La storia è racconto attraverso i libri I testi che accompagnano la presentazione sono in genere quelli diffusi dall'editore, dalla libreria o da critici che vengono indicati 34
Prima parte
Navi e poltrone Antonino
Trizzino
-
Longanesi
&
C.
1a edizione gennaio 1953
From the Ashes of Disgrace ,
di Franco Maugeri (ammiraglio) e Victor Rosen - Reynal & Hitchcock, New York
1948: "L'inverno del '42-'43 trovò molti di noi, che speravano in un'Italia libera, di fronte a questa dura, amara, dolorosa verità: non ci saremmo mai potuti liberare delle nostre catene, se l'Asse fosse stato vittorioso". E poco più avanti esplicita in maniera definitiva tale concetto: "Più uno amava il suo Paese, più doveva pregare per la sua sconfitta nel campo di battaglia... Finire la guerra, non importa come, a qualsiasi costo".
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Trizzino, nato a Bivona nel 1899 fu pilota fino alla fine degli anni ’30. Nel 1938 Trizzino fu costretto ad abbandonare abbandonare l’aviazione ed entrò nel campo del giornalismo, divenendo divenendo critico militare durante il II conflitto in vari giornali tra cui “Il Tevere” ed “Il tempo”. Recensione ufficiale: Durante la seconda guerra mondiale, l'Italia aveva un esercito fiaccato dall'emorragia di mezzi causata dalle guerre di Etiopia e di Spagna, ma aveva ancora una marina militare in efficienza, che invece rimase quasi sempre ferma nei porti, magari a farsi bombardare passivamente come avvenne a Taranto. Poco dopo la fine della guerra, il libro di un ex ufficiale dell'aviazione, Antonino Trizzino, "Navi e poltrone", documentò la connivenza con la Gran Bretagna del Ministero della Marina Militare italiana dell'epoca (che allora si faceva chiamare pomposamente Supermarina) .
Antonino Trizzino fu anche assolto in un processo intentatogli per calunnia
a causa causa delle delle sue accuse. accuse. Succes Successiva sivamen mente te è venuta venuta alla luce l'appart l'appartene enenza nza di molti molti ammira ammiragli gli alle logge massoniche anglofile. Il tema del libro viene trattato in 6 capitoli di indagine indiziaria di cui tre fuori dalla sezione ma raggiungibili raggiungibili dal link. Cap. 4 La notte di Taranto e la beffa di Genova in Storia
http://digilander.lib http://digilander.libero.it/lacor ero.it/lacorsainfinita/gu sainfinita/guerra2/40/taranto erra2/40/taranto.htm .htm
Cap. 5 Franco Maugeri nei personaggi http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/maugeri.htm Cap. 6, nelle schede, la sentenza http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/trizzino.htm I brani tratti dal libro sono in verde
Da Gran Loggia regolare d’Italia Unica Obbedienza Massonica Italiana Riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d'Inghilterra : Storicamente Storicamente non si può certo dire che la Massoneria Massoneria italiana abbia ostacolato ostacolato la nascita del fenomeno fascista, fascista, anzi, non pochi storici asseriscono il suo ruolo determinante nella presa di potere da parte del fascismo. I rapporti tra il Fascism Fascismo o e la Massone Massoneria ria quindi, quindi, almeno almeno inizialm inizialmente ente furono furono tutt’alt tutt’altro ro che conflitt conflittuali uali.. Quando Quando i vertici vertici della della Massoneria Massoneria si riunirono riunirono a Palazzo Palazzo Giustiniani Giustiniani per per l’installazione l’installazione del Gran Gran Maestro Maestro Domizio Domizio Torrigiani, Torrigiani, che succede succedeva va ad Ernesto Nathan, la simpatia manifestata dai presenti nei confronti del movimento fascista fu evidentissima. Solo successivamente, nel percorso che porterà dal “Fascismo Movimento” al “Fascismo Regime”, si determinerà, oltre ad una interessante evoluzione nell’approccio nell’approccio al materiale materiale mitologico, mitologico, nell’utilizzazione nell’utilizzazione dei simboli e nella realizzazione realizzazione dei rituali fascisti, quella inevitabile degenerazione dei rapporti con la Massoneria, che ne determinò la successiva
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persecuzione…. persecuzione…... I rapporti rapporti di Mussolini con la Massoneria furono contradditt contraddittori. ori. Inizialmente, Inizialmente, egli tenta di diventare massone e chiede l’iscrizione alla Loggia Romagnosi di Milano, che fu rifiutata. Erano gli anni della prima guerra mondiale: pareva che già nel 1905, a Lugo di Romagna, Mussolini avesse invano presentato domanda alla Loggia Rinancini, Rinancini, e poco dopo, dopo, Losanna, sempre sempre con con lo stesso risultato. risultato. L’ostilità L’ostilità di Mussolini Mussolini nei confronti confronti della Massoneria Massoneria comincia a delinearsi già nel 1914 quando, ancora socialista, al Congresso di Ancona del partito si scagliò contro la Massoneria, Massoneria, facendo votare un ordine del giorno che diceva: “Può darsi che il massonismo massonismo tenda all’umanitarismo. all’umanitarismo. Ma è tempo di reagire contro contro questa infiltrazione. infiltrazione. Anzi è il solo e unico problema. problema. Non possiamo possiamo confondere confondere il nostro umanitarismo umanitarismo con l’altro umanitarismo, umanitarismo, elastico, elastico, vacuo, illogico, propugnato dalla Massoneria.”… Massoneria.”… Dopo che la commissione dei Quindici, nominata per far luce sulle logge e presieduta da Giovanni Gentile, aveva emesso un giudizio perentoriamente perentoriamente sfavorevole sfavorevole nei confronti confronti della Massoneria, con un voto a scrutinio scrutinio segreto, segreto, il 19 Maggio 1925, veniva approvato dalla Camera il disegno di legge presentato il 12 Gennaio 1925, e successivamente, il 22 novembre 1925 esso divenne legge. Conseguentemente divenne obbligatorio, per i dipendenti dello Stato, dichiarare non solo se appartenevano ma anche se avessero mai fatto parte di associazioni segrete. Di certo l’allontanamento di funzionari pubblici legati alle Logge costitu costituiva iva un passag passaggio gio obbliga obbligato to nell’ins nell’instaur taurazio azione ne del regime regime fascista fascista.. Con questo questo atto, atto, la Masson Massoneria eria era virtualm virtualmente ente fuori legge. legge. Il 22 novembr novembree Torrigi Torrigiani ani emise emise mestam mestamente ente un comunic comunicato ato dove dove si rendev rendeva a noto noto lo scioglimento di tutte le Logge .
Di Badoglio massone così parlava Cadorna. Fu proprio il suo Corpo d'armata (27°) che fu sfondato di fronte a Tolmino, perdendo in un sol giorno tre fortissime linee di difesa e ciò sebbene il giorno prima (23 ottobre 1917) avesse espresso proprio a me la più completa fiducia nella resistenza, confermandomi ciò che già aveva annunciato il 19 ottobre al colonnello Calcagno, da me inviatogli per assumere assumere informazioni informazioni sulle sue truppe e sui suoi bisogni. La rotta di questo Corpo fu quella che determinò determinò la rottura rottura del fronte fronte dell'int dell'intero ero Esercito Esercito a Capore Caporetto. tto. E il Badogli Badoglio o la passa passa liscia! liscia! Qui c'entra evidentem evidentemente ente la massoneria e probabilmente altre influenze, visto gli onori che gli hanno elargito in seguito. E mi pare che basti per ora!". (Le altre influenze erano della monarchia). (Ib. pag. 133).
Prima di addentrarci in ulteriori spiegazioni sul caso Trizzino-ammiragli, (vedi terza parte), è bene chiarire il significato e la valenza di alcuni termini della vicenda e del libro che nelle pagine pagine finali riporta il famoso famoso attacco attacco a Superma Supermarina rina e S.I.S (servizio (servizio informazio informazioni ni militari militari della della Marin Marina), a), definite definite quinte quinte colonn colonnee all’int all’intern ernoo della della difesa difesa italian italianaa dell'ep dell'epoc oca. a. Il libro libro parimenti contiene tantissime (la prevalenza) pagine dedicate al sacrificio degli equipaggi e alla professionalità, ma anche accuse alla inettitudine, al disonore e all'ambivalenza dei comandi che fur furono ono la vera era causa ausa dell dellaa inc incrim rimina inazion zionee e del del rin rinvio vio a giudi iudizzio di Triz Trizzzino ino. Mi colpì, scrive l’ammiraglio Andrew Cunningham, il fatto che mentre gli italiani nel complesso dimostravano poco spirito di iniziativa (comune) sul mare, riuscissero tanto bene in azioni individuali. 3
Certamente
essi
avevano
uomini
capaci
delle
imprese
più
ardite.
Trizzino venne condannato e solo in appello parzialmente assolto dalla motivazione della sentenza. Il fatto che non scontasse la pena gli derivava dall'ennesima amnistia. Che in Italia esistessero dei traditori era comunque cosa nota e logica. Non esistevano solo da noi, c’erano in Germ Ge rman ania ia,, in Fran Franci cia, a, in Ingh Inghilt ilter erra ra etc. etc... L’acc L’accor ordo do armi armist stizi izial alee del del sette settemb mbre re '43 e il succ succes essi sivo vo trat tratta tato to di pace pace defin definiv ivaa ques queste te posi posizio zioni ni.. art. 16: « L'Ita Italia non incr incrim imin iner erà à
né
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ita italia liano, no,
specia specialme lmente nte gli ap appar parten tenent entii alle alle forze forze armate armate,, per avere avere tra il 10 giug giugno no 1940 1940 e la da data ta dell dell'e 'ent ntra rata ta in vigo vigore re del del pr pres esen ente te trat tratta tato to,, espres espresso so la loro loro simpat simpatia ia per la cau causa sa delle delle Potenz Potenze e Allea Alleate te o aver aver condotto
un'azione
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favore
di
detta
causa».
Supermarina era l’organo che allo scoppio della guerra sovrintendeva a tutte le operazioni navali, una specie di sala dei bottoni in cui si concentravano tutte le inform i nformazioni. azioni. Stava a Roma sul lungotevere Flaminio ed aveva a disposizione dei bunker sotterranei in caso di incursione aerea. Si trasferì alla stazione radiotelegrafica sotterranea della Marina, in località Santa Rosa sulla via Cassia (20 km fuori Roma) alla dichiarazione di Roma città aperta (e smilitarizzata). Rimase in funzione fino al 12 settembre 1943 e venne riattivata a Brindisi dove si era trasferito il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio De Courten, con il governo Badoglio. Chi ne era a capo? Gerarchicamente, Gerarchicamente, toccava al CSM della marina, nel 1940 l'ammiraglio Domenico Cavagnari. Ma poiché egli era anche sottosegretario sottosegretario (e in pratica il ministro della Marina, perché il titolare era Mussolini superimpegnato), capo di Supermarina era in effetti il sottocapo di SM. Negli ultimi due anni di guerra, allorché a capo della flotta in mare fu prima l'ammiraglio Angelo lachina e poi l'ammiraglio lio
Carlo
Bergamini,
divenne
sottocapo
di
SM
l'ammiraglio
Luigi
Sansonett etti.
Ora, nel 1953, quando si dette inizio alla causa, il titolo di spia era un punto di merito sancito dalle leggi e sicura patente di antifascismo. A Trizzino Trizzino al massimo poteva andare andare la medaglia del pamphlet da panegirico adulatorio. Diverso il caso di tutti gli altri tirati in ballo almeno (senza prove come del resto tutto il libro che all’epoca era un’opera indiziaria) con l’etichetta di incapaci e pusillanimi*. Questi naturalmente reagirono e reagirono male anche perché erano ancora in servizio attivo in uno dei pilastri della Nato, la diga anticomunista che si avvaleva ora di molte delle ex menti dei passati regimi. Cosa spingesse lo stato italiano a tenere comunque in servizio degli incapaci non è dato a sapere, ma non era era o sarà la prima volta. volta. Chi non reagì, lo era per un motivo molto semplice: era inabissato (incoscio) con le navi tradite. Le accuse di Trizzino nel tempo vennero sì stemperate ma anche comprovate da nuovi autori. Aggiungiamo noi che all'epoca (1952) non si conosceva l'esistenza della macchina Ultra che decodificava la tedesca Enigm Enigma, a, ma anche anche delle delle interc intercetta ettazio zioni ni tedesc tedesche he che che roves rovescia ciavan vanoo la situazi situazione one e non non si considerava quella miriade di canali informativi o disinformativi tipici del costume italiano e le spie vere e proprie con tanto di patente che non assursero mai agli onori della cronaca.
