I due Grandi Amici
Due uomini erano grandi amici. Ciascuno dava all’altro il necessario, intuendone le esigenze. Tuttavia, c’era ancora qualcosa che si frapponeva f rapponeva tra loro. Quasi una carenza, un tassello mancante, che non permetteva di scrivere a caratteri cubitali la parola “amicizia”. essuno dei due aveva capito capito di cosa si trattasse, bench! si sforzasse di individuarlo. "n giorno, uno dei due “amici” fu colto da una grave sventura. "n violento terremoto gli distrusse la casa. #n preda alla disperazione l’uomo si diresse dall’amico, la cui abitazione era intatta. ella notte fredda l’uomo buss$ alla porta, porta, pensando che l’amico lo avrebbe accolto accolto a braccia aperte. %Chi &'( %)ono io. *er favore, apri. on ho pi+ casa.( %Come dici' on capisco.( %)ono io, il tuo amico. on mi riconosci'% %i dispiace. on posso farti entrare.( -o sventurato non riusciva a capire perch! l’altro non lo aveva ospitato. ench! sbigottito, l’infelice non volle insistere. Di sicuro il suo amico aveva qualche buona ragione per comportarsi cosi. -’uomo si allontan$, vagando alla cieca nell’inverno freddo e dormendo dove capitava. Dopo alcuni mesi, specchiandosi nelle acque di un torrente, capi improvvisamente perch! l’altro lo aveva allontanato in quella notte di sventura. Cap/ cosa fare e torn$ a bussare alla porta del suo amico. %Chi &'( gli chiese l’altro, nonostante avesse riconosciuto la sua voce. -a risposta arriv$ dopo un attimo di esitazione. %)ei tu .0pri, presto, hai freddo1( Questa volta l’amico apr/ la porta. on poteva lasciare se stesso fuori al freddo. # due erano ormai un’unica persona e l’amicizia era completa Le Prove
"n vecchio re era preoccupato2 come scegliere il suo successore' 0veva un figlio ma, proprio come ogni padre, non poteva credere che questi fosse fosse in grado di fare alcunch!. #l re chiese al proprio aestro cosa fare, ed egli gli disse2 “Tuo figlio non c’entra, di fatto mi stai chiedendo2 3Come posso convincermi che mio figlio sia in grado di fare il re'’ 4ai una cosa2 ripudialo, scaccialo scaccialo dal regno e diseredalo”. #l padre disse2 “i sembra una scelta dura per quel povero ragazzo”. a il aestro gli fece notare che non c’era altro mezzo per capire di cosa il ragazzo fosse capace. 5 il ragazzo venne scacciato dal regno, gli fu tolta la carica di principe, fu informato che avrebbe dovuto guadagnarsi da vivere con le proprie forze. Divenne un mendicante. *assarono gli anni. #l giovane si scord$ persino che, un tempo, era stato principe.
4u costretto a dormire per le strade, a mangiare cose a cui non era abituato e si vest/ di stracci. on ebbe neppure un riparo. #l semplice sopravvivere era cos/ difficile che, se anche si fosse ricordato di essere stato un principe, avrebbe detto a se stesso2 “Dev’essere stata un’allucinazione. on posso essere un principe, dev’essere stato un sogno. Di certo ho sognato, immaginato6 altrimenti, cosa mai pu$ essere accaduto'” 0nni dopo, mentre era sulla porta di un piccolo ristoro per mendicare una tazza di t&, una carrozza d’oro gli si ferm$ di fronte, e ne scese il primo ministro... vedendo la carrozza, il principe ebbe la sensazione di averla gi7 vista prima2 “Dev’essere un’immaginazione. 5 quest’uomo assomiglia a un uomo che conoscevo, ma non era cos/ vecchio”. 5ppure, ancora non riusciva a ricordare di essere un principe. #l primo ministro gli tocc$ i piedi e, nel momento in cui il primo ministro gli tocc$ i piedi, una nuvola si dissolse. Tutti quegli anni di accattonaggio svanirono. 5gli si limit$ a dire2 “*erch! sei venuto, dopo tanti anni'” *erfino la sua voce era diversa6 era la voce di un principe, non quella di un mendicante. #l primo ministro disse2 “#l re sta morendo. Ti chiama. # giorni della tua prova sono conclusi. 5gli ha voluto che conoscessi il livello pi+ basso dell’esistenza umana, il mendicante, in modo che non scordassi, una volta salito sul trono, che anche un re & un essere umano6 che, forse, il mendicante & un principe sotto mentite spoglie. #noltre, voleva capissi che non diventerai superiore solo perch! sarai un re. *uoi avere ogni cosa ma, nelle profondit7 del tuo essere, resti un mendicante. -a tua prova & conclusa6 ora, il re sta morendo e dobbiamo correre alla capitale1” -a gente che alloggiava nell’ostello e nelle vicinanze, e che aveva visto questo giovane vestire i panni di un mendicante, non pot! credere ai propri occhi2 il mendicante era completamente trasformato. #l suo volto non era pi+ quello di un accattone6 sebbene vestisse ancora di stracci, l’espressione del suo volto, dei suoi occhi, l’intero aspetto erano cambiati all’improvviso. 8ra, era un re. Falsi maestri e veri Discepoli
Tanto tempo fa un giovane biondo era alla ricerca del 9ero. #nizi$ a percorrere molte strade sperando di poter trovare un maestro che potesse aiutarlo nella ricerca. )i ferm$ lungo un sentiero e vide un gruppo di persone :in realt7 erano un gruppo di briganti di ritorno dall’ultimo saccheggio; a cui chiedere informazioni su un maestro a cui poter affidare la propria crescita. 0ppena vicino al gruppo chiese subito al capo “i perdoni, ma io sto sto cercando un aestro a cui affidare la mia vita e che possa aiutarmi a trovare la 9ia, ne conoscete qualcuno'”. #l capo brigante, che era una volpe, cap/ che il giovane poteva ritornargli utile e, facendo un occhietto ai suoi, gli disse “#o sono un maestro1 )e vuoi arrivare alla meta dovrai eseguire i miei ordini per dieci anni, dovrai lavorare per noi, fare da mangiare, lavare, riassettare i nostri letti e rasserenare le nostre anime. 0llo scadere del tempo ne riparleremo...” 0l capo brigante era venuta questa splendida idea...d’altra parte si ricordava ancora che suo padre gli aveva insegnato qualche preghiera con cui poteva raggirare il ragazzo. Costui accett$ immediatamente con la gioia nel cuore di aver fatto pochissimi sforzi per incontrare il aestro. *er dieci anni il giovane lavor$, diventando quasi uno schiavo, ma con Dio nel cuore e nella mente, con la meta sempre viva innanzi a se’. #ntanto Dio vide con benevolenza l’amore che lui manifestava in tutte le cose che faceva e decise che ormai era pronto per diventare egli stesso un aestro. and$ il suo angelo per informarlo della sua decisione....*roprio durante la notte, l’0ngelo del )ignore apparve al giovane e gli disse2 “0lzati e sii felice, #ddio ha deciso che tu potrai essere un suo rappresentante sulla terra, da oggi sei un aestro1”. #l # l giovane rimase perplesso e rispose2 “8h angelo, grazie di questo annuncio, ma io non posso diventare un aestro almeno fino a quando il mio maestro terreno non mi avr7 concesso libert71”. - 0ngelo, quindi, lasci$ il ragazzo e part/ per comunicarne la risposta. 0ppena #ddio seppe si compiacque della fedelt7 amorosa del giovane, senza giudizio, senza cattiveria. 5 rispose “#n nome del profondo amore che & nel cuore del ragazzo io trasformer$ quel ladro ladro in un aestro. Costui, infatti, ha formato la faqr :attitudine al discepolato; di questo giovane meglio di quanto molti altri avrebbero potuto fare.” 5 cosi avvenne. La Ricerca
0 agdad c’era un uomo molto povero. 9iveva di stenti, nella miseria pi+ nera, e non faceva che lamentarsi della sua condizione. %)ignore, aiutami1 Dimmi cosa fare1 )ai che sono un tuo servo fedele, soltanto un po’ sfortunato.
%9a’ in 5gitto, non perdere tempo. el luogo tal dei tali c’& un tesoro nascosto. *otrai risolvere tutti i tuoi problemi. ( #l poveruomo si svegli$, eccitato. )enza esitare, part/ subito per l’5gitto. %)ono certo che la voce non mente. #l tesoro esiste, e lo prender$.( a, al confine, fu fermato dai poliziotti egiziani, che lo perquisirono minuziosamente. )tavano cercando un ladro e pensavano si trattasse dell’uomo di agdad. onostante le sue ripetute rimostranze, i poliziotti lo trattennero. %*otresti essere la persona che cerchiamo. Dovrai restare a disposizione finch! non arriver7 il derubato. )e non ti denuncer7 come suo assalitore, sarai immediatamente rilasciato(. -’uomo di agdad fremeva, temendo di perdere il tesoro. *oich! la vittima tardava ad arrivare, le guardie cominciarono a interrogarlo. %0mmettiamo pure che non sei il ladro. *erch! sei venuto in 5gitto' 5 qual & il tuo alibi, se ne hai uno'( %9oglio dirvi tutto( rispose l’uomo di agdad %tanto so che non mi crederete. D’altra parte, perch! mentire' -a verit7 & sempre la cosa migliore. )ono qui perch! ho sognato che avrei trovato un tesoro1( %)/, un tesoro1 )ei capitato in un bel guaio, invece. a che vuoi dire' )ei venuto in 5gitto solo perch! vi hai sognato un tesoro'( %*roprio cos/. i sono fidato di una voce sconosciuta che me lo ha sussurrato in sogno. Che ne pensate'( %Che sei un credulone1 4idarsi dei sogni1( "n altro poliziotto si fece avanti, e disse2 %0nch’io ho avuto un’esperienza simile. #n sogno mi & apparsa una figura che non avevo mai visto, indican=domi un certo luogo di agdad dove avrei trovato dei gioielli, o qualcosa del genere.( -’uomo di agdad s’interess$ molto al racconto. %5... che tipo di posto era'( %on ricordo bene, forse all’ingresso della citt7. )/, proprio cos/2 la seconda casa dopo la porta maestra. "na molto vecchia, mi sembra.( -’uomo di agdad era stupefatto. Quell’uomo stava indicando la sua casa1 )enza tradire l’emozione, rimase in silenzio. -e guardie non sapevano che fosse di agdad e mancarono di notarne la reazione. %aturalmente, non mi sono preoccupato di cercare il tesoro. on ho creduto a una sola parola. ei sogni, dovresti saperlo, non c’& verit7( concluse il poliziotto. -’uomo di agdad era assorto nei suoi pensieri. )trano che la guardia avesse accennato alla sua abitazione2 non poteva essere una coincidenza. 4inalmente il derubato arriv$. 5 si affrett$ a discolpare l’uomo ingiustamente accusato. %Tutte le nostre scuse, amico. a, come puoi capire, abbiamo fatto il nostro dovere( disse il capoguardia. -’uomo di agdad non lo ascoltava. -asci$ il posto di blocco, e fece per avventurarsi in 5gitto. a, dopo pochi passi, si ferm$. “)i,” pens$ “& inutile cercare il tesoro di un sogno.” Torn$ a agdad, e, mentre rincasava, fu colto da uno strano presentimento. )ent/ che doveva rimuovere un certo mattone dal muro e...
