ROBERTO ROBERTO ZUCCO di Bernard- Marie Koltés II percorso percorso della ronda d'una prigione, a livello dei tetti. I tetti della prigione, fino alla I . L'evasione loro sommità. È l'ora in cui i guardiani, oppressi oppressi dal silenzio e stanchi di scrutare nell'oscurità, sono qualche volta vittima di allucinazioni.
PRIMO GUARDIANO Hai sentito qualcosa? SECONDO GUARDIANO ... No. Niente. PRIMO GUARDIANO Tu non senti mai niente. SECONDO GUARDIANO Perché tu hai sentito qualche cosa? PRIMO GUARDIANO Niente. Ma ho avuto l'impressione di sentire qualcosa. SECONDO GUARDIANO Hai sentito sì o no? PRIMO GUARDIANO Non ho sentito con le orecchie... Ho avuto l'idea, di sentire qualcosa. SECONDO GUARDIANO L' "idea"?!... Senza le orecchie? PRIMO G. Tu non sai nemmeno cos'è, un'idea. Per questo non senti mai niente e non vedi niente. SECONDO GUARDIANO Io non sento niente perché non c'è niente da sentire e non vedo niente perché non c'è niente da vedere. vedere. Siamo del tutto inutili qua dentro ed è per questo questo che si finisce finisce col litigare. Inutili come i nostri fucili che non sparano, le sirene che non suonano, e gli occhi aperti a un'ora in cui tutti gli altri li tengono chiusi. Trovo Trovo inutile avere gli occhi aperti per guardare il niente, le orecchie tese a sentire il niente mentre a quest'ora dovremmo ascoltare il nostro universo interiore, e spiare con gli occhi il nostro paesaggio interiore. Ci credi, tu, all'universo interiore? PRIMO GUARDIANO Io credo che noi non siamo inutili, qua. Dobbiamo impedire le evasioni. SECONDO G. Ma non ce ne sono, di evasioni. Sono impossibili. La prigione è troppo moderna. Non potrebbe evadere evadere nemmeno un prigioniero piccolo così. Nemmeno un un prigioniero piccolo come un topo!... E se anche qualcuno ce la fa con le inferriate, poi ne trova delle altre come un colabrodo e poi delle altre ancora più fitte, come un setaccio. Bisognerebbe essere liquidi per attraversarle. E una mano che ha pugnalato, un braccio che ha strangolato, liquidi non lo sono di certo!... Al contrario. Devono diventare forti, pesanti. Secondo te, com'è che può venire l'idea di pugnalare o strangolare, strangolare, prima l'idea e poi poi passare all'azione? all'azione? PRIMO GUARDIANO Puro vizio. SECONDO G. Io faccio il guardiano da sei anni. Ho sempre guardato gli assassini cercando di capire che cos'è che li fa diversi da me, guardiano di prigione e incapace non dico di pugnalare o strozzare qualcuno, ma neanche neanche di averne l'idea. Ho riflettuto, ho cercato, li ho spiati perfino sotto la doccia, perché m'hanno detto che l'istinto di uccidere sta proprio nel sesso. Bene. Ne ho visti più di seicento, ormai, ma in comune, lo giuro, non avevano proprio niente. Ce n'erano di grossi, di piccoli, di magri, di alti così, di rotondi, di puntuti, magari anche di enormi... ma niente! Non serve a niente guardarli. PRIMO GUARDIANO Puro vizio, te l'ho detto! Non vedi qualcosa?... Appare Zucco, che cammina sulla sommità di un tetto. SECONDO GUARDIANO No, niente. PRIMO GUARDIANO Neanch'io. Ma ho come l'idea di vedere qualcosa. SECONDO G. Vedo uno che cammina sui tetti... Son cose che succedono, quando si casca dal sonno.
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PRIMO G. E che ci fa, uno sui tetti?... Hai ragione. Qualche volta faremmo meglio a ripiegarci sul nostro universo interiore. SECONDO GUARDIANO Ti arrivo persino a dire che mi sembra Roberto Zucco... Quello ch'è stato rinchiuso oggi, per l'omicidio di suo padre. Una bestia feroce. Una bestia selvaggia. PRIMO GUARDIANO Roberto Zucco. Mai sentito. SECONDO G. Ma vedi qualcosa, là o lo vedo solo io? Zucco avanza sempre, sempre, tranquillo, alla sommità del tetto. PRIMO GUARDIANO Ho come l'idea l 'idea di vedere qualcosa. Ma che cosa? SECONDO GUARDIANO È un detenuto che evade. Zucco è scomparso. PRIMO GUARDIANO Merda, hai ragione. r agione. È un'evasione. Cominciano gli spari, si vede la luce dei riflettori, urlano le sirene.
II . L'assassinio della madre La madre madre di Zucco sta in camicia da notte davanti a una porta chiusa. LA MADRE MADRE Roberto, ho la mano sul telefono. Adesso faccio il numero e chiamo la polizia. polizia. ZUCCO Apri. LA MADRE Mai. ZUCCO Se do un calcio alla porta la sfondo. Lo sai. Non fare la stupida. LA MADRE E allora fallo, povero pazzo malato! Fallo, così sveglierai i vicini! Stavi più al sicuro in prigione, qua se ti vedono ti linciano. Non accettano, qua, uno che ha ucciso suo padre!... Perfino i cani in questo quartiere ti ringhieranno contro. {Zucco dà colpi alla porta) Ma come hai fatto a scappare? Che razza di prigione è quella? ZUCCO Nessuno riuscirà mai a tenermi in prigione più di un'ora. Nessuno. Apri, apri!... Faresti perdere la pazienza pazienza a un mulo. Apri o butto giù la baracca baracca LA MADRE Che sei venuto a fare? Da dove ti viene questo bisogno di tornare? Io non voglio più vederti non voglio più vederti! Tu non sei più mio figlio! E finita. Per me conti meno di una mosca sulla merda. {Zucco sfonda la porta) Roberto! Non avvicinarti! ZUCCO Sono venuto a prendere la mia divisa. LA MADRE La tua che cosa? ! ZUCCO La mia divisa: camicia kaki e pantaloni da combattimento. LA MADRE Quella porcheria di vestito militare. Che bisogno hai di quella porcheria di vestito militare?... Tu sei pazzo, Roberto. Dovevo capirlo quand'eri ancora nella culla, dovevo buttarti nella spazzatura. ZUCCO Dai, su! Sbrigati! Portamela qua subito. LA MADRE Ti Ti darò dei soldi. E dei soldi che tu hai bisogno. Poi ti compri tutti gli abiti che vuoi. ZUCCO Non voglio soldi. Voglio la mia divisa. LA MADRE Ma io non voglio, io non voglio! Chiamerò i vicini. ZUCCO Voglio la mia divisa. LA MADRE Non gridare, Roberto! Non gridare! Mi fai paura... Sveglierai i vicini. Non posso dartela, è impossibile... E sporca, è lurida... Non puoi portarla così! Dammi almeno il tempo di lavarla, di asciugarla, di stirarla... 2
ZUCCO Me la pulirò da solo. La porterò alla lavanderia automatica. LA MADRE Dici delle cose assurde, povero pazzo. Devi essere completamente fuori di testa. ZUCCO È il posto al mondo che mi piace di più. È calmo, è tranquillo. Ci sono delle donne... LA MADRE Io me ne frego. Non te la voglio dare... E non avvicinarti Roberto. Sono ancora in lutto per tuo padre. Vuoi Vuoi ammazzare anche me, adesso? !... ZUCCO Non aver paura di me, mamma. Son sempre stato buono e gentile, con te. Perché dovrei farti paura? Perché non vuoi darmi la mia divisa? Ne ho bisogno, mamma. Ne ho bisogno. LA MADRE Non essere gentile con me, Roberto... Credi ch'io dimentichi che hai ucciso tuo padre? Che l'hai buttato dalla finestra come si butta un mozzicone di sigaretta? E adesso diventi gentile con me. Non voglio dimenticare che hai ucciso tuo padre, Roberto, e la tua dolcezza finirebbe per farmi dimenticare tutto. ZUCCO Dimentica, mamma. Dammi la mia divisa, la mia camicia kaki e i pantaloni da combattimento. Anche sporchi, anche spiegazzati... dammeli. E poi io me ne vado, te lo giuro.
LA MADRE Sono io, Roberto? Sono proprio io che t'ho messo al mondo? È dal mio ventre che sei uscito? Se non ti avessi partorito proprio qui, se non ti avessi visto sbucar fuori con i miei occhi, e coi miei occhi seguito fino alla culla; se non t'avessi spiato con lo sguardo dalla culla in poi, sempre, senza lasciarti un attimo, se non avessi spiato tutti i cambiamenti del tuo corpo ora per ora, al punto da non riuscire nemmeno più a vederli avvenire, fino a vederti qua, simile a quel piccolo che era uscito da me in questo questo letto - io non riuscirei riuscirei neppure a credere credere che davanti davanti a me ci sta mio figlio. E invece io ti riconosco, Roberto. Riconosco la forma del tuo corpo, la tua struttura, il colore dei capelli, il colore degli occhi, la forma delle tue mani forti che hanno accarezzato il collo di tua madre e serrato quello di tuo padre che tu hai ucciso. Perché quel bambino così bravo bravo sino a 24 anni, anni, è diventato improvvisamente improvvisamente pazzo? pazzo? Quando sei uscito uscito dai binari giusti, Roberto? Chi Chi ha messo un tronco d'albero sulla tua tua strada per farti precipitare nell'abisso? Roberto, Roberto, una vettura ch'è andata a schiacciarsi in fondo a un burrone, non la si aggiusta più. Un treno deragliato non si tenta di rimetterlo sui binari. Lo si abbandona, lo si dimentica. Io ti dimentico Roberto, io ti ho dimenticato. ZUCCO Prima di dimenticarmi, dimmi dov'è la mia divisa. LA MADRE Sta là, nel cesto. E sporca e tutta spiegazzata. Zucco prende la divisa divisa.. E adesso vattene, l'hai giurato. ZUCCO Sì, l'ho giurato. Si avvicina, la carezza, l'abbraccia, le serra il collo. La madre geme. Lui la lascia, e lei cade a terra, strangolata. Zucco si spoglia, infila la sua divisa ed esce.