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Sospettato n° 1: La massoneria di osservanza inglese da Angelo Martelli
"Una sigaretta sotto il temporale"
1988:
........ Un episodio riconduce, riconduce, se pur attraverso una ricostruzione ricostruzione congetturale, congetturale, all’intervento all’intervento massonico massonico nella vita pubblica e politica italiana. Omicidio del deputato deputato socialista Giacomo Matteotti: Matteotti: La Corte d’Appello di Roma stabilì che i mandanti furono Cesare Rossi, Giovanni Marinelli, Filippo Filippelli, e che gli esecutori furono Amerigo Dumini, Albino Volpi, Amleto Poveromo Augusto Malacria e Giuseppe Giuseppe Viola. L’elemento dal quale non si può prescindere per restare in un minimo di chiarezza, è che il delitto Matteotti non fu premeditato; sono troppi e banali gli errori in cui gli autori sono incorsi per farsi scoprire e individuare. Si doveva trattare di un avvertimento avvertimento odi una “lezione”, molto in voga a quei tempi con o senza olio di ricino, ma la reazione del deputato Matteotti ha portato, quelli che poi sono divenuti i sicari, ad un agire incontrollato che ha appesantito la mano sino ad uccider ucciderlo. lo. L’aspe L’aspetto tto massoni massonico co della della vicenda vicenda è abbasta abbastanza nza pesante pesante e vistoso vistoso posto che le due massoner massonerie ie italiane, quella di Palazzo Giustiniani e di Piazza del Gesù, si accusarono a vicenda di partecipazione al delitto. Occorre, a questo punto, considerare che i mandanti del sequestro Matteotti, così come furono indicati dall’accusa durante il processo, erano Rossi, Marinelli e Filippelli, tre massoni di Piazza del Gesù; il capo della banda, Amerigo Dumini, che aveva assolto al collegamento tra mandanti e sicari, apparteneva anch’esso alla massoneria. Egli, dopo l’adesione alla loggia giustinianea di Firenze e dopo esser servito da gorilla, nelle elezioni del 1921, al Gran Maestro aggiunto di Palazzo Giustiniani, Giuseppe Meoni, candidatosi nel “Blocco Nazionale”, era passato alla massoneria di Piazza del Gesù. La congettura o l’ipotesi della presenza presenza massonica massonica nel delitto Matteotti, oltre a validi moventi fra cui quello destabilizzante del nuovo regime politico fascista, fascista, venne riproposta da una lettera anonima spedita da Torino
direttamente
a
Mussolini:
La morte, anzi la soppressione soppressione di Matteotti — scriveva l’ignoto estensore estensore — fu fu decretata a Palazzo Giustiniani; Giustiniani; vuoi le prove? Fa frugare sotto un falso piano di un tavolo e troverai i documenti relativi: il tavolo trovasi in una piccola camera trascurata a destra entrando. Bisognerebbe fare presto perché sabato sera di notte fu discusso della distruzione dei documenti o del loro invio al Grande Oriente di Francia per ottenere il rimborso del pattuito delitto.
È la lettera di
un maniaco? Non si sa; sta di fatto che anche su questo oscuro episodio vi è l’ombra della massoneria che avrebbe potuto trarre vantaggio dal malumore nazionale e dal momento di sbandamento della credibilità popolare in Mussol Mussolini. ini. La massoner massoneria, ia, è di origine origine anglosa anglosasson ssonee e non si può esclude escludere re a priori priori che gli amici amici sui quali quali l’ammiragliato inglese “poteva contare”, presso il nostro Supermarina e di cui parlò lo stesso Maugeri nel suo libro («From the ashes of disgrace» fu pubblicato solo in America ),
fossero legati proprio dal “cordone” massonico. In
realtà realtà con il pluralis pluralismo mo confes confession sionale ale delle delle logge, logge, la massone massoneria ria prescin prescindev devaa dalle dalle singole singole religioni religioni e dalle dalle nazionalità per cui in certo qual modo si poneva al di sopra di esse per costruire la cosiddetta “Cattedrale laica della fraternità”. Non si tratta, tuttavia, di una fraternità disinteressata e pastorale posto che si impone dove esiste lo stato di necessità e dove il potere pubblico è controllato da affiliati. ….. Ma la legge di Mussolini del ’25 voleva si conoscessero conoscessero nomi e indirizzi degli affiliati e un bel giorno l’elenco con 916 nomi, indirizzi e verbali di giuramenti, giuramenti, oltre a rubriche e altro, finì nel carteggio riservato della segreteria del Duce. Fra questi nomi vi erano anche quelli di Farinacci, l’on. Edoardo Torre di Alessandria, l’on. Alessandro Groppali di Cremona, il generale dei bersaglieri Sante Ceccherini, l’on. Arrivabene di Mantova, Terzaghi di Milano, l’on. Ernesto Tartusio, il gen. Ugo Clerici, il preside presidente nte Raimon Raimondi, di, il prefett prefettoo di Trapan Trapani,i, Giusepp Giuseppee Gallica Gallicano, no, Giusep Giuseppe pe Lanza Lanza princip principee di Scalea Scalea già 5
sottose sottosegre gretar tario io alla guerra nel V Ministe Ministero ro Giolitti, Giolitti, il conte conte Luigi Luigi Lusignan Lusignanii di Parma, Parma, il general generalee Emilio Emilio Giampietro, l’on. Umberto Gabbi e tanti altri. Di Roma facevano spicco nell’elenco i nomi di Edmondo Rossoni, Alessandro Alessandro Melchiorri, Melchiorri, Giuseppe Mosconi Mosconi console della milizia, e di Tommaso Tommaso Tittoni presidente del Senato. Il 3 gennaio 1925 nell'assemblea dei gran capi massonici, il generale Luigi Capello (comandante della II armata diretto superiore di Badoglio al XXVII C.d.A. quello o quelli con la massima responsabilità a Caporetto ) condannava i “Fratelli” che avevano tradito i loro ideali di libertà, aderendo al Fascismo. Il generale era molto attivo nelle relazioni relazioni massoniche massoniche internazionali internazionali che abbinava ad una notevole attività antifascista, antifascista, tanto da essere considerato come il capo ideale di eventuali iniziative militari contro il regime. Ebbe molti incontri con gli oppositori di Mussolini Mussolini e, tra questi, come accertò la polizia, parecchi parecchi con l’ex capitano degli Alpini, Tito Zaniboni. Questi, il 4 novembre 1925, veniva arrestato mentre si apprestava a sparare a Mussolini. Il Tribunale Speciale fascista condannò a trent’anni Tito Zaniboni, il generale Capello e altri a pene minori. E' enorme, enorme,
disse disse Mussol Mussolini ini , , che funzionari di altissimo grado
frequentino frequentino le logge, informino le logge, prendano prendano ordini dalle logge. Non v'è dubbio che le istituzioni più gelose dello Stato, quelle che amministrano la Giustizia, quelle che educano le nuove generazioni e quelle che rappresentano le forze armate, che devono essere ad ogni momento pronte alla difesa della Patria, hanno subito e subiscono con alterna vicenda, l’influenza della massoneria. Ciò è inammissibile, ciò deve finire.
Al posto della massoneria massoneria nacquero nacquero i Rotary, a cui il re prestò la presidenza presidenza onoraria. Ciò che egli aveva cercato cercato di cacciare dalla porta, gli rientrava dalla finestra. Gramsci, .. una massoneria senza i piccoli borghesi e senza la mentalità piccolo borghese,
dove l’elemento arcaico e ritualistico è stato superato nel nome di un efficientismo di
elite rivolto alla produzione. Di qui l’adesione l’adesione di agrari, industriali industriali e del potere pubblico. Molti dei 20.000 massoni italia italiani ni degli degli Anni Anni Venti Venti entra entraron ronoo nei nei Rotar Rotary. y. Alla Alla fine fine del del fascis fascismo mo,, quand quandoo Muss Mussoli olini ni si ritir ritiròò nella nella repubb repubblich lichina ina di Salò e cercava cercava una spiegaz spiegazione ione sulla sua inglorio ingloriosa sa fine, fine, dalle dalle carte carte del contros controspion pionaggi aggioo repubblichino uscì fuori quella che fu considerata la prova schiacciante che dimostrava come la sua rovina venisse proprio da quelle forze (ebrei (ebrei e massoni) che era convinto convinto di aver distrutto. Si trattava di una lettera firmata da Badoglio, anch’esso grande massone, in cui sbrigativamente era stato scritto: In ogni modo, nel caso che i tedeschi estendano in Italia la loro occupazione militare, resta fissata la realizzazione delle ultime direttive impartiteci dal Grande Oriente Oriente di Londra. Londra. Provvederò Provvederò io stesso a stabilire stabilire i contatti con tutti i fratelli che verranno verranno smistati smistati nei rispettivi posti (25 luglio). Peccato,
scrive il Mola nella sua Storia della Massoneria Italiana, che quella prova
clamorosa, quel documento inequivocabile del tradimento di Badoglio, sia poi risultata risultata clamorosamente clamorosamente falsa!.
Non si può affermare che il tradimento degli
alti comandi, ai danni di chi navigava e del Paese, fosse di matrice massonica perché non se ne conoscono conoscono prove concrete, ma nessuno può negare l’esistenza l’esistenza di un move movent ntee più più che che vali valido do.. L’al L’altr troo move movent nte, e, ispi ispira rato to semp sempre re alla alla sopravvi sopravviven venza za della della masson massoneria eria,, ricondu riconduce ce alla lotta lotta contro contro la chiesa chiesa e in particolare contro la Curia Romana che ne era l’espressione, ma sul piano 6
pratico fu tenuta in serbo perché il governo fascista, ormai unico difensore del Cattolicesimo, avrebbe colpito duramente duramente qualsiasi espressione espressione massonica; questa lotta si evidenziò evidenziò in tutta la sua spregiudicatezza spregiudicatezza solo nel 1945 quando, dopo la morte di Mussolini, e la Chiesa fu sull’orlo della capitolazione. .. La massoneria non si attiene ad una dottrina sistematica e definita, né tanto meno ad una rigida regola filosofica, anche se dice di predicare la fratellanza, per cui la vita e l’opera di un massone non si inquadra in una norma predeterminata né essa può in alcun modo considerarsi l’immagine, l’identità della massoneria stessa. Non potrebbe essere diversamente posto che il massone si regola di volta in volta secondo interesse proprio o dell’organizzazione e in modo quasi aristotelico, nel senso che può trovare conveniente oggi quello che aveva giudicato sconveniente ieri. Leone XIII, 8 dicembre 1892 «la massoneria (...) nemica ad un tempo di Dio, della Chiesa e della nostra patria». Antonio Antonio Gramsci Gramsci alla Camera Camera,, maggio maggio 192 19255 discussi discussione one del d.l. per la soppre soppressio ssione ne della della massone massoneria ria «la massoneria in Italia ha rappresentato l' ideologia e l' organizzazione reale della classe borghese capitalistica».
* 67 alti ufficiali erano sposati con donne straniere, quindi facilmente avvicinabili; due importanti ammiragli - Mario Farangola, alla guida dei sommergibili, e Vittorio Tur, titolare d'incarichi molto delicati - avevano mogli inglesi, mentre due capitani di vascello destinati a una folgorante carriera, Brivonesi e Alberto Lais, erano coniugati con un'inglese e un'americana.
preservare — si legge ancora nelle motivazioni della sentenza d’Appello del processo Trizzino-Ammiragli — le navi da * Aver voluto preservare battaglia battaglia per destinarle destinarle a compiti più nobili e decisivi decisivi fu una inutile cautela cautela perché mai, mai, ad eccezione del breve scontro di Punta Stilo, i nostri massimi calibri si misurano con quelli nemici e gli incontri furono evitati per eccessiva prudenza prudenza anche quando quando la netta superiorità superiorità delle nostre nostre forze avrebbe avrebbe potuto potuto assicurarc assicurarcii il successo. successo. La flotta italiana italiana non intervenne neppure quando la guerra investì il suolo della Patria e l’unica occasione che le si presentò fu di consegnarsi due mesi dopo, a Malta. Tanto valeva buttarsi nella mischia e usarle una ultima volta quelle navi che poi dovevano finire in parte pignorate per insolvenze ministeriali, in parte vendute come ferro vecchio e in parte cedute al nemico in conto riparazioni.
