REINVENTARE LA COPERTINA DAL LIBRO ALL'EBOOK Craig Mod
© Apogeo - IF - Idee editoriali Feltrinelli s.r.l. Socio Unico Giangiacomo Feltrinelli Editore s.r.l.
ISBN: 9788850315956
Titolo originale Hack the cover © 2012 Craig Mod. Traduzione italiana: Fabio Brivio. Quest’opera è distribuita sotto una licenza Creative Commons Attribution-Noncommercial-Share Alike. Utilizzi commerciali non sono consentiti. Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati dalle rispettive case produttrici. ~ Informazioni e approfondimenti su sushi.apogeonline.com Scopri le novità di Apogeo su Facebook Seguici su Twitter @apogeonline
README.txt
Ebook piccoli, freschi e saporiti Benvenuto in Sushi, la nuova collana solo digitale di Apogeo. Ebook brevi ma esaustivi, in grado di rispondere a domande su temi specifici. Per chi non ha tempo da perdere e vuole giungere subito al cuore del problema.
E non finisce qui Non è una minaccia, ma un invito. La tecnologia evolve troppo rapidamente per essere cristallizzata in un ebook. Per questo motivo abbiamo creato un luogo di incontro in Rete tra lettori, autori ed editore per continuare ad approfondire i temi della collana Sushi. Partecipa alla discussione con altri lettori o iniziane una nuova. Accedi alle risorse messe a disposizione. Collabora a migliorare il libro segnalando correzioni, refusi e suggerimenti. Ti aspettiamo su http://sushi.apogeonline.com/forums/forum/reinventare-la-copertina per continuare a parlare di Reinventare la copertina.
0
Morte!
Le copertine sono morte! Morte! Morte come le copertine dei dischi in vinile! Morte come le copertine dei laser disc! Morte come gli adesivi sulle cassette Stereo 8! Morte come le custodie delle cassette VHS! Morte come le custodie delle musicassette! Morte come le dannate custodie dei CD e i loro booklet! Morte come i cofanetti dei DVD e dei Blu-ray! Mettetele tutte in una scatola, bruciatele e spargete le loro ceneri sopra le rovine della libreria più vicina. Andatevene a casa. Appendete al muro i vostri cutter X-Acto1 e chiudete per sempre le vostre cassette di caratteri tipografici. Le parole non erano scolpite nella pietra ma erano su una di quelle copertine che avete appena dato alle fiamme — rassegnatevi non ne conoscerete mai il significato.
Avanti! OK — fiu. Ancora qui? Bene. Se le copertine dei libri digitali, come le abbiamo fino a oggi intese, sono morte, perché dobbiamo trattarle con i guanti? Considerarle come le copertine stampate su carta? Non possiamo farle male. Sono morte. Cominciamo a vederle sotto nuove prospettive. Prendiamole, riduciamole in bit e vediamo cosa siamo in grado di inventare. Questo è un saggio per amanti dei libri e designer curiosi di sapere dove la copertina è stata, dove sta andando e quale sia la sua funzione comunicativa e persuasiva2 nel design di un libro digitale. È per quelli di noi che, insoddisfatti dallo spostamento in digitale dell’editoria, sconsideratamente fanno finta di non vedere. La copertina come la conosciamo è davvero — gasp — “morta”. Ma è morta perché il modo in cui noi tocchiamo un libro digitale è differente dal modo in cui noi tocchiamo un libro fisico. E una volta che si è capito questo emergono alcune conseguenze interessanti.
1
Rilegato in pelle
Paula Fox scrive nel suo libro di memorie, The Coldest Winter: “Ho toccato la sua firma come se si trattasse del suo viso”.3 È questo il tipo di intimità con cui tocchiamo un libro stampato. Noi non vogliamo che le Quindi, anche se non desideriamo la fine della copertina, le copertine scompaiano. copertine come la abbiamo conosciute fino ad oggi stanno scomparendo, piuttosto velocemente (quasi sradicate negli schermi e nei gusci dei Kindle). Questo non significa che non saranno rimpiazzate, ma qualunque cosa prenderà il loro posto non avrà lo stesso scopo delle copertine con cui siamo cresciuti. Questo attaccamento alle copertine ha qualcosa di curioso, non fosse altro perché la copertina di cui lamentiamo la perdita è un’invenzione recente. Matthew Battles scrive nel suo libro, Library: An Unquiet History: I bibliotecari della Widener4 parlano di una specie di respiro della biblioteca: prima i libri vengono soffiati via dagli scaffali in grandi nubi vorticose; poi la libreria inspira, e i libri ritornano indietro volando.5
Non posso fare a meno di immaginare tutti questi libri che volano sbattendo le loro copertine rilegate in pelle. Spesse, impolverate, uniformi ed efficacemente prive degli standard delle moderne copertine. Rivolte verso l’alto su un tavolo sembrano tutte uguali: solide e importanti ma anche anonime. Solo i graffi e i segni di usura raccontano una storia. E quella storia non dice molto sul reale contenuto del libro. Qui la copertina ha la funzione di proteggere il libro dall’usura. Gli permette di volare lontano dagli scaffali migliaia di volte pur continuando a essere consultabile. Nel mondo digitale, i nostri libri sono protetti dall’ubiquità. Essi sono ovunque e in nessun posto. Si moltiplicano senza sforzo e possono volare senza sosta e senza temere di essere danneggiati. Non hanno bisogno di copertine allo stesso modo dei libri di carta.
