PSICOLOGIA PSICOLOGIA DEL PENSIERO - “IL MULINO” Capitolo 1 – Deduzione ricavata da un argomento in cui, !e le p#e$e!!e !ono "e#e% la onlu!ione & Conlu!ion Conlu !ione e "alida: è ricavata nee!!a#ia$ente "e#a. Esistono 'uatt#o (o#$e )a!ila#i di ragionamento proposizionale: •
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Modu! Modu ! ponen po nen!!: se P, allora Q P dove P e Q sono due proposizioni qualsiasi, si può inferire la onlu!ione * ; Modu! Modu ! tollen tol len!!: se P, allora Q non-Q si può onlude#e non-P.
Ci sono due casi in cui non è possiile trarre un!inferenza un!inferenza valida da una premessa condizionale: +allaia della de lla ne,azione ne,azio ne dellAnteedente. dellAnte edente. se P, allora Q non-P non !i pu/ onlude#e non-* ; +allaia dellA((e#$a del lA((e#$azione zione della Con!e,uente. Co n!e,uente. se P, allora Q Q non !i pu/ onlude#e P.
La lo,ia $entale Postula c"e la mente delle persone contenga un in!ie$e di !0e$i di in(e#enza di tipo (o#$ale #logica mentale$ c"e permette di spiegare come vengono tratte le inferenze valide. Quindi uno !0e$a lo,io & di natu#a (o#$ale , cioè porta a trarre inferenze inferenze indipendentemente dal contenuto delle premesse. %econdo questa teoria, le pe#!one o$$ettono pi (allaie 'uando la p#e$e!!a e!p#i$e una #elazione au!ale i ui te#$ini !ono (o#te$ente a!!oiati alla $e$o#ia . <res', la stessa attriuisce gli errori e gli effetti di contenuto all!azione delle norme c"e regolano la conversazione conversazione #pragmatica$. (a non riesce a !pie,a re due (eno$eni: infatti le persone non sempre traggono inferenze inferenze valide e inoltre i processi deduttivi comuni semrano influenzati dal contenuto delle premesse e dal grado di crediilit) delle conclusioni.
2eo#ia dei $odelli $entali Postula c"e il ragionamento è un p#oe!!o !e$antio, c"e dipende dal modo in cui vengono costruite e manipolate le rappresentazioni #modelli$ mentali del contenuto delle premesse. *nfatti le persone si costruiscono #app#e!entazioni #app#e!entazioni eono$i0e del contenuto delle premesse e tendono a li$ita#e le #app#e!entazioni #app#e!entazioni ai $odelli delle ontin,enze "e#e% t#a!u#ando 'uelli delle ontin,enze ontin,enze (al!e . %ulla ase di questa tendenza, la teoria dei modelli mentali offre una spiegazione dei processi deduttivi di ase: la correttezza di una conclusione dipende dal maggiore o minore grado di complessit) della rappresentazione rappresentazione necessaria per poterla ricavare; pi $odelli )i!o,na e!pliita#e per arrivare ad una conclusione valida, e pi di((iile #i!ulta il p#oe!!o . +a teoria d) una spiegazione degli enuniati ont#o(attuali a"#e))e#o ont#o(attuali #cioè c"e esprimono po!!i)ilit3 0e a"#e))e#o potuto "e#i(ia#!i in $odo alte#nati"o a 'uello #eale% $a 0e non !i !ono "e#i(iate $: questi vengono rappresentati rappresentati con due modelli iniziali, quello per le possiilit) reali e quello per le controfattuali. controfattuali. %i può ipotizzare c"e un prolema modus tollens sia pi facile quando la premessa condizionale è un controfattuale. Effetti Effetti di contenuto: se l!associazione tra P e Q è forte, non vengono costruiti modelli alternativi in cui P è assente; se l!associazione è deole, vengono costruiti modelli in cui P è assente e l!effetto Q presente.
Con(#onto t#a la lo,ia $entale e teo#ia dei $odelli $entali E! asato su due filoni di ricerca: In(e#enza illu!o#ia. inferenze opposte a quelle normativamente corrette. +a teoria dei modelli • mentali riesce a spiegare questo fenomeno: in ondizioni di ine#tezza% le pe#!one ope#ano !elte non on!e'uenziali% an0e !e le due alte#nati"e po#tano alle !te!!e on!e,uenze . Ra,iona$ento #elazionale. secondo la logica mentale, un p#o)le$a di #a,iona$ento & pi di((iile • 'uanti pi pa!!i in(e#enziali #i0iede , e la presenza di una premessa irrilevante non spiega la maggior difficolt) di un prolema inferenziale. (a in realt) come ritenuto dalla teoria dei modelli mentali, p#o)le$i #elazionali 0e atti"ano pi $odelli !ono pi di((iili da #i!ol"e#e .
Capitolo 4 – Dei!ione n p#o)le$a dei!ionale insorge quando un indi"iduo de"e !e,lie#e t#a due o pi alte#nati"e , in vista di un oiettivo. +a presa di decisione è stata studiata da due di((e#enti app#oi : App#oio no#$ati"o. prende in considerazione gli aspetti prescrittivi della decisione e cerca di • indi"idua#e i p#inipi in )a!e ai 'uali luo$o e((ettua una !elta #azionale ; App#oio de!#itti"o. mira a o!t#ui#e $odelli 0e possono descrivere e p#e"ede#e il p#oe!!o • dei!ionale ed individuare i fattori c"e lo condizionano.
2eo#ia dellutilit3 di 5on Neu$ann e Mo#,en!te#n %i asa su due p#inipi: •
P#inipio della t#an!iti"it3. se preferisco & a e a C, devo necessariamente preferire & a C;
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P#inipio di indipendenza. se esiste uno stato del mondo c"e conduce allo stesso esito
indipendentemente dalla scelta effettuata, allora la scelta dovree essere indipendente da quell!esito. *l principio della transitivit) non è sempre rispettato: #o"e!ia$ento delle p#e(e#enze . Questo fenomeno è stato spiegato con l!ipotesi della ponde#azione ontin,ente : i soggetti ponde#ano la !elta tra due attriuti, a seconda del modo in cui le p#e(e#enze vengono #i0ie!te dal o$pito . &nc"e il principio dell!indipendenza non è sempre rispettato: paradosso di &llais.