Corriere della della Sera - Sergio Sergio Romano - lettere al Corriere Corriere ... Trizzino ha uno stile secco e incisivo, ha lavorato sulle fonti disponibili
(ndr: all'epoca)
e, soprattutto,
non ha peli sulla lingua. Non sopravvaluta la potenza della flotta italiana e conosce i grandi meriti di quella britannica. Ma crede che il rapporto di forze rendesse possibile un migliore equilibrio e punta il dito contro il vertice vertice della Marina. Marina. Alcuni Alcuni ammiragli ammiragli sono esplicitament esplicitamente e accusat accusatii di codardia codardia.. Ma il capo d'accusa più grave è spionaggio e tradimento. L'autore non può fornire documenti e individuare precise responsabilità, ma è appassionatamente convinto che soltanto informazioni provenienti da Supermar Supermarina ina abbiano abbiano consentito consentito agli inglesi inglesi di mettere mettere a segno segno alcune alcune delle loro operazion operazionii più brillanti. E crede che soltanto l'ipotesi del tradimento possa spiegare la passività e la lentezza della nostra flotta in circostanze in cui un rapido intervento avrebbe potuto contrastare contrastare efficacemente i piani del nemico. La prova indiretta, sempre secondo Trizzino, è in un libro dell'ammiraglio Franco Maugeri,
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capo del Sis (Ufficio informazioni della Marina), apparso dopo la guerra. Nel libro si legge tra l'altro la frase riportata in testa a questa colonna
top secret
Sospettato n° 2: Il siluro e la motobomba (sospetto è la negatività che propizia la sconfitta in questo caso il contrario). Navi e poltrone Trizzino pag.10: Dopo la sconfitta, nel luglio del 1947, durante un processo militare a carico del generale Valle, venne alla luce un rapporto rapporto segreto segreto presentato presentato a Mussolini, Mussolini, nell’aprile del ‘41, dal sottosegretari sottosegretarioo di stato all’aeronautica all’aeronautica del tempo, generale Pricolo. Questi spiegava che la mancanza di aerosiluranti era dovuta alla « scarsa fiducia nella specialità, considerata meno efficace e di minor rendimento delle bombe ». A questi argomenti se ne aggiungevano altri ancora. E il primo era che non c’era convenienza ad acquistare siluri, perché con la stessa spesa si poteva avere un numero di bombe di gran lunga maggiore. « Un siluro per aerei non potrà costare certo meno di 150.000 lire, senza il costo dell’esplosivo. dell’esplosivo. La bomba da 500 kg, compreso l’esplosivo, l’esplosivo, non costa che 4.000 lire. E mentre con 150.000 lire si portano 150 kg di esplosivo, esplosivo, con 4.000 lire se ne portano 240; ben 90 in più. Quindi, invece di 100 siluri, che costerebbero 18.000.000, è più conveniente acquistare 30 velivoli da 500.000 lire l’uno, 1.000 bombe da 250 kg (2.500 lire l’una) più 123 bombe da 500 kg (a lire 4.000 l’una). »
Quest’ultima fu la tesi-base esposta nel numero di marzo
1934 della Rivista Aeronautica da uno dei più alti rappresentanti rappresentanti dell’aviazione, dell’aviazione, che si celava sotto lo pseudonimo pseudonimo di Vultur. A questa tesi se ne aggiungevano altre che consideravano avvilente l’uso dell’aereo in marina. Era una vecchia ruggine ancor buona della incomunicabilità incomunicabilità e cooperazione cooperazione interforze. interforze. Non cambierà quasi nulla fino alla fine della guerra. L’Italia già dal '34 aveva dei siluri perfezionati che altri anche a conflitto iniziato non ebbero. Le spie fecero di tutto per avere notizie e il nostro alleato tedesco ne ordinò 300. Sempre Valle: « Avevo, dopo lunghi anni di esperienze, esperienze, condotte a Guidonia e a Fiume (siluruficio aeronavale aeronavale Whitehead) dal ‘35 al ‘38, creato un siluro aereo, che era riuscito a funzionare anche lanciato da ottanta metri (gli inglesi dovevano scendere a toccare l’acqua e lanciavano da più lontano) »
. Un lancio da ottanta metri, è un fatto che basta da solo a convincere dell’efficacia
della nuova arma qualsiasi persona competente. Le autorità aeronautiche avevano « la costante preoccupazione che Io sviluppo dei reparti aerosiluranti, tanto appoggiato dalla marina, portasse, dato il mezzo in cui essi dovevano agire, alla dipendenza dalle forze navali ». In parole povere, poiché gli aerosiluranti erano destinati a compiere lavori similari a quelli dei mezzi navali, si temeva che passassero agli ordini degli ammiragli. Nel suo rapporto del 1940, Pricolo lamenta che gli studi e le esperienze dell’aerosilurante siano stati da tempo abbandonati; ma non dice che nessun capo dell’aviazione, a cominciare da lui, spese una sola parola contro quell’abbandono. Le bombe pesanti presupponevano di avere squadriglie di bombardieri e obiettivi da bombardare. Noi a Londra non saremmo mai arrivati e il bombardamento in mare da certe altezze a confronto era più impreciso e improbabile di una vincita al Superenalotto.
1) Tutti gli oggetti lanciati con paracadute sono da prendere sotto il fuoco delle mitragliere delle navi . 2)
Sulle
navi
debbono
essere
approntati
gruppi
di
fucilieri 8
3) Approntare reti per il recupero dei siluri che, a causa del cattivo funzionamento, rimangono in superficie... 4) Ancorare barconi ed imbarcazioni intorno alle navi per protezione [...].
la piovra massonica I silu silurrifi ifici ope operanti in Itali taliaa nel 1940 erano tre: Sil Silurif urifiicio cio Whiteh tehead di Fiu Fiume dal 1860 1860 Silurificio
Italiano
di
Baia-Napoli
in
attività
dal
1915
Silurificio Motofides a Livorno dipendenza di Fiume dal 1937. Complessivamente, dal 10.6.1940 all'1.9.1943, furono impiegati 546 siluri nel 1940, 1,185 ne1 1941, 1,600 nel l942, 350 nel 1943 L'utilizzo di siluri su idrovolanti (Cant. Z 506) visse il lasso di tempo di notorietà che questi ebbero dopo le trasvolate.
Verso la metà degli «anni trenta» sia la Società Whitehead di Fiume che il Silurificio Italiano erano riusciti a mettere a punto siluri navali da 533 mm (tipo nuovo) capaci di sviluppare 50 nodi per la corsa da 4,000 metri e siluri da 450 con velocità di 42 nodi sulla corsa di 3,000 metri. Gli acciarini di cui erano dotati tutti i siluri italiani erano del
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LA MOTOBOMBA: Così gli inglesi la descrivevano dopo i primi impieghi ( considerati deludenti dagli italiani che non avevano quasi ricognizione ricognizione per controllarne controllarne gli effetti)
top top
secret
ai
comandi
del giugno 1941 e l’ultimo dell’agosto del 42 (Spartivento) in una direttiva
marittimi
della
Cirenaica,
dell’Egitto
e
del
Mar
Rosso:
Descrizione delle bombe - Il nemico impiega piccoli siluri con moto rotatorio contro navi nei porti. Essi vengono lanciati con paracadute da una altezza di circa 180 metri [...] Il siluro si muove o sulla superficie o al di sotto di questa … con spostamento automatico del timone di direzione ogni 4 minuti …. due spolette e dispositivo per l’a l’autoaf toaffo fon ndam damento
al
ter termin mine
dell dellaa
cors orsa.
Misu isure
precauzi uziona onali:
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fia fianco<<< o<<<<< <<< <
La motobomba FFF, dal nome dei suoi creatori (Freri ex bersagliere già inventore del paracadute Salvador, Filpa Fiore)
derivava dal dal siluro elettrico elettrico navale (dopo un breve percorso rettilineo in acqua eseguiva una rotta a spirale
che andava sempre più espandendosi;
un’arma particolarmente particolarmente adatta contro formazioni navali serrate
trasformato in bomba d’aereo, giungeva giungeva in e grossi convogli o rade portuali ), del conte Elia. Il “siluro Elia”, trasformato acqua rallentato nella discesa da un paracadute agganciato al corpo centrale dell’arma. Una volta in acqua, entrava in funzione un sistema di propulsione costituito da un motore elettrico alimentato da batteria a secco che poneva in rotazione un’elica spingente poppiera. Il motore da 3,5 hp imprimeva all’arma una velocità di 6 m/s (circa 12 nodi) per una durata variabile fra i 15 e i 30 minuti. Disponeva di una carica di 120 kg di esplosivo; il diametro del corpo della bomba era di 500 millimetri ed il suo peso totale di 360 kg.; per questo motivo la designazione completa dell’arma fu Mb.FF (120-500-360). Già prima dello scoppio della guerra la funzionalità di questa bomba era stata messa in forse, da esperimenti malriusciti e dalla impossibilità di avere bombardieri a largo raggio, per arrivare ad Alessandria e Gibilterra (dall’Italia). Un solo tipo di velivolo aveva un raggio di azione sufficiente, l’SM82 (marsupiale), ma di questo aereo erano stati approntati solo pochi esemplari per le necessità del trasporto. In tutta la durata del conflitto furono prodotte per la Regia Aeronautica circa 500 bombe, ma ne furono impiegate meno. I tedeschi chiesero di poter avere una presentazione dell’arma in Germania e l’allora T.Col. Freri si recò a Travemùnde, sul Baltico, sede del centro sperimentale della Luftwaffe, per gli opportuni accordi. La presentazione fu poi effettuata nel golfo di Lubecca ed ottenne pieno successo, tanto che le autorità germaniche chiesero chiesero di poter acquistare un certo numero di bombe prodotte a Roma dalla Ditta Contin. Fu in breve stipulato un accordo in base al quale i tedeschi potevano acquisire 2.000 bombe Mb.FF a condizione che fornissero alla ditta le necessarie quantità di materiali definiti strategici e rari. I tedeschi, per parte loro, acquistarono 2.000 motobombe ed insignirono il colonnello Freri della onorificienza dell’Aquila Imperiale. La ditta Contin già dall'inizio del 43 riforniva quindi i tedeschi che usavano le bombe italiane per colpire Tripoli in mano inglese, dopo il 24 gennaio, poi Algeri e Bona (Algeria) per colpire il naviglio alleato sbarcato sulle coste del Nordafrica. Quando gli americani sbarcarono in Sicilia anche Siracusa venne colpita con queste bombe. A Bari i tedeschi, nel dicembre 43, colpirono navi cariche di agenti chimici e fu un disastro. Da navi e poltrone di Trizzino: Trizzino: Era stato sempre un problema problema insolubile insolubile apprestare la quantità di siluri che sarebbe stata necessaria a volta a volta. Si andava avanti in aeronautica con quelli che prestava la marina, la quale, d’altra parte, non nuotava tanto nell’abbondanza nell’abbondanza da indursi alla prodigalità. prodigalità. Il maresciallo maresciallo Cavallero, Cavallero, volenteroso volenteroso intermediario tra marina e aviazione, accenna sovente nel suo diario alle fatiche che gli toccava compiere per armare
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un minimo numero di aerosiluranti. Ai primi di agosto del ‘41, egli fece appello alla marina per una maggiore cons conside idera razi zione one dei dei biso bisogn gnii dell’ dell’av aviaz iazio ione, ne, ma si sentì sentì risp rispond onder eree che che nei nei maga magazz zzini ini non non c’era c’erano no silur silurii in soprannumero e che 40 in corso di allestimento sarebbero stati pronti soltanto tra il dicembre e il gennaio, « mentre il problema problema è agosto (di quest’anno) quest’anno) », annota sfiduciato Cavallero. Cavallero. Poi probabilmente probabilmente qualcuno si commosse alle sue insistenze ed egli, infatti, può annotare in data 12 agosto 1941: « Riccardi comunica che di 28 siluri di cui dispone ne darà dodici all’aeronautica). all’aeronautica). Francescamente Francescamente si divideva il poco che c’era. Spesso i siluri della Sicilia erano mandati con aerei da trasporto agli aeroporti dell’ Egeo e da qui magari rispediti in Sicilia e poi in Sardegna, seguendo gli spostamenti delle navi nemiche, perché erano i soli disponibili e con essi si doveva far fronte a tutte le necessità. I pochi siluri siluri che si riusciva riusciva a racimola racimolare re bastavano bastavano appena appena all’attività all’attività di un giorno giorno o poco più, più, e spesso spesso l’indomani l’indomani non ce n’erano altri. Così si spiega come azioni in pieno sviluppo, di cui già si delineava delineava il successo, successo, non potessero essere essere né intensificate né continuate. « Se continuasse l’azione - scriveva Cavallero mentre gli aerosiluranti erano impegnati a mezzo giugno 1942 - saranno presto esauriti i siluri della Sicilia e della Sardegna. Sono in corso lavori per apprestare apprestare cinque siluri che sono a Roma, mentre la ditta conta fornirne altri 5 entro due giorni. » Entro due giorni, mentre il problema problema richiedeva una soluzione soluzione immediata. A piccole dosi, dunque, arrabattandosi arrabattandosi alla meglio, dal principio della loro attività fino all’agosto all’agosto del ‘42, gli aerosiluranti aerosiluranti della Sicilia riuscirono riuscirono a lanciare lanciare complessivamente 83 siluri !!!!, quelli della Libia 80, quelli del1’ Egeo 134 e quelli della Sardegna 195: in tutto 492 siluri in due anni!
tipo «universale a pendolo», ovvero ad urto diretto dell'arma contro la carena nemica (con un limite operativo di 15 gradi e 5 nodi). Tale tipo di acciarino rimase quello «standard» per quasi tutta la durata del conflitto; solo nel 1942 cominciarono ad essere introdotte in servizio armi, soprattutto da 450 mm., dotate di acciarino magnetico. Nella stessa epoca cominciarono ad essere impiegati dai sommergibili italiani anche siluri elettrici tipo «G.7e» da 533 mm. con acciarino magnetico ceduti dai tedeschi; si trattava di armi «senza scia» articolarmente efficienti disponibili però in quantitativi molto limitati.
