NUOVE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI TRAVI IN CEMENTO ARMATO (D.M. 14 Gennaio 2008)
MATERIALI Conglomerato Non è ammesso l’uso di conglomerati di classe inferiore a C20/25. Acciaio Si deve utilizzare acciaio di tipo B450C caratterizzato dai seguenti valori nominali delle tensioni caratteristiche di snervamento e rottura da utilizzare nei calcoli: fy nom 450 N/mm2 ft nom
540 N/mm2
Deve inoltre rispettare i requisiti indicati nella seguente CARATTERISTICHE Tensione caratteristica di snervamento fyk Tensione caratteristica di rottura ftk (ft/fy)k (fy/fynom)k Allungamento( Agt )k: Diametro del mandrino per prove di piegamento a 90 ° e successivo raddrizzamento senza cricche: Φ < 12 mm 12 ≤ Φ ≤ 16 mm per 16 Φ ≤ 25 mm per 25 < Φ ≤ 40 mm
REQUISITI ≥ fy nom ≥ ft nom ≥ 1,15 < 1,35 ≤ 1,25 ≥ 7,5 %
FRATTILE (%) 5.0 5.0 10.0 10.0 10.0
4Φ 5Φ 8Φ 10 Φ
Gli acciai B450C possono essere impiegati in barre di diametro compreso tra 6 e 40 mm. L’uso di acciai forniti in rotoli è ammesso, senza limitazioni, per diametri fino a ≤ 16 mm per B450C. Le NTC 2008 ammettono anche l’utilizzo di acciaio tipo B450A (solo per le armature trasversali) con diametri compresi tra 5 e 10 mm e soltanto se è rispettato almeno uno dei seguenti casi: elementi in cui è impedita la plasticizzazione mediante il rispetto del criterio di gerarchia delle resistenze; (dipende dalle scelte del progettista, dal tipo di duttilità richiesta dalla struttura (tipologia e sito su cui sorge))
elementi secondari (NTC 2008 § 7.2.3); strutture poco dissipative con fattore di struttura q ≤ 1,5. Per gli acciai B450A il diametro delle barre deve essere compreso tra 5 e 10 mm. L’uso di acciai forniti in rotoli è ammesso, senza limitazioni, per diametri fino a ≤ 10 mm per B450A. -
LIMITAZIONI GEOMETRICHE La larghezza bb della trave deve essere ≥ 20 cm e, per le travi basse comunemente denominate “a spessore”, deve essere non maggiore della larghezza del pilastro, aumentata da ogni lato di metà dell’altezza della sezione trasversale della trave stessa, risultando comunque non maggiore di due volte bc, essendo bc la larghezza del pilastro ortogonale all’asse della trave.
Il rapporto b/h tra larghezza e altezza della trave deve essere ≥ 0,25. Non deve esserci eccentricità tra l’asse delle travi che sostengono pilastri in falso e l’asse dei pilastri che le sostengono. Esse devono avere almeno due supporti, costituiti da pilastri o pareti. Le pareti non possono appoggiarsi in falso su travi o solette.
