Gentile Lettrice, Gentile Lettore, come come hai hai potu potuto to cons consta tata tare re,, per per legg legger eree e stampare questo eBook non abbiamo inserito nessun particolare codice. In questo modo abbiamo voluto rendere il più facile possibile la fruizione del testo, sia che decidi di leggerlo direttamente da un monitor oppure stamparlo. L'unica azione che non è possibile fare è il “copia e incolla” del testo per evitare la duplicazione illegale. Com Come vedr vedrai ai scor scorre rend ndo o il test testo, o, abbi abbiam amo o inoltr inoltree scelto scelto di person personaliz alizzar zaree l'eBoo l'eBook k indica indicand ndo o per ogni pagina i tuoi dati, in modo da rendere ancora più unico e solo Tuo Tuo l'intero eBook. Restiamo a Tua disposizione per ogni ulterio ulteriore re chiarim chiariment ento, o, puoi puoi scrive scriverci rci alla alla seguen seguente te email:
[email protected]
...e Buona Lettura!!! Lo staff Gruppo Editoriale Macro - area eBook -
Avviso di Copyright
©
Tutti Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro digitale può essere riprodotta o trasmessa in alcuna forma tramite alcun mezzo elettronico, digitale, meccanico, fotocopie, registrazioni o altro, senza il preventivo permesso scritto dell'editore. Il file acquistato è siglato digitalmente, risulta quindi rintracciabile per ogni utilizzo illegittimo.
Norme tecniche di utilizzo Il file acquistato può essere visualizzato a scorrimento testo per una lettura a video, oppure adattato a doppia facciata per la stampa su cartaceo. Il file trasmesso è immodificabile, ogni alterazione dei contenuti è illegale.
Collana “Scienza e Conoscenza” I edizione eBook: eBook: 2009 Copertina Matteo Venturi ISBN: 978-88-7507-960-4
Macro Edizioni via Giardino 30 47023 Diegaro di Cesena (FC) www.macroedizioni.it
[email protected] ©
Copia dell’opera è stata depositata per la tutela del diritto d’autore, a norma delle vigenti leggi. 4
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
PREMESSA BIBLIOGRAFICA
Marco Todeschini nacque a Valsecca di Bergamo il 25 aprile 1899 e morì a Bergamo il 13 ottobre 1988, per poi essere sepolto nel suo paesino natale, dove in suo onore fu eretto un romantico cippo. Si laureò a Torino nel 1921 in ingegneria, dopodiché si specializzò in svariati rami della fisica e della neurofisiologia. Lavorò presso il Genio militare di Pavia. Fu docente sia nelle scuole superiori che come professore ordinario di meccanica razionale ed elettronica al biennio di Ingegneria Superiore “STGM” di Roma. Iniziò gli studi che lo avrebbero reso uno scienziato controverso e al contempo famoso in tutto il mondo nel 1914 e li terminò nel 1946, ma ne divulgò i risultati soprattutto negli anni successivi, nel corso dei quali scrisse trattati molto corposi che
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
ebbero un’ampia diffusione sia in Italia che nel mondo. Per l’imponenza e l’originalità della sua ricerca ebbe il riconoscimento di alcuni esponenti della scienza accademica del periodo, tra cui il matematico Tullio Levi-Civita, i fisici Enrico Fermi, B. Finzi, G. Castelfranchi, Q. Majorana, E. Medi e l’ingegnere Guglielmo Marconi, con i quali ebbe occasione di collaborare e dai quali la sua teoria venne considerata con grande serietà e oggettività. Inoltre Todeschini ebbe fruttuosi scambi di idee con insigni fisici stranieri come N. Bohr, C. Chain, A.W. Heisenberg, W. Pauli, P. Blackett, D. C. Anderson, P. Dirac e con illustri clinici cattedratici come N.W. Walker, il quale tra