Seconda parte>>>>>
Le operazioni navali che si svolsero nel Mediterraneo dimostrarono dimostrarono abbastanza presto che gli scontri tra unità di superficie, sebbene spettacolari, raramente avevano effetti decisivi e che il controllo del mare veniva assunto da chi era in grado di imporre la propria supremazia aerea. Tutto ciò fece si che il peso della lotta gravasse sempre più sulla Regia Aeronautica. Il 27 Agosto 1940 il Ten. Buscaglia eseguì la prima azione aerea con il siluro contro unità nemiche in navigazione e da quel momento i reparti aerosiluranti (stranieri e italiani) divennero il più temibile mezzo di offesa. Intanto il Reparto Sperimentale Aerosiluranti, costituito a Gorizia all’inizio del 40, venne equipaggiato con il Savoia Marchetti SM.79, il "Gobbo Maledetto", che pur non essendo espressamente studiato per l’impiego aerosilurante, era un aereo robusto, veloce e maneggevole, un vero gioiello della tecnica. L’anno dopo andò un po’ meglio (9 centri pieni) ma 14 perdite. perdite. Alla fine della guerra le statistiche diranno diranno che ogni equipaggio equipaggio compiva in media tre missioni prima di essere abbattuto dalla contraerea. Il lancio avveniva, di norma, ad una velocità di 300 km/h alla quota di 30-40 m, in queste condizioni il siluro entrava in acqua con una inclinazione di 11
30° e dopo essere sceso 10 m sotto la profondità di regolazione si stabilizzava in 160 m sul percorso subacqueo stabilito. da regiamarina: Adattato da "Le Armi delle Navi Italiane Nella Seconda Guerra Mondiale" di Erminio Bagnasco Bagnasco Edizioni Edizioni Ermanno Ermanno Albertelli Albertelli -
La storia è racconto attraverso i libri I testi testi che che accom accompa pagna gnano no la prese present ntazi azion onee sono sono in genere genere quell quellii diffu diffusi si dall' dall'edi edito tore, re, dalla dalla librer libreria ia o da critic criticii che vengo vengono no indi indicat catii
Seconda parte
Navi e poltrone Antonino Trizzino -
Longanesi & C. 1a
edizione genn. 1953 MUSSOLINI NELLA STANZA DEI BOTTONI: Trizzino giudicò molto severamente gli alti comandi e lo stesso Mussolini, che si fece improvvisamente nomin nominare are coma comand ndant antee supr suprem emoo delle delle forze forze armat armatee come come se ciò ciò basta bastasse sse per per impedire i tradimenti. Esso esercitò infatti un potere più apparente che reale, ma certamente assai dannoso per le tre armi. Med. d'oro al comandante Antonino Toscano Comandante di divisione di incrociatori leggeri, incaricata di una missione di guerra eccezionalmente delicata e rischiosa, accoglieva con perfetta serenità il compito affidatogli, e ne dirigeva i preparativi con estrema cura di ogni particolare. Conscio che solo una fortunata evasione da ogni mezzo di scoperta e di offesa nemica poteva permettere alle sue navi di compiere incolumi la loro missione, preparava fortemente l'animo suo e quello dei suoi alla suprema offerta alla Patria. Scontratosi ad alta velocità
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con un gruppo di unità nemiche che defilava di controbordo, reagì con tutti i mezzi bellici all'azione nemica fortissima e di breve durata. Ferito gravemente fra i primi, continuava imperterrito a dirigere il combattimento, infondendo rabbiosa energia in tutti i suoi dipendenti: esempio di salde ed eroiche virtù militari. Colpita duramente più volte la nave che batteva la sua insegna, rimaneva al suo posto di comando comando e di combattimento combattimento e, in una suprema dedizione dedizione alla Patria e alla Marina, deciso a condividere la sorte dell'unità che si inabissava in un alone di gloria, con essa eroicamente scompariva, scompariva, additando additando alle schiere dei suoi dipendenti dipendenti la via del dovere e del sacrificio. sacrificio. Mediterraneo Centrale, 13 dicembre 1941 da Angelo Martelli Trizzino subì un processo a Milano e con sentenza 5 dicembre 1953 fu dichiarato colpevole di vilipendio delle Forze Armate dello Stato e condannato a otto mesi di reclusione. Alla denuncia del Ministero della Difesa cui, appunto, fece seguito la sentenza, seguirono le querele degli ammiragli Bruno Brivonesi, Gino Pavesi e Priamo Leonardi. Leonardi. Anche questo processo si concluse con la condanna del Trizzinoa Trizzino a due anni e 4 mesi di reclusione, ad una multa, e al riconoscimento dei danni morali verso i tre querelanti, la confisca del libro e la pubblicazione della sentenza sul Corriere della Sera, sul Giornale d’Italia e sul Mattin sul Mattino. o. Seguì, da parte del condannato, il ricorso in appello e nel frattempo intervenne il decreto di amnistia del dicembre 1953 che estinse il delitto di diffamazione continuata, ma l’appello rimase per il delitto di vilipendio delle FFAA. dello Stato. Sentenza della Corte d’Appello milanese. Il prestigio prestigio di una istituzione — istituzione — si afferma dopo una lunga premessa premessa e disamina — riposa — riposa anche sul prestigio personale dei suoi maggiori esponenti, ma non si identifica né si esaurisce in esso. Per le Forze Armate, in particolare, il patrimonio patrimonio spirituale che le innalza nella pubblica stima, attinge a molteplici molteplici fonti; alla tradizione, tradizione, alle virtù guerriere della stirpe, alla storia delle imprese onorevolmente compiute, agli esempi di eroismo individuale e collettivo che illuminano il ricordo dei fatti d’arme nella buona e nella cattiva sorte. I motivi della prima sentenza vengono ribattuti uno per uno ed il libro Navi libro Navi e Poltrone viene letto ed interpretato per quello che realmente vuoi dire, cioè l’esaltazione del valore dei protagonisti in mare. Un valore tradito, si potrà dire, ma che non cessa di essere tale, e chi lo riconosce e lo esalta, esalta, non può essere accusato accusato di denigrazione denigrazione.. Il motivo della decision decisionee della Corte d’Appello d’Appello ha negato, nel complesso, l’elemento obbiettivo del reato; poteva così considerarsi soddisfatta l’esigenza formale del giudizio, ma per compiutezza di indagine e per la gravità delle proposizioni che hanno legato il Trizzino ad un addebito di mendacio e di mala fede, la Corte ha ritenuto doveroso e utile affrontare anche il problema dell’elemento psicologico. Utilità che si è rivelata di estrema importanza posto che il magistrato ha preso in esame e confutato la sentenza di primo grado e dimostrato l’inesistenza, l’inesistenza, nell’autore Trizzino, di una precisa volontà di offendere e villipendere la Marina Italiana.
Sospettato n° 3: Supermarina e Mussolini .
Navi
e
poltrone
Trizzino
CAPITOLO
XV
pag.
213
e
segg.
Come abbiamo visto, le navi italiane erano dirette e comandate da Roma, dal ministero della marina, dove si concepivano i piani di guerra, si redigevano gli ordini di operazione si sceglie vano le unità che dovevano prendere parte a ogni azione, si stabilivano stabilivano persino le ore di partenza, le rotte e le velocità per raggiungere raggiungere il nemico, senza nemm nemmen enoo cons consul ultar taree o inter interpe pella llare re,, nello nello studio studio delle delle situaz situazion ionii che a volta volta a volta volta si pres presen entav tavan anoo e nell’approntamento dei mezzi più idonei ad affrontarle, i comandanti in mare. Si trattò di un’organizzazione sui generis dell’alto comando navale, non solo senza precedenti ma senza alcun riscontro nella storia delle altre 13
marine. Non parliamo, poi, dell’ammiragliato britannico, che, rispettoso della tradizione nelsoniana, si guardava bene dall’interferire nell’indipendenza e nell’autonomia di coloro che avevano la responsabilità sul mare, verso i qual qualii dimo dimost strrò la mass massim imaa disc discre rezi zion onee, anch anchee in casi casi in cui cui pale palese seme ment ntee eran rano fuor fuorii stra strada da.. E i risultati furono quelli che sappiamo. A giustificazione del grave insuccesso riportato nel pomeriggio del 22 marzo ‘42 al largo del golfo della Sirte, l’ammiraglio Jachino scrive: "il comandante in capo italiano non intervenne nell’apprezzamento della situazione, né nello studio sulle possibilità di azione del nemico; inoltre, non intervenne nella scelta delle unità da destinare all’operazione, né nel dare gli ordini di approntamento delle unità da lui dipendenti »
.E
per avere un’idea della cupidigia ministeriale di comando basti sapere che « le ore di uscita, le rotte da seguire nelle prime dodici ore e tutti i particolari esecutivi per la prima parte dell’operazione, furono decisi e ordinati da Supermarina Supermarina ». Come abbiamo abbiamo visto, forze navali nemiche di gran lunga inferiori riuscirono riuscirono quella volta a tenere in iscacco le nostre navi, che dovettero ritirarsi. Fu il trionfo delle poltrone: e con esse delle irresolutezze, delle viltà ed in conseguenza delle perfidie. Un altro episodio lo conferma: la fine raccapricciante degli incrociatori Da Barbiano e Di Giussano, avvenuta nella notte del 13 dicembre ‘41. Essi erano partiti da Palermo nel pomeriggio del giorno prima, carichi carichi di viveri e di fusti di benzina, insieme con la torpediniera Cigno, dirigendo dirigendo su Tripoli. Tutto fu regolare fino a capo Bon. Le tre unità, in linea di fila con la Cigno in testa, ne avvistarono il faro di prua alle 2,56 a circa 7 km di distanza, e lo aggirarono continuando la navigazione vicinissimo alle coste orientali della Tunisia. Ma
alle
3,20
esse
invertirono
improvvisamente
la
rotta.
Che cosa vide, sentì o seppe l’ammiraglio Toscano per decidersi di virare? Sembra da escludere che egli tornasse indietro perché era stato avvistato da un aereo inglese, che alle 2,45 aveva sorvolato le sue navi. Non si sa nemmeno, giacché l’ammiraglio è morto, se egli avesse in animo di rientrare alla base o se l’inversione di rotta fosse semplicemente semplicemente una tattica momentanea, per rimettersi poi sulla via di Tripoli. Sta di fatto che le nostre navi non avevano ancora completato l’accostata, quando videro apparire sulla sinistra quattro cacciatorpediniere nemici, che, sbucando da dietro capo Bon e correndo a grande velocità in senso quasi normale alla loro rotta, aprirono il fuoco e lanciarono contemporaneamente una sventagliata di siluri: fatto il colpo, si allontanarono. Si trattava di una vera imboscata. Perché essendo noti i movimenti delle 4 navi nemiche i due incrociatori furono fatti ugualmente partire. Rapporto Supermarina. Dopo aver ricordato un primo tentativo di partenza fatto dal Da Barbiano e dal Di Giussano il giorno 9, interrotto per ragioni di prudenza, Supermarina scrive: " Alle 17,30 del 12 partirono partirono nuovamente, nuovamente, insieme insieme con la torpediniera torpediniera Cigno, con ordine di fare un largo giro a nord e ad ovest delle Egadi e quindi puntare su capo Bon, allo scopo di evitare la zona a sud di Marittimo, Marittimo, sulla quale era stata constatata più intensa la vigilanza vigilanza aerea nemica". nemica".
Dei quattro cacciatorpediniere nemici avvistati alle 15,40 dello stesso giorno
12, il rapporto dice " Queste unità solo aumentando molto di velocità avrebbero potuto raggiungere capo Bon nella notte, ma certo in ogni caso non prima delle tre. Poiché i due Da Barbiano alle tre avrebbero dovuto essere già passati da un’ora, non si ritenne il caso di interrompere la missione, che era urgentissima"
. Innanzi tutto non si trattava di «
interrompere » la missione, come afferma Supermarina: si interrompe una cosa già incominciata, ma quando le navi nemiche furono avvistate il Da Barbiano, il Di Giussano e la Cigno erano ormeggiati a Palermo e non avevano, quindi, ancora iniziato il loro viaggio. In secondo luogo, un’ora sola d’intervallo tra i previsti passaggi delle nostre navi e di quelle nemiche nella stessa zona era troppo poco, ai fini di garantirsi da un possibile incontro. Senza dire del ritardo che qualche sommergibile avrebbe potuto causargli. Ma c’è di peggio. Quell’ora di intervallo non esisteva, perché i nostri incrociatori, contrariamente a quanto affermato da Supermarina non partirono da Palermo alle 17,30, ma alle 18,10 e questo si sapeva bene. Supermarina infatti, aveva ricevuto dal comando marittimo marittimo di Palermo, per la storia, il radiotelegramma radiotelegramma numero 13467 13467 che diceva: Da Barbiano Barbiano - Di Giussano 14
Cigno - mare 18.10.12. Non esistendo, quindi l’ora di intervallo, l’incontro diventava sicuro. Gli incrociatori, pertanto, avrebbero dovuto essere richiamati subito dopo la partenza ma ciò non avvenne; si doveva richiamarli durante la notte, prima che si avvicinassero a capo Bon e invece li si lasciò proseguire. Supermarina si preoccupò di cose futili e telegrafò alla 1,30: Probabile incontro con piroscafi nemici usciti da Malta, di nazionalità francese, sulla rotta », ma nessun cenno agli inglesi.
Sosp ospettato ato n° 4: L’IM ’IMPREPARAZIONE .
Navi e poltrone -Trizzino: Mussolini nella stanza dei bottoni: CAPITOLO XIII pag. 173 segg. Nel tirare le somme degli errori che portarono a tanti disastri non è possibile ignorare la responsabilità di chi accentrò nelle sue mani la preparazione militare del paese: cioè di Mussolini, che dopo essere stato per una quindicina quindicina d’anni ministro allo stesso tempo della guerra, guerra, della marina e dell’aviazione, dell’aviazione, pretese di essere anche il supremo comandante in guerra. Il potere di Mussolini sulle forze armate si riduceva alle apparenze e cioè ai servizievoli offici che gli professavano i capi dell’aviazione, della marina e dell’esercito, i quali, avidi di comando e insofferenti insofferenti di condividerlo condividerlo con chicchessia, chicchessia, accumulavano accumulavano nelle loro mani le supreme prerogative prerogative politiche oltre a quelle militari, essendo insieme sottosegretari di stato e capi di stato maggiore. All’atto pratico, dopo avere ottemperato ai doveri della adulazione, poco si curavano del dio che fingevano di adorare e ognuno faceva quel che voleva. Gelosi, puntigliosi, invidiosi l’uno dell’altro e tra di loro estranei. Abbiamo visto come questioni di vitale importanza sottoposte alle decisioni di Mussolini e delle quali egli pure intravide, talvolta, la giusta soluzione, finissero poi con l’arenarsi. Perché? La risposta è facile: un po’ per incompetenza e un po’ per gioco. Posto tra due alternative, alternative, di fronte a difficili problemi, per i quali non possedeva la minima preparazione, preparazione, il minimo talento, egli tentennava tentennava tra gli opposti pareri, incapace di dar torto all’uno e ragione all’altro, così che, alla fine, tutti avevano avevano ragione: poi, l’ultimo a parlargli lo convinceva. Lasciar disputare tra loro i suoi uomini, era uno dei più singolari ingredienti
della
cucina
di
governo
di
Mussolini.
