. Governò l'abbazia appena 7 mene' quali le ricuperò parecchi predi e
si,
fondi che
le
apparlenevanOjCon gran van
faggio del cenobio e lode del suo nome.
Se non die un
fiero contagio,
lava l'Italia, lo ridusse alla
Cassino
te
glio,
neh 166
circa
che deso-
tomba inMonmese di luil
o
TEODEVINO,
Car-
dinale. T. Atti Teodi^o.
III fu
ropressoReims.Uscitodii un'illustre fami-
monMonte
norio
di
III, al
il
in
la città di
le
in
pontificato di detto Papa.
della chiesa di Catania
naci, lo creò abbate, e lo elevò eziandio
dinale,
le
suoi re-
lo
i
disastri
che
sopravvennero,
gli
e pialicando grandi austerità.
nel vicinato dell'abbazia rio, e
la
chiesa di
morì verso l'anno 590,
Le sue
Fabbricò s.
Ila-
in età assai
Siil-
s.
Lo
stes-
della proviu-
qua-
izio delia
Il
Ciacconio
il
giorno e
ma
Gregorio IX, ed
il
in
1
si
227
un mss.
vede registramese della morte del carsi
senza l'anno. Inoltre nel Ciac-
le bolle di Onorio 111, vedono quellesotloscritle dal cardinale. TEODOLl Mario, Cardinale. Nobi-
conio riportandosi si
più dolci maniere,sopporlandopazien-
leuieute
l'altra.
contraddice, facendolo presente ne! all'elezione di
i
e la chiesa
legazione lasciò la vita in Anagni, nel
campagna, e dopo morte del successore di s. Teodorico, l'arcivescovo di Ueims, ad istanza de'inogovernò
s. AnaPupa O-
rettore della parrocchia di
la
con saggia fermezza, temperata dal-
3.
Lucina da una parte, e
nei penosi lavori della
ligiosi
1
una causa che ver-
Onorio III lo fece legato Campagna, nell'eserc
so
2
Ravenna
vatore delle Cappelle per
do
al sacerdozio. Teodolfo
1
cui concia ve eia intervenu-
Lorenzo
s.
eia di
d'OrOjper vivere co'discepoli dels. abbate Teodorico. Quivi si occupò persa anni
12 ovvero nel
tOjlodeputògiudice
glia della2.''Aquilania,abbandonòil
sul flore degli anni, e ritirossi a
decoro della Innocenzo
virtìi e
creato cardinale prete di
stasia nel 12
tra
TEODOLFO(s.),3bbalediMonted'0
piìj belle
sua patria Forlì, dal celebre
teva tra
con breve cardinalato.
TEODhNO
nato delle
le
romano de'marchesi di s. Vito, nell'iib{P .), di egregie doti for-
bazia di Sulnaco
nito, per l'esperienza delle cose cospicuo
edeccellente,dopoaverapplicato sino dal
-
custodiscono
l'adolescenza allo studio della giurispru-
ancora nell'abbazia di s. Teodorico, ed è cuoiaio il ." di maggio. TEODOLl oTHEODOL! Alberto,
denza, fatto abbieviatore apostolico di parco maggiore, e poigovernatore di Ter-
Cardinale. Dell'antica e nobile famiglia de'marchesi, originaria di Forlì. a\ quale articolo e altrove ne parlai pel bel nove-
chiericato di camera, ed ottenne dal
avanzata.
reliquie
si
I
ro degl'illustri vescovi, prelati eallri personaggi che in essa fiorirono, e la quale si
stabilì poi
inPvoma.ove ancora
esiste
nel pi oprio palazzo sul Corso. Alberto
me-
ni,
la
com[)rò secondo l'uso
di
que'tempi un
Papa
presidenza dell'annona con plauso di
Roma,epoila carica di uditore della camera. In tempo di queste magistrature ebbe occasione di mostrare non tutta
stessa
meno
i
che l'incorrotta sua congiunta a singoiar cortesia,
suoi talenti,
integrità,
ritò che Onorio 11 nelle lenipora del dicembiei 127, lo creasse cardinale diacono di s. Teodoro alla Suburra. Nel fiero scisma insorto neh 3o contro Innocen-
per cui ammetteva indistintamente all'udienza qualunque persona, facendo seu-
a questi fedelmente restò ubbidien-
meriencomi di tutta Roma, Urbano Vili a'i3 luglioi643 lo
1
zo te,
II,
dopo aver contribuito
col
pioprio vo-
lo alla sua canonica elezione.
Appose
la
suasoscrizione ad una bolla che detto Pn-
z'alcuu riguardo pronta giustizia al piccolo,
egualmente che
al
grande. Per tan-
te e sì rare prerogative, essendosi
tato l'ammirazione e gli
creò cardinale prete di
s.
Alessio, e in as-
TKO
TEO
«Miza del cardinal Bichi fu sostituito a
presso la
(rnltcìre
corona
Sede
s.
Francia, acuì
di
gli alFari
il
della
cardinale era
sommameiileaddetto. Dopo aver grandemente favorito neh 644 elezione d'Innocenzo X,con rimuovere col marchese I
suo fratello V Esclusiva
Papa
F.) dì Francia,
(
promosse subito al vescovato d'Imola, che fu costretto a motivo di saIute a rinunziare nel iG46poco dopo uii il
lo
armo.
Ed
tà per
male
in fatti
deteriorata
sottile,
volò da (piesto
una
mondo
sua sani-
la
lenta febbre Tin-
Roma
in
neli65o,
mentre era nella robusta età di 4o anni non compiti, e fu sepolto nella sua chiesa titolare senza
lue,
ma
alcuna memoria fune-
compianto. In
Vito, feudo di
s.
sua illustre famiglia, edificò
ch'ella corse al luogo in cui giustiziavasi
Didimo, e volle morire in sua vece. Egli fauna bellissima dipintura della pia coutesa ihe v'ebbe tra loro. Furono arabe-
due
decapitati, secondo
veralo fra quelli che sotfriruno sotto Dio-
ad Alessandria
clezianu
due
nel 3o4. Questi sono nominati nel martirologio
santi
romano
sotto
il
TEODORA^
giorno (s.),
dell'imperatore Teofilo
ma colla
ne fatto di rendergliela
una
assai
buona
fiimiglia della città di
sliana
mentre
infieriva
la
la
religione cri-
persecuzione di
Diocleziano, fu tratta innanzi
Eustrazio Procolo,
il
il
prefetto
quale dopo averla
protetto
la di dissoluti
frot-
accorsero alla casa, riguar-
dando questa innocente bellezza come uuà preda che non poteva fuggiredalle loro mani; iria Gesù Cristo che vegliava la sua sposa fedele, mandolle uno de' suoi servi perlibeiarla.
lessandria
Eravi
dimo, pieno di zelo perla gloria di Dìo. Acceso dal desiderio ili sottrarre la santa vergine da
sì
grande pericolo,
vestissi
da
soldato ed entrò nel luogo ov' ella era.
Teodora, vedendolo approssimarsi fnggiva;
ma Didimo
a
lei,
la
rassicurò dicendo-
le essersi cos'i travestilo
per istrapparlada
i
111
l'
tT/Zr/aro,
estirpare interamente
avendo sempre Immagini.
difensori delle sagre
dall'empio Bardas suo
zio,
fi-
eutrò
un monastero, ove mori l'anno 85?, avendo dato l'esempio di tutte le viriti nel corso degli ultimi 8 anni della sua vita. I
greci l'annoverano fra'sauti
il
dir
r
febbraio, ed è pur nominata nel menologio dell'imperatore Basilio^ nei IMeoei e negli altri calendari greci,
TEODOR.ETO
fra 'crislianid'A-
un giovinetto per nome Di-
le veri-
mansueta. Do-
Esiliata in appresso dal proprio suo
in
sua disubbidien-
di
un bordello. Una
la gioì ia di
l'eresia àe'^V Iconoclasti,
comandò che
pena
piìi
minorità del iìglioMichele
ed ebbe
glio, e
in
dovette mollo
pò la di lui morte, governò assai saviamente l'impero,come reggeDte,duraotehi
inutilmente spinta a sagrificare agl'idoli, la fosse condotta in
,
sua dolcezza e pazienza
to;
Alessandria, e professando
di aprile,
per l'indole brutale di suo mari-
soffrire
fortificò
«li
28
imperatrice. Moglie
chiesa e
TEODORA(s.), verginee martire.Eia
loro desiderio;
il
la
borgo,
il
ma Didimo fu primo ad ottenere la paima del sospirato martirio. Egli è auno-
convento de'carmelilani, apri e li
19
condannato ad essere decapitato. S. Ambrogio, il cpiale narra l'istoria di Teodora, dic«
no, e rifiutato di sagrificare, fu
Era
(s.),
prete e martire,
incaricatodi custodirei vasi sagri dei
cattolici io Antiochia, allorché
zio dell'
apostata
imperatore
come
lui,
di
Giuliano,
questo nome, ed
conte o governatore
d'Oriente, per impadronirsi più facilujeule de' tesori delle chiese cattoliche,
pubbli-
co un editto con cui bandiva tulli gli ceclesiastici dalla città. Teodoreto, che du-
re le proprie vesti coliesue, ed useire. lu-
il regno dell'imperatore Costanzo avea mostrato grandissiiuo zelo per la di-
formato
struzione degl'idoli, e edificato deilechie-
quel luogo;quindi
ra, fece
il
la
persuasedi cambia-
prefetto della fuga di
condurre dinanzi
avendo dichiarato
a se
Teodo-
Didimo,
il
di essere crislia-
rante
tombe tleniiutiabbandouare coloro che gli
se e degli oratorii sulle ri,
nou
volle
re
EO
T
IO erano i
stali anìdali, e
per offrire
istruirli e
per
fedeli
to sagrifizio.
Il
TE O
coulinuù a raduna-
conte Giuliano
rimproverò
restare, e lo
di
il
san-
lo fece
ar-
avere atterra-
d'Oro presso Reims, Nato nel territorio di Reims, per buona ventura s. R^emigio si
prese
cura d'istruirlo e d'informar-
la
di lui
padre Mar-
uomo malvagio non
avrebbegli
lo alla pietà,
mentre
il
lo le statue degli dei, e fabbricato delle
cardo,
regno precedente. Teodoretocoiifermando il fatto, rinfacciò a Giù-
dato che
lianod'essersi reso colpevole della più rea
se alla sposa di vivere in istato verginale,
chiese sotto
il
apostasia,
abbandonando
ro Dio.
conte pertanto ordinò che
Il
culto del ve-
il
fos-
se battuto sotto la pianta de'piedi e per-
cosso nel volto; poi lo fece attaccare a pali, e tirargli le
gambe
funi e carrucole,
dimodoché
e le braccia
ma
sue ossa
le
furono tutte slogate. Giuliano 10 molleggiava,
4
con
fraltatito
santo marlireesor-
il
tavalo a rientrare in se stesso, e rendere gloria a
Dio
e a
Gesù
Cristo figlio di
lui.
comandò
Fattolo distendere sull'eculeo,
,
tristi
esempi. Avendogli
e l'ottenne. Poscia abbracciò lo stato
sacerdozio, e
al
lo
lo fruito nella predicazione; laonde
to la di lui condotta. L'opinione più co-
mune del
si
è, ch'egli
533, ed
morisse
11
prendendo
la
ri-
sua indole crudele ordinò
a'carnefici di ricominciare a il
ma
conte stesso restò spaventato,
romano
tormentare
santo. Ricusandosi essi di obbedire, di-
nel Breviario
,
i
74^, e
in
di
quellodi
del 759. Le sue reliquie, che per paura dei normanni invasori erano sta-
Reims la
ili.°di luglio
giorno è nominato nel
in tal
martirologio
i
s.
adoperò con molconvertì molli peccatori, tra'cpiali il proprio padre,che menò dipoi vita penitente sotnalzò
Soisspns stampato nel
fianchi, e
mo-
Remigio avea fondata sul monte d'Oro presso Reims. Quel santo vescovo lo in-
mentre carnefici ciò eseguivano caddero rovesciati per terra. i
suoi
nastico, e fu superiore dell'abbazia che
che fossero recate delle fiaccole per bruciargli
i
genitori fatto prender moglie, egli propo-
i
te interrate, furono scoperte nel 976, e sono tuttora custodite in una cassa d'ar-
gento.
cendo che aveatio veduto
degli angeli a
TEODORICO (s.),vescovod'Orleans.
parlare con Teodoreto,
fece gettare in
Sortì illustri natali a Chateau-Tliierri, e
li
mare. Finalmente, non polendo più frenare il suo furoi e, condannò Teodoreto ad essere decapitato, e la sentenza fu eseguita nel 362. Questo santo mai tire è nominato Teodoro o Teodorico in alcuni luoghi; ma il suo vero nome è Teodo-
memoria
reto. Celebrasi la sua
il
2 3 di
fu
educato aSens nel monastero di s. PieRainardo il Vivo, di cui era abbate
tro
suopareute.il re R.oberto il
suo merito e
le
TFODORIADE.
Provincia ecclesia-
stica della diocesi d'^/z/Zoc/uVr,
peralore Giustiniano
1
re alla C(jrte, l'onorò della sua confidenza, e poi
Ebbe
lo
nominò
alla sede
che l'im-
campo
ma non fu ddlìcile a Teodorico
zione;
vare
la
propria innocenza, onde
tulio il resto della sua vita, non rimase però mai dall'atlempiere con ogni esat-
sitava spesso
senza pregiudizio però dt'diritli che
Vivo, per intralteuervibi
il
pa-
triarca d'Antiochia, del quale riparlai a Siria, avea su quella chiesa.
Oricns dir.
Lui.
TLODORIGO
(s.),
pro-
con-
sagralo vescovo. Aillitlo da malattie per
lui
///
fu
e dalla 2.'
i.''
nominata Teodoriadc in onore di sua madre Teodora. Le venne assegnata per metropoli Laodicca (J.),
2, p. 2 5,
d'Orleans.
de'contrari, che misero in
formò con alcune
sedi vescovili staccate dalla
X.
che couobjje
delle calunnie per fiastoriiare la sua ele-
ottobre,
Sìria, e da
11,
sue virtù, lo fece veni-
tezza
di
Monte
doveri il
buon pastore. Vimonastero di s. Pietro il
lutti di
in fervoroso rac»
coglimenlo. Avendogli in appresso Dio fatto conoscere fine,
abbate
i
1'
avvicinamento del suo
disegnò di fare un pellegrinaggio a
Roma
per meglio prepararsi alla morte;
TEO
TEO
ma giunto a Tonneire, cadde malato, ed ivi riioiì a'27 gennaio 1022. Fu sepolto in cjiiella città, e la sua tomba, ch'era nella cliiesa tli s. Michele, divenne celebre pei miracoli che Dio operò a sua intercessione. Il 27 gennaio celebrasi la sua
governatore della provincia. Avendogli giudici dato tempo per deliberare,
festa.
TEODORICO Antipapa. pa
XXV,
p.
217.
ed
i
XI,
voi.
F. Antipa-
39,
p.
XXVIII,
TEODORICO,
Cardinale. Nato in Treveri e chiamato ancora Dietlrico e Dielelmo, per l'egregie sue doti non me-
no di s[)irito che di corpo, Urbano li del 1088 lo creò cai dinaie prete de'ss. Gio. e l*aolo.
Da Pasquale 11 fu destinato alla Germania e Ungheria, in cui
i
ebbe il coraggio di appiccare il fuoco al tempio di Cibele, ch'era nel mezzo della città, e lo ridusse in cenere, onde convincerli della ferma sua costanza nella fede. Per il che, dopo vari supplizi, venne condannalo ad essere bruciato vivo, come fu eseguito correndo l'anno 3o6. L'opinione più probabile è che abbia consumato suo martirio a' 7 di febbraio, giorno
il
1
onorato da'greci e da'moscoviti; latini fanno la sua festa a'9 di no-
in cui è
ma
i
vembre. terono
I!
disi nel
corpo, che
di lui
tra r dalle
XII
persuase a' principi di quelle provincie di lasciare libera l'elezione degli abbati e
una chiesa dedicata
in
conia cardinalizia,
la
della Sassonia colla chiesa I
°
di tutti a
promulgare
popoli
romana,
fu
decreti e
i
nalema fulminalo dal Papa contro
il
l'a-
l'im-
peratore Enrico V.Inter venne al congresvescovi a sotso (li Colonia, e indusse i
toscrivere
contro fiiù
i
le leggi
emanale
dalla
s.
Sede
simoniaci ei concubinari, ed
gloriosamente
suoi giorni
i
non molto inoltrato
neh
nell'età, ed
i
scovile della
la
metropoli diTra-
Roma
quale era
in origi-
d'armata, perchè era generale degli
e-
governatore del pae-
se de'Mariandini, la cui capitale era
E-
racleadelPonto. Risiedeva ordinariamenla lesta
Thcodorium. Sede veprovincia di Rodope, nell'e-
sarca lodi Tracia,sollo
le
serciti di Licinio, e
te in quella città
TEODORIO,
è in
di
18
ebbe in
Vi
suo onore, già dia-
Romolo. TEODORO d'Eraclea (s.), martire, soprannominato Stratclah\ cioè generane tempio
ivi
quella chiesa onorevole sepoltura.
po-
cristiani
secolo, e vi è custodito, fuo-
del capo, ch'è a Gaeta.
ri
i
i
fiamme, fu portato a Brin-
legazione di
de' vescovi. Riconciliati quindi
21
il
ed
,
ivi gli
fu
mozzata
per ordine di Licinio, non avendo voluto rinnegare la fede cristiana. Il
suo martirio avvennea'7febbraiodel3 rq, secondo Mencie Menologi de'greci. Ai
vendo
il
i
domandalo d'estomba de'suoi maggio-
santo martire
sere deposto nella
venne
suo corpo portato ad Euchai-
ianopoli, eretta nell'VllI secolo, e chia-
ri,
mata pure Perhercum. e Prisdiana.
Amasea metrod'Euchaita divenne sì famosa pe'miracoli da Dio operali all'urna del santo, che fu mutato il suo
Il
suo
VII concilio generale. Oricììs chr. 1. 1 p. 209. TEODORO (s.), martire ad' Amasea, soprannominato 77/'0/ze, ossia soldato novello. Nacc[ue in Su'ia o in Armenia, ed era nncor giovine, e di recente aggregato iieirarmala romana, quando solìrì il martirio. Trovava^i ad Amasea nel Ponto colvescovo Basilio
assistè al
i
,
la
sua legione, poco dopo
la
pubblicazio-
ne degli editti di Massimiano Galerio e cristiani. Il giovine Massimino contro i
soKlato, lungi da voler nascondere
la
sua
fede, la confessò generusaiueule dinanzi
ta,
il
lungi una giornata da
poli del Ponto.
nome
La
città
in quello di
ratore Giovanni
Tcodoropoli, L'impe-
soprannominalo Zimiscc, per una vittoria riportata sopra saraceni l'anno 970, fece riedificare con I,
i
gran magnificenza la chiesa d'Euchaita, dove eransi deposte le reliquie di s. Teodoro. La repubblica di Venezia professava per esso singolare venerazione, essendo il ."protettore della chiesa di s. MarI
co, avanti
che
vi
fosse trasportato
il
cor-
pò
TEO
TEO
22 tlel
santo evangelista. Veclesi ancora a
una delle tuoniinieiitali , sopra colonne, che stanno nella piazzetta ili s. Marco, la statua clis. Teodoro d'Eraclea; Venezia
e le di lui reliquie sa del
ss.
si
conservano nella chie-
Salvatore, in cui furono traspor-
da Costantinopoli nel 260 da Marco Dandolo, che le ebbe da Jacopo Dandolo generale delle galee della repubblitate
i
ca veneta,
il
quale avealetiovate nel 25c) 1
a IVlesembria, città arcivescovile della
Ro-
ma re
stimando questi un tal peso superioalle sue forze, e sapendo che vi erano
alcune turbolenze nella congregazione, fe-
sti
fe'ccssare lutti
e colle
TEODORO Nacque
(s.),
nell'alta
abbate
Tebaide
di
circa
Tabenna. il 3 4> da 1
ragguardevoli genitori. In età di 12 an-
suo luogo. Que-
in
di discordia,
molivi
i
sue orazioni, discorsi ed eseuq)i
mise per tulio l'unione e
ri-
la carità. iNulia
faceva mai senza consultare Orsisio, che gli
serviva di assistente, e visitavano
dopo
nasteri l'un
se
Fu
l'altro.
dono de'miracoli zia.
mania.
Teodoro
ce eleggere
i
mo-
fivorito del
e di quello della prole-
Discorrendo con
s.
Atanasio,
gli dis-
che Giuliano A postala sarebbe morto che il di lui successore apace alla Chiesa, come vePredisse pure a' monaci di Ni-
[)oco stante, e
vrebbe reso
la
ni circa risolvette di consagrarsi intiera-
rilicossi.
mente a Dio, e passati dueaiuii presso sua madre, donna di somma pietà, in rigo-
ia nel 353, che sarebbe slato fra non mullo fiaccato l'orgoglio degli ariani. Dopo avere eziandio predetta la sua morte, cui apparecchiossi con doppio fervo-
rosi'
digiuni ed assidue orazioni per im-
sempre feilele mondo, e andò a finire la sua educazione in un monastero della tliocesi di Latopoli. A-
plorare
la
grazia d'essere
alla sua vocazione, segregossi dal
vendo inleso parlare
della vita esempla-
re di s.Pacoroio.si ritirò posciaa
Taben-
monaci col suo grandissimo zelo nel rendeisi viemuiaggiormente perfetto. Wouavea ancora 7.5 jinni alloichès. Pacomio lo prese per comnn,e
si
pagno
distinse fra que'saiiti
nella visita
nasteri, e
che faceva de'suo; mo-
5 anni dopo
gli
parecchiarsi a ricevete
commise poscia ro di Tabenna,
il
il
comandò
di ap-
sacerdozio. Gli
governo del monaste-
andò a rinchiudersi in quello di Pabau. Essendo s. Pacomio caduto malato, monaci di Tabenna obbligarono Teodoro a promettere che avrebla
la
»
chiuse
to sulla
suoi giorni
i
53 anni.
Il
il
27 aprile 367,
suo corpo fu porta-
cima della montagna, e
to nel cunitero de'inonaci,
poi lu messo con quello di greci l'onorano
il
1
seppelli-
ma
poco diPacomio. 1
s.
6 maggio,
e
i
latini
il
28 dicembie.
TEODORO
(s.),
vescovo d'Anastasio-
poli nella Galazia, detto la città di
to.
il
óVct'O^r/, dal-
Sicea nella Galazia, ov'era na-
Spiegò fino dalla sua infanzia gran-
de amoi
e alia preghiera, e nelle ore di o-
zio soleva o
pregare o leggere
libri di di-
vozione. Essendo ancor giovanetto, rin-
chiudevasiiu una cella presso sua madre, poscia in una g.rotta ch'era sotto una cappella appartata, ed in seguito
si
portò so-
carica di governatore del-
pra una montagna deserta, risolulodi vi-
abba-
vere intieramente allontanato dall'umano consorzio, li vescovo d'Auaslasiopoli, avendo avuto occasione di conoscere la
congregazione, nel caso che
il s.
Sebbene avesse acconsentito suo malgrado, e dopo lunga resistenza, s, Pacomio ne lo riprese severamente,e gli tolse lasuperiorilàdi Tabenna. In questa umiliazione, cui Teodoro si sottomise con gioia, brillò la sua virtù. Mori s. Paconnonel 348,e gli successe i'elronio, che dopo un mese maute
re,
in età di
e
i
be accettato
li
passasse all'altra vita.
o di vita, indi fu eletto abbate
s.
Orsisiu;
sua santità, lo ro,
ordmò
sacerdote.
poiché ebbe visitato
i
Teodo-
luoghi santi di
(ierusalemine ei più celebri monasteii della Paiesluia, tornò nel suo paese per I
i[>rentlere la
cula a dilicò
lui
prima tnanieia
di vita.
Ac-
discepoli da tulle le parti, e-
una specie
di
monastero vicino ad
TKO
TEO
un'antica cnppella dedicata a
Giorgio,
s.
quale eia sommainenle divoto. In un
al
secondo pellegrinaggio fatto aGeiusalemme, oUenne per le sue preci nna pioggia
abbondante grandiìMma so di
siccità.
tempo un
ove informò
Palestina, che pativa
alla
i
Fabbricò
in
proces-
vasto monastero a Sicea,
suoi discepoli alla pei fezio-
calisi
,3
a'27 del sussegueute maggiojappro-
daiouo
in Marsiglia,
donde passaronoad Ebioino
Arles, e vi rimasero iusino a che
prefetto del palazzo permise loro di proil viaggio, eccettuato Adriano che
seguire
trattenne per sospetti, tlileguati
accordò poi
di
quali
i
"li
aggiungerli. Teodoro pas-
1
so l'inverno a Parigi,
imparando
la lin-
Morto Timoteo vescovodi Anastasiopoli, fu eletto a successore Teodoro, che nonanniùchecon gran pena alla sua consagi azione. Governò io anni la sua diocesi con singolare edificazione, dopo di
gua inglese, e procuiandosi tutte le cognizioni opportune per governare la chiesa di cui andava ad essere pastore. E" ber-
che volle far la rinunzia della sede. Alleggerilosi da questo onoievole incarico, ri-
aspettò al porto di Quentavic nel Ponihieu, oggidì s. Josse sul mare. Essendo^
ne.
ma
to re di
Kent
gli
mandò
incontro uno dfi
principali signori della sua corte
che
lo
un viaggio a Costantinopoli, ove era stato mandato per dare la sua benedizio-
Teodoro ammalalo, fu costretto rimanervi qualche tempo; poscia imbarcoNsi con s. Benedetto Biscop, e prese possesso
ne
della suasede
tornò a Sicea;
fu tosto costretto a fa-
re
alla famiglia
imperiale e
al
senato, e
guarì dalla lebbra uno dei figliuoli
ilei-
l'imperatore. Moiì nel monastero di Si-
6 nominato
cea l'anno è
1
3,
nel martirologio
TEODORO torbery.
va in
(s.),
Monaco
in Cilicia,
porlava
a'22 aprile, giorno in cui
il
romano.
arcivescovo di Can-
greco, nativo di Tarso
che avea studiato ad Atene, e mantello di filosofo. Dimora-
Roma, conosciuto per
santità di
vi-
ta,ed accoppiava perfetta intelligenza della
lingua greca e latina ad unastraordi-
s'\
ladomenicaay maofioGSq. Cominciò dal fare la visita di tutte le chiese della nazione inglese, in cui si féce accompagnare da Adriano che avea eletto abbate di s. Pielro di Cantorbery. Ristabilì ovunque la purità della morale confeimò la disciplina ilella Chiesa intor-
no
la
se
il
celebrazionedella Pasqua, introduscanto gregoriano, regolò il servi"io
divino, corresse
abusi, e ordinò vesco-
gli
ove credette che
vi
della Chiesa.
il
richiedesse
il
bene
naria cognizione delle scienze divine ed
santo arcivescovo fondò eziandio delle scuole in diversi iuchi ed
umane. Adriano abbate di Niridano
una
pres-
so ^'apoli, africano di nascita, ch'era stalo
disegnato da Papa Vitaliano alla sede
di Cantorbery, e che avea ottenuto colle
sue pregh.iere di essere dispensato dal-
l'accettare c|uell'iniponente
utìJzio,
apat-
tod'indicareunaltro soggetto che ne fosse
degno, e
di recarsi secolui in Inghilter-
ra per travagliare insieme alla propaga-
zione del regno di
Gesù
Cristo, propose
II
a Cantorbery, in cui spiegò la Scrittura con Adriano, e v'insegnò variescienze: io essa s'incominciò a coltivare le lin-
guegreca e
latina, e
si
mero d'uomini celebri.
formò un "ran nuNel 673 tenne un
concilio nazionale a Hereford
e vi
si
le-
cero parecchi canoni di disciplina. Altro ne tenne ad Helfield nel 680 , in cui si
condannarono de' monoteliti
1'
,
eresie degli eutichiani e
esponendosi
la
dottrina
Teodoro, che avea allora 66 anni, pròmettendo di accompagnarlo. Il Papa lo consagròa'26 marzo del 668, indilo rac-
adunò
comandò a s. Cenedetlo Biscop, che si Iròvava a Roma, e volle che tornasse m Jnghi llerra conTeodoroe Adriano, per stf-
norlumbi i, ed Etelredo re de'mei ciani s. Teodoio imprese di ristabilire la pace, e
vir loro di
guida e d'inleipieie. Imbar-
della Chiesa suH'Incaroazione.
vi
Twiford
Accesasi
ni.
tt-',
a
1
la
Un
3.°
ne
nel paese
guerra
tra
deli otladiE"fridoredei
iuscì.ALuui anni prima della sua morolle riconciluirsi con s, VVilifiido thtì
^
TE
24
TEO
O
avea rimosso dalla sede
di
aver voluto acconsentire
York, per non
mb
alla divisione
Saccudione, e
gli
sbanditi; quindi vi
radunò
sperso. Poscia per
Teodoro tornò il
suo gre£fge
che Teodoro fece di essa in tre vescovaGli chiese perdono, gli restituì iiitiera l'arcidiocesi, e ceicò di firerpianlopo-
ratrice e dal paliiarcn di stabilirsi nel
le per riacquistare la di lui amicizia. Rio-
naslero di Studio oSluda, ed ebbe
ti.
rì
nel
6qo,
in età di
di episcopato.
Fu
iiionastero di
s.
ilnoraedi sta iliq le. Il
s.
88
anni,
dopo 22
sepolto nella chiesa del
Pietro, che prese poscia
Agostino. Celebrasi
la
sua fé-
settembre, giorno della sua mor-
Penitenziale
praltulto celebre
Teodoro rese sosuo nome. E' questa
di il
s.
tna raccolta di canoni , che regolano il iem[)o della durala della penitenza pubJ)lica,relativamentealla specie ed alla gra-
ri
accettò
TliODOIiO Studita
(s.),
abbate di
le
scorrerie de'baiba-
proposta fattagli dall'iuipe-
mocon-
la
solazione di vedervi in breve riuniti più di mille religiosi. gli fu
Da questo monasleroe-
soprannominatoiS7arZ///^/.vSottol'im-
peratore Niceforo
la
chiesa di Costantino-
poli fu agitata
da discordie, che
soreMichele
Curojmlata procuròdi
1
succes-
il
eli«
minare, riconciliando il patriarca INicefo10 con s. Platone e s. Teodoro, quali ei
ranostati dalpredecessoreesiliati.
zo
ai
successivi sconvolgimenti
godeva
rezza de'peccati.
la
a
tli-
li:
inez-
Teodoro
delle dolcezze del ritiro nel suo si avanzava sempre più nelLa sua pace però fu turbata da
monastero, e
Costanlinopoli.Naloa Costantinopoli nel «75q, entrò nella badia di Saccudione o
la virtù.
»»accudia. fondata presso quella città nel
d'Oriente. Essendosi l'inìperalore Leone
e vi fece •:8i da sua madre Teottista grandi progressi nelle virtù enellescien7e religiose. Dopo 3 anni avendo s. Pia-
eonoelasti, ordinò
,
1
una burrasca che minacciò
V
tutta
la
chiesa
IV//v«e/«o dichiarato in favore degl'/-
di abolire
il
patriarca JNiceforo
al
culto delle sante Immagini,
1one,suozio, abdicato ilgoverno diquel-
e per la fermezza del patriarca nel difen-
comunità, egli ne fu eletto abbate ad luìa voce.L'imperatoreCostantino V l'anno appresso ripudiò Maria sua legittima moglie per sposare Teodota, parente di
derlo.lo fece spogliare della sua sede nel-
)i(
s.
Platone e
Dio
si
di
S.Teodoro.
I
due
servi di
dichiararono pubblicamente con-
bramando di
i
5,sullaquale fu posto un iconoclasta,
pernome Teodoro
Cassitero, scudiere
l'imperatore; laonde
i
deb
nemici delle santo
Immaginisi misero a mozzarle, a romperJe, a bruciarle e disonorarle con ogni ma-
nondimeno
l'im-
niera di profanazioni,
trar dalla sua
Teo-
ta
tro ansimile scandalo;
peratore
l'S
S.Teodoro Studi-
procacciò di arrestare questo scandalo,
la sua nuova sposa, la quaguadagnarlo mise tutto in opera,
Egli fece prendere a'suoi monaci less.Im-
promesse, motivi di parentela, ma senza nessun elfetio; ed essendosi poi recatn al monastero lo stesso imperatore, principe
mani alla processione della douienica delle Palme, cantando inni che facevanoconoscerelalorocredenzasuldogma combattuto dagli eretici. Avvertito l'im-
lìon seppe più rattener la sua colleia,ed
j)cratore,feceproibireal santoabbate,sot-
doro, gl'invio le per legali,
Teodoro non ordinò a due
volle riceverlo,
ulli/inli di far
verghe Teodoro
e tutti
i
il
battere colle
monaci
del suo
partito. L'ordine fu eseguito sull'abbate
eie monaci colla maggior fierezza, indi furono n)andali in bando a Tessalonica, e S. Platone fu rinchiuso nella badia di s.Michele. Calzalo Costantino V dal trono per opera d'Irene sua n^adre, questa richia-
magini, onde
le
portassero elevate nelle
loro
pene più rigorose, di rinnovare sinon scemò il suo zelo per l'onore delle sante Immagini, onde lo le
nule
fatto; uja esso
l'imperatore
lo esiliò nella JMisia,
con or-
dine di rinchiuderlo strettamente nel castello dii\]eso[)o presso Apollonia.
Non per
questo si ralheddò lozelo del santo, \c
non cessò d'incoraggiare
i
il
qua-
cattolici col-.
TE
TEO
O
Ione
ce cliiudere nella tòlia, indi
ili
Uoriilo in
mandò Nicela perchè
sterza re. Niceta
si
sentì preso
eseguire egli solo
la
Na-
lo facesse
la
noclasti;
fingendo di
cotninissione, lo ri-
fortuna di convertire molli ico-
ma
La
no seguente,
ei 7 anni
dopo
la
gior-
al
sua morte
il
sparmiò. Teodoro e Nicola suo discepolo
ebbero
sua festa è stata dillerita da'Iatini
suo corpo fu trasportalo al monastero di Sluda. Le opere di s. Teodoro Studi-
da venerazio-
alla vista del seivo di Dio,e
ne
25
recifavnno le preci degli agonlzzanli.
le «ne lelfere; e perciò l'imperatore lo fe-
queste conversioni costino-
sono le seguenti. 1.° Due Testtiincìiti: una lettera, scritta intorno all'anno 816, con cui chiede ai monaci di Sluda che preghino per lui, e domanda loro perla
il
i."è
ad essi più crudeli trattamenti. Furono entrambi sospesi in alto, ed ebbero cento colpi di stallile; poi furono posti in ima oscura e malsana prigione, ove rimasero tre anni, sofiVendo il freddo la lame e la sete, continuamente oltraggiali
dono de'falli commessi durante il suo governo; nell'allro, scritto poco prima della sua morte, dopo aver fitta la sua pro-
da'Ioro guardiani. Altre crudeli battitu-
clasti. 3.°
re vennero loro date, essendosi intercet-
grammi
tio
i
,
una lettera scritta da Nicola per ordine di Teodoro, e dipoi furono mandali a Smirne. Quell'arcivescovo, furioso iconoclasta, tenne Teodoro chiuso in una pritata
gione sotterranea peri 8 mesi, e
fece
Proclamato imBalbo, lovnb s. TeoCostantinopoli, dopo aver soller-
dare cento colpi
di frusta.
pela tore Michele
doro a
gli
Il
il
fessione di ieàQ, insiste sui doveri della vita
monastica, ec. 2." Gli Steliteutici o
bre di
essendosi poi di-
4.'
Le grandi
ne
giorno di sua malattia, ch'era una do»
li il
il
s.
suo
si
recò alla chiesa per celebrar-
Sagrifizio;
ma
crescendo vieppiù
tnale,
non potè più
modo
da essere
pai lareal
popo-
e piccole Catechesi, che so-
Il
Cananeo
Immagini, attribuinostro santo da Baronio e dall'edi-
in
8 odi
sulle
ss.
cessasse.
TEODORO
Tiifone. Quivi cadde malato sul co-
nieiuca,
Gio-
compodopo la persecuzione degl'iconoclasti; ma non può esserne autore s. Teodoro, perchè egli morì prima che la persecuzio-
s.
to
la
tore della Biblioteca de'Padri, fu
ritrasse co'suoi discepoli nella penisola
novembre deirS'ìG. Nelcjuar-
i
naci tre volte la settimana.
si
di
panegirici di s. BarGiovanni evangelista;im di-
s.
no l'opera principale di s. Teodoro, e sono le istruzioni ch'egli faceva ai suoi mo-
di
minciar
Platone; un discorso sull'adora-
s.
sto
le ss.
epi-
Croce.
Immagini, Teodoro glif ne fece deTorti lagni; ma vedendo che ciò tornava inutile, abbandonò la città e
chiarato contro
ei23
un elogio fune-
vanni Battista; un inno sopra
to al
11
Lettere,
scorso sullaS." scoperta del corpo di
operò molti miracoli. Anche
riniperatoie Michele
libri di
versi jambici;
tolomeo,edi
inno
inin facendo
s.
Due \\\
zione della Croce;
per 7 anni tutti gli orrori della prigione; fu accolto con grande onore, e cam-
t((
in-
vettive, Antìrretici, ec. contro gl'icono-
re.
Nacque
Grapto
(s.),
tori ricchi e virtuosi,
i
quali recaronsi a
Gerusalemme per procurargli mente un'educazione cristiana. sai
confesso-
nel paese de'moabiti da geni-
più
facil-
In età as-
giovanile fu messo nel monaslero di
sue ultimeintenzioni alla presenza di molti vescovi e di pie persone, ch'erano ve-
Saba, e divenuto celebre e di esimia virlù,fu ordinato prete dal patriarca di Gerusalemme. Per la persecuzione che Leo-
nute a
ne V VArmennnxea mosso
lo in
inteso, Egli dettò le
visitarlo, e lasciò nel
suo testamen-
toesiinie lezioni pe'monaci, Chiese che gli
fossero lette le preghieie della Chiesa,
cevelle l'estrema unzione e
e chiuse santamente
i
il
s.
ri-
Viatico,
suoi giorni aglir
i
de! detto mese, accerchiato daTralelli che
s.
alle sagre
Im-
magini, fu spedito Teodoro a questo principe, ailine di esortarlo a non più turbare la pace della Chiesa;
ma
esso
dopo a«
verlo fatto battere crudelmente, lo esiliò iu un'isola alle foci del
Punto Eussiuo.
TEO
TE O
26 A'ella stessa
IrattaloTeofane suo
guisa fu
Coricil.
Yic,
5, p.i 'j'jy, nelle quali orcli-
t.
Pino
fiiiUHu die loavea accompagnalo, egual-
nòchesi esaminasse
Saba; solTiendo ambedue niollissimo la fame ed il freddo. Morto l'imperatore neH'Ssa,
notelila e già palriaica di Costanlinopo-
cbbero
la basilica di
mente uìonaco
iiopoli, scritti
la
del ujonaslero di
s.
libertà di tornare a Costanti-
dove Teodoro pubblicò alcuni per la difoa della dottrina callo-
la
causa di
tuo-
quale recatosi dall'Afiica, ove crasi
IÌ5ÌI
Roma, e
ritirato, in
vuto
abiiuala l'eresia nel-
Pietro, fu dal
s.
cospetto di lutto
ai
il
Papa
rice-
clero alla co-
niunione della fede cattolica, di cui
egli
Pati prigionia ed esilio ancora sotto
fece la professione, facendogli perciò di-
Balbo; ed il fiche gli successe nel-
i'82g, perseguitando gii ortodossi, Teodoro e suo fratello furono maltrattali di
VEulogìe (P\ì. Inoltre Teodoonorevolmente e ospitò a spese della chiesa romana. Partilo Pirro da Roma per l'oriente, giimto appena in
nuovo
Ravenna
]ic;i.
l'iuqieralore iMicliele
II \\
giio di questi, Teofllo,
e rilegati nell'isola di Afusa. Pii-
rondoni dopo 2 anni a Costantinopoli l'imperatore la
li
,
fece spogliare e battere al-
sua presenza violentemente, poi resta-
slribuire
ro
lo trattò
1
si
lasciò
sedurre dall'esarca gre-
co, colla speranza di rienlrai'e nella sede di Costantinopoli. Perciò
con riprovevo-
tornalo nell'errore, Teodoro
le fellonia
1
lono alquanti d'i in prigione. Siccome ricusaiono tuttavia di comunicare cogl'i-
ardendo
conoclasli, l'imperatore fece incidere lo-
a ver esposta alla venerabile
ro sulla fronte e sulla faccia 12 versi jam-
sicrantla perfidia, de[)Ose Pirro e solen-
per dichiarare
bici,
il
preteso reato di ca-
parbielà e superstizione, che loro altri-
Dopo
mano
di santo
nemeiite lenza
648
del
lo
sdegno nel concilio
tenuto in
questa lunga e crudele ope-
Sangue
di
razione vennero ricondoUi in prigione
cioè nel
modo che
buiva.
grondanti di sangue, e non guari dopo furoiio esiliati
ad Apamea nella
Siria,
do-
ve s. Teodoro morì de' suoi patimenti, Esso fu soprannominato Gvapto, c\\e\n greco significa inarcalo o inciso, a cagione dell'anzidetta iscrizione. Teofane gli sopravvisse cpialche tempo, e ristabilito neir84 2 il culto dellesagie Immagini, tu eletto ve scovo di Kicea; esso è nominalo ton suo fratello nel martirologio roma110. greci onorano s. Teodoro il 27 ditembie, e s. Teofane l'i ottobre. Quesl'u'ilimo fu chiamato il Poe/^?, a cagione degl'inni sagri che avea composto. TEODOPiO l, PapaLXXV. Greco di I
1
nazione, nato in Gerusalemme, figlio
tli
Teodoro vescovo, fu eletto Papa a'24uo\embre 642. Con somma diligenza pròcurò d'estinguere V Kclcsi il ,). empio e-
Pietro,
colla
dopo
assemblea
conchuinò, scrivendo
scomunica
ili
s.
ro-
penna
la
l'e-
sen-
intinta nel
Gesù Cristo dentro un rilevai nel voi.
calice,
LXJi,
può vedere Theofane nella Cluonographia 219, Aucfor hist. Misccllae lib. 18,
p. 2
i
5
e luoghi ivi citati. Si
inoltre, p.
presso Muratori, Script, rer. Italie. \.i, p.
82, dicendo che servì di gran terrore sì terribile con-
i
a'colpevoli eagl'innocenli
danna mai piaticata nella chiesa latina. Nel medesimo concilio condannò parimenti
il
suddetto patriarca Paolo, alle cui
sommosse l'imperatore Costante li pubblicòl'editto riprovevole denominato Tij)0 (f
.),
col pretesto di conciliar la
pace
Quanto
al
ricordato a Ectesi, per
la
sua
^/.Mcr/.^disserl. 7.":
So-
modo della memorabilesoscrizionedellacondaimadi Pirro,fu discusso anche dal Montra'cattoiicie
delli, già
i
monolelili.
Decade di eecl.
dillo o libro dell'imperatore Eraclio in
la deposizione e la scomunica di Pirmonol eli la, falla e sottoscritta dal Ponlelìce Teodoro I. Egli ripoita la questio-
favore dell'eresia (.W Mouoteliti{^r .); che
iieele diverse circostanze riferite da mol-
perciò scrisse a Paolo patriarca di Costalilinopoli lellerc sinodali, riportale
daLub-
pra ro
ti
no
sci illori sulla
sottoscrizione che credo-
falla col divin
Sangue, de'^uali ne
ri-
TE O
T EO per remlerln
nioihiS'ie le tehlimoiiiaiize
più ciedibile e
oiiligiir
l'onuie die pres-
so molli desiò l'operalo die
lipoita
al Pci[)a. l'eilanlo
i
esempi; più
riori e posteriori da'litii^auli nel
si
simili antecpieili usali
giurare torcaiiclo
caristia, gli slraordiiiai
llxiisce
la ss.
Eu-
usi in cui fu es-
i
sa ado[ierata per preservativo e per estin-
guere gl'incendi. Anxial lene,
s.
Basilio
Mar-
riferire di
fece seppellire con par-
si
Cenedelto la collocò sul petto del cadavere d'un suo giovane monaco nella lumulazioue. Osserva Mondelli, te di e>sa,es.
non
clie vcraijieiite
fu
il
corjio del Signo-
re posto su'delti morti in sepoltura,
eulogie con
pane
con santa intenzione, e con puro
scgiiili
ma
V retto (ine,
poi riconosciuti abusi fu-
loiio vietali da' concilii.
RIondelli tutta iiienle
ma
ìiciiedcttoj usi tulli e-
la
Esaminata dal
cpieslionecheprincipal-
posa sull'asserzione del greco Teo-
fane autore del racconto, olire Paolo Diatoiìo e lo scrittore del Libello Si/iodieo
che
lo
seguirono; con critica rigetta
Sangue
la so-
17
anco nel Remino, neMiiiubourg, e censuiaudulo il
verità del fitto
la
g:uulolo
il
l'(Me.>!i.
Coiielude Mondelli,clie Teodo-
ro
mai
ticò si
naturale benigno e docile, non pra-
di
I
rito così strano, solo
limato
chiesa
la
mensa
sulla
romana
ilegli altari
carte di sco-
le
ìniin!ca,cmììtt [nalicaroiio
i
avendo coporre bensì
ili
legati
tli
s.Leo-
ne Incontro Michele Ceriilario, ovvero contenenti cose di gran rilievo; ma non
giammai
vide praticalo
si
scomunicargli
il costume di Sangue del Si-
eretici col
gnore; perciò sostiene col
Kassini do[). menicano. De siiif^ularibus Eucliaristiae
usilius apitd ve teres
prestarfede
si
al
graecos, noti dover-
singolare raccontodiTeo-
negando pure
fané,
la
condanna
Fo-
di
zio patriarca di Costanliuopoli collo sles-
so rito, riportala da Nicela solo
de nudi' pretende adoperato da Adriao da'vescovi che lo coiidauiiai Olio.
to,
che
no
II
si
Papa rifabbricò, consagrò e ornò riccamente la chiesa e cimiterio di s. Valen11
tino nella via l'^laininia presso Ponte Mol-
Gesii Cristo, che di sua natura sarebbe abuso del divin Sagrainento, e si oppone alla sua divina istituzione. Ferciò non la crede praticata da Teodoro l,e sebbene
degli agostiniani, nella quale scavandosi
Teofane
pio, veduti e registrali dal
scrizione falla col prezioso
martire glorioso degl'icono-
fu
avverte che
clasti,
di
fiori cpiasi
un secolo
e
mezzo dopo,
e che sulle sue tavole cro-
nologiche
furono fatte aggiunte
vi
e
piene di notabilissimi errori. In
no-
le,
fabbricata già da
mente nel
1693 per erigere
rono manifesti
1
pubblicala prima del
74
'>
osser-
va alto silenzio sulla infusione del San-
gue consagrato toscrizione.
nel calamaro per la sotDi questo tremeudoallo nul-
[)recisa-
unedifiziOjSi trova-
indizi di ([ueli'aiilico |).
tem-
Agostino Lu-
p.
l'el
narrato I
l
altri
doro
I,
divenne vigna
2 35, XI,p. 2 52, Xlll,p. 4q, secondo alcuni Teodoro edillcò la chiesa e
Teo-
X,
ne'vol.
falli
tore fedele di Teofane, nella vita di
Giulio
bin, Abbatiar. Ital. p. 346.
l'Anastasio Libliolecario,che fu tradut-
te,
s.
nel luogo che poi
il
cimiterio di
s.
Valentino; secondo
2.° costruito da
s. Teodora (se puTeodoro I), preesisteva a s. Giulio che l'abbellì e fu imitato da altri predecessori. Dalla via Nomentana,
re
il
non deve
ilire
I
uv'erano sepolti, trasportò nella chiesa di Stefano protomartire al monte Celio i
s.
Papa s. Martino I successore imdi Teodoro 1, quando nel seguente 649 celebrò il concilio contro monotelili, ove espose minutamente la con-
stolico LATERAìVENSE,oveopcrò altre cose
dotta di Pirro,
e
la
disse
mediato
i
i
suoi erroii, l'abiura,
la
ricaduta, la condanna e deposizione, sen-
corpi de'ss. i^rimo e Feliciano martiri.
E-
due oralorii, l'uno in s, Giovanni in Lalevano (di cui ri()arlai a Palazzo apo-
resse
compiendo quello
lo
pure
basilica in
di s. Venanzio) e delonore di s. Sebastia-
za ailallo accennare la sottoscrizione: ra-
no, l'altro fuori di Porla
gioni luttechepersuadonoadubilai'c dcl-
calo a
s.
s. Paolo e dediEuplio o Euplo diacono e mar-
4
-
TE O
TEO
oS
quale nel oinrtiiologio si fa men12 agdsto, ili[)oi rinnovato d'A-
tire, del
zione
a'
driano
772, come Fu ivi die
nt'l
I
20().
iX.ll, p.
rilevai nel s.
romana,
Lile
domandò
le
le
aveano
illustrale.
altro rispettabile prelato,
IMautilla no-
canonico della medesima
il
gli ocelli
arcivescovo d' Amasia, che meglio
teili
d'ogni altro
Paolo andan-
do al mailirioeinconliando capo, per bendarsi
voi.
e canonici della basilica Bianchini e Dat-
suo velo del
nella decapita-
un
amore,
degno mg.
basilica,
Francesco Liverani, a recarle di
Ora un
altro
uii
tributo
di dottrina e di erudizione, volle
quanto
zione cui andava a soggiacere,e ne riparlai
con sagace
nel vol.LXX.p.S
l'argomento, e l'esaurì così pienamente e con tanta logica, ordine, e copia di pro-
I
o.lNolai nel vol.L,p.2
che molti nltribuirononel
Teodoro
1
P<^/^/7V7/(7//o
a
ranticliissimooraloriodis. Sil-
I
o santuario di Saiicta iSanctornni,o\e si celebravano le pontificie funvestro
]
s.
ve e di documenti, che di reliquie evidente ne risulta la
detta ba-
lica e
fedeli
quale soigeva
la
venerande
sì 1'
identità e
genuinità, colla pia tradizione aposto-
Sebastiano, cliiainato eziandio
zioni, vicino al silica di
critica discutere tutto
immemorabile, sebbene la pietà de' non ne avesse fuai dubitato, che
Basilica di Tvodoi-oj indi nel voi. LXI I, p. 60, con ]Marangoni di^si improbabile
concordi e numerose testimonianze da
che
diligentemente raccolte. Ciò anche fece
8e che errò
l'avesse consagrato, ed anzi a p.
di detto voi. ripetei con altri
l'anciioli neir assolutamente affermare,
che Teodoro
San-
edificò l'oratorio di
1
reliquie per
avea per
fu grande raccoglitore di
I
prof<)nda venerazione che
la
esse, bell'articolo
Chiesa di
s.
JMaria Maggiore, insigne basilica patriarnumerosi arcale di Uoraa, ed in tutti i
che
ticoli
riuscirebbe suoi
fin dal
tificato di
che
ricordarli, narrai
il
V
1
1
secolo,
Teodoro
I
fra'
Maria del Pre-
ha quello dis.
titoli
sepio
liguardaiio, ed assai huigo
la
dopoché
vi
furono
lemme ed
(di
culla di
fieno, in cui
il
rono
Cristo in Bet-
a
Gerusalemme
appena nato vi Fascie(T\), pannicelli, furono ravvolte o riposa-
sue divine
le
i
membra, perciò
tut-
il
i
ta al cardinal
Porto e lica
il
dubbio,
la
perples-
Mario Mattei vescovo
di
Rufliua, arciprete della basi-
s.
Vaticana, prefetto della segnatura e
sotto-decano del sagro collegio, già cano-
Del Maria ad Praesepe che la
nico di detta basilica, è intitolata notile di
s.
:
ma i854Lungi dal
tentarne l'analisi, pre-
cipuamente dopo averlo fatto sapientemente la celebre Civiltà cattolica nella 2. ""serie, 1. o, p. 204, non che dottamente il eh. mg.' Francesco Fabi Montani 1
canonico della
sfessa patriarcale, nel
p. 2Ti7 della 2." serie degli
1.
Annali
1
3,
del-
le scienze ì'eligiose :\\.\n^\ dall'osarne en-
comi, ficendorivereuleecoal giustanien-
cordano i
spargendo
diUidenza. La sua opera dcilica-
me-
alla Natività del
I
stizione, sità, la
inestimabili; dappoiché servirono
to santificato dal suo sagro contatto, e
morie
empi mi-
di reliquie oltra-
quie della Natività ed Infanzia del Salvatore che conserva, Conwientario, Ro-
Gesù
cui riparlai
s.
nome
basilica Liberiana porta, e delle reli-
a Palestina), allorché
fu deposto, le
scredenti, che al
pon-
da Gerusalemme le pietre del s. Presepio (/ .),i legni che formarono la man. la s.
per convincere e confondere la critica indocile e invereconda di quegli
trasferi-
nel
te
gialoia o
le
lui
cotanti gridano all'ignoranza, alla super-
età Sancloriinì.
Teodoro
dimostrò certa, incrollabile, sicura, per
piìi
nei
Re
della gloria, e
Dio bambino uno
profondi e soavi di nostra avven-
turosa redenzione. Inoltre nel ricordai
ci ri-
ile'miste-
gli scrittori
i
."articolo
che trattarono
to preziose reliquie,
di tan-
massime de'prelali
te tlichiarato dall'una e dall'altro, stri in fitto di
mae-
giudicare ogni lucubrazio-
ne, pel siugolar pregio e importanza del
Cormnenfario, unendomi seco loro l'ammirare
il
nel
laborioso e studioso lavo-
ro, oltre alcune relative nozioni,
appena
T E O nccennerò
ijtii
lità
delle
ss.
Relicjuie,
ornamenlo
cijjal
T E O
provenienza e
la
che foriuiino
prin-
il
della piiniaiia, sontuo-
sa e leggiadra chiesa edificala alla
danno nome
gine, e le
qua-
la
Ver-
s*.
e gloria per lulta
che ne deriva al pontificato di Teodoro I. Desse si compongono delle gloriose meniorie
la cristianità, e pel lustro ar)cora
Salvatore,
della Natività e Infanzia del
e consistono. Nelle reliquie del
grotta, della
e del
una
cassa di
Betlemme,
medesima,
esistenti in
piombo
nella sontuosa cap-
Presepio, appositamente eret-
s.
magnifico
ta dal
Prese-
Jìiangiafoia di
/ìc?io della
pella del
s.
caverna o
pio, cioè degli scogii tolti dalla
i^/.y/o
/ (/^.), sotto l'al-
tare papale, sopra del quale pure
si
ve-
29
sodi tanfo sagri tesori, quali sono lesuppelleltili, le
tavole del l'resepio e Culla
Gesù Cristo, giustamendenominala s. Maria ad Piuiese-
dell'infanzia di te fu
memoralo
pr, pel
grato sotto
altare eziandio consa*
tale invocazione.
Queste
s.
Roma da Gerusalemme e
furono morendo mandale a
te,
Sofionio patriarca
teneramente
di esse
dità alla chiesa
di
di volo, quasi in ere-
romana d'occidente e nuo-
va Gerusalemme, per mezzo di Stefano vescovo di Dora, che fu più volle nella
metropoli del cristianesimo, onde in salvo que' sagri depositi di
Gerusalemme a vea
ta
cura e riverenza.
che
conservali con tan-
patriarca l'inviò
Il
suo materno aiuto
quie delle schcggie di tavole e degli sco-
tiva la chiesa Gerosolimitana, per
il
ss.
gli del
Presepio, del fieno,
s.
f\t
panni-
alla
s.
pone chiesa
la
Sagramento sovrastato dal meraviglioso Tabernacolo (f.). Nelle relinera
insi-
gni reliquie santificate dal divino Infan-
Sede, per invocare a un tempo
pressione che
il
mali estremi che pa-
ai
la cristianità
1*
op-
d'oriente sof-
lini, e delle
fascie del Redentore, che Be-
fi
nedetto XI
V racchiuse
straziala dalle violenze degli eretici /«o-
(con
altre
reli-
iva dal furore de' barbari saraceni, e
quie) nell'urna di porfido deHallfo e prin-
notelili, incaricando
cipale altare pontificio, le quali da
di
esporre a Teodoro
in
che giaceva, ed
squale
I
dell'yiy,
fìjise
il
s.
insigne be-
piìi
nefattore della basilica, erano slate in
urnelte di
marmo
te,
una
due
collocate sotto la con*
fessione. Nelle reliquie della le a dire in
Pa-
6 grandi tavole
s.
Culla, va-
di rozxo abe-
delle quali con antica greca iscri-
zione votiva o Uìonumentale, delle fascie,
de pannilini ruvidi e
fanzia di
Gesù Cristo
del f/e?ìo del
s.
rozzi dell'in-
in cui fu involto, e
Presepio,
il
lutto riposto
grande urna e ne'simili vasetti d'argento d'elegante lavoro, fatta dalla ge-
in
nerosa pietà della
duchessa
Pigncitlelli
veduva Villa Hermosa (di che riparlai a Teste pe'busli da essa donali per quel-
ss.
le de'ss. i*ietro e
Paolo), e custodita nel-
i
vescovo
il I
i
tli
gravi pericoli cui era
ulteriormente esposta. Teodoro
644
t'icevè le ss.
Dora
deplorabili mali
R.eliquiecon
I
versoil
somma
di-
depose nella basilica Liberiana; e dal racconto del vescovo Stefano
vozione e
le
ne lesto penetrato e paternamente commosso. Laonde con quelle disposizioni che meglio potè prendere, rimandò in orieuiNescovo Stefano rivestito della digni-
le
tà di
suo vicario apostolico della Palesti-
na, perchè avesse cura delTalìtlilta chiesa
diGerusalemmesua
lerra natale.
Non
es-
sendo questo propriamenle il luogo pei' vasto argomento, anco pertrattore di chè quanto vado dicendo l'ho aggiunto s"»
sugli stamponi, tuttavia preso
d'ammi-
Crocefisso. Oltre a ciò,
razione pel dotto e saggio lavoro di mg.'
ricurdò l'umetta di bronzo duralo, ove
Liverani, non senza pena debbo limitar-
la
cappella del
ss.
conservasi un paiuiolino largo forse 5 dila e
lungo 7 d'un tessuto
no, recente dono del
Papa Pio IX
l'onVi la chiesa di Ragusi.
dunque
la basilica
assai grossola-
a cui
Per possedere
Liberiana
il
cotu^Ies-
mi a questo fugacissimo cenno, e solamente
qui Io inserisco per
a Teodoro
I,
aumento
di gloria
dal quale la basilica Libe-
riana con gratitudine riconosce le cele-
brale
ss.
Relic^uie.
Il
prelato
si
mostrò
e-
TE O
3o
i;iTgio seguace de'
souirui scrilloii
aveano illustrate, facendolo però egli viemmeglio con una serie di documenti, anche inediIjallelli e
Bianchini the già
le
chiarendo il da loio esposto, e confutando trionfalmente le obbiezioni mosse ti,
dal duttissìmo
tempo
mg/ Gaetano
Marini
provando
della trasIazione,e
sid
per-
il
ma
tutti all'abile,
registrato col titolo di santo,
mano non
gem
praemissa Martyrol. RomaLa s. Se(\e vacò un mese e ?,?.
blicala dal
Papa Formoso
però
gli fece
trapassò
dire cose
il
Bianchi-
nel ro-
Lusit.
no, § 48.
a'
ch'eia meglio tacere. Notò che
co'
trova
dà tale onore, per mancanza de'necessari documenti. Vedasi Benedetto XIV in Epist. ad Joau. J rc-
vere ragionevolmente scritto sopra s'i arti uè materie, nei la i?/'et'/.? e/7 (77VV7^i'*o,pid)e co-
ma
si
gli si
giorni.
cau.Noce con prefazione
maniera
in ispecial
poverelli. In alcuni martirologi
petuo possesso della basilica Liberiana. Rlg. Liverani lodò il Batlelli come più temperato e cauto, dandogli il vanto d'a-
«ollarii, ne' (piali
E o
r
due
TEODORO II, PapaCXVlll. Romano e
Fozio, fu eletto Pontefice
figlio di
12 febbraio 8g8. R^estitui a'primi or-
dini quelli che per {'Ordinazione (T(J^.)
erano
slati
•)
di
violen-
temente deposti da Stefano l'f/(f-\),g\\ quale contro il degno For-
atti crudeli del
di vasta e severa crilica, eminentemente benemeri-
moso, giustamente riprovò e annullò, come si legge in Sigeberto, Chronico adan. Cfo3, inter Script, rer. Gennanicaruniy Pistorii 1. 1, p. 80 5. Fatto pescare nel Tevere il corpo di Formoso, con grandi o-
to dell' ecclesiastiche discipline.
uorificenze lo restituì nella basilica
ni,
i
vero nella sua dis-
limili del
De
sertazione,
sacrorum Cunabulorum a e PraesepisD. N. J. C, translatioiie
sebbene gran filologo erudito,
mg.'" Li\ crani rimarcò
non
sinuli le testimonianze del
Di più
essere vero-
De A ngelis,sto-
tumulalo
ticana ov' era stato
20
giorni con lode, poiché fu
VaGovernò amato dal
lico della basilica Liberiana, seguilo da
clerOjCurò laconservazione della pace ne-
alili riputali scrittori,
che l'edilìcatore di
gl'infelici suoi
morto
e libera le co'bisognosi,allermaudolo anco-
essa
Papa
collocò s.
le
s.
Liberio,
reliquie del
s.
nel
36^,
vi
Presepio e della
Culla del Salvatore, mentre chiara-
niente apparisce dalle testimonianze del
dottore s.
s.
Girolamo, che
ÓA
reliquie
le
Presepio e dell' Infanzia del Salvatore
eiano a suo tem[)o custodite presso chiesa di ni le
Betlemme,
conteniplò
\i ritornò nel
420),
e
(ei
385
la
ov'egli per tanti ansi
portò dopo
circa,
ed
ivi
il Byy, morì nel
perchè non ne fosse separalo nep-
pure dopo morto,
il
tempi, ed inoltre fu casto,
ra Flodoardo, Z>ePo;i^
/io///., presso
Mu-
ratori, Script, rer. Italici.. 3, par. 7.,p.
3ig. Morì a'3 marzo dell'898, polto in
8
s.
Vacò
Pietro.
la
e fu se-
romana
Stt\z
giorni.
TEODORO VII
e
Gio
I
V
1
1 1,
Antipapa. T'. Antipapa non che Conone Papa e s.Ser-
Papa.
TEODORO,
Cardinale. Italiano e
prete cardinale, fiorì nel pontificalo di
suo corpo fu traspor-
Agatone
tumulato vicino
del
678, che
s.
lo spedì legalo in
s.
Costantinopoli insieme co'cardinali Gior-
Presepio nella basilica Liberiana. Final-
gio prete e Giovanni diacono, aflinchè in
mente mg. Liverani
suo nome presiedesse al concilio ivi celebrato. Siccome veisatissimo nelle materie ecclesiaslicheemoslrandogrande impegno e divozione alias. Sede, il l*apa che
talo dall'oriente e
"^
mimi dell'Infanzia, da
distinse
bene
quelli del
s.
i
al
pan-
Sepol-
cro de! Redentore,
e ciuamati Sindone e Sudario (J .). In una ordinazione nel dicembre Teodoro creò 46 vescovi, 2 preti e 4 diaconi. Governò 6 anni. 5 mesi e 18 gioiiii. i\]()iì a'i3 maggio del 649, e fu sepolto nel Valicano, Era egli con I
i
voleva giovarsi di
lui, lo
chiamò
ghilterra prima d'affidargli
la
dall'In-
della mis-
imperocché predecessori lo aveano spedilo in quell'isola per promuove
sione;
i
TE O
T
r.
O
3
r
salale
rogatorie, e congratulossi con essi della
deiriiiiiiue.
legazione, lornò
il)
distribuì a larga
fortuna che aveano di soffrire per Gesìi Crislo, esortandoli a confessare coraggio-
re e dilal.ire
divina gloria e
la
Compita la Roma nel 683, dove
mano
fia'poveri
la
doni preziosi cheavea
i
licevuti liair inipeiatore Coslanlino
Non
sa di cerio
si
1'
anno
di sua
III.
morte,
samente
la fede, e
pregandoli di ricordar-
(juando fossero dinanzi a Dio. Le guardie nerciò l'arrestarono e la coikUhsi
di
lei
die rUghelli pensa avvenuta nel 7 6, ma non è sicuro. Non si deve confondere con
sero
Teodoro mandato dal vescovo di Ravenna al medesimo concilio di Costan-
dopo averle laceralo
di ferro, le tagliarono le
tinopoli.
trepida
1
l'altro
TEODORO,
Cardinale. Dell'ordine s. Lorenzo, inter-
de'pieti e del titolo di
venne
romano
al concilio
Zaccaria nel
743
TEODORO,
celebralo da
s.
Cardinale. Vedi
voi.
il
Theodoropolis.
,
governatore, il
il
(piale feccia disten-
cavalletto, le
ove
carneUci,
i
Sitàe vescovile della provincia ecclesiasti-
mammelle.
i
Il
martirio di
s.
de gieci e de' russi.
TEODOSI.^. Sede vescovile
dell'Egit-
to nel patriarcato d'.Alessandiia,
d'Eraclea. Era l'antica Euchaita {J ), situata presso Costantinopoli, che l'ini pe-
po
ralore Giovanni Zimisce cliiamò Teodo-
un vescovo copto, con chiesa to. Situata nel medio Egitlo
come
ro Slralélale (e non Tirone,
Le Quien ivi
riposa.
dissi
col p.
Euchaita) martire che
a
Ebbe
Teodo-
per vescovi, Gregorio che
>oltoscrisse nel \
1 1
G io^
concilio generale;
che fu a quello di Fozio; Nicolò vescovo d'Eucbania {ìm^^eiocclit Euchaita fu confusa con Eiichania,eA a me pare »he quesli sieno gli stessi vescovi che riportai ad EucHANiA col p. Le Quien, onde veri vesco\i di Teodoropoli sono quelli vanni
I
i
di
Euchaita) e
sincello, sottoscrisse
il
de-
creto sinodale di Michele Cerulario, con-
dannatoda lito
sotto
scrittore.
s.
Leone IX
Alessio
Era
a
vincia di le
]Miiiicli,
i
,
p.
11
i84-
veigine e martire.
Tuo
Cesarea l'anno 3o8,
nella pro-
è posta so[)ra un cana-
derivalo dal Nilo, e
vi si
osservano con-
siderabili rovine di Teodosia.
TEODOSIA.
Sede vescovile già capiCrimea e città maiiilima nella Tartaria (f''.) di Russia in Eiuopa, governo tli Tauride e di Siiuferopoli, situata in una baia del mar Nero, chiamata pure Stambul, Refa e Gaffa (P'^.), g'à tale della
floridissima colonia della lepuliblica di
XLVI, XXII
Genova {P
.).
che nel
8 Giovanni
i
3
i
Nel voi.
p. vi
1
1, dissi
eres^e la
nella Fenicia, fu
si
Trova ndo^i
avvicinò ad alcu-
che stavano incatenati
rini-
to XIV. l'ebbe pure il cardinal Scipione Boi ghese, come notai nel vol.XLI,p. 37), i
eolie Pio \
I
voleva ripristinare in Odes-
sa ( f.).G\o\a\MÙ XXIIatlribiù ;d vescovo ampia giurisdizione ecclesi.islica la ,
quale
si
estendeva dalla Rulgaria
ga, e dalla Russia al
mar
Vol-
approvò piogeno d'una strada feirala da iMu-
rin;peialoie di Russia Nicolò
no per aspellare
il
mociieiUo dcUinler-
al
Neh 852
Nero.
petto al palazzo del goveinalore Uibail
di tale ri-
arcivescovile in partibus, oltre benedet-
Giovanni
di sei-bare la verginità.
ni confessori
ha-il-Atuudein, che tlivenne residenza di
sede vescovile (la quale divenula titolo
;
allevata nella religione cristiana, e fece
volo
che do-
rovina della città fu trasferita in Ta-
fìo-
(s.),
della città di
la
Comueno, eloquente
Oricns clirA.
TLODOSIA
ma-
Teodosia avvenne il 2 aprile del 3o8, essendo ella in età di 18 anni. E' nominala ue'caleudari delaliui, re.
re'la nelI'VIll secolo sollo la metropoli
s.
In-
santa sostenne questa barba-
la
la tortura senza uìeltere un lamento. Il governatore vedendo che non moriva, malgrado tulli tormenti che le avea fat-
ca d'Europa, nell'esarcato di Tracia, e-
ropoli, a motivo del cor[)o di
unghie
coste con
to soirrire,ordinòche fosse gettata in
o nel 74^^-
XLVm, p. 91. TEODOKOPOLl
al
dere sopra
I
TEO
T E O
37.
scaa Teodosla;ma siccome
de e frequentato Io sbocco del
il
porto gran-
di Teo
mare d'Azof
nel
mar Nero,
èassai sicuro e non agghiacciasi mai, tutto
commercio
il
dell'i
nlerno della Piussia
dovrehbeprenderequella via,ecerlamente Odessa dovrebbe risentirne gran dau-
per mare pietre e
teri'a e
altri roateria-
estesero in lungo e in largo; dierono
li, si
maggior elevazione, e più spaoccuparono che non era stalo loro
alle case
zio
Né
concesso.
do
per aver corno-
di ciò paghi,
più
di fabbricar case e in
maggiori
numero e
grandezza, sotto colore che
in
mercanzie
necessitava
nojperloslanciocheinfallibilmente pren-
l'affluenza delle
derebbe Teotlosia. Teodosia denominala corrottamente anche i^eO(^/o «V/, ebbe un tempo una prosperità favolosa, e prima che Caterina 11 la conquistasse alla lUissia vi si contavano oltre 4o,ooo case: Ralfa oCalfa, che ora ne fa le veci, non Ila che più di 4ooo abitanti. Situata so-
ad aprir più magazzini, dierono
pra
non
lato orientale della penisola,
lì
lungi dal Bosfuro Cimmerio, cui pose in
li
rono tali fondamenti che ben promettevano qualche cosa di grande. Così genovesi con piccole ma frequenti aggiunle ampliarono e fortificarono la città la modo che gli abitanti potessero nioltiplicarsi senza timore d'alcuno e con fasto, La colonia genovese propagò nelle moni
lempi di prosperità il suo nome, fu colla Crimea conquistata nel 1287 da'lartari del Kipciak. NelisGi avendo genpvesi
sorgenti di tralUco e ampliò
ottenuto dall'imperatore diCostantiiiopo-
onde
i
li
Michele Paieologo, l'esenzione di pe-
daggio e dogane per
lutti
i
bro
possedi-
menli nella Grecia, e acquistata la libemar Nero, pensarono
ra navigazione del
anche
a tirarne
il
maggior vantaggio pos-
da un princi[)e tartaro compiarono l'antica Teodosia o Caffa. Allettati genovesi dalla posizione, dal suo promon-
sibile, e
i
Iorio,
da'due golfi a ponente e levante,
questo essendovi ro the
la città
niontt, e
le
si
al
compiacqueprincipio dei
opposto dorso del monte
Vecchio Crim, vasto mercato conquistatori tartari aveano depo-
giaceva i
porto,
case in pendio quasi a semi-
circolo; ed all'
ove
il
sorgeva
in
il
sta la preda.
Fra tante successioni
di
bar-
fosso
al
e alla trincera più largo giro, e vi getta-
lagne
piantagione delle
la
a depurar meglio
lore
,
la
insegnò
viti,
soda, apr\ nuove
antiche;
le
nazionali prodotti crebbero in va-
i
e la
popolazione ch'era di circa in tutta la penisola giun-
3oo,ooo abitanti se a passare to di
una
Lo stesso mercamodo de' tartari
milione.
il
Crim divenne
al
emula
bella e fiorente città,
dell'ita-
liane per la solidità delle fabbriche e la
copia de'marmi che l'ornavano, tantoché la I
Gazarla fu chiamata col tempo
genovesi,!
trovarono
35o miglia
in Calfa
cui trassero
lavano
il
un porto nazionale da vantaggi, ove aspet-
sommi
fine dell'aspra stagione e vi an-
loro relazioni commerciali e
nodavano
le
politiche,
con maturità
dero a
Cr//7ie<7.
lungi dalla patria,
Caffi»
e sicurezza.
propri magistrati
stemma, monete proprie;
vi
,
Die-
statuti
,
aprirono una
per dill'ondere l'amore delle
bari, tutti inesperti nel navigare, Calfa antichissima colonia de'greci, avea per-
tere e ingentilire
il suo splendore: il fausto nome di Teodosia erale divenuto straniero. Non
fondarono una missione per insegnare ai feroci abitanti della penisola una religio-
ma
ne di giustizia e di pace e tale ne fu il successoche meritòil ripristinamento del
(luto
cerchio di mura, non pubblici edifizi,
poche case di pescatori lungo il porto e nuovi innumerevoli rovine a'due lati. pachoni cavarono subito un fosso e su quello alzarono un parapetto, e qui vi a1
libreria
i
let-
costumi, ed altresì vi
,
seggio vescovile. Imperocché ville,
parlando
di Calfa o
Comman-
Teodosia,
la
re-
gistra tra le sedi vescovili della Scizia del
ludi accorta-
ChersonesoTaurico, divenuto arcivesco-
xneule e a poco a poco trasportando per
vaio onorario nel secolo XII, di rito gre-
bitarono
sciiz' altra difesa,
TEO die
co;
Io fu
TEO
pine degli armeni, e die
cattedrale de'Iatinì era dedicata a tro.
La
s.
la
Pie-
colooia di CaiFa de'geiiovesi, pel
suo rapido incremento, nel 1289 potè
mandare
in Soria 3 galere e soccorrere
Tripoli assediatoda'mammalucchi; ever-
XIV cinse Calìa
sola metà del secolo
mura
te
per
ia calcina
si
ro di
tempo
1
383 crebbe
i
gran colonia, genovesi in vari tempi molte altre ne aggiunsero per
Calcedonia. Qoanto a Teodosio ereti-
co, egli dice che fu l'imperatrice
i
i
,
,
toscrivere ta delle
dato
il
concilio di Calcedonia, ad on-
preghiere di Teodora, e fu
in esilio nel
536, per opera
trattali. In esse, co-
lagio apocrisario della
me
e iscrizioni ricorda-
siani
dominazione genovese, ricordano loro possanza e floridezza in Crimea. la
Per loro approdavano a CafBi le navi di Pera e di Costantinopoli colle manifatture del ponente, e
legni della
i
legemmeegliaromati
Tana
col-
del levante: lebar-
che del Dniester co' grani di Polonia, e quelle che varcavano ilDnieper col ferro, la canape e le pellicce di Russia; oltre i
prodotti e grani della Tarlarla europea. i
TEODOSIANA,
Tlieodosiana. Sede
vescovile dell'isola di Cipro nella diocesi
d'Antiochia, sotto
la
metropoli di Sala-
mina o Costanza, chiamata pure Tcodosiopoli.
Il
vescovo Solerò sottoscrisse
concilio di Calcedonia.
Oriens
elir.
t.
il
2,
p. 1075.
quali seguendo
doro e
ed
s.
Sede.
di
furono anche denominati giacobiti,
TEODOSIO
Cenobiarca. Nac-
{s.),il
que l'anno ^23 in una piccola città di Cappadocia detta Magariasse e poi Clarissa. Crebbe alla pietà coll'esempio de' virtuosi suoi genitori, ed ordmato lettore in età ancor giovanile, ne esercitò l'uffìzio
con
moka
grarsi a
Dio
in
Inteso alla
edificazione.
perfezione evangelica,
si
decise di consa-
un modo più
perfetto. Ile-
quindi a Gerusalemme, e dopo aver si pose sotto la luoghi santi visitato
cossi
i
,
condotta d' un santo monaco per
nome
Longino, che vivea solitario in un canto della torre di Davidde, ed era decantato per consumata esoerienza nelle vie della Una pia dama chiamata Sce-
Eretici del secolo
la falsa
1
V,
dottrina di Teo-
Galano vescovi
di Alessandria,
lia, che avea fibbricato una chiesa in onore della B, Vergine sulla strada di Betlemme, fece istanza a Longino perchè le
dasse Teodosio a governarla.
Dioscoro, perciò rigettarono
re,
le
decisioni
del concilio di Calcedonia, ed asserirono
Gesù Cristo una
secondo
i
condo
gaianiti.
i
Pe-
teodo-
egizi.
per cui furono anche delti Gaianid (f^.), approvarono gli errori di Eoliche e di
in
I
man-
di
perfezione.
TEODOSIANI. i
Teodo-
errori,
conquista,
la
a lo-
nel /^5i confessali dal concilio
onde pe'luinulli suscitatisi contro suoi abbandonala la sede nel 535 si recò a Costantinopoli accolto con grande onore da Teodura. Quindi coraechè eretico Sevcriano divenne contrario degli Agnoedeùe Gaianiti (P\), non volle sot-
sessioni della
in
dogmi
ai
ciu-a di Zoaglì e
i
no
i
mostrarono contrari
ra che lo collocò nella sede d'Alessandria,
sobborghi, e il doge Leonardo ÌNIontalclo la provvide d'una 2. "cinta che lutti racchiuse. Fu allora che turchi presero a chiamarla Krini-Stamhul o Cos/aìitinopoli della Crimea. Alle pos-
compra o Gaffa, stemmi
i
li
d'al-
Giusti suoi consoli. Indi nel
d'ogni intorno
33
«malici, ch'ebbero per altro capo Giacomo, da cui derivarono Giarubiti, qua-
sola nalura corrotta,
teodosìaui
,
ed incorrotta se-
Avverte l'annalista
P^i-
non deve confondeie con l'altro vescovo di Alessandria Teodosio e suoi fautori sci-
naldi che Teodosio co' suoi seguaci si
VOL. LXXIV.
sto all'espresso
comando
Obbedì que-
del suo superio-
sebbene contro la propria volontà; ma poco appresso rmunziò alla direzione di
quella chiesa, per ritirarsi in una spelon-
ca posta in una deserta lontana. Colà
si
diede
montagna poco
alla pratica delle
più grandi austerità,cibaodosi di pochi legumi ed erbe selvatiche, e vegliando le intere nolti nella preghiera.
La
santità del-
TE O
34 la
sua vita
gli allirò
TE O
inlorno pnroccliifi per-
sone desiilerose di nietteisi
al
servigio di
benché dappiima non volle riceverne che 607, poi la sua carità lo indusse a non rifiutare nessuno in
Dio
nel ritiro, e
buone
cui scorgesse
salo quindi
anche per
il
la
bricò presso stero, cui
disposizioni. Ingios-
novero de' suoi discepoli, fama de'suoi miracoli, ùh-
Betlemme un
vasto
aggiunse infermerie pe'solita-
rii,
e fabbriche per alloggiare
ri
vi
;
mona-
forestie-
i
furono inoltre nel recinto del mo-
nastero
secondo le varie nazioTeodosio diresse quella svariata moltitudine con un ordine am-
4
chiese,
ni de' solilarii,
mirabile, e destinato alforazioue pubblica
una porzione considerabile
del giorno
a tenersi fermi nella dottrina stabilita da*
4 primi
concilii generali. L'
mandò
lo
bando,
in
poco dopo,
la
pace fu restituita
no 52q. Pietro patriarca
me
il
bisognevolealla comunità. Teo-
Saba, ed animati entrambi dallo so zelo conccM lavano insieme
i
eflicaci di dilatare la gloria di
Dio, ed ch-
inerò tutti e
due ad
la difesa della
mezzi
piii
essere perseguitati per
dottrina della Chiesa. Sal-
lustio patriarca di
Gerusalemme nomi-
nò Saba superiore
di tulli gli eremiti, e
Teodosio superiore la Palestina,
di tutti
per cui
Ce/zoZ^^V/z-CY/. L'i
i
cenobiti del-
ebbe
si
il
nome
mperatoreAnastasio, pro-
tettore degli eutichiani, pubblicò dilto,
di
che (ordinava a
tulli
i
un
e-
obbe-
siri di
dire all'intruso patriarca Severo, e di abbracciare la sua comunione; ma Teodosio e
Saba ricusarono
l'an-
(Gerusalem-
contrada, e molti mi-
furono da Dio operali durante queceremonia. Il corpo del santo fu se-
racoli sta
polto nella sua prima cellella della
la
Ca-
K-erna r/e'i)/i7g^7,pei'chècredevasi colà che
magi vi si fossero riparati quando carono ad adorare Gesù Cristo. In i
calendari greci e latini
TEODOSIO, titolo, fu al
\
i
la festa di
s.
si
re-
tulli
Teo-
di gennaio.
Cardinale. D' incerto
sinodo romano tenuto da Ste-
fmio IV nel 769.
TEODOSiOPOLI
s,
stes-
di
assistette a'suoi funerali cogli abitan-
di tutta quella
ti
i
dosio era legttlo con stretta amicizia a
Chie-
finalmente passò alla beata eternità
dosio è segnala agli
cacciare
alla
Teodosio ritornò dall' esilio. Visse ancorai lanni, e ad onla della decrepita sua età nulla iscemò dalle sue austerità;
e della noUe, ordinò a' suoi discepoli di
preservarli da' mali che crdinariameule cagiona l'oziosità fia'monaci, e per pro-
imperatore
essendo morto
sa, e
dedicarsi a qualche utile mestiere,
per
ma
,
Theodosiopolis.
Sede arci vescovi le dell' Armenia, ossià£r-
zerum (V.)
nell'Asia, e dichiarala vesco-
primate armeno di Costantidal Papa Pio X, al modo narralo a Patriarcato Armeijo. Erzeluin, Erzerwniejì, ebbe a vescovo a'3o aprile i85o mg.' Giuseppe Hagi: secondo vile sotto
il
nopoli, nel
le
I
85o
Nolìzic di
I
Roma,
ora
sede è vacan-
la
Siccome di verse sedi nell'antichità portarono il nome di Teodosiopoli,qu\ le inte.
11 Terzi, Siria sacra, p. 38, riche Erzerum, o Erzeron ossia Esdron,per l'imperaloreTeodosio 1 fu chiamala Ti'odosiopolij avvertendo che sba-
dicherò,
i
ferisce
anche sdegno dell'im peratoie. Teodosio anziché lasciarsi sedurre dalle lusinghe di esso, gli scrisse COI»
congruenza del nome Krice. Erzerum o
zelo apostolico una lellcra, nella quale confutava colle più sode ragioni tulle le
Teodosiopoli, frontiera dell'impero oliomano alle rive dell' Eufiale, circondata
sottigliezze degli eutichiani, e [ìroleslava
portò
da monti e difesa da munilissimo castello, dice che di sua aulichilà non conserva che gli avanzi d' un magnifico ponte costruito dall'imperatore Teodosio I,stl>
fedeli
bene altri l'attribuiscono
di aderirvi,
a rischio d'incontrare lo
chesarebbe pronto a
ma que
di tradire la verità.
nella
per tutta
grave età la
morte priDipoi, quanlnn-
soffrire la
di
94
anni,
si
Palesliua ad esortale
i
gliò l
Procopio nel descriverlaappartenen-
e alla provincia
Osroena, e
sportandola nella Fenicia
al
,
così altri Ira-
delusi dalla
red'Aimcuiu
-
TE O
T E O Tiiidate.
Avendo egli
fatlostudiose ricer-
che, e consultalo altresì ni,
aggiungeche
po
componeva
si
fedeli,
i
primi
nazionali arme-
i
popolazionea suo tem-
la
di
2,000
i
assistiti
cristiani e in-
dal proprio arcive-
scovo d'ordinario esidente nel vicino borgo di Ciban. Fra suoi pastori ricordò Gio1
vanni intervenuto
al
conciliod'Antiochia,
celebrato con Iba di Edessa sotto triarca
Donno, come
concilio di Calcedonia.
bidivano
A
il
pa-
alti del
ha dagli
si
cpiell'epoca
ub-
vescovi sulfraganei di Oslrus,
i
Mazimene, Mauricaslro, s. Maura, AxieCharosen e Politiina, tulle città d'Ar-
re,
menia,
cui notizie sono confuse per la
le
corruzione de'nomi. Ecco
sedi o-
le altre
moniiue. Teodosiojìolio Aprosff
.)y
poi
nia, e Ciriaco
r.'Cappadocia nell'esarcato
solto
la
secolo.
metropoli
di
Ponto,
di
Cesarea, eretta nel
V
Tcodosìopo li neWn provincia d'O-
sroena, del patriarcato d'Antiochia, suf-
fraganea d'Edessa, eretta nel
V
secolo e
al
Menna.
tinopoli sotto
35
concilio di Costan-
Inoltre ne'registri
concistoriali, Teodosiopoli, Tlieodosiopo-
è
litaiì,
un
titolo arcivescovile in parti-
bus dell'Armenia minore, sotto del qua le è
simile titolo vescovile di
il
le,
che per morie
Antonino Merciaj dee Ar-
di
putato apostolico nelliìMesopotamia
menia minore,
il
Papa Pio IX
ojg."^
Giovanni Neuschel già vescovo chiesa spontaneamente da lui
Parma,
nunziala,eperciògIisostitm dierno che nominai nel
in
voi.
TEODOTA
(s.),
martire.
remonia del grippa lo
in
p.
Venne
ac-
sagrifizio, cui
il
A-
prefetto
occasione di una festa di Apol-
avea ordinato che
si
unisse tutta
la cit-
tà di Filippi o Filippopoli nella Tracia.
Condotta perciò innanzi dica, confe-isò
conosco-
l'o-
LXIV,
cusata di non volere aver parte alla ce~
dà
si
quella
di ri-
208.
comechè avea prima menata
che non
nel conci
sloro de'27 settembre lò'ji l'attribuì a
nel XII divenne arcivescovato onorario: qualche notizia di geografi sagri ialini gli de' suffraganei
Mauri-
castro, che conferisce la s. Sede. Leggo nella sua ultima proposizione concistoria-
a rei vescovato onora rio. T'for/oi-i'o/jo// della
che fu
i
magistrato,
al
vita
impu-
suoi passati disordmi, e
no. 2\'ocìosiopoli nella provincia di Ci-
dichiarò insieme che per nessun niodo a-
Teodo-
vrebbe messo il colmo ad essi bruttandosi con un sngrilego sagrificio. Il suo esempio ravvivòilcoraggioa ySo cristiani, che
pro, solto
la
metropoli di
iVicosia.
sìopoli d'Egitto nella provincia d'Arcadia, istituita nel
IX
secolo e sulTraganea
d'Oxirinco. Teodo'n'opoli
come
la
prece-
ricusarono parimenti di obbedire
al
pre-
dente nel patriarcato d'Alessandria, del-
fetto.
Ella fu messa in una prigione ove
metropoli d'Anli-
slette
20
la
i.'Tebaide, sotto
la
noe, eretta nel IX secolo. Tcodosiopoli dell'antica
Armenia, sotto
la
metropoli di
Sebaste, nella diocesi di Ponto e sulla destra dell'Eufrate.
che nel 428
Ebbe a
vescovi, Pietro
fu al concilio di
Costantino-
re.
giorni, che spese tutti
Presentata di nuovo
non
rispose, se
ad ora-
al giudice, altro
non che avea avuto la disdonna di mal af-
grazia d'essere stata una fare,
ma
ché non
che era divenuta cristiana, bensi meritasse di portare questo
mai avjebbe abbando-
poli,
Manassea quello di Calcedonia, Pieuno de'vescovi severiani ch'ebbero nel 533 una conferenza co'cattolici a
sagro
lio fu
nalo
insensate.
Costanljiiopoli sottoGiustiniano I.O//e«y
sferzare, poi stendere sul cavalletto e stra-
chr. ta di
1, p. 427» '' quale a p. 800 tratTcodosiopoli della Frigia Pacazia-
1.
na sotto la metropoli di Laodicea, strando per vescovi, Tommaso che
44^,
e
vero Dio per sagrificare a statue
Agrippa
la
fece
ziare con pettini di ferro;
va
si
accrescessero
i
crudelmente
ma
essa prega-
tormenti, onde po-
ed ottenere
regi-
tesse trovar misericordia
nssi-
gloriosa corona. Finalmente Agrippa, do-
stèal concilio diCostantinupoli contro liche nel
nome; il
Eu-
e poi a quello di C.dcedo-
piij
po averle fatto strappare tulli denti, condauuù ad essere lapidala, locchè fu i
la
e-
TEO
TEO
36
La
seguito fuori della cillà l'anno 3i8.
sua
festa è
segnata
TEODOTO
settembre.
2C)
il
gli
miulire. Della città
(s.),
d'Ancira, capitale della Galazia, era ara-
mogliato ed esercitava
professione di
la
mas-
oste. Siccome era stalo allevato nelle
sime della soda pietà per opera d' una santa verj^ine di nome Tecusa, egli avea
sommo disprezzo
per
tutti
mon-
beni del
i
do: il digiuno, l'orazione, l'elemosina eranoisuoi piùcaii esercizi. Non solamente aiutava
ma
poveri ne* loro bisogni,
i
colle sue esortazioni ritrasse molti peccatori dai loro traviamenti. Dio l'onorò anche del dono de' miracoli, e leggesi ne' suoi A Iti, che guarì molti malati pregando per essi o toccandoli colle mani. Egli
non
isbigotl"]
per
persecuzione accesa
la
da Diocleziano nel 3o3, e mentre riva in Ancira, assisteva gioiìieri, seppelliva
somministrava
i
corpi de'martiri, e
pane ed
il
infie-
confessori pri-
i
vino per
il
il
s.
La sua taverna divenne Tasilo un luogo di o-
sagrilìzio.
de'cristiaoi, e la sua casa
razione, (love trovavano assistenza ospizio sicuro
lati e
i
forestieri.
i
ma-
gover-
Il
natore Teolteno avendo fitto annegare y vergini cristiane, cliiamate Tecusa, Alessandra,
Claudia, Eufiasia, Matrona,
Teodoto aiutato da
Giulilla e Fania, tri feileli, riuscì
stagno in cui erano state gettate
le dallo
con glosse pietre attaccale
al collo, e le
seppellì nella chiesa de'Palriarchi. sciutosi le
al-
prodigiosamente a trar-
il
giorno appresso, che
i
Cono-
corpi del-
7 vcrginieranosloli involati, molti cri-
stiani
un
furono posti
certo
l'olici
alla tortura, fra'cpiali
ono, che rivelò
come Teo-
fosse bruciato,
pò le
perchè
ma
i
crisliani
non
rogo sul quafu posto parve circondato da una luce dussero sepoltura;
il
che nessuno osò accoslarvisi per il fuoco, il che avendo inleso il governatore, comandò che la testa ed il busto del martire fosseroguardati in quel luogo da'soldati. Frontone, pretedi Malo, cui Teodoto avea promesso delle reliquie, recandosi ad Ancira per prenderle, giunto in qnel luogo, la sua asina, che avea caricala di vino d'una vigna da esso lavorata, venne a cadere perla stanchezza appunto presso al rogo. Le guarviva,
sì
appiccare
die lo invitarono a fermarsi con esse, e
cenando insieme diede loro a bere del suo vino, ed apprese quanto era accaduto. Cogliendo quindi il momento in cui le guardie si addormentarono, prese il corpo e la testa del
martire, e coricolli sul dosso
andar sola, borgo di Malo, dove fu poi fabbricata una chiesa intitolala del nome di s. Teodoto. Celebrasi la sua festa, con
della sua bestia, che lasciala
tornò da se
al
quella delle 7 vergini sunnomiuate,il giorno 8 njaggio. 1
TEODOZIANI.
Eretici settatori
di
Teodoto o Teodete di Bisanzio, soprannominalo il Conciatore dì pelli o CoriU' rio o Cuoiaio, o Calzolaio, a motivo di
sua professione, eretico che formossi un partito sul finir del
li
secolo.
Durante
la
persecuzione de cristiani sotto l'imperatore
M.
Aurelio, Teodolo arrestato
come
non ebbe il coraggio d'essere martire, e negò Gesù molti
altri,
per salvar
la vita
Cristo per sottrarsi dalla morie. Ricoperto
d'ignominia da quell'istante, credette
sero disotteriati e bruciati. Teodolo, in-
vergogna ritirandosi a Roben tosto riconosciuto e detestato da'crisliani romani, come lo era slato ila que' di sua patria. Per palliare
forinatodel tradimento,
il
doto avea involato fpie'corpi, accennan*
di sfuggire la
do de
ma,
il il
luogo ov'erano
stati sepolti;
governaloreoidinò
camente
sul fatto
si
laon-
che
fos-
presentò fran-
governatole, e sostenne con più orribili tormenti, invitta costanza al
i
che furonoripetuli 5 giorni appresso. Fitiaimcnie il governatore lo condannò a perdere
la testa, e
ordinò che
il
suo cor-
ma
vi
fu
suo delitto d' apostasia, ed iscemare
l'empietà del suo
condo
il
fililo
osò dire, che se-
Vangelo,alterandone
rà accordalo
il
perdono a
il
colui
senso, sa-
che ha be-
uomo;
stemmiato contro
il
egli altresì ardì di
aggiungere, che avea
Figlio dell'
TEO
TEO l'inegato
un uomo
e
non un Dio, che Gè-
sùCristononavea nient'altiotlissopia deuomini, fuorché una nascita miracolosa, più abbondanti doni della grazia e pili perfette virtù. Negando h sua divinità, ammetteva ch'era nato da una Vergine per opera dello Spirilo santo. Eera peggiore degli ariani,
quali
i
te-
nevano bensì Gesù Cristo per una creatura ma che però era stalo innanzi al mondo. Fu condannatoe scomunicato da Papa s. Vittore I delig4. VeisoiI medesimo tempo certo Arlemo o Arlemone spargendo per Roma una simile erronea dottrina, trovò de'seguaci che si chiamarono Artcmoniani ( / .). Egli diceva, che Gesù Cristo non avea comincialo a rice,
che all'epoca di sua naintendeva solameute alcune qualità divine, e secondo la sua riprovevoleopinione Gesù Cristo non povere
la divinila
scita;
ma per divinila
teva esser chiamato Dio, se non in senso
improprio. E' ddllcile però
il
determina-
re precisamente in che la dottrina di
que-
concordava o contraddicevasi, poiché gli antichi non ne parlarono con suflicieule chiarezza. Solo è probabi-
sti
due
eretici
che poco numerosi discepoli o partigiani de'due eretici si unissero e in seguito formassero una setta sola, la quale tutné durò tavia non fu molto numerosa le
i
,
lungamente, mentre
carono
all'
infinilo
persecuzioni.
I
i
cristiani
anche
in
rori
si
i
moltipli-
mezzo
alle
teodoziani quindi furono
confusi cogli artemoniani, e
rò loro
si
si
rimprove-
medesinji errori. Molti
attribuiscono a Teodoto,
TEODULO
viene avvertire che
vi fu
il
tiri (ss.) DI
ed autore della setta \\& Melcliisc dechiani (f'-J, quali pretendevano che Gesù Cristo, di cui negavano la divinità, citava,
i
martue. Fedi Mar-
Palesti-
Era ili.°un venerabile
vecchio con molli
figliuoli, il quale teneva onoievole posto nella casa del gover-
natore Firuiiliano, ed era uuiversahnente
stimalo pel suo merito. Egli desidera-
va di conseguire
la
palma
del martirio,
e sludiavasi di accendere io altri questa
raedesiuia
brama, recandosi
ni a confortare
conosciuta
nelle prigio-
confessori. Firmiliauo,
i
la di lui
condotta, lo riprese
con oltraggiosi rimproveri, ed ordinò che fosse subito crocefisso.
Teodulo udì con
gioia la sentenza, slimandosi avventurola sua vita collo stesso genere di morte del suo divino maestro. Giulianoera diCappadocia,da poco tem-
so di terminare
po arrivato nella Palestina, e benché non fosse che catecumeno, fedeli lo stimai
vano
assai
per
sue rare virtù.
le
Avendo
inteso nelfenlrare in Cesarea, che molti
erano stati martirizzali, corse al luogo del supplizio, geltossi sui loro corcristiani
pi, e
li
sommo
baciò con
rispetto.
I
sol-
dati perciò lo presero e condussero al go-
vernatore Firmiliano,
il
quale senza in-
condannò al fuoco. Lieto di S(j(frire per Gesù Cristo, Giuliano diede a vedere sino all'estremo sospiro una tranquillità ed un coraggio che ricolmarono terrogarlo lo
stupore e
nefici.
suo discepo-
so-
GIULIANO (ss.), mar-
e
na, l'anno 809.
di
Teodoto o Teodete, detto il Trapezitao Banchiere dalla professione che eser-
(s.),
SolFiirono a Cesarea nella
altri er-
lo
i
Creta.
TEODULO tiri.
ma
con-
37 gli errori e
gni de'valentiiiiaui conque'de'ieodoziaui.
gli altri
gli
onde furono confusi
tino,
di
contusione
gii slessi
car-
Questi due martiri sono nominati
nel martirologio
romano
TEOFA^E(s.),
febbraio. il 17 abbate. Figlio d'Isac-
co governatore delie isole dell'Arcipelago,
il
quale morendo nominò suo tutore
l'imperatore Costantino
IV Copronimo.
Un servo fedele gl'inspirò di buon'ora sen-
Melchisedech sacerdote
timenti di solida pietà, e d'orrore per ogni
Anche questoTeodoto, come pure Artemone, fu scomunicato da s. Vittore I. Vi fu pure altro Teodoto e-
dottrina riprovata dalla chiesa cattolica.
letico /^'a/e/t(m/a/i(? e discepolo di Valeu«
ueuza.
fosse inferiore a
dell'Altissimo.
Prese moglie,
ma
scambievolmente
iin-
pegnaronsi di vivere in perpetua conti-
Non
guari dopo ella
abbandonò
il
TE O
TE O
38
abbracciando lo slato monastico, e Teofane fondò due monasteri nella Miéia, prendendo il governo d'uno di essi, nel quale visse tiilto inleso agli esercizi secolo,
della penitenza e dell'orazione. Intervea al 2." concilio di Nicea nel ove ,
ne
787
parlò con forza e dignità sul culto delle ss.
Iraraagini, e fu
ammirato da'Padri per
fa cliiesa
sottoscrisse nel
della chiesa
to
una stuoia gli serv'i sempre di letto, e una pietra di origliere; poco pnue bigio ed acqua era il suo nutrimento. Al-
tolo de'ss.
55 anni
molto la sua salute, e sofferse con ammirabile pazienza acutissimi dolori di pietra e d'una colica nervosa. Giunto all'impero Leone V ì'y^frme no, vinno\h nell'S i4 la persecuzione contro scrisse
il
la
si
culto delle
ss.
Immagini. Questo
principe tentò di trarre fane,
comecbè tenuto
suo parlilo Teograndissimo con-
al
in
giudicalo di
Papa
Cardinale. Arcidiacosottoscrisse con
romana,
fede, ed
553
12 maggio
da detto Papa
romano alla con-
appose
al
la
sua firma
giudicalo pubblica-
in Costantinopoli.
TEOFAINIO, Cardinale.?vele ;d
del
ti-
Quattro Coronati, intervenne sinodo romano lenulo da s. Zaccaria
nel
743 o
nel 745.
TEOFILANTROPI.
afllevolì di
cbiesa cattolica, e pro-
il
l'apaVigilio nel concilio li.'ssione di
i
l'età di
553
"tEOFANIO, no
suo_monaslero,ripresecou maggiore fervore suoi esercizi; non depose mai il ci-
bilo;
attentali di
Vigilio nella stessa città.
a'
al
gli
Epifanio vescovo di Costantinopoli. Indi
sua semplicità e modestia. Tornato poi
la
romana contro
Setlarii
insorti
nello scorcio del secoloXVIII,sottoi quali
si
tarii
non meno perniciosi setMuratori (P.)^ e se ne fa autore Re-
nascosero
Lepaux, ben conosciuto pel suo suo stolto fa-
veillere
odio
i
al cristianesimo e pel
natismo
di
ra questa
pretendere stabilire sulla ter-
nuova Setta,co\
titolo di
filantropi, che consisteva in non
Teo-
amare
to dagli ortodossi; perciò nulla tralasciò
né Dio, né
per guadagnarlo. iMa esso non si lasciò abbacinare alle promesse, né intimidire
vocabolo Teofilantropia^ formalo dalle
alle
minacele
impeialore; il quale, visti andare a vuoto tutti suoi sforzi, ordinò di chiudere Teofane in un camerotto, ove rimase per due anni, privo di luidell'
i
te le cose necessarie alla vita,
mentre
la
suasaluteogni dì peggiorava. Si ebbe anche la barbarie di caricarlo di 3oo colpi di frusto.
Finalmente fu tratto dal came-
neirSiS, per mandarlo
rotto
nell'isola di Samotracia,
giorni
dopo
in
bando
dove moiì 17
esservi giunto, ai
1
2 di
mar-
Molte guarigioni miracolose si operarono in virtù delle sue reliquie. Celebra-
zo.
si
la
sua festa nel giorno in cui accadde sua moi te.
la
TEOFANE, Cardinale. Diacono e legalo di Papa
s.
Agapito
I
al concilio di
Costantinopoli, insieme col cardinal Pelagio, combattè valorosamente contro i novatori,difcndendo le definizioni de'pri-
mi 4
concilii
uomini. Propriamente
il
greche Dio, amico e uomo, nel Di-
zionario enciclopedico
di
Bazzarini side-
puramente morale, clie si è voluta stabilire non sono multi anni, e che consiste nell'amare Dio finisce:Speciedi religione
uomini, senza alcun cullo esterno. teofilantropi stabilitisi in Francia verso ili 796 predicavano l'amore di Dio e degli uomini, facevano professione di seguire la religione naturale. Divenue gli
INlentre
i
to Ileveillere
membro del
direttorio fran-
uno de'piìi accaniti nemici della Sovranità de'rontani Pontefici e della s. Sede (T,), ed a sua islignzione la re[ìubblica di Francia non solamente occupò di forza lo stato papale, ma nel 1798 detronizzò Pio VI, e lo prese prigione e cese, fu
condusse a Valenza, ove gloriosamente uioiì fra g'i stenti. Reveillere non conten-
di essi e-
pretendeva che fosse rilegato iu Siuonde vi rimanesse in pieno oblio equasi sepolto in una tomba, qualora non
le p;irlidcl-
fosse restato vittima de'disugi della uavi-^
ecumenici contro
nianatCjC sostenne con vigore
voci
gli
to,
(legna,
T EO gazione.
le cl»e religiosa,
mora-
fecero rapitlamenle nii-
tuerosi proseliti, e oltennero successiva-
molle chiese in Paloro rami in altie Provincie. A'4 ottobre 8oi il governo contiieiitepe'loro esercizi
rigi, e di là stesero
i
I
solare pose fine all'esistenza de'teofilantropij
proibendo a'membri
ciazione li,
di quest'asso-
riunirsi negli edifizi naziona-
tli
e rifiutando persino la permissione ne-
un luogo
cessaria per congregarsi in
vato ciie volevano prendere a
TEOFILATO, ne
al concilio
pri-
nel
celebrato
769
Luterano da Stefano IV, essendo certo il suo titolo. in
TEOFILATO, litolodi
ma
s.
in-
Cardinale, Prete del
Grisogono, fu
al concilio diR(j-
Giovanni XII. Cardinale. Del titopresbiterale de' ss. Quattro Coronali, al sinodo romano tenuto da GiovanXII nel 964. julimalo nel qGjj- da
TEOFILATO, lo
fu ni
TEOFILATO, di Pulestrina,
si
Cardinale. Vescovo
trovò presente nel
964
al
Giovanni XII in Roma, ed a'6 novembre 960 ancora governava la sua chiesa.
concilio celebralo da
TEOFILO
vescovo
(s.),
Nato da genitori
Antiochia.
di
idolatri, ed allevato nel
paganesimo, versò nello studio delle
let-
59
empi dogmi di IMarcione e di Ermogene. Abbiamo ancora in intiero tre libri ad Autolieo, quali contengono un'apologia della religionecristiana. Era Autolieo un uomo celebre pel suo sapescritti gli
i
i
re ed eloquenza, dolatria; e
ma
zelantissimo per
l'i-
santo vescovo imprese di di-
il
singannarlo, e convincerlo de'suoi erroS'ignora quale ne
ri.
sia stato l'esito,
ma
è presumibile che Autolieo abbia lascia-
paganesimo,anche perchè soddisfat.°libro,domaudò delle nuove istruzioni. Il santo vescovo Teofilo morì circa l'anno i90,ed è annoverato fra'pili dotti padri del secolo II. Eusebio e s. Girolamo fumo grandi encomi a'suoi scritti, toli
to del
fìtto.
Cardinale. Interven-
romano
ED
T
leofilautropi, sella più
1
e la
lì
I
loilano per l'eleganza dello
stile,
per
varietà dell'erudizione, e per lo spirilo
insieme pieno di calore e di
di pietà, ch'è
La sua festa si celebra il 6 dicembre, ed è nominato nel martirologio sagf^ezza.
romano
ili
3 ottobre.
TEOFILO (s.), Palesliii a.
questione de' Quarto decirnani
sa nella (f'^.),
vescovo di Cesarea in
Puesede'grandi servigi allaChie-
ed aiutò assai Papa
s.
Vittore
l
a
stabilire l'uniformità della celebrazione
della Pasqua. Radunò un concilio per esaminare questa questione a Cesai ea. Pe-
rò
gli alti
che
si
fanno passare per quelli dopo il ven.Deda,
del concilio di Cesarea,
Leggendo profeti egli èva ngehsti, ammirò le verità sublimi da essi insegnale.
non hanno prove baslevoli della loro autenticità. Egli compose una lettera sinodale, altamente stimata da s. Girolamo, nella quale combalte quelli che a modo de'giudei ficevano la Pasqua ai i4di marzo. Tra le altre co'^e diceva in essa, che l'uso di celebrare la risurrezione di Gesti Cristo in domenica era di tradizione
La
apostolica. IMoiì verso
tere e delle scienze, e divenne espertissi-
mo ca
nella conoscenza
scoprire
dell'anti-
L'imparzialità colla quale e-
filosofia.
saminava
de'dogmi
la
natura delle cose,
gli
fece
difetto della religione ch'egli
il
professava, la
trovò assurda e ridicola.
i
dottrina della risurrezione
stacolo per qualche tempo; te
si
gli fu di
ma
0-
finalmen-
convinse della verità di questo dog-
ma, ed abbracciò
il
cristianesimo. Colla
santità della sua vita meritò poi d'essere
collocato sulla sede di Antiochia ros,
morto
zelo per
l'
nel 168.
Mostrò grandissimo
estirpazione dei
difesa delia fede,
dopo E-
vizi,
e per la
confutando con
solidi
colo, e
mina
il
il
del
II
se-
martirologio romano, che
lo
no-
5
di
la fiine
marzo, dice ch'egli
si
rese
il-
lustre per la sua saggezza e per l'integrità della
vita,
TEOFILO, romano scrisse
di
s.
Cardinale. Nel concilio Paolo I del 761, si sotto-
umile prete
titolo di
s.
di
Sabina.
s.
romana
chiesa del
,
TEO
T E O
4o
TEOFREDO(.s.),volgnimenles.C/irtfabbale iiel\ eiai,n»ai lire. ISalo in Osuo padre Le ufi edo, govenialoie paese, eclucollij con cura particolaie,
fir.
raiige, «lei
ed
moslrò ìnctiuato^gli
egli si
esercizi di
pielà,epienodi disprezzo pel mondo. Era nipotecilEuiio,
i.°
abbale diCarmeri nel
Velai, e ogni volta che udiva parlare del-
sue virtù, sentivasi animato dal desi-
le
derio di caintDinare sulle sue Iraccie. Ot-
tenuto
consenso del padre, entrò nel
il
monastero
di Carnieri,
ve ordinarie fece
la
ove dopo
pro-
le
professione, e conser-
vò dipoi sempre il fervore che avea fatto conosiere durante il suo noviziato. Subi-
dopo
Aggiunge, che questa scienza non pub
ce.
sendjrare indifTeiente se nona quelli, che non vogliono ne Dio, né Religione [F.). Sì chiama Teologo (T^.)'\\ professore di sagra teologia. Tutti sanno con quanta delicata cautela si devono trattare le divine cose, poiché la teologia è quella scienza
tà (1
che
.),
velazione (T lui.
Se
ta in
le; in
Gentili (J
i
entrati
religiosi
i
gni evento,
ve entrali
fermò
si
il
pa-
mezzo morto.
lo 11
pergior-
qual cu^a
monastero,
venne non
se li
i
1
li
i
I
poeti e che aggiravasi principal-
lo
empie-
ferirono il
una burrasca che .soprav-
avesse dispersi.
Il
santo
mo-
il
nel martirologio
benedettino.
TEOLOGALE PREBENDA. r.TEo.
sulla teogonia, o generazione ege-
ciata specialmente da'principi, slrati, da'sacerdoli e da'popoli,
Tlicologia. Scienza di
Dioi^V .jedellecose divine, inconseguenpiù necessaria di tulle
ni,
come
la definisce
il
le
cognizio-
Bergier nel Di-
zionario enciclopedico della teologia
da'magisiccome
la
scienza più utile e più necessaria jier la
quiete e per
sicurezza, per
la
prosperità. 3.°
La
sofì, la
la
[lubblica
Fisica, coltivata da'filo-
siccome scienza più conveniente
natura e
.J
Dio
egli
stri
tempi,
al-
non ammetDio supremo, e de'Z>e-
alla ragione; essa
teva che un solo >nojtii(J
e genii,
uomini. p.
11
siccome mediatori
sommo
fra
teologo de'no-
Giovanni Perroue gesuita,
professore di sagra teologia nel collegio
romano
lOGO.
TEOLOGIA,
i
mente
barbari
nominato
.°La Mitologia ofavola, che fio-
teologia.
riva fra
nealogia degliDei.2.° LaPolitica, abbrac-
19 otlobie del ^28, e fu poscia onoralo come martire della verità e della carità, venendo in tal giorno
attributi, sotto
rale,
rac-
alcuni giorni dopo, cioè
la
occu-
si
di alcuni de'suoi
una
a ri()renderli della loro
la
za
Dio e
saraceni
moi talmente, ed avrebbero incendialo
li
di trattare di
Teofredo
i
festa della loro sella,
per
Aristotile la considera co-
.).
parte della filosofia, che
tura della Divinità, e sui misteri della reli-
colse tulle le sue fòrze, e spinto da santo
tà;
lume natura-
gione.Gli antichi idolatri aveaiio 3 sorte di
no appresso, celebrando
andò
possa giungere a
ad o-
nemici, crudelmente
i
cossero, e lasciaronlo
zelo
si
nella sua chiesa, do-
foresta vicina, ed egli solo, disposto
gran
quanto
siccome più illuminati del volgo, sulla na-
idea con-
uiodello dc'suoi religiosi. Essen-
il
da
Dio, trat-
di
saraceni nel Velai, volle che
comunità.
la
l'alia
cepitasi della sua virtù, giacché fu
do
o discorso
andassero a nascondersi in una
sua condotta giustificò
dre e
pa
Ri-
il nome di teologia natucome fanno ancheoggi tulli trattatisti di filosofia speculativa. Pagani (P^.) nel medesimo senso davano a'Ioro poeti riguardavauo il nome di teologi, perché
applaudila da tutta
scelta fu
La
quale
la
verità rivelate
qiiestosenso dicesi pure teologia dei
me una
la
le
conoscerle colla scorta del
venuto a morie Eudo, do-
nipote per successore,
cioè
generale della Divinità, e delle co-
cocuaiessa la cura degli af-
il
.),
se divine per
gli fu
mandò
Dio per oggetto e
Ila
la teologia
fari esterni; e
to
che
ragiona de'sublimi attributi della Divini-
e
ora rettore del medesimo
,
le
cui dottissime e profonde Praeleetiones
Theologicae meritarono tante edizioni e traduzioni (e ne resero ragione
gli
nali delle scienze religiose, a nella lle
An-
2. "'se-
anche del Compendi wn redac tue àùU
TE
Roma
Io «lesso autore,
TEO
O
cero altre simili opere
i
S^^;
simile fe-
il
rivisle lellera-
tli
encomi), ecco la nozione che dà della teologia. » Thcologia ,
rie co'ilovuli alti
quiiCy si vocis etyinoii spcctes , est
modo
de Dco,
latiori,
modi
Stvmo
sfrictiori si-
4i
ca o morale tratta delle co<;e che ap[)artengono alla regola de'costumi, come le leggi,
sta
i
peccati,
i
sagramenti,
ec. (di
debbono particolarmente
sacerdoti per rendersi
utili
al loro
stero e alle diocesi, facendone
que-
profittare
i
mini-
uno studio morale
gnificatioìie usurpatur. Tiicologiac cium
fundato. Imperocché
nomine ea peculiari ter divinac scicntiae pars comprelienditur , quae agii de Deo, dccpie iis, quae Dco in1iaerent,cujusmodi sunt Dei proprictatcs seu attrilnita tum absoluta tum relativa, Ampliori ac-
ha per
ccptione designatur practerea quidcpiid
controverse: e^id è speculativa o /nora'
ad Deuf/i tamquam causam rcjcrturyseu
le,
opera comprchendit omnia, quae extra Deum sunt, quanquam ah ipso originem
tengono
trahant, atquc instrumenta, quibus Deus
Scrittura, sulla tradizione, sui concililo
ad
aliquid e/Jìcictidum ulitur". Inoilre Perione pubblicò in Roma nel 84^, Historiae Theologiae cura Philosophia
nodi, sui Padri, sui decreti de'Papi, sui
comparalae Synopsis.
Chiamasi posili' va perchè suppone principii della fede senza provarli, e perchè la s. Scrittiua ,
il p.
logi
i
dicono die
la
Il
comune
de'ieo-
paiola Teologia
*\ev\'
va dal greco Teos e logos, e significa discorso o considerazione di Dio. Così in questo senso letterale, teologia
non
è
essi
affermano,
la
che un discorso o una con-
siderazione di Dio. In un senso più esleso, essi dichiarano, la teologia è
una scien-
teologia
la
fine la sana e retta ragione illu-
minata,
assistita,
guidata dalla rivelazio-
ne, da'Padri, dalle leggi, giudizi e auto-
La teologia polemica
rità della Chiesa).
e scientifica tratta delle cose disputale o
secondochè
le
cose di cui tratta appar-
alla teoria
o alla pratica. La teo-
logia positiva è quella che verte sulla
filli storici
meno
con uno
stile
meno
s.
si-
dilluso e
s(jggetto alle regoledella dialettica
e dell'argomentazione. i
la tradizione, iconcilii, ec.
to positivo. la
sono
di dirit-
La teologiascolastica
che tratta quelle
ta la positiva;
ma
è quel-
stesse cose di cui trat-
con uno
siile
più con-
ciso o più esalto, più sottile e più vinco-
za che dà
la
cognizione di Dio e delle co-
Iato alle regole della dialettica e dell'ar-
se divine.
La
teologia presa in questo sen-
gomentazione. Chiamasi scolastica peichè è usata nellescuolee nelle accademie. Essa deve la sua origine tia'greci a s. Gio-
si divide: i.° in naturale e soprannaturale. La teologia naturale o
so, da'teologi
ìnetafì,.sica è la
cognizione che noi abbia-
mo diDiope'suoielFelti e la
è
lumi delragione. La teologia soprannaturale
la
pe'soli
cognizione che abbiamo di Dio e del-
le cose
ne. 2.°
divine per mezzo della rivelazioLa teologia soprannaturale per
rapporto a'viandanli,cioè
sono sulla
terra,
si
agli
uomini che
divide da'teologi
in teo-
le
seguenti spiegazioni.
gia speculativa attributi, ed stra
s.
si
La
aggira intorno
a'dogmi principali
fede, cornei misteri della
ai
di
Parigi, che
visse
nel XII, e la sua perfezione all'angelico s,
XI
Tommaso 11.
d'Aquino,
Essa punto non
logia positiva
quanto
il
quale
all'essenza,
ragiona sul medesimo soggetto,
mente quanto
fiorì nel
dilFri isce dalla teo-
perchè
ma
sola-
divini
sua forza allatto singolare, tanto per ista-
•
della no-
ss.
suoi progressi tra'Iatini a Pietro
teolo-
mica, positiva, scolastica e mistica j (|ui n
danno
i
Lombardo vescovo
metodo. Invano gli eretici si scatenarono contro la teologiascolastica; ciò prova anzi la sua utilità e la
logia speculativa,pratica o morale,poledi
va nni Damasceno,\\ quale vivea nelI'VIII secolo,
Trinità,
bilire la
al
sana dottrina, quanto per difen-
derla contro tulli
i
colpi de'suoi nemici e
dell'Incarnazione, ec.,epcrò dicesi anche
impugnalori. Tuttavolta
teologia dogmatica. La teologia prati-
che a molti teologi Qioderni non piace, e
la
scolastica an-
TEO
TEO
ne riparleiòa Teologo. Imperocché l'antico metodo scolastico eia alquanto inceppato dalle soverchie forme e legami in-
principii. L'oggetto materiale della teolo-
trodotti da'peripaleli(;i;ma quello poi che
l'essenza, o come gli effetti alla causa, o come mezzi al fine. L'oggetto formale è
4»
attualmente
usa nelle scuole è più lar-
si
go, chiaio e semplice, ridotto
alla
forma
chealla fiuenonèche l'espres-
sillogìstica,
sione del pretto e schietto raziocinio.
La
gia è Dio e tutte
cose divine che
le
come
feriscono a Dio, o
i
Dio per rispetto o per rapporto preciso alla divinità. Il mezzo col quale essa acquisue cognizioni è
sta le
la
rivelazione vir-
teologia mistica èqueila che tratta espie-
tuale e mediata, ossia la forza del
ga
naturale, colla quale essa lira
le
materie della vita spirituale e con-
templativa, to,
i
il
suo oggetto,
suoi principi!
proprietà,
i
,
i
il
suo sogget-
suoi edetli
,
sue
le
suoi pericoli, le vie che con-
viene seguire e quelle che
si
devono
evi-
tare. Il termine di mistico significa propriamente una cosa segreta, nascosta, s. ulta, spirituale.
E
perciò
la
teologia misti-
ca, secondo la proprietà de'termini, vuol
Dio Se la
dire una scienza di
segreta, nascosta,
santa, spirituale.
teologia
alla semplice speculazione
ed
si
limita
pura
alla
C(ignÌ7Ìune delle materie della vita spirituale, essa
non
è che speculativa, e
può
si
velati,
che sono gli
pio
il
giovane, contempla
il
cielo, e l'altro di
più matura età fissa
gli
sguardi sulla ter-
La sua
d'un diadema a forma di triangolo, presta l'orecchio a una colomba, é assisa sopra un gran globo azzurro seminato di stelle; ha la destra mano appoggiata al petto, e colla sinistra alza il bordo della sua veste di color turra.
testa è cinta
essa conoscere di
all'espei ienza, è esperimenlale, e sopran-
terra se
maun dono particolare di Dio, che si comunica all'anima contemplativa, in maniera così segreta, inlima e deliziosa, che la lingua non trova termini per spiegarla. Aggiungono teologi, che la teologia è una scienza naturale; è una scienza
[)inse la
perchè
tira
e infallibili, benché
conseguenze certe da princi-
non abbia
videnza attuale de'principii
l'e-
Teologia,CesareRi-
rappresenta
ze, e colla ruota,
pii certi
ri-
Quan-
come una donna a dopsembiante, uno de'quali, cioè più
la
chino, e calpesta
i
lume
sue con-
articoli di fede.
to all'iconologia della
pa
ne naturale dello spirilo, come la teologia scolastica. Se essa passa alla pratica e naturale nel suo principio e nella sua
le
seguenze da'principii immediatamente
acquistare collo studio e coll'applicazio-
niera: è
si ri-
proprietà al-
le
non
se
le
grandezze
e le ricchez-
che
a fianco, fa
le sta
non essere attaccata
alla
per un punto. PtalTaele di-
Teologia nel palazzo apostolico Vaticano sulla volta della 3.' stanza (cioè
delle stanze Vaticane dette di Raffaele),
forme d'una donna il cui contegno annuncia qualche cosa di divino. E' dessa assisa sopra un gruppo di md)i, e al di sopra del maestoso capo ha un raggio di Paradiso: con una mano appoggia sul ginocchio un libro chiuso, e coU'iudisotto le
stessi ch'essa
ce dell'altra in giù abbassata accenna la
non conosce se non che per la rivelazione, e che non sono evidentemente cono-
sottoposta rappresentanza esprimente la
sciuti se
non che
dalla scienza o dalla teo-
logia de'Beati nel cielo, alla quale la no-
ed a cui essa E' una scienza
disputa del sagramento della stia.
La
Eucari-
ss.
pietà, che spira in tutto
il
suo con-
tegno, vie pure espressa da'colori de'suoi
3 virtù teo-
stra teologia è subordinata,
vestimenti,
domanda
che hanno Dio per oggetto immediato, ed hanno per motivo alcuna delle perfezioni di lui, in (juantQ che
di essere unita.
naturale perchè quantunque questi priuci[)ii,cioègli articoli di fede, sieno
sopran-
non ostante coll'umano ragionainento, e in un modo naturale ch'essa deduce le sue conclusioni e suoi
naturali, egli è ciò
i
i
quali indicano
le
logali (quelle cioè
egli è
conosciuto per mezzo della rivela-
zione,
ondechiamansi
Fede,
la
Speranza,
la
teologali, e
sono
Carità di tulle
la
la
più
TEO
TEO eccellente perchè lo considera e in lui
si
porta con diversa e più eccellente maniera:
la
Fede
lo considera
verità che a noi
me supremo e
si
come suprema Speranza co-
rivela; la
bene che a noi
si
promellc;
Carità di Dio, distinta dalle
la
tù teologali, lo riguarda
.nltre vir-
come sommo be-
41
Qui pertanto mi limiterò
a ripetere po-
che parole del principio e conclusione tlel benemerito e dottissimo scrittore, sulle qualità che si lichiedono ne'ieologi. Saper ben intendere uìisleri di Dio propoi
Fede,
alla nostra
sti
e
suoi precelli or-
i
dinali alla nostra ubbidienza; saperli
il-
in se stesso, a cui rl!a ci unisce, e for-
lustrare e stabilire con sode ragioni, e di-
ma con questa unione la nostra felicità anche nella vita presente): la purità della Fede vi èdinotata dal suo bianco velo che
fenderli dalle obbiezioni contrarie, pur-
cui lembi e-
ci, insegnarela sana dotliina,e confutarequei che l'impugnano, forma tutto l'oggetto
ne
ondeggia disciolto
all'aria,
i
scono fuori della spalla sinistra; la Speranza dal verde e ampio manto, che dal seno sino a'piedi le scende; la Carità dalla rossa
tunica che
le
copre
il
petto, co-
lore ch'è simbolo delle sue fiamme.
Que-
garli dagl'intrusi errori, e conservarli nel-
detto di
le
inelogranato che porta sul capo
mi
buone opere che si producono dalle virtù teologali. E' dessa accompagnala da due putti alali, o genii o amori divini, ciascun de'quali porla un
Cristo pel
la
sua prese origine
legge
può conlare
pe'pri-
la teologia. Infatti si
neW Evangelo, g\\
apostoli e
gli al-
discepoli attenti ascoltatori delle teo-
tri
logiche sue lezioni, meditarle piofondaniente, e
'^
si
Apostoli e gli altri Discepoli del divin maestro Gesù, e dalla scuo-
sul
834
Ge-
maestro del-
teologi gli
Divinarum rerum. La Storia della teologia
1
il
Til.
riconoscendo noi
.°ed unico vero
I
teologiche verità,
cartone. Sul i.°sta scritto Scientia, sul 2.°
nel
E perciò,
ad
pe'precursori de'leologi,e venerando
zata dalle corone di foglie, e da' fiori di
za produttrice delle
Paolo, Episl.
Profeti, annunziatori de'misleri di Dio,
sìi
ra della Teologia, simbolo della sua for-
s.
della teologia. i
st'ultima tirtù teologale è pur caratteriz-
la figu-
purità; sapere, secondo
l'illibata loro
la
muovere
rispellose questioni or
matrimonio, orsuU'eucaristia, or
sul-
predicazione della parola di Dio, or su
pubblicò in Fiesole l'Argonna. Nel pas-
vari altri punti o morali o dogmatici, e
Giovanni Andres colla sua classica opera. Dell origine, progressi e slato attuale d'ogni letteratura, e nel t. 7 ci diede la storia della teologia in 5 capitoli. Trattò nel i ° Dell'origine e de'progressi della teologia fino al coneilio Ni-
dopo l'Ascensione in
sato secolo
il
p.
cenoj nel 1° De'progressi della teologia Jiìio aleoneilio Cideedonense jx\t\ 3° Dei progressi della teologia fino all'introduzione della scolastieajnt\ ^° De'progressi della teologia fino al secolo XVI; nel 5.°
Dello stato della teologia sino al
presente. Nell'angustia dello spazio misurato
non
cennare
è a
il
me permesso neppure
d'ac-
più essenziale, altrimenti per
fjuanlo m'ingegnassi a seguire uno stretto laconismo, sarebbe inevitabile
una
so-
verchia digressione: piuttosto trovo più
opportuno
di farlo all'articolo
Teologo.
stro, e la discesa
cielo del divino
sopra
gli
mae-
apostoli dello
Spirito santo, diventare eloquenti predicatori delle gesla di espositori della sua
Gesù Cristo, e fedeli Dottrina cristiana
(E.), e propagare per tutta ra teologia,
sì
maggior lode
la
terra
la
ve-
dogmatica che morale.
A
maemaggior
e celebrità del divino
stro e della sua dottrina
istruzione di tutti, stoli della sola
,
ed a
non contenti
gli
apo-
predicazione e de' vocali
ammaestramenti, vollero che fossero date al
pubblico sincere e genuine storie dei
fa Iti, de'miracoli, degl'insegna
menti, e del-
ledoltrinedi Gesù Cristo, mediante gli
vangeli ( P.J scììll'i
Giovamù
e
Luca:
da'ss.
E-
Matteo, Marco,
(juest'ultimo oltre la
sloria lasciataci nell'evangelo del sovra-
no maestro,
ci
die anche quella de' suoi
TEO
44
TEO
discepoli negli Atli Apostolici, \ quali de-
scrivendo
pia
la discesa dello
Spirito santoso-
apostoli, e le conversioni e
gli
por-
i
da questi per virtù del raedesimo Spirilo, ponno in qualche modo chiamarsi l'Evangelo dello Spirito santo. Oltre questi storici scritti spargevano gli tenti opernli
anche per lettere la dottrina evangelica e propagavano e stabilivano apostoli
,
dap[)erlullo
dogmi
ei precetti della re-
La dolce consolazione destata ne-
ligione. gli
i
in vedersi cresce-
animi degli apostoli
re intorno tanto
numero
di fedeli,
venne
alterala dall'alilizioiiedi dover contrasta-
re non solo gli ebrei,
co'geiilili,
pili
ancora co-
eziandio co'convertiti alla
gione cristiana, e
no
ma
se-
delia nascente loro Chiesa tanti falsi
apostoli e
falsi pioféti,
e tante
nuove dot-
trine e differenti opinioni, e formarsi par* liti
diversi
Scisma
con dissensioni
e di
Eresia
ra cominciò a
ti
(
/
fra loro slessi di
.),
ibolar la
quale ancoChiesa fin dal la
àeWe Lettere quanto al-
belle (F.) insigni professori; e tro è relativo a
sì
ampia
e grave materia
della teologia, sino a'giorni nostri,
gionai colla
ne ra-
mia tenue pochezza per sem-
plice erudizione, e colle proporzioni con-
venienti a questa
mia quasi enciclopedi-
ca opera. Laonde, tralasciando con pena di seguire l'Andies, sai interessante e
che pur sarebbe
rico
l'articolo Teologo qualche genecenno de'progressi della sagra teo-
logia da' primi secoli della Chiesa sino al
decorso, riferirò qui appena
ria della
tempo
le
ultime sue
798 ponendo egli fine alla stoteologia, pregava Dioche in un i
io cui tanto
abbisognava
la reli-
gione di validi difensori, mandasse teologi
che sostenessero con decoro la sua caucon tanti ne-
sa, e la facessero trionfare
mici attacchi; teologi di cuor sincero e leali,
senza gelosia e rivalità, e senza spiri-
lo di parlilo,
animati solo da un zelo pa-
ro della religione, e da uu vero desiderio
i/suo nascere, reputandosi patriarca degli eresiarchi Simone DIago (T .); ma solo dopo la morte degli apostoli la combat-
dell'istruzione e del
terono arditamente. La teologia
za iattanza, e solocollinguaggio della
quei
di
as-
pregievole, e riservan-
do per
parole. Nel
reli»
veder sorgere nel
il
scovi, anch'essi Letterati e
bene
di lutti,
senza
senz'acrimonia, senz'orgoglio e sen-
fiele,
mo-
tempi era molto semplice e piana; lonta-
destia e della carità; teologi filosofi, di se-
na d.i'traltati polemici, si riportava duittamentealla (loitrinadel Salvatore edalla cattolica tradizione, e si restringeva ad una savia e quieta morale. Studio delle
vera logica, e di cognizioni naturali da
opere
di giustizia e di carità,
amore
del-
non
lasciar sotterfugi agli avversari per elude-
re la forza degli argomenti,
nèdarappi-
gliamentoa'filosofi libertini onde riguardarli
con disistima; teologi muniti de'po-
pace e dell'unione fra'fedeli, abborri-
liglotticisussidii e dell'orientale erudizio-
meiito d'ogni dissensione e discordia, fu-
ne, per poter penetrare negli arcani del-
la
ga
abbominazione delle
da'falsi dottori,
nuove
dottrine, ed attacco alle tradizio-
ni apostoliche,
sono comunemente
i
sog-
la
Scrittura, e ritiarne lo spirito, e
il
versali
profondamente nell'allenla letlu-
getti delle lettere degli apostoli e de'pa-
ra de'padri e de'concilii, e de'libri e
dri apostolici. Negli articoli numerosissi-
numenti
mi riguardanti
re
l'eresie, le sette, gli scismi,
controversie,
i
gli scrittori ecclesiastici,
i
le questioni, le dispute, le
concilii, piìr
i
padri,
profondi teologi,
i
dogmi
e le verità
ve-
ro senso delle divine rivelazioni; teologi
la
tica
antichi, per poterne
sincera e genuina tradizione dell'anchiesa ne' dogali della fede, e negli
usi della disciplina e della gi in
mo-
comprende-
morale; teolo-
som ma, che sappiano e vogliano ma-
più celebri università, scuole e accademie
neggiare con padronanza la Scrittura, la tra dizione e la ragione a difesa ed d lustra-
per l'in^egnamenlo della sublime scienza,
zione della religione, e ad istruzione e pro-
tempre piolello dal
fitto de'fedeli, e
cattoliche,
le false
ed erronee dottrine,
le
zelo de'Papie de've-
che possano essere per-
,
TEO
TEO felli
esemplari
a' posterioil
trallaie colla conveniente dignilì»
p.
la
loro
degno confiatello tIeli'AncIres, Alessio Naibone gesuita e professo-
scienza, il
per
teologi
li
re di sagra teologia, nei
i
843 pubblicò in
Palermo: Storia dì ogni letteratura di Giovanni Andres della, compagnia di Gesù hrevìata e annotata. \\ eh. prof. d.
Giacomo Arrighi nel t.17, p. 872, degli Annali delle scienze religiose {che iondati e diretti dall'illustre mg."^
Antonino
de Luca, come narrai nel voi. XX, p. 1 1 ora arcivescovo di Tarso e nunzio apostolicodi Baviera, dopo aver nel i844'''* chiesto
il
prof. Arrighi a coadiuvarlo nel-
4~
ro per pubblicarlo di nuovo più corret-
ma non gli fu dato edue volumi. Interessando
to e più completo,
seguirlo che su
alla repubblica letteraria di rinvenir chi
avesse un cuore formato a cose grandi,
quale intraprendesse
diflicile
il
il
impegno
condurre a termine l'incominciata fatisi accinse con perfetto successo l'en* comiatop.Narbone,per saperee vii lù predi
ca, vi
compendiò l'Andres per
stantissimo. Egli
privato suo uso (non mai per paragone,
ma altrettanto feci io di quest'opera, per
sua
la
tlenli, si
e poi
rifeci
per pubblicarla), indi
utilità,
massime a'giovani slu-
l'ampliai e
il suo dotto laprof Arrighi con discreta critica
decise pubblicare
Annali, della 2." serie de'medesirai ne divenne ed è degnanìente il solo compilatore,egià ne pubblicò) 3 \olumi, di 20 formandosi lai.' serie), di quella parte che riguarda la storia d'ogni teologia, eche si addice all'istituto de^'\Aìaialì,con imparzialità ne rende chiara ragione e contezza. In prima con belle parole encomiò la vasta impresa dell'Andres per l'insigne opera, DelVorigi-
voro.
ne, progressi e stato attuale d'ogni let-
lia
fera tura, \nc\as\\aweì){ea\\a teologia, co-
tra regione sino alle più lontane parli del
la direzione degli
me
già notai, dicendola
ammirata per
la
grandezza del disegno e dell'esecuzione,
ebbe a stupire come uno
peichè
si
mente
avesse potuto riunire
i
sola-
più deter-
minati ragguagli di tante e tanto dispara-
Il
molli e distinti pregi, cos\ ne rimarca dell'emendazioni e dell'aggiunte ch'erasi i
proposto l'Andres,
e di più d'averlo con-
tinuato sino a noi. Dice che trattò pure della storia della teologia eterodossa e po-
lemica, presentando in le di
quanto
dogma hanno cidi
lei
e
uno
in fatto di
pensalo e pendano
negli ultimi tempi
Europa
mondo
slato genera-
religione, fede,
ma
sola,
nemi-
i
non pure
in
in Ita-
qualunque
al-
conosciuto; e che a tutto questo
poi successivamente aggiunse le confutazioni, gli oppugnatori, e le gloriose sconfìtte
date da'cattolici a'pressochè
infiniti
sistemi, università, sette e chiese anticat-
te materie, conservare un'esatta precisio-
toliche, ove
ne
conlri in dover riportare la prova d'ogni
nello svolgerle, portare accurato
il
giu-
dizio sul merito degli autori e nell'insli-
luire
i
confronti, adoperare
una tempe-
ranza umanissima nelle contese letterarie, e da ultimo conservare
uno
altra
molte volte intervieneches'in-
maggiore, che ricavasi dalla confes-
sione de'nemici e dal rifiutare che gli
errori tanli, che
fumo
prima n'erano difen-
che serve assai
trionfo della
stile
coslan-
sori, ciò
lemente lodevole, non meno per
la niti-
verità. Rilevati
con grandi elogi
dezza e semplicità di sposizione, che per
dell'autore per
la
l'acutezza di sentimenti di cui è sparso,
ra, dice
pregi de' quali ciascuno forma una lode
logia tanto
per uno scrittore, e
perchè sin dal principio del corrente secolo, siccome accade tullora e più che in altre età, sono usciti fuori tanli sislemi, tante teoriche religiose, e quasi potrebbe
tutti
insieme
lo in-
nalzarono a sublime rinomanza. Tultavolta, osserva le alle
il
umane
prof Arrighi,siccomesuocose intervenire the sieno
che
la
al
parte riguardante
seu)pre capaci di miglior perfezione, vo-
dirsi tante professioni di fede,
no
suolavo*
le
meriti
la
teo-
maggiormente interessava
leva l'Andres rifarsi su iullo
il
i
storia d'ogni letteratu-
umane menti
,
quante so-
stravolte, che giungo-
TE
4G no
O
T
a tale di nudncìa di voler creare reli-
gioni novelle, ove trattasi di cosa tanto so-
vraumana
e divina. In
Roma (J.) cenlvo
del cristianesimo e maestra
pure delle scienze religiose, eminentemente fiorirono, come ogni altro, sempre gli studi teo-
quanto
logici, tanto nel clero secolare,
regolare. Ivi
peròecomein
altreparli fio-
rirono un maggior numerodi teologi toi
i
regolari, pe'comodi
nel
scrit-
maggiori allo stu-
ove furono p. io4- Di
islltuite,e ne' voi. tali
pontificato di
no pule se,
t.
EO [,p.48,LXX,
accademie teologiche del Benedetto XI V, ne tratta-
jénna li delle scienze religio2. Gli studi gravi e impor-
^\\
6, p.
I
I
tantissimi della teologia e di
qualunque
che ha attinenza speciale colla religione, in Roma non vengono mai altra scienza
meno. Essi con dal clero
sì
bella gara sono coltivati
secolare che regolare, e ogni
distinsero
anno ne abbiamo ampie testimonianze negli atti pubblici o conclusioni, chea mo-
di scrittori di sagra teo-
strare lo studio de* giovani e la valentia
logia ricorderò principalmente gli ordini
de'maestri sogliono tenersi nelle pubbli-
dio che somministra
la
fora)a della vita
claustrale: fra gli ordini che
per maggior copia i\q'
si
domenicani, ée francescani e
.suiti.
Nel voi.
I,
p.
47
de'g-^-
e 48)Pai'ai dell'^r-
che scuole da tanti
cadi'niia di teologia dell' Università ro-
tuti religiosi
mana,
anco
la cui istituzione risale al
ne riparlai nel
voi.
XVI,
28
p.
1695, e
e ?.g, in-
ecclesiastici
(anche stranieri) e presso
tate
che hanno
i
frequenvari
isti-
lo sludentato,
ed
con solenni dispute inteologia dogmatica e morale,
nelle chiese
torno alla
approvata e beneficala daClemente XI, altri benemeriti essendo stati Benedetto XIII e Clemente XIV. Nel 1. 5, p. 552
sotto la direzione de'propri maestri. In ta-
hveveQunni emanato da
diversi dalle scuole e sludeulati, lettori o
1
i\f:\BuU. Rom.cont.s'ì legge
iì
de theologicis
,
disciplinis
giugno 1822: Confinnatio rescriptoruni latorum super privilcgiis rollegii tìicologici Urbis, et deputatio corum, qui coetui pertinere debent. Nel voi. Pio VII
XVI
\'8
citato, ricordai le costituzioni ap-
li
argomentano contro
circostanze
proposte
ecclesiastici secolari
le tesi
o regolari,
professori di altre scuole o studentali.
prontezza e logi nel
la
La
precisione de' giovani teo-
rispondere o colle formole delle
scuole o con libera argomentazione olle
opposizioni degli argomentatori, mostra-
no quanto sono addentro nel grave
stu-
hanno
provate da Gregorio XV''I e stampale, il quale dottissimo Papa fu uno de'piìx pro-
dio della scienza teologica, onde
fondi teologi che sederono sulla veneran-
ditori. Delle più celebri
da calledia
coltà teologichedi altrove ne ragionai nei
di
s.
Pietro.
logica dell'università risce,
L'accademia teo-
romana
un prelato per invei-siià
segretario. Inoltre nell't
romana
vi
è ancora
teologico, di cui è piesidente
del
s.
tuttora fio-
con 3 cardinali per protettori, ed
il
il
Palazzo. La pia unione
•
collegio
Maestro s. Pao-
di
lo (U.) tiene conferenze morali di teologia, e concorsi di teologia
premie
legi, c.ittedree lili
te
in
dogmatica con
pensioni. Di altreconferenze, col-
conclusioni
(li
teologia par-
a'ioro luoghi. Delle accademie istitui-
o ristabilite in
RomadaBenedettoXIV,
alcune delle quali
si
tratlavatio anco-
ra materie teologiche con dissertazioni e tlispulc,
ne parlai negli articoli de'iuoghi
i
si
meritati applausi degl'illustri e colti u-
loro articoli,
come
accademie o
fa-
a Siena, a Firenze,
a
Salamanca, e per qui non ricordarne altre a PAEior, ove l'onore della facoltà teologica precipuamente venne sostenuto da una successione di professori francescani e domenicani. Fra le più belle e scientiflcheistituzioni di Napoli èdaannoverarsi il
collegio de'teologideirUniversità de-
gli studi,
e
si
fondato dal re Ruggero; fiorisce
compone degli uomini
piìi dotti
mirati nel clero secolare e regolare, li
amqua-
opere hanno per iscopo tener contagio degli errori e respin-
colle loro
lontano ccre li
e i
il
"li assalti
de'nemici della fede. Di ta-
e altre università e collegi
sommameu-
T E O te
resero l)cnpineriti
si
neficn autorità
che
vi
TE O i
P.ipi,
per
lii
esercitarono, per
vervi pe'primi «lato sapienti leggi,
j«-
,
com-
messo a'vescovi l'interno regime, veglialo sull'elezione de'professori sempre cattolici esili
i
rinorumi83o.
confei-imentode'giadi di otio-
La cliiesa cattolica e la s. Sede in otempo tenne le università scientificlie
re.
gui
immuni dalla come maestra
B. TJonvier, fn-ififutio-
Fulgure, Inslitutiones theologicae, NeaytoW \%i'2.:Instìtutioìies tìieologinemora//.v, Neapolii83o. Pietro I\I/ Gazyanica,
sua edìcace protezione e tutela, renden-
rale,
J.
theologicae, Parisiis i83g. (iaetnno
tics
e ma^ssime le facoltà teologiche sotto la
dole
47
ejmi modernK Gabriele Antoine, Thcolu^ia moralis universa RomaeiyGG: Ciwt adiìolationihus Fr. Phìl. Carhoneano ^ Romae ySS. A. Giuseppe Alasia, Com~ in( ntarUis tlieologiac moralis^Sw^.Taw-
l)e-
giurisdizione tempo-
Praelecl!Ouestlieologi(v/e,\enp\\\&\S3o.
di lutti, vera iegi.sla-
Cardinal
Tommaso M.
J.
Gousset, Justi-
che altrui dovea-
fìcation de la tlu'ologie mordale de B.
no comunicare il sapere; grandi quindi sono gli altissimi meriti di lei verso la coIllune istruzione, ch'è quanto dire verso l'istruzione a noi tramandata, dopo aver
yUphonsoLìgon'oJjesnncon H3i:TIì<'ologie morale àV usa gè des curcs et dex
tlissipato quell'ignoranza e barbarie dei
1824.1. Moullel. Compendi (iw tìicolngiaemoralis, Friburgi 834- Neyniguet, Compendiuni theologiae moralis s. Alphonsi M. Ligorio. Tolosaei 889. Biagio Panzuti, Theologiae speeulativae. NeapoVwSiS-.Theolngiae moralis de B. Li' gorio, Neapolii833 Onorio Tournely, Theologiae mora lis.Ytnelu'ì i^46.Carlo Renato Dilluart, Summa Summae s.
trice e
custode
di quelli
bassi tempi. Tullociò vuoisi riferireall'or-
dinamento piuttosto materiale delle scuole. Il formale lo costituì vano le scienze, che vi
erano insegnate,
e
poiché
la
Chiesa a-
\ea creato e dirigeva simili istituzioni, scienza la quale
la
fonda sulla livelazione a lei fatta e sulle dottrine a lei proposte, la teologia ottenne su tutte le altre il primato, ne potrebbe l'Europa vantare si
i
non avesse comincialo
i
co/j/Pc?.yez/7\9,
Parisi 844-
^'''^"''^•''CO
Java-
rone, Institutiones theologicae, Ps'eapoli
1
Thomae,
sive
compendium
theologiae,
ire scienze e nudrite dal suo succo divi-
?iomaei834-'l canonico Pietro Scavini preposto diNo vara e vicario generale della medesima ivi pubblicò: Theologia mo-
uo
777//.s'f/7?7\r/ \(7. la
presenti lumi se
colla teologia, sostenute dalla quale le al-
fecero rapido e meraviglioso incre-
,
nienlo.
La sagra
lo studio ti,
e
la
quale meritò
la
seguen-
teologia fu quasi
sempre
le5.'e(.\\z\oììe.TheologiaTnoralisunii>er-
predi letto de'piìi cospicui
sa pie n-
sa,Pio IXPont.M.dieata^revisa etauetà. Aeeedit eollaiio Codicum civilium
zel.inte vigilanza de'
Papi vegliò
sulla purilàdiloro dottrina esull'influen-
Pedemontani, Austriaei,Galliarum, Si'
za di questa sulla società, che avvertirò-
ciliarum,Parmensis,Statu.<;Eeelesiasti-
no
cis^Mutinensis.atcnie Hetruriae, Nova-
se sospetta o perniciosa
nioni.
Dopo
la
per false opi-
defezione de'pretesi rifoi-
mati dalla cattolica religione, venne delle controversie per sostenere rori, e le scuoledi teologia
i
l'età
loro er-
diventarono nei
riaei852. Guglielmo
Whewel, L'astro-
iiomia e la fisica generale considerate ne' loro rapporti colla teologia natnrale,
Londra i833:nerese conto
gli
Annali
loro paesi più numerose e più attive, per-
delle scienze religiose,t.\ ,p.3 e ly; ed
chèollre rordinarioinsegnamenlososleo-
p.
iieroledisputeco'cattolici,etiagliuniegIi
gham
altrisi distinsero
i
più grandi ingegni ege-
neralmente loro uomini più dotti. Ora tra l'immenso numerodi scrittori teologici in i
geoeralc,uericorderòalcuDÌ uìenoantichi
,
1
si
Ssoanche
fì
del Discorso di
lordBrousulla teologia naturale, Londra
835.1Ve't.3,p. Z, e ^,^.l-2^òe^\\ Annali legge l'analisi sui rapporti della teologia
colla zoologia, dell'opera di
Kirl>y;
Su
Guglielmo bontà
la potenza, sapienza e
TEO
TEO
48
dì Dìo xiccomesiììiamfi'stano nellacren-
fermo
zione degli animali, nella storia,nelle a-
di ferro
hiludinie negl'istinti /oro, Londra 1 835. Altra analisi
Annali
gli
la
riportano nei
200, sull'opera di W. Buckland, La geologia e la mineralogia considerate nelle loro relazioni colla teologia naturale, Londra i836. Di più neh. 6, p. 35q,si rende contezza dell'opera diTommaso Chalmers, Sulla teologia naturale, Glasgow i836. Quindi nel 1. 1 9) p. Sa, si loda il libro, Teologia t.
6, p.
20
1, e 7, p,
r
per l'uso delle persone di mondo. di Carlo Sainte-Foi, Parigi
nel
t.
li, p.
468
1
843. Finalmente,
della 2." serie moltosi en-
comia l'opera, Ziiiversatìieologiainoralisjuxta doc trinani s.Alplionside Ligorio elaborata a Joseplio Grassi, Aesii i852.1
que
visi
dice,che senza togliere a chiun-
lo meriti
il
dovutoelogio, questono-
da
bile lavoro se fu
ricevuto
il
altri già
eseguito
Iia
suo compimento dal lodato ca-
nonico penitenziere
di Jesi e
maestro
di
Importa poi che io riproduca questo brano del prof. Arrighi. « Più che tessere nuove apologie alla morale di s. Alfonso de Ligorio, si potrebbe dimandare se lo studiarla da coloro che sono iniziali in queteologia morale nel setninario.
sta scienza riesca
chè
utde anzi che no.
di tale inchiesta lo dice lo
si
prefisse
si
fu,
onde
il
i
Il
per-
scopo che
ma
nigno sull'appoggio sia tolta la
pena
e correligiosi i^Re-
doveano non il
i
quali nelle sante
solo spargere
il
sa-
frutto della divina
mani un'opera da essere consultala all'insorgerloro di qualunque dubbio, e nella varietà delle opinioni sceglier quella, che più valesse ad acchetai colla propiia anche l'altrui coscienza. Quindi il santo quanto apparisce benigno quando trattasi di rilevare chi e caduto, altrettanto duro si mostra quanparola, avessero per
le
allontanare quelle occasioni,
cui l'esporsi è lo slesso che mettere
il
pie
in fallo e rovinare nel precipizio: così se
ragioni che
piegare al be-
di accreditali
autori
aver errato o col de-
di
cidere a proprio volere, o di piegare a so-
Da
ciò si deduce grande di s. Alfonso è più de'maestri, che degl' iniziali nella morale teologia. Altronde benché non sia che negativo, il saper che la Chie-
verchia condiscendenza.
che
lo studio dell'opera in
ne ha proferito un
sa
giuilizio, e
quindi
non errare chiunque si regoli con quella dottrina, il sapereche l'opera è uscita dalla mente di colui, il quale accoppiando al sapere una esimia santità giunse a santificar tante anime, come esser certo di
reprimere quell'ardore che nasce in tutti spontaneo di attinger la scienza a quella
può
fonte che più delle altre
dirsi si-
che serbando intatti principi! del santo autore, tenendo fermo quanto venne da lui riconosciuto di positivo e di cercura? Era ben
dunque
a desiderarsi
vi fosse chi
i
to sulla scorta delle
s.
Scritture e de'Pa-
drijColla scorta delle leggi canoniche chia-
quelle sentenze, che
sciato intatte, e
raccogliere
ilo trattasi
la circostanza richiede di
risse
figli
le
possono favorire più l'una che l'altra, lasciando all'altrui giudizio la scella, e se
suoi
santo e di sue opere),
nie,
diverse sentenze esponendo
dotto e santo autore, quale
dentoristi,\\t\ quale articolo riparlai del
missioni
vede ed immobile qual colonna ove ha deciso la Chiesa, in quello poi in cui la Chiesa slessa ha lasciato libertà di parlare, si contenta apparare le si
il
santo ha
benché ninno
osi
la-
decide-
quando non abbia definitola Chiesa, la via, che meglio conduce allo scopo". re
si
vegga pure appianata
TEOLOGO,
Theologus. Professore Teologia (V-). Non v'ha scienza sagra né più grave, né più augusta, e perciò
di
meritevole di diligente sludio,di quel-
piìi
la
che parla della Z?/V/Wtó,ed insegna quel
che
la
Divinità stessa ha rivelato; come ha da molti non
del pari altra quasi
V
più trattala e insieme più intricata per discussioni sottilissime e difficili. Quali doti,
quale dottrina, e quali prerogative
richiedono ne' teologi, col gesuita p.
Audies.
lo dissi a
si
Teoìogia,
Un professore
vera-
TEO
TEO
mente ilolto e giudizioso sa spianarne le diflìcoltà agli studenti,
mano
coiiducendoli per
in sentieri agevoli, spedili in
guisa
da bene fare approfondare ogni ottima disciplina.
Un
professore dolio e giudizioso
sopra ogni altra cosa è necessario nella
ben dirigere gli illuminarli, onde non inciam-
scienza della Divinità per
studenti, e
pino
in
qualche pregiudicato partitante
Dogma
che insegni qual
Fede fi.) ciò
di
che non è che sistema di scuola, e puntiglio di partito. Insegnano gravi scrittoche a guida del teologico studio sopreferirsi autori stampati e appro-
ri,
no da vati
pubblica estimazione,
dalla
a' soli
manoscritti delle lezioni, del maestro, per
solamente
sulla
Vos anleni
rogandolo:
(^iieni
me esse
Rispose leolo^camente
ci tis ?
Tu
49
scienza teologica, inter-
es Cliri.stiis filius
quali parole soggiunse
Et ego dico
Dei il
vivi.
di-
Pietro:
s.
Dopo
le
divin Maestro:
libi (fuia tu es
Petrus, et su-
per liane petram aedificaho Ecclesiani mertm.AvendoGe.?f
diritto
il
d'insegnameu-
perciò sin dal nascere del Cristianesi-
mo
furono
istituite diverse scuole
per
l'i-
struzione degli aspiranti al Sacerdozio.
Per l'insegnamento na dato da Cristo poli, e per stabiliti
da
gli
di
sua divina dottri-
agli
Apostoli e Discc'
ammaestramenti
clericali
e istruiti sacerdoti
essi, zelanti
quanto dotto esser possa, onde cammi-
e altri fedeli dotti ne'dogmi della religio-
quindi
ne cristiana, furono preposti all'istruzio-
nare per quelle
vie già conosciute e
più sicure. L'origine e
il
progresso dello
studio della sagra Teologia, oltre
il
riferi-
to a tale articolo, quella de'maeslri e stu-
ne de'chierici così stri
Sportale [f\). La
gale delle cattedrali ealtre chiese, lo trac-
la
ciai negli articoli
Scuola, Scuole
di
Roma,
l'elativi artìcoli
che rimarcherò
del contenuto de'quali darò le altre
altri
in corsivo,
un cenno, col-
convenienti nozioni. Tra queste
v'innesterò qualche fugace cenno di alcu-
no de'principali
teologi delle piìi antiche e
posteriori epoche, e della condizione della
sagra scienza ne' loro tempi, per sup-
non riportato a Teologia. L'inelfabile luce dtW Evangelo perfezionò il pubblico insegnamento e fu feconda d'inestimabili beni, per le incessanti
plire altresì al
Sportolari, mas-
blazioni delle chiese, in principio dette
denti teologi, quella della prebenda teolo-
Scolastico, Prebenda, Seminario e
detti
provveduti nel mantenimento colle o."^
i
scuola cristiana nel-
chiesa greca fu quella di Alessandria,
della quale e delle altre principali d' o-
riente parlai a Scuola.. In occidente
ivi dis-
primeggiarono le scuole di Roma, lìlilano, Parigi e ahi e. Q^aeWa. di Roma fu istituita da s. Giustino, chs die luminoso sagi^io della dottrina teolosi
che
gii'.a
fra le altre
nel principio del 11 secolo dellaChie-
successe l'egregio suo discepolo Ta-
sa, cui
ziano eloquentissimo. In Alessandria rì s.
Clemente Alessandrino, teologo
fio-
in-
signe, pieno d'erudizione sagra e profana.
Tutta quanta la mitologiajl'origine, dogmi e misteri dell'idolatria, testimoni i
i
i
cure della Chiesa e del suo clero, raasài-
dfi'poeti, degli storici e de'fllosofi di tutta
me
l'antichità
gli
de'canonici viventi in apostoli
,
de'
comune come
Canonici regolari
,
de'
Monaci, e di altri Religiosi. All'articolo Letterato feci il novero de'Papi più dotti
nell'ecclesiastiche scienze, comincian-
do da
s.
Pietro principe degli apostoli per
la scienza
ricevuta dallo Spirito santo, e
suadere
i
furono da lui svolti per perad abbandonare la pa-
gentili
gana superstizione, ed abbracciare la religione cristiana, di cui dottamente provò la convenienza e utilità. Di più vasta dottrina, di più soda eloquenza
profonda teologia fu
per quanto avea imparato dal
di vinoMaeMenochio che volendo Cristo promuovere s. Pietro al sommo
cessore nella scuola
stro. Riferisce
Le opere
Pontificato, l'esaminò oltre sulla santità;
possono iu qualche
il
p.
VOL. LXXIV.
sono
le
il
,
di più
suo discepolo e suc-
il rinomato Origene. Ireneo vescovo di Lione migliori che vanti l'antichità, e
di
s,
modo compensar 4
la
e
TE O
5o
T EO
di luUe le altre. Egli è uno de'più Dottori (lell'aiilicaCliiesa, unode' ss. Padri clie maggior vantaggio recarono alla religione cattolica. Dopo s. Giustino e s. Ireneo s' incominciò a far sentire negli sciilti teologici la lingua romana. Questa però nel suo bel principio levò alto la voce, e parlò con un tuono sì autorevole, con tanta far/a edoltrina, che
pei
ilita
illusili
men-
fece rispellare dagli slessi greci;
si
tre la teologia
come
può
dirsi
rileva l'Andres,
d'origine greca
Deirorigìne e de'
per conferire e decidere su'prìn-
nernli,
cipali oggetti della cattolica
credenza, on-
nel corso di pochi anni
trovaronoriu-
de
nili
pili illustri
i
Chiesa
si
dottori e teologi della
di Dio, e vescovi di
zioni diverse.
lingue e na-
Questo pe'Iuminari dottori
e teologi delle chiese greca e latina, fu
il
secolo rZo/'O della teologia, e l'epoca
piìi
luminosa della cristiana
su-
blimi misteri della
ss.
religione.
I
Trinità, dell'Incar-
nazione,della divinità di GesùCristo, della
Verginità e della Malernilà di Maria,
progressi della teologia. Il i.° scrittore latino che consagrò la sua eloquenza ed
della Grazia, l'unità e la gerarchia della
erudizione a illustrazione della fede
che formano
stiana, fu l'africano Tertulliano., le
coraggiosamente ne prese
tro tutti
gli eretici e gli ebrei.
tili,
Mentre
mente Alessandrino spargeva tlria j
in
gli
Le antiche
dibatterono, decisero, posti in chia-
gen-
lidità.
s.
Cle
al
suo i
chiese
istituzione de'
logi, anche
piìi illustri
veanolibrei'ie rinomale. Ridonata da
stantino
fante i\&
il
Co-
1 la pace alla Chiesa e reso trionsuo culto colla pubblica erezione
Teìiìpli[l\)Ac\ veroDio,nuovooidine
di cose,
nuovo aspetto
della Chiesa,
vo studio della teologia storia.
Non
piti
si
nuo-
presenta nelU
persecuzioni e ostilità de*
non più molestie e vessazioni alla Chiesa, non j)iù bisogno d'apologie per
gentili,
salvare
i
cristiani dagli aspri
dalle orribili carnificine a cui
condannavano.
Ma
in
tormenti e i
pagani
li
vece de'comballi-
nella
Atanasio, Basilio, Gre-
secolo o meglio al
dottori della Chiesa, ed a-
i
ss.
i
pii o nelle
li
incontrastabile va-
gorio JVisseno , Gregorio Nazianzeno , Giovanni Crisostomo j nella latina ss. Ilario vescovo di Poiliers, A/nbrogio, Girolamo, Leone I Papa, Agostino. k\ ili
aveano le loro scuole, dove si ammaestravano fedeli nella scienza della religione, e si davano lezioni di dogmatica e di morale teologia, da' nominati e altri cospicui teologi. Inesse furono educali eistrui' i
piti
Fiorirono principalmente
chiesa grecai
atterriva, per obbligarli ad
arrendersi alla verità.
si
maggior parte degli articoli il Simbolo della nostra fe-
i
seno, Tertulliano in Cartagine gettava
fulmini e
de,
la
ro e assodati colla
Alessan-
nemici della religione e chiamarli
Chiesa, e
con-
dell'erudizione per adescare
fiori
i
qua-
il
le difese
3 generi de'suoi nemici,
i
cri-
scovili
o
IV
risale la primitiva
Seminarii , o Scuole ve-
Co//f"^?' privati de'chierici.
ste scuole
si
formarono presso
g\i
Que-
Kpisco-
dnow'che.eA eziandio ebbero
scuole sagre leP<7r/orr/jvV,oves'insegnava la
divina legge da eccellenti maestri e teoparrochi, e con vita
comune a e-
sempio degli apostoli. I Monaci \^ve%\.o istituirono scuole, in cui insegnavano eziandio
le
cose della religione e del
sagre Cereìnonie e
i
dogma,
le
Riti [T^.) regolali dal-
maggior maestà del culto ecGovernavano le scuole gli sco-
la teologia, a
clesiastico.
lastici, ossia
que'maestri che
si
distingue-
vano nell'eloquenza, nell'erudizione e nella
profonda teologia. L'ardoredello studio
piogiessivamente
si
accrebbe,
pel suo incremento giunse a scientifica perfezione.
A
la
teologia
un grado
di
ciò contribuì I»
inenti de'genlili sottontrarono quelli de-
coltura de'buoni studi, che ancora in par-
ne'dogmi degli Eretici e degli Scismatici [ì .). Con nuovo e maestoso videro concorrere greci eia-
rimaneva nell'impero greco e nel romano, la quale rischiarando le menti, e dando estensione alle cognizioni, e chia-
a celebrare Conciliì o Sinodi {1'.)^q-
rezza ed energia alla sagra eloquenza (del-
gli
errori
spettacolo lini
si
ie
EO
TEO
quale ripnrlai a Predica), aiutava a far
mento clericale, come padre universale fistese le sue cure non meno pe'romaniche
T In
vedere espor
in
buon
aspello
l'oggetto
littlo
mente
(leliii
il
barbaiiche invasioni
le
Provincie meridionali d'
tnaiulo,
per
dicare e insegnare nel capitolo della cat-
slessi
ingegni
più antiche trac-
altre or-
tedrale o collegiata, ha
più colte
ce nelle istituzioni de'leologali della chie-
e d"
A-
come
sa greca,
le
commentario
rilevasi dal
avan-
Balsamone. Questo autore, sul canone iq del concilio /// Trullo celebrato nel 680, osserva che tra'dignitaii della chie-
dell' antica letteratura.
sa di Costantinopoli un<) ve n'era chia-
la
che restavano
i-
e irruzio-
Europa
soggezione del loro co-
andarono ddegnando
si
L
stituzionedel canonico teologale, per pre-
laonde pel timore di loro armi di-
slriiggitrici e
(">li
le
pegli stranieri nelle verità della fede.
fatal-
di
occuparono
sellentrioiiali,
fiiea;
zi
Ma
teologia.
ni de' goti, vandali, alani e
de
e ad che furma
In reli|™ione
suo lume,
Del vero
l;i
5i
si
oscurarono
gli
e
indebo-
di
mato dottore,
quale avea
il
il
suo posto
ma non
lirono,
nella chiesa vicino al patriarca,
pili
né furono per un notabile tempo capaci delle grandi e originali produ-
dice l'epoca dell' istituzione del dottore.
ammirate. Le stesse erenon ebbero piìi vigore di stendersi a nuove invenzioni fallaci contro l'evange'
Scholasticiis significo dottore e maestro, che poi ebbe la prebenda teologale, la quale fu detta Scholasteria. Nella Spagna
zioni fino allora sie
purezza de'dogmi, né
lica verità e
terono vantare un'ardita,
piìi
sottile e
Tutto contribuì
losa originalità.
po-
romo-
a illan-
guidir lo studio della leligione, e a con-
durre
alla
decadenza
la
teologia.
Le
di-
sp\ite e le questioni teologiche s'aggiia-
rono con maggior ardore e con più fina erudizione nell'oriente, non su nuove eresie, ma sulle conseguenze delle già dibattute e concpiise. Floris. Gregorio nel declinar del
VI
I
secolo, e le circostan-
non senti vansi conuè argomentare gli e-
ze de! tempo,incui più trastare
no
il
rotti
i
gentili,
contro
retici
le
suo zelo ,
non
a
cattoliche verità, eccitaro-
riformare
dall'
costumi cor-
i
rocbi e
clero a intervenire alle di lui
il
lezioni dis. Scrittura. Si chiamò pure Caput Scholaris, Major e Magister Scholariim, o Major Scholae o Scolasticus:
più tardi
i
canonici ebbero
minario. Pvilornando
al
la
cura del
secolo VII,
la
se-
de-
cadenza dello studio teologico anche tra' greci, fu manifesta nel concilio adunalo
da Papa
s.
Martino I
nel
649, come
os-
serva l'Andres; tutta volta loda per teologo inque'tempi moltostiraato,Anastasio
occuparsi negli esercizi
monaco, che compose tante opere, ma rimarca che anco in esse rilevasi la deca-
dogmi,
e nès. Gre-
gorio l,nè altro italiano di sua epoca ebbe occasioni di farsi vedere erudito teologo.
Qualche maggior eccitamento
di coltiva-
re la scienza teologica l'ebbero nella Spa-
denza della teologia dalla maestosa sua gravila. Aggiunge, che se tale era lo slato greci, ne'quali pur ridi quella presso i
siedeva
il
fiore dell'ecclesiastiche scienze
Leandro e Isìdoro.pei' le frequen.
e d'ogni letteraria colluia; inferiore na-
dispute che spesso sorgevano fia'catto-
turalmente dovea essere quello de'lalini, le guerre e la compagnia e dominazione barbara de'Iongobardi, avea-
gna lici
i
ss.
e gli ariani, l^apa
vertì
il
s.
Gregorio
Palazzo apostolico
i
con-
in iscuola di
canto e di scienze ecclesiastiche. Questo gran Papa, uno de'principalidotlori della Chiesa, tulio inteso alla restaurazione della
il
Sinaita, instancabile scrittore ed erudito
i
polemici d'una sottile teologia;
ti
chiama dottorale o teologo
si
e lo di-
a difendere
spensarono
i
tuttora
canonico che ha la prebenda teologale. Il teologo anticamente si appellò Magister parScholae. ed il vescovo obbligava
Disciplina ecclesiastica e all'iasegna-
tra'quali
no estinto ogni gusto d'amena teratura.
Nondimeno
Giovanni lì del
678
.
e altri,
s. i
Mai- tino
più
e
sagra
let-
riconosce ne' Papi I. s.
Agatone
solidi teologi di
quel
TEO
TEO
52
come
secolo,
ne loro
si
lettere.
fanno conoscere
Tra
del secolo Vili fiorì
in alcu-
gl'inglesi al principio
Beda, versato
s.
in
o-
gni sorta di erudizione sagra e profana,
ed
ognuna
in
ziose
ed
di esse scrisse
esalto;
ma non
opere giudi-
servi gran fatto
a rimettere nei perduto suo splendore
non avendo
la
da combattere, e siccome rivolto principalmente alla storia ecclesiastica e ad ogni genere di coltura. Fu suo discepolo il rinomato teologia,
egli eretici
Alcuiiio maestro di Carlo
Magno e suo
cooperatore nella riforma degli studi. Così
l'Inghilterra in
mezzo
alia
decadenza
di cui in tanti luoghi riparlai,
profondamente versato
profana erudizione.
stica e
nerale loro ignoranza e barbarie. Deca-
duto l'insegnamento ve
si
apprendeva
divine,
religione,
il
7l/(7o-
con
come
la s.
Scrittura e le cose
ne' monasteri, in questi
si
conservò il sagro fuoco del sapere, tranne alcune eccezioni. Nella metà de! X si II,
unanuova
delle lettere, e
esso le scuole vescovili e parrocchiali, o-
distinse
quell'epoca
pe-
per quasi due secoli rari furono quelli che s'impiegarono nelle materie teologiche;secoli che replica tamente deplorai per la ge-
che miglior gusto
soda erudizione. Io
Non durò
rò molto quesl' ardore pe' sagri studi, e
delle teologiche discipline conservò qualdi
comechè
in ogni ecclesia-
ma
il
i
famoso Gerberto poi Silvestro suoi progressi furono più nelle
scienze naturali che per
gli
sludi teolo-
furbo, ignorante e impostore Maometto l'isti tuie propagò col le armi in gran
de Sagramentari, e il nuovo Scisma, de'greci operato da Michele Cerulario, servì alquanto a rinnovare gli abbandonati studi, e nel secolo XI rimise in qualche vigore la teologia.
parte dell'Asia, dell'Africa e dell'Europa,
Si distinsero
con oppressione de'cristiani. Questa nuova fallace dottrina nel secolo seguente la
pa
mettisvìo, facendo rapidi progressi, recò
gran pregiudizio
alla cristiana, senza
dar
campo alla teologia di esercitare le sue forse. 11
gici.
s.
Intanto
l'eresia
contro quel scismatico
Leone IX,
il
Pa-
e sopra tutti gli scrittori
cavA\nn\Umherto vescovo di Sei va Canfatti dopo le tenebre del secolo X, fiorirono a que'tempi assai più dotti il
Giovanni Dama.vrf7?o,rmvitto propugnatore delle ss. Immagini e il più gran teologo del suo tempo. Dal disposto da Papa Eugenio //nel1826, alcuni ricavano una più regolare
dida. Di
direzione alle scuole o seminari clericali,
Z-»cf<7,coraggioso propugnatore di s.G/'e-
per
gorio P'II[^vaa restauratore della disciplina ecclesiastica e profondo nelle s.Scril-
comballè
lo
e confutò
s.
studio delle lettere ecclesiastiche e
de'dogmi
della fede. Gli
uomini
dotti
che
scrittori
chene'precedenti,
tarne alcuni,
s.
edaiammen-
Pier Damiani cardinale
e valente teologo;
s.
Anselmo vescovo
Immunità
di
fiorirono nel secolo IX, bastano per libe-
ture), e dell'
rare quel secolo totalmente dall'oscurità
precipuamente s. ^/^
letteraria; in fatti
per non dire di altri, s. Teodoro Studi-
ricorderò nell'oriente
ta^Q Fozio
(il
quale,
come
altri,
disgra-
ziatamente abusò della sua scienza, olluscata eadultera tadall'orgoglioedalle passioni); nell'occidente //zc/z/tìTO di
Heims
Papi che nelle loro letteredottamente trattarono più impore
altri Ialini, oltre
i
i
tanti punlidelia teologia, così contro gl'/-
conoclastie
altri eretici,
massime
s.
Gre-
gorio II, e bastarono a tener vivo fra gl'italiani r amoie de' sagri studi, a' quali giovò Anastasio cardinale Bibliotecario,
si
può
ecclesiasticaj e
dire per eccellenza del secolo
XI
e
gran dottore. Opina l'Andre», che s. Anselmo di Cantorbery può dirsi il primo che abbia svolte con soda metafisica le materie teologiche, e che abbia dato un'aria
veramente
filosofica alla teologia;
ma
uno de'primi introduttori della scolastica, non però legata secondo le sue forme e alle barbare sue voci, né in sostanza presenta la sua
questo
il
fece riguardare quale
teologia quelle qualità di arida e secca, co-
me lo riconosce
nella scolastica. Diceinol-
TEO
TE O tre, die s. Anselmo colla sua suMitue metafisica fece un uso della filosofia nelle
iiiateiie leologicbe,
che troppo
si
discosta
dalla vera strada battuta dagli antichi teologi,
onde
quelle dis.
sue opere con più ragione che
le
Giovanni Damasceno presso
i
greci, ponilo considerarsi piessoi latini co-
me le prime opere di teologia scolastica. L'esempio di sì grand'uonio, non uieno di Berengario capo de Berejigariani o Sagranirutari, e di tici,
altri dichiarati dialet-
potè servire d'eccitamento a'teologi
per abbracciare
il
metodo
e lo stile che
s'introdusse allora, e regnò poi per tanti secoli nella teologia, e
formare
la teologia
scolastica. SuH'origineeidea della teologia 4>coIa>tica,si
può vedere l'Andres, e.
Dcir oi'igint', progressi
4)f- 7,
e slato attuale
r/'o^/iì7eZ^f/-rt^«7'rt.Quindi
grande strepilo
53
Altri libri di sentenze o altra
logica
compose
somma teo-
l'inglese professore di teo-
Roberto Bollano o Polleno Pully,dotto cardinale di quel tempo, fondato principalmente su'testimoni dellogia in Parigi
Scrittura, senza troppo adoperare
la
ragionamenti. Intanto
losofici
i
fi-
libri d'A.-
arabi commentatori
rìstotile e que'degli
furono tradolti in latino,e più conosciuti e più lelti dagli occidentali; quindi s'accrebbe r ardore per le filosofiche argomentazioni,
rono
che più avidamente
si
abbraccia-
nelle scuole teologiche, e la teolo-
si rinvigorì sempre più, e acquistò maggior credito e autorità, ed
gia scolastica
allora
può dirsi che
metodo
stabih il regno della Ciò non ostante quel
si
scolaslica teologia.
di teologizzare
trovò presso
i
più
slimati dottori non pochi contrari, a'qua-
mollo doleva che
fece nelle scuole la dialeltica,che fiorì singo
li
larinente in Parigi, pe'priini
insegnata
lettiche nella teologica dignità produces-
da (ji/g//e//?ioCampelleiise, e poi da Pietro Lombardo vescovo di Parigi detto il
se in molti scrittori errori ereticali, o al-
Maestro delle sentenze esse scrisse coli'
ivi
pel libro che di
intendimento di forma-
re ne'suoi discepoli de'teologi, e diede in
somma ta la
con esso un metodico corso di tutteologia. Siccome l'opera di Pietro
Lombardo ni,
si
(al
cui
tempo, secondo alcu-
stabilì nell'università di
Parigi u-
uno primo composta ad uso
na cattedra di teologìa, e ne fu de' primi a insegnarla, o forse professore di essa) fu
egli
il
venne abbracciata e seguita nelle scuole, cominciò a chiamarsi Scodelle scuole, e
benché ancora non fosse esposta affatto in quel metodo, in quello stile, in quella lingua, che poi strettamente adoperarono gli scolastici. Sebbene Pietro Lombardo viene ancora ilelto il capo de'teologi scolastici e il ." maestro della scolastica teologia, que1 sti nondimeno dovè cedere il posto allo lastica
la
teologia così trattata,
slesso suo discepolo
Abelardo monaco be-
l'uso dell'arguziedia-
meno improprie espressioni,
infatti buona parte dell'eresie di que'secoli vengono dal teologico peripatetisrao (filosofia
d'Aristotile che regnò fino al secolo XVI) che adoperavasi nelle scuole. Il già ricordalo Berengario, dalle dialettiche sottigliezze cade negli errori di fede. Il pure rammentato famoso Abelardo, per le dialettiche argomentazioni si avanzò ad e-
spressioni in materie teologiche che sem-
brarono
ereticali a molti,
o almeno im-
proprie e capaci di sensi eterodossi, e meritevoli di
coadanna. Arnaldo di Brescia
(di cui riparlai ne' voi.
269, LXVil,
p.
309
LVIil,
poi l'Italia e la
Germania colle sue
farono in errori che meritarono l'anateina. Perciò il dottore s. Bernardo spesse volte
declamò contro
contro r aristotelica
i
cavilli dialettici
di
che
di proibizioni pontificie;
sciidI.i l'i
concorsero discepoli da
Roma,
iighdlerra, e da lulla la eulta
dal-
Europa.
almeno
terinali e ristrette a'soli professori di rigi
e
che fu setante doglianze e accuse, ed anfilosofia,
gno
altri
eresie.
Altri nelle loro lezioni di teologia s'ingol-
canonico rego-
o secondo
268 e
scuola dialettica d'Abelardo, per infestar
lare, grandialetticoesotlilissimo,alla cui
nedeltiiio,
p.
e 3 io), uscì dalla
ia-
Pa-
che abusavano delle doltriae d'An-
TE
54
T E O
()
finché fosse-
slolile, e limitale al lenipo
lo COI ielle
l'ojjeiecli tiiiel filosofo. L'aii-
suo discepolo Eui^ciiio III si crede accademici nelle seno
tico
tlieisliluissei gradi le,
Dottore , Baccelliere e Licenziato,
di
Intanto che
si
stabiliva così nelle scuole
quella, per così dire, dialettica teologia, in
opere di
Le
fiequenti
ne leggeva
yllra più sotla se
altri scriltoridel secolo
eiesie che da ogni
XII.
banda levavans:,
tene-
\ano in esercizio teologi per cercare aruii, onde combatterei nascenti errori. Po teva ba>tare per molti il solo s. Bernari
do, per sostenere
le
verità della fede e di-
fenderla dagli altacchi
;
ma
tra gli altri
che ciò fecero nominerò P/V'/zo/V
/ cne-
rabile, eloquente e vero teologo, e de'tanti impugnatori degli
co de'maometlani; e di
San T
le
troppo
le
sottili
Ebrei ed an-
cardinale
Ugone
che sebbene mostrò pio-
itlure.
pensione per
il
uno
questioni scolastiche e speculazioni,
conservò sempre
il
decoro e
al-
nondimeno la
teologica
gravità, e la sua grand' opera lo mostra
mi vero teologo, e lo rese benemerito ileila teologia. Il metodo scolastico, oliiechè eia secondo lo spirito del tempo, servì opporlunameiile nelle controversie contro gli
La gore
per altri ostacoli, per non dire per diletto
che non dev'essere tollerato;
di scienza,
quindi è che noi ordiniamo, che
presentemente
in vi-
in tultu la chiesa Ialina, di assegna-
una ptcbeuda
le(;logaIe ne'capi-
i
vescovi
eleggano per la predicazione degli uomini capaci, che visitino in lor vece le parrocchie della loro diocesi,
Iranno
ne
al
ro.
I
quando
noi pò-
persona, e diano ediflcazio-
essi in
popolo
co' discorsi e coli'
opere
lo-
vescovi somministreranno loro con
chesussistere,quandosaranno
bisogno;
in
e ne'capitoli tanto delle cattedrali, delle collegiate
si
come
stabiliranno degli uo-
miiii,cbepossanodaraiuto al vescovo non solamente colla predicazione, ina coll'ascollare le confessioni, e fare
il
resto di
che riguarda l'amministrazione della penitenza. Per quest'effetto in ogni chie-
ciò
sa cattedrale vi sarà
un maestro che
segnerà gratuitamente, e
al
quale
segnerà un beneficio sufficiente.
mente
nelle chiese cattedrali,
tre, le cui facoltà
pitolo eleggerà
gratis
la
secondo
il
ma
Né
si
in-
as-
soia-
nelle al-
potranno bastare. 11 camaestro per insegnar
grammatica, eie altre scienze sua capacità," Ecco il canone,
la
del i.° concilio, »
ei elici.
disciplina ch'è
re cioè
sime nelle diocesi molto vaste, sì a molivo delle diverse occupazioni loro, d'infermila corporali, d'incursioni de'nemici, e
Le
chiese metropolita-
neavranno un teologo per insegnar a'preli la
s.
Scrittura, e principalmenle ciò du-
concerne
il
governo
delle anime. Si asse-
per lasussistenza del canonico teologo,
giierà a ciascuno di questi maestri la ren-
vuolsi che abbia
avuto principio in Franun oid manza riportala iieli.°to-
dita
CKi;e
gneià, senza ch'egli per questo di venti ca-
tuli
vi
è
mo de'Capilolaride'rediFrancia,eim'alnel Capitolale
tra
òaiidro III \\fì\i /><^/^7v///o
I
d'Aquisgrana. Ales-
79 celebrò
il
concilio di
//y^nel quale fu presci
ilio
per
lulta la Chiesa che ogni cattedrale e collegiala eleggesse
un maestro
di scuola,
ed
LateraiiO 1F\ adunato nel I 2 5 da lìuivccnzo ///versalo in ogni scienza, decretò che avessero le metropoil
concilio
i\\
1
litane
un teologo. Ecco
il
canone deli."
conciliu.'sSiccoine accade s[)esse voltc',che I
\escovi
[lulo la
non ponilo aniinmisliaieal pò-
parola di Dio pcr6oiialmeutr,u>as-
d'una prebenda sinattantochè inse-
nonico."
Di
questi canoni feci
menzione
breve que'due concilii generali. Così il 2.° concilio ordinò che nelle melropolilane si aggiungesse allo scolastico maestro di scuola, un Lettore teo-
descrivendo
in
due uffizi onde il prebendato leologale fu chiamato scolastico; in altre reslarono distinte e separale la prebenda logo; dipoi in diverse chiese
furono
teologale e la scolastica. le
Lo
scolastico del-
anche la diocesi. In prebenda dello scolastico
collegiate visitava
molli luoghi Iti
i
riimiti,
la
unita a quella del Pri/iiiccro, eoo
l'iu-
TEO
TEO
carico d'insegnar le lettere e i precetti della ttidecallolica. Noterò col p. ab. Bini, iMcmorie istoriche della Perugina Univeriità, p. 17, che non deve sorprendere se ne'priini del secolo XIII non esista memorie che in Perugia s'insegnassero pub-
blicamente
le
ne; giacché
come dimostra
sagre e teologiche discipli-
Tiraboschi
il
nella Storia della letteratura italiana,
mancavano pressoché
queste
in tutte le
obbligarono ristrette
5
t;
professori a raccogliere in
i
somme
corpi di tutta
e libri di sentenze, intieri
la
teologia,
da potersi det-
tare e spiegai e in pochi anni nelle scuoIe,e
impararsi dagli scolari. Questi
me
e di sentenze
libri
sembrando
cero nuovi coinmeoti,
si
disom-
aridi,
mischiò
filosofia d'alcuni colla teologia,
la
fe-
si
vana
intro-
s'
dussero questioni che ne produssero delle niente aveano chetare
che poco
altre,
ragione de-
colle proposizioni teologiche, alla cui in-
desumere dall'essersi dal concilio di Laleianu l\ ordin:ilu,cheogni chiesa me-
così molti teologi dalla semplicità de'pri-
uni versila allora esistenti, e
la
Tesi
tropolitana avesse un teologo,
il
quale
al
dogmi ed
telligenza
mi
doveano
Lo
scolastici.
servire, discostandosi
spirito dialettico
o
so-
dottrine, e ne rendevano perciò quasi su-
dominante nella Scozia e in Francia formò quello stile barbaro e disgustoso denominato comuneinenU: icolastico. Parlando TAndres del metodo scolastico, dice che ha suoi vantaggi,
perfluo riiisegnauieiito nelle università.
che dichiara,
clero e al popolo spiegasse precelti della religione.
abbondavano
goiari
i
i
chiostri de're-
I
altresì a que' giorni
di valenti e insigni precettori delle sagre
fistico allora ,
i
e
ponilo renderlo utile a'teo-
quella antichissima di Bolo-
logi;ma pe'difetli,che pure enumera, con-
non si trova monumento alcuno che faccia men-
clude che riesce poco gradilo, generalmen-
362
ricevè maggior autorità versola metà del
Il
perchè
iti
gna, ove fioriva ìaGiurisprudenza,
zione della f'ucollà teologica sino ali in
che l'inlrodusse Imiocenzo VI. Quindi
a pocoapocole università ebbero una più
regolare istituzione, e se ne
mero nel secolo X tiplicarono
ramo
le
II.
1
di sapere,e
Le
il
nu-
n questo pure si mol-
scuole e
sorgimento delle di teologici.
i
aumentò
le
cattedre per ogni
prepararono lettere,
il
florido
ri-
insieme agli stu-
Palazzo apo' da Onorio Ili co'
scuole del
furono stabilite Lettori del sagro palazzo, acciò spiegassero la Scrittura e vi esponessero le que.stolico
stioni teologiche più astruse,
re per
tal
Papa
l'
origine
del sagro palazzo, lo
come
nare la
le
teologo del
il
Maestro
p.
quale è considera-
Papa
opere prima che
il
ed ebbe pu-
si
e deve esami-
pubblichino
stampa. A lutto contribuì
s,
col-
Domenico
fundalore dell'ordine de' Predi calori i\eili
per \inD Olile aie aìii. Frattanto
si
era re-
te a'
buoni
teologi.
Questo metoilo però
secolo XIII, coll'usoche volle farne
Alhei-to
il
Grande,
rudilo professore che
si
fosse
menicano
b.
il
il
do-
più
con indequanto ne' filoarabi, ebrei ed egiziani
scuole, e ili.°de'lalini entrato fesso studio a ricercare sofi greci, latini,
era di più accurato ed esatto, e fu au-
vi
somma
tore d'una
teologica, d'una bib-
bia Mariana in lode della
poteva
dirsi
i>.
una Maiiana
Vergine, che
teologia, oltre
altre opere filosofiche e teologiche: fu
veano veduto
le
scuole. In questo
stalo
trovò
la
lico
Toinmaso d'rJff ni/io (ìoinetùcaiìo, metodo scolastico stabili-
il
s.
teologia
quale seguì
il
suo discepolo l'ange-
il
to nelle scuole per più
d'un
secoli>, e
ci.
Egli però con più profondo ingegno e
commen
e questa vieppiù s'introdusse nella teo-
lo e spiegò la dottrina d'Aristotile, e
pubblicità delle scuole,
roso concorso degli scolari, e la
la de'
libri
numemancanil
necessari per tanti studenti,
con
esso scrisse molli libri lllosofìoi e teologi-
sodo giudizio
La
il
teologo più scolastico che fino allora a-
sa più universale la filosofia peripatetica,
logìa.
e-
veduto nelle
di tutti gli altri
con più religioso e illuminato zelo ne corresse gli errori. Egli con profonda maestri,» trascorse
i
vasti e
sublimi campi della
TE
T E O
56
non abbastan-
cine più grandi, più su-
teologi da'vaiieggiamenli a cui s'iucaui-
nuovi lumi per
l'intelligenza delle materie
za illustrale.
Le
blimi e più imporlanli opere del dottore
Tommaso, sono
s.
cattolica contro
tutta
la
C)
per tanlo tempo la Chiesa, puie servirono alquanto a risvegliare
scienza teologica, clnnclo
somma
la
della fede
somma
gentili, e la
i
di
teologia, con quella purissima dot-
trina di cui è piena delle sue lodi tutta la
ni e afflissero
i
minavano
lescuole, e a richiamarli al ve-
ro sentiero dello studio delle cattoliche
combattere l'acutezza
verità, per
sofisti-
ca degli eresiarchi dotali di teologica el'udizioneje poi
vi
contribuì ancora
la
ce-
maestro posteriori; anzi sarebbe
lebrazione de' AVzo*^/ di Pisa, Costanza,
riuscito più portentoso se fosse fiorito in
e di Firenze. In quello di Basilea perla
Chiesa, e che di tutti
secolo
i
Io fece
teologi
divenire
meno depravato di
il
gusto pegli stu-
Tuttavia Dottore dì s, Chiesa
di scientifici e più illuminato.
è venerato
come
il
più benemeritodell'esattezza e verità
tee-.
Jogica, e delio studio di questa scienza sa-
Basilea (d'ambedue fu stabilito
I.''
che
Eccone
canonici.
il
i
riparlai a Svizzera),
teologali sarebbero
canone. « Alfinchè
i
benefizi sieno pieni di persone capaci, vi
un
sarà
drali, e
teologale in tulle
le
chiede catte-
questo dev'essere canonico, dot-
gra.
tore o baccelliere in teologia, che abbia
il
studiator o anni in una università privi-
Glande e glorioso dottore fu pure conìemporaneoj rancescniio s. Bonn-
yentura Fidanza caróìnaìe.
Il
correligio-
so Giovanni Diuis detto Scoto, famoso
teologo decorato col titolo di dottore sot-
suo ingegno in-
tile, colla sottigliezza del
ventò nuove questioni e nuove arguzie, e stabilì principii differenti da quelli di s. Tommaso, e formò un partito o una jiuova scuola teologica diversa dalla Toinistica
o dottrina
di
s.
Tommaso,
pure Tomismo e Tomisti
no professione di te
i
segui ria, pari icolar men-
suoi domenicani. Allora
i
francescani
dichiararono Scotisti, cioè teologi ci
detta
quelli che fan-
si
scolasti-
attaccati eseguaci della dottrina e senti-
mento
dello Scoto; e lutti quelli che con-
correvano
no
il
alle loro scuole
partito, e
Bonifacio /?z«7/Y7,
si
ne abbracciaro-
disseroanch'essi Scotisli.
P III fondò
1'
Università Ro-
colle cattedre e facoltà proprie de-
Le contese tra Giovanni XXII e l'ordine Francescano stdl'abigli sludi generali.
to e
la
loro povertà, tennero in agitazio-
ne per qualche tempo che.
Le al tre questioni
le
scuole teologi-
agitale da quel Pa-
con chiara Pro/è.y.v/o/ie della fede cattolica. Dipoi pa, furono poi da
fiorì
lui ritrattate
per teologia Gregorio XI.
$ive eresie, che
firmarono
le
Le
suc-
varie sette
de Fiele/isti e degli Ussiti nel fine del secolo XIV, che produssero tanti disordi-
legiata.
Che
bende
a'
in
ogni chiesa cattedrale o
darà la 3.^ parte delle pregraduati dottori, o licenziali o
collegiata
si
qualche fìicollà. Che curali muralesarannoalmeno profes-
baccellieri in
delle città
i
sori in arti(o scienze) ".Altrettanto ordina-
rono la PraniniaticaSanzione, ed WConcordato di Leone X, per la Francia. In regolamenti sono variati, seoggi però condo diversi stali, e il corso di teologia i
i
viene fallo
comunemente ne'seminari,
nei
collegi e nelle università. Di più lanlo
concilio,
che
la
prammatica
e
il
il
concor-
dato, statuirono per doveri e funzioni de teologali, di lisiedere nelle loro chiese, e di piedicare e
meno una
lo ri
dar
lezioni
due
che poi variaronosecondo
ca
do
i
i
volte o per
volta per settimana: dovei
luoghi. Cir-
diritti e privilegi de'teologali,
secon-
prammatica e concorteologale che adempie a'suoi do-
detti concilio,
dato,
il
predicando o insegnando, è con'^ideralocome presente al divino ur(izio,e benveri
ché non
vi
abbia
assistito
può percepire
generalmente tutti frutti della sua prebenda, al pari de'canooici che vi hanno assistito. Dipoi il concilio di Trento fece un simile regolamento. Fu permesso ai teologali la rassegna di loro prebenda leu i
logide a persone capaci di possederla,
et!
TEO
TEO anco
permutarla. Gran merilosi fece
eli
nelle scienze ecclesiasliclie
il
cardinal Pie-
decreti conciliari, alla ti
lont'altre cognizioni e molteplice erudi-
temente
zione, e fornìò nella sua scuola Giovan-
teologale. Nel
Gersone. ed
secolo
XV.
altri eccellenti teologi del
In questo
greci divisi
i
da tan-
tempo da'lalini,aveanoaltrognsto ne-
to
gli studi,
agitavano altre questioni, e col-
tivavano per così dire un'altra teologia,
quale seguì un corso di ve^^o da
la
ma
lo della latina;
la
(juel-
Grecia non avea più
quegl'illustri teologi da poter slare a con-
tìontode'Iatini.
Nondimeno
la
greca teo-
Germania,
Francia, alla Spagna ed agli
tro d'yiyllì, che seppe unire alla teologia
ni
57
estese alia
si
cattolici, ne'quali
grado e i^j
il
i
IJ professore logo.
altri sta-
mantennero costanl'ulììzio di teologo o fu creato Papa Sisto
si
acutissimo teo-
di teologia e
rifiorimento della teologia avven-
Il
ne nel secolo XVI,
modo
al
che
lo rac-
conta Audres nel cap. 5, osservando che nel listoiamenlo de'buoni studi, la teologia era forse
la
scienza che più avesse
lardato a coglierne li
avvenimenti
di
i
fruiti.
I
memorabi-
quel famoso secolo, che
in tanti aiticoli descrissi, le rapide e stre-
logia liuninosamente spiccò nel suddetto
pitose rivoluzioni che in brevissimo
concilio norentino,nella grande questione
po alterarono
(leda processionedello Spirito santo,
che
teneva da tanti secoli divise le due chiese greca e latina; quindi il Primato de!
tem-
la faccia
della Chiesa, fece-
ro nascere in qualche
modo una nuova
teologia, per
la
cognizione delle Lingue
a nliche e dell'ecclesiastica Ziriif//:;z'o«e,che
Papa, che non solo dagli scismatici foziaIli, ma da tutti gli eretici è stato sempre orgogliosamente contrastato; la composizione delP<7«eeucarislico, il Purgatorio, l'utilità de Suffragi pe' Defunti, e altri
in peculiar modo si coltivarono per le ricerche teologiche. In tal modo la teologia si rese più ricca e più castigala, col-
punti contrastati che doveansi decidere
spute e rinomati
nel concilio. In esso concilio
il
cardinal
GiuiianoCej'ar/msi mostrò profondo teologo, e benemerito ne fu pure il cardinal
Giovanni Torrecreniata, benché piìi celebre canonista che teologo; mentre sopra lutti fece onore alla greca teologia il
l'aggiunta dell'antica erudizione e vera letteratura;
scritti.
tinaci e feroci eresie le Sette,
comprese
che produssero quelnel generico
ghilterra,
la
marca,
Norvegia,
la
Scozia,
la
Svìzzera, ed oltre altri
to nell'Italia, sebbene fossero fondale in
//.'pr/r«
università e anco in molti altri
le
stabilimenti
comuni
a tutte le città più
considerabili, cattedre di teologia separate
da quelle ch'erano ne'primi tempi pres-
so
le
man-
cattedrali,sicontinuò tutta viaa
tenere quest'insegnamento presso molte re li
la
come
continuò pure a insegnateologia ne monasteri e ne'conven-
chiese,
si
degli ordini religiosi
ra); e in
(come
si
fa tutto-
lultelecaltedralie in molte col-
legiale ancora
si
conservò
il
grado
e
tolo di teologo ad unode'canonici,
il
il
ti-
che
ricorda l'antica istituzione delie scuole di teologia presso sta
le
chiese più insigni.
Que-
discipliua,coniermalu altresì da vari
nome di
Protestanti, che sventuratamente fecero prevaricare tanta p^v\.eA'\Germania,\' In-
gran jBessarione poi cardinale. Inseguitulle
clamorose diTante, e sì per-
esercitò con
si
Svezia,
la
Dani-
Paesi-Bassi, la popoli, anche 1'^^-
i
per l'introduzione degli errori re-
però nuovo vigoreagli stuun nuovo gusto alle scienze
ligiosi, dierono
di teologici,
ecclesiastiche, perle tante controversie agitale caldamente, difese o
tanti eminenti teologi e
da
impugnate da tanti uomini
grandi, che produssero eziandio
ma
la rifor-
della disciplina ecclesiastica, e la ce-
lebrazione del sagrosanto concilio generale di Trento, che
si
rese
immensamente
vantaggioso alla Chiesa e alla teologia colle sue venerate decisioni. Fra le sue preziose ordinazioni, va
rammentata
la rin-
novazione i\e Seminari vescovili con assoluto vocabolo speciale, per 1' insegna-
mento
delle scienze ecclesiastiche e priu-^
TEO
TE O
58
ti|>(iliiienle delle s.
rido canonico, o che pei* pubblica testimonianza di qualche accademia sia dichiarato capace d'istruire gli altri". Osservano alcuni, che l'istituzione del teo-
Scrilture, e della sa-
qia teologia piecipuamenle morale, on-
de divennero
le
scuole piùrispellabili del
cn>tìauesi(iio. Gli scriltori della vita di
Gaetano fondatore òe Teatini e
s.
logale o canonico teologo,
patriar-
concilio
il
1'
e-
ca de'cliieiici regolali, attribuiscono a lui
slesealle chiese collegiate fondate ne'Iuo-
insinuazione a'padri dell'erezione de'se-
ghi in cui evvi un clero numeroso; e ch'è
1
nunari per l'istruzione
e
fijndalorede'(^(',9ji77/', e
ad esempio del giù
ancor dubbio se ciò debba intendersi delle collegiate che trovansi nella città ve-
riforma del clero. Altri danno questo vanto a s. Ignazio ila lui istituito
Collegio
benemerenza
cui e della
scovile essendovi
un teologo
(di
cattedrale, e che ordinariamente
Ignazio
ri-
non
di
s.
collegiate. Sulla scella e
Trento a riparare la rilassatezza del clero, non solo raccomandò a'vescovi
teologali,
cilio di
nelle diocesi le
s.
Scritture e
ma ampliando
legge di Dio.
\escovi ad erigere la
go che
il
I
in ciascuna chiesa o cattedrale
l'istituzione
i. "prebenda
Gregorio XVI, IndegW 8 maggio 84451^0" concilio di Trento provvide che
ter praeeipuas,
la
del concilio di Laterauo IV, abilitò lutti
approvazione dei
concilio nulla determinò. Nel-
il
la lettera enciclica di
cura che venissero annunziate frequen-
temente
usa a
si
istituire teologali in quella sorte di
parlai a Seminario romano). Inoltre d con-
la
nella chiesa
Germanico
canoni-
o collegia-
non mancas-
ta delle città e grandi terre
i
una prebenda teologale, da
se
conferirsi
cale vacante in teologale stabile, in cia-
a persone certamente idonee all'esposizio-
scuna chiesa cattedrale o collegiata, con questo canone.» Il s. Concilio pieno di ri-
ne
spetto e di attaccamento per
tolico,
le
costituzio-
non volendo che
ni
de'Papi
si
trascuri di trar proOtto dal tesoro ine-
e de'coucilii,
vi
quando
ti
troveranno nelle chiese de-
si
sibili
maniere pos-
a spiegare e a interpretare
tura, e di non conferire
tal
la s.
sti-
pendi se non a persone capaci di adempiere da se ]N()i
carichi, che vi sono annessi.
i
vogliamo
tura della
s.
non mai intermetta
dì eccitare e di aiu-
no
riuscite
meno
fruttifere.
Essendosi staccati dalla Cattolicackiesa, fuori della quale
non
lute (e lo ripetei nel voi.
quegli stati che
vi
è l'eterna sa-
LXXl,
i84),
p.
rammentai poc'anzi, do-
audace, furbo, maligno e tristo Lute-
si
si
stabilisca eziandio
nobile e
sì
que-
essenziale ne' col-
dove non
fosse stala anco-
avesse di continuarla
suo stabdimento".
Un
altro
dopo
canone dequaquanto al-
chiesa cattedrale, deve avere tutte da'sagri (^7/^0/;?,
le
ec; e che abbia ottenuto in qualche università il grado di maestro Di' dottore, licenzialo iu Teologia, la
leg-
come
Lettere, e
la fatale e
che
cretò:" Chequeglichesarà scello per una
lità richieste
l'olfizio di
le s.
po
altresì
ra in vigore; e diesi rinnovi in quello ove
il
ben adempivano
ce,
sì
si
teologi
coltivi la let-
legi pubblici,
trascuralo
Sede sempresi congratula-
Scrittura nelle comunità dei
monaci, e che sta pratica
la s.
Scrittura. Di
gere pubblicamente
Scrit-
sorte di
che
s.
episcopato cat-
all'
tare le loro cure pastorali, se in questo sie-
onorari fondati per professori di teo-
logia, di obbligarli in tutte le
Papa dichiarò
il
\aco'vescovi,se presso di loroi prebenda-
stimabile iWLiliri santi, ordina a'vesco-
gli
e interpretazione della
più
nascila,
,
pretesa riforma dell'infeli-
ro, riuipastalore di condannati e negletti
erronei insegnamenti,
scuole di teo-
le
logia diventarono ne' sedicenti paesi ri-
formati, ossia eretici, più attive,
numerose
mento, cominciò allora
l'età delle già ac-
cennate controversie, nelle quali sero
i
te gli
mo
e
e più
perchè olire l'ordinario insegna-
pili
uomini più ilei
si
distin-
grandi ingegni, e generalmendotti del protestantesi-
callolicismo,
f linose, tutti
I
anche con opere
ammenlatie
qualificali dal
dolio gesuita Andres. Egli
Uà
gli eretici
e
TEO die produssero tare
fouù
il
TEO
bene letterario
la
scienza teologica, e a trattarla con
più conveniente dignità,
die
nomina
l'ardi-
caporione de'nova-
lo e accorto /yf/^c/o, lori,
d'eccl-
teologi cattolici a studiare ne'siioi
i
fece nascere tante controversie
teologiche, e
occupò seriamente l'animo
de'leologijed isuoisegiiaci ediscepoli /^»Icrd/ii
che ne abbracciarono
i
pestiferi
errori, tratti più dall'amore della novità
e dallo sciolto freno alle passioni, che dalla
dottrina arbitraria e capricciosa del-
l'impeluoso eresiarca.
Uno
Zuin-
di essi
glio fu caposelta deZiu'/igliaiii, altri die-
lono origine nili, altri a
agli yliiaÌKittistie Mciiìin-
l;i
(\e
Tra di esse fénumerosa sussiste quel-
diverse sette.
ce più strepito e
Calvinisti^ da'quali con altre deno-
liiinazioni uscirono (pielle sette ral a'Ioro articoli
;
che nar»
insorsero pure diver-
se sette tra gli sfessi dissidenti per questioni d'opinioni, e per
qui ricorderò
i
non dire
Scrvctisti ed
i
di altri
Sociniaiti,
e quelle descritte a Inghilterra, Scozia e Svezia. In
mezzo a tante deplorabili no-
pita, a tante eresie e scismi, lolica seguiva
la
costantemente
chiesa caile
antiche
sue tradizioni autenticate colla credenza di tanti secoli, e rimanendo immobile nella
sua santa unità alla Sede Apostolica,
pò do Po/o;
59
Gregorio Co/-fe«',Reginal-
.y^irZo/c/o,
e così molti altri personaggi e
lellerali, ecclesiastici del clero secolare
regolare impiegiirono
dilesa della cattolica religione,
teologiche.
e
loro cognizioni in
le
con opere
Agqiunge l'Andres, che ad o-
nore de'progressi della teologia, nel secoIo
XVI
basta ricordare
il
già celebrato
Trento, assemblea piena di dotti prelati e di rinomati teoloi^i, dove potè la teologia comparire in tutto il suo splendore,e tra'caidinali che v'mtervennero vanno nominali Seripando, MoroJiie Oslo. vi convennero tanti teologi capaci di ben discutere le materie e rischiarare le controversie, che formarono il più venerabile e numeroso congresso di teologi che si fosse mai veduto in tutta la concilio di
I
Chiesa,
li
metodo
stesso di trattare le
usato in quel concilio, die
terie
che negli
farvi spiccare assai più
ma-
campo
di
altri la
L'Andres poi celeToledo e Brllarini' /K',edu jPtVTO//,che meritarono la s. porpora. Mentre protestanti erano così comteologica erudizione.
bra ancora
i
gesuiti
i
battuti da'caltolici,
mutuamente, e si mento in più e più
ro
si
dibattevano fra
sette,
che
si
lo-
mo-
divisero ad ogni
dilania-
rono con ostinate dispute teologiche e controversie di credenza. Intanto con più ,
impegno
procurava con saggie conferenze e colloqni,coQ assemblee e con sinodi, con lega-
ze teologiche, vedendosi
zioni, nunziature e con mediazioni,
obbligati ad entrare in lizza cogli avver-
bri e scritti di varie sorli, e cou
zo di richiamare
gli
con
li-
ognimez-
smaniti suoi
figli,
d'impedire ulteriori divisioni e rotture, e produceva in più classi di persone dotti teologi, che combattessero le nascenti eresie e illustrassero
Do[)0 aver
1'
le
dottrine cattoliche,
Aiuires celebralo (iiovaniii
il nipote Gio. Francesco Pico della J//randola, per aver contribuito al rifiori-
e
nomina Erasiìio^ secondo alcuniereticooalmeno di dubbia fede, che tanto giovò ad essa. Tra cardi-
mento
della teologia,
i
nati diesi
applicaronoaconlulare
toii, ricorda
i
nova-
TouiaiasoA^;V)oGaetano,Gio-
\'umii /wòt/uv, Gaspare Coiiiariìii,i^icu-
sari, la
i
cattolici coltivarono le scieu-
ed a sostenere
in
frequentemente
voce e
in iscritto
purità degli antichi dogmi, ed anco a
dibattersi tra loro stessi per le questioni
Men-
che spesso agitavansi nelle scuole. Ire la
Germania eia Francia,
e
blimi ingegni della chiesa latina
piùsu-
i
si
dibat-
levanoin polemiche discussioni sulledottrine de'uovatori, queste giunsero eziaudio ad eccitare ci, la
pò
in
le
già sopite menti de'gre-
cui teologia giaceva da molto
oscuro e ignobile silenzio;
potè propagarsi tra
gli
scismatici greci la
dottrina degli eretici luterani:
mi
tentativi fecero
i
lem-
ma poco
calvinisti,
die successo per la professione
i
inedesi-
con qual-
di fede,
che
-
1
T E O
TEO
avea molli de' loro errori, del palriuica
snellismo furono motivi dì gravi contro
Cirillo Lucari, per cui hi deposto. L'Aii-
versie nelle scuole cattoliche, e di questio
6o
dres chiama
celebre Leone
il
yf///rtct/,
cu-
stode della biblioteca Vaticana(della qua-
Stamperia Vaticana),
le ripìirlai a
i'id-
liuio teologo che abbia conservalo l'ono-
re letterario della Grecia.
Dopo che
Trento avea meglio
cilio di
sa di al p. s.
V
Pio
s.
nel
Fictio
s.
I
570
ili
con-
stabilito la
jnebeiida teologale nelle cattedrali, to
il
il
dot-
nella Cliic-
l'istituì
} aticaiio, e l'assegnò
Manriqnez domenicano, maestro
del
palazzo, ed a'suoi successori domenica-
ni col canonicato, allineile potessero in-
st'gnare
la
teologia di
s.
Tommaso
alle
persone del capitolo, ed a quelle del palazzo apostolico. Ma Gregorio Xlll che gli successe,
considerando che
tale dispo-
sembrare ingiuriosa al cle10 secolare romano, rivocò la bolla d'istituzione, e ordinò che la prebenda si con-
sizione poteva
un dottore
ferisse a
clero. ! noltre
in teologia di detto
G regorio Xlll per coulribui
re all'istruzione del clero nella teologia,
aderendo
agli ordini del concilio di
Tren-
to, prescrisse che ogni chiesa cattedrale
li
mantenere un
4
il
Sagro Col-
cardinali alme*
Frallanto gravi controversie insoril
cui autore Miche-
Baio fu condannato pe'suoi errori da Pio VeddGregorioXIlI.Ma
ta dottrina
non
si
estinse, e ne
la
proscrit-
nacque alGian-
tra più pregiudizievole eresia nel senisiìio,
per sostenere Cornelio Gianse-
dottrina di Baio; per cui
Urbano
Ville Innocenzo X condannarono 5 Piopo*t:./o«/.Seguendone gli errori Qnesnel/o, il dotto e zelante Clemente Xlcondanliòioi proposizioni di sua opera. Verso fpiesl'epuca fiorirono dinali
che
il
la prescrizione dell
canonico teologo dovesse
fa
re pubblicamente al clero, ed anche al pò polo, quindi emanò la hoWa, Pastorali ojjlcii, de' 1
I
,
1
9 maggio 7^5, Bull. Roin. 4 4- Decernitur, ut in Ec 1
par. 2, p.
(
'
clesiisCatli,cdratil>usItaliae,itisularu7n
que adjaceìitiiun pracbcnda theologa lis, et
canonicus potiiitcntiarius inslitua
tarj culli quibusdain ordiiiationihus. Li
prebenda del Penitenziere delle cattedra è di antica istituzione che meglio pre scrisse il concilio di Trento, e che si con ferisse a un teologo dottore o licenziate in teologia. Poco dopo la cattedra apoli
Bene
stolica fu illustrata dalla dottrina di
detto
XIF.
Nel decli nar del secolo
XVI
1
clamore e preoccupò teologi l'ope ra di Hontlie.ini o FebrGnio,conlro la qua fece
i
pseudo-sinodo
sero pel i?a/rf«e?//;?o,
la
lezioni
successore Sisto V, teo-
il
lettore
nodegli ordini mendicanti maestri in teo-
nio
Trento, rinnovò
di
Sede,
s.
legio sempre vi fossero
s.
stabilimento della prebenda teolo
lo
le il celebre gesuita p. Zaccaria pubblicò V Antì-Febronio, come fece strepito
logo egregio, stabili che tra
le
per
gale, a forma del decretato dal concilia
della scienza e per uti-
là del la
logia.
ter
A decoro
fosse obbligala a
teologo.
BenedelloXIll
ni teologico-moraIi,e
minò l'affare degli appellanti giansenisti QuestoPapa nel concilio romano deli 72;
Enrico
iVb/7.s'
i
gran teologi e car-
agostiniano, b. Giu-
seppe M.' loiiìììiasi teatino, e Vincenzo C^o/^/domeiiicano. Il giansenismo eli que*
i
di P/.yto/ del
vescovo Ric-
Fra gli eccellenti teologi di quell'epe mi limiterò a ricordare il cardinal Già cinlo Gerdil barnabita, ed il p. d. Man ci.
ca
ro Cappellari camaldolese.
Il
J
."pubblici
quelle dottissime opere che riportai nella biografia,
il
sublimato
a!
gorio a
XVI,
Roma, che
2,° aueritò nel
pontificalo col
1
d'essere
nome di Gre
e del quale ripeterò fu
uno de'più
profondo teologo. lice
i83
11
dotti
eh, mg.'
il
dette
Papi
(
Mario Fé
Peraldi, infaticabile e valente scritto
reconlemporaneo,neli833co'tipidiLuc ca ci ili è la Lettera ad un giovane ab' bate studente sagra teologia.Quesìa può dirsi un sugoso e ordinato estratto di quanto contiene lasagra scienza, il suogenerale prospetto. In prima egli raccomanda allo studente di essa di accoppiare colle istituzioni della dogmatica teologia, e
T di congiiuigeivi
ED
T E O
contempoijineamenteal-
cuna leggeia Imluia destigli
libri coli'a-
iulo delle annotazioni di savio interprete;
cioè
gli
prescrive Io studio della storia ec»
clesiastica, della Scrittura, eil
metodo da
cap. y
I
più necessaria al vescovo, riportando
sia le
nendogli
leggisti,
uìigliori autori.
i
Allorcliè poi
riguarda
il
romano
Pontefice,
premazia e giurisdizione sa, e di
no ne
a
la
che
sua su-
in tutta la
Chie-
quelle altre cose che appartengo-
questo
sommo
gerarca delia religio-
Ci
eletti \'esco\'i sie-
no più idonei li teologi li canonisti, osserva che è un punto molto controver* so, quale delle due facoltà e cognizioni
tenere in quello de'sagri dogmi, propo-
tratta di quella parte della teologia
Se per esser
:
diverse sentenze. Alcuni opinano coi
molte
che quando nella Chiesa erano conveniva che
eresie,
retici e convincerli
de'Ioro errori;
essendovi più eresie,
servono che
questo genere, ove colla più nervosa eru-
to è giudicar le cause
dizione trovasi fuso, m'esprimerò così,
de! loro foro, e terminare
quanto da'fadri
liti,
le
governo delle diocesi meglio
al
sottigliezze e le speculazioni de'teo-
poiché
logi,
principale del prela-
l'uffizio
che servono
al
e le controversie
comporre
le leggi,
i
predicare; e tuttoché convenga
mentOjCin cui rovesciati e dispersi restano sofismi degli avversari. Quest'opera è il Trionfo della s. Sede e della Chie* sa (contro gli assalti de' novatori coni' battuti e respinti colle stesse loro armi)
vo
di d.
Mauro Cappellari
XVI sommo
Gregorio
siccome già te
uii espressi
sia sta-
quella
coraggioe dello zelo col quale cotan-
mitosissime e spinose circostanze
(la
de-
VI prigione detronizzato dei la stampò neliyqq in Pioma
nella stamperia Pagliarini
in
foglio); è
quindi che in tempi di taula procella
e
niuno era pia degno di Maestro che conosceva a fondo i mezzi di abbatterne gl'inimici ... Inestimabile produzione del più squisito e opportuno lavoro". Del pregio dell'o-
di tanti attacchi
salirvi del perito
LXlIIj 3
1
p.
j
58
7 rilevai
e
1
XVI 09
quanto
:
fu
ragionai nel voi.
e nel voi.
LIX,
ammirala
dall'im-
peratore di Russia Nicolò fosse
il
p. ab.
dinalato.
Il
I,
p.
innanzi che
Cappellari elevato al car-
p. .Menochio,
vescovi di
Ma
tal peso.
sentonoedifendono il contrario, fondandosi tiell'autorilà de'medesimi sai
teologi
gri canoni, e
particolarmente del concilio
Trento, che dichiarò: Quia vero Chri-
stianae reipublicae, ?ion niinus necessa-
to laboriosamente aveala ditesa in cala-
pera di Gregorio
i
vesco-
Pontefice, quale,
confidenzialmen-
to dalla provvidenza innalzato a
francesi, e
altri e sollevare
al
può supplire bene con
di
Sede medesima appunto per ricompensa
dicò a Pio
si
camaldolese, ora
con unprudenteamico, reputo
del
la teologia,
le
canoni eil
astato scritto appartenente a quesl'argo-
i
Leg-
gi e (ìc'Canoni è più necessaria, perchè
Gesù Cristo, soggiunge:» Ma in tanon potete affatto trascurar la lettura d' una recente opera classica in
e da'piìi celebri dottori
ma non
la scienza delle
le trattato
di
vescovi fos-
i
sero teologi per poter disputare cogli e-
Stuore, cent, g,
quam
ria est praedicatio Evangelii,
le-
hoc estpraecipuwn Episcoporum
ctio, et
niunuSy statuit, et decrevit
eadem s. Sy~
nodus onmesEpiscopoSk, Archiepiscopo s, Primates et omnes alios Ecclesiaruni Praelatos teneri per se ipsos, si legitiine impediti non fueiint, ad praedicandunt s. Jesu Chris ti Evangelium". Essendo il ,
predicare
il
principale uffiziodel vescovo,
saranno più idonei
i
teologi che
i
cano-
dogmi e misteri della s. fede, il che non si può fare senza pericolo d'errore da chi non è teonisti,
logo.
dovendo dichiarare
J
i
vescovi quali successori degli apo-
stoli,
è loro proprio l'insegnare.
de
p.
il
Menochio con mostrare
Conclula
neces-
sità della teologia ne' vescovi, e tanto
glio sarà se vi
si
sagri canoni. Col
nato
come
unisce
la
me-
cognizione dei
medesimo avendo accen-
Cristo esperimentò
s.
Pietro,
tuttavia notai a Letterato, che tra'Papi dolli
maggiore pure è
il
numero
de'giu-
T E O
62
TE O nvenjo
recnnsiilll e (1e'canoni>li;
inoltre
colo e clesciilto nelle iiiografie, che
l'ini.'ii
diversi Papi di
mediocre dottrina, pure
è riifri7Ìo
giace
però a
tlella te<>lo^i;i, e
come
Iji
che
alFeriiiare
parie
canonico e
diritto
il
lei
al tulio, onile
si
sog-
dee
In teo-
colle altre egregie doti supplirono alTot-
logia piatica siano lo stesso abito senza
timo governo spirituale e temporale.
diderenza
Il
vescovo Sarneili, Lettere eeclestastiche, 5,
t.
lelt.
Se
o:
I
il
vescovo possa asswue-
re rt//<7.yfJ7-e/;rH^«teo/og'fl/fjmr/off07'er//
fi
un de-
a loio.Snrnelli riporta
creto che lascia all'arbitrio del vescovo,
che
provvisto della prebenda teologa-
il
le
leg»a solamente casi di coscienza nel-
legge canonica, risponde affermativa-
la
scuola di teologia morale, ed altroché
mente, perchè
dessi
detto concilio di Tien-
promiscuamente
io parla
mente
il
della
s.
maniera
s,
Sciili
di vina, cioè ne'libri del Testaììieitto vec-
chioe njiovo. Provenendo dunque
la leg-
ge canonica dal medesimo fonte, da cui la teologia deduce suoi rivoli, fa rettai
vescovo, che assume
il
dottore
sa di IJisceglia,
lo,
hanno
la
teologia è parte speculativa e
parte pratica,
e
ca,
come
insegna
s.
Tommaso;
legge canonica è una teologia prati-
la
perchè
sì
zare
le
fine di lai facoltà è diriz-
il
anime per
canoniche
leggi
alla
salute eterna, sì ancora perchè nel solo Toluuie de Decretali il contengono molcasi utili e necessari tanto pel consiglio
ti
delle aniuìe e del foro della Penitenza,
quanto per reggere e
e govei-nare le chiese
beni e lìendita ecclesiastica. Sicché
i
per essere buon teologo bisogna sapere d diritlo canonico, senza il quale è come l'empirico tra'medici. Bisogna ([uindi che i
sacerdoti sieno perili ne'canoni ecclesia-
servendo
siici,
la
teologia speculativa per
c[ueìuo^U\,inriuibuspullulant/ìaereses,
per impugnare allucinale.
i
sofismi di quell'anime
Senzaché
diritto
il
canonico
è subalterno alla teologia pratica, ia
parte
che
la
al tutto,
teologia
essendo
pratica
,
come
lo stesso abito,
cioè quella che
stabilisce la conservazione e
si
iic al
debba rendere
a
ciascuno
line sopì annalurale: questo
turno
^
Ora
et antianitate.
i
teologi
un nuovo omaggio di venerazione alla Madi e di Dio sempre Vergine, contribuendo al suo nuovo triorifo e reso
Immadogma di fede; Me-
facendo plauso alla decretata sua colata Concezionequal
argomento che LXXIII, p. 4^
lo e vasto
nel voi.
ir)
*^
breve svolsi
^^S-'
"^' ""^'
Cenni slorieiintorno al dogma dell' fnimacolata Concezione, sua definizione. dogmatica, e dimostrazioni solenni e universali di giubilo religioso.
TEONA
(s.),
arcivescovo di Alessan-
dria. Succedette a
IMassimo sulla sede
s.
patriarcale di Alessandria nel
282,6
la
occiipòquasi rganni. Pel suo sapere e per la
sua santità egli fu
il
più bell'ornamen-
lo di quella chiesa, in cui annoveravansi
allora molti personaggi
che
dotti, fra'quali
chisla,
non meno
santi,
prete Pierio cate-
soprannome di noTeona compose un'i-
che meritò
vello Origene. S.
il
il
struzione in forma di lettera, nella quale
in ordi-
dava delle regole di condotta a'cristiani che viveano alla corte degl'imperatori, ed era indirizzata a Lucianoi.°ciambel-
ancora
lano di Diocleziano. Passò
riparazione
delle ragioni alimi, prescrivendo quello
che
nel-
da teologale, per non esservi dottore teologo,edottenneancheil rimanersi m?^/?/-
a
j
un canonico dottore
l'ima e nell'altra legge passò alla prebeu-
ne'canoni alla prebenda teologale. Oltre ciò
suodire, con di-
piebenda teologalepossa assumersi il dottorene'canoni, e lo conferma con altri decreli che pure riporta, da'quali si ricava diversi canonisti checonseguironola prebenda teologale; e nella stessa sua chic-
La
tura è promiscua co's. Canoni, poiché
il
il
erasi espres-
s.
decreti de' Papi sono fondali nella legge
mente
egualmente dal ca-
spiegarsi
chiaiare che non resta dubbio, che alla
concilio di Laterano IV.
il
ponno
nonista; stringe (piindi
Scrit-
Teologia e della
tura, e della slessa so
e indifferente-
alla
beata e-
T E R
T E O fernitii
sta
il
nell'anno 3oo.P».iportasi lasiin
2 3 agosto, e
sandro
patriarca
ii
una chiesa
gì' intitolò
fe-
Ales-
s.
Neone
/'.
TEOl'ASCniTF. lo, così
Dio
il
titolo di
nodo
di
Paolo
martire.
(s.),
TEOPTEMPTO, ilei
martire.
(s.),
V
Eretici del
Padree
tutte
le
ti
persone della
e
ss.
s.
Roma
la 7,.°
Cardinale. Prete
EuNcbio, intervenne
al si-
da
celebrato nel 761
s.
I.
TEORIA,
seco-
nominati perchè insegnavano che
consunta da un in-
eh' era stato
cendio.
che fece
fal)bricare in Alessandria.
'J'EOXILLA
dopo
G3
r//
provincia di Macedonia sotto
tropoli di F'ilippi, eretta nel VII
la
me-
secolo
Trinità aveano solFerto nella Passione di
nella diocesi dell'IUiria orientale. Forse è
Gesù
la stessa di Tlìcorina,(.\\ cui trovasi
realmente
Cristo. Essi erano
l'Aiti-
un ve-
chiani o fautori dell'eutiGhianismo, ben-
scovo sottoscritto a'canoni;/?
T'/'»//o.cliiu-
ché volessero comparire cattolici; fecero stiepito e portarono con'ieguenze dannose in parie riproducendo gli errori dei PtitropnssiiiiiiX^\.\t%{a eresia ebbe per capo Pietro Fullone, falso vescovo a'Antio-
uiato Giorgio. Oriens dir.
t.
,
cliia,
per aver aggiunloal Trisagio: qui
cnuifixus fs prò
iioìns; fu
condannata
Papa s. F'elicelII Pvoma del 4*^4? ^ '" T'alio contemporaneodi Costantinopoli. Questa eresia l'abbracciarono piu'e monaci
sino dal suo nascere da nel concilio di
i
TEOS.
2, p. gr.
/ ; Susos.
TERAMO
(Aprilli n). Città con denza vescovile del regno delle due lie,
resi-
Sici-
ca[)oluogodella provincia dell'Abruz-
zo Ulteriore a più di
I,
di distretto e di
cantone,
Ascoli di Satriano e
5 leghe da
loda Aquila, giace al confluente del Tordino e della Vezzola, sur tm'alta pianura che le circostanti colline e
aspetto del
ii
selvaggio
monte Corno rendono vagapur sede d'una corte
acemeli eutichiani della Scizia,dellaqua-
mente
ragionandonea Tartari A, ivi ne riparlai. Rinata in oriente l'eresia nel secolo IX, sostenendo settari che Cristo avesse
criminale perla provincia, d'un tribunale civile e d'un giudice d'istruzione. Seb«
le
i
patito sulla croce secondo
pa
s.
Nicolò
1
nel sinodo
la
Pa-
divinità,
romano dell'BG^
con sentenza di scom unica.dichiarondo doversi credere fermamente, che l'est inse
Cristo redentor nostro sostetme
la
pas-
sione della croce soltanto secondo l'umanità, e
non secondo
ftM'mavano
Nota
il
la
divinità
come
af-
bestemmiatori teopaschiti. Barouio che nel venerdì santo la i
Chiesa suole cantare
quando
si
fa
in
greco
trisagio,
il
l'adorazione della
ss.
Croce,
senza l'aggiunta delle paiole: qui cruci-
Jixus cs prò nohis.}^tvc\\è\\ii\\ii stessa lingua greca, in cui fu ad esso inserita leresia del Follone, nella medesima fosse dai cattolici
si
Antiochia,
T/u'opotis.Coù chianios-
di cui
meglio
ch'ebbe
nel
la riedificò
trattai all'ar-
Dio; nome 5x8 quando Guisliniano I
ticolo Siria, cioè Citta
e
ornò
bene piazza di guerra di 4- classe, le sue mura non sono in buono stato, e girano circa una lega e /4)^^^ '^ ^'"^ ^'^'"^ larghe, lunghe e bene lastricate, colle case non molto alte, però costruite regolarmente '
1
ein gran parte da ultimo abbellite. Il palazzo Delfico, benché non sorga sulla via
eli
di magnilloi
edifìxi,
splendidezza
principale, mostra tutta
la
di quella nobile famiglia,
benemerita del-
le
lettere e delle scienze.
ze principali s'innalza
il
Fra
le
due
duomo
piaz-
o catte-
drale; nella i." piazza vedesi l'aulico pa-
lazzo municipale.