"no scrigno di monete d’oro gli cadde sulle ginocchia. 5ra andato in 5gitto a cercare ci$ che aveva in casa1 Sapere ed Essere
-a trappola aveva funzionato. #l cacciatore era riuscito a catturare la preda2 un uccello bellissimo, dalle piume variopinte. 5 per giunta parlante, e molto saggio. #l volatile implor$ il cacciatore di risparmiarlo. %Ti prego, lasciami andare. -a mia carne non & buona. )ei abituato ad altro1( #l cacciatore lo lasci$ dire, poich! l’uccello lo incuriosiva. Difendeva la sua causa meglio di un essere umano1 %)ono molto saggio. )e mi risparmi la vita, posso darti tre consigli. -e mie parole ti saranno d’insegnamento.( %Quali sono le tue condizioni'( chiese l’uomo, disposto a negoziare. %Ti dar$ tre consigli, da tre luoghi diversi. #l primo, finch! sar$ ancora nelle tue grinfie. #l secondo, se mi lascerai volare sui rami di un albero, leggermente al di fuori della tua portata. 5 il terzo, dalla cima dell’albero, dove non mi prenderesti neanche a fatica. 9edrai che vale la pena di udirli.( -’uomo accett$. C’era pi+ da guadagnare che da perdere. el peggiore dei casi, avrebbe rinunciato al volatile. a forse era vero che la sua carne non era buona1 elle mani del cacciatore, l’uccello pronunci$ il primo consiglio, in tono oracolare2 %on credere ai discorsi sciocchi1( )econdo l’accordo, l’uomo permise al volatile di raggiungere il ramo di un albero, un po’ al di fuori della sua portata. Questo fu il secondo consiglio2 %on crucciarti del passato, di ci$ che & ormai trascorso1( -’uccello aggiunse2 %9oglio dirti la verit7.
-’uccello era proprio saggio, e l’uomo lo preg$ di attenersi all’accordo, dandogli il terzo consiglio. >li parve di capire che fosse il pi+ importante. a l’uccello rispose in tono sprezzante2 %5 dovrei dare proprio a te un consiglio importantissimo' 5 proprio come pensi ? estremamente prezioso ?, per questo non voglio rivelartelo. on sapresti cosa farne.
"n aspirante discepolo chiese di poter vedere un maestro.. “Devi prima trovare una risposta a una domanda”, gli disse uno dei discepoli. “)e ci riuscirai, il maestro ti accetter7 come allievo fra tre anni”. Dopo che gli fu posta la domanda, il cercatore si accan/ finch! non ebbe trovato la risposta. #l rappresentante del maestro port$ la risposta al aestro, e ritorn$ con questo messaggio2 “-a tua risposta & corretta. 8ra puoi andartene e attendere che siano trascorsi mille e un giorno, dopodich! potrai ritornare qui per ricevere l’#nsegnamento”. -’aspirante discepolo era felice. Dopo aver ringraziato il messaggero, gli chiese2 “5 che sarebbe accaduto se io non avessi fornito la giusta risposta'”. “8h, in questo caso saresti stato ammesso immediatamente1”. Ciò che pensano gli altri
>iuf7 e suo figlio, di quindici anni, sono andati nel bosco, con l’asino, a far legna. 0l ritorno, si fissa il fascio sul dorso dell’asinello, >iuf7 si siede all’altezza dell’incollatura e il figlio segue a piedi. 5ntrando nei sobborghi della citt7, incontrano un gruppo di giovani che non si trattengono dal rendere manifesto il loro disappunto2 %>uardate questo grand’uomo che si rilassa e che fa sguazzare il proprio figlio nello sterco. Come se non ci si pu$ stare in due, su un ciuco(. %
iuf7 a suo figlio. %)ali dunque, con me. Ti faccio un po’ di posto(. #l figlio prende posto sul collo dell’animale, che ricomincia docilmente a trotterellare. a un po’ pi+ lontano, incrociano delle ragazze dalla lingua ben sciolta2 %0vete intenzione di martirizzare una bestia'( dicono in modo da farsi sentire. %#l suo ventre tocca quasi terra. Che vergogna1( %iuf7 a suo figlio. %)cender$. on siamo troppo lontani da casa(. #l figlio quindi era a cavalcioni, e il padre a piedi, quando arrivano in una strada dove dei vecchi sono seduti sulle soglie delle loro casa.
%5cco come gira il mondo oggi1 # padri non hanno pi+ autorit7. )ono i giovani che comandano(. %Credo che abbiano ragione(, dice >iuf7. %on va bene che padre e figlio non siano ad un livello di parit7. )cendi da l/. -a cosa migliore & che si vada entrambi a piedi(. a questa soluzione attira loro risate e commenti nella citt72 %Che imbecilli quei due1 *referiscono stancarsi piuttosto che affaticare l’asino(. %Qual & la differenza' )ono anche loro dei somari1( %9edrete che presto il padre porter7 anche il fascio1( >iuf7 si ferma di nuovo2 %0nche loro hanno ragione(, dice. %a questa volta credo di sapere come evitare a che abbiano qualcosa da ridire(. )i mette appollaiato sul fascio che & sull’asino, e fa salire il figlio sulle proprie spalle. %Cos/( pensa %non mi si potr7 rimproverare di affaticare l’asino poich! siamo sul fascio e non sul suo dorso. on mi si potr7 trattare da padre indegno perch! mio figlio & sopra di me, e non mi si potr7 neppure venir a dire che io sono a lui sottomesso perch! & normale che il giovanotto dalla vista lunga guidi il vecchio dalla vista debole(. )icuro, questa volta, di aver trovato la soluzione ideale, >iuf7 d7 un colpo di tallone all’asino e lo strano trasporto dall’equilibrio instabile, si mette in moto. -’arrivo sulla grande piazza & trionfale, soprattutto quando, per finire, la pila crolla a causa d’un ultimo scossone. >iuf7 e suo figlio rotolano al suolo. 0nche il carico di legna si rompe e si sparpaglia. *ieni di vergogna, paralizzati e coperti di polvere, arrivano finalmente a casa con l’asino, unico ad uscirne indenne. -7, un vicino che & all’oscuro di tutto, si presenta alla della stalla2 %>iuf7, ho appena comprato un asino e so che tu sei esperto in questa materia2 la coda, va tagliata corta o lunga'( %*er la coda, non c’& che una sola lunghezza, quella che ti aggrada1( risponde >iuf7 Falsi maestri
"n giovane in cerca della verit7 e di un maestro che la avviasse sul sentiero della santit7, giunse da un insegnante il quale, oltre a godere di fama di santit7, era anche un impostore. a il giovane non lo sapeva. %*rima di accettarti come mio discepolo(, disse il guru, %devo mettere alla prova la tua obbedienza. C’e un fiume che scorre vicino ed & infestato dai coccodrilli.
9oglio che tu lo guadi(. -a fede del discepolo era cos/ grande che egli fece esattamente quanto gli era stato ordinato6 attraverso il fiume gridando2 %-ode alla potenza del mio maestro1(
Con grande stupore del maestro, l’uomo arrivo sull’altra sponda e torno indietro illeso.