2
Piacere a Kinokuniya
Il mio rapporto con le copertine è iniziato circa dieci anni fa. Avevo 19 anni e camminavo dentro la libreria Kinokuniya nell’east side della stazione di Shinjuku. All’epoca non conoscevo nulla del Giappone o di come si facevano i libri. Era la mia prima visita in una libreria giapponese e, come in molte delle mie successive esperienze giapponesi, ero divertito, curioso e ispirato. Il posto era immerso in una fluorescenza grigia tipica delle aziende giapponesi ma — che il grigio sia dannato — ricordo chiaramente il piacere provato nel raccogliere libri a caso. Erano tutti così... razionali.6 Solo anni dopo riuscìì a capire che questo senso di razionalità scaturiva dal rispetto per i lettori. I libri erano della perfetta dimensione per stare comodamente in una tasca o in una borsetta. I grossi volumi erano divisi in tomi più piccoli. La carta era elegante. La legatura robusta. I segnalibri ben posizionati. Ma, ritornando indietro col pensiero, fui colpito più di tutto dalle copertine austere. Lo spirito del designer Kenya Hara era ovunque. Distese di spazio bianco con ben ponderati segni di inchiostro. Un colore. Un uso attento e limitato della fotografia. Per la maggior parte, libri belli.7
Figura 1 In Designing Design Kenya Hara ha sviluppato l’importanza del concetto di “vuoto” nel design.
C’erano scaffali colmi di questi mattoni minimali. In effetti, la stragrande maggioranza dei libri afferiva a questa estetica attenta. L’insieme generava una voce culturale unitaria. Un sistema razionale. L’impatto di questa esperienza è rimasto con me negli ultimi dieci anni e ha profondamente segnato tutto il mio lavoro di designer. Mi domando continuamente: “Come sviluppare un linguaggio nel design o un ecosistema in grado di regolarsi da sé? Che non rischi di finire in una spirale fuori controllo?”. Questo punto di vista getta una nuova luce sulle copertine dei libri nel mondo occidentale. Al contrario, gli scaffali delle nostre librerie sembravano — e sembrano — molto più caotici. E ripercorrendo la storia delle copertine fino ai giorni nostri, si ha la sensazione che questo caos visivo diventi sempre più forte. Meno librerie. Meno È sorprendente, davvero. Ci sono meno librerie. Meno scaffali. scaffali. E quindi maggiore competizione per ottenere attenzione, che si traduce in una lotta tra copertine che urlano. Ma con l’arrivo del digitale il ruolo delle copertine sta cambiando radicalmente, arrivando in alcuni casi a scomparire. Non hanno più bisogno di urlare perché non hanno più lo stesso scopo. Questo cambiamento rappresenta per i designer una meravigliosa opportunità per smettere di pensare la copertina come un bene individuale e per allentare lo stretto legame con il dipartimento marketing. In un certo senso, è la possibilità di giocare di nuovo. Innovando in modo creativo e inedito. E non posso fare a meno di pensare che gli elementi del design dei prossimi libri digitali dovrebbero prendere a cuore l’artigianalità e la misurata razionalità propria del design di molti libri giapponesi.
3
Copertine contemporanee
Naturalmente non tutte le copertine occidentali urlano. In effetti, gli ultimi decenni hanno visto alcuni lavori incredibili. Le composizioni iconiche di Chip Kidd (Figura 2), la digressione artistica di John Gall, i tocchi illustrativi di Grey318 (Figura 3) o Ben Wiseman, la tipografia classica di Birdsall, e le belle serie di David Pearson (Figura 4), Helen Yentus (Figura 5) e Peter Mendelsund. Questi designer hanno trovato modi per rendere entusiasmante — attraverso un’illustrazione o utilizzi creativi e originali del debossings — uno spazio che è rimasto praticamente invariato per un centinaio di anni. Le loro copertine sono un esempio di convergenza e riescono a mescolare austerità, sensibilità, rispetto per il testo e, ovviamente, marketing.8
Figura 2 Copertina di Chip Kidd per Wind Up Bird Chronicle di Murakami Haruki [+].
Figura 3 Copertine di Gray318 per tre opere di Jonatahn Foer [+].
Figura 4 Copertine di David Pearson per la collana Great Ideas di Penguin.
Figura 5 Copertine di Helen Yentus per tre opere di Albert Camus [+].
Ma copertine come queste sono eccezioni.9 E questo riporta alla domanda: se nei libri il design delle copertine si è evoluto massicciamente in uno strumento di marketing, nei libri digitali quale funzione mantiene una copertina, dopo l’acquisto ma soprattutto prima?
4
Amazonia
Il crollo di Borders Books & Music ha fatto luce su quello che già sapevamo: quasi tutti ormai compriamo libri online. Eppure su Amazon la copertina è quasi un ripensamento. Certo, è presente, ma come e con quale importanza?
Figura 6 Copertine in Amazon: i migliori libri del.
Figura 7 Copertine in Amazon: le novità più interessanti.
Figura 8 Copertine in Amazon: scheda prodotto.