La
cattedrale, ottimo e-
difìzio, ricca di bellissimi
ornamenti è Vergine Ascustodisce eoa ,
sotto l'invocazione della B.
sunta, e tra le reliquie visi
somma
condannala.
TEOPOLI,
svariata. E"
il corpo di s. Berarpatrono della città. Vi è l'unico fonte battesimale e la cura d'anime affidata al capitolo, che l'esercita nelle 4
venerazione
do vescovo
e
regioni della città, per allrellanli
cuiati da esso
eletti,
\
icari
ed inoltre nomina
i
TE
64
TER
Pi
senza potersene trarre profitto alcu-
due parroclii del suburbio. II capitolo compone della dignità dell'arcidiacono, di 6 canonici comprese le prebende del teo-
sta,
logo e del penitenziere, d'8 beneficiati e
suo decreto accordò
d'altri preti e chierici addetti al servizio
di costruire a
divino. L'episcopio è prossimo alla catte-
una ferrovia da Napoli agli Abruzzi fino al Tronto, con una diramazione per Ceprano, urta per Popoli, una per Teramo,
si
1
drale. sì
Non
sono altre parrocchie, ben-
vi
di verse chiese, tra le quali
più belle so-
no quelle di s. Domenico e di s. Francesco. Conta due conventi di religiosi e uu monastero di monache, diversi sodalizi, l'orfanotrofio, il monte di pietà, il seminario con alunni, provincia,
collegio regio per la
il
grazioso teatro e l'orlo bo-
il
abbondanza de' naturali sue campagne, ove gli alberi
tanico. Oltre r
prodotti di fruttiferi
molto,
,
le vili e
Teramo
i
cereali
prosperano
ricava profitto dalla sua
industria, essendovi fabbriche di maiolica, di
cremor
di tartaro, di regolizia, di
cappelli, fdatoi di seta, concie di pelli e
provvedendo di eleganti mobilie
di lusso
circostanti paesi. Al nord del prossimo
laggio di Tonicella che ne dipende,
i
vilsi
è
trovata scoperta una miniera dizoofitan-
Era au-
no,
mancando
ve.
L'encomiatore
via per condiuli altro-
la
al
maggio 855 eoa barone de Riseis, 1
sue spese, rischi e pericoli
ed un'altra per
s.
Teramo
rigine di
nel
Severo.
Remota
e lo attestano
i
è l'o-
super-
avanzi di terme, templi, acquedotti e d'un vasto anfiteatro, essendosi pure rinvenuti preziosi musaici e greche scultu-
stiti
Chiama vasi Iiiteramnia o Iiiteratnnct Praecudana oPraetutiana, che la distingueva da Terni e altre città omonime, re.
ricordate dall'Ughelli, Italia sacra,
342; ed
la
importante, compresero
i
1.
romani, sotto de'quali fu
p.
i
1,
el-
pretuziani o
precutini nella provincia del Saniiio.
Il
Corsigoani dice nella Reggia Marsicaria,
che Teramo, Teraninensi,
fu
capo
de'preguntini,e poi degli Abruzzi,de'quali
in tanti luoghi ragionai. Distrutta dai
goti,
sab sotto
i
longobardi a miglior for-
lico e vivo desiderio degli abitanti della
tuna coU'erezione del gastaldato, e ne fa preposto al governo il conte Aprutino, che
provincia una strada rotabile, chediret-
signoreggiò quindi
Irace o carbon fossile animale.
tanienteavessecongiunta quila,
ma
le
grandi
Teramo
con A-
parlai a
che
gli al-
ne genti, dando
dillJcollà
vo nome
presentavano el'enormespesa occorrente, furono superati dal regnante Ferdinando II, dopo che nel 847 ono-
che
rò di sua presenza Teramo. Riconosciu-
ghi, o da
pestri luoghi
1
tasi
dal benefico re l'utilità della sospira-
ta via,
ne decretò l'esecuzione a spese del che v'impiegò considerevoli
real tesoro,
somme, ed
in
breve tempo con general
sorpresa e giubilo de' teramani, degli abruzzesi e aquilani, nistra
si
è sviluppata sulla
sponda del fiume Vomano
in
si-
mezzo
a que'monti creduti sino allora inaccessibili
mo
una
bella via,
sorgendo per Tera-
un' era novella di prosperità. Inoltre
il
re pel bosco Martese fece che la strada
si
aprisse e
ri ivi
si
usufruttuassero alfine
racchiusi
,
i
leso-
cioè gl'innumerevoli e
smisurati abeti, che perivuuo per vetu-
il
i
Alarsi, de'quali ri-
Pescina e altrove, e
le
altre vici-
così alla regione
il
nuo-
Dice Corsigoani Abruzzo alcuni lo fanno
di yéprutiìiuin.
nome
di
derivare dall'asprezza d'alcuni suoi luo-
Teramo
già capo de Preganti'
o dall'abbondanza de'cinghiali detti ia latino Apri, ede'porci eccellenti che ivi in copia si trovano. Osserva che la regio-
ni,
ne fa per insegua una testa di cinghiasuoi popoli furono assai celele, e che bri in tutti i secoli, con aver vinto e superato diverse volte romani, ed aver eziani
i
dio sempre avuto unti vasta e
ampia pro-
vincia, e fu considerata lai. "del la
regno e
parte principale della regia dogana. Ri-
ferisce l'Ughelli
gato in
che l'evangelofu promule negli Abruzzi ne'tem-
Teramo
pi degli apostoli, poi erettavi la
scovile nella
provincia
sede ve-
ecclesiastica
di
TER come
Sci^^i,
I
I
65
s.
puraqueveslire,ctiani judicc.i causis cO'
lo è tuttora, la cui diocesi fu
^iiosceiidìs slatiiere testaniciilisque la-
regolata iie'coufìiiitla
lo^y
T E R
immedialamenle soggella
Cliicli,
e confennali
alla
Papa Vittore
ila
Anastasio
quae rcs
jìraeler
II
nel
bidiscjue conficicndis,
IV
nel
snlnniRci^i'mpcrììiissacst^fdU'rìncini-
53,ecouiprenLleva allora tiitlorAbruz-
vescovo n'era piiucipe e dominava
ex
ci iiuus
///,
Co-
llcgìis coiisdiariis in
non meno
regni rcsidct. Missuiii .solcninitcr annaliis cclchrnt. us(jiu'. in. hodicrnani
zo:
dicin.
vo.
II
in Teramo che nell' AIjitizche assume li riportai nel voi. LXVIII, p. IO, dicendo che iionlificando i
titoli
è lutto armato e vestito di leiro
,
tiene
/iiilii
Bona stabilia hnjus ecclesiae clini ad 16,000 modiornm nmnenim cxcedebat, hodie fere omnibus spollaia, paueis
Teramo
mensa dell'altare alcune armi, ed all'elevazione fa esplodere una [)istola; e cl»e il vescovo Piccolomini si recò arma-
conlenta est".
to al concilio di Trento.
suo vescovo Guido
sulla
I
titoli di
cipe di
Teramo,
altri di
gran pregio e giurisdizioni,
prin-
di conte di Disegna, si
con ri-
portano anche da Corsignani, alfermanegli purecheporta learmiad usod'altri vescovi di Gormaiiia. Di c|ueste singolari prerogative, ecco il dichiaralo da Ughelli. " Ilabet Apruliuus episcopus, leluiitet possedit ex concessione regum Siciliaein feudmn a regia curia de demanio in denjanium dieta Teramnensem ci vitatem, aliarpie multa oppida, el bona feu-
do
daliacum hominibus, et
vassallis, ut in re-
diplomalibus.Guidoepiscopus civilalem combustam, ac desolalam a RoberloLoretello cornile reaedificavit, giis speclatur
liubuitque iTìinium
usque
in
a
Rogeriorege perpetuum do-
lilulum ac dignitate princijiis
;
hodierrmm diem
retinet.
flrmabal judices, recloresque cipieiis
ab
ipsis fìdelitatis
gio giibernatori
baculum
Con-
civitatis, re-
juramenlo, in
signum
ju-
num
hucusque
'ì<)
il
òelere risorgimen-
Sulmona, che
re Alfonso
I
d'A-
ragona, per togliere le liti che insorgevano nella vasta regione degli Abruzzi, la
Abruzzo Cileiiore di cui è meAbruzzo Ulteriore Il di cui è capo Acinila, ed in Abruzzo Ulteriore I di cui è capo Teramo. Questa cititi eljbe anche il titolo di principa» lo o ducato, e fu una che meglio mandivise in
tropoli Cliirti , ed in
tenesse l'ordine pidjblico nelle tumultuose vicendedel
ycjqjSebbenecinladapiìer-
i
da bande armate. A Giuseppe Bonaparle che per due anni regnò su Na> lutto
poli,
una
venneerella nella piazza
di
Teramo
statua, che al cadere de'NapoIeonidi
fu rimossa.
I
lerremoti operarono nelle
contrade abruzzesi, e in Teramo specialmente, frequentissimi guasti. Vanta Te-
ramo
parecchi uomini
La sede
re-
risdiclionis tradebal. Judices appellalio-
a
1
i
dovette alle cure del
le di P\.uggero I, e
to. Dissi
dunrpie nel
da Lorelello generale e uipo-
fu atterrata
V
vescovile
si
illustri,
vuole fondala nel
secolo, ed ih." vescovo conosciuto
da
Opportuno Episcopo Apinitiluun. eletto nel 600 da Papa s. GregoUghelli è
tempoomnibus causis civilibus, criminalibusque ac aaerum et mixlum imperium in tribusCastris,ac42 Vii-
vico
nec non in vassallis ejiisdem civilatis. AntoniusCampanusliujus Ecclesiae j)rae-
gio II. Pare che un Geremia vescovo A' prutinunivive&se neH'SoSe per lui solto-
pacifìce iustituit,
rale dominiuin in
lis,
sul inEpist. ile Interaiimiae seu
Terami
ad cardin.Papiensem juraac dignilales nonnullas recenset. TI(d)Ct{\a'
descri[)lione
([n\\)
Ime
nari
lieeat, et [erre haslani, et
lunì,el
dii^nilatis Antistes urbis, ut ve-
venahu-
siopus sitjncedere arniatus.purVOL. LXXIV.
rio
Poi
I.
si
trova Sigismondo che Inter-
venne neir844 II
''"''
coronazione
fatta nella basilica
di
Lodo-
Vaticana da Ser-
Ramperto prete nel sinodo di s. Leone IV; ma Lucenzi che lo aggiunge
scrisse
lo dice
r874
dubbio. Al vescovo Giovanni nel-
scrisse
Papa Giovanni VII, e
nel-
1*886, coll'allo che riporta Ughelli, Carlo III
il
Grosso
fece Ira esso e
Leopei
5
lo pre-
TER
C,G
TE
R
una permuta di beni. Neil' 887 Ruggero; iieirSg Giovanni nominalo ne'documenli di re Guido presso tghelli, pei-
cattedrale, e ne fu stampala l'edificante
alcuni beni cambiati con Adalberto conte
r
imo.
i
dispersi cittadini, coli' autorilìi di
te
1
Aprulino. Altri documenti provano che
Giovanni governava ancora neir897, e che il conte Manfredo fece una donazione nel 926, vivente Giovanni o altri, alla chiesa maliice di s. Maria di Teramo. Il vescovoLandolfo con suo diploma nel g4o concesse Avenano a Raniero a B/generazione,e nel gSq una carta testifica una per-
muta di
mo
beni aCaslelIoiie fatta dal medesi-
960 Giovanni
Guido deh
vita. Gli successe
leuipo Lnretello
to, al cui
glielmo
che nel
I,
54 era
1
i
suddet-
Te-
vescovo radunati
pio e zelante
11
12.3
disi russe
Gu-
successo al
padre Ruggero 1, rifabbricò la città, fu chiamalo Padre della patria , ed il re gliela concesse in feudo col territorio Aprutino e giiuisdizione e dominio lempolale,
con
titolo di principato per se e suc-
che
cessori. L'Ughelli
ciò riferisce, di so-
pra attribuì a Ruggero
concessione.
la
1
conte
Inoltre narra la guarigione e la vista ri-
Penne donò più beni alla chiesa di Teramo. Nel 1000 governava i^ietro, enei 1027 si compose nella lite che avea coll'abbatedi s.halvalore nel contado di Rieti, indi ricevè nel o36 una donazione da
cuperata da Guido per intercessione del
Pietro diTrasmondo7;7'0/TWtY/70 aniiiiae
pianto Guido per
vescovojindi nel
di
i
suae parenlwnijv.c nel
o4 Sansone,
1
•
guer, nel tore
11
i
siioriiìu. Gli successe
nel
i
o56 Pietro,
fece restituire
o47 al
il
SicheriooStii-
quale Papa \
giudizio col detto abbate di
Nel
I
s.
Salvatore.
086 Ugo, neh 100 Guido che
vè de' beni da
Odemondo
e
Sifridopel vescovato. Indi nel
il-
ed ebbe un
tolto,
rice-
da Raniero i
i
o3 Uberdel nomi-
ebbe donativi da Giso figlio uato Raniero ^;ro salute aiùiuae suae, e sostenne un litigio co'nipoti di Guidone, ed altra donazione di beni ricevè nel da Bernardo Muto. Per sua morte con concordi suffragi nel i 5 fu eletto vescovo s. Berardo o Eberardo o Bernardo nobilissimo ótcoul\Pallae Auraco Pailadoro de' gran conti di Marsi, monaco cassinese di santa vita. Ripugnante accetto
i
i
tò per comando del
me
rileva
bra
le illustri
il
Papa
Corsignani, qualità, e
i
1
1
Pasc|uale il
11,
quale ne
come
1'
co-
cele-
Ughelli
avverte di non doversi confondere con s. Berardocardinale e vescovo di lìlarsi, che nella biografia con Cardella chiamai b.Be-
lardi Berardo. Amantedel popoloe de' poveri, chiaro per virtù e miracoli, mori neh 122 a' 19 dicembre, nel quale giorno i
predecessore
s.
Berardo vescovo e conil diploma d'Anastasio
fessore, e riporta
IV
di
cesi
170
1
I
conferma a'contìni statuiti
con
fu
le
tumulato
della dio-
Com-
Salriano.
([uella d'Ascoli di
sue preclare gesta, nel nella cattedrale
iedificata. Ricevè l'ottimo
berto eGuglielmo conti di
ramento di fedeltà per ebbe da Giso il castello
da
lui
vescovo da Ro-
Teramo
giu-
il
sua chiesa, ed
la
di
Bastiano, ed
a'suoi canonici fece delle concessioni. Nello stesso
I
I
70
fu
vescovo Dicuìisio lodato
74 trasferito ad A malvenne surrogato Allo arciprete di s. Flaviano, che trasferì il corpo di s. Be-
pastore, che nel fi,
s.
1
i
gli
rardo le,
in
luogo più decente della cattedracolle proprie
avendolo portato
dal sepolcro sollerraneo to,
donde
mani
l'avea tol-
con gran concorso e gioia degli abirestando allora libe-
tanti della provincia,
ra un' indemoniala.
Neh 187
do, che somministrò
glielmo gli
II
per
24
Gu-
crociala di Terra sanlaj
la
successe Atto verso ih igS.poi
ciano morto
Gui-
altro
militi al re
uehaoS,
Matan-
in cui fu eletto Sas-
Ili, il quale teramani eh' erano intenti ad aumentare gli edifizi della nuopri•va città, con diploma confermò loro
so famigliare d' Innocenzo
per rimunerare
i
i
Papa Oconsagrò A Ito, dopo a-
vilegi concessi da'predecessoii.
norio
II!
neh
22
1
Ver cassata l'elezione che fatta di
il
capitolo avea
alno come non legittima, e
gl'i»»-
TER
TER
giunse di procedere nel termine d'un me-
Antonio Melatino teramano e canonico
nuova. Nel i235 morì Silvestro, 124^ altro Atto. Innocenzo IV nel i25i elesse e consagiò il nohile Matteo
67
1407 per
se alia
della cattedrale; nel
nel
Gregorio XII, Marino de Tocco
de Baiato canonico della cattedrale, e dal
sommo giureconstdto e uditore di rota, ma non avendo seguito le parti di A-
capitolo a lui raccomandato.
mano armata
ascolani a
Avendogli
fatta un'in azio-
ne su Teramo, ne imprigionarono scovo e magistrali, e li portarono i
il
ve-
in
A-
Innocenzo IV a tanta ingiuria
scoli; ed
pose riparo, ordinandola pronta loro
li-
260 l'eletto Matteo de Banon fu approvato dalla s. Sede, e Clemente IV neli2G7 nominò in vece Gentile di Sulmona, a cui Gregorio X die per berazione. Nel
I
rili
successore Rinaldo dell'illustre famiglia de Bar ili, canonico della cattedralcjdi gran virtù e prudenza, zelò l'incremento di Teramo e fu riconosciuto per confondatore di essa. Nel 1282 Martino IV confermò
Roggero preposto postulato
dal capitolo,
che rinvenuto
Berardo, ne
corpo
il
di
s.
maggio 1284. Per sua morteBonifacioVl li rigettò l'elet-
fece solenne traslazione l'S
to dal capitolo, e sco,
che
nominò
Celestino
s.
nel i2C)5France-
V avea
disegnalo per
i3oo approvò R.inaldo Acquaviva postulalodal capitolo. Per sua morte il capitolo diviso ne' pareri elesse due soggetti, che ricusali da Giovanni XXII nel i3i7, questi creò vescovo Chieti; bensì nel
Nicola Arcioni nobile
romano
e canoni-
Giovanni XXIII, da que-
e
dopo
fu deposto
essere intervenuto al
concilio di Cividalc celebrato da
XI
rio
l;
Martino
V lo trasferì a
e poi prissò a Chieli.
XXIII
sostituì al
Grego-
R.ecanati,
Neli4'2 Giovanm
precedente Stefano Car-
rara de' signori di Padova e arcidiacono di quella cattedrale, e
pare anche vesco-
vo, contrastandogli
possesso
neli472
indi
il
Marino,
traslato aTricarico'.l'Ughel-
giuramento che gli prestò civili di Teramo. Be-
li
pubblicò
il
giudice delle cause
il
nedetto Guidalotti perugino, poi vice-ca«
merlengo
di
Chiesa e vescovo
s.
di
Ma-
1429 Giacoraoche intervenne al con ci odi Ferrara; nel i443 da Orvieto vi fu traslato Francesco Monaldeschi, poi di Ascoli; Nicolò V ueli45o elesse il b. Antonio Fatali
avea fatto canonico e vicario della basilica Vaticana, consigliere d'Alfonso I, di
somma
lode per
sue sanie
le
virtìt,
con-
fermando le prerogative di sua chiesa il re Ferdinando d'Aragona: nel 1460 Pio I
II lo costituì
sulFraganeo di 19/^/2^ al ni-
pote che poi fu Pio
vescovo della
III, indi
ovemorìsantamente,ePio Vlconl'udlzio e messa con rito doppio al
patria
sepolto nella cappella edificata da
trasferì a
nella
V
lessandro sti
cesse
lui
Chic-
di
li,
co di Trani il vescovo ottenne due diplomi regi, riprodotti da Ughelli, in conferma de'feudi e beni di sua chiesa, e fu :
elezione di
capitolo Vaticano, e alle diocesi d'Anco-
na e Siena.
Da Cotrone neli463
questa sede
il
Pio
II
celebre, erudito
Cam-
cattedrale, con epitalBo onorevole in ver-
edeloquenteletterato Gio. Antonio
si.
Stefano nel i 355 da canonico di Teramo ne divenne pastore, cui successero:
pano, autore di dotte opere e coltissimo poeta, e se
non moriva
363 Pietro de Valle Avello cittadino e canonico di Teramo, fratello del
be elevato
alla
Dell
il
quale Antonello divenne lirannodella patria e fu 1
3go;
ucciso da Enrico Melatino nel
nel
1
396 Corrado Melatinus civi.Sy
porpora:
il
Papa l'avrebmadre l'avea
la
un lauro in Cavelli nella Campania, onde poi assunse per cognome quello di Campano. Paolo II lo fece arcipartorito sotto
prete di
s.
Eustachio e l'inviò
in
canonico della cattedrale, eletto da Bonifacio IX, e costruì nella medesima una
col cardinal Piccolomini per la
nel[4o5perdi lui morte fu aminluistrutore nel lemporale e spirituale
Todi, e Sisto IV
cappella;
tro
i
Germania
guerra con-
fece governatore di Foligno e Citlù di Ca-
turi;hi, indi lo
stello.
Per
le
di
commozioni
di questa e di
T E a
TER
avendo il Papa mandato soldatesche, le quali commisero eccessi, Campano ieclaniò,rna Sisto IV insospettitosi di lui, ^W tolse il governo e l'esiliò, onde ritira-
Clemente VII! gli surrogò fr. Vincenzo Bugiatti domenicano di Montesan-
68 'J'odi,
tosi a
Teramo
e poi in Siena, ivi nioiì nel
1477, s^pol'o zione. Sisto
duomo con
liei
ÌV
478 Pietro Minutolo
1
indine!
i
bella iscri-
die a successore nel
gli
nobile napoletano,
479FrancescoPezzettispagnuolo
vinn.
commissario generale del s.offizio, propugnatore acerrimo della libertà ecclesiastica: celebrò il sinodo, eresse il seminario, sovvenne poveri, fu vero padre e pa-
lo,
i
store di tulli, e giace sepolto in nico. Nel
609
I
fr.
Dome-
s.
Gio. Battista Visconti
milanese, agostiniano e teologo insigne,
poi arci vescovo di Taranto. Nel
integro, pio e prudente; difese le ragioni
Battista Petnicci sanese, nel
della chiesa energicamente, pieno di ca-
Pinelli genovesc,nel
cegeienledi
5i
1
Roma, nel
i
i
1489 Gio. i493 Filippo
RafliieleRota vi-
5i 7 FilippoPor-
napoletano, e nello stesso Camillo Porcari o Porzi nobile romano, canonico
celli
Vaticano
Neh 522
e chiaro letterato.
dottissimo Francesco Cheregato nobile centino, noto per
le
sue legazioni
il
vi-
Ger-
in
mania, Prussia e Moscovia; nel 53() Darlolomeo Giiuliccioni (/^.) di Lucca, poi cardinale e vescovo di sua patria. Nel 542 Bernardino Silveri Piccolomini de'conli di Celano, ornalo di molte virtù; nel 54^ 1
1
i
amministratore \'clli {f^^.y,
nel
Giacomo SuGiacomo Barba
cardinal
il
154G
fr.
napoletano procuratore generale degli agosliniani e Sagrista del Papa, da Giu-
rità co'bisognosi, le, fece
il
munifico
colla catledra-
quadro, aumentò
le rendite, i-
due cappellani perpetui, e morendo
stituì
lagiimato
sagre.
le lasciò le suppellettili
Neh 638 Girolamo
de'conti Capitani
de
Figino milanese, governatore virtuoso di varie città dello stalo papale, egregio ve-
scovo. Nel
I
659 Angelo Macesonio nobile 666
aquilano lodato, cui successero, neh
Filippo IMonti fermano traslato ad Ascoli
1670 Giuseppe Armeni Penne vigilantissimo pastore; 1693 Leonardo Cassiani di Rossano
del Piceno; nel
nobile di nel
integerriniOjZelanlede'morali costumi del
popolo e del
clev 0,
studi, visitò
la
promosse
il
cullo e
gli
diocesi predicando, ed e-
bolll liaslato nel 552 a Terni. Neh 553 Giacomo Silveri Piccolomini de'conti di
mano
Celano
pirò colleiVo//zù'<^///io/;?(7. Nel 1721 Fran-
1
1
e nipote di
udito, e
Bernardino, insigne
commendevole per
al concilio di
integrità di
Intervenne neh 563
vita, lodalo pastore.
iìitcrfitìL uhi
e-
utili leggi.
sagra
ro; nel
Nardo;
tecessorian saeriuìì eelehravit. non i
58
siiic i
ed
questi termiiia 1'/-
che com-
1724 Pie-
tro Agostino Scorza della diocesi di s.Seve-
ma
adiuiratioììe Patriini. Morì nel
Con
la serie de'vescovi,
cesco M.a Tansi di Malera; nel
siioriim aii-
Trento, ove mollo operò,
armatus more
talia
73 Alessio Tommaso de R^ossi di 749 Panfilo Mazzara di Sulmona; neh 767 d. Ignazio Andrea Sami
i
nel
1
biasi teatino di Lecce; nel
1777
d.
Luigi
neh8o5 Anlo-
ilsuo corpo fu portato alla sua patria Ce-
Pirelli teatino d'Ariano;
lano nella chiesa de' celestini, ove
nioNanni della congregazione dellaMissione di A vezza no diocesi di Marsi.A suo tempo Pio VI colla bolla De uliliori domiin-
il
fra-
un monumento con epitafllo riportato da Ughelli eCorsignani, ed in cui si legge: Jacoho iSVAr-
(v/r,
rio Ficcoloìiìineu Tlicranii Prineipi.Co-
sa vescoviledi
tello
Alessandro
eresse
gli
lìuliijuc Biscìinii. s.
Seeuiidi et Turris .^
Majvris perpetuo eommendatario. Gli successe (ìiulio Ricci fermano già di Marano, vicegerenle di
Roma, che
celebrò
il
sinodo, di venerabile vita, ed erudito in
ogni scienza. Trasferito neh5t)2 a Gra-
I
de'28 giugno 18 18, soppresse
Campii {^J
la
chie-
e l'unì in per-
.)
petuo a cpiesta di Teran)o. dismembiaii.)• Quindi fu Giuseppe Pezzella
dola da quella ò'Ortona (^
vescovo nel i823 di I
fr.
Benevento agostiniano,
83o
reltiiii
gli
e l*io Vili nel
die in successore Alessandro Be-
d'Aquila, canonico arcidiacono di
TER
TER
69
quella caltetlrale,e leltore di teologia oel
io niilriinerifo
seminario. Per sua morte
o d'issopo (della
IX
non mangiavano se non clie dono il tramonto del sole. Ogni 7 giorni radanavansi lutti in un gran monastero per
il regnante Pio de'3o settembre i85o
nel concistoro
vi trasferì da Uova l'odierno vescovo mg.' Pasquale Taccone di Tonadò diocesi di
ampia e contiene 20 nuovo vescovo è tassato «e'ld)ii della camera apostolica in fiorini 3oo, ascendendo le rendite della mensa a 3ooo ducati illius inane tue non dcduLa
Mileto.
diocesi è
r
parrocchie. Ogni
ctis oncrilìus.
poco pane condilo
cpial pianta parlai a Si'oW-
ga), e
ivi assistere alle
conferenze e partecipare
a'santi misteri. iVutai aCnisTiANr, parlati-
do
de'/c.v.sr/,
e nelfarlicolo Esseri, co-
uìe alcuni autori pretendono che
lerapeuti fossero rigidi (7;r
TERAPEUTA.
Parola greca che
si-
di sale
i
dichiarò
si
Enricodi Valois, nelle sue note sopra Eu-
gnilìca lììcdico e sen'itnrc ajìjìUrnlo più
sebio, e ne
pailicolarmente e unicamente
Filone dice de'terapeuli ch'essi non
al
servizio
non avendo altra cura che quella propriaaaima. PerquantodicoaTE-
di Dio,
della
RAFIA,
i
terapeuti
chiamarono si
si
greco
in
ap[)licavano alla
dissero penitenti. Si
che contemplativa,
/e/v//K'?(// quelli
vita
tanto a motivo della cura che prendeva-
no
anime, conie perchè
di loro
vivano Dio
modo
in
essi ser-
particolare con
una
maniera
di vivere assai perfetto. Si chia-
marono
terapeutidi quelle vergini anzia-
ne, per
navano
motivo
di religione, le quali n)e-
vita penitente vicino agli
uomini
terapeuti nella solitudine, con onesta conversazione, di cui parlai a
me
Monaca,
insie-
adduce
seguenti ragioni.
le
1.'
leg-
gevanoche la legge e profeti. 2.' Ch'essi aveano libri de' loro primi fondatori, il che non può convenire a'cristiani, quali erano in quel tempo nel primo loro nascere. 3.' Ch'essi non pregavanoche 2 volle al giorno. ^-'Ch'essi aveano inni e canliei. 5.' Ch'erano sparsi in tutto il laondo,ilchenon può dirsi de'cristianidi qae' i
i
tempi. Della slessa opinione è Bouhier, ed aggiunge non essere verosimile che FiIone, siccome ebreo, abbia scritto espressaraente un libro in lode de' cristiani, e
nonessere del pari probabile che ni praticassero le
cristia-
i
osservanze giudaiche al-
Monasteri [F .) doppi che poi fued in occidente se ne impedì l'introduzione, tranne poche eccezioni, come l'ordine del ss. Salvatore (J .) fon-
tribuite a'terapeuli di Fdone. Quelli che sostengono colle Osseri>azin>ìi sulla traduzione del libro di Filone da la a Ile slam
dato da
s.
peutieranocristiani, rispondono.
marono
terapeuti e terapeutidi
di
lono
77"
vietati,
Liigida di
iVirr/i'/.
Altri chiai
Solita-
e le Solitarie (J^.). Filone, nel suo
bro
della ì ita
contemplativa,
li-
riferisce
chepressoAlessandria d'Egittoeranvidelle
persone
te da' loro
le
quali
riliravansi alla lilari,
dopo
di essersi
congiunti e dalle loro sostanze,
campagna,
in
luoghi so-
per dedicarsi interamente
alla pre-
gliiera,alla contemplazione e alla medi-
Aveano ciascunoun luogo separato che chiamavano /?tìri o monasteri, dose facevano orazione due volle al giorno e passavano il resto del tempo nella letltna tie'libri di Mosè, delie profezie e degl'inni. Prendevano per .sotazione della
s.
Scrittura.
pe nel
1
709 dal
p.
Monlfaucon, che
i
tera-
i.°
Che
conforme alle pratiche della quanto diceFdone.2.°Che libri
nulla è più
Chiesa
di
i
de'primifundatori de'terapeutisonogli Evangeliiegli scritti degli Apostoli. 3." Che
sono salmi di Danon ha preleso di fireilpanegirico de' cristiani lodando terapeuti, perchè egli non li considerava che come una setta d'ebrei, quali colla loro viriti gl'inni di cui egli parla
i
vid.4.° Ch'egli
i
i
facevano onore alla sua nazioue.Niun paese fu
pii^i
inchinevole dell'Egitto allesu-
perstizioni del ()aganesimo,
tempi s.
vi
di
ma
arrivati
i
benedizione predelti da'profeli,
Marco fu
lo
strumento
per avverare
le
di cui
Dio
si
ser-
predizioni de'servisuoi.
TER
TER
70
Predicò 12 anni nelle diverse contrade d'Egitto, dopo di che passalo in Alessan-
tempo vi formò una chiesa numerosa. Alcuni scrittori, insieme 8 s. GirolamOjCrederono che gli ebrei con \erlili ne facessero allora la maggior parprimi te, cioè terapeuti, e che fossero a introdurre lìeW'Egitto e massime nella Tebaìde la vita Asceta vntW Asceterio o
glialisi de'benijSi
ili
assai
Celle, che
i
p.
il
scono e facendoli
:
,
come
alcuni asseri-
Carmeli-
istitutori de'
quanto viene descritto
di tali pro-
de'Ioro discepoli, de'nazareni, de're-
Giovanni Ballista, dello da S.Girolamo principe degli Anacorcti[F.), e da s. Giovanni Crisostomo, principe de' Monaci {V.), non fu che un'ombra e figucabiti, e di
s.
ra della vita monastica. Dice col cardinal
Bellarmino, che nella legge vanti
il
mat-
la
misericordia, un giorno felice e loro ricol-
1
Elia ed Eliseo,
feti,
calmente oravano. Dimandavano
Helyot nella Storia degli orChe i Terapeuti 1. p. I
si
sono stati gV institutori della i'ita mo' vastica. Imperocché, egli dice, è una vana immaginazioneil pretendere comincialo V ordine monastico al tempo de' pro-
tani, e
«e soli
tina a Dio, che accordasse loro, per sua
dini religiosi,
leti
erano distanti l'una dall'altra. Da oravano e meditavano, figurandosi d'essere sempre alla presenza di Dio. Due volte il dì, la mattina e la sera, vo-
steri,
dichiarò
Eremo. Per questa opinione anche
il lago di Merida. Le loro chiamavano Semne o Mona-
Dio, presso
dria, io breve
i
ritirarono nella solitu-
dine alla vita contemplativa e al servizio
natura, a-
di
diluvio videsi di questo stato
immagine, benché imperfetta,
la
una
quale
nella leggediTI/osT- prese assai miglior for-
masse
lo spirilo d'
plicandolo
la
un lume
celeste; sup-
sera, a svellere dal loro cuo-
re qualsivoglia alTelto per le cose terrene e sensibili. Nel restante del giorno s'im-
piegavano nella lettura della s. Scrittura cantando inni e cantici ben sovente: alcuni vi aggiungono il lavoio colle mani. Rigorosi al maggior segno erano loro digiuni, non mangiando e non bevendo se non tramontato il soe nella meditazione,
i
le.
Alcuni slavano per 3 giorni senza man-
ancora passavano il 6.° senza che fosse da loro veruna sorta di cibo gustata. Soddisfalli di poco pane, che condigiare, altri
vano
credevano di lautamente rivi aggiungevano dell'issopo. Nel 7.° giorno radunavansi in un grande Semne, per assistere alle conferenze, col sale,
qualora
storarsi
ma, ricevendo
e partecipare de'divini misteri.
totale
servanze e queste austeri tà,col restante del-
poi dagli Apostoli il suo compimento, a'quali la piìi parte
della Chiesa e degli scrittori atu ibuirouo
l'originedelia vita monastica, perchè
diante
il
loro esempio, uniti co'vinuoli del-
la carità
un
me-
i
cristiani di
Gerusalemme, con
cuore e uno spirito, venduti loro beni, consegnarono il prezzo agli aposol
i
per isbrigarsi da tuttociò che
stoli,
li
po-
Nondimeabbracciarono una manie-
teva affezionare a questa vita.
no
i
terapeuti
radi vivere molto più perfetta di cristiani,
dopo che
s.
sa d'Alessandria.
tali
IMarco fondò
la
primi chie-
Molte dell'infioito nuda lui convertite alla fede di Gesù Cristo, proponendosi un tenore di vita giusta la piìi sublime e più rigorosa morale della perfezione cristiana, abbandonati parenti egli amici, spo-
mero
delle persone
i
la vita
Queste
os-
de'terapeuti, somigliante a quella
dipoi praticatada'monaci, hanno dato tivo di credere assolutamente,
non
mosolo
ad Eusebio, Sozomeno e Cassiano, ma ancora a moltissimi celebri storici, che questi
terapeuti sieno stati
della vita monastica.
passa a trallare.
Che
i
primi istitulori
Quindi
p. Helyot una conti-
il
v'è stata
ima successione di monaci e di solitari dopo terapeuti, sino a s. Antonio. Che le persecuzioni non hanno impedito, che vi sieno sempre stali de'monaci e de'monasteri da s. Marco fino a s. Antonio. Negli aiticoli Ordini religiosi e Religioso i
riparlai di loro origine.
TERAPIA. vengono
Presso
gli
scrittori
così indicale le opere che
greci si
di-
TER couo soddi.sfattorie
T E R principali delle
le
i
quali sono la Preghiera, V Elemosina,
higiuno, tulio quello che riguarda
le
il
u-
miliazioiii e simili, solite a imporsi nel-
come E-
l'aulica Discijjlina della Chiesa,
sniazione canonica o Pene canonìchc[ V.),
7
feienza con suo fratello Rodrigo, che prediligeva; e la storia dei martiri produsse
nel cuore de'
due giovanetti
di portarsi ne'paesi de'raori,
limosina,
desiderio
il
accanando
acquistarvi
alliiie di
la
corona
del martirio. Pieni di questa idea fuggi-
ma
a'colpevoli di grande e pubhlico delitto.
rono un giorno dalla casa paterna;
Corrisponde a ciò che noi Ialini diciamo Penitenza (F.).Qi\ìn{\\ Terapeuti ( F.) corrispondono iti questo significalo a Penitenti. Per la preghiera s'intendono o-
neh' uscire della città s'avvennero io un
pere soddisfultorie tà e di religione,
tulli gli esercizi di
come
messa,
la
divino, l'orazione mentale,
pie-
l'uffizio
pellegrinag-
i
digiuno comprende ogni sorta di
gi, ec. 11
pene corporali
uiortillcazioni, ec.
buoni
come
e spirituali,
nenzfi, la povertà,
il
lavoro,
l'asli-
le vigilie, le
Ueleinosina comprenprossimo, nel-
de
tutti
le
sue necessilà spirituali e corporali. TEREXUTH, Therenuntus, Tiiniun-
thus.
i
uflizi resi al
Sede vescovile
della 2.*
Tebaide, nel
metro-
pati iarcato d'Alessandria, sotto la
loro zio, che
li
affannosa per a vea
La
I
2 anni
ricondusse alla madre,già
quando perdette sua madre.
lettura de'
buoni
mancanza. Teresa
loro
la
romanzi
la
ralTreddò ne'
desiderii, e le aprì la porta a difetti
maggiori. Cominciò a conoscere naturali, di cui
Dio
nascere nel suo cuore cere, e
doni
i
l'avea favorita; sentì
brama
la
di pia-
studiò di abbigliarsi con elegan-
si
con una sua parente
za. Strinse amicizia di spirito leggiero e
mondano,
la cui
con-
come narra essa medesima sua vita, la mutò siffallamenle, che sua buona inclinazione e dell'ani-
versazione, nella della
ma
virtuosa non
le lasciò
quasi alcun
se-
uomo
Tolemaide, eretta nel secolo V, situata versola sponda occidentale del Nilo. In oggi è un piccolo villaggio chiamato Tarane o Taranuth, lungi 24 leghe
gno.
Ne furono vescovi, Arsinzio ordinato da Teofllo d'Alessandria, ed Eu-
ro delle agostiniane di Avila. Benché ella
logio che assislè e sottoscrisse
nastico, le recava però piacere
poli di
dal Cairo.
lio
d'Efeso. Oriens chr.
t.
il
2, p.
.°coiici-
i
6
1
1 .
Te-
Suo padre
se
ne accorse, e da
prudente colse occasione dal matrimonio di sua figlia maggiore, per mettere Teresa, che a vea allora
sentisse
i
5 anni, nel monaste-
molta avversione allo stato
minciò ad accostumarsi
\e3a)^\\ei/i partibus,i\el si{nile arcivesco-
ne.
vato di Toleiuaide, che concede
sionarie, seppe
(s.),
il
fondatrice delle
Papa.
mona-
mo-
vedersi
con tante buone donne; l'anima sua co-
renuth, Therenunthiden, è ora un titolo
TER.ESA
il
La
religiosa
di
nuovo
al
be-
che avea cura delle peu-
guadagnarne Tanimo
col-
sua discrezione, colla sua soda pietà, e
la
che Carmelitane scalze, e de' religiusi Carmelitani scalzifT.j.'ììiacciue in A vilo, città del regno di Casliglia, a'28 marzo
co'suoi edificanti discorsi, riaccendendo-
i5i5, da Alfonso Sauchez de Cepeda e Beatrice di A huraada, entrambi di nobile ed antica famiglia, quali allevarono la numerosa loro fìgliuolanza ne'sen-
ca.
da
i
le
il
desiderio de' beni celesti, e
dole alquanto l'avversione
ta
Dopo 8 1
moderanmona-
di farsi
mesi, essendo Teresa cadu-
inferma, dovette far ritorno alla casa
pateruii;
ed allorché fu guarita passò
al-
cuni giorni presso suo zio Pietro Sanchez
Teresa, naturalmeule tenero, non tardò
de Cepeda, uomo di grande virtù, che le inspirò l'amore della pietà, colla lettura
ad
di
timenti della pietà cristiana. aprirsi alle impressioni
che
Il
i
cuore di primi og-
La lettura delle viinfiammò d' un grandissi-
getti vi fecero nascere. te de'sanli la
mo zelo. £lld
occupa vati
in
questa dì pre-
il
buoni
libri, ond'ella
mondo che vanità, e
conobbe non essere come uu so-
passar
gno. Tornata a casa di suo padre, pensò
seriamente
ai
mezzi di sua eleiua salute;
TER
ya
ma
TER
«lovelte conibaltere quella ripiignan-
poco a poco
nuovo
di
nella dissipazione, e
questo tVatlem-
za elle avea per io stato religioso, e passò
trascinò
grande perplessità. L'epistole di S.Girolamo riaccesero il suo coraggio, sì che risolvette di manifestare a suo padre il disegno che avea formato di consagrarsi al Signore. Vedendo però che non polca averne il permesso, recossi una luatlina al monastero delle carmelitane
Teresa ch'erasi recala ad assisterlo, ebbe il vantaggio di far conoscenza col p. Vincenzo Daron dome-
ire Diesi in
dell'
nel
Incarnazione, per esservi
numero
ammessa
delle novizie; locchè otte-
nulo, noti tardò a prendervi l'abilo gio.so col
nome
cangiò
grandissima tenerezza
in
dell'anima suo;
Teresa
di
gii esercizi
di vennero piacevoli, e ta,
si
Gesù. Iddio l'aridità
della casa le
trovò
si
conten-
che non polca com[)rendere come
se nato in to.
di
lei
tanto pronto
Nel novembre
voti;
maben
534
I
reli-
fos-
cambiamen-
pi'onunziò
i
suoi
presto fucolpitada una già-
ve malallia, che indusse suo padre a farla trasportare a Bazeda, dov'erano medici assai
lìnomati, e siccome
le
carme-
la piegliiera. In
inoiì suo padre, e
pò
nicano, di lo stalo
cerdote fu
Dio
lui confessore, al
princi[)ale
il
pratica
dell'orazione. Tuttavia ella
non
ischiva-
va
le
occasioni di dissipamento che
rano tanto
pregiutlizievoli, e
va una vita penosissima. Iddio
me
dolcezze della vita spirituale e
una parte, il mondo la slrascinava dall'altra, ed ella avrebbe desiderato di unire due cose cos'i opposte, cole
di
Confessioni di dipinta
al
commossa
Agostino, e veclendovisi
s.
vivo, ne
e
si
anno
la
ricondusse
vo consultò
i
in
metlici [)iù esperti,
che di-
sperarono di poterla guarire. Passali 4 mesi fra acutissiu>i dolori, sopravvenne il
i3 agosto 1537 una
crisi
tanto violenta
la
sua
confidenza in Dio. D'allora in poi comin-
camminare
gran
di fuggir l'occasioni
a tornarla in
restò grandeinenle
ravvivò più che mai
mica.
dopo quasi un Avila, dove di uno-
sol-
i
Finalmente dopo 20 anni continua guerra interna, leggendo le
lazzi esteriori.
la
rimedi
e-
cliia-
la
dall'
ciò
i
le
passa-
cos'i
mava
non facevano voebbe per conqiagna di viaggio Giovanna Suaiez, sua inlimaavalsero
di cui
alla
litane dell'Incarnazione
iN'on
strumento
per ricondurla
servissi
lo di chiusura,
sanità, per cui suo padre
quale rivelò
dell'anima sua;equesto huonsa-
stante per
1'
a
passi nelle vie del-
Un gusto
perfezione.
più vivo e
orazione, una
piìi
somma
co-
cura
che potevanodistrar-
re o turbar la sua anima, tutto mostra-
va già una felice rivoluzione nel suo spirito.
Iddio sparse sopra di
lei
i
doni più
amore, quelle grazie e (jue'fivori soprannalurali che fanno guslare alle anime grandi quanto è dolce il segnalati del suo
che fu creduta morta. Uscita da quel prò-
sei vii lo e
fondo letargo, chiese sagramenli, si confessò e comunicò versando molte lagriine. l'oichè si mitigarono un poco suoi
nella sua vita sui misteri della vita inte-
i
i
dolori, malgratlo za,
si
la
sua estrema iJebolez-
fece liasporlaie al monastero. Ella
rimase attratta e storpia, e sopportò con somma rassegnazione ancora per quasi Ire anni conlinui patimenti poscia ricupcrò mediocremente la sanità. Come;
chè assai regolari ne a vcanolro[){)a le
persone
di
nel resto, le carmelitfilibertà per le visite del-
mondo.Teresa non guardali-
dosi da certe conversazioni, che dapprin cipio
non
le
parvero pericolose, cadde a
l'amarlo. Ella ragiona a lungo
riore,esponen(l(j legrazie ricevute da
anni alla
Dopo
Dio
aver faticalo più propria santificazione, Teresa si
nell'orazione.
abbandonò
al
di
desiderio ardenlissimo di
darsi a quella degli altri, e divisò di rifor-
mare
suo ordine, nel quale erasi introuna grande rilassatezza. Ne tenne discorso con sua nipote Maria di Ocampe, peusionaria nel monaslero dell'lncarnazione, la quale oii'iì 1000 ducati per comprare una casa a questo oggetto. S. Pietro d'Alcantara, s. Luigi Bertrando, ed il vescovo diocesano furono altrcs"i con(lolla
il
TE
TER
r.
73
ed approvarono la risolii7Ìone di Teresii; oltre ili che (lesù Cristo medesimo in parecchie visioni da lei riferite,
gnila da
4
roiio a
per recitale l'tidizioe per
aveale ordinato d'intraprenderne Tese-
del Pontefice l*io IV, riuscì a fondare in
rono ricevute altre ancora, ed in breve la città fu talmente edificata dalla loro devozione, che (pie' medesimi eh' erano [liìi contrari, divennero piolettrìri e stati
Avila un monastero, intilolatoa
benefattori del
suitali,
cuzione, promettendole felice elletlo. Superati grandi ostacoli, con autorizzazione
Giù-
lei
allie religiose, le rjuali
re le novizie
che
vi si
trovavano.
si
mii-
islriii-
Ne
fu-
i
meo
nuovo istituto. Teresa visqualche tempo comesemplice religiosa; ma il vescovo giudicò a proposi-
to,
to di darle
.seppe, nel cpiale
giorno
il
di
s.
Bartolo-
s.
del 1662 fu messo il ss. Sagramened alcune zitelle vi vestirono l'abito, Ciòera stato preparato colla maggior se-
gretezza, poiché
la
uìarito di essa,
dovuto servire per
Alluma-
si
l'orazione, silenzio
una malattia che
di uscire del suo monastero, senza la
se
fdjbrica duine-
essendo crollato un muro, rc^tò sue rovine il più giovane de iì-
sotto
le
gli di
Giovanna. Creduto morto e porta-
to a Teresa, lo prese nelle sue braccia, e
innalzò fervide preghiere a Dio per
ri-
della casa. Ella a-
e tlella volontà, assiduo esercizio del-
le religiose
fpi;isi continuo, e che non avessero per vivere che il
prodotto del loro lavoro, e deoonuittadini
:
eleniosine
1'
loro abiti erano di gros-
i
so saio, portavano zoccoli invece di scarpe, già
dormivano
sulla paglia, e
vanocarni che
po4a»iiii
il
non man-
in caso di necessità.
suo monastero
fti
Do-
visitato dal
generale dei carnjelitani,p. Iiubeo di Piaveima, che prese sì grande stima della
chiamarlo alla vita: dopo alcuni minuti consegnò il fanciullo alla madre pieno di
altri
vigoreedi sanila. Questo
patenti a fondarne eziandio
due per
uomini. Nel mese
567
fililo
niiracolosu
fu inserito nel processo verbale della sua
canonizzazione.
Quando
ne eifelUiala da Teresa,
mandò il
sapula nel
fu
Dionastero dell'Incarnazione la
londazio-
la
superiora
la
silrovòdichecondaniiarla:anzi
prò-
le
promise di darle
di rientrare nel si
la
il
p.
permissio-
suo nuovo monastero,
calmasse
nella città.
il
grande rumore che
Ma
il
mona-
novello
stero sarebbe slato sul fatto soppresso, se p.
Bannez domenicano non avesse mo-
derato l'ardore de' membri dalla radunanza convocala tla'magislrali della città e
da alcuni canonici per decidere, e
cosa fu portata al consiglio reale.
ne Teresa ebbe ai
di
1'
food, ire
di
autorizzò con
agosto
1
gli
Tere'sa
vi
Medina del Campo per slabiliruna nuova casa, alla testa di un picco-
Io
drappello di 6 religiose.
si
recò a
Le
dillicollà
piere questa fondazione, avrebbero sco-
non
il
permise
le
simili, e
cau-
la
Teresa pose tanta dol-
cezza e forza nella sua apologia, che
purché vi avea
monasteri
ch'ella dovette superare prima di coin-
padre provinciale, e fu trattala
ne
nostra santa, che
tosto a chiamare, ne Inavvertito
sa dinanzi a lui.
vinciale
ri-
forma una mortificazione costante de'sen-
se avesse
loro, e
ne sospettasse. Durante
governo
di
del cognato avea dato occasione a Teresa
sla casa,
il
vea stabilito per fondamento della sua
come
Giovanna
cala da sua sorella
daj e dal
casa era slata labbri-
se colà
monastero
di
il s,
permesso
di
la
Alfi-
passare
Giu'^cppe, e vi fuse-
men forte; ma esse non maggiore attività. Dipoi la contessa de la Cerda la eccitò a porre un monastero nella sua piccola città di raggiato un'anima
fecero che darle
IMalagon, locchè le
elfettiiò la
I^alme deli568.
ta dello stesso
Il
domenica
del-
giorno dell'Assiin-
anno entrò
in possesso di
monastero da lei fonilato a Valladohd. Un gentiluomo d'Avila, d. f'uilf.iele Mexia Velasquez, a vendo udito i'inleiizione di Teresa di fondare un convento, le ulferse una casa eh' egli avea in campagna a Durvelo. Ella l'accellò, e due reiigiosi del suo ordine, che le aveano promesso di abbracciare la riforma tosto altro
TER
TER
una casa per essi, vi si lecaiono tosto. Uno era il p. Antonio di Gesù, l'altro il p. Giovanni della Croce (I'-), clie fo poi innalzato al-
loro sforzi per ritenerla; tna !a scelta che
l'onore degli altari. Nel principio dell'Av-
quiltamente
vento deh 568 fu delta la i. 'messa in questo nuovo convento, e la pietà de'priini religiosi che Io abitarono e che andava-
suscitò ad
un
ne contro
la
74
ch'ella avesse potuto aprire
no
il
monastero
priora,
la
di
pose
sta diletta
Giuseppe fece
s.
di lei
per
ritornarea que-
in istatodi
sua casa. IMentre godeva tianil
fruito delle sue fatiche,
tratto
una
si
fiera persecuzio-
nuova riforma, portandosi
finoaRoma gravissime accuse su'costumi dei carmelitani e delle carmelitane rifor-
a predicare ne'Iuoghi circonvicini, pro-
quali accuse eziandio presero pie-
cacciò loro la stima del cantone. Succes-
mati,
vamenteTeresacoll'aiuto di pie persone, in circa 12 anni, stabilì altri monasteri e
de
conventi della riforma in Toledo, ^astraila, vSalamanca, Alba, Sego via, Veas, Sivi-
e fu proibito a Teresa di stabilire altre
si
glia, Cara vaca, Villano va,
Burgos. Ella non
lanciò
si
il
case. Inoltre nel capitolo generale tenu-
R.oma ne\i5j5,
proibì ad essa di
uscire dal monastero che
una
suo zelo per far cre-
giunse per-
si
novelle fondazioni,
to a
negli ultimi
ferma, raddoppiò
le
spaventare dal-
che dovette vincere; anzi, tempi fosse in-
plici dilhcoltà
quantunque
segno che
sino ad abbattere
Pa!encia,Soria,
né dalle molte-
le fatiche di tanti viaggi,
le
in Ispagna, a
volta.
Teresa
si
si
avrebbe scello
sottomise senza la-
gnarsi, e solo scrisse al p. generale per accertarlo della sua obbedienza. Parve ch'el-
non
la
fosse
egualmente
insensibile alle
scere sem[)re più l'opera del Signore. Per
persecuzioni eh' ebbero a solfrire
può vedere la Storia de l le sue fondazioni, ^cvMla da lei medesima, non che citati articoli Carme-
che aveano abbracciato la riforma. Scrisse loro frequentemeute per e-
tutte queste istituzioni
si
i
litane SCALZE
e
Carmelitani scalzi,
tempo avenPio V nominato de'visita-
altri loro relativi. In
do
il
Papa
s.
lori apostolici ri,
il
p.
e gli
per
la
quel
riforma de'monaste-
Ferdinando domenicano, che fu
sortarli alla pazienza e perconsolarli, col
che non
riflesso
vi
avea segno più sicu-
ro della misericordia del Signore,delle
man-
da, ed accertandoli che la
nuova
rifor-
ma
lutti gli sfor-
sussisterebbe
malgrado
rare alcuno de'mezzi
sentata
no sovente
cipe
come erano ingrandissimo numero, la lassatezza avea fatto rapidi progressi.
riIl
Ferdinando credette non poter meglio rimediarea tanti abusi, che dando a questa casa Teresa per superiora. Obbedì la santa, malgrado il dispiacere che provò
p.
non trascuumani ch'erano iti
dell'invidia. Tuttavia, per
zi
Spagna, mentre era in Avila osservò gl'inconvenienti che derivavano dalla soverchia libertà che a veano le religiose delosservando esse la l' Incarnazione, Non clausura, le persone del mondo andavaa visitarle e disturbarle, e sic-
suo potere, a vendo inteso ch'era stata pre-
Spagna una memoria cail p. Girolamo Graziano e
al re di
lunniosa contro le
carmelitane scalze, scrisse a quel prin-
domandandogli protezione
buoni padri
scalzi e pel
lettera, in data di Avila, è del iS'j'j.
Filippo
II,
pe' suoi
suo ordine.Quesla
dopo
1
3 settembre
essersi
informato
dello stalo delle cose, favorì in ogni punto
zo
i
degli animi succedette
turbolenze che aveano di frequente malcoiUenti e gelosi. In onta
nel separarsi dalle sue care figliuoleje in
olle
suscitale
cipio, riuscì colla sua dolcezza e pazien-
a tante opposizioni, Teresa vedeva
il
buon
successo, che passali
midlstrazioDe,
le
i
ordine, con tanto
Saunidellasua am-
religiose fecero lutti
i
mez-
desideri! della santa, e per questo la tranquillità
onta alla resistenza che incontrò dapprinza a rimettervi
tri-
bolazioni e de'patimenli ch'egli ne
incaricato della visita di parte di quelli tli
santi
i
religiosi
gressi
i
i
chefacevaognigiorno
ed ebbe
la
il
i
pro-
suo istituto,
consolazione di contare sulla
ne della sua
vita
più di 17 monasteri
fi-
di car-
TER
TER meli tane scake,e ui scalzi. Appena
5 conventi di carmelila-
1
ebbe terminatogli
lisguarda II li alcune
ailuri
al tre f'untl azioni, a
cui
era stata autorizzata da novelli ordini del la via di
generale e delia corte, prese
p.
Avila per adempirvi tranquillamente funzioni di priora del monastero di seppe. Intanto le di
lei
s.
le
Giu-
infermità anda-
va no sempre più aggravandosi, per le continue faticbe e
suo zelo facevaiesolTrir tutto con
Avea
ma
frequenti viaggi;
i
il
ilarità.
compiuta neh 582 l'eremonastero di Burgos, e già erasi
di fresco
zione del
75
carmelitaned'Alba, donde nel
585 il
1
ca-
pitolo generale dell'ordine lo fece traspor-
tare segretamenteal monastero di
s.
Giu-
seppe d'.Avila.La famiglia del duca d'Alba porlo a Ron)alesue doglianze per questa traslazione, ed ottenne l'ainio appresso un ordine del
Papa Sisto V, perchè monastero il' Alba le
fossero restituite al
spoglie mortali della santa f ìudatrice,
il
23 d'agosto 1589, e vi sono ancora oggidì sotto un ricco mauche
elfettuòa'
si
mano
soleo, incorrolte e senza la
sinistra
troncatale dal provinciale de'carmelila-
mo-
diretta alla volta di Avila,
quando ricevetun pressantissimo invito della ducbessad'Alba,che la pregava di andare in Alba
ni scalzi a'4 luglio
te
nastero d'Aviìa, e senza un piede che nel
a visitarla passando. Ella vi andò, e trat-
di
tenutasi qualcbe ora presso
duchessa,
la
monastero del suo ordine, ove ai 3o settembre ebbe un flusso di sangue, che fu seguito da'siutomi più molesti. Nondimeno assistè ancora alla messa in questo si
ritirò nel
comuuicossi con istraordinario
dì, e
fer-
dopo aver passalo
vore. lli.°di ottobre,
qaiasi tutta la iioltein orazione, foce chia-
mare si;
il
p.
Antonio
dipoi salutò
le
di
Gesù per
confessar-
sue religiose, e diede lo-
583
i
pel patrio
fu mandato in Roma al convento Maria della Scala. Elisabetta regina di Spagna ottenne un dito, che mandò a Maria sua madre regina di Francia, la
i6i5 s.
quale
In
Parigi.
donò
Paulo
carmelitane scalze di
alle
V
nel
istanza di Filippo
i
111
6 4 1
beatificò,
la
ad
re di S[)agna con-
cesse all'ordine carmelitano scalzo di farI'uHìzìo e messa, e commi-
ne
gregazione
de'riti la
causa
sua cano-
di
nizzazione. Questa fu celebrata da
gorio
XV a' 12
marzo 1622,
Gre-
colla bolla
ro ciascun giorno prove di tenerezza col-
Oninipotens, sollosci'ilìa da 36 cardinali,
con cui accompagna-
IjuU. Rom.t.5,paì\ 5, p. 7. Urbano Vili ne approvò l'ullìzio proprio nel i636, e
l'eifusione di cuore
va
suoi consigli, scongiurandole di os-
i
servare esallaraente
regola e
la
le costi-
1
permise che
fosse l'ecitato in tulli
i
regni
Clemente IK
tuzioni. A' 3, sentendosi più debole che
di
mai, chiese sagramenli, ed allorché
condecietodel 668 loeslese alla chiesa u-
i
portalo ze
si
il
s.
Viatico parve che
rinvigorissero
domandò
sera
vagli e
le
sue virtù
la
suora
letta
Anna
di
s.
compagna, ed
le
4o5
di
braccia del-
Bartolomeo sua disempre dalla
assistila
duchessa d'Alba, che tenera aiìezione.
suoi tra-
i
notte del
la
ottobre 1 582, spirando fra
ri-
Finalmen-
sonno de'giusti incoronò
il
della
l'estrema unzione, cui
cevette colla più fervida pietà. te
le fu
sue for-
g ore
circa le
;
le
la
Morì
serviva colla più nel G8.°
anno
di
sua età, dopo averne passato 27 nel monastero dell'incarnazione, ed altri 20 in diversi
po
altri della
riforma.
fu seppellito nel
Il
suo cor-
coro inferiore delle
Spagna
e Portogallo. Indi 1
niversale col rito doppio, poiché prima
faceva col rito semidoppio. Gli
sua canonizzazione contengono lai ita di
si
atti della le
partico-
molti miracoli operali per
la vir-
tù delle sue reliquie o per sua intercessione.
La sua
festa
si
celebra
il
poiché appunto allora per Caleiidario(l''.) to io giorni, e pel i5.
Ne
il
si
i
la
5
di ottobre,
riforma del
soppressero ad un trat-
5
di ottobre fu contalo
scrissero la vita in ispagnuolo
Francesco Ribera gesuita altro suo Yepez arcivescovo di Tarragona. Altri scrittori di sua vita li riportaNovaes nella Stor.cUGrcgorio XF. S. Teresa fu una santa illustrenon solo per
il
p.
confessore, e Diego
TER
76 sue virtù e per
le
le
TE
sue operazioni, ma an-
che pe'suoi scrini. Lesueopere sono: I. VIslorin della sua vita; 2. \' Istoria delle sue fondazioidj re
i
/ii^iose; 5. In
Mainerà di vìsita-
3. la
inoiiasterij 4-
'
Consigli alle sue re-
Pia della perfezione j
Aleditazioìd sul Pater nosterj'j. stello deira?ìinia;S. Pensieri
di Dioj
3Iedifazioni
Cf.
nionej IO. Lettere;
i
dosa di s.
di
Ca-
il
sull'amor
dopo la eoniu-
i.un Cantieo dopo
la coìiìuìdone, più conosciuto sollo
me
6.
Zlcrei'tì;.
Dopo
le
no-
il
Con'
che
luti
la regina
R
fondatrice fece compi-
lare, si ricava che le dame formanti l'ordine debbonsi scegliere fra le nobili gio-
vani di famiglie bavaresi, nubili e nate da legittimo matrimonio
piùchesSo
,
e posseditrici
sioni. In essi fu inoltre stabilito,
valieresse maritandosi,
della
di
fìoriniannui di renditeo pen-
che
perdono
i
ca-
le
frutti
prebenda dell'ordine. La croce di la cifra T, che
decorazione nel centro ha ricorda
il
nome
dell'istitutrice, e nel ro-
vescio vi è scolpito l'anno della fondazio-
fcssioni di
ne dell'ordine, ed
bre
Unser Enderlebeii sey Glauhe an das Ewige, che nel nostro idioma suona: La nostra vita terrestre sia fede nelr eternità. La regina che regna suole e-
la
s. Agostino, l'opera più celequesto genere, secondo Baillet, è vita di s. Teresa, di cui nulla v'ha di
\)\ìi
in
autentico, essendo stata scritta da
medesima,cuif)rma seguito le
lei
la storia del-
sue fjndazioni;ela pregevolissima rac-
colta delle sue lettere, pubblicata dal dot-
to vescovo Palafox, contribuì
compiuto
a tendere
il
non poco
racconto di
s\
bel-
T.BRESA, Ordine
me
moglie del re Luigi, e madre de'regnanli Massimiliano re di Baviera ecan-
Pala tinalofP^.), e Oiioiieve óiGre-
se fra gli
le istituzioni
cavallere-
simile
può
lo slesso
riuscire nelle
donne
principio; perciò
i-
un ordine di cavalieresse col proprio nome, che il re Luigi confermò, proponendosi di ammettervi un determina-
stittii
numero si
di nobili e
quali oltre
le, alle
ne,
la
bisognose donzel-
distintiva decorazio-
concedesse annua rendita, atta a
supplire aila scarsezza della fortuna,
diante
resi
I
ca-
le
dame bava-
o straniere, purché di nobili natali, essere
nominate membri onorari o
TERESIANE. ze e
s.
TERESIANI. zi e s.
Carmelitane scal-
P'.
Teresa. p'.
Carmelitam scal-
Teresa.
TERGOWITZ o TERGOVIST. de arcivescovile
Se-
Pdlac' Turchia euro-
e metropoli della
chia (F.) superiore, nella
pea, distretto di Dimbovitza, a più di
1
5
23 da Hermanstadt. Giace in delizio'^a situazione, sulla sponda destra delia Jalomnitza, tra una catena di vaghe colline, ed una bella e vasta pianura. E' alquanto fuiie,con vecchie mura, ha parecchie chie-
applicando
to
Oltre poi
uomini
nobdi animi a lodevolmente opeil
re.
valieresse prebendate, altre
leghe da Bukarest,
di generose azioni civili e militari, acceni
a far parte dell'ordine,
Riflellendo quella sovrana, che
sche e di altre onoriOceiize, qual premio
rare,
dame
consenso del
alcun dirittoal godimentodelleprebende.
soìua- Allei Jjoui'g regina di Baviera, co-
.).
le il
^wevio da quello dei Teresa (V.), il cui gran
i
dono
previo
cavalieresse dell'ordine, senza acquistar
maestro è l'imperatore d'Austria. L'equestre ordine di Teresa fu istituito a' 2 dicembre 1827 da Teresa Carlotta di Sas-
cia (1
bava-
equestre di e ava'
lieresse di Baviera, cavalieri (\\Maria
tedel
leggere
ponno
la vita.
in giro l'epigrafe
rese:
me-
2prebendecompostaciascunadel-
l'assegnoannualediSoo
fiorini. Dogli sta-
se e conventi, e
74
molte
^'^
Belgrado, ed a
case.
Fu
già
la
ca-
pitaledella Valacchia e residenza del voi-
voda sino al 6()8,in cui Costantino Bessatrasferì la sede del governo di que1
raba
sto principato a Biikarest. vile di rito
La sede vesco-
greco d'Uiigaroblachia diven-
nearcivescovato onorario nel secolo XIII
con iesiden7.a
in
Tergowitz, sollo
il
pa-
triarcato di Costantinopoli, e la sua pro-
vincia ecclesiastica
comprese
la
regione
TER
TER Valacchia lungo il Danubio, Transilvania e la Moldavia. della
TERKI
ha
la
(iinrdaiio, del IMas!
Tcichii. Citlù arcivescovile
,
del laR ossia ioEiiiopa, provincia del Can-
mar
palmente
le viti e
i
coltivano piinci-
vi si
Usuo
gelsi.
aicivesco-
quaOricns dir. t.i,
di,'^i^//Y/r77/2.del
(Tcrlilicn). Città con re-
sidenza vescovile nel regno delle due Sicilie,
provincia della Terra diEari,dislret-
to e
capoluogo
cantone, a
di
piìi di
G
Tiani
glie da Barletta, altrettante da
le-
e 2
da Molfelta, situata sopra un
rialto in vi-
cinanza
la
lago Iaconi, verso
da meridionale
si
estende
SCO, a 2 leghe e 1^2 dal
lui
cui spon-
grazioso ho-
mare Adriatico.
laigo e profondo fossato che
la
da multi anni convertito
buona
da
,
sicché
in
il
castello
la
sira-
le
mura
da
torri e
non rimangono che
ben forte, secondo
II
cingeva fu
di tratto in trailo fiancheggiale
ne
coslruzio-
de'bassi tempi, nel quale fece lesiden-
za per qualche lieo
tempo l'imperatore
re di Sicilia, ed
II
volta vi
si
i
re
Fetle-
Aragonesi
tal-
chiusero per difesa. L'antica
cattedrale restaurata è sagra all'Assunzio-
ne
di
Maria Vergine, con fonie
baltesi-
male
e parrocchia in cuia dell'arcidiaco-
no,
quale è lai. 'delle 5 dignità del ca-
il
che inoltre
pilolo,
nonici
si
compone
compreso il teologo
e
il
di
22
ca-
penitenzie-
ie,
edi altrettanti mansionari partecipan-
ti,
oltrealtri preti e chierici addetti al ser-
vizio divino.
scopio.
regno sotto
Tra
Buono le altre
è l'edifizio deli'epi-
due sono parbatlisteiio. Viso-
chiese
locchialie munite del
vedova del re Ladislao, del
la
poeta Felice di Paù, edi varialtri iiomini distinti.
grano
suo territorio abhunda di
Il
e legumi, vino, olio, fjutli, e spe-
cialniente di
i324.
TERLIZZl
al
Salvator
Pietro da Cor-
el Parniii;i.'iiiÌMO,di
Iona, del Martareili, ec. Questa città è pa-
le riparlai a Tart^p.ia.
p,
ti
tiiadi Nicola daTerlizzi Inogotenenledel
unito a quello
•vato è
Rosa,
Rubens, dtl
tli
del r.iaf|uinlo, di
,
su.-]
con fortezza, e
dio,
Coiieggio
Caspio. Contiene un presi-
caso, in riva alloStaroi-Terek sopra la
foce nel
77
Tiziano, (le'r5ass;iiii,(lelDomenicliiiio/Icl
mandorle
in
gran quantità.
Turr/cmw,poi Jr"/777n//«.esonovidifrequenCredesi clie questa le disollerinli
monumenti
Terlizzi era
anticliilà.
Giovc/u/zzo (J collegiata di di
s.
città sia l'antica
s.
.),
4
diocesi
ili
colla cliiesa e insigne
IMaria Assunta in cielo e
Michele arcangelo
pitolo con
e reliquie di
nella
5
di
navi, e ca-
dignità, cioè l'.arciprete,
il
primicerio e due cantori. L'arciprele per la
giuiisdizione essendo
nui
litigi
sempre
col vescovo, oieiitre
in conti-
regnava Car-
lo di Borbone, governava il vescovato di GiovenazzoPaolode IMercuiio, ederaarcipretedi Terlizzi Anton io Fiora vanti. Be-
nedetto
XIV colla
bolla t uìi^enitus
Dei
de'26 novembre! 7 4f)) Bull. Bc7?cr/. A//^ t. 3, p. 4^; avocò a se le cause pendenti sulle liti che eslinse, olteuue Filiiis.
,
con pensione la rinunzia dell'arciprete, e per le prerogative che avea Terlizzi Televò al grado di vescovato, unendolo a Giovenazzo acque prìucipalilcr, dichia-
lando cattedrale
dando
la
venazzo.
la collegiata,
precedenza
INel capitolo di Terlizzi
se rarciprelura,ed eresse
l'arcidiacono; dichiarò te di
ma
nuova eiezione,
cantore, ed
il
la
soppres-
i.'dignilà dei-
altre Tarcipre-
le
il 1
sagrisla
acoor-
capitolo di Gio-
al
.'cantore,
il
nuovamente
1.
Ton-
no conventi
di religiosi, monasleridi monache, conservatorio, sodalizi, ospedale,
dato, insieme alle prebende del teologo
monte
te arciprete la die al vescovo per episco-
di pietà. INella chiesa de'rainf)ri os-
servanli ammirasi un bel
quadro
no; nel palazzo della l'amiglia di servasi
una
di Tizia-
Paù con-
distinta galleria di (piadii dei
snigliori maestri italiani, essendovi
del
Perugino;
di
opeie
RJjera, de' Caiacci, di
e del penilenzieie.
La casa
del preceden-
nominando il Mercurio vescovo di Giovenazzo e Terlizzi uniti, e volle che sinodi si poles>eio celebi aie nell'una o
pio
,
i
nell'altra chiesa, il
che
in
ambedue
vi fosse
projirio vicario generale, e nella sede
TE
78
TER
11
Tacaiifeciasciinode'duecnpitoli eleggesse
suo vicario capitolare.
il
Benedello
rio,
XIV
per i
Dopo .°e
Mercunuovo vescoil
Giovenazzo e Terlizzi nominò nel 1752 d. Giuseppe Orlani celestino della
vo
di
diocesi d'AlessanOjCui successe iieli^yG
IMiclieleContinisi d'Altamui'n.Loera an-
quando Pio VII colla boldominicac, de' 2 8 giugno, due sedi vescovdi di Giove-
cora nel 1818, la Z>c utili ori
soppresse
le
um
lìazzo e Terlizzi, le
al
vescovato di
Moìfctta (V.), ed a'2 ottobre ne fece vescovo Domenico Antonio Cin)aglia, indi nel
1820
Caracciolo
XVI
Filippo del Giudice.
gli sostituì
(f^.),c\\e
neh 833 Gregorio
Napoli e creò cardinale. sede vacante, il medesimo Pa-
trasferì a
E.estala
la
pa colla bolla Aetcnd Patris Filiuf!,de\ 9 dicembre 835, ripristinò! vescovati di Giovenazzo e Terlizzi, unendolia Molfelta.onde il vescovo portasse lutti e tre ti1
i
toli, e
ciascunoconfermò immediatamen-
te soggetto alla
s.
Sede. Quindi nel
1837
debbono riunire
edifizi*de'bagni
gli
to quello
che riesce più comodo
tut-
loro
al
debbono essere ornali con piacevoI moderni rare volte hanno emulato la magnificenza delle terme antiche; presso le sorgenti termali non si è posto cura d'ordinario se non a moltiplicare le osterie o gli alberghi, come nota il F^ocabolario delle arti del disegno. Le opere mediche definiscono bagni, la totale o parziale immersione del corpo neluso, e
le
eleganza.
i
l'acqua, o in altro fluido atto a debella-
umane infermità. Il bagno prennome secondo le diverse parti che
je alcune
de
il
3Ia ni lui>io, chiamasi il bagno delmani; Pediluvio, quello de'piedi; C<7pitolmio,q'^e\\o della lesta; Semicupio, ricopre: le
di
mezzo coipo; fomentazioni, docciata'
d'una parte soltanto bagni sul nostro individuo secondo ch'essi sono caldi o fred-
re, cmhroceazioni,
del corpo. Agiscono
di, e
gni
più o
si
meno
dividono
i
lunghi o ripetuti.
I
ba-
bagni geiierali, in sem-
in
preconizzò peri. °e nuovo vescovo delle 3
plici e
Giovanni Costantini, per la cui morte il regnante Pio IX nel concistoro de'27 settembrei 852 dichiarò l'attuale vescovo mg.' Nicola Guida di Vieiri arcidiocesi di Gonza, già in
ci
le
bagnarole domestiche.
quel seminario professore di lingua gre-
ci
ponno essere
ca ed ebraica e di teologia morale, pro-
persone anche bene in salute, perchè col
distinte diocesi mg.'
fessore e rettore del seminario di
gna
e vicario generale,
Campa-
non che primice-
rio di sua patria.
TERME, Tlìcrmae.^agn] o lunghi domanuale o per indu-
dottevi per arlifizio strie di j
strumenti. Edilizi costruiti presso
fiumi ole sorgenti di acque termali (spe-
che
ce fresca o
si
fanno
acqua sempli-
coli'
tiepida, fresca cioè nell'ac-
qua corrente de' fiumi odi qualche gno nella stagione di estale, e tiepida a
utili
lavare e rilavare
I
nel-
bagni sempli-
qualunque
la pelle
sta-
sorta di
dalle sozzure ed
ontuosità, che questa sempre mantiene, porri
ve sono acque naturali o salubri, o con-
consposli. Si dicono bagni sempli-
quelli
rimarranno più aperti e
i
la tras[)i-
razione cutanea più libera, cose tutte che influiscono molto
al
ben essere della per-
sona; ed anche perchè rinfrescano riferia del corpo, e le
la
pe-
rendono più cedevoli
fibre muscolari. Questi bagni perciò
cui temperatura è
tanto più riescono giovevoli nelle perso-
sensibilmente maggiore di quella dell'at-
ne che patiscono un qualche sfogo acrimonioso alla pelle, ovvero dolori muscolari detti reumatici, e molto più necessari nelle malattie d' infiammazione, massime addominale, e ne'dolori colici. I ba-
cialn)ente minerali,
mosfcra) o
in altro
la
luogo qualunque, tan-
to per la nettezza del corpo, la
quanto per
cura della salute. Ne ebbero
gli
anti-
chi de'mngniflci, e Vitruvio ne descrisse
alcuni. I
De
archilcctura; mentre Baccio
ratto in particolare delle terme, nell'o-
pera
De Thermis
omnibus. lu {generale
gni composti sono di più specie,cioèo delle
acque
così delle minerali,
sulfurei, ec.
Convengono
o
di
mare, o acque
quelli di
T E n
TER
minerali nelle malaltie oslruzioiiali, cioè
principio semplici, poi sontuosi, e delle
ec.
Le acque minerali
dicono così perchè contengono ne
sedie balnearie con
milza, o del fegato, o delle ascelle,
ilella
o degl'inguini,
ma
de'sali metallici,
la posizione e
il
sessi de'Papi, e furono
in soluzio-
A
la quale può anche bagni d'acqua snlfu-
l'acqua di mare,
j>lire
jea riescono giovevoli in tulle
le
cutanee. In molti luoghi trovasi j
igine d'acqua sulfurea, e
malattie scatu-
la
non mancai
di
rimarcarlo ne'loroarlicolijaccennandone pure l'eflicacia, e dove trovansi avanzi di laitiche e ragguardevoli tertne.eguaimcn-
vado ricordandolo. Si ponno vedere,anche pe'buoni effetti del bagno e sopra le cautele che devonsi usare per evitarne Y)ii\\co\\yljucaa,Dc'ljagnì d'acqua di mate
i
8 7. Vagan\n'\, Notizia co7?ìpcn' diata di tutte le acq ne miner ali d' Italia. Ali beri. Preci s historique sur Ics caiix re, Pisa
I
,
ricorilondo
motivo
di
calun*
nie e di ridicole invenzioni, che confutai
Sepia nel desciiverle, massime la sterDisM de'princìpali bagni e ternìe ilc'romani, loro forma e parti, usi, e ab-
a
tutte queste però, secondo alcuni, puòsup-
artcfaisi facilmente.!
forami
quelle famose che poi servirono ne'Pos-
si
sono vari secondo
terreno in cui scorrono.
79
I
plus usitée en inédecine. i bagni degli ari' P^irenzeiSl i. Clivolo, De halnea-
coraria.
bellimenlidi cui furono ricchi. Delle ter-
me
pubblici. Degli avan-
o bagni privati
Roma. Dell'ora come primitivi cristiiini virtuosamente moderarono l'uso de'bagni, equi aggiungerò cheattestano s. Ambro-
zi
di quelle sussistenti in
del lavarsi:
i
gio e s. Agostino, che le persone ben costumate usavano coprire le parti vereconde con borse di pelli sodici o altre copriture. Decentissima usanza che rilevò il p. Paciaudi nella Dissertatio de sacrorum cìiristìanorum balneis, Veneliis i 75o,
Romae 1758. Dal cata
la pili
p.
Vezzosi fu qualifi-
dotta sua produzione, poiché
degli Scrittori Ideatila' a p. 86,
Jìiiìierales Ics
nel
Uruni, fllcjuoria sopra
rìe\Vi\\uslvareBalneujJisacrum,adJideni
tìchi,
ontiquaepicturae in cod. membranaceo Bibl. s. Pauli Neap., dice che il pittore, quamvis religioso homines in balneo,
rum naturalium viribus.CoWzii, Dell'arimitare l'acque terma-
te
d'analizzare
li
o minerali. Di Bregé,
e
cinales. Falloppio,
De
Des eaux mèdi' medieatis aquis.
Marcard, Della natura e uso de'hagni, Pavia 1 8o2.MarcheHi,Z?e hahieis tractaRlengo Faentino, i?e halneis artiji-
tus.
cialibus. MonlagnajZ^t'
balueorum varie-
Palazzi, Uso simultaneo de'bagni vapore (dell'applicazione del vapore ad ffif/r.
altri usi e
52
sua forza, parlai nel voi.
De
LXX,
1.
1
I
nonnisipanno, et subligaculo amìciverit, nullus dubito, eos plerumque illam modestìam, illam verecundiam, illud decus tenuisse, quodss. Foemina Olympia adhibuit,
de qua Palladius
politanuSj de vita
s.
episc.
Hcleno-
Jo. Cìiris., tradii,
cum
indusioin aquamdescendit.se quoque ipsam, ut ajunt, verità. ÌTìohve parlai
a Bagni,
come
alle vesti ò\
Lana
(V.)
balneis
obesi adoperavano sulla carne, furono ge-
om.nibus. Reilly, Tractatusde ortuaein-
neralmente sostituite le camicie di lino, del quale e della canepa riparlai a Stoppa. Di molte terme ridotte in chiese. Fra queste meritano che anco qui ricordi le celebri terme Novaziane eTimotine del
j).
I
e seg.). Savonarola,
dole de aquis mineralium. Nell'articolo Bagni dichiarai che con questo nome e con quello di Terme s' intende il luogo ove trovansi acque naturali o condotte per uso di bagnarsi. Parlai de'bagni iu
vico Patrizio o Corncliorimi de'Cornelii
Pudenziana e
generale, di loro origine e uso, in uno a
Pudenti,
quello di ungersi
Prassede, santificate dall' ospitalità che
principiato tra greci.
il
corpo con Olio
(f' .),
gli orientali, egizi, ebrei e
De'bagni caldi e freddi, da che de-
rivali e
quando
falli.
De' loro
edifizi iu
vi
fratelli delle ss.
dierono a
stri
s.
Pietro, e da tutti gl'illu-
personaggi cristiani che recavansi in
Ilcma specialmente dall'orieule. Ivi
s.Pie-
TER
8o Ilo celcloiava
il
s.
T
sagrilìzio sulTaltare
gneo che ora venerasi
meno
li-
degenerò
nell' aicibasilica
Lateraneose, e sovrastato dal tabernacolo che racchiude le ss. Teste (/'.) de' principi degli Apostoli. Dipoi sull'area delie
no
tei
me
iVovaziane e Timotine furo-
Chiesa di s. Purlrnzi//na, la Chiesa di s, Prassede, il Palazzo apostolico di s. Pudeuziana, e il Palazzo apostolico di s. Prassede (T'.). Per ultimo dissi de'bagni suburbani di Roma detti d'Acqua santa, dell' Ospedale del ss. Salvatore (J •). A Lavanda de' piedi
lore, col
ragionai di questo antico e ospitale costudi che rifeci parola a 0>pizio,
Pel-
legrino e altro ve, lllMaraiigoni,Z)f^//(^ rose
a uso
gentilesche e profane ti-aspoi'tate
delle eidese ,\\a{\ix nel cap. 56: DelleTer-
me
e bagiìi de' gentili, e d' altri luoghi
nunondi com'ertiti inchiese llNibby nella Roma nelUanno i838, discorre nella Yiav.i.^ Antica, art. 1 5: Delle Terme. Con
1
.
questi e altri autori vado in breve a te-
nerne proposito, con più dilfusione delJ'accennato a Cagni. Uopo la maestà dei 7V/;?/Wedelle /j^/.s^V/r/u' (delle quali lia Tempio),
lai
Ijriclie piìi
non ebbero
i
gentili fab-
sontuose delle pubbliche ter-
quale
numero
trodotto
infinito.
Luso
ne'piìi. antichi
di questi fu in-
tempi, per
la sa-
umani, e fu giudicato non meno proficuo che lodevole,ondeA lislolile lichiamò Balneae ealidae sacraejnon già perchè fossero dedicati ad alcuna Deilute de'corpi
tà,
ma
perchè provenivano dall'acque e
«la'solfi,
giudicati cose sagre, e per
le
am-
mirabili operazioni che producevano nei corpi
iiuìiuii;
.secondo
il
onde
filosofo,
biigui naturali
ginnastici, e per
non
si
rali,
questi s'introdussero
ciali e
domestici, perchè anco
i
bagni essi
artifi-
non po-
co giovarono alla salute de'corpi. Noiidi-
il
Rnnia
Tevere (nel
nerici sui fiumi)
che forniva V Accpia.
per bere, somministrava ancora di tulfuisiedi purgarsi nelle sue
non era sempre
(P'.)
mezzo
il
acque. Ma
mentre gli u-»! esigevano di doversi bagnare per la nettezza del corpo, in un'epoca in cui anda* vasi continuamente con vesti di lana sulla
accessibile,
carne; quindi per l'uso pubblico imina-
dopo l'anno di Roma 44 '> •" ^^^^ venne introdotta l'acqua Appia, di formare un ricettacolo di quest'acqua nel basso fondo fra il Monte Celio e il falso Monte Aventino, dove come in un lago il popolo potesse bagnarsi, nuotare ed eginossi,
perciò fu designato col
nome
Piscina Puììliea ,\?i quale sebbene poi per l'esistenza delle terme fosse giudicata inutile e asciugala, die
gione XII, che
nome
alla re-
conservò fino al secolo V dell'era volgare. Il sito di questo lago artificiale si riconosce chiaramente ancolo
ra nel basso fondo sotto la Chiesa di .?. Balbina, dietro il lato occidentale delle terme «li Caracalla, precisamente verso la valle Miiicia, nell'odierna via de'Cerchi
e
iit-1
sito di (piella del
Carciofolo (diver-
omonimo nel rione Ponte, nome da un grosso carciofo
so dal vicolo
rhe [jrende
per l'occulte loro meravigliose virtù.
sollievo e la coltura
quale articolo riporto pure de' cenni ge-
scolpito in
Dopo
il
ricordano bagni, ed
(juesto titolo di sagre,
d'acque sulfuree o mine-
profittevoli.
dello spirilo. iX'e'tempi primitivi di
conviene solamente
ai
rendevano
rarsi per la nettezza del corpo, per gli esercizi
sei citarsi, e
a
si
romani durante l'impero, ne'primi 3 senostra era; imperocché nelle terme essi raccolsero quanto poteva deside-
di
e Plinio giunse a dire ch'erano cresciuti
terme, così dette dal ca-
coli di
me
e V. Vittore ne coniò in Pioma piùd'Suo,
le
della magnificenza e della ricercatezza dei
le
e bagni. I bagni però dilferivano dalterme, puichè erano nelle case privale,
mentre da'personaggi
in lusso,
fabbricarono
Le terme ancora danno una grande idea
edificati la
me,
pai
si
ER
ciò die ritrovato fu per bisogno,
sa), così
marmo
ivi esistente.
fino dal
sul
cantone d'una ca-
detto per l'insegna d'un'osleria 1
privati
VI secolo
di
romani più
Roma
ricchi
costruirono
bagni nelle loro case, e specialmente nelle
loro /
ille,
ed uua descrizione
ci
lasciò
T E Seneca
di ((nello
TER
II
die avea Scipione A fi
i-
larghissime finestre
8
sole
il
per lutto
r
l'in-
cniio iDfiggiure nella sua villa (liLiteino,
tero giorno, e così lavarsi e godei e de'co-
che (li mostra quanto fosse modeslojed isliliiisce un paragone fia'costuini di Scipio-
lori e della vasca,
ne e
erano pochi bagni, e questi senza ornamentre il bagno non dava che una quarta parled'un asse per ciascuno che ne usava ed erasi inventato per servizio e non perdiletto.Non si versava l'acqua ad-
rpielli
de'tempi suoi, ossia del suo di-
scepolo Nerone, dicendo che in (piell'an-
golo
il
già terrore di Cartagine, a cui Pio-
madovea
di
nonesserestala
volta da'galli^ivi lavavasi faticato da'lavori della
che una
presti
il
suo corpo af-
campagna, perchè com'e-
esercitavasi a lavorare la terra, e
ra
costume
degli anticlii
la
domava
col
un tetto così sordido egli stava su quel pavimento cos\ vile, mentre a'suoi giorni ninno avrebbe sopportalo lavarsi in quella guisa, quando povero e sordido sarebbe parso, se le pareti non fossero state risplendenti eoa ferro. Egli lavavasi sotto ,
marmi rari, se non si fossero intarsiati marmi che venivano dall'Egitto con quelli della Numigrandi e preziosi
circoli di i
dia, se
non fossero
slati a
guisa di pittu-
ra variati e accordali insieme la
volta
non
saico, e se
il
fosse stata coperta
marmo
tasio,
andavasi ad ammirare in
colori, se
i
con mu-
che un tempo
come una
rarità
qualche tempio, non avesse fasciato
andavano
piscine nelle quali
a tulfare
le i
corpi inllevolili dall'eccessivo sudarech'eransi nelle stufe procurato, se
le
acque noti
fossero state versate da boccagli d'argento.
Ed anche
ciò era plebeo, poiché era-
no ben altra cosa bagni de'liberli, dove non vedevansi che statue, e colonne che non sostenevano nulla, ma ch'erano poste per solo ornamento e per spendere, dove rac([ue f jrrnavano fragorose cadute i
a traverso gradini.
Insomma
continua Se-
punto di ricercatezza, che non volevasi camminare che sopra gemme. Nel bagno di neca a narrare, ch'erasi giunti a
tal
Scipione eranvi piuttosto feritoie aperte a traverso
le
pareli di pietra, che finestre,
onde senza diminuire forza a'muri potesse la camera ricevere lucesufllciente. Ma a'tempi di Nerone chiamavasi hlattaria cioè bagherozzaio que'bagni, che non elano costituiti in modo da ricevere con VOL. LXXIV.
to
campi
i
e
riguardare
prospet-
di
mari. Soggiunge che allo-
i
ra
nienli,
,
sempre scorreva come un fonte caldo, né credevano
dosso, né recente
sorgesse da
che importasse di lasciar fo, a ri
le
sozzure entio
E confinila
l'acqua trasparente.
che giova entrare
in
il
filoso-
que'bagni oscu-
e rivestiti di stucco ordmario, ne'qua-
Catoneedile,o Fabio Massimo, o qualcuno de' Cornelii temprò l' acqua colle li
proprie mani? imperocché fra
le
cure de-
eravi questa d'entrare ne' luoghi
gli edili
che riceveano
il
popolo, e di esigere che
fossero puliti, e che la temperatura fosse utile e salubre; e
non già comedi recen-
te erasi inventato, così
ardente che somi-
un incendio, a segno che si condannavano servi sorpresi in qualche degliava ad
i
ad essere lavali vivi, cioè con acqtia talmente calda che gli uccidesse. Mostra inoltre, che fu uso ne'tempi più antichi di litto
lavarsi ogni
8 giorni in tutta
ogni giorno poi
rano più neca
le
braccia e
le
la
suscettibili di lordarsi. Così Se-
istituì
usi
de'tem-
secolo di
Roma,
de'confrontifragli
VI
pi suoi e quelli del
quandoollre
i
bagni privati eransi giàin-
trodolli bagni pubblici sotto
1'
degliedili appellati haliiicum e ]l
persona,
gambe, ch'e-
lusso che
dopo
la
ispezione
balneum.
conc]uisladi Corin-
to e dell'Asia tanti progressi fece in
ma, ne
fece
pure
in
Ro-
questa parte allora
essenziale alla vita:ma terme propriamen-
non furono stabilite prima della dominazione d' Augusto, e precisamente dette
te dal
suo genero Agrippa, che edificò
prime ne'suoi giardini presso il
le
Prt/2f/?eo/z
e chiamolle lliennac, latinizzando così il
vocabolo greco, perchècaldi erano baMa non restrinse l'edifizio a' bagni i
gni.
sollanlo, poiché vi
si
unì sale e
G
cortili
per
TER
82
T E R dicale da Calerlo e Costanzo Cloro,
grande terme romane colla pa-
gli esercizi ginnastici, in Uìotloclie
juialogia
ebbero
lestra tle'gieci.
le
Quantunque
cazione
quelle terme aveano un'estensione
(ossero niagniliche,
altre,
do, che
l'altro in
Ammiano narrando
Costanzo a
Roma
ne!
356
la
la
clifl
sua abdi-
riuscirono più grandiose delle
,
Finalmente Costantino
I
sul
326
INlonte Quirinale, verso
fabbricò
terme Costantiniane, coù del-
le
il
suo nome: queste non furono né più
grandi né più magnifiche delle preesistenti,
però furono
assai vaste e le
ultime ad
essere edificate. Tulle queste terme era-
no
andarono costruen-
uno sorpassando
successero dopo
dorso del le dal
gl'iniperatori successivamente per accat-
do
gli
precedenti,-
molto ristretta in confronto di quelle clie f(Mono posteriormente erette in lloma. Agiippa le cosimi nel 729 di Roma, dette per lui Àgrippiane, e morendo le legò al popolo roma no, il quale cominciò talmente a gustare questa specie di ridotti, che livarseue l'animo ne
3o5
nel
in
Roma
pieno uso nel 409, allorché
fu presa, saccheggiata e incendiata da
mo-
venula di
zia).
A
A-
Sve-
larico re àe'goti (de'quali riparlai a
queir epoca ciascuna delle case Roma conteneva denlro di se
grandi di
di nostra era,
lultociò che
una
mediocre poteva
quando esistevano tutte le costruite terme, le dice somiglianti a pro\ incie, lava-
avere, circo, fori, templi, foiìtane e bagni
era
diversi.
ili
lìiodiim provìiiciai'ìim extnicta.
Dopo
quelle d'Agrippa furono edifi>:ate
quelle
Neroniane
di
Nerone
l'era volgare, quelle di
65
nel
Tanto
città
riferisce
del-
zio,
onde esclamò:
Una casa è una città,
e la città ne forma migliaia] Inoltre ag-
Tito edetle Tizia-
P i erano bagni pubblici vastissi'
ne neirSo poi continuate da Domiziano, quale imperatore Eusebio assegnò pu-
giunge
al
ini, le eos)
terme di Traiano cioè Domiziano dopo aver compito le terme del fialello Tito, cominciò l'ampliazione, che poi fu perfezionata da Traiano, per cui le terme furono dette Traia/?
neper uso di queche
re la costruzione delle
ti]
le
congiunsero,
altri
K'ssandro Severo, in vicinanza di quelle
//r.
Quindi
piadegià
si
ricordano
esistenti nel
le
25o,
lippo ad esse coeve. Nel
si
hagna\'ano pronlustra-
di Diocleziano quasi
llNibby dubita che
il
dop'
terme nel declinar del V secolo fossero ancora in uso, usando Fozio nel secolo IX il verbo era-
no; onde crede che
le
ni,
per
le
quali e pel giusto riflesso, che
essendo gravissimo tenerne gl'immensi li
non più buone ragio-
a quell'epoca
fossero in uso e ne liporla
dopo che
nel
quedotti, e nel
i
d'A grippa ediNerone,ampliandone il giro e unendole insieme nel 2200 227, per cui furono appella tey^ /c5.?r7«<7/'me e7W/-o/»V2-
dette terme Aittoninianc avea-
eoo posti costrutti di marmo
pio.
separaro-
no come due corpi diversi. Quindi Commodo fabbricò le terme volgarmentechia* mate Commodiane nel 184 o i85; Settimio Severo le Severianenel 20 o 202; tutti sorpassandoAntonino Caracolla, che costruì le sue nel 2i6,e volgarmentechia\\\a.\& Antoniniane. Altre ne fece Eliogabaio, note col nomadi ì ariane; altre A-
:
to j e quelle
Tito, di Domiziano e Traiano. Altri le denominarono solamente di Tito e di Traiano, altri
Olunpiodoro,che
scrivea sul declinar del Vsecolo,pressoFo-
il
dispendio di
man-
locali, divenuti inuti-
AcTomancan-
537 Vitige tagliò 547 P^'"''' strage
gli
di
chespopolò lioma, per cui e do l'acqua che le forniva, crede che venissero le terme abbandonate a quell'epoca. Secondo poi le vicende, che ne'tempi seguenti ebbero a softiire, per la vastità loro, e la località in che si trovavano, altre di esse scomparvero affatto, di altre tila
si
conosce
il
sito, di altre
restano visibili
terme d'Olim-
pochi ruderi, ed altre presentano un'im-
e quelle di Fi-
ponenza
3o2 avendo Dio-
cleziano innalzato lesue,poi compite ede-
nel loro stalo di rovina, da far
conoscere i
la verità di
quanto ne dissero
pochi passi degli antichi scriltori.
Le ter-
TER me
di cui
rimangono
grandezza, alla capacità e
fjiianto alla ()arlie()liiri,
ma avendo
per oggetto, in tulle
sime
TER avanzi variano
gli
tulle
trovano
si
ai
gli stessi nsi
le
mede-
parti principali. Vitriivio parlando
de'bagni, esige che dovessero essere rivolli
modo die
in
fossero al coperto de* venti
aquilonari, e che
sale destinale a'bngni
le
caldi e tiepidi dovessero ricevere
quando questo
dal canto di leheccio, e
se impossibile,da mezzodì, perchè dal
gni. L'ora 8.' era quella in vasi alla palestra, cioè i
fos-
mez-
cizio e quindi
che licevè da'la forma sferica delle palle eh'
erano
di piì» specie e colle quali
si
facevano diversi giuochi): e \'Epìielieii/ìi, luogo o esscdra semicircolare posto nel
mezzo
della palestra, destinato all'eserci-
zio de'giovani giunti alla
A queste
epliebi.
parti
si
pubertà e delti aggiungevano i
portici, Porticus,pei' passeggiare;
viali
i
scoperti, Amhulatioìiesj le sale per trattenersi a conversare, iVr/zo/m-y quelle pei*
secondo
dopo aver
prendere
per giuocare a palla della
Coryceiuii e Sphaerislerium (vocabolo
ba-
le
i
>lagio-
e le 2 pomeridiane, poiché l'u-
so era di bagnarsi
riiini: quella
Co«m7c-
che esercila-
zogiorno alla sera solevano prendersi
ni fra le
luce
la
8ì
asciugarsi nella sabbia, chiamata
fatto l'eser-
le
discussioni filosofiche e
opere
di letteratura
con
xedr(ie;\-A Bibliotìwca,
delle
la lellin'a
attorno,
sedili
E-
Pinacofìieea
la
nare. L'apertura delle sale da bagnarsi in-
o galleria de'quadri, e il gran ricettacolo di acqua pe'bagni, per le fontane, e per
dicavasi col suono della pilani, che Nib-
gli alili usi delle
by chiama campana. Siccon\e
Moltedecuriedi AV/^vV/i/V/ .^appartenenti al fisco erano divisi secondo gli ulfizi in balnearii, uiictores, pale stri tae, ec,
vivano a'bagni e costituivano a tali
due
sì
tio,
le
termeser-
agli esercizi, le parti
grandi
diversi usi.
veniva formata
cibo, ossia ce-
il
(\a\
La
che
riducevansi
edilizi
parte de'bagni
Lnroiir'riini
o Sndn-
o stufa per sudare, e dalle sale per
3 temperature diverseedelteC<7/zV/.7,
pida, Frigida lavntio:
i
recipienti
le
Teche
terme chiamate piscina.
coD)e addetti a queste falibriche, oltre
le
cent urie di guardie pretorie per man tenervi
il
buon ordine
più conservate,
Le terme
e la polizia.
come
quelle di Caracalla
e di DiocIeziano;queIleche sebbene
men
fornivano l'acqua per queste 3 sale erano
conservate furono disegnate da Palladio
appellati Calidavium, Tepidarium.Frigidariwn: Labrum poi dice vasi un bacino vasto per più persone, Soliuin quello obliuigo per uno solo, Sella una sedia
nel secolo
aperta sotto, e di
(p-iesti
Soggetti nel
mu-
altri abbiamo bellissimi esempi che mostrano la sontuosità de-
seo Valicano e in
gli antichi.
La
parte destinata agli eserci-
veniva costituita dalla Palestra [cov-
zi
tile
ove
gli atleli si
esercitavano allo sco-
XVI, quando erano
grippa edi Costaiilino,mostianolutle,che il
corpo principale
quella destinala a'bagni e esercizi.
Le più
ri
scholae,
piovo-
la
pinacotìieca.
si),
gli esercizi ne' dì
e dallo Stadiiini (l'area lunga e sler-
rala,dovecorrevasi
a piedi),allequali
par-
erano aderenti \oSpoliariuiii detto pure Àpodyteriuni , cioè la sala perspogliar-
li
Lue tua ri uni, Lnctorinm^
quelle di
i
viali,
i
mupor-
e verso sud-ovest lo stadio: intorno
tici,
facevano
erano
e da sale; nell'area
le
si
le laterali agli
come
vaste poi,
tano una grande area ciutaiulornoda
dello cortile,
dove
essendo
Diocleziano, di Caracalla e di Tito,presen-
Syxtns
al
dell' edifìzio
quadrilungo,la parte centrale di esso era
perto, particolarmente alla lolla), dallo (portico intorno
più inte-
quelle di Tito, di Nerone, di A-
re, cioè
le
exedrae,
Quanto
bibliotheca e
la
alla
costruzione
terme ne trattano
di tulle le parti delle
oltre Vitruvio: A. Palladio,
/y^.?
tliermes
des romains, Vicence yoy con rami. Ca1
riofilo,
De antiquis inariiioribus/le ther-
//rc.««»?,cioèla sala contenente gli olii per
mis Herculanis.et thennarum usu,Tvi\\. ad Rhen.i 743. llNibby ne dà un'idea ab-
ungersi prima di esercitarsi
bastanza chiara, e ricorda
si
:
r
:
o Elaco-
quella per
la bella
memo-
TER
84
TER
Marlin, Costruzione ed unì del Tenno.sìfone , ossia calorifero ad ac-
l'in
di
s.
qua, TorinoiSùC). II meccanisriìo de'retemperature de' bagni, mostra l'industria e la perizia de'padri no-
cipienti per le 3
stri in
quelle partijche l'incivilimento
derno pielcnde s'ignorano e
de poterle
si
mo-
conoscer tanto, e che
di
studiano da*veri dotti, on-
ristabilire.
dicate delle terme
si
Tutte le parli suintrovano in quelle di
Caracalla o Anloniniane,
le
più perfette
che ci rimangono, le quali solo cedono per poco in grandezza a quelle di Diocleziano. Di sopra col JNibby feci l'elenco delle
terme che successivamente furono erette
Roma: alcune di esse furono distrutte modo, che appena si conosce la contrada della città nella quale erano, come le Commodiane, le Severiane, quelle di Decio e quelle di Filippo; ma non se ne può in in
assegnare con alcuna certe/za
silo.
il
Di
quelle però d'Agrippa, di Alessandro Severo, e Nerone, di
Antonino Caracalla, di
CostantinOjdi Diocleziano, di Tito, di Traiano, e delie Variane,
mina
il
sito preciso,
"vanzi, e di
non
ma
solo
si
deter-
ne rimangonoa-
questeavendone trattato ilNib-
by col metodo alfabetico, lui principalmente seguirò nei seguenti cenni. Tenue di ^grippa, il Pantheon, di cui l'iparlai a Tempio, fu eretto da M. Agiippa per far parte di queste terme da lui edificate nel
729 di Roma, nel
silo
ove
palude Caprea per quanto riporto comechè originata da* depositi del fiume; quindi per gli oili e giardini delle medesime egli condusse in Roma l'acqua Vergine, della quale tenni pur
calo in Valicano,
272, LXIIF,
cav. Luigi Grifi, neU'./Z/Z;»///,
il
de' Conservatori in Campidoglio, e chia-
mata Marzio
il pastore. Agrippa comprò da' ciziceni per i,3oo,ooo sesterzi! (32,5oo scudi nostri) due quadri rappresentanti Aiace e Venere, e nella par-
terme incastrò dentro marmo, quadrelli che nel rifacimento di esse furono tolti, cioè all'epoca di Vespasiano in cui già le terme erano stale considerabilmenle restaute più calda delle
rinvestimenlo di
il
rate. S'introdusse
ma
ma.
Le terme furono parte
di
Ro-
dtgli orli, ed
musaici di
Agrippa fece dipingere
le
le
vetri,
mura
delle
le vol-
Le terme arsero l'anno 80 a'tem|)i di nuovo da Domiziano suo fratello esuccessore, e poi da te.
Tito, e furono restaurate di
Adriano, e fors'anche da Settimio Severo e Caracalla che restaurarono
theon.
me
La
il
Pan-
prossimità di queste alle ter-
Nerone, e gli accrescimenti grandi da Alessandro Severo a quelle ter-
di
falli
me, a segno
di farle
appellare
le
terme
di
A lessaìidro SarìnQ o\ì\i\ave Nibby che tutta la
parte meridionale delle terme d'A-
grippa
anch'essa opera di quell'impe-
sia
ratore;poichèla costruzione di quella parte dietro
Fontane
costume d'ornar
sue all'encausto, lasciando bianche
la
articolo
il
volte delle terme con
fu la
ali
t.i(3, p.
3 14. Nibby però fu d'avviso, essere probabile che dessa si conservi nel palazzo
a Teveee,
proposito
come notai ne'vohL, p.
3o: su tale statua greca pubblicò colla sua figura erudite parole p.
{'
/lecadeniia. ecclesiastica, nel-
contrada dell'arco della Ciambella (di
cui nel voi.
LVI,
3o6)
p.
e della via dei
Cesarini, è identica a quella delle terme Alessandriue; tro
il
come
Pantheon
ne laterizia
dall'altro canto die-
è identica alla costruzio-
di quel
sontuoso edifizioe per-
insieme con questi furono lasciale da A-
ciò appartenente all'epoca primitiva.
Do-
grippain legatoal popolo romano. DaFli-
po
Roma
455
nio
si
ricava quanto fossero licche di
numenti
dell'arte, e ricorda l'opera
mo-
famo-
sa di Lisippo lappresentante un atleta o garzone che si stropicciava, Distriiigcnteiìi se.
collucalo dinanzi queste terme, e
sembra quello trovalo
nel
1849
^ collo-
i
disastri di
del
409
e del
terme serbavansi ancora econtiuuavano a servire sulla fine
di nostra era, le
inlatte,
V secolo a'teujpi di Teodurico. Siccome furono da alcuuichiamaleancheCo/?^rnodia/ie, forse Commodo vi operò qualdel
cheabbellinieuloo restauro. Altri descrit-
TER
TER (ori
•
Roma
tli
le
appellano
Tìwnnac A-
le
Neroniane
suo nome, l'antico non fu di-
giij}pìiiae, altri Tliernun' /llcjcandria-
presero
u(n\ Le terme tl'Agrippa pare cliesorges-
menticato, e Rufo ricorda nella regione
seio cerldmeute fla
il
Paullieou e l'acca-
demia ecclesiastica, e fra il giardino de'domenicaiiidi s. Maria sopra Minerva e l'imbocco
di via Staderari (così detta pe'f;dj-
Ijricttlori di bilitisi, al
stadere aniicauienle
sta-
ivi
dire d'alcuni), presso la Piaz-
za di s. Eustachio; quelle d'Alessandro Severo fra l'accademia ecclesiastica e l'arco della Ciambella, e sembrano costruite ne'giardini d' Agrippa, protraendosi alla via de'Cesarini ove sono alcune vestigia.
Terme Alessandrine Prossime
e
Neronianc.
terme Agrippiane e verso occidente, Nerone edificò le sue nel 64 o
65
alle
di nostra era,
due anni
ma
Tacito anticipa di
Nerone fornì a'ca vai ieri e senatori l'olio o unguento per ungersi. Un fulmine ridusse in una massa into.rme di metallo la statua dell'imperatore, e vi cagionò un incendio, rovine che ri parò Domiziano. Indi Alessandro Severo, che vari provvedimenti prese circa
i
la
loro dedicazione, e
bagni pubblici, vietando
pro-
la
miscuità de'sessi che l'infame Eliogabalo
avea permesso, pose una ti
di lusso pel
lassa su tutte l'ar-
mantenimento
delle terme,
e permise l'uso notturno, assegnando sel-
ve pel
consumo dell'olio e
pliò o
meglio raddoppiò
uiaiie in
della legna,
am-
terme Neroguisa che furono tutte insieme
appellale Theriiiae
le
Alexandrianae, ed
avetido comprato fabbricati privati,
li
de-
molì e piantò un bosco nell'area di questi. E siccome l'acqua Vergine, che for-
terme Neronianee quelle d'Agrippa,non era suflìcienle per fornire ancora queste, condusse a bella posta una nuova acqua che dal suo nome fu detta Aniva
le
lessaiidrina, e stabilì un recipiente giornaliero per bagnarsi col soluuii, lusso che
nome
di
Oceani
Traiano non avea im-
maginato, essendosi contentato nelle sue teru)e d'assegnare le bagnaruole, secondo i
85
imperatore. Sebbene anche
giorni. L'edificazione delle ler(ne
sa al
227
o al 229, e
le
dedicò
si fis-
lo slesso
IX
il
il
Lacus T/icrniaruni JVeron, proba-
bilmente
lo stesso
stagno d' Agrippa,
il
qualecoll'accrescimentofatto da Alessan-
dro Severo alle terme Neroniane, si trovò a contatto con queste, come lucrano con quelle d'Agrippa. Vittore nel suo catalogo designa queste terme col nome di T/ierniacjVcroninnae,quae postae Alexandrinac, e Sidonio Apollinare per ulti/no le dice Balnca Neroniana. Dipoi furono sempre rammentate col nome di Alessandrine o Alessandriane.
presso Mabillon, nel secolo
L'Anonimo IX mostra le
terme, che chiama Alexandrianae, fra
piazza Navona, la chiesa di s. Eustail Pantheon: s. Agncs, Tlierniae Alexandrianae, et s. Eustachii, Rotuiida, etc. Nel secolo IX erano abbandonate, nel X si annidò nelle loro vicinanze la
chio e
e in parte sopra di esse la potente famiglia de'conti
Tusculani : e
circa la stessa
epoca sembra che presso VoàiG.viidt piazza di s. Luigi de" francesi fossero costruite le chiese di s. Maria in Cellis e di s. Benedetto, seppure non furono una sola, con ss. Salvatore i/i Therniis quale fu poi fabbricatoli /*«-
l'oratorio del
annesso
al
lazzo del Governo o
Madama (di cui ri-
parlo a Tesoriere, e delle chiese parlai nel voi. XXVI, p. 228 e 23 i),lequah chiese
sono dette
ìie\ placito
dei
in
Tkermis Alexandrinis
998 sulle questiioni
di
pro-
prietà tra l'abbazia di Farfa in Sabina,
ed preti della Chiesa di s. Eustacìiio, quaesita est inPlatana,ass\i\.\l\ sotto mano da'conli Tusculani signori della contrada. La denomi nazione mPA/^i7«c/ sembra derivata dal bosco piantato da Alessandro e formato di platani, col quale le terme da lui protratte raggiungevano lo stagno di Agrippa. Queste termeoccupavauo da oriente a occidente il tratto fra la piazza ilella Rotonda e la piazza oggi detta Madama e già de'Lombardi, e da i
Luezzugioruo a selleulrioue quello fra
la
TER
8G
TE
Eustachio e la via de' Cupreiiiinanendo ancora visibile un eaii-
thicsn di tari,
s.
Ranche a quel-
di piazza
ciclo di
esseentroralbergo
tltinini.
Si rileva dal placito,
l'epoca le tenne Alessandrine, oltre le nominale chiese e oratorio, erano occupate da case, ed in parte ridotte a grotte, e contenevano terre coltivate e incolte, ar-
cliieculonne.il placito fu tenuto in Iroalla
pcratuie Ottone
l^ie-
111, e fra'giudici dativi
i,tiie\uG\o\i\ììn\ prefetto dì
delpaluzzo,
Dopo
s.
piesenzadiPapaGregorioVerini-
la
figlio del
morte
vanni assunse
di
il
Roma e conte
famoso Crescenzio
1.
quell'imperatore, Giopatrizio, quindi
li[o\o dì
iippoggiafo dalla fazione paterna e ailidato alla solidità delle
da
terme Alessandrine il dominio diRo-
occupate, usurpò
lui
ma. Qual patrizio nel io io ricordasi sieme col
Roma
figlio
Crescenzio
11
ni-
prefetto di
in quella sptcie d'appello
che
fé-
U
terme Ales-^andrine vi si manlennero sempre. Nel principio del secolo XI V l'Albertiui distinguendo le Alessandi ine dalle JNeroniane, diceche delle prime vedevansi le vestigia presso s. annichilisi sopra le
Eustachio, e delle altre presso dei cardinal de Medici, cioè
dama. Pocodopo
il
il
Ma-
Fulvio Dioslra che ne
esistevano grand' rovine dietro di
pahizzo
palazzo
il
la
chiesa
Eustachio, e con buone ragioni col-
s.
loca quelle d'Alessandro
Severo parlico-
larinente dov'era l'ospedale de'francesi e il
detto palazzo,
la
dama. Delle
gran
il
nome di Ma-
altre vestigia tratta
e sul principio del secolo
ca del
Lombardi
cui piazza
allora per esso avea preso
XVI
Nibby,
la falibri-
palazzo Giustiniani ne coprì uu edè fama cliein tal circostan-
tratto,
za fossero scoperti molti oggetti di scul-
tura che ornarono
la
celebre raccolta for-
mala dal marchese Vincenzo. Dell'impor-
cero dalla sentenza pronunciata contro
tante ricavalo da'molli scavi, ragiona ìNib-
gqSi preti di s. Eustachio sulle memorale due chiese, le quali si pongono come una. Altra nozione sullo sta-
by,cioè della colonna di granito rosso posta
di loro nel
terme oHierallodel o 7 fra Pies. Eustachio z/t Platana e Ugune abbate di Farfi, per cessioni e permute. Daqiiestoedagli altridocumentu delle
i
1
Ilo arciprete di
presso
ti
il
codice Farfiiiise n.° 45'9, e
il
dalJi
bano\lll
a sostegnodell'angolo bo-
realedel Pantheon, e dellealtreduesimìli
colonne che reggono
suopoi
tico, sco[)erte
lato orientale del
il
(|uando questo fu da
AlessandroVllpienamentereslauralo. Così
rocchi di colonne esistenti innanzi la
i
Chiesa di
due
s.
Luigi
de'fraiieesi, coiv.pie-
provengono
Gjiì\ellì,Del Pii/ììieei'O, p. 2 ic),apparisce
si
non solo che le terme Alessandrine fino dal secolo X erano slate occupate oltre la purleorienlale povseduta da'conti Tuscu-
da queste grandi e nobilissime terme; di cui sono visibili avanzi le colonne di granilo rosso ancora in piedi al loro posto e
lani del s.
ramo
di Crescenzio, poi dello di
bellissimi di porfìilo,
altre rovesciale, e tutte
murale, nellecan-
Euslachio,aiichedachiese,oratorii, ca-
line del palazzo Giustiniani, e l'emiciclo
e poderi, e che fra'possessori
del suddetto albergo in piazza Piandani-
se, giardini
principali conlavansi 1
i
[>reti di s.
no
il
se, e
i
monaci
Eustachio, che
si
Farfa e dispulavadi
dominio assoluto d'una parie
di es-
che già esisteva una chiesa o orato-
rio di
s.
Simeone, dov'è
Sinuoiie pipjeta, e
Cìnesa di che allora nacque la
s. il
ni (vocabolo derivalo
da'marchesi Ron-
diniiù che col cardinal Paolo Emilio vi alla
metà
vestigia
delle
ebbero già l'abitazione). Sino del secolo passato grandi
terme Alessandrine si vedevano tile
del palazzo
nel ?..°cor-
Madama, demolite d'orXI V, onde fabbricare
nomedi Orsuallacontradauttinente,per-
dine di Benedetto
thè ivi possedè va terre certo Orso qui k'Ocatur Firu/us, onde da terra Irsi erede ÌNihby porpctuossi sino a'giorni nostri
verno. L'area occupata da queste terme
la
dciiuuiinaiionc
ilella
via. 1
Cresceuzi
le abitazioni de'miuislri
subalterni delgo-
presenta un edifizio rettangolare lungo
700
piedi da oriente a occidente, largo
piedi da setlenliione a mezzodì, os-
2400
sia
TER
E R
r 5oo
Tcrnic
Verso
il
piedi di circonferenza.
CaracalLt.
yliitoniniaiif' o di
2 16 di nostra era l'eresse
l'ini
peralore Antonino Caracalla, chiamate Antonianae, come l'appella il volgo, nell'Anonimo dell' Eccardo per inesattezza
dell'amanuense. Da'suoi descrittori
mira sta
la
grandezza
e
magnificenza
si
di
am-
que-
sontuosa opera. La camera destinata al bagno grande, era d'u-
solium, cioè
al
na costruzione ammirabile, dillicile a imitarsi, poiché la volta posava tutta sopra
bronzo o di rame, ed era di ta le estensione, the gli artisti de' tempi di Costantino alFermarono non potersi ebarre
ili
I
seguire. Caracalla
e
coU'ammetlere
le il
dedicò col lavarvisi
popolo. Egli fu ucci-
non erano totalmenfurono costrutti da E-
so nel 2 18, e siccome te finite,
i
portici
liogabalo e compiti da Alessandio Seve-
La stupenda sua estensione conteneva 1600 seggi per uso de' bagnanti. Caracalla per uso di queste terme aprì una magnifica strada che fu detta via Nova, e non la cedeva ad alcuna delle più belle piazze di Roma,econ questa strada la città ricevè un nuovo accesso magnifico. Furono restaurale verso il 5oo da Teodorico, efinirono come le altre terme nel 537, ro.
nulla conoscendosi di loro posteriori vi-
87
dopo il loro abbandono, riguardate per mole come proprietà pubblica, in que'se-
l.-x
disordine così facili alle usurpaziorimanessero sempre aperte, come avvenne a quelle di Diocleziano,ed a tanti al-
coli di ni,
tri monumenti antichi è avvenuto, specialmente trattandosi d'una coiJlrada ri-
«nasta deserta per molto
tempo: conservò però sempre questa il nome alterato d'Antoniana, che ancora ritiene. Lo slato
imponente
delle rovine superstiti eccita-
va l'ammirazione ancora nel secolo
XV,
per essere
con mar-
apparato
piìi intatte di
tutte
le altre,
colonne grandi e
di tante
mi diversi. Sotto Giulio
di
restavano an-
11 vi
cora colonne mezzo sepolte, esembra che nelle
terme riujasteaccessibili
nella parte centrale fino ali
al
pubblico
534,
con-
si
servassero ancora in piedi colonne semiuterrate. In quell'epoca
però cominciò l'ultima dilapidiizioue delle terme, spogliate
di lutti
i
muri
««-
materiali perla fabbrica dei
lazzo Farnese, e
la
cortina laterizia dei
fu scorticata per la stessa fabbrica:
allora pure d'ordine del cardinal Farne-
Paolo
se nipote di
III,
si
aprirono fecon-
dissimi scavi d'antichità, e queste furono» tutte trasportate nel palazzo
medesimo,
e noverale dal Nibby, fra
quali
moso Ercole
di
Dirce legata
al
Glicone
Toro
di
,
le
e
il
il
gruppo
Farnese,
la
fa-
di
Flo-
cende. L'acquedotto dell'acqua Antoni-
ra e altre statue, colonne, bassorilievi e
terme,che traversava la via Appia sull'arco di Druso, presso h Por taC apena, fu restaurato da Papa Adriano I con altri, e continuava a fluire
marmi
niana costruito per
nel principio del
le
IX
secolo,
prima
devastazioni de'saraceni nella
delle
Campagna
tità di
di diversi mischi, oltre
cose minute,
una quan-
come camei,
intagli,
statuine di bronzo, medaglie, lucerne, ed in tanta copia
che potè farsene una ricca
raccolta nel detto palazzo, formare
il
mu-
seo Farnesiano, dal quale fu trasportata
allora non fossero piìi motivo della povertà pubblica, dell'avversione promossa contro tali sta-
a quello di
in uso, a
Napoli. In queste terme medesime furono trovate le due gran conche
bilimenti, ridotti a bagordi dalla perver-
piazza. Farnese, e nel
uomini cheli iiequenlavano. Fa sorpresa come
ta l'ultima
romana. Pare che
sità degli
I
che servono
di granito
I,e la
ti
di 1
Fontane sulla
564
vi
fu estrat-
colonna superstite da Cosimo asportata a Firenze venne eretta sul-
piazza
s.
Trinità, e
pra una Vittoria
grauiluca ebbe
la
vi
fu collocata so-
memoria che ivi quel nuova dell.i vittoria ri-
in
portata sopra Pietro Strozzi. E' probabile
TE
fi8
TER
l\
chePalIadio profittasse
per
di quegli scavi
rìnalc l'edificò Coslaiilino
T
Grande
il
326, ed esisterono almeno fino
lare la pianta delle tenne, dicendole nel
circa
i554oinale di bellissimi marmi
dissime colonne. Si vuole che Gregorio
periodo del secolo V, nel quale soggiacquero a incuria e guasti prodotti da
X III concedesse
civili
mano: a
il
p.
Paolo
Y
terme
le
al
e di gran-
seminario Ilo-
Donali gesuita ciò attribuisce
che n'era stato protettore covicario di Ptoma, facendo spianare e
me
rompere
i
massi delle rovine e purgarle,
perchè nelle vacanze
vi
si
recassero
gli a-
Junni a sollevarsi e giuocare a pallone. ]N'ella
vigna del collegio
Romano
si
tio-
varono bassirilievi bellissimi di terra cotta, che già servironod'ornatoalle terme, e vennero collocati nel museo del collegio. Ivi
dappresso, nella vigna del colle-
j
il
al
."
discensioni, e furono restaurale in
tutta l'ampiezza da Petronio
Perpenna
I\]agnoQuadraziano
Roma nel
443, come
prefi'ltodi
riportai aUosPiGLiosiFAMiGLlà
perchè sulle loro rovine
nel descriverle, vi fu edificato
palazzo di essa e quelle
il
altre fabbriche ivi indicate, insieme alle
monumenti che si tolsero dalle come Colossi <\e\V01>clisco Qui-
statue e
terme,
i
ne riparlai a Palazzo apostoli-
ì'innlc, e
coQuiRiNALEenel voi. LXIII.p. So.Queterme furono le ultime fabbricate in
ste
le ui
Roma. Tenne dì
no, ridotte ne'tempi bassi a sepolcri. Fi-
ro vastità e magnificenza sontuosa, poche
gio
dementino, furono trovate le due belne di basalte, ora nel museo Vatica-
Ad
DìocìeziaiìO.
no dal 828 erano rimaste abbandonate
memorie se ne trovano negli
siccomeafllltatea usi privati, nel qnal an-
tichi, fra'quali
1
no
il conte di Velo apri gli scavi che dierono un'idea perfetta su queste e sulle alIre terme, e vi si trovarono molti frammenti di marmi lavorati, e pavimenti di musaico. Quellograndioso rappresentante una scuola di alleli.GregorioX VI lo fe-
ce trasportare nel suo 3I11SC0 Lati'i-aiu'ii' si\
ove
lo descrissi, e
XLVII, p. 28, 288 dissi che I
il
famosa Pigna ticano, forse
fii
JNibby
le x|uali
L,
p.
ne riporlo ne' voi. 222. In questo a p.
capitello
che sorregge
la
bronzo nel giardino Vada queste terme, del-
di
tolto ci
die la pianta, e
il
disegno
della sala centrale, colla descrizione.
Il
ne
Eusebio che
onta di
scrittori
an-
3o2
pò-
nel
loro edificazione fatta da Dioclezia-
la
no, e
Massimiane dal suo collega Mas-
le
simiano
Cartagine, forse pel trionfori-
in
portato su Narseo. Durata
la
fabbrica pa-
terme furono dedicate verso il 3o6 da Costanzo Cloro padre di Coslanlinol. Vi furono, come in altre terme recchi anni, le
e opere pubbliche, condannati molli cri-
costruzione
stiani alla
(la
tradizione dice
40,000 e per molti anni, e Marangoni aggiunge che dopo il compimento dell'opera, rimasti vivi 2o3 cristiani col loro tribuno s. Zenone, da Massimiano furono 1
decapitale ove era stalo decollato
filiti
può riguardarsi come un quadrato perfetto di 100 piedi pei' ogni lalo,al quale debbonsi aggiungerei 5o
poi
Chiesa di
che
nel descriverla nel voi. XIl,p.
piedi per paiteche sporgono in fuori dal-
si
l.dibricalo intero
i
la linea
generale
due grandi essedre o
le
tribune dello stadio, e 100 piedi che ha la
gran consesva addossata allo stadio
medesimo. Oneste dimensioni dicano
la
grandezza
distrutto di tutte
le
colossali in-
dell'eflinzio,
il
men
altre fabbriche desti-
nale a quest'uso, e dal 1828
in poi se
ne
ha una cura maggiore.
Tcr/nc di
Cosiaiiliiio,
Sul Monte. Qui-
lo-
Paolo, ed
con
oltre
s.
ivi
allri
furono sepolti s.
che
i
jSlaria in
i
s.
loro corpi,
Scala Coeli, Sq, dis-
martiri furono io,2o3
Zenone), anche per espressa con-
danna emanala
3o3 da Massimiano Rufolechiamò TherDioeletianaeel Mdxiniianae, Connel
residente iiiRoma,e iiiae
doppio de'Iuoghi per bagnarche pure ne aveanoi 600. Eni rato Alarico re de'goli nel 409 in R^oma per la porla Salaria, brutenevano
si
il
di (pjelle Aiitoniniane,
ciò gli orli Sallustiani
(i
quali
come
allri
1
TER ebbero
loro terme, e
le
de' inarliii, parlico-
iiieiizioiie negli alli
hitMiente lali
slisforas le
Ciiiaco e compagni decol-
tli s.
Salaria
l'/V/.
TER volte se ne fa
piìi
The f mas Sallu-
i/itra
ììiitros) posti fra
quella porta e
terme, ed è molto probabile die anco
Vennero presto restaurale, e sul linir del V secolo erano in pieno esercizio, insieme con quelle d'Agiippa e di Nerone. Quindi rimasero pienamente abbandonale fino alla metà del quest'edilizio
secolo
XVI,
soifris'ie.
allorcliè l'alladio ne fece la
pianta e ne parlò
n
Vi fiuono cavati
/Ila.
Aidiquilà di RoDiocle-
ritraili di
i
una prosecuzione
cli'è
Macao
e cade nel largo del
porla
s.
89
di quella Strozzi, in
V
Lorenzo. Indi Sislo
(juella di
fece
demo-
piano su[)eriore delle terene, e colle rovuie di queste riempì il i. "pialire [)arledel
no, o piuttosto nuti.
I
i
due di VeTqS ne venderono
sotterranei, al
certosini nel
1
porzione verso occidente alla conlessa Caterina de Nobili-.V/ò/rY/ di s. Fiora, insie-
me
cogli edifi/i, le statue e
colle
ivi esistenti,
frammenti
tutti gli altri
per 10,000 scudi. La conlessa
titoli I
i
colonne e
594 donò completamente
il
nel
fondo a'CV-
stercieiisi J(ìglianti, riservandosi la pro-
monumenti
ziano, I\Jas>imiano, Coslan/o, Galerio, ec.
prietà delle statue e
e trasportati in Campidoglio, altri furo-
e quella di quanti poi f jssero venuti alla
no mandati
La
a Fiienze.
pianta di Pio-
n)a dal Bufalini pubblicata nel
f
55i mo-
luce, oltre
un
antichi,
tratto di terra. In quella do-
na/Jone fu compresa
la sala rotonda ancora intera, che fortnava angolo versooc-
terme affatto sgombre da ogni possidenza privata, fra la strada che va a porla Pia, e l'altra che passando dietro il mo-
cidenle, e che venne allora ridotta colle
nasleiodis. Lorenzo in Pane e Perna rag-
Bernardo, facendo cancellare molte
stra le
giungeva l'odierna
via Strozzi, e quindi
ti)iceva a destra dietro
caseggiato del-
il
Termini e finiva dentro Castra Pretoria. Questo stato di case soffri tosto un gran cambiamento, poichèilcarninal JJcIIai ministro di Francia in Roma, ivi stabilitosi, accpiistò questo tratto la
piazza di
i
di terra e ne fece ta /Forti
Bellciani
in essa edificato lasciali
una da
villa
e
,
magnifica det-
morì nel palazzo 56o. Avendo
lui nel
molti debiti,
i
gli orti
furono nel
concorso de'credi lori aggiudicati a favore del cardinal
scudi
,
il
dell'erario e
la
Cailo Dorromeo per
IV redense di
8000
a spese
òono a Certosini che
riducendo co'disegni
locò, ti,
s.
cui zio Pio
ivi
col-
Buonarro-
preferiti a quelli di altri architetti, nel-
Maria dei^UAndopo tante rovine
magnifica Chiesa di s.
geli
I
antico tepidario
ancora intatto, insieme col calidario e con parte del frigidario: però l'opera antica fu alterata, sfigurandosi la e
chiudendosi
i
la
forma
vani ov'erano
Allora venne di nuovo apeila
al
della sai
bagni.
pubblico
l'area dello stadio, e quella di fianco ver-
so sud-est,attra verso la quale passa la via,
largizioni della contessa a
Chiesa di
s.
pit-
ture oscene. In tale occasione scavandosi
nell'orto contiguo, in alcune grotte fu-
rono trovateofficine di orefici, e colla grande quantità di piombo che ne fu estratta fu
coperta
cpie era
una
la
cupola. Questa chiesa duu-
delle grandi sale rotonde che
ad ogni angolo esterno abbracciavano il quadrato immenso delle terme, e coperte da una volta sulla foggia di quella del "Panllieon.Questa forma della chiesa di s. Bernardo, assai nobilmente e grave si prestò pel fecondo ingegno e somma perizia del prof architettocav. Giovanni Azzurri, allorché nel i853
pompa
per
le
la decorò con funebre magnifiche esequie di d.
Francesco Barberini principe di Palestrina. Tale fu la generale soddisfazione, pel mirabile, armonico e sorprendente
effet-
complesso de'suoi pregi, che Q.Leoni ben li fece rilevare nel t. 21, p. 84delto del
V Album
di
Roma, riportando
il
disegno
della solenne decorazione funebre.
gorio XIII, Paolo
V
e
Gre-
Urbano Vili
ri-
dussero a granai pubblici tutto quel tratto di rovine delle terme, che oggi forma il corpo principale àoiV Ospizio di s. Ma-
T E
c)o
TER
II
ria degli Angeli, e del con villo e istruzione (.h' Sordo-Muti. Nel 16S7 la regina
èdeltoDoraiziano),
ivi si
ma
ricordai diver-
ne parlai, per medesimi.
degli articoli in cui
gii
Ci islina di Svezia fece eseguire uno scavo sul piazzale ciiTermiiii;enel 1699 nella villa Struzzi, aciereiile alle terme ver-
edilìzi
so mezzodì, furono trovale alcune statue
Terme di Tito e di Traiano, delle anche Tiziane, Domiziane e Traianee.Ver
niarmoclie forse adornavano la facciada quella parte. Poco dopo Cleinenle
di ta !X
1
parteaderenlea tapoi coiìverliid in Prigione. Cle-
ridusse a granai
le villa,
la
inenle XIII presso diagli
chiesa di
la
s.
Maria
Angeli, sulle rovine delle lennefab-
Ijricò pozzi e vettine per la conservaziodell'olio. INel principio di (pjesto seco-
ne
Venere,
lo fu trovata la bella testa di le
col-
orecclue forate, indizio d'essere slata
ornata
chesiammiMuseo Cliiarainon-
di preziosi oreccliini,
Vii
nel corridore del
li.
La pianta
di
qiie^o grande edilizio è
terme Anloniniaj\il)by. Esso è di foinia quadrilunga,! 3oo piedi ha il lalo da ponente a levante, e 1200 quello da analoga iie,
a quella delle
e quale
la
pubblicò
sellentrione a mezzodì nel corpo esterno;
85o
per
5oo sono
le
dimensioni del fdj-
bricato interno nella slessa direzione.
rovine superstiti sono
tali,
che oltre
nire un'idea esatta dell'estensione,
Le
a for-
si
può
costruiti sui
Tenne, di Nerone.
P'.
Terme Ales-
i and rine,
vicinanza rispettiva di queste terme e
la
loro connessione, giova meglio
la stretta
parlarne in un solo articolo,
Nibby, quantunque
come
fece
fossero anticamente
fia loro distinte. Im|ìerocchè
i
regionari
ne fanno due edifizi diversi e fra loro contigui, nominandoli sempre insieme e li ,
pungono nella regione III: l'iscrizione di Orso Togato le distingue anch'esso, così Palladio elicne vide
le vestigia, e
rò dando a quelle di Tito lììe
il
nome
solo erdi
Ter-
di r espasiano, ed a quelle di Traia-
no il nonie di Terme di Tito, secondo la denominazione allegra corrente, il che indusse a equivoci molti SiMiltori. Vespasiano non costruì tenne, e quelle volgarmente de le diTi lo furono ed idea te a'tempi di Traiano, come dimostra Nibby con ilucuu^enli di fatto. Dice Svelonioche le terme tli Tito furono costrutte in fretta t
plesso l'andlealro Flavio (di cui riparlai
Teatro, ragionando pure degli Anfiil contemporaneo Marziale ag*
da esse ritrarre una pianta perfetta, poiché le parti mancanlida una parte ritro-
a
vansi nell'altra. Nel chiostro de'cerlosini
giunge
sono due grandi essedre curvilinee, a destra e sinistra. Di fianco al lato orientale eslernamente entro le dipendenze della
vendo che furono edilìcate nel luogo già occupalo da'giardini della imperiale Casa Aurea di Nerone, ed essere tre soltanto le terme esistenti a'suoi giorni,cioèd'Agrippa, di Nerone (del quale e delle quali si disse: De Nerone quid pe.jus.'' De ejus Thermis qiddmeliusl) e di Tito. Queste autorità dimostrano che le terme di Tito furono erette prima cheTrai.ino ascendes-
I
ill(/
già Perelti oggi
piscina delle terme di
golare.
Il
Massimo, è la gran forma quasi trian-
lato meridionale presenta en-
tro l'orto di
s.
Bernardo
il
giao semicir-
colo del lealro ornato nella parte superiore di
vamente
27 nicchie per
statue, alternati-
rettilinee e curvilinee.
intero delle terme è diviso
II
come
dell'Antoniniane. Di queste terme
corpo quello si
leg-
gano erudite nozioni nelle Notizie istorielie della ì illn Massimo. A Piazza di Termim, non solo notai che il suo vocabolo deriva dagli avanzi delle terme di
Diocleziano (per errore lipogralìco
mio,
teatri):
alla celerilà del
se all'impero,
lavoro
il
sito, scri-
ch'erano prossime
all'anfi-
occuparono parte de'giardini Neroniani,e che furono costrutte in poco tempo e perciò di moderata estensione. Ali onta di lultociò, Nibby osserva che la costruzione laterizia non si accorda eoa quella d'altre opere del tempo di Vespateatro, che
siano e del suo figlio Tito,
ma
ch'è ideu-
TER
TER
con quelle delle fabbriche del Foro
tica
Traiano; e che quelle terme che vjinno solto il nome di Tito isiano siale coiliiille scilo jli
Traiano,
conferma da'niaichi
si
maltoni trovati
in
costruzione neyliul-
da notarsi
è
giii
che
sito noiiic, e
vori.
9f
la frase, clic li
cita pel
i
porlfino
il
."tra'siioi la-
Eusebio nella Croiiacti all'anno 02
narra fra l'opere fatte
in
Roma
Tlicnnac Trajanne
ziano,
da Donii-
et Titiaiiacj
limiscavi, ed in costruzione prin»ilivii, coi
ciò ripetè l'Anonìnio dell'Eccardo, colle
nonìi di Traiano e Plotina, laonde tiene
lernie
Ja
questione sciolta di fatto, i'erlanlo è
d'uopo riconoscere
terme volgar-
nelle
niente dette di Tito quelle di Traiano, ed in (|uelle
di
che Palladio vide
Pietro in Pi/icoli, e
s.
che chiama
di
E' notato che
fra la
Chiesa
Colosseo, e
il
Vespasiano, quelle di Tito, le
terme
di
Tilo furono e-
ielle ciica l'anno
Colosseo e verso liricato di
iion
2000
Polveriera, con fab-
la
piedi di circonferenza, e
ebbero né area né corpo eslernf),come d'A gì ippa e diNerone
iinn l'aveano quelle
edificate, esul modelloilellequali ven-
lsia
nero costrutte ancor queste. Al iValello e successoiedi Tito imperatoreDoiniziaiio
parve
l'edifizio
jìrincipio a j;ialo in
nelle
troppo piccolo, onde die
un nuovo piano
terme fog-
di
partesopia ginnasi de'greci,che i
terme posteriormente edificate da
Caracalla e da Diocleziano venne adottato, vale a dire di
chiudere
fabbricalo
il
ro
Ti tiaii/i.<;
nesili
et T/y/j'cinns. e Cn^^imìoanni g^ec)'). Pare quindi chia-
ro a Nibby. che negli ultimi anni di
Docompiute le terme di Ticominciate quelle che poi portaronome di terme di Traiano Queste
niriiano fossero lo, e
no
il
essendo lauto
vaste e vicinealie al-
piti
furono da'moderni confuse con quelpropriamente dette di Tito. Ma fino al
tre, le
IX
secolo
nazione
si
conservava esatta
la
Tlierinne Trajani
di
denoini-
dd Tla-
cidn, ed è nolo quanto sono prossime la
chiesa di
si
la
l*ietro in Vincoli,
s.
toccano: come dall'altro canto
la stessa
rio nella vita di
Siinniaco ^cvwe., che la ba-
s.
quel Papa edificòdalle fondamenta
Silvestro le Martino /(delquale riparlo nelle biografie ue'cardi-
silica de'ss. la
nali b.
Tonunnsi
e
ZcLida, perchè
nea, già parte delle terme secondo
nn'area circoscritta da un fabbricato e-
lato presso
slerno, e quest'area destinata a'passeggi,
ukis Trajanas
do distruggere Duaiiziano
la
osaii-
parte edili-
ili.°
volle essere sepolto nella chiesa solterra-
niiineopinione, eil 2.° volle essere
Non
i)er
vicinanza Anastasio Cdjlioteca-
tleslinato pailicolarnjenle a'bagni entro
a'iraltenimenii edagli esercizi.
al-
che qua-
il
la
co-
tmnu-
suo sepolcro) /'«x7(7 Tlicr%\ì\
princi[)io del
VI seco-
che quella chiesa non è distante >oo piedi dall'angoloboreale delle medesime; lo, pei
brica molto più vasta, che cominciò a e-
onde dice Nibby, ebbero torlo coloio,che daquestaespressione vollerodedurre,che
dificaie a settentrione di quella, quasi ne
li chiesa di
catadalfialello,
la
congiunse con una fab-
ma
fosse
un aggiunta,
ne
corpo principale, ed
che
diven-
di fitto
che terme originaiidi Tilo, e rhe volgarmente vanno sollo tal nome. Non pervenne a lenninarla, e l'onore fu lutto di Traiano, a segno che Pausiana fra le grandi opere ili (juell'ot(imo imperatore nota pur questa, diceuil
nioderni hanno preso per
è quella
i
le
do che l'ralle opere sue piìi insigni furono bagni che portano il suo nome, l'an-, fileatrOj il circo e il foro, mettendo insiei
tiicirislauri colle edificazioni;
ma
dc'ba-
te
s. ÌMarlino stesse proprianiensopra ([ueste tei-me medesime, e come
rovine ri?.i
di esse
supposero que'muri
late-
troncati nella chiesa sotterranea, poi-
che que'muri
egli
li
crede dell'era Selli-
mianae affullo fuori del recingo delle lerX secolo se ne perde la meme. Dopo il
I
moria sino alla {xnt del tamente furono visitali co
dopo
1'
Tito presso
XV, allorché i
Alberlini ricorda le cosi
cer-
sotterranei. Pele
teroìe di
dette Sette Sale (o nin-
feudi Claudioedelte pure Seltizonio. per cui a queil'arlicolo ne feci paiohi),
t-
di-
una lapide di Giove posta da Vespasiano per mezzo del collegio de'ponlefìci: allora pertanto cominciò a pievalere il nome di Tito. Quindi si lei^ge in \ asari nella vita di Giovanni ce esservi stala trovala
da
che furono fatti scavi entro queterme presso s. Pietro in Vincoli, e le
Uiiiiie,
.ste
nome di
designa col
anticaglie del palaz-
air uso di Polveriera, ed allora uè ven-
ne diroccata una parte, e
nome
di Polveriera.
VI, nella quale oltre
lo
sentante
iiei, e che Giovanni vi scese a vederle insieme con Raffaele e che ne rimasero incantati, e questa scoperta mosse Giovanni ad imitarle ne' lavori che poi fece di grotteschi al Valicano e altrove (il che notai nel voi. L, p. 275, descrivendo le Log-
pinto
nel principio del
secolo X\'l che fra queste terme e
le
Set-
te Sale nella vigna di Felice de Fredis fu
scoperto
celebre gruppo del Laocoonle
il
(coti quelle feste che ricordai
LXlll,
p. 3
i
trovata verso
).
Nell'iscrizione
nel
voi.
poco dopo
la via
la
Pastor
il
rimaneva
pittura rappre-
la
santa, era sopra la nicchia di-
Duono colle sue
Daniele nel Iagode'leoni,i 3 Fanciulli nella fornace,il Sai valore fra'ss. Pietro ePaoed
lo,
te
H\\
calendario: pitture però esegui-
sopra un intonaco posto su di altro
antico:
si
argento del tempo di Traiano, nascoste dentro un vaso
di terra cotta che noi dicìamodindaruolo: questo era ornato d'una palma e d'un cavallo, indizio d'aver formato il peculio di qualche auriga vin-
odi qualche efebo che avea nelle palma nella cor-
terme
sa equestre. Nell'area poi,
V
costruzioni del teatro, verso
secolo da Giulio Felice Catnpaniano
prefello di cali
Roma.
Que'sotlerranei indi-
da Vasari rimasero
accessibili
per tut-
to quel secolo, e siccome a quell'epoca erano molto piìi conservate le terme propriamente dette di quello che lo sonò oggi,
Palladio ne potè fare una pianta suf-
ficientemente esatta, indi Nibby riporta
piìi
scoprirono inoltre medaglie di
citore,
s.
pecorelle:
una parete dipinta cou
a ileslra
IMartino, ora
la chiesa di
il
parte apparte-
museo di Napoli, si ricorda l'abbellimento fallo delle terme Trajanavuin nel nel
prese
croati di
celebri
nevano ad una fabbrica anteriore ridotta a fondamento delle terme: si scopri una rozza cappella cristiana dedicata a s. F^elicita ed a'suoi 7 figli martiri nel seco-
iM pittura e slucclii bellissimi ne'solterra-
Fu pure
I
sollerranei in gran
c|ue'
zo di Tito; e mostra die scoprirono alio»
gie Vaticane).
ER
T
TE R
ya
stesse riportalo la
che precede
le
Colosseo,
il
una piccola statua di Plutoche venne trasportata nel mu-
fu rinvenuta
ne
assiso,
seo Capitolino.
La pianta
di
queste terme
pubblicala dal Nibby, è analoga a quella delle
terme d'Antonino e Diocleziano,
e più particolarmente a quest'ultimo. Esse
occupano un'area quadrilatera lunga
00
le
cose antiche trovale ne'successivi sca-
verso nord-est
vi
operati presso
senso 800. Del corpo interno poche ve-
le
quali seu)pie più apparisce che
s.
Pietro in V^incoli, dal-
i
1
larga uell'allro
[)iedi,
le ter-
stigia
rimangono,
I
sotter-
per
pianta conservataci da Palladio.
ranei furono dimenticali nelsecolo
XVII,
tutta questa parte
me tielle di Tito sono quantunque alcune
di
Traiano.
pitture pubblicò
Ij.utoli, nella raccolta delle
il
P/c/a/v/e an-
ti(jHfU'Cryj)tar. roiìiaii.jma nel
i
774 f^"
rono di nuovo resi accessibili, e gli ornati vennero dati alla luce da Giuseppe Carlelti,
Le antiche camere delle Terme di
yV/a e
le
loro pitture, deliìiealc, incise,
dipinte col jìrospctto
Mirri,
Roma
vicina a
s.
1
,
77(). Nel
Pictiu
m
ec. 1
da Lodovico
':(.){')
la [)arle piìi
Vincoli fu ridollu
la
e
sono
Di non rimangono sopra
terra entro la vigna di coli,
che
palestre,
le
intelligibili solo
s.
Pietro in Vin-
vestigia delTessedre, delle
un muro del tepidario,
te orientale della sala elittica
due
e la pare-
ch'era ad
oriente del calidario. Questi avanzi pre-
sentano
il
più perfetto tipo dell'opera la-
terizia, simile in lutto alle
Foro Traiano,
fabbriche del
e ne' legoloni leggonsi
niarchi di quell'epoca. P^n qui lò delle
i
Nibby par-
terme prupriaiuente dette, indi
TER
T E U passa n rjuplhi purle di
conservn'a e che
masi
mc
oomiiiieineiile chia-
piìi
Tito, fjiiantunfjiic eyli lilietie c!ie
nonsianoche vi fatti dal
I
8
Dopo
lesoslriizioni. I
I
al
I
gli sca-
8 i4 un'opera insigne
die alla luce sopra questa parte nel
Roma
in
pììi
3 buoni secoh col DdUie di Ttr-
(l;i
(li
es'Je, cli'è In
raichitelto
clx^ologo
ai
de Rocuanis: Le nnlichc
i
822
Antonio
Camere
Ksqiii-
line dette coiniineineì.'le delle Teiiìie di
Tito.
Nediè contezza
A. Visconti, nell' /V/-
Jloma
feiìieridi letterarie di
di qirell'e-
uso nobile:
93
contrario
al
i
poranei alle terme non essendo
stegno. Gli ambienti poi colle volle fu-
rono trovali
spogliati d'ogni
ti
ridotti a servire di sostegno della fab-
murale
brica siqieriore,
dosi gl'inlonachi dipinti tabili,e perciò
come non aspor-
rimaseio,a tesoro delfa sto-
non curandoTraiano perchè [)olevansì
si
quelle pitture e sotterranei,
ili
quali
pittura
la
ai
moderna deve il risoi-gi* Le riconosce
mento
della parte ornativa.
per
costruzioni sotto
porle e fine-
le
per maggior solidità, soltanto lascian-
stre
ria e dell'arte decorativa,
l'opera fa conoscere l'uso, l'origine e le
ornamento
e riempiti di calcinaccio, per essere sfa-
ne rese Nihby, dicendo che egregiamenvicende
stali rive-
neppiue d'intonaco, è ini fitto ohe non vennero destinati ad altro chea so-
stiti
poca, con molla lode; ed altrettanta glie-
te
muri conlein-
ne'tempi
eseguire da
di
artisti di
))ienli e
La
egual valore.
co-
camere o amche appartengono alla fabbrica
struzione de'niuri di
primitiva
,
tali
e presenta
è laterizia
muri
la
piti
partenere a due epoche diverse, una contemporanea alle terme superiori, l'altra non trovasi mai in accordo con esse, ed è attraversata da muri costrutti per reggeral 8 4 non 8 le. Il tratto scavalo dal
Palatino, che furono costrutti sotto Nerone. Essendo noto che ttilla questa parte del jMonte Esquilino fu coperta da'giardini e dagli appartamenti di delizia tiella Casa Aurea, quindi risulta che le terme
eccede 3oo piedi, è tutto sollo
edificate da
le
i
1
i
1
1
il
teatro,
cui superfìcie fu nel pontificato di Pio
la
VII
tolta alle coltivazioni,
mente nuocevano
alla
che somma-
conservazione del-
volte e delle preziose pitture, che tan-
le
to riaccesero le ti
terme, ed ap-
le
cure degli
artisti e de'dot-
nell'ultimo periodo del secolo passato,
stretta analogia di siile co'
Traiano furono
occupato daNerone,
to già
e
del
erette nel si-
che
la fabbri-
ca primitiva fu parte della famosa Casa
Aurea;e perciò tanto più importante è
vi-
sitare que'sotterranei che sonoi soli avanzi
più conservati del palazzo imperiale,
die olirono un'idea
Una
di
sua ricca decora-
parte degli ambienti della fab-
e ne'piintordi del nostro. E' chiaro che
zione.
quella parte de'sollerranei, che sono nel-
superiori, appartiene a una fabbrica eret-
mai compiuta, coPare che le cajnere ricevessero aria e luce da un portico di colonne, con fontana in mezzo. Il iNibby fa una dettagliata descrizione delle camere, e loro delicate, genti-
con altro scopo. La parte che «lon è nelterme appartiene ad un'epo-
minerali, rimai cando ove le pareti erano
la
direzione delle terme superiori. fu eret-
quando
ta
quelle furono innalzate, e che
quella che presenta una linea obliqua, e
che non ha alcuna relazione colle terme ta
l'asse delle
brica Neroniana
me
li
non
specialmente
il
lu
crilto-portico.
e svariale pitture eseguite
con colori
Traiano profittò de'muri una fabbrica preesistente per ordinar
decorate e impellicciate di lastre di eccel-
l'area delle terme, e servirsi di queste co-
cotte con bassorilievi dipinti, e di vari e
me
molteplici graziosi arabeschi, ed altri ele-
ca anteriore, e d'
fondamenti della fabbrica superiore. muri della fab-
Dall'altro canto essendo ijrica
i
primitiva ornali di rin vestimento di
marmo,
di stucchi e di pittuie, è
chiaro
che quelle camere furono destinale per
lenti
marmi
di diversi colori, e di terre
ganti ornamenti,
come
in rilievoedorate,
fetto gusto.
Dopo
to INibby, io
il
di figure di
stucco
tultodi otlimoe per-
tutto
il
riferito dal dot-
non debbo occultare, quau-
94 lo
TE R
E R
i'
ncli84o ncUn
Melcliìoiri puhbliiò
il
Guiddìiìclodìca di Hoiìut.W piie le
Terme
(|u;ile dislin-
Terme di
di Tito, dalle
Traiano. In prima conviene die
IN'erone
piosegin l'edinoazioiie del suopalarzo cigliodell'Esqnilino, verso d Celio e
buona parte
josseo, sopra
Quindi
vati.
il
Co-
edifizi pi"i-
comode
fìd)brica delle
sugli edifÌ7Ì di si
e piìi eleganti.
Che
la
verità. Poiché
sgombre
pai le delle sale
ornate
dagl' in-
di elegantissime
[liltii-
re e inbcschi d'ottimo gusto, appartengotio
divi
si-
gnino, genere di cen)ento(di cui riparlai
formalo
a Segni)
di calce, gesso e
poWe-
le di niarino, che soleva adoperarsi nelle
fabbri che desti nate a custodire l'acrpia;
il
pavimento
me
grosso
è incrostato di
mu-
senza dubbio alla casa Neroniana. Ri-
niaica inoltre, che mentre
gli edifizi
su-
periori più moderni, sono quasi lutti di-
alla via delle Sette Sale nella parroc-
chia. di
Martino a'Monti.
s.
Terme Terme
terme di Tito fu elevala Nerone, e gli avanzi ch'ora
governo, dimostrano questa fcrriuicnli,
muri
sette
gran serbatoio anteriore a Tito, opera Neroniana o di alti i. Questo luogo die il no-
visitano eciislodisconsigelosamenledal
buona
i
loro pareti sono intonacate
vi costi lù in fretta le
Aiitoniniane e delle Dioclezi.iiie, furono slimale più
Le
saico a stagno. Molti sup|)ongono questo
terme, che sebbene meii vaste delle
siie
scrii.
conhisseifj
si
che Tito, occupati
egli dice
ch'ebbe qiie'luoghi,
(li
sii!
o perchè
V
Traiaiie.
.
Terme
^W/vVrz/p. Di esse
di Tito.
poche
memo-
hanno, e il loro nome derivò da Vacioèdairimperafore Eliogabalo figlio
riesi rio,
di Sesto VariolMarcello,che le costruì nella
regione XIII dell'Aventino.
monte
nella casa de'gesuiti
Su questo
rimangonoal-
cuni ruderi forse spettanti a queste ter-
me, e nella vigna fu trovato un tubo di piombo coH'iscrizjone: Aqun Traian...
sono an-
Thermarum fariaruin.Queslocondol-
coraconservati.Di più sostiene,cheannes-
fabbriche che ben
sito, che quelle tenne furono fcjrnite coll'aocpia Claudia che Traiano portò sull'Aventino, e perciò detta acqua Traiana, diversa però dalla ti'aslibe-
De Romanis, seb-
rina.
strutti, gli inferiori più antichi
se alle
lei
me
di
Tito furono edificate
lernie Traiane, che ne formarono
l'appendice,
ambedue
dislinse l'opera dotta di
bene formarono quasi uno
Dappoichèqnando
le
(pia->i
stesso edilìzio.
Tiaiiiiioeilincò le sue
terme, ristorò ezia mi io quelle di Tito, colle
uno de'più maRoma. Aggiunge
quali unite formarono
gnifìci stabilimenti di
]Mel( hiorrijchele
il
terme
di
Traiano esten-
to mostia
Il Marangoni celebra le terme romane, massime quelle edificate dagl'imperatori, ed osserva che in principio furono modeste, e poi degeuerarono in luoghi didisonestà, dimodoché più volte si formarono leggi per eliminare l'accesso promiscuo
sommità dell'Esquilino, rimangono si vetlonone'sotterraneidella chiesa di s. Mar-
de'due
lino a'Monti, dove ancora sono ad ossei-
le
vaisi
lari.
«levansi verso
ed
la
i
la
migliori avanzi che
i
vasti locali,
che ne'primi
Chiesa vennero cambiati
secoli del-
lem-
in uso di
pio cristiano. Dichiara per ullimo
che ]irossimo all'angolo orientale delle terme
di Tito, riconosce le,
il
,
locale delle Sette Sa-
già amplissima conserva d'acqua per
provvedere difjzio
al
bisogno
che formasi
di
olliuia costruzione, e
le
vicine terme; e-
8 grandi corridoi si
di
dissero selle per-
che lami ne furono scopertiin principio,
il
sessi,
inarono
i
ss.
contro
i
quali abusi decla-
Cipriano, Girolamo e Cle-
mente Alessandrino. Più modesti furono tenne e
Ma
i
bagni domestici de'partico-
questi luoghi cotanto profani,!
quali servivano di
neppure furono
fomento
alle passioni,
esclusi dagli antichi fedeli
dal caml)iarli in chiese e di consagrarli al
cullo divino, alla purità e alla modestia.
Tali furono
i
seguenti bagni e terme,oltrei
giàricordati.Le termedilNovatoediTimo-
leo,pure già rammentate, a pie del 3Ionte
J iminale, che accolsero
venuta
in
Roma,
si
s.
P/V//-0 nella
convertirono
in
Cimi'
TER
TER ferioàeis
Pudcnziduae
esiliato clall'imperatore
nel
neWaChiexa di',, Palazzo apostolico di
s.Pudcnziana. La casacilconlignobagiio ove il tiranno la riticljiuse di s. Cecilia ,
per farla solTocare dal calore, fu consacra-
Urbano
Chiesa di s. Cecilia, Si\\U cima del Viminale fnrono le terme dette di Olimpiade, come alferma P. Viitore, co'bagni d'Agrippina madre di Neda
ta
s.
rone, ed
ivi fu
1
in
bruciato snlla graticola
Marangoni che
nel sito
lio
ove venne eretta
Chiesa di s. Sihrstro in Capite, fossero le terme di Domiziano. Ma il Carletli sunnominato, che descrisse le camere delle terme di Tito, le quali dice pure che fiirono chiamate Adriane, xxeWe Memorie della chiesa di s. Sih'estro in Capi/r, corregge tale asserzione ripetuta da altri, dichiarando che Domiziano ivi non ebbe terme, bensì altri edifizi di naumala
Teodoro
generale e
chr.
1.
1 ,
Giustino
soltosciisse
verso
I
VI conci-
il
cationi in Trullo. Orieiìs
i
p. 3Hf).
Terme, Tlnimicn.
è
un
partihus del simile ar-
titolo vescovile in
civescovato di Cesarea, che conferisce la s.
Sei\e.
TERME DI ROMA. /'. Terme. TERMESSO, Thermessus, Telmcs-
s.
Lorenzo, poscia vi fu innalzata la Chiesa di s. Lorenzo in Pane e Perna. Crede
:>i
il
i
()">
simoniaci, Mu
stnntinopoli contro
Sede vescovile
sns. Termissiis.
della 2.
Pamfilia, nella diocesi d'Asia, sotto lametropoli di Pirgi, eretta nel
IV
secolo. iVe
furono vescovi, Evresio fra'padri del cnn-
Mceno, Timoteo
cilio ti
sottoscrisse a'decre-
del concilio tl'Efeso, Siliinno fu a tlue
concilii incoi
Eutiche venne con vinto d'eFlaviano di CostanTalasco di Cesaiea, Aussen-
resia in presenza di
tinopoli e di
zio sottoscrisse la lettera del concilio di
Pamfilia all'imperatore Leone relativa s. Proteriod'Ales^ondria. I
all'assassinio di
Termesso verso
metiidel
chia e di esercizi ginnastici, e su parte di
II
vescovo
Marangoni nar-
V
secolo governava conteinporaneanien-
questi fu eretta
chiesa.
la
ra che sulle terme Alessandrine e in lem-
pio che
i
Silvestro
gentili 1
dedicarono
invece l'intitolò
alla Pietà,
Fuorialtres'i di
Roma
bagni furono
blici
come
in Pisa le
I
te le chiese di
Salva-
è un titolo vescovile in partdnis dell e-
guale ai'civescovato di Pirgi, cui nomina
molte termee pub-
terme sontuose
dopo
Zobia e d'Eudocia. Oriens
chr. t.i, p.i 020. Termesso, Termissen,
il
le
di
Adria-
persecu-
Papa.
TERMINI
ridotti al culto divino,
no, cambiate da' fedeli
la
consagiò.
al ss.
tore in Therfiiis^es. Gregorio
s.
di
TERMINE Thermae
o
,
/f//7?C7Yv?<^p.s. Città le
due
vescoviledel legnodel-
Sicilie, nella
provincia di Palermo
signe
ed a più di 9 leghe distante da essa, capoluogo di distretto e di cantone, sopra
me
un'etninenza, in pingue paese ben colti-
lata,
menelmarTirreno.E' una piazzadiguerradi 3.^ classe, cinta di mura, edalla parte del mare difesa da un vecchio caslel-
zioni nella chiesa di
s.
Reparata, poi
in-
duomo. In Arezzo sulle antichissiterme romane fu edificato il monastero dis. Bei nardo. Sulle magnifiche terme e bagni d'Albano venne fabbricato il monastero di Gesù e Maria Immaco-
TERIME.
l'.
Teemini.
TERME, Thennne
Io.
Basilicae, Tlier-
mae
Regiae. Sede vescovile della i.'Cappadocia nell' esarcalo di Ponto, sotto la metropoli Io.
Ilo,
Ebbe a
di
Cesarea, eietta nel
IV
vescovi, N. ordinato da
Firmino che
lo sinodale di
s.
il
Geunadio patriarca
Vi
presso
si
la
foce del fiume del suo no-
trovano parecchie chiese e con-
venti riccamente ornati,
il
monte
di pie-
tà,dueospedali,lacasa d'asiloper le donne, il collegio, ed acque termali frequen-
seco-
talissime dagli abitanti di Palermo.
Basi-
splende per
assistè al concilio di Cai-
cedonia, Fotino che sottoscrisse
Vfito,
decredi
Co-
belli edilizi, fra 'quali la
cipale chiesa dedicata a il
s.
Ri-
priu-
Domenico, ed
puliblico palazzo, ed è ragguardevole
ciltà di Sicilia.
I
bagni già cndiili
in
de-
TER
(jG
T E R
plorahile condizione; furono ridotti in e-
comodo
legante, in
un
e s[)lendido edifi/io,
adorna vagamente
a più fonti
Buono
piazza maggiore. cui trovasi
che
n' è
il
mi regio caricatore,
la
porlo, su e se
ne e-
sporta grano, olio, olive, orzo, legumi, so-
manna
da,
e altri prodotti.
La pesca
vi
è
ed il prodotto provvede il Palermo, facendosi anche esporlazioni di pesce salato. Vi si vedono ruderi delle famose terme antiche, che
attivissima
mercato
,
di
i
nome
dierono
mune
alla città; e nella vicina co-
sono buone fabbriche di panni grossolani, e di corde perlelonnaie. Fu patria del medico Pietro Rosa,
Trabia
di
vi
de! poeta Li'onardoFriigHli,deldotlogiu-
reconsullo Francesco Bortolo, e di vari
uomini
altri
dato
distinti.
Sopra
va ricor-
lutti
Agostino Novello agostiniano,
I).
il
fondatore della congregazione della
donna
della
Scala (ì
.)
Ma-
a Siena, o'vv evo
die le costituzioni a quella fondata dal b.
Sorore.
Papa
Fu
(J
.),
a
con processione e
Termini
ed alcuno
in errore dalla
il
b.
vi
(lera.
Dispula-
Agostino, e volendolo
Tarano
in Stibì-
aggiunse Teraoìo, trailo
somiglianza della denomi-
nazione latina. Di queste questioni parlai
la
nel voi.
calo sul fiume torto a poche miglia della
Termini; la costruzione di essoè stupenda per la solidità, congiunta all'ele-
bella
ganza. Presso ed tà alla sinistra
al sud-est di
sponda,
LX,
p.
62. Imperocché nel-
l'ita dclb. ylgosliiio
Novello d'Anto-
credesi che rappresentata fosse
media, onde
una statua
si
vuole che
vi
com-
che da Mylas vi dedusuna colonia, fu rinomata repubblica, dominata dal tirannoTeroue, e dopo 260 sero
anni venne dal cartaginese Annibale di-
che vi eda Gelone, il giorno stesso del famoso combattimento delle Ter-
strutta, per vendicare Amilcare,
ra slato sconfitto
cole,
i
dierna resi a
nel luogo ov'erauo le
cele-
bagnato Er-
cartaginesi stessi edificarono città, e vi trassero
1'
o-
profughi itne-
i
Augusto
ripopolarla. Dipoi
J
Do-
mopili, 4'^o anni avanti l'era nostra.
vi
de-
dusse ima colonia romana. Rocco Piiro nella Sicilia
sacra
1.
1 ,
p.
4^8, parlando
Thermitanac Ecclesiae riferisce che in Sicilia due città si chiamarono Thermanini,ijaa Thernias Selinuntiasy posta nel prospetto del mare Lilibeo, o-
della
,
ra detta Sacca, nella valle di
Thermae
mare Tirreno,
1
la i.'
s'innalzasse
a Stesicore. Fabbricata da'cal-
tra
le, volendo egli levare alla città di Termini il suo b. Agostino Novello degli erenati di s. Agostino, per darlo a. Palermo, se gli dimostia .°(Iie il beato fu Perminese^ e poiché se voleva impiegarsi a favore di Palermo, gli poteva me-
ro-
cidesi di Zancle,
del
d.r l incc/izo Auriacefalutano, nclcpta-
cit-
Stesicore e di Petronio Siciliano, e dove
vi è 1'./-
Palermoiyio,
d\
le
vine deirantica//)V??('r<7, che fu patria di
Vincenzo Doria che voleva il bealo nato in Palermo. Contro il Doria avea scritto Francesco Alibrandi milanese, col nome anagrammatico di Bernardino Afscaleo, Teriniiie rimesso in istn(n, opjìure Risposta ad uno scritto del
nio Pilongitore,
pologia
questa
vedono
si
bri terme, nelle quali diceasi
reliquie e tiene in gran
loro cittadino, Palermo, 7ìa,
costruzione del magnifico pontefibhri-
ed è protettore di Termini,
venerazione, celebrandone solfennemenle
no
1
1
la
po due anni,
le
rt-
desso usurpato, die non cercarne di nuovo, Venezia 664. Nel 853 fu lerniinata
penitenziere e Sagrisla- del
che ne possiede la festa
glio stabilire qtic san ti, quali si sia sin
Mazzara;
l'ai-
///«i^^rc/^vcT sulla spiaggia
detta
Termine, ed in1.'' fu un tem-
clina a credere che questa
po onorala del seggio
vescovile, sulfraga-
Palermo ed eretto mentre nel IX ebbe il vescovo di rito greco esulTraganeo della metropoli di Siracusa. Quanto a Selinontc neo della metropoli nel
V
di
secolo,
o Selinunte
di Sicilia, con tal
nome si chia-
mò dagli antichi per ragione dell'erba detta appio, di cui quel suolo
abbonda
iin-
mensameule,perchèi^yt'///io/iingrecosuo-
na
lo slesso
disse Seline
che appio
in latino. Viigilio
Palmosa; quasi a
ricordare
»
^
TER medesima
In
T E R
erba. Si vuole cliei primi a-
me,
07
quali sono allreltanle conseguen-
le
come
ze de' decreti assoluti di predestinazione
Sdisse Diodoio, ed Eusebio narra, che fu-
sostenuti da Calvino, e da'gomaristi, set-
rono cacciati l'anno del mondo 4554> ma che co anni dopo fusse tli nuovo occu-
Francesco
pala da'megaiensi, abitatori
professore di Leida; e propriamente par-
bitatori della città fossero
i
fenicii,
I
siciliani, se-
condochè ricordaTucid iiie. Ti» nlo apprendo dal Dordiga, Lettera sulla Sicilia. Si conoscono 3 vescovi della chiesa Termi-
ta di teologi fra' calvinisti, e seguaci di
Gomar
teologo protestante e
lando sono altiettante bestemmie ingiubontà infinita di Dio e alla grazia
riose alla
della redenzione, annichilatrici della spe-
Inna, Pasquale Thcrinilaiuc.s cpiscopus,
ranza cristiana, e formalmente contrarie
che assistè al concilio di Laterano nel45o; Giovanni cxiguti.i s. Ecclcsiae Tliermensis provinciac iS7rz7i'V?(',che intervenne nel 68o.al VI concilio di Costantinopoli, ma in un codice greco si legge Denedetto s. Ecclcsiae Thcrinilanaej e Giorgio cpi-
alla s.Scrittura,
sropus Tliei'r>iaruniBabae,chefii
787, che in altri autorisi legge appartenuto ad altra Terme. Si trova nella Notizia, di Leone VI impe-
egualmente gli eletti alla gloria, ed reprobi alla dannazione eterna; che produceva nell'uomo il delitto e la virtù, perchè l'uomo era senza hbertà e determi-
ratore, Tlicriiieiisein ecclesiain palriar-
nato necessariamente
chae Constantinopolitaìius^e. nel p.Mireo suhest nutic Pallonai tano archiepiscopo Tliermitana Hivierensis ecclesia, Seli-
ni;
versari
multia vero episcopo Agrigentino.
nerali
cilio di
Nicea
al con-
II nel
TE RMINI STI. Eretici Calvinisti (F.), i
quali pongono
un
limile alla misericor-
dia di Dio. Essi erroneamente insegnano: I ."
Che
vi
sono molte persone nella Chie-
sa e fuori di essa, alle quali
Dio ha
fissato
/(ì!/jf/(/,che
p.
il
Contin, Diz. dell'eresie, che avendo
i
minio trina,
spirato
una volta
quel termine, Dio non accorda più loro i
mezzi di pentirsi e
di salvarsi, e
che to-
mostranti; e
Gomar
suo collega
nell'
u-
difese di Cal-
le
vino, ed ottenne che neli6ic)si adunasse
un sinodo i
a
Dordrecht, dove furono
sentimenti d'Arrainio e
na
di Calvino,
te
cambiata, ed
Alcuni di si
essi
laquale
si
i
gli i
vi fu
la
di-
dotlri-
estremamen-
rimostranti condannali.
gettarono tra'sociniani,
chiamarono contro-rimostranti
vinisti e altri eretici
arminiani, in che
i
cal-
che scrissero contro si
distinsero per zelo
gomaristi rigidi calvinisti.
TERMOLI (Tennularwn).
glie perfino alla sua parola ogni potere di
4° Che
anche tra gli slessi protestanli:Arcombattè, ricorse agli stati gecon rimostranze in forma di dotper culi suoi settari furono detti rila
niversità di Leida, prese
e
Che
sue azio-
in tutte le
questa dottrina trovò sempre degli av-
nato
e irrevocabile. 3.°
Giacomo Arminiod'O-
disputò conGomar,poichè dice
Calvino insegnato che Dio predestinava
scussi
d'un decreto impenetrabile
gomaristi sono una setta
slrantiderivati da
un certo termine prima di loro morte, dopo il quale egli non vuole più salvarli, per lungo che sia il tempo in cui vivranno ancora sulla terra. 2.° Che ha cos'i determiin forza
I
opposta a quella degli arminiani o rimo-
Città con
Faraone de'lempi diMoisè, Saul, Giuda, la maggior parte
residenza vescovile nel regnodelledue Si-
degli ebrei e molli gentili furono d'un
63
conveitirli.
il
Che Dio
tal
numero.
5.°
gi molti
reprobi di tale specie, che se loro
tollera
ancora
accorda ancora qualche grazia dopo scritto termine,
non
fa ciò
in og-
il
pre-
con l'iolenzione
di convertirli. Gli altri protestanti, partico-
larmente luterani,escludono VCL. LXXIV.
siffatte
massi -
cilie,
provincia
dij
Molise nel Sa/mio, a
miglia da Benevento, a 5 leghe da La-
rinoe più di 6 da Vasto, distretto e capoluogo di cantone. E' posta sopra una lingua di terra che sporge nell'Adriatico, cinta di buone mura, sboccando presso di essa un piccolo torrente, alla sinistra del Biferno e in vicinanza alla sua foce. Fo7
TER
gS ca è
ne
T E R
sua importan7a marittima, sebbe-
la
sia
pollo principale della provincia
il
di IMoIise.
La
caltediale,di antica strut-
tura e di gusto gotico, è dedicata alla rificazione di
venera
Maria sempre yergiiie,e
tra le reliquie
il
martire patrono della
braccio di città.
Vie
s.
toIoDieo, ed a lui nel
l'unico
i
il
i
vi si
Basso
cidiacono, e delle dignità dellarciprete e
teologo e
1
1
to nel
amministra la dignità dell'arciprete. Il cacomposto della ."dignità dell'ar-
del primicero, di
i
Pu-
fonte battesimale con cura d'anime, cbe
pitolo è
96,Giovanni nel 26?, Bartolomeo Aldoniarisco nobile napoletano consiglieie di Carlo 11 nel 3 08. Mor-
Alferio fiorì nel
q canonici compresi
il
penitenziere,e di altri preti e
13(9, subito
successe Gio. Bar-
gli
352
i
altro Bartolo-
meo. Nel i353 da Lecce vi fu trasferito Luca, neh 364 Francesco Stella canonico di Bojano.Neli 379 l'antipapa Clemente VII v'intruse Giovanni, ma Papa Ur-
bano VI in pari tempo nominò vescovo fr. Giacomo Cini nobile toscano di Colle, domenicano pio, virtuoso e letterato; indi nel 38 gli sostituì fr. Domenico Giar1
I
Maria, insigne e ce-
cbierici inservienti all'ufficiatura. Prossi-
da sanese de'servi
mo alla
lebre professore di teologia. Nel
cattedrale è l'episcopio, di recente
avendo adiacente il seminario. Vi sono altre chiese, ma non parrocchiali, un convento di religiosi, un
drea, nel
sodalizio e qualche altro pio istituto. Ter-
da questa sede
moli, Thermulne,c\\.\{\ marittima de'fren-
j4o2. Nel i4o5
riedificato e restaurato,
tani, fu così detta
come
quasi termine
TerinulaniE3 74} àeW Italia sacra,
della Puglia. L'Ughelli in
piscopi,
ed
il
t.
8, p.
Sarnelli nelle
vescovi
eli
Memorie degli arci-
Benevento
che apparteneva
p,
254) liferiscono
alla provincia di Ca[)i-
tanata. Fu ducalo illustre della nobilissima famiglia di Capita, ed antica ii't l'orS'eliSGy fu posta a fuoco e sacco
rigiiie.
motivo della sua vicinanza mare, e siccome fu incendiata pure la
da' turchi, a al
cattedrale, fica, con
il
vescovo
la rifece
più magni-
I
390
di
Costantino, nel
tro eletto di Scala, nel
1
1
887 An-
3q6
Pie-
i4oo Tommaso
traslaloda ]MonteCorvino,ed egualmente vi fu trasferito
Antonio nel
fr.
Stefano h-ancescano
di Civita Castellana,
ove fu traslocato nel
1
4o6. IMarlino
V elesse
Paolo, morto nel
1422, ed a'22 novembre gli surrogò fr. Antonio agostiniano nato in Termoli. Nel i456Ducio o Tuccio canonico della cattedrale, nel 1468 d. Leonardo abbate benedettino di
Stefano
s.
di
Marsi, nel
1
474
Giacomo. Nel 509 morì Giovanni de Vetei ibtis, e gli successe Angelo Antonio de Guilianeo.neli 5 7Sanzio de Ayelhe che poisidimise,neli5i 8 Antonio Attili. Paolo IH nel i536 nominò Pietro Durante 1
1
pitture e ornati, rifornendola de-
arcidiacono di sua patria Brescia, referen-
La 94^5 come
dario delle due segnature, morto in Roma e sepolto in s. Maria sopra Minerva.
afferma Lucenzi, poiché nella lettera di
Quindi neh 539PapaPaolo HI gli sostituì il di lui nipote Vincenzo Durante referendario apostolico e datario, e da lui ama-
corosamente delle sagre
suppellettili.
sede vescovile già esisteva nel
Papa Agapito il si nomina CenedetloZV/-mulanae ecclesiae episeopnni. L't.'ghelli comincia il
la serie
privilegio di
con Scio che sottoscrisse
Papa Giovanni XIII
nel
Benevento in metropoli, e di cui Teru)oli divenne siidiaganea e lo è tuttora. Quindi il vescovoiNico-
960,
la nel
col quale eresse
1
07
i
intervenne alla consagrazione
Monte Cassino, fatta da ADopodi Ini sino al 79 non
della chiesa di
lessandro si
II.
conoscono
GoQredo
1
quellanno Laterano Ili.
altri pastori. In
fu al concilio di
i
to re,
per
le
sue virtù; prudentissimo pasto-
intervenne
al concilio di
Trento,
ri-
sede e morì in Brescia, tumulato tra' suoi nella cattedrale. Nel i565 BlarcelloDentici nobile napoletano e sud-
nunziò
la
diacono; nel sa,
ove
i
Ferranti di Ses-
569 Cesare
in nobile reliquiario
quie del patrono
s.
Leone.
nibale, e per sua morte
cesco Scolli
;
nel
1
559
pose
le reli-
Neh 594 An-
neh 595 Fran•'^"^f»''o Drago
^'''
TER
T E R
Firenzuola, domenicano e commissa-
ili
rio del
Roma. Nel
offlzio di
609, Fede-
i
Mezio, d'encomiata vita edotto, on-
rico
de
s.
il
Baronio
per
se ne servì
le
traduzio-
ni dal greco in Ialino e lo lodò. Nel iGi 2 Camillo Moro nobile ferrarese, indi tra-
626. In questo gli successe Ettore Monte, ma dopo 7 mesi morì. Nel 1626 stesso a'26 novembre
slato a Coraaccliio nel
i
poi trasferito a
sede vacante lo fi
Pieli oConsiglio diBisceglia;nel 8276611naro deRubertisdi Lucetodi(jcesidi Termoli, rettore del seminario, ed arciprete 1
dell'insigne collegiata di
s.
Nicola di Bari
sua patria. Per sua morte
di
PiolX
nel concistoro de'2
regnante
il
[dicembre 1846
preconizzò vescovo mg.' Domenico Ventura di Bisceglia, canonico di quella col-
neh 643 Alessanromano e somasco,
legiata de'ss. ìNIatteo e Nicola e parroco,
consultore dels. oHìzio;
dro Crescenzi nobile
neh824 dopo
(allieti;
de' conventuali e
Girolamo Ca[)pelIo
fr.
99
vescovo Giambattista Bolognese
lesse
Ortona
Campii, quindi
e
rettore del seminario d' Osluni, vicario
generale d'Oria e Teilizzi; indi in quello
Gaeta
promosse
a Bitonto.
Da Lavello nel i(J44 '' passò Cherubino Manzoni francescano; nel i65i Antonio Leoncini di Spoleti; nel 653 Carlo Mannelli d'Aversa, morto iu
de'20 aprile 1849
fr.
all'arcivescovato d'Amalfi che governa.
Roma
con provvederla dell'attuale vescovo mg."^ Vincenzo Bisceglia di Cirignola e cano-
I
e sepolto in
s.
Prassede con inte-
ressante epitaffio riportato da Uglielli, o-
ve
loda anche f|uale autore d'opere. Nel
si
1661 Fabrizio Maracchi di Pontreinoli; nel 1677 Antonio Savo de Panicoli roma-
Lo
stesso
bre!
85 1
Papa
nel concistoro de'9 settem-
nico penitenziere di quella cattedrale, poi
ebbe
nella
medesima
chele Pelirro di Catanzaro, già arcidiaco-
3noo ducati. La
no
te
1706 Domenico Catalani
di
neh
7
1
8
fr.
Tom masoM. ^Fa-
dignità d'arcipre-
vo è tassato ne'libri della camera aposto100, ascendendo
la
mensa
a
diocesi è sufficientemen-
grande, e contiene 16 oppida. TERMOPILI,r/ie/-ma/jx/rt£'.Sede ve-
Trani
protouotario apostolico e vicario generale di Ferrara;
la
con cura d'anime. Ogni nuovo vesco-
te
lica in fiorini
di Policaslro, poi traslato a Pozzuoli.
lo
die termine alla sede vacante,
no, parroco di s. Giovanni; nel 1 688 M. Antonio Russi napoletano; nel 1689 Mi-
Nel
di
scovile del patriarcato di Costantinopoli,
sotto la metropoli d' Atene, eretta
nel
rina napoletano domenicano,
morto
nel
XIII secolo presso l'omonima e famosa
dicembre; neh 719 Salvatore
di Aloisio
gola di Grecia, nella Livadia, distantequa-
na[)oIetano,già vicario apostolico di
s.
Con
verina, Catanzaro e altri vescovati. questi giunge nell' Italia
sacra
Se-
la serie
che terminerò colle Notìzie di Roma. Neh 729 Giuseppe Antonio Silde' vescovi,
vestri di
doro
Campobasso;
Pitellia de'
Tropea;
nel
I743
sulla costa
me-
ridionale del golfo di qaesto nome, a pie del clivio settentrionale del
monte Età,
alla foce dell'Ellada o Sperchius,
già
la città vescovile.
La
ove fa
delta gola è cir-
Isi-
ca 3 leghe lunga, e chiusa fra rupi altis-
della diocesi di
sime da un lato e dall'altro dal mare, e da una palude impraticabile formata dà depositi di alluvioni. Al tempo degli anti-
nel
minimi
due leghe da Zeituni,
si
fr.
1753 Cosmo Pierbenedelli
IMaculani filippino di Camerino; nel
i
769
Giuseppe Buccarelli di Napoli; nel 1792 e dopo notabile sede vacante, d. Anselmo M." Toppi della congregazione di Monte
chi greci la larghezza del terreno che for-
Verde,della diocesi
rato
di
Nola. Pio VII colla
bolla Deutiliori c/o/;im/c<7f,de'28 giugno 1
8 8, soppresse I
À lferia[P Indi
.)
il
vescovato di
Guardia
eVofìì in perpetuo aTermoli.
neh 8 1 9 e dopo lunga sede vacante e-
mava si
:
passo era soltanto di 5o a
il
in oggi è il
mare
raddoppiata per e per la
60 pas-
essersi riti-
formazione ulterioSarebbe cjue-
re d'un suolo d'alluvione. sta gola il
capace di buona difesa, se fosse
solo sentiere nel
ve uè sono altri per
nord della Grecia;
mezzo
alle
ma
montagne,
TER
TER
loo
che non solanienle furono scoperti
po
(li
ma
Serse,
tem-
al
eziandio in seguito da'
galli,cla'romani,esinodaglinnni. In que-
Leonida
sto iito fu clic
e
suoi
i
3oo
spar-
tempo morendo per
tani arrestarono perqualclie
i
siani, e sagrifìcaronsi
la
perli-
bertà della Grecia: l'esercito di Serse ac-
campalo
due
riva all'EUada, circa
in
nord del passo, e che
terzi di lega al
cesi vicapisseinlero, esser
di-
dovea, sesi giu-
dichi dal terreno che occupava, molto in-
e
con borghi. E'distantc
6 leghe
tii,
f)
miglia da Par-
mezzo da Spoleto, e sposta
e
da Roma, per la via Flaminia. Superate al sud di Spoleto le cime dei monte Somma, per la gola di Strettura si sbocca io fìorenlissima valle, circondata da ameni colli
follemente abitati, e dove l'occhio
contempla
ridente ferace natura, di cui
la
l'industriosa operosità disotterra
i
tesori,
ed ivi sulle rive del rapido e orgoglioso Nera, fa di se Terni vaga mostra, in for-
ma
ovale con ben due miglia e mezzo di
numero da Erodoto riferito, di che parlai a'Ioro luoghi. Il vescovato fu istituito di rito latino nella città di Ter-
circuito, essendo l'antico più vasto,
mopilij dopo
ta dal patrio storico
feriore al
la
presa di Costantinopoli
si
si
2o3. Ne fu .° vescovo ArPapa Innocenzo 111 scrisse molte lettere nel 1208 enelisio. Iguo-
di travertini. Quello
inomide'suoisuccessorifìnoal i4'2, in cui Gregorio Xll nominò vescovo di
a spese del
Termopili fr. Silvestro Calbo di Careno domenicano. Paolo II nel 4^)6 elesse fr. Giovanni I de Hemburg francescano; Si-
scrizioni. L'altro
nolfo, cui
i
i
il
l'ansi
1
sto
IV ueli476 N. francescano
sore di teologia; indi Giovanni
e profes-
11;
poi nel
1484 Innocenzo Vili fece vescovo fr. Stefano Ranor dooìenicano, cui successe Giovanni IH, e neli4Qi il detto Papa gli fr. Alfonso de Spina francescano. Leone X nel 1 52 i creò vescovo fr. Lodovico Calieri domenicano. Orieiis clirA. 3, p. 847- Termopili, Tcrmopolitan seu surrogò
Tìicriìiopylcit, ora è
un
titolo vescovile
Angeloni.
Il
fiume
varca su due dignitosi e grandi ponti
e de'paesi circonvicini, fatta da'francesi e
veneziani nel
come
vede nella pianta topografica pubblica-
ce alla città,
si
disse
Roma conduPonte Paolo, perchè
che da
da'fondamenti fu solidamente riedificalo lo
V nel
6
1
comune nel pontificato di Paocome si legge nelle due i1
1 ,
che dalla città conduce
denominò PonleSesto,adiacente alla porta omonima, per la tradizione che da Sesto Ponipeo fu eretto lanlico, indi nel 1602 da' fondamenti con robusta costruzione rifabbricalo da Clemente Vili e compilo da Paolo V, come rilevasi dalledue iscrizioni, che in uno a quel-
a Rieti,
si
le dell'altro riporta r Angeloni, e col
qua-
principalmente procederò in quest'ar-
le
ticolo.
Le
sueaulichissiroe e alte
mura
di
pietra quadrate, restaurale ne'bassi tempi,
hanno
circa
3o
torri
quadrale (che
iìipartihus del simile arcivescovato di A-
simpatizzano con quelle di Pompeia), di-
tene, secondo
sposte in giusta distanza, e sono aperte da
de'quali lo
i
registri concistoriali, altri
pongono
conferisce dal Papa.
sotto Larissa, diesi
Per morte
di
Carlo
Lernardo CoUin de Contridon, che n'era stalo insignito. Pio VII nel 1821 lo concesse a fr. Gio. Angelo Porta cappuccino di Cuneo, del quale feci parola nel voi.
XXXVIII, TERiNI
p.
(Interainnen). Città con dell'
porle,
sto, di
s.
discendenti imperatori Tacito e Floriano,
monumenti che furono
60.
denza vescovile
chiamate Porta Romana, del SeGiovanni, de' Tre Monumenti (che conduce a Spoleto, e cos'i delta dalle 3 vicine sepolture o meglio cenotafi che vi erano ^i Cornelio Tacito, e de'due suoi
5
Lmhria
resi-
nello stalo
lo
XVI
distrutti nel seco-
dal proprietario del fondo Etto-
re Simonetta, essendo già in parte atter-
Angelo. E' divisa
pontifìcio, nella delegazione apostolica di
rati da'fulmini), e di
Spoleto, sede di governo distrettuale, no-
da 6 quartieri o rioni, chiamati Di Sotto, RigoDi, Aoiengoni, Fabri, Ca-
bile e bella, posta in piano e in aria
buona
la città
s.
TER
TER
Un tempo
stello, e Acloltrini.
le
sue abi-
ebbero quasi 3oo toni, per didalle nemiche fazioni citladjne, ed es-
da colonne di marmo con diverse lacon 4 porte, una delle quali
tazioni
to
fesa
pidi antiche,
sendo
in
seguito abbattute,ne restò in pie-
di quella sola
che porta
nome
il
Bar-
di
barasa. La maggior parte delle torri furono diroccate da Andrea Tomacelli fratello di Bonifacio IX, e colle loro pietre
presso porta detta
il
Romana
edificò la fortezza
Cassero, sulle cui rovine dipoi fu
fabbricata
la
Madonna
chiesa della
del
lot
della tribuna. L'antico portico è sostenu-
duomo antico, la costruì marmo bianco intagHato, la
e superstite del nel
4^9
1
di
pia Isabella de.Donati. E" dedicata all'As-
sunzione della B. Vergine, ed ha ra d'unirne, che pel capitolo stra dal vicario curato
Reliquie
ziosissimo del E.edeutore in liquiario,
ta di
colonne:
la
chiesa fu poi demolita per
forn)arvi una gran piazza, per rendere de-
coroso l'ingresso in Terni da delta porta.
Numerosi sono
i
palazzi, le chiese e altri
edifizi magnifici, tra' quali
Bramante,
le architetture di
da
ammirano
si
S. Gallo, di Bernini
di
Antonio
e del Vici, che
fanno decoro e ornamento alla
città.
rione Castello e incontro la chiesa di
renzo, già tempio di Marte,
vi
è
il
s.
città, riposa nella
comune.
Il
rici
per essere stata residenza de' prelati
con antiche e moderne
ture, iscrizioni e
stemmi
pit-
de' l-*a pi, cardi-
il
dell'unica
pella musicale. L' episcopio è congiunto
bo
lico
eresse
gli
io beneficiati, e di altri preti e chie-
scrizioni lapidarie. Nel rione Rigoni vi è
goK'eriiftloi'i.
compone
addetti al servizio divino, oltre la cap-
e contiene le
palazzo dello aposto-
si
prebende del teologo e del penitenzie-
ha dinanzi una piazza e incontro la chiesa dello Spirilo Santo; ed a pie della sua ampia scala si vedono un leone e altre antichità marmoree, ed i-
il
Valentino vesco-
i
se le
re, di
magnifico palazzo de' conti Spada. In
re-
dignità del priore, di 3 canonici compre-
alla cattedrale
il
s.
cappella che
capitolo
zo municipaleo prioraledel pubblico ma-
quello de'Fabri è
un antico
vo e martire e principale patrono. 11 corpo dis. Anastasio vescovoe compatrono della
Nel
gistrato. Esso
le ss.
ed un frammento della suaCro-
ce, oltre le reli([uie di
Lo-
palaz-
cu-
ammini-
perpetuo.Tra
Cassero con ragguardevoli architetture, magnifica faccia-
si
venera parte del Sangue pre-
si
essendo stata adornata
di
bat-
il
tisterio (ch'è l'unico della città) e la
ed
suo campanile,
all'alto
mura
dell'antichissimo an-
fiteatro. Nella città vi
sono altre 9 chiese
parrocchiali, altra è nel suburbio. Diverse altre chiese spellano a'regolari j
sono
sessi, le
ed
e
a' sodalizi
confraternite, e 5
d'ami5
pii istituti; le
congregazio-
ni di pietà cristiana. L'Angeloni descrive le
chiese e
le
loro pitture, essendovi rag-
guardevoli alheschi nel portico
di
quella
degli agostiniani; le loro sagre reliquie, e
Le
del tem-
nali e prelati, lavorate a fresco ein istuc-
gli edifizi religiosi.
da due forti, comprende le carceri,e nella gran torre vie l'orologioe le campane del comune. Neh ione Di vSotto sorge la cattedrale che anco
pio di Cibele furono occupate dalla chie-
co. E" fiancheggiato
il
Calindri nel Saggio statistico storico
del Pontifìcio Stato, dice di elegante e squisita architettura del celebre cav. Bernini. Nel sito fu già d
tempio
timo Massimo, ed
vescovi e
i
di
Giove Otla
pietà de'
cittadini vi eressero la nobile chiesa in 3
sa di
s.
Alò, ed era
monasteri delle monache della ziata, di
Teresa;
ziosità e varietà de'
marmi,
è uel
mezzo
dell'ordi-
nori osservanti, riformati francescani;
decoralo di superbo ciborio per
pre-
commenda
ne Gerosolimitano del gran priorato di Roma. Oltre la cattedrale, le chiese sono 66, come leggo nella Statistica di mg." Tizzaui. Da essa apprendo die vi sono 6 conventi co'religiosi agostiniani, cappuccini, carmelitani scalzi, conventuali, mi-
navi, oltre la crocerà; l'altare maggiore, la
vestigia
s. il
Caterina, di
s.
ss.
Procolo, di
seminario cogli alunni,
blico liceo di
s.
4
Annunil
Lucia con professori
s.
pubiu di-
TER
102 Terse discipline,
il
iiotiofio Guglielmi, «Ielle
nel
TER
monte di il
pielù, l'orfa-
conservatorio Pio
povere orfane, l'ospedale
suhuibano convento
di
trasferito
Maria delle
s.
Gì azie, l'opera pia Teofili per la dotazione di zitelle e sollievo de'mendici, e l'o])era pia
per
sussidii dotali
donzelle che hanno vocazione leligio-
le
Nel monastero di
sa, le
Galeani per
Caterina
s.
vi
sono
Bambin
scuole dirette dalle suore del
Gesti, destinale esclusivamente
ali
'edu-
cazione religiosa e civiledf Ile fanciulle. Altri istituti
di
educazione per
sono ne'rnonasteri della di
tica «
Procolo.
s.
II
ss.
donzelle
le
Annunziata
monte di pietà
e
è di an-
fondazione, e notai in quell'articolo
he il francescano
p.
Barnaba da Terni
uno de'primi promotori
fu
di sì caritatevoli
stabilimenti, e promosse
1*
istituzione di
quell'antico di Perugia, con approva-
zione di Pio
II:
quel'o d'Orvieto già erasi
erelto,e questo di Terni esisteva
neh 4(^7
costumava eleggere protettori e difensori del medesimo, ed uno n'era ildettoreligioso che certamente neprocurò l'ie
si
i
superiore loggiato e impalcato. L'im*
il
basamento è
ricinlo di graziose cornici
i
palchi del 2.° e 3.°orduie da
sottili
Coronale:
vi
soprasta leggero attico, che
sormontano geni che dividono
di,
il
in alto slaccasi
il
bellito di gentili
non
palchi del 4-° ordine,
supremo impalcato e gran balaustri, dopo il quale e bene
per reggere loggia a
alati a guisa di cariatii
soffitto tulio
ornamenti.
quanto ab-
Il
proscenio
è distinto dalla platea per parlicola-
le o più rilevato
tando
il
ornamento, ma segui-
bell'ordine di essa, l'ultimo iu-
Icrcolunnio all'uopo sorregge grande arco di sesto clinico in compartimenti e
lacunari 1
889 era
sparlilo e ornato.
Mentre
Francesco Gasparoni pubblicò le Osservazioni sul nuovo teatro da erigersi in Terni, con acre censura onde impedirne il proseguimento e riformarne tetto
RlaCoriolaooMonli ar-
l'intera tessitura.
chitelto ingegnere pubblicò nell'
«laloie Carlo Guglielmi, l'ultimo di sua
pali iziafamiglia,clie dispose di lutti isuoi
beni a fa voi e de'poveri orfani della città e fondando l'ospizio. L'ospedale che
va presso
la
sla-
chiesa delle Grazie, e perciò
luogo subuibanOjfu trasferito nella città, ed ora va di molto a migliorare la sua in
fabbrica, anche con ampliazioni. tro fu ridotto a piìi
ampia
e
Il
tea-
vaga forma
con aichitetture del valente commendatore Luigi Pclletti,'che lo edificò isolato,
non senza qualche imponenza esterna, sebbenesobrio d'ornamento. Nella parte più ragguardevole del prospelto ha un esastilo pronao, aitliitclta_loin istile toscano e dorico, e da 3 porle si entra nel vestibolo. Il suo interno ha 4 ordini di palchi, olire
nel
in avanzala costruzione, l'archi-
maschile Guglielmi è di recente fondazione, poiché se ne fece l'iipertura nell'ot1 85 1, come riporta il o.° 2 5o del Giornale di Roma, deplorando pure la morte del suo benemerito cittadino fon-
co-
lunne corintie di proporzionata cornice
stituzione o l'inciemeuto. L'orfanotrofio
tobre
che
membri ne rilevano, edivisoda 2 stilloni che compongono il i," ordine di palchi o logge. Sono ripartite le logge o vari
i
(li
Pioma,
t.
6,
p.
2 ly
l'interno del teatro, difetti trovali
la
,
col
Album
disegno del-
sua descrizione,
i
dal censore, e questi confu»
del nuoconcluse. « Essere il disesruo o vo teatro di Terni, se pure in qualche par-
lati
ie difettoso negli accessori!, in ciò che riguarda l'aula dello spettacolo idealo, per quanto le odierne costumanze comportano, secondo sani principii dell'architellura, ed in modo da ritrarre, avvegnaché pe' variati costumi debolmente, de' teatri antichi, e da quello dal Milizia proposto: perciò doversi reputare non che inemendabile, intangibile, anzi plausibile checchènepensiallri in contrario; nèquale esiziale novità iiguardare,ma come giusto e savio miglioramento degli odierni teatri commendare; capace a fare rilucere la sapienza dell' architetto che seppe iiiiinaginarlo, ad illustrare la città ove si i
,
sta
alacremente costruendo, ad
olFerire
TER buono esempio
TER
agli artisti cupidi d'infur-
io3
zato sotto Tiberio nel consolato di
Gneo
niate nel vero bello, an/ichè uel volgare
da Fausto Tilio Liberale sestumviro au-
propri coi)ce(>imenti." Pe'diuriii e nOt-
gustale a pro|)rie spese, e lo crede terna-
i
tunii spettacoli, di recente
conti Gazzoli
no, dedicandolo alla Salute e Libertà per-
costruirono un uìodenio e bellissimo anspettatori circa.
petua del popolo romano e al genio del municipio loro, dopo I* uccisione di Sc-
di figura circolare, foriualo da un podioa cui sono sopra imposti ogradipe-
scrizione a suo tem[)o esistenle nel por-
fiteatro,
capace
4ooo
di
i
Esso è
gli spettatori. Si
eriggono
al
54
disopra
iano nemico del medesimo,e ne riporta
Ma
tico della cattedrale.
l'i-
siccome questa
ordine dorico che sostengono
iWciiAiino post Intcrainììaincondita'òo^,
una loggia praticabile, e negi intervalli de' pilastri sono ricavati due ordini di palchi.
da ciò rilevò che Terni fu edificala nel-
pilastri
Il 1.
la
1
Album
3 del ricordalo
pianta
ci
diede
a p.
889
col-
descrizione dell'an-
la
eseguite dal cav. (Giuseppe Riccar-
tico,
di
d'
pure
di
Terni, che dell'attuale fu
lo-
il
dice, che Terni muebbe anch'esso il suo
Roma. Però
l'anno 81 di
se
pure non è errore
Roma
78 5
sto o di nostra
rovinato
in
gran parte
si
(.li
e nell'anno
Era
intero, allo e di
stevi misere fabbriche da'posleriori abi-
te inferiore
non rimase che nelle pagine della storia, onde nel 1809 ne fece una pianta
palmijSu'quali
per sua istruzione.
Il
genio del vescovo
forma
si
fiicevansi
ra castellane e al giarilino pubblico, pre-
senta
la
sua posizione topografica e
rapporti analoghi a tutti culi
da
lui
suoi
anfiteatri si-
esattamente osservali. Dagli
scavi fatti risultò che
10,000
gli
i
spettatori,
considerazione
si
il
poteva contenere
che prova
in
quale
trovasse Terni all'epo-
•j
1
icombattimenliegiuochi gladia-
do
mu-
ovale, e nella pir-
costruito di pietre bianche e nere. In esso
pertane ancora qualche parte, cotìcepì
gato. Questo anfiteatro prossimo alle
Gesù Cri-
sosteneva l'edificio tutto
toriijde'qiiali riparlai
dea del ristauro, e l'incaricò d'eseguirlo, tiopo averne fatta proposta al ca(nerlen-
di
giravano de'portici lunghi
mg.' Tizzani,aniatoredeirantichità, scol'i-
32
Cristiana (V.). Al-
l'epoca d'Aiigeloni l'anfiteatro era quasi
seppellì sotto le sue macerie, e sovrappo-
tanti,
stampa, poiché ri-
di
che Gneo col colFurio Camillo furono consoli nel
lega
nicipio de' romani
ma
date di Ric-
sulta da'Fasli Consolari
dalo architetto. Egli anfiteatro,
le
cardi e Angeloni mi senibrano alterate,
ni
aTE\TRo descriven-
eziantlio gli anfiteatri. Inaltre in
Ter-
eravi la cavallerizza coperta del conte
Manasse!, modellala sulle migliori che vanti l'Europa e una delle piùgrandid'Italia.il
cheattestano Calindrijel'avv. Ca-
stellano, lo
Lo Stato Pontificio, nell'articoesiste comechè da
Terni: ora non più
vari anni demolita, ed in quel
luogo
è
vi
un orlo. Quest'ultimo encomia il eh. chimico Agostino Manni per avere ridotto a patrio decoro
i
pubblici bagni delle sa-
acque veline da Plinio altamente
ca di sua costruzione, la quale dichiarò
lutifere
rarchitelto antichissima, con opera reti-
commendate. Egli co'suoi scientifici lumi, dopo aver raccolto dalla Francia e dal-
colata e listala de'lempi della repubblica
romana,
e secondo
il
costume dell'epoca
l'Inghilterra tesori di erudizione, eccitò
il
senza ornamenti architettonici. Quanto
pitrioentusiasinode'cittadiiii,e scelse
all'esistente lapide nel
comune, che ne asGneo Domizio Enobarbo nel 70i.{o8o4)di Pioma, il Riccardi crede che dessa non sia che de-
to di
segna l'erezione
so edificio. Per la
dicatoria, e forse peraverequello amplia-
apertura del i8'27, numeroso fu
to e decoralo l'edificio preesistente.
corso nell'estiva stagione. Un elegante giar-
al
genio di
L'Au-
geloui riferisce, che l'aulìteatro fu iunul-
il
si-
Camporeale,oves*innalzòil grandio-
leslabilitiienlo,
comodità di somiglianthe raramente trovasi nel
centro di città popolosa, dopo
diuOjbcllodi
fiori, di
la
solenne il
i;ou-
iVultiedi vaghifoii-
li,
TER
TER
o4
t
olire giocontlo prospetto, e ne accresce
mentre
!e delizie,
le
acque non lasciano di
essere utili eziandio a porre in
movimen-
to parecchie moie. Contribuirono all'ere7Ìoiie dell'edificioi fiatelli del
Pietro professore na, e Luigi
Per
nell'
Mannijd/ roma-
università
come apprendo
dall'opusco-
bagni edificati nella del cav. P. E. Fi.••ro/z//, Pesaro 1827. Terni ha la bella passeggiata della delle Mura. Vi risiede il governa lore,che pi ima era un prelato,e mollelto:
li
nuoi'i
Ode
città di Terni,
li
prelati furono in seguito elevati al car-
campo
simboleggiandola continua vigilanza. Questo serve pure di sigillo: alrosso,
municipali che descrive l'Angerappresentano un Angelo che colla destra stringe la Croce, e l'Aquila: quetri sigilli
Ioni,
due sigilli cominciarono a usarsi in tempo de'guelfidifensoridelPapaedelIaChiesti
sa figurali nell'Angelo e nella Croce, e de'
neir Aquila. Noterò che alcuni
nelle armi, nelle scienze, nelle arti, nelle
dignità
me
tità di vita.
cegerénti, finché Pio VII
vi
stabilì l'odier-
no goveinatore, con governo che comprende olire la città que'16 comuni e loro appodiati che descrissi a Spoleto, negli ailicoli
cui è
de'luoghi della delegazione in
La
compreso.
Rocca
podiati
s.
parrocchiale di
città
novera per ap-
Ze/ione, che ha
s.
la
chiesa
Zenone, altre 5 chiese,
276,
e
te desci
itti
cende
Terni contiene altresì e di JVarJii, egualmeni
Amelia
di
a Spoleto, colle principali vi-
óeW Umbria
(F.).
ra municipale di Terni è
La magistratucostituita come
i
suoi parenti
L'Angelonici diede an-
File de' santi e nota de' beati che
cora:
apjìar tengono alla città di Terni descrit'
Propriamente ternani furono s. x\ntivescovo della patria s. Valentino I
vescovo
distrettuale di
ri-
Marco Claudio Tacito nel Marco Anneo Floriano suo fra-
tello e successore.
chiesa parrocchialedi Maria
governi
romani, ed
storici e [lolilici
te.
cezione e altre 4 chiese: Acquapalomho, Miranda e Poggio Lavarino. Il governo
i
gl'imperatori
mo
Con-
ed ecclesiastiche, ed in sannominali, e quelli che
Oltre
corderò: Cornelio Tacito principe degli
zione di tale appodiato è ColleLicino,coa della
civili
progresso andrò rammentando, qui
in
3 coufVaternitee monte frumenlario; fra-
ss.
scrittori
chiamarono Tiro la città di Terni. In ogni tempo Terni fiorì per uomini illustri
dinalato,e Oltoboiii al pontificato col no-
d'Alessandro Vili. Di poi ebbe de' vi-
impero espresso
ghibellini partigiani dell'
;
martire, principale pro-
di essa e
tettore di Terni; la sua discepola
pe vergine stulo. di
s.
e martire;
Magno
e
Valentino;
i
ss.
s.
Aga-
Saturnino, Ca-
Lucio martiri, discepoli s. Valentino II, altro ve-
le ss. Donnina e compagne vergini e martiri. I beati e nitri servi di Dio che morirono in buon odore di san-
scovo della patria;
BenincasaRapaccioli di Col-
quella dell' altre città pontificie, avente
tità
Gonfaloniere, del quale magistrato e suo vestiario riparlai a Priore.
lescipolie cittadino di Terni, religioso de'
a
capo
il
L'Augeloni narra che l'antico vestiario del pubblico magistrato si formava nell'estate di
lunghi mantelli di cammellotto cher-
niesinoondalo, nell'inverno
di
panno
scar-
cambiandosi in colore paonazzo nella qiiaicsima, tempora, vigilie e altri tempi; e the teneva onorata fitmigliadi tromlatto,
betti e uiiiiislri per suo servizio,
stivano
la
che ve-
divisa della città, di colore ros-
Lo stemma della città Drago o Tiro con due piedi senz'ale
so fasciato verde. è tui
e cou lunga coda lilorla di color verde in
sono:
il
b.
Maria e martire in Tarlarla; il Pietrode Podio della famiglia Cesi fran-
servi di b.
cescano;
il
cescano;
fr.
b.
Simone Cainporeale
fran-
Barnaba da Terni francesca-
no già lodato;
fr.
Agostino Pacioni gene-
rale ilegli agostiniani
;
fr.
Cherubino da
Terni provinciale francescano;
fr.
M.Nun-
ciangelo Fascilo conventuale;
fr,
Alessan-.
ilio
da Terni sacerdote cappuccino. L'An-.
geloni dice che alcuni fanno derivalo
da Terni Papa Celestino //, e che altri lo vogliono nato vicino a Città di Castello.
Di Celestino
II,
già cardinal
Maestro
TER
TER Guido di Castello, conosciuto ancora col
nome
Tosco, che vuoisi deila nobile fa-
di
miglia de'conli Castelli di Terni, ne
parola a tri,
lai
feci
biografìa con Cardella e al-
e ne riparlai a Sutri nel diredi Cit-
suo
io'>
meglio assodarsi nel princi[)ato, ottenne da Carlo Magno nuova investitura di Terni, con tutta la valle figlio alfine di
e regione Narniese e con titolo
tà di Castello e di Ci\'ila Castellana, più volte confuse dagli scrittori per la so-
e loro gesta, grandezze, feudi e
mancano
Bologna. Dal ramo de'Caslelli
miglianza del nome, onde non di quelli
che attribuiscono Celestino
II
an-
che a Civita Castellana. Inoltre ne farò ancor parola a Terracina, riparlando del castello di
s.
Felice o Felici la ^ e perciò
da alcuno creduto
La
chesi,
di quel luogo.
galleria de IV onore
Il t.
contea.
i\\
Indi Marchesi tratta de'conti discendenti
propaga-
zione con parentele nobilissime, anche in
Terni
di
Oìarchesi di Colle, nacque in Paterno sua
giurisdizione Guido, poi nel
Celestino
li,
il
i43 Papa
1
quale creò cardinali
pote Ariì)erto[f',) e l'agnato
il
ni-
Manfredo
Mar-
(/'.).
2,
conte di Terni caccialo dalla signoria da
p.
5i3, racconta, che Teodorico r« degli oTerni in feudo a Gondomaro di Borgogna, il quale fu glorioso ascendente della laniiglia Castelli. Aggiunge, che da questa Terni riconobbe la sua rislrogoti die
Dice ancora, che Ranieri fu ultimo
Federico e
che
di
II,
come
parziale della
questa famiglia oltre
fuBortolomeo vescovo la
Sede;
s.
altri prelati,
di Sinigaglit/.'ì^eU
Bibliografia storica dello Stato Pon-
tificio, del p.
ab.Ranghiasci, sono registra-
seguenti scritture riguardanti
storazionee accrescin>enlo(ma l'Angeloni
te le
avverte che Terni non fu mai domuiato
migliaCastelli, che riporterò, trattando es-
da alcun suo cittadino), con una lunga pace goduta a invidia delle vicine città sino a' tempi di Federico li, il quale la
se pure delle famiglie nobili che della città, come degl'
soggettò celli
al
potente lignaggio de'iMoiiti-
fautore di parte imperiale. Inoltre
Marchesi
riferisce
che
GondomarooGon-
dimaroera nipote di Godiochere di Horgogna e die alla f imiglia Castelli il suo cominciamento. Imperocché privato della corona da Chilperico
si
gettò nelle brac-
Teodorico re degli ostrogoti che regnava in Italia, il quale compassionando
cia di
la
sua sventura l'investì di Terni ch'era
Tra le rovine del nuovo dominio risorse alquanto la grandezza di Gondomaro, ristorando la città il fratello Attilio e dividendola in 6 regio-
stata desolata dagli unni.
ni, la principale delle quali e
ove pose
la
chiamò Castello, per aver fatto in essa scolpire 1' arme di Borgogna, consistente in un castello di color sanguigno in campo bianco, e donde discendenti presero il cognome. Fratello d'Atresidenza
si
i
tilio fu s.
Anastasio vescovo di Terni; e
Kemigio per incarico di re Lui piando accompagnò da Iion)a a IS'arui Papa s. Zaccaria, ludi Uaimoudo poi Perticone di f
la fa-
Terni e anche vi lioiÌ4ono. Questa fu una disputa lunga di emulazione tra'nobili, quali vollero prodi
illustri
i
vare che
la
famiglia Castelli non primeg-
giò nella patria, le.
I
ma
fu
sempre loro egua-
principali nobili che figurarono nel-
furono Giulio Castelli, e la famiQuesti olfesi perchè quando Onofrio nel 638 domandò la croce di la
lotta
glia Simonetti.
1
Malta,come lio,gli fu
erano
risposto dall'ordine
stati
162 5 Giuche Castelli in Terni eoa
l'avea ricevuta nel
sempre
trattati
i
distinzione a differenza delle altre famiglie,
sì
ne'gradi che negli
Perquesto, e perchè
ulllzi
pubblici.
nel rinnovarsi
il
bus-
dovea essere imbussolato con palla maggiore e privilegiata, ne restarono olfese tutte le altre famiglie nobili e antiche della città, e cominciò la guerra colla penna e colla slampa. Lai. 'che comparve poi ta per titolo: Giustificatione di molti nobili e eittadinidi solo municipale Giulio
Terni, Ronciglione. Indi
si
alternarono le
di Terni. Risposta in difesa della loro famiglia, in-
.seguenti: Illarchcsi Castelli
torno a unjoglio stampala in Ronciglio'
TER
io6 ne, Sine loco et
T E R
anno. Risposta in difesa
della casa de marchesi Castelli,
Roma
1 640. Apologia divisa in 3 parti, colla quale si mantiene il foglio stampato iti Romiglione , intitolato G instifìcatione
ce, e sa,
si
confuta la re sposta che in dife-
come
marchedata contro Vistesso
si asserisce de' signori
si Castelli è stata
foglio.
Composta
in lingua latina da.
A-
lifofìdoMathialito(^o'i9.\aFviM)ce'>coS'\mO' nella, riooidato dal Jacobilli
Appendal me-
iiell'
sone
De' seguenti cardinali Terni eziandio scrissi le biografie. Alcuni dicono cardinale s. Valentino; gli altri sono: Saverio Canale, s^va tesoriedi altri siali.
di
/Tj-
Luigi (jrts-o//, benemerito dell'ov/?/-
zio apostolico j\ i\\enì.\no Mastrozzi.Gve-
gorio
XVI
creò
vivente cardinale Lo-
il
dovico de'conti Gazzoli diacono
di
s.
Eu-
stachio, ed inoltre lo fece prefetto della
Congregazione dell'acque biiou governo, e Ira
e strade e del
proteltorie che
le
gennaio i843
gli
comprese
dice della Bilìl. linh. p. 309), (' desimo tradotta ad istanza de' molti che
conferì, a'a
intendono solamente la lingua italiana, IMessina i644- Dello stesso sono queste due altre scritture: Vera relazione e di-
fraternita della
chiarazione in difesa della propria patria e nobili di essa, in corroborazione
.«iessoche
personalmente prese di sua pro-
tettoria,
con quell'esultanza e dimostra-
d'un foglio stampato sottoscritto da 11 nobili e cittadini di Terni intitolato: Giustificazione di molti nobili e cittadini di
zioni solenni, che descrive
Terni indifesa de Ili
soliti e osservati ca-
pitoli del reggimento, Ronciglione
1 654. Informazione degli errori , et equivoci presi dal Zazzera nel trattato della famigliaCasfelli neir Umbria,h\one i665. Antonio Tommaso SÙAVva, Della famiglia Castelli e personaggi piti riguardevoli. Milano 1678. Seblìeiie questo iil)ro traiti della nobilissima famiglia Ca-
stelli
di
Milano, dalla quale uscì
il
cardi-
nale Giuseppe ^l .^ Ca stelli V.) , tocca c;im
poco
la
ai-
storia eziandio de'Castelli di
i
vi
Terni, indi quelle della conMadonna del Carmine, dell' orfanotrofio Guglielmi della stessa sua patria. Questa celebrò il formale pos-
la città di
Diario di I
Roma
del
1
il
90
n.°
ìli
Borromeo, per disposizione
Pio IV: l'Angeloni riporta suoi successori.
Ed
oltre
il
dello zio
novero de'
ternani
i
illustri
ancora fr. Gio. Giacomo Barba Sagrista del Papa, e vescovo della patria, il quale donò alla cattedrale diversi paramenti sagri già che descrive nella
storia, ricorda
della sagrestia pontificia;
giuieconsulli e
i
magistrati Vincenzo Mazzancolli e
maso
Tom-
Ferenlilli;i militari graduati
ni.
Tra' letterati primeggia
il
patrio sto-
Della nobiltà d'Italia, famiglia Castelli. Gamurrini, Istoria dcllefamiglie Toscanee Umbre, famiglia Simonetta. Inol-
re,
genere per
le
famiglie nobili e
il-
abbiamo: Etimologia de'
cognomi della città e
de'cittadirJ cliTer-
ni.e di diverse ci ttà d' Italia ,Kotni\
1
743.
Ana-
stasio Ciancherotti e Silvestro Licchusi-
rico Angeloni, autore di altre celebri
lustri lernane,
il
."cardinaleprotettoredella città fu s.Car-
Terni. Si [>onno inoltre vedere: Zazzera,
tre in
del
843. Noterò, che
ope-
come AtW Historia Augusta da Giu'
Ho Cesare a Costantino
I,
illustrata col-
la verità dell' antiche medaglie, PiOina
168 5. Innumerevoli sono sercilarono
cuparono
le
i
ternani che e-
più distinte prelature e oc-
illustri sedi vescovili;
terò a ricordare qui
i
mi
limi-
più recenti. Fran-
L'Angeloni riporta che ^Ialina dichiarò che Paolo 11 creò cardinale Teodoro Lelio[F.) vescovo di Treviso, di Terni; ma
cesco M." de'conti Gazzoli vescovo di To-
osserva che non
piscopato; Carlo Filesio de'marchesi Cit-
si
conosce alcuna fami-
glia di lai
cognome ternana,
te riflette
che
e
saviamen-
di,
morto decano
de' vescovi
te dello stalo pontificio,
tadini, vescovo di
non solamen-
ma
di tulio l'e-
Perugia ; Gregorio
de'
solili
conti Fabrizi, delegato di Spoleto, visi-
uoaìuiare a' vescovati de'lorodominiiper-
tatore apostolico di Z
i
veneziani non erano
j I
TER
TER
wcva e p\'e?,\òenle àtWe Milizie pontificie, JI Papa Pio TX, da uditore della nunzia-
sono presso la chiesa parrocchiale dis. Nicola in Piis dii-lsis, ove fu il tempio di Mercurio. Vicino a porta di Tre Monunienli appariscono vestigia d' un sontuoso arco trionfile eretto a Domiziano. La
tura di Parigi (dopo es>ere sialo per molli
anni uditore di quella di
IVa[(oli
,
ed
ivi
anche incaricalo d'a(faii), neliS53 pròmosse al cospicuo grado di uditore della sacra rota
romana l'ottimo
Giannelli, che
chiesa parrocchiale del
mg."^ Pietro
cardinale concittadino
il
fece vicario di sua diaconia, della quale
<^//
/io/??;7
del
morie
dell'in-
e
Spoleto,
della dire-
7Ìone generale del censo, quale onesto e
amatore con
fatti
Egidio era tempio
e
di
Mnile,
della patria,
nona
pa-
generosi, disponendo a
fu fabbricata
Sole;
assai
ve-
chiesa de'ss. Sirne Bar-
la
tolomeo. Vicino
al
Iago Velino, nel terri-
tempio di Nettuno con iscrizione e rinvenute furono collocate
torio di Terni, era
e del Velino, ed
il
il
marmo
vantaggio della medesima una parte del
le
suo patrimonio. Compassionevole verso
nel palazzo municipale. Per
poveri, largamente
morie
al
Lorenzo
ss.
urbano detto Valenza, fu il tempio dell'omonima dea tutelare della città, siojboleggiando il valore e la virtù de' romani. Sopra il sotterraneo tempio di Pane
la
minato e che già lodai a R.IET1 e dovrò riparlarne), membro
ma
quella pure parrocchiale de'
18^4 con riconoscente
del
gegnere cav. Giuseppe Riccardi (sunno-
role,
Salvatore di for-
nerato dn'pagani ternani. Nel luogo sub-
n.°
Il
epatrio elogio annunziò
religioso,
ss.
rotonda, fu tempio dedicato
Gior-
era stalo canonico.
/m/e
85
ma
107
lasciò fondi
li
i
soccorse in vita, e in
per annue limosine,
consagrandoli specialmente a vantaggio degl'infermi, onde la sua
memoria
sarà
jn benedizione.
L'antica Terni ancora fu di pubblici e
no
sculture
ivi
la
città vi so-
diversi avanzi d'opere relicolate,di pa-
'viraenti tassellati e di musaico; si cavarono statue, leoni e lapidi di marmo, e allre anticaglie. Intermedia alle mura romane e del medio evo, si rinvenne una cella sepolcrale. Già l'elevai chea dovizia
monumenti
privati edifizi, e di templi magnifici or-
lapidi antiche e avanzi di
nata, e di alcuni già feci ujenzione. Dal-
collocarono nel palazzo del comune, enei
l'anfiteatro stigia
non lontano, sono grandi ve-
d'un teatro nelle case de'Rossi sino
a quelle del colonnello
massoni, ternano
di
Lue' Antonio To-
singoiar valore e in-
gegno, compito da Caio Des>io Massimo
portico del
pose
il
d."^
duomo, nel quale talune vi Manni (di cui alti'ove
Pietro
per la cura degli apparentemente morti), che danno pregevole cognizione di nomi etruschi e um-
parlai di sua opera
Fuori
Romana, per
ciypta o grot-
bri.
ponendovi
l'i-
Sabina,
scrizione con decreto del senato, che
ri-
de" carmelitani scalzi.
edilecurule,col portico e
la
ta per custodia delle fiere,
si
vi
di
porla
è la basilica di
la
via di
Valentino
s,
In questo
luogo
porta Angeloni. Presedunqueabbaglioil
dopo
Calindri, nell'asserireche CaioDessio ter-
scovo onoratamente sepoltoda'fedeli ter-
nano ultimò
vi edificarono un oratorio; e dopoché Costantino die pace alla Chiesa, gli eressero un gran tempio a 5 navi e ornarono riccamente. Anastasio Bibliotecario lochiamo basilica, narrando l'abboccamento che vi seguì tra s. Zacca-
ornò l'anfiteatro su cui sorgè r episcopio, e che di altro anfiteatro e
ch'era fuori della città
non trovansi or-
ine;edel teatro facendone edificatore Caio Dessio edile curule. Bensì questo
gistrato
sembra cheTei
Dessio fosse ternano. le
ni lo avesse, e
mache
Ebbe Terni anche
terme, e ne restano avanzi nella chiesa
s. Angelo de Flamine j così detto perche presso la Nera; rovine d'altre terme
di
la
sua decollazione fu
il
santo ve-
nani, indi
!
ria e
paramenti sagri domonastero da s. Nicolò I.
Luitprando,e
nati al contiguo
i
L'antico edificio logoro dalle vicende naturali e politiche de'tempi,si ridussea pie-
TER
io8
TER
colo tempio, che ricevè diversi restauri.
il
MiDaccìando rovina, per venerazione
al
declinar del 162 5 passando da Terni per
5oo marti-
Roma Leopoldo arciduca d'Austria e fra-
tempi ripostivi, venne risoluto
tello dell' imperatore Ferdinando II, si portòa venerare ilcorpo del martire,e vedendo che l'altare che lo racchiudeva non
sepolcro del santo e di altri vari
ri in
di levarne le loro reliquie. Nel
1600
se-
condo Angeloni, o come vuole l'Ughelli nel GoSa'a luglio fu ritrovato consomi
I
nio giubilo
de
il
corpo
il
di
S.Valentino, on-
vescovo Onorali, collocatolo iu al-
tra cassa
,
dispose che con solennissima
processione fosse trasportata nella cattedrale.
santo con operare alcuni miracoli. Nel
Mentre
la
pompa
ecclesiastica pro-
cedeva col vescovo dalla cattedrale
alla
era corrispondente a'suoi meriti, dispose di ridurlo in miglior forma, giacché 3oo anni innanzi un re di Francia avea do-
nato a'suoi antenati quel pezzo
do
numerosa processione con fervorosa
me
cielo
co-
Aven-
prezioso reliquiario dato un dente da
altare di
il
cranio
di
la testa.
ciò manifestato l'arciduca, fu a lui in
da sereno divenuto minaccioso, scoppiò in furioso vento e in torrenti d'acqua. Nondimeno il vescovo e la basilica,
mancare
di cui fu trovalo
due
ternani.
Quindi
menti
magnifica cappella maggiore con
la
fece innalzare da' fonda-
marmo, avendovi
pietre
il
gettato
vescovo Mannucci
pri-
le
5 dibenedì e cea'
1
stanza procedendo alla traslazione delle
cembre 1626,
sagre spoglie, queste condussero nella cat-
lebrò
tedrale tra l'esultanza generale. Ivi vo-
processionalmente ripose nel detto altare
levfisi
erigere al santo protettore
ma
gnilico deposito, fìcia licenza,
il
invocatasi
cnrdinal di
un ma-
la
ponti-
Camerino
(al-
lora ne viveano 3, Gio. Evangelista /"tf/-
la I.*
maggiore il corpo della città, ed
tedrale, se
porvi
il
suburbana
corpo del
s.
basilica, di ri-
patrono, e questo e
le
altre sagre reliquie allìdare alla custodia
de'carmelitani là insorte,
il
scalzi.
Superale
le dillicol-
i.°giugnoi6o6 solennemen-
nuova chiesa, già consegnala a'carmelitani, da Luo'Ante fo gettata lai. pietra della
tonio Gìgli ternano vescovo d'AIalri, per
non essere ancora giunto in Terni il nuovo vescovo Piipa. ilifabbiicata la chiesa, costruito il convento, nel j6og vi si recarono ad abitarlo carmelitani, quindi a' 22 luglioi6i8 seguì con giubilo e col coni
corso di
3o,ooo persone,
del corpo di
s.
il
trasferimento
Valentino dalla cattedrale
alla sua basilica,
con soleiuie apparato di
di
20 s.
la
i63o. Indi
luglio
Valentino, che
il
clero ottenne per tales.
come di sopra
suburbane e
sieme
nolai.Di altre chie-
rurali tratta Angeloni, in-
al territorio,
fialo dal Nera, è
che d'ogni parte innaf-
uno
de'piìi fertili d'Ita-
per cui lo celebra e ne
lia,
desciizione, in fiori e
agrumi.
uno Si
particolare
fa
a'giardini doviziONÌ di
k
ame-
i
distende in vaga
e
na pianura,epe'colli,cintoin buona parte da'uìouti. Sua maggiore e piìi ferace produzione è l'olio, senza che però vi sia difetto di cereali; squisiti sono vini, el'ui
bertà de'[)iati somministra ottimi pascoli,
onde
il
bestiame ha saporitissime car-
Viabbonda ogni
ni.
pollame
vettovaglia,
e selvaggina d'ogni specie, gli erbaggi, le
frutta varie, belle e di grato gusto, massi-
me
le
persiche di straordinaria grossezza,
raccolte per lo più ne'dintorni di Papi-
splendida processione, seguita dal vesco-
gno, eh' è distante 3 miglia da Terni.
vo Gera
ternani giovandosi dell'acqua del Nera,
e dal prelato
rino Ebni.Oltrjt; blica letizia SI
eressero
f)
i
governatore Seve-
cori di musica, per
pub-
due fontane gettarono vino, archi trionfali, e
bombardi e fuochi
artilìciali.
si
esplosero
Dio ouorò
I
[)o-
Anastasio per venerameli corpo nella cat-
vina ispirazione, ir»vece propose ficazione della
a'
dichiarato protettore principale
scia fu
lotta, Picì-heiicdctli e Saimcsi), per dila liedi-
quale poi
il
messa
mediante 3 forme suddivise in titudine di canali, de quali la si
uiui piìi
I
molparte
attribuiscono all'edile C. Dessio, irri-
gano e fecoudauo
i
loro
campi
,
ed ani-
TER
TER
rame, del feri o, del cuoio, moltissimi inolinì da grano e da olio, una sega ad acqua, e le
mazione degli Apennini nel lerrrilorio di Monte Leone al nordest diTerni. Di queste interessanti fodine,
gualchiere. Tali acquedotti furono cele-
le
brati anclie dal municipale Tacito, e nel-
torità del geologo Breislak
inano vari
l'espurgarli
opifici! della carta, del
si
trovarono medaglie d'oro
e d' argento. Narra il Castellano, che Giuseppe de Sanctis nell'occasione del
il
lof)
cav. Riccardi nel-
sue Ricerche isteriche efisicJic,co\\'aU'
ta idea,
d.
nerale
ri-
me
dicendo
quando
ne dà un'esatformalo il mi-
essersi ivi
il
mare
ritiratosi dalleci-
cui arcuazio-
Apennini, le sue acque restate stazionarie nelle profonde valli, se si ùnirono le acque piovane de'm'onti si cambiarono in laghi d'acqua dolce, e quan-
ne è riempita di sostanze calcaree, e sembra aver servito di passaggio a'montani paesi oltre il Nera. Nel Supplimento del
do ne'fondi s'incontrarono sostanze ferrusi formarono deposizioni più o meno abbondanti di ferro. Scolate le accpie
1. 3 àe\\'^Ujuru,n° 3c), si riporta il Ragionamento del cav. Riccardi pel Pas' saggio deir Appennino fra la provincia dell'I moria in Ancona. In esso per in-
sopra
caiico della magistratura di Terni trattò
cadde sopra dalle vicine
sarcimento d'una delle forme, fece
l'acci-
dentale scoperta d'un'antica strada, eoo bel ponte di travertino,
la
1
sulla
lungo
Strada ferrata la
da passare comunicazio-
(f'-J.