Ci$ convinse il guru che era pi+ santo di quanto pensasse, e cos/ decise di dare a tutti i suoi devoti una dimostrazione della sua potenza che incrementasse la propria fama di santit7. 5ntro nel fiume gridando2 %-ode a me1 -ode a me1( #n un attimo fu afferrato e divorato dai coccodrilli. Gli ultimi saranno i primi
"n re si rec$ un giorno a far visita ad un aestro e assistette, in qualit7 di osservatore, alla riunione presieduta dal )aggio. *i+ tardi, durante il pranzo, il re disse al aestro2 “aestro dell’5poca1 Quando presiedi l’assemblea, i tuoi discepoli sono seduti in semicerchio secondo una disposizione che somiglia molto a quella che di solito si adotta alla mia corte2 ha per caso un significato'”. 5gli rispose2 “Ae del ondo1 Come sono disposti i tuoi cortigiani' Dimmelo, e ti descriver$ come sono disposte le file dei cercatori”. “#l primo cerchio”, spieg$ il re, “si compone di quelli che, per ragioni particolari, godono dei miei favori, in modo da essere i pi+ vicini. #l secondo cerchio & riservato ai dignitari pi+ importanti e potenti dd regno, come pure agli ambasciatori. Quanto al cerchio esterno, esso & composto da gente di minore importanza”. “#n questo caso”, disse il )aggio, “l’ordine nel quale le persone sono qui disposte & ben lungi dal rispondere alle preoccupazioni che hai espresso. Coloro che sono seduti vicino a me sono i sordi6 cos/ possono sentire. #l gruppo intermedio & costituito dagli ignoranti6 cos/ possono prestare attenzione all’#nsegnamento. Quelli pi+ lontani sono gli #lluminati6 questa forma di vicinanza per loro non ha alcuna importanza”. I Tre ostacoli
"n giorno un aestro accolse tre candidati che volevano diventare suoi discepoli. 0l primo incontro il aestro inizi$ a comportarsi in modo eccentrico a tavola, facendo discorsi assurdi e avendo atteggiamenti strani. Disse anche talune parolacce e mangi$ il suo cibo con le mani, asciugandosi la bocca al polsino della camicia. "no di questi tre discepoli se ne and$, scandalizzato di questo atteggiamento. #l secondo fa avvisato dai discepoli anziani :istruiti cos/ dal aestro; che questi era un truffatore, che si stavano organizzando per fargliela pagare e che lui doveva stare ben attento a fidarsi di un uomo cos/. 0nche il secondo usc/ dal gruppo. 0l terzo il aestro proib/ categoricamente di prendere la parola ogni volta che la chiedeva e di porre qualsiasi tipo di domande. 0nche il terzo se ne and$, sdegnato ed offeso. Quando il aestro fu solo con i suoi allievi disse2 “#l comportamento di coloro che se ne sono andati illustra tre validi concetti. #l primo “non giudicare a prima vista”. #l secondo “non giudicare cose di grande importanza da ci$ che dicono gli altri”. #l terzo “non fare della tua percezione di stima ed apprezzamento altrui il metro per il tuo giudizio su di loro.” La verit multi!orme
"n elefante fu portato in un salone ampio e buio. ell’oscurit7 non si capiva di cosa si trattasse, poich! le forme del pachiderma non si vedevano. Quattro persone entrarono nella stanza, invitate dal padrone di casa. -’uomo ne conosceva la reputazione, sapendo che erano grandi studiosi. Cosi, aveva deciso di sottoporli a una prova2 avrebbero scoperto che si trattava di un elefante, nonostante l’oscurit7' “9ediamo se sono veramente saggi come dicono, o se la conoscenza che si attribuiscono & puramente fittizia1” pensava tra s! l’uomo. el salone era buio pesto, e gli studiosi riuscivano a malapena a camminare. "no di loro si avvicin$ all’elefante, toccandogli un orecchio, e annunci$ subito le sue conclusioni. %a certo, amici1 )i tratta di un ventaglio enorme1( "n altro si fece avanti, un po’ perch! voleva contestare il collega e un po’ perch! l’ipotesi gli sembrava affrettata. a anche lui esclam$ subito di aver compreso la natura dell’oggetto. Dopo aver toccato una zampa dell’elefante, constatandone la durezza, dichiar$ che si trattava di una colonna. 4u la volta di un terzo erudito che, nel buio del salone, tocc$ il dorso dell’elefante. %Ci sono1 9i sbagliate entrambi, cari colleghi. on & n! un ventaglio, n! una colonna. @ invece un trono, di inusitata grandezza1( 0nche lui era convinto delle sue asserzioni, e negava quelle degli altri. -’ultimo del gruppo ? che era anche il pi+ saggio ? si avvicin$ all’elefante, e ne accarezz$ il tronco ruvido e imponente. %9oi dite che & un ventaglio, una colonna o un trono. #o stavo per dire che & un... a mi trattengo, perch!, a questo punto, non ci capisco pi+ nulla1( #l padrone di casa convoc$ gli studiosi, e disse cordialmente2 %on siete riusciti a scoprire che era un elefante, ma mi avete ugualmente impartito una preziosa lezione.( Il pregiudi"io
"na famiglia di cinque persone si stava godendo
una giornata sulla spiaggia. # bambini facevano il bagno nell’oceano e costruivano castelli di sabbia, quando comparve in lontananza una vecchina. # capelli grigi le volavano con il vento e gli abiti erano sporchi e stracciati. ormorava qualcosa fra s! e s! e intanto raccoglieva oggetti nella sabbia e li metteva in un sacco.
# genitori chiamarono i bambini vicino a s! e raccomandarono loro di stare lontani dalla vecchietta. Quando pass$ accanto a loro, curvandosi di tanto in tanto per raccogliere roba, ella sorrise alla famiglia. a essi non ricambiarono il suo saluto.
olte settimane dopo vennero a sapere che la vecchina da sempre si era assunta il compito di raccogliere pezzetti di vetro sulla spiaggia per evitare ai bambini di ferirsi i piedi. Il senso del lavoro su di s#
Due gruppi, uno di artisti cinesi e uno di artisti greci, polemizzavano di continuo, poich! ciascuno si riteneva superiore all’altro. %oi sappiamo dipingere meglio di voi( dicevano i cinesi. %)iamo noi i pi+ bravi( replicavano i greci. -a disputa non era fine a se stessa. #l sultano di agdad voleva affidare alcuni lavori a un gruppo di artisti. aturalmente, avrebbe scelto il migliore. a come stabilire quale'
#l sultano incaric$ i due gruppi di svolgere un lavoro. >reci e cinesi avrebbero dovuto sottoporsi a questa prova, per attestare le rispettive qualit7. )i trattava di dipingere una casa. #l gruppo che lo avrebbe fatto meglio sarebbe stato incaricato di ulteriori commissioni. -a posta in gioco era alta, e gli artisti dovevano dare il meglio di se stessi. %4aremo vedere noi al sultano di cosa siamo capaci( esclamavano i cinesi. %5 noi vi supereremo( rispondevano i greci. >li artisti si misero al lavoro, alacremente. on c’era tempo da perdere. 5rano tutti ansiosi di mostrare le loro capacit7. %0mici, dobbiamo procurarci i migliori colori in commercio, per diffonderli magistralmente sulle pareti( disse un cinese, incitando i compagni. %oi lavoreremo diversamente( replic$, dall’altro gruppo, un greco. -avorando di buona lena, dopo qualche giorno i cinesi avevano colorato le pareti e l’interno dell’edificio. -a casa loro assegnata, inizialmente in pessime condizioni, era adesso bella e attraente. )oddisfatti, i cinesi si accinsero a convocare il sultano, perch! esaminasse il frutto dei loro sforzi. el frattempo, gli artisti greci non si erano certo risparmiati. #l loro metodo di lavoro, per$, era completamente diverso. 5ssi non usavano colori. #nnanzitutto, presero atto della triste condizione in cui versava l’edi=ficio assegnato. )i trattava di una casa molto sporca, le cui pareti trasudavano fango e polvere. # greci decisero di ripulirle a dovere, fino a farle luccicare come specchi. 0llo stesso trattamento fu sottoposto l’interno della casa. 0lla fine l’edificio fu ripulito a puntino, senza far ricorso ai pennelli. 0nche questo gruppo di artisti lavor$ instancabilmente. el giorno del confronto, entrambi i gruppi avevano ultimato i rispettivi compiti. -’arrivo del sultano non si fece attendere. -’uomo era curioso di esaminare i lavori. 0veva sentito dire che greci e cinesi adottavano due metodologie differenti, e voleva constatare in che misura ci$ influenzasse i risultati. on appena vide la casa dipinta dai cinesi, il sultano non pot! trattenere un moto di ammirazione. %@ bellissima. 0vete fatto proprio un bel lavoro. )ono colori stupendi. #l rosa sembra puro velluto. #l verde ricorda i colori di una boscaglia al mattino. 5 che giallo1 "n bagliore cos/ intenso farebbe invidia persino al sole1( Davanti a queste lodi, i cinesi pensavano di avere partita vinta. #l sultano si avvicin$ poi all’edificio assegnato ai greci. Qui il suo stupore fu ancora pi+ grande1 5gli infatti pot! vedere che questa casa, lustrata a specchio, rifletteva tutti i colori delle case circostanti1 Come in un grande caleidoscopio, ogni tonalit7 cromatica era rappresentata in una ridda multicolore. -uci e ombre si intrecciavano, in un mirabile gioco di rapporti. Da allora in poi tutti i lavori della corte furono assegnati ai greci, grazie alla loro abilit7. Il $etodo del $aestro
"n giorno il Ae arBat decise di mettere in carcere il aestro per la sua predicazione e per le idee rivoltose che divulgava. Dopo qualche mese il Ae si ritrov$ malato, una strana forma di paralisi nervosa lo costringeva a letto senza neppure muoversi. Tutti i medici del regno cercarono di aiutarlo con i miglior medicamenti, ma invano. #l Ae sembrava non guarire, anzi peggiorava. "n giorno qualcuno decise di suggerire al Ae che forse il aestro avrebbe potuto aiutarlo, in quanto fra il popolo aveva anche la fama di grande guaritore.