LIMITAZIONI DI ARMATURA Armature Longitudinali Almeno due barre di diametro non inferiore a 14 mm devono essere presenti superiormente e inferiormente per tutta la lunghezza della trave. In ogni sezione della trave, salvo giustificazioni che dimostrino che le modalità di collasso della sezione sono coerenti con la classe di duttilità adottata, il rapporto geometrico ρ relativo all’armatura tesa, indipendentemente dal fatto che l’armatura tesa sia quella al lembo superiore della sezione As o quella al lembo inferiore della sezione Ai , deve essere compreso entro i seguenti limiti:
1,4 ρ ρcomp 3,5
f
f
yk
yk
dove: ρ è il rapporto geometrico relativo all’armatura tesa pari ad A s/(b·h) oppure ad Ai/(b·h); ρcomp è il rapporto geometrico relativo all’armatura compressa; fyk è la tensione caratteristica di snervamento dell’acciaio (in MPa). Nelle zone critiche della trave, inoltre, deve essere ρcomp ≥1/2ρ e comunque ≥ 0,25ρ. Classe di Duttilità A => CD “A”
L’armatura superiore, disposta per il momento negativo alle estremità delle travi, deve essere contenuta, per almeno il 75%, entro la larghezza dell’anima e comunque, per le sezioni a T o ad L, entro una fascia di soletta pari rispettivamente alla larghezza del pilastro, od alla larghezza del pilastro aumentata di 2 volte lo spessore della soletta da ciascun lato del pilastro, a seconda che nel nodo manchi o sia presente una trave ortogonale. Almeno ¼ della suddetta armatura deve essere mantenuta per tutta la lunghezza della trave. Le armature longitudinali delle travi, sia superiori che inferiori, devono attraversare, di regola, i nodi senza ancorarsi o giuntarsi per sovrapposizione in essi. Quando ciò non risulti possibile, sono da rispettare le seguenti prescrizioni: le barre vanno ancorate oltre la faccia opposta a quella di intersezione con il nodo, oppure rivoltate verticalmente in corrispondenza di tale faccia, a contenimento del nodo; la lunghezza di ancoraggio delle armature tese va calcolata in modo da sviluppare una tensione nelle barre pari a 1,25 f yk, e misurata a partire da una distanza pari a 6 diametri dalla faccia del pilastro verso l’interno. La parte dell’armatura longitudinale della trave che si ancora oltre il nodo non può terminare all’interno di una zona critica, ma deve ancorarsi oltre di essa. La parte dell’armatura longitudinale della trave che si ancora nel nodo, deve essere collocata all’interno delle staffe del pilastro. Per prevenire lo sfilamento di queste armature il diametro delle barre non inclinate deve essere ≤ αbL volte l’altezza della sezione del pilastro, essendo:
dove: νd è la forza assiale di progetto normalizzata; kD vale 1 o 2/3, rispettivamente per CD “A” e per CD “B”; γRd vale 1,2 o 1, rispettivamente per CD “A” e per CD B”. Se per nodi esterni non è possibile soddisfare tale limitazione, si può prolungare la trave oltre il pilastro, si possono usare piastre saldate alla fine delle barre, si possono piegare le barre per una lunghezza minima pari a 10 volte il loro diametro disponendo un’apposita armatura trasversale dietro la piegatura. Armature Trasversali Nelle zone critiche devono essere previste staffe di contenimento. La prima staffa di contenimento deve distare non più di 5 cm dalla sezione a filo pilastro; le successive devono essere disposte ad un passo non superiore alla minore tra le grandezze seguenti: - ¼ dell’altezza utile della sezione trasversale; - 175 mm e 225 mm, rispettivamente per CD “A” e CD “B”; - 6 volte e 8 volte il diametro minimo delle barre longitudinali considerate ai fini delle verifiche, rispettivamente per CD “A” e CD “B” - 24 volte il diametro delle armature trasversali. N.B. Per staffa di contenimento si intende una staffa rettangolare, circolare o a