2eo#ia del p#o!petto di 6a0ne$an e 2"e#!78 E! una teo#ia de!#itti"a : rende conto pe#0& ,li indi"idui !el,ono in $anie#a di((o#$e dal $odello della teo#ia dellutilit3 . Di((e#i!e infatti da 'ue!tulti$a pe# t#e a!pett i: in questa teoria, la nozione di utilit3 & !o!tituita dal onetto di "alo#e, definito in termine di • pe#dita o ,uada,no, e non in termini di enessere netto. %i rappresenta su un grafico in cui il valore riferito alle pe#dite descrive una u#"a on"e!!a e #ipida , e il valore riferito ai ,uada,ni descrive una u#"a ona"a 0e #e!e $eno #apida$ente: pi au$enta la di!tanza dal punto di #i(e#i$ento% pi di$inui!e le((etto di una "a#iazione $a#,inale ; mentre nella teoria dell!utilit) il decisore valuta una proailit) di successo del /01, la teoria del prospetto on!ide#a le p#e(e#enze o$e una (unzione di pe!i dei!ionali : l!espressione di questi ultimi tende a !o"#a!ti$a#e le piole p#o)a)ilit3 e a !otto!ti$a#e le p#o)a)ilit3 $edie o ele"ate; la teoria del prospetto predice c"e le p#e(e#enze dipendono dal tipo di #app#e!entazione $entale del p#o)le$a dei!ionale . Questa teoria descrive il fenomeno dei costi affondati: si suisce un condizionamento di scelte fatte precedentemente quando isogna prendere una decisione, anc"e se le prime non "anno prodotto l!esito sperato. •
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E((etto di “ino#niia$ento” 9(#a$in,: di 6a0ne$an e 2"e#!78 *l (#a$e di decisione è la onezione 0e il dei!o#e 0a de,li atti% de,li e!iti e delle ontin,enze a!!oiate ad una pa#tiola#e !elta . Questo effetto sottolinea l!importanza c"e la strutturazione del prolema "a sulla scelta ed è illustrato dal “p#o)le$a della $alattia a!iatia” : i !o,,etti elaorano frames in maniera differente nelle due condizioni sperimentali: tendono a "aluta#e po!iti"a$ente dei!ioni on (#a$e! di ,uada,no, e ne,ati"a$ente 'uelli on (#a$e! di pe#dite.
St#ate,ie dei!ionali Contrapposta alla teoria dell!utilit) multi-attriutiva, troppo dispensiosa, esiste la teo#ia d i Si$on, c"e alle,,e#i!e note"ol$ente il a#io o,niti"o : il dei!o#e !i aontenta di raggiungere un li"ello $ini$o aetta)ile di !oddi!(azione . 2i è una prima classe di strategie dette o$pen!ato#ie, c"e vengono applicate quando gli attriuti o le alternative sono paragonaili tra di loro; quando ciò non è possiile, vengono utilizzate strategie non o$pen!ato#ie. &lla prima classe appartiene la !t#ate,ia additi"a o $odello linea#e , nella quale si sommano tutti i valori ponderati per ottenere un valore gloale per ogni alternativa, per poter scegliere quella c"e "a riportato il valore maggiore. &lla seconda classe appartengono l!euristica 3le!!io,#a(ia4 # determina l!attriuto pi importante e sceglie l!alternativa con il valore pi elevato$ e le strategie di 3eli$inazione pe# a!petti 4 #si impone un valore minimo accettaile e si scartano tutti i valori c"e non lo raggiungono$. +a scelta delle strategie è in(luenzata da effetti di compito # o$ple!!it3$ ed e((etti di onte!to #similarit) e attrattivit) delle alternative$.
Capitolo ; – Soluzione di p#o)le$i e #eati"it3 App#oi teo#ii alla !oluzione di p#o)le$i La p!iolo,ia della Ge!talt 20o#ndi7e definisce l5app#endi$ento pe# p#o"e ed e##o#i c"e procede gradualmente finc"6 il successo rende staile l5associazione tra il comportamento ed il risultato positivo ottenuto; 6<0le# non nega questo tipo di apprendimento, ma nei suoi studi sugli animali con l5impiego di strumenti egli sostiene c"e il $o$ento pi i$po#tante e #itio & 'uello in ui l=ani$ale #i!t#uttu#a la !ituazione #apprendimento per intuizione - in!i,0t$. 7a quel momento in poi i tentativi dell5animale diventano produttivi fino al raggiungimento dell5oiettivo; Per >e#t0ei$e# la !ituazione p#o)le$ia nasce quando gli ele$enti di una !t#uttu#a !i o#,anizzano in $anie#a di"e#!a da 'uella #i0ie!ta per poter raggiungere con successo l5oiettivo. Per risolvere il prolema isogna riorganizzare le sue parti in una nuova struttura # #i!t#uttu#azione$; la ristrutturazione è però o!taolata dalla (i!!it3 (unzionale c"e dipende dal vedere la possiilit) di impiegare un oggetto con una funzione diversa da quella normalmente svolta; Dun7e# per spiegare come vengono risolti i prolemi indi"idu/ $etodi eu#i!tii , cioè vie per raggiungere la soluzione caratterizzate dal tentativo di "a#ia#e ele$enti della !ituazione in )a!e all=o)ietti"o 0e !i "uole #a,,iun,e#e . •
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“?u$an In(o#$ation P#oe!!in, 20eo#8”9?IP: 8 la teoria c"e onepi!e la $ente o$e un ela)o#ato#e di in(o#$azioni . Prevede c"e il comportamento dell5essere umano quando #i!ol"e un p#o)le$a è dato dall5interazione di t#e o$ponenti e!!enziali : 9. n sistema c"e elaora informazioni c"e corrisponde al solutore,umano o artificiale, c"e si rappresenta.. . ..la situazione in termini di uno spazio del prolema c"e è la visione generale relativa a situazione iniziale, situazione finale e i vari passaggi interni; . +5amiente del compito, cioè il compito cos' come è concepito dallo sperimentatore. +a st#uttu#a dell=a$)iente del o$pito in(luenza il o$po#ta$ento del !oluto#e . +a ricerca dei passaggi per trovare la soluzione del prolema tende a mettere in atto una p#oedu#a eu#i!tia c"e riduca lo spazio prolemino e sia economica. +e eu#i!ti0e sono e!pedienti 0e on!entono di a##i"a#e #apida$ente ad una !oluzione e si contrappongono agli algoritmi c"e considerano sistematicamente tutte le possiili alternative per arrivare alla meta e perciò garantiscono una soluzione ma ric"iedono tempi lung"i. Si$on "a individuato diverse euristic"e o strategie quali l5anali!i $ezzi-(ini , c"e consiste nel on(#onta#e lo !tato attuale del p#o)le$a on le a#atte#i!ti0e 0e il p#o)le$a de"e a"e#e nello !tato (inale. +5approccio <*P è innovativo per l5oiettivo per cui sono usati i protocolli, cioè per trascrivere programmi il pi possiile fedeli alle strategie prodotte dagli esseri umani utilizzando strumenti
quali la veralizzazione simultanea e le osservazioni dirette, c"e permettono allo sperimentatore di costruire un grafo del comportamento del prolema per avere una descrizione analitica dei processi c"e effettua il solutore in una situazione prolemica.