#l Ae decise allora di averlo in sua presenza e di chiedergli consiglio. #l derviscio fu chiamato e portato alla presenza di sua aest7 e gli fu illustrato il problema. 5gli rispose2 “aest7 io posso aiutarvi, ma solo ad una condizione2 dovete portarmi un coltello affilato e dobbiamo rimanere soli io e lei”. #l Ae era esterrefatto e se il aestro avesse cercato di ucciderlo' D’altra parte non aveva altra scelta2 o rimanere paralizzato o tentare questo metodo di cura. Dopo averci riflettuto e con molta paura nel cuore disse “9a bene sia fatta la tua volont7, ma sappi che se dovesse succedere qualcosa alla mia incolumit7 fisica, i miei cortigiani ti faranno subito a pezzi.” 4u portato un coltello affilatissimo e lungo e furono lasciati soli, nella camera da letto reale. 0 quel punto il maestro sanai prese il coltello fra le mani e con sguardo maligno si gett$ sul re dicendogli “siamo finalmente soli ed ora potr$ vendicarmi1” #l Ae fu preso dal terrore ed iniziando a gridare scapp$ fuori dal letto urlando che volevano ucciderlo. # suoi cortigiani accorsero e videro il Ae che correva intorno alla stanza inseguito dal aestro che brandiva il coltello nell’aria. Pretendere
>iuf7, un giorno, era di passaggio in una piccola citt7 nella quale era appena morto il )acerdote. >li abitanti, avendo scambiato il viaggiatore per un sant’uomo, gli domandano di pronunciare il sermone della Domenica. 5gli sale sul pulpito e rivolge la parola al numeroso uditorio. %Cari fratelli, sapete di cosa vi parler$'( %o, no(, rispondono i fedeli, %non lo sappiamo(. %Come'( esclama >iuf7 in collera, %voi non sapete di cosa vi voglio parlare in questo luogo consacrato alla preghiera' on ho niente da spartire con tali miscredenti(. 5 in un baleno scende dal pulpito e lascia la Chiesa. #mpressionati per questa scenata, che li rafforza nella loro convinzione che l’uomo sia di una grande religiosit7, le persone si affrettano ad andare a richiamare >iuf7 e lo supplicano di ritornare a predicare. 0llora, risale sul pulpito. %Cari fratelli, sapete forse in questo momento di cosa vi voglio parlare'( %)/, s/(, rispondono in coro i fedeli, %lo sappiamo1( %4igli di cani1( tuona >iuf7. %*er due volte mi importunate perch! io prenda la parola, e poi pretendete di sapere quello che io voglio dire1( Quindi abbandona di nuovo il posto, lasciandosi alle spalle l’uditorio stupefatto2 che cosa dunque dovevano rispondere perch! quel santo accettasse di diffondere la sua conoscenza' "na delle persone dell’uditorio suggerisce che, se fosse posta di nuovo la domanda, gli uni gridassero2 %)/, s/, lo sappiamo1(, e gli altri2 %o, no, non lo sappiamo1( -’idea & pertanto accettata, e corrono a chiamare >iuf7, che sale sul pulpito per la terza volta. %#nsomma cari fratelli, infine sapete di cosa vi voglio parlate'( %)/, s/(, rispondono alcuni, %lo sappiamo1( %o, no(, gridano gli altri, %non lo sappiamo1( %4inalmente(, conclude >iuf7. %#n questo caso, coloro che lo sanno lo dicano agli altri(. Gusto e Gratitudine
-uqman era un saggio. 0veva capito il senso della vita e il valore della conoscenza. Tuttavia la sua esistenza fu piuttosto difficile, perch! -uqman era uno schiavo. 4u venduto a un ricco signorotto arabo, che lo impegn$ in mille servizi. #n breve tempo, per$, il padrone riconobbe le qualit7 di -uqman, e lo schiavo divenne il suo preferito. %-a vita ha infierito su di te, -uqman, impedendoti di essere un uomo libero. a le tue conoscenze ti permettono di non essere soffocato dalla schiavit+. 5 inoltre, col tuo spirito, puoi librare altrove, in cieli pi+ limpidi.( -o schiavo saggio godeva della simpatia del padrone. -’uomo non assaggiava cibo, se prima non lo aveva condiviso con -uqman. Ci$ era ormai un’abitudine. #l signorotto lo faceva per dimostrare a -uqman un sincero apprezzamento delle sue qualit7 spirituali. D’altra parte egli aveva deciso di liberare lo schiavo, non appena se ne fosse presentata l’occasione. %"no come -uqman non deve vivere in cattivit7. a gli render$ la libert7 solo quando scoprir$ che la sua gratitudine nei miei confronti & immensa.( "n giorno, i mercanti d’una citt7 vicina portarono al signorotto una partita d’angurie, assai succulente a prima vista. Come al solito, prima di mangiarle l’uomo le sottopose al giudizio di -uqman. -o schiavo mangi$ una porzione d’anguria, con grande partecipazione. )embrava proprio, a giudicare dall’atteggiamento di -uqman, che il frutto fosse prelibato. Cos/ il signorotto decise, senza esitare, di mangiare la sua parte. Dopo pochi istanti, per$, dovette smettere. Disgustato, stava addirittura per sputare l’anguria1 -’uomo and$ su tutte le furie, e se la prese con lo schiavo. -a possibilit7 della liberazione di -uqman stava forse per svanire' %Quest’anguria ha un sapore insopportabile, tanto & acre1 *erch! non me l’hai detto, -uqman' *ensavo che fossi sempre sincero con me1( "milmente, lo schiavo rispose2 %*adrone1 )ono sempre sincero con te. a non puoi chiedermi di criticare le cose che mi offri. on oso farlo, perch! sarei un ingrato. #o dipendo da te e dalla tua bont7. # tuoi doni saranno sempre ben accetti, anche se riguardassero cose ripugnanti. D’altra parte, per me non sarebbero tali. Tutto ci$ che mi dai & buono, poich! lo offri generosamente.( #l signorotto capi che -uqman aveva sacrificato il proprio gusto personale in favore della sua immensa gratitudine. Cos/, cap/ che era giunto il momento di liberare lo schiavo saggio. La Sagge""a
Tre pesci vivevano nelle acque di un lago. "no era molto saggio, un altro parzialmente saggio e l’ultimo molto sciocco. -’ambiente naturale forniva loro il necessario, e accanto al lago scorreva un torrente, in cui andavano a “cambiare acqua”. ulla sembrava turbare la loro quiete, ma un giorno alcuni pescatori capitarono nei pressi del lago. %>uardate che bei pesci. Chiss7 che carni prelibate1 0ndiamoli a prendere.( %0spetta1 0nche loro ci hanno visto. on si faranno catturare facilmente. Dobbiamo tornare al momento buono, e intanto preparare le reti.( entre i pescatori si allontanavano, i pesci furono colti dal terrore. Di l/ a poco sarebbero stati catturati. Come potevano sfuggire all’insidia' Ciascuno di loro ag/ in base al suo grado di saggezza. #l pi+ saggio pens$ che poteva evitare sicuramente la cattura, gettandosi nel torrente. -i i pescatori non lo avrebbero cercato, e in ogni caso non sarebbero riusciti a prenderlo, poich! le acque del torrente erano pi+ profonde di quelle del
lago. #noltre il torrente sfociava nel fiume, e poi nel mare. on c’era niente da temere. )enza esitare il pesce saggio si gett$ nel torrente, e riusc/ a salvarsi. # pescatori si accorsero che i pesci erano rimasti in due, ma la cosa non li preoccupava. %"no ci & sfuggito1( %)i vede che era molto furbo. Che importa' Ce ne sono ancora due. 5 piuttosto grandi, anche1( #l pesce parzialmente saggio pens$ tra s!2 “Devo fingermi morto, cosi mi lasceranno andare, credendo che non sia buono da mangiare.” #l pesce correva il rischio di essere catturato, poich! i pescatori avrebbero potuto deludere le aspettative. a essi caddero nell’inganno, e lo gettarono di nuovo nel lago. %eglio non mangiarlo. Chiss7 di che & morto1(. %e resta uno, ed & proprio grande1 i viene l’acquolina in bocca1( #l terzo pesce era, purtroppo, molto sciocco, e non poteva che comportarsi avventatamente. #nfatti, si diresse verso la rete, incurante del pericolo. 5 fu subito catturato, e arrostito. Sali% e &amala
C’era una volta un giovane, di nome )aliB, che viveva in una citt7 governata da un re severo, le cui leggi erano cos/ draconiane e cavillose che la gente vi si sottometteva senza riflettere, considerandole quasi leggi di natura. #l re aveva una figlia che si chiamava amala. 8ra, 3amala’ significa *erfezione, e perfetta lo era sotto tutti gli aspetti2 era bella, intelligente e saggia. 5ra vietato vedeva, parlarle e anche pensare troppo a lei. a, naturalmente, alcuni a volte la vedevano, mentre altri, essendo suoi servitori, erano pur costretti a parlarle, di tanto in tanto. #n genere, tuttavia, la gente pensava poco a lei e molto a ci$ che rischiava se si soffermava a pensare a lei, tanto che molti erano arrivati al punto di temere persino di sentir pronunciare il suo nome. "n giorno, mentre stava passeggiando in riva al mare, )aliB vide la principessa uscire dall’acqua dopo la sua nuotata mattutina e se ne innamor$, o perlomeno lo credette in quanto era combattuto tra le sensazioni di attrazione, paura e curiosit7. )aliB ne parl$ con i suoi genitori, che si spaventarono e gli consigliarono di dimenticare l’accaduto. “oi possiamo vivere qui una vita pi+ o meno soddisfacente, a condizione, tuttavia, di obbedire agli ordini del re e di servirlo fedelmente”, disse il padre, che era un uomo colto e rispettato. a )aliB sent/ crescere in lui sempre pi+ potente il desiderio di rivedere la principessa, e ogni giorno si recava in riva al mare e vagava per i boschi appena fuori citt7, nella speranza di incontrarla. 8ra, anche la principessa aveva notato )aliB e si era innamorata di lui. )i confid$ con una vecchia venditrice ambulante che era venuta a vendere la sua merce a palazzo, la quale le promise di cercare )aliB. 5 fu cos/ che un giorno, dopo aver bussato a tante porte, la vecchia si trov$ a faccia a faccia con il giovane )aliB. “4iglio mio”, gli disse, “la principessa ti ama. 8ra tocca a te agire. ando ai decreti reali1 Tu devi tentare di tutto per incontrare la gio= vane6 non & bella come la luna'. )aliB, naturalmente, era sorpreso e felice. Com’era possibile che lui, giovane senza importanza, potesse amare la principessa ed essere ricambiato' *romise alla vecchia che avrebbe trovato il modo per
incontrarla6 avrebbe dimostrato la sincerit7 dei suoi sentimenti par= tendo alla sua ricerca nel disprezzo del pericolo. Con l’anima infiammata dalle parole della messaggera, )aliB sent/ diminuire in lui la paura della collera del re. 0llora usc/ di casa e and$ a gironzolare per la citt7, elaborando mille piani per incontrare la sua amata. on aveva fatto molta strada, quando vide una folla che si accalcava attorno a un uomo condannato al supplizio della frusta. “Che cosa ha fatto'”, chiese )aliB. -a gente rispose2 “Quest’uomo ha parlato della principessa con ammirazione2 il re, naturalmente, lo ha condannato a questo castigo”. 0lla vista di quella carne lacerata, )aliB fu colto dall’orrore, gli si strinse il cuore ed ebbe paura di subire la stessa sorte se si fosse ostinato ad alimentare i suoi segreti desideri. Tuttavia, prosegu/ il suo cammino con il cuore nuovamente colmo di ammirazione e pi// che mai determinato. Aicominci$ a escogitare nuovi piani per incontrare la giovane donna. 0ll’angolo di una strada vide una folla che fischiava un mercante che veniva cacciato dal suo negozio6 la gente gli tirava del fango, e quando i soldati del re gettarono sulla strada la sua mercanzia, la gente se ne impadron/ immediatamente. )aliB chiese cosa stesse succedendo, e gli risposero2 cos/ che coloro che desiderano la figlia del nostro saggio e potente padrone, il re, si coprono di vergogna1 Quest’uomo ha scritto un’ode alla principessa”. 0lla vista del castigo che avrebhe potuto essergli inflitto, il cuore di )aliB si raggel$. a ritrov$ subito la determinazione iniziale e prosegu/ per la sua strada. *oco canopo incroci$ un uomo che camminava guardando verso il
cielo. 0ll’improvviso spuntarono le guardie reali, che lo afferrarono brutalmente e lo portarono via con la forza. )aliB chiese ai passanti quale crimine avesse commesso queEE’uomo. “>uardare in alto & un c/elitto”, risposero. “Colui che alza lo sguardo, un giorno o l’altro potrebbe sorprendersi a fissare la f/nestra della torre dove vive la principessa. isogna quindi impedirglielo”. 5 fu cos/ che )aliB, per prevenire una simile sorte, si mise a ram=minare con lo sguardo a terra. 5ra gi7 un bel po’ che proseguiva a testa bassa, quando si trov$ di fronte la venditrice ambulante. “>iovanotto”, gli disse, “tu non stai facendo niente per la principessa. )e l’ami come lei ti ama, devi fare qualcosa per non rischiare di deluderla”. “iovanotto”, gli dissero, “noi siamo afflitti per la morte di un nostro caro familiare. a tu, un estraneo, non hai diritto di irrompere in questa casa e di comportarti in modo cos/ scorretto. #noltre, non si tratta di una donna, ma di un uomo”. )aliB prosegu/ per la sua strada. )i ritrov$ ben presto a un bivio dove era seduto, con gli occhi socchiusi, un venerabile saggio ? che di fatto era un maestro sufi ? che gli disse2 “)aliB, amico mio, ti resta poco tempo per trovare la principessa.