Val Nerina per
la
ne del mare Mediterraneo coll'Adriatico, possibilità che videro anche altri ingegneri. Osserva poi che il gigantesco stabilimento della Ferriera di Terni che può dirsi modello di tutte le altre oltremonti ed oltremari, ciie attiva un incomparabile commercio, la Caduta di Terni di ammirazione di tutti i viaggiatori, sarebbero oggetto di preferire questa città a qualunque altro diverso passaggio. Ro,
ma comunicando colla linea
ferrata della
Val Nerina, potrebbe avere tutti gli arcommercio delle Marche a mi-
ticoli del
glior prezzo,
con risparmio
di sei gior-
ni di viaggio; e questo tratto di ferrovia
farebbe parte della linea d'Ancona, qua-
Uinque fessela direzione che volesse prendersi. Stringe il suo dire con rappresentare,cheTerni possedendo molli opifìciiin più generi, città manifatturiera e commerciale, che dopo Perugia ha più ani-
mato
dell'altre della provincia, merita an-
ch'essa qualche considerazione. Pio
VI
fe-
ce edificare l'opificio ad uso di ferriera, fra correnti d'acque condotte per canali artefatti,
destinata a lavorare
il
minerale de'
monti Gavejli, Cornuvole, e Rusciodira-
degli
ginose
la
il
suolo diseccato dal sole
vegetazione, vestendo
ruginosa,
la terra
la
si
risultante dalla
posizione de' vegetabili
stabilì
deposizione
fer-
decom-
che vi Premes-
e quella
,
colluie.
sa questa teoria,faciImentesi spiegano lutti
fenotneni che presenta
i
Monte Leone, minerale
do delie
si
e
si
la
miniera di
comprende perchè
il
trovi costantemente nel fon-
valli,
avendo ora per
tetto e per
ed ora solo per letto un'argilla ferruginosa. La miniera non è delle più ric-
letto,
che,
la
qualità è di ematite bruna e fusi-
Pio VI a fronte di enormi spese impiegate nella cava del minerale e nelle bile.
fabbriche, restò deluso nelle sue speranze,
poiché uomini
esteri
che diresseio
il
la-
voro,solo prowideroal proprio interesse;
perciò
la
miniera restò
in
nella sua antica oscurità.
breve sepolta Nel citato y^/-
huniB p. 2 I 7, vi è s'interessante articolo: Delle miniere diferro e degli stahilimenti per la manifattura del medesimo nello Stato Pontifido ..con 3 incisioni, cioè: la veduta del grande stabilimento eretto in Terni per la lavorazione del ferro; la medaglia fatta coniare da UrbanoV III, quan-
do
fece aprire le miniere di ferro di
te
Leone;
la
veduta
Mon-
dell' ingresso dello
stabilimento di Tivoli per
la
lavorazione
del ferro. In queste notizie storiche di al-
quante
fra le più cospicue
miniere
di fer-
ro nello stalo pontifìcio, colla descrizio-
ne de' due grandi stabilimenti
di
Terni
TER
TER
no
e di Tivoli, perle manifullure di (ni tallo,
me-
dichiara che questi opificii per
si
felice e loro
la
unica condizione de'iuoghi,a-
intala da tulli gl'ingegni e litrovati del-
non hanno
l'ai !e.
gli
egualiin Italia, e pon-
rivaleggiare co'più ilhistri al di fuori
ilo
di essa. Le miniere di ferro sono ben degne dell'universale attenzione, mentre è
liiaiiifestocom'esso vinca in utilità gli.stessi
più preziosi metalli.
ferrosi estende
Il
coU'uso alleopere della pacee della guer-
comodo
viene disposto a nwlleplice
ra, e
dell'udiana vita; imperocché da esso perviene
difesa della patria,
la
da esso
la col-
zandosi in basi più ferme,! governisi gio-
varono delle naturali ricchezze raìnerali tempo in oblio, couielici successi e vantaggio de' popoli; ed anche Papi si presero speciale cura di questa sorgente di pubblica prosperità. Nel i64i Urbano Vili fece riaprire la mirimaste per lungo
i
Monte Leone
niera di la
nel territorio del-
provincia di Spoleto,
la
più celebre e
più fruttuosa dello slato pontificio e una delle più ragguardevoli d'Italia.
un
eresse da' fondamenti
fornire
acqua necessaria
1*
Papa
Il
opificio, e per
fece deviare
parte del fiume Corno, e con altre sorgen-
della terra e del
innalzato il letto del fiume mediante un solido muramento chiamato parata,
fizi,
introdusse l'acqua nel canale per ricever-
tura de' campi,
agevoIez7e de' sentieri
le
mare, la solidità tlegli ediolire altre innumerevolissime cosca
Laonde è dello comune: Che il ferro comandi all' oro medesimo ì Tra'nnetalli ond'è ricca l'Italia, ebbe fama sino dagli antichissimi
sicurezza e sostegno della vita.
leinpi pili
suo ferro, e miniere
il
trovano in
si
luoghi della penisola, massime
nell'i-
ti
la e
portarla al forno e forinarne
per memoria di, e si
coniarono due aiedaglie, d* una ancora il conio nella zec-
La camera apostolica ne
ca pontificia.
deliySo minò tornò
schi,
leghe de'metalli, e insieme squi-
le varie
ma
cavò grandi vantaggi,
na. Avanti
granducato di Toscaromani si distinsero gli etruvalentissimi nella depurazione e nel-
vento:
delle quali esiste
sola dell'Elba del i
il
collocarono due lapi-
vi si
al
il
parata del fiume, che
la
naturale suo corso, ed
furono sospesi. Pio 1'
ra e ristabilì
ri-
terreiuoto
VI
lavori
i
riattivò la minie-
opificio; però le vicende
da' più preziosi a'
poliliche tornarono a danneggiarlo, quia-
più comuni, onde l'opere tuscaniche vennero in [)regio in lutto il mondo civile. Per politiche ragioni il senato ro-
di pali danni, devastazioni e l'abbando-
mano
è d'ottima qualità e di facile escavazione.
siti
lavoratori di
essi,
a'
vietò all'Italia l'escavazione delle
no: ad onta ch'è collocata te in
mezzo
opportunamen-
a vastissimi boschi,
proprie miniere, ove affluivano un'im-
Inoltre nel territorio di Spoleto
mensa
le
ilovizia di tutti
te nazioni.
Decaduto
il
metalli delle vin-
i
romano impero si
promosse l'escavazione de'melalli lia,
riattivandosi
le
in Ita-
antiche cave, incomin-
ciando da Valente e da Valenliniano nel
IV
secolo, e di preferenza
cio cometalli preziosi;
ma
per
li
si
comin-
le
succes-
sive barbariche invasioni, tutto giacque
nella miseria. In seguito
dicate re
si
le
molte
municipali hanchigie,
atlivarono a profitto de'
de'signori, e
si
formarono
longobarde, alle quali proli Ito,
spirando
con
se
le
cillà venle
minie-
comuni o
consorterie
ne appaltava
scarsi e incerti successi.
l'Italia
da'mali
civili
il
Re-
e orgauìz-
scia, di
i
7g5,
di
s.
A.-
Monte di Ca-
Popaggi, e Stifone frazione
ni; nella
sono
vi
miniere di Gavelli appodiato di
natolia, aperte nel
ferro
il
di
Nar-
provincia d' Urbino quelle di
Montecucco. La miniera di Guarcino nella provincia di Prosinone fu cominciala a cavare neli 790. La miniera della Tolfa (di cui riparlai nel voi. LVIII, p. iSa) fu trovata nel i65o, e attivata, indi sospesa fu riassunta nel
ma si
poi di
conosca
nuovo la
vi
e nel 1749;
sebbene
straordinaria bontà del suo
ùaW Album
a p.
è la Relazione del professor
Giu-
ferro, nello slesso
273
1789
restò negletta,
1. 1
3
seppe Ponzi sul minerale del ferro di
TER
TER
Tolfa e sullo sperimento fatin del tuedi'sìinoiii Francia, coWe vetliite della cava delle miniere del ferro e del
fumo
fu-
sorio. Dello stabilimento di Tivoli, Ti (jMlI-
l'articolo ne ragiono;
a quello di Terni,
rato
Album.
(iia\V
finalmente quanto
vado
E
a ripetere
il
nai--
poiché, profillando
dell'occasione dissi queste poche parole sidle
miniere
cio, qui
di ferro dello sialo pontifi-
aggiungerò, che
Calindri no-
il
del vento
1(1
intero opificio,
all'
servire al forno di
altra per
1'
ferro
i.'^iiisione. Il
che
denomina meicantile viene ti afilato in un grande cilindro, e due più piccoli servono a trafilare quello detto distendine. Vi è un cilindro di^misiirata grandezza,
si
unicoanc(jra
per
taie
latla.
nati
in Italia,
ed è perfire
strade ferrale,
le
lo
bandone
il
roe
I.t
Ai lavori del ferro fuso sono desti-
due fornelli di seconda fusione, hìenuno più vasto e maggioie di prinui
mina lericoidatee le altre miniere di Cirro del medesimo a p. 44^5 con erudite no-
tre
zioni sulla
remota scoperta del metallo e dell'arte di lavorarlo, non che di sua na-
cio della miniera.
tura, in confronto degli altri metalli, e di
conviene, ponno agevolmente e meglio pensarsi che essere descritti. IVon si deve
commend. GalCenni economico-statistici sullo Sta-
sua efficacia medicinale.il li,
proposito del ferro a
to Pontifìcio, tiene p.
143, cioè di quello di Monte Leone e
dellaTolfa. Possedendo l'opuscolo che ora
passo a ricordare, potrei darne utile contezza,
ma
la
natura di mia opera
me
lo
Relazione della miniera di ferro di 3Ionte Leone e ferriera di Terni, previeta:
sentata dal
Scipione Breislak ispet-
cit.
fusione, serve a ricavare
gli_
utensili, e
la
ghisa o
ferre^.c-
Le minori macchine,
quanto
a
sì
vasto o[Mficiosi
tacere, che in tutte le macchine, alla per-
fezione colla quale sono recate dall'este-
ro
pure con ogni invenzione più
(e dicasi
recente), altra e notevole ne fu accresciuta a
cura degli autori dello stabilimento.
Aggiungerò che
anco ima magnifica
vi è
oflìcina pel torno, cioè per tornire
ro, per cui nella ferriera
si
il
fer-
lavora ferro
fuso, cilindrato, malleato e tornito.
Que-
tore deHavori mineralogici della rep. ro-
sto stabilimento e quello di Tivoli uniti,
mana
lavorando
terno.
alcit. Toriglioni ministro dell'in'
Cancellieri che la ricorda nella
11
in
bricare ben
I
piena attività, ponno fab2 milioni annui di ferro, fu-
Lettera sulV aria di Roma, la dice ivi stampata neh 799. Roma an. vi repubblicano. Sorge lo stabilimento per la lavora-
ben conoscendo per prova quantoabbia ad accrescersi l'ulilecoirau-
zionedel (erro in Terni, nella più bella par-
mento de'capilali,neli846
dell'Umbria
te
,
quasi nel ceniro di città
fiorenti per popolazione e industria.
pio e
ben divisato
meVelino derivato
ii'è l'edifizio,
e
il
Amfìu-
all'uopo con-
in canali
dotti, gli appresta l'alimento e la forza del
sue acque. L'opifìcio è corredato di
le pli
am-
per carbonili, ed ha vasti ma-
locali
gazzini e abitazioni per ogni genere di la-
voranti.
Le macchine
disposte secondo
la
so,
battuto e cilindrato. Laonde
tari
di
Roma
la
Società
re di ferro,
La
foi
Romana
maronoin
delle Minie-
mediante azioni
scudi 100 l'una, che
provò.
proprie-
i
essi
società
si
il
sociali di
Papa Pio IX ap-
fece centro d'ima o-
perazione quanto grandiosa, altrettanto proficua,
unendo
al
privilegio dell'esca-
va/ione delle miniere del feiro, tà e l'opera
la
de'due stabilimenti
propriedi
Terni
e di Tivoli, associando così al prodotto
Le mi-
loro convenienza, ciascuna in capaci e co-
della natura quello dell'industria.
modi ambienti, danno
niere furono concesse in perpetuo dal go-
fucinali e
i
a vedere le ruote
movimenti quasi per cui
lutti costrui-
durata è da ritener-
ti
di ferro,
si
lunghissima. Visi trovanostabilili Sfu-
cinali,
la
4 grandi magli
slauluffo,
,
e 2
macchine a
una per apprestar raliraenlo
verno pontificio
annuo
alla società
con discreto
tributo, e colla cointeressenza del
governo medesimo
negli utili delle stes-
seminiere.Essesono quelle
di
Rionte Leo-
ne, di Gavelli, di Tolfa ed altre. Riferi-
TER
TER
112 sceiln.°4i
che
(\e\
Diario di /?ow<7 del 1847,
direttore ingegnere dello stabili-
il
avea fatto
nieiilu di lei 10 iu Terni,
la
sco-
perta nelle vicinanze di Todi di una ca-
\a di pietra refrattaria, composta tutta che equiva-
di selce d'eccellente qualità, le a quella di pietra santa in
Toscana,
per riverberi adatti
ser-
quanto
vibile tanto per alti forni fusorii,
fabbricazione del
alla
nazionali manifallure.Quanlo alla miniera della Tolfa,essa ancora
non giunse
al-
sua perfezione, a cagione che il forno usato negli esperimenti non era di quel-
la
l'altezza
che
richiede per
si
una miniera
tanto ricca, e che contiene un complesso di sostanze eterogenee.
cietà
occupa
si
Di presente
di far costruire, a
valenti ingegneri,
il
so-
la
mezzo
forno fusorio nelle
di vi-
ierro malleabile. Così potè surrogare u-
cinanze di Civitavecchia, nelle debite pro-
tilmeute e con molta economia
porzioni; giacché per le aiinieie di iVIonle
provenienti per
tari,
1'
refrat-
i
uopo tanto dalla
Toscana, quaotodalla Francia, e ne
non solo per
se l'uso
lo
este-
stabilimento di
Terni,
ma anche
per quello di Tivoli.
società
romana
miniere di
delle
La
l'erro, la
Leone
e di altre contrade dell'Umbria, e
derivanti da'sedimenti summentovati, so-
no ottimi Tivoli.
gli esistenti forni di
Ora
Terni e di
descriverò quanto riguarda
l'impetuosa, pittoresca, imponente e sor-
quale bene incominciò e tuttora prosie-
prendente Caduta delle MarmnrrpieS'
gue
so Terni, forn)ata dal
le
sue lavorazioni, non ha peraltro
potuto del tutto compiere
suo scopo,
il
fiume Velino che
d'alto precipita e s'inabissa nel sottoposto
famoso spettacolo che nel
quello cioè dell'escavazione del minerale
fiume Nera
nelle diverse proprietà da
mondo dicesi solamente superato da
lei
possedute,
benigna e memorata concessione governativa; imperocchègli eseguiti espe-
go
rimenti sul minerale, dove nella sua pro-
i'i
per
la
porzione sono riusciti abbondantissimi nel minerale estratto, però quelli della Tolfa, per quanto poi dirò, haiuio dato una qualità di ferro alquanto fragile, per cui
sinora
la società
interesse
ne le
il
non ha creduto
del
suo
[)rogredimento dell'escavazio-
nelle miniere,
ma
si
è limitata alle so-
lavorazioni delle ghise inglesi e d'altre
parli.
Questa società conserva tuttora
tatti isuoi capitali di
600,000
in-
scudi, pio-
duce un ferro lavoralo di eccellente qualità; ma ad onta di tulloqueslo, per le attuali condizioni industriali
,
tiene le sue
azioni a |)rezzo inferiore al valore
nomi-
che è comunead altre non meno utili società di pubblica industria. E da
il
la di
,
rida ma
si
i
marmi,
i/erchè
il
marmo
ercsce, a motivo della proprietà di lar-
onde si elevò da cui precipitava, ed ecco perchè rimase a questa cataratta i! nome di Caduta delle flfarmore. Per la delta protarizzare dell'acque Veline, la soglia
prietà delle
acque
di tartarizzare e petri-
ad esse sottoposte e adiacenti, nasce l'abboudanza della pietra sponga, del travertino, dell' alabastro e delle grandi stalattiti, poiché nelle acque trovasi sciolta una quantità di materia calfìcare le sostanze
carea.
Le acque Veline giunte all'orlodel-
caduta binnchee spumose,
la loro spuche sembra massa di neve che d'alio per grand'impeto rovini. Qjiesle masse, così bianche e spumose e dense e continuale, formano come una colonna di neve, che senza mai interromla
ma
è lauto densa,
persi va da
immensa
altezza a
piombo
sperienze,e intraprendalo scavo delle sue
JVera. Nel cadere è tanto l'urlo, che
miniere; e così viemmeglio assicurare
sta
sua sussistenza,
la
la
quale dovendo conser-
quel-
Niagara. Secondo Plinio, questo luO'
sul
que-
colonna, forujato già un ampio lago
fluttuante di quella neve
rompe
spumosa
e fitta,
mi-
varsi con r acquisto e lavorazione delle
tutlD
ghise estere, forse non potrebbe reggere
nute particelle, che più grandi non sono que'sotlili vapori, che iu uq bel malliuo
seQza uu salutare duzio protettore delle
si
e
si
volatilizza in così
| *
TER
TER di aprile lai-
sole
il
imbianca
al
stiii'oiizzonfe nelle valli soggelle. Que-
sti
vapori e questa caiulicla
te
nebbia
gli,
primo spim-
e
li
ma
trasparen-
tlistenile
per
lutti (jiie^li sco-
feconda nelle
piìi
fresche e Inssu-
si
reg^ianli erbe, che
come
cos'i
belle e cristalline
rugiada sempre le che su questi vapori e su questa nebbia percuote, non altrimennembi ti che dopo la pioggia, rotti già e impregnata l'aura di sottilissimi umori, forma due o tre iridi, che da uno scofioriscono,
imbianchi,
il
se la
sole
i
glio all'altro a guisa d'arco
come
e
ponti stanno sopra
si
stendono,
a' vortici
del
Velino, che riprende un poco l'aspetto di acqua, e di sasso in sasso terribile si precipita nel Nera.
Chegrandiosa, che super-
che immensa cosa sia 1' orrido della montagna, il bianco dell'acque, l'impeto
ila,
e
rumore
il
della caduta,
contrasto del-
il
la luce, le indi, gli scherzi dell'acque,
corso del Nera, l'ampiezza del luogo, e
il i
ma lutti sublimi ellelti, che dal me-
diversi
raviglioso complesso di queste cose deri-
vano, può meglio che descriversi, ginarsi. si
sublima, e
ti
imma-
attonita veramente
senti nel
maggiore
tacolo, lo
Qui l'anima
riguardarlo spet-
di te stesso! Nell'artico-
Rieti (ed anche a Sabina), descrissi
riginee
il
corso del famigerato (lume
l'o-
Ve-
lino e de! suo lago di Fiediluco (del quale riparlai a
248
p.
Spoleto, ed
del il/e/'Crtfo,
Piediluco eco di Terni, a quello di
Roma,
di
tella,
Capo
di
il
Cancellieri a
chiamando lo dice
Bove
nel
l'eco di
consimile
suburbano
cioè nel sepolcro di Cecilia
che descrissi nel
voi.
Me-
LXIV, p.i4^)
n3
l'andar del tempo avrebbe formato un
profondo lago, finché non livello
de'monti, e
malo im
emissario.
re o console
giunto al
fosse
da perse
si
fosse
Il
magnanimo
for-
censo-
romano M. Curio Dentato
Roma
ili.°a fare nel 4*^'
di
terreno petrifjcato,
rompendo
l'orlo alle
]Marmore,efece liberamente cadere il Velino nel sottoposto Nera, che toccato Terni e N'ami, sotto Otricoli si scarica nel Tevere e Io ingrossa. In seguilo lei-nani si lagnarono per la troppa abbondani
za dell'accjue e per la quantità di grossi
che precipitavano nel
sassi
e nel
700
di
Roma
questioni fu spedilo da
le
Nera;
letto del
a ripararvi edecidere
Roma
il
con-
Claudio con o legati. Cicerone difendendo reatini. Poscia da'due poposole A.
1
i
li
fabbricarono lateralmente due for-
si
tezze, la
i
reatini
il
castello IModio,
rocca Fabe,ollre l'altra di
monte omonimo,
s.
i
ternani
Angelo sul
e ora seraidiruta.
Gon-
Tevere per molle pioggiee afflitta Roma con desolante inondazione, nuovi rumori e discordie insorsero nell'impero fio
il
di Tiberio. Nel
i4oo
i
reatini, senza
un nuovo scavo nel loro onde si venne allearmi tra
aprire rio,
quindi per l'arbitrato tone fu concessa
a'
di
territole
pnrti;
Braccio da
Mon-
reatini l'apertura di
nuovo emissario, regolandolo ternani onde non patirne le loro campagne, neli
la torre loro
accordata per custodia. Chia-
mandosi poi
marono
a
i
reatini danneggiati, recla»
Paolo
111
per un nuovo scavo,
e meglio fu loro propizio l'operalodaCle-
inenle Vili che narrai, onde terminare
u4d dictam scpulchrum audiluv £cJio,totuiii versum reddens fere, uti Terni est
dissidii
do
1
3 \'ocahida rciteraiis),ovecesiau-
d'esser placido e tranquillo,.diviene ra-
pido e fragoroso.
Come
chiuso da'mon-
Velino confluendo prima col Nera in piano inclinato e poi piombandovi sopra
il
investì di tartari le iivedi(|uesto recipiente ristretto a
meno
della 3.^ parte di sua
larghezza, laonde dovea
zio de'lernaui, de'romaui e d'altri; e col-
lidissimo
e
VOI. LXXIV.
i
co'romani e ternani. Imperocché
non avendo dove sboccare, erasi impaludato a danno di R.ieti per tutta quanta la sua valle, e producendo terribili iiionddzioni del Tevere (J'.) a pregiuditi
il
consenso de'lernaui, incominciarono ad
e collo Spreiigero, /io/«rt nova, dichiara:
Kcìio,
fu
taglio del
il
il
Nera retroce-
dere quando il Velino aumentava le sue acque,e recava danni immensi a'piaui su-
Urbano Vili costruì un vamuro, per impedirei! passaggio 8
periori. Indi
TER
1.4
T E R
Clemente Vili, a'mal-
dal ponle fallo da
mia medaglia
niala
colla sua elligie con
viventi napoletani che per esso venivano
niozzetla e stola, e l'epigrafe: / clìno in
AvendosotloCle-
Nar. Tcrt. Emisso. Nel rovescio si vedono due fiumi, che uniscono le loro acque,
nel tenitorio di Teiiìi.
inenle Vili l'arcliltetlo Fontana rimosso
del
tlal Jello
violili,
Kera
i
breocie fin
sassi e
e non essendo questa
ristagno,
si
licorse a
spor.'.e nerine, e
munire
il
suo
letto,
ve svista furono continue tili le
e-
val-
indocile,
Da quella grama sempre inu-
spedizioni di molti ingegneri; quin-
con ragione ternani e altri adiacenti al Nera continuarono altamente a reclamare pe'tanti aggravi e rovine che risentivano, onde ricordai celebri ingegnedi e
i
i
ri
e idraulici
che studiarono
mododi
il
to-
gliere la causa di tanti mali, e ricordai le
come
diverse opere perciò pidjblicate; e riuscì a
Pio VI
di
eliminare
i
danni a'fon-
valle Nerina, prodotti dal ri-
di della
gurgito e dal ristagno alla salubrità dell'
aria.
Inoltre Pio
VI per comodo
di
passare dall'una all'altra riva del fiume,
muro d'Urbano VJII
al
quest'apertuia presentò
un
foro, e
comodo
e sicu-
fece
un commercio di legna e aibone colla città di Terni. Mentre Piediluco, Unoiiacquisto, Labro e altre porezza, ed apri
i
polazioni poste alla destra del fiume go-
devano
di tal benefizio, svegliossi l'inte-
resse dell'alliltuario della barca, ed insi-
chiusura. Pio
VI vedendo que-
sta essere stala la causa
primiera di quel
stè
per
la
muro ordinò che sto
si
lasciasse
il
foro.
Papa nulla avendo risparmiato
gantesco affale delle contese
fra le
Que-
Gorelli e Donati,
1
st'ultime sono,
le
fiumi Nera e Velino, e del contermine ba-
i
colia fer-
794
il
'" co-
fi-
corso del
Ternana, e depositi Ternano; il prospello della Caduta delle Mai-more, veduta da panorama; e il disegno dell'anfiteatro da lui costruito per l'illustre famiglia Gazzoli. Questa egregia opera tenni presen-
Nera lungo
la
valle
breve a Rieti, e meriche P. Fontana ne dasse distinta contezza ne\Giornale Arcadico^X.ic^, p.3 o, t. 3o, p. 5. Essa descrive pure il celebre Eco del lago di Piediluco, e le rinomale GrolleEoliedi Cesi, delle quali feci cenno a Spoleto, parlandodi Piediluco, e di Cesi e delle Terre Arnolfe. Il bacino del Velino è di miglia geografiche quadrale 697, quello del Nera fino al confluenledel Vete nel descritto in
tò
1
4o3 parimenti
geografiil
Veli-
no nella maggior piena può a vere una portala di4 1 ,237,000 metri cubi per più giorni, ed il Nera una portata di 2 3, 829,000. Abbiamo, Nuova descrizione del viag-
Caduta delle Marinore presso
1837. In essa
quellecampa-
nel
Topografia
calcarei dell'agro
valle Nerina, e prosciugate
Laonde
la
sica della cateratta del Velino,
gio alla
i
tililà dell'Egitto.
Corografia de'bacini dei
cino del fiume Aniene;
cava Clementina confluissero in Nera ad tingolo più acuto, terminò danni della
gnegareggiarono ne'primi anni
la
lino è di miglia
acque della
le
1
seppe Riccardi, Ricerche istoricìie e fisi' che sulla Caduta delle Mar/nore, ed osservazioni sulle adiacenze di Terni. 5.' edizione accresciuta dall'autore e corredata dinuove tei'o/e .Roma 825. Que-
che. Calcolate le portale de'fiumi,
con rimuoverne
onde
d'innovazione sulla confluenza del fiume T'elinocon laNera,^ovn^ 783. Giu-
comu-
cause, col taglio progettato dagl'idraulici
ne {storica per la città di Terni, (Iti danni sofferti dalla medesima in occasione
nel gi-
nità danneggiate,e per troncare le lotte dei periti e degli avvocati
la 3.' volta
menlosi ponno leggere nelle due seguenti opere. Francesco M.' Gaudio, Relazio-
si
operazione diOicile a so-
ora incompleto rigurgito.
Velino, scaricato per
di argine le
con questo mezzo
un corso ora rapidoe
stenersi in
il
nel Nera. Altre nozioni sul grave argo-
levòsoprala campagna nel fine della le
cioè
causa del
la
la città di TVr/?/, si
ivi,
tipografia Possenti
descrive
il
corso del Vie-
tino; la storia della cateratta;
della caduta del Velino nel
il
viaggio
Nera situata
TER me
caverne nelle quali
alla visita delle
(lisceiiile
si
delle
che l'acqua del Velino tartarizza in di velocità. Nel t. S i\A\' Uhìinì,
lare,
ragione
pareti tortnansi di sta-
le
Cadu-
Le Marraore sono pure descritte dal cav. Riccardi, che non lascia di rammeii ta,
volte sono concrezioni alabastrine di car-
p.27
legge un erudito articolo d'\n
i,si
t(jnio Lilla: ÌJi-llaCndiita
e di stalagmiti variate in bizzarre
lattiti
m7
diverse vedute della
spettiva".
per una naturale fenditut.i: le
hoiiato calcare,
ER
T
all'esldi Terni alladisfanzn di circa4'i^i' glia, uscendo per porta del Sesto, insie-
Manno-
delle
guise; la caduta vista aldi sopra della ca-
re presso Terni. Celebrandola, rimarca
teratta e alla specola (edifizio costruito
che niuno
dalla città nel ponlificafo di Pio VI);
ra.
caduta
la
Pennarossa." iS'boccando da incavato enorme masso -/diviso in dopvista a
Vesoggetta Ncia,
pia insuperabii sponda, -Precipita lia tra sasso e sasso--Veila
Qui è dove poeti canmatrimonio della Nera col Ve-
atra e profonda".
i
tarono
il
lino, e
qui è dove
formarono
della
quadri per
le
Ma
il
i
più eccellenti pittori
Caduta
delle
Marmore
più ragguardevoli gallerie.
non ponno essere paragonabicome e lo ripeto non lo sarebbe (|ualuuquBdescrizione.--5 L'impetuosa rapidità della corrente è tanta che in un minuto secondo percorre metri li
questi
all'originale,
3. 18, e
riempie di (nera vi glia e
di
spaven-
to lo spettatore, grandioso spettacolo
con più agio
L'ammasso
si
di
die
contempla dalla specola. bianche e spumose acque, fondo e di ripe incalzan-
che privale di dosi impetuosamente precipitano roniore""ianti dall'altezza verticale di OD
metri
287. 5o, percuolentlo un largo macigno; ivi parie di esse vieppiù bianche di schiuma per balze ripidissime alte metri 8f for mando a lire cad ut e,confluisce col la Nera con celerilà vorticosa: l'altra che fran,
gesi ne'massi è sa;si
avvolge
sempre
agitala e conimos-
in vortici, e
si
dilata per mi-
si
curò darne un'esatta misu-
Dopo avere
riportato
le
diverse opi-
nioni ed esagerale misure in vari tempi
Caduta delle Marmopiù metri 48,chesono piedi parigini 47, piedi inglesi x^j iji, e palmi romani 21 5. Però qui rammento: Chi narra dice un fatto e non conferma una sentenza! Il Caslelhmo riferisce, che il Velino si precipita sul Nera dall'altezza di 1,064 P'dnii romani, formando la Caseata delle H/arinore, che non ha pubblicate,riduce
rea metri
la
4f>i tutto al 1
pari nel
mondo antico,
e solo vien supe-
rata da quella di Niagara nel nuovo. Par-
lando
questa nello Spereliin geogra-
di
America nell'Alto Cana-
fieo, la dice in
da, e che alla
il
lago Ontario dà luogo alla
grande Cascata
di di altezza sopra tri
di Niagara
600
dii5o
geografi riferiscono, che
riviera di
la
Niagara nell'America settentrionale, fra
Nuova York
lo stato di
ha
più bella del globo:
la
repula
si
sua larghezza
duce ad una lega ei/4. dicolare della cascata
Canada,
e l'Alto
famosa cateratta che
la
l'altezza
èdii44
crede che l'acqua discenda almenoGopiedi nell'abisso.
divisa in
La sorprendente
due pai
ti
cateratta è
dall'isola d'Iris
Island, coperta di begli alberi.
Il
oGoat-
rumore
ad una distanza
della cascata è inleso circa
rao e denso vapore a guisa di nebbia na-
s'innalza al di sopra del precipizio,
tante per l'aere. Percossa questa da'rag-
vedersi
di
colore in mille grazio-
I
5 leghe;
re ne'diiUoi ni.
25
beri vicini, e vi rie
ghe, che spesso
bellezza.
si
raddoppiano,
offre allo
più gradevole e sublime pro-
di
sente la terra a trema-
La nebbia o spruzzo che può
leghe da lungi: questo vapo-
posizione, e brillando delle iridi più va-
la
si
re cade neir inverno sui rami degli al-
se foggie, giusta la sua varia intensità e
sguardo
la
ri-
perpen-
no come lieve pioggia, ed altri s'innalzano al di sopra del precipizio io soUiiissi-
cangia
si
piedi, e si
nutissimi spruzzijalcuni di questi ricado-
gi solari
pie-
di larghezza. Al-
si
congela producendo va-
decorazioni cristalline della maggior Il
tempo,
la
massa enorme del-
l'acqua e r altezza del salto,
hanno leso
TER
TER
1.6 calcare
il
snolo sul quale scorrela rivie-
La penna di Chateaul)riand con eleganza. Quanto all'ori-
Tevere
e quivi entrato nel
col
suo primie*
nome
ra di Niagara.
roorgogliosoardireancheil
Ja descrisse
rendendolo più d'ogni altro affluente grande e navigabile. Ad onta di tanta velocità, vogliono Strabene e Tacito, che il Nera fosse un tempo navigabile; e Falteschi rileva che il Nera divide 1' antica Sabina dall'Uuìbria. Tanto il Velino che
gine e corso della Nera, coll'Angeloni dirò che nasce dall'alto giogo dell' A pennino verso Visso (come rilevai parlandone a Spoieto), nel monte Fiscello o montagna della Sibilla, da due fori quasi oriliciò del naso di bove o altrosimile animale, forma ti dal sasso della sua naturale scatui igine, traendo così il nome di Nave o Aera ;\\v\ì nelle sue bianche acque si mescolano alcune sorgenti solfuiee e ne riceve la loro proprietà anzi credesi che ,
nell'antica lingua sabina la
quale
si
Nera,
fece
la
voce
Nar.
dal-
disper-
de,
Nera producono
il
ri, eccellenti
trutte,
grossi e
buoni gambe-
grandi lucci, orate, tin-
che, anguille, lampredi, squali eallri pre-
236 del Giornale di Ro//ui óe\ iS53 sì àepìovano gravi danni e le rovine fatte dalla furiosa i-
giatiesaporili pesci. Nel n."
i
nondazionedell'acquedel Velino e delTo-
rano nella notte del o
significhi solfo. Di-
i
ottobre; pubda straordinaria
all'i
i
scendendo da'monti, giunge la Nera con umili onde e per tortuoso cammino nella valledi Terni, ed ivi grandemente s'in-
blica sventura derivata
grossa colle descritteacque del Velino, che
nata I/dera/ììiìa,cioè fra due rami del
dal lago di Piediluco, cessando d'essere
me
navigabile, fuiiosamente
si
precipitano,
pioggia di forte e terribile temporale.
Tevm, Iiitcranina Nalian; ,i{x denomi,
dalla fossa e cava Curiana o Clementina,
pellate Jntcranì/ia,
nel sottoposto suo seno con istrepito tan-
le del
to fragoroso che assorda
di Palestina.
rò
ali
aqxinvxiin
e facendo
paesani; e pe-
il
vocabolo
la storia delle
conveniva aprir col ferro
sciitlore invece
di 1/('//v//o-
nia o Narni aò essa vicina, non senza
il
monte
pel
loro libero corso, onde liberarci campi e
Reatina da inondazioni. RaccolNera nel suo alveo le acque del Velino e l'onde sue così copiosamente aumentale, divenuto impetuoso e superbo, la valle
te
Da qualche
vicende dei
Velino e del Nera, celebra le prerogative petrificanti e lartarose dell'acque veline, e tali che per ogni secolo anticamente
come 7'r7'/7/«o,e quel-
Piceno, del Garigliano, di Spagna,
Nahars, venendo chiamata solamente NaJiarsJa confusa conlVar-
murmun'. crede Ange-
Ioni forse derivalo /'<7,
i
fiu-
Nera e soprannominata Ndliai's e Nars, per distinguerla da altre città ap-
il
con velocissimo corso e tutto spumante bagna le muradi Terni, e da quel lato gli serve da fortezza, giacché la rapidità del corso e il profondo suo Ietto non in parte
ò\ Iiitcranina
terazione e
amalgama
al-
di fatti storici, seb-
benemoltisonoloro comuni. 11 Fatteschi, duchi e la topografìa dei ducato di Spoleto, ò'ìce che la .'città dell'Umbria, entrando dalla Sabina, è Terni, detta ne'tempi di mezzo Teramna , Interamnae Interamnes, perchè circondata dal fìume Nera; e che al Teramna o Jnteranina suole aggiungersi JJmhriaey per distinguerla da Interainna de'pretu]\Ieinorie dei
i
delta
zi
Teramo. Volgarizzato il nome si formò l'odierno di Ter-
(\'Interanina, ni.
La fondazione
Numa
2." re di
di
Terni
si
fa risalire
Roma, che morì 67
permette che ivi sia valicato. Indi scorre sotto il ponte del Sesto, e valicato l'altro ponte Romano, per estesa pianura aftretla verso Narni il suo cammino, e apertosi di là fra dirupate balze la strada, con muggiti e sempre romoreggiante discen-
con JnteranmaLirinatiuin odel Garigliano, alcuni scrittori pietesero che Terni dive-
de nel territorio d'Orte presso Otricoli;
nisse colonia latina de'romani.
a
anni avanti
la
i
nostra era, quindi a poco
a poco fu decorata di que'maguifici edifizidicui già tenni proposito. Confusa
Che Ter-
TER ni fu
ni, olire
st:ò
il
TER
municipio e non colonia de'roraal'Angeloni, chiaramente lodimo-
ternano
Pietro Antonio Maga-
d.'
117
labella capilanod'Ottone,d'ordine di
moglie
leria
di Vitellio.
L'imperatore Set-
timio Severo recandosi da Germania ia
lotti:
Roma,
hartiuiìi
natori romani. Gl'imperatoriGallo e
Terni ossia Uantica InleraniìiaNa' non già colonia, ma municipio dcì-omani, dissertazione offerta al pubblico di detta città, Foligno 7g5. Favorita da Roma di speciale predilezione, ed alla quale fu costantemente fedele, fu ati
una
tribuita alla tribìx Clustumitia, le
del-
più rispettabili tribù rustiche devonia-
Conseguitala cittadinanza romana, si governò a repubblica cogli slessi magini.
strali
che avea Pioma, inclusivamente a-
come
auguri,
gli
provasi dalle
se lapidi prodotte strale
da Angeloni
numero,
ed
illu-
con copiosa erudizione, nofninan-
do qiie'ternani che furono decorati delle diverse ojagistralure. Mentre era patrono della città e municipio Aulo Pompeo della tribù Cluslumina quando Appio Claudio Pulcroco' o legati fu spedito dal ,
i
senato a giudicar
le
dillerenze co'realini
Ga-
fu incontrato in
Terni da 100
se-
Vo-
compe-
lusiano, incontratisi a Terni col
Emiliano, furono da questi vine spenti. Il coiìflilto seguì presso il pon-
titore loro ti
te perciò
furono uccisi,
denominato Sanguinario, ed ivi due imperatori cogli altri
sepolti
il
i
municipio
fu
ornato
da Aureliano e da
tive
di
preroga-
imperatori;
altri
romane attestano che nìorirono in Terni, overecavansi a deliziarsi, massime nell'estate, parecchi personaggi illustri,tulle pubblicale daAae varie lapidi di famiglie
gelonie illustrale. Intanto,
come
diiò par-
lando del seggio vescovile, sino dalla nascente Chiesa, Terni avea ricevuto il be-
lume
nefico la
della fede cristiana, e tosto
sua chiesa fu innaffia la dal fecondo e glo-
rioso sangue de'suoi martiri. Nella decadenza deirin)pero, Terni soggiacque alle
perla caduta del Velino nella Nera, Aulo
barbariche devastazioni. Nel 870
Pompeo
popoli del Danubio, congiunti coi liguri,
difese
i
ternani suoi clienti, con-
la città e
i
carpi,
da Cicerone; on-
tutto desolando, giunti a Terni la prese-
cittadini liberati da'sopra-
ro a forza e saccheggiarono: da simde ec-
tro gli avversari sostenuti
de
i
andò esente Naiiii perleorazioni del
stanti pericoli d'essere dalle pericolose ac-
oidio
que sommersi, gli eressero una statua con
suo vescovo s. Giovenale I, restando estinti miracolosamente 3 000 barbarie gli altri fugali. Nuovi guai patì la città quan-
iscrizione. Allora
furono posti i termini si fabbricarono a
Terni, indi
fra Piieti e
le sunnominate fortezavendo peculiare cura della sulla sommità s. Angelo. Dal-
guardia della cava ze,
i
ternani
rocca eretta
nobiltà e grandezza del municipio di
la
do
ribelle
il
Eulchiano mosse dall'Africa
contro Onorio,
i
cui capitani atfrontando-
lo presso Otricoli, fu
5o,ooo
te di
superalo colla mor-
de'suoi; e nell'irruzione di
da
Terni, per antichità, per fabbriche, per
Radagasio
supremi magistrati illustrato, l)eu può arguujeularsi che fosse insieme potente e bellicoso; e che in ogni tempo fiorissero prodi e valorosi cittadini e
Slilicone. IMaggiore catastrofe soffri allor-
pontefici e per
letterali,
ed
altri
grandi uomini,alcuni dei
quali ricordai di sopra, e
descrive
patrio storico,
il
le
di cui gesta
come
de'Tacili
e delle vestigia di loro abitazioni in ni. ri
Nella guerra Vitelliana
i
4oo
Ter-
cavalie-
che presidiavano Teini per Vilellio,fu-
roiio uccisi
uo. Sollo
le
da Varo seguace sue
mura
di
Vespasia-
fu pure ucciso
Do-
re degepidi, indi sconfitto
cl)ènel4o9 Alarico re de'goli con uno sciame di barbari nuovamente piombò sulla regione, saccheggiando crudelmente per-
sino si
Roma, peiìiì
cui vicinanzaTerni
sempre n'ebbe comuni
le
vicende poliliche e religiose,
lando
di preservarla dal
qua-
calamità e i
le
vescovi cu-
contagio dell'e-
segnatamente l'ariana protetta dai divenuti dominatori in Italia, in Ro-
resie,
goti
ma
e in Terni.
Avendo
l'imperatore
ti'
o-
rieule Gmsliuiauo 1 spedilo iu llalmlie-
1
TER
1
Itsario, .suoi
TE
per lilieiarla dal giQgo de'goti, coi
capitani nel 53'j
li
cacciò anche da
Terni e Narni, liunendole all'impero. liero le Telila, debellati ni,
ricuperò
le
i
capitani
Il
roma-
conquiste, saccheggiò
la
546, e tantii desolazione vi recò, che decaduta dal suo splendore, giacque (|uasi spogliala e menomata nella popò-
città nel
iazione. Giustiniano
Narsele, che
vintili
1
inviò conti o
completamente
l'Umbria, marciò sopra li
cacciò.
I
reduci
Roma
i
goti
nel-
e da essa
ovunque passarono
la-
sciarouomemorie lagrimevoli di lorocrudeltà,ecosi Terni pure pati irreparabili danni negli abitanti e nelle fabbriche. Non andò guari, che calati in Italia barbari longobardi, Alboino loro re uecoDjinciò la conquista nel 568, recò in suo potere pure l'Umbria, nel 570 eresse il ducato i
di
SpoletOjche comprese poi eziandioTer-
onde
duchi
il
Tiasmoiido ducato romano, nienlre
di Spoleto, indusse
ad invadere
il
II
e-
faceva altrettanto nell'esaicalo. 11 ducaprese INarni, Sulri e Gallese, e poi il re occupò oltre Terni, anche Amelia, Orle, Polimarzioe Bieda, spogliando del ducagli
lo
Trasmondo
aiuti di
s.
740 con
Questi nel
II.
Gregorio
111 lo
gli
ricuperò, e con-
promesse fatte ritenne le 4 ultime Luitprando doppiamente irritato contro il duca e romani, preparò conIrò le
città.
i
Irò di essi aspra vendetta.
Papa
s.
Zaccaria,
Roma
sterminio
di
donato
fedifrago duca,
i!
A
consiglio di
temendo l'educato, abban-
rontani
i
e del
si
accoinotlaro-
romani co'Iongubardi sconfìtto Trasmondo II, venne deposto e dal re sostiluitoil proprio nipote, promettendo di restituire al Papa ledette 4 ulno
col re;
quindi
i
timecillà. Narrai aSpoLETo,clje in questo
tempo ormai
considerava anche l'Um-
dominanti longobardi estesero le loro scorrerie sino a Roma. AH'impero greco non restò in Italia che l'esarca-
bria dominio temporale della chiesa ro-
Io di Rcn'ciiiìa, spesso da'longobardi as-
lezione della medesima. Per
ni,
salito,
i
ed
alla loro volta guerreggiati da-
mana,e do
a
il
si
ducato
due, sembra
di
Spoleto
c!ie
Slitto la
pro-
quanto va-
Terni avesse ripa-
che in vari tempi ricuperalo-
ratoaliesolferte rovine, rialzato lesuefab-
noeperderono varie città, come nel 5g5 Romaizo, Orle, Todi, Amelia, Perugia e
giorno. Descrissi nella biografia di s./Tr/c-
altre,fra lequaliefìer la vicinanza fors'an-
caria, che compassionando
the Terni. Ma le Agilulfo da Pavia, sua residenza, con grande esercito marciò alla ricupera, estendendo le uccisioni, le si ra-
l'Umbria e delie città vicine a Roma, e vetlendo Luitprando, stabilitosi colla sua corte nel con fi ne del ducato di Spoleto con
gli esarchi,
gi e le
rovine nella
A'danni
Campagna di Roma, 602 parli da Spole-
di questi nel
duca Ariolfo, e liirmandosi in Narni, probabilmente Terni ancora ne risentì le consegueuze. Fraltanloper l'eresia degl'/oìiorlasti, proletti dall'imperatoie Leone Ili r Isaurico , l'Italia si ribellò e in gran parie sì sottrasse dalla suaubbidienza,e il ducalo di Roma dopo il 726 spontaneameute e com[treso Narni e Otricoli liconobbe per sovrano temporale il Papa s. Gregorio 11, onde da lui ebbe stalo
il
i
\n\\i\ìti\{o\a
Sin ranilà della s.
óVr/cDa
bricheenuovamentedi venuto nobilesoglo slato dei-
lesiilenza in Terni, differire la
promessa
città, posta
ogni spe-
restituzione delle
4
ranza in Dio, uscitoda Ro(na nel 74^ eoa alcuni vescovi e buona parie de'sacerdoti
e del clero,
Terni dal
re.
si
avviò per Orte e Narni a
Appena
questi lo seppe, che
spedì a incontrarlo qual suo ambasciato-
reGiimoaldo, e l'accompagnò sino a Narni. Lungi 8 miglia da questa città Luitprandofece ricevere s. Zaccaria con grandeonoreda'suoiduchi, dalla primaiianobilia e da alcune coorti di soldati, che lo scortarono sino a Terni. Il re con rive-
queste commozioni volendone trarre prò-
reuza ossequiosa e col resto de'suoi
fitloLuilpranilore de longobardi. benché
ziali l'accolse
nou potesse
liana e magnifica basilica di
tollerare l'indipeudeuza dei
presso
la
ulfi-
porta della suburs.
Valenliiio,
TER ove ambedue e
dopo
TER
entrati vi fecero orazione;
di voli e piacevoli lagionariienti,
il
re ne restò tanto edificato e penetrato di
venerazione, che nell'iKcire
Papa
il
dalla
chiesa, volle rendergli riidlzio di Pilla-
frcidcrc, con reggere pel asceso da
fi
eno
cavallo
il
Zaccaria, canuninaudo egli
s.
ben mezzo miglio a piedi. Lo condusse ia Terni al destiualoe conveniente alloggiauienlo,eneIseguentegiornoin nuovocongresso, proseguendo il Papa le sue soavi e insieme gravi ammonizioni, seppe cos'i ben descrivere le stragi de'popoli, l'ellufiiuiie di sangue innocente, la distruzione di tante famiglie, funeste
conseguenze del-
longobarde iucursioni, che vivamente restò il re preso da tale auuuirazioue e le
compunzione, che non solo
Ann ma nel
gli restituì le
Orle, Poliiiiurzio e Bic-
città à'
lui,
(lit,
tempio
di
s.
Salvatore, non
Pietro, restituì con
lungi dalla chiesa di
s.
diploma
donazione
mo
a titolo di
al
medesi-
b, Pietro principe degli apostoli,
trimonio di Sabiiui,
di cui
il
pa-
da 3o anni e-
ra slato ingiustamente spoglialo, e quelli
di Nariii, Osi/no,
la valle
Ancona, Linanci,
e
chiamata grande nel territorio di
Sntrij inoltre
il
re confederatosi per
20
anni colla chiesa romana, restituì ad es sa
anche
prigionieri, assicurò
i
la pace, e lutl'allro
che
siderare. ^^eIla seguente
il
a'romani
P;ipa seppe de-
domenica,
s.
Zac-
caria celebrata la messa nella basilica di
Valentino, ad istanza del re cousagiò
nuovo vescovo
di
Terni, con
tal
il
Dopo
la
re col
furono com-
mossi e piansero di tenerezza, il che
celebrando
il
fervore di
spirilo recitando le sagre preci, che fiore de'signori longobardi ne
s.
liturgia nel voi.
rilevai
X.XXIX,p.
messa fu Luilprando invitato dalPapa a pranzo,e gli lece tale tratlamenlo, eh egli avendo lielaineule mangiato e 36.
la
ricevuta l'apostolica benedizione, protestò di
non averne mai veduto
l'eguale, uè pro-
vala tanta allegrezza di cuore. Airindoniani
s.
Zaccaria
volle che Cliiuii,
il
si
congedò dal
re,
il
(juale
suo nipote Agipi andò duca
di
Taciperlo castaido, Uaniuj^o ca-
li
Grimoaldo
slaldo tusconiesee
lo
(j
accom-
|)agnassero,e lo ponessero in possesso del-
4
le
Con
il E'apa ne prese posridondante di letizia, colla sua benedizione data loro graia li-
città.
essi
sesso, e coll'animo
cenza,
ricondusse vittorioso in
si
raccolto
Ivi
il
clero e
il
Roma.
popolo, rese gra-
Dio con una generale processione da Maria ad Marlyrcs a s. Pietro. Che celebre abboccamento seguisse in Ter-
zie a s.
sì
alFermano, oltre Anastasio Biblioil Sigonio, Di' Regno [tali(U\ il
ni, lo
tecario,
Ferlone,
De
^'iaggi da' Pontefici intra-
presi, ed altri scrittori. Rileva l'Angelo
che il Biondo errò nel descrivere l'avvenimento seguilo in JNarni, ovvero chiamòTeriii comealti col nome di y^arniae perchè il i\ar o Nera ne bagna le mura. Abbaglio che presero ancora que'che seguirono il Biondo, come il I^iazza ueU'fi"ni
i
nicrologio dilionia a
do
1
5 inarzo,celebiao-
Anche il PalNarni e del suo castaldalodi Sabina, dichiara che in Teriiiseguì il famoso abboccameutolra il Papa eLuitprando,che tutto minaccioso cou•tro Faroaldo il duca di Spoleto, olev.j le
geila di
leschi,
s.
sebbene
Zaccaria.
parli di
'
de'romaui che l'aveauo accol-
vendiciirsi to, e
che
riuscì a
s.
Zaccaria di placarlo
ludi riferisce che iu Terni risiedeva
un
castaido (del qual magistrato parlai an-
che a Rieti che pur l'avea), e che non furono pochi nel suo distretto castelli, le i
chiese ed
i
piccoli monasteri,
che nomi-
na, riporlandoalcuni documenti, del ca-
staldatoe lerritoiio Teramnano. a'castelii del distretto di
nomi: Castel
di
Quanto
Terni, eccone
Luco, posto
al
i
lago mag-
giore di Rieti, Canale, Colle Stalle,
s.
An-
gelo di Scoppio, ed Istriano. Astolfo re
usurpò vari dominii della la stessa Pvoma di eccidio, onde pure Terni sottri per lui graM disagi. I Papi furono costretti a invocare l'aiuto di Francia, per frenarne l'ar-
dei longobardi
Chiesa, e minacciò
dire.
Aon meno
infesto riuscì al principa-
to della Chiesa l'ingrato re Desiderio
conno
il
Papa Adriano
l,
che ricorse
e al
TER
I20 poderoso aiuto
T E R
Carlo IMtigoo. S'impo-
di
sendosi deposto nell'archivio della città, e
dioiù Desitleiio di molle città dell'Umbria, e s'iiica mini nò col l'esercito versoPiO-
ma
nia,
in
Terni d'ordine
Adriano
di
pubblicato dairUghelli. nimenti,
Magno,
773
i
calaloinltalia Car-
i
ghi della
lina nelle Fitc de' Pontefici, che uditasi
sero
,
ed
gli spoletini,
83 uomini, ed in Narni con barbamozzarono a molti le mani e ne morirono di dolore. INel 987 scorren-
ra crudeltà
i
ternani congiunti alloro ducato, co'reatiiii
R.oma,
recatisi in
do fieramente
se stessi e le loro fa-
Papa, il che fecero ancora molti principi longubardi
commisero
collìi
alla lede del
restali in que'paesi; e tulli tagliatisi pelli e la
barba, dierono segno
i
ca-
di loro pie-
na soggezione alla romana chiesa, ed un
esempio iu)ilarono altre
tale
città.
Così
Terni per ispontanea dedizione si sottomise al paterno governo temporale dei l*api,e quanto al resto dell'Umbria e al ducato
Spoleto, d'wenuìo doniiniodel-
di
]uCl)iesa,in quell'arlicololo raccontai. Di-
ce l'AngelonijChe
no
il
Papa divenuto sovra-
di 4:)Uona parted'ltalia, lasciò
scuna
città a
.se,
salvo
la
s.
il
Sede
propria voglia
si
che cia-
governas-
riconoscimenlodi sovranilàale all'impero,
va d'alcune
lasse.
con piccola riserpoi nascevano
Quando
discordie, ricorrendo al
Papaoa'suoi rap-
presentanti nelle provincie, quelli coH'au-
componevano. Mostranternani fedeli alla s. Sede e pron-
lorità loro lutto dosi ti
i
a soccorrerla e difenderla
colle armi, perciò
gio
856 per
ne' bisogni
Benedetto IH nehuag-
accrescere nell' anitno loro
tanta divozione, fece a'ternani perpetuo
dono
della città di
Terni,
colle cose
ad
essa adiacenti e col territorio confinante
Papa
colla
Sabina e Rieti. Di più
bilì
conlini della diocesi sino a Norcia
i
il
sta-
e ad altre tene, con donazione scritta da l'ieti oscrinicH'iodella
toscritta
chiesa
romana esot-
da Benedetto IH, col testimonio
de'propri nipoti Giovjinu; e Gualtierio
Lombardo, nelle città e luoChiesa commisero iniquità, pre-
lo scellerato
e die fine al regno longobardo. Narra Fla-
Desiderio
vessazio-
ea Roma stini. Gravi molestie e ostilità commise il duca Guido, cui soldati capitanali dal-
vinse e imprigionò Desiderio,
Ja rotta di
le
Spoleto, a quest'articolo riportai, seguendone Terni de-
lestrina ediTivoli, che gli proibirono l'a-
lo
successivi avve-
ni de'duchi di
vanzarsi con minacce di censure ecclesiastiche. Intanto nel
I
incursioni de'saraceni, le pre-
potenze d'alcuni imperatori,
I
Pa-
Tu incontrato da'vescovi d'Albano, di
le
,
del conte B.issu e di altri, l'originale es-
l'Italia gli
ungari, depre-
darono, guastarono e bruciarono
la
Cam-
pagna di Roma, e sembra che anco Terni non andasse esente da tanti mali. Avendo Giovanni XII coronato imperatoieOttone I, questi con diploma del CjÓT. confermò le donazioni e restituzioni di doroiuii falle alias. Sede da'predecessori, aggiungendovi le città e castella dell'Umbria e dell'Abruzzo, poste nella sua giurisdizione, perchè di diritto allora del re-
gno
d'Italia, c\oh Rieti,
Amiteviio, Far-
Norcia, Morsi, e la città di Terni. Si legge nel diploma, che l'offerta la faceva al b. Pietro, a Giovanni XI e suoi successori, prò nostrae aniniae remedio, nostì-ìque filii,et nostroruvi parentum. co/iio,
1
Nondimeno ca,
per
le
vicende di quell'epo-
per alcun tempoTerni ubbidì alla con-
duchessa di Spoleto, di cui gran contessa Matilde eroina della Chiesa, alla quale lo restituì, oltre l'amplissima donazione de'suoi stali, a s. Pietro e al successore s. Gregorio VH nel 077, per ragione di eredità. Però mentre ella ancora vivea, Papi possedevano parte di Terni e vi esercitavano il tessa Beatrice fu
erede
la
1
i
potere temporale, ed iu una bolla del suo archivio
si
facoltizzò
ducato
i
legge che Pasquale
11
nel
i
i
09
ternani, a quell'epoca muti al
di Spoleto, di liediflcare
uno de-
sponde del velocissimo Nera congiunge, da'nemici guasto e poi da un'inondazione del tutto abballutoj ed eziaudio di rifare altri edifì-< gli
egregi punii, che
le
TER
TER EÌ,
concedentlosi loro a tal fine le regalie
tempo
i
1
Essendosi
l'iiuperalore colle violenti sue
armi in)pa-
in vigo-
dronito dell'Uinlìria e ducalo
di Spoleto,
Papi viventi
tessa, le
da
in
tempo della gran con-
furono vulidaniente difesi dalIV e di Euri-
lei
persecuzioni di Enrico
co V,
qoiili
i
co'Ioro eserciti assai pertur-
baronoidomìnii dellaCliiesa, e Terni ubbidiente e di vota alla s. Sede gravi mali sostenne, esponentlo non n)enole proprie nuira, che il valore e il sangue de'ciltadilli, e si mantenne costantemente fedele, Tale contmnò Terni nelle persecuzioni dell'altro imperatore nemico della GhieFederico
sa
i, il
campo
quale atterrato Milano,
con diploma del i 162 concesse la città e contado di Terni a Ottavio Orese de'Monticeili conti di Tuscodal suo
nome
e
veramente è Ottavioo Ottaviano Contide'conti di Tuscolo.
Il
menso
tributi propri del pnnci|)e, permei-
di
tendo loro rusodelleconsiietudini le.
danno im-
se crudeltà e depredazioni a al)itaiili.
clie in
siano
Realrice godevano, os-
121
lo,nobile
di questi
romano deli\Iontecelio,clie
locardinaleda Innocenzo
II,
crea-
neh iSgdi-
Tenne antipapa Pittore /', sostenuto colle armi da Federico I contro il legittimo Alessandro III. Nel diploma d'infeudazione si nominano di lui fiatelli Ottoi
ne, Golfredo e Solimano, dall'imperato-
re qualificati suoi amici, pe'servigi a lui resi. I
ternani seguendo nell'ubbidienza
AlessaiidrolII,quandonel
I
i
74
l'impera-
degl* infelici
ne nominò docili, uno de' quali fu poi il famoso Corrado Svevo, per la sua stiavagante ferocia detto lo Stravagante e i
JÌIosca in cervello. Leggesi in
Irate de'danni dati e del maleficio, ossia
quanto apparleneva tenendo per se consoli aveano
i
al fisco
imperiale,
umiliate
poi in ricognizione della cessione del duca
gli
come si monumento. La chiesa
fecero alcuni donativi,
dal nominalo
rocchiale di
s.
Gio. Evangelista fu detta
litnuiariim, a motivo di due colonne di
marmo
scanalate, erette dall'adulazione
a Federico
I
quando tiraunicamente città.
i
Celestino III, scrisse e
comune
al
cperla stima che ne faceva
una
sila
crudele imperatore incitalo
no arci vescovo
iierale colle
comandante CriMagonza, questo gè-
del suo di
formidabdi sue armi barba-
ranieule s'inasprì contro to,
i
ternani colau-
che con impeto e pieno d'ira
si
accin-
se all'cslerminio della città per vendetta
di volere solo ubbidire al la città e le
sue
mura
Papa. Rovinò
col ferro
lettera,
domandò d'es-
accompagnato anco colle sue armi, ordinando che dalle rovine fattevi da Cri-
stiano fosse in alcuna
nimo Innocenzo
III col
parie restaurata, il
magna-
saldo proponimen-
s. Sede le usurpazioavendo inlimalo a Corrado
to di ricuperare alla
di cessare
il
i
podestà, consiglio
della città di Terni
per avere
animo
si-
Succeduto a Federico 1 il figlio Enrico VI, sebbene dal suo naluralenon moltodiverso, purenel 91 recandosi in R.oraa per essere coronalo da
gnoreggiò sulla
ni irnperiali,
fiero
trae
par-
anticamente //t Co/iWirnV, siccome vicina alla piazza maggiore chiamata P/rt/("
da'cittadini a lui spediti in deputazione,
il
i
esclusi dalla città; questi
Narrai a Spoletob NAP.Ni.che
metliante fervorose preghiere
ri-
beni di coloro che
soli
sciulorinfeudazione, inutdmente avendo
suo animo sdegnato,
ri-
misea'lnagislrali e consoli della città len-
servi
il
ri-
t
toreda Toscana inviò l'esercito verso R^oma per punire le città fedeli al vero Papa, giunto a Terni che non avea riconoteiitafo di placare
marmo
un
Terni una snadisposizionedel 187 portala da Angeloni, colla (|ualeegli
di
i
danni che recava a molti luo-
ghi, e di restiluirequanto possedeva, Cor-
rado intimori loda He gravi minacce cardinali, riconosciuti giu-,li tificii,
di
voleri
due
pou-
giurò solennemente dinanzi
polo di Narni di rendere sa,
i
come
il
al posuo alla Chie-
eseguì neli 198 di Foligno e di
Terni, liberando dal giuramento quel-
ecolfuo-
li
che glielo aveano prestato. Piccandosi
commi-
il
Papa nell'Umbria ed
co, uccise moitisiimi citladuii, e
a Spoleto, certa-
»'*
TER
TER
,a^
ternani,
inenfe avrà onorato Terni di sua preseo-
si
e
Ottone IV, dopo esseimpero e coronato all' sollevalo stalo re iiehaoq (la Innocenzo 1 II, liranuicamenle occupò colle armi nìolli dominii della s. Se(le,|)erciii ilPapa loscomunicòedepose,
II
Papa
za. L'ii)"iatissimo
e
icu[if IO colle
I
armi
il
da
lui
invaso, in-
i
ili s.
non spettanti a
tali
guerre,
ordinò
agli
uomini
in particolare
Gemiui,con penali
no, d'impedire
se
contravveniva-
passo a'todini se arma-
il
li
volessero recarsi al soccorso di Terni,
il
quale però secondo loro forze aiutasse-
ro.
Festeggiarne
la città
per
la
ripristina-
209, e iiioslrandosi zelante del cullo divino, con diploma de'24 dicembre confermando i
zione del vescovo fatlada Onorio
privilegi del capitolo della cattedrale, lo
loggiato neirepiscopio,consolidandorau-
sieine a Terni. In essa
nrese sollo
la
si
recò nel
protezione della
s.
1
Sede. Ri-
tonialoill*itpaneirCn)l)ria,menlredimo-
rava
in
Peru-ia morì a'i6 luglio 1216,
18 fu eletto Onorio 111, esalto il riferito da Angeloè laonde non iri, che gli spolelini profittando della sede vacante, tentarono «li nuocere i ternaiii, per cui cpiesti si confederarono e fece-
ed
subito
ivi
a'
ro lesa con Foligno, con atto dell'8 apriIei2i5. La buona coriispondenza tra le
due
città era più antica e
tiovaiidosi
tori dati in più
continuò dipoi,
podestàe reitempi da Folignoalcomu-
memorie
di vari
oli
neh 2 8 1
III, ipie-
stesso con alcuni cardinali
portò a prenderne parte a'5 ottobre, turila del pastore.
OnoròTerni
senza e predicazione anche
di
si
al
sua pre-
Francesco
s.
che fu molto distinto
e onorato Più volle il santo da Rieti vi ritornò, operandovi per virtù divina de'miracoli; ed cittadini per venerazione ad esso, dipoi v'introdussero suoi Qgli, edificando loro 7 chiese, cioè due ai minori osservanti, una a'cunventnali e ai cappuccini, due alle monache, e un'altra con convento della ss. Trinità di Piomita
d' Asisi,
dal vescovo.
i
i
vecchia sul
monte
d'altri cappuccini,
esservi tradizione di avervi
per
dimorato
s.
Terni e viceversa; essendosi ezian-
Francesco. Nel medesimopijutifìcatod'O-
dio prestato fra loro sicurtà e vicendevomali soccorsi, imparentali con frecpienli
co governo della Chiesa completa pace,
ne
di
trimoni,quindiscambievoli amicizie ebeiievolenze. Questa amicizia
e
buona
cor-
rispondenza estesero ternani anche a'toi
dini, amerini, reatini, noicini, leonessani
e
popoli limitrofi.
altri
memorie
La mancanza
lasciò fin qui nell'oblivione
i
di
ter-
nani checolle loro virtuose azioni illustra-
rono
la
patria
;
ma
cessata
ormai
la
scar-
sezza de"li scrittori, principia l'Angeloni
a celebrare
suoi concittadini degni
i
specialeelogio,
zione per
la
lo riporterò
to nel
I
2 18
di
onde stimolare all'emula-
gloria patria, ed ioseguendoi
principali di essi. Fratlan-
Onorio
111
represse losdegno
ch'era insorto Ira'lodini, ternani e amerini,
contro
i
naruesi e que'di
s.
Gemini
norio
111,
godendo Terni
solfo
il
bencfì-
prosperando potèauuientareil suodominio, perciònel i225ilsindacoBartolomeo SoUani comprò in nome della città 3 parli del castello di Papigno.con altre cose od esso appartenenti. Onorio III ebbe iugrato l'imperatore Federico II, che avca educato e coronato, quindi lo scomunicò per avere invaso il dominio della s. Sede.Sebbene il successore Gregorio IX per-
donò
il
principe, pure fu da lui persegui-
lato,noncessando
le
usurpazioni sulle ter-
jedella Chiesa, estese sulla Marca, suldu-
calo di Spoleto e su Terni, suscitando pestilenti fazioni
le
àc Guelfi e Ghibellini,
Z>7(Wif/(/ e Neri'm Pistoia ima però che Federico 11 s'impa-
chiamali pure (A'.j.
Pi
onorata più
aderenli loro, per questioni diconfini, onde erano venuti a battaglie e sparso non
dronissedi Terni,
poco sangue, serbando alle parli le loro porta si pretendevano sulla
candosi a Spoleto e Perugia, o venendo da Rietij e neh 282 la prese sotto la
ragioni che del
Poule eda alcune famiglie, Ira'uarue-
la città fu
volte dalla re-siden/.a di Gregorio IX, re-
protezioue della
s.
Sede, eoa bjila Ualu
TER
TER
fnteramnae idus maji Pont. an. ri. Vi jilornò pure nel suo anno X e buon liatlodi tempo vi fece stanza, dimorando nel palazzo che dicesi quello ove sono
sue
le
chiesa e convento di
s.
Francesco, e dalle armi di[)infe prese
il
vestigia presso
la
Terni, andò rettificai
il
123
in Siilri, nel
quale articolo
dello altrove con
altri,
che
il
Papa fu a Città di Castello, die i)er la su;i denominazione Ialina fu spesso confusa con Civita Castellana, il che rimarcai di sopra dicendo di Celestiuoll. Fraielan-
uome ù'ì Palazzo dil P(ipa.'ìivo\o\i\^ovMemorie istoriclm di Benevento, t,
te rovine operale da Federico II, restò ahhalluto neli245 il Castello dell'Isola,
200 e seg., che Gregorio IX, secolisuo biografo cardinal Roselli,dopo aver e\\iaù sii.yijectn ae.sta tis incendia, si
ch'era incontro a Collescipoli, sulla riva del Nera, due miglia distante da Tei ni e
recavaorain Anagni,ora in Rieti, ed ora inTerni, nella quale nel 1235 si determi-
datisiagliospitalissimi ternani, perchènel-
nò edificarvi un palazzo per
comune adunalo
già,
3,
[).
do
il
se e suoi sue-
c^s'ioù-.lnteramnaejuxtajluentajjlenis.sitna
ordinatis arhorihiis undiqne, mal-
nel suo territorio. Gli abitanti
la loro cittallinan/a gli
la
il
chiesa parrocchiale
tae commoditatis constriixtt palatiiim
lorizzò a ricevere ni, di
ti,
nel
dimorando Gregorio IX
123
I
acquistò per
in Rie-
chiesa ilcaslel-
la
Io di IMiranda, oia appodiato di Terni; e
facendo nel i234 soggiorno
per
la
lirò in
in
Viterbo,
fazione imperiale di l\onia, Ptieti,
donde passò
a
I235 trovandosi
Terni. Nel
promessa degl'isola24 famiglie ad a-
come
gli altri cittadini, sotto-
mobiii, e alpagamenlo delle tasse. Fedeglia
in
la
ponendosi a'teinani co'beni mobili e im-
Perugia e
Papa
S.Tommaso, per
tli
trasportarsi con
considerati
rico
il
il
bitare in perpetuo nella città, per essere
ri-
si
ammettessero,
pubblico consiglio nel-
cousolarli,creato in sindaco Gregorio l'au-
Papalibiis usihus nonindignum. \s^2^\wage, che
raccomau-
11 lasciò in Terni alcuni della famiCamporeale, che die il suo nome al
campo
dietro
la
chiesa di
s.
Cristoforo, e
Terni, tunc in abatia de Fei-entillis
fece
Tunc etii:ni eniit nobile castrumGualdi sitimi in partibus Spoletaniipsius Domino non
ad eccezione di Todi, Perugia e Asisi. Innocenzo IVneli2J2 ricevè la città sotto
munitissima enùt castra
etc.
comcnuovere quasi
tutta
Umbria,
1'
modico pretio erogato, rpiod Ecclesiae
protezione di s. Pietro, e con altro breve l'assolse dalle pene incorse per essere
cusloditur impensis, k\\c\\itCaav.t\\\ei\v\-
stata costretta d'aderire talvolta
che Gregorio IX edificò il palazzo di Terni per suo uso e per quello dei suoi successori, che vi fu piìi volle e fece i\ìir,oia,nt\\a Lettera suiraria di Ro/ìia, p. 20. Scomunicato Federico Ilper lesue iniquità dal Papa, l'inipeiatorefece rabLiosa guerra a' luoghi a lui divoti, e di pei sona saccheggiò Pesaro, Fano, la JMarca,il ducato di Spoleti, e prese Todi e Narni. Innocenzo IV già amico di Fedelicoll, fu [)0Ì da lui fieramente perseguiferisce
tato, e nel
I
244'''^^'^"dusi
la
tutti
gli
II;
ma
tempi
a'nemi-
di violenze e ti-
avvenne quando Simone capitano imperiale continuando a morannie. Ciò forse
lestare lo stato papale e preso Montefia-
scone,
Orsini
gli
contro
mandarono
ternani.
la
loro gen-
Neh 254 ad
ontadelprovvidenze d'Innocenzo IV per frenaie l'intestine discordie tra' luoghi, gli te
i
le
orvietani spedirono armati contro
i
lodi-
ni,ainerini, folignali e ternani, sino alfiu-
me
Tevere, ove restarono
rotti gli orvie-
Pa-
iV inteso neh 2 56 che i turbavano la quiete di Terni divota aPapi, spedi d' Aiiagni un monitorio, ordinando loro sotto gravi pene di
i
il
cardinali
conosciutoche
tendeva insidie, invece
della Chiesa, in
laide morti molli loro personaggi di qua-
a Civita Castellana, per poi abboccarsi iu
Terni con Federico
ci
pacemen-
Iref imperatore risiedeva in Terni,
pa a'y giugno passò con
la
di porluisi a
lità.
Alessandro
iiarnesi
desistere dalle olfose, ed esortandoli alia
1
TE
24
triiiifjiiillità. stii
TER
R
Noiulimeno
lono accese, e
j^li
l'inimicizie re-
orvietani riavuti dal-
la clisfatta, pacificalisi co'todiui e riniessi
guelfi tu città, nel
i
loo li
laSy mandarono
cavalli in liivore de'narnesi, tra'qua-
coiitiniMj la pertinace guerra, finché
[)ei
tumulti d'Orvieto in esso tornarono. Terni
comprò Ia4.^paitee
il
lesto del castel-
1259, essendo sindaco
lo di Pa[)igno nel
renti dell'una o dell'altra parte, divisioni
d'opinioni che pregiudicarono
pubblica
la
prosperità. Fiori a quell'epoca
il
capita*
no Bartolomeo Diamanti, chiaro per valore e militari imprese,
come
attestò Gio-
vanni Orsini generale del popolo roma-
no
nel
campo
presso Palestrina,
quando
Bonifacio Vili la fece espugnare contro i
Colonna
ribelli,
concedendogli d'inquar-
arma. Non per-
Pietro Rustici della città. Nel 1261 Ter-
tar la propria nella sua
imputata a Urbano IV di tumultuare contro la Chiesa, però conosciutane l'innocenza l'encomiò, minacciando
tanto accresciutodi abitanti edi forzeTer-
ni fu
i
vicini
che
morte
di
le
naturale di Federico
lia e figlio
Terni sotto nienle
recassero molestia.
Dopo
Manfredi ustupatore della
il
felice
II,
la
Sici-
tornò
governo de PapijeCle-
IV con breve
del
1267 lodò
i
ter-
nani, e dichiarò la città reintegrala neldoniiiiiudella Chiesa.
mende
fazioni
de
Imperversando
le tre-
'guelfi e ghibellini,
esterminio de' luoghi e sanguinose discordie,
da
anche Terni
fu assai dilaniata
esse, e sostenne gravissimi mali,
restò quasi desolata: fu allora che
battendo con accanin^ento gli altri, dalle
zate, con
3oo
con
civili
gii
onde
com-
uni contro
alte torri perciò innal-
un continuo danneggiarsi con
ni, a maggior ebbe principio
utile de'cittadini nel la fiera
la festa
1
Sor
dell'As-
sunta titolare della cattedrale, con oppor-
tune esaggie
leggi. Nel
infelicemente stabilì
la
j3o5 Clemente
V
residenza in Fran-
cia e in Ai^igìionejO\e restarono altri
6
Papi, inviando 3 cardinali pel governo d'I-
Roma, edestinando al reggimenTerni e suo distretto. Ottone di Casanuova nobile militare e rettore del contalia e di
to di
tado
Nel i3i2 dopo
di Sabina.
la
nazione d'Enrico VII, sconoscente
coroal
Pa-
pa, dappertutto alzò le forze de'suoi ghibellini, e
abbassò quelle de'guelfi sosteni-
tori del pontificalo,
per cui molle città
si
ribellaiono, e così Terni, dove prevalen-
do
i
ghibellini partigiani dell'imperato-
temerariamente con Manfredo
lanciare sassi e dardi, e barricando le stra-
re, questi
de con grosse e lunghe catene, usando
Prefettodi Vico,
al-
per
il
conte di
s.
Fiora, Sciar-
tre materie ed istromenti di distruzione,
ra Colonna
scambievolmente rovinandosi con fatali incendi, tutti tenacemente anelavano la superiorità del comando. Nel 1288 Terni in servizio delle guerre del Papa sommini-
e diversi nobili e genti d'altri luoghi, an-
strò parecchi armati, dovendo in pari tentpi sostenere micidiali
gare co' confinanti.
Tultavolta nel 2q3 comprò da Giannetto di Leonardo e da Giacomo Frescia la i
uielà del palazzo
e dili. "anche l'altra
denominato apostolico, parte d'una torre, e
la 4-^
porzione del palazzo indi acquistò
da Nicolò Frescia. le
fazioni, quelle di
sini guelfi e
niusseio sa,
il
Roma
degli
Or-
de'Colonna ghibellini coin-
resto delprinci[)atodella Chie-
uuu muncaudo
capitano del Patrimonio
il
darono a occupar Orvieto per Enrico VII. Indi co'todiui e rerilini si unirono ternani ad alzare una torre nel territorio di Rocca Miranda; ma il cardinal Arnaldo Falguerio legato apostolico impose loro la scomunica se turbavano la pace dellostato ecclesiastico, e se non demolivano tale i
edifizio.
Federico conte di Monte Feltro,
ardente capoparte ghibellino, sollevò la fazione contro
i
guelfi dell'Umbria e del-
lalMarca,quindi battaglie, desolazioni del-
Nel declinar del secolo XIII inasprendosi
,
in
Terni caldi ade-
le città e
luoghi
,
ed orribile e inumano
bruciamento de'prigioni. Perciò nel i 3 i4 i ternani delle due fazioni si sfogarono con vicendevoli danni e rovine, eziandio coiuballeudoco'vicini popolijpoichè mor-
,
TER
TER lo
V
Clemente
superarono
gli spoletini,
bile al contatto della più lieve scintilla e-
e co'reatini, natnesi eslroncolini ruppe-
lellrica soìio conosciuti
ro guerra. Convenuti
combina
differenze di confini
,
giugno per
a' 2f) i
sindaci avversari
con Francesco Jannutioclie
lo
era di Ter-
una tregua di 5 anni, con 2000 marche d'argento a chi la
ni, stabilirono
pena
di
rompesse,e
restituzione de'prigioni;
la
ma
siccome eransi stabiliti confini, infiilto fu una pace. Nuovi e gravi toibidi suscitò lo sfrenato Lodovico V il Bavaro, acerrimonemicodiGiovanniXXII. In quei
sto tenìpo
sindaci di Terni
i
eNarnia toiSaG di
gliere le contese pattuirono nel
spianare
castello di Pei ticara; indi
il
pa nel 3 28 commise I
al
il
Pa-
cardinalGio. Gae-
tano Orsini legato della Marca e dell'Umbria, di
comporre senza
strepito le
con-
tese pe'castelli di Pertic;ira e diCarleo colle
roccl)e,e vi riuscì. Mentre periali s.
erano
Gemini, il
da Todi per prendere
spoletini in un'imboscata
gli
sconfissero to
partiti
a'4giugno gl'im-
tedeschi interamente. Intan-
i
ternano Pietro Paradisi meritò d'es-
sere eletto podestà di Firenze.
Papigno
fece alcuni alti d'infedeltà con-
tro Terni,
nato. Nel
KeliSSg
I
ma
tosto fu umiliato e perdo-
340 volendo
il
capitano del Pa-
trimonio impadronirsi della fotte rocca Colleluna
due
Terni e da essa lungi quasi
di
miglia,
i
ternani
la difesero e
sero l'assalitore; quindi la
Chiesa,
dienza. Nel
ma 1
si
respin-
alienarono dal-
tosto ritornarono all'ubbi-
349 allapestechedesolòl'Eu-
ropa,in Terni di terremoto
si
aggiunsero molte scosse
da selletnbre
ad onta
di sue concavità e
d'acqua,
come
csprimesi
questo però osserva
il
1'
novembre, abbondanza
a
Angeloni.
Su
Riccardi, elicsele
^?^
da
tulli
i
Ciò qua-
fisici.
coll'opinione di Breishik,
il
de'terremoli da caver-
le ri[)ele l'origine
ne sotterranee. Proseguendo
le
funeste di-
visioni intestine delle fazioni, pel riprisli-
namenlo
della pubblica quiete,
i
ternani
Camporeali prudente, e perchè godeva la lutti. Poco durò In concordia,
elessero gonfaloniere Pietro
potente e fiducia di
ghibellini espulsero i poiché nel i35o guelfi e ne desolarono le case atlerraiuloi
uno
le in
alle torri; e profittando della
lontananza de'Papi, molti signorotti prepotenti usurparono
potei e in molle cit-
il
luoghi dello stalo, e Romasles>a e-
tà e
de Patrimonio,
ra in lagrimevole disordine. Prefello
Vico
olire la provincia del
s'impadioiùd'Amelia, Narni ealtre città; e Giannotto de Alviano s' impossessò di Rieti, Spoleli
eTerni, eie reggeva co'ghi-
bellini pel poleiitePrefetlo.InnocenzoVI
a
porre un rimedio a tante usurpazioni, nel
i353
inviò per legato
il
celebre cardinal
Albornoz, che pervennea domare» ribelli
e ricuperare
mune ri
flesse
il
tolto alla Chiesa,
podestà
Il
co-
Terni UgolinoNe-
de'Baschi di JMonte INIarano, nobilissi-
mo ed
esperto magistrato e guerriero.
obbligato
di
6
Fu
tenere un giudice perito col
collaterale dottore, li,
di
3
nolari,
6 domicel-
cavalli CI 2 famigli alti alle armi, as-
segnandogli per semestrale provvisione
36oo col
lire cortonesi. Il
cardinal Albornoz
suo valore vinto ancoia
il
Prefetto de
Vico, riacquistò alla Chiesa anche Terni,
onde que'di Narni le,
le
come
gli
si
dieronoal cardina-
spoletini e altri.
Il
cardina-
considerando che Terni giammai fu
ti-
concavità o pozzi naturali o caverne sot-
ranneggiala da alcun suo cittadino, e che
terranee o chiaviche di scarico, molto giovano a diminuire l'escrescenza dell'acque, questi cupi antri del monte e che lo traforano in ogni senso, probabilmente so-
fu costretta dalle fazioni a ritirarsi dal-
un diploma lutto le perdonò, assolvendola da' delitti commessi
no
talora origine òt Terremoti ( p.) coWa. decomposizione dell'acqua alcontatto del-
pei opera d'alcuni cittadini.
le piriti; giaccliè gli elietti dell'idrogeno
vendo Piieti in pena delle passate colpe pagare alla chiesa romana 5oo libbre di
ristretto in
angusto carcere, ed infiamma-
l'ubbidienza della Chiesa e mancarle di riverenza, con
Anzi per par-
ticolare considerazione versoi feruauijdo-
TER
TER
da questo peso liberò Terni, autorizzando il suo vescovo ad assolvere teinani da qualun-
Orsini. Ciò forse sarà avvenuto per ave-
città dellaChiesa,
que
re col
ì-?.6
definii cnrtnnesi per io anni,
i
atto d'infedeltà e di aggressioni. Di
lutto grata
la città,
nel
i
lefìascone al cardinale geli*,
354inviòinMonsindaco De An-
il
per rimettere nel beneplacitodel Pa-
pa l'elezione del podestà e degli
uHìziali
re
fiorentini incitato alla ribellione le
i
preferirono
ma
Nuovi
di
moneta corlonese. Inoltre il sindaco si adoprò per comporre in Terni le discordie, col richiamode'bandili,con felice scila.
ri
u-
famoso Fra I\]onealeca|)odi ma-
Il
snade, avendo travagliato molte parli d'Italia,
il
ducato
di
Spoleto, l'Umbria eTer-
comu-
ni,
imponendogravi
ni,
sebbeiiegià fautoredel famigerato Co-
Rienzo tribuno
la di sti
estorsioni alle
di
Roma,
fatto decapitare. Altri
ri nel
ìjij
patì
Terni
fu
da que-
giavissimidan-
l'Umbria, per
e
l'indisciplinate e depredalrici soldatesche di
Giovanni Acuto generale
della Chiesa;
e per nuove discordie tra guelfi e ghibellini,
molti di questi furono uccisi, altii fu-
rono
espulsi. Avendo Camporeali fatto Terni alcune novità, il Papa marulò a riformare la città Ugolino della Corbai
in
ra e Bartolomeo de Ruvini, che assunto il
governo
4 sue
della città e delie
che, placarono
le
roc-
discordie, assolsero
pene, e ricomposero tutto
in
le
pace con buo-
ne rilormanze: e poi vedendo umiliati
i
ghibellini furono richiamali e pacificali co'guelfì.
Neh
36(Sillernanofr. Paolo Pa-
radisi francescano vescovo di
per
la
re del
Lacedonia,
conunie di Terni pagò Patrimonio 180 fiorini
al tesorie-
d'
oro pel
Ballisollo o fortezza fatta contro la terra di
Soriano ribellealla Chiesa.
Uibano
V cardinal
Il
legato di
Giimoardi per
la fe-
mandando
Libertà
,
loro bandie-
e forse ad essa
nominale città di darsi A porre un
le
agli
ter-
mine a sì replicate agitazioni, nel iSyy GregorioXI da Avignonesi restituìin Ro-
e solo pagava alla
Seóe 120 libbre
di
Orsini per essere difese.
di giustizia, poicliè in ciòessa era libera, s.
molto
a ristabilirvi la residenza pontifìcia.
sma
e lunghi guai insorsero per lo
sci-
Clemente VII antipapa contro il legittimo Urbano VI. Travagliali dominii papali, benché egregiamente governasse ilcardiualTommaso Orsini legato dell'Umbria, le conlese Ira Terni e Narni si riaccessero con aperta guerra, giacché ghibellini narnesi, allora polenti, a* veano tentato a tradimento di abbattere Terni e disperderne cittadini, ed a'6 dicembre i 38 ternani riportarono notadi
i
i
i
1
Ijile
i
vittoria sui narnesi, nella festa di
s.
giuramento poi solilo darsi da'nuovi priori di Terni, riprodotto da Angeloni. Francesco de Vicomolestaiido nel 1387 il capitolo e clero di Terni a pagar le decime dovule al Papa, con successo fu ricorso a Urbano VI; nondimeno profittando delle circostanze derivate dal funesto scisma, de Vico commise estorsioni sui cittadini, ed Nicola, onde ebbe originequel
esercitandovi
il
potere.
Onde
poi
il
car-
dinal Orsini da Narni, con diploma assolse
Terni per qualuntjue cosa commessa
nelle guerre, e per avere aderito a de Vi-
co divenuto ribelle
al
Papa. Inoltre cor
alcuni capitoli favorevoli a Terni, dichia-
rò non doversi gravare olire
il
solito cen^l
che potesse eleggersi il pretore, riservandone alla s. Sede la conferma; che nonj
so;
erigesse alcuna fortezza; che ivi
cassero le cause
civili
si
giudi
e criminali iui.'ei
deltà de'lernani concesse loio particolare
a."*
indulto, dichiarando ntillo quanto fosse
romana o
intentato contro
nella
tesseio in altri luoghi trattarsi; che fòsse!
Storia dì Fano, e il Baldassini nelle Me-
esente dalla giurisdizione d'altri uffizialiJ
vwric storiche di Jesi, riferiscono che
e solo dipendente dal legato;
la città.
L'Amiani
nel
iSySoiSyo Jesi,Terni,Narni,Asisi,Spoleti,
Gubbio
e Sinigaglia
si
diedero agli
istanza, eie 3.* cause fuori della curijij
del legalo dell'Umbria
vile e nel criminale
pri statuti
;
che
la
si
non po«
che
nel ci^
governasse co'proi
gente armata non
si^
TER
TER potesse infi'odiine nella cinà, se non con
Terni, di
volontà del comune; che delle decime pa-
te lo
pali estorte dal
de Vico, ne faceva quie-
tanza; che di lutto
commesso contro
il
comune
rimunerò. Mossi
del-
ternani dal desi-
i
derio di ben regolare
potere che esercitavano i\c Jiani
il
principali cittadini, ad esem[)io
Roma,
24 uo'"""
rocca di Colleluna, che guardava Ce-
daresi
si,
Todi
rione, quasi lutti artisti, per
Acqnasparta,
ribellò facendo
si
ma con 3oo fioAvendo Urbano VI li-
[ìubbliche,
cfisc
la
e
di
elessero
la
prigioni alcuni cittadini,
zione della giustizia e per sedar
rini fu licenzialo.
die, a ciascuno de'rioni
mosso
dalla legazione
cardinal Orsini
il
e fatto chiudere nella rocca d'Amelia, e sostituitogli l'arcivescovo di
como se
Fieschi, a' danni del
Genova GiaPapa si rivol-
Nicolò Orsini fratello del cardinale, oc
cupando
nel
i
388 Terni
e Narni, ed
i
diera sotto lo di
sin-
quale
la
ognuno cui
bili, col
numero
di
48
governatore
pubblici aliali.
A'24
si
e ristorala
Bonifacio IX
i
munì
la
ternani somministra-
i
si
con-
si
24
accordò minore onore e
concesse del popiri
au-
Così fu posto freiio alle sedizioni,
torità.
pace e
la
neh 402
tavia
il
delibeiavano
nobili
Quando neh 38
polo
popo-
5.4 no-
creavasi
più onore che autorità, ed a
rocca di Spoleto,
il
credenza, ove coll'intervenlo dei
priori e del i
discor-
e furono chiamali
naldo Orsini conte di Tagliacozzo che signoreggiava in Spoleto. Poscia ternani aiutarono il Papa con genti e munizioni. i
le
dando una ban-
radunasse
si
essi,
ili
P^''
conserva-
Bandevari. Vi furono aggiunti siglio di
daci ternani doverono far tregua con Ri-
loro nel-
gli alfitri
l'amministrazione delle e riniuovere
Narni veniva pienamente ;issolto.Giulioz zo di Bracciano custode pel
1^.7
gran corapgio, e gonei osamen-
il
concordia. Tut-
la
oìagistrato (le*48 fu
ri-
il
Papa
in riconoscenza concesse alla chiesa
abba-
mosso e costi tuifo quello di 12 savi, col capo [)riore e priori della città, a'quali nel
Gallelo l'indulgenza
consigliosi aggiunseroalli i6o uomuii.iMa
rono molte some ziale di
Paolo
s.
grano, onde
di
iu
della Porziuncola. Bonifacio
IX lohe
al-
Naini ilcastellodi Perticara e l'assoggettò alla Chiesa, dichiarando che non potesse esserne castellano la giurisdizione di
alcuno
Terni, Nat
di
ni e
de'conlndi loro.
Per nuove turbolenze dell' Uminia pervennero in poterediGio. Galeazzo Visconti
signoredi ÌMilano, Perugia con
altri luo-
Nera e il Tevere, e perciò forma io credo assai dubbioso il dominio di Visconti, quanto al tempo, e che debba piuttosto riportarsi al i4oo. Nel 1392 perugini pregarono il ghi oltre
la
s'anche Terni;
i
Papa
Chiesa, ristabiPii
s.
Bo-
e ge-
24 bande-
che ogni semestre cessando eleggessuccessori, ed a questi aggiunse 24 sero rari
i
nobili per costituirei! consiglio di credenza. E"li ebbe a segretario il ternano AlflnoCamporeali di bel talento. Andrea con dispiacere de' cittadini atterrate molle ,
Morto il Pail nuovo Innocenzo VII con suo breve ed encomi etorri, edificò
pa,
i
il
forte Cassero.
ternani l'abbatterono, e
sorlòla ciltàad ubbidire al cardinal IMar-
Perugia.
nipote del
dice Novaes,
Narni
e
a'
1
Terni
7
come vuole Fer-
vi si
insorgendo quindi
plebe ucciso
Papa
Marca
nerale di
della
raroauro legato
disgustato d'una fazione nel
la
fratello di
marchese
Papa Lodovico Migliorati marchese della Marca e principe di Fermo, per le crudeltà commesse in Roma ne fuggì, e per
lone, per
Asisi,
i4o4 AndreaTomacelli
nifacio IX,
a recarsi
da loro per estinguere le discordie, e pailito da R.oma a'2 ottobre,
come
nel
a
Roma
80
la
condusse; poi 1
303 passò in
città
con aver
nobili. Restituendosi
il
nel settembre, ripassò per
Terni e Narni. Egli onorò con carichi di gueriaBarloIomeo Vannuliode IMouli da
di
Il
comune i4o6 morto In-
sua salvezza chiese e ottenne dal
h
rocca di Colleliuia. Nel
nocenzo VII, quindi
gli
neh4o8
successe Gregorio XII;
l'ambizioso Ladislao re
di Sicilia assalila ti
Roma
l'occupò, e al-
elianto fece di Terni preudendosi Tea-
ìolS
ter
tiale; scriventlo
una
ter
lettera a'priori e pò-
polo di Teini,e invitandoli a giurargli
te-
si recarono a Pioma raccomandare la città e oflVendone il dominio, ben ricevuti dal re che die precisi ordini pel suo reggimento. In pari tempo andò in Firenze ad e-
della, 4atT)bascialori
col sindaco,
sercitarvi
la
jier
podesteria
Camporeali,e
il
conte Cristino
ternano Andrea Ca-
l'altro
quella di Siena e poi quella di Pe-
stelli
rugia.
Sebbene Ladislao dovè abbando-
uare Bonja, per y anni ritenne la signoria in Terni, e da Sultnona fece disposizioni sulle verlen7e tra Rieti e Terni, per
Chiesa, ch'era arrivato colle sue
la
a JNaini, coise coll'esercito a i
cittadini armatisi a
gr-nli
Terni; però
guardia delle porte
per impedirgliene ringresso,eseljbenerespinti,
vedendo Braccio
surare coU'Orsini,
Narni e danneggiato ni,
il
ritornò a Perugia.
guata, potè nel 4' i
non potersi mimonti di territorio di Ter-
di
ritiiatosi sui
Dopo averla
espu-
G soggiogar l'Umbria,
insieme a Terni e Narni, con parte dellaMarca,epoi occupareRoma; ondeTerni non potendo lottare colla sua potenza, per un sindaco gliene odrì il dominio. Nel i4'7 rinnovatesi le narrate di-
caduta del Velino nel Nera, ordinan-
scordie tra'ternani e reatini sulla caduta
do che nulla s'innovasse. Eletto neli4'0 Giovanni XXllI, la città gli rappresen-
del Velino nel Nera, seguirono violenze,
tò pe' suoi andjasciatori, che la forza di
impadronendosi all'improvviso della rocca di s. Angelo, e volendo fare una nuova cava perchè insieme colla Curiana scaricasse l'acque Veline nel Nera con danno di Terni e senza badare alla sua giurisdizione sulla Marmora. Arsero ternani, e con indi vendetta e sdegno
la
Ladislao l'obbligava ad essergli soggetta, e che
ben volentieri tornerebbe sotto l'ubIl Papa con suo di-
bidienza dis. Chiesa.
ploma confermò
capitoli e indulti fatti
i
dal cardinal Colonna poi Martino V, suo
legatodelducatodi Spoleto, di Todi, TerAmelia. Ladislao costrinse
ni e
fuggire da
Roma
sato neirUndjria
nel la
il
giugno i4i
Papa
a
3, e pas-
ridusse tutta alla sua
ubbidienza, concedendo a Terni in investilura
i
terriloriidiPerticara e delleRoc-
chette,quandogrinviòambasciatore Gaternani ne pieleotlo Castelli. Appena sero possesso, demolirono le rocche che pregiudicavano assai la città; e siccome ei
rano danneggiati dagli spoletini
campo glia.
Di
i
trepido coraggio fu risoluto nella pubbli-
adunanza de" 17 agosto, Eundumpor' Mannoruììi ad ìnoricndum. InterposlosiBraccio per compromesso delledue città, e di cui era segreta rio il terna no Gio-
ca
twìi
vanni Gregori, prevalse in
lui la giustizia,
e a'
18 settembre giudicò
ni,
dichiarando appartenergli
Marmora,
e
in favore il
diTer-
luogo di
che dopo l'erezione della
ri-
cordala torre per Terni onde regolar
una
le
si
questo e di altro fatto in pre-
mezzo
del piano e fu detta Reatina, inco-
dipoli ternani furono assolti dal cardinal Isolani legato di
Roma. JMorto
Ladislao, Terni e
le altre città
cupate tornarono
al
ma
;
reatini
acque,
gli
giudizio delle terre e città della Chiesa,
sa;
i
resero la pari-
presso Spoleli, lui lo
posto
,
e col grido di guerra zulTe e altri mali
nel
da
i4i4
lui oc-
dominio della Ghie-
Braccio da Montone, profittando
che nel sinodo
di
Costanza trattavasi
l'è-
aprisse da'realini
fossa nel
niinciando a ricever l'acque del Velino nel il^ii
,
tralasciandosi
l'
incominciata nel
luogo appartenente a Terni. Nel dì
vembre 4 1
1
i
i
no-
yelelto inCostanzaMarlinoV,
nello slesso giorno con suo breve notificò alla città com'erasi estinto
e
la
sua assunzione
il
lungo scisma,
al pontificato,
conbe-
slinzione del pernicioso scisma che divi-
iiigne parole. Indi gli spoletini olfrirono
deva
le
l'unità de'fedeli, molti luoghi occu-
pò, e mosso contro Terni
predandone
i
la
travagliò de-
confini; indi volendosi af-
fronlare con Paolo Orsini generale del-
campane che
nella scorreria del \^\
i
aveano tolte alla chiesa dis. Paolo, richiedendo quelle prese iu vendetta da'ternani a Balliferio, a Cecalocco e
s.
Martino.
TER
TER Neh 4^0
Staccio
poi'tòa Firenze, ov'e-
si
ra podesùiil ternano riconciliarsi
Angelo
l^aiaLlisi,per
con fllartiuu V, e oUenuli da Terni, Nar-
lui alcuni vicariati, gli resiilnì
Orvieto e Orle. L'Angeloni fa ritornare Terni alla Chiesa nel 4^3 per morni,
Benevolo
.ciarlino
nani, per l'antica amicizia con
V
essi
1^0
ritornò lo Sforza, e tra
^'
le
altre
occupò di nuovo Terni; ma cogli aiuti di AlfonsoV d'Aragona, dicui era consigliere il giurecon'»ullo ternano Pietro Federici, tutto ricuperò la Chiesa. In questo
co'ter-
tempo Eugenio IV fece uditore della camera Giovaimi iMazzancolli di Terni, se-
de'suoi
natore di PiomaCrislino Cam poreale con-
1
te di Braccio.
144^
Giovanni, uditore di
parenti Colonna, dal nipote Antonio Co-
te della
lonna principe di Salerno
rota Giovanni Ceretani e vescovo di
fece scegliere
rocca di
s.
NoBologna
alcuni cittadini per gua.dia di sua perso-
cera, poi preposto a'governi di
na; e fece castellano di Persiceto Cristo-
e
foro de'Nicolelti ternano,
nani: poscia Stefano Manasse! fu podestà
cui concitta-
il
dino Cipriano Manasse! era
[)Oilestà di Fi-
Romagna,
tutti illustri e virtuosi ter-
di Fii-euze, e
Matteo Gubernario depu-
Eogeniol V,a nch'esternani, indi so volle per sua guardia nell'aspre guerre che susci laronsi, la se*
tato al governo d'alcune città ponliiicie.
verità dell'arcivescovo Viteileschi genera-
nò loro il castello di no atterrato nel i4i45
renze. Nel
1
43
I
eletto
i
le di
Chiesa indispose diversi popoli e
s.
agevolò a Francesco Sforza nel 1433. Soggiogata
le
concpiisle
Marca, ueirLJni-
la
Considerando Nicolò Via sincera ne de'ternani alla
zioni,
mero
s.
^o^'^
to gl'impose
una libbra
offrirsi nella festa de'ss.
onde il Papa fu costretto dichiararlo marchese della Marca e vica-
lo.
Neil
rio della Chiesa negli altri luoghi,
suo dominio
anno. genio
I I
m Terni
ma
non oltrepassò uu
Eu-
ternani somministrarono a
V^
cittadini armati, e
presa di Velralla,ove fece decapitare
il
3oo
per l'im-
legato Vitelleschi
de Vico; e poi
ribelle
il
il
sero alla ciltà di Terni
ti
nella diocesi d'Amelia, obljligandosi di
li
si
vedevano a tempo d'Angeloni
sue rovine. D'ordine del Papa
i
nelle
ternani
guerreggiarono col rdjelle castello di i'\liranda, e spedirono 3oo fanti con buon
numero
di balestre verso la rocca di Pie-
diluco e
altri
luoghi occupali da
do Trinci tiranno
di
Cona-
Foligno, e nella
toria del Vitelleschi restò prigioaie.
i44'2 ottennero di
i
ternani da Eugenio
nuovamente abbattere
condo
loro forze. Al dire dell'Angelo-
le
parcelle lo Sforza tornasse a impailro-
ro, protestando
immutabile
Terni, e che
Savoia. Recandosi
simile fece
V
le
volle iu Narni.
perchè Terni avea
3ooo per l'armamento navale a fiuedi liberar Costantinopoli assediala da'turchi,con onorifico breve gli
sto
da Eugenio IV
e dagli
e l'Umbria, nel
nel-
contribuito scudi
donò
Marca
Papa a Fabriano
ambedue
Soddisfatto Nicolò
migliare del Papa e segretario del cardinal Mezzarola camerlengo. Ricuperatasi la
il
anno, a' 22 novembre alloggiò nel convento di s. Pietro degli agostiniani, ritornando da Fabriano in Roma: probabilmente ripassò per Terni quando di nuovo visitò l'Umbria nel luglio i 430,ed
a mediazione del ternano ser Vittorio fa-
VCL. LXXIV.
^^
lo stesso
il
fedeltà, e ciò
Papa neh 449
il
ricuperasse colla cooperazione del duca di
vit-
IV
s.
sindaco promise difenderli se-
il
Nel
l'odiato Casse-
pallio del
Paolo, ed
nirsi di
che compito nel
città,
pontificie armi, le qua-
le
un
valore d'8 ducali d'oro nella festa di
ilCasserodeutiola posero
i
riconoscerli per feudo con
ni,
vi
Pietro e Pao-
Todi sottopocastelli di Ca-
di
nale e Lavenelli colle giurisdizioni, situa-
ingiunse a'priori di Terni di riedificare
1439
449' Clara valli
giurisdi-
per tribu-
di cera lavorata
da
e altre terre,
^"-'^
e misto impero, e
Amelia
bria prese Terni, Todi, Otricoli,
d. .ozio-
Sede, uel i44^' ^^^~ Perticara che avea-
il
castello di
Miranda, col mero e mi-
impero. Calisto HI confermò
tuti del
gli sta-
comune e di eleggere podestà, oratori Monaldo Paradisi e Proil
9
TER
i3o
TER
spero Riccnrdi volleconosceie
le difieren-
ze che passavano co'iealini per
volendo
li,
i
ternani mostrare l'antica af-
Mar-
fezione che portavano alle loro famiglie
mora, sebbene ternani aveano loro permesso nellarne la cava. !Veli4Go anche
e persone, supplicarono per ambasciato-
la
i
Pioli prese di ciò cognizione, e ne fu con seguenza le statuite condizioni per efl'eltuare la regolare escavazione della cava a spese de'reatini. I*e"dispareri tra'todini e
ternani questi presero a'Ioro stipen-
i
Corrado d'Alviano con 3oo fiorini il mese di provvisione, coH'obbligo di por-
di
8 corazzee 5o
tar secoi
Temidi
tò a'priori di
cavalli, l'io
che avea preso e bruciato
nali,
lo di Collicello della
Ancona
II
vie-
aiutare IMalleo Cail
caslel-
s.
Sede; e recando-
sul fine di
ri il Papa a liberarli. Sisto IV fece governatore di Terni Gio. Antonio vescovo di
Modone,
e si mostrò contento de'ternani per l'eseguita consegna di 20 banditi. Nel
1490 di
ti
ternani permisero che
i
Papigno allaigassero
lorocastello. Nel
il
gli
abitan-
recinto del
1492 Alessandro VI
par-
tecipò a Terni la sua esaltazione; e quan-
do l'esercito francese passò per Terni, candosi in
al
re-
conquisto del regno di Napoli,
contemplazione d'essere
la città
giunta in affezione co'Colonna,
il
con-
luogote-
giugno 464, pas-
nente generaledel relè rilasciò un privile-
sò per Narni e per Terni, alloggialo da-
gio di salvaguardia, acciò non fosse mole-
agostiniani. Allora era avvocato con-
stala dagli eserciti francesi. Rinnovatesi le
in
si
gli
cistoriale
ternano Lodovico Petruccia-
il
poco dopo
ni; e
1
il
concittadino Statio
Do-
Appena
nel
nati fu pretore d' Orvieto.
antiche contese Ira postosi
il
cardinal Lonati,
divenne Papa Sisto IV, pel singolare affetto che nutriva pe' ternani con breve ne die loro parte, indi saputa la po-
e raarchegiani,
ca intelligenza che passava co'lodini, per
l'Umbria, marciando
amore
dando
1
47
8Ì
I
della pace vietò loro d'inlr()metter-
purgò Todi, Spoleto e Castello da'liranni che l'occupa-
nelle cose di essi:
Cina
di
vano. Tolse dalla giurisdizione di Spoleto terra di
la
Gemini, e
s.
la restituii
a cpiel-
Terni come più vicina. Era suo cameriere Alberico Camporeale, gli fece da compare, e lo donò d'una croce d'argenla di
to col
s.
Legno, la quale
chiesa di
la
re
i
fu collocata nel-
Francesco. Fiorivano puternani Monaldo Paradisi avvocato s.
concistoriale,e FulvioGiocosi capitano dei
veneziani.
Neh 476 afflitta Roma IV si
stilenza, Sisto
6
da pe-
recò nell'Umbria con
cardinali, ed a' 18 luglio giunse a Nar-
ni, indi a
co.
Terni, Acquasparta e Piedilu-
Per la congiura de'Pazzi in Firenze, IV fulminò l'interdetto, e fatto ge-
Sisto
nerale di
s.
Chiesa
il
se al governatore di
duca d'Urbino, scrisTerni acciò mandas-
se più gente che potesse per l'esercito papale.
Avendo
stel
Angelo
s.
il
i
Papa imprigionati nel Cacardinali
Colonna e Savcl-
comuni
le
Narni, con depredazioni e pace.
la
Il
radunati
il
,
Chiaravalli
spoletini, ternani
aumentò le turbolenze dela danno di Todi e
guasto
al territorio d'
Quindi gli spoletini assalirono
menato
il
Alviano.
Cesi, e
mal-
territorio ternano, entrati nel-
commisero diverse
la città
Terni e
neli495 seguì
ternano Vittorio
8000 uomini
di
ostilità, inter-
violenze, che
Alessandro VI riprovò. Continuando le guerre e le vicendevoli uccisioni tra Ter-
Todi, finalmente si pacificarono nel i497- In questo ternani rifecero la tor-
ni e
i
re di Colleluna e
Neli4o8i rono
i
la
resero inespugnabile.
ternani vigorosamente aiuta-
Savelli signori di
Palombara, con
genti a piedi ed a cavallo, e imprestaro-
no 000 ducati a'Colonna guerreggianti. I
Nelle prepotenti imprese di Cesate Dor già, questi fu
raccomandato dal Papa nel
suo passaggio perTerni.Pe'nuovi dissapori
insorti
neli5oo con
sa epatì gravi danni. In
fiancescani tennero
il
Cesi, essa fu inva-
quell'anno 3o4f>
capitolo generale in
Terni, laqualecome sempre vola li
al
si mostròdibenemerito ordine. Per le crude-
ostilità tra'iernani ei popoli vicini, tal-
volta essendosi
Terni alienata dali'ubbi-
TER
T ER
della Chiesa, e data a'suoi occu-
(lìeiiza
VI siconlenlòdi inulGoooducati d'oro, assolveiìdola scomunica e dall'ai Ire pene incor-
paioli, Alessandro taila di
dalla
per
se; e poi
col
duca
nozze di Lucrezia Borgia
le
Ferrara,
di
la
richiese di copio-
sa cacciagione e di animali domestici.
nevano
gli spoleliiii e
tuo vicariato
i
i
Te-
ternani in perpe-
Porcai
castelli di Cesi,
ia,
Macerino, Purzano, Colle delCatnpo,Massanano^ Citerna, Fiorenzola, Scoppi, Foliguano, Rapicciano, Palazzo, Aretio, Cordigliano, iMagliano, Duellariu
Caliiino,
,
Acqua
Sterperò, Appollinaio, Appecano,
Piduuiljo,\
Biacchin,
alle
e altre castella,
luoghi e terre delle Terre Arnolfe: e peril loro dominio gravi
chè nacquero sopra contestazioni tra
gli spoletini e
ternani,
i
ne seguirono sanguinose battaglie, Alessandro VI a rimuovere tanti mali e insieme r estei minio delle due ciltìx, nel i5o2 incamerò delti luoghi e ne concesse il governo a'chierici di camera, meni
tre r
Umbria
era posta a soqquadro da
Cesare Borgia avido
un possente
niarsi
Giulio
di conquiste per for-
stalo.
Nel i5o3 anche
pailecipò a Terni l'assunzione
il
al pa[)alo,indi gli
confermògrindulti, pri-
immunità concesse da'predecessori. Nel 5 I ritornando Giulio II da Bologna in Roma, apprendo dal p. Gallico, vilegi e
1
I
De
iliiierihus Roìiì.
po aver celebratola
Corpus enlrò
chè
i
Pontifìciiin^ che do-
festa e
processionedel
q giugno Terni non senza tumulto, per-
Doììiìni in Spoleto, a'
in
ternani vollero impedire
i
il
passo a-
armata mano, con dispiacePapa che li rimproverò. Indi ve-
che trattarono
si,
il
1
Papa
e tutto
3
segui
il
abbondanza di alimenti e magni Leone X dopo aver significalo a Terni la sua promozione al maggiore dei troni, vi spedì Marc'Anlonio Colonna a Visitar le Rlarmora, per comporre le dilo con
iicenzH.
scordie co'realini.
Monte
Il
cardinal Antonio de!
legalo dell" Umbria nel
i
5
i
/j
con
cesse in perpetuo a'lernani,ehe nel con siglio raccolto
con competente numero
co'voli di 3 delle
gere
il
i-
parti, potessero eleg
4
pretore, riservandone al Papa
la
conferma, e Leone X con breve approvò tale facoltà, e iieli5i6 limitò al podestà lu cognizione di molte cause e ne trasferì giurisdizione al
la
rò
la
comune,
di cui miglio-
condizione, poiché le spese supera-
vano rentrale. Neh 52
morto
i
Papa,i!
il
sa"ro collegio con lettera orlatoria ne die avviso città
al
comune,
e l'esortò co'Iuoghi e
convicine a serbare
fare novità.
la
pace, e di non
Ma per nuove ingiurie de'col-
lescipolani, virilmente e con to vi
si
portarono
piantarono
il
i
gran tumul-
ternani a Collescipoli, e
campo con
piìi pezzi d'ar-
con impeto inconsiderato fecero danni e commisero omicidii; il che saputosi dal sagro collegio, con lettera de' 5 tiglierie, e
dicembre minacciò
i
ternani d'interdetto
multa
e d'altre pene, e della
20,000
di
ducati d'oro, se non desistevano dalla te raeraria aggressione. Mantenendosi tà in lipulazione presso
ma, per
la
i
la cit-
principi di R.0-
sua florida e pronta gioventù
nelle militari imprese, solevano in
correnze ad essa ricorrere,
anco
piìi
oc-
come Coloni
Orsini, corrispon-
gli spoletini
na,
re del
dendoessicol loro patrocinio, benevolen-
stitosi in si
una chiesa, sotto
il
baldacchino
recò alla cattedrale, seguendo
tali al-
i
Savelli, e
gli
za e affezione, reciprocamente aiutandosi,
eziandio con genti d'armi; laonde nel
can-
i522 somministrarono al cardinal Pom-
to.
Itaqiie turhatus ahiit relieta Eccle-
sia
ex multo civium sanguine pollata.
peo Colonna 200 uomini,con esperimentati capitani, come de'Camporeali, Para-
tercazioniche impedivano di udirsi
Nel
d'i
ga per
seguente la
si
pioggia,
in letti-
quale cessala, assun-
disi,
ni,
Avanzi, Simonelti,Leonetti, Giulia-
per difesa de'feudi.
catte-
Adriano VI neh 52 3 confermò la riforma degli statuti, ed capitoli di pace
lodando l'oidiue pacifico de'oarue-
e coufederazioue stipulali colle terre di
se la stola e fece la città e
drale,
portò a N'ami la
il
il
solenne ingresso nel-
quietamente enlrò nella
i
TER
i32
Gemini, Cesi e
s.
TER
Collescipoli,e(l
i
privi-
legi e indulti accordati da' predecessori.
tempo
Collescipoli;! capitoli de'banderari equel-
delle fiere,
li
il
giudizio d'alcune cause
ternano Sertorio Pacifici capitano valoroso e maestro
avanti
il
ficii, la
liberazione di molte tasse ed
campo dell'esercito del duca di Ferrara. Nel 15^4 con multa d'8ooo ducati
lumenti.
In questo
visse
il
di
perdonò a'ternani commessi contro Colle-
d'oro, Cleiuente VII delitti
ed
eccessi
mediante
scipoli,
i
artiglierie
ni, rapine, prigioni e
con uccisio-
demolizioni di case;
perchè mostralo peiitiuienlo aveano imploralo rassolnzione da ogni colpa. Quan-
empiamente sacclici^giala dal rabbioso esercito di Borbone neliSsy, e assediato il Papa in Castel s. Angelo, par-
do
/\owrt fu
te di esso
dere
si
sparse a depredare e ad esten-
sue crudeli iniquità anco nelle
le
tà e luoghi vicini, e
cit-
buon numero piom-
bali su Narui e Terni furiosamente
sac-
le
cheggiarono, coramellendovi deplorabili eccessi.
Occupala
la
suburbana abbazia
Paolo da Piermaria Rossi e da Alessandro Vitelli con 600 uomini, vi furono assalili dal marchese di Saluzzo e da Federico di Bozolo, onde dopo lunga
di
s.
difesa
convenne loro darsi
a discrezione.
Neil 53 1 il giureconsulto Marc'Antonio Simonetta da'Colonna fu preposto al governo de'loro stati. Neh 532 gravi commozioni accaddero in Terni per nimicizie econ omicidiijOndePioma spedi un commissario per ristabilii' la quiete, e punire i
rei
con confìsche ed
ancora serbando di rilegare
i
esilio de'principali,
la città la
giurisdizione
cilladini turbolenti nel IMi-
lanese, in Sicilia e altri luoghi. p. Gallico,
Trovo
nel
che Clemente VII recandosi
a Doltjigna, da Piignano a' ig
i532 pervenne
novembre
a Narui onorevolmente
ricevuto dal cardinal Cesi suo vescovo, indi
pernotlò a Olricoli, ed a'21 fece
lenne itigresso
in
Tei
ni e
dimorò
il
so-
nell'e-
22 per Trevi nel a' 8 marzo 533 entrò in Narni, ubi e um il. Gregorio de Risis fui, et apitd co wansi. V&o\o 111 che gli successe confermò a'ternani grindulli e couvcuzioui tra essi e s. Gemini, Cesi e piscopio, partendo a'
ritorno pas>òa Terni, e
:
1
i
podestà,
la
remissione de'male-
Neh 535, come
leggo nel
emo-
p. Gal-
Paolo Ili recandosi a Perugia, a'5 settembre pranzò a Olricoli e pernotlò a Nai-ni. cìvibus et clero satis honori-
lico,
A
Jlce cxccptus
est. In porta praesentatae fuerunt claves, et in cathedrali, ut moris est.caeremoniae servatae supina P(i'
pam,
episcopuni naniiensis fccit ojjìPapa benedixìtj et cardin. de
ciiun, et
Farnesio indalgenliam publicavit. Cardin. de Caesisfecit apparatum, et surnptian, ut audivi, co tunc absente, sed episcopn tudertino fra tre subministrante. A"6 settembre Papa Interamne ap'
a clero, elpopulo honorifice receptus,et simili ter catliedralem ingressus , et caeremoniae servatae: ego vero Narniam appulij et rum d. Gregorio de Risis exceplus, et bene tractatus. A'y entrò in Spoleto, ri-
pulii, et ibi pernoctavit,
cevuto e onorato dal clero e dal popolo, e nel d\ seguente dopo la messa partì per Foligno: nel ritorno passò per Todi e Amelia, ove fu solennemente ospitato ili." ottobre. Alessandro
dopo
Tomassonida Terni,
essersi distinto
ne' coniballimeuli
control tui chi, fa da Paolo
generale
di
campo contro
III il
fitto
mastro Asca-
ribelle
Colonna, smantellò Paliano e rovinò Rocca di Papa: poi collo stesso carico servì Pier Luigi Farnese duca di
iiio il
forte di
Castro, sotto Ceciliano, e comballè pure gli spagnuomorte gl'impedì di fortificare la avendo contribuito all' erezione
nell'impresa di Siena contro e la
li,
patria
,
della fortezza di Perugia. Fioriva ancora il
letterato Ercole
Baibarasa ternano, e-
gregio traduttore del Convito di Plato-
ne e delle Jnlieìnlà di Roma del Rlarliaaltro recente volgarizzatore òt Com-
ni
:
mentari della guerra d'Africa fu Orazio Nucula. Di più era intimo cameriere e coppiere di Paolo IH Michelangelo Spada, che coD^prato Collescipoli ne fu
TER
TER
da esso crealo conle e signore del costello di Forano: edificò nella patria Teini un
i33
ra di detto duca, per cui
pubblico
il
ri-
palazzo sontuoso ornatoili travertini e di
suo stemma anariooreo con lapide nella facciata del palazzo
nobile architettura. Allorquando Piedi-
de'governatori, e nelle stanze ((nella del-
Miranda, Uocchette e la Sabina in tempo delle fazioni erano guelfe, nemiche di Terni guastarono il bellissimo ponte del Sesto sulla ÌS'era estinte
lo zio
luco, Perticara,
;
poi
le
fazioni e divenuti alcuni di
tali
luo-
ghi signorie de' ternani, questi rifabbi
carono
l'edifizio così
comodo
i-
e con nota-
conoscente pose
il
Papa. Neil 558 venne etlificato il nuovo ac(|uedollo Cervino, e sul colle di
Malta una specie offendere. Pio
guardia de'
di torre a
confini di Piediluco, cui
IV
si
.Muro
fece vescovo di
Filesio Cittadini di Terni; e
missario apostolico
il
noa
protestò
deputò com-
prelato Castagna,
Urbano VII, a terminar lunghi con-
bile spesa, facilitando l'opera Giulio III
poi
colla concessione delle paludi sgravate al-
ed AppeoaAcqua Palomba, ed in 3 mesi tutto accomodò con soddisfazione comune. Nel i56i la città fu onorata, perchè Angelo Cesi e il marchese Cil)0 di Massa e Car-
Marraora delle actpie; e contribuì con denaro al lifacimento della tvibima della cattedrale: domandando il Papa 3oo fanle
subito fu ubbidito. Egli fece vescovo
ti,
Galeazzo Rossi da Terni, ove nella
d'Asisi
i
trasti pe'confiiii tra la città,
no
e
rara, domandarono
aggregati
d' essere
simile
caltedralecominciò laca[^pella gentilizia,
alla
poi ornata di bellissimi quadri dal Ser-
con alcuni degli Orsini. Nelle guerre d'A-
inoneta. Nata discordia tra Piediluco e Labro, guarentì Terni la pace tra loro conclusa, il quale inoltre perdonò a Papigno le insubordinazioni commesse. Avendo i ternani piestatoal principe d'Orange alcune artiglierie col proprio stem-
ma
per l'espugnazione di Spello (ciò va
inteso
1
modo che
al
ticolo),
e
dichiarai in quell'ar-
non avendole ricuperate, nel
553 ordinarono che
all' esistenti si
get-
tassero nella propria fornace(dimque già esisteva
un
cannoni
a difesa della patria. JN'on
i
opificio di fusione) 8 pezzi di
ternani protettore,
avendo
elessero nel
si
i
557
Paolo IV, ma nella guerra che questi sostenne contro Colonna, per essi difese Paliano il capitano Gio. Giorgio Perotti da Terni; pre-
Antonio Caraffa nipote
di
i
sa
la
fortezza da'ponlificii,
rò duca di Paliano
l'altro
ni generale di s. Chiesa,
il
Papa
dichia-
nipote Giovan-
ch'ebbe a intimo
uditore di quello stato esoldatesche
nano Domizio Gubernari,
il
ter-
esercitalo in
vari governi de'doiniiui ecclesiastici. Nella
guerra della
tro si
i
Colonna e
a Sicilia,
Campagna gli
di
Iloma, con-
spagnuoli, che descris-
gli alleati
francesi nel
pas-
saggio di Terni Io rispettarono a preiuu-
sua nobiltà: più tardi fece
i'ìg?ione
conilo
stinse
colonnello Lue' .Antonio
il
il
ugonotti,
gli eretici
si
di-
Tomas-
soni ternano, che inoltre fu con altri ter-
nani inviato alla difesa dell'isola di Malla
da Pio IV; questi dichiarò suo came-
riere segreto
nano, si.
il
conte Ranieri, altro ter-
vescovo di Alife Angelo Fios-
e fece
Cresciuto di
numero
gistrato de'banderari, sopraffatti,
il
e di potere i
il
ma-
nobili vedendosi
malcontento produsse de-
solanti avvenimenti, gare e civili discordie.
sero
Queste rinnovandosi i
Papa,
banderari e il
nel
562, ricorclamore al
i
nobili con
quale limitò lautorità de'primi.
Perciò alterati I
i
i
banderari,
564 con trama numerosa
nell' si
agosto
proposero
4) imcompiere il crudele estermitiio. I nobili provocaiono la venuta di Monte Valenti da Trevi commissario apostolico, che fatto processo, proi-
distruggere
i
nobili e ne uccisero
pedendosi loro
1
di
bì ne'magistrati la distinzione tra nobili
e popolani, e togliendo
il
capo priore o
gonfaloniere, stabilì una precedenza d'alternativa, ed estinse affatto officio
de'banderari;
de'pacifici,
il
stabilì
abrogando quello
pernicioso il
consiglio
di
creden-
za, che poi soggiacque a variazioni; rista-
puLblica quiete. Aveiulo però
la
to l'entrate,
tegrala da
T^rnl ne fu nel 567 reinPio V, pagando alla came-
3ooo
guerra de'lurchi
sommiuistiò milio Monti:
scudi d' oro
vinti a
fanti.
successore militò
I
tol-
i
s.
ra apostòlica
ui
TER
TER
i34 l)ilì
per
:
la
Lepanto, Terni
Sotto questo Papa e colonnello Paolo
il
altri
il
E-
prodi capitani lerna-
lurecardinal Orsini, pel processo fallo on-
punir
ile liti
i
sollevazione, furono ristabi-
la
termini, assolti dalla scomunica e al-
lacon)posizioned'8ooo scu-
tre pene, per di
d'oro
suddetto Monte Va-
fatta dal
linti allora
governatore di
Roma, lascian-
dosi alle parti danneggiate
azione de*
1'
furono Gisberto, Marcello e Luigi Pa-
compensi. Gregorio XllI a rirauoveredei
Accursio, Lazzaro e Traiano Si-
lutto le dispule tra'uarnesi e ternani sui
adisi,
monelli, Sebastiano Angeloni e Calilio Cittadini lio
Terni. Per interposizione del piolèl-
(Il
:
loro concittadini furono
Mu-
giureconsulto e magistrato nell'Um-
bria,
Marca
boni cbe
e
Piomagna,
e Giulio Giaco-
commentò Fontejo, De prisca
Catòiorit/ngcìilcs. Nel
1
56\i pregataTer-
uomini di Ferenlillo di non ofiendere la comunità e gli uomini di Spoleto, prontamente per l'antica amicizia Io promise. Die poi splendido alloggio nel palazzo priorale a Ottavio duca di Parma, e nel seguente anno alla sua moglie Marglierita d'Austria e al cardinal Farnese, convitandoli magnificamente nel palazzo apostolico. Il passaggio per Terni dagli
ni di
grandi personaggi e de'Papi in ogni
sempre il comune usò decorose ospitalità, deputando uo bel nu-
tempo avvenne,
mero nori.
e
di distinti cittadini a fare
Vertendo
liti
di confini fra
i
suoi o-
Terni e
Narni, la causa fu commessa al cardinal Boncompagno, che divenuto Gregorio XllI promulgò la sua sentenza; ma nella piecedenle sede vacante, non contenti i
Formello da' Pio V, ammutina-
confini, vi li
di
ta
comunale con
vertenze tra
la
e ileijefraudi,
apri nel palazzo del gover-
carceri, e prese le artiglierie
recò furiosamente a Papigno di fresco Ixllalosi al
conmne,
e con
tiri
di
si
ri-
bom-
e
primo; e comniisea mg.'Ghislieri
ter-
fisco
il
Modio o Moggio, con
ste! di
ne recipioca. Sisto
V
ebbe
dide-
la
renza de'confini fra Terni, Rieti e
padre comprò
il
ca-
il
soddisfazioa cameriere
segreto Gabriele Castelli da Terni, castello di Polino,
il
cui
ed
i
Gaudio fu vescovo di Montepeloso e Raimondo governò la Sabina: Paolo V dichiarò questa famiglia conti di Me-
llolelli
lace castello diruto, e
marchesi della Rocillustri furono Ot-
ca o Caslelforle. Altri
taviano Capozi letterato e musico, e Otta
vianoMari ni letterato e magistrato. Per guerra d'Ungheria contro turchi, vi recarono varie compagnie di fanti, con i
capitani e ufliziali, tulli valorosi ternani,
nominatamente e
coadiutore del vescovo
città,
comune
pene de' raalefizi aggiudicandolea favore del
nata in
le
Nusco Per-
sulla devoluzione delle
fece
natore
fu eret-
con suoi brevi
Fileis ternano; e le
gli
iscrizione, con-
elesse vescovo di
Miranda, Rocca, s. Morigliano e Papigno, con impeto armala mano distrusse termini, bruciando molte case rurali e capanne. Tori
Pinel-
cittadinanza alla sua fami-
la
Papa
Il
so de minò
si
magistrali, unita alle genti di
Domenico
questione, e per gra-
la
marmo
l'arme di
glia.
giudici deputati da
plebe, e sorda alle persuasioni de'
Terni terminò
cedendosi
la
tasi la
rag."^
titudine nel palazzo
lernaiii de'lermini posti a s.
deputò
poi cardinale, che con decreto a favore
celebrandoli bellicosi
colle loro particolarità e prodi azioni l'An-
aggiunge che ClemenleVl II Luc'Anlonio Gigli vescovo di Pafo e
geloni: questi
comia lanei.
i
d' Alatri,
ed en-
seguenti concittadini contempo-
Giovanni Cittadini celebre giuresunnominato vescoMuro Gio. Francesco Ferentilli
consulto, fratello del
barde e di archibugi, e l'incendio d'alcune case, costrinse magistrati colle chia-
dolio giurisperito e uditore del catner-
vi del castello a
leugato,
i
giurar fedeltà
a' priori
vo
di
;
il
cui fratello Agostino divenne
TER
TER
vescovo diConversaiiojBruuoroSciaman-
vescovo
iia
(jiia-le
tio,
Caserta, degni nipoti del
di
furono
il
dotto iu legge Ferdinan-
e Gio. Carlo;
i
conti
signore di V'acone, e
il
Gaspare Spada
fratello Silvestro
prode milite; Innocenzo Ciamborlani conimissario della camera e segretario apostolico, oltre altri gelosi incarichi, ed il suo nipote Giuseppe illustre capitano, Narra Novaes, che ad impedire all' acque delle Marmore, introdotte nel Tel'c/e.che non potessero cagionare a'romadì ulteriori grandi inondazioni, Clemente VJII fece dal cav. Fontana tra Rieti eTerni alzare sulla cava della per lui Clemenlina,
un ponte d'un
6 palmi
solo arco impostato
fondo della cava, e che lasciando circa 1000 palmi quadrati di Iuce,non piìipermetlessechenelle più grandi escrescenze vi passasse maggior quantità
sul
d'acqua. Questo lavoro fu poi termi-
oalo a'23 ollobreiGoicolla spesa di scudi
71,560. Le
tasse
ternaoiesu'reatini
imposte a
tal fine sui
ammontaronoa scudi
pera:
compita
si fece precedere dalla Eucaristia, della quale avea cura il
Sagrista del Papa,
4 aprile
il
p.
Gallico narra
tale prelato la
posò nella
cattedrale di Narni, colle consuete solco-
quindi a'iSil praticato a Terni, ed
16 a Spoleto. In questo giorno ClemenVili giunse a Terni, accolto con in-
mentina, e ritornato in Terni vi riposò pure la notte de' 7, riprendendo il viagi
gionellaseguente mattma.Perrannosan-
1600 che celebrò, 7 confraternite di Temisi recarono in Roma a lucrarne l'inlo
dulgenze, lasciando nella basilica Latern-
nense
lo
stendardino
ormesino rosso,
d'
Valentino, Proculoe Anastasio pro-
co'ss.
lettori dipinti,
insieme
slemma della città;
fraternità del Suffragio di la
da quella del Suilragio
nò d'una croce d'argento l'Angeloni
dare
portò
si
con-
Lucia, assisti-
di
Roma, cui doTermina
astata.
pio del secolo
ternani
XVII
;
princi-
fioriti nel
sono: Alessio
essi
vescovo d' Isernia
Alessio
;
Riccardi uditore di cardinali; Tarquinio
contedi Varolengo;VincenzoFilerna prelato, e
Giuseppe Spada professore
1
782
recandosi Pio
VI
Viemia,
in
breve trattenimento nel palazzo del
fatto
marchese Canali,
e ivi
ammessa
del piede la nobiltà, prosegui
il
viaggio
per Spoleto. Nel ritorno e reduce da
cambiavano
vo
Papa. La città era lulla ornata di vaii drappi e verdure, nulla risparmiandosi
indi
pubblico giù-
bacio
al
ciltàaglii igiugno,giunto in Terni,
roglifici e iscrizioni celebranti le virtù del
il
ha
a'28 febbraio daNarni passò a Terni, ove
ronoalla carrozza ad ossequiarlo
Dimorò
si
dal Diario del viaggio d\ mg.*^ Dini, che
tre
di spese per dimostrare
di giu-
risprudenza nell'università romana. Nel
dicibileallegrezza dal di votissimo popolo,
co, assai
la
s.
sua bella storia, con ricor-
la
gl'illustri
Gemmaoddi
Tiio o Drago
al
dipoi vi
essendosi innalzati archi trionfali con gè-
bilo.
lunga
la
Carbonari criminalista e prelato governatore; Sallustio Pecoli vescovo di Venosa; Lodovico Canale marchese d'Altavilla e
presenza. Siccome
te
in cui di recente erasi
e profonda fossa dal suo notne della Cle-
coll'o-
nella Nera,
possesso onorò nel passaggio Terni di sua
a'
mente nel palazzo Spada e in altri palaz Papa volle recarsi alla gran caduta,
zi. Il
meglio mg.' Carrara
I
nità;
prelati, principi e altri signori niagnilica
Pecoli dotto legista; Vincenzo Scacchi a-
I
AvendoClemente Vili ricuperato il diretdominio del ducato di Ferrara alla s. side, nel 598 recandovisi a prenderne
1
35
cardmuli,
culo investigatore della natura; Mesenzio
ragguaglio di
La Caduta dei Iclino
cornea'
i
opera-
il
lo
s>.
1
sue uimi; ed
6 12 pub-
Roma
zioni, e dipoi
le
tali
75,f)3o. Giovanni Piccioni nel blicò io
furono poste
si
,
il
si
triste
i
magistrato e
cavalli,
la
si
tal
meu-
presentail
vesco-
primaria nobiltà.
trasferì a pernottare
in Narni.
Le
vicende che nel terminare del seco
loXVIII
afflissero lo slato
papalee l'Um-
nel palazzo dello apostoli-
bria, furono contuuia Narni e Terni. Nel
deceulcmenlc addobbato, ove poi
diccmbitìiyyS una colonna diiooo frau-
TER
TER
i36
comanJnla dal generale Lemoine presso Terni e Papigno sbaragliò e pose in luga6,6oo napoletani, compresi 600 ca-
dimora che voleva fare
che niinacciavaiio Roma. Eletto nel 1800 Pio VII in Venezia, da Spoleto .' luglio pei" Terni recossi a Naroi. Alil Jorchè poi tornò neli8o5 da Parigi, riferisce il n.° 4o del Diario di Roma, che ad ore 2 ide'i4 maggio pervenuto a Ter-
anelando veder da vicino l'ottimo monarca, il padre munificentissimo de' suoi sudditi, ad
cesi
,
valieri
I
ni, fu
ricevuto dal vescovo e dal magistra-
to, e dal
popolo accorso sulla piazza della
si
destò
Terni
in
Papa,
il
più vivo entusiasmo d'esultan-
il
za e di gioia nell'animo di tutti
i
ternani
d' ogni ceto e condizione; tulli
esso mostrarsi e palesare in tutti possibili
ne e
di
sinceri sensi di di vota
i
modi
rammenmemo-
verace attaccamento;
tandosi a vicenda
i
sommissio-
praticato nel
il
rabile e felice ritorno ne'suoi dominii di
cattedrale, ove smontò, e ricevuta la be-
Pio VII, e ciò che
nedizione col ss. Sagramentosi portò
altresimiliavventurosecircostanze.il pen-
all'e-
i
loro padri fecero in
uno era quello
dopo aver preso una liuìoiiata, adammessoal bacio del piede il vescovo, il
siero di
cleroediveisedanip, «iella loggia preparata die l'oposlolica benedizione al popo-
arrivo del Papa, incoraggiandone lo zelo
piscopio, e
accuaipagiiala dallo sparo de'mortari,
lo,
e dal suono delle
campane
militare, ciò che seguì 7.a
e della
pure
banda
nella parlen-
per Narni ove pernottò. Poscia col bre-
ve Expoiii nohis. de* 4 settembre 1807, Bull. Roin. coìit. 1. 13, p. 208, ad istanza de' priori e magistrato riformò il tri-
bunale della
città di
disposizioni. Nel
Terni con dettagliate
1809
gl'imperiali fran-
di tutti, di soien-
nizzare con nobile e bella gara
il
bramato
l'attivissima e sagace magistratura che
propose
modi,
i
lu;
distribuì le
ne
incomben-
ze a scelte deputazioni, essendone insie-
me sprorje
ed eseippio, senza sgomentarsi chela venuta si anticipò di 1 o giorni dalla prestabilita. Prioia che giungesse Gregorio
XVI
tura
a Civita Castellana, la magistra-
ivi gl'invio in
deputazione conti Vini
cenzo Rustici e Giuseppe Castelli, ed altra ne diresse il vescovo e capitolo, com-
compita l'occupazione del lo stato ponliflcio, anche Temi soggiacque al governo loro, e cessando nel i8i4 livide Pio
posta del priore d. Roberto de'roarchesi
tornare dalla sua gloriosa prigionia a'22 maggio, alloggiando nel palazzo de*
complimentarlo
cesi
"N'il
Cittadini e di d. Francesco Setacci cano-
nico teologale e pro-vicario generale, per al
suo arrivo,e furono
ri-
cevute con ogni amorevolezza e qualean-
conti Gazzoli, rallegrata la città con so-
ticipata dimostrazione ossequiosa de'ter-
lenni e giulive dimostrazioni. Nel seguen-
nani. Alle ore
te lunedì ripreso
il
viaggio per Naroi,
si
fermò a dormite in Ne|)i. Nel trionfde viaggio che Gregorio XVI intraprese nel 1
84
'
,
Narrazione
come
si
I
1
del martedì
l'avvicinarsi del Pontefice proveniente
NaruijOnde
la
magistratura
il cav. Gio. Battista Brunetti governatore distrettuale, e tutte le altre
,
e nella
e 2 .settembre
1
84 ^per •
di Spoleto,
autorità a
porta
civili e
Romana
militari, l'incontrarono fra le incessanti accla-
arrivo e benigna dimora in quella cillà diruta, della Santità di JV. S.
mazioni dell'immensa popolazione.
Pajìa Cm regorioXyifelicemente regnan/(', Terni tipografia Possenti. Di questa ve-
sentò al Papa
ridica, etlificante, alìistluosa, eloqucntere-
menti
ilfausto
lozione darò
un breve
estratto.
fu uuuiiu2Ìulu ulta città
11
da
in toga, mg."^
Salvatore Paccinelli delegalo apostolico
del cav. Sabalucci
agosto^
6 pomeridiane
sparo de'mortari annunciò
di-
Relazione delle feste celebrate in Terni il 3
Io
legge nella
Terni ancora magniiìcamentesi
stinse a festeggiarlo,
3i agosto
Appena
passaggio e
la
te
Giovanni
le
ti;
tal
tu di
conpre-
chiavi della città, e con
esse le congratulazioni e di
Il
JMaiiassei gonfaloniere
i
sinceri senti-
venerazionede'suoi amministra-
oifertaiu accettata con vivotraspor^^ gradimento e tenerezza. Altura un
È '
TER
TER
volonlario drappello della generosa gio-
Simo soprintendente direttore generale delle poste, come avea fallo col vescovo,
veiilù ternana,
composto
di palrizi e rag-
guardevoli cittadini, con leiteratepreghiere ottenne di staccare tificia carrozza, e
suli
fermali
cordoni di seta,
pon-
cavalli della
i
al
limone
intes-
la trasse fìrjo alla cat-
cede l'onore d'apri re rozza e di sostenere vi.
i3,
lo spot lello della
il
car-
Papa nel discender-
convento per l'operosa intelligenza
Il
del magistrato e della zelante de[)utazio-
cui vasta piazza era stipala di
ne avea cambiato d'aspetto, e reso degna
popolo plaudente. Facevano nobil corona al Papa, la magistratura e le nominale
abitazione di tanto ospite, e di sua corte
tedrale,
la
autorità,
le
due numerose bande
nnililari
della città con ricco ed elegante unifor-
me, e la guarnigione de'cncciatori. Commovente fu il complesso della pubblica divozione e allegrezza, imponente spettacolo che penetrò il paternoanimo di Gregorio XV 1 e di tulio il suo corteggio. Mg-' Mazzoni vescovo di Terni aprì lo sportello della carrozza, donde disceso il Papa fu ricevuto da lutto capitolo e da tutto il clero, ed accollo sotto ricco baldacil
chino retto da'canoiiici, entrò nella cattedrale, tra l'armonia di scelte e
rose voci, del canto:
gnus.
11
nume-
Ecce Sticerclos Mii-
capitolo non avea risparmiato cu-
inclusivamente
vano il maschi
alle
guardie nobili: ornafini
da-
vi si
for-
appartamento
pontificio
e bellissime mobilie, e
mò ancora un'elegante cappella per la privata celebrazione della messa, che
pa eseguì due volte.
Ad
il
Pa-
onta dell'angu-
stia del
tempo, ecco come venne abbellita
la città
per celebrare l'avvenimeulo. Pres-
so
la
file
Roma
porla
sorgeva un arco trion-
ornato con colonne
e piedistalli d'or-
dine dorico di eccellente disegno, e nel
mezzo
dei grand'arco innalzavasi
un
at-
unoalle altre nella Relazione) dichiarante le pontico
con iscrizione (diesi legge
tificie virtù,
fisti del
i
in
ponlilìcalo e l'esul-
tanza di Terni. Lateralmente eranvi le sta-
ra e 'Spesa in decorosamente addobbare
tue della Giustizia e della Carità co' loro
maesto-
motti: dalla parte opposta altra iscrizione
e illuminare eoa isplendidezza so tempio, ove già trovavasi JMattei che avea
Venerato esposto,
il
il
la
il il
cardinal
direzione del viaggio.
ss. Sagramenlo solennemente Papa ne ricevè la benedizione
da mg.' Caroli vescovo
di Rieti. Indi a-
felicitava la
con
ta
naggi
il
popolo, che poi rinnovò
suo conlento con fragorose e ripetute
acclamazioui. Rientralo
il
Papa
nelle stan-
ze episcopali, dati amorevoli amplessi al
vigilantissimo pastore, ricevè cordialmente gli
omaggi
del clero e del magistrato,
e dichiarò a lutti
il
lieto
suo gradimento
Gregorio XVI. la
Da
lunghezza della
poi taSpolet ina, era superba mente decora-
sò in una magnifica tribuna a benedire afil
di
via Nazionale, che per circa uu miglio si estende nell'interno della città, sino alla
sceso nel contiguo palazzo episcopale, pas-
fettuosamente
venuta
questo punto per tutta
ro, e
serici
drappi,di bianchi
a vari colori, guerniti
frammezzati da
tli
festoni e
lini, di corti-
galloni d'o-
guide di ver-
de bosso, da quadri, specchi e altri simili ornamenti a foggia d'elegante galleria. Così magnificamente era addobbato l'altro tronco di deviazione, detto dell'Arringo,
quale partendo dallaXazionale
in retta li-
nea conduceaila cattedrale. A questo dava
un 2.°arco
da
per tante solenni e sincere dimostrazioni.
ingresso
Disceso dall'episcopio e rimontalo
doppio ordine
di
cammino per nala d'ambo
entro questa 2. 'galleria, or-
in car-
rozza, l'encomialo drappello lo condusse al
convento
di
s.
Pietro degli agostiniani
deslinato per sua dimora, tra
i
festivi
ev-
viva della moltitudine. Quivi Irovossi a
i
di trionfo, sorretto
colonne. Progredendosi
lati
da quadri esprimenti
il
i
XII Apostoli e da altri di sagro soggetto, si giungeva ad altro magnifico arco d'or-
riceverlo la famiglia religiosa agostiniana
dine corintio con sovra[)posta b;tlaiistia
cU
con iscriziuae
il
goafalooiere, a cui
il
principe iM£»s-
in
mezzo dichiarante
la vi>
1
TER
TER
38
sita del
Papa
rare
B. Vergine. Nell'opposto lato co-
la
me scolpila
nella cattedrale per vene-
marmo,
eravi una preghiemetro alcaico. Nella gran piazza della cattedrale sorgevano ben addobbate palcatLMe,ov'era il luogo per le due bande militari e pe'ciltadiui. L'ampia tribuna costruita sul gran portico del tempio, donde il Papa compartì la benedizione, veniva sormontata da mae-
ra alla
ss.
in
Vergine
in
stoso padiglione a foggia di trono tutto co-
perto ta
(li
candido e prezioso drappo di sein argento e oro
ricamato riccamente
La
scienze.
piazza di
nata con eleganza,
l'ielroera pure or-
s. il
chiostro degli ago-
stiniani convertito in
vago giardino, sor-
gendo ti
un obelisco, che ne'4
nel centro
l'augusto ospite;
i
quali erano ripetuti in
altra lapide dipinta nel
fondo del porti-
cato di prospetto all'ingresso, dichiarante
eziandio
la leliziadegli agostiniani per l'onore ricevuto dal convento loro, già abitato da Nicolò V e Pio II. Progredendosi
lungo
la via
letina,
egualmente addobbata come
Nazionale verso
la
porta Spo-
dì squisito disegno. Nella balaustra del pa-
scritto tratto, nel sinistro lato della
rapetto era l'iscrizione analoga del vesco-
zetta gli abitanti della
vo
Tornando
e del capitolo.
alla via
Cor-
riera, e giunti alla piccola piazza dell'an-
comechè
fiteatro Gazzoli, questa
di for-
ma
quadra, venne convertila in semicircolare prospettiva con paratura di damaschi:
in
fondo
elevava un tempietto
si
colla statua semicolossale di 1, in
atto d'ascoltare
foima
di
il
s.
Gregorio
divino Spirito in
colomba, con epigrafe
Papa
distallo alludente al
sid pie-
che
successore,
le
dimostrazioni di gioia,
to di
cosa grata
f<ìv
al
il
magistrato cer-
sidi! a'
poveri e 5 doli a fanciulle di tal
classe.
Le due
notti tutta
brillò di luminaiie,
anche
quanta
La
giorno, abbellita dalla facciala di
tusiasmo per ornarla
Le
in
il
smgolar modo.
porte de'moltissimi fondachi
jiitijde'grandi e
loro en-
comodi alberghi,
ivi
riu-
del
ma-
gnifico palazzo del governo,e di altri edifì-
zi,come pure gli andrii e «lesimi,
erano adorni
corlinaggijdi vasi di tri
apparati, per
za seuìbrava
la
la
le finestre
de'me-
di preziosi e variati
(ìorij di
quadri e d'al-
cui varietà ed elegan-
am-
piazza trasformala in
pia sala del piìi brillante spettacolo,
pata dalla moltitudine di ti.
Nel suo centro
si
lieti
sti-
riguardan-
elevava sontuoso o-
in bell'ordine disposte.
della cattedrale, dell'altissimo
narono anche in giardini,
arcodi trionfo presso
il
liceo l'eresserogl'i-
stitutori e scolaresca del
pra
il
miava
di cui il
Altro
medesimo,
so-
cornicione l'iscrizione enco-
Papa prolellore
dell'ari! e delle
campanile
gli atrii
interni convertiti
come particolarmente
fecero
Luigi Manni, con incantevole effetto; e
Paolo Pierfelici con elegante disegno enei si scorge il lontano monte Miranda che fece risplendere da fuochi, inol-
cui fondo
tre abbellito
da busti, da prospettive di-
pinte e da fonte d'acqua zampillante. Nelle sere le
corso
bande
la città,
piazza di
pali stanze,
XVI.
Gio.
e dell'episcopio. Taluni cittadini illumi-
la
epigrafi d'elogio a Gregorio
s.
Decollato; rimarchevole fu pure quella
palmi, leggendosi ne'4
del piedistallo
piazza
grande sembrò una galleria illuminata a
belisco dipioto a granito egiziano altoioo lati
la città
di torcie, a di-
nani proprietari de'fondachi e de'fabbri-
spiegarono lutto
de-
Papa, distribuì sus-
segno e
cati circostanti
i!
Piaz-
contrada formarono altro grazioso giardino, con fonte d' acqua zampillante nel centro. Superiormente air arco, che dava accesso al medesimo, era vi un epigramma dettato dalla divozione del popolo ternano. Fra
ne portava il nomee imitava le virtù. Nelterla piazza grande centrale delia città, i
^^'
della base avea epigrafi con encoraii al
s.
dopo avere pergran palco costruito nel
militari,
sul
Pietro, di prospeltoalle pa-
eseguirono egregianieote
scel-
tissimi pezzi di musica. Nel dì seguente i.°
settembre ill^apa
si
ricondusse a piedi alla
cattedrale con tutta la corte in
uno
a've-
scovi d'Amelia, Rieti, Narni eTodi,ed a'delegati di
Spoleto e di Rieti, per venerare
la
TER
TER
1
39
iliGesìi
preparalo nel mezzo della vasta e bella
disio, incontrato dal vescovo e dal capitoe con essa poi bened'i ralTollalo popolo.
col cardinal Mattei e la corte nell'episco-
reliquia del
Sangue preziosissimo
lo,
Pertanto recatosi
])asseggiata pubblica.
Annunziata, rivolgendo a tulle parole di religiosa pielà,e confortando a pazienza le
ni
ammise al bacio del piede con patermodi la magistratura, la nobiltà e va-
rie
danìe, quindi intervenne allo spetta-
infermeda cui
colo notturno,durante
il
ne
vescovo
Indi passò a visitare
si
le
della
ss.
recò. Restituendosi a pie-
di alla sua residenza,
Nazionale, fra
la via
monache
mentre passava per
le
continue acclama-
zioni della moltitudine, nell'osservare gli
ornamenti posti per festeggiarlo, con benigne dimostrazioni di gradimento, in vedere il suo ritratto ornato di lumi, chia-
|)io,
in grati colloqui col
zoni, e col conte
quale s'interlearag."^
Maz-
Manasse! gonfaloniere,
commosso da'rinnovati contrassegni d'amore e di gioia della moltitudine concorsa a festeggiarlo,
na
ed
a
godere
la
macchi-
manifestazione d' affetto, lo fece regala-
ed il ripetuto chiarore delie fiamme dette Bengal, che su di essa produceva un magico effetto. Nel ritorno al
re d'una corona benedetta. Seguitando a
convento,
godersi l'ingegnoso artillcio della varietà
di piacere la
malo
a se Francesco Rossi autore di tale
degli addobbi,
si
fermò innanzi
da esso trasformato
l'ierfelici
l'atrio del in
fiorito
giardino, lodandoli genio e l'amorevolezza dell'inventore,. ed
niogliee
tìgli
ammettendolo
colla
affabilmentealbaciodel pie-
de. 11 Pierfelici celebrò tanta distinzione
con riconoscente e bella iscrizione
e
sonetto d'aurei versi del celebre cav. gelo Maria Ricci di
Rieti, e
Papa scritti da elegante na
riginali
parte dell'iscrizione:
sino
al
umiliò
al
Leggo ne' due oal Papa questa
E l'adorato Prinil loco,
con-
alla
vista di fiori
farmacia, e
agrumi
al
monastero
di
primarie famiglie
udienza varie depu-
tazioni ecclesiastiche e civili, tanto della vicini, accogliendo tut-
con segnalata bontà.
ordi-
popolo
af-
Ad istanza del ma-
s.
Teresa delle carmelis. Procolo
delle Clarisse, ov'eransi riunite le convit-
del Bambin Gesti, e le povere orfane del conservatorio Pio. In ambo luoghi si trattenne con soavi maniere di pa-
trici
i
dre ascoltando tutte
confjrtando
alla
le religiose, e tulle
perfezione
:
le
ammise
bacio del piede, e con esse mol-
matrone
che de'iu'oghi
il
tane scalze, e poi a quello di
tissime
di
lutti gii
rozza alla Piazzetta, ov'era atteso dal ve-
furono ammessi col cardi-
Papa onorò
piena soddisfazio-
ribenedicendo
al
altri delle
la
lennemente dimostrata da
quindi
patrizie della città. Nelle ore pomeridia-
ti
ancora una volta
nedell'attaccamento e divozione tanto so-
fondo della gradinata. Alla nobile lodati prelati, la magistratura di
città,
se
scovo e dal capitolo, co' quali sotto bal-
Mannl aderente
Terni, e vari
nuovamen-
dacchino sostenuto da 6 sacerdoti, passò
di corte
il
perla partenza, ricevuta
te all'udienza la magistratura, le espres-
fjllato sulla piazza; indisi diresse in car-
nale
ne
bilita
An-
mensa i
splendoredel-
candida seta
T ide, FI' sacro
che rendea bella
lo
luminarie. Nella mattina seguente sta-
ni della città,
forto, benedisse. Indi il Papa contemplò pure con particolare soddisfazione l'atrio della casa
profusione e
con
esemplari donati
cipe, ì enne,
Papa osservò con aumento
il
e magistrale pen-
calligrafa, e impressi in
dal tipografo Possenti.
li
le
artificiale
e donzelle ternane. Riab-
bracciato l'ottimo vescovo, con cortesis-
sime parole e benedizioni, lui,
si
licenziò
da
dal capitolo, dal magistrato e dal po-
polo dispiacente della breve di mora, e per
porla Spoletina gli
evviva,
si
diresse a Spoleto, tra
le felicitazioni e
i
prosperi au-
guri! di tutti. Innanzi la partenza
gistrato e del vescovo, accettò di vedere
mezzo
da una loggia dell'episcopio, coperta con
gli affari di
magnifico padiglione, un fuoco artificiale
la
il
Papa a
del cardinal IMattei segretario per
slato interni, fecedccoraredel-
commenda
di
s,
Gregorio
I
Magno
il
TER
i4o
TER
gonfaloniere, e clonare di medaglie d'ar-
genio colla sua il
effigie gli altri
componenti
magistrato, non che que'patrizi e cit-
tadini che egregiamente aveaoo disimpegnato l'incarico delle diverse deputazioni alla
decorazione della città e ad altre in-
combenze. Inoltre il Papa regalò molte al-
riera, e
aderente alla passeggiata chiama-
la delle Mura, la quale da vari anni si va operosamenle riducendo ad un pubblico e molto elegante giardino. Nel iGSy pubblicò in R.oma Giacomo Lauro, Historia e pianta, di Terni. Avverte il Ranghiasci che fu messa nell'indice de'libri proi-
Egualmente
Roma
1646 fu
tre persone ch'eransi distinte nel tribu-
biti.
targli divozione, e lasciò caritatevoli sus-
stampata V Historia di Terni descritta da Francesco Angeloni et dedicata all' Eni. e Rcv. cardinale Giulio Mazariìii. Ranghiasci ripete l'elogio che ne fece Mazziichelli, ma dice non aver potuto
sidii alla classe
indigente,dispensando pu-
re diverse grazie e favori. Sebbene pel
concorso de'forastieri cata
la
si
era quasi
popolazione, nulla
mancò
modità etutfo procede con ordine zo all'universale esultanza. i
Non
tripli-
alle coin
mez-
contenti
trovare l'edizione di
menta le col nome e ne commisero
di
il
monu-
Porla Gregoriana,
disegno e l'architettu-
re al valente cav. Luigi Folciti.
A
faleef
Diario di Roma del j84>, pubblicarono le condizioni per eseguirla in anni 6 con a|)palto, oilrendo scudi 90 5 compreso 1* equivalente del materiale di proprietà del comune, da im-
G6
fello nel n.°
del
I
piegarsi nell'edificio quale
memoria
d'o-
La
quelli che s. Pietro inviò a promulgarla da Roma, non meno nelle vicine che nelle lontane regioni, dilatamento che curarono con zelo anco suoi successori. Certo è che s. Pietro mandò nell'Umbria il suo discepolo s. Drizio e ne divenne l'ai
postolo, e
sagrò
."vescovo di Spoleto,
I
l'Umbria, Sia per
gno, che quando
vescovo mg."^ Tizzani celebrò l'esequie
solenni, con decorosi
epigrafi celebranti
dre.
11
le
addobbi
di lutto,
ed
virtù del perduto pa-
municipio, a di cui spese fu
l'o-
pera, volle pure che flebili musicali concenti rendessero più lugubre e
\enle
nero le
la
ceremonia,
alla
comrao-
quale interven-
col clero secolare e regolare
tutte
autorità, con afiluenza d' ogni classe
de' cittadini, poiché tutti addolorati per la perdita
dell'augusto Gerarca, prega-
rono requie
a
quell'anima che fu modello
in terra di grandiesingolari virtù.
Quan-
Gregoriana essa dovea sorgere ov'è attuai meate quella che conduto alla porla
ce a
Roma
e perciò della
Romana; ma
poi fu risoluto d'ivi erigere iuveccuaaCar-
per
la
vicinanza a Uonia,
docilità degli abitanti,
la
con-
'\uà\
per diverse città del-
altri vescovi
dell 84(^3 che a sutFragarne l'anima sa-
il
pretesa
1
salutifera fede cristiana, l'Angelo-
sia
gloria de'giusti, nella cattedrale
Roma 685
crede dilfusa in Terni da alcuno di
ni la
nore e di divozione al Pontefice. Avvenuta la sua pianta morte, riferisce il Supplemento del n." 49 ^^^ Diario di Roma lila alla
nel
dall'Haym.
ternani di tante belle dimostrazioni, de-
cretarono di costrtiire una porta
in
si
Tuole
che il seme dell evangelo gettato in Terni da alcuni santi uomini fecondò a se-
no vescovo sua chiesa
d'
in
s. Peregrino o PellegriAuxerre, recandosi dalla
Roma
sando por Terni
fu
verso l'annoi 38, paspregato da alcuni cri-
stiani di feimarsi a predicare la dottrina
di
Gesù
Cristo, per accrescere
il
nume-
ro de' fedeli, e per fortificare quelli che
per
le
persecuzioni eransi intiepiditi; ed
avendovi acconsentilo
vi
mesi ne'quali grande fu
il
dolatri che convertì
in
sì
dimorò alcuni numero degl'iTerni che ne*
vicini paesi, colla predicazione e
il
buon
sue virtù, onde aoipliò
il
divin
odore
di
culto e fece fabbricare diversi oratorii.
Nelle poche parole che
dissi di lui nella
biografia, IJiaendole da quella brevissima di Ruller,
lipetei
con questi, che
Rollamlisti e Tilleujont, che fu uelle Gallie
da
s.
Sisto II del
cita
i
mandato
260
:
qui
TER
TER pero nvverlo sce a
vi
Sisto
s.
prima
di lui
l'Angeloni ciò allrihiii-
clie I
circa
può
avessero retto
mando
s.
il
i
33, e rileva die
credersi che altri vescola
chiesa di Terni, cliia-
Peregrino ainpliatore della
cat-
tolica fede nella città di Terni. L'Ughelli
neW ftalia sacra
riportando
vescovi di Terni nel s.
Pellegrino
si
1. 1
crede che fosse
scovo di Terni verso dagli atti di
s.
la
Sisto
tore Colati dubita di
il
i.°
ve-
come si ha commentaalti. Variamen-
i38,
il
I,
serie de'
746, dice che
p.
,
ma
tali
il
te fu scritto di lui, convenendosi sul di k«i martirio e decapitazione patita a'i6 ovvero a'iq maggio 142 second(j Baronio, ciò che altri ritardano; essendovi pure dubbi ove riposi il suo corpo. Per 2. vescovo di Terni si registra s. Antimo di nobii sangue e probabilmente d'origine ternana, e da' Lczionari della chiesa di Spoleto si ha che nel 4 J fu eletto vescovo di Terni, e nel 58 venne trasferito alla sede di Spoleto. In Terni, in Fohgno e nelle circostanti città fu una troniba evangelica, e la di lui santa vita dispose molti ad abbracciare il cristianesimo; ed in Terni eresse e rislaurò più oraturii, innalzando fuori delle nnua un tempio a s. Pietro, poi dal tempo consumato, e posevi come si ritiene dall' Au1
1
geloni
la
cattedra vescovile, colla custo-
dia d'idonei chierici esperti nel
divino
ctdio. E' contrastata l'epoca di sua
essendovi chi
te,
la
fissa al
mor-
176, e chi
la
more
de'
co'miracoli;
ma
vita,
1
onde meritò con grande applau-
so d'essere sollevato alla patria sede.quindi consagralo nel
scovo s.
107 da
s.
Feliciuno ve-
Foligno, con permesso di Papa Vittore I. Con s. Feliciano si adoperò di
Dio
Valentino
I
f" sollecito
vedove e degli orfani,
di conforto a'carcerati e di consolazione
a'peccatori; accorreva fervoroso
ovunque
suoi aiuti spirituali lo richiedessero, e
i
fece risplendere
il
culto divino negli ora-
Avendo prodigiosamente guarito Cheremone figlio dell'oratore ateniese Cratone in Roma, essi riceverochiese.
tori!
no il battesimo, insieme a l'rocolo. Efebo e A poi Ionio concittadini e discepoli del fdosofo, e lo divennero del santo. Al fpiale sìi
esempio molti
idolatri confessarono
Ge-
Abondio figlio di PlaRoma, onde mosso a sde-
Cristo, fra'quali
cido prefetto di
gno
il
senato e acceso d'ira contio
il
san-
crudelmente battere e chiudere in orrida prigione, indi il prefello ne ordinò la decapitazione nel 270, e se ne to, lo fece
celebra
la fèsta
a'i4 febbraio.
memo-
I
rati suoi discepoli e convertili nascostail corpo a Terni, e onorevolmente lo seppellirono in un campo suburbano, insieme a'divoli ternani. Sid sepolcro col loro aiuto eressero un oratorio e un ricoveio per essi, ivi santamen-
mente portarono
vivendo e molli convertendo battezzada Abondio divenuto prete. Accusati a Leonzio che reggeva la città, fece troncare il capo a'ss. Procolo, Efebo e Apolte ti
so
il
Abondio pose «juesti martiri
pres-
loro maestro. Narrai di sopra che l'o-
ratorio fu convertito in magnifica basilica, e
come
si
fece l'invenzione del cor-
po di s. Valentino I, accanto rono poi anche seppelliti gli i
ss.
Cratone,
Magno
274 furono
e
tra di
i
e
disce-
Abon-
i
tumulati presso la
none. L'Ughelli dice che
te di Naroi: questa uuioue di zelo e di a-
quale fu-
alti
ss. Saturnino, CaLucio martiri ternani, nel
Passai o, ove fu eretta
islilm
il
Cheremone
dio. Gli altri discepoli
stolo,
conversione de'pagani e specialmen-
alla
s.
2^0 o 254;
del
de' bisogni, delle
poli
i
e di Terni.
dice che intervenne al si-
si
nodo romano
bilissimo ternano, d'innocente e santissi-
Io
Foligno
lia ne'pO[)oli di
lonio, e
206. Alcuni
i4t
santi pastori restò eredita-
illustrò la predicazione di
venerano marlire, altri confessore; Spoleto ne celebra la festa l'i maggio, e Terni a'2 febbraio. Dipoi gli furono erette delle chiese in Terni, in Foligno e ne'dintorni. 11 3.° vescovochesi conosca ès. Valentino I, norilarda al
due
il
torrente
chiesa di s.
s.
Ze-
Valentino
I
una congregazione di chierici, ed alvergini, una delle quali fu la disce-
TER
i42
TER
Agnpe
mortile. In-
so e nobile ternano, che fu a' sinodi di
vescovo s. Proccio 1, clie nel ago venuto d'Antiochia in Italia, da Verona
e AnLucenzi rettifica l'errore, con stabilire che Pietro fu vescovo nel 470» onde rendere ragionevole il suo trentenne vescovato, ed assegna s. Felice dopo il 5o4, poiché non si legge il suo nome tra' vescovi intervenuti a'concilii adunati da detto Papa. Governò con somma tran-
pola e conciltadina
s.
di fu
passò nel concavo d'un monte a menare santa e penitente vita: da questo nascondiglio fu tratto alla sede di Terni, e Pa-
pa
s.
la
predicazione e
Marcellino del i
296 lo confermò. Colmiracoli operò molle
conversioni in Terni, inCarsoli e ne'Iuochiaro per virtù e zelo pa-
vicini, e
glii
storale, fu martirizzato
Teini
di
4
a'
accanto
aprile del 3
i
ed
o,
le
mura
il
corpo
fu collocato nella chiesa edificata sotto
suo nome. Subito lo
Volusiano
s.
pure resse per
gli
successe
di Carsoli, la
il
vicinanza sino al Sao;
la
un orato-
morì santamente. Nel 320 fu
rio, e s.
discepo-
qual chiesa
a'santisuoi predecessori eresse
to
il
Siro,altro discepolo di
s.
elet-
Procolo.che
Papa
Simmaco, secondo Ughelli
s.
Ma
geloni.
quillità,
recò nel
si
Ormisda,
5i5al
concilio di
e fu deposto nella basilica
520
lentiniana. Nel
s.
Va-
fu acclamalo succes-
sore resem[5Jareedolto ternano S.ValenII, e Papa s. Ormisda lo confermò; maestoso della persona, eloquente, pio e
tino
zelante,
rese venerabile a tutti. Nell'e-
si
vangeliche fatiche ebbe a valido aiuto,
anche per impugnare
gli eretici
stenuti da'goti dominatori,
il
ariani so-
prete
s.
Pro-
intervenneal sinodo romanocelebralo da
colo siro di santa e penitente vita, e fa-
324, tenuto alla presenI imperatore che avea
che veni vano dtisli ariani combattute non
s.
Silvestro
I
nel
za di Costantino
ridonato
morte
pace
la
alla Chiesa.
ne, lo
do onorevolmente confessione,
II
basilica di
successoi e
s.
il
sua
la
suo corpo sotto
vescovo Anlemio
morì verso
vita
Dopo
espurgalo W faìiwn di Paconsograrono a s. Siro I, deponenfedeli
i
il
43o,
Valentino
e fu sepolto nella I,
così nel
436
di
Papa
s.
Ilaro, e
morto
che
stantino lice III,
te
non
si
in tale
anno
il
successore
recò al sinodo di Papa
ma
si-
nel 4<^7
fu tumulato in detta basilica. Ughelli ferisce
il
Elonio o Aeloiie. Nel 46 5 Pre-
testato, buono e vigilante pastore, fu al
nodo
la
di santa
s.
ri-
CoFe-
l'annotatore Lucenzi avver-
esistere nel catalogo de' vescovi in-
tervenuti: Costantino fu nobile ternano, e con pia diligenza difese
il
popolo dal-
l'insidie dell'ariana eresia, e l'Angeloni lo fa
precedereaPretestato,assegnandoilsuo
vescovato dal poi Ijile
ta
436 al 464,aiiuo
i" cui ri-
l'elezione di Pretestato. Pietro no-
di
Terni
fu eletto verso
il
^c^o, go-
vernò 3o anni e fu sepolto nella basilica Valentiniana con epitaffio: l'Angeloni lo-
dandone la carità e il zelo patrio, morto nel 497. Nel 499 ^* felice
condo predicatore delle solo in Terni,
ma
in
verità cattoliche,
Spoleto e nelle al-
umbre. Contro ambedue si mosse fiera persecuzione da re Teodorico fomentato dagli eretici, onde passarono a tre città
Narni;
ma
ivi
i
goti ariani
e posero in carcere,
li
batterono
donde Iddio
li
liberò
d'un angelo: s. Valentino tornò a Terni, e s. Procolo si recò al
col ministero II
castello di
Nazano (dubito
di tal
nome, e
che meglio debba chiamarsi Tazzano o Tassano, castello della diocesi di Narni, del quale abbiamo di Gio. Negri, Vita e miracoli di s. Gio\'cnale I vesco^'O di Narni. con l'origine cfondazionc di Tas'
Torino i65o), unendosi a Volusiasanta vita. Continuando il vescovo con intrepido fervore a difendere i i'^/^o,
no
di
dogmi
cattolici
e procurare la conver-
sione degli ariani, questi trovatolo fuori delle
mura
d'ira ivi
a spiegare
il
vangelo, pieni
empiamente a'7 gennaio 533
lo
martirizzarono. Pianto dal popolo, fu se-
lo dice
s. Zenone, ove Dio operò molti miracoli a sua intercessione. Alcuni pretendono che s. Gelasio I l'a-
virluo-
vesse crealo cardinale prete di
pollo nella chiesa di
s.
Eusebio.
TER
TER Acclamato vescovo s. Procolo II, da IVazaiio o Tazzano ritoiuò a Terni, conli-
mi
nuando
ria,
sua santa
la
vita, e nel
predicare
contro l'ariana perfidia, nìediante miracoli, gli riuscì di
purgarne del lutto
per Io sfesso fine
tà, e
Per comando
di
si
la cit-
co' prodigi e le conversioni,
a il
i
lo
Benedetto. Voil
portò a Città di Castello, ed
bolognesi ne deposero
cattolici
corpo Procolo il
mai tire s. nobile soldato bolognese, onde taluni confusero con esso e con s. Procolo I, s. Procolo II: di quest'ultimo furono discepole le ss. Donnina e compagne vergini e martiri ternane. Nota Lucenzi cVjc non pare aver s. Procolo li governatoanche la chienella chiesa dell'altro
III,
non però pure
cessore
s.
III,
rUghelli
Giovenale
Papa
Vigilio
commendò
dice
Ili
che
chiesa di Ter-
Cassio vescovo di Narni.
s.
sta disposizione,
tino
come
la
Vi-
buirsi a tal Papa, perchè trovo che gilio
moi\
a'
I
o gennaio 555. Dice l'An-
558
geloni che oltre V^^lentino III, nel
mori s. Cassio, ed il Papa dichiarò vescovo di Narni s. Giovenale II, alìldandogli pure il governodella chiesa di Terni, egovernò ambedue con santo zelo e carità, e dormì nel Signore a'3 maggio 565. No-
si
contro l'ariana eresia de' goti
la
Ma quemorte di ValenIll,devesi anticipare, se debba attri-
ni a
Narni, e die
che serpeggiava ne'dintorni. Nell'eccidio di Totda fu preservato non senza prodi-
nel
in suc-
vescovo di Narni:
11
le II
dotlrinajamalore de'
dà
gli
però Lucenzi dopo Valentino
vi di
poveri, sollecito del divin culto, vigilan-
Morto
tante patite calamità.
le
558 Valentino
serto di Ferentino, umile e virtuoso, or-
te pastore
narra An-
chiesa ternana, quasi ridotta al niente
per
tempo ne governarono
di ecclesiastica
Narni co-
di
ma come
riporta Ughelli,
sa di Narni, come scrive Ughelli /// iW/rnJensesEpiscopi .h' Arìs,e\ou\ dichiara successore s. Anastasio siro, penitente nel de-
nato
Se-
di
II
la
lusiano che i'avea seguito ne raccolse
sangue e
Siro
re Totila
atrocemente si punisse col supplizio il 1.° dicembre 543 secondo l'Arigeioni, o ili." gennaio 5^2 al dire d'Uglielli, nel 546 vuole Lucenzi e notando che Telila allora avea deposta la sua fes.
Valentino
me
gli successe
discepolo de' due predecessori; indi
geloni, mandalo a Terni da s. Cassio vescovo di Narni, che U)olfo invigilava sul-
oi'dinò die
rocia per l'esortazioni di
57 3. Nel 554
Bologna,
recò a Spoleto.
Dio passato
I
143
colorili e musaici, indi riedificata nel
la
l'
Ughelli che desolato Terni, per
venera
Giovanni
menda
di
il
la
corpo
chiesa di s
i
un
vesco-
Giovena-
Possano. Gli successe
in
Narni
nella sede di
e nella
com-
Terni, non conosciuto né da
Ughelli, né da Angeloni. Projettizio ve-
scovo di Narni e di Terni nel 5g a cui s. Gregorio I. Nei sinodi celebrali 1
,
scrisse
ra, le disfrutte case e le quasi atterrate
da questi nel 5q5 e nel 601 intervenne Costanzo vescovo di Narni e couimendatario di Terni. Qui nasce altro conflitto
chiese. Pieno di sante opere e di meriti
storico, senza
gio, indi raccolse
i
superstiti ternani, re-
staurò per quanto potè
cessò di vivere a'
grime
il
i
le
abbattute
mu-
y agosto 553. Colle
popolo ne accompagnò
il
la-
corpo
alla cattedrale. Restato per secoli occulto,
si
ritrovò verso
184' per divina
velazione, uscendo dalla sa soavissimo
chiesa e
odore che
la città.
Il
marmorea si
ri-
cas-
sparse per
la
sagro corpo fu collo-
cato in particolare altare, e Dio glorificò la
tomba
racoli,
del suo servo con molteplici mi-
onde
il
popolo temanogli fabbricò
nobile cappella, ornala di colonne, inar-
se,
che
poiché riporta
l'
Angeloni
avvei
lo
in successore
il
dato s. Anastasio, che intervenne nel al concilio di
tino
I,
Lateranoadunafo da
qual vescovo
datario di Terni, ghelli
me
che all'epoca da
ommesso
s.
64o Mar-
s.
commen-
653. L'Uriportala avea nel
Anastasio, lo dice successo-
re di Costanzo (nelle leti) e
Narni e
di
morendo
fis-
già lo-
due
sedi nota
Co-
per istinto divino acclamato nel
606, avvertendo però che altri lo fecero eletto nel 542 e morto oel 553. Dice che
TER
i4+
TER
eslinse l'ariana eresia, liparò le chiese del-
caltediale di Teiui
la diocesi, edificò la
onore dell'Assiiuzione della B. Vergine verso il 65o, in cui furono collocati ili
rendita essendo ridotta quasi
per
tà e territorio; le
niente,
al
rovine e sciagure patite dalla cit-
le
buone
il
Papa dichiarò che per
ragioni rappresentale da Pietro
de'canonici di vita cotnune, ed in essa fu
priore, unitamente al clero di Terni, con-
tumulato
tro
gosto. In tino, o
nel
tal
653,essendo morto
anno gli
17 afu sostituito Costana'
Consigneto o Cosentino, morto
nel 726. Recatosi
Papa
s.
Zaccaria nel
742 in Terni, a istanza di re Luilprando consagiò nuovo vescovo nella basiil
lica
Valenlioiana. L' Ughelli crede che
fosse
Trasmondo
llgliodi
Faroaldo
II
du-
ca di Spoleto e già suo successore nel du-
nome
cato col
di
Trasmondo
li.
Dopo
la
sua morte o dellanonimo vescovo, non si
trovano
soltanto
altri vescovi
si
V secoli,
per circa
conosce, che in due incontri
vescovi di Spoleto,
eanche d'Amelia,
i
in-
tervennero yd alcune funzioni vescovili in Terni, ma neppure se ne ha certezza.
Anche mancò Ioni.
la
vicina Rieti per lungo
di pastore, pei narrato
tempo
da Ange-
Terni, secondo l'Ughelli, per
le
de-
solazioni sofferte dai duchi di Spoleto, restò priva del pastore dall'
ed ora
il
883
al
1218,
vescovo di Narni, ora quello
provvidenza della s. Sede amministrarono la diocesi, anche per essere ad essa immediatamente soggetta, come lo è tuttora; la cattedrale venendo in quel tempo governata ilal priore e da' canonici. A questi 1' imperatore Ottone IV concesse neli 209 il privilegio di conferma de'loro possessi e prerogative che si legge nell'Lghelli. Ivi è pure la bolla I en. fratri nostro Benedicto.de'S s^eniiaioiaiy di Onorio 111, diretta a Benedetto vescovo di Spoleto amministrato di Spoleto, per
re di Terni, ed a'suoi canonici,
i
quali a-
vendo fatto istanza a Innocenzo III di non ripristinare la sede di Terni, come r aveano supplicato il clero e popolo di Terni, per aver stabilito nuova rendita per sostegno della mensa vescovile, Pietro Capitz podestà e
go
di
blico
Terni,
i
Giacomo camerlen-
quali coU'assenso del pub-
donarono perciò
vari beni, l'aulica
tali pretensioni che restasse la chiesa Terni soggetta alla Spolelina, questa non poteva pel precedenteeserciziod'amministrazione aver acquistato giusto titolo di continuarne il possesso; alla con-
di
cessione imperiale prodotta dagli spolelini, disse ci
il
Papa non
il
esser concesso a'iai-
potere di disporre de'beni ecclesia-
stici,
nemmeno
e
avere luogo
la
dona-
zione fatta agli spolelini del contado di
Terni, com'essi asserivano, benché ne nessero
il
te-
dominio temporale, per usur-
pazione degl'imperatori. Pertanto e per altre ragioni, Onorio
IH decretòcolla bolsecondo
la Ju.
2 18, presso l'Ughelii, la ripiistinazione della dignità vescovde in idus februarii
I
Terni, facendola per sempre soggetta al Papa, restituendo a Raniero, nuovo vescovo di Terni da lui consagrato, la basilica di s. Valentino e le altre chiese occupate da'vescovi di Narni e Spoleto; e con altro precedente diploma, P/'rte/t7f/.y, et clerìcis, et laìcis, pure presso Ughelli, Onorio III ordinò a'plebani e diocesani di Terni d'ubbidire al vescovo Raniero. Recatosi poi il Papa a' 5 ottobre in Terni,
comandò
a Pietro priore e a'
canonici della cattedrale, di dare sesso a Uaniero della basilica di
s.
il
pos-
Valen-
tino colle sue pertinenze e giurisdizioni spirituali e teuìporali, quale reintegrazio-
ne del codutodaijli antichi vescovi, meutre la diocesi pi ima estendevasi a Norcia, a Ferentino e ad altri convicini luoghi. Nel
1254
il
capitolo elesse vescovo Filip-
po, ed Innocenzo
successero nel
mano
e
do; nel
1
276
IV fr.
domenicano;
[297 Masseo
lo
confermò. Gli
Pietro Saracini ronel
1296
eletto
fr.
Rinal-
da Bonifacio
\ HI, che intervenne co'vescovi di B^oligno e Spoleto a porre lai.' pietra nella chiesa di s. Nicola della 2.^ città. Giovaa-
TE
TER
I\
XX II
neli3i6 cren vescovo A ndren, cui successe nel i3i9 Egidio da Monte Falco, indi nel 323 Tooiinaso; nel 334 ni
i
i
315
Grei^oiio Gicgorj ternano; noli tro
Tommaso;
già priore di latina; nel
nel
3 jg Matteo ternano,
i
Pietro fuori di porta Spo-
s.
384 Agostino
i
al-
intruso dall'an-
tipapa Clemente VII, ma non avendo perciò preso possesso restò
Urbano V
I
nel
la
sede vacante.
gnnolo, suo cameriere segreto e segretaLiberiana e di
rio, vicario delle basiliche s.
Pietro, e biI)liotecario della Vaticana,
sepolto in
Roma
con epitallloin
con)o degli spagniioli. Indi nel
surrogò
l'altro cubiculario
Gia-
s.
49^
gli
Francesco
in-
i
tegio pastore, e per sua morte nel 1489 vi traslocò da Città di Castello sua patria,
romano come vuole
3Sr) elesse Francesco a-
i
145
i494"0'^'"^'G'f>vanuidi Fonsalida spa-
Coleti,
Ventura
merino; Innocenzo VI neli4o6 vi promosse Lodovico Mazzancolli nobile ter-
Eufalini già chierico di camera, morto nel
nano uditore
allora la ciltàdi Terni sottoposta perdebi-
di rota, letterato, d'integri
costumi, zelante e prudente, nella cattedrale edificò fisso
bella cappella del Croce-
la
con padronato
alla
sua famiglia,
fe-
ce de'bonifjcii al campanile, alla basilica
Valentiniaua, e in
altri
luoghi
come
ri-
slemmi. Nel 14^9 l'i^nce-
levasi da'suoi
sco Copini di Prato, già canonico di Firenze, da Pio
VI
a Enrico
II
eletto
che
l'inviò
re d'Inghilterra,
nunzio
ove compo-
se gravissima lite co'nobili e invitò
ad armarsi contro abusato
di autorità e
voli cose,
i4G3 dere
turchi;
i
il
re
ma avendo
commesso
anche simoniache,
il
riprove-
Papa
uel
privò del vescovato, fece chiu-
lo
in Castel
s.
Angelo, indi
gli
permi-
monacalocol nome d'Ignazio ne! monastero di s. Paolo, surrogandogli nella sede Lodovico genovese, che morto in Roma, con epitallio fu sese di professare
il
polto nella sagrestia Vaticana. Sisto nel
1472 creò Francesco Maria,
IV
e perchè
erano scarse le rendite a sostenere decentemente la dignità episcopale, applicò alla mensa la chiesa e monastero di s. Paolo in Galleto,
estinguendo
la
dignità ab-
monache
s.
Chiara, che
badessale delle
di
monastero della città: eresse la chiesa di s. Paolo in abbazia regolare, concedendola in commenda all'arcivescovo di Siponto,il quale avendo-
trasferì in altro
la poi rìnunziata,
il
Papa
vescovo Tommaso del cessori. Nell'istesso
Sisto
IV
neualidi
1
la
concesse al
474 ^^ a'suoi suc-
anno essendo morto, Barnaba Be-
vi trasferì d' Asisi
Monte Falco. Alessandro VI
VOt. LXXIV.
nel
1
ti
5o4- Narra l'Angeloni, che trovandosi all'ecclesiastico in terdettOjSupplicòGiu-
lio II di
te
sospenderlo, ed egli benignamen-
resaudì,esortando
il
comune a sgravar-
sene. Essendovisi interposto
il
cardinal
Francesco de Loris, il Papa a'4 dicembre i5o4 lo deputò amministratore perpein R.omaa'22 i5o6 da iMarsiglia Pietro Baudon suo prelato do-
tuo del vescovato, morto luglio i5oo. Indi nel vi trasferì
grande integrità e dottrina,
mestico, di
e collo spirituale gli concesse anche
go-
il
verno temporale della città. Morto nel I 6109, Giulio II da Corone vi traslocòLuigi d'Aprea palermitano, che intervenne al
concilio di Laterano V, e poi fu sepol-
duomo
to nel
Rosario con zo
dentro
epilalllo.
la
cappella del 1
i520 dichiarò amministratore
dinal
Pompeo
cembre
Co/o/7/i(^Zj
rassegnò
la
ss.
Leone Xa' 4 mar-
al
il
il
car-
quale a'5 di-
suo famigliare Se-
bastiano de Valentibus romano, canonico di s. Lorenzo in Damaso. Dopo 33 anni
d'amministrazione, Giulio
III
per sua
morte vi passò da Teramo fr. Gio. Giacomo Barba napoletano, agostinianoe sngrista pontificio d' insigne virtù, intervenne al concilio di Trento, ma volendosi ingerire negli affari del suo ordine,
Paolo IV
coi
breve Tu sacra
de, lo vietò a lui ed a tulli golari. Neil
566 da Zara
b. i
Petri se-
vescovi re-
passò a questa
sede i\Iuzio Calino o Cozzanti bresciano,
morto
nel
1570.
Da
Lettere
vi fu traslo-
Barlolommeo Ferro di Lngo domenicano dottissimo, versato in più liacato
fr.
10
i4n
TER
gue, henemerilo
compagno
ti
Germania
(li
TE
e Francia,
di vari lega-
non che
lenipo
caiiliiial Honelli, al cui
segin l'invenzione del coipo di
Nel 58
sio.
ta Castellana,
del
Terni
Aiiaslo
s.
Girolamo Petroni
I
I
in
prudenlissimo pastore; nel
Antonio Onorati cremonese, cameriere segreto di Giegorio XI V e ca -
nouico Vaticano, virtuoso e d'acuto ingegno, parie colli vaio da esso e reso per-
de
molte scienze, laon-
eloquente predicatore, resse la in Terni
riuscì
sua chiesa con decoro, e maritò la
nipote in casa Rossi. Nel 1606 Lodo-
vico Ripa, altro cremonese, già sario della
camera
e
R
dolio fratello Cesare canonico
il
e vicario generale nella [)alria,
come
il
predecessore encomiato pastore. Con que-
terminando neW fttilia .stura la serie compirò colle Notizie dì Roma. Nel 720 Teodoro Pcmgelli di s. Anatolia diocesi di Camerino; nel 74"^ Cosmo Pierbenedetli Maculani filippino di Camerino; nel 1768 Agostino Felice de Rossi fermano. Vacò la sede dal 788 sino al 7q6 in cui fu eletto Carlo de'marchesi Benigni di Fabriano; nel 1822 Domenico Armellini romano; nel 1829 Nicola Mazzoni di Viterbo, dotto e lodato canonico e vicario generale di Camerino. Per sua morte Gregorio XVI nel consti
di Civi-
i5f)i Gio.
fetto collo studio di
sede
la
commis-
governatore d'Asco-
de' vescovi la 1
i
i
I
1843
fece vescovo mg.'
li,
lodalo e caritatevole pastore, sepolto
cistoro de'3 aprile
in
cattedrale con iscrizione prolissa. Nel
Vincenzo Tizzani romano, procuratore
itìi3
Clemente Gera
Novara prolo-
di
nolaro apostolico, poi traslato a Lodi; nel
iG^SCosmoMannucci
fioren ti no,di can-
dide virtù ed eruditissimo. Per sua morte,
neh 633 Urbano Vili
fece
ammini-
stratore Francesco Vitelli arcivescovo di
Tessalonica, nunzio a Venezia e poi traslato a
Urbino.
Il
Papa neliG36
gli sosti-
tuì Ippolito Andreassi nobile di
va,
abbate benedettino cassinese
Mantopa-
in
da dove Urbano Vili fece trasferire nella Vaticana ilcorpo della gran contria,
generale de'canonici regolari Laleranensi
e abbate di
s.
Agnese
fuori le
mura, pro-
fessore di storia ecclesiastica dell'università
romana
gico,
com'è
e
membro del
collegio teolo-
tuttora, consultore della con-
gregazione dell'indice ed esaminatore de* vescovi in sagra teologia, consultorie che
ancoia funge. Avendo rinunziato la sede, il regnante Pio IX lo fece arcivescovo di Nisibi 7// p/irlihus. canonico della basili-
maggiore del-
ca Lateranense, cappellano le milizie pontificie col
di
genera-
LUI,
p.
227. Di
come a lui caro vi contribuì. Nel 1C46 cardinal Francesco Rajìaccioli romano e oriundo di Colle-
sua dottrina e opere parlai a'ioro luoghi.
scipoli,cousagratodal cardinal Franciot-
diocesi l'iusegnamenlo letterario e di e-
generoso, eruditissimo e virtuoso pa-
ducazione,avendofriltocompilare e pubblicare la Statìstiea della diocesi di Ter-
tessa Matilde, e
il
ti,
store,
che
si
procacciò
la
somma
estima-
zione di lutti; costretto da grave malat-
le,
come
grado
rilevai nel voi.
Zelante pastore, ravvivò
ni fatta nella
Terni e sua
in
Pasqua del
1
844/^''''
<^'*'
tia di calcoli
rinunziò nel 656, onde d'A-
J/z/cec, Terni tipografia Possenti. 11 •.V'rtrg--
nagtn
recò a reggere
^iatore
vi
si
1
la
chiesa Se-
bastiano Gentili da Foligno. Nel 1667
fr.
Romano
za e rese
i
t.
2, p. i58, die contez-
dovuti encomi di questa
Pietro Lanfranconi anconitano, genera-
tistica, e
ne inculcòalle altre diocesi
agostiniani, ottimo e lodalo pa-
tazione.
Il
le degli
tumulato nel sepolcro de' vescovi. Nel 1675 Carlo Bonalaccia romano, già vescovo d' Ortona e Campii, ornato di molte virtù. Nel 1684 Sperello Sperelli store,
nobile d'Asisi, che meritò
innanzi
al
quale nel 1G98
il
cardinalato,
gli
successe nel-
Papa Pio IX nel 1848
sta-
l'imi-
fece
amA-
ministiatore apostolico mg.'" Nicola
brate di Torino, vescovo di Sidonia in
vartibux e sufFraganeo
di
Sabina: morì
1849, *^'' " '•'^' P- ^^ *'^'' V Albnm ne pubblicò la necrologia, ove si rende ragione de' io mesi di sua amnel febbraio
TER
TER
147
19.04 Gioannicin
ministrazionelodevoIe.InolliePioIXnel
di Costantinopoli. Nel
concisloio di Gaeta degli
o Calogiovanni principe di l^alacchlii. e
i
i
diceii)I)re
i84Hpromulgò vescovorng/AntonioMa-
di ììuli^iiria (ì
.)
riconobbe per succes-
Pietro Papa Innocenzo HI,
grini ilella diocesi di l\imiui,clic in altre
sore di
s.
a vea esercitato l'iifTiziodi vicario genera-
mandò
de'doni elo pregò inviargli un car-
ed
le;
quello de' i8
ili
sferì alla
marzo iB'Jia
lo tra-
scovod'Aiiria m/;rt/7/7;uvedeputato am-
avendo spedilo
mg/
ni
Gio.Baltista Arnaldi di Caslellaro,eqniii
come
narrai a Spoleto di questa chie-
marzo 18 53. Pinalniente lo stesso Papa nel concistoro de' 1 settembre 853 preconizzò l'odierno ottimo vescovo mg/ Giuseppe M.' Sesa lo fece arcivescovo a'7
1
1
il
suo cappellano Giovan-
legato in Bosnia, lo fece passare in Bul-
garia con piena facoltà d'ordinare ecclesiastiche, di consagrare preti, di
e di fare
i
il
gnità regia che
si
avessero
antichi pre-
gli
decessori di Gioannicio. («iiinto in Bul-
vo di Durazzo d'ubbidienza alla
il
Ogni nuovo vescovo è tassato ne'libri della camera apostolica in fiorini 18, e le rendite della mensa ascendono a circa scudi 1800. La diocesi si estende per 8 miglia, e comprende Piediluco, Papigno. Fiocca s. Zenone, la Fiocca appodialo di pere.
i
Terni, e
Colleliciiio.
scovile della ria,
Triiinhus. Città arcive-
Turchia europea
in
Bulga-
antica Bassa Mesia o iMc.sia (V.) in-
feriore o 2.'',sangiacato a
1
8 leghe
daFitist-
37 d' Adrianopoli e 6 da Nikoup. capoluogo di giurisdizione, sulla china di due montagne, ed in riva al Jantra presso al monte Emo. Sede d'un vescovo greco, ha un vasto recinto formato da un buono e grosso muro ed una fossa, ed un grande castello. Contiene alcune case apparisciuk,
scenti, basari coperti, giardini e vigneti.
bulgari ne fecero nel
IX
la
I
capitale del loro regno
secolo. Nel secolo
sede arcivescovile della vi fu trasferita
X vi fu eretta
s.**
la
Mesia, quando
quella di Marcianopoli, ^
uelXl Idi venne esarcato di Bulgaria:le sedi vescovili sulFraganee
storale.
le
Marci astabilita la me-
riportai a
NoroLi, nella quale erasi
il
Il
gitirainento dall'arcivesco-
pallio, l'anello e la
vescovi di
tropolitana di Nicopoli, nel patriarcato
Sede,
s.
mitra pa-
legato di coiicordiacon Gioan-
due nuovi
arcivescovati,
primate agli arciDclicltus (F.) o Zngora o Zo-
e conferì la dignità
tli
Teinova; dopo di che Gioanseguendo l'orme degli avi suoi, poil suo regno nellacomunionedellachieromana, promettendo per se e succes-
goria, e di nicio se
sa
sori
TEFiNOVA oTARNOBA oTORNO. BA, T'crnnhus,
egli die
il
nicio creòquindi
sa-
i
pallio a
garia ricevè
l'eloquenza sagra e
cose
un arcivescovo, investigazioni sul punto della didare
nemerito e zelante vescovo di Cittadella PicK'c e abbate di Marino, ne quali articoli ne celebrai la saggezza, la prule virtù,
le
vescovi e
vera d'Anticoli diocesi d'Anagni, già be-
denza,
un
patriarca pel suo popolo. Innocenzo llf
sede di Forlì, dichiarando ve-
ministratore della diocesi di Terni
dinal legato percoronarlo e consagrare
gli
eterna divozione; e prescrisse
mate, ti
agli arcivescovi, a'vescovi
a'()ie-
del suo stalo di conformarsi a'canoiii
della sede
romana,
alla
quale promise an-
cora sottometterle tutti
paesi cristiani
i
nuovo primate Papa gli olii santi,
che avesse conquistato.
Il
Ternova chiese al non volendo più servirsi
di
ci,
al pri-
ed
istruzioni sul
di quelli de'gre-
modo df conferire
gregge, e
il
dipendenti.
bat-
il
tesimo, insegnamenti a ben reggere
il
suo
pallio pegli arcivescovi suoi
Un
vescovo e
il
cappellano
Giovanni portarono in Roma la dichiarazione del re e la donianda dell'arcivescovo, coll'incarico d'ottenere per sa di
e
il
non lo
Ternova, stante
continuo pericolo solo d'eleggere
il
la
la
chie-
lontananza sua
di guerra,
patriarca,
il
diritto
ma quel-
eziandio di consagrarlo, e finalmente
l'invio
d'un cardinale
coli'
insegne reali
per procedere alla coronazione del re, che
mandò
presenti dj gran pregio. Innocen-
TER
TER
i48
mostrò grandissima contente?/.!
zo questo nuovo accrescimento alla Chiesa, III
e deliberò
dopo maturo
di
consiglio di pro-
clamar Gioannicio re de' valacchi ede'bulgari, e mandar colla corona e lo scettro a ungerlo il cardinal Leone Braucalcoììc. A qtieslo legato il Papa die pure il pallio pel nuovo primate, a cui gli raccomandò d'eseguire quanto il legato gli suggerisse di riformazioni e di
ordinamenti, e
gl'imposela formola di giuramento.il
gato recò pure agli il
altri
le-
due arcivescovi
pallio, stabilendo le solennità per
ador-
narsene, non essendo proprio che del solo
Papa
il
portarlo ogni volta ch'egli cele-
bra solennemente. Con lunga lettera avvertì l'arcivescovo diTernovasul rito della consagrazione de' vescovi da eseguirsi da 3 vescovi, egli conferì il privilegiod'incoronare il re come primate, dignilà che ordinò al clero di riconoscere qual capo, poiché era pari a quella di patriarca. Dispose che
successore di
il
tal
prelato fosse
forme canoniche e con-
eletto secondo le
sagrato dal metropolitano eda'sufiiagarei di sua chiesa; eh' era tenuto prestar
giuramento
alla
s.
Sede, ed a ricevere al
pari de'metropolitani
pallio dal
il
Papa,
due
fanciulli aflìdatiglidaGioannicio, per-
chè
li
gua
facesse in
tradurre
cupò
la
le
Roma
pontificie lettere.
vescovo di Dcheltus o Zagora
primate
di
riti
comandamenti
romana e Dio. Innocenzo HI an-
della chiesa di
i
nunziò pure a'pòpoli dell'Ungheria e della Servia la fortunata congiunzione de' Lulgari e de'valacchi alla e facoltizzò
il
romana
chiesa,
tresì
di rimettere
in pace e concordia ogni luogo.
Il
legato
giunse a' 1 5 ottobre in Ternova, città capi-
novembre
taledellaBulgaria, ea'7
sagrò
il
vi
con-
primate,il quale di poi ordinò esso
ancorai suoi metropolitani e vescovi,! pri-
mi de'quali riceverono Questo
il
pallio dal legato.
istituito 111.
Ma
titolo di
il
patriarca.
Questo
titolo i
di Bulgaria, essendo soggetti alla sede di
Ternova
i
vescovati di Lophit2Ì,Tzerno-
va e Preslau. Morto
Germana
verso
il
successe Gioacchino a cui scris-
1245,
gli
se nel
1291
comunione
JNicolò
IV per
colla chiesa
esortarlo alla
romana. Indi
si
trovano Ignazio, Arsenio che neh 564 ^^ al sinodo di Costantinopoli, poi Dionisio
promosso dal patriarca Geremia
Ma-
li,
cario consagrato dal patriarca Parlenio lui gli fu
surrogato
neli66q Partenio già vescovo di Prosa, nel 1672 Gerasimo che sottoscris-
se la risposta del patriarca Dionisio agli
errori de'calvinisti e
gli
successe nel pa-
tiiarcato, Atanasio metropolitano di
nova ed esarca
Ter-
72 i sedeva il metropolitano Giovanni. Oricns dir.
t. I,
di Bulgaria, nel
i
p.I232.
TEROUANNEoTEROVANNE,
legato di giudicare le cause
thegh venissero sottoposte, e
,
però venne soppresso in seguito, ed prelati di Ternova non hanno più assunto che quello di metropolitani e di esaichi
Cirillo,
i
che oc-
poco tempo dopo, l'arcivescovo Germano che gli successe, si separò dalla chiesa romana, ricorse al patriarca greco di Costantinopoli che risiedeva a ]Nicea,da cui ottenne la conferma de'privilegì per la chiesa di Ternova, concessi al predecessore da Innocenzo 111, ed ottenne al-
neliGSq, e dipoi da
zione de' preti e in tutte l'ecclesiastiche
°
i
Bulgaria da Innocenzo
insegna di sua dignità e sioìbolo dei can-
istituzioni
in istato di Il
sede di Ternova fu Easilio, già
doi e dell'anima che dovea avere. Gli co-
iiiandòd'osservare nelle fesle,neirordina-
istruire nella lin-
onde poi fossero
Ialina,
roana Morinorum. Sede
Te-
vescovile di
Francia nella bassa Picardia, e città rovinata dell' Artois del dipartimento del
Passo
di Calais, sulla Lys, a 2
leghe da
Omer, 6 da Boulogoe. Terouanne, Mori/ìi già capo de'popoli Moì'iiicnscs\ non si deve confondere con Tervanne ora s. s.
nazione del re in mezzo alle festose grida del
Poi nello stesso dipartimento di Calais in situazione pittoresca e capoluogo di cir-
popolo, indi partì a'iScouduccudo seco
condario sulla Ternoisc,già posseduta da'
nel dì seguente
procede
alla coro-
TER -conti di castelli,
TER
Poi colle fortificazioni
s.
eceduta
Francia neh
alla
di
due
Cjg col
149
altri anlicipriHO nell'epoca, indi gli
cessero
Alalberlo o Atilbertosuo com-
s.
moiini popoli della
pagno
nella missione, e nel
Gallia Beli^ica 2." che da prima abitaro-
ìiìiiio
che pieno
trallitto de'l'irenei.
no
coste del
le
I
mare
Nord
del
cia o di Ficardia bassa, poi
no
iìa le terre, e
ca[Vìidìe
che
Te riiainia
nome
il
si
Tolomeo
di
Fran-
avanzaro-
die loro per
Terouanne.Pare
ossia
de'morini avesse per radice
la
che in celtico significava mtire e disegnava quindi un popolo marittimo. Il loro territorio sembrò a'romani parola
///tv-,
contenendo anche le due città di Tcrnania e di Gt-soriacum ossia Boulogne.porto de'morini, che in seguilo divennero vescovili. I morini vicini A&'bcl-
assai esteso,
veano
loi'ari.a
gli slessi
costumi, e com'essi
villaggi e capanne. Gli uni
erano
in
gran
parie coperti di boschi, laghi e isole cinte da
paludi, ciò che forse contribuì alla con-
servazione di loro libertà;
ma
G. Cesare
caie
suc-
di zelo
687
s.
Aiulo'
dedicò a sradi-
si
le superstizioni dell'idolatria
presso
morini numerosi per città e porli, ed a lui propriamente si deve l'intera converi
sione de' morini e ne
formò una chiesa
floridissima. ftlorto circa
il
670 ebbe a suc-
cessore Dransione suo coadiutore,
dopo 708 Ravau-
del quale lo fu s.Dnino,UQ\
gero, poi
s.
Erchemboldo morto
Successivamente
furono
lo
nel 737. Adalgero
Gumberto, Eterio,Radualdo,Atalfo, Vis. Fai-
geberto, Teodovino,Erembaldo, (juiiio
neirS 7, s. Unfrido, Acardo, Adal1
berto, Erilando,Stefmo, Vifredo, del
964,
al
tempo
cui
i
Bauco
vandali rovinaro-
no il paese. Gli successero Fraraarico,Balduino che restaurò la città rovinata dal fuoco e
Posti all'estremità della Gallia,eranochia-
istituì 16 prebende, Drogo del io3i, Uberto arcidiacono, Gerardo del 084, b Giovanni de Coramines del 099, Milo 1 del 1 3 r insigne per scienza e re-
mali da Virgilio,
ligione,
formò e
progetto di vincerli e
il
vi riuscì,
sottomise agli atrcbatcs o artesiani.
li
ea"/'/V7«z7;o/«//n///;, e
da
Pomponio M&\a^ultiiìii Galliarimi gaitìuiii. Terouanne loro capitale andò fiorendo in modo, che i ss. Fuscifuio e V^ittorùo, (aitisi compagni di s. Dionisio dì Parigi, predicarono
mando una
fede a'raorini, for-
la
Terouanne, 286: gli avea preceduti s. Qui/dina, ma poco progresso vi avea fatto Tevangelo. Mosso a compassione de' morini s, / ittricio vescovo di Roiieii gl'istruì per qualche tempo, ma le piccola chiesa a
indi martirizzati verso
guerre e
rono
le
invasioni barbariche annienta-
le
fatiche apostoliche.
versione di Clodoveo
parte
il
I,
Dopo
divenuta
la
in
congran
Gallia cristiana, nella vasta con-
la
trada de'morini
s.
R.emigio di Reims nel
53 vi mandò a promulgare la fede s. Antimondo o Aumondo, che l'avea ristabii
lita
nella
lito
il
Fiandra
quale stabi-
cristianesimo in Terouanne, ed e-
reltavi la sede
linims, tuale,
(P^.), la
le
i\'e
vescovile suifraganea di
governo spiriAnlimondo, che
fu soggetta nel
fu
I
."vescovo
s.
I
i
i
Milo II del [09, Desiderio del 69, Lamberto del 1 1 9 , Giovanni nel 12 1 3 fu confermato da Innocenzo III, AI
I
1
[
damo
del 2 5, Pietro de Dowy del 1219, Radolfo de Cala del i i5(ì, Enrico de Muris del 1266, Giacomo di Coulogne del I 283, Enguerrauo de Crecquy del 1 3o6, Giovanni di Vienna nel 1 334 traslato a I
r
Reims, Raimo Saquet, Aisseliìi poi cardinale,
nel i357 Egidio neh 365 Roberto
di Ginevra poi cardinale e famoso antipapa Clemente VII, di cui riparlai a Svizzera. Quindi Gerardo de Dainville, nel i37 il cardinal Adimaro/^oiez-f/cheneI
gaCiacconio,Pietrod'Orgemont,neh384 Giovanni Tabari fautore di detto antipapa, nel 1 4 4 Matteo Reiiaud scrittore delle l ite de' Papi, il cardinal Lodovico de 1
Luxendìowg
de'conti di
s.
Poi,
Giovan-
neh 439, celebre leg;ito c\\\tìma\.o\\ cardinal Morinen.se, David di Borgogna nel 1455 tra-
ni le /fi^/zc creato cardinale
slato a Ulrecht, Enrico di Lorena nel
che rassegnò
la
sede
14^7,
neh 486 ad Antouio
TER
To
1
tle
Croy. Neli4c)5il
func/i/Loiiì-g, nel Inn, nel I
Cini,
53o
1
TE
cartliiial
Clianibrejnel
1
ile
5 2 Francesco cleMe1
i
cardinal Giovanni di
il
cardinal Filippo della
il
Filippo
Lo-
Camera
o
53!ÌFrai)cescodeCiecfniy,
553
il fralello Antonio. Enrico li redi Fiancia e l'iniperalore Carlo V, indis[)etlito questi per la piole7Ìone che il re accordava ii'proteslanti di Gei mania e per non aver pdluloespugnareylic^r. piombòsulla bassa P)cardia,e presa a'2 giugno 553 Terouanne l'adequò del tutto al suolo, insieme alla cattedrale eretta da re Clotalio in onore della B. Vergine, la rese deserta e non vi lasciò vestigia, macchiando così la sua gioì ia. Tale barbara condotta
cui successie nel
guerre
IN'tlle
1
tra
i
V
di (>arlo
accese di vendetta
francesi,
i
the devastarono ilBrabante, ITlainaul e il
Cambresis. Nella pace fatta
Caiiibresis nel rico
li
1
Cliateau
in
En-
S'yq, fu stipolato tra
e Filippo 11 re di
Spagna
e sovra-
no di Fiandra, di non rifabbricare Terouanne,ed in conseguenza di far soppri-
mere se.
di
dalla
s.
Sti\it
vescovato IMorinen-
il
Quindi Pio lY soppresseli vescovato Terouanne applicandone le rendite ,
[)arte al vescovod'iy;//. parte al di di le
s.
Oriìcr, e porzione
anche
al
Il
successore
1644
zione della Callia eJiristiana e nelle -Vo-
comprende
eresse
il
1'
s.
Pio V,
c/iri-
Ejjisiiijjì
Terouanne o Morìiiense,u-
abbazia
di
s.
dipartimento del Passo di
Locus. Regio. Oppidum, Luogo, provincia, paese, regione, città ecastello murato. Dicesi Ter^ razzano. Incoia. Munieeps,'\\ nativo oabitatoredi terra murala o castello; e Pacór///o quello ch'è del medesimo paese. 7 e/"/'/>*•,
ZV^/vtìr.
ritario e anticamente Territoro, Terri'
^gcr,ch\araas\ con tenuto di dominio e di giurisdizione; ed anche Z>/.s7/"efto, Convcntnin, Contermìmis, e Contatoriiini,
i I
do , /Iger
campagna intorno
,
alla città,
contengono villaggi e le possessioni, ovverodominio e contea. Cornila tus. dicendosi Conladino, ylgricoht, l'abitalor del contado. Dice il Sarnelli che nella quale
si
i
sinonimo
terra è
chiamasi
di città, e
cittadino.
il
dilTerisce in sostanza
conterraneo
La paiola Irh.snon da
6Vv'//9,
da considerare che V
Caput dato
Agostino,
la
cui
gcntis. L'antico
primarie
alle
l
si
vale c|uanto castello, cioè terra circondala di
mura. Ne'tempi antichissimi noma va-
si
Oppidum anche una
principale Città
{T\). All'articolo Peioke, ragionando di
quello civico qiial capo della magistra-
tuia del /iy;/«/rYj/o(/.), e degli di esso e loro
distrutta col ferro e col fuoco. Conseril
nome
di
Terouanne
i
suoi ru-
no-
a'
stima. Al presente Oppiduiii
zione dellaB. Vergine, trasferendovi quel-
varono
non
città dell'Etruria,
creda già valere quel tanto che giorni
il
nome Oppiduni,
chiesa dichiarò cattedrale sotto l'invoca-
la
ma pu-
rhs fu seu)pre
più onorevole del Cà'/Vr/y. esprimendo
vescovato di Boulogne coU'anti-
nendovi
il
vescovo
2, in Jùjìsconi Boloiiicnscs, et
ca diocesi di
l'ul-
TERRA,
l
stri
t.
Assel-
re è
Callia
Tcroancnscs seu Murincnses
Renato
Calais.
de'3 marzo 5G(), presso stiafia,
sino a Gio.
Parigi eletto nel 1789, che fu
timo vescovo per essere slata la diocesi soppressa nel 1801 pel concordato di Pio VII, e riunita al vescovato d' Arras che
si
la
Roma,
lìzie (li lin di
colla bolla J)i\iiiac 3Jajcstali.s arbìtrio, I
R
e gli altri riportati nella 2." edi-
vescovo
Toitriiay in Fiandra, così separandodalla Fiancia.
nel
castella,
governo, delle
altri
Comu-
borghi e altra specie di
nità (/ .),come
daco (P.),
il
capi
città, terre,
Gonfaloniere, e
il
Sin-
poche case in seguito fabbricale ue'diutorni. I primi vescovi di Boulognc furono, Claudio Andrea Dormy nel i583, il suo nipote Claudio I)orn)y nel iGoo, Vittore Boulhillcr neliGaS, Gio-
cioè villaggi, castelli e pagi, e loro distin-
vanniDoIcc nel iG33,FranccscoPerrochel
zioni,
deri, e le
zione fra
parlai della rispettiva distin-
le città
e le tei re, e delle prero-
jUalive di quest'ultime.
/ /V/urbani, e de'/
/<
A Strada
dissi dei
/subtubani antichi,
non che determini per separazione
TER luogo
pure
significa
la
TER
line meriilionale Ira lo sialo ecclesiastico
separazione d'uno stato
regno di Xapoli o delle due Sieilie. cominciando il territorio di Fondix.' Città del reame. Un miglio dairEpilalìio si giunge al luogo detto Mortella, dove ri-
dall' altroj e talvolta nelle vecchie carte
Tcrminiis
si
prende per provincia, e
lo slesso significalo trovansi
Roma
Terra Res
e
role
nel-
adoperati
vocaboli Finis. Pacaste. Talvolta
calo di
il
i
du-
fu appellalo Tcrritoriii/n
s.
P('/r/; nell'antiche carie le pa-
s.
Petri,
Terra
s.
tiae h. Petri. significano
Petri, Justifondi
i
minio, e talora indÌ!>tiiitaiuente
Pa-
i\*t
trimoni della s, SedeÀ'ày.wx luoghi
di do-
uni e
gli
descrizioni de luoghi nar-
gli alili. jNelle
rai di loro origine e
come
si
formarono.
può vedere Provincia, Regione, Bor-
Si
oo, e
i5i
La voce Tcnninus
tlall'allro.
altri articoli
relativi.
e
il
ivi
soldati napoletani. Circa un ^° miglio dalla Porla Napoletana, dove comincia il Borgo, andando verso Napo-
siedono
i
di
s'incontra la magnifica e munita Ione Gregoriana, costruita da Gregorio Xill li
neh 583,
l'ultima delle torri poste a di-
fesa della spiaggia
delMediterraneo.e
c|ui-
serve ancora col suo militare presidio per impedire irruzioni dalla parte di tervi
Vagheggia Tei racina dal setlentrioDe una corona di verdeggianti montagne quali a modo di mezzaluna la circondano, e dal mezzogiorno gode la deliziosa ra.
,
TERUACINA(ZV/7v/t7w«j.Citiàcou residenza vescovile della legazione di Marillima e Campagna, nell'aulico paese dei celebri volsci,di cui un tempo fu capo e metropoli, ossia nell'antico Lazio (f.j,
chiamato
torale oggi
gna
di
mo
Roma.
INIariltima e
li-
Campa-
E' l'ultima città dell'estre-
limite meridionale dello sialo ponlì-
Mediterraneo o mar Tirreno, laddove mettono foce l'Uleuleel'Aniaseno; avente a occidente le famose Paludi Pontine [J .), che di se fanno ame[icio, vicino al
na mostra
colla loro
ampia
estensione, va-
Prouy in lunghezza 42,000 me18,000 in larghezza, compreso il gran
lutala da tri
e
bosco che reca tanto
utile alla città; e ve-
il monte Circeo col porlo di Badino. Alle radici dell'alpestre monte s. Angelo, già rs'ettuno è situata sopra la costa d'un colle lia ridenti e verdeggian-
desi eziandio
,
ti
pianure, distante
poste 9),
4^ ^^
Q>
miglia da Pioina (e
Vellelri,
27
circa
da Sez-
18 da PipernOjio da Fondi e 60 da Napoli, perciò resta quasi a mezza strada ze,
tra
Ruma e Napoli, cioè sulla
strada posta-
lecheconserva il nume di via Appia ossia neirA[!pia nuova. Circa5miglia dal borgo si
giunge
al
luogo dello
l'Epilalilo dal
mo-
numento marmoreo eretto da Filippo il nel 568 e dichiarante es-ici e il couline del reame di iN'apoli, ed ove risiedono soli
i
dati pouliliciijo «jucslo
lumia pure
\\
con-
piospeltiva dell'aperta e ferace pianura
mar Tirreno, dove
del
no
le
3 isole di Ponza,
ri
m petto
Zannune
rola, già degli osci e de'volsci:
si
vedo-
PalmaPonza che e
sorge in mezzo all'altre due, fu così de-
nominata da'bagni
di
Ponzio Pilato pre-
8ÌdedellaGiudea,secondoalcuni;fu innaffiata dal glorioso
fu rilegalo e
Dall'oriente
sangue de'martiri, e vi mori Papa s. Silverio (F.J.
al di là
del
mare
si
vedono
Gaeta, non che la montagna del Vesuvio, le cui vulcaniche eru-
le tiioiilagiie di
zioni
SI
osservano
di
giorno miste a
fumo
fiammeggiante, adi notte nello splendore della fiamma, massiiiie allorché sono copiose, e l'atmosfera non è al tutto in-
gombra da
nubi. Vedesi altresì l'isola d'I-
schia alla parte meridionale di Napoli,
eil
non molto quindi lontana, Capri. Veduta poi Terracina dal-
altra isoletla cioè di
marina,
la
per
si
rappresenta assai pittoresca
bel contrasto di tinte di (juegl'im-
il
meusi munii delle fiasche
rossastri colle tinte
che iiivesluno
fredde
avanzi de-
ed anco alcuni de' 1110essendo lu generale il paese assai
yli
edifizi gotici,
liei
111
,
gli
bello pegli artisti e pel suo esleso orizzontej
come
le
1
le
inteiessanli per essi ne sono pu-
ilmluiiii per le svariale vedute, pei
'cune, che presentano nel sottoposto
TER
TER
piano vicinoal mare, peralciuii jìaviraenmusaici, per gli avanzi del tempio di
che oltre rapparfamento pontificio v'ha
i5a
ti (li
Minerva, che osservasi
amena
nella piìi
una giande caserma, un ospedale dogana è u-
in esso
e altre comodità. Vicino alla
grande e magnifica cillà,ed suo territorio Ira Amicla, Ca-
na bellissima piazza con palazzi nuovi, e poco distante è altra piazza semicircolare attorniata da botteghe non ancora interamet)te ultimate. Incontro ad essa si eleva una gran chiesa a forma di basilica dedicata al ss. Salvatore, con magnifico prospetto ornato con un portico o pronao
il mare, ed il rinomato promontorio Circeo. L'inverno vi ècouie una
dine ionico con suo frontespizio. Usuo in-
collina,
dove oggi
è la vignola di
Fran-
s.
cesco, e per altri ruderi antichissimi e del-
l'aureo secolo d'Augusto di ogni ragione; lutto dimostrante che l'antica Terracina o
Anxur,
parlano Marziale, Tacilo e
di cui
altri storici.era
estendeva
il
pena, Fondi,
primavera, e
vi
allignano assai
gli
alberi
di cedri, di portogalli, di
palme,
di
ni e tanti altri;
ma
l'estate
1'
aria
limo-
non è
ad onta de'bonificamenti fatti alle terre e paludi pontine. Dapprima l'antica Terracina non fu costrutta nel silo medesimo in cui è ora la moderna. del lutto sana,
Siirsero le
prime abitazioni
sul
pendio del
Angelo, volle alla palude contigua: ruderi che tuttavia si ammirano, ed fatti storici non lasciano dubitarne. Creb-
monte
s.
i
i
be notabilmente in estensione e bellezza dacché Appio Claudio fece passare presso
le
lui
cio
monte
laide del
la
Strada (1.) per
chiamata Jppìaj e dopo d'aver LuValei io fatto spezzare gli enormi ma-
cigni del
monte
stesso per frenare gl'im-
petuosi flutti del
mare che piima
assai
tientro terra iimoltravansi; e ne'lempi più recenti <]uando la predilessero
epoche
(juali in varie
vi
si
i
Papi
recarono
cero dimora, e particolarmente P/o
,
i
e feJ^
I,
6 colonne
di
tutte di pietra di taglio d'or-
terno è a3 navi, oltre
le
cappelle !>fondale,e
colonne del medesimo ordine, terminando a croce latina con sua cu-
con due pola;
il
fila
di
che forma un bellissimo
è opera
sì
minuti particolari
che per vaghezza e
,
stampa ti
l'architetto
bolognese,
prof Antonio cav. Sar-
come una delle
giore è decorato col magnifico giu|ìr|)0
marmoreo della Vergine
seno
to in le
composto dalla LiCroce col Cristo mor-
Pietà,
a pie della e colla
Maddalena prostrala
lente scultore bolognese prof Cincinnalo
cav. Baruzzi, sul modello dell'
Macina
il
la
spiag-
magnifico Borgo Pio o della
sulla via Appia, incomincialo
da
Pio VI, ove con più decoro sono disposte le
abitazioni e
della città
ordine
e
le
con
i
[)alazzi,
giacché nel resto
sue fabbriche sono poco in
Quel Papa fedella dogana coll'al-
vie irregolari.
grande edifizio Iro annesso, il gratidissimo palazzo del Papa o Camerale, da ultimo talmente ingrandito sullo Gregorio XVI, per modo ce
il
immorlal
Canova suo maestro. Questo lodatissimo gruppo fu acquistato per 8ooo scudi dal comunedi Terracina. In uno degli altari delle cappelle si ammira il quailro esprimente s. Felice di Valois che redime gli
inciso
parte della marina, lungo
al-
loro ginocchia; encomiata opera del va-
no monumento di lo. Nella
più belle fab-
bricheerelte a'noslri tempi. L'altare mag-
schiavi, dipinto dal prof.
gia, sorge
ed
maestria d'arte fu lodalo dalla pubblica
che espuigando le paludi pontine, e restaurandola via A ppia, aggiunse un etergloria al suo pontifica-
effetto,
studiata e ricercata ne'suoi più
de Vivo napoletano, di cò
la
il
eh. ab.
Domenico
descrizione nel
ìiuiiiAx
Koma,
il
l.
Tommaso
cav.
bea
cui col disegno
Zanelli pubbli-
12, p. 21
I
ìÌqW' Ai'
quale raccogliendo
il
giu-
datone da'maestri e dagli amatori tlell'arte, concludeva essere questo gran quadro meraviglioso pel pensiero che ne
dizio
informa
il
soggetto e pel magistero del-
il Giornale di 432. Pie.dizzandosi le benefiche intenzioni di Pio VI che nei fondamenti gillò la I, 'pietra in tale tem-
l'esecuzione, a cui fece eco
Hoina. del i85i a
pio,
p.
chiamalo pure del
ss.
Redentore,
pei-
TER
TER
cura religiosa del cardinal Dandini fino
tempio roslò lovinalo e ridotto in ([uelln tljrnia che o^i^i si vede, indi nel 1074 ^'^4 novem-
i83o s'incominciò a edificare, prosegnendone la maestosa fabbrica il cardidai
n.d Rivarola colla notasua allivilìi,(](iindi
ebbe compimento per
lo zelo tiel car-
73
1
se la città a ferro e fuoco,
il
bre fuconsagratodalsno vescovo Ainbro-
La chiesa
gio.
è divisa a 3 navi separa-
dai 2 colonne di cipollino, che reggono
dinal Gazzoli, qnal successore de' lodali
le
buon governo eneH'amministrazioi'.ede'beni di Terracioa, secondando premurosi desideri! lipetulamenle ruanilèslati da Gregorio
l'opera arcuata, ed ha
XVI, benefico
candelabro pel cereo pasrjualea colonna ««pirale di bellissimo musaicode'bassi tempi,come lo è parimenti il
cardinali nella prefettura del
i
de si
anch'esso culla
nel n.°i 2 del Diai-io di'
legge, che nel
città; laon-
Ro/imduì i844
Natale deli
s.
843
re-
si
ulliciabde la nave traversa dell'ara
se
massima, celebrandovi peli,
la
messa
il
un pulpito marmoreo lavoralo a musaico e sorretto da 4 colonne con allrellanle statuine di siile
gotico che l'abbelliscono, vicino al (jua-
le sta
il
forma
di
pavimento dellaChiesa iti
venerano
vescovo mg."^ Arelini-Sillani, che l'avea
principali
benedetta nella domenica precedente coi
nel maggiore di
consueti
riti.
Così
popolazione del Cor-
la
go Pio potè avere un tempio piùproporzioiiato al
numero
corrispondente to, di
de'suoi abitanti e più
aila dignità del divin cui-
quello che
lo fosse stato
sino allora
Irò ed a
si
s.
mai tire, e lato, e
da
stessa, vermicolalo
pietre dure. Gli altari sono 9, e ne'
4
iliversi
corpi santi:
mezzo dedicato
Cesario,
vi è
il
DieUo
l'altare medesimo e una cappellella di legno miracolose immagini della B.
colonne.
sulla tribuna in
sono
vi
Vergiioe e del divin Figlio, che
patrio storico Conia-
tore dice the la cattedrale dedicata a
Pielro principe degli apostoli, ed a sario
s.
Ce-
s.
diacono e martire patrono princi-
pale della città,
comunementecol
ra
ma
ignorarsi
quando
si
portano
leniie nella festa dell'Assunta. Gli altri
altari laterali e principali,
ri
di varie
credibile che fosse consagrala al culto del
11
prof. Luigi Rossini, in
al
tempo
Costantino! che
di
fé-
ce trionfar la religione cristiana, opiuio-
ne che dice confermata dairanliche memorie. Però il Marocco, Moniinicntidcllo .slato j)onlifi(io,\.. 2,lraltandoa p. i4o \
diTerracina, crede chela cattedrale vanli la
gloriosa antichità e princi pio da
s.
Pie-
trOjche occupi in parte l'area del tempio
diGiove Anxurus,edicecheinessa
tradila-
in processione so-
vertito in basilica cristiana; essere però
vero Dio
la
Luca su due
due
parimenti se-
calo di mattoni ro>si, e ornato al di fuo-
bianco. Ch'e-
prima magnifico e celebre tempio
polloAnsure,
tole riunite; e
s.
d' A-
alla basedellequali giacciono al-
marmo
zione vuole dipinte da
fu con-
perto a volta e sostenuto da 5 colonne di
marmo,
le
condo la forma delleprimilive chiesejianno cibori o tabernacoli sostenuti da colonnette di marmo. Il copioso novero delle reliquie che si venerano in questa catledrale, si può leggere in Coniatore. Usuo campanile è assai bello, essendo fd)bri-
solo no-
ine del 2.° viene chiamala; con atrio co-
cuni leoni disimde
Pie-
quelli di altri santi: esso è iso-
n>ente per tanti anni avea servilo di cu11
s.
coperto di baldacchino sostenuto
l'unicaangusta cappella, che provvisoriara parrocchiale.
a
corpo di que-to
si
con-
servano vetusti monumenti degni d'ammirazione. Nella gotica iuvasione, che pò-
inseritonel
Intorno f/z^c/,
le
colonnelle di
t.i 3, p.
mette
che
vi
si
antichilà di Tcrra-
moderna
scala, la
qua-
alla facciala della cattedrale, sia
quella slessa per l'antico
la
bianco,
un suo articolo
226 del citato AUnun:
ad alcune
ritiene
marmo
la
quale
si
ascendeva
tempio d'Apollo,poichè
al
negli sca-
trovò l'ossatura degli a Uri scalini. Ag-
giunge, essere certissimo che quivi era d foro circondato da templi, vedendosene molli avanzi di rincontro al fianco della cattedrale e ue'vicoli adiaccnli; poiché
111
TE
TE R
j54
tale fianco a destra trovansi
ancora tut-
grandissime e inlallcdeltempio profiino, es^enllovi «.late
sta chiesa
avea
il
quanto leggo
R
priore e 8 beneficiali.
Contatore, pare che
te le sosliuzioni
J)a
l'anlico
(|uesla collegiata ricordi l'altra di
fatte oiolte
boHeghedi
sono sotto
l'alt
nel
s.
Gio.
vrapposta alle medesirae sustruzioni gira
Maria de Posteroli, fondata da Gondiberta moglie di Rodoaldo re dei longobardi nel VII secolo, con arciprete e canonici, a 3 navi con colonne di mar-
una
mo, ma cessò di
coiiimestibili,eclie
nule piano della cattedra-
le costruita ne'lenipi Costantiniani.
E so-
questogran basa n»en-
bella cornice di
to, su di cui ergonsi le bellissime
colonne
corintie scanalale con base attica senza piiiilo,
internate per un
3.' nella
sua pa-
battista OS.
e
Contatore. Esistono
de'domenicaui e
le
chiese co'convenli
trinitari
lelea bugne, cornei! tempio della Fortu»
occupato nel 832
na Virile a Roma; ed
sti,
all'altezza del 3.°
il i5oo. Delle subuibane tratta il
esistere circa
urbane
altre chiese
I
passarono poi
il
(i
quali
in quello
che ad
del suo fusto gira orizzonlalmente nel suo
assegnalo quando fu loro data
intercolunnio una fiscia con bellissimo
sa del ss. Salvatore), e
due
fiegio a foglia d'acanto ristretto Ira
come
gole rovescie che lo chiudono;
nel
medesima, ove comincia ammirasi altra parete del tem-
di dietro della
l'apside,
pio d'Apol'o stata distrutta per costruire
nuova chiesa. Annessi veggunsi granmuri d'opera reticolala, aviinzi d altri
la
di
edifìzi,
e
45
come
[)uò vedersi nelle tavole
44
da Roma a
del / ini^gio pittoresco
Napoli, pubblicalo nel 83q dallo slesso ih. arcinlello incisore Rossini. Vi è nella 1
<';ilttdraleil ballislerioe la cura d'aninie, amministrala dal vicario curalo perpetuo. Il
capitolo
rarciprete,di
bende
compone
si 1
canonici compresele pre-
1
del teologo e penitenziere, e di al-
per
tri preti e chierici
la.