spirale, di diametro minimo 6 mm, con ganci a 135° prolungati per almeno 10 diametri alle due estremità. I ganci devono essere assicurati alle barre longitudinali. Zone Critiche Le zone critiche si estendono, per CD “B” (1.0 htrave) e CD “A” (1.5 htrave), per una lunghezza pari rispettivamente a 1 e 1,5 volte l’altezza della sezione della trave, misurata a partire dalla faccia del nodo trave -pilastro o da entrambi i lati a partire dalla sezione di prima plasticizzazione. Per travi che sostengono un pilastro in falso, si assume una lunghezza pari a 2 volte l’altezza della sezione misurata da entrambe le facce del pilastro. Classe di Duttilità B => CD “B”
I momenti resistenti sono da calcolare sulla base delle armature flessionali effettivamente presenti, compreso il contributo di quelle poste all’interno della larghezza collaborante di eventuali solette piene, se ancorate al di fuori della campata in esame
SOLLECITAZIONI DI CALCOLO – richiamo delle combinazioni di carico utili
I momenti flettenti di calcolo, da utilizzare per il dimensionamento o verifica delle travi, sono quelli ottenuti dall’analisi globale della struttura per le combinazioni di carico di seguito elencate. Nel caso delle costruzioni civili e industriali le verifiche agli stati limite ultimi o di esercizio devono essere effettuate per la combinazione dell’azione sismica con le altre azioni seguenti:
G G 1
2
P E
∑jψ 2j Qkj
Gli effetti dell'azione sismica saranno valutati tenendo conto delle masse associate ai seguenti carichi gravitazionali:
G G 1
2
∑jψ 2j Qkj
I valori dei coefficienti ψ2j2j sono riportati nella tabella 2.5.I NTC 2008. Ricordiamo che ai fini delle verifiche degli stati limite si definiscono le seguenti combinazioni delle azioni. - Combinazione fondamentale, generalmente impiegata per gli stati limite ultimi (SLU):
γG1 G1 + γG2 G2 + γP P + γQ1 Qk1 + γQ2 ψ02 Qk2 + γQ3 ψ03 Qk3 + …
- Combinazione caratteristica (rara), generalmente impiegata per gli stati limite di esercizio (SLE) irreversibili, da utilizzarsi nelle verifiche alle tensioni ammissibili:
G1 + G2 + P + Qk1 + ψ02 Qk2 + ψ03 Qk3+ … - Combinazione frequente, generalmente impiegata per gli stati limite di esercizio (SLE) reversibili:
G1 + G2 + P + ψ11 Qk1 + ψ22 Qk2 + ψ23 Qk3 + … - Combinazione quasi permanente (SLE), generalmente impiegata per gli effetti a lungo termine:
G1 + G2 + P + ψ21 Qk1 + ψ22 Qk2 + ψ23 Qk3 + … - Combinazione sismica, impiegata per gli stati limite ultimi e di esercizio connessi all’azione sismica E:
E + G1 + G2 + P + ψ21 Qk1 + ψ22 Qk2 + … - Combinazione eccezionale, impiegata per gli stati limite ultimi connessi alle azioni eccezionali di progetto Ad :
G1 G2 P Ad ψ21 Qk1 ψ22 Qk2 ...
Nelle combinazioni per SLE, si intende che vengono omessi i carichi Q kj che danno un contributo favorevole ai fini delle verifiche e, se del caso, i carichi G2.
γG1 G1 + γG2 G2 + γP P + γQ1 Qk1 + γQ2 ψ02 Qk2 + γQ3 ψ03 Qk3 + … Altre combinazioni sono da considerare in funzione di specifici aspetti (p. es. fatica, ecc.). Nelle formule sopra riportate il simbolo + vuol dire combinato con. I valori dei coefficienti parziali di sicurezza γGi e γQj sono riportati al Cap. § 2.6.1 ed alla tabella 2.6.I delle NTC 2008.
7.4.4.1 TRAVI VERIFICHE DI RESISTENZA (7.4.4.1.2) 7.4.4.1.2.1 Flessione In ogni sezione il momento resistente deve risultare superiore o uguale al momento flettente di calcolo, calcolato con la combinazione sismica dei carichi: MRd MEd In ogni sezione il momento resistente, calcolato come indicato nel par. § 4.1.2.1.2 NTC 2008, deve risultare superiore o uguale al momento flettente di calcolo, determinato come indicato poc’anzi (SOLLECITAZIONI)
7.4.4.1.2.2 Taglio La resistenza al taglio della trave è la minore tra la resistenza a taglio-trazione e quella a taglio-compressione: VRd = min(VRsd, VRcd) (4.1.20-NTC) per CD “A” fuori dalle zone critiche e per CD “B” per CD “A” all’interno delle zone critiche
21,8° 45° (1 ctg 2,5) ctg = 1
Per le strutture in CD “B”, la resistenza a taglio nei confronti delle sollecitazioni determinate come indicato poc’anzi (SOLLECITAZIONI) è calcolata come indicato nel par. § 4.1.2.1.3. NTC 2008.
Per le strutture in CD “A”, vale quanto segue: - la resistenza a taglio si calcola come indicato al par. § 4.1.2.1.3. NTC 2008 assumendo nelle zone critiche ctg θ =1 (cioè 45°);
NOTA: Le zone critiche si estendono, per CD “B” (1.0 htrave) e CD “A” (1.5 htrave), per una lunghezza pari rispettivamente a 1 e 1,5 volte l’altezza della sezione della trave, misurata a partire dalla faccia del nodo trave -pilastro o da entrambi i lati a partire dalla sezione di prima plasticizzazione. Per travi che sostengono un pilastro in falso, si assume una lunghezza pari a 2 volte l’altezza della sezione misurata da entrambe le facce del pilastro.
(7.4.4.1.2.2) Se nelle zone critiche il rapporto tra il taglio minimo e quello massimo
risulta inferiore a -0,5, e se il maggiore tra i valori assoluti dei due tagli supera il valore: dove: bw è la larghezza dell’anima della trave; d è l’altezza utile della sua sezione; allora nel piano verticale di inflessione della trave devono essere disposti due ordini di armature diagonali, l’uno inclinato di +45° e l’altro di -45° rispetto all’asse della trave. La resistenza deve essere affidata per metà alle staffe e per metà ai due ordini di armature inclinate, per le quali deve risultare: dove As è l’area di inclinate.
GERARCHIA DELLE RESISTENZE 1. NELLA SEZIONE
ciascuno dei due ordini di armature
R(CALCESTRUZZO) > R(ACCIAIO ) ● La rottura della sezione deve avvenire con l’acciaio snervato (x/d < 0,641, preferibilmente x/d < 0,45 per cls < C35/45) a) percentuale massima di armatura tesa b) quantitativo minimo di armatura compressa c) quantitativo minimo di armatura confinamento (staffe) 2. GERARCHIA NEGLI ELEMENTI STRUTTURALI (Travi, Pilastri, Pareti): R(TAGLIO) > R(FLESSIONE) TRAVI 7.4.4.1.1 PILASTRI 7.4.4.2.1 [7.4.5] PARETI 7.4.4.5.1 3. GERARCHIA NEI TELAI: R (PILASTRI) > R (TRAVI) R(NODI) > R(PILASTRI)
7.4.4.2.1 [7.4.4] 7.4.4.3 (verifiche e dettagli costruttivi per CD “A” dettagli costruttivi per CD “B”)
Criterio di gerarchia delle resistenze Introduzione Il criterio di gerarchia delle resistenze mira a rendere altamente probabile la formazione di meccanismi di collasso globale. A tale fine sono seguite le seguenti fasi: A.Individuazione dei meccanismi locali duttili da favorire e delle porzioni di struttura in cui tali devono avvenire B.Verifica degli altri meccanismi locali in corrispondenza del collasso strutturale. Nota: Tali meccanismi possono essere relativi alle porzioni di struttura in cui sono stati favoriti i meccanismi di cui al punto 1 oppure essere relativi ad altre zone.
1. Momento flettente di progetto delle travi I momenti flettenti di calcolo, da utilizzare per il dimensionamento o verifica delle travi, sono quelli ottenuti dall’analisi globale della struttura per le combinazioni di carico di progetto. 2. Taglio di progetto delle travi Al fine di escludere la formazione di meccanismi inelastici dovuti al taglio, le sollecitazioni di taglio di calcolo VEd si ottengono sommando il contributo dovuto ai carichi gravitazionali agenti sulla trave, considerata incernierata agli estremi, -alle sollecitazioni di taglio corrispondenti alla formazione delle cerniere plastiche nella trave e prodotte dai momenti resistenti Mb,Rd,1,2 delle due sezioni di plasticizzazione (generalmente quelle di estremità), amplificati del fattore di sovraresistenza γ Rd
Per ciascuna direzione e ciascun verso di applicazione delle azioni sismiche, si considerano due valori di sollecitazione di taglio, massimo e minimo, ipotizzando rispettivamente 1 - la presenza e l’assenza dei carichi variabili 2 - momenti resistenti Mb,RD,1,2, da assumere in ogni caso di verso concorde sulla trave. 3
Nei casi in cui le cerniere plastiche non si formino nella trave ma negli elementi che la sostengono, le sollecitazioni di taglio sono calcolate sulla base della resistenza di questi ultimi.
Al fine di escludere la formazione di meccanismi inelastici dovuti al taglio, le sollecitazioni di taglio di calcolo VEd si ottengono sommando il contributo dovuto ai carichi gravitazionali agenti sulla trave, considerata incernierata agli estremi , alle sollecitazioni di taglio corrispondenti alla formazione delle cerniere plastiche nella trave e prodotte dai momenti resistenti Mb,Rd,1,2 delle due sezioni di plasticizzazione (generalmente quelle di estremità) determinati come indicato in par. § 4.1.2.1.2, NTC 2008, amplificati del fattore di sovraresistenza γRd assunto pari, rispettivamente, ad 1,20 per strutture in CD “A”, ad 1,00 per strutture in CD “B”. Per ciascuna direzione e ciascun verso di applicazione delle azioni sismiche, si considerano due valori di sollecitazione di taglio, massimo e minimo, ipotizzando rispettivamente la presenza e l’assenza dei carichi variabili e momenti resistenti Mb,Rd,1,2 da assumere in ogni caso di verso concorde sulla trave. Nei casi in cui le cerniere plastiche non si formino nella trave ma negli elementi che la sostengono, le sollecitazioni di taglio sono calcolate sulla base della resistenza di questi ultimi. I momenti resistenti sono da calcolare sulla base delle armature flessionali effettivamente presenti, compreso il contributo di quelle poste all’interno della larghezza collaborante di eventuali solette piene, se ancorate al di fuori della campata in esame. La larghezza collaborante è da assumersi uguale alla larghezza del pilastro bc (caso a) su cui la trave confluisce più: - due volte l’altezza della soletta da ciascun lato, nel caso di travi confluenti in pilastri interni (caso b); - due o quattro volte l’altezza della soletta da ciascun lato in cui è presente una trave trasversale di altezza simile, nel caso di travi confluenti rispettivamente in pilastri esterni o interni (caso c e d).
3. Momento flettente di progetto dei pilastri Per ciascuna direzione e ciascun verso di applicazione delle azioni sismiche, si devono proteggere i pilastri dalla plasticizzazione prematura adottando opportuni momenti flettenti di calcolo; tale condizione si consegue qualora, per ogni nodo trave-pilastro ed ogni direzione e verso dell’azione sismica, la resistenza complessiva dei pilastri sia maggiore della resistenza complessiva delle travi amplificata del coefficiente γRd, in accordo con la formula:
Mc,Rd è il momento resistente del generico pilastro convergente nel nodo, calcolato per i livelli di sollecitazione assiale presenti nelle combinazioni sismiche delle azioni; Mb,Rd è il momento resistente della generica trave convergente nel nodo. NOTA:
nella relazione sopra, si assume il nodo in equilibrio ed i momenti, sia nei pilastri che nelle travi, tra loro concordi. NOTA:
Per la sezione di base dei pilastri del piano terreno si adotta come momento di calcolo il maggiore tra il momento risultante dall’analisi ed il momento Mc,Rd della sezione di sommità del pilastro. NOTA:
Il criterio di gerarchia delle resistenze non si applica alle sezioni di sommità dei pilastri dell’ultimo piano. L’applicazione del criterio di gerarchia delle resistenze alle sezioni di sommità dei pilastri dell’ultimo piano determinerebbe sezioni molto grandi nei pilastri.