Guardando queste immagini è chiaro: la copertina non è più lo strumento di marketing di una volta. Le copertine su Amazon sono piccole sulla pagina dei risultati. Minuscole sulla pagina anagrafica di un libro. E sono travolte dal magma di dati nelle pagine dei singoli articoli. Grandi copertine come quella del designer Mendelsund per The Information scompaiono completamente. Cerchiamo metriche Perché? Di cosa andiamo alla ricerca quando oggi piuttosto che immagini. compriamo libri? Dati. L’immagine della copertina ci può aiutare a orientarci rapidamente, ma i nostri occhi sono guidati dall’abitudine a valutare numeri e qualità delle recensioni. Siamo alla ricerca di altre metriche rispetto alle immagini — metriche reali — non artefatti del marketing. Presentazioni fatte da esseri umani. Forse anche esseri umani che conosciamo! E dentro la popolata interfaccia di Amazon, la copertina non è altro che un ripiego.
5
Il flusso di lettura di Kindle
Kindle estrapola completamente la copertina fuori dal processo di lettura. Selezionando un titolo dalla lista di lettura (Figura 9) si viene portati direttamente alla prima pagina del primo capitolo (Figura 10). Gli avantesti — il colophon, l’indice — e, sì, anche la copertina sono saltati in blocco. Nella biografia di Steve Jobs è necessario premere il tasto Back per almeno quindici volte (Figura 11 — e ancora non ci siamo) per visualizzare la copertina. E questo è un peccato perché alcune immagini in bianco e nero funzionano molto bene sugli schermi a inchiostro elettronico (Figura 12).
Figura 9 Leggere con Kindle: la scelta del titolo.
Figura 10 Leggere con Kindle: subito alla “pagina 1”.
Figura 11 Leggere con Kindle: la ricerca della copertina.
Figura 12 Inchiostro elettronico e fotografie in bianco e nero: ce ne vorrebbero di più.
Questo flusso di lettura non è causato da una limitazione dell’ereader. È il frutto di un insieme di decisioni lucidamente elaborate per migliorare l’efficenza e portare il lettore al testo il più in fretta possibile. Naturalmente, a fare le spese di questa efficenza è l’intimità che prima avevamo con un libro a partire dalla sua copertina. Saltiamo dentro e fuori dai testi digitali con pochissimo sforzo. Al contrario, ogni volta che appoggiamo un libro fisico non possiamo fare a meno di notare la copertina. E ogni volta che lo riprendiamo in mano dobbiamo passare per la copertina per arrivare al testo. Basta farlo per cinque volte e non dimenticheremo mai il titolo o l’autore.10
6
L’esempio di The Conference of the Birds
La copertina di The Conference of the Birds (Thames & Hudson, 2009)11 disegnata da Farah Behbehani è un esempio di cosa le copertine (e gli avantesti a cui esse conducono) rendono possibile quando realizzate con maestria: iniziare un percorso. Dopo aver aperto il pacco consegnato da Amazon (naturalmente!), ci si trova davanti a un delizioso cofanetto rivestito di tessuto (Figura 13).
Figura 13 The Conference of the Birds: primo contatto.
Al suo interno si trova il libro. Il design sulla copertina (Figura 14), sempre di tessuto, richiama il design del cofanetto. Quindi, l’interno della copertina è foderato con una carta meravigliosa (Figura 15).
Figura 14 The Conference of the Birds: la copertina.
Figura 15 The Conference of the Birds: l’interno della copertina.
Tick. Tick. Tick. Tick. Un passo dopo l’altro siamo portati dentro il libro. Ogni dettaglio che si aggiunge dà tono, e in questo modo percorriamo gli avantesti (Figura 16-19). La carta, la qualità della stampa, il design bilanciato; prima di arrivare all’indice, sappiamo già che Farah Behbehani non lascia nulla al caso.
Figura 16 The Conference of the Birds: percorso nel libro - 1.
Figura 17 The Conference of the Birds: percorso nel libro - 2.
Figura 18 The Conference of the Birds: percorso nel libro - 3.
Figura 19 The Conference of the Birds: percorso nel libro - 4.
Una volta giunti finalmente al libro — l’equivalente di “pagina 1” per Kindle — si è passati dall’aprire un pacco a esplorare uno spazio ricco di significato. Questo è il risultato di un connubio tra un design che si basa su sfumature e dettagli che via via si aggiungono, e scelte produttive — entrambi elaborati a partire dai vincoli propri della fisicità del libro (Figura 20-22).
Figura 20 The Conference of the Birds: dettaglio interni - 1.
Figura 21 The Conference of the Birds: dettaglio interni - 2.
Figura 22 The Conference of the Birds: dettaglio interni - 3.
Queste parti del libro fisico Questo non vuol dire che i libri digitali abbiano bisogno di esistono perché sono avere qualcosa di analogo a un cofanetto, rifiniture in funzionali. stoffa, copertine finemente foderate o occhielli. Queste parti del libro fisico esistono perché sono funzionali. Sono nate in una tradizione precedente. Nella progettazione di libri digitali spesso ce ne dimentichiamo. Molto raramente ci chiediamo, perché? Perché una copertina? Per proteggere gli interni. Perché un occhiello? Si tratta di un’eredità di quando non si usavano le copertine. Perché del tessuto? La stoffa è un materiale dannatamente bello in cui avvolgere ciò che si desidera proteggere. Designer di libri e ingegneri del software hanno ora una grande opportunità per immaginare quello che dovrebbe essere il percorso nel nostro libro digitale. Qualcosa si perde inevitabilmente quando si accede a un testo senza il solito contesto, ma come tale contesto dovrebbe essere trasmesso? Quale “funzione” dovrebbe svolgere una copertina in un libro digitale? E ancora: cosa è una copertina?