Anticamente
giunta nonici
ora
vi
della d'guilà del-
la
il
con-
alla calleili ale eravi
canonica, ove
menavano è
divina udìzialu
la
vescovo co'ca-
il
vita regolale e
solo episcopio.
no anticamente!
ed
6,
I
all'ai
comune:
il
monastero o con-
delle fanciulle, sotto
il
titolo dì
torri merlate, dall'alto delle quali
mina
la città
gioite di
detto monastero
Luigine, perchè sotto
la
munite
del
s.
s\
Lambì uschini
ma
prefetto della congregazio-
ne degli sludi, che fossero line, comecliè
monache
occupate per
ca[)ilolo sto e
zo,
si
at-
Apprendo
fonte, fjuella di il
mare,
Giovanni
s.
l'al-
col
formato dalla dignità del prepo-
nome molato
nell'alluale
confraleruila di
s.
XVII
orso-
pubblica
istruzione delle fanciulle; e per lo stesso
mezzo mandò loro
la
vita di
s.
Angela
IMerici fondatrice di (|uell'ordine, e la re-
gola del medesimo, per cui divennero or-
Ecco
suline.
parla
il
i
monasteri e conventi di cui
Contatore. Celebre fa l'abbazia
fondato da un pio lerracinese a tempo di
da 7 canonici, già sagra a
pruicipio del secolo
la
e monastero di
tsalvo presso s.
s.
Gregorio XVI volle dar loro l'isliluzione che prima non aveano, ordinando per oigano del cardinal Luigi Gonzaga;
ciprete
allre chiese par-
tra essere la collegiata di
do-
si
Le relichiamavano
protezione di
s.
s.
Stefano protomartire,
Renedetlo co'suoi monaci, e dal santo
modoprodigioso,ove fiorirono il monastero ndalli monaci,s. Leone IX non solamente religiosi di santa vita: passato
Porto
Luigi
e le sue vicinanze.
nella citlà vi sono
di
s.
Gonzaga, con clausura, già antico monastero fabbricato a foggia di fortezza eoa
stabilito in
rocchiali
fu
chie-
canonici era-
tribuiva l'udizio del parroco.
Maria
essi
la
servatorio dell'orsoline per l'educazione
dall'ultima proposizione concisloria!e,che (\[.\e
avendo
già ritiro de'passioni-
vi
s.
Loren-
quando
nel
fu eretta la
Giovanni; allora
qiic-
i
lo restituì a
Monte Cassino, ma concesse al
monastero di tenere nel porto di Terraciua una nave esenteda dazi. Mentre saTiiceui erano per sbarcare a Terracina e slavano per espugnarla, il vescovo e poj>iilo nella cattedrale invocarono il patroi
cinio di
s.
Rouedello, prouielleado al suo
TE
TER
II
monaslero di Monte Cassino Goooanguill'anno. Indi insorta fiera tempesta,
le
i
nemici ritornali sulle navi Ctii^qirono in Carbaria cos'i restando liberali p^W abi,
site,
per
1
cliea suo Kiogo desciiveiò;
5?
l'etlifizio
posta; quello pe'tesorieri generali
la
e altri camerali, ora
palazzo del l'api;
quello tnaestoso con magnifico |)orticalo
tanti
p(!r la
rammentata dogana,
Leonardo
uso
pubblica locanda; ridusse ad uso
da fiero eccidio. Il inonasleio di s. lo fondò nel territorio di V'archi il vescovo Simeone, per Leone abbale di s. Maria d'Oricola, nel pontilicato d'Innocenzo III, poi distrutto. Due monasleri furono sul nìonte Nettmio ora s. Angelo, e nel Borgo Marino, dedicati a s. Michele arcangelo e detti di s. Angelo: ili. "eretto avanti iliooo sul monte, ove
di
di
granaro
e |)ozzi di
e [lorzione a
grano! due torrio-
ni dell'antica l'ostei-ula, oltre altro
granaro costruito
sulla spiaggia,
ampio pozzi
i
d'olio, diverse abitazioni e altri fabbricati.
i\el
184^
manale, per
il mercato settigodeva iti passalo,
f" '"''Jltivato
di cui la città
tulli luned'i dell'anno. Terracina ogha 3 porle, cioè Forta lloraana, posla i
Giove Imberbe, e di religiosi;iI 2.° più moderno nel borgo pres* so la chiesa della ss. Annunziata, per le monache di s. Chiara verso ili5oo sta-
gi
venuto meno per l'aria malsana, onde Paolo IV assegnò le rendite al convento di s. Francesco. Questo venne fonjlato a' conventuali sul monte s. Angelo dallo slesso S.Francesco d'Asisi nel 1222,
ghczza d'un miglio e mezzo; Porla iVuo-
f(i
tempio
il
di
bililo,
con chiesa grande:
abitarono virtuosi
vi
1437 Alfonso re d'Aragona e di Napoli quando s'impadron'i di Terracina, e nel 1 589 Sisto V quando vi si leligiosi, nel
recò: ne tratta diffusamente
il
p.
Theuli,
Jpparatn Minoritico dclln provin(li l\oma,\\h. 6, cap. 2. La chiesa ora
nella parte occidentale della città e in
li-
nea retta dell'antica via Ap[)ia, che pure si conserva co'suoi marciapie
per cui
va al convento
si
de'dome-
nicani; e Porta Napoletana, situata nella
parte orientale, e che venendo da Napoli
Borgo Pio, che ivi comincia. Eun tempo la Poi la M.tsirilli che mei-
inette al ravi
venendo da
leva nell'interno della città
detto Borgo, e fu demolita per procacciare
maggiore circolazione d'aria
alla cil-
marea molte
ì\e.\\'
là, e la visuale del
titi
che. Vi è alla parte meridionale l'ingres-
iion è rimarchevole
che
pel suo poitico
sostenulo da due archi gotici di sesto molto acuto, e separati da
avanti s.
la
un
pilastro,
porta d'ingresso.
Il
Domenico da questo santo
a settentrione della città su
che
convento
sta
di
fu edificato
ameno
colle,
per opera del cardinal Stefano da Cecca110
con vasta chiesa e belle
produsse ragguardevoli soppresso.
\i sono
confraternite,
il
in
ss.
Immagini;
religiosi e poi fu
mure una
ciclopee, ed a tale ingresso
via che costeggia
te
di prospetto.il
grande
l-*orlo di
Ter-
licbi,clieserviva di sicura stazione al ro-
mg/
Nicolai,
Dei
mano
sua famiglia Braschi,
case comprale dalla famiglia
Tas-
e che poi abitò nelle sue annuali vi-
perchè avendo
navile,
colare e molto angusta
nulo per
sis,
va per
superiore presenta un magnifico oriz-
zonle
da'curvi
la
si
palazzo Brasclii,
duello
collegio con villo
palazzo per
il
spaziosa e di agevole salita, che nella par-
commissario camerale delle medesime, che Pio VI fabbricò in Terrail
s. Maria In Poslcrulis, vedono le basi sulle antiche
si
racina, tanto famoso e celebre degli an-
le fu sostituto
iielle
chiesa collegiata con arcipre-
tura chiamala di di cui oggi
ìionificriniciituìcUcTcrrcPoiitiiic.\\(\un-
cina
la
Terracina diverse
da'dollrinari, e le scuole comunali ricor-
date da INLuocco. Narra
denomi-
soalla città detto Posterula, cosi
nato per
fibbri-
come
lidi
la
la
forraacir-
bocca formala era dello Angipoi-to, e ritela
comodità fra'primi
testifica
il
Nicolai. Dice
il
d'Italia,
Contalo-
re ignorarsene ili. "autore, ed alcuni l'al-
M. Emilio Lepido; l'artico» da Terracina, e pubblicalo col
tribuirono a losciilto
I
TER
';C^
TER
Diario di Roma deli 844) '^^ cliiatna opera die ricorda tempi d'Augiisl(); ed il principe ftlassimo, in uno al suo molo, lo Ci*idG di Traiano, ed altrettuuii.°i2 del
i
Diario
tosi legge nel ii.°37 del
eli
Ronta
del 1843, e nel n.°2 3 delle Notizie del
giorno
di tale
anno,
porto è anlicliis-
il
e da'moli in parte intalli,
l'i,
gono
le
onde
del
mare
ove
fran-
si
So-
in tempesta.
novi ancora grandi avanzi di fornici, e di molli mensoloni di pietra scorniciati con
un gran foro
in mezzo per fermare le fuQuesto grande e sicuro pornon solamente fece Terracina sede di
ni delle navi.
lo
levalo all'impero nell'Soi, e molli anni
ma le rendeva ageradunare e mantenere una poderosa forza marittima, con navigli di par-
prima anche Tacito alFerma che esisteva. Laonde si deve riconoscere foitnato in tempo della repubblica. Traiano fu benetìcodi Terracina,ma non costruì il por-
gia de' l'ol sei, che secondo T. Livio furono veduti serpenti di spaventosa grandezza, che a guisa di pesci guizzavano per
simo, e secondo Livio già esisteva nell'au-
Ruma 5 12,
110 di
Fu
lo.
Qig.' jXicoliii
mentre Traiano
che a
fu e-
lui l'attribuì, e
poi nel riportare la relazione idrostatica di
iiappuii,
si
dice
cpiesto esistente
d;i
fi-
no ila'lempi migliori della repubblici,senza avvertire una specie di anacronismo
eslesi e utili traflìci,
vole
il
ticolare costruzione. DicePiicchi nellafò'g--
l'acque del
mare
Amicla
Plinio,
presso
il
porto.
città vicina a
Secondo
Terracina,
ubilala da'Iaconii o spartani, restò distrut-
per
ta
la
grandissima copia de' velenosi
serpenti che ne ucciserogli abitanti,
i
qua-
suo [)recedente racconto. Certo è che
li
l'imperatore Antonino Pio lo restaurò, ed
si
impero 21 anni dopo Traiano, è un'altra prova che cpiesti non è l'autore. Si mantenne ne'bassi secoli, fin-
nimali
precetto di tacere lo strepilo dell'armi ne-
chèdicesi che nel pontificato di Paolo IV,
miche,
con gravissimo danno della città fu riempito, e divenuto terraferma vi si seminò e piantarono alberi. Osserva mg."^ Nicolai,
terono.
col
essendo salilo
all'
che propriamente non
si
conosce l'epoca
Anticamente l'Ul'Amaseno sboccavano nel mare
della rovina del porto. feiite e
dietro Terracina:
le
grandi masse delle
Io-
seguaci degl' insegnamenti di Pitagora,
guardavano benedal distruggere gli adi qualunque sorte. Altri però attribuiscono la distruzione d' Amicla , al
re l'interrato porto, ne affidò la direzio-
ne all'idrostatico Rappini. Neil' encomia-
opera di mg."^ Nicolai può leggersi su operazione la precisa e interessante
tale
bocche
del porto e chiutlerle;
ma quando due
fiumi con nuovocorsQ
aprirono loslìoc-
co in
mare avanti
si
i
la città,
mancò
la for-
za dissipatrice dell'arene spinte dal flus.so
marino, e
si
perde
il
porlo. Nicolai ri-
leva quindi, questa essere
una causa
del
mollo verosimile. Sisto V fece disegnare un nuovo [)ort(j per restituire alla
fatto
gi-
Paludi Pontine, degna del suo grande animo, volendo aggiungere a Terracina il comodo dalla navigazione e riapri-
ta
alle
la
le
vano
d'ammontarsi
quali poi l'assalirono e abbat-
Avendo Pio VI concepito
gantesca impresa del diseccamento del-
io acque coll'impetuosa corrente impediall'arena
le
descrizione dei progetto de'lavori da farsi, il
quello del Canale per
la
navigazione,
calcolo delle spese per l'esca vazione del
Porto fino a Ponte Maggiore, per
la re-
staurazione del circondario e molo, pel regolatore
al
Ponle Selino, pe'pezzi man-
cauli alla scioglierà, e tutte le occorrenti
spesoascesero a scudi 72,804.
che avrebbe desiderato anche
Ma Pio Vi vantaggi
suo aulico splendore e floridezza, essendo mortolasciò l'opera inesegui-
del marittimo commercio, colla formazio-
Il porlo era di forma circolare d' un perimetro di piìichejùoo piedi, d'ope-
rea dell'antico porto, servendosi perciò
ra reticolala e degna de'magnifici
dellacqiia portata dal
ni,
uavig.izioue, allicllauto
citià
ma
il
la.
romacomesi \ede dagli avau^i de'suoi uiu-
ne del Porto Canale
di
i
Terracina, nell'a-
nuovo Canale si
di
trovò coulra-
TER porto.
ria all'ideato
niello
TER
Ostando
sbocco del Canale,
cli'è
la
direltatnen-
esposto a' venti sciroccali;
te
direzione
la s|)iaggia
per essere di pochissimo fondo e formata di
arena, dalla costante correntia die
va radendo
il
lido
da levante
a
ponente
questo litorale; finalmente la quantità d'acqua portata dal nuovo Canale, sebin
bene
chiara di sua natura, non esse-
sia
re bastevole a potere colla sua energia, né
i
lavori fatti, ed
Trovò
fjnclli
da
Tirsi,
l'operalo dt^j^no di nicinoria
prr
,
cui permise die ncll'anniia nip
suole coniare
si
77
1
esaminò
r.iie
Pietro
pei' la festa de'ss.
G.
e Paolo, nel rovescio dall'incisore cav.
Girometli
nuovo Porto
del
da
rappresentasse
si
lui fatto
lieo
e
prospetto
Canale con suo molo,
aprire e in costruzione nell'an'
porlo da molti
picnnmeiite in-
secoli
con questa epigrafe
lerrito,
il
nell' esergo:
anche unitamente al flusso e riflusso del inare, mantenere scavato losbocco in ma-
Portn Tcj^raciiinc Salutari Cis'ihiis (^j)portuno Na^'igantìliu'! ylpcrtn.Aii. i843.
riera tale da dare ricovero a' navigli di
Proseguendosi con vigore
qualche portata. Per tulle queste considerazioui, non essendo sperabile l'esecu-
due provincie di Velletri e Prosinone, ossia di Marittima e Campagna, comin-
zione felice del Porlo e Canale,
par-
il
più savio era di restringeisi, così con-
tito
sigliando
natura e
la
la
località, alla so-
navigazione interna sino allo sbocco in
la
mare. Dal bravo Rappini furono
fatti
esperimenti, allenì parte delle
gli
de-
mura
le
lavorazioni,
le
ciarono tosto a fruirne
i
vantaggi,
come
è dimostrato nel n."6 del Diaiin di lìnJìia del
letico
i
846, mediante
il
vo Porto e Canale doli
a
pubblicato
.'*
dicembre \%^5
tutto ili^gcnnaio\^^Q>.e.\eo^&v?iTAom
castellane della citlà nel piano di Postero-
commerciali che già
uno de'torrioni esistenti in quel recinto; formò una darsena© ricettacolo per
grandi bastimenlieranodi tonnellate
lo e
barche
Z?-
dc'ii hastimeiiti entrati nel imo-
e di
33 [.Se questa
vi
si
eseguivano.
utile e
I
magnifica
più
278 iin-
suscettibili a quella navigazio-
presa, allora in progrediente costruzione,
ma convenne abbandonarci! pensiero.
già avea prodotto tali vantaggi, facilmen-
le
ne, di forma semicircolare,
rio
XVI
neli83c)si recò per lai. 'volta in
potràarguire quanti maggiori ne a-
te
si
vi
ebbe
dati, giunta
che
fosse al
suo pei-
non l'impedivano
Terracina, il conte Gregorio Anlonellibe-
fello coin pi mento, se
iiemerito e zelante gonfaloniere della pa-
morie di Gregorio XVI, che lasciò l'opera ben avanzala, e le sopravvenute vicende poliliche de'tempi.
tria,
con singoiar eloquenza e peisuasive,
a vantaggio di Terracina perorò col Pa-
pa particolarmente per la riapertuia delI' antico porlo, che le restituirebbe un florido commercio, ed oltenne lusinghie-
Avendo Gregorio XVI
re speranze.
par-
ticolare propensione per la prosperità e
incremento di Terracina e delle finitime popolazioni ponderata mafuiamente la domanda, anche a sicurezza de'navigan,
ti,
decretò l'escavazione e ripiislinazione
un nuovo Porto e Canale annesso all' antico ostruito, e ne afltklò l'esecuzione al prof. Gaspare commend. Salvi architetto ingegnere. L'intrapiesafu condotta con ardore, onde nel del porto, con aprire
1843 ritornando
me poi dirò,
il
Papa
a
Terracina, co-
con grao soddisfazione vide
In Terracina risiede
il
proprio gover-
nature, nella cui giurisdizione è pure
comune
di
s.
Felice (J
.).
la
Il
il
magistrato
municipale vanta molli diplomi oiiorevo-
precipuamente de'Papi, che
li,
leggere nel Contatore. In ogni fiorirono uomini ta,
illustri
si ponno tempo vi
per santità di vi-
per dignità ecclesiastiche, per valore
e sapere, che usciiono dalle sue antiche e
numerose famiglie
nobili e chiare per
celebrate azioni. Riservandomi di parla-
ve de'primi, nel narrare cliiesa,
i
fasti di
questa
insieme a'vescovi della patria, qui
solamente latore, lib.
i
1,
Conac t-/Tcrracinaej e col
seguenti ricorderò col cap. io, ])c Faniiliis^
ris coiìspicnis civitatis
1
T E
58
TE
II
Teatro degli
Riccliij
uoììiini illustri nel
ilano
Ceccano.
(In
regno de'Volsei, cap. 24, Soggetti illiistri di Terracinn. Amhetltte poi lipni-
sa potleslàtli Foligno.
tano
miglia
le parlicolaii belle
azioni ed
i
pregi
l^iriinli
stemma
del suo
in più rami, fiorì per
decantata da molti gravi scrii-
un a'celébri
tori, in
e virtuosi, valorosi
e guerrieri cittadini di cui fu
conda, dappoiché ordini, ed
e
il
ebbe
il
fu
madre
f<;-
decoralo di parecchi
deciuionale, l'equeslie
popolare. De'piìi antichi, soltanto
si
conoscono: Elvidio Prisco |iretore di Roma sotto Vespasiano, V. Prisco, C. Vibio, Tito Clelio splendido. Elio o Allioconsole
e censore, IMurrano guerriero che
com-
mini ed
La
nol)ilissiina fa-
o Perenti (poiché l'albero
y^«a7//- nobilissima reggia de' volsci, ricca
e floiida, splendida per magnificenza di
do Rosa polenle, Camillo Ro-
a cui scrisse Bonifacio IX.
ctl
tiiciascuiio. L'anliibissinia Terr;icina,giìi
edifizi, fu
U
Uicc.ii
credesi
un
pero), divisa
potenza e per uo-
insigniti lielle dignità ecclesiastiche
ef|ueslri, in
armi, nelle lettere e nelle
magistiatuie, e pel
Bartolomeo difenil quale con
i.°
snre acerrimo della patria,
01 galere genovesi
l'aiuto di la
liberò dal-
la
tirannia di Nicola conte di Fondi. Rof-
fredo Perouli e
Massimo Rosa, ambedue
canonici della cattedrale, suddiaconi enolari apostolici di Gregorio IX, ed il primo anche governatore generale o rettore di Canìpagna per Alessandro IV, il quale
balle contro Annibale, Gerainio potente e formidabile a C. Mario, forse della fa-
l'inviò legato a
niìglia Vibia
nicanodi (jaeta, santo pastore;
fr.
do domenicano
in
ile
in
o Pensa, eh' ebbero origiTerrocina; Sergio Galba impera-
una sua
lore, nato in
GabinioCe-
villa;
pario console e senatore, gradi che oscuro col far parte della congiura di Catilina;
461
di
Chiiocrate eccellenle arrhiteltodel
Roma, che
descrisse in 3 libri le
Manfredi. Oltre
della patria, lo furono
Fondi, che
di
i
cina ampliò e abbellì la chiesa e
vento di
s.
Domenico,
Caetani conti di Fondi; sa di Stiongoli e
fr.
il
cui successore
Didio
Giuliano l'associò all'impero, che ricusò perla vecchiezza e preferendo il tranqnillo pallio
soggiorno. Nell'era r)oslra sue-
cessivamenle fiorirono
tri
al
lo alle loro biografie,
il
cardinal Giorda-
tempi per
conti di Terracina, poiché se
condizioni di quell'e-
poche.llb.Donatoconventiiale,che inNapoli ridusse a
convento
Lorenzo il Specioso e Gre-
di
s.
ma
tempo
me
e teologo, e
fr.
fr.
Giacomo
inquisitore
Bonaventura insigne
teo-
logo. Giuliano Lotta capitano egiegio del
secolo
XVI. Pandolfo Cidamita
nobile e
virtuoso, e famigliare del cardinal Gioì-
Ciacconio eCardelIa, corregge non doven-
né de' pure a suo
essa era contea, spettava aliano-
Frangipane di Roma, non a'Peronli, né a quella di Ceccano colla quale Peronti di frequente impaTentandosi ne assunsero il cognome, co-
francescani
Kicola fondatore del con-
li
bilissiina famiglia
e
fr.
Contatore
il
dosi stimare della famiglia Conti,
palazzo donatogli dal re; gorio venerandi benedettini; Arsenio abbale della Cava. Della famiglia Laudi i
vento d'Aversa,
an-
no da Ceccano j il cardinal Giordano Pirunto Co»// (anche con questo cognome lo riportai,seguendo
l'infelici
Furono
sagrocollegio,e de"(pudi trat-
qui appresso no1ati,eque'martiridicui poi parlerò,essen
da'
non diGaspare Petochi vescovodi Su-
e Nepi, di recente morto.
noverali
con-
degno minore osservan-
redialtri,
o Alila Peto, genero dell'impe-
il
Peronti d'Ascoli di Satriano,
le; Pietro
già canonicodella caltedrale,e per
ralore Pertinace,
Alber-
Terra-
Tommaso Ro-
mondo; Claudio Pom[)eiano glia Elio
dome-
in ciò aiutalo
fidjbriche più magnifiche e sontuose del della fami-
vescovi
Pietro
fr.
i
ili."
de'nominati), già rettore di Ma-
rittima e
cora
il
to da
Campagna. De'Peronti
fu
an-
cardinal Teobaldo di Ceccano, na-
una signora
glia. E' vivente
il
di tal nobilissima fami-
cardinal
Giacomo An-
touelli prolettore della patria,
diacono di
TER
TER s.
Agalnalln Su\niV{iì,^^ri:;rctai-io di Stadel consiglio
lo, presicleiile
e
de'.'iiinislri
dei consiglia di slato, ey;/r/r//o de' sagri
Palazzi aposlolicì, che per
le
sue bene-
inerenz.e celebrai in diversi articoli,
quellodi 7^/0 nicipiodi
/A
ed
notai, cilene! i8')oil
Roma
mu
decretò l'onore della
tadinanza e nobiltà romana a'suoi
in
cit-
fratelli
sommilii
si
?9
reca
da mirare, porgendo-
lietissitiiooi'izzoiite gli
I
(ìaela, olFie a chi vi
(Vi
suolo gnidevolissiino e opportuno
il
godevano mosse il meTerracina d.' Gio.
riposo. Per la rinoninnzn che
presso
il
popolo
tali
soigenli,
dico comprimario di
Ettore Mengozzi (a cui dichiarai
la
mi;i
gratitudine nell'articolo Mkdico, pera-
conti Antonellie loro discendenti, i.° dei
vermi inlilolnlo con isplendiile parole un
conte Filippo governatore della stato pontidoio.
suo dotto opuscolo nel declinar del 84*^, cioè in lem()o non sospetto di adulazio-
Dome-
ne) a pidtblica testimonianza di grato a-
quali è
il
Romana
l'anca
e dello
llhistiò la patria
il
dottore
fisico
compubblicato: De Historia Terra-
i
magistrato municipale, ad
nico Antonio Conlatore, con avere
niuio verso
pilato e
analizzarne con esame chimico
fiuinque, dedicata al cardi-
ciiieiisi lijìfi
nal Lorenzo Corsini pro-tesoriere generale nee non pro^'ciitmim ci^'itatisTeìiaciune genertfli nfl/niiìistrritori (poi Papa Clemente XI Ijcd allora era protettoredel-
il
le
là e viilìi terapeutiche, aiutato lisi
proprieiiell
ana-
dall'egregio farmacista del luogo Lul-
gi Zaccari, e
riconosciule cogli sperimen-
Biblioi^rafìa dello stato pontificio, dice
fatti, le chiamò: Salino fredda, e Salino solforosa, ed il tutto descrisse ne Cenni fisieo-cliiniici sopra le acque minerali di Terracinae loropro-
che l'Hayra e
Giandonati alfermarono
prietà medicinali a particolare servigio
ma
della medica idrologia minerale, ÌXomn
la città),
Romae 706. i
il
Il
Ranghiasci nella
averla pidjblicata anche in italiano,
come
forse la confusero colla latina,
os-
ti
con successo
Altre acque antiche ebbero infau-
i(S4'?..
Contatore persoddisfare quelli che non intendevano l'idio-
sta celebrità.
ina latino, per
geva presso
serva Coleti.
d.'
Il
le
loro replicate istanze
la
tradusse in italiano, riducemlo l'originale in
3
libri,
ed anco con aggiunte; però
non fu stampata
;
io raigiovai della latina
c dell'italiana. Marziale ricorda
que sulfuree
e minerali.
granito rosso, che trovasi sotto
non
le
La gran
sue actazza di
l'atrio del-
vio
Tra'suoi fonti sagri, Vitru-
rammenta
il
ftnte Nettunio che sor-
la città,
incautamente labilmente periva.
chi
parla di
r^r'/^o/.'^r/, la
e tanto mortifero vi Il
tal
si
che
dissetava inevi-
Pucchi,
La Reggia
fiiiteprodotto dal-
natura, da cui sorgevano acque arse-
nicali
,
che ricevevano qualità velenose
dalla terra per dove passavano;
muovere
onde
ri-
racina esistessero le terme, come una dellepiù magniflcheecospicue de'volsci.elo
mortale pericolo a chi le bevea, da'cittadini furono disperse e coperte. Le acque salutifere ricordate da i\lar-
rimarca
ziale,
la cattedrale,
il
fa
dubitare che
in
Ter-
Rossini. Salutari sorgenti giac-
ciono a pie di alla montagna, quasi a vello del mare, e nel
rupi
si
rompono
le
mezzo
di petrosi di-
spumeggianti ondedel
inare,ealla distanza di circa
Terracina
I
ODO
alla volta di Napoli.
cheggiadaun
lato
li-
amenissima
metri da
Le
fìaa-
e piana stia-
da, innalzandosi propinqua alta e antica torre.
Il
mare ove
a
ponente discopre
solePonzie,a mezzogiorno Ischia,
Vesuvio e la ridente costa di Napomentre a levante lo chiude la più alta
dissiil li,
l'i-
ecome
il
non
piti si
conoscevano a'tempi del il quale bensì
patrio istorico Contatore,
rimarcò che uo alquanto
le
acque del territorio era-
salse,
tranne quella celebre
rupi d'un monte presmonastero di s. Stefano, onde ne portava il nome, perchè l'origine si attribuisce a miracolo di s. Benedetto. Gli acquedotti che dalle circostanti montagiie conducevano l'acqua al porto, ed alle ville de'nobili romani e lenacinesi, furono guasti dal tempo, da' goti e da' sa-
che scaturiva fra
so l'antico
le
I
TE
Go
TER
R
raceni. Coniatore assai loda del territorio di Terracina
feracità
la
clie anlica-
,
niente era più vasto e f|uale descrisse
Gregorio VII
s.
nella bolla da Ini riprodot-
Ponli/ìcio,che\!ì piantagione de'gelsi Itm-
go
rinnovata via Appia ha dato occa-
la
sione alla muliebre industria per
onde
tiplicazione delltigelli,
si
molTer-
la
fa in
ta, nel concedergliene un buon trailo, essendosene perduto un 3.° Il suo suolo pro-
racina
duce in abbandanza granOjVinOjOlio e ogni
esistono diversi avanzi.
sorta di frutti e di erbaggi d'eccellente sa-
ratori e altri grandi di
pore, a motivo delle parlicelle sulfureo-
Tarle eressero molte delizie, perchè a'Io-
snlino elle
come vuo-
terra conliene,
la
Contatore. Questi aggiunge,
le
))enealcuni ne biasimino
il
clie
seb-
vino,aliri l'en-
comiarono come adatto per alcuni infermi di stomaco e podagrosi; in fatti dissi nella biografia di l'aolo IV che lo beveva, pei' aver
ma
il
si
cubo è
cambiasse
si
luna
sa,
il
in
romani impe-
il
quivi col-
terreno, pia-
clima, prima che
il
palude e
morbo-
in aria
e l'altra rimosse dalla
suolo
grande o-
pera del rasciugamento eseguito da Pio
diTerracina an-
ciiianiava cecubo e famoso;
squallore in cui era ridotta, restatavi di
gambe
iNicolai spiega
lui riportato,
1
Roma
ro tempi feracissimo era cevole e dolce
di seta. Del-
d'Anxuro Terracina
VI, che ridonò la produzione al suolo e cambiar l'aria, erigendo inoltre nella città tante fabbriche che la tolsero dallo
le
malate. Dice inol-
tre Contatore cbeil vino
ticamente
non mediocre trodlco
l'antiche grandezze
il
passo di Plinio da
con dire che
il
monte Ce-
nel territorio di Gaeta, e proba-
bilmente
le
tcrritorii
d'Amicla,oggi Sperlonga che
sue
furono trapiantatene'
vili
fa
fece
rimarchevole, oltre
la cattedrale,
il
cui in-
terno viene qualificalo barocco dal Rosgraziosa fonteche abbellisce la piazsiccome rilevarono l'avv. Castellano, ed il Calindri nel Saggio statistico del sini, la
za,
copiosa pesca nel soltosposto mare, e di
Pontificio stato. Tra'templi che
Terracina. Inoltre Terracina abbonda di
nesimo di Terracina vantò e dedicò a'falsi numi, vi fu quello di Giove Anxurus o Imberbe o Fanciullo, il quale sorgeva sulla cima del monte Nettuno, oggi s. Angelo, qual preside di sue campagne. Se ne vedono gli avanzi notabili di bello stile, delineati dal Moretti e pubblicati con e-
selvaggina, di pesce e di tutte
le
cose ne-
cessarieal vivere agiato. Conlatore difen-
de pure
l'aria e
clima; conviene sulla
il
sua impurità per l'esalazione delie Palu-
Pontine, non ancora a suo tempo boni-
di
ficate,
non però
pestifera e inabilabile co-
me alcuni scrittori
esagerarono, imperocché anticamente fu popolatissima, ed in processo di tempo ne diminuirono gli abifanti
guerre
le
paludi, e
iliisso delle
ne
civili e il
straniere, l'in-
contagio del castro-
sotto Gregorio XllI le recò
1'
ultimo
Nondimeno trovo nel RiparIcrritorialc del 836 contenere 4^36
csterminio. lo
i
abitanti, in seguilo di
e secondo in alcun i
non
il
molto aumentali,
Rossini a circa
tempo
l'aria
nativi. Gio.
7000. Solo
non è salubre per
Francesco Maratti fe-
rudile parole ti
nel
8, p.
t.
ero del
nume rappresentavasi adulto e non
fanciullo, bensì
lilJiopJiylis in
J\lc(lili'iraiuo \'ivcntilnis
177G. Nota
l'avv. Castellano,
,
Roma
Lo Stato
imberbe
no a
cui
jacina,
si
vi
la
fondazione diTer-
nel suo
perimetro tempio
attribuisce
ebbe
particolare^ presso lo
il
le
cui rovine fu edifica-
palazzo ragguardevole della firoiglia
Vecchis, onde
Tempio,
statuina del to
e figurato fioren-
come altri numi. Gia-
te d'eterna gioveuti.i
colo del
plaiUìs zoophylis, ci
P. E. ViscondeWAllinin, chiamandolo
maggiore e principale della città, e il cui si estendeva largamente per tutta la regione all'intorno, ed ove il simula-
lido di Terracina sino a
De
dalcommend.
I
culto
De
mali
paga-
il
ce r esame delle piante che nascono sul Civitavecchia:
il
tempio
la
contrada fu detta visi trovò la
e negli scavi
nume bifronte. Nel già descrit-
d'
Apollo
si
portava a
sagrifi-
care una porcella da quel giovane della
TER
TER clllà, pi
del
che dopo alcuni mesi di passalemgennaio precipitavano dalla parte
i.°
il
monte Nettuno
quindi bruciato si
il
le
Lorenzo. Lungi 3 miglia dalla il tempio di
s.
celebre e rinomato era
Giunone
notai altrove enei voi.
collocavano innanzi all'altare dentro ur-
sotto
il
di Feronia,come LXlV,p. 2 5 1, coi»
nome
rossa,
ceneri
Nave
detta la
suo cadavere,
lias di città,
\Cn
fonte e verdeggiante bosco, e soggiacque
depredazione d'Annibale. In esso
na. Meglio ciò descrivesi da Liicenzi an-
alla
notatore d'Uglielli.»//? eo (nel tempio d'A-
liberavano
pollo) sus foemina, scu Porca Apolliiii immolabatiir. Adirne tcmpluni dumtraheretur Cacsarius , ut diis ininiolnret
sedile di pietra con questo verso:
ex parte
dell'--^//^?;//? ci
acdifìcìuni corruit, Jhlsiq.Nu-
minis Pontìficem oppressit. Nec praetereiindiis, qui apiul Tcrracinenses ino leverat,detestandususus,niiodaìudssiii' gulis Jiiveids aliquis per aliqiiod tempo-
,
ex
alto
mi-
(ì.
Bene-
Eroli nel
la
dea Feronia, suo culto e della
Fontana
t.
ig
di
fonti, trattasi-
Ferogna
in
Narnisua
patria; e sulla pr(jpagazione del suo culto
dice probabile derivazione degli spartani
ronia, e se
se prò Reip. salute
si
un
diede bellissime notizie sul-
do
Apollini Porca sacri/ìcio,co?nitdnle3Ia-
monte cacumine
marchese
ruditissiino
di
gistratu, universoque populo
schiavi, e perciò eravi
meriti servi sedeant, <
spaduin delicate enutritus^, prctiosoqu€ ohvolutiis indumento , oblato prius ris
gli
Terracini, nt-Ha Sabina e altre parli
Del vano e antico cidto di Feil fonte diNarni fu confuso con quello di Terracina,può vedersi Degli Effetti, Mcìuorie del Soratle a p. o eseg. d' Italia.
i
serrime praecipiteni dabas, cujus exanime cadaver illieo cremandum igni tradebatur, et cineris in Apollinis tempio recondebaturjwmen vero interdivos ad-
furono in Terracina, e forse l'avrà avuto anche Priapo dio degli orti,
scriptum erat." Narrano
ticolo,
Contatore, che ogni anno
il
p.
Valle e
il
giovane più
il
nobile della città per 6 mesi
si
faceva in-
tempo qualunque soddisfazione. Venuto il .° di gennaio egli armato saliva sopra un cavallo riccamente ornalo, recavasi al tempio d'Apollo ad odrire una vittima quindi accompagnato dal popolo si portava sopra un nujiite, e si persuadeva a sagrificarsi ad Apollo per acquistarsi gloria immorgrassare, dandogli in quel
i
,
Altri templi
poiché vedesi
nume scolpilo
il
ghi della città.
11
in vari luo-
Rossini nel ricordato ar-
intorno ad alcune antichità
di
Ter-
racina, parla de'suoi ultimi scavi. In quello eseguito sulla piazza della catledrale,
cima
sulla
to l'antico
della città antica,
pavimenlo
si
del foro,
trovò tut-
composto
di grandi lastre rettangolari della pietra di
que'monti Apennini, ov'è soprapposf.i il pavimento gira sotto tulle le
la città
me
il
ni e
:
moderne
case
costruite sopra di esso, co-
palazzo comunale,
una specie
le
oltre abitazio-
di torre de' bassi
tempi.
dal Canale di navigazione,
tale e salute alia città, precipitandosi col
Nella via di
cavallo dal monte; per cui
che internasi nel nuovo porto e precisamente incontro al gran palazzo Braschi, riferisce l'encomiato Rossini che fu tro-
trovandosi
si
racconta che
Cesario a questo crudele e
s.
superstizioso spettacolo, col distendere
mano no
al
la
giovane e il cavallo. Intorconvento di s. Francesco s'mnalzasalvò
il
Ta
il tempio di Minerva, e vicino al luogo dello la Piota di Castello sonovi vesti-
Fortuna. Tempio vi ebbe pure Maia madre di Mercurio , le cui rovine erano dietro il granaro più vecchio del monte dell'abbondanza, e da esso gia di quello della
la
porta Promana fu chiamala Maia, aVOl. LXXIV.
vata
la
adorna se.
Ma
là
famosa statua d'Aristide die ora ì\InseoGrcgoriano Lateraneii'
il
in
questo articolo dichiarai rap-
presentare Sofocle
la
statua,
come
pelr."
marchese Melchiorri, e averla donata a Gregorio XVI nel i83g in Terracina la nobile famiglia Antonel-
la
li
riconobbe
,
ed
ta e
io fui
il
presente alla graziosa offer-
mi fu dello rinvenuta a
Felice. Col-
s. I
i
1
TER
TER
6o.
Papa nel dclto suo museo da
slessa
sua su-
guarda della sono scolpiti
pcrioiilà alla celel)ie slatiia d'Aristide di
monumento
della natura e dell'arte, de-
loc.iki
lui
tìtil
fondalo, perchèsi conoscesse
Napbli,
vi
pose poi
la
gesso di essa a con
il
fronlo. Egualotenle inconiro al palii77,o TJraschi
si
trovarono avanzi magnifici
di
terme con muri d'opera reticolata; e così pure sotto dello palazzo nel fianco sulla ?./ salila d'allri muri antichi. Scavandosi la strada che conduce al palazzo medesimosi rinvenne in luogo recondito l'avanzo d'un piccolo tempio composto di ?. colonnelle, nel cui mezzo sopra una basco piedistallo, sulla quale dovea essere la siai
Uia d'Apollo,
vi è l'isciizione:
Ansiirc À-
pollini Divatiiiìi. Questa fu riconosciula edicola che esisteva avanti
pei' la piccola
ai
gran tempio d'Apollo.
licggia
clf' /
o Terracina
olsri. lib. coloìti/i
i
,
Ricchi,
Il
Ln
cap. 28: /lusitì-e
A.\IIJ, riporta
le
grande/za
di qiic
che
cima. Qnesto magnifico
in
nominalo anche Peschio o Pisco Monlano, chiude inleramente
53G
nel
Roma
di
Massimo,
anco oggidì li
si
può
Fabio
che fece
all'
e-
Annibale, a cui
in
colia resistenza
modo impedì
die prova
dillalore Q.
il
seicito cartaginese d' lai
passaggio di
il
come ne
quella parte d'Italia,
l'ingresso nel Lazio; e
dire la chiave degli sla-
papali meridionali. Forse sulla vetta di
Pesco Montano fu
a
tempo de'romani
il
faro dell'antico porlo interrato. Osserva
Conlatore, che per
rocche o torri più
tali
volle Terrncina servì di
presidio nelle
guerre degli antichi romani, e in lem-
pò
di
tio
i
ri
Pio
11.
corsari
di
i
A
difesa delle spiaggie con-
Papi fecero fabbricare
Badino, ove sbocca l'Ufente;
le
la
lor-
Gre-
antiche iscrizioni di Terracina, edovee-
goriana di Gregorio XIII, vicino a'con-
sistenti. 11
Contatore parlando delle anliche rocche o torri di Terracina ripro-
(ini
duce testimonianze di loro importanza nel paganesimo, cioè la rocca o Àr.v di Giove Imberbe sulla cima del monte Netluno; quella di Minerva vicina al convento di s. Francesco per custodia del porto, ambo distrutle; la rocca Traversa o superslile Caslello,ove nel maschio si legge ui>a memoria di Eugenio 111, che la ricnperò; la rocca di Ferrone e della la torre «Ielle Mole di 8 angoli e vicina alle mole
so
della città; la rocca di Pesco
Montano
vi-
cino alla spiaggia del mareov'erail porlo, falla a forza di scalpello,
essendo un
intero scoglio che in alto innalza
del regno; I' Olevola o Clementina perchè riedificata da Clemente XI pres-
monte
il
li
in di
Circeo.
teatri antichi più no-
1
furono due, uno sorgeva a Saìlissano, cui le vestigia si formano di muraglie
macigni quadrali, commessi senza calcima del monte Net-
ce; l'altro fu sulla
limo adiacente
al legio
palazzo di Teo-
dorico re de' goti, che fece diseccare
Palude Pontina
marmorea di
s.
,
che
di
la
memoria
esiste
nella piazza vicino alla chiesa
Cesario, e se ne attribuisce a lui
rezione. Sulla vetta di
tal
l'e-
monte, ove
la
visiialeèsorprendenle,dominandosi iUottoposlo
mare
campagna, poi-
e adiacente
2melri,sono
la
super-
che ha un'elevazione
ha cima. Quest'ultimo grandioso
scoglio
avanzi del basamento del così dello pa-
elevasi per tra la
,'^9
0120
metri
montagna
e
il
piedi, isolalo
mare, ha
sulla fac-
di 2
1
gli
composto d'8 arcale mattoni e travertini, che formano u-
lazzo di Teodorico, di
Appia, scolpile in numeri romani le n)isnre de'piedi 120 d'altezza che convenne
da essoabimuri Terracina e l'abbellì di tdifizi, ed ove iinasupeisliziosa tradizione suppose esistere un lesoro nascosto. Quivi vicino Irovansi al-
tagliare nel sasso, notati di o ini o piedi contale proporzione d'oltica,che nume-
filili
ria occidentale, tagliala a picco a forza di
scalpello dal censore
no 44^
di
Roma
Appio Claudio
per farvi passar
l'an-
la
\ia
1
i
ri inferiori
compariscono all'occhio
di chi
na larghezza
quando
lato
li'i
di
5o
metri, e
cinse di nuovi
impoilanli avanzi di tulle edifizi antichi; e
poco
le
piìi
aìcìho alla chiesa de' dottrinai
i,
parti di
a basso si
,
vedo-
TE
TER
R
no iutieri di conserve d'acqua con tulli condoni ancora inlalti di lena colta, e collo stucco grossissinio; e vi è una di que-
linea
ste a diverse ai cale, somigliante alle così
questa
dotti a felice I
i
Terme
delle Sette Sale delle
Roma,
un
dintorni delle
tempo go
come
l'antica via Ap[)ia, e di sepolcri e
con
solei
Claudio
iscrizioni, la
do
e
telegrafica, così per l'interno dello stalo,
come anche
mau-
esteri, ilPapa
da por-
per mezzo della I^alude Pon-
tina proseguiva a Capila,
attivarsi
lun-
quale fu da Appio
lastricata di pietre nere
Capena
ta
Napoletano ed Estense, e polenuna regolare coi rispondenzi
confini
roniauc e terracinesi del
ville
in cui la città fioiiva,
donde Traiano
tutto Io stato dal
tere
provarono
tante medaglie e
le
vale negli scavi.
Ora
in
com-
la[)idi
Terracina
vi
tro-
è la
stazione e l'oflìcio perla telegiafìa elettrica.
A Strada
parlai ancora del telegrafo
elettrico, e delle linee telegrafiche del re-
gno
due Sicilie e che neh 85 fu
dello stalo ponti
delle
fjcio, e
attivata quella di
1
Napoli e Gaeta, per poi proseguirsi a Ter raciiia per Roma,da (juesla allraversando il
resto dello slato fino a Bologna, per rag
giungere
la linea dell'alta Italia.
Chenel-
l'ollobrei853 ilPapa recandosi a S.Sebastiano fiiori
le
mura, si
fece
il I
."esperimen-
to della linea telegrafica di recente stabilita fra
Roma
e
Terracina, esiebbe istan-
tanea risposta, onde fu quindi posta in attivila.
Dice
la
Civiltà calloUctt. serie ij",
229, che l'intera linea telegrafoda Terracina al confine Estendella lunghezza di chilometri 65o, im-
aprile, slabilendusi
.°
a ricevei e e trasmet-
dispacci, in R.oma, Bologna,
i
riffa
lo
I
di notte; e fu pubblicala la ta
pel lelegrafamento de'dispacci, rego-
lalo sulle distanze in miglia geografiche
60
di
grado e
al
numero
sul
di parole,
ordinandosi che niun dispaccio può con tenere più di
1
00
chepiessociascun va
la tarillii
parole, ed avvertendosi ofllzio telegrafico
Quindi nel Giornale si dice, che an co Ferrara godrà fra breve del privilegio dispacci da spedirsi all'estero. n."
I
32
di detto
e vantaggio della corrispondenza telegra-
poiché
fica, il
il
Papa non
solo le accordò
desideralo beneficio, ina
donò due
le
touuellale del filo elettrico per
la
congiun-
zione telegrafica di Ferrara con Bologna.
Finalmente
nel n."
legge, che per I
855
169
la fiera di
Giornale
del
era stato attivato in quella cillà
iiflìzio
telegrafico pel giorno,
prì a'
i5
il
quale
mine
spesa complessiva di scudi
04,000
della fiera.
Le
rono stabilite eguali a quelle d'Ancona.
dazione daGianoi."ie
i
lavori intrapresi per stabilire la linea te-
pone in comuoicazione imiiicdiata Bologna e Koinu, erano siali con legrafica che
al ter-
in vigore nel-
Anxur, Tarraciiia,
ca annui scudi
1
a-
l'uffìzio
secondo
7812. Ne'n.' 48 e 7 i del Giornale di Roma del 8 55 si legge. Che
un
lasse de'dispacci fu-
che con questa istituzione s'impiegarono 37 individui colla spesa di cir-
circa; e
si
luglio pel pubblico servizio; e
chetale ulfiziocessavadi funzionare
la
si
Sinii^ac:^li(Lf\€.\
t.i I, p.
portò
Irò
si
per l'importo delle tasse de*
elettrica se,
Anco-
na, Foligno e Terracina, aperti tanto di
giorno che
pubblica romana e nell'impero, e
i
gli oflizi telegrafici
tare Terracina da' nobili romani e da-
gl'imperatori, onde tanto fiorì nella re-
in comunicazione cogli stali permetteva cheanco privali
potessero servirsi de'telegrafi elettrici per
continuò a Drindisi, perciò delta ile^ìna \'i(iriiì/ì. Essa faceva assai frequenla
Ancona, e di
in
Roma. Che trovandosi
fiche nello sialo pontificio ira gli estremi
trailo di via onlica. We'
trovano avanzi d'antichi edi-
si
espe
febbraio: questi
a'?.(l
da Bologna giunge unisce a
e la 1.'
in esercizio le linee longitudinali telegra
in
ch'è ancora lipieiia d'acqua, e del
pari ivi vedesi
fizi
Tito
di
lenza eblje luogo
si
i63
compimento,
Terracina, //.ti//-,
zio
('/ .j,
magine icità
,
il
Coniatore, ebbe origine
e
fon-
^ [laliii e del
La-
oiidei citladini posero nella via
ài
sua im-
chiamata Gapo la Un-
oltre di avergli eietto
tempio, e
la
il
ricoitlalo
trovarono negli soavi uiedd-
^
TER
TER
i64
glioni Ji 1)101120 colla sua effigie; quindi il
successore e nipote Siituino l'ablìellì,
ed ornò
di varie fabbi iclie e di
nuove mu-
Tarraccni
di
ina
ne che dia un cenno sui popoli Lestrigo7/7
del luogo sassoso, dov'era situala l'aulica
raciiia, edificala
più grande, e
si
estendeva non solo nella
parte inferiore pel piano della campagna, ina anco nella superiore pel monte Net-
tunoos. Angelo. InollreTerracina fu chiamala Àiixitr, che in lingua volsca siguifica
come
Ciltà antica,
quella ch'era sta-
pri-
procedere nella narrazione, coiivie-
ili
Aldiredi Slrabone/l'erracina fu cliiamala Tinciwe Dutchi/ia dall' aspre/za
ra.
Ma
e Tarracinenses.
Lcnno,
e della loro citlà di
ora
clie
si
vuole essere siala Auxur stesso ossia Ter-
inno e
da Lanio figlio di INetQuesti si dicono
re de'iestrigoni.
popoli giganteschi e
fortis>.iu)i della Sici-
che da Omero uelVOdi.ssea sono dipinti come inospitali e biubiu
lia,
e crudeli,
i
aulropofrtgi. Giunto Ulissedairisola d'Eo-
mandò
lo colla flottiglia sulle loro coste,
Lamo due
compagni
molto prima delle altre citlà de'volsci, de'qiiali divenne capo e metro-
al
poli, valorosa nazione di cui parlai negli
so del paLizzo di lui Irovaiono la moglie
ta fondata
articoli delle città e luoghi
formanti
il
lo-
anche a VelI ETRI come ima delle 7 che godè il priinalo Ira'volsci. Narra Plinio che il Lazio vecchio dal Tevere arrivava sino a Terraciiia, onde Ira il popolo latino si coine perciò
jo possente regno,
prendevano oborigeni. i
gli osci
volsci, egli
o
ausoni
Anxur o Tei raciua ebbe
osci o volsci,
lutti
ad una metropoli degli
requisiti propri
come
partecipe del
maree
della terra, esposta a' venti salubri d' o-
lienle,
abbondante d'ogni
sizione didicile ad assalii
cosa, ed in pò-
si,
e opj)ortuiiis-
sima per offendere. Anche il can. Cauco, Storia di 1 ellctri, affi^ma che un lempo Terracina fu capitale della nazione de' volsci, poiché or l'uiia or l'allra citlà lo furono; e prima di lui l'avea riconosciuto li p. Theuli. Lo nega il p. Valle, La regia Pipcì-no, pretendendo che fosse una citlà del regno Privernate e ad esso soggetta. Egli col p.
dicefondata da
Theuli e
col lìicchi la
JììXw Giove Belo,
e per-
ciò nipote di Saturno, al quale egli altri-
buiàce
la
fondazione
anterioie.Di più
il
de'diversiiiomipoi
p.
di
Piperno
e perciò
Valle reiideragione
tati
dalla città, ///W7',
nel porlo di
re del paese Antifate. Essi
reo meglio
del le
de'suui
era alta
vid'ella
la figlia d'Aiilif.ite, la
qua-
come una montagna. Appena stranieri,
iliie
i
all'ingres-
marito o padre, de'messaggeri,
chiamò
mangiò
lo
proprio
il
quale ailerrando uno
il
pel suo desiiia-
ma
re; l'allio tentò di fuggire,
il
mostro
con terribile vorechiauiò lestrigoni. Quei
sii
spaventevoli giganti accorsero
ila
tutte
ed eccitati da Anlifate allo ster-
le parli,
minio de'greci e alla disti uzione delle navi, rotolando macigni dalla rupe del Pisco
Montano
sul sottoposto porto, a colpi di
pietra soperchiaioiio se,
compagni d'Ulis-
i
molti ne presero, e indlzandoli a gui-
sa di pesci, seco loro
volarli. Ulisse che
sollecitamenteda lontanò,
mero
li
portarono per di-
non era disceso
cjuesti
barbari
a terra,
lidi si al-
dopo aver perduto un buon nuseguaci. Di recente
ilf 'suoi
il
eh. ar-
un dotto ragionamento che recitò nel! accademia d'aicheologia, di cui parlarono \\ n." 70
cheologod. Pietro iMatianga,
Giornale di
del
serK'alore
riconobbe e
Lamo
Roma
Romano
del
di tale
(issò la città
nell'antica
coiìfiontamlo
80
il
Anxur
1
in
852,
anno
a
e
VOs-
j».
692,
Leslrigonia di in
Terracina,
lesto greco deirO<:/7.v^c/Z
eseg. nella descrizioneche
Tracchina e Terracina. Le discordanti
hb.
opinioni sui primoidi delle città antiche
fece di
ordinariamente sono piÌJ mitologicheche storiche, ed d Contatore viene riputato
tureesprimeuli variestoriede'viaggi d'Ulisse
storico alquanto parziale.
via Graziosa sull'Esquilino (descritte an-
I
primitivi abi-
latori vcnnerochiaroati .4nxuratcs,c^n\iì-
1
o, ver.
Lamo, con due
e scoperte in
delle antiche pit-
Roma neh 848-49
cura dal cav. Luigi Grill nel
1.
16, p-
'"
387
TER
T E R
AeW Album, co'disegni
\6j
di due), ri-
vecollealtrefurono trasferite nella biblio-
ducendo il lesto consentaneo al racconlo d'Omero. Altii posero Laino in Formia (della quale riparlai nel voi. LUI, p. 2o3 6 22 2, narrando il breve soggiorno di Papa Fio I.X), ora Mola di Gacta,\iì quale
teca Vaticana, nella stanza della del Sansone o delle Nozze Aidobrandine pe'cele-
e 345»
pure fu credula
cillà Leslrigonia. L'ab.
Malraiiga quiudi pubblicò
Lanio
La
:
città di
Terracina, secondo due degli an-
stabilita in
la descrizione di O/nero, e
già ritrovali sulU Esquiliquali la rappresentano. Discorso tavole in rame. ec, Roma 18)2 con Ne dierono contezza con lodi, il Giornatichi dipi/iti
no,
i
i
t
le
di
Roma
del 18
53
a p.
676,
e la
Ci-
viltà cattolica, 1.' serie, t. 4. p- 563. L'ab. Matraiiga, encomiando mg.*^ Testa (di cui nel voi.
LXX,
225), cbe nella sua LetVulcano delle Pa-
p.
tera sopra l'antico
ludi Pontine, ìvovaìo presso
l'appoggio del
gnato
ICNto
Xurma, con
Omerico
erasi inge-
di fissar la sede de'Ieslrigoni in
An-
bri alfreschi
omonimi
dalle sale Bor-
ivi
Gregorio
gia liaslocali da
za fu da ultimo abbellita,
XVI
(t.dcstan*
come acceimai
LXIX, p. 253, col pavimento di musaico trovato fuori di porla s. Lorenzo nella vigna Brancadoro, ed esprimente Ettore strascinalo da Achille, e con due musaici rappresentanti bellissimi cesti che giacevano ne' magazzini Vaticani). Del nel rol.
sommo
pregio delle pitture trovate nel-
Graziosa
la via
e in cui sono
,
la
pure
la
ritratti
i
Omero, ne par-
viaggi d'Ulisse descritti da
Civiltà cattolica, serie 2.",
t.
98. Di grande importanza è l'opera eruditissima dell'encomialo p. iNbitranr, p.
I
gn pubblicala' con magnifica edizione de,
dicata al cardinal A nlonel'.i, perchè
la sua cospicua famiglia trapiantatavi è di lustro singolare a Terracina, l'antica Lamo, poi
pai licolarità ilistinlive a-
^«x?irsinonimo di Tracina o TaTarracina e Terracina ; dimostrando con prove convincenti che
dattealla natura del luogo,coile biancheg-
fu illuvtre e rinomata sino da'tempi al-
xur
ossia Terracina,sia perla giacitura del
paese e delle montagne ond'è coronata,
quanto per
le
gianti sue rocche (l'antica edificata sul si
monte ora
s.
menoOmerici, Celebrò
Angelo, questo
la
cillà,pubblicò e illustrò vari
ti
terracinesi,
denti da ogni iato, non perchè calcina bianca,
ma
il
no
a far
Lamo
rpielli
che opinaro-
tica
era, al di WxùitWa
ri
la ri
d'Ulisse, ed essere terminatala varietà di
la
rinomanza del-
monumen-
magnifica porla an-
scoperta nell'ottobre
1
852
nel giar-
fontanavecchia ^T\. qua-
corrispondere a quella denomina-
le dice
Formia o Fon-
l'antica
come
la
dino Veinlitti, poco discosto dalla via cor-
Gaeta altra città de'Ieslrigoni, dimoche ninna di esse esistevano a tempo
essere
stra
pietre
die apprendo dal Con-
confutando
di, e
tali
siccome buone
tatore); e
racina, poi
Ansur essendo
disse sassoso di sassi bianchi e risplen-
fossero bianche,
delta
Artacia da
Omero, narr.mdo
pregiudizi circa
acqua
di
botti per
i
i
popola-
buoni eOfetlì della sua
gusto salmastro, nel lavare le lungo mantenimento e conser-
il
sentenze sulla vera sede de'Ieslrigoni an-
vazione del vino. Opina essere
avendo eruditamente ragionato anco ilelle origini e del nomediTerracina;e in ultimo della dotta illustrazione vi è un cenno storico del rinvenimento delle
perla porta opera diTeodorico,gran bene-
desse
pitture in via Graziosa, di loro comprila e
incisa
collocazione. Tali pitture trovale sopra in-
cinesi. Inoltre tra le altre cose
Iropofigi,
tonaco d'opera reticolata, acquistate dal governo e riportate in tela, erano 7, dellequali 2
come
si
trasportarono in Campidoglio,
indicai nel voi. LIII,p.
3oo, dado-
la
disco-
fattore de'terracinesi, e da essa vuoisi il
ti
che
contrada Posterula prennome. Questa porta disegnata ed
quartiere e il
la
la
pubblicò tra'monumenti terra-
Terracina,
il
p.
riguardan-
Matranga provò
l'an-
tichità del suo porlo, affatto escludendo-
ne Traiano per autore, restaurato e uoa formato da Antonino, come alcuni pre-
TER
i66 tesero.
Parlò piiredegli
TER mn-
.'ivjuizi tiglio
ra poligone ossia pelasyiclic ociclopee.e «l'imtiiensi paralelli[iipe(li, esistenti la
viaconierai
i
quali
lungo
muri parte cinsero
volsche poste sul mare, Anzio
lustri citlà
cui meglio a Por.To d'Anzo) e Circel-
(-ii
lo (di cui a
s.
Felice),
menzione nel
sa
si
fece cpiindi espres-
trattato di navigazione
l'antica città e parie servirono di soslru-
r di conimerciosancilo tra'romani e icar-
zionealla montagnola sncui sorge
t:iginesi
convento
sa e
di
s.
la
chie
Fiancesco. Nell'eneo-
Malranga
mialo/^/.sror.vol'ab.
.sealtro,per provare che ^ia, di cui riparlo a
il
aggiun-
vi
i^o/V/ro di Li-
Teatki
Roma, fu
di
scoperto nelle vestigia dell'antiche n)uia
Monte Esquilino
sol
ritraenti
leavventure
co' suddetti dipinti di Ulisse.
Anche ad
IxALiAeLAzio parlai de'lestrigoni,chenci Terracina venne ad abitarvi una
lidi di
neli-^anno della repubblica ro-
maria; trattato che poi soli
M.
la
lega volsca
ra tra'romani e 1
itrici
piìi
volte umiliale
allorché nel 3i\S fu spedito
Roma Marco
Fabio Ambuslo tribu-
uomo quanto d'animo
Sparla Licmgo, ed a'quali alcuni altri-
no militare,
liuiscono l'introduzione del cullo di
ce, altrettanto
Fé
Durava ostinata guer-
volsci, eie acpiile trion-
de'primi eransi
«ieri alleali,
Troia e regnando a
i
eiruialzatealcospeltodegl'intrepidi giier-
tla
di
prometteva, e soggiacrpie
si
a terribilesventura.
colonia di iaconii o spartani, niolli secoli
guerra
rinnovò da'con-
vo nel 4^6 di Roma. MaTerracina non g
dopo
la
si
Popilio Lena e iM. Aurelio Cor-
avido
di gloria,
il
fero-
quale a
rouia e lerezionedel tempio, non che di aver fabbricato Formia: Plinio però pò-
<>[)odi
ne
lasciòinltaliaLestrigonestabilitosi inP^or-
opponevano cittadinijl'alpestresilosommamerite incomodava romani, onde il (lero tribuno pensò ricorrere a strategica scaltrezza, ordinando a C. Servilio Aala
mia, e poi ucciso dal fratello Tritone, per
d'ascender finlivamente
lecuicrudellùErcolegiunlonel Laziocac-
esimularedi voler atl.iccare la città dalla parlesuperiore,meutre egli tenterebbe l' assalto vero dalla
in
questa
lestrigoni,
i
che forse fiuono
cacciati da'Iaconii, e poi essi riedificarono la città.
ciò
i
Che Satiuno
tornato in Egitto
lestrigoni e vi edificò alcune colonie,
CheTerracina
fu abitata da'Iaconii ospar-
lani, io riporta
Teatro
anche
lii.slorico
di
il
Theuli nel
p.
I elicli
i.
Si
comin-
eia a trovar più chiara e certa la storia di
Anxur
dal
lib. rj di
Plinio,
il
quale par-
landò delle conquiste di Oenolro
(di cui
Roma) assicura, che costui ap." prodato allespiaggiedi Terracina fu il a condurvi una colonia, che in progresso a Italia e
i
dilempoapiìi lodevoli condizioni ridusse , avenimparato da Italo suo figlio l'arte dell'agricoltura. Questa colonia poco do-
que'prinii rozzi e feroci abitanti
do
essi
pò, insieme cogli abitanti delle confinanti cillà dell'Ausonia,
si
collegò a'volsci, pò-
polo guerriero e girovago per
me
le
maritti
contrade del Mediterraneo, e così u-
formarono un sol popolo,accomunando leggi e costumi. Di Terracina pel suo florido porlo, insicn)c colle altre due ilniti
4 uumerosecoortidovea espugnar
Terracina. Ostinala era
la
resistenza che
i
i
t<;
[unte [ìiìi
do
la
vetta del
mon-
colla sua coorte,
piìi
bassa presso
sicura, e perciò gli assediati
lesa di quella.
si
la
palude tenuta
mal guardata, quau-
fossero rivolli alla di-
Tanto avvenne:
gl'infelici
improvviso da clamolose e inaudite grida che partivano dal-
cittadini, scossi ali
l'alto della città, trassero tutti inconta-
nenie a quella volta, sprovvista
di valido
mentre Fabio Ambusto celeremente appoggiando le scale a'muri vi ascese, trucidò le poche guardie, fece sven((jlarla bandiera vittoriosa, abbandonando la sorpresa città alla militare licenza, Presi all'impensata in mezzo terracinesi, conobbero la disperata loro condizione; pure animati da quell'amore di paria,ch'era pressoché indomabile negli au» presidio,
i
I
lichi pelli, resistevano agl'invasori, e ar-
diluuicule puguavauo.
1
più
forti
cadde-
TE
joo rimasero disarmali e prigioni,
to, 2 poclii
fuggirono.
I
linianenli diventili
per morie inevilabiie, benclic
roci
buno si
TER
R
facesse
proclamar salva
arrendesse,
la vila a
chi
po, divisarono iruitrodurvisi lrave»titi,ad
ti
a
ferita per
ojorle per morte; finché restati a
vincitore. Siccome
malmenare
i
giogo del
il
comerano anda-
volscievitavanoi
altri trdjiini
in varie parti
paese lo-
il
ro, per tenere distratto
il
nemico
non soccorresse Anx.ur,
il
cui attacco era
e acciò
onta che
patria.
l.i
tribuno con'piistatore ne fa-
il
cesse vegliare l'ingresso. Riusciti nell'intento,
ingannarono
custodi,
i
sonìaronodappertullo lione, le
cittadini
f
armi, fecero
mano,
man
Ecelra. Do-
po aver Fabio A n»busto espugnalo tà, fece
sospendere
il
la cit-
sacco per attende-
re l'arrivo de'colleghi acciò ne partecipas.sero,
vi
dicendo the
alla concjuisla
aveano cooperalo
ne impedito
il
d'Anxur
truppe, avendo-
tali
soccorso; ed arrivati
col-
i
fuoco ileila ribel-
bassa sul presidio ro-
quanto sapeva di seruon trovando re^istenza
vitù straniera
,
poco nuQjero de'romani;
senilo sparsi per le
(|uel di
il
e distrussero
dunque Valerio
Anzio, e Cornelio su
guardie, e compri
sollevarono, [)resero
si
pel
gettò sul territorio di
le
volsci rientrati nella città vi
i
r oggetto principale delle mire loro. Asi
Pervenirne a ca-
ledi redimere
pochi, furono coslretli subire
battimenti, due
limitrofe città, impresero audacemeii
le
tri-
lerracincsi al prepolenle
i
lerracincsi fuggitivi, aiutati da'volsci del
il
nemico resero per lungo lenipo ferita,
fe-
!(<-
gli altri es-
campagne
per
e
negoziazioni. Uditosi in talo avvenimento,
il
Roma
l'ina'^pet-
senato spedi nuove
con altro duce. Questi in sulle prime, sgomentolo dalla
legiuui a punire
situazione elevata e vantaggiosa
diflicile
di
ribelli
i
Anxur,
limitò a circondarla di fossi
si
leghi co'3 eserciti spogliarono la città, che
e di steccali, ed a guastarne
da lungo tempo si trovava felice e nel culmo delle dovizie. 1 romani nel saccheggio ne trassero sì. copiose ricchezze, che tl'allora in poi la repubblica cominciò a dare col pubblico erario il soldo e lo slij)endioa'propri soldati, mentre [>rima ciascuno militava a proprie spese, e oeavea
disponendosi a lungo assedio, e
io
compenso
il
bollino e
rilevai a IVIilizca. tal
la
preda,
come
Pertanto conciliatosi in
modo il popolo co'patrizi mediautese-
iiatus consulto, indicibile fu
1'
allegrezza
della [)lebe di Ilunia, che a gara corse a
ringraziare e baciar
le
mani
a' senatori,
avcìainaiìiìoW i>t !(l /•!< lei /{/ ixi l riti ni lasciando intatta la città,
.
I
dieronu
sto al territorio, e lasciarono in
romail
gua-
Anxur una
guarnigione poco numerosa. Dipoi nel?>53
lentò
riguie della disciplina;
si
ral-
to
permise libero ingresso e la dimora iu città a 'mercanti volsci, che iu grau uuiucio vi erano ricevuti Allora i
mal custodito
recinto,
cittadini di rendersi a di-
romauna colonia di 3oo persone, dando a ciascuno due iugeri di terreno, cioè due volle lauto di terreno quanto suole arare iu una giornata un paio i
ni vi stabilirono
cjuest'epoca cominciò ve-
di bovi,
ed
ramente
la
Anxur
ancorché
,
iu
piena dominazione
assediarono
il
massime
ne della colonia, anno
più
358che
42
j la
spedizio-
in cui fu-coucessa
romana anche
p. iVIatranga dice
lacinesij
nel
presiilio inutilmente. Al-
e meglio rilardano al
cittadinanza
romana su
vulsci teutai'ono
i
volte di ricuperarla,
Il
si
i
il
screzione. Più cauti (juesta volta
la
tiiilitare, e
inondarono
e costrinsero
accor-
si
ceremonic, ad un trat-
feste e religiose
darono moltissime esenzioni dal servigio
il
iute-
alla custodia delle porle, tutti occupati iu
vi
cautele di sicurezza, e
le
i
tri
le
territorio,
romani ne dilferirono l'assaUo. Avendo romani saputo un giorno, che gli assediati non vegliavano
le alla
ad Aniur
il
sline discordie de'
e mentre Uom.i tulle
le curelenea rivolguerra de'veicnti, si trascurarono
le vi-
cine città, intenti alla speculazione delle
a Piperno.
che gl'indomabili
ter
che dagli antenati lestrigoni non
luronodegeucri per intrepidezza te valore,
e cuslau-
più volte vmti da'romaui, tua
.
TER
i68
ognora pendenza e servaggio,
sostenere
ribelli a
Roma,
di
la
alla fine nel
consoli L.
4^6
Emilio Ma-
3oo individui,aognunode'qua-
coloniadi ]i
i
eC. Plauzio, perdettero interaloro libertà, e vi fu dedotta una
inercino,
mente
sotto
TER giogo di di-
il
nella divisione dc'cauipi toccò
la
nar-
rala quantità di terreno. Aggiunge, ch'è
quasi incredibile
la
ricchezza e l'opulen-
za obesi acquistò in seguito alcuno tle'coloni,
come
scrizioiie
si
apprende dalla magnifica
alimentaria di Celia I\Iaciiiia,u-
iia delle principali
matrone della
quale legòruigenle
!a
ne
i-
colonia,
sommad'un
nella storia
i
i
sessi; oltre altre
rose e airetluose disposizioni.
gene-
romani
1
quindi fecero gran conto di questa
città,
dell'una e
R^" 44^ via omonima,
nel
<^''-
i
mare, la palude presso Terracina era ancora piccola. Nel successivo periodo di 4o 1
anni
si
occupando e sommergenmetà della feracissima pianu-
dilatò,
do quasi
la
ammorbando
ra, e
ma
d'ambo
falli
i
Claudio fece la ed eseguendo sorprendenti ricordali lavori [ler continuarla fra la montagna e il
di sesterzi a benefizio de'suoi terraci-.
coloni
Quando
ma Appio
ra.
adJncbè dal fluitato di quel denaro fossero in perpetuo alimentati oofanciul-
confusero
si
dell'altra città.
milio-
iiesi,
h
Pomezia e gli aurunchi si ritirarono per un tempo in Sessa o Suessa, questa fu eziandio denominata co'loro nomi, onde
di
all'intorno l'atmosfe-
M. Cornelio Celego
mano
pose
parando Circeo.
al
la via tra
il
590
Terracina
e
Rori-
la
palu-
Valle che in alcuni luoghi
p.
il
di
Cu cello o
seguilo rinnovandosi
Il)
de, narra
tlopo
suo prosciugamento,
formaronsida VelletriaTerracina nascondigli d'assassini, che recavano gravi danruberie
naviganti ed a'passeggeri,
e l'ornarono di belle e splendide fabbri-
ni e
che, ed elevandola dal grado di colonia
onde G. Cesare avea determinato di prosciugarla, ma la morte glielo impedì. Intauloseguendo Terracina ideslinidi Roma, nell'impero si vide favolila dagl'im-
a quello di municipio.
rittimo
vi
Come
luogo ma-
eressero nobili ville, e le fre-
quentarono nell'inverno e nella primavera, che ivi si godevano miti per l'aria temperala e la bella vista del mare. Annoverata Ira le città marittime, dovè contribuire armi, navi e vettovaglie alla
romana
e altri potentati.
nientie
flotta
nella spedizione contro Antioco
Tra Terracina
e
Fondi,
ronjani marciavano contro 60-
i
che prodiloriiunente erosi alleala coi sanniti, venneroin angusto passo terribilmente batlulij ma Lucio Emilio dittato-
ra,
re fugò «jue'fìcri nemici, de'quali fu ezian-
dio punito l'oigoglio, unitamente a'partigiani.
Qui Irovo
Sessa o Suessa, ed
a'
peratori, che furono soliti alloggiarvi e recarvisi a diporto.
chi giossissimi macigni,
niata navale slanziataa Miseno, Terraci-
na vulleappartenerea questo parlilo contro L, Vilellio I. "generale di Galba, chia-
mato all'impero priiioipalmeule gioni
germaniche
lelto a sedare le città della
mezia
.spasiano,
che sebbene distante, il
nome
a!
detto terri-
torio e alla famosa sua palude, qual capitale delle città Pontine, colai, e cipali
come
con esso narrai pure
avveuimcuti, Siccome
i
dice Ni-
suoi prin-
gli
abiUDti
dalle le-
e da'preloriani.
Clau-
dio Apollinare generale didelfa flotta, e-
Suessa Auiunca e A usona, diversa da Povolsca,
quali fracassa-
lorché insorse a favore di Vespasianol'ar-
presa Terracina, e di Suessa Pomezia o
cilt.à
i
rono molli de'convilati, e di que'che sei'\ivano alla mensa, e fuor d'ogni speranza rimase salvo e illeso l'imperatore. Al-
a
rammentare, che a Paludi Pontine, ra-
pres-
S[)elonca, precipitarono dall'alto non po-
di
gionai del territorio Pontino, incoi ècora-
sembra aver dato
Mentre Tiberio
so Terracina cenava nel pretorio dello la
vando
marciò contro Terracina,
e tro-
mano armaera. Dopo di es-
resistenza l'occupò a
ta nell'anno
so vi
turbolenze insorte nelle
Campaniache favorivano Ve-
andò
70
so imperatore, rarvi le
di nostra
L. Vilellio fratello dello slesil
quale ordinò di restau-
mura diveoute
deboli dalle pas-
TER
TER
e per lui sarebbe stala la
sale viccnile,
ciuà abbellita tnaggiorraenle, se la niorte noi» l'avesse prevenuto. L'ai). Matran-
ponzio presso
ga ccjH'avvenulo a Terracina nella
a
giier-
ra tra Vespasianoe Vilellio, trova uii'al-
prova che
suo porlo preesisleva a Traiaiio, imperocché riportando il racconIra
il
io di Tacito, espone tliò e
che L.
Vilellio asse-
con istrage poco credibile prese
buon
assallo Terracina, nel cui porto con
nuinero
di
navi dovette ridorsi Claudio
di
Apollinare
\ìrt(t\.\.o
classis jM'nencnsis. e
chequivi allora ritrovandosi indifesa della cxllli
ijraeerat rcnu'gilmsAu quel me-
inorando assalto dato
di notte, yr;cz«<^'/^'^/«-
diatoresrefiislens, ncque iiiulticeciderc: ceterì
ad naves
ruehant, uhi cuncta pa-
ri formi di ne iniplicahantur
,
pei-/nixtis
paganis.quos nullo disciinunc T itelliani trucidahant.SexTÀbuviùcae inlcr pì-i-
munì lumultuni evadere,
in quis
praefc
ctus classis Apollinaris. Domiziano imperaloresi portava spesso a godere le terracinesi,
Già
suoi bagni.
in
Terracina eiasi predi-
calo r evangelo pel zelo di la
decorò
do
la ciltii a
le della il
le vii-
deliziandosi nelle acque dei
s.
di seggio vescovile,
Pietro, che
conlinuan-
prosperare qualca[)o
di
que'-
Campania Ronuina, come vuole
Contatore, e residenza de'presidi con-
solari preposti al
ed ove
governodella provincia,
nel tribunale
rendeva giustizia
si
Tiperno, finche venuloa diutorareiii Tertare ri[)aro. Espulsi d'Italia
peralore Giustiniano
minio e duro giogo, tò
cristiana, e
dopo
via
ne depredò
il
e
rovinando quanto
e col fuoco ne deformò difìzi, le ville,
deudo
i
i
suoi magnifici e-
giardini,! borghi, deca-
così dal suo antico splendore,
barbaro eccidio
nare
la
i
con
de' desolali cittadini.
tanle deplorabili sciagure trascurali
in-
Appia, invase Terracina, più prezioso, indi col ferro
si
A
aggiunse, che
restauri de'lavori latti perfre-
palude vicina, questa s'ingrandi
CLiovatneule uel
Y
secolo,
convertendo
i
s.
Gregorio
altri
la
fede
ridotta
fu costretto ad adular la diocesi
la città
al
ecci-
1
sua morte pel deplo-
la
labile stato in che la peste avea
vescovo di Palermo. Tra
della chiesa
romana
i
Patrimoid
noverano qiielli dell'Appia e della Campania. 11 Borgia, B rcve istoria del dominio tempora le della s. Sede, p. 2 56 e 2 17, avverte che il ducato di Roma, che dopo il 726 spontasi
nea mente si a>soggetlò al principato lempoiale della chiesa romana, sebl)ene al>le lene dell'odierna Campania, non comprese quelle della pai le deiiouiinata Mai ittinia, benché le lene che verso il secolo XI si divisero in Campania e
braccio
iMarillia)a,inanticocolsolo nooie
diCam-
pania venivano considei'ale. Trovandosi che Terracina, ch'è nell'odici na !\Iaiitlima, ubbidiva anche nel lemp
La sua
percorrendo
longobardi
i
zelo del vescovo a custodire
il
la fede.
contro nella
poitòsalu-
goti d.iil'un-
e persino vi ripullu-
lo l'itlolatria, pei- cui
dedursene che
zio,
i,
vi i
barbari l'occuparono nel 56^, e Terracina ancora soggiaotpie al loro bubarodo-
al
quando
ossia vicino
de'(|uali luoghi riparlai a
racuui Teudorico rede'goti,
dannali
floridezza cessò
Foro Appio,
il
Fossanuova^
pa Adriano
Alarico re de'goti nel 4i 7 d' nostra era, dopo aver presa Roma e devastalo il La-
lerri-
Il
lorioalia<»atosi dilatò da Terracina a Tri-
a'popoli dipendenti, ed in esso furono con-
martirio diversi confessori del-
169
paesi ponliiii in misero tleserlo.
1
ilei
772, non per (piesto può ducalo r(jmanu appar-
al
tenesse, giacché questa città fu de' greci
imperatori e nel ducalo
di
Napoli, ed
il
Papa
l'avea presa e riteneva in conipen-
so
Patrimonio Napoletano, che
<\tì\
desimi greci aveano
alla chiesa
violentemente usurpalo, giso
11
tera
65
istigati
meromana i
da Ari-
principe di Denevento. Nella leldel
sci isse nel
Cod. CaroL, che Adriano
780
a
I
Carlo Magno, colla qua-
querelò de'na[)oletani e de'greci, ec-
le
si
co
come
latem,
si
espresse.
Terraeinensem
quam ser^'itio
civi-
Petri apostolorumprineipis, et vestroaique nostro an~ tea subiugavimus,
b.
nunc autem invalido
TER
I70 eoiisìUo ìtcriun
ijìsi
T E R
iani fati nefandissi-
gratitudine a tanto onore, confermò
romana
mi nnjìolitani, cimi pcn'crsis graecis in-
nazioni fatte alla
poi soggiunge, die aveaconvemito con Pietro messo de' napoletani, die gli (lessero 5 nobili in ostaggio, quali avrelilie leiuluti colla città di Tenaciiia, quante volle per autorità del patri-
dal padre Pipino, e
\'ftsi.sunt.V!,
I
zio greco di Sicilia gli fosse restituito Toc-
cupatogli patrimonio. Essendo oscura e intralciala ne' bassi dell'Italia e del le senza
no
tempi
la
di
scrisse all'an-
Sezze entrassero in que-
ducatoroinano.il medesimo Borgia neldi Benevento, t.i,
4^>'ipa'l3 di Terracina acquistata da
|).
Adriano
I
e poi ritolta da'greci.
tlunque, che
Grimoardo
Nana
a-
principe di
III
r>enevenlo,nonsolo erasi ribellalo a Car-
Magno, ma
lo 'I
unitosi a que'di
eiiiicina, città
il
legittimo possesso di tutto
territorio pontino, rifulse (ìnalmente
il
un
lampodisperanza, cheil bel paese venisuna volta con più felici auspicii a li-
se
berarsi dalla tanto pestifera palude, che
mentre per Terracina Adriano I disse tutto l'opposto. Aggiunge il Borgia, die quanto a Piperno e Sezze, il siJenzio degli antichi monumenti fa s\ che la cosa rimanga assai incerta. A Rom4, e pr incipal mente col Borgia, procurai di sta lìilire di quali città e luoghi si compose le Mc/ììOì-ic istorichc
i
accjuistato
senza vantaggio costante era stata tante
sto ducato,
il
vi aggiunse la bellissima [irovinciadiCarapania. Per quest'alto d'imperiale liberalità, avendo Papi
LeCoin-
il
yc^G, n.°49)Clie le città di Piperno, di
Terracina e
do-
corografia
ducato romano,
buon fondamento
le
chiesa da Ini u
che Adriano
jirecedenti anni ase soggettala,
Gaeta e di avea ne*
I
ma
poi ri-
volte rinserrata ne'suoi limiti. Dipoi
i
ro frequenti scorrerie in Italia e nel rale della
lito-
l'atilisse-
poichèoccupati luoghi marittimijspei
vasioni nelle città e
saccheggiando con bitanti,
campagne prossime, spavento degli a-
tale
die costrinsero Giovanni Vili a
pagar loro un tributo; battè e
ma
poi
armato un
redense dall'impo-
naviglio,
li
sizione,
che rilevai pure nel vol.LXIX,
il
p.8i 627
I.
si
Riferisce Nicolai
du:dair84-6
tempo dimora edoininioin Fondi e Terracina, fin-
i
saraceni ebbero per qualche
riposo.
Ad istanza di Adria778 Carlo Magno avea vin-
Sede, nel secolo IX
cialmente del Lazio, facevano quindi in-
cato romano, e di sottometterle zio greco di Sicilia.
s.
ro con ogni maniera di rapine e di stragi;
ga
al patri-
Pa-
i
787, tramò d'usurpai e e levare dal dominio di s. Pietro alcune città della Campania ossia del dutoltagli da'greci nel
i
governarono la provincia pe'reltori di Marittima e Campagna, de'quali parlo a Velletri e Erosiivonk. Ma domati longobardi , non andò guari che nemici di gran lunga più feroci, saraceni, nelle lopi
ché dall'imperatore Carlo ,
ritornò nel paese
la
III
messi in fu-
tranquillità e
Anche Contatore deplora
le
il
cru-
deltà saracene, raccontando chenell'B.^S
restituzioni ilell'usurpato da'Iongobardi.
li una gran quanmaomettani dall'Africa per mare si portarono nelle spiagge latine, ed entrati iaipetuosamente in Roma fecero strage de'romani, e rubarono il più pre-
Nor-
zioso dalle basiliche Ostiense e Vaticana.
e Ninfa città pontine, fatta dall'itn-
Quindi perla via Appia passarono in Ter racina e Fondi, le inanoinisero a ferro e fuoco, facendo schiavi o dando la morte
no to
I
fin dal
longobardi e distrutto
i
Italia,
il
loro regno in
ampliando il principato temporacondonazioni di domìniiecon
le de"I*api,
Il
Nicolai racconta la donazione di
ma
peralore Costantino IV alla
prepotenze colle
(piali
i
s.
Sede, e
longobardi
le
le a-
veano occupate, saccheggiando e depredando il territorio latino; e che nell'Hoc venendoCarlo Magno acclamato imperulurc d'occideule
Uu Pu^as. Leone
111.
per
nel pontificato diSergio tità di tali
a'cittadini. Indi
si
accamparono
vicino a
Gaeta e tentarono dare il sacco a Monte Cassino,ma non riuscì loro. Carichi di preda navigavano pei l'Africa, quando loro
TER comparvero
TE
Pietro e
s
Bcncdctlo
s.
in
lina bcuchclta, e inleirogalilidel bottino
un
latto, essi lo confessarono, l'oscia in tratto insorse fiera tempesta clic tulli
som-
merse, tranne alcuni che recarono a'ioro la funesta notizia. Dislrulta la gi-eca dominazione, di Cdvid
Coi
si
mò
una ducea
indipendente, cui Teiraciua fu aggrega-
Giovanni Vili
ta, (incile
to
il
suo
doitiiiìio
ridusse sot-
la
dopo 1*872, Gaeta
e neil'SHa
patrimo-
donò a Docibileduca
di
nio di Traetto e
città e territorio di
la
il
Fondi, che da molto tempo la santa Sede possedeva in pieno dominio, aninchc guerreggiasse contro ratori
Ottone
I
e
saraceni. Gl'impe-
i
Enrico
s.
li
conferma-
romana la sovranità su Terracina. Nicolai a p. og ricorda unCrescenzio romcs Tcrraciiiciìsibus del 989. rono
alla chiesa
i
Il
Conlatore riporta
il
stro II, col quale nel
Darfeiio,suoi
i
diploma
di Silve-
000 donò
al
conte
nipoti la città di Ter-
figli e
n
1
7
r
pa donò loro la stessa città con suo diploma. Nella biografia di / illore ///disclic
si I
ripugnante
fu eletto a'^t/j
ma
4
08G,
passati
maggio
giorni nascostamen-
da Roma, si recò in A idea e dopo 3 giorni si trasferì a Terracina, dove deposte le vesti papali si ritirò al suo mote figgi
Monte Cassino.
na^tero di
pregato da Ruggero
Ivi
istantemen-
Roberto Guiscardo duca di Puglia e di Calabria, e da altri principi, acciò riprendesse le te
figlio di
pontificie insegne a vantaggio della criinfestata
stianità,
iniquo antipa[)a
dall'
Clemente III, finalmente ceiletle, e poi morì nel monastero a' 6 settendji e 1 087. Vacò la s. Sede 5 mesi e 2 giorni, dap1
j»
poiché riporta Lodovico Agnello AnastaIstoria drilli Antijìapi
sio,
Essendo per
i
cardinali e
t.
279:
1, p.
vescovi dispersi,
i
persecuzioni del perfido in)perato-
le
re Enrico
I
V,
la
gran contessa Matilde e scrissero loro pre-
gli altri zelanti cattolici
racina superiore e inferiore, colle torri e
murose
muri, e col suo distretto, campi, paludi e
racina
peschiere, stabilendone
quaresima agli 8 marzo. Vi si recarono il cardinal Giovanni vescovo di l'orto per parte de' romani, colla plenipotenza di
neficia) e
i
confini, per be-
stipendio militare, con 3 soldi
d'oro annui di tributo. Indi Gregorio nel
1046
VI
sottrasse Terracina dal conte
come
Darfcrio,o Daoferio
colai, e dagli eredi di lui.
chiama NiQuesto Daofelo
rio s'intitola ro/^.s7//, ci <^Zz;.r,t'fro//if'.s 7V/'-
racìiutc. Nel s'
1042
il
vescovo Teobaldo
intitolava Episcopus, coiisul
TcìiUiiiute.
Papa Alessandro
Terracina colle sue pertinenze
(lux
et II
al
donò cardi-
nal Desiderio abbate di
Monte Cassino
poi Vittore III, notando
il
il
p.
Contatore, e
Tosti nella Storia della badia di
Afonie Cassino, cheW dono di Terracina e suo territorio, non fu come ad abbate cassinese,
ma
persona del cardinal
alla
Desiderio. Nella biografia di
FU narrai che nel
i
oyS
s.
Gregorio
fu a Terracina,
tutti
i
il
mercoledì della ."settimana di i
cardinali e del clero l'omaiio, e
tra vescovi e abbati.
brarono
giovedì
Il
lasciato detto
tore
vescovo
la
111,
e
il
di
Il
approvarono
to
Poi
il
s,
i
Gregorio VII,
terrail
l'u-
passarono
li
iu
digiuni, limosine e orazioni per ottenere
lumi da Dio. La domenica ?. marzo si unirono di nuovo nella cattedrale, ed i
i
cardinali di Porto, rio
d'Albano,
Tusculano e
co' vescovi elessero
[irovarono con giubilo e
e amorevolezza che mostrarono
di
tutto, e finì la sessione.
venerdì e sabato
Dichiara
cinesi iu ricevere
OdeMonte
cardinal
Cassino e l'arcivescevo di Capua Rober-
caidinal Chatillon
Coniatore, the per l'ossequio
defunto Vit-
Marsi abbate
Pipcrno e i^SVrzr, tornando a Roma da Monte Cassino, e lo conferma il p. Tosti. il
il
car-
riferì
Porto rappresen-
sua plenipotenza.
risio de'conti di
il
Tusculano
quantoavea
4o
assem-
si
nella cattedrale, ed allora
dinal Giovanni vescovo
ti)
Ter-
leltere,a(linchèsi unissero in
si
ivi
Giialte-
Papa
il
presente, con che
chiamasse Urbano ti [l lo
.):
tulli l'ap-
[)regarono ad
accettare, poiché fortemente ripugnava, e vcsleudolo della
porpora papale l'in-
fece
TER
TER
172 Ironizzarono
:
prima
e
una scorsa
intercessione di
di recarsi a
Roma
ove a Benedetto guarì da un Anche il Conlatore ri-
a iMoiile Cassino, s.
dolore di llanchi.
do
recò a Benevento.
si
Il
Ferlone, De'
che pentito delV Iiwestiture concesse a Enrico V, tuttavia con leltera scritta in Terracina a' i'iaggi de' Pontefici, dice
ferisce le parlicoliiiilà di questa elezione
luglio
in Teriacinn, ov'eiasi trasferita la curia
ro disapprovazione, dichiarando volere
romana, con DcneJelto piefello di Pioma, legali de' |>rinci|)i oltramontani e
annullar
della gran contessa Matilde. Clie dall'e-
ni del prefetto di
i
piscopio tutti alla
recarono processionalniente cattedrale, ove ilopo breve ora-
si
zione, alzatosi in [jindi
il
cnidiiial Tiiscu»
tornò
I
I
:
riprese
I
l'alto,
la 3.'
un
cardinali per
la lo-
come eseguì. Forse vi riquando per le sedizio-
volta
rò a Sezze.
al
i
Il
Roma
nel
i
i
i
6
si
riti-
Coniatore non ricorda die
solo acce>so e dimora,
donde
scrisse
cardinal GiovanriiTusculano,e(l a Leo-
lano con elegante discorso dichiarò quan-
ne Vercellense. La terra
morire a veanoiletlo circa l'elezione del nuovo l'apa, s. Gregorio VII e Villoie Ili (designando a successore il
promontorio sul quale la famosa maga Circe ebbe tempio, per gl'incanlesirai che vi avea operato quando 1' abitava, e vi approdò Ulisse. Per lei il monte fu detto
prima
to
di
cardinal CIimIiIIoii) per quillità della
la
pace e tran-
Chiesa in tempi così lagri-
di
s.
Circeo eCircello,ed abbiamo
Felice fu
di
il
Bernar-
consesso, l'avrebbero veneralo per vero
do Thiebaut, Coup (Voeil liistorique, agricolcy botanique et pìlloresque sur le Alonte Circello, ParisiS i4-Qnivi alcuni pretendono che nascesse Celestino IT, al quale altri con più ragione danno pei*
e legillinio Papa. Passati
patria Civita Costellando altri Città di
nievoli. Dipoi alzaron-ii
tuense e
il
prefetto di
caidinal For-
il
Roma,
notifican-
do da parie ilei clero e popolo romano, che chiunque fljsse l'eletto in quel sagro i
3 giorni di dicar-
Castello; dispute derivate dalla somi-
adunarono neldomenica nella cattedra-
glianza de'vocaboli, che dichiarai anche
giuni e orazioni allo Spinto santo, dinali con tulli gli altri la
mattina della
i
si
a Terni, perchè
si
dopo lungo trattato cardinali Portuense, Tuscnlano e Aìbanense alzatisi in
stelli di tal città.
piedi e fatto sitenzi(», nouMiiarono di pa-
mani
vi
sommo
gusto
vi
e
le,
ri
i
consenso per
Pontefice
scovo d' Oilia cardinal Chalillon cercato dagli
altri
il
ve-
il
e
:
ri-
placetf ad alta voce
tutti dissero Chatillon essere meritevole il (piale si compiacque farchiamar Urbano li. Allora corsero tutad adorarlo, lo vestirono delle insegne
In questo
go, per l'importante sua posizione
pose un
pi era la
pii^i
presitiio, e ne'bassi
parli possedesse la
s.
biografia del cardinal
l'altare di
s.
Pietro e lo posero a sede-
re nel soglio pontificio.
Papa
Dopo
avere
ivi
il
celebrala solenneinenle la messa,
tulli gli elettori
si
portarono pieni
di san-
to gaudio da Terracina alle loro residea2.e.
La sedia marmorea che
servì per l'in-
tem-
Sede, onde più vol-
te servì di ricovero a' Pai)i. Notai nella
fu confuso con
zi
ro-
Au-
forte e sicura che in queste
si ti
i
costruirono una rocca, ed
del pontificalo,
pa pali, e col l'in vocazione delloSpi ri lo santo lo menarono processionahnente innan-
Cafimoso luo-
cretledella famiglia
I. "Pasquale II
neh
Ugo
Ugo d' Alatri, che Pisconti, e solo al
affidò la custodia della roc-
8, onde trovarvi un sicuro asilo contro le incessanti persecuzioni d'Enrico V e de'suoi partigiani in Ro-
ca Circèa
ma, come
i
i
i
potenti Frangipane.
tà e luoghi pontini, allre,
Le
cit-
tranne Ninfa e poche
furono occupati da'prepolenli nes. Sede; ma poi di Ninfa, Sez-
mici della ze,
Sermoneta
e Tiberia,
con allre terre
Tolomeo conte
tronizzazione, fu collocala dietro l'altare
pontine se ne impadronì
maggiore.
Tusculano. Di Ninfa parlai a Norma, co-
11
successore Pasquale
ch'egli la Terracina, forse
1 1
fu an-
neh o6 quan* i
me
più antica e già sede vescovile; quan-
TER
TEll
modeina, non deve confondere con Tiberiaco forse Adria. Rlorla il l'apa a'2 gennaio 8,
Tenacina, a poco a poco avanzarono audacemente pretensioni perdoniiiinrla,(inche piudltando degli accennali disaslrosi
10 a Tlberia d'origine più si
l
1
il
Ugo
cardinal
d'Alatri lasciò ad
1
1
tempi, fraudolenlemenle s'iaipadroniro-
altri la
custodia della rocca per recarsi in llooja
no del
non
posero
all'elezione del successole, sebbene
tnanchino
la
difese da-
Lom-
8 t\e\VJlhu/ii a p. 33'j. Eletto
un 11
1.
1
altro Papa, l'oltraggiòjper cui Gelasio
Ugo
Pioma,
in
d'Alatri a J^orto e Ardea,
donde
si
Franriassumere la
tra>feiìalla sua patriaGaeta epoi in eia,
tornando
il
cardinale a
custodia della rocca, che
mandò pure
Papa racco-
il
Narra Conta-
a'terracinesi.
da Terracina ov'era approdatosi condusse a Gaeta, e lo coinlore,
che Gelasio
11
prova Fi'ilone raccontando viaggio.
1
il
disastroso
lerracinesi talvolta soltanto eb-
bero da'Papi
la
custodia della rocca Cir-
cèa, e tale altra se ne
prepotenza
i
più forti,
impadronirono
come
racina al
Al dire
modo
Frangipani e
gli
Ter-
i
romani avveArnaldo da Brescia,
altri signori
lenati dall'eresia di
che insegnava doversi spogliareiPapi d'ogili teuìpoiale diritto, si misero in possesso di Terracina, della rocca di Circello,
e d'altre terre pontine. Perciò
i
Papi
ridoni all'estremo bisogno, con disagio
sostennero
la vita
mercè
le
oblazioni de'
fedeli di voli, e insidiali per ogni lato di
frequente furono costretti abbandonare
lìoma, e vagar
esuli negli stati de'priu-
cipi amici.
I
no
143 avea concesso
11
dell
ivi
tra'selini e
Frangipani, a'quali Celestil'enlrnle di
i
terracinesi, sulle
dirilli.
Il
socces-^o-
1
i
I
romana
chiesa.
Laonde Alessandro
III
insieme colla più sana parte de'cardinali, e coll'aiulo d'Ettoi e Frangipani, si ritirò nel paese pontino,
solenner
la
Annibaldeschi,
:
Adiiano IV investì del castello d'Acqua Puzza l'usui patore Atlinolfo, e^sendo tornato alla sua ubbidienza. iNel 5g per di lui moi te eletto Altssandro III, insorse l'antipapa Vittore V, soslenuto dal nemico della fiero imperatore Fedirico
di
riportato da Contatore.
di Nicolai,
Frangipani
re
di
e tiranneggiarono
Terracina pure riportai l'ac-
invesl'i di tal città e di
cordo ialto
fece la polen-
lefamiglia (le'FrangipaiiijChe per un lem-
pò doniiuarono
Papa per coDiposizione ricu-
questioni sui condni e
col cardinale
fugg'i
iSa
i
l^ielro
temendo anco Enrico V, che poco do-
po giunse
il
però Terracina, Norma, Sezzc e la rocca di Funione, oltre altre città pontine. Però narrai a Sezze, che Eugenio 111 nel
rio Circeo, e colla narrativa della mito-
bardi nel
1
avea ordinato multi arcivescovi. Kun-
vi
dimeno
che colla veduta del pronionto-
logica Circe e d'Ulisse, pubblicò F.
chiamato Traversa, im-
giogo a'ierracinesi e distuiba-
il
1
dden-
un bellissimo
legge in
si
castello
5o rono tutta la città. Ciò avvenne nel a'26 novembre, dopoché Eugenio 111 vi si era recalo da Ferentino uell'otiobre e
neghino, alfer-
vigorosamente
gl'imperiali, lo articolo,
lo
restò nella rocca per
Come
derla.
che
scrittori
mando che
173
i
ilo
nemici
ed
Ninfa fu con
in
consagiato e coronalo. Quindi lui
per concitargli contro
pubblica indegnazione, sparsero calun-
niosameiite che
la
sagra funzione erasi
celebrala alla Cisterna di Nerone, poiché
Ninfa era vicina
al
paesedi Cisterna; gof-
famente pretendendo che Alessandio III si reputasse qual altro Nerone, e perciò il
più crudele de'tiranni. il Papa in Ninfa,
sicuro
Non si
trovandosi
portò a Ter-
racina co'cardinali, solennemente ricevalo e
nobilmente ospitato nel palazzo de'
donò d'Acqua Puzza (di cui a Sezze), e scrisse una lettera a Luigi VII redi Francia domandandogli asilo. A tale ellelto pas>ò nel dominio di Guglielmo I re di Sicilia, e sidle sue gaPeronli, a'quali per riniuneiazione
buona parte
del territorio
leie recossi in Fiancia, ciò
lardano ali 161, per cui
che
altri ri-
in qucsl'
anno
TER
174
TER
onorò niiovamcnleTenncin;» senza. Nel
iG5
I
dano Peroni! daCeccano,con
di sua pre-
cogli slessi navigli
per
ta in
Ferentino
Ostia lornò in Ilotna nel sellenil)re; ina
Innocenzo
ginnlovj l'implacabile Federico
lettera a'terracinesi,
spngnaJa con isirage
IN
dì coslrelto di
Tcriacina, e
la cillà,
ed
I,
e-
Alessandro
ro
fuggile travestilo a
ta,
il
l'apa
il
(dm
riposò presso perciò esso
suo viaggio per Gae-
qua per
I
PoanosloU-
I
ubbi-
lerracinesi
alle ponlKìcie disposizioni, e rese-
ro lutlociò che avea no occupalo, facene successori.
si
Dipoi
i
di fedeltà al
lerracinesi
Papa
pacifi-
si
carono co' Frangipani con {scambievole allodi concordia, rinnovando dopo 4 an-
fonte, die ivi scaturisce, cominciò a cliiamare l'Ac-
del ]*apa.
Frangipani disacerliali
ni la
dello ricorso de'terracinesi, sfoga-
il
heiìcdìclìoncin.
do ampio giuramento
un
si
rocca a Pietro Annibaldi suo sini-
dirono
arrivalo alle falde del promontorio di
Ciicello, perchè prese ristoro di cibo e
scrisse altra
perchè consegnasse-
pillo Tcrraciiicìi, Saluleiii et
gli abitanti nell'accoglierlo
garie e persecuzioni de'Frangipani. Pro-
seguendo
dicembre
scalco. Di/cctis p'h'is Cdiisnlilms
dovuto onore, ricorsero contro lean-
col
la
III nel
lettera da-
l2o4; poscia
i.° luglio
il
promessa
difendere
di
favore de'medesimi,
i
(juali
rocca a
la
aveano giue Onorio III
Olio la loro vendetta contro il popolo con durissime vessazioni, e neh i8j esigero-
fece ogni sforzo per pacificare
no giuramento
Pietro Frangipani altamente discordi tra
ralo di proteggere
I
di fedeltà e di
difendere
rocca Circèa. Nel declinar del secolo
la
XII, Leone Frangipani im[)egnò peri
loro, e
5o
il castello d'Astura (di cui a PorAnzo) al Papa Celestino III; ed il successore Innocenzo III comprò la 3.'
ne ottenne
la cillà;
l'intento,
scrivendo
lilibre
buire a rassodare
gnora quanto si prolungasse de'Frangipani su Terracina.
pai le di Ninfa e sue dipendenze, da'Loin-
baidi
quali n'erano padroni. Giunte al
i
colmo
le
persecuzioni de' Frangipani,
terracinesi ricorsero a
gretamente, deltà e
il
Clemente
aggravi loro
gli
falli
da
l'
infe-
essi, di-
la
riconciliazione. S'i-
Roma,
del Vitale, a p.
portano G lettere
Pojìulo Tcrrariiir/u per lari.
Apprendo da
ficato
ratamente
nel territorio pipernese, ni
lo ciò a
ghi,
per
III,
rimediaread inconvenienli maggioii, nel gennaio -JoS inviò a Terracina il cardir
nal
Ugo Bobone ad ammonire con
lettera li
la
i
per l'insurrezione e abballimento delrocca Traversa nella cillà. Invece d'ub-
làdire,
i
terracinesi feccif) lutto al con-
liMiio, lornndosi
di
sua
lerracinesi, considerandoli ribel-
ad espugnare
Alonte Circello, di cui
fidato
do che
la
il
la
locca
Papa avea
af-
custodia a'Frangipani, ordinan-
fo?se
consegnata
al
cardinal Gioì-
e seg.
si
ri-
affari
partico-
d'Onorio III per aver questi conmonastero di Fossanuova il di-
al
ritto di servirsi della selva e de' pascoli
rono e presero Traversa caslello de'Frangipani, e del tutto lo demolirono. Yeiuicognizione d'Innocenzo
76
Nicolai, che nel ponti-
cesso
congiura, animosi assali-
dominio
Jlliistris Nohilihits viris Consiilìbus ci
cbiaiòiion poterli allora aiutare. Gemen-
filila
il
scritte da'senalori agli
do lerracinesi nelle angustie e non sapendo a qual parlilo appigliarsi, dispei
a'
SLoria diiìloiiuiticndesciialori
Nella
di
i
se-
III
quale riprovando
e
consoli e popolo di Terracina di contri-
to
d'
Odone
che già da
godeva, stimolò l'invidia
/[o an-
di que'di Pi-
j)erno, Terracina, Segni e altri vicini luoi
demolendo qua
quali
dell'Amaseno,
si
e là le ripe
sludiarono di
mandar
poderi del monastero, e ro-
sott'acqua
i
vinando
ponte cercavano d'impedir
il
il
passaggio de'Ioro coltivatori, obbligando i
monaci
a frequenti dispendi e risarci-
menti. Onorio
III a
frenar
la
costoro
ini-
quilàsci isseuna minacciosa lettera. Quan-
tunque le-;e
fin
qui
il
goterno pni)blico, atnon si
l'aspre circostanze de' tempi,
prendeva pensiero delle terre pontine ; nondimeno, perchè l'acqua ogni tW ere-
TER
T E R scendonndavaiiiondiinclooi
ho campo,
rimo
popolazioni stesse,
le
oi
!«•
I
jMTilo IMurello di
.il
quali
danno, spesso a proprie spese procurarono ripaiaivi e di contenene risentivano
re la
il
ed essendosi per
fuinii ne'loro alvei;
i
continuità dell'inondazioni dislogati e
confusi
i
vennero die
rispettivi confini,
di loro a contrasti
pontificia autorità era
fra
accaniti,
cos'i
appena
la
sufilcienle
calmarne gli sdegni e troncarne le liti. La più antica di siffatte contese è quella de'pipernesi e terracinesi non venendo essi a veruna concordia, per via di quea
:
i233 il cardinal Piomano governatore dilNIariltimaeCampagna ne fere causa, e sentenziò assegnan-
stioni e di dispute, nel
e
i
termini all'uno e all'altro territorio,
comandando secondo
riti,
che
mandar
si
facesse
consiglio de'pe-
il
una cavata o fossa per non venissero
via l'aqiie, siccliè
1
Teiracina
7 7
dovesse di-
si
videre in linea, perchè meglio scorressele acque senza far danno di scavar un canale dal lìuuiealla fossa, senza co-
ro
;
Mn-
struirvi ponte, fino a'piedi del prato
che a spese de'pipeinesi si facesse alti a fossa sino al fiume maggiore. I pipernesi con tergiversare avendo per piti rello; e
anni difieiito tale ultimo lavoro, nel
i
333
terracinesi insistei lero che venisse os-
i
servalo
il
patto della concor
allo scavo del
nuovo canale
nel
prato
]Murello fra' due teiritoni. Tornanilo a
Gregorio IX, neli23q commise a' consoli e popoli di Terracina la custodia (Iella
rocca di IMonle Circello, e dinlender-
con Pietro de Rubeo canonico d'Anagni per farvi delle fortificazioni a difesa della città, ed a spese della camera
sela
apostolica.
Dopo
epoca ìion trovasi
tale
fece la fossa da'ter-
più menzione dell'importante rocca col-
racinesi nel pontificato di Gregorio IX,
l'antico nome, e pare che verso quel tempo cominciasse a originare la sottoposta
a fare più guasti:
si
raa noi solTriiono in pace
i
pipernesi,
e
tenendo che l'opera fatta ridondasse a loro danno, tentarono di divertire le ac-
que sul territorio di Terracina. Quindi nel 1235 Dono presidente di Marittima e i
Campagna
ordinò con suo decreto, che
pipernesi colpevoli d' aver riempita la
fossa, a loro proprio costo l'espurgassero,
e negli antichi
sili
riponessero
i
termini,
che aveano infranti o tolti. Per non inteirompere la narrativa qui aggiungerò,
terra e castello di servisi trasportata
s.
Felice, forse per es-
popolazione della
la
rocca Circèa,la cpialesuccessivamenfe ab-
bandonala, dipoi cadde in rovina, e ora appena resta un fortino sulla sommità del
monte, custodito da 4 soldati pontificii, quali sono separati da ogni consorzio umano, e scendono nella terra di s. Felice ne'giorni di festa, per adempiere gli i
di religione. Innocenzo IV nel I25i pose Terracina ed suoi abitanti
esercizi
che persistendo pipernesi nel loro impegno, nel 1243 dal cardinal Riccardo
sotlo
A nnihaldeschisidièsicuro provvedin»en-
sua, avvertendone con sua lettera
i
nornia del decreto del
to, affinchè sulla
cardinal
no
Romano, non
de'leri acinesi
o nelle sue
ripe.
ardissero in dan-
iimovar cosa nel fiume Ma questa misura non
bastò a comporre
differenze, e la lite
le
venne di nuovo in giudizio. Dopo lunghe e molte discussioni, procuratori de'due popoli promisero di rimettersi all'aibifrato definitivo del cardinal Giordano Pirnnto Conti preside di Marittima e Canijiagna. Verso il fine del secolo XIII riaci
cesa la
lite,
nel
i3o8
si
concordò che
il
i
la
speciale prolezione di
piscopalo,
gli
abbati e
il
dominio
del
Pietro e 1'
romani Papa presero i
e-
Non
altri prelati.
passò molto tempo, che
sando
s.
ricu-
ardi-
re di sottomettere alla loro giurisdizione
del Lazio; e perchè Terracina referma e salda nell'ubbidienza della s.
le città
stò
Sede, e chiuse l'orecchie
ghe
a tutte le lusin-
e ordini del senatore di
Roma,
pie-
sdegno romani prepararono un'armata e si proposero di recarsi a prenderla colla forza. Ciò risaputosi da Innocenni di
i
zo IV, a cui aveangli scritto
il
rettore,
TER
«76
comunità
consiglio e
iiiedialamentesciissea luUi
i
luoghi, ter-
Campagna, che
re e cillà di Marittima e
za d'armi e città mariltima esposta alle
scorrerie de'corsari barbareschi.
ad ogni minimo cenno del rettore gene-
Acqua Putrida vani a
aiutare Teri acina,
gone
ile ti
il
Papa
quale slava per es-
la
romano. Inol-
dall'eseicilo
rincoi ò
terracinesi a star for-
i
e costanti nell'impresa, e divoli alla fe-
deltà della
s.
Sede. Scrisse ancora con
sentimenlo
al
nendolo
non
me
di
far toccare Terracina, co-
patrimonio
riporta essi
Contatole,
il
documenti
i
pure
rilevasi,
racina duvea,
ed
iiai^ni
Roma, ammo-
senatore di
cillà speciale del
tro. Olire
ri-
a p.
che
di
s.
Pie-
citalo Vitale ne
il
il
i4e 584- Da comune di Teri
come Piperno, Vcllelri, Amandare a B orna ile gio-
altri,
Eri pu-
re ilivenuta esente, con Piperno, Sezzc e
rale di essa provincia, fossero pronti ad
se,-e assalita
ER
T Tenacina, im-
di
Roma
mandare
dal
alcuni gio-
pe'daixioiosi giuochi d'A-
e Testaccio; e siccome
insolenze ne pretendevano
X
zione, (Jregorio
i
romani con continua-
la
scrisse nel
1
27
al vi-
i
una apprende che ancora
cario del senatore Carlo d'Angiò (da lettera del
quale
esisteva
porto di Terracina), perchè
il
si
astenesse di costringere
Terracina, di Piperno,
le
di
comunità
si
di
Sezze e del ca-
d'Acqua Putrida, a mandare un numero di uomini pel giuoco di Testacelo, che in Roma facevasi ogiii anno. Questa lettera si può leggere nel Vitale a p. 1 5o, stello
e nel Contatore a p.
i
98,niei)trea
p. 20'i
vani capelli giuocnlori pe' fiuiiosi e an-
riporta quella con egual divieto di Nico-
nui giuochi spettacolosi d'Agone e di Te-
lò III.
che descrissi a Carnevale
staccio,
di
Ro-
A|)pena Terracina erasi quietala
dalle straniere luibolenze,
eccitò tra'
si
ma, a Giuochi, a Senato romano. Morto Innocenzo IV, il successore Alessan-
cittadini intestine discordie e guerre ci-
dro IV avendo conosciuto che romani sdegnali avenno ancora neiraniiiio il propoiìimculo d'espugnar Terracina, severamente nel 259 da Anagni scrisse a'senalori JNapoleonee Annibaldo, avvertendoli d'impedire sì riprovevole di visamento, e lii lettera Vitale pure la riprodusse a p. 124. Di più questo Papa confermò a'ieiraciuesi la dogana del sale, con facoltà di conliiuiare a tenerla. I Frangipani signoreggiando Aslura, di cui par-
dizione.
i
I
lai
nel voi.
LIV,
radino nipote Il nel
p.
dell'
20
il
tradirono Cor-
imperatore Federico
1268, onde poi
In arsa e
I,
in
vendetta Aslura
signore fu ucciso,
come nar-
LX. V, p. 92. Di tale possesso de Frangipani, e di Astuta situata fra Anrai nel voi.
zio e
1
promontorio Circeo, F. Lombar-
il
di col disegno della superstite lorre
slura,
bum
I.
r
d'A-
die un erudito articolo neW'Al-
ci I
,
p.
I
y 7. In questa epoca Terra-
cina era divenuta esente dal
mandare
i
suoi cittadini a formare l'esercito contro i
quando erano chiamali dal retgenerale della provincia, come piaz-
ribelli,
tore
vili,
che ridussero
E
perchè
Ceccano, unita
a*
la cillà la
a misera con-
famiglia de'Conli di
Feronti che aspirava a
signoreggiarla, era slata cagione delle dissensioni, Nicolò
IV con sua
bolla
bì d'accostarsi a Terracina. Indi
le i
proi-
terra-
cinesi a rimediare all'interne gare, pei*
pubblico consiglio nel 1289 elessero per proprio podestà lo stesso Papa Nicolò IV, il
benignamente accettò la carica, ad Ottaviano Cru-
(piale
e ne allldò l'esercizio
naforle rettore generale della provincia. II
medesimo Nicolò IV per ovviare
teriori disordini,
ordinò che
parti discordanti, con
i
a ul-
capi delle
4o persone da
no-
minarsi da lorOjfdcessero scambievolmente la pace,esi
obbligassero osservarla sotto
pena di 000 fiorini d'oiodi mulla achi la rompesse, e si dasseio idonee sicurtà in Piperno o in Sezze, o in altro luogo della Campagna, come rilevasi da bolla di Boi
nifacio Vili.
che
le
Da
cpiesta altresì ricavasi,
famiglie fomenlatrici delle discordie
era no quel lede' Peron ti, de' Valeri, de'Davini,de'S a nguigni, tulle estinte. Colla stessa bolla Bonifacio Vili, eletto
ancor egli
TER
TER
podestà da'leiracinesi earbilio di loro dif
non solo confeiniò 1 V, ma fece
terciize,
decreti di 3»icoIò
gli
ordini e
altre piìisa»
lutari risoluzioni, preiliceiido che lo sta-
to florido
cui trovavasi la città sareb-
iti
be alFatlo decaduto, se si rinnovassero le sempre fatali civili discordie; per le quali
suo notabile delerioraniento
il
guitosi verilìcò. Bonifacio fu
ti,
il
r.°
VI
11
in se-
dopo goi
Papa che incominciò ricondurla parte d'un [)aese, ove le
re a coltura
acquegià da re,
tanti anni
ma non
tanto dalle
solevano ristagna-
però da tutta
campagne
la
palude,
sol-
del ducato di Ser-
inonela proprietà de'suoi nipoti Caetaiii,
con grave danno del territorio di Sez-
ze, e
aumento
delle contese perniciose e
lunghe co sermonetani, onde Papi successori furono spesso infastiditi da'clamori de'danneggiati. Appena Terracina respirava dall'inquietudmi che l'aveano lacerata, cominciò ad essere agitala da'cou.°di essi fu Piofti di Fondi confinanti. Il i
i
fredo o LoiFredo Caetani,che disgustatosi
co'terracinesi,pÌLi volte
li
travagliò, fin-
177
più volte ricorse a Roberto re di
fiìione,
Sicilia, al
quale
trovò costretta di as-
si
soggettarsi per essere difesa dalle inces-
minacce e vessazioni del conte. Nel i377avendijGregorioXl restituito la sua dimora in Ronia, terracinesi pentiti di
santi
i
essersi sottratti per disperazione didl'ub-
bidienza della s. Sede, implorarono e ottennero dal Papa l'assoluzione e si sottomisero alla sua sovranità. 11 successore
Urbano VI
vide
neh 3^8 proclamarsi
ia
Fondi, con l'aiuto del conteOnorato Caetani, l'antipapa Clemente /-//.che riconobbe Terracina sedotta da RiccardoR.0sa suo nobile e potente cittadino, sebbene ^intruso si recasse a stabilire il funelungo scisma in Avignone, ed ebbe anche a fautore Onofrio Frangipani. Ivi morto nel 3q4j Terracina ubbidì pure al successore antipapa Benedetto Xllf, sto e
1
finché conosciutisi da' terracinesi
i
loro
misfatti e la condizione di scismatici, vo-
lendo
di
cuore tornare
in
grembo
della
vera chiesa, supplicarono Bonificio IX,
che benignamente
gli
rimise tutte
le col-
ché neliSiq si quietò. Il suo successore e primogenito Nicola Caetani e signore del castello di s. Felice, fu nemico capi-
bellissitna bolla. Nel
tale de'teriacinesi e fiero persecutore; re-
bizioso Ladislao redi SiciliaQ\\.fin\\(tYtv-
plicatamente rottosi con essi, più volte a mediazione di prelati e d'altri personag-
glio e
gi
si
ma
pacificò,
cieco furore
struggere la cinse
si
nel fine del
i347
"^^^
propose coll'esercito di
di-
Nel seguente maggio
la città.
d'assedio e stava per impadro-
nirsene, quando approdarono a Terracina 32 galere de' genovesi per l'invocato
soccorso,! quali sbarcali in gran
dierono una compita rotta di, e
di
s.
al
numero
conte di Fon-
ricuperarono 1 fortilizi e il castello Angelo che già avea occupati. In ri-
compensa racinesi
di
SI
segnalato benefizio,
pagarono
a
i
ter-
Domenico Garibaldi 3ooo fiorini
e agli altri capi del navile
d'oro.
Non cessando
le
accanite persecu-
zioni del conte, uè Terracina
potendo
ri-
1
4o4
gli
successe Inl'acn-
racina, ed egli scrisse al podestà, consi-
comune
di
Terracina. Questa alla
sua morte, neli4i4) idjbidì
Giovanna
ma
alla sorella
perchè sotto
il suo governo terracinesi cominciaronoa tumultuare, e volevano onninamente toroare
li;
i
paterno dominio di
al
s.
Chiesa,
la regi-
buon grado restituì Terracina e la die in potere di Giordano Colonna fratello di IMartino V, che colla sua elezione neli4f7 avea estinto lo scisma, e rina
di
donata la pace alla Chiesa e all'Italia; avendo a tal elfetto la regina scritto lettera al nobile consiglio e
racina.
Prima che
i
comune
di
Ter-
terracinesi tornasse-
ro sudditi pontificii, avendo inteso che
il
castellano della R-occa o fortezza con altri
i3o5
li
VOt. LXXIY.
prerogative con
le loro
nocenzo VII, dal qua le col le sue arti
cevere aiuto da'Papi, per avere sino dal stabilita la loro residenza in A<,'i'
confermò
pe, e
principali della città,
in
tramava
di
dar-
potere d' un signore straniero, ane-
12
TER
,n8 laudo
TE
governo del Papa, cornggiosainsorti, assallaioiio e s' impadio-
il
iiienle
niiono della Rocca, che sid)ifo disti ussero. Ciò fililo, SCOI rendo la cillàdierono il sacco «'cittadini traditori e non pochi
R
soh'cndi: cpto cjuidem quiuquewiio fini-
Rex leneatur a praefaW) rennova tioneni elicli P icaridtiis peteie, et dictiis D. N. ad aliiid to pìiiefatus d.
lo
D.
iV.
(Pio
cpdbus
qnintpienniiiììi concedere:
Rex
ne uccisero, di che poi domandarono perdono a Martino V, che deplorando l'ec-
dictiis
d.
clesiae
romanae
cidio aveali invitati a ritornare alla sua
ipsain. vel alias de e a facere
ubbidienza. Nel pontificato d'Eugenio
ardendo contro
di lui la
I
V
guerra d'Alfon-
V
d'Aragona, e re di Napoli e Sicilia, questi s' impadronì di Terracina e di s. Felice che distrusse, per essere il conte Oso
fìnitis
Ec-
teneatiir dimittere
civitalem (Terracina)
D. N.,
ad
vo-
casa non soluti, ir/ transrnissi equi singulis anìus in tempore debito incurrat ipsa Regia maj'estas poenani uncìarum iinant. Quindi Pio li lo investì del reame di Naluntatein dieti
annuo
et in
8000 oncie d'o 1460 permise
norato Caetani fedele al Papa. Parlai a Sezze della tiegua conclusa con Terracina nel i43c), confeimala nella 2.' dal
ro e
viceré d' Alfonso V. Per quanto narrai a
Felice, indi rivocò la concessione, che più
Sicilia, pacificatosi
fonso V, racina
il
il
Papa
Eugenio IV con Ali44^ spedì in Ter-
nel
cardinal Mezzarota a conclude-
re gli accordi col re, e siccome lo scisma
dell'antipapa Felice
V
gli
dava
re,onde mantenersi amicoii
gno
gli
re,
a
pensa-
a'i4 giu-
concesse io vicariato sua vita na-
turale durante, Renevenlo e Terracina,
restituendo però alia Chiesa
che
riferisce
Breve
V,
pure Borgia a
istoria.
Morto
nel
s.
Felice,
il
194 della \^^ò Alfonso p-
il regno di Napoli al suo natuFerdinando F, che Papa Calisto MI non volle riconoscere; ma come si ha dal Borgia, Pio 11 avendo trovato che Ferdinando continuava a ritenere il vicariato di Benevento e Terracina, si pacificò con esso mediante la restituzione de' due vicariali, condizioni cheaire sembrarono dure. Il re restituì Benevento, e ritenneTerracina in aimos deceni sub cen-
lasciò
rale
1
sii,
condizione che Borgia riporta anco-
ra nelle Jlle/norie istoricìic di Beiievcii' to,
t.
3, p.
39
1
,
con atto fallo
17 ottobre i4'^8.
Ivi
in
Roma
però spiega
la
a'
con-
P irariatu/n ad (juinqncnniiim, incipiendo a tempore datarwn litterarum dieti J icnriatus cum awiuo censii uniiiseLjui alì>i infesto Pencessione di Terracina in
iecostes in loco ubi
Romanus
Poiitifex
rexjdebit singulis annis transmittendi et
poli col censo
a'
la
d'
chinea, e dipoi nel
Caetani
di rientrare nel possesso di
tardi elTetluò Sisto IV, riato di
Ma dopo
Terracina accordato
il
s.
vica-
da Pio
al re
terraciuepassati appena due anni, cominciarono a tumultuare tra loro, e malcontenti di vivere sotto il dominio di Ferdinando I, si restituirono alia Chiesa. II,
i
si
Avendo
ciò udito Pio
per soccorso
le
milizie
II
,
subito
mandò
comandate da Gio-
vanni Pazzaglia,che valorcsainenle pose fusa l'armata del conte
in
dassare Marconi
di
Fondi Bal-
quale per parie de!
il
,
re erasi avanzato per preudere e saccheg-
giare Terracina, e così
i
re-
terracinesi
starono nell'ubbidienza pontificia. Ricuperata alla Chiesa Terracina, Pio II spedì in le
i
suo favore una bolla, confermando-
privilegi concessi da'suoi predecesso-
ed annullò
ri,
tutti
i
processi fabbricati
tempo in cui l'aveano dominala Alfonso Ve Ferdinando I. Quando nel 1482 il re mosse guerra a Sisto IV e invase parnel
ie
de'dominii deilaChiesa, pareche
sog-
vi
giacesse pure Terracina; vinti però
i
na-
poletani a'21 agosto presso Yeiletri, nella
pace Ferdinando
Terracina da
lui
I
restituì
occupale,
Benevento e
come liovo
nel
Novaes, Storia de' Pontefici. ^e\i 484'' sagro collegio, con ìe\.leia, Spectabilibus \'iris
Prioribus, et comuni Tcrracinen.
amicis nostris cJiarissimis,\oionolìiìciì-
rono
l'elezione di
Innocenzo Vili, come
TER
TER
pialicava fino da IVIarlino V.
si
succes-
Il
sore Alessandro VI con n()taljdedisca|)ito del poiilificalo, senti
sdoi
i
procuiandodi render pos
figli
co'feiuli
de'Caelani e di
con
179
Adiiano VI e Clemente VII confermarono alla città suoi antichi privilegi con appositi brevi. Nel ponfelice esito.
i
tificato del i>.."patì
Terracina crudele in-
lesse in
fortunio pel famoso corsaro A riadenoBarbarossa. Questi di notte avendo fallo un
re in fendo con
gran sbarco
vo
la
baroni, e co'doiiiinii della Chiesa, e-
nitri
a
ducalo Terracina, volendola daBenevento e Ponte CorGiovanni IJorgia generale di s. Chie-
di
gente vicino a Sperlonga,
prese e poi passò a Fondi che ridusse
Piccolomini poi Fio HI; destinazione che
pessimo stato, dandogli il sacco e facendo schiavi o tagliando a fil di spada
non ebbe edello, perchè Giovanni poco dopo fu miserauienle ucciso in Honia. Nel
la
sa
,
inulilmenle o|)[)<)nendosi
il
cardinal
suo pontificato si riaccesero in Terracina le guerre civili, con tale fierezza che ridussero la città in deplorabile condizione.
La parte
piìi
savia e
piìli
pacifica delie
in
quasi tutti
za
,
per quietamente vivere si trasferilono altrove, lasciandola patria nel i49^ «piasi spopolala e desolata. Causa dell'i-
ed entrati
1'
uccisione di Pietro
di
Canna-
e gli omicidii
Le
altri.
«.li
fa-
II.
Altra porzione di sue ga-
losbaico vicino a Terracina,
in essa i turchi la danneggiarono nelle sue chiese, e trucidarono di versi ahi tanti. Domò l'orgoglio otloinanoCarlo V coll'impresa di Tunisi, reduce dalla quale si recò da Paolo III in Roma. Da Napoli passò in Terracina, ove Paolo III
miglie discordanti dalla parte de' nobili
lo fece ricevere dal cardiiial del
furono Peronti, Frangipani e la Rosa; da quella de'ciltadini le famiglieCannata
Giulio
i
i
VI
e Traviala, con altre. Alessandro dì a Terracina a pacificarle riere
Giacomo Casanuova
e riuscì nella missione,
come
a'
1
il
spe-
suo came-
poi cardinale,
8 agosto 14995
legge nella lapidenel vicolo diCa-
Vespa-
di
Ariadeno voleva rapire per donarla
Solimano
lere fecero
da Masio Peronti, Marcello Rosa nobile e
iinprovvis;i
siano Colonna, ch'essendo di rara bellez-
funeste conseguenze delle ostinate dissen-
ta, falla
sì
Gonzaga moglie
tessa Giulia
a
niìuicizie fu
Fu
quasi ignuda in un giumento la con-
famiglie nobdi e civili, considerando le
sioni,
cittadini.
i
sua venula, che appena potè salvarsi
Monte
quale occasione
III (nella
i
poi
terra-
cinesi lo elessero in loro protettore) e
da
conveniente corteggio, e poi fece V Ini^rcs.
decaduta e ridotta a circa 1200 fuochi, formavano il corpo del ma-
gliollìcialiche
pote Pietro de Alcaneis governatore e ca-
da 9 furono diminuiti a 4, e il 100 si formò di5o. Inoltre con approvazione di Paolo III furono slam-
slellano della città e della tocca, nella pre
pali in
po
la
si
lingua; essendo allora
il
di lui ni-
tura di Nicola de Rossi. Elevali tificato Giulio li e
Leone X,
na
pon-
anch'essi Io
parteciparono a Terracina con le
al
lettere.
Per
vicende de'leuìpi, fra Mesa e Terraciil
paese era divenuto
ludoso, per cui Leone
nuovamente
X
vi
pa-
prese quelle
provvidenze che accennai a Paludi Pon TiNE, a Sezze, a Pipebno, avendolo indulto alla bonificazione cinesi,
onde
i
clamori de'lerra-
nella parte inferiore del lo-
ro territorio die un cor.so diritto fente, e facendolo
andare
lue coir Auiaseuo per
la
al
all'
mare
foce di
U-
insie-
Badino
gistrato,
consiglio da
Roma
nel
i
549 gli Statuti di Ter-
racina, dopo essere
ma
slati in
miglior for-
Populoque Tarracinensì, omnibus Guhernatorihus, Pocompilati, Senatui
testatihus, Juclicihiiset
Locumtenentibus
exacte, sancleque servandaexponuntur eie.
Credevano terracinesi che l'Ufente in mare presso la torre di Bai
entrando
dino, potesse riuscire perla vicinanza alla città di pregiudizio,
che
le
guastandone
l'aria, e
malattie avrebbero fatto strage di
Paolo III ne adldò l'esame a Ottavio Ferri governalo
loro. Pe'lorograrjdi lamenti.
re e castellano di Terracina,
ma
si
trova-
TER
TER
8o
1
lono non ragionevoli
le
limoslranze.Dive-
tninislrazione del lesorieie, da cui dipen-
scarsa di popolo, povera
deva quella della bonificazione pontina,
di ricclìczze e quasi priva di lelteiali, alle
e così sarebbesi assai giovalo alla spedi-
aggiunse neli556
comunimedesima bonificazione e ad altri vantaggi che Pio VI era disposto di fare a'terracuiesi; ma il Papa se ne a-
Tenacina
iiuta
sue misere condizioni
guena
la fatale
na
della
Campagna Roma-
redi Spagna e delle due
di Filippo li
contro Paolo I\, che descrissi nel
Sicilie,
voi.
si
LXV,
235; nella quale presa per
p.
tezza di molti interessi di quella là relativi alla
slenue pel generoso
riflesso,
die
dell'
a-
forza d'armi dal fiero duca d'Alba vice-
zienda egli n'era stato privalo quando ap-
lèdi Napoli, ebbe di dentro il sacco e nelcampagne ilguastocolla distruzionede'
contentò dunque
le
suoi borghi e
ville. Si
cl)e
da Ttrracina e
toglies^^e gli ebrei
Roma;
a quelli di
vuole
di
punto occupava
carica di tesoriere. Si
la
di
segnare
il
moto-pro-
Paolo IV
prio intorno alla giurisdizione della bo-
riunisse
nificazionepontina,esu'rapporli della rae-
li
più clie ornasse
la città
desima anche fuori del circondario,
sì
del
che del commissario
stemmo. Quello del municipio si compone di due torri con due leoni a'piedi e una porla aperta in mezzo alle due torri con un arco unite: esse sono sovrasiale dall'arma di Paolo IV col triregno e le chiavi incrociale. Per le torri e pe'
anche sugli ecclesiastici. L' ordinato da Gregorio XI li confermò Sisto V suosuc-
volle alludere alla fortezza, intra-
cessore con bolla, anzi egli consapevole
del suo
leoni
si
tesoriere generale
,
legale delle pontine, in assenza e vece del
quale il
si
autorizzò
governatore
di
il
deputare
tesoriere a
Terracina, confacoUri
pidezzae animo grande degli antichi ter-
dello stalo infelice in cui Terracina già-
raciuesij e per la porta aperta la loro gè-
non solamente avea in animo di far nuova città sul Monte s. Angelo, ma anco di diseccare la palude pontina e di fìibbricare un porto nuovo per ripopolarla e riduila al suo antico splendore. Re-
Che
nerosità.
i56o
fortezza di Terracina nel
la
munita
fu
d'artiglierie, lo
Ricci, jVolizia della fiiiniglia
leggonel
Boccapa-
fluUj forse temendosi aggressioni di corsari turchi. M'istruisce Contatore, che da
queslo tempo
in poi
Terracina precipi-
landò nelle calamità, e non potendo pa-
ceva, la
a'i4 ottobre i-TSc) Sisto V personaimente a Terracina per vedere co'propri occhi, ed esaminare la palude, i la-
catosi
800
di pesi
V la
condonazione di 4oo.
le altre
grandiose cose ch'erasi proposto,
aumentarono le miserie per la strage chefeceun male non dissimile del castro-
ordinò
l'
gare
gli
tenne da
scudi s.
Pio
camerali, ot-
Si
ne che avea aftlilloRoma, e ridusse
lacit-
vori già intrapresi perla bonificazione, e
me
escavazione che divenne
morte
Sisto, e la
mentre
gì'
imped'i
fiu-
il
resto,
il
l'eseguilo avea prodotto ubertose
La dimora
del Papasiprolras-
onde Gregolio XII 1 risolvè di fabbricare una nuova città sul IMonles. Angelo, dove l'aria
risultanze.
è più salubre, ed a quest'elfetto die l'ani-
16 ottobre: quella del territorio pontino, in tulio fu di 1 5 giorni, usando molti alti
tà con
4o
capi di famiglie,
minislrazionedell'enlrate di Terracina al prelato tesoriere generale, con breve de'
20
aprile
E
qui aggiungerò col Ni-
574. che l'amministrazione della comacita di Terracina si continuò ad eserci1
colai,
tare da' tesorieri sino al
1
767
,
allorché
piacqueaClementeXlII diconcederlaalla s.
to
Coììgrcgazioneclcl
Pio Vi
si
propose
Buon go^'erno.
Sol-
di ripri>tiuar Tarn-
se nel
convento
di
s.
Francesco, de' suoi
antichi correligiosi conventuali
,
al
i5,€
di liberalità e
incoraggiando nelle sue e-
scursioni per
paludi
le
le lavorazioni,
sen-
za aver timore dell'aria insalubre, che
nell'autunno soleva essere pestifera. Nel
Palazzo apostolico Lateraneiisc da sto lo
V
riedificato, tra le pitture col
decorò,
vi
fece esprimere
Terracina che voleva
il
Si-
quale
porto di
rifare, e le
Paludi
TER
TER suo
Pontine che andava bonificando. Il p. Tempesti, i^fór^rt di Sisto V,
I>reviià del
biogiafo
par. 2,*lib. 4>
quaiilu
si
27 e
'i'"
seg.,
Papa avendo denunziato
il
viaggio alle paludi, nel ritorno riferì
uel
peva
narra tutto
appartiene all'accennato, e che
ii
n)edesimo
a'
in
«igosto del seguente
1'
suoi vasti disegui,
i
fezione, e fatto rifiorire Terracina. Termina Contatore la sua storia condicliiarare, che dopo la morte di Sisto V restò
concistoro
Terracina così esausta
che cjue'popoli godevano tranquillilà grande, non pii^i molestati da' bauditi; di aver visitato lespiaggie del mare e r avea considerate per assicurarsi che
di generazione, che
lieta;
un famoso
avrebbe also-
ridotta l'opera alla sua ultima per-
lite
cardinali di aver visi-
fiibbricarvi
cava chi
di popolo e priva non solamente maama neppure eravi chi
l'abitasse,
applicasse
a' benefizi ecclesiastici,
strutta secircail fine del secolo
ca utilità per favorire l'abbondanza delle
si
vettovaglie, costante e
supremo suo pen-
Soggiunse, aver ponderato alcune
dilìjcoltà nella fabbrica del porto, la
spesa
non
ma
che
l'atterriva pitiche tanto, se
quale unita con altri pochi viventi propriamente di stirpe terraciuese, la ridussero allo stato in che si trovava nel 1706 quando Contatore uè pubblicò la iiiera,
storia.
couiodo de' suoi vassalli, servir poi dovesse di comodità a' nemici, per essere luoghi abitali, molto discosti da quel sito,
me
dovesolamenlesipotevafabbricare il porto; ma che prima di accingersi vi volea pensar lungamente. Deliberò per altro e subito, ad elfello di cagionar l'abbondauza, il diseccamento couipleto, e la cuilura delle Paludi Pontine.
rinnovasse
si
la
la
E
perchè nou
palude, pensò a recidere
causa dalla sua radice, quindi dilatò Sezze e Piperno, per dare
i
lerritorii di
il
declivio giusto e spazioso alla stagnante
adunanza d'acque, rendendo meno Paria di Terracina,
la
fatale
quale fu per altro
Sciuavo narrai moltisside'maomet-
Nell'articolo
delle scorrerie e sbarchi
tani fatti sul litorale pontificio, delle pretie e
che si i
da loro
degli schiavi
1703
nel
alcuni schiavi turchi, e che nel tunisini
portarono
e del castello di nel
s.
1729 furono
sarono
liberati, e
tali fatali
partendo da
Roma
role del p. Tempesti, anchequi tengo presente Io schiarimento su (juesto puntodel Nicolai, contro l'asserzione del p. Valle,
che erroneamente dice morto Sisto V dopo pochi giorni del suo ritorno in Roma, per le febbri terzane contratte pel viaggio,
onde dovè affrettare
il
ritorno;
meuuu
recò a vi-
29 marzo,
nel n.°i5io del Diario di Romei 727, che il Papa per Albano si recò nel dì seguente a Porto d'Anzio, e ripoi
notte nelle stanze del castellano,
la
messa nella cappelletta ti
dopo celebrata
di
s.
la
Antonio, par-
per torre Paola. Passata
ce,
la torredi Fogiunse alle capannediFogliano,fuser-
vito di rinfresco dal
duca
di Caserta e os-
sequiato dal vescovo di Terracina. Giunto a torre
Paola
vi
pernottò, e celebrala
nella seguente mattina la messa, calò in
una feluca
pontificia e
si
diresse alle
ludi Pontine; furono gettale
viaggio prospero
reti, e
e cessò di vivere nel-
si
a'
lle egli disse in concistoro d'aver fatto ,
quali
Leggo del
nella seguente mattina
le pa-
i
poi ces-
a ritenere l'arcivesco-
vato di Benevento, nel 1727
sato
gala bene dal freddo. Nel ripetere
come
aggressioni. Cootiuuan-
do Benedetto XIII sitarlo,
pra-
1727
in ischiavitìi molti,
Felice circa 20,
andatoquaudo
non era ancora pur-
e registrai
fatti,
Norma furono
vicino a
l'acceleramento di sua morte, per esservi l'aere
XVII nou
fosse ripiena di gente avventizia eslra-
non che didjitava assai, che quanto egli disegnava intraprendere a beneficio e pel i
per la
qualcosa tante chiese con altre fabbriche andarono in rovina, e si sarebbe quasi di-
porto, cui pensava di stabilue a pubbli-
siero.
la
suo vivere non grinlerrom-
tato Terracina, Piperno, Sezze e Seroio-
l'ossero idoiiee a
i8r
anno. Bensì se
si
presero
60
due
Pa-
volte le
libbre di pesce. Nella
1
TER
82
luattina de
2
maggio
TE
di
buon'ora s'av-
ta
ti.'
il
II
Gio. Francesco
tlel
Bene gover-
A Cleuienle XIV ven-
viò per Terrucina, e nella chiesa subur-
natore di breve.
bana del
ne presentato il progetto del prosciugamentodellePaludi Pontine, che aveatrat-
dc
Papi
i
Salvatore disse
ss.
quivi prese
la
messa
,
e
Eiicaristìn clic prece-
la ss.
ìie'i'iaggi, e la fece
in tale articolo e nel voi.
andare
modo
nanzi sino a Benevento, al
in-
notalo
Ylll,p. 108, inol-
tre preceduto da'cavalleggieri e dalla ero-
ce pontificia.
compagnò fini
del
il
Il
(|uesta gloria era
riservata all'immedialosuccessore Pio VI,
tike, e perfettamente lo descrisse mg.' Ni-
iNapoli,ove
di
RINA PONTIFICIA ed a
si
trovò
il
Mache due
s.
Felice,
Benedetto Xlll, sbarcarono a'3 mags.
ma
nazione del porto;
pei*
la riprisli-
die l'esegm come narrai
sino a' con-
pirati barbareschi informati del viaggio
gio a
predecessore Clemente Xlll
Sagramento
vicerè cardinale d'Allhann. Notai a
di
il
trovare ardua e difficilissima
vescovo di Terracina ac-
ss.
regno
tato
Felice per predarlo, Qìa trovan-
do ch'era già passato, si sfogarono sul luogo e fecero ricordati schiavi, che il Papa fece redimere. Dipoi «eli 729 Benedetto Xlll recandosi nuovamente a Bei
nevento, rilevo dalla relazione del viag-
che partito da Roma a'27 marzo^ da Fossanuova, ove venerò la chiesa e prese la cioccolata, passò il 29 a Terracina verso sera, accollo dal vescovo e dal magigio,
Prese alloggio da'domenicani già suoi correligiosi, ed ivi pranzò e dormì, strato.
a
Paludi Pon-
che vi ebbe parte. A Luoghi di MoNte notai gli aumentali da Pio VI per quasta bonificazione, ed a Monete pontifi-
colai
ciE e
Denari
ricordai quella chia^nata
ludclla perchè dal Pontefice
yfxf-
fatta conia-
repe'lavorantiitnpiegatial prosciugamene
Dopo
to delle paludi in discoiso. lo riaprire la via
Appia,
aver
f.it-
in vece della vil-
leggialura di Castel Gandolfo, Pio VI Ira
l'immense cure dell'apostolico ministero e del governo temporale dello stalo, per molti anni nel maggio si recava aTerracina, vidimor;jva circa
5giorni, e vegliava
i
con mirabile zelo l'asciugamento delle Paludi Pontine, e l'erezione delle fabbriche
che
la
mente
sua munificenza costruì, principal-
che per
a Terracina,
lui
entrò in
famiglia venendo ospitata nella città;
un'era novella di prosperità e notabile in-
Fondopo celebrata la messa. Nel ritorno, da Fondi a'3o maggio giunse a ore 16 in
cremento. Egli colla sua presenza conforlava e incoraggiava direttori delle lavo-
la
iudi nella seguente mattina partì per di,
Terracina, e udita della
ss.
la
Annunziata,
messa nella chiesa
visitò la cattedrale e
che faceva edificare, recandosi a [)ranzo nel refettorio de'domenicani. 11 3 isi trallenneiuTerracinae vifecealcuue sagre ordinazioni, partendo di buon'ora gli altari
il
1
."giugno per Cisterna, lu
vea trovato
le
Terracma
galere pontificie, e da lo-
ruscortato, pel fiume con 3 feluche tò fino alle Case
che Clemente
grado
di
a-
por-
si
Nuove. Afl'erma Novaes,
XIV
governo
di
nel
1772 innalzò
breve
la città di
ai
Ter-
racina, sottraendola dal governo generale della
provincia di Frosinone, e sogget-
laudala in questo
allaC'o//^7'eg7/:;/o/i(^ r/c/-
liis.ConsnlUiAiì^ixiiwLQWe, Notizie
(Li
l'w
mrt dell 77 3,lrovo riportato per lai. "voi-
i
medesime. Tulio andarono pubblicando ogni anno Diari di Raina , e ne vado a dai e un estratto; giovandomi pure dell'opera egregia del benemerito prelato iNicolai, non che della Storia de Pontefici ò.\ Novaes,
razioni, e
gli
esecutori delle
i
per l'importanti notizie che contiene. Parve che
il
cielo favorisse
evidentemente ne'
primordiliigraudiosaimpresa,poiclièriusolila e cililò in
grandissima
volendone osservare le
1780
suii
partì da
i
1779
fa-
lavori. Pio
VI
progressi a'6 apri-
Roma
co'nig.''
Contes-
maggiurduiiio
carrozza iucedevano
chierico segreti, e ;
i
elemosiniere, e Braschisuo nipote the
nel sellembre fece 7.
ra
siccità del
modo smgolare
il
:
nella
cappellano
due aiulanli
alcuui calesii portavano
e
li
di carne-
altii
fami-
TER
TER
pontificii, e la scoria
glifiri
va delle corazze, l'ercorse
la
componenuova vjaApsi
Mesa osservò
pia, calla stazione di
i
fljr-
pane falli costiiiire pe' lavoranti. ^jab
nì del
i
cina. ossequialo dal vescovo e dal tnagislrato, e
ha
applausi della giubilante
gli
popolazione. snionlJ) tualliiia
JNell.i
al
palazzo Vitelli.
seguente celebrata
sa nella cattedrale, \i lasciò lice in
dono, nella
bacio del piede
al
'J'erracin-i,
tendo
capitolo e clero di
il
altri distinti |>ersonaggi.
ct^ii
alcuna abitazione
pubblica, conveniente a un
priiici|)e, re-
ad alloggiare da* Vitelli, una delle prin-
cipali f miiglie,
presso,
onore clic la
la tiics-
nobile ca-
sagresti.i ainniet
JNon essendovi allora
blò
il
si
come
vi
p(j>e
ap-
memoria di lauto una marmorea iscrizione
quale
la
fece in più anni
[)oi
a
legge in A'icolai, ed in Worcelli che
composea p.Gj
\\e\\' Iiiscrljìtionts.
Es-
sendo il palazzo N'ilelli nel borgo, la comunità trovò il modo di racchiuderlo nel perimetro della
città,
facendo trasporta-
re la porla liomaiia al
medesimo.
INella
I.
"arco del borgo
seguente mattina
si
por-
della s;igreslia Vaticana da lui edifi-
te
Sagrestia l ascnoprimento di tale cava, e del riaprimento operato da Pio VI. La sua venula riuscì graditissima alla provincia di Marittima e Campagna, sempre fedele, divota e ubbidiencata.
Il
tktina
Cancellieri nella
fa la
storia dello
a'Papi,ove questi da molto tempo non [)iìi stati. E sebbene Pio VI non avesse voluto formalità d'incontri e di fete
eranvi
nondimeno concorsero a Terracina, provincia che dal regno di Na-
ste,
tallio dalla
poli,
persone ecclesiastiche e laiche d'o-
gni rango ed età, lutti restando soddisfatti
dell'alfabilità e de'lratti di beneficen-
vescovo e capitolo d'A-
za di 1*10 VI.
Il
nagni
presentare
gli fece
i
te dall'acque palustri, ricevuti gli ossequi
del clero e magistrato. Ira le acclamazioni de'lerracinesi,
na, osservò a
perchè con un solo magnifico ila
Pio VI), entrò nel bucintoro per passeg-
tributo de' 7
quando Papi dimoiano in qualche luogo della IMaritlimaeCampagna, diche riparlai nel voi. LI, p. 96. Contento Pio VI d'aver trovato molle terre sgombrare
vescovo di IJenevenlo, a Ponte Maggiore arco coslruilu da Traiano e restaurato
il
pani in un leggiadro paniere lavorato, secondo l'obbligo che ogni sabato gli cor-
lo in carrozza, cui cardinal Banditi arci-
(così dello
i83
tura, e se ne servì per le colonne e le por-
Tor
a'19 partì da TerraciPonti il canale mae-
tre
stro ove s'incanalano tulle le
acque delle
Paludi Pontine, pranzò e pernottò a Vel letri, e giunto in Pvoma fu salutalo dal-
giar nel fiume, e prosegui fino all'eslre-
le artiglierie di
mitàdel nuovo canale Pio, per osservarci lavori falli e che si andavano eseguendo. Rimontato in carrozza, passò ad esamina-
Iretlanto fecero ne' successivi anni. Nel
Me-
direttamente da Pioma, e vi giunse a ore 21 1/4, dopo aver veduto l'edifizio della posta che si fabbrica va presso Tor trePon
re
la
ristorala via Appia, e giunto a
sa vi pranzò. Piienlralo nel bucuiloro, vi-
de
i
lavori fatti verso la
Ione
di
Badino,
restando pienamente soddisfallo di veder hi foce di le
quel fiume sgorgare nel mare
sue acque già incanalale. A'ella matti-
na appresso andò
monastero di Fossa nuova, per esaminare lavori del fiume al
i
Sisto, o canale di s.SisloV.Nel
no
fissò la
suo soggior-
sua allenzioiie l'antico porlo;
e portatosi a
s.
Felice ih 5, volle vedere
nuove cave del Munte Circellu di alabaiUOjChe riuscì aduUo anche per la scul le
Castel
s.
Angelo, che
al-
1781 Pio VI col suddetto accompagnamento ritornò a Terracina a' 26 aprile
-
li,
e
dopo
essersi
brevemente riposalo a
Mesa. Nel palazzo Vitelli ammise
al baColonna, vescovi di Terracina e di Anagni,e il prelato Baldassini governatore di Fresinone, ol-
cio del piede d. Fabrizio
tre
il
i
capitolo e magistrato della città. Nel
dì seguente visitò la cattedrale; a'28 tor-
nò
a Mesa, a veder la
va vicino
al forno,
do pc'Iavoralori e
mola che
opera
di
si
costrui-
gran como-
coltivatori delle
tene
TER
184'
T E R
pontine, ed anco per uso degli ahitanli
ma
de' dintorni,
costò molto e fu causa
danni
di soventi
alla bonificazione;
che avea
visitò l'antico [«orto
riattivare, e di esso
si
il
a'29
animo
in
di
nuovo canale che presso il 3o riportandosi a
cavava; ed
Mesa inconliù l'altro nipote d. Luigi Braschi
duca diNemi. Nel
i.°di
maggiocelebrò
nella caltedrale, ed a' 3 nella chiesa de' passionisli.
*e
A'5 per
la festa di s.
Pio
V dis-
nella chiesa de'domenicani; e le
messa
galere pontifìcie venute nella spiaggia, al
vedere
duca
il
Nemi
di
salve d'artiglierie.
lo
salutarono eoa
Papa
Il
visitò la rin-
Appia, dove fece stabilire le slazioni postali da Velletri a Terracina
novata
via
(cioè togliendo
della
ov'
poste nontifUic >e
corso antico per
il
montagna
di
erano
le
Ter
via
Maiuti, Piperno, Ca-
Nuove, Sezze, Sermoneta),
na,
la
sop{)resse
di Cister-
con bella chiesa e di Bócca di Fiu-
Ire Ponti poi
convento pe'cappuccini,
me
con cappella,
di IMesa
con bel paiaz-
zino, cappella o chiesa e altre (idjbriche,
diPonte Maggiore ediTerracina, cheperò furono poste in attività nel 784llPa1
pa osservò pure
i
lavoii fatti nel luogo ri-
conosciuto per l'antico Foro Appio, per lai)idi ivi trovate.
Per
lissima pioggia, Pio
la
VI
caduta sì
le
di dirot-
recò a Ponte
manale. Pio gior
VI provò
compiacenza
perazioui
falle,
in
quest'anno mag-
del precedente per le o-
imperocché
egli
seggiare a piedi e in cocchio
potè pas-
più luoghi,
in
ove nel 780 non avea potuto andareche per accpja in sandalo o in bucintoro. Al o maggio pai ito da Terracina, giunse in 1
t
1
Rotnaaoreaa
1/2. In questa gita e nel-
seguenti, Pio
le
ma si Roma
VI direttamente da Ro-
recò in Terracina, e da questa la
senza pernottare altrove. Soltan-
to nel traversare
Albano e
Velletri,
sì
nel-
l'andata che nel ritorno da Terracina, ne visitava le cattedrali. Nel
1782 non potè
tornare a Terracina, a motivo del viaggio di Fienna (l'.),^ev la quale parlisi
27 febbiaio e rientrò in Roma a'i3 giu788 a'24 aprile dell'S. 'di Pa-
gno. Nel
i
VI
squa, col consueto treno e persone, Pio
recòaTerracina e viarrivòa oie 28 1/2. Al palazzo Vitelli fu ricevuto dal cardi-
si
Boncompagni legato di Bologna e dal marchese Gnuili che l'aveano preceduto, 11 cardinal Bandi suo zio, eli cardinal Orsini protettore delle due Sicilie e di Sezze si recarono a visitare il Papa, che nella domenica in Jlhisni'j aprile benedì solennemente la chiesa rurale di s. Pio V, edificata da Nicolò Aniellopresso laspiagnai
già a
comodo
de'mariiiaii;
celebrò
vi
la
IMoggiore, per osservare se l'escrescenza
messa e ascollò quella del suo cappella-
delTacque avessero prodotto daWa Linea Pia e dal fiume Amaseno alcuna inonda-
no segreto, trovandosi presente
zione, e
si
compiacque che
la
bonificazio-
ne non era stata per nulla inondata. In vi fu cosa, che non rendesse
somma non pago
il
e per la to.
suo grande animo, per l'operato s|^)eranza d'un felice proseguimen-
A Ponte Maggiore
fu scolpita un'ele-
gante iscrizione del celebre VitoM." Giovenazzi, riportata da Nicolai. sa poi siuebbe iscrizioni
il
Lunga
ricordare tutte
co-
le altre
«narmoree, che furono apj)Oste
indiversi tempi e in molti edifizi della bo-
Pio VI. Questi di Terracina e vicino al mare l'erezione df'magazzini, e la formazioue di un gran ripiano, pel mercato settiiiificazione, a gloria di piìi
ordinò
in
re di
Roma
Papa
visitò la fabbrica della
il
senato-
Rezzonico. Nel dì seguente
il
nuova posta,
e negli altri giorni quelle de'granari e dei
magazzini per
l'olio,
insieme
al
naie. A'Soricevèil bali Bussi te delle
nuovo
ca-
comandali-
galere pontificie che costeggiava-
no ne'dintorni
della spiaggia,
il
che fece-
ro ne' seguenti anni eziandio, salutando il
Papa con salve
loro
di artiglierie nel
arrivo, e nella partenza di Pio VI. Nelr.°
maggio celebrò e
poi ascoltò la
messa nel-
lacalledrale; menlrenelleore pomeridia-
ne
i
cardinali
sini, con
Boncompagni, Bandi
bonlodellegaìere furono Ireschi.
e
Or-
parte della corte pontificia, saliti a
Per
la festa dis.
trattali
Pio
V
con
riii-
a'5 celebrò
TER la
messa nella
TER
cliiesa tle'clomenirani, e a-
scoltò quella del cappelhiiio segreto. A ventlo
il
Papa afliltalo al llnppi Ili di let loie del-
la Ijoiiilica/ione
Da giunse
in
i
leneiii distaccali, appe-
Tenaciiia ascoltò
dimoiti, reclaruaiidod'esseie ti
i
lamenli
stali
priva-
daira[ìiltuaiio de'propii diritti sopra
i
terreni inclusi nel circondario pontino, la
Clemente Xlli era
cui lìnea segnata da
siala riformata dallo stesso l'io VM.
molla uinanilà
il
Papa esaminò
le
Con
ragio-
i85
lere papali: nel giorno appresso
dopo
l'u-
dienza concessa al vescovo di Gaeta, por-
tenuta di Fabio. Nella domeni-
to^si alla
nuoPorto Salvo,
ca 'ì5 aprile celebrò la messa nella
va chioa sulla le
ilell.i
marina;
campagne
Madonna
e nel
di
lunedì andò a vedere
pontine, e
le
razze de'ca val-
pecore e vacche; e successivamente fu visitato da diversi personaggi, come il ni-
li,
pote duca di Ncmi, e da Rocca Gorga vi
portò
si
il
cardinal Orsini. Nel martedì a-
ni ile'sup[iiicanti, e fece alcuni dLcreli ri-
scoltò la messa nella cattedrale, e ricevè
Memo colle
mellendone ^e^ecu^ione al governatore Vincenzo Paltoni, ch'e-
l'ambasciatore veneto
di Terracina Gio.
alle (juali
ra succeduto nell'ufiizio di vice-commis-
mazione, ed il ministrodi Portogallo Norogna. A'5 maggio, festa di s. Pio V, offiì il s. Sagrili/.io nella chiesa de'dome-
sario
,
ossia
giudice della boniOcazione
pontina. Però
tali
risoluzioni restarono
sospese in vista delle difese deUafiittuario, la
che espose
camera
visitato
i
le
sue ragioni e quelle del-
apostolica. Pio
VI dopo aver
avea somministrato
nicani. JNelle di verse visite che
la
il
figlie,
Confer-
Pa[)a fe-
ce a'iavori della bonilìcazione, vedendoli
molte parti abbozzati
in
e cominciati
a
lavori della bonificazione, diègli
proseguirsi con molto languore, accusan-
dichiarò malcon-
dosene l'insudiciente numero degli operai, ordinò che questi si unissero tutti a ter-
ordini opportuni, e
si
tento per avere trovalo poco progresso nell'impresa, e
sì
pochi lavori
flitti
in tlue
anni; e che non voleva che l'occupazio-
ne nel costruire gli edilizi, fosse di rilaral primario oggetto del diseccamento
do
delle paludi.
Avendo
poi inleso l'arrivo
dell'elelloreBavaro-PalatinoinPioma,
vi
minare
il
nuovo canale
di navigazione, e
compito questo si riunissero insiemea terminarne un altro, e con questo metodo si
proseguissero
con maggior scindere
rimanenti ad unoad uno
i
attività.
ma
l'allltto,
Avrebbe potuto
lo tollerò
re-
perchè era
suo ritorno, partendo da Ter-
sul fine: le altre pontificie risoluzioni si
rS maggio, prendendo nella sua cardinali Bandi e Boncompacarrozza
ponilo leggere in Nicolai; enell'istesso an-
allVellò
il
racina
i
gni, e sebbene fece la solita visita alia cat-
tedrale di Velletri e nii,
si
recò pure a
nondimeno giunse in Roma
Ne-
lasera.JNel
1784 a'22 aprile col solilo corteggio Pio \1 partì da Pioma perTerracina,e vi giun21 1/2, passando per la nuova strada che costeggia il nuovo canale na-
se a ore
vig-d)ile,osservandoi lavori
aTor trePon-
li,eavendo orato nella chiesa dì Seguente
ammise
di IMesa.iNel
all'udienza
il
vesco-
vo (.liocesano, mg.' Pucilli governatore di Prosinone e altri prelati; indi si recò alia marina a osservar la fabbrica de'uuovi magazzini, trovandovi il grano, granturco e legumi prodotti da' terreni proficiugali, e fu salutato
da'cannoui delle ga-
no 1
il
iiì'a
cardinal camerlengo pubblicò
la ta-
del nolode'cavalli, per le poste eret-
te nella
comoda
e riattata via Appia,
di più fu abbellita ne'segueuti anni.
che Pio
VI a'6 maggio partì da Terracina, arrivando in Roma a ore 23. Nel 1785 a'9 maggio uscì da Roma il Papa col medesimo seguito de'preceden ti anni, e col nuovo elemosiniere mg."^ Bandi: fermatosi a tre Ponti, al Foro Appio, alla Ficha
Tor
ov'era la razza de'cavalli, al Salcio, ed a Mesa per osservare la bonificazione di quei terreni, giunse al palazzo Vitelli in
racina a ore
23
1/2. Nel dìi
scovi convicini e
il
i
Ter-
ricevei ve-
cardinal Orsini; visi-
magazzini della spiaggia, compiacendosi della gran quantità del frumeulo rac« tò
i
I
W
TE
colto
liei
maggior
TER
II
tura
le
decorso anno. Anche
duca
di Nenoi,
copi.i Jol
il
[irincipe Rospigliosi e altri personaggi
si
lecarono a ossequiarlo. A' 12
a
Mesa
mole a vedere
e alle
il
va ilgrnno.ll
3
I
si
nuovo
la visita
vescovo
di
e-
perfette razze di cavalli, pecore, vacche e buffidi.
A'23 maggio partilo
Papa da
il
Nemi. A'i4
aprile e arrivò a Terracina a ore 22. Nel
di
trita-
del cardinal Banditi arci-
Benevento, e poi il Papa andò mg.' Bandi passalo Capo
A'i5
messa
late coltivazioni di grani e altri generi, e
condnsseal procoiodel-
si
alla leiiiila di
Salcio.
in die si lìisliuse il che v'introdusse ben rego
Teriiiciiia,pervenneinKoma aore22 1/4JN'eli786 da questa si mosse Pio VI a'27
vacche del nipote duca
rice\è
portò
si
difìzio col qoiilea forza d'acrpia
le
nuove lerre,
leneiii della bonificazione, in
festa di
Pentecoste celebrò
nella cattedrale, e assistito
da due
cardinali in Irono die l'apostolica benedizione: nelle 3 feste
il
comune
fece ese-
dì seguente ricevè, secondo clero, la magistratura e
29
i
il
consueto,
il
suoi ministri. Ai
recò a vedere l'nltituazione de'ma-
si
gazzini, e la raccolta prodotta da'lerreni
pontini:
la
sera giunsero
da Civitavecchia
le solite galere. Nella
domenica
sa nella cattedrale
e
,
il
mes-
disse
giorno appresso
tenaci-
"maggio vide la nuova fabbrica de'for»^ nuova chiesa della Buona morte. A'2 con mg.' Pmlfo si recò a Mesa, ed a"3 la pioggia impedendo che andasse
nesi solevano dare a'nobili personaggi e
a celebrare nel ritiro de'passionisti, disse
guire nella nuova strada altrettante cor-
premio
«e di barberi, con
di scudi 10 al
vincitore esomminisli alo dal duca di
mi, oltre
al
divertimenti che
altri
gran numero
correvano.
Il
1
8
cavalli, e nel dì
di
[)assò a
al
A'20
le
Ne-
con-
vi
razze dei
porlo per os-
nuovo canale
sotto Sezze,
scoli de'leirilorii
sionisti,
ilei
che
veder
seguente
servare l'apertura allri luoghi.
forestieri
i
pegli
Pipemo
e
visitò la chiesa de'pas-
ammelleudo
in sagrestia al
ba-
ciò del piede vari signori. Nella domeiii-
ca festa della
ss.
Trinità
si
rifece la cor-
premio. Nel medesimoiySa fca teiminò rallitlo generaledelle lerre poncol detto
cominciò un nuovo ordine
line, e
di cose
nel proseguimento della bonificazione,cou
niigliorsistema e maggior attività. Vi conIntjuì
il
nuovo
de'pii.1 abili
iato di
vire
il
tesoriere mg.' R.ufìo,
molto talento, zelante
di
ben
suo principe, indefesso nelle
che, senza
uno
ministri ch'ebbe Pio VI; pie-
umani
rispetti,
serfati-
efornilodi co-
non che Papa slaiioccu[)ò con mollo im-
gniziuni uialcmatiche e fisiche,
pratico delle terre ponluie.
do a Teriucina si pegno negli alfari
11
della bonificazione, e
lenne molli congressi col tesoriere, ecidiellore Kappiui, col computista dell'azieii-
I
da Pauluii ubilcc integei rimo,
e
con
uig."^
Nicolai tanto iidormalo degli affari ponlini,
lu essi
si
risolvè di concedere u cui-
1.
ni, e visitò la
messa
in casa e l'ascoltarono
eia principessa
di
Fondi.
Il
principe
il
Papa
dal geo-
tuetra Angelo Sani lece misurare ni coltivali e
terre-
i
senùnati, per esigerne
le ri-
sposlede'generi rispettivi; e dall'idrostalieo
Teodoro Bouatti
fece visitare lo sla-
lo degli alvei pontini, acciò suggerisse ciò
che credeva opportuno
al
compimento
VI 1' i maggioearrivònellacapilaleaore22 1/2; indi con onorifico moto-proprio deputò in sostituto commissario della camera pel dipartimento della bonificazione mg.' Nicolai. Neh 787 Pio VI a'28 aprile col tesoriereRulfo, feleraosiniere Bandi, ei consueli famigliari, partì da Roma e giunse a Terracina a ore 23. Nel dì seguente ricevè a udienzail nuovo vescovo, mg,' Cacheraiiogovernaloredi Frosinone,eilmagistralo della citlà. Quindi passò a vedere il luogo dell'episcopio che si dovea destidell'opera. Parli da Terracina Pio
nare
al
vescovo, e
il
1
palazzo Tassis
com-
prato e incomincialo ad ingrandire e re-
idaurare dal duca Braschi, per
la
diino-
appena compite le lavorazioni. A 3o perla via Appia andò a Mesa per osservare (juei Ieri cui liià ridulli a coltura. Hi. "maggio ra del zio
Papa
nelle annuali visite,
^
TER
TER
187
celebrò messa nella cattediale e ascollò
reni intorno alla cillù, e rpiel trailo
quella del cappellano segreto. A'4 visitò
si
lenula acquistala dal principeGa-
la vasta
Lrielli, e
poi ricevè
Spagna,
di
e
il
p.
il
cav. Azara tninislro
Quinones generale
dei
Pio \' dis'^e 11 5 lesta di s. messa nella chiesa dc'domenicani, e mlì quella del suo cappellano. Ginnle da Ci-
domenicani.
vilavecchia
piede
cardinal
ed
to,
le
galere, ammise al bacio del
comandanti.
i
Si recò a visitarlo
Boncompagni
altri
il
segretario di sia-
personaggi. Piìi volte portosprogressivi bonilicameu-
si
a osservare
li.
eie diverse nuove fabbriche creile, con
i
singoiar vigilanza e piena cognizione
Volle ulleriorinente dimostrare
lutto.
bonificazione pontina, stabi-
la già memorata giurisdizione pel buon ordine, prosegui mento e slabi le manulenzionedella bonificazione slessa. Cou diversi chirografi Pio VI provvide, Tabi-
lendo
suo
vicario,
[)e[
quali erano costretti abita-
i
pei'
un convento di frati o in 3 angucamereaccanlo la cattedrale; Terezione d' un ospedale, delle pubbliche scuole, d'una biblioteca che avea desti-
ma
accennate cose,
segnai
Papa sospese di Appia d'and)!) lail
Hens'i la via
li.
i
piantala di olmi e di gelsi, foriuandosi nn riparo al margine della linea pati
Cu
rallela, logliemiosi
larvi a'cavalli, e
pericolo di precipi-
il
foriù alle lerracinesi
si
l'industria della seta.
JN'elia
spiaggia furo-
no piantali u)()llis»iiniagruini.R.iclnamato Pio VI a Roma da alFari di somma irupoitanza,
sitalo in
pubblica utilità, ed insieme sa-
tazione da fabbricarsi pel vescovo e
sta-
la
gacemente disponendo tultociò che conla
t;ià
na e
i
cerneva
le
fiume Portatole. Erano
ni
(ormati da mg.' Nicolai iciiirogiafi
tli
sua propensione e beneficenza verso terracinesi, con prendere a cuore alcuni cggetti di
ne sino li
che
stende dal nuovo canale di navigazio-
il
le
a'
4 maggio par fi da Tenaci a ore 23 1/2, dopo aver vi-
Nemi
duca suo
i
ni[)oli
cardinal Braschi e
Nel
fratello.
i
788 a'24
apri-
Roma
da
ore 2
1
giunse
vi
3,
Pio VI arrivò a Terraciua a colle metlesime persone del prece-
dente anno. Nel ledrale, e
dì
seguente
visitò la cai-
fabbrica del suo palazzo, e
la
nel sabato l'edifìzio di .Mesa, rallegralo
dalla venula del
duca ni potè con mg.' Andomenica passò alla marina a godere le piantagioni di agrumi e frutti. Indi andò visitando bonificamenti e dosilla. Nella
i
le
piantagioni ne'
diseccati, la vasta
sili
re o in
fabbrica de'granari,la chiesa delIaB.Ver-
slissime
giiie sulla spiaggia.
nalo fornire del proprio
al
popolodi Ter-
onde poi fece a sue spese cosimire vaghe scansìe ornale di bellissimi le-
racina,
gni, e preparava gran copia di libri duplicati della
quando si
ma
sua privala biblioteca;
tultociò era disposto per spedir-
a Terracina,
le
circostanze de' tempi
Ebbe anche
l'impedirono.
in vista la co-
sliuzioue degli acquedotti per far venire nella città
renzo,o da nato
.e
le s.
acque o dalla terra Stefano,
ma
di
Lo-
s.
poi fu determi-
incomincialo a condursi
le
ac(iue
dal Trasso sino alle falde di Terraciua.
Pensò ancora
il
generoso Pontefice
alla
salubrità dell'aria, con piantagioni di
nioni, aranci, pini e altre piante <|uali
desiderava che
si
delle
,
fornissero e
li-
i
ter-
sdii e
corte
la
si
A' 28 col duca Bra-
recò
al
fiume o
rio
Mar-
tino pe'Iavori già fatti, e veder le diverse tenute e le coltivazioni. ta dell'antico rio
Martino,
Dopo
la visi-
cominciò a quel canale, credu-
pensare allo scavo di
si
lo molto a proposito per inalveare le acque della Teppia, e diseccare affatto tul-
senlimento della più
le quelle terre, per
parte degl'idrostatici. Nel dì segueoteri-
cevè
gli
omaggi
dell'uflìzialità delle gale-
le pontificie salpate
nel mercoledì per sto assistè alla no.
Giovedì
scensione, la
da Civitavecchia
e
la
parte del fiume Si-
marca
del bestiame vacci-
i. "maggio,
dopo aver
solennità dell'A-
nella cattedrale tut-
parata, celebralo la messa, e uditaquelmg.' Ridolfi cameriere segreto, il Pa-
la di
pa passò
in sagrestia
ad assumere
bilisagrieil tnreguo,aS5istiluda
gli
a-
mg. 'Bau
TER
TER
i88
di e dal vescovo, processionalnienle s'av-
sorreggendo lostiasoi-
pei' la piazza,
viò
codella falda
cedevano
i
il
goveinatote
ijussolanti,
vi convicini in piviale
il
Pre-
l'alloiii.
capitolo,
i
vesco-
emilia, invitati dal
Papa. L'aste delbaldacchino sotto il quale incedeva il Papa, erano sostenute dal \icario generale in niantelletta nera
come
prutonoiaro, da 3 conservatori municipain
li
rubboiie, dal cav. ìMorelli architelto
da'dne aiutanti di camera in cappe rosse. Pervenuta la processione nel portico della cattedrale ornalo in uno alla ficciala decorosamente e iti
abito di
città, e
con tenda, Pio VI ascese la loggia sulla se lia gestatoria coperta da baidaccUino, e colle solite preci solennemente comparii l'apostolica benedizione all'immensa moltitudine accorsa anche da'vicini paesi;
indi fu pubblicata l'indidgenza plena-
suono
ria in latino e in italiano. Al
vo
campane fecero eco le 4o pezzi di cannoni delle
delle
rie di
festi-
artiglie-
galere, e
diquelli della fìrlezza di Terracina. Tulli gli
addobbi della cattedrale, del porti-
co e della precaria loggia,fatono eseguili a spese del comune. A'2 Pio VI andò a vedere
messa
nuovo
le risaie,
il
3 celebrò e ascoltò
a'passionisli, e passò a osservare
cimiterio
indi parfi
;
la il
da Terraci-
Iri.
6 passò ad osservare
Il
il
nuovo ca-
imboccate l'acque
nale, nel quale erausi
ma-
(leirUfenle, scorrendo felicemente al
Visitò
re.
le
piantagioni d' agrumi e
dogana
frutti, l'edifizio della la
e
di
quello del-
magPapa da Terracina si restituì a R.0ore 28, donde a' 18 partì per Su-
posta ch'eranoin costruzione. A'7
gio
il
ma
a
iliaco [l^.) per coosagrare la cattedrale,
a tal elletto essendo stala piìi
dimora no a'29
in
Terracina.
aprile
breve
la
sua
Ad
essa fece ritor-
vi
arrivò alle ore
1790 e
24, per essersi fermalo a Tor Ire Ponti al casino del duca alla nuova fabbrica Draschi a IMesa orando nella cappella. ,
,
Nel dì seguente recossi
al
suo palazzo, cui i
lavori erano assai avanzati, e nel
gio celebrò e ascoltò tedrale. A' 2 ricevè
me
messa nella catduca nipote insie-
col cav. Morelli, e nel
le
il
giorno appres-
i
al-
lavori delle paludi, e l'S giunse
sino a Mesa. Pio vasta impresa
bene ri
ammise
general Pignattelli. A'5 visitò
fabbriche delia dogana e della posta,
ed a'6 la
."toag-
la
il
so celebrò a'passonisli, e poi
l'udienza
i
VI
tra le tante
cure del-
non trascurò quelle del
spirituale degli operai, de'coltivato-
e de' ministri della
bonificazione. la
quell'ampio paese disabitato da tanti secoli, fece
sino dal principio erigere delle
maggio, e ad ore 24 '/^ ^''^ ^^ ^^' ma. Neil 789 a'3o aprile Pio VI ritornò a Terracina co'soliti personaggi, arrivando verso 23 ore. Il ."maggio celebrò e a-
cappelle, e poi stabilendo di fabbricare a
scoltò la messa del suo cap[)ellano nella
s.
na
l'S
di Nisibi, e della corte; alla presenza del
domenica celebrò il
la
Ga-
messa
lesta di
s.
Pio
ricevè
il
fratello del tesorie-
duca Draschi, del nubile d.' Gio. Callista de Mattias di Vallecorsa nuovo governatore di Terracina e commissario della bonificazione pontina, e di Gaetano Rappini direttore generale della medesima, non che d'altri nobili esteri e cittadini di Terracina, e di d. Sante Paterni vicario ge-
Ala-
nerale di Tciiaoiua, Sezze e Piperao, di
uno
piede, in
al
Grassi comandante delle approdate galere e alla sua
uiìizialilà
ore pouieiidiane
il
;
duca
arrivando nelle Brasclii col cav.
Morelli, cij'(juali nel di seguente IMesa.
A'5
Dieiiicani,
pei
commend.
proprio
visitò la tenuta Pia, già del principe
baciarono
un comodo convento
fece appresso innalzare coti
ai
il
palazzo, ricevendo molti personaggi. A'2
,
vi
e vari signori napoletani gli
cattedrale, indi passò a vedere
pissionisli
Ire Ponti
cappuccini,
vaga architettura una chiesa, in onore di Paolo apostolo. A tal elfetto domenica 9 maggio vi si recò, e colle prescritte ceremonie vi pose la i .^pietra benedetta, coll'assistenza de'pielati tesoriere ed elemosiniere, di mg.' Brancadoro arcivescovo
r
brielli; a'3
Tor
le comiucud. Rulio, e
il
V
andò a
celebrò a'do-
vescovo
d'
TER
TER altri ecclesinslici, e
delp. Annihnie Gior-
gì c'ippticcino prt'siiltiite «Iella fiibbiica.
per
liioitre
persone addette
le
boni-
alla
ficazione fu eiello un ospedale, foinilodi tulto
cliitelto
A'3o
de'cavalli del
duca
l'apa invitò
loro osservazioni, se
Terracina eravi luogo at-
formarvi unìiuovoporlo. A'i 2 mag-
Roma che
le
le
Il
VI
delle
lasciò
23
a ore
Terracina, epervennea
i;?.. JNel
I
in essa m\ fossero
due
791 non ostan-
il
re e
a'28 aprile
Sicilie,
ro a Teriacina, e smontò
il
al
regina
la
Papa
re-
SI
palazzo \'i-
a ore 23 iji, avendo orato a Mesa
talli
nella
nuova
chiesa e osservato queiruber-
campagne. A'agvisilòil pubblico forno, e minutamente il suo nuovo palazzo, indi venne il duca Braschi.Nel di seguente passò alla marina, calle fidìbriclie della dogana, del cjuartiere pe'soldati, alla locanda e alla posta in costruzione, onolandoquella giù compitadel maggiorTartose
taglioni; iodi vide
ne
degli
l'aumentala piautagio-
agrumi. lli.°maggio nella cattela messa del
diale celebrò e poi ascoltò
Mesa ad osservarazza de'cavalli del duca nipote, ed
suo cappellano. A'2 fu re la i
bonificamenti
fatti
a
a queierreni.
passionisti celebrò e assistè al zio, e fece altrettanto
per
emanò
il
ai
Sagrifi-
5 a'domenicani
Pio V. Aio da Terrabreve diretto al clero di
Francia, contro
decreti dell'assemblea
i
nazionale, ed a'12
si
restituì alla capita-
entrandovi a 23 ore. Per
Pietro e Paolo fece coniar
celebrante
1792 la
s.
3
la festa di s.
cina
le,
il
Il
da
la
la
medaglia
bonificazione pontina.
col solito seguilo Pio
Roma
la festa de'ss.
\I a'26
ÌNel
apri-
giunse a ore 23 a Terracina,
fermala a Tor tre Ponti per vedere la chiesa e il convento che si stavano fabbricando, ed anche a Mesa ove fé-
dopo
la
ee orazione. lazzo, ed fatta
da
A27
ammirò
si
recò
la
al
suo nuovo pa-
beila strada
urbana
lui costruire, l'episcopio e la
li-
breria.Nel dì seguentefu alla marina, tro-
vò
la
dogana quasi
finita, e l'orto della
«l'iii;!
n-
ricevè al bacio del piede iconitigiba-
le, e
Rlarchionni e nn capitano guar-
alla spiaggia di
gio Pio
sue llllnlelo^e piaiile
mi. Domenica agcelthiò nella calledraioni Gavolli.
da coste, per fare te a
stolica e le
l'ar-
bisognevole.
il
iRr,
Matldalena acquistalo dalla camera apo-
Mesa
a
Erasclii
la
razza
sempre
in in-
vide
al suo A'a an-
creniento, e neldi spguenleritornn
palazzo per stabilire
dò
la capiiella.
alla tenuta del cav. Morelli, a'3 cele-
brò nella chiesa de'
passionisti, ricevuto
daIprepositogenerale.il 4 portatosi a Foro Appio, fece un giio per le (laludi presciugate, the fra accesso e recesso percor-
60
se
miglia di terreno. A'5 disse messa
a'domenicani. Dopoaversoiferto due lebsua resiikn-
bri, l'ii dal palazzo Vitelli
urbana efaie una
za volle rivedere la via
escursione alle paludi. gio
per Pioma e
[lailì
Domenica 3 magi
giunse a ore
vi
?.3.
Per indisposizione di salute nel rr)3 l'io \ non si lecò a Terracina. ^'i tornò 18 maggio 794 co'solili e col nuovo tesoriei
I
i
reDellaPorta: visitala
Tor
chiesa e conven-
la
smontò al suo nuovo palazzo a ore 22. Furono a visitarlo il ducaBraschi, suoi maggiordomo e niaeto di
tre Ponti,
i
Siro di camera,e altre distinte persone. Fe-
ce varie gite per osservale
i
diversi boni-
fìcamenti, ordinando la riapertura del rio IMartino, per imboccare tulli le jiccjue
gli scolidel-
de'terreni fino al mare, essendo
oinìai giunta quasi al fine ne. Visitò
pure
il
la
bonilicazio-
nuovo braccio
lazzo vescovile, e la fabbrica del
del pa-
nuovo
borgo, che lo zelo de' terracinesi avea in pochi mesi eretto. Puchiamalo a Roma per 1' urgenza degli alfaii, vi giuiise a'22 maggio a ore 23. prile fece Pio
pò
i
soliti
\
I
JNel
i
79? a'3o
a-
ritornò in Terracina, do-
Tor Ire Ponti 22 ore col cor-
trattenimenti a
e a Mesa, arrivandovi a
leggio dell'anno antecedente, e trovando il
suo pontificio palazzo apostolico del lut-
to mobiliato decorosamente. Visitò
il
vclio biacciodell'episcopio, passòalla
no-
ma-
rina nelle fabbriche del nuovo borgo, salutalo le
da ripetute salve
d'artiglierie del-
galere. In diverse volle
si
recò ad os-
TER
ir,o
servare
i
TER
terminali lavori del circontlario
[luiiliuo e
il
loro boni-
iiiaiileiiìiiietitu di
gran vasca della
scnalorec1iRoma,airaii:basciatoretliM;il-
Lahra
ed a molte dame.
la,
fabbrica a
do-
sinistra era tutta piena di gente, e di con-
gana, Oicopandosi colla consueta assiduiperfet-
tro al palazzo si schierò la truppa conialidata dal colonnello Severi e dal maggio-
grande impresa. Ri-
re Raruici), colla sua banda, tamburi e
ficazioiie, la
iK
ti»
1
liallaiiiento degli
Io stubilmienlodella
corrend()a'i4 maggio sione,
città e la
atlliri [lel
la festa
dell'Ascen-
l^ipa volle celebrarla mediante
il
la
solenne benedizione dalla loggia del suo
somma
palazzo, che per essere situalo in
con nobitutto sco[)eita alla veduta
t!e\alezza a ridosso della le ficciata liei
maie tircolarmenle
tiel
la
mano
smistra, potè
città,
dal prospetto al-
funzione essere
la
Imperocché
pid'eii.La darsena era guarnita disanda-
riboccanti di popolo, altro essendo Imi-
lì
go la spiaggia in 20 e più legni, oltre due gnaidacosle pontificie ornale di tutte le Inuuliere.
Il
l'apa celebrata la messa nel-
la
cappella del palazzo apostolico,
ti
i
paramenti
sagri
assilli-
e triregno, precedi!
to e accoinpiigiiato da'vescovi d' Aiatri,
è porzione della
\erolie Fondi in piviale e initra, dal governatoreemagistratoin rubbone,dadue
de'monti e campagna
avvocali concistoriali col proprio abito,
fmoall'orizzonte, in mezzo della cpiide OS-
dal generale de'domenicani e da'cerofe-
goduta la
in diversi punti.
destra del palazzo
tillà, e la velluta
magnifica via Appia,che uni-
rari;
cammina col nuovo fiume deno-
ing.'^
serviisi la
taniente
vi
al-
minalo Linea
Pia. Dalla
sommità
del pa-
lazzo vedesi coslrnila una strada che simin 3 giri dalla via Appia vi conduce comodamenle,e tutta muiagliala in piìi giri. Due f.ibbriche che unendo-
inetiicamente
si
alla strada
suddetta
fmno
simoietiia
dopo
tonicella, ì
il
cardinal Roverella pure in paramenti
sagri.
mg.'
]'iìi
lavatoio,
uiaggior {)arte coltivala,
sostenevano
De
di
Prosinone
la falda,
in
cap-
e lo strascico
Rossi archiatro in cappa rossa,
si
piccola darsena e
il
gli
la
torre, ed
campagna, da orto fino
pa
al
un tonte con una vecchia la
tesoriere Della Porta e mg.' Ror-
due aiutanli di camera: venne sorretto da mg.' Bandi eleinosmiere, parimenliin pivialeemilra. 11 popolo in vederlo scoppiò in fragoro-
là os-
oltre un'estensione di
Il
romeo governatore
come
accanlo
presentò alla gran loggia tra
che poi pubblicarono l'indulgenza, oltre
zo ii)Comincia dalla via Appia, e di servasi
si
cardinali Rraschi e Carandini diaconi,
formano un colpo di teatrale ceduta. La strada che conduce al paiazai palazzo,
croce pontificia sostenuta da
la
Consalvi uditore di rota vestilo di
il
lo
erano
i
libro
plausi e aHettuose acclamazioni di ve-
mezzo della gran loggia un ricchissimo Irono, (ormato di damaschi efregi d'oro,col ponlificiostem-
nerazioneedi gratitudine. Assiso il Papa maestosamente sul trono, lette lesolile preci, con tutta l'espansione compartì la solenne benedizione, Ira il suono delle campane edelle bande, gli spari della fortezza e de legni della marina. Dopo breve trattenimento, per appagare vivi desi-
ma
derii del popolo, nel
niale, con)[)ie le
il
complessodeiriin[)onen-
situazione, che rese più maestosa la fuii-
zione, alla quale concorse
immenso pònume-
polo,anchede'circo»lanli luoghi e iosa nobiltà. Nel clevossi
ricavalo con tocche d'oro.
tendone servì
di
liparoa!
bile arazzo ricoprì gia.
uso
gran
ed un no-
i
rinnovare
la
sua par-
ticolare benedizione, fu salutato co' più
seguente mat-
parapetto della log-
sonori e
a ileslra
che serviva ad
lina Pio
di quartiere militare,
ebbeerelto ma-
la
(.'pietra ne' fondamenti della chiesa
superbamenleguarnito per
di
s.
La fdjbrica
gnifico palco la
sole,
Un
il
cospicua nobiltà accorsa, inclusivameii-
le al principe
Augusto d'highilterra,
al
fico
Pio
lieti
evviva.
VI eseguì
V
JN'ella
la
funzione di porre
pe'domenicani, a'quali Tedi-
coU'annesso convento, per
la
buona
istruzione del clero e gioventù terracine-
TER
T E R
convento rnantenele un buon niiniero di religiosi, lo dolo con molte rubbia di terreno. Ivi giunto
remenfe verso le ore 22, esubitoalacre mente si occupò del partito da preiuleie in SI dure circostanze, con (pianto poi) leggersi ili mg.' Daldassari nella lU' lazi une
se;
ed acciò
fu
licevulo dal generale de' domenicani
p()le^sK
coi suoi religiosi,
il
ed a^sunli
paramenti
i
sagri, vestiti di (|uesli fu as>istilo dall'ar-
cidiacono Cerroni vicario apostolico
di
Terracina e dairarci|)rete Sanguigni,
ol-
ilelle
I
avversità e patinienli del glorioso
J /, e ne'miei articoli Francia, Pio vi e Roma. IVnaciiia risorta borente [)er le magnanime beneliceiize di Pio
VI, tiene cara e adorata
siniere e degli altri cubicidari pontificii,
in
coll'interventodel capitolo in abito cora-
ta dai
rispose alle orazioni. Benedetta
la
ti
sua
la
complesso eminente de'iuonumen-
imperituri di sua generosità egrandez-
dimora
za d'animo. Nel suo arrivo,
menti insieme ad una cassetta di marmo con due medaglie e due Jgnus 7Jc/ colle immagini de'ss. Domenico ePio VjCliiu-
lenza da Terracina, ogni volta
da
rame
lastra di
Siriiione che
i
ipoi la
in cui era incisa
JJi/irio di
il
l'i-
Ruma,
insieme a quella delle medaglie. Si compi la funzione col canto dell' iimo f cui
Creator
Snln'tiis, e coll'apostolica bene-
dizione al popolo, a cui concesse ni
3o an-
memoria
eterna benedizione, comechè circonda-
pietra fondamentale, lac
se
i
Papa Più
tre l'assislenxa del tesoriere, delleleiuo-
le elle
f)
e par-
Pa[)a
il
ri-
cevè solenni dimostrazioni d'amore, d ossec|uio e di riconoscenza, dal clero, dal
magistrato e dal popolo lerracinese, tutti
profondamente penetrali
cenze di cui
lo della patria prosperitìi.
Lettera sull'aria di chiara.
munih-
dalle
ricolmava nel ristoramen-
li
Non può
Cancellieri,
Il
Roma,
232
a p.
negarsi, che
«li-
grande
la
d'indulgenza, pubblicata dal diacono.
operazione del prosciugamento delle Pa-
domenica 7 (naggio ritornò in Ilovi giunse a ore 23. Pio VI per l'ulti-
non poco contribuimiglioramento dell'aria di Roina,avendola in gran parte liberala dalla y^fstifera Pomptini uligine Campi, come la chiamò Silio Italico. Ma soggiunge, che
INella
ma e
i
ma volta rivide
la
sua diletta Tei racina
9 maggio 7q6, smontando 1
a'
suo palaz-
al
zo a ore 2 3, dopo a vere orato nel passaggio nella chiesa di
Tor
tre Ponti.
ne avesse stabilito trattenersi riodo di tempo, per osservare
il
i
Sebbe-
richiamato
in
simi affari di slato, d'allora a
soffi ire
il
sarebbe desiderabile, per conservazione,
feraci ter-
gli
il
per-
fezionamento dell'impresa, per l'avvenuto al re di Sai degna e perle calamità imdia, fu
to al
solito pe-
reni già I*aludi Pontiiie,e per curare
minenti che sovrastavano alla
ludi Pontine abbia
Lombar-
Roma
da urgentis<|uale cominciò sin
que'disordini, che so-
utilissimi
si
provvedimenti proposti pel pianu-
peritissimo Vittorio FossombroSaggio della honifìcazione delPaludi Pontine, giustamente lodato e
re, dal iiij
le
nel
mollo bene analizzato
nella Biblioteca I-
taliana di iMilano,i\\ otlobie 8 6, 1. o, p. 99. A libiamo dell'av v. Carlo Fea, il/or/" 1
re di Sardegna, ecolla mira eziandiodel-
naissino, ed a soggiacere
l'occupazione de'dominii della Cliiesa. A-
sissime condizioni.
dunque
vi
a' 19 maggio IMo VI die un tenero addio e benedii lerracinesi, che dolenti lo videro partire, e senza mai smon-
tare dulia carrozza, giunse iu
Roma
cele-
ma 835. 1
Penetrati
ecclesiastico,
loro
le
il
1
1
Paludi Pontine, Ro-
facile di seccare le
i
sua stabile
totale risarcimento di ipielle vasle
no indispensabili conseguenze delle gnerImperocché repubblicani francesi avanzavano coli' eseicilo per la Lombardia, avendo vinto e obbligato alla pace il re.
la
mellesseroin esecuziouv:
i
Papa
francesi nello stalo fu costretto a ceder
legaziouij.AvignoneeilcontadoVe-
pretesti,
i
Non
francesi
si
ad altre gravo-
ostante con nuo-
avanzarono oltre
le
Provincie cedute, e caduta
la
massima costernazione,
gazione di
Roma
«el-
una congrecardinali fu risoluto che il Pain
TER
192
TE
pa dovesse piuliie dalla salvo. Qiiaiiilo egli I
si
cillà e porsi
disponeva
in
a parli-
e per Terracina, giunsero udìziali iiigle-
Pl
de'suni abitanti corse allearmi, e furono trucidali o arreslati, lista Co[)pi,
come narra
l'amia-
quanti francesi e patrioUi
si
si
da Foligno con dispaccio del haron Col-
poterono raggiungere. Prima però che
li
generale delle milizie pontifìcie, clieav-
sollevati potessero unirsi e ordinarsi, ac-
Tisava Pio
VI
d'essere in posizione assai
corsero da Pvoma
i
distaccamenti di
l'orli
vantaggiosa colle sue truppe, ed in caso
francesi e di polacchi, e sul fine dello stes-
qualche pericolo ne sarebbe stato av-
so luglio Ferentino fu preso e saccheggi a-
di
visatoa ten)po. Seciòservi
do ie
qualche mo-
ago-
ben ordiutita e validissima difesa de* avendo espugnata Terracina per assalto l'i i agosto il general Lemoine. Con questi esempi di terrore la mag-
Quindi le
lioano
,
IMonte
il
in sicuro lutti il
genti,
tesoro della
i
s.
Roma,
preziosi
Casa
effetti,
di Loreto,
lutti gli ori e ar-
Va-
pietre preziose del palazzo
museo Pio-Clemenlino
del
di V\tìll\, e i\e\
Castel
s.
,
del
yJngclo,
incassatoemandato a Terracina, donde col Papa sarebbe passato nel legno di Napoli. ]\la venendo soltoscrillaa'23 febbraioi 797 lafataIepacediTulenlino,Pio VI vedendo cessato il pericolo deil'occupazione di Roma, fece ritornare da Terracina tutti tesori che vi avea invialo, e provvisoriamente li collocò nel Castel s. Angelo. Non pertanto, decretata dal difu
i
retlorio francese
detronÌ7zazione del Pa-
la
e l'intera invasione del
suo
stato,
per
nuovi preloti ed inammissibili esigenze, francesi violati coidìni con volere da mg.^ Saluzzo, poi cardinale, presidente i
i
d'Urbino
e Pesaro, la cessione della for-
lezza di S.Leo,
si
avanzarono
all'occispazione di
nel
798 siRoma, che demo1
te la gli
abitanti,
gior parte degli altri luoghi
missioni
ca francese c|uello di
palazzi pontificii,
i
compreso
Terracina. Dipoi insorgendo al-
cuoi, contro
il
dominioslraniero
e l'eslor-
sioni de'suoi ngenti, indignati per la sop-
pressione de'luoghi
pii e pel
timore della
inililarecoscrizione, addolorati altresì per
olhaggi
fatti a
Pio VI,
la
sollevazio-
ne si estese a tutta la provincia di Warittima eCam[iagna,chedemocratizzataanch'essa, era divenuta il dipailimento del Circèo. Nel luglio
1798
la
maggior parie
a
pala dagl'imperiali francesi, che deportajono Pio VII, onde seguì destini di Ronia,finchè nel 18 i4 •estituita al Papa col i
resto dello stalo, per
le
disposizioni gover-
nativefu compresa nella legazionedi /ci' Ictn'.
Nel 18 18 in Terracina
si
concluse
il
Concordaio IraPio l II, e Fcrdinaiido I re delle due Sicilie (!".). ^tì SSg avendo determinaloGregorioX VI
celebre
i
di recarsi a visitare
ce, appartenente
versa
le
jnera
,
il
castello di
nuovamente
ra apostolica, per
s. /*"<'//-
alla
came-
Linea Pia che traPaludi Pontine, a 20 ore circa dei la
avendo seco
maggiordomoe
VI, confiscando a profitto della repubbli-
com-
morte diversi de'principali sollevali che caddero in potere de'vincitori. Terracina nel 1800 tornò ai dominio di Pio VII, e nel 1809 fu di nuovo occu-
20 febbraio portarono
prigionia Pio
sottomise-
furono condannati
militari
?,3 aprile,
in
si
10 senza combattere. Quindi colle
cralizzarono col resto dello stato, ed ai
gli
di
sua partenza, non lasciò tuttavia di
già trasportato a
no
accadde sul principio
stoa Frosinoneeda TerraciiiajUonoslan-
mettere
pa
to; lo stesso
Papa, ed a sospende-
a tranquillare la
in
i
prelati
Massimo
Pallavicinocuaeslrodica-
con decoroso corteggio giunse in
Terracina, ove ilsuoingresso fu veramente trionfale. Al ponte del ss. Salvatore, per la via
Consolare, ov'erasi innalzato un ma-
guifico arco trionfale, presso la città, ricevè gli
porla dei-
la
omaggi da
ujg.'
Are-
tini-SiUani vescovo alla lesta del clero,
da
mg.' Lolli vice-legato della provincia di Vellelri, da rag.'
grclario del
mente
Meli-Lupi-Soragna
Buon governo
(ivi
se-
apposila-
recatosi d'ordine del cardinal Ri-
\arolapio-prcfelto di talcoDgregazioue),
TER
TER
dal goveroalore, tlalcoule Gregorio
gonfaloniere che
tonelli
gli
An-
piesentò
le
193
rate nel porlo salutarono Gregorio
con
replicati colpi d'artiglieria, e sotto le
chiavi colla inagislralina, e dalT intera
finestre eseguivano multi pezzi di
popolazione, con quel divoloatlaccainen-
la
to alla
sempre distinse teril Papa con acclama-
Sfide che
s.
i
lacinesi, accogliendo
zioni d'esultanza, cui facevano festivo eco i
suoni delle bande e delle campane, e
sparo de^mortari e de'cannoni de' forti. Intanto 7 giovani de'primari i
Io
e gialle, pregarono loro di trarre to, staccati
i
do per
l'arco
lungo
tratto
la
Papa
il
animosi e transitan-
nominalo la tirarono per ben di strada, sempre fra gli ev-
viva di tuttala moltitudine sino alla pics.
Porto Salvo nel borgo Pio, podogana; procedendo allo sportello della carrozza il gonfaloniere, a
Maria
di
sta vicino alla
cui
Papa commosso
il
piti volte
esternò
compiacenza che provava per sìafTetluose dimostrazioni, alternando le sue be-
la
nedizioni sulla giubilante popolazione. In-
Papa
espressamente du Poli il Papa gra-
ziosamente ammise al bacio del piede tutte quelle distinte persone che la veano acpresenti
a permetter
musica
ed altra di
pontificii,
per loro ossequio. Intanlo
compagnato,
cola chiesa camerale e parrocchiale di s.
dilettanti accorsi
citta-
sua carrozza; ciò ottenu-
cavalli,
banda de'dragoni
vicini
dini vestili di nero, con tracolle bianche
XVI
,
e tutte le persone notabili ed accorse divolaniente anche
dal regno di Napoli. Questo giorno ebbe
termine colla corsa di barche nel sottopomare, con una brillante generale il-
sto
luminazione, colla elevazionedi più globi areostalici, e coli' incendio
fuoco
d'im copiosi»
seguente malliuu,
artificiale. Nella
mentre si disponevano le cose per la partenza da Tei racina, fu con meraviglia di tutta la corte pontificia osservato un di que'fenomeni, che
come
favolosi, e
si
sentono raccontare
che raramente accado-
suono delche faceva sentire
no: alcuni delfini attirali dal
banda
la
de' dragoni,
de'bellissimi concerti musicali in riva al
mare, furono veduti replicate volte avvi-
cardinal
cinarsi alla spiaggia, innalzandosi sulla su-
Tosti pro-tesoriere generale, mg." Giaco-
perficie dell'acqua, finché col cessar del-
oltre
mo
fece incontro al
si
il
Antonelli di Terracina e delegato a-
postolico di Macerata, e mg.' Orlandini
delegato apostolico di Prosinone. Nella
Papa ricevè la benedizione dal vescovo col ss. Sagramenlo. Risadetta chiesa
lito in
il
carrozza
,
i
lodati divoti cittadini
condussero a mano la carrozza al palazzo della camera apostolica, situato sulla riva del dosi a
so
il
mare
e dell'antico porto, trovan-
riceverlo
Papa
alle
il
cardinal Tosti. Asce-
sue stanze, dalla loggia be-
nedì aflettuosamenle
il
numeroso popolo
che non cessava di dar segni del più vivo entusiasmo. 11 cardinal Tosti avea preceduto di due giorni il Papa pe'preparalivi dell'
tutta
la
accoglienza,
ponendo
in
opera
sua attività per ridurre in brevis-
simo tempo
l'allora piccolo
palazzo in
ista-
todi alloggiare ilPontefìcecolsuoseguito,
onde
il
Papa gli dichiarò
tutta la sua sod-
disfazione. Alcune barche poiilificie schie-
VOL. LXXIV.
musica sparvero anch'essi. Alle ore
la
e con fi
un tempo serenissimo,
da Terracina alla volta di
il
1
Papa par-
Felice, di-
s.
stante circa 12 miglia, percorrendo
la
via
gran parte arenosa, talvolta dovendosi andare sulla riva del mare con una ruota nell'acqua, e traversando la selva. Al passaggio del fiume Badino, che in poca distanza si scarica nel mare, e sul quale in
era costrutto un ponte di barche, essen-
do
il
Papa per
seguilo,
gli si
cautela smontato col suo
presentarono all'ingresso del
ponte due giovani donzelle vestiledi bianco e coronate di fiori, foglie di rose
hmgo
le
tutto
quali sparsero il
passaggio del
Papa, che poi benignamente benedì, con tutti gli abitanti del porlo di Badino radunati ove rimontò in carrozza. Pervenuto Gregorio XVI in s. Felice, ebbi la compiacenza di veder effettuata fatta
con mia
lettera nel
1
83
I
la
[)romessa(
in
nome del
i3
TER
194 Papa
al
T E R
cardinal Malici, corroborala col
suo veneralo pugno, e si conserva inquel-
come
l'arcliivio,
Dopo
lice.
nolai airailicolo
aver
il
Fe-
s.
Papa goclulo quel de-
ebbe luogo un'altra scc spontanea divozione, che egualmen-
l'arrivo. Allora
na
di
te
commosse
ché volendo
il
cuore del Papa. Imperoc-
egli
per abbreviare
tragit-
il
luogo eia pesca con magnifico traitauienlo, data dalla nobile famiglia Af to-
to sbarcare sotto
nelii nel lago di
datto allo sbarco, in un batter d'occhio
lizioso
20 ne
ore
le
Paola, a'27 aprile verso
parli per resliluirsi a Tcr-
Badino
racina. Al porlo di se dalla carrozza, e
il
Papa
temendosi
clie
disceil
ri-
liìanenle della via a traverso la selva fosse
divenuto malagevole per lepioggie.gra-
il
v.mdosi quel luogo molto fangoso e disa-
si
videil suolocopertod'una quantità d'a-
bili,
che
mente
si
i
buoni terraciue>i volontaria-
levarono da dosso gettandoli a
guisa di tappeto su quel tratto di via, che il
Papa dovea percorrere sino alla ciurozquale essendosalito tornò
di di tornare a Terracina per acqua, im-
za, nella
barcandosi colla corte nobile sopra una
lazzo camerale, in
scorridoia pontificia, ivi pronta e ornala con vaghe tende di damasco rosso, e sulla quale sventolava la bandiera della ca-
la
mera
A questa venivano
apostolica.
die-
tro altre lancie escorridoie parimenti ad-
palazzo Braschi, e tro-
mezzo
moltitudine, ed agli spari,suonidi cam-
La vamente innalzati 3 globi areostatici, e le bande militari alternando loro concerti sotto alle pontificie finesti e resero anche più giuliva la serenità dell'aria, cui un chiaro bellissipane e
segnidi pubblico giubilo.
altri
sera poi furono successi
i
dobbate a festa pel rimanente del corteggio, che in lai guisa s'incamminò vogando con un tempo bellissiuio in quell'ameno canale chiamato il Portatore di Badino (così detto dal portare le acque dell' Ufente al mare, e scavalo sotto Leone
da
X,
l'onore di villeggiare in
dal fratello Giuliano de Medici gene-
rale di
Chiesa, poi arginato e allarga-
s.
da Pio VI), che fiancheggialo da belda amene campagne conduce in linea retta per lo spazio
mo
di
luna aggiungeva alcun che di ro-
mantico. Nella stessa sera la
il
Papa
ricevè
magistratura di Prosinone presentata mg."^
Orlandini
il
,
quale avea avuto Felice,
s.
mg."^ Lolli,consua Santità.
lo
Annovazzi vescovo
lissimi viali d'alberi e
sto della cattedrale
due miglia
al [)a-
agli applausi del-
A' Anagni col ,
come
Più tardi n)g/ prevo-
nome anche
in
Papa
capitolo, presentarono al
il
del
consue-
non cessava d'implorare la benedizione dell'amato Pontefice. Poiché al
to tributo de'7 pani ossia pizze di pandi Spagna di fornia ovale, ornati de'ponlificii stemmi e di molli scritturali, che riportai nel voi. II, p. 34, sopra un baci-
fine del Iragillo e n vista di Terracina
le
tli
;dla città.
Le sponde erano
coperte di popolo accorso dalle vicine contrade, che
trovava
il
canale interrito, non polca
barca avanzare
il
suo
cammino
si
la
senza
qualche pericolo
di rimanere incagliadue -piaggie, quando all'improvuna folla di persone si gettarono ve-
ta alle
viso
stite nell'acqua, e
senza alcun riguardo al
proprio disagio accorsero a sollevar colle braccia e tirar fuori dalla rena
la
barca
del santo Padre per condurla alla sponda,
il
loro
ma
quale non polendo tollerare questo
incomodo
essi
gl'invito a entrare dentro,
rispeltosamenlesi tennero appog-
giati sulle
sponde della medesima fino
al-
coperto di
ricamato
il
stofila
cremisi, su di cui era
padiglione di
s.
Chiesa; altri*
menti decaderebbero dal possesso de'beni di Villamagna, della quale parlai nel voi. XXVII, p. 274 Nella seguente do-
menica
a
orei3
il
Papa
suo corteggio recossi
in carrozza e col
alla cattedralesilua-
ta nell'alto della città, ricevuto dal cardi-
nalTosli,dal vescovo col capilolo,eda'magistiati in abito: vi celebrò la l'altare ta
maggiore
verso
la
messa sul-
isolato colla faccia rivol-
porta grande, assistilo dal ve-
scovo e da mg."^ Tevoli elemosiniere, di udì quella del caudatario
in-
mg. "^Aipi-Pas-
TER
TER salo iieirannosso palazzo vescovile, jni
e
il
suo seguito furono
bile colazione. Indi asceso
giato, che
corona
la
diale, stando sotto
la via
servili di
Papa
il
l'a-
no-
sul log-
facciata della calle-
il
nuto da'canonici, dal prospettiva
il
baldacchino
soste-
che guarda
lato
in
nìaggiore della città
,
compartì l'apostolica benedizione all'immenso popolo adunato sulla piazza e nelle vicine strade, concorso anche da'viciui paesi e dal regno, formandovi schiera i
vari corpi di truppa stanziati in quell'e-
poca
no
a
Terracina, colle loro bande,
pane, e
so spettacolo.
religio-
il
Uscendo GregorioXVI dal-
caltedrale,s'incamminò sino
punto della
to
suo-
cam-
molti-
alle voci fesleggianti della
tudine, rese imponente e lieto
la
il
delle (juali, unito a (piello delle
più
al
città per visitarvi
il
al-
con-
serva torio del le fauci olle, dispensando dalla
clausura del o^onastero
ammise del
le
monache
piede, concesse ad esse
invocale per le
suocorteggio:
il
le
l'
indulgenze
loro cappelle, lasciando-
lagrimanti di consolazione. Nel discen-
dere per
la via,
il
Papa entrò
to nella chiesa rurale di
il
genuflcssorio
altpaanto impolverato e senza ra del tappeto, di slancio
il
la
copertu-
gonfaloniere di
damasco
di tela d'oro, e
restando
trasse di dosso
nero e guarnito
inaspetta-
Francesco già
s.
de'conventuali,ed essendo
si
bacio
e le donzelle al
il
rubbone
nobilmente lo gettò sul genuflessorio. Penetrato il Papa da sì bel tratto, Don permettendo siffatta cosa, colle proin toga
prie mani rivestì il gonfaloniere del suo ndjbone, e si prostrò a orare sul nudo legno. Questo benemerito magistrato, amanlissimo della patria, non si staccò mai durante il cammino da'flanchi del Papa,
197
luarono da Gregorio XVI, benevolo anco co'lerracioesi. Attornialo da fjllo popolo, che non
si
stancava di applaudire e
di chiedergli la
benedizione
,
preceduto
banda militare, e seguito dalla corte e da numerosa cavalleria, discendendo il Papa verso il borgo si compiacrpie dalla
entrare nel locale te
custodiva
si
il
ir>
cui provvisoriamen-
gruppo
della Pietà,
che
ora ammirasi nella suddescriltachiesadei ti
initari, e
ne;
ne lodò
come pure
la
magistrale esecuzio-
recatosi in tale chiesa, allo-
ra in costruzione, l'architetto cav. Sarti gli
mostrò
piante e
le
segno, onde
gli
spaccati in di-
Papa encomiò
il
sità dello stile e la
la
grandio-
novità dell'invenzione
che fa continuare intorno all'apside lecolonneche dividono le 3 navi, ricevendo poi con piacere dal medesimo in due quadri con cornici dorate, cioè la scenografìa esterna e
la
scenografia interna della chie-
sa dal eh. artista disegnate e acquarellale, in seguito il Papa si degnò donarmi e mi pregio possederle. Risalito io carrozza,
che si
restituì alla
sua residenza, ove in tem-
po della mensa
il
Papa
si
compiacque
far
distribuire a'convitati della sua tavola
i
mentre la banda de'dragoni eseguiva con vago concerto di voci ed'istruraenti degl'inni composti dal valente loro capo Simonetli, e pubblicati colle stampe in onore di sua Santità. Nel pomeriggio il Papa osservò dalle sue finestre una corsa di barche, ch'ebbe luogo nell'antico porto, dopo la quale amdelti 7 pani d'Anagni,
mise
al
bacio del piede
menicani
di
trinitari e
i
i
do-
Terracina. Uscito poi a pas-
spedale, sia per lo stabilimento d'una cor-
Napofermò a osservare il grandioso scoglio di Pesco Montano, e giunto alla torre Gregoriana fu salutato col cannone, retrocesse sempre in mezzo alle giubilanti grida d'immensopopolo, chiedendo grazie e benedizioni; indi entrato nella dogana ricevè paternamente al bacio
porazione religiosa per
del piede gl'impiegati,
e conoscendo la sua propensione per
Ter-
racina, colla naturale sua facondia pero-
rò a vantaggio della medesima, riapertura dell'antico porto,
cazione: ebbe
il
la
conlento
sia
sia
per
la
per l'o-
pubblica edu-
di riceverne lu-
singhiere speranze, che poi tutte
si
elfet-
seggiare colla corte fuori di porta letana,
si
i
quali stabilirono
di collocarvi un'iscrizione
co pel
tempo che
vi si
marmorea, anQuin-
trattenne.
il
TER
TER
196 tli
Papa da
tale ofììzio
si
suo
lesliliù al
p:»Ia7zo colla c.nnozza del cardinal Tosti.
Nella sera
le liìniinaiie
iniono più
bril-
lanti e copiose, poicl>ès'illunìinarono va-
gameote
anche
a fiaccole e palloncini
i
Teodoiico sulla vetAngelo; ed una graziosa
ritderi del palazzo di
IMonle s. colonna liaspaienle con base proporzionata, che galleggiando sopra una barca ta del
mezzo
in
mare, sembrava che nuotas-
al
Inoltre s'incendiò bellissimo fuoco ar-
se.
tificiale. e
si
lanciarono in aria diversi glo-
bi areostatici, sotto la pontificia abitazio-
ne. INella seguente mattina a ore colti
benignamente
vescovo, e
il
governative e municipali,
rità
il
i,
i
ac-
auto-
le
Papa
di-
Ne descrissero le parlico principe Massimo encomiato, di-
triva per loro. larità
il
venuto soprintendente generale delle poste pontifìcie, che perciò anche questa volta accompagnò il Papa, colla bellissima ed erudita Relazione nel viaggio di Gregorio e
XFI alleprovineie di
Campagna;
Roma
i
del i843, e
giorno. Di
me
ed
28
87
Marittima Diario di
del
delle Notizie
del
mi gioverò, coprecedenti. A'5 maggio re-
tali
feci delle
n.'''
relazioni
duce da Piperno, Gregorio XVI verso le ore 19 giunse a Terracina, ricevuto da mg.' Lolli vice-legato della provincia di "Vellelri, dal ni,
vescovo mg." Aretini- Silla-
dal clero e da tutte
autorità
le
civili
grande soddisfazione provala per tante amorevoli dimostrazioni; cou)parlile poi alcune grazie, decorato il gonfaloniere conte Gregorio Antonelli del cavalierato di s. Gre-
e militari colle loro bande, oltre un'innu-
gorio Magno, fatte distribuire abbondan-
città sulla via
chiarò loro con affetto
ti
la
limosine, partì per Vellelri lasciando
ne' terracinesi dolci
rimembranze
speranza d'esaudire
loro voli, anche pel
i
miglioramento dell'aria. Tutta pia fu un trionfo d'ossequio e de' vari paesi circostanti.
Gregoiio
XVI
in
e
la
Apamore
Terracina
,
tutti riuniti al principio del borgo di Posterola o della marina sottoposto alla
vò
le
nato con emblemi analoghi costanza e ne'diversi suoi
di
pe Massimo.
da
alla lieta cir-
lati colle
corri-
iscrizioni, riportale dal princi-
spondenti
le feste
Appia, sotto l'arco trionfa-
perciò eretto con bella architettura, or-
la via
soggiorno di
Il
merabile e festevole moltitudine, accorpure dal limitrofo regno di Napoli. Tro-
sa
Ivi il Papa ricevè da essi l'omaggio d'ogni riverenza, e dal gonfalo-
niere conte Gregorio Antonelli per
la 2.
essa latte e l'entusiasmo degli abitanti,
volta l'offerta delle chiavi della divotissi-
descritti da'n.*' Sy e 4o del Diario di Roma deli 889, e dalla egregia Relazione del viaggio di Gregorio XP J da Roma as. /^r/zVe, scritta e pub-
ma
meglio sono
blicala dal principe d'Arsoli d. Vittorio
Massimo, che accompagnò
il
Papa inve-
ce del suo genitore principe d. Camillo
soprintendente generale delle poste pontificie
impedito da infermità
di esercita-
città,
co'più sinceri atti di venerazio-
ne della medesima. Anche
in
questa oc-
casione un'eletta schiera di giovani delle
primarie famiglie, uniformemente vestiti, chiese e ottenne il permesso di tirare a
mano
la
carrozza in cui era sua Santi-
maggioidomo mg.' Pallavicino ecol maestro di camera mg.' Medici. Fra le
tà col
generali ed enlusiasliche acclamazioni,
il
re la sua carica. Nel 184 3 Gregorio
XVI
suono delle campane e delle bande, il rim-
nel consolare colla sua presenza
ama-
bombo
gli
dell'artiglierie esplose per terra e
eCam-
per mare, preceduto e fiancheggiato dai
pagiia, ne risvegliò l'entusiasmo e vi dif-
nominati personaggi a modo trionfale Gregorio XVI giunse alla chiesa parrocchiale di s. Maria della marina. Nel discen-
ti
e fedelissimi popoli di Marilliaia
fuse
il
suo
magnanimo
cnoie; ed
cinesi pe'benefjzi ricevuti,
pazienza ne attesero
terra-
con dolce im-
confortante venu-
cuore a nuove grazie, per disposizione favorevole che il l'apauu-
la, la
la
i
aprendo
il
,
dere dalla carrozza
il
Papa
fu accolto dal
cardinal Tosti pro-tesoriere generale, ed
entralo nel len)pio
vi
ricevè dal vescovo
TER
TER la
benedizione colla
ss.
risalito in carrozza, fu
Eucaristia. Indi
condotto
al palaz-
sfatici.
La seguente mattina
te diverse
che guarda la marina, benedì tutta la popolazione, che in parte erasi raccolta sul braccio del nuovo molo, ed in parte sa-
la
barche, che numerose etutteab-
bellite a festa colle loro
bandiere
le colori agitate dal vento,
di mil-
comechè ap-
partenenti a più nazioni, divote stavansi sulla spiaggia
modi ammise
gentili
tutte
romana. Poscia
le
Papa con
il
bacio del piede
al
autorità ecclesiastiche. ci vili e mi-
6
fu
197 im-
piegata dalPapa in accogliere cortesemen-
zo camerale, dalla cui ben ornata loggia,
lita sulle
del
deputazioni di vari luoghi del-
provincia, della città di Sezze, e
gli os-
sequi di mg."^ Pila delegato di Frosmone, e di altre distinte persone
si
ecclesiastiche
che secolari. Volle (juindi visitare il nuovo braccio del palazzo camerale, fitto costruire espressamente dal cardinal Tosti,
avendo a cuore
mora
di
renderlo atto alla di-
del Papa, qualora gli piacesse al-
cun tempo
di recarvisi a diporto,
re conveniente alloggio
il
ed ave-
nobile suo se-
che l'aveano corteggiato eseguito;
guito, derivandone per conseguenza se-
ed eziandio que'giovani cheaveano tra-
gnalato vantaggio per Terracina, per la
sportata
quale osservava
litari,
molte le.
carrozza fino
la
al palazzo, oltre
e distinte persone
anche regnico-
La numerosa corte pontificia
prese al-
loggio nel vasto locale annesso al palazzo e recentemente costruito per cura del car-
sempre amatore caldissimo
dinal Tosti,
del decoro di Gregorio lina vasta e
XVI,
a guisa di
magnifica galleria con came-
re libere sulla medesima. ritiratosi nel
11
santo Padre
suo appartamento,
creato dalla banda
romana
vi
fu
ri-
de' dragoni,
che eseguiva de'soavi concerti cantando inni a onor suo, uno de'quali formava un coro a 3 voci (che si può leggere nella Relaziniic), a cui era slata adattata la
mu-
non poco trasporto Dopo aver il Papa con piacere percorsa tale ala di nuova fabbrica, col cardinale, egualmente in sua compagnia passò ancora ad osservare l'altra ala destinata a ospedale delle donne atin lui
a ulteriormente giovarla.
tinenti agl'impiegati camerali, e cheallora si
andava
a compiere.
Il
Papa non meno
lodò l'opportuno divisamento del zelante
porporato,
il
quale avea saputo trarreac-
concio partito da un ampio corridoio ad
uso d'arsenale, riducendolo ne'due indicati edifizi, utili
emagnifici;che l'architet-
to ingegnere esecutore tenente
FilippoCo-
sta rincontro camerale, col quale
pure fe-
Montecchi e Capulcti del celebre maestro Bellini, ripetuta durante la mensa pontificia. Nelle ore pomeridiane il Papa ricevè all'udienza mg.'^Di Pietro nunzioapostolico in Napoli, cheda quella città si recò ad ossequiarlo, insieme a d. Fi-
ce le sue congratulazioni, esternando sa
lippo de'principi di Saluzzo consigliere di
ore 22 a piedi con tutto
stato, tenente generale e aiutante genera-
in
Ferdinando II redel regno delle due Sicilie, nel cui nome lo complimentò e gli
neral Saluzzo,si recò al
presentò autografa lettera colla quale gra-
vanzi dell'antico porto (creduto erronea-
ziosamente
mente
sica
(\*t
le di
l'invitò a trasferirsi nella
reggia di Napoli. Dipoi Gregorio
XVI
sua os-
servò dalla loggia nobilmente decorata,
una
corsa ossia regata di 2 J barche ese-
guita sul mare. Nella sera tutta
la città
fu illuminata, s'incendiarono fuochi d'artifizio e si
elevarono alcuni globi arco-
tutto intiera approvazione.
lui
Amando
il
opere da ordinate particolarmente per la pro-
santo Padre di visitare
le altre
sperità di Terracina, e ad utile delle provincie di Marittima e
compagnia
nale che
di
si
Campagna, verso il
le
suoseguito, ed
del cardinal Tosti e del ge-
nuovo Porto Ca-
stava costruendo presso
gli
a-
Traiano) a vantaggio del com-
mercio e sicurezza de'naviganti, per suo volere intrapreso neli84o, e continuato sotto la direzione del cav. Gaspare Salvi ispettore del consiglio d' arte. Questi al suo giungere andò assai
lieto di
corrispon-
dere alla fiducia sovrana, coU'oUVire
al-
TER
igS 1.1
TER
peneliazione di sua Santità tanto ver-
sata nelle matematiche, fie'Iavori eseguiti e
da
una chiara idea
farsi col
precipuo
lontananza tante stelle a
fior
d'acqua. Se-
meno sorprendente
guì poi un n«u
fuu-
co d'artificio, situalo pur galleggiante sul
scopo di fornire sicuro ricovero alle navi
mare, dal seno del quale innalzavansi dei
commercio di due memorate provin-
fonlanoni di fuoco che sembrava impos-
mercanlili e agevolare
Terracina e delle eie.
Pertanto
le
il
dimostrò
il
sito
sibile uscissero dall'acqua, e
che terminò
d'una fortezza costruita sopra
coll'assalto
accen-
più barche, alla cui resa, dopo una finta
somma soddisfazioneecon-
ostinata resistenza, videsi sventolare in-
per giungere l'antemurale, per nati scopi, con
ove sarà
gli
solazionedel Pontefice,acui loprovòcon
naizata
bandiera piantata nel mare sul punlo ove arriverà l'antemurale già comin-
rosi applausi del popolo,
un seno riparato da' venti, ove shoccano le acque del canale interno, e gli
precedenti giorni fu anche ricolmo
lyia
ciato in
(Ile
il
grato spettacolo della pesca d'alcu-
enormi macigni estratti dal fondo delmercè una macchina ingegnosissima fatta a forma di forbire. Quindi il
bande
bandiera
la
fratello di mg.'
ecossi
passeggiando fuori di porta
casso sino al mare, tarsi
doveano
poi traspor
imbarcandoli perii luogo del lavo-
compimento della già accennata scogliera; e dando la sua benedizione a'iavoro, a
ranti,
che dall'alto
sospeso
il
quel ripido monte,
di
lavoro, facevano eclieggiar l'a-
suoni delle
le
ai
la se-
orei 3
il
Papa, ammesso albaciodelpiedecon particolare benignità
1
i
non minore
guente domenica, perchè dopo
l'acque
Kapoletana a vedere altri immensi macigni che dal vicino monte si stavano cavando, e rotolando giù con indicibile fra
ed
musicali. Di letizia
ni
l'apa
potificia, fia'clamo-
il
principe d'OUaiano
di camera, unitnmente alla principessa moglie, clie da Roma tornavano a Napoli, salito in carrozza si condusse alla cattedrale, dove fu
maestro
ricevuto dal cardinal Tosti, dal vescovo e dal capitolo, ed assistè alla
messa
cele-
brata sull'altare maggiore da mg." Arpi caudatario. Nella Relazione sono riportale le
due iscrizioni che trovaronsi adismemoria della pre-
se nella cattedrale, in
cedente e presente venuta di Gregorio XVI nella medesima. Asceso al suo log-
que'del numeroso popoloche non cessava d'accompagnarlo
gialo superiore chesovrasla l'atrio,
tlappertuttojeripetendoilPapa ilsuocon-
parti a tutto
tenlamento al cav. Salvi direttore
paesi vicini la solenne apostolica benedi-
ria di applausi uniti a
di
sì
bel-
l'impresa, giunse sino alla torreGregoria-
Retrocedendo poi sulla medesima via Appia e rientrando inTeriacina sotto il meraviglioso scoglio di Pesco Montano, Ila.
si
restituì al palazzo,
ove consegnata col-
Insuabenedizioneal general Saìuzzo una lettera di risposta pel re di
ringraziamento
commiato
mare
nella notte. Nella
Papa vide
illuminazione della
ghi, e del ti
il
la bellissi-
sulle cui
onde erano
pioni, che separati quindi dal si
bor-
città, de'suoi
disposti in bell'ordine moltissimi
l'acqua
II
cortese invito, l'ac-
a ripartire
sera dalla loggia
ma
al
Ferdinando
sta-
lam-
moto
del-
allontanavano galleggianti ad
arbitrio del flusso marino, sendjrando i»
il
Pa-
pa dal trono appositamente eretto, comil
popolo
di
Terracina e dei
comuìozione del cuore da non trovar jiarole per in breve descriverla; le milizie stazionarie e le altre del seguilo pootificio decoravano il centro'della piazza, zione: tanta fu
la
degli astanti nel riceverla,
le bande militari, cui si univanolecampane della città e le salve dell'artiglieria
e
del porto, resero più augusta
ceremonia. Passalo piscopio, vi
ammise
capitolo,
clero,
il
distinte persone e
legno
il
il
Papa
al
bacio del piede
la
somma
il
dame, venule pure dal
di Napoli. Il gonfaloniere
se azioni di grazie alla
per
solenne
magistrato, ed altre
jiropriato discorso rese
tà,
la
nel vicino e-
le
con ap-
più ossequio-
sovrana bemgni-
degnazione
di
aver fai-
TER dimora
lo
nella
TE R
e di avere ricolma-
citlìt,
lo di benedizioni e di contentezze al)itanti.
Volle poi
suoi
i
Papa percorrere a
il
piedi, tra l'acclamante e follo popolo, la
scesa che
ove
conduce
risalì in
al
piano del borgo Pio,
carrozza e tornò alla sua
resi-
il baroneUotche da Napoli venne espressamente
denza, in cui ricevèa udienza scliilil
La mensa
a fargli omaggio.
di corte, a cui
parteciparono vari vescovi del regno nitimo, fu ricreata
come
fi-
ne'giorni prece-
denti dal canto d'un inno in lode di Gre-
gorio
XVI, da scelti
e
sempre
variati con-
certi musicali, e col bellissimo
coro dello
Stabat iMatcr composto dall'immortale Rossini. Nelle ore pomeridiane il Papa uscì in carrozza col suo seguito, e si recò ad esaminare progredienti lavori della chiesa sulla via Appio nel borgo fuori di Teri
racina, ricevuto dal vescovo, dal magistra-
dal commissario della fabbrica Vin-
to,
cenzo Sanguigni, e dall'architetto diret-
La
fici.
vista dell'operato,
arte-
gli
tore cav. Sarti alla testa di tutti
essendo già co-
la cupola e l'interno del tempio, superò l'espetlazione del Papa, e non solo
perta
ma
anco-
lodò
il
ra
diligenza dell'esecuzione, congratu-
la
pregio dell'architellure,
landosi di tutto coH'architetto.e lodando le
cure del cardinal Gazzoli prefetto del
Buon governo per
tale edificazione e per-
chè sollecitava la celebrazione del culto divino nella parte superiore del tempio. Ammirato di nuovo il magnifico gruppo della Pietà de! cav. Baruzzi, risalì in car-
rozza, ed
accompagnato
dagli evviva dei
lerracinesi, feceritornoal suo palazzo. Ivi il
Papa accordò
the
gli
varie udienze, permise
baciassero
il
piede anche
le
signo-
re della città, e ricevè con gradimento la
nobile offerta dal gonfaloniere cav.
An-
lonellijd'uno stupendo bassorilievo d'avorio
esprimente
la B.
Vergine
col
Bambi-
Magno. Tra cui volle
il
le altre
199
multe beneficenze di
memoria
Pa[)a lasciare una
Terracina a sollievo delle famiglie
in
indi-
genti, e coll'accordare grazie a' detenuti,
corone benedette e
e col fare distribuire
medaglie
alle
persone più meritevoli, non
dimenticare
volle
la
terra di
s.
