COMPITI, INTERROGAZIONI E VERIFICHE COMPENDIO DI NORMATIVE E ARTICOLI CON NOTE ESPLICATIVE
CIRCOLARE MINISTERIALE 14 MAGGIO 1969 N. 177 PROT. 4600 OGGETTO: RIPOSO FESTIVO DEGLI ALUNNI. COMPITI SCOLASTICI DA SVOLGERE A CASA Con circ. 20 febbraio 1964, n. 62, avente per oggetto: "Compiti scolastici da svolgere a casa e in classe", venne richiamata l'attenzione dei Capi d'istituto e degli insegnanti sulla necessità di non sottoporre gli alunni ad un carico eccessivo di lavoro per comp iti scolastici da svolgere a casa. 1 In quella occasione, fu posto in evidenza che alla formazione culturale dell'alunno concorre non soltanto "l'azione didattica, attuata nella più viva collaborazione tra docenti e discenti", ma anche "il ripensamento individuale realizzato con il lavoro personale dell'alunno a casa". La ricerca da parte dei giovani di nuove conquiste, di nuovi ideali, in uno sforzo continuo di superamento di sistemi e di schemi di vita non più aderenti alle esigenze sempre nuove e mutevoli della odierna società, una sempre più approfondita valutazione dell'importanza dei problemi del tempo libero, l'incidenza sempre più viva ed efficace sui giovani delle manifestazioni collaterali non proprie della scuola ma pur sempre riconducibili alle sue finalità e alla sua azione educativa, quali le attività sportive, ricreative e artistiche, inducono a considerare da un angolo visuale più ampio tutti i fattori e le componenti che concorrono, insieme e ad integrazione della tradizionale preparazione culturale dei giovani ai fini meramente scolastici, alla crescita e al completamento della personalità in vista dei successivi traguardi che la vita porrà dinanzi a ciascuno di essi. 2 Anche la consapevolezza e la comprensione al di fuori dell'ambito dell'attività prettamente scolastica di alcuni aspetti della dinamica della vita del nostro paese, quali la sua affermazione nel contesto del mondo civile, il suo progresso economico, lo sviluppo delle istituzioni democratiche, la partecipazione attiva a tutte le manifestazioni volte ad esaltare nelle coscienze gli ideali della democrazia, della libertà, della patria, della famiglia, postulando in maniera non meno sentita l'esigenza di nuove aperture in tema di processo formativo dei giovani. In questa prospettiva acquista particolare rilievo l'interessamento e la partecipazione dei giovani alla pratica degli sport (nuoto, sci, tennis, calcio, ecc.), specie se promananti dalla scuola medesima o da istituzioni aventi fini educativi, alle manifestazioni artistiche (concerti, teatro, mostre dibattiti, ecc.), alla visita dei monumenti, dei musei, delle gallerie, attività tutte che quasi sempre si svolgono nelle giornate domenicali e in altri giorni festivi. 3 Si risolverebbero, tuttavia, in una vuota affermazione di principio la individuazione e la valorizzazione di un tale interessamento dei giovani alle anzidette manifestazioni, se la scuola non si preoccupasse di porre gli alunni nella condizione di poterne effettivamente fruire. Nell'impegno di garantire agli alunni ogni possibilità e ogni componente di sviluppo della loro personalità, la scuola non può non preoccuparsi di rendere praticamente possibile questa più ampia e varia forma extrascolastica di arricchimento culturale e formativo.4 Inoltre, va considerato che nelle giornate festive e, in genere, anche nel pomeriggio del sabato, moltissime famiglie italiane, in cui entrambi i genitori svolgono un'attività lavorativa, trovano l'unica occasione di un incontro dei propri membri - innanzi tutto genitori e figli - più disteso nel tempo e, quando possibile, in ambiente diverso da quello dell'abituale dimora cittadina, più sereno nel riposo dal lavoro, di un incontro nel quale trovano alimento il rafforzarsi dei rapporti affettivi, lo scambio delle esperienze, il confronto dei comportamenti tra giovani e adulti; in una parola, si ricompone l'unità della famiglia, e questa attua la pienezza della sua essenza di primo e fondamentale nucleo sociale e della sua primaria funzione educativa. 5 In considerazione del duplice ordine di esigenze finora prospettate, questo Ministero è venuto nella determinazione di disporre che agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo, di guisa che nel predetto giorno non abbiano luogo, in linea di massima, interrogazioni degli alunni, almeno che non si tratti, ovviamente, di materia, il cui orario cada soltanto in detto giorno. 6 Si potrà del pari far luogo ad interrogazioni quando ciò sia richiesto dallo stesso interesse degli alunni, in v ista di scrutini o di esami imminenti, ad esempio per poter riparare in caso di precedenti valutazioni sfavorevoli. 7 Si pregano le SS.VV. di comun icare la presente ai Capi d'istituto, agli Ispettori scolastici, ai Direttori didattici, agli insegnanti delle scuole elementari e secondarie. Si confida che il personale docente coglierà appieno il senso delle disposizioni impartite, le quali, lungi da tendere ad una attenuazione dell'attività scolastica, si propongono di dare possibilità di maggiore impegno agli alunni nei giorni feriali e di rendere più completa e integrata l'azione educativa della scuola con gli apporti dell'azione formativa della comunità familiare e dei contatti che questa può favorire in sede extrascolastica con il mondo della natura, dell'arte, dello sport e con le libere attività di gruppi giovanili organizzati. 8
NOTE 1La circolare sopra menzionata è riportata per intero nel presente documento (FONTE: il Giannarelli “Nuovo Compendio della Legislazione sull'Istruzione Leggi, regolamenti, circolari, giurisprudenza e tutto quanto riguarda la scuola (pagg. XXIV + 1540)”), assieme ad altre normative simili ed articoli di riguardo. Non essendo state emesse circolari successive che esplicitamente annullavano la C.M. 14 Maggio 1969 n.177, la stessa è da considerarsi valida a tutti gli effetti come confermato dallo studio giurid. Cataldi: http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_11351.asp che esplicitamente afferma quanto segue: «Oltretutto, per analogia juris, l'appiglio tecnico-giuridico esisterebbe ed è la circolare ministeriale del 14 maggio 1969 n.177 che regolarizza il riposo festivo degli alunni e non sembra che sia stata mai revocata. Vecchiotta Vecchiotta quanto volete, ma anche il Codice risale addirittura al 1942 e gode di ottima salute». Se ciò non dovesse essere sufficiente a convincere i più scettici, aggiungiamo le considerazioni rilasciate dall’ex-ministro dell’Istruzione Russo Iervolino e pubblicate nell’articolo di Pozzoli Augusto presso il Corriere della Sera del 5/12/93: http://archiviostorico.corriere.it/1993/dicembre/05/niente_piu_compiti_per_lunedi_co_0_93120510411.shtml http://archiviostorico.corriere.it/1993/dicembre/05/niente_piu_compiti_per_lune di_co_0_93120510411.shtml dove si legge chiaramente quanto segue: «A scuola niente compiti e interrogazioni per il lunedi' , e per i giorni successivi le festivita' . Non e' certo un' idea originale, tanto e' vero che in passato erano state emanate ben quattro circolari in merito, la prima nel 1961, l' ultima nel marzo del 1974: erano, pero' , rimaste praticamente lettera morta, una normativa di fatto andata in disuso prima ancora di essere applicata. Adesso, a sorpresa, il ministro della Pubblica istruzione, Rosa Russo Jervolino, la ripropone.». 2
Si noti come le attività citate siano considerate educative pur essendo lontane da “fini meramente scolastici”
Tutte queste attività citate, compreso il diritto alla vita famigliare [valore da impartire con l’educazione], sono previste e tutelate dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza sottoscritta anche dall’Italia nel 1989 (art. 31).
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Va sottolineato l’obiettivo di permettere lo sviluppo della personalità dei giovani con attività varie ed extrascolastiche, in accordo con il distacco dai “fini meramente scolastici” citati in precedenza.
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La famiglia italiana lavora sei giorni su sette, solitamente, con l’ultimo giorno coincidente con il sabato e terminante nell’orario di pranzo. In alcun punto della circolare si menziona che la circolare è valida solo per gli studenti che vanno a scuola il sabato, come asserito da t aluni individui di nulla competenza in materia legislativa. Più avanti v errà specificato che scuole di ogni grado e tipo (quindi ivi compresi convitti, semi-convitti, scuole con rientro pomeridiano, private, paritarie, pubbliche etc) devono osservare questa circolare. Va altresì ricordato che la famiglia tradizionale è oltre modo cambiata, con genitori separati che p ossono vedere i propri figli solo durante il weekend e genitori che lavorano fuori città, richiedendo un viaggio da parte del minore o del genitore stesso per poter godere dell’unità famigliare famigliare prevista e tutelata dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dalla Convenzione Internazionale sui sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. 5
La presente circolare non è un consiglio, è una norma avente effetto solo nel campo di competenza del Ministero dell’Istruzione (in questo caso scuole elementari, medie e superiori) e, come ribadito più avanti dalla circolare stessa, è richiesto al personale docente di osservarla esattamente come avviene con le circolari ministeriali riguardanti l’iscrizione e il contributo scolastico facoltativo. È considerato giorno festivo anche il giorno della Domenica e sono escluse escluse tutte le attività scolastiche da svolgere o preparare (ivi incluse incluse le verifiche in classe e le interrogazioni, che richiedono una preparazione) salvo che la materia in questione non sia presente che quel giorno d ella settimana e comunque nel rispetto dei carichi compatibili con le circolari 20 Febbraio 1964 n. 62 e 30 Ottobre 1965 n. 431 nonché l’art. 2.6 del D.P.R. 24 Giugno 1998 e gli articoli sul riposo e il tempo libero della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (art. 31). 6
7Pertanto gli studenti possono richiedere di loro spontanea volontà di sottoporsi ad un’interrogazione e di prepararsi per la stessa, ma ciò non può essere loro imposto.
Con “dare possibilità di maggiore impegno agli alunni nei giorni feriali” è da intendersi il miglioramento della qualità di apprendimento scaturito dal riposo settimanale, come suggerito dal pediatra Italo Farnetani (FONTE: http://www.lastampa.it/2011/02/07/cultura/scuola/il-pediatra-no-ai-compitia-casa-nel-fine-settimanaL7D8wmfCHPvUOLdS9caeiO/pagina.html ). In alcun modo può questo essere inteso come un aumento del carico di compiti a casa durante la settimana, in quanto è sempre da tutelare il diritto al riposo, al gioco e allo svago citato in precedenza.
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COMPITI A CASA, VIETATI NEL FINE SETTIMANA [ARTICOLO PUBBLICATO SU “VIRGILIONOTIZIE”] “VIRGILIO NOTIZIE”] U NA CIRCOLARE MINISTERIALE DEL 1969 DISPONE CHE GLI INSEGNANTI DI NON ASSEGNINO COMPITI PER IL LUNEDÌ L’allora ministro dell’Istruzione , dell’Istruzione , Mario Ferrari Aggradi, ebbe un occhio di riguardo per i giovani studenti costretti a trascorrere i fine settimana sui libri e appose la propria firma a una circolare che circolare che non risulta essere mai stata in seguito smentita. «In considerazione del duplice ordine di esigenze finora prospettate, questo Ministero è Ministero è venuto nella determinazione di disporre che agli alunni delle alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo…» Era il 1969 e 1969 e in Italia la contestazione studentesca avviata studentesca avviata l’anno precedente aveva fatto emergere la necessità da parte delle istituzioni di guardare al mondo scolastico con una maggiore apertura. La circolare ministeriale del 14 maggio segna maggio segna una svolta, ma il documento si rifà a un precedente importante , importante , datato 20 febbraio 1964, avente per oggetto: "Compiti scolastici da svolgere a casa e in classe". Fu allora che per la prima volta si richiamò l'attenzione dei Capi d'istituto e degli insegnanti sulla necessità di non sottoporre gli alunni a un carico eccessivo di lavoro per i compiti da svolgere a casa. Le motivazioni che spingono le autorità a “bacchettare” gli insegnanti troppo esigenti sono attuali ancora oggi: il tempo libero può libero può avere una funzione estremamente educativa - spiega il ministero - rappresenta momenti in cui i giovani possono dedicarsi ad attività ricreative , ricreative , artistiche , artistiche , sportive che sportive che concorrono alla crescita e alla formazione dell’individuo. Non deve accadere che i libri di testo prevalgano sulla percezione del mondo esterno che ogni studente deve aver modo di cogliere e di elaborare, libero dell’ambito scolastico. Vanno inoltre preservati quegli spazi, nel fine settimana, che rappresentano spesso uno dei rari momenti di incontro senza impegni tra impegni tra genitori e figli. figli. La disposizione del Ministero chiarisce anche che per “rendere più completa e integrata l'azione educativa della scuola” gli insegnanti devono pertanto evitare di fissare interrogazioni o verifiche in verifiche in classe nel giorno successivo a un festivo, fatte salve rare eccezioni (periodo di scrutini o materie particolari). Se l’Ocse l’Ocse rivelava che i nostri nostri studenti, nel 2003, dedicavano quasi il doppio delle ore settimanali ai compiti a compiti a casa rispetto alla media dei quindicenni europei, è pur vero che la stessa fonte ha posto i nostri alunni tra i più somari d’Europa. dipenda dai compiti d’Europa. Che non dipenda a casa il rendimento scolastico dei ragazzi italiani? [FONTE: http://notizie.virgilio.it/cronaca/compiti_a_casa_vietato_studiare_nel_fine_settimana.html ] IL PEDIATRA, NO AI COMPITI A CASA NEL FINE SETTIMANA [ARTICOLO PUBBLICATO SU “LA STAMPA”] UN'INUTILE STRESS PER LA FAMIGLIA E L’APPRENDIMENTO DEI BIMBI CALA DA VENERDÌ A DOMENICA No ai compiti a casa nel fine settimana. A “bocciare” questa pratica, tanto detestata da bambini e ragazzi, è il pediatra di Milano Italo Farnetani. Convinto che evitare di caricare gli studenti di lavoro da fare nel weekend sia molto più utile che costringerli a stare ancora, e malvolentieri, ore sui libri. «È importante per bambini e ragazzini “godere” appieno dei giorni di riposo, per ricaricare le batterie e godersi mamma e papà, finalmente a casa dopo una settimana di lavoro», dice all’Adnkronos Salute Farnetani. Non si tratta di semplice “allergia ai compiti”. «Infatti - spiega l’esperto dell’Università di Milano-Bicocca - secondo la cronobiopsicologia l’apprendimento è massimo dal martedì al venerdì mattina, per poi ridursi progressivamente al minimo sabato e domenica, risalendo il lunedì mattina». Quindi è inutile caricare gli zaini con esercizi, problemi, letture e altri compiti “casalinghi” quando si è meno predisposti a “fissare” ciò che si studia. Togliendo in più tempo prezioso alla famiglia. «Nei giorni feriali la quota di bambini dai 3 ai 10 anni che giocano con la madre è 51,5% e con il padre 41,7%. Nei giorni festivi si sale rispettivamente al 59,6% e al 58,2% - evidenzia il pediatra, citando dati Istat - Insomma, sabato e domenica sono giornate in cui i genitori italiani si rilassano e si dedicano ai figli, si riuniscono le famiglie, si va a trovare i nonni e si v edono gli amici». Con l’arrivo delle belle giornate poi, prosegue il pediatra, c’è l’occasione per uscite in bicicletta e passeggiate. «Interrompere tutto questo per far fare i compiti al bambino - dice - crea una dissociazione rispetto allo spirito del resto della famiglia, improntato al relax. Insomma, la scuola causa una frattura» a livello psicologico «tra grandi e piccoli di casa». Così malvolentieri «ci si butta su libri e quaderni senza voglia, mentre gli altri si rilassano e si divertono. E questo non contribuisce certo ad appassionare i ragazzi». Insomma, il pediatra è decisamente d’accordo con la circolare del 1969 con cui l’allora ministro della Pubblica Istruzione, Mario Ferrari Aggradi, «vietava di assegnare e compiti da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo - ricorda Farnetani - Garantendo così una pausa utile per divertirsi, stare in famiglia, ricaricare le pile e riprendere al meglio il lunedì». Una posizione condivisa dai ragazzi, che si è “meritata” anche una pagina su Facebook: “No ai compiti scolastici”, apprezzata da studenti ma anche ed ex alunni, diventati genitori. Ma Farnetani va oltre, condannando anche «la pessima abitudine di assegnare
compiti ai bambini malati, per far recuperare loro le lezioni perse. È assurdo: se il piccolo ha una malattia grave - sostiene l’esperto - c’è il servizio di scuola in ospedale. Ma se si tratta di un malessere o una febbre, il bambino deve stare a casa per riprendersi e certo non è il caso che gli si chieda di fare i compiti». Meglio, piuttosto «accorciare la convalescenza e consentirgli di tornare prima a scuola. Insomma - spiega - se il bambino ormai sta bene, dopo un giorno senza febbre è giusto che torni in classe. Se invece sta male deve riprendersi e curarsi senza preoccuparsi, ad esempio, di imparare le tabelline. Sarà cura degli insegnanti occuparsi, poi, di assicurare un recupero delle lezioni perdute». Importante, piuttosto, programmare compiti e lezioni sfruttando al meglio le capacità dei bambini. «Secondo la cronobiopsicologia prosegue Farnetani - nell’arco della giornata l’apprendimento basato sulla memoria a lungo termine è massimo tra le 15 e le 17. Dunque in quelle ore è bene programmare i compiti più importanti e impegnativi». Così sarà più facile “scolpire” nella mente le informazioni apprese. «Poi il livello decresce, quindi si possono fare i lavori “più leggeri” nel tardo pomeriggio». [FONTE: http://www.lastampa.it/2011/02/07/cultura/scuola/il-pediatra-no-ai-compitia-casa-nel-fine-settimanaL7D8wmfCHPvUOLdS9caeiO/pagina.html ] ARTICOLI TRATTI DALLA “CONVENZIONE INTERNAZIONALE SUI SU I DIRITTI DELL’INFANZIA DELL’INFAN ZIA E DELL’ADOLESCENZA” DELL’ADOLESCENZA ” ENTRATA IN VIGORE CON LEGGE DEL 27 MAGGIO 1991, N. 176, DEPOSITATA PRESSO LE NAZIONI UNITE IL 5 SETTEMBRE 1991 Articolo 1. Ai sensi della presente Convenzione si intende per fanciullo ogni essere umano avente un’età inferiore a diciott’anni, salvo se abbia raggiunto prima la maturità in virtù della legislazione applicabile. Articolo 24. Gli Stati parti riconoscono il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici m edici e di riabilitazione. Essi si sforzano di garantire che nessun minore sia privato del diritto di avere accesso a tali servizi. Articolo 27. 1. Gli Stati parti riconoscono il diritto di ogni fanciullo ad un livello di vita sufficiente per consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale. 2. Spetta ai genitori o ad altre persone che hanno l’affidamento del fanciullo la responsabilità fondamentale di assicurare, entro i limiti delle loro possibilità e dei loro mezzi finanziari, le condizioni di vita necessarie allo sviluppo del fanciullo. Articolo 28. 2. Gli Stati parti adottano ogni adeguato provvedimento per vigilare affinché la disciplina scolastica sia applicata in maniera compatibile con la dignità del fanciullo in quanto essere umano ed in conformità con la presente Convenzione. Articolo 29. 1. Gli Stati parti convengono che l’educazione del fanciullo deve avere come finalità: a) di favorire lo sviluppo della personalità del fanciullo nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità; b) di inculcare al fanciullo il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e dei principi consacrati nella Carta delle Nazioni Unite; c) di inculcare al fanciullo il rispetto dei suoi genitori, della sua identità, della sua lingua e dei suoi valori culturali, nonché il rispetto dei valori nazionali del paese nel quale vive, del paese di cui può essere originario e delle civiltà diverse dalla sua; d) preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi, con le persone di origine autoctona; e) di inculcare al fanciullo il rispetto dell’ambiente naturale. 2. Nessuna disposizione del presente articolo o dell’articolo 28 sarà interpretata in maniera da nuocere alla libertà delle persone fisiche o morali di creare e di dirigere istituzioni didattiche a condizione che i principi enunciati al paragrafo 1 del presente articolo siano rispettati e che l’educazione impartita in tali istituzioni sia conforme alle norme minime prescritte dallo Stato. Articolo 31. 1. Gli Stati parti riconoscono al f anciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica. 2. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale ed artistica ed incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali. [FONTE: http://www.lavoro.gov.it/md/AreaSociale/Inclusione/Documents/Convenzione_ONU_20_novembre_1989.pdf ] DALLO “STATUTO DELLE STUDENTESSE E DEGLI STUDENTI” DPR 24 GIUGNO 1998 N. 249 Art. 1.2 La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia fatta a New York il 20 novembre 1989 e con i principi generali dell'ordinamento italiano. [FONTE: http://iostudio.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/88261a4a-03f6-11de-a646ab725d54ee0d/Statuto%20Studenti%20con%20modifiche%20DPR%20249-98%20235-07.pdf ]