l’altro istituì la prima cattedra universitaria di Psicobiofisica negli USA. Tuttavia, a parte alcuni estimatori, Todeschini era complessivamente abbastanza emarginato dal resto della comunità accademica, e la sua opera è ancor più ignorata ai giorni nostri: infatti non si trovano libri di Todeschini nelle facoltà universitarie di fisica. Molti illustri cattedratici del nostro tempo non hanno ritenuto nemmeno fosse il caso di prendere in considerazione il lavoro di Todeschini: un atteggiamento irrazionale, antiscientifico, o per lo meno di chiusura o pigrizia mentale, o forse di semplice timore di vedersi crollare sotto i piedi un terreno scientifico che si è sempre creduto (a-criticamente) solido, monolitico, assodato e indiscutibile. E invece Todeschini
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
rappresentava quello che dovrebbe essere il prototipo dello scienziato vero, tutto proteso a ricercare la verità, costi quello che costi, e al di fuori di qualunque compromesso. Ma cercare realmente la verità, quella scientifica, ha un prezzo altissimo: comporta spesso e inevitabilmente uno scontro con i paradigmi e i dogmi correnti, che come sempre sono duri a morire. Forte delle sue conoscenze nei rami più svariati della fisica, dell’ingegneria, della fisiologia, della storia della scienza e della filosofia, egli dedicò la sua vita interamente alla scienza. Con obiettivi ben chiari nella mente, che andavano ben oltre la mera erudizione, egli fondò una scienza fisica completamente nuova denominata “Psicobiofisica”, per la quale, nonostante i numerosi contrasti con l’accademia del tempo, fu perfino proposto nel 1974 per il premio Nobel per la fisica. Questa nuova scienza, che lo stesso Todeschini definì come la “scienza unitaria del terzo millennio”, inglobava in sé la fisica, la biologia e la psicologia. La Psicobiofisica, una scienza il cui scopo era una reale unificazione di tutte le leggi del creato, partiva dall’assunzione che tutti i moti nell’universo, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, nascessero da un etere universale in perenne moto vorticoso in grado di influenzare sia la materia che gli esseri viventi e il loro spirito. La Psicobiofisica di
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
Todeschini infatti comprende tre specifici settori tra loro strettamente interagenti: a) una parte fisica con la quale egli dimostra come tutti i fenomeni naturali si identifichino in particolari movimenti di spazio fluido (ciò che lui intende per “etere”); b) una parte biologica con la quale dimostra come i movimenti di spazio fluido, urtando contro i nostri organi di senso, producono in essi delle correnti elettriche che vengono trasmesse dalle linee nervose del cervello, suscitando così nella psiche le sensazioni di luce, elettricità, calore, suono, odore, tatto e forza, dimostrando così che tutti gli organi del nostro sistema nervoso funzionano in base a una vera e propria tecnologia elettronica; c) una parte psichica – dove la psiche viene intesa come un atto di volontà che si serve del sistema nervoso come di un semplice strumento – che fornisce la dimostrazione scientifica dell’esistenza dell’anima umana, del mondo spirituale e di Dio. Con questa scienza Todeschini riuscì a superare le tantissime contraddizioni della scienza ufficiale, dimostrando che la frammentazione della scienza nelle sue innumerevoli branche è alla radice della nostra ignoranza sulla reale natura dell’Universo e sulla nostra stessa vita. Solo una teoria completamente unificata, che congiunga il non vivente al vivente, può spiegarci la reale struttura dell’universo, la sua finalità e il ruolo dell’umanità in esso. Todeschini sviluppò la sua teoria non solo come mera