Felice, a-
vendo dato al vescovo una notabile somma da distribuirsi per doti alle povere zitelle. Il Papa accolse benignamente un
componimento poetico
del governatore
Terracina Pier Luigi Bartoiucci, celebrante principali fasti del suo pontificjdi
i
lo, le
beneficenze fitte a Terracina e
la
costruzione del nuovo Porto Canale; non
che un sonetto stampato di d. Giovanni Bernardini curatodis.Maria PortoSalvo, per
la
sua venuta inTerracina,con note
riche ed erudite riguardanti
U
sera
sto-
Nella
laminarie furono più copiose delle
precedenti, e sul
la città.
il
fuoco d'artifizio preparalo
molo denominato Traiano figurò un
tempio coir emblema della Religione su una colonna rostrata, il che avrebbe prodotto un brillante elFetto sul mare, se l'intemperie dell'aria non l'avesse in par-
d'
te guastato. Nella
gio
i
seguente mattina 8 tnag
riconoscenti terracinesi furono do-
lenti di
veder partire dopo
malo padre
e sovrano, che
chiarato
vescovo e
al
al
le
ore
l'J
l'a-
dopo aver
gonfaloniere
sua affettuosa soddisfizioue per
le
di la
amo-
da tutta la Appia per Cisterna e Velletri, visitando prima la chiesa di Tor tre Ponti da lui restaurata, ove feceqiianto narrai aSezzE. Nel supplemento al n.°52 del Diario di Roma si legge, che all'avviso funesto della morte di Gregorio XVI, la città fu compresa da universale tristezza, deplorandone la perdirevoli dimostrazioni ricevute
città, si diresse
ta,
per
la via
per avere a larga
mano
essa segnalale beneficenze,
nume
versato su di
onde il suo glo-
resterà in elerna benedizione.
no, in cornice di legno ferro intarsiata di
rioso
pietre dure: a pubblico segno di stima e
Nella cattedrale furono celebrale splendi
benevolenza quindi il Papa conferì all'encomiato gonfi doniere il grado e la deco-
de esequie,con 4 iscrizioni che si riportano, e che ne ricordavano le grandi virtù. Vi
razioue di commendatore di
assislcrouo tutte
s.
Gregorio
le
autorità
civili e uiih
TER
TER
9.00 lari,
il
clero secolare e regolare, ed
mg/
scovo iidlzio
Arelini-Sillani
cantò
dopo
il
messa, indi ascese
la
ve-
il
lagrime
di
prime a rice-
lica benedizione. Procedendone! viaggio, Pio IX a'6 aprile co'prelati Medici maggiordomo e Borromeo maestro di camera rientrò ne'suoi stati in Terracina, per
Gerarca: ricordi,
che trassero genertdmenledagli occhi degli astanti
le
per-
il
magnanimità, le paterne cu-
sommo
sorte di esser
vere coll'onore di sua presenza l'aposto-
espressioni l'eccelse doti, la religiosa sol-
re del glorioso
la
divino
gamo, donde pronunziò l'orazione funebre, in cui enumerò con dolenti patetiche lecitudine, la
godere
dolore e di alTettuo-
la I. "accogliendolo tra le le
sue
mura dopo
passate calamità che ne cagionarono
Seguivano il Pontefice il cardiPont arcivescovo di Bourges , il
l'assenza.
nal
Du
sa riconoscenza, confuse a quelle del ve-
cardinal Antonelii pro-segretario di sta-
nerandosa"rooralore, che in ma-j^ior copiane versava, obbligandolo perciò ad in-
conte Ludolf ministro plenipotenziario
terrompere bene spesso il discorso. Nell'articolo Pio IX descrissi ancora la deplorabile rivoluzione fatta in Pioma a'i6 novembre 840)in conseguenza della qua1
le
Papa
il
parti
occultamente
la sera
dei
24, e tia versando'! erraci na entrò nel regno di Napoli e giunse a Mola di paeta,
to e prefetto de'
del re delle
due
Palazzi apostolici,
ss.
Sicilie presso la
letani. Gli abitanti della fedelissima città
di Terracina,
non appena ebbero contez-
stali,
che tramutando
ia l'afflizione e
il
in allegrezza e gio-
dolore, da cui erano sta-
non ad almirarono che a dargli sincere prove
e poi a Portici sontuoso e riverente ospi-
di fedeltà e divozione.
que
lo stalo pontifìcio
le infelici
vicende cui soggiacdemocratizzato,
le
spedizioni de'sovrani d'Austria, Spagna,
due
delle
Sicilie, e della
repubblica fran-
eche
cese per ricuperarlo dagl'insorti;
berata Pioma e
Io
li-
ti
piesi per la sua lontananza,
Pertanto fu loro
primo pensiero d'innalzar calde preghierea Dio, e di preparare e adornare il nuovo e magnifico tempio del ss. Salvatore, per celebrarvi un solenne triduo di ringraziamento a Dio, che ìncomÌDciarono
stalo da'ribelli repub-
nel giorno precedente. Nell'avvicinarsi
ibSo Pio IX
Papa
da Portici perrilornareallasua sede, accompagnandolo il re col duca di Calabria sino all'EpilalTio (la memorabile separazio-
blicani, nell'aprile
IX ne'suoi
za del fausto ritorno di Pio
tro
Narrai
Sede,
ed un drappello a cavallo d'usseri napo-
ove l'avea preceduto il cardinal Antouelli. Il re Ferdinando li gli olIVì in Gaeta zio.
s.
pai
fi
il
a Terracina,
salutarono con o i
ro
le
campane
colpij e
1
il
cannoni del molo lo
i
il
simile fece-
col festivo loro suono. A.
sentata magistrahnente con bellissimo di-
qualche distanza dalla città era piantala una doppia Illa d'arboscelli, ed avanti la porta Napoletana sorgeva un magnifico
pinto del cav. Fdippo Digioli,
arco trionfale, sulle cui fronti esterna ed
ne
di tali augusti personaggi fu rappre-
gno 1
[)iibblicò V yllbum
il
cui dise-
Roma
di
nel u.°
7 del 1.22, con eleganteillustrazionedel-
l'abbale Papelai
da
mg."^
t).
Che
ivi
fu incontrato
Eerardi commissario apostolico
interna
si
lantedella segreteria di stato, nella Relazìoiie storica
straordinario delle provincie di Maritti-
IX da
ma
proteste di
e
Campagna, insieme
alla
deputazio-
le due iscrizioni ricommend.' Barluzzi rainu^
leggevano
portate dal
del viaggio di
Portici a
Roma.
liliale e
A
Pana Pio
tributare le
divola sudditanza,
si
nede'consiglicri provinciali della legazic-
trovarono presso
nedi Vellelri,
Arelini-Sillani col capitolo e clero, e la
to
il
prelato felicitandoli san-
Padre del suo glorioso ritorno, e
tri-
butandogli l'omaggio dell'inalterabilefedeltà delle
due provincie, retaggio
degli
avi loro, avventurose e liete per poter
1'
arco
il
vescovo mg.'
commissione municipaie,il cui presidente cav, Vincenzo Sanguigni offrì al Papa le chiavi della città. Gremite erano tutte le vie di popolo, accorso ancora da'vi-
TER
TER cini paesi e tla
Roma,
ed ilgiubilo
appa-
riva su d'ogni voltOjfacendo echeggiar l'aria di festevoli
evviva e implorando
postolica benedizione. tificia
Pervenuta
la
l'a-
pon-
2or
onorarlo. Finalmente ricevè
al
piede
principessa
il
principe Borghese,
la
bacio de'
Lancellotti, ilcav.Neri pro-direttore del
debito pubblico, e
cav. IMnzio diletto-
il
carrozza innanzi alla chiesa del
ss.
re della zecca pontificia, ed altre rngguar-
Papa
fu
devoli persone pure appositamente par-
Salvatore
(e
non
altrimenti),
il
Roma.
ricevuto alia porta dal cardinal Asquini,
titeda
cantò con divota melodia 1' Ecce SaccrclosMas;nus,\\ Tantìim cri^o,QÒo-
riata illuminazione abbelliva tutte le vie
del borgoedellacitlà,
pb
reggiate nel disporre
ove
si
benedizione compartita dal vescovocol ss. Sagramento, anche il Te Dciuìij la
facendo nobii coronaal Pontefice dinali
,
con
tutti
i
i
3 car-
ministri di slato, con
le
stessa sera ricca e va-
IS'ella
ognunoavendoga-
faci e
luminarie sul-
proprie abitazioni, e persino
mare risplendè per naria galleggiante.
il
lido e
il
varia e copiosa lutni-
Lumi
e
fuochi di Ben-
Monte
An-
vari preiati e altri ragguardevoli perso-
gala, vagamentedisposti sul
naggi venulia incontrarlo. Uscito
di chic-
gelo, ne'ruderi del palazzo di Teodorico,
il Papa sotto baldacchino fu accompagnato alla carrozza, e preceduto tlnlle liete bande musicali diXerracina ediGae-
e nell'altissimo scoglio di Pesco ìMontano,
sa,
ta,fra le generali acclamazioni, giunse ai
palazzo apostolico ocan>eiale, restaura-
da poco dalle piraterie repubblicane,
to
e preparato decorosamente, per cura del
commend.
Galli pro-ministro delle finan-
ze. Dopoalquanto riposo, il Papa allabiimente e con amorevolezza ammise al bacio del piede e ricevè gli omaggi delle de-
porgevano magico elfetto scenografico, talché pareva intravedere cupe e profonde caverne, incantevoli giardini, rallegrali da melodie di musicali concerti, ed una quasi naturale eruzione del Vesuvio; quali fuochi mandavano tale una luce, che si rifletteva a grande distanza sul mare. iVella seguente domenica il Papa iuipiegò gran parte della mattina in icevei
i
re altre deputazioni e commissioni; le
R«ma,
mera, quella de'due
cleri secolare e
gere anlicipalamente a sua Santità un
lare di Terracina; la
tributod'ossequioedifeliciaugurii.Accol-
soria municipale, col governatore;
seinoltre e
si
co'5 ministri
trattenne, l'un
dopo
l'altro,
di stato, cioè dell'interno e
di polizia, di grazia e giustizia,
delcom-
roercio e lavori pubblici, delle finanze, e delie armi,
ma
egualmente
da Pio-
portatisi
per venerarlo. Piicevè pure
il
princi-
pe Massimo soprintendente generale delle poste pontificie, che poi l'accompagnò nel resto del viaggio, ie
il
principe geneia-
Gabrielli incaricato della vigilanza del-
le milizie pontificie
conte Enrico La
lungo
lo stradale,
Tour d'Auvergne segre-
tario dell'iimbasciata francese presso la
Sede, e
il
il
maggiore Dieu aiutante
s.
di cani-
podelgeneralBaragiiayd'Hillierscomandante in capo la spedizione militare francese del Mediterraneo, ambedue spedili espressqmente da
Uoma
dal generale per
come
deputazioni de' prelati chierici di ca-
putazioni delle 3 basiliche patriarcali di condottesi in Terraciiia per por-
s.
pntazione della provincia col
rego-
commissione provviili
de-
la
Finsinone,
delegato apostolico mg.' Badia; quel-
capitolo di Ferentino, col vescovo nig/ Tirabassi; quella del clero di Veroli, col vescovo mg.^ Venturi, ed altre deila del
le città e
luoghi vicini. Inoltre
Papa
il
ac-
colse gentilmente
il
droTorlonia, ed
conte Alfonso de Piay-
il
principe
d.
Aiessan-
nevai, allora ministro di Francia in Napoli,
ed
al
presente ambasciatore in
ma. Ammisealtresì
al
ulìiziali finanzieri stanziati in
a'quali ricordò litare
i
Ro-
bacio del piede
gli
Terracina,
mibanda di
principii dell'onore
e la giurata
fedeltà; la
Gaeta, che ringraziò pel suo ulteriore se-
gno
di
divozione; ed alcuni soldati spa-
gnuoli coll'uffiziale, appartenenti alla spedizione, restali per infermila in Terraci-
TER
201 quando
T E R
rimbarcarono loro reggimenti per restituirsi nella Spagna, aciasenno tlonnndo un Croce^I•^so d'argento benedetto. Nelle ore pomeridiane comiia,
ivi si
i
piendosi nella chiesa
tlel ss.
Salvatore
il
triduo solenne pel fausto ritorno del Pa-
pa ne'suoi dominii
vendo
,
egli vi
recò, rice-
si
popolo
coll'airollatissinio
hene-
la
zione col Venerabile dal vescovo, termi-
nandosi
gò
la finizione coll'inno
Tornalo
no.
al
Ambrosia-
palazzo camerale, appa-
desiderii di tutti, col benedirli dalla
i
presidente municipale, che tanebbe nellesplendide e narrale diuioslrazionijColla commissione municipapoveri di pane e denale fece sovvenire
loggia.
Il
ta parte
i
Anche
ro.
macchina rappresentò con varietà
di
vaghissicni colon e figure, che mirabil-
riflettevano sulle onde,
la
Chiesa
simboleggiata nella mistica navicella di
s.
Pietro, che protetta e difesa da'ss. Apoe da'ss. Evangelisti, ad onta dell'in-
furiar delle tempeste,
pre gloriosa
8
gli
va
a
rimenano sem-
la
Nella mattina de-
al trionfo.
aprile, allorché
il
Papa
si
dispone-
partireda Terracina, tornòl'imraen-
so popolo a implorare l'apostolica bene-
augurandogli prospero e viaggio. Di tutto quanto penetrato
dizione
,
IX ricordai le dispoOld ina te dal Papa nel giugno 1 85 per completare la bonificazione delle Pa-
citalo articolo Pio sizioni
i
il Papa maggio 853 a Porto d'Anzio, riferisce il n." 1 6 del Giornale di Roina, che la mattina de'aS, essendo il mare tranquillo, alle ore 8 i/2 sali colla sua corte a bordodella corvetta francese la Meteora, e fece una gita alla terra di s. F^elice,
ludi Pontine. Essendosi portato
nel
I
I
situata sul pendio del Iato orientale del
Monte
Circeo, il quale è congiunto all'estremo lembo delle maremme pontine, e
torreggiante quasi per intero sul Mediter-
Terrauna moltitudine di popolo tripudiante e implorante l'apostolica benedizione. Entralo nella chiesa parrocchiale, ricevè la benedizione del Venerabile; quindi passato nelTapparlamento che gli ni di quella terra e della città di
cina, e da
era stato preparalo
piede
mensa,
t"i
da
il
be-
le
s.
ricevè al bacio del
ammettere
Felice, e
gitto alle ore
La fede
racina dal principe degli apostoli tro nel recarsi a
Roma
provincia di sati
Campagna,
la
la
quale ne'pas-
sconvolgimenti erasi mostrata
la
più
governo legittimo della s. Sede. Giunto pertanto a Ponte Maggiore, e lasciata la via A ppia, presa a sinistra la strada provinciale, per Fossanuova e Piperno, pervenne il Pa[)a a Frosinone dopo le ore 4 pomeridiane tra le più divote
fedele al
,
acclamazioni, ed
i
segni di pubblica esul-
tanza. Altre particolarità
si
pouno
legge-
s.
TerPie-
ove portandosi
,
l'apostolo
s.
par-
io arrivò ad Anzio.
cristiana fu predicata in
sue predicazioni evangeliche,
anche
IX
con tranquillissimo tra-
mosso Terracina, ad ore 8 antimeridiavolle allietare
sua
gl'ingegneri idraulici.
ore 5 pomeridiane, Pio
ne; e sebbene poteva essere nello stesso
Roma,
alla
oltre la nobile corte, l'ufTizifflità
della corvetta e
Verso
,
persone ragguardevoli del luo-
le
go. Degnossi poi d'
felice
nigno animo del Pontefice, lasciò com-
giorno in
85o. Nel
laneo, lungi da Anzio più di 3o miglia.
veniente idl'oppoi tonila sid molo,poichè
stoli
i
Allo sbarco fu ricevuto dalle deputazio-
ne'sopraddetti luoglii,
mente
Roma del
Bengacon più un bel-
lissimo fuoco verauìenteartificioso e con-
la
Giornale dì
e f)0 del
nella sera fu rallegrata la cit-
tà colle illuminazioni e fuochi di la
So, 8r
re nella lodata /?e/rt2/b«e, e ne'n.'
Paolo fu pure
illustrala dalle
come proContatore colla testimonianza del Baronio, dellUghelli e di altri gravissimi storici; e che s. Pietro ivi consagrò i." vescovo di Terracina s. Epafrodito, uno va
il
de*
72
46
di nostra era.
Gesù Cristo nell'anno Anche il p. Valle pipersua Regia e antica Pipei-no a-
discepoli di
nale nella
vea già ciò adermato. Egli narra, che Pietro partito da Napoli e ta di
cina,
Roma, pervenne dove
Capua
s.
alla vol-
a piedi in
Terra-
colle sue predicazioni coaverlj
TER
TER 4G
vero Dio, e nell'anno
niolti al
vi or-
allri
Epafrodito zelante e san-
vogliono anche de'ss. Pietro e Paolo; e lo
che poi evangelizzò anche popoli vicini; e Ibi se anche s. Pietro arrivò a Fo-
crede ancora propagatore della religione
ro Appio, presso
vincia che poi fu detta iMaiiltima
dinò vescovo
s.
to,
i
chiesa e
il
(piale fu edificata la
il
celebre monastero di Fossaniio-
va, laonde dichiara (juasi probabile che
fu pure nel vicino
Piperno antico, e
ambedue
vi
in
primi semi
eziandio nella parte della pro-
crisliiina,
tacendo l'opinione ro essere venuto
non
racina, e
s.
che
di (pielli,
non
,
scrisse-
Roma in TerRoma
Pietro da
viceversa, e che da
Epafrodito
in
Terracina nell'an-
della salutifera fede, congetturandolo dal
no 56. Dopo avere
s.
Epafrodito adem-
tempio che
piutele parli di ottimo pastore, ri[)Osònel
i
luoghi
sparse
i
privernati innalzarono a
i
s.
Pietro; quindi che tanto in Terracina,
quanto
in
Foro Appio
frodito colle opere e
più propagò
le
e
Piperno,
Epa-
s.
predicazioni viep-
la religione cristiana
si
diffuse in altre parli del Lazio,
la
persecuzione contro
ni di
Claudio,
si
i
,
che
ove per
primitivi cristia-
rifugiarono,
massime
in
Piperno e Terracina, ed altri luoghi vicini, convertendo molti col loro esempio. .Aggiunge che s. Paolo recandosi da Pozzuoli a Roma, navigando giunse a ForoAppio/inconlralo da molti cristiani partiti
da
Roma, ed
in
inviò
s.
Signore
Terracina, chiaro per virtù e
in
miracoli, a'22 marzo. Innanzi di prose-
guire
no
la
serie de' vescovi, trovo
opportu-
prima menzione de'
principali
di fir
cina, de'quali più diffuse notizie
vi.
Il
protettore principale di Terracina
TieTa-
Roma do-
derlo in altre provincie approdarono in
scepolo di
s.
lo battezzò,
de, che col loro prezioso sangue feconda-
tilla
rono quelle contrade, dilatandosi in Piperno eTerracina.Ora adunque con l'U-
(meglio è ritenere per
p.
1278, Terraci-
DeHi-
iienses Episcopi, e col Contatore,
storia Terracinensi. racineii, p.
De
ponno
è S.Cesario diacono africano e martire, di-
de
sacra,
si
leggere in Contatore, così di di versi vesco-
po avervi promulgata la dottrina di Gesù Cristo, la quale ebbe successivo incremento pel martirio de'confessori della fe-
ghelii, Italia
Terra-
santi che illustrarono la chiesa di
Giuliano prete e martire che facondo e coraggioso promulgatole del vangelo tra' suoi nazionali; quindi insieme con s. Giuliano per esten-
allrilatteseroa
berne, e nell'anno 5g arrivò
•
2o3 come
discepolato del R.cdenfore,
Episcopi Ter-
89 e4o8, procederò r
nel de-
Terracina, ove già aveano piantata s.
.sario
Pietro e
s.
Epafrodito, flando
onorala sepoltura a
Flavia
s.
la fes.
nipote dell' imperatore Domiziano tale l'allra
s.
suoi eunuchi
Nereo ed
legali in essa
Achilleo, in pena d'averla dissuasa dal
Dine pi ©pagatore del cristianesimo, nato di
somma prudenza
e dottrina,
fu or-
ritarsi,
men-
na
li
i
ss.
i
Mennio Rufo giudice
fece martirizzare.
Accennai
cipio di essersi attribuito a
racina, residenza de' presidi e del tribu-
Apollo. Pare più credibile, che
nale dove
s.
si
condannavano anche
nocenti martiri, de'quali molti rirono. li
Il
Contatore
che vollero
Adria o
di
il
toglie
i
ivi
dubbi
gl'in-
ne pe-
di quel-
santo piuttosto vescovo di
Tarragona, e discorrepuresul
s.
ma-
Terraci-
di
Paolo neh' epistola aTjlippensi, benemerito della provinciadi Campagna, della quale era allora capo Terzionato da
le
Teodora ed Eufrosina, tutte gloriose martiri. Le sante erano state rilegate nell'isola di Ponza incontro a Terracina, e siccome con s. Flavia Domi lilla furono riss.
vo
Epafrodito assai zelante dell'onore di
Fla-
compagne
via Domililla), e alle sue
scrivere in breve la loro serie. III. "vescos.
Ce-
Domi-
in prin-
Cesario
prodigio d'aver salvato dal precipizio
giovane che so
il
col cavallo
si
il il
sagrifìoava ad
commos-
zelo del santo da tale empietà, pre-
gato fervorosamente Dio d'illuminare
pagana
la
cecità, allorché stava per sagri (i-
carsi in tal
modo
Luciano,
egli
intrepido
riprovò innanzi alla moltitudiue
il
bar-
TER
TE R
2o4
baro e irragionevole sagrifizio. Perrirapressione che fece al popolo il suo ragionamento, temendo Firmino capo de'saceicloti idolatri che si convertisse alla fede invitò il console Leonzio andato in Fondi a restituirsi a Terracina per difesa della città e de'loro falsi numi. VenutoLeonzio insieme con Firmino e con Lussurio, imprigionato s. Cesario, lo tormentarono e condusseroavanti al tempiud'Apollo forzandolo con minacce a fargli un ,
sagrilicio. Inginocchiatosi
santo e fatta
il
il tempio e Questo miracolo de-
Ce^tì!reo(F.) diaconia cardinalizia in cura
àe Somaschi
il
popolo contro s. Cesario, ma dal franco suo parlare la moltitudine gli die ragione. Inviperiti Leonzio e Lussurio, rimisero in dura prigione il santo, donde do-
po i 3 mesi cavatolo fuori vivo per farlo uccidere,
il
morto che
piìi
santo mediante
orazione fu a un tratto rivestilo di celeste splendore,
che mosse Leonzio a con-
suo Dio e quanto predicava Cesario, implorò e ottenne da luiil batfessare vero
tesimo
e la
il
comunione da
Giuliano, in-
s.
di spiralo,dalla moglie fu sepolto nel
po Varano presso
la città,
cam-
cos\ detto dalla
sacco
i
due
secondo
la
santi e gittarli nel
predizione di
s.
mare, raa
Cesario nello
un serpe gli divorò le per maggior tormento vide
stesso giorno
re, e
viscei
due
suburbano detto
Prebende, a motivo non permettevano e si crede che in me-
le
erigerla nella città;
moria
sua distruzione fu eretta una co-
di
marmo bianco scanalata, sovrada croce di ferro. 11 luogo era il cam« pò Varano, già casa e oratorio di s. Quarto capuano, ove fu sepolto s. Cesario e altri ss. Martiri, e per ciò detta pure s. Maria ad Jlartfres, e s. Maria in Varano, giacché si vuole che ivi fosse l'immagine lonna
di
stata
Vergine che credesi dipinta da s. Luca, esistente nella cattedrale. Il soldato romano s. Montano, meravigliato de' tormenti che pativano confessori di Cridella B.
i
questo
si
converti, e siccome pel suo i
suoi concittadini a fa-
re altrettanto, fu tormentato anch'egli e
poi
mandato
nell'isola di
cessandodal predicare la
provincia di
de onorata sepoltura Eusebio monaco che poi per convertile molti alla fede, con Felice prete che li battezzò, subirono il
annegato
Capua
furono tumulati pressos. Cesario. Incerta è l'epoca del martirio di
Cesareo, poiché alcuni to JNerone, altri in
s.
Cesario o
di
Terracina, tratta pure
riportando inoltre
essere
il
Contatore,
martirologio della
il
chiesa di Terracina e
le lezioni di
molti
de'santi di cui essa celebra la festa. ìNon è
registrano sot-
certo chi succedesse a
di Traiano, al-
sede di Terracina, e
piìi
porta-
mare, ond'ebbe la corona del martirio. Di altri martiri e di altri santi
lo
quello di Diocleziano:
fl-
consolare del-
in
tempo
probabile è la 2. sentenza. Piìi chiese furono erelle al santo, ed io Roma la Chiesa di s. tri in
Ponza, ove noa fede, Leonzio
Campagna, lo fece condannò ad
re in Terracina e lo
martirio, e da Quarto cittadino di
la
uomo
gliodel convertito e
martiri portati dagli angeli, a'quali die,
dio-
delle persecuzioni che
fervore induceva
li-
la
i
per santo confessore. Allora Lussurio
porre in un
Piaz-
che fabbricarono primitivi cristiani di in onore di s. Cesario, nel
sto, a
di più infierito, fece
Il
ali." no-
ne celebra la festa lai.' domenica di novembre, che se ricorre quella d'Ognissanti, si trasporta alla 2.' Lai.' chie-
famiglia Vari terracinese, ed è venerato
ranno
Roma,
Anastasia. \n'Terrac\u!ìe'\n tutta
Terracina fu
ed incitò
di
cesi se
sa
a incantesimo,
notai nella bre-
vembre afferma che ivi si venera il suo corpo e la sua testa, cioè ili." sotto l' altare maggiore della Chiesa di s. Croce in Gerusalrni/nc, la 2.^ nella Chiesa dì s^
schiacciò Firmino.
stò in tulli sorpresa, tranne in Lussurio
come
neW Emerologio
za
orazione al vero Dio, crollò
che l'aUrdiui
(^f^.),
ve biografìa ricavata dal Butler.
fu 2.° vescovo to, di cui
s.
s.
Epafrodito nella
vi
è tradizione che
Quarto capuano
e cura-
già parlai, indi fu martirizzato
coDS. Quinto vescovo di Capua. L'Ughel-
'
T E R
T ER li
1°
regislra per
vescovo
3i3 intervenne
nel
al
Sabino, che
s.
sinodo romano di
glio
tino
mo
tili,
fiorito nel pontificalo
di santa vita,
s.
Silvestro
10 e
no
I.
Dopo
la
sua morte
de-
il
popolo elesse il nobile concittadiValentino virtuosissimo e assai li-
il
s.
mosiniero, adonta di suaumileripugnanza. Recatosi al
lirato
Fu
s.
monte
Silvestro
I,
Soratte, ov'erasi
ri-
fu da lui consagralo,
le vedoveeper gli orfani, ches.Daiuiano uno di questi fu da lui adottato per fi-
per
ddigenlemente istruire e l'ordinòdiacono per la sua vita illibata. Dopo che Costantino I avea dato la pace alla
glio, lo fece
Chiesa, si rinnovarono
le fiere
si
die a demolire
[)ersccuzio-
il
vescovo bat-
i
Valen-
s.
templi de' gen-
ad innalzarne al vero Dio, ed a consagrare saceidoli e diaconi. Sdegnati i sacerdoti idolatri, con parte del [)opoIo
pagano,
condussero in una selva e dea' 16 marzo del SGa, ed ivi li seppellirono. Di poi al tem-
li
capitarono cristiani
i
pò de'longobardi prodigiosamente trovarono
tanto l'amore ch'ebbe pe'bisognosi
20 j:
e cnu essi
tezzò quasi -iooo |)eisone. Indi
Papas.Melcliiade; indi successe Avito, no-
dì
moribondo,
i
ri-
si
loro sagri corpi, vi fu fab-
un
bricalo sopra
oratorio, e pe'miiacoli
operavano furono trasferiti nel castello Casfiopelro per maggior venerazione. L'Ughelli riporta gli alti e le leche
vi
zioni della passione di
successe
il
s.
Valentino. Gli
b. Felice, nel pontificato di
s.
ni da Giuliano l'Apostata, ed
Danìaso l,cheavendocondotla Galla Pia-
fu inviato
cidia figliadi Valentiniano II innanzi l'al-
niilizie
il
aTerracina prefetto Ausidiano con forti
per indurre
gli
abitanti a sagiifìca-
re agl'idoli, e sentendo che
il
vescovo ne
abballevai templi ed energicamente pre-
tare di
Cesario, colle sue orazioni la
s.
costanza nella fede, ed erigeva
viano,
rimproverò acremente e fece battere colle verghe fieramente,ed allreltanto ordinò contro s. Damiano perchè avea
madre
sai patito nella
gridato a'battitori, per cui
Africa,
dicava
la
chiese,lo
il
prefetto fé-
ambedue porre in oscuro carcere, comandando che il pavimenlosi seminasse
ce
di cocci e pietruzze pungenti, per tarli e obbligarli a
rinnegare
la
tormenSeb-
fede.
Lene con catene legati nel collo e ne'piedi, mentre salmeggiavano e lodavanoDio, furono confortali e liberali da un augelo, la
che disse loro dover predicare altrove divina parola per meritale più splen-
do
domandarono
il
Valentino
battesimo.
dùlatri montati in furore
re
ambedue
a morte,
ma
li
1
4ooo
sacerdoti
i-
fecero batte-
l'angelo tornò
buono con
la
us-
altri posti in sdrucita al
mare. Approdans. Silvianofu co-
santità della vita e pe'mi-
predecessore,
Il
Rofina,
s.
avendo
loro patria Cartagine in
a Terracina, presto
racoli.
il
clero e
il
popolo
l'ebbero in grande estitnazione, e morto
Giovanni
l,fu eletto
fermato dal Papa.
governo mori
a'
1
vescovo e venne conmesi di santo
Dopo q
o febbraio del
ca, e fu sepolto in
s.
s.
padre Eleuteiio, colla
col
Silvia e colla sorella
nosciuto per
no
pe'miracoli che operò
quale
s.
barca e abbandonali
no condotti
dove
il
nella persecuzione de'vandali,
dido martirio. Guidati dall'angelo furonella città di Corfiuio,
li-
bern dal demonio da cui era invasa. Dopò il vescovo Giovanni I, fu eletto s. Sil-
44 1
^"'"
un cimiterio subu* ba-
nella Valle Santa, presso l'oratorio di
Salvatore, che poi prese
Sebbene vecchio, il clero e sostituirono il degno padre
il il
suo nome, popolo gli
s.
Eleulerio
di nobileslirpe,il qualeerasisepaiafodalla
moglie facendo entrambi voto
di casli-
Dio pel termine di loro vita. Incominciarono a predicare, a far miracoli e ad operare conversioni, insieme al prò-
vivendo sanlaineiile. Governò quasi due anni egregiamenle, cessando di vivere a' 6 settembre del 44^ circa, e venendo tumulalo presso il figlio. Non piìi conoscendosi il luogo ov'eiano
console Demelrio per aveigli guarito
sepolti
condusse a Pescara e poi a Chicli piena di pagani, come luogo dea risanarli e
li
stinato da
il fi-
tà, e colla figlia
i
due
santi vescovi, nel principio
TER
2otì
del secolo
onde
IX
TER
maiiife>lò
lo
con quelli delle
liliovali,
Silviaiio,
s.
ss.
Sdvia e
Rofiiia, sulenuemetile fuioiio portali nella
calledrale, ove eiello
entro di esso
vi;ino,
no ed
aliare a
s.
Sil-
ss.
Silvia-
Eleiilerio sono piolellori di
Teira-
posero.'
li
I
vescovo Martirio fu a'sinodi ro-
cina.
Il
mani
del 49''')
499>
vescovo Euclicrio, la
un
Essendo Ponza dei-
e 5o:}.
'^o'z
nell'isola
tli
diocesi di Terracina e distante da essa
3o
circa
veiio,
il
miglia,
fu rilegato
vi
Papa
s.
Sil-
quale condannando Vigilio, che
per
elevazione ad arcivescovato delhi
I
chiesa di Reiievenlo. Giovanni
fioriva
II
987, Adeodato intervenne
nel
Roma
in
o33, Giovanni III del o36 fu al sinodo r(jmano dell ODO. Ambrogio monaco cassineal concilio del
10 5,Teobal(lo
del
l
1
1
1
se, dutio e prudente, fu eletto nel
i
da Alessandro
1
consagrò
II,
la cattedrale.
Pietro
II
nel
trovò presente nella cattedrale
si
zione
d'Urbano
dedicò
la
ofiG
eda'24 novembre 074
II;
chiesa di
088
1
ali ele-
Benedetto II nel o3 Stefano de'benedeti
1
s.
poi gli successe, quale invasore della sede
tini e vi
ripose molte reliquie; Gregorio
apostolica, ne sottoscrisse
monaco
cassinese eletto da Pasquale II,
sentenza
la
il
vescovo, insieme a'vescovi di Fondi, For-
intervenne nel
mia
stalla,
e IMI n turno nel
tro nel 5c)0 scrisse
ammonendolo acerbamente
s.
Gregorio
Papa
I
,
non perseguitare tanto
a
gli
Al vescovo Pie-
53 9.
ebrei che stavano in Ter-
racina. Agnello o Atello o Angelo essen-
do vescovo
Fondi,
ili
Teiracina d'ordine
lo
di
divenne ptuetli
Gregorio
s.
I,
con
gran soddisfazione delle due città, le quali allora erano quasi desolate dalla peste; e siccome in Terracina ripullulava l'ido-
Papa ne
emenle
106
i
Gua-
al concilio di
ed a quello di Lateranodel i io, e siccome ornato di gran sapere scrisse molle opere sagre, fu chiamai.; colonna i
(Iella Chiesa, e
126
I
morendo
do de Berardi nobile 166,
i
di
Terracina del
di eccellenti qualità, dtdla cui fa-
miglia uscirono altri I
Piperno nel
in
fu sepolto in (piella chiesa, Berar-
179 intervenne
al
Ugone
illustri.
concilio di
nei
Laterano
;Fedelgariod'ordinedel cardinal Gior-
III
sinodo ro-
dano da Ceccano intervenne alla dedicazione di s. Maria de Flmnine,e vi por-
mano. Lucenzi annotatore d'Ughelli aggiunge, che fu pure a quello del 601, e
sua cattedrale. Simeone canonico di essa
latria,
il
eccitò gra>
gilanza: nel :ìC)5 intervenne
che
Gregorio
s.
gli scrisse,
I
al
la vi-
che riraoves-
molte sagre reliquie, che
tò
del
I
2o3, ottenne da Onorio
la
slmbavano col salmeggio, non peru)ettesse che essi servissero cristiani. Dopo la sua morte, ridotta Ter-
cardinali, confermatoria di tutto
racina in miseria, priva di popolo e di cle-
cistcrciense di
tedrale, che la
e
ro,
i
Gregorio
s.
gesse
il
I
non permise che
ma
successore,
si
eleg-
scrivendo a Co-
/zos^, e
2 7 da 10
III nel
se la sinagoga degli ebiei vicino alla cat-
bolla //b/7rt/;/7-
dalla
tolse
sottoscritta
1
1
quanto aveano disposto in favore di sua chiesa i Papi predecessori; e donò al monastero
Fossanuova le possessioni s. Angelo di Campo Melche confermò Onorio III nel 1220
della chiesa di lis, il
stanzo vescovo di Palermo, gliene com-
colla bolla Juxtis jìete/i tinnì, presso l'U-
mise
ghelli,
cilio II
la
cura. Felice
romano
di
s.
intervenne a quello
680. Giordano
649
nel
11
Martino di
s.
sottoscrisse
1*853 in cui fu deposto
il
fu al con-
ed Agnello
I,
Agatone il
nel
sinodo del-
cardinal Ana-
stasio poi antipapa.
Leone
sinodo deir879
restituzione di Fozio.
la
sottoscrisse nel
Salibalino o Sabbatino fu a'sinodi romani del se nel
963 e
del
sinodo
964. Benedetto sottoscris-
romano
del 969,11 decreto
me
come
la
precedente. Inoltre, e co-
narrai a Sezze ed a Piperno, Onorio
III colla delta bolla Ilortatnr «0.9, confermò l'unione che esisteva Ira le chiese di Sezze e Piperno, e tra queste e Terracina, alla quale in perpetuo nuovamente le unì, immediatamente soggette alla s. Sede. Osserva il Contatore, parkiudo della diocesi di Terracina, che anticamente era assai più grande, imperocché coni-
TER prendeva
i
Cecubi,
i
T E R
Capenali, e allre
lep-
da una colonia
re del lenitoiio lei racinese incognite per
me
luancanza di niouuinenli, cos.i Aspiano, Trevi e Acqua Puzza. Ecco poi l'oidiiie
vescovo Simeone
1227 concesse nici di
novero delle chiese, t:onventi e monasteri che couìprendeva ciascuna a suo tempo. Pipcnw , col pa-
sa di
lazzo di
s.
Martino villeggiatura de' veautunno e in prin)a-
scovi di Terracina in
comodo
vera; Sezzc.con le in città,
dere
i
palazzo vescovi-
ove per Io pili solevano risiedopoché il ricordato male
vescovi,
del Greco, co-
bravi agricoltori e marinari.Dopo.il
colle quali registrò le terree luoghi soggelli alla diocesi, col
207
Torre
di
Gregorio
fiorì
II, che nel
«nolle possessioni a'cano-
Terracina, e donò nel
i
238
chie-
la
Giovanni a pie del monte di Sermonela, all'abbate e monastero di s. Maria de Gloria, diocesi d'Anagni, della congregazione Florense,che confermò Papa s.
Gregorio IX colla bolla Citni a nnhis, riportata da Ugheili. 11 vescovo Docibile nel 248 donò all'arcipreleecauonici di TerI
racina la chiesa di
Donato con
s.
l'ospe-
Coleti, altro annota-
epidemico, eguale a quello del castrone,
dale e possessioni.
rese Terracina spopolata, priva di clero e
tore deirUghelli, qui registra Felice Ri-
Bevagna
Il
a^o. Fr. Pietro ad
insalubre, ed anco per trovarsi situata in
naldi di
mezzo della diocesi di Terracina; Sonnino principato; Sermonela ducato; Maenza; Bassiano; Rocca Gorga; Rocca Sec-
istanza del cardinal Peronli assolse
ca;
s.
Felice, già famosa città della
Circe, e di
cos'i
Felice
s.
maga
della dalle reliquie o corpo
Papa e martire, denominala
ancora Castrimi
s.
Fclicitas^ luoghi tul-
clie descrissi negli articoli propri,
li
o in
nel
1
i
ca-
nonici della cattedrale dal tributo quoti-
diano di tre vivande per scovo, stabilito in
comune
ta li
mensa
la
memoria
quasomcompen-
del vescovo co'canonici,
lasciati in libertà fu loro
imposta
ministrazionedelle 3 vivande: so ricevè
del ve-
dell'antica vi-
fr.
Pietro
in
i
la
buona somma
di de-
quelli di Velletri e Frosinoiiej e l'isola
naro, col quale acquistò possessioni per
Ponza, Pontia, con porto e appartenente al regno di Napoli, ove si crede che
mensa vescovile, ed Alessandro IV lutto approvò nel 1257 colla bolla Ciiin ano-
di
fossero
i
bagni
Ponzio Pilato, famoso
di
bis, presso
Conlatore; indi
il
la
vescovo nel
preside della Giudea che condannò a mor-
nel 12
ie il Redentore, e da cui prese il nome. Avea le chiese della ss. Trinità e della Madonna della Salvazione. Ponza secondo la
nesi e pipernesi dissidenti pe'confinide'
mitologia fu altro soggiorno di Circe; sei-
d'
vìdi porto a'fenicii eagli avventurieri che
Francesco del Cane a Terracina sua patria. Fr. Francesco de'minori nel 274 assistè alla morte di s. Tommaso d'Acpiino in Fossanuova e alle sue esequie con
navigavano per alTeriare
La tennero ta
i
volsci,
le
quindi
una colonia romana, da
terre ausonie. vi fu stabiliessi
destinata
per luogo di rilegazione pe' distinti personaggi. Oltre ricordali, Tiberio vi coni
finò
la
propria
madre
e Giulia sua sorella
o moglie, non che Nerone figlio del prode Gernianico, ove morì d'inedia. Caligola vi trasse le sorelle lia
ciò
e
dopo averle
si
difizi.
ammirano
gli
avanzi di antichi e-
Divenne nido
di saraceni e di bar-
bareschi, finché Carlo di ti
vioIate,Giu-
Agrippina da cui nacque Nerone.Per-
fico,
e
Ferdinando IV
Dorbone
la fece
la
for-
ripopolare
59
sottoscrisse la pace tra'lerraci-
terrilorii.Nel nesi
il
I
262 ad
istanza de'feiraci-
cardinal Peronli
Urbano IV,
trasferì
coli'
annuenza
da Bilello
il
nobile
1
molli religiosi, e Bonifacio Vili neli2q^ lo traslocò
ad Avellino, ciò che TJghelli al vescovo predecessore,
avea attribuito
ed
in vece
Teobaldo
II
vescovo
di St.ibia
Terracina e nel 1296 ad AGli successe Alberto, e nel 3oo Bo-
lo trasferì a sisi.
1
promosse all'arcivescovato di Capua, sosliliiendogli Giovanni canonico di Bologna. Neh 3 iq Andrea che consagrò in Pioma una chiesa dedicala a s, Lorenzo, e da Giovanni XXII resideule nifacio Vili lo
TER
TER
2o8
Avignone nel 1824 fu dichiaralo
in
rio di
vica»
Roma. Nel 826 gli successe percoa1
cliutoria Sergio Peronti nobile di
cina, lodatissimo pastore; nel
1
Terra-
348
Pie'ro
in
Roma, ove morì
5o7 e fu sepolto s. Giacomo con A'20 agosto ne fu
nel
i
nella chiesa nazionale di
marmorea fatto
iscrizione.
amministratore
il
celebre cardinal
rettore della chiesa di Corbeia diocesi di
Oliviero Caraffa arcivescovo di Napoli.
Touinay; nel i352
Zaccaria de ftloris preposto di Lucia di Roma, intervenne al concilio di Laterano V. Per sua moi te Leone X nominò Andrea Cibo nobilissimo, il cui nome è scolpilo in una lapide dell'episcopio. Nel 1 522 Giovanni de Copis del Bra-
fr.
Giacomo da
rugia agostiniano celebre dottore
;
Penel
i363 fV. Giovanni Ferreri francescano; 1872 Stefano e governò sino al 3q6.
nel
1
Indi Roggero morto neli3c)8; Nicola di
Segni ove poi fu trasferito neh 4^2, e perMarino di s. Agaia canoni-
Neh5io
s.
ciò fu eletto
baiite, referendario di
Fermo e scrittore apostolico di Bonifacio IX a cui era caro, che nel i4o4
viatore,
co di
Jo trasferì a
Capua, e
gli
nio già vescovo d'isernia,
surrogò Antoil
quale a ven-
do seguito l'ubbidienza di Gregorio XII fu deposto da Giovanni XXIII. Questi nel nomi nò fr. Antonio daZaga colo frau14 cescano,lraslato nel 1422 aGaetadaMartinoV, che in sua vece elesse Andrea Gaccicanonicodi Palestiina.IMoito neh 425, lo stesso Papa fece vescovo Giovanni de Normaodis romano, canonico de'ss. XII I
1
Apostoli, e
neh 426
lo trasferì a
Gaeta,
facendolo succedere da Nicola de Aspera già
di
Neh448
Segni.
onde Nicolò
morì Alessandro, nominò Alessandro Gae-
V
lani, dottore in
ambo
Neh 458
le leggi.
Corrado Marcellioi romano, già priore di Maria in Via Lata e vescovo di Monte Feltre: morì in Rouja nei i4c)0,e fu sepols.
to nella chiesa de'ss. tafllo.
XH
Apostoli con epi-
Neh486avca Innocenzo
Vili con-
morto
segnatura e abbre-
Roma neh 52 7
in
to nella chiesa nazionale di
l'Anima con
epitallio,
che
s.
e sepol-
Maria del-
lo dice di essa
prowisore e benemerito. Nel i528 Antonio Bonsi nobile fiorentie dell'ospedale
no, celebre oratore, accompagnò nel viag-
gio a Marsiglia Clemente Vii, e nel ritor-
no
in
Roma
ivi
morì nel i533, mentre
attendeva cariche maggiori. Gli successe Cinzio Filonardi di Bjuco
,
ma
cessò di
vivere nel i534. In questo fu eletto Ci-
priano de Caris già di Sidonia iiipartimorto nell'istesso anno, o come vuo-
I>us, le
neh 535. Paolo III in tale anno Alessandro Argoli di Tagliacozzo
Coleti
elesse
pure vescovo da Lodi
vi
di
Sidonia e lodalo; nel
i
54o
passò quale amministratore Ot-
tavio M.^ Sforza nobile milanese e patriar-
ca d'Alessandria in parfibus, successo nel
1545
dal coadiutore Ottaviano Rovera
nubile milanese, inviato da Giulio
III
nun-
zio a^li svizzeri, indi nella sede vacante di
sagrato vescovo di Foligno Francesco R.0-
IMarcellolI governatore della Città Leo-
sa nobile terracinese, già podestà di tal
nina, da Paolo
neh 490
tà, e IN'el
ma
[
lo trasferì alla
cit-
sua patria.
4^3 Gondisalvo governatore di Roe vicecamerlengo, e
siccome nella se-
rie de'governalori lo dissi arcivescovo di
Tarragona, dubito che come con altri la denominazione sia stata confusa con Terracina. Antonio Rosa nobile diTerracina, pronipote del vescovo Francesco,
di singo-
neh 5oo, egli successeGiodeGalves spaguuolo chierico o me-
lari virtù, morì
"vanni
II,
a Fi-
e
d'Elsa, egregio nunzio apostolico, che fu sepolto nella cattedrale. Gregorio XIII nel 1575 gli surrogò il fratello Bellramino Beltramini, morto in Sounino nel i582,e sepolto nella chiesa di s. Pietro presso l'altare
come
glio presidente della can)era apostolica, e
fio,
siccome oiualo di sapere funse
dall' Ughelli.
altri ullìzi
IV mandalo nunzio
mentre Pio IV lo voleva elevare al cardinalato morì in Ispagna nel i562. Il detto Pupa nel i564 gli sostituì Francesco Beltramini di Colle in Val lippo
gli
altri
maggiore con epitafnominati, riportato
Gii successe
Luca Cardino
TER
TEPt (la
Picggio
Modena, ed
tli
il
suo
stemma
ornava il prospello aulico della caltcdiale, in nìcmoria dell'operatovi. Nel 1505 Fabrizio Perugini, nel Goi anche go ver-
larsi vescoi'o
209
di Terracina, Sczzc e Pi-
perno. Imperocché
mostrando di
iyp:;c<' di
come
essere stata sede vescovile,
era
lo
nalore generale della provincia di Marit-
sostenendo che Onorio MI nella conferma dell'unióne con Pipcrno
tima a Campagna: riunì
a Terracina ne avesse conservala
i
cattedrale e
1601 fece
le
le
reliquie della
collocò in reliquiari
nel
;
istanza alla congregazione de'
stala P/yj(77/o,
tedraìità
scovi,
lasse in altro luogo della diocesi. Nel
Pomponio de
1
608
Magistris di Donnino cano-
nico Valicano; nel 6 1
1
4 Cesare Ventimi-
beneventano, già uditore della nunziatura di Spagna, morto in Sezze neliG45 e ivi tumulato. Innocenzo X subito nominò Alessandro de Tassi, cui sucglia nobile
cesse nel
1648 Francesco INI."
Ghislieri no-
bile bolognese e uditore di rota, trasferito
a Imola nel 1664» encomiato per
moderazione e urbanità con
tutti.
somma Ne
oc-
cupò la sede Pompeo Angelolti di Ptieti morto all'improvviso in Sezze nel maggio 1667. Expiir gancio gregi, sw'.syj.ju-
sì
la cat-
Piperno, aerine
di
dimoravano gran parte dell'anno
ze
caduta Terracina, ma gli fu risposto, che se non poteva risiedeie in Terracina, dimodella desolazione in cui era
di Sezze,
prineipaliterjù'x più provando cheinSez-
vescovi, di cambiar la sede vescovile a
motivo
sì
ed oltre
il
il
ve-
i
vicario genetrasferito
il
tribunale, l'archivio, fabbricalo
l'episcopio e istituito da
rabile
il
aveano da Terracina
rale, vi
trono,
tenervi
il
tempo immemo-
seminario diocesano. Terracina
impugnando le pretensioni di Sezze
e par-
ticolarmente laconcattedralità,si fece cla-
morosa questione nale della rota nel
e causa, che i
702
il
tribu-
decise in favore
Contatore contrastò eoa lunga esposizione a Sezze la preminenza di cattedrale gli antichi vescovi che vantava, dicendoli appartenenti ad altre sedi, percorruzionedi vocaboli; volle provare che Onorio 1 assoggettò interamendi Teiracina.
,
1 1
te alla sede di
negando
la
Terracina, Sezze e Pi[)erno,
aeque prin-
loro cumulativa
confutando
rihus tiiendis diim propensius iiivigilat,
f/urtZ/Yc/',
Setìae inter epulas subita morte corri-
ni sepolcrali de' vescovi sepolti in Sezze.
vitur
,
non
Domenico IMonan-
Dichiarando inoltre, che desolata Terracina da tante sinistre vicende, dalle Pa-
Montecchio, già degnissiaìo
ludi Pontine, dal furioso saccheggio sot-
aine ejusniodi eventus sini-
stra opinione. Ercole ni toscano di
IV
vicario generale di Velletri del cardinal
to Paolo
Barberini, morto
scovi di Terracina
in
Terracina nel
A' IO novembre Clemente XI d.
i
7
i
o.
gli sostituì
Bernardo M. Conti nobile romano, ab'
bate cassinese di Farfa, e di
Maria Gangi
altresì altre iscrizio-
di Sicilia.
Con
s.
Flavia e
s.
que>li tanto
Vltnliasacra.che ilContalore terminano la serie de'vescovi di Terracina eia compirò colle Notizie di
Roma. Prima
note-
che r8 maggio 1 721 eletto Papa Innocenzo XI li fratello del vescovo Conti, a'20 giugno lo creò cardinale, ma egli già rò,
avea rinunziato
il
vescovato per motivi di
onde Clemente XI a' 27 giugno 1720 vi avea trasferito da Pvagusa Gio. Battista Conventati diMonte Granaro nelsalute,
l'arcidiocesi di
Fermo,
VOL. LXXIV.
e fu ili. ° a intito-
per
la
e successiva epidemia, si
i
ve-
ritirarono in Sezze
bontà di sua aria e centralità della che in Terracina però si elegge-
diocesi:
va in sede vacante
il
nella sua cattedrale
vicario capitolare, e si
cousagrava
l'olio
santo, celebrandovisi ancora tutte leaitre
funzioni proprie delle cattedrali. Assunse
alacremente
le difese di
Sezze
il
dotto
cardinal Corradini, e per quanto narrai a queir articolo ottenne che Benedetto
XIII colla bolla Regis pacifici, de' 16 luglio 725, confermata coll'altra Super universas, riconobbe Sezze e Piperno per i
concattedrali di Terracina, cipaliter,
e
terminando
imponendo
le
aeque prin-
gravi differenze
silenzio alla controversia.
'4
TER
2IO Nuovamente
TER Piperno die
eresse Sezze, e
poco a poco ovea peitlulo
a
lità, in
la
catledia-
cancellali, e l'unì a Teiracina, di-
chiarantìocheil vescovo potesse come pri-
ma risiedeie come
ze,
più parte dell'anno in Sez-
la
città più salubre,
alternando
la
residenza con Terracina e Piperno,dovendosi intitolare vc.scovodi
Terracina, Scz-
zr e Pipcrno.covne tuttora
fermando
le
XII
gli sostituì nel
di Civita
1
826 Luigi /''/fi-rY7(/^\)
Lavinia poi cardinale; lo stesso
Leone XII a'i5 dicembre 1828
/m/co, ed amministratore apostolicodelle
20 gennaio i834 dichiarò Bernardino Panzacchi di Lodiano nell'arcidioeesi di Bologna, giade-
s.
Sede.
i.° vesco-
Il
traslato da Castoria
i/i
pai'tibi/.f
gorio
XVI
vescovo
a'
fr.
finitore e provinciale onorario de'minori
osservanti, e convisitatore apostolico ia
dallo stesso Benedetto XIII nel concisto-
Saidegna, deplorato per
ro de'g dicembrei 726. Indi successero,
e lodato per
'1
fr.
3 diocesi riunite direttamen-
,
neh 749
fece
Luigi Grati de'servi di Maria edi Falconara d'Ancona, vescovo in partibus di Caichiese di Terracina, Sezzee Piperno. Gre-
si
vo di Terracina Sezze e Piperno fu fr. Gioacchino M." de Ohio carmelitano di
Crema,
1820 Carlo Leone
Cavalieri Manassi di Comacchio.
osserva, con-
dipendenti dalla
te
verio Pereira romano; e nel
1. "dicembre fr.
Calisto M.'' Pa-
le
la
blichestampe.A ripararne
XVI
breve sua vita
sue eccellenti doti con publa
perdita, Gre-
835
lombella de'servi di Maria, d'Ischia dio-
gorio
d'Acquapendente; nel 17 58 Francesco Alessandro Odoardi di s. Elpidio nell'ai cidiocesi di Fermo; nel 1775 Denedet-
elesse vescovo mg.'GuglielmoAretini-Sil-
sore di filosofia e rettore del seminario,
to Pucilli di Tolfa, zelante, dotto, virtuo-
dottore
provvido pastore, nel 1784 celebrò il sinodo e lo pubblicò collestampc, compilando le costituzioni che sino a lui era-
nonico, facendo di
cesi
so e
no
rarissime:
il
Marocco
nel
t.
6, p. 5^,
riporta l'onorevole lapide esistente sul pa-
vimento della cappella del di Sezze (al le
che
ivi
ss.
Salvatore
quale articolo parlai di quel-
sono
di altri vescovi), eretta sul-
tomba dal fratello Bartolomeo. Nel 1786 Angelo Antonio Anselmi di Viterbo: dopo esser vacate le sedi dal 1793, Pio VII l'i I agosto 1800 preconizzò ve-
ne! concistoro
de'6 aprile
I
lani di Sigillo diocesi di Nocera, profes-
in teologia e nel diritto civile e calui quell'elogio
che
si
legge nella proposizione concistoriale. Pastore prudente e zelante, celebrò
il
sino-
do e lo pubblicò colle stampe Synodux dioeeesana Tarracinensis ^ Sctina , et :
Pri\'ernensis
,
gjia/n Giiil. etc. habuit
Fulginiae 1 840. Colle medesime fece imprimere il suo dotto Manuale di sagri
la
riti da praticarsi nella
scovo
sufTiaganeo d'Ostia e Vellelri.
privata che solenne, non che in altre funzioni s\ ordinarie che straordinarie, quando assiste o celebra un vescoi'O, e nella visita pastorale, a comodo specialmente degli ecclesiastici delle sue diocesi. Meritò nel i85o una 2.' edizione. Rimarcai nel voi. LXV, p.
gio autore d'opere di sagra erudizione; in-
81, che il s. Natale 1842 lo celebrò, pel suo imparziale alfetto, con 3 messe pon-
fr.
Michele Argelati bolognese, na-
tivo di Firenze, de'servi di Maria, traslato
come Neli8o5 Francesc'AntonioMondelli roma no, egredal vescovato d'Ippa in partibus ,
di
Francesco Albertini romano, canonico Chiesa di s. Nicola in Carcere, ove
della
istituì
l'adunanza, pei arciconfraternita
del ^vez\os\s%\mo
Sangue dì N.
S.
Gesù
Cristo, come rilevai in quegli articoli, ze-
lante pastore ch'ebbe brevissimo vesco-
la
s.
Messa
successivamente nelle cattedrali Terracina, Piperno e Sezze. Riporta il n,°4o (\e\Giornale di Roma del 854, the mg.' Aretini-Sillani rinunziato il vescovato di Terracina, Sezze e Piperno, ai c) febbraio entrò nella congregazione del tificali
di
1
Sangue
vato. Inoltre Pio VII successivamente no-
Preziosissimo
minò
zione riparlai nel voi.
vescovi, nel
18 15 Francesco Sa-
celebrazione del-
s\
(della
quale
LXIX,
istitu-
p. 28),
con
TER
TER membri clic
grande consolazione
di tulli
compongono questo
religioso ed esempla-
re istituto. Pertatilo
il
i
regnante Pio IX,
die anteriormente avca accettata redifiGante dimissione, gli esibì una pensione, e lo fece interpellare qu.il titolo in jnir-
avrebbe gradito. L'illustre prelato nngroziando di tutto il Papa, dichiarò non bisognare della pensione nella sua vif./'/i/is
2
s.
i
comprese
prebende teologale e de! penitenziere, dii5 beneficiati, e di altri nici
le
preti e chierici addetti alla divina ufficia-
tura. L'episcopio è prossimo alla catte-
manca
qualche ragguarde-
drale, nò
sue chiese, sarebbe contento potersi intitolare già i'c.icoi'o di Tcrracina .Sezze e
però parroccliiali, due confraternite,
seminario cogli alunni,ed
Pìjìcrno. egli fu concesso. In conseguen-
tà.
za di che
Papa
concistoro de' 19 853, dichiarò l'odierno vesco-
il
nel
dicembre vo mg.' Nicola Bedini romano,natoinTagliacozzo diocesi di Marsi o Pescina, lau1
reato in teologia, e del seminario romano successivamente economo, professore di gius canonico e rettore
del clero fizio,
esaminatore
romano, qualificatore
del
s.
of-
consultore della congregazione del-
l'indulgenze e le
,
s.
reliquie, e
qualità promulgate dal
ornato di quel-
Papa
nella pro-
posizione concistoriale. Riferisce
il
n.°6
1
Pietro,
quanto al titolo, per l'incessante amore die portava alle anticlie ta religiosa; e
1
con fonte batlosimale, ch'c l'unico della città, e cura d'anime, la quale si amministra da due beneficiati del capitolo. Questo si compone della dignità del decano, di ?. cano-
cipe degli apostoli
di
vole fabbricalo. Vi sono altre chiese,
Mattei nella
non il
monte di pieSardinia sacra p. 239, il
Ecclesia Terralhensis,e\\ can. Bima,!^^rie cronologica. dc\'esco\'i del regno di
Sardegna, p. 08, Chiesa di Tcrralbay chiamano ^ncUnTerrabbuTiirris Alhae, Toralha. Le memorie della sede ve1
la
scovile sulfraganea
come montano
no,
d'Arborea o Orista-
è tuttora, e de'suoi vescovi, rialiai.'
metà
del secolo XII, e
risiedevano nello stesso attuale luogo.
i.°che Il
conosca è iMariano
si
quale a ro maggio
I
del
Il
i4o,
i
3se U la i. pie14 pose ne'fondamenti dell'udierua cattedra-
tra
i
{.
del citato Giornale, che fu consagrato l'S
le
gennaio i854 nella chiesa di
che intervenne alla consagrazione della chiesa di Donai canto, e sottoscrisse un di-
s.
Apollina-
re dal cardinal Patrizi, assistendovi
i
se-
e la edificò; indi Ildebrandino del
minari Piomano e Pio, con vari vescovi,
ploma
Ogni nuovo vescovo è tassalo ne'libri della camera apostolica in fiorini 229, ascendendo la mensa a circa scudi 2000. Le 3 dio-
borea; nel
prelati e altre distinte persone.
cesi unite
si
estendono per quasi 60 mi-
glia di territorio, e
contengono! IO luoghi
summentovati.
TERRALBA
(Tcrralhcn). Città con
residenza vescovile dell'isola diSardegna, divisione del
Capo
Cagliari nella provin-
cia di Busachi, situata in vastissima pia-
nura poco salubre perchè vicina ad uno Stagno, nel distretto di Uras, da cui è distante più d' una lega, anch' esso luogo paludoso, ma fertile in grano e pascoli. Il suo perimetro è di circa due miglia, con
3ooo
abitanti.
La
cattedrale di
buona
struttura è sotto l'invocazione del priu-
di
i
1
47
Bai isone regolo o giudice d'ArI
182 IMaiiano
o IVIariuiano
II
Zoroacchi, che col vescovo d'Alesdiè
consenso che Barisone e
la
il
regina Alga-
burga donassero a Monte Cassino la chiesa di s. Nicolò de Gorgo colle sue [lertinenze; nel 1201 Goigodorio, morto nel I2'24; nel 1228 Guantino da Siiero, denominato anche Costantino e Gonliiin, ovvero secondoaltri, per morte di Costantino, il capitolo elesse Guantino e il Papa r approvò. Nel concilio nazionale di Donarcada del 1263, intervenne il vescovo V. N. Nel 1297
Oddo
traslato a Oristagno nel se
fr.
Sala di Pisa,
3o8;
gli
Roberto francescano, che
fu al sinodo
no;
i
neh 332
d'Arborea; nel 3 i
fr.
Giovanni
I
succes-
nel i
i3o9
7 Marti-
Piubeo car-
melitano, egregio e prudente, dottore in
TER
2 12
TER
Roma
con quello d'Aia o Ales, e conviene che sin d'allora il seg-
d'Aragona domenicano, illustre per pietà e letteratura morto nel 1 364 gli successe Giovanni 11, traslato nel 1878 da
d'Ales
:
Urbano V 1
a l!isarcio,sostituendogliFran-
386 Fennis;nel 409 mandò il suo procurato-
Cesco Pasarino. Nel
1
1
Francesco I,che re al sinodo di Pisa; cesco
nel
i4i
i
romano francescano o
Il
fi'-
Fran-
agostinia-
no; nel i4i2 Guglielmo Vacca; nel i4 'q
Malleo Serra domenicano; nel i/^25 Domenico Giovanni domenicano; nel 1436 Giacomo Tola canonico di Cagliari; neh 443 fi". Giovanni III de Aranda agostiniano; neh 465 Giovanni IV Pellis; nel 484 fi'- Giovanni V Orient franfr. fr.
1
Dopo
cescano.
caduta
la
e chierici, Giulio
col
chiamossi, dacché
la
sede, e
s.
Pietro (prima era
la
come notai
altri santi,
era isolata con
la
colari,
dimoranti
i
fabbricati;
ma
vicende de' tempi,
divenuta diruta per la
le
sede vescovile fu tra-
ad Ales o A\es\a, Laesa Oppidiun avanti il 1 182 dice il p. Mattei, prima sufhaganea di Cagliari, poi d'Arborea o Orislagno. Il suo antico capitolo si comsferita
poneva nonici,
della dignità deldecanojdi 18 ca-
compreso
il
teologo, e di circa
Lenefìciati. Riferisce
il
25
can. Dima, che
è molta probabilità che l'importante
vi
cit-
tà dUselli fosse provveduta del vescovo
Gregorio I Papa, ma che pri4/ non si hanno memorie de* vescovi usellesi. Sul fine di cpiel secolo sino da
ma deh
trovansi
s. 1
promiscuamente appellali ora
il
p.
Mattei chiama
insalubre, per cui
il
vescovo era costret-
dimorare
to nell'estate e nell'autunno a
territorio è fertile, ed abitalo
il
2000 il
trovo ne' geografi,
persone.
p. Vitale,
Il
p. Mattei, se-
riporta che ih.° ve-
scovo d'Uselli fu Cassiano dottissimo che
intervenne
me teme caboli,
;
luogo distante. popolazione d'A-
Ales luogo sterile, poco abitato e d'aria
guendo
diversi scrittori
la
congiunse colla calledrale,protraen-
si
Terralba, governando le due chiese unile. Diqueste il p. Mattei tratta a p. 263, Ecclesia Licllc/isis, ed il can. Dima a p. 06 e 1 1 o, De' vcscoi'i cVVscUi ossia
spicua città e colonia, perciò celebrata da
sen-
"
in
Coli'andar del tempo
da circa
fu antica e co-
ma
un luogo
con incomodo de' canonici e de*
chierici
che ora
Usai o Usel,
Mattei ad A-
campestre, e frequentato di rado da' se-
vescovi residenti nel-
Uselliy
cattedrale sagra ad col p.
casa episcopale,
de
d'Ales.
d'Ales dello
za popolo e altri edilìzi, ed in
la villa d'Ales s'intitolarono d' lascili e
1
seggio episco-
lei
villa
LEs), insigne per antica struttura, la quale
in Cagliari; tuttavia
i
La
»
stesso distretto fu stabilito nella chiesa di
con bolla degli 8 dicembre i5o3, l'incorporò alla vicina diocesi (i'yJlcsfJ .j, laond'allora in poi
di
il
pale in vicinanza della
do
soppresse
Fara par-
Il
scrisse.
cos'i
chiesa cattedrale d' Uselli, Alese anche
les
II
fosse trasferito alla terra
si
alle sue vicinanze.
lando de' tempi suoi
capitolo ridotto al-
il
d'Uselli, ora
gio vescovile
sua morte, essendo de-
la diocesi, e
l'arciprete, a 7 canonici, oltre altri preti
.
nome
per eliminare alcuni abusi nel suo ordine, ed in Avignone ov'era il Papa. Nel i35c) IV. Guglielmo teologia, fu a
frica
al concilio d'Arles;
che
come
si il
confonda con
ma
insie-
simili vo-
vescovo Uscelense
in
A-
nellaBizacena, e perciò Cassiano ve-
come alfermano diQuindi registra peri. "vescovo Vincenzo o Agatone, che forse resscovo di
chiesa,
tal
versi scrittori.
se la chiesa d'Uselli nel pontificato di
Gregorio
I;
s.
indi d'accordo col can. liiraa
riferisce Pello o
Rello del
i
1
47
circa, poi
Mauro deh 55, Gomita Gomitano Pais neh 182. Neh 220 ovvero nel 280 Gio1
i
vanni
I
JMarras, nel
1287 Giovanni
II
Telle traslato da liisaicio, e forse fu al
Conarcada nel 1263. Non trofr. Roberto Drago di Pisa domenicano neh 3 12, che tornato in patria vi morì lasciando a'suoi religiosi l'eredità. Nel i 342Giovanni III, nel 362 Pietro Frago trasferito ad Alghero nel concilio di
vansi altri sino a
i
TER
TER SSyAiilonioDeromOjnel 896 Giacomo morto nel i4o3, che il p. Mal1
3.Si,nel
lei elice
i
I
piissalo alla sede
ili
Lavello, ed
da questa chiesa fu trasferito a Uselli fr. Francesco Doria francescano no-
in vece
l)iIissimo
genovese. Neli4i3 d. Pietro
I
Spinola l)enedetliao,nobilissimo genovese, (la l'
Savona
questa sede traslato dal-
in
antipapa Benedetto XIH, morto nel
ovvero passato a Cagliari. Gli successe fr. Bernardo o Leonardo Ruheo francescano; nel i4'2i f>'- Giovanni IV di
14
8,
1
Campolongodi Perpignano,
filosofo, teo-
logo e predicatore carmelitano. Neil fr.
Giacomo
di
II
42^
Villanova di Sardegna
14^9 fr.Giovanni VGardomenicano d'Aragona, professore ili teologia e confessore del re Alfonso V. BernarPer sua dimissione, nel 444 do IMichele domenicano, confessore d'Alfonso V e del duca di Calabria suo figlio. Nel 1454 Antonio di Vich, già canonico di Dulia; nel 1464 Giovanni Vide la Bona canonico di Calahorra; nel 1484 Piefrancescanojnel zia
1
tro
li
f""-
Garzia Valentino di Xativa, dotto
teologo, faniigliare del cardinal Borgia
poi Alessandro VI. Nel
1490 Michele
cidiacono di Calatayud; nel
i494
ar-
Grio-
Oristano, lodatissimo pastore. Nel
mosso
il
vescovo Giovanni alla metropo-
litana di Sassari
neh 017, Andrea Sau-
na sardo canonico d'Ales, già suo procuratore nel concilio di Lalerano V, gli successe nel 52 I , e nel 554 p^^ssò a Oristano. Nel 1557 Gerardo Dedoni canonico 1
di Cagliari; nel
1
1
562 Pietro Fragus chiemorto neh 566 o tras-
rico di Paniplona,
ad Alghero. Nel i568fr. Michele ]May(|uez agostiniano; nel 1572 fr. Giovaimi CaiMiavera o Cascavera d'iglesias conventuale; nel i574 Giovanni Manca
ferito
di Sassari, che riordinò la diocesi e in
mi-
forma ridusse il palazzo vescovile; neh 577 fr. Lorenzo miuore osservante glior
1649
Diego Borgia Valentino minore osservante; nel 6 6 Gavino Manconi di Sassari; nel i635 vi fu traslato da Bosa Melchiorre Pirelia prima di lui il p. Mattei pone fr. Ferdinando del Campo, secondo il p. Wadingo, ma non lo crede vescovo 1
1
:
1 638 d. Michele Beltram benedettino di Castellon, cappellano del re di Spagna; neh 64 i An-
d'Uselli e Terralba. Nel
Manunta canonico di Cagliari; nel i663 Gio. Battista Brimengo di Sassari; neh 680 Serafino Eschirro di Bosa; nel 1684 Diego Cugia canonico di Cagliari; nel 693 Francesco Masones-y-Nin,il p. tonio
I
Mattei lo dice di Cagliari e decano della cattedrale d' Uselli, eresse pe'chierici, celebrò
to a Oristano. Nel
y-Nin
1
il
ca in partibus. Nel
seminario
il
sinodo, e fu trasla-
704
di Cagliari, già
Isidoro
vescovo
Masonesdi
Cardi-
1727 Salvatore Ruju
della diocesi di Bosa, canonico di Caglia-
Battista
chiese. Pro-
Lorenzo
d.
fr.
ri
nome delledue
1606
Nicto benedettino, poi d'Alghero, indi di
da Castro; indi Giovanni Vili Sanna sardo. A suo tempo seguì l'unione diTerralbaaUselli,ondei vescovi s'intitolaronocol
i
1
redire di Cagliari; nel
vanni VII Trespo o Crispi agostiniano, Iraslato
2i3
diViIlaVlcencio;neh 585 fr. Pietro Clemente carmelitano di Lisbona, celebre predicatore, vicario generale del suo ordine in Sardegna. Nel 60 Antonio Sur-
e funse diverse cariche; nel
Sanna
di
i
728 Gio.
Sassari, canonico di
quella metropolitana e vicario capitola-
non che
re, 1
vicario generale di Bosa. Nel
736 AntonioGiuseppeCarcassona diCa-
gliari fr.
ecanonicodella medesima;nel 761 i
Giuseppe
litano; nel
I
M."* Pilo di Sassari
carme-
788 Michele Antonio Aymecome lo fu nehS 9 Giu-
rich di Cagliari,
r
seppe Stanislao Paradisi morto nel 822. 1
Vacò XII I
ah 828,
in cui
Leone
col breveP/'orHrrttoA'jde'i5
giugno
la
sede sino
S2'j,Bull. Roìn.cont.
1.
ccssìo dccìinaruin facta
Conparocho pngì
17, p. 72:
Tcrvalbae intra liniitcs UscUcnsis dioc-
cnm Icgc crogandirc.dditus in nova acdificatione ecclesìae parochialis. Indi a'28 gennaio Leone XII preconizzò Antonio Haimondo Tore di Tonara ar-
ccsis,
cidiocesi d'Oristano,
canonico
di (juclla
TER
2i4
TER
iBjy lo arcivescovo Gregorio XVI. lie-
metiopolilaiia, della quale nel tiicliìarò
Terralba,
slala vacante la sede d'Uselli e
quel Papa nel concistoro de' 11 luglio
1842
!a
provvide
PietroVargiù
u)g.'
coli'
odierno vescovo
d'isili arcidiocesi
d'O-
ristano, canonico di Cagliari e vicario generale.
Ogni nuovo vescovo è camera apostolica
tassalo ne'
libri della
200, sottituando
35oo
le
fiorini
in
rendile della mensa a
La diocesi si estende per 3o miglia e comprende 43 luoghi. TERU ANO VA o CI VITA, TvrraNoquasi
scudi.
Ch'itas. Ciltù vescovile e ora villag-
lYVj
li,
di cui era sufTraganea, a ripristinarlo
per cura de'
fedeli, onde elesse Vittore, medesimo s. Gregorio fece menzione nell'epistola scritta nel Go a
del quale
il
I
1
Innocenzo prefetto dell' Africa, ammonendolo d'imporre al giudice africano di Sardegna, di astenersi dal vessare VittoVerso
re.
che
i
la fine del secolo IX, e
prima
pisani e genovesi liberassero la Sar-
«legna dal giogo de'saraceni, da questi fu tlistrutta, tuttora
vedendosi
gli
avanzi del-
l'importante città di FnusìiuL o Fluiusiana. Dopo tale eccidio conservò la sede vescovile col
nome
di Civila, e
ne tratta-
gio dell'isola di Sardegna, divisione del
no
CapoSassari, provincia edislretlodiTem-
Ecclesia Pliausanienscsjp. ayS: Ecclesia CÌKntalc!ìsisj ed il can. Bima, Serie
pio, da cui è distante piìi ili 8 leghe ei4 da Ozicri, in fondo al golfo del suo nome, non lungi dal Capo Ceraso, in pianu-
ra malsana. L'antica e bella chiesa dedi>
cala a
Dio sollo l'invocazione
di
Sim-
s.
plicio vescovo e martire, era l'antica cat-
tedrale di Civita. Negli
capitolo
si
ultimi tempi
coraponevu duirarciprete
il
e di
(le
il
Malici, Sardinia sacra p.
p.
1
17;-
vescovi di Sardegìui p. 78: Chiesa di
Civita.
A Fausina o Fausiana,
Sorge Terianova, successe
nel sito ove
Civita, così
delta per antonomasia nell'epoca de'giudici di Galluri,
XI zo
il
per risiedervi nel sscolo
Curatoreiìi e
vescovo. Innocen-
il
38 conGalteliy, dichiarò quechiese del giudicato GalUuese sultVa-
li
nel
I
I
II porto quantunque d'oltre mezza di sfondo e riparato da venti, non è praticabile che da'batulli stimenli sottili, essendone quasi colmalo r ingresso. Tuttavia olire oppoi luno sbocco agli abitanti delle montuose con-
ste
trade ond'è cinto, e se ne esportano gra-
gancedel metropolitano di Sardegna, finché divennero immediatamente soggette
4
canonici.
una lega
e
i
sono delle
ni e bestiami. JNe'diutorni
ma
è deserta,
line; la costa vicina
alcune buone rade, per
le
quali
si
contrabbando considerabile. Quivi
sa-
ganee dell'arcivescovo di Pisa, il che confermarono Alessandro 111 neh 161, e Innocenzo 111 neh 198, ma quesl' ultimo poco dopo sottrasse le due chiese dal gius metropolitico pisai)0,e
alla santa
un
mente VI
fu già
1490. Le memorie de' vescovi di Ciche si chiamarono pure di Terra-
nel
mana
vita,
cipio della decadenza del quale
mò Fausina nam,
(A
.)
chia-
nova, forse da' nuovi fabbricati costrut-
o Fausiana, Fhau.sia'
nel suolo dell'antica città, e poi nel do« minio de're d'Aragona, risalgono al secolo Xll. Pertanto neh 178 trovasi Bernardo 1, ricordalo nel diploma di Barisoiie giudice di Galkui; neh 223 PMippone, che sottoscrisse la lettera sinodica con 3 vescovi liguri e Oberto vescovo di Asti nel 1220 a Gregorio IX; N. nel 263
si
e per la sua celebrità meritò la se-
de vescovile, ed
il
vescovo
s.
Simplicio pel
suo zelo religioso e per chiamar demonii
so
i
il
numi de'pagani,patì il martirio ver3u4,e per la grande venerazione de'
popoli divenne poi lu seguilo
la
scrisse u
il
patrono di Ch'ita,
sede di Fausina restata pri-
va di pastore, Papa
fi
i
l'antichissima città di O/i/V?, coionia roe florida sotto l'impero, nel prin-
dichiarò sullia-
Sede per disposizione di Clenel i344j 'o confermarono Innocenzo VI nel 353, e Innocenzo Vili
olire fa
le
s.
Gregorio
Gennaro arcivescovo
1
nel
5n j
di Caglia-
ti
1
intervemie cada; nel
al
sinodo nazionale di Bonar-
i329
ir.
Lorenzo da Viterbo
TER
T E R
(lomenicano,insigne teologo, che
altri vo-
Teano (f^-),' Uuheo franceRaimondo fu trasla-
gliono vescovo di Civitate di
1344
nel
scano;
Bernardo
f'-
successore
il
II
to a I\Iaiiana in Corsica
nel quale
maso
anno
o morì neli35i;
fu sostituito
gli
Tom-
fr.
"sferralo
o Scolato francescano, tras-
ferito a Cagli
neliBjS. In questo fu e-
.
Gerardo fiaucescano, già diCaorle; neli4oo Simone Margens, indi Andrea traslato nel 14^2 ad Aiaccio; Sancio del i432 passò alla sede di Minei vino, Agostino morì verso ili 443In tale anno trovasi fr. Antonio FontaDcs francescano; nel 1460 e per sua cesvescovo
lelto
sione,
fr.
fr.
Roderico
cescano; nel
I
di
490
Sessa teologo fran-
fr.
Pietro Sloruel do-
Io di
e
Francia a latitudine eguale /^G" 45' Rigidissimo l'inverno, in tal
5i° 46
lali.
Non pare che
dovendo
il
ac(i ne
pr iticipalitcr,
vescovo portare anche
tolo di Cii'iùì, e suffragaueo
all'
il
ti-
arcive-
scovo di Sassari. Finalmente da Grego-
XVI
rio
vita o
fu trasferita
la
cattedrale di Ci-
Terranova a quella già
collegia-
Tempio (V.), col quale nome chiamasi ora la diocesi, insieme oll'ultro di Ainpurins,
ta di
TERRA NUOVA s.
Giova/mi o
(Terrae Novae) o
Jolin. Cìilli
s.
con residen-
za vescovile nell'America settentrionale,
neir isola della
Nuova Bretagna,
ceano Atlantico,
nell'o-
all'est del golfo di
s.
Lo-
Canada, separata Labrador mediante lo stretto di Bellisle. L'isola di Ten-a Nuova offre una moltitudine di baie e porti,
interno offra suolo
di coltura; è quasi
periori
non hatmo che
dappertutto un fondo di palude da torba, e le parti suroccie.
Il
terreno
migliore dell'isola trovasi lungo
la costa,
e particolarmente verso la foce
de'dumi
grandi.
regno minerale è sufficieute-
Il
La parte occidentale nu-
rneule fornito.
sono
due cinese
l'
capace
quello <.\'y4/npnrias ('/^'!j,dichiarando nel le
•
stagione baie e porti sono interamente ge-
trisce
5o6
il
chiamasi Exploit, e sbocca per la costa nord, mentre 1' Humber ha la sua foce sulla costa occidentale. Nebbioso n' è il clima, nevoso e mollo più freddo di (pie!
menicano, nel cui goveruo Giulio II con bolla deli5o3 uni il vescovo di Civita a
1
2 IO
massimo è il lago degl'Indiani-Rossi. Il maggior fuune parte occidentale, ed
si
gran quantità
di rangiferi,ch'è
l'unico alimento degl'indigeni, di scarso
selvaggina e
le
i
quaquali
numero. Non mancano la bestie cornute. La prin-
cipale ricchezza
dell'isola è nella
pesca
prodigiosamente abbondante de'merluzzi, che si fa sulle coste, e specialmente sul
gran banco
di
Terra Nuova, da quantità
immensa di navi, precipuamented'lnghilFrancia e degli Stati Uniti. Cor-
terra, di
ili. "che
nel 1822 esplorò l'interno dell'isola accuratamente. Credesi che Terra Nuova sia identica colla Winlandia nel 00 scoperta dal norvegese Biorn (ora anche il conte Francesco Miniscal-
niak fu
i
i
chi Erizzo, te, e
Le
scoperta Arliclie narra-
lodato dalla Civiltà cattolica, 2." set. IO, p. 535, ragiona delle antiche
renzo, all'oriente del
rie,
dalla costa del
scoperte degli scandinavi, e del cristiane-
eccellenti per
ancorar navi, essendo sulla
costa occidentale la baia di le
s.
John,'Ia
parte è montuosa, aspra e
qua
sterile.
La
parleorieulale dell'interno dell'isola presenta una contrada bassa, pittoresca e
coperta di boschi, e dal nord al sud traversala da catene di colline poco alte. L'i-
tale
ha molti laghi, che nella parte urien sono generalmente circondali da sel-
ve:
piìi
sola
considerabili sono
i
laghi della
simo dalla Norvegia penetrato per gl'islandesi nella Groenlandia o Terra Verde nel 970 o 980, la quale desiderò auch'essa
come
scovo e
l'Islanda d' avere
il
suo ve-
m
ebbe nel 2 nel zelante Eric Gnupson, consagralo dall'arcivescovo di Lund in Danimarca; dopo di lui successero nella Groenlandia altri I G vescovi, ma poco dopo il 409 semi
suoi preti, e
1'
1
1
bra che
colonie islandesi nella Groenlandia fossero distrutte. Sicché pare male
nifesto che
l'
America sctteutrionule
fu
TER
2i6
TER
scoperta dagl' islandesi sino dal
meno, ch'è
980
5 secoli prima del gran Cristoforo Colombo. Cosi alcuni ecclesiastici del vescovato di Gardor nella Groenlandia fecero nel 1266 nna a dire più di
spedizione per esplorare
nord, avanzandosi verso
precedendo scandinavi
di quasi
6
miragliato. E' difesa da' forti Arnherst,
Townsend
di
governo, quel-
pre-
Il
porto, uno
ha daio a 17 braccia di profondità dal suo ingresso sino alla spiaggia del Re, che si trova a un 3." de'cnigliori dell'isola,
nord dello stretto di Barow). Nel 497 i499 ^^"Cti Giovanni e Sebastiano Cabota videro quest' isola di Terra ^IVuova, e Giovanni chiamò il i, "capo che 1
e nel
palazzo
il
limenti cattolici e l'ospedale.
gioni Artiche dell'America, ed alquanto al
osserva però
sbiterana,il collegio, le ca>er(ne, gli stabi-
secoli tali coloni
scoperte posteriori delle re-
le
vie anguste,
lo della città, le chiese episcopale e
settentrione,
il
Le
cheggiate da case di si
sono quasi sono fianpoca apparenza; vi
e Wjlliani, che
inespugnabili.
regioni piìi al
le
un vice-ara-
dell'autorità superiore, e di
al-
'
di lega, e quasi nel centro della città. Si fa
uncoraoiercio considerabile, esportan-
un'immensa quantità
scorse sulla costa orientale, Bonavista,
dosi sopra tutto
prendendo quindi possesso
pesce salato; eccettuata quest'ultima der-
dell'isola
per
di
ringhilterra,edenorainandolai?(7rrrt/('o
rata, tutte le altre
Terra del Baccalà, nome che gl'indigeni davano a'merluzzi. NeliSoo Ga-
zo molto alto.
spare de Corte Real portoghese appro-
che se ne eslrae,spandonosulla
dò
ascendono a circa 1 4,000. La città fu spesso in preda alle fiamme, e specialmente nel 8 6, nel
o
la
Conception,
alla baia
larmente
la
dell'isola
per
visitò
partico-
costa orientale, e girò al sud la
corona delPortogallo. Al-
tivo odore.
I
riconobbero nel 5o/[. Poco dopo Giaco-
sero
mo
le
e
il
giro di Terra
neh 525 Giovanni Verrazzani ne
cia, e
I
il
1
edo Gilberto ne prese
me
prese
nome diFrancesco re diFranle die nome attuale. Nel 583 Uni-
possesso ui
fi
Nuova,
il
possesso a no-
della regina d'Inghilterra Elisabetta.
Nel i6o4già ringhillerra di concerto colla
Francia
vi
questa passò
mandava
riodo della guerra per
Spagna: la
successione di
la
ripigliala da' francesi nel
possederono sino
colla
da neh. "pe-
pescatori, e
l'isola agi' inglesi
1707
1713, cedendola pace d'Utrecht all'Inghilterra, go-
dendo
i
francesi
nord e all'ovest vide ne'
4
il
al
diritto
dell'isola.
di pescrre
Questa
si
distretti delle baie della
ception, di Trenily, di
s.
al
di-
Con-
John e di Plas, John è capo-
cenlia.La città vescovile di
luogo de'detli 4
distretti, sulla costa o-
rientale, nella parte nord-est della peni-
sola d'
A vaioli,
sulla baia del suo
nome
formata dall'Atlantico. E' sede del gover-
no
dell'isola, dell'ulta corte di giustizia,
fa
si
seccare
cittii
cat-
suoi abitanti
1
181761818
1
sono rare, ed a prez-
pesce cbe
ne' dintorni e la fabbricazione dell'olio
cuni pescatori normandesi e bretoni la Cartier fece
Il
violenti incendi
1
ne distrus-
la maggior porzione. Da quell'epoca nuove costruzioni sonosi erette più so-
lidamente che per
in legno.
La popolazione
più parte ebbe origine da emigra-
la
zioni dalle isole Britanniche, perciò più
comunemente tutti
vi si
parla l'inglese: quasi
sono pescatori. Ora
proseguono con
gli
americani
attività la costruzione del
telegrafo sotto-marino che
deve congiun-
nuovo mondo col continente. Da un anno 600 operai lavorano nel porre pali e fili nella parte compresa tra Nuova-York e s. Giovanni sul banco di Terra Nuova. La città di s. Giovanni è la punta più prossima all'Europa, 1200 miglia già erano compiute in marzo 855, gere
il
i
i
1
e
si
spera bentosto ricevere
le
notizie del
6 Prima di due anni Londra comunicherà con Nuova-York pel filo elettrinostro continente nello spazio di 5 o
giorni.
Cd, e lo
za
>i
scambio della loro corrisponden^
potrà effettuare in un'ora.
l'io
VI
nel
pobtolico di
1797
istituì
il
vicariato a-
Terra Nuova, che comprese
TER
TER omonima, ed una
l'isola
tior; e
p^irte del
Labra-
per ."vescovo e vicario apostolico 1
nominò contemporaneamente mg/ O Doiinel. La mancanza de'sagii ininislii, vi
viventi colle oblazioni de
feileli,
ritardò
il
progresso della religione, e con buon nu-
mero
d'operai sarebbe da sperare di ren-
der
l'isola cpiasi
ino
si
l'isola,
tutta cattolica:
da
calcolavanoioOjOoo abitanti
70,000
de'quali
callulici,
tempo
rò crescono di mollo in
ulti-
nel-
che pe-
della pe-
lodano come allaccatissimi alla religione. L'isola si estende [)er85o miglia,
sca. Si
11
vicario apostolico
ebbe dalla congrega-
zione di propaganda
formola
//V/r la facoltà
della
molte straordinarie. La giù-
2. e
risdizione ecclesiastica del vicariato fu di•visa
ne' IO distretti di
s.
Giovanni, Ilar-
bonr,Placentia, Ferry-Land, Kings-Cove,
Cay-Bulls, ling-Arbor.
s.
Il
llpiio.ta.l.
Ne darò un biave ilei
Nuova
i
Giovanni
fu autorizza-
distretti della
missione
tempo
nel
4 o 5 mesi
dell'estate,
cioè della pesca; e
soltanto coloro ch'erano
ci
stavano
onninamenteoc-
copali rpiali a pescare, quali nel conciare
non che
il
pesce,
le
vettovaglie necessarie a'pescatorijesseu-
quelli destinali a fornir
dochè gli ostacoli che si opponevano a'coIoni erano tanto gravi, che impedirono il
loro f'ermo' stanziare in queste spiaggie.
Durante ne
tal
periodo
di
tempo
fece piccolissimi progressi.
tolici irlandesi vi
I
la religio-
coloni cat-
trovavano tutta
la
du-
Torbay,
Helly-Arbour, ma quasi tutte di legno. Dipoi furono vicari apostolici mg."^ Lambert, quindi mg."^ Scallan,comeri!evo, in unoalleprecedenti notizie, dallo Slato ch'Ile missioni del/'^////zo 832, dalla congregazione di pròpaganda presentato a Gregorio XVi. Notai iiell'arlicolo Carpasso, che nel 1829 Pio Vili nefece vescovo?/fy;rt7'fi7'».fe eoadiutùie del nominato vicario apostolico di Terra Nuova, mg.' Michele Antonio a
I
irlandese
,
il
quale
gli
successe
neli83o. Questo degno e zelante prelalo fu assai benemerito, come si apprende da due lettere da lui scritte a'24 settembie e 8 ottobre 834) sullo Stato della 1
Terra Nno^'a, e riAnnali delle scienze re-
i'cliij;ione cattolica
in
un
iNondimeno aumentandosi successivamente la cattopopolazione, quando
rabile
i
ricetto a
castigavasi esemplarmente.
erano soltanto 5. Furono erette chiesea s. Giovanni e nel suo distretto, a Porni
il
prete cattolico era tenuto per delilto che
lica
vicariato
prodotte dagli
appena
principio del decorso secolo era abitala, infuori di
oltremodo laboriocomunicazioni da un luogo all'altro; dappoiché prima distretti o stazioni delle missio-
Fleming
recenti fra
quelledell'Americabritaniiica, poiché nel
gni giorno più severo, e
s.
so per l'immensa dilficoltà delle
tiigal-Cove, a
colonia di Ter-
vicario apostolico resiilen-
lo a modificare
il
la
delle più
rezza del codice penale, che diveniva o-
per rendere più ficile l'accesso a'sacerdoessendo
che
una
era
Maurs, Murin, Brigus, Ti-
le nella città di
li,
estratto, sul progresso
callolicistno nella cotilratìa. Iiicomiii-
eia dal notilicaie,
ra
217
nell'Appciidioe straonliiiaii;).
7,
gli
Stati Uniti
aveano guadagnato T indipendenza, e guerra desolava l'Europa, Ioni di
ci,
la lealtà
Terra Nuova si mantenne inaltemediante l'o[)era de' preti caltoli-
per cui
il
O' Donnei fu
vicario mg.'
incoraggiato dal goveriiobritannico a
mar
la
la
de'co-
sua residenza
rivo, colla
mancanza
fer-
suo ar-
nell'isola. Al
d'ecclesiastici, tro-
vò mancanza d'istruzione spirituale, guasii e corrotti costumi, degradato il sai
giamenlo
del
matrimonio ad una specie amministrato anche
di contratto civile e
dalle donne; profanato quello del balte-
Simo con nomi de'numi pagani; digiuni dispensali dalle levatrici; noneravi luogodedicatoal culto,! moribondi mancani
li
delle leligiose consolazioni,
vi di
sepoltura: troncali
di parentela, di religione
mancanza
i
morti pri-
vincoli sociali
i
,
di patria
di spirituale istruzione.
lo slato della società all'arrivo del
sionario nella città di
s.
per Tal era i
.°mis-
Giovanni, perciò
e per la dilUcollà di averpreti, niuna
me*
TE
2 8 1
TER
il
la viglia se pochi avaDzaiDcnli fece loiieisnio sotto
cat
il
Le monache
3 prelati suoi piedeces-
i
Mg/
O' Donnei edificò la chiesa di s. Giovanni, ora cattedrale,e ne fabbricò in seguito ad (laibour-Grace, Placentia, e Ferry-Land, lilornando iDolti dall'eresoli.
sia alla
vera fede. IMg.'
successe, per
per
Lambert che
sua cagionevole salute e
le dilllcoltà
che restavano, poco potè
fare nel suo vescovato; per cui
assunto Jan,
vicariato
al
benché
cresciuto,
mente
il
quando
soli 7, indi fatai-
di
5
professe le
in Irlanda, pari-
con graziosa scuola ove furono fanciulle, e può contenerne
ammesse 85o 1200.
pienamente corrispoil suo
risultato
li
se a'santi suoi deslderii, indicibile
piacere, copiose
fu
delle chiese fosse
erano
numero
in
da Gaiway
nienlea sue spesejloro fabbricò un elegaate edilizio,
pel rapido
ri,
benedizioni de'genito-
le
cambiamento morale,
di si
feconda educazione virtuosa data dall'ec-
vescovo mg,' Seal-
numero
preti
i
il
lece venire
gli
la
supplendovi col suo zelo e privazioni,
si,
che per fare il bene abbandonarono la patria e eoagiunti, e per le prime traversarono l'Acelienti e laboriose suore,
i
suo mirabile zelo da paralisia nelle membra. Prima che mg.' Fleming a'28 ottobre 829 .fosse consa-
oltre col suo ardente zelo la faticosa e di-
grato vescovo, già per 6 anni avea eser-
saslrosa visita dell'isola nel giugno
Citato l'uliizio di curato nell'isola, e vi-
con
fu colpito nel
i
sitato ciascun porto e seno di
distretto di
s.
Sj)iaggia della
mare
nel
Giovanni, ed anche della Concezione, ponendo par-
ticolardiligenza nellostudiarei costumi e i
desiderii del popolo, per supplire a'suoi
bisogni. Siibbene
gno
vi
fosse pressante biso-
di ecclesiastici, intese a
preparare
la
leligiosa e virtuosa educazione, partico-
larmente
nel sesso femminile, per
diifondere creila
le
massime
religiose.
meglio
Ad onta
popoIazionesparpagliata,diflicdi
gli
accessi de'luoghi, contenendo il distretto d'un prete ICQ e anche 3oo miglia lun-
go
lido, tutte le sue
il
cure pose per se-
tlanlico.U vescovo Fleuìing intraprese in-
felice successo.
Egli
in
un viaggio per
state fece
1
834,
quella corta e-
lo
meno
di
1200
persone, e
3ooo ad un numero maggiore am-
ministrò
sagramenti della confessione e
miglia, fain46poiti,cresimòpÌLi di
i
comunione. Spesso bagnato dal sudore
e
rifinito di forze sotto la sterza del sole co-
cenle, fu obbligato d'immergersi neh' ac-
qua per guadare teva cambiar gli
i
sero asciugali sul di i
lui
bronchi logorarono
rono
le
non ponon si fos-
fiumi, e poi
abiti finché
corpo: le
gii sterpi
e
scarpe, e lacera-
veslimenta. L'esemplari fatiche di
questo esimio e zelantissimo vescovo fu-
rono prosperate
colle divine benedizioni
Le ultime
parare l'educazionedellefauciulleda'ma-
e con frutti larghissimi.
schi nelle scuole pubbliche, ch'erano sen-
zie dello stato del vicariato apostolico di
za distinzione di religione e ove
veva te,
il
promo-
si
proselitismo alla chiesa proteslan-
quindi fondò una comunità di
che. Conoscendo troppo estesi
o parrocchie a sovvenir
mona-
Terra Nuova sono le seguenti. 1 preti eaumentati di circa 3o, il maggior
ransi
numero essendo
io
s.
Giovanni, in Har-
distretti
b()ur,inFerry-Land,inPlacentia,inKings-
gli spirituali biso-
Cove. Le scuole caltolichegiunsero acir-
i
gni del popolo, essendo allora tutta la divisa in
noli-
4, h suddivise e
l'iso-
formò altri
di-
ed un 3.° curato stabilì nella chics. Giovanni, così diminuendo le su e
ca 3q, con precettori stipendiati da'genitori de'fanciulli
che
le
frequentavano. Le
stretti,
scuole cattoliche e gratuite pe'poveri pa-
ga di
rimenti eransi aumentate, esistendone 5
Fabbricò le chiese di Iletty-llarbour, di Portugal-Cove nel suo proprio distietto , ed in s. Giovanni a sue spese rendite.
slabih
il
nionaslero della Presentazione,
non ostante
gliscarsi
mezzi eseuza soccor-
nel distretto di
s.
Giovanni, sostenute in
pirte dal vicario apostolico, ed in parte ìÌ.ì
elargizioni volontarie, frequentale
un gran numero te
di fanciulli.
erano accresciute
le
da
Egualmen-
donzelle, che ricc-
TER
TER
vevano l'istruzione nel monastero della rresentazione, con fiorente profitto. Indi furono inliodotte nella città di s. Giovanni ia
le
benefiche sorelledellaCarilà, per
curade'malati e
j)er altre
pie opeie.
progressivo iucreiuento dello slato giosodi Terra JNuova,
come rilevai
il
l'el
leli-
regnante Pio IX,
nel voi. Llll,p. ipijCcHJ bre-
ve apostolico de'4 giugno 1847, elevò
il
se assai
2,f)
regolarmente fabbricale:
vi si
tro-
vano duecliiese, e SGocaseal/ilateda un miscuglio di russi, tartari, moldavi, "leci e sopra tutto arnjeni. Ad un 4.° di lo-
ga da colà trovasi un flirto di terra che contiene un buon piesidio, ed è deslinato a difendere
a
[)roleggere
prima
il
passo del fiume, non che
la
fiontiera che (piivi era
della conquista della Alohla via. E"
vicarialo apostolico a vescoviito, colla re-
stata questa città fond;ita neli 7n3,alIor-
sidenza del vescovo ins. Giovanni, dichia-
che dopo la presa di (Jschakoy russi farmarono una linea foitificata Inii'^oilDiiie-
randolo sulTiaganeo
dell'
arcivescovo di
i
Nel voi. LIV,p. 77, edaTARTAP.: \, narrai che pel concordato concluso tlal
(^^r/rr//, nella provincia ecclesiastica del
sler.
Canada, formando la diocesi coll'isole di Terra Nuova, Anticosti ec, e col territorlo del Labrador, Eòoidandia, vasta [)e-
Pa[)a Fio
parte orientale della
iiisola della
Nuova
lìrelagna, ai sud del Basso-Canada
,
il
cui interno è ancora pococonosciuto, con
coste abbondanti di pesci.
1496
Il
Labrador nel Cabota,
fu veduto da Sebastiano
iieli5oi
giunse Corte Real, A cui
vi
le
coste meridionali mostrandogli qualche
apparenza
di fertilità la
Lidiorador,
chiamò Ter rudi
nome cambiato
quale
il
Labrador, s\
sto in quello di
to-
eslese a pò-
Il Papa Pio Terra Nuova il benemerito mg.' Fleming, india'i4di-
co a poco a tutta
la
penisola.
IX dichiarò 1. "vescovo
tembrej847
S''
di
die incoadiulorecon
lura successione mg.'
fu*-
Tommaso Mullock
de'minori rifurmati, vescovo co in partibiis,\\ quale
gli
di
Tauma-
successe a'
1
luglio i85o, ed è l'attuale vescovo.
TER.P1A
PROMESSA./
EIA, Paiestiìva,
.
GiUDEAjSi-
Tridu.
TERRASANTA./
.Siria, Palestina,
Gerusalemme, s. Sepolcro Betlemme, Nazareth, Presepio, e per questo anche ,
Teodoro
IX
colla Russia nel
bilita l'erezione del
847, fu
sta-
vescovato di rito
la-
1
Cherson oKerson, C/zcrvo/^r// la cui città è capoluogo del governo omoninio nel Ponto Eussino, edi quali luo-^dii fu formata la diocesi, mediante la bolla lino in
Uiiiversalis Ecclcsiae cnrcijAii'i lu dio 1 848,suffraganeodel!a metrcpolitanadi IMohilow. Quindi nel concistoio de' 20 maggio 8 5o, siccome ricavo dalla propo1
il medesimo Papa promulgò peri ."vescovo mg,' Ferdinando Elano Kahn domenicano della Gali-
sizione conci->toi iale
zia austriaca,
,
benemerito missionario
postolico, nel ginnasio di
sliodellelingueledesca erussa, vice-maestrudel ginnasio di Zabiatla, parroco di PieveI, predicatore e curalo pe'tedeschiiu
Riga e priore del suo convento. Di più nella medesima proposizione si dice, che il Papa al vescovo attribuì per aiuto due vcscovì sulfiaganei, uno con residenza in Saralow (l'.J. l'altro da destinarsi dal vescovo di Cherson nella provincia di 6' 70/-i,aV/. Che deputando l'arcivescovo di
Muhilow mg.' Casimiro Dmochowski
I.
TERRASPOLoTlRASPOLfTe/vz-
a-
Grodno mae-
e-
con residenza vescovile di
secutore della bolla, lo incaricò di slabilire la decorosa cattedrale soUo quell'in-
Russia in Europa, nel governo di Clurvo/z o Rerson, capoluogo di distretto, a
capitolo composto delle dignità del pre-
due leghe da Bender
posloedeirarcidiacouo,di4canonici com-
spolcii). Città
vocazione che credesse conveniente, con
e più di 17 da OdcAsa, sulla sponda sinistra del Dniesler, che la separa dalla Bessarabia. Le slra-
ziere,edi altrocanonico parroco della cal-
de ne sono larghe e
tediale,
tirate u lilo, e le ca-
prese
le
prebende teologale e del peuitenil
quale iu uuo alle prebende
si
TER
220
TE
dovessero confeiiie per concorso, secondo Tieiito, olire
tlisposlo dal concilio di
ii
6
alili
Clie
si
canonici, 3 de' ([uali mansionari.
una decente abitazione
stabilisse
per episcopio, e possibilmente vicino
Che
cattedrale.
alla
erigessero altre chiese
si
parrocihialijde'sodalizi, ilseuiinario dio-
cesano. Tas>òogni
nuovo vescovo a pagare
allacameraaposlolica
fiorini
33, ed asse-
gnò [)er niensa448o rubli d'argento, ossia co scudi romani circa. Nella nuova va1 1
sladiocesi tolici.
si
Che
contenevano più
il
di
eoo
i
nuovo vescovo, dopo
il
cesso di detto arcivescovo, nelle sue
s.
annuo d'intorno
no; l'altro
gior-
il
al sole
5
giorni,
fa
si
365
in un'orbita elittica nello spazio di
49 jcheformano l'anno. Dal movimenti dipende ladiver-
ore,
i.'di questi
sità della notte e del giorno, e
zo dell'ultiino
per mez-
rende ragione della rivoluzione delle stagioni. Sino al 1666 aveasi creduto la terra perfettamente sferica, ma poi si è conosciuto che il globo terrestre è compressa un poco verso poli boreale o artico, meridionale o antarsi
i
due punti
diame-
pro-
tico (sono
ma-
tralmente, e situati all'estremità dell'as-
come
ni emettesse la professione di fede,
a speciale ilelegalo della
cat-
R
riodo è 23 ore 56' 4', che forma
Sede. L'istitu-
fissi,
opposti
ed e-
se intorno al quale gira la terra),
levato verso l'Equatore (o gran circolo del
zione della residenza vescovile in Cher-
globo, che passando pel centro della ter-
non ebbe effetto che per breve tempo, laonde IMolX mediante il decreto ridia congregazione concistoriale, Ad prò-
ra, la divide in
ciiraiìdinii Cliristifidcliwn salitici?!, dei
ra è stimata di circa
i8 febbraio i852, ha ordinato che venisse onninamente tolta da Chcrsou. la
ni.
soli
due eguali mansi Emisferi) informa
che chia-
parli,
di sferoide, cioè
ehtlicao ovale. La circonferenza della ter-
Il
9000
leghe
comu-
ràggio terrestre, che sotto l'Equa-
tore è di
1
433 legheeniezzo,ha reo quatmeno sotto poli. Il terremot
tro leghe di
sede vescovile, e fosse trasferita nella città di Tcrraspol, e che tutto il disposto
to è lo
nella bolla Universali^, in favore di Cher-
vole del globo terrestre, orribile fenome-
son,siapplicasse aTeiraspol. Intorno poial
no
capitolo ed
al titolo della
ecco quanto dispose
il
chiesa cattedrale,
decreto concistoria-
Proptcrea illcinct £"piscopatus noviter in Russiaca ditione sub annox^^'ècrectus, itidemqne ipsius prò tempore Antistes, ncc non Ecclesia cathedra lis ci Capi taluni deinceps hale di traslazione.
heant perpetue Teraspolcnseni dunila-
xat tìtuluniseudenoniinalioneni. sto
il
decreto
si
Nel re-
riporta in tutto al dispo-
sto delia bolla L«/Ver.9(7.//'.s-,inc!usivamente alla chiesa cattedrale e al
messo sì
all'esecutore della
in virtù del
Rahn
diverme
suo
titolo, ri-
medesima. Co-
pontificio decreto i,°
,
mg."^
vescovo di Terraspol.
tei; REMOTO
,
TERREMUOTO,
scuotimento irregolare e spaventefrequente in Europa e
assai
parti del
lorché
gono cuna
i
si
il
mondo,
in
altre
tremendi effetti alsviluppano violentemente sparcui
i
terrore fra gli esseri animati. Al-
il terremoto si manifesta improvvisamente e produce orribili cata-
strofi,
no
volta
più sovente però questo fenome-
il
è preceduto da
un sordo rumore
muggiti sotterranei, più o
una determinata direzione: per
za
do
si
è avvertiti in bastevole
isfu2[2ire
i
disastri
e
da
meno forti, sen-
che reca.
I
tal
nìo-
tempo per
terremoti
si
manifestano cou delle oscillazioni vertio circolari che
cali, orizzontali
si
succedo-
no o si ripetono a corti intervalli. Le prime due specie di scosse sono spesso simultanee, secondo
mare
le
osservazioni fatte in ter-
due
TREMOTO,TREI\]UOTO,rt'7vwwo-
ra e in
tus,TerraeMolus.^c\\oinnev\\.o(\t\\ii ter*
Talvolta l'azione verticale dal basso
VA o globo terrestre. Questo globo ha luo-
l'
vimenti regolari, uno diurno, pel quale
d'una mina. Gli antichi filosofiche inter-
la terra gira
iulorno
al
suo
asse,
il
cui pe-
alto
nelle
produsse
prelavauo
la
1'
parti del snondo. al-
effetto dell' esplosione
natura invece di
studiarlfij
TER
TER celie per
tal
modo
abliniidonnionsla
d'opinione di-
siileiDÌ, ciiiiio lia loro
si
versa intorno niocrito sfbrzi
causa de'lorromoli. De-
la
tra gli altri
,
,
attribuiva agli
li
che facevano l'acque piovane, per
supponeva
uscire da'vasti baccini cli'egli
trovarsi entro
viscere della terra, e in
le
cui trovavansi in copia
Iroppostrabocche-
che ciò
voie. Aristotile
delle 3/eleore, tii^
pretendeva
De Terrae mo-
al cap. al
contrario, che queste
un volume
ti
d'a-
per relFetlodel calore interno del glo-
bo o del ta,
2
riferisce nel lib.
stesse actpieconvertite in ria
fnl-
non trovando alcuna
sole,
sconvolgevano
e
sollevavano
usci-
gli stra-
superiori della terra. Pretese Plinio.con
che l'Egitto non soggiacesse
al ter-
remolo: Seneca che ciò riporta nel
lib. 6,
altri,
Ndl.
cfuaest.ci>[).
26, non
acconsente,
vi
e dice piuttosto forse essere probabile per-
che quel pae^enon ha sotterranee caverle sue pianure
5,9!
de'viilcani fpjando
livilìi
I
lei'ilhili effolli. St- l'iil-
non trova
reagisce sul suolo e provoi:a
i
e^ito
lerremoli,
reagiscono questi dal canto loro sui feno-
meni
Le crepature aiutano
vulcanici.
formazione de'craleri riscono
eruzione
reazioni chimiche cbe
le
lo dell'aria
Barlocci
di
il
genera in que'crateri.
contatprof,
Il
Cou^cttui-c .sulla origine
,
la
e f.ivo-
/lei
fuoehi viilcaiiiei. osservò che fra tutti fenomeni della natura non ve n'è alcuno che più colpisca l'ammirazione del (isico i
quello del fuoco vulcanico. Gliaulichi
di
supposero nel centro della terra un ammasso di fuoco sempre in azione, clie denominavano fuoco centrale, e da (jue-
fisici
sta ipotesi
chimerica deducevano
le
cau-
se de' terremoti e dell' eruzioni vulcani-
Lemery
che.
fu ili.°ad attribuire
ter-
i
remoli ad una fermentazione sotterranea; poiché racchiudendo sotterra della lima-
ne, essendo state formate
tura di ferro e del zolfo umettali dall'ac-
dal lezzo portalo dal fiume Nilo, cliescor-
qua, colle sneesperienze ne ottenne azio-
rendolorbido, pocoa poco
re e scuotimento. Questi sperimenti rouo contrastati da' fisici posteriori,
dilatò e ras-
le
sodò senza vacuità sotterranee. Il nochio, Stuore, 1. 1, cent. 4» cap.
p.
Me-
c)6:
Si
riferiscono alcune opinioni degli aiiticlii Jìlosojl circa
il
terremoto, e se questo
si senta talvolta in Egitto, segue
rere di Seneca. Dagli antichi
che
no
i
so,
si
il
esposti al terreoioto,
come
dimostrò
tempio
il
di
pa-
credeva
piani umidi e paludosi fossero
fabbricarono
me-
onde in tal silo Diana in Efe-
rileva Plinio; D)a l'esperienza la fallacilà
dell'opinione.
derni geologi, secondo
il
1
mo-
metodo d'inve-
sligazione più
conforme
e tra questi
Culfon, pensano cheque-
il
alla
sle grandi crisi della natura
sana
fisica,
sono dovu-
essi forse
potrebbero bene interpretarsi e
re,
secondo
Darlocci. Egli considerò
il
vulcani adiacenti alle rive del mare, essere sìblretta
la
lichi nella
che
il
epoclie remotissime rico-
Il che dimostra la grande influenza dell'acque marine nei fuochi e nelle combustioni vulcaniche.il Mare o Oceano è quell'immensa esten-
prì quelle contrade.
sione d'acque che circonda tutta
ed abbraccia
i
giungono
a sfuggire dalle aperture
cidentale:
sono
L'eruzioni vulcaniche sono or-
cevere origine si
cii
roile
in
mezzo
costanti: per tal
alle scosse
modo
de'pae-
egli è verosi-
chedé'fuochisollerraneisienolacau-
il
la terra,
grandi continenti oteira-
ferma (due sono
fatte.
loro connessione con la-
catena de'monti è una prova,
mare ad
e
si
i
ei!
leelemento,cìie l'esistenza de'vulcani an-
tenuti e compressi nell'interno del globo,
che
fu-
ma
comprendersi, acquistando forza e valo-
tea'fluidi elastici che dopoessere slati ri-
dinariamente accompagnale da terrem.oli, e si sono veduti de'nuovi vulcani ri-
I
due
sa di questi
i
continenti,
il
vecchio
nuovo, detti anche l'orientale e
l'oc-
"comprende
ri-
il
i.
sia e Vy^fricajW
1°
l'/i'^ro/J'?,
contiene V ylmerica
colle terre Australi ossia V Oceania) del
globo da noiabitato. Col termine re inoltre
si
di
ma-
esprime una divisione o por-
zioneparlicolaredeirOceano,e chepren-
de
il
suo
nome
dalle contrade ch'esso
TER
TER
272 circontla o
da
altre circostanze: così l'O-
ceano die circonda non meno il nuovo che il vecchio mondo, tutta la terra ed ogni sua parte,
non
si
divide in diversi mari,
già perchè abbia alcun limite,
nomi più
disliiiguerne con
comodo
suepnrti,a trassegnare
il
ma per
particolari
le
de'navigauli percon-
luogo ov^ssi
si
trovano. In
generale l'Oceano fu diviso in 4 gran parti. di cui ciascuna chiamasi Oceano, corri-
spondenlia'grandi continenti o
il
lieo e
to
i
gran-
scuotimento, e rumore proporzionato la forza di esso,
contra. IMolli credono che
la
colari vulcanici sia po&la a
sede de'fo-
gran profon-
mare,esostengono ciò comprovarsi dal non veder mai diminuito il volume apparente delle
dita al di sotto del livello del
montagne vulcaniche dopo lunghe
e rei-
teraleeruzioni,e dopoavereeruttalo una
Facifico,riperboreo, l'I odiano, l'Ar-
prodigiosa quantità di materia. Dalle loro
Antartico ossiano
circoli polari
luralisli
ed
i
i
mari
poli.
situali sot-
Molti dotlina-
provaronodalprodigiosoammassi trovano nel seno
so di conchiglie che
della terraindistanzepocograndi dal
ma-
che questo ha coperto una volta gian di quella terra che noi abiliamo;che suo fondo è composto presso a poco de-
osservazioni vienedimostrato quanto
qtia
debba
influire nella
fuochi sotterranei. Vi fu
produzione de'
nondimeno
formati sulle pareti degli antichi
congetturò che
elementi del reslodella terra, tro-
vandovisi
le
materie slesse, ed oltre il salse-
dine contiene
il
suo letto materie bitumi-
Tutto prova che mari produssero scmpre sul globo cand)iamenti, sparirono in un luogo, talvolta lasciando laghi, e comparirono in im altro. Esistendo degli nose.
i
miniere nelle viscere della terra,
strati di
chi
sostenne l'esistenza di vulcani secondari
re,
gli stessi
sie-
noprofondi ifocolari vulcaniciecomel'ac-
parte il
al-
ed alla resistenza che in-
l'Oceano Atlan-
di isole della terra, cioè lieo,
alle
gnee sostanze non è considerevole abbastanza, o se il vapore trova negl' interni meati uno sfogo, avrassi il terremoto o
il
loro focolare
si
e chi
,
formas-
se nelle lave già fuse e condensate.
Vi
so-
no anche vulcani sottomarini, l' esistenza de'qualisi conobbe dalle isolette e dagli altri
fenomeni che produssero. Ove Te-
ruzioni cessarono da gran tempo,
remoti che ne sono, a così dire, dici,
fanno sovente
si
le
sentire. Si
i
ler-
appenè vedu-
lo nelledi verse eriìzioni l'acqua rovesciarsi
a gran gorghi da'crateri, mescolata
ad
non meno
avanzi di conchiglie e di pesci, tanto di
che materie combustibili atte a destare iìamnie e caloie ali. "urto, vogliono al-
cosa resterebbe in quiete, nelle viscere
e ne'Iuoghi confinanti al mare,
acque marine filtiando pe' accendano le materie, e suolo annunzia tremando a'vicini con-
culli
che
le
nieali sotterranei il
grande elaboratorio, e la spinge con violenza dalla sommità con terribili espiosioni. Leggo nell'avv. Castellano, Spcctorni l'azione del
fusa e preparata la lava
chio gi'ogì-iif/co,av[. ^, Fcnowcjii e Die/ro/'(%cheda'vapori nitrosi esulfurei chiùsi i
nelle viscere della terra,
fenomeni de'teiremoti
condo
la
sono prodotti
e de' vulcani, se-
più probabile opinione. Nel
ri-
mare che
di lago;
onde
si
vuole che ogni
della terra ede'vulcani, senza
il
concor-
mancanza molti vulcani si estinsero. Malgrado vulcani occuparono tanto la menche so fluido dell' acqua, e per sua
i
sono ancora avvolti nelle teIl geologo Breislak Insli'uctiniis gcologiques, opina doversi ripetere l'origine de'terremoti da caverne sotterranee. Altri poi pensano, che la realecausadel terremoto è completamenle de'fìsici,
nebre
i
loro fenomeni.
te ignorata , ad onta che le recenti scoperle abbiano arricchito di nuovi lumi la
confessa
non
es-
scaldarsi e inliammarsi delle materie fer-
scienza; e tutlavolla
mentate,
sere questi sufficienti a dissipare quel ve-
il
raglioj siapre col
ed ecco
il
non rinvenga spisollevar la terra una via,
fuoco, ove
vulcano. Se
la
quanlità
dell'i-
loda cui sono
Non
senipre
naturali fenomeni, meteore atmosferiche, e i
involti le
si
i
TER
TER nccompngnarono
neml)i procellosi resti
i
scuolimenti; anzi d'ordinario a
i
la terra agitata
sereno è
sollerraneo
dal
In scella
eie!
scuotitnento su cni piantarli, nella solidi-
remoto,
il
tà te
me di detonazioni in distanza, che precede e
accompagna
la
fenomeni, annunzia
rpiesti
con profon-
si
a superare
na forza damenti e divise
luoli
che rovescia da'fon-
più solidi, che ruppe
continenti, che fece sorgere del-
le
(ondo del mare e improvvisanascose, e per cui nelle rivolu-
zioni del globo fìcie
valide resistenze con u-
gli edifici i
l'isole dal
mente
le piti
invincibile,
cambiò d'aspetto
la sn[)er-
della terrò. Se l'azione di certi terre-
non
qualche volta che a
estenxlesi
piccolissime distanze, altre volle però ab-
immenso, ebbe un ter-
alle
mio ve case, die debbono mantener-
muri per mezzo
nedi lerro,per garantire possibile
la
si
tutta
Eii-
I'
che si fece sentire sino alle foci della Neva. Tra' disastrosi fenomeni cheaccompagnanoi terremoti,eche ram-
quanto è
Raro è
poi che
i
ttr-
rinnovino con frequenza e col-
Quando
la stessa intensità.
la
natura ha
qualchecatastrofesfogalo l'impeto del-
in
le indomabili sue forze, v'èd'ordiiuirio poi lungo intervallodi tregua, prima che tornino a riprodursi le stesse combinazio-
ni e circostanze
come
ze motrici
l'Asia,
così per
sictuezza degli abitanti pel ca-
so di nuovi disastri.
remoti
i
spranghe, ossia cate-
di
L'8 settembre del 60 vi remoto sì violento in quasi t
al-
basse, connettendone e collegandone
cosmici avvenimenti.
ropa e
vanno
finalmente
il
ne accensioni e de' e
ti,
si
A
misura che lefor-
scemare, decrescono
a
corrispondentemente stingile
attesta la storia dei
i
loro
ell'etli
si
,
e-
fomite delle inter-
terrestri scuotiineii*
ristabilisce l'equilibrio nelle tur-
inentai parlando de'più terribili, vi so-
bate leggi della natura. De'vulcani priu-
montagne odi gravi scoscendimenti delle medesime, e
cipali,
formatisi, parlai a'Ioro luo-
ghi,
SicitiA e Napoli descrissi
quelli delle cadute di
no
ne ricordai a Svizzera,
diversi esempi
Quanto
a'
mezzi di difesa che
scono, sono
stali
me
gli artificiali
si
suggerì-
riconosciuti inefllcaci al
riparo de' teri emoli
i
rimedi proposti, co-
allagamenti,
i
pozzi ar-
spranghe fiankliniane, dispendioseoperazioni senza felice risultato. più savi provvedimenti presi finora da'goverlesiaui, le
I
ni in queste terribili vicende
formi
furono con-
un ten)usano dai
a quelli già messi in pratica
po dagli antichi romani, che
si
come come a
loro famosi vulcani dell'Etna e del
sì
a'Ioro luoghi deplorai
-
numerevoli vittime umane. La
lo
ed uno de'più notabili fuquelaccaduto nell'anno 27." delregnod'O-
lo per dichiarare
il
momento
sotto
tende, capanne e abitazioni di legno; e ne'regolamenti da darsi per la coslruziouè de' nuovi edilizi the consistono nel,
Scril-
tura parla di molti terremoti delle terre
po
più minacciati da' terre-
s.
d'Israele,
zia
moti, e ricovrarli per
funeste conse-
rovine che produssero adequando talvolla al suolo intere città e luoghi, con in
de'terremoli esimili
lanli da'luoghi
le
guenze de'più terribili terremoti, come da ultimo feci del recente di I\ftpolIii,c\e.
giapponesi e dagli abitanti dell'isole Fi-
il
i
Ve-
suvi?),e delle loro rovinose eruzioni. Co-
Iippine,e che fuiono seguiti inCalabria do-
tremendissimo terremoto del 1788. Quesli si riducono ad allontanar gli abi-
I
che dipende dalla fcnacilà delle malo impasto di calce con arena o con
braccia una estensionedi paese i
snsceltibile di
da nienti, e da Ili mi te di elevazioneda darsi
do e sotterràneo mormorio, sono capaci
tìi
tre simili materie; dalla stabilità de'fon-
profondità del centro di azione. Lescos-
se ondulatorie e concussorie
nn suolo meno
lev-
rimbombo, il sordo fragoreco-
lei
9.9.
:
in
molle occasioni lagionando essa la
flagelli, lo fa soltan-
grandezza e
il
pote-
re di Dio. Di tale terremoto fece menzio-
ne
Amos
nel principio di sua profiezia; e
l'altro profeta
Zaccaria colle parolei/i"////-
a facic tcrr(ieìììntu
^iclissiriit fiii^islis
in dichus
TER
TER
?.24
iiiiperfelfamente, quindi
ciòa registrare
le pii^i
la
storia
comin-
importanti catastro-
epoche sparsero desolazione e rnina. Se si potesse avere noche
fi
nelle diverse
tizia dello stalo
giornaliero della superfi-
ben
cie terrestre tutta intera, sarehbesi
tosto probabilmente convinti che cpiesta
sempre
superficie è
agitata
da scosse
in
angoscia;
i
coccodrilli dell'Orenoco, ordì
nariamenle mutoli come le nostre lucertole, fuggono Talveo crollante del fiume, e corrono ruggendo alla foresta. Un terremoto si presenta all'uomo come un pericolo indefinibile, ma per ogni dove minaccioso. Ci è dato allontanarci da
cano, di evitare un torrente
un
di lava;
vul-
ma
temente sottoposta alla reazione della interna.Quando si considera la frequenza e la universalità di questo feno«
quando la terra trema ove fuggire? Credesi dicamminareovunque sopra un centro di distruzione. Fortunatamente non può la nostra anima rimaner così com-
tuenOjprovocato senza dubbio, sia
dall'al-
presa per lungo tempo, e quelli che abi-
dallo stato di fusio-
tano paesi ove sono deboli le scosse e si succedono a corti intervalli, provano ap-
«pialcnnode'suoipunti,e trovasi incessan-
rilassa
ta
temperatura,
sia
ne degli strali inferiori, comprendesi che sia indipendente dalla natura del suolo in cui si manifesta. I mezzi che sonosi immaginati per studiare
mento
le
onde
di scuoti-
pendulo e la lazza sisoiometrica) indicano con bastante esattezza la loro intensità totale; ma non già il loro (il
periodica intumescenza.
alternarsi o la
Grande
e profonda è l'impressione,
non
che reffelto singolare che un primo terremoto produce su di noi, sebbene non sia
accompaguato da veruno
stre[)ito sot-
terraneo. Questa impressione viene, secondo
il
non pro-
bai oned" Humboldt, dal
presentarsi allora in folla alla nostra
immagini
te le
men-
delle catastrofi di cui la
memoria. Noi siamo dal perdere a un trattola nostra fi-
storia conservò la colpiti
ducia nella stabilità del suolo. Abituali sino dall'infanzia al contrasto della bilità
mo-
dell'acqua colla immobilità della
i
pena un senso di limoie. Dice inoltre il barone d'Humboldt, che sulle coste del Perù è sempre sereno il cielo, ma il tuono sotterraneo che accompagna le scosse del suolo rimpiazza il tuono delle nuvole e de' temporali.
Eppure
in grazia della
lungj\ abitudine e dell'opinione fusa,
molto dif-
che due o tre sole scosse disastrose
sono da temersi nel corso d'ogni secolo, a Lima i terremoti maggior apprensione di quella della grandine nel-
non danno
zona temperata. 11 Cancellieri ne! J\L'rche Gio. Datlisla Passeri chian»ò il flagello del terremoto: Colpo di
la
rr^/o, dice
dopo l' arLa Chiesa riguardandolo qual flagello di Dio ne implora la cessazione con \)\\\ih\\c\\ePciiìtciize,Prcgliicre, PiocessìOìii, Giubilei e 7 oli (f^.). Uve sono le altre principali calamità con cui Dio riserva dell' ira celeste, nato chitettura.
terra, la nostra sicurezza era corroborata
suol visitare
da ogni testimonianza de'nostri
me, la peste e la guerra. Queste e il terremoto egli manda per avviso, o per ca-
ma
il
suolo, e quel
momento
sensi: tre-
basta per di-
una
stigo, e
potenza sconosciuta e subitanea si svela; la calma della natura non era che un'il-
sta ira.
di tutta la vita;
struggere l'esperienza
sentiamo a un trailo violen-
lusione, e
ci
temente
un caos di forze diOgni romore, ogni sofllo d'a-
lanciati in
struttive.
i
popoli e
ma,
p. io6, Digvessioneii, riferisce che venne curiosità ad alcun erudito scrittore, di cercare la cagione perchè dagli antichi romani, che non lasciarono supersti-
ziosamente destinare
mo
si
sul
dididenza sopra lutto del terreno
quale
cialmeute
ci i
muoviamo. porci ed
ì
Gli animali, spe-
cani,
provano
tale
nazioni: la fa-
niun luogo va esente dalla sua giuIl Piazza ueW Emei'ologio di Ro-
ria eccita allora la nostra attenzione; sia-
in
le
la
turba de loro
fal-
Dei a qualsivoglia loro pubblico e privalo bisogno,con corrispondenti vocaboli
al
patrocinio che ne iavocavauo, niu-
TE
T E
li
a proteggerli contro
no ne assegnarono
i
violenti scuotimenti delhi terra, e IMacro-
bio volle spiegarne
la
r.igione ne'Salitrna-
per ven-
iihh.'j.'ìSì risente allora la terra
dispetti che si (anno a Giove Tonante e Vendicatore; ontle non v'ha tra gli Dei chi voglia impicciarsi a trattene-
dicare
re
i
castigo, o perorare pe' delinquenti
il
mortali, toccando a lutti lo
loro parte del-
la
sdegno, del risentimento e della ven-
con frase da genAurusp. /•(».yy;o//., disse che terremotoera una voce de'suoi Dei im-
detta". Cicerone pure tile nel!' il
O/v//.
mortali. /ì(ro/Y/«m//a,y?;o codciìi
IcìiijìO'
patrono
Emidio vescovo d'Ascoli
s.
da l^apa
Marcello
s.
con facoltà
di
Marca
sto della
impiegato
a
sue orazioni
Ma
con più savio accorgimento preso dal lu-
to
che minacciava
ste e altre
gentili
terribili frangenti,
dicendo. "Eiasi da voi
grandi e plebei ormai perduto
il
linguag-
ed minacce del cielo, contumaci e superbi. ÌNè baleni, uè i tuoni, uè le furie de'venti, né fulmini, né le inondazioni deiracque,nè le guerre e le pesti, o altri flagelli aveano po-
colle
Per que-
di abbatterla.
ma
egli
da
superstizione ne trasse fe-
condo
profitto per converliili alla fède, facendo prodigiosamente scaturire l'acbattezzarli. il
Grande
è (Uuiqiie la
santo nel cristianesimo,
che con più fervore I' invoca nelle calamità che sovrastano negli scuotimenti della terra. Il p. Antonio Appiani gesuit^i
città,
Gio. GrTsostomo in somiglianti
bberò
la
venerato per Giove;
tale credula
lo di Costantinopoli dal trono patriarcale s.
primo ingresso
nel suo
miracolose operazioni, fu da'
scrisse la ì ila
gran
,
di tal città,
vangelo pel re-
il
furiosa scossa di terremo-
*\,\
me della fede ne tolse il dubbio a'fedeli con un solenne rimpiovero al suo popoil
vescovo
suo vantaggio,
qua per
etc.
a
in Ascoli, oltre l'indefesso zelo pastorale
divozione verso
oratìo judìcanda
I
predicare
terremotus cimi quibusclam metuciidis rebus eie, etenìm Deorum immortalìiun est, et per
nel
l'icenoe martire. Imperocché consagratp
re inPìcaciio potentìa imiitiontitrfactHa
vox
:>:^T
Pu
di
scoli e martire,
Roma
s,
Emidio vescovo
d' A-
con un ragguaglio delhc
7o4.De'principali terremoti
i
di nostra era, oltre gli storici e geologi
che
ne trattarono il Rinaldi, negli Annali ecclesiasticij\\ p.Menochio, riferirò In fine,
13, D'alcuni no-
gio dell'osservanza de'precetti divini;
Stuore,
eravate divenuti sordi
tabili terremoti, dc'auali si fa /nenzionc
alle
i
i
tuto mettere freno alla vostra insolenza rubelle, che
svergognatamente
si
abusa-
va delle niisericoi die del Signore. Ond'e-
contumace uomini per-
ra di mestieri riscuotervi dal letargo;
che
a'figliuoli degli
duti nella vanilìi della terra,
si
valesseap-
punto, e del terribile linguaggio del terremoto, esordi alle voci del cielo udissi-
voa
ma
vostro malgrado quelle della medesi-
terra. "Questa traballando, minaccian-
do formidabile stelli,
lo
sterminio di città e ca-
e di seppellire sotto le rovine o in-
goiarne
la
terra gli abitanti,
fiducia in ogni
i
cristiani
tempo implorarono
vina misericordia, per
la
la
con di-
possente inter-
cessione della B. Vergine e de' santi proteltori
,
venerandosi principalmente per VOL. LXXIV.
t.
2, cent. 8.'\cap.
nell'istoriejeSenneiWfLett.ecclA. 3,
3q
,
lett.
Perclù. dalla venuta di Cristo al
mondo
sieno pili frequenti
terremoti.
i
Con essi precipuamente, col barone d' Humboldt e con altri naturalisti e geologi,
vado
a ricordare qui
i
principali.
dopo aver notato che la s. Scrittura nell'antico Testamento propriamente non parla che del già ricordato ter11
Sarnelli
remoto, riporta leopinioni di Plinio e del b. Alberto Magno sulle cause materiali che producono coll'angelico
s.
terremoti
i
;
indi riflette
Tommaso, che
terremo-
il
to principalmente è cagionato da sta
il
Dio giu-
detto di David nel salmo io3;
respici t
terram
,
et facit
eam
Qui
tremere ;
secondariamente è causato dal vento, e secondo quest' ordine secondario, dice che non ogni luogo ha la disposizione necessaria per
ce
il
radunarla materia chepiodu-
terremoto, come sono
i
i5
luoghi ca-
TER
126 vernosi, die
non sieno
poichè
cnveine
ivi le
si
TER umiili e acquosi,
empionuan^i
d'ac-
Rammeo-
qiie,
die
la
Sarnelli alcuni terremoti avvenuti a
il
di esalazioni e vapori.
nel
537 di Roma
te,
più terribile essendo stalo quello del
663.
Ma
i
terra Riscossa
Sj
voi-
terremoti dopola venuta di Cri-
sto furono [liù frequenti e più dannosi
onde Plinio che avea su scrittori
dire:
di ciò
,
studiatogli
che l'aveano preceduto, ebbe a
Maxìinus
tc/'iuw, incnioi-ia lìiorta'
me, e molli corpi
Quando
i5o,ooo persone. Alcuni monti alcune pianure
getti di
fiamme
si
avval-
lanciarono a traverso
si
fenditure del suolo. Avvenne ciò nel-
le
ranno 17 ovvero igdi Cristo r impero di Tiberio. Questi a visloro di i
si
hollevarouo, e
tributi.
tali
dello Spirito santo nel cenacolo, Nell'an-
no 5i essendo
terremoto scosse da' fondamenti
le
cendolo ne' loro Evangeli, s. Matteo: Jst Icrracwotus per loca ye s. Luca: Et ter-
varsi nell'
anno 34
per loca
Co-
terremoti a rinnodi nostra
era. dalla
Passione e morte di Cristo quando non
monti stessi si spezzarono, Nel Calvario ove Gesù Cristo morì sid-
che la
le
pietre
i
croce per la redenzione del genere u-
mano, ancora vedeva
la
a'
tempi
aprirono tutte
si
catene di
le
d' A.dricomio
si
larga e profonda apcrluia ca-
suvio die di sua esistenza, fu
rinnovò nel 79, efi allora che
Si
ancora del
ruppero monti, come quello d'Alvernia in Toscana, e il promontorio Gaeta,
i
il
che attestano
antica tradizione. Narra
gli
1
i
7
d'Antiochia fu da giandissimo ter-
la città
iiedigente: bollì cadilero
il
mura
le
dove non eranvi
mare, tremò
edilìzi
abitanti per
s. Girolamo, che per questo tremendo terremoto cadde l'archiUave del tempio di Gerusalemme,
si
la terra,
le case,
della città e
sollevò
li
impetuosissimi.
do scampo
i
ven-
popolo non trovan-
a fuggire, per la folta caligi-
ne e polvere tra le
II
e
terra
la
con isirepito orrendo, Irn'fulmini e
alzatasi, perì e restò sepolto
rovine con immenso numerosi su-
morirono di fame, e Traiano fu una finestra. Dichiara il Baronio essere ciò avvenuto per l'uccisione del vescovo s. Ignazio, poiché Dio con somiglianli sterminii vendica la morte de'sanperstiti
tratto da
ti.
ìN'elaii
Roma
^43
Nel
lo,
che aprendosi
e popoli.
fu agitata dal terremo-
fu tanto terribile
to.
INel
la
263
terremo-
dell'impero patirono
funesti e lagrimevoli mali
,
molti lerre-
mugghiando
la fer-
onde molte fabbriche subissarono
loro abitatori
Più
il
terra perirono città
pegli strazi falli a'eri-
stiani, le prov-incie
ra,
di
restai 0110
S('polteStabia,Ercolanoe Pompei. Nel
Gerusalemme, si
Ve-
il
teiremoto
il
dell'anno63,e molli vilhiggi inabissarono,
moli, tenebre e tuoni
mondo
un
carce-
ruppero
si
i.^segnile che
tutti. 11
gionata da quel lerremoto. Oltreché in in altre parli
porte e
il
toreTraiano,eperciòaccorsavi moltitudi-
i
i
col discepolo Sila
remoto abbattuta, mentre era vi l'impera-
minacce de' divini castighi erano la fame, la peste, la guerra, flagelli che Dio fece proporre dal profeta Gad a David perchè scegliesse onde punirlo; nel nuovo Testamento furono minacciali terremoti, anche per la fine del mondo, di-
eriiut
Paolo
s.
prigioni in Filippi, improvvisamente
e 3. "del-
Se nell'antico Testamento
minciaiono quindi
sasso del sepolcro del R.eden-
il
sollievo e
rovinate città rimise loro
raemotus magni
apparirono a molti,
avvenne altro gran terremoto, che nell'istesso annosi rinnovò per la venuta
le
laroiio,
cle'sanli risuscitarono,
città
tore,
re,
crede che morissero più di
in
poi l'angelo discese dal cieloper
rivolgere
lium,extitiììotus Tiìicrii Cacsaris pi-iii-
Sì
raonu-
i
nienti sepolcrali submbaiii a Gerusalena-
cìpatiixii Vrhihus Asine iinanoctc pròstratis.
lerremoloaprironsi
slesso
ed entrati
vanti l'era volgare in diversi luoghi, e clie la
Perlo
,
altri
morendo
di
co'
paura.
di tutte soffrirono le città d'Asia. A-r
perlasi la terra in molli luoghi, ne usci-
rono acque rie città.
salse,
Nel
34o
ed
il
mare
inondi) va-
nell'ariana persecuzio-
ne, l'ira divina subissò intere
città,
recan-
TER
TER do desolazione in piìi luoglii: s. Efiem riniovò quelli che altiibuiscono a cgioni terremoti e non alle divine minaturali monti d'Armenia nacce, narrando che i
i
si
disunirono e dibatterono insien)e,uscen-
done fumo
e fuoco, e poi
riunirono. JNnl
si
fu distrutta dal terremoto Neoces.i-
343
rea di Ponto, tranne
salvo
vescovo e
il
s.
358 volendo
dall'es-
la cit-
Racconta
24
nel principio del giorno
agosto alcune nuvole oscuraioiio il sole e l'aria in modo che non si disccrnevano
impetuosi venti,! quali percuotendo monti cagionarono orrendo strepito, e nel lido del mare tremendo fragore, che accompagnaindi levaronsi
;
i
li
da
produssero
furiosi turbini
moto che rovinò città e
il
terre-
sino da" fondamenti
sobborghi. Tra
i
Io
la
spavento uni-
lamenti de'miserabili che pe-
versale e
i
rivano,
fuoco Iraspoitalo dal vento per
5o
il
giorjii e altrettante notti arse tutto-
ciò ch'eravi restato,
morendovi pure
mo. Durò dal settembre
s.
so fu
terremoto che scosse la camera del s. Paolino vescovo tli Nola. Nel o 44^^ insorse quel terremoto che fu il
445
più funesto de'precedeuti nella celerità, nella durata e nelle deplorabili rovine, prolungandosi quasi 6 mesi per tutto il mondo, rovinando innumerabili edilizi in Costantinopoli e aitrove,ed apertasi ra molti borghi
mente
seccarono molte fonti, e in vece
si
scaturirono altre acque.
nuovi monti
,
il
mare
impeto
e gettò fuori con gran
formarono
Si
suo letto
uscì dal
pesci di smi-
sommergendo molte
surata grandezza,
sole cogli abitanti, che più
ro, lanciando navi sulla terra. Spaventati gli
abitanti di Costantinopoli dalla cadu-
Sj
ta degli edifizi e di
torri, e
re Teodosio in
campo
II
e
vescovo
il
le
s.
dubitan-
f d^briche
imperatoProclo, ed
aperto fecero orazione e dicen-
do con lagrime le litanie; quando alla vista di tutti un flinciullo s' innalzò rapito verso
il
cielo e disparve. Disceso in
terra narrò
mare con grandissimo impeto, sommerse molte città isole e in-
d'aver udito dogli angeli cantare
numcrabili popoli: allagò
ciò detto spirò. Allora
il
,
le
la
terra così di-
navi rimasero in
sagio
(}'.J
popolo
di
all'
cantare
care
mensamente
de Teodosio
Nel
368 furono
l'Asia grandissimi terremoti,
come
terono Nicea,
Nazianzeno,
il
riferisce
nel-
che abbatGregorio
s.
cui fiatello Cesario
que-
store fu miracolosamente preservato dalle l'ovine.
Nel
394
dice
elementi deplorarouo
la
Ambrogio, gli vicina morte di
s.
l'ira
imperatore e
in lode di
secco ne'precipizide'monli.Renevento imsoifiì.
i-
non apparve-
città coli'
fi-
la ter
Improvvisa-
inghiottì.
uscirono fuori della
terremoti improvvisi eor-
narrazione sembra quasi
sordinatamente, che
Girola-
moriente
volosa pel complesso degl'inauditi disaUscito
Pa-
restarono ingoiate.
città e castella
nel-
1
stri.
la
impu-
1'
novendtre, e
al
tutte
rono ingioiate dalla terra piìi dii5o tra luglio 365 furono per cittàe luoghi. A'2
mondo
rissimo Vigilanzio, e ralferuia
do che rovinassero
l'eresia ariana. In altre parti d'Asia resta-
tuttoii
Spagna
lestina, nel recarvisi di
ve
il
scovo Cecropio successore d'Eusebio
ribili, la cui
oltre le altre provincie
:
d'Oriente, dal terremoto fu scossa
molte
GregorioTaumalurgo.Nel
cose più vicine
guise con terremoti, dìiuvi d'acque e
insolite caligini
Nel terremotodiPalestinadel4i 9 più Ino ghi furono distrutti. Nel 43 1 meraviglio-
tà subissò per divina vendetta.
le
in vn
vi si tro-
1'
Ammianoche
127 tuibnndosi
G/Y///(/<',
ove restò
vescovi erano in calumino
i
ie
il
che
imporaloie Costanzo celebrate un concilio d'ariani iti Nicomedia,
mentre
1
I
la chiesa,
gli altri
vavano, preservazione attribuita servi sepolto
Teodosio
vescovo
Dio, avanti s.
il
Tri-
a lui,
Proclo ordiuòal
le
udite parole per pla-
il
terremoto cessò; on-
divina, e II
al
e Pulcheria decretarono
diesi cantassero per tutto
il
mondo. Que-
sto cantico o inno fu appi-ovato dal concilio di
Calcedonia
,
registrandosi
racoloso avvenimento per
il
memoria
minel
Menologiode'greci a'24 settembre. A'o.S settembre
447
'"^
Costantinopoli
si
ria-
TER
128
TE
lungo lérremoto, il quale iliioccò molle chiese, più casce altre fal>biiclie, con grande uccisione di uomini
novo
orribile e
donne
e di
mali per
la
disaslro fu foriero di gravi
il
:
Chiesa, poiché Zenone impe-
ratore ch'erasi finto cattolico, tosto nifestò perfido eretico. Nel
449
si
ma-
disastro-
terremoto del Ponto, cadde grandissima parte della riedificata città di Neo-
so fu
il
cesarea,
ma
la
chiesa in cui
si
venerava
corpo di S.Gregorio Taumaturgo anchequesta volta restò illesa. Nel SiStuo-
il
slrò
il
Signore sopra Antiochia, divenuta
scuola d'eretici,
la visibile
sua giusta ven-
imperocché di repente nell'ora del desinare un istraordinario terremoto spargendo impetuoso vento, questo trasportò il fuoco delle cucine, che abbruciò gran parte della città, mentre 1' altra cadeva detta;
per
le violenti scosse della terra,
stò sepolto
il
e
vi re-
vescovo Eufrasio con altre
innumerabili vittime. Le vittime
umane
furono innumerabili. Questo castigo avea predetto s. Teodosio il Cenobiarca a' suoi monaci. Caddero anche molte città di Grecia nel terremoto del 552, mentre Giustiniano 1 perseguitava la Chiesa e
Papa
Vigilio in Costantinopoli, e
bissarono altri luoghi. Nel so imperatore l'orribile
si
su-
553 sotto lo slesteri emolo scosse
percorrevano
te
mosine e
5S5
chiaro
di ter-
come rilevai di sopra. Nell'inverno del 557 a mezza notte scoppiò il terremoto
ra,
in Costantinopoli, e per ogni parte
non
udirono che pianti e disperate strida, uscendo tutti tremanti di paura dalle case nelle pubbliche vie, raccomandandosi
si
fervorosamente a Dio: nelle rovine restò
manifestò
si
60,000 persone d'ogni stato e invamente ad Asterio: il vescovo e quel-
rirono clusi li
ch'erano con
ché cadesse
590 Papa
la
lui
Pelagio
gno, poiché a'26 ottobre il
principali di nol-
adequate
tute molte città e
e più altre fabbriche, colla seppelliti nelle rovine; le
al suolo: in
morte
di
mol-
caddero e fra-
statue degl'imperatori, ove
l'empio Leone
III
avea distrutte quelle
del Salvatore e de'sanli, e poco
dopo mo-
Nel 74^ alla siccità si aggiunse ilaonosissimo terremoto massime nell'Egitto;
rì.
laonde
i
monti nell'Eremo di Saba
si
con-
giunsero insieme, e furono assorbite delle
Nel
castella.
746 da'5
agosto ali.° otto-
bre furono caliginose tenebre e poi un or-
rendo terremoto nella Palestina e per tutmorte d' innumerabili persone, rovina di chiese e monasteri. Ole Sicilia,
si
cominciata in Calabria
dilatò per l'Epiro, per l'isole
mare Egeo,
poli,
I
scosse tulio
Costantinopoli atterrò chiese, monasteri
del
soiitudiue e ne'raoDtì.
si
Levante, e pel terremoto furono abbat-
do. Alcuni lasciando onori e beni, questi ritirarono nella
nel
sofferto
Iddio manifesti segni del suo giusto sde-
donarono
si
dopo aver
i
tre a ciò, la peste
alle chiese e
II
ben-
Morì
nel suo pontificato l'inondazione Tevere (J .), terremoti, la carestia, e la Pestilenza (T .) per la quale peri L'oriente, Roma e l' Italia nel 6j5 furono flagellali da orribili scosse di terremoto e dal mal di lebbra. Nel 7400 74» imperando Leone III ì'Isaurieo, furioso persecutore delle ss. Immagini e de'caltolici, die del
Durò il terremoto più giorni, e il timore e lo spavento fu accresciuto dallo sparmon-
salvi,
Roma
ta la Soria, colla
il
restarono
casa ove stavano.
sepolta una gran moltitudine di popolo.
gersi nel volgo che|stava per finire
giudizio di
il
i
cassarono
commozioni
li-
con-
Dio negli antiocheni persecutori di Gregorio loro vescovo, mentre il suo nemico Asterio e cagione di tutti mali a'3o settembre flice va le nozze con festa di tutta la città; dopo il crepuscolo un impetuoso terremoto la scosse terribilmente, ne abbate gli edifizi, e per le rovine mo-
vinò Berito nella Fenicia, e tremò Alessandria nell'Egitto, che Plinio avea prea
si
vertirono dalla rea vita che menavano.
Nel
ti
non soggiacere
distribuendo
vesti a'bisoguosi; nmlti
Costantinopoli e altre città d'oriente, ro-
teso
R
la città
e penetrò in Costantinoove per 3 anni fece tanta strage che
spopolò
tillà e
sobborghi, appena reslau-
TER
TER
do luoghi per tumulare morti. Mandò Dio questo flagello per frenare l' iconoCopronìmo,vaa l'emclasta Costantino pio cuore del nuovo Faraone restò induNel
rito.
no
74o
moto,cheduròper tuttala seguente notte. Uscì ali'unprovviso dalla terra e dal mare
distrulle dal terremoto, altre rovina-
in casa, tutti
dimorando
al-
l'aperto sotto tende e padiglioni, e l'im-
peratrice Irenecol
Costantino
figlio
V an-
801 a' 2 5 aprile Carlo INIagno da Roma andò a Spoleto, e mentre vi dimorava a 2 ore di notte del 3o un tremendo terremoto scosse laFrancia la Germania e l'Italia, subissò molte cita
s.
Mamante.
Neil'
,
tà e monti.
Il
celebre altare della confes-
sione della basilica Ostiense restò schiacciato con tulli
per
la
suoi preziosi
i
caduta del
ornamenti
tetto: a lutto
riparò
s.
Leone III co'soccorsi di Carlo Magno, onde rese il tempio piìi ricco e brillante. A. Litanie minori delle Rogazioni, notai che V furono in Francia istituite o
nel secolo ristabilite
da
s.
Mamerto, per ottenere
la
un suono confuso, che riem[)ì tulli di spaLa famosa Mecca lo solfrìneir867. Neil' 896 o 897 un terremoto in Roma fece gravi danni, e rovinò la basilica La-
teranense, e perciò ne riparlai a
commosse
vento, ove caddero
restarono
gliardi, e
lo e del vescovo
:
grandi rovine. Ricordevole è
un terrenjoto generale, che perficie di tutto 1'
860
la
il
1'
856
scosse la su-
mondo allora noto.
Persia e
la Siria
per Nel-
furono scosse
dal terremoto. Neir86i Costantinopoli fu scossa da gran terremoto, e sentendosi tutti gli
abitanti compresi e oppressi dal
more della morte, gridavano gionedi tanto flagello tro
il
patriarca
s.
la
li-
nel suo monastero,
il
Bene-
torri, sotto le
In
Roma
quali
nel io
i
7
quamjudaeij
terni
,
perchè alcuni ebrei nel giovedì santo aveano crocefisso un'immagine di Gesù Cristo, onde Benedetto Vili fatti decollare rei, i e ciò
i
venti
si
quietarono,
come con
altre noti-
terremoti ricavo dal Bernino,
zie sui
storia dell'eresie. A'
///'-
23 agosto 1064
il
terremoto in Costantinopoli rovinò molte ,
e in Nicea cadde s.
Sofia e
racusa, e nel il
i
grandissimo
il
monumenti
degli an-
terremoti afflissero neli 100 Sii
I
I
7 tutta Italia,
movimento in Lombardia 4o
durando
giorni col-
l'abbatlimento di moltissime case, e una cambiò sito: in Milano precipitò u-
villa
na torre. Neh 123 recatosi Onorio II ia Benevento, uno spaventoso terremoto addolorò la città peri 5 giorni, abbattè le mura, scosse le torri e tutti gli edifizi: il
Papa per
le
pubbliche preci
Grave
immune
ri-
28 fu il termoto di Tiro, così nel i58 in Benevento, nel 168 in Pisa; a'4 febbraio 169 in
partì per R.oma.
nel
1
1
i
I
Calabria e
persecuzione con-
tania, e la
terremoto cessò. Mi-
5
spaventevole terremoto, che
sì
essere la ca-
Ignazio: lasciato libero
1
5o persone.
i
christiani,
1
cit-
provincia
le
pene romani mortai swit
Oììincs
tichi re.
morte di molto popoanche Benevento pali
Te-
nel venerdì santo seguirono venti così ga-
di
tà d'Isernia, colla
il
Costantinopoli,
di Grecia, ed altri luoghi, fra'quali
tempio
abbattè da'fondamenti quasi tuttala
986
venerano. Nel
si
to
chiese
s.
ss.
Paoloche ivi teiribile terremo-
ste, per quelle de'ss. Pietro e
Leone III le stabilì in Roma e poi l'uso si propagò per tutto il cristiaresimocomedissiaPRocEssiONE. Neir847 un fiero terremoto scosse tutta Roma, ed I
altri ministri,
vento.
cessazione de'terremoti; e che per quelli
deir8o
29
Soria alcune città furo-
'"^
da'monti trasportale intere ne' campi a 6 miglia distante, e si aggiunge cogli abitanti e salve! Nel 789 a' 18 febbraio tale fu il terremoto che ninno osa-
dò
1
W
te, altre
va dormire
d'ordinare sacerdoti e
quando la sera dell'Ascensione deir862, Iddio l'ammonì con un grandissimo terre-
i
i
Sicilia, coll'intera
morte
di
i
rovina di Ca-
5, 000 persone, col
vescovo e grandissima parte de'monaci: causa di tanti mali furono gli enormi pec-
chele HI Vljhhriaco scherzando sulle co-
cati degli
Se sagre, attoinialo
vina puDÌzione, e quanto al vescovo avea
da buffoni, osteolava
uomini che provocarono
la di-
1
TE
3o
la dignità.
teiremoli afflissero
altri
ove
ria,
TE
II
denaro comprala
«Oli
riiìiiovò nel
si
Ki Sicilia
e
i
la
qo. La lena
1
1
Neil
7
i
Sili
e-
un SI gran numero di volte ne' seXll e XI li, che gli storici non le registrarono tulle. A' 3o maggio 1202
le
VI
U
abbia applicalo per
fdile all'altare di
riparazione
la
sarebbero Paolo durante l'anno che
di Ila basilica le oblazioni s.
si
itiò
santo 3 5o.llNibby,/io/;?(^/(7/?/Kv/. parlan-
eoli
do del Colosseo,ricorda il famoso terremoto accaduto in R.oma a'primi del setlembrei 849,che fece grandi rovi ne, e forse allora cadde una parte dell'anfiteatro, poiché pochi anni dopo si posero in vendita
la Soria fu scossa
luolo,
cadde
la
da grandissimo terre-
ciltadi Accou col palaz-
zo regio, Tiro fu ta.
in gran parie rovinaAcca fortissima rocca fu inlerauien-
tp abbattuta,
rovinò
nìaggior parte di
la
con grandi uccisioni, restando ilAntaredon o Torlosa ove s. Pietro npcslolo a vea eretta la prima basilica alla ]!. Vergine: seguì una gran siccità e poi la peste. Nel 1223 un orribile terremoto distrusse Siponto, con molle vittime: l'arTi'ipoli
lesa
civescovo co' suoi preti
si
salvò nella cat-
tedra le. Ciò accadde in quaresima, che gli *
trattavano peggio del carneva-
Roma neh 281
tata dal
fieramente fu sconcer-
teriemotOjOnde Gregorio IX pas
so a Rieti. Nel
1279 questo flagi'llo afflis1289 la Francia. Molti
se Foligno, e nel
terremoti fuionoin
Italia
neli298, spe-
ciahnente inRieti, Spoletoe Pistoia
caddero case, chiese e
in cui
torri. In Rieti co-
I.' domenica dell' avvento, dimorava Bonifacio Vili, si estese ne'dintorni e durò molti giorni a più riprese. Impauriti il Papa cardinali e
I
le pietre
marzo 354
diroccate. lli.°
^^~
1
rono in R^omania grandissimi terremoti, ed in Costantinopoli abbattè vasti e nobili edifizi e gran parte della città, con numerosissime vittime umane: non vi fu che non ne risentisse rovina nelle mura, con gran mortalità de-
castello o città
gli
A'5
abitanti.
e
3o dicembrei456
iiìcndo e rovinoso fu i:cvento,
il
terremoto
il
tre-
Be-
di
quale restò distrutto nella più
pai te, moltissimo soffrendo la cattedrale
morte
colla
di
85o
persone.
11
castello
Pa-
lude fu svelto da'fondameuti, restandovi estinti
1
o83
individui; la terra d'Apice fu
desolala colla morte di 10
1
ouominijMon-
fecalvo nella maggior parte distrutto, re-
standovi oppresse
80 persone; Tocco
Vilulano fu eguagliato perirono;
al suolo, e
in
molti
Tuoro conquassato, perde
Uiinciò nella
vi
mentre
3 5 persone: altre castella dell'arcidiocesi
vi
,
la
corte, Donifacio Vili
si
i
ritiiò da*
menicani nel chiostro del con vento ti,
di Rie-
situato in luogo alto e u)assiccio, ed in
piccola stanza riposò su tavole ti
do-
sottili.
Tut-
nella notte recavansi ne'campi, per
ntore che
gli edilìzi
mando
terra
la
menti, ^el
Unibile
I
li
na parte
s.
appresso
la sola
(juila,
neh 481
patì
Roma
il
il
Napoli perde 3o,ooo aPisa e Lucca. Pei terre-
Costantinopoli del
i5o8
e
i5og
terremoto.
perirono piùdii 3.000 individui. La Ger-
1848,
mania ne fu scossa neh 5i 7 gravemente. Tra'terremoti cui soggiacque Lisbona, u-
del
leggo in mg.' Nicolai,
e
O-
Della
Paolo, cadendo a terra buo-
de'tetli e delle fabbriche annes-
grande edifìcio, o almeno restò atterrato il campanile e una gran parte dell'atrio: il campanile fu riedificato, esemse al
bra che pe'notabi li danni
luoti di
fie-
Neh 454 si vanumero degli abitanti sotto le rovine. Due anni secolo.
terremoti rovinarono nel 146 lA-
seppellissero: tre-
828 Norcia
come
liasilicadì
rimasti sepolti
I
e giu-
meridionale fu scossa
XV
ramente nel lutò a 100,000
iiime.
recò gravi danni anche alla basilica «tiense,
Benevento egualmente furono danneg-
giate. L'Italia
ti-
cadevano uomini
fu quello di
(li
sofferti,
Clemeu-
iio
to
de'più funesti fu quellodel il
1537 le
1
53o, e
lut-
Portogallo ne rimase sconvolto. Nel ''
>'6gno di Napoli fu replicalamen-
spaventato dal terremoto per 20 mesi
consecutivi. Dipoi in Napoli
brei546 un gran numero case furono abbattute, e
vi
a'5 dicem-
di chiese e di
perirono più
TER
i3i
commosse Roiuaj^ua,
e intorno a R:i-
TER di
20,000 persone: Benevento,
Gaela patirono
60 leghe
di coste
vincia della Cina.
moto
nel luglio
1
Ri indisi e
to
sp;uvero in una prò-
venna morirono da 1000 persone. Nel i6(53 parecchie disparizioni seguirono
Tremendo
nel
danni.
foravi
jG4
ijjG
iNel
fu
terre-
il
Provenza; così a'i 7 febbraio iSy Inghilterra.il terremoto deli 58o fti
di
mortalità, essendo
in
i
Canada. A'G aprde 16G7 pel terrefierissimo cadde Ragusa con gran
moto
a INicea, e nelle coste
popolazione
la
quundo rovinarono
uno Mani-
le case,
accese anche
gran vento
vi
ca uscì dal suo letto, ed invase parecchi
rirono da
5ooo
quartieri di Calais e di Boulogne; inol-
castella della contraila
de'piìi forti sentiti in Francia: la
tre successero molti sinistri marittimi.
suolo tremò ancora nel Perii. zo
i
584
terremoto
''
la Svizzera,
grande
fu
il
il
afflisse
DeKìnato
dabile fu
Piemonte, Borgogna:
ca e di
il
e la
Lima. Violento
Francia nel r588, sui paesi
lungo
situali
no
nel
slria,
I
1'
la
Tigo a'5 settend)re flagellò l'Au-
Ungheria,
mia: più solidi no danneggiati, e i
fu
il
5g6
i
rovine.
terribile
i
terremoto in Inghilterra. A'3o Iu-
gello Sere.
Neli637 questo
il
scosse la
Un
ra col gregge,
da un improvviso
ove gettò
a terra
Bagnaca-
fla-
Ha di Pentecoste a ore 2 scosse Napoli con gran danno, e bisognò pimtellare le case: cadde la cupola della chiesa del Gesii, così il famoso portico di Castore e Polluce, e la chiesa di s. Paolo antichissima, Nell'Asia cadde quasi tutta Smirne. Nel
Ca-
Sannio, Benevento precipitòiu
1
al
e vio-
nuovo gettato campo. Lima nell'Afnerica patì gran
rimasto campanile
Qui
pastore fu ingoiato dalla ter-
ma
scosse tutta la regione del Vene-
vallo e Cotignola. ludi a' 5 giugno vigi-
labria, rovinando chiese, caseepopolazio ni intere.
688,che
lo e dell'Emilia
glioi627 Benevento fu fieramente scorsa dal terremoto che agitò tutta la Puglia, gettando a terra s. Severo, Lesina, Torre maggiore, le Procina, Serra Ca[)rio!a,s. Paolo e altre castella,'' colla morte di circa 10,000 individui: il vescovo di s. Severosi salvò per miracolo, durando
•
si
modo che
poteva incidere:
fu Benevento. L'arcivescovo cardi-
nai Oisini preci[)itò dal i.^apparlammi-
lento bollore d'acrpja fu di
to de! suo palazzo, che rovinò tutto,
sul
ve restò sepolto tra
disastro a'26 ottobre
1
646
:
altrettale col-
Norvegia a'24 aprile 607. In questo un monte disparve tra Bordeaux e Narbona. A' 6 novembre 609 tremendo fu pi la
I
1
il
terremoto
io
li
molte case molti abitanti dall'improvvise Tiemendissimofu il terremotodel
aggiunsero vapo-
razioni pestilenziali. Nel
Piimini.
1
Moravia e la Boeedifìzi di Vieima furola
vi si
FormiMar-
della
ilei
1
Questo fcnome-
Loira.
del tulio rovinate.
terremoto
e
furono scosse, Gat-
1672 Romagna, massime a il
mo-
le cillà
Opuscoli t.3^,v\pQvtii [a Relazione del tremuoto grande che fa in Ariniino a \^ aprileiQ'j'ì, giovedì santo a ore 11, del d.'' Gio. Bianchi. Nel 678 disparizioni si notarono ne'Pirenei. La capitale della Cina perì iu parte nel 679, con 3oo, 000 de'suoi abitanti. vScossa nel 1680 la città di Malaga, perde con
numero de'morti e la distrui586 il terremoto
fu quello di
fuoco. Vi
persone: tutte
p. CiAoa^evìì,
zione di villaggi. Nel
disfrusse infelicemente
Buoda
laro e
Il
Neh. "mar-
il
in letto
ed uscito un
Calabria che scosse Ca-
le
ora, e per l'intercessione di ri
fu
do-
rovine perquasi un' s.
Filippo Ne-
meravigliosamente liberato, come
risulla dalla deposizione giurala del car-
dinaie estarapata in piùlingue. Niunodella
famiglia sua che
si
trovò nell'episcopio
lanzaro, Storiano, ÌMileto e Squillace, col-
perì,
benché
rovina di moltissime case e morte di
la vi
apparteneva restasse quasi sepolto
la
numerose persone. A'2 terremoto scosse rciiei al
la
i
giugno
1
660
il
Francia, da'monti Pi-
Limosioo. Nel 1661
il
terremo-
il
vescovo Sai
nella sua stanza, e lo
nelli
che allo-
apprendo dallo
stes-
so suo racconto.
La metropolitana
uò uella crocerà,
nel coro, nella sagrestia
rovi-
TER
TER
i32
nuovo segretario, restandovi i! rimanente conquassato. Cadde la basilica
e nel
Bartolomeo, che avea resistilo a tanterremoti; né vi restò in città, né
di
s,
ti
altri
i'u'ori
chiesa per celebrare.
monache rovinarono,
le
monasteri del-
1
e
arcivescovo
I'
collocò le religiose in que'di Napoli fino olla riedificazione. Dalla parie del
fiume
Sabato re-lòlacillà spianata, e nella parte inferiore non rimase pietra sopra pietra. Morirono tra le rovine I 363 beneventani e circa
200
l'arcidiocesi
che patirono furono
simi del i456,
(uraslieri.
luoghi del-
I
presente disastro af-
d^i\
fatto spianati, colla nìorle di
Lo
De.
mede-
i
perso-
793
Or-
zelo e generosità del cardinal
la festa di
precetto
vi
fu celebrata nei
con illuminazioni ed erezioni
l'immagine
di
s.
Filippo, nelle vicinanze
cominciò a tenere neh ysB.Abbiamodue opuscoli riguardanti
il
fin
qui riportato.
Narrazioììc de prodigi operati dal glorioso s. Filippo Neri nella persona del' l'Emo sig.r card. Orsini arcii'. di Bene^•eiito , in
occa sione che rimase sotto
distrusse quella città
a ò giugno 1688.
Napoli. Icon nientisy etcordis Benedieti
XIII exhibens et
narrationeni suae vitae
miraculorum, quae Deus edidit gra-
\'ihus in periculis versanti,
Phitippi
depreca tione
opitulatus. Fra ncof urli
persone.
A Messina
po Benevento dalle rovine, a' i4 marzo di nuovo il terremoto lo disfece, ma alla
remoto
del 1693. A' IO giugno
poterono
cittadini uscire dalle
i
loro case che restarono notabilmente ofl'ese; altri
lieddo
vi
non potendo
suoi
8356
in
viltin»ede'
non manca-
Benevento il cardinale nuova chiesa rovinata
fece esliarre dalla il
corpo
ili
s,
re,
lo stato pontificio la
monio
Ronja sog-
bestiame, e fu conseguenza di fiera epi-
demia.
A
tante tribolazioni accorse be-
nignaujente Innocenzo XII, con soccorsi generosi e pronti. Nel
400,000
secolo
XVI li
di
Bartolo-
s.
1699 un
disastro-
sissimo terremoto fece perue nella Cina piìi di
articolo
parlando della chiesa
provincia del Patri-
e luoghi circonvicini;
Teve-
all'
ter-
orribile terrenjoto riempi di spavento nel-
Barlolonieo (sul quale è a
vedersi quanto dico
il
1695 un
con danno notabile delle fabbriche e del
coni5o
abitanti che avea. Neil' arci-
Appena
60,000
rovinosissimo fu
2.°
diocesi nìolte rovine e morti
rono.
7 25. Nel i6f)3 perirono in Sicilia
maggior parte
tornarono e perirono. Nella
delle case crollarono
1
JYcì'ii
giacque a rovinosa inondazione che si eslese per le cainpagne del suo territorio,
resistere al vento
scossa tulle le chiese e la
le ro-
vine delle sue stanze nel tremiioto che
s.
T." scossa
727
della stessa chiesa; la cappella papale s'in-
grande, e con ispese esorbitanti fece riedificare Eenevento più bello. Nel 1 "Jone quando appena avea rialzalo il casini fu
1
d'altari col-
il
persone. Al principio del
Ramscialka provò pamassima violenza; le
recchie scosse della
dalle rovine del lerrenjoto, divenuto Pa-
mare invasero la riva e si eledi 20 metri d'altezza; si ritirarono poi lasciando immensi spazi sco-
pa Benedetto XI li,
perti.
meo
all'Isola), precipitò la volta.
to
cardinal Orsini anche questa volta
il
Salva-
oltre d' avere cura-
to la riedificazione del crollalo, per rico-
noscenza a
s.
1726
Filippo dichiarò nel
perlioma festa,
e suo disti elio di piecetto la sua con cappella papale alla sua chiesa
con nobile cavalcata del Papa
e de' car-
dinali, oltre la prelatura e la corte;
il
lut-
avendo narralo nel voi. Vili, p. idi e |55, ed altrove. A delta chiesa di s. Maria dellaVallicella Benedetto XIII concesto
se
1
iudulgeuzu pleuuria, e per
la
'
i
.
volta
ac(jiie del
varono a più
contem poraneo diarista Cecconi narDiario istoi^ico, che a' i4 gennaio 1703 in Roma si sentì una fiera 11
ra nel suo
scossa di terremoto, che riempì di terro-
re e spavento tutta la città; e del pari lo provò Norcia e Cascia che ne restarono rovinate, e lai. "ridotta un mucchio di sassi.
Clemente XI adunalo
gio, accorse al
il
sagro colle-
sovveuiraento del suo po-
polo, ed a placare lo sdegno di Dio.
Mag-
TER
TER glori poi furono
le scosse della lerra ripe-
salvando
tutesi a'2 febbraio,
la città l'in-
Tocato patrocinio della B. Vergine, e dei ss. Pietro e Paolo. Aggiungerò col Novaes,
che
alle provinole
dell'Umbria e
bina, più di tutte danneggiale,
di
il
Sa-
Papa
spedi Pietro de Carolis per esaminarne bisogni, e poi
i
soccorse, esonerandole
le
ancora per 5 anni dalle pubbliche imposte. Noti solo varie città dello stato pontificio ne furono orribilmente danneggiate, ma anche nel regno di Napoli, e si propagò per tutta l'Italia. Il Cancellieri nel Mercato, p, iGi, pubblicò il dialio del contemporaneo Francesco Valedi
ficia-nel
tenne cappella poiiti-
palazzo Valicano per
la
distribu-
zione delle candele, a cui assislè sua Beatitudine, ed alle ore 18 e i;45
Santità recitava
rendo
le
le preci
,
parole, ut nullis nos pcnnillas
pertiirhationibus concutiy vennero 3 scos' se di terremoto
cos'i
gagliardo, che atter-
che assistevano alla cappella, se ne fuggirono spaventali. Sua Santità porquelli
rili
4 gennaroi 708, prima
del-
spavento una lerribile scossa
terremo-
di
molle volle in quel mese, e precisamente il dì 16 che Nostro Signore
to, tleplicò
portò alla Scala santa, con sordini alle
si
tiOM)be delle compagnie, bandiere e ar-
mi
ri
voltate,
come
si
costuma ne'gran co-
rucci. Si fecero nioUissìme divozioni, e si
osservò del
Roma
tutta mutala. A'2 febbraio
medesimo anno tenne Nostro Signo-
re cappella nel giorno della Purificazio-
quali credesi di doverrestar preda de'sas-
1
si
1
2 ore di notte, s'intese con universale
le
"^'^'^''"^ ^'^'^
,
la Purificazione,
Ruffo, e delle quali posseggo
e stava profe-
Clemente XI tanlo costernò Koavendo egli veduto in tale disastro ondeggiale 1' obelisco di iiia7za ìNavona. «Venerdì 2 febbraio yoS, festività delficato di
na
Tommaso
la copia.» A*
tempo che si dicevano le litanie, stabilite dopo il terremoto, e quando per rap[)unlo diceva sua Beatitudine, Sanctus Deus , si udirono due foi li sco>se di terremoto che durarono un buon JZ/vc/'e/'f. Subito Nostro Signore si rimise in ginocchio senza dir altro. Tutti gridarono con flebili voci, 71//sei-icordia. Misericordia, facendo quegli atti che possono farsi in simili casi nei
terremoto terribile che nel ponti-
sio sul
i33
Maestri di Camera raccolte da mg.r
ne. Al fine di essa, nel
,
si
;
poiché
volta della Sistina
la
gni evidenti di aprirsi. flagello,
gnore
si
con restar
dava se-
Terminalo questo
lutti illesi,
Nostro Si-
portòall'altare degli Apostoli nel-
la basilica
Vaticana.
Dopo che
lasciò nel-
orazioni, lo scrittore delle presenti J/e/;zo-
camera de'paramentigli abiti sagri, per istrada e propriamente alle scale di Costantino, venne un penitenziere e disse a mg."^ maestro di camera di supplicare NoslroSignorea non portarsi in chiesa, per-
Navona, do-
chè quella cupola avea fatto gran movi-
tato sul faldistorio
il
libretto,
si
pose col-
le braccia piegate a
pregare sua Divina
Maestà a sospendere
li
sato
rie,
il
suoi flagelli, e ces-
crollo della terra, prosegui le sue
mi ritrovava
nella piazza
ve vidi l'ultima fontana, ch'è posta verso la piazza dell'Apollinare,
mossa dal
ter-
la
mento (comparsero delle fessure, per cui dubitò che im giorno si sarebbe trova-
si
remoto, che veniva da oriente, piegarsi
la scesa
e versare dalla parie opposta della conca
menti, che per tanto tempo laveano ret-
con furia -grande l'acqua, e con impeto tale, che passì>va il ricettacolo dell'acque, che le soggiace, recando non poco orro-
ta Sisto
re londeggiaVe che nile di
s.
si
vedea del campa-
Agostino, di tulle
le
fabbriche
in chiesa a
ringraziare
i
fonda-
con due cerchioni di lèrro l'avea cinV, e con altri 6 la cinse BenedettoXlV, aveudole fallo avere l'inutile verta:
gogna
di farle
mettere pnbblicamente
Ma
e della guglia della della piazza Navona".
cellieri).
Lo
za indicibile volle ricorrere all'aiuto di
stesso fatto
memorando
nelle mss. Istruzioni j)cr
li
fu registralo
monsignori
il
bcaghiere: queste lepidezze sono di Cansua Beatitudine con costan-
gran prolellore; e
il
sì
giorno nuovamente
TER
i34 si
TER
recòalla Soala santa, con sordinl all'an-
tlare solamente (qui si può aggiungere che anco a'3 febbraio il terremoto repli-
cò
le
come
sue scosse,
leggo nella lapide
Campidoglio, che poi ricorderò). Per
di
rendimento lerminò pel
Santità sua de-
di grazie, la
dì 7 di febbraio mia grande e universale processione dalla cliiesa di s.
Trastevere a
]\]aria in
s.
Pietro. Ivi dis-
gevanojcantavano litanie ealtre orazioni; esclamando: Fuori di cdsa fratelli ci-istiaiìi .sah'ìamnci , salviamoci: e^\i?k\men-
teper timore fuggirono nudi o mezzo vestiti, principi
e principesse,ed altri signori:
cardinali Bichi eCostaguli colle loro fa-
i
Campo
Vaccino, ove 3 una partorì; l'ambasciatore imperiale fuggì a piazza del Pomiglie corsero a
donne abortirono
e
se messa, e datosi principio alla proces-
polo
sione da tutte
minario romano e del collegio" dementino cercarono di salvarsi, accompagnati
le religioni, l)asiliche e cle-
ro, segna ttu-a, prelatura e corteggio, quin-
Nostro Signore con camauro e corona
di
mano
un passo prima della Santità sua mg.' maestro di camera e dopo il in
,
,
J^apa tutto
il
sagro collegio con berretta
Poco priLungara, cominciò
in testa, arcivescovi e vescovi.
ma
di
giungere
alla
a piovere con acqua minuta,
Sua Santità
te.
ma
processione. Permise però che
prendessero
ì\
e che tutti
il
li
Terminata
cessione,diedesua Beatitudine in
benedizione
la
al
ticano in sedia",
carduia-
cappello, com'egli fece,
coprissero.
si
frecpien-
volle seguitare a piedi la
popolo, e il
si
la
prò-
Pietro
s.
ritirò nel
Va-
Valesioconlinua a nar-
rare col suo diario. A'3 febbraioiyoS a
20 ore 3/4 si sentì altra scossa di terremoto e rovinarono 3 aichi dei 2. ricinto del Colosseo dalla parte verso
Gregoiio, e
s.
tini
caduti per
liipetta.
(he
il
la
Papa concesse
la fai)brica
si
traver-
i
Porto di le
8 ore
sollevò per
Roma
a'4 febbraio,
della precedente notte
del
dopo
chiesa di
ììn sussuro,
dicendosi essere apparsa
Madonna
Papa, avvisandolo die dopo la città dovea
I
I
ore
di
al
la
terremoto tutta
abissarsi, e perciò aver egli a lutti ordi-
nato d'abbandonar
casce salvarsi. Su-
le
bilo fu bussato a tutte gniti, e
le
porte da inco-
quindi da'parenti e amici per no-
tificare l'invito,
onde
a
un
tratto
la
città
fu piena di confusione e spavento: tutti
nudi, o te
in
«lei letto,
rienti o
si
chegliaveano in cura. Laonde riempirono di moltitudine le piazze di
Termini,
,
i
alle quali er-j stalo
d'ordine del
malati e
le
parto-
puerpere. Tulli urlavano e pian-
Papa
notizia di silfatto
bussalo
,
e intimato
Pervenuta la trambusto a mg."^ Paldi uscire.
lavicini governatore,
portò immedia-
si
tamente al Vaticano a narrarlo a Clemente XI, che ne restò addolorato, e tosto ordinò diesi spedissero cavalleggieri, corazze e sbirri a cavallo, e carrozze per tà, ail
avvisare
ferente a
il
la cit-
popolo ingannato e sof-
prontamente
ritirarsi alle loro
case, poiché lutto l'avvenuto era opera di ladri
per profittare della generale desola-
zione da loro destata. S'inviarono soldatesche per tutte
le vie
per impedire
sordini, dappertutto essendo
le
i
di-
porle del-
l'abitazioni aperte e senza alcuno. Indi
il
Papa pubblicò un giubileocon indulgenza plenaria, dovendosi visitare
la
basilica
Vaticana, con l'oslensione del Volto santo e dell'altre reliquie maggiori.
carono quasi se e
i
Spagna, del Popolo, Barbe-
di fuochi pregando Dio. 1 carcerali di Campidoglio pel timore sollevatisi, fracassarono il I. "cancello, e sarebbe loro riuscito fuggire, se non l'avessero impedito gli sbirri e servi del senatore. Si adoperò non poca fatica a trattenere le monache,
alcuni
anche
di
e altre più vaste. Ivi accesero gran-
rini,
ad onta della freddissima not-
ze più grandi,
convittori del se-
i
da'religiosi
camicia, o involti nelle coper-
te corsero precipitosamente verso le piaz-
carrozza; così
in
tri
i
le
Vi
si
re-
tutte le corporazioni religio-
sodalizi della città
cdme
penitenti:
battevano con catene di (erro,alstrascinavano co'piedi, altri portasi
vano pesantissime
croci.
ficazione vi concorse la
Con grande edicompagnia delle
TER
TER dame
di
Anna
s.
zione a
il
Ripa
lo e
io
s.
Callo de'Calinari,
umili abili. Mosse a compun-
a [liedi e in
vedere
i
riformali di
co[)erli di cenere,
corona
grondanti
di spine
Francesco
piingeiili
sangue, procedere
di
compagnia
s.
con corda
del
A
la
s.
la
piazza
Va-
si
porta-
a piedi nella basilica per acquista-
giubileo, intuonando
natore. Nella sera tutte
cero processioni, e
il
le
Borgo, per
le
Non
universale.
ojinore fu
XXVllI,
p.
55.
turbine durò
Il
to di
fe-
ereplicato a*2 e 3 febbraio
s.
pure
il
i
ycS, discorse citalo più
contemporaneo Piazza,
sopia, attribuendo
salvezza e incolumi-
la
tà della città alla protezione della
vea operalo stupendi prodigi per virtù
di
mio
A"5 febbraio
ri
di scudi
3oo
fu
di-
pubblicato un pre-
a chi rivelava gli auto-
della deplorabile confusione della not-
nome;
più
Roma, accaduto a'i4ei6 gennaio
se-
capitolo Lateranen-
[)er
d'un'ora e mezza. Dell'orribile terremo-
il
le litanie
terrore nel
il
rione Monti, per quanto riportai nel voi.
Gio. Battista, reliquia che altre volte avina.
orrd)i-
fiamme
della fornace di mattoni fuori di porla Ca-
parrocchie
se portò processionalmente la veste di
Madre
Dio ede'principi degli Apostoli, descri-
vendo la processione del 7, accompagnata da un popolo infinito agri man te e pen!
senza distinzione di grado, età e con-
tito,
e di prelati erano andati a picchiare alle
avendo egli aiìcora unito la sua compunzione a cjuella della moltitudine. Clemente XI compose due Omelie in occasione del terremoto di Roina, che furono volgarizzale e stampale
case; e perchè altrettanto era succeduto
col testo latino a fronte dal
in Pvonciglione, ein diversi castelli circo-
Novaes nella Storia di Clemente \I, aggiunge clie delti terremoti sparsero la
abusando
te de' 3,
del pontificio
che poco dopo fa aumentata a looo scudi. Non essendosi riuscito conoscere taglia
que'che
stanti a
in abito di palafrenieri del
Roma,
oltre le vigne
quantunque le porte urbane
Papa
suburbane,
fossero chiu-
dizione,
voce
e la sua
i
goGiorgiofjorgiosche voleva fondare una
ni a'2 febbraio
ed avea
riferito al
Pa-
pa le visioni e rivelazioni avute per la riforma del clero, sparlando de'cardinali e prelati; inoltre avendo scritto a un cappuccino che Roma dovea abissarsi la notte del 4 febbraio, il che essendosi sparso, vuoisi
che cagionasse
ribile confusione. Indi le
ore
4
tli
la
narrata ter-
a'i5 aprile verso
notte scoppiò un tiubine così
impetuoso che nou
si
avea memoria di
siuuie. gettando a terra molti
cammini
j
per avere
città, nelle cui
rovine pe-
costernazione in tutta Italia
abbattuto molte
società apostolica,
Crescimbeni.
Il
da guardie, si opinò da alcuni l'avvenuto per opera diabolica. Bensì fu carcerato e poi esiliato il fiamminse e custodite
I
Più
Irovavasi.
valleggieri trasportale perl'nria, tutti gri-
il
marchese Riario senatore, co'conserva-
il
come
dando 3Iiserìcor(Iia, ^Misericordia, credendo che fosse giunto il dì del giudizio
lori e tutta la curia capitolina,
re
nelle piazze
le fu lospaveiito in
dalie sue finestre compartiva
benedizione, traversando
rono
le
e pel terremoto che l'accouipagnò, uscì
La
ticana. Nella mattina seguenteal disastro il
sentendo crollar
rilo dalle predizioni,
Pa[)a
tutte queste processioni
commosso
non
offesa dì
capo
scalzi.
Pietrosi calcolò composta di i5,ooo persone.
con
letti,
case, [)cr l'impelo del vento furiosissinio
Rosario recatasi a
ss.
scoprendo molli
j)ochi.Duona partedel popolo, già impau-
col-
al
in
e
i3i^
rirono 3o,ooo persone; e che per gliarda scossa seguita in
Roma
la
1703, attribuendo
il
Papa
prodigio alla Purificazione della
tal
Vergine,
che
si
di cui ricorreva la festa,
ss.
ordinò
facesse voto di celebrarla [)erioo
anni colla
vigilia di
canto del Te ficia
ga-
senza dan-
dopo
la
digiuno
Deum
in
Roma,
col
nella cappella ponti-
funzione della festa,
il
che
notai nel voi. Vlll,p. 276, nel descriverla
,
ogni anno in solenne rendimento di
grazie a Dio.
Onde
per
memoria
del vo-
lo e dell'incolumilà di R^otna, nella stan-
za ove
si
conserva
la
Lupa
di
bronzo in
TER
i36
TER
Campidoglio, fu collocala un* iscrizione scolpita in inaimo, clic pubblicò Cancel-
162 del Mercato, ove
a p.
Jieii
il
disastro
viene espresso dalle parole: T ehemend-
bus 2''errac Motìbns Coiiciissam. Nel
XL,
voi.
785 ricordai l'altro voto fatto dai romani d'aslenei si per 5 anni da'tea tri e alp.
I
scudi agli
afflitti
vine. Dal 16 al
popoli per riparare
1744
si
sentirono delle detonazioni sot-
terranee a
Honda
sulle rive della
dalena: evidentemente
non indossare ornamen-
trasmesso dall'aria,
ma
tabilissima distanza
si
spettacoli, e di
rìocU
Roma,
seguente opuscolo stam-
col
pato nel lyoS in Roma. Breve discorso mttereologico de' terremoti, colia cronologia di tutti quelli che si sono senti-
Roma
dalla creazione del mondo il regnante Pontefice Clemente \I il dì 4 gennaio 1703. Dalla stamperia Buagni fu inoltre pubblicalo: Veridica e distinta relazione, ovvero Diario de' dannifatti dal terremoto de' 1 4 gennaio 1703, con un esattissimo ragguaglio di tutte le sagre funzioni ed opere pie fatte in questo tempo dalla Santità di N. S. Papa Clemente XI, e da tutto il popolo , colla notizia ti
in
sino al recente occorso sotto
1
ro-
patì grave terremoto. In tempo della grande eruzione vulcanica del Cotopaxi, nel
d'oro e argento. Tutto il narralo meglio lo descrisse Luc'Anlonio Chracas fratello di Gio. Francesco autore del Dia-
tri ti
le
27 gennaio 1742, Livorno
ad onta delia nopropagò nella ter-
grande profondità. Indi a'28 ottobre
ra a I
Mag-
suono non fu
il
746 orrendo
pitale del
fu
terreuìotodi
il
Perù, durò
4
Lima
ca-
minuti, e più del-
metà restò diroccata. Un quarto d'odopo tal terremoto, si sentì a Truxillo un colpo di tuono sotterraneo, ma senza la
ra
provare scossa. L'Inghilterra
que il
soggiac-
vi
748,ea' Sfebbraio 1750. precedente anno R.oma fu spaventala
ISel
I
."luglio
I
1
da un impetuoso temporalee terribile turle sue conseguenze pregiudizievoli danni che cagionò si leggono nel n° e 4980 del Diario di Roma del 749- Caibine; i
1
ro in Egitto nel
set-
54 fu pressoché distrutta. Ih." novembrei 755, fra la serenità eia cahna dell'atmosfera, due terzi di Li» sbona furono atterrati, cioè circa 6,000 case,e da 20,ooo,osecondoaltri 3o,ooo persone vi trovarono la morte l'acqua
timane.D] più ilChracasstampò nel 704: Racconto istorico de' terremoti sentiti
sialzòad un'altezza straordinaria, ed ingoiò un gran numero di vascelli. Duran-
della,
processione , penitenze, missioni
giubilei e altro fitto nel corso di
5 i
Roma, ed
in
siastico,
ed
parte dello stato eccle-
in
in altri luoghi la sera de'
1
4
gennaio,e la mattina de' a febbraio 703, nel quale si narrano i danni fatti dal 1
jnedesimo,
le
sagre missioni,
le processioni.
remoto del
ed
A.' 1
regno
sellembiei
Palermo ed
flagellò
o
di Napoli;
nel
il
giubileo,
726
il
1729 Firenze; 1734
IO ottobre 731 e a'iS ottobre l'Inghilterra. Ed è perciò che per a'
I
terremoti e castighi, Benedetto
nel
728 pubblicò un
I
giubileo di
tali
ri talia e isole adiacenti, colla
sospensione de'leatri; e Clemente Xll
1731 promulgò moti
e
XI 1[ due set-
altri
timane per
ter-
altri luo"lii
altro giubileo. Pe'terre-
I74' nelle pròMarca e dell'Umconcesse 100,000
soiferli neira[)rile
vuicie d'Urliino, della
bria, Cenedcllo
ivel
XIV
i
7
:
te
il
(li Lisbona si videro deluna colonna di fumo uscire città da una crepaccia forma-
terremoto
fiamme
le
presso
la
e
tasi nello scoglio
d'Alvidras.
totale di Li-bona
e
3oo
no
si
milioni di
si
valuta a
lire.
Lo
La perdita due bilioni
stesso
fenome-
fece sentire al nord-ovest dell'Afri-
ove pressoché 600,000 persone peAbbiamo \a Storia degli orrendi terremoti accaduti nel i']^5, Venezia 1756. Osserva d'Humboldt, che per quanto formidabile sia per lo spettatore ca,
rirono.
r eruzione
d'
circoscritta
un vulcano, essa è sempre
dentro ani'usti
limiti.
None
così de'terremoti; l'occhio dislingue
pena
le oscillazioni
devastazioni di leiihe.
Le
ponno
del suolo,
ma
le
aploro
estendersi su migliaia
scosse del terremoto che di-
TER
TER
Lisbona nel jjjs'ì sentirono nel-
strusse
i
An-
l'Alpi, sulle coste della Svezia, alle
Canada,
tille, al
in
Tuiingia, e fino nelle
De
paludi liloraiiee del Baltico.
fiumi
Dolomieu
137
Non ba-
nella sua Htdazionc.
stando l'erario a riparare
catastrofe,
la
co'somministrati 200,000 ducali, oltre 4^0,000 condonati d'a un uè iuì poste, Fer-
lontani furono svolli dal loro ordinario
dinando IV ottenne da Pio VI
corso; le sorgenti termali di Teoplitz ri-
la
facoltà d' impiegarvi
nel
784
1
fondi de' vari
i
masero
conventi e monasteri rovinati, a sollievo
lorite
degl'infelici popoli. Nel
la
asciutte, e poi si ravvivarono coda ocre ferruginose e inondarono città. A Cadice le acque del mare si
elevarono,
cos'i
inchiostro.
Fu
come
nell'Anlille e nere
calcolalo che le scosse
si
78J» a'iimoi
i
del-
1
peste e alle conseguenze d'una grande
la
inondazione del Tevere, nello stalo papale si
aggiunsero varie scosse
Albano
terremoto
di
fecero sentire in quella fatale giornata so-
sentite a Frascati,
pra un'estensione quattro volte maggio-
spaventati dagli orribili esempi di Cala-
Europa. Soggiacendo CuVenezuela nell' America a fre-
Pio VI somministrò considci abili Gubbio, Terni, iVar-
re di quella di
bria.
tnana
soccoisi in denaro a
di
quenti terremoti verso
fine del seco-
la
XVI, ed mare innalzandosi a quasi loo piedi sul suo livello naturale, a 2 1 ottobre 1766 la città fu distrutta e
lo
il
iDollissime persone
vi
morirono, accam-
pando
ni, S[)oleto, ti
e
pagna tificio
cam-
oltre questo flagello, lo slato
pon-
:
dep!orò4tuesi
4
aprile
1781
il
di siccità,
provando
paterni di l'io \
gli elicili benefici e
terremoto portò
la
1.
A'
de-
solazione iu più luoghi dello stalo ecclesiastico,
massime
Faenza, Bi isiluoghi, furiosi scuotimenti
ghella e altri
che rinnovaronsi guenti giorni
si
17 e iq,e ne'due se-
eslese ad altre città e ter-
re deirUnd^ria e di strosi
Koma"na o
con disa-
danni. Pio VI fu sollecito in accor-
rere al sollievo de' danneggiati gli
convenne pure sopperire
;
mentre
alla scarsez-
za de'cereali, a nsezzo di mercanti genovesi.
no
i
pal'i grandemente in lai diA'5 febbraio! 783 incominciaro-
Uibaiiia
sastro.
terribili
terremoti d Calabria, i
si
con-
tarono da 190 scosse, morendo nel tre-
mendo
disastro quasi
Crollarono 23
montagne,
ti
60,000 persone.
città intfre,
villaggi
furono
si
subissarono
onde Pio VI soccorse
con 100,000 scudi, le
i
miseri abitan-
poco
(|uali
i
grandi rovine della
li
sol-
città,
non poche fabbiiche convenne demoLa memorata Cumana nel 794 sperimentò altra tremenda convulsione della terra, e nel dicembre 1797 quattro quinti della città furono completamente
lire.
1
distrulli:
si
salvarono
da un forte odore
rumore sotterraneo salivano per
la
i
fuggiti, avvisati
di zolfo,
e dalle
da im graa
fiamme che
riva del fiunie. Nel
i
797
Piio-Bamba della provincia di Quilo nel Peiù, in gran parie a' 4'^f^bbraiofu dislnitla: la sua popolazione perde 40,000 individui. Le scosse produs-
la città di
mobili sero quest' elfetto curioso, che d'una casa furono trasportati nelle rovine d'un altro edifizio, e bisognò che l'aui
torità giudiziaria intervenisse per porre
un termine
alle contese de' diversi
pro-
prietari. L'azione vellicale dal basso all'alto 1
produsse l'esplosione d'una mina.
cadaveri d'un gran
furono lanciali oltre
numero
d'abitanti
lio di
Lican fino
il
ingoiati. LaCa-
sulla collina di
Culca che ha qualche cen-
Con
tinaia di piedi.
Le
labria Ulteriore fu la più devastala. vivi colori tutto descrisse
i
levarono per
a Cagli,
il
Novaes, che nel 787 Rimini tro-
vavasi perciò nella più grande desolazio-
ventati gli abitanti più volle lasciarono
quasi deserta, ritirandosi alla
Rimini, luoghi lut-
e
se del terremoto, e più di tutti Kimini. Riferisce
ne,
la città
Sabina
assai danneggiati dalle rc[ilicale scos-
gli abitanti in mezzo alle vie. lli.° giugno 7 7C)Eologna fu scossa dal terremolo, che replicandosi per 8 mesi, spaI
e in altri paesi,
il
naturalista
ro sono
le
scosse circolari e in gi-
più rare,
ma
le
più pericolo-
TER
i38 ed
f-e;
in
Rio-Bamba
TER
fiiiono girali ile'imi-
serenità e la calma dell'atmosfera,
prima campi co-
lo era stata in quello terribile del
senza che rovinassero, de"
li
rettiliiiei
di cidture
pei
li
uni sopra
diverse sdrucciolarono
Tali singolari fe-
gie ne'giorui antecedenti. InCaraccas gra-
gli altri.
eransi vedali pure in Calabria nel
provano un moto generale di traslazione, una specie di penetrazione degli strati superlìciali. Questa grande scossa di Rio-Baudja, qualificata da d'Humboldt, uno de'più terribili avvenimenti di cui faccia menzione la storia fìsica del nostro "lobo, non fu sesrnalata da alcuno strepito, ed osserva che rinlensità de'sordi rumori che quasi sempre accompagnano terremoti, non cre783. Questi
1
effetti
i
sce nel
medesimo rapporto
della violen-
za delle scosse. Inoltre aggiunge, che se l'attività de' vulcani
quando non Irova
esito reagisce sul suolo e
provoca
ter-
i
remoti, reagiscono questi dal canto loro
fenomeni vulcanici. Le crepature ala formazione de' crateri di eruzione e favoriscono le reazioni chimiche
ve fu
il
terremoto de'26 marzo 18 12; cosi
Neil 8 18
moto
Una colonna
di
dea uscire dal vulcano
fumo che
ve-
si
Pasto nell'A-
di
merica de! Sud, disparve a un tri«lto durante il gran terremoto che distrusse Piio-
Bamba 36 myriametri
più lontano ver-
Sud. Nel 1799 violenta fu la scosche colpì Cumaua. Notai altrove, che
so
il
.«a
febbraio 1802 tei-uiinando
a' 2
de'romani
digiunare nella
di
Purificazione e di cantare
la
nella cappella pontificia per
Pio VII
tero.
eil
petuarono. A'
moto
si
il
vigilia del-
il
Te
25
Dciifu
un secolo
popolo romano
il
voto
agosto i8o3
il
lo
in-
per-
terre-
fece fortemente sentire nella
Spa-
gna, e su diverse coste del Mediterraneo. A' il
26
180 5 violentissimo fu
luglio
terremoto di Napoli. Saverio Poli
se.
ÌMcmoì-ie sul trcìuiioto di
26
Napoli del
luglio i8o5, Napoli 1806. In que-
sto a'
26 agosto
ben
i
romani furono spa-
da replicata scossa
Bhoudj
fortificata nello stalo di
le cui scosse
si
terre-
il
città dell'Indoslan
Guykavar,
successero per qualche gior-
no con abbattere 7000 case e interamente
distruggendola, seppellendo sotto
vine più di
2000
pagaronsi
terreu)oli nel
i
le
ro-
abitanti. In Asia pro-
1822 da Labo-
re e dal piede dell'Hiiualaya, a traverso alla catena dell'
Hindon-Kho
fino a
Badakschan, fino all'Oxo superiore, e finn a Bokhara. Nel marzo 1820 la Sigravi disastri: a' 5 il terremo* danneggiò Palermo, e sotto le rovine perirono iq persone; nella notte seguente de'i4 novembre un impetuoso u« ragano scoppiato sopra Messina e vicini i
villaggi edifizi,
cagionò devastazioni, rovine di affogandosi! 16 uomini, oltre
gli
armenti.Neli82 7Ìl terremoto della Nuova Granata fu accompagnato da gran quantità di gaz acido carbonico che uscì dalle crepature: nella valle della
lena asfissò gran
numero
topi e di altri animali
caverne. Nel 1829 to sparse lo
il
Magda-
di serpenti, di
che viveano nelle
flagello del terremo-
spavento nelle popolazioni
Roma, onde Pio
vi-
///fece dalla s. consulta inviate a'27 maggio ad Albano e suoi dintorni il cav. Scarpellini, ed
cine a
i
/^
professori Morichini, Barloccì e Carpi,
onde osservare sul luogo fenomeni che accompagnavano le ripetute efiequenti i
che vi si facevano senspecialmente per verificare quan-
scosse della terra tire, e
to veniva asserito circa l'abbassamento e
terremoto:
l'alterazione del colore dell'acqua de'la-
nel 8 o Roma fu .intimoda alcune scosse di terremoto fra la
ghi di Ca^'elGaudolfoediNemi (de'quali
l'enlati
nuovamente rita
scris-
20 febbraio ne fu afìlilla la 16 giugnoi8i9 il Bengala:
investi
lo
contatto dell'alia genera in que'
a'
furiosamente nello stesso giorno
cilia patì
il
a'
ed
Sicilia;
lutano
crateri.
1
quello di Portogallo de'2 febbraioi8 16.
sui
che
come
700, sebbene preceduta da due straordinarie inondazioni del Tevere e da dirotte piog-
s'incurvarono, e de'
gli
nomeni
viali
1
i
di
riparlai a Riccia, iu
uno
a
que 'vulcani),
TE come
ma j
liporla
mentre
n."
il
il
43
n.°4^
Diario di Ro-
tlel *^^'^^
che prosegiienJo
sce,
TER
R
o'^'S"'"^
riferi-
lenilìile flagello
il
a leuere liepidaiili le ciicuslaiUi pDpola-
so
Ziula vicuio ili Roma d' ordine del Papa comandò pubbliche preci per 3 giorni in tulle le chiese pa-
A
zioui,
il
cardili. il
triarcali, parrocchiali e regolari
alla
C Vergine, compresi
che fu
tale scossa,
di
Roma.
qualche durata,
ne successe altra dopo un'ora, fur>e più energica della preceilenle, ma p»jr breve intervallo, ed alhc se n'ebbero ne'giorni
ma
consecutivi,
deboli e passeggiere. Il
teinnorc tcn'aemotus, oltre l'altra (juani)/h/uc nrcrssilale, per implo-
caci
salmo
.l/m'/r/-r, l'o-
razione Dcjl'ìidc (jitacsu/nì{
rare
estese fino alle vicinanze di
si
sopravvenue de'vcnli boreali, parve ricondiure in quelcielola serenila e la calma. Dichiaiò il Carlocci inutili e iìielll-
tnrni, colla recita del
Pro Pro
dedicate
oratorii not-
gli
139
con fremito e sotterraneo muggito, che si propagò in tutte le valli e monSpolelini e dell' Undìria, e per consenti tastrofe,
il
la
colletta
potente patiocinio della Piegina de-
i
rimedi proposti, trallandosi tl'un
nomeno
in cui
con minoi
e
fe-
incertezza poo-
lultno-
no assegnarsi lecause; trattandosi di combattere contro un formidabile nemico, re-
sissimacircostanza,ollre l'indulgenza ple-
condito e latente, per così dire, nelle in-
gli
Angeli dagli
flagello,
elletli
perniciosi di tanto
concedendoli l*apa
a quelli
che
colle limosine a-
vesserò sollevato (|ue'poveri,
no
sì
al triduo, altra di
naria a chi interveniva
loo giorni
in
quali era-
i
ad abbandonar
stati costretti
pro-
la
terne viscere della terra, e contro cui va-
ne sinora riuscirono sorse del l'arte:
vedimenli
in
le
sol lai sto
deboli e misere
uso e che riportai in prin-
pria [)atria per sottrarsi alla grande scia-
cipio.
Nel 83
gura che li minacciava. Semhi a che supposti fenomeni non si verificassero, e gl'inviati scienziati notarono che le scosse da loro intese in IMarino e in Albano accaddero a ciel sereno, senza eccesso d'umi-
se la
Nuova Granata. Uno
dità nell'aria, né squilibrio sensibile d'e-
lai al
i
lettricità; la
quale esplorarono
alla
som-
mità del monte Laziale o Cave, coli elettrometro atmosferico e col condensatore del Volta. Negli articoli Foligno, PorziUKCOLA
e
Spoleto parlai de'
terremoti che
neh 83
fortissimi
i832 desolarode'soccorsi elargiti daGrei
e
no l'Ombria, e gorio XVI e come accorse
a ripararne le
funeste conseguenze. Antonio Gentili-Rnlili
pubblicò in Foligno nel 832: -To/Zi/e I
de terremoti diFoligno,e riflessioni falle cause naturali de' medesimi.^ l'encomiato Sa verioIjarlocci,/ir/(7czo/ie sui terremoti di Foligno e dell' Umbria acca." duti ingennaio 832, Roma 832. La scossa fu a'27 ottobre i83 le violentissima i
che rienipuli spavento tutte
umbre,
i
1
le
popolazioni
seguita da altri deboli Iraballa-
bili
1
violento terremoto
T
fu quello del
la
diverse parli del legno di Napoli, ne pargià ricordato articolo Rai'oll
trove. Nel a p.
q58
si
A
e al-
Giornale di Roma del i85i[ legge la Eelazione delie osser-
ma-
vazioni falle nel realeosservaforio di rina a
Gaudioso durante
s.
tremuolo
il
de' i4ogos!o, con iscosse siissulforie e on-
dulatorie. Dal
i."
maggio! 853
soggiacque ad una serie rie parli del
lava
la
raz, e di
la
Persia
di disastri in va-
vasto impero, che già deso-
peste.
A'3
le città di
Chiraz o Sci-
Cushan o Rasthan furono
fatto distrutte dal terremoto: nella
af-
i. 're-
le rovine 5,ooo a3ooo, ed asciugò il fiume Zaianderoa che colle sue acque alimentava Ilispahan. Tale asciugamento die origine a un subisso di cavallette che recaronoimmensi danrii;quindi seguì una terribile inondazione, che ingoiò un gran
starono sepolti sotto bitanti,
1
nella 2.^
nnmerodi
i832 toroò
luoghi, mentre
1
le
Guadalupa di roviDel terremoto che nel i85i desolò
menti ne'giorni successivi. A' 3 gennaio a riprodursi la luttuosa ca'
JiflQis-
de'piìi terri-
843, che scompigliò
1
Antille e cnoprì ne.
ri-
con venne ne'prov-
abitazionid'Ilispahiin ed':dtri il
cholera mieteva i5o
TER
i4o viìtime
al
TER
giorno. Quest'ultima città
l' i
i
luglio fu quasi distiulla dal teiremolo, e
moltissime case
si
ridussero a un
di rovine, Ira le quali
si
mucchio
trovarono
piti di
10,000 cadaveri. La suddetta Cumana di Venezuela nell'America, dopo aver patito molle convulsioni terrestri che la rovinarono varie volle, cambiandola faccia del suo territorio diversi fenomeni e cataclismi, posta in un (erreno secco e alenoso, mentre per un terremoto furmossi
il
colo
le
,
i
colla sua famiglia alzò le tende
Nel declinar
853 per
1
l'orriljile
traballar della terra, con forti vibrazioni -2
minuti, cadde
la
principal parte
della città restamata, restando sepolti più
600
soldati e tutti
insorti contro
il
i
capi della rivolta
governo. A' 18 agosto del
medesimo anno Tcbe(P.).
^\k ceìehie e
i855
di luglio
della Svizzera furono
ne'campi.
alcuni luoghi
afflitti
e spaventati
da'lerremoli,e l'Alto ValleseeWisp fu
centro di
fenomeni.
terribili
sì
tarono fra
luglio
si
1
scosse,
5
1
vittime
2000, fra le quali Go donne schiacciale in un filatoio di seta ed feriti si calcolarono circa 000. 11 famoso Abdel-Rader (di cui riparlai nel voi. LXXII, p. 245), che vi dimora, fecero ascendere a quasi
XV,
a'
Le
case soffrirono molto.
golfo di Garisco nel declinar del se-
durate di
co
il
come
25
e
il
Ivi
26 non meno
il
con-
si
di
22
a Thierachen. Gravi danni
cagionarono a Wispjliueg e altri luoghi. A Leuk l'acqua termale dopo il fenome-
no aumentò di 8 gradi [)licò in
ma
quantità,
il
suo calore,
e tri-
apparve evidente-
mente torbida. Diverse fontane pure
in-
torbidarono, alcune diseccaronsi e altre
antica capitale della Beozia, dal furioso
nuove ne
terremoto fu interamente distrutta
più luoghi fessure.Le scosse erano accom-
fiero disastro
si
estese a 17 villaggi e
:
il
ad
altre città vicine, con vittime sepolte e fe-
e
riti,
rinnovò anche nel mese seguen-
si
Spoleto feci cenno del terremoto che afflisse l'Umbria nel 8 J4, Ja .' scossa cominciando in Perugia l' articolo
te. Neil'
1
i
I
febbraio,
la 2.'
i
fu più forte, alla 3." per
veemenza tutti cittadini spaventati abbandonarono le proprie case Bastia però,che sino da'3o dicembre 853 avea la
i
:
1
patito forte scossa, fu pressoché rovinata, in
tempo che
tutto
il
suolo era coperto di
neve, imperocché molte case furono guaste,allremalconcie;la Porziuncola, rifabbricata peregual disastro del i832, fu pu-
re danneggiata, massime nel convento. Si fecero orazioni e questue, ed
IX
accorse ad aiutare
i
il
Papa Pio
solFerenti.
il
più
sorsero, presentando la terra ia
pagnate da
Wisp non
A
terribili tuoni sotterranei.
sonovi più di 6 case che noa
abbisognino
urgenti riparazioni.
di
La
popolazione fuggì parte aPiarogne eTeurtemagn,e parte sui monti. Fu lodato mg/
de Pi eux vescovo
di Sion,
il
quale
si
recò
sul luogo per incoraggiare e consolare gli
sventurati,
ma
trovò soltanto i4 perso-
Le autorità locali contribuirono ad aumentare lo scoraggiamento e il disordine. Dopo il 29 luglio souosi intese altre piccole scosse.' Enormi macigni mine.
da'monli e seppelgoverno vi ha ora inviato il prof Morlot e l' ingegnere Galacli a studiare gli elletli del terremoto nacciano
di staccarsi
lire gli abitanti.
Il
sotto r aspetto scientifico. Altre sui terremoti e sui vulcani
si
notizie
ponno apVincen-
recente terribile terremoto a mia cogni-
prendere da' seguenti
zione è quello avvenuto in Brussa o Pru-
zo ]\Lignali, Notizie isioriche de' terre-
28 febbraio i855, ed inteso fortemente anche a Costantinopoli, ove ripetuto sparse lo spavento nella sua violenta oscillazione. La scossa di Brussa durò quasi un minuto e recò danni immensi: neppure una delle 25 moschee restò sa a'
i
intatta;
i
miaareli furono atterrali e an-
moti, Napoli 1688. il
p.
scrittori.
L'anonimo presso t. 8, Sopra il
Calogerà, Opuscoli
tremoto lezioni
tre.
Questi è di opinio-
ne, che negli ordinari scuotimenti degli edifizi,
deve atUubuirsi più
all'aria
che
al
terreno sottoposto; però confessa, che molti sono quelli che saano pochissimo di
TER
TER ne sanno
filosofia, pochi quelli clic che piccola coseltn, pocljissinii quelli che ne sanno qualche particella, un solo Dio e
quello che
gio
(Il
rjiinl-
la sa tutta. CristoforoSarli, >?,«§•-
cnngclttirc sui tcrreiìioli, Lucca
1783. Vineiizio, Storirc e t('Oì-ia dc'trcìiiuoli, Napoli 783. Qv\miì\i\\,Dcscrh{one detremuotì, Napoli i 784- '^'^SS^<^ ^^^ fenomeni antropologici rrlalivi al trcI
miiolo, Napoli
i
787.CarmeloMaravii;;na,
Memorie di vulcanologia, dxinw'xa 832. 1
Giuseppe Bianconi, Storia naturale de' '• terreni ardenti, de'vulcnni fangosi, de le sorgenti infianiinabili, de pozzi idropirici e di altri fenomeni geologici, Bologna 1840. Mignani, De effectibus terraemntis in corpore.
TERTULLIANISTI. Fedi TertulIIANO.
TERTULLIANO
Quinto Settimio
molivi
che
241
sua conversione ncW'.ipologKi
di
scrisse pe'crisliani,
dappoiché sino
al-
lora gli avea avversali, facendosi lecìtodi
mettere
in ridicolo
dogmi
i
e le
ceremo-
nie della Chiesa, e con tale opera
li
giu-
assurde imputazioni de' lo-
stificò dalle
ro nemici, precisamente nell'epoca delle proscrizioni ordinate da Plauziano, inde-
gno favorito dell'imperatore Setti mio Severo. L' eloquente Apologia fu quindi considerata come uno de'monumenti più preziosi delia cristiana antichità, un tesoro degli antichi
della Chiesa. Egli
riti
che avea commesso adulpreso sommo diletto a' combatti-
in essa confessa terii,
menti dell'andteatro, ch'era stato viziosissimo, un gian peccatore. Dopo essersi
ammogliato, si separò dalla consorte senza averne prole, per dedicarsi allo stato prete per la
fu ordinato
ecclesiastico:
Ro-
FiOREXzio. Nacque in Cartagine capitale dell'Afiica da un centurione delle trup-
chiesa di Cartagine, o per
pe proconsolari verso l'anno 160, e per la sua morte restò giovanissimo aflìdato alla madre, che nulla trascurò per bene educarlo. Dotalo di spirito penetrante, di vasta memoria e di viva immaginazio-
principio fu zelante e attaccatissimo al-
ne, fece rapidi progressi in tutte ze,
ma
le
scien-
particolarmente nell'eloquenza e
nella (ìlosofia.
Studiò a fondo
delle varie sette che
i
dominavano
ma la
secondo
chiesa cattolica, e
fervore e
me
la
ne
con tutto
Roma
in
204
se 11
suo trattato contro
il
Spettacoli.
gli
Roma, ed
a ritornare in Africa,
al
clero di
egli
non tardò
malcontento di tutto quello che avea veduto contro di lui, a motivo che cominciava a difendere i
dogmi
avesse fatto
perniciosi
risprudenza, e che avesse corso per qual-
nato eresiarca Montano; per cui
che tempo l'aringo del foro, ma non ve ne ha prova alcuna. D'indole focosa, era
di negli
ciato
che dopo
la
si
emendato
di tutte le altre.
re delle opere di
Mosè
della legge evangelica,
Ammirato-
condanil
Rinal-
Annali ecclesiastici, lo dice cacdalla chiesa di Roma. Questi ag-
si mantenne cattolico siuu dopo morte del successores. Eleutero, ch'egli chiama beuedetlo per le sue virtìi. Gli fu
s.
sua conversione, mentre era-
dell'austero e
giunge, che convertito nel pontificato di
sione che non giunse mai a frenare, anla
piìi
rigore affettato da Tertulliano dispiac-
que
stizzoso e impaziente, pas-
il
interven-
a'giuochi che fece celebrare
vole della pagana teologia le verità cui
sommamente
il
l'imperatore, ed in tale occasione cuiupo-
allora
romane fece congetturare ch'egli uno studio speciale della giu-
difese
quello ch'era dotato d'ingegno
nelle scuole, e seppe trarre fuori dalle fa-
le leggi
la
opinione. In
potenza del suo sapere, co-
atto alle controversie. Nel
sistemi
coprivano. La cognizione che palesò del-
chiesa di
comune
più
la
la
Solerò,
Vittore
africano
e dell' eccellenza
nel
commosso
suo connazionale, mentre Tertulliano a-
dalla
194
sostituito
s.
I
mirabile e invitta costanza de' martiri,
spirava
al pontificalo,
professò
parò
sua caduta, secondo alcuni. Altri
coudo
il
cristianesimo circa
altri
97.086nel 200, reudendo conto de'
VCL. LXXIV.
il
i
la
dicono che
si
offese
il
che
l'irritò e
perchè
s.
16
pre-
Vittore
I
TER
ì^i non l'ebbe
in
creile va ni e ri Ime,
conseguire
gli fece.
ovvero perchè non po-
uomo
vescovato di Cartagine.
il
Fatalmente non perseverò nella puiilà (le'dogmi della fede; dopo aver piestato tanti servigi alla Chiesa, di 49 anni ebbe disgrazia di cadere, e seguigli errori
la
dopo essecapo Montano,
re stato contrario al loro
ingannato nelle cose
spirituali dalle
Nondimeno poco dopo
bandonò per formare una
li
/
(
una nuova
sentei)7a è
vittoria.
con questi suoi pregi,
egli
Tuttavia
non ha perse-
veiato nell'antica fède della chiesa universale.
!
suoi errori,
come
osserva
rispose nel suo libro contro Elvidio, ch'e-
volta parla
Agosti-
loro errori,
si
non era non
gli
Rufino
della Chiesa, Ecclesiac hoesse.
Non
pertanto
onorevolmente
Io dice
il
più celebre di tutti
ce che lo
scinato nell'eriorexomechè di naliu'a au-
ineguale, oscuro, talvolta gonfio;
stero, adottò la ligidezza de'monlanisli,
mira profondi
un giusto me7zo,
il
suo naturale.
palliuin o mantello degli an-
tichi filosofi,
e pretese di giustificaie la
singolarità del suo vestire in un'opera e-
rudilissima,
ma
scritta
con inconcepibile
leggerezza se guardasi allindole sua. Cad-
de dapprima per
eiretlo di orgoglio, e ac-
cecatodalla passionesi separò dalla Chiesa,
senza ricordare
slesso avea cosi
bene
le
massime ch'egli
stabilito per
confu-
tare ogni sorta di eresia. Tuttavolta questa il
deplorabile sua caduta nulla iscemò
pregio di sue opere, di quelle in ispecie
che sono senza errori, ed
in cui
regna
giustizia e la solidità del giudizio, e
la
che
scrittori ecclesiastici antichi. stile di
i
egli tal-
di sua scienza.
unirono co'caltolici. Sembra che il desiderio d'una maggior pei fezione l'abbia stra-
Assunse
b.
siala obbiettata l'autorità di Tertulliano,
chiesa in Cartagine a'ieropi di
fu sospinto agli estremi dal
il
i
ìUìuìtin
e incapace di tenersi in
primo
^g*^' *"^ P^" rola contiene una sentenza, e quasi ogni
che dal suo nome fu chiamata de' TerliillìiiìiisliÀ qualiaveano ancora una
i
il
del suo secolo
ab-
lare,
no, ed in seguito abiurati
quello die
tra' greci, cioè
don-
setta partico-
s.
.) fti
liana, flinno che suoi scritti non hanno l'autorità che avrebbero senza di essi. "Il dottore s. Girolamo, al cpiale era
degli eretici Jlo/itrinis/i (I J.
nicciuole.
ne
(h\'g<
il
TI
lui: « Egli è sfato tra' latini
suo orgoglio
quelle tliuioslrazioni die
tè
T E
quel piegio e non
gli
Lattanzio di-
Tertulliano è duro, aspro,
ma am-
sensi de'suoi scritti,
i
qua-
sono pieni di sentenze e molli spiritosi. 11 vescovo s. Cipriano trovava de'lesoli
nascosti in
ri
dono
irlo
il
mezzo
agli spinai,
che ren-
suo linguaggio; non passava
alcun giorno, ch'egli non ne leggesse un tratto, e
quando mandava
a
prendere aU
cuna sua opera, diceva: reenlcnii il mio m(7('A7/o.Balzac paragonò ingegnosamente l'eloquenza di Tertulliano all'ebano, il
quale trae
sua bellezza e
la
il
suo pre-
gio dal color nero. Chateaubriand lochia-
mo
il
Bossuet dell'Africa. L' infelice ab,
Lamennais, tra le sue sentenze di saggia morale e prima che ancor egli prevaricasse, ha questa: « Anche Tertulliano di
avea delle virtù
mancò
;
ma
perdette perchè
si
più necessaria ch'èruiniltà".
precedentemente avea composte in difedi lui sa della verità. Conviene ragionare D come di un bravo uomo a cui il cervello
gli
abbia dato di volta; la sua disgrazia non deve rendere inutile quanto egli avea fatto
battagliere (con dottrine satte,
in avanti per
verità, della Chiesa.della
ze.
bellò al laChiesa e a're,dichiarò loro guer-
l'avanzamento delle scienTranne Caio prete romano, Tertul-
hano
è
il
più antico degli autori eccle-
che scrissero in latino. 11 celebre s. Vincenzo di Lerins, ben lontano d'approvare suoi errori, dice parlando di siastici
i
la
Tuttavolta Lamennais per orgoglio, do-
po essere stato
mordace
in
rinomanza di valido non sempre e-
e talvolta ingiusto) della
monarchia,
si ri-
divenne demagogo, empio e condanil superbo filosofo ottenne la sepoltura del giumento. Forse non vi è scritra,
nato;
tore ecclesiastico del quale sia stato del-
T E nlliano; e
•
si
soldtnmente si
esprime
che
il
T ER
11
male, q'iniifo di Ter-
fo più I)enc p piìi
potè farlo seii7a ledere asgiustizia e la verità,
la
liergier.
Osserva
riinnldi,
coiisitleratosi lo spirilo di Tertullia-
no, non iheve recar sorpresa ricazione all'eresia. Egli
duro
scritti
do
il
come
si
sua preva-
la
mostra ne'sooi
di cervello e austero,
la cristiana
l'austerità e nella severità, e
con
gore di vita die
flire
dice e
il
ponen-
professione soltanto nel
ridusse a
si
censore della Cliiesa
;
il
giulo
sedusse l'eloquente l'rocolo, f.malico se-
guace
di
Montano,
da difensoi e de'cri-
e
ne divenne il motteggiatore, chiamandoli ironicamente e conischernoyj.vz r///'r/. cioè animali, perchè non volevano accettare la dottrina di Montano, rimproverandoli di non seguirla per vivere con pili sfrenata licenza. Concorse alla propria rovina la sua credulità, grande e prestiani
cipitosa:
ciecamente credeva
liiio rijirovligli errori
tulliano,
quale
il
s.
nicò
Papa
contro
Zefe-
s.
Ponte-
il
Dopo ave-
decretato.
Zeferino confutato l^roclo, scomui
difensori di
Montano,
Tertulliano; e tutti
tri
Il
che prolt^ssava Ter-
scrisse
fice e lo riprese pel
re
3^3
dell'anima umana.
i
e fra gli al-
vescovi della chie-
approvarono la sentenza delSede e celebrarono diversi concilii, Tertulliano mori in un'età assai avanzata verso Tanno •?.4'^- Abbiamo di lui molsa cattolica la s.
tale ri-
quindi
Inrr?
alle visioni
opere notevoli per erudizione vasta e
te
profonda, e malgrado errori fu
i
suoi difettied isuoi
sempre considerato come uno
de'più grandi scrittori del cristianesimo. Le opere composte dopo la sua apostasia
non hanno né zione, né
la
la solidità,
né
la
penetra-
fecondità di (pjelle che fece
essendocattolico.
Le opere da
lui
compo-
essendo ancora nel grembo della chiesa cattolica sono le seguenti. i.° XJÀjjologcdco pe' cristiani, uno de'suoi più ceste
capolavo-
delle donnicciuole, e le preferiva ad ogni
lebri scritti, riputato da'critici
dottrina, a fronte di sua profonda erudi-
ro d'eloquenza e di raziocinio: forse
immaguiazione d'u-
zione; cosi l'alterata
na femminuccia prevalse cattolici
in lui a'
dogmi
e alla scienza. Ribellatosi alla giurò guerra im-
Chiesa, dice Rinaldi,
le
mortale; e ciò che
cattolici
i
biasimava-
no, egli pertinacemente difendeva.
La
la
causa del cristianesimo non fu mai (blesa
con maggior forza e dignità. contrai Gentili: confuta nel
libri
i
.'^le
lunnie di cui gl'idolatri caricavano stiani;
combatte nel
se divinità. 3.°
Il
2.°
il
Due
2.'
i
culto delle
libro contro
i
cacrifal-
Giudei,
prete e dottore della
mostrò il trionfo della fede su d'un popolo cieco e indurato, capo d'opera di
Chiesa, eccellente teologo, poscia monta-
controversia teologica. 4-^11 libro ro«^/-o
caduta e l'ostinazione nell'errore sto
grand"
Jiista
uomo
,
di
que-
ed eresiarca, deve recare tanto mag-
gior meraviglia
,
quanto che mostra nel
in cui
£'/*mog^e«e,filosofo stoico che ereticamente
sosteneva che
Il
libro contro
la
materia è eterna.
/>.
suo Apologetico, cap. 3q, recargli sommo spavento la scomunica, eh' egli chiama
befFeggiòpiìi che confutò nelle stravagan-
uìi'aìidcipazìouc del giudizio avvenire.
ti
Divenuto superbo, attaccato alla sua falsa
le
opinione, sprezzò
stianesimo. 6.°
le
censure della Chiesa
che tanto a vea giusta mente temuto. Quantunque di fino ingegno,par tuttavia sprovvisto fino de'
primi princlpii
,
quando
si
i
Kalentiniani. eretici che
opinioni, pretendendo
opere di Platone li
tutti
essi i
trovar nel-
dogmi
del cri-
trattato delle Prescrì-
zioni contro gli eretici, nel quale prova
die non devesi disputare cogli ch'è d'uopo opporre loro
la
eretici,
ma
tradizione e
fa a sostenere isuoi errori, egli spinge l'en-
l'autorità della Chiesa; stabilendovi dei
tusiasmo flnoal ridicolo; come allorquan-
piiucipii generali atti a
do
l'eresie
dietro
i
montapone a di-
sogni delle sregolate
nisfe Priscilla eMassimilla,
si
sputare seriamenle sulla figura e sul co-
confutare tutte
che potevano insorgere, e dichiarandola più partedegli eretici senza chiesa,
senza madre, senza fede, senza slabi-
TER
244
TER
dimorn, erranti e vagabonda 7.° Il libro (h'lt'(/P<-iìì(cnza, unode'suoi più compiti lavori. 8. "Il Whvo dell' Orazi()?u', dile
viso in
due
parti, nella
i.
'spiega l'orazio-
Cesìi Cristo., riconoscendo
la
sua presen*
za reale nell'Eucaristia. 3.°
11
libro della
Risurrezione dellacarne, doversi piangere
i
morti,
in cui dice
la
non
morte non es-
ne domenicale, nella
sendo che un viaggio, e piuttosto deside-
la
rare di seguirli, nostra patria essendo la
2.' le ceremoiiiedelpreghiera a'suoi tempi. 9." L'/s.yortózione alla pazienza, con ammirabile ri-
tratto di Giobbe. 10°. h' Esortazione al
martiìio.
."
i
darsi, contro I
dne libri
l'esorta a ti
Il
1
mostrandone
libro del
Battesimo, di-
l'assoluta necessità per sal-
sentimento óeeainiti. 12.°
il
indirizzati
non
a sua
flloglie.ìo cui
rimaritarsi, e parla di mol-
crislianicheviveano in continenza per-
disapprova
fetta,
una
fedele, e fa
maritarsi con
un
bella descrizione del
ritaggio cristiano, taeoli.
il
3.°
i
11
in-
ma-
libro degli Spet-
che dimostra occasione
all'idola-
Gerusalemme. 4-*'l 5 libri contro Marcione eresiarca, stimato tesoro del-
celeste
WWhro contro Pras' sea eresiarca, che può servire di modello l'antica teologia. 5."
a tutti coloro che
devono
trattare della
Trinità delle Persone in un solo Dio. G.°
L'apologia del mantello del filosofo ^c\\&gli preferì alla
toga per maggior
come emblema
e
comodo
di vita più severa,
ma
il
non era proprio degli ecclesiastici. libro a Scapula, proconsole d'A-
fjica,
esortandolo a por fine alla persecu-
allora 7.°
delV Idolatria. ì5°\ due libri degli Ornamenti e Abbigliamenti delle donne in cui raccomandala modestia nell'accon-
Whvo della Monogamia, con la bigamia o le seconde nozze. g.° Il libro del Digiuno, per giustificare prescritti da'montanisti, ed ove accenna d'essere stato scomunicato da Papa
volto, siccome
s.Zeferino.come rileva l'annalista Rinal-
tria,
all'impuritìieadaltri vizi, vera scuola
d'impudicizia essere
teatro.i4.'ll libro
il
ciarsi, e vieta dipingersi
onta
clie
si
fa a
Dio
il
creatore,
dispiacere l'opera sua. 16.°
necessità di velare le
11
zione. 8.°
i
mostrando
di.
libro sulla
tro
P ergini nelle chie-
Il
errori contro
I
o." i
Il
libro della Castità, scritto con-
cattolici
che assolvevano
i
rei di a-
dulterio e fornicazione, per cui Papas. Ze-
se, sebbene in Cartagine le sole maritate portavano il velo sul volto. 17." 11 libro della Testimonianza delT anima, mostrando che Dion'è il testimonio naturale. 18." Il libro intitolalo lo Seorpiacio, per prevenirci fedeli contro il veleno degli
catori misericordia e perdono.
scor[)ioni, cioè gli eretici gnostiei eeaini-
ra che Tertulliano contro di ciò scrisse
ti.
i
quali affermavano
re al martirio per zio?ie
alla castità, ove
inclinare al scrisse
non doversi espor-
la fede.