Pa#adi,$i di #ie#a In!i,0t *l termine fu introdotto da 6<0le# e indica il $o$ento in ui la !ituazione !i #io#,anizza e diventa trasparente e "en,ono olti 0ia#a$ente i !uoi t#atti e!!enziali on i lo#o #eip#oi #appo#ti . +5 insig"t è un concetto de!#itti"o, (eno$enolo,io; la #i!t#uttu#azione invece è il onetto e!pliati"o del (eno$eno . Per effetto della ristrutturazione la situazione diventa trasparente e l= in!i,0t ao$pa,na $a non p#odue la !oluzione. =eiserg e &la proposero il prolema dei nove punti e conclusero c"e la difficolt) del prolema sta nel fatto c"e i soggetti non "anno l5esperienza necessaria per arrivare a concettualizzare la soluzione; si oppongono quindi al concetto di insig"t proposto dai gestaltisti. Si$ulazione e !oluzione di p#o)le$i +a simulazione mediante calcolatore è stata introdotta dall5approccio <*P: i programmi possono rappresentare modelli teorici per i processi cognitivi. %econdo =ert"eimer la rappresentazione del prolema viene presupposta dal programma, organizzazione, il pensiero, la comprensione, la ristrutturazione sono nel programmatore. Metao,nizione e !oluzione di p#o)le$i Per metacognizione si intende la on!ape"olezza e la conoscenza c"e ognuno di noi "a del $etodo in ui ope#ano i no!t#i p#oe!!i o,niti"i . *l pensiero ad alta voce è oggi considerato una tecnica c"e fa riferimento a conoscenze metacognitive. Criteri metacognitivi sono stati utilizzati pe# di!tin,ue#e p#o)le$i in!i,0t e p#o)le$i non-in!i,0t . +a soluzione dei primi avverree attraverso una ricerca nell5esperienza passata c"e porta ad un incremento d5informazione fino alla soluzione.
C#eati"it3 e !ope#ta !ienti(ia C#eati"it3 e !oluzione di p#o)le$i %econdo il concetto tradizionale di genio, i la$pi di intuizione sono p#o"oati da p#oe!!i di pen!ie#o !t#ao#dina#i ; >ei!)e#, sostiene invece un5i pote!i di natu#a u$ulati"a della #i!po!ta #eati"a . C!i7!zent$i0al8i sostiene l5esistenza di quattro componenti non razionali tipic"e dell5atto creativo: 9. +5interesse: energia psic"ica attratta dal dominio; . (otivazione intrinseca: l5energia psic"ica investita verso il prolema da risolvere; . *nsoddisfazione; >. Contesto sociale: riconoscimento della creativit) di un5idea. Per %imon può essere considerata creativa una attivit) qualsiasi c"e produce qualc"e utile novit) #riguarda quindi il prodotto e non il processo$; inoltre il pensiero creativo può essere spiegato da leggi scientific"e.
Capitolo @ – Conetti e Cate,o#izzazione * onetti "anno due principali funzioni: (a"o#i#e leono$ia o,niti"a e (a"o#i#e le in(e#enze .
La teo#ia la!!ia n concetto è un in!ie$e di p#op#iet3 !in,ola#$ente nee!!a#ie e ,lo)al$ente !u((iienti pe# lappa#tenenza alla ate,o#ia . Soddi!(a il #ite#io di eono$iit3, in quanto una singola rappresentazione è usata per un!intera categoria, e inoltre !pie,a oe#enza e oe!ione dei onetti #i memri sono tenuti insieme dalla condivisione di attriuti$.
C#itia della teo#ia la!!ia >itt,en!tein ritiene c"e onetti 'uotidiani 0anno una !t#uttu#a pi de)ole di 'uella de(inizionale ;
memri di una categoria sono correlati fra loro attraverso insiemi di fattori c"e si sovrappongono #!o$i,lianza di (a$i,lia $. Questa concezione è alla ase delle principali #iti0e #i"olte alla teo#ia la!!ia : di((iolt3 ad identi(ia#e le p#op#iet3 c"e definiscono la maggior parte dei concetti naturali; •
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non esiste sempre un accordo sulla categorizzazione, anc"e se ciò dovree essere garantito; un onetto do"#e))e po!!ede#e tutte le p#op#iet3 de(inenti del onetto !o"#ao#dinato pi alcune propriet) pi specific"e distintive, $a 'ue!ta p#e"i!ione (alli!e in $olti a!i ; diversit) rilevata fra i memri di una stessa categoria in relazione al grado di tipicit) # 'uanto ia!un o,,etto #app#e!enta una e#ta ate,o#ia$. Questo fenomeno non & !pie,ato dalla teo#ia la!!ia .
2eo#ia del p#ototipo Postula c"e le ate,o#ie non sono entit) logic"e definite da condizioni necessarie e sufficienti, ma !ono !t#uttu#ate atto#no alle!e$pla#e $i,lio#e della ate,o#ia , cioè al p#ototipo. Quest!ultimo "a caratteristic"e percettivamente salienti e l!appartenenza di un esemplare ad una categoria è decisa in ase alla similarit) con il prototipo. %econdo questa teoria, le categorie sono organizzate gerarc"icamente in una ta!!ono$ia: Li"ello !o"#ao#dinato : categorie generali #moili, animali$; • Li"ello )a!e: vi sono concetti per i quali è massima la differenziazione intercategoriale #tavolo, • cane$; Li"ello !u)o#dinato : è minore la variailit) tra categorie allo stesso livello #tavoli da pranzo, cane da • caccia$. Questi livelli si differenziano per il grado di correlazione di attriuti, c"e è dipendente dal ,#ado di ono!enza di una pe#!ona .
C#iti0e alla teo#ia del p#ototipo •
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Mu#p08 e Medin #itiano innanzitutto la poa 0ia#ezza !ulla natu#a della !i$ila#it3: infatti è stato
dimostrato c"e giudizi di somiglianza ed appartenenza categoriale possono divergere; secondo loro, le teorie categoriali non possono asarsi solamente sulla somiglianza, c"e non & un #ite#io unio e ,ene#alizza)ile. A#$!t#on, e Gleit$an "anno distinto appa#tenenza ad una categoria e tipiit3, mostrando c"e i !o,,etti non (o#ni!ono ,iudizi #elati"i alla p#i$a% $a !olo ai ,#adi di tipiit3 .
2eo#ia del “o#e pi p#ototipo” %i distinguono un p#ototipo e un o#e: il primo contiene propriet) pe#etti"a$ente !alienti e (aili da "aluta#e , fornisce delle procedure di identificazione; il secondo "a p#op#iet3 pi dia,no!ti0e dell!appartenenza, ma $eno ae!!i)ili. Il o#e & $uta)ile e non & (i!!o , e la sua funzione è quella di #endere !ta)ile un onetto, ancorandolo al di l) degli attriuti percepiili. Può anc"e giustificare le categorizzazioni operate sulla ase delle procedure di identificazione.
