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'A
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?
MITOLOGIA
>|
O ESPOSIZIONE
E DESCRIZIONE DEI RITI RELIGIOSI DEI GENTILI? DELLE LORO FESTE E DEI LORO GIUOCHI* j
OPERA POSTUMA
| 1
PI FBANCESGO SOA^E»
NAPOLI Si vende presso
Raffaello
Strada Quercia
1856*
n,
di Napoli 7.
!
\* ,v
\
%^àW '')
2I3V- E/7
y
ALLA GIOVENTÙ' STUDIOSA. r4 14-
±v.foltissimi sono, è vero, i Dizionarii delle favole eruditamente compilati per servire ai giovani, che si applicarlo alla intelligenza della Mitologia, di cui vari*
no
ripieni
i
libri classici latini^
e
mas-
sime i poeti) ma oltrecchè non ve ne ha quasi alcuno che convenga alla gioventù
,
un altro incoveniente pure in essi ed è che obbligato lo studen-
si ritrova,
a leggere queste favole per salti , come un dizionario alfabetico, egli o per noiosa stanchezza finalmente si distoglie dallo studio incominciato , o non si forma nella mente, che un confuso e mutilato ammasso di mitologiche idee. Pare quindi molto più adattato all' intendimento , ed al profitto degli scolari, per quanto la Mitologia il comte
lo richiede
porta, un metodo istorico] siccome quello , che collegando le idee di luogo , di tempo, e di soggetti , olire che riesce alla mobile fantasia loro più facile a ritenersi, ne eccita e sostiene la curiosità
per modo, che
vi si
applicano più
Ora questo è quel metodo appunto che adottò il eh. Professore Francesco Soave A fatto , come ognun sa, della natura per insinuare destra* seriamente. >
niente alla gioventù gli elementi delle scienze y e deW amena letteratura. La
sua opera rimasta inedita fu dopo la sua morte pubblicata a Vigevano nelV anno 1 8 io. Noi crediamofar cosa giàtissima alla nostra studiosa gioventù rendendo qui noto un libro ad essa sì utile,
e che riunisce tanti pregi, che invano cercherebbero negli altri trattati di
si
Mitologia,
5
JtStttIK09)V2Sf)Bl % eottWCW<«*«=»
Jua Mitologia è V esposizione delle fa* vole, che intorno aMoro Dii.ed Eroi hanno
gli
antichi
immaginalo.
La cognizione
di questo
è troppo ne-
cessaria per bene intendere gli scrittori, e singolarmente poeti, che ad esse alludono sì di frequente. i
Ne men delle
ti
soggetti
di
necessaria è a tutti
studio-
gli
belle arti, giacche le favole tan*
si
hanno fornito
continuo
alla
pittura
,
,
e forniscono alla
scultura
,
musica alla danza. Noi ne daremo un breve compendio, sufficiente però all'uso cui è diretto, ed il divideremo in due parti, nella prima delle quali parleremo degT Iddìi nella seconda degli Eroi aggiungendo un tranSunto delle metamorfosi o trasformazioni di Ovidio in cui quelle favole riporteremo, che nelle dette due parti non avran potuto acconciamente aver luogo. alla
,
,
,
,
6
PARTE PHI3IA DEGLI DEI.
jKlolti furono gli Dei presso assai piti presso i Romani
Greci ? che ol-
i
ma
,
tre ad avere adottali lutti gli
Dei della
Grecia
e molli pur dell' Egitto
,
altre nazioni
,
no di loro proprii
e particolari.
,
Dodici anticamente erano giori
,
Consentes si
,
espressi ne*
Ennio luno % Vesta di
,
Il ti
,
,
e
due seguenti ver-
Minerva^ Ceres, Diaria^
r
Mercuiiusy Iovis ,
Dei mag-
:
Venus^ Mars rnis
gli
maiorum gentium
Dii
detti
e delle
,
numero ne contava-
assai
;
Neptunus
,
Vulca-
dpollo. loro
numero
fu
indi portato a ven-
'che detti vennero Dii selecti o scelti
,
ed erano Giano, Saturno % Giove NetMartuno* l'Orco o Plutone , Vulcano o Mercurio Libero Bacco, te , Apollo , il Sole, il Dio Genio, la Dea Tellure, Giunone , Cerere la Luna , Diana , Minerva , Venere e Vesta. Alti in appresso ne vennero aggiunti che detti furono Dii minorum gentium % ,
,
,
-,
i
è Semoìies
,
quasi
Semihomines
ed era* che pre-
,
e quelli gli Dei campestri sedevano alle varie vicende dell' umana vita , al nascere , alle nozze , ai parti, ec, Molti uomini , che per illustri azioni si erano resi celebri , furon anch' essi an-
no
,
,
noverati fra gP lddii sotto il Jndigeies , tra' quali Enea
nome
di
Du
Quirino m , ed altri. Finalmente divinizzati vennero ancata parecchi esseri puramente intellettuali , e morali , come la Fortuna , la Mente * la Pudil Onore, la Virtù , la Fede, cizia , la Pietà, la Concordia, la Salute,
Romolo
,
a
l'inla Febbre , la discordia Frode, ii Furore, ed altri siffatti* La più generale divisione che faceva*
e finanche
vidia,
si
,,
la
degl'Iddìi era in celesti
rini
,
,
terrestri,
ma-
secondo il luogo, in cui riseder principalmente: e
e infernali,
supponevasi tenendo dietro a quesla divisione «oi Terremo qui accennando le principali particolarità che ad essi riguardano, incominciando dalla loro stessa genealogia-.
8
GAP
I.
Della Genealogia degli Dei fino a Saturno.
Secondo Esiodo nella sua Teogonia o fra lutGenerazione degli Dei i primi ti furono ii Caos , Gea o la Terra 7 ,
ed Amore. Dal Caos nacque V Èrebo o la L1' da questi Giornata te Etere % e la $ la Dea del giorno. La Notte partorì poi inoltre il Fato , il Sonno e i Sogni, Momo Ja Morte
N
;
,
Esperidi, di cui era il giardino de' pomi d'oro, le tre Parche C/oto , Lachesi ed Atropo^ e Nemesi pu-
derisore,
le
litrice delle colpe.
Gea o Urano o
Terra pria genero da
la
se sola
Cielo e Ponto o il Mare. Poi unita ad Urano partorì il fiume Oceano padre di tutti gli altri, indi Ceo % il
Orco, Iperione Giapeto Tea /tefl Teti Crono o Saturno. Febe-\* Temi, In seguito partorì Ciclopi Bronte , *S7erope % ed Arge , cosi detti dal solo ocche avevano in mfcw&fcr chio circolare poi Coìto alla fronte G/ge e Briareo % ciascun de' quali aveva cinquanta teste , ,
,
>
,
i
,
,
e cento braccia.
•I
,
,
j
9 il mare pria da se solo genePonto rò Nereo poi congiunto alla Terra eb* Ce/o ed Euribia. fce Taumante, Forco figlia del fiume Da Nereo e Z?on nacquero le Nereidi o Ninfe Oceano ,
,
5
,
,
,
del
mare.
figlia pa* Da Taumante ed Elettra rimanti dell'Oceano venne prima Iride, e poi le Arpie Aello ed Ocipeie. Da Forco e C^o nacquer Pefredo % dette C/ee , perchè canute a ed jEVj/o guisa di vecchie fino dal loro nascere ; le Gorgoni Steno, urtale , e Medusa, il Drago custode del giardino delle Esperidi , la mostruosa Echidna mezzo donna e mezzo serpente , che unita al procelloso Tifone partorì Orto cane di Gerione Cerbero cane di Plutone l* Idra di Lerna , la Chimera, la Sfinge , e il ,
,
E
,
,
Leone Nemeo. L' Oceano congiunto a Teli generò il Y Eridano con tutti gli Pilo, V Alfeo altri fiumi e le Naiadi Ninfe dei fonti \
,
e de' fiumi tra
mo
del fiume
nelP Inferno
,
le
quali Stige decimo ra-
Oceano
,
che
scorre
già
mentre F Oceano cogli
Uv^rtòve scorre sopra
la
Iper ione con Tea generò Luna e Y Aurora. Creo con Euriùia
al-
terra. il
fu padre di
Sole
,
fa
Pallan*
70 te di
Terse
e di
,
Astreo
%
che un
ito
air Aurora generò i Venti e le Stelle. Ceo con Febe produsse Latori a ed Asteria, la quale congiunta con Perse fu
madre di E caie. Giapeto da Climete , figlia dell' Oceano , ebbe Atlante, Menezio, Prometeo, ed Epimeteo. Finalmente Crono o Saturno unito a Rea ebbe per figlia Presta , Cerere, Giunone , Plutone , Nettuno , e Giove*
CAPO Di Saturno Urano
o
il
5
IL
e di
Giano.
Cielo, giusta
il
medesimo
Esiodo , nascondeva sotterra tutti i figli, e loche Geao la Terra gli partoriva ro nOn permette* di uscire alla luce. Gea , di ciò sdegnata , poiché ebbe prodotto il ferro > ne forilo una falce dentata , ed istigò i figli a vendicarsi dei padre» «,
Crono
Saturno assunse 1' impresa, e posto dalla madre in agguato % allorché
Urano
a
o
lei
accostassi
,
^||
glirecise\
ft
Dalle goccie ai sangue, che indi caddero sulla terra , nacquero le Erinni o
Il
Furie, i Giganti , e le ninfe Malie; dalla spuma che formossi attorno alle parti recise cadute in mare nacque Venere^ cui i Greci da afros spuma chiamarono Afrodite*
Urano da
titainein
affrettarsi
appel-
Titani i suoi figli , perchè affrettati si erano ad opra iniqua , di cui pie* disse che portata avrebbero la pena. T ]\ è questa tardò lungamente. Perciocché avendo Saturno inteso da Urano , e da Gea che doveva esser soggiogato da uno de' proprii figli , fatto più crudele di suo padre, prese il partito d* inghiottire di mano in mano tutti maschi, che gli nascevan da Rea. Questa di ciò oltremodo dolente, allorché ebbe a dar Giove suo ultimo malò
,
i
schio alla luce
,
ricorse ai
genitori suoi
Urano e Gea per consiglio onde occultarlo a Saturno. Essi
ed
aiuto
,
spedirono a Litto in Greta e poiché quivi ebbe partorito Giove j Gea Io raccolse, e il fece nutrire nascostamente in un profondo antro del monte Argeo: ed a Saturno in vece fu presentato un sasso avvolto in fasce , cui avidamente Saturno si trangugiò senza accorgersi dell inganno. la
Giove cresciuto in breve tempo
:
vinse
,
13 9
coli arte e colla forza
Gea
zioni di
Urano
turno
e lo costrinse
,
e di
giusta
,
a
le predisuo padre Sa* rivomitare i fi,
che aveva inghiottito , e quei sagso medesimo , che si è detto poc' anzi cui Giove per eterna memoria infisse a Pilo o Delfo sotto del monte Parnasso. Fiu qui Esiodo* Altri Mitologi han detto in vece, che gli
,
,
i figli
che
il
di
Urano
primo
a
Titano e Saturno; madre ce-
eran
richiesta della
il regno del cielo ai secondo, colla condizione però, che non allevasse niun figlio maschio ; che quindi Saturno li divorava; ma che avendo Bea dato alla luce in un sol parto Giove e Giunone,
dette
mostro a Saturno Giunone soltanto che Titano , ciò ed occultò Giove risaputo , mosse guerra a Saturno , e avendolo vinto , l* imprigionò che questi fu poi liberato , e rimesso nel regno da Giove, il quale vinse Titano coi figli; che avendo però Saturno compreso dover un giorno esser da Giove privato ;
;
nuovamente
del regno, armossi contro di vinto fu discacciato dal cielo ; che allora ei venne a nascondersi in quellui
,
ma
la parte d'Italia
,
che era abitata
dagli
Aborigeni, e che poscia fu detta Lazio da latere, perdi' ei vi stette nascosto; che cortesemente ^i fu accolto da Giano, che
*3 ivi regnava, e messo a parte del governo; che Saturno in ricompensa a lui diede il poter vedere il passato e il futuro, onde suole effigiarsi con due facce; finalmente che sotto Saturno fiorì l'età dell'oro, poeti che nella quale , favoleggiarono abbondantemente produsse la terra tutto senza essere coltivata, e che i popoli» vivessero in una perfetta innocenza , e trani
quillità.
A
Saturno
in
Roma
sacrificavasi
capo scoperto, laddove agli
altri
col
Iddii col
capo velato. I Saturnali ossia le feste in onor di Saturno cominciavano ai 17 dicembre, e duravano tre giorni , in cui i servi erano da' padroni trattati a lauta mensa, e serviti da loro medesimi. Essendo nella greca lingua Saturno chiamato Cronos , che significa Tempo era perciò riguardato come il Dio dei
tempo,
dipiogevasi colla falce, e in i figli, tanto per alludere alle anzidette favole, quanto per esprie
atto di divorare
Tempo miete e divora ogni A questo aggiungevano anche le ali,
mere come cosa.
il
con cui vola. G/atto, autich/'ssimo re degli Aborigeni,
per indicare
la
celerità
chiamati poscia Latini per la ragione detta poc* anzi fu da es-i tenuto sempre ,
grandissima venerazione,
M
"4 Rappresentavasi
come
bastone in
col
preside delle strade
mano
e colle chia-
,
perchè n'era creduto l'inventore, e perchè egli apriva V anno nel mese di Gennaio . che da lui tratto aveva il suo nome. Gli si ponevano dodici altari secondo il numero de' mesi delT anno ; e come mi
,
quattro souo
stagioni
le
cosi talor figa-
,
ravasi con quattro faccie. Il
primo
te a lui
Gennaio era siugolarmen-
di
dedicato
mandavansi
,
e
in esso
i
Cittadini
scambievolmente dei
doni , che erano chiamati sirene. Il tempio di Giano in Roma stava aperto in tempo di guerra , e chiuso in
tempo
di pace.
CAPO
III.
Di Giove. Presso Greci ed Romani Giove riguardavasj come la prinicipale Divinità, i
ed
cera
i
caratterizzato col
degli Dei
,
e
Re
titolo dì
Padre
degli uomini.
Tre Giovi però secondo Cicerone^ distinguevano : il primo e il secondo nain Arcadia , P uno figlio dell' Etere , e padre di Proserpi na e di Libero o Bace padre di co , V altro figho del Cielo ti
,
,
Ivì
Minerva
,
il
nato in Creta
terzo
Ma come
glio di Saturno.
,
e
fi-
quest' ultimo
più rinomato, così a lui solo venne attribuito anche quello , che non gli apparteneva. Nato egli dunque in Creta da Rea > che altri hanno chiamato Opi o Cibele fu ivi nascosto in un antro del monte fu
il
Argeo o
Ditte dalle Ninfe
sacerdoti di Cibele
,
,
e dai Cureti
che collo strepito de*
loro cembali ne occultavano a Saturno
i
Vagiti; e vi fu. nutrito col mele, che le api corsero a formarvi , e col latte della
capra
A mal tea
,
cui dopo
morto Giove
trasportò in cielo nella costellazione della
Capra
ed egli della pelle di lei si valse , per coprircene il petto , e lo scudo , che quindi da aix algos
egida chi di
,
e stabilì lei
(
capra ) fu detto
che di tutto abbondasse
avesse le corna
,
dette perciò
9
le
ci
corna dell abbondanza. Caccialo dal regno Saturno suo padre, diviselo
co' fratelli
,
ritenendo per se 5
regno del cielo e dell aria , e lascian* do a Nettuno il Regno del mare, ed a Plutone quello dell inferno. Ma fierissime guerre per conservare il regno del cielo ebbe egli a sostenere. La prima , secondo Esiodo , fu contro i Titani , nella quale ei venni soccorso il
1
4
i6 da Cotto, Gige siglio di
,
e BrJareo
;
cui per con-
;
Gea
sciolse da lacci
in
,
cui ti-
aveva avvolti. I Titani vennero soggiogati e profondati net Tartaro che rano
gli
,
tanto terra il
1 ,
innabìssa di sotto alla
die' egli
,
quanto
sopra di quella
s'
s'
innalza
cielo.
La seconda
giusta il medesimo Esiodo , fu contro Tifeo ultimo figlio della Terra congiunta col Tartaro. Costui era un mostro con cento teste di drago dalle quali tutte vomitava fuoco. Ei mosma percosso dal fui* se guerra a Giove mine fu anch' egli secondo Esiodo, prosecondo Virgilio fondato nel Tartaro ,
;
;
7
;
,
sepolto sotto all'isola d'Ischia, e secon-
do Ovidio
mano
\
sepolto in Sicilia colla destra
sotto a Peloro
,
la
sinistra sotto a
Pachino, le gambe sotto a Lilibeo , e le teste sotto dell'' Etna } da cui tuttavia vomita il fuoco. La terza fu contro i Giganti che comunemente confondonsi co' Titani ma che Esiodo da essi distingue , dichiarandoli prodotti dalle gocce di sangue cadute sopra la terra dalle recise membra di Urano. Questi pur tentarono di cac,
,
ciar
Giove dal
cielo
,
e per
salirvi
so-
vrapposero ne' campi di Flegra V un all' altro i monti Olimpo } Pelio , ed Os-
17 che però dice Omero essersi fatto invece da Oto ed Efialte , figli di Nettuno e d' Ifimedia moglie di Aloco, che anch' essi vollero far guerra a Giove )• A lai vista per quel che accennano alcuni Mitologi armaronsi non solamente gli Dei 3 ma ancora le Dee e per quello che dicono altri tutti gl'Iddi! fuggirono spaventati in Egitto, e si nascosero sotto le forme di varii onde poi animali sotto queste adorati furono dagli Egizii. sa
(
il
,
,
,
,
,
Bacco soltanto in sembianza di Icone si oppose coraggiosamente a Reto uno de' giganti pù Jorm debili e come Giove anima vaio gridando ev yie ( coraggio o figlio ) da ciò ebbe il nome di Evio. ,
,
Una
fuga pelò è metamorfosi, e da Ovidio sì dice in cambio avvenuta nella guerra contro Tifeo e che Giove siasi tal
,
onde vengon Giove Ammone , Apollo in corvo Bacco in capro Diana in gatta, Giunone in vacca, Venere in pesce Mercurio in ibi:.). Alla fior avendo Vulcano a Giove forniti fulmini con queallora cangiato in
le corna
ariete
,
di
,
,
,
i
sti
rovesciò egli
monti
li
i
,
giganti, e sotto decloro
seppellì.
Assicurato
il regno del Cielo, Giove secondo Esiodo menò per prima moglie Me ti Dea dei Consiglio, ma allorché que-
i8 sta
Minerva
ebbe conceputa
vendo
inteso da
Urano
,
,
Giove
Gea
e da
doveva Un figlio , sarebbe stato re degli uomini , tolse con inganno la prole Dei nascere da
lei
f
Meti
tre di
gli
,
e nel suo
Y ascose
stesso la diede poscia alla
che
,
il
a-
quale
e degli al ,
luce.
vened eAltri
che Giove concepì da se stesso , e per metterla Minerva nel proprio capo fuori fccesi spaccare il cranio da Vulcano, La seconda moglie di Giove fu Temi Dea della giustizia da cui ebbe le Ore
dissero
,
,
Eunomia
,
Parche
Dice, ed Irene, e le
Cloto , Laihesi ed Atropo; sebben queste dal medesimo Esiodo siano state prima dichiarate figlie delia Notte. La terza moglie fu Eurinome figlivi dell'Oceano., che partorì le tre Grazie Ar e Tedia. Eufrosine glaia La quarta fu Cerere , che divenne madre di Proserpina. La quinta Mnemosine o la Dea della memoria , da cui nacquero le nove Muse. La sesta Latona , che partorì Apollo ,
,
e Diana. Il ultima moglie di Giove, secondo Efu Giunone di lui sorella ; da cui sìodo ,
nacque Ebe
Da molte condo altri
,
Marte altre
e
,
gli altri Mitologi
figli.
Ilitia e
donne ,
Vulcano.
e ninfe
ebbe
,
se-
egli poscia
l
Da Maio
9
Atlante ebbe Merfiglia dell'Oceano ebbe Dione da curio figlia di Cadmo ebVenere ; da S< m
di
;
sembianza dq|lo stesso Anfitrione, ebbe Ercole. Oltracciò s'uni egli sotto alla forma di Satiro ad Antiopa moglie di Lieo , penetrò e ne vennero Anjione e Zeto f convertilo in pioggia doro la torre, ov era chiusa Danae figlia di Acrisio , e ne ebbe Perseo ; cangiato in cigno sedusse Leda moglie di Tindaro , che partorì dug uova, dall'uno de' quali nacque Polluia
;
ce ed Elena
t
dall'altro
Castore e Cli-
temnestra.
Rapì Europa figlia di Agenore sotto e portolla in CreJa sembianza di toro ta , ove da essa nacquero Minossee Radamanto ; si accostò ad Egina figlia di Asopo in forma di fuoco e n' ebbe Eaco ; ingannò Calisto figlia di Licaonc e seguace di Diaua assumendo V aspetto di Diana medesima , e n'ebbe Arcadi, Tramutossi ancora in formica per Cli,
,
toride figlia di Mirandone eh' era di estrema piccolezza; in serpente per Doreida s in aquila per Asteria sorella di La* tona , la quale però da esso fuggì ir*** sformata
ili
quaglia.
20 Finalmente
in aquila
Ganimede
rapir
pur cangiossi per
figlio
di
Troe
re
di
Troia, e portatolo in cielo il fé suo coppiere in. luogo di Ebe. Quelli che sotto il velo delle favole cercano i nascosti semi 'Mie antiche sto-
dicono che Saturno fu re di Creta, , che come egli spogliato aveva del regno suo padre , così ne fu privato da' propriì figli; che nella divisione essendo toccata a Giove la parte orientale , a Plutone f occidentale , a Nettuno le coste marittime , perciò il primo fu detto re del cielo , il secondo dell' inferno , il terzo del mare ; che avendo molti avu-
rie
to
il
nome
di
Giove
,
e
avendo
busato di molte donne con varii
gemmi
,
e ornati
colie
essi
a-
strata-
favole delle tra-
sformazioni , ma che realmente per la pioggia d'oro intendersi deve Toro quale Giove corruppe i custodi di Danae , pel toro la nave avente P insegna del toper 1' acolla quale rapi Europa ro quiia un'egual nave portante l'aquila con ,
,
cui rapi
Ganimede
ec.
Rappresentavasi Giove in aspetto maecon folta chioma ( la quale agi, tando facea, secondo Omero, tremar l'Olimpo ), coi fulmiui in mano , e collastoso
q*ila
a'
piedi
,
che
i
fulmini
gli
miai-
2* che quindi chiamavasi Paugel strava , ministro del fulmine, o V augel ministro di Giove. Fra le piante a lui dedicate era il faggio e la quercia , e dicevasi che in Epiro nei bosco di Dodona a lui sacro, le querce stesse rendesser gli oracoli. La vittima che a Giove ofierivasi nei sacrifica , era un bianco bue. Molti tempii aveva egli in Roma , e con varii nomigli più sontuoso era quello di Giove Capitolino fondato nel Campidoglio dal re Tarquinio Prisco, e più volte in seguito riedificato. Un altro nel Campidoglio medesimo ne aveva posto Romolo da principio a Giove Feretrio cosi detto da ferve perchè ivi portate e aveva a lui consacratele prime spoglie tolte a nemici. Lo stesso Romolo un al^ tro ne aveva già eretto sul Palatino a Giove Statore per aver da esso ottenuto che arrestasse la fuga , in cui i Romani posti erano da* Sabini , venuti a vendicare il rapimento da essi fatto delle loro donne. Altri templi innalzaronsi poscia a Giove Vincitore , a Giove Tonante , a è
,
,,
J
Giove Conservatore
ec.
22
CAPO
IV.
Di Giunone. Sorella e principal moglie di Giove , e perciò regina degli Dei , era tenuta Giunone. Fu ella però da principio a queste nozze ritrosa , e per vincerla dovette Giove ricorrere all' inganno. Cangiossi dicon le favole , in corvo, e fatta sorgere una tempesta quasi da essa ,
,
fuggendo , ricoverossi in grembo a Giunone, da cui accolto , e manifestatosi ,
a
lei
Ma
marito divenne. gelosissima fu ella poscia di lui
uè certamente senza
ragione;
e
,
soa
la
gelosia principalmente esercitò contro di
Io
figliuola
d'Inaco re
di Argo.
Stan-
Giove con questa si accorse dell'appressar di Giunone e per nasconderla , la cangiò in vacca. Sospettando Giunone di quel che era la chiese in dono e la mise sotto alla guardia del pastore Argo che aveva cento occhi. Questi per ordine di Giove fu da Mercurio addormentato col suono della zampogna e eoi tocco del caduceo , e poscia ucciso. Giunone allora pose gli occhi di Argo nella coda del pavone uccello a lei sacro e , tormentò lo , secondo Virgilio , coli' edosi
,
,
33 sfro o assillo insetto
alle
vacche
infe-
per mezzo delle fuggi disperata Furie, fintantoché in Egitto , dove poi ottenuta da Giove Y antica forma , ìu dagli Egizi adorata
stissimo
e
,
secondo
altri
ella
sotto
nome
il
di Iside
,
e partorì
Epafo
od dpi, che da' medesimi veneravasi sotdi lei pato la forma di bue. Inaco ,
dre
la
perdita deplorandone
le favole cangiato in
,
fu secondo
fiume.
In una congiura degli Dei contro di Giove , avendo Giunone ancora pigliata parte , Giove la fé da Vulcano legar con una catena d'oro le mani dietro le spalle , ed attaccare un incudine d' oro 5
appiedi , e per tal modo in aria la sospese. Ella ne fu poi disciolta dallo stes-
so Vulcano.
A Giunone insieme con Giove buivasi Sotto
regno
il
nome
il
attri-
dell' aria.
di
Lucina
ella
era in-
focata dalle partorienti, sebbene alcuni
per essa figlia
di
intendan
Diana
%
altri
llitia
Giunone.
Sua messaggiera e ministra era Iride Taumante. Giunone rappresentavasi in abito di regina sopra di un trono col pavone ai piedi , o sopra di un cocchio tirato dai
figlia di
pavoni. tue
,
principale suo culto era in e Cartagine. Il
S^
Sacre
a
erano in
lei
Roma
le
calende
mese e sacro particolarmente il mese di Giugno , che preso ne aveva il nome, sebbene opinino alcuni che Eomolo questo nome traesse da' giuniori % come quello di maggio da* maggiori con cui intitolar volle que' due mesi. A Giunone Februale o purgatrice era pur consacrato spezialmente il mese di di
ogni
,
J Febbrajo , e a i5 di esso celebravansi i Lupercali , in cui de' giovani detti Luperei coperti soltanto alle parti, che il pudore nasconde, e nudi nel resto , correvano la città percotendo con flagelli di pelle di capra tutti quelli, che incontravano, a titolo di purgarli o espiarli, ne le giovini donne queste percosse fuggivano^ persuase che utili fossero al concepimento, ed al parto. In tal occasione a Giunone Februale immolavasi un cane; negli altri sacrifica l'ordinaria vittima, che a Giunone offe-, ,
ri vasi
,
era
un
?
agnella*
CAPO Di Pallade
V.
o Minerva.
Cinque Minerve da Cicerone si accennano: la prima che fu detta moglie di falcano; e madre del più antico Apollo;
wmà
t
^5 seconda figlia del Nilo, ed aclorata ia Egitto particolarmente da' Saiti; la terza la
nata dai cervello di Giove di Colise, figlia doli Oceano, venerata dagli Arcadi 1
sotto
i!
nome
di Corifasia; e detta inven-
quinta figlia di Palpante, che dicesi aver ucciso il padre, perchè tentato avea di violarla. Ma la terza soltanto fu in onore presso de' Greci trice delle quadrighe*,
e de'
la
Romani.
Nata dal capo di Giove, e tutta armata, ifu essa adorata come' Dea delia guerra sotto
il
nome
di
P alla de
^
e
come Dea
delle arti e delle sciente sotto quello di ;
benché T un nome
si cambii ed Omero so* frequentemente glia assai spesso chiamarla con tutti e due
Minerva
;
coli' altro,
'
Palla Minerva Fabbricando Cecrope la citta di Atene, Minerva e Nettuno contesero chi avesse a darle il nome. Fu deciso che dato l'avrebbe chi avesse fatto uscir di terra la cosa più utile alla città; Nettuno percossoli terreno col tridente, ne fece sorgere
un
Minerva percotendola -col Tasta ne fé spuntare un ulivo; ed essendosi questo giudicato più utile , Minerva diede alla città il proprio uome, che in greco è appunto Alene, cavallo;
%6 Gracile figlia dTdmone Colofoni© oso sfidare Minerva nell'arte del tessere. Minerva , secondo Ovidio , in mezzo alia sua tela rappresentò L'anzidetta gara avuta da lei eoa Nettuno; in uno de' re di Tracia quattro canti effigiò
Emo
Rodope
sua moglie cangiati in monti, perchè scambievolmente s' intitolavano Giove e Giunone; nell'altro Pigmea cangiata in grue per essersi a Giunone an-
e
teposta in bellezza
,
nel terzo
Antigone
figlia di Laomedonte mutata in cicogna per avere essa pure arditamente sprezzata la beltà di Giunone; nel quarto le figliedi Cinira per lo stesso motivo trasformate da Giunone ne'gradi del suo tempio. Àracne rappresentò Giove per Europa cangiato in toro, per Asteria in Aquila 1
Leda in cigno, per Antiopia in Satira, per Danae per Alcmena in Anfitrione
per
,
pioggia d'oro, per Egina in fuoco % per Mnemosine in pastore,, per Deoida
in
in serpente; indi Nettuno per Canaee figlia di Eoio trasformato in giovenco, per Ifimedia nel fiume Enipeo, per Bisaltide il*
ariete, per
Cerere e Medusa
iti
cavalla,
per Melanto in delfino; poscia Apolliue fiutato in pastore, per Issa figlia di Macateo, Bacco in uva per Erigone, Saturilo, in cavallo per Fillira: e il tutto con tal maestria
%
che Minerva rimale vinta.
^7 Lidispefiila però di questo
perba iattanza di Aracne
replicatamele
spola
A t'acne
le
la
e della su-
ferì
per dolore e per ira di
farne vendetta
essa
fronde
colla
sicché
,
non poter
andò ad appiccarsi, e fu
poi da Minerva cangiata in ragno. chiesta Minerva in ivenne da lei rifiutato. Ma nell'atto che pur tentò, sebbene inutilmente , di fare a lei violenza, nacque Erittonio mezz'uomo, e mezzo serpente. Minerva per occultar questo mostro il consegnò chiuso in una cesta alle tre figlie di Cecrope , Pandroso , Erse ed Aglauro tratta dalla curiosità volle vedere ciò che conteneva, e Minerva avvisatane dalla cornacchia in cui era stata prima da essa cangiata Coronide figlia di Goroneo per sottrarla alla violenza di Nettuno, vendicossi di Aglauro col
Avendo Vulcano
sposa,
farla rivale della sorella Erse,
come ve-
Capo XII. parlando di MercuErittonio frattanto malgrado la sua
drassi nel rio.
deformità crebbe a segno , che diventò Re di Atene, e non potento caminar colle gambe, che non aveva, perchè dal meziu giù era serpente, inventò l'uso de'coc-
chi,edopo morto fu trasportato
in cielo
nella costellazione di Boote.
Figuravasi Minerva ossia Pallade armata
da capo
a piedi coli' asta, e colPegida,
per
s8 cui intendesì egualmente e l'usbergo eli pelle di capra e lo scudo coperto di simit pelle, che prima era proprio di Giove solo, ond'egii da Greci ebbe e dvcui sola Pallade
me
titolo di egioco,
fu indi
aggiunto
Medusa, dappoiché Perseo
teschio di
mezzo
il
di quello riuscì
ad ucciderla,
il
col co-*
appresso vedremo.
Pallade a Minerva tra le piante era dedicato Pulivo, tra gli animali la civetta; a proposito di che «arra Qvidia
A
nelle Metamorfosi, che in tutela di Minerva era pria la cornacchia, in cui da essa era. stata cangiata
Coronide
figlia
Goroueo per sottrarla alla violenza di Nettuno tf>a che avendo Minerva congegnato a PqndrosOyErse, ed Aglauvo figlie di Gecrope, chiusa in una cesta il
di
;
bambino Erittonio mezz'uomo e rpezza serpente, nato da Vulcano nel Tatto che tentando far forza ne venne respinto , e avendo loro ordinato severamente di non aprirla, la cornacchia le riporto che Aglauro V aveva aperta ; e temendo Minerva da quest' esempio il pericolo della
a lei
troppa loquacità della cornacchia, la discacciò , e si prese in v^ce di lei la civetta* di cui era stata trasformata Nittimem sorpresa in incesto col padre Pitteo. §acr§ a Minerva in Roma eran le feste *
a
Qiiìntjuatrìe
vacavan
cui
iti
,
scuole,
le
che vennero così delle , perchè duravano cinque giorni cominciando dai 119 7 di Marzo. Sua vittima ne sacrifici! era e
una capra.
Di Marte
,
CAPO di
Bellona
,
Figlio di Giove e dì te
,
VL e della Vittoria*
Giunone
secondo Esiodo ed Omero.
era
Mar-
Altri
il
dissero figlio di Giove e di Enio o Bellona onde fu pur da' Greci chiamato En?
talio.
Finalmente
se Figlio sol di
altri
pretesero che fos-
Giunone
dicendo che % questa indispettita perchè Giove da se so* lo prodotto avesse Minerva, cercò di fa* re altrettanto , e che mentre andava per consultarne l'Oceano fermatasi nel giardino di Flora questa le mostrò un fio,
,
re, al tocco e la
alP odore di cui
da
se so-
concepì Marte.
Sposò egli Nerio
Nerione^ che nei sabino linguaggio significa forza ; e da questa pretendevano i Nero ni di trarre la
loro origine.
Oltrecciò egli ebbe da Venere Antero ed Ermione, o Armonia; dalla ninfa Bislonide ebbe Tereo; da III Rea Sil>
via ebbe
Romolo
e
Remo.
3o Per nascondere suoi amori con Venere tenea di guardia Alettrione, ma essendosi questi addormentato sul mattino, i
Sole penetrò nella camera e li scoperse; ed avendone dato avviso a Vulcano ina-
il
lilo di
Venere, questi formò
di
metallo una rete nella quale colse due amanti
tilissimi di
i
spose alla derisione
di
tutti
sot-
fili
invisibile, ,
e
gli
Dei
i
:
e-
di
che Marte adirato cangiò Alettrioue in gallo che or sempre col canto previene ,
li
nascer del Sole.
Tereo
Progne
fu re di figlia
di
Tracia
,
Pandione
e marito re di
di
Alene.
Desiderando essa di rivedere Filomela sua sorella, Tereo s' incaricò di condurgliela , ma per viaggio la violò ed ac,
ciocché se la
il
fatto restasse
linguale
la
occulto
,
le
reci-
chiuse in una prigio-
dicendo a Progne eh' ella era moria per via. Filomela in un candido velo con fili purpurei descrisse la sua sciagura, e spedì il velo a Progne per uno de' custodi. Questa , colta l'occasione delle orgie di Bacco , vestitasi da Baccante, andò e eolle compagne a liberar Filomela , nella reggia l'ascose. Uccise poi il figlio Iti , e ne diede a Tereo a mangiare le carni. Sulla fine del convito chiedendo Tereo che il figlio Iti gli fosse condot-
ne
,
ti lo, ùsci Filomela improvvisa dalle vicine stanze , e presentò ad esso la testa. Allora Tereo infuriato prese la spada per
uccidere le due sorelle; ma egli fu traFilomela in rossignomutato in upapa ed Iti secondo Progne in rondine lo alcuni in faggiauo , e secondo altri in ,
,
,
cardellino. Ilia
Remo
o Rea Silvia madre di era figlia
Romolo
Numitore già
di
re
e
di
che privato 'V avea del Amulio due geRegno, fé esporre appena nati furono ove allattati melli in un bosco da una lupa. Raccolti dal pastore Fanstolo furon poi essi nutriti da Acca Lntt*
Alba.