1
si
la
ché
pentiti,
che
la
s.
in
peccato ancor-
Chiesa accoglieva
i
penitenti sebbene fossero stati fornicatori
e adulteri,
l'opera,
promettendo a'penitenti pec-
E
fu allo-
Adversus Psychicos^ biasimancome se fosse nemico del-
g.°L'£'.vo/-tó-
do
dimostra già
la pudicizia. Il suo ingegno offuscato negò doveisi fare nella Chiesa, quel che avea fatto Cristo perdonando all'adultera,
montanismo.Leopere ch'egli
dopo
ferino decretò contro IMontano che rifiu-
tava assolverei caduti
sua caduta sono:
i
.°ll
libro
s.
Zeferino
dell' A/ama, in cui pretende provare che
e ricevendo a penitenza la pubblica pec-
ha
catrice; anzi
figura
tnorlalilà
umana, bensì ne insegna l'irae che dopo la sua separazione
dal corpo sarà essa punita nell' inferno se lo avrà meritato, o ricompensata in
paradiso, senza aspettare la risurrezione del suo corpo, senza del quale però
beatitudine o
no completi.
il
la
sua
suo su[)plizio non saran-
2." Il libro
della Carne di
cadde
in contraddizione
per
l'alfermato nel libro DePoenitentia ,%cùito quando avea sana la mente. i i.°ll libro della Corona, per giustificare un soldato cristiano, che avea ricusato di coro-
narsi di fiori o d'alloro lesca, lici
il
come
cosa genti-
che aveano disapprovato
per aver messo a rischio
la
i
catto-
pace del-
TER
TER
laCIiiesa.i2.''Il \\\no tirila Fiif^a, voleri'
Conta 4 pia'^zc, e io fontane alimentate da un bellissimo acquedotto che conduce l'acque dalla distanza di mezza lega. E' fortificata mediante una cittadella, ed Ila la cattedrale, antichissimo e ottimo edifizio con belle sculture e pitture, dedicata all'Assunzione di Maria Vergine, ed a s. Emerenziana vergine e martire pa-
do provardelittoquella nelle persecuzioni. Le migliori edizioni dell'opeie di Tertulliano sono quelle diRigault, Parigi 1628,
1634, 64i;equell
Altre o[)ere da
ro sino a noi; altre che no, non
gli si
appartengono.
gli
rori di Tertullianosono:
i.
I
attribuisco-
principali er-
"Egli credè che
gli
angeli avessero peccato colle mogli de-
gli
uomini, spiegando per angeli
Dio, della Scrittura, cioè 2.°
Il
i
figli
sostenere che l'anima
i
figli
di
di Seth.
uu sesso femmina;
lia
particolare, essendo maschia e
che ha le medesime dimensioni del corpo, e che un'anima ne produce un'altra per una specie di venerazione. 3.° L'errore Aq Millenari, estendendolo in una maniera spirituale. 4>° ^l^s '1 battesimo den|i eretici era nullo. 5." La condanna o delle seconde nozze, come se fossero adulterii. 6."
Il
messo fuggi re
potevasi assolvere chi
talmente contro
cevuto i
Il
come
sogni e
non era pernon avesse peccato mor-
sostenere che
nelle persecuzioni, e che
la castità. 7.°
ri-
stravaganze di Montano. 8.°
le
pretendere che non
né mangiar carni digiuno.
L'avere
oracoli dello Spirito santo
di
doveabere vino, nessun animale nel si
Abbandonando
tolica, fu di
egli la fede cat-
grave scandalo
TER.TULLO,
alla Chiesa.
Cardinale. Diacono
245
trona della la
città, col fonte battesimale e cura d'animeammiuistrata dal vicario.
Il
capitolo, a tenore delle lettere a[)osto-
liche del regnante Pio
de'5 settembre 18
m
,
IX, si
nici detti de qfjìeio, comprese le prebende teologale e del penitenziere, di 16 canonici denominati de graeia^d'x 12 be-
neficiati e d'altri chierici addetti al ser-
vizio divino. te,
L'episcopiOjComodo e decen-
è contiguo alla cattedrale. Vi sono 3
altre chiese parrocchiali col baltisterio,
due monasteri di monache, diversi sodadue ospedali, il seminario stabilito
lizi,
nell'antico collegio de'gesuiti, ed è bell'edifizio della città.
li,
fabbriche
pentolami;
di
no principalmente
innalllati, vi
ragona, a 27 leghe da Valenza, 5 da Alba razin, 3 da Saragozza e 49 da Madrid.
quarzo, del carbon
del 49'^-
(Tcrule/i). Città con resi-
I
Piccola città situata
al
confluente dell'Al-
si
ni autori che esistesse avanti l'attuale
governatore civile e militare. Ha mura antiche con 7 porte, vie pulite e ben in-
quello di
alquanto rimarcabili.
dintorni e
e stagno, e dell'acque termali ri-
frontiere del regno di Valenza, sede d'un
edifici
i
trova molto gesso, del
Turidiiun,
con alcuni
pan-
fossile, allume, salniminiere d' argento, rame,
tro, indizi di
piombo
vicine. Fertili
sopra deliziosa collina posta in abbastanza coltivata pianura presso le
mediocremente fabbricale,
I
rami più importanti del suo ricco commercio; e si spediscono ancora a Valenza pel Guadalaviar legnami da opera lavorati, provenienti
nomate. Teruel
siniciate,case
manda-
i
liainbra e del Guadalaviar che ne bagna le radici,
fanno pusi
nella Castiglia.
montagne
e XIII, fiorì nel
vi si
re corde, scarpe e calzari che
bene
I
più
fabbriche di paoni delle sue belle lane e di tele, tintorie, gualchiere, concie di pel-
dalle
VI
Gelasio
il
Questa possiede
denza vescovile del regno d'Aragona nella Spagna, capoluogo della provincia d'A-
TER.LIEL
s.
5
cantore e prefetto della scuola, di 4cano-
alcune derrate sono
delle regioni di R.oraa
delle
dignità del decano,arciprele, arcidiacono,
ni e
pontificalo di
Ad viraria/n,
compone
,
Teriieluni
Tenda,
suo
nome
si
Teruliun,
,
pretende da alcui
romani, e
sia
una corruzione di
Tarbnlache
sotto que'conqui-
statori portava; tuttavolta
trovato né in
città,
non
si
è mai
nò ne' suoi dintorni
nessun avanzo de'Ioro mouumeuti, e uou
T E
240
seiubia sussistere
iomaiio,con>e
d'un ncqiie-
Fa-
prelesero.
altri
parte del regno d'Aiugona, nel se-
ctiiclo
XI
colo
TE
II
le vestigie
fu assalita da'niori,
so Cid o llodrigo
Diaz
p.
85,
la
ne dalla fortezza
di
un
i ,
i
i
,
monarca
di dal
vicende
le
dell'
'fiovandusi
pò
le vittorie
d'Aragona, fu loro
re
Il
d'Alfon-
lolla e
quin-
restaurata. Seguì poscia
Aiagona
e della Spfigna.
in pru>[)eio stalo,
il
re Fdip-
olteune da Gregorio Xlll, che di-
11
smembrasse
la città
e
il
territorio dall'ar-
cidiocesi di Saragozza, e ne formasse
uu
a'3
1
scovo sto
V
luglio
I
colla bolla
il
cesi e
587, p.i83, confermò 1
sede vescovile di Teruel. lli.° ve-
Andiea Sanlos Quintana de Toledo, celebre canonista, nominalo neh SyB da Fili[)po llj poi trasferito a Saragozza. I successori sono ri[)orlati nella Slur'ut ccclcsiiisiica di SprtgiKt.
scovo fu
Vega
la
d.
di
La Notizie di Ruma registrano seguenti. iNel 732Fraucesco Perezde Prado e Cuesla, d'Aranda diocesi d'Osma; nel 17J5 i
I
Francesco Saverio Perez di Barosa, della diocesi di Calahorra; nel 1757 Francesco Rodriguez Chico, della diocesi di Valla-
1780 Hocco MartinMerino, deldiocesi di Palenciajnel 795 Felice Ri-
dolid; nel la
1
co-y-Uico, della diocesi di Valenza; nel i
802
ma,
abbate della collegiata del
nel seminario, ss.
Salvatore di Granata, indi traslatoal-
la
sede di Guadix.
juaggio i85o
Lo
stesso
Papa a'20
mg.' Giuseppe
gli sostituì
Soler della diocesi di Vich, canonico gistrale in quella cattedrale
egregiamente s.
teologia.
di
Spagna
in
ma-
che governò
sede vacante, dottore io
Avendo Pio IX
colla regina
Isabella II concluso
dato de'9 settembre 1
85 1,
il
concor-
uni nella cir-
coscrizione delle diocesi a questa di
Te-
ruel, la sede vescovile à' Albaraziii(P'
.)3
quella d'Albarazin. Gli ultimi vescovi di
del ve-
5, par. I, dismembran)enlo,e l'erezione delladioi.
il
In siiperc/niucnti A-
il
jìostolicac digidiatis, de'5 ottobre
Bull. Roni.
in cui
successoreSi-
57 7, colla residenza
Teruel. Quindi
ii»
cembrei847,
vacante sino dal 1839, confermando la sededi Teruel sulliaganea dell'arcivescovo di Saragozza, del q'iale lo era pure
vescovato sullraganeo di quella metropoli
7 di-
1
diale d'Almeria e professore di teologia
eroeca-
lui chia-
Teruel, per
lautis^ima, finché per
restò vacante la sede sino a'
e
famo-
mala lincea ilei Citi. Più lardi mori a\endo espugnato la città e la rocca ne t'ormarono una piazza di guerra imporso
838,
I
alla regio-
il
di Bivar,
difese in
trasferito
Papa PiolX preconizzò in concistoro mg.' Antonio Lao di Guadix, canonico lettore della calle-
ma
sligliano che celebrai ne' voi. LI, p.
LXVIIl,
il
Ocon-y-ToIedo d' Albnrazin, da Paleocia. Essendo morto nel
scenzio de
Diagio Gioacchino Albarez de Pal-
dell' ai cidiocesi di Siviglia, Iraslalo
Ro1727 Gio. Navarro-y-Gilabert d'Albarazin; nel 1763
»
Camanas
I
Alb;irazin registrati nelle iVo//:-zV di
ma
sono
i
seguenti. Nel
Giuseppe Molina-y-Lario
,
di
1777 fi'- Lorenzo Lay domenicanodi IIuesca;nel 1781 Giu-
diocesi di Teruel; nel
seppe Costanzo de Andino, della diocesi di Ijurgos; nel
res fr.
1
domenicano
790
fr.
Agostino deTor-
Valladolid; nel
1792
Emanuele M.' Truxillorainoie
osser-
di
vante, della diocesi di Cordova; cesse
il
gli
suc-
suddetto Albarez de Palma, Ira-
slalo nel
1802 a Teruel;
nel
1802 Anto-
nio Vila-y-Campos di Minorca, e già ve-
scovo della pallia; dopo sede vacante nel 1
8 5 Andrea ab Andres Garcia Palomar1
ca di ftladrid; nel s.
1824
fr.
Girolamo du
Felice de'triuitari scalzi, della diocesi
Orense; neliSagfr. Giuseppe Taloyeroy-Royol domenicano, di Villa da Vilar-
da Albaraiin; ueli8 i5 Filippo Montoya Diez, della diocesi di Palencia; iieli825
liiengo arcidiocesi di Saragozza, e fu l'ul-
Giaciuto ivodriguez Rico, della diocesi di
ilella
Leon; nel 1827 Diego Carlon, della dioCarlageua; ueli8j2 Giuseppe A-
ma
cesi di
timo vescovo. A suo tempo ecco lo sialo diocesi d'Albarazin, secondo l'ulliproposizione concistoriale. La catte-
drale sagra al
ss.
Salvatore di solida slrut-
TE
T E R
ri
247
sto
formavasi di 4 dignità e per lai. del decano, d'8 canonici colla sola prebenda
no che riceverono Io Spirito santo, l'annunzia 1' inno della Pentecoste: Xiinc Sanete nobis iS/.>//v7<<.v. Siccome sulle diverse ore della passione e morte di (iesti
delpcniteiizicre,edi molti bencnciali. L'e-
Cristo, delle quali
piscopioera conliguoalla calledialeecon-
re canoniche,
tiirn, col ballislerio e
ra
LUI
(I
panocchia
in cu-
piele destinato dal capitolo.
veniente.
Tra
Que-
altre cliiese della città,
le
due erano parrocchiali \i
di
et
col s. fonte. Erau4 conventi di religiosi, un monastero mouaclie; desuut autem seminari u/n, lìioiis jìictatis. Ogni nuovo vescovo di
Albarazin era lassato ne'libri della catuela apostolica in fiorini 5o, ascendendo
rendile della mensa a circa
gravati di pensioni.
va in lunghezza
La
pena
90,000
diocesi leglie,
si
le
reali
estende-
eiy
in lar-
fa allusione nelle n-
si
sembra
esservi qualche apparente discrepanza dal riferito degli Evangelisti, giacché l'ora della crocelissione fu la 3.^ presso s. Marco e la 6.' pres-
Giovanni, a motivo che la 2." delle del giorno pressogli ebrei si protendeva dall'ora 3.' fino al principio del-
so
s.
piU-li
4
l'ora 6.' ossia al meriggio;
liminarla e concordare
il
laonde e per
e-
da loro asserito
trovoopporluno, anche per lealtre ore canoniche, qui farne breve digressione. Il
ghezza, comprendendo molli luoghi. Va-
Rinaldi negli
cala la sede di Teruel per morte di mg."^
n.
marzo 18 52 IX preconizzò l'odierno vescovo uig."^ Francesco Landeira-y-Sevilla, di s. Euge-
crocefissione di Cristo, abbiamo per testimonianza degli Evaiigelisli, ch'egli fu croceOsso avanti l'ora 6.'^ perchè penden-
Soler, nel concistoro de' 18 l'io
nio di Piiveira arcidiocesi di Compostella,
dottore in
s.
concordato, che riportai a Spagina. La dio-
Tei uel unita a quella d'Albarazin,
è alcjuanlo vasta e contiene molli luoghi.
TERZA,
Zcvfm. Nome della Ore Canoniche (f^.), che
2.'^ si
par-
recita
Prima (P^.J, quindi segue Sesta (P .). Fu così detta perchè
l'ora di
essa è l'ora terza
dopo
il
levare del sole,
deve lodare Dio e la B. Vergine, perchè in essa cominciò precisamente il perioilo della Passione (f.) dì Gesù nella quale
si
Cristo, poiché in quell'ora fu
da Pilato
condannato alla morte, e nella stessa sali sulla Croccj e nella medesima pure discese nella PeiiLecoste (P'.j lo Spirito sa/ilo dal cielo
sopra
gli
Apostoli e gli altri
nel cenacolo, essendo in mez/.o a loro la flessa
josì -.loli
Madre
fecero le tenebre dal-
s. Matteo: Etfacta Iiora sexta tcnehraefactae suntper totam tcrram usqnc inliora/n nonamj avendo egli poco a van-
vo vescovo di Teruel classalo ne'registri camera apostolica in fiorini 3ooq, la rendita essendo secondo il ricordato
l'ora di
si
Madrid, e Ogni nuo-
dell'ospedale.
della
ie delle
esso in croce
l'ora G.'fiuoalla 9. '\dellequali lasoiòscrit-
I. "penitenziere
dopo
do
Annali ecclesiastici, an. 34>
riferisce. In (pianto all'ora della
canoni e teologia, e di que-
sta professore nell'uni versila di
cesi di
i63,
di Dio.
Che
l'ora di terza fu
denominata in memoria degli Apoche prega vano in ora di terza nelgior-
to
ti
dello, che
ra tcrtiaj re
s.
il
Salvatore fu crocefisso Ao-
che non ripugna l'a (fermaGiovanni, che fu 1' ora quasi sesta
quando
al
Pilato era per dare
Imperocché siccome dei in
divideva in
si
4
4
la
la
sentenza.
notte presso
vigilie, cosi
il
i
giu-
giorno
o'e con parti eguali, ciascuna delle
quali conteneva 3 ore e
non dal principio
ma
si
denominavano onde lai."
dal fine,
parte del giorno dal principio fino all'osi diceva Terza; la 2.' fino all'o-
ra 3.'
ra G.^ chiamavasi Sesta; la 3.' fino all'ora 9,"
nomina vasi
iYo/id;y la 4-'" fino a not-
Vespero. A questo proposilo è coufurme il riferito da s. Pietro: Non cairn, sicut vos aextimatis^ hi chrii snnt^ cani sithora dici tertia. Dappoiché se l'ote appellavasi
ra di 3.
'si
fosse estesa fino a quella di
6/
che cosa inusitata avrebbe significato s. Pietro, dicendo che non erano ebbri, perehé era l'ora di 3.' del giorno; non essendovi dubbio che avrebbero potuto aver
T K
248
TE R
II
desinato in quell'ora elicsi terminava la
6'?
Ontle riportando per prova di non
essere quelli ubbriachi, essendo l'ora 3.^ del giorno, dimostra che l'ora
mine
delia
i,"
3/ era
il
ter-
parte del giorno, e che più
clUe non passava. Dice s.Giovanni che era
6/ quando
quasi sull'ora di
Pilato stava
per giudicare a morte Cristo, perchè l'ultima ora dellai." parte del giorno detta
3/, era già cominciata e slava per principiare la 2." parte chiamata 6.' Né in-
convcuicnlealcuno
è,
come spiega
lo stes-
so Rinaldi, se quel ch'era vicino all'ora 3.'\ s.
Marco
attribuisce alla
medesima,
ciò usandosi nel parlare, ed essendoci in
questo proposito molli esempi, e vaiigflisli nello scrivere
gli
E-
accomodarono
si
Pertanto dichiara Rinalpronunziala da Pilato a 3." la
al cùuuiiie uso. di, essersi
sentenza; che
i
giudei sitibondi del san-
nngnc^a per
Apostoli, passarono quindi alla Chie-
gli
sa. Gli «///-/^^//V//»'
Nona, furono
così chiamati,
perchè
tempo
si
recitavano alla
dice
Luca,
s.
ricuoprì
si
la ter-
ora 9.^ Di ciascu-
all'
na ora della passione di Cristo, dice s. IIlora ter liei sentcntiani accepit gnttzio Filato, penili Iten te id Patrej hora sedici criuifixus estj nona expiravitj an:
te solis
occaswn
sepulliis est.
ve intendere, secondo
le
11
diesi de-
predelle
4
parli
scrive Censorino, in ; perchè conformità algiàdellOjChesiccomesi suo-
del giorno
le
dividere
no
la
notte in 4
in 4 parti; e
l'osse tra gli
che
ebrei
si
vigilie, cosi
l'istessa
il
gior-
consuetudine
raccogliedallas. Scrit-
tura, nella quale di frequente
si
fa
men-
zione delle 4o''ee rare volte delle altre,
come nella parabola IS'otai col
che
le
del padredi famiglia.
Mazzinelli a
Ore Canoniche
nazioni orientali e
in uso di dividere
i
gli
£;/o7'//z
ebrei ebbero
ini 2 o/r egua-
incominciando dal levare del sole sino al tramonto di esso. Si dividevano di 3 in 3, contandosi dopo il nascer del sole, e si dicevano Terza, Sesta e No-
li
fra loro,
na, Questi spazi di tempo usati dalla Si'
o-
Chiesa con
la
un compito religioso diurno, onde dal principio sinoal finir del giorno niuua parte di esso vacava di sì lodevole ocscrisse
il Magri nella Notizia de' vocaboli cecie si astici, t\c\Vav-
cupazione. Inoltre riferisce
Hora e Canonicae, che
[!\co\o
za
l'ora di ter-
chiamata Aurea, e da'sagri canoIlora sacra, perchè in tale ora sole-
fti
ni,
Messa
vasi celebrare la
sagra Si-
(A^.) e la
nassii^y.'), per antica tradizione lasciataci
da
De
Cipriano,
s.
Basilio, in
e, 3, p.
come
modo
'
distribuzione d'ore canoniche, pre-
siffatta
croce, essendo già l'ora 6.^, o avvicinan-
ra di tenebre sino
alla 6." e alla g.
S.'',
ra del giorno. In tal
alartene
dosi
dunque di Terza, Se-
giusta l'indicata distribuzione del
sta e
gue divino, senza indugio per mezzo de' gentili misero ad esecuzione crocifiggendulo e stando il Salvatore pendente in ;
Prei^hiera, osservali da-
la
1.
orai. Duniin.; da
ccel. qffìc. lib. 1,0.19. l^oichè
Bona,
lib.
i ,
e.
292;
Pont. § Giorgi,
2
il
1
,
§ 5;
p.
il
Coustant,
p.
il
cardinal
Marlene,
§§
//i
4
^
'
o, p.
607
e
670
il
dopo Papa
il
canto di terza,
ne'pontifìcali, nel
scrissi ne' voi.
Vlll,p.
I
1.
s.
e mg."^
;
1
modo
63, IX,
non può derivare da'supposli Papi
i
dimomescome fa pure
Litiirg. Roin. Pont.
strano che l'aulico rito di cantar sa
lib.
Epist.suin.
//z
'" ThelespJioro p. Sg, et in s.
4
Daniaso
s.
Reg. quaesl. 37, e presso il p. 1, p. 29?; e da s. Isidoro, /^c
Telesforo del 142, e
p.
,
la
che de-
16 619,
decreti de'
s.
Damaso
I
del 367. Pel canto di terza inluonalo dal
Papa,
egli siede
sopra un trono dello di perchè diverso
terza, senza baldacchino
tempo del poned ivi hanno luogo le ceremonie che anticamente si eseguivano nel Segretario o Sagrestia (T .), ove recita vasi di quello in cui sta nel tificale,
l'ora di terza,
prima
in detto
trono rice-
vendovi r Lbl'idienza , ed assumendovi le / esti sagre per \a messa, mentresi prosegueilcantodella medesima ora.Ne'ponlificali delle
solennità tale trono
si
eleva
papaper quello della Coro-
dalla parte dell'epistola dell'altare le di
s.
Pietro;
ma
nazione (J- .jdeluuovo Papa,
si
erige nel-
TER ili s.
Scorciti rio
come
,
rilevò
Cancellieri.
il
l!en(;dcUo XIII, teuncissicno riti,
anliclii
dei!;li
i\i)
negano
Sassi gli
il
car-
il
dinalato.
TEllZIARIOe TERZIARI A. Religioso e religiosa ap[)arlenenli a quegli ordini regolari
die banno
il
lerz'oi tline, e
ue'loio articoli ne tratto, così de'terziari e delle terziarie secolari ascritti a'inede-
Pietro, voleva cantare terza
simi.Si pu(> inoltre vedere Religioso, Re-
s.
nella della cappella Clementina. Talvol-
ommescome prati-
per l'avanzata età de'Papi
so
T/LTgbeHi e
vn.
ogni vulla che celebrava [)onli(ìcid-
inenle in
ta
TER
*
Giegoiio Ideila Clementina, ove prima slava 1' aulico SccrcUtriiuii della basilica Valioaiia, onde questo Irono si suol chiam.ue Sci^rctcì-iii o lacnppella
si
canto dell'ora di terza,
il
XVI
cò Gregorio
ne'pontilicali di Pusipia
tificali
soglio,
ricevè
la
re de'vaudali bandì tanti vescovi
caltijlici
la
quale nel neiraltro
Con
messa, e nel trono di terza
la
ricevè soltanto l'ubbidienza,
1840 non
basilica
paramenti pon-
vesti de'sagri
per
la corona Unnerico
nemmeno
nella cappella della Pietà della si
TERZlO(s.),(narlire. Riportò del martirio in Africa, allorché
nel484i per opporsi all'erronee pro[)osizioni de' />^o/m//v;/.e oidi nòdi tormentare e far morire tutti quelli cheavessero ricusalo di obbedirea'suoi editti. E" nominalo nel ma-rlirologio romano il G dicembre
del 1114^ e del 1846. Xel i.° di tali anni
Vaticana
ligiosa e Terz' ordine.
è
avendo ammesso all'amplesso
ultimi cardinali preti nel discendete
i
3
altri conlessori
che nello stesso tempo
sollersero orribili supplizi per
TERZ'ORDLXE,
dab
Tertius
la
feile.
Or do. Or-
la sedia gestatoria avanti l'altare papale,
dine regolare che ha una medesima re-
ovesubilo
recò a incominciare l'inlroìlo
gola e una
avendo
porzione di due
si
della messa.
precedenza assun-
in
te le sagre vesti nella
memorala
ca|)pella,
oltre alui accorciamenti. Allreltanlo ri-
puie dal Dia/
levasi •del
di Ronni,
io
845,e n.°3o del 846.
1
1
11
sacro-liturgico, nell'articolo: nichct Terza, Sesta e
rubrica per
può
24
Nona,
Ore
Ca?io-
riporta la
medesime dt;l Breviario ro-
le
Diano. Altre nozioni si
n.°
Diclich, Diz.
ora di Terza,
sull'
vetlere nel ZdCCiiiìa,Ononìasticoii
Oberto o Uberto, Car-
diiuile. Patrizio milanese, arciprete della chiesa
Modoezia, nelriqrjfn eletto a
pieni voti dal clero arcivescovo di sua patria,
pa, e
eCelestino HI l'approvò. Questo Pa-
non Innocenzo
le prete di
siccome prelato ri
re
di
si
Celio, e
elìicacia e pa-
gli riuscì di stabili-
pace tra'milanesi e
mo. Quindi
creò cardina-
Monte
al
grande
destrezza fornito, la
111, lo
Stefano
s.
i
cittadini di
Co-
accinse alla restaurazione
Ambrosiana, in gran parte per fortuito incentlio di>liulla e lovinadelta basilica
La morte die
altri istituiti
ne alcune parlicolarilà. furono
in
1
vita, in pro-
prima, Iran-
terz'ordiui
non
origine veri Ordini lielii^iosi
ma
late,
bensì sante associazioni o sodapersone secolari, od anche marile quali si conformavano, per quan-
to
loro stalo lo [)ermetteva,al fbie, allo
(
/
.),
di
lizi
il
spirilo e alle regole d'un ordine regolare
the
le
associava e
le
dirigeva. Vi sono
[le-
rò lerz'ordini obbligali con voti solenni,! quali sono veramente
Rituale, vocabolo Teriia.
TEUZAGO
medesima forma di
rei igiosi,come
z'ordiuedis. Trancexco (P religiose
domenicane dell'ordine
dica lo/-i(,J ìi{/ ('A'. j
il
.)j(\uit\\\
de'
2}'/-
delle
Pre-
.j,-delle ieligioseiS'(^/H'er//.l/(^/'.-
dell'ordine óe' Servi di 3Iariaj
delle religiose dell'ordine della lìlercede
Miiùme o Paolottc Carmelitani del terz'ordi/ie (y.),e ^W Agostiniani .scalzi(F.).B'\so2.im per conseguenza distinguere due sorta di
(P (T
.),
e delle religiose
.); oltre
i
terz' ordini gli altri
non
:
gli
uni che sono religiosi e
no. Quelli che non sono religiosi,
lasciano però di essere veri ordini, cioè
associazioni e congregazioni di persone le-
ir)(j,
gate tra di loro da uiiadetcrnuuala manie-
gl'impedi di compiere quella gruud'opc-
ra di vivere e du certe regole e ccremo-
la.
lo sor[>iese nel
i
TE
25o
TES
l;
iiie
pi'iilicaleda coloro
iiu,
ed apjjiovulo da'
die
vi
sommi
s'iiDpegtial^uiilulìci. 1
canonici regolari Prcniostratensi,\ Car-
Agostiniani scalzi, eà'iFr cai'
iìielitani.'2^\\
cescaiii (/
disputano l'onore di ave-
si
.)
pumi dato Sembra però elie
re pe'
origine a' leiz' ordini. i
pretuostralensi abbia-
no maggior fondamento ché
loro lerz'ordine incominciò essen-
il
do ancor
vivo
Laldo conte
fondatore
il
tjiiaiemorì nel
i
di
in
il
()iccolo |)er
Scapolare (l
.)
vivere religiosa-
hidc deporlat.
sis
discono presso tuari
luogo ove si custoChiese e San-
Thesaurus, coiWQ
tesoro,
ro del santuario di Loreto^ la
basilica di
s.
Marco
il
il
si
teso-
tesoro del-
di Fe/ies/a.
Quia-
custode del tesoro fu chiamato The~ sani-oplijlaciu/n, qual custode de! Geldi
il
zofilacio (y.), ed anche sinoniujo d'A'rario,e Tliesaur ariani, àa\ tesoro di cui
aveano cura.
suo lerz'onlme solauìente
Thesaurarii,
il
Il
le insigni
cose preziose donate ad essi,
le
chiamò
mezzo al mondo. Quindi S.Fran-
istituì
aa
Norbelto,
34, dopoaver daloaTeChampagne, ed a molte
bianco, ed una regola
mente
s.
i
un
{dire persone
cesco
degli altri, poi-
urbe snnt, et non habent presbytcrum, ipse cnstodit. De candelis auteni, et cereolis quotldianis quidquidsuperestin basi lieis, Basilieafiusper singulus men-
Fu
altres"i praefecti Arcarii, del qual vo-
detto
si^'e
e quelio de'carmelita-
cabolo parlo a Tesoriere generale, primario prelato della s.Sede, succeduto al-
1476. Vedasi il p. lielyol, Storia degli ordini monastici e religiosi, ne'ca-
stodia delle sagre Suppellettili fu sosti-
Del
I
I,
quello degli ogostunani scalzi fu
stabilito nel
4o
i
i
,
ni nel
piloli de'nouiinati terz'ordini, e pai tico-
larmenle il cap. 5a dell, i: Dell' origine del terz'ordine de' Carmelitani; ed il cap.
I
o del
t.
3:
Del
tei-z
ordine di
A-
s.
gostino.
TEUZ'ORDINE DI S.FRANCESCO. / p.
Francescamo ordine, ed il voi. XXVI, 70, quanto a'religiosi, ep. 19 i, quanto
.
1
alle religiose.
l'arinsCano/ucus, Sacri The.
cui ufijcio viene
minutamente
scritto dall'arcivescovo di Siviglia
doro,
De
Sagristadel Papa{V.).ì^e\ Temvi furono tre Sanetuarii cniaestores^ denominali 7 hesau' tuito
\\
pio dì
Gerusalemme
rarii
TempliAn moltissime chieie
pella
o
il
Eccles, Of/ic.
l.
de-
s. Isi-
a, cap.i i,
yid
Tliesaurarium pertinet Basilicarii
et
luogo ove
Jleliquie,i\ ecclesiastici
vazione,
ti
chiama
si
la
custodiscono
caple ss.
tesoro, e tesorieri gli
che vegliano
come
in diverse
TESORIERE CANONICO, Thesau^
drali,
l'antico f estarario (V-), a cui per la cu-
alla loro
conser-
custodi delle cose sagre, ed
sono
i
canonici dignitari. Mol-
esempi di(|uesti e
altri tesorieri di cat-
tedrali, collegiate, abbazie, di
sovrani,
anche di monache, Thesaurariae,ne parlai a'ioro luoghi ove furono o tuttora sono.
Le dii^nilà canonicali di
bero
metropolitane
le
tesoriere l'eb-
di Aquileia,
nevento, York, Bordeaux,
le
Be-
cattedrali
Auxerre, di Cariali, di cui riparlai a
Osttarii ordinatio, incensi curUy cìiry-
d'
s/natis cura conficiendi, haptisterii ordi-
Strongoli, e
nandi, preparatio lununnriorum in sa-
gri nella
erario, praeparatio saci'i/iciis de his,
c.xistit;
che da Cemelium vel Cime' Ha, Sagrestia, Cimiliarcidnm, ovvero luogo ove si ripone la sagra suppellettile eie cose donate alle chiese, si formò il vocabolo Cinùliarca o tesoriere o Sagrestano o Sagrista {F •), come sono chia» inati in alcune cattedrali. Nelle metropolitane di Napoli e di Milano furono isti-
quae
tuiti
cpiae imiìiolanda snnt
ad eum
veniunl
de parochis prò clirysmatej cereos, ohlationes altaris ipsc accipit
et
a populo,
ipse colligit per Ecclesias cereos infeslii'itatibus.
Adeum pertinent ornamen-
ta, et vestimenta. altaris, Ksii
templi
sii!) i'/iis
quidcpùd
ordinatione
vela, et ornuinenta basilicariuu
in
in
di moltissime altre. 11 MaNotizia de'vocaboli ecclesiasti-
ci, riferisce
il
cinùliarca, per la custodia del le-
T E Gennaio Ambrogio nella
soro di s.
/•«//i
i-.
s.
y^m/)/o.v/V.
TE
S
nelki i.\ del tesoro di
nonico tesoriere
i.', cu.s/os Ihcsiiiiro-
n Ila
Al cimiliarca
Napoli
di
nelle processioni e nella celebrazione de'
dato per distinzione un
divilli odici fu
A(^i-
colo. L'odierna dignitèi del tesoriere ec-
un caiKJoico d'una chiesa
clesiastico, è
S
campagna e ;ivea
sfrvituri.iXanli Irò-
vò un economo neh So, mi tesoriere nel 43, un caineilengodel capitolo di Veli
i
1
i4i. ed altri carnei lenglii nel i8 e neh i43. Per altre erudizioui si ponno vedere Zaccaria, 0//o/?trt.v/KO/z/ì/. lelii nel
i
i
i
metropolilana,caltedralcecollegiata,clie
tiu!l('.nQ\
ba
cipalinente Cancellieri,
custodia del tesoro,delle
la
ornamenti
de'vasi, degli
rclu|uie,
s.
e delle vesti sa-
gre. Le funzioni di tesoriere corrispondono quasi a quelle di sagrisla, e la dif-
i
p.
,
essere,clie
generalmente parlan-
do, dicesi funzione quella del sagrisla
,
\cce
o
pili
giusta l'oso e
la 4-'5
chiesa.
Vi sono
quali
tesoriere
il
nonico,
altrcs"!
ma un
il
le-
3."
ola
2.'
privilegio della
delle chiese nelle
none né
dignità, nèca-
semplice benencialo.
A
Rendita ecclesiastica, pati imonio ecclesiaslicoe tutto il temporale ad esso annesso, riparlai degli
Economi (/
Il terzo At Prelati di flocchet(r.J,e perciò gode (pielle preniinenze proprie di tali primi prelati della ro-
mana
te del
i-ator.
ed
trova chiamalo talora
occidente fu detto cjuulche
in
Thesaurarius^ benché
volta
sidoro dislingue
mo. Quindi ca
si
il
ca o custode
il
il
citato
s. l-
tesoriere daìT econo-
tesoriere nella chiesa gre-
appellò pure
nomo
Z^/.sy;r/f-
.vaH'o/7/<'/r('
o
t7'/;ii7/V//'-
delle cose preziose; e l'eco-
nella chiesa Ialina quello
che og-
gidi dicesi ca/nerleui^o e in alcuni luoghi ó/Vir/rtco.
Anche
il
Nardi, Z)(''/;rtrror/i/,ra-
gionandodelfecoiiomodellechiese,osserva che in un
documentodelio58
malo canierarioj ed opina che riere
non era
la stessa
è chiail
teso-
cosa che l'econo-
di Yrmione tesoriere della Lauduuense si fa menzione nell'Hyi, di altro neho4o; e quando s. Ednjoiido nel secolo XI 11 fu da'canoiiici di
ino,
sebbene
thiesa
Cauloibery
fallo loro arci vescovojcra ca-
Sede,
sia nell'a-
ancora ne'funerali che
gli
competono. Egli gode ed esercita ampia autorità e giui istlizione, con molte siu^olari e
si
s.
e precedenze, nel posto nelle Cappelle y;o/2^//?r/V, e sia
mede-
monumenti d'oriente l'economo del-
prelatura della
bito, nel treno delle carrozze, nelle visite
per ve-
tichi
del
to
.)
la chiesa
uffici
LICA, Thesaurarius apostoUcus geneTlicsaurarii Papae, Praefcctus
gliare sull'amministrazione della
sima, massime in Sede vacante. Negli an-
t.
tliesaiirario, in cui ragio-
TESORIEREGENERALE DELL/\.
Acrdrìi.
il
priii-
secrctariis
REVERENDA CAMERA AFOSTO-
tesoriere. In alcune cinese cattedrali
in altre in
De
tesoriere ecclesiastico.
i-alis,
od è la i." dignità, ordinariamente è la
De
4B2:
trannealcimechiese, e dignità quella del soriere fu
vocabolo Tli('snurariux,e
na de'vocaboli sinonimi e degli
feienza più essenziale fra l'uno e l'altro
sembra
25i
'
di Sdlisbiiiy, |iredic;iva
onorevolissime prerogative. Fa partribunale della reverenda Gamera apostolica (V.), e con essa usciste alle proleste che fa al Papa, nella vigilia e fe-
t.ta
de'
Pietro e Paolo, pc' Tributi e
ss.
CV/iv/y/^^V
non soddisfi Iti
alias, iede. 11
tesoriere generale pontificio è l'aminini-
giratore e
il
depositario delle rendite de*
dorainii temporali della chiesa
romana,
de'quali trattai a Sovranità" de'romani
Pontefici e della molti articoli la
s.
Sede, ed
in tutti
ivi ricordati e relativi
i
ha
:
cura del tesoro o erario pontificio, e deproventi, diritti ed entiatespet-
gii altri
tanti alla
siccome
il
medesima romana chiesa. Ma cumulo delle grandi ingeren-
ze,ficoIlà, giurisdizioni e privilegi di
queprimario prelato variarono secondo pontificie disposizioni, narrerò le prin-
sto le
cipali nel liportare
cronologicamente
serie de'tesorieri generali, dalla
quale rileverà che talvolta di>«impegnarono lilcvunle uflìciu alcuni
laici, e
la si il
poi furono
2 ji
TE
'
sempie
T E
S mi limlletò
chierici; hionde qui
a qualche generico cenno, in progresso
le
atlribuzioui successivamente conferite a' tesoriei
i,
negh
polenclusi vedete
die ricorderò
le
articoli
posteriori disposizioni dai
ram-
Ptipi pre>e su ciascnna, senza tutte
uienlarle; ed in fine riferirò in hreve lo
&tato presente della tesoreria apostolica,
del pielato ministro delle finanze, e del
ministero delle finanze pontificie. Inoltre
riporleròalcuoe nozioni riguardanti tanto
quanto
tesoro e l'erario [lonlificio,
il
gabelle dello stato papale,
le
finanze e
in
esaurimento del promesso
le
in tanti ar-
argomenti clieslitnai svolgere compendiosamente in questo, per la più possibile brevità, e perchè il loro complesso potesse dare un'idea del moltissimo che ticoli;
S
indi innanzi ad esso sparava
mortari innanzi
cannoni,
i
e le moschelterie; poscia ai
palazzo del tesoriere,e
i
passava
ivi
schie-
bombardieri eseguivano alUettanto. Imperocché il tesoriere mi tempo fu prefetto o CasLellano di Cu' stel s. Angelo (T'.j, come pure commissario generale del mare o Marina ponti/ieia, (iella quale riparlai a Soldato ed a Tevere. Dissi inoltre a Marina che il tesoi leve avea la suprema presidenza de' ratisi
il
[jiesidio e
i
luoghi di pena, bagni o Prigioni(F.), che enumerai, con facoltà di diminuire 3 mesi di pena a'condannati.lDi più, come prefetto di Castel
s.
Angelo, custodiva una
delle chiavi del cassone di ferro di tal for-
ov'erano chiusi
te,
i
Triregni e
Mitre
le
preziose del Papa, che alla sua presenza
empo-
si
rio di nozioni, e così supplire a quel la-
il
conismo che mi è
I\Ii-
l'amministrazione economica della trup-
iiziA PONTIFICIA parlai quali corpi di essa,
pa papale si fungeva d alla computisteria camerale e dipendente dal tesoriere. Sino al 1817 il tesoriere era collettore generale degli Spogli ecclesiastiei (ì .j.Sino
VI
sarebbe a dire
in
sì
vastissimo
legge. All'articolo
sino dagli ultimi tempi, erano sotto
mando
il
co-
del tesoriere, e di quello
che tut-
tora da lui dipende e destinato
al servi-
gio delle finanze, perciò chiamato delle
guardie
di finanza,
riportalo l'origine e
avendo il
di tal
corpo
progresso, per sor-
eslraevano e poi riponevano, quando
Papa
poi al
li
usava ne'pontificali.
1847
Un tempo
tesoriere esercitava le pre-
il
sidenze del consiglio di finanze, del con-
commissione degli aramministrativo delamministrazione generale de' lavori i-
siglio fiscale, della
conlrabbando conlìni e le Dogane (I '.J, anche delle j?'''/V/y' (f .), pel pagamento delle Gabelle e Tasse (P\)j
l'
non che accennatoquanto fecero
dell'ipoteche, del tribunale criminale del-
vi'gliare dal
i
i
prelati
tesorieri, eziandio pe'guardacosle di
ma-
letrati, del consiglio
draulici camerali, del consiglio direttivo
la rev.
camera
apostolica, era pro-presi-
re o scorridore doganali pe'due litorali
dente delle Ripe del Tevere
del Mediterraneo e Adriatico, oltre alcu-
va parte di altri consigli e congregazio-
ne brigate
di cavalleria. Nello slesso ar-
ticolo ftliLiziA dichiarai,
che
il
tesoriere
presiedeva alla guarnigione delle Torri, delle Fortezze,
delle fortezze di \'ita\'eeeìiia, si
loro bombardieri; per cui in
i
ghi
do
trovarono a licevere
si
vi
sirecarono.
sidio e
per di
e di
de Porti (F.), massime Castel s. Angelo, di CiAneoìia ( V.), e compre-
s.
i
barbara,
si
luo-
Papi quan-
Che allorquando
bombardieri
la festa di s.
i
tali
di Castel
s.
il
pre-
Angelo,
Michele Arcangelo, e poi portava nel palazzo apo-
stolico a ricevere la
papale benedizione,
ni.
1
tesorieri
(f^.), e face-
furono economi e soprin-
tendenti dell'università degli Ebrei [F.) di
Iloma, a'quali Pio
/X concesse
quelle
franchigie notate a tale articolo. Dal
311767
i
Itate e la
x
574
amministrarono l'eacomunità di Terracina {F.),
tesorieri
nella qiial città poi alcuni
si
portarono an-
nualmente con Pio VI, per
la
bonifica-
zione delle P
contribuirono con giurisdizione gene-
rale sull'azienda pontina,
deputando
il
prelato a giudice privativo delle lene pon line
il
-
commissario legale delle medcsi-
TE me
TE
S
e governnlore di Terrncìnn, con
anco sugli
coltà
dinar del secolo passalo,
me
Sino
ecclesieislici.
de-
tesoriere co-
il
Papa riceveva
prelato famigliare del
dai Palazzo aposlolicn
ni
fìi-
la
pai te di
pane
r.iomoMo, nvc
il
Lavanda nE'i'iF.DF,(;lie in c|iiel!.t clic la li Papa nel giovedì santo, il tesoriere o carpro-tesoriere in cappa,
tlinal
sonnni-
che
damasco cremisi
tri-
camente anche
cava da una borsa
le
gli
nicdiiglie il'oro e d'argciilo,
nistra
come
an-
Nolni
iiilcrvenivn.
w\r. c.ividcnle egli
e vino dalle ofìicine palatino, e piìiantialtre distribuzioni, cavai-
2^3
S
ptir dissi in qnnli nlfie
di
nata d'oro, per
c|i!elli
dere ne'ruoli palatini che jiubblicai a Fa-
rimarcai che
assenza del prelato o car-
MiGLiA PONTIFICIA. Nell'arlicolo Cappelle PONTIFICIE e altri analoghi raccontai che
dinaie,
e servi pel suo servizio,
li
si
|)nò ve-
tesoriere per la funzione del Possesso
il
dclPapa\1 cappa
in
.)
nella basilica Lateranense,
sta genuflesso sul ripiano del tro-
in
incombe
cui lava
a supplirlo
il
[liedi. Ivi
i
dello mg.'
commissario, come quello che za, e nella
vendo
la
vacanza
brma
altresì della carica, a-
e l'udienza dal
Papa
no pontificio, e somministra al Papa a mezzo del cardinal Priore de'diacoui le
bali,
flfcdaglic poìUifìcie (/'.) d'argento, ch'e-
mera apostolica che anticamente vi
incidere e coniare nella '/.ceca poji-
gi! fa
////r/rt
(r.), cavandole da
masco cremisi con
deiranlicoP/r.yA/7(7vo{7 se ne consegna
una borsa
(lida-
trine d'oro, in luogo
due
al
.),e
poi egli stes-
principe assistente
filsog'io.Quandoa questoassistevano ancora
gli
ambasciatori, ad
essi
pure
il
te-
soriere distribuiva le medaglie, e talvolla le die eziandio a
que'che notai ne'ri-
cordati articoli. Dopo
la
distribuzione del-
Papa si reca all'aliare papale e depone sulla mensa rO^/<7~/o/«' di i5o scudi in oro, dentro l)orsa di damamedaglie,
le
il
SCO rosso e trinata d'oro, che
gli
presenta
Questi anticamente in luogo del cardinal camerlengo porgeva al Pa-
il
tesoriere.
pa sedendo nelle Sedie [f.) dette iinpropriamente stercorarie, le monete che il
Papa spargevaal popolo. Indi nella loggia della benedizione, dopo che Tavea comparlita il Papa, a questi il tesoriere somniinisfrava le nuove Dlonete pontificie (
/
.)
per
ch'egli
lo
avea faltoincideie
e battere,
spargimento che ne faceva
mollitudiue; indi anche
il
popolo
possesso il
if/c/irt/v.
ha luogo
Se per
la
la
come
il
cava pure col tesoriere), ancorché sia nella / illcs^p;ialiira (W Castel fo:
luttavolta registrai
trarlo, poiché volle
daglie
il
Ca-
tesoriere (anzi notai a
si
re-
Papa
il
Gandol-
unesempio
con-
in
somministrare
le
me-
prelato decano de' Cliierici di
Ca/nc7-a(J .).llcommissnriogeneraledella
camera mg.' Angelo M.' Vannini, prela-
lodi maiitelk'llone(delqual vocabolo
feci
parola a IMantellone), più volle nel pon-
Gì egorioXVl supplì al tesoriemancanza di tal caricalo fatto prò
lificalo di re, ed in
deputato della Co/ìgregazione speciale di s,
jicr laricdifieazioiic della basilica
Paolo, come
rilevai a
Tempio
com-
nel
piernela descrizionesinoal maggio 855. i
VtvV Oldazionc che il
nel venerdì santo fa
Papa nell'adorazione
della Croce,
il
te-
sorieie precedenlementeperciò consegna
maestro di ceremonie una borsa «li damasco paonazzo con trine d'oro e contenente co scudi d'oro. Al dignitoso e ana tin
i
tichissimo uffizio di tesoriere generale,
i
Papi destinano un prelato fornito delle
sulla
corrispondenti qualità e versalo nelle cognizioni economico-amminislralive,epei'
funzione del
solenne Cavalcata^
tesoriere vi cavalca nel
nel-
ore antimeridiane de'raercoletn e sa-
le
tesoriere col
Commissarici genercde della rcv.came' ra aposlolica{J .\ e con altri, spargeva sul
veci
fa le
del tesoriere per sua assenza o iinpoten-
medesimo
tuo-
do e luo^o, che dichiarai all'arlicololMAG-
l'ordinario loscelgonodal rispettabile celo prelatizio de' chierici di
camera, per
antica consuetudine, mediante biglietto del cardinal segretario di stato, a cui segite
la
spedizione del breve apostolico. In-
di al cardinal
camerlengo di s.Chiesa-pre-
TE
254 sin
il
iiisliaie e
mera
T E
S
nmml-
i^inrnmento di fedehncnle curare
ili
gl'iiileressi della
ca-
nella Sede varaw può rimuovere il prenominarne lemporanea-
apostolica.
Però
tcW iSV/gToroZ/ri^/o lato tesoriere e
niente un altro, speltnudo feinin di(|uesto o spe.soal
la
cou-
{|iiiiidi la
riammissione del so-
nuovo Ponlelìce.A ìMedagli e ponche
tificie ri[)arlai di quelle
coniano
sì
sede vacante per l'ingresso
in
coiiclayc,
al
anco dal tesoriere e col suo stemma geutilÌ7.io,come per ultimo fece nel 84'^ n^SAnlouelli ora cardinale. NeHarlicoloCoNi
CLAVE riportai
colle quali
le leggi,
re-
si
gola l'amministrazione dello stato ponti-
Sede vacante,
fìcio in
dal
Sagro
colle-
gio, al quale tanno giuramento di osservai le luUi
primi ministri della
i
comprensivamente ed a
chierici di
al tesoriere
Sede,
s.
generale
V
camera. Sino aSisto
la
ca-
arabilc^f
rica di tesoriere generale fu/
.),
S
Nelle notificazioni, editti e
rnrì'i.
dini che pubblicava
stamperia camerale
co'tipi della
guardanti
altri or-
tesoriere generale,
il
interessi
(e se ri-
camerali pure sollo-
da mg.' commissario generale e da un segretario e cancelliere della rev.
scrilii
,
camera desimi la
poneva in cima a'mePapa regnante, alquello della camera apo-
apostolica), lo
slemma
destra di esso
del
stolica, dalla parlesinislra tilizio.
Quindi
il
s'intitolava;
proprio gen-
N.prelalo
iV^.
o protniiotan'o aposlolien,
do/ìiestico
della Sa?itità di Nostro Signore e sua R. C. A. Tesoriere Generale, sottoscriJV. N. Tesoriere generale. Se il
vendosi
pro-tesoriere era cardinale s'intitolava:
iV^.
N. della S. R. C. Prete Cardinale IV. della Santità di Nostro Signore e Sua R. C. A. Pro-Tesoriere Generale. Si sottoscriveva: N. Card. N. Pro-Tesoriere Generale. In sede va-
del Titolo di
s.
prendeva que-
eperciòsinoad Innocenzo XII venale, vale a d ire come t;m le al tre si acquista va con
cante
lagmiardevole somma,
mera Apostolica Tesoriere Generale.
quale variò se-
la
condo tempi, poiché si pagò talvolta i
scu-
24,000, in altra 25, 000 doppie d'
i
I
1
viene rammentarsi, che
tali
somme
ve-
nivano impiegale pe'bisogni della s. See dello stato pontificio, e che prelati che ne acq u s ta va no gì u (il zi ol t rech è d o\eano essere onninamente degni e del tulio idonei a'medesimi,doveauo ancora lle
i
,
i
i
il
tesoriere generale
to titolo:
N. N. della Reverenda Ca-
Dipendendo moltissimo
dalla scella
questo autorevole ministro
di
floridez-
la
za e prosperità dello stalo pontificio
,
il
pubblico bene de' sudditi del medesimo, e
governo
gloria de'Papi nel
la
sovrani temporali
li
civile,
qua-
cosi vi occorre
;
personaggio illuminalo e
un
di criterio giu-
sto, virtuoso, integerrimo, vigile,altivo e di estese vedute.
come dotato
Il
dotto mg.' Nicolai,
sic-
di vaste cognizioni teoriche
e pratiche, fornito di
profonda esperien-
riuscire di pieno
romana, tteW Elogio del cardinal Alessandro Lante, già tesorie-
di avere
re generale, ecco
gradimento de'Papi, e prima meritalo la loro estimazione, altrimenti non bastava l'oilrire le somme stabilite. Prova luminosamente la storia
i
grandi ed eccellenti prelati e
cardinali che fiorirono nella curia
quali aveano pagalo
na, ed
i
Tanto
allora che
dopo
la
roma-
tali lasse.
carica di teso-
riere fa ascendere l'insignito alla dignità
cardinalizia, ed
il
Papa che
l'ha
promos-
so talvolta lo dichiara pio-lesoriere generale, Cardiiialis pro-praefectus
Ac-
za della curia
come
delle qualità che
stri
parla a'giorni no-
devono ornare
l'in-
caricalo di questo importantissimo ullizio.
La
carica di tesoriere generale esige
l'uomo, che
alle
pure riunisca
molle altre
di cognizioni
doli, quella
economiche,
d'indefessa fatica nel calcolare e bilanciare
almeno
in
grande
le
forze de' diversi
prò venti, le spese dello slato, nel saper didazi iostinguere le imposizioni sopra i
duelli, che
debbono
servire al necessario
TE
TE
S
attivo del pubblico erario,
d.i
dehbono piopoizionaisi sopra
quelli
fjiie'gcne-
aumento
lendenli aireccitameiilo ed
ri
che
delle manifallure dello stalo; nel cono-
immenso mi-
scereTabililàe fedeltà tl'un
merodi la
ancbe
cos'i
solidità,
la
puntualità de'proventiei
i
di
I
saiirarii proviiiciales (rpios
babemu$
etiatii
unnquaque provincia
in
ctores,et Con)missarios cavalcantes niin-
cnpalos) nnmitiabant, qui
si
nei eranf. ihesaviraiionim
damno
specrlua
bai.
annum tantum,
lui
fungi potei ant, ne
scilicet in
ido-
cede-
f^eu l'ixn-
vel
nium per biennium biijusmodi vexandorum
ad sumn)iinere
continuata
provincialiuin potestate,ve-
concussionum dominalionepeiinane-
elemenli, ed ò un bel segno dello svilup-
lent
pò generale
alter lexlus.
degli adari. L'equililjrio fra
tjiiniis
Qui quideni Suscrntorcs,
cfnrcs per
blica e privata, perciiè viene da tulli gli
lessi in
luxlie slaliis
nos Exa-
ecclesiastici) iS'usrcntorrs [n^vxd
un moderno scrittore. La situazione del tesoro è il compendio della situazione del paese, della lorliina puhche
l'i'i
Tlic niifem llie-
con-
la
una sentenza
te interesse. Ri[)orteiò qui
S '»
onestà e
ministri, e nell'iiulagarne
dotta, e
trsoiicri provinri;ili.
:
est textus
videndus; et
ficit eliatn
Quodsi horum quispiam
ve-
un fatto (Inanzierodi grandeimporlanza. L'equililii io de-
cere audebat,
v'essere la regola delle finanze. Nella col-
tori
lezione degli editti e noti()cazioMÌ, innii-
lem remillere std) (ida custodia licebat. Pecunia vero exaclae din penes ipso exactoresmaneie minime debent, sed sta-
la
tendila e
le
spese è
merabili sono quelli emanali da'tesorielì
generali, e tulli riguardanti
rato e
le
mano
contiene un bel
pontificie finanze.
11
il
lesorie-
Bollai io ro-
numero
di rìiirn-
grafi e moto-pi ojji-iiVweilì da'Papi a'iesorieri con disposizioni imlicale in tali arlicoli.Di più
i
tesorieri nelle ordinarie u-
dienze ricevono dal Papa verbalmente,
come
altri ministri, disposizioni e ordini,
non essendo punto cipe dia
come
i
necessario, cbe
suoi ordini
osserva
il
sempre
il
prin-
in iscritto,
dolio Vettori, // 7*70/7-
tilo, et
temerario ausii exactionem exer-
lume provinciae moderacoireptum ad tliesamarium genera-
tini quodciunque a provincialibus fnerit exolulum, saci is thesauris inl'eratur. Solulio aiilem ille facieuda est, qui lempore solulionis exactor erat, non ei,(|i!Ì fuif, quando facieuda eiat solulio, et ab ollìciò remotns fueral, ut notai Bartolus, et ibi Lucas de Penna adverlit, novos exaclores teneri nedura ad exactionem tri-
bulorum
intra
annum
sui odicii debito-
runì, sed etiauvad reliipia, idest residua
Quod
no d'oro p. 43o. Egli spiega la frase / /• vac i'ocì's oraciiio, riportando cbe Cice-
dicti
vone usò frase contraria
greco linguag-
debitori ipse liberatur, et Suscepior in
Uhi sunt, cpii aiunt? Quanto magìs vidi ex tuis literis, quam ex iUiiis sernioìie quid tìgerelur.Ch\'m\.\\\ano sembra che meglio si accosti al sentimento di Contralto, colle parole: Lieet
ad cnjiis texUis intellecttiui vjde Lncam de Penna, qui plura congerit de oblalione debili fida creditori, ao, et
in
giOjdicendo:
praeteritorum.
si
a solvere volente
Su.sceptore.^ recipere neglexerint,
duptum Fisco inferrecogitur, ex texlujuris civilis
tesorieri
quando debilor censeatiir liberatus: sed quoad Iribulornm exactionem, et negligentiam Susceplornm, vide omninoCassiodorum. Sed quo ordine, quiliusque modis piocedendum silabipsisSusceplo-
rr/we/Y?// r/('//(^/J7'oi7'/H7V dello sta to pon-
ribus,sive Exacloiibus in exigendis oiie-
enim, salis exeinploritm
cx iit
ad imitaiidum
lectione siippedilet, tanien viva illa, dicitiir,
tifìcato di
vox a Ut
lificio, lutti
subordinati
riere generale.
naeAidae
pleniiis eie. Nel
Pio VII cessarono
11
al
i
ìpotì-
prelato teso-
Cohellio,7Vbf?7/rt7?owrt-
ojjieinlihus, cap. ù^J)e Thesaiirano generali, come segue parla de' i
iibus Cameralibus, et
montium sancilum
fi
est
uclibuslocoruiu
ab Em.° Card.
Camerario. Al si plura de Qititestoril)us, seu Thesaurariis provincialibus cogno-
T E
256
TE
S
scere cnpis, videTIiolosnnnm, et liMcetinni
pniili nella i^cric';
pcrtinere vuleiiliir, ([une sciibit Joaimes
ìuic
hoium
onicium descnliens, Exactores Camerales describere videtiir. Nunc aiiteui ad ipsum CaPlatea, qui
(le
y/^^c/^i/»/;?
nierae Apcstolicae geiieralein Thesnnraritim redenndimi est, ad cDJiis snbliaii
-
JÌLnrhiar
ci
S
Rectoviim Ancnnifa'
die
tesorieri, cominciando
un
iiutneio
I)el
eli
da Avogado Glie-
3o2 Thcsaurarias Dedo Bonincontri deli3o4- IVicsaurarius 3Lircliiacj anche dì ^ice-Tlicsaiirariu'!, co-
rardi fiorentino del
i
rcclorc in Marchia, e da
^;/'o
lala sollicitiulinem totius minori? later-
me
culi, idest SCI inii (ut esponit Alciatus) cu-
tro di
ulTIieodosiusimp. ait. Quae qnideni cura licet in totum, vel in parlem ad n)agisiralum militum aliquando devoluta esset, ipse tamen Theudosiiis
per ultimoGio. Battista Zanchini (loren-
perlinet,
Vii
more reno-
iniperator, vetusti teinporis
omnes minoris
vato,
illustri
ex.
lalerculi dignitatis
viro Quaestori subesse voluil: et
texlu tiioxndducto
ligenda videntur;
duo praecipuc
primum
est,
col-
Tliesau-
rariosprovinciales, quo< n)iuoris latercu-
Arnolfo Marcholi deli 333 e ser Pie-
tino
Gaeta
del
i
348. Leopardi registra
deliSyy Tliesanrariiifj
Bertrando Senheri. Ed io col n,° 2 del Diario di Roma deli83o aggiungerò il conte Girio Carradori di Macerata, teso* riere generale della Marca e del ducato d'Urbino nel pontificato di Pio VI, lodato per prudenza, integrità e accorlezza, provvido amministratore, promotore i
nomine appellat,haberedignitalem;
se-
del pubblico e privato bene.
cundum est,Thesaurarium generalem
es-
gnone
li
se et
virum il!ustrem,babereculmeii
judicii,
amplissunae sedis administrationem
ut in jmi
videndus quoque
civili; et
Cbassaneus".
Il
Notitia cw'iac
,
est
gesuita p. Plettemberg,
romanae cap.
1
4, § 5,
The sa iirario generali, parlando
De
del de-
positario della camera, Canijìsor, e de'diversi tesoiierijdice:
nomen
creti
«Hic
sorlitus est
Tliesaurarii se-
ad dilTerentiam
e ne\i 3:^1
era stato Lorwntcnent et Thcxaiirariiii
Anche
il
Vcnayfìsini. Nel Bull. Rom.cont.
448
vi è il
3o settembre lySS
di
Pio VI: Declara-
tur ofTiciuni thesaurarii comitatus
Ve-
nayssini constituere,et constitnissc
tilii-
Inni priniordialis ìiohilitatia traiisniissihilis.
rum omnium Tlicsaiirariorwnpcr Pro-
vato peculio, e fors'anclie faceva
i7//r7V7.?.praesertim
Marchiani, Aemiliam,
Papi anticamente ebbero
I
soriere segreto che custodiva
particolari,
Patrimonium, et director omiiium pinvenctuum, et emolumento-
nicre del
rum
IJndjriam,
et
Camerae
7,p.
t.
breve Roinanus Ponti/ex, de'
de quo agimus, qyi geiieralis appcllatur, est que judex et superior alioillius,
Ai'i-
contado Venaissiiio (T'.j^Ao' minii della s. Sede in Provenza, ebbero il tesoriere chiamato Thesaurarii ge/icralis Cainerae apostolicae comitalus e
come
e per soccorrere
Papa
il
le
spese
l'odierno Scalco {f i
bisognosi
(^1 .).
Ordinariamente
adeo-
sercitava l'udizio di tesoriere segreto
que mixlam habet jurisdictionem
eccle-
de'
•siasticam et
que
sit
saecularem,cum judex quo-
appellalionis collectorum aposto-
.),
V Elcinosi-
illius,
Pontificis, ac
le-
il
loro pri-
e-
uno
Camerieri segreti partecipanti del (f^.). All'articolo Famiglia pontincu, riproducendo diversi ruoli palati-
Papa
alcuni tesorieri segreti e ne
licoium." De'tesorieri delle Provincie del
ni, registrai
Piceno o jMarca. e ducato d' ^ /7;//?o, di Fori), deW Umbria, dal Patrimonio, o\tré quanto andrò dicendo in questo, ne-
parlai altrove; di altri inseguito ne farò
gli articoli
riguardanti
tali
provincie di
molli ne parliii,risiedendo nelle città principali delle rneilesime,
come quello
del Pi-
cenochediinoravain]Macerata,edilLeO"
ricordo.
Furono
talvolta chiamati teso-
rieri e depositari segreti
de'Papi,
silari dell'erario pontificio.
i
depo-
Tesoriere del
il prelato Segretario del sagro collegio (/ .), cioè delle sue rendite ed emoluiueuli. M3.' Itsoriere gene-
sagro collegio è
TES
TES
rale lisiedevn colla sua segreteria gene-
tra parola aggiunta, e ne riporta le testi-
rale
(lei
Palaz-
lesoiierato, nel sontuoso
prezo della Curia fniiocenziana ( / .) lato ininislro delle fniaiize che ora lo sup.
1 1
plisce, essendo vacante la cospicua cari-
come
ca,
dimora
legge nelle Notizie, di
si
col
Roma,
suo copioso ministero nel ma-
gnifico
Palazzo del Governo o Mada-
ma
.\ nell'area dell'antiche
Tenne. Nerone, ora denoU)inato Palazzo del ministero delle Finanze, del quale parlerò a suo luogo, con
(A
{J
.)
Alessandrine o
riportare
le
di
sue vaste attribuzioni ordi-
.nate dal I^apa regnante.
nanza
11
vocabolo Fi'
dicesi per tesoreria reale,
ed è vo-
monianze; come nella
s.
sono chiamati
luoghi dove
tesori
i
Scrittura in cui ri-
si
mettevano grano, vino e olio, e quelli inesausti e doviziosi di Dio contenuti nella natura da lui creata e regolata. Tesoriere e Tesoriera, Thesauri custos, Ti-ibw nus aerarius, Praefcctus aerarli, Praetor aerarli, Quaestor aerarli, Quaestor arra piiblica, Dispensator, è il soprintendente all'erario ossia tesoriere, ministro e custode del tesoro. Si dice inoltre
Scrigno, Scrinium, per arca o forziere dove si tiene il denaro, e Scriniario,Scri' niarius,
custode dello scrigno.
il
prof,
Il
ha dal Dizionario della lingua italiana. Nel T oraholario dell'ab. Manuzzi si dice che Finanze, al plurale, significa il denaro e le rendite dello stato, ed è voce fiancese. Nel Di-
d.
zìoiiario italiano-francese dell' Alberti
simo, bene avvertì e spiegò, che constai
come
ce francese,
si
si
legge al vocaboloi*^/«rt/iZ(7;Oggidì vol-
garmente in
I
talia
re
dicesi
il
chiaman finanze l'enprincipe; e Finanzie-
si
trate o rendite del
ministro delle finanze. In-
Piaimondo
Pigliacelli, nella dissertazio-
ne liturgica, di
cui sidàcontezza negli ^/z-
nali delle scienze religiose, e intitolata
chiesa
romana,
vocabolo cato che
tunque la
egli gli
non intendeva
romana
preziosi,
prima pa-
ammettere che
avesse ella pure
tesoriere antico, e dell'alluale della chiefaccia
nel signifi-
è dato presentemente, quan-
scrigno per custodire
romana, convieneche
447»
5, p.
del mede-
e dé'ministri
possa e debba
si
chiesa
1. 1
Dell' antico scrigno della
:
nanzi di tenere proposito del tesoro e del sa
i
il
suo
denari egli oggetti
che venivano ad essa olferli cn
("(juservavano in "elosa
rola e dica alcuna erudizione del pubbli-
il
co tesoro o erario e del tesoriere d'altre
custodia Ogni scritto e specialmenle.Ie
massime de' romani e de'sìgnori d'Italia nel medio evo. Tesoro o larario, o Tesoreria, The' saurits, Jerarium, Area pid>lica (in la-
Papi scriveanooriceveano, toccauli aiTa ri d'alta ini portanza;! quale luogo fu detto ancora archivio e cartario, ed
nazioni,
tino altra volta la lettera
??
si
scrivea Tìiesaurns col'
fra [Sposta,
Thensaurus^a^o-
peralo frequentemente da Servio e da
al-
luo20
tere,
in cui
che
si
let-
i
I
i
minislri custodi
minarono
di-l
medesimo
si
deno-
archivisti, piotoscriniari
,
pri-
miscriniari,scriniari,cartu!ari,cartofil;ici,
notari regionari. Vasto
argomento che
io
questa e altre parole), quantità d'oro e
principalmente svolsi negli articoli Archivio della s. Sede, Archivisti dklla chie-
d'argento coniato, o di gioie
sa romana, Frimiscrin IO,
tri,
e poi trovata superflua fu rigettata in
e cose
simi-
Protoscrimario
preziose; ovvero tesoreria del pubblico,
eScR(>fiAnio, distinguendosi tale luogocol
e luogo destinato a conservarlo, e delle
persone che custodiscono e amministra-
vocabolo Scriiuo Sancto. L'Adami, Ri' cerche delCarcere Tulliano, \\kv\%ce con
no
Plutarco, che
li
esso tesoro. L'erudito Sarnelli, Lett.
ecclesiastiche,
t.
7, lett. Sy:
Del
signi/i'
eato della parola Z'cyoro, dice eh è postiglio,
non
la
cosa riposta,
tesero greci e latini,
VOL. LXXIV.
I
2^7
come
quando non
il
ri-
l'in-
vi fu al-
soro
il
i
messinesi
chiamarono tC' Sac-
carcere. Notai nell' articolo
CELLARio, ch'era un antico chiesa iìziali
ofiizio della
romana, esercilatoda uno degli ufmaggiori del Palazzo apostolico «7
T E
2 58
TE
S
/,nferc/nense,ù\%\nhn\oieM tlenaro, vocabolo che derivava da quello di Sarcn/iis, luogo in cui si teneva riposto, e nel dello arlicolo ricordai
ve ne ragionai, ed era (V-),
la
diversi luoghi o-
i
lesoro del Fisco
il
cui custodia spellava ^\V Arca-
classe
temente a
tale
uso fino alia caduta del-
l'impero occidentale: in tale articolodisquali tesori e cose
il
di diversi dc'suoi ministri e custodi, e
tesori
die
si
Moneta
sebbene
rellariofu pure
JNell'arlicolo
custode delle pie offer-
Oblazioni (T.) alle chiese. Dissi pure di altri uflizi che esercitava, tanto nella chiesa romana, che nelle corti dei principi, nellequali egualmente saccellali erano incaricati di distribuire le paghe te e delle
i
e
erroneamente creVi furono saccellari
soccorsi, e perciò
i
duli veri tesorieri.
ch'ebbero pure
cura delle carceri pa-
la
monache.
triarcali, e de'tnonasleri delle
E
siccome notai, che
parola Saccella-
la
I.'
vi
vogliano che fosse di cuoio.
altri
Questore
ragionai di queromano, amminidenaro pubblico, e rilevai che
sto antico magistrato
stratore del si
disse Qiiestiira la dignità el'uflizio del
questore. Egli nell'antica
in principio
stodia del tesoro e per ricevere l'imposte
le
loro finanze, ossia l'entrate o rendite.
Il
stoii,
Signore. L'erario fu tenuto da molte nazioui presso ti
i
Templij ed
loro
e pontefici pagani
soro particolare,
aveano pure
come
ro pubblico presso
sacerdo-
i
in
Roma.
gli ateniesi
il
Il
te-
teso-
era consa-
grato a Giove Salvatore (titolo dato pu-
lizie,
con quelle attribuzioni che riportai;
poi aumentati a 20, indi a 4o-
romane con
vinciali
ispeciali ingerenze, e detti pro-
,
da'militari. Tutte cariche eminenti e au-
Eranvi pure Tribuni Aerarli
torevoli. ro.
,
popolo,
altri
ma
si
non
si
po
di
eleggevano per tali
guena.
so
riferisce
mano
sotto pene capitali.
questo tesoro pubblico
me
si
necessarie per tulle
traevano le somle
spese
mantenimento dell'armate, ciòche riguardava
Da
civili, pel
e per lutlo-
la religione] nella
qua!
dal
uffizi
se
non
per pagare le spese ordinaspecialmente in temIl
conte Bagnolo nella Dis-
sertazione deir Ortatore Nautico, pres-
impiegali ne' bisogni più estremi dello
meltervi
tribuni, del teso-
ufliziali tratti
che persone assai ricche e disinteressale. Dappoiché nel lesoro si versavano som-
sempre in riserva ooo talenti (corrispondenti 3187,500 lire sterline), per essere «lato, e senza tali bisogni era proibito di
i
custodi del tesoro pubblico,
me immense
i
nel-
per distinguerli dagli urbani e
rie e straordinarie,
tone dio delle ricchezze. Vi
Anche
provincie furono stabiliti qtie-
anche a'sovrani e
ed a Plutenevano
due per seguire nelle comandanti le mi-
consoli o altri
i
re ad altre false deità, e per adulazione alle sovrane),
suo
numero; che erano due incaricali della cu-
It
al
il
questori, di loro origine e
risparmio, nel quale versavano tutte
racchiudeva tuttociò ch'era consagrato
ed
nistri delle finanze. Ivi parlai de' romani
guerre
Gerusalemme
avea cu-
equivale a'raoderni tesorieri e mi-
ullÌ7Ìo
Bursarius ed avea cura delle rendite. re di Giudea aTeano un tesoro, chiamato il lesoro del
lesoro poi del tempio di
Roma
ra del lesoro o erario' pubblico,
dalle Provincie, e
I
Erario, perchè la romani fu di rame,
di
(1'.) de'
rio derivò da Saccus^ sacco o borsa, in
alcuni monasteri fu detto
custodivano. A quei
si
nome
il
pagatore de'fiiroigliari e delle railizie del Papa, e distribuiva le sue elemosine: sacil
Tem-
Saturno, e serv'i poscia costan-
di
si
saccellario era soltanto
spettacoli e
Valerio Pubblicola fu stabilito nel
pio (V.)
soriere pontifìcio; da taluni confuso col Il
gli
pubbliche. L'erario de'roinani da
le feste
;70,dicui poi parlerò, indi chiamalo Te-
saccellario.
S
comprendevano
si
il
p.
Calogerà, Opuscoli
che
il
t.
29,
p.
aSo,
prefetto dell'erario fu in-
trodolto nella dittatura di Giulio Cesare,
ed
altri
erroneamente ne ritardarono l'oNerone (e seguendo-
rigine nell'impero di
Prefetto, e qui mi emendenominazione già esisterne sollo Augusto, e se ne fa pur meO'
li
lo ripetei a
do), magistrato e
.
T E
TE
S
clie nel 4-°
anno
gl'imperatori che
della diltaltita di Giii-
a difl'erenza dell'altro,
che lempo prima guerra civile,
curatori o razionali.
ifjiieslori. a
cagione del-
commessa l'amministrazione
re
tesori pubblici nel
dell'era-
Roma), chela litennero per alcuni anni. Questi nuovi de-
tre
rio agli edili (de'(piali a
putati presero
il
nome
Allorché poi Augnslo nel
ma
rimosse nuovamente
'j5cj di
gli edili,
(f^-)
suoi prole
i
tesoro militare.
il
modelle rendite
II
della repubbli-
ca, e da questo si ricavava l'occorrente
di prefetti all'era-
rio.
i
romani aveano 3 tempio di Saturno, ol-
tesoro fìsco e
il
I. "era col
ed avea
Adunque secondo
più comuni opinioni,
medesimo Cesa-
fu dal
25.)
privalo de-
il
chiamava Fisco
si
lieCesare,non csseudosi più creali da qual-
la
S
codi Saturno e militare, ed
zinne a'tcìnpi di Caligola. Narrn Diones
Ro-
per provvedere alle spese giornaliere. Il ventesimo che si pren-
2." proveniva dal
prepo-
sulle facoltà de' liberti, sui legati e
se all'erario 3 pretori o prefetti dell'ordi-
deva
ne preloiio,
su tutte le successioni, che riscuotevansi
e chiamati indistintamente
o altri eredi de'defunti, o meglio pare che ne fossero esentati figli: il qua-
pretori crarii. Sebbene Claudio lestituì con qualche mutazione questori, indi il
da'fìgli
successore Nerone tornea rimettere
le
i
i
i
pre-
fetti os&'\a pretori erarii. Finalmente, però dovendo nel tempo di mezzo fra Vespasiano e Traiano essere un'altra vol-
ta stata
variata la fornia di questo
il
solo
nome
ge
conte Ragnolo, che errarono l'Einec-
il
Aggiun-
di prefetto all'erario.
ciò e Lipsio nel separare l'erario milita-
re da quello del popolo
romano
nel teu)-
pio di Saturno. Imperocché alcun indizio
che come
di lai distinzione d'erarii, al piìi di pai te al tutto, tichi scrittori,
i
non apparisce
negli an
quali nel riferire
nominano
cennali cambiamenti
gli
in
ac-
gene-
verung specificazione di Saturno. Dione sci ve ben-
re l'erario senza
militare o di
i
ù, che Augusto pose
il
nome
di militare
all'erario (che crescendolo di rendite, do-
maggior porzione non che ne abbia egli istituito un altro nuovo. Allora fu che alla sua amministrazione si depuvette destinare per
ve, e
la
allo stipendio de'soldati) e
si
Nel 3.° tesoro
dopo
to
ma-
gistrato, gli rimase quindi stabilmente
somme eccessichiamava aurum vicesimarum.
deposilo formavasi di
E
una nuova irrumotivo G. Cesare di dare la seguente risposta al questore o tribuno militare che guardava il tesoro, quando lo fece aprire per forza onde servirsene nella guerra civile. Cliera inutile di piìt custodirlo, avendo egli messo
do
fosse falla da'galli
si
Roma
ili
istato di
non temere giammai
d'essere attaccata ria'galli. pi
pubblicò
in
Il
Roma nel 843 1
lissimo Discorso
cenno. rozzi,
li
I
Cop-
sopra alcune tasse ed
primi romani,
contribuivano
capo
se per ogni
dotta
la civiltà si
del popolo
i
veltigali, cioè
come
alle
tutti
uomo, quindi
di
stabilirono
secondo
i
popo-
i
pubbliche spe-
il
intro-
tributo ed
termini moder-
dazi diretti e indiretti. Delle finanze
i
romano
scrissero dilfusamen-
le vari autori, e fra gli altri
lo
De
Sa-
eh. A.
l'importan-
operazioni di finanza degli antichi romani, del quale vado a darne un breve
era governato da'pretori.Nè
lo altro indipendente dall'antico di
siccome e-
zione, da questo prese
ma
nuova disposizione di Claudio quando quelmilitare, mentovatoda Dione, fosse sta-
cumula-
decretato di non toccarlo,se non quan-
ni
della
l'oro
cavato da'paesi conquistati. rasi
tarono 3 pretori. E Svetonio assicura, che l'erario segnatamente di Saturno, prii
conservava
si
l'invasione de' galli e quello ri-
trihutis
furti
1
ac
vect.
Bulengero,
pop. row., Franco-
626. Burmann. /?c
i'ect.pop.
rom.
La fi-
turno.ci sarebbe rimasta memoria, in qual
dissertatio, Laeid.i 734.GfUarini,
tempo o da
nanza del popolo romano, Napoli 842.
gnato si
alla
chi fosse questo stalo conse-
cura de'prelori.
e affatto separati erarii
Due
erano
pai diveril
pubbli-
1
Dichiara perciò l'encomiato scrillore ch'egli
si
limita a ragionare sopra alcu-
TES
TES
a6o
tasse e operazioni di finanza stabilite
ne
da'noslii ooaggiorijin parte abolite ne'deplorabili secoli di mezzo, e ristabilite re-
centemente. Incominciando dal tributo, nell'anno di Roma 176 re Servio Tullio
Nel 4 7 Onorio e Teodosio H trovarono il modo di far contribuire alla lassa anche fondi deserti. Dalle tavole censuali '
i
fuiinavansi e nel
Censo (di quello stabilito da'PaCongregazione del Censo), del quale formava parte ciò cbe ora diciafno Catasto [T .), prescrivendo cbe lutti apprezzassero loro beni, giurando di farlo onestamente, sotto pena a obi mancas-
no una
se,d'esser spogliato de'beni medesimi, fla-
no per
istituì
il
pi, parlai a
i
le
matricole per
401 Onorio legge.
la
esazione,
e Arcadio vi statuiro-
Queste matricole dovean-
per ogni provincia approvare dall'im-
si
peratore
,
e
non
era permesso a' prefetti
d'aggiungervi cosa alcuna: così stabilirono Graziano, Valenliiiiano 11 e Teodosio
gellato e venduto.
382. Le matricole che si mandavale Provincie doveansi preventivanienle pubblicare con intimazione, acciò
sino al fine dell'impero.
ognuno conoscesse
nifestazioni,
se
il
Questo metodo durò Sopra tali maassegne e stime, s'imponeva
tributo secondo
il
valore.
Le pene
inflit-
nel
1
sì
buonariameiite disposero nel
la
sua quota, e pagas-
e senza dispendio:
co-
436 Teodosio IleValen-
te
liniano IlL L'esazione del tributo era tra
viltà del
gli ullizi
da Servio Tullio, col crescere della cipopolo naturalmente furono moderate, e in (ìnefurono destinati perequatori e ispettori incaricali
d'indagar
le
fro-
de'decurioni municipali; ed pagamenti facevansi a quadrimestre, come risulla dalle leggi di Costantino 11 e Coi
censo fu esteso talvolta a cose
di de'possidenli e de'labulari censuali, e
stanzo.
di altre operazioni relative alla giusta ri-
di lusso, sugli
partizione del tributo. Gl'imperatori cri-
le
stiani
promulgarono per
varie leggi,
essi
inserite ne'codiciTeodosiano e Giustinia-
neo. Sul principio del
era
si
V
secolo di nostra
scoprirono negligenze e forse fro-
di io vari impiegati del censo, quindi gl'im-
peratori Arcadìo e
no
Onorio ne ordinaro-
al prefetto del pretorio la
punizione.
11
donne e sul568 di Roma del censore Catone. Allorquando tribuni della plebe volevano costringere il senato a contentare per forza il popolo, impedivano i! pagamento del tributo, finché non aveano ottenuto l'inlento: così accadde s[)ecialmente negli anni di Roornamenli
delle
vetture, per disposizione del
i
ma 354e S^y.Fra'vettigaii
cranvi
i
por-
volture, nelle compre e vendile de'fon-
dogane e dazi di consumo: questi furono, sono e probabilmente saranno sempre universali. Cesa-
di doveansi subilo fare
le nel
Leassegnericeveansi nelle tavole censuali
da' decurioni municipali.
cambiamento
il
Quanto
alle
corrispondente
nelle tavolecensualì. Acca-
deva talvolta die provinciali prepotenti procuravano di alleggerire il proprio tribolo, tra.sferendo il peso sui deboli, onde Costantino 1 nel 3 i5 vi provvide. Av. veniva eziandio cbe alcuni possidenti per diminuire il tributo danneggiavano propri fondi, laonde per impedir talefrodeeuianarono castighi Graziano e Valentiniano I nel 38 1, e poscia Giustiniano! ne moderò la pena. JNe'lempi antichissimi fondi appartenenti agli Dei godevano V Imììiimità (1 .). ed erano esenti dal i
i
tributo;
ma
poi tale
immunità
fu tolta.
toni, corrispondali alle
di Roma ma sembra
694
in Italia,
abob in Roma e che quella soppresli
.sione fosse limitata alle
In quanto alla
la4o.\ il
e
i
immuni
comandanti
di uso proprio: li
al
le di
luoghi era
due e mezzo e mezzo peri 00. Adriano ne di-
in allri l'S.^jCioè
dodici e
chiarò
merci indigene.
tassa, in alcuni
i
il
presidi delle provincie,
degli eserciti per le cose
doveano però
specificar-
pubblicano (gabelliere o appallatogabelle e entrate pubbliche) con un
libello equivalente a'nostri lascia
passa-
Del dazio e antichissima privativa del Sale, ripailai a Tabacco, dicendo altre
7-0.
notizie sul
Suh e le Saline. Talvolta
i
tri-
TES
TES
non furono sufTicìenti a supplite alle spese, onde si conlrassero debili pubblici; cos'i accadde nella /guerra punica co'cartaginesi, che durò dal /{SS di Pioma al 5i i. Ac|uel debito pubblico
octnvam partcm acris ai-gcn(o niiscuitf e circa il yiJ il triumviro M. Antonio,
buti e
vettigali
i
i
successe
il
fallimento, poiché fu soddisfat-
ìiiisciiit
denario ...ferrimi. Nelle proviu-
pione
fu soltanto del
nel
542
si
fece in quella guerra, fu
Pioma
di
e
5o per 100. Altra opera-
zione di finanza mollo migliore, che
mdmente
si-
2/ guerra punica,
i
si-
che
consoli presero dena-
ro a imprestilo da'particolari. L* ultima rata di quel
pagamento scadeva
era allora terminata
la
armava per
la
nel
5j2;
guerra punica,
ma
ad
fra tante altre (he,
rario
si
'Ì!iì\\o\la
avari tiamexco-
nell'angustia dell'e-
ricorse alle e.sazioni anticipate
sia a'prestili
in Siria nella slessa
epoca della guer-
ra civile. Cessata questa e na.
Augusto riordinò
le
anche
operazione mise tasse sulla traslazione dei beni. Sulle cose venali
mente
la
impose general-
centesima, cioè l'uno perioo:
do[)o la sua morte
il popolo ne chiese l'aQuest'imperatore ridusse per qualche tempo quella tassa al mezzo per
bolizione.
ma
e navali. Quindi
soltanto ducentesiraa, cioè del
consoli riferirono al se-
i
nato non potersi leslituire quel denaro.
I
l'ester-
finanze, e in tale
cento,
si
o
da'pubblicani: così fece Sci-
macedonica, ed erano necessarie poderose armate terrestri di già
Pompeo
una tassa sulle porte: Cicerone la chiamò acerbissima, e Cesare l'annoverò
eravi
Festo quel fallimento, o piuttosto altro mile, accadde nella
nell'epoca
della guerra civile fra Cesare e
gitaba/itur.
i
Roma
cie asiatiche soggette a
denaro che notiavea un valore inil governo die a'creditori il 6 e due terzi peri co, poiché l'alleraziune del valore delle monete non cambia punto il prezzo intrinseco delle merci. Secondo to con
trinseco:
361
poi
vendute
se
la ristabilì
all'asta
100. Caligola
all'uno.
pubblica
SuUeco-
la tassa
era
mezzo per ma probabilmen-
la tolse,
ciedilori però lagnavansi altamente, de-
te fu
clamando che
vigente nell'impero a'tempi di Costanti-
denaro prestato per adoperava perla macedonica, da una guerra derivandone un' la
se
guerra punica
altra,
il
il
si
loro prestilo
si
to in una confiscale <]o giuste,
il
sarebbe converti-
tali
lagnanze essen-
senato decretò
di
dare
a lo*
ro in pagamento de'campi pubblici. JMa si
voleva forse salvare
il
principio di non
alienar beni dello stato. Indi
si
adottò
il
mezzo termine di stabilirvi il tenue canone d'un asse a iugero (circa 6 paoli a rubbio) e colla facoltà al governo di redimere que'fundi restituendo il corrispondente denaro.
legramente
1
creditori accettarono al-
tale condizione,
ed i campi da
no
I.
presto ristabilita, e certamente era
Sopra
,
cioè al 5 per 100. si
le
operazioni di finanza che sono
alterare
le
vi
è quella di
monete, mescolandovi metalli Pureauche a questado-
inferiori a'nobili.
ventesima,
contratti regislravan-
da
essi for-
note, dette brevi, per esigere
come
da una legAugusto principe di mente eguale alla sua grande possanza, procurò il contentamento univerle
indicate tasse,
risulta
ge di Costantino! del 3
i
5.
sale del popolo, e fra'mezzi per ottener-
mente conto
le
1
negli archivi delle città e
mavaiisi
del loro avere, furono denominali Irieu-
Fra
vendite degli
tassa più forte, fissandola alla
lo
ti.
e
Augusto fu della quinquagesima, cioè del due peri 00: posteriormente fu aumentala al 4- Sulle eredità e le donazioni Augusto mise la
loro presi in pagamento della 3.' parte
più deplorabili, certamente
compre
le
schiavi la tassa messa da
adoprò quello di rendere pubblicadel denaro dello stato. Ti-
berio sospettoso tralasciò tale uso ritiro
a Capri,
ma
il
dopo
il
successore Caligola
subito lo rinnovò. Fero di sue operazioni lasciò scritto Svetonio, vectigalia no-
antichi ro-
va atque inaudita... exercuit. Di JNero-
mani. Di uso tribuno delia plebe nel 663,
uesihddaTacito... dubitavit..,ancuncta
\eltero talvolta ricorrere
gli
TE
aGa
TES
S
vcctìgaliaumittijuhcrct, id(fue pulchcrrimimi donum generi mortaliuni daret.
Giustiniano lala, sulla
SSy
nel
!
quale
doveano
possa conchìudere con Tacilo
c\\e, forrebus cunctis inest (juidam velali or-
te
catta bol-
istituì la
iiotari
i
si
bis,
ita
scrive-
ut queniadmoduni teniporum viees, niorum vertantur".'!:ie\ citalo artico-
col bollo
lo Fisco, o tesoro del principe e diverso
del gloriosissimo co/ite delle sagre largi-
dall'erario pubblico destinato alle spese
)e
documenti e
i
come
zioni,
il
piotocoUo
,
allora chiaroavasi
delle finanze,
ministro
il
ed era anche V Elemosinie-
re (T.) dell'imperatore: ne parlai a Ita-
dicendo delle dignità dell'impero,
iiA,
in-
governo economico, ai ad ali ri ministri finanzieri, non che altrove. Per tale caria bollata si può con lutto il fondamento
elusivamente
al
prefetti del tesoro e
dedurre che
il
fisco
ne ritraeva profitto.
dello stato, con Muratori tenni proposito del fisco e della
camera de^Vimpera-
tori, de're, vescovi, abbati, principi,
du-
marchesi, conti, e dogi del regno d'Italia ne'bassi tempi del Dledio ri'oy insie-
chi,
me
a'molti ministri del fisco, deputati a
raccogliere spettanti al
i
tributi e gli
medesimo.
11
altri
fisco fu
nato anche CortefF.jre^ìa,
proventi
denomi-
Camera (P^.)
Che anco
barbari settentrionali, che distrussero l'impero romano, sconvolsero tutti gli or-
imperiale o regia.
dini civili de' popoli vinti, e distrussero
soriere CANONICO, dignità ecclesiastica ia
censo
nlcune cattedrali. Tesoro e tesoriere, con
1
l'antico erario: allora sparirono col tributo, la centesima e
Invece fu stabilita
demanii.
i
tare,
il
feudalità e con essa
la
le investiture,
il
servizio
mdi-
relevio, l'adoa, le angarie, le pe-
langarie,
il
fodero o fodro, e tanti
il
altri
somma-
pubblici pesi che angustiavano
mente
il
protocollo.
il
popolo per sostenere un misera-
Feudo,
bile erario. Di tutto ragionai a
In-
vestiture, IMiLiziA, Regalia, Servitù
,
Vassallo, Dazi, Dogane, e ne'molti altri articoli che vi hanno relazione, che lun-
go sarebbe de'Papi. pi,
il
ricordare, oltre
Termina
con indicare
il
il
le
Diseorso
biografie
l'ab.
Cop-
ristabilimento dell'an-
bero ed hanno
il
le chiese eb-
Te-
tesoriere, lo dissi a
godimento di posebbero ed hanno Comunità o Comuni, le
diversi vocaboli, e col
sessioni, gabelle e dazi,
Municipi , le Terre {t .), con que'ministri di cui feci menzione parlando dei loro magistrati principali Gonfalonieri, Priori, Sindaci, Podestà (f''-). Del tesoro o erario, tei
sorieri
o ministri delle finanze, degli
ini-
de'regnij de granducali, de ducati
jìcri,
e aììrì principati, ed eziandiodelle repuh///c/ic,ne'loro articoli 1
ed
irne,
non mancai di
[lar-
in quasi tutti
con nozioni sulle
Come agli
Apostoli per la cu-
loro finanze.
ra delle Oblazioni [f^.)de' fedeli assiste-
nanza. » Temperata ed in molli luoghi di-
rono rono
strutta interamente la feudalità,
stribuzione delle Sportule (f^-) e l'am-
tiche tasse e le disastrose operazioni di
si
fi-
rista-
bilirono le antiche tasse, che con nuove denominazioni furono chiamate fondiaria, registro e
carta bollala. In tale rivo-
luzione si rinnovarono talvolta se operazioni di finanza tenati
do rò
si il
che
che
i
le
disastro-
nostri
an-
furono costretti di fare allorquanIrovaronoio angustie. Cioè si altevalore della
moneta e
se ne fece an-
di carta. Si contrassero debiti e
si
ce-
i
Z)/<7conz (/^.), altrettanto pratica-
i
Papi per
la
custodia di esse,
Rendita ecclesiastidecorando diaconi della dignicardinalizia, ed assegnando loro in a-
njinistrazione della
ca tà
(f''^-),
iiito
i
i
Suddiaconi (J
gli altri
conesse e
le
sero a capo de'diaconi
Dia-
Prepo* cardinal Arci(J-^ .),
che
risiedeva presso la sua arcidiaconiaoC/iù'-
di
Maria
Doninica ( T\), dove fu s. Sede; eminente di-
l'antico erario della
fallimenti.
il
le
(T^.)-
diacono della Chiesa romana s.'i
ci
ed agli uni e a-
Suddiaconesse
dettero a' creditori beni nazionali in pa-
avvennero pubbliSembra dunque che in ciò
.),
pel soccorso delle donne,
gamento. In vari
stati
la di-
s.
in
gnità e cospicuo ulIìziOj di cui riparlai a
TES
TES PmoREde'diacoiii. AclessofuaHitlata get'ftiza di cousei'vase e
Ptilrimoiii della
s.
l'iu-
amministrare
Sede [V.)
i
e le ren-
\'
t63 ragguaglio
iVe tlierono
ternin raccolte.
/ìff'e/neridi letterarie
diJionuuM 783 1
a p. 53, co'più giusti elogi.
Però questo
dite del principato temporale di essa, e
benemerito seriltore, autoreegregio
presiedere alla Ciuiifrii itjìoslolica. Egli
tre letterarie produzioni, di cui
mi
di al-
giovai
mio />^/3^'o/^r^•
era aiutato nella custodia dei pontificio
nella compilazione di questo
romana, e nelle sue elegazioni ù&W Avcario propriamente custode dello slesso tesoro, dal Suacllario,
/7o,sebbeueabbia traila buona parte delle notizie da'preziosi Saggi diosscrvazìo-
tesoro della cliiesa
dal Festarario, e da
romana.
chiesa
eccessiva
la
Ma
altri ulliziali della
per essere di venula
sua grande autorità,
s.
Gre-
gorio Vlljchegià l'avea esercitala, Tabunei 1076, egli successe l'altra einineu-
lì
potente dignità del cardinal Camerlengo di s. roiìiaiia Chiesa, die già era
te e
al J estarario nella soprinleuamministrazione delle rendite Sede, e quindi divenne pure f i-
succeduto deiiza delia
all' s.
eedornino(T
.)
per provvedere all'occor-
Papa e
rente alla persona e palazzo del
presiedere alla sua famiglia nel Patriav' cìiio.
In seguilo
il
camerlengo
si
prevalse
dell'aiuto de Chierici di C(trnera,ead di questi alìldò la custodia del tesoro
uno
pon-
onde si chiamò lesoriere, del finauflìzio vado a trattare, ed il prelato in
id sul valore dell'antiche monete pontiJlcie (opere rarissiina che in uno alla non meno rara del Vitali godo di possedere) del gian cardinal
Garampi
tesco concetto dell'
(il
cui gigan-
Orbis christianus
piac((ue a Dio che io nulla, pel
primo
,
lo
seconda di mie tenui forze e proporzione della natura di questa mia opera, per cui e per ridurlo a tale pro-
elFeltuassi a
in
porzione, non mi è dato pubblicar tulle
quante
le
mie
faticose e studiose pazienti
ricerche), tuttavia
appena una volta
cordò, premuroso di ascondere
il
lo ri-
nome da im-
del dottissimo autore, precipua fonte cui avea ricavato le principali e pili
portanti notizie. ran)pi
il
Vitali
Ma nella citazione di Ga-
nou ricordò
nome, sibbene
i
Saggi
detti
sua Illustrazio-
tificio,
col suo
le
ne d'un antico sigillo della Garfagnana, eh' è la più antica notizia che si ha de'lesorieri. In ognitempo vi furono sé-
progresso di tem[)0 riunì tnolle prerogative camerlengali, stri
della
mente
il
come fecero
altri
mini-
Sede, anzi diminuì giiandecamerlengo dalle superstiti ats.
tribuzioni, nell'isliluzione del segretario
per
gli allari di
slato interni, oggi mini-
mi-plagiari, e
la
non ne manca il nostro, clasnon dir di peggio,
se orgogliosa e vile, a
per
vestirsi dell'altrui
nacchia d'Esopo.
penne, come Ranghiasci a
Il
la
cor-
p.
60
appendice della Bibliografia dello
stro dell'interno, e di cui parlai a Segre-
dell'
tario DI STATO (nel quale articolo ragio-
stato pontificio, dà contezza del rarissi-
nai degli antichi ministri del principato
mo
temporale della chiesa romana, e dell'oji-
felli
gine delle Coiii^rcgazioiii rardiiudizic),
pierlo e dal pubblicarlo, e ch'è utilissimo
e
dopo
la
pubblicazione dell'articolo Ca-
merlengo, questi inoltre perde mollo delle restate ingerenze, quando Pio IX[f.) istituì ti,
il
ministro del comiuercio, belle ar-
agricoltura e lavori pubblici.
L* ab. Fiancesco Antonio Vitali nel
libro del
Garampi, de'pregi
per cui l'autore
si
e de'di-
astenne dal com-
per molte cariche della curia romana, co-
me
de'lesorieri e della
Zecca pontificia.
Sul prelato tesoriere generale erasi proposto di trattare
il
p.
ab. d. Gio. Battista
Garicco novarese nel t. 5 della sua Raccolta; molte notizie sono uell'importaa-
tesorieri generali pontifirii
maestri delle ceremode pontificie; e l'eruditissimo e benemerito Cancellieri lasciò inedito un suo mss.
tificato di
su questo argomento,
1
782 pubblicò in
ziali del
iXapoli colle lettere ini-
suo aoiuii,3Ic/norie istoriche dei
dal poiitiGiovanni XXI Jino a nostri
i\i%\vaoa\Q\\\\\oi\*t I
ma
ignoro chi
lo
T E
iGi
possiede. Progredirò
T E
S
dunque
col
col Vilidiecogli autori che
jii,
tiiiulo,
e ne compirò
gi.
Dicliiara
ne
e
il
la
Garam-
andrò
ci-
serie sino ad og-
Vitali, clie all'introduzio-
slabilimmlo de'nuovi
pre contribuito
il
no, e mollo più
uffizi
sem-
1»;^
vario sistema del goverla
diversa combinazione
Onde
S che riuche pure menzio-
de'prefelti alPrt/o/vo, cioè quello
niva
denari da riporsi
i
iiella cassa
loro apparteneva. Egli fa
ne degli arcari proiogatorldel grano, del vino e tlel formaggio, quali per legge di i
Teodorico o Theodahado re de'goti, per un intero quinquennio non potevano es-
si
sere rimossi dall'amministrazione delle
dividere e suddivi-
loro casse. Dice pure chegli arcari rice-
dere in varie classi quell'ullizio, che in aulico fu tniico e sostenuto da uno solo. E
principe, secondo le apoche che essi ne fa-
ilei-li
adari e l'affluenza di
formò
la necessità di
essi.
\eano
quantità del denaro spettante al
la
perciò nella chiesa
cevano a'debitori; e dimostra che
lizio di
cellieri
romana fu prima l'ufArcano, Arcariuss, Scdis apoitolicoe, nome dato al custode del dena-
o
altri ufflziali delle
veano esigerei
tributi e
pubblici arcari.
i
can-
provincie do-
darne conto a taprivali avea-
Anche
che soleva conservarsi nell'arca; ed altre volte vi fu l'uffìzio (WSacculario oSaccellario, per ragione della cura e custo-
dalle antiche iscrizioni, e da quella ripro-
dia ch'egli avea della borsa o sia sacco,
dotta da Galletti in cui
ro,
in cui riponevasi
ma me
denaro
il
medesi-
della
chiesa, ossia del fisco ecclesiastico, co-
dice
il
Galletti,
avvertendo che
altri
li
110
il
i
come
loro privato arcario.
si
si
nomina
rileva
Jaiiiia-
ro Arkario. Nella corte pontificia l'arcarlo voleva significare lo stesso, poiché si
legge in Anastasio Bibliotecario, che
creato Papa nel
253 o
s.
somma
aSy, onifua vasa Ecclesiae Archidiacono suo Xysto (poi suo successore s. Sisto Il)//i potestà tein dedit, vel Arcani pecimiae, cioèlacassa del denaroche ritraevasidal-
considerabile. Nella corte imperiale ezian-
l'oblazioni de'fedeli. Di questa cassa dei
fu l'uffizio dell' arcarlo, poi detto
Papi fece menzione Prudenzio nel 3." suo inno. Laurenlio Sisti (s. Sisto II che lo avea fattoarcidiaconodella romana chies^) juhet-Ejrquirit Arcani ditibus-Massi rejertatn et Julgidae-Mon tes nionetac
juipropriamenle lo confusero
col tesorie-
re; e posteriormente l'ulfizio di
rio, a cui appai tenevasi
non
Testara-
solo la cu-
stodia delie vesti e degli utensili sagri e preziosi, ma
dio
vi
cassiere,
ancora del denaro e
che ha
tiene dentro
in
custodia de'denari e
li
una cassa, Arca, Capsaj
il
la
quale arcario custodiva e teneva sito
denaro pubblico, e anco
il
il
in
depo-
privato,
nel l'arca, come leggo nel
do Ito mg.' Pier Luigi Galletti, Del Primictrio e di altri ufjiziali maggiori del s, palagio ri posti
Lateraiteiìsc.a
p.
107. Colla sua autorità
dirò diqtieslo primario uffizio, e di quelli
che l'esercitarono,
ria.
De'7 primari
era
il
li,
di cui
si
ha
uffizi palatini,
memol'arcario
3.°, e di tutti trattai a'ioro artico-
come dipendenti
dal primicerio capo
Stefano
I
conditos.
11
Galletti rimarca, che Donifa-
Papa
cio III eletto
micerio
mente
tìe
nel
607,613
difensori, poi da
privilegiati,e
d'un Giovanni che avea l'uffizio d'amil denaro del pubblico erario. Incomincia il Galletti la serie degli Ar' cari della s. Sede, da Domezio diacono, re
anco preposilo
Paolo, e non sapendosene
le coniugati. L'arcario era
anche Giudi-
ce (7 .) dativo, ed esercitò altre nobilissime ingeienze convenienti alla sua dignità
,
e in parte
loro.
si
rileveranno dal novero
Da Gassiodoro
si
uotpiqa T arcario
singolar-
ministrare
che
quali tutti erano alle vol-
stalo pri-
ladioce o Calaudioce romano, vale a di-
ne
i
lui
nato da Giovanni Ca-
delle dignità palatine, primati dell'ordide'chieiici,
nel
tu
della basilica di il
tempo
s.
pre-»
certamente de'piìi antichi. Imperocché prima che nella basilica vi fossero introdotti monaci, i| che pi obabiloienciso, è
i
le
avvenne
nel secolo VII, era governa-
la du'chicrici sotto-priori,
chq
si
chiamai
TE vano
Domezio
ziooe che di
yJrcarius
lica,
fatta
TE
S
preposili. Galletti riproduce l'iscri-
s.
esisteva nella basi-
ò'cclis ^jjoslol., e vi
è
Anna, secondo il Mumoglie di Domezio, il quale
menzione
retori, slata
di
poi asceso al diaconato, essa cominciò a
dicevano
le si
e de'diaconi,
le
sua re-
la
ra intervenne nell'Syy al sinodo di lla-
come quelle che non più essi.
in
Ma
Gallelli corregge Muratori, sostenendo
e
scomunica per
lazioneco'saraceiii.Que.sto iMarino fuforse vescovo di Città di Castello, e se tale e-
Anna veramente
doversi riconoscere
germana,
tanasio vescovo di N;ipoli, con lettera che l'assolveva dalla
sorel-
qualilà di mogli convivevano con il
i
già mogli de' sacerdoti
germana, giacché
denotiiinarsi sua
265
S
romana, e gli raccomantlava due vescovi. Marino continuò ad essere arcano rieir882,e dal l^apa fu mandato ad A.-
chiesa
non ex moglie
ciede che imitando
di
fratello,
il
per
Domezio; e si
ordinasse
NeH'SqG Stefano vescovo
veiuia.
Ne-
di
nel quale articolo lo dissi già legato a
jìÌ,
Costantinopoli e crealo nell'iSGS,
prima se e
eletto
Adriano
li,
ottenne che fosse con
richiamalo
dall'esilio, al
iu cui
o
questi s'interpoaltii
personaggi
quale aveali co-
andare l'imperatore Dasilio
Ma-
diaconessa. L'arcario Diul'uilio visse in-
stiliti
nanzial 6i8, lacuifiglia Importuna con lapide fu sepolta nel cimiteriodi Calepo-
r(v/c;//t'perfdlseaccuse. iSell'annoseguen-
dio.
Popas. yJgatoiie
stume prese per
(ìe\
678
oltre
il
co-
ad amministrare la carica deil'arcario, la quale poi imjjedilo dalla grave età e dalle sue infermità dimise, deputando secondo il solilo se stesso
un soggetto che
la reggesse.
ca di suo pugno
Egli segua-
apoche de'denari di coloro, ch'erano debitori della Sede apole
te pare
il
che Stefano fosse dal Papa man-
dato ambasciatore a Basilio nopoli con
altri,
in Costanti-
per eliminare loscaiidalo
di (piella chiesa, e lo
chiania santissimo
vescovo. Egli neir87q
molti della
si sottoscrisse eoa approvando il commonitorio Sede per rojituire Fozio patriar-
allri, s.
cadi Costantinopoli nella primierasuadignità. Alain questi viaggi per servizio del-
nomierano presso \\ ^Xo/ìieiiclatoi-e palali(J\)y una delle 7 cariche ue. Chiamavasi de suscepto una confes-
arcnrio, il quale uillzio in quelle ciicostau-
sione in iscritto di ciò che erasi litrovalo
che verso
stolica,icui
oricevulo,eche
si
riteneva a credito della
chiesa romana. P/e^/o fiorì nel 7
i
o.e nei-
la
ze
Chiesa, Stefiino non viene qualificato
non poteva la
esercitare.
Pensa Galletti,
fìnedisuefaliche fosse rimu-
nei alo co'nobilissimi impieghi di bihliu-
tecario e di arcarlo della chiesa romana,
l'assenza da
Roma di Papa Costantino, reGiovanni detto liizocopo patrizio
Kel
catovisi
po>tolica,
ed esarca, fece barbaramente strangola-
con
re Saiulo diacono e vicedomino, Pietro
nessa e badessa del monastero di
arcario e dell'
due
843
fu arcarlo
ili
s.
moglie Stefania no-
5 aprile 842 già equando donò un fondo s. Paolo. Keir872 Stefa-
foeniina, a'
ra vedova
Prima
Adriano arcarli
Sediti, poiché la sua h\\\^i\u)i\
detto anno.
allri in
1
lui,
alla basilica di
no. I\eir879
-''-^''"''«o vescovo e arcarlo, quale con Pietro vescovo di Sinigaglia da Giovanni Vili furono spedili a Carlo
il
li
Grosso re
ra, nella
d'Italia
con pontifìcia
90? Stefano che
cui Sergio
a-
Hi donò a Eufemia diacos.
Ma-
20 gennaio vivea \' aicavìo Demetrio, si ha da una bolla di Giovanni X, diletta a Leone abbate del monastero di a'
Subiaco,confermatoria d'un privilegio, e colla sfessa condizione che
quale lo invitava a Piorna per su-
per
il
mattutino
in
rato
stc eleisonj
1
i
monaci do-
ogni tempo avvenire
redenzione della di
la
citino
nemici della
Smìe
s.
privilegio
come
jjo
i
al
Roma, alcuni beni colla condìzione che le monache ogni giorno pei rimedio dell'anima del Papa recitino 100 hyrieeleisonei 00 C/iristc cleison. 2it\ 926
lette-
suoi soccorsi contro
data
ria di
bliinarlo all'impero, ed invano avea spei
arcarlo della
scrisse la
lui
anima
re-
ooAj'/7et7ei50« e altrettanti C/i/i-
come avea imposto
al clero
TE
266
cattedrale delle
tleila
da,
che notai nel
il
Ruflìna e Secon-
LIV,
voi.
La
TE
S
ss.
223,
p.
pel-
si
rius
Apostoliche
s.
S
Leo Domini grafia arca-
sottoscrisse,
Leone,
i^e^zV, Inoltre
maiiiuìi
conje uno degli esecutori testamentari di Stefano benefattore del suddetto monaste-
riux
ro di
altra donazione.
per
bolla fa dittata
Demctrii Dei providcìitia arcaSedis apostoUcae. Nel g45» An/'//•('<7 intervenne alla donazione delcaslel,y.
lo di ìMazzaoo, falla
Roma
cipe di
Papa
iiastero di al
da Alberico
prin-
11
e da'suoi congiunti al
Gregorio
s,
Clivo di Scauro, e
si
mo-
Roma
di
I
sottoscrisse: Ari'
s. Gregorio al Monte Celio, ne eseguì generosa volontà: altro esecutore testamentario fu Giovanni de Primicerio illu-
la
strissimi viri, che
Primadelioia
respcctits gratia arcariiis Sedis npostolicac. Colla stessa formo-
da nobilissima, e
s.
dora nobilissimi,
la
pose
gapilo
li,
quali col consenso di Farolfo illustre uomo, genero e cognato
quando
loro, fecero
Ganderescheitn
s.
in
Papa prese sotto la Sede il monastero di Sassonia. Datò pure la
il
bolla colla quale Agapitoll uni
la
chiesa di
Brema a quella d'Amburgo nel94Sj^ col la iiduiinala formola nel
donazione
g6i
sottoscrisse la
Balduino glorioso conte
di
inonaslero de'ss. Pielio e Martino di
ma. Nel conciliabolo
al
Ro-
963, in cui fu iniqnntnente deposto Gjovanni XII e surrogato l'antipapa Leone VII l,qnestoarcario del
trovò presente, /^co/a' nell'aprile
si
figli
data nel f)\% alla bolla di A-
proiezione della
vi
arca-
vedova TeodoraBerta, Albino e Teo-
rio Alhiiio, di cui era
dreas divinis la
crede padre di Leone.
si
visse colla dignitàdi
intervenne
al
ca Vaticana
q83
plaeito tenuto nella basili-
in
presenza di Benedetto VII
i
un contratto di cessione all'ab-
bate. di Farfa. L'arcarlo G/org^/o trovasi
o 3, e non Gregorio come il chiamò Muratori; ed a' 12 agostoioi4 nel piacilo di Farfa esaminò documenti dell' abbate 'per la ricupera del castello di Bocchignano. Continuava nella carica a' 2 3 gennaio o 17, in cui si sottoscrisse: Z>oiiìini gratia arcarius s. Apostolicae Senel
I
I
i
I
dis, nella cessione di Pietro arciprete di s.
Eustachio e permuta
di stabili coll'ab-
bate di Farfa. Di questo Giorgio, crede Galletti, le nel
che fosse vedova Stefania,
la
qua-
1060 con Giovanni, Gregorio, Gual-
non giusto reclamo dell'abbate
di
Su-
biaco contro quello di Cave, in cui
si
sot-
figli, con Gunzone e Melenda loro nipoti rifiutarono a
LeoDoiniìii gralia vocatus arApostoli eoe Sedis Imj'us refuta-
Teodora badessa de'ss. Ciriaco e Nicolò di Via Lata, un molino che dal suo mo-
sul
toscrisse: (VI rio s.
eharte
lio.'iis
A' i5 settembre
iiiterfiti.
Teodora illustrissima donna hua consorte, Maroza o Adria, Maria Ro-
«84
egli e
gata loro
figlie,
riceverono a
3."
genera-
zione dall'abbate di Subiaco l'intero fon-
do
di
s.
Andrea posto
fuori di porla INIag-
giorc. Visse e continuò per molti altrianiii
nella carica, poiché nel placito o giu-
ilicato
tenuto
pa Gregorio a'
iii
V
Rojoa alla presenza di Pae Ottone III imperatore
9 aprile 998, per decidere
versia tra l'abbate di Farfa e
la i
contro-
preti di s.
Eustachio circa due chiese situale nelle terme Alessandrine, v'intervenne tra'per-
,
nastero avea
il
defunto Giorgio acqui-
stato e ingiustamente ritenuto.
A*2o
ot-
tobre 1057 vivea Crescenzo arcarlo,
quale
come
il
giudice avendo costituito Fa-
rolfo tutore e curatore di
Giovanni fan-
ciullo, nel palazzo Laleranense
innanzi
padre del fanciullo avea avuto con Benedetto prete
di lui
rinunziò ogni
della chiesa di
s.
lite
che
il
Angelo. Nell'atto che fu
chiamato anche datii'us jiulexAmW a'20giugrioio5g stipulato, Crescenzo viene
intervenne a una donazione nastero di Farfi,e
Crcscentius
si
mo-^ Egp
falla al
sottoscrisse:
Domini gratia arcarius
s.
quale dopoRop-
Apostolice Sedis interfuitin hac charta
Leone arcidiacono,
donationis, et de omnibus sicuti supra
sooaggi Leonearcario,
perlo ublazionario
derada e Lavinia loro
il
Giovanni piefelto e Gregorio primicerio.
Icgitur
a conLrahentibus facere.
testimo'
TES
TE
ìiium rodatili fui. Intervenne pure nel
1060
alla restituzione i\'nn
molino ese-
guila dalla mentovala Stefania vedova
S
onde ne avea ricevuto dt'lta
267 pegno
in
suil-
la
Civita Castelliuia e suodistretlo,cou
INIonlalto. Questi è l'ulliiuo arcario
cono-
Giorgio aruario, coTigli e nipoti, Co'>") pure a'20 aprile 06 si trovò ad altro allo
sciuto dui dolloGalielli.Quantoallesoin-
per Guido minore,
Pa[)i pe'hisogni della
1
il
1
al (piale fu costiluilo
curatore da'giudici Crescenzo arcario,
Giovanni protoscrinario
e
Giorgio giudi-
/%o
ce dativo, e peh.°si sottoscrisse: *^ Crescciitius
Domili grada arcar ius
yljwstolicac Scdis. Altra sua
s.
memoria
una carta de'qdiceuìbre 06 i,ove 1
si
è
dice,
che afla sua presenza si esegiù una cessio* ne di terreno, aule pracsentiani dot/i/iiis
Cresccntìus Domini gratin arrari. Nel 1071 Cencio arcario è raenlovato in u-
n)e in vari tempi prese in imprestilo da'
Sede
s.
e
per soccor-
dando in pegno i donìinii della chiesa romana, ampiamente ne parlai a' loro luoghi. IMuia ili corere sovrani e nazioni,
minciare della
la serie de' tesorieri
loro' rev.
camera
bo avvertire, che
[ìontificii
e
apostolica, deb-
a renderla più interes-
sante e per richiamare altresì parie de'
numerosi ti
la
che
arlicoli
scrissi e
riguardan-
tesoreria apostolica, v'insinuerò se-
condo
na carta, spettante alle monache di s. Maria e s. Gregorio Nazianzeno di Campo
le notizie
lo
tempi il più importante dellebel-, che sulle finanze di Roma e delstato pontificio pubblicò il benemeri-
Rlarzo. L' arcario Gregorio è ricordato
to
ed eruditissimo ab, A. Co[)pi, giovan-
un documento del 3c), il quale in uiia carta deli 5 j è detto Gregorius de primicerio arcarius, che vuol dire o esser lui figlio d'un qualche primicerio, o averlo avuto tra'suoi antenati. Neil 162 a'iSmarzoconlinuava nella dignità. ^w'o-
domi perciò
in
t
!
1
i
degli allri suoi interessanti e
pregie voi issi mi opuscoli
i II
io sopra le finanze di
di mezzo,
Roma
1
847'-
titolati: Z?m"yr-
Ruma
ne' secoli
Discorso sulle fi-
nanze dello Stato Pontificio dal secolo
AT y al principio
ne del secolo XII, come consta da 4 carte
del XIX, Pioina 18 5 5. Con ottimo divisamento l'ab. Coppi volgià riferito argomento, le continuare
apparisce ch'e-
sopra alcune tasse e operazioni di finanze
due pri-
degli antichi romani, sino alle delle epo-
Sassone era arcario sul
i'/iiini figlio di
tutte del
I
ig'), dalle ([uali
ra figlio di Sassone primicerio:
me
le
fi-
riguardano Civita Castellana, perchè
Pietro Sarraceno siniscalco di Celestino Ili ricevè a lica alla
nome
camera apostonominati e di Ru-
della
presenza de'
Lei altro giudice dativo, la città col suo distretto, e porzione di
Monlallo da
l'ie-
Roma, cui faimpegnata Adiiano V per 000 mar-
tro de Atlegia prefetto di
Tea
l
che d'argento;
i
1
quali giudici dativi asse-
gnarono curatori i
a quelli
che aveaiio
al-
tra porzione su tal credilo per l'imprestilo fallo
da Pietro. Le due altre spet-
tano allo stesso argomento, una
alla ces-
il
che, che
comprendendo un imponente pe-
riodo di tempo,
le
raccolte notizie
dono sommamente ai licoli
to
il
utili.
ren-
abbia ditrusamentediscorsoquau-
eh, autore riporta sino al secolo Xlli,
epoca in cui col cardinal Garampi
r
si
.Sebbene in tanti
ab. Vitali inconiincierò
la
e col-
serie de' te-
pure riepilogherò brevetratto del da lui narrato, che per intelligenza degli avvenimenti posteriori con senno stimò opportuno di premettere, e ve ne aggiungerò altri
sorieri
papali,
mente qualche
La Chiesa romana
schiarimento.
sino
sione di loro parte falla da altri minoren-
da' primi secoli del cristianesimo posse-
ni pel curatore loro assegnalo da'delli giu-
dette beni considerabili, quindi allorché
dici dativi; e altra
il
curatore di
altri
mi-
I25 marche d'ardovea la chiesa romana per
nori per questi rifiuta
gento, che
un
gli
prestilo tiiUo dal padre esuoicousorli,
l'imperatore Costantino
venuto cristiano Chiesa verso
il
3
I
il
ridonata
,
1
Grande, la
pace
di-
alla
3 accordò a'crisliani
il
libero esercizio di loro religione, decretò
TE
268 Chiesa
le
TE
S
ancora die dapperlutto
si
restituisse alla
sue possessioni; ed inoltre ar-
ricchì la chiesa
romana
doni e di ter-
di
reni in Italia, in Africa, in Grecia, in
O-
Divenula la chiesa romana doviziosa pe'suoi Patrimoni, suoi beni successivamente si aumentarono anche con l'esercizio delle Regalie maggiori, e notai nel primo de' citati articoli, che riente, nell'Egitto.
i
to, e
S
diverse città della Campania,
si
sotto-
posero al principato temporale della chiesa romana, tosto aumentato con dedizioni d'altri popoli, e
le restituzioni
per
ti.
Elevato nel 74'
s.
Zaccaria, considerando che
alla
edona-
Magno di arapi sta-
zioni di Pipino e Carlo
cattedra di \'
s.
Pietro
Agricol-
tura (della quale riparlai a Senato ro-
mano
pel suo antico tribunale) è
il
mezzo
al
più sicuro per provvedere alla sussistenza
tesoro apostolico provenivano da' patri-
d'un popolo, la feracità e qualità dell'Agro Promano (del quale ragionai anche a
nel pontificalo di
moni l'annua scudi; ed
s.
Gregorio
1
del
Sgo,
5o,ooo lui, se non
rendila d'oltre a
egualmente sotto
di
prima, incominciarono gli Slati tributareliri alla s. Sede (/^.). Imperocché giosi sovrani per la grande venerazione i
alla chiesa
romana,
a
s.
successoli, le ollVirono
Pietro e
i
ai
Papi
loro regni, con
corrispondente annuo censo, da alcuni denominato Denaro di's. Pietro [P .),cU\a-
mandosi
tali slati
censuali e oblati alla
Sede. Dal canto loro
no
i
Papi dilFusero
da'[)rimi* secoli e per lutto
il
s.
si-
mondo
la loro munifica beneficenza. Colla
Ren^
Roma, trattando
del suo vasto territorio
e campagne), per incoraggiarne la colti-
vazione incominciò
la
fondazione
Domo
villaggi chiamali
provvida mente imi tato da
bene Adriano
ma
e altrove
1
del
la
772
altri
esercitava in
civili , questa fu alterala dalle turbolenze de' tempi, e dalla prepotenza di
cose
imperatori e da diversi magnati
alcuni
Roma. Il Fisco pontificio andavasi formando su più solide basi, al quale arti-
di
colo notai con IMuratori che nel
monumenti
in
tali articoli e in
e Principi, al
modo
descritto
quelli in essi citali, ac-
cordando onorata e distinta ospitalità in Roma. Se assaliti dagl'infedeli, h difesero loro Milizia e
colle
Marina,
e persino
Ro-
piena giurisdizione delle
vranità temporale in ogni tempo generosamente soccorsero Re e Regine, ed al-
Sovrani
qua*
che fu Papi. Seb-
dita ecelesiastica e con quella della So-
tri
di
eulte, in
si fa
1017 ne' menzione della anzi il vocabolo diCa-
espressa
Camera pontificia; mcra apostolica nell'Sag,
questo ar-
in
ticolo col Galletti rilevai essersi già usalo.
Camera Domini Papae come
perato,
so di
presso
altri
fu
dunque ado-
sovrani, in sen-
tesoro e di sovrana giuris-
fisco, di
che
pretesero ritardare.
contrassero esorbitanti debiti, per prò-,
dizione,, ciò
digar loro e alle nazioni ogni maniera di Papi fecero aiuti. Questo fu l' uso che
Anche
del tesoro apostolico. Frattanto ne' pri-
raiio apostolico neh o 7 sotto Benedetto Vili, e poco dopo aggiunge, successe il
i
Sovranità de' Papi e del^ la s. Sede poneva profonde radici nella divozione e riconoscenza de'popoli,i qua-
mordi
della
abbandonali da'greci imperatori, vessati da'longobardi, con Roma riconosce\ano ne'Papi loro benefici e solleciti pa-
li
i
dri,
708
i
zelanti e validi prolettori; e già nel col tesoro pontificio.
Papa Sisinnio
occupava del restauro delle mura di Roma , che elfettuò s. Gregorio IL Fu sotto di questi e prima del 780 che per jspoalaoea dedizione, Pioma e li suo duca-
si
trovò
il il
altri
Nardi, Z)e'^(3rroc/«'
nome
di
camera
t.
2, p.
202,
pontificia per e-
i
Camerarius Domini Papae na
Ma
di Pietro.
lengo
DI
s.
conosciuto
nella perso-
io nell' articolo
Camer-
Chiesa potei registrare peli, il
cardinal
Leone
del 1061,
da
Cardella chiamato camerlengo ossia tesoriere della chiesa romana. Nardi fa meni i23 e del io conobbi tempo quale del prima 59, lo stesso cardinal Bosone da lui ricordalo. Poco dopo il principio della Sovranità de'
tione d'altri camerlenghi del I
1
Pajn
e della
s.
Sede incomiuciarono
le
TES
TES sue infeuclazioni, donazioni e permute di
dominii temporali: stali delie la
Sede,
s.
due si
le iiifeudazioni degli
i9/V///<', altri
piiocipali del-
principiarono da
s.
Leone IX
favore de'normanni, con
e da Nicolò
li in
giuramenti
di fedeltà e vassallagii;io,ed an-
ntiocensoioma""! feudali die rituiovaronsi
più solennemente e per maggior eslen-
sionedistalial grans. Gregorio Vii in Ce-
prono (nel quale articolo essendosi per abbaglio di slampa ripetuto il nome di tal Papa, ne
avvertenza a Sicilia
feci
riparlo di Ceprano). Osserva
il
,
Cop|)i,
ria fu
VII s.
circa
veramente finanziaGregorio s. Roma sopra il Fonte
notizia
I.'
pedaggio messo da il
1080
in
Aìigelo. per l'esigenza del quale
j\
a-
vea fatto costruire un'alta torre, e adduce testimonianza di Muratori. Io
la
vece
in
Anch'io dichiarai
sa
opera
cita 3 altri
autori, e con cTllretestiraonian/e, dissi che
prepotente Cencio fece edificue
impose
nel
1075
strascinò
vi
la tor-
pedaggio, e sacrilegamente
il
berato da'roniani,
il
s.
Gregorio VII
li-
che con Hurler avea
XXXII, p. 2 6 e 2 7 (e non XXII come per errore tipogra-
raccontatone! fico fu
Indi I
il
ancora fra
lando
dell'
imposizioni terriere, dice che
censo apostolico è una imposizione an-
il
tichissima, stubile
Clemente io
in
che
i
Ricorda
pubblici tributi
potere del Papa,
la 3.'
il
perfino con
dill'erenli
nella ribellione gli avea usurpati, in
e
le
regalie
sì
coniazione delia
uno moneta,
dentro che fuori della
le quali parinienli restituì,
tranne
il
citlà,
pon-
Lucano che conduce a Tivoli, e la 3." parie della moneta pe'senaloripro tcmte
condizioni
in
luoghi dello stato, secondochè
si
ma-
diver-
essi ve-
vdno riconoscendo o ritornavano sotto immedialo dominio de'Pa|>i. Ve ne sono documenti fin da'tempi d'Innocenzo III. Sidatta imposizione si denomini
l'alto e
nò anche
sussidio papale; ed all'arlicolo
Sussidio notai che questo vocabolo fu usato
generale per tutte
ili
le
imposizioni,
decretate sui popoli e sulle merci in no-
pi
che
per soddisfare a'suoi bisogni
Fra'proventi del
nehaSq
fisco, riferisce
Cop-
eranvi multe pecuniarie
pe' delitti per gli abitanti del
Serrone
,
Gregorio IX ne fece l'acquisto da'condomini, avendolo riferito nel voi.
quando
cioè
XXVII, p. 287, nel descrivere il castello. Ora eccomi all'epoca di ragionare de'tesorieri, succeduti agli arca scritte notizie
arrivano
ri, le
ah
cui già de-
ommet-
ic)5;
i
portai altre notizie nelle sedi vescovili
o
principali cariche che occuparono.
Incerta è l'epoca dell'introduzione del
quale ne
parte per uso del popolo, che
al diritto delia
non però
delle rendile pontificie. Di quasi tulli ri-
l'atto
per intero riportai a Roma,
in cui fu slipulato
saranno
il
,
senato e popolo ro-
e altrove.
concordia
III, e
ordinaria
neh 188
Norma
l'alto di
,^
ne'secoli passati generale per lutto lo sla-
lendo il descritto a Camerlengo e di sopra accennato, quando assunse per aiuto chierici alla vasta sua amministrazione di camera, ad uno de'qiiali. affidò la cura
terra di Isinfa, della qua-
la
parola a
mano, che
cederà
i
i
impresso nel ricordato articolo). Coppi parla del tributo che nel
108 pagava
le feci
voi.
Memorie sulle di Roma, par-
di mg."^ Nicolai,
campagne e Mill'annona
me sovrano,
re,
di certe las-
governandosi a comune. Nella prezio-
e pesi.
il
che
la fa-
se,
in quell'articolo tult' altro notai, poiché
Muratori
metà
coltà di tener per se la
con Nibby che
oltre
a Rieti,
guardili
III gli
to pontificio. S' introdusse in varie
rendite dello stato temporale
la il
).
neh 198 Innocenzo
niere, in diversi tempi, sotto vari Papi, e
spesso agitato e sconvolto. Egli quindi cre-
de che
[T
269
donativi de Prcshi-
che
Chiesa, probabilmente divennero insiguifìcanli le
terii
i
ove
grandezze delia
fra l'antiche licchezze e
pare, ristabilendo
tesoriere generale nella corte pontificia,
ih ."esempio gillo della
lo
ed
apprendodalGaranipijiyt-
Garfagnana
p.
47, ove parla
IV morto nel 254. Riferisce pertanto, che Urbano IV
del tesoriere d' Innocenzo I
con lettera de'23 ottobre 1262, ordinò che si
fossero esalti per la
camera apostolica
i
TE
270
Pan fi
mchili
(le
T E
S
Cttrjìltagnnnn
cnnonni
Lucani cappellani nostri, olim Tlwsau-
Papa e
dinalizio (/
.).
S
Piatto CarFrancesco Gaetani, cap-
ponlificio tesoro
così detto
il
praedecessoris
pellano ponlificio e uditore di rota, pro-
nostri, W quale tesoriere essentlo poco pri-
babdmenle da Ilo zio Bonifacio Vili fu fatto tesoriere, indi a' 17 dicembre I2q5 lo creò cardinale. Equi avverto, che aven-
rarii Innocentii
nui tlefuiilo, dichiarò nel suo testamento,
che
mobili appartenevano alla chie-
tali
romana,
sa
coni' era
Garfagnana {T che
il
Vitali citò
dominio
Questa è
•).
nome
il
di
ilo
sola volta
dinali
Garampi,
al-
legando il riportalo nel Sigillo dellaGarfagnana. di che già feci grave rimarco. Intanto Gregorio
X
stabilì nel concilio di
le leggi pel Conclave e Sede vacante, ordinaiuio che iti
Lione nel ii'j^, pei' la
questa
cardinali nulla prendessero dalla
i
camera
a|)ostolica
o dalle sue rendite,
le
quali resteranno in custodia di chi ne a-
tegra.
commissione, persona fedele e Già notai, che ne'citati articoli
portai
le
vrà
la
nate da
dal riportare le noti-
zie e la patria di que'lesorieri elevati alla
porpora, polendosi leggere nelle loro biogiafie
in
,
questo articolo solo dicendo
quanto reputerò opportuno. Bonifacio Vili gli sostituì neli'islesso anno Giacomo. Il Vitali opina che Paolo di Carfagiiaua e Francesco Gaeta-ni, come Roberparlerò, fossero
to Arcufati, di cui
tri
Quanto
sagre pontificie.
vesti
Garampi non
due non pare, essendo
carica del sagrista, che
ra Tlicsaurarii palatii
me
giunge, che
di tesoro pontifìcio &\x\\.enò&\a
stiario antico in cui
si
custodivano
il
ve-
gli
or-
Poiché
a Paolo,
il
l'ha avvertito; circa agli al-
menlato della Famiglia pontifìcia, ove col Galletti lo riprodussi, di Papa Nicolò in del 277, si riporta nella ndirica Cappellaiìi: ]]Iagister Richardiis Thesaurarius, e nuovamente Magister Richardnx de thcate, etmagister Nycplaus de tliesauro. Però siccome in quell'epoca col noI
stali
cappellani tesorieri custodi degli arredi e
ri-
Papi. Nel ruolo di sopra ram-
biografie de' car-
le
mi asterrò
,
in-
dette leggi, e le successive ordi-
altri
compilato tutte
di essa la
la
egli dice,
già istituita la Vitali ritarda.
il
che posleriorinenle
la
cu-
ponconfessore del Papa, Clieruhiiio, che re-
ra e custodia delle sagre suppellettili
riservata al
tificie fu
tranne
la
Tiara
e
il
Thiara
starono in custodia de' tesorieri,
et Clierahin,quae solent reponi in
pagno
il
il
Came-
confessore avea per
sagrista,
quale
il
Ag-
apostolici.
di
com-
suo ordine
namenti esuj)pel/ettili sagie appartenenti al Papa, così viene nominato il cappellano che n'era il custode, anzi erano due ad esercitare l'impiego. Loro incomben-
dovea sommiaistiare
za era precisamente quella di custodire
Conviene considerare, che allora il confessore era anche sagrista, che certamente avrà avuto un compagno peraiulo, ma gli uffici erano uniti, e tali li funse il b.
fia le altre
per
le
cose lutlociò che bisognava
funzioni pontificie. In esse v'uiter-
venivano, edopo che
il
Papa era staloco-
ronalo. Io precedevano colla mitra. Po-
co dopo e nel
Sagrista' del
1
288 Nicolò IV
Papa
.°
elesse
il i
nella persona del b.
Agostino Novello agostiniano, qual pre-
ficio il
la
divino necessari
i
;
sagri arredi all'ufe
che
confessore fu dispensato da
in
appresso
tal
cura, e
custodia divenne propria del sagrista.
Novello
e diversi suoi successori, anzi
re colla carica di bibliotecario.
che Vitali abbia confuso merieri segreti del
Papa
i
pu-
Temo poi
cubiculari ca-
e loro tesorieri
fc'tlodella sagrestia pontificia, penitenzie-
domestici o segreti, co'iesorieri della ca-
re e confessore del Papa, e lo fu pure di
mera
s.
Celestino
V
e Bonifacio
VIII,ilche vie-
ne contrastalo. Di più Nicolò IV divise rendite della chiesa i
romana
tra
il
Papa
le
e
cardinali, acquali poi fu assegnalo dal
apostolica:
mi conferma ne'dubbi
il
raujinentare di aver letto ripelutamente negli antichi e originali ruoli palatini, l'uffizio del
cubiculario custode delle gioie e
cose preziose.
Qua nlo alla Tiara e a\
Che-
T E
T E
S
rullino risei'Tali alla cuslotlia del tesoriei.^ la
re, la
descrivo
suo articolo,
al
«lei
ne parlai a Flabello, ed ora con Mayii, Notizia eh' vocaboli ecclesiastici ne 2."
,
(laròoiigliori spiegazioni.
Clie/'uhinme-
Il
antichi cerenioniali romani significa
gli
un ornamento
prezioso, poiché lagiouaii-
(•?'
di Cuncollicri,
S
271
che prima di
fulgoì-is sj)ecie inClierubim transfiv^ura-
fusadspcctum.^e] possesso di Gregorio nel
1272,
do[)o
la
croce incedevano
Xn
\If lìandona-
segnali in custodia al sagrisla apostolico,
cum duobus Cherubin cum
eccettuano
non
gli
le si
seguenti cose preziose,
davano
in
le
consegna, ed
ora custodisce tutto, tranne Vincilo Pontificale, esistendo presso
i
Papi. Exceptis
Mitrisprctiosis.etaliis quihusdam solitis
per Cuhicularios , et excepti.i Thiara, etCheruhim quae solentponi in camera Thesauraria palatii apostolici. Anche il dotto Rocca sagrista pontifìcio, è ciistocliri
d'opinione che questi cherubini fossero intagliali io qualche gemma, la quale serviva di
Formale o
con
vessillis rubeis-
,
duo
et
fetti navali,
si
alii
lanceia, se-
guili da'/>77^/<'/// navali. In quello di
gorio XII neIi4o5
X
che nella cavalcata
riferisce
si
rii
quali
tempo,
per quello di (jiegoriolXnel 1227, si dice ch'egli duplici diademate coronatus, sub
dosi delle vesti pontificie e vasi sagri con-
si
fai
Gre-
dice che dopoi pre-
duo etiam j)racmillunlnr C' gcminos
quites, qid in longissimis Jiastis
Cherubinos ingcrunt , in quibus coelesiium commercia regnorum repracsenFlabeltantur. Altri credono indicarsi i
Leodopo caporioni, si registrano: J'exilla duo Cherubiìi. Non trovo ne'possessi altra menzione de'cherubini,
li.
Seguiva
ne
X
nel
I
5
la 1
croce. Nel possesso di
3,
i
Ilazioìiale [T^.) al pi-
bensì di flabelli nella funzione della basili-
Papa, essendo il cherubino simbolo della scienza, che deve risiedere nel
ca Lateraneiise: conviene però ricordare,
viale del
petto del il
Magri
sommo stinia
Pontefice.
Nondimeno
che fossero due cherubini
d'oro o di altra materia preziosa, si
i
quali
portavano sopra alcune aste avanti
Papa
il
nelle cavalcate e processioni più so-
lenni, per denotare la scienza del vecchio e nuovo Testamento, poiché sull'arca del •vecchio esistente nel
Tabernacolo evano
elligialiduecherubini.per mezzo de'quali
Dio maniflistava
tre
sommo
il
la
sua volontà,
sacerdote
gli
men-
porgeva pre-
ghiere pel popolo d'Israele. In conferma ò\ tale opinione,
il
Magri riporta
il
se-
che il possessodiLeoiieXfu l'ultimo a prendersi con cavalcata incinsi usavano parai
menti
Del T'estarario romana r7HV'.T/7,avverte che dopo
sagri.
della s.
Il
Galletti,
lamorledi Bonifacio Vili l'antico vestiario era chiamato tesoi-o della cJu'esa l'Omana,%Q\ to la custodia del camerlengo, acciò non fosse soggetto a rtdjamenli. Tale tesoro nonsolamenleconfeiieva
ro e d'argento, e nelli
le
i
vasiù'o-
gioie, niolti'*>imi a-
e mitie preziose, abiti e vesti d' o-
gni specie e ricche;
ma
anche una certa
porzione d'oro e d'argento, come nel vestiario antico, e fbrs'anche qualche ducu-
somma
impoitanza, come nel
guente passo d'un antichissimo ceremo-
iiiento di
niale della biblioteca Vaticana pel posses-
pregievole inventario di Dduif.icio Vili,
nuovo Papa. Primus procedit eDomini Papae phaleratus, secan-
dal Galletti pubblicalo, ed in cui leggo:
so del
quiis
do vadit subdiaconus cum Cnice,
tertio
ditodecim brandonarii (o bandonari o
Draconari, portatori ile insegne,
come
di
Bandiere o
notai in
tali
al-
articoli)
rum duodecim vexillis rubeis, et duo alii rum duobiis Cìieruhim in cacumine lanrearum. Di tale uso parlai a suo luogo, e leggo DeWaStoria de'possessi de' Ponlcji'
Itevi imus sacculiis cimi licteris: Jlem unumFlahelluir rotundum laboratum ad aurum in quo est rex Salomon et rex David: Item unum Flabellum antiquum de opere Pisano: Item duo litere sigillate sigillo Alberti regis
per recogìu tiene Ecclesia
A lenta naie su-
Imperii ab super quibusdam
subj'ectioids
romana
,
et
promissionibus Ecclesie factis per cum:
TE
272 Jlcin in
TES
S
uno cofìno viridi multe
litcre
quali doveano intervenire
i
giuocatori di
indiate bullis aiireis, et aliae diversae
altre città e luoghi vicini, riparlai a Se-
scripturae: Item in uno cojino viridi qui-
nato ROMANO.
dam
riportai molte notizie spettanti alle
libri
quorumdam trartafuum me-
dicinarum.Dù talepregievole
invenUirio
e da altro di Benedelto XI egualmente
pubblicato da Galletti,
chezza in cui era
gliam dire
come
il
in tali
conosce
si
risalito
il
la ric-
vestiario o vo-
romana, chiamalo, The-
tesoro della chiesa
documenti
è
sauri romanae Ecclesiae. Tali inventari comprendono quanto si conteneva ne'palazzi del Valicano e di Perugia, allorché vi morirono due Papi. Tuttora essi si fani
no
alla morte del l-*apa,da'chierici di camera, che divengono custodi de'palazziapostolici nella sede vacante. Mentre Bo-
teci Roma parlai della loro custodia e dazi, che anticamente erano allldate e si riscuotevano da famiglie particolari o da corporazioni ecclesiastiche. R.imarcabi!eè inoltre
il
pontificalo di Bonifacio Vili pel
dell' yJnno santo o Giubileo u?u\>ersale, ne qviaVi articoli facendo la storia de' vantaggi derivati a Roma, per l'immenso concorso de'
riprislinamento o istituzione
forastierionde lucrare l'indulgenza, molte notizie
nag/ii, e fervevano le gravissime differen-
le
naturalmente riguardano, per
provvidenze prese da'l'api,
IV
ponlilìcie e
il
Bello re di Francia, suoi riprovevoli e malvagi fautori a'y settembre i3o3 osarono sacrilegamente armata mano d'as-
Filippo IV
il
il
i
salire
il
palazzo papale, d'iiiiquameule
traggiare e imprigionare
ol-
Papa, ed in-
il
sieme di depredare il tesoro ponlidciojonde il successore l'enedello XI subilo solennemente fulminò la sconìunica contro que' perfidi clic non aveano restiluilo il rubato tesoro. Altri tesorieri di Bonifacio VI II fi nono, nel 3oo Gregorio di Gènazzauo, ne\i3oi Gregorio de Tudela, iieli3o2 cevlo Cardarelli ;ì\>ì\iZo?) nominò tesorieri un tale Stricca, e il maestro Mattia di Chieti elericus camerae Domini Papae canonico di Terouanne, già dal Papa nel i3oo deputato rettore del contado Venaissino in Provenza, altroHominio temporale della s. Sede. Narra il Coppijche nel 3oo romani sottomii
i
i
sero Toscanella ch'erasi ribellata, eie im-
posero l'annuo canone di grano; riservandosi
la
2000 rubbia
di
facoltà d'esigere in
eoo lire, se l'agro romano somminifrumento suflicientea Roma. Inoltre imposero a Toscanella di mandare odo ludenles romani ludi s.Yy'x questi famosi giuochi di Agone e di Testacelo, a'
"Vece
I
strasse
,
mu-
anco a Prefetto DI Roma, ed a Maresciallo per le multe chegli ^'i.\2^'A\ano\iì Meretrici (P.). A Pornicipali imposizioni, ed
nifacio I ///risiedeva nella sua patria ylze con l'altiero e biasimevole Filippo
In quest'articolo e a R.oma
suo erario. Per
le
finanze
mene
le
di
Bello e del famoso cardi-
neli3o5
nal Alberti di Prato,
fu eletto
nel conclave di Perugia l'arcivescovo di
Bordeaux, il quale preso il nome di Clemente V, per le sollecitazioni del re, fissò fatalmente
la
residenza pontificia in Fran-
Aviguonc (P .),con lagrimeconseguenze. Chiamalo in Lione il
cia e poi in voli
sagro collegio, da
Roma
gli
porlo
la
coro-
na papale o tiara con gran pompa, il cardinal Ranieri camerlengo. Sembra che
Clemente Vnel 3o5stesso i
Andrea da Gubio;'\né\
re
fìices>e tesorie-
nel
i
Soy
il
suo
Roberto Arcufati guascone di Bordeaux, e arcidiacono di Sobolio,nel 3 io promosso all'aicivescovatodi Saleino, indi trasferito alla sede di Aix in Provenafiine
1
za.
Col
scia,
titolo di tesoriere
si
trovano po-
neli3o8 Raimondo Fabri avóiWa-
cono di Tulle, e nel 3o9 V arcidiacono di Sarbuch. Clemente V si trasferì neliSoy a Poitiers per trattare con Filippo IV, che pretendeva condannata la 1
memoria di Bonifacio Vlil e l'estinzione Papa accorde' Templarijma essendosi il
to
che
il
re per sostenere
le
sue esigenze a-
vea preso precauzioni per assicurarsi di sua persona, tentò d'uscire da Poilterslra-
TE vestilo
por
le'^titlli^si
TES
S Pcih
a rìordeaux.
le
Roma
273
rese celebre per la fabbricazio-
si
giijinlie, alla cui vigilanza era sialo segre-
nedelle saie, che irnitaronogli oltramon-
taineiile consegnato,
La Romagna si distinse per l'invencommercio delle terraglie, e molte furono dipinte da celebri pittori, come purea Pesaro. Generalmente tutto lo slu-
ri
della città e
sorpreselo ino-
lo
Tobbligarono
a ritornarvi
suo seguito, e co'inuli carichi
col
tesori.
cle'suoi
Raccontai nella biografia del car-
dinal Gciifih' Partinoda Monlefiore,che Cleeiiente
dere
il
V
denaro che stava
Provincie
pren-
l'inviò in Italia adine di
Campagna
di
Rdina, e nelle
in
e del l'alrinionio,
tani.
zione e
to
riempì
si
no supplire quanto descriverne
lione di fiorini d'oro. Ritirato che l'ebbe,
elaiiificii
e non vedendo sicure
le vie
Lucca, dove
di
fu rapito dalle
i
rono prima
i
il
Pisa.
Il
mondo
luoghi, epesetificii
lo
colo
masnade
tede-
Giovanni Villani i
pisani pre-
tesoro della Chiesa, lo condussero a
lo ritirò
i
di
nelle sue storie sostiene, che
so
e
Frediano
suoi noi depreda-
di partire.
le città
pubbliche,
s.
1
seppure questi o
cio,
dissi delle principali
due indicati articoli. Tale prosperità non dappertutto provenne nel se-
sche e da'pisanid'Uguccione, rpiando esso 3 4 cacciò da Lucca Castruc-
nel giugno
A
manifatture e produzioni pontificie, nel
e di recarlo in Avignone, vakilato un mi-
depositò nella sagrestia
manifatture di panni.
di
questi fugaci cenni trattid.d Vergani, pon-
Novaes dice invece, che
i
XIV, che anzi per
la
pregiudizievole
lontananza de' Papi gravemente soffriro-
no
le terre della
Chiesa
in Italia,
godendo
Provenza per contenere la corte papale, alla quale accorrevano le nazioni del cristianesimo, mentre R.oma in vece quelle di
languiva lacerata dalle fazioni, le
come
nel-
Provincie tiranneggiate da' prepotenti
tesoro
signorotti, usurpatori dell'entrate della
da Lucca il nipote del Papa Piaimarchese d'Ancona, il quale sor-
chiesa romana. Notai nella biografia di
il
preso da que'di ìModciia fu ucciso e rubato del tesoro, perciò scomunicati da Cle-
Giovanni XXll,il quale nel 3 16 successe a Clemente V, che alla morte di questi fece traspoi lareda Carpenlrasso in Avigno-
città.
V neh 3 12, con l' interdetto alla Apprendo dai Vergani, che l'Italia
ne partedell'archivioe delle coseprezio^e trasferite da Roma. E siccome altra por-
\erso
il
n)ente
Secolo XIII ebbe
gloria d'es-
la
commercio, che l'irruzioni barbariche aveano pressoché eslinto iu Europa. Dopo tal secolo 1' Itasere ristoratrice del
lia ti,
fece progressi
nelT industria dell' ar-
ne divenne maestra e
si
riempì
di ec-
cellenti manifatture. Così lo stato pontificio, principalmente
tità e
Bologna, per
la
quan-
perfezione delle manifatture di seta
1
zione, la biblioteca, col tesoro della chiesa
romana, era
ili
Asisi, gli abitanti
stata
tesoro e robe della
da Roma depositata s'impadronirono del s.
Sede, e quelle an-
cora di alcuni cardinali} e ad onta de're-
clami del Papa, appena ne ricuperò una parte
il
successore, che fece condurre nel
palazzo apostolico d'Avignone. Nel pontificato di
Giovanni XXII più regolari e
non cedendola alle fiorenti Venezia, Genova, Firenze e IMilano: perfetta imitatrice di Bologna nell'applicazione all'industria dell'arti, fu poi Perugia
senza interruzione abbiamo
che divenne la città più industriosa dopo di essa,ne'dominii ecclesiastici. La pro-
pendenti da'camerlenghi pontificii, che in
e di lana,
vincia della
Marca
cazione delle
sportavano
tele,
in
si
distinse nella fabbri-
che iugran copia
Barbarla, e
lavorazione della seta,
fiorì
e nel
si
tra-
pure nella
commercio
di vini eccellenti coli' isole del Levante.
VCL. LXXIV.
loro
la di
sione,
le notizie de'
non solamente autorità acquistò maggior esten-
tesorieri pontificii,
ma
i
quali
cominciarono a rendersi
indi-
principio gli aveano assunti io aiuto alle
loro
ampie
cure,
aumentate
dall' essere
spesso insigniti della dignità episcopale e col
governo di loro chiese arcivescovili e sebbene non sempre cardinali;
vescovili,
ed ancora per
la
soprintendenza alla bat-
18
T E
274
moneta
litiiio (Iella
XXII
,
rpiando Giovanni
inlrofliisspqnclla d'oro, per
lei 7eccliini,pel(lirilIodi
inalo
TE
S
Slij;ììOi-ìa di
qua
la
nionelaggiochia-
lìn citìiierti paiilìfìria.
solevano pagare balleiido
la
rnonela col-
Furono
l'oro proprio di essi.
lesoriei
Giovanni XXII, Adeiunrio Ainelin ìiìelUìii
rie
glia. Ga^^berfo a'
T alle vescovo 1
8 setteml)rei 3
di
S
rovinati e in decaden-
za per l'assenza de'Papi.
Giaeomo de Brano
Fu
suo tesorie-
che eserimpiego sino a'i4 luglio 342: era arcidiacono Limalense, enei 33c) fere
P/"»r/,
citò tale
1
1
di
ce quietanza all'abbate di Sassovivo d'un fiorino d'oro, censo dovuto dall'abbazia
i
Marsipro-
if) fu
Roma,
/Ir-
solto-canloiedella chiesa d'AlI>y,
e Gashcrio
pnsfolici di
mosso alla chiesa diMarsiglia,eda'2GagostoiSaS Iraslato all'arcivescovato d'Arles: già neliSao era divenuto camerlengo, onde rimase lesorieie solo Ademario, \\ quale neliS^S ebbe la sede di Marsi-
alla chiesa
romana. Nel
mente VI, surrogò
al
i
34"?.
crealo Cle-
precedente due
1
I
e
347;
re della
Guglielmo d' Alhussacco awxiochiesa di Rouen, neh 343 vesco-
glia, lasciala dall'antico collega, e conti-
vo
nuò nel tesorierato almeno fino a'a giugno 333. In quest'anno a' 2 novembre
a'5
trovasi per le&oi'\e\eGiiidoRadiil/)hi.Mo-
e di Cominges. Nel 2.°
ù
cato di Clemente VI, molte furono
i
Giovanni XXII a'4 dicembre 334) i
sciando per
la
nel!" erario
guerra
di
l^"
apostolico, destinali
Terra santa contro
tur-
il
te-
Stefano Aldnhrando abbate del monastero della Cella nella diocesi di Troyes, di cui parlai nella serie dei camerlenghi, carica ch'ebbe l'i gennaio sorieri, cioè
di Frejus.
priore di
rele
A Stefano die
in
mano \3^'j, Ber tra?ido diva,
poi vescovo di
anno
che ricevè conlrogli
mera
successore
di Cosnaeìi
Lombez
del pontifile
que-
udiciali della ca-
pontificia, e perciò
fi\
destinato a
suo fratello, deputalo da'tesorieri come
Cahors per fare giustizia. La risoluzione del Papa fu: non est intentione sua qiiod proplereadoniini Camerarius, et Thesaurarius cessent sua nfjìeia exequi utprius. R ai mondo già vescovo di Rieti e d'Amiens. poi d'Orvieto sua patria, vicario del Papa in Ro-
mercante del J'apa
ma, nunzio
ro,venticinque milioni di fiorini d'oro,cioè
i8 in contanti, e 7 in vasellame d'oro e d'argento, corone papali, mitre con gem-
me, pietre preziose, ed in coulemporaneo Villani,
il
da
Avverte
gioie.
in ciò seguilo
Antonino, essergli ciò stalo detto dal
s.
a
contare e pesare
il
detlo pontificio tesoro, per renderne conto a'cardinali
con in ventario.Tultavia non
somma co-
intendo farmi mallevadore di s'i
esorbilanle per (jue'tempi. Altrettanto
riporta
il
Coppi, ed aggiunge, che
temporaneo Monaldesco dichiarò
il
con-
il
te-
soro ascendere a quindici milioni d'oro;
che
il
Papa l'adunò con sagace
industria,
esaminarle
il
vescovo
di
pontificio e collettore delle o-
blazioni falle agli altari della basilica Vaticana, te
non avendo resoconto. Clemenal tesoriere del Pa-
VI ordinò neh 348
trimonio che
i
di lui beni fossero
merati. Allorquando
il
R.ienzo (di cui all'articolo voi. I
LXXIII,
p.
Roma
3o3)nella primavera del
romani
Monte Aventino
benché ne avesse speso una porzione nel ridurre all'ubbidienza molle terre dello
ranlico splendore, diceva: m de
Lombardia per abbattere tiranni. Xll nel di seguente alla sua elezione donò a'cardinali 100,000 fiorini del tesoro pontificio, per sovvenire a'bisogni loro, e 5o,ooo ne desliuò per riparare lemph e palazzi are di Il
i
successore Benedetto
i
i
di
e nel
347,aQcorsempliceprivato,eccitavasul
ecoll'ampliazionedelle riserve pontificie,
stato ecclesiastico ribellate, e nelle guer-
inca-
famoso Cola
i
a ricuperare la
mone-
non dubitate, che la camera di Roma (di cui a Senato) ha molte rendite inestimabili. In prima per lo focatico pagano per fumante (del cui vocabolo a Dogane) ta
4 soldi, comenzando dal ponte di Cepvano sino al ponte de la Puglia, montano 100,000 fiorini ; e più di sale 100,000 fiorini (oltre 3o,ooo delle saline, ma di
TE ci?)
meglio è vederci!
Hiico
porti
II
iiiatoOjOOO dato a
Roma
ili
liorini,
iM esser lo
li
TE
S
LXX
i
B.l);
e le rocche di
Bn-
voi.
cp.iali
Papa, e ciò
if,
p.
lifinno
sa
'I
man-
Vicario
silo".
Sid fine di loi^liooiiel principiod'a-
f^osto
dell'anno santo i35o, l'audace ex
Iribuno Cola
Rienzo espulso da Roma,
di
eccilava l'imperatore Carlo
vea iin|)rigionato e
per meritarsi
mandato
IV (che l'aAvignone
in
grazia pontificia) ad im-
la
padronirsene sollecitamente, osservanilo che se rilardava sino al termine d«l go-
verno de'senatori che allora la reggevano, sulle gabelle del sale e sull'aumento
temhrei 36r ,nioi»o
27^
S
goiiciato, o io coid'eiilo
i\
Dcii.r da Piadello abbate poi vescovodi
Nimes
venuto Papa
a's'S ottobre
V, non
il
te-
Cancellilo
ilr
Hegiii;ilclo,vriC(>
Psalmodi
ili
i
36?. Urbaiif»
n-
volle cavalcare nel possesso,
giiaidand»
la
,
e di iMa^iielona. Di-
dignità papale
come
esilia-
taoltremonle. Ne'capitoli della zecca poiid'Urbano V del 3G|, si legge no-
lificia
i
mitintoil vescovo(iaucelino
//ir.sv//i/7//70,
camerlengo Arnaldo Alberi arcivescovo d'Auch, col maresciallo di giustizia e il vicaiio temporale d'Avi-
unitamente
gnoiie.Ed
al
in
questo secolo
si
trova difre-
monete, e
consumo nel teuìpcjdel giubileo, perdeva almeno 100,000 fiorini, spet-
quente che
lauti all'impero (il che è falso, e fu asserzionepropria d'un fazioso'.quandos. Leo-
te fatti d'autorità del carnei leugo, del le-
Pa-
commissari, senza l'intervento de'chierici di camera e delle genti di essa. E quan-
tle'dazi di
ne
ristabih l'impero d'occidente,
III
i
erano signori cii Roma già da più di do annijequando Innocenzo VI nel S'iti fece coronare in Roma Carlo IV, ordinò a luiealla moglie di dormire fuori le raura). Clemente VI comprò Avignone. fu ecCPSSivamentesplendido,eiiJon negava grazia: avvertito che predecessori non erano stali sì prodighi, rispondeva: Ch'essi non a vcanosapulo esser Papi. Morto nel 352, pi
i
i
1
8 dicembre gli successe InnoceuzoVI. A'y febbraio i353era già tesoriere apof>\o\\coRegi/ialdo iMaubevarto 3Ialberuf/7/- arcidiacono tirarchiae di Laon, indi Tcscovodi Palencia, di Lisbona, d'Autun. A provvedere disordini civili di Roma, Innocenzo VI sprigionato Cola di Rienzo ve lo inviò nel 353 in compagnia del ce-
a'
1
i
I
leberrimo cardinal Alboriioz legato e
vi-
cario generale di tutto lo stato ecclesiaslico,
il
quale
lo
so per pagare
dichiarò senatore.
Ma
es-
gli editti delle
appalli delle zecche erano
gli
comuiiemen-
soriere, del maresciallo, o degli speciali
tiuique Gauceliuo nel dover far fondere tulle le
monete
disusate, ch'erano nell'e-
d'Avignone, domandò
lario pontificio
due
consiglio a
chierici di
volta tal sistema
non
camera, tutta-
fu costante. Si
può
bensì congetturare, checosì a poco a poco
s'introdusse d'unirsi in corpo
camera ad
i
chierici di
assistere a'contralli camerali,
ed a formar tribunale,
le cui coslituzio-
più lardi confermò Eugenio IV. A Gaucelino cefi bolla Urbano V concesse vari ni
privilegi, cioè di conferire tulli
i
benefizi
Maguelona, anche con cura d'anime, però non eccedentila rendita di 20 libre turonesi.Questo tesoriere fu tanto benemerito per la vacanti del suo vescovato di
sua
somma
esattezza nel fungere l'uffizio,
che con bolla e splendido elogio gli coudonò 2000 fiorini d' oro che dovea [)er
nunierosi armati ministri
tasse per la spedizione delle bolle del ve-
vendette, fu costretto a imporre gabellesul vino e altre cose, che irritare-
scovato. Nelle dettebolie Gaucelinoèdet-
i
di sue
no
il
popolo. Da tale imposizione,chechia-
niò sussidio, ritrasse molla moneta, poi-
che esigeva 6 denari per ogni soma di vi110, e dal sale pure ricavò molto. I suoi nemici fomentando il malcontento, restò inassaci'ato l'S
settembrei354' A'3
set-
to
Thadurario
tali,
che ciò non
nostro,
ma
avverte Vi-
significa quello
che nei
tempi posteriori fu solilo significare, come si dirà a suo luogo, ma servì unicaniente per distinguere tesorieri porilificii da altri particolari tesorieri, com'erai
no
cpielli
Guhcllarum Avcnioni, Patri'
T E
276 Olire
//loniì eie.
TES
S
tesoriere della
il
apostolica e del Papa, nel
3G8
r
il
Guglielmo Alberti chierico
l)ile
camera
banoV,i romani insorsero, ripresero l'am-
veiieia-
niinisfràzione delle cose piilibliche
came-
sciando
Thesaurarius omnium ^abellarum cis'itatis Avcnionensis prò Domino nostro Papa speda lì ter deputaius, e rendeva conto al camerlengo Bertrando de ne,
Bordis vescovo d'Albj^.
mera
erano
allora
propensione
3.
Urbano V per
la
neh 367
Romagna
(e
la
non
perciò
i352 come si legge in mg.' Nicolai, certamente per menda tipografica), nella quale narra che in quelle provincie enel
imposizioni dette fumanterie, e
quelle sul sale,come§abelleordinarieche
pagavano
si
denominale disse e
alla
Che
temporali.
camera o a' suoi vicari Marca avea l'imposte
taglie,
avea
lo più
sussidio papale.
stolico e
il
bina, la
Campagna aveano
catico.
mae I
l'Italia,
in
il
fo-
Plo-
Avignone morì. Essenil
cardinal Albor-
legato per tutta discolpa
sentò
piìi carri di
stella
da
lui
Sa-
la
fatalmente dipoi ne partì nel
stato a lui accusato
il
il
sale e
ooz qual dilapidatore del tesoro cio,
pontifigli
pre-
chiavi delle città e ca-
ricuperate alla signoria del-
il Papa l'onorò de'gloà\Padre dellaCldesaeò'xT in' dice della libertà ecclesiastica. A'3o dicembre gli successe Gregorio XI, che nel maggio 37 elesse a tesoriere Pietro de /^ <'r//oA.v abbaled'Aniana.e poi nel 1378
la Chiesa,
per cui
riosi titoli
I
lo
Durante la residenza de'Papi in Avignone, l'autorità pontificia in Pioma
osserva.
fu
promosse
I
alla sede di
sempre
rispettala
;
potere, e specialmente
ma il
l'esercizio del
ramo
delia fi-
nanza era, se non del tutto, certamente nella massima parte presso cittadini. E questo fu anche conservato nel ritorno di Gregorio XI in Roma. Imperocché nel concordato sottoscritto fra'rappresentanti pontificii e quelli del popolo romano, i
dicembre 376, fra le altre cose si convenne (Io riportai a PiOma): (pind societas execiitorum justitiae et qiiataor consiliariorum. ballisfariorum et j)a\>esatoriim, continuasse ad amministrare, a' 2
I
1
emolumenta cdìncrae urbis more
solito.
slata trasferita la residenza pontificia fuo-
Lazio, il
dal Tevere e della città Leonina.
Pa-
e
Urbano V dopo aver consolato
370, e giunto
do
11
il
consegna de'ponla par-
censo apo-
apo-
gli aflìtti, le
Che l'Umbria
trimonio aveano per
la
delleporte,delle torri, e di tutta
GregorioXI malgrado le contrarie rappresentanze, commosso dal languoree vedovanza della chiesa romana, per essere
la
capisoldi.
i
popolojindi formalmen-
invitarono Gregorio XI a tornare nella
te di là
a
restituì
Maguelona. Nei
ri
del suo luogo .naturale, a' 17 gennaio
in trionfo entrò nell'alma Roma, con estremo giubilo de'romani. Poco visse,e morto nelVaticano, a'28 marzo 878 canonicamente gli fu dato in successore
1377
1
Urbano VI(V.). Volendo questi
correg-
costumi de' cardinali sospirando essi le delizie di Provenza, l'abbandonarono e iniquamente elessero a'20 settembre l'antipapa Clemente VII. Questi, crudele e ambizioso, si recò in Avignone, vi gere
,
i
stabilì la cattedra di pestilenza,
gionò
l'orribile e
desolò
la
lungo Scisma
che ca-
(F^.)
Chiesa e divise nell'unità
i
successori riconosciu-
per essere egli e
ti
e ubbiditi
Il
tesoriere Pietro seguì le parli dell'an-
i
da molti principi e nazioni.
tipapa, che lo creòsuo tesoriere,e poi
Domila Papae. Dopo
to ueli
parteuza d'Ur-
che
fede-
li,
vari suoi editti s'intitolava lliesaurarius la
la-
Della convenzione che ne seguì, d Coppi
sua
co Grimaldi o Grimoaldi,il quale fece descrizione della
l'
li,
papaie residenza, ricevè da'ro-
la
al
,
sola [W(le>tà di ren-
la
sua vera sede,oifrendo
de'romani e
mani senza riserva la restituzione del pieno dominiodella città,edcgli limitò la giurisdizione del magistrato loro. Accompagnò il Papa il suo fi alello cardinal Angli-
ranvi
te
chierici di ca-
e per le istanze
di diversi personaggi,
Roma
I
senatore
dere giustizia
d'Avigno-
ra, era tesoriere delle gabelle
al
387
gli
mor-
surrogò Antonio a Love-
T E
TES
S
no vescovo parimenli di Maguelona. Per suo mezzo mandò 4o,ooo franchi d'oro iuppcdilel Liiflo\'ìco duci Dorhoiwnsi (jfuiunrcxfra/icortinictuiicopiisinillchai
ad
snbsidiuiìi Ludovici (d'Aogiò)
tio,et l ìiicclauìn (Ladislao)
Urbano VI
gliorati di Sulmona, e
gli
filiuin.
cj'its
creò per tesoriere
Cosmo Mi-
conferì
386
i'c<^is
Dura-
Siciliac contra ì\Li/-^/ti-ila/n de
il
ve-
novembre gli
2
377
successe Bonifacio IX. che
tesoriere Migliorali alla comRavenna, al carduialalo e al camerlengalo. Per nuovo tesoriere destinò /ì/a/'/co Scaranipi ì\o\)\\c d'Asli e vescovo d'Acqui, poi di Fellre, ove morì in
promosse
menda
il
di
odore di santità
nel i44o>'J*^P'^^**'^'''^*'^^"
lo segretario dell'im pera toreSigismon do,
dicendo l'Ughelli che
il
suo corpo restò
trovasi an-
incorrotto. Altro suo tesoriere fu Agosti-
Guglielmo de Nor-
mente versato nel diritto canonico, che fu repiilalo un oracolo: ottenne il vescova-
no Napolitano vescovo di Perugia, d'Atri e Penne, poi traslalo a Spoleto. Dissi altrove, che Bonifacio IX per sostenere Ladislao re di Sicilia contro Lodovico I[
to d' Ancona', e poi quello di Todi. Di
d'Angiò fautore
FrancescoBcllaiitiòa Siena si legge, che clectus est episcopus Naridcnsis anno
vendè molti fondi che
scovato di Bologna. Nel
che
l'altro tesoriere
i
mauiiis romano e monaco
di
SubiacOj tal-
1887. Ilic a Jacopo P iterbiciisi episcopo procurator clectus est, sanctaeque apostolicae Sedis ge/icralis Tkcsaura-
dell'
Sgo romana
antipapa, nel la chiesa
possedeva nel territorio
di
i
Benevento e
nell'Abruzzo; quindi concesse in vicarialo per diverso
tempo
quelle varie città e
Provincie dello flato ecclesiastico, che no-
Urbano Vlrochae NaraieaUrbano VI punì Giovan-
tai
sis castellanus.
brone, Fano, Urbino, Faenza, Forlì, Imo-
na
regina di Sicilia seguace dell'antipa-
la,
viusfuitsub
I
pa, colla scomunica e la deposizione dal III
Du-
razzo, e per aiutarlo alla conquista,
im-
regno, e di questo ne investì Carlo
pegnati molti beni della Chiesa, essendo
a'ioro luoghi,
so. I
Continuando
tri
da
lui
scomunicato, mise
di
Roma
,
dal quale ricavò
d'oro. Crescendo poi
il
Sooo
scudi
bisogno fece ven-
dere da duecardinali qualunque sorta di beni ecclesiastici, dovunque esistenti, tran-
ne
i
castelli, e ciò sino alla
somma che aMa poscia né
bisogno di denaro, nel
ne impegnò, e riserbò all'erario pon-
nefizi
un' imposizione sul clero, e specialcnente
il
3t)2 vendè alcuni fondi ecclesiastici, al-
80,000 scudi d'oro neli3Bi. Nel precedente anno avendo il Papa bisogno di denaro per combattere colle armi temporali l'antipapa
Fossom-
Ferrara, con annuo censo e determi-
tilicio
il
R.imini,
nàto numero di milizie per essere soccor-
tesoro pontifìcio, gli consegnò
esausto
come
sa.
una mezza annata de'frutti de'beche conferiva, e ne riparlai a Tas-
La
dendo
chiesa di la
IX
nifacio talizia
s.
Ippolito di Porto, go-
gabella detta dell'ampolla, Bola
concesse in appodiazione vi-
per l'annuo censo d'un paio di per-
nici (di sibili censi parlai a
sgustato
il
Papa
de'
Cacci a). Di-
Banderesi romani,
e invitato da Perugia a pacificare liti, vi si
i
par-
recò in settembre; pregato poi dai
magistrati romani a restituirsi a
Roma,
e-
vessero creduto conveniente.
gli vi
anch'essi furono risparmiati, poiché nel
a quell'articolo, diverse riguardando le
i385 dovendo
gabelle e
soddisfarei genovesi per
acconsentì colle condizioni narrale la grascia.
averlo colle galere condotto dalle spiag-
pitoli della zecca
tli Salerno a Genova, die loro in pegno Corneto per 80,000 fiorini d'oro. Indi
mera
ge
386
nel
I
do
alla
si
affrettò a riprenderla, ceden-
repubblica in pagamento del cre-
dilo varie terre e beni delle chiese d'AiJjenga, Noli e Savona.
Morto
nel
1
389
ai
Nel
iSgS
si
ha da'ca-
d'Avignone, che v'inter-
venne Pietro de Barreria chierico dicae commissario specialmente deputato da Francesco di Gonzy arcivescovo di Narbona e camerlengo: che se questi per poco aderì all'antipapa, poi tornò all'ubbidienza diUuuifacio IX. MaPiclro re»
T E
ayS
TE
S
S
^lò nello scisma, e serubra clic sia l'omo-
trove.Rilornantloa Bonifacio IX, dirò eoa
iiiino anticardinale di cui riportai le
2 11. iNeli3q4 '""'1
Coppi, che a'3o settembre i3q8 il senatore Malatesta di Rimini co'conservato-
Avignone Clenienle Vni,ed a'28 selgli successe nell'antipapalo Bene-
ri, ad laudem Bonifadì JX et ad honorem ac statarli reipuhlicac ronianoruni.,.
tizie nel voi. 111,(1.
in
no-
lentbie
detto XiiI, e contro
i
giuramenti
fatti
ac-
cetlò la falsa dignità; e siccome co' suoi fautori dipoi tese insidie al legittimo nifacio
trovò nuovamente
ci si •
laio.
a'
Bonemi-
bisogno
di de-
IX, questi per far fronte in
Di A vignonesi haa'3 ottobre 3^4) 1
Jiut CainpLorcni suae Caiiicrae aposto-
auctoritate sacri Senatus
, et vigore et auctoritate nostrorwn qffìciorwn. corapilaroDO una tarilFa che denominarono
Statata Gahellarwn L ///;>. In essa bilirono altri
i
i
seguenti: 4soldi perla
le a
Receptoreni pecuniaritni Camera fapostolicac. Qncslo eia un
grosse: tra le
barchiiionense.rii
altro ufiìzio camerale,
una specie
di de-
che a ijue'tempi ebbe la camera d'Avignone. Altro Receptor genera lis pecunia rum CuineracLugdunen.et Tho.solan. Collcc/or, ac Tlicsaurarius Comilatits J- eiudssini, fu Giuliano de Loba poi anticardinale, pseudo-dignità che deposedupo la rinunpositario e dilferente dal banchiere
deirantipapa Clemente Vili, e
zia
levai nel voi. Ili, p.
23oe237,
lo ri-
alla cui
elezione avea proceduto per ingiunzione del falso piedecessore.
benedetto re
XI 11
Fiancesco
A"5 agosto i4o4
elesse e costituì tesorie-
Cleineiiti suo cubiculario
600
gni rubbio di grano di
iicac. Thomam de Podio j ed a' 5 ottobre 3t)6 d. Pctruni Soriani canoidcuin 1
sista-
dazi sopra vari generi, e fra gli
macina d'o6 de-
libbre:
nari per lira sul valore del vino vendibi-
minuto, 8 denari per lo
e 7 per quello all'ingrosso: lira sul valore delle bestie
ùo
specie di panni, su (piel-
de grana s'impose un
35
zo, e sugli altri soldi zio:
mez-
fiorino e
mezzo
e
6 denari per ciascuna
lira dei
da-
di
prezzo
nelle vendite de'fondi, ossia del valore
no a 5 le
fiorini; di
somme
neli4ó4
4
sino a
1
000,
maggiori. Bonifacio
gU
e
si-
per
di 2
IX morì
fu trovato ne'suoi scrigni
un solo fiorino, dunque
a torto fu accusa-
to d' avarizia e che volle far denari per tutte le vie. A'
1
7 ottobre gli successe In-
nocenzo VII Migliorali già tesoriere, di cui fu prima cameriere, confessore e teso-
Carlo degli Atti
riere
monaco
di
Giorgio
s.
in
di Sassoferralo,
Alga a Venezia,
Roma
e poi vescovo di Maiorca, e dubito se poi
poi vescovo d'Ancona. Riportai a
fuanlicardinale di Clemente Vili col no-
tumulti popolari, mossi dall'ingrato e ambizioso Ladislao re di Sicilia che aspi-
me
e
cognome
di
Francesco Pioverà,
cui notizie riportai nel voi. Ili, p.
238.Neli4o7
237
le
e
nella dichiarazione sul va-
loredella lirade'piccoli lornesi nell'impe-
i
rava a signoreggiarla, e col pretesto darli vi
si
si
trazioni ed aspettative de'benefìzi, è sot-
dia fra
Papa
Johannes ahhas Moiids Aragouuin P ice- Thesaurarius D. N. Papae. Questi è Gio. Martino il/j^vY/o abbate del-
gendosi
lit
celebre abbazia uoniinata nella diocesi
dilJuesua,daBeuedetlo di
camera, e
lo
l'antipapa per
XUI fatlochierico
segui nel viaggio che fece
la riviera di
lui creato auticardinale la
:
Liirdujule,
come notai
j
quella deli 389. In che il sale esistente ne'magazzini di Campidoglio e nel campo Salino ( detto anticamente Campus
uno
di essi
XV
tenimeuto
ucllabioj^rallae al-
Campus
Sahare, perchè
al secolo
l^a-
stabilì
si
Salinarius, le
Genova, poi da
iconoscitito per
e
altri articoli a
sottrattosi dal-
sua ubbidienza, riconobbe per vero
pa Mai tino V, da cui fu
il
me-
una concoril senato romano, aggiun-
fece a'27 ottobre
diazione
loscri Ilo
di se-
recò con esercito. Indi a sua
vi si
jjarte del
Sali/ins 3Iaior e
nel suo slagno fino
fece
il
sale; ora è
un
quale è mollo palu-
doso: comincia presso
il
rivo di Gale-
ra a destra della strada di Porto,
e
si
estende fiuo allo stagno di Maccarcse)
TES
T E S
camera capitolina, colla liiiiitazioiu* die loco l'ubbia appartenessero al l'upa e alla camera apos-tolica. Tutte le poi le e ponti, tranne il ponspettasse
ali.»
i
Miivio e
te
polle della Città Leoiiinrt
le
riservale al l'apa,
si
allìclaroiio alla
blutlia (Je'roiuaiii. Dicliiuiò pui
zo VI, che tcrliìs
oniidhus ci
cu-
Innocen-
camenle rinunziò ni
270
a Svi7zera), dove Gregorio XII eroi
XXIII
il
pontificato. Giovati
fu deposto, Denedetto XIII fu
ileposto e scomunicalo, quindi
vembre 1417 to
l'i
comun consenso
di
Martino V. Per
lui la
no-
Chiesa ricuperò
Roma la
la {)ace, l'Italia e
1
fu elet-
tranquillità.
Lo
.sex-
stato ponlidcio, già sconvolto dalle civili
gabclLarum et pro^'entnu/n... decamerae praefatae urbis ... et
discordie e dallo scisma, acquistò qualche ordine, e pare che le finanze, sino allora confuse e alterale, indi divenissero
df.
.siiigiiLiti
bitorurn
non solutarum, se ne dovesse fare il p^igatuento per cnijìtores luijusnwdi gabcLcamera apostolica ne avesse
liiriinì, e la
l'iulroitoin (jiielia quantità clie
no pagare
si
alla cameiacapilulina.
cenibie i4o6
eli
«Jovea-
Il
.°cli-
i
venne fapa Gregorio XII,
die fece tesoriere bricli'
lai
il
virtuoso nipote
Qu-
Co/idul/nicfì patrizio veneto, ca-
nonico di
s.
Giorgio in Alga e di Vero-
na, indi lo promosse a vescovo di Siena,
alquanto floride.
Il
concilio di
za avea decretato, che pel
Costan-
mantenimento
Papa e de'cardiiiali si pagassero le annate (ne riparlai a Tassa) dalle chiese e
del
da'monasteri
di
uomini; e determinato d
moderalo numero di cardinali a 20, scelti da tutto r orbe cattolico. Essi viveano con gran decoro,e Martino V raccomandò loro la sobrietà, e avvertendoli che
a chierico di cacnera, e nel
i4o8 lo creò Continuando lo scisma pernicioso, ueli4of) W Sinodo di Fisa depose il legittimo Gregorio XII e l'ostinato sci-
uell'uscir di casa
cardinale.
pili di
smatico Benedetto XIII, eleggendo inve-
Eurico Scara/npi vescoche lo era stalo di Bonifacio IX, dichiarando espressamente, ^-//tc praejudicio d. Antonii {Cashù) episcopi
ce loro Alessandro
varono si
in
V.
Cos'i
i
fedeli
si
tro-
peggior condizione, con 3 che
trattavano da Papi eaveanole loro ub-
bidienze. Alessandro
V
tenne a tesorie-
re Lodo\.'ico ^^//of^/di Prato, che proba-
bilmente
lo era slato di
Gregorio XI
I,
dot-
tore in sagri canoni, già arcivescovo d'A-
lene e Iraslalo iieli4P9
neralisquc
s.
''
Volterra, Ce-
Ecclcsiae Thcsaurarius.
Morto Alessandro V aeli4io,
a'i 7
mag-
Giovanni XXIII, di cui fu tesoriere Antonio Casini vescovo di Siena e chierico di caujera, che poi Martino V creò cardinale. Altro suo tesoriere fu Paolo di Bonifacio di Boccadifcfro bolognese. Giovanni XXIII aggravò il popolo di gabelle, e perciò divenne a molli esoso; e cpiando neli4i3 fu costretto fug^ir da lloma, occupata dalle armi di Ladislao, diminuì della 3.' parte il dazio Mil vino, che forse a veaaumeutato. A tergio
gli
fu sostituito
niinaro l'infelice e desolante scisma, fu a-
duuato
il
Sinodo diCaslauza
(e
ne ripur-
20
non coixlucessero seco
famigliari cavalieri, chierici e
perchè allora incedevano a cavallo. Quattro giorni dopo l'elezione. Martino laici,
V creò
vo
tesoriere
di Feltre,
senensis Thesaurariì, ch'era suo pronipote. A' 1 4 maggio 1 4 B si trova reggeu 1
Francesco NoModone, ed a lui fu sosti-
te l'ofìicio della tesoreria
velli eletto di
4 agosto DenedcLGuidalotli perugino chierico di camera, e fu poi camerlengo o vicecamerlengo, e ne riparlai a Governatore di Rotuito nella reggenza a'
1
to
ma, con altri camerlenghi e Vicc-Cainerleiigld
nò
(
ì^.):
però a'2 maggio 4 9 iitorsua carica il Casini, e 1
'
all'esercizio di
nuovo fu ricevuto; insuper donùnus Vicecanierarias retuli t, quodss. Domi' nus noster vellet, utd. HenricusFellren -
di
sis, et d.
Franeiscus eleclus Modioneu-
siscs
Seti (fuod praefatus r. p. d. Àiiloniii
Tkesaurariatus Domini PP. solushaberet ci deberet exerccre cwii eniolunieii-
TE
28o tis,
T E
S
et aliis eie. Dalle quali parole
pieiule, che lino crasi
tlal
leuipo
intiodoUo da' Papi
ili
coiii-
si
V
Martino
due
liteneie
il
specie di tesorieri, cioè segreti, che dice-
ed generali come appunto chiamalo /VntonioCasini, di cui trovasi ui) atto de' 19 giugno 1423, nella dichiarazione sul valore del fiorino e ducato d'oro,riguardo a'bologniui romani, fatto alla pitsenza d. Anlonii Dei gratta episeopiSenenDomini noslriPP. Thesaur a rii, Johannes de Asicdlis tliesaurarius idnuie LW^/.v, Colla data: Aetniii Roìuae in Thesauraria apostolica sitapropeEeclesiam Apostoloruni Urbis, CQviamenle nel Palazzo apostolico da' ss. XII Apo s tol i a\ì\{AÌo da ftlarlino V come di sua valisi suoi,
i
vieii
Promosso il Casini al cardinalato a' 4 maggio 14^6, gli successe a'24 agosto Oddone o Ottone de ì arvis (non de Vamàsio de Barris o Poeciò di Geuazzauo, parente del Papa e suo famiglia Colonna. 1
cubiculario findal i^i 8,econonicodi Firenze. ]N'eli428 per l'assenza lulli,
allora chierico di
Guida-
tiel
camera
e luogute-
care
atterrale case e di abitare
le
tuzioni tutte
le
minio, e da
lui
parti deU'cccU'siastico do-
furono
fonilanjenlijSui quali
di
Martino V. Nella bolla che
il
spedì in Genazzano pel tesorie-
gli
rato, ordinò che
il
Guidalotti, ut
te
ìmjusinodi Tliesaiìrariatus ojjlciuni adniitlaty ac
per roceti
et
ad eie.
capae indui-
tioneni et hireti in tuo capite i/npositio-
ncm, pacisque osculum de dicto
officio
tribunale
Strade. In quest'articolo con tug/ Kicolai, Sulla presidenza delle strade ed acque, riparlai de'due interessanti argomenti, non che delle tasse relative non solamente sulle acque e sulle strade, ma eziandio sui poeti e sui fiumi (de'quali an-
che a Tevere fiume
di
Roma),
sulle bot-
teghe e sulle vetture,e sopra altre cose.Ri-
V eccitò vari
Coppi, che Martino
ferisce
piincipi cattolici a guerreggiare contro gli eretici
boemi, e per incoraggiarli con bre-
ve del 142 3 assegnò loro per sussidio
la
5/
parte di tutti gl'introiti della sua camera,
unitamente
fìzi
della curia
decime di tutti gli ofromana" e di tulli bene-
alle
i
Nel 1427 poi promovendo altre guerre contro gli eretici boemi
fizi ecclesiastici.
fililo
morte
i
delle
natore di Roma, e tanto in quesl' ulfiche nel tesorierato continuò lino al-
l'apa
perliiio gettati
Papi successori co-
i
stituirono la giurisdizione del
to Torbe catto!ico,e
la
pae-
il
Martino V applicò l'animo suo veramente romano, a stabilire con ottime isti-
se.
neulc del camerlengo, fu di lui luogotenente e perciò anche una specie di goirrzio
S
permettesse a que'di ìMaiòIalidi rifabbri-
assegnò
ussiti e Aviclefili, vi
la 5.''
ia
1
o.'"
di tut-
parte delle ren-
dite dell'erario pontificio.
Martino
V af-
perchè nel 1424 alla morte dell'ostillato Benedetto Xlli,coirelezione del-
l'antipapa tala
una
ebbe
la
Clemente Vili veniva alimen-
reliquia dello scisma, nel 1421)
consolazione di vedere rinunzia-
pienamente estinta
la la falsa dignità e la
divisione che avea lacerato la Chiesa.
Morì
nel
1
43
1
e a'3
marzo gli
successe
Eu-
genio IV Condulmieri già tesoriere. Sic-
Queste erano le ceremonie, colle quali il camerlengo investiva della canea il tesoriere generale. Oddone non
come Martino V non ostante le riferite lar-
fu di Tivoli, né vescovo di quella città, co-
nati per combattere
me
ministrare
te investiat.
altri scrissero,
bensì prutonotario a-
poslolico. Introdotta l'eresia de'fiaticelli
nella
Marca
ine in iMaiolati,
ordinò
la
veduti
gli
vere
al
contado Martino
e nel
di Jesi, uiassi-
V
rf<^Z
/t'/vo/-
deuiolizione di IMaiolati, abitanti,
[)resitle
i43o, che
ma rav-
da Oddone fece
della
tralusciusse
Marca il
a'
scri-
3 luglio
diroccaiueuto e
gizioni lasciò considerabili tesori,
si al
le
i
radu-
somonde condur-
turchi, e per
spese a'greci
concilio di Basilea, per rinnovar l'u-
nione colla chiesa
latina,
i
suoi nipoti Co-
lonna se ne impadronirono, e si servirono del denaro per ammassar gente onde op[)iimere Eugenio IV. Questi fece subito condurre iu Castel «.Angelo il tesoriere Oddone, il quale impaurilo della se-
TES
TES veillìidel
Pnpa,perolleneieIa
liberi?» fece
ra di valore, secondo
im volo alla chiesa della Madonna del Popolo, donando ad essa e al convento mia casa nel rione Colonna Stefano Colonna tradì il l*apa e fece fugi^ire Oddone, onde vicppiii si esacerbò l'animo d' Eugenio
nicipio
IV. Nella posteriore pace tra
ma
;
anni e costretto
no nell'erario
i
dopo averlo angustiato
Coliouna, questi colle
Pa|)a e
il
75,000
pontificio
d'oro. Neiroltobre
versaro-
a fuggire,
143
fiorini
trovasi tesoriere
I
DttnJclc Svolti (\\ TievisOjVescovodi l*aleiizo, indi di
Concordia, e continuò ad
esserlo sino a'3o agosto
to in
44'
i
> *^
f*^'
sepol-
IMaria in Vancio di Padova, lui-
s,
V gli sostituì An-
inediala(uenleEiigeniol
gelo Cavacela già vescovo
d'
Arbe
e di
Traù, e continuò marzo 1443} ed a quesurrogò Fraiiccicp Lcgnani i\\ Pado-
2S[
mu443 doRoma, pe're-
disposto dal
il
ma quando
romano;
po l'emigrazione tornò clami che inlese
in
nel
1
popolo, tolse
tlal
il
da-
zio del 3." sul vino. Sul fine del pontificatoi dazi di
consumo furono ridotti in Ilocome per ogni
a saggio tennissimo
soma
,
commestiun bolognino; per ogni soma di capretti e [ìorchetti, 4 denari; perciascuna soma di vino iur^sticrej un soldo; per ogni soma di vino romano, 1 denari per ciascuna bestia( vale a di re per quanto ognuna ne portava):iion erau vi gabelle pel pane e unto pe'paslori. Eugenio IV dopo avere cold'olio, di pesce e simili
bili,
la
bolla Inter cachra,i\t\\'
Bull, lio/n.
i
luglio
1
1
438,
3, par. 3, p. 20, stabilito
t.
lW chierici di
l'arenzo, ed allora di
che
nell'ulllzio fino al
vesse comporsi di 7 prelati , nella bolla Jji eminenti, dell'S luglio i444; ''^^ ai-
sto
va suo cubiculario, proioovendolo
alla se-
de di Ferrara nel 1446» e proseguì nel lesorierato sino al settembre 44*^- ^"^ '^^' 1
Subiaco e ve^covodi Feltre. Eugenio IV pel suo turbolento pontificato, io cui sostenne guer-
elle
abbate commen
leecombatlè
lo
scisma di Basilea,
uno
riparlai a Svizzera, in
Felice to,
V
di
di
Savoia
all'
che
(J^.)
di cui
antipapa
vi
fu elet-
dovette aumentare dazi e alienare ali
cune terre della Chiesa. Grandi somme pure spese pe'gieci che si recarono al concilio di Faenze, onde impegnò la sua mitra preziosa a'fiorentini per 4o,ooo scudi che die a'uiedesimi greci; oltreché colle sue galere soccorse Ilodi
chi, e
I
contro
i
tur-'
9,000 scudi inviò a Costantinopoli
minacciata dagli
stessi infedeli.
a Dogane, non solo
gli
articoli
ziarie,
ma
tenimento de' professori
romana; da fermare no,
le
lui
aumentò
il
man-
rimiovata, oltre .)
il conche godeva-
dazio sul vino forastiere,
ed anco su quello indigeno luezzo, che priiua era di
48, confermò gli statuti per l'ottimo regolamento della camera apostoli-
che
il
(."luogo l'avea
cardinal camerlengo,
il
2."
ca, dichiarando,
di
i
chierici di
il
di 3 soldi
6 denari per
e li
-
il
tesoriere, in-
camera. L'imperturbabi-
Eugenio iV reso lo spirito a Dio, a'6 marzo 447 f^* successo da Nicolò V. che ritenendo per tesoriere a tutto seUembrei44'^ d Legnani,a'7 ottobre ripristinò nella carica il vescovo di Traù Cavaccia,raa personalmente non la esercitò che per poco tempo, supplendone siiccessiva-
le
i
uiente le veci vari luogotenenti; cioè dai 2 aprile sinoa
T'annucci
novembrei4495 Giacomo
Cortona chierico di camera, vescovo di Rimini e poi di Perugia; nel dicembre e gennaio seguenti, Nicolo di
braio
pel
do-
tato, p.
Aiìiiolaiii vescovo di Piacenza;
dell' uiiiversiià
Franchii^ic [J
ca/iiera
Riconlai
ancora delle gabelle chiamate
IV
collegio
ove trat-
to di diverse gabelle e di nozioni finan-
fumauterie, e che Eugenio
il
to
a'
1
3 agosto
Giacomo;
i
4^o,
da'4 feb-
nuovo
di
il
det-
e negli ultimi 3 mesi dello
Solimano de Soliniani chiecamera; finalmente dal ."gennaio
stesso anno, rico di
i
i45i a tutto giugno, nuovamente Giacomo. Dimodoché Cavacela fu sempre assente e ritenneil tesorierato sinoalla morteclie seguì nello stesso
colò
V
corno
1
45
1
.
Laonde Ni-
a'3o giugno elesse tesoriere Già.'
Vannucci
di
Cortona, che 3 volte
TES ne ;ivea sostenulo e ne fungeva
la
notarlo, segretario apostolico e poi par-
luogo
leiieiizae iieavea percepiti yliemuluiiieii-
Nel 453
li.
I
mano
pure Angelo AllU'rivo-
la fu
V
vescovo di Sutri e Nepi. Nicolò
tecipante, tesoriere generale uoiniuato alle
i458, avendo prima da pro-tesoriere; e che morto in Pko-
caleiule d'agosto
fatto
nel i45i destinò lesoiieie di Perugia Gia-
ma
cotno Mueciuielli canonico
Già erano cappellani del Papa i chierici di camera nondimeno Calisto
Quesl'ollimo Papa ebbe
bolognese.
gloria di estin-
la
nel
i474
sepolto in
^"^
,
ili colta
poiiliiìcio op|)iesso da' debili, di frenare
et Clerici re^'creiidac
preptjlenza
la
deV
icari teinporali
(f"
)
no
salilo
I
^T'Ojiiel (juale parlo stragrande
concorso de'pellegrini sa (piantila
denaro
tli
la
successe Calisto
gli
K'ci'i
faniiliares Papae,ejus(piC,ct
rantur. A'ig agosto
nel principio del suo pontificato fu teso-
marzo i4->'>, e che avendo fallo
nel
ili,
1.
Imparo dal
riere pontificio
il
de
Ferrara
di
l'esercizio
/;////<7y;/.sorfo, se
almeno
allora pro-tesoriere,
ricchi
ornamenli
alcune terre di
pontificali, e alienò
Col ricavato ebbe
ess.i.
il
vuntu di rendere più forte
la
marina mi-
onde alcuni
lo
celebrarono
litare papale,
quasi suo istitutore. Sotto di
lui
prosegui
Giacomo Yannucci
nel lesorierato
airaprilei456,
in cui gii
surrogò
sino
i^/V^/-o
Daltello canonico di Darcellona, che
re-
stalo sospeso neirulliciojin sua vece a' 18
sellembi e fu dichiaralo vice-tesoriere generale Barloloinco Rcgas, suo cubiculario
,
abbreviature e chierico di camera, agli S agosto 4^8: no-
che continuò sino
1
minato al vescovato tè conseguire.
ili
Barcellona, noi po-
Marini, Degli Archia-
11
non
nel-
nucci vescovodi Perugia, che pur preten-
romana, la quale non ranon per dilFonderli a beneficio del popolo distiano, non solo vuotò l'erario apostolico, ma vendè isuoi og-
i
56, che
che rinunziò poi col R.egas e col Van-
tà,
Fortiguerri detto
d'oroed'aigento, neimpegiiòlegioie
1
nel titolo di tal digni-
l'aiuto di Dio, e nell'antica e pia libera-
tesori se
2, p.
suddetto Francesco Le-
6 novembre
della chiesa
t.
guani, che non poieva tornare alla sua se-
devano
e
458 divenne Papa
ricavò dalle pie
i
getti
1
M irini,
si
1
ballei la.Speranilu poi, più che in loro, nel-
dunò
Camerae aposto-
Sedis apostolicae Cappella/desse ciccia-
giuramenlo di fienaie la formidabile potenza ottomana, eccitò principi a coui-
lità
Thesaurariii'i,
'74-
Pio
e conquista di Costantinopoli fatta da'tur-
tomba
licae,
cit. p.
Roma, inHuen-
distruzione deiTinipeio d' oriente
chi, scese nella
gioi453,/?aZ/.
in
oblazioni e da' dazi di consumo. Afililto
per
IMaria delle
bollaQartf laudabili, àtW '6 tnA^-
guere il furioso scisma di Basilea colla rinunzia deiraiilipa[)a, di risturare l'erario
de'doiniiiii ecclesiaslici,di celebrare l'an-
s.
febbri.
di averla, e dal
Papa
fu dala ai
(45*3 al suo parente
Teano,
di il
Nicolo
stato sino
Vitale lo dice as-
solutamente tesoriere da^22 agosto a'5 nel
1
458
maizoi46o in cui fu fatto cardiuale; gennaio i45q era intervenuto in Ba-
camerlengo cardinal Orsini legalo, omento per l'investitura del regno di Napoli a Ferdinando I. Fu di lui suecessoi'e Giulio Forilo Filiforte o Giliberri
col
all'isti
deBuonconli da Pisa chiericodi camema per poco tempo, poiché essendo in Pienza col Papa, ivi mori a'i 2 agosto 1462: egliavea pure esercitatole veci di camerlengo da' i4 luaSo'^ ^' ^7 f^gosto i46o,da'29 luglio a' 12 settembre 46 r, e da'2 gennaio a'2 7 luglio 146 2. Gli fu surrogato Antonio Lrtr/o.«daForri,chierico di camera fino dal i448cauimessotra'parto
ra,
1
tecipaulineli454:"*t-'g»ilòPio gio d'Ancona, ove to a'
1
4
agosto
il
1464
Papa
li
nel viag-
esseudcj
mor-
*^o
\.*t%o-
t«i''"»'"^
''
calo, canonico di Vidi e di Barcellona,
Maria e decano de' chierici di camera. Pio il avea (alto tesoriere del ducalo di Spoleto, di
lettore delle lellcre coulraddelle, piolu-
Perugia e Iodi, Nicolò
tri pontificii, p.
uòmo
di
grandi
I
2
I
,
chiama Bartolomeo
alfari in
questo poulifi-
rieralo; di venne canonico di
di
s.
Buona parte
di
TES
T E
Miniato, poi i:egislialore delle lellere aposloliche, governaloie di Norcia e lids.
ducato
ie uioiilagne del
di
Spoleto,
iiuli
i
283
S
Papi qualche persona di loro piena con-
lìdenza per soprintendere a fari
camerali, col
nome
chierico del sagro collegio, chierico di ca-
assislenle ia (ninnerà,
tutti gli
af-
di fìresidcnle
ma
l'
o
(dllcio loro
non era che straordinario e temil quale anche di Angelo ci d.i
mera partecipante e arciprete de'ss. CelRoma. vSuo contemporaneo e forse parente fu Jacopo di Buo-
allora
so e Giuliano di
poraneo),
na parte della diocesi Luui, uutaro della
del Papa. Egli lo deslinò per ritirare tut-
camera apostolica. Pio li erasi portato in Ancona per partire colla crociata navide contro turchi, e prima di aiurire esorlò
ti gli Agnus Dei ìtì cera, ch'erano stali con indegno mercimonio conlrattali, avemlo
i
cardinali a proseguir
i
(ine lasciò
5o,ooo
la
guerra,
al ipial
scudi che avea seco,
i
niolle notizie, dicendolo confidenlissinio
online
di restituire altretlanta
(piantila
di cera a chiuuijue glieli avesse
A Dogane parlai
[)ortati.
della gabella delta fida,
quando
quali furono depositali nelle mani del do-
imposta nel
ge di Venezia, ed a mandare
dai successori fu confermala. Meglio ne
lere, I
le
sue ga-
con 4o,ooo scudi pel medesimo line al re d'Ungheria.
adunati dalle decime,
Nel Coiìcicive
ha
cardinali, giurarono,
\
continuare a proaiuovere
le altre cose, di
turco, e promisero im-
la-lega contro
il
piegare per
guerra
la
il
denaro che
sa-
si
4'%
1
sul bestiame, e
Coppi, e la chiama fida della dogana del Patrimonio, ossia tassa che si pagava da chi dall'Abruzzo portava neil'in verno le pecore a pascolare nelle campagne romane, la quale serviva a indentraila
nizzare
proprietari de'fondi. Nella rifor-
i
l'eceule sco-
ma degli statuti di /iomc?,quanloa'dazi,fu
perto ne'monli della Tolfi, con)e narrai
imposloagli stranieri perdetti pascoli due
rebbe ricavalo dail'allumedi LVlll,
nel voi.
p.
3o, descrivendo
I
Al-
le
lumiere e la Tolf'i, la cui rendita diceii che allora superava annui 3qo,ooo ducati. L'eletto se, e
si
Paolo
olFiì di
II
rinnovò
le
proujes-
contribuire a'principi
ila-
limi della lega 100,000 ducali d'oro.
Papa appena crealo a'3o agosto elesse soriere Fictro
Barbo
patrizio veneto, suo
parente e concittadino; sia
Il
te-
ma
io
credo che
meglio ritenere che a'5 settembre 14*^4
nominò
tesoriere
Lorenzo Zane o Zeno
arcivescovo di Spalatro e suo parente, uffizio e
chiesa che riteiuie durante tulio
poiililicato,
il
quaiilunjue fusse impiegato
in altre gravi
incombenze^ come
di
com-
missario generale di Piodiagaa e di vicario
temporale della Marca d'Ancona,
e-
Angelo Fauno de'presidenii della camera e assistente, come promiscuamente lo'chiama Gaiampi (giaccliè presidenti erano superiori al quando grado chiericale aveano il lilolodi assi' slenti della camera, e precedevano lut-
sercitaudo allora
le
sue veci
solo vescovo di Fellre,
i
ti
i
chierici di essa.
Destinarono talvolta
Ili per ogni 00 pecore, da pagarsi alcamera capitolina, e se ne stabilirono
(lori la,
1
pure nell'esportazione del bestiame e delle mercanzie. Dopo la morie di Paolo IT fu trovalo nell'erario suo sopra un milione di scudi e preziosissime supfiellellili,
che
Angelo, tutto fu
[)oi
deposte io Castel
s.
consegnato
al
successore Sisto IV, eletto
a'q agosto.
U
tesoriere
Zeno avea
prose-
guilo ad esserlo nella sede vacante, in cui
Sedis Apostolicae Thcsau-
iutilolavasi,
rariiis generalisj anzi fino a'primi si
di Sisto
1
V, che
l'alrimouio, nel ni:t, al
governatore
meilei
^j^ governatore di Ro-
quale articolo riportai altre noti-
zie, e nel
Papa
1
l'elesse
1480 governatore
gli soslitin nel
di
tesorierato
Cesena. il
Il
proprio
nipote Pietro Riario vescovo di Treviso,
ed esercitò
l'ulTizio
cembre 47' 1
>
day
avendolo
otlolìrea'aS dia'
dinale. Subito gli surrogò
I
5 creato car-
Tommaso de
f ineentiis o Zangarola oG iancorelli da Fano, preposto di quella chiesa e protonotario apostolico, e continuò (Ino a'af)
maggio 47 5 I
««d
esercitare l'ulUzio perso-
TE
?.84
TE
S
S
naiinente, in che dal vescovato Ji Terni
io:
lirlraslatoa quel di Pesaro. Dal quale lenipo in poi non più amminislrò da se
macinato d'un grosso per sacco; cieò quegli uOlzi vitalizi della romana curia, che in tanti luoghi ricordai, e poi li vendècome /«r^/;/// ("/.), obbligando la camera o gli uflizi ad annui fruttali che si ricava vano dalle lasse per la spedizione delle
il
lesorieralo, trovandosi vice-tesorieri va-
camera; cioè Falcone Sini-
ri chierici di Z>/7/r//
romano canonico
La-
della basilica
teranense.e chierico di camera dal giugno a'
IO ottobre 4751, ed a tutto settembre 1
1476 Fabiano Benzi da Monte 110, indi
Pulcia-
Pietro d' Arancia ^Q forse fu quel
niedesimoche riportai
nella seriede'il/Tf^---
i!;ior(loniidcl P(^7/j(7; finché
Tommaso, fu
dopo
morte
la
dichiaratosuc-
auinenlò
le conlribuzioiii,
bolle e delle grazie (Sisto
ÌV non fu prò-
priarnente l'istitutore degli li,
quella del
vacabi-
uffizi
poiché già ne esistevano
cooie
altri,
i
Segretari apostolici Cmo da Calisto MI, anzi prima di lui); contribuì con podero-
era
pa-
Otranto turchi e marina pontificia ad arrestarne le conquiste promettendo perciò ingenti somme a're d'Ungheria e di Napoli, proiito a vender le gioie di sua mitra e gli ar-
re vice-camerlengo e governatore di
Ro-
genti di sua tavola per reprimere
del tesoriere
cessorea'3 ottobre 4*^0 1
^''"'^0^'^//''''^^/''-
rascia preposto di Mantova, già depositarlo e
maeslio
di casa di
Paolo
lo slesso Sisto IV. Nel detto
ma, quando fu sino alla morte iialmenle
anno
(atto tesoriere e
e del-
continuò
del Papa, Esercitò perso-
carica a tutto giugno i4B3,
la
tornando
li
Sinibaldi a essere vice-teso-
il
se forze a cacciar d'
i
,
successe Innocenzo Vili
no allora facendone
non pa
governato-
morì secondo Pellini, o in [ionia e tumulato in Vaticano come vuole rUghelli. Errò il De Vecchis, De hono regimine, X. i, De Censo Apostolire di Perugia, ove
co,
il
quale facendo di esso un' imposizio-
ne generale, nechiamò autore rilardando
Sisto IVj e
l'istituzione del sussidio trieu-
naie, pretenderebbe costituire
postolico je.
Sisto
tulli
i
|)iù
fossero
antico del sussidio trienna-
IV ordinò coli
pesi
censo a-
il
bolla del 1479? che
ed emolumenti della tesoreria
comuni
cogli altri notari della ca-
nieia apostolica. Per soccorrere iiella carestia del
1477
piese a
i
romani
mutuo
dal
e proseguì ad che avvenne nel-
equando stava pereleggersi Pasuo amico Alessandro VI da cui po-
dinalalo,
tri,
di Città di Castello e
il
leva riceverlo: forsegli fu attribuita ade-
merito quella vendetta che Vitali narra col diarista Infessura.
Ne' bisogni che
piombo
creò
gli olìiciali
altri
ne ampliò. Per difendere
della Chiesa, le, il
impegnò
del
non bastando
vacabili, il
triregno, molte altre gioie, vasi d'oro
100,000 ducali d'oro. Essendo gravemente infermo, non couteato il suo figlio Franceschetto Cibo delle ricevute ricchezze, tentò senza riuscita
d'impadronirsi de'suoi tesori. Allora icardinali ne fecero inventario e
rono
in custodia al
li
consegna-
cardinal Savelli:
una
gli
ducati doro, e in altra'"3oo,ooo.
6
IV
ri-
corse a mezzi straordinari per aver deua-
Pioma
e d'argento per
rizzo per se e suoi
l'er le guerre che sostenne, Sisto
papa-
l'erario
a diversi mercanti di
ro di camera, e poi
5 tenute.
ed
dominio
disse essersi trovalo in
concesse ininden-
si
trovò per un armamento, Innocenzo Vili
cardinal d'Eslouteville2 5,000 fiorini d'o-
castelli e
il
fi-
ragostor492, d'una malattia di passione insolita nelle corti, aspirando al car-
pnrlai, avvertenza
vescovo
gli
che destinò,
,
le veci,
Danimarca,
che può servire per alonde trovare ulteriori notizie, a seconda del iiotato più sopra. Maraschi fu
tra-
suddetto Falcone Sinibaldi a tesoriere, esserlo sino alla morte,
e nella Svizzera, ove ne ri-
l'ol
cotanza ottomana. A'29 agostoi484
quando Maraschi passò nunzio in Geimania, Boemia, Ungheria, Polonia,
riere,
,
colla
Agli
i
i
agosto i49^
f"^*
oissa
Papa
Alessaii-
dro VI, che a'6 settembre dichia'rò ricre generale
si
.800,000
teso-
Alessandro Farnese prò-
TES
TES
lonofario apostolico, die a'2
seJfemhre
i
i4f)3 creò cardinale; ed a'3
secondo
o a'20
Vitali,
gli sostiluì,
al dire di Novjies,
proprio cugino Francesco
il
glio di Calisto III e
canonico
Teano
indi vescovo di
Boi'i^ifi di
fi-
Valenza,
e arcivescovo di
28T;
gnità. Celebrò l'universale giubileo nel
i5oo, e siccome istituì le Porte sante .), grnnde fu il concorso in Roma de'
(/
ragguardevoli
fedeli, e
ro all'erario [)apale.
ne venne-
introiti
A mczzode'suoi nim-
26 settembre 5oo
zi, Alessandro \ I eslese in vari regni l'indulgenza dell'anno santo, per coloro che non potevano recarsi in Iloma, puichè
naie.
avessero pagato
Cosenza: amministrò
tesorierafo sino a'
il
e a'28 lo fece cardi* Marini diceche tenne il tesorierato sino alla promozione alla porpora, e che lasciò un'islrnzione pel successore. A'27 nominò a succederlo Adviaiio Cn1
II
stcllcìise di
di camera accompagnò nel
Corneto chierico
e suo segretario, che
1'
3. "di
il
quanto avrebbe-
ro speso nel viaggio. Ne'soli dominii veneti per taledisposizione
libbre d'oro, che
nato per
si
Papa
il
raccolsero
guerra contro
la
yoQ
lasciò a quel se-
turchi.
i
ra Coppi, che nella primavera
i
Nar-
5oo
a-
viaggio a Piombino, e che creò cardinale
vendoifortriidabili ottomani spinto
le lo-
a'3o maggioi 5o3.A'3. giugno Alessandro
ro sanguinose correrie in Polonia,
Un-
VI
gheria, Croazia e nel Peloponneso, tutta
elesse tesoriere
Ventura Benassai
sa-
nese vescovo di Massa, ch'era segretario
quanta
e sagrista pontificio, peiciò entrò ne'due
l'Italia
seguenti conclavi, per quanto notai nel-
diAlessandro
l'indicato artìcolo. Alessandio
numerose milizie e
fece
VI tenne
guerre per libe-
rare lo slato papale da'vicari temporali feudatari divenuti quasi indipendenti, po-
nendovi
alla testa
sareBorgia,a cui to potente, e
suo
figlio
fece spogliare dell' inve-
li
stiture perchè
famoso Cevoleva formare unoslail
non pagavano
gli stabiliti
inceppavano l'azione governatiBisognoso per stipendiare tanti solda-
censi e va.
mercenari, nel «400 piese a prestilo 45,ooo.ducati d'oro dal comunedi Milati
no, ed
aumentò
Peròsi deve a
gli uflìzi vacabili venali.
lui,
ed
a Giulio lì, propria-
mente il consolidamento e l'orilinamentodel governo temporale de'Papi nel pieno esercizio dell'autorità sovrana, ed una forma regolare della civile amniinistiazione, dopo l'espulsione de'prepotenti lirannetti e signorotti feudatari che osten-
tavano indipendenza.
VI
peli. "pose in
Ma
grado
i
se
Alessandro
successori di
fi-
gurare in Europa quali sovrani possenti, portò la piaga deplorabile del Nepotismo (/^
.)
all'eccesso,
figli e nipoti
arricchendo
i
suoi molli
col tesoro apostolico, e in-
\estendoli de' domini» ecclesiastici, con pro-digar loro mitre, porpore e altre di-
la
cristianità ne fu spaventala e
specialmente ne fu coslernata. In-
\
armarsi contro
nendo per
I
il
ad impouna decima sni-
eccitò tulli
comune
loro sussidio
principi
i
ncuìico,
da rendita del clero in tulio il cristianesimo, e così potè impedire progressi di i
que'barbari conquistatori. Allora
si
pid)-
blicò la nota delle rendile sulle cjuali fu stabilita la
decima da pagarsi dal sagro
collegio e dagli
curia ro-
uflìciali della
mana. «La rendita
di /\o cardinali fu col-
locatain 38f),ooo ducali d'oro, e per conla decima in 38,qoo.Nove caravcano annui ducali 10,000. AlIO aveano come segue (soiio indicati
seguenza dinali tri
finche dalla patria o dalle loro chiese): Di Ilecanati ducati
Bladrid
li
1
i,ooo;s. Angelo
2,000; Sanseverino
i
1
2,000;
3, 000;
E-
4,000; s. Rbuia in Portico i5,ooo; Giorgio 18,000; s. Pietro in Vinco20,000; Ascanio 3o,ooo. Le decime
sle s.
i
1
degli
uflìziali
no. calcolate
della
in
romana
curia furo-
ducati 10,792.
colo de' cristiani essendo
Il
peri^
comune anche
agli fcbrei fra loro tollerati, nello slato del-
Chiesa anche sopra di essi fu imposta una contribuzione e fu calcolala alla vigesima de'Ioro beni". Tulli particolari che vado riportando, se forse ad alcuno sembrassero alquanto estranei all'ufla
i
T E
o.H(]
ficio
hanno
re tlie anzi vi
perchè
T E
S
lesoiieie, faccio invece liflelle-
<1i;l
relazione
stretta
compenetiano
si
e
rannodano
al-
S
Chigi, ne restò assai contento, e concesse a hii e discendenti
proprio
il
stemma
de'
Piovereschi. Ne'capitoli della zecca pon-
condizioni dell'erario e finanze ponti-
tificia de'
3o
ficie,
Garampi,
trovasi /7rc-Z'/H'.vrtz/7'(7/70.S'.y.
di
argomenti che eziandio ini proposi lumeggiale in cpiest'articolo, a secon-
D. jV. Jitlij IL Eniico
le
da del dichiarato in principio; e ripeto, anco per accennare molli de'lanti articoli in cui discorsi
quanto riguarda il tesoro e dovendosi leneresem-
la finanzi) de'Papi,
pre presenti
le
loro biografie e l'articolo
Sovranità. Per
cena tolta nel giar-
la
timo del cardinal Caslellense,
ammalò gravemente, morendo
il
Papa
si
e forse per veleno,
Palazzo apostolico J
aprile
i5o4, pubblicati da
Bnmo iwàve^covo
Taranto, e già vescovo d'Oite, che fu insieme segretario apostolico e chierico
di
del sagro collegio; ed a'28 loglio
Papa
lo
i5o5
il
avanzò a tesoriere generale. Si
loda quale insigne giureconsulto, e per avereproiiiossoil miglioranientodellazec-
ca pontificia, con fare ribattere in
maniera
glior
monete
le
mi-
pontificie, cioè
r/7«oa'i8agostoi5o3. Cesare Borgia che l'occupava colle sue (ruppe, incaricò il
giulii. Morto Papa gli die in successore il pioprio nipote Orlando del Carretto o
capitano Careglia, ministro
r/.(^//«7
nel
di sue scelle-
lalezze, d'iai|)adronirsi degli ziosi e del
denaro;
il
ali-
elì'elti
pre
quale mettendo un
pugna le alla
i
nuovi carlini chiamati poi
nel
1
5oq,
il
/ìoi'c/v. Inoltre
leggo nelle Z>/.Mer-
269, di Cancellieri, che l'Aoiidenio nelle Famiglie romane narra che Lorenzo Galli {enne banco atazJoiìi epistolari, p.
gola del cardinal Jacopo Casanuova, che godendo la fiducia del Papa concittadino ne teneva cuia, con doIure ne consegnò le chiavi, e quell'avido
gratis
depredò
del Papa, per rifabbricare
gli ori, gli
argenti,
casse de'denari,equanlo
le
gioie, le
perto in
Roma,
e impieslò i\\
fu tesoriere di Giulio II,
120,000 scudi per un anno
cardmal
Rall'aele Riario il
cugino
magnifico pa-
trovò di bello
lazzo della cancelleria. Lorenzo era pa-
buono, saccheggiando il palazzo. Meflilando Cesare d'unpadronirsi dello sta-
ornata una cappella nella contigua chie-
to, e de'cardinali per costringerli a eleg-
sa di
gere un Papa a suo piacere,
\a
e
vi
di
il
popolo
in-
rente di Giuliano Galli, che a vea. eretta e
il
s.
Lorenzo in Damaso, presso cui
suo palazzo, da
sta-
lui nobilitato colle
da
sorse in loro difesa, e liberamente esalta-
statue di
jono
11 setlembie il pacifico e inferme Pio HI, che confermalo il tesoriere Benassai, se ne inoij dopo 26 giorni. Sublimato il i." novembre al maggiore de' troni il gran Giulio II, di magnanimi spi-
Buonarroti in età di i\ anni. Io esso Gaspare Galli collocò poi 8 statue antiche, scoperte nel 5i in Tivoli. Giulio 11 con-
subito rimosseBenassaicon farlo im-
piìialtopunto.Primadiascenderea! pou-
riti,
a'
Cupido
e di Bacco, scolpite
i
1
solido la potenza temporale de' Papi, la rese formidabile, e
la
era stalo splendido e
magnanimo
suprema
dignità, pre-
prigionnre per gravissime cause (uscito
tificato
dal carcere rinunziò
nelle spese,ma nella
sostituendogli riiola
la
carica di sagrisla),
Francesco Alidosi
protonolario apostolico, già
d' 1-
vedenilo di dover sostenere molte guer-
infilo-
re a difesa dello stato, e per ricuperare i domini! usurpati, attese "con ogni studio a risparmiai- denaro e metterlo in serbo,
landosi tesoriere a'5 novembre, poi vescovo di Mileto e Pavia, e neli.°dicem-
Brei5o>
lo
creò cardinale, indi infelice-
inente ucciso ^vimo Ravenna. iNolai 1
articolo
sua gloria giunse al
ueU
Chigi FAMiGiuche inoltre Giùsoprintendenza delle fi-
facendo prosperare le finanze. Quindi (eimporre un dazio
ce tante guerre senza
straordinario a'sudditi, supplendo allesu-
lio II afiìdò la
perflue spese
iianze pontificie allo splendido Agostino
come l'encomiò
la
sua virtuosa parsimonia, Macchiavelli,
riportato
TE col dollissiiDo
Fea,
doversi
re, e a lui il
/ iiticaiioj
II
iVicliiarni
Roma
poteva risuo 3." foiidalo-
clie
conoscere in Giulio do,
TE
S
Coppi. Nella sua biografìa
rial
il
mon-
meraviglia del
la
die
ii)
morie
lasciò cin-
onde Leoincominciando dal pos.st'sso polè larglipgi^iare profusamente; e clie il secolo XVI dovea portare il nome di Giuc|ue milioni di ducali d'oro,
X
ne
non di Leone. Nel 5 3 elello l' i marzo Leone X, riferisce il IMarini 1. p. 23 I, the lece tesoriere Bcniaì-do Divie
lio
i
ì
1
ducali d'oro,
pare ch'egli Castel
s.
S
5.87
Novae^ina non ne trovasse soli 3oo,ooo in al riferiredi
Angelo
sua elezione. Questi
alla
non
grossi debili però, soggiunge Coppi,
fiorini d'oro, avuti
erano che 4t»i5fJOO nell'erezione valici
ilei
o militi
i
che
il
s.
Picfi-o,
con que'pii-
the riportai nel descriver-
vilegi e frutti lo,
collegio vacabile de'ca-
di
pure con
feci
lutti gli altri col-
vacabili, isliluiti successiva-
legi e ufìizi
rio, e
creandolo cardinale
mente. Inoltre Leone X aumeniò il numero de Ciilìiciilari e Scudieri. n\U-\ vacabili da cui ricavò ragguardevoli sommei di queste n'ebbe puree ragguardevoli per le multe imposte a cpie'cai dmali
i5i3
gli sostituì
che congiurarono
1
zj (In Biìiìiicna (di cui per
,
sua Calaii-
la
clra riparlai a Teatro), già suo segretaa' 23 ottóbre Ferdinando Poiizettì,
già arrhiatro d'Innocenzo Vili, ed allora
com-
chierico di camera (era pni e stato
missario deputato per
trovò in
finanze pontificie
le
condizione,
nuovo legolamenlo delle monete di Giunon comniissaiio generale della camera, uflizio che ancora non era divenuto stabile, come poco dopo lo fu) e ar-
gli
successe
cidiacono di Sorrento; poi sede di Molfella nel
i
creò cardinale (dice
5
i
gli
7, e
il
i
conferì
Garimberti per
il
la
."luglio lo Io
sborso di più che 60,000 scudi), indi con-
sagrandolo vescovo
in
compagnia
del car-
dinal de Medici vice-camerlengo. Col te-
sorierato avea ritenuto
postolico e le
il
segretariato a-
il
chiericato di carnei a,
avea rassegnato a'24 aprile
Giacomo Ponictd. rato, e nel i5i
coadiutoria.
8 anche
il
nipote
al
a'3 luglio
il
lesorie-
vescovato,
Giacomo pose
qua-
il
allo zio
dopo un e-
pilaflio nella loro cappella gentilizia in
Maria
della Face; nel
i
029 divenne
s.
sci it-
tore della penitenzieria e delle lettere ajiostoliche, e segretario pontifìcio.
zione cumulativa di
derivava
tali
La
lilen-
e altre cariche
dall' essere vacabili e venali,
e
perciò s'acquistavano per notabili som-
che nar-
que sta
lio II, e
il
Papa. Adun-
esecuzione del
1'
conti odi Ini,
rai nelle biografìedi essi e del
quando
a
le
tri-
q gennaio 023 1
virtuoso, parco e severo
il
À-
driano VI, il cui tesoriere non si c(jnosce, se pure non proseguì ad esserlo Giacomo Ponzelli, nel suo breve poutilìcato.
Leggo
nel
suo biografj Oiliz,
zioìie
di 'Adriaìio
in cui
trovò
le
la
ì /, la
camera
Z)<.vr/7'-
soinina inopia
apostolica,
qua-
la
era ridotta in tanta miseria, che
vasi
i
d'oro e d' argento, e altre preziosissime suppellettili, o erano stale involate o si
trovavano impegnate, laomle la camera non avea un baiocco per sollevare le altrui indigenze,
non che per usare
di libe-
ralità e di grazie; e fu
per questo e per
salutari riforme che
saggio Adriano
avea intrapreso, che
il i
le
V
I
detrattori lo calun-
niarono per spilorcio e avaro. Nelle sue angustiose risliettezze inviò 4o,ooo ducati
ili
Ungheria, per
lui chi, e 3
la
guerra contro
navi a'cavalieri di Rodi da
assediali. Egli
si
i
essi
guardò bene d'imporre la 7V-
gabelle e aggravi, e per mala sorte
uie.
stilenza (/ .) contribuì alla miseria, dovendo per molto tempo star chiusi tri-
di
bunali, onde non
Fra la magnificenza e Io splendore Leone X, benemerito dell'incieoiento
delle lettere e delle arti, cio restò esausto,
il
tesoro pontifì-
impegnate
le
tre cose preziose, e tanti debili
mera dovè
pe'frulti
gioie e al-
che
la ca-
pagare annui 4o, 000
i
si
poterono trattare que'
negozi, da' quali soleva percepire
ia
ca-
mera apostolica molti proventi. Adriano VI non fu industrioso, liè dedito a cumular denari; desiderò moltissimo che
T E
288 fossero pngali
inala conlro
TE
S
'ul«;l)ili falli
perallcsliirar-
luiclii, e persosleiilaie la
i
nominazione
non
fiUnigHa pontificia, dcMli die restarono
ni di il
sua sup-
jiellettilealla famiglia portata di
l>isognosa di tutto,
ma
Spagna,
fu sfortunata
per
(P".)
vacabili, divisi in luoghi ossia azio-
pel suo corto vivere. Lasciò
la
S
Luoghi di 3 fonte
di
ino scudi
quale
l'uno, con
in seguilo fu coi
annuo
finito,
rispondente alle
circoslanze de'tenipi, e de'quali fu depulato soprintendente
prelato tesoriere
il
negligenza degli esecutoii teslamenta-
generale. Crede tale scrittore, che proba-
a'i4 settembre 523, lasciando
forli-
bilmente desunse il Papa questa itiea de* monti camerali, dal modo col quale la P^irenze sua patria, nella metà del secolo XIV erasi creato un debito pubblico, fondando un monte di fiorini 5o4,ooo cogl'interessi ali5 perioo. Clemente VII eresse in Roma il i. "monte nel 526 eia di luoghi 2000, cioè del capitale di sendi 200,000, co'frutli al io per 100. Egli lo denominò della Fede, perchè il denaro
vese vescovo di Bertinoro, outle ne par-
fu destinato per soccorrere l'imperatore
la
INIori
ri.
I
nell'erarioappena infelice fu
il
3ono scudi. Ancor più
pontificato di
Clemente VII,
comincialo a'i 8 novembre, del quale
lono
tesorieri
Giacomo
fu-
Salvia/i. che Io
accompagnò a Bologna per la coronazione (ììCarloY, e Francesco di Pietro del Nero, probabilmente ambedue fiorentini. Leggo nell'Ughelli, 7^7 //Vz .yrttrrrtt t. 2, 6i
p.
2,
che Gio. llufTo de Teodoli
q-Sabsina nella serie de' vescovi, de-
lai
mujn
s.
Ecclesiae roinniiae Tliesaura-
riusgeiieralis exccssitevìvis anno
Anche
il
Bonoli, Storia di
35i, chiama
For
2, p.
t.
Teodoli tesoriere della
il
Chiesa, morto in
Roma
di circa
tempo che Clemente VII
uel
Vi
iS'ì.'j
anni,
70
lo destina-
va nunzio a Carlo V, ed ebbe sepoltura in
Maria Maggiore. Giammai
s.
pontificio fu depredato
come du lo
si
masnade,
il
tesoio
iniquamente,
lo fu da' furiosi soldati
altre infami
ma
pili
lulcraìd e
cioè per
quan-
fece nell'orribile saccheggio di
nell'infjusto 1527, ed
il
Ro-
pubblico
la-
dronecciosi fece ascendere a venti milioni di scudi, senza qui ricordare le
com-
messe inaudite scelleraggini. Dirò
solo,
the
il
già tesoriere cardinalPonzelti, come
av\enne
a moltialtri, vide spogliarsiera-
pire da'soldali tra
possedeva, e poi
gli
quanto montare su d'un
oltraggi di
lo fecero
giumento vestitodi porpora, e tra le conlumelie acerbamente lo trascinarono per le vie piìi
popolate
di
Roma,
del che ad-
dolorato d' inconsolabile cordoglio lì
a'2 settembre.
I
mo-
romani a tante enor-
mezze restarono indillerenli, malcontendel Papa che gli avea gravati d'imposizioni. Anche Coppi narra che Clemente VII istituì uu debito pubblico colia deti
1
Carlo
V
nelle guerre che sosteneva cou-
troi turchi. Nell'istesso
chiamalo
di Sale e
anno altro ne creò
Oro
nella
somma
di
284,800 all'S per 100. Nel dello i527 il Papa assediato in C/ir.??c/ yV/i-
scudi
.?.
gelo, per uscirne conveime di pagare subito
100,000 ducati d'oro, 5o, 000 fra 20 5o,ooo dentro due mesi. Pro-
giorni, e 2
curò parte
somma
di tal
monte appellato
erigendo altro
del Macinato, del capi-
tale di scudi 2f)o, 000.