2eo#ie in,enue %ono le teorie c"e le persone si costruiscono sul mondo per tentare di !pie,a#e il $odo in ui e#ti att#i)uti !ono #a,,#uppati in una ate,o#ia . *l concetto saree quindi un insieme di relazioni fra attriuti c"e rendono coerente la categoria. & sostegno della coerenza concettuale #come i concetti rappresentano un insieme di elementi ragionevole per c"i lo concepisce$ vi sono dati sperimentali: le ate,o#ie sono app#e!e pi (ail$ente !e !ono #e!e oe#enti da una teo#ia , e il ,#ado di ono!enza di un dato do$inio, condiziona la (o#$azione di onetti . +a principale influenza delle teorie la si può riscontrare con oggetti nuovi o 3di confine4 #orderline$. *nfine questa teoria affronta il prolema della delimitazione degli attriuti rilevanti, data principalmente dal contesto.
Modello (unzionali!ta di a#!alou Postula c"e i onetti non !ono #app#e!entazioni !ta)ili , poic"6 persone diverse o la stessa persona possono avere concetti diversi di una stessa categoria di oggetti, in contesti e momenti differenti. Questo $odello è cos' strutturato: la (+? contiene una grande quantit) di conoscenza interrelata e continua, c"e viene usata per costruire concetti nella memoria operativa; !ulla )a!e delle in(o#$azioni ontenute nella ML2% la $e$o#ia di la"o#o o!t#ui!e i onetti in #elazione ai onte!ti e alle !ituazioni :
i onetti allo#a !ono o!t#utti te$po#anei 0e dipendono dai onte!ti . n concetto non rappresenta una
data categoria in ogni occasione: esiste un nucleo di informazioni indipendenti dal contesto, dopo c"e una propriet) è stata associata pi volte ad una categoria. Al $uta#e de,li !opi% de,li e!e $pla#i e del onte!to% a$)iano an0e i onetti 0e le pe#!one !i #eano pe# una !te!!a ate,o#ia .
Capitolo B – Il #a,iona$ento p#o)a)ili!tio E! il modo in cui a partire da dati indi"iduali o da !tati!ti0e !i ,iun,e a (a#e ,ene#alizzazioni% ate,o#izzazioni e p#e"i!ioni ed & i$pliato nello !tudio dei onetti .
Il teo#e$a di a8e! @appresenta il #a,iona$ento c"e ci consente di $odi(ia#e le no!t#e opinioni alla lue delle nuo"e in(o#$azioni 0e "ia "ia a'ui!ia$o . n esempio di questo ragionamento può essere ritrovato nella dia,no!i $edia: il medico dovr) considerare, oltre al risultato del test, anc"e l!incidenza della malattia nella popolazione di provenienza del paziente; la proailit) c"e il paziente c"e è risultato positivo al test sia #eal$ente $alato, !i ottiene di"idendo la pe#entuale dei $alati 0e 0anno a"uto e!ito po!iti"o al te!t pe# la pe#entuale ,ene#ale di tutti olo#o 0e !ono #i!ultati po!iti"i al te!t% !ia !ani 0e $alati . *n questo caso con il teorema di aAes possiamo asarci sull!incidenza della malattia all!interno di una certa popolazione, modificandola successivamente alla luce dell!esito del test.
Le,,e dei ,#andi nu$e#i %e il numero di eventi di cui ci si attende la regolarit) dell!alternanza è piccolo, tale attesa è ingiustificata e in alcuni casi risc"iosa #roulette$. +a legge dei grandi numeri garantisce infatti c"e !olo a$pioni $olto ,#andi !iano alta$ente #app#e!entati"i della popolazione da ui !ono !tati t#atti . %econdo 2"e#!78 e 6a0ne$an, questa le,,e si applic"eree an0e a a$pioni pioli #le,,e dei pioli nu$e#i$; essi ritengono infatti, c"e sia il ragionamento corretto c"e quello erroneo dipendono dalla rappresentativit), e anc"e campioni piccoli contengono un numero rappresentativo di elementi della popolazione. +a ,a$)le# (alla8 #errore del giocatore$ può essere legata alla considerazione delle estrazioni come eventi legati, e non come indipendenti: la no!t#a idea di a!o !i )a!a !u una #e,ola#it3 o$pen!ato#ia.
La p#o)a)ilit3 ondizionale Pe# "aluta#e la p#o)a)ilit3 ondizionale 0e !i "e#i(i0i un e"ento A% dato il "e#i(ia#!i di un alt#o e"ento % io& p9A$, sono stati effettuati vari esperimenti. *n ase al prolema delle tre scatole & C, i soggetti applicano #edenze intuiti"e ed e##onee di#etta$ente alla p#o)a)ilit3 a po!te#io#i di A . +e due principali sono: •
E'uip#o)a)ilit3 delle #e!tanti alte#nati"e #uniformitA elief$
•
Il no-ne!% no-0an,e )elie(% c"e deriva dal fatto di sapere fin dall!inizio c"e almeno una delle due
scatole e C è vuota.
+allaia della p#o)a)ilit3 di )a!e Eu#i!ti0e e )ia!e! +a fallacia della proailit) di ase è data dalla $anata on!ide#azione della p#o)a)ilit3 p#i$a#ia nel ,iudizio della p#o)a)ilit3 di e"enti ondizionati . %econdo ?versBA e a"neman, la maggior parte delle persone valutano la proailit) di un evento considerando solo l!informazione relativa a casi singoli, a discapito della proailit) di ase, cioè relativa all!intera popolazione. +a spiegazione della fallacia della proailit) di ase si può trovare nelle eu#i!ti0e e )ia!e! : le euristic"e sono scorciatoie cognitive c"e !e$pli(iano la o$ple!!it3 di "aluta#e la p#o)a)ilit3 di un e"ento% onduendo pe#/ a !i!te$atii e##o#i #)ia!e!$. %ono stati utilizzati due paradigmi di ricerca: Diudizio sociale : dall!esperimento di ?versBA e a"neman i soggetti asavano le loro risposte solo • sulla tipicit) o rappresentativit); secondo quest!ultima, la p#o)a)ilit3 di e"enti ine#ti & !pe!!o "alutata in #elazione al ,#ado in ui 'ue!to #app#e!enta o !o$i,lia al p#oe!!o 0e lo p#odue ;
Prolemi scolastici : vengono usati prolemi c"e forniscono informazioni riguardo: -- la proailit) di ase, c"e può essere definita come la frequenza relativa con cui un evento si verifica; -- l!informazione specifica c"e fornisce proailit) relativa ad un sottogruppo. •
App#oio (#e'uenti!tio %econdo gli studiosi, il #a,iona$ento !tati!tio intuiti"o & !t#uttu#ato in $odo ( #e'uenti!tio . *l concetto di proailit) non è applicaile ad un singolo evento, ma !olo a !e'uenze di e"enti . +a proailit) di ase avree quindi un i$patto $ino#e in o$piti 0e #i,ua#dano un !in,olo a!o #i!petto a 'uelli in ui la "alutazione #i0ie!ta & #elati"a ad una !ue!!ione di e"enti . %i pensava c"e questo approccio riducesse il fenomeno della fallacia, ma non è cos'. App#oio p#a,$atio. la (o#$ulazione pa#titi"a %i è rivelato spesso #uiale pe# di$o!t#a#e le de)olezze dei pa#adi,$i teo#io-!pe#i$entali pi u!ati . +a formulazione partitiva ad esempio, pot#e))e e!!e#e #e!pon!a)ile dalla (allaia di )a!e : la formulazione partitiva definisce la proporzione o sottoinsieme della popolazione di cui il dato rappresenta una parte, e quindi relativizza il contenuto numerico.