7
Le copertine, oggi
In Apple iBooks e nell’applicazione Kindle per iPad le copertine sono ridotte a miniature di appena 200 pixel di altezza. Gli elementi tipografici sono quasi sempre illeggibili. E quando da un libro viene ricavata un’applicazione, la copertina diventa un’icona. La perdita è condivisa tra i Tra i media fisici e le rispettive trasposizioni digitali si può media fisici e le rispettive individuare una simmetria che li accomuna nella perdita. trasposizioni digitali. La costante riduzione delle copertine ha un parallelo con la compressione, in atto da molto tempo, delle confezioni degli album musicali. I designer delle copertine dei dischi in vinile devono aver provato un simile senso di costrizione con le cassette, poi con i CD e ora con le miniature in iTunes. Così tanto spazio smarrito. In un saggio del 201012 sulle copertine, James Bridle in maniera molto elegante fissa il punto: gli editori rinunciano al controllo quando i libri diventano digitali. Dobbiamo ammettere che la riproduzione delle copertine è fuori dal nostro controllo: esse saranno copiate, linkate, e ripubblicate, a risoluzioni e dimensioni differenti… Potremmo anche riconoscere che per le copertine ci sono potenzialmente altre funzioni da sviluppare.
Quindi come combattere questa perdita di controllo? Progettando in totale flessibilità.
Domino Il marchio editoriale Domino di Seth Godin abbraccia e codifica il ridotto ruolo della copertina. Il primo libro pubblicato, Poke the Box, non ha scritte in copertina, ma solo il disegno di un uomo entusiasta. Mr. Godin ha così spiegato questa scelta ai lettori perplessi: Chi ha bisogno delle parole? Quando vediamo un libro su qualche sito web, c'è sempre un sacco di testo. La copertina è solo un’icona e la nostra attenzione si concentra sulle parole.13
Questa è una possibile funzione della copertina in un contesto come una pagina prodotto di Amazon.
Figura 23 Poke, ovvero attirare l’attenzione [+].
A Book Apart Collaterale al progetto Domino è il design minimalista di Jason Santa-Maria per le copertine del marchio editoriale A Book Apart.14 Una tipografia basata su colori accesi; titoli grandi, con un font condensed, senza grazie e su uno sfondo brillante. Una scelta che funziona bene a quasi tutte le dimensioni.
Figura 24 Copertine di Jason Santa-Maria per la collana A Book Apart [+].
Nel mezzo In questo periodo di transizione per l’editoria, molti libri continueranno a seguire i tradizionali canali di distribuzione al dettaglio. Per questo motivo le copertine devono essere funzionali sia al mondo fisico, sia a quello digitale. Le copertine di Cardon Webb per una serie di libri di Oliver Sacks sono stupefacenti in stampa. Ma ancora più importante, se ridotte a icone, insieme formano una quadro avvincente.
Figura 25 Le copertine di Cardon Webb per i libri di Oliver Sacks.
Questo è un tipo di design che funziona bene in uno spazio digitale (anche meglio che in uno scaffale fisico — dopotutto, chi ha lo spazio per mettere sei libri affiancati con la copertina rivolta verso l’alto?) e potrebbe invitare alla collezione nell’applicazione Kindle per iPad, se essa avesse una simile funzionalità.
Figura 26 Su Kindle per iPad, le copertine di Cardon Webb mostrate come se fossero una collezione di figurine.
Durante una conferenza di O’Reilly tenutasi nel 2011, ho sottolineato che le copertine come le conosciamo si stanno devolvendo in una specie di vestigia del libro. Qualcosa che ha perso la sua funzione originaria. Il coccige di un testo. Ho scelto quella sede di proposito perché i direttori artistici di O’Reilly hanno capito perfettamente la potenza comunicativa associata a un marchio che può essere racchiusa in una copertina. Nei libri di O’Reilly troviamo esattamente le qualità fondamentali di una copertina che possono essere trasposte in digitale. Nessun altro editore di letteratura informatica ha copertine che ne identificano in maniera così istantanea il marchio. E pochi altri editori hanno un layout di copertina così facilmente scalabile (con qualche piccola modifica) ai contesti digitali.
Figura 27 Esempi di copertine O’Reilly [+].
Qualità Quindi, quali sono le qualità delle copertine di O’Reilly? Un’iconografia caratterizzante. Una tipografia che lascia spazio a caratteri di grandi dimensioni. L’uso del bold. Se avete intenzione di creare copertine dedicate a libri digitali, queste sono qualità che vale la pena considerare. Inoltre, esse sono applicabili anche ai libri fisici, e questo le rende la pietra angolare per un design olistico delle copertine all’epoca di iPad.
Pensare prima a Kindle: se le vostre copertine funzionano bene su Kindle, probabilmente funzioneranno anche in stampa.
8
Hacking delle copertine
Ma perché fermarci qui? L’utilizzo del bold, di un’iconografia mirata e di una tipografia incentrata su font di grandi dimensioni, descrivono le qualità di superficie di una copertina digitale. Ma come intervenire creativamente su quanto sottende la funzione di una copertina? Lavorando a questo saggio, sono tornato indietro ridisegnando e ripubblicando le copertine di altri tre saggi — The Digital-Physical, Post-Artifact Books & Publishing e Books in the Age of the iPad. Ecco il risultato.