“
"n uomo and$ a visitare un derviscio, e gli disse2 “9oglio discutere con te del mio problema”. “5 io non voglio discuterne”, rispose il derviscio. “Come puoi essere cos/ categorico, dato che non lo conosci'”, disse il visitatore, contrariato. #l derviscio sorrise. “0 che pro sottopormi un problema, se non lo conosco e non ho una percezione maggiore degli altri'”. 8ra il visitatore era al tempo stesso sconcertato e desideroso di saperne di pi+. “0llora, dimmi qual & il mio problema, e questo mi convincer7”. “8h, essere umano1”, disse il derviscio. “)ei quasi completamente fuori strada. )e ti dimostrassi di sapere ci$ che ti preoccupa, svierei la tua attenzione verso il 3miracoloso’, e invece del )ervizio ? che & il mio vero compito ? farei una messinscena”. “0llora dammi soltanto la soluzione del mio problema, cos/ risponderai alle esigenze del )ervizio”. “Questo l’ho gi7 fatto”, disse il derviscio. “on ci capisco pi+ nulla.”, esclam$ il visitatore. “on mi risulta che tu mi abbia fornito la bench! minima soluzione”. “5 allora va’ a cercare la risposta altrove1”. *er mesi quest’uomo viaggi$ per il paese intrattenendosi con molte persone, alle quali non mancava mai di raccontare il suo incontro col derviscio. "n giorno cominci$ a intravedere che il suo problema era stato l’egocentrismo, e che il derviscio glielo aveva indicato. #l suo vero problema era questo, e non quello che aveva immaginato.
Qualche tempo dopo, in una citt7 lontana dal luogo del loro incontro, si ritrov$ a faccia a faccia col derviscio. “8ra”, gli disse, “ho preso coscienza della saggezza delle tue parole, e vorrei ricompensarti per il servizio che mi hai reso”. “-o hai gi7 fatto.”, disse il derviscio. “*arlando a tutti della nostra conversazione hai contribuito, senza volerlo, alla trasmissione dell’#nsegnamento2 non eri forse l’esempio vivente dell’ignoranza e della perplessit7' “)/, eri come un uomo che cammina con una freccia conficcata nel cranio che tutti possono vedere eccetto lui, e che & l’unico ad attribuire il suo mal di testa allo sforzo che ha fatto per pensare profondamente. “5cco come hai servito. Tu credevi, e sembravi voler servire te stesso, ma in realt7 servivi la saggezza, come ti ho spiegato. -a saggezza, dunque, si & manifestata in parte per consentirti di vederti un po’ meglio. “Tuttavia, non soltanto hai servito la saggezza, ma anche la tua auto ossessione, non te. 0 dire il vero, chiunque pu$ incitarti a servire chiunque o qualsiasi cosa. *er questo basta che ti persuada che puoi servire te stesso adottando una certa linea di condotta, che in realt7 serve ad altri fini1 Chi & che ci guadagna, in tutto ci$'”. L'o((edien"a
"n maestro ricevette un giorno la visita di due uomini che chiedevano di diventare suoi discepoli. 5gli acconsent/, a condizione che si sottoponessero a un periodo di prova di tre mesi. *er quasi novanta giorni il maestro non affid$ loro il minimo compito6 non raccont$ loro una sola storia6 non li invit$ a nessuna riunione. Quando si avvicin$ il termine del loro periodo probatorio, li fece venire entrambi nel cortile della sua dimora, e disse loro2 “"scite e andate dove si trovano i cammelli6 ognuno di voi ne prenda uno per la cavezza e lo conduca da me scavalcando il muro e facendolo scavalcare anche al cammello”. #l primo discepolo disse2 “aestro, & scritto che l’uomo deve esercitare la sua intelligenza. -a mia intelligenza mi dice che ci$ che tu ci chiedi & impossibile, e il mio buonsenso mi dice che mi hai chiesto ci$ solo per verificare se sono intelligente o no, e se so appellarmi al mio buonsenso”. “0llora non cercherai di far passare il cammello al di sopra del muro'”, chiese il maestro. “o, non lo far$”, rispose il discepolo, “e perdonami se ti sembro disobbediente”. #l aestro si rivolse allora al secondo discepolo. “5 tu, come risponderai alla mia richiesta'”. )enza dire una parola, il secondo discepolo si diresse verso il cancello, e usc/. #l maestro lo segu/, invitando con un gesto il primo discepolo ad accompagnarlo. Quando furono tutti e tre dall’altra parte del muro di cinta, dove si trovavano i cammelli, il secondo discepolo ne prese uno per la cavezza e lo condusse davanti al muro. 0llora, sempre tenendo in mano la cavezza dell’animale, al quale diceva parole di incoraggiamento, tent$ di scavalcare il muro. Quando fu palese che il suo tentativo era destinato a fallire, il maestro disse2 “Aiconduci questo cammello dove l’hai preso, e seguimi”. Qualche minuto pi+ tardi, quando tutti e tre furono di nuovo riuniti nel cortile, il maestro disse loro2
“Da che mondo & mondo, tutti sanno che il Cammino esige, da quelli che lo seguono, varie capacit7, tra le quali l’esercizio dell’intel=ligenza, l’uso del buonsenso, e anche l’obbedienza”. “-’obbedienza & importante quanto l’intelligenza e il buonsenso. Chiunque abbia insegnato, sa bene che quasi tutti cercano di dar prova di intelligenza e buonsenso, piuttosto che praticare l’obbedienza, creando cos/ uno squilibrio fra queste tre qualit7. -a maggior parte dell’umanit7 crede che obbedire sia meno importante che trovare il modo di uscire da una situazione. -a verit7 & che nessuno di questi elementi & pi+ importante degli altri due. -a loro importanza si rivela nell’azione. #l mondo & pieno di uomini intelligenti6 ma dove possiamo trovare uomini di obbedienza' “#l primo discepolo & scartato in quanto egli d7 troppa importanza all’esercizio dell’intelletto. #l secondo & accettato perch! non ha tratto conclusioni affrettate basate su quell’apparenza che gli uomini si ripetono reciprocamente, impedendosi cos/ di dare quasi sempre il meglio di s!”. )i rivolse poi al secondo discepolo e gli chiese perch! avesse tentato l’impossibile. #l discepolo rispose2 “#o sapevo che tu sapevi che si trattava di un compito impossibile, e quindi non vi era alcun male a obbedire per vedere dove ci$ avrebbe condotto. )apevo che la soluzione pi+ facile era dire2 3& impossibile6 il buonsenso mi impedisce di tentare, e che soltanto un individuo superficiale poteva pensare cos/. “0bbiamo tutti abbastanza buonsenso per rifiutarci di obbedire, quando lo riteniamo necessario. Dunque, sapevo che volevi mettere alla prova la mia obbedienza e il mio rifiuto di fare scelte facili”. L'Aiuto
9ivendo in miseria, un uomo aveva contratto molti debiti. # suoi creditori lo assillavano perch! li estinguesse, ma egli non era in grado di farlo. “Dovr$ chiedere l’aiuto di qualcuno. 4orse il prefetto di Tabriz” pens$ il povero. #l prefetto era una persona molto generosa, e spesso ci si rivolgeva a lui per superare gravi difficolt7. %)ai dirmi dove abita il prefetto'( domand$ l’uomo a un passante. %-a sua casa & poco distante, ma... non sai che & morto proprio oggi'( #l povero si morse la lingua, e biascic$2 %@ morto proprio oggi che avevo bisogno di lui1( a dopo un attimo di sbigottimento, pens$2 “
#l giorno dopo, il denaro raccolto fu consegnato all’indigente. a l’uomo constat$ amaramente che si trattava di una somma molto piccola. %@ inutile( disse al suo benefattore. %Ti ringrazio per ci$ che hai fatto, ma sono quasi al punto di partenza. *otr$ soddisfare solo una minima parte dei miei creditori. *er$ non importa. )ei stato molto buono, e hai fatto ci$ che potevi.( Dopo quest’altra delusione, il problema sembrava insolubile. )pinto dalla disperazione l’uomo cominci$ a camminare a casaccio e arriv$ al cimitero. )eguendo uno strano istinto, si avvicin$ alla tomba del prefetto, e grid$2 %)ei morto proprio mentre venivo a chiedere il tuo aiuto1 5 ora ne ho pi+ bisogno che mai1 Ti prego, salvami1( -’uomo parlava impulsivamente, senza rendersi conto di rivolgersi a un morto1 >iunse l’ultima notte, la vigilia della scadenza, e il suo sonno era molto agitato. 8rmai non poteva pi+ saldare il debito. el sogno gli apparve una figura imponente, che il povero non stent$ a riconoscere2 si trattava del prefetto1 %Tu1 )ei venuto a cercarmi1 i aiuterai'( %@ per questo che sono qui( rispose lo spirito, aggiungendo, senza perdersi in chiacchiere2 %5sci dalla citt7, e fermati sotto un grande albero. )cava a fondo e troverai un tesoro. # tuoi creditori saranno soddisfatti.( %a gli alberi grandi sono tanti1
Come far$ a capire di quale stai parlando' (
%on puoi sbagliarti. -o sentirai. 5 ora lasciami andare, il mio compito & finito( disse il prefetto, svanendo nel nulla. Quella notte stessa, il povero si rec$ nel luogo indicato. 5 cominci$ a scavare febbrilmente. Dopo un po’, seminascosto dal fango, scopr/ uno scrigno di monete d’oro. #l prefetto lo aveva aiutato1 5 cosi l’appoggio d’un morto si rivel$ pi+ consistente di quello dei vivi. Quanto al povero, impar$ la lezione e, da quel giorno, evit$ di indebitarsi con chicchessia. Sen"a una Guida)