La !o"#a!ti$a delle p#op#ie #i!po!te *n condizioni di incertezza le pe#!one !o"#a!ti$ano lau#atezza delle p#op#ie "alutazioni #overconfidence$. 2ia via c"e il o$pito diventa pi (aile, di$inui!e l o"e#on(idene #"ard-easA effect$. +a !otto!ti$a della propria prestazione & de(inita unde#-on(idene . +! overconfidence è spiegato dal $odello della (o#za-pe!o : per forza si intende quanto estremi sono i dati a favore di una certa ipotesi, e per peso si intende la validit) predittiva del dato. %e la forza tende a dominare sul peso, intervengono euristic"e quali la rappresentativit) e l!euristica dell! ancoramento #per la quale si resta ancorati al valore di partenza$ e aggiustamento # per la quale si modifica insufficientemente il valore di partenza in considerazione di altri elementi$.
La (allaia dellinte#!ezione Eu#i!ti0e natu#ali La p#o)a)ilit3 dellinte#!ezione di due e"enti dati A e & nee!!a#ia$ente in(e#io#e a 'uella #elati"a ai !in,oli e"enti 0e la o$pon,ono 9A: e 9: . Questo principio è spesso violato # e##o#e di inte#!ezione $. ?ale errore, secondo ?versBA e a"neman è dovuto all!euristica della rappresentativit), per la quale la p#o)a)ilit3 di un e"ento & "alutata in #elazione al ,#ado in ui 'ue!to #app#e!enta la !ua (onte o il p#oe!!o 0e lo p#odue .
Capitolo – Giudizio e !pie,azione au!ale +a maggior parte degli interrogativi causali sono determinati da eventi inaspettati o indesiderati; i giudizi causali devono essere corretti per consentire una presa di decisione efficace.
Pe#ezione e att#i)uzione au!ale +e persone dimostrano la tendenza ad indi"idua#e #elazioni di tipo au!ale an0e do"e non "e ne !ono , rilevando la presenza di sistematicit) in comportamenti incerti e ascrivendola a processi causali. %i definisce o##elazione illu!o#ia la credenza secondo cui due "a#ia)ili !ono o##elate 'uando in #ealt3 non lo !ono . ?u$e "a definito i (atto#i c"e influenzano il nostro modo di percepire la causalit): contiguit), similarit) e co-occorrenza di causa ed effetto. Conti,uit3 e !i$ila#it3 ?u$e aveva rilevato c"e la !i$ila#it3 t#a au!a ed e((etto on!enti"a di "ede#e #elazioni au!ali ; ciò è stato confermato da esperimenti di (ic"otte e da ricerc"e sulla percezione sociale. 7ai risultati è emerso c"e "i &
$a,,io#e p#open!ione a pe#epi#e #elazioni di au!alit3 t#a e"enti% !e 'ue!ti aadono onte$po#anea$ente e !e au!a ed e((etto !ono in 'ual0e $odo !i$ili ; vi sono minori proailit) di
percepire relazioni causali tra eventi distanziati nel tempo ed è improaile c"e le persone individuino correlazioni reali se queste non corrispondono a credenze preesistenti. Analo,ia uo$o-!ienziato E! stata postulata da ?eide# c"e "a dimostrato c"e !ia ,li uo$ini 0e ,li !ienziati att#i)ui!ono #elazioni di au!alit3 !ulla )a!e di unanali!i (atto#iale e p!iolo,ia , a sua volta asata sui metodi di induzione causale di (ill. Questa teoria è stata applicata da 6elle8 nell!elaorazione del modello ANO5A , secondo cui le pe#!one e ,li !ienziati analizzano le au!e u!ando lanali!i della "a#ianza . ia!e! nel p#oe!!o att#i)uti"o * p#oe!!i att#i)uti"i !ono !pe!!o !o,,etti a )ia!% alcuni dei quali sono: 1. Errori fondamentali di attriuzione: le pe#!one !otto!ti$ano le((etto del onte!to !ul o$po#ta$ento u$ano ed attriuiscono un peso eccessivo alle caratteristic"e personali dell!autore del comportamento; ciò a""iene !op#attutto 'uando ,li o!!e#"ato#i !ono di!t#atti da alt#i o$piti ; 2. &simmetrie successo-insuccesso : si tende ad attriuire in caso di !ue!!o i $e#iti alle apait3 pe#!onali e in caso di in!ue!!o, le #e!pon!a)ilit3 ai (atto#i !ituazionali ; 3. 7ifferenze attore-osservatore nell!attriuzione causale : ,li atto#i tendono ad a!#i"e#e il p#op#io o$po#ta$ento a a#atte#i!ti0e onte!tuali% 'uello alt#ui a (atto#i pe#!onali ; 4. 7ifferenze culturali nella spiegazione degli eventi ; /. 7ifferenze ideologic"e nella spiegazione dei fenomeni sociali.
Giudizi di ontin,enza e induzione au!ale 2a)elle di ontin,enza e ,iudizio au!ale *l $odello ANO5A di 6elle8 spiega il modo in cui la logica della covariazione pu/ e!!e#e appliata all=anali!i di o$po#ta$enti pa#tiola#i e può essere usata per e((ettua#e in(e#enze au!ali sull5eventualit) dell5esistenza di #elazioni au!ali t#a tipi di e"enti . *n quest5ottica la causa è 3la ondizione 0e & p#e!ente 'uando l=e((etto & p#e!ente e 0e & a!!ente 'uando l=e((etto & a!!ente 4. @appresentando un prolema in una ta)ella di ontin,enza 4F4 !i pu/ de(ini#e una #elazione au!ale 0e "i & 'uando la !o$$a delle elle A e D #i!ulta !i,ni(iati"a$ente $a,,io#e della !o$$a delle elle e C una au!a & p#e!ente 'uando 9aHd:9)H:J. & volte però questo processo avviene in modo sagliato, ad esempio !i po!!ono !o"#a!ti$a#e le in(o#$azioni nella ella A e !otto!ti$a#e 'uelle della ella D e ciò porta ad una onlu!ione e##ata .