,
i
,
renzia
,
e
cresciuti
rimisero
l'avo
lor
Numitore nel regno scacciandone Amulio. Fondarono quindi la città di Roma, il di cui fu Romolo primo re e dopo ,
avervi regnato molti anni fu egli secondo la favole portato in cielo , e anno,
verato fra
gli
Dei Indigeti sotto
al
nome
Quirino.
di
Figlio di Marte , secondo Esiodo fu anche Cigno, il quale fu poi ucciso da Eri ole nella Focide in occasione che nei bosco Pagaseo voile insolentemente at,
traversargli la strada.
Avendo lata
Allirozio figlio di
Alcippe
figlia
di
Marte
Nettuno vio,
questi
ili
32 vendetta l'uccise. Sdegnato di ciò Nettuno io citò innanzi all' Areopago di Atene ove giudici furono dodici Iddìi ma ,
dai
loro suffragi]
Marte venne assoluto. Marte riguardavasi come Dio principale della guerra , e suoi ministri secondo Esiodo, erano il Terrore e il Timore. Il suo principal culto era nella Tracia ed anche Roma , ove in somma venerazione tenevasi , come padre di ,
m
Romolo. Sacre a Marte erano in Roma le feste istituite da Romolo , che celebravansi 27 di Febbraio colle corse de' Cavalli nel campo Marzio. A lui dedicati eran pure le feste SaIlari istituite da Numa Pompilio suc-
Equine
V
Romolo e che celebravausi caleude di Marzo. L' occasione di questa istituzione si fu, che avendo Numa per consiglio della ninfa Egeria chiecessore di
,
alle
sto
a
Giove un pegno
della
perpetuità
bell'impero romano , egli mandò dal cielo uno scudo rotondo , che fu detto ariette. Numa il diede in custodia a' sa-
Marte ; e perchè non potesse agevolmente involarsi , ne fece da Mamurio costruire altri simili da cui re-
cerdoti di
,
slasse confuso.
Or
questi ancili
cerdoti predetti venivano
nelle
Sacalende
dai
,
33 di Marzo ( mese a lui consacrato da Romolo ) recati per la città con canti in
lode di Marte ( sul fine de' quali pur nominavasi Mamurio , com* egli a Numa aveva chiesto in compenso dell' opera per cui a' medesimi sua ) e con salti sacerdoti fu dato il nome di Salii. In onor di Marte altresì celebri eran ,
giuochi |Marziali ai 12 di Maggio , ed al primo di Agosto. Come Dio della guerra ei dipingevasi tutto armato $ e ne sacrificii a lui offerivasi il toro , il verre e l'ariete, e qual-
nel circo
i
1
che volta
il
cavallo.
Dea della guerra teneasi pur Bellona chiamata Enio da' Greci , e supposta da ehi madre , da chi sorella , e da chi moglie di Marte.
E
tra
le
divinità riponevasi
ancor
fa
cui Ercole disse figlia di Palpante e di Stige , e che rappresentavasi
Vittoria
,
una corona di alloro , e con palma nelle mani.
alata
CAPO
una
VII..
Di Vulcano. Quattro Vulcani sì annoverano da Ciil primo figlio del Cielo e ^posa di Minerva 5 il secondo figlio del Ni!s
cerone
;
e dagli Egizi
Opa
chiamato
il
;
terzo
Giunone
il quarto Giove e di > Menalio che tenne le Isole dette Vulcanie, ora di Lipari. Al terzo peio soltanto cioè al figlio di Giove e di Giunone r alluder sogliono poeti , e vi ebbe pure chi della sola Giunone lo volle
figlio
ili
figlio di
,
,
i
come altri dissero di Marte. Nacque egli così deforme che da' me-
figlio
,
,
desimi genitori venne precipitato dui cielo ; e cadendo neli' isola di Lenno si ruppe la coscia , onde zoppo da ambi i lati rimase perpetuamente.
Fu
ivi
nutrito da
Eurinome
del-
figlia
l' Oceano , che ne prese compassione, e cresciuto si diede unitamente ai Cicopli ed Arge secondo ESterope , Bronte siodo , o Piracmone secondo gli altri , ne!a fabbricare nelle fornaci di Leuno F Etna e nelle isole Vulcanie opere maravigliose ; per cui venne chiamato Dio ,
,
,
,
del fuoco
,
e dei
Celebri presso
fabbri.
Omero
che camminavano ne d'oro che aiutavanlo i cani d'argento e d'oro
sono
tripodi
i
per se stessi
le
7
;
don-
ne' suoi lavori, ,
che stavan a
guardia della reggia d' Alcinoo
,
le
ar-
me impenetrabili fatte per Achille a richiesta di Tetide, tra le quali spezialmente distinguerai lo storiato scudo , su cui
35 mille cose erano maestrevolmente effigiate* Eguali armi , e scudi egualmente ma-
secondo Esiodo, per Ercole ad istanza di Giove , e secondo Virgilio y per Enea alle preghiere di ravigliosi fece egli
,
Veliere.
Ohrecciò opera lazzo del Sole,
la
Vulcano erano il pacorona di Arianna, ii
di
monile di Ermiuione, ec. Ma sua primaria occupazione era quello di fabbricare i fulmini a Giove: e tanta grazia si acquistò egli con ciò presso il padre , singolarmente allor quando tornigli i fulmini contro i Giganti, che osò domandargli Minerva in isposa, e da lei rifiutato ottenne Venere. Ebbe però sovente a pentirsi di queste tormentato da perpetue gelosie % nozze spezialmente contro di Marte. Nondimeno ebbe da lei Cupidine, sebbene altri dieno ,
a
questo diversa origine. Effìgiavasi
Vulcano
in
sembianza
di
fabbro col martello in mano, e zoppo da ambi i piedi. Aveva egli in Lenno il principal culto.
Le
feste
bravatisi in
Vulcanaliaà onor di lui celi* il dì 23 di Agosto.
Roma
36
CAPO
Vili.
Di Venere, Cupidine, ed Imene. Quattro Venere pur si trovono Domila prima figlia dei Cielo, e della Giornata o Dea del giorno, che ebbe mi tempio in Elicle ; la seconda nata dalla spuma del mare, che unita a Mercurio parlorìCupidine,la terza figlia di Giove e di Dione, che fui moglie di Vulcano, e da Marte ebbe Antero; la quarta figlia di Siro e di Siria , che fu venerata da' Fenici sotto il nome di Astarte. Tutte però comunemente confondonsi in una , vale nate da Cicerone:
a dire nella
seconda, Nelle nozze di Peleo, e di Tetide
dell'
Oceano
gli Dei, eccetto la
gettato sulla scrizicne
:
figlia
furono invitati tutti Discordia, avendo questa
alle quali
mensa un pomo
di oro colla
i-
Diasi alla p<à bella ì nacque
contesa fra Giunone, Pallade, e Venere chi averlo dovesse. Ma essendosi tutte e tre riportate al giudizio di Paride figlio di
Priamo redi Troia monte Ida,
store sul
,
che era allora paquesti die
& Venere, che fu quindi tenuta
il
pomo
come Dea
della bellezza.
Ma come tale, lero riconoscerla
e
neppur come Dea volla Propetidi natiye di
3?
.
Àmatunta città di Cipro, e da Venere pria condannale ignude , e poscia cangiate
quindi
furóri
a
in
mostrarsi pietra.
De* suoi amori con Malte già si e detto Ma oltre a questo amò ella Anchise Troiano: del quale concepì Enea, e soprattutto amò perdutamente il giovane Adone figlio di Mirra e di Cinira re di Cipro. Intorno all' origine di Adone racconta Ovidio, che Mirra figlia di Cinira e di Cencreide innammoraiasi furiosamente del padre, e disperata di poter soddisfare a questo amore incestuoso , erasi determinata ad appiccarsi; ma che la nutrice ne la distolse, e scelleratamente le brame di lei secondando fra le tenebre della notte la guidò al letto del padre come un ignota amante. Stato con lei più notti , mentre Cencreide occupata nelle feste di Cerere vivea secondo il rito da lui divisa, alla fine desideroso di vedere chi fosse, Ci5
nira fé recarsi la
figlia *
un lume,
e riconosciuta
presel inorridito
la
spada per
trucidarla. Riuscì ella a sottrarsi;
ma
er-
rando miseramente per nove mesi di terra in terra alla fine giunse nella Sabea, ove fu trasformata nelT albero della mirra, e dal tronco di questo per se apertosi lisci Adone.
Crebbe
egli
leggiadiissimo gioyanCj e
33 Venere
al
primo incontro
tosto di lui ar-
dentemente si accese. Ma poco tempo potè godere dell' amor suo; perciocché egli appassionatissimo delia caccia un giorno che malgrado le contrarie preghiere di lei volle andarvi ad ogni patto, vi fu ucciso da un cignale, sotto alle sembianze di cui dissero alcuni che fo^e ascoso Io stesso Marte; e Venere dopo averjo cangiato in anemone , per lunga pezz amara,
i
~~v
mente lo pianse. Andava ella frequentemente accompaEufrosigrazie Aglaia disse figlie di che Esiodo , e di Eurinorne e che alcuni volGiove lero figlie di Bacco e di Venere stessa,
gnata dalle
ne,
tre
,
e Talia ,
di
altri
Fra to v tra
Giunone. le i
lei
fiori
rosa
la
qual era prima, sa
,
allor
quando
il mirche di biatica ,
dedicato era
piante a
,
disse cangiata in ros-
si
fu bagnata dal sangue
Adone puntosi con una
di gli
uccelli
il
cigno
%
il
spina , e tra passero, e spe-
cialmente la colomba , in cui si disse cangiata da Cupido la ninfa Peristera % perchè in una sfida ch'egli ebbe con Venere a chi sapesse coglier più fiori, Peristera
aiutando
Venere
la
rese
vitto-
riosa .
Rappresentavasi or sopra una condii-
39 glia
da due 1
tirata
Cavalli marini
,
tifoni
da
o
,
due
or sopra un cocchio
ti-
due cigni o da due colombe. Adorata era Venere principalmente nelY isola di Citerà , ed in Gnido, Pafo ,
rato da
,
Amatunta città dell' isola di Cipro, Ebbe nomi di Citerà-, e di Cipri o come pur quelli d' Idalia dal Ciprigna monte Ida in Cipro e di Àlcidalia dal
quindi
i
,
,
fonte Àlcidalio in Beozia
che colle grazie mente lavarsi. Una colomba ficii e avendo ;
sacrificarle
Roma
ficavansi a i
a in
lei
offri vasi
Cipro
lei
i
,
furon da es-
alle
calende di
aprile s&cri-
Venere Verticordia
,
cosi
,
illeciti
spezialmente dedicato
se di aprile
ne* sacri-
Cerasti osato
tori.
cuori allontanasse dogi*
e a
frequente»
usasse
umane vittime
sa cangiati in
In
ella
ove dicevasi
,
perchè amori ;
er«i
il
me-
detto secondo alcuni
aphros spuma alludendo alla spuma da cui nacque Venere secondo altri da a,
,
perire^ perchè allora
la terra apre il seproduzione de' vegetabili* Amore da Esiodo è posto fra primi Iddìi , contemporaneo al Caos e alla terra e distinto da Cupidine. Gli altri poeti comunemente confondono Cupidine con Amore , e gli danno per madre Ve-
no
alla
i
,
5
4° nere
e per padre
,
chi
il
Cielo
,
chi
chi Marte e chi Giove chi Vulcano Mercurio ne manca pure chi il dice figliodi Venere solamente. Dipingesi nudo e alato , cogli occhi bendati, e colY arco e la faretra e grandissima si suppone la sua possanza su gì immortali egualmente che sopra i mortali. ,
,
,
,
;
1
Apuleio descrive a lungo
Amore
la
favola di
si è che essendo Psiche bellissima , Venere di lei gelosa spedì Amore , perchè le spirasse passione per qualche oggetto di lei indegno. Amore in cambio di lei si|acce* se, e la fece trasportare da Zefiro in un palagio rimoto , ov'ella era di tutto lautamente fornita da ninfe invisibili, ed ei medesimo veniva da lei la notte senza lasciarsi veder giammai. Bramando Psiche di rivedere due sorelle che avea Amore permise che fosser anch'esse da Zefiro colà portate , e queste udendo la felicità eh* ella godeva, ma che non vedea giammai lo sposo , punte da invidia le fecer credere eh' ei fosse un mostro, il quale alla fine avrebbela divorata. Psiche per accertarsene > alla notte, mentr' era addormentato, accese una lucerna , e prese un coltella
e Psiche
con animo di
,
il
cui ristretto
ammazzarlo
t
se fosse
uà
4* mostro. Al vedere eh' egli era tatt' alt^o ^ rimase attonita , il coltello le cadde a del fuoco della terra n e una scintilla lucerna caduta sopra una spalla eli Amore il ferì. Egli destatosi al dolore fuggì sdegnato , seco a volo traendo Psiche, un piede cercava la quale presolo per in vano
di trattenerlo.
e rimasta in
sola
al
fine
,
per disperazione gettossi che però salva la porlo in
un fiume , Pane Y esortò
riva.
Amore
Caduta
a
gire in traccia di
promettendole che lo avrebbe e nei lunghi viaggi che a tal fine intraprese , avvenutasi nelle sorelle raccontò loro la sua sciagura , ed aggiunse che per maggiore vendetta Amore le avea dichiarato che una di loro vo-
placato
,
;
lea prendersi in isposa.
Avide
di questo
una dopo Y altra salirono lo da cui Zefiro le avea portate al palagio di Amore, ed una dopo Y altra da esso precipitarono. Intanto Venere informata di quanto era avvenuto , si fece condurre Psiche davanti e fieramente la maltrattò. Le impose quindi di separare da un grosso mucchio di frumento , di orzo di miglio , di semi di papavero , di ceci , e di lenti tutti questi grani , nel che fu aiutata dalle formiche; le sorelle
scoglio
poi di
,
recarle
un
fiocco di lana
d'
oro
42 di
certi
montoni
un fiume
che
,
in luoghi
j^asceann di
inaccessibili
,
là rH
e
una
insegnò la maniera portarle una di averlo ; in seguilo di brocca piena di un acqua nera custodita da due dragoni e un aquila , presa la brocca > andò a riempirla; finalmente di scendere all' Inferno , e recarle un vasello pieno di grazie e di vezzi , che dato sarebbele da Proserpina ; e scesa per la via del Tenaro ottenne da Proserpina il vaso*, ma al ritorno ebbe curiosità d'aprirlo, e ne uscì un vapor soporifico , per cui ella cadde in letargo. Da questo però Amore la risvegliò , e salilo al cielo ottenne da Giove di aver-
canna del fiume
isposa
la
in
si
fecero con
,
e
le
Venere
placata
lieta
nacque
pompa
le
in
cielo
nozze, dal-
Voluttà. Psiche suol essere effigiata qual leggiadrissima giole quali
vane
colle ali
Imene Dio detto figlio altri
figlio
di
la
di
farfalla.
delle
nozze da alcuni vien
Bacco
e
di Apolline
di ,
Venere
,
da
e di una delle
vogliono esser Urania , altri Calliope, ed altri Clio. Ei presedeva alle nozze , e rappres entavasi avenie in mano una fiaccola accesa.
muse
,
che alcuni
CAPO 1
Dell Aurora
del Sole
,
43 IX. ,
£ della
Luna
d'Iperione e di Tea son fiotti l'Aurora, il Sole, e la Luna. Esiodo da L'Aurora, rapito avendo Tifone figlia di Laomedonte re di Troia, in matriFigli
monio
a
none
che poi venuto in
ia
,
,
lui
strinse,
si
n'ebbe Mensoccorso di Troe
fu ucciso da Achille.
Ottenne essa a Titone l* immortalità f non la perpetua giovinezza sicché
nifi
fatto decrepito
za
,
e de' mali della vecchiez-
continuamente lagnandosi
,
fu
con-
vertito in cicala.
Rapi anche Cefalo figlio di Eolo , e marito di Procri ; ma ritroso veggendolo all'amor suo, perche costante verso di Procri, ad essa lo rimandò , dicendogli che se ne sarebbe pentito. Cefalo a tai parole entrato
in sospetto della fe-
de
di Procri , ne volle far prova, e presentandosi a lei travestito cercò di sedurla con doni. Per molto tempo ella
ma
accrescendo Cefalo i doni , alla fine si diede vinta. Allora Cefalo si scoperse , ed ella vergognandosi fuggì ne' boschi , ove si fece seguace di Diana > da cui ricevette
resistette;
44 dono un cane di mirabile velocita , ed uu dardo , che sempre sicuramente colpiva. Richiamata in fine da Cefalo a lui donò quel cane, e quel dardo. Ma un dì che stanco dalla caccia sopra alla riva di un fonte egli chiamava Y aura a ristorarlo, uno che da lungi l'udì, credette ch'egli chiamasse una Ninfa di in
,
questo
nome
,
e riferillo a Procri.
Que-
andò per sorprenderlo e non lungi dal fonte in una densa macchia si ascose. Di là udì Cefalo chiamar aura, e agitandosi per dolore e per ira sta
ingelosita
,
fece tale strepito fra le fronde
, che Cecredendo nascosta ivi una fiera lanciò il dardo, da cui la misera Procri rimase estinta. Si disse poscia che accusato innanzi ali* Areopago di Atene di questa uccisione fu condannato a perpe-
falo
tuo esiglio. Rappresentavasi l'Aurora sopra di un carro a due cavalli , preceduta da Fosforo o Lucifero sotto la forma di un Genio avente una stella in fronte , e una fiaccola in mano ed accompagnata da altri Geni quali in allodi versar la rugia-
da, e quali di sparger gigli e rose. Il Sole , che molti poeti confusero con Apollo , ma che Omero ed Esiodo sempre da lui distinsero , ebbe da Climene
4S figlia
dell*
Oceano Faetonte , Lampezia, Fehc o Lampetusa e da Fer-
Faesusa, e se , o Perseide
;
Eeta
9
Pasifae e Circe*
Faetonte, secondo Ovidio, in una contesa con Epnfo figlio di Io ; sentendosi da lui negare di esser figlio del Sole,
andò per consiglio
la regia del Sole
madre
della
stesso,
e
nel-
per prova
di essergli figlio richièse
di poter reggerne il carro. Questi che già gii aveva promesso con giuramento qualunque co-
dopo aver cercata , dissuaderlo , fu suo malgrado costretto ad accordarglielo. Ma non sapendo Faetonte guidarlo * tanto alla terra si accostò che ne arse essa, ed
sa
avesse chiesto
gli
modo
per ogni
di
mare. Alle preghiere della terra aìlor Giove fulminò il mal consigliato giovane,
il
e lo precipitò nell'Eridano, alle rive di cui le sorelle
piangendone
la
ron convertite in pioppi , e lagrime nacque 1? ambra; e glio di
mene
Stendo
e di
una
morte fudalle
loro
Cigno,
sorella di
fi-
Oli-
piangendo anch' egli la sciagura del suo cubino ed amico, fu tramutato ,
in cigno.
Eela
fu re di
Coleo e
possessore del
d'oro, che poi conquistato fu da Giasone per opera di Medea , siccome
\7 ello
appresso vedremo,,
46 Pasifae
moglie
di
Minosse innamo-
rata di un toro, per cui altri intendono un principe detto Tauro partorì il Minotauro mostro mezz uomo, e mezzo toro , che poi fu ucciso da Teseo nei 1
labirinto di Creta. Circe maritatasi al re de'Sarmati V av-
velenò, quindi scacciata venne in Italia, e si stabilì net promontorio Circeo ora Monte Circello , ove non corrisposta da
Glauco amante di Scilla per vendetta avvelenò la fonte ove Scilla lava vasi onde questa cangiossi in mostro marino ; ,
parimente da Pico re del Lazio lui trasformò iti picchio, cangiò in fiere compagni di esso , che contro lei si avventarono, e Canento moglie di lui piangendone la perdila fu disciolta in aura ; finalmente con una bevanda incantata , e col tocco della sua verga mutò che ella in porci i compagni di Ulisse poscia per le preghiere di lui restituì alla pristina forma, e lui seco tenendo un anno n'ebbe secondo Esiodo, Aglio, e Latino , e secondo gli altri poeti Telegono. Come portatore del giorno il Sole figuravast sopra di un carro luminosissimo circondato dalle Ore, che le dauzavano intorno, e tirato da quattro focosi carifiutati]
i
3
47 Piroo i Eoo , e Flegone. In girai! venerazione fu il sole pressa Gentili e spezialmente presdi tulli
Eto
valli
,
i
so
,
Orientali.
£Ìi
In
Roma
il
cavallo.
si
immola va-
ne' sacrifici a lui
La Luna che comunemente confondevi con Diana, fu anch'essa dai più ,
interamente da lei distinta. che innamorata di , Endimione pastor di Caria , scendea la poeti
antichi
Dicou
favole
le
notte dal cielo
Latmo
;
a
seco
star
ed aggiungono
sul
pure
,
monte che fu con uu
da Pane Dio de* pastori allettata presente di bianca lana a venirne a lui ne boschi di Arcadia. Rappresentavasi con un arco lunato in fronte sopra di un cocchio a due caval1
li;
e nei sacrifici
a
lei
offeritasi
CAPO Di Apollo,
Quattro A pollini :
e delle
,
Muse*
distinguevano
si il
toro*
X.
di Esculapio
dire di Cicerone
il
primo
figlio di
al
Vul-
cano , e di Minerva ; il secondo figlio di Coribante e nato in Creta y intorno al
dominio di cui ebbe
c©u Giove
;
il
terzo
poscia
contesa
di
Giove s
figlio
•4?
di Latona
venuto secondo alcuni dadi ^ Iperborei ma secondo i più nato in De* il quarto nato in Arcadia lo e soprannomato dagi' Arcadi Nomione , percliè da esso dicevano di aver avuto le leggi. Il .
i
,
;
,
più celebre presso i poeti fu il terzo a cài pur venne ascritto quanto poteva agli altri appartenere. Allorché Latona n* era incinta , Giunone pregò la Terra a negarle ricovero ove poter partorire, e suscitò pure contro di essa il serpente Pitone. Ma Nettuno V accolse nell* Isola Ortigia o Delo, che era allora natante, e eh' egli poi rese ferma ; e Latona colà recatasi trasformata in quaglia , diede alla luce sul monte Cinto Diana ed Apollo , il qual cresciuto y e fatto espertissimo arciero , il serpente Pitone colle sue frecce poi mise ,
a
morte*
Superbo pollo a
di
questa uccisione
dileggiare
il
fanciullo
ACupido
si
fece
,
che osasse di trattar l'arco e gli strali. Questi irritato , per dar prova del valor suo , scoccò uno strale dorato contro di lui medesimo , per cui ardentemente irinamtnorossi di Dafne figlia del fiume Peneo , ed una di piombo a Datne , per cui odiandolo si diede con tutta possa a fuggirlo. Con pari ardore si mise
49 Apollo ad inseguirla , e già slava per ra^giugnerla , quando frodate vide del tutto le sue speranze; perciocché ella al padre raccomandandosi fu tramutata in alloro.
Dafne amò egli Giaci nto^Ciparisso, e Coronide. Leucotoe , Isse , disco con Giacinto al Mentre giocava secondo ale dLClio figlio di Pierio o Amicleo Ebaio secondo aldi e cuni , Oltre
Clizia
,
,
Zefiro per rivalità portò il disco di Apollo alla testa di Giacinto; che ne motri
li
,
,
e fu da Apollo
dello stesso
*
cambiato
nel fiore
nome. Ovidio racconta
il
fatta
alquanto diversamente, dicendo che il disco battendo sopra di un sasso ribalza in faccia a Giacinto nell'atto ch'egli era corso per prenderlo. Ciparisso figlio di Amicleo avendo per disavventura ucciso con un colpo di saetta
che gli era caun cervo addimesticato medesimo per dolore am,
rissimo, volle ei
,
ma
Apolla che lo amava prevenne il colpo cangiandolo in cipresso* Tutto questo però da molti viene attribuilo a Silvano. Innamorato prima di Clizia figliuola di Orcamo e d'Eurinome; Apollo l'abbandonò per Leucotoe di lei sorella , cui sedusse prendendo le sembianze di Egftrinome. 3 mazzarsi
;
5© Clizia scoperse il fatto ad Orcarao , il quale fece seppellir viva Leueotoe « che poi eia Apolline fu trasformala nell'albe-
da cui stilla l'incenso , e Clizia medesima fa cangiata in girasole. Coronide figliuola di Flegia dopo essere stata per alcun tempo ad Apollo fe-
ro
,
ad esso antepose il giovine Ischi. Di ciò Apollo, avvertito dal corvo, che ucpoi di bianco fu tramutato in nero però dal Trasse Coronide. cise Ischi , e fece pricui fianco di lei un bambino ma allattar da una capra , e poscia allevar dal centauro Chirone , e chiamollo dele
,
,
,
'
Esculapio. Questi da Chirone
istruito
nell arte
tnedica , ne divenne così valente , che potè ad istanza di Diana richiamare da morte a vita Ippolito tiglio di Teseo. Sdegnato però Giove che tanto potere e Apollo, ei si arrogasse , lo fulminò -,
presela farne vendetta col saettare i che fabbricati avevano i fal-
cìm Ciclopi, dal cielo. lii ni a Giove „• venne esighato due figli Epione Ebbe Esculapio da che anch' essi di, quattro rinomatissimi , e vennero medici Jaso. e Panacela tiglie Igiea , Egle,
Macaone
La il
e
Podaiirio
celebrità eh' egli
si
era acquistata
Apollo suo fset riguaicUre insieme con
5i padre qual Dio della medicina; Il suo culto era specialmente in Epidauro ; ma passò poscia anche in Roma nel moda seguente.
Romani
I
afflitti
pestilenza
dalla
man-
darono in Delfo a consultare 1* oracolo che convedi Apollo , il quale rispose niva condurreEsculapio da Epidauro ia Roma. Gli ambasciadori passarono quindi in Epidauro per trasportare la statua. >
Ma
intanto che su
un
di
consultavasi
ciò
serpente
uscito dal città la andò attraversando a potempio sarsi spontaneamente sopra la nave dei Romani > eh' era nel porto , e da essi condotto a Roma , e deposto neH' Isola fra
i
cittadini
del Tevere
,
,
dopo aver liberata la città Fu quindi j scomparve.
dalla pestilenza
creduto che Esculapio medesimo assunto avesse quelle sembianze, e gli s'innalzarono templi > in cui rappresentavasi con un bastone in mano , al quale era
un serpente attorcigliato
;
e
gli
s'istitui-
1
ne quali a lui ofiejivahsi capri o galline. Il serpente ed il gallo erano specialmente a lui dedi tati. Apollo sbandito dal cielo ruoverossi
rono
sacriflcì
,
,
Admeto re di Tessaglia , che amorevolmente P accolse , e lo propose
presso di
pila
guardia delle
fiume A n fri so. Grado fu Apollo
Admeto
;
sue greggi
lungo
il
1
amorevolezza di perciocché bramando questi di ali
aver in isposa Alceste
figlia di
Pelia, ne
potendo ottenerla se nona condizione di condurre a Pelia un carro tirato da un leone e da un cignale. Apollo gì' insegnò il modo onde aggiogare queste due bestie feroci. Oltreciò allorché preso da grave malattia era Admeto vicino a morte , ei gli ottenne dalle Parche il poterne campare , se altri si offerisse a morire ed essendosi Alceste generosaper lui ciò mente a offerta , egli fu risanato, ed Alceste fu poi da Ercole tratta fuor dell' Inferno, dopo avervi incatenata la Morte* Durante il suo esiglio andò pure Apollo in compagnia di Nettuno , esule anch'esso in quel tempo per aver congiurato contro di Giove , a fabbricare pel re Laomedonte le mura di Troia ; ma avendo questi in appresso negata ad ambedue la convenuta mercede , Apollo il punì colla pestilenza , e Nettuno coir T inondazione , e col rnandar un mostro ;
piarino , al quale Laomedonte per ordine dell'oracolo dovette esporre la figlia Esione , che fu poi liberata da Ercole.
$n Frigia fu Apollo dal Satiro Marsia
meglio sonar sapesse o queo quegli la lira ed y del siio ardiavendolo vinto * iu pena
sfidato a chi
zampogna
la
sti
mento
gli
me
lui
si
trasse
la
pelle
,
e
dalle lagri-
mescolate col sangue formosfiume Marsia, che sbacca nel -fiutila
di il
;
Meandro. Pari disfida ebbe ivi da Pane , e parimente vincitore ne fu dichiarato dal Dio del monte Imolo. Ma alla decisione di questo si oppose il re Mida, per cui Apollo gli fece crescere le orecchie asino. Ingegnossi egli colle velature del capo a ricoprirla % ed ordinò al suo tosatore di non manifestarle a nessuno ; ma questi non potendo per una parte tacere % è temendo per l' altra di esser s
&
'
x
scavò in segreto luogo una fose vi mormorò dentro : Micia ha le
punito sa
,
,
orecchie di asino , ed essendo ivi cresciute delle canne, alle percosse dal vento andarono ripetendo le stesse parole , sicché
Una
'
la
cosa
si
fece a tutti palese.
tenzone di altro genere ebbe Àpollo con Foiba , il quale impossessatosi de! cammino di Delfo vietava che alcuno vi andasse ; ma trasformatosi in atleta Apollo ben tosto lo atterrò , e V uccise. Era Apollo adorato principalmente hi Delo % Glaro , Timbra ì Pataro > Cifra %
u e Delfo
ove era il famoso oracolo , che rendevasi dalia sacerdotessa Pitia posti sul tripode coperto della pelle del serpente Pitone , e da questi luoghi ei trasse i «orni di Delio , Ciano , Timbreo , Patareo , Ctrreo , Delfico, come quello di ,
Cintio dal Monte Cinto ove nacque , quello di Pitio da Pito sinonimo di Delfo , quello di Febo , cioè risplendente ,
confuso col Sole.
dall' esser
In vansi
Roma 6
ai
i
di
esso offerivasi
giuochi Apollinari celebra-
Luglio
e
;
toro
ne' sacrifici
porco , consacrato era
il
il
e
ad
l'arie-
L'albero a lui i' alloro. Rappresentavasi come abilissimo arderò , coìt' arco e colla faretra , e come Dio della poesia e della musica , colia lira. Era pur tenuto insieme col figlio Escalapio per Dio deila medicina. Qua! Dio delia musica e della poesia era egli chiamato preside e condottier
te.
delle
Muse
mosine
,
figlie
Dea
o
Le Muse
di
della
Giove , e memoria.
eran nove
,
di
Mne-
e ciascuna aveva
una particolare ispezione , Clio per la iEuterpe per h musica , Tersicore Polinnia per l'eloquenza, danza, la per Urania per V astronomia 5 Talia per la storia
,
commedia
,
Melpomene per
Calliope per la lirica.
la
poesia epica
la ,
tragedia
,
Erato per
SI loro soggiorno poneasi
Àonia, parie della Beozia sopra i monti Parnasio , Castalio ed Elicona , da cui usciva il fonte Castalio , in cui si volle cangiamentre fuggiva da ta la ninfa Castalia Ippocrene Apollo e il fonte Agnnippe che si disse fatto sgorgar o Cavallino di terra da un calcio del cavallo Pegaso nato dal sangue di Medusa. 11 monte Piero nella Tessaglia , e il monte Pindo nella Macedonia diceansi pure sovente da esse abitati. Narra Ovidio , che le nove figlie di Pieno edi Evippe avendo sfidate al canto le nove Muse ed essendone state vinte a giudizio delle Ninfe vennero canli
noli'
,
,
,
,
giate in piche.
Narra similmente , che avendo Pireneo invitato le Muse sopraggiunte dalla pioggia
a ricoverarsi in sua casa , e quintentato di far loro violenza , esse fug* girono convertite in uccelli ed ei vo-
di
,
lendo inseguirle precipitossi da una loggia , e rimase estinto.
56
CAPO
XI.
Di Diana. Oltre alla figlia di Giove e di Latona,
due
altre
Diane da Cicerone
si
accenna-
V una figlia di Giove e di Proser> pina V altra figlia di Upi e di Glauce:
no
,
aia di
queste
presso
i
appena
trovasi
menzione
Poeti.
Ben vedesi presso molti confusa sovente Diana colla Luna , sebbene i più antichi T abbiano interamente distinta. Era Diana tenuta per Dea
della cac-
perchè eli essa formava la sua occupazione e il suo diletto. Costringeva a perpetua verginità le Ninfe, sue seguaci ed avendo scoperta ia gravidanza di Calista figlia di Licaosedurre da xie , la quale erasi lasciata Giove , che per ingannarla avea assunte le sembianze di Diana medesima, la discacciò. Quella entrata in un bosco diede poi Arcade alla luce , e fu da Giunone cangiata in orsa. Arcade cresciuto cia
,
;
in età fu in procinto di ammazzarla
conoscendola
;
non
e Giove tramutato in orso
lui pure, e trasporlo in ceelo
amendue
nelle
maggiore , e d^U T orsa minore; Giunone però implacabicostellazioni dell' orsa
57 le, altro non potendo, ottenne , seconda Ovidio , dall'Oceano e da Teti di non
permettere che mai si bagnino in mare. Diana stessa era creduta castissima , e
malamente
gli
amori
dirnionè a
lei
vengono
delia
Luna con En-
attribuiti.
Anzi avendo Atteone figliuolo di Ari-
Autone osato nel bagno, fu da essa
steo e di
nuda
di mirarla coli'
acqua
che
,
cangiato in cervo , e divorato poscia da propri cani. Orione , nato secondo le favole dall' orina di Giove , Nettuno e Mercurio chiusa in una pelle di bue , e segli gettò
contro
avendo alia caccia tentato di fir violenza ad Opi ninfa di Diana , fu da e secondo alcuni a Diana stessa essa ucciso , secondo alcuni con un dardo , e secondo altri colla puntura di uno polta sotterra
,
,
,
scorpione fatto ivi
Omero però per Aurora.
cidesse dall'
fa
sorgere dalla
dire a Calipso che
dispetto
veggendolo
terra. 1'
uc-
rapito^
Chione figlia di Dedalione , che per aver da Mercurio generato Àutolico , da Apolline Filammone , osò a lei preferirsi , fu essa pure da lei trafitta; di che il padre addolorato gettossi in mare, ma fu da Apollo a mezz' aria cangiato in
uno sparviero.
58 Egual vendetta e più contro di Niobe figlia
terribile
t*
moglie di Anfione
.
fece
Tantalo
di
ella
f
che per esser ma-
dre di quattordici figli osò insultare superbamente Latona di averne due soli. Diana per punire l'oltraggio fatto alla madre unitasi con Apollo , uccise a col,
,
pi
di frecce
tutti
e le
figli
i
figlie
di
Niobe , che a sì orrendo spettacolo in marmorea statua fu tramutata. Ne impunito lasciò Eneo re di Calidone e marito di Altea, che offerendo le a Bacco ed a Miprimizie a Cerere ,
,
nerva
lei
a
,
gate. Ella
calidonie
ben
mandò a disertar le campagne un terribil cignale il quale ,
ma con
,
avea ne-
le
fu ucciso da Meleagro figlio di
poi
Eneo
con disprezzo
danno
fatai
mede-
di lui
simo. Imperocché nella caccia, che a quello diedesi , e alia quale concorsero i principali Eroi della Grecia ^essendo Atalanta figliuola di Giasio dia stata
la
prima
dopp di averlo ne presentò la
estinto pelle
,
,
a
e
la
ritaronsi a ciò Plesippo e
Testio
,
,
lei
testa.
Toxeo
Altea fì e ad Atalanta
e fratelli di
a forza ritogliere
ArcaMeleagro in premio
re di
ferirlo
a
Ma
ir^
figli
di
volendo il
dono
avuto da Meleagro vennero uccisi. Allora Altea madie di Meleagro 9 che al nascer
5g di lui ritrailo avea dal fuoco
,
e occul-
luo£o secreto il tizzone , die le Parche vi avean poslo, dicendo che tanto sarebbe durata Ja vita di lui , quanto il tizzone, rimise per vendicare la morie de' suoi fratelli il tizzone sul fuoco , e Weleagro consunto da interna arsura insieme con quello rimase estinto. Altea tato in
poscia di ciò pentita di propria uccise, eie sorelle di Meleagro te
mano
si
mor-
la
piangendo furono da Diana can-
di lui
M
giate negli uccelli detti elea gridi. Altri strali invisibili di Diana e di Apollo venivano pure attribuite , secondo
Omero
le
,
morti improvvise
,
e
le
pe-
stilenzie.
Diana rappresentavasi in abito di cacciatrice sopra un cirro tirato da due cervi
come
e
t
«osi
a
confondeasi colla
Luna , un arco
poneasi pur anche anzi da molti poeti ; pur fu confusa con Ecate , e detta per* ciò triforme, cioè Luna in cielo, Diana lunato
lei
fronte
in
in terra
Aveva
,
ed Ecate neir inferno. i
nomi
di
Delia e di
Cinlia
dall' isola e dal
monte ove era nata. Famoso era il suo tempio in Efeso
©he poi fu incendiato da so dalla manìa mortale.
Erogato
di rendersi
,
,
pre-
cun ciò im-
•
§0
La
vittima a
va. In
dedicata era una cer-
lei
Tauride
però
vedremo parlando
immolarono
le si
per alcun tempo umane
vittime
d' Ifigenia
CAPO
,
come
,
Oreste,
e d'
XII.
Di Mercurio. Cinque
Mercuri troviamo presso di Cicerone , il primo nato dai Cielo e dalla Dea del giorno ; il secondo figlio di Valente e di Forcnida , ed è dice egli, die abita sotto terra, ed è chiamato Trifonio ; *il terzo figlio di Giove e di Maia, dal quale e da Pe<
quello
,
Bèlope alcuni pretesero nato il Dio Pail quinto il quarto figlio di Nilo ; rìe dagli Egizi chiamati Teut o Tot , che ;
dicesi
date Il
20
,
aver loro insegnato
le
lettere,
le
e
leggi
più rinomato figlio
di
fra
Giove
e
questi, di.
c!Ìoè
Maia
,
il
era
ter-
con-
messaggiero degli Dei. Perciò dipingevasi colle ali a piedi ed al capo \ onde esprimer la sua velocità. Davaglisi pure in mano il caduceo; vale a dire una verga attorcigliata da due serpenti, colla quale dice Omero, ch'e-
siderato
gli
come
chiamava
il
il
sonno
su gli
occhi de*
6i fugava a suo talento > e , eoa cui pur guidava le anime de' trapas-
mortali sati
all'
o
il
inferno.
Avendo per ordin di Giove ucciso Argo posto da Giunone alla custodia di Io ( come si disse al Capo IV. ) , ebbe da il titolo di Arcidiga. Vuoisi per alcuni ch'agli abbia da Venere avuto Gupidine , per altri Erma-
ciò
frodito.
Innamorato di Erse figlia di Cecrope indusse con oro Aglauro sorella di lei a tenergli mano. Paìlade ciò sapendo mandò l'Invidia ad' infettare Aglauro del suo veleno. Elia perciò al venir di Mercurio cercò vietargli Y ingresso , % fu convertita in nera pietra,
Mentre Apollo guardava lungo
il
fiu-
me
Aufriso in Tessaglia gli armenti di Admeto , Mercurio gli rubò alcune vacche , ed essendo in ciò stato scoperto dal pastore Batto , lo cangiò in pietra di paragone. Minacciandolo Apollo > se non restituiva le vacche , Mercurio nell' atto stesso gli rubò la faretra, sicché Apollo per la stravaganza finì a cangiare lo sdegno ia riso e Mercurio fu poi tenuto Dio dei ,
ladri.
Era anche chiamato Dio
de*
mercati-
6t ti , e spesso perciò dipingevasi con una borsa nelle mani. Dio deli' eloquenza fu egli pur nominato , e si tìnse che dalla sua bocca uJ
che dolcemente , legavano gli ascoltanti. Per ultimo a lui venne attribuita eziandio l'invenzion della lira, che si disse da lui formata la prima volta coi tesi nervi di una morta testudine. scissero catene
Le
d oro
statue che
si
ponevano
sulle vie a
guisa di termini erano dette Mercurii dai
Romani ed Ermi dai Greci che tale è il nome di Mercurio in quella lingua. ,
,
CAPO
XUL
Di Bacco. Cinque pure
secondo Cicerone , ebbero nome di Bacco o Libero il primo figlio di XJiove e di Proserpina il secondo figlio del Nilo che si disse aver ucciso Nisa ; il terzo figlio di Caprio , che fu detto re dell' Asia in onore di cui furono istituite le feste Sabazie ; il quarto figlio di Giove e della ,
il
:
;
,
Luna,
a cui dedicate
Orfiche
Dione
,
si
dissero Le feste
il quinto figlio di Niso e di da cui si credettero stabilite le
;
63 Triefcridi.
Comunemente pero da
Bacco vien detto figlio mele figlia di Cadmo.
di
Giove
poeti
e di
Se-
Allorché questa ne era incinta , Giudi Beroe di lei la figura nutrice le mise in animo un' ordente brama di veder Giove ih tutta la sua maestà. Consenti Giove a tnle richiesta, sebbene a malgrado ma quando a lei prefulmine un da lui uscito T inseti tossi
none assunta
;
,
cendiò. Allora Giove le estrasse il figlio vivo , e I* ascose nella sua coscia , poi datolo alla luce lo fece allevare da Ino sorella
di
Semele
sotto
la
custodia
di
Sileno.
Cresciuto in età andò alla conquista da cui tornando trovò nel,
delle Indie T Isola di
Teseo cielo
ne
,
,
Nasso Arianna abbandonata da
e fattala sua sposa trasportò
corona di lei nella che ha questo nome. la
in
costellazio-
Preso da' corsari di Tiro, che sopra una spiaggia il trovarono addormentato in sembianza di fanciullo , domandò di essere condotto a Nasso , e allorché fu ad essa vicino , veggendo che i corsari volevano proceder oltre, rendette immota la nave, e lor cangiò in delfini, saiYo Acete , che a quelli si era opposto. Alcitoe, Leuconoe €
le sorelle
}
figlie
64 di
Menco
,
avendo osato esse purecT/in-
sultare Bacco, furono cangiate in nottole. Era egli tenuto per inventore del vi-
no,
e le sue feste celebravansi dalle
una specie di furore
in
canti
rano da' Greci chiamate
,
Bac-
ond* e-
da orge
orgie
furore.
In queste il giovane Cisso spensieramente saltando cadde in una profonda fossa , e da Bacco venne cangiato in edera.
Essendosi a
opposto Penteo
tale feste
Tebe , furor sì strano ispirò Bacco ed una delle ad Agave madre di lui che unita alle compagne lo Baccanti
re di
,
,
fece a brani.
Licurgo re di Tracia che opporsi volle propagazion delle viti , fu anch'egli punito ; perciocché mentre di propria mano accinto s'era con una scure a ta* alla
gliarle All'
gia a
gambe. incontro avendo Micia Bacco restituito Sileno ,
tagliossi le
stato preso dai
contadini
7
re di Fri-
che era , Bacco in ri-
cambio si offerse pronto a concedergli qualunque cosa ei domandasse. Ma avendo l'avarizia sospinto Mida a chiedere sconsigliatamente che in oro si convertisse tutto quello, che da lui fosse tocco
%
mutaudosegli in oro anche
il
pane
65 vino ei fu costretto per non morire d'inedia a pregar Bacco di ripigliare questi allor gl'impose si il suo dono di lavarsi nei fiume Pattolo, che quindi acquistò la virtù di volgere arene d'oro. Anche, le cinque figlie di Anio sacerdote di Apollo in Delo avevan da Bacco ottenuto di cangiare in frumento o vino od olio tutto ciò che toccassero ; il che sapendo Agamennone re di Argo venne per prenderle , onde alimentare P armata nella guerra , che preparava contro di Troia, ma esse fuggirono in Andoo presso il fratello, che aveva a quell' isola dato il nome . ed avendole Agamennone colà pure inseguite elle a Bacco ricorrendo furon mutate in colombe. Rappreseutavasi Bacco in aria giovenile sopra di un carro tirato da due tigri col capo inghirlandato di edera e di pampini , e col tirso in mano , che era ana lancia ornata anch' essa di pam-
ed
il
,
,
,
pini.
Suoi seguaci erano i Satiri, che figuravansi colle orecchicele come e le gambe di capro ed il vecchio aio di lui % che dietro vernagli seduto sopra di un \
asino.
A
Bacco
offerivasi
e sacrificatasi
il
mele
capro,
il
,
vino, e latte^
morso del
qua-?
66 cosi nocevoìe vieti riputato
le
la
Roma
feste di
le
alle
viti.
Libero o Bacco,
delle Liberali
Marzo;
le
celcbravansi ai 17 di , Baccanali si celebravano in
autunno con ogni genere
CAPO
di
stravizio.
XIV.
Di Cerere. e di Rea fu CereY invenvenne attribuita re ed lei zione dell'agricoltura, per cui gli uomini che si pascevan prima di ghiande, 7 iucominciaron a pascersi di frumento» Ebbe quindi gli epiteti marnino sa e di
Figlia di Saturno a
,
,
perchè tutù per certo modo essa ed alimenta. Unita a Giasone Giasio figlio di Giove e di Elettra partorì Pluto Dio del-
alma
3
allatta
le ricchezze
,
unita a Giove divenne
ma-
dre di Proserpina. Essendo questa da Plutone stata rapita nelle
campagne
rere corse
-per.-
dell'
Enna
colie fiaccole accese alle
te
l'
in Sicilia,
ogn' intorno
a
Ce-
riceverla
fiamme del mon-
Etna. Aretusa , che era prima una ninfa delElide , e che inseguita dal fiume Al-
feo
$i
seppellì sotterra cangiata in fonte
^7 per opera di Diana , e venne a sgorgare in Sicilia ( ove però clicon le favolo?, che fu tuttavia per ìe sotterranee strade die finaldai fiume Alfeo raggiunta ) mente a Cerere contezza che Proserpina da Plutone era stata rapita. Essa allora si volse a Giove per riaverla ed ebbe da lui promessa che le sarebbe restituita , qualor non avesse giù nell' Inferno gustato ancor alcun cibo. figlio avendo Ascalato di Acheronte Ma e della Nolte manifestato , che nei giardini di Plutone avea Proserpina collo una melagrana e mangiatine sette grani, Ce* rere frodate vide le sue speranze , e in vendetta cangiò Ascalafo in barbagianni. Ovidio aggiugne però aver ella ottenuto in seguito , che Proserpina pei sei mesi dell'anno con lei si stesse, e per altri sei con Plutone. Mentre Cerere nelle sue scorrerìe arsa di sete e sudala e affannata chiedea ristoro a una buona vecchia, il figlio di lei Stellione si fé sciòccamente a beffar,
la
ed ella irritata cangiollo in lucerla. , Recatasi in Eleusi vi fu accolla dal
re Celeo cortesemente in ricompensa di
che prese
ella ad educarne il picciol Tnttolemo, pascendolo di giorno proprio latte , e coprendolo di fuoco
glio
la
notte.
fi-
coi al-
,
68
Or crescendo Trittolemo con
porten-
ebbe Celeo curiosità di spiare quale magìa usasse Cerere con lui la notte, e veggendol coperto di fuoco
toso prestezza
[
corse atterrito per liberarlo;
ma
egli
me-
desimo
vi rimase abbruciato. Allorché Trittolemo fu giunto a perfetto stato dopo averlo pienamente i,
struilo nell'arte di coltivare
la
terra, lo
suo carro tirato da due il dragoni in varie parti del mondo ad in-
spedì sopra segnarla.
In Patrasso mentre Trittolemo stava addormentato, Anteo figlio del re Eumele ebbe vaghezza di salire sopra quel carro , ma giunto a certa altezza ne venne precipitato. Nella Scizia il te Lineo in luogo di profittare ({egli utili insegnamenti di Tritcercò anzi ammazzarlo ; ma fu tolemo da Cerere cangiato in lince. Avverso a Cerere ed a Trittolemo fu pur in Tessaglia Erisitfcone , che giunse infino a tagliare arditamente e profanare al dir il bosco a lei consecrato. Cerere di Ovidio , spedi quindi nel Caucaso a ricercare la Fame , la quale assalì Erisittone per modo , e cosi insaziabile divoratore lo rese ^ che consunte tutte le sue sostanze , vendette schiava perfino la fi,
\
69 Metra per comperarci di che mangiare. Ma questa mal sofferendo la schiavitù raccomandossi a Nettuno da cui priglia
ma
amata, ed ei per toglierla trasformò in pescatore. Restituita alla forma primiera tornò essa al padre, e veduta da lui nuovamente, e pur nuovamente si trasformò, usando della fa* colta che Nettuno le avea concesso. Così seguitò ella più volte cangiandosi ora in cavallo ora in bue, ora in augello, or in cervo. Ma non essendo il prezzo, che il padre ne ritraeva dal venderla, sufficiente a satollarlo , ei finì da ultimo a doversi aral
era stata
padre
la
7
,
rabbiatamente mangiare le proprie carni. Era Cerere venerata principalmente in ov' ebber princiSitìlia ed in Eleusi pio i misteri di lei chiamati Eleusini , ,
a'
quali chi iniziavasi era tenuto
roso secreto
.
cui era
sommo
a
rigo-
delitto
il
manifestare.
Rappresentavasi Cerere coronata dispiche e di papaveri perchè dicevasi , che nell' afflizione
per
non potendo
mai
la
perdita della
figlia
prender sonno , con Giove riuscita era a conciliarselo. Portava pure la fiaccola con cui andò in traccia della figlia, e la falce con cui si miete il frumento. Il suo cocchio era tirato da due dragoni. questi per consiglio di
7°
Roma
In latte
a lei offerivansi
vino e
,
fave
,
ne* saerifìo
ed immolavasi una
troia.
Le
Cereali si celebravano nella 19 d' Aprile, e verso il medesi-
feste ai
città
mo tempo
nelle
Ambarvali
conducendo
y
celebravansi
ville
le
vittima attor-
la
campi con rusticani salti , e eoa inni a lode , ed invocazione di Cerere*
no
ai
CAPO Di Due Veste si
si
XV.
Presta*
distinguevano,
madre di Saturno con Gea o la Terra
tenea per
foudeasi
the
dicea figlia di
si
come Il
ta
Dea
rito
di
lui
,
e
1' , ,
una che e con-
Y
altra
adoravasi
del fuoco.
adorare
fuoco e conser-
il
varlo gelosamente era antichissimo presso gli Orientali, e in Italia vuoisi portato da
Enea
sebben
;
pretendesi
cuni che fosse già in uso presso
da alTiri
reni.
La custodia
del
fuoco
sacro era
affi-
Roma ad un collegio di vergini dette Vestali, che nel tempio di Vesta data in
fabbricato secondo alcuni da
secondo
altri
da
Numa
cenda intorno ad esso.
?
Romolo
vegliavano
,
e
a vi-
Le
vergini Vestali erano astrette a con-? servare la verginità fino a trent' anni y
dopo cui deponendo le sacre bende e rinunziando al servigio del tempio potevano maritarsi. T lS eir alto che prese erano dal Pontefice massimo, e condotte nel tempio, consideravansi come emancipate dal padre > e godeano la facoltà di testare. In molta venerazione erano presso del
popolo , e la loro interposizione ha sovente giovato moltissimo a calmar le discordie e le inimicizie.
Ma
negligenza di alcuna il fuo<* estingueva, il che aveasiper funestissimo augurio, eli' era dal Pontefice massimo severamente punita. ftè il fuoco per altro modo si raccendeva , che per mezzo de' raggi solari raccolti con una specie d'imbuto sopra materie facilmente combustibili , o coli' aggirare frettolosamente un cono > o fuso di legno nel foro fatto entro una tavola pur di legno, finche si accendesse* 11 medesimo pur si faceva ogni anno alle calende di Marzo rinnovando il fuoco sacro il quale nell' uno e nelP altro caso portavasi da una Vestale sopra l'altare entro un crivello di rame. se per
co sacro
<
si
,
Che
se taluna delle
Vestali violava
il
avea sedotta moed ella , lugubre pompa sopra
voto di verginità chi.
1'
faceasi a forza di battiture
rir
portata
era
con
una bara fuor polta viva
della porta
Collina, e se-
una stanza sotterranea a ciò costrutta nel campo , che dicevasi scel-
lerato,
in
CAPO
Della Terra
,
XVI.
e degli
Dei
terrestri.
La Dea della terra , delta da Esiodo con proprio nome Gea , e dagli antichi Latini Tellure , fu da essi riguardata come moglie del Cielo e madre di Saturno ma da' posteriori mitologi e poeti più comunemente venne considerata come moglie di Saturno sotto ai nomi di Opi o Cibele. Opi fu detta , secondo Varrone perchè indi viene ogni opera e cV essa è uopo per vivere Cibele o dalla città o dal monte Cibelo nella Frigia, ove il suo culto ebbe principio , o da Cibelo $UO primo Sacerdote. Fu detta anche Dindimene , Berecinzia, Madre Idea , o Frigia o Pessi nunzio da' monti Dindimo , Berecinto e Ida , e dalla città di Pessinunte nella Frigia , ove ,
;
,
,
;
spezialmente era adorata.
73 come Dea della terra, e Finalmente fu nominata niddre de' massimi Iddii e Madre madre alma, e magna Madre sebbene sotto dcgl' Iddìi e Dea Buona quest'ultimo nome alcuni abbian pretesa ,
,
,
,
doversi altri
la
;
intendere la madre moglie di Fauno.
di
>
Rappresentavasi coronata di torri per che sono sparse sopra indicar .le città la terra , con una veste dipinta di erbe e di piante , simbolo delle sue produzioni ; sopra di un cocchio a quattro ruote tirato da due leoni , e colle chiavi in mano , con cui apre alia buona stagione i suoi tesori e li chiude all'inverno. I suoi sacerdoti eran detti Galli dal fiume Gallo nella Frigia , Dattili da dac lylos ? dito , perchè erano eguali in numero alle dita. Cureti da ciira tonsura , perchè tosavansi ; Coribandi da corypteia agitare il capo , perchè con grandi agitazioni del capo e di tutto il corpo , e con grande strepito di percossi qembali di metallo le feste di Gibele da quelli si celebravano. Eran essi eunuchi ad imitazione dì Ali , che tal si rese allor quandi, mirò ninfa Sangaride f la trafitta da Cibele colla quale violato egli ayea il precetto di castità impostogli da Cibele nel farlo .,
,
.
*
Mida
4
74
suo sacerdote. Ali fo poi da essa cangiato in pino.
La
vittima
una
era
che a Cibele
sacrificavasi
troia.
In Roma alla fine di mano la statua venudi Cibele fatta di nera pietra , e Sada' pompa con ta di Frigia portavasi che cerdoti a lavarsi nel fiume Aimone,
poco lungi dalla città entra nel Tevere. Le feste megalesi a lei sacre si celebravano ai 4 di Aprile , le opali ai 19 di
Dicembre.
Le alle
calende di
tefice
sole
Dea Buona celebravano Maggio nella casa del Pon-
feste della
massimo con gran mistero , e dalle donne senza che alcun uomo po,
tesse intervenirvi.
ProNelle viscere della terra fu posta da terDio Demogorgone , nabide la sede di nomiribile j che non era permesso di nare. e che si dice padre della discordi Pidia , di Pane , delle tre Parche , Terra. tone , e del Cielo stesso e della Fra «li Dei terrestri prima a dover noPale Dea delle gregge e dei
«nioarsfè con pastori , che alcuni han pur confuso lei saVesta o Cibele. Le Feste palilie a di Aai 21 Roma cre si celebravano in prile.
pi©
pudella gregge e de' pastori era
Pane
.75
Mercurio; sebLene alenai per esso abbiano inteso più che si gai li e a generalmente il Dio Pan tutto, e riguardandolo sotto di questo are
tenuto
figlio
di
,
spetlo
,
come
figlio di
Demogorgone.
Egli rappresenlavasi colle orecchie , le torna e le gambe di copro ; ed il suo soggiorno ponevasi in Arcadia , spezialmente sui monti Menalo e Liceo, Già abbiamo detto > com'egli con uà presente di bianca lana a se trasse ne* boschi di Arcadia la Luna. Dalla ninfa Eco ebbe Ir in gè , che forfarmachi incantatori a Medea. nì Vinse la ritrosìa di Driope trasformani
dosi in pastore.
Ma non
potè vincere quella di SirinLadone , la quale da, lui fuggendo in riva al fiume paterno fu cangiata in un cespo di canne ; e dal suono che queste fecero tra lor percosse ei prese poscia l'idea di formar la zampoga
figlia
gna onde
del fiume
fu
1'
inventore.
che quando i Galli Brenno scorrendo la Grecia si accinsero a spogliare il tempio loro incusso da Pane di Delfo f venne un improvviso terrore, per cui tutti diedero «Ila fuga, ond è poi venuto che il Narra Pausania
sotto la condotta
,
di
1
cagioterrore per ignota o non fondata panìoo. ne chiamasi tuttavia tenòr Pane sacrificavasi una capra ; e le
A
che in Roma celebravanche si dissero alsi a' i5 di Febbraio da trove dedicate a Giunone Februale feste lupercali
,
,
,
molti cui
vollero
si
pretende
si
dedicate
che
i
a
Pane
Luperci
di
,
fossero
sacerdoti.
Silvane era il Dio delle selve , e rapper presentavasi con un cipresso in mano da che memoria del giovane Ciparisso , essere lui non da Apollo vogliono molti ofSilvano A cipresso. stato cangiato in
una
ferivasi
troia.
Dio campestre figlio di Mercurio e della Nolte, dipingevasi come Pane ma senza peli al mento ed al
Fauno
altro
,
,
Alcuni lo dissero figlio di Pico re ebe padre dei Fauni , cui del Lazio VoFauta. be dalla moglie Fauna , o ex gliono pure che dalla ninfa Simetide che fu poi amato da Cagenerasse Aci dalla ninfa latca , e ucciso da Polifemo e Mirica Latino, padre di Lavinia. detto.
,
,
;
A
lui
pietlo
in
.
e
le
ca-
feste Faunali celebravansi
5 di Dicembre. segnaci diFaSatiri , Dei Campestri a' figli > di cui dicevajisì auche
Roma 1
,...
,
immolarsi un agnello o un ai
H
11 ravansi in
simile a lui
tutto
e
;
la
ìor
differenza da'-Fauni consisteva nell'avere
laddove i mento ed il petto Fauni Y uno e Y altro avevano senza peli. figlio di Eucco e Venere, era Priapo il Dio e custòde degli oiti. Effigia vasi colia barba e la chioma scomposta e una falce di legno in mano per allonpeloso
il
.
>
,
,
tanare città
ladri e gli
i
fuggendo stesso
Lamsaco
Era
fra tutti
lo
In
Misia aveva egli il culto pri* tenuto comt il più lasciva
della
mar io.
uccelli.
Dei.
gli
La ninfa Loto da
lui
fu trasformata nella pianta del-
nome
e
;
Driope amata priva
da Pane e da A polline , e divenuta poi moglie di Andremone , da questa pianta cogliendo alcuni fiori per divertire il figlio Anfisso in
anch' ella
,
venne cangiata
loto.
A
Priapo sacriticavasi un asino. Feronia Dea de' boschi veneravasi principalmente nell'agro Pontino ovediceasi che alcuni Lacedemoni fuggiti da Sparta perchè mal sofferenti delle leggi troppo rigide di Licurgo \ colà approdando ,
,
un bosco ed un tempio.
le consacrassero
Si aggiunse
poi
che essendosi il bosco fortuitamente incendiato, e volendo per,
ciò gli abitanti recare altrove
cro della
Dea
,
ella
fece
in
il
simula-
un subito
?8 rinverdire tulle le punte. Aveva però un tempio a pie del monte Soratte ove dicevasi che gli uomini dello spirito di >
lei
camminassero impunemente a brage ardenti. Era pur
invasi
pie nudi sopra le
tenuta Dea de'iiberli, perchè i servi nel suo tempio ricevevano il cappello della libertà.
Pomona Dea Verlunno,
cosi
amata dal Dio chiamato perchè volgeast
de' frutti fu
suo in tutte le forme. Per superare l'avversione ch'ella mostrava alle nozze , incominciò prima a piegarla col-
a
piacer
le persuasioni , assumendo le sembianze di una vecchia , indi si tramutò improvvisamente in bellissimo giovane. In Ro-
ma Vertunno
avea un tempio sulla piazLe feste vertunnali ce-
za del mercato.
ìebravansi
in
Ottobre.
di
Zefiro.
vano
in
5
fu
moglie
Con molta lascivia si Roma ai 28 di Aprile
celebra-
Glori o Fiora
Dea de
fiori
i
giuo-
dalla meretrice Acca , istituiti Tarunzia o Tarruzia che a quest' effetto avea delle sue ricche sostanze lasciato crede il popolo romano.
chi Florali
Apollo e della ninfa dell' arte di inventore Cirene fu creduto far Polio, il cacio , ed il mele. Mentre inseguiva Euridice moglie di Àristeo figlio di
Orfeo
,
questa
fu morsicata da
un
ser-
pente nascosto fra
compagne
ninfe
i'
erbe
e ne morì.
,
di Euridice
Le
punirono Ari-
ammazzargli le api* Ma secondo Virgilio essendo egli ricorso alla ma-
steo coli
5
y
>
dre Girene , questa il guidò a Proteo % che gli scoperse la cagione della morte
ed allora fatti per consiglio ; madre de* sacrifici ,- onde placare Euridice e le Ninfe e lanciate le morte delie api
della
,
vittime in luogo chiuso, te loro
mi
viscere
dalle putrefai*
pullularono
nuovi scia-
di api. Il
Dio Termine presedeva
dei campi
,
ai
cui era grave delitto
confini il
vio-
lare.
La sua figura a principio non era che una pietra, la quale segnava il confine tra un campo e l'altro , ma in seguito a que* sta pietra si sovrappose una testa umana».
Fu
tassi di
9
Romani che quando tratfabbricare il Tempio di Giove
detto dd
Capitolino
,
le
,
statue degli altri Dei per
luogo , ma il Dia Termine stette fermo. A lui dedicate erano le feste terminali , che celebravansi ai 22 di Febbrnjo. Anticamente al Dio Termine non sa* crificavasi alcun animale ; poi s'istituì di sacrificargli un agnello, o una troja latrispetto
tante.
cedettero
il
So
Fra .ran le
le terrestri
Divinità annoverate e-
Ninfe
cui altre
,
di
presedevano 5
9
a fiumi, e dicevansi Naiadi, altre a la-
nominava»! Limniadi , altre ai monti , e si chiamavan Orcadi altre alle valli, ed erari dette Napee , aiti e alle piante ed a' boschi , e si appellavano Briadi ed Amadriadi, Le Nereidi ninfe ilei mare appartenevano agli Dei marini. Molte delle cose campestri avean pu-
ghi
5
e
si
,
>re presso
Divinità
i
;
Romani
la
Ippona
essi
e
loro- particolare
dicean
Dea
ìa
che possiede a' cavalli Bubona quella , che a' buoi Scia o Segezia la Dea delMatura quella della maturile sementi ;
;
;
tà; Lactura o Lactucina
la
Dea
del lat-
te; Melloua quella del mele; Sterculio o S.tercuzio ii Dio del concime , che di-
Fauno ed avere il primo concimazione de' campi e cercavano pur di placare il Dio Robigo perchè non infestasse colla ruggine il frumento. Dii domestici erano i Penati ed Lari primi presedevano alle città e alle ili cui
cessi
figlio
introdotta
di
,
la
;
,
i
i
ville,
i
secondi alle case;
ma
spesso prende-
valisi promiscuamente gli uni pergli altri. Intorno ai Lari è stato favoleggiato che fosser figli di Mercurio accoppiatosi a Lara ninfa del Tevere neir atto che
8t ordine
la conduceva all'inferno per Giove, il quale le aveva prima la
di
tagliata
lingua in pena di avere manifestato a
Giunone
gli
amori di
lui
colU ninfa Giù-
turna figlia di Dauno e sorella di Turno. A' Lari offerivasi il gallo: e le feste Compitali a lor dedicate si celebravano ai
2 di Maggio, I
re le si
Lemuri
che erano riputati infesta, case colle larve notturne , placavaa-
a* 9 di Maggio. Ogni uomo era in
un Dio parGenio e che Io accompagnava in tutta la vita. Molti pure ad ogni uomo due Geni attribuirono, l'uno buono e 1* altro cattivo, o, come dice Orazio,-!' uno bianco e l'altro nero, I Geni delle donne più comunemeute tutela di
ticolare che chiamavasi
,
erano detti Giunoni. Dal Genio e da una vergine Sabina diceasi nato il Dio Fidio fondatore della ciilà di Curi , adorato da' Sabini e poscia ancor dai Romani , che spesso invocando nelle asserzioni e ne' giuramenti , come pur Ercole Castore e Polluce onde vennero Medius Fidius , Mehercule, Mecastor , sottintendendovi adjuvet , ed Mdepol, cioè per JEdem Follacìs. Ad ogni parte dell' uman corpo un Dio particolare pur presedeva. Giove al ca,
,
,
,
ite
pò il
Nettuno Gen/o alla
al
,
petto
fronte
,
,
Marte
Giunone
ai
lombi
alle soprac-
la Memoria Cupidi ne agli occhi agli orecchi, al dorso Plutone, alle re-
ciglia
,
,
Venere
ni e agl'inguini la
jìo
Fede
alle
,
,
alla
ginocchia
ciavansi da* supplichevoli
,
,
destra.ma-
che abbrac-
la
Misericor-
dia, Minerva alle dita Mercurio Telide alle calcagna. di ,
a*
pie-
,
varie vicende dell' umana vita erano anch'esse raccomandate a particolari
Le
Divinila
,
di cui basterà accennare
la
prin-
cipali»
'Nasco ne o Nazione diceasi la Dea del nascere ; Vagitali o o Vaticano quel che
apre la bocca a' vagiti ; Levana quella che solleva da terra i bambini , Guaina quella che presiede alle cune. La Dea Rumi-
na istruiva i bambini al poppare , Poliuà al bere f Educa a Edusa al mangiare. La Dea Ossilagineconsolidava loro le ossa
;
Nundina
era quella sotto gli
au-
nono giorno dopo la nascita e le femmine air ottavo purga vansi , e loro irnponevansi nomi ; Sta, tilioo o Statano dava loro lo stare in piedi ; Fabulino il favellare ; Pavenza loro toglieva i timori; Gioventù li guidava
spici di cui
i
maschi
al
,
i
Orbona suppJicavasi, pernon rimanessero de' genitori.
alla giovinezza
che
oj hi
;
83 Jugatino dicevasi quello che univa i coniugi ; Domiduco quello che guidava la sposa alla casa del mariNelle nozze
to
;
Domizio e Minturna per cui
ella ia
marito restava : Virginense e Cinzia per cui il cinto verginale a lei scioglievasi ; Viriplaca quella che i mariti placava nelle contese e negli sdegni. Oltre Lucina , per cui altri intendeano La tona , altri liitia ed altri Diana , a 3 parti presedean pure Partunda ed Egeria, e Prosa iuvocavasi ne' parti regolari > vertà negli irregolari e difficili ; Intercidona , Piluno e Deverra allontanavan di notte Silvano , perchè le puerpere noa casa
e
col
Po-
molestasse.
Strenua dicessi la Dea che rende gii uomini valorosi Agenoria e Stimula quella che gli spinge ad agire ; Agonio quel che presiede alle azioni; Orta quella che esortagli ad opere virtuose ; Volunno « Volunna que' che lor danno il buon volere ; Cazio quello che cauti li rende; Angerooa quella che libera dalle angoscie y e fa che tacciano i lamenti , onde fu detta pur Dea del silenzio , e dipin;
gevasi colia bocca fasciata e sigillata PelIonia quella che scaccia i nemici; Fesso;
mia quella che alleggia gli stanchi
Viglia quella che accompagnai viaggiatori ;
perchè non errino allontana
i
mali e
Àverrunco quel che
;
pericoli
i
;
come
era
Dio de'conviti ; Momo quel della satira e del riso. Era Martea venerata daal
gli eredi
La verna invocavasi
;
perchè occulti tenesse Liti
na presedeva
alia
i
da' ladri
loro furti
morte
;
,
Li-
;
Nenia
ai
funerali.
Molti esseri astratti furono pur da' Rodivinizzati. Fra questi la Dea Fortuna avea un nobile tempio .in Anzio , ed in Frenesie or Palestrina e molti ne
mani
,
aveva in Roma sotto a* diversi nomi di ossequente , privaFortuna primigenia ta , pubblica , viscosa, piccola, maschia, muliebre equestre , mala, scia, virile e reduce. ni animosa Templi pur furono innalzati alla Mente alla Virtù , all' Onore, alia Pietà , ri! la Fede, alia Speranza , alla Pudicialla Pace alla zia alla Concordia , alla Quiete , alla Salute , alla Felicità ,
,
,
,
,
,
,
,
Liberia
,
atta
Fama
;
e sacrifici
si
fecer
ai anche alla Febbre , alla Tempesta Favore e al Pallore onde tenerli lontani. Àgli Dei terrestri aggiunger si possono ancor gì' Indigeti , cioè, quegli uomini che per le loro azioni meritaron gli ,
onori divini.
Tra questi
oltre Esculapio, e
Romolo
85 abbiam detto
de' quali
ed o Quirino , , Ercole, Castore, Polluce ed Enea, dei quali diremo appresso , dee ricordarsi
Garmcnto madre
Evandro
di
che Nicostrafa e Temide
dono in
,
detla an-
che ebbe
il
cui
dedicate erano le ferie Carmentali , che si ce-
de' vaticini,
Roma
,
a
lebravano in Gennaio
Evandro
;
stesso
Mercurio e di Carmen.ta nativo di Arcadia che avendo per disgraziato caso ucciso il padre, ricoverossi in Italia , dove sul colle Palatino fondò una piccola città chiamata da lui Pallanteo ; che fu nutrice di RoAcca Laurenzia molo e di Remo e in onor di cui vo» glionsi istituite da Romolo le feste Laurentine o Laureatali , che celebravano che ain Dicembre ed Anna Perenna vendo ìecato de' pani al Popolo Romano allorché stava ritirato sul monte Aveutiiio , si volle da esso per gratitudine onorata di perenne culto , e la sua festa con solennità celebrata ai 1 5 di Marzo. figlio di
,
,
,
,
,
CAPO
Di Nettuno Primo Dio
,
XVII.
e degli
Dei marini.
del mare, secondo Esiodo,
fu Ponto figlio della
Terra
e
Padre
di
86 Nereo le
torì
cui Dori figlia dell'Oceano parNinfe del mare dette perciò Ne»
a
reidi.
L' Oceano da Esiodo e da è riguardato
come Dio
come un fiume
,
nei
,
mare
che unito a Teli
della Terra divenne padre
mi
Omero non
di tutti
ma
,
figlia i
fiu-
e delle Ninfe de' fonti e dei fiumi,
dette quindi Oceanilidi ovvero Oceanine. I poeti posteriori però hanno comune-
mente confuso Oceano e Ponto , considerandoli amendue come esprimenti il mare« L' impero del mare nella divisione tra i
figli
Saturno
di
abbiami
detto
esser
toccato a Nettuno.
Questi sposò Anfitrite
no
,
cui fé rapir
ricompensa
fu
dei
poi
figlia
dell'Ocea-
un Delfino, che ia
trasportato fra ^e co-
ebbe Tritone che rappresentasi mezz'uomo e mezzo pesce, e suol precedere il carro di Nettuno sonando una conca marina. stellazioni
;
e da essa
Secondo Omero Nettuno da Ifimedia Aloeo ebbe due fisrli Oto , ed Efialle , quali a nove anni essendo cre,
ìTio^lie di
i
sciuti
all''
altezza
di
trentasei
cubiti
,
e
nove, incatenarono Marte che fu liberato poi da Mercurio , e soyj apposero all'Olimpo T Ossa ed il Psalia grossezza di ,
87
Giove dal
per cacciar
lio
cielo
;
ma da
ini fulminati furono poi sepolti nel Tàrtaro.
Aggiugne lo stesso Omero , che Nettuno da Tiro figlia di Salrnoneo e moglie di Creteo , la quale ingannò assumendo la forma dei fiume Enipeo y ebche spedì Giasone alla conquibe Pelia sta del vello d' oro , e Neleo padre di Nestore ; da Toosa figlia di Forco ebbe Polifemo , che acciecato fu il Ciclope a cui divorato aveva sei poi da Ulisse finalmente da Peribea figlia compagni di Eunmedonte ebbe Nausitoo re de' FeaAlcinoo , che liberamente ci , padre di accolse Ulisse nel suo naufragio vicino all'isola Scheria o Corfù e ricco di do,
5
:
ni lo fece da' suoi
Ovidio aggtugne
Eolo
glia dì
venco re e
,
Medusa ,
;
;
e
dopo
in
Camice fiin un gio-
che per
trasformassi
per Bisaltite in ariete
delfino salo
ei
trasportare in Itaca.
cavallo
che Cene essersi
,
,
figlia di
a
per Cere-
per Melatilo in
lui
Elato tes-
prestata
,
ot-
tenne di venire cangiala in maschio sotto il nome di Ceneo , e di essere invulnerabile
,
e che poi
combattendo Ceneo a i Centauri, noa
favor de' Lapiti contro
potendo essere da questi ferito fu inveil peso delle piante su ,
ce oppresso sotto lui
ammassate.
88 Già si è detto come nella sua contesa con Pallade per dar il nome ad Atene , fece di terra uscire un cavallo , e come avendo congiurato contro di Giove fu costretto a servir con Apollo al re Lao-
medonte Troia
,
e
Presso coi
costruzione delle
nella
titoli
di
avvenne. Nettuno caratterizzato
eh' indi
ciò
Omero
è
cingitoie
di
mura
,
e
della
scotitoi-
Rappresenta vasi con chiome cerumano y sopra una grande conchiglia tirata da due cavalli
terra.
lee
e col tridente in
,
marini.
A
Nettuno sacrificavasi
ro, e
ma
1'
toro
il
ver-
ariete; e le feste Neliunaii in
Ro-
erano
il
,
23 di Luglio.
ai
Dio Conso , particolare a' Romani da alcuni venne confuso con Nettuno , da altri distinto e riguardato come Dio Il
,
de' consoli e delle
In onore di Consuali ai 21
astuzie.
lui celebra varisi le feste
di Agosto.
i
Due Dee marine !or proprie avean pure Romani una Venilia per cui flut-
ti
,
vengono
l*
al
i
lido
,
e l'altra Salaria per
Dee furono poi anche nominate in appresso , la prima Malina f e la seconda Liduna. Custode del gregge marino era Proteo cui
si
ritirano;
le
quali
figliuola dell'Oceano" e di Teti figlia delibi
terra,
quale da Nettuno avea per rila previsione del fuse legato, e predicea non noi ma il
compensa otlenuto turo
;
godea
la
facoltà di cangiarsi
in tutte
le
forme.
La
godea Teticle figlia di Nereo. Sorpresa secondo Ovidio da Peleo figlio di Eaco , mentre era addorstessa facoltà
,
,
mentata v ella cangiossi in albero , in tigre , in uccello , e cosi a lui si sottrasse.
Ma
avvisato da Proteo di legarla , ove sorprendesse di nuovo , e tenerla malgrado qualunque trasformazione, per questo 'modo ottenne Peleo di averla in mola
e da essi poi nacque Achille , che Proteo avea innanzi predetto a Telide che sarebbe stato più forte del padre. Avendo Peleo in appresso ucciso il fratello Foco nato da Psamate ninfa marina % questa mandò un mostruoso lupo a devastargli T armento ; ma colla intercessione di Tetide ei placò Psamate , e il lupo fu convertito in marmo. Galatea altra figlia di Nereo fu amata furiosamente dal Ciclope Polifemo. Essa -.spregiandolo si accese in cambio per Aci
glie
,
tìglio di
Ma
Fauno
e
della
ninfa Simetide.
avendolo Polifemo con lei sorpreso, lo schiacciò con un pezzo del monte Etna r uà ella poscia cangiollo ia fiume.
90 Forco o Forcine delia Terra
,
del
figlio
secondo Esiodo
,
Ponto
e
fu padre
Gree 4 deile Gorgoni ec. Da Omero e^liedetto re dello steril mare e padre che partorì Polifemo , e a lui di Toosa delle
,
medesimo , era il porto Forco da Cicerone figlio dell' Oceano e di Sa-
sacro v secondo d' Itaca.
Ma
un
il
altro
accenna , Jacìa , il quale , die* egli , fu re di Corsica e di Sardegna , e vinto da Atlante in una battaglia navale e sommerso , fu detto poi da' compagni cangiato in Dio marino. Glauco , il quale alcuni dicono figlio di Polibio, altri di Foiba , ed altri di Nettuno, ma che di professione tutti dicono pescatore , veggendo , che i pesci
si
da
lui
cert'
re
,
presi
gettati sul
lido
al
tocco di
erba nuovamente balzavano in mavolle assaggiarne , e saltando anch'
egli in
mare
,
divenne Dio
di quell* e-
lemento. In modo non molto dissimile Dii del mare divennero Ino e Melicerta. Ino figlia di
Cadmo
Ermions
e di
era moglie di Àtamante*
o Armonia Giunone di lei
nemica mandò Tisifone ad ispirar tal fuche credendo in Ino rore ad Atamante vedere una lionessa e nei due figli Learprese Learco e Melicerta due lioncini ,
\
;
9t co e raggiratolo in alto Io sbattè crudelmente sul suolo , indi si fece a inseguir
Ino e Meli( erta % che gettandosi in mafurono ad istanza dì Venere cangiati amendue da Nettuno in Dei marini e chiamati poscia da Greci co nomi di Leucotea e di Palemone , e da' Romani con quei di Matusa e di Portuno. In mostri marini furono invece trasformate le Sirene , e Scilla e Cariddi. Le Sirene , secondo Ovidio , erano tre re
,
1
figlie
di
mavansi Leonzio
Acheloo e Partenope
7
di Calliope
,
e chia-
Ligia e Leucosia. le vuol figlie di Acheloo e della Musa Tersicore , e ne nomina quattro Àglaosi o Aglaope , Telciope , Pisno , ed Ilige o Ligia. Eran esse y al dir di Ovidio , compagne di Proserpina > e allorché questa fu da Plutone rapita , e bramando di andarne in traccia per acqua e per aria , non che per terra , si vider le braccia cangiate in ali , e le gambe in due code di pesce , ritenendo nel volto e nel busto la forma muliebre. Partite dalla Sicilia vennero a stabilirsi nell'Isola di Capri rimpetto a Nnpoli , o in alcune isolette colà vicine, che aucor si chiamano T isole delle Sirene* Quivi col loro canto seduceanoi naviganti e poscia li divoravano. Essendosi Ulis? ,
9a se alle lóro
gare tisi
in
onde
,
Napoli
,
l'
me
ove
e
elle affo-
,
fu poi fabbricata
città
la
il
di
no-
di Partenope fosse dato.
Scilla
da da
,
sottratto
Partenope recata dal-
fu cagione che a questa era
,
il
lei
figlia
di
Forco
e della ninfa
Fu amata perdutamente
Cratea.
co
insidie
mare
quale ricorse
da Glau-
Circe per ottenere qualche incantesimo , onde essere a
Scilla riamato. Invece innamrnorossi Circe di lui , ma rimanendo esso costante
nel suo
amore per
Scilla
,
indi-
Circe
spettita di vedersi posposta infettò
la
fon-
ove Scilla lavavasi , e con ciò fu questa convertita in un mostro , che Omero dipinge con dodici piedi , sei lunghi colli , e ad ognuno orrida testa eoa te.,
triplicati
denti con cui divorava
i
passag-
gieri.
Cariddi fu prima una donna voracissima , che avendo rubato ad Ercole certi buoi, secondo alcuni r da lui fu uccisa, e secondo altri fulminata da Giove ; e cangiata in una voragine vorticosa , che inghiottiva le navi e i naviganti , che sovra essa passavano.
Questi due ultimi mostri erano amenstretto di Messina. Scilla dalia parte dell' Italia 7 e Cariddi dalla parte
due nello
della Sicilia,
.
93
CAPO Di Eolo
,
XVIII. e de' Venti.
L'impero dell'aria fu da' Mitologi asa Giove come abbiam detto dipendean cui le piogda Giunone ed a / segnato
gè e
Ma
affidato 'sta
altre
le il
,
,
meteore.
governo de' venti fu ad Eolo figlio di esso
e
da Giove di Ace-
figliuola d'-Ippota troia-
o Sergesta
no , ed ei rinchiusi teneali nelle spelonche delle isole Eolie , ora di Lipari. Padre de' venti tempestosi o delle procelle fu da Esiodo detto Tifone marito
Echidna
gli
venti
ei fece naAurora. scere da Astreo e I principati tra questi erano quei che spiravano da' quattro punti cardinali del cielo , vale a dire Borea o Aquilone da tramontana % Euro da levante, Austro o Noto da mezzogiorno, Zefiro da poneute. Zefiro fu marito di Glori o Flora Dea
di
;
altri
dall'
dei fiori
e
;
come egli tempo
a noi
porta
comu-
suole dipingersi giovinetto alato con faccia di in figura serena e incoronato di fiori Borea rapì Orizia figlia di Eretteo re di Atene , e n' ebbe Calai e Zete , che
nemente
il
Lei
,
liberaron Fineo re di Tracia
dalle
Ar-
94 pie
come
>
dirassi nella spedizione degli
Argonauti.
CAPO
XIX.
Di Plutone , e degV altri Dei dell inferno e de principali condannati , ,
che
erano.
ivi
Plutone
no
a
,
fratello di
Giove
Nettupiù
e di
cui nella divisione accennata
addietro toccò il regno dell'Inferno, veniva pur nominato Giove infernale , e
sebbene , Orco da Esiopiù propriamente il Dio dei giuramento , e punitore degli sperDite
do
od Orco
,
è
;
chiamato
giuri.
Rapi egli Proserpina figlia di Cerere, raccontato in queil che da Ovidio vien costo modo. Allorché Giove seppellì ,
me
è detto
Capo
nel
della Sicilia Tifeo,
tamente aprisse
,
la
si
III
,
sotto
agitò questi
che Plutone temè lerra
,
a*
che
monti sì
fat-
lYjOjrt
si
e uscì dall' Inferno per
Tedere che fosse. Stava ne' campi deiV Ernia Proserpina figlia di Giove e di Cerere colle Compagne cogliendo fiori. Plutone la vidde , e ferito per consiglio di
Venere dallo
a rapirla socra
il
strale di
Amore
,
corse
suo cocchio. Ben volle
$5 Ciane amica di Proserpina
opporsi , ma fu tosto cangiata in fonie ed ei lieto recò Proserpina all'Inferno., di cui la fece regina, e dielle titolo di Giunone infernale. Le ricerche che ne fece Cerere e che ne fecero le Sirene veggansi ai Capi XIV e XVII. Venia Plutone rappresentato con vòlto f uliginoso , con nera barba e neri capelli , sopra un cocchio di ferro trailo da neri cavalli , e con un bidente di ferra a
lui
;
,
in
mano.
A
lui
ed
a
Proserpina sacrificavansi ne*
re vacche o agnelle
e di
numero
pari
f
laddove agli Dii celesti le vittime si offerivano in numero dispari. Dea dell' Inferno era pur Ecale , che alcuni confondano cfcn Diana, altri colla stessa Proserpina , ma che Esiodo distingue da amendue , dicendola figlia di Geo e di Febo. Nella Tracia ed in Alene qual Dea dell Inferno adoravasi anche Cotitto, riguardata da alcuni come la stessa Proserpina , e da altri come una Dea da lei ",
7
diversa e I Sacerdoti
di Còtitto
chiamar-
vansi Bapti.
NelT Inferno soggiornavano le trejP#rche Cloto , Lachesi ed Atropo cui E
s6 te, e in un altro figlie
Temi.
L'ufficio loro
si
CloLo tenea
degli uomini.
chesl ne traeva e torceva tagliava
lo
allorché
,
Giove
di
era
la
il
Zaatropo
rocca,
la il
e di
filarla vita
filo,
vita di
ciascuno
suo termine. Furie , o Dire o Erinni , o EurcHS'iiidi | Tisifone , Megera ed Aletto, figlie dell'Acheronte e della Notte, aveano già nell Inferno V ufficio di tormentare e punire i condannali. Persecutrice
*era giunta
Le
al
tre
,
1
e
punitrice delle colpe in questa vita erj
Nemesi
o
Adrastea
Giove e della
Necessità
,
particolarmente venerata in
Notte
della
figlia
Secondo Esiodo, e secondo
altri
figlia di
che
essendo
Ramno
bor-
go dell' Attica , ebbe il soprannome Ramnusia ; persecutore specialmente delle menzogne e degli spergiuri era Orco Dio de!
giuramento.
Mani
Gli Dei
erano una specie di geni , *che presedevano a' morti. Da alcuni da altri furou furon confusi co/ Lemuri ,
anime stesse de' trapassati , Plutone come capo e sovrano de'Maai
presi per le @
dai
Latini era detto
La Notte giìi
eoi
nell'
Summanm.
dicevasi anch' essa tener sede
Inferno insieme
Sonno
,
e co'
colla
Sogni suoi
feo figlio e ministro del
Morte
figli.
Sonno
%
Mor-
era quel-
97 che gli nomini addormentava, spruzzando gli occhi loro delle acque di Lete secondo con fior di papavero. I sogni Omero, av-can due porte: V una di corY altra di ano per cui usciano i veri lo,
,
,
vorio per cui
i
falsi»
Finalmente neli' Inferno poneasi anche il soggiorno eli Pluto figlio di Giae di Cererete Dio delle ricchezsone ze, cui malamente alcuni confusero coilo stesso Plutone. L'inferno rappreseli lavasi <:ome un allo,
go sotterraneo
,
a
cui
due
ingressi fiu-
l'uno presso il lago di Àverno Campania ora Terra di Lavoro Y altro per una caverna nella Puglia or capo di Marina promondel Tenaro
gevansi
,
nella
,
,
,
Peloponeso.
Ovidio ne finse un terzo in Sicilia ne' campi deli' Enna, ove Ciane fu convertita in fonte. Acheronte, GoEranvi cinque fiumi cito, Fiegetonie o Pinflegetonte , Lete e
torio del
,
Stige.
Acheronte diceasi figlio del Sole e della Terra e cangiato in fiume infernale , per aver fornito Y acqua a Titani ncllt ìor guerra contro di Giove. Oocito riguardavasi come un ramo ili Stige.
Fiegetonte o Pinflegetonte
,
5
figlio
di
n
93
Codio
,
rappreseli tavasi
come un fiume
di fuoco.
Le acque
Lete erano 1' acque dele bevute faceano dimenti-
di
l' oblivione j care tutto il passato. Stige era figlia dell' Oceano , e formava , secondo Esiodo , un decimo ramo del fiume Oceano , scorrente sotterra ,
mentre l'Oceano cogli altri nove girava sopra la terra. Unita a Pallante essa ebbe per figli Zelo Vittoria , Vigore e Forza , cui presentò a Giove e ne ebbe in compenso che il giuramento per le acque di Stige fosse inviolabile anche agli Dei , sicché ove taluno a quello manfosse sepolto per un anno in procasse ,
,
,
indi escluso per altri sette h anni dai consorzio e dalla mensa de Numi. Caronte figliuolo delT Èrebo e della Kotte , vecchio, ma di robusta e verde era quegli, che traghettava vecchiezza
fondo letargo
}
-,
su nera barca le anime di
là dal fiume Acheronte» Le anime degl' insepolti però dovean restare per cento anni sulle rive e del fiume prima di essere tragittate quelle pur de' sepolti doveauo pagarne il nolo / per cui-nel seppellirli poneasi loro una moneta solio la li «uhi. Dì Ih dell' Acheronte era il cane Cerbero con tre teste r nato da Tifone e da ,
99 Echina
,
di' era
il
custode
dell' Inferno,
Tre giudici, Minosse* Radamanto ed Eaco , esaminavano la vita de' trapassati
e
,
giusta
assegnavan
merito
il
loro
premio o la pena. Minosse e Radamanto erano figli di Giove e di Europa , e il primo era siail
to innanzi re e legislatore de' Cretesi, Eaco era figliuolo di Giove , e di E-
gina
,
e re
nome
dal
di
o Enona cui madre chiamò Egina. premio era un delizioso
Cenopia
della
,
,
luogo del soggiorno detto Eliso , ove le anime dei buoni godean vita beata , e prendevano diletto di quelle occupazioni, che più aveano amate qui in terra. Il luogo della pena era il Tartaro ; e i più famosi condannati eran laggiù i Titani , Tifeo , gli Aloidi , Tizio , Flegia , Issione , Tantalo , Sisifo e le DaIl
naidi.
Titani e Tifeo vi furono profondaè già detto nel Capo III per avere osato di far guerra a Giove. Per la stessa cagione condannati vi furono , come si è accennato nei Capo precedente , Oto ed Efialte figli di Nettuno , e d'Ifimedia moglie di Àloeo e chiamati perciò Aloidi. Tizio eia figliuolo di Giove e di EI
ti
,
come
,
,
*
100 lara
ma
•
terra
,
.perchè questa
il
partorì sotto
ove Giove f aveva chiusa per oc-
cultarla a
Giunone
a Latona
,
,
fu
detto
figliuolo
Avendo
della Terra.
voluto far violenza fu egli ucciso da Apollo , e
sepolto nel Tartaro, dove occupava collo smisurato suo corpo nove iugeri di terreno e le viscere sempre rinascenti gli %
erano rose da due avvoltoi. FJagia figliuolo di Marte e di Crise , e re de' Lapiti , avendo incendiato il tempio di Apollo, fu da esso uccisole condannato a starsi perpetuamente sotto di un sasso che sempre minacciava di rovinargli addosso a schiacciarlo. Issione figliuolo eli Flegia ammesso da Giove alla sua mensa osò «ispirare a Giunone, Giove da essa avvertitone, per farne prova gli fé comparire sotto alia sembianza di Giunone una nube, cui egli corse ad abbracciare , e dalla quale poi nacquero Centauri. Ma Giove sdegnato ,
i
col
fulmine
lo
percosse
,
e lo fé poi dalle
furie legare giù nell' Inferno ad
una moia
circondata da serpenti e che sempre gira. Tantalo figlio di Giove e della ninfa
Piote in un convito offerto agli Dei , per fare esperimento della loro divinità , die loro a mangiare il proprio figlio Pelope. Mi* essendosene
questi
accorti
riuttiroa
101 richiamarono il Pelope > le membra indi condannarono Tantalo giù ili viti tormento della Beli* Inferno all' eterno fame , e della sete , ponendolo in mezzo alle acque , che gli giungono duo al mento , ma che gli fuggoa di sotto quaud ei si abbassa per beverne , e collocandogli vicino un albero carico di frutta , ma che s- innalzano ^ allorché stende la di
;
3
mano
per coglierne.
Sisifo ;
pato
1
Eolo avendo occuCorinto, infestava V Àt-
figliuolo di
.
istmo
di
co' suoi latrocini
tica
condo Lattanzio
,
,
e
schiacciava
,
se-
enorme sascadeano tra le mani.
col peso di
che gli Fu ucciso da Teseo e condannato nelV Inferno a spinger sali 5 erta di un monte un gran sasso , che quando è vicino a toccare la cima , al basso nuovamente ricade. Pausania pretende che di tal pena ei sia stato punito da Giove per aver ad Asopo rivelato il luogo in cui egli teneva Egina nascosta. Ferecide disse invece , che Sisifo a dispetto di Plutone tenne per lungo tempo incatenata la Morte , finche ad istanza dello stesso Plutone fu liberata da Marte. Demetrio intorno ad esso spacciò un' altra favola dicendo che vicino a morte egli ordinò a\la moglie di non seppellirlo ; che giunta so quelli
5
,
,
,
102
domandò a Plutone di poter brevi momenti per tornare in vita , onde punire la moglie che lo lasciasse insepolto ; e che uscito dall' Inferno con queair Inferno
non volle più ritornarvi , finche da Mercurio non vi fu tratto a forzi» Le Danaidi erano cinquanta figlie di Danao re di Argo , che tutte in un giorno le maritò a cinquanta figli di Egitto suo fratello ; ma avendo inteso che dai generi doveva esser privato del regno , ordinò alle figlie di uccidere la stessa notte tutti i loro mariti. Eseguiron esse F iniquo comandamenti, eccetto Ipermee perstra , che salvò ii marito Linceo atad ciò furon condannate nelP inferno tinger acqua perpetuamente con un vaso senza fondo. Furon esse chiamate anche Belidi dal nome di Belo , padre di Dasto pretesto
,
nao.
CAPO
XX.
Degli Dei stranieri. Oltre agli Dei fin qui rammentati al5 cuni de quali particolari erano a* Romani f altri comuni a' Romani ed a' Greci ? alcuni altri i Romani adottati ne aveva,
no pur da
altre nazioni
dagli Egizi,
,
e
singolarmente
Tra
questi- erano Osiride
le degli Egizi
devansi
,
che a
lui
dell'agricoltura e
10j Dio principadebitori creleggi ;
delle
Iside di lui moglie , la quale i Greci pretendeano esser la figlia d Inaco da Giove prima cangiata in vacca per occultarla a Giunone , e poi dal medesimo restituita alla forma primiera , allorché fuggendo Tire di Giunone si ricoverò in Egitto ; Api figlio di Io che rappresentavasi in forma di bue; Ànubì , che figuravasi colia testa di cane Serapide che dai più si confonde con Osied Àrpocrate Dio li stesso e con Api del silenzio, che dipingevasi col dito indice alla bocca in atto appunto d' inti?
,
;
,
;
mar
silenzio.
PARTE SECONDI DE' SEMIDEI E
DEGLI EROI.
Semidei chiamavansi propriamente quelli che avean per padre un Dio o una Dea per madre, ed Eroi quelli che distinti si erano con qualche grande azio,
ne.
Degli
uni e degli altri noi
qui accennando
i
principali.
verrem
ic*4
CAPO
Dì Prometeo II
figlio
L
^ e d/ DeuGcilione*
più antico de' Semidei fu Prometeo di Giapeto uno de' Titani , e di
Asia figlia dell' Oceano. Dotalo di astutissimo ingegno
egli volle
ingannar Giove stesso. Mentre accolti , dice Esiodo uoin Mecona o Sidone mini e Numi Ira lor disputavano, Prometeo- mise innanzi un gran bue furbe*scamente diviso. Da una parte ei nascose ,
,
sotto la pelle le intestina e carni coperte col
ventriglio
col grasso
,
;
dall' altro le ossa
e ne diede a
Giove
coperte la
scelta.
Questi scoperse la frode togliendo il grasso y e per puuire non solo Prometeo , ma gli altri uomini ancora tolse il fuoco, e lo seppellì sotto terra. Ma Promeed agli uomini Io teo riuscì a trovarlo riportò in una cava ferula o sferza o come volgarmente dicesi canna d' India. Allora Giove sdegnato impose a Vulcano di formare una bellissima giovane, alle Grazie , e a Minerva , a Suada alle Ore a Mercurio di ornarla di tutti i doni, per cui fu detta Pandora e la spedì ad Epirneteo fratello di Prometeo con uà vaso, nel quale chiudevaasi tutti ;
,
,
,
,
ì
mali*
io5 Accolse Epimeteo lietamente Pandora cóntro il consiglio di Prometeo che detto aveagli di rigettare qualunque presente ed avendo Pangli venisse da Giove ; dora aperto il vaso ne uscirono tutti i mali i che salia terra si sparsero incontanente , restando la sola speranz al fon,
\
do
del vaso che
Pandora avvedutamente
richiuse.
Ne
Giove inca-
di ciò pur contento fé
tenar da Mercurio
,
o.come
voglio-
altri
sul monte no da Vulcano, Prometeo jfaucaso e mandò a rodergli le sempre il qa ile ^nnascentt viscere un avoltoio tormento Prometeo soffrir dovette finche da Ercole pur con assenso di Giove medesimo non ne fu liberato. ,
,
,
;
,
,
Altri voglion però che la cagione della "
spedizione di Pandora e della
punizione
Prometeo sia stata che avendo questi formata una statua di argilla salì al cielo colf aiuto di Minerva e accesa al fuoco del Sole una fiaccola con essa di
,
.
,
9
diede
sua statua anima e vita. Fu Prometeo padre di Deucalione re di Tessaglia , sotto di cui , secondo i Mitologi > avvenne l'universale diluvio. Deucalione con Pirra sua moglie figliuola alla
di Epimeteo
•
postosi
vossi in Beozia sopra.il
in una
monte
nave
r
s:\i-
Paruas-s-a;
io6 e cessate le
acque
consultando l'oracolo sui modo di ripopolare il mondo n'ebbe in risposta che si gettasse dietro le spalle le ossa della gran Madre. Comprese doversi per questa intender la Terra , e per quelle sassi ; e quindi le pietre che dietro geltossi Deuealione si convertirono in uomini , e quelle che Pirra in donne. Gli altri animali , secondo Ovidio j ridi
•
,
Temi
,
5
i
nacquero per e
tra questi
se stessi dall'
il
umida
serpente- Pitone
,
che poi
fu ucciso da Apollo.
Cerambo
,
4él
secondo
il
medesimo si sotfuggendo sul ,
trasse anch' egli al diluvio
monte Parnasso scarabeo»
,
terra}
,
cangiato dalle Ninfe hi
CAPO
IL
Di Ercole. Il
più celebre fra
fu Ercole
figlio di
Semidei e gìi'Ètoi
i
Giove
e di
Alcmena
il quale era figlio moglie di Anfitrione onde ad Ercole per fu dato eli Alceo ,
,
il
nome
di Alcide.
Giove per ingannare Alcmena prese fa sembianza di-Anfitrione medesimo : mentre questi era occupato nella guerra contro étì Tafii e da Teleboi , e per istarsi ?
io7 più lungamente con
triplicò
lei
il
corso
della notte.
Poco dopo sopravvenne lo slesso Anda cui Alcmena concepì Ificio, che nacque gemello con Ercole. Era nel medesimo tempo la moglie di Slenelo re di Micene incinta di Euristeo. Giunone carpi da Giove il giuramento che chi nascerebbe il primo avesse imfitrione
,
pero sopra delT altro
,
indi corse ad ac-
celerare la nascita di Euristeo
ne
alla luce di sette
mesi
,
'
,
che venquella
e ritardò
Ercole fino al decimo mese. Anzi , secondo Ovidio Alcmena pur al termine giunta stette per sette giorni fra acerbi dolori senza poter partorire , perchè Lucina ad istigazione di Giunone , in vece di favorire il parto^ impedivalo stando vicino alf ara colle mani strette fra le ginocchia. Ma Galantide andi
,
cella
Alcmena
di
di ciò accortasi
,
studio-
si mise a gridare ; Alcmena pur finalmente ha partorito ; il che udendo Lucina per atto di sorpresa allargò le
samente
mani
,
e
il
parto di
Alcmena susseguì im-
mantinente. Sdegnata di ciò Giunone , dopo avere in donnola trasformala Galantide impaziente di veder Ercole estinto y il fé assalire in culla da due serpenti > che pe,
io8 io
intrepido fanciullo
i'
due
strangolò
amen-
proprie mani.
colle
Riuscì allora a Minerva di placare Giusicché si arrese finanche a nutrir Ercole col proprio latte ed essendosi porzione di questo sparso pel Ciclo, formò la Via Lattea , e dalle gocce che ne
none
,
;
gigli. spuntarono Ma allorché Ercole fu cresciuto tornato Giunone all'antico sdegno, ordinò 5 ad Euristeo di esporlo a più g r avi pericoli onde alla fine perisse. Dodici sono le principali imprese a cui Ercole fu da Euristeo obbligato , le
caddero
in
terra
i
,
,
quali
perciò
comunemente
son dette
1®
dodici fatiche di Ercole. i*
Leone
dovette
Ei
figlio
di
combattere Tifone e di
il
terribil
Echidna
,
che infestava contorni di Nemea o Cleo
;
,
poi
sempre coperto per monumento della
sua vittoria. 2.
Pugnò
nel paese di
Argo colf Idra
Lernea nata parimente da Echidna che era un serpente di sette teste v a cui se una ne veniva recisa, immantinente ri,
colla sttn nasceva. Egli secondo alcuni clava le troncò tutte di un colpo , seconugliele bruciò colle faci recateftlo aiLr? ,
p
gli da. Giolao figlio d' Ifieb*
10 9
Arcadia 3. Sui monte Erimanto in prese e vivo trasse acl Euristeo un cignale ferocissimo.
Insegai per un anno intero sul
4»
Menalo una cerva
mon-
che aveva i piedi e raggiuntala , viva portò lei pure ad Euristeo. 5. Col rumore de* cembali di tpelallo prestatigli da Minerva mise in fuga sul bigo Stinfalo in Arcadia gli sparvieri educati da Marte che aveano il becco e te
>
di bronzo e le corna d' oro
,
,
gli
ferro
artigli di
ne carni
5
e
e pasceansi
poscia gli
6. Sconfisse
me
,
iti
riva al
della Cappadocia
le
uma-
di
uccise.
Termodonte fiuAmazon! , ehs
signoreggiavano sole , eselusi gli uomini ed erano così dette , perchè reci-
la
,
deansi d'
la
destra
impedimento
mamma
,
onde non fosse
al tirare deli'
arco
prigioniera Ippolita loro regina
de
M
Teseo che queir impresa. a
,
Purgò
7.
le
gli
era stato
stalle
di
; ,
e fatta
die-
la
compagno
Augia
re dei*-
F Elide dai lelame accumulatovi da trenta anni coli' introdurvi il fiume Alfeo. ,
8. Condusse iegato ad Euristeo un lo che or ribi
1
guasto faeea ne 11'
Te-
isola di
Creta. 9.
Vinse Diomede re di Tracia
pasceva
i
suoi
cavalli colle
,
che
carni de^.ii
I
IO 1
ospiti
da cavalli medesimi
e
>
il
fé divo-
rare.
Abbattè Gerione figlio di Crisaorche avea tre corpi Calliroe e gli tolse le vacche custodite dal cane Orto nato da Tifone e da Echidna. Le donne di Eripilo insofferenti di veder condotte da Ercole queste vacche pe loro campi furon esse medesime cangiate in io.
re e di
,
,
5
vacche. il. Uccise iì Drago custode del giardino delle Esperidi , nato anch' esso da
Echidna
me
altri
>
ne tolse dicoì o li e
\
i
fé
pomi d'oro
,
o co-
cogliere da Atlan-
ed ei frattanto in vece di lui sostenne sulle sue spalle il cielo. 12. Per ordine di Eurisleo scese all' inferno e gli condusse incatenato il, cane Cerbero nato parimente da Echidna; e dalla velenosa bava che questi lasciò
te
,
\
àulla terra
nacque
,
T aconito.
più altre imqui accennate prese di Ercole si raccontano ; ma egli è comun sentimento che molti Ercoli vivuti sieno in diversi tempi , sicché Varrone ne numera fino a quarantaquattro, e che le loro azioni , per renderle più
Oltre
la
prodigiose favole
buite.
,
,
,
oltre all'essere abbellite colta
sien
pure
state
ad un solo
attri-
Una prese
queste im-
più celebri tra
delle
quella di unire l'Oceano al
fii
Me-
separando due monti Àbila formali do lo stretto che or chiamasi di Gibilterra , ove Ercole per monumento piantò due colonne su cui era scritto Non più oltre. Lottò con Anteo figlio della Terra e vergendo che atterrato ei sorgeva sempre diterraneo
e Calpe
,
i
,
e
,
:
,
più vigoroso te
,
levollo in aria
che il soffocò. Mentre andava a Pito
e
,
il
petto
sì
fattamen-
ossia
Delfo con
strinse colle sue braccia
gli 5
\
Giolao figlfond' Ificlo Cigno figlio di Marte volle nel bosco Pagaseo a lui ope feri Marte j che porsi ei T uccise j
,
I
,
suo cocchio dovette fuggirsene. giganti Albione eBergione pretese-
sopra
il
ro di attraversargli
il
cammino
nella
Gal-
dopo aver consumato Narbonese ; contro di loro tutte le sue saette , ottenne da Giove una pioggia di sassi , co* quali li mise in fuga , e il luogo ebbe lia
ei
poscia
po
di
il
nome
di
campo lapideo
,
o
cam-
sassi.
In Pai iene Telegono e Poligono figli Proteo fortissimi atleti costringevano gli ospiti a lottar seco , e vinti gli uccidevano ; Ercole con lor provandosi li di
superò-, ed
ambedue
li
misti a
morte.
212 Mentre tornava
Cenone
di lui
tolte
cune coda
Caco
j,
gliene ,
onde
dalla spedizione contro
guidando
seco
figliuolo di
Vulcano
al-
per la e , orme indicassero con-
rapì le
vacche a
le
trattele
cammino le chiuse in una caverna del monte Aventino , dov' ei si stava,
trario
,
Ercole sulle prime ingannalo dall' orine non seppe trovare ove si fosser le vacche involate. Ma nel partire udendo il muggito di una si accorse dov'erano, e rovesciato nei Tevere il comignolo delr Aventino scoperse la grò Uà indi getche vo>tatosi tra il fumo e le fiatarne mitava Caco dalla boera, lo soffocò , e le sue vacche ritolse. Evandro , che aU lor regnava sul Palatino per gratitudine di aver purgalo il paese da quel ladro* ne gli eresse un'ara che in grande o;nore fu poi ancora presso i Romani col ;
,
,
,
nome
di
Ara massima.
Busiride tiranno dì Egitto sacrificava empiamente a Nettuno suo padre i fora* intieri. Ercole colà recatosi il prese e riminolo sul
Uccise
medesimo 1'
aquila
,
altare.
che rodeva
le
visce-
Prometeo legato sul monte Caucacome si è defeto nel capo precedente» Liberò Esione figlia di Laomedoute re di Troia dal mostro marino 7 a cui per re a
so
,
1*3 ordine dell'oracolo era stata esposta , come s' è detto ( Parte I Capo X. ) , e avcndogli l' infedele Laomedoute negato poscia i camalli della razza di quei del Sole % the in ricompensa gli avea prouccise il messi y Ercole espugnò Troia ,
perfido re, e diede Esione
lamone
figlio di
Eaco
,
al
Ritrasse Àlceste dall' Inferno
incatenata
la
socio
Te-
e fratello di Peleo.
morte come nel
dopo aver capo me-
desimo si è accennato , e ne liberò anche Teseo , come dirassi qui in seguilo al Gap. X. Essendogli da Tindamante re di Miirritate V ucsia negale le vettovaglie , cise
,
poi prese seco
ii
giovine
Ila
figlio
compagno nella spedizione deArgonauti ma essendo questi dalle
di lui per gli
,
Ninfe stato rapito nella Bitinia mentre era sceso per bere al fiume Àscanio, Ercole inconsolabile Y andò cercando per tutte quelle contrade ne più si curò di seguire la nave Argo. Periclimeno figlio di Neleo e fratello di Nestore, avea da Nettuno ottenuto di potersi trasformare a suo talento. Di ciò orgoglioso volle provarsi con Ercole, e con lui combattendo sotto varie foFme , da ultimo cangiossi in aquila. M
,
n4 cadendo fece col peso del proprio corpo che la saetta gli penetrasse nel fianco e P uccidesse. Altri voglion però che sia stato Pericliineno per la sua insolenza ucciso dallo stesso Nettuno. Il poter di cangiarsi forme in varie avea pure Acheloo figlio dell' Oceano e della Terra , il quale venne a tenzone con Ercole. Per Deianira figlia di Eneo re di Calidonia e sorella di Meleagro : atterrato da Ercole egli mutassi prima poi afferrato da lui pel collo in serpente e vicino ad essere strozzato si cangiò in gli
,
ma
essendogli sotto di questa forda Ercole strappato un corno , fu
toro
;
ma
cedere. Quel corno che il corno divenne dell'abbondanza; sebbene altri per corna fine
alla
poi
,
1
dell.
costretto a
dice Ovidio
abbondanza
capra Amaltea
,
,
intendali quelle della intorno a cui veggasi il
capo III della prima parte. Ma fu Ercole in procinto il
frutto della
sua
vittoria
;
perdere perciocché
di
giunto con Deianira al fiume Eveno , il Centauro Nesso offrendosi di portarla in groppa di là dal fiume , tentò di rapirla , se non che quegli avvedutosi a tempo il colpì con un dardo tinto del sangue dell' Idra e l'uccise. Lasciò però Nesso a Deianira la veste intrisa del suo ,
n5 dandole sangue a credere- che con quella avrebbe richiamato Ercole all' amor suo qualor le fosse ma essa invece fu poi ad Erinfedele cole cagion di morte, come tra poco vedremo. giusta Omero, Prima moglie di lui di figliuola Creonte. Si acceMegera fu se ei poscia per Onfale regina di Litia* la quale abusando dell'impero sovra di e
elei
veleno dell'Idra
,
;
,
lui acquistato
il
,
costrinse
a
vece dei dardi e della clava il
trarre
la
in-
rocca ed
fuso.
Dopo
ebbe sposata Deianira innarnorossi di Iole figìia di Eurilo re dell'Ecalia, di che Deianira fatta gelosa gli mandò per mezzo del giovine Licia la veste tinta del sangue di Nesso, sperando di richiamarlo con questa all' amor come il Centauro le avea promessuo so ma invece allorché Ercole T ebbe indossata si senti preso da un interna ardor si cocente, che furioso errando pel monte Età preselo incontralo Licia per un piede, e rotatolo in alto lanciollo nelT onde Euboiche ove fu convertito in uno scoglio indi costrutta una pira, su quella si abbracciò date prima le sue saette a Filottete figlio di Paente con ordine di seppellirle con lui, ed a niuno eh'
\
,
;
,
,
,
,
;
,
,
manifestare ove fosse sepolto»
%i6 Le
favole aggiunsero poi che fu egli da Giove portato in cielo e posto nei numero degli Dei e che ottenne quivi in isposa Ebe figlia eli Giove e di Giunone Dea della Gioventù, dalla quale pur conseguì che Giolao figlia d'Ificlo e suo compagno in molte imprese allorché ,
fu giunto all'età decrepita, fosse di alla
Dopo Ilio
nuovo
giovinezza restituito.
,
la
morte
figlio di
lui
di Ercole
,
essendosi
nato da Deianira
fugiato in Atene presso di Teseo
,
,
ri-
Eu-
serbando verso del figlio Y odio che nutrito avea contro del padre, andò ad assalirlo ; ma da Ilio medesimo in uà combattimento restò ucciso e il regno di Micene passò ad Àtreo figlio di Pelope,
risteo
e padre di
Agamennone.
CAPO
.
III.
Di Perseo. Fu Perseo
Giove e Acrisio re di Argo. figliuolo di
di
Da-
nae figlia di Avendo- Acrisio inteso dall'oracolo di aver ad essere ucciso dal figlio, che nala fece chiudere in to fosse da Danae una torre ben custodita da guardie, perchè man uomo ss le accostasset .
....
**f
Giove però convertito in pioggia doro, cioè corrompendo coli' oro i custodi, seppe penetrar nella torre.
Appena Danae ebbe dato Perseo luce
,
Acrisio
una cassa
col figlio in
re
,
affinchè
Ma
amendue
e gettar in
,
alla
insieme
ma-
perissero.
alcuni, fu porPuglia, ed
questa, secondo
tala dall'onde ai lidi ivi
chiudere
fece
la
della
raccolta da' pescatori
e recata
al
re
Danae
Pilunno > quale sposata , da cui ebbe Dauno ( che trasferitosi nel paese de* Rutoli e fabbricata Ardea, fu poi pail
dre di Turno ) paese educazione di Perseo.
per cura
,
Secondo nae
e
altri
Perseo
Serifo una e data al
,
la cassa
,
,
recata
fu
dov* eran all' isola
,
delle Cicladi nel
re Polidette
,
il
della
Da* di
mar Egeo
quale
5
%
allor-
ché Perseo fu cresciuto , di lui temendo , commisegli , per allontanarlo con onorevol pretesto di andare a combatter Medusa una delle Gorgoni , figlia di Foreo e di Ceto , e regina delle isole Gorgadi , ora del Capo Verde , nel ma,
re Atlantico,
Erano
stati
a
Medusa
i
capelli cangian-
da Pallade in serpenti , perchè nel tempio di lei erasi data in braccia a Nettuno , e chiunque la riguardava uè ti
rimajnea petrificato.
ii8 Per vincerla
Perseo eia Mercurio talari o coturni alati, da Vulcano una i spada adamantina , da Plutone T elmo y e da Palladi uno scudo, che risplendea ebbe:
a guisa di specchio.
Giunto
Medusa, stando egli e guardando Y imagine nello òcudo di Pallade %
ov' era
sospeso in aria
Medusa,
di
,
spada di Vulcano troucolle il -capo* Dal sangue che ne sgorgò nacque Crisaorre , che fu poi padre di Gerione % e il cavallo Pegaso, che in Elicona aprì con un calcio il fonte Ippocrene; e dalle gocce sanguinose, che caddero ne de-» allorché Perseo venne serti di Libia sopr' essi volando col capo di Medusa , nacquero i serpenti , onde quella fu poi colla
5
;
sì
feconda.
Giunto gato
in Mauritania
sentargli
il
essendogli necol pre,
capo di Medusa
nel monte delio stesso
per
,
l'ospizio, dal re Atlante
la
sua altezza
si
nome
lo ,
convertì il
quale
di^se poi sostenere
sebbene altri sierio di opiniocielo ne che Atlante siasi detto portare il cielo , perchè era assai studioso dall' astronomia. Passò in Etiopia dove Andromeda figlia di Cefeo e di Cassiopea per ardine dell'oracolo era esposta ad esseil
:
,
"9 un mostro marino,
re divorata da
colà
dalle Nereidi, perchè Cassiopea avea avuto P orgoglio di loro anteporsi
mandato in
bellezza. Perseo,
promessa
ottenuta
Andromeda
sarebbe uccise il mostro, e postata sua sposa sato il teschio di Medusa coperto di un velo sopra le piante marine , che ivi erano ? e che furon convertite in coralli, da' Genitori
,
che ,
disciolse
salva
Andromeda
alla
,
e seco la
guidò
reggia.
Ma
Fineo fratello di Cefeo , a cui Aninnanzi promessa > slata pretese di averla ; e nata quindi grave contesa , Perseo dopo avere uccisi vari delle genti di Fineo, scoprendo il capo
dromeda era
di
Medusa
petrificò
tutti
gli
altri
pur
con Fineo medesimo. Tornato con Andromeda in Grecia , col medesimo teschio tramutò sasso in Prelo che avea cacciato Acrisio dal regno di Argol, indi Polidette, che invidioso della gloria di lui, cercava per ogni maniera di diffamarlo e per ultimo Acrisio stesso, che imprudentemente nel capo dì Medusa si affissò. Fu indi Perseo unitamente ad Andromeda , Cefeo e Cassiopea portato incielo ove tutti e quattro fra le costeiiasioni vennero col locati. ;
,
,
rri
CAPO
IV,
Di Bellerofonte* Bellerofonte figlio di Glauco re di fi'ra.
o Corinto e di Eurimede
,
E-
e nipo-
prima chiamato Ipponoo, perchè abilissimo domafor di cavalli , e poscia coli' uccisore di Bollerò , che pre*» te di Sisifo fu
tendea il
tiranno di Corinto
farsi
nome
Trovandosi ,
Antea
la ,
corte
alla
scacciato Acrisio
givi
,
acquistò
di Bellerofonte.
,
erasi
moglie di
da
altri
lui
che fatto re degli Ardetta da Omero
5-tenobea
di
Preto
si
,
accese di
Bellerofonte , e non potendolo trarre ai suoi desideri., l'accusò presso il marito
quasi avesse tentato di violarla. Preto non osando per ospitalità ucciderla in casa propria, lo spedì ad Ariobaie o Giobate suo suocero nella Libia con lettere, iti cui raecomandavagli di trovar mezzo
,
onde
farlo
perire.
lo mandò prima, a guerreggiar contro i Solimi , indi contro le Auiazoni ; ma essendo di queste guerre uscito sempre vittorioso , lo spedì per che «Il imo a combattere Chimera la
Giobite
,
infestava
il
miì® nome*
monte
della Licia del
mede*
I2T da nato mostro TiEra la Chimera tiri fone e da Echidna col capo e il petto di e la coda di leone , il ventre di capra dalla bocca. vomitava fuoco che drago e ,
,
ottenuto da Nettuno il , con esso andò coragPegaseo gioso ad assalire il mostro e l'uccise. Allor Giobate ammirando il valore eli lui , non solo con esso pacificossi , ma gii diede pure Achemene sua figlia, dalla quale Bellerofonte ebbe Issandro, Ippoloco e Leodamia , che amata da Giove fu madre poi di Sarpendone, e Stenobea disperata all' udir queste nozze di propria mano si uccise. Avendo poi Bellerofonte col* cavallo Pegaso tentato a salire in cielo, Giove maudò V assillo a tormentare il cavallo per modo , che si scosse Bellerofonte di Bellerofonte
cavallo
,
dosso,
e
fu detlo Ljcielo ,
precipitollo
Aleio
,
ed
ei
ove' fu posto fra
Delle
campo
nel
,
che
solo volò su in costellazioni.
le
Preto, e diStenobea disser le favole, che avendo osato di paragonarsi a Giunone furon punite colla
mania
figlie di
di
credersi cangiate in vacche,
e ne furono poi guarite da
quale sposò una di esse , tra a Bianto suo fratello.
Melampo,
il
e diede V al-
6
ir
oo
CAPO
IV,
Di Bellerofonte* Bellerofonte figlio di Glauco re di fira
o Corinto e di Eurimede
,
E-
e nipo-
prima chiamato Ipponoo, perchè abilissimo domator di cavalli , e poscia coli' uccisore di Bollerò , che pre^ te di Sisifo fa
tendea il
tiranno di Corinto
farsi
nome
,
acquistò
di Bellerofonte.
Trovandosi
alla
scacciato Àcrisio
,
corte erasi
che fattore degli Ardi
Preto
,
moglie di lui detta da Omero Antea , da altri Stenobea si accese di Bellerofonte , e non potendolo trarre ai suoi desideri, Y accusò presso il marito
givi
,
la
quasi avesse tentato di violarla. Preto non osando per ospitalità ucciderla in casa propria, lo spedì ad Ariobaie o Giobate suo suocero nella Libia con lettere , ia cui raceomandavagli di trovar mezzo
,
onde
farlo
perire.
guerregmandò Solimi , indi contro le Auiazoni ; ma essendo di queste guerre spedì per uscito sempre vittorioso lo che ultimo a combattere la Chimera
Giobite
lo
giar contro
prima, a
i
,
,
infestava siaio
il
nome.
monte
della Licia del mede*,
121 eia nato mostro TiEra la Chimera un fone e da Echidna col capo e il petto di e la coda di leone , il ventre di capra dalla bocca. vomitava fuoco drago e che ,
,
ottenuto dU Nettuno il , Pegaseo , con esso andò coraggioso ad assalire il mostro e V uccise, Àllor Giobate ammirando il valore eli lui , non solo con esso pacificassi , ma gli diede pure Achemene sua figlia, dalla quale Bellerofonte ebbe Issandro, Ip-. poloco e Leodamia , che amata da Giove fu madre poi di Sarpendone, e Stenobea disperata alP udir queste nozze di propria mano si uccise. Bellerofonte
cavallo
Avendo
poi
Bellerofonte
col-
salire
cielo,
Pegaso tentato
a
mandò 1' per modo
assillo
dosso
precipitollo
e
,
fu dello -cielo
,-
,
che
Aieio
a si
,
tormentare
il
cavallo
Giove cavallo
scosse Bellerofonte di
ed
campo
nel
che
,
solo volò su in
ei
ove' fu posto fra
Delle
ili
costellazioni.
le
Preto, e diStenobea disser le favole, che avendo osato di paragonarsi a Giunone furon punite colia
figlie di
mania di credersi cangiate in vacche,
e ne furono poi guarite da
quale sposò una di esse tra a Bianto suo fratello. ,
e
Melampo, diede
1'
il
al-
124 giugnendoli fosse in poter suo l'ucciderli. Ipponiene figlio di Macareo per supqfi rarla ottenne da Veneri tre pomi d' oro colli neir Isola di Cipro e lasciandosi ,
questi cadere
1'
un dopo V
altro,
mentre
Atalanta perdette a raccoglierli, giunse ad avanzarla. li premio della vittoria fu Àtalanta , che Ipponiene sposò , ma scordandosi egli di renderne grazie a Venere , questa spinse i due amanti a prosi
fanare
molti li
tempio
il j
mutò
in
carro/
lioni
Giove , o, secondo che per vendicarsene e gli attaccò al suo
di'
Gibele
di
, ,
-
CAPO Di Cadmo
Cadmo
figlio
di
,
e di
VI.
Annone*
Agenore
re di Fenicia
e di Telafasse ,- e fratello di 'Europa > allorché questa fu rapita da Giove , ebbe
ordine dal padre di andarne in traccia per ogni parte , ne ritornare senza di lei. Venne egli nella Focide a consultare F oracolo di Delfo , onde avere notizia dov' ella fosse; ma ebbe in risposta di non cercarne più oltre i e di fabbricare in vece una ci là nei luogo , ove un bue V avrebbe condotto. Arrestatosi nei luogo indicato dal bue t
Il5 spedì
compagni ad attigner acqua
i
alia
fontana di Mate, e questi vennero tutti quanti divorati da un drago. Desolato per una tal perdita fu confortato da
go
,
Minerva a combattere il dradenti colla promessa
.è seminare
i
che nati di là sarebbono altrettanti uomini. Sorsero questi di fatto e tutti armati ma incominciarono tosto a distru^gersi fra di loro , uè altri rimasero fucTs l i quali però bastaron ad di cinque soli ,
:
:
aiutarlo nella edificazion
di
Tebe
f
che
fu poi capitale della Beozia , così della in memoria del bue sopraccennato.
Ebbe Cadmo da Ermione
o
Armonia
Marte e di Venere quattro figlie, vale a dire Semele , che fu poi madre di Bacco , ma incenerita dal Fulmine di Giove; Ino madre di Melicerta, che-fugdi
figlia
gendo tarsi
le
in
furie
mare
;
A tamante, dovette getAutonoe madre di Atteo-
eli
ne che fu da Diana cangiato in cervo.: ed Agave madre di Penteo, cui ella medesima uccise in compagnia delle Bac,
canti,
Addolorato per queste sciagure di sua famiglia ed aggravato dagli anni, Cadmo insieme con Ermione allontanossi da Te-
be
,
$
andò aeir
Illirico
,
dove chiedeu-
ii6 do
agli
Dei
essere trasformato in ciò
di
eh' era stato
princìpio di sue avventucon Ermione tramutato in
il
re, fu insieme
serpente.
Succedette a lui nel regno di Tebe il figlio Polidoro avuto similmente da Ermione ; ma per essersi opposto a Bacco, in breve tempo anch' ei ne fu discaccialo. Mancavano a Tebe le mura, delle quali Cadmo e i suoi successori Polidoro e Labdaco non T avean recinta : e queste furono poi fabbricate da Anfione, il quale secondo le favole al snon della lira trasse le pietre a soprappcrsU 1' una ali altra spontaneamente. Era Anfione figlio di Giove e di Antiope figlia di Asopo e moglie di Lieo ; il quale usurpato avea il trono di Tebe. Questi vedendola incinta la ripudiò , e prese Dirce, la quale temendo che Antiopa tornar potesse in grazia del mari1
to, ottenne stretta
Fu
di tenerla rinchiusa
in
una
prigione.
però Antiopa liberata da Giove, e ricoveratasi sopra il monte Citerone , ivi partorì Anfione e Zeto, i quali cresciuti in età ucciser Lieo y s1 impadroniron di Tebe, e legarono Dirce ad un furioso toro , che trascinandola la fece a brani, finche dagli Dei per compassione fu can-
1^7 che non lungi da
giata
nel fiume Dirce
Tebe
e«tra nel fiume Ismeno.
CAPO Di Edipo
>
VII.
de suoi .figli guerra di Tebe. ,
e della
,
Edipo era figlio di Laio figliuolo di Labdaco re di Tebe e di Giocasta o Epioasta , come è detta da Ornerò, figliuodi Creonte.
la
Avendo Laio
udito dalP oracolo , che doveva essere ucciso dal figlio , di cui
Giocasta era incinta* le ordinò di soffo-
Ma non avendo ella cuore di eseguir per se stessa il barbara
carlo appena nato.
comandamento di uri soldato e foratigli
un
i
vinciglio
,
,
die
mani un bosco
nelle
figlio
che recatolo
piedi il
il
in
Attraversando per essi
,
lasciò sospeso
ad un
al-
bero.
Fu
là
trovato da
Forba pastore
di
Po-
libio re di Corinto, e portatolo alla re-
gina Merope , la quale ne prese cura, e dalla gonfiezza de* piedi lo chiamò Edipo» Fattosi adulto udendo di non esser figlio di Polibio andò a consultar T oracolo di Apollo
parenti
,
per aver contezza de'suoi
ed ebbe
in risposta
di
non
ri-
128 tornare nella sur patria, perchè vi avrebbe ucciso il padre, e sposala h madre.
Credendo die l'oracolo rnilo se ne esigilo
parlasse di Co-
volontariamente
e
,
andare in Beozia. Giunto nella Focile, mentre In una contesa tra j Focesi ed forestieri ei volle prender le parti di quésti, uccise senza conoscerlo il proprio padre , che a favore di quelli si era intromesso Altri dicono che Succidesse mentre in un angitsto sentiero del monte Citerone Laio volle arrogantemente costringerlo a cedergli it risolse di
i
]
passo.
Di
là
arrivato
a
Tebe
trovò
il
paese
mostro nato da Tifone e da Echidna che avea la testa, m il petto di donna il corpo di cane le zampe di leone , la coda di drago, e le infestato dalla Sfinge
,
,
,
,
ali
di uccello.
ella nel monte Ficeo, e lanciandosi sui passaggieri proponea loro un e-
Abitava
»imma Ji
,
cui se non sapessero sciogliere,
divorava.
Creonte padre di Giocasta
regno so
il
Tebe, governo , e di
promise
il
di cui frattanto avea prela
vedova
isposa a chi sciogliesse
di
Laio in
Penimma,
rir facesse la Sfinge, poiché era
e pe-
destino,
che questa dovesse morire sì tosto V cuifòima da alcuno fosse disciolto.
ch$
129 Presentassi Edipo, e la Sfinge gli domandò qua! fosse l'animale, che avea
quattro piedi al mattino, due al mezzo-
giorno
e tre la sera.
,
rispose esser V
Edipo
uomo
che in
,
fanciullezza si strascinasti quattro piedi, in età adulta cammina con due, e in vecchiaia
appoggia
si
al
bastone come ter-
zo piede.
La Sfinge sta
promessa Edipo ebbe
la
Tebe
allor cadde estinta
e Giocasta
,
i
e giu-
regno di non so-
in isposa, cui
spettò essergli madre, e da
quero
il
,
nacdue gemelli Eteocle e Polinice, essa
gli
Antigone e J Ismene. sopravvenne in Tebe alcuni anni la quale, dopo un orribile pestilenza
e le
due
figlie
Ma
,
T
oracolo di Delfo su ciò consultato, che non sarebbe cessata, finche non fosse de Tebe esigliato l'uccisore di Laio.
disse
Or mentre Edipo si occupa premurosamente a farne ricerca , venne a scovrire non solamente che l'uccisore di Laio era stato egli medesimo, ma di più che Laio era suo padre , e Giocasta sua madre. Preso da orrore al vedersi tutto ad'un tempo reo
di
parricidio e d'incesto
;
si
cavò gli occhi per non veder più la lu-» ce, mentre Giocasta egualmente inorridì-
i3o ta
si
un
appiccò da se stessa
volontario esiglio
;
poi datosi ad
nel quale la figlia
,
Antigone volle accompagnarlo ^ andò a morire in Atene. I due gemelli Eteocle e Polinice o per ordine del padre, come alcuni vogliono, o spontaneamente convennero fra di loro di regnare alternatamente un anno per ciascheduno : ma Eteocle , prese le redini del governo , ricusò di più cederle al
fratello
,
e lo
costrinse
a
ricoverarsi
presso di Adrasto re degli Argivi.
Avea Adrasto due
Argia e Deifile ; e parevagli in sogno che la prima ad un leone si maritasse, e la seconda ad un cignale. Or mentre turbato .da. questo sogno cercando andavane il significato, comparvero alla sua corte da un. canto Polinice coperto di una pelle di leo136 , e dall'altro coperto di una pelle di cignale, Tideo figlio di Eneo re di Calidone , che ucciso sgraziatamente il fradi là fuggiva, tello Menalippo Parve ad Adrasto che questi fossero il leone e il cignale indicati dal sogno , e e a Tideo Deifidata Argia a Polinice le , assunse pure V impegno di rimettere figlie
,
,
Polinice nel regno. Spedì quindi Tideo ad Eteocle per intimargli di cederlo secondo il patto; ina
i3i Eteocle dopo Un superbo rifiuto fece pure dalle sue genli coraandate da Licofonte e Meorie tendere a Tideo un agguato per assassinarlo
Non
Tideo dal numero degli ad essi valorosamente oppo-
assalitori
,
nendosi tutti cui
ritorno.
al
atterrito
gli
tristo
Ma
Meone
uccise eccetto
rimandò ad Eteocle per
>
recargli il
annunzio. irritato
nuova perfidia tanente
il
fiore
Adrasto al rifiuto e alla di Eteocle , adunò inconde* suoi
eserciti
sotto
la
guida di sette illustri capitani v i quali erano Adrasto medesimo, Pollinice TiCapaneo j Anfiaraoe deo i Ippomedonte Partenopeo \ e con questi si Mosse contro di Tebe* Anfiarao però , eh' era della famiglia dell'indovino Melampo, e prevedeva di dover sotto a Tebe perder la vita , erasi nascosto per sottrarsi a quell' impresa % ma la moglie Erfile sorella di Adrasto vinta da Argia moglie di Polinice col presente di un aureo monile lasciato da Ermione, scoperse il luogo dov' ei celavasi; ed ei costretto ad andari lasciò ordine ai figlio Alcmeone, che quando udisse la morte di lui , uccidesse T infe,
,
,
dele Erifile per vendicarlo.
Funestissima ad
ambe
le
parli riuscì
l32 guerra di Tebe , porche Tideo dopo molte valorose prove fa ucciso dal tebajio Menalippo Capaneo sprezzatole degli Dei mentre scalava le mura di Tehe , venne fulminato da Giove Anfiaroo fu col suo carro dalia terra inghiottito Ippomedonte e Partenopeo caddero anche essi estinti ed Adrasto perduti i suoi capitani e gran p^rte delie sue genti dola
;
,
;
;
;
vette tornarse scornalo in Argo.. t
»
Più che a tutt' altri però fatale fu quella a' due nemici fratelli. Fino avanti
guerra al
loro nascere avea delto Giocasta di
verli
"
sentiti
nell'utero pugnar
tra
a-
loro:
€ ben mostrarono, appresso fino a qual segno il fraterno odio arrivar possa ove sia dall'ambizione e dall' interesse aizzato. Incontratisi corpo a corpo nella mischia ,, con tale accanimento pugnaron essi T un coiitro l'altro , che; amendue ed essendo uccisero scambievoìoiente si i loro corpi statai posti sopra il medesimo Togo ,. le fiamine che circondavano V uno ,
\
*.
,
cornee s§ nemsepararono congiunti meno in morte soffrissero di; star quelli v che in vita stati erano cosi divisi. Ne le triste!conseguenze di quella guerra finirono colla loro morte. Perciocché avendo Creonte il; quale -prese il governo di Tebe y vietato che gli Argivi si
e T altro
si
,
,
i33 seppellissero
,
fu ucciso
Teseo
eia
;
e Ale-
comandamento paterno colP uccisione dèlia madre > fu
ninone
eseguito
fiero
il
per lungo tempo agitato dalle furie di avendo sposafa prima Àlfesibea di
te
in-
Fcgeo e poi Calliroe figlia di Aclieandando per togliere a quella il fit\ che aveale recato per presenmonile dai fratelli di lei Temei] $ di nozze ,
loo tili
;
figlia
,
,
e questi ed Àssione fu trucidato ron poi da Acarnone e Anfotero ;
Àlcmeone,
e di Calliroe",
lo figli
fu-
di
quali essa ot-
i
che ancor fanciulli g'iugness&rp , immantinente all'età matura per vendicar la morte del padre.
tenne
CAPO
Vili.
Di Giasone
e degli argonauti , sitilolarmente di Chitone , di Calai e Ze-
te-, di
Castore e Polluce
,
e di Orfeo,
i
Giasone
ora figlio di
co nella Tessaglia
,
e di
Esone re di lofÀlcìmede-o Po*
limila.
Pelia fratello di Esone dopo averlo detronizzato cercò di far perire anche Gia-
sone
;
ma Alcimede ebbe modo
di salvar-
segretamente educare sui \ mente Pelio dal Centauro Chirone.
lo
e di
farlo
i34 venne per ripetere non osando il regno paterno ; ma Pelia opporglìsi apertamente cercò destramente di allontanarlo , animandolo alla grande impresa della conquista del vello d oro, Cresciuto Giasone
quale veniva riputato come sicuro pe* della prosperila niello stato che il possedesse. Era questo la pelle del montone , su cui Frisso ed Elle , figli di Atamantere il
gno
di Tracia e di Nefele
,
fuggendo
secuzioni della ftiadrigna Ino
mentarono
di
chiamasi dei
si
,
passare lo stretto
Ma
Dardanelli,
,
perargo*
che -or
spaventati
mare
dai flutti Elle cadde nel
le
,
e diede
quello stretto il nome di Ellesponto ; 9 Frisso giunto alP opposta riva n andò a
montone a Coleo ; dove sacri ficollo Giove ( il quale poi lo trasporlo in
col a
cielo nel segno dell'ariete), e ne sospese
la
pelle
,
che avea
la
lana d* oro
un bosco cousegrato a Marte vasi custodito da un drago , tori spiranti
fuoco dalla
;
ove
,
in sta-
e
da due
bocca
e dalle
«ari.
Per questa spedizione Giasone invitò Eroi più famosi, che allor vivessero.
gli
Argo te
figlio di Alettore co* legni del
P«Iio, e con una quercia tolta
va Pddenea formò la uave
,
mon-
alla sel-
che d*' Poeti
i3c fu celebrata
come
nave
prima
la
che
,
suo nome; , di Giacompagni Tifi ne fu il piloto ; i sone furon tra gli altri il sudetto Chidue fratelli Castore e Polluce , i rone fratelli alati Calai e Zete figli di Borea e di Orizia , e il poeta Orfeo. Plutarco ti aggingne ancora Teseo del quale altri tacciono : e unito erasi ad essi ancor Ercole ; ina perduto Tla nella Misia, ivi poi si rimase per ricercarlo. Giunti gli Argonauti all' isola di Lerr* no trovaronla abilata da sole donne perocché esse , onde vivere in lor balìa , uccisi avevano tutti gli uomini. La regina Issipile però la quale meno inumana delle altre salvata avea furtivamente il padre suo Toanle , accolse ospitalmente Giasone, e a lui pure congiunta n'ebfosse costrutta
e le diede
il
i
,
:
be due
figli f
Seguendo
il
Toante ed Euneo. loro viaggio arrivarono gli
Argonauti in Tracia no dal re Fineo del
dove
furosuperare gli scogli Cianei o Simpiegati., che urtandosi fra di loro impedivano Y uscita dal Bosforo: in ricompensa di che Giasone ordinò agli alati figli di Borea di scacciare le Arpie , che lordavano le mense di Fineo , e questi le inseguirono fin© alle isole Piote , che poi furono dette Strofadi ora Strivali.
,
istruiti
modo onde
%
i36 Era Fineo secondo alcuni Agenore e seconda feltri nipote ,
*
,
figlio
di
Ji
Age*
nore , e figlio di Fenice é di Cassiopea. Sposò in prime nózzel Cleopatra , che altri chiatniirono Stenobra o Stenoboe , da cui ebbe Orito e Gambo. Dopo la morte di lei in seconde nozze menò Arpalice figlia di Borea ed* "Ori zia ad istanza di cui acciecò i figli , che dalla prima avea avuti. In pena di ciò "gli Dei ,
acciecaron lui stesso , e fld infestarlo man-* darono le Arpie Aello e Óccipete a cui Virgilio aggiunge Geleno figlia di Taìi,
mante e di Elettra. Erano quéste mezze donne, e mezzo uccelli-, che divorando € lordandogli tutti
bon Fineo namente da
a perir
Calai e
cibi
i
.
ridotto avreb-
fame , se opportuZetfe nóh fossero state di
scacciate.
al
Approdato a Coleo presentassi Giasone re Età chiedendo il vello d'ora, ma
questi risposegli che per averlo convenir vagli prima domar due tori spiranti fiati**
me i
e sottoporli
al
giogo
denti del drago ucciso da
;
poi seminare
Cadmo, che ad
mandati da Pallade e Marte, e vincere gli uomini che ne sarebbero nati ; per ultimo uccidere il drago cu-
Eeta erano
stati
stode del vello,
Giasone ebbe Farle
d'
ianammerare Me-
ì3 7
Eeta , la quale essendo maerbe incantate , opde domare i tori e addormentare il drago e T avvertì che lanciando un sasso contro degli uomini armati sorti da' seminati denti, quelli sarebbonsi 1' un contro l'altro dea
figlia di
ga
gli fornì T
,
rivolti
,
e tra loro
uccisi.
Ciò tutto avvenuto , e impossesatosi Giasone del vello d'oro , sene parrì coi compagni e con Medea , la quale prevedendo che dal padre sarebbe stata inseguita , prese il barbaro partito di fare a pezzi il fratello Absirto , gettarne sulla sparse membra , acciocché ii misero padre occupato a raccoglierle ritardato venisse nel suo inseguimento. 'Risalita la nave , gli Argonauti, per non ripassare g-li scogli Gianei entrarosecondo alcuni, nelle foci delP Istro no o Danubio e se ne venner conti' acqua fino a' monti delia L)burnia , di dove trasportata la nave per terra nell' Adriatico, per esso e pel mare Ionio se ne tornarono a Ioleo. Fu chi aggiunse die prima di arrivarvi essi vennero dalla tempesta sbattuti ai lidi dell' Africa Omero accennò pure che superarono essi il passaggio alle pietre erranti vicino a Scilla questo pericoloso e Cariddi e che in passaggio aiutati furono da Giunone ; ma strada le
,
,
,
;
,
i38
come non si saprebbe determinare fosse un lai passaggio, sembra che
I'
ore im-
maginazione di Omero abbii voluto qui trasportare quello d.egli scogli Cianci, In Iolco Medea ringiovenì il vecchio
Esone padre
di
sangue dalle vene
Giasone con trargli il e nuovo sangue creala ,
.
sughi incantati, e bramando le figlie di Pelia , che altrettanto facesse al padre loro prescrisse a queste di ucciderlo , e farlo bollire in una caldaia f gli
co' suoi
promettendo che con sue erbe Y avrebbe fatto rinascere giovane; ma invece sopra di un carro tirato da dragoni se ne fuggì a Corinto, dove Giasone trovavasi. Giasone erasi quivi acceso di Gkuce figlia del re Creonte , di che Medea irvendetta di es?er contenta ch'egli passasse alle nuove nozze , e fé pure in suo nome presentare a
ritata fìnse per più sicura
Glauce una bellissima veste
;
ma come
questa era avvelenata così appena Glauce se Pebbe posta, andò essa a fiamme con tutta la reggia.
Ne
paga di ciò Medea, per isfogare più il suo furore scannò atrocemente sotto agli occhi di Giasone medesimo i due figli che da esso avea avuti , indi salita sul carro tirato da' draghi fuggì in Atene > ove divenuta moglie di Egeo pa-
vie,
ì39 dre di Teseo partoii Medo , che poi diede il nome alla Media. Chirone nacque da Fillira figlia dell'Oceano congiunta a Saturno, il quale sorpreso dalla moglie Rea , per occultarsi cangiossi in cavallo. Fu quindi Chirone rappresentato come Centauro , cioè ,
mezzo uomo
e
mezzo
Dicesi eh' egli
cavallo.
fosse gran
conoscitore
ed espertissimo nel tirar di , arco e nel sonar la lira , nelle quali arti istruì Giasone ed Achille, che' l'uno da Aicimede, come afbbiam detto, l'altro da Tetide gli furon dati ad allevare. Fu anche dottissimo in medicina , nella quale ammaestrò Esculapio affidatogli da Apollo ; e la cognizione che egli ave& delle stelle fu di grandissimo giovamento agli Argonauti nel lor viaggio. delle stelle
Mentre stava esaminando
le
saette di
Ercole tinte dal sangue deli' Idra , una che a caso il feri gli creò tal dotare , che desiderò di morire e fu trasportato in cielo nella :
le
roe
,
eh' era
nando
,
costellazione
quali cose mentre
rio
indovina
fu al dir di
,
gli
del Sagittala
figlia
stava
Oei-
vatici-
Ovidio tramutata in
cavallo.
Castore e Polluce nacquero , secondo le favole , da due uova partorite da Le-
i4® ma T un di questi conlenente Polda luce ed Elena era slato fecondato da Gio1' altro contenente ve cangiato iti cigno Castore, e Clitennestra avea avuta la fecondazione da Tindaro re dell' Ebalia marito di Leda. Quindi è che Polluce era immortale e mortale era Castore. Polluce però % onde aver col fratello una sorte comune v ottenne da Giove che a vicenda V uno morisse e risorgesse V al;
,
,
-,
,
tro.
Furono
due
nella costellazione de'
amen-
poi trasportati in cielo
ed , ebbero amendue il nome comune di Dioscuri , cioè figli di Giove , e di Tindciridi , cioè figli di Tindaro; e ili somma venerazione erano entrambi presso de' naviganti , perchè il loro apparire dicevasi portator del bel tempo.
Gemelli
Poliuce erasi reso celebre nella lotta e combattimento de' cesti , co' quali uccise Amico [ tenuto prima invincibile,
liei
Castore
si
distinse nel
maneggio
de' ca-
valli.
Orfeo figlio , secondo alcuni, diApollo , e secondo altri , di Onagro re di fu a temTracia e della Musa Calliope pi suoi insigne musica e poeta] ed uomo eloquentissimo e come seppe ammansae la re ferocia de' Traci allor selvaggi ,
;
,
trarli al
vivere socievole r fu detto dalle
i4* favole
che
,
le
so
de' fiumi.
Fu
al
piante e
va
suono
della sua lira trae-
ed arrestava
le fiere,
il
cor-
ed essendo morsicatura di per un serpente nell'atto che fuggiva da A« per riae-' risico egli scese all' inferno
Euri
egli sposo di
lice,
questa caduta estinta
,
quistarla.
Seppe
infatti
suo
col
nerire gli Dei Infernali sero di ricondurla
,
canto cosi inteche gli permir
a patto pei
,
volgersi a guardarla
òdi non
finche dall'Infer-
,
ma la sua impazienza il tradì, ed Euridice gli fu ritolta. Allora andò egli solitario pe' boschi no non
fos&e
uscito
,
,
piangendo continuamente la sua perdine amore di donna più il potè muola vere ; di che indispettitele madri de' Caconi lo fecero a brani e il capo ne gettarono nel fiume Ebro. Questo secondo Ovidio fu portato a Lesbo dove un serpente che avvenissi per morderlo venne da Apollo cangiato in sasso , e le donne omicide furori da Bacco mutate in piante. ,
,
,
,
,
lJ{2
CAPO Di Minosse
IX.
e di Dedalo.
,
•
Due Re Minosse.
Europa
ebbero
di Creta
11
primo
figlio di
il
nome
Giove
Radamantò
e fratello di
,
di
e di
fu le-
,
e per meglio accre, sue leggi dicea di averle ricevula sua morte te da Giove slesso. Dopo
gislalor de' Cretesi
ditar
ei
le
fu in
compagnia
di
Radamanlo
e di
Eaco
fatto giudice dell' inferno. secondo figlio di Licasto e di Ida > del primo figlia di Coribaute e nipote ebbe in moglie Pasifae figlia del Sole e di Perseide , la quale furiosamente innamoratasi di un toro partorì il minolauIl
,
ro mezzo toro e mezzo uomo. Essendogli stato dagli Ateniesi per or-
dine di Egeo assassinato il figlio Androgeo 3 dopoc liè nelle feste Panatanée era riuscito vincitore in tutti i giuochi ^ armossi egli contro di loro , e giunto prima a Silone ottenne coli oro che la città gli fosse venduta da Arne figlia del re % clic fu quindi cangiata in mulacchia; inchiamato podi posto V assedio a Nisa 5
scia
Megara
%
Scilla figlia del re
Hiuammoratosi mentalo uu crine purpureo
esso
Nisodi
recise al padre addoral ì
quale sra
i43 annesso
il
destino di Nisa
,
per
la
qual
cosa ella fu poi tramutata ia lodola , e Niso ia avvoltoio che ognor V insegue. gli Ateniesi, Minosse cruda condizione , che dovessero ogni sette anni spedir gli tratti a sorte sette giovani e sette donzelle, cui dava nel Jaberinto fabbricato da Dedalo in pasto al Minotauro, il quale fu poi ucciso da Teseo; Dedalo , figlio d' Imessione , nipote di Eupolemo , pronipote di Eretteo re di Alene , fu ingegnosissimo artefice , ma avendo tolto ad istruire Gelo figlio di ì\rdice sua sorella il quale mostrava di voler superarlo ( perciocché giunto da se medesimo era già ad inventare la sega $ il torno # la ruota dei vasi, ed altri ingegnosi istrumenti ) 7 mosso da invidia precipitollo dalla rocca di Minerva , che poi lo cangiò in pernice. Rifugiatosi perciò Dedalo in Creta ivi fu accolto da Minosse , per ordin di cui fabbricò il laberinto , luo^o d intralciatissune strade per le quali chiunque vi era introdotto più non trovava 1- uscita. Favorì egli dappoi gli amori di Pasifae iuchiudendola in una vacca di legno, e fornì ad Arianna figlia di Minosse il filo , con cui Teseo, ucciso nel laberinto il
Vinti alla fine
impose
loro
la
,
?
,
i44 Minotauro
,
potè strigarsene
,
poscia
con Arianna medesima
dra di
lei
to
,
fuggir
e
con Fe-
,
sorella.
Ciò risaputo stesso
e
Dedalo
,
Minosse
fé
chiudere
col figlio Icaro uel
e custodirne in
modo
le
Io
labirin-
porte, che
hon potesse fuggirne. Dedalo allora procacciatesi delle perre ne formò due xie , le unì con cera , ali a se ed al figlio, colle quali deluse i cuslodi fuggendo a volo. ,
Ma
giovin Icaro di quel volo invaghito , contro gli avvertimenti del padre , volle levarsi troppo alto , sicché squagliatasi al calor del Sole la cerarle
penne
il
gli
caddero, ed
precipitò vicino
all'
ci
Isola
privo di quelle di Samo nel
mare, che da lui prese il nome d'Icario. Dedalo invece sempre tenendosi a mezz'aria, arrivò salvo, secondo Virgilio, a e secondo altri in Sicilia presso Curaa Cocalo re di Agrigento, dove andato Mifu prima di nosse per riaverlo a forza Cocalo accolto amichevolmente , poi soffogato in un bagno caldo. ,
,
CAPO Di Teseo
,
i45
X,
e di Piriloo.
Trachine da Etra fila quale congiunta glia del re Pitfceo , prima a Nettuno si unì poscia ad Egea onde fu Teseo tenuto da re di Atene alcuni per figlio di Nettuno , e da altri: per figlio di Egeo. Questi nel partir da Trachine per ri-< tornarsene ad Atene, seppellì in presenza di Etra sotto ad un gran sasso una'" spada , ordinandole , che se nascesse da lei un maschio allorché fosse in grado di rimovere il sasso e pigliarne la spada* glielo mandasse, Teseo di questa spada fornito , emulando le glorie di Ercole , si diede prima , commesso a purgare la terra da* e dagli uomini malvagi. mostri Trasse a morte vicino a Maratona il terribile toro che Ercole avea condotto da Creta ad Euristeo e che questi avea
Teseo nacque
in
,
!
|
,
,
,
,
3
i
mandato a devastazione dell Attica e a Cromione il porco che disertava le campagne di Corinto. Uccise in Epidauio il ladrone Perifeta figlio di Vulcano, detto pur Cornista dalia clava onci* era armato; in Eleu,
7
i46 Cercione
si
alla
lotta
,
,
ebe sfidava
i
passaggieri
e vinti o ricusanti di combat-
uccideva ; nell* istmo di Corinto il gigante Sine , che piegando due pini a terra ed attaccandovi gli uomini , col rilasciare i pini faceva gli uomini ia quarti; presso Megara Scirone', che aptere
li
postato sopra i
uno scoglio gettava
viandanti die
si
in
avvenivano su
mare
quella
il gigante Dafaceva stenche , dere gli ospiti sul proprio letto, e tagliava loro le gambe , se fuori sopravvanzavaoo , o stiravali a forza , se non arrivavano alla misura del letto. Vuoisi pure che in Tebe egli abbia ucciso Creonte , il quale vietava di seppellire gli Argivi morti in quella guer-
strada; presso ad
Ermonia
maste detto Procuste
avendo accompagnato Ercole nella spedizione contro le Amazoni , ebbe da esso Ippolita, o come altri dicono, Antiepa , dalla quale nacque Ippolito, Aveva prima rapito Elena figlia di Giove e di Leda ma questa gli fu prontamente ritolta da Castore e Polluce di ra
;
e
:
lèi
fratelli.
Giunto finalmente ad Atene, dove Medea era divenuta moglie di Egeo , corse grave pericolo di esser vittima della malvagità di questa donna* perciocché o te-
M7 messe di lui o cT esso accesa ne fosse respinta, indusse Egeo a porgergli una tazza
Ma
avvelenata.
nobbe Egeo
li
sotto del sasso 4
bracciò Teseo
Erano Androgeo
nel presentarla
spada
che
sepolta
e gettata la tazza
,
come suo
Ateniesi per
rico-
avea ab-
figlio.
uccisione di stati da lui figlio di Minosse sottomessi , come abbiam detto, alla bargli
1*
che ogni anno mandar bara condizione gli dovessero tratti a sorte sette giovani e sette donzelle , che davansi in pasto al Minotauro. Uno de' sette giovani fu pur Teseo % ,
o fosse egli uscito a sorte , o per opera Medea, o si fosse spontaneamente e-
di
sibito per
aver
la
gloria di uccidere quel
terribile mostro.
iStava questo nel labirinto fabbricato da Dedalo ; e Teseo per podere di là
dopo Y uccisione del Minotauro procacciato 1* amore di Arianna figlia di Minosse , ebbe da lei per consigilo di Dedalo un gomitolo di filo, che attaccato per un capo ali' ingrati de! labirinto andò svolgendo, finché giunto al Minotauro, e datogli morte , tenendo dietro al filo medesimo se ije uscì f e presa seco Arianna con Fedra di lei sottrarsi
essendosi
sorella
fuggi di Creta.
Ma
Nasso , ivi Arianna , che fa poi trovata e sposata da Bacco e tornossene in Atene , con Fedra soltanto, cui fece sua moglie , e che fu poi ad esso cagione di estremo dolore. Omero dice però che Arianna fu trattenuta in Dia o Nasso espressamente da Diana ad arrivalo
ingratamente
all' isola
di
abbandonò
.
<
istanza di Bacco. Il ritorno di Teseo fu in prima fatale ad Egeo. Perciocché avevagli questo rac-
comandato
che qualora salvo tornasse , per dargliene indizio , cangiasse in bianche le nere vele con cui era partito ; ma Teseo dimenticò il comando del padre % sicché questi vedendo da lungi il naviglio tornar colle nere vele, e credendo il duolo affogossi nel figlio estinto , per mare y che da lui prese il nome di Mar Egeo y ora Arcipelago. Come il nome di Teseo altamente risonava per tutta la Grecia j Piritoo fi,
gliuolo d' Issione re de' Lapiti dice
Omero,
figliuolo di
,
Giove
o come e di
Me-
moglie d'Issione > invidioso della gloria di lui venne colle sue genti nell' Attica per provarsi con esso; ma appena due valorosi giovani , cangiasi videro to 1* odio e 1* invidia in ammirazione ed amore si strinsero colla più ferma amicizia.*
lata
i
^9 Giovò sommamente a Piritoo V amicidi' egli ebbe zia di Teseo nella pugna contro i Centauri. Perciocché avendo egli alle sue nozze con Ippodamia figlia Folo di Atracio invitato i Centauri ,
ma colcapo tentò di rapirgliela T aiuto di Teseo i Centauri furono debellali y ed Ippodamia ad essi ritolta. S'invogliò poscia Pirotoo di aver Proserpina figlia di Cerere e moglie di Piatone , e pregò Teseo a voler seco scendere all' inferno per indi rapirla : ma Piritoo nel primo ingresso fu divorato dal Cerbero , e Teseo condannato a seder immobile sopra di un sasso , finche ne venne liberato da Ercole. Vuoisi però da. molti che questa Proserpina fosse moglie di Edoneo re dell' Epiro , per toglier la quale essendo andati Teseo e Piritoo t primo fu ucciso , il secondo imprigio* il nato , e campato poscia da Ercole. Tornato in Atene si diede Teseo ad unire in una soia città i vari casali che formavano la popolazione ateniese , ed istituì in essa ad onore di Minerva le feste Panalenee , e i giuochi funebri neh' ilor
;
stmo
di
Corinto.
Mei infelici a cagione di gli
Fedra furono
ultimi anni della sua vita.
Eiabi questa
d'
incestuoso
amore ae-
i5o cesa per Ippolito
e rigettata da lui , odio 1' accusò presdi marito averle voluto far forza.
cangiando l'amore so
il
,
in
Teseo irritato , e memore della proche fatta gli avea Nettuno di apmessa pagarlo in qualunque cosa gli avesse chiepregò a volere in quella occasione il sto ,
,
far contro Ippolito le sue
vendette.
Nettuno spedì perciò un mostro mariche traevano dal quale i cavalli no il cocchio d'Ippolito lungo la spiaggia, furono sì spaventati , che datisi a fuga ,
j
cocchio Ippolita avviluppato fra le redini , e strascinandolo per bronchi e sassi miseramente lo lacerarono. Fu egli poi richiamato in vita da Esculapio ad istanza di Diana , e da lei trasportato in Italia nel bosco di Alita ove appresso fu venerato sotto il nome
..precipitosa, scosser dal
cioè due volte uomo. Fedra punta da rimorso confessò poi dia Teseo V innocenza d' Ippolito e Teseo addolorato sperata si uccise per l'ingiusta morte del figlio, da'- quel momento non ebbe piumate finche scacciato pure da Atene ricoverassi nelT isola di Sciro ove fu ucciso secondo alcuni da Licomede", e secondo altri caduto in di Virbio
\
Ma
,
*,
,
,
mare da uu
alto scoglio restò affogato*
CA-PO Di Pelope, Atreo, Menelao Pelope
,
,
come
è già detto
pruova
far
essi
risuscitato
in luogo
di
,
Agamennone^
ed Oreste.
di Tantalo re di Fri*-
figlio
per
Tieste s
Esisto
già e di Taigete
XI.
,
,
fu dall'empio padre* dato in pasto agli Dei
della loro divinità,
e da ebbe una spalla di avorio quella cbe Cerere aveva
mangiato. Cresciuto in età , abbandonato la patria venne neir Elide , ove a quel tempo regnava Enomao padre di Ippodamia, la quale perchè bellissima, e perchè u* nica ed erede del regno , veniva ambita da molti. Ma Enomao sapendo dall' oracolo di dover morire per opera di suo genero f propose ai pretendenti cT Ippodamia di gareggiar con esso nel corso de' cocchi y nel quale egli era abilissimo , colla condizione , che se taluno fosse rimasto vincitore avrebbe avuto in premio Ippodamia ma i vinti sarebbero puniti di morte* Pelope , onde aver la vittoria , sedusse Mirti lo cocchier di Enomao a porre al cocchio di lui un fragil asse , il quale x
,
essendosi spezzato nel corso precipitò
E-
i5a
nomao che ne morì
ed egli cosi ottenregno cui poscia ingrandì per modo che tutto la penisola da lui trasse il nome di Peloponneso, Ebbe esso da Ippodamia due figli , Atreo e Trieste, il secondo de' quali sorpreso con Erope moglie di Atreo se ne fuggi ma Atreo covando il desiderio della vendetta Io richiamò protestando il per5
ne Ippodamia ed
il
,
;
,
dono
,
indi
uccise
i
due
figli
di
lui
y
diede a mangiare in una abbonii* juevole cena , da cui dicesi che il Sole glieli
torse per orrore la faccia. Figli di Atreo furono Agamennone e Menelao, il primo de' quali fu re di Ar-
go
,
e sposò Clitennestra
<ìaro
e di
Leda
sorella
figlia
di
di
Tin-
Castore ; il e sposò Eie-
secondo fu re di Sparta , di Giove e di Leda e
aia figlia
sorella
di Polluce.
Essendo Elena stata rapita da Paride di Priamo re di Troia, armossi
rfiglio
della , e capo spedizione fu fatto Agamennone. Mentre T armata era raccolta in Aulide porto della Beozia , trattenuta ivi da Tenti contrari, il sacerdote Calcante consu Itato 1* oracolo di Delfo portò in risposta che per aver propizi i venti conve-
tutta la Grecia per riaverla
niva sacrificare Ifigenia
ro ne.
figlia di
Agamea-
i53 Consentì
ma Diana cerva
al
barbaro
sacrifìcio;
salvò Ifigenia sostituendole
e lei
,
padre
il
trasportò in Tauride
,
una ove
sacerdotessa del suo tempio. Partito Agamennone per la guerra di
la fece
diremo
Egisto la figlio di Tieste / che per vendicare morte de' fratelli già aveva ucciso Atreo, riuscì a sedurre Clitennestra , e di concerto con essa , allorché Agamennone fu di ritorno , invitandolo in casa sua ad un solenne convito , a tradimento 1' uccise , e impadronissi del regno di Argo. Cercò egli di uccidere anche Oreste fi-
Troia
di
,
glio di
ma
cui appresso
Agamennone
,
e di Clitennestra
questi salvato dalla
sorella Elettra
; %
fu allevato segretamente da Strofio nella di dove all'età di venti anni % incognito in Argo a vendicar la morte del padre coli uccisione di Egisto
Focide tornò
5
e di Clitennestra.
In pena però di aver uccisa fu Oreste agitato dalle furie, e
la
madre
vagando
accompagnato da Pilade figlio di Stro~ fio , con cui era stato educato giunse in Tauride , ove per ordine del re Toante fu in procinto di essere sacrificato a Diana* Ma una virtuosa gara qui nacque fra due amici i perciocché Pilade per sal,
varlo
si
finse Oreste
}
e Oreste costante-
i54 mente zogna la
si ,
oppose alla generosa di lui menavendo Ifigenia , eh' era
finche
sacerdotessa di Diana
riconosciulo a
,
unirono lutli e tre ad uccider Toante e seco pollando il simulacro di Duma se ne fuggirono. Tornalo in Grecia fu Oreste giudicato indizi
sicuri
fratello
il
si
,
,
dagli Dei nell' Areopago di
sebbene eguali voti a dire sei favorevoli
Atene
,
ove
riportasse,
ei
vale contrari, pur
e sei
da Minerva fu assoluto e dalle Furie liberalo. Diede egli allora all'amico Pila-
de
Elettra
sorella
la
mendogli
in
isposa
aver Ermicne
di
che prima
nelao
,
stata
poi data
a
a
lui
Pino
,
e
pre-
di
Me-
;
figlia
promessa era andato a Delfo, ,
ove sapea che Pirro allora trova vasi che questi venuto fosse per ,
sparse voce
,
dispogliare
il
tempio
,
e
il
dal
fé
popolo
ammutinato assassinare. Virgilio dice inthe T uccise di propria mano invece nanzi al patrio altare. Vuoisi eh' egli ,
perisse alla fine -pel morso di una vipera.
Menelao avendo nella ricuperato Elena
,
al
presa di
ritorno
Troia dalla
fu
do-
tempesta portalo in Egitto, e di po lungo ternpo tornato a Sparta
là
di ricchezze
regno
,
visse tranquillo nel
per molti anni , indi giusta ne avuta da Proteo in Egitto
la ,
carico
predizio-
come spo-
iS5 sengenero di Giove za soccombere alla morte fu negli Elisi
so di Elena
,
e
,
trasportato.
CAPO
XIT.
e de prìncìDella guerra di Troia Troiani e loro ausiliapali Greci ri > che vi ebbero parte* ,
,
,
Cagione
della guerra troiana fu Parialtramente detto Alessandro % figlio di Priamo re di Troia, e di Ecuba. Mentre Ecuba n'era incinta, parvele in sogno di aver in seno una fiaccola ardente , il che essendo stato interoretato che cagionare'ei dovesse l'incendio della
de
,
Città e del regno , Priamo il fé appena nato esporre da Archelao in un bosco , ma Ecuba segretamente il fé poscia edu-
care da' pastori sul monte Ida. Ivi dalla pastorella
Dafni e Ideo; e
Enome ebbe
egli
giudice della bellezza tra Giunone, Pallade^ e Venere^ di cui la prima proroettevagli il regno f la seconda la sapienza , e la terza la più bella delle donne , ei diede a Venere la preferenza. Concorso in Ti oh a' pubblici giuochi, «i
fatto
vinse non pure gli
altri
7
ma
Ettore
i$6 Priamo
stesso figlio di
eh' era
,
di
lutti
più valente , e avendo Ettore, di ciò sdegnalo contro di esso impugnata la
il
spada
Paride
,
,
datigli
essere a lui fratello
come suo
stesso
,
figlio
i
contrassegni di
Priamo amorevolmente l'acil
placò e
colse.
Poco dopo Io spedì Priamo in Grecia eoa venti navi per ripetere Esion8 y che liberata dal mostro marino era stata via condotta da Ercole , e data a Telamone figlio di Eaco e re di Salamina.
Me-
Accolto ospitalmente in Isparla da
nelao marito di Elena
,
eh' era riputata
quelF età , colse Paride Y occasione che Menelao ebbe a partire per Creta , abusando deli' ospitalità i si tolse Elena sulle sue navi , e condussela a Troia» Per vendicar quest'ingiuria i due fra-
la più bella
donna
Agamennone
di
Menelao
procurarono di trarre al lor partito tutti i prinGrecia, de' quali i primàii cipi della telli
furono Achilie in Tessaglia
cugino
,
mina
e di
tello
, ;
fcea
i
figlio
di
Peleo re di Ftia Aiace di luì ;
e di Tetide
figlio di
Aiace
Palamede
,
e
%
Telamone
Esione; Tenero figlio
figlio
re di
Sala-
di lui fra-
di Oileo re di Locri;
di Nauplia
Ulisse figlio di JLaerte
re dell' 5
Eu-
re d Itaca;
ì5 1
Stenelo figlio di Capatico; Diomede figlio di Tideo e nipote di Eneo re di Calidone Idomeneo e Merionc figli di Deu;
calione
e inpoti
,
Minosse, redi CreNeleo re di Pilo ;
eli
Nestore figlio di Antiloco tìglio di Nestore Patroclo figlio di Menezio e di Stenele; Podalirio e Macaone figli di Esculapio; Protesilao figlio
ta
*,
;
d' Ificlo
quali
;
5
Peante
Filol tete figlio di
dopo
morte
la
di Achille
giunse Pirro figlio di
lui e
Neottolemo
soprannomato
di
;
ai
ag-
Deidamia,
cioè
,
si
nuovo
guerriero.
Ne
Troiani ad armarsi Fra i Troiani i principali guerrieri furono Ettore, Dei foto figli di PriaParide % Troiio mo , ed Enea figlio di Anehiseedi Venere; a' quali si aggiunsero Antenore le di una parte della Tracia coi figli Elieaonio e Polidamante Melinone re dell' Etiopia figlio di Titone e dell'Aurora; Eufemo re de" Ciconi ; Serpedone re di riien
solleciti
furono
i
e procacciarsi alleati.
,
:
Giove e di Laodamia fiReso re di Tracia figlio di una delle Muse Cigno figlino! di Nettuno e Pentesilea regina delle Amatosi. Licia figlio di
glia di Bellerofonte
;
;
;
Non
tutti
però
i
principi Greci
si
pre-
starono a quella lega con egual prontezza*
i58 Ulisse cercò di solcarsene simulandosi pazzo ; ma Palamede per farne esperi-
mento arava
,
dendo
gli pose dinanzi il
la
levarlo strinse
,
piccol figlio
a'
buoi, co' quali e ve,
Telemaco
premura con cui egli corse a conobbe la finzione e il co,
ad entrar nella lega
cogli
altri.
In vendetta di ciò fu poi detto, che Ellisse nel campo di Troia nascose dell'oro sotto la tenda di Palamede , e accusandolo di averlo ricevuto da' Troiani per mezzo di tradimento , il fé lapidare da Greci. Tetide madre di Achille , sapendo che sotto Troia sarebbe questi perito , Y occultò sotto abito femminile tra le damigelle della corte di Licomede re di Stiro, ove dalla
ebbe Pirro.
figlia
Ma
di
esso
Deidamia poi
Ulisse presentatosi in a-
con vari ornamenti donneschi , a' quali frammiste eran delle armi , vedendo Achille a queste subito appigliarsi , lo riconobbe , e 1' indusse a bito da mercatante
partire con
sex:o.
Filottete era slato
compagno
di Erco«
e testimonio della morte di lui. Er, cole volle che le sue frecce tinte del san-
le
gue dell'Idra
fossero seppellite con esso-
da Filottete di non mai ad alcuno manifestare il luogo del suo Jui
?
e
fé
giurarsi
ì:)
Ma
Greci dall' oracolo , essere necessarie all' espugnazione costrinsedi Troia le frecce di Ercole sepolcro.
avvertiti
i
,
ro Eilottete a scoprire tlov' egli fosse sepolto. Credette Filoltete di non mancare
giuramento tacendo il luogo e accennandolo invece col piede. Ma allorché le frecce ne furon tratte > cadutagli una di al
,
queste sul piede, incominciò egli a mandar tal fetore dalla ferita , che i Greci, quali seco preso V aveano , perchè egli i solo trattar sapeva le frecce di Ercole , furon costretti a lasciarlo in Lonno, dove Ulisse poi venne a riprenderlo sulla e condotto a Troia vi fine della guerra fu guarito da Macaone figliuol di Esculapio» Mentre i Greci adunati iu Aulide con mille navi stavano a Giove sacrificando venti , che poi per implorare propizi non ottennero se non col sacrificio d'Ifi,
i
genia
,
un serpente
salito su
di
un vicin
platano divorò otto uccellini nel lido poscia anche la il
madre
,
e
qual cosa ; sacerdote Calcante presagì, che la guerdalla
ra troiana durerebbe nove anni
Troia , e sarebbe presa nel decimo , siccome avvenne : e Ovidio aggiugne , che it serpente a perpetua memoria dogli Dei fu cangiato in sasso. Era stato- predetto dall'oracolo, che il
*6o prima
quale fosse sceso sul lido di Troia , sarebbe perito. Ciò gli altri ricusando, Prolesilao balzò coraggioso dalla sua nave , e fu ucciso da Ettore. Ne' primi anni si occuparono i Greci a prender e saccheggiare le città e terre ,
il
dell' intorno, finche nel
le navi sul lido
male assedio. sorse fra
,
Ma
decimo anno
poser
a Troia
grave rissa
Agamennone ed
cui questi
tempo
lungo
il
tratte
for-
dappoi inper , astenne dal
Achille si
voler più prender parte a quella guerra. Ccjgion della lite si fu , che essendo
teuuto Crise sacerdote di Apollo per
ri-
scattare la figlia sua Astionome, nota più
comunemente
sotto
ai
nome
di Criseide,
la quale nella divisione della preda fatta
Greci nella espugnazione di Crisa citera toccata ad Agamennone , questi lo ributtò bruscamente ; per la qual cosa avendo Crise implorata da Apollo vendetta , ei desto nel greco da'
tà della Frigia
esercito un' orribile
pestilenza.
Or
insi-
stendo Achille , perchè Àgamenonne restituisse Criiéide , come Calcante diceva essere di
mestieri
,
Agamennone
altera-
tamente cispose , che l'avrebbe restituita , ma che in compenso voleva Briseide toccata ad Achille. Si volse allora questi ad ÀgwiwnaQAe con aspre ingiurk x
e già la
da,
ma
mano pur
gli
era corsa alla spa-
fu da Pallacle trattenuto. Si chiu-
se egli pertanto
nella sua tenda e protestando di
covando non vo-
suo sdegno , più combattere a favore de' Greci f ne i consigli di Nestore e le preghiere di Ulisse valsero a rimuoverlo dal suo
il
ler
proponimento. Frattanto Paride
e
Menelao convenne-
ro di terminare la guerra con un duello alla presenza dei due eserciti ma Ve;
nere temendo che Paride indusse il troiano Pandaro strale
contro di Menelao
duello
soccombesse
,
scoccare uno per disturbare
a
trasportò Paride
in Troia. che appresso vennero , i Troiani comandati da Ettore malgrado la resistenza che i Greci , e soprattutto Aiace figlio di Telamone , vi opponevano , ebbero de* grandi vantaggi , e poco mancò , che da quelli incendiate pur fosser le navi , che tratte in secca servivano al campo de* Greci di trinceramento e di riparo. in questo mezzo Patroclo amico di Acbiile , non potendolo indurre a riprender le armi , chiese almeno di poter con quelle armi andar egli a combattere contro di Ettore ; ma ne fu ucciso e dell' armi spogliato. il
,
e
Nelle battaglie
,
162 Addolorato per allor fina traente di atrio
e
,
ia
,
ne
si
la
perdila
? 1
il
dell'
amico
mosse Achille per ven-
incontratosi
lungo conflitto il corpo dietro lo trascinò
si
uccise
Ettore
in
dopo
indi attaccatone
,
suo cocchio
,
mura
d* intorno alle
tre volte
di
Tro-
arrese che a gran fatica a re-
stituirlo al misero padre , che venne in persona a domandarlo. 1/ ira dr Achille , e i mali di che fu
Greci in prima $ indi a* Tro1* argomento del primo poema epico che sia apparso , vale a dire
cagione iani
,
a*
formano
dell' Iliade di
Omero.
Riconciliatosi Achille con se in
ma
isposa la figlia
Priamo
di lui
chie-»
Polissena
;
nell'atto che celebravasi lo sposalizio
Del tempio dì Apollo
,
freccia avvelenata
ferì
lo
Paride
una
con
nel calcagno
^
ove soltanto era vulnerabile , perchè Tetide , appena nato per esso tenendolo $ immerso lo aveva nel fiume Stige , e con ciò re,*o invulnerabile in tutte le altre parti. Dice Ovidio che la freccia di Paride fu là diretta da Apollo medesimo ad istanza di Nettuno al quale Aatchille aveva ucciso il figlio Cigno ,
,
terrandolo e strozzandolo , poiché esso pure a* dardi era impenetrabile. Grave battaglia per riavere il corpo
i63 di i
Greci , ed Achille .insorse allora fra Troiani ; raa Ulisse recandoselo sulle i
spalle, difeso dallo scucio di
uscì a portarlo nel
campo
Aiace
de' Greci
,
,
ri-
che
alzarono uu y gran monumento sul promontorio Sigeo. Ma forte contesa poi nacque fra Ulis-
fattigli
i
funerali solenni
gli
se ed Aiace per aver le armi di Achille
cui
,
Tetide aveva
posto in
mezzo
,
perchè fossero date al più degno ; su di che non sapeudo i Greci decidere , chiesero a' Troiani prigionieri quale dei due avesse a Troia fatto più danno , e avendo questi risposto Ulisse , le armi a lui furoa date. Ma di ciò Aiace adirato ne venne sì furioso che ne perde la ragione, e lanciatosi in una mandra di pecore si die a fame strage credendo di uccideie Ulisse , e finalmente colla spada si trapassò da se stesso. Ovidio aggiugne, che dai suo sangue sorsero de' giacinti. Non però a torto deciso a veano i Troiani
che Ulisse
cato
alla
loro patria
avesse re-
danni maggiori. un giorno , secondo Omero , da servo fuggitivo , e introdottosi in Troia , spiò quanto era là dentro e ne portò a' Greci la più esatta contezza. Altra volta colà entrato insieme con
Et
i
travestitosi
,
Diomede
>
ne rapì
il
Palladio o simula-
i6/f Palla le sapendo esser destino che Troia non fosse presa finche il Pal-
ero di
-,
ladio conservasse
,
menò
e
prigioniero
Eleno figlio di Priamo e vate , cui obbligò a svelare i futuri eventi di Troia. poiché era pure destino , che Troia fosse invincibile , se i cavalli di Reso
E
venuto in
soccorso di
r erba de' prati troiani qua del fiume Xanto
quella 1 ,
Troade
guato , dussero
Ma Troia
lui
;
e
posti
Diome-
egli con
de andò a prevenirlo anziché nella
gustasser
e bevessero l'ac-
giugnesse
amendue
ucciser di notte
in ag-
e via con-
,
cavalli.
i
stratagemma
lo
fatale fu
di
in appresso
del cavallo di legno.
Fece
Ulisse 1*
più a invenzione
egli costruire
da Epeo uno smisurato cavallo si si
, entro cui rinchiuse egli medesimo co' più valoroGreci. Finsero gli altri poi dipartire
abbandonando P assedio di Troia e dietro P isola di Tenedo si nascosero. Invano Cassandra figlia di Priamo 7 che era per destino verace sempre e non cre,
che quel
era un'insidia e che doveva distruggersi. In-
duta mai
,
gridò
cavallo
vano pure Laocoonte Sacerdote di Apollo confermando la stessa cosa incominciò a «cagliare contro di quello una lancia. In questo mentre ^ secondo Virgilio ì due
t6$ smisurati serpenti venendo dal mare avviticchiarono Laocoonte e due suoi
mentre erano
figli
;
Troiani atterriti da tal portento fu innanzi a Priamo condotto jl greco Sinone che istrutto da Ulisse, appostatamele erasi ascoso nelle paludi > fingendo di esser fuggito da' Greci che Yoìeano sacrificarlo. Costui seppe persuadere a Troiani , che il cavallo era stato fabbricato da' Greci , onde placar lo sdegno di Pallade irritata per la violazion del Palladio , e che Troia sarebbe stata eternamente sicura , se quel cavallo nelle sue mura si conducesse. Fu esso adune
i
,
,
que
,
squarciate
trodotto.
diede
le
Intanto
mura
,
Sinone
nella città ina
buia
notte
rocca con una fiaccola il segno a quelli che dietro Tenedo eran nascosti , e aperse Y uscita a que* che stavano dentro il cavallo , i quali assalendo i Troiani sepolti nel sonno y a ferro @ fuoco misero tutta la città. Ulisse e Meneleo uccisero Deifobo , e via condussero Elcna che dopo la morte di Paride il quale era educalo per maa dall' alto della
,
,
di
quello era stata data in isposa. Pirro entrato a forza nella reggia di Pirro
,
a
Priamo vi uccise Polite figlio di lui indi Priamo stesso ; e sacrificata Polissena :
i66 tomba ch'Achille, trasse prigionieAndromaca vedova di Ettore.
sulla
ra
Gli
sparsi per le case e per
tutti
altri
uccidendo , predando incendiando ridussero quella città già sì florida e di sussi e di sì possente a un mucchio
le vie
,
,
cenere.
CAPO
XIII.
Del ritorno de9 Greci , e spezialmente di Ulisse dopo la rovina di Troia. Superbi i Greci della loro vittoria pù non pensarono che a ridursi alle ca e loro
;
ma
pochi vi giunsero senza incon-
trare gravi disavventure o nel
ritorno
,
o dopo d'esservi arrivati.
Come Agamennone Egisto
ucciso da
Menelao
e
fosse a tradimento
da
Clitennestra
sbattuto dalla tempesta
e
,
fino in
Egitto , già si e detto più addietro. Pirro giunse in Tessaglia guidando seco prigionieri ESeno figlio di Priamo e la vedova di Ettore Andromaca ; ma dopo il ritorno di Menelao sposato avendo Ermione figlia di lui promessa innanzi ad Oreste da questo fu ucciso. Aiace figlio di Oileo avendo nella presa di Troia osato violare Cassandra nel tem,
,
pio di
Pallade
?
la
Dea
irritata
suscitò
167 contro di esso una fiera burrasca , d;»i!a quale ben fu campaio per opera di Nettuuo sopra lo scoglio Gireo , ma poi vantandosi dì aver saputo a dispetto degli
Dei
salvarsi
da
medesimo sommerso cou
se
Nettuno
stesso
quello scoglio, eh'
ei
,
dallo
fu
parte di
distaccò col tridente.
Idomeneo nel tornarsene a Creta con Merione sorpreso anch' egli dalla tempesta fé voto a Nettuno di sacrificargli il primo che sopra il lido incontrasse. ,
,
Questi fu
il
proprio
figlio
;
ed avendolo
immolato , sopravvenne tal pestilenza , che discacciato dal regno ei dovette rifuggiarsi in Caiabria nel paese de' Salentinh Diodoro di Sicilia però asserisce , che egli morì tranquillamente in Creta > e che anche a suo tempo mosttavasi nella città
di
Gnosso la tomba , ov' egli compagnia di Merione.
era
sepolto in
In Calabria parimente tete
,
e vi
fondò
la
si
ridusse Filot-
città di
Petilia
,
ora
Belcastio.
Teucro per non aver vendicato contro Ulisse la morte del fratello Aiace , arrivato a Salamina sdegnosamente ne fu di
scacciato da
Cipro
Telamone
,
e ricoveratosi
in
fondò poi la città > che dal nome della patria intitolò pur Salamina. Diomede , secondo Omero , in una batvi
i68 taglia
,
nella quale gli
lero prender
parte
,
Dei medesimi volavea Marte
ferito
Venere accorse in aiuto dei figlio Enea, Or Venere in vendetta fé che Egialea moglie di Diomede si desse in preda a Cillabaro figlio di Stendo il che Diomede sapendo in luogo di fermarsi nella patria Argo venne ad approove presa in moglie dar nella Puglia una figlia di Dauno, fondò presso il monte Gargano la città di Arpi o Siponto , e stesso, indi
,
,
Enea, da Venere convertito in uccello; sebbene Ovidio dice essere questo tramutamento avvenuto a' compagni di lui , che sprezzarono Tire di Venere. Nestore fu il solo f che dopo avere sotto alle mura di Troia perduto il fi. glio Àntiloco ucciso da Mennone , potè
vi fu poi secondo alcuni ucciso da
secondo
altri fu
salvo e senza altri disastri tornarsene a Pilo , ove secondo i poeti giunse felice-
mente
al termine di tre età. Quegli invece che più avversità eb}
be
a soffrir nel
ritorno
cui avventure vennero da neli'
,
fu
Ulisse,
Omero
le
descritte
Odissea.
Partito egli da Troia
con dodici naapprodò prima in Tracia al lido de* , Ciconi ove si diede a saccheggiare , perchè issi aviario prestato aiuto a' Troiani ; vi
,
169
ma
sopravvenuti lor de soccorsi à^iPlù* ferno , dovette rimbarcarsi precipitosamente , perduti setfanladue compagni. Giunto al capo di Malea or capo Maho nel Peloponneso , la tempesta il portò all'isola de' Lotofagi nel golfo di GaLes presso Tripoli
,
dove spediti avendo
due compagni ed un
araldo a spiare il paese , i Lotofagi dieder loro ad assaggiare il loro frutto dolcissimo che fece ad essi dimenticare il ritorno, sicché a ,•
forza dovette ritrali
navi, ed
sopra le
ivi incatenarli*
Di
là
i
venti
Ciclopi in Sicilia dici
compagni
a
il ,
portarono ai lido de* dove andato con do-
visitare nella sua grotta
Polifemo figlio di Nettuno , questi gliene divorò sei con animo di divorar gli altri ancora, se non che Ulisse, prima ubbriacatolo con vino generoso gli trasse poscia , mentre dormiva con un palo infocato il sol occhio circolare , che aveva in mezzo alla fronte , indi legati i compagni sotto il ventre de' montoni che ivi erano , ed egli aggrappatosi sotto al più grande ne uscirono tutti nell'atto che Polifemo , tolto lo smisurato macigno , che serviva di uscio alia grotta y ne mandò fuori la greggia. Con questo acciecanaeuto però Ulisse conato contro 8 ,
,
,
'7°
Nettu no
se V odio di
sò di perseguitarlo
?
die mai non
ces-
finche fu Itaca
noa
,
fu giunto.
Radendo ve Eolo
un
della Sicilia lidi venne Eolia, ossia a Lipari , dodiede chiusi tutti i venti ia
i
egli all'isola gli
,
otre eccetto Zefiro a lui
propizio
con questo felicemente arrivò a Itaca
;
chezza e
ma la
in
,
e
faccia
essendo quivi per tal stanlunga veglia stato sorpreso
sonno, i compagni sciolsero l'otre credendo che gran tesoro vi si contenesdal
e i venti di là scoppiati riportarono aavi a Lipari , di dove Ulisse sdegnosamente da Eolo fu poi discacciato. Errando pel mare verso ponente ginn* se
,
le
che da Cicerone supponsi ove fu poscia la città di Formia , ora Mola di Gaeta. Erano costoro uomini selvaggi , di smisurata grani quali gli fracasdezza ed antropofagi saron con una grandine di sassi undici navi e appena egli colla sua e coi compagni che in essa erano potè camparne.
se al paese de' Lestrigoni
5
;
Con questa approdò
ali isola Eea , ospromontorio Circeo , ora Monte Gircello , ove ìa maga Circe gli cangiò in porci la metà de 5 compagni ; ma egli coll'-erba moli datagli da Mercurio vinse V incanto , ed obbligò Circe a richiamare i compagni alia forma primiera*
sia ai
I
Diinorato un anno con essolei
7
t
da cui Aglio Latino, Esiodo, e ebbe, secondo per ordine di e secondo altri Telegono che da lei medesima n' andò a' Cimmeri Plinio pongonsi presso a Cuma ed allago di Averno (benché allri Cimmeri pur vi fossero presso la Palude Meotide ); e .
,
,
di là scese
ma
all'
inferno a consultar l'ani-
Qui fatti preProserpina ed a Pluto-
del tebnno Tiresia.
scritti
sacrifizi
a
i
ne % vide prima Y anima del compagno Elpenore , che caduto dal letto nell'Isola Eea , mentre gli altri partivano era poi da Tiresia udì i rimasto insepolto ;
ragionò
futuri suoi casi; la
madre Ànlicrea
,
tiche donne più illustri
\
|
anima del-
;
tenne
discorso
con Agamennone e con Achille , ma Aiace dispettosamente negò di rispondergli; vide il giudice Minosse; le pene di Tizio di Tantalo di Sisifo , e Y ìmmagine di Ercole. Tornato a Circe , e data sepoltura ad Elpenore , avvertito da lei del viaggio che aveva a tenere , e dei pericoli che doveva evitare, navigando verso levante e mezzogiorno si sottrasse all'insidia del canto delle Sirene all'isola di Capri, chiudendo a* compagni le orecchie con cera e facendola egli legare all' albero del% ,
]
coli'
con quelle dellean-
!
,
1J5 nave
scLivò il mar burrascoso alle pietre erranti; passò lo stretto di Mesove Scilla colsina fra Scilla e Cariddi sei teste divorò comsei gli tolse e le pagni. Approdato alla spiaggia , ov'èora Messina l vi fu trattenuto un mese da' venti contrari , e compagni contro il suo i ih
:
,
divieto divorarono le vacche delle
del Sole a
Giove
;
,
minando
mandre
per cui questi irritato ricorse il quale alla loro partenza ful-
la
nave
li
fé
andar
tutti
som-
mersi. Ulisse rimase solo nella carena , che dal vento fu portato sopra Cariddi , ove la carena fri inghiottita. Egli però aggrappatosi colle stette
mani ad
appettando che
e gettatosi
nuovamente
rando per
dieci giorni
un la
fico
sovr' essa ,
selvatico
carena riuscisse,
andò
er-
finche arrivò al-
isola Ogigia creduta dai più Pisola Ganlos , ora Gozo vicino a Malta , ove la Ninfa Calipso dgiia di Atlante lo tenne per sette anni , e tentò di farselo marito promettendogli V immortalità e la perpetua giovinezza ; ma non potè mai piegarlo ad acconsentire. Esiodo dice pe# lò rh'ei n ebbe Nausitoo e Nausinoo. l'
,
Paliade protettrice di Ulisse ottenne allora da Giove\ che per mezzo di Mei>
173 curio spedisse ordine a Calipso di rilasciarlo» Ma allorché navigando prosperamensopra una zatta da lui costrutta ei fu ora Corfù , isola de' vicino a Scherla te
,
Nettuno con una
fiera tempesta ne disperse legni, sicché Ulisse a grave stento > avvolgendosi ai petto una fascia datagli da Ino Leucotea, potè a nuoto salvarsi in un fiu-
Feaci
,
gli
sciolse
me
dell* isola.
Quivi figlia
la
zatta
e
presentatosi
i
nudo
a
del re Alcinoo e di Arete
,
Nausicaa che col-
andata a lavare le vesti al liume ebbe da lei ristoro di cibo e di vestimenta , e fu scortato alla città, ove da Alcinoo ed Àrete venne liberei! mente accollo , e spedito con ricchi doni sicule ancelle era ,
sopra una loro nave , la quada Nettuno sdegnato fu poi al ritorno
ro in Itaca le
cangiata in pietra.
Perchè in Itaca non fosse Ulisse riconosciuto , e cosi potesse più agevolmenquali pretente far vendetta de' Proci ,
i
dendo forzar Penelope di lui sposare uno di loro frattanto ,
vano
le
sostanze di esso,
si
moglie a divoratrasformò ia si
vecchio mendico. Sotto a questa sembianza egli andò prima da Eumeo guardiano de' suoi porci,
ove essendo pur giunto
il
figlio
Tekma-
i74 co ritornato da! viaggio di Pilo e Sparla , ov' era andato a cercar novelle di suo padre; Ulisse per ordine di Pallade a lui
si
tuni
manifestò
concerti
,
,
e
presi seco gli oppor-
Eumeo
condotto da
alla
pose a mendicare fra i Proci , dai quali sofferse pazientemente insulti di ógni maniera. Avendo poscia Penelope per ispjrazio* ne di Pallade proposto a Procidi sposar quello , il quale coli arco di Ulisse scacittà,
si
7
gliar sapesse
uno
strale attraverso ai fo-
li di dodici scudi piantati a certa distan-
za
,
e
non essendo niuno
di
essi
riusci-
to a tender quell'arco, Ulisse, avutolo fra le
mani
col Sitolo di farne prova, in-
cominciò col primo strale a passar dosecondo uccise Àntinoo, ch'erano i capi Eurimaco col terzo e de' Proci , e via seguendo di mano in mano cogli strali e colle aste recategli da Telemaco, ajutato pure da lui e da due i
dici fori, poi col
,
pastori
Eumeo
e
Fi lezio
,
e
soprattutto
da Pallade sterminò tutti i Proci eh' erano cento otto , non meno che i loro aderenti , salvando il solo cantore Femio, e l'araldo Medonte , che ai Proci servivano a forza. Fattosi quindi con sicuri contrassegni conoscere da Penelope } e seco passata Jie,
fan ente
do dò
la
notfe
aurora
i
,]
,
cui Pallade , traUene'orendette pure più lunga
mathno seguente
an-
in viJJa a far
una
dolce sorpresa al vecchio Laerte suo padre ; ed essendo ih venuti per assalii £up.de padre di Antico con altri de uo partito , Laerte per consiglio Il getto contro di essi la pr f ma cisìone
W pT/7 SS ™^»™
deali
*£ fi
sotto
di
,™
'
pa
V
1
™T a
'
de
fina, «>ente T h Mentore aio
Ji Telemaco di se a fal^on essi la pace, Secondo la pi?£ tata da Omero, doveva*^ Tiresia, ri por . dar con uà remo sopra la Vjf&J^issci angli fosse detto che quello era uìT dove latro , e fatto quivi un sacrificio a Net-
tuno
,
vivuto sarebbe poscia in piena pa-
avrebbe di vivere consunto mollemente dalla vecchiezza -, ma altri invece han dello , che egli fu ucciso dal figlio Teltgono avuto da Circe, in occasionile the questi sbattuto dalla tempesta ia Itaca vi fé qualche guasto , ed essendo venuti Ulisse e Telemaco per discacciarlo , egli con una spina avvelenata del pesce trigono o tortora marina feri Ulisse ce
,
e cessato
senza conoscerlo»
in6
CAPO
XIV.
Della venuta di Antenore
,
Enea
e di
in Italia.
Dei capi de' Troiani e loro alleati soli, che avanzarono da quella guerra, e che dopo la presa e l'incendio della città salvi e liberi rie parlirono,furonoAnlenoreedEn?a. Ettore, Troilo, Cigno, Mennonee Petitesilea furono uccisi da Achille . " 6Ì disse poi che Cigno fu da Nettyr' can g'afo iti 'c 8 hl deI1 aurora Cigno e Mennone a', i
'
,
$U0 ca ™P*s>m neconvertito iirtùrii \ 'd ennmiìàl Paride ucgli
ucceji
:
rì
'r
i
ro, Sarpedone da Patroclo/ Reso da
^ Ulisse
e- da Diomede. Antenore che fu creduto favorevole »1 partilo dei Greci , perchè sempre consigliavo la restituzione di Elena, e aven,
i
do in Iroia scoperto Ulisse con abito simulato da schiavo non lo manifestò dopo 1 incendio di Troia partì •
,
popoli della Paflagonia
,
cogh Éneli che solfo Troia
perduto ayeano il re 'loro Filemone, e venuto all'estremo dell' Adriatico f«,dò la citta di Padova discacciati eli Eu, e
ganei diede alla provincia dal nome- dogi* Eneti quello di Venezia.
i
Enea
figliuolo di Aneli! se, e di
77
Venere
e pronipote di Assarago , fratello d' Ilo re fu anch' egli accusato da alcuni ,
di Troia
come Dell
7
come uno
iliade lo dipinse
suoi difensori
gliori
,
e
mani prima con Achille mede sebbene inferiore ,
;
tro
fa
,
Omero però
traditor della patria.
Nettuno Nella
,
lo
de'
mi-
venire alle
fa
e poscia con
Dio-
aluno e poi salvato nel primo caso da e nel secondo da Venere.
notte
terribile
ali*
all'
in
cui Troia fu
dopo aver fatto secondo Virgilio , allorché quanto poteva in difesa di lei ucciso in fiam* la città Priamo e vide , me , per ordine di Venere si prese sulle spalle il vecchio suo padre Anchise, che portava gli Dei Penati , e guidando a mano il figlio Ascanio , partì seguito dalla moglie Cre usa figlia di Priamo , che poi si smarrì, 6 andò a ricovrarsi ad Andatidro città della Frigia alle radici del mon-
presa
,
te
Ida.
Quivi
raccolti
superstiti
una
flotta
, ,
quanti potè de Troiani
e
fabbricata co' legni
si
mise in mare.
Approdò prima
nella Tracia
,
J
d Ida
ove men-
rami per velarne 1? altare^ vide da essi gocciolar sangue, -e udì una voce la quale gli annunziò che ivi sepolto era Polidoro figlio di Priamo ucciso dal re
t
igliava de'
,
173 re Pollnnestore per rapirne
i
cui Priamo
spedito.
l'aveva
giunge Ovidio
che
a
lai
tesori
,
con
Ag-
morte di Polidoro era siata poi vendicata da Ecuba perciocché ^essendo i Greci dopo la presa di Troia approdati in Tracia, ove sacrificarono Polissena ( che però altri dicono sacrificata da Pirro sopra la tomba di Achilie ), Ecuba accostatasi al m
la
,
,
data dai Traci
,
fu convertirà
in
cagna.
Partendo dalla Tracia , Enea sen venne a Delo ove consultato l'oracolo di Apollo , questo rispose % che v Troiani cercar dovessero albergo là onde traevau T origine; il che essendo interpetrato da Anchiseper l'isola di Greta , da cui oriiKi,
-
&o era Tèucro ì Enea là si diresse , e cominciò a piantare una nuova città cui disse Pergamea. Ma sopravvenuta una fiera pestilenza, apparvero di notte ad Enea gli Dei Pe}
avvisandolo che la terra indicata da Apollo era l'Italia , da cui origine trae-
nati
,
179 va Dardano nativo di Corito ora Corto* uà , fondatore della città Dardania , che ingrandita
da
Troe fu poscia chiamata
Troia. Rimessosi adunque in mare
,
dopo lun-
ga tempesta
giunse alle isole Strofadi , ove inquietato fu dalle Arpie , o Celeno una di queste predissegli che non avrebbe avuto seggio in Italia, finche non fosse stato ridotto per fame a divorarsi ancor le mense. Trapassate non senza timore le greche isole arrivò a Butroto, ora Butrinto porto delT Epiro , ove regnava Eleno figlio di Priamo con Andromaca vedova di Ettore , che egli aveva sposata dopo la morte di Pirro. Accolto quivi con gran tripudio , ebbe da Eleno, che era pur vate , l'avviso di non approdare a* vicini lidi della Calabria e della Puglia , perchè erano abitati dai Greci, di non fidarsi a passar
ora Strivali
,
lo stretto troppo pericoloso fra Scilla e Cariddi , ma di circondar la Sicilia, di consultar poscia in Italia la Sibilla Cumea 7 e fermarsi, dove alla riva di un fiume veduto avrebbe una candida Troia con trenta candidi figli. In questo giro alle radici dell'Etna gli
si
presentò
il
greco AchemeaiJe, cui
i8o Virgilio finge dimenticalo da Ulisse nella grotta di Polifemo e che pregò di esda sere lui raccolto. Al tempo medesi.,
mo
che udendo sopravvenne Polifemo trambusto de* remi inseguì a piedi le «avi per lungo tratto di mare , che noa ,
il
gli
oltrepassava
il
ginocchio.
Approdò finalmente
nella Sicilia a Drepano, ora Trapani , ove fu accolto amorevolmente dal re Aceste figlio del fiume Crinise e di Egesta Troiana ma ivi con eslremo rammarico perde il padre ,
Anchise.
Di
salpando fu dalla tempesta getdella Libia , ove dice Virgi* lio che Didone vedova di Sicheo fuggendo dal fratello Pigmalione re di Tirto, approil (|uale ucciso aveale il marito ottenuto data era non molto innanzi e dal re Jarba tanto di terra quanto ne poe tesse cingere con un cuojo di bue \ là
tato ai
lidi
,
,
tagliato questo
iti
sottilissime liste, tanto
spazio ne circondò \ che potè fabbricarla città di Cartagine.
vi
Accolse
Enea piacevolmente, e di amore per lui si accese. Ma di Giove e della Ninfa Ga-
ella
arde'ntidsirno
Jarba , figlio che yamanlide
era stato prima
da lei speil quale padre rifiutato , ricorse al , di Mercurio ad intimare ad Enea di io* ,
sto il
partir per l'Italia
,
i8r ove chiamavate
destino.
Ubbidì Enea
invano Didone e eoa rimproveri e con preghiere > e con in* tei porre l'opera della sorella Anna , sforfinche vedendolo già zossi di trattenerlo che rogo avea fatto disporpartito % sul ,
e
,
un magico
re col pretesto di
per richiamarlo
,
ivi
si
sacrificio
uccise colla spa-
da che Enea avea lasciato. Tulio questo però non è che un' invenzione di Virgilio , poiché Didone secondo gli storici visse ti ecento anni dopo di Enea e si uccise
anzi per conservar
e fuggir le nozze
y
a
la
fede a Sicheo,
cui
Jaiba
volta
costringerla.
Da' venti contrari fu Enea costretto a , ove correndo l' anniversario della morte di Ànclìise > celebrò solennemente i giuochi funebri in onore di lui. ritornare in Sicilia presso di Aceste
Intanto Giunone nemico implacabiledei Trotini spedi Iride 7 che sotto al sem-
biante di Beroe una delle Troiane insinuò alle altre di dar fuoco alle nayi ,
onde non essere più costrette ad esporsi a' rischi dei mare e quattro di queste >
rimasero incendiate , il fuoco dell' altre fu estinto da una dirotta pioggia mandata da Giove,
i8a Allora
Enea ste le
di
vecchio Natile
il
donne
e
vecchi
i
,
ad Ace-
consigliò
lasciare in Sicilia presso di
e seco guida-
giovani;
il qual conconfermato da Anchise in sogno, Enea fondò per quelli una città cui diede il nome di Acesta.
re in Italia soltanto
i
pur
siglio essendosi
,
Partito alla volta piloto Paiinuro
,
che
d' Italia
fu da
perdette
il
Morfeo addor-
mentato e gettato in mare vicino al promontorio che dal suo nome fu detto poi >
Paiinuro.
Giunto a Cuma , seguendo il consiglio di Eleno presentassi alla Sibilla Deifobc, e secondo l'ordine avuto ia sogno dal Padre le chiese a scender se* o all' Inferno. Essa lo avvertì esser prima necessario procacciarsi il ramo d' oro da presentarsi a Proserpina
colombe
di
e questo gli fu mostrato dalle
,
Venere.
Intanto Mise trombettiere di Enea sonando la conca marina era stato per invidi i da un Tritone gettato in mare; Enea datagli sepoltura sotto al promontorio, che dal
nome
di lui
appellò Miseno
,
scese colla
entrando per una speA verno. Trapassati i mostri eh' erano sull' in*» grasso , giunse al fiume Acheronte , cui tragittò -sulla barca di Caronte , mostra-
Sibilla sotterra
lonca
Ticino
al
,
lago di
i83 poi addorad esso il ramo d'oro mentalo dalla Sibilla il can Cerbero eoa to
titi'
;
esca incantala
desima bini
,
,
Enea
scorse colla
me-
ove stavano i barn* condannati a ingiusta morte , i
le i
varie sedi
,
amanti , fra quali era Didone che fuggì da lai dispettosa e i guerrieri fra' quali conobbe Deifobo ed altri Troiani e Greci; quindi mostratogli a manca della Sibilla il luogo , ove tormentati suicidi
,
gli
,
erano
i
colpevoli
,
prese a destra
la
via
additate gli furono , ove da Ancliise le anime di quelli che dovevano da lui discendere fino a Marcello nipote di Augusto, Uscito dall'inferno, e rimbarcatosi perde la sua nutrice Caieta presso il luogo che poi da essa n'ebbe il nome indi ginn lo alle fuci del Tevere vide la bianca Troia predelta da Eleno e avendo a caso sull'erba stese larghe focacce in luo^o di mense , poiché Ascanio avverti , ct^e mangiato il restante * le mense ancora si divoravano, conobbe Enea con ciò compi anche il vaticinio dell'arpia Celeno* Spedì adunque Oratorio a Latino re di Laurento , il quale ammonito dall' oracolo di Fauno suo padre di dover dare la figlia Lavinia ad uno straniero che di Ioni ino paese sarebbe là giunto, ad Enea spoa* tantamente i' oflci&e. de'
campi
Elisi
;
$
,
i84 Giunone per
mò
disturbar queste nozze chiala Furia Aletto , la quale
inferno
dall'
Amata moglie
9ccitò prima a nasconder
dei re Latino
monti sotto
la figlia .ne'
testo di celebrare le orgie di
pre-
il
Bacco
poi guerra Turno figlio di Dau110 re de' Ruloli al quale Lavinia era stata innanzi promessa; e finalmente fece che Ascanio coli' uccisione di un cervo allevato da Tii teo pastore del re desse occasione Latini e Troiani. alle prime zuffe tra Dichiarata la guerra, Turno cercò di trarre al suo partito quanti potè de' prin-
infiammò
;
alla
,
i
i
cipi dell'Italia
che per
,
fra
quali
i
Mezenzio
,
sue crudeltà era stato cacciato dai regno di Etruria ; ed Enea per conle
sogno dal Dio del fiume Tevere , n andò per esso a chiedere soccorso ad Evandro figlio di Mercurio e di siglio avuto in
Carmen ta
quale , come si è detto , partito di Arcadia per avervi digraziatamente ucciso il padre , era
venuto
o Nicostrata
,
il
Italia a stabilirsi sul colie
in
Pa-
latino.
Evandro una schiera
gli die
ricorrere
Tirreni
a'
di
suo Arcadi ,
i
figlio ,
e
il
Pallante eoa consigliò di
quali, espulso
Me-
zenzio , aspettavano secondo P oracolo un duce straniero per opporsi agli sforzi che eàio faceva per rientrare nel regno.
i85
Turno per mezzo za di
da Giunone
frattanto avvisato d'
Enea
,
Iride di profittar dell' assenassalì
piccola
la
città
do-
,
inve Enea aveva lasciato le sue genti per costrutte esser cendiò le navi , che > con legni d Ida vennero da Cibele cangiale in Ninfe marine , entrò nella cit,
grandissima strage poi uscendone si gettò a nuoto nel Tevere , e trapassò air altra sponda. I due amici Niso , ed Eurialo uscirono coraggiosi di notte per recare di queste <:ose V avviso ad Enea , ma entrambi rimasero uccisi. tà
ove
,
fé
,
Enea ricevè intanto da Venere le armi fabbricate da Vulcano fra cui lo scudo % ove erano effigiate le future im,
Romani , e segnatamente di Augusto. Giunto che fu cogli Arcadi e co' Tirreni , seguì grande battaglia , in cui Turno uccise Pallante , Enea uccise Mezen-
prese de' Latini e de'
zio
e
Lauso
figlio
mendo per Turno immagine di Enea
di 5
lui
,
e
Giunone
te-
presentò una falsa cui egli inseguendo
gli ,
ad una nave a ciò appostata, fu da questa portato in Ardea capitale de* Rutoli, si avanzò TurTornato a Laureato no per impedire ad Enea il passaggio fino
,
de'
monti
;
e qui appiccossi altra batta?
i86 glia
ove Camilla regina de Volsci fiMetabo venula in soccorso di
,
,
glia di
Turno
,
fu uccisa dui
,
Diana
Arunte Opi Ninfa di
toscano
e questi fu poi trafitto da
,
quale Camilla era consagrata. Enea ^inoltrandosi venne a porre T assedio a Laurento, Turno allora si offrì di decider la guerra con un duello. Questo ad istanza di Giunone fu disturbato ,
alla
Giuturna sorella di Turno , che mosse Tolunnio a scagliarsi contro a' Troiani , onde battaglia si fece la
dalla ninfa
generale.
Enea
in questa è ferito di saet-
una gamba , e sanato da Vene-» re. Tornato al campo va in cerca di Turno , cui Giuturna , presa la forma del ta
in
cocchiere di lui conduce in tu tt' altra par-
Enea appressa
te.
ne arde
le torri.
l'esercito alla città
,
e
Amata credendo Turno
ucciso si appicca. Turno vedendo l'incendio della città vi accorre, ed è ucciso da Enea. Fin qui Virgilio. Altri aggiunsero poi
,
che Enea
fatta
pace coi Latini sposò Lavinia, che fabbricò una città cui dal nome di essa la
,
chiamò Lavinia
che Venere dopo tre , e anni a lui ottenne da Giove , che lavandosi nel fiume Numico spogliasse la natura
mortale
,
e fosse
Dei Indigeti annoverato.
in cielo
fra gli
.
187 Lasciò nel Lazio suo successore i! figlio Giulio Ascanio , che edificò Alba , e vi trasportò la sua sede. Dopo una lunga serie di re scese da lui Numitore padre d'Ilia'o Rea Silvia sacerdotessa di Vesta , dalla quale congiunta
Remo
a ,
Marte
fondatori di
detto nella
I.
Romolo
nacque poi
Roma
,
di cui
,
e
si
è
parte al capo VI.
APPENDICE TRANSUNTO Delle metamorfosi dì Ovidio.
Da
principio insieme confusi eran
V
ad-
r aria , il fuoco , e la terra. Da , questo caos il trasse il Dio della calura e ne formò il Mondo. Sotto al regno di Saturno fiorì V età
equa
in cui la terra tutto producea , medesima. Venne sotto al regno di Giove T età dell' argento , in cui e^li costrinse gli uomini a coltivare il terreno per trarne la necessaria sussistenza. Succede Tela del rame in cui gli uomini cominciarono a farsi guerra tra loro. Seguì da ultimo 1' età del ferro , nella quale inondarono luti' vizi. dell'
da
oro
se
i
i88
Da questi sommerger la
Giove delibera di eoo un diluvio uniprima per visitarla,
irritato
terra
Scende egli e Licaone re di Arcadia versale.
avendogli imbandito a cena per farne prova > le carni di un ostaggio de' Molossi , è da lui convertito in un lupo. Dal diluvio campano sul monte Patrasche ripopolano il so Deucalione e Pirra ,
,
mondo le.
gettandosi le pietre dietro Parte II. Capo I.
Dafne
è
cangiata
spal-
Parte
lauro.
in
le
I.
Capo X. 10 è cangiato in vacca
;
Argo
è
ucciso
Io in Egitto diventa Isida Mercurio de. Parte I. Capo IV. Faetonte mai reggendo il carro del Sole è fulminato da Giove e precipitato neU Y Eridano le sorelle di lui son mutate in pioppi , e Cigno di lui cugino in cigno. Parte I. Capo IX. ?
;
Calisto è cangiata in orsa tata col figlio
Arcade
>
e traspor-
nelle costellazioni
delT orsa maggiore e minore. Parte I. Capo XI. 11 corvo avvisa Apollo di aver veduta Coronide figlia di Flegia col giovane Ischi. Ei>li uccide Coronide , e le trae dal seno Esculapio. Il corvo è cangiato di bianco in nero. Parte I. Capo X. Coronide figlia di Coroneo è Irasfor5
i8 9
mata in cornacchia la
;
Ociroe
figlia
Chirone
«Jj
cavalla. Parte II.
e
civet-
in
mezz uomo Parte I. Capo V.
Eriltonio nasce
zo serpente.
ne.
,
Nittimene
,
e
mez-
mutata in
Capo VII.
Batto è cangiato in pietra di paragoParte I. Capo XII.
Agiamo
Cecrope è mutata in Parte I. Capo XII.
figlia di^
nera pietra.
Giove trasformato Parte I. Capo
in toro rapisce
Agenore spedisce
Cadmo
ropa
j
Eu-
III.
questi in Beozia uccide
a cercarla
;
drago e ne semina i denti da cui nascono uomini armati. Parte II. Capo IV. Àtteone nipote di Cadmo e cangiato in cervo. Parte I. Capo XI. Semele figlia di Cadmo è da un fulmine incenerita Giove n' estrae Bacco. Parte 1. Capo XIII. Tiresia tebano veggendo due serpi accoppiati li percuote col bastone e diventa donna. Rivedendoli otto anni dopo li percuote di nuovo , e ritorna uomo. Nata contesa fra Giove e Giunone , quale de' due sessi provi piacer maggiore , la decide contro il parer di Giunone , che sia maggiore quello della femmina. Giunone di ciò irrirata V accieca e Giove in il
;
,
,
compenso
gli
dà
la
previsione del futuro.
ÌQO Interrogato Tiresia da Liriope moglie del fiume Cefiso
,
se
figliuol loro
il
lunga
ciso
vivuto sarebbe
se
Se non vedrà mai
:
a
Nar-
età, rispo^
se stesso.
Or
es-
sendosi questi chinato un giorno , stanco ad una fonte per bere ve,
della caccia
,
duta in esso lo propria immagine sì pazzo amore ne prese , che ne morì , e fu cangiato nel Gore narciso. La ninfa Eco per avere con lunghi discorsi intertenuto dal sorprender Giove nelle sue tresche amorose he aveva avuto per pena di non poter più che ripetere le ultime parole altrui. Essendosi poscia innamorata di Narciso ^ e veggendosi da lui uggita , ne morì di rammarico , e fu convertita in rupe^ che ancor ritiene proprietà di replicare le ultime voci la che la percuotono. I corsari di Tiro sono da Bacco mutati in delfini salvo Àcete. Parte I. Capo XIII. Pira n)o e Tisbe babilonesi opponendosi i parenti alle nozze da lor bramate , per una fessura del muro che divideva le case loro, concertano di trovarsi la notte H
Niprima a recarvisi ; rna che fatta spaventata da una lionessa fonvicin strage di jbuoi veniva a bere al sotto
no.
un
gelso presso al sepolcro di
Tisbe è
la
,
funge lasciando
I
...
9I
suo velo. Questo dalla lionessa b lordalo di sangue, Piramo sopraggiunto , vedendo il velo K di Ti she insanguinato la crede divorata dalle fiere e per dolore si uccide. Tisbe tornando al concertalo luogo , e vedendo trafitto Piramo , uccide anche essa le
seri
,
ivi
il
.,
colla
medesima spada
che
fa
chi
,
i
fruiti
diventiti
^
del gelso
e ,
il loro sangue dapprima bian-
neri,
Leucotoe è cangiata nell* albero dell' incenso % e Clizia in girasole. Parte I. Ca-
po JX.
La ninfa Salmace in mia fonte della Caria abbraccia Ermafrodito figlio di Mercurio e di Venere , e prega gli Dei di non esserne mai disgiunta. Questi uniscono i due corpi in un solo fornito di ambi
i
sessi.
Leuconoe e le sorelle figlie Miueo sprezzando Bacco sono cangiate in pipistrelli. Parte IL Capo XIII. Ino e Melifrerta gettandosi in mare diventano Dei marini. Parte I. Capo XVII, Le Ismenidi compagne d'Ino addolorate al vederla nel mare sommersa vengono trasformate altre in marmoree staAlcitoe
,
,
di
,
tue
conservanti Y atteggiamento erano , altre in uccelli marini.
Cadmo ed Ermione
e
in
cui
Armonia son
tramutati in serpenti. Parte II. Capo V. Le gocce di sangue cadute dalla testa di Medusa sopra la Libia divengon tanti serpenti. Parte II. Capo III. Atlante è da Perseo cangialo in mon-
Parte
te.
Le
testa di
la
coralli.
I
Capo
II.
III.
piante marine
su cui Perseo posa
?
Medusa son convertite in Capo III. di Medusa erano stati da Pal,
Parte li.
capelli
lade mutati in serpenti , perchè nel tempio di Pailade ella si era data a Nettuno convertito in cavallo. Parte lì. Capo III. Pineo , Preto , Polidette .sono da Perseo petrificati.
Le Muse
Parte II. Capo III.
cangiansi in
Questi per voler inseguirle
gir Pireneo.
precipita dulia loggia e si te I.
ammazza. Par-
Capo X.
Le nove se al
uceJli per fug-
canto
figlie
di
e .son
,
Piero sfidano le Mumutate in piche. Par-
Gì pò X. Gli Dei nella guerra di Tifeo con Giove si trasformano in vari animali , e fug-
te II.
Parte I. Capo III. volendosi opporre al ninfa rapimento di Proserpina è mutata in fonte. Parte I. Capo XIX. Stellione è trasformato in lucertola, Ascalafo in gufo Aretusa in fonte , Lince
gono
La
in Egitto.
Cime
,
in lince* Parte
I.
Capo XIV.
ÌQÌ
Le
Sirene
diventano
mostri
marini»
'
Capo XVII. Aracne sfida Minerva nelT arte del tessere ed è mutalo in ragno. Parie. I» Capo V, Gara di Nettuno con Pallade per dar il nome ad Alene. Parte L Capo V. Parie
I.
,
Emo
e Rodope sono cangiati in monePigmea in grue Antigone figlia di Laomedonte in cicogna y le figlie di Ciana ne' gradi dei tempio di Giunone* Parte L Capo V.
ti
,
,
Varie trasformazioni di Giove, Nettuno Apollo % Bacco , e Saturno. Parte I. Capo V. Niobe sprezzando Latona si vide uccisi eia Apollo e da Diana sette figli e sette figlie ed ella è cangiata in pietra. Parte I. Capo XI. Il Satiro Marsia e scorticato da Apol,
,
Parte I. Capo X. Pelope risuscitato h fatta di avorio la spalla , che Cerere avea mangiata. Parlo.
A
Capo X. Tereo è mutato in upupa , Filomela in rosignuolo , Progne in rondine , Iti in fagiano o in cardellino. Parte I. Capo VI; Borea rapisce Oritia, e ne nascono i fi^U alati Galai, e Zete. Parte 1. CapoXVIÌI. te li.
9
*94 Giasone va alla conquista del Vello coli* aiuto di Medea doma i tori d'oro spiranti fiamme , addormenta il drago ec. Parte IL Capo VII. Medea richiama Esone all' età di quarant' anni. Parte II. Capo VII. Bacco da esso ottiene dì rendere la gioventù anche alle vecchie sue nutrici. Per uccider Pelia Medea finge odio con Giasone , persuade alle figlie di Pelia di uccidere il padre e farlo cuocere in lina caldaia, promettendo di ringiovanirlo, poi sovra un carro tirato da draghi fugge a Corinto. Parte IL Capo VII. ;
Cerambo te
si
salva dal diluvio sul
mon-
Parnasso cangialo dalle Ninfe in uno
Parte li. Capo I. Tioneo figlio di Bacco sul monte Ida rapisce un giovenco: è inseguito da' pastori ; Bacco muta il giovenco in cervo» e Tioneo in cacciatore. Mera è trasformata in cagna. Questa dicesi che poi divenisse la cagna d' Icario figlio di Ebaio . e che avendo certi scarabeo.
pastori dell'Attica ucciso Icario e gettatolo in
un pozzo, perchè ubbriacatosi col
Tino che
ei
avvelenati.
5
credetterst fi-
sepolto;
e
luogo ov' era p^r dolore si appiccò
glia di lui
questa
loro avea dato
Mera indicò ad Erigione il
?
che so*
ig5 pravvenuta
la
peste in Atene, l'oracolo
disse ciré Bacco vendica con essa la morte d'Icario, a cui egli avea insegnato che gli uccisori a coltivare la vigna ;
furono quindi cercati e messi a morte; che una festa in seguito s* istituì ad onore d' Icario e. di Erigone , e si disse che Icario tra stato portafinalmente to in cielo nel segno di Boote, Erigone in quello della Vergine, e Mera in quel,
lo della
canicola.
Le donne
sono cangiate di Euri pilo Parte IL Capo IL I Telchini abitatori di Laliso città di Rodi che affascinavano altrui co' loro
in vacche.
,
occhi
sono da Giove mutati iniscogli
,
sottomarini. l
La città
Alcidamante in Cartea figlia di deir isola Cea è trasformata in co-
lomba. Cigno
Apollo e di Iride, ama» dopo aver mille cose da lui ottenuto, pretende pure di aver un toro che Fillio gli ricusa; per dispetto si getta da una rupe, ed è convertito in cigno. La madre si strugge di dolore, e diventa un lago. io da
figlio di
Fillio
Comba morte da'
5
di Ofio
figlia figli
7
è
,
perseguitata
cangiata
in
a
uccello,
j<)6
Un nipote del fiume Cefiso da Apollo è cangiato in foca* Anteo figlio di Eumelo re di Patras* so ascende il cocchio di Trittolemo , e Parte
è precipitato.
li'
Àrne vende
la
Capo XVI.
I.
patria a
p
cangiato in mulacchia.
1>o
IX. Essendo
Minosse
,
Parte IL
ed Ca-
isola di Egina spopolata dalmandata da Giunone ^ Eaco figlio di Giove e di Egina a lui ricorre^ e veggendo al piede di una quercia gran 1"
la peste
quantità di formiche gli chiede di avere altrettanti uomini, Giove gli cangia quelle formiche in uomini, che per ciò v'en*
gon da Eaco
mjrmex
nominati
Mirmidoai
da
formica.
Scilla figlia di
Niso
recide al
padre
purpureo , cui era annesso il destino di Megara, per darlo a Minosse»
un
crine
Ella è cangiata in
lodola
,
e
Niso
iu
Parte li. Gap. Vili. Perdice nipote di Dedalo e da lui uccìso, e da Minerva cambiato in pernice. jayolloio.
Parte li. Capo X. Dedalo fugge da Creta colle ali fabbricatesi da se stesso; il figlio Icaro ca-s de in mare. Parte IL; Capo Vili. Altea madre diMeleagro con lui sde*gnaU rimette sul fuoco il tizzone , ^1
*97 ed ei interna arsura. Parte muore consunto da 2. Capo XI. Le sorelle di Meleagro- piangendo la morte di lui sono cangiate da Diana ne* gli uccelli meleagridj. Parte I. Capo XI. Cinque Naiadi sacrificando agli altri Iddìi, posto in non cale il Dio del fiume Àcheioo, sono da esso gettate in mare, e si trarfonnano nelle cinque isole Echinadi. Pelimele figlia d'Ippodamante congiuntasi ad Àcheloo , e dal padre precipitata in mare, e da Nettuno ad istanza di quale
j
,
la
vita di
lui
era
Acheloo cangiata in un 5
annessa
isola
,
vicina
at
l'Echinadi.
1
Giove, e Mercurio, viaggiando per la Frigia sotto umana sembianza , rigettati dagli altri , sono accolti amorevolmente da Filemone e Bauci di lui moglie. In ricompensa, condottili sopra di un colle, fan loro vedere il .paese inospitale caugiatp in palude, e il lor tugurio in tempio, di cui si fan Sacerdoti ; e giunti a .
bramando essi di non sopravvivere T uno all' altra , sori trasformati nel medesimo istante Filemone in decrepitezza,
Bauci in tiglio. Erisittone per aver tagliato il bosco di Cerere è tormentato dalla fame. Metra elee
,
e
i
98
sua figlia, cai lasciarsi vendere schiava- * per alcun tempo il sostiene^ ma alla fi-
ne
egli
carni.
è ridotta a
Parte
Acheloo
I.
iù loto. Parte
Giolao
le
proprie
Capo XIV.
è vinto
Capo IL La ninfa Loto, te
mangiarsi
da Ercole. Parte IL
e
Driope sono cangia-
L Capo XVI.
figlio d' Ificlo
e nipote
di
Er-
da Ebe restiParte IL Capo IL
cole ad istanza di lui è tuito alla giovinezza.
Alenicene
madre
figlio di
Ànfiarao uccide la
dalle Furie , è ucciso poi da' cognati, è vendicalo da' figli. Parte IL Capo VI. Bibli , figlia di Mileto e di Circe fiErifile
;
agitato
t
Meandro s' innamora di Cauno suo fratello gemello, e quest'amore incestuoso gli manifesta. Canno fugge inorridito abbandonando la patria. glia del fiume
,
e non tro, vandolo muor di dolore in Caria, e dal-
Bibli ne corre in traccia
Lelegeidi è cangiata in fonte. Litto in Festo di Creta esige promessa da Teletusa sua moglie, che se par torisce una figlia , V uccida. Ella par lorisce là figlia Ifi, cui alleva , facend credere a Litto che sia un maschio. L cosa stava per iscopi irsi all' occasione eh le ninfe
Ifi
sposar doveva Jan te
figlia di
Tele*
*99
ma
Teletusa ottiene da Iside, che sia realmente cangiata in masclfts. Orfeo scende all'inferno per ricuperare Euridice. Parte II. Capo VII. Letea moglie di Oleno , preferendosi in beltà alle Dee , è cangiata in pietra nei monte Ida insieme col marito , che a parte vuol essere della pena. nelle feste Il giovane Cisso saltando di Bacco cade in una profonda fossa , ed è mutato in edera. Parte I. Capo XIII. ste
;
Àti è cangiato in pino. Parte I. Capo X. Ciparisso e trasformalo in cipresso»
L
Capo X. Ganimede è rapito da Giove. Parte Capo III.
Parte
I.
Giacinto e mutato nel fiore giacinto. Parte I. Capo X. Le Propetidi sono da Venere cangiate in sasso. Parte I. Capo VIII. I Cerasti , che a Venere sagriBcano gli ospiti y sono da lei convertiti in tori. Parte I. Capo VIII. Pigmalione scultore s'innamora di una sua statua , chiede a Venere che sia animata , e l'ottiene ; da essa nasce Pafo, che dà il nome alla città di Pafo. Mirra figlia di Cinira s'innamora del padre ; è trasformata nelT albero della mirra; da questo nasce Adóne , che poi
.20»
amato da Venere
è
,
girilo, e cangiato in Capo Vili.
ucciso
da
ur> cr-
anemone. Parte
I.
Atalanta fig|i a di Selene® ricusa di unirsi ad alcuno , che lei non vinca nel corso, ponendo per patto la
morie
a co-
che resta vinto. Ippomene riceve da Venere tre pomi d' oro colti in Cipro nel campo Tamaseno, i quali gettati l'uno dopo l'altro mentre Atalanta si ferma a lui
raccoglierli, riesce a precorrerla. Ma ingrato poi dimostrandosi verso di Venere , e da lei sospinto ad accoppiarsi con Atalanta nel bosco consacralo da Echione a Cibele , e per aver violalo il luogo sacro egli è da Cibele cangiato in leone , e Atalanta in leonessa.
Le donne dei Cicoui assassine di Orfeo sono da Bacco mutate in piante e , un serpente , che si avventa per morderne
capo
da Apolline mutato in Capo VII. Mide ottiene da Bacco di cangiare in oro tutto ciò ch'egli tocca. Parte I. Capo XIII. Apollo gii fa sorgere l'orecchie d'ail
è
,
sasso. Parte II.
sino.
Parte I. Capo X. Laomedonte froda Apollo
del prezzo convenuto tielie
mura
di
per
1'
e
Nettuno
edificazione
Troia. Nettuno
manda
uri
.201
mostro marino
a cui
,
stretto ad esporre la te I.
Laomedonte
figlia
è co-
Esioae. Par-
Capo X.
Esione è liberata da Ercole j il quale frodato egli pure de' promessi cavalli % espugna Troia , uccide Laomedonle , e
dà Esione
al
Capo II. Nozze Gap.
di
socio
Peleo
Telamone. Purte
li»
Patte
I*
e
Tetide.
xvn.
Chione figlia di Dedalione e trafitta da Diana ; Dedalione si precipita in mare , ed è canghto in uno sparviero, Parte I. Capo Ceice re di Trachine figlio di Fosfora va a consultar Y oracolo di Claro f promettendo alla moglie Alcione di tor-
Xh
nar fra due mesi. Naufraga nel ritorno, e il suo corpo è portato dalle onde verso il lido. La moglie lo scopre da lungi
,
e
va per raggiungerlo in mare. Gli
Dei mossi
a pietà
cangiano amendue
ili
Alcioni.
Esaco
figlio di
Priamo e
di
Àlessiroe
ama non riamato la ninfa Eperie. Mentre P i a segue , questa è morsa da un serpente. Esaco
per
dolore
si
getta in
mare, e da Tetide è convertito in mergo* Aulide % Presagio avuto da' Greci che Troia sarebbe stata presa nel decimo anno* Parte II. Capo XI.
m
202 d'Ifigenia
Sacrifìcio
della cerva in suo
pò XI. Cene
figlia
,
e
sostituzione-
luogo. Parte II. Ca-
di Elato ottien
da Netlu* maschio. E uc-
no di essere cangiata in dai Centauri. Parte L Capo XVII. Perici imeno trasformato in aquila è trafitto da Ercole. Parte li. C^po II. Achille uccide Cigno figlio di Nettuno , questi eccita ikpoiìo a dirigere contro di esso lo strale di Paride. Parte IL cisa
Capo
XI..
Aiace proposto ad Ulisse nella contefurioso si sa per le armi di Achille uccide y e dal suo sangue spuntalo dei giacinti. Parte II. Capo XI. ,
Ecuha
accieca Polinneslore uccisore di Polidoro , ed è cangiata in cagna. Parte
II.
Capo XIII.
Mennone negli
compagni sOn convertiti mennonidi. Parte II. Ca-
coi
uccelli*
po XII.
Le
figlie
di cangiare
di
Anio ottengon da B^cco*
tutto quello che
tocrano in
Fuggendo A* olio r e vino. gamennone sono da Bacco mutato in co* lomhe. Pai te IL Capo XI. Mentre Tebe è afflìtta dalla pestilenza ,1* onacoio dichiara che non cesserà-* frumento
,
s& uoìi sacrificano due vergini. Melioc&
2o3
Menippe
volontarie al sacrificio. Dal loro rogo escono due giovani, che son nominati Coroni, e
I
figli
si
offrono
del re Molosso
fuggendo da un
incendio son convertiti in uccelli. Aci è schiacciato da Polifeino , e da Galatea cangiato in fiume. Parte I. Ca^
pò XVII. Glauco al mangiar di cert' erba balzando in mare è fatto Dio marino. Barate
L Capo XVII. Scilla è cangiata
in mostro.
Parte I*
Capo XVII. Cercopi , due de' quali erano Candulo ed Atlante , per le loro frodi sono e posti ad da Giove mutati in scimie I
;
abitare nelle isole Ischia e Procida dette I
perciò Pitecuse.
La
Sibilla
Cumana amata da
Apollo,
domandare tutto ciò ch'ella brama. Preso un pugno di arena , gli chiede di poter vivere tanti anè da
ni
,
esso invitata a
arene che tiene in dimentica di chieder pure
quante sono
mano
,
ma
si
le
non invecchiare. Non avendo adunque voluto corrispondere all' amore di Adi
ma ar, che consunto' tutto il corpo, non ne riman che la voce. I compagni di Ulisse vengon da Circe pollo ottiene bensì
la
longevità
riva a tale decrepitezza
,
5o4 Pico re del Lazfo e Canente moglie di è disciolta in aura. Parte I. Capo IX.
cangiati in porci
mutato lui
I
ili
;
picchio
compagni
di
,
Diomene
>
Acmone
,
Lieo Ida , Retenore, Nilteo ed Abants ? sprezzando Tire di Venere sono cangiati in bianchi uccelli simili ai cigni» Par-
IL Capo XIV.
te
Uà
pastore della Puglia insultando la Ninfe con ingiuriose parole è mutato in oleastro.
navi ài Enea incendiate da Turno sono da Cibelo cangiate in Ninfe manne. Parte II Capo XTIL La nave de' Feaci dopo avere deposto-
Le
Ulisse in Itaca al ritorno è petrificata da Nettuno* Parte IL Capo XII.
Ardea patria
di
di lui è incendiata gli uccelli chiamati
Turno dopo la morte da Enea ,e d- escono ardea.
Venere impetra da Giove $ che Enea k?anclosi nel fiume Numico spogli k fra g'i natura mortale e sia annoverato
XHL
Dei. Parte IL Capo Vertunno per vincer
Pomo ria poi
cambia in vecchione mo dovane. Parte L Gap.
si
Tiberino
re degli
fiume Alitila, il
e fatto
proprio nome..
,
prima
bellissi-
XVL
Albani
Dio
in
,.
si
dà
affoga nel àì
&xw*
£
so 5 In Cipro sprezzato di
lei
Ifi
si
ama Ànassarcte
appicca innanzi
medesima. Quando
sepoltura
,
ella
?
s
affaccia
è
,
e da lei
alla
porta
portato alla
alla
finestra
a
ed è cangiata in sasso* .Nella guerra di Tito Tazio re dei Sabini contrQ di Roma >{ Terpea apre ai Sabini una porta ; Venere ottiene dalle Ninfe y che le vicine acque diventino bollenti , e i Sabini ne sono respinti» Miscelo figlio di Alemone Ardivo* da Ercole in sogno, e avvisatoci abbandonare Ja patria, malgrado la legge che ciò vietava ? e andare a stabilirsi al fiume Esare in Ccìjabria* E preso dagli Àrdivi ma Ercole fa" che e tratto in giudizio nell'urna dei. giudici i calcoli diventino tutti bianchine con ciba lui favorevoli. Parte quindi assoluto, e presso V Esare cui dà questo nome fabbrica Taranto dal vicino, sepolcro di Tarante figlio di Nettuno, Pittagora narra essere l'anima di Eumirarlo
,
,
;,
,
fqrbo troiano ucciso trasmigrata.
eia
Menelao
in lui
Ippolito risuscitato da Esculapio ètrasportato da Diana nel bosco di "Arida-
e venerato quivi sotto fa
il
nome
di Vii*bio.
Nel medesimo bosco si ritira la NinEperia dopo la morte del marito Ni*9*
206
.
ma
Pompilio
,
-
ed è cangiata in fonte, un aratore profondando
Nell'Etruria V aratro più addentro/ del solito solleva una zolla pesante , coi vede cangiarsi in
quale dà il nome di Trage ; e questi, divien poi ivi il primo maèstro dell'arte di predire il futuro.; Un' asta scagliata 'da Romolo sul mon-Palatino si pianta in terra, e diventa
fanciullo
,
al
te
un
alberò.
Cippo Pretore romano sente nascersi le Aruspice corna in fronte. Il toscano ei ne sapredice che 'entrando in Roma convorebbe proclamato Re. Egli invece
cato esser
il
senato ed
'popolo
domanda
di
compenso eschrso da Roma, ed in assegnato quanto terreno può
viene cinger di un
gli
il
montare del
solco'
d'ai
nascere
al
tra-
sole.
serpente
Esculapio sotto la figura di e la è condotto da Epidauró a Roma , X. Capo libera dalla peste. Parte I. veUcciso Giulio Cesare in senato, porta in cienere "toglie l'anima , e là la forma ds ,si manifesta sotto
dove lina cometa. lo
,
ORIGINE DELL* IDOLATRIA. Riti Religiosi de Gentili loro feste e loro giuochi. ,
L'idolatria secondo
1'
Ab. Banier in-
cominciò da! culto degli astri , e priamente del Sole e della Lana. B&
cip-ai
questo , si passò al culto del Fuoco ^ dell' Aria e de' Venti , del Mare e dei Fiumi 3 della Terra e de Munti , e finalmente a quello degli Uomini che pep ,
qualche straordinaria azione si
si
arano re*
illustri.
Questo culto però da principio era semplicissimo. Un mucchio di sassi coperti d'erbe ò di fronde in aperta campagna, o in qualche luogo elevato era V altare, sul quale agli Dei rappresentati da uà sasso informe o da un tronco offerivansi e non più. A poco i fratti della terra >
poco incominciarousi ad effigiare gli Dei sotto varie forme nelle statue di ledi bronzo , gno % di creta di marmo di avorio d di argento oro, s'ine cominciarono ad alzar loro de' piccioli e a
,
,
1
,
tempietti ne' boschi lor con-secrati
rozzi
fici
,
giunse ad erigere più magnitempli quali erano il tempio di Vul-
finche
cano
,
si
i
,
a Menali in Egitto
,
quello di Dia-
20& na in Efeso , quelli di Apollo a e a Delfo, quelle di Cerere in
Mieto
Eieusi
»
quello di Giove Olimpio in Atene , e in «orna quello di Giove Capitolino ed il ,
Panteon che tuttavia
sussiste. Ne'. sacrioltre a' frutti della, terra» incominciaronsi a offerir gli animali e ne* più
fici
1
so, lenni /chiamati- ecatombe immolavansi , fin cento buoi, oltre il detestati costume ih- molti luoghi introdotto, di sacriI.
anche vittime umane.
ficare
Ne'
saeri ficì, solennità vittima ornavasi di fiori, di nastri e dj bende, le si indoravan le corna, lesi poneva sul capo
mola salsa , eh e? era una stiacciata di farro con sale, il Sacerdote le strappava dal capo alcuni peli e li gettava sul fuoco, poi ordinava a ministri detti Vittimar!, Popi , o Cultraii di scannarla V Aruspice la
;
esaminava quindi le interiora se eran sane , il che era di buon augurio, e se eran guaste o infette che èra di augurio sinistro; per ultimo una porzione ,
della
vittima
abbruciavasi in onor deresto mangia vasi , eccetto ne, gli olocausti , ove tutta la vittima si abgli
Dei
il
bruciava. I sacrifici eran dalle libazioni
sempre accompagnati
che consistevano nel versare del vino ( o in mancanza di ess© ,
dell'acqua
Dio
in onore del
)
;
quale
al
sacrificavasi.
Usavasi pure ne' sacrifici Y incenso maschio ardeva e dalla maniera eoa cui ,
dal
crepitare
>
fumo
dal
traevansi
,
gli
auguri.
Ogni tempio aveva
i
suoi Sacerdoti
y
erano distinti con nomi particolari secondo il Dio a cui sercosì Galli chiamavciijsi i Sacervivano doti di Cibele, Lu perei quelli di Pane, e
molti
eli
questi
,
Sali quelli di
jYJcute.ee*
In molti luoghi eranvi pur le Sacerdotesse, come in Delfo la Pitia sacerdotessa di Apollo; in Roma le Vestali custodi del fuoco di Vesta, e in molte parti cosi della Grecia , come dell'Italia o Menadi , o Bassaridi , o le Baccanti o Mimallonidi Tiadi o Edonidi > a Bìiadi sacerdotesse di Bacco. In Roma chi aveva nelle cose sacre %
,
,
la
,
suprema autorità era
simo: Seguivano
i
il
Pontefice Mas»
Flamini
,
cui
tra
il
Diale o Flamine di Giove era il primo, e solo avea il privilegio di portare 1' al-
bogalero eh' era una specie di berretto venivano il Marziale, il Quirinale , il Floreale ec. Eravi il re sacriti€olo detto ancora rex sacro? um come regina sacivrum diccasi la moglie di bianco,, poi
}
210 lui
,
che seconda Macrobio sacrificava
e
a Giunone nella curia detA' conviti che celebra vansi dopo sacrifici presedevano gli Epuloni 1 che prima furon tre soli poi cinque
principalmente ta
Calabria. i
,
sette
,
,
e infine a dieci. Gli Aruspici erari
quelli che osservavano le interioraydella
e gli Aruspici si dissero istitui; da Tagete Etrusco , il quale si favoleggiò esser nato da una grossa zolla di terra cui sollevò un agricoltore profondando l'aratro più; del consueto. I sacerdoti Arvali eran quelli che sacrificavano per la fertilità de' campi, Feciali quelli che si spedivano per dichiarare la guerra , o trattare la pace. Eravi pure in Roma il collegio degli Auguri r ne cosa alcuna di gran momeoto 9* intraprendeva prima che questi non , avessero deciso se l'augurio era fausto o infausto. Gli auguri poi si prendevano altri dall' osservazione del cielo, che propriamente dicevansi auguri, altri dal canto e dal volo degli uccelli, che più propriamente si chiamavano auspici , altri dal mangiare de' polli. Il fuoco era di buon augurio quando udivasialla sinistra, perchè giudicavasi proveniente dalla de-
vittima ti
,
i
Giove;
non così se udivasi al contrario. Tutti i fenomeni straordinari^
stra di
21 tutti
casi
i
impensati
tutti
,
i
S
modi vo-
cuore , e degli ocelli , delle ciglia , il sonar degli orecchi , gli starle parole e rumori uditi a caso e nuti improvvisamente, offerivan materia di buanò o tristo presagio, perchè iguardavanlontari del
,
i
come
si
dagli Dei di ciò
avvisi spediti
che aveva a succedere, desiderio di saper V avvenire fu quelche diede origine alla astrologia e alla divinazione introdotta prima presso i Caldei e gli Egiziani, e pi
lo
scia
cui ti
e
nelle altre
parti del
mondo
,
eoa
e
pretendevasi di potere da* movi:nendegli astri , e da dalle posizioni
fenomeni della natura predire
altri
i
fu-
come se queste cose avessero sopra le umane vicende queir influenne potevano za che mai non ebbero
turi eventi
,
,
avere.
Lo
stesso desiderio pur diede origine
agli oracoli
luoghi , vano in I
e
che sparsi erano in mille che avidamente si consulta7
tutti
gli
impoitanti.
affari
erano : i. 1/ oEpiro, dove Sa-
famosi tra questi
più
racolo di
Dodona
nel!'
i
cerdoti rendeano le risposte ascose nelle
querce cui
le
del
bosco
a
Giove consecrato per
favole dissero, che le
vano. 2.
U oracolo
di
querce parla-
Giove
Ammoni
312 nella Libia
,
dove
la
statua di lui solen-
nemente portavasi
da' Sacerdoti, e da'segni che ella dava co' vari suoi movimenSacerdoti interpetravano [e rispoi ti , in cui le ste. 3. L'oracolo di Delfo , risposte davansi dalla Pitia sacerdotessa di Apòllo. Stava sopra di un tripode coldi cui uscivano locato su di una buca ,
delle forti esalazioni
ché
la
delle se
dalle quali allor-
^pronunziava , più oscure o confu-
Pitia era inebriata
paiole per
che
,
,
lo
raccoglievan-si
ciò destinati
,
da' Sacerdoti
e disponevansi
in
a
versi.
L'oracolo di Trofonio, il quale rendevasi iti una caverna presso Lebadea città della Beozia. Era Trofonio figlio di Ercino re di Orcomeno , e avendosi secondo Plutarco , fabbricato in compagnia del fratello Anamede il tempio di D
,
otto giorni, al fine dei quali
i
due
fra-
furono trovati morti. Pausania dice in cambio, che Trofonio fu inghiottelli
tito
e
vivo dalla terra apertasi sotto di lui, stessa caverna il suo 0-
che in quella
racolo fu indi stabilito. Chi andava per consultarlo dopo varie preparazioni entrar facevasi in questa caverna, dalla quale uscendo riferiva quanto vi aveva
3i3 udito e veduto a* Sacerdoti modo T inlerpetravano.
L'oracolo del bue Api ei
re quello che gli
dava
L
,
a loro
Egitto trae-
in
faceva o rifiuta-
vasi dall' accertar eh* si
che
mangiare.
a
oracolo di Venere in Àfrica tra Eliose le cose e Biblo era favorevole che gettavansi nel vicin lago andavano ?
poli
,
fondo , contrarie se rimanevano a galdella Fortuna a Preneste la. L'oracolo e ad Anzio rendevasi per via di sorti % su cui egettando una specie di dadi al
,
rano scritti de' caratteri, il significato dei quali cercavasi nelle tavole a ciò fatte espressamente. Per cento altre maniere, che troppo lungo sarebbe l'annoverare gli
oracoli
Fra
le
rendevano
si
in
noscere, e di predire
il
furono
numero
li
'luoghi.
altri
donne che professarono
le
Sibille
è vario presso
ne annovera
il
5 i
vai
ì
futuro autori.
y
dì co-
famose qua-
delle
Vairone
La Persiana detta dagli antichi Sambethe. 2. La Libica , detta da Euripide figliuola di Giove e di dieci,
i.
Larnea 3. La Delfica da Diodoro chiamata Danfe t\. La Cimmeria, nata ira ;
;
Cimmeri
Italia secondo Nevio e Pisone 5. L'Eritrea, che secondo Varione e Apollodoro vivea al tempo della guerra troiana, e secondo Eusebio ai i
\
d'
^21
4 tempi ta
Romolo,
di
6.
Pilo secondo Suida
La Samia chiama,
ed Erfile secon-
do Eusebio; «7- La Cumana delta secondo alcuni Amai tea e secondo altri De,
che EPonlico dice vivuta al tempo di Ciro; 9. La Frigia, che soggiornava ad Ancira ; 10. la Tiburtina chiamata Albunea. Alcuni vi hanno aggiunto la Sardica nativa di Sardi nella Libia, Presso i Romani la più famosa era la Sibilla Cumana , la quale si disse che offerse al re Tarquinio superbo una racmofiia o Erofiie
;
8. f Ellespontina
raclite
colta di versi sibillini in nove libri, chiedendone trecento monete d oro che a9
,
vendole
questi
ricusalo
pagarle
*
ella
gettò tre libri sul fuoco, domanda lo stesso prezzo per gli altri sei; che al secondo rifiuto ne gitlò sul fuoco tre altri
,
insistendo a volere
il
medesimo prezrimanevano , e
zo pei tre ultimi che che poi da Tarquinio furono comperati. Questi furono gelosamente custoditi nei Campidoglio sotto alla guardia de* Qui ndecemviri fino ai tempi eli Siila, ne' quali da un incendio rimasero consumati. Gentili le eFrequenti erano presso i
spiazioni
le quali
,
facevansi o per delitti
o in occasione di pubbliche caJamità per placare gli Dei, o ali*ap-
commessi
,
2x5 parir di prodigi straordinari per allonta-
nare
mali che
i
si
temevano
,
o
all'
av-
venirsi in alcuna cosa di mal augurio o
per prepararsi a qualche impresa importante , onde avere gli Dei favorevoli , o per iniziarsi a misteri. L'espiazioni solenni erano precedute da digiuni , e seguite da preghiere pubbliche, e da sa1
minori baaspergere coir acqua lustrale consegrata da* Sacerdoti , e spesso anche il lavarsi tutto il corpo, od anche le sole espiatori. All'espiazioni
grificì
stava
il
farsi
mani in acqua pura. Moltissime eran pure le feste in onor degli Dei così presso i Greci > come presso i Romani. Intorno alle prime può consultarsi Me.urzio , che ne ha trattato espressamente , per le seconde Ovidio ne* Fasti , e Bobini nelle antichità ; sebbene le principali tra queste sono state da noi accennate a' loro luoghi. Le feste per ordinario accompagnate eran da' pubblici giuochi. Fra questi i più famosi giuochi nella Grecia erano i. gli Olimpici, che celebravausi in Olimpia città dell' Elicle , ogui quattro anni , e da cui prese origine
piadi
:
lo
3t
,
2.
i
i
Pitici
Nemei
il ,
,
computo
delle
Olim-
che celebravano a Delche si celebravano a
si 6
Nemea, V istmo
À
4-
g^
Istimici
,
che
tenean nel-
si
Corinto,
di
giuochi
questi
concorreva tutta
le
premio era una corona di alloro ne' primi e ne secondi, una di aped una di pino ne* quarti : pio ne terzi Grecia,
Il
5
1
,
ma
vincitori erano poi celebrati da* più
i
poeti
insigni
Pindaro
erano
t
bliche statue tenuti I
come appare
,
sempre
dalle odi di
spesso onorati di pub-
e nella loro patria erano
,
in grandissimo pregio.
giuochi distinguevansi in scenici
v e
ginnastici. I primi consistevano incanti, e suoni
,
e nelle tragedie e
recitavansi ne' teatri.
I
commedie che
secondi tenevansi
negli anfiteatri e ne' circhi, ed erano; corsa a piedino a cavallo
,
i.
la
o sulle bighe
eh' era un quadrighe 2. il disco pezzo rotondo di legno o sasso , o ferro giocatori sforzavano assai pesante, che eli gettare quanto potessero più lontano; 3. il giavellotto che lanciavasì colla mano \ o la saetta , che si scagliava cole le
;
,
,
i
,
l'arco al segno
°^
prefisso 5 4* a '°^ a gli atleti nudi ed unti di cui Pancrazio, ^
cercavano di atterrarsi 1' un Y altro; ovvero orizzonall' insù , 5. i! salto talmente 6. il pugilato, nel quale combattevasi ora co' pugni soltanto , or co* olio
•
al 7 erano guanti di duro cuoio cesti , guarniti spesso di ferro e di piombo. Questi giuochi più tardi introdotti furono ancor da' Romani , che teatri , ed anfiteatri > e circhi magnifici innalzarono per celebrarli , di cui gli avanzi ancor
die
si veggono non solo in Roma ma in. Verona in Gapua , in Pozzuoli in Pompei , in Nimes, ed in altri luoghi. A' detti ,
,
giuochi
essi
,
aggiunsero ancor
i
sanguinosi
spettacoli de' combattimenti delle fiere, le
quali uscir
ne praticate i
si
al
facevano dalle carceri o tabasso degli anfiteatri , e
più atroci e crudeli spettacoli de' corri-
battimenti de' gladiatori stretti
che spesso coerauo a pugnare fino alla morte» ',
I1KE,
INDICE
À
Jj.Ua studiosa gioventù.
PARTE
3
pag.
Introduzione.
,
Degli Dei. Gap. I. Della Genealogia degli Dei fino a Saturno. Gap. II. Di Saturno, e di Giano, Cap. IH. Di Giove. Gap. IV. Dì Giunone. Gap. V. Di Pallade o Minerva. Cap. VI. Di Marte , di Bellona I.
5 6 8 io
i4
22 24
,
e della Vittoria.
29
Cap. VII. Di Vulcano, Cap. Vili. Di Venere, Cupidine
ed Imene.
36
Gap. IX. Dell' Aurora , del Sole, e della Luna. Cap. X. Dì Apollo, di Esculapio, e delle Muse.
XVI. Della Terra, Dei terrestri.
43 47
Gap. XI. Di Diana. Cap. XII. Di Mercurio. Gap. XIII. Di Bacco. Gap. XIV. Di Cerere. Gap. XV. Di Vesta. Cap..
33
56 60 62 66 70 e degli
72
\
2r 9
Cap. XVII. Di Nettuno,
e degli pag. Dei marini. Cap. XVIII. Di Eolo e de' Venti. Di Plutone e degli Cap. XIX. altri
Dei dell Inferno
,
e
principali condannati die erano.
de
85 qZ
7
ivi
94
XX.
Degli Dei stranieri. 102 PARTE IL De' Semidei e degli Eroi.io3 Cap. I. Di Prometeo e di DeuCap.
.
catione.
Cap. IL Di Ercole. Cap. III. Di Perseo. Cap. IV. Di-Bellerofonte. Cap. V. Di Mele agro , della caccia del cignale Calidonio , dì Atalanta e cC Ippomene. Cap. VI. Di Cadmo e di Anfione. Cap- YH. Edipo , e de suoi figli e della guerra di Tebe. Cap. Vili. Di Giasone e degli Argonauti % singolarmente di Chirone , di Calai e Zete , di Castore^ e Polluce^ di Orfeo. Cap. IX. Di Minosse e dì Dedalo. Cap. X. Di Teseo e Pirotoo. Cap. XI. Di Pelope Atreo , Tie-
io4 106 1
16
120
122 124 127
33 142
1
1
4S
,
$.ie
,
Agamennone
Egisto ed Oreste.
,
Menelao
1
i5i
Cap.
XIL Della guerra e
di Troia,
de principali Greci
iani
5
e loro ausiliari
,
,
Troche vi
ebber parte.
pag.
Cap. XiiJ. jbéi ritorno de' Gì eci, da Troia , e specialmente di Ulisse dopo la rovina di Troia Cap. XIV. Della venuta di Ante.
nore e di Enea in Italia
•
i55
1
66
176
Appendice* Transunto delle Metamorfosi di Ovidio. 187 Origine deli Idolatria > riti , religiosi de' Gentili > loro feste e giuochi. 207 1
FIKE DELL'INDICE.
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