Figura 28 Le copertine per Kindle della serie PRE/POST [+].
Il testo di dimensioni ridotte collocato in prossimità del margine inferiore è il cavallo di Troia: l’hacking della copertina. I costi di distribuzione prossimi allo zero sono una delle grandi qualità dell’editoria digitale. Possiamo aggiornare un libro ogni volta che vogliamo. Se la copertina non è più uno strumento di marketing visivo, perché non sfruttare i sistemi di distribuzione digitali e trasformare la copertina in uno strumento di notifica?
Quando pubblico un nuovo saggio posso aggiornare le copertine di tutti i saggi precedenti. Chi ha comprato uno degli altri saggi, può così avere una notifica — “Books in the Age of the iPad è stato aggiornato”15. Le copertine cambieranno, incorporando il titolo degli ultimi saggi (evidenziato in rosso, magari). Può sembrare rozzo, ma in pratica noi stiamo introducendo il modello di notifiche tipico dei sistemi Apple iOS all’interno della piattaforma Kindle, usando la copertina a questo scopo. Introducendo il modello di notifiche tipico dei sistemi Apple iOS all’interno della piattaforma Kindle.
Figura 29 Hacking della copertina di Books in the Age of the iPad.
È perfetto? Certo che no. Si tratta di un hack. Se stai leggendo su un Kindle con schermo eink, probabilmente non noterai l’aggiornamento. Ma potresti farlo su un iPad, un iPhone o un Kindle Fire. È possibile immaginare una soluzione migliore? Naturalmente. Ma se vogliamo che il nostro modo di pubblicare in digitale evolva, abbiamo prima bisogno di toccare il limite con la tecnologia e gli strumenti che ora abbiamo a disposizione. Ciò che un hack come questo rende evidente è quanto sia artificiale la distanza tra autori e lettori in piattaforme come Kindle o iBooks. Dovremmo cominciare a pensare che queste piattaforme hanno un potenziale inespresso in termini di promozione mirata, sia tra il pubblico di un autore, sia tra gruppi di lettura. Forse questo cambiarà, un giorno.
9
Gli interni
Nelle copertine che ho realizzato il mio fine ideale era evocare il senso classico di una copertina. Copertine funzionali. Copertine robuste. Copertine per libri da sbattere in qualche borsa senza particolari riguardi. Semplici copertine che penetrano dentro il corpo dei libri. Queste sono copertine pensate in maniera non indipendente dal resto del libro. Sono parte del tutto. Copertine che rendono facile l’ingresso al contenuto. Che aiutano a dare un tono (senza però avere l’ultima parola). Sono importanti ma non determinanti (e questo è determinate) per definire l’identità di un libro. Esse sono un elemento dentro un sistema più ampio. In effetti per me più che disegnare le copertine è sempre stato più appassionante progettarne gli interni. L’interno, questo è il succo di un libro. A differenza del design di una copertina, non si diventa famosi elaborando interni. Ma proprio per questo qui ci si può divertire: è negli interni che si gioca una partita sottile con i lettori. Si sposta il tono. Si influenza il significato. Si dà vita e forma al testo. Ecco quattro libri che ho disegnato. Se ne aprite uno a caso senza guardare la copertina, noterete che ognuno ha un’unica forte identità visiva. Sfruttando determinate scelte tipografiche, di immagini o di layout ho cercato di tessere un “filo rosso” tra la copertina e gli interni. In questo modo, la copertina, in un certo senso, è ovunque.
Figura 30 Copertina di Art Space Tokyo: mappa di Tokyo disegnata a mano.
Figura 31 Art Space Tokyo, interni: mappa dell’area adiacente alla GA Gallery.
Figura 32 Copertina di Do You Know What It Means To Miss New Orleans?: l’esplosione di una stella.
Figura 33 Do You Know What It Means To Miss New Orleans?, interni: scansione di una vecchia illustrazione realizzata tramite xilografia.
Figura 34 Copertina di Kuhaku: disegno a mano della vista dallo Shinjuku Nikon Salon.
Figura 35 Kuhaku, interni: illustrazione di KozynDan dello shotengai di Shimotakaido.
Figura 36 Copertina di Goodbye Madame Butterfly: due donne in kimono.
Figura 37 Goodbye Madame Butterfly, interni: tema derivato da un kimono nel retro della copertina.
La forma digitale degli interni The Shape of Design16 di Frank Chimero è uno dei miei esempi preferiti di libro digitale che magistralmente definisce un percorso personale dalla copertina agli interni.
Figura 38 The Shape of Design: copertina su iBooks.
Guardando l’ebook di Frank Chimero ogni immagine di apertura capitolo potrebbe essere una copertina. A un livello base, Frank ha distribuito la copertina attraverso l’intero libro — nei limiti del design ammessi della tecnologia oggi disponibile per gli ebook.
Figura 39 The Shape of Design: illustrazione in apertura di parte.
Figura 40 The Shape of Design: illustrazione in apertura capitolo - 1.
Figura 41 The Shape of Design: illustrazione in apertura capitolo - 2.
Figura 42 The Shape of Design: illustrazione in apertura capitolo - 3.
Anche all’interno della limitata offerta di possibilità tipografiche di iBooks, l’apertura dei capitoli, le intestazioni e le spaziature, tutto imita l’edizione di stampa. Frank ha costruito il suo testo su un design olistico che accomuna The Shape of Design tra media differenti.
Figura 43 The Shape of Design: copertina in tela.
10
Contenitori digitali
Mi piace credere che il digitale stia spingendo verso il ritorno di una funzione comunicativa del design in senso classico e olistico. Una comunicazione che abbraccia il design di un libro nella sua complessità invece che in singoli elementi. Le copertine delle edizioni digitali non hanno bisogno di urlare. Non hanno bisogno di vendere. Diamine, potrebbero non essere mai viste. La questione è che l’intero libro deve essere trattato come la copertina. I punti di accesso alle pubblicazioni digitali non sono rigidamente definiti, e stanno diventando sempre più labili. Nel Web non ci si imbatte casualmente in un libro messo sopra un tavolo. L’esposizione dei libri passa attraverso le modalità e le opportunità del mondo digitale: un amico twitta una passaggio particolare, e linka, direttamente, dentro quel capitolo. Ho scritto di questo fenomeno in A pointable we, una serie di saggi che spiegano perché è di fondamentale importanza per gli editori comprendere in che modo i testi digitali sono scoperti e cosa succede quando sono costretti nell’interfaccia sbagliata: Questa carenza di vie di accesso è ciò che castra molte riviste trasformate in app per iPad. Esse finiscono per essere in una situazione non migliore rispetto alle riviste cartacee. Non ci sono vie attraverso le quali raggiungere direttamente il loro contenuto. Non è possibile arrivare subito all’interno. Bisogna sempre passare dalla porta di accesso principale per andare ovunque. Ed è una porta che di solito pesa diverse centinaia di megabyte e esasperantemente difficile da aprire.
Trattare l’intero libro come una copertina significa portare l’attenzione per il design e la tipografia che di solito dedichiamo solo alle copertine dentro tutto il testo. La scelta dei caratteri. Lo stile delle illustrazioni. I margini e il bilanciamento della pagina. Di nuovo, osservate The Conference of the Birds. O questo:17
Figura 44 La bibbia di Gutenberg (una copertina, in ogni pagina).
Tutte le copertine lo sono Morte! Già. Come sono morte la colla nella legatura di un tascabile, o le fettucce di tela nei segnalibri. C’è una colla digitale che lega le nostre pagine digitali, ma è differente. E c’è un modo per contrassegnare le “pagine” in un Kindle ma, ancora, è differente. Naturalmente i libri digitali hanno un elemento visuale statico — una “copertina” — che ne rappresenta i contenuti. Ma questo elemento sarà più piccolo piuttosto che più grande, e spesso dovrà competere con altri elementi informativi più forti. La copertina, una volta portata in digitale, assomiglia di più a una favicon18 piuttosto che alla porta di accesso al testo. Nel migliore dei casi è un piccolo elemento in un sistema più ampio, nel peggiore, non viene mai vista.
Percorsi Ma per quanto riguarda il “percorso” menzionato in precedenza? Come designer e ingegneri abbiamo bisogno di trovare il modo di calare questo percorso in un contesto specifico. Così come siamo guidati magistralmente in The Conference of the Birds, allo stesso modo dobbiamo essere guidati nei nostri libri digitali. Libri dal contenuto fisso hanno incluso nel loro DNA una certa quantità di contesto visivo. Ma anche libri dal contenuto fluido richiedono un percorso a prescindere da come il lettore può accedere al testo.
Strumenti
Autori e lettori possono trarre vantaggio, in maniera simile, da strumenti e dispositivi in grado di comprendere come un lettore accede al testo, se è già stato lì e quello di cui può essere alla ricerca. Se questo ricorda un po’ il web design è perché i due — design di libri digitali e web design — si stanno, per alcuni aspetti, mescolando. Purtroppo, i nostri strumenti per creare libri digitali non consentono ancora ai designer di sviluppare progetti in questo senso. Nook e Kindle quasi completamente rifuggono la mano del designer. iBooks Author comincia a muoversi verso il design, ma a singhiozzo. Ora tocca al software. Gli schermi Retina sui tablet consentono una grande definizione del carattere. L’hardware ha raggiunto i nostri desideri di design. Ora tocca al software permetterci di realizzare le nostre visioni.
11
Appagare
E così questo diluvio digitale — e la Morte! Morte! Morte! della copertina — porta la possibilità di riconsiderare il modo in cui pensiamo le copertine. Di rompere con la nostalgia. O, ancora meglio: di porre le basi per qualcosa che potremo rimpiangere un domani. Ma, forse più importante, legato a tutto questo c’è la possibilità di appagare i lettori insoddisfatti. Ripenso alla mia prima visita a Kinokuniya — a quel piacere — e accarezzo quella emozione. Considerare i lettori — i lettori che si sono impantanati nelle poco curate edizioni digitali. I lettori che potrebbero non aver mai conosciuto una copertina ben progettata. Che devono ancora sperimentare un tomo — digitale o fisico — dalla dimensione razionale, realizzato pensando al comfort e a un’esperienza d’uso intima. Qualcosa con ampio spazio bianco, un punto di inchiostro, il perfetto schizzo di dati. Realizziamo i nostri libri digitali per loro; facciamoli felici, partendo dalla copertina e reinventando quello che segue.