Quindi
i
debiti for-
mali da Clemente VII ascesero a scudi
774,800. Questo modo
aver denaro
di
pe'bisogni straordinari, fu poi imitato da vari Papi. Nell'ottobre
Paolo
III,
r
534
gli
successe
che subilo dichiarò tesoriere
^.9r(7/»'o Pcz//,v/7/»', già tesoriere d'Ascoli
di Giulio II e
vescovo
di
Rimiui^e poi
lo
creò cardinale. Paolo III non contento
d'aver consagrato vescovo di Nocera
l'in-
signe letterato y/ngela Colocci di Jesi,nel
i538
lo fece tesoriere
plauso di tutti in
coadiutore
i54o
gli
i
al
generale con apconcesse
cardinali, e
gli
vescovato
nipote. Nel
successe
il
Girolamo Capodifer-
ro, già nunzio di Portogallo, indi rasse-
gnò
il
tesorierato nel
datario e cardinale.
maggio i54i, poi
La
carica fu couferi-
ìaaGiovanniPoggioaWovanuaùoSiCavlo V. A' 20 novembre t54i lo divenue
TE Bernardino Elvino
TE
S
di Soia, abbreviato-
re apostolico e segretario del cardinal
Sforza nipote del Papa, senza pregiudi-
durante la sua assenza fu d'Anglona, e ritenenfino alla morte clie segui l' i i
zio del Foggi
promosso
do
:
alia sede
l'uffizio
luglio 1548. Perciò subilo toinò dalla
Istituì
S
iB(
monte Fede per 280,000 scudi,
il
che comprese altre alienazioni di luoghi, per le guerre contro gl'infiidcli somministrò l'enorme
somma
di
scudi 4, 69,800. levi) la ga1
Eletto a'7 febbraio Giulio IH, bella del macinato,
i55i richiamò Giovanni
nel
dalla nunziatura di Portogallo
l'eserci-
Ricci di Monte Pulciano, che da cardi-
ad esercitarlo sotto Giulio 111, lo dimise a'io gennaio 54 ,e a' I o noven)bre fu cardinale. Trovo in Garampi, cheGio. BaltislaGalletti pisano, lungamente adoperato da'
nale avea avuto a maestro di casa, e lo
rie storiche de'cardinali invece lo vuole
economici della camera
tesoriere segreto pontificio, e riporta le te-
nunziatura
il
Poggio, riassunse
zio del tesorierato, continuò
I
I
Papi negli
alfari
un breve
apostolica, da 1
5 dicembre 1 536
ministrato
di Paolo 111 de'
rilevasi
la tesoreria di
che avea araRomagna per
ad esserlo, indi chierico di camera e maggiordomo. Mg. Kicolai nelle sue Memorie osserva, che una certa opinione, non si sa come inval-
87 mesi
e mezzo, e tornò
sa ne'camerali,
no a noi, che sto da Paolo
il
ha fatto credere e dire fisussidio triennale impo-
111 nel
543
1
sia lai. ^impo-
sizione ordinaria, che abbia conosciuto
nostro stato; di questa opinione fu
il
il
dot-
mg/
Vergani nel suo voto economico sopra la servitù de'pascoli, dicendo che prima del sussidio triennale non si conoscevano nello stato ecclesiastico imposito
Prova il contrario iDg."^ Nicolai, e quanto io qui vado raccogliendo, sebbene quasi spigolatore di zioni fisse e regolari.
campo immensurabile. commissari I
diti
da Paolo
spe-
riparto del sussidio
III al
creò tesoriere
scia cardinale.
stimonianze
lo
più regolavansi per pagare
istituì
il
le
con-
Dopo che Paolo
tribunale e presidenza delle Ri-
pe del Tevere (K.), in seguilo furono fidati al tesoriere
dendosi
III
i
af-
lavori relativi, divi-
rile-
Cardella nelle 3Ienio-
Ciacconio che lasciò scrit-
11
Vitali errò solo nel
camera nel cardinalato di Giulio IH. poiché quanto al tesorierato generale lo conferma Garampi. A* 5 novembre i55r gli %oì\\\.\ì\, France1
Massari d'Aspra
sco
in Sabina, già pre-
sidente delia camera.
parente
di
Il
INIarini parla di
374) e lo dice Francesco Festo d'Aspra buon
questo tesoriere nel
t.
r
,
p.
medico palatino, ma non fortunato. La morte di Giulio III poco dispiacque a' sudditi perchè
li
caricò d' imposizioni*
che ne occupò la sede a'io aprile 555, pel suo pontificato di 22 giorni non si trova tesoriere, se pure non conMarcello
lì
1
tinuò
me re
sì
breve tempo, e co-
Dogane, fu
costretto d'impor-
Massari. In
il
dissi
a
sussidio triennale,
il
dolo
a'soli ricchi e alle
comode;
le
proporzionan-
comunità
religio-
trovò
e per la scarsezza di il
a sollievo del il
ma
denaro che funzioni procedessero privaìaroenle, ed
in cui
tribuzioni ordinarie.
di
11
rius renuncialus.
simi luoghi festimo e
per
i
dirlo maeslio di
se
co'quali
19 dicembre 55o,
nioxque secretus ipsius Tliesaura-
to,
triennale, trovarono già in uso in moltisla libbra,
a'
nendol'arcivescovalodi Manfredonia, po-
pontificio erario, volle
medesimo
fece squagliare
servizio d'oro della mensa.
gio
gli
A'25 maga' 20 lu-
successe Paolo IV, che
nominò tesoriere Girolamo Sauli camera e arcivescovo di Badonde passò alla sua patria Genova:
glio
due prelati le incumbenze. Paolo HI avendo aumentato il dazio del
chierico di
sale a Perugia, insorsero gli abitanti e la
esercitò la carica per
guerra che imprese
a'28 dicembre l'ebbe Girolamo Foscari vescovo di Torcello, il quale pure in bre-
sale.
k.dt
tra'
onta
di
poco amato per
sue le
si
magnanime
gesta fu
numerose
gabelle.
sue
VOL. LXXIV.
ùììamo guerra del
ri,
ve
poco tempo, poiché
la rassegnò, e gli successe
'9
Cristoforo
TE
290
T E
S
Cenci canonico Vaticauo, che fu anche deputato colletlore degli spogli ecclesiastici in tutta r Italia. Secondo il Novaes fu pure tesoriere di s. l'io V,ed ebbe a Francesco padre della famosa parDi più aggiunge \\ Novaes, che prima di Gregorio XIII non figlio
ricida Beatrice Cenci.
fosse venale l'uflìzio di tesoriere,
avendo
che essendo Paolo IV in urgentissimo bisogno di denaro, lo conferì egli trovato,
romano,
a Cristoforo Cenci ricchissimo
dal quale prese in prestilo 5, eoo scudi, 1
somma
piuttosto che venderglielo per
come
cuna,
breve
rilevasi dal
col
al-
quale
glielo conferì, registrato fra le sue bolle
Avendolo risconp. 27, ed è il moto-
nel Bitll. Basii. / at. trato,
legge nel
si
Cwn
proprio scudi
a
I
5,000
ìiohis,
bligava lato e
i
i
t.
3,
hodie, ed
ivi si
dice che gli
aiiri inauro.... requisitus
mutuare
obtulerit. e ^evc'iò ob-
successori a indennizzare
suoi eredi,
il
pre-
obbligando e ipotecan-
do anche la camera apostolica. Paolo IV amatore della giustizia e vendicatore de' •vizi, istituì la Congregazione del terrore degli uffìziali di Roma {/'-), per ricevere le pubbliche querele; e die origine al-
Congregazione della s. Consulta {T.), poi ampliata da Sisto V, per la prosperità e felice governo de' sudditi. Sollevò due volte Roma dalla carestia: nella i.^ prese a censo 3o,ooo scudi, colla sil'altra
curtà de'beni dell'ospedale di nella 2.' pagato bio, Io
il
vendè per
s.
Spirilo;
grano 8 scudi il rubrimettendo 1' erario
5,
5o,ooo scudi. Sostenne la disastrosa guerra della Campagna romana, contro Filippo li, per cui e per altri bisogni, non che per mantenere il pontificio decoro, creò 56o,ooo scudi di monte co'Iuoghi Farina
al 7
per 100, Novennale, Religio-
S
vacante non potessero disporre del denaro della camera apostolica, tranne scudi
1O5O00; e che il camerlengo continuasad esercitare la sua autorità. Per aiu-
se
Gerosolimitano guerregun tributo di 400,000 scudi d'oro, anche per soccorrere l'imperatore dagl'infedeli minacciato. Per gli abbellimenti da lui operati in Roma, impose diverse gabelle, le tare l'ordine
gialo da'turchi, impose a'suddili
quali suscitarono salire,
malumore
dele congiura contro
sua sagra perso-
la
na. Pio IV istituì il monte Ricuperazione per 200,000 scudi, e Avignone per
800,000, ambedue al 4 e mezzo peri 00; poichèaCarlo IX re diFrancia inviòiu sussidio contro gli eretici ugonotti
scudi, indi al
medesimo per
V, che dopo
la
d'Avignone 800,000, oltre le milizie pontificie. Gli successe a'7 gennaio 566 s. Pio 1
fatta dal
a
rassegna del tesorierato
Minale,
Bartolomeo
lo conferì a'
17 gennaio
Bu'^solti di Bibbiena fio-
il suo pon • Ricavodal Catena, litadel gloriosissimo Papa Pio T\ p. r 43> che a ven -
rentino, che l'esercitò in tutto
tificalo.
do
egli
trovalo ne'conli del tesoriere ge-
danno camera apostolica, gli fece dar la frudove per la e lo condannò a Ostia
nerale del predecessore, fraudi a della sta
,
cattiva aria in breve morì. Per disordina-
un banchiere o camper Roma,ancorchè fosse gentil uomo, costituendo poscia, come a peggiori de'Iadroni, la ta vita
essendo
biatore,
s.
fallito
Pio
V
lo fece frustare
pena dell'ultimo supplizio tanto
come
a'chierici,
foitunosicasi,
quali fallivano,
i
ma
per trascuraggine,o per
digalità o per vizi; se colla loro roba o scia-
lacquata o nasfiosla non volessero soddi-
Di
sfarei loro creditori.
cante, dicendode'fallimenti, del
testanti,
i
pro-
mandò 200,000 scudi. Eleva26 dicembre iSSq
lo al pontificato a'
Pio IV, nel i56o conferì
il
Donato 3Iatteo Minale
di
Milanese. Decretò che
i
tesorierato a
Celiano nel
cardinali in sede
a' laici,
non per
l'immoralissimo Taisso (l.), o per pro-
tore Carlo V, per
guerre contro
200,000
la difesa
ne, Allumiere, alio per 100. All'imperale
e cru-
cio, e dell'istituzione de'
Galli. Così
s.
Pio
V
Mercommer-
ciò parlai a
banchi col cav.
temperava
la
santi-
tà colla giustizia. Narrai nella sua biografia
ealtrovela grande impresa navale che
sostenne contro
i
turchi, e che
la strepi-
T E
TE
S
tosa vitloria di Li'panlo
velazione
per tlivina
,
la nolificò al tesoriere nel
con
to stesso in cui seguì, menLi-e traila va
negozi d'importanza, con dirgli:
lui
ri-
pun-
Non
è tempo di negoziare, andate a ringraziar Dio, perchè
nostra armata ha coudjat-
la
luto colla turchesca. e su quest'ora ha vin-
Ad
to.
onta dell'imtnense spese perciò so-
stenute, di
due
milioni di scudi d'oro di-
spensati a' poveri, negli aiuti dati
re di
al
milione
680,000 scudi
al
i
peri 00;
al 7
speri 00; Re-
Pro6 peri 00. Dei
100,000
al
somministrò in sussidi! al re di Francia e alla repubblica di Venezia nel:
guerre contro
scudi
repubblica di
Scozia M.'Stuarda
scudi d'oro, e
5o,ooo
guitati da Elisabetta.
mandò 20,000
agl'inglesi perse-
Di tutto e con det-
tagli ragionai ne'relativi articoli, e persi-
no
Dogane. Apprendoda Garampi che V avendo nel 1570 stabilito d'accrescere il collegio de'chierici di camera da 7 ch'erano a 12, tre sf)li di nuovi ne deputò,! quali a'2 aprile 5? i furono nies a
s.
Pio
si
in possesso
1
de'nuovi
uffizi:
ma
gli altri
due rimasero vacanti, e riconosciutosi in appresso non essere necessari, soppresse due posti a'25 aprile 1572, restando i
il
collegio con
1
s.
Angelo, perle
tore delle renditee proventi di quella co-
mune
il
detto tesoriere, con breve a
lui
cesse
gar
ampia
lo
facoltà d'affittare terrilorii,
stipendio del governatore, e altre
imposizioni camerali, con impiegareil
ri-
ne
maestro
delle
ceremooie ponti-
Cornelio Firmano, registrò
le
nonni-
di Bussotti e Gigli col titolo di
Teso-
ficie
rieri maggiori, ^ev distinguerli
Asil'
teso-
rieri segre ti o privati de' Papi, da essi de-
putati a conservare e disporre
culio particolare,
il
loro pe-
come appunto furono
Giulio ni e Paolo IV, Pietro GiovanA leolli vescovo di Forlì; di PioIV, R.0bertoUbaldini fiorentino; di s. Pio V, Gu-
di
ni
timo per tempo erasi portato in R.oaja a esercitare la mercatura, e come altri suoi
un milione; ed Venezia per la difesa
ne lasciò l'esigenza a'successori. Alla redi
Monte
(/',) sul
grandi spese occorrenti, fece amministra-
glielmo Sangallelti fiorentino. Quest'ul-
i
prima un milione, poi 600,000 scudi.Di altri monti pure da s. Pio V creagina
<\\ Soraepoidi PiaPapa rifabbricare Tcr-
il
turchi,
ugonotti e
di Cipro,
ti,
racina
Volendo
a detto re per le stes-
gli
680,000; più
se guerre degli ugonotti alla
cenza.
diarista e
Angelo. Vero è pe-
quali
le
25 maggio al concittadino Tommaso Gigli bolognese, \tsco\o
som-
s.
ligione d'un milione al 12 per 100;
vincie di scudi
e rassegna-
di ca-
Novennale d'un milione
Giuliodi
57 2,
suo maestro
il
lò che avea crealo 4 nuovi monti per la complessiva somma di scudi 2,780,000, cioè
i
tesorieralo, lo conferì ai
il
oltre lecospicue
spese occorrenti avea
riposte in Castel
3 maggio
manente denaro nella fabbrica delle mura che doveano cingere la nuova città. Il
i
me
1
selve e prati, d'esigere ogni rendita, pa-
i
maggiordomo,
a'
to dal Bussotti
un 5oo,ooo che do-
po 3 mesi doveansi riscuotere: nella sua camera si trovarono scudi 3, ooo che teneva pe'bisognosi, e 00,000 scudi per le sa o
i
Vaticano
diretto de'20 aprile i 574: perciò gli con-
lesr)ro pontifìcio
di scudi, oltre a
291 ilsogliodel
alla
Francia nelle guerre degli ugonotti, sua morte lasciò nel
S
mentòa 2.GregorioXIIIsalì
chierici, e Sisto
V lo au-
concittadini conseguì posti e dignità.
Ap-
pena divenuto Papa s. Pio V, subito a'7 gennaio elesse Sangalletti cameriere segreto e suo tesoriere, cret'.im, e
Thesaurarium
se-
con Giustiniano Orsini, altro
cubiculario segreto,
quando
il
Papa co-
ronò Cosimo I granduca di Toscana, al' te ferentem haeilia cum corona, et virga supradicta ad solium. Al tesoriere generale Gigli successea'29 dicembre 1576 Lodovico Taverna milanese, il quale ai 28 agostoi573 era stato fatto governatore di E.onia, carica che lasciò pel tesorieralo; indi nel
i
58
I
a'2
I
aprile
1
mente Vili
lo
di Lodi, ed Spagna: Cle-
579 vescovo nunzio
di
mandò nunzio
a Venezia
e poi al governo di sua chiesa. Nel àìSQixvì&iQiQniiiQ
i
58
Rodolfo BoìiflolioBoii-
TE
292 /7^^//'o//
T E
S
laico bolognese, metlianle
paga-
11
S
va, per opera de'quali
neli573
eslinse
i
luento di i5,ooo scudi d'oro ossia 24,000
vacabili de' cavalierati Lanrelani, ed e-
scudi lomnui, già comruissario della ca-
resse
mera (riparlando di quest'uffizio
scudi
e del
suo
XLIl, p.i58, noche può essere coniugato, ma non può prender moglie nell'esercizio della cari-
il
monlePionon vacabile di 100,000 6 peri 00. Ricuperò molte terre
al
ragione della Chiesa, s'impadronì dei
speciale abito nel voi.
di
tai
dominii devoluti
come
ca,
3 prelati di mantellet-
gli altri
alla
medesima, che fra
terre e castella furono più di 5o; acquistò iterritorii delle Chiane,
non impose di 100,000
tone), che esercitò l'uffizio sino alla crea-
nuovi tributi, e coll'impiego
zione del nuovo Papa: nel
scudi tolse que' dazi e gabelle che ricor-
provisele del
dai a
ma
{P.),
il
iSgG trovasi Monte della Pietà dì Ro'
quale poi fu assoggettato al
governo del tesoriere, e nell'istesso anno iu nominato senatore di Bologna, ed ebbe in moglie Luciezia Sordi romana, dalla quale ebbe Cleria che si maritò col marchese Ealdassare Paluzzi romano, avo del cardinal Paluzzo Altieri nipote diCIeraente
X. Per tesoriere segreto Gregorio XIII
fino da'
oif'So'^ dichiarò
24
Alessandro d'Imola
IMussotli bolognese, poi vescovo
e nunzio
di
Venezia. llPapaislitu"i
la
Con-
Dogane; proibendo severamente le non eccettualo il palazzo apostolico. Curando Y Annona eGrascìa(t .), tolse da Castel s. Angelo 5oo,ooo scudi,
franchigie,
grano per popolo che ne penuriava ,
e dal tesoriere fece acquistare
provvedere
il
del proprio 4o, 000 scudi per Magnifico per indole, Gregorio XIII contava perduto quel giorno in
spendendo la carestia.
non avesse esercitato la sua beneficenpochi anni cavò dall'erario due milioni di scudi d'oro, ondeesercitare la sua magnificenza e liberalità.ed un altro l'im-
cui
za. In
gregazione per solleK'are dagli aggravi o gravami lo stalo ecclesiastico ( / .), on • de moderare le indiscrete imposizioni dei baroni feudatari e della cameia apostolica, sopprimendo quella degli A rcingoli in-
IVou lasciò debiti; e ad onta delle sontuo-
tesa all'aumento de' proventi del tesoro
re contro
incremento di questo non curare, imperocché trovando-
pontificio. L'
mancò
di
piegò all'onesto maritaggio delle
zitelle.
se fabbriche erette in Piotua e altrove, e
de''200,ooo scudi impiegali per i
turchi, alla sua
le
morte
guer-
si
tro-
varono nell'erario 700,000 scudi. Tutto quantoriporta il Novaes nella Storia dei
ma
lo snervato per le alienazioni ed erezioni
Pontefici,
de'Iuoghi di monte, l'annua entrata era-
nella Storia, di Sisto
60,000 scudi (cioè detratte le spese pubbliche, non restava pel mantenimeutodel Papa e per lealtre contingenze se non che 90,000 scudi annui
ce ch'egli trovò l'erario pontificio all'atto
si
ridotta a più di
i
1
circa,
come
leggo nel p. Moffei suo sto-
trovo in contraddizione
lo
,
il
Novaes
la
Cocquelines, cioè
A'/// del
gli
p. IMaffiìi
fatti riscontrati gli
posto da J^aolo 111,0 pel notato di sopra meglio riattivato. Determinossi quindi di
adermato
rinfrancare e aumentare
prilei
camera
rendile defla
apostolica, col redimere
alienati e con eslinguere
i
i
fruiti
monti, non che
nella quale di-
esausto. L'assertiva de'700, 000 scudi lasciati
riografo),fondali sul sussidio triennale im-
le
P\
riporta sulla fede di
Annalidi Gregorio da
lui
pubblicati. In
Annali auch'io
trovai
allretlanto.
V sublimalo al triregno a'24 ''585, al Bonfiglioli,dopo avergli restituito il 5,000 scudi d'oro, surrogò nel tesorierato Benedetto Giustiniani patriSisto
di ricuperare le possessioni obbligale per
zio genovese, abbrevialore, referendario
bisogno di denaro, ovvero usurpale da
e giudice delle confidenze, dal quale
giusti padroni.
A
questo deputò
il
in-
teso-
riere Bonfìglioli, e il Gigli sutinomiuato cheeracommissariogenerale della came-
cevè per prezzo
dell'uffizio
5o,ooo
ri-
scudi
romani egli fu il[.° tesoriere a ottenere remìncDte carica senza passaggio ad al:
TES
TES
tra, se non che al cardinalato, in avanti essendo stata temporanea e amovibile a
beneplacito de' Papi. Sisto dinale
di
lo creò car-
7 dicembre 586, e nominò teGuido Ptyw// bolognese, chierico
a'
soriei'T
V
1
1
camera,
la
quale carica del tesorierato
comprò per 3o,ooo scudi d'oro, o secondo altri 72,000 d'argento; india'i4 dicembre i58q l'elevò alla porpora, ad onla
ta
che avesse fatto troncar la lesta al fraconte Giovanni. Per nuovo tesorie-
tello
re e collo sborso di 5o,ooo scudi d'oro, elesse a'2
5 gennaio iSgo^^z-to/o/zzeo Cecamera, colla bolla speciale
si chierico di
In conferendis a par.
I, p.
\\ì'\d\ve\.\.a,Biill.RomÀ.5,
IO 5, nella quale
giurisdizione e
le
enunciano
si
la
facoltà de'tesorieri ge-
massime quali collettori degli spocamera apostolica. Nel som-
nerali,
gli delia rev.
mario sono
riportati
le sull'autorità e
litolidellealtre bol-
i
prerogative del tesorie-
re generale, anche sulle cancellerie criminali dello stato ecclesiastico, per le bolle
liornanus, d'i Paolo IV, e Superna, é\ Pio
IV.
Il
Papa aumentò
ampliò le preesinuove istiCongregazione delVabbone
me
segue: Ristretto dell'esito d'un
293 anno
delluDeposileria di N. S. Provvisioni a' cardinali, scudi 21,660. Per la legazione d'Avignone al cardinal Farnese se. ,
648. Provvisioni a'nunzijSc. 8,63o. Cap1
se. 8,44^- ìMaestro di casa 77,648. Odiziali di Roma, se. 682. Oniziali palatini, se. 602. Provvisioni diverse,sc. 3,29().EIemosine,sc. 2,128. Guardia di N. S. cavalle^t'ieri e svizzeri, se. 3o,353. Castel s. Angelo, se. 5,394. Presidio d' Avignone, se. 69,000. Fortezze dello stato, se. 3,438. Camera apostolica, se. 6,01 5. Abbondanza, udlzi, se. 1,200. Ulliziali della zecca, se. 562. Governodi Lloraa, se. 10,573. Popolo romano, se. 1 2, o52. In tutto se. 27 2,497.1 qua-
pella di N. S.
diN.
li
S. se.
posti a confronto colia suddetta
somma
449>756) residuavano sci 77,259. Quindi segue il dettaglio di diverse partite diesito, come pel Presidio Òl' Avigno-
di se.
ne, che nella
nota figura per la spesa maggioredella forza pubblica; del Castel s. Angelo, compreso il castellano che avea
462
scudi; delle
Fortezze dello sta-
stenti congregazioni, e fra le
to a'castellani di Civitavecchia,
tuite vi fu la
na, Orvieto, Cornelo;e compresi» custo-
danza
dello stato eeclesiastieo (V.).
Il
di delle torri
do; del
Luoghi
Monte, Vacabili, ed in quelli che in essi citai, oltre quanto qui poi aggiungerò. Da un libro di conti deli 585
de' poveri,
mss. esistente presso
vi è la
di
il
eh. storico, e conte-
nentegl'introiti egliesiti dello stato pontifìcio, risulta
che l'annue rendite ascende-
vano allora a scudi ,3 8,4 4= esse provenivano da 73 capi, molti de'quali erano gravati di pesi particolari. Fra queste grai
1
1
vezze speciali erauvi gl'interessi de'luoghi di
monte, cheascendevano all'annua som-
ma
di scudi
ziali,
i
281,968. Dedotti
i
pesi par-
sopravanzi che derivavano alla de-
positeria della
camera
la tesoreria generale
scudi 449^736. Gli
apostolica,'cioè al-
,
esiti
erano soltanto di geuerali evano coj
s.
Michele, Porto e Bertol-
Governo di Roma,
Coppi pubblicò interessanti documenti del pontificato di Sisto V.che vado nel più importante a riportare: gli schiarimenti si ponno leggere negli articoli Sisto V,
Terraci-
cioè mg."^ go-
576, alabardieri del medesimo, due bargelli e 80 birri, bargello di vernatore
se.
campagna con 25 il
cavalli,
sostituto,
Civita Castellana per nati alle galere. Nel
il
il
procuratore
luogotenente di
spese de'condan-
le
medesimo hbro ms?.
seguente nota di
Offici
tutti gli
vacabili, col prezzo che allora valevano in scudi d'oro. Camerlengfito ni,
5o, 000.
Guasta villa-
Som mista De Medici,
1
4,000.
Tesoreria Giustiniani, 43, 4oo. Chierici di
camera oascudi 36, 000 i
l'uno, 36o, 000.
Abuno, 36, eoo. Idem per 60, se. 69,850. Cubiculari 60 a se. 2,200 l'uno, 1 25,4oo. Scudieri i4o,ascudi ii4o l'uno, 1 5 1,620. Scrittori apostolici loi a se. i 160 l'uno, 1x7,160. Giaouizzeii 100 a se. 740 l'uUditore della
r. e.
breviatori minori
a. 1
Mattei, 54,ooo.
5 a
se.
6,000
l'
TE
294
TE
S
55,5oo. Scrittori di penitenzieiia 27 a se. 1900 l'uno, 5i,3oo. Cav. di s. Pietro 4oi a se. 1040 l'uno, 392,080. Cav. dis. Paolo 200 a se. 33o l'uno, 248,7 o. Cav. del Giglio 35o a se. 625 1' uno, 217,600. Cav. Pii 535 a se. 525 l'uno, 110,
1
1
280,375. Omissis eie. In tulio se. d' oro 3,596,225. Sisto Y eresse seguenti nuo>i Luoghi di monte. Provincie per scudi 100,000. Pace al 5 e 25 per 100, se. 20o,ooo.Vino,sc. 3o,ooo. Sisloal o per 00, se. 5oo,ooo. Cesarini al 5 per 00, so. i,3oo,ooo. Fede (Ampliazioui), scudi 4,489,800. Camerario al 9 per 100, se. 564,4oo. Civitavecchia al 6 per 100, se. 5oo,ooo.S. Bonaventura ali o per oo,sc. i
1
i
1
1
5oo,ooo.Archivioal loper ioo,sc.q8,ooo. In lutto se. 8,225,200. Sisto V imposealcuui nuovi dazi e fra
no per
gli altri
un
cpiattri-
che si vendeva a minuto. Da questo ebbe annui so. 10,000. Concesse in appalto la raccolta de' cenci foglietta di vino
e della galla per la tenue
ri
ne! voi. I
somma
00
XXlX,
preti,
il
278, poi ospizio de'
p.
quale ora
galere contro
i
il
va a ripristina1
o
impose a lutto lo o2,5oo, lasciando alle
piiati,
stato annui scudi
Provincie
si
Volendo armare
re con altre norme).
1
modo
di esigenza della pro-
pria quota. Proib"] severamente
co de'dadi, e mise giuoco perl'annua
in
appalto
il
giuo-
carte da
le
somma di scudi
Impose il 3 peri 00 sulle vendite li
di scu-
700, e l'applicò all'ospedale de'povemendicanti presso ponte Sisto (di cui
di
7,000.
delle pel-
vaccine, edel 2 per loosopra quelle de'
cuoi. Inoltre
na vitamss.
il
Coppi
di Sisto
riferisce,
che in u-
V, che si conserva
nel-
l'archivio di Canìpidoglio, sono descritti gl'introiti dello stato
papale nel
2. "anno
del pontificalo suo, e segnati in
i,599,3o3. Fra questi
vi
iscudi
sono se. 78,3o3 1
provenienti dalle vendite di diversi ci
lo.
vacabili tanto in
E
ciò olile altre
da licenze
Pioma che
somme
ofii-
nello sta-
provenienti
di esportazioni e d'importazio-
ni di grani. Sisto
V giudicò opportuno d'a-
vere un fondo di riserva, e per
tal elfelto
radunò
S
e chiuse nel Castel
Angelo un
s.
tesoro, disponendo colla bolla yìd Cla-
apostolicae ,<ìt 1 1 aprile 1 586, Bull,
\' Itili
lloiii.
4> par.
t.
I,
206, sottoscritta an-
p.
che da 34 cardinali
,
tesse estrarre alcuna
determinati
certi
detto anno
tà. In
ma
Scudi d'oro,
ma
sino a
che non
se
somma
eccettuati
casi di
estrema necessiun milione di
poi ne
aumentò
som-
la
4>' 59,543:20, tre milioni
se.
Papa
il
ne po-
collocò
vi
de'quali in oro: dappoiché
doro
,
ivi lo
2.°
il
milione
An-
ripose colla bolla
no supcriore, de'6 novembre 1 587, i>?i//. cit. p. 263; ed il 3.° milione mediante la bolla Et si, de'27 aprile 1 588, Bull. cil. 5, par.!, p.
t.
(i
I
quali milioni d'oro, u-
pel fondo perpetuo dell'abbondanza, Novaes calcolò som-
niti agli
200,000
scudi
mare a cinque milioni e cento cinquanta mila scudi). La provenienza fu la seguensecondo
te,
in Castel
cassa alla
ili
nota del Coppi. Sonwie Angelo 7R'/i5go. Esistenza morte di Gregorio XI li nel
la
s.
i585,
in oro se. 35i,5oo, in argentosc. (dunque quel gran Papa lasciò dello somme, laonde non poteva dirsi dal No'\,'^oo
vaes
il
tesoro adatto esausto:
segui
gli
il
p.
ma
in ciò e-
Tempesti). Dal cardinal Gua-
slavillani per prezzo
del^camerlengato
se.
00,000 in oro. Da Campeggi per una conij>osizione se. 5,ooo in oro. Dal cardinal l
'epoli per prezzo della
rile se.
72,000
in
tesoreria gene-
argento.
prezzo della medesima
jier
Da se.
mg.' Cesi
5o,ooo
in
oro. Dal cardinal Cusani per l'uditorato della
camera
se.
15,217
in oro.
Da
mg.'^
Paolo ì per prezzo della medesima carica se. 50,209 il) oro, e 25 d'argento. Dal cardinal Gaelaui pel caraerlengato se. 5o,ooo in arOrazio Borghesi
(fratello di
')
gento. Dalla dataria per diversi odici,
235,396
in oro,
eio,i46:5i
Dal tesoriere segreto e
1
5,000
in argento.
tario generale scudi
03,612:94
se.
in argento.
44'>2 4o '" oro, Dal Pinelli deposi-
se.
167,012 in oro, e Dal vescovo Tri-
in argento.
veule per l'archivio dello stalo ecclesiastico
sci 3,000 iaargeato.
Da 24 giudi-
TE
T E
S
S
295
3o,ooo in Catania per le maui
gè, Glossarinin,\ev\)o Apodixa) einna in tanta e tale confusione, che Sisto V, il
del tesoriere segreto e depositario gene-
quale procedeva senza riguardi, dov'era-
delle cause commissarie,
ci
oro.
Dal vescovo
rale se.
21,425
di
Dall' oflìcio del
in 010.
piombo mg.' Cencio per tario
se.
se.
mani
le
del da-
2.5,000 in 010. Dall'odlcio del
gietaiio de'brevi per
mani
se-
del datario se.
25,000 in oro. Ofllcio di mg.' Rustici se. 8,000 in oro. Tesoriere della dataria se. 5o,ooo in oro. Cavalieri lauretani scudi 1 56, 000 in oro. Per la vend'.ta del monted'Orvieto se. 82,000 in argento. Monte della Dataria se. 780,095 in oro, e 9,o45 in argento. Idem Archivio se. 5o,ooo in oro, e 32,oo8:44 '"J ai'gento. Id. s. Bonaventura se. 33o,ooo in oro. Id. Cancelleria I
SCI 10,000
10,000
Id. Sisto se.
58, 000 in oro, e
1
in argento. Id. in oro. Id.
Camerlengato
Provincie aggi unta
argento. Id.
56,466
339,800
se.
55, 16
i
00,000 20,000 in
se.
i
monte Fede se. monte delle Religioni scudi
in argento. Id.
1
Pace scudi
in oro. Id.
oro, e 127,000 in argento.
in
i
in oro,
94,209:44
'"
Olllcio del vice-camerlengato
argento.
5o,ooo
se.
in oro. Id. presidente delle bolle dell'Ill.nio
ti.
Pietro Orsino
se.
7,086
i
in oro.
36, 000 in oro. Chiericato di camera di mg.' Glorerio se. 36,ooo Dall'Egiplio
se.
in oro. Id. di mg."^
Bonviso
oro. Id. di mg."^ Savelli
se.
se.
4o,ooo
5,ooo
i
Id.di mg.*^ Grassi se. 36, 000 in oro.
Lauretani
siteria de'cav.
(collegio rinnovalo).
ria della
i'i'ta
Il
p.
§12, Tesoriere generale,
1,000
lo
spicuo ufficio vacabile della
do
Depo-
oro Tempc'^ti, Sto-
se.
in
pregiudizio della camera apostolica,
il
fu obbligato a provvedervi,
massime per
l'indolenza colla (juale erasi trascurato
scuotere
non più
dalle Provincie
chè
si
pagava
,
ri-
che
la lassa del sussidio triennale,
per-
ministri del Buontigliuoli addor-
i
mentali non
chiedevano; indilferenti-
la
sino che pose in iscompìglio quasi tutto pontificato dell'immediato predecesso-
il
re Gregorio XIII.
vincie
si
Laonde perchè le Proin pari del pagamen-
ponessero
to del sussidio,lraslasciato ni, vi volleil rigore e
da parecchi an-
specialmente sul prin-
cipio delsuogoverno,perciòsi feceromor-
morazioni atroci contro l'avveduto e giusto Pontefice, poiché le provincie e ministri di esse,
aderenti,
gli
ministri del Buonfigiiuoli,
i
gli
derati, equanli
amici,
si
i
parenti,
i
cominciarono a susurrare; indi
vo,
confe-
sentirono scottar sul visi
pas-
sò alle contumelie, benché colorite con
qualche lode, dicendo che Sisto
V era ve-
ma ch'era ungraa
ramente un gran Papa,
peccato che fosse tanto avido d'accumu-
E perchè costoro non badavnnoalle pubbliche necessità, ma solare, e tanto tenace.
lo a
cuoprir se
stessi, lo
lacerarono nel-
l'onore in diverse maniere. Però l'ano-
nimo
Vallicelliano arrotando
i
denti dis-
che savi e gli amanti della repubblica lo condannarono, perchè angariasse le se,
i
6,
provincie con l'acerbiià di tante gabelle
chiama coramerà apo-
e monti. L'anonimo poi del Campidoglio,
e geste. di Sisto
stolica e della curia
in
in oro.
vi
T
,
lib.
1
romana, appartenen-
a chi l'esercita la cura principale del-
che per sua confessione era allora fanciul-
quando
lo,
poi fatto
uomo
vere, in vece di ricorrere
come poteva
si
accinse a scri-
a'monu menti
merali,
te della s.Sede; indi riferisce cpianto dirò in
zi
compendio. Già era venale prima di Sisto V, poiché Gregorio Xll! l'avea venduto a
lora tuttavia pe» severa vano, e scrisse
lUg.'^Donngliolijdi candidi costumi,
ma in-
di quelle voci de'malcontenti,
no rettamente
e
meno
ficio del tesorierato
gannato da'suoi niinistii, perchè si ha da* documenticamerali che l'amministrazio-
ma
ne,
le tasse, le
Buonfiglioli per
tio
de suscepta pecunia, leggo iu DuCau-
apodissi camerali (idest eau-^
per vari,
ma
da
lui
9
che al-
generale, venduto pri-
tutti bassi prezzi, et
mg."^
per
Ridolfo
5,ooo scudi d'oro; dopo la sua assunzio-
soli
giorni
me-
del vero così: L'uf-
ultimo da Gregorio XIII a fu
ca-
e doveva,si fidò an-
rerario,de'provenli,de'diritli e dell'entra-
1
TE
296
mg/
ne venduto a
TE
S
Benedello Ginsllniani
per 5o, 000 scudi, aslrello
il
Biionfiglioli,
con maniere dure, a rinunziare. Soggiunge il p. Tempesti, non fuiono le maniere dure,
ma
ministri del Buonfigliuoli,che
i
l'aveano ingannato, pretendevano gettar
V
polvere negli occhi a Sisto
acciò
non
nari, anzi afferma
chiarò
cardinal
al
plorava soccorso pel collegio de' greci e degli armeni. Alteralo Sisto V,gli rispose
non
esservi denari in Castel
ve già prima
vedesse, e per comparire non colpevoli
re),
avea trovato
cardinali per protezione, rappresentando
diti
re
De Statu.óe t.
i
Cherubini, Sisto
2, del
me
compari-
mondo. Nella bolla o maggio 1 5S5,Bidl. Rom.
innocenti dei
pii^i
i
sappiamo che
tesorierato
V
disse: Sicco-
medesimo
il
ufiioiodel
trova in incerto stato, e ne'
si
di lui
il
governo papale, ed
Tempesti
p.
somma
,
che
Papa
il
i
banil
volle la detta
dal tesoriere, perchè se l'ufficio
arricchiva chi l'esercitava, e
lo dis[)one-
va ad ottener dignità maggiore, non era
dovere che
camera apostolica
la
di
contenti, poiché
camera, e talora una som-
pochi mesi mise
negligenza in pregiudizio, e gravami
(o-
sino alle porle di B.oma. Rileva inoltre
de'negozi, delle cose, de'di-
ma
Angelo
insultavano con molta sua ignominia
ma ignoranza
della della
s.
solevano deposi la-
si
dolendosi acremente dello stalo in cui
lempi andati sommamente soggetto alle varietà; dal che ne sono seguite una som-
l'itti
Tempesti, l'era-
come il Papa diSanlorio, quando im-
rio era affatto esausto,
lo tacciavano di violento: ricorsero a vari
le cose in favor loro, faceinlosi
S
p.
il
fosse,
per
La scelta Giustiniani venne lodata ancoda'mal-
cos'i
dire, di deterior condizione.
camerali, e
dissi
prelato nel decorso di
il
chiaro
in
le lasse, l'apo-
fissò l'entrata del sussi-
non piccoli della medesima coiiicra .... Essendo però vacato l'ufficio del tesorie-
dio triennale, regolando con tale esattez-
re generale della camera, per
si
libera ras-
i
premio
alle
sostituì
il
ammessa,
ec. In lai
modo
da
e colle pon-
anonimo del Campidoglio, facendo restituire al BuontiCcie parole
si
confuta
1'
denaro sborsalo. Considerando Sisto V che per esercitar degnamente l'ufficio il piii geloso dello stalo, era d'uopo trovare un personaggio maggiore d'ogni eccezione, attese le incumbenzecnegli venivano addossale, le quali erano l'uniofìglioli
pagamenti de' vacabili e de'monti, che meritò dalla gratitudine pontificia e in
PiidolfoBuon-
figlio
tatieanienle fatta nelle nostre mani, e tioi
za
poc'anzi tesoriere generale, spon-
segnazionedel diletto fjglioli,
la
il
ne del SuccolU'ttoì'alo
degli spogli, ì'am-
minislrazione dell'azienda di Terraciiia,
nuova città, e la di monte creati sopprimendo il tesorie-
sue virtù
Pepoli per
la
s.
porpora. Gli
la stessa
somma,
e
Tempesti, pe'bisogni di soccorrere Savoia nell'impresa di Ginevra, lo dice
il
p.
e per l'ospedale de'poveri a ponte Sisto,
Papa andana ideando. Il Novaes parlando della nuova sistemazione del tesocheil
rierato e dell'erezione del vacabile, dice
che avendo riservalo da'frutlidi ficio
l'annua
somma
di
un monte da
plicò a
lui
crealo e
mò Monte Tesoreria. Colle ricavate da Sisto
V
la le uf-
5,ooo scudi, l'aplo
grandi
culla retta
chia-
somme
amminiam-
strazione delle rendile, colla riforma e
l'edificazione di quella
pliazione de' vacabili e de'monti, egli po-
soprintendenza
tè eseguire quell'
e da crearsi;
a' Luoglii
cos'i
rato nell'aulico esercizio,
vo
colle qualità di
lo
eresse di nuo-
perpetuo vacabile, a
opere monumentali e biogra-
magnanime che
celebrai nella
fia: di
più
Francia per
contro
gli
al
re di
ugonolli die
il
le
564,400, e perla guerra co'lurchi som-
similitudine del collegio de'chierici di ca-
di
mera ed
minislròscudi 600, 000. Ne' voi. X,
,
gli
a ciò scelse mg.' Giustiniani e
coufeTi l'uflicio per
5o,ooo
scudi,
mer-
cè l'estremo bisogno che avea allora d'esliiparc
i
baudilij e iiou avcu trovali dc-
XI, lo, i
guerre
sussidio di scu^
p.
187,
88, parlai come in Castel s. A ngesiccome il luogo più sicuro di Roma, p.
Papi
1
vi
custodirono
le
cose più prezio-
TE
T E
S
denaro egli archivi. Che della castriregni e le mitre ponsa contenente tifìcie, e lo ricordai di sopra, una chiave se,
il
i
era presso
il
tesoriere,
quale teneva pu-
il
re una di quelle del tesoro ripostovi da
V,
iìisto
altra chiave lenendola in con-
decano de'chierici di camera. A•vendo ivi col Novaes descritto tale tesoro, segna
il
formarsi di 5, 1 5o,ooo scudi d'argento. Sisto V non solo rese più splendi-
.lo dissi
da
la caiica del tesoriere
generale, ina
si
occupò ancora del commissario generale della
Camera
apostolica, come accennai
in tale articolo, che nella vacanza o as-
senza ne supplisce
le
veci,e da'Papi
glie dal rispettabile ceto
di Collegio, onde parlai. il
Adunque
(\&
la
sce-
Procuratoli
in quell' articolo
osservaiulo
.Sisto
camera ed medesima, erano tutti
collegio de'chierici di
ponenti
si
ne
V
ri-
che
S
297
Da una
d'Eugenio IV risulta che chierici di camera si chiamarono anche assistenti della medeveci del tesoriere.
bolla
i
sima, poscia e
come
già indicai
si
fecero
alcuni assistenti con qualità superiori a*
per essere d'ordinario vefurono|denominati anche commiscamera. Da questi assistenti deri-
detti chierici, scovi, e sari in
varono presidenti e commissari della camera. Ne' pontificati d'Alessandro VI, Giulio II e Leone X non si trova meni
i
zione de'comrnissari generali per
camera
fari della
gli af-
apostolica. Lai."' intro-
duzione pare doversi ad Adriano VI, sotto il quale lo furono Cipriano e Camillo. Indi colle facoltà da essi godute. te
VII a'3 aprile
\
5i\
Clemen-
creò commissario
generale della camera in Pioma e suo di-
com-
stretto
Michele Pranzino, già uditore
ridotti
minale
di diversi presidi e cavaliere
i
cri-
aulece governatore di Ro-
da'predecessori a venalità vacabile, tran-
rato:
commissario della camera apostolica, cui apparteneva la cura del suo archi-
ma,
vio, la direzione e l'esecuzione degli af-
i524 nominò commissario Sebastiano
ne
il
più gravi, e de'diritli della stessa ca-
fari
mera lla
;
ritraendo tale
grossa rendita,
ufficio
non solo
ma anche
fondata d'avanzamento
la
li-
speranza
in dignità
piùco-
spicua, mentre da commissario della ca-
mera
si
passava sovente o a chierico di
camera o
a segretario delle segreterie più
ragguardevoli, e talvolta anche a tesoriere,
il
Papa avendo destinato
a presidente
di NorciaGio. Bernardino Piscina, che nel
comPio V,
principio del pontificato avea fatto
missario della camera e già di
s.
Paolo
III lo
nel quale articolo riportai altre sue
notizie. Inoltre
Clemente VII a'4 giugno
Graziani d'Ancona, a cui estese
non
le facullìi
solo in tutto lo stato ecclesiastico,
ma
eziandio ne'regni stranieri, per invigilare
sopra
tutti
i
camera aposto-
diritti della
lica;eneli53 lintitolavasi Cominissarius
genera li s SS. D.N. PP. et
come
il
tempo
in poi
non
si
sto distinto ufficio:
ejiis C.
il
;
e
Graziani divenne ve-
scovo di Segni e di Trevico. Paolo
i534 lelli
di
A.,
da questo è più intermesso que-
tesoriere generale
III nel
commissario Guidone PaPiocchette in Sabina e suo antico elesse
creò detto ufficio in venalità vacabile, an-
famigliare, colle stesse facoltà del prede-
nettendogli ramministrazione delle scrit-
cessore, costituendolo
ture di detto archivio, e lo conferì a Gof-
fredo Loinellino genovese referendario e prelato domestico, che tra'buoni legali era l'ottimo, pel prezzo di
20,000
scudi,
sovvenimento de'bisogni di s. Chiesa. Leggo in Garampi, che in tal modo Siin
sto
V
eresseilcoinmiìsariatogeneraled'a-
commissario generaledovunquesi estendevano dirittideli
la
camera
stabilì
il
apostolica.
Graziani,
del Palelli
ma
f
SSy
il
In (juesti tempi
III.
bra che due fossero
i
interni o di
Roma, 1' i546
gli stranieri.
In fatti nel
medesimo
commissario
Attilio Caltanei; e
tre uolizie, pel ripetuto
tal
prelatoal-
motivo che
fa le
Giulio
III
ri-
sem-
commissari, uno per
cjovibileche era, in ufficio perpetuo, ecol riporterò qui su
Papa
senza pregiudizio
che continuò nell'uniziOje pro-
seguì sottoGiulio
gli affari
IN'el
altro per
pure neli55o
era
destinò cuaimissario generale
TE
ayH
TES
S
Francesco CoUelli bolognese, mentre l'esercì lava anche il Palelli; podella cornerà
scia
il
CoUelli fu prcciiraloretlel fìsco. Nel
promosse
varie di esse. Alla famosa lega re sul trono di
Francia un
onde por-
re cattolico,
della quale tenni proposilo ancheall'arti-
inoltre a que-
colo Spagna, promise dal tesoro apostolico
Alessandro l'al!nnlieri,nel i555 procuratore del fif^co e poi govcvìiolorc
5,000 scudi d'oro al mese; laonde spemedesima più di mezzo milione di scudi d'oro dello stesso erario camerale, oltre 4O1O00 che ne die del proprio. Osserva il Coppi, non ostante le disposi-
i552 Giulio
III
sto uflizio
dì Roiìia. nel quale articolo diss.! che s. Pio gli fece mozzare il capo. Al sunìmen-
V
tovato Piscina nel
572
r
lazio Marchiano, per salute poco il
dopo
cui cagionevole
fu destinalo a supplirlo
(he nel iSyS uflizio. Il Lomellino
nonfdioli poi lesoiiere
ehhe
in proprietà
esercitò
il
O-
die successore la
1'
,
cumtnissariato sino
al
1
5c)
1
,
in
cui divenne chierico di camera. Gli suc-
Ripa cremonese, indi ve-
cesse Lodovico
scovo di Terni. Clemente Vili fece com-
SpS PaoEmilio Zacchia.c\\e^o\ creò cardinale. p. l'Ietteniberg, Notitia Ciiriae ronia-
missario Paolo Coperchi, e nel lo 11
juu'AiaUa a
p.
558:
i
De Coiuiìiissario Ca-
merde Jpostolicae. Lo
dice famigliare e
conìuiensale de! Papa, ne descrive l'autorità e le attribuzioni, fra
le
camera
ra dell'archivio della
quali la cuapostolica;
parla del suo abito, e del suo intervento alle cap[)elle pontificie, e
che Sisto
concesse d'incedere e sedere
gli
dopo chiei
camera.
rici di
tesoriere Cesi
Il
V
mente ad
continuando egregia-
esercitare
sto del pontificato vità della vita de'3
ili
il
lesorierato nel re-
Sisto
V, per
la
bre-
immediati successori,
1
se per la
zioni di Sisto
V
naro dal Castel
circa l'estrazione del des.
Angelo
,
appena
egli
mancò di vita nel 1590, si estrassero scudi 00,000 per le spese del conclave. Varie som me si presero ne'due brevi pontificati dUrbano VII eGregorio XIV, sicI
ché 5 giorni dopo la morte di quest'ultin)o, cioè a'20 ottobre 1 591, l'oro era ridotto a due ndlioni e mezzo,e l'argento a scudi
491 quindi
Testi azionefu di i,66o,i32 certamente impiegali pel narrato.
;
.scudi;
Dopo
I
3 giorni di sede vacante fu eletto
Innocenzo IX, che rinnovando la bolla De non alicnandìs, tosto levò diversi tributi da Sisto V imposti. Continuando la carestia e la numerosissima mortalità, fece calare
prezzo a tulle
il
le
derrate, se-
veramente impose a'proprietari del grano di cavarlo fuori; e trovandosi il Papa in bisogno di denaro, prese in prestito
40)Ooo
scudi,
non volendo
del tesoro liposto in Castel
s.
servirsi
Angelo, per-
chè saggiamente diceva: Essere d'uopo alla repubblica cristiana, che si con
con singolare esempio, lo fu pure d'altri Papi. Imperocché eletto a'i5 settembre i5qo Urbano VI!, mentre avea sta-
servasse nel lesoro pontifìcio alcuna gran-
aveano
sogni, e nelle maggiori e straordinarie sue
/(.
bilito i
ili
luoghi
pagar
lutti
i
debili che
dello stalo pontificio, coli'e-
pii
rario apostolico, dopoi 3 giorni passò al-
rallromondo.A'5dicend3refuelelloGregoiio
XIV,
il
quale ne' IO mesi e altret-
tanti giorni del
opere
suo pontificato, spese in
di pietà 3 milioni di scudi d'uro,
de
somma
d'oro, la quale potesse servi-
re di soccorso ne'più gravi e urgenti bi-
calamità. A chi
domandava
la
liberazio-
ne d'un grande, olTrendo una somma di denaro, rispose: JXon vogliamo denari, ma ubbidienza.
P«.apito dalla
morte dopo due
mesi di pontificato, a'3o gennaio 1592
gli
Clemente VIII. Nel suo possesso il lesoiiere die al Papa una borsa di damasco rosso con 5o scudi d'oro, per l'of-
successe
anche per accorrere a'bisogni della grave carestia edisastrosa epidemia di acute febbri e deliqui con numerosissime morti,
ferta all'a Ita reLateranense. Asceso poiCle-
che
mente Vili
afllisse
parlai
i
popoli lerribihuente, di cui
ad Annusa
e
Grascia riportando
te
nella sala regia dell'adiacen-
palazzo apostolico, distribuii
il
piesbi-
TES due medaglie una d'oro to,
TES
porgendogli mg.' Cesi
tcrio a'cartlinali,
e altra d'ai'geii-
e duplicate a quelli clie solevano aver
doppie cos\
il
palme
le
e le candele benedette,
cardinal arciprete della basilica, e
triplice
cardinal Moutalto nipote di Si-
il
sto Vcheloaveacreatocardinale.il con-
temporaneo ceremoniere scritto diverse
dovea tenere
re
M acanzio lasciò
ommissioni: che le
medaglie
il
in
tesorie-
un bacile
d'argento, e stare genuflesso avanti pa; che
il
al
Pa-
cardinal diacono assistente do-
vea prendere
medaglie e darle
le
al
Pa-
pa, come si fa colle candele, paline e Agnus Dei, sebbene 1' antico ceremoniale dice che il Papa piglia denari dal grembo del camerlengo; che si dovea dare il i
P.D.
2C)C)
Tiberio SS. D. N. The-
saurarlo generali asslgnata
llcct exl-
,
quae swnmam scutorum xy prò quollbet praedlctorwn non excedebat. Nobls vero magls tris caerenionlar uni videllcet d. Guidoni collegae, et nillil ad provldenduni ea quae In Itinere necessa-
gua
,
ria nobls erant,fuerunt Inter anibos asslgnata senta 70 monetae, quae nec ad vestes
quldem prò
satls fuerunt.
Itinere praeparandas
Ego
enlni solus prò vesti'
bus, et rellquls necessarlls
ad iterfaclen-
duin ultra centuni expcndl,antequaniex urbe dlscederem.h! i 7 luglio 6o4 si trova tesoriere Laudlvlo Zacchla con titolo di pro-tesoriere, ch'era avvocato con1
commissario della camera coavea avuto moglie e figli. Ces-
cistoriale e
presbiterio anche a'vescovi, altri prelati
me
eoniciali,ma perla stanchezza di Clemen-
sò nel pro-tesorierato alla morte del Pa-
ordinando diesi man-
pa,epiìi lardi fu card ina le. Clemente Vili
te
Vili non
fece,
si
dasse loro a casa dal tesoriere. Tanto
porta Cancellieri nQ Possessij
ri
ma
lo zio:
istituì la
Congregazione sopra
l
baroni
quanto alla consegna del presbiterio, Vitali che riprodusse il testo di Mucanzio, dice che numismata cardinali il tesoriere: duo Sfar da diacono assistenti porrigebat, et ipsc Pon tijìcis Numis /ila taau tempraediclaerantinduahus crwneni quas tene-
pendeva dal tribunale della camera, oltre la s. consulta pel governo politico e
i)at lliesaurarius .C\ttae\\\.e.W\\
a'5giugnoi SgGcreòil Cesi caidinale, lodato da Ciacconio con queste parole: cuni dedis-
in cui questa continuò. Riferisce
se consilia prò fide,] US li tia,
lativamente a'3 milioni
,
. . .
te exciibasse,
prò
verità-
niultas pecunias Pontifi-
Aerarlo iatulisse. Fu egli che persuase il Papa a rendere formale l'archicio
vio della
s.
Sede
nendovi tutte ti.
le
re le ragioni de'loio vassalli; e la celebre
Congregazione del Buon governo (/ .), governo economico delle comuni del-
pel
lo stato ecclesiastico,
che anticamente
di-
il Coppi, che Clemente Vili a'i5 febbraio i 592 con bolla confermò quella di Sisto V re-
da conservarsi
di
moneta d'oro
s.
Angelo; ovve-
in Castel
ro confermando
il
divieto di
predecessore, fissò
la
esti
azione del
somma del
fondo di
3 milioni. Le rendile dello stato ascendevauoallora ad annui scudi i,SX^,<^^3>. In-
morì a'3 maggio 60 e fu sepolto nella cappella da lui eretta in s. Maria del Popolo, dopo aver accom-
Papa
1
nel viaggio di
Pel quale Mucanzio
si
i
Ferrara.
querelò di
lui nel
suo Diario e ve^ìslio: fueru?it els ut puta cantorlbus ^diacono, et subdiacono capellae, et
per tutela-
carte ad essa appartenen-
singoiar talento e sapere, già chie-
il
(f^.),
riserva da custodirsi nel Castello a' detti
s.
rico di camera, che
pagnalo
dello stato ecclesiastico
Angelo, riu-
in Castel
Gli successe nel tesorierato Tiberio Ce-
r«.sY7, di
eorum
subslltutls clerlcis ca-
pcllae, et sbnlllbus cjuaedam pauca sub'
:
sIdia a R.
Clemente VIII nuovi seguenti monti. Provincie,
sorti bisogni straordinari.
eresse
i
per se. 5o, 000. Annona, per se.
Giovanni,
r,
20 3, 2 00.
700,000. Quattrini, se. 75,000. Novennale, se. 265,ooo. Ungheria,sc. 65, 000. Sovveuzione,sc.385,Qoo. Col monte s. Giovanni il Papa acquistò dal marchese del Vasto, Monte s. Giovanni (del quale nel voi. XXVII, p. 285, S.
se.
i
ed all'articolo Vizzardelli, servendosi
il
T E
3oo
TES
S
Pap;! nella compiila del depositario Giu-
seppe Ginsliniaiii), per scudi 35o,ooo; e Is'elluno (dicuia
Porto d'Anzo) da Marse. 4oo, eoo. In-
c'Anloiiio Colonna, per
olile per le guerre conlro
diò
i
principi ciistiani, nel
i
i
turchi sussi-
592 con
iscu-
265,000, e nel 160 soniministiò prima i65,ooo scudi, e poi allri 385, 000. Leone XI appena eletto ili. "aprile i6o5 sgravò i sudditi da alcuni tributi, iniposii dal predecessore pel mantenimento
di
I
delle truppe pel ricupero di Ferrara, lo-
dando
il
cardinal Galli che l'avea suppli-
cato di questo benefìzio pubblico; dichia-
LuigiCappodopo 26 giorni di ponmorì. A' 16 maggio ad esso fu ePaolo V, che confermò il Cappo-
rò tesoriere
concittadino
il
di Firenze, e
Ili
lifiualo
saltalo
prioratus prò familiari R.mid. Thesaurarii, quae merebatur taxari ad grossos XXV II, fiat taxata ex gratin gros. XVI, non ohstante qicod ìpse pra^tenderet expedire gratis juxta privilcgiiuii Xysti V. Fra'privilegi goduti dal tesoriere generale,
Cohellio dichiara: Pcnsio-
il
ad siimmain ducatorum
nes usque.
mille
de auro transferre potcstj de rebus ecclesiaslicis acquisitis testandi facultateni hahetj litcras apostolicas prò se, Pice-thesaurario, locumtencnte, et duobus fami Ha rihus gratis espedire pò test (l'opera di Cohellio fu stampata in Roma nel i653,e dedicata al cardinal Barberini camerlengo), zif in const. Sisti T'.Haec auaiiri
temprivilegia ni si thesaurarius sitcleri-
cus frustra
i'identui'
concessa. Nel 1 6
1
ni nell' udìzio e intervenne nel possesso,
trovasi tesoriere Costanzo o Costantino
portando pel presbiterio le medaglie d'oro e argento in due borse. Il Papa creò carilinale Capponi a'24 novembre 1608,
nuava a'3omarzoi 620,comesi legge nel-
e
Jacopo A^/v^ genovese, alchierico di camera e presidente del-
gli sos[ì[u\
lora
l'armi, come vuole Cardella, o della gra-
dogane
Patrizi, e già lo era ili. "marzo, e conti-
per
l'editto
ebbe e in
gli
ordini e tasse sopra
Camerino
bella di
e suo stalo.
la
ga-
Paolo
V
a tesoriere segreto Pioberto Pietro,
Maria
s.
della Scaia ov'è sepolto,
si
se
dice da Vitali, che nell'epilaflio è scolpi-
pure non lo era stalo prima. Questi non solamente si meritò a' 17 agostoi6i i la
to: Roberto Petro pisano Pauli P. M. generali depositario, et Thcsaurario secreto Julia uxor (ac filia moerentes pò-
scia e delle
porpoia,
ma
di essere
soriere, e perciò fu riere:
e
si
de
ha
al
il
dire di Vitali
,
dichiaralo pro-te-
i. "cardinal
pro-teso-
perseverò nella caiica sino ali6i5, di lui
un
editto de'3o
maggio, laon-
a quell'epoca lo era ancora. JNel pre-
cedente armo
il
i. "aprile
Paolo
V
avendo
emanato
la
lifìcatae
Fhauicini /naiuitentione cwii
bolla. Super' novi ah'eietpa-
F
Leggo
suernnt). giii stalo,
t.
nell'Alveri,
2, p.
Roma
323, per intero
cognome
in o-
l'iscri-
mor\ ornarono la cappella e dotarono d'una messa perpetua in suo sulTragio. Paolo V, mirabile
zione, ove però nel
6 q, e
1
I
la
il
moglie
è P/7'mo,
e la figlia
per ogni virtù, splendido co'poveri e cat-
opportuìia iìistructione, ctdotis a.ssigna-
tolici
perseguitati, aiutò l'Ungheria con-
deputò tanto il Serra, che tesorieri prò tempore^ perpetui protettori e conservatori di detta opera, che con quanto riguarda Fmmicino descrissi a Porto. In tempo del suo lesorierato si disputò
tro
turchi, al redi Francia die
tìonc,
i
godessero
il
abbellì
le
guerre contro
gli
200,000 ugonotti
magnificamenleRoma,comequel-
lochesoleva
due con Gregorio
nel fabbricare ricavava
XllI:
Che
due vantaggi,
sia
nel render la città più sontuosa, sia di so-
privilegio di %^eà\\' gratis
stentare molli operai, che altrimenti sa-
i
le bolle di loro provviste beneficiali,
de leggesi
scudi per
famigliari de'lesorie-
in cancelleria, se ri
i
on-
ne'libri e decreti degli Scritto-
memoria. Die 20 nwctnbris iGio. Bulla coinmciuldc
ri apostolici la seguente
rebbero vagabondi, onde slimava chela
mercede era piuttosto limosina. Colla bol6 7,, Bull. i ."marzo
la Unii'crsi agri,de\
Roni.
l.
5, par, 4; p- 2 3,
1
riformò
i
tribù-
TES
TES nali e gìi uffizi della
Curia
Romana f/"j,
tassandone gli assegnameutieeoioluraenIndi per
ti.
comodo
de' poTfii
isliliù
il
monte della Farina, da cui ognuno poteva procurarsi il sostentamento. DiceNovaes, ad outa dell'immense
somme spese
daPaoloV, accrebbe il tesoro ponti lìcio di geo, ODO scudi. Gli successe Gregorio XV a'q febbraio 1 62 ijConfertuando nel tesorieralo
il
Papa aiutò contro
che continuò nella ca« suo breve pontificato. Il
Patri/i,
rica in lutto
il
imperatore Ferdinando II Poloil re di
1'
gli eretici ribelli, e
nia Sigismondo
111
control turchi, e pre-
se in deposito la contrastata Valleliina,
modo
al
6
riferito a
Svizzera. Nel 162 3
agosto fu sollevato
re Urbano ne
il
Vili, che nel principio riten-
Patrizia tesoriere, e lo trovo nel pos-
sesso che
per
ai
trono del Valica-
al
la
il
Papa prese
a'
19 novembre,
c(mimesso, s'introdusse in R.oda Baldovino Blavier e Orazio Guidelli 1' esercizio di batter 1' oro a uso di ficio a lui jr>a
Firenze, con privativa
Urbano Vili
di
4
ni"'-
^'*^1
iG4'2
fece tesoriere Gio. Battista
Zo77Zf///«?genovese,eper l'immatura sua
morte, nel 643 gli sostituì Angelo Francesco Rapaccioli romano, originario di 1
CoUescipoli
,
slato chierico di
camera e commis-
prefello degli archi vijindi invialo
sario pontificio dell'esercito perla guerra col duca di Parma, feudatario della s.
Sede, per Castro e Ronciglione (/-.), surrogò qual pro-tesoriere Paolo Pl-
gli
Rondinini chierico di camera, e si ha un suo edillo de'20 aprile iG43. Nello stesso anno e promozione de' 3 luglio Rondiil Papa creò cardinali Rapaccioli e
niilio
i
dichiarando tesoriere Lore/jzo
nini,
/liJg'-
distribuzione delle medaglie, che
g/geiiovese, chierico dicamela e commis-
dal caidinale diaco-
sario generale dell'esercito ecclesiastico. Il Cardella dice ch'era slato pro-tesorie-
fece eseguire
da
lui e
chiamava Costanzo, e la carica vacò per sua morte. Perciò Urbano V a' 9 marzo 62
no. Ricavo dal Cohellioche
1
dichiarò tesoriere
1
1
si
1
Girolamo Fidoni, s^ta
chierico di camera, prefeltodell'annona e
presidentedi Piomagna,
do
tempo
Sor
in esecuzione di chirografo ponti-
il
cpialeesercitan-
con assiduità e gran diligenza, per vieppiù onorario nel maggio lo costituì commissario generale delle w;7/s/e pontifìcie, dell'esercito che per le turbol'uffizio
re per supplire Rapaccioli, e che nel
64-»
1
pro-maggiordomo. Noterò che in tale anno era morto Urbano Vili, e deve ritenersi che Lorenzo nel 643fLi pro-maggiordomo(d qual prelato prima si diceva maestro di casa) e tesoriere, convenendo sul precedente protesorierato, benché vivesse lo zio cardinale Ottaviano; onde rileva Vitali che ciò lo dichiarò lesoriere.e
I
dimorava in Roma, ed a'3o pu bblicò card ina le.G li surrogò Stefano arazzo ;^y<\c\\\iiv\co dica-
fu slimato singolarissimo, non essendovi
la
carica vivente lo ziocardinale. Fervendo
mera e prefetto dell'annona, ed a'28 novembre 633 lo creò cardinale, pro-teso-
la
guerra
riere per 7 mesi, secondo Novaes. Il Vitali dicendo, immediatamente gli succes-
dosi per essa esausto l'erario aposlolico,pel suo liatello Giambattista capitano della fanteria papale ed altri parenti, fece venir da Genova in Roma lanlo denaro, che
lenze d'I (alia
agosto 162 7
lo
D
I
se
Pier Donato Cesi, avrà inteso dire do-
po il pro-tesorierato e perciò nel i634. Aggiungerò ch'era stato chierico di camera e prefetto della fortezza di Ci vita vecchia, che scrisse e fissò
le
regole da osser-
stalo
esempio che un di
Parma
tiche e cure per
le
tesoriere esercitasse
gli
toccarono gravi fa-
provvisioni, e trovan-
non solamente fu sulliciente a somminipaghe al numeroso esercito, ma
strar le
ne sopra vanzò per
Grato
leal tre spese della
Urbano
guer-
Vili, risolvè
varsi da'ministri del tesoriere nel racco-
ra.
gliere gli spogli ecclesiastici, e che a' io ovvero a' 16 dicembre 64' fu creato car(liuale. Vitali sollaoto riferisce, che a suo
di crearlo cardinale nel 644» ^ ^^^^ pena sene vide impolente sorpreso dalla morte a'29 luglio. Se viveva, cou cpiesti era
1
di tutto
1
TE
3o2
6°
TES
S
che onornva della porpora. Urbano Vili riunì al diretto dominio della s. Sede il ducato d' l rhino, e si trovò costretto imporre molti tributi che in paite sussistono, quindi malcontento nel il
tesoriere
popolo e risentimento contro
i
Barberini
suoi parenti da lui arricchiti. IMeglioè leg-
gere
biografia. Riporta
la
Urbano Vili
di
Coppi
col ÌNIu-
che sul (ine del lungo pontificato
ralori,
la
camera apostolica era
rimasta indebitata di 8 milioni di studi d'oro, ei popoli erano caricati di gabel-
che poi eransì secondo il solito alienacon fondare vari monti venduti a'parlicolari, dicnodocbè di i milioni di scudi
che Urbano Vili aggiunse
a* moni! 24.^32,5o, importanti la somma di se. 2,453, 25o. In questo tempo fioriva l'Amydeno, che nel 1625 pubblicò, De pìetale Romana, dove a p. 209: De cardinali Camerario, et I\Iagistradbus ab 60 dipendentibuf, dopo il yi-
ta,
camerali luoghi
ceCamerlengo eV Uditore della Carnera, eccocomedefinisceil \esov\e\e.Qin se-
magistratns Camerae Apostoli' cae dici tur Tliesaurarius huic magna auctoritas, quìa apud eum. ratio totiiis paquitiir
le;
trimotdi ecclesiastici, spoliorumpro\'en-
te
tiis,
annua rendita negli stali della Chiesa, 1,3 00,000 scudi annualmente ser-
d' oro d'
pagar fruiti, e 700,000 residuali appena bastavano alle spese necessai ie. Da'registri però de'Iuoghi di monte, soggiimge il Coppi, risulta che Urbano Vili nel 624 aggiunse scudi So, ^4^ (con luoghi 3o5,46)al monte denominavivano
a
i
i
il
Co-
tesoriere, che nelle pubbli-
che rappresentanze e nella cappella pontificia procede e siede dopo l'uditore della camera, excepta camera, idn ante ipsitm alidi torem sedei et incedi t, secondo la costituzione di Sisto V; e che il go-
ctu administrationis. Neil' istessa epoca
Clemente Vili per
monete. Nel i64o creò
le
monte Novennaleperscudi 2,o63,25o 200,000 per estinguere
il
vennale i.°,ch'era stato eretto IO per 100. Quindi
al
il
perioo. Di questi impiegò scu-
migliorare
e 1/2
che
al
to Quattrini, erettoda
di
liellio,
lo precede, in uno all'uditore camera, quale T ice-Camerlengo. Imperocché il ìesov\eveproxinius sitcardinalilia dignitati, ciijiis nulla major ( Ponti ficem excipe) in EcclesiaDei respe-
I
4
per provincias Syngra-
quibiis ipse
pìio destinai collectores. Dichiara
il
monte Noda Paolo IV
debito dello sta-
il
vernatore
della
il cav. Lunadoro, il quale 1646 pubblicò la /le/r/z/o/zcr/eZ/rtCor-
fioriva ancora
nel te
di
Roma
questo vocabolo riparlai
(su
1,763,250. Finalmente neh 643 pe'bi-
Sede Apostolica), e discorrendo della rev. camera apostolica, tratta Di mgS
sogni straordinari e specialmente per la
Tesoriere generale. »
gneira che allora sosteneva contro
rale ha cognitione delle cause di spogli dei
questa partita
to |)er
si
pubblica di Venezia, scana,
il
duca
di
ma, cui eransi cretò i\n
ta
una
per
la
di
Par-
3o,ooo luoohi
di
tali
si
la
somma
644
trova soltanto
lienazione di3f)oo luoghi, aggiunti
Novennale
1
morte del Papa, la magluoghi non fu alienata;
ne'registri camerali
te
ÌMa
di 3 milioni di scudi.
pace conclusa nel principiodel
di
To-
di
e quello di
quali perciò avrebbero da-
i
somma
gior parte di
la re-
preceilenti collegati, de-
i
e per la successiva
V.
granduca
il
Modena
aumento
vari monti,
ridusse a scudi
2.°,
al
l'a-
mon-
che peiciò produssero
3r)o,ooo scudi.
cuiuenlu esistente presso
il
Da un do-
Coppi
risul-
a
:
Il
tesoriere
gene-
prelati etecclesiaslicidefooli,de'frutli
Ha
percetti et illecila negotiatione.
mai par-
ticolar cura dell' esationi dell' entrate
e
proventi della rev. camera e sede apostolica, e di
passar
bavere. Rivede
li
et appaltatori,
li,
li
mandati per chi deve
conti a'ministri, ofTilia-
intervenendo
in ogni oc-
casione dovesia interessedella sede, e ca-
mera
detta.
Et
il
lesorierato vale
70,000
scudi di moneta, del prezzo del quale ne
può disporre sua no
Santità, e frutta ogni an-
dieci in dodici mila scudi".
Parlando
poi della famiglia pontificia e de'camerieri
segreti partecipaDtidelPapa,dice:»
Uno
T ES (Ti
questi è
le
dà
li
sempre
donativi e
Un
T E
tesoriere segrelo,iI quale
elemosine particola-
pure c;imeiiere secreto è guaidaiobba, il (piale ha un sotche pure va in habilo to gaaidarobba paonazzo, e poi aliti aintanli, avvertendo che questo guardarobba non (iene sotto ri
del Papa.
altro
,
sua carica, né parati, né
la
letli,
gioie, reliquiari, ori, algenti
molto prezzo,
di ti
(i
ma
solo
etaitrecose
gli ^-ii[«u.y Z^cz'
benedet-
quali coniechè sostituiti alla Super-
stizione pagana, in quell'articolo toroni a
ragionarne, insieme
che
li
al
sotto-guardaroba
custodisce e distribuisce in
del Papa), che
si
nome
fanno nella medesima
guardarobba , distribuendo essi gioì nalmenle". Pochi anni dopo il dotto ^Jacopo Cohellio agente generale, scrisse l'interessantissima opeia, poi pubblicata dal non
meno ei'udito Carlo Cartari orvietano suo No-
conciltadinoe avvocalo concistoriale, tilia
Cardiìialatus.Roinaiiae Aulae
(^f-
Jìcialihus, in cui traila pure del tesoriere generale, riportato
lengo governatore di
dopo
il
vice-camer-
Roma, e prima
l'uditore generale della
del-
camera. Sono a
gi,
il
S
quale intervenne
3o3
alla
cavalcata pel
possesso del Ponttdce, ed essendo nata di-
sputa di precedenza, non volendo
i
vesco-
Uxo^o ò Prolonotaii (J .),?\\ tesoriere ed all' uditore della camera, fu risoluta nella maniera desciilta da Ftdvi
cedere
il
vio Servanzio maestro delle cereroonie pontificie, presso
rcin.,e presso
i
Gallico,
p.
il
Acta cacE-
Possessi (\\ Cancellieri.
piscopi non assistenles {a\ soglio) no/i equitaru/it,quia cedere i'oluerunt prò tJio-
ex constitutione
Licei enim
ìiotariis.
Si-
K de reductione Prolhonotarioruni
xti
ad numerum duodcnarium,constet,duos tantum ex iisEpiscopos praccederc debequia consuetudo,etpraxis conne quid innovarctur ,obtinucrunt, sicuti etiam Auditor Camerae, et Thesaurarius .W presbiterio fu distribuito
re, tameìi
traria
est,
nella sala regia del palazzo Lateranense,
con medaglie d'oro e d'argento, coli'iminagine dell' immacolata Concezione della B.Veigine,e l'epigrafe: Lndei'cniet auxi-
lium mihi. Dopo
la
solenne benedizione
data dal Papa sulla loggia, da questa fu gettata al popolo
la
nuova moneta
fiitta
seguenti punti principali. The-
coniare dal tesoriere. Egualnienle in tem-
Papac
qfjìcium antiquissiniumj Thcsaurarius
po del Raggi nacque altra disputa in cancelleria, se dovea farsi g^r<7/7.s^ la spedizione delle bolle d'un benefizio concistoria-
dignìor estin camerapost cardinalis ca-
le
The saiirarii ofjìcium quale antiqidlus apud romanosj Thesaurarii
gratis, e Vitali ne pubblicò
Papae praeeiìiinenliae acfaeidtates recensentur j Thcsaurarius Papae deciir-
privilegio accordalo al camerinese Cle-
temporibus laicus erat, hodie tamen clericus est,etquarej Thesaurarius a-
anni introdurre fabbriche e ritenere a sue
\edersi
i
saiirarii
ìioincn
ctiam
initio
na-
scentiseccle siete receptumj Thesaiirai-ii
merariiiin;
sis
liquid
cum
pecuniis
camerae acquirit
non sili, sed camera acquiritj Thesaurarius non dehct hahcre decimas ex spoHo, nisi pretium indi rcdactumfuerit,sed
ad
successorem spectantj Thesaurario splendorem Sistus Krcstituitj Thesaurarius nonpotest interesse in camera, in qua agitur de interesse conjunctorum ipsius.
Innocenzo X, divenuto Papa a'i6 setten)brei644; confermò lesoriere il Rag-
a
to.
lui
Con
mente
conferito;
editto de!
R^isi,di
ma
fu risoluto di farsi
Raggi
il
documen-
fu pubblicalo
poter privatamente per
spese in qnalunfjue luogo dello slato lini
senz'acqua da macinare
nocenzo
X
il
il
20
mo-
grano. In-
a'y ottol)rei647 lo creò car-
dinale, e gli 9iwv\o^h
G io. Girolamo
Lo-
mellini, già chierico di camera e governatore di
Roma,
indi ancoresse da Innocen-
X promosso alla porpora a'
g febbra652. Gli successe Carlo Pio chierico di camera, mediante Io sborso di 25, 000 doppie d'oro, poi crealo cardinale a*2marZ01654. Il Papa a'3o aprile gli siurogò il genovese Giacomo Fransoni qXùgvxco
zo io
1
i
TE
3o4 camera
tli
Tarmi, e
TE
S
e presidente delle strade e del-
g!i
confeiì pure
la
soprintenden-
za delle galere e delle fortezze marittime, gli afiklò la
e poi
prefettura generale del-
le milizie di lutto lo stato.
no
a morte,
onninamente
lo
Il
re cardinal vescovo di Ferrara, vi
si
opponeva con mirabile
cenzo
no
X
Papa
vici-
voleva creas'egli
viriti.
limosiniero generoso,
non
Inno-
nondime-
inclinava all'economia e al risparinio,
S
chierico di camera e nunzio di Francia del
predecessore, e nel
mente cardinale
lo
creò segreta-
promulgò
de'i5 febbraio 1666.
cistoro
anno
665
1
e lo
nel con-
iNell'istesso
Bonaccorso Bonaecor-
gli sostituì
slato chierico di camera, e che avea ac-
.s/
compagnato
nipote nella legazione di
il
Francia. Alessandro VII da Genova introdusse inR.oma
Per
il
giuoco del Lotto
( f' .).
guerre che sosteneva l'imperatore
le
656
die a Fenliiian-
scusandosi coU'aver trovato l'erario del-
contro
camera apostolica del lutto esausto, ma non però aggravò sudditi con gabelle e dazi, anzi diminuendo quello del macina-
doll 200,000 scudi, ed a Ferdinando III nel 1664 scudi 261,800: soccorse ancora generosamente la Polonia, protestando prima di morire al sagro collegio, che ne circondava il letto, d'aver impiegato
la
i
lo.
Aumentò monti i
s.
Bonaventura, An-
nona e^ovennale2.°,per scudi 7, 17 4,000, ma eslinseil monte Sale e Oro ch'era di milioni di scudi, quindi
4
blico fu accresciuto di
il
debito pub-
3,i74(000
scudi.
Alessandro VII pervenuto al papato a'y aprile 655, ritenne ilFransoni per tesoriere, e invece della prefettura delle mi1
lizie gli
assegnò quella di Castel
lo, indi
a'aS ottobre
grafo, perchè a
s.
Ange-
un chiroNunzio Baldocci compugli
diresse
tista della camera, siccome destinalo a incontrare co'4 nunzi e maestro delle cere-
denaro
il
1
camera apostolica
della
Roma
l'ornamentodi
do ad ordinare
il
nuovi monti chiamandoli Ristorati, nella complessiva co'frutti al
somma
denari che bisognassero. Al Bal-
2,
i
38, 200 la
mas-
sima parte ad estinguere altri monti e uffrutti in somfizi vacabili, che aveano me maggiori. Creato Papa a'20 giugno i
66q
i
i
1
667 ClementelX,
lutti
di scudi
4 per 00, e ne impiegò
I
na
mo-
debito pubblico; creò
I
regina Cristina di S\^>ezia[T
e nella fabbrica del-
lechiese. Egli inoltreattesein ispecial
.),
la
soltan-
to in servizio della religione cattolica, nel-
facessero pagaresenza limitazione alcu-
inonie si
turchi, nel
i
corsi,
ed
in
novembre BonacGirolamo Ga-
dipoi a'2g
creò carduiale
il
tesoriere
sua vece elesse
docci poi fu data autorità di poter salda-
sfaldi chierico di camera colla presiden-
re tulle quante le spese senza l'approvazione della congregazione de'conli, giac-
za delle dogane e grascia, e benemeren-
ché il Fapaavea grandissima premura che ogni cosa procedesse speditamente e con ogni splendidezza per onorare la regina, cui die poi quel nobilissimo ospizio, che
dala peste. IlPapa soccorse
con diffusione riportai all'indicato articolo, anco perchè continualo da' successori. Date prove al Frausoni di ulteriore fiducia, dopo avere
il
prelato soslenutogra-
vi fluiche nella terribile
Pestilenza, in-
trodotto l'appallo o privativa del Tabac-
co (f.),\ncyeò cardinale e riservò
in pet-
tissimo commissario generale nella ricor-
la
i
veneziani nel-
guerra di Candia contio
i
turchi, in-
comandata dal fiatello, e somministrando alla repubblica 200,000 scudi. Per estinguere molte sudditi, istituì gabelle, che gravavano unacouErrcKazione chegli meritò in morte le lagrime de'popoli. Aggiunse a'monviando
la floila
pontifìcia
i
ti
R.istorali altri
1
3, 200 luoghi,
A'29
per sca-
1670 fu sollevalo alla cattedra apostolica Clemente X,
di i,320, 000.
aprile
lesoriereGaslaldi in cap-
to nel i658, e lo pubblicòa'5 aprilei 660,
nel cui possesso
restando pro-tesoriere per pochi giorni.
pa somministiò al cardinal diacono assistente le medaglie d'oro e d'argento che
Nello slessoaprile
gli
surrogò 3Vrco Co/--
jm/fiorentiuo arcivescovo diDamiata,già
il
cavava da due borse, e dopo
la dislribu-
T E «ione falla
tìal
TES
S ampliò
Gastal-
Il
ecoDonio, fu piemialo
di, eccelleute
chirografo de'20 loglio
egli lo die agli atn-
Papn,
hasciatori e principi del soglio.
a'
3
i
X
camera. Di Clemente
rieri segreti dal
1G76
go e
Abbondio
X
Clemente
confermò maniera
Ptoma,
di pietà di
danno
in
del pio luo-
procedere colle
fa-
rei
a de-
cause, col suo pa-
tali
da u3criminagiudice dello stesso monte,
rere, e cos\ de'successori tesorieri,
la ri-
na congregazione composta
di
di sol-
lisli,
oltre
sudditi da'tanti tributi da cui e-
tolta
qualunque appellazione, ricorso o
decessore, per trovare i
commessi
ile'particulari; di
porre, e terminare
cordata congregazione stabilita dal prelevare
monte
nale del governo, costringerei
volle cbiaojati /^(y;o'^////r/ zzo-
siri .fcgrcti.
gli
coltà ordinarie e straordinarie del tribu-
quali ne'cbirografi pontificii so»
i
no alcune
Papa
sospetti e indiziali di falsificazioni, frau-
di o furti
Gio. Anto-
nio e Filippo Paravicino, ed
Porta,
tri
furono teso-
in poi
il
tanto control ministri, quanto contro al-
giugno 1673 colla porpora, ed ebbe a successore Gio. Francesco Gincl d cìùei'ìco di
688
procedere nelle cau-
le facoltà di
se criminali del
1
3oT
rano aggravati;
e
la
terminata
la
il
nitro rimedio. Tesoriere segreto di Inno-
guerra coi
XI
FrancescoMontione,come ap-
turchi, nella (juale con largo sussidio di
cenzo
denaro avea aiutato
Polonia, eslinse le
parisce da'suoi chirografi. Questo venera-
metà
bile Pontefice saldò considerabili deijiti
Decime (F.)
la
degli ecclesiastici, e la
della tassa imposta alle milizie dello stato,
dimostrandosi rammaricato
ter fare di
Avendo
piii.
il
la del
3 per 100 a tutte alla
cardinali, e
za [T
-),
gli
ambasciatori di Residcii'
ClementeX
monte ne aggiunse
a'Iuogui
22,25 ossia scudi 2,25i,ooo. Nel conclave adunato altri
per sua morte, per farne
do esausto
1
la spesa,
l'erario camerale,
il
,
essen-
sagro col-
dopo fece cavare dal tesoro Angelo scudi 25, 000, ed a'
legio 3 giorni
di Castel
2
I
s.
setleuìbre
1676
restò eletto Innocen-
zo XI, e nel suo possesso
somministrò
il
tesoriere Gi-
medaglie al cardinal poneva in mano del Papa, che nel settembre 68 lo creò car-
netti 1
."diacono,
il
le
quale
le
1
dinale. Gli sostituì Gio.
i
Francesco Nc-
parsimonia, oltre 100,000 scudi che
viò aLeopoldoI per
la
in-
liberazione di Vien-
na da'turchi, ed 800,000 al re di Polouou che pili di mezzo milione impie-
nia,
i
ne, e fa composta colla dichiarazione che
di
le
senza
le olerei,
insorse con questi grave questio-
dessi n'erano esenti.
milioni di scudi, risultato di sua mirabi-
una gabel-
Franchigia che godevano
camera apostolica, el'arricchìdidue
della
non po-
carnei 'engo car-
dinal Paluzzi Altieri imposto
badare
di
fu
galo
al
soccorso de'poveri, delle chiese e
delle città bisognose dello stato. Di
pili
quell'imposte ricordate a Dogane.
tolse
Bensì accrebbe
2000
i
monti
Pi.istorati d'altri
luoghi, ed eresse
nominati
s.
Pietro per
monti de-
9
altri
la
somma
di scu-
20,927,100,^1 3 per ICQ, per luoghi 209,27 i.Il Coppi chiama l'operato d'Innocenzo XI conversione del debito pubblico, poiché in questi nuovi monti traovvero convertì tutti gli antichi, sfuse tranjfie una porzione del Novennale 2.°, quali erano stati creali prima d'Alessandi
,
i
dro VII. Lasciò
il
Papa
tori di farsi iscrivere
tirare
i
l'ozione a'credi-
nehiuovi monti o
loro capitali, e la
ri-
maggior parte Nel
G89
a'6
groni, già chierico di camera, lodato per
preferirono
aver amministralo
con ogni par-
ottobre fu creato Alessandro VllI,chepoi
ticolar attenzione, e per essere egli natu-
a'i3 febbraio 1690 creò cardinale l'Im-
ralmenle inclinato alia parsimonia, colla sua industria ristorò l'erario pontificio, elevato alla dignità cardinalizia a'2 set-
periali, e fece li:soi'\eve
l'uffìzio
tembre 1686, gli successe il chierico di camera Giuseppe Renato Imperiali. Con VOL. txxiv.
isid'i
la traslazione.
1
Ferdinando Rag-
Genova, 2!Ìà chierico
di
camera ecouiIl Papa soc-
missario generale dell'armi. corse
i
suoi concittadini veneziani, nella
guerra coturchi, con 7 galere
20
e
20oofaD-
TE
3o6
lì;e nella orireslia di
rnl)bia
(li
TE
S
Roma ac»|uist()8n,ooc)
grano, e dal tesoriere
slribiiiie gratnilanienlca'bisognosi,
essendo scmpie
stali padri d'i Pove{V.\ Tolse a'romani un paolo per la macinatura dogni rubbiodi grano, ed aveudo Innocenzo XI levato il dazio di ?,
tato
quattrini per ogni libbra di carile, tolse
la
pi
i
ri
3." col
denaro da
lui lasciato.
il
."
Morto
il
i
febbraio 1691, in sede vacante cessando
pure
di vivere
il
tesoriere Raggi,
il
sagro
collegio elesse interinalmente pro-tesorie-
lettoa'is luglio
il
e moltoaccclto al Pa-
s.
rota, per ve-
come superiore
,
rota
la
sentenza contro
di lui, egli sen-
debito dell'assentisla
il
tro gli eredi del tesoriere suo predecesso-
(dunque Paravicino mori nellacarica), tempo del quale il fallito avea ottenuto
l'appalto delle galere. Glossa quindi
conlra questi e contro
rico di
camera e presidente delle strade, 6 settembre pubblicò un editto, il che serve a correggere il Guarnacci che
camera, ricuperò porzione della
ed
pagata,
asserV
il
Nuzzi confermato nella carica
questi tornò al suo posto, poi fu
ad
:
promos-
da Clemente XI
capo
Corsini di difendersi, e pronunziata dal-
tesoriere Giu.'-cppc rariivicino. già chie-
a'
e
suoi daiuii. Piicusò
i
riserbandosi 1' azione, tanto contro i secondi ministri della camera, quanto con-
in
apostolica.
tesoriere avanti la
\\
za rilardo pagò
EInnocenzo XII, nominò camera
delle galere pontificie,
nome
del fallito, risarcire
re
rio generale della
gran
dersi se dovesse
commissa-
re F<'/y////^/////o Nuzzi, ch'era
di
S
pa. Volle questi chedalla.camera fosse ci-
Pn*
i
pò
uomo
fecedi-
le
falTi l'asscntista
ma non
il
la lite
computista della
somma
volle ripetere cosa alcu-
na dall'onestissimoNuzzi commissariodella medesima camera, anzi divenuto Clemente XII, vietò a'propri nipoti di (chia-
Para-
mar in giudizio e moleslarne gli eredi. Innocenzo XII fece edificare il palazzo della
vicino cavalcò coU'uditore della camera,
curia Innocenziana, e vi stabilì la decoro-
so
altre cariche e
porpora. Nel possesso del Papa
il
alia
sopra mula con gualdrappa, e cappello
sa abitazione del tesoriere, ed a questo pre-
pontificale
lato con chirografo de'20 luglio
indi sul ripiano del
,
traendo dalle borse
di
trono
damasco bianco
e
1
699
at-
tribuì la soprintendenza dell' università
Roma
rosso trinale d'oro
le medaglie d'argento consegnava ali. "diacono che le passava al Pajia, Innocenzo XII nel 6f)2 estinguendo il nepotismo, ed abolendo il
degli ebrei di
e oro,
ne'successori. Costruì ancora le
generalato di
mg.' commissario generale della rev. ca-
le
1
le
s.
Chiesa,
il
generalato del-
galere e altre dignità, per cui
ra risparmiòannui
cospicua rirgli
la
80,000 scudi,
came-
rese più
quesl' ultima
assegnò
mera. Riferisce Novaes
XII
lasciò
800,000
due Do-
di terra, e presso l'
,
abitazione per
che Innocenzo
scudi nell'erario, a-
vanzati dalle tante grandiose spese da lui fatte in favore de'poverelli e dello stato,
la
venalità degli of-
fìzi,a'25 ottobre la soppresse, e dal tesoriere fece restituire a tutti
onde
il
lesomraesbor-
Paravicino riebbe
la sua, e
questa operazione fece cavare all'erario papale poco meno d'un milione di scudi. Del Paravicino non trovai se morì o fu rimosso, poiché ilPapa nel 1 696 dichia-
rò tesoriere Lorenzo C'o/'.«z«/ arcivescovo diNicomedia,già chierico di camera e nunzio.
Ripa grande, e
carica di tesoriere col confe-
la
cenzo XII tollerare
sate,
di
da restare ancora
commissariato del mare e di CaAngelo. Quindi non potendo Inno-
il
stel s.
gane
,
Apprendo
dal Novaes,che a suolem-
non che per la Propagazione della fede j malgrado ancora soccorsi dati a Giacoi
mo
II
re d'Inghilterra per ricuperare
il
trono, ed a'confederali control turchijdi-
cendo
che ripose nel tesoroapostos. Angelo un milione di scudi. Vero è però che aumentò il monte s. Pietro di 1,284,600 scudi. Nel suo pontificato si pubblicarono le opere del cealtresì
lico di Castel
lebre cardinal
De
Luca, fra
le
quali AV-
Ronianae Cwiae, dove nella disc. 35 tratta: De Thesaurario generantelalio
TE JHsqnr suo
TE
S
Discorre dell'origine e
/rìJutnali.
sue facoltà e giurisdizione
uflicio, di
nello stato ecclesiastico, della cura
uiinistrare
luoghi di monte, e della con-
i
gregazione che presiedeva,
d'am-
dell'
uditore
tesoriere, della giiu'isdizione e facoltà
.):
e di ipielli dell' aiuiiiinislrazione
1798,
IX
ri-
d'un solo periodico Giornale di Roma,
of-
imperiale. Quindi nell'articolo Pio levai la riduzione
nome
eiale col
tre ili aver parlalodelle
che pogavasi 60,000 scudi e
gli altri
sue ono-
di
dello stesso
dunque, e
pubblicò pure
e indicati fogli ulliciali
pregievole Notìlia Cit-
Romanac del p. Pleltemberg, il 5 ragiona
le nel
cap. i4> §
rarìo
f^eiiciYili.De]
suo
:
qua-
De Tlwsau-
ulììcio e giurisdi-
zione anche criminale per disposizione di
V,
Pio IV e Sisto
VII
in poi
si
e che
da Alessandro
ricomprava
l'ufilcio
per
la
somma. Clemente XI a'aS novembre 1700 divenne Papa, e a' 17 maggio 1706 creò cardinale Corsini, al dire
della
di Vitali, e
per pochi mesi
pro-lesoriere,
come
lo ritenne
per
rilevasi dalla dedica,
ti, il
nominati contengono gli at-
prosiegue ancora,
si
notificazioni, gli edilli, riguardanti
le
non meno che
rnei lenghi,
nanze. Laonde da re
i
essi se
stono molte pubbliche iscrizioni lo ecclesiastico, celebranti le
Papa che
8
1
in cui
andò legalo
a Ferrara. Gli successe collo stesso titolo di pro-tesoriere
Carlo
la
Co///ro/(7, già chie-
1716 cominciandosi
rico di camera. Nel
pubblicazione delle annuali Notizie di
Roì/ia^ìa quelle del la registrato
il
i
7
1
9 trovo
ta ritenzione del chiericato di
d'allora in poi egli ed
i
.^
vol-
il
camera; e
successori furono e
tuttora sono riportati in
Osserverò che
lai
pro-tesoriere Collicola, col-
Collicola
almanacchi. neWe Notizie del
tali
1719, 1720, 1721 fu riportato tra' chierici di camera; ma propriamente la i."" vol-
tacome
quanto poi diròjfu pubblicato in quelledeli 722, laonde ivi da quell'anno se ne può leggere la serie. Egualmente nel 1716 cominciò la pubblicazione periodica del Diario di Rotesoriere generale, per
ma (V.), a cui
oe'prioii anni del correlile
munificenze
de'Papi esercitale ne'Ioro tesorierati. Im-
iiore al
7
marmo-
ree in Ptoma, ed in molti luoghi dello sta-,
d'alti spiriti,
1
ne può conosce-
dettagli e la storia. De'tesorieri esi-
peroccl'.è molti tesorieri
anni, cioè sino a|
de'tesorieri ge-
nerali, e di presente del ministro delle fi-
grande,
i
fi-
nanze, de'cardinali segretari di stato e ca-
1707, come riferisce Cardella correggendo Vitali,gli sostituì G'/o.i>(7^ lista Patrizi arcivescovo di Seleucia, già chierico di camera e nunzio: meritò anch'egli il cardinalato a' G dicembre 7 1 5, e proseguì ad essere pro-lesoriere per vari i
i
tesoro e l'erario pontificio, e le sue
JJc Hìstoria 2\-i-racinensis del Contatore. Indi nel
o\-
denominazioni depontificalo. Dal 1716
rificenze, e dell'altre sue prerogative. Si la
pu-
in tali nrlinoli ragionali
re de' fogli ulliciali della rcptd)l)lica del
negli altri stati sugli spogli ecclesiastici,
riae
^
{giorno {/
delle sportale e propine, deiruiìlcio venale di
307
S
secolo fu aggiunta Tallra delle Notizie del
gli
furono d'animo
ed amanti di (av oavea nominati, per-
petuandone la metnoria in Pioma e nello stato con pubblici monumenti, contri-
buendo
col loro genio e ingegnosa indu-
stria alla loro erezione, sia to, sia stri
per
comune
giorni praticò
il
per ornamen-
vantaggio,
come
a'no-
cardinalTosti nel pon-
Gregorio XVI. Ed è perciòche li nominai in gran parte, il che può vedersi a'ioro articoli. Per la lunga guerra della successionedi Spagna, di prepatenzafu occupato Contacchio, on-
tificato di
nel descriverli
de Clemente XI
alle
grandi spese incon-
trate nel passaggio delle truppe, altre ne
dovè
fare per respingere colle
vasione.
A
tale eil'etlo col
armi
consenso
l'in-
di
32
cardinali intervenuti al concistoro de'24
settembre 708, levò da Castel s. Angelo mezzo milionedi scudi dal tesoro ripostovi da Sisto V, assegnando per reintegrarlo il fondo della pingue abbazia di Chiaravalle nella Marca d'Ancona, indi formò un esercito di 20,000 uomini: a'i5 gennaio si fece la pace, ma Gomacchiofu i
T E
3o8
TE
S
lesfiUjito pih fardi. Gelos.o cirgl'intevessi
morte
tlellacuirufìia apostolica, in
fecesot-
ni e censi, tileri 1*8
maggiordomo la professione di lede, temendo che fosse la condonazione di 72,000 scudi ricevuti dal nipote in prestilo dalla medesima per la nun-
stiche,
ziatura di Vienna; condonazione che ef-
di
toiicrivere dal
fettuò
il
successore.
Naira Coppi, cheCle-
il
1
peri 00; sidle pensioni ecclesia-
12 per 100; e sulle reudite ba-
il
Dobbiamo
ronali altrettanto. te
XI
S
2 per 1 00, e sui credili frul-
Porto
il
e la
dogana
vendo proibito l'introduzione drappi di
Lana
mosine imjfiegò più
di
predecessori Innocenzo
deiraro ritratto dall'alienazione de' luo-
di
i
ghi di monte, nelle soccorsi contro
Paolo
ma
III a
somme surriferite,
turchi e
i
ugonotti da
gli
Clemente XI
pe'
inclusive, for-
l'enorme somma di scudi io,358, 000. Soggiunge, che altre somme erogarono eziandio i Papi in aiuto delle potenze cattoliche, ed io
complesso
il
di tali sussidii
le riportai ne'loro articoli,
come a Costan-
TiNoroLi perciò che riguarda
ma
e
dopo quel conquisto;
i
Turchi
e calcolò
il
pri-
de-
naro speso per tal titolo, scudi 19,632,143 secondo il dimostrato dal IMarchetti.Z)^/ denaro straniero che viene a Roma , e •che ne va per cause ecclesiastiche, calcolo ragionato, pubblicato nel 1 800, di cui io
mi
giovai in tanti articoli, ed a Tassa.
Dice inoltre ilCoppijchene'bisogni straordinari dell'erario pontificio, naturalmente si dovea jicorrere a mezzi straordinari,
e fra questi talvolta vi furono tasse sul-
le rendite 1
708
,
come
fece
pel ricordato
Clemente XI
armamento
e
nel
aumen-
to di presidii in vari luoghi, onde impo-
Pioma e nell'Agro romano le seguenti tasse. Per ogni barile di \ino de'ca-stelli bai. i5, e pel romanesco i5 bai.; per ogni carro di fieno paoli i4> idem di pagliaio paoli; per ogni rubbio di terreno boschivo bai. 7.5, idem prativo e seminativo bai. 5o; sulle corrisposte se per
un anno
in
degli. aflllti degli
ortij'il
12 per 100; sulle
pigioni presunte delle case abilateda'proprietari,
il
1 per 100, e sulle corrisposte
delle case aflitlale
il
7 peri 00; suicauo*
Il
ma ed
lo dichiarai a
duca
li-
Rendita eccle-
XI
e
Innocenzo fu da Cleil
le
distretto
Comarca
a PiOMA. Nel vol.LXI,p.
riportando
in
giuoco del lotto proibito da'
XII in Pioma e suo distretto, mente XI permesso: qual sia
Roma
Che
cinque milioni di
scudij Io notai ancora a siastica.
Clemen-
dall'estero
e di Seta.
ìnenteX! aumentò il monte s. Pietro per 4,637,400 scudi e per le guerre contro torchi somministrò nel 1716 scudi 175,000, e poi ultra somma di 3oo,ooo scudi; onde calcolò che fra gl'impieghi del ;
a
di Ripelta, a-
di
Ro-
i49 e
seg.
gravissime differenze insorla
giurisdizione
della sede nel principato di
Masserano
te col
di Savoia,
per
(ì .)ea\\.v\ suoi feudi nel Piemonte, parintimati a'ministri
du-
cali e altri, dal tesoriere Patrizi e dal
suc-
de
lai
illoiiiloì'ii
cessore Collicola con sentenza di
scomu'
Mortosi gran PapfjJ^ maggio 72 r gli successe Innocenzo XIII, che dichiarò Collicola tesoriere generale; e siccome già jiica.
1
questo prelato esercitava
la
soprintenden-
Stamperia camerali' (f^.)^ così il Papa nel 1723 gli ordinò nell'udienza de' 7 luglio, di tenere un congresso per za della
la
ristampa del Breviario
de
il
Romano, on-
tesoriere v'invitò nelle stanze del pa-
Monte
lazzo di
Citorio, o Curia Innoceu-
ziana,
il
dottissimo ab. Giusto Fontani-
Mi
si
strinse
ni. tali
il
le riflessioni
sommo
erudito.
cuore nel leggere in Viquindi esposte da quel
A compendiarle in breRoma non era mai stato
ve dirò che in stampato il breviario, tranne quello del cardinal Quignones, gli altri furono impressi altrove. Occorrerei 00,000 scudi, per stamparlo io foglio, in 4-° e in 8." acciò riuscisse ad uso di tutto il mondo. Ma il Messale della Stamperia diPropagan' da (/ .) mentre si vendeva 6 scudi, si avea da V^enezia per 2; così breviari: im:
i
perocché all'estero lavori costavano meno. Ci volevano soprintendenti capaci e pei
riti
nell'arte, e
non
vi
erano:
si
difettava
TES pure
TES
compositori idonei, di torcolieri
di
c;iratleiM vecchi, ae di capo. Essendo veano del gotico, onde conveniva ruutaili i
aitisli olandesi. Per riputazioSede essere indispensabile il fare un'edizione perfetta. Innocenzo XIII ad esempio de'suoi predecessori soccorse 1' ordine Gcrosolìiìiitdiio, propugnacolo contro la potenza ottomana, e invitò a far il simile cardinali: del suo die 10,000 scudi e altrettanti della camera, dalla qua-
echiaraare
ne
della
5.
i
le prese
100,000 scudieli depositò
te di pietà per
Giacomo
al
mon-
III re d'Inghil-
onde ricuperarla. Il monte di s. Pieaumentato di scudi 3oo,ooo. Benedetto XI 11 che gli successe 3*29 maggio 1724, continuando nel tesorierato il
309
In sostanza prima di Benedetto XIIl gli
annui
couìprese
introiti,
taria, la cancelleria,
le
dogane,
da-
la
brevi, spogli, ec. a-
i
scendcrano a 2,7i6,Gjo scudi, le spese a 2,439,3o8;onde eravi l'annuo sopravanzo di 277,342 scudi. Benedetto XIll però a vendo accresciuto certe spese, e dimisi ebbe l'an20,000. Tra'mi-
nuiti alcuni appai ti, ben pi'esto
nuo
sbilancio di scudi
nistri
1
che profittarono della semplicità de*
costumi, con concessioni, appalti, esenzioni e Rescritti (J^.).
rese colpevole
il
gravemente
se
ne
fivorilo segretario de'
terra
il/cmo/'/V/// card ina! Covr/V?, egli altri be-
tro fu da lui
neventani antichi e amati diocesani del
Collicola
mente
,
questi per assistere indefessa-
al restauro del
be a perderci quasi
ponte
s.
Angelo eb-
la vista, pel
riverbero
del sole sul Tevere: crealo e riservato in
petto cardinale
a'
q dicembre 1726,
fu
pubblicato a'i5 giugno 1728. Benedetto XIII gli sostituì Nicolò Negroni di Geno-
Papa tal
minarono con perniciosa influenza, a danno pure dell'erario. L'intenzioni del Pa-
2."
giuoco del lotto e
di
suo appallo. Nella bio-
graQadichiarai quanto abusarono di sua eccessiva bontà molti infedeli miriistri,appena conoscendo le monete; che aumentò il
monte
di
quale stato
s.
si
Pietro di scudi 000,200, io
trovavano
tificie,rintroiloe le spese; tai
le
finanze pou
ma
tutto ripor-
ricavandolo dal Novaes, per testimo-
circondava
le
le astuzie
resero vane,
congregazione de'cardinali, e come già
XVI,
dissi nel voi.
p.
2q4>
essi
rimossero
tesoriere Negroni, e inveceelesseropro-
Carlo 31.' Sagri na/i ti cìiienco camera e presidente delle ripe, che CleineiiteXllappenaelettoa'i2 luglioi 73o, confermò e dichiarò tesoriere generale tesoriere
carica già da lui esercitata,
come
ti,che con approvazione del
Papa pubbli-
raanati
i>u\\e
Dogane, e che Clemenle XII
grande annalista, seguita pure dal suo degno continuatore Coppi, come in più luoghi rimarcai quanto al dominio de' Papi e alle questioni anche allora agitate per esso tra la s. Sede e l'impero, va riconosciuta con molta circospezione; noto
collegio, sostituendogli
essendo, eziandio per
la critica fatta
dal
Cenni a'suoi Annali d' Italia, che Muratori si mostrò in tale argomento pot;o amico della corte romana, per l'impegno da lui intrapreso in fivore delle pretensioni
dcU'impero
stesso e del suo sovrano.
è ve-
cò colle stampe una Raccolta di bandi e-
a"3o settembre 1739 l'annoverò
,
si
duto. Notai nella biografia del Sagripan-
nianza del Muratori. L'autorità di questo
non
pensando che ad arricchire con mezzi ingiusti. Morto a' 22 febbraio 1730, nella
il
il
ma
pa erano virtuose e sante, di chi lo
camera e presidente della grascia. Il Papa levò quelle gabelleche ricordai a Dogane, e nuovamente aboh il
va, già chierico di
(cioè gì' indicati nella biografia di
porporato), che nel suo pontificato do-
ti
chierico di
camera
Marco
al
sagro
Doiogitrt'
e prefetto dell'an-
nona, già delle zecche. Clemente XII tra le prime sue cure quella si fu di non lasciare senza
il
meritato castigo
i
ministri del
suo predecessore, incominciando dal cardinal Coscia dominatore dell'
Benedetto XIII:
animo
altri prelati di
di
sua con-
fidenza furono imprigionati, e chiamati a
render conto d'aver ingannalo un Pon-
tefice di tanta
alla
virtù, e perciò cagionalo
camera apostolica gravissimi
daniti.
TE
3io l*er
lormarnc
TES
S
processo
il
il
Papn deputò
nedelfo XIIl. Quanto fece Clemente XII
una congregazione detta de Nomuillif:^ e composta di 6 zelanti cardinali col prelato segretario, con ampie facoltà di procedere; sospese
riguardo alle/>ni;7//«'.intalearticolo tai, in
sercizio dellefuiizioni
200,000, somma da
di scudi
ingiustamente percepita contro
Gregoriana e Innocenziana , die diconsi de datis et acccptiy. Essendo rilegato in Castel s. Angelo ne fuggì travestito, onde fa uicliiarato incorso nell'interdetto, privalo de'benefìzi ecclesiastici, e venduti all'incanto per conto della stolica
camera apo-
mobili del suo palazzo e
i
breiia.Con monitorii
porpora e
di
di
la li-
deposizione dalla
pubblica scomunica, se non
ritornava inP».oma,ad onta dell'imperiale
protezione;
vi si restituì,
gnato per luogo
e
fu asse-
gli
di rilegazione stretta
il
monastero di s. Prassede; quindi per abuso di potere, e per aver tradita la fiducia in lui ri()OSta da Benedetto X III, fu condannato alla multa di 80,000 sciuli, olire altre somme iniquamente percepite; privalo di voce attiva e passiva, spoglialo di tutti
i
benefizi, dichiaralo incorso nel-
scomunica maggiore, e condannato per IO anni in Castel s. Angelo a fine di purcommessi tuisfatti. Tuttavolta algarvi
la
i
l'
ombra
del patrocinio imperiale fu as-
solto dalle censure, <|uindi fu lo
multato
al-
sborso di 3o,ooo scudi. uscendo dal car-
cere per entrare in conclave in cui fu cletto
Benedetto XIV,
nò
il
resto della prigionia, e la
gli
80,000 scudi
il
condomulta de-
gli
fu applicata alle parroc-
chie povere d'Ungheria. lati
quale
Quanto
a'
pre-
arrestali, mg.' Coscia fratello del car-
dinale e vescovo di Targa, con altri deldi furono puniti.
Il
palto,
ed a mezzo del tesoriere Sagri[)antl
-
ni:
Che
mera apostolica, affidandosene e confermandosi la soprintendenza a' tesorieri prò tempore. Come il Papa impiegò Turicavalo dal Lotto, a quest' articolo
lile
10 narrai,
notando che
s
gia del palazzo della Curia Innocenziana. 11 pubblico giuoco del lotto non fu mai condannato generalmente dalla s. Sede, la quale meglio informata abrogò le cen-
sure lanciale contro di esso per alcuni luoghi; l'autorizzò
dopo maturo esame econ-
sulta di gravi teologi e canonisti; e dal go-
verno de'Papi venne tratto tratto regolalo con provvidi ordinamenti e savie riforme, per ispogliarlo dagli abusi introdotti dalla cupidigia, dalla corruttela e
dalle ridicole superstizioni. Di recente la
feconda e dotta pena di mg."^ Mario Felice
Peraldi pubblicò in Pxoma nel
i
85o:
Una causa
del popolo ossia giustificazione del pubblico giuoco del lotto. Per la carestia
diminuiti i pubblici introiti, mi-
nacciando fallimento
dale di
s-.
i
banchi
in tante angustie
Clemente XII cavò dal
tesoro ponliiìcio
3oo,ooo
sua economia
avea
doli
Ospe-
dell'
Spirito e del J fonte di Pietà,
vi
scudi,
che colla
riposti, distribuen-
graluilamente per alcuni luoghi del-
A
mo-
lo stato.
cardinal Fini di
I\Ii-
vide con una visita apostolica a quello di
riparo di detti banchi,
conT20,ooo
rev. fabbrica di
riammesso per non essersi
valo reo dal processo fattogli i
1743
Campidoglio incominciò ad eseguire nella gran log-
s.
tulli
nel gennaio
l'estrazione che facevasi nel
voce attiva e passiva nelle congregaziofii,
rassegnò
pontifìcie disposizio-
ne del Papa, e impiegato in opere pie, in opere pubbliche, e in soccorso della ca-
nervino, uno degl'incolpati, fu privato di aliequali fu
le
prodotto sarebbe a disposizio-
il
in diversi
Deneveulo,
l'arcidiocesi di
giuoco de! lotto per
il
fiM'ono pubblicate
lui
leggi
le
ovviare pregiudizievoli con-
lutto lo stato, l'incamerò, ne proibì l'ap-
UeiieventOjC griiitimòla restituzione alla
camera
Ad
seguenze, ristabilì
comearcivescovo di
no-
all'abolizione dell'appallo del
sapone.
cardinal Coscia dall'e-
il
lo
uno
benefizi
:
peiò da Ce-
egli
ricevuti
tro-
Spirito,
s.
vi
pro-
scudi tratti dalla
Pietro, e con
80,000
scudi del prodotto da'lotli, dal quale ne
assegnò 5o,ooo all'altro banco del te di Pietà.
Mon-
Pe'vari altri bisogni in cui
si
T ES (rovo
Papa
il
TE
fu coslrelìo di accrescere
Pietro di scudi 2,(596,
riìoiites.
i
il
co. luci-
Cleuienle XII pubblicò diverse leggi
lie
sede vacaute, fra
quali dichia-
per
la
rò
limili doll'autorilìi de'curdiuali
i
nelle spese; obbligò
re al
nuovo Papa
prima
le
il
le
anche a mostra-
tesoriere
note delle spese fatte
del conclave e
durante
straordiuari emoluiheuli e
esso; vietò
le vesti di lut-
to al camerlengo, al tesoriere, alT udito-
re generale della camera, a'chierici e pre-
sidente della medesima.
Denedetto cesse a*
XIV degnamente
7 agosto
1
I
740, sotto
il
gli
quale
sucil
te-
borsa privata de' predecessori, si cominciò in breve a vedere che invece dei
la
anno soggiaceva la ca200,000 scudi, sopravanzava qualche somma, coperta tal deficienza. debiti a cui ogni
mera
di
Piegolò parimenti
gavano
le
alla dataria, e
sibdmenle un corpo
ministro pontificio al Porlo d'Anzo, per
condo Muratori,
delle mercanzie ivi scaricale per portarsi
Da un
altrove.
editto di estrazione del
Paolo delle Religioni de'aSaannoi 74 ij^pparisce che Giuliano Piubini commissario generale della camera esercitava l'uflìzio di protesoriere. Di poi a'9 settembre 743 il Pa-
monte
s.
prile dello slesso
i
pa creò cardinale Bolognetli, e lo fece suc-
cedere da rico di
do. Battista JIcsmcr-^vA chie-
camera
che poscia
a'
i
e presidente dell'annona,
5oo
soldati, tra-
lo
stipendio delle mili-
pingue, che
zie papali era
sì
dato poteva
dirsi
il
.semplice sol-
pagato quasi
a
propor-
zione degli udìziali degli eserciti francesi e tedeschi. Meglio è vedere Milizia ponti-
Quindi fu sempre iuteutoal vantag giodeirerariocamerale,procurando prinficia.
cipalmente ogni risparmio, e assegnandogli
il
andavano Per camera apo-
capitale de'vacabili, che
a vacare per
la
morte
de'possessori.
ben regolare le ragioni della stolica e del suo erario, non essendo
sulìl-
Francesco BancJueri,
né quelle emanate da lui nel 743 e 744> pubblicò la bolla Apostolicac sedis, a' 18 aprile! 746, />«//. Bcncd'XIV, t. 1, p. 18, nella quale confermò la congrega-
'j^'j
sario del mare, lo elevò poi alla
porpora
a'26 novembre 1753. Indi dichiarò tesoriere general^ Nicolò Pcrelll decano
camera, già presideute della grascia, e allora prefetto dell'annona: ebbe prima il goveroodiP>.ieti,poi la ponenza diconsulta,clie con raro esempio continuò a ritenere anche promosso alla presidenza della camera, in tutto rifulgendo la sua integrità e vigilanza. Bene-
de'chierici di
deltoXlVcon instancabile diligenza si applicò non meno alla felice amministrazione della Chiesa, che al vantaggio pofinanziero de' ponlillcii domiuii.
Trovò egli che le spese de'precedeuli ponavevauo ridotto l'orario della ca-
lilicali
di
riuìpiazzo. Dappoiché, se-
cienti le costituzioni de'suoi predecessori,
l
anch' esso chierico di camera e commis-
litico e
il
pa-
si
riformò il soldo de-
creò cardina-
o aprile
le.U soslituitoG/o.
lasciandone
sportule che
sopprimendo insen-
gli ulKziali militari,
bollettoni e ricevere le assegne
1
postolico, persino quelle del suo trciltamento. Lasciando alla camera certi diritti che per lo innanzi erano devoluti al-
soriere Bologiietti nel suo possesso caval-
i
3
ciò dal ristringere le spese del palazzo a
cò coll'uditore delia camera, e con editto del 174' stabilì la deputazione d* un spedire
S
mera apostolica ad uno stato che meritava un energico provvedimento; laonde per recarvi opportuno rimedio, comin-
i
1
zionede'residui, cioè de'debiti restali degli
te
appaltatori camerali, che da
XII era stata
nò che li
si
istituita,
Clemen-
e inoltre ordi-
tenessero libri generali, ne'qua-
fossero descritti gli appalti e le rendite
provenienti da'romani, e dalle provi ncie della
Marca, Camerino, Urbino e
altre,
da'montieinvestiturecameralijCon molti altri opportuni provvedimenti sulla computisteria della camera e de'minislri della
medesima; dichiarando essere
soriere generale l'amministratore e
il
il
te-
de-
positario delle reudite de' domiuii della s
.Sede,
il
che confermò nella bolla
A-
3
1
TE
2
TE
S
Con due
posfolìcac Scdìs Acrariiim.
inotu-propii de'aS novembre! 742, /i"?scado hcu; presso il Bull. iMagn. t. 16, p.
I
me
18, e
27
aprile 1748, prescrisse
per concedere
riceverne
le oilerle
maggior
so, pel
stipulazione.
mica
gli
nor-
le
appalli camerali,
per pubblico concor-
utile dell'erario, e loro
La Congregazione econo-
da Pio VII, ripeda Benedetto XIV e la chia-
(T" ), istituita poi
te l'origine
mò
pure con tal vocabolo. Colla bolla Coneredi timi, de i3 gingnoi748, Bidl. Magn. t. 17, p. 228, dichiarò le facollh de' caidiiiaìi legati nelle provincie dello stato,
principalmente sulla rinnovazione
dell'investiture e enfiteusi camerali.
siderando
1
danni che provenivano a'do-
pontificii, per
minii
Con-
commercio
la
proibizione del
libero delle vettovaglie e di
S
spettassero siffatte cause. Pel concordato
concluso da Benedetto
gna
(/
.),
sulla
XIV
Spa-
colla
nomina debenellzi,
e su-
ed compenso di tante perdile il re inviò a B-oma due milioni di scutli, che furono depositati in Castel s. Angelo. Quindi il Papa a porre in grado la Dataria di gli spogli e fruiti delle
chiese vacanti,
in
poter soddisfare
onorari de'suoi
gli
ufll-
con sicurezza, a motivo della notabile diminuzione degl'introiti pel convenuto, le acquistò il Palazzo iMadania, ziali
poi del
Governo peravervi
collocalo
go-
il
vernatore di liomacol suotribunale,edora vi è
il
ministero delle finanze. Nella bio-
Papa ed a Dogane, per le emaoaleda'camerlenghi e tesorieri, riportai molte delle zelanti disposizioni finanziarie di Benedetto XIV, sia per la
grafia di questo leggi
prosperità dell'erario, sia per accorrere
appartiene alle vesti tra le propermise a tutte, tranne Avignone, Benevento, Piieti, la Sabina, Viterbo
q'suoì straordinari bisogni;
e Civitavecchia co' loro lerritorii, dalle
spagnuoli, che combattendo nelle lega-
quanto
si
\incie, lo
quali
non
vino e
la
prime,
si
potesse estrarre
i
cereali,
legna, perchè eccettuate le
le
il
due
ticoli
già riferite
sono
le
leggono nella
748, Bull. cit. p. 233. Indi la confermoto-proprio Benclw in sequela, de'Bo maggio 1749,^"^^- cit. t. i8,p. 89, 1
mò col
dichiarando
il
privilegio antico di con-
cedere r estrazione del grano, che però restava sospeso ne'mesi di giugno, luglio e agosto, e per riguardo al granoturco anco pel settembre, negli anni di carestia e in quelle provincie che ne avessero penuria. Alla
camera apostolica avea Sisto
V
pene de'danni dati, e però avca deputato un commissario della medesima per conoscerne le cause: Clemenapplicato
te
le
Vili soppresse quesl'
niissaiio,
poco aggravio. Altre delle cose
Roma: le disposizioni si bolla Quo <:/?V,deir8 luglio
di
ed applicò
le
ufiizio
di
com-
dette pene alle co-
munità dello stato. Benedetto XIV confermò tale disposizione, e inoltre stabilì colla bolla Inveterala, de' 2 5 gennaio lySi, Bull. Magn. l. 23, p. 180, molti provvedimenti, per conoscere il foro cui
nel pas-
austriaci
seguenti.
le toccai di
e
non
zioni riuscirono colle loro esigenze di
altre servivano all'abbondanza
dell'annona
come
saggio e stazione di eserciti
in tali ar-
sopra, altre
Le precauzioni per
la
peste di I\I^ssina,che importando spese, oltre l'interdizione
vi
non liecommercia-
regno di Napoli, per supplirvi fa d'uopo d'imporre tasse, anche sulle ren-
le col
Cle-
dile, quasi eguali alle ricordate di
mente XI, meno la
tenui modificazioni.
guerra navale sostenuta das. Pio
tro
i
tuichi,
le
congrega2yoni monastiche
d'Italia,cioè le noverate dal
no
i
cassinesi,
i
certosini,
golari lateranensi e di ga, gli Olivetani,
brosani, ss.
i
Per
V con-
i
s.
Novacs e furoi
canonici re-
Giorgio
camaldolesi,
crociferi,
i
i
in
Al-
vallom-
celestini, quelli
del
Salvatore, offrirono per decime annui
40,000 scudi d'oro (ovvero come
il
No-
vaes dice ntWaStoria di Benedetto X.IV,
84,170) forse a quell'epoca giunti fondo de'quali quel Papa eressè il luogo di monte_ Fede, poi dello Religione. Penetrandosi Benedetto XIV della gravezza del peso, onde diverse eoascudi
a tanto), sul
TE £»ie
mise loro
T E
S
ernno decadute nel decoro, perallearsene con png^irc il capi-
onde per gratitudine una statua mari
cassinesi gl'iniialzarono
morea
Monte
nell'atrio della basilica di
Avendo
il
Papa, per sollevare
la
miseria del popolo,soppies>o 7 pesanti tributi sidla seta cruda, sull'olio, sul bestia-
me
un compenso camera che non
e altri generi; a dare
alle scarse rendite della
ad onta
prov-
di tante
videnze, di tante sollecitudini
alli
tale di tali frulli,
Cassino.
of) anni. Tn l)reve,
3.3
vS
bene-
di
\IV, lerario camerale restò semannuo <^/('/à/7.A'6 luglio 17 58
delio
pre con un
divenne Papa ClementeXllI,nel cui possesso cavalcò
il
maggiordomo in
mezzo
tesoriere mg,' Pei
elli
col
a sinistra, incedendo loro
l'uditore generale della carnei a.
Elcvatoalla [)orporaa"24sellembrei 7 jq il Peiellijgii SUI rogò iSV/t'tv/o Crt/Z(7/(' ca-
gravoso a'poveri, e solo a'facoltosi,
nonico della basilica Laleranense, sotto-
nel uiar7.oi74i introdusse la carta bollala, sec
decano de" chierici di camera e prefetto dell'annona, che annoverò nel senato a-
decessole, cioè di certa carta sigillata. Fis-
postoiico
fosse
prezzo di bai. 2
soli
[)er foglio,
prendere anco da'ministri camerdli scrivervi
i
[)er
di
da
te
contratti e tutte le scritture
prodursi in giudizio; e per bài. 10
fo-
il
che dovea servire per le patenti de'kioghi di monte ec. A' 8 luglio glio quella
1
I
"42
|)er uei
settennio ne die l'appalto a
326
seltembrei 766.Clen)eiite
XI 11 ad insinuazione
dovendosi
s.
del baione o conte
Odili (di cui nel voi. V,
p.
47). agen-
imperiale del granduca di Toscana ia
Iloma, e del proprio nipote cardinal CarRczzonico camerlengo, nominò teso-
lo
Braschi
Uili-
tore del camerlengato, poi glorioso
Pio
riere generale G/c. Aìi^^clo
Michele Lopez Rosa e compagni. coU'an-
/ /.
nua risposta di 60,000 scudi. Siccome però non mancarono ministri, clie ne aumentarono la gravezza e lo convertirono in proprio vantaggio, così il Papa a'c) a-
ce dal prefello dell'annona Piccolouiini
Ma
accordò a Egidio Petit la [)rivaliva per I 5 anni, d'imprimere e formare le carte
gosto
743
I
soppresse
non potendo
la
ta dell'annua
ripartì
il
la
camera
somma
Papa per 3
carta bollala.
restar defrauda-
che ne ritiaeva, quinti alle
tà dello stato, ricavandone
la
comuni-
86,923 scu-
pe'24,000 restanti degli altri 2 quinmonti camel'unposea Roma sopra
di, e ti,
i
rali a
3 bai. l'anno per utonle, oltre 2 bui.
cbe già pagavano a sopra
gli
uillzi
titolo di ìiiancia, e
1000
vacabili di
scudi di
capitale in annui paoli IO. Dipoi Bene-
Papa poco dopo
diminuire
il
la
sua elezione,
prezzo de'piij comuni com-
mestibili a vantaggio de'poveri;eiiel
per accrescere
le
ad uso
di
nello stato del-
angustie atroci che
giunse una
siccità straordinaria
dusse deplorabile carestia.
sollevò
in
negli articoli relativi, nella sua biografia
XIV
die in appallo
il
Tabacco,
i
ed a DoGAXE. Altre notizie
quanto all'acquavita la die inseparatoappallo perannui scudi 8000. Finalmente DenedettoXIV aumentò il
gere nel Xovaes, ed in Cop[)i,
monte
di
s.
Pietro per
d Coppi calcolò,
crescimenli de' ri
che pro-
Come
all'acquavita, privative che in segui-
altri dazi, e
cui
solTiì il
suo bel cuore, nel zelare la difesa della Chiesa e la prospeiilàde'suoi popoli, si ag-
to abolì, sostituendo a quella del tabac-
co
marmora-
Germania, senza l'impedi-
mento deirintroduzione l'estere. Alle
17G1
manifatture dello stalo
dorate, inargentate, ondate e te
fe-
Poveri, quali provvidenze prese, ecpiali imposizioni fu costretto accrescere,lo notai
detto
uno
Il
j
728,000
scudi, per
uniti agli altri ac-
inuneiJiali predecesso-
e surriferiti, aggiunti ad e>so
monte
lo,oc)6,5oo scudi uel periodo di circa
si
ponuo
leg-
quale dice che per supplire a tante calamità si eil
5oo,ooo dal tesoro poAngelo da Sisto V, ed impiegò fondi dell'annona che ascendevano a circa 400,000 scudi, quindi pose un tributo straordinario in Pioina e suo dislrcti lo per reintegrarli. Aggiunge il 2 che dostrassero scudi sto in Castel
s.
i
.'^
3
TE
4
1
TE
S mezzo
l'estrazione d'un niilione e
pò
Clemente XIII,
ta ila
fai-
nell'eraiiu Sanzio-
re ossia di Sisto V, rimasero nel
1767
scudi 1,01 3, 122. Eletto Clemente
XI
S
rispondenle all'iaipiego,
a
gli scrisse
i
3
giugno 1773 mi breve del seguente teno-
Dopo
te.
di averla
collocata nella rag-
progresso
guardevole carica di nostro tesoriere generale, ci siamo accorti di averle accresciulo e peso e dispendio. Circa il peso abI)iamo già in lei riconosciuta bastante
delle arti e delle scienze,e volendo ad es-
abilità |)er sostenerlo, e sicura fedeltà per
maggio 1769,
a'i() •valcò
il
nel suo possesso ca-
tesoriere Brasclii,
do pailicolare trasporto
il
cpiale
pel
aven-
somministrare un generoso e stabile
camera. R.esta pertanto
giovare
alla rev.
sqslegnojpensò allo stabilimento del 3/»-
a noi
pensiero di liberarla dal
SCO f aiicaiìo. per conservare
dio.
se
spettabili tà
;
memorie
antichi-
Fila di Cleinente XIF, rifeerroneamente che a suo tempo le rendite dello slato papale ascendevano a circa 4 milioni di scudi; mentre l'autore del Testamento poliùco lasciò scritto diesi potevano valutarescudÌ2, 700, eoo,
come
riferisce Vitali. E'
tesoriere Ihaschi avea
indubitato
gran genio
molto contribuì all'èlezione del Museo dementino, poi da lui Papa grandiosamente aui[)liato; ma devcsi molta lode anche ali ingegno di eiele
mente
belle arti, e
XIV
ed all'amore che pose a'fe-
oìonumenti antichi ches'intrapresero nel suo breve pontificato, e furniò una pi eziosa raccolta di monumenti, con che fondò pel 1.° il detto museo; ed arricchì non meno la contigua biblioteca Vaticana di cimeli e di papiri, della quale riparlai a Stamperia Vaticana,
raci scavi di
Mentre
gnarle scudi cento per ogni estrazione del /o//o.osiadi/io/;/YZOSÌa di iVc/yyo//". L'au-
flcio,
per
risoluto di asse-
bene [lubblico dello stato ponti-
il
il
romane
Che però abbiamo
altre cose interes-
santi
che
delle
promosse varie
e
le piìi ri-
il
il
tesoriere Braschi era intento al
niiglioramento della finanza, per la sua iiillessibililà nella
gelosa carica, e pe'nia-
iie2"i -&^ de^Ii ambiziosi
fuaQVeltata
la
sua
tore della
risce
-superando l'uscita cjuasi 120,000 scudi,
Osserva
il
Novaes, die fu sempre
Irate della
meno
coli
camera
dogane,
apostolica, che
e
mezzo
di scudi,
dataria e
la
sole rendite territoriali
almeno scudi 800,000, malado che allora dagli aflitli non se ne ricavavano che intorno a 4
notò
il
Ceccatini. Nel
Lo
to in lloma:
1
774
Dissert. sopra
i
Discoboli, riporta mol-
te notizie parlicolaieggiate del"Pallotta.
Diceche Clemente
XIV
soddisfatto dalle
Lunadoro t.
fu pubblica-
stato prt presente o sia Le
yf,
nelle
Le
gì
canonico Vaticano.
Cancellieri
comprese
avrebbero potu-
rie/azione della corte di
11
cal-
la cancelleria.
27 aprile 1773, sostituendogli il* Papa Giiglielnio Pullolta segretario del buon governo e
esaltazione al cardinalato a'
i
esagerati fecero ascendere a
due milioni le
diiìlci-
con precisione l'annue en-
le lo stabilire
illustrata
Roma del cav.
da Zaccaria. Nel
Del Tesoriere della
2, cap. 33,
lì.
C.
e delle congregazioni cui egli presic'
de. dichiara
come appresso
Io slato d'al-
lora ch'è importante conoscersi. » Sole-
va ne'passati tempi
il
cardinal camerleu-
Roma
provvide disposizioni e savissime leggi dal
go, oltre al governatore di
prelato promulgate qual segretario del
ditore della camera, scegliersi ancora
un
commetteva lacustodia
del
buon governo,
a vantaggio delle
comu-
tesoriere a cui
e Tu-
cospicuo e
[nibblieo erario, e la cognizione delle c.iu-
luininoso impiego di tesoriere generale,
» Essendo persuaso, ch'era allatto incapace di approfittarsi di veruna sorte di
ili [)oco momento, e che non abbisogmivano de'siilfragi della piena camera; ma non altriujenti che del governatore
regalie e d'incerti, alììnchè potesse ave-
e dell'uditore, piaccpie pure a' Pupi di fu'
iiilà
re
il
dello stato,
modo
1'
innalzò
a!
di sussistere con decoro, cor-
su
la scella di
questo personaggio. Per
lo
TE
TES più uno (le'chierici di camera viene co-
gli
slituilo in tal posto, vicino al cardiiialato.
sce in
po>le di
mo-
iinìcioli della
pubblico col maestoso corteggio,
colare congregazione, che- tiensi ogni set-
l'uditore della
camera, da due car-
timana pò.
talo a Prelato, dicendo de' prchili di
no
non solamente
ma
si
parimenti
estende alle cause alle criminali, nel
j.!"
scono per
istanza in tutte le
liti
gl'interessi della rev.
civi-
loi sostituto, tlel
che nacamera,
ha la r?////»//àv/ coll'udiloie dei cardinal camerlengo, per la (piai coin tutti
che riguarda o gabelle o apod erezioneovvero soppressione de'
e talvolta ancora
i
s'i
coledì e sabalo, giorni (leslin;Ui ail'udienza de'n)inistri dello sialo, portasi
leso-
il
rierein//orr///alpala/.zoa[)ostoIicoperi"i-
Sua Santità
sa tuttociò
re intesa
sto tribunale". Esatto
al di lui tri-
uditore
1'
medesimo; vi si agitano negozi criminali, che civili propri del tribunale.Due volle la settimana, cioèil inertesoriere
palli,
luoghi di n)onle,è sottoposto
pur ca-
nelle di lui stanze, egli è
questa congregazione inlervengo-
qual
caso procede somìiiaritnncutc. Egli s'ingerisce di
A
1' avvocalo e il procuratore del fisco, d commissariogeneraledella camera, e il di
Jwccìictti). L'autorità di cpiesto prelato
ed
ed
residui, coin-
desiina camera apostolica. D'altra parli-
tesoriere
rezze in flocchi (di seta paonazza, pel no-
li,
prelati
[)Ìli
3i j dia'
medesimo compari-
Questo
come
S
spogli ecclesiastici, e
me ognun
dique-
degl'interessi il
riferito,
però co-
vede, è mancante di molte del-
bunale; ond'è che nessun altro giudice scnza il di lui cxecjuaiur può in verun
leprerogalivee attribuzioni che andaide-
modo
aggiunte del Zaccaria, nel 1828
distornare o disciogliere
gli
obbli-
ghi addossati a'iuoghi di monte, agli uffìzi
vacabili, ed a' depositi di flenaro, a
seconda della costituzione
di
Benedetto
WY,
RoinaìuTc Ciiriac, de' 2 i dicembrery4"^> ond'è ch'egli presiede non soio alle
congregazioni de' baroni,
ma
e-
Riprodusse
scriveiìilo.
schi,/y^
Gerarchia
il
Lunadoro,
evcle.siastica,c lafa-
a'i5 febbraio dell'anno santo 773 fu innalzato al pontificato, e dipoi a' 3 giùi
1
gno 1777 creò cardinale
camera apostolica. Egli ordina pagamenti necessari e consueti che devono essere soddisfatti dalla stessa camera, ed eseguisce gli oidini di Sua Sanlilà pe' pagamenti straordinari, leneudo di tutto un esatto conto, a norma del nuovo regolamento istituito da Bene-
nel
i
detto
XIV
colla costituzione y/;io.^fó//'r(7e
Scdis Acrarium. W[x\
•^\i\ìo\\\\n?iù%ono
gl' inferiori tesorieri dello stato,
rendono ragione
ed a
lui
colle
F.da-
miglia pontificia, non %enza eirov'i, eniunodi essi nominò, né il p. Conatini, dacui egualmente ricavò le altre ncjtizie! Pio VI
ziandioa quella de'monti. Inoltre il lesoriere è qual depositario generale dell'entrate della rev.
il
Palletta, di-
il
chiarandolo pro-tesoriere, e i
782 quando
il
lo
era ancora
Vitali pubblicò le sUn
bellissime Dlcmoric, e terminandole con
bi'jgh
fa
somma
cpiesl'elogio.
« Per l'esattezza e
diligenza, che adopera negli af-
camera pontificia, ha acquistauna stima superiorea quella de'tlue al-
fari della
to tri
rinomatissimi cardinali Pallolta suoi
anten;iti".
Il
citato Cancellieri
ilice
cht!
tanto da prelato che da cardinale aiu-
ministrò
il
tesorierato colla
piìi
granile
li
integrità, e-atlezza e vigilanza. Studiosa
collettori eli nunzi delle rendite delle col-
e attaccalo, fino allo scrupolo, al più e-
li
lette e degli spogli,
subalterni ministri,
che tornar devono ad
una
salto sistema di
vita metodica,
avea
accrescimento dell'erario apostolico; ed è
distribuite tulle le ore del giorno fra gli
perciò ch'ei medesicno non solamenle so-
esercizi di pietà e le sue
piainlende alla congregazione de' conti
mando sempre
delia rev.
camera,
ma
eziandio alle con-
gregazioni camerali per criminali,
eper gli adari
gli aiìari civili
e
delle dogane, de-
di tenere
non
incombenze, uil
tavolino net-
mai veruna materia addietrata. Nel 1778 si pubL'iicò iu Roma: La Regalia de' tesovi to e pulito, e di
lasciar
TKS
3i6 ne jioiilìfieli
TES
espostd alVE.mo e
(Inmìiiiì
Cardinal Giiglicl/no Palloltii
Ju'v.iiio
pro-tcsoricrc generale, della Santità di JV\ S.
Papa Pio VI, da Giuseppe
Già-
l'autorità; polche oltre
ministero delle
il
finanze riuiù molta parte delle ingerenze ne'minis
Ieri dell'
interno, della milizia
e della marina. Indi
si
recò a Civitavec-
vaiiardi BufTerli iniolese coiiinùs sai-io
chia a prendere possesso,
generale della rev. Camera apostoliea^ con mi appendice di nioiiuineiili buona parte inediti^ ed alcuni \'oti del eh, mg.'' Uè Rossi già avvocato fiscale sulla ma' teria de tesori. Di questo libro ae resero
sario del mare.
ragiofie V Effemeridi letterarie di
Roma
778 a p. yG. hi esso si dice, che nei {empi della repubblica romana antica i lesoli die si (lisco[)rivano appartenevano
«lei
r
I
ag!' in ventorij diritto cor;, sotlo
i
die
si
Alessandro Severo
Giustiniano
e
I
rieiite resliluiroiio
i
i
imperatori
si
appli-
carono tesori all'erario pubblico, e ne fu formata una regalia sovrana, che anco Pa[)i rivendicarono sino da Innocenzo i
i
Jll e ti
Nicolò
tesori
si
III, in
tempo de'quali
riguardavano come
trova-
i
esistenti nel
patrimonio della Chiesa. Indi nel secolo
XVI diverse leggi [)onti(icie disposero
che
lecavede'marini,statue,oro, argento, metalli, ec.
in quella di Pio VI, per grandi imprese elfettuate: sulle Pala-
di Pontine, alle quali il Papa seco io conduceva nell'annue sue gite a Terracina, mediante la creazione di 14,393 luoghi di
monte
spettavano porzione alta camera
to delle merci,
di
R.omagna,Marca, Umbria, Marittima e
Campagna, abolite interamente onde
fu coniata la
Papa,
e nel rovescio fu espressa la
dare
scavi, colle condizioni al cavatore di alla
medesima
il
3.°, il4-°j
tà del rinvenuto. Nel
dinale surrogò
il
1
784
o anche
la
me-
P'O VI al car-
celebre Fabrizio Rnf-
gli concommissario generale del mare, e di soprintendente di Castel s. Angelo, che altre volte erano sta-
Jo
chierico di camera, ed inoltre
ferì le attribuzioni di
te esercitate da' tesorieri e poi
a'cliiericidicamera, e in
("alti
accordate
sotlo
tesorieralodel predecessore funse fìzi
i
il
pro-
due
uf-
mg.' AlessandroìNlarescotti chierico di
Ctimera. In
tal
modo
il
prelato Rullo
si
trovò rinvestilo di una carica, ch'era di-
venuta
la
J
/della prelatura, iu quanto al-
Liber-
che rompe le calene de pedaggi, coll'epigrafe Porloriis Saìdatis: a stabilire
un sistema di finanze ben ordinato si dePapa un nuovo e uniforme catasto, e sulle slesse basi 0611782 fu or-
cretò dal
io stato; per la
dovessero intraprendere gli
nel 1777, medaglia coU'elilgie del
tà
dinato
la quale con permesso soltaocamerlengo o del tesoriere conce-
con gravi incomodi e di-
spendi de' commercianti, nelle provincié
to del
si
l'uno, che produsse-
delle
apostolica,
deva che
100
di scudi
ro i,62(,c)83 scudi; per io sta.bilimeiilo
pe' pedaggi e gabelle interne sul traspor-
i
tesori agi' inventori.
In seguito per diritto universale
le
d' o-
tesori presero tntfa la loro estensione,
Leone
tesorierato lo rimarcai nella
sua biografi^, e
ma
sopra
diritti fiscali
i
come commis-
egli fece nel ri-
Dogane ne'confini, secondo il piano itnniaginatoda Benedetto XIV, eliminandosi quelle confuse, e che davano luogo ad abusi de'baroni, fra feudo e feudo
sostenne an-
imperatori. Perrj dopo
[)rinii
nomalo suo
Quanto
il
catasto nelle altre Provincie dei-
Moneta
di cui
si
penu-
riava a motivo delle fatali cedole o fedi di credito, ossia le riparlai il
fine; e
carta-moneta, della qua-
a PiOma, descrivendone anche
per quanto altro descrissi ne'ri-
cordali e altri articoli, la Milizia, l'incre-
mento ijili
dell'erario,
i
miglioramenti nota-
delle finanze. Col moto-proprio,
tre laprivalivagiurisdizione,
Ol-
de'sS set-
tembre 1790, Z?«//./io/«. co/i/, t.8, p. 5i 3, Pio VI ampliò le facoltà in causis qui' huseumrpie criniinalibus, a mg.' llulFo e
confermando quelle per come collettori degli spogli, e soprintendenti alle dogane, castellani di Castel s. Angelo, e commissuol successori, le civili e
miste, anche
sari generali del
mare. Col moto-propriOj
TE
T E
S dicembre i 79 T, Pupa concesse un
Srgiu'iirfo Un'ostro, tle'7
BaILc\[.
I. (),
p.
97,
il
reciproco couiraeicio libero
Ferrara
zioni di cie di
Bologna,
e
fia le lega-
e le piovin-
Romagna e Mnrca con Urbino, Um-
bria con Camerino, Patrimonio con Castro e Eonciglione, IMarillima e
gna
Campa-
Lazio eia Sabina; dirigendo l'attesoriere generale, clie lo pubblicò
col
to al
con suo
editto. In
premio
di tante fati-
3i7
S
mio XT'T al priiieijiio
del
\T\,
economia pubblica
infelligentcdi
la«)lo
e istmi-
tissiuio del sistema finanziario ilello sta-
topoulificio,
argomento da
lui
svollo an-
che negli Annali d' Italia dal \'j5o al i845' Perciò è sbagliato il titolo di tale
Diseorsn
pubblicato da un
di recente
,
gioinale letterario, colle seguenti parole:
Sul debito j)u/)l)lieo del governo pon!'dal 8 4 ^l 1 8 5, nieinoria del-
fieio,
1
1
1
lo creò cardinale
abbate Coppi, Roma i855. Asceso il trono, Pio VI rivolgendo una speciale
e riservò in petto nel 1791. pubblican-
attenzione alle finanze, trovò l'erario bi-
febbraioi 7q4- Gli sostituì 6'/rohiiiìo ch'Ila Porte/, chierico di camera
sognoso per r eccessive generosità del predecessoie, e molle disposizioni gli convenne rivocare e annullare, con che u-
che, sostenute indifllcilissimi e pi dal
RuHò, Pio VI
dolo a'2
tristi
tem-
I
e prefello dell'annona, che avea dato sag-
l'
annui 4o,ooo scudi
gio di molta abilità, tanto in tale carica,
tiliz/ò
quanto nel segretariato del buon governo. Per 3 voIleaccompagnòilPapaaTer-
apostolica.
le la
ra, rimosse gravi abusi, fece
render con-
to
Paludi Pontine, e come raccontai nel. si trovò a tutte quante le de-
le
il
biografìa
plorabili vicende, ed a tutte le calauiità
che precedettero e accompagnarono l'iliade cui soggiacque lo stato e Pio VI. DoTendo ora parlare genericamente dell'altre cose del pontificalo di
Pio VI, quan-
to alle finanze e all'erario
mi
be un vasto campo, condizioni
tali
si
aprireb-
pure essendo
Je
de'ponlifìcali de'suoi succes-
sori sino a'noslri giorni, pel
complesso di
tanti avvenimenti, di tante innovazioni,
che occorrerebbero
Laonde qu
i
ciò
libri
per dichiararle.
non potendosi
effettuale,
colle biografìe di ciascuno, con quelle dei tesorieri, cogli articoli citali nelle
primee
camera
l'agricoltu-
diseccamenlo del-
racìna per vegliare
alla
Rianimò quindi
ai lavorili
procurò
del precedente governo, e
in ogni
modo
l'incremento del-
rendite camerali. Incoraggi le arti, e
le manifatture indigene, e con equa distribuzione d'imposizione, stabilita con tariffa generale per promuovere l'industi ia dello stalo, ben tosto utilizzò all'erario quasi im 3. 'dell'anteriore rendita. 11 dotto prelato Paolo Ver-
più tardi
una
pili
gani,assessoregeneraIe delle finanze e del
commercio, ed
ispettore dell'agricoltura
1794 pubblicò in Roma: Della iinportanza e de'pregi del e delle arti, dipoi nel
nuovo sistema di finanza dello statopontifìeio.Diseorso. Le grandi imprese di Pio \I,che descrissi a'ioroarlicoli, il voler giovare all'annona, ed a cjuanlaltro già ac-
nel decorso diquesloarticclo,econ quan-
cennai, l'indussero a fare un prestito coi
andrò riferendo per darne un'i-
genovesi di tre milioni di scudi, con ipo-
to altro
dea, in parte supplirò
al piti
principale,
almeno tenterò d' ingegnarmi col comprendere un emporio di nozioni in breve; giovandomi pel pontificalo di Pio VI del lVovaes,iS'/o/7V/ sari. ti
dcPon tefìci, e delBaldas-
Relazione delie avversila e patimen-
di Pio
VIj
pel
medesimo ed
del pontificalo di Pio VII, e sino
in parie
1810, Coppi con l'encomialo Diseorsn sulfinanze dello sialo poìUiJicio dal se' al
teche di fondi camerali per 9 anni, malla tacita disapprovazione de'cardi-
grado
neh 785 per
l'acquistodellalMe-
sola, nel territorio di
Ferrara^ prese a
nali;indi
cambio 900,000 scudi al 3 per 100 dai Cambiaso di Genova: ma per le posteriori vicende politiche convenne ipotecar lalMesola pe'5no,ooo scudi che in Genova sfes-
Gnudi.Le
del
sa prese a prestilo
le
cedole essendo stale emesse da'banchi del
il
niarchese
3 .8
E S
1'
T E
Monte di pielà e di s. Spinto per cornodo commerciale, inquantilà superiore ;il denarodcpositaloiii essi, nel r786comiuciarono le difìlcoltà nel cambiarle in monela,con pubblico njalcontento e pregiadiziodel commercio. Inoltre pel ritiro dalla circoliizione delle
gliare la
no
somma
di quelle
che rimaneva-
contante depositato ne' due detti
al
Ijanchi, fu eretto Ili-
cedole, onde egua-
monte
il
delle Porzio-
vacabili per scudi i,5oo, 000 ai
ien; indi furonoinvitati
i
proprietari del-
lecedoleadacquistarnei luoghi di l'uno.
Dopo
J'Vy//»/V/, \'olse
la
5 per
di
100 scu-
disastrosa rivoluzione di
divenuta repubblica, questa
ri-
lesoemirealleconquisleed ademo-
crali/zaiei popoli. In
dallimprudente
Roma ciò tentandosi
Basville, in
un tumulto
somma
che
S
c;iustnnieiile
il
l'erirlacpialilica esagerata.
pubblicodi
rei! debito
Novaes
nel ri-
Siaumeiilò
pii-
600,000
scu-
altri
mediante nuova aggiunta di luoglii di di 100 scudi per luogo. S'impose-
di
monte
ro quelle tasse riferite dal Coppi, tanto sui benefìzi ecclesiastici, ni di
Roma
e
quanto
suo distretto, non
sui lerre-
meno che
proprielaridicanoniecensiperpetuiin
sui
Roma
e suo distrelto.il
Coppi calcola
gli
ori e gli argenti de'parlicolari portati al-
con l'interesse del 4 peri 00, ad un valore di scudi 56o,438:gi ; quelli del monte di pietà a scudi qGa, 102:86; quel-
la zecca,
li
del tesoro della
s.
Casa
di
Loreto a scu-
79,51 7:87. Le quali somme unite a scudi 6oq, 249:96 presi dal tesoro diCaslel s. Angelo , formarono un totale di
di
1
restò ucciso, l'ieni di risentimento e veu-
2,3
dettai rej)ubblicanidiFraiicia, minacciali-
prese denaro da'privati a censo, e cbll'a-
do
l'occupazione anche dello stato papa-
le,
per difesa diessoPioVl
donato da'presidi delle provincie si ebbero3oo,oooscudi.Nel i796essendoifrancesi vittoriosi in Italia, si avanzarono ad
lose milizie regolari,
armò numeaumentò presidii i
1
i,3o9 scudi e
bai.
io. Nel
1793
si
nari e gravosi dispendi. Perciò sceman-
occupar Bologna, Ravenna e Ferrara, e v'imposero enormi contribuzioni; per cui fu forza concludere l'armistiziodiBologna
do
a'aS giugno:
del litoraledelI\]editerraneo,eposeCivita-
vecchia
la
in islato di difesa,
quindi straordi-
nionela e difficoltandosi
la realizza-
zione delle cedole pel loro di>credito,
fé-
ce coniare dieci milioni di moneta plateale, cogli
algenti delle chiese e de'privati
presi a prestito dalla rev.
camera, onde
estinguere 8 milioni di detta carta, col fruito flel4i/2 per
per
la
I
00 provvidenza che :
frode de'monopolisti non sortì
l'ef-
rono
la
fra le
dure condizioni
vi fa-
cessione delle legazioni di Bologna
e Ferrara,
il
pagamento
di
1
5 milioni
di
franchi secondo Novaes,e al dire di Coppi
21 milioni
milioni e
mezzo
in
di lire francesi,
mezzo
in denaro, e
merci e animali: di
de'qualiiS
5 milioni e vol-
piìi si
codici, e altrettanti dipinti e sta-
leroioo
fetto che si bramava. Le finanze procedendo più deplorabili, Pio VI con suo chi-
tue a scelta. Adunatosi dal Papa il concistoro, con commovente allocuzione di-
rografò, alla presenza de' cardinali capi
mostrò
d'ordmeecameilengo, del tesoriere e del commissario della camera, nel 798 fece cavare da Castel s. Angelo scudi 25o, 000 del tesorodi Sisto VjComediceil n.°i884 del Diario di Roma, 5oo,ooo secondo i
il
riferito
da Coppi^ esi consegnarono
provvisori del
monte
di pietà pel
ai
detto ar-
niamento. Tutte miserabili risorse io confrontode'grandi bisogni, ad onta cheriinpostesui beni ecclesiastici aveano iiislralo forse circa
20 milioni
sommi-
di scudi,
li
a'cardinali, che per soddisfare ta-
somme enormi
conveniva profittaredel
V, sagriflzio grande e iueper non esporre alla strage due
tesoro di Sisto vitabile
i
milioni e piìidi sudditi superstiti.
proposte ragionevoli, tutto gio vi convenne,e
Castel
s.
il
il
A
tali
sagro coUe-
denaro fu estratto da
Angelo, Pio VI ad eseguire
fé-
delmente i gravosi patti, inviò a Genova il marchese Giovanni Torloniajperprendere a cambio un milione di scudi, con ipoteca dello slato pontificio; impresa che
T E
T E
S
costò molledifTicoUìi, essendo esausti
gè-
ì
noveri da'conlinui prestili forzosi die e-
per 93,790 scudi al tenute Statuario e
occu[)ntori fiancesi. Osserva
le
Novaes col Marchetti, che in quest'ep.)ca la camera apostolica si trovava gravala di ciica 100 milioni di scudi di debito fra cedole, luoghi di monte, vacabili e altro ; debito fatto in gran parte pe' sussi-
di
sigevano
gli
dii dati alle re.
chiese e alienazioni stranie-
Nella metà di luglio
fìcio
governo pontipagòiprimi5miIioni,doaiandbt|uin' il
di a' particolari e alle chiese la riietà del-
l'oro e dell'argento loro restato;
ma
il
di-
metà
tra
S
3
pervenne a consegnare
9,700,000
francesi
verghe d'oro re di
Vecchia, in-
commisstui
a'
denaro o
lire in
in
e aigento. 7 milioni in lette-
cambio
(/(.
de' quali guarentiti d;il
princi|)e iJoria-l^amphilj: però sari dice
Torlonia
iiiaicliese
Koma
9
1
Vendè
tlell'oio e dell'argento.
che
I3aldas-
il
cambio
le lettere di
uscese-
ro a 5,974,525 lire loruesi, bensì che il ministro Cacault asserì che Pio VI avea
pagalo
cambiali quasi 7 milioni, e che
in
per 5 avea sotloscritlo lettere di caud)i<» dello principe, per cui congetturò cht;
relloriodiParigisi rifìutòconfermarerar-
il
mislizio, esigendo la ritrattazione de'bre-
quel generosissimo e pio signore, oltre
\i poiilifìciiche
aveanocondannala
la
Co-
tornare col resto del tesoro da Terraci-
1
si
sidii volonlarii
160,9 4:3 1
a chiecieie sus-
a'suddili.e ne ricevè scu-
i; ^f^iidè la
tenuta di l'orto
per scudi I 20,000, e quella dell'Isola di Porlo per scudi 60,000. A' 2 febbraio
797
i
francesi passaronoostilaìenleiìSe-
nio presso
invasero nuovaraen-
/"V/cvirr/,
Piomagna, entrarono nelle Marche, involarono quanto di prezioso trovarono nella s. Casa di Loreto, e pervennero (ino a Foligno. Costernala Pioma, s'incassa iono tulli gli effelli preziosi del tesoro ponte la
lificio e
s'inviarono a Tcrrnci/ia, per poi
Irasporlarli in Sicilia. Costretto Pio
VI
al-
pace, a' 19 di detto mese da Napoleone fu dettata a Tolentino (^). Fra le alla
tre cose la
i
de
trovò perciò obI)ligato ad au-
ulteriori
mcntarla carta monetala,
I
fece garante, poi
si
iugioincambìaliun altromilione),ed ie radunale col disfacimento de'trirégui, mitre e altri ornamenti pontificii, falli li-
mini, e
di
niilioni di cui
pagamenIntanto il I^apa fece armare 2,000 uo-
stituzioneciviledelclerodiFrancia,laon-
de non ebbero luogo, ti.
4
si
Francia
stabilì,
che
il
Papa cedesse
le legazioni di
al-
Bologna, Fer-
r
na.
Ad un
milione ascesero
che
le arti,
esigettero
consegnarono, e 4'>''lioni
si
francesi nelle provincie occu-
i
Onde
lo stato nel
breve spazio
mesi pagò 32,700.000
lire francesi.
pale.
tanti disastrosi sagrifizi crebl)e
menle
la
là, co'calcoli prodotti dal ni
1
luislizio di
che rimaneva a dare per l'arDoiogna di più in diamanti ;
e in altre cose i5 milioni, de'quaii io nel
delto mese e 5 in api
ile.
Per adempiere
a tali durissime condizionijil governo ponlilicio
domaudò
a'suddili le gioie, e Tal-
mo-
di pie-
Coppi, dal
[
795
toso espedientecreò cedole per8, 808, 769
A questa somma aggiunti altri scu2,237,554 che il medesimo monte a-
scudi. di
vea prestati al governo per diversi
titoli,
il
credilo di esso col pubblico erario ascese
a
scudi
i
1,046, 323. Siccomeil totale del-
ammoulava
«4 milioni,
le
cedole
si
vuole che 3 spetlasseroalleformale dal
parie co'registri dipoi
snilioni circa
monte
97preslò al governo ossia conca lami7
banco
ro e 5 in diamanti, e ciò a conto de' 16
il
di
4 Per euorme-
quantità dellecedole ocarla
netala neli797, poiché
i5 milioni
dena-
spese del
trasporto de'suddelti ntonumenti di bei-
raraePiavenna, AvignoneeilconladoVenaissino. Che prima del 6 marzo pagasse di lire, de' quali io in
le
i
di
s.
Spirilo,
sario Haller.
Per
i
la
a circa
cui ordigni per stainsi
prese
il
commis-
coniazione della roo-
neta plateale o erosa, cioè dargenlo mista co'metalli inferiori,
il
valore nouiina-
giunse a scudi 3,547,968, corrispondente al reale di scudi 1,827,666, e per-
le
ciò
il
governo
si
trovò in debito col pub-
Llico di scudi 1,720,302.
Da
lutti questi
TE
320
TES
S
enorme
lagiimcvoli disnstii ne derivò un tlehilo puhhiico
clic
,
Coppi
il
nel l'jq'j
monte per scudi
classidoò in luoglii di
A
sa conciliare.
dato
siastici fu
altre cedole.
per l'oro e l'argento somministrato
se in venilita la
88 ,85o,
zecca, scudi
1
alla
valore inferioredel-
nionela erosa, in scudi 1,720,302: totale del debito pubblico, scudi 7 2,2 56, 4f)4' la
In questa delle
l)ili
somma non sono compresi idecomunità delio stato di quasi 8
Roma
milioni, e dell'annona di 3,2f)2,8C)5: laonde
il
complesso
scudi
di
(Iella ci-
MarGrave è il riflesso che aggiunge il Coppi: Tanto debito gravitò sopra uno slato ridotto a 1,70 0,000 abitanti! Ademfra
si
avvicina alla su ricordala del
chetti.
piute tino,
le il
condizioni del trattato di Tolengoverno pontidcio rivolse le sue
cure a riparare possibilmente allo sconcerto rovinoso ch'esse aveano recato alle
E
finanze. si gli
primieramente sono a veder-
slan)pali7v("go/(7/;?(:"/?//
approi'ati
Papa Pio PI con chirografo
da
il
3 peri 00,
Papa che mai più
il
54, 7 i5<ì4'2; in cedole scndi 14,000,000; in vacal)ili scudi i ,892,400; in creditori 1
tulli questi prestili eccle-
si
promettendo
sarebbero create
Tultociò non essendo
ciente per l'estinzione delle cedole,
mi-
parte de'beni ecclesia-
rustici del cleio secolare e regolare
stici
Roma
di
5.''
sullisi
e delle provincie, compresi
cappellanie
dalizi, le
opera
pia,
partenuti
so-
a quelli appatrimonio de'gesuiti, con-
al
non perpetue: in compen-
beni venduti fu promesso agli
tali
ecclesiastici
per 100.
i
qualunque
comprensivamente
cessi in enfiteusi
so di
laicali e
ed
Fu
ai luoghi pii
il
fruito del 3
poi stabilito, che le cedole di
un valore sopra iioo
scudi fossero fuori
di corso, e servissero per l'acquisto di detti
beni, e
rimaste sarebbero riparlile
le
fra'possidenli di 3, 000 e più scudi, che
vrebbero dovute eslinguere la
moneta erosa
l'a-
3 anni; che
gradatamente
fosse
minuita sino alla sua valuta
no che ne
in
reale, e
il
di-
dan-
anche
risultava all'erario fosse
1 set-
sopportato da chi avea una possidenza di
tcml>rci'jc)j in dilucidazione de' due c-
sti lo
3,000 o più scudi. Ma le sovrastanti vicende politiche non permisero queste lente e moderate operazioni di finanza. Im-
V erario camerale.
Duphault, viltiina di sua imprudenza, non volleroascoltar pro-
diIli emanali r i
i
agosto
\']<^']
de'
1
per ilpre-
del clero, da erogarsi in estinzione delle cedole, e per V imposizione delle lasse destinate alla perequazione delDalle gabelle imposte
perocché, profittando
per un anno, ninna persona o corporazio-
posizioni di pace, e
iie,scbhene privilegiali, ne andarono esen-
tato
bensì
ti;
meno
si
fece in
modo
che gravitassero
non
i
francesi dell' uc-
cisione del general
consumarono
delronizzameuto
di
il
decre-
Pio VI, e l'intiera
occupazione e democratizzazione
dello
Il
slato ecclesiastico. Ciò compito, a'20 feb-
prestilo del clero fu corrispondente alla
braio 1798 trassero prigione Pio VI, che morì gloriosamente in Valenza di Fran-
il
a* i
possidenti.
parte del valore de'beni che godeva:
sotto ti
possibile sui
il
vocabolo clero
si
compresero
tut-
benefìzi ecclesiastici, senza veruna ec-
cezione', di
cardinali, vescovi, case reli-
giose, ordini equestri, luoghi pii, ospedali,
s.
sodalizi, e persino la rev. fabbrica di
Pietro e
il
tribunale dell'inquisizione,
tutti obbligati
a denunziare la quantità
de'loro beni, il loro valore, ed ancora ceni
si
ealtri investimenti fruttiferi.
senti dalla denunzia e prestito ni ecclesiastici,
le
Furono ei
patrimo-
congrue de' vescovi e dei
parrochi, qualora uou arrivassero alla
las*
cia. Il
me
Daldassari ancora riporta
le
som-
ricavate dagli ori e argenti portati al-
la zecca,
da
lui
apprese da metnoria stam-
pala e autentica, notando che perciò do-
mandare allo squaMazze (J .) d'argento
vendosi da'cardinali glio
anche
le
loro
dorato, colle quali erano preceduti nelle sagre funzioni, e talune
ro ne superava d'assai tallo,
il il
mirabile lavovalore del
rimase quindi sospeso l'uso
me-
di tale
insegna decorosa. Parlando del tesoro di Sisto
Y; che
dalla parola latina
Sanctior
TE
T E R era chintnafo erario s anzior e
,
dice che
s'eiano talvolta giovali perlegitlime eiu--
cause
getiti
i
ma
predecessori di IMo VI;
confessa ignorare alla pace di Tolentino
quanta parte n'era rimasta io Castel s. Angelo. Essergli solo noto che del tesoro Sistirio
furono portali
alia zecca più di
Jihbie d'oro, e che dopo
lai
3
1
55
pace non
vi
neppure uno scudo. JNell' articolo Pio VI e meglio in quello di Roma parlai della proclamata repubblica romana, restò
pra
321
S
appaltatori opporlimc leggi, di-
gli
chiarando che
il
vesse reputarsi
cardinal cau)erlengo doprivativo ministro della
il
doveano in questo punto dipendere tanto mg.' tesoriere, quanto le presidenze de' chierici di camera, però l'uno e gli altii legislazione economica, da cui perciò
nell'esecuzione delle funzioni delle leggi
camer-
fossero liberi e indipendenti dal
le
Laonde, tranne la legislazione economica, tuttociò che riguardava sistema di finanze, percezione d'imposte, e quun' to appartiene all'economia fiscale, doveva
di loro abolizione nel
privativamente dipenilere dal tesoriere,
delle contribuzioni, delle leggi sulle cedo-
cominciando dal generale Berlhier, e 1799, massa cuorme di moneta llttizia che rovinò moltissime famiglie e lo stalo. Fio VII creato nel conclave di Venezia a' 4 marzo 1 800, essendogli stalo re1
stituito lo slato,
eccettuale
nominò una congregazione legali per
recarsi in
lioma
pontificio,
stesso vi
si
come
gregazionida
go-
il
Fra
le
con-
ricordale nel-
governo de'dominii della Sede, riattivò l'economica, e ne fece far
parlea mg.'^dellaPorta non la carica di tesoriere
vendo per
le
di
;
il Papa numero
prudente arbitrio camera, (pianto
de'sostituli della
la
con-
tinuazione o soppressione della carica d'i-
annui scudi 5oo a"£;iimti a'suoi emolu-
e ristabilirvi
la biografìa, pel s.
e
speltore delle finanze, al quale tolse gii
luglio.
lui isliluite,e
esame
rimise tanto la diminuzione del
legazioni,
le
fecero, e poi egli
condusse a'3
al cui
di 3 cardinali
in essa e nelle provincia riciiperate
verno
lengo.
ristabilito nel-
più Fio VII a-
finanze istituito quella con-
menti. Soppresse
le
cariche di archivista
del tesorierato, e di archivista de'luoghi
monte; stabiPi un segretario
di
manente
del tesorierato
;
fisso e
per-
estinse le cuu-
gregazioni de' conti camerali
,
composte
dal tesoriere, da altri camerali e da al-
cimi chierici di camera, trasferendone funzioni
al
Ordinò che
le
pieno tribunale della camera.
computisteria cameia'ea
la
detto tribunale
nel
marzo d'ogni anno
bilancio generale, tanto di
gregazione di cui poi parlerò, dicendo del
presentasse
marchese Luigi Ercolani, che deputò
scrillure,che di cassa dell'anno preceden-
te-
ed
il
tribunale l'esaminasse nell'aprile,
soriere provvisorio,ne fece segretario mg."^
te;
Alessandro Lantc, ed insieme gli conferà poi il segretariato del buon governo, come si legge ut\ Diario di Roma de"^ novem-
enei maggio colle sue oS'^erva/ioni
il
sentasse al sovrano.Che ti
gli
i
lo
pre-
rendiconti di tut-
appaltatori, afiìtluari, amministra-
chea veano interessi coìi'erario, a' 5 effettuarsi. Sotto pena di
bre dello slesso 1800. In quello fu pure pubblicato tesoriere generale mg,' Loren-
tori e altri
zo Litta arcivescovo
nullità obbligò di esibirsi daltesoriere l'of-
in Polonia e Russia
,
di il
Tebe, già nunzio quale nel prece-
dente luglio il Papa l'avea annoverato alla detta congregazione economica pel nuovo piano del ristabilimento dell'antico sistema del governo papale. GiìiFio VII col • la bolla Post diuturnas ,òe"ÒQ oltobre,^^^' per restauraiiones regirninis ponlifieii, avea primieramente decretato sull'eco-
nomica amministrazione dello VOI. LXXIV.
stato e so-
dovessero
1
ferte d' appalti e
allitti
camerali
al
tribu-
nale della camera, alìinchè su di esse potesse
dare
il
suo giudizio, a tenore del pre-
scritto dalla bolla di
Fio IV.
Che
il
me-
desimo tribunale dovesse consultarsi tanto dal tesoriere, quanto da altri capi di dipartimenti economici in occasioni di spese più forti e di affari
più rilevanti, che
avessero rapporto coll'interesse dell'era91
I
TE
3?.2 rio,
prima che
si
T E
S
venisse alla formale
j>ula7.ioiiedegl' islrouienli, le
sii-
minute cioè
le,
La forza
fondi rustici:
mare doven-
6 paoh
per oguiìoo scudi di possidenza catasla-
de'conlralli degl' intraprendeiili e artisti.
mililaredi terra e di
S
tassa fondiaria, che fu slabilila a
100
ossia al 2 per gli
circa sul frullalo dei
urbani furono
tassali
per
do continuare a dipendere, secondo il dispostodi Pio VI, dalla congregazione mi-
due
litare, soggetta al segretario di stato, di-
bai.5i e un quattrino per ogni rubbio di
chiaròche l'obbligoaliora ingiuntodi rendere conto al tesoriere sull'erogazione de-
si
assegnamenti, dovevasi fare nella piena camera. IVeliBoi Pio VII a' 23 febbraio creò cardinali della Polla e Lilla,
te,
questi però lo pubblicò a'28 settembre:
creditoii che
gli
«lissi
alla
sua biografìa, ch'egli
pria la sentenza del
di tutte
uffizi
romano
fece prò-
si
oratore: Gli
magistrature, dei'ono
h'
come cose sagrosantc, di che il jinncipc non ci fa un dono, ma bensì a\'ersi
terzi di
meno. S'imposero
il
5 per 100
sui frutti de'detiari prestali a interesse, e
frumento che si macinava. Così in tutto ebbe l'annua rendita di circa 4 milioni di scudi. Con questa somma si pagaronoduequiuti di frutti de'luo|^lii di monil 3 per 100 ai avevano somn)inislrato nel pontificato di Pio VI oggetti preziosi. Si
4
quinti de' vacabili, e
dichiararono di pertinenza del governo, tanto
pa
i
debiti che
i
beni de'coniuni.
emanò provvidenze
II
Pa-
sull'agricollura, e
sull'annona e grascia,che fiu'onoi prelirni-
dcjwiìto del quale si deve rendergli conto. Con generale plauso gli successe
nari del conìmercio libero che organizzò
mg. Lanle, il cui tesorierato restò in rinomanza, per quai>lo riportai nella bio-
giudizievole, rinunziòil camerlengalo. In-
uii
grafia, le cui notizie
si
rannodano
colle
fi-
nanziarie e colle grandi operazioni ch'eb-
bero luogo nella restaurazione
dell'
am-
massime sulla /»opiù menzione delle cedole
ininislrazione papale,
ne
lieta,
fece
si
annullate
iiell'
lale tutte le si
posero
rame
possesso che prese
bre,
il
tesoriere
il
,
di giusto valore. Nel
rico-antiquarie; par. 2.' Del Catasto da-
Pupa
a'2
riti-
novem-
i
non cavalcò, ma genu-
soglio. Indi fu ordinato
le
un nuovo
ma difìnanze.Anlicamente, dice eranvi in Doma 35 piccoli dazi VII
ficazione
le
di lasciare
due
il
;
sisle-
Coppi,
piacque
con qualche modi-
precedenti tasse delle dogane,
quelle sul sale, sulle successioni e sui pròprietari stranieri o
statOjChefu
Irc
dimoranti fuori dello
fissala alla 6.'
parte della ren-
poco dopo fu abolita. Tutte le altasse furono soppresse. Si surrogò una
dita e
commissario della camera, poi divenne commissario generale, chierico di camera e uditore generale della medesima): Memorie,
e
:
medaglie d'argento incartate e unite per ciascun cardinale, al cardinal r.° diacono the le passava al Papa, e poi il prelato iie consegnò due al principe assistente al
a Pio
la bei-
i. °sosliluto
monete d'oro
ripiano del trono porse
flesso sul
mg.' Nicolai neli8o3 pubblicò
ro[)era (era allora
valore alterato
di
in ciicoluzione
d'argenlo, e di
di
leggi ed osservazioni sulle campagne e suirannona di Roma: par. 1. ''Del Catasto annonario delle tenute della campagua romana sotto Pio VI, con note sto-
epoca repubblicana
monete
nel 1802. SlimalodalcardinalBraschi pre-
ziale sotto Pio
VII e
delle leggi
annnna-
con nuova pianta delle campagnejpar. 3." Osservazioni storico-economiche dai primi tempi fino al presente, con appen-
rie,
dice delle operazioni agrarie e biblioteca
georgica.
II
tesoriere
Lanle come soprin-
tendente dell'imi versila degli ebrei
ma
di
Ro-
avendo rapp\esenlato a Pio VII il dissesto economie») della medesima, a rimediarvi eflìcacemente gli compartì leopportune facoltà col chirografo. Ci avete rappresentato, òe'j luglio ìSo^, Bull. liom. cont. 1. 2, p. 32. Nel 806 un esercito francese occupò Ancona e altre cil,
1
là,
1
ed attraversò lo stato ecclesiastico per
andare a Napoli, e l'imperatore Napoleone I fece mantener quelle truppe dal go-
TES
ES
T
verno pontificio: in 4 mesi le spese superarono ,3oo,ooo scudi. Per sopperire a i
questo bisogno,
Papa
il
chiese a' suchlili
un'anticipazione di fondiaria, prometten-
do
il
compenso allorquando
l'avesse rein-
tegralo l'inìperaloie. Questi invece spogliò la
s.
Sede
Benevento e Pontecornon accudiva alle sue
di
vo, perchè Pio VII
1807
inaDimissibili pretensioni; nel
invadere
le
Marche
e
Urbino, nel
fece
808
1
li
riunì al regno d'Italia dopo l'occupazione diRoma,che nel 809 incorporòall'ini1
1'
invasione degli al-
jionlifìcii,
a'6 luglio Pio VII
pero, e completata
dominii
tri
fu portalo prigione in
Snvona
,
della So^Tina'là de'dominii della
Indi Napoleone blico
romano
I
disposizione nel 18
siglio
ni nazionali (>i
,000,000
,
volle
o
si
liquidarlo.
che
si
con deplorabile
limento. Restituita clesiastico a
Pio VII,
un con-
Quanto
facesse co'be-
Dichiarò di più,
dere
Roraaleredinidelgovernoeripriil pontificio, facendolo pure pre-
in
sidente della commissione di stato
nente
mò
vi è un ri 765del Discorso del
rore tipografico invece del 7
i
:
tre zeri,
ommissio-
ne certamente de'tipi romani, poiché tutti
falliamo;
quantoa qualche variante
resto noterò, che
come
Coppi, qui faccio
simile; egli
il
ivi
seguii
nel
dotto
il
terminando
a questo punto e epocali suo Discorso. Sì
può inoltre vedereLuoGH IDI Monte) franchi annui per quella porzione del debi-
pubblico dello sialo pontifìcio che aviebbe dovuto gravitare sulle Marche uuile al regno Italico. Nella liquidazione to
il
consolidalo ossia
i
luoghi di monte re-
starono quasi per metà annullati
,
colla
soppressione ordì nata dal l'ira pei a lore dei corpi religiosi e de'Iuoghi
no
pii
die n'era-
creditori. Gli altri luoghi di
si
for-
de'prelati Rusconi, Sanseverino, Pe-
dici ni, Cristaldi,
Barberi, cav. Giustiniani,
stolica, tutti
divennero cardinali). L'editto
maggio 8 4) col quale il valoroso mg."^ R.ivarola annunziò a Roma ed agli altri sudditi pontificii che Pio VII riassumeva per suo mezzo l'esercizio della sovranità, si legge nel n.°58 del Giornale de'
I
3
i
1
monte
si
Con
Prillano di detto anno.
portò
toppi, ho aggiunto
compo-
governo provvisorio: questa
il
che amministrava
alla cifra del
deputò delega-
slinarvi
taglio parlai di queste disposizioni, per er-
il
quanto
egli
fal-
loslato ec-
la libertà e
to apostolico mg.' RiKUirola per lipren-
Monte Napoleone di Milano corrispondesse alla Francia 763,000 (a Roma ossia nel voi. LIX, p. 61, ove con più detche
ristdtato, e-
quest'ultimo e mg.' Barberi procuratore generale del fisco e della rev. camern apo-
e ne assegnò pel valore di
di franchi.
ma
Sede.
s.
debito pub-
stabilì
chi beni,
quivalenle ad una specie di pubblico
marchese ErcolanijConte Parisani (tranne
esecuzione di ta-
in r
incaricato di
pagamento
al
il
il
privato
fosse dichiarato debito del-
l'impero francese, ed le
che
stabiPi
323
governo pontificio dalifior ne pagava il frutto; e per conseguenza si dimise una quantità di debito pubblico con poto
il
la
prelato abolì
i
tale editto
diritti del registro,
deva neh 808, bassò
i
beni ecclesiastici;
prezzo del sale a quanto
il
la
così
il
I
00
si
ri-
ven-
dazio del vino,
ri-
dativa sui beni rustici e urbani,
portandola per tutto gni
del-
demanio
carta bollata, e del sacrilego
lo stato a
9
paoli o-
scudi d'estimo. Indi con notifica-
soggetti zione de' 14 "13oq'° divise fra componenti la commissione di stato e altri, la direzione de'vari rami del governo provvisorio ponlificio;dichiarandoche il marchese Luii^i Ercolaiii avea le facoltà e le attribuzioni di tesoriere generale. Quando Roma nel 799 fu occupata pel Papa da'napoletani, alcessare deli
i
la
repubblica,
le
de Bourchard
ralo
il
il
Emanue4 ottobre avea dichia-
maresciallo d. a'
marchese deputalo sopra le finan16 luglio 1800 fu aggregato co-
ze; indi a'
me
tesoriere provvisorio nella congrega-
zione economica destinala alla formazio-
liquidarono alla ragione di ducfjuinlidel
ne del nuovo piano pel ristabilimento del-
valore loro originario, a leuore di quaa-
l'antico sistema di
governo
pontificio; in-
TE
3a4
TE
S
oltreavendo PioVIIne'primlclelseguente ottobre dello stesso
1800
stabilita
particolare congregazione per ljDan7a, luoghi di
monte
una
gli affari di
e altro, conipo-
S
un console
lo, e slablfi perei?)
pontificio
a Milano. Pio
VII fticoslielto dare in enfìtensi V Jirpannaggio al principe Eiigenio ex viceré d'Italia, formalo da un eti-
sia
de'3cardinaliBorgia,Carandini e Piuf-
mulo di beni
fo,
vicompreseilmarclieseErcoIani, e per
di
pubblicò
nelleMarche. In-
ecclesiastici i
celebri moto-propri sull'or-
amministrazione pub-
segretario n)g/ Lante,come già accennai, Rientrato trionfalmenteinRoma Pio VII
ganizzazione
a'24 maggio, non solamente
confer-
A'gr/z7"o/;7^y;Oj7o//t7/f e riparto lerritoria-
prelato
le,
mò
ma
l'incaricò,
gli
nominò
poi lo
dell'
Delegazioni e
blica, classificazione delle
e sul
nuovo codice
di
procedura
civi-
e tesoriere generale, senza cbeavesse fat-
le; oltre le provvidenze sul catasto e sul
to precedente cartiera prelatizia, e riuscì egregiameute.Si legge nel n.°94*^'^l^"^" rio di Roma deli8i4>cbe a'28 setteinbre, dopo che il Papa avea formalmente dichiarato camerlengo il cardinal Pacca,
censo, facendo restituire *'
a'iuogbi
pii,
spettavano;
fissò gli
onorari e stipendi di
tutti gl'impiegati, di
e
formò
la
beni invendu-
i
e a'religiosi e religiose cui
troppo accresciuti,
cassa delle giubilazioni.
A'27
recò nelle stanze di giudicatura
settembre 1819 Pio VII creò cardinale
dello stesso palazzo apostolico, ricevuto
l'energiconig/ Guerrieri, eglisostituì nel
questi
per
si
congratulazioni da tutto
le
tribù-
il
nale della camera. In questa occasione
il
tesorierato provvisoriamente, le praticarsi
come
suo-
vacanza del
nell'assenza
te-
giuramento dai due nuovi membri della medesima, mg.' Er-
soriere,mg. 'Pier Maria Gasparri coramis-
colani tesoriere e mg.' Cristaldi avvocato
dendo la nomina del nuovo temporaneamente avendo
cardinale ricevè
fiscale, a'quali
il
consegnò
corazione della cappa l'ordinario
in seguito la de-
e del
rocchetto (per
rocchetto non è proprio del-
il
l'avvocato fiscale:
il
Cristaldi era
anche
avvocato concistoriale). Nel concistoro deirS marzoi8i6 il Papa creò cardinail quale però Io li il Laute e l'Ercolani pubblicò a'22 luglio. Allora il Papa elesse tesoriere mg.' Cesare Guerrieri Con,
CY7gY7,
sotlo
ch'era
il
commendatore
quale
si
di
s.
Spirilo,
operarono pure quelle co-
se che notai a Milizia pontificia, leuen-
do proposito le
appena lo
delle guardie doganali, del-
guardacoste edelle scorridore.Pio VII,
si
resliluitoalla sua sede, tiiltoquau-
occu[iò a rimediare
seguenze
di tante infelici
riordinamento degli e
sì
le
civili,
disastrose con-
vicende, ed al
aifari sì ecclesiastici
avendo ricuperato anche
le le-
gazioni,IeMarthe,TjenevenloePoutecorvo alla sovranità della s. Seda. Riconob-
be il debito pubblico al modo che narrai a Luoghi di Monte, e come ivi pur dissi,
istituendo
la
direzione generale del de-
bilo pubblico, dipendente dal tesoriera-
sario generale della rev.
camera, sospentesoriere. Conil
Papa
rivol-
to le sue cure alla rettificazione del siste-
ma
della finanza e al miglioramento delmedesima, senza ricorrerea nuove imposte sopra sudditi, nominò una commissione consultiva, la quale, senza aver la
i
parte nell'amministrazione corrente atIribuita al
disimpegno
di
mg.' commis-
sario funzionando pel tesoriere,
passe di proporre
le
si
occu-
provvidenze oppor-
lune tanto a rimuovere gl'incon venienti che potevano esservi slati introdotti dalle vicendede'tempi, quanto a rendere più utili all'erario le
ma
sue risorse con un sisle-
adallato alle circostanze,
come
si
e-
sprime il n.^So del Diario di Roma dei 18 ig. Nell'annoseguenleil Papapromosse a tesoriere generale l'ottimo suo uditore mg.' Belisario Cristaldi, il quale nel governo provvisorio pontificio del i8i4
avea fatto parte
di esso, essendogli stati
allldati lutti gli alTari
governo e
Roma,
dipendenti dal
buon
della beneficenza pubblica di
inoltre facendo allora parte del-
l'amministrazione de'beui ecclesiastici: di
TE più
TE
S
Papa l'avea invialo a Milano per
il
compone
pubbli-
gl'interessi del debito
co, contralto sotto
il
regno Italico. Miglior
non potevasifare: fu il modello dei un complesso di edificanti vir-
scelta
325
S
rebbe formato un fondo cospicuo da estinguere il debito pubblico perpetuo in pochi anni: il Papa ne adidò l'amministrazione al tesoriere, che consegnò alla casfondi stabili assegnali, per cui in
tesorieri,
sa
tù, e poi fu vittima dell'indel^issa fatica.
anni potè
i
l'
due
ammortizzazione acquistare
Per lecuredi mg.' Crislaldi sotto Pio VII
rendite consolidate per 37,000 scudi di
s'incominciò l'erezione dell'odierna bor-
capitali.
gata di Fiumicino (di cui a Porto) e sua
dei debili delle
chiesa, fabbricati compili nel seguente
disposto da Pio VII
pontificato. iNeli822 incominciarono di-
2,081,000 scudi, tranne lecomuni delle legazioni, Leone XII nel 1826 die a'crediloriallretlanli beni delle comuni mede-
versi potentati co'Ioro IMciiiov anellini^ a
insinuare
a'
Papi, che nell'amministra-
Essendo
,
dello stato, pel
restando vene per
zione civile introducessero un sistema più
sime, ed a queste restituì
spedito e conforme a'tempi ed alle bra-
Fra'progetti di riforma che
me
geva
di
morte
gran parte de'sudditi. Invece di
Pio VII
alla
cardinali zelanti dei
i
1823 conLeone XIF,
i
in
una parte
stata estinta
comuni
sopravaozati.
i
il
mente, eravi quello
dazi dell'annua
somma
Papa
vol-
di ribassare
d'un milione di
sistemi antichi, a' 2 8 settembre
scudi, cioè circa la 7.^ parte, per cui ribas-
tribuirono all'esaltazione di
sò d'un 4-°
tassa fondiaria o dativa rea-
la
energico, vigile e fermo. Questi avverso
ledi quasi4T'0,ooo scudi
alle novità civili introdotte dal celebre
to allro notai nel voi.
cardinal Consalvi segretariodi stalo,ete-
nella speranza di
nace degli antichi usi, intraprese immediatamente a riformarelo slato; ed inlanlo tolse o diminuì alcuni dazi minori, e dipoi emanò un regolamento sulla direzione generale delle dogane. Incendialo il
risultati delle
7e/7/yj/ofA.j della basilicaOstiense, ne or-
minuzione
dinò
nuo
la
riedificazione simile all'aulica, e
uel la congregazione che istituì per vegliar-
ne l'esecuzione
vi
comprese
colla qualifica di deputato.
il
tesoriere
Promulgò uu
moto-proprio, col quale molle cose nuove dispose, cambiò in parte le leggi di successione e quelle di procedura civile,
derando
le
mo-
tasse giudiziarie; concesse la
facoltà d'istituire (klecommissi e
geniture perpetue
,
primo-
anche con piccola le femmi-
airanno,equan-
XXXVIII,
compensare
riforme del "iqanlesco im-
sproporzionato allo stato e
Non
ze.
me
alle circostan-
essendosi elfeltuate
le utili rifor-
dal suo zelo prescritte, per detta didi rendita
ebbe origine l'anProcurò
deficit del pubblico erario.
di restringere l'esorbitante
grimpiegati,ediobbligare
numero dead una
gii altri
esatta osservanza de'loro doveri; e sicco-
me
a vea ricevuto frequenti reclami con-
tro
la
condotta di alcuni impiegati pub-
blici, istituì la
congregazione
numero
credesse suflicienli in ciascun
il
prede-
dovendo
procedere in tutte le sue operazioni col più stretto segreto, incaricandola altresì di
Leone XII la fondò e le applicò beni slabili dell' annua reudita di scudi 55,000; quindi vi aggiunse altre rendite, fra le quali quanto l'erario successivamente avrebbe risparmiato per la morte dei peusioaali italici^ laonde col tempo si sa^
di vigilan-
za per sindacarne la condotta,
ne dotate fossero escluse dalle successioni. Non essendosi elTettuata la cassa d'ammorlizzazioue ch'erasi proposta
67,
pianto fatto uel precedente pontificato,
quantità di beni stabili, e che
cessore,
p.
l'erario dai
proporreil
degl'impiegati che ufiizio,
per
sopprimere superflui, punire colpevoli e premiare gli onesti e benemeriti. A. tale congregazione vi annoverò pure il tei
i
soriere, e la descrissi nel voi. p.
68. Riformò
stolico,
le
XXXVIII,
spese del palazzo apo-
ed equamente aumentò lostipen-
diodi molti famigliari pontifìcii. Soppresse l'appalto delle polveri, abolì la fida, e
TE
3^6
TES
S
Commise
lo tassa sui geometri.
le di porre in riserva una tiente per formare
il
somma
sulli-
nucleo d'un tesoro
come accortamente a vea
(!i
camera
gli
alfaridi pubblica amministrazione. Pe-
nella revisione de'conti, e ne-
fat-
lò ciò eseguì dopo aver innalzato alla por-
pora mg."^ Cristaldi a' 1 5 dicembre 1828, the sino dal 1826 a vea segreta mente creato cardinale; surrogandogli degnamente ujg.'^ Mario Mattei canonico Vaticano e segretario del buon governo, che meritamcntegodeva lastimae la fiducia del car-
fosse costretti ricorrere a pregiudi?.ie-
.si
menti, sul metodo da tenersi da'cliiericj
sagaceSisto V, acciò ne'bisogni non
to
il
a! tesorie-
voli prestiti.
lalo da
Del macello pul)blico
Leone XII
edifi-
parlai nella biografìa.
rVeliSay ilPapa fece eseguire un nuovo rijiarto territoriale, dal
quale risultò che
la
LeoneXII
popolazionedelIoslato,chenel i8 Cera di
dinal Guerrieri. Considerando
2, 4^5,000, erasi
gl'inconvenienti che derivavano nella di-
i
td
istituì la
Roma.
aumentala 32,592,000,
presidenza della
Indi nel
i
Co///r/rtY/.
/Zi'
828 pubblicò un moto-
proprio suir amministiazione pubblica,
non che per quella
de'soldati pontificii,
caltrosuIlegiubilazioni.Nell'intendiraenlodi eliminare
il
pernicioso vagabondag-
membro
jaggiare poi
le
il
tesoriere.
manifatture
Ad
gli ecclesiastici
e
alla prosperità nazio-
Con moto-proprio
del
primo
luglio
1827, Bull. Rom. coni, t.17, p. oG, e iliretlo al tesoriere mg.^ Crislaldi, Leone XII concesse la soprintendenza gene1
rale cointeressata colla
camera
apostoli-
ca a favore di Pietro Fumaroli, del dazio di lutti
i
generi di consumazione, che
s'introducono tanto
alle
porte di
Roma,
quanto alle dogane della Grascia, di Terra, di Ripagraude, di Ripetla, e del nuovo Porlo Leonino alla Lungara, per un novennio da intendersi cominciato dal i.^genuaio di detto anno.
formare ancora
il
modo
Amando di
di tenere
delie finanze, che pei' l'innanzi era
i
ed
gennaio
tesoriere, 1*8
il
82t) dichiarò n)g/Mattei anche pro-pre-
sideute delle ripe.
Altre notizie
pelato di Leone XII
sull'
o»
pouno trovar-
si
avvertenza che ripeto pe'successori e-
di lana, di se-
pubblici impiegali a preferirle alle este-
per contribuire
1
nella biografia e negli analoghi artico-
suoe-
nale.
te delle ripe,
li,
eccellenti disposizioni, eccitando a
re,
chierico di
la
emanò
i
il
.)
ta e di lino nello stato pontificio,
sempio particolarmente
vere, tra
inco-
gio, istituiia commissionede\S'//.só7V//.''(/
e uè fece
Tecamera presiden-
visione dell'ingerenze sulle ripe del
ri-
conti
molto
184^ Annali
ziandio. L'annalista Coppi sino al in
che arrivano
(V Italia
,
suoi encomiati
i
fornisce moltissime e utili no-
zioni, delle quali
1829
profitto.
A'3i marzo
fu eletto Pio Vili, e per la solen-
nità del possesso fece pubblicare dal car-
dinal segretario di slato, che
mg/
Mattei, fra
pubblicherebbe
le altre la
nuova
il
tesoriere
cose benefiche, tarilìli
dogana-
le
corrispondente a'bisogui dello stato, e
in
armonia co'movimeuti dell'industria commercio; che preparava mezzi
e del
i
occorrenti all'erezione nelle provincie di (|ualche stabilimento per
le
manifatture,
maggior consumazione; che assegnerebbe premi per incoragdi cui
si
verifichi la
giare la pastorizia, specialmente cavalli-
na e pecorina, e perchè
si
traesse vantag-
gio da que'fondi non propizi alla coltura de'cereali; e che fisserebbe le
nuove piantagioni
un premio
di olivi.
Il
al-
Papa, mos-
confuso, a tale effetto per mezzo di mg.'
so dall'esperienza, soppresse la congrega-
AnlonioTosti suoincaricatod'aftari inTorino, potè conoscere il metodo che osservava il Piemonte. Indi affidò la riforma di
zione di vigilanza, che a vea Leone XII
quest'importante
ramo al cardinal Guer-
rieri, già tesoriere e
suo antico amico, e
co'di lui cousigli pubblicò nuovi regola-
liiita
per vegliare
g
ed altre
iti,
la
isli-
condotta degl'impie-
istituzioni dello stesso pre-
di'cessore. Intanto le sette
facevano sfor-
una terribile rivoluzione, onde prevedeva forse di soggiacere a deportazione.
zi [)er
T E
T
s
n:
327
s
che rese gloiiosi Pio VI e Pio VII; dai»poiché lo spirito ile! secolo, propenso da
rasi
molli anni a libertà, continuava a tuinac-
Ferrara, Ravenna e Forlì, per
ciare gli antichi governi, ed esplose disa-
eia
strosamenle
in Parigi, nel Belgio, in
Po-
Ionia: tutta
Europa
fermento
e in
agitazione, per
fu in
turbolenze suscitate dai
le
Frattanto la tarififa daziaria fu pubblicala per favorire l'industria e le manifatture indigene, non che le produ-
settari.
zioni territoriali, riiriuovendo l'arbitrio e la parzialità si
stabilì
il
e per base della percezione
;
peso e
la
misura. Si promul-
garono ancora regolamenti macinato, per togliere
sul dazio del
abusi e
gli
le ves-
moto-proprio fu dato un regolamento all'amministrazione delle poste pontificie, Menti e Pio Vili vedeva sazioni; e con
ininiinente
lo
scoppio di politica iusnrre-
novembre
zione, riposò nel Signoie a'3o
te repressa. Mi» siccouie la rivoluzione e-
propagata nelle legazioni
di Hologiia, la proviti-
d'Urbino e l*esaro, per le RLirche e per l'Umbria sino a Rieti e ad Otricoli, faziosi
i
vuotate tutte cjiiante
governo, ne riscossero poi
ducendolo
le
le
casse del
rendile, ri-
ne'piìi estremi e disastrosi bi-
sogni, ondedall'imperiosa necessitàfucostretto riparare a tanli mali co'grandi sa-
che andrò accennando, e che dele finanze pontificie, che già trovavano nella deficienza. A tanti in-
grifizi
p;iuperarono si
fortunii debbonsi
deirUnd)ria,
le
aggiungere
i
terremoti
inondazioni e altre pub-
bliche calamità che gravitaronosull'esausto erario.
Il
Papa sino dal 3 febbraio con i
tesoriere mg.' Maltei,
notificazione del
coerentemente alle benefiche intenzioni da lui stesso pi^mulgate il g, ordinò l'ef-
i83o. La sede vacante send)rando prò-
fetluazione delle provvidenze
pizia a'faziosi per suscitare turbolenze, le
dal predecessore per migliorare la condi-
loro
manovre dierono
al
collegio,
s.
ma esso
serie in(|uielbidini
sventare una
riuscì
trama,che avea perfine l'abbattere il governo pontificio, e fondare sulle sue rovine un nuovo regno
d'Italia.
A'a febbraio t83i,ia
sì
trepidante e
zione dell'industria e del commercio, ed
una modificazione
la {ima àaila del peso del pojwlo roiuano o emolumento del peso j incoraggia-
menti pe'tessuti i
di
tura dello stalo pontificio fu eletto Pa[)a
sorii e di ferriere,
vi opificii e
di seta, cotone,
Parma, di Modena e della Chiesa. A Modenafu anticipata la rivoluzione nella serade'3; nel dì seguente cominciò in Bo-
eie; pe'quali
si
ne giunse
dilatò per io stalo ponla
notizia in
Roma
a'\
^febbraio, ove erasi tentata nel dì precedente, e quindi successero
senza
effetto.
altri tentativi
Allora Gregorio
XVI, dopo
avere pubblicato esortazioni piene Dignità e d' indulgenza
,
di be-
ordinò energici
|u-ovvedimenti,ecolla sua fermezza e
l'o-
perosilà del cudinal Cernetti pro-segretario di stalo,
non che coU'intervenlo pò-
deroso degli austriaci,
la
rivoluzione per
tutto lo Stato ecclesiastico fu
pronlameo-
lana nazionali, e per
proprietari e intraprendenti di forni fu-
Gregorio XVI, quando il comitato italico di Parigi già avea diramalo le islruzioni per sollevare nel giorno 5 gli stati di
logna,etostoa'5
della vigente larilfado-
ganale; l'abolizione per tutto lo stato del-
spaventevole situazione, per buona ven-
tificio,e
emanale
diminuito
metà
il
il
ed
agl'istitutori di
nuo-
manifatture principalmente
canapa e
prezzo del
lino, ec. Indi
fu
sale, e ridotto allu
dazio del macinato nelle provia-
due articoli le pubbliche rendiminuironod'annui scudi65o,ooo, conìe riporta il Coppi. Sebbene bisogni incalzantiMell' erano esigessero soccorso e non perdile, tuttavia per la forza delle circostanze, e per avere faziosi diminuidite
i
i
to
i
dazi nelle provincie rivoltate, per ai-
Iettare
le
altre a fare altrettanto,
procedere a
tali
si
dovè
diminuzioni, onde poi
si
trovò indispensabile di ripristinare di verse imposizioni. i\el
tempo
stesso
il
Papa 70
fece aprire le carceri politiche, e circa
individui, chiusi nella forte/za di Civita
Gaslellaua per delilti di stato, ricupera-
328
TE
lono
Confermò
la
libert?i.
T E
S l'
istituzione
(ìe'tre
milione890,ooo
della cassa d'ammortizzazione, e la pose in attivila.
gorio
Osserva
XVI di
Coppi clié Grecassaaimun-
il
,
da Pio VII e da Leone XII, ma invece di consegnarle circa 200,000 scudi all'anno,
si
dierono quasi 5o,ooo,eciò
j83r, Gregorio
Gregorio XVI concesse
XVI
i
novembre me-
riattivò e per
glio dire istituì di fatto la
congregazione composta d' un caidinal presidente,di 4i^hiericidi camera, della revisione de'^conti,
per un debito pubblico perpetuo cbe già ascendeva al ca[)ita!e di 20,737,000 scudi. INel luglio
nn
scudi. Con editto del car-
dinal segretario di stato de'2
faltoislituì tal
ziata
S
milioni l'erario percepì soltanto
4 signori
di
un
segretario, acciò» rior-
ramminislrazione delle rendile
diiiasse
l'a-
diverse città dello stalo
laici di
pontiticio,edi
un piede semplice eben
mnistia, e quanto a'profughi ne eccettuò
dello stato sopra
38; pubblicò l'ordinamento delle comu-
combinato, onde ciascun ministeroconoscesse, amn)inistrasseda se solo e fosse re-
nità e delle provincie. Indi
approvò
l'è-
iezione della camera di commercio di Ro-
sponsabile
majemanòi regolamenti per l'ord inamen-
e di spese, e fosse soggetto
lo giudiziariodi
ilella
propria tangente di fondi
ad una continua
sindacazione. In questo lavoro
proceduracriminale eci-
la
congre-
Intanto colla rivoluzione e col ristabilimentodell'aulico governo diminuirò-
gazione determinasse con precisione qua-
uo naturalmente le rendite, e crebbero di molto le spese dello stt^o. Quindi ven-
provinciali eie comunali; prescrivesse e-
vile.
ne
la necessità dell'alienazione
ziaiidio
i
le
spese dello slato; le
un metodo veramente nitido con
cui dovesse tenersi la scriltura di
de'beni e
dell'aumento del debito publ)lico. Fino dal febbraio quando rivoltosi minaccia-
dovessero essere
li
le
tulle
computisterie pubbliche. Delerminassie
inollre
metodo da
il
tenersi nella
forma-
vano da vicino Roma, il governo esseudoin eslrerai bisogni, a'2 i vendè al prin-
zione della tabella preventiva generale e
cipe Borghese
dello stato. Questi
i
beni che avea nel terri-
torio di JNelluno per
400,000
scudi.
Di-
gli altri beni che erano rimasti. RistabiPi il quarto deltassa fondiaria diminuita dal 1826, e
del bilancio generale d'introito e di esito
di essere stati
due documenti, dopo
esaminati ed approvati dal-
congregazione,
comunicassero a'car-
poi mise in vendita tulli
la
gli
dinali ed a'capi delle pubbliche amniini-
la
per cui d'allora
in poi
il
r/<'/?c7V
dell'era-
slrazioni.
si
Questa congregazione nel di-
siinpegiiare
le
proprie attribuzioni aves-
Concesse ad una società l'appallo cointeressato de Sali e 2'abaccln (J .) per 12 anni, coli' annua
gliorametiti, cheoltre
corrispostadi 785,oooscudi, poi aumenta-
gorio
XVI,
taa 1,060,000, prendendo intanto un'an-
portò
la
5oo,ooo scudi. Chiese ai sudditi un prestito di 5oo,ooo scudi da restituirsi in ioannicon un fundoparlico-
mo
rio era slato progressivo.
ticipazione di
lare d'ammortizzazione stabilito dal Pa-
pa.
Ma
lullociònon essendo sutlicìente
ai
bisogni incessanti dell'erario, sul finedel-
l'anno contrassecol banchiere Rolhschild
un debilodi Iremilioiii di scudi, da estinguersi con un fondo d'ammortizzazione dell'unoperi 00 all'anno, lldebito fu contratto al 65 peri 00, sull'intiera souima colla provvisione del 2 per 100. Quindi
se la
cura
proporre
di
al i
sovrano que'mi-
prescritti potesse-
ro aver luogo." E' notissimo
come Gre-
che nell'instancabile suo zelo
sua attenta vigilanza
di pubblica
immense cure
in
ogni ra-
amministrazione (tra
dell'
le
apostolico ministero
che fcirmauo epoca gloriosa negli annali della Chiesa), accuratamente esaminava i
lavori della congregazione di revisione,
ed esistono presso alcuno tuttora perfino i
calcoli
che di suo pugno faceva
a parte, siccome profondo
aritmetico, e
li
in foglio
matematico e
custodisce con venerazio-
Le legazioni di Bologna, Ravenna e Forb, rimaste in opposizione al governa di Roma, uou sembrando loro sulHcieune.
TES
TES !e
ti
riforme promulgale,
neh 83a
iimal-
fomentalo cla'neiuici dell'ordirappieseiitaune si aumenlò; menile li d'Austria, Francia, Prussia e Piussia j)iesso la s. Sede, lodavano le leggi emacoiitenlo
i
nate e
Le
le
disposizioni prese dal
milizie pontifìcie
rono quindi
Padre.
s.
ed austriache entra-
nelle legazioni, per presidiar-
le e ristabilirvi l'ordine,
ed invece i fran-
360,000. Per
329
tanti dispendi crescendo
governo prese ìu
le ai>guslie dell' erario,iI
100,000 scudi dal principe di Piombino ; mise in vendita tulli (ondi canoni aprustici e urbani, come anche prestito
i
i
partenenti alla rev. camera, tranne pagarsi nella vigilia di
lili
torizzò
ghi
i
debitori de' canoni verso
Roma
pii esistenti in
i
so-
Pietro; au-
s.
e nella
luo-
i
Comar-
cesi vollero
occupare Ancona, onde il go« no fece una piotesta. 11 Papa esaurite vie della dolcezza j)aterna, a' 21 giu-
ca a poterli redimere, sborsandone
vci
pitale al pubblico erario,
il
vrebbe poi indennizzalo
creditori, col-
maggiore
l'aumenlare a loro favore
le
gno emani) contro
i
ScoDiniiirii (/
la
ribelli
.)
de'domiuii della
specialmente quelli dinìorauti
s.
in
tata dal u.°
Anco-
sizione sui beui del clero dal 2 al
lodnniloue l'eccellenza delie virtù,
tei,
la
cordiale sua divozione alla sua perdona e alla
e
s.
Sede, l'opera con
premura
ne
somma
integrità
iinpicgata nell'amministrazio-
dell'erario. Egli
con
siiigolar
esempio
fu tesoriere di 3 Papi e ben amato,
Il
1
00
sulle pensioni. Aumentò
vaurtute alcuni dazi, eh' erano
minuiti negli anni precedenti; né ciò es-
prestito di Ire milionidi scudi al la
a due sedi vacanti e conclavi, e di conseguenza all'elezione di due nuovi Pa[)i, nou che alla tremenda rivoluzione che pose a soqquadro lo stato pontificio e lo rovinò, e Dio sa quando potrà risorgere dalle condi-
due per 100 (secondo
il
tre milioni
ni di
scudi.
Gregorio XVJ,
camera
a pregiudiziodella
Papa per
ritò la fiducia del
l'esecuzione
ed
ora è sollo-decano del sagro collegio
vescovo di Porlo e (Iella
s.
,
PaUììna, e preletto
segnatura. Per tale promozione siu
benho
commissario geueraledellarev. camera rag.' Vannini sulludato. A frenare le trame delle a fire
da pro-tesoriere
il
società segrete,uelle legazioni e nelle iMar-
che fu tificii
istituito ;
ed a
il
corpo de' volontari pon-
compimento
della sicurezza
Lo
rilo del secolo.
che
1
Inghilterra,
apostcjliea,
noa
ristabilire ìu al-
mente invialo
a
anquale avea nuova-
stesso consigliava la
lloma un commissario,
nella persona di G. H.
calo ste
d'ail'ari in
Seymour incariAmbedue que-
Toscana.
potenze a viebbero poi desideralo, che
l'Austria appoggiasse colla sua influenza i
loro consigli.
fermamente
Ma
di
Gregorio
riori concessioni, certo
lissime conseguenze che
vuto per
XVI
ricusò
condiscendere ad ulte-
mento de'due reggimenti scudi 5oo,ooo, manleiiitneulo uè costò poi annui
concessio-
siderato q(jalche altra concessione allo spi-
e per altre parli
il
le
cune Provincie pienamente la tranquillila pubblica. Quindi la Francia avrebbe de-
pubblica furono presi a soldo due reggimenti svizzeri. Si spesero per l'ordina-
p
nominale, de'
tutti isagrifizi falli
furono punto sudicienti a
della sue ultime particolari volontà,
contralto de'i5i
Tulle
vicende politiche. Inseguito
divenne presidente de' Su.ssidii, Segretario per gli allari di Slato interni, me-
mez-
e
entrarono nell'erario pontifi-
2,o58,ooo
cio
72
provvisione del
somma
agosto) suUinliera
zioni filali in cui sin d'allora lo posero le
cardinale
nuo-
stali di-
sendo sudlciente a'pubblici bisogni, contrasse col banchiere Rothschild un nuovo zo percento: dedotta
il
o per
per 100 sul soldo degl'impiegati, e dal 3 air"8 per
trovò
si
i
100. Ordinò una ritenzione dal 2 air
il
tesoriere mg.' IMal-
il
debito pub-
blico.
1
pa creò cardinale
il
governo mise inoltre un' impo-
Sede,
832 con allocuzione ripor07 del Diario di Roma, Pa-
na. A'a luglio
i
ca-
il
quale ne a-
che avrebbero a-
lo slato pontificio,
d'Europa,
per
i'
Italia,
(juelle fata-
vedemmo appun847, 848
tino verificate ne'mcmorabili
1
1
TES
TES
33o
e 1849. L'Austria nella sua snggezzn liiiiilossi ad insistere pel perfezionamento di
ezinnclio a dare alle
quanto
canibiiitnenti futuri, senza
\iò in
erasi disposto, e per tal elTello in-
Roma
lispettabile conte Giusep-
il
peSebrcgondi
di
Ccmio delegalo
tova (che visi trattenne sino dei
al
M^n-
di
principio
836), per somministrare consigli fieamministrativi al governo pon-
1
ii'.in'.ieri
lilicio,
ed insieme per fare testimonianza
de'iniglioramenli che opera vansi dal goin ciascun
no pontifìcio
vei
ramo
di
pub-
redi stabilità che
medesime uncaratte* mettesse al sicuro da
le
impedire
A quell'epoca
perfezioni, ec."
ntili
tesoriera-
il
to avea, oltre l'avvocato fiscale e
il
com-
missario generale della rev. camera, il segretario generale nella persona di d, Gi-
rolamo Galanti
di Valmontone, e la comAngelo Galli computista generale della camera, di visa in parecchie
pnlisteria con
Comprendeva
sezioni.
inoltre
il
tesorie-
blica amminisfrazione,civiIe efinanziaria,
rato l'amministrazione generale de'lavori
seall'bigliilterra:'5Cbe
Quindi l'Austria dichiarò tra le altre codopo il 1° ingres-
strati
so delle troppe impeiiali nelle legazioni,
dello stalo e gli abbellimenti pubblici, col
e la violenta
occupazione d'Ancona delle
truppe francesi,
il
gabinetto austriaco a-
veva riconosciuto tulio
il
valore della 0-
idraulici camerali, col consiglio
vo e
il
consiglio d' arte;
consiglio d'arte;
la
di
consumo,
ammini-
fabbriche
congregazione del cen
so;Ia direzione generale zi
le
delledogane eda-
co' regolatori delle
doga
pinione matiifeslata dal governo pontifì-
ne;
la
direzione generale del debito pub-
cio,che qualunque nuova concessione ac-
blicò;
l'amministrazione generale del boi-
cordata dal governo, tanto sulle prelen-
lo e del registro, e dell'ipoleclie;
sioni de'snoi sudditi malcontenti,
una domanda straniera
to sopra
ner
quan-
le vie
l'ammi-
lustrazione de'sali e tabacchi; l'ammini-
fatta
slrazione delle saline diCorneto, de'boschi
diplomatiche, fosse derogato-
edelleforeste; l'amministrazionegenerale
sarebbe, almeno apparentemente, eslorta colla forza delle armi; e che nel
1' amministrazione generale cameraledella stamperia, calcografia e cartiera. Volendo Gregorio XVI stabilire
fitto di concessioni fondate sull' inter-
de' provvedimenti speciali
fazio\enlo armato di uno straniero, troverebbero un precedente, del quaie non mancherebbero di prevalersi, per
ria generale,
ria all'indipendenza del
sovrano, al qua-
le
i
fii
vere altre concessioni, col mezzo dell'apiielloall'estero.
Questo mododi vederees-
seieslalo francamente comunicato
\erno francese ed
a quello inglese.
go-
al
Es-
sersi a loro indicate le concessioni delle
quali f.to
si
come pericolose per recome sorgenti immancabili-
trattava
d'Italia, e
il
turbolenze permanenli negli stati ne' quali erano state ammesse, l'enelratoda
(li
questa persuasione,
la
propria coscienza
avrebbe più [)ermesso all'imperatore Francesco di tenere un altro linguaggio col santo Padre. L'Austria però non avere tralasciato nel tempo stesso d'im-
iion
1
pegnare
il
sommo
Pontefice, non solo a
perseverare nell'intera esecuzione delle dibposizìuni legislative di giàpubblicate,
ma
de'Iolli;
dinali
manifestò
il
perla tesoreprogetto a'car-
DeGregorio, Zurla, Macchie
Lam-
dopo maturo esame e discussione furono unanimemente approvate a' 26 novembrei 832 le seguenti disposizioni (che compendierò, meglio potendosi dettagliatamente leggere nella Raccolta delle Ici^gi, di cui vado a fare ricordo), e si convenne di commetterne l'esecuzio-
bruschini, e
ne all'abbate Galanti segretario generale del tesorierato, profondo nelle scienze econoiniche (e quale 1' encomiò il n° 35 del Diario di Roma del 83 8). i. La le1
soreria generale
si
compose
di
due prin-
cipali dicasteri:' della segreteria
edella depositeria.2.
nerale
come
si
generale
La computisteriage-
trovava fu disciolta, confer-
mandosi peròil computista generaleGalli, che poi ilPapa fece cavaliere. 3. La compulisteria propiiameale della camera, ossia
TES
TES scriltura generale di tulle le rendile e
ili
tulle le spese dello stalo, cioè la divisio-
33
r
generale della camera. 17. Fu slabililo un regolamento per cura del deposia
passòalla dp[)osileriadeIlacauiera.
sitario sulle categorie d* introito e esilo.
4. L'altra parte delia disciolta
computi-
sleria fu riunita alla segreteria
generale,
Seguono le parziali incombenze e sistemi d'ognuno de'nominali. Inoltre fu dal Pa-
9/
ne
onde far parie integrale della medesima, 5. Alcime aziende che si ritenevano dalla computisteria, e che per la loro indole erauo estranee a un dicastero centrale, si nnidarono ad altre particolari araministi
azioni. 6.
gcnei ale
segreteria della tesoreria
dithiarò centri) diluitigli af-
si
residente presso
firi, e j::!e.
La
La
7.
il
due
segreteria fu stabilita in
cìivisionijuna costituente
segretariato,
il
contdbilità. 8. Ciascuna divisio-
i'iillra la
lìcsi ripartì in
ro sotto po. 9.
tesoriere gene-
la
La
dueo
p\h sezioni, tutte pe«
dipendenza del rispettivo ca-
depositeria generale
si
dichiarò
oeiilio di tutte l'esigenze, e di tutti
pa-
i
gamenli di lutti rami d'introito, come di tutti rami d'esito, io. In conseguenza i
tuiti
i
imposte dirolle o indirette, ed altri si verseranno uella de-
e
lii
prodotti delle varie amuiinistrazio-
intrulli ^Lia'uiKjae,
camera, come dalestingueranno mandati di
posi feria generale della
medesima si pagamentoqualunrpie
la
lilragga.i
i.ll
i
sia
dicasterosi
il
dicastero che
composedel de-
positario,delcassieregenerale,deirispettore,del ti
compulista generale. 12. Tulli idei-
ministri di
nomina sovrana,
e l'ispettore
a proposizione del tesoriere. i3.
denti dalla depositeria
Dipen-
dichiararono
si
gli
amministratori camerali delle provincie. i4-
depositario della camera, sotto
Il
gli
pa disposto, che al ."dicembre d'ogni anil tesoriere generale invierà al depor
no
camerale
sitario
tabella generale pre-
la
venliva degl'introiti e delle spese dell'an-
no successivo, approvala dalla congregazione di revisione e sanzionala dal Papa,
Che
ogni dicastero che trae mandali sidla
depositeria,
debba inviare ad
essa l'origi-
naie tabella parziale del proprio dicaste-
Che
ro particolarizzala.
vi
saràpureuno bime-
speciale preventivo frazionato a stri,
indicante
la
quantità de'fondi occor-
rentinei corso loro, onde
il
tesoriere a re-
{azione del depositario assegnarne lequo-
Che
le a ciascun dicastero.
di
il
depositario
concerto col tesoriere faccia verificare
lo stato delle casse;
edenunzi
missario generale
debitoii motosi, pegli
i
a
mg.'^com-
opportuni provvedimenti onile cosirin-
pagamento. Che
gerii al
tesoriere generale e
no sa
verificare
ogni mese
in
due mesi
si
denaro esistente nella
Che
in
al
tesoriere e poi al-
congregazione di revisione. Che il
cas-
ogid
un consuntivo l>ime-
facesse
per solloporsi
gnianno
il
depositario dovran-
generale delia depositeria.
.strale,
la
il
il
in
o-
depositario della camera, den-
tro l'epoca prescritta, facesse anch'egli
il
consuntivo o bilancio risultante dalla sua scrittura generale.
mente
in tutto
XVI,
il
Siccome progressivaGrego-
pontificato di
ordini del tesoriere, dovere invigilare con
rio
responsabililà l'andamento regolare
Raccolta delle leggi e dispoiizio/ii di pubblica amministrazione nello stato nort??y7czo, nella medesima e meglio si può leggere, non solamente le indicale disposizioni riguardanti tale nuovo ordinamentodel tesorieralo e de'suoi odici, ma quanlo altro venne in seguilo ordinato nel medesimo pontificalo, sia nel finanziarioche
dicastero. i5. Al depositario
si
«lei
riservò la
corrispondenza cogli amministratori ca-
meraliecon
altri cassieri delle provincie,
dovendosi firmare anche dal computista, il quale rappresenterei il depositario quan-
do non
trovisi in ulOzio.
dato
titolo di cassiere
rale,
il
dovendo continuare
pcsiti la
1
come prima,
cosi
depositeria ebbe
il
6.
Al cassiere fu
generale camea
prendere
i
de-
ilcomputisladeltìtolo di
computi-
egli volle la
pid)blicazione del-
la
nel civile a vantaggio de'sudditi.
rieralo quindi fu da Gregorio lilicato
il
luiuislero
iu cui
si
Il
XVI
teso-
qua-
concentra-
T E
332 no
tulli
rami delle
i
e dal quale pai le
T ES
S
publjliclie rendile
iiioviniento di tulli
il
fondi di'stinati a supplire stalo.
Che
bisogni dello
sali e
tabacchi, alle saline di Ostia, Cor-
esamina nella
neto,
Cervia e Comacchio
i
esso riunisce ed
i
macinati^ dazi di consumo, ed altre privative camerali, unitamente allaregmde'
;
all'appalto
Roma,
sfera delle sue attrìbuzioui tulle le con-
della neve e ghiaccio di
labililù de' diflerenli dicasteri, direzioni
bufale, ed ancoraggio nel Tevere, pedag-
ed ainminislrazioni qualunque, che introitano e spendono denaro dell' erario.
gi sui ponti e fiumi,
Dichiarò che
tesorieralo è presieduto
il
ed
tiro delle
altri simili diritti
e privative. 3.° Del bollo, registro, ipoteche, a cui
riuniscono
si
la
percezione
da mg/ tesoriere,ed iu caso di mancanza o di assenza, dal signor assessore, che ne
delle tasse de' cursorati apostolici, e più
avere
bollo sulle carte da giuoco. L'ingerenza
fa le veci: questi
lo
speciale incari-
co di soprintendere alla segreteria, alla computisteria generale ed alla deposile-
Che
ria.
il
tesoriere era
coadiuvatoda un
consiglio di finanza e dal consiglio fiscale. Il
consiglio di finanza presieduto dal
tesoriere con) porsi dell'assessore, del
com-
missario della rev. camera, e di 3 indivi-
dui
laici
idonei di
nomina sovrana; ed
es-
sere assistito dal capo d'olllcio della segreteria generale, che ne registra e cuslo-
disce gli alti ed
i
verbali.
1
direttori del
tardi al bollo e registro fu pure unito
sulle
Paludi Pontine,
il
sui lavori idraulici
camerali, e sulle fibbriche parimenti camerali, si conservarono
momentaneamen-
nuove disposizioni. Stabilitosi da Gregorio XVI il riordinamento del tete
sino a
sorieree de'suoi di finanza e
il
per
le discipline
riordinala
offici, istituiti
la
il
consiglio
consiglio fiscale, dichiarale la
segreteria generale, e
depositeria camerale, fece
pubblicare dal n.° 97 del Diario di del
1
852. Che ripristinando
la
Roma
carica di as-
debito pubblico e della cassa d'ammortiz-
sessore del tesoiieralo, istituita già da Pio
zazione, quelli delle rendite dello stato
VI, sceglieva a quest'ollicio con biglietto
saranno
invitati a prendervi parte alle
,
op-
di segreteria di slato del
3 dicembre, d.
oltre
Girolamo Galanti attuale visitatore dell'amministrazione delle dogane e de'dazi di consumo, e segretario generale della tesoreria. Al tempo stesso volendo dare uà allestato di sua sovrana soddisfazione a mg. 'Angelo M." Vannini commissario della rev, camera, lo nominò cavaliere dell'ordine di s. Gregorio I. Così a mg. Van-
l'amministrazione delle poste e l'impre-
nini successe nelle funzioni del pro-teso-
sa de'lotli.i." Delle tasse dirette e delle
rierato Y ab. Galanti. 11 regolamento guardante il nuovo ordinamento del
portunità.
pure dal
Il
consiglio fiscale presieduto
tesoriere, formarsi dall'avvoca-
lo del fisco vice-presidente, dal sario della rev. camera, da'3
commissari
tuii
:
il
commis-
laici sosti-
computisla camerale
poteva esser chiamato a interveuirvi.Tutte le rendite dello stato si riunirono in 3 du'ezioni dipendenti dal tesoriere
,
amministrazioni camerali, in ciò che concerne la dativa sui fondi rustici e urbani,
comprensivamente
all'
imposte sulle
strade nazionali, catasti e simili;
all'
esi-
"^
sorieralo e de'suoi
29 dicembre i832
offici, fu
ri-
te-
pubblicato
a*
dal cardinal segieta-
il n.° i5 d^eX Diade'20 febbraio 1 833, che il
tario di stato. Riporta
Roma
genza de' canoni, e prestazioni nella ca-
rio di
mera de'lribuli;a
Pa[)a con biglietto di segreteria di stato a-
guardanti
i
quella degli arretrati
le legazioni e nelle gli
ri-
commissariali de'residui nel-
Marche;
alla tassa de-
acquedotti, e de'cavalli di lusso in Piu-
ma;
all'appallo
tiella
stamperia camerale
e sue di|)endenze, e delle altre fabbriche di spellauza dcU'erurio, 2.°Delle
dogaue,
vea nominato tesoriere generale mg.' Gia-
como Luigi Biignole
di
Genova, arcive-
scovo di Waaiauzo e nunzio apostolico di Firenze; e si apprende dalle JVotizic dì
Roma, che
a'2
i
marzo dichiarò referen-
dario delle dueseguatureepielalodome-'
TES
TES slieo
Galanti, conservandogli
r.'il).
la ca-
rica di assessore del tesorierato. Nello sfes-
so giorno tle'20 febbraio Gregorio divise la segreteria di stalo in nali, cioè
due
segretario di stato, ed
il
XVI
Talleria,
segre-
rabinieri, di
compenetrarono le attribuzioni della congregazione economica, di conseguenza il tesoriere si pose in immediata conispondenza col nuovo ministro. Indi si die nuovo ordinamento a* volontari pontificii, ed a' carabinieri che si aumentarono, di più fu istituito l'al-
i524
si
900
2700 ca29 uomini
di fanteria,
bersaglieri, e
marina. In tutto 17,362 uomini, con cavalli. La spesa per li\tla la trup-
tario per gli aduri di stato interni, nella
cui segreteria
Il
eii,3oo
cardi-
il
333
governo die im nuovo ordinamento alla milizia. Stabilì che vi fossero 982 uomini d'artiglieria,! 000 di caApostolico.
pa ascese a circa due milioni
di sentii l'an-
dicembre 1834 fu pubblicatoli regolamento per le casse camerali e pel con trollo,con impianto dell'ofllcio del controllo sotto la direzione di un ispettore ge-
no. A'3
I
nerale,
il
quale ora chiamasi contiollore
tro corpo militare politico de' beisaglie-
generale dell'ollicio della conliolleria ge-
spese continua-
nerale; utilissima istituzione tuttora in vi-
Intanto
ri pontificii.
vano
le
a su'Jierare le rendite di circa
un
milione di scudi all'anno. Per supplirvi si
creò un nuovo debito a'i8 selleud:)ie
l833.Ancliequesto schild nella
di, e si stabilì
così
il
fu stipulato coiiRolii-
somma
di
3 milioni di scu-
82 per 100; 2,160,000 scu-
saggio dell'
il
governo ebbe
di pagabili a rate sino al fine del prossi-
Fu
un fondo d'ammor100 all'anno sul capitale. A'20 gennaio 834 il Papa creò cardinale mg. Brignole, che rao anno.
fissato
tizzazione, alla ragione dell'uno per
1
"^
in seguito fece presidente della congrega-
zione di revisione de'conti, e degli affari
pubblica amministrazione,e poi anche
di
de' Siissì'diifF.), jiresidente della consulla di stalo
per
rito vescovo di
mente
morto benemeSabina, Indi immediata-
le
finanze,
e con biglietto del cardinal segre-
tario per gli altari di stato interni
pa
scelse a pro-tesoriere
signor Antonio
membro
jTocf//,
il
Pa-
mon-
generale
chierico di came-
gore
coraechè ben diverso dal prece-
(e
dente e con quelle attribuzioni più estese che dirò, esso è indipendente, mentre l'altro in discorso lo era dal tesoriere,peròcoa
ben preciso legolamento), separato
olfat-
to dalla segreteria e dalla computisteria
generale del tesorierato, ed esteso a i
dicasteri
i
tutti
quali amministrano rendite
dello stato ed
hanno facoltà di
trarre
manPer
dati e ordini su' fondi loro assegnati. l'ufllzio del
controllo
il
Papa nominò Gio.
Franceschi ispettore generale. Glosse Gregorio XYI a stabilire la controlleria, intesa una congregazione di carBattista
dinali,
per ottenere colla maggior esaltez-
za e precisione possibde
la
cognizione del-
lo stato attivo e passivo d' ogni
anno,
la
necessaria vigilanza sull'esame delle rendite, la precisa la stretta
esecuzione delle spese e
osservanza de'preventivi. Perciò
ordinò che presentandosi alle casse imandati o ordini, se non sono muniti del i7-
della congregazione di re-
sto del controllo, debbansi rifiutare.
Con-
visione, e presidente dell'ospizio aposto-
temporaneamente furono emanate
le i-
ra,
lico, colla li
dichiarazione che ritenendo ta-
cariche assumeva l'esercizio della ca-
)ica di tesoriere generale.
ve dato saggio di
somma
Avendo
in bre-
attività, e sin-
struzioni di mg.' tesoriere generale per
casse e pel controllo. Approvatasi dal Pa-
Banca Romana, nodi governo presso un commissario. Gre-
goiar zelo e capacità non comune, ripor-
pa
Diario di Roma de'aS giugno 834, che il Papa lo avea promosso a tesoriere
minò una commissione
generale della rev. camera apostolica, col-
gorio
la ritenzione del
lamento
ta
il
i
presidentato dell'ospizio
l'e-
secuzione del regolamento della segreteria per gli all'ari di stalo interni, per le
la
l'istituzione della
medesima,
ossia
XVI dopo
avere
neh 83
I
col rego-
pe* giudizi civili, ristabilito ileo-
.
TES
TES
334
procedura di Pio VII, con alcune nioclificazioiii, avendo promesso una nuo-
ti
va compilazione di leygi giudiziarie, per
e
rendere più spedilo
stilenza
dice
ili
il
corso de' giudizi ci-
vili, l'elFettuò con pubblicare neh 835 il Regolamento legislativo e giudiziario per gli affari civili, avvertendo che ia processo di tempo si sarebbe perfezionato. INel 835ebbe pur luogo l'appliiudila coniazione di tulle le monete in proporzioI
ne decimale, con regolamento e tariffa immaginata e compita per opera del tesoriere.