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III . Sotto il tavolo In cucina. Un tavolo, ricoperto da una una tovaglia che scendefino a terra. Entra la sorella sorella della ragazzina. Si dirige verso la finestra, la socchiude. LA SORELLA Entra ma non far rumore. Togliti Togliti le scarpe, siedi là e sta' zitta. La ragazzina entra dalla finestra. Così dunque, a quest'ora della notte, io ti trovo accovacciata contro un muro. Tuo fratello sta correndo in macchina per tutta la città, e posso assicurarti che appena ti vede ti farà f arà un sedere così, perché gli hai dato un'angoscia d'inferno. d'inferno. Tua Tua madre è rimasta per ore alla finestra cercando cercando d'immaginare tutto quello che poteva succederti dallo stupro di una banda di teppisti, fino al corpo fatto a pezzi in un bosco, o al sadico che ti rinchiude in una cantina... Tutto, ha pensato pensato a tutto! E tuo padre era talmente certo di non rivederti più che si è ubriacato fino all'incoscienza e adesso russa con il russare della disperazione. Quanto a me, faccio come una pazza il giro del quartiere, ti ritrovo accovacciata tutta tranquilla contro un muro!... Quando ti sarebbe bastato attraversare il cortile per rassicurarci. Sai quel che c'hai guadagnato! Che tuo fratello ti farà un sedere così e spero proprio che te lo faccia faccia di un bel rosso sangue. Ma vedo vedo che hai deciso deciso di non aprir bocca. bocca. Sta zitta, lei!... Zitta. C'è agitazione intorno a me ma io sto zitta... Silenzio! Sil enzio! Vedremo Vedremo come riuscirai a star zitta quando tuo fratello ti romperà il sedere! Allora? Allora? Vuoi Vuoi degnarti di dirmi perché sei rientrata così tardi, quando avevi il permesso solo fino a mezzanotte? Se non sputi almeno una parola, finirò davvero per angosciarmi anch'io, e naturalmente penserò al peggio. Parla, passerotto mio, parla con tua sorella... Posso ascoltare qualunque cosa. cosa. Sarò io a proteggerti, lo giuro, dalla collera di tuo fratello. T'è successo quel che succede a tutte le ragazzine?... Eh? Hai incontrato un ragazzo, ha fatto lo stupido come tutti i ragazzi, ha fatto il balordo e t'ha trattata tr attata male... È così? Le conosco, queste cose, fringuellino mio, sono stata ragazza anch'io... Sono stata alle solite feste dove ci sono i soliti imbecilli... E anche se uno t'ha dato un bacio, cosa vuoi che sia? Ti succederà ancora chi sa quante volte, che tu ne abbia voglia o no... E ti metteranno anche le mani sul sedere che tu lo voglia o no... I ragazzi son dei gran cretini, bambina mia, e tutto quello che sanno fare è di mettere una mano sul sedere delle ragazze. Vanno Vanno matti, per questo! Io non so che gusto ci provano, e secondo me non ne provano proprio nessuno!... Ma si sentono in dovere di farlo, così... per tradizione! Non possono resistere. resistere. Sono tutti impastati di imbecillità... imbecillità... Però non bisogna bisogna farne un dramma!... dramma!... L'importante è che tu non ti faccia portare via ciò che è solo tuo e che nessuno ha il diritto diritt o di toglierti, prima che sia giunto il momento suo. Ma io so che tu saprai aspettare, e che noi sceglieremo tutti assieme, tua madre, tuo padre, tuo fratello, io, e anche tu, certo, anche tu... la persona a cui tu farai quel dono. A meno meno che qualcuno qualcuno t'abbia fatto violenza, violenza, passerotto mio, ma questo... chi l'oserebbe mai con una bambina come te, così pura, così intatta?... Dimmi che non t'hanno fatto violenza. Dimmi che non t'hanno portato via ciò ch'è solo tuo e che nessuno ha il diritto di toglierti... Dimmelo. Rispondi o m'arrabbio... Nasconditi sotto il tavolo, presto! Mi sembra di sentir rientrare tuo fratello! La ragazzina scompare scompare sotto il tavolo. Entra il padre padre in pigiama, mezzo addormentato. Attraversa la cucina, scompare per qualche secondo, poi l'attraversa di nuovo in senso inverso e va in camera sua. Tu sei una ragazzina, una piccola bambina vergine, la piccola vergine di tua madre, di tuo padre, di tua sorella, di tuo fratello... Non dirmi ch'è successa quella cosa orribile. Non dirmelo o divento pazza. Sei perduta, perduta, e noi siamo perduti perduti con te. Entra il fratello con gran fracasso, la sorella sorella gli corre incontro. incontro. Non gridare, ti prego, non non far scene. Lei Lei adesso non c'è ma l'ho trovata... L'ho L'ho trovata anche se non c'è. Calmati o divento pazza... Non voglio tutte queste disgrazie in una volta, e se ti metti a gridare 4
io mi ammazzo...
IL FRATELLO Dov'è? Dov'è? LA SORELLA SORELLA Da un'amica. Dorme da un'amica. Nel letto di un'amica, al caldo, sicura, non può capitarle niente di male. Niente... E successa una disgrazia orribile... Non gridare, ti supplico... perché poi lo rimpiangeresti e ti metteresti a piangere. IL FRATELLO FRATELLO Niente ha il potere di farmi piangere, tranne che sia successa una disgrazia orribile alla mia sorellina. Ma io ho sempre vegliato su di lei, e solo questa sera m'è sfuggita... M'è sfuggita solo per qualche ora, dopo anni, anni e anni ch'io veglio su di lei. La disgrazia non può approfittare di un intervallo così breve per venirci addosso. LA SORELLA La disgrazia non ha bisogno di tempo. Viene quando viene. Trasforma tutto in un istante. Le basta un istante per spezzare anche l'oggetto più più prezioso che noi abbiamo custodito per per anni.{Prende anni. {Prende un oggetto e lo butta per terra) terra) E una volta rotti, i pezzi non si rincollano più. Nessun grido, nessun urlo può rimettere assieme ciò ch'è spezzato. Entra il padre, attraversa la cucina come la volta precedente precedente e scompare. scompare. IL FRATELLO FRATELLO Aiutami, sorella mia, aiutami. Tu sei più forte di me. Io non sopporto le disgrazie. LA SORELLA Nessuno Nessuno sopporta le disgrazie. IL FRATELLO Dividila con me. LA SORELLA Io ne son già schiacciata. IL FRATELLO Vado a bere una cosa. Esce. Rientra il padre. padre. IL PADRE PADRE Piangi, bambina mia? Mi è sembrato di sentir piangere qualcuno. La sorella sorella si alza. LA SORELLA No... No... Stavo canticchiando. (Esce) IL PADRE PADRE E fai bene. Tiene lontane le disgrazie. Esce. Dopo un po' la ragazzina ragazzina riappare riappare da sotto il tavolo, si avvicina alla finestra, finestra, l'apre e fa entrare entrare Zucco. LA RAGAZZINA Togliti le scarpe. Come ti chiami? ZUCCO Chiamami come vuoi. E tu? LA RAGAZZINA RAGAZZINA Non Non lo so più. Mi chiamano sempre con nomi di animaletti: passerotto, rondinella, colomba, allodola, usignolo, fringuello. A me me piacerebbe che mi chiamassero topo, serpente a sonagli o maialino... Che mestiere fai, nella vita? ZUCCO Nella vita? LA RAGAZZINA RAGAZZINA Sì, Sì, nella vita... la l a tua occupazione, come guadagni... e tutte le solite cose che fanno tutti. ZUCCO Io non faccio le cose che fanno tutti. LA RAGAZZINA Ragion di più. Dimmi cosa fai. ZUCCO Sono agente segreto. Tu sai che cos'è, un agente segreto? LA RAGAZZINA So che cos'è un segreto. ZUCCO Un agente non solo è segreto, ma viaggia, corre il mondo, ha delle armi. LA RAGAZZINA Tu ce l'hai un'arma? ZUCCO Certo che ce l'ho. LA RAGAZZINA Mostramela, ZUCCO No. LA RAGAZZINA Allora non è vero. ZUCCO Guarda. (Cava di tasca un pugnale) LA RAGAZZINA Non è mica un'arma, questa. ZUCCO Con questa puoi ammazzare benissimo come con qualsiasi altra. LA RAGAZZINA RAGAZZINA E che altro fa, un agente segreto, oltre ammazzare? ZUCCO Viaggia. Va in Africa. Tu conosci l'Africa? LA RAGAZZINA Benissimo, la conosco.
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ZUCCO Io conosco dei posti, in Africa, delle montagne così alte che ci nevica sempre. Nessuno sa che in Africa c'è la neve. E invece è quello che io preferisco al mondo: la neve in Africa, quando cade sui laghi gelati. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Io vorrei vedere la neve in Africa. Vorrei Vorrei pattinare sui laghi gelati. ZUCCO E ci sono anche dei rinoceronti bianchi che attraversano i laghi sotto la neve. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Come ti chiami? Dimmi il tuo nome. ZUCCO Non te lo dirò mai. LA RAGAZZINA Perché? Voglio saperlo. ZUCCO È un segreto. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Io so tenere un segreto. Dimmi il tuo nome. ZUCCO L'ho dimenticato. LA RAGAZZINA Bugiardo. ZUCCO Andrea. LA RAGAZZINA Non è vero. ZUCCO Angelo. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Non Non prendermi in giro o mi metto a gridare. Non è nessuno di quei nomi. ZUCCO E come fai a saperlo, se non lo conosci? LA RAGAZZINA RAGAZZINA Impossibile. Il nome vero lo riconoscerei subito. ZUCCO Non posso dirtelo. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Anche se non puoi dirlo, a me dimmelo lo stesso. ZUCCO Impossibile. Andrei incontro a una disgrazia. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Non m'importa niente. Dimmelo. ZUCCO Se te lo dicessi, morirei. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Anche se morirai, dimmelo lo stesso. ZUCCO Roberto. LA RAGAZZINA Roberto e poi? ZUCCO Contentati di Roberto. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Roberto Roberto cosa? Se non me lo dici mi metto a gridare. E mio fratello, ch'è già arrabbiatissimo, ti ucciderà. ZUCCO M'hai detto che sapevi cos'è un segreto. Lo sai davvero. LA RAGAZZINA RAGAZZINA E la sola cosa che so. Dimmi il nome, dimmi il nome. ZUCCO Zucco. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Roberto Zucco. E un nome che non dimenticherò mai. Nasconditi sotto il i l tavolo. Viene Entra la madre. madre. qualcuno. LA MADRE MADRE Parli da sola, uccellino mio? LA RAGAZZINA RAGAZZINA No. Canticchiavo per tener lontane le disgrazie. LA MADRE E fai bene. (Vede (Vede l'oggetto spezzato) To', son contenta. Erano anni che volevo disfarmi di questa porcheria. Esce. La ragazzina raggiunge raggiunge Zucco sotto il tavolo. VOCE DELLA RAGAZZINA RAGAZZINA E allora, amore mio. Tu hai preso la mia verginità e te la porti via con te. Nessuno potrà più togliermela, ormai. Resterà con te sino alla fine dei tuoi giorni. E quando quando sarai morto e mi avrai dimenticata, ancora l'avrai con te. Io ti ho marchiato, come marchia una cicatrice dopo un combattimento. Per conto mio, non rischio certo di dimenticare, perché non ho altro da offrire, non posso dare più niente a nessuno. E finita, è fatta sino al termine della vita. Quel che ho dato ho dato, e sei tu che l'hai portato via.
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IV. Melanconia dell'ispettore L'ingresso di un bordello della Piccola Chicago. L'ISPETTORE Sono triste, padrona. Ho il cuore pesante e non so nemmeno il perché. Triste Triste lo sono spesso, ma questa volta c'è qualcosa che non va. Quando mi sento addosso questa voglia di piangere o di morire, cerco cerco sempre la motivazione motivazione di questo stato. Rivedo tutto quel quel che m'è successo durante il giorno, la notte, e il giorno prima. E finisco sempre per scoprire un piccolo avvenimento senza importanza, importanza, che lì per lì non mi ha colpito, ma che m'è entrato nel cuore come un piccolo bacillo schifoso e me lo infetta. Allora, quando ho scoperto cos'è l'avvenimento l' avvenimento senza importanza che mi fa tanto soffrire, ci rido sopra per primo, il bacillo è schiacciato come un insetto sotto l'unghia, e tutto è a posto. Oggi invece ho cercato, sono andato indietro di tre giorni, ho rifatto l'esame a rovescio, su e giù, su e giù, e mi ritrovo rit rovo sempre daccapo, senza senza sapere da dove viene il male. Triste come prima, e col cuore che mi fa male come prima. LA PADRONA Lei sguazza troppo in mezzo ai cadaveri e alle storie di magnaccia, ispettore. L' ÌSPETTORE Non ce ne son mica poi così tanti, di cadaveri. Ma di magnaccia sì, di quelli ce ne son proprio troppi. Preferirei più cadaveri e meno magnaccia. LA PADRONA Io invece preferisco i magnaccia. Mi danno da vivere e son ben vivi anche loro. L'ÌSPETTORE Adesso Adesso devo andarmene, padrona. Addio. Zucco esce da una camera, chiude la porta porta a chiave. LA PADRONA Non bisogna mai dire addio, ispettore. L'ispettore esce, seguito da Zucco. Dopo un po' entra una puttana, puttana, tutta spaventata. LA PUTTANA Signora, signora mia, ci sono delle forze diaboliche nella Piccola Chicago!... Tutto il quartiere è come fulminato, le ragazze non lavorano più, i magnaccia restan lì con la bocca aperta, i clienti sono scomparsi, tutto è fermo, tutto è pietrificato!... Signora, lei ha dato alloggio al demonio! Quel ragazzo che è appena arrivato, che non dice mai una parola, che non risponde mai a nessuna donna - c'è perfino da chiedersi se una voce ce l'ha e se ce l'ha, un sesso - quel ragazzo, dicevo, con lo sguardo così dolce, quel bel ragazzo, ne abbiamo parlato spesso fra noi donne è appena uscito dietro l'ispettore. E allora noi lo guardiamo, no?, tutte lo guardano e ci fanno delle fantasie sopra. E lui cammina dietro l'ispettore che sembra sprofondato in pensieri profondi. Gli cammina dietro dietro come un'ombra. Poi Poi l'ombra a poco a poco si fa più vicina, vicina, come quando è mezzogiorno, e lui sta proprio a ridosso dell'ispettore che è tutto curvo in avanti. Finché all'improvviso, lui cava da sotto la giacca un pugnale e glielo pianta nella schiena. L'ispettore si ferma. Non si volta mica. Scuote appena la testa, come se i pensieri profondi nei quali era sprofondato stessero trovando finalmente una soluzione. Poi si mette a dondolare con tutto il corpo e si affloscia per terra. Né l'assassino né la vittima si sono guardati, mai!... Il ragazzo aveva gli occhi fissi sul revolver dell'ispettore. Si china, lo prende, lo mette in tasca e se ne va tranquillo. La tranquillità di un demonio, signora! Poiché nessuno si è mosso, nessuno ha fatto un gesto! Tutti immobili, l'hanno guardato allontanarsi. Era il diavolo quello che lei s'è preso in casa, signora. signora. LA PADRONA Ad ogni modo, adesso che ha ammazzato un poliziotto, quel ragazzo è fottuto.
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V. Il fratello La ragazzina sta contro il muro, terrorizzata.
IL FRATELLO Non aver paura, pulcino mio. Io non ti farò del male. Tua sorella è una scema. Perché pensava che io ti avrei picchiata? Adesso Adesso sei una donna, e io non ho mai picchiato una donna. A me piacciono le donne, le preferisco a tutto. Son sempre meglio delle sorelline minori. Una sorellina ti rompe le scatole. Devi star lì tutto il giorno a sorvegliarla, non perderla mai di vista. Per proteggere cosa, la sua verginità? E quanto tempo deve durare, la sorveglianza di una verginità? Tutto Tutto quello che ho passato a vegliare su di te, ad esempio, è stato tempo sprecato. Io lo rimpiango. Rimpiango ogni giorno, ogni ora perduti a sorvegliarti. Si dovrebbero sverginare le ragazzine subito, appena son ragazzine, così i fratelli maggiori starebbero in pace, non avrebbero più niente da sorvegliare sorvegliare e avrebbero modo di pensare ad altro. Io sono contentissimo contentissimo che ti sei sei fatta fottere da qualcuno. Perché adesso sto in pace. Tu vai per la tua strada e io per la mia. Non avrò più questa palla al piede da tirarmi dietro. Vieni a prendere un bicchiere con me. Devi imparare adesso. Niente più occhi bassi, né rossori, i ragazzi li puoi guardare in faccia. Finito, finito!... Devi essere sfrontata. Su la testa guardali negli occhi squadrali bene!... Agli uomini piace da pazzi. pazzi. Non serve essere essere modesti un minuto minuto di più. Gettalo via, il pudore!... pudore!... E prima lo fai, meglio è. Liberati nella natura, corri nella Piccola Chicago in mezzo alle puttane, fa' la puttana anche tu... tu... Guadagnerai un un sacco di soldi soldi e non peserai più più su nessuno. nessuno. E magari io t'incontrerò in uno di quei bar dove si va a battere, ti farò un cenno e staremo lì, lì , fratello e sorella allo stesso bar. Ci si smerda di meno e ci si diverte molto di più. Non perdere più tempo a chinare gli occhi, uccellino mio, a stringere le gambe... Non serve più a niente. In ogni caso, ormai, di matrimonio non se ne parla più. Sorveglianza, occhi bassi, potevano servire per farti arrivare intatta al matrimonio. Ma adesso il matrimonio è fottuto e anche il resto può andare a farsi fottere!... In un colpo solo, hai fottuto tutto: matrimonio, famiglia, padre, madre, sorella, ma io me ne frego. Tuo padre russa per la disperazione e tua madre piange. Tu lascia che piangano, lascia che russino, e taglia la corda. Vai Vai via da casa. Se vuoi fa' dei bambini, se non vuoi non farli, tanto non gliene frega più niente a nessuno. Sei libera. Io ho finito di sorvegliarti, come tu hai finito d'essere una ragazzina. Non hai più età. Puoi avere 15 anni o 50, tanto è lo stesso. Sei una donna, ormai, e tutti se ne fregano.
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VI. Il metrò Un manifesto con la scritta "ricercato" e la fotografia di Zucco, senza il nome. Seduti l'uno vicino all'altro, sulla banchina di un metrò, stanno stanno Zucco e un vecchio signore. signore.
IL SIGNORE Io sono un uomo anziano e son rimasto qua dentro più del ragionevole. Stavo già rallegrandomi d'esser arrivato per l'ultimo metrò, quando d'un tratto a un incrocio, in mezzo a questo dedalo di scale e corridoi, non son più riuscito a trovare dove fosse la mia stazione, e sì che ci vengo ormai così spesso che pensavo di trovarla anche ad occhi chiusi, come fosse la cucina di casa mia. Non sapevo che dietro quel percorso ch'io faccio ogni giorno, in apparenza così limpido, c'era tutto un mondo oscuro di tunnel, di direzioni sconosciute che io avrei ignorato tanto volentieri, e che la mia stupida distrazione mi ha invece obbligato a conoscere. Ed ecco che le luci si spengono e restano solo quei lampioncini bianchi di cui ignoravo perfino l'esistenza. E allora mi metto a camminare dritto davanti a me in un mondo sconosciuto, il più svelto possibile - che non è poi granché, per il vecchio che sono. E quando finalmente mi sembra d'intravvedere un'uscita al termine di una scala mobile che non finisce mai... patatrac! Ecco una cancellata!... Enorme. E così mi ritrovo qua, in una situazione ben strana per un uomo della mia età, punito per la mia distrazione e la mia lentezza. Non so cosa sto aspettando, e a dir la verità non vorrei neanche saperlo perché non è certo alla mia età che si apprezzano le sorprese. Forse aspetto aspetto l'alba, anzi sì, è senz'altro l'alba quella che sto aspettando, in questa stazione che mi sembrava un tempo così familiare come la mia cucina e che adesso mi fa f a paura. Aspetto senz'altro che si riaccendano le solite luci, aspetto di veder passare il primo metrò. Ma Ma a dir la verità sono un po' angosciato. angosciato. Rivedrò veramente veramente il chiarore del giorno, dopo un'avventura così grottesca? E mi sembrerà ancora la stessa, questa stazione? Potrò mai dimenticare quei lampioncini bianchi di cui ignoravo perfino l'esistenza? E come cambierà la mia vita, dopo una notte in bianco? I giorni e le notti torneranno a succedersi come una volta? O sarà tutto spostato?... Son cose che mi preoccupano profondamente. profondamente. Ma lei, giovanotto, che deve avere delle gambe agili e un cervello lucido - sì, certo, lo vedo dai suoi occhi chiari, non appannati di sicuro o vaghi come quelli di un vecchio come me, è impossibile credere che anche lei si sia fatto intrappolare da quest'intrico di corridoi e di cancelli... No, no, neanche una cancellata chiusa potrebbe fermare uno spirito limpido come il suo, suo, ci passerebbe attraverso come una una goccia d'acqua d'acqua in un passino del tè. Lei lavora qui di notte? Mi parli di lei, la prego. Servirà a tranquillizzarmi. ZUCCO Io sono un ragazzo normale e ragionevole, signore. Non mi sono mai fatto notare. Mi avrebbe mai notato, lei, se non fossi venuto qui a sederle accanto? Ho sempre pensato che il modo migliore per vivere in pace sia quello di farsi trasparente come un vetro, invisibile come un camaleonte sulla pietra, passare attraverso i muri, non avere odore né colore. Che lo sguardo della gente ti attraversi e veda altra gente dietro di te,come se tu non ci fossi! È un duro impegno, sa, il farsi trasparente. E un lavoro. È un antico, antico sogno, diventare invisibili... Io non sono un eroe. Gli eroi sono dei criminali. Non c'è eroe i cui abiti non siano inzuppati di sangue, e il sangue è la sola cosa al mondo che non può passare inosservata. È la cosa più visibile in assoluto. Quando tutto sarà distrutto, e la fine del mondo avvolgerà la terra nella sua coltre nebbiosa, solo gli abiti degli eroi resteranno ancora e ancora ancora si vedranno, inzuppati inzuppati di sangue. Ho fatto miei studi e sono stato un buon allievo. E quando uno ha preso l'abitudine d'essere un buon allievo, non torna più indietro. Sono iscritto all'università. Il mio posto sta sempre lì, riservato a me solo, sui banchi della Sorbona, in mezzo ad altri allievi tra i quali io non mi faccio mai notare. E le giuro che bisogna essere davvero un buon allievo, discreto e invisibile, per rimanere alla Sorbona. Non è una di quelle università di periferia piene di teppisti e di tipi che si credono eroi. I corridoi della mia università son silenziosi, delle ombre li attraversano ma non si ode un passo. Domani stesso io ritornerò ai 9
miei Corsi di Linguistica. C'è un Corso di Lingue proprio domani. E io sarò lì, invisibile fra gente invisibile, silenzioso e attento nella spessa nebbia della vita d'ogni giorno. Niente può cambiare il corso delle cose, signore. Io sono come un treno che attraversa tranquillo una prateria e nulla può far deragliare. Sono come un ippopotamo che affonda nella sua mota, si muove adagio, e nulla può distrarre dalla strada e dal ritmo che lui stesso ha scelto. IL SIGNORE Si può sempre deragliare mio caro ragazzo, io adesso lo so. Può succedere a chiunque di deragliare in qualsiasi momento. Io che sono vecchio - io che credevo di conoscere il mondo e la vita come la cucina di casa mia, patatrac, eccomi qua come fuori dal mondo, a un'ora che non so quale sia, sotto una luce strana, angosciato al pensiero di cosa accadrà quando torneranno le solite luci che un tempo conoscevo, quando passerà passerà il primo metrò, quando la gente comune, com'ero anch'io una volta, tornerà a riempire la stazione. E allora io, io che ho passato la mia prima notte in bianco, dovrò pure pure uscire, attraversare un cancello finalmente finalmente aperto, affrontare affrontare il giorno, io che non ho visto la notte. E non so nulla, per adesso, proprio nulla di quello che succederà, di come vedrò il mondo e il mondo vedrà me - se pure mi vedrà ancora. Perché non riuscirò più a sapere cos'è il giorno e cos'è la notte, non saprò più cosa fare, mi metterò a girare in tondo per la cucina cercando invano di capire l'ora -e tutto questo, mi fa molto paura. ZUCCO C'è d'aver paura, effettivamente. IL SIGNORE Lei balbetta lievemente. E una cosa che mi piace molto. Mi rassicura. Mi aiuti, la prego, appena qua dentro tornerà il rumore. rumore. Mi aiuti, accompagni accompagni questo vecchio vecchio perduto fino all'uscita. E magari anche oltre. Le luci della stazione si riaccendono. Zucco aiuta il vecchio ad alzarsi e l'accompagna. l'accompagna. Passa il primo treno del metrò.
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VII . Due sorelle La cucina. La ragazzina con una borsa. Entra sua sorella. LA SORELLA Ti proibisco di andartene. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Tu Tu non puoi proibirmi niente. Ormai sono più vecchia dite. LA SORELLA Ma cosa diavolo dici? Tu sei un piccolo passerotto appollaiato sul ramo. E io sono la tua sorella maggiore. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Tu sei una vergine prolungata, non sai niente della vita, hai vegliato bene su te stessa e ti sei ben protetta. Io invece sono vecchia, violata, sono perduta. Prendo da sola le mie decisioni. LA SORELLA Tu sei sempre la mia sorellina, che mi ha sempre confidato tutto. LA RAGAZZINA RAGAZZINA E tu sei una zitella, che non sa nulla di nulla, e dovresti solo tacere davanti alla mia esperienza. LA SORELLA Ma quale esperienza?... L'esperienza della disgrazia non serve a nulla. Va Va solo dimenticata il più presto possibile. E solo l'esperienza l'esperienza della felicità che serve a qualcosa. Tu Tu ricorderai sempre le tue belle serate tranquille coi tuoi genitori, con tuo fratello, e con me. Fin quando sarai vecchia, è di quelle soltanto che ti ricorderai. Mentre la disgrazia che ci è piombata addosso, quella la dimenticherai presto - come un vago sogno - sotto gli sguardi di tua sorella, di tuo fratello, dei tuoi genitori. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Sono Sono i genitori, mio fratello, mia sorella, che io invece dimenticherò - li sto già dimenticando. Ma la mia disgrazia quella no. LA SORELLA Tuo fratello ti proteggerà, rondinella mia. Ti amerà più di quanto t'abbia mai amato nessun altro, perché t'ha sempre amato come non ha mai amato nessuno. Da solo, lui solo, varrà più di tutti gli uomini che puoi desiderare. LA RAGAZZINA Io non voglio essere amata. LA SORELLA Non dirlo!... E la sola cosa che valga nella vita. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Come Come hai il coraggio di dire una cosa simile? Tu non hai avuto un uomo. Non sei mai stata amata. Sei rimasta sola tutta la vita, e anche molto infelice. LA SORELLA Non sono mai stata infelice, tranne che per la tua disgrazia. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Io, lo so che sei stata infelice. Quante volte ti ho sorpreso a piangere dietro una tenda. LA SORELLA Ma io piango senza nessuna ragione!... Lo faccio così, di tanto in tanto, per abituarmi in in tempo. E ho preso tanto anticipo ormai, ne ho consumato tanto, di tempo, che non mi vedrai piangere mai più. Perché vuoi andartene? LA RAGAZZINA Voglio ritrovarlo. LA SORELLA Non lo troverai mai. LA RAGAZZINA Lo troverò. LA SORELLA Impossibile. Sai bene che tuo fratello lo ha cercato giorno e notte, per vendicarti. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Ma Ma io non voglio vendicarmi. Ed è per questo che lo ritroverò. LA SORELLA E cosa farai quando l'avrai trovato? LA RAGAZZINA Gli dirò una cosa. LA SORELLA Che cosa? LA RAGAZZINA Una cosa. LA SORELLA E dove pensi di trovarlo? LA RAGAZZINA Nella Piccola Chicago. LA SORELLA Ma perché vuoi perderti, mia colomba innocente? Non abbandonarmi, ti prego, non lasciarmi l asciarmi sola. Non voglio restar sola coi tuoi genitori e tuo fratello. Non voglio restar sola in questa casa. Senza di te la mia vita non ha più senso, non varrà più nulla. Non lasciarmi, ti prego, non lasciarmi. Io odio nostro fratello, i genitori, questa casa. Amo solo te, mia bella colomba, solo te - non ci sei che tu nella mia vita. Entra il padre, furioso. IL PADRE PADRE Vostra Vostra madre ha nascosto la birra, e io la riempirò di botte come facevo una volta. Lo sa Dio
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perché ho smesso. Avevo le braccia stanche ma avrei dovuto sforzarmi, sforzarmi, tenermi in esercizio, farla magari battere da un altro. E poi riprendere daccapo: batterla batterla tutti i giorni ad ore fisse. Ma è bastato che io lasciassi perdere qualche volta, un attimo di negligenza, ed eccola eccola lì, che mi nasconde la birra... E io sono certo che voi siete sue complici! {Guarda sotto il tavolo) Erano rimaste cinque bottiglie. E io vi batterò cinque volte a testa se non le ritrovo. (Esce) LA SORELLA La mia allodola nella Piccola Chicago!... Come devi essere infelice, e quanto lo sarai ancora! Entra la madre. madre. LA MADRE MADRE Vostro Vostro padre è ubriaco un'altra volta. S'è scolato una bottiglia dopo l'altra. l 'altra. Perché vi siete messe a dargli una mano anche voi? Mi lasciate sola a battermi contro quell'ubriacone. Ve Ve ne infischiate, eh? Non ve ne importa nulla, se ci rovina con l'alcool!... Due piccole sciocche che chiacchierano, chiacchierano delle loro stupidaggini, e mi lasciano sola con quel beone. Che significa questa borsa? LA SORELLA Va a passare la notte da un'amica. LA MADRE MADRE Un'amica, un'amica... Chi è questa amica? Cosa sono tutte queste intimità fra ragazzine? Perché deve andare a dormire da un'amica? Ha dei letti migliori, quella lì? Meglio dei nostri?!... Oppure è la notte, da lei, a far più notte che in casa nostra? Se aveste ancora l'età e io la forza, ve le darei di santa ragione a tutte e due. (Esce) LA SORELLA Non voglio che tu sia infelice. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Sono Sono infelice e non lo sono. Ho sofferto molto, ma ho trovato t rovato anche del piacere, in quella sofferenza. LA SORELLA Se tu mi lasci io muoio. La ragazzina prende prende la borsa ed esce.
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VIII . Poco prima della morte Un bar aperto di notte. Una cabina telefonica. Zucco viene sbattuto fuori attraverso una finestra, tra un gran fracasso di vetri rotti. Grida all'interno. Della gente si ammassa sulla porta. ZUCCO "Ed è così che mi creasti, o mare Fu la tua furia a far di me un atleta Ed è la tua grandezza che mi s'infrange sui piedi Il Piedistallo divino, dove sto nudo e forte La fronte immersa in vortici di nebbia." UNA PUTTANA Qui si gela dal freddo. Quel ragazzo prenderà una polmonite. PRIMO GIOVANOTTO GIOVANOTTO Non preoccuparti, va'. È tutto sudato, deve avere un gran caldo dentro di sé. ZUCCO "Intorno a me il fragore, la grandine, la schiuma La notte e i venti che cozzano fra loro Mentre io levo le braccia al monte tenebroso." SECONDO GIOVANOTTO Secondo me è ubriaco. PRIMO GIOVANOTTO Impossibile. Non ha bevuto niente. UNA PUTTANA È un po' matto, tutto qui. Bisogna lasciarlo in pace. IL COLOSSO Lasciarlo in pace? Ci rompe il cazzo da un'ora e dovrei pure lasciarlo in pace? Se mi cerca un'altra volta gli spacco la testa. UNA PUTTANA PUTTANA (avvicinandosi (avvicinandosi a Zucco e aiutandolo a rialzarsi) Non cercar rogne, bambino mio, non cercar rogne. La tua bella faccia è già abbastanza rovinata. Vuoi che le ragazze non ti guardino più. La faccia è una cosa fragile, mon bebé. Uno crede di potersela tenere com'è per tutta la vita, poi arriva un bel coglione grosso così e gliela disfa in un attimo, tanto lui non ha niente da perdere con la sua. Tu invece hai molto da perdere, mon bebé. Se ti spaccano la faccia, anche la tua vita è fottuta in un lampo, come se t'avessero t'avessero tagliato il cazzo. Prima magari non ci pensi, ma t'assicuro io che ci penseresti dopo. Non guardarmi così o mi metto a piangere. I tipi come te fanno venire le lacrime agli occhi solo a vederli. Zucco si avvicina al colosso e gli gli dà un pugno. UNA PUTTANA Oh Dio ricominciano. IL COLOSSO Non cercarmi, piccoletto, non cercarmi. Zucco gli dà un altro pugno, ricominciano a battersi. UNA PUTTANA Io chiamo un poliziotto, quello lo ammazza. UN GIOVANE Qua non c'entra, la polizia! UN ALTRO GIOVANE Ad ogni modo, l'ha già steso a terra. Zucco si rialza e si lancia dietro dietro il colosso che stava andandosene. andandosene. Gli aggrappa addosso addosso e lo colpisce in faccia. faccia. UNA PUTTANA PUTTANA Non reagire, lascialo perdere!... Non sta già più in piedi! ZUCCO Reagisci, smidollato, reagisci!... Dove ce li hai i coglioni? Il colosso lo fa volar via. IL COLOSSO Per l'ultima volta piantala, o ti schiaccio come una mosca. UNA PUTTANA [al colosso) colosso) Lascialo perdere, lascialo perdere. Non massacrarlo. IL colosso stende stende Zucco con un pugno terribile. UN GIOVANOTTO L'ha fatto a pezzi... UNA PUTTANA PUTTANA Era troppo facile. Ha ragione di dire che siete dei vigliacchi. IL COLOSSO Un uomo non si lascia mordere due volte dallo stesso cane. Rientrano tutti nel bar. bar. Zucco si rialza, si avvicina alla alla cabina telefonica. Stacca il ricevitore, ricevitore, forma un numero. ZUCCO Voglio partire. Voglio partire subito. Fa troppo caldo, in questa troia di città. Voglio andare in Africa, sotto la neve. Devo partire subito perché ho la morte addosso. Ad Ad ogni modo, nessuno si preoccupa di nessuno. Nessuno. I maschi han bisogno delle femmine e le femmine han bisogno dei maschi. Ma di amore, non ce n'è. Con le donne, io è per pietà che me lo faccio rizzare. Vorrei Vorrei rinascer cane, per soffrire meno. Un cane da strada, un bastardo che fruga nella spazzatura: nessuno mi guarderebbe. V Vorrei orrei essere un cane giallo, marcio di rogna, che la gente evita senza badargli. Vorrei Vorrei frugare nella spazzatura per l'eternità. Io credo che le parole non ci sono, tanto non c'è niente da dire. Bisogna smetterla d'insegnar parole. Bisogna chiuder le scuole e ingrandire i cimiteri. Ad ogni modo, un anno o cento è la stessa cosa: prima o poi si muore tutti. Ed è questo che fa cantare gli uccelli. Gli uccelli cantano e ridono per
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questo. UNA PUTTANA PUTTANA Lo dicevo io ch'era pazzo. Sta parlando in un telefono rotto. Zucco lascia cadere cadere il ricevitore, si siede contro contro la cabina. Il colosso si avvicina a Zucco. IL COLOSSO Allora, bambino, a cosa stai pensando? ZUCCO Penso all'immortalità del granchio, della lumaca e del calabrone. IL COLOSSO Sai, a me non piace battermi. Ma tu mi hai talmente cercato, che non potevo star li zitto ad incassare. Perché hai voluto la zuffa a tutti i costi? Si direbbe che hai voglia di morire. ZUCCO Io non voglio morire. Io morirò. IL COLOSSO Come tutti, bambino mio. ZUCCO Non è un buon motivo. IL COLOSSO Forse no. ZUCCO II problema, con la birra, è che uno non la compra, può prenderla solo in affitto. Adesso devo pisciare. IL COLOSSO Corri corri, prima che sia troppo tardi. ZUCCO È vero che perfino i cani mi guarderanno storto? IL COLOSSO I cani non guardano mai storto nessuno. I cani sono i soli esseri viventi nei quali puoi aver fiducia. Gli piaci e non gli piaci, ma non ti giudicano mai. E quando tutti ti avranno mollato, bambino mio, ci sarà ancora un cane che ti gira attorno per leccarti la pianta dei piedi. ZUCCO "Morte villana, di pietà nemica, di dolor madre antica giudicio incontestabile gravoso di te blasmar la lingua s'affatica." IL COLOSSO Devi andare a pisciare. ZUCCO È troppo tardi. Si leva l'alba. Zucco s'addormenta.
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IX. Dalila Un commissariato di polizia. Un ispettore. Un commissario. Entra la ragazzina, seguita dalfratello. La ragazzina si avvicina al manifesto con la faccia di Zucco, e lo indica. LA RAGAZZINA Io lo conosco. IL COMMISSARIO Cos'è che conosci? LA RAGAZZINA Quel ragazzo. Lo conosco benissimo. L'ISPETTORE E chi è? LA RAGAZZINA Un agente segreto. Amico mio. L'ISPETTORE Chi è quello lì? Dietro di te? LA RAGAZZINA RAGAZZINA Mio Mio fratello. M'ha accompagnato. E lui che mi ha detto di venir qui, perché io ho riconosciuto la sua foto per la strada. L'ISPETTORE Ma tu sai che è un ricercato? LA RAGAZZINA Sì, sì... Lo cerco anch'io. L'ISPETTORE Ed è un tuo amico, dicevi. LA RAGAZZINA Un amico. Sì, un amico. L'ÌSPETTORE Un assassino di poliziotti. Ti arresteranno per possesso d'armi clandestine e omessa denuncia di criminale. LA RAGAZZINA RAGAZZINA È mio fratello che m'ha detto di dirvi che lo conosco. Io non posseggo nessuna arma clandestina, e non denuncio nessuno. Lo conosco, soltanto. L'ÌSPETTORE Di' a tuo fratello di uscire. IL COMMISSARIO COMMISSARIO Non hai sentito?!... Fila. Il fratello esce. L'ÌSPETTORE Cosa sai di lui? LA RAGAZZINA Tutto. L'ÌSPETTORE È francese? Straniero? LA RAGAZZINA Aveva un accento un po' straniero, ma appena appena... Molto carino. L'ÌSPETTORE Germanico? LA RAGAZZINA Che vuol dire germanico? L'ÌSPETTORE E così, lui t'ha detto ch'era un agente segreto. Molto strano. Di solito, un agente segreto è segreto, non va a raccontarlo in giro. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Io gli ho detto che avrei tenuto il i l segreto, qualunque cosa avvenisse. IL COMMISSARIO COMMISSARIO Brava. Se tutti tenessero i segreti come te, il nostro lavoro sarebbe più facile. LA RAGAZZINA RAGAZZINA M'ha M'ha detto che faceva delle missioni in Africa, fino sulle montagne dove c'è sempre la neve. L'ÌSPETTORE Un agente tedesco nel Kenia. IL COMMISSARIO COMMISSARIO Le nostre ipotesi non erano così sbagliate, ispettore. LÌSPETTORE Erano perfette. (Alla ragazzina) E adesso il nome. Lo sai? Devi saperlo, visto che era amico tuo. LA RAGAZZINA Certo che lo so. IL COMMISSARIO Dimmelo. LA RAGAZZINA Lo so anche benissimo. IL COMMISSARIO COMMISSARIO Allora? Allora? Ci stai prendendo in giro? Cos'è, bambina mia vuoi delle sberle? LA RAGAZZINA RAGAZZINA Io non voglio sberle. Voglio Voglio dirvi il nome... Solo che non ci riesco. LÌSPETTORE Come sarebbe, non ci riesci? LA RAGAZZINA RAGAZZINA L'ho proprio qua, sulla punta della lingua. L'ÌSPETTORE Sulla punta della lingua? E allora dillo! O vuoi degli schiaffi? E dei pugni? Vuoi essere tirata per i capelli?... Ti assicuro assicuro che siamo molto bene attrezzati per questo questo genere di cose. LA RAGAZZINA No no... Ce l'ho proprio qui... Adesso... adesso viene.
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L'ÌSPETTORE Se non il cognome, almeno il nome. Devi ben ricordartelo. Chissà quante volte gliel'avrai sussurrato all'orecchio. IL COMMISSARIO COMMISSARIO Un nome, un nome... Dimmi il nome o ti spedisco nella stanza delle torture. LA RAGAZZINA Andrea. LÌSPETTORE {al commissario) Scriva: Andrea. (Alla ragazzina) Sei sicura? LA RAGAZZINA No. IL COMMISSARIO COMMISSARIO (all'ispettore) Io questa qua l'ammazzo. L'ISPETTORE O sputi questo nome di merda o sputerai i denti, scegli tu. Soltanto sbrigati prima che sia troppo tardi. LA RAGAZZINA Angelo. L'ÌSPETTORE Uno spagnolo? IL COMMISSARIO COMMISSARIO O un italiano, un brasiliano, un portoghese, un messicano. .. Una volta ho conosciuto un berlinese che si chiamava Tulio. Tulio. L'ÌSPETTORE Lei ne sa di cose, commissario. (Alla ragazzina) Sto perdendo la pazienza. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Ce l'ho proprio qua, le l e assicuro. Sulle labbra. IL COMMISSARIO COMMISSARIO Vuoi Vuoi un colpetto sulle labbra? Così il nome casca? LA RAGAZZINA Angelo. Angelo Dolce o una cosa così. L'ISPETTORE Come sarebbe... Dolce? Dolce come? LA RAGAZZINA RAGAZZINA Dolce. Dolce. M'ha detto che il suo nome, in straniero, voleva dire dolce o zuccherato. (Piange) Anche lui era così dolce, così gentile. L'ÌSPETTORE Immagino che ce ne siano parecchi, di nomi per dire zuccherato. IL COMMISSARIO Azucarado, Azucarado, sucre, sweetned, gezuekert, ocukrzony. ocukrzony. L'ISPETTORE (con sufficienza) Questi li sappiamo tutti, commissario. LA RAGAZZINA Zucco. Zucco. Roberto Zucco. L'ISPETTORE Sei sicura? LA RAGAZZINA Sicura. Sono sicura. IL COMMISSARIO COMMISSARIO Zucco? Zucco con la zeta? LA RAGAZZINA RAGAZZINA Con la zeta. Sì. Roberto. Con la zeta. L'ISPETTORE Fatele mettere a verbale. LA RAGAZZINA E mio fratello? IL COMMISSARIO COMMISSARIO Che c'entra tuo fratello?... Non hai bisogno di fratelli. Ci siamo noi.
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X. L'ostaggio In un giardino pubblico, di giorno. Una signora elegante seduta su una panchina. Entra Zucco. LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE ELEGANTE Si sieda pure vicino a me. Parli che mi sto annoiando. Faremo un po' di conversazione. Io odio questi luoghi. Lei però mi sembra timido. La intimidisco io? ZUCCO Io non sono timido. LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE ELEGANTE Però vedo che le mani le tremano, come un ragazzino alla prima avventura. Ha una bella faccia. E un bel ragazzo... Le piacciono le donne? È perfino troppo bello per piacergli le donne. ZUCCO A me piacciono le donne. Molto. LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE Secondo me, lei preferisce quelle sciacquette insulse di 18 anni. ZUCCO A me piacciono tutte le donne. LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE ELEGANTE Questa è una bella cosa. E mai stato duro con una donna? ZUCCO Mai... LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE ELEGANTE Ma la voglia? Ce l'avrà ben avuta, qualche volta, la voglia d'essere violento con una donna... Sa cosa voglio dire. Quella voglia prima o poi gli uomini ce l'hanno sempre. ZUCCO Non io. Io son sempre dolce e tranquillo. LA SIGNORA ELEGANTE Però ha un'aria strana. ZUCCO E venuta qua in taxi? LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE Non dica sciocchezze. Io detesto i taxi. ZUCCO Allora Allora è venuta con la sua macchina. LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE Ovviamente non sono venuta a piedi. Abito dall'altra parte della città. ZUCCO Che macchina ha? LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE ELEGANTE Se lei sogna una Porsche si sbaglia. Ho una macchinetta da niente. Mio marito è uno spilorcio. ZUCCO Che marca? LA SIGNORA ELEGANTE Mercedes. ZUCCO E che tipo? LA SIGNORA ELEGANTE 280 SE. ZUCCO A me non sembra una macchinetta da niente. LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE Forse no. Ma mio marito è uno spilorcio lo stesso. ZUCCO Chi è quello là?... La guarda ogni momento. LA SIGNORA ELEGANTE È mio figlio. ZUCCO Suo figlio. È grande. LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE ELEGANTE Quattordici anni, non uno di più. Io non sono una vecchia carretta. ZUCCO Sembra più grande. Forse fa dello sport. LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE ELEGANTE Non fa altro. Gli pago tutti i club della città, campi da tennis, hockey, golf, tutti, e ancora pretende che io l'accompagni quando lui si allena. È un piccolo viziato, ecco cos'è. ZUCCO Comunque ha un'aria robusta, per la sua età. Mi dia le chiavi della macchina. LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE ELEGANTE Ma certo, come no? Forse le farebbe comodo avere anche la l a macchina. ZUCCO Sì, anche la macchina. LA SIGNORA ELEGANTE Più che giusto. La prenda. ZUCCO Mi dia le chiavi. LA SIGNORA ELEGANTE Lei comincia a seccarmi. ZUCCO Mi dia le chiavi. (Estrae la pistola, la mette sulle ginocchia) LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE Lei dev'essere pazzo. Non si scherza con quella roba. ZUCCO Chiami suo figlio. LA SIGNORA ELEGANTE Me ne guardo bene. ZUCCO {puntandole contro la pistola) Chiami suo figlio.
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LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE Lei è pazzo. [Urlando, alfiglio) Scappa, tesoro! Scappa! Torna a casa! Cavatela da solo! Il figlio si avvicina, la donna si è alzata. alzata. Zucco le punta la pistola al petto. petto. Spari, deficiente. Tanto le chiavi non gliele do, non foss'altro per non passare da stupida. Mio marito mi prende per una stupida, mio figlio mi prende prende per una stupida, la serva mi prende prende per una stupida... Spari, e così ci sarà una stupida di meno! Ma le chiavi non gliele do. Ed è peggio per lei, perché è una macchina bellissima, interni di cuoio, cruscotto in noce, peggio per lei. E la smetta con questa pagliacciata!... Guardi... Guardi... guardi tutta questa gente... Parlano fra loro, forse hanno già chiamato la polizia... Li guardi, li guardi... Non gli par vero... Vanno Vanno matti per scene così. E io non sopporto i commenti della gente di quel genere. Spari, spari... Non voglio sentirli! Non voglio sentire.
ZUCCO (al ragazzo) Non avvicinarti. PRIMO UOMO Guardate come trema. ZUCCO Non avvicinarti, Cristo. Sdraiati per terra. PRIMA DONNA E il ragazzo che gli fa paura. ZUCCO E adesso stendi le braccia lungo il corpo. Avvicinati. Avvicinati. PRIMA DONNA DONNA Ma come fa ad avvicinarsi se deve tenere le braccia lungo il corpo? SECONDO UOMO Si può, si può, creda a me... Io ci riuscirei. ZUCCO Adagio. Adagio. Metti le mani sul dorso. Non alzare la testa. Fermati. (Il ragazzo ha un gesto) Non fare mosse, sta' fermo! O ammazzo tua madre. SECONDO UOMO Capacissimo di farlo. SECONDA DONNA Certo, Certo, e lo l o farà anche!... Povero bambino. ZUCCO Giuri di non muoverti più? RAGAZZO Sì sì... Lo giuro. ZUCCO La testa giù, schiacciata al suolo. Adesso girati piano e appoggiala dall'altra parte. Girati, ho detto. Non voglio che tu ci veda. RAGAZZO Ma perché ha paura di me? Io non posso far nulla. Sono un ragazzo. Non voglio solo che lei ammazzi mia madre. Però non deve aver paura di me, perché lei è molto più forte di me. ZUCCO Certo. Io sono più forte di te. RAGAZZO E allora cos'ha, per aver paura di me? Cosa potrei farle, io? Sono piccolo, in suo confronto. ZUCCO Mica tanto piccolo. E poi io non ho paura. RAGAZZO Sì, lei trema, lei trema. Lo sento da qui che trema. TERZO UOMO Ecco la polizia. PRIMA DONNA DONNA Adesso ce l'avrà davvero, una buona ragione per tremare! SECONDO UOMO E saremo noi a ridere! ZUCCO (al ragazzo) Chiudi gli occhi. RAGAZZO Li ho chiusi, stia tranquillo. Li ho chiusi. Ma lei dev'esser proprio un gran fifone. ZUCCO E chiudi anche la bocca. RAGAZZO Anche la bocca, d'accordo. Resta però il fatto che lei è un fifone. ZUCCO Che macchina ha tua madre? RAGAZZO Chi sa. Forse una Porsche. ZUCCO Taci, Taci, stronzo! Chiudi la bocca. Chiudi gli occhi. Fa' il i l morto. RAGAZZO Io non so come si fa il morto. ZUCCO Lo saprai presto. Ammazzerò tua madre e così lo vedrai coi tuoi occhi che cos'è un morto. SECONDA DONNA Povero bambino. RAGAZZO Faccio il morto. Faccio il morto. PRIMO UOMO I poliziotti stan sempre fermi. TERZA DONNA Hanno fifa.
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SECONDO UOMO Ma no, per carità!... E tutta una strategia. Sanno benissimo quel che fanno. Hanno dei mezzi che noi neanche ci immaginiamo. Sanno quel che fanno, creda a me. Quel tipo è già spacciato. TERZO UOMO E anche la donna, temo. PRIMO UOMO Non si può fare una frittata senza rompere le uova. SECONDA DONNA Purché non faccia del male al ragazzo. Solo questo, in nome di Dio!... che non faccia del male al ragazzo. Zucco si avvicina al ragazzo ragazzo spingendo la signora, la rivoltella sempre puntata verso di lei. Poi mette un piede sulla testa del ragazzo. PRIMA DONNA DONNA Mio Dio!... Cosa non deve vedere un ragazzo, al giorno d'oggi! PRIMO UOMO Se è per quello, signora, ne abbiamo viste di belle anche noi, ai nostri tempi. TERZA DONNA DONNA Perché? Anche Anche lei è stato minacciato da un pazzo? PRIMO UOMO No, ma non dimentichi la guerra. Ha presente la guerra, signora? TERZA DONNA DONNA (ironica) Non mi dica. I tedeschi le mettevano tutti i giorni i piedi sulla testa e minacciavano sua madre? PRIMO UOMO Anche peggio, signora mia. Anche peggio. QUART QUARTA DONNA DONNA Ad ogni modo lei mi sembra ben in vita, a tutt'oggi, un po' vecchiotto e anche grassottelle. QUARTO QUARTO UOMO E lei mi sembra una gran cafona per essere sincero. SECONDA DONNA Io Io penso al ragazzo! Io penso al ragazzo! TERZO UOMO O insomma la smetta, con 'sto ragazzo. È la donna, che ha una pistola puntata alla gola! QUARTA DONNA Ma è il ragazzo quello che ne soffre! Lei ha ragione. TERZA DONNA DONNA Scusi, Scusi, signore, ma vorrei proprio sapere cosa intende lei per "tecnica "t ecnica speciale" dei poliziotti. Bella tecnica. Stanno lì sempre fermi e non muovono muovono un dito. Secondo me hanno hanno paura. SECONDO UOMO Io parlavo di "strategia", non di "tecnica". TERZO UOMO Strategia del cazzo. POLIZIOTTI (da lontano) Butta quell'arma! PRIMA DONNA Oh! Bravi! SECONDA DONNA Adesso siamo salvi. TERZO UOMO (ironico) Sempre grazie alla sua "strategia". SECONDO UOMO E io le ripeto che stanno preparando un colpo decisivo. QUARTA DONNA Secondo me, il colpo lo sta facendo solo quello là con la pistola. PRIMO UOMO Anzi, direi che lo ha già fatto. SECONDA DONNA Povero ragazzo. QUINTO UOMO Signora, Signora, se lei tira t ira ancora in ballo il ragazzo, giuro che la prendo a schiaffi. PRIMO UOMO O insomma! Vi Vi pare questo il momento di litigare?! Un po' di dignità, perdio. Siamo tutti testimoni di un dramma. Siamo di fronte alla morte. POLIZIOTTI Ancora una volta butta quell'arma. Sei circondato. Tutti scoppiano a ridere. ZUCCO Ditele di darmi le chiavi della macchina. E una Porsche. LA SIGNORA ELEGANTE Imbecille. SECONDA DONNA Dategli Dategli le chiavi! Dategli le chiavi! LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE Mai. Se le vada a prendere da solo. TERZO UOMO Ma quello le spappola la testa, mia cara signora. LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE Tanto Tanto meglio. Così non vedrò più le vostre facce da scemi. Tanto meglio. PRIMA DONNA DONNA Quella donna è davvero insopportabile.
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QUARTO QUARTO UOMO E cattiva, per di più. Quanta gente c'è al mondo, cattiva e crudele! QUART QUARTA DONNA DONNA Prendetele le chiavi con la forza, santo Dio. Possibile che non ci sia un uomo, tra noi, che abbia il coraggio di frugarle le tasche e prendere le chiavi? TERZA DONNA DONNA (all'uomo) (all'uomo) Lei che ha tanto sofferto, da bambino, con tutti quei tedeschi che le mettevano met tevano un piede sulla testa e minacciavano sua madre, avanti su! Coraggio! Dimostri d'avere almeno un po' di coglioni! Magari uno solo, piccolo piccolo! QUINTO UOMO Mi lasci dire, signora, che lei se la meriterebbe davvero, una gran sberla! Ringrazi Dio ch'io sono uomo di mondo. TERZA DONNA DONNA E allora frughi lei, in quelle maledette tasche! Prenda le chiavi e io accetterò le sue sberle. Il quinto uomo si avvicina tremando, tremando, tende un braccio, cerca nelle tasche della signora e trova trova le chiavi. LA SIGNORA ELEGANTE Imbecille QUINTO UOMO {trionfante) Visto?! Visto?!... Visto?!... Portate qui la Porsche! La signora elegante ride. SECONDA DONNA (melodrammatica) E lei ride!... Riesce a ridere mentre suo figlio sta per morire! PRIMADONNA Che orrore. QUARTO UOMO È una pazza. TERZO UOMO Date le chiavi ai poliziotti. Che si occupino almeno di questo, ammesso che sappiano guidare un'automobile! Il quinto uomo ritorna correndo. correndo. QUINTO UOMO Non è una Porsche. È una Mercedes. SECONDO UOMO Che tipo? QUINTO UOMO 280 SE, mi sembra. Molto bella. SECONDO UOMO Mercedes. E una buona macchina. QUART QUARTA DONNA DONNA La porti qua, chi se ne frega della marca! Quello ci ammazzerà tutti. ZUCCO Io voglio una Porsche. Non ammetto che mi si prenda in giro. QUART QUARTA DONNA DONNA Chiedete ai poliziotti di trovare una Porsche!... Non stiamo lì a discutere. Abbiamo a che fare con un pazzo. Trovategli la Porsche. TERZO UOMO Speriamo che la polizia sappia fare almeno questo. QUARTO QUARTO UOMO Io non ci giurerei. Stanno sempre lì. Si muovono verso i poliziotti. QUINTO UOMO Guardateli, Guardateli, guardateli!... Noi siamo gente comune, ma abbiamo più coraggio di loro ! SECONDA DONNA (al ragazzo) Bambino mio! Quel brutto piede cattivo non ti sta facendo male? ZUCCO Stia zitta lei. Nessuno deve parlargli. Non voglio che lui apra la bocca. Chiudi gli occhi, tu. Non muoverti. PRIMO UOMO E lei, signora? Come si sente? LA SIGNORA SIGNORA ELEGANTE ELEGANTE Così, mica male. Però mi sentirei meglio se chiudeste il becco tutti quanti e tornaste alle vostre pentole e ai vostri marmocchi. PRIMA DONNA E dura, ecco cos'è. Una donna dura. UN POLIZIOTTO {dall'altra estremità del gruppo) Ecco le chiavi dell'automobile. E una Porsche. E là davanti. Da lì può vederla. (Alle persone) Passategli le chiavi. TERZO UOMO Gliele dia lei, se non le spiace. Gli assassini sono lavoro suo. UN POLIZIOTTO Abbiamo Abbiamo i nostri motivi. TERZA DONNA Motivi del cazzo. PRIMO UOMO Io quelle chiavi non le tocco. Non spetta a me. Io son padre di famiglia. ZUCCO Adesso Adesso ammazzerò la donna e poi mi sparo in testa. A me non me ne frega niente, della vita. Vi giuro che non me ne frega niente. Ci son sei pallottole nel caricatore. Ammazzo cinque persone e poi mi ammazzo. QUARTA DONNA Lo fa, lo fa! Andiamocene. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO State fermi. Non lo innervosite.
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TERZO UOMO Siete voi che ci innervosite a non fare un cazzo. SECONDO UOMO Li lasci in pace. Lasciateli fare. La polizia ha certo un piano. SECONDO POLIZIOTTO Non muovetevi. Mette le chiavi per terra, e con un bastone bastone le spinge attraverso le gambe gambe della gente fino ai piedi di Zucco. Zucco si china adagio e le raccoglie, he mette in tasca. ZUCCO Prendo la donna con me. Fate largo. SECONDA DONNA Dio sia lodato! Il ragazzo è salvo. QUARTO QUARTO UOMO E la donna? Che cosa farà alla signora? ZUCCO Fate largo. Tutti si fanno da parte. Tenendo Tenendo la pistola con l'altra mano, Zucco si china, solleva per i capelli la testa del ragazzo e gli spara alla nuca. Tutti urlano, scappano. Sempre tenendo la pistola puntata contro la signora, Zucco attraversa il parco parco quasi deserto e si dirige verso verso l'automobile.
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XI. Il patto II banco dell'albergo "Piccola Chicago". La tenutaria sta nella sua poltrona, la ragazzina aspetta. LA RAGAZZINA Io sono brutta LA PADRONA Non dir sciocchezze, uccellino mio. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Sono Sono grassa, ho il doppio mento, due pance, due seni come palloni da football. E quanto al sedere, meno male che sta di dietro, così non lo vedo. Ma sono certa d'aver due prosciutti che ondeggiano ad ogni passo. LA PADRONA Vuoi star zitta, sciocchina. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Lo so lo so, sono certa. Nella strada, vedo i cani che mi seguono con la lingua fuori e la saliva che gli cola in bocca. Se li lasciassi fare, sono certa che mi addenterebbero come fossi sullo scaffale di una macelleria. LA PADRONA PADRONA Ma dove le vai a pescare queste sciocchezze, dico io? Sei carinissima, paffutella, rotonda, hai delle belle forme. Credi che agli uomini piacciono quelle secche come dei rami, che uno ha paura di rompere appena li tocca? A loro piacciono le forme che riempiono bene la mano. LA RAGAZZINA Vorrei essere magra. Vorrei essere come un ramo secco che si ha paura di rompere. LA PADRONA PADRONA Io proprio no. E poi, sei rotonda oggi, puoi essere magra domani. Una donna cambia, nella vita. Non deve star lì a occuparsene. Quando avevo la tua età ero magra, magra che mi si vedeva attraverso - tutta pelle e ossa. Nemmeno l'ombra di un seno. Piatta come un ragazzo. Dio, come mi seccava, allora! Non mi piacevano i ragazzi. Sognavo di arrotondarmi, sognavo dei bei seni. Così mi facevo da sola un bel petto con del cartone. Ma i ragazzi se n'erano accorti, e ogni volta che mi passavano davanti, mi davano delle botte coi gomiti e così me lo schiacciavano tutto. Allora, per vendicarmi, io ho messo degli spilli nei miei seni finti, ed eran poi loro a strillare come aquile. E infine a poco a poco, come vedi, tutto ha cominciato ad arrotondarsi, a diventare bello pieno, ed ero contentissima. Stai tranquilla, passerotto mio. Sei rotonda oggi puoi puoi essere magra domani. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Non Non me ne importa niente. Oggi sono brutta, grassa, e sono infelice. Entra il fratello, che sta parlando con con un macrò. Non le gettano nemmeno nemmeno un'occhiata. un'occhiata. MACRÒ {impaziente) È troppo cara. IL FRATELLO Non ha prezzo. MACRÒ Tutto Tutto ha un prezzo e il tuo è troppo alto. IL FRATELLO FRATELLO Quando su una cosa si può mettere il prezzo, vuol dire che non vale gran che. Vuol Vuol dire che si può discutere, tirar su, tirar giù. Io ho fissato un prezzo astrattamente proprio perché non ha prezzo. È come un quadro di Picasso. Hai mai sentito qualcuno dire ch'è troppo caro? Hai mai visto un venditore che abbassa il prezzo di un Picasso? Il prezzo che si fissa, in un caso come quello, è pura astrazione. MACRÒ Nel frattempo, è un'astrazione che passa dalle mie tasche alle tue, e il vuoto che lascia nelle mie non mi sembra poi così astratto. IL FRATELLO FRATELLO Un vuoto come quello lo si riempie. Tu lo riempirai molto presto, da' retta a me. Ci metterai meno a dimenticare il prezzo che hai pagato, del tempo che perdi a discuterlo. Io però non discuto. O prendere o lasciare. O fai il migliore affare affare della tua vita, oppure resti nel tuo squallore. squallore. MACRÒ Non ti innervosire, non ti innervosire. Sto riflettendo. IL FRATELLO FRATELLO Rifletti, rifletti, ma non farla tanto lunga. Devo riaccompagnare mia sorella da sua madre. MACRÒ D'accordo. La prendo. IL FRATELLO FRATELLO {alla ragazzina) Hai il naso lucido, pulcino. Bisognerà metterci un po' di cipria. La ragazzina esce. I due due la seguono con gli occhi. E allora? Il mio Picasso? MACRÒ Io continuo a trovarlo un po' caro. IL FRATELLO FRATELLO Ti farà guadagnare tanti soldi che dimenticherai subito il prezzo. Passaggio di denaro. denaro. MACRÒ Quand'è che è disponibile? IL FRATELLO FRATELLO Non ti innervosire, non ti innervosire. Abbiamo tutto il tempo.
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MACRÒ No, non abbiamo tutto il tempo. Tu hai i soldi, io voglio la ragazza. IL FRATELLO FRATELLO Ce l'hai, ce l'hai. l 'hai. È come se ce l'avessi. MACRÒ Adesso che hai i soldi, ti dispiace, eh? IL FRATELLO FRATELLO Non mi dispiace di niente. Di niente. Sto pensando. MACRÒ A cosa pensi? Non è il momento di pensare. Allora? Quando? IL FRATELLO Domani o dopo. MACRÒ Perché non oggi? IL FRATELLO Sì, perché non oggi? Questa sera. MACRÒ Perché non subito? IL FRATELLO FRATELLO T'innervosisci, t'innervosisci. Si sentono i passi della ragazzina. D'accordo!... Subito! Il fratello scappa e corre corre a nascondersi in una camera. camera. Entra la ragazzina. ragazzina. LA RAGAZZINA Dov'è mio fratello? MACRÒ M'ha incaricato di occuparmi di te. LA RAGAZZINA Voglio sapere dov'è mio fratello. MACRÒ Da brava... Vieni con me. LA RAGAZZINA Con lei non ci vengo. MACRÒ Obbedisci subito, pezzo di scema. Non si discutono gli ordini di un fratello. Escono assieme. Il fratello riappare riappare e si siede davanti alla padrona padrona.. IL FRATELLO FRATELLO Non sono io che l'ho voluto, padrona, le giuro. È stata lei a insistere, è stata lei che ha voluto venire in questo quartiere a far questo lavoro. Sta cercando non so chi e vuole ritrovarlo. E sicura di ritrovarlo qui. Io non volevo. Io ho vegliato su di lei come nessun fratello l'ha fatto mai. Era il mio pulcino caro, il mio amore. Non ho mai amato amato nessuno come ho amato lei. Ma non non posso farci nulla. La disgrazia si è abbattuta su di noi. Lei l'ha voluto e io ho dovuto cedere. Non son mai stato capace di non cedere alla mia sorellina. È la disgrazia che ci ha scelto e si accanisce su di noi. LA PADRONA Sei un bel pezzo di merda.
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XII. La stazione
ZUCCO Roberto Zucco. LA SIGNORA ELEGANTE Perché ripete continuamente questo nome? ZUCCO Perché ho paura di dimenticarlo. LA SIGNORA ELEGANTE Non si dimentica il proprio nome. È l'ultima l'ulti ma cosa che uno può dimenticare. ZUCCO No, no... io lo dimentico. Lo vedo scritto nel mio cervello... Ma sempre più pallido... sempre più sfocato... come se si stesse cancellando. Devo guardarlo sempre più da vicino per riuscire a leggerlo. Ho paura di ritrovarmi senza sapere il mio nome. LA SIGNORA ELEGANTE Io non lo dimenticherò. Sarò la sua memoria. ZUCCO (dopo una pausa) Io amo le donne. Le amo troppo. LA SIGNORA ELEGANTE Non si amano mai troppo. ZUCCO Io le amo. Le amo. Tutte. Non ce ne sono abbastanza. LA SIGNORA ELEGANTE Allora ama anche me. ZUCCO Certo dal momento che è una donna. LA SIGNORA ELEGANTE Perché mi ha portato qui? ZUCCO Perché adesso prenderò il treno. LA SIGNORA ELEGANTE E la Porsche? Perché non usa la Porsche? ZUCCO Perché non voglio farmi notare. In un treno, nessuno vede mai nessuno. LA SIGNORA ELEGANTE E io dovrei prenderlo con lei? ZUCCO No. LA SIGNORA ELEGANTE Perché no? Non c'è nessuna ragione che io non lo prenda con lei. Lei mi è piaciuto subito, a prima vista. Prenderò il treno con lei. Del resto, è proprio questo che lei vuole. Altrimenti mi avrebbe già ucciso e scaraventata da qualche parte. ZUCCO Ho bisogno che lei mi dia del denaro per prendere il treno. Non ho denaro. Mia madre doveva darmene ma s'è dimenticata. LA SIGNORA ELEGANTE Le madri dimenticano sempre di dare denaro ai figli. Dove vuole andare? ZUCCO A Venezia. LA SIGNORA ELEGANTE Venezia? Che strana idea. ZUCCO Lei conosce Venezia? LA SIGNORA ELEGANTE Naturale. Tutti conoscono Venezia. ZUCCO È là che io sono nato. LA SIGNORA ELEGANTE Bravo... Io ho sempre pensato che nessuno nascesse mai a Venezia, e che tutti ci andassero solo per morire. Che i bambini vi nascessero già coperti di polvere e con le tele di ragno sulla testa. Lei, ad ogni modo, la Francia l'ha ripulito bene. Non vedo traccia di polvere su di lei. La Francia è un ottimo detersivo. Bravo. ZUCCO Devo partire. Devo partire assolutamente. Non voglio che mi prendano. Non voglio che mi rinchiudano. Mi dà una paura terribile sentirmi in mezzo a tutta quella gente. 24
LA SIGNORA ELEGANTE Paura? !... Sia uomo, santo Dio ! Lei ha un'arma: basta mostrare quella per farli scappare tutti. ZUCCO E proprio perché sono un uomo che ho paura. LA SIGNORA ELEGANTE Io invece non ne ho. Con tutto quello che lei mi ha fatto vedere! io non ho paura e non ne ho mai avuta. ZUCCO Perché lei è una donna e non un uomo. LA SIGNORA ELEGANTE Lei è troppo complicato. ZUCCO Se mi prendono, mi rinchiudono. E se mi rinchiudono divento pazzo. Del resto, lo sto già diventando. Ci sono poliziotti da tutte le parti, gente da tutte le parti. Io sono già rinchiuso ri nchiuso in mezzo a tutta questa gente. Non li guardi! Non li guardi! LA SIGNORA ELEGANTE Ho forse l'aria di qualcuno che vuol denunciarla? Imbecille. Se volessi l'avrei già fatto. Ma tutte queste facce da scemi mi danno il voltastomaco. Lei invece mi piace. ZUCCO Guardi questi pazzi. Guardi che aria cattiva. Sono degli assassini. Mai visti tanti assassini tutti assieme. Alla minima scintilla dentro la testa, si metterebbero subito ad ammazzarsi fra di loro. Mi domando perché la scintilla non non scocca adesso, adesso, all'istante, dentro dentro le loro teste. Perché certo, ad ammazzare ammazzare sono pronti da un pezzo. Son come dei topi nelle gabbie dei laboratori. Hanno voglia di uccidere. Basta vedere le loro facce, vedere come camminano, io vedo i pugni serrati nelle tasche. Io riconosco subito un assassino, mi basta un'occhiata. Hanno gli abiti pieni di sangue. Qui ce ne sono moltissimi. Bisogna star buoni, non muoversi. E soprattutto, mai guardarli negli occhi. Non devono neanche vederci, dobbiamo diventare trasparenti. Perché se no, se noi li guardiamo negli occhi, e loro si accorgono d'essere guardati, se anche loro ci guardano e ci vedono, subito scocca la scintilla dentro la l a testa e allora uccidono, uccidono, uccidono. uccidono. Basta che uno solo cominci, e qua tutti ammazzano tutti. Aspettano solo, in silenzio quella scintilla dentro la testa. LA SIGNORA ELEGANTE Adesso basta! Non cominci con una crisi di nervi. Vado a comprare due biglietti. Ma si calmi, altrimenti ci notano. (Una pausa) Perché l'ha ucciso? ZUCCO Chi? LA SIGNORA ELEGANTE ELEGANTE Mio figlio, f iglio, imbecille. ZUCCO Perché era un piccolo viziato. LA SIGNORA ELEGANTE Chi glielo ha detto? ZUCCO Lei. Ha detto lei che era un piccolo viziato. E che la prendeva per una stupida. LA SIGNORA ELEGANTE E se avesse fatto piacere, a me, l'essere presa per una stupida? Se a me piacessero i piccoli piccoli viziati? Se io amassi amassi i piccoli viziati più di qualsiasi qualsiasi cosa al mondo, mondo, più ancora dei grandi coglioni? Se io odiassi tutto tranne i piccoli viziati? ZUCCO Bastava dirmelo. LA SIGNORA ELEGANTE Ma gliel'ho detto, imbecille! Gliel'ho detto. ZUCCO Non doveva rifiutarmi le l e chiavi. Non doveva umiliarmi. Io I o non volevo ammazzare nessuno, ma le cose si sono incatenate una dopo l'altra. Tutto per via della Porsche. LA SIGNORA ELEGANTE Bugiardo. Niente si è incatenato. Tutto Tutto si è messo di traverso... lei aveva me sotto tiro: perché ha fatto saltare la testa t esta di mio figlio, spargendo sangue dappertutto? ZUCCO Ma anche se avessi fatto saltare la sua, di testa, il sangue si sarebbe sparso dappertutto!... dappertutto!... 25
LA SIGNORA ELEGANTE Almeno Almeno io non l'avrei l 'avrei visto, imbecille! Non l'avrei visto. Il mio sangue pazienza, me ne ne infischio, non appartiene appartiene mica a me. me. Ma il sangue di mio figlio, gliel'ho messo io nelle vene, è roba mia - e io detesto vedere la mia roba sparsa in giro così, in pubblico, tra i piedi di tutta quella massa massa di imbecilli. Non ho più niente che sia sia mio ormai. Tutti Tutti ci possono mettere il piede sopra all'unica cosa che mi apparteneva. Poi domattina i camerieri puliranno. E a me cosa resta, eh? Cosa mi resta? (Zucco si alza) ZUCCO Io parto. LA SIGNORA ELEGANTE Parto con lei. ZUCCO Lei non si muova. LA SIGNORA ELEGANTE Ma se non ha nemmeno i soldi per prendere il biglietto! Non me ne ha dato il tempo. Lei non lascia mai a nessuno il tempo di aiutarla! È come quei coltelli a serramanico che ogni tanto uno tira fuori e poi li rimette subito in tasca. ZUCCO Io non ho bisogno d'essere aiutato. LA SIGNORA ELEGANTE Tutti hanno bisogno d'essere aiutati. ZUCCO Non cominci a piangere! Ha la faccia di una donna che sta per mettersi a piangere. E una cosa che detesto. LA SIGNORA ELEGANTE Lei m'ha detto che amava le donne. Tutte le donne... Anche me. ZUCCO Salvo quando fanno la faccia da donne che stanno per mettersi a piangere. LA SIGNORA ELEGANTE Le giuro che io non piangerò. (Piange. Zucco si allontana) E il suo nome, imbecille? Sarebbe ancora in grado di dirmelo, adesso? Chi lo ricorderà per lei? Sono certa che lei lo ha già dimenticato. Io sono la sola, ormai, a ricordarlo. Se lei mi lascia, parte senza memoria! Zucco esce. La signora elegante resta seduta, seduta, e guarda i treni.
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XIII. Ofelia LA SORELLA Dov'è la mia colomba? In quale lurido anfratto l'han trascinata? In quale gabbia infame l'hanno rinchiusa? Da quali perversi, viziosi animali sarà circondata? Voglio Voglio ritrovarti, passerotto mio, dovessi cercarti fino alla morte. Il maschio è l'animale più ripugnante fra tutti gli animali ripugnanti che la terra si porta in groppa. Perfino il suo odore mi disgusta. Come ratti di fogna, maiali nella melma - un tanfo di palude dove imputridiscono cadaveri. Il maschio è sporco, gli uomini non si lavano, lasciano che la sporcizia e i liquidi ripugnanti delle loro secrezioni, gli si accumulino addosso e non li toccano, come fossero un bene prezioso. Gli uomini non si sentono fra di loro perché hanno tutti lo stesso odore, per questo si frequentano e frequentano le puttane, e le puttane per denaro, sono costrette a sopportare quell'odore. Io l'ho lavata tanto, la mia bambina. Le ho fatto il bagno prima di cena, e lavata il mattino, le ho strofinato il dorso e le mani con la spazzola, spazzolato l'interno delle unghie, e lavati tutti i giorni i capelli e tagliate le unghie, e lavata di nuovo, da cima a fondo, con l'acqua calda e il sapone. L'ho tenuta bianca come una colomba, liscia come le piume di una tortora. L'ho protetta e difesa nella sua gabbia intatta proprio perché non insozzasse il suo candore immacolato al contatto con la sporcizia del mondo, con la sporcizia dei maschi, e non fosse infettata dal loro odore come da una peste. Ed è proprio suo fratello, questo ratto di fogna, quest'immondo maiale, questo maschio corrotto che l'ha sporcata, trascinata nel fango e tirata pei capelli fino al suo letamaio. Avrei Avrei dovuto ucciderlo, avvelenarlo, impedirgli di ronzare attorno alla gabbia della mia tortora, col filo spinato avrei dovuto proteggere il mio amore. Avrei Avrei dovuto schiacciarlo col piede come un topo e bruciarlo nella stufa. Tutto è sporco, qui. Tutta questa città è sporca e popolata di maschi. Che piova dunque, che piova ancora, che la pioggia lavi un poco la mia colomba sul letamaio dove è incatenata!
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XIV. L'arresto La "Piccola Chicago". Due poliziotti, delle puttane, e in mezzo a loro, la ragazzina. PRIMO POLIZIOTTO Hai visto qualcuno? SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO È idiota. Il nostro lavoro è idiota. Star piantati qua come due paletti stradali: due divieti di sosta. Meglio occuparsi della circolazione. PRIMO POLIZIOTTO E normale. E qui che lui ha ucciso l'ispettore. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Appunto. È l'unico posto dove non ritornerà. PRIMO POLIZIOTTO Gli assassini tornano sempre sul luogo del delitto. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Tornerà Tornerà qui? Perché dovrebbe tornare qui? Non ha lasciato nulla, né un getto né una traccia. Nulla. Non è mica pazzo. Siamo due divieti di sosta completamente inutili. PRIMO POLIZIOTTO Tornerà. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Intanto potremmo andare a bere qualcosa con la padrona dell'hotel, fare due chiacchiere con le ragazze, una passeggiata fra tutta questa gente così calma, così tranquilla: la "Piccola Chicago" è il quartiere più tranquillo della città. PRIMO POLIZIOTTO C'è del fuoco sotto la cenere. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Del fuoco? Quale fuoco? Dove lo l o vedi, tu, il fuoco? Anche le ragazze son calme e tranquille come bottegaie. I clienti passeggiano come in un parco pubblico, e i macrò fanno il loro giro tranquillo, come dei librai che osservano gli scaffali del negozio per vedere se qualcuno ha rubato un libro. Dove ce lo vedi, tu, il fuoco? Quello non ritornerà qui, sono pronto a scommetterci. Scommettiamoci un bicchiere dalla padrona. PRIMO POLIZIOTTO A casa sua è tornato, dopo aver ammazzato il padre. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Doveva fare ancora una cosa. PRIMO POLIZIOTTO Fare cosa? SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Ammazzare sua madre. Ma una volta che l'ha ammazzata, non c'è più tornato. E sarà la stessa cosa qui. Non c'è più nessun ispettore da uccidere. Non tornerà. Mi sento un idiota, mi sento che sto mettendo radici... tra un po' ci spunteranno le foglie sulle braccia e sulle gambe. Sto sprofondando nell'asfalto. Andiamo a bere una cosa dalla padrona. Tutto è calmo, qua, tutti passeggiano tranquilli. Tu vedi qualcuno che ha l'aria di un assassino? PRIMO POLIZIOTTO Gli assassini non hanno l'aria di assassini. Un assassino passeggia tranquillamente in mezzo a tutti gli altri come te e me. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Dovrebbe essere un pazzo. PRIMO POLIZIOTTO Un assassino è pazzo per definizione. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Mica detto, mica detto. Ci sono dei giorni che ho quasi voglia anch'io, di uccidere. PRIMO POLIZIOTTO E allora vuol dire che ci sono dei giorni in cui sei quasi pazzo anche tu. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Può darsi benissimo. Può darsi. PRIMO POLIZIOTTO Io ne sono sicuro. Entra Zucco. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Ma anche se fossi pazzo, anche se fossi un assassino - io i o non mi metterei mai a passeggiare tranquillamente sul luogo del mio delitto. PRIMO POLIZIOTTO Guarda quello lì. SECONDO POLIZIOTTO Chi? PRIMO POLIZIOTTO Quello che passeggia là, tranquillamente. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Tutti qui passeggiano tranquillamente. La Piccola Chicago è diventata un giardino pubblico dove anche i bambini potrebbero giocare a palla. PRIMO POLIZIOTTO Quello che è vestito con la divisa militare. mil itare. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Sì. Lo vedo. PRIMO POLIZIOTTO Non ti ricorda qualcuno? SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Può darsi benissimo. Può darsi benissimo.
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PRIMO POLIZIOTTO Secondo me, è lui. SECONDO POLIZIOTTO È impossibile. LA RAGAZZINA RAGAZZINA (vedendo Zucco) Roberto. (Corre verso di lui e lo abbraccia) PRIMO POLIZIOTTO È lui. SECONDO POLIZIOTTO POLIZIOTTO Non ci sono più dubbi. LA RAGAZZINA RAGAZZINA Ti ho tanto cercato. Roberto. Io ti ho cercato, ti ho tradito, e ho pianto, ho pianto tanto che son diventata come una piccola isola in mezzo al mare, e le ultime onde stanno per annegarmi. E ho talmente sofferto, che la mia sofferenza potrebbe riempire gli abissi della terra e straripare dai vulcani. Voglio Voglio restare con te, Roberto. Voglio Voglio sorvegliare ogni battito del tuo cuore, ogni sospiro del tuo petto. L'orecchio appoggiato al tuo corpo lo ascolterò funzionare, sorveglierò il tuo corpo come un meccanico l'ingranaggio della sua macchina. Sarò io a custodire i tuoi segreti, sarò la valigetta dove nascondi le tue cose, il rifugio dei tuoi misteri più riposti. Proteggerò le tue armi, terrò lontana la ruggine. Tu sarai il mio agente e il mio segreto - ed io nei tuoi viaggi, io sarò il tuo bagaglio, il tuo facchino e il tuo amore. PRIMO POLIZIOTTO {avvicinandosi a Zucco) Chi sei? ZUCCO Sono l'omicida di mio padre, di mia madre, dell'ispettore di polizia e di un ragazzo. Sono un assassino. I poliziotti lo portano via.
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XV. Zucco nel sole Le sommità dei tetti della prigione, a mezzogiorno. Non si vedrà vedrà mai nessuno per tutta la scena, tranne Zucco quando salirà sopra sopra il tetto. Voci Voci mischiate di guardiani guardiani e detenuti. UNA VOCE VOCE Roberto Zucco è scappato. UNA VOCE VOCE Un'altra volta. UNA VOCE VOCE Ma chi lo sorvegliava? UNA VOCE VOCE Chi doveva farlo? UNA VOCE VOCE Ci ha fatto fessi tutti. UNA VOCE VOCE Sì, vi ha fatto fessi. UNA VOCE Silenzio! UNA VOCE VOCE Ci sono dei complici. UNA VOCE No. E proprio perché non ha complici che riesce sempre a scappare. UNA VOCE Da solo. UNA VOCE VOCE Da solo, come gli eroi. UNA VOCE VOCE Bisogna cercarlo negli anfratti dei corridoi. UNA VOCE VOCE Si sarà forse nascosto da qualche parte. UNA VOCE Starà accovacciato in qualche ripostiglio, e trema. UNA VOCE Se trema, non sarà certo per merito vostro. UNA VOCE Zucco non trema, vi prende per il culo. UNA VOCE Zucco prende tutti per il culo. UNA VOCE Non andrà lontano. UNA VOCE È una prigione troppo moderna. Non riuscirà a scappare. UNA VOCE VOCE È impossibile. UNA VOCE Assolutamente impossibile. UNA VOCE VOCE Zucco è fottuto. UNA VOCE Zucco sarà anche fottuto, ma per il momento si sta arrampicando sul tetto e vi prende per il culo. Zucco, a torso nudo e a piedi nudi, arriva sulla sommità sommità del tetto. UNA VOCE Che fai, tu? UNA VOCE VOCE Scendi immediatamente. (Risate) UNA VOCE VOCE Zucco, sei fottuto! (Risate) UNA VOCE Zucco! Zucco! Diccelo, come fai a non restare in prigione neanche un'ora? UNA VOCE Come fai? UNA VOCE Da dove sei filato?... Dicci da dove? ZUCCO Dall'alto. Non bisogna mai cercare d'attraversare i muri, perché dietro i muri ci sono altri muri. C'è sempre la prigione. Bisogna scappare dai tetti verso il sole. Nessuno potrà mai mettere un muro fra la terra e il sole. UNA VOCE E i guardiani? ZUCCO I guardiani non esistono. Basta non guardarli. Ad ogni modo, io potrei prenderne cinque con una mano sola e schiacciarli tutti. UNA VOCE Da dove prendi la tua forza, Zucco, dove la prendi? ZUCCO Quando avanzo non esito, non guardo gli ostacoli, e siccome non li ho guardati, gli ostacoli non esistono, cadono da soli. Son solitario e forte, sono un rinoceronte. UNA VOCE Ma tuo padre e tua madre, Zucco. Non bisogna toccare i propri genitori. ZUCCO E normale uccidere i genitori. UNA VOCE Ma un bambino. Zucco. Non si uccidono i bambini. Si uccidono i nemici, si uccidono coloro
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che potrebbero difendersi. Ma non un bambino. ZUCCO Io non ho nemici e non attacco nessuno. Schiaccio gli altri animali, non per cattiveria, ma perché non li ho visti e ci ho messo il piede sopra. UNA VOCE Hai un po' di denaro? Del denaro nascosto da qualche parte? ZUCCO Io non ho denaro da nessuna parte. Non ho bisogno di denaro. UNA VOCE Sei un eroe, Zucco. UNA VOCE È Golia. UNA VOCE È Sansone. UNA VOCE Chi è Sansone? UNA VOCE VOCE Un gangster di Marsiglia. UNA VOCE L'ho conosciuto in prigione. Era una belva. Poteva spaccare il collo a dieci persone alla volta. UNA VOCE Bugiardo. UNA VOCE Solo coi pugni. UNA VOCE No, aveva una mascella d'asino. E non era di Marsiglia. UNA VOCE VOCE S'è fatto fregare da una donna. UNA VOCE Dalila. Una storia di capelli. Lo so benissimo. UNA VOCE VOCE C'è sempre una donna per tradire. UNA VOCE VOCE Senza le donne, saremmo tutti liberi. Il sole sale. Straordinariamente Straordinariamente luminoso. Si leva il vento. ZUCCO Guardate il sole. {Si fa un profondo silenzio nel cortile della prigione) Non vedete niente? Non vedete come si muove da un lato all'altro? UNA VOCE Io non vedo niente. UNA VOCE II sole fa male agli occhi. Ci acceca. ZUCCO Guardate quel che esce dal sole. E il sesso, il sesso del sole: è da là che viene il vento. UNA VOCE VOCE Che cosa? Il sole ha un sesso? UNA VOCE Va a'ffà in culo. ZUCCO Girate la testa: lo vedrete girare con voi. UNA VOCE VOCE Girare cosa? Io non vedo girare niente. UNA VOCE Ma com'è possibile che qualcosa si muova, lassù? Tutto è già fissato dall'eternità, bene incastrato e inchiodato. ZUCCO E da là che nascono i venti. UNA VOCE Non si vede più niente. C'è troppa luce. ZUCCO Voltatevi Voltatevi verso Oriente e si volterà anche il sole. E se vi voltate verso Occidente, il sole vi seguirà. Si alza un vento da uragano. Zucco vacilla. UNA VOCE VOCE È pazzo. Finirà per cadere. UNA VOCE VOCE Fermati, Zucco. Ti romperai il collo. UNA VOCE È pazzo. UNA VOCE Ora cade. Il sole sale, diventa immenso e accecante accecante come un'esplosione atomica. atomica. Non si vede più niente. UNA VOCE VOCE (gridando) È caduto! ! !
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