*noltre i soggetti "anno spesso la tendenza a focalizzarsi sui casi positivi #confrontando celle & e strategie di test di positivit)$ e valutano comparativamente & e C #strategie di test di sufficienza$: i processi usati nei giudizi causali sono spesso fuori dalla consapevolezza delle persone. App#endi$ento a!!oiati"o e ,iudizio di au!alit3 Fella vita quotidiana le informazioni non sono sempre confezionate in taelle di contingenza; ,li uo$ini e ,li ani$ali , di fronte ad un e"ento i$p#o""i!o , appliano un app#endi$ento di tipo a!!oiati"o . +5apprendimento associativo: 8 e"ento-dipendente: si verifica solo in presenza di un evento imprevisto o sorprendente; • %i asa sull5elaorazione di in(o#$azioni ino$plete : in ogni prova vengono considerati solo i fattori • presenti al momento dell5evento nuovo; Conserva una (o#za a!!oiati"a: non "a isogno di conservare ricordi di esempi particolari di • associazioni ipotetic"e causa-evento per ricavarne una regola di giudizio di contingenza; ric"iede quindi una apait3 di ela)o#azione di in(o#$azioni $ino#e #i!petto ai p#oe!!i di ,iudizio di ontin,enza. * processi di apprendimento associativo nella covariazione sono on(e#$ati da aluni !tudi : 1. (ancato apprendimento di eventi iperpredetti: il $eani!$o di )loo #l5apprendimento associativo avviene solamente se l5evento ersaglio non risulta predetto dal contesto$;
2.
Ela)o#azione di in(o#$azioni ino$plete : Eventi inaspettati inducono a valutare accuratamente
l5amiente immediato alla ricerca di elementi a cui associarli. Ciò non avviene se l5evento è stato predetto dal contesto; 3. In#e$enti della (o#za a!!oiati"a : il modello di apprendimento associativo predice degli aggiustamenti prova-per-prova della forza associativa c"e lega indizi e risultati; le persone impiegano del tempo per apprendere la contingenza oggettiva fra l5indizio ed il risultato. ?ale modello "a offerto anc"e una spiegazione delle correlazioni illusorie: queste verreero apprese associando gruppi di minoranza a caratteristic"e negative poic"6 prestiamo attenzione maggiore agli eventi rari e tendiamo ad associarli agli aspetti salienti del contesto.
Att#i)uzioni% e$ozioni e $oti"azioni +a teoria attriuzionale !i oupa de,li e((etti delle att#i)uzioni !u e$ozioni e o$po#ta$ento . %econdo =einer, le no!t#e att#i)uzioni in a!o di in!ue!!o po!!ono dete#$ina#e le no!t#e !en!azioni e le no!t#e azioni !ue!!i"e: se attriuiamo il nostro fallimento ad una causa esterna ci arraiamo; se la attriuiamo ad una causa interna tendiamo a sentirci depressi. +a teoria attriuzionale "a ottenuto on(e#$e li$itate ; ciò è ascriviile in parte al prolema di far corrispondere cause percepite a dimensioni causali rilevanti; inoltre l5unico studio effettuato sulle reazioni emotive si è asato su una versione incompleta del modello del processo attriutivo di elleA.
Spie,azioni e pen!ie#o Le pe#!one tendono ad e((ettua#e talune !elte piutto!to 0e alt#e 'uando de"ono !pie,a#e le p#op#ie p#e(e#enze . *l dover fornire spiegazioni ad altri può indurre i decisori ad esplorare le opzioni in modo pi
approfondito. *noltre vi è un aumento della motivazione nelle persone c"e sanno di dover giustificare le proprie decisioni e tendono a non modificare una decisione presa; ciò è dovuto secondo ?etlocB a fattori motivazionali c"e portano le persone ad apparire coerenti con le proprie decisioni.
Capitolo K – L=eFpe#ti!e +5eGpertise è la o$petenza in uno !pei(io do$inio di ono!enza; può riguardare i domini pi diversi ma generalmente uno stesso soggetto sviluppa eGpertise solo in uno o poc"i domini.
La #ie#a !ull=eFpe#ti!e Gli inizi La #ie#a p!iolo,ia !ull=eFpe#ti!e 0a a"uto o#i,ine on l=e!i,enza di e!tende#e l=e!a$e dei p#oe!!i di p#o)le$ !ol"in, dai prolemi semanticamente poveri, c"e per essere risolti ric"iedono il riferimento a specific"e conoscenze precedenti, a 'uelli !e$antia$ente #i0i , c"e implicano il riferimento ad una ase
di conoscenza ricca ed articolata. Per garantire una uona prestazione però non asta avere notevoli capacit) di ricerca, ma isogna anc"e sapersi riferire ad una struttura di conoscenza en organizzata: si doveva quindi passare da sistemi asati su una strategia di potenza a sistemi asati su una strategia di conoscenza; si svilupparono cos' 3!i!te$i e!pe#ti4, c"e si fondano su una ase di ono!enza !pei(ia di un do$inio e 0e 0anno la (unzione di !"ol,e#e dei o$piti p#ei!i nell=a$)ito del do$inio !te!!o . Questi sistemi "anno in comune un programma di ase #motore inferenziale$ ma differiscono perc"6 le procedure di soluzione dei prolemi sono connesse alla ase di conoscenza posseduta dal sistema e all5organizzazione. La !elta dei !o,,etti Fella ricerca sull5eGpertise un amito di osservazione è costituito dalle prestazioni di soggetti esperti in un dato dominio, confrontate con quelle di soggetti inesperti. ?ipicamente è infatti adottato il pa#adi,$a eFpe#t-no"ie, in ase al quale si scelgono due gruppi di soggetti rispettivamente esperti e inesperti in un dominio e si propone ad entrami i gruppi uno stesso compito cognitivo. %i possono individuare varie categorie di eGpertise: La8pe#!on: conoscenza di senso comune o quotidiana del dominio e,inne#: dispone di una conoscenza prerequisita necessaria per il dominio; Inte#$ediate: superiore al eginner e inferiore al suespert; • • •
• •
Su)eFpe#t: conoscenza generica del dominio ma inadeguata conoscenza specializzata; EFpe#t: conoscenza specializzata nel dominio.
Poic"6 l5eGpertise si asa su una conoscenza acquisita nell5arco di diversi anni, e quindi gli individui avranno avuto difficilmente le stesse esperienze e occasioni di apprendimento, in un campione ci saranno inevitailmente differenze tra un esperto e l5altro. Solita$ente le #ie#0e !ull=eFpe#ti!e !ono di tipo t#a!"e#!ale #confronto fra soggetti di diverso grado di competenza in un dato momento$ e $eno !pe!!o !ono lon,itudinali #confronto fra vari periodi sullo stesso soggetto$. I o$piti p#opo!ti Consentono di indagare: •
•
A!petto !tatio della ono!enza : il modo in cui i contenuti propri del dominio vengono codificati,
rievocati, categorizzati e la loro organizzazione in reti concettuali; A!petto dina$io della ono!enza : strategie di soluzione di prolemi #si c"iede ai soggetti di risolvere un prolema del loro dominio e si osservano i comportamenti oppure si usa la tecnica del ragionamento ad alta voce c"e consiste nel c"iedere ai soggetti di dire tutto quello c"e viene loro in mente durante il processo di soluzione$.