Ed
namento
inoltre fu pubblicalo l'ordi-
della giurisdizione contenziosa
nelle materie amministrative, e pel quale il
tesoriere fu dichiarato presidente della
congregazione camerale ne'giudizi amministrativi; e per ledisposizioni la
riguardanti
repressione de'contrabbandi e di con-
travvenzione alle leggi erariali
Roma,
di
nacciante chojera;
mancanza
la
morbo che scoppiò in A ncona. La Peneh 837 avvicinandosi anche iti Roma, e continuando nell'erario pontiil
ficio lo sbilancio fra gl'introiti e le spese,
governo provvide
il
agli urgenti bisogni
con nuovi prestiti. k'i5 marzo prese dal banco del piincipe d. Alessandro Torlonia un milione di scudi, ed a' 2 agosto quando già il cholera faceva strage, altri due milioni: il saggio fu discreto e al 92 e mezzo per 00; laonde de'3 milioni 1
1
l'erario ne incassò
screto saggio
soriere generale, a
tempo
il
2,775,000. Tale di-
deve
si
il
alla vigilanza del te-
quale seppe prevedere
bisogno, e prese olTerle in an-
ticipazione, con che potè otlenere silTatlo
vantaggio. Questo flagello,
mane, produsse
a'con ti abbandi,pe'contrabbandi semplici
e spese etiormi,sia per
tolse la
procedura criminale, llssando
le
come
tutte le
altre grandi pestilenze, oltre le vittime u-
sua comarcaedelle provincie (cioè quanto
si
d'introi-
della sospesa fiera di Siiiigaglin\F.),
per
sia
altri disastri i
gravissimi
cordoni sanitarii,
cura degl'infermi e sussidii
la
norme per la contestazione delie frodi ed applicazione delle multe, nonché pel ri-
bisognosi, sia per l'interruzione del
corso a' tribunali, riservando al giudizio
Né mancarono
criminale
i
soli
di questi se ne
bunale
faziosi d'approfittare del
fra' restali occulti e impuniti Angelo Brunetti dello Ciceruacchio, fienaiuolo, carrettiere e belloliere,che più
una per
il
giudizio al
il
tri-
tesoriere fa dichia-
le
cause in ."grado, i
cause d'appello. la
i
commise
rato presidente del tribunale criminale
pa approvò
sospensione di molti lavori.
generale spavento, per tentare movimen-
in discorso),
tra per le
la
contrabbandi delittuosi, e
della rev. camera apostolica, diviso in sezioni,
mercio e
a*
com-
Neh 836
il
ti
politici
:
vi fu
due
tardi
l'al-
repubblica romana. Nel
Pa-
essendo morto mg."^ Galanti, l'assessorato del tesorieralo cessò. Indi le truppe au-
cassa tWRisjìarniio istituita
Roma. Nel I. 2, p. 3o2 della Raceolta delle leggi deh 836, si riporta l'ordine
si
rese
funoso
nella rivoluzione e 1
838 a'28
aprile
in
striache partirono dalle legazioni a'
circolare di mg."^ tesoriere generale per le
3o
com-
novembre, e le francesi a'3 dicembre da Ancona. Avendo il Papa a' 12 febbraio i838 crealo cardinale e riservato in pet-
putisteria generale e sidle anuninistra-
to mg."^ Tosti, lo pubblicò nel concistoro
7Ìoni appartenenti al tesorieralo, accioc-
de'
ché
greteria di stalo lo
tlisposizioni sull'ordine interno della
si
tenessero
le
scritture in regola nel-
I
8 febbraio
1
83g, e per
biglietto di se-
nominò
pro-tesoriere
ordine, analogamente al prescritto nel re-
genera le,e siccome benemerentissimo dell' ospizio apostolico di s. Michele, Io di-
golanuMito entanato dalla segreteria di
chiarò visitatore del medesimo e
stato a'ar) dicendirei
cora.
la
computisteria, e lutto procedesse con
lai^. il
832,
di cui già par-
Alle tante gravi spese cui soggiaceva
governo
ponlificin, nel
1
836
si
aggiun-
sero <|uelle de' cordoni sanitarii pel aii-
A Marina
lo è
an-
pontificia. Porti dello
STATO pontificio c Soldato parlai della
marina papale, e dell'introduzione fitta 1842 de'uavigli a vapore, quali oia
nel
i
T E
TES
S
337
sono quelli chedicliiaro aTEVEBECOii ol-
cedente rìnnnvareal tavoIino,tna colla ga-
ile i)utizie,clipenileiili dell ininìsiero ilelle
ra dell'asta
finanze (sebbene alcuni credono più con-
saggio maggiore, restandone aggiudicata-
verrebbe the coninieicio,
ponlifiiia
avenli ciascuna
sono:
I.
si
la
E
golai iz/ò
qui rioleiò
divide in
4
tlic la
calegoi
ie,
piopria bandiera; esse .••or-
contrabbnndo, e perciò ha le sue scorridore, ed appartengono ad essa i il
La mai ina camerale pegli spingili de' porli e pfgli arsenali.Anibeduedipendevanodal niini-
legni o piiosc.nfì a vapore. 2.
sleio delle finanze, ora
èsoggella
la 2.
cio,
al
di
commer-
Ripagrande
in servizio
[)res-
de' vapori
marina on marinari
poJitifitii.3/La ti
solai/, poiché
ministero del
tranne l'arsenale
so porla Portele
la
<
«let-
terrieri: esercita la polizia de'porli e di-
pende dal ministero del commercio. 4'La marina militare che ha il briik s. l'ielro di
16 cannoni, e
la
cannoniera
nel pontificato di Gregorio
costi uila
XVI, ed
[f^.)
PSel
1
843
furono de'tentativi rivoltosi nelle legazioni, ed il governo per precauzione chiaal
servizio attivo
2200
ausiliari da'
batlsglioni di riserva, ch'erano 01 dinati
ciascuna provincia,
in
olle loro case.
mentare
ma
poi
li
rimandò
Invece giudicò meglio au-
i4oo uomini la truppa di linea. Frattanto con tali armamenti si spesero circa 400,000 scudi, e ciò con grave di
dissesto delle finanze di già sconcertate
da
con enti. Per supplire a aumentò di un 3.° il dazio sul
debili antichi e lali
spese
si
cambiamenti
l'etero utili
li;
indi
si
giunse a portare l'introito
che netta non avea mai data. Ke'lotti si procede a una riforma, la quale recò utile all'erario senza alterare
dogane
il
a cifra
giuoco erammiuislrazioiie relativa. Nel
1844 vieppiù
pingied'i
Cosenza ridestò
le
glande opera-
la
La
zione del censimento.
sollevazione
faziosi dello slato pontifìcio,
no una
Da un
ticinia.
tii
speranze de'principali che tentaro-
legale stato
com-
parativo delle rendile e delle spese dello
due
slato pontifìcio fra' i8445*^''''^<^'*^l sii, risulla: ti
i834
esercizi
e
lesorieratodel cardinalTo-
Introiti dell'esercizio
dalle spese inerenti, scudi
1
834
troiti dell'esci cizio
net-
6,688,406.
Spese dello stesso esercÌ7Ìo,sc.y,5c)0,
•vi
mò
si
e modificazioni e con ispettori cointeressa-
Deficit drll'esercizio
hanno gradi o-
norari nella marina pontificia,
dcgaiiale
utili. Si re-
delle poste. Nella ta-
taiill'a
Vi
è pure la marina commerciale dipendente dal ministero del ce mmercio, la quale ha propria bandiera, e riparlo anche di essa all'articolo Tevere. Diver-
Consoli poittifìciì
34 peri 00 degli
il
la
es-
sa è soggetta al ministero delle armi.
si
rlila
y\n
principe Torlonia per 1,385, 000
il
scudi, oltre
'La mai ina delie finanze per
vegliare
rio
esclnsivamenle dedi-
cali al coniuiercio).
marina
del
lo fosseio dal niinisleio
[^)ercliè
ottenne di portarlo ad
si
1
r)2.
834*0.90 1,786. In-
1
i844'"^"' dalle
spiS(!
i-
nerenti,sc.7,7 i6,76o.Spesedel!oslessoeseicizio, se.
cizio
I
844)
7,828,2 fetidi
gl'introiti nel
1
I
I
I
I.
Deficit dell'eser-
,4^'
1
844iSCiidi
Aumento
«le-
I
.
i
.028,353. Au-
menlodelle spesedel 844>*'^^'*'''^3'^>^ ''• A vverten/e. Il paragone suesposto dimostra che dal i834 gì' inlioili netti dalle spese inerenti eransi aumentati di scudi 1
'
1,028, 353; cosiccliè se
le
spese de'di versi
non si fossero acci escinte di scudi 238,oi8, il dtfìrit ch'eNisleva nel 1834 sarebbesi non solo pareggiato. m;i rami
passivi
superalo eziandio per
di senili
ia cifra
126,567. Nonostante l'indicato aumento di passivila,
deficit del
il
ciicoscrillo a scudi
i
1
\,^^i,
i844 il
*^''''
(jtiale si
avea lusinga che potesse scomparire, e
cafièe sullo zucchero accresciutod'un ba-
per aumenti maggiori de'prevednti, che
iocco per libbra; dappoiché
si speravano specialmente ne' rami dogane e poste, e per le diminuzioni ne'
si
calcolò po-
annui scuilii 80,000. Indi fece un nuovo appalto cointeressato de'
tersi ritrarre si
sali e
tabacchi,
ma uou si
vollccome
il
pi e-
seguenti
aiticoli
mauutenzioue
di
spesa; cioè:
nella
delle strade nazionali, ne'
TE
33r>
T ES
S
Papa regnante accordato sede
lavori Idi'aulici, essemlo da rllenersi che
il
dopo
pontifìcia
lavori largameiile appiovali pel
i
1843. ed fondi i
l'uopo concessi,
in vistosissima si
potesse nel
1
somma al844 •'scmi-
Cecilia. Di quest'ultima concessione
s.
legge nel n.°
255
lirsi il vantaggio de' lavori sliaoidiuari con una coi respetliva diminnzionedi spe-
del
se: nelle
to musicale di
spese del canierlengalo, ripoitan
dole nel limite consueto
•
all'altra
accademia e congregazione di
I
si
Giornale di Roma
del
853, che
fra le segnaUite beneficen-
IX
elargite al pontifìcio istitu-
ze da Pio
s.
Cecilia,
si
annovera quel-
de'pcili secondo le riduzioni del consiglio
de' 17 gennaio I 852 a mezzo del proministro delle finanze, di concessione di
meno; ed in quelle altre economie che sapesse ravvisare la saviezza del-
piano del palazzo camerale in via di Ri-
al pili;
ne'Iavori
d'aite al
la congregazione di revisione. Dipoi furono puhhlicali colle stampe R. C. A. Bilancio generale delle vendite e spese :
nel decennio dal i835 al iS44) dalla tipografìa della R.
Roma
Camera Aposto-
^^j. Memoria sul preteso conto del tesorierato, ossia della finanza, pel decennio dal i835 al i844> Roma i85i dalla stamperia dell'Ospizio apostolico con permesso della superiorità. Sebbene nel Bilancio del decennio risulti l'ingenlica
1
aumento
tissimo
più milioni sotto
d' introiti il
ottenuto per
tesorierato del cardi-
nal Tosti, l'autore della .^/c/^o/vV? rispose per lui, su
roneamente
quanto
erasi supposto er-
malinteso.
nuzione del riportato
A
deficit
tanta dimisi
pervenne
la
uobile e dignitoso locale, situato nel 2.°
veramente proprio di im'arlistica romana, la quale dimorava nel collegio de'barnabiti, come dissi a Musica sagra. Per non dire qui altro, dovendopetta,
istituzione
ne riparlare,
si
risarcirono moltissime
chiese antiche e
monumentali
catodiGrcgorio
XVI
card. Tosti. Si legge nel
Roma
a° 5 del Diario di
deli845.''In seguito della degna-
zione che ha avuto
la
Santilà di ÌNostro
Signore, di permettere all'Em." e Rev." cardinal Tosti di ritirarsi dall' esercizio del ministero della tesoreria generale della rev.
camera apostolica,
gli affari di si
di
nominare pro-tecamera aposto-
per servire alla pubblica quiete. Sotto
la
scrissi in tanti articoli,
splendore
\\
ecome
il
de-
riportò al suo
si
Palazzo apostolico Latera-
nense {V-), ch'erasi devastalo, vi si portarono musaici che vi si ammirano, e vi i
si
stabilì
il
Museo Gregoriano Latera-
nense {f-), acciocché fico edifizio
bandono.
il
nobile e magni-
non potesse più cadere
in
ab-
Imlata San-
stato interni, de'i5 gennaio,
ancora degnata
è
soriere generaledella rev.
tesorieratodel cardinal Tosti,
la
Sua, con biglietto della segreteria per
tilà
non ostanteche, esigendolo tempi, si dovesse d'ordine espresso del Papa dar pane a una quantità di operai, e ciò anco i
nel pontifi-
enei tesorieratodel
lica mg."^
Giacomo Antonelli, protonoia-
rio apostolico partecipante, canonico del-
s;igrosanla patriarcale basilica Vatica-
na, sostituto della segreteria per ri
gli aifi-
di stalo interni ec." Indi riferisce
33
del
medesimo Diario, che
il
il
n."
Papa
a'
21 aprile l'avea nouìinato tesoriere generale. Narrai nell'articoloGREGORioXVI e altrove,
il
ricupero ch'egli fece con sag-
gio accoigimenlo
beni
neli845a'3
aprile de'
dell' Appannaggio, ereditali dal
du-
Si fecero le grandi fabbriche del
caMassimilianodi Leuchtendierg.II prez-
Palazzo della Calcografia Camerale
zo fuslabilitoinsctidi 3, 750, 000, e ciò iti tanti certificati, ossia obbligazioni di de-
Ripetta con piazza e adiacente passeggiala pubblica sulla riva del Tevere, della quale fabbrica feci parola nel voi. (^''.),e di
Lll, gorio
p.
27H
XVI
e altrove, sia per avervi Grestabilito le scuole
dell'accademia di
s.
Luca,
sia
artistiche
per avervi
bito pubblico, [)agabili in Parigi al lato-
5 per 100. Il govervendè ad una società composta de'principi Borghese e Rospigliosi,
re, coll'interesse del
no quindi
del
li
commeodalore Feoli,e
dell'avv.
Eu-
TES
TES do Doniiiiicis.
vico
per scudi
prezzo
II
stabilito
ili
3, 880,000, pagabili in
co'frutti al
5 peri 00. Indi
la
i
2 anui
società ri-
vendè gran parlediqiie'foudia molli
luo-
Su quqsla operazione si legge a p. 838 del Gionuilc di Roma del 852. in un Rappoi-lo del pio-mighi
pii e particolari.
1
nistro delle finanze.
andare Appanuags^io
cio nell' l'
11
governo
pontifi-
al possesso de' beni del-
rese debitore verso la
si
casa Rolhsclulddi Parigi della stessa
ma
som-
rappresentanza de'portatori di al-
in
trettante obbligazioni emesse in aggiunta de'prestiti già
combinati colla mede-
sima, la quale assunse disfare la casa di
1'
obbligo di sod-
Leucblemberg
del prez-
zo suddetto de'beni venduti. Questi beni in
un
governo
il
dominio diretto che
col
pontificio,
vi
ebbe
furono ceduti, a con-
tare dal giorno in cui esso ne divenne pos-
memorata società di sudditi come apparisce da islromento
sessore, alla pontificii,
de'24 aprile.» Lasciandoquidi enumerare vantaggi che da siffatta contrattazione derivarono a'sudditi pontifìcii, si noterà soltanto a schiarimento del conto che si ei
337 nonna congiura,! cos[)iratori audacemente pubblicarono un manifesto a'princi pi e a'popoli d'Europa, indi .scoppiòla rivo-
luzione in Rinii/u ze
perchè
,
il
senza conseguen-
(/'.),
governo
XVI
Gregorio
di
Irovavasi forte di potenza materiaiee
Ed
rale.
tificalo,
eccoci al
1
846,
fine del
mo-
suo pon-
lungo, glorioso e pieno di spine.
Egli fu quale lo accennai ne'molteplici articoli
in cui per dovere la storia
parlar di giai a
lui, e
quale in breve
Roma, che tanto amò
Io
mi fece lumeg-
e abbelTi.
E-
come suole per
l'ordinario avve-
nire per tutti gli uomini
veramenlegran-
gli
però,
di, fu il
più ammirato dopo morto, tranne
fugace periodo di cieche e velenose pas-
sioni.
Gregorio
XVI non
si
fece
imporre
da' rivoluzionari, migliorò tutta quanta
pubblica amministrazione
la
civile e fi-
nanziaria, riformò molti abusi, curò interessi della
li
camera
suo erario, tenne
il
i
rea-
apostolica e del
fabbricare e l'impie-
gar le braccia degli uomini che domandavano pane e lavoro, quale pubblica cari-
Fa onore
gli
acquisti de'capi tali
a lui ed a suoi tesorieri gequanto venne operato nel suo memorabile pontificato, in opere ornamentati, ed in notabili ristauri per conserva-
eche l'importo
sibiscCjche
prezzo di acquisto è calcolato
il
nel prospetto
D Ira
tà.
nerali
della vendita èva-
re sagri e profani edifizi, o nell'erezione
lutato nelle alienazioni de'capitali slessi,
de'riputali necessari. Gloria che fra' te-
quanto a scudi i, 18 1,490:99,9, tra la somma maggiore de'versamenti fatti nelle casse camerali, ed in quanto a'residuali
sorieri
scudi 2,698,509:00,1 per trasporlo alle
bile e affettuoso sentimento
somme da
tralo, del pubblico
stabili,
in
incassarsi per residui prezzi
formano parte
de'capitali pecuniari atti-
vi riuniti all'allegato
zione,
che
22.
mentre aumentò
il
Da
tale
opera-
debito pubbli-
co pel prestilo accresciuto colia casa Piothschild, figurarono al i
frutti
tempo stesso inattivo
compensativi dovuti dagli acqui-
renti de'beni suddetti in ragione del !
ti
00
sul
prezzo non sborsato,
sono riportati tra
le
i
quali flut-
rendite dell'ammi-
nislrazione".!! governodi Gregorio
non potè che poco
5 per
XVI
giovarsi di questa ope-
razione, e restò a vautaggio di quello che gli successe.
Frattanto i profughi oidiro-
VOL. l;cxiv.
si
debbe principalmente al cardinon meno pel suo grand'ani-
nal Tosti,
rao e pel suo lungo ministero, che pel no-
da cui fu penebene e dell'incremento di venerazione e gloria al suo Signore. Ciò provasi anche dagli elenchi dei principali lavori eseguiti nel suo tesoriera to,specialmente dal ai
1
837
al
1
844 itici u-
vej e riprodotti dalla ricordata 3Iciìioria,
sul preteso conto del Tesorierato. sa
si
Da es-
apprende che per dignità dell'alma
Roma 26
basiliche, chiese e loro annessi
furono restaurate più o meno, acciocché non si aumentassero loro bisogni e diverse non cadessero. Che 20 luoghi pii, monasteri e ospedali vennero ristorati, e sostenuti con opportune riparazioni. Che 65 i
22
T E
338 sono
gli edifìzi
lali, sosleniili,
TE
S
pubblici e camerali
resl.-uj-
ampliali ocoslruili di nuo-
vo, e parecchi grandiosi, oltre altre lavorazioni per
titoli
diversi.
Di tutto ecliia-
rauiente, oltre l'indicazione de' differenti
pubblici edifizi e
monumenti,
sono de-
vi
scritte le qualità di lavoro, e le osserva-
zioni
che ne stabiliscono
le
epoche. Que-
sta èiy/o/'zVTjedèpeiciòche nella più par-
te lo rilevai ne'loro articoli.
A coloro che
Tollero parlare e giudicare senza piena co-
gnizione delle cose,cioè che senza tanti lavori di fabbriche sarebbesi fatto
maggior
te,
non
S
potersi operare
il
miracolo della
moltiplicazione del denaro, essersi latto
meglio che
il
mano 100
si
potesse,
il
consolidato ro-
essere salito fino a scudi
valore nominale;
di
il
1
12 per
che mostra
credilo solidale in cui era tenuto
verno. Per
le
il
il
go-
operazioni di hnanza, per
le scritture, pe'conli e pe'bilanci,
1
iu»an-
do il gentile lettore al dichiaralo nella Memoria, E" positivo, che nel pontificato di GregorioXVl l'erario camerale si trovò in angustie, pe'tanli motivi narrati compendiosissimamente, e per
le incessanti
me-
ad esempio de'suoi pre-
risparmio, e non sarebbe restata quella
ne
somma
di (|ualche centinaio di migliaia
decessori, fu costretto dall'imperiose cir-
Meinovia, doversi aver prpfnte, che lavori furono anche una necessità e non erano volontari che
costanze, di formare debiti, di alienare
di scudi; risponde la i
nel la scelta, specialmente dal la falaliséi ma epoca del cholera in poi, volendo il governo che si dasse lavoro a molte cenli.aia di poveri, e ad ima quantità di arquali chiedevano pane tisti disoccupati, i
e l'impiego di loro braccia. Procisameu-
de'faziosi. Egli,
molle proprietà della camera apostolica, per difendere la sovranità e indipendenza del principato della s. Sede che avea giuralo(di che riparlai nel vol.LV,p.28
ed insieme per conservare tranquillità e li.
le
la
1
),
pubblica
proprietà de'suddili fede-
Questi poi non furono aggravali di no-
tabili imposizioni, e s'egli
un
avesse permes-
ta pose a disposizione di tal sollievo
sarebbe sparilo il deficit, in che costantemente si oppose, come quello che vagheggiava la possibile dimi-
ora mi rammento, e accennali ne' voi. XLIX, p. 273 (cioè la 2.' paginazione, es-
nuzione delle preesistenti. Tutto questo non impedì, che la generale prosperità, il commercio, l'abbondanza delle derra-
e lo ripelerò, questo era l'intimo sen-
te,
Gregorio XVI, per cui talvolil suo scarso peculio, e valgano due esempi, che timento
di
so
lieve dazio
numerario, grandemente fiorisad un tempo regnasse nel popolo buon umore. Gregorio XVI nulla ri-
sendo questa errala), L,p.i4> cioè quando seppe, che per mancanza di denaro poche persone si potevano occupare. Arroge che io qui pure ran)menli, quando Gregorio
te e del
X\l
rare
avendo inleso da mg.' Galanti che
sero, e il
sparmiò di cure le
e applicazioni per miglio-
finanze, ogni
ramo d'amministra-
scri-
zione, e la condizione di ciascuna classe
gno, quanto avea gli die, ed io vidi la commozione e le lagrime del prelato, sorpre-
di persone, in tempi così torbidi, e indicibilmente godeva della pubblica alle-
l'erario era esausto, spalancato
so da altresì
sì
bel tratto. ìii^Wa
provato
il
il
suo
Memoria
viene
progressivo migliora-
nìento delle singole amministrazioni, con
mentre con insuperabile fermezza mantenuto l'ordine pubblico. Dei 12
grezza, volle
milioni presi in prestilo, provai che di fat-
non ne incassò che 9,183,000.
intelligenza de'loro capi; l'innalzamento
to l'erario
degl' introiti e l'abbassamento delle spe-
De'quali 12 milioni
se,
rendendosi ragione quando aumenta-
rono pebisogni de'lempi, per narie circostanze, per
le
istraordi-
ingiunzioni del-
si
legge nel citato Bi-
lancio generale claliSoS al 1844? che per le ammortizzazioni seguile eransi ridotti a scudi
1
0,3 6,8 4- Inoltre nel I
1
le-
deco-
sorieralo di mg.' Antonelli, con alti del-
vo del governo; diciiiarondosi aperlameu-
l'Argeuli segretario di camera, degli 8 a-
la
congregazione
di revisione, e pel
TE 18465
prile
TE
S
Tu stipulalo
si-
compapjui. pagabile a
ignori Torloiiia e
Genova per
piesliloco'
il
somma
due milioni di da rendersi immediata mente elfel!a
di
cusa, ne
parlerò
XVI
ocelli
i«)
di dicliiararsene redeltiiazifjiie per parte
prirli
con riserva per
e
de'sovventori dopo alcuni mesi,
me
i
frutti
E
sicco-
passivi .sidle obbligazioni e-
cominciarono a decorrere dal i. dicembre 1845, cosi ebbe 1uoì;o una lifjiiidazione sul com[)eiiso dovuto al governo per le somme depositate posleriorinesse
il
I.'
anno dal
Quando Gre-
giugno 1846 chiuse
gli
(piesla miserabile terra per ria-
nel cielo, lasciò nella sua
virtuo-
moileiazione e sagace previdenza le casse di dataria e de' brevi abbastanza sa
4o,ooo
pingui,
scudi in quella del |)a!az-
600,000
zo apostolico, e scudi
di fondi
insapuli nell'erario pegl'imprevediili bisogni, e riuscirono ojiportuni per
le s[)e-
tle'frutti pas-
se inerenti alla sede vacante, conclave, e-
che ascese a scudi 'jS,'j /\g^ v\po\ lala 847jeuliola somma
lezione, coronazione e possesso del nuo-
riieiile alia citata
sivi
in quel!'
pro-ministro delle finanze. gorio
perla mela,
tiva
339
S
i8j3, dicendo del
Rapporto pubblicalo
l'altra
scudi,
al
decorrenza
capitale del
vo Papa e ad altro. Il sin qui accennato, ormai sono fatti riconosciuti e confessali da tutti, ed il nome di Gregorio XV I è rimasto in benedizione, a fronte degl'i-
prestito in discorso fu versata nelle cas-
niqui sforzi e sarcasmi lanciali iuipudeu-
sotto l'esercizio del di scudi
no
i
1
288,870, alla quale ammontaro-
frulli attivi di capitali pecuniari
La >omma
lo slesso esercizio.
0,000 entro il per scudi 190,000
se camerali per scudi 1,8
triennio successivo, e
n^uiò
tra'debiloi
per
i
per giro di cassa. L'in-
i
dicata ultima partita fu co>tituitada sornii>e
ritenute da sovventori pel ribasso del .
5 peri 00 sotto la
pari
convenuto e per
100 eun semestre
di frulli sopra ili.' u)iiione couspensato
lioni,
rio si
che da
poco ne
fu eletto
XVI, morto 53
,
giorni dopo, e meglio p.
838
Giornale di Roma óe\ 8 52, nel RapAltrettanto può 1
jìorto summerilovato.
beni (\kt\y Appancome rimarcai superiormente e
per manife16 giugno 846 1
riportai
da
tal
giorno a tutto
in ristretto
i
il
menti del suo pontificato, e posteriori in gran parte li narrai ne'relativi articoli. Laonde qui accennerò solamente quanto spetta al tesoriere, con alcune indicazioi
ed erario pontificio. Nel-
ni sulle finanze
ìiaggìo,
l'agosto alìldò al segretario di stato
dirò in progresso.Allrearìaloghe notizie
porto.
le
852 in cui fu fatto taie rapQuanto a'deiicil annuali, prodotti 1
i85i
principali avveni-
dirsi dell'operazione sui
riporterò al
dalla
regnanlesommo Pontefice Pio quale articolo e finché la stampa
IX, nel
di
memoria
il
lo pernìise,
governo
gloriosa
2. "giorno di conclave,
due miGrego-
potrà conoscere dai nferito a
del
Nel
tuttociò
il
la
sta disposizione divina, a'
Da
fruì
ogni maniera, per tentare di
Setla(f ,) de'nemici dell'altareedel trono, che lenta illudere colla favola e utopia ridicola del comunismo e Socialismo
tale prestito di
sui versauìenti del capitale.
jipparisce,
in
nel con-
tralto, per la provvisione del 2 per
gualmente stipulala,
temente
denigrarne
mo
degli affari interni, ed
prese
il
39
il
ra-
noveuibre
solenne possesso con magnifica
cavalcata, e mg."^ Anlonelli tesoriere ge-
dalla risoluzione e sue conseguenze, dalle
nerate somministrò so|)ra
perdite de'prestiti, dalle nuove istituzioni
lr<)no alla destra le consuete medaglie, e
introdotte nel .sistema govci nativo, di-
fatta dal
spendio provocato dalla setta negl'inceslanli
turbamenti
politici,
per sconcerta-
re gravemente le Ilnanze, ed insieme e filialmente per depauperare lo stato ponlifìcio,
oude
poi trarne aig
il
ripiano del
Papa la distribuzione, ne consegnò due al principe assistente al soglio. Questo degno prelato a' 2 giugno 1847 i
fu creato cardinnle,e ritò
ti'
essere
successivamenleme-
nominato presidente
della
consulta di stalo, Sci^rclario di stalo e
T E
34o
TE
S
Prefitto de ss. Palazzi ajxìslolici ('T'.)y te qua li ulti me due cospicue cariche ilcardinal Antonelli tuttora decorosamente funge.
Dopo
l'esaltazione alla porpora
l'apa Io dichiarò pro-tesoriere. nèllo slesso
1847
il
Mentre
tesorieralo trova vasi
il
quale l'indicai in principio e meglio in progresso di quest'articolo, indi piacque
Papa col moto-proprio dello slessogiorno 2 giugno, e riportalo dal n.° 4^ ^^^^ Diario di Roma, d' istituire il consiglio al
I
òe ministri
comprese
e fra questi vi
.
tesoriere, e dichiarò
quanto
conser\ava
zioni. Ch'egli
il
il
alle altribu-
suo ministero
S
l'istruzione ciicolareclel cardinal Gizzi sesi leggenti fi. "53 del /?ow^, venne slahililo. La presideuza della congregazione camerale pel contenzioso amminislralito sarà esercitata dall'uditoredel camerlengato La presidenza del tribunale camerale avrà una
gretariodi sta lo, che />'?V7r/o r//
un chie-
sola sezione, e ne sarà presidente rico di
camera, e
fra le
norme
stabilite,
giudice processnnle fu dichiarato dipen-
il
dente dal commissario della camera. Ai
2agosloi847 nominò pro-tesorieregeneCarlo Luigi Monchini, duOve-
rale mg."^
gorio
XVI ammesso
in prelatura e suc-
del pubblico erario colle attuali altribu-
cessivameute fattochiericodi camera,ar-
zioni, a forma del regolamento de'2C) dicembrei832,edelleallreleggi posterior-
civescovo di
meuteemanate. La direzione,
stìtitti
iS'isibi
e nunzio di Baviera,
della cui interessantissima opera Degl'i'
Ila e
lage^tioneamministrativa delle car-
di pubblica carità ed istriizio' ne jìvimaria, e delle prigioni di Roma,
ceri,
luoghi di pena e case di condanna,
parlai in piùluoghi. Con
furono anidale
La
al
la discipli-
segretario di consulla,
direzione, la custodia e l'amministra-
zione dell'armeria pontificia,
la fece
pas-
moto-propriodei
5 ottobre, riportato nel Suppliuienlo al
n.°83 del Diario di
Roma,
per
l'istitu-
zione della consulta di stato, cessarono
le
il
attribuzioni della congregazione di revi-
venne esonerato dalla pro-pre-
sione, e la 2.^ sezione di tal consulla fu
sare alla presidenza delle armi. Inoltre tesoriere
i
sidenza delle ripe, e l'attribuì alla prefet-
stabilita perle finanze, la 3.' pel
tura d'acque e strade; di più tolse al suo minislero la navigazione del Tevere, e la
ciò, la 4-^ si>i lavori pubblici.
iiun"i a tale prefettura.
11
governo
di
Por-
tribuzioni della consulta, le: degli affari
si
comnierFrale at-
leggono quel-
governativi, riguardanti
una o
to e Fiumicino, lo restituì al presidente
l'interesse generale dello stato o di
diComarca. Confermando
più provincie. Della conipilazione, rifur-
al tesoriere la
direzione generale del debito pubblico,
maodesamede'regolamentiamministraCreare e ammortizzare debiti, im-
però gl'ingiunse riferirne gli all'ari in consiglio de'niinistri. Dichiarò pure il Papa, che tuttociò che riguardava il sistema e-
porre, togliere e diminuire
conomico,
cedere nuovi appalti, e confermargli
la
finanza e l'interesse genera-
le dello stato,
nonché
o più Provincie,
si
l'interesse di
una
dovesse trattare e de-
cidere nel consiglio.
E che debbunsi
rite-
nere per nomine prelatizie quelle degli avvocali de'poveri e del fisco, del procu-
tivi.
narebeni
Determinar
sislenli.
stabilire
nìinare tivi,
i
i
i
dazi, alie-
e diritti propri dellostato.
trattati di
le tarilfe
commercio. L'esa-
preventivi, e rivedere
amministrazioni dello stato, pronunciau-
medesimi
do
dacalorie. Piivedere e riformare
prio espresso di
presidenza della
moto-provoler provvedere sulla congregazione camerale nel
consun-
i
tanto generali, quanto per le singole
mera
Avendo
e«
doganali e
latore fiscale, e del commissario della caapostolica.
Con-
li
sui
le relative
sentenze sinattua-
le
oiganizzazioni de' consigli comunali e
provinciali.
Quale scopo invece
si
propo-
come
pel contenzioso amministrati vo,e alla pre-
sero alcuni della consulla di stalo,
sidenza del tribunale criminale della ca-
progresso dell'operante fazione, è troppo
intra apostolica, poscia a'26 giugno col-
uolo, soleudodiisi da taluno che dovean-
TES
TES convertire in d.ighe
si
i
calici delle chie-
un prodotto
ga
11
34r Tutelale banche ri-
tesoro.
Dipoi e come meglio 6i apprende dal n.° 9G del Ditirio di Roma, ebbe luogo la disposizione, che le doti de' lotti che
guardi d credito pubblico. Iledigge e pro-
conferivano annualmente da'tesorieri,
sce dagli altri ministri gli elementi spe-
se!
si
42
di scudi
3o
Roma,
le di
e
povere e oneste
alle
36o
zitel-
yiSo a quel-
di scudi
ciascuna provincia dellostatOja rap-
le di
mg/
presentanza di
Morichini pro-teso-
riere fu stabilito, perchè più fo>;sero dispensate,
stribuisse
il
che
alle
degnamente romane le di-
cardinal vicario, alle zitelle
delle Provincie
i
nu-
rispettigli vescovi, in
che, ed ogni altro stabilimento
pone ciali,
sia
singoli preventivi e
i
P».iuni-
consun-
onde formare un annuale generale
tivi,
consuntivo di tutto l'erario
relative.
te dello stato
casse.
Pone
nistero
i
Presiede al-
lo stato.
pubblico dirigendo
medesimo
al
doganali.
le tarilFe daziali e
o
,
le
operazioni
Cura che
le
rendi-
versino nelle pubbliche
si
mi-
a disposizione di ciascun
fondi occorrenti a sostenere le
mero proporzionato alla popolazione di Ordinamento che s'incominciò ad attuare col nuovo anno 1848. Col
spese approvale ne' preventivi; e ciò nel
loro diocesi.
modo e ne'termini che verranno stabiliti con apposito regolamento sulla control-
molo-proprio de'-zg dicembre 1847, ''" prodotto nel Supplimento al n."io5 del Diario di Roma, il Papa riformò gli ordinamenti già emanali, coordinandoli colle nuove istituzioni della consulta di stato e della consulta di Piomn, e trasferì nel
leria.
ministero dell'interno leattribuzioni della
congregazione del buon governo. La
nuova organizzazione del uistri e di tulle le
consiglio de'mi-
amministrazioni dello
Dirige
il
movimento
le diverse casse
stato. fizi
secondo
de'fondi nel-
bisogno dello
Dipendono dal medesimo
de'notari di camera;
nale.
il
Tra
le
nomine
:
la milizia
of-
gli
doga-
di que'lra'principali
funzionari ed impiegati che debbono proporsi e deliberarsi in consiglio de' ministri,
furono compresi, per
finanze,
le
i
so-
printendenti, direttori ed amministratori
generali delle aziende
fiscali;
i
segreta-
sugl'inipiegali subalterni, e per 5." mini-
Rapporto sul bilancio generale della pubblica amministrazione dal 1845 al 847, comechè pub-
stero fu dichiarato quello delle finanze,
blicato nel 18 52, in quest'anno ne
conferito al pro-tesoriere mg."^ Morichini, colie seguenti attribuzioni. E' officio de!
un cenno. n."^' i e 2 ò.e\\dt.GazzpttadiRo' ma del 1848 pubblicarono alcune istru-
ministro delle finanze amministrare
stalo fu riparlila in sabili, la
9 ministeri respon-
quale responsabilità discendesse
ri
e capi di contabilità.
Il
1
darò poi
I
le
zioni provvisorie per l'ordinamento del-
proprietà e rendite dello stato. Apparten-
l'amministrazione pubblica riguardante
gono dunque
le spese,
che,
i
fondi e
a tal ministero
le
:
le
fabbri-
proprietà camerali;
le
presentate da rag. Morichini pro"^
mi-
tesoriere al Papa, e da questi approvate,
stabilimenti
a tenore del moto-proprio del consiglio
camera. Dipendono da lui: la deposileria camerale; il s. monte di pietà di
de'minislri che prescrisse doversi stabili-
iloma per quella parte che non verrà
della controlleria generale. Quindi
niere e cave dello stato;
gli
della
fiiJala al tificie,
e
comune diPtoma; il
le
af-
zecche pon-
bollo degli ori e degli argenti.
re
un apposito regolamento
pa nominò
il
spero Colonna
di
sarà finita
lo è tuttora; dipoi
la
revisione de'catasli. Debito
pulìblico, e cassa d'ammortizzazione.
Do-
guie, e dazi diretti e indiretti. Lotti. l*otle. In
genere ogni intrapresa, do cui Irag-
Pa-
Sciarra alla carica di
controllore generale, ed
capo
il
principe di [«.oviano d. Pro-
Soprintende inoltre a'seguenti oflìzi. Bollo, registro ed ipoteche. Censo, dopoché
nali
sidl' offizio
il
cav. Nicola Pe-
d'uffizio del controllo,
neh 85
r
il
quale
essendo suc-
ceduto nella carica di controllore generale
r odierno principe di Caujpagnano
Sisrismoudo
Gliiiji.
Della bellissima
d.
isli-
TE
34^
T E
S
ItizioneamminisJialiva della controlleria
S
nislro delle finanze all'acculata coaipi"
osindaciizioiiegeneraledel liiltoiiulipeii-
la/ione del preventivo del
dente, ordinata dal Papa
le
ec()n>!olidareii blica, se
I
per n)igliorare
eggimeuludelKicosa pnb-
ne rende piena conte/za neli'o-
\mno\o\nulo\aU): Del l'uffizio del la ConiroUeria genera le nelVamminislrazioiie (irgli stati di
s.
Chiesa, llonia, lipcgra-
delle Delle Arti
fìa
84B.
1
che fu
ivi si dice,
intiodolla nel governo pontificio, cpiasi co'rnedesiiìii aicloili e colle
medesime di-
trovarono praticate dall'amministrazione del regnodi Sardegna,
scipliiie
La
che
si
conlrolleria essere
un
sopra-
iifilzio di
veglianza, di revisione o preventiva o repiessiva. Esseie unuflizioe dicastero in-
dipendente, centrale, estrinseco eseparato da'ministeri, die non riconosce alcuna supremazia o podestà, simile
que-
in
sla |>ar(e a'tribiinali civili e criminali.
Il
conliollore generale avere certi caratteri e pierogative di ministro; essere
nomina-
lod'retIaii)enledalPapa,comuiruareimmediatamente con lui; riè potere alcuna
i
84'^, risidtò
spese essere superiori all'entrate
100,000 scudi
mese, cioè
il
annuale
sercizio
il
deticit
tli
in tnlto l'e-
ascemlere a
1,200,000 scudi. A supplì re al bisogno delil governo contrasse il prestito di un milione di scudi al 94 peri 00, divisibile in cartelle al 5 per 00, colla casa De la Haute e compagni di Parigi. Nel n.°i7 della della Gazzetta si
l'erario
1
me
mg.' Morichini ministro delle fiiian-
Papa a'20 novembre Rapporto sullo stato delle fiuaiize ponti fiele e desmodi di iiiigliorar/e, Pioma 847. La quale relazione, come
ze avea umiliato al
1B47
il
1
cosa realizzabile, presentò pure alla consulta di slato, la
quale ne manifestò sod-
disfazione; ed io
comedi
tutto,
non
fac-
che riportare un sunto del pubblicalo dal foglio uflicinle del governo, in epoca calainilosa e deplorabile, e solo per vieppiù dimostrare clie il deficit si dee ciò
alle rivoluzioni. Nella relazione
dunque
sue de-
sullo stato delie finanze pontificie e dei
creta/ioni, poicliè altrimenti bisognereb-
modi di migliorarle, co'inodi più semplionde poter sopperire all'annuale deficienza dell'erario, ivi si dicedalla Gazzet'
autorità infermare o annullare
be infermare o annullare
le
le leggi
animi-
iiistiative,i rescritti
sovrani, la tabella pre-
venti va, che sono
norme
ti
le
e
delle stesse decretazioni.
difelli, gli abusi,
i
i
foiulamen-
Enumerati
i
disordini molteplici e
priva
Iradizionali nell'amministrazione
diconlrolleria; quindisi dichiaranoi vantaf;giiniiumeral)ili che lasindacazionege-
nerale e indipeiulente arreca, per l'iute-
amministrazione governaperle guareuligie della cassa pub-
la e regolare liva, e
blica, l'ordine delle operazioni e la
I
Roma
della Gazzetta- di
I
(\e\\^L^'Ò
legge, che ninno ignorava avere
no
pontificio dal
1828
mo-
Neln.°
ralità degli agenti amministrativi.
si
gover-
il
fino allora speso
ogni anno più della sua entrala
.
A que-
sto disavanzo sopperiva talora colla veii-
dita di beni camerali fitli a
Roma,
ripianando zi
io
,
talora con debiti
a 'ieiiova, a Parigi; e cosi
snianco conduceva iiinan-
ruiiiminislrazioiie.
Che
accintosi
il
mi-
ci
ta.
che
l'illustre
ne tavole, una
compilatore allegò aleu-
di esse
dicontosommario
di
contenendo un renrenditae
di
spesedal
84^- Donde risulta, die dali8i4 aliSay quasi ogni anno si avea, dopo tratte le spese, non piccolosopravanzodi rendita, il quale da quel tempo in poi cessò per essere diminuita d'un 4-° la tassa fondiaria denominata giugnoi 8 i4
a tutto
dativa reale.
Madali83i
il
1
in poi, per tri-
sempre doverono eccedere le rendite; di maniera die la de(Icienza annuale dell'erario, preso il termine medio d'ogni annoisi può calcolare ad un milione di scudi. Sicché lo stato pontificio ritrovavasi nel novembre 1847 con nove milioni e mezzo di rendite lortie, con dieci milioni e mezzo di spese Ioste vicende, le spese
tali
ogni anno, e con tranlasetle milioni
di debito.
Non avere un apparato così me-
T E lanconicoabbaltnto
TE
S ministro, anzi rin-
il
vigoritola confidenza dell'ingegno, esper-
economiche speculazioni. Doversi
to in
prendere un efficace e pronto rimedio, non solo per eguagliare in spesa
ma
(lare all'erario
ad
vire
E
to.
parte
altri
all'
introito,
un sopravanzo da
ser-
bisogni o vantaggi dello sta-
que'slo rimedio
airecando dall'una
salute alle finanze pubbliche, dal
la
fine
si
propongono
minuire
343
S
altri
proventi, col di
cografia cau)erale,ecol sopprimere espedienti, se mai potesse aversi
bito effetto,
la pri-
Da 'qua-
vativo della stamperia camerale. li
•
prezzo delle stampe della cal-
il
un
non altro sarebbe da
carsi. iMa |)er l'urgente, antica e
su-
ricer-
continua
mano
deficienza dell'erario, doversi por a
rimedi di raen tarda efììcacia. Quindi discorre d' imposte
temporanee sugli non eccet-
non dovea molestare sudditi poncon insopportabili aggravi. I mezzi sein[)lioissi(ni per ottenere un incremen-
si
tificii
esercizi lucrosi d'ogni sorla,
ammortizzare il debito pubblico, essere due: cavare maggior
e gl'unpiegati infimi; ed estendendosi so-
profitto dalle rendite correnti, e procac-
be essere moderatissima e sopportabile.
l'altra
i
to di rendita e per
tuata alcuna classe, tranne
Riguardo
ne'modi svolti dal prelato, e fondati sulla morale evangelica e nei sani princij. economici. Enumerati vari rami di spese da potersi diminuu'e, si propon-
diti
gono principalmente
scussione della consulla.
i
giornalieri
pra un gran numerod'individui, potreb-
ciarne delle nuove, quando quelle non bastassero,
i
alla tassa sui
frultifeii,
il
cambi-censi e cre-
prelato opinante, dicela
Gazzetta, non pronimziò una definitiva sentenza,
ma
riportò
le
ragioni in favore
e in contrario per lasciar la cosa alla di-
pas-
Da ultimo si dà quanto sarebbe produttiva una tassa sulle bevande spiritose. Compiuto dalla QazzettaW novero de'risparmi e degli aumenti sperabili, osserva che
sa ai miglioramenti degl'introiti, ricono-
nasceva dal soggetto tnedesicno l'opportu-
i
risparmi sui fondi
Regreti di polizia, altri sperabili dalla le-
ga doganale
da una tempo opportuno
fra gli slati italiani, e
conversione da
farsi in
dalla rendita consolidata.
Dopo
ciò
si
scendosi vano aspettarli da'beni cainera11,
consistenti in soli canoni
e crediti, e
dall'amministrazione delle poste, ancor-
ché
abbassassero
si
le tariffe postali e
oidinassero corrispondènze secondarie:
fomentarli
tlal
giuoco del
lotto,
si
si
conseguisse
avanzo d'introito I.
1'
in
intento di avere
un
favore dell'erario.
Il
benefizio dice che sarebbe l'abolizione
il
del giuoco del lotto, con sagrificare alla
pubblica morale questa rendita. L'altro
ad appettarli dalle dogane,
si
per
non minore, sarebbe sopprimere l'impomacinato nelle provincie dove esisle. lllodatoministrOjSoggiungela Gaz-
repressione del contrabbando, e
sì
per
zetta, allargò
siiìiato dall'
qtiindi
opinione pubblica. Piestare
un ordinamento
di tariffe sopra
un
siste-
ma
migliore dell'attuale. Inoltre cessati
gli
appalti in amministrazione cointeres-
governo ne trarrà maggior profitto amministrandoli direllameote e giovandosi di que'miglioramenti che la speculazione privata degli appaltatori avrà saputointrodurvi. Si tocca puied'un miglioramentoche può farsi nel lamodel resata,
il
però sostituire taluni diritdiritto proporzionato, che favo-
gistro, senza ti
nità di parlare intorno al da firsi ui caso
che
per aver-
ne accrescimento d'introito, sarebbe bia-
la
a considerare,
fissi al
ieudo
il
ricco aggravassero
il
povero, lo-
sta sul
ra delle cose
rando
m
le
sue vedute oltre
meramente
la sfe-
finanziere, mi-
generale a lultociò che potesse
accrescere
la
prosperità pubblica, e con
essa lerenditedello Stato; ([uindi, la
Gaz-
zetta, toccò de'prowedinienti voluti dalla civiltà,
ta
oda'fini d'una giudiziosa e ret-
amministrazione:
tali
essere, la
riforma
del sisleina penitenziario delle prigioni; il
rendere indqjendente ed efficace
l'isti-
tuzione del controllo.ciòche megliosi decretò nel declinare del 1847, e si pose «d effetto fin nel principio del
1848; rego-
3U
'i"
E
T ES
S
lare la conduttura dell'acque d'irrigazio-
ne e
di scolo, e le servitù reciproche dei
pioprietaii vicini; migliorare potecarioji boschi,
la
sistema
il
cardinal Bi ignole. A' 3
i-
ministro dellefiuanzcj dalla sua residen-
navigazione interna,
Monte Citorio, pubblicò la notificazione per impedire l'esportazione di al-
il
e la marina. Intanto potersi rivolgere o-
cura
marzo mg. Morichini pro-tesoriere generale e rogato
strade ferrate,
come
più
za di
cune delle più ricercale monete
teressi materiali
estere, e per l'adozione d'una riforma nel sistema generale di monetazione pontificia, me-
paese.
diante
giii
alle
il
grande de'benefizi che nell'ordine degl'in-
può attendersi il nostro Con questo rapporto e relazione
sullo stato delle finanze pontificie, fra le
Gazzetta,
altre cose, dice la stessa
cessare
grido spaventoso, che divulga-
il
va essere
le
medesime
fu detto e scritto, che
in rovina, poiché il
debito dell'era-
pontificio ascendeva a
l'io
fece
s\
trecento cin-
quanta milioni di franchi. »»Ora alla fine si può da tutti sapere quanto è minore la cifra
,
e quale attività e quale scienza si
adopera per quando che sia cancellarla interamente. A chi ben vede, e si offre la comparazione fra il pontificio e gli altri stali, parrà non grave incarico il debito di trenlasette milioni di scudi,
hanno con
tre milioni d'abitanti, e
so lunghissimo a le savie
te
che
si
piagge di cor-
due mari. Aggiungansi men-
provvisioni proposte da una in tutto
formatore
di
si
accorda
non
al
pensiero
Pio IX, e avranno tanta
cacia e speditezza, che rarsi
quando
vasti e floridi terreni, grandi città
solo
il
ri-
effi-
può certamejile spe-
desiderato equilibrio,
ma
quella prosperità che dal sovrano e dai suoi popoli viene
egualmente vagheggia-
gennaio fu secolarizzato il ministero dell'armi, e nel febbraio furono nota". l\el
minali ministri secolari a'ministeri lizia;
di
po-
commercio, agricoltura, e que-
de'Iavori pubblici; e del
belle arti, industria e
st'ultimo per rinunzia del cardinal Ria-
camerlengo di s. Chiesa, Essendo staapprovata dal Papa l'istituzione d'una congregazione per l'esame di tutti consuntivi delle diverse amministrazioni dello stalo a tutto il 1847, giusta '^ p>opolio la
i
sla della consulta di stato, Pio
IX
a'
12
compose di 4 niembri, fra i quali il cardinal camerlengo per presidente, che avendo rinunziato, a'i6 gli fu sur-
febbraio
la
sistema decimale e l'unità
il
moneSar-
taria vigente in Francia, nel regno
do e nel ducato di Parma. Su questo argomento vi è un articolo nel n.°35 della Gazz''tta di Roma. A'g marzo, con notificazione di mg."^ Morichini, il Papa autorizzò l'affrancazione de'fondi gravati di
canoni e tri
altri pesi,
versoi luoghi
e al-
pii
stabilimenti ecclesiastici. Indi furono
conferiti a laici
ministeri dell'interno, e
i
Trovo nella Gazzctmarzoi848, che il Pa-
di grazia e giustizia.
ta di Romade IO
pa con biglietto di segreteria di stalo erasi degnato di nominare tesoriere generale della rev. catnera apostolica , sua
R.ma
Ecc.za
mg.i. Carlo
Morichini ar-
civescovo di Nisibi, ministro delle finanze.
Così questo prelato restò
siastico del il
il
solo eccle-
consiglio de' ministri
presidente del
,
oltre
medesimo cardinal An-
tonelli segretario di stalo e ministro del-
ed
l'estero,
il
cardinal Mezzofanti prefet-
to della congregazione degli studi e
mi-
nistro dell'istruzione pubblica. Vari su-
periori degli ordini religiosi di
ambo
i
Roma
di
sessi, penetrati della ristrettezza
delle finanze pontifìcie, fecero spontanee
oderte
al
governo, con diverse sommini-
strazioni di grazioso prestito, contribuen-
PapagjOoo scudi. A'i4 il Papa promulgò lo Statuto fondaiiicntalt\ pel godo
il
verno temporale degli stali di s. Chiesa, si legge nel n."43 della Gazzetta di Roma del 1848. In esso il debito pub-
quale
come pure
le
ajfre
obbligazioni assunte dallo stalo.
Il
Papa
blico fu guarentito,
dispose col § 49- " Le somme occorrenti pel Iratlacnentodel sommo Pontefice, del
sagro collegio de'cardinali, per le congregazioni ecclesiastiche, per sussidio o asse»
T E gno a quella
di
iiiilero degli affari esteri,
niatico della
s.
T E
.S
propaganda /?r/<', Sede
pel mipel corpo diplo-
all'estero, pel
man-
tenimento delle guardie pontificie palatine,
per
le
sagre funzioni, per l'ordinaria
manutenzione e custodia de'palazzi apostolici e loro sei e
dipendenze,degli annessi
J)iIazioni e
pensioni degli addetti alla cor-
sono determinate
te pontificia,
600,000
scudi
in
annui
sulle basì dello stalo at-
compreso un fondo
tuale,
spese eventuali. Delta
le
mu-
biblioteca, per gli assegnamenti, giu-
per
di riseiva
somma
sarà
ri-
annuo preventivo. Di pieha sempre per approvata e
Gazzetta, che d'un milionecoulratlalocolla suddetta dilla di Parigi, avendo essa soltanto depositato per cauzione 00,000 scudi, e dato in conio della i." rata dei 1G8, 000 scudi appena qo, 000; vedendosi costretto il governo a negoziare altro prestito, avea emesso le sue proteste, esigendolo l'imperiosità delle attuali circori.
Si dice nel n.°5c) della
del prestilo
i
stanze. L'i
ze mg.' Morichini
sanzionata tale partita, e sarà pagala al
maggiordomo altra persona
del sommo Fontedoe o ad da esso destinata. Nel ren-
consuntivo annuo sarà portata
diconto
la sola giustificazione di tale
pagamento".
non
d'imporre ima tenue
sidla fabbrica e vendita delle polve-
tas-^a
no
si
343:
re le polveri sulfuree, fu risoluto di rinnov»r
portata in ogni diritto
S
novata neli83f), del fabbricare e vende-
I
stato, udito
aprile
il
il
ministro delle finan-
,
udita la consulta di
consiglio de'minislri, udito
volere del Papa, ordinò
che biglietbanca romana pel corso di 3 mesi sarebbero ricevuti come moneta lesale il
ti
:
i
della
dalle pubbliche casse eda'particolari. Ri-
sposizione è io vigore, per cui l'ammini-
Gazzetta dei 2.5 aprile 1848. M Sua Ecc.za R.manig.r Carlo Luigi Mo-
strazione del palazzo aposlolico colla det-
richini arcivescovo di Nisibi,
Sebbene abrogato
ta
somma Papa
pagamentesoriere. Di pi li
supplisce a'nominati
che prima faceva
ti, il
lo Statuto, questa di-
il
riservò alla sua disposizione
i
ca-
ferisce la
neamente rinunziato
riere generale della rev. lica, e
ministro
lielle
ha sponta-
alla carica di teso-
camera apostoLa Santità
finanze.
noni, tributi e censi, ascendenti ad annui
di JXoslro Signore, nell' accettare
3,000 circa, non che diritti dei quali si fa menzione in occasionedella camera de'tributi nella vigilia e festa de'ss.
rinunzia,
chetto.
Pietro e Paolo. Dichiarò inoltre, che
to di segreteria di stato in
scudi
i
I
le
st'oggi,
nepalazzi apostolici, dipendenze, musei
ze
le
se nella delta
quali
non furono comprequando avessero
somma
,
è
degnala
la
sua
di conservargli gli
onori annessi a'cosi dellì prelati di fioc-
spese straordinarie di grandi riparazioni
ed annessi,
si
il
La
stessa Santità sua,
con bigliet-
data di que-
ha nominalo ministro delle finanprincipe d. Annibale Simonetli".
sig.'
Dipoi
il
prelato IMorichini fu consigliere di
stato, delegalo straordinario all'imperato-
avuto luogo, sarebbero portate e discus-
re d'Austria eal re diSardegna, presidente
se ne' preventivi annuali e ne' consunti-
della
vi.
Nel n.° 5S della
portate
Gazzetta sono
le disposizioni della
ri-
sezione del-
consulta di stato, cui è affidata
la cuche riguardano le finanze, che non avendo ancora potuto approvare il preventivo del 184B, intan-
la
ra di spedire
to autorizzò
il
incominciare
gli affari
ministro delle finanze, per l'esercizio, a
valersi
d'una
somma corrispondente !i3 dodicesimi del-
i
giorno restò vacante la carica di tesoriere generale, di cui eragli stato conserva-
che rilevasi anche dal n.° Giornale di Ro?nac\e\ 85 1), ed il commissario generale della camera mg.' Vannini fu dichiarato pro-deputato del-
to
il
2^7
la
titolo (il
del
1
congregazione speciale per
E siccome nel-
zione della basilica di
s.
andava acessarela privativa rin-
Papa perdimostrargli
la
l'ordinaria spesa annuale. l'agosto
commissione degli ospedali di Roa' 1 5 marzo 852 fu creato cardinaie, indi vescovo di Jesi. Per cui da tal
ma, ed
la riedifica-
Paolo, e dipoi
il
sua sovrana sod-
T E
3 i6 per
tlisf
lempo
niinòcominend gorio
I.
da lungo
servigi
govetrio
a!
iL'si
T E S
S
gli utili
|ìfiiili(ìcio,
dell'ordine di
itoi'e
lo no-
Gre-
s.
A'2C) apri lefurono creati duerni-
lionie rnez/o di scudi in boni di carta del
36 paoli per loo ed anno, per aver corso dal i.°maggio come moneta legale, ed ipotecati sui tesorOjfrutliferi in ragione di
beiti
camerali, d'istituti ecclesiastici e
corporazioni religiose. Nel n.°
yS
di
della
Gazzetta s'incominciarono a pubblicare elenchi de'beni ipotecali a garanzia dei
gli
boni, e finanze. il
il
regolamento del ministro delle n.°
Il
della
'j'j
(rr/r^f'/^rtr
nuovo ministero de"4
dinaie per presiilente
Q1'>S?"J!
il
firmi, furono riunite
manne
suddescritte
le
pontificie, e fu dichiarato
dante della marina militare
re pontificia, ispettore
comandante
ma-
la
rina guardacoste ossia della finanza, e di-
Fu
rettore dilla navigazione a vapore.
duntjue statuita una sola marina, assolda-
un solo corpo,
ta in
una
sotto
sola assisa,
dipendente dal ministerodelle armi, tranne il ramo di sanità marittima de'porli.
gennaioi849
cominissione
provvisoria di governo divise
consul-
commen-
il
Poscia nel
car-
4
coman-
datore AlessandroCialdi, chedali842 era tenentecolonnello della marina milita-
un
inclu»ivamen-
nistri, e gli altri tutti laici
te al ministro degli allari esteri:
1'
riporta
consiglio de'mi-
dt;l
de'Iavorl pubblici e per mfórjVrtdel-
ni<-fro
'"^
corpo
il
in
3 dipartimenti, cioè Mediterraneo, Adrialieo e
Tevere, con residenza del comando
generale in Civitavecchia, e da cui doves-
tore avv. Giuseppe Lunati, divenne mi-
sero dipendere
nistrodellefinanze.il n.°85 della GiiZ'
menti Adriatico e Tevere. Più fardi le 4 inaline tornarono a se[iararsi, edora tro-
zctta riporta
l'
regolamento
istituzione e
del consiglio di slato, de' io maggio, diviso in 3 sezioni, alla
corrispondenza col ministro di 'I ministro Lunati
trilfiiita la
fiiinnza.
.'delle quali fu al-
i
A'i4 S'ugno
pubblicò quel regolamento provvisorio pel ministero delle finanze nel
II."!
I
I
che
,
si
legge
della Gazzetta. Per rinunzia
delTavv, Lunati, con biglietto di segreteria di stato
uiinistro delle finanze ri.
Papa nominò conte Lauro Lau-
de'6 agosto,
A'i4 ngosto
il
Bianchetti decretò
il
il
Bologna formazione di bo-
pro-legalo la
ni pel valore di scudi
i
di
00,000, per
so[)-
perire all'urgentissimo bisogno di quella cassa camerale; e poi ne furono emessi altrettanti A'i 2 ri
ordinò
iiiiova
in
settembre
Roma
moneta
di
la
rame
il
ministro Lau-
coniazione d'una
due
del valore di
baiocchi.Perdiaiissionedel ministero, Iròvasi nella G(7:;tf//(7 de' il
Papa riuni
1
6 settembre, che
gli affari e>teri al
segretario di stalo, e
cardinal
nominò il conte
Pel-
vansi nelle
4
comandanti de'diparti-
classi
olire
scrissi,
i
la
come
sopra
di
merciale.A'Goltobie
cardinalPatrizi vi-
il
Papa impose
cario di lloma d'ordine del
ed
al clero secolare e regolare,
ghi
la
de-
le
particolare marina coin-
tas>a o prestito di scudi
luo-
a'pii
200,000
perl'estinzionede'boni.onde impedirel'alienazione de'Ioro beni a
tecatijma avendo dipoi
pubblico erario ni di scudi in
i
la
il
tal fine
già ipo-
clero oll'erto al
sovvenzione
di
4
milio-
5 rate,collacondizionedel-
losvincolo de'beni ipotecati a garanziadei 1 milioni di scudi pe'boni del tesoro,
Papa concesse
il
tardi a'2 luglio 18 sta a sali
1
00,000
il
suo beneplacito, anzi più
5o
egli ridusse l'irapo-
scudi annui,
dovendo
i
tas-
dar nota de'Iorocapifali ocredili frut-
tiferi.
Negli articoli Pio
ve narrai
la
IXe
Uo.ma, inbre-
deplorabile storia di quanto
precede, accorapagnòesegui
la
obbrobrio-
sa e tenibile rivoluzione operata in Pio
ma
e difliisa in tutto lo stato
La
da'demago-
n'
legrino Rossi ministro dell'inlenio, e per
ghi.
intcriiìnXcWe finanze, ed
Per dispo-
129, 374, '5o5e 5c)2, descrisse lasaaguinolenla e tragica Storia dclVassassi-
del ministro delle finanze Rossi, e
nio di Pcllegiiiio Ro
il
cav. [-"letro
glietli sostituto [ler le finanze. .sizioni
del
duca
di
Riguanod. .Mario Massimo
fìi-
uii-
Ci\'iltà cattolica,
serie,
t.
8,
p.5,
re.y,«^
divisa ue'paragrafi: la Cospirazio-
TE ne, V Assassinio,
T
s Ribellinne, comin-
In
ciando col grave rimarco.» Ne'fasli sandell'assassinio, a'qnali fanli e si
giiiiio-ii
hanno
atroci ca>i
mimerò
giura, che per
mn-
air"iiinlo 2IÌ ullimi
italiani, egli è dilìlcile
li
n:
S
3 ^7
clicprT»bre,cIioaven(Ii)ravv.Lnmlirimiiizialo
suo portafoglio,
il
dòprowisoriamenteed
il
juiiiislero afli-
iiiteiin^ilinenle al
conte Terenzio Mnuiiniii ministro
alfari esteri, l'esercizio delle funzioni di
per
ministro delle finanze, con («iacoojo Miin-
di cospiratoti,
abilità nel tramarla e nel compierla, per
zoni per sostituto [)rovvisorio.
brulale ferocia di trionfoesopraltnlto per
ni istitnì
im[)ortanza di conseguenze politiche, sia
da pareggiare lul
1
Come egli stesso
Piossi.
il
il
ca economia. Istituitasi
suoi
nenìici volevano uccidere io lui, anziché
l'uomo,
principio di cui era
il
sentante e
il
il
rappre-
difensore più saldo, voleano
in lui
spegnere
fai gli
succedere
Statuto Piomano per
lo la
repubblica, e l'evento
ri«posea'loro sediziosidivisameiiti.
gnanle Pontefice potè opporre piìi
mi-
11
nislio Rossi fu l'ultimo argine che
sione sempre
il
re-
all'in
va-
priuci[>e esercitasse
no
al
una provvisoria
nomedel
dislato, che in il
potereesecutivo,
ritorno del Papa, ricompose
nislero, che pubblicò nella
Gazzetta dei
23 dicembre, dichiarando ministro delle finanze Livio IMariani. A'c) gennnioi849 commissione provvisoria di governo romano, formata da! consiglio
la
dello stnto
de'ministri, pubblicò
il
decreto per l'aper-
quali macchi-
e di diritto commerciali», nelle luiiversilù
i
trista del pi iiicipatoilel
al-
Papa.Ca-
Pioma
di
e di Bologna, e soppresse
zio governati vo del
modo
macinato;
a'
cielo
Pontefice assalito nel dì seguente nella
somma
sua reggia, sopralìalto dalle violenze dei
ipoteca sui, beni dviW Appaìinaggio,
:
condotto a
tale
estremo che do-
vetle per lo migliore partire nascosta te
da lioma, e lìoma rimasta
men-
in [ireda dei
suoi assassini preci[)itòcol di venirerepub-
lutti
ministero, sti i
il
vergogne e
ma,
nuovamente
l'avv.
Lunati mini-
partì segretamenteda
e riparò nel
trarsi
dativa reale; ai
di
600,000
con
scudi, assicurati i
cui
acquirenti doveauo per prezzo tle'medesi-
ragguardevole som ma, da pagarsi al 8 >6, con regolamento per hi loro ammortizzazione; ed a'aS emanò il
mi
assai
dal
1
849
1
decreto sulle giubilazioni dei magistrati
Papa lo ricompose co'richieasuo luogo nominai, fia
IX
la
e di tutti gl'impiegati; a'? f-bbraio abolì
stro delle finanze. Nella seia de' '^4 "^'
venibre Pio
d'esigere
di scia-
individui'che
quali
il
l'emissione di boni del tesoro per la
sanno". Dimessosi l'antico
blica in quell'abisso di
gore che
24
da-
il
23 de-
duto il Piossi, il torrente della rivoluzione traboccò da ogni parte vittorioso il
ribelli, fu
fi-
mi-
il
tura delle cattedre d'economia pubblica
iiovano l'ultimo eccidio del [-"apato, o
men
suprema Giunta
minacciosa e crescente
fle'di^magoghi furibondi,
Ja
i
diceva
i
lALimia-
intorno a materie di pubbli-
tuali errori
al Piighet-
Il
un premio pel migliore scrittore che, in forma (h catechismo, correggesse nel popolo minuto suoi molti e abi-
conte Pellegrino
uìattina di quel giorno fatale,
la
ti
vittima
a rpiella onile fu
5 novembre 184B
disili
trovar una con-
regno
di Napoli,
Ro-
per sot-
ad ulteriori oltraggi e violenze
quelli che aveaiio
inaugurato
di
vari dazi imposti sopra le le
liti.
Ad
onta dei-
solenni e contraiie proleste del Pap.j,
sull'operato del governo intruso, e sulla
convocazione
dell asseuìblea nazionale
o
cosliluente, con dichiarazione di nica contro gl'invasori del s.
Sede
e contro (juelli
scomudominio della
che avessero pre-
potè-
so partealla detta asseuìblea generale del-
assassinio, lli.^dicefn-
razione del consiglio dei ministri emise
romano, questa decretò a 'q febPapa deca
600,000
stato
ie con
bre
Ili
il
un odioso
il
loi'O
ministro delle finanze per delibascudi di boni con ipoteca sui be-
camerali. Piiferisce la Gazzetta de'
>
lo stato
braio,il
nome
romano sarà di
la democrazia pura col Repubblica Romana, e fu oro-
TE
34B clamata
TE
S
in Cfiaipidoglio. Cosi la rivolu-
zione fu compila,e qiiiudi l'anarchia ginnf>e
al
suo colino.
Papa formalnieule con
Il
protesta riprovòjCondannò e dichiarò nullo tale atto, invocando
il
soccorso
arma-
de emanò
Rouua
e
S
corrispondenti ordini, e per
i
Comarca
poi pubblicò
dal suo presidente diregolamento per l'emis-
il
:
sione de' certificati a favore de'tassati a* 2
E
marto.
I
si
dichiararono sagri e in-
to e inorale delle potenze per la ricupera
tangibili I« casse di risparmio pe'poveri
del principato temporale, e per liberare
e altri,
lo stato della Chiesa dalla fazione che vi
A'26
esercitava ogni atroce dispotismo. L'as-
registro,
semblea nominò
manio pubblico, ed
al
governo dello stalo
un comitato esecutivodella repubblica romana, il quale a' 1 4 febbraio facendo cessare
il
ministero provvisorio, per
ze elesse
finan-
le
cittadino (marchese) Ignazio
il
Gniccioli rappresentante del popolo.
comitato a'if) facollizzò
la
11
Banca roma-
na ad emettere i,3oo,ooo scudi di bigUetti della banca stessa con corso coattivo, guarentiti
prezzo de'beni
sull'
i\e\V ^appannaggio.
somma 4oO)Ooo re
il
commercio
cona. Nel
d'i
le finanze,
le
i
doveano sosteneRoma, Bologna e An-
di
depositi di
onde
il
detto ministro del-
denuncia e assegna di denaro appartenenti alla
in
Roma
e in tutto lo sta-
requisirli pe'bisogni urgenti del-
la patria,
per consegnarli alla pubblica
cr.ssa erariale,
secondo
la richiesta del
nistero delle fhianze. A'
decretata
la
24
mi-
febbraio fu
requisizione di tutte
le
pane credute superflue delle chiese
ma
tale
d'ordine dell'assemblea costi-
mani morte
lo,
Di
scudi
seguente
tuente, comandò lutti
ipoteca del residuo
cam-
di
Ro-
per far cannoni, eccettuate quelle del-
le basiliche, delle
se nazionali,
gio artistico
parrocchie e delle chie-
non che quelle che per preo d'antichità meritavano di
essere conservate.
A'aS pe'gravi bisogni
dello stato e per porre la repubblica in
grado di conveniente difesa, fu decretalo un prestito forzoso sulle famiglie di piti elevate fortune, capitalisti e commercianti,
compresi
i
corpi morali, che avessero
monti
i
in tal qualità
be l'amministrazione de'beni
avreb-
ecclesiasti-
ci,
destinati a passare io possesso dello sla-
to,
con diverse norme pel sostentamen-
mantenimento del culto. Il marzo si decretò la coniazione della moneta della repubblica romana d'oro, to del clero e i.°
d'argento e di rame: lai. 'colla figura del-
Dìo
motto:
l'Italia, col
ta j la 2.* con quella di col
medesimo motto;
i'uolc Italia uni-
Roma
goleata, e
stemma Dio e Po-
la 3.' collo
della repubblica, e l'epigrafe:
polo: tutte con r iscrizione. Repubblica
Romana.
Il
valore espresso nelle
te
sarebbe
le
finanze e del
mone-
A 'ministri delcommercio ne fu com-
la lira italiana.
messa l'esecuzione. Indi
fu autorizzata la
coniazione della moneta erosa, per un milione di scudij e la Si dispose
che
gli
moneta di 3 baiocchi. 200,000 di boni
scudi
emessi dalla legazione di Bologna, potessero riceversi nelle casse erariali.
E che
beni del patrimonio gesuitico e della quisizione
si
s.
i
In-
amministrassero dal mini-
stero delle finanze, fino all'organizzazio-
ne del demanio. A'3 marzo
Banca rola somma di 4'*^>^oo scudi; ed agli 8 scudi 7 3g, 5oo; a' IO scudi 8G 1,000; a' 16 scudi 1 ,22 1,000; a*2o marzo scudi 1,280,295. "Hel Monitore Romano de'6 marzo si legla
mana a vea in biglietti d'emissione
ge, che per rinunzia del ministro delle
fi-
nanze, inviato straordinario della repubblica al
governo provvisorio
iiiterinalmente ne fu allìdato
vila Lazzarini.
raiitiloda'beni nazionali. Al ministro del-
si
finanze ne fu allldata l'esecuzione, ou-
istituti.
anche amministrazione del de-
una rendita non minore d' annui scudi 2,000 netti, con 1' annuo interesse alle somme prestate del 5 peri 00; prestito gale
di pietìi e simili
fu dichiarata l'amministrazione del
di
Venezia,
il
portafo-
Gio5 marzo
glio al ministro di grazia e giustizia
facoltizzò
vendere
i
il
Con
df*creto del
ministro delle linunzc a
beni ecclesiastici ipotecali per
TE
T E
S
sicurezza de'Ijoni del tesoro.
Non
essen-
Mica.
S
3 Ì9
triumvirato confermò
Il
il
Manzo5 a-
dosi potuta effcltnave la riunione dell'am-
ni nel ministero delle finanze; ed a'
ininislrar.ioRe del denjanio a fjuella del
prile abolì l'appalto de' sali, fissando la
registro, per le
nuove
disposiiioni sull'or-
ganizzazione generale del minislero delle finanze, dipendente a questo fu a' 12
i-
per ramniinistrazione de'beni demaniali, alla quale pure fu slituilA la direzione
attribuita quella degli fliloia della
abolita
la
ex beni camerali, tempo fu
repubblica. In pari
tassa barriera lungo
il
confine
neh 836. L'8
dello stato, e istituita
niar-
70 fu dichiarato ministro delle finanze Giacomo Manzoni. Destinandosi le guardie di finanza per
guerra,
la
si
formazione d'un battaglione ri sotto
il
ordinò
la
di finanzie-
com-
ministro della guerra, da
porsi cogl' impiegali del coppresso maci-
nato, a proposizione del ministro delle
nanze.
A
fi-
ingiunto dal couiitato
(|uesli fu
un baiocco per libbra, e concentrandone l'amministrazione nella direzione delle dogane, dipoi abolendo anche tassa a
l'appalto de! tabacco a'2
aprile. A' 17 il triumvirato in considerazione della mol-
ta
emettere
la
200,000
altri
za di coniare bile di
la
monete
maggior quantità possiRoma e Bo-
nelle zecche di
logna, promise a'portatori degli ori e degli
argenti, oltre
IO per 100,
il
valore,
e poi invilo
carli nelle dette zecche.
verno della repubblica; onde poi
de'francesi,a'26
si
ne
tiro e
"vi
quindecinali. L'i
sione di scudi
fu decretala l'emis-
i
200,000
di boni
che poi fu cumulativa a quella Esistendo 4 categorie emessa con chirografi di
2,5oo,ooo;
la 2.^
da 1^
un premio
da
del
possessori a re-
A'24
il
triumvi-
la tassa sulle patenti
di cavalli
colari in
1
per
l'e-
Per l'avvicinamento
ordinò una ricjuisizioda sella de'parti-
Romae Comarca. A'29
aprile
si
bai.,
calcolò,chei valori in circolazionecon cor-
4o.
so coattivo erano per scudi 5,25 1,000:
di bai.
di boni, cioè lai."
dé'quali in boni del tesoro, compresi gli
pontifìcii per scu-
emessi dalla provincia
per decreto del con-
siglio de'deputati per scudi
3. 'con
mi-
sommini-
per altrettanta somma di rendila consolidala. A'jg perl'iugen-
sercizio de'mestieri.
il
scudi di biglietti
strati all'erario,
slato delle rendite e delle spese del go-
circolare sui preventi-
il
Canea romana di
a corso coattivo, che avrebbe
rato sospese
emanò una
i
rendita consolidata che possedeva
governo, facollizzò
esecutivo di pubblicare ogni i5 giorni Io
nistro
i
Goo,oooi
la
ordinanza della commissioueprov-
di
Bologna dichia1,000; in boni
rali nazionali, scudi 4) i5i
Banca romana scudi i, 100,000. Quindi impiegandosi la rendita consoli-
della
governo per scudi 600,000; la da Bologna per scu-
data libera proveniente dall'indemania-
200,000; a'26 marzo il comitato ordinò la conversione in una sola specie di
del debito pubblico. A'2C) per la gravità
328,185, rappresentante il capi6,563,700, non solo si trovò il mezzo sufiìcienle per estinguere la passività de'boni e della carta della Bnnca in corso coattivo, ma ben anche un di più di scudi 1,3 12,700 da erogarsi a sollievo dell'erario. Riflettendosi poi chela Banca romana dovea restar gravata del-
delle circostanze volendosi concentrare
il
l'ammortizzazione di scudi 400.000 in
potere, l'assemblea costituente sciolse
il
biglietti ceduti
visoria di
4/ per
quelli emessi
di
boni delle 4 categorie, senza fruiti, il risparmio de' quali ascendenilo a scudi 25i,5c)5, per questa somma si emisero nuovi boni colle solite firme del ministro delle finanze, e del direttore e segretario
comitato esecutivo, ed rato, a cui affidò
il
istituì
un triumvi-
governo della repub-
zione de'beni ecclesiastici, perla rata di scudi
tale di scudi
del
commercio,
certificati
dall'assemblea a sollievo il
ti
iumvirato decretò.
emessi per
le
I
vendite consoli-
manimorte,
blica, con poteri illimitati per !a guerra
date intestate
dell'iudipcudenza e salvezza della repub-
niun Yaloie. Doversi creare ed emettere
alle
essere di
T E
35o sopra
la
TE
S
rendita di scudi 627,95^0 dello
sialo, ic),i37 cerlifìcali,
con rendila
di
828,185, sid dello capitale di scu6,503,700. E che inoltre sarebbero creati ed emessi allrellanti certificali inscudi di
per
testali all'erario,
somma
lesidiude
la
la
Francia,
due
delle li
i
la
Sicilie vi
loro eserciti, ed
iiel n.°
rieri e di
aprile
si
del tesoro.
A'5 maggio
fu autorizzala le-
missione de boni da bai. 82 Si ntodificarouo
boni
e tla bai. 16.
dazi all'introduzione e
i
estrazione di diverse merci e generi
all'
doga-
com[)resi nella pubblicala larilla naie; ed a'9 furono soppressi
consumo
cointeressali ile'dazi di iinili nelle legazioni.
gli ap{)alti
e duitli
Al ministro delle
fi-
di
1
2,000 avvenlu-
alcune centinaia di
narralo principalmente ne'due resi,
decorandolo
cedell'cjrdine
Papa
il
Piano
in brillanti,
furono
ed olfren-
dugli Lione ima nobile 'Sy;^c?(7(T
.j. Il
dui Papa, provvide la
temporaneamente
ordini, e
l'avv.
laicijCoI ti-
commissari straordinari, come Lunati a'q luglio 1849 P^'" '^ ^" il qualeemanòdiversialti sulla ta-
ii'miiohla di V. Valentini, G. Coslabili,
iianze,
E.
rida doganale, ripristinando quella
Ijiandjilla, Indi
il
mini^lero fu dato
Carlo Armellini triumviro. A'2
giugno [ler la penuria della moneta furono promessi premi del 20 peri 00, oltre
valore, a chi poi lasse alla zecca di
il
lionia e agli ai genti.
ne
di censi
ordinò
ecanoni, solilo a
la vigilia e festa
camera
gli ori e gli
della commissio-
la
sugli allari di finanza,
mento la
del bollo
ofi'ici
Continuando
A'6 giugno
1
ti
in rap-
moneta
furono emessi 100,000 scudi altri
paga-
de'ss.Pielro e Paolo nel
de'tributi.
pres.entaiiza inteiiiiale di
bai.
il
farsi nel-
di
erosa,
boni da
o, coni' era sialo praticato per gli
boni minori.
Con
decreto del
inni viri fu ordinala l'emissione di
I
5 da' qua l-
Irò milioni di boni di scudi, da garanlirsi
co' beni nazionali.
L'assemblea cusliromana, avendo
al-
direzione de'vari rami della pubblica
fimministrazionecon ministri
iill'avv,
gè-
neraie,a seconda delle istruzioni ricevute
lolo di
gli
gli
della gran cro-
gli affari
che ne pubblicò
co-
nsodo
al
articoli ri-
cordali, insieme agli onori che
una commissione di finanza
faziosi),
mandati dal general Ondinol,
iianze sino dali'apiile era stala aggiunta riferente per
vari
de' 3 luglio (accolli quali Uberalori dal
duro e lungo giogo
frulli de'
dopo
francesi
i
combattimenti e l'assedio della città, entrarono in Roma nelle ce pomeridiane
299,765. 11 di più si può leggere 87 del Molatore Romano. A' 3o i
re
il
spedirono a 0(Ciipar-
di scudi
notificò cessati
S
regina di Spagna, ed
i83o,
sulla dichiarazione
che
la
del
moneta
da5franchi equivaleva allo scudo romauo, ec. Riporta il Giornale di Roma de' 16 luglio, che avendo l'avv. Lunati dalo
la
sua dimissionedallefiinzioni di coni-
m^sario generale delle finanze, fu nominato a tale im[ùego il cav. Angelo Galli, già computista generale della camera e del minislerodelle finanze, per la sua ca-
pacità e idoneità, sia nella pratica di tauli
anni, sia nella teorica dimostrata nelle
soeopei e,CeJini ecor,omieo-stalistiei sul' /o iS'/<7/oPo7?////tzo, di cui e per la sua
portanza
in
più luoghi ragionai;
le de'registri, conti,
i
in-
Modu-
ed atti contabili a-
naloglii alleistituzioid di conlaòilità ,ec.
Le
sue prime operazioni furono
la lesli-
Itienle delia lepul.iblica
lU7Ìonedel patrimoniogesuilicoalla con»-
ttithiaialo cessare la difc>a contro le ar-
missione deputata dal Papa; e
mi
glimento della Iruppa
di
Francia,
i
Iriumviii abdicaronoe
lo scio-
di finanza
che a-
nominò un potere esecutivo, tùa 3 loglio promulgò la costituzione della repubblica, riportata nel n.° i5o del jl/o/aloie Romano. A comprimere la ri-
vea commesso tante atrocità sugli eccle-
Lellione negli stati della
appartenervi. Dell'enorme deficit, conse-
l'assemblea
sliluirli al
Sede per rePupa, l'iaiperatore dAustria, s.
siaslici,
per ricostituirla meritevole della
fiducia del governo, e depurata da tulli
quegi individui che
si
resero indegni di
guenza dell'anarchia e valutalo quasi 7
TES
T E
milioni di scudi, ne ftuò cenno nel
dicendo del luipfwrto
l'alto
i
853,
didl'enconiia-
to cavaliere sul bilancio del
dieciolti-
nieslie dal gennaio i84«^ a lutto giugno
1*10
teii
i
IX avendo deputato con pieni pocardinali della Gtnga, \ annicelli
e Altieri per
la
con)niis>ivjne govei nnliva
di stalo, e giunti in
luglio,
il
Pumia
sera de'3i
la
generale Oudinot rimise nelle
lo-
10 mani il governo poniificio, che nelle sue aveanoiiiomenfanea mente concenti a lo gli avvenimenti della guerra. A'2 agosto la commissione annullò tutte le leggi e dioposizioni
1848
in poi;
emanale dal 6 novembre quanto alla carta monetala 1
lazione circa
neta rali
usmpazione, tuttavia per benignità non rovinare tante fami-
ra|)a,ouile
glie, fu ridotta al
65
peri co dei valore
nominale,pubblicandoue lore
del va-
la tarilla
noadnale edi quello riconosciuto;
la stessa
col-
indulgenza v^nnericono^ciula
moneta erosa
nel
la
suo valore nominale pel
periodo di So giorni, dentro quali e con proroga doveasi ritirare. Alle dedauiatioi
ni
d'alcuni giornalisti,
fi»
portanti nozioni daln." dalle quali
si
aji[uende.
risposto con im-
82
del
Che
la
Giornale, carta
mo-
neta lu sempre tenuta per uno de" più
grandi
flagelli
de'sconvolgimenti
politici,
momoneta e-
nel
1798 erauvi
in circo-
milioni à\eedole,c\\e alla
4
proclamò
si
la re-
il 67 per 100. Si procurò da'genegovernanti d'accreditarle, diminuirle
quali a'
26
799 correndo al 20 per 100 del
va-
e cambiarle con assegnati,
niar?oi
lore noujinale,a'4
di a-
cedole pine in
le
giorno furono per sempre
tal il
i
maggio cessarono
ver corso di moneta, e
aiinull;ile,
tutto d'ordine del general Dufresse. In-
caricata
la
commissionegovernalivadlfur-
niareil ministero,ripoi la
finanze
nei!'
I
febbraio in cui
di
lepubblicanOjSebbene portava seco la nul-
d<"l
35i
S
valore della carta
il
pubblica perdevano nel cambio della mo-
ì'8
ed anco quale metzo onde soslenersi
Roma
rosa. lo
(•messa da'sedicenli governi provvisorio e
lità,
terzi
netata, e d'un 3." quello della
metà
1849.
due
miii|ù di
nominò cav. Angelo
agosto, che il
il
Giornaleótì-
j)ro -ministro delle
Galli. Indi la
com-
missione dichiarò coattivi per lutto l'an-
no
i
biglietti della
somma
di scudi
1
Banca romana
,5oo,ooo, ed
a
po furono cambiali co'boni del
nella
suo tem-
tesoro.
De
boni della provincia di Bologna,perveiiuti
alla
somma
di scudi
missione ne ordinò
il
34
'
>6
'
o, la
com-
coi so coattivo nella
medesima per un anno. L'apportare un lo stabilire un normale andamento nelle finanze dello stato pontificio,
rimedio, e
perle passale vicende volte,
per quanto
gno che
sommamente scon-
sia l'alacrità
e l'impe-
non potendo essere opera del momento, a provvedere il esercitasse,
si
giornaliero e ordinario
andamenlo
della
generalmente venne tolta con riduzioni e talvolta interamenteannullata. In Francia da! ^92 al 796 si emisero assegnali
cosa pubblica sen>brò convenienle al cav.
45 miliardi e 5oo milioni di lire, e dopo varie operazioni si ridussero a 800 milioni di mandali.W debito pubblico che ivi nel 1797 era di annui 258 milioni,
punto
e
I
I
per
fu ridotto a 86, consolidalo al 3."
L'Au-
1810 avea in circolazione un mibardo e 60 milioni di fiorini mhiglictli di hanea, e nel 800 li ridusse al 20 per 100. 11 Piemonte nel 1798 avea incorso 67 milioni di lire di biglietti di eredito, e 4i niilioni di moneta erosa. Il governo stria nel
1
provvisorio francese
a'
19 dicembie
di-
Galli d'ordinare la cliiusura de'conti della
pubblica amministrazione, fissando in cui
ebbe termine
la
il
luttuosa in-
vasione de'sedicenli governi provvisorio e lepubblicano;
come pure che
la
nuova
amminislrazione,nellealtuali sue critiche circoslanze, ti
alciata
trati,
non
venis.se
depaujierata e ia-
con pagamenti
prima
di
di credili
arre-
potersene conoscere l'ain-
missibilitàel'entità. Pertanto lo slato degl'interessi attivi e piissi\i riguardanti le
finanze, fu dichiarato avere
il
suo termi-
nea'So giugnoi 849, sospendendosi lenipoianeameule il pagauiculo diqualsivo-
TE
35i
glia anteriore credilo.
TE
S Infanto
si
nomi-
una commissione per esaminare
jiò
quidare
le
Giornale di
del
e
li-
pretese de'ci edili, e nel n.''4'
golanicnto per
Koma
pubblicò
si
la liquidazione.
Fu
il
re-
ripri-
stinata la tassa di barriera, in vigore in altri stali
finilimi,perlebuoneragioni on-
precipuamente
fu istituita, in favore
de
commercio. Frale tante operazioni di coloro.che cogli sconvolgimenti miravano a far proprio 1' altrui, quella pure vi fu del
manomelterec variare il
di
locale del mi-
con parecchi altri da esso dipendenti e nel palazzo del carilinal ì icario di Rowa e nel Seminario Romano (F.) stabilirono la residenza del ministro, la segreteria, la connistero delle finanze
,
offici
:
tabilità, l'archivio, la direzione delle pro-
cìie air ejìoca presente (settembre 1849) potrebbefacili tare una buona riorganiz-
zazione nelle finanze dello stato pontificio. Penetrato 1' anonimo autore della condizione attuale dello stato pontificio, del disesto finanziario per
nuale
deficit,
vorare
un periodico an-
che dice da olire 3 anni i
lo stalo,riconoscendo inesso
mordiale germe del male umore de' poanche per l'illusione prodotta nella
poli,
numerosa, per
classe idiota, eh' è la più la
momentanea
abolizione di alcuni dazi
nell'ultime vicende,
provvedimenti
tra'
che reputò indispensabili, precipuamente
propone
la
soppressione di diverse impo-
sizioni, e l'esazione
graduatoria della tas-
dcpositeria generale che prima era nel
suo progetto si propone l'abolizione della rovinosa pluralità de'dazi, e la surroga-
Monte di pietà (f ')à\ Roma. Era dunque necessario il ritogliere dii
casteri indicati e la residenza ministeriale
da'luoghi che doveano essere
restituiti al
cardinal vicario e agli alunni del semina-
modo di
rio.
Né
del
Palazzo della Curia Innoeenziana
essendovi
riattivare que'
zione dell'unica imposta del testatico. i
dimeno siccome
ciò
co, cade solto
diritto del
deplorata epoca, e per esservisi stabilito rtiffizio della polizia, convenne cercarne
so, e
altri. Il
cav. Galli rispettando
i
sagri chio-
e nell'impegno del sollecito liordina-
stri
mento
della cosa pidjblica, osservali vari
fermò
edilìzi,
la
partenente
alla
già PaMadama, ap-
sua attenzione
lazzo del Governo a piazza
il
camera apostolica, e qua-
nella sua tolalilàdisponibile. Allora con-
cepì l'idea d'ivi trasferirvi quanto era al-
trove sparso, e trarre di stanza iiire
in
piìi
dalla circo-
argomento di reale iilililà, con uun solo luogo tutte le direzioni,
nonché
i
diversi offici dipendenti dal pro-
prio ministero. Ottenutane l'approvaziodel Papa, ne
cuzione e
la
commise
la
laboriosa ese-
direzione dell'opere necessa-
rieal valente archilelto cav.
Gaspare Ser-
Questi incominciò nel settembre 1 849) e fluì le sue operazioDÌ nel 1 852, delle qua-
vi.
Ma
sebbene apprezzabili riuscirono princi^ piideirautore,avendo afferrato quelli fondamentali del morale sapere economico finanziere, o dell'economia di stato; non-
a IMonle Citorio, che servivano avanti la
ne
di-
pri-
sa del testatico. In sostanza l'autore col
locale del
si
il
i'dazi diretti, e
non che
prietà camerali, la
S
ne terrò poi proposito. In questo tempo fu divulgato colla stampa: Genia di ciò
li
il
si
offre al pubbli-
carne,dipoi mosse
il
prelato chierico di ca-
ftlario Felice Peraldi,
lustre per molteplici opere,
blica
pubblico stes-
in tutti facoltà di giudi-
però nasce
mera mg.'
che
economia
nome il-
anche
di
pub-
e di gravissimi argomenti,
che encomiai altrove, riguardanti
il
prin-
cipato civile della chiesa romana, a scri-
vere
Osservazioni sopra un progetto
le
intitolato. Cenili di ciò die potrebbe fa-
cilitare
una buona riorganizzazione nel-
finanze dello stato pontifìcio, Bastia 85 1 A' 1 7 settembre il pro-ministro del-
le 1
.
le finanze,
per
circolante per
dinò
la
scarsezza di numerario minute coulrattazioni,or-
la
le
coniazione nelle zecche di
Roma
e
Bologna, d'una nuova moneta di rame del valore di bai. 5. Quindi le zecche di Ro-
ma da'22
settembre, e quella di Bologna
il 01 dicembre j854, coniarono 4^,890,000 monele di
da'27 ottobre 1849,3 tutto
TE ramedi
2,419,500; cioè
di
T E
S
Lai. 5, pel valorenoininaledi scula
zecca di Iiotna
delto giorno in poi emise scodi
1
da
,r)55,09'2;
l'aUra di Bologna scudi 4(j4)4oo. (Mh ìa-
talmcnle ne
fu
pure coniala all'estero una
enorn)e massa, die forse ninno può precisare,siccotne introdotta perconlrabban-
Papa col moto-proprio tie'iosettembre e prodotto nel n,° 64 del Giordo.
Il
naie, re
consiglio di stato, per da-
il
suo parere ne'progetli
il
ma
istituii
esaminare
ramo
le ([uestioni
più gravi d' ogni
pubblica amministrazione, sulle
di
as-
poi cjue'boui co'quali
acquistasse
si
il
con-
soiidato proveniente da'beni dellVy^y^rtS/t-
nttggio. Nel declinar d'ottobrela couimis-
sione governativa dichiarò prò direttore
Antonio Neri, e
del debito pubblico
tuttora, poi dal
segretariodella
novembre
lo
ù
Papa creato cavaliere, già medesima direzione. A' io ministero
nella residenza del
delle finanze in via della Scrofa, cioè nel
palazzo delcardinal vicario,segtù
bru-
il r.
finanza.» Sa-
commissario della camera apostolica, del
e ne esaminerà
suo parere.
sui
medesimi
dacatorie
darà
;
le il
il
relative sentenze sin-
suo parere suU' impo-
dazio diminuzione
modo
quelli esistenti, sul
guirue
la
Istituì pii-
consuntivi, pronuncian-
i
sizione di nuovi
di
migliore d'ese-
riparto, su'mezzi più efficaci pei*
fare rifiorire
commercio, ed
il
in
genere
su tultociò che riguarda gl'interessi del pubblico tesoro. ti
si
essa intesa sul preventivo dello stato,
il
rela ConMdtadistatoper
do
Che
segretario del debito pubblico.
segnerebbero annui scudi 3oo,ooo per la loro ammortizzazione. Si brucierebbero
ciamento de'boni emessi da'caduti governi, alla presenza del pro-ministro, di mg.
quali sia richiesto
l'à
di legge, pri-
sanzione sovrana, ed
di sottoporsi alla
353
S
ministro delle finanze, e dal direttore e
consultori saranno scel-
I
da Noi su note che
ci
verranno presen-
tate da'consigli provinciali.
ro verrà fissato
in
Il
loro
nume-
proporzione delle prò-
vincie dello stato. Questo
numero potrà
una determinata soggetti che ci riserbiamo di
pro-diiettore del debito pubblico, ec. Nelmese fu pubblicata la Statisti-
lo stesso
ca
di tutti gli uffici
congregazioni ecclesiastiche, esistenti nel i. "gennaio 1848- Nel farne parola nel voi.
LVII, p.i35,
In detta statistica vie pure
lari,
norme
della traltazio-
pianta del
la
personale dipendente dal ministero delle finanze,cogli stipendi degl'impiegati, cioè scudi 5i4,
le loro qualità, le
numero
lespeseeil
d'impiegati secolari in confronto de'chieiici.
addizione
nominare. Un'apposita legge determinerà le forme delle proposte de'consultori,
rilevai
eccedente, anche ne'dlcasteri ecclesiastici,
essere accresciuto con di
ed impieghi occupati
nell'amministrazione temporalede'dominii della s. Sede, non che de'tribunali e
noi scudi si
i
7
i
per 20
1
7 impiegali seco-
non compresoli pro-ministro con an4ooot^''J"0''''>»''f'5 6"<^'^^'^'^^P''^'
gl'impiegati de'dazi appaltati. Gl'im-
piegati ecclesiastici essere soli 3, cioè
il
car-
mente e prontamente contribuire al riordinamento di questo importantissimo ra-
dmal presidente del censo con annui scudi 1200, il prelato vice-presidente della consulta di stato con scudi 4^0, e lo stes-
mo
so ministro sebbene laico, forse
ne degli
di
affari, e
pubblica amministrazione." A'24
settembre co.
Il
tutlociòche può efficace-
la
commissione
ritiro de'
provvisorio
e
il
boni de'sedicenti governi
repidjblicano,per togliere la
discordanza tra lo ridotto,
di stato notifi-
il
valore nominale e quel-
quale ascendendo a scudi
2,692,000, per lo stesso valore sarebbero surrogati da altri boni del tesoro in sostituzione, con corso coattivo e in 5 calegorie.Che sarebbero VOL. LXXIV.
al solito
firmati dal
la carica
dovendo
comein seguitosi
conferirsi a
come
prò,
un prelato
effettuò.Gli onorari de*
funzionari superiori, nella statistica
si
leg-
gè che annualmente loro si paga ali avv. generale del fisco e della camera apostolica scudi 2280, al commissario generale :
della tista
medesima scudi 2000,
al
compu-
generalescudii6oo,al segretarioge-
nerale scudi 1600, a' 3 sostituti commis23
T E
3n4
T
S
sari fra tulli scudi
24^0, al controllore generale scudi 1200, per non dire di altri del ministero superiore. Col i .° dicembre fu rinttivato
il
dazio del macinalo, nel-
le Provincie, con che iera stata diniinuiln r annua rendila di circa 800,000 scudi da quelli che aveano invaso il potere; sop-
pressione falla, il
come
popolo e trarlo
altre,
per blandire
alla loro pai
le,creando
un tempo imbarazzi e avversione al governo ponlifìcio, allorquando fosse ristabilito. Tuttavia l'inlruso governo avea ina
caricato
ministro delle finanze di pre-
il
immediatamente
sentare
il
modo
di sup-
plire all'erario per l'abolizione di tale notabile introito:
ma
tulle le operazioni
fi-
nanziaria
si
aumento
della carta monelata,che per la
ridussero allora
sua massa e discredilo
il
neta reale salì
al
mi
al
25,
al
deplorabile
cambio colla moSo, e negli
ulti-
giorni della republilica sino a circa al
70 peri 00
in
meno, onde arricchirono
i
monopolisti. Dovendosi riempire un tanto vuoto, i
consigli
governo pontificio interpellò comunali e provinciali se pre-
il
ferivano a tale riattivazione altra imposizione equivalente,
opinò
ma
la
massima parte
reintegrazione dell'antico dazio
la
no
ES
costretti lasciare fertili terre incolte e
senza alcun miglioramento. Del Rappor-
conto consuntivo del 1." semestre
to del
849, pallerò neh 854, perchè in quell'anno fu pubblicato. A' 5 gennaio i85o I
dalla commissione fu estesa alle slamperie di
Roma e Comarca 1834
sa nel
stampare
le
la
libertà conces-
a quelle delle provincie, di
scritture legali e sommarii,
nelle cause tanto civili che criminali, e
ostante
il
non
diritto privativo attribuito alla
camera
apostolica, dovendosi però un esemplnre munire del bollo straordinario e pagar per esso bai. 5o di lassa per ogni foglio. Il Giornale de'i4 gennaio notificò essersi già coniali in
che di di
Roma
rame
dalle zec-
e Bologna, pel valore di scu-
102,2 77. Sabato 26 gennaio per lai. ebbe luo"o l'estrazione de'IoUi sul-
volta la
loggia del palazzo
Madama
verno, divenutodel Ministero ze,
mentre per
lo
innanzi
si
o del
Go-
finan-
faceva sulla
loggia del palazzo della Curia Innocenzia-
na già residenza del tesoriere, o sulla loggia del palazzo delle Poste pontificie. n.°
23
del
medesimo pubblicò
Il
l'alienazio-
ne per asta pubblica de'supersliti beni restali
invenduti, spellanti alla disposizione
ottobre 83
cheesistevasinda'tempidi Sisto IV, Non-
dell'i
dimeno
male inleuzionati pel suo ristabilimento declamarono e tentarono d'ec-
rio pontificio nelle legazioni,
citare resistenze in alcuni Iuo"hi dello stao
braio furono modificate
toe specialmente nell'Umbria, ma dovun-
dazi d'introduzione che godevano porli d'Ancona e Civitavecchia. Dimorando il Papa in Portici presso Napoli, a' 9 febbraio! 8 5o si contrattò colla casa Rolhschild un prestito per la somma di scudi cinquemilioni in diverse rate. Il n.^Sgdel Giornale contiene l'editto sopra la gabella comunale del bollo de' pesi e delle misure, per R,oma e Agro Romano. 11 n." ," volta riferisce 5c) del Giornale, per la che il 3." bruciamento de' boni emessi da-
i
que opportuni provvedimenti ristabilirono l'ordine. A'21 dicembre il ministero delle finanze emanò la circolare per l'osservanza della legge sul bollo della carta, con r elenco delle disposizioni e regola-
mento
su tale bollo
nel n,''4<^cl
(il
tutto pubblicato
Giornale di Roma
del
1
85o),
colle rispettive classificazioni della carta
soggetta al medesimo.
11 Giornale de'3 dicembre contiene la notificazione della commissione governativa, sul!' afiiancamentode'fondi soggetti alla servilìidi pascere, di vendere l'erbe e di fidare, per l'incremento deli' agricoltura, poiché a moi
tivo di tali ser\iitù, molli possessori cra-
I
partenenti
I
al
I,
e devoluti all'era-
demanio
come
già ap-
italico. lli.° le
feb-
franchigie de' i
i
gl'intrusi governi,
si
farebbe a'i4 '"ar/o
nel palazzo di residenza del ministero delle
finanze in piazza
Madama. Questo
documento dello stabilimento
è ili."
del ministe-
ro in questo edificio, dappoiché
il
2.°bru-
-
TE
T E
S
a'
1
tificazione
3 febbraio nella residenza di esso mini-
siero in via della Sciofa, ed in presenza del [)ro-n)inislro e degli altri
D'iiHora in poi l'edifizio
vati.
come
zc,
legge sopra
si
rientrare ne'suoi
Papa Pio IX
che
ministri, fra'quali ]
?,
aprilei85o fu
ritorno del
il
mentre dere
i
di letizia.
iiife.>>tazioni
ta fosse
Laonde furono emessi
parato solenne con cui
per
suole
schiacciare l'errore. In questo suo pon-
cessarono del tulio
tificato
superstiti, di
ed a Pio IX. la
giurisdizio-
che intralciavano
ni baronali,
ca amministrazione, per
porta
le
la
che ragionai n.°
11
gg
la
a'
loro luoghi
del Gioriinlc ri-
notificazione del cav. Galli de'29
formazione d'una nuova Bansconto capace di estese e grandiose
la
somma
di
ri
nel termine di io anni dali." gennaio
i85i
e
da ammortizzarsi
in rate semestrali
zione, e che
dali.° ottobiei85o.
Che
85
scudi
lifìcio.
si
pa-
e 95.
Che
pel
pagamen-
fondo d'ammortiz-
zazione veniva assegnala
la
somma
d'an-
nui scudi 5oo, 000 sul pubblico tesoro, ol-
di tulle le provincie dello
tre gli annui scudi 100,000, che collo spontaneo concorso del s. collegio, somministrava il clero secolare e regolare, ed
nome di Banca
Con
certificati
so-
dell'industria e dell' agricoltura,
ma
i
in carta-moneta, e successi va
to degl'interessi e pel
Uonui,
estra-
decorrerebbero
gherebbero per ogni 100 scudi nominali,
ca di
lo di
alla pa^
mediante
gì' interessi
mente scudi 90
slato, col
fruttiferi
5 peri 00,
aprile, sulla
operazioni, a vantaggio del commercio,
certificali
delti
i
cinque milioni
al
pubbli-
rinunzia delle
cerli-
impiegata a distruggere una cor-
gione trionfò sull'enqiietà, con quell'apverità
5o,ooo
credito sul tesoro, la cui vendi-
rispondente quantità di carta monetata.
stalo, la reli-
la
mas-
di tal carta, per fu'la in segui-
to del lutto sparire, creò tificati di
questo fausto
In
ed equili-
sollecilarnenle dalla circolazione la
pubbliche e solenni ma-
essa
si
non
dello stato poii-
fuse la
Banca Roma'
Bologna Ancona. Dipoi nel Supplimento al n." i45del Giornale si pubblicò il Progran)ma per l'attivazione della nuova Banca degli slati pontificii. Ed il Supplimento del n.° 148 del i85i ne riporta lo Statuto. A'4 maggio fu estesa la disposiziouà, con due banche succursali a
i
e
altra obbligazione precedentemente
ne della vendita
luoghi
sunta.
pii in
Quindi
surrogazione
il
Papa
di
isliliù
qualunque as-
una commis-
sione speciale per l'ammortizzazione della
carta-moneta, presieduta dal cardi-
nal Pietro Marini, affine di curare l'ese-
cuzione delle narrate disposizioni. Dipoi
rimanenza de'beni già appartedemanio italico nelle provincie d'UrbinOjPesaro, Ancona, ]\Iacerata,Fermo, Ascoli e Camerino, e devoluti all'e-
u." 197 del G/o/virt/<' pubblicò il regolamento sull'emissione de'5o,ooo certificati, e il regolamento dalla commissione stabilito sui medesimi. A riparare leaugustie economiche del governo,a'22 agosto furono aumentati alcuni articoli del-
inrio pontificio, in viriti de' trattati del
le tasse esistenti sul
sidui di beni
che
pubblica de're-
demaniali nelle legazioni, an-
alla
nenti
1.°
all'asta
al
giugno ei 2 noveaibrei8i6. Con no-
;
di provve-
bramoso
era
spese colle sue rendite, a togliere
le
sima parte
l'oulefice, tra gli ap-
giorno per Pioma e pel suo
Papa
il
alle finanze dello stato,
brare
cav. Galli. P>,oma a'
plausi e gli ossequi devoniani e degli stranieri, oltre altre
dilapidazioni, e-
disorganizzazioni, e
netata, sussistendo in scudi 6,f)4'^>^^o
felicitala pel trionfile
sommo
ammi-
con leccessivo aumento della carta mo-
a
sequiarlo a Tcri-aciiia nel suo ingresso
manomisero con
la
spilazioni, studiate
recarono ad os-
stali, si
della jìubblica
nistrazione dello stato da'caduti governi
principale suo
il
il
ramo
sate in ogni
snmnienloprese il no-
me ó\P
355
S
de'27 luglio, il cav. Galli dichiarò che per le rovine economiche cau-
cianicnto d'aUii simili boni erasi eseguito
il
209
del
bollo e registro.
Giornale di
Roma
11
n.°
contiene
l'è-
TE
356
T E
S
ditto del cardinal Anlonellì segretario dì
deH'ordinnnienlo de'5 ministeri su
stalo,
lami di pubblica amministrazione, con attribuzioni comuni e speciali: ecco quelle del ministero delle finanze. wE' oftutti
i
finanze l'amniini-
licio del niinistio delle
strare
Le
propiietà e
le
le
cave, e tulli
appartengono
a questo mi-
fabbriche,
diritti (iscali
i
le
Fanno
nistero.
rendile dello stato,
le
miniere,
medesimo
parte del
di-
le
S
ganale rimane pure sotto gli ordini immediali del ministro delle finanze." Tra le
disposizioni generali di ciascun mini-
stro, fu decretalo: clie
sono
nominati e
revocabili per libera volontà del Papa,col
mezzo del cardinal segretario di
slato pro-
sideute del loro consiglio, cui prestano
il
giuramenlo prima d'a>snraerele loro funzioni. Con edillo de' 1 4 ottobre e promulgaio anche nel n,° 238 del Giornale, il
prowe-
rezioni:delIepioprielàcauierali;dellezec-
cardinal segretario di sialo, per
che; delle dogane, dazi duelli e indiretti;
dere all'equddjno delle rendite colle spe-
del delìilo pubblico; del registro, bollo,
se dello stalo,
La
jpotei bc; delle posle; dt;'lolti.
preii-
denza del censo, ora aHldata ad un cardinale,conlinueràadipenderedasuaSanper mezzo della segreteria di stalo
lilà
finchè non
sia
compiuta
e sanzionata la
revisionecensuaria. l'iiu)aiiesoll(j finanze
la del nìiuislero delle
stabilin)enlo del
ma; ed
s.
,
monte
la
tute-
pubblico
il
di pietà di Ilo-
sono sottoposte
alla slessa tutela
le altie
banche o stabilimenti che riguar-
dino
credito pubblico.
il
pone li,
fa
le
nuove
ministero prò-
dogana-
versare nelle casse pubbliche
dite dello slato, dirige
fondi secondo le
11
daziarie e
tarille
il
i
ren-
movimento
de'
bisogno, e regola tutte
operazioni relative
Piiunisce
il
le
al
pubblico erario, e consuntivi
conti preventivi
particolari di ciascun ministero,
come
gli
anche per far fronte
di
persone concorra a sostenere
ci
pesi in proporzione,
sibile, de'
vantaggi che ritiae dall' ordi-
nauienlo sociale,
cos'i
essendo equo di sot-
loporre ad una tassa l'esercizio delle professioni, arti, mestieri, industrie e
iKercio, pel qijale esercizio nulla
una
il
consiglio de'ministri, impose
lassa d' esercizio sopra tutte le arti,
mestieri, indusliie e
commercio
luntpie sorte, ripartili in
i
con-
sposizione di ciascun ministro correnti a sostenere
le
là de' preventivi approvali.
ufiizi
i
ricevere e stipulare tutti
addetto
I
segretari e
della
minislero delle finanze:
no
fondi oc-
camera apostolica, co'loed aichivi, rimangono addetti al
cancelliet
ro
i
spese in conformi-
i
al
miiiisleri.
ma
gli alti
sono tenuti a che riguarda-
llimane egualmente
minislero delle finanze
siglio fiscale
per
gli aiFari
il
con-
contenziosi:
ma
dovrà prestar ro|)era sua negli allari di tutli minisleri, seuìpie che ne !>ia richiei
Sto dal ministro rispellivo.
La
forza do-
qua-
di
o categorie, co-
minciando la tassa a decorrere dal i.^gennaioi85i. La legge speciale perla tassa d'esercizio delle professioni, indi la pub-
ze
il
con-
proposizione del pro-ministro delle fiuanze, inteso
ministri,ne forma
preventivo ed
com-
si
Iribuiva allo stalo, d' ordine del Papa, a
blicò lo stesso cardinale nel n.°
il
pubbli-
i
per quanto è pos-
sono trasmessi dal ministro rispettivo; ed allorché sieno esaminati dal consiglio de' sunlivo generale dello sialo. Mette a di-
alle
conseguenze degli ultimi deiilorabili avvenimeuli, essendo giusto che ogni clas>e
Giornale; ed
il
277 del
pro-ministro delle (Inan-
emanò la notificazione e regolamento de'24 ottobre eia dicembre, pubblicati da'n.' 248 e 288 del Giornale, Nel n. 252
si
legge l'editto del cardinal segrela-
rio di stato
de'28 ottobre, conteiieule
legge sulla Consulla di sialo per ze,a(ljdandosi a
presente ze
si
un cardinale
ad un prelato
za, e
la
la
la
del cardinal
velli [)resideule, e di
la
finaa-
presiden-
vice-presidenza. Al
consulla di stalo per
compone
le
le
finan-
Domenico Sa-
mg.' Giovanni Piu-
came6 consultori perla camera aposto-
sconi vice-presidente e chierico di ra; di lica
nominati direltamenle dal Papa, 3
de'qualì prelati e tra essi
due souo
chie-
TE
TE
S
camera, avuto riguardo all'iuteresse della camera apostolica; e di 19 consultori scelli dal Papa sulla proposta fatliei
tli
4
ta di
candidali, da'consigli provinciali
Ravenna, UrAncona, l'eriigia,
di Bologna, Ferrara, Forlì,
bino e Pesaro, Velletri,
i33
S
3?7
Giornale. Nel Siipplimento del n."i47 de' 3o giugno, venne pubblicato dal pro-miiiisfio Galli, dal l^i[)a decorailei
todel litoloeinsegne
conimendatorejil
di
Rapporto sulla tabella preventiva generale dello stato pontificio per Veserci-
Fermo, IMacerata, Spoleto, Rieti, Viterbo. Fresinone, A.scoli, Camerino, Civita-
dal cav. iMicliele Gnidi (di cui nel voi.
vecchia, Orvieto, e Benevento; del segre-
p.
tarlo e del capo conlabile, olire altri piegati,
3/
l
consultori
si
parte in ogni biennio,
Giornale pubblicò
im-
riimovano per il
272
n.°
la
del
legge sul governo
la
delle Provincie e sull'amministrazione
provincialt; ed
il
n.°
274
legge sui co-
la
z/oi85i, firmato dallo
stesso ministro e
XX,
2^4)1 eapo contabile del ministero, indi nel declinar di giugno 85 T dichiarato i
con biglietto
comcamera apo-
di segreteria di stato,
polista generale della rev. slolica.
do
il
Da
esso
G/o/v^rt/f',
secon-
/?(7/:)/w/-to risulla,
ammontare
gl'introiti a scudi
in
complesso
0,679,748;
i
le
«pese a
pro-ministro delle fiiianze a'26 dicembre 8 "0 pubblicò una
scudi 12, 336, 489; l'eccedenza delle spese
tabella delle modificazioni daziarie alle
fondo
niuni dello stato,
il
1
tasse stabilite dalla larid'a del
i83o, e
si
Siccome iiel 1854 fu pubblicato il Rapporto del conto consuntivo deli85o, così in quell'anno ne ragionerò, cioè con riprodmre in rislretto il riferito dal Giornale cURolegge nel n.° 3o
Ad
via.
1
del Giornale.
effetto di
più economiche e
rendere più semplici, piìi
sicure
le
operazio-
ni de' lotti, evitare gì' iuconveutenli
che
accadevano col sistema de'così pagherò, e procurare un ulteriore
ossia
deficit,compiesi
il
00,000
1
scudi per
1,756,74^. Da questo rapporto classificato si apprendodi riserva, a scudi
nolespeciali categoriedegl'introitiequel-
Se
le
delle spese. Si fa inoltre
la
situazione delle finanze pontificie, già
malmenate da
riflesso."
il
non
alternative vicende,
presentava floridezza avanti
generale
il
sconvolgimento de'pubblici affari, ognuno di leggieri può immaginarsi qual do\esse rinvenirsi al
momento
in cui
leg-
il
per noa
di sovente
gittimo governo fu
detti
rimanere sorpreso dello stato in cui riraangonopureal presente,tuttochè laper-
soccorso alla cassa delle giubilazioni, gravala già del peso annuo di circa scudi 900,000, furono dal cav. Galli stabilite nuove norme a'i4 gennaio 85 1, é pròdolle nel n/ii del Giornale, \ni\\ iiahylendo le relative norme con regolamento 1
ri|)ristiiiato,
cezione delle rendile trovisi
nonchenor-
male, di molloanzi migliorala." Altreimportanti dichiarazioni e riflessioni
no leggere
si
pon-
soppressi/;<7g-/ierò,fu quella de' 17 maggio,
documento. Per questo forte disavanzo, mentre il Papa sperava che le pubbliche circostanze fossero tali da porre un equilibrio tra le rendite elespese,e miglioralo il sistema della pubblica amministrazione , ordinò che per
A'i o giugno
l'urgenza del presente esercizio
de'3 febbraio. L'estrazione de'nuineri in cui
ebbe principio l'attuazione del nuovo
sistema in ordine a'bolletlari sostituiti a'
lata
con
legali
si
calcolò essere stata annui-
abbruciauienli circa
della carta-moneta, e
rimanerne
la
metà
in circo-
laziooe nella quantità di scudi 3,7 10,000, la
quale volendosi rifondere con nuova
carta, questa fu denouiinata di
zione,
onde garantirne
tilà e
allontanare
cazioui.
La
il
la
surroga-
precisa
quan-
pericolo delle falsifi-
dispoiizioue è riportata uelu."
me
nel citalo
dopo
ne'precedenti anni
mento
del
il
1
85
i,
suogoverno, si aumentassed'uu
bimestre l'imposta della dativa reale partita in
munita
4
ri-
rate; e d' imporre sulle co-
dello slato, riparlilamente in pro-
porzionedella popolazione,la
milione di scudi, a."
co-
ristabili-
come
167 del Giornale:
somma d'uà
fu notificato nel
indi
il
a,"
i^S ha
TE
358
T E
S
regolamento per l'esigenza tli tali tasse del commend. Galli. A' ii dicembre fu ordinalo il ritirodellemonetedi ramedelil
repubblica romana. Del Rapporto del
1(1
conto consuntivo del
1854 1
farò parola nel
di stato ordinò,
cardinal segretario
il
che
Giornale
suo contenuto. Nel
a tenore del
852 a'24 gennaio
cia
1
in cui fu pubblicalo dal
Romay
di
85
i
boni della provin-
i
diBoiogna, residuali in scudi 3 18,770,
fossero ritirali e sostituiti con boni di sur-
rogazioin\ con regolamento del pro-ministro delle finanze. Nel
ma de' g febbraio si
Giornale di Ro-
leggono
vantaggio-
i
risultati delle disposizioni prese
si
dal mi-
nistero delle finanze, per migliorare
il
di-
pendente e importantissimo ulììcio della tlirezione generale delie dogane, non meno per l'eiililà degl'introiti, che per gli eslesi
rapportiche ha
sua amministrazio-
la
coir interno ed esterno commercome in genere coll'economia dello stato. Avendo prodotti nel decorso 85o
ne
cos'i
cio,
1
i
superato pel loronotnbileincremento più di
quanto
erasi sin allora ricavato dall'i-
stituzione delle
dogane
riodo d'un anno,
si
pontificie, nel pe-
pubblicò colle stam-
Prospetto delle merci introdotte
pe
il
ed
estratte
per gli uffici doganali dello
stato pontificio
nehS^o. A'7
pro-minislro-emanò
il
l'esigenza della tassa di
neri coloniali,
febbraio
il
regolamento per
consumo sopra
comprese
le città
ge-
godenti
cure del
commend.
S
Galli, ch'ebbe l'ono-
re di riceverlo insieme alcouteGiulio
Ver-
direttore generale delle proprietà
Ztiglia
carnei
ali:
passò nell'archivio della staiiipe-
rin e nella calcografia
camerale, di lutto dichiarandola sua soddisfazione e approvazione al pro-ministro. Il u.° 100 del
Giornale riporta
la
modi-
tabella della
ficazione de'dazi de'25 aprile, in rettifi-
cazione della
tariffa
doganale, emanata
la massima che le lariiTe doganali debbono secondare le produzioni indigene, seguire letendenzedel commercio, animaree proleggere le interne manifatture. Dal Supplimenlo delGz'or/ìrt/ede'c) luglio fu pub-
dal pro-ministro delle finanze, per
blicato
il
Rapporto sulla tabella pre-
ventiva generale dello stato pontifìcio
per
l'esercizio
1
852, del commend. Galli
pro-ministro delle finanze. Si fanno a-
sceudere I
I , I
I
in
complesso
o,56q;
il
i2,C)o6,4iq; perciò il
fondo
gl'introiti a scudi
totale delle spese a scudi il
compreso
deficit,
determinato
di riserva
in
scudi
00,000, fu di scudi 1,895,849- Alla quale deficienza erasi provveduto coli' editto de'7 febbraio per circa un milione di scudi, trovandosi l'erario sempre in dinicile posizione. Presentandosi da tutti lati l'aI
i
spetto delle finanze, e distinta
la
posizio-
ne normale dall'accidentale; perciò
si
fe-
ce osservare che non deve ripetersi lo sbi-
una
lancio da cause permanenti, poiché
con editto dello slesso giorno. In esso e per
ragguardevole è destinata all' am« mortizzazioiie de' debiti anteriormente
provvedere all'esercizio del 18 52 a mez-
contratti, ed è tale l'importanza dell'ero-
zo d'alcune contribuzioni, fu mantenuto
gazione de'foiidi per l'indicato
l'aumento d'un bimestre
iiilta
franchigia,ordinata dal segretario di stato
di
dativa reale;
cifra
astrazione da quella,
le
titolo,
che
rendite por-
punto attuale supererebbero an-
il prezzo del sale si iporlò al saggio vigentea'3 luglio 1847; esuliecomunidellostalo venne imposta la somma di scudi
ziché eguagliare la deficienza che pure a
somma
ascendeva peli 852. Intan-
2 5o,ooo. Nel marzo fu trasferita nel pa-
to decrescere
successivamente l'importo
lazzo del Ministero delle finanze la dire-
degl'interessi pe'debiti contratti all'estero
1
i
zione e
uffizi
delle
Poste Pontificie
(J^.),
e l'impresa sociale delle diligenze pontificie.
A'2C)
marzo
il
Papa
si
servare lo stabilimento della
camerale
f/'
.j,
rimontalo a
recò ad os-
Stamperia nuovo per le
tate al
tanta
dal
1
832
in poi, e
aumentare
il
fondo di
riacquisto; sperarsi diminuzioni di passività, e [)rosegui mento del l'incremento delle
pubbliche rendite
fidarsi
che abbiano
in tutti
felice
i
rami: con-
successo
le
cure
J
,
T E che portava
il
TE
S
governo per
ristabilire Te-
359
S
menteripetersi dalle vicende polilicheche
turbarono
tranquillità
quilibrio nell'ecoiioinica amminislrazio-
dali83i
ve delio
dello stato pontificio, ilquale anteriormen-
che er^ intento
stato, al
pro-
il
in poi
quell'epoca per
ministro con tntlo l'impegno e operosità, secondochè airerma il d'or /tale di Roma.
te a
Già nell'agosto
no cominciò
erasi effettuato
il
totale
carta-moneta, emessa nell'e-
ritiro della
poca anteriore
resfaiu'amento
felice
al
del regime pontificio, e
si
procedeva
al-
l'ammortizzazione delia posteriore di so-
Giornale contiene \\ Rapporto sul bilancio della pubplica animirdstrazionc dal 84'^'^^ 847» stittizioiic.
11
n.° 2 IO del
1
del pro-ministro
questa interessante e ne, dice
'
commendator difficile
Galli. Jn
operazio-
medesimo Giornale, non pò
il
tendosi dare un perfetto lavoro, perle ragioni
esposte, specialmente per l'an-
ivi
damentoamminislrativo alteralo dalle vicende del 846 e 847, a indicare le principali partite, avendo già accennato più 1
1
sopra quelle riguardanti
il
prestitode'due
milioni e l'operazione de' beni dell' y;^7/i//(7g'g7"Ojdirò.
Che l'eccedenza
teriore decennio al I
o,8'J
Che
1
1
843)Calcolata in scudi
,24 ,era ridotta a 1
c),c)6q,642.
se.
rendile riconosciute
le
y:/yj-
dell'an-
neh 845
fu-
rono di scudi 0,082,487, e che il disavanzo fu di scudi 15,849. Che il deficit del 1846 si limitò a scudi 535,832, ma 1
1
quello del 1847
salì a
due
situazioni
i
il
conto,
si
al
principio si
of-
vede che per bilanciare l'im-
costituita dal disavanzo ricono-
sciuto nell'amministrazione delle rendite
che
E
quindi dimostrato
lo sbilancio delle finanze pontificie al
3i dicembre 1847 consiste nella somma 1,962.493. Per poco che si con-
di scudi
sultino 1
8 i4
tale
I
i
m
risultamenti am.ministrati vi dal poi,
si
gli
an-
p.
922
deli853 nel
del
Giornale di
i^/Y^rnc/o del diciotti-
mestre dal gennaio 848 a tutto giugno 1849, e compilato dal commend. Galli, di cui a detto anno ne farò menzione) 1
trovavasi nella piacevole posizione di alleggerire a'sudditi
il
peso delle pubbliche
(per averlo benignamente tentato Leone XII, ne derivò il disavanzo, e sebbene sperava ricoprirlo col riformare e niodificare il troppo ampio e gravoso impianto del sempre d'altronde immortale tasse
cardinal Consalvi), anziché gravarle co-
me
i
del
i
dell'ispezione generale della truppa di
fi-
ha dovuto poi praticare." Nel n.° 2 i Giornale vi è l'ordine del giorno i settembre, della Commissione incaricata nanza di terra e dima re,dal la quale le leggi doganali reclamano l'appoggio secondo il suo precipuo istituto. Imperocché somma è l'importanza dell 'amministrazione delle dognne,siaperchèil reddito che ne ricava
truppa,ad onta della riorganizzazione del 1849, si trovava nel bisogno d'essere mi-
economiche,
e spese del triennio.
quale an-
zionedelle leggi doganali. D'altronde tale
Si
porto abbisogna tanta somnja,quanta ap-
punto è
il
avanzi in quelle centinaia di mila
scudi riportate a
Roma
dopo
consistendo
E, nel
si
cioè ed al termine de! periodo di cui fre
deficit,
risultamenti delle
34 '3 168.
bilancio generale nel prospetto
quale confrontandosi
teriori
il
presen-
i,
fine la verità delle cose esposte il
costanti avanzi an-
nuali (cioè sino al 1827,
uno de'suoi principali il nostro commercio, bisognevole di protezione, trovar può soltanto il suoappoggio nella precisa esecu-
scudi
conclude nel Rapporto.» A mostrare in ta
i
la
ravviseràagevolrnenteche
enorme disavanzo deve quasi intera*
l'erario costituisce
sostegni, sia perchè
gliorata, per cui ilPapa avea ordinato
una
ispezione generale con pieni poteri, da du-
rare finché
la
medesima truppa
fettamente depurata e portata
rendere lodevolmente è istituita.
il
fosse per-
al
grado
di
servizio per cui
Laonde ne affidò l'incaricoalla e la formò del pro-ministro
commissione,
delle finanze, del cav. Stanislao Sterbini
vice-direttore generale delle dogane, dazi di
consumo
e diritti riuniti, e di
Giacomo
Benucci soprintendente de' vapori pontilicii.
tV'iG
novembre
il
cardinal segreta-
TE
3Go
TE
S
S
tutto esaminato e ponderato, ester-
con editto ordinò che per lutto lo stalo fosse uniforme il dazio sul macinalo dali.° gennaio i853, cioè di bai. 76equatlrini 4 per ogni rubbio di libbre
nòal pro-ministro la sua soddisfazione per avere rinvenuto ben inteso quanto è nel-
640; comaiettendo
tivi e
rio di stalo,
al
ministro delle
fi-
nanze l'emanazione del conveniente regolamento e discipline che pubblicò nel
273
ìi."
e seguenti del Gioi-iiale. All'an-
vere
il
l'assieme e nel dettaglio degli
rapporto
nel
ullizi
medesimi
de'
rispetcoll'in-
lero fabbricato, lasemplicità con cui ven-
ne
il
lutto ordinalo, l'economia delle spe-
se incontrate per
dimostrò
1'
eseguita riduzione; e
suntivodel 1 852,per esserestato resopub-
suo sovrano contento pel bene e vantaggio che dall'opera ne venne
Llico in quell'almo.
neir interesse della cosa pubblica
,
pronto disbrigo degli
gene-
noi
854 parlo del ra[tporlo del conto con-
Ora conviene parlare del palazzo
e fub-
Lricati del Mini>tero delle Finanze, e del-
couioda e
la
e direzioni.
IX,
onorò
ìialc,
A'4 febbraio 853 1
modo
al
riunione de'suoi
utile
il
ulìJzi
Papa Pio
narrato dal n.°28del Gl'or-
presenza
di sua
il
palazzo de-
dicato per sua sovrana munificenza alla
riunione di tutte
componenti
il
le
direzioni e gli
ullizi
ministero delle finanze.
commend. Angelo Galli prò
Il
ministro del-
soprintendenti e
ie finanze, co' direttori,
tapi d'udicio del ministero, e rarchitetlo
cav. ijervi ch'ebbe
la
direzione del lavo-
ro, ricevè a pie delle scale
accompagnalo dalKisua pa j
al
santo Padre,
."piano, ov'è la residenza minisle-
1
ia!e, assiso in
piede
il
corte. Asceso ilPa-
il
Irono ammise
al
bacio del
pio-niinistio, e tutti quelli che l'a-
veano seguito. Dopo ciò il Ptipa si degnò di prendere la generica cognizione dell'edilizio, le
prestando benevola attenzione al-
piante di lutto
come
il
lld^bricato, nel
modo
trovasi ridotto e ripartito, che gli u-
niiliò l'architetto direttore dell'
mosse poscia all'esame
opere; e
di tulli e singoli
il
alFari, e nella
nel
comodità che dal voto unanime da si desiderava. Quindi il Papa, ammessi nuovamente agli alti di ve-
rale
lunghi anni
nerazione
pro-ministro delle finanze e
il
coloin che
lo
seguivano, parh dal palaz-
zo del ministero, mentre eransi innalzate nella
corte dell'edilizio, rimpelto al
I.
suo ingie.sso principale, pidi per
perpetuare
venimento;
al
la
le
due seguenti
memoria
cui scopo
la-
dell'av-
pur anco
lu
ap-
positamente coniata una medaglia che
commend. liò
innanzi
Galli rispettosamente gli la
il
umi-
sua partenza. Nel diritto è
scolpila la pcjnlifiuia effigie, e nel rovescio lisci izione:
Optiino Principi Acdes Ae-
rario puhlico noviter adtrihutas auctas invi sciiti pr. noii.fchr.an. mdcccliii. delle lapidi
I.
marmoree
(\\cq:
La
Has Ae-
dcs aMcdiccis priiicipihus - Priinwn cxtructas - Dci)i pracjccd Urbis -Et tribùnalium jiis nude rcddebat- Frovidcntia
Optimi Frincipis-AerariiPracfecto adtribuit - Eiiisfj ne procuratioìies -
lac prius per
Urbem
Hac il'
distraclas- Publi-
dendo con buon ordine il giio in guisa the col minore possibile incomodo potè lutto osservare. Ne'singoli luoghi \\ Papa si compiacque dire parole amorevoli e be-
In unum Pius IX Pontifcx JIuxìiìiii.s- Opus quod per Aiigcluni Galliuni - Enuitcni torquatuiii - PrO' Pracfcctuni Aerario - Fauste feliciter
nevole agl'impii'gaiijche
absolvit-
i
si
principali locali dell'edifizio; intrapren-
a'Ioro rispetti
VI
lutti
iitrovavan-
posti nell'eseicizio del-
le
proprie funzioni, e di conwuendare air
la
diligenza de'direltori, sopiintendenti, e
capi d ullicio per l'ordine ch'ebbe occasione di rimarcare.
che
il
Dopo due
ore intere
Pupa dedicò a quest'uopo; dopo
u-
Clic coniìiioditali prospiciciis -
conjunxit. Dice
la a."":
Lub enti animo
invisit probavit-
Prid. non. fcbr. mdcccliii cipatiis eiiis lo
:
-
Sacri pria-
VII. indi venne pubblica^
Del palazzo del Ministero delle Fi-
nanze
in
Roma
ed alla
nel rapporto alle sue
sua tanto per la. parte della economia, quanto per quel^ spese
utilità
TES
TES
la del servizio pubblico. Relazione del-
duca di Parma.Dn questa signora, chiamata da tulli in (juel
l'architetto cai'. GaspareServi letta nel-
Vaidadeir accademia Tiberina viaggio 853, 1
Roma
caaieia apustolica i853.
ve
estiallo.
Il
il
dì 2 3
tipografia della rev.
un bredopo aver
ilarò
JN'e
eh. disserenle,
iiarratoil trasferimeiitode"li o ulllzi del mi-
tempo Madama, il Castel di s. Angelo la nuova denominazione di C\i-
acquistò stel
za
Madama jiìon iì\li\miin\.\ dm
Lombarda
di
maiinraes-
l'unoe
sione dalla sua aulica sede,
la
necessità di
RMizia,
sgombrarne
il
locale, l'ulea concepila dal
pro-niinislio di stabilirli nel
Governo o Madama, ti,
palazzo del
e di liuniiveli tut-
insieme alle dilezioni dipentlenli, olle-
i»ulo
il
pontifìcio beupplacito,
si
coujpia-
ce d'avere ricevuto l'iuccirico di ridurre l'edifizio al vasto
uopo. Incominciale
le
Roma, da
di
la
piaz-
essa parimenti
fu sopranuomata;1/(^?r/cj'OTrt,come tuttavia
operalo nell'epoca
nistero,
36i
vio Farnese figlio del
a p.
l'altro
Le
sono chiamali. Certo è che
824 parlando
di Luigi
nome
più conosciuto Cui
1559
ma
e
morto
nel
Cardi
tuato a piazza
di Cigoli,
patrio, nato nel
161 3, dice che in R.o-
architettò pel granduca
partenente
il
vite de'pia celebri architetli,
Madama,
a
il
palazzo
si-
suo tempo ap-
Acre censore, lo Soverchiamente carico d'or-
alla dataria.
qualificò: »
suearcliitelloniclieo[)erazioni nel selteai-
nati, e d'ornati inutili, e di cariatidi alle
bre 849, pule compierle nel declinar del 1832, mediante le seguenti variazioni e
di sculture
ampliazioui. Quantoali'originedelpaiaz
sconciamente taglialo dalle
EO, lo dice eretto sugli avanzi dell'auticlie
n^ezzanini,
1
terme dal toscano Luigi Cardi
tla
àrchitelloe poelei(anche pittore di
i
pel
granduca
di
le
Toscana
cornicione ricco e viene
dei
finestre
quali paionosospese in aria,
come tanti (juadi
sue
600
le
tico, ch'è
to,coine leggo iniMiliziajclie descrive
il
sembra troppo largo,
Cigoli
liu-
1
fregio sotto
Il
/clas-
se,anatomico, eccellente suonatore di opere) nel
finestre.
i
dentro
colle loro cornici. 11 por-
suo meschiiiello cor-
al
pietà con quelle colonne, sul ca-
tile, fa
sono appoggiali in
pitello delle quali
so tanti archi''.
Il
Le
Baglioiie,
fal-
dei
vite
(cioè lo di venne nel iGo8)Cosi moli, e deno-
pittori, scultori e arcJutetti,a p.
minato dal cognome di sua illustre famiche altri He atlrdjui-
scrive
la
allievi
Giovanni Cellinert fiorentino, eDo-
glia IMedici.iN'oterò,
lono l'erezione a Caterina de Metlici, ma veramente essa mor'i nel 589: forse avrà abitato qualche altro palazzo adiacente, che fu confuso con questo, e probabilmente quelloovegià aveadimorato iMarglieri1
ta d'Austria,
prese
il
nome
onde di
l'edifizio e la piazza
Madama,
e per averlo
o ingrandito o abbellito ne fu da molli creduta autrice, anzi del palazzo stesso ia
vita del Cigoli, e parla de' suoi
nienico Fetti romano,
dipingeva bene. Egli
Andrea
la
cui sorella
lo dice
del Sarto, descrive
lui eseguile in
l'ereziouedel la
i53 de-
Roma, senza p.iliizzo,
pure
discepolo di le
pitture
da
far parola del-
FilippoTili poi nel-
Descrizione delle pitture, sculture e
architetture in
Roma,
a p.
i5o attribui-
sce l'architettura del palazzo
Madama
a
discorso. GiòainmessOjCosimo li l'avrebbe ampliato in modo che ne fu creduto
Paolo Aiarucelli, e lo loda come ornato difiegi dipinti da pittori eccellenti, equale uno de'piìi maestosi e cospicui palazzi
ioteramenle autore. Quanto
di
alla piazza,
Casimiro da Pioma, Memorie de frati minori della provincia ro^ /««/irt, p. i4)Che il Castel di s. Angelo nel distretto di Tivoli [T .), fu dato in dote a leggo nel
p.
Margherita d' Austria figlia naturale di Carlo V, vedova d'Alessandro Medioii."
duca
di Fii'ea2e,dcsUuuta aposa d'Olla-
Roma. Quanto
al
Cardi ricorda
pitture di 6 luoghi di
le
sue
Roma. Ritornan-
do al cav. Servi, riferisce che il palazzo neiragostoi849 si componeva di due cortili, d'un giardino con acqua di Trevi nella quantità di 3/4 d'oncia, di 2 ambien1
ti
terreni, taluni de'quali disposti a car-
ceri, a
scuderie, a licuebse; di 1 y stanze al
TE
36-2.
TES
S
ornate nella più parte di
I. "piano
soffit-
diligenteuiente intngliiili e riccamente
ti
dorati, con fregi all'intorno dipinti dal
clone del portico
si
pose riscrizione, Po-
Lateralmente si formarono pianterreni con piani superiori. Enel-
sic Pojìiì/iric.
Cigoli stes«o,e daallricontemporaneipit-
l'andito tra'due cortili
d'una loggia sporgenle sulla piazza JVladati) a; d'altri igvanial piano 2. "e 3 al
gruppo
tori;
i
3.",percni
niuneiodi
il
tutti eia
(li63.Con-
marmo
fu collocato
vi
un
Vergine e dei Pietro e Paolo, trasportato da un an-
ss.
di
della B.
Ven-
golo del palazzo di Monte Citorio.
sideiatoii bisogno per assestarvi con nuo-
dicate 3 oncie di detta acqua, col volu-
ve combinazioni
me
e
mio dell'annue ti,
diversi ullizi e direzioni,
i
potessero collocare anco in rispar-
vi si
pigioni e
fi
eqnenti
aumen-
nelle loi'o s[)arse residenze, e per rispar-
mio
de'restauri che operavansi nelle al-
massima,
trui proprietà. Stabilita la
ma
pri-
cura deirarcbitetlo fu quella di met-
tere in possesso
governo del lato
il
ammezzalo
di fab-
4>e con macchina
di quasi
ramare
si
potè di-
in tutte le parti degli ullizi e luo-
ghi del complesso degli
editlzi.
La
ricor-
data loggia esterna fu coperta e ridotta
per l'estrazione del tica torre,
si
lotto.
Restaurata l'an-
trasse profitto de'suoi vani,
costruendosi cloache, smaltitoi, selciali e
quanto
fu necessario in
vasto fabbrica-
si
e piano
to e ripartito in così numerosi dicasteri,
superiore, spLttanle alla dataria, cheguar-
con interne e comode comunicazioni, tut-
brica in pianterreno,
da
strada
ilalla
iiell'inleiiio
il
\\
palazzo
Giustiiiiani, e
3.°latodel 2. "cortile, non
ti
forniti degli occorrenti scalfali, scrittoi, suppellettili e
di,
che una casipola dell'arciconfraternita dei ss. XIl Apostoli in via Sladerarì incontro al palazzo Carpegiia. Quindi si die
sciente dichiarando che
mano
tivi dicasteri
ampliazioni e divisioni dell'e-
allo
difìzio,e
airinnalzamentodi parecchi pia-
ni sui preesistenti, tranne riori del
i
prospetti este-
Cardi per non alterarne
cetto. Nel palazzo
cio di seala,
fece
si
il
con-
il
nuovo brac-
che divide l'accesso
alla re-
sidenza del ministro, da quello degli uffizi.
Si chiuse
il
portico al pari del
nOjlasciandosi intatte dosi
la
le
:
."pia-
colonne, forman-
galleria per l'ingresso alla conta-
bilità esegreteria del ministero. Nello stes-
so piano
scondere
operarono
si
le
gnifici solìilli; altre
terreno, siti
divisioni, senza a-
belle pitture de'fiegi e
come
si
nel 2.° e 3.° piano, a
aggiungendosi due
altri
dalla parte interna pe'3 le.
lati
si
que-
del [."cortisi
ronoaltre ripartizioni, e distrutte
5
ma-
nuovi piani
Nel caldeggiato del 2." cortile
scuderia e rimesse,
i
eseguirono nel pian-
esegui la
gran
elevò un portico a
arcate in pilastri d'ordine ionico per
la
prezzi discreti e in
di
Pio iX. Nel corui-
i
49
maestri d'arti a
tempo
più che in altro occupare
ch'era salutare gli artisti;
ram-
pogna gl'indiscreti e maligni, che esageravano dispendi e come si profondesse denaro senza necessità, inscienti de'tanti vantaggiosi risultati che ne doveano derivare. Essi giunsero a propalare, che il i
tiro di
campanelli del ministro e di co-
municazione agli ufìizi, avesse importato scudi 5oo almeno, altri alterando lo speso a scudi 2000, mentre costò scudi Sy e bai. yS. Con questa grande e complicala operazione cessarono le pigioni che si pngavano nel palazzo di Monte Citorio per l'abitazione del ministro, per teria
a piazza
segre-
Colonna, e contiguo casamento
Modelli anche per
la
computisteria già
sistcute nel palazzo; pel la
dogane
Monte
e-
di pietà,
depositeria generale del tesoro;
casamento Capranica
Rlonte Citorio, ov'erano la
la
ed archivio; pel palazzo della Posta
ov'era
stemma
rispetsi collocavano con risparmi dell'anteriori
pigioni, lavorandovi
pel
rato dallo
dis-
progrediente sollecitudine ed economia,
superiore loggiato, due piani di stanze, e
con campane, sovrastato e deco-
lì
procedeva con
onde a poco a poco
distribuzione delle lettere della posta, con
01 ologio
si
arma-
mobilia,
e del
sulla piazza di le
direzioni del-
debito pubblico; per
la di
•
TE
T E
S
regione delle proprielà camerali, elio
di-
inorava in via Colonna; per quella degli ori e degli argenti nel pahiz/o del
Semina-
rio in via della Scrofa; per la diiezionede' lotti esistente nel
palazzoPio
in
piaz/a del
l!iscione,o)enU'e,coiue già dissi, l'estrazioiie si
eseguiva o nella loggia del palazzo
Monte Citorio
di
o in quella del palazzo della
cliiiise,
i
d'impiegati doganali per tale opera-
flzio
zione, pronti a tulle Icore. Vi furono tra-
Posta; pe' magazzini della truppa di (inan-
sferile
za che stavano nella via della iMissione e
lotti,
Termini. Uiunito
in piazza di
tutto, in-
il
vece fu disposto. Perla residenza del minislro nel w.°piano del palazzo
lamento conveniente
un appar-
i4 stanze,
di
e la
anche
degli argenti
andjienti. Alla direzione delle proprietà si
24
assegnarono
piano del palazzo; ed
al
stanze nel 2.°
suo ripiano
direzione del debito pubblico
20
si
alla
dierono
stanze, e altre io nel 3.° piano. Si al-
bu irono stanze inaila deposi teria gene5 nelranimezzato per la caserma degli svizzeri in servizio della medesima. Alla direzione delle dogane si die luogo in 16 ambienti t
ri
rale nel pianterreno; 2 nello stesso e
1. "piano,
nel
prendenti
la
27 nel2.°,ei6 nel3.°,coinmaggior parte de'3 lati che
circoscrivono
dolto a
il
comodo
per
la
e
1° sono
il
per
la
20
ha 4stan-
fra ili."
piano
soprintendenza,
la se-
greteria, la conlabilità, l'archivio, la revisione,
il
protocollo; oltre altri
24 am-
bienti pe'suoi addetti e odìcine. Nella
desima corte
si
me-
stabilirono gli uffizi del-
l'intrapresadellediligenze pontificiecoiu' teressata col
governo, che prima era a-
diacente all'antica residenza della posta dalla parte di fizi
cii
Monte
Cilorio, co'suoi uf-
e casse pe'depositi e pagamenti, oltre
due rimesse si
tico.
pe'legni. A'corrieri pontifi-
concesse
Ora
teneno,
eq
in
un amliiente presso
il
por-
tutte le operazioni delle poste,
de'corrieri, delledilij^euzesipouuofare a
Giùpiau-
al
quello ultimo, su
tlue-
la
zino della truppa di finanza. Si sSabiliro-
no 3 ambienti per
soprintendenza dei
la
vapori pontificii; 3 per quella del macinato, ne'pian terreni de! tro la depositeria;
ne
de'ilazi di
de'finanzieri,
darobe
i\
i.
"cori ile, incou-
per l'aiiuniuistraziu-
consumo; 3 per la caserma uno a scuderia, 5 a guar1
e magazzini diverbi.
Finalmente,
ed eziandio a risparmio d'indennizzo di pigioni, si fornirono d'abitazioni, il purtiere della contabililà,
ze al raezzado; e altre
in
zione generale delle dogane, pel magaz-
detto
dispensa e impostatura delle let-
ei2
Saudjieu-
i
dierono 5 ambienti
piazzale, l'edilizio della
fere,e relativi uffizi; la direzione
assegnarono 11
si
nel mezzaLlo, incontro al palazzo
2." cortile. In questo, ri-
postaconsta nel pianterrenodiiG ambienti
aliai.'
del ciislode;alla2.%i disposero
sliniani. Si
camerali
:
quello superiore, ov'è pure l'abitazione
archivio del ministero,
27
direzione dell'impresa dei
stanze nel 3.° piano del palazzo,
ti
stabiliiono
la
e la direzione del bullo degli ori e
cappella. Per la contabilità, segreteria e si
3G3
S
mentre primn si eseguivano all'aperto nelle pia/./.e Colonna e di IMonle Cilorio. Fer lo innanzi corrieri e le diligenze erano obbligali [)er la visita recarsi in dogana a piazza di l'ielra,ora fu disposto che presso la posta sia un nf-
poife
il
cu'.tode, altroad-
ministero per
le guarda-robe. che prima presentava io4ambienti, ora per adatlamenti eauipliazionidi nuove costruzioni necofn[)i'ende 3fiq. Per tanteoperazioni lespeseauimontarono: in materiale, per ampliazioni e aggiunte di fabbrica all'antico [lalazal
Laonde
zo e in
al
l'edifizio
vecchio caseggiato, scudi 6(S,|y2;
adattamento per ridurre
bienti, scudi
1
7,892;
in
gli
antichi ain-
mobiliare e sup-
pelleltili pe'369 andjienti, compreso l'orologio nella 2.' corte, scudi 34,4^6. Il
totale di tali spese ascese a scudi 1
94,174.
risparmi reali ottenuti a vantaggio del-
l'erario pubblico per la riunione del
mi-
nislero, e suoi ullizi e direzioni, nel pa-
lazzo e fabbricati contigui dello stesso minislero, sono.
Le
pigioni per tenere gli nf-
U^i e direzioni in locali altrui.
Le
spese
364
'J^
E
TE
S
de'conlinui restauri e adallamenli.L'aiìdiversi oggetti. Quelle di
nue spese per
go
S
degli affari araminislrativi pel centro
di azione, ottenutosi coH'avvicinaaìenlo
riconsegna de'iocali. L'aumento delle pi-
degli
gioui nel cessar degli anilti. Fatta astra-
l'operazioni governative, per quelle
zioneaMue
ultimi articoli, e ri[)0rtatasi la
merciali, e pel pubblico non piùdislrat-
cominciando dal-
lo dal recarsi ne' vari punti della città e
iiota di tutte le [)igioni,
la residenza ministeriale nel palazzo della
Curia Innocenziana a Monte Citorio,
per
segreteria e segretario, archivio e
la
archivista, ed altro nel palazzo stesso, per
scudi
i
7
jio a se. ri
i
o,comp!essivanienleascendeva-
7367:20,
olire
peso de'restau-
il
e acconcimi nelocali altrui. Valutala tal
soinina
5 per 100,
al
tale di scudi
I
costituisce
47,344)
^^' "^"^^
un
capi-
"""
'^^^'^
*'
zioni e agli uffìzi, per fra le
une
coaiunicazione
la
e gli altri, colla residenza del
rainistro che tutela la vasta generale
am-
ministrazione finanziaria,
rese
sì
siffatte
il
lutto
combinazioni, cessando
leggi tra
una direzione
e l'altra, e da que-
steal ministero e ministro, con
rispondenti ad annui scudi 38oo, che va-
pure
5 peri 00, offrono
le
dunque
fu
il
concepimento del comriunione di quanto di-
del-
niend. Galli per
loggia
deb
penile did ministero
l'estiazione del lotto,
nui scudi 35?,
lumi diurni
ca-
clie
la
utilizzarono an-
si
rappresentano
il
7040. Pel risparmio Colonna,
si
la
dfille
finanze, e lode-
vole l'esecuzione del concetto per inge-
ca-
gnosa indefessa industria del cav. Servi,
dei
che in limitata area, seppe con
ne'Iuoglii oscuri de'iocali in-
terni della posta a piazza
economia
persone a ciò destinate. Lodevo-
di
76,000. Pel risparmio
l'oddubbo, fallo stabile, per
pitale di scudi
il
alti
bisogno de'frequenti di>pacci e Car-
il
lirono in un decennio a scudi 38,ooo,cor-
pilale di scudi
si
condotta più sollecito
P'^i faeile e nella
per
lulati anch'essi al
com-
summentovati, con pregiudizievole pertempo e corrispondente incoinodo, massime per gli agenti di affali. Pei" ravvicinamento del ministero alle dire-
compresero alcune pigioni che avrebberestauri e acconcimi ne'fondi altrui sa-
e direzioni, per vantaggio del-
dita di
ro dovuto pagare diversi nuovi andjieuli.!
uflìzi
eb-
l'arte in
cui è peritissimo, collocare tante direzioni
,
tanti uffizi, e
ricavarvi tanti locali.
Lero annui scudi qo, eipiivalenli a un capitale di scudi 1800. Ora enumerate le
» L'amministrazione pubblica della finan-
me-
un immenso serbatoio in cui si raccolgono tulle l'acque che devono dissetare e irrigare un grande paese, e die abbisogna d'un centro d'azione donde ne sorga la
spese incontrate e
i
risparmi per
desime ottenuti, messe
le
le
partite tra lo-
roa confrouto risultano le prime iu scudi 28,800 coni preso il mobiliare, isecùu1
diascudÌ232,i 84-Perciòsiottenneil vantaggio in capitale di se. o3,383. Tra'di1
za e del tesoro pontificio, somigliando a
slabilità, la esistenza il
quale, mentre
fa
d'un molo continuo, che gradatamente
si
detto ac-
vuoti per mille vie, equabilmente seni-
quisto della casa incontro al palazzo Giù-
pre e contemporaneamente agisca per-
sliniani.edella casipola rimpetlo al palaz-
cbè
zuCarpegna, e inoltre l'indennizzo per l'aLitazione del cav. Camillo Giustiniani se-
ciò
spendi non
greti! rio
si
devono
tacere,
il
generale del ministero,
il
cui ca-
pitalecomplessivoasceiideascudiii,999.
Detratta
la
quale dalla
somma
risultata
pe'conseguili vantaggi, riducesi questa a scudi 91,384- Tale ragguardevole utile, si
perde al
riflesso dell'altro
più cospicuo,
derivante dali'undatuculocelere edisbii
si
riempia per altre mille.
ben dimostrata
la
Ed
è
latto delle direzioni e degli altri uffizi
compongono l'am ministrazione ria ccd
qual è
centro che il
le
con
necessità del con-
che
fìnanzia-
governa e l'anima.
ministero, in un solo locale,
non
che sono chiari prosperi risullamenti". Aggiungerò, chea compimento della discorsa operazione della sistemazione deli
le direziuui e degli ufii^i, nel
palazzo del
TES
TES Ministero delle finanze, ed a fare che diligenze e
ingresso più
comodo da'due
le
un
legni da posta avessero
i
preesistenti,
tità
Rotna,
cesi in lati
i
casamento che per
il
tutti
confina col solo palazzo del iMuiiste-
ro delle finanze, fa di se
il
cui prospetto esterno
mostra sulla Piazza di
s.
Luigi
de francesi. Quindi iu esso dal cav. Servi si operò un nuovo grandioso ingresso semplicemente decorato in traverlinocollo slemma del Papa Pio IX, che al tli sopra della cimasa si eleva. L'ingi esso conduce ad un vestibolo r!CO[)erto da voli a cassetlonatn, da cui si esce e si entra quindi nel piazzale della Posta.
prospetto
Il
dolorose eredità lasciate
neta malversata o rubata non sappiamo,
ma
certo sparila.
danni
I
calorosamente
consulta di finanze
alla
quando questa ebbe glisi
l'onoie di picscnlar-
lai. "'volta. Poscia quest'oggetto ri-
chiamò
l'attenzione della consulta slessa
e dell'amministrazione finanziaria. Oggi-
mai
l'aifare è
ni più
ed in
re;
conchiuso con
vantaggiose che
meno
tl'un
si
anno
senza che
i
Non
come
bero credere, un nuovo
sistemarvi
la
fìzio del bollo straordinario, fizi.
iNe'piani superiori
uffizi de'segretari
ed
altri uf-
darà luogo agli
si
e notari di camera, al-
la
possessori di essa
to d'un 4-° piano o piano dell'attico sul
6 pianterreni si vanno a caserma de'finanzieri, l'uf-
le
condizio-
potessero speracarta
mone-
tata sparirà allatto dagli stati pontificii,
nulla.
IN e'
provve-
di tale
dimento sono manifesti, ed il governo Iu sempre sollecito di scemarli, coll'occhio ad annullarli affatto ove il destro se ne fosse presentato. II santo Padre ne parlò
nel reslo rimase qual era,ti-anne l'aiunen-
cornicione.
nvoluzione,noa
meno pregiudizievole l'enorme quandi carta-moneta, per snp[)lire alla mo-
senza molto vagare per la citlà, non che per congiutigeie una piazza con l'eclifizio delle P
le
allo stato pontifìcio dalla
fola
camera apostolica acqui-
Tra
schikl.»
ed in una uhicazione facile a praticarsi
gio pubblico, la
3G>
del prestito contratto colla banca Rolli-
attuato nel
tici
il
si
è fitto,
limeKino
vi
potreb-
altri
prestito,
ma
prestito già conliatlato in
i85o
colla
cui cartelle per
la
si
è
Por-
banca Rolhschild,
le
massima parte erano
restate nel portafoglio per quindi negoziarsi
quando
il
governo pontificio avesse
somma ascen-
la direzione del bollo e registro colle sue
credulo opportuno. Quella
dipendenze, all'amministrazione della cassa d' auìmorlizzazione, ed a quella per
de a ventisei milioni di franchi, forse lui quinto di più sopra quello che sarebbe
l'ammorlizziizionedella carta-moneta,
al-
necessario per ritirare tutta
al
netata. Oggiquella contrattazioneècoui-
la tri
direzione de'liquidi e foraggi, e ad dicasteri che
egualmente hanno rela-
zione col ministero delle finanze. Così
il
piuta colla slessa banca Rothschild
per 100 netto d'ogni gravame
palazzo del ÌMinistero delle finanze ha due
voglia titolo: ragione
grandi pubblici ingressi, rispondenti a
abbia riguardo
grandi piazze. Dappoiché, 1
855 essendosi
aperto
To discorso ingresso,
Papa
gli
il
in
a'
i5 agosto
pubblico
iiuo-
il
occasione che
passò innanzi recandosi a
tare la chiesa di
chiuso
al
s.
Luigi per
portone incontro
al
il
visi-
la festa,
fu
palazzo Giu-
tempo presente da qualche altro stad'Europa. Quaranta giorni dopolastipolazionegià fatta del contralto si cominciarono a spedire parte in moneta battuparte in verghe, le rate rispondenti per
ta,
A
il
pagamento
le
in circa
proporzione che giunge
comincerà a 1
ben vantaggiosa, chi
alla laiitoruaggiorgravez-
to
compiere
haCiviltà callolìca de'2 maggio 853, "x/ serie, t. 2, p. 325, ecco come ragioua
92
za sostenuta in somiglianti [ueslili anche
stiniani, per aprirsi soltanto alle occor-
passo.
al
di qualsi-
nel
renze e non più di pubblico accesso e
tra-
mo-
carta
la
la
ritirare la carta
16 mesi.
moneta si prima dal-
pubbliche casse, poscia da'privati,
mcute che
in poc'ollre a
1
o mesi tutta
tall'o-
TE
3r,G
TES
S
perazione polrìi esser comp'uita".
dopo
diniil segielai io disialo,
scussione
il
i
car-
esdiiie e di-
dalla coiisiilla di sialo per
filila
la finanza,
II
."giogno
i
853
sere indispensabile anclie
pidjljlicò es-
3o giugno 1849 pt^'" ''* quantità di scudi 2,-409,364, ne emerge una diminuzione di scudi 2 58,3 17, che unita all'eccedenza delle sjiese sopra gl'introiti riconosciu-
correnle e-
ti,
sercizio,rauii)enlod'un biaieslresulla im-
frì
somma
di scudi
posta dativa reale; indi a'2
6,63 5, 767. Per le ragioni esposte
nel/i/^y/-
[lel
mo notificò la coniazione Roma e Bologna, d' una
del medesi-
i
nelle zecche di
nuova moneta d'oro del valore d'uno scudo. 1 M.' 2 3o e 3.3 del Giornale dì Roma pubblica» 0110 il Rapporto fatto dal comiìieiid. Galli sul bilancio generale della pubblica amministrazione pel diciottimestre dal gennaio 848 a tulio giugno 849. Gra I
1
1
vi dinicollà
nire
si
dovettero superare per riu-
risultamcnii della pubblica
i
nistrazione, per
ammi-
un'epoca contrassegnala me-
stabilisce
il
vero deficit che lo stato sof-
per quell'epoca nella
porto,
il
deficit di detto diciottimestre
,
benché sia costi Inilo in una somma così imponente, è tuttavia soi;gelto a sensibili aumenti per l'impossibilità di ricuperare talune somme che figurano tuttora
La
tra le alti vita dello stalo.
parte 2.%lel
/?//(7/K70 contiene le risultanze
sive di ciascuna cassa camerale,
complespartendo
alla rimanenza al 3i dicembre 847, sino a quella de'3'agiuguo 1849,6 risultante 1
dalle rispettive contabilità della 2. quin-
dalla rivoluzione, e caratterizzata dal
dicina di giugno suddetto, rimesse al mi-
desimo pro-ministro delle finanze, generale n;anumessione di sostanze e di oidine. Contiene il Bilancio, ini.°Iuogola di-
so.
mostrazione degl'introiti e delle
sjiese ri-
conosciute proprie dell'esercizio di cui tratta, esposte
condo
i
uni che
sì gli
si
le altre se-
vari ministeri o direzioni cui ri-
nisteio delle finanze secondo
Con questo si prova che
metodi d'u-
i
le
somme
18 mesi dallecasse
speciali
si
come
calcolano
me
coincidono col
che
totale delle varie parlile
nel bilancio
introitale; che le
rispondono perfettamente
strazione d'una parte delle rendite o del-
accreditata
le spese dello slato; e le cifre a'ministeii
totale incassala
o direzioni slesseassegnate, furono desun-
so provvisorio, ed
te da'bilanci parziali corrispondenti. Gl'iu'
ti
eseguiti nella cassa generale, delle
li
partite è facile a riscontrarsi
ordinari pe'
levaronoalla fpielli
1
8 mesi
in discorso
e-
si
somma di scudi 18,376,567;
straordinaria scudi
tulio SCI 4j8qo,i 74.
Le
f, 5
13,607:
in
spese ordinarie
sto ni.
som-
versate da'gestori delle direzioni cor-
spettivamente trovasi affidata l'ammini-
Iroiti
ver-
sale di'debilcri unite agl'incassi fatti nei
;
e
alia cifra loro
che imputali alla i
pagamenti
somma
fatti in
sen-
versamenti in contan-
i
il
qua-
loro giu-
impiego nelle riportale dimostrazioLa situazione della ca
ne esposta nella parte
3.^
Il
bilancio ge-
furono riconosciute per scucii 9,967,523;
nerale finalmente, riunendo irisultamen-
e quelle classificale per straordinarie, scu-
ti
1
di
A
,570, 100: in tulio scudi 2 ,267 ,624» fronte della fpial somma calcolalo il det1
1
to totale degl'aUroiti, rimasero superiori le
A
to del le a
la quantità disc. 6, 3 7 7.449diuioslrazione fa seguilo lo sta-
spese per
sillatta
movimento avvenuto
sul materia-
cura de' vari ministeri e direzioni, e
ponendo a confronto le rimanenze dicembre 1847 rettificate secondo
i
esibiti nella
somma
con quelle che
si
di scudi
al
3
i
conti
2,667,681,
diuioslrauo in essere
al
dimostrati in antecedenza, prova che
la passi vita esistente la
somma
di
de perCellamente 3 dicembre 847 I
a'3ogiugno 1849 "^^* 01 ,corrispon-
scadi 18,098,
I
i
al deficit rettificalo a'
in se.
i
1,462,334 con
l'unione di quello dimostralo pel diciottimestre nella
somma di scudi6, 63 5, 7 67;
e l'indicata passività rappresenta in
plesso si
il
deficit della
com-
pubblica ammini-
razione dal maggio; 814^' tulio giugno
i849,f'ssendo costantemente riportate ne' bilanci esibili da quell'epoca
le
risultanze
4
T E ile'precedenti.
11
T E
S
pro-ministro per non
sciare senz'altra analisi
il
1
la-
isnllaiiiento del-
cosedalui svolte. potendo Ibi segiudicarcon poco flivoie dell' anmiinislrazione pontificia, la quale in un periodo di 35 an-
al
S
3()7
cadere del 83o avea formalo dal 8 1
in |)oi
1
1
un cumulo d'avanzi che, sebbene
le
depurati da'disavaiizi suddetti, apparve-
si
ro netti
nijCotopreso lia due epoche the per ci
scudi 5,85 i,54o, ed avea sol-
politi-
poste; talché se l'andamento de pubblici
adari non fosse slato tuibato da straor-
alterazioni e quindi
nuovo
numero
ai
oi
dine di co-
avrebhero ofTerto un disavanzo di
ciotto milioni di scudi,
die-
quale applicato
il
degli anni decorsi, facilmente
condurrebbe ad erronee conseguenze; copose
in chiaro, dice
il
Gioiiuilc,
i
fatti
dell'amministrazione, distinguendoli nei diversi periodi
,
e ricordando le vicende
andò soggetta, negli anni
cui si
in
sudditi colla diminuzione dell'im-
i
sconvolgimenti produssero gravissime
se,
s'i
levato
riconobbero
le
in ispecie
ove
maggiori alterazioni, ac-
dinari avvenimenti, altro sollievo poteva attendersi, ovvero lo sviluppo di utili e de-
corose opere pubbliche non poteva mancare. Dall'anno
1
83
I
la
pubblica
ammi-
nistrazione prese ben altro aspetto;
voluzione scoppiata
ili
la ri-
quell'anno fu cau-
si ebbe a sopporl'anno slesso di (piello auclie maggiore risultato nel 832,ove si trovano calcolale le immense perdite incontra-
sa del forte deficit che
tare per
,
1
ognunogiudicandoa cose cognite, potesse formarsi una giusta idea delle cau-
te ne'prestiti all'estero, a'qiiali
se e delle conseguenze, distinguendo quel-
e de disavanzi di lutti gli anni [losteiiori
ciò
lo
che giova da tultociò che nuoce
all'e-
conomia dello stato. Indi per recare a notizia di chiunque fatti dell'amministrazione dal maggio i8i4 a lutto giugno 1 849? espose il Giornale le risultanze ani
volta sul finire del i83i
si
per lai."
(eoe ricor>o,
che non poterono non sentirne
le
conse-
guenze. IMa fu maggioìniente fataleqiiel-
vicenda se
la
nuove
si
istituzioni
considera dal lato delle introdotte nel sistema
governativo (volute dal Memorandinii
nuali de'consuntivi, avuta ragione delle
delle potenze e dalle ciicoslanze de'teiii-
rettificazioni riconosciute ne'bilanci suc-
pi, a
cessivi, e
conclude. >'Le finanze pontificie
adunque fiorirono dalla deli8i4a tutto il 1827, a
riprislinazione
traverso di gra-
vissimi dispendi in quegli anni incontra-
per licondurre al carattere consentaneo all'indole del governo pontificio tultociò che avea, durante le precedenti vi-
ti,
conteiitauiento de'popoli, e di qne'
faziosi
che
ne e forma. Così felici risultamenti somministrarono alla sa. me. del Pontefice
deficit
una modica
d'abolirne varie altre. Dal si
tassa fissa, e
1828 alr83o
sperimentarono insignificanti disavan-
zi,
essendosi iu quegli anni sostenute spe-
conseguenze d'uno smodato contrabbando, specialmente di sali sul Po a causa dell' insorta dubbiezza sulla promiscuità di quelle ac
un
falloche l'amminisUazione pontificia
),
lo stato a sagrifizi
sione del
lire pel registro
facevano comparire lauto
che produssero tale aumento nelle spese annuali da rendere i>erennemenle insuflicienti le rendite,e conseguentemente inevitabili nuove gravezze. Vero è che nel 1837 fu sottoposto
cissitudini, variato sostanzialmente ordi-
Leone XII il modo* dì ribassare coli' anno 1826 d'un 4-° la dativa reale, di stabi-
li
malcoriteiili
moibo
estranei per l'inva-
asiatico;
ma quando
il
annuale per l'aumento ottennio nella percezione degl' introiti cominciava sensibilmente a decrescere, e ne!
faceva sperare prossimo le
il
1
84^
pareggio del-
rendite colle spese, tanto più che col
1843 si otteneva rilevante aumento sopra uno de'principali proventi dello stato,
sopraggiunsero nell'anno stesso
bisogni, colpa a'tentati vi politici si
nelle
Romagne,
altri
commes-
e così lo sbilancio tor-
nò nuovamentead accrescersi, il conto del triennio del i845 al 1847 olire in complesso un deficit; che agevolmente si ruv-
TE
3G^ visa scia
T ES
S
maggiore degli anni precedenti, e lapur vedere con ciò quanto a danno
delia finanza incooiinciassero ad influire
imovimenti cheoriginavano appuntodal 1847. r*e' 8 mesi a lutto giugno 1849) ultimo periodo dell'epoca di cui trattasi, si vede da questo lavoro a qual punI
to sia salilo si
meno
te
il
deficit;nè poteva aspettar-
dagli oiribili falli che rapidafnen-
avvicendarono
si
quel breve per
in
io-
dunque della rivoluzione de'posteriori movidell 83
do. Per elletto (scoppiata)
menti
I
politici e
,
dell'ultima anarchia, lo
slato pontificio è rimasto gravalo dell'in
gente debito
-
23.449>64^-) che
di scudi
compensalo l'avanzo ottennio ne'primi
qne'da scudi io a'3
glio,
r
ottobre, qne'
da senili 5a'3i dicembre, col qual giorno cesserebbe interamente d' aver corso coattivo
26
la
carta-moneta. Riporta
n.
il
Roma {ieìiSiil,
del Giornale di
che
a sollievo della classe indigente il Papa fin
dal settembre i85i se siiecurfali pietà,
cace
(Vi
rendendo
il
R.oma Cas'
istituì in
prestito del cos'i
s.
Monte
più largo e
di
piìi elli-
benefizio dell'opera pia. L'aper-
tura delle 3 prime fu ne'rioni di Trastevere, de'Monli, e di Ponte
Angelo, o-
s.
ve più urgente e più sensibile nìanifestavasene il bisogno. Quindi se ne dà il prospero risultato, e
si
notifica l'apertura d'u-
5,35i,54o, lasciaancora esistere il disavanzo di scudii8,oq8,ioi come dal conto viene dimostrato". A p. i i83 del Giornale di Roma del i853 si dà con-
na 4-' casa succursale in via de'Greci n. 4o, ossia nel rione Campo .Marzo. Nel n. 62 e seg. del Giornale, si legge il Rap' porto del conto consuntivo della pubblica amministrazione durante il secondo semestre 18495 pubblicalo dal pro-mi-
tezza del Prospetto delle merci introdot-
nistro delle finanze, con deficit di scudi
te ed estralle per gli ufhzi doganali del-
2,087,562, per le cause espresse ne! medesimo; poiché, osserva il Giornale, le spese ordinarie e straordinarie, pel nuovo periodo d'amministrazione, importa-
anin
di tranquillità a tutto
il
83o
1
in scu-
di
,
lo stato pontificio, puliblicazione che
m-
comiuciò nel 85o, con rilevanti osservaincremento degl'in1
zioni edel progressivo
troiti. Dapp()ichè(|nello
dell 85oiI reddito
,6o4,586; quello del 85 1 ili scudi 1.726,644; e quello del 8 32 di scufu di scudi
1
r
1
di
[,788,37
.
I
Uopo
lo
scadimento
verifi-
catosi in addietro ne'prodotti delle
ne,
i
quali nel decennio dal
non giunsero 1,460,223, si
in
i
doga-
840 al 849, 1
perequato che a
sentii
devono ritenernon male rimuneraro-
tali risultali
soddisfacenti, e
no le ciu'e,che nell'ultimo triennio furono poste in opera dal governo pel mi,
glioraojento di questo importante della pubblica rendita.
de'2 li
1
gennaio 1854}
il
Con
ramo
notificazione
c^idinal Anlonel-
segretario di stato dichiaiò
le
live pontificie determinazioni pel
tanto
i
boni del tesoro sarebbero
armate estere
di scudi
le
tiu'e
austriache interamente a carico del-
99,83 de35 per 100 sui bo-
l'erario; e la perditadi scudi
rivanti da quella del
esistenti nelle casse erariali,
62 e seg. del Giornale fa conoscere il Rapporto sul conto consuntivo gèiterale della pubblica amministrazione per r esercizio del i85o, e sul bilancio genera le al 3 dicembre dello stesso anli
n.°
1
pubblicalo dal pro-ministro delle
Da
cui rilevasi
,
Giornale,
gl'introiti
avere raggiunto
la
scudi 10,615,878; mentre
le
di
2,309,659; cioè quantità di se. ,693,780.
spese elevaronsi a scudi uinggioi'i per la
1
5o
A
a'3i maggio^
lu-
sorsa speciale avuta nel
scudi
20 a'3i
fi-
pel narrato dal
somma
dalle casse cameiali, cioèque'da scudi (jiie'da
i
1
ni de'sedicenti governi provvisorio e re-
pubblicano,
nanze.
ritirati
spese vi
nella totalità per leforni-
compi-
sull'estinzione della carta
ricono-
le
878,419, quasi
ìio,
tala in
r; gl'introiti
4>94'2)43i- Tra
sono quelle per
defini-
moneun adequato spazio di tempo da non recare intralcio al commercio. Per-
mento
rono scudi 7,218,81 sciuti a scudi
i
fronte del quale disavanzo, posta
la ri-
medesimo i85o
TES
TES col
mez7o
nato
del prestito all'estero, conìln-
a Portici
il
febI)iaio,
f)
die ha por-
tato l'incasso di scudi 3,oo7,5c)i,
un'eccedenza
rificala
mente
d'intioili, relativa-
alle spese dell'esercizio,
1,3 i3,8
Tra
o.
I
quelle per
armate
le
per scudi
spese quelle del debito
le
ammontarono
ptdjblico
è ve-
si
a se.
3,686,773;
estere nella totalità
847,240, tra le quali le forniture austriache importarono se. 82 3,36g. di scudi
Col prestito
si
potè affrontare
di 1,1178,308
si
trovò
modo
il
Il
de-
il
annuale, che
fanno
giorni e colle regole stabilite
si
contrattazioni de'cambi, degli
effetti
le
pub-
merci e di tutl'altro che può
essere oggetto di negoziazione, e
si
com-
pubblico, mediante l'officiale Giornale diRoina, prezzi delle contrattazioni medesime. Il n." 75 del Giornale pubblicò il rendere noti
Listini per
al
i
Regolamento disciplinare per gli agenti di cambio nelle piazze dello stato pontificio. Il n.°gi del Giornale notificò del pro-ministro delle finanze il Rapporto sul conto consiiìitivo generale della pubblica amministrazione per V esercizio 1
85 1,
e sul bilancio generale al 3
cembre dello al
stesso
i
di-
anno, che trasmise
cardinal presidente della consulta di
stalo per le finanze.
85
Il
le risorsa di scudi
r,oo4,9?. 5 ricavati dal-
contrattazione colla casa l\olhschild di
la
altra rata sul prestito di
Portici;
onde
l'eccedenza di spesa rimasta senza provve-
dimento
si restrinse a scudi 85, i44> ''•" ducendosi l'ultimo smanco a sci 1,200.
Giornale si apprende, che
far fronte al deficit riconosciuto nel
j3 del Giornale contiene il Regolamento per la Borsa di Roma, approvato dal Papa. La borsa è il luogo, dove nei
i
manten-
n.°
ìì.°
pilano
si
ne tuttavia per scudi 1,090,070, ad affrontare il quale ebbe l'erario la specia-
per
eslingue ad un lempocapitaleefrutli.il
blici, delle
al deficit risul-
preventivo, questo
Col
re grim[iegni del precedente esercizio.
somma
tatile dal
di scu-
capitale passivo del prestilo gravò
bito pubblico d'una
sure prese per provvedere
di sostene-
i85o, e coll'eccedenza
deficit del
il
di Portici
369
suntivo generale, che ad onta delle mi-
preventivo dell'e-
1
79
del
preventivo dell'esercizio 1854, si manteneva nel dello anno l'aumento d'un bimestre di dativa reale e suoi accessorii.
Pub-
n.^igS del G/o77ia/6',del pro-ministro delle finanze, il Rapporto sul conto consuntivo generale della pubblica amblicò
il
ministrazione per V esercizio 1^5^ y e sul i dicembre del-
bilancio generale al 3
l'anno medesimo. ^e\ preventivo,in esso dice, eransi calcolati gl'introiti a scudi
si
r,i
I
10,569;
le
spese a scudi
i
3,006,419;
1,895,849, compreso il fondo di riserva di scudi 100,000. Oltre le imposte decretate in quell* anno per deficit a scudi
il
supplirvi,
si
convertirono
in consolidato
due
milioni di franchi sul prestito di Por-
tici,
e la rendita iscritta fu alienata
il
contro
deposito del capitale nelle casse camera-
li,
e fu inoltre contrattala colla casa
ria
Rothschild di Parigi
memorato le
prestilo.
olhendo un
per
le
Il
la
consuntivo genera-
deficit di scudi
1,268,026,
ricordate risorsesi limilo lo
586,227,
a scudi
alle spese delle
il
banca-
detta rata del
smanco
quale deve attribuirsi
forniture austriache
non
ripristinazio-
calcolate nel preventivo, però dal proto-
ne del governo, che fu munito della sovrana sanzione. In esso ficevasi ammon-
collo concluso nell'istesso 18 52, derivò
tare gl'introiti a scudi
finanze pontificie pel
sercizio
1
1
è
il I
.°,dopo
la
10,679,743 e le spese approvate a scudi 2, 336,489, maggiori degl' introiti per la quota di scudi ] ,656,745; la quale deficienza venne inoltre accresciuta d'altri scudi 100,000 ,
1
sensibilissimo alleviamento su di esse alle
introiti
di
1,1
tempo avvenire. Gli
preveduti aumentarono di scu-
79,43 derivanti dalle accennate e da un maggior sviluppo de'miI
,
imposte
glioramenti eseguili perla percezione del-
edall'incremento delcommer-
presunti e approvati per fondo di riser-
le rendite,
\a. Si prova, dice
cio e della pubblica tranquillità.
il
VOL LXXIV.
Giornale, col cou-
24
Il
n.°
198
TE
370 Gioninle
«lei
TES
S
riferisce
il
provvcJimenlo
sulla migliore distribuzione
doganali,
piii
degli
uHizi
consentanea a'bisogni del-
zionedello stalo, venne pubblicato il/? c/^;jiorlo che dal pro-ministro delle finanze
era stato umiliato
al
Papa. In oso
commercio, e inoltre uiì miglior ordinamento del personale degl'impiegati, il quale, nell'assicurare la dovuta re-
che appena
golarità nel servizio, procurar potesse al-
rare a'danni prodotti
l'esterno
un alleviamento
l'erario
alla
grave spe-
Ad
sa che sostiene per tale oggetto.
ot-
re
il
primosuo pensiere quello di ovunque da'
il doppio inlento il Papa avea creauna commissione munita di slraordirarie facoltà, tratta dal grembo del mi-
ficoltà
iiistero(lellennanze,epresieduta dal pro-
attuarle pienamente, pure
atte a riordinare l'atidaroento della blica amministrazione.
quale avendo esau-
ne riportò
rito l'incarico,
la
sovrana san-
zione. Gl'impiegati cli'eiano
minuirono a 562;
no
le
&&5,
si
di-
spese che importava-
pegli assegni scudi
sero a scudi io3,o68.
127,863, Il
si
ridus-
risparmio però
non potrà ottenersi che gradatamente. Il 210 del Gionude narra le provvi-
Che
de'tempi non erasi ancora potuto già adottati
i
provvediuìenli non poca utilità aveano
porlatoadogni ramoamministrativo,specialmenle sulla regolarità. Accennandosi deplorabile condizione in cui
la
chia portò
allorquando prese
le
la
si
rendite o
nomesse o consunte, guasti o
vigenti di-
elfelti
casse pubbliche,
le
ma
-
dispersi gli
spettanti allo staio, quelli in ispe-
eie delle milizie,trasandate le tele
anar-
rileva
redini del governo, trovaronsie-
denze prese dal pro-ministro delle finanze, per reprimere il contrabbando di pesce, che con grave danno dello stabilimento camerale delle valli di Comacchio,
le
1'
che commissione governativa
cosa pubblica,
la
sauste
commesso in onta alle scipline. Andando a cessare il
pub-
se per la dif-
n.
•veniva
uà
disposizioni giudicate più
lo
esse; la
ripapoli-
sconvolgiuìenti, e di prendere ad
tempo quelle
tenere
ministro di
dice,
si
santo Padre potè riassume-
libero esercizio de'sovrani suoi di-
ritti, fu
tici
il
forme e cau-
amministrative, di molloarretrate
spese, ritardalo
il
le
pagamento del conso-
dicem-
lidato interno ed estero: inoltre emessa
bre 855 l'amministrazione coiuteiessata òe Sali e Tabacchi (f^.), con notifi-
diverse provenienze, e tutta caduta in gcj
3
1
1
una quantità enorme
carta-moneta di
di
cazione del pro-ministrodelle finanze de'
nerale discredito; finalmente una gran-
3 ottobre, istituì l'amministrazione governativa della Regìa pontificia de'medesimi, e con biglietto di esso ministro ne
de quantità
nominò gestore il marcheseGiuseppeFerchiamando a compartecipate de-
rajoli; gli utili
i
sovventori d'una
minata, oltre
il
somma
deter-
guarentito fruito del
5
di
moneta
eiosa, ch'era ne-
cessario togliere dalla circolazione.
Ap-
pena si poterono riattivare le corrispondenze cogli ufilzi contabili e colle casse delle Provincie, fu dato opera a ristabili-
re
i
sistemi amministrativi, e con essi gli
incassi delle rendite
pubbliche, ed a rag-
per 100, da erogarsi nella restituzione della cauzione all'attuale amministratore
granellare inoltre alcuni civanzi. Rettifi-
cointeressato, e nel riacquisto delle doli,
gente intorno
stigli
edattrezzi,non
meno che nelleprov-
all'andamento della nuova amministrazione. Nel Giornale de '/ ottobre e seguenti numeri, afllnchè fossero generalmente conosciuti piìi rilevanti provvedimenti, che furono adottali
viste necessarie
i
dopo
il
lìficio,
lipristinamenlo del governo pon-
ÌDtoruo alla pubblica amministra*
cossi in pari
tempo il metodo allora vial pagamento delle spese,
disponendo, tranne poche eccezioni, che tutto venisse in seguilo pagato con mandati definitivi, e così tolto il disordine che
metteva
in tanta
blica, pegli ordini
angustia
ma
che (ossero incassati
ri
furono
:
di
la
cosa
pub-
che si presentavano prii
fondi necessa-
più destinati agl'interessi
de'presfiti all'estero alcuoe vale di quel*
-
TE lo nel
1
85o
TE S
S
stipulalo a Parigi con ordine
dato dai l'apa in Pollici. Con tali mezzi condursi regolarmente il servizio
[jotè
pubblico.
Dopo
fìnanze volse
ciò,
il
pro-nnuistro delie
sue cure a riordinare
le
la
conlubililà dello stalo, e ad itUrodinre in
ogni
ramo
d'
afnmiuistrazione semplici-
là d'operazioni cocnpatibili colle
forme adottate
nuove
e colla sicurezza delle o-
perazioni medesime. Quindi egli passa a
narrare portale
(pielle operazioni di in
sopra già
ri-
breve, di bilanci e rendiconti,
ch'eseguiti fino dal
1
847 que'dal 835 ai 1
844>''<^s'3^'3no a riempir la lacuna gli ao-
1
ni a
lultoili847;i»di quellidelsucoessivo
Che
diecioUimeslre a tutto giugno 1849
da due commissioni
numero
l'ingcnle
speciali fu lu|uidafo
di debiti della
pubblica
sindacarono da 5o biianci arretrati, operazione die diceasi vicina al compimento. Si procedette pòscia alla redazione di nuovi conti aperamnìinistrazione,
ti
coli.° luglio
vennero
1
1849,
esibiti sui
a tutto
ti
si
e successi van)ente
4 separati ediscorsi
852, per cui
ili
il
al-
rendimento
Lo
stipendi.
seguito dalla direzione de' dazi diretti e
proprietà camerali, dell'ainininislrazione de'beni derivanti dal
blica si
il
de'beni che de'crediti, erogando-
sì
ta
ammortizzamento
della
il
progres-
carta-mone-
con notabile sagrifizio dell'erario,
nianendoneallora
in circolazione
ri-
per scu-
1,264,47^) la quale pure andavasi a cambiaie in numerario effettivo d'oro e
di
d'argento, a seconda delle sovrane disposizioni
de'20 gennaio 854- Indi si poseparziali provvedimeuli che 1
ro a lassegna
i
per beneplacito pontificio furono
presi,
per rendete più semplice e spedito fan-
(lamento
dell'
amministrazione, e recare
vantaggio all'erario, ed enumerati
do ohe vado
feci
memo-
dunque sono, per quanto
ge nei Giornale. L'utile riunione ti
gli uffui
mo-
a indicare, di molti de'quali
a'ioro luoghi o di sopra ne ria. Essi
al
si
leg-
di tut-
del ministero delle finanze nel
suo palazzo
Madama, già
La sistemazione
del Goi'erno.
del personale degl' iui-
piegali con risparmio nel
numero
e negli
biso-
i
sarebbero potute arrivare a 10,000. Essersi cominciala la definizione della pen-
denza cu'ricevitori del patrimonio de'ljeni ecclesiastici e camerali, ed anco con al-
La
cuoi agenti.
riassunzione e formazio-
ne d'un cabreo per determinare
le
pro-
prietà in fondi slabili spettanti al gover-
no, colla coo[)eraziune della presidenza del censo. Piiassunla nel
1
854
l
am'flini-
stiazione camerale dello stabilimento deile
Coinacchìo, con disposizioni 1' azienda, col sovveoi-
Valli di
per migliorarne
mento
di scudi
comune
10,000 dato dal Papa
al
per l'aumento della nuova indu-
stria delia fabbricazione di stuoie e tap-
La
dagli atti dell'intruso governo,
pili
mentre le spese di tale 5,ooo, gestione ascendendo a circa se. le rendite erano di 4t>ot) edifficibnente giiose dello stato;
Piammenlali sivo
Napo-
già
superstilo alle parrocchie
peti di brulla
riparamenti a'danni recati
Monte
leoiiediIMilano,con vemlila all'asta pub-
di conti dello stalo trovavasi in pareggio, i
371
stralcio importanti'>siaio e-
che abbonda nelle Valli.
verificazione delle concessioni e pos-
popolazione dell'Allumiere sui
sessi della
monti di Tolfa, e onde riattivare gli
la
nuove organizzazioni Carnevale,
il
provvidenza presa
Le Stamperia
scavi del minerale.
delia
riordinamento del suo ar-
collocamento de' libri stani pati in detta tipografia, o appartenenti ad associazioni, nel pala^zo camerale deleluvio, e
la
il
lilla dì
Papa
Giulio III. La sop-
pressione della pregiudizievole cartiera,
presso tori di
la s.
chiesa dell'ordine de PredicaSisto,
granata, e
la
che fabbricava carta
privata in Suhiaco fitto
filo-
sostituzione d'una cartiera (f''-),
per contratto
con Nicola Graziosi. La regolariz-
zazioiie e classificazione dell'archivio ur-
bauo
nel palazzo
Sahnati,
la
cui raccol-
anteriore ali 744- Piignardo alla direzione delle Poste, speciali convenzioni furono concluse co' governi di ta delle carte è
Austria, di Francia e di Toscana (pub-
TE
372 hWcule
òi\]
TE
S
Giornale di Roma), onde
[a-
corrispondenze e semplificare trattamento. Co Ila convenzione austria-
cililaie le il
ca
stabiFi l'accessione dello stato
si
tificio alla lega piìi,
riporta
postale Austro-Italica.
Giornale,
il
frenarono
si
abusi nell'esenzione delle tasse per teie; e
si
pon-
stabilirono
i
temporanea partenza
S
motlificazioni dogaunli,
commercio
reclamate
diti
e dall'induslna indigena pel
loro progresso, con favorevoli risulta meli-
per l'erario. Inoltre a meglio provve-
li
buon
Di
dere
gli
zione doganale, fu istituita una control-
le let-
al
deirammiuistra-
risultato
leria cointeressata,
non che una commis-
franco-bolli, la con-
sione incaricata a provvedere ad una mi-
nuo-
gliore sistemazione degli uffìzi doganali,
de'corrieri,la
•va
sistemazione delle diligenze, oltre al-
ed
tri
provvedimenti
sonale. Al cadere degli appalti de'dazi di
sid personale degl'iin-
acconcio ordinamento del per-
al più
piegati della posta, e suoi postiglioni per
consumo
la cassa delle giubilazioni.
sunse a suo conto l'amministrazione di-
pure
IMigliorarono
gl'interessi delle finanze, per le di-
nelle legazioni,
retta; e pe'dazi di
sposizioni emesse sulla carta bollata, sui
le fu stabilita la
registri e sull'ipoteche. Speciali
le.
p'rovvi-
il
consumo
governo asdella capila-
soprintendenza camera-
Nelle provincia ripristinalo
il
macina-
denze furono prese sulla direzione gene-
lo, la
rale de' lotti, e soppressi
seaumenti.llgovernoassunseanche l'aujininistrazione del dazio del macinato di
pagherò, cagione di complicazione, con sostituzione di
metodo più semplice
i
e sicuro.
La
di-
rezione geneiale delle Zccclic ebbe no-
miglioramenti, e
tabili
gore
la
si
richiamò
in vi-
legge sulle visite di garanzia al-
rinnovazione degli appalti produs-
Roma
Agro romano, con
e
sa la
dogana, ed invece
la del registro.
L'operato
prezzo in tutto
alla
rami che fanno centro direzione delle dogane, per la regocomplicata ammini-
larilà della vasta e
sliazione, e per meglio assicurare
cezione de'dazi e proleggere indigena. Vari sferiti
o
uffìzi
eretti in
la
per-
industria
doganali furono tra.
luoghi più vicini
per facilitare
fine,
1'
il
commercio
sali
si
resero d'unifjrine
essendone prima
più gravatele legazioni.
Una nuova condi Modena per
venzioneconclusacolduca somministrazione
la
de'sali, tolse le
con-
Iroversie che nascevano, e furono stabiliti
prezzi di guarentigia pel
al
con-
tificio. Si
e
prò-
ni
governo poa-
conciliarono l'antiche questio-
riguardanti racf|uisto de'sali, esisten-
li
tanto
promuovere
fece co'picchetti della guardia di
I
lo stalo,
leggere gl'interessi dell'erario, ed altretsi
fa soppres-
stabilita la tassa
d'esercizio sui inolini, e introdotta quel-
l'officine degli orefici, argentieri e altri, sui vari
sensi!)ili vaii-
A Benevento
taggi d'introiti.
co"proprietari de'salinari di Cervia.
A
l'industria di quelle Saline,
finanza riorganizzata.Peragevolare e prò-
di tanta inìporlanza pe' cerviesi,
muovere
nìiarono con medaglie d'oro e d'argen-
le
relazioni commerciali, in ciò
che riguarda
la finanza,
furono concluse
vaiie convenzioni di reciprocanza con vari
stali esteri (e
pubblicate dall'officiale
Giornale di Roma, \m\emfì
loque'salinari che là de'prodotti. /k" di
si
si
pre-
distinsero nella bon-
Per l'appallo delle A?//-
Corneto fu assicurata
all'erario
una
a (\nt\\e con-
rendita indipendente dalle vicissitudini
eluse con diverse potenze perla naviga-
della f ibbricazione, e pe'notabdi miglio-
zioneereciprocitàdi trattamentoraarilti-
ramenti
mo,
più necessario ricorrere all'estero pel sa-
e con l'Austria pel fiume Po), fra le
quali è da notarsi quella col granducatodi To*icana. Per meglio favorire
il
consumo
le
fatti
nello stabilimento,
non è
occorrente alle provincie del Mediter-
ranco.
A
niigliorare
landameuto
e
am-
d'alcuni [irodolli nazionali alle città di
minislrazionede'vapori pontificii sul Te-
Ancona
i'err{nel
e Civitavecchia, la franchigia fu
ristretta a'soli porti.
Ebbero luogo
varie
li
quale articolo parlo degli esisten-
con nozioni analoghe), fustabililo uà ap-
T E
T E
S
posilo laboralorio di ripa iazione,acqiu.slale
nuove macchine
po per riattivare
quanto faceva d'uo-
e
legoluie navigazione,
la
oltiealtredisposizioiii.Teiininata
cessione dello
s(}iiaf^lio ilei st'go,
se direttamente l'omuiinislrazione
verno, che a
tal fine
eresse
con-
la
ne assungo-
il
un nuovo
sta-
fessioni
i
spesa
percezione della tassa, onde ren-
la
derla più mite e legolnrne rainministra-
modo
zione nel
semplice, in seguito
piti
con notificazione dellistesso pro-ministro
5 novembre 854,6
de'
interessata de'sali e tabacclii furono defi-
2G1
nite e tolte le gravi vertenze, insoite
iti
e colla dicliiarazione
conseguenza dell'abolizione della privativa decretata dall'intruso governo; e al
sercitarsi nelle arti e
855
governo assumerà per mezzo d'un gestore cointeressato la Reil
gia de'sali e labacclii a conto proprio.Piiferisce nel Gioi-nalc (ìualuiente
pro-
il
373
.
con notificazione del |>ro-minislro fu so-
bilimento. Presso l'amministrazione co-
cessar deli
S
tiecommercio,o proliberali. Quindi a' 1 2 ottobre 853
fnlli gli esercenti ai
del
I
riportala nel n.°
1
Giornale,
del
i855
fu riattivata la tassa
che ninno potrà
e-
commercio d;il i.° senza essere munito di
in poi,
patente, nella (jualesia dichiarato
il
loro
mediante il pagamento d'una tassa più modica della decretata, a seconda della Tariffa per Li tassa delle paesercizio,
ministro, nel suo Ixdnpoito rassegnato al
tenti delle arti eeoinincrcio^donìem^or^'
Papa, che
neamentepnbblicata.il
altri
diminuzioni d'impiegali, e
l'erario dalle
richiamo
vantaggi derivarono al-
in attività de'quiescenti abili e
meritevoli; e tra tilità,
per
le
ricorda
misure
le
di
generale u-
riattivazione de'
la
piantagioni
che
(di
feci
premi
parola a
Seta, Strada e ahr(jve), onde promuovere l'agricoltura; e
liberazione di ter-
la
Che
reni dalle servitù de'pascoli.
si
ret-
tificarono] compensi provvisori! accordati
alle religiose corporazioni,
rano
stati
per estinguere
risparmio
si
cui beni e-
i
debili dello stato. Altro
ottenne dagli assegni prov-
da Pio Vii
visoriidati to del
i
venduti dal governo francese
nel ripristinamen-
governo, a'presidi pontificii nelle
Ilomagne
e
Marche,
pel culto, istruzione
pubblica e beneficenza.
Il
cardinal segre-
tario di stato,C(jii editto de'yoltobrei
per far fronte
a'laii(i e
854,
imperiosi bisogni,
nale
27
n."
caduta nell'antecedente puljblica fiducia, dichiarò in nome del Papa, essere tali
biglietti di
rantiti dal
carta-moneta anche ga-
governo. Che
bio in moneta reale
si
il
to dal dì seguente in tutti
ne
le feste,
3,000
in
loro
giorni, tranper scudi i 0,000 in Roma, per Bologna, e per 2,000 in Ani
cona, ed in scudi 5o per ciascun esibito-
compresi nelle dette somme. Che dal i.°gennaioi855la Banca coucambierà, a chi piacesse, suoi biglietti re di biglietti,
i
in boni pagabili alla fine d'agosto, fruttiferi al
3 per 100,
venendo
tirati dalla circolazione.
tali biglietti ri-
Che
sario e
zione sopra diversi articoli che
dal governo.
Che
vano
durante
Con leggi edittali de' 29 novembrei85o del me-
stro delle finanze.
i4 ottobre e desimo cardinale,
e co' regolamenti del
ministero delle finanze de'24 ottobre e 12 dicembre, fu imposta la tassa sopra VOL. LXXtV.
concam-
sarebbe elfettua-
dazi doganali d'introduzione e di estra-
no nel n.°22C)del Giornale, insieme al regolamento disciplinare del pro-mini-
Gior-
ministro del commercio, de' 27 novembre, sui biglietti della Banca Romana ossia dello Stato Pontificio, la quale
to ad ogni altra operazione,
leggo-
del
si
conseguenze delle dilapidazioni de'governi intrusi, emanò alcune disposizioni pe'
si
I
v'ipovla la notificazione di mg."^ Mile-
regolare
andamento
veglierà al
del disposto, il
quan-
commis-
due idonee persone da nominarsi
inibiti,
gli atti
giudiziali resta-
Io stato eccezionale
Che in ogni settimana sarebbe pubblicata nel Giornale of-
dello stabilimento.
ficiale la situazione ilella
Banca. Tultele
narrate disposizioni cessare, tostochè
Banca riprendesse biglietti
la
concambio de' suoi senza limiti di som ma, ciò che nuu il
24*
TE
374
TE
S
potrà protrarsi olire a tulio l'agosto 8 ~. Con ordinanza minisleiialede'28 novein')
1
i853
S
a tutto giugno 1 854- Nel n." re
si
leggela notificazione del ministrodelcom-
di-
mercio riguardante la marina mercantile, onde incoraggiarla pel suo incremento e maggior sviluppo. Si accordarono distin-
chiarò die ilPapa pel perenne aumento di
zioni onorifiche tanto agli armatori,quan-
ltre,il
pro-ministro couimend. Galli, sul-
concessione dell'alee nella terra di An-
la
zio per l'erezione di
nuove fabbriche,
quella popolazione, l'avea provveduta di
to a'capitani de'Iegni mercantili pontifi-
nuova
cii,
ampia
e
chiesa, e per l'imporlan-
za della localitàad
stante
un
altivo
commercio,
Porto, già di grandissima rilevan-
il
za, acquistò
una zona
proprietà, e
la fece
di terra di privata
distribuire cpll'obbligo
norme
derigervi nuove abitazioni, colle prescritte nell' ordinanza che 11."
275
si
legge nel
del Giornale.
Riporta
il
1
Furono
In seguito della rinunzia e-
messa dal sig.'commend.AngeloGalli,
si
è
l'altra di 1.' classe, d'accordarsi
pilani mercantili marittimi,
mezzo
in
le
85^
fatto vice presidente della considta
di stato per le finanze, indi
tore di
s.
commenda-
Spirilo e piesidenle delia coin-
n)i>;sione degli spedali di
Pioma,
di bella
fama, pieno di retliludine,di senno e di cognizioni
economiche
e legali; dichiaiò a'
20 cessando
4
«licembre, che col giorno
il
corso coattivo de' boni del tesoro, pel
meteorologico,
ma. slo
Il
il
di
essere candjiali in efieltivo
nume-
tale
p.
cò
76. la
Il
LXXII,
l'atì-
noi 853, cioè sostanze animali, vegetali, minerali, e delle manifiUure; ed anche una difuostrazione de' cereali introdotti nello sialo ucll'
anno agrario dal
luglio
la
go-
p.
275, LXXllf,
notificazione della commissionespe-
tallici,
ganali dello stalo pontificio diu'ante
come
G/o/vjrt/e de' 18 aprile pubbli-
in seguito della
do-
alle città
sovrana disposizione. Di ciò
parlai ne' voi.
rezione generale delle dogane, sulle mergli uiìici
Ro'
ministro delle finanze dell'esecuzio-
stratto del prospetto conqjilato dalla di-
mirodotte ed estralle per
un giornale quale fu di-
quale perciò resta abrogata, incarican-
ciale
ci
utilità del
cardinal Anlonelli segretario di sta-
banco de'deposili del JMonle di pietà di Roma. Il u.° 9 e seg. del Giornale di Roma deh 855, pubblicò un erario dal
le
1
ne
mente
1'
restituita l'inleia franchigia,
di
tale
Tra
devano prima della legge i. "febbraio 85o,
pagamento
che fino a
fascia gial-
a'26 febbraio notificò, che
do
1
da una
delle immagini.
e porli d'Ancona e Civitavecchia veniva
la
o gennaio 85 j; e epoca potevano ulterior-
le
chiarata dal n.°i4 del Gioi'nale di
le
1
per cui può essere issala o
bandiera. Quella di 1.^ classe
pitani della compilazione d'
in
il
con
in piedi de'ss. Pie-
altre disposizioni, vi fu l'ingiunzione a'ca-
oro e d'argento, autorizzò
dazio o tassa a lutto
la
con in mezzo
moneta
casse camerali a riceverli in
di i." classe gialla
(ulta bianca contornata la
concauibio che andavasi ultimando d'
quali legal-
tro e Paolo, disponendoli giallo dalla parte dello spazio
1
Quella
immagini
sollevata
[
i
i.^,
aque'ca-
e bianca contornata da fascia rossa,
mg/GiuseppeFerrari. "Questo illustre prelato de'marchesi Ferrari di Ccpraiio (de'quali anche nel voi. LUI, p. 8 ), canonico Valicano, già nell'ottobre )
due ban-
mente abilitali al gran corso, eseguiranno lunghi viaggi. La forma delle bandie-
tiegnatasua Santità di nominare ministro delle finanze
istituite
diere o dimostrazioni di onore, una di
re fu stabilita.
Giornale di Roma del i .° di-
cembre 854»
che avranno ben meritalo dello stato
e del sovrano.
per l'auimortizzazione della carta-
moneta, dalla quale si ricava aver essa ialeramente compito il ritiro di essa carta emissione de'valori me-
avrebbe eseguilo l'ultimo pubblico bruciamento nell'atrio del IMonte di pietà: così avrebbe distrutti co' e che a'26 ne
precedenti bruciamenti scudi 4. 538, 280 98 e mezzo di detta carta; mentre
e bai. il
totale dell'
iislitu^ioue a
ammortizzazione dalla sua
quel giorno avea bruciato bo-
T E
T E
S
nominale di scucii 8,077,120 e bai. q8 e mezzo. Glie unili alla rimanenza de' boni non preseiilati ed aiinidni pel valore
iati del
valore di scudi 24, '>2
e mezzo,
e bai. 7
i
i
totale della caila-inonela di-
il
S
37
j
loPontificioelaSocietà promotrice d'una
nuova Ranca iiiBulogna per le 4 di Bologna, Ferrara, Ravenna e conseguenza
legazioni Forlì. In
che dal .'luglio 8 jj
di
1
i
succursale Banca di Bologna
ri
Banca
la
nuu-rà di-
Ruma,
e
strutta e ch'era slata in circolazioiie,am-
staccata dalla centrale
nionlò a scudi 8, io 1,642 e bai. 70. 1! finale bruciamento suddetto, lo pubblicò
veniva autorizzata a costituirsi con capi-
come
eseguito
n.° c)G del Gioi-iuilc.
il
Supplì mento del
U
5de!medesimo,cou segietario di sia lo, pub-
n.''i2
editto del cardi rial
tali
nome
propri col
di
Banca
di
desimi privilegi accordali lo
Stato Pontificio
,
Pniitill-
Che
meBanca delfinché ne durerà la
ila i>cr le quattro LL'i^azioiii.
i
alla
blicò alcune modificazioni daziarie aliata-
concessione, a termini della nolifica/.ione
rida doganale, persecondare lo sviluppo
del ministe4'0 delie finanze de'29 aprile
del commercio, e garantire l'industria in-
i85o, saranno goduti dalla nuova Ban-
dannosa concorrenza,
ca Pontificia nelle4 provinciedi Bologna,
lerna, frenando
la
che esercita sull'uno e sull'allra la specuhizioiie del contrabbando. Il n. "140 del
Giornale , contiene
l'editto del cardinal
segretario di slato, riguardante
crediti
i
governo a tutto giugno 1849, per
col
l'e-
sliiizione de' quali, se riconosciuti dalla
summeulovata commissione
di
liquida-
zione, fu provveduto con una corrispon-
dente quantità di
5o
e di scudi 1
.°
gennaio
fruttiferi al
856
1
da liquidarsi,
lile
i
5o
si
in poi; e si
3 peri
00 dal
che per
le
rilascerebbero a
Cbe
par-
com-
e Forlì.
Che
il
suo ca-
non sarà maggiore di scudi 200,000. Che il governo avrà un conto corrente col nuovo stabllicnento estensibile alla somma di 3o,ooo scudi al saggio del 3 per 100 all'anno. Che si formerà solleoitameotelo Statuto della nuova Banca sulle nor-
pitale
me
usate per simili stabilimenti, e verrà approvalo dal governo intanto doven,
dosi applicar le
gore per Presso
la
norme
dello Statuto in vi-
Banca dello Stalo Pontificio. nuova Banca vi sarà un com-
la
le
hazioni inferiori
missario di governo, per sorvegliare
pagavano
in contante, così
perazioni acciò sieno conformi allo Sta-
piuta operazione. a scudi
100
certificali di scudi
Ferrara, Ravenna
crediti inferiori a lai
somma
per
le
par-
tuto, essendo
il
le
o-
suo trattamento a carico
de'cerlificali creati pel ritiro della carta-
medesimo. 1 biglietti della nuova Banca porteranno la leggenda analoga alla sua denominazione di Banca Pontificia per le (jiiattro Legazioni , colla dichiarazione che sono pagabili io Bologna; e finché non li avrà in pronto, venne au-
nionela; applicazione d'avere effello nel
torizzata a servirsi del
tite liquidate,
altrettanto praticandosi se-
guite
liquidazioni. Pel
le altre
pagamen-
ammortizzazione de'cerlificali venne applicato l'annuo fundo di scudi 366, 16, di presente addetto all' ammortizzazione to e
i
1862, sia
no al 86 1
sia
pel 1
si
pagamento
de'frulti,
soddi^feranno con
che
si-
altri fondi,
nell'ammorlizzazione de'cerlificali, e
pe'primi saranno ammortizzati que'di
se.
5o. Quindi mg.' Ferrari ministro delle
fi-
nanze pubblicò l'analogo regolamento a' 20giugno, nel suddetto Gz'o/vztìtZe.Lo stesso prelato a'28, con notificazione inserita nel n.°i47 ^'^^ ^^/or/ic/Zc, pubblicò la sovrana approvazione alla convenzione inlerveuula Ira
la
ceutiale Banca dello Sla-
del
modulo
in
uso per
Banca dello Slato Pontificio, con marchio a vernice turchina colle paquelli della
role: Biglietto proi'visorio
della
Banca
per le quattro Legazionijja' gabile in Bologna. A p. 673 dello stesso Giornale di Roma, nell'articolo de'fondatori della Banca Ponti fida per le qual' (li Bologna,
ti-o
Legazioni,
si
banche disconlo
parla dell* utilità delle pel
commercio, per l'in-
iloslria e per l'agricoltura; e della cessa-
zione della succursale in Bologna della
TE
3-6 Bulica
Stato
ilello
Koaia
,
T E
S
l'oiililìcio resiliente in
e dello slabiliniento in Dulogna
nuova Banca PontiQcia per
della
zioni di Ferrara, Bologna, Fot
na.Kel n.^iya del
lì
dui /mie s\
e
le
lega-
Raven-
leggepuh-
Llicalo dal munslerodelle finanze
il
/u/y;-
porlo sui conlocuiiswilivo generale della puhhliea aiìWiiiLÌslrazioiie per Veseir/zz'oi853, e sul hìlaneìo generale fino
dicembre di (iiuU'anno medesimo, si dice che neli853 continuarono le
ai»
I
Jvi
causedcllosLilancio delle spe.sesullereue mentre coll'approvazione del pre-
tlile,
ifenlivo
trovò determinala
si
la
presunti-
S
f^ritifei mi. Si fa l'elogio
deircgregio pre-
adempimento
lato, pel zelante e clilììcile
pubMici ullizi adìdatigli nel decorso di non pochi lustri dalla fiducia e conside-
di
ruzioue de'Papi, onde ne riporlo ni
i
sovra-
soddi fuciinenti e decorazioni equestri;
no!i
che per
la
prudente sagacità
ma-
e
lurità di consiglio, per l'intemerata fede,
integrità
d'animo, soavità
e dolcezza di
costumi, pieni di modestia e cristiana pielàjijuaiitàliillecliegli
meritarono la pubrendono onorata
blica estimazione, e ne la
meujoria.
avere
tifica
Il
il
n.''i97 del
Papa con
Giornale no-
biglietto del car-
va eccedenza
di spese nella cpiantitàdiscu-
dinal segretario di stato, presidente della
dii,3oq,8i
,
riconobbe in fatto per scu-
congregazione preposta alia riedificazio-
di
I
,c)o
si
,588, cioè miiggiore della prima
somma disc. 5q
perla si
1
i
1
,777, tjuesla pelò
ridurrebbe ad una cifra molto minore,
maggior spesa riconosciuta
se la
poues-
si
ne della basilica Ostiense, nominalo dedi e>sa congregazione mg. Giuseppe Ferrari ministro delle finanze. Di
pulato
questo prelato nello stesso Giornale
se a fionte della risultanza de' presunti-
legge
amministrazioni e riuniti
quale
vi esibiti dalle
nel preventivo generale. iXel totale gl'in-
riconosciuti
Iroili
sono
scudi
a
ascesi
3,47-, 7 8'2,con aumento sulle som me asSegnale in pieventivodi scudi 2,1 18,750, 1
e
spese in scudii5,374,37
le
somme
i,
approvale
con au-
la
riferisce, che fattesi premurose rappresenlanzedal consiglio di reggenza del-
laL'anca dello Stato Pontificio, perchè nello
scopo
di
ricondurre quello stahilimen-
normale senza gravi oscillacommercio, si degnasse suaSanconcedere una proroga alle disposummentovate, e contenute nella
to allo stato
zioni del
di scudi
tilà di
0,527: nelle quali diiìeienze le spese sc.5q 1,777, hanno superato gliiitroili
sizioni
somma
che corrisponde
mimstero del commercio.
cedenza
di passivila riconosciuta a fronte
jiiento sulle
2,7
I
(.li
all'
indicata ec-
si
notificazione de'2 7 agosto, colla
notificazione de'27
novembre i854
Ed
del
essendosi
dal i'apa presa cognizione dell'andamen-
dellecifreslabililein preventivo.il n.° c)7
lo delle operazioni eseguite dall'aniaìiai-
annunzia la morte di mg."^ ^anllini commissario generale della rev.
strazione della
1
del
(J/o/7/<^7/('
camera apostolica, e pio-deputato della commissione preposta alla riedificazione s. Paolo, seguita a'24 agostoi855. Clie nella chiesa parrocchiale di s. IVJartello ebbero luogo con decen-
della basilica di
te
pompa
ponenli
il
Faldzzo,
comFioeura lori del s.
funerali, assistendovi
i
col\e^'\o
di cui
il
(iti
defunto era ben degno
decano, ed componenti i
i
il
congresso pre-
paralorio della commissione suddetta; e clie la
salma del defunto sarebbe deposi-
tata nella sepoltura gentilizia della chie-
sa di
s.
Aluna Mudduleua
de'uiiuistii de-
Banca colf assistenza del
commissario del goveruo, e che lecondizioni di essa eransi di molto migliorate, ma tuttavia le circostanze commerciali
non avendo permesso d'aifrettare maggiormente la restrizione delle sovvenzioni, sarebbe immaturo il tempo di far cessare le salutari misure stabilite dalla detta notificazione; d'ordine pontificio pubblica va l'implorata
proroga delle disposi-
medesima a tutto il mese di febbraio! 856, ed ancor prima se possibile, ma non assolutamente più tardi, ac-
zioni della
ciò la le
Banca sia
in
grado
di
sue obbligazioui,secoudo
rispondere la
propria
al-
isti*
T ES
T E
Quindi il ri." 199 del Qiovmilc dice che il Papa con biglisUo di segreteria
tiizione.
tii
sialo avea uoniinaloconimiss;uiogeiie-
lale del la re V.
camera aposlolica Ica v. Ani
3-7
S
assicurazioni marittime e fluviali. Es-
le
sendomi pro[)(jsto in quest'articolo, colle compi odiose pi oporzioni convenienti al
mio Dizionario,
ragionare de'lesorie-
di
camera
generali de' Papi e della rev.
tonio l'agnoncelli,allualei .°sostiliilo del-
ri
camera a[)Ostolicii; ed il n/aoj pnbijlicòla nomina del 3. soslitnlo,deld.
apostolica, a cui ora è succeduto
la stessa
Si IveslroPed iconica ria le di collegio. Nelle
Notizie di
come
Roma
per ranno i855, ecco
trovasi costituito
finanze.
il
ministero delle
prelato ministro, l'avv." gene-
Il
il commissario generale delcamera apostolica, il segretario
rale del fìsco, la rev.
generale e
il
computista generale del-
cucnera stessa.
la rev.
La commissione ni camerali.
Il
consiglio fiscale.
di stralcio de'residui be-
La commissione per
la
li-
quidazione delle passività a tulio giugno 1
849-
presidente
iN'è
consiglio,
nig."^
ministro,
posileria generaledeila rev.
La
slolica.
pubblico.
si
del
che delle commissioni. La de-
camera apo-
dilezione generale del debito
Il
consiglio di liquidazione.
cassa d'ammortizzazione.
La
La direzione
delle proprietà cau>eraliedazi diretti.
La
direzione generale delle dogane, dazi di
lato ministro delle finanze,
quanto abbia procura-
nondimeno
lo di osservare la brevità,
se
gli
quasi tulli
so, sia di
gli
anni del corren-
e da'quali ne derivarono tante gran-
te,
di operazioni e
non
nuove
aiolle[)lici isliltizio-
il grave, imporlanargomento con minore laconismo; eciòpure per rannodarsi ad es-
ni,
tc e
potei rendere
vastissimo
so moltissimi altri articoli, co'quali
nozioni te
quelle riguardanti
poiale e chiesa
la
il
principato teui-
romana. Dappoiché l'amministra-
gio degli
air.iri
direzione e
la
un imuna molche non può
intero slato papale, abljiaccia
strazione cointeressata de'sali e tabacchi.
ra di sue rendile e proprietà,
L'amministrazione della liquefazione de'
[)osta a tutti (pie' dicasteri
regolatori doganali.
La direzione
generale del bollo e registro, delle ipoteche e tasse riunite.
Il
consiglio diietli-
vo delle ipoteche, di cui è presidente prelato ministro.
il
La direzione generale
delle poste, colla direzione speciale delia
lloma. La direzione generale de' La direzione generale delle zecche pontidcie.LaGaranziadel bollo per le manifatture d'oro e d'argento. La congrega-
vantare altro pontificio ministero. Essa tutela lei
missione del governo presso lo stato pontifìcio.
governo presso
la
banca del-
La commisaione
del
la società privilegiala del-
il
bilanciare
le
fi
Sede, ed e la cu-
ed è pre-
che
occu-
si
tempo
progetti per
la
in
rior-
nanzeponlificie,e per
rendite colle spese, onde to-
gliere d'angustie rale,
s.
reggimento
di sue entrate. INIolti di
ganizzazione delle
ed alcuni
li
il
lioiitato erario
came-
pubblicarono colle slam-
Non mancarono economisti
pe.
com-
pubblico tesoro della
ap[jarliene
tempo compilarono
cisti
de'chieiici di camera. La
il
si
pano
lotti.
mg.Vlecano
di gestioni,
titudine di oggetti diversi,
città di
zione criminale camerale, presieduta da
maneg-
il
finanzieri appartenenti al-
a
I
sue
Sovr'anità de' Papi e della
zione pubblica e
l'
le
conqjcnetrano, precipuamen-
si
tendenza de'liquiJi, foraggi ec.L'ainmini-
grassi.
e
avvenimenti che resero clamorolepoche sia del fine del secolo decor-
per
ponente complesso
e diiitli uniti.
pre-
tesoro ed erario ponlihcio, e delle (inanze pontifìcie, [)er
La controlleria coinleressala delle dogane. La soprintendenza de'vapori pontidcii. La soprintendenza del macinato di Pioma. La soprin-
consumo
il
non che del
e
pubbli-
che lilosolìcamente fecero allrellanlo con lodevole intendimento, mediante ottime teorie, raa difficili nella pratica applicazione, a motivo d' un complesso di circostanze contrarie al felice succes-
so di tanti
commendevoii
sludi specula-
pubblico interesse, e per decora del palerno governo poulilìoio. Altri sce-
tivi
pc-l
TES
378
T E
S
sero in arena campioni intrepidi con ani-
donia. Orieiis chr.
mo
Tliespien, è un titolo vescovile /«/;«/'//-
furie e iaipertiubabile, a propugna-
le e vendicare la saula Sede,
i
Papi e
il
bus, ioiio
il
2, p. 2
X.
i.Tespia,
i
simile arcivescovato d'Alene,
IX
loro governo civile, dalle false e con-
che conferisce
tradiliUorie accuse, smascherandole tan-
settembre 848 nominò vescovo diTespia e coadiutore del vescovo di Nankin,
te
enormi laUità
invereconde asser-
d'
impunemente
lanciate più o meno con fragorose declamazioni, cioè da quelli ispirali dagli errori dell' empio capo-sella politico Arnaldo da Brescia, zioni,
comunismo
e dalle uto[)ie del
e socia-
lismo moderno. Costoro seguendo ro prava inclinazione, lelleltu dalie passioni,
oiì'uscati
la lo-
nell' in-
senza piena cogni-
zione di causa delle cose, con atra bile e-
sa^erarono
idiCelli dell'amaiinistrazione
clericale, lacecidone
stanze che
astutamente
le
circo-
produssero, e più di tutto
li
benemerenze ed vantaggi. Su di che può vedersi l'infaticabile n)g.' Mario Felice Peraldi nelle numerose e dotte sue jjpere, che altrove celebrai. Come Sugli le
i
nel
il
Papa.
Il
regnante Pio
1
mg.'
Celestino Spelta de'minori osser-
fr.
vanti riformati di Piemonte. lettera riportata a p.
Roma
di
mensa
deli85o,
268
si
Da una sua Giornale
del
rileva che nell'im-
3o
diocesi di iVankin erauvi
e
più
zelanti missionari gesuiti, francescani preti della
s.
Famiglia,
doti secolari, che lui;
e in fine
si
ivi
lazzaristi. e
,
e
sacer-
evangelizzavano eoa
dice esservi in detta città
un seminario di So alunni cinesi, bella spedi già 70,000 cristiani riceveano non poco vantaggio ranza della diocesi, in cui
dalie cure de'missionari.
TESSAGLIA o TRICALA. Provincia ecclesiastica della diocesi dell'IUiria orientale, di cui
anticamente era metropoli La-
loro possediiiìcii-
rissa (J.), ed avea molte sedi vescovili
tijUcl civile principato della chiesa i-omanajMeiiwria sulla iiwiolahilità del-
per sulh'aganee, alcune delle quali venne-
istituti ecclesiastici e
del gOK'erno pon-
le istituzioin politiche tificio.
Sopra tutto
ammirare per
dotto prelato
il
si
fece
l'ultima gravissima, pro-
ro in seguilo innalzale esse pure alla dignità di metropoli, quali furono
glia e Neopatro o Patrasso la
metropoli Larissa, della
tomi, eziandio complesso ed emporio di
eia, è
Iraltati di
pubblica economia, di finanza
TESOROoERARIO PONTIFICIO. /^.
THESPE.
Sede vescovile TES IMA della Beozia, nella provincia d' Eliade o I / provincia d'Achea, nell'esarcato diMao
cedonia, eretta nel
V
Le Quien.
Si
conoscono
i
una provincia
il
belle
di
montagne, un'inondazione delle
sue terre diede occasione alla favola del diluvio di Deucalione, avendo potuto sulle
montagne
slesse trovarsi
molle nevi,
il
il
vescovi: N. or-
queste terre, lungamente paludose, non
me-
cui
i
che
il
Turchia euro-
Tricala essendone capoluogo. Cinta co-
furono da principio
Leone l,riguurdanle
fa
O-
di Tricala, Larissa e Farsaglia,
grado l'opposizione del clero e del popolo, di che lagnossi Papa s. Leone I in una lettera scritta a' vescovi d'Acaia; e Ru-
4^8
concilio di sua provincia
della
cui centro è occupato dalle
dinato dal metropolitano d' Acaia, mal-
fino che sottoscrisse nel
i."
Patrasso.
squagliamento sommergesse e l'interno del paese, ed luoghi posti al sud. E
secolo sotto la
tropoli d'Atene, o di Corinto secondo p.
pea,
m'è
Tesoriere.
2.'
ra laTessaglia, celebre contrada dellaGre-
pianure
e di governamenlo.
Divisa
Tessaglia in due provincie, della
fonda e vasla sua opera, Della civile convivenza, e di-I cittadinoJìasUa 852, in 5 1
Farsa-
(f^.).
all'
la lettera del
imperatole
concilio di Cilce-
vi
si
abitabili, ed
gli
re ne' pingui pascoli
che
dierono luogo
che veduti
uomini
primi
armenti a pasce-
mentre conducevano
ri,
i
recarono, standosene a cavallo
di
mela
vi si
all'allra favola
trovavano, de'centau-
lontano ap[)arveio metà cavalli.
Da
ciò
provenne
TES
TES un'abbonflnnz.i grandisslmn di piante, le «me ciiralive e meclicinnli, le altre vene-
h
fiche e m.'iligiie;
cngni/ioiie delle di-
verse |iiopiiett» d( He quali influì mollo
3-f,
penisola; qunntimqiie il bacino dell'Anfiiso fosse formato da una piccola catena di motilagne,
si
pnnno considerale come
appartenenti allaFtiotide
le città
che tro-
sulla ripulazione de' lessali,
che furono
va vansi al sud-ovest, e per conseguenza
maghi che
l'arie aves-
le terre
considerali quali
sero di produrre
Basla
rammentar
sone e delle
pone che
la
e
che gl'incantesimi de'lesle
malìedel-
neW .isùio d'oro d'Apu-
parla
si
ogni cosa non biasi-
molto
nella Tessaglia, che vantò anzi
deliziedella bella vnlledi
ta e presso al le alte
E-
quale sup-
avesse pensato alla liasfusio-
si
leio. INIa l'antichità
le
storia del vecchio
rendessero possibile; e
le quali
mò
sn[)rannalnrali,
figlie di Pelia, la
Dedel sangue, sali la
efielti
Tempe,
stret-
mare. dal freddo riparata
del-
montagne,eda'forti caloridelle pia-
nure, dove
gli armenti trovavano pascoli abbondanti ed aria benigna, dove compiacevansi pastori, e l'amore alle loro i
feste presiedeva.
I
Tessaglia erano
soigeva
la"o
la
principali popoli della
gli
città di
Etici, presso
quali
i
Oxinia,a canto ad un
Ira catenuccie di
monti:
Pelaqoni
i
Tnpoliti,in un gran bacino separatodalla
Macedonia mediante
la
mon-
catena di
tagne chiamata Caniì'viiìiii moules^
e
che
soprannominavansi Tiipnliti oTripolitani, ossia delle tre eittà, per le città di Dolieo, Pizio ed Azoro, che loro appartenevano: Peiiebi erano al sud, e stdie loro terre scorrendo fìunìi Curazio, Eurota, Atrace, Titare«io, de'quali il Penco riceveva le acque: al sud di esso Irò va vasi TEstiotide,inniif[iata da'fliurii fono eTeo; nel paese loro che avea il monte Pindo, le città più considerabili erano Gomfj,Trica, Pelineo, Farcadonte: la Pelasgiolide giaceva all'est, col Penco al nord; città primarie di questa parte della Tessaglia erai
i
no Farsaglia, Scotussa,Cranone,
e Larissa
veniva considerata come capitale la
Tessaglia:
la
innaflìala dall'
Tessaliotide vedeasi
Enipeo, avendo
monte Olride, ed con JMelitea per sud-est
la
di tutta
al
al
al
sud,
sud
il
sud-ovest laDolopia,
città principale
Ftiotideje terminava
:
stava al
come una
liagnate da una parte del corso
dello Sperchio e dell'Acheloo; sue prin-
erano Fera, Taumaco, Alos e mezzo, Falara in fondo al golfo Amaliaco, e nella penisola Tebe, Larissa, Creraasta ed Echino, all'eslremil;» il porlo d'Afela dove capitarono gli ar-
cipali città
Lamia
in
gonauti; Eraclea, Trachina
al
sud-est, a
partire dalla quale città, la strada cou-
duceva
famose Termopili, molto
alle
vici-
non era la Magnesia separata dal mare se non per mezzo del monte Pel io, e i si trovava Demelria città ragguardevole ma moderna a petto d'ioleo che ne ne:
sorgeva vicino:
in
fondo
al
golfo Pelasgio-
erano due isolelte conosciute sotto i nomi di Deucalione e Pina: la Dolr)pia tico
slendevasi verso l'Etolia, senza contene-
V estremità sudMagnesia terminava col promontorio Sesia, dove fu dalla tempesta per-
re città considerabili
:
est della
cossa l'armala navale di SerNC. Del leslo i
ebbero dall'antichità
lessali
voca riputazione; ta
,
Un si
ma
la
nazione avea voce
la
assai
equi-
cavalleria era pregiadi perfida.
tradimento, una moneta falsa.diceva-
un
tratto,
regione fu
una moneta di Tessaglia. La gran rinomanza nella sto-
in
ria, nella mitologia, e neTasti ecclesiastici
per
li
suoi vescovati.
I
pelasgi l'occu-
parono ne! secolo XIX avanti l'era nostra. Deucalione discendente di Giapeto e di Prometeo, posto dalle tradizioni nella regnò in Licoria vicino al monte Parnasso neh 635, e s' impadronì ilella
Scizia,
Tessaglia insieme cogli cileni nel i63o.
Lasciò lio,
e
la
due
figlia figli
Protogenia
madre
di
Anfitione ed Elleno:
Etfigli
di quesl'idtimo furono Doro, Eolo, Xuto che fu padre d'Acheo e Jone. I pelasgi noa conservando che Larissa, nel 44*^ diveni
ne re Teutamio. ]Neli4oo
fondarono 7 principati
gli cileni eolii
in Tessaglia. Nel
286039 38o Jempo
TES (lelln
guerra
di
T r
Troia
esi^n
conte-
sei piccoli regni, imo tìe' quali Flia neliaHo ubbidiva ad Achille: ila gli altri capi Omero nominò Protesilao, lodane, Filollete, Fodalirio, Macaone eProtoo. Neil 180 fu invasa dagli cileni dorii e dagli Eraclidi. Quindi la famiglia d'Er-
neva
s
periodo Macedonico, da Erodolo chiamati re di Tessaglia. Nel 4o8 nndi, sino
siirsea
al
Fera
sero nel
il
407
tiranno Giasone,cui succes-
4oo Polifrone 36o Licofrone eTisifo-
Polidoro, nel
e Alessandro, nel
slituita alla
secolo
monarchia dairVIll sino al VI avanti l'era nostra. Dopo la s.""
rpiali furono poi cacciati da Fdippo Macedonia ad istanza desìi Alenadi, indi molte città di Macedonia parteggiarono perla lega Achea. Finalmente 4^
anni innanzi
la
na'»cita di
epoca
fmono
coriente era,
la
Grecia fu falla provincia
cole regnò in Tessaglia, l'oligarcliia fu so-
distrulle
le
oligarchie, sue*
cessero dc'liranni, ed a Larissa
FliNE
gli
Ale-
no,
i
re di
1
Ge^Ll Cristo o
roaiaua.
DEL VOLUME SETTAJ^TESIMOQUARTO.
'-
X>
i
V
BX 841 sncR
.1167
1840
Gaetano, 1802-1883. Dizionario di erudizione storico- ecclesiastica AFK-9455 (awsk) rioroni
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