)i racconta che un giorno due studenti della 9ia stavano discutendo dell’essere umano. #l primo diceva2 “-’uomo perviene alla 9erit7 attraverso la ricerca e gli sforzi personali. Dalla sua ignoranza iniziale, egli si eleva per gradi fino alla conoscenza”. #l secondo diceva2 “-’uomo perviene alla verit7 solo se & guidato da maestri esperti”. # due uomini vennero quasi alle mani, ed erano ben lontani dall’aver trovato una soluzione alle loro divergenze, quando pass$ un vero aestro. 5 cos/, decisero di sottoporre il loro litigio al suo arbitrio. “9olete che mi pronunci su questo problema'”, chiese il aestro. “)/, per favore1”, lo esortarono. “9a bene... avete mai visto due cani litigare per un osso'”. “)/, naturalmente1”, dissero all’unisono. “5 avete mai visto l’osso prender parte alla disputa' *ensateci”. L'amore)
"n ragazzino prov$ un immenso dispiacere nel trovare la sua tartaruga a pancia all’aria, immobile e senza vita accanto allo stagno. )uo padre fece del suo meglio per consolarlo2 %on piangere, figliolo. *repareremo un bel funerale per la signora Tartaruga6 le costruiremo una piccola bara tutta foderata di seta e chiederemo al becchino di porre sulla tomba una lapide con inciso il nome della signora Tartaruga. *oi le porteremo ogni giorno dei fiori freschi e porremo tutt’intorno un piccolo steccato(. #l bambino si asciug$ gli occhi e si dichiaro entusiasta dell’idea. Quando tutto fu pronto, il padre, la madre, la cameriera e il bambino in testa partirono in corteo marciando con aria solenne verso la stagno dov’era la morta. a questa era scomparsa. 0ll’improvviso scorsero la signora Tartaruga che emergeva dal fonda del laghetto, nuotando allegramente. #l piccolo fisso la sua amica in preda a profonda delusione ed esclam$2 %"ccidiamola(. I discorsi serali
C’era una volta un anziano aestro che aveva un gruppo assai numeroso di discepoli che, periodicamente, andavano ad ascoltarlo. 0lcuni di loro, presi dall’entusiasmo di seguire la 9ia, gli dissero2 “aestro1 )appiamo quanto il discepolo deve darsi nelle mani della >uida, divenendo leggero come una foglia per essere sospinta dal >rande 9ento. oi lo vogliamo1 #l desiderio della meta ci brucia dentro.” #l maestro sorrise, perch! conosceva i loro cuori e sapeva cosa si
celava in essi e per un certo tempo non gli chiese nulla. Quando giunse il momento, il aestro chiese ad uno di portare delle rose in un certo luogo. 0d un altro chiese di trasportare un diamante di sua propriet7 ad un uomo, suo amico, che era molto lontano. 0d un altro ancora chiese di portare a termine un lavoro molto faticoso che lo avrebbe tenuto per dei giorni lontano dalla sua casa. #l primo discepolo rimase esterrefatto e, con il sorriso sulle labbra, neg$ la sua disponibilit7. #l secondo inizi$ a scusarsi ed a giustificarsi, sino a quando lui stesso fu convinto che continuare a chiedergli di occuparsi del diamante sarebbe stato disumano. #l terzo conferm$ la sua disponibilit7 e poi si rese irreperibile per il giorno in cui sarebbe dovuto partire. -a sera stessa, ai discepoli rimasti, il maestro disse2 “5ssere nella 9ia non vuol dire imparare nuove filosofie, ma soprattutto darsi al -avoro. # buoni propositi, gli entusiasmi, i buoni ideali, servono a poco. Ci$ che & necessario & il fare, ed il fare ben condotto secondo i termini del giusto tempo e nel giusto modo. 0ltrimenti ci$ che io insegno non potr7 penetrare. Quei tre amici hanno perso l’opportunit7 di entrare in sintonia diretta con l’#nsegnamento e di capire attraverso l’esperienza. )i accontentano di ascoltare i miei discorsi serali. Questo non li porter7 mai da nessuna parte.” Il Sasso $iracoloso***
#n un villaggio una donna ebbe la sorpresa di trovare sulla soglia di casa uno straniero piuttosto ben vestito che le chiese qualcosa da mangiare. %i dispiace(, ella rispose, %al momento non ho in casa niente(. %on si preoccupi(, replica la sconosciuto amabilmente. %
"na volta un anziano professore venne contattato per tenere una lezione di formazione sulla *ianificazione efficace del tempo ad un gruppo di una quindicina di dirigenti di importanti aziende. #l corso faceva parte di una delle cinque sessioni della loro giornata di formazione, e il professore aveva a disposizione solamente unHora per fare lezione. #n piedi, davanti a questo gruppo dHelite :pronto a prendere appunti su tutto ci$ che lHesperto stava per insegnare;, lHanziano professore li guard$ ad uno ad uno, lentamente, e poi disse2 0desso faremo un esperimento. Da sotto al tavolo che lo separava dagli allievi, il vecchio professore tir$ fuori un grande recipiente di vetro da pi+ di I litri, e lo pos$ delicatamente davanti a s!. *oi tir$ fuori una dozzina di ciottoli grandi allHincirca come delle palle da tennis ed uno ad uno li mise delicatamente dentro il vaso. Quando questo fu riempito fino al bordo e fu impossibile aggiungere anche un solo sasso, alz$ lentamente gli occhi verso i suoi allievi e domand$2Questo vaso & pieno' Tutti risposero )/. 0ttese qualche secondo e aggiunse2 Davvero' 0llora si chin$ di nuovo e tir$ fuori da sotto al tavolo un secondo contenitore, questa volta pieno di ghiaia. Con attenzione vers$ questa ghiaia sui grossi sassi e poi scosse leggermente il vaso. # pezzettini di ghiaia si infiltrarono tra i sassi fino al fondo del recipiente. -Hanziano professore alz$ nuovamente lo sguardo verso il suo uditorio e ridomand$2 Questo vaso & pieno' Questa volta i suoi brillanti allievi cominciavano a comprendere il suo armeggiare.
"no di essi rispose2 *robabilmente no1 ene rispose lHanziano professore. )i pieg$ di nuovo e questa volta tir$ fuori da sotto al tavolo un secchio di sabbia. Con delicatezza vers$ la sabbia nel vaso. -a sabbia and$ a riempire gli )pazi tra i grossi ciottoli e la ghiaia. 0ncora una volta domand$2 Questo vaso & pieno' Questa volta, senza esitare e in coro, i suoi allievi risposero2 o1 ene1 soggiunse il vecchio professore. 5, come ormai si aspettavano i suoi prestigiosi allievi, prese la brocca dellHacqua che stava sul tavolo e riemp/ il vaso fino al bordo. -Hanziano professore alz$ allora gli occhi verso il gruppo e domand$2 Quale grande verit7 ci dimostra questo esperimento' #l pi+ furbo, il pi+ audace dei suoi allievi, ripensando allHargomento del corso rispose2 Dimostra che anche quando si crede che la nostra agenda sia completamente piena, ci si possono aggiungere altri appuntamenti, altre cose da fare. o rispose il vecchio professore on & questo. -a grande verit7 che questHesperimento ci dimostra & la seguente2 se non si mettono per primi i sassi pi+ grossi allHinterno del vaso, non ci si potr7 mettere tutto il resto in seguito. Ci fu un profondo silenzio, mentre ciascuno prendeva coscienza dellHevidenza di questa affermazione. -Hanziano professore disse allora2 Quali sono i sassi pi+ grossi nella vostra vita' -a vostra salute' -a vostra famiglia' # vostri amici e le vostre amiche' Aealizzare i vostri sogni' 4are ci$ che vi piace' #mparare' Difendere una causa' 5ssere rilassati' Darsi il tempo' 8 cose del tutto diverse' Quello che dobbiamo ricordarci & lHimportanza di mettere per primi nella propria vita i )0))# *#"H >A8))#, altrimenti si rischia di non riuscire a fare . . . la propria vita. )e si da *riorit7 alle minuzie :la ghiaia, la sabbia; ci si riempir7 la vita di inezie e non si avr7 a sufficienza del tempo prezioso da consacrare alle cose importanti della vita. 0llora non dimenticate di porvi la domanda2 Quali sono i )0))# *#"H >A8))# nella mia vita' 5 poi mettete li per primi nel vostro vaso. Con un cenno amichevole della mano lHanziano professore salut$ il suo uditorio e lentamente usc/ dallHaula. Parlare o***
)ul mercato, un venditore ambulante offre, per due monete d’argento, un uccello dai colori meravigliosi, rosso, verde, giallo, blu. %5 soprattutto, parla(, precisa il mercante nel suo imbonimento. %5 capace di ripetere tutto ci$ che gli viene detto. Cornprate E’uccello delle isole1 Chi vuole E’uccello delle isole'( Tutte le mattine, questa rarit7 provoca una grande meraviglia fra gli avventori, ma nessuno la acquista2 essi infatti reputano che il prezzo sia elevato, troppo elevato, e il mercante non la vuole assolutamente abbassare. #l giorno seguente, e la volta di >iuf7 di presentarsi sul mercato con un tacchino, appoggiato su un trespolo2 un tacchino tutto nero che ha presa dal suo cortile, e per il quale egli non chiede meno di tre monete d’argento. 5 forse diventato pazzo' 0 meno che non stia preparando ancora qualche colpo alla sua maniera... %)piegaci questo mistero(, finisce per chiedergli un uomo, davanti ai curiosi che si erano assemblati. %Come puoi sperare di vendere un tacchino a un tale prezzo, quando per la stessa somma si pu$ avere un gregge intero'( %on polemizzate, ignoranti1 )e E’uccello di ieri valeva due monete d’argento, il mio ne vale ben tre. 5 non abbasser$ il mio prezzo d’un centesimo(. %## tuo scherzo e di cattivo gusto, >iuf7. -’uccello che abbiamo visto ieri era una meraviglia. *arlava1( %>iustamente(, risponde >iuf7, %giustamente1 #l mio tacchino, di contro, fa molto meglio1( %0h, e che cosa'( %*ensa1(