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
astrazione, ma anche effettuando esperimenti che la comprovassero e perfino inventando strumenti tecnologici che si avvalessero di questa teoria. Per quanto egli fosse piuttosto inviso alla comunità ufficiale degli accademici, soprattutto per aver basato la sua teoria sull’esistenza dell’etere, che invece era stato bandito dal paradigma fisico del tempo e per essersi messo in urto frontale sia con la fisica newtoniana che con la relatività di Einstein (nascente proprio mentre nasceva la Psicobiofisica), non gli mancarono comunque i riconoscimenti anche nel mondo accademico. Infatti, fu nominato membro d’onore di 25 Accademie e Società Scientifiche sia in Italia che all’estero (in Francia, in particolare), ed ebbe occasione di esporre la sua teoria in svariati congressi scientifici internazionali, in modo particolare al Congresso Internazionale di Fisica a Roma nel 1949, presieduto dal fisico Enrico Medi. Oltre alla sua partecipazione ai convegni ufficiali, fondò a Bergamo il Centro Internazionale di Psicobiofisica (CIP). Todeschini, pur dissentendo con la teoria ufficiale del tempo, in particolare con la relatività, ebbe un dialogo molto stretto e continuativo con i colleghi del suo tempo – anche con quelli con cui non si trovava d’accordo – cosa che gli permise di fondare la sua nuova teoria su una solida conoscenza della scienza standard del tempo, in particolare della fisica. Pertanto, pur perseguendo in maniera deter-
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
minata la sua strada, non commise mai l’errore di chiudersi in se stesso, e quando c’era da difendere il suo operato lo fece in maniera decisa e con coraggio, fino alla fine della sua vita. Marco Todeschini fu autore di oltre un migliaio di pubblicazioni, tra libri, articoli e comunicazioni a congressi. Nonostante il non celato dissenso – e spesso anche l’indifferenza – all’interno del mondo accademico più tradizionalista la sua opera è stata comunque analizzata da centinaia di scienziati, filosofi e teologi dalla mente aperta, che hanno scritto articoli su di lui e sulla sua teoria. Alcuni scienziati e studiosi stanno tuttora continuando la sua opera, mentre all’estero, in particolare in America Latina e negli Stati Uniti, sono sorte delle vere e proprie cattedre universitarie di Psicobiofisica. Ancora una volta uno scienziato diventa “dissidente” solo per aver stabilito che lo spazio che ci circonda non è vuoto, ma è costituito da una sostanza fluida denominata “etere”, in grado di governare non solo tutti i meccanismi che hanno luogo nell’universo, ma anche la vita di chi ci vive e lo spirito che alberga in quelle vite. Una teoria tanto rivoluzionaria come quella di Todeschini – che ai giorni nostri trova riscontro in importantissime scoperte sulla natura dell’etere (o “campo di punto zero” come viene denominato oggi) – non può certamente sfuggire alle menti di noi umani del terzo millennio, oggi così bisognosi di interrogarci su noi stessi in un
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
mondo completamente materialista e incerto, e soprattutto di trovare nuove sorgenti di energia in grado di sostituire quelle inquinanti – nate da una fisica e da una tecnologia mal impostate – che stanno sconvolgendo il nostro mondo e il suo clima.
