Cap XXIII Epistvla magistri
Giulio, che ha udito il cane abbaiare, interroga il portinaio che sta entrando nell'atrio: "Chi è arrivato?" arrivato?" Portinaio: "È arrivato il segretario da Tuscolo. Ecco la lettera che ti ha portato da l". Ci! dicendo il portinaio consegna la lettera al suo padrone. Giulio: "Cos'è uesto? Chi #i ha #andato una lettera da Tuscolo?" Portinaio: "$on lo so. %o solo che la lettera è stata #andata da Tuscolo e che ti è stata portata dal segretario". segretario". Giulio: "$on è necessario che tu #i dica di nuovo la stessa cosa. &o capisco bene ci! che è stato detto una volta. Torna dal tuo cane". Cos( Giulio congeda il portinaio. &l padrone guardando la cera )la lettera* riconosce il sigillo del #aestro )è in+atti un suo piccolo ritratto* e dice: "È inviata dal #aestro iodoro. $on voglio leggere ueste lettere, in+atti il #aestro chiede certa#ente il denaro che gli devo. evo la paga di due #esi al #aestro". E#ilia: "-a +orse la lettera contiene altre cose. Chi lo sa? orse il #aestro ha scritto ualcosa su -arco? &l sigillo è integro, nessuno lo sa". Giulio ro#pe il sigillo ed apre la lettera. Ecco ci! che c'è scritto nela lettera del #aestro: iodoro saluta Giulio. Tuo Tuo /glio -arco è un allievo scadente e pigro. 0egge #ale a voce, scrive #ale e con co n erro errori ri,, non non sa as asso solu luta ta#e #ent nte e +ar +ar di co cont nto, o, e non non #i ha #a #aii risp rispos osto to giusta#ente uando l'ho interrogato. 1 tuo /glio non posso insegnare nulla perch2 è lui che non vuole i#parare niente. $essun #aestro ha #ai insegnato ad un alunno peggiore. %ta##i bene. %crivo )lett. scrivevo, perch2 è a3ione gi co#piuta* a Tuscolo nelle calende di Giugno )pri#o Giugno*. 4uesta data #i ricorda il denaro che #i devi. Perch2 oggi -arco non ha portato con s2 )secu#* la paga? 0a paga non #i è #ai stata portata il giorno stabilito. %ta##i bene di nuovo. $el +ratte#po -arco, il volto del uale ha ca#biato colore al no#e del #aestro, guarda, pallido e tre#ante, il padre che legge5#entre legge. Perch2 Perch2 i#pallidisce il raga33 raga33o? o? pall pallidi idisce sce per la paura. paura. )Chi )Chi ha paura paura di sol solito ito i#pall i#pallidi idisce sce*. *. 1nche E#ilia /ssa il volto serio di Giulio. opo che egli ha letto /no alla /ne la lettera, la #oglie lo interroga: "Cosa ha scritto il #aestro?" #aestro?" Giulio: "0a pri#a parte della lettera tratta di un altro argo#ento6 nell'ulti#a parte il #aestro #i ra##enta il denaro che gli devo". E#ilia: "Perch2 non paghi il denaro che si deve al #aestro? i certo il #aestro, che insegna tanto bene a leggere e a scrivere ai nostri /gli, #erita la sua paga. -a cosa c'è scritto nella pri#a parte della lettera? orse orse che il #aestro non dice bene di -arco?" Giulio: "4uesta lettera non contiene alcuna lode, ed in+atti il ba#bino pigro e cattivo non #erita alcuna lode Pensi per caso -arco di essere lodato con5in ueste lettere?"
-arco distoglie )avertit* il viso dal padre e non risponde ne##eno una parola, #a le ginocchia tre#anti ed il volto pallido sono una chiara risposta, che il padre co#prende +acil#ente. %pesso il silen3io è una risposta chiarissi#a.
-entre -arco tace, E#ilia dice: "Cos'ha co#binato -arco? i##i tutto" Giulio: "-arco ha +atto uasi tutto ci! che non doveva +are 4uesta lettera chiarisce tutto. 7h -arco 8o capito ora chiara#ente che è +also tutto ci! che ci hai raccontato: il #aestro scrive a chiare lettere "che sei stato un pessi#o allievo e scrivi in #odo brutto e sbagliato )lett. che hai scritto...*" Giulio: "4uesta lettera non contiene alcuna lode, ed in+atti il ba#bino pigro e cattivo non #erita alcuna lode Pensi per caso -arco di essere lodato con5in ueste lettere?" -arco distoglie )avertit* il viso dal padre e non risponde ne##eno una parola, #a le ginocchia tre#anti ed il volto pallido sono una chiara risposta, che il padre co#prende +acil#ente. %pesso il silen3io è una risposta chiarissi#a. -entre -arco tace, E#ilia dice: "Cos'ha co#binato -arco? i##i tutto" Giulio: "-arco ha +atto uasi tutto ci! che non doveva +are 4uesta lettera chiarisce tutto. 7h -arco 8o capito ora chiara#ente che è +also tutto ci! che ci hai raccontato: il #aestro scrive a chiare lettere "che sei stato un pessi#o allievo e scrivi in #odo brutto e sbagliato )lett. che hai scritto...*" -arco: "-a vi ho #ostrato la tavoletta cerata... )co#pito o pagella*" Giulio: "Guarda uesta tavoletta: non vedi il no#e "di %esto" scritto a chiare lettere nella parte superiore? %ei solito +orse scrivere il no#e d'altri sulla tua tavoletta? 4uesta non è tua, #a di %esto. 7si +orse negare uesto?" -arco, che non osa pi9 #entire, non nega nulla #a con+essa ogni cosa: "ici il giusto, padre. 0a tavoletta è di %esto. 8o ca#biato la tavoletta durante un litigio" E#ilia: "0itigio? i che litigio parli?" Giulio: "-arco #i ha gi raccontato 'di aver +atto a botte con %esto' non ti è stato su;ciente rovinare la tua veste nuova? <1bbia#o= anche una tavoletta di altri...?" -arco: "$on ho rovinato la tavoletta di %esto, padre. >edi: la tavoletta è intatta" Giulio: "-a di sicuro il padre di %esto penser che abbia perduto la sua tavoletta. orse %esto sar punito da suo padre per uesto +atto. Capisci che il tuo co#porta#ento è indegno? $on ti vergogni di aver +atto uesto? i sicuro #i vergogno che ci! sia stato +atto da #io /glio" -arco, che poco pri#a i#pallidiva per la paura, gi arrossisce per la vergogna. &l ba#bino si vergogna del suo co#porta#ento. )Egli che è solito arrossire per i suoi co#porta#enti*. -arco: "Certo sono stato un ba#bino cattivo, #a dopo di ci!5in +uturo sar! un bravo ba#bino: vi obbedir! se#pre, non +ar! #ai a botte per strada e non #i addor#enter! #ai durante la le3ione. >i pro#etto uesto, padre e #adre
Credete#i" -arco a##ette 'di essere stato un ba#bino cattivo' e conte#poranea#ente pro#ette 'di essere dopo uesto +atto un bravo ba#bino, di obbedire se#pre ai genitori, di non +are #ai a botte in strada e di non sonnecchiare a le3ione' ci! che ha spesso pro#esso in passato" Giulio: "a pri#a ci! che hai pro#esso, allora ti credere#o" Giulio non crede che -arco +ar ci! che ha pro#esso. -arco: "ar! tutto tutto ci! che ho pro#esso. $on +rustar#i %ono gi stato +rustato due volte dal #aestro." "unue le nerbate del #aestro non sono state su;cienti" dice Giulio "i sicuro hai #eritato le botte". 1llora, distogliendo gli occhi dal /glio: ">attene lontano dai #iei occhi Conducilo nella sua stan3a, avo, e chiudicelo dentro Porta#i poi la chiave della stan3a" opo che avo ebbe portato via il ba#bino dall'atrio, il padrone disse: "Tutte ueste cose sono state +atte, perch2 -edo ieri è +uggito da casa e non ha potuto acco#pagnare oggi -arco a scuola n2 riacco#pagnarlo da l(. opo uesti +atti non per#etter! che -arco vada in giro sen3a acco#pagnatore. o#ani lo acca#pagner avo6 egli sar certa#ente un buon acco#pagnatore". Condotto -arco in ca#era e chiuso dentro, avo ritorna e dice "-arco è chiuso dentro. Ecco la chiave della ca#era". Giulio prende la chiave e si al3a. E#ilia, che crede che vada da -arco, dice "ove vai Giulio? >ai +orse a +rustare -arco?" E#ilia pensa che -arco sar +rustato dal padre. "$on +rustarlo $on penso che dopo oggi +ar pi9 a botte per strada n2 che dor#ir a scuola". Giulio: "Pensi +orse che uesto ba#bino sia gi ca#biato? &o credo che uesto ba#bino non sia gi ca#biato. &o non credo che sia ca#biato e che non ca#bier successiva#ente. ench2 ieri sia stato +rustato una volta da #e e oggi due volte dal #aestro, nè le botte del padre n2 uelle del #aestro lo hanno reso #igliore". E#ilia: "4uindi non è necessario +rustarlo di nuovo. $on potr diventare #igliore n2 con le lodi n2 con le +rustate". Giulio: "$on te#ere E#ilia 0ascer! -arco in ca#era. %to per scrivere ora una lettera". Giulio dice che 'scriver ora una lettera'. E#ilia: "1 chi stai per scrivere?" Giulio: "1l #aestro è ovvio. o#ani avo, acco#pagnatore di -arco, porter con s2 la #ia lettera, perch2 sia consegnata al #aestro da -arco in persona. &l segretario, che ha consegnato la lettera del #aestro, perde te#po, se aspetta di +uori la #ia risposta. -andalo via, avo igli 'la #ia risposta sar consegnata do#ani da -arco'". E#ilia: "-arco non porter insie#e alla tua lettera la paga dovuta al #aestro?" Giulio: "$eppure per sogno &o in+atti gli risponder! chiara#ente 'non voglio pagarti il conto' " E#ilia: "Che dici? $on ti vergogni a negare la paga ad un povero #aestro? Per uale #otivo non vuoi pagare la so##a dovuta? È necessario addurre una ragione". Giulio: "0o stesso #aestro #i ha +ornito una ragione". E#ilia: "&n che #odo? 4uale #otivo è stato +ornito dal #aestro?" Giulio: "&n uesta lettera )lett. in ueste lettere* il #aestro stesso dice 'di non
poter insegnare nulla a #io /glio': dunue non ha #eritato la paga. $on pagher! del denaro che non è stato #eritato. $on voglio gettar via il #io denaro" E#ilia prendendo in #ano la lettera "Cos( ha scritto il #aestro?" dice6 poi, letta la lettera, "4uesto non ti giusti/ca, in+atti scrive chiara#ente '-arco stesso non vuole i#parare niente', e chi non vuole i#parare nulla, non pu! i#parare niente. È necessario non solo potere, #a anche volere: ci! che non vuoi, non puoi". Giulio ridendo dice: "Parli giusta#ente, io in+atti non voglio pagare denaro: uindi non posso pagare" icendo ci! Giulio straccia la lettera del #aestro.