(MI
RICORDA
QUALCOSA?!)
Il peggio fu quando Mussolini cominciò a piccarsi di comandare, dal suo ufficio di palazzo Venezia, le navi, gli aeroplani e i soldati. Le prime manifestazioni di questo suo volersi occupare di una materia che conosceva poco, si ebbero durante la campagna in Africa orientale. orientale. Oltre a fissare le grandi linee dell’azione militare, egli pretese di occuparsi anche dei dettagli, stabilendo come conquistare il terreno e come fortificarlo: « Intensifica , egli telegrafa al comandante superiore, « le sistemazioni difensive sulla linea Adigrat-Axum-Adua, allargandoti a destra » . In un altro telegramma, Mussolini spiegò meglio ciò che intendeva dire con la frase « allargandoti a destra » in questo modo: « Occupazione tipo macchia d’olio... ». Quindi ordina di anticipare al 5 novembre un’azione già fissata per il 10 e poi telegrafa all’improvviso: "Ti ordino di riprendere l’azione obiettivo MacalléTacazzé la mattina del 3 novembre",
senza curarsi di sapere se per quell’ora di quel giorno fossero pronti i mezzi e la preparazione
indispensabili all’avanzata. Non esita a dare direttive di ordine tattico: « Facendo perno su Macallé, che dovrà essere fortemente presidiato e immediatamente munito, le altre truppe avanzeranno regolarmente su tutto il rimanente settore ».
Ed ecco, finalmente, un ultimo documento che lascia seriamente pensierosi; è un altro telegramma di
Mussolini al comandante superiore in Africa orientale, in cui è detto: « Sulla destra fai attestare il corpo d’armata 15
Maravigna Maravigna al Tacazzé Tacazzé e con le divisioni divisioni indigene marcia su Amba Alagi senza indugio, mentre le divisioni divisioni nazionali sosteranno a Macallé-Scelicot » . Il comandante superiore non lo fece e ne spiegò i motivi, ai quali dovette arrendersi
il capo del governo. Ma a costui rimase ugualmente la presunzione di saper muovere corpi d’armata e divisioni stando a diecimila chilometri di distanza, solo guardando una carta geografica e ignorando completamente lo stato delle unità da muovere, le difficoltà da superare, le condizioni dei rifornimenti, la fisionomia dello scacchiere, i movimenti del nemico ed ogni altro problema contingente.
Supermarina
e
l'inutilità
di
una
flotta
Riassunt Riassunto o da L’attrit L’attrito o nella nella strategi strategia a bellica: bellica: Royal Royal Navy e Regia Marina a confronto di Giovanni Cambi MRI .... Nel giugno 1940 in Libia erano presenti circa 240.000 milita militari ri italia italiani ni che, che, seco second ndo o le inten intenzi zion onii di Muss Mussol olini ini,, avreb avrebbe bero ro dovut dovuto o atta attacc ccare are l’Egit l’Egitto to per colpi colpire re le forz forze e britanniche lì stanziate. .. La mancanza di qualsiasi risorsa nece necess ssar aria ia a cond condur urre re la guer guerra ra cont contro ro gli gli ingl ingles esi, i, dal dal munizionamento ai viveri, dalle uniformi ai cannoni, obbligò il gove govern rno o
fasc fascis ista ta
ad
alle alles stire tire
nume numero ros si
conv convo ogli gli
per per
trasp traspor orta tare re il tutto tutto sulla sulla “quart “quarta a spon sponda da”. ”. Uno dei primi primi conv convog ogli li ad uscir uscire, e, con con navi navi dalle dalle stive stive mezz mezze e vuot vuote, e, fu scortat scortato o diretta direttamen mente te dal comand comandant ante e superio superiore re in mare, mare, ammiraglio Inigo Campioni. Uscito da Taranto insieme al convoglio il 7 giugno (leggi 7 luglio perché la dichiarazione di guerra è del 10 giugno)1940 Campioni comandava una forza notevole: 2 corazzate, 6 incrociatori pesanti, 31 cacciatorpediniere. Un tale spiegamento di navi avrebbe potuto essere adatto e giustificato da una sortita diretta contro il nerbo della flotta britannica del Mediterraneo ..che non ci fu dopo aver consumato migliaia di tonnellate di preziosa nafta....Verso le 17.00, a scontro terminato, le navi di Campioni erano in rotta verso Messina e verso Taranto ed in questo momento la Regia Aeronautica iniziò a bombardare tutto (! quello che galleggiava). Infatti Infatti gli avieri, avieri, non essendo essendo stati corrett correttame amente nte addestr addestrati ati a riconos riconoscere cere le navi navi italiane italiane,, bombardarono le imbarcazioni italiane e non soltanto quelle inglesi. Le bombe di cui erano dotati gli gli aere aereii ital italia iani ni eran erano o (per (però) ò) trop troppo po legg legger ere e e non non perf perfor oran anti ti.. Gli Gli ingl ingles esii infa infatt ttii le soprannominarono “merde di vacca” per la loro inutilità. Cunningham, quando usciva in mare, non doveva rendere conto sul momento a nessuno delle sue azioni e delle sue decisioni e dispone disponeva va della della copertu copertura ra aerea aerea diretta direttamen mente te mentre mentre Campio Campioni, ni, era costret costretto to a tenersi tenersi in cont continu inuo o conta contatt tto o con con Roma Roma per per ricev ricevere ere istruz istruzio ioni ni anch anche e sugli sugli aspe aspetti tti più banal banalii della della navigazione (via cifrario con un'ora di tempo per la decrittatura nei due sensi: gli inglesi facevano in tempo a finire la guerra).... Campioni alle 14.50 dell’8 luglio, quando iniziò ad avvistare in lontananza il fumo della flotta inglese, cominciò la lunga trafila per ottenere la copertura della Regia Aereonautica. Egli si dovette infatti rivolgere, in questo caso, alla base della marina di
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Messina, che avrebbe chiamato Supermarina, che avrebbe telefonato a Superaereo, il quale avrebbe provveduto ad allertare la giusta base aereonautica per competenza territoriale. Si capisce come mai i primi apparecchi italiani giunsero sulle navi di Campioni verso le ore 17, circa due ore dopo la prima sollecitazione....Trasponendo le parole di Clausewitz al caso italiano si potrebbe dire che: Campioni sarebbe riuscito a “muoversi nell’ambiente che resiste” ma aveva le mani legate da Supermarina. Supermarina non avrebbe potuto “vincere la frizione” perché non “vedeva” personalmente né la battaglia né la guerra. PUNTA
STILO
http://sites.google.com/site/mezeviris/battleofcalabria
La guerra iniziò con solo 2 corazzate pronte al combattimento, il Conte di Cavour e il Giulio Cesare, le corazzate Littorio e Vittorio Veneto erano pronte ma ancora in fase di addestramento a cui seguiranno la Caio Duilio e Andrea Doria. Il resto della flotta includeva 7 incrociatori pesanti, 12 incrociatori leggeri, circa 100 cacciatorpediniere e torpediniere e più di 100 sommergibili. Due dei vantaggi che avevano i Britannici erano: 1 - la disponibilità disponibilità di portaerei portaerei (Eagle) 2- le tattiche tattiche basa basate te sull' sull'im impi piego ego della della comp compon onen ente te aere aerea a in ricogn ricogniz izio ione ne e attac attacco co che manc mancav ava a agli agli italiani.Tutti gli aerei italiani venivano controllati dall'Aeronautica che impose di non realizzare mai una portaerei. Le navi italiane (sotto il comando dell'Ammiraglio Campioni ai primi di luglio del 1940 di ritorno dalla protezione convogli) erano la Giulio Cesare, la Cavour, 14 incrociatori più numeros numerosii caccia, caccia, le unità unità della della Royal Royal Navy Navy erano erano le corazz corazzate ate Warspite, Warspite, Malaya, Malaya, e Royal Royal Sovereign,la Sovereign,la portaerei Eagle, 5 incrociatori incrociatori leggeri, e 14 caccia, comandate comandate dall'Ammiraglio dall'Ammiraglio Cunningham.
I TRADIMENTI E I TRADITORI di PIERO SELLA da L’UOMO LIBERO aprile 2003
Pag. Pag. 17: 17: …. Spos Sposat atoo con con un’a un’ame meri rica cana na,, l’ad l’adde dett ttoo nava navale le ital italia iano no a Washington, capitano di vascello Alberto Lais, vende agli americani il cifrario della marina. Il generale Carboni, responsa responsabile bile del servizi servizioo spionag spionaggio gio nell’ese nell’esercit rcito, o, figlio figlio di un’ameri un’american canaa dell’Al dell’Alaba abama, ma, è un esperto esperto nella nella disinformazione. disinformazione. Oltre a gonfiare sistematicamen sistematicamente te le forze del nemico, ha l’opportunità l’opportunità di inserire elementi elementi a lui graditi nella varie strutture militari. Ed ecco che a Tolone, nella delegazione della Commissione Armistiziale con la 17
Francia, troviamo l’ammiraglio Vittorio Tur, di padre francese e sposato a un’inglese, il quale, attraverso la resistenza francese, passa informazioni a Londra. In questo nido di traditori faceva da cerniera Enrico Paolo Tur, fratell fratelloo dell’am dell’ammira miraglio glio,, già compagn compagnoo di accade accademia mia a Livorn Livornoo dell’amm dell’ammirag iraglio lio De Feo che capeggi capeggiaa la Commissione di Armistizio. Non può essere un caso che, quando viene programmato l’attacco a Malta, il comando dell’operazioni sia affidato proprio all’ammiraglio Tur. Alle sue dipendenze, alla guida di una delle divisioni che dovranno sbarcare, la Friuli, c’è di nuovo il generale Carboni, il quale semina pessimismo e si muove per sabotare l’azione. Dopo l’invio sine die dello sbarco e l’occupazione della Francia libera seguita all’invasione all’invasione alleata del Nord Africa (novembre ‘42) troviamo il Tur al comando della piazzaforte di Tolone. In questa stessa città, nel giugno ‘43, il fratello dell’ammiraglio viene finalmente colto con le mani nel sacco dal nostro controspionaggio. Il responsabile dei servizi, generale Amè, si presenta con Senise, capo della polizia, al cospetto di Mussolini e gli mostra i documenti sequestrati al contatto francese di Enrico Paolo Tur. Visto che i traditori sono marinai, il Duce passa i documen documenti ti al contros controspion pionagg aggio io della della marina, marina, senza senza sapere sapere che lì c’è il capoban capobanda da delle delle spie, spie, l’ammira l’ammiraglio glio Maugeri. ...Per le benemerenze che abbiamo ricordato, la spia Enrico Paolo Tur fu riammesso in servizio e gli fu concessa, concessa, nel dopoguerra, la pensione della marina militare (Libretto n. 397016) Non c’è da meravigliarsi meravigliarsi che, con simili comandanti, la flotta italiana continuasse a ricevere ordini che il più delle volte non le avrebbero concesso di confrontarsi col nemico.…”
Terza parte>>>>>>
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La storia è racconto attraverso i libri I testi testi che che accom accompa pagna gnano no la prese present ntazi azion onee sono sono in genere genere quell quellii diffu diffusi si dall' dall'edi edito tore, re, dalla dalla librer libreria ia o da critic criticii che vengo vengono no indi indicat catii
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Terza parte
Navi e poltrone Antonino Trizzino - Longanesi & C. 1a edizione gennaio 1953
Da controstoria: Il libro conobbe un successo straripante, la casa editrice Longanesi ne stampò 20 edizioni, Trizzino si concesse l'enorme soddisfazione di essere assolto in appello dall'accusa di aver vilipeso il ministero della Difesa e di aver diffamato gli ammiragli Leonardi, Pavesi e Brivonesi. Brivonesi. E dire che Trizzino non disponeva disponeva delle prove prodotte prodotte 50 anni dopo da De Risio e Fabiani, aveva soltanto annusato l'aria e capito bene quale vento spirasse. A differenza dell'aeronautica, la marina era stata sempre permeata di sentimenti antigermanici. E di massoni era composto quasi l'intero vertice della nostra flotta. Di conseguenza sussisteva una generale propensione verso la gloriosa marina britannica. Su un simile comune sentimento pesavano poi altri fattori: 67 alti ufficiali erano sposati con donne straniere, quindi facilmente avvicinabili; due importanti ammiragli - Mario Farangola, alla guida dei sommergibili, e Vittorio Vittorio Tur, titolare d'incarichi molto delicati - avevano avevano mogli inglesi, mentre due capitani di vascello vascello destinati destinati a una folgorante folgorante carriera, carriera, Brivonesi e Alberto Lais, erano coniugati coniugati con un'inglese e un'americana, un'americana, ma anche Carboni lo era.