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
CAPITOLO 1 IL VUOTO DI NEWTON E DI EINSTEIN E IL “PIENO” DI TODESCHINI
Il pensiero di Todeschini raccoglie in parte quello del filosofo della natura Cartesio, il quale, sulla base della ferma convinzione che lo spazio non fosse vuoto, ma riempito di una sostanza denominata “etere”, nella quale possono prodursi vortici e onde, riteneva che lo stesso sistema solare fosse un gigantesco vortice di etere in cui i pianeti sarebbero immersi e costretti a effettuare rivoluzioni intorno al Sole, astro centrale del sistema. Allo stesso modo, alla fine del ’700, il fisico Augustin Jean Fresnel spiegò la natura ondulatoria della luce come una vibrazione dell’etere, ipotesi sostenuta anche dal fisico olandese Christian Huygens, e circa un secolo dopo, prima ancora del famoso esperimento di Michelson con il quale si pretese di dimostrare l’inesistenza dell’etere, il fisico Heinrich Rudolph Hertz dimostrò che anche la teoria classica dell’elettromagnetismo confermava l’ipotesi che lo spazio fosse pervaso da un etere fluido e vibrante, dove le onde si propagano per oscillazione attraverso di esso. Ciò era supportato anche dal fisico Michael Faraday e dal fisico Lord Kelvin, in partico-
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
lare con la sua teoria dei “vortici atomici”. Nei primi del ’900 Guglielmo Marconi usò proprio il concetto di etere per realizzare la sua telefonia senza fili. E ancora prima di Cartesio la stessa idea, da un punto di vista più filosofico, era nata dal caposcuola Anassagora, seguita e rielaborata da Leucippo e poi adottata dai grandi filosofi Platone e Aristotele, che seppur rivali su aspetti fondamentali, condividevano l’idea che non esistesse spazio vuoto, ma che la materia fosse immersa in una sostanza che l’uno chiamava “spazio pieno” e l’altro “etere”, ma che in realtà era la stessa cosa, quella che gli orientali hanno sempre chiamato prana e i fisici di oggi chiamano “campo di punto zero”. La teoria di Todeschini è in aperto contrasto con la teoria della gravitazione universale di Isaac Newton la quale, negando l’esistenza dell’etere, contempla l’esistenza di misteriose “forze” che si manifesterebbero in corpi dotati di massa, i quali sarebbero in grado di muoversi di moto uniforme all’interno di uno spazio assolutamente vuoto e quindi privo di attrito. Secondo Todeschini, nel vuoto assoluto la forza ben nota descritta dal Secondo Principio della Dinamica di Newton, secondo il quale F=m·a (dove F è la forza, m è la massa e a è l’accelerazione), sarebbe nulla, denotando il fatto che nel vuoto assoluto non è possibile né produrre forze, né accelerazioni, né velocità, dal mo-
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
mento che quelle che appaiono come “forze” sono possibili solo in presenza di una massa soggetta a un moto generato da un vortice di etere con una densità ben precisa. La formula sopra citata diventa valida solo all’interno di quello che Todeschini chiama “spazio ponderale”, non uno spazio inteso come astratta estensione geometrica, ma costituito da un fluido con una data densità, proprio come l’etere. Solo all’interno di questo etere è possibile imprimere una velocità a una massa e mantenerla, applicando la forza F. In tal modo il movimento delle masse – costituito da accelerazioni o decelerazioni – sarebbe completamente ed esclusivamente determinato dall’urto tra tali masse e l’etere stesso. Ciò dimostrerebbe che nell’Universo non esiste uno spazio vuoto assoluto, come riteneva Newton, ma solamente uno spazio assoluto ben separato dal tempo (a differenza delle assunzioni della relatività di Einstein) avente una determinata densità in grado di influenzare il moto delle masse. Quella che viene chiamata “forza di inerzia”, secondo Todeschini, è dunque provocata dal movimento relativo tra lo spazio fluido dell’ambiente (ovvero l’etere) e i corpi che si trovano in esso immersi. In questa luce quella che viene definita come “forza di inerzia” e il peso stesso dei corpi non sono proprietà caratteristiche della materia indipendenti dallo spazio fluido che li circonda, come si riteneva nell’ambito della fisica newtoniana, ma dipendono dalla densità dell’etere e dall’accelerazione re-
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
lativa a tale etere. L’inerzia, secondo Todeschini, non sarebbe altro che una “apparenza di forza” generata dalla resistenza opposta dall’etere all’accelerazione dei corpi in esso presenti. L’impostazione Cartesiana di Todeschini si esplica nel fatto che tutti i fenomeni del mondo fisico – siano essi meccanici, elettromagnetici, elettrodeboli o nucleari – sono riconducibili a una sola dinamica, che descrive il movimento e l’urto di masse all’interno di un movimento eterno e vorticoso dell’etere. Dunque tutti i fenomeni in natura risultano essere semplici azioni fluidodinamiche dello spazio eterico fluido sulla materia all’interno di esso, i vortici di etere formerebbero sia i sistemi atomici che quelli astronomici, mentre le varie forme di energia radiante nelle forme e frequenze che conosciamo non sarebbero altro che onde prodotte dalle vibrazioni di questo etere. Al contrario, il fatto che la fisica abbia creato tante “meccaniche” diverse e relative leggi, a seconda delle masse descritte (dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande), non ha portato all’unificazione della scienza, ma alla sua divisione in tante branche separate. Questa frammentazione, secondo Todeschini e non solo secondo lui, ha allontanato l’uomo dalla verità e ha portato la scienza fisica a un vicolo cieco, nonché alla confusione nella mente delle persone in merito alla struttura intima della realtà.
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
Ma Todeschini è in netto contrasto anche con la teoria della relatività di Albert Einstein, teoria nata proprio nel periodo in cui lui stava sviluppando la sua Psicobiofisica. Anche Einstein, che si avvalse strumentalmente dell’esperimento ottico di Michelson progettato apposta per dimostrare l’inesistenza dell’etere, negava che lo spazio fosse pieno di un fluido universale, e fondava tutta la sua teoria sulla finitezza della velocità della luce (300.000 km/sec), e sull’equivalenza della massa e dell’energia nella sua famosa equazione E=m·c 2 (1) (m è la massa, c è la velocità della luce). Tutte assunzioni che erano in totale contrasto con la teoria di Todeschini. In particolare Todeschini, pur assumendo come valida l’equazione di cui sopra, che viene ben verificata nella bomba atomica, non ne condivide affatto il significato fisico. In primo luogo, in virtù delle proprietà dinamiche dell’etere da lui scoperte, egli dedusse che le particelle nucleari (nucleoni) compiono rivoluzioni attorno al nucleo atomico a una velocità 1,41 volte superiore alla velocità della luce, contravvenendo così al limite insuperabile di Einstein. A questo risultato Todeschini arrivò assumendo che le particelle di massa m, costituenti il nucleo atomico, compiano delle rivoluzioni attorno al suo centro con velocità v in modo tale da sviluppare un’energia (“forza viva” secondo Leibniz, “energia cinetica” come la intendiamo oggi) definita come E=1/2·m·v (2). Ma sapendo anche 2
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
che nella disintegrazione del nucleo atomico (come avviene nella bomba atomica) le particelle sviluppano un’energia descritta dalla famosa equazione di Einstein, eguagliando tra loro i secondi termini delle equazioni (1) e (2) e risolvendo rispetto a v si ottiene il sorprendente risultato di v=0.41·c . In tal modo Todeschini convalidò la famosa equazione di Einstein sull’energia partendo dalla semplice formula della forza viva di Leibniz senza alcun bisogno di ricorrere a quella teoria della relatività che Einstein vedeva come unica interpretazione della sua famosa equazione. Secondo Todeschini dunque, il fatto che la velocità di rivoluzione dei nucleoni sia superiore (anche se di poco) alla velocità della luce è comprovato sperimentalmente proprio dal fatto che l’energia prodotta da una bomba atomica è esattamente quella – seppur mal interpretata – di Einstein. Todeschini dunque avrebbe scoperto il vero significato della famosa formula inventata da Einstein: ciò consisterebbe nella liberazione esplosiva dell’enorme energia cinetica intrinseca dei nucleoni in rotazione superluminale attorno al centro del nucleo atomico. E questa rotazione non sarebbe dovuta ad altre cause se non al trascinamento prodotto dal moto vorticoso dell’etere nei nuclei atomici, quel moto vorticoso che è completamente ignorato anche da Einstein. «Come si può pensare a un moto vorticoso dell’etere se l’etere non esiste?» si chiedeva Einstein.
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
Ecco perché secondo Todeschini la storica formula derivata da Einstein, seppur giusta matematicamente, aveva avuto un’interpretazione fisica errata: il reale significato fisico di questa formula secondo Todeschini non è la trasformazione della massa in energia, come riteneva Einstein, ma solo l’effetto di suddivisione di una massa, avente una determinata energia, in tante masse più piccole – che nell’esplosione si frantumano – aventi energie minori, la cui somma è uguale a quella iniziale. Attraverso svariate analisi e sperimentazioni Todeschini arriverà anche a dimostrare che le presunte “prove cruciali” della relatività – come ad esempio la deviazione dei fasci della luce delle stelle passanti vicino al sole, o lo spostamento del perielio di Mercurio – si spiegano in realtà con la fluidodinamica dello spazio eterico, che rappresenta la base della sua teoria, senza alcun bisogno di utilizzare astruse metriche spazio-temporali, ma rimanendo ben vincolati alla classica geometria euclidea. In merito alla teoria di Einstein, Todeschini commentava:
«Einstein riduce l’idea del mondo a un’ibrida e inconcepibile astrazione di tensori, senza tuttavia farci vedere il meccanismo col quale si svolgono i fe-
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
nomeni, e ciò senza contare che anche con tali “cronotopi” non si è potuto sinora scoprire quale sia il substrato della materia, dei suoi campi di forza e delle varie energie ondulatorie, e come e perché si trasmettano nel vuoto, né tanto meno unificare i campi elettromagnetico e gravitico per raggiungere la tanto auspicata scienza unitaria». E in merito al presunto contrasto tra l’esito del famoso esperimento effettuato dal fisico Albert Michelson 1 nel 1881 e l’aberrazione della luce astronomica scoperta dall’astronomo James Bradley nel 1726 – contrasto che avrebbe confutato l’esistenza effettiva dell’etere – Todeschini disse a proposito di Einstein:
«Mentre tutti i grandi scienziati dell’epoca cercavano di risolvere questo contrasto senza rinnegare l’esistenza dell’etere perché questo risultava indispensabile alla spiegazione di tutti i fenomeni, Einstein invece di indagare se il contrasto tra questi due fenomeni ottici esistesse veramente o meno, lo ritenne per certo, e per eliminarlo negò l’esistenza dell’etere e postulò la costanza della velocità della luce rispetto a qualsiasi osservatore comunque mosso. Ma essendo ciò in contrasto con la relatività classica di Galileo, fu costretto a sostituire quest’ultima con una pseudo-relatività da lui postulata in base a supposte contrazioni che subirebbe lo spazio e
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
dilatazioni che subirebbe il tempo se valutati da sistemi diversamente mossi rispetto a quello dove si svolgono i fenomeni considerati». Todeschini, sulla base di calcoli matematici, dimostrò l’inesistenza di questo contrasto, scoprendo che entrambi tali esperimenti ottici (quello di Michelson e quello di Bradley) confermano non solo l’esistenza dell’etere, ma anche che una corrente di questo mezzo fluido, avente una velocità di 30 Km/sec, spinge effettivamente la Terra a compiere le sue rivoluzioni attorno al Sole. Einstein costruì quelle che chiamò “teorie metriche”, lo scopo delle quali era di descrivere la struttura di un presunto “spazio-tempo” e le “leggi di invarianza” che si possono ricavare da esso, e soprattutto di giustificare la costanza della velocità della luce. Ma secondo Todeschini queste teorie erano basate solo ed esclusivamente (e arbitrariamente) su un presunto contrasto riscontrabile negli esperimenti di Michelson e Bradley, e come tali erano da ripudiare perché smentite dal risultato di due esperimenti che invece erano stati interpretati come contrastanti al puro e semplice scopo di far tornare i conti alla relatività di Einstein. Pertanto, secondo Todeschini, la velocità della luce non è una quantità assoluta e insuperabile, come riteneva Einstein, ma varia a seconda della velocità del sistema di riferimento. Nel caso particolare,
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
secondo Todeschini, la corrente di etere che trascina la Terra a velocità V , trascina anche l’onda prodotta nel fluido, che si identifica con quella della luce (con velocità c = 300.000 Km/sec). In tal modo la velocità risultante W di tale onda rispetto a un sistema ancorato al Sole viene data dalla somma delle due velocità, cioè W = V + c . Todeschini prese atto che il fatto che la velocità della luce possa superare il limite c – e quindi che effettivamente esista quello che viene definito “moto tachionico” – sarebbe anche confermato dalle “velocità superluminali” (anormalmente, secondo la relatività) misurate di alcune sorgenti astronomiche extragalattiche come i Quasar. In realtà gli astrofisici hanno immediatamente creduto di risolvere il problema invocando macchinosi “effetti di prospettiva” relativi all’osservatore, ma queste astuzie ingegnosamente costruite per far tornare i conti della relatività e i suoi riscontri osservativi, non hanno certamente convinto tutti. Todeschini, già nel 1935 e circa 40 anni prima di alcune conferme sperimentali (pressoché ignorate a livello ufficiale) avvenute anche con esperimenti di collisioni tra particelle che dimostrarono di fatto l’esistenza del “moto tachionico” – ovvero superiore al limite invalicabile della velocità della luce fissato da Einstein – comprese che per togliere la scienza dal vicolo cieco in cui si era cacciata nel corso di secoli di diatribe inconcludenti non restava altra solu-
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
zione che riportarla alle concezioni della realistica relatività classica di Galileo – che considerava spazio e tempo come entità separate, con uno spazio che in sostanza rappresentava uno “spazio assoluto” qual è l’etere – e sostituire i campi sferici di forze centrali agenti nel vuoto della vecchia fisica newtoniana e gli astrusi equilibrismi matematici relativi allo spaziotempo einsteiniano, con uno spazio tridimensionale (ben separato dalla coordinata “tempo”) di densità esilissima (10-20 la densità dell’acqua, secondo i calcoli di Todeschini) e mobile come un fluido. Infatti, nei particolari movimenti che hanno luogo all’interno di questo fluido universale, che di fatto è l’etere, Todeschini fu convinto di riconoscere tutti i fenomeni fisici naturali. Inoltre Todeschini era in contrasto anche con la teoria quantistica classica di Werner Heisenberg e di Erwin Schrödinger, la quale, pur ponendosi a sua volta in contrasto sia con la fisica classica newtoniana che con la relatività di Einstein, riduceva la realtà più intima della natura – quella dell’infinitesimamente piccolo – a una pura “funzione di probabilità”, assolutamente priva di finalità e di determinismo. La meccanica quantistica, secondo Todeschini, rendeva l’Universo inconoscibile ai suoi livelli più profondi, ma questo era completamente confutato dalla stessa teoria di Todeschini che in-
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
vece manifestava un chiaro determinismo a tutti i livelli e che, al contempo, pur nell’ambito di una trattazione completamente razionale, era in grado di agganciare il mondo della materia – principale terreno della scienza tradizionalista – al mondo dello spirito – principale terreno della religione – nel contesto di una unica grande scienza unitaria in grado di descrivere la realtà a tutti i livelli. L’intelletto fino e il grande equilibrio di Todeschini, seppur egli fosse profondamente convinto dell’esistenza dell’etere e dei suoi influssi sulla materia, lo portavano ad analizzare in maniera piuttosto obiettiva, ben bilanciata ma a tratti anche spietata la dicotomia intellettuale in cui si trovava (e si trova tuttora) il mondo accademico. A tal proposito egli affermava:
«Quelli che sostengono il vuoto, se riescono a trovare le relazioni matematiche tra le forze e le accelerazioni di massa, che danno le leggi che dominano i fenomeni, non riescono a spiegarli nella loro essenza e nel loro meccanismo; viceversa quelli che sostengono il pieno (ovvero l’esistenza dell’etere), se riescono a spiegare qualitativamente i fenomeni non riescono sempre a spiegarli quantitativamente, cioè a trarne le leggi relative». Per dire lo stesso concetto in altre parole, Cartesio credeva nell’esistenza di un “pieno” e, pur spie-
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
gandone il perché, non calcolava nulla di convincente che rivelasse come esso si manifesti, mentre Newton che credeva nel vuoto, pur essendo in grado di calcolare tutto e di comprendere il modo in cui i fenomeni si verificavano, nella sostanza non spiegava niente sulle cause che determinavano certi effetti. L’intento di Todeschini era allora di mettere a punto la sua “teoria del pieno”, sviluppatasi principalmente con il pensiero di Cartesio, colmandone le lacune matematiche e sperimentali. Fu proprio l’analisi critica di questa situazione che Todeschini riuscì a effettuare dopo aver studiato a fondo i dilemmi della fisica in tutta la sua storia fino ai nostri tempi, che gli permise di superare i limiti dei sostenitori dell’etere, e cioè la loro capacità di spiegare i fenomeni solo intuitivamente (come, aveva fatto Cartesio) e non quantitativamente. Todeschini riuscì infatti a dare una struttura sia matematica che sperimentale, seppur altamente semplificata rispetto ai complessi calcoli della fisica standard, alla sua teoria. Ferma restando l’assunzione di base in merito all’esistenza dell’etere, attraverso la quale si potevano comprendere tutti i fenomeni dell’Universo come eventi di natura fluidodinamica, la vera grande rivoluzione introdotta da Marco Todeschini consisteva nel fatto che il suo era un Universo fisico con una finalità precisa, creato apposta per la vita e per lo spi-
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
rito che vi alberga. E al contempo era un Universo decisamente meccanicistico, seppur mosso da scopi divini, la cui fisica non riguardava solo il mondo della materia, ma anche quello dello spirito. Todeschini ruppe almeno cinque dei più grossi “paradigmi indiscussi” della fisica del tempo (e in gran parte anche di quella dei giorni nostri): la negazione dell’etere, l’esistenza delle forze – come entità reali e non pure apparenze – e dei relativi campi in natura, l’insuperabilità della velocità della luce, la negazione che la materia sia strettamente connessa allo spirito e l’esclusione di Dio da ogni scienza. Marco Todeschini, per sua stessa ammissione, si sentì invece ispirato proprio da Dio nel mettere a punto la sua teoria, un Dio che mosse la sua mente in maniera talmente tenace da sconvolgere l’architettura atea della scienza del tempo per sostituirla con una fisica omnicomprensiva completamente nuova, dove l’uomo veniva finalmente posto al centro di un Universo retto dalla finalità e non dai moti casuali di una materia inerte in uno spazio completamente vuoto.
MARCO TODESCHINI - Massimo Teodorani - eBook Macro Edizioni
NOTE (1) L’Esperimento di Michelson. Supponendo che la Terra sia in moto rispetto all'etere, dato che sarebbe strano credere che il sistema di riferimento dell'etere coincida con la Terra, vari osservatori terrestri dovrebbero misurare velocità diverse della luce, a seconda della direzione di propagazione; la velocità della luce dovrebbe essere minima quando viaggia nella stessa direzione e verso della Terra e massima nel caso opposto. Inoltre la velocità della luce dovrebbe essere influenzata dal moto della sorgente. Michelson, con il suo esperimento effettuato in varie fasi (anche assieme al suo collaboratore Edward Morley) tra il 1887 e il 1906, cercò di trovare un'eventuale dipendenza della velocità della luce dal moto della Terra. Il risultato – come da oltre un secolo si vuol far credere – fu che la velocità della luce è indipendente sia dal moto dell'osservatore iniziale che la riceve, sia dal moto della sorgente. Questo risultato era in contrasto con le trasformazioni di Galilei (che aveva costruito la “relatività classica”), per le quali, invece, passando da un sistema inerziale a un altro, la velocità della luce avrebbe dovuto modificarsi secondo la composizione delle velocità,e soprattutto confutava l’esistenza di un etere cosmico.