RIFERIMENTI
Titolo della versione orginale inglese Hack the Cover, liberamente consultabile presso http://craigmod.com/journal/hack_the_cover/. Una versione precedente di questo saggio è apparsa nella prima edizione di Codex Magazine. Altre letture consigliate: Has Kindle Killed The Book Cover?, Betsy Morais, The Atlantic, 16 aprile 2012; Scan This Book!, Kevin Kelly, The New York Times, 14 maggio 2006; The End of Authorship, John Updike, The New York Times, 25 giugno 2006.
NOTE
1
Prima dell’avvento del desktop publishing la preparazione di camera-ready per la stampa dipendeva dall’uso di strumenti come i precisissimi cutter della marca X-Acto utilizzati per tagliare e scontornare soggetti per poi ricomporli, incollandoli, nella pagina da mandare in stampa [NdT]. ↵ 2
Ethos, nell’originale [NdT]. ↵
3
The Coldest Winter: A Stringer in Liberated Europe, Paula Fox. ↵
4
La biblioteca dell’università di Harvard [NdT]. ↵
5
Library: An Unquiet History, Matthew Battles. ↵
6
C’è un inebriante (assuefacente? riduttivo? ispirante?) senso di razionalità in gran parte del design (nel cibo? nella cultura?) che il Giappone produce. Il lavoro di Fukasawa per Muji. Diamine, quasi tutto quello che Muji produce. I prodotti da caffè di Hario. I tenegui di Kamawanu. I tatami... Ricordo quando anni fa ero giudice per l’Art Directors Club, quasi ogni poster che ci affascinava per l’elegante minimalismo, veniva dal Giappone. Poi, naturalmente, il Giappone produce anche siti come questo: http://biccamera.com. ↵ 7
Ho avuto un’esperienza analoga circa dieci anni più tardi nella libreria La Hune di Parigi. Libri bianchi piccoli e perfetti, ovunque. ↵ 8
Per un’unica raccolta di copertine meravigliose non potete non visitare The Book Cover Archive. ↵
9
Anche nel mercato giapponese ci sono, naturalmente, molte copertine orribili. Vistose e sgradevoli. E anche le copertine giapponesi sono strumenti di marketing. Tuttavia, l’orientamento generale sembra essere — vero o falso che sia — la volontà di non saturare il mercato con “copertine da fast-food”. Gli editori hanno convenuto di misurarsi all’arma bianca. Di preservare una parvenza di grazia. Di non trasformare il marketing in un incontro di pugilato. Ho sempre percepito in Inghilterra una sensibilità analoga verso le copertine. Spesso ho trovato le copertine inglesi più ponderate ed eleganti (con carta di alta qualità, pure) rispetto alle loro corrispettive americane. ↵ 10
Tutto ciò ha anche a che fare con la distanza cognitiva con cui dobbiamo confrontarci nel mondo digitale. Certo, posso premere il tasto Home e vedere sul mio Kindle l’autore e il titolo, ma lo schermo si aggiorna lentamente. Quello che nel mondo fisico — lasciando la copertina in vista — ci porta via un decimo di secondo, in un Kindle ha bisogno di 3-4 secondi. Questa indolenza ci appare strana. Perché credete che Google sia così ossessionato dai millisecondi? Perché i nostri cervelli da scimmia sono impazienti e volubili. ↵ 11
The Conference of the Birds, di Farah Behbehani, 2009. (Esistono diverse edizioni, ma credetemi, dovete cercare la grande e costosa edizione rilegata.) ↵ 12
Ho scoperto il saggio di James cercando copertine di O’Reilly. Il fatto che ci siano quasi due anni di distanza tra il suo post e questo ci dice molto sia dell’enorme velocità con cui l’editoria sta cambiando (nel profondo) sia della grande riluttanza al cambiamento (in superficie). ↵ 13
Why Aren’t There Words on the Covers of Our Books?, The Domino Project. ↵
14
A Book Apart. ↵
15
Alcuni dettagli tecnici: normalmente, i libri aggiornati vengono visti solo dai nuovi clienti. Se volete che chi ha già acquistato un libro sappia dell’aggiornamento, dovete contattare via email il Kindle Direct Publishing per segnalare che il file è stato oggetto di un cambiamento significativo. Saranno loro a inviare ai clienti che hanno acconsentito a ricevere comunicazini di questo tipo un messaggio per notificargli dell’avvenuto aggiornamento. Tenete presente che quando un ebook aggiornato viene inviato ad Amazon, questo può comportare la perdita delle note o degli highlight associati alla versione precedente. Come ripeto, questo è hacking. ↵ 16
The Shape of Design, Frank Chimero. ↵
17
La Bibbia di Gutenberg. Grazie, Wikipedia. ↵
18
Piccola icona che caratterizza una pagina web, di norma visibile nella barra degli indirizzi del browser e di dimensioni oscillanti tra i 16×16 e i 32×32 pixel [NdT]. ↵
L’AUTORE
Craig Mod è uno scrittore indipendente, un editore e un designer che lavora in California nella Bay Area (e spesso a Tokyo). È membro del MacDowell Colony e ha lavorato per Flipboard da ottobre 2010 a gennaio 2012, occupandosi principalmente dei prodotti Flipboard per iPhone. Nel 2012 è stato tra i cinque vincitori dei TechFellow Awards per la categoria Product Design & Marketing. I suoi scritti sono apparsi sul New Scientist, il New York Times e il Codex Journal of Typography.
RINGRAZIAMENTI
Per l’editing e i commenti alla prima bozza stesa per Codex Magazine: Carolyn Wood e John Boardly. Per le dritte su Illustrator: Frank Chimero. Per la rilettura: Peter Collingridge.
DOVE QUESTO SAGGIO È STATO SCRITTO
(perché è bene ricordarlo)
Su un treno in California tra San Francisco e Santa Clara. Su un tavolo di legno Ikea a tarda notte nel quartiere Prospect Heights (Brooklyn, New York), ascoltando il passaggio delle linee metropolitane sottostanti. Osservando il ponte di Brooklyn e Manhattan dallo Studio Mates. A Palo Alto, su un tatami nella Blue Shala. Durante il mese di marzo 2012 in Giappone (Tokyo) — al Cafe Muji, nel quartire di Omotesando, la mattina presto, con il personale che guardava con sospetto la scena di questo straniero intento a bere caffè. Al Bear Pond Espresso, una caffetteria e panetteria all’interno della stazione di Yoyogi Uehara. Al longue bar al secondo piano della nuova libreria Tsutaya nel complesso commerciale di Daikanyama. Un pugno di paragrafi al Cafe Facon nel quartiere di Nakameguro. A tarda ora, al ristorante Denny’s in Kyu Yamate Street — quando è immerso in quel tipico folclore che ti aspetti in una notte del giovedì. All’incubatore di nuove aziende KP, nel distretto SoMa (South of Market) di San Francisco. Alla caffetteria Red Rock, Mountain View. Alla caffetteria Venetia, Palo Alto.
DALL’EDITORE
Galleria copertine
La versione originale (in lingua inglese) di questo saggio è stata pubblicata dall’autore sul proprio sito, all’indirizzo http://craigmod.com/journal/hack_the_cover/. Craig Mod ha utilizzato per questo le capacità espressive e tipografiche di HTML5 che unite alle potenzialità del Web moderno permettono, tramite un generico browser, esperienze di lettura e fruizione di gran lunga più articolate e versatili rispetto a quelle oggi possibili tramite i più comuni ereader. Il supporto di HTML5 (o meglio di ePUB3) è ancora troppo circoscritto mentre la disparità di performance — software e hardware — dei device in commercio non rendono perseguibile la realizzazione di ebook che funzionino su ogni ereader in maniera analoga e coerente. Questo scenerio ha influenzato la realizzazione di questo ebook. Privilegiando la scelta di realizzare ebook compatibili e quindi leggibili sul maggior numero di dispositivi, si è optato per una soluzione tipograficamente più “povera” rispetto al sorgente inglese in HTML5, dove il lettore poteva tra l’altro zoomare sulle immagini di numerose copertine presentate. Per non precludere completamente la possibilità di osservare con maggiore dettaglio le copertine segnalate da Craig Mod, abbiamo quindi predisposto questa galleria, che raccoglie i lavori di: Chip Kidd, Grey318, Helen Yentus, Domino, A Book Apart, O’Reilly, e dello stesso Craig Mod per la serie PRE/POST. NOTA Le copertine sono incluse alla massima risoluzione messa a disposizione dall’autore e impaginate per essere visualizzate a tutto schermo. Ovviamente questo sforzo viene penalizzato su schermi dalle dimensioni di pochi pollici, a meno che non si utilizzi un device e un software di lettura che consenta di zoomare sulle immagini, come per esempio iBooks di Apple.
Ti potrebbe interessare anche
EBOOK METADATA DI IVAN RACHIELI Una guida alla conoscenza dei metadati editoriali, per imparare conoscerli sia quando sono integrati in pubblicazioni ePub, sia quando viaggiano in flussi ONIX verso i negozi. Tutto con l'aggiunta di pratici consigli per una migliore vendibilità e trovabilità dell'ebook, anche quando si lavora su Amazon e nel formato Mobi. Scopri di più
INTRODUZIONE AI CONTRATTI DI EPUBLISHING DI MARCO GIACOMELLO Questo ebook traccia uno scenario fatto di possibili remix tra contratti atipici, consuetudini, standard tecnologici e le leggi sul diritto d'autore e la proprietà intellettuale. Un testo dedicato ad autori e selfpublisher, e più in generale a chiunque oggi possa adempiere alla funzione di editore. Scopri di più
INDICE
README.txt Ebook piccoli, freschi e saporiti Non finisce qui 0. Morte! Avanti! 1. Rilegato in pelle 2. Piacere a Kinokuniya 3. Copertine contemporanee 4. Amazonia 5. Il flusso di lettura di Kindle 6. L’esempio di The Conference of the Birds 7. Le copertine, oggi Domino A Book Apart Nel mezzo Qualità 8. Hacking delle copertine 9. Gli interni La forma digitale degli interni 10. Contenitori digitali Tutte le copertine lo sono Percorsi Strumenti 11. Appagare Riferimenti
Note L'autore Ringraziamenti Dove questo saggio è stato scritto Galleria copertine Chip Kidd Grey318 Helen Yentus Domino A Book Apart O'Reilly Craig Mod Ti potrebbe interessare anche Ebook metadata: da ePub a ONIX il futuro del marketing editoriale Introduzione ai contratti di ePublishing