Meditazione:
Il maestro è come l'anfitrione nella sua casa. I suoi ospiti sono coloro che cercano di studiare la Via e che non sono mai stati in una casa. Essi hanno solo una vaga idea di ciò che può essere una casa, eppure la casa esiste. Quando gli ospiti entrano in casa e scoprono il salotto e chiedono: "Che cos'è", viene loro risposto: "! il luogo dove ci si siede". llora si siedono sulle sedie, ma sono solo vagamente coscienti della fun#ione della sedia. $'anfitrione li intrattiene, ma essi continuano a porre domande, talvolta irrilevanti. %a &uon anfitrione non li &iasima per uesto( per esempio, uando vogliono sapere dove e uando mangeranno. )on sanno che nessuno è solo e che in uel preciso momento altri sono impegnati a cucinare, e che esiste un'altra stan#a dove si sederanno per mangiare. *ono perplessi perch+ non possono vedere ne il pasto ne i preparativi del pasto, e forse sono anche du&&iosi e talvolta a disagio. Il &uon anfitrione, che conosce i pro&lemi degli ospiti, fa del suo meglio per metterli a loro agio affinch+ siano in grado di gustare il ci&o uando arriver. ll'ini#io, gli ospiti non sono in condi#ione di avvicinarsi al ci&o. lcuni ospiti sono pi- svelti degli altri a capire e ad afferrare i rapporti tra i vari elementi della casa. *ono loro che possono comunicare ciò che sanno agli amici pi- lenti. In uel frangente, l'anfitrione da a ogni ospite la risposta che corrisponde alla sua capacit di percepire l'unit e la fun#ione della casa. )on è sufficiente che una casa esista, che sia pronta per ricevere ospiti e che l'anfitrione sia presente. Qualcuno deve esercitare attivamente la fun#ione di anfitrione, affinch+ gli estranei, che sono gli ospiti e di cui l'anfitrione si assume la responsa&ilit, possano a&ituarsi alla casa. ll'ini#io, molti di loro non sono coscienti di essere ospiti o, pi- precisamente, di ciò che significhi la situa#ione di ospite: ciò che possono dare e ciò che possono ricevere da uesta situa#ione. $'ospite di esperien#a, che ha studiato le case e l'ospitalit, a lungo andare si trova a suo agio nella condi#ione di ospite, e inoltre è in grado di capire meglio tutto ciò che si riferisce alle case e ai vari aspetti della vita nelle case. inch+ è impegnato a capire che cos'è una casa o a cercare di ricordarsi le regole dell'etichetta, la sua atten#ione è troppo presa da uesti fattori per essere in grado di osservare, per esempio, la &elle##a, il valore o la fun#ione dell'arredamento. Meditazione:
/n giorno un gruppo di uomini fece una traversata di un grande lago su una &arca di medie dimensioni, ma molto vecchia e tra&allante. ra i passeggeri vi era un /omo sulla Via. Quando gli altri vennero a sapere uesto gli si avvicinarono e ini#iarono a fargli domande sul significato dell0esisten#a e sul valore della ricerca. $ui li guardava fissi e ripeteva, come una cantilena, sempre la stessa frase: 1Cercate di essere consapevoli della morte finche non saprete cosa è in realt la morte2. 3li altri ospiti erano stupefatti, l0uomo sem&rava in preda ad una trance ipnotica e non si risvegliava da uesto suo stato. d un tratto si a&&att+ sulla nave una &urrasca4 il cielo si era fatto nero e un fortissimo vento, come mai si era visto prima, fece uasi ri&altare la &arca. 5utti erano sconvolti ed urlavano per ogni dove, solo l0uomo sulla via non si muoveva4 era immo&ile e sem&rava assolutamente tranuillo, an#i sem&rava che si stesse riposando6 d un tratto tutto si calmò, ini#iò a piovere e il vento smise di soffiare con la violen#a di prima. 3li uomini si accostarono nuovamente all0uomo sulla Via. 15u non ti sei curato di poter morire4. la &arca stava uasi per scaraventarsi in mare62 1Voi non vi rendente nemmeno conto di uello che dite2 disse l0uomo sulla Via. 17ensate di correre il pericolo di morire solo uando avete paura di morire, solo uando soffia un poco pi- forte il vento sulle vostre teste. In realt voi non avete corso un pericolo maggiore di uello che correte in ogni momento. Voi diventate consapevoli di dover morire solo uando è la paura a suggerirvelo. In realt siete sempre vicini alla morte4 ma non ve ne rendete conto62 $0estratto di un discorso fra un aspirante allievo ed un insegnante4 e vi lasciamo con una domanda: esistono molti tipi di sigarette, molte specie, molte marche4 ciascuno ha il suo pacchetto preferito4 e uello che voi prediligete ual è 8$9 *5 La storia:
*ono pronto per il Viaggio4 disse un allievo all0insegnante che era davanti a lui. ;ene, allora sei pronto per partire4 Certamente, rispose l0allievo, ma devo preparare l0euipaggiamento. %i che tipo di euipaggiamento hai &isogno ;eh dei vestiti, di tutti i miei risparmi e di un uintale di sigarette. Io non potrei mai partire sen#a portare con me le sigarette. lungo. )on c0è altro modo che lasciare le tue sigarette a casa6 Cosa dici *e tu non vuoi insegnarmi come posso fare a portare con me le sigarette vuol dire che sei inesperto ed incapace.
C'era una volta una povera vedova che un giorno, dalla finestra della sua casa, vide un umile i due si misero in viaggio. %opo aver attraversato numerosi paesi e affrontato insieme molti disagi, il e giurò di rimanere impavido, ualunue cosa fosse successa. llora il a lui e la terra si apr>. "scoltami &ene, &dullah", disse allora il le &raccia del favoloso &ottino. inalmente, vide il candela&ro. 7ensò che tanto valeva portarlo al derviscio e che, comunue, poteva nascondere oro a sufficien#a nelle sue ampie maniche. 7reso il candela&ro, risal> la scala che lo riportava in superficie, ma uando fu alla luce del giorno si accorse di trovarsi vicino alla casetta di sua madre. Quanto al derviscio, era scomparso. )on appena &dullah cercò di mostrare l'oro e i gioielli a sua madre, essi sem&rarono fondersi e svanirono. )on gli rimase che il candela&ro. &dullah lo guardò con atten#ione: aveva dodici &raccia. ccese una candela e all'istante gli sem&rò di vedere apparire una sagoma che sem&rava uella di un derviscio. $'appari#ione volteggiò per un attimo, posò una moneta sul pavimento e scomparve. llora &dullah accese tutte le candele. %odici dervisci si materiali##arono, dan#arono per un'ora e, prima di svanire, gli lanciarono dodici monete. Quando si furono ripresi dallo stupore, &dullah e sua madre si resero conto di poter vivere agiatamente col ricavato del candela&ro, avendo scoperto di poter ottenere ogni giorno, dalla 'dan#a dei dervisci', dodici monete d'argento. 5uttavia, non passò molto tempo prima che &dullah riprendesse a sognare le incalcola&ili ricche##e che aveva intravisto nella caverna sotterranea, e cos> decise di vedere se poteva avere un'altra opportunit per trovare una vera ricche##a per se stesso. Egli cercò, cercò e cercò ancora, ma
non riusc> a ritrovare l'ingresso della caverna. 9rmai il desiderio di essere ricco era diventato un'ossessione che non lo a&&andonava pi-. *i mise uindi a viaggiare per il mondo, finch+ un giorno arrivò davanti a un pala##o dove viveva il povero derviscio che sua madre aveva visto &arcollare vicino alla sua casa. 7oich+ erano mesi e mesi che cercava, &dullah fu felice di essere condotto davanti al derviscio, che era vestito in modo regale e circondato da una schiera di discepoli. "9h, ingrato6", disse il derviscio, "ora ti mostrerò ciò che il candela&ro può fare veramente". 7rese un &astone e colp> il candela&ro: ogni &raccio si trasformò in un tesoro pi- grande di uello che il giovane aveva potuto vedere nella caverna. Il derviscio fece portare via l'oro, l'argento e i gioielli, affinch+ fossero distri&uiti fra gente meritevole, ed ecco che di nuovo riapparve il candela&ro, pronto per servire ancora. Il derviscio si rivolse al giovane: "Visto che non sei affida&ile nel fare le cose correttamente, e dato che hai tradito la fiducia che avevo riposto in tè, devi lasciarmi. 5uttavia, dato che hai riportato il candela&ro, puoi portarti via un cammello e un carico d'oro". &dullah passò la notte al pala##o, e all'al&a riusc> a nascondere il candela&ro nella sella del cammello. )on appena arrivato a casa, accese le candele e colp> il candela&ro col &astone. 5uttavia, non aveva ancora imparato il procedimento magico: an#ich+ tenere il &astone con la mano destra, si serv> della sinistra. I dodici dervisci apparvero immediatamente, presero l'oro e i gioielli, sellarono il cammello, afferrarono il candela&ro e sparirono. $a situa#ione di &dullah era peggiore di prima perch+ ser&ava sempre il ricordo della sua inettitudine, della sua ingratitudine, del suo furto e del fatto che la ricche##a era stata a portata di mano.