http://www.regiamarina.net http://www.regiamarina.net/engagements/t /engagements/tarigo/tarigo_it.h arigo/tarigo_it.htm tm convoglio
Ultra-Fecero
tutti
Tarigo
il
Sospettato n° 5: loro
dovere 19
RIVISTA MARITTIMA: MARITTIMA:Riflessioni
su alcuni aspetti non chiariti della storia della Regia Marina nel corso del
Secondo Conflitto Mondiale .... da Marina difesa: Nel corso dell’attuale generazione, la storia navale italiana compresa nel periodo degli anni 30 e 40 ha subito più di una rivisitazione critica grazie, in primo luogo, all’avvenuta apertura di diversi importanti archivi stranieri, primi tra tutti quelli inglesi del Public Record Office (oggi ribattezzato TNA) di Kew Garden, nel Surrey. Il battistrada di questo nuovo filone di ricerca e confronto è stato senz’altro l’ingegner Gino Jori, mediante una serie di lucidi interventi pubblicati dalla fine del 1974 in poi sul «Giornale» di Montanelli e sulla Rivista Marittima prendendo lo spunto dall’appena uscito, discusso volume del Group Captain in pensione della RAF Frederick W. Winterbotham intitolato «The Ultra Secret», salvo verificare, contemporaneamente, lo stato reale della documentazione messa improvvisamente a disposizione dagli archivi inglesi ( nota a piè pezzo). Sulla scia di Jori una pletora di giornalisti, di pretesi esperti autoreferenziali in materia di crittografia e trasmissioni radio-telegrafiche e anche di storici, italiani e stranieri, hanno almanaccato per anni in merito alle vicende di ULTRA ed ENIGMA, disdegnando il parere dei professionisti del ramo salvo mettere in piedi una sorta di cattedrale nel deserto destinata a fare delle decrittazioni in parola un nuovo tipo di apriscatole universale in grado di spiegare, da solo, qualsiasi vicenda verificatasi nel Mediterraneo, e non solo, durante l’ultima guerra mondiale. Nello stesso tempo il vecchio filone scandalistico dei presunti tradimenti e delle lamentate inefficienze messe in capo, indifferentemente, alla marina ital italia iana na e ai suoi suoi uomi uomini ni nel nel cors corsoo del del seco second ndoo conf confli litt ttoo mond mondia iale le,, ha fatt fattoo nuov nuovam amen ente te capo capoli lino no.. È da rilevare a questo proposito, che le opere redatte dalla seconda metà degli anni 50 in poi dall’Ufficio Storico della Marina Militare sulla base della documentazione (necessariamente italiana per la maggior parte dei casi e, comunque, scientificamente valida) disponibile all’epoca, sono state sprezzantemente e sveltamente liquidate come affette da «deformazione» e da «confusione tra il genere storico e quello propagandistico». La storia, tuttavia, è dinamica
e
giammai
statica.
Il conseguimento del ruolo, evidentemente ambito, di unici depositari e, soprattutto, di dispensatori della verità assoluta in materia navale, era stato apparentemente consolidato approfittando, da un lato, del fatto che la disciplina in questione era ristretta, apparentemente, a un limitato ambito di cultori della materia e, dall’altro, in virtù della scomparsa, dettata dal calendario e dalla cronologica, dei precedenti testimoni e titolari dell’Ufficio Storico della Marina Militare, primi tra tutti gli ammiragli Giuseppe Fioravanzo e Aldo Cocchia. Non è da sottacere, infine, un terzo, probabile elemento rappresentato dalla linea adottata dalla Marina in quel periodo allo scopo di smorzare le polemiche a seguito del «processo Trizzino» e di altri procedimenti più o meno scandalistici . È quind quindii comp compre rensi nsibil bilee che che la stori storiogr ograf afia ia uffici ufficiale ale della della Marin Marinaa abbia abbia segna segnato to il passo passo conce concede dendo ndo,, inevitabilmente, spazio al «migliore offerente»...... (ndr After the war and after the book of Trizzino, the Navy had new reasons
to
reply
to
those
charges
of
betrayal
afetr
the
revelations
about
ULTRA)
Note (nota 1) Una questione non piccola, infatti, è quella del perché i britannici abbiano deciso di rivelare, nel 1971, quel segreto tra i segreti rappresentato dalle loro decrittazioni elettromeccaniche (e non elettroniche, come ancora oggi qualcuno si ostina a sostenere confondendo i generi) tenacemente difeso per oltre trent’anni. Soltanto Franco Bandini («Un («Un enigma enigma dietro dietro l’altro», l’altro», Il Giornal Giornale, e, 27 ottobre ottobre 1996) si è posto posto per tempo questo fondamenta fondamentale le problem problema a concludendo, alla fine, per la tesi della consueta «lepre meccanica» lanciata a bella posta a beneficio degli storici, allo scopo di coprire le peste di qualcosa qualcosa di ben più importante. L’opinione corrente degli studiosi studiosi statunitensi e inglesi propende, propende, oggi, per la stessa interpretazione, interpretazione, tanto da aver individuato individuato la ratio di quella decisione decisione nel tentativo di
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mascherare, empiricamente, per la durata di un’altra generazione, il substrato di intese clandestine intercorse tra il 1938 e il 1945 tra la Gran Bretagna e gli ambienti nazisti legati ai tentativi di rovesciare Hitler e di stringere un’intesa «razziale» tra il Reich e il Regno Unito diretta a un tempo contro i comuni rivali statunitensi e sovietici. Vedi, a questo proposito, proposito, di Sir John Keegan, Keegan, Intelligence Intelligence in War, ed. ed. Vintage Vintage Books, Books, New York, York, 2004. 2004. da Marina Marina difesa.it: difesa.it: RIVISTA RIVISTA MARITTIMA MARITTIMA
Sospettato n° 6: GOLE PROFONDE Si calcola che sulla perdita di 185 navi, 85 siano attribuibili a Ultra il computer decrittatore di Enigma di Bletchley Park (vedi nei personaggi Alan Turing). Il primo Enigma a cadere nel maggio 40 è quello della Luftwaffe (aeronautica), un anno dopo quello della Marina e nel settembre (41) la Wehrmacht. Si trattava di macchine leggermente modificate nell'Hardware (rotori). Nel 1942 si arrivò a decrittare già più di 80.000 messaggi al mese !! ma non erano tutti, erano solo una parte. I comandanti italiani, come diceva Rommel Rommel che sospettava spie a Roma, cambiavano cambiavano rotta in alto mare rispetto agli ordini ricevuti e gli andava anche bene. L'incrociatore L'incrociatore Pola non aveva potuto cambiare rotta a Capo Matapan e il suo comandante, da prigioniero, aveva visto sulla plancia inglese le copie dei nostri dispacci dell'operazione del 28 marzo 1941. Quando nel 45 Il comandante Brengola di ritorno dalla prigionia lo rivelò, non gli credette nessuno. Il segreto che circondava Enigma doveva durare ancora 30 anni, quello sui contenuti dei dispacci resterà in piedi fino al 2015 !!. (ma anche l'Italia e i tedeschi violavano e intercettavano
messaggi)
-
la
notte
di
Taranto
in
inglese
http://www.nwc.navy.mil/press/Review/2006/summer/art5-su06.htm
La Marina militare, in previsione previsione di una guerra contro l'Inghilterra era riuscita riuscita a acquistare, acquistare, negli anni precedenti allo scoppio del conflitto, ingenti quantità di nafta per caldaie fino a raggiungere i due milioni di tonnellate, ritenute sufficienti per circa un anno e mezzo di guerra. A queste riserve attinsero in vari periodi più o meno forzatamente diverse strutture come il ministero delle Corporazioni e la Regia Aeronautica, le cui cisterne costruite nel 1939 con laminati di zinco, anziché in ferro, avevano rovinato gran parte del combustibile. Fino al gennaio del 1941 non ci furono limitazioni limitazioni al consumo consumo di nafta, ma in quel mese, quando si erano già bruciate bruciate 671.560 t di carburanti, carburanti, Supermarina Supermarina fu costretta costretta a ridurre ridurre l'attività delle delle unità della Squadra. Squadra. Fino Fino a quel momento momento nessuna nessuna grande partita partita di nafta era stata acquistata per reintegrare quella consumata: infatti le circa 50.000 t che provenivano mensilmente dalla Romania erano destinate all'Esercito e ai consumi per usi civili, mentre l'Aeronautica beneficiava delle circa 200.000 t di nafta annue, di qualità appena accettabile, proveniente dai pozzi albanesi poi dal 42 dalla Germania (la marina dai tedeschi ebbe gli oli lubrificanti).
DAI DIARI DIARI DI ROMMEL ROMMEL
Navi e poltrone Trizzino capitolo XVI pag 224 segg. Ma
ritorniamo a quella fine di agosto del 42. Rommel si preparava a dare il colpo finale ad Alam Halfa (periferia, si fa per dire di El Alameim). Egli contava, soprattutto, sull’arrivo della motonave cisterna Poza Rica carica di ben dodicimila tonnellate di carburante. Rommel attaccò la sera del 30 agosto. Ma la Poza Rica era stata silurata pochi giorni prima. Tirata in costa, si riuscì a travasare parte della benzina su un’altra petroliera, che fu fatta partire con la massima urgenza: ma anch’essa fu silurata e affondò. Rommel comunicò che doveva desistere dopo ventiquattr’ore dall’attacco « perché i rifornimenti di carburante arrivano male ». In settembre, la strage continuò 21
con ritmo ritmo angosci angoscioso. oso. Centinaia Centinaia di carri carri armati, armati, migliai migliaiaa di automez automezzi, zi, decine decine di migliaia migliaia di tonnell tonnellate ate di carburante e viveri continuavano a finire in fondo al mare. Un giorno di ottobre, precisamente il 9, l’ammiraglio Sansonetti, successore di Campioni nella carica di sottocapo di stato maggiore alla marina, tenne al maresciallo Cavallero un grave discorso. Gli disse che dovevano esistere delle spie bene informate, a giudicare dal modo con cui avvenivano gli affondamenti, e che queste spie non erano da ricercarsi nei porti da cui partivano e arrivavano i piroscafi, ma a Roma. Non è chi non veda la serietà di tale rivelazione, fatta non da uno qualsiasi, ma dal sottocapo di stato maggiore della marina, che parlava in base a elementi sicuri. A chiunque non fosse sprovvisto di discernimento, non sarebbe sfuggita la gravità della notizia data dal Sansonetti al capo di stato maggiore generale, ma questi, con un candore impagabile, così provvide: “Ordino- egli disse -che non si telefoni più in materia di traffico marittimo”. A Roma non c’è il mare, quindi nessuno poteva sapere di arrivi e partenze di navi, ad eccezione di coloro che sedevano nei ministeri. L’ammiraglio Jachino restringe ancor più il campo delle indagini, scrivendo: “Anche a Roma le notizie trapelavano con grande facilità e, durante il mio comando, ebbi più volte l’occasione di segnalare l’avvenuta diffusione di una informazione che quasi certamente era trapelata trapelata per opera, sia pure involontaria, involontaria, di elementi elementi del ministero. Supermarina e l’Ufficio informazioni non hanno mai voluto ammettere che la loro organizzazione fosse difettosa per quanto riguarda la riservatezza e tendevano ad attribuire la colpa ad elementi periferici”. Dunque: ministero, Supermarina, Supermarina, Ufficio informazioni. informazioni. Era evidentemente evidentemente in malafede l’Ufficio in formazioni quando rassicurava l’ammiraglio Jachino. Il suo capo, l’ammiraglio Maugeri, sapeva bene come stavano le cose: infatti, a guerra finita, nel suo libro di memorie memorie pubblicato in lingua inglese From the Ashes of Disgrace , egli ha rivelato che l’ammiragliato l’ammiragliato britannico contava tra gli ammiragli ammiragli italiani e nello stesso ministero della marina persone devotissime, devotissime, sulle quali poteva fare il massimo assegnamento, non vedendo esse l’ora di finire comunque la guerra, per liberare l’Italia dal fascismo. C’era anche lui nel numero di quelli che volevano la fine a tutti i costi e con qualsiasi mezzo? Non possiamo dirlo, ma è certo che egli fu ricompensato con la decorazione americana della Legion of Meni, che porta sul petto, in riconoscimento dei meriti acquisiti
appunto
mentre
era
capo
dell’Ufficio
informazioni.
Perch Perché, é, ci si doman domanda da,, l’ammi l’ammirag ragli lioo Sans Sansone onetti tti fece fece la sua sua rivel rivelaz azion ionee al mare maresc scia iallo llo Caval Cavalle lero ro e non non all’ammiraglio Riccardi, suo superiore diretto? Questo è un punto oscuro. Non c’era che da attraversare un corridoio corridoio per recarsi nell’ufficio dell’ammiraglio dell’ammiraglio Riccardi e dirgli: “C’è del marcio! “ L’ammiraglio L’ammiraglio Riccardi, che aveva nelle sue mani la suprema potestà navale, essendo oltre che sottosegretario di stato anche capo di stato maggiore della marina, avrebbe potuto con un semplice trasferimento di uomini troncare in ventiquattr’ore la catena di informazioni al nemico. Ma l’ammiraglio Sansonetti non andò da lui (come sarebbe stato suo preciso dovere, non solo in ossequio ai princìpi gerarchici, ma anche perché la questione investiva specificamente la responsabilità del suo ministero); preferì, invece, parlarne fuori dei cancelli ministeriali e rivolgersi al capo di stato maggiore
generale.
Perché,
dunque?