Le a#atte#i!ti0e della p#e!tazione o$petente • •
EFpe#ti!e di #outine : capacit) di risolvere rapidamente e accuratamente prolemi noti; EFpe#ti!e adatti"o: capacit) di applicare efficacemente la conoscenza acquisita alla soluzione di
prolemi nuovi, anc"e mettendo a punto procedure di soluzione mai applicate prima. Le apait3 di $e$o#ia +5esperimento di de G#oot sugli !a0i è stato ripreso da C0a!e e Si$on c"e "anno ipotizzato #e verificato$ c"e i ,ioato#i e!pe#ti non 0anno in ,ene#e $i,lio#e $e$o#ia de,li ine!pe#ti . Dli e!pe#ti infatti sono a""anta,,iati !olo di (#onte a !ituazioni di ,ioo !i,ni(iati"e , perc"6 in questo caso identificano e mantengono nella memoria a reve termine configurazioni comprendenti pi pezzi. Drazie a questo p#oe!!o di #a,,#uppa$ento #0un7in,$ gli esperti possono aumentare la propria capacit) di (?, migliorando la prestazione. Con l5accumulo di esperienza in un dominio, le informazioni relative tendono ad essere organizzate in (+? e recuperate in (? non in forma di singoli dati ma di strutture #pattern$ significative e ciò consente agli esperti di sfruttare al massimo le capacit) della propria memoria #ipotesi del riconoscimento di una struttura di C"ase e %imon$. %i può concludere c"e poic"6 è possiile raggiungere gli stessi livelli di ailit) anc"e in presenza di punteggi diversi nel ricordo, quest5ultimo non è l5unica componente dell5ailit) dell5esperto. La #app#e!entazione dei p#o)le$i n aspetto importante dell5eGpertise è dato dall5o#,anizzazione dei !in,oli dati di ono!enza in unit3 !i,ni(iati"e #0un7in,$. 7a esperimenti si è concluso c"e gli ine!pe#ti categorizzano i prolemi sulla ase della loro !t#uttu#a di !upe#(iie, pongono cioè l5attenzione su somiglianze tra i prolemi immediatamente evidenti e concrete; gli e!pe#ti li categorizzano sulla ase della loro struttura p#o(onda , cioè sulla ase dei principi ad esso soggiacenti, e si collocano quindi ad un livello pi astratto di categorizzazione. Quando si tratta di un prolema noto, il p#oe!!o di o!t#uzione della #app#e!entazione ne,li e!pe#ti & a))a!tanza #apida; quando il prolema non è noto o difficile, la costruzione ric"iede un5attivit) inferenziale pi lunga; nella costruzione della rappresentazione di un prolema infatti in soggetto crea un collegamento tra la situazione c"e "a di fronte e la conoscenza precedente di cui dispone, e in questo processo sono fondamentali le inferenze,effettuate sia dagli esperti c"e dagli inesperti ma in modo diverso #differiscono nella capacit) di utilizzare la propria ase di conoscenza per effettuare inferenze rilevanti rispetto al prolema in esame$. St#ate,ie di #a,iona$ento 7a esperimenti di La#7in si è notato c"e gli e!pe#ti "anno adottato una !t#ate,ia di #a,iona$ento “in a"anti”, "anno cioè seguito una serie di step successivi c"e li "a condotti dalla situazione iniziale #dati presentati nel prolema$ alla situazione finale #oiettivo da raggiungere$ come se tutte le tappe fossero
collegate in sequenza; gli ine!pe#ti invece "anno adottato una !t#ate,ia di #a,iona$ento “all=indiet#o”, c"e prevede un primo confronto della situazione iniziale con quella finale, l5adozione di una strategia c"e riduca il divario tra le due situazioni, il raggiungimento di uno stato intermedio c"e viene confrontato nuovamente con quello meta per valutarne il divario e cos' via finc"6 i due processi non coincidono. Questa visione è stata però diattuta; Patel e altri "anno verificato l5e!i!tenza di una !t#ate,ia $i!ta (o#a#d-)a7a#d: il ragionamento degli esperti è di tipo forHard quando sono disponiili fin da suito tutte le informazioni necessarie per giungere ad una diagnosi; è di tipo forHard-acBHard quando si dispone di informazioni ridondanti rispetto a quelle necessarie o quando isogna raccogliere ulteriori informazioni. Dli e!pe#ti diversamente dagli inesperti, in !t#ate,ie )a7a#d indi"iduano po0i !ottop#o)le$i e li o#,anizzano in $odo ,e#a#0io ; inoltre dedicano ampio spazio alla valutazione della soluzione #eventualmente sanno intraprendere un percorso di ragionamento alternativo migliore$.
L=a'ui!izione dell=eFpe#ti!e *n ase alla 3#e,ola dei 1 anni 4 occorrono in media almeno 90 anni di pratica in un dominio per acquisire una effettiva competenza in esso. +a pratica, e pi precisamente l5esperienza di prolem solving nel dominio, costituisce una componente imprescindiile;è inoltre pi facile apprendere ciò c"e per noi è significativo. Dalla !t#uttu#a !upe#(iiale a 'uella p#o(onda in un p#o)le$a * rapporti fra struttura superficiale e profonda sono stati analizzati soprattutto grazie agli studi sul transfer analogico c"e può essere effettuato da un prolema all5altro ma solo astraendo caratteristic"e superficiali #di contenuto$ dei due prolemi e individuandone la similarit) di contenuto. a!!o7 "a concluso c"e non tutte le caratteristic"e superficiali "anno lo stesso peso nel processo di transfer: alcune sareero pi importanti poic"6 svolgono una funzione di segnalazione della struttura profonda del prolema. Sia e!pe#ti 0e ine!pe#ti #ile"ano a#atte#i!ti0e !upe#(iiali e p#o(onde $a alla $ente de,li e!pe#ti 'uelle p#o(onde 0anno la p#e"alenza !u 'uelle !upe#(iiali . Dli e!pe#ti sono quindi a""anta,,iati per due motivi: 9. Poic"6 "anno avuto pi esperienza, 0anno $a,,io#e p#o)a)ilit3 di #eupe#a#e in $e$o#ia e!e$pi p#eedenti con le stesse caratteristic"e superficiali; .
Il pe#o#!o della (o#$azione @oss e ennedA "anno concluso, in seguito ad esperimenti, c"e inizialmente il ricorso ad esempi passati per risolvere prolemi attuali è condizionato dalle caratteristic"e superficiali di entrami; ma col passare del tempo, questo processo porta ad un accumularsi di pi esempi di uno stesso principio e quindi al processo di generalizzazione c"e è alla ase del passaggio dalla struttura superficiale a quella profonda c"e permette l5acquisizione di una conoscenza facilmente accessiile e utilizzaile. <ri ritengono c"e il semplice accumularsi di pi esempi nella mente del soggetto non conduce automaticamente alla costruzione della struttura profonda, c"e deve essere facilitata da stimoli adeguati.
Capitolo – Pen!ie#o nella "ita 'uotidiana La p!iolo,ia o,niti"a della "ita 'uotidiana +e attivit) di pensiero nella vita quotidiana sono state studiate da tre approcci fondamentali:il #a,iona$ento 'uotidiano in la)o#ato#io , la !oluzione dei p#o)le$i nella "ita 'uotidiana e ,li e##o#i u$ani . Il #a,iona$ento 'uotidiano in la)o#ato#io Questo approccio sottolinea le possiili differenze tra i compiti c"e vengono sottoposti in laoratorio e quelli c"e gli stessi soggetti incontrano nella vita quotidiana. +a differenza fondamentale sta nella diversa natura del ragionamento necessario per la loro soluzione: Iormale in laoratorio: tutta l5informazione necessaria al compito è disponiile e il prolema è en definito, cioè vi è uno stato finale en specificato; *nformale nella vita quotidiana: il prolema è mal definito e l5informazione potree non essere •
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completamente esplicita. Questo approccio "a usato compiti quali la pianificazione di attivit), la valutazione di argomenti e la scelta fra opportunit). Pe#7in! conclude c"e le prestazioni fornite dai soggetti sono caratterizzate da ino$pletezza di anali!i e da tendenze !i!te$ati0e (o#$ali #come l5affermazione della conseguente$ e in(o#$ali; tali p#e!tazioni non $i,lio#e#e))e#o n on l=i!t#uzione n on le e!pe#ienze di "ita . +a teoria dei modelli mentali di Jo"nson-+aird si pone in maniera diversa ed è maggiormente sostenuta: nella vita reale le persone affrontano quasi sempre situazioni caratterizzate da incompletezza di informazione e quindi non possono eseguire una deduzione valida. %ono quindi costrette a fare inferenze induttive possiilmente plausiili. (a i processi cognitivi sottostanti rimarreero gli stessi nelle due situazioni. La !oluzione dei p#o)le$i nella "ita 'uotidiana %econdo l5approccio della cognizione culturale o contestuale, i p#oe!!i o,niti"i u$ani !ono #adiati !oial$ente e ultu#al$ente, ed è quindi impossiile studiarli prescindendo dal particolare contesto e situazione in cui vengono svolti. *n seguito ad un esperimento sul ragionamento matematico quotidiano, La"e conclude c"e la p#inipale di((e#enza t#a le condizioni di la)o#ato#io e quelle della "ita 'uotidiana risiede nella de(inizione e #io#,anizzazione dei p#o)le$i . * processi cognitivi sono quindi contestualizzati. Gli e##o#i u$ani Rea!on definisce 3e##o#i u$ani 4 tutte le situazioni in cui una sequenza pianificata di attivit) mentali o fisic"e fallisce nel raggiungere il risultato desiderato, e in cui tale fallimento non può essere attriuito all5intervento del caso. Egli defin' insieme a No#$an la prima tassonomia cognitiva degli errori umani c"e prevede tre passi principali: %lip : è caratterizzato da una discrepanza tra l5intenzione e l5azione: l5intenzione è corretta, ma l5azione non è eseguita in modo voluto e pianificato. 8 dovuto ad un fallimento attentivo e si verifica in situazioni di routine; +apse : riguarda un fallimento della memoria e non necessariamente si manifesta in comportamenti osservaili #può essere evidente solo alla persona c"e lo vive$. +a causa può essere la perdita dell5attivazione dell5intenzione sotto esecuzione o l5incapacit) di attivare opportunamente le conoscenze desiderate; (istaBe: consiste nel definire lo stato del mondo da conseguire in modo inadeguato rispetto ai vincoli posti dall5amiente esterno. Può essere causato da sottodefinizione della situazione da affrontare, precoce attivazione di conoscenze parzialmente adeguate o da mancanza di conoscenze utili per la pianificazione dell5azione. I p#oe!!i o,niti"i inte#ni !ono !t#etta$ente le,ati al $ondo e!te#no ; cioè è sottolineato nell5approccio allo sviluppo di tecnologie centrato sull5utente, dal fatto c"e l5errore viene considerato una rottura dell5interazione uomo-artefatto e non una incompetenza dell5utente. +a ricerca sulla progettazione di un miglior adattamento tra l5uomo e l5amiente è definita e#,ono$ia o,niti"a . •
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L=atti"it3 o,niti"a di!t#i)uita Parte integrante della cognizione umana è costituita dagli artefatti cognitivi, cioè strumenti c"e rappresentano, conservano e manipolano informazioni. Questi incorporano una parte di storia intellettuale di una particolare cultura, sono l5espressione di una teoria e c"i impara l5uso di questi artefatti modifica la propria cognizione. La teo#ia %econdo la teoria della cognizione distriuita, l=atti"it3 o,niti"a u$ana non & a#atte#izzata e!lu!i"a$ente dall=atti"it3 e#e)#ale )iolo,ia$ente dete#$inata $a & di!t#i)uita t#a il e#"ello e ,li a#te(atti o,niti"i 0e l=uo$o adope#a . n a#te(atto o,niti"o modifica il contenuto ed il relativo significato delle conoscenze coinvolte nell5elaorazione; $odi(ia quindi an0e la po!!i)ilit3 di #i!ol"e#e i p#o)le$i .
P#o"e !pe#i$entali a !o!te,no della o,nizione di!t#i)uita La to##e di ?anoi e le tazze di a((& : 0an, e No#$an concludono c"e le #app#e!entazioni e!te#ne •
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non !ono !olo un au!ilio alla $e$o#ia u$ana $a una di"e#!a (o#$a di #app#e!entazione della ono!enza, la quale sostiene il pensiero e può modificarlo. Puzzle e deduzioni : secondo aue# e o0n!on-Lai#d la rappresentazione esterna permette di tener traccia dei possiili modelli da costruire. Le #app#e!entazioni e!te#ne !ono utili 'uando ino#po#ano p#e$editata$ente ono!enze #ile"anti alla lo#o $anipolazione 0e pu/ e!!e#e e((ettuata !ia all=inte#no dei $odelli $entali 0e in di#etta inte,#azione on il $ondo e!te#no ; 2et#i! e $onete: le azioni epi!te$i0e #c"e sostengono l5elaorazione necessaria alla definizione degli oiettivi$ !ono (onda$entali nelle attivit) c"e usano elementi esterni per ridurre il carico di lavoro cognitivo e pe# e((ettua#e i o$piti pi #apida$ente e au#ata$ente .