Quando non sai cosa fare, uando sei perso nelle tue emo#ioni negative ciò non dipende mai dalle situa#ioni esterne. Ci sono dei casi in cui ti senti forte e diventi forte. )onostante le difficolt senti di non avere grossi pro&lemi, ti senti saldo, capace di contrastare ogni cosa sen#a troppe difficolt. In altri momenti, invece, anche un sussurro può farti so&&al#are, anche uno sguardo inaspettatamente perplesso o un saluto mancato. %a cosa dipende tutto uesto %al fatto che non sono gli avvenimenti esterni che hanno sempre la meglio su di te. volte, invece, sono le tue emo#ioni interiori che, per chiss uale motivo, so&&al#ano e si raffor#ano
oppure si affievoliscono sen#a controllo. $0uomo è solo un piccolo essere che, sen#a controllo, si muove nello spa#io che crede di dominare. In fin dei conti tutti noi siamo molto teneri nel nostro senso di poten#a, capaci di ingannare soprattutto noi stessi. 1In fin dei conti sei tu che controlli la tua vita2 ci diciamo 1)on perderlo mai uesto controllo, non lasciarlo4 perch+ altrimenti potresti scontrarti con la dure##a altrui e la sofferen#a.2 Eppure se ci soffermiamo su uesta domanda dovremmo anche chiederci: se controlliamo la nostra vita, perch+ non possiamo controllare la nostra morte 7erch+ non possiamo decidere di non morire *e davvero siamo solo noi gli artefici del nostro destino perch+ i &im&i del uella mattina, in uella scuola. Io credo che ueste siano solo idee neA age che descrivono la fuga davanti al senso di impoten#a che l0uomo prova verso la vita. Egli non riesce a riconoscersi pedina di una )atura pi- grande, a volte tremenda e terri&ile. Eppure è proprio uesta )atura che ti invito a conoscere. Il suo messaggio è semplice ed è l> per tutti coloro che sanno ascoltare: 1Vivi ogni momento come se fosse l0ultimo2. Il suo volto sem&ra accigliato, severo, autoritario. accanto e cerca di ascoltarne la voce silen#iosa che emerge da uelle false immagini create dalla paura. 1Vivi ogni momento come fosse l0ultimo. $otta, credi, com&atti. *ii felice di poter credere in te stesso in uesto giorno, prendi il tuo progetto, il seme che hai nel cuore, la tua ispira#ione e lotta per concreti##arla. %edica tutto te stesso in uello che fai. VIVI per imparare a morire2. Chi sa interpretare il senso profondo delle parole che la )atura apparentemente crudele pronuncia, chi detiene uesta conoscen#a che va oltre l0apparen#a, ha ede. $a ede è conoscen#a del messaggio nascosto, nulla ha a che fare con il 1credere2. La Storia: cos’è l’esoterismo
3iuf stava nella corte di un grande Be che si interessava di filosofie segrete. /n giorno venne da lui convocato per una uestione seria. 13iuf, tu hai acuisito, si dice, la conoscen#a dei misteri. Vorrei allora che tu mi dicessi che cosa è una certa scien#a occulta chiamata esoterismo, mi sem&ra2. 17er la &ar&a di 3iuseppe, mio Be, non ho mai sentito parlare di uesta scien#a62 1E&&ene, informati, domanda. Voglio che tu mi faccia un rapporto su uesto, fra un mese.2 /n mese dopo, 3iuf, che nel frattempo si era limitato a coltivare il giardino e a prendersi cura del suo asino, come sempre, torna a corte a mani vuote. 13iuf, vedo che hai dimenticato ciò che ti avevo domandato62 1%imenticato 7adrone6 =o percorso province intere, ho domandato ai pi- illustri saggi, ho letto centinaia di trattati. E che %io mi maledica se mento62 1 stupido che sem&ra un tacchino che chioccia. 1Come, carota Che significa uesta sciocche##a62 1CB9562 ripete con lo stesso tono 3iuf. 1=o imparato due cose infatti sull0esoterismo. $a prima è che molti asini se ne interessano. $a seconda è che, fortunatamente, la parte migliore è nascosta2. La storia:
/n cavaliere vide dall'alto del suo cavallo un serpente velenoso infilarsi nella gola di un uomo addormentato, e si rese conto che se uell0uomo avesse continuato a dormire, il veleno lo avre&&e sicuramente ucciso. %i conseguen#a prese a frustare il dormiente finch+ non si svegliò. )on avendo tempo da perdere lo trascinò a for#a sotto un al&ero, ai piedi del uale c'erano delle mele marce( lo costrinse a mangiarle, poi lo o&&ligò a &ere lunghi sorsi di acua del ruscello. ". l calar della notte, finalmente, l'uomo, esausto, strama##ò a terra e vomitò le mele, l'acua e il serpente. Quando vide ciò che era uscito dal suo corpo, cap> uanto era accaduto e implorò il perdono del cavaliere. Questa è la nostra condi#ione. Quando leggerete uesto, non confondete la storia con l'allegoria, ne l'allegoria con la storia. Coloro che hanno ricevuto la conoscen#a hanno in cam&io delle responsa&ilit. Coloro che non l'hanno ricevuta non ne hanno, indipendentemente da uello che pensano. $'uomo che era stato salvato disse al cavaliere: "*e mi avessi avvertito, avrei
accettato di &uon grado il tuo trattamento". "*e ti avessi avvertito", rispose il cavaliere, "non mi avresti creduto, oppure saresti rimasto parali##ato dalla paura o saresti fuggito, oppure, ancora, ti saresti riaddormentato per cercare l'o&lio. E non ci sare&&e stato pi- tempo". *pronando il suo cavallo, il misterioso cavaliere si allontanò al galoppo. La Storia:
/n uomo si portò nella pu&&lica pia##a di un paese orientale. Con viso mesto sal> su un &anco e ini#iò a dire a voce alta: *ono un cane. )on mi definite uomo. Quello che faccio, uello che sento, i miei pensieri e le mie a#ioni rappresentano un me stesso che, ahimè, vorrei diverso. Invece sono simile ad una &estia indomita, irruente, implaca&ile, notturna, che si lascia prendere dalle passioni pi- distruttive. /n giorno inneggio a %io, un altro sono amico del sonno e della dimentican#a. $0altra notte avevo &evuto, ero in preda ad una droga che mi offuscava la mente ed il cuore ed ho ucciso un uomo, un innocente. %opo averlo ucciso ho dan#ato in prenda al mio offuscamento sul suo cadavere, ho riso, preso com0ero dall0u&riacatura della mia vanit, perso nel piacere degli istinti sen#a volont. *ono un mostro e uesto non lo tollero io stesso. $0unica cosa che oggi posso fare è denunciare a tutti voi uesti miei errori e ricevere da voi la giusta ricompensa determinata dalla $egge: lapidatemi. )el frattempo un vecchio *aggio che aveva molti discepoli al seguito gli si accostò, proprio per impedire alla folla di riversarsi su di lui. 3uardandolo dritto negli occhi gli disse: 1ratello mio, è vero tu meriteresti la morte che tu stesso hai inflitto e sappi per certo che pagherai per ogni tuo s&aglio. Eppure esiste un vantaggio concreto in uesta tua situa#ione: finalmente per la prima volta, ti stai osservando per uello che in realt sei veramente. *olo uando uesto accade l0uomo può ini#iare davvero il cammino di cam&iamento. %a uel giorno uell0individuo divenne un grande allievo. )egli anni divenne anche uno dei pi- grandi
/na volta e&&i sete e ini#iai a cercare di capire come mai avevo uella strana sensa#ione. grave e che solo dell'acua potesse risolverlo. $a solu#ione era troppo facile6 llora mi rivolsi dal medico pi- &ravo e gli chiesi: "%ottore... ho una strana sensa#ione di arsura... che mi travolge, mi secca la gola e le la&&ra. Che cosa sar" Il %ottore era incredulo, non aveva mai visto una cosa del genere. ", sul marciapiede e decisi che comunue avrei cercato ancora una solu#ione, non mi sarei arreso perchè tutto uello che finora avevo sperimentato non mi aveva tolto uell'immensa arsura che ormai si era trasformata in un profondo dolore. 7roprio nell'istante che stavo per chiudre gli occhi, si avvicinò a me un vecchio con una &rocca sulle spalle, era lo stesso che avevo visto nei primi momenti in cui provai sete. Egli mi disse: "mico mio, ora sei pronto per trovare uella solu#ione che non eri pronto ad accettare tempo fa. Vieni, prendi, ;EVI". %a l> capii che stavo cercando l'CQ/, e che anche uando cercavo in mille modi di risolvere il mio pro&lema, era solo l0CQ/ di cui avevo &isogno e che &ramavo.
La Santità:
7er alcuni motivi precisi che nascono dal fatto di non voler creare negli sciocchi delle false speran#e ed aspettative, alcuni 3randi del passato hanno descritto la Vita Cosciente utili##ando terminologie religiose, immagini a volte noiose di vite ultreterrene suonando liuti sulle nuvole o infarcendole di terri&ili astinen#e, castra#ioni e tensioni per tendere al Vero. Quando leggete le vite di alcuni grandi *anti, soprattutto del lontano passato potreste farvi un idea s&agliata. I loro &iografi li dipingono sempre seduti su dei giacigli a proferir parole divine, mentre, invece, uesti uomini erano esteriormente come noi tutti. )ello stesso modo oggi. *ono sempre esistiti nel passato, come esistono nel presente dei *anti: uomini che vivono ad un livello di essere pialto, un livello Cosciente di *+. 1mettere da parte2 e poco sanno di 1vita santa2 che nulla ha a che vedere con una semplicistica a#ione 8faccio il &ene ma che è intimamente legato ad una modalit di essere 8un Essere che si apparta. %a cosa si affranca il *anto %a cosa si apparta Il realt egli si apparta da se stesso, è giunto a costruire in lui un elemento sta&ile che non è pi- vittima della propria mo&ilit e volu&ilit, è un centro oltre il caos. ppartato, appunto. Questa è la radice di tutte le *antit e la *antit nulla ha a che fare con le religioni. E0 possi&ile essere *anti sen#a essere Beligiosi, aldil di uello che gli stessi &iografi commentano con grande veemen#a. $a *antit è un fenomeno sen#a etichette, sen#a odore di incensi e sen#a tuniche nere o&&ligatorie. /na volta ho conosciuto un *anto che diceva di essere ateo e compiva miracoli grandi. Essa non è propriet esclusiva di alcuna chiesa, n+ deve sorgere for#atamente dentro conventi o sacrestie. $a *antit è oltre la fede o l0assen#a di essa. Essa è nascosta nella vita e nella for#a dell0Io sta&ile e rigenerato, nato di nuovo, incapace ormai di tornare nel sonno e nelle identifica#ioni. La fede
Cosa è la fede 7er comprenderlo dovremo innan#itutto chiederci: la fede per chi 7er l0individuo centrato sull0aspetto motorio istintivo 7er colui che è centrato sulle emo#ioni 9ppure per l0intellettuale ra#ionale *olo uando avremo penetrato cosa rappresenta, cosa genera, cosa è fede per uesti tre particolari tipi di uomini, potremo comprendere cosa è fede per l0uomo@artista 8nel senso dell0rte del $avoro su di s+. In tutte le grandi religioni, in tutti i testi sacri, viene richiesta la fede per colui che persegue la via del mistico. Eppure il vero significato del termine 1fede2, cos> come veniva inteso originariamente, sem&ra ormai completamente dimenticato ammantandosi di un valore a volte troppo poco chiaro.
farlo viene aiutato e non può mentirsi, decade il velo delle sue men#ogne. $0individuo ini#ia ad osservarsi con spra##i di oggettivit. Questa visione determiner la frantuma#ione dei suoi sogni, delle false idee che ha su se stesso: il lavoro sulla maschera. Questo generer in lui una sofferen#a sottile, nata dalla constata#ione. Questa constata#ione, uesti risvegli momentanei lo porteranno a soffrire conseguentemente. /n sogno disilluso è sempre una piccola morte. Questo generer in lui la fede, cioè uella spinta 8sorta dalla conoscen#a di uello che lui è realmente a stare vicino al suo limite per tendere al superamento. llontanarsi da tutto uesto sar perdere il contatto con la realt, perdere il senso del suo limite, perdere la conoscen#a del reale4. In tre parole: perdere la fede. Storia
3iuf va a casa del suo principale, a portargli i rendiconti del mese precedente e lo trova a tavola che mangia prosciutto al forno e salsicce. 1Caro 3iuf, siedi ui e mangia un po0 di uesto prosciutto. E0 suisito.2 1.2 1llora prendi un &el &icchierone di vino62 1