Ed è anche molto strano che il Riccardi non abbia mai avuto il minimo sentore di quanto invece risultava a Sansonetti; è strano che non si sia mai insospettito di nulla; che non siano sembrati anche a lui misteriosi certi avvenimenti, certe coincidenze, che si ripetevano non per semplice caso; che gli siano apparsi naturali certi affondamenti sulla cui origine tenebrosa non potevano esistere dubbi; che abbia ritenuto logici e naturali fatti che, invece, si presentavano oscurissimi; che abbia fatto consumare come una candela la flotta mercantile nel modo com’è avvenuto; che abbia consentito all’impiego che è stato fatto della nostra marina militare. In quegli anni avvenivano avvenivano fatti fantastici. fantastici. Le generazioni generazioni che verranno dopo di noi stenteranno stenteranno a crederli crederli veri. Primo fra tutti, il 22
bombardamento di Genova del 9 febbraio 1941 e le circostanze sciagurate che lo resero non solo possibile, ma di un’estrema facilità (vedi in storia). - estate 41. ... E' Necessario che il massimo segreto sia mantenuto sulla preparazione dell'offensiva: ho fondati motivi di ritenere che in Italia è illusione il supporre di mantenere il riserbo sui propositi più confidenziali: Comandanti e Capi parlano e chiacchierano e non conoscono riservatezza. Roma è una specie di Shangai, un bazar levantino in cui le informazioni si scambiano, si vendono, si barattano, si regalano, si inventano. D. mi ha comunicato in 24 ore, pettegolezzi banali che riguardano, fatti in Africa e riferiti, dopo poche ore, sulle rive del Tevere: del resto gli inglesi sono informatissimi, al minuto delle partenze dei convogli dai porti italiani. Si deve alla machiavellica manovra degli ammiragli e dei Comandanti delle scorte - ormai duramente provati dall'esperienza se le perdite non sono maggiori; maggiori; infatti mi riferiscono riferiscono che i comandanti italiani contravvengono contravvengono regolarmente agli ordini ordini di oper operaz azion ionii che veng vengono ono loro loro comu comuni nicat cati, i, sicuri sicuri come come sono sono di trova trovare re subito subito sulla sulla rotta rotta stes stessa, sa, appuntamenti
con
sommergibili
ed
aerei
inglesi.
-14/11/42 - alla moglie (estratto): "Da Roma ci sono giunte preoccupanti notizie sulla situazione italiana. Al Comando Supremo italiano l'atmosfera è oscillante, grigia e gravida di elettricità. Le ostilità contro di noi aumentano. Si teme, negli ambiente della Corte vi siano correnti che premono sul Re d'Italia perché prenda in mano la situazione interna italiana e limiti l'autorità del Primo Ministro (Mussolini). Voci darebbero sicuro al nostro servizio informazioni che la Principessa ereditaria, MARIA JOSE', abbia avuto, tramite una sua amica franc frances ese, e, dei dei contat contatti ti con diplom diplomati atici ci amer america icani ni ed ingle inglesi si in Sviz Svizze zera ra per per una una pace pace sepa separat rata. a. Sare Sarebbe bbe mostruoso!" mostruoso!" ...."Il Maresciallo Maresciallo Cavallero, capo del Comando Comando Supremo Supremo italiano sarebbe sarebbe stato silurato "per ordine del Re d'Italia" . "Non mi mandano rinforzi. Ma come potremo vincere questa guerra se perdiamo qui in Africa? ".
La bomba che colpì la Roma era la FX o Fritz-X (Lungh. m 3.26, Diam. mm 560, velocità di picchiata ca. 300 ms (circa 1000 Km/h), capacità perforante ca. 12 cm di acciaio) missile aria-superficie agli esordi. Pesava 1570 kg e per la velocità e il peso perforava tranquillamente lastre di 12 cm (di cui era lastricato il ponte superiore (altre corazzature erano di maggior spessore come le verticali dello scafo e le artiglierie pesanti di 35 cm o art. secondarie e torre
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comando 28 cm, ma per i colpi laterali)). Il potere distruttivo della FX era però limitato al peso dell’esplosivo di circa 320 kg e alla vulnerabilità degli ambienti interni della nave, colpiti (come nel nostro caso le cariche di lancio che scagliarono in alto la torretta da 381 del peso di 1500 tonn.. Era dotata di un piccolo motore a razzo con aletta, radiocomandata radiocomandata dal lanciatore, che poteva correggere la caduta (deviare di circa 400 m lateralmente e di 800 in avanti o indietro) guidandola a vista. Dopo soli 15 secondi dallo sgancio della bomba mediante un collimatore, era possibile mantenere l’allineamento bomba/bersaglio attraverso impulsi radio trasmessi da una piccola “cloche” (joystik) alla trasmittente Telefunken FuG.203 Kehl. Da bordo aereo a FG 203 bomba. La maggior distanza di lancio (visibilità permettendo) permetteva permetteva al bombardiere di poter guidare meglio l’ordigno, l’ordigno, dotato di una “codetta” fumogena luminosa, a mezzo del joystik fino all’impatto. Veniva di norma lanciata da una quota compresa tra 4 e 7 km inarrivabili per l'artiglieria imbarcata. Normalmente una bomba che cada liberamente raggiunge velocità dell'ordine dei 200m/sec cioè circa 740 Km/h , ergo sganciando a 5000 m di quota, la bomba impiegherà 25 secondi per arrivare al bersaglio. Nel frattempo una nave che fa 30Kts si è spostata dalla posizione che aveva al momento del lancio di 375m in avanti e lateralmente di una certa quantità di metri che dipendono dall'angolo di barra eventualmente messo.
"L'inverno del '42-'43 trovò molti di noi, che speravano in un'Italia libera, di fronte a questa dura, amara, dolorosa verità: non ci saremmo mai potuti liberare delle Ashes of nostre catene, se l'Asse fosse stato vittorioso". E poco più avanti nel libro From the Ashes Disgrace Reynal & Hitchcock, Hitchcock, New York 1948 Franco Maugeri esplicita in maniera definitiva tale concetto: "Più uno amava il suo Paese, più doveva pregare per la sua sconfitta nel
campo di battaglia... Finire la guerra, non importa come, a qualsiasi costo L’ammiraglio Rffaele de Courten , neo ministro e csm della marina del governo Badoglio, narra nelle sue memorie che il 10 agosto agosto 1943 gli si presentò presentò Maugeri Maugeri (capo (capo del Sis, il Servizio Servizio informazioni informazioni della Marina) Marina) con una memoria memoria riservat riservataa concernente lo spostamento della flotta da la Spezia alla Sardegna. L’ipotesi, in vista di un conflitto coi tedeschi e nell’ottica di salvare il naviglio sia da parte di operazioni armate del Reich o di fraintendimenti degli alleati. Per gli alleati garantiva lui che tutto si sarebbe svolto sotto un ombrello ombrello protettivo (fino a quando e dove?). De Courten informò informò Ambrosio (capo di stato maggiore generale) e ne convennero che, in mancanza di un armistizio o di un qualsiasi capovolgimento di fronte che per il momento non era previsto (quello che gli italiani pensavano il giorno dopo i tedeschi lo sapevano) si procedesse alla distruzione della memoria. memoria. Maugeri non era stato incaricato incaricato come ennesimo intavolatore di trattative. trattative. Non si occupasse più di questioni del genere, che esorbitavano le sue attribuzioni, le quali rientravano esclusivamente nella responsabilità dei supremi organi. I supremi organi avevano detto che la guerra continuava ed ogni azione contraria non faceva che peggiorare il conto da pagare ai tedeschi. tedeschi. Nessuno sente più parlare parlare di Maugeri fino a quando nel dopoguerra dopoguerra (1946) viene nominato capo di S.M in sostituzione di De Courten e scavalcando altri più anziani. L’11 giugno 1948 il segretario di Stato alla Marina degli Usa conferì a Maugeri la “Legion of Merit” per gli eccezionali servizi servizi resi alle forze navali militari alleate. Gli Usa poi minimizzeranno sia sul valore della decorazione che sulla motivazione, definita standard dal tempo di George Washington. Nello stesso tempo era uscito il libro intervista in inglese che qualcuno si peritò di tradurre. A pagina 76, per esempio, si legge che la Marina italiana non aveva piani per una guerra contro l’Inghilterra. .Tutti i nostri calcoli ed il lavoro dello Stato maggiore era basato sul presupposto che in ogni futuro conflitto non avremmo mai combattuto contro la Marina britannica e quando iniziò la guerra non avevamo alcun piano di operazione contro Malta. Altri spezzoni sono già scritti, ma il monocorde assolo di Maugeri non cambia. Sorprendente, per esempio, il ricordo di un episodio del 17 agosto 1942: .Questa mattina alla riunione di Supermarina sono stato solo io a protestare, e violentemente, contro la pretesa del comando aereo tedesco di camb cambia iare re le rotte rotte dei nost nostri ri convo convogli gli in mare mare . Si tratt trattava ava dei dei convog convogli li vers versoo l’Afr l’Africa ica,, i cui cui frequ frequent entii disast disastri ri
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preocc preoccupa upavan vanoo da tempo tempo l’Alto l’Alto coman comando do italia italiano no e i tede tedesc schi hi che che non erano erano tonti: tonti: appar appariva iva incomp incompre rensi nsibil bilee come come l’avversario riuscisse a individuarne il più delle volte il percorso quasi ne fosse precedentemente precedentemente informato. I sospetti di talpe annidate nella capitale tormentarono a lungo l’ammiraglio Luigi Sansonetti, sottocapo di stato maggiore della Marina, tanto da indurlo a riferire al supremo vertice militare italiano, Ugo Cavallero. Difficile però muoversi muoversi con efficacia fra i corridoi su un argomento così delicato. Tatto e prudenza suggerirono a Sansonetti di parlarne nella consueta riunione sui trasporti, ma solo quando fosse stato assente il suo diretto superiore superiore e vertice della Marina, Riccardi. Riccardi. Annota Cavallero nel suo diario il 9 ottobre 1942: Nella riunione sui trasporti l’ammiraglio Sansonetti afferma che le navi che partono d’improvviso non vengono attaccate, il che fa pensare allo spionaggio. Esclude che le notizie partano dai porti ed afferma che partono invece da Roma. Ordino che non si telefoni più in materia di traffico….. Il cerchio si chiude quando Taylor, in segreto accompagnato da Maugeri, “sbarca” “sbarca” a Roma la vigilia dell’8 dell’8 settembre 1943. Maugeri lo accompagna segretamente segretamente a Roma Roma per un colloquio con Badoglio e il generale Carboni teso a predisporre l’aviolancio sulla capitale di una divisione aerotrasportata americana. Taylor chiese a Maugeri: - Mi dica della Marina ammiraglio, si può avere fiducia che essa obbedirà agli ordini, quali che siano e in tutte le circostanze? - Maugeri - Lei parla in caso di resa se ho ben capito? , e alla conferma di Taylor, obbedirà senza fallo in qualsiasi circostanza circostanza,, generale. Di questo può esserne esserne assolutamente assolutamente ribatté sicuro: La Marina obbedirà sicuro. S icuro icuro tanto da far dire a entrambi La Marina italiana è stata l’unica fra le varie forze armate che ha condotto
le trattative di resa nel modo e nei tempi da noi prescritti e da noi progettati e Per la prima volta in tre anni la bandiera Inglese e quella Italiana sventolavano fianco a fianco. Un brivido di piacere mi percorse, anche se io sapevo che ciò significava la nostra resa e disfatta. Decio Romano Romano Storia e dossier dossier 107
Carlo Bergamini: motivazione della medaglia d’oro: Comandan Comandante te in capo capo delle Forze navali navali da battaglia battaglia,, sorpres sorpreso o dall’armis dall’armistizio tizio in piena piena efficienz efficienza a materiale e morale, trascinò con la autorità e con l’esempio tutte le sue navi ad affrontare ogni rischio pur di obbedire, per fedeltà al Re e per il bene della Patria, al più amaro degli degli ordini. E nell’adempimento nell’adempimento del dovere scomparve scomparve in mare con la sua nave ammiraglia colpita a morte dopo accanita difesa dal nuovo nemico, scrivendo nella storia della Marina una pagina incancellabile di dedizione e di onore. — Acque dell’Asinara, 9 settembre 1943.
Delle 5 corazzate, 15 incrociatori (7 ausiliari), 23 sommergibili, una settantina di MAS e 37 cacciatorpediniere e torpediniere, alla fonda nei porti della Liguria e di Taranto, l’unica ad andare perduta, col suo comandante Carlo Bergamini, è la Roma. Dopo un colloquio telefonico tra Bergamini, comandante la squadra, e il capo di S.M. della marina, ammiraglio De Courten, la mattin mattinaa del 9 settem settembr bree la squadr squadraa naval navale, e, prend prendee il mare mare alla alla volta volta dell’Iso dell’Isola la della della Maddalena. Nelle primissime ore del pomeriggio la squadra è in procinto d'entrare nell‘estuario dell’isola dell’isola quando quando giunge giunge all’ammirag all’ammiraglio lio Bergamini Bergamini un messaggio messaggio urgente di Superma Supermarina rina (Maugeri) con l’ordine di invertire la rotta e di puntare in direzione di Bona, in Algeria. E' 25
successo che in mattinata i tedeschi hanno occupato la Maddalena e predisposto un piano per impadronirsi delle unità italiane. Sfuggita la preda si passa ai siluri. Poco dopo le 15 una formazione di Junker attacca la squadra navale senza risultati. Verso le 16 un altro gruppo di bombardieri DO-217 è sulle unità italiane. L’attacco questa volta ha successo, e ne fa le spese proprio l’ammiraglia, la corazzata Roma che, colpita da due bombe-razzo teleguidate alle 15,52. Cola a picco in 28 minuti. Dei 1849 uomini dell’equipaggio, 1253 perdono la vita: tra questi il comandante Carlo Bergamini e tutto lo stato maggiore. La squadra fa rotta in direzione sud e nella mattinata del 10 settembre entra nel porto della Valletta a Malta.
Bagnasco: “Ultra “Ultra” ” fu sogge soggetto tto a forti forti alti alti e bassi bassi nella nella curv curva a della della sua sua eff effica icacia cia,, deriv derivan ante te innanzitutto dai tempi variabili nella capacità di decrittazione che potevano andare da qualche ora, nel migliore dei casi, a molte decine di giorni, perdendo di conseguenza validità operativa. In questa chiave, persino le istintive, ma non provate, accuse di tradimenti o di onnipresenza onnipresenza di “barbe finte” del buon Trizzino trovarono infine, quasi tutte, una loro spiegazione". Tutto Tutto quanto quanto avete letto fino ad ora su Maugeri, Maugeri, sui tradimenti tradimenti,, sui convogli convogli che arrivavano sani quando cambiavano rotta, viene sconfessato dallo storico di regime Mimmo Franzinelli che in una trasmissione su La 7 del 4 gennaio 2008 bolla come fantasia il tradimento degli ammiragli. Un motivo ci sarà pure!. Sono gli ammiragli eroi della Repubblica degli onesti, del magistrato Scalfaro, di un paese fiero che anche sotto il fascismo stoicamente non apriva bocca e non cedeva se non per le macchine superteconlogiche che non hanno anima e partito.
http://www.cestra.eu/franco/ffnnbb_capitolo3.htm
saperne
di
più
7/9/1943 Riunione al Ministero dei vertici della Regia Marina
per
http://www.regiamarina.net/people/admirals/bergamini_it.htm
http://www.google.it/search?hl=it&q=bomba+fx+teleguidata&btnG=Cerca+con+Google&meta
l'argomento Navi e Poltrone Trizzino viene trattato in 6 capitoli tre qui in libri (ora sei nel terzo)
1
nei
capitoli
di
storia
la
notte
di
Taranto
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/40/taranto.htm
1 Maug Mauger erii nei nei perso ersona nagg ggii http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/maugeri.htm 1 nelle schede il processo http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/trizzino.htm
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AMMIRAGLIO FRANCO MAUGERI (1898(5?) - 1978)
Cap. Cap. 5 Na Nav vi e Polt Poltro rone ne di Anton ntoniino Triz Trizzi zino no
"From
the
Ashes
of
Disgrace",
di
Franco
Maugeri e Victor Rosen - Reynal & Hitchcock, New
York
1948:
"L'inv "L'invern erno o del '42-'4 '42-'43 3 trovò trovò molti molti di noi, noi, che spera speravan vano o in un'Ita un'Italia lia libe libera ra,, di fron fronte te a qu ques esta ta du dura ra,, am amar ara a e dolo doloro rosa sa veri verità tà:: non non ci saremmo mai potuti liberare delle nostre catene, se l'Asse fosse stato vittorioso". E poco poco più più ava avanti nti espli splici cita ta in man anie iera ra defi defini niti tiva va tale tale concetto: "Più uno amava il suo Paese, più doveva pregare per la sua 27
sconfitta nel campo di battaglia... Finire la guerra, non importa come, a qualsiasi
costo".
4 Medaglie d'Argento al Valor Militare, 4 Medaglie di Bronzo al Valor Militare, due Croci al Merito di Guerra e le inseg insegne ne di Caval Cavalie iere re dell' dell'Or Ordin dinee Milit Militar aree d'Ital d'Italia ia,, Uffic Ufficia iale le dell' dell'Or Ordin dinee dei dei SS. SS. Mauri Maurizio zio e Lazz Lazzaro aro e Grand'ufficiale della Corona d'Italia. Per i servizi resi alla V Armata americana , venne anche insignito della Legion of Merit. motivazione della decorazione americana "Legion of merit"- per la condotta eccezionalmente meritevole nel compimento di superiori servizi resi al governo degli Stati Uniti, in qualità di capo del servizio informazioni navali, come comandante della base navale di La Spezia e come capo di stato maggiore della marina militare italiana durante e dopo la seconda guerra mondiale .. ecc.
Maugeri, nato a Gela, era uno dei più
giov giovan anii guar guardia diama mari rina na italia italiani ni:: a soli soli 19 anni anni nel nel 1915 1915 coma comand ndav avaa una una squa squadr drig iglia lia di idrovolanti (11 macchine): Promosso tenente di vascello, vascello, nel 1918, venne decorato decorato per le azioni compiute con due argenti e un bronzo. Ufficiale superiore a partire dal 1927, Maugeri venne promosso capitano di fregata nel '32 e capitano di vascello nel '37. La sua carriera in Marina, rapida e brillante lo portò nel '39 al comando dell'incrociatore Bande Nere, nave ammiraglia della Scuola Navale e nel ‘41 al delicatissimo incarico di capo del reparto informazioni dello Stato Maggiore della Marina, il SIS. Maugeri aveva preso parte, sul Bande Nere anche alla sfortunata battaglia di Capo Matapan del 27/28-marzo 1941 e coll'incrociatore Bolzano a Capo Teulada. Successivamente a questi incarichi Maugeri viene quindi "sbarcato" per assumere l'incarico di capo dei servizi segreti della marina, incarico che tiene fino all'8 settembre 1943. La storia della marineria di questo periodo è costellata da una infinità d'insuccessi, escluse le azioni dei sabotatori, che mise in allarme durante il periodo bellico i tedeschi e nel post conflitto tutti gli organi di informazione e scrittori di cose belliche.
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un estratto del contenuto a http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri71.htm
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Questa ta mattin mattina a alla alla riuni riunione one di Su Super perma marin rina a sono sono stato stato solo solo io (Mauge (Maugeri) ri) a agosto 1942: . Ques protestare, protestare, e violentemente, contro la pretesa del comando aereo tedesco di cambiare le rotte dei nostri convogli in mare. (Nota: Si trattava dei convogli verso l’Africa, i cui frequenti disastri preoccupavano da tempo l’alto comando italiano e i tedeschi che non erano tonti: appariva incomprensibile come l’avversario riuscisse a individuarne il più delle volte il percorso quasi ne fosse precedentemente informato. Si salvava chi cambiava rotta all'ultimo momento (Rommel) (Rommel)
Le vicende complessive di quel periodo non sono ricordate in questa pagina ma in quelle di Antonino Trizzino ai link del libro
"Navi e Poltrone" viene trattato in 6 capitoli:
tre
in
libri
http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri34.htm
1 nei capitoli di storia la notte di Taranto http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/40/taranto.htm 1 nelle schede il processo http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/trizzino.htm
Ma prima prima di occup occuparc arcii delle delle vicend vicendee postbellich postbellichee vediamo vediamo quanto accadde accadde in quell'estate quell'estate del '43 che vide protagonista protagonista il nostro nostro personaggio a partire dalla caduta del fascismo. Da “Mussolini mi ha detto” falso f also di Romersa (non (non cred credo o all'or all'origi igina nalità lità di tale tale testo testo che che fa il vers verso o a quell quello o scrit scritto to propri proprio o da Mauge Maugeri ri nell'autunno del 1944, qui a fianco, e che qualifica Romersa per quello che è e che è stato raccontato dal sito in altra sezione)
Giunti a Gaeta, sul molo, Mussolini e Polito(i) trovarono 29
l'amm l'ammir irag aglio lio Maug Mauger erii capo capo dei dei serv serviz izii segr segreti eti dell dellaa Mari Marina na;; l'imb l'imbar arco co sulla sulla corv corvett ettaa "Perse "Persefon fone" e" che che doveva doveva trasfer trasferire ire il prigio prigionier nieroo su un'iso un'isola la avv avvenn ennee di sera, sera, presen presenti ti il colonnello dei Carabinieri Pelaghi e un gruppo di militi in funzione di scorta. Il battello salpò all'alba per Ventotene dove giunse alle 5 circa del mattino, ma sia Polito che Pelaghi, dopo una verifica a terra, decisero di proseguire per Ponza, dove, a loro giudizio, sarebbe stato più facile sistem sistemare are il "prigio "prigionier niero". o". Duran Durante te il viaggi viaggio, o, Musso Mussolini lini parlò parlò a lungo lungo con con l'ammir l'ammiragl aglio io Maugeri e, fra l'altro, gli confessò il suo disappunto per l'insistenza con la quale Rommel volle inseguire gli inglesi fino a El Alamein pur sapendo di non disporre dei mezzi per poter proseguire l'avanzata. Ponza, secondo Polito, era la sede idonea. Fu scelta una casa verdastra a due piani. Nonostante si parlasse sempre di "trasferimenti compiuti nella massima segretezza", sull'isola tutti sapevano dell'arrivo del Duce e la gente vi assistette, infatti, dai balconi e dalle finestre che si affacciavano sul porto. La mattina del 28 agosto Mussolini era già su un idrovolante per Vigna di Valle sul lago di Bracciano... Bracciano...
Ma se Maugeri era così ansioso di liberarsi e di liberare il paese perchè non gli ha sparato in una delle tante occasioni da imbarcato che gli stava a fianco ?. (direbbe qualcuno) Fifa ?. Mussolini era quindi stato in quei 20 giorni in balia diretta o di intelligence di Maugeri e Brivonesi senza che questi ne potessero informare gli alleati per un "prelievo" via mare con kommandos ? o come diceva Gueli sotto quattro cannonate. Le ipotesi del mancato sequestro possono essere tre e non tutte necessariamente necessariamente a discolpa. 1) Gli alleati non volevano un Mussolini (con le sue "simpatie" inglesi e l'arresto era comunque previsto dall'armistizio) fra i piedi per lasciare poi il paese in mano ai duri di fede Nazista come Farinacci, Pavolini etc.. Conseguenze di questo: occupazione tedesca più dura, più resistenza, più morti, sacrificio di sangue di alcuni Savoia, ma lasciapassare lasciapassare per la loro continuità voluta dagli
inglesi.
2) Gli alleati volevano Mussolini per poterlo usare con proclami all'unità del paese contro i tedeschi, ma il rischio di una sua rinascita politica, di un incidente alla liberazione valeva la candela ?. Il fatto che ce lo "dimenticassimo" sul Gran Sasso non ci venne mai rinfacciato. 3) Maugeri non disponeva dell' autorità sufficiente (e il suo ruolo in tutta la vicenda spionistica sarebbe sarebbe marginale) marginale) per neutralizzar neutralizzaree gli 80 carabinieri carabinieri più i marinai, marinai, quando le acque acque del Tirreno erano ancora in mano ad italiani osservanti osservanti e non a Inglesi debordanti. debordanti.
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(dalla pagina delle schede "liberazione di Mussolini" -Racconta il tenente Faiola: "Il giorno 9 agos agosto to 1943 1943,, fui fui intr introd odot otto to dal dal Co Coma mand ndan ante te gener eneraale, le, Ecce Eccell llen enza za Ceri Cerica ca,, il qual quale, e, personalmente, mi comunicò di avermi designato comandante del distaccamento carabinieri ed agenti preposti alla vigilanza di villa Weber, nell'isola della Maddalena. Gli ordini erano “… nella eventualità di attacco da parte di malintenzionati o di agenti nemici: difesa ad oltranza, chiedendo rinforzi al Comando Marina... poi uccidere Mussolini se..."). Si accettano altre ipotesi e congetture..
Quando Mussolini raggiunse la casa che doveva essere la
sua prigione, e in effetti lo fu, a chi lo scortava disse che era stanco e avrebbe desiderato un letto per riposare. Lo condussero allora in una stanza squallida e semivuota dove c'era soltanto una rete senza materasso e senza lenzuola. Lo sgomento assalì il prigioniero il quale, dopo uno scatto di ribellione e un inutile "basta!", pronunciato a denti stretti, altro non poté fare che sedere in terra e, con sgomento, prendersi la testa fra le palme delle mani. Mussolini subirà un ulteriore trasferimento a Villa Weber alla Maddalena e sempre Maugeri si occupa del Trasporto poi ....
Nella notte fra il
6 e il 7 agosto Mussolini lasciò Ponza, diretto alla Maddalena. La partenza avvenne poco dopo la mezzanotte del giorno 6 con un caccia, a bordo del quale c'erano il solito Maugeri e 80 carabinieri di scorta. Il mare grosso, rese il viaggio da Ponza alla Maddalena, oltremodo penoso. Nonostante lo sballottamento della nave, però, Mussolini e l'ammiraglio Maugeri, che fungev fungevaa da "acc "accom ompag pagnat natore ore", ", parlar parlarono ono a lungo lungo della della guerr guerra, a, della della discu discutibi tibile le resa resa di Pantelleria e di Augusta, dell'invasione della Sicilia e del funzionamento dello Stato Maggiore, dove i contrasti, tra gli alti gradi, erano all'ordine del giorno. I rapporti con i tedeschi, intanto, si trascinavano in un'atmosfera di ambiguità e di diffidenze. A Tarvisio, il 6 agosto 1943 si riunirono il Ministro degli Esteri Guariglia, il Capo di S.M. Generale, gen. Ambrosio, Von Ribbentrop e il maresciallo Keitel. Da parte tedesca, lo scopo di quel convegno era di sondare le intenzioni dei governanti di Roma, mentre per gli italiani si trattò di un'altra occasione per ingannare l'alleato, simulando, con frasi di circostanza, la continuazione del conflitto e l'identità di obiettivi delle due nazioni (si stava già trattando l’armistizio). Durante la discussione a Tarvisio, i due capi di S.M. si urtarono violentemente e Keitel, resosi conto di quanto stava preparando Ambrosio, interruppe il colloquio e con il suo aiutante si recò oltre confine per telefo telefonar nare, e, non non interc intