Federica Di Noi
IO, DONNA CLONATA La testimonianza del clone creato per rivivere infinite volte Così ci utilizzano gli extraterrestri
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Titolo | Io, donna clonata Autore | Federica Di Noi Immagine di copertina | © Alexander Raths - Fotolia.com ISBN | 978-88-91106-36-0 © Tutti i diritti riservati all’Autore Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore. Youcanprint Self-Publishing Via Roma, 73 - 73039 Tricase (LE) - Italy www.youcanprint.it
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INDICE Introduzione ........................................................5 Il contatto .............................................................7 Perché gli antichi colonizzatori vennero sulla Terra ........................................................17 Creati dagli “dèi”........................................................... 17 Eternità o longevità? ..................................................... 22 Una strana forma di “resurrezione della carne” ..................................................................... 26 La colonizzazione del pianeta Terra .............................. 28 La concezione religiosa dell’aldilà ................................ 32 L’idea di anima e di Creatore ........................................ 37 Un corpo nuovo, che è sempre lo stesso, per l’eternità .............................................................43 Il dilemma dei “potenti”: l’eternità o una discendenza? 47 Fabbriche di corpi e banche di memoria. Il grande inganno delle donne terrestri utilizzate come incubatrici inconsapevoli..................................................... 50 Infertilità in costante aumento ....................................... 53 Chi sono i cloni? ........................................................... 61
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Teorie conosciute sui cloni ............................... 65 Il profeta e l’ufologo...................................................... 65 Esperimenti segreti di ibridazione e basi militari. Un caso specifico: la creatura di Mortegliano ............................. 83 Possiamo procedere? ........................................ 89 Appendice .......................................................... 93
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Introduzione In questo libro descrivo fedelmente un’esperienza occorsami nel 2002 e riporto informazioni che mi sono state date da terzi. Non ho la possibilità né la volontà di procurarmi prove concrete per dimostrarne la veridicità. Nel periodo immediatamente successivo al mio incontro con Marco, ho preferito ignorare la portata delle informazioni di cui ero venuta a conoscenza, per una reazione di rifiuto che il lettore potrà facilmente comprendere dopo avere appreso i contenuti di questo libro. Tuttavia, in un secondo tempo, non ho potuto fare a meno di riflettere su quanto mi era capitato e per alcuni anni mi sono documentata autonomamente, trovando, come si vedrà, molte conferme a quello che Marco mi aveva raccontato. Spinta dai discorsi di Marco, sono venuta a conoscenza di realtà che non conoscevo, ho letto molto materiale di archeologia e ufologia, ho analizzato le teorie di vari ricercatori italiani e stranieri e, tra gli altri, nel novembre del 2010, durante una conferenza a Firenze, ho conosciuto Mauro Biglino, studioso di religioni e
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traduttore dell’Antico Testamento che attualmente è il mio compagno. Nei capitoli che seguono sono quindi contenute, non soltanto le informazioni che mi sono state fornite dal mio “contatto” – così come le avevo buttate giù nero su bianco all’epoca – ma anche considerazioni e ipotesi mie, che ho elaborato a posteriori collegando tra loro diversi indizi alla luce di quanto avevo studiato e di quanto mi era stato detto da Marco. Ciascuno giudichi in base alle proprie conoscenze, alla propria esperienza e al proprio discernimento.
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Il contatto È il 16 maggio 2002, mi trovo a Bologna. All’uscita dall’Alma Mater Studiorum vedo un uomo che mi tende la mano: «Piacere, mi chiamo Marco.» Sembra giovane, non dimostra più di trentacinque anni. Veste in modo informale: jeans, t-shirt e scarpe da ginnastica. Snello, castano chiaro, con un sorriso aperto ma discreto, mai eccessivo. Non mi sembra di conoscerlo, ma d’istinto gli stringo la mano: «Piacere.» Non gli dico il mio nome perché dalla sicurezza con cui mi si è presentato deduco che sappia chi sono, che stesse cercando proprio me. La prima ipotesi che mi viene in mente è che sia anche lui uno studente o, data l’età, l’assistente di qualche professore. «Hai un po’ di tempo? Ti posso offrire un caffè, così parliamo un po’?» mi chiede. “Vorrà chiedermi qualcosa a proposito di qualche esame o qualche lezione”, penso. Sono le 17.15, oggi non ho altre lezioni, non ho niente di urgente da fare. Accetto il suo invito e gli propongo il Caffè Zamboni. 7
Marco cammina al mio fianco sotto i portici. Non dice una parola finché non arriviamo al bar. Ci sediamo e solo dopo che il cameriere si è allontanato dal tavolo con le nostre ordinazioni, Marco comincia a parlare. Sulle prime non capisco bene dove voglia andare a parare: «A dire la verità ti ho cercata per raccontarti alcune cose che ti riguardano, ma perché tu possa capire che hanno un fondamento reale, le devo inserire nel giusto contesto. Conosci le teorie di Sitchin?» La prima parte del discorso mi spiazza. Niente di strano che voglia chiedermi un parere su Sitchin. Potrebbe essere uno studente di archeologia, teologia, storia o storia delle religioni; potrebbe interessargli un confronto con me sulle teorie accademiche versus quelle alternative… Ma come è possibile che mi voglia raccontare delle cose che riguardano me? Decido di non dargli a vedere la mia sorpresa e di valutare la situazione con calma. Rispondo nel modo più neutro possibile alla sua domanda: «Non ho letto tutti i suoi libri. So solo che sostiene la tesi che in un passato molto remoto la Terra sia stata colonizzata da una civiltà extraterrestre, che avrebbe creato la nostra specie per farsi servire. Secondo lui le divinità descritte nei cosiddetti testi sacri di tutti i popoli del mondo sarebbero in realtà i nostri colonizzatori extraterrestri…» 8
Marco mi interrompe: «Tu cosa pensi di questa ipotesi?» Ci rifletto seriamente per la prima volta: «La ritengo sensata, è possibile che quelli che vengono considerati testi sacri siano in realtà delle cronache che narrano il rapporto dei diversi popoli con i loro colonizzatori alieni. So che anche altri autori, italiani e stranieri, oltre a Sitchin hanno preso in considerazione questa possibilità. A me sembra più sensato credere che siano stati degli umanoidi in carne e ossa ad averci dato leggi, lingue, arti e scienze, piuttosto che pensare che tutto ci derivi da divinità mitologiche o da un Dio unico trascendente.» Marco mi guarda. Non dice nulla. Poi, come se volesse repentinamente cambiare argomento, mi chiede: «Sai che qui c’è la sede principale del Sismer, il centro per la fecondazione assistita?» Gli rispondo che ho sentito dire che al Sant’Orsola sono all’avanguardia in questo campo e che conosco alcune coppie che hanno usufruito con successo di questi servizi, ma che non sono molto informata sul tema. Marco annuisce. La domanda che mi rivolge subito dopo mi lascia sconcertata: «Sai che anche i tuoi genitori sono stati pazienti di un centro per la fecondazione assistita?» Certo che lo so, è una storia che mi sento raccontare da quando sono nata, ma come fa a conoscerla anche 9
questo Marco? Inizio a intuire che non dev’essere un semplice collega universitario. Chissà che cosa vuole da me… «Sì, lo so, ma tu di che cosa mi volevi parlare? Sono già quasi le sette…» cerco di tagliare corto. «Scusami se ti sto facendo perdere tempo, ma tutto quello che ti sto dicendo è collegato. Ti devo mettere davanti tutte le tessere del puzzle perché tu possa cercare di avere una visione d’insieme e capire dove ti collochi in questa storia. Ti sei accorta che tutte le religioni, in un modo o nell’altro, promettono un’estensione della vita terrena? Chi attraverso un aldilà dipinto come stupendo, chi attraverso la resurrezione della carne, chi tramite la reincarnazione…» Di nuovo un tema apparentemente estraneo buttato lì senza ragione. Sto iniziando a stancarmi. «La storia delle religioni mi interessa molto. Se vuoi possiamo parlare delle diverse concezioni dell’aldilà, ma prima ti faccio notare che se stai cercando di dirmi che io ho qualcosa a che fare con gli extraterrestri, con la fecondazione assistita o con le idee religiose legate al post mortem, devi essere meno vago. Se hai qualcosa da dirmi, dimmela subito, per favore. Poi, se vuoi, possiamo anche metterci a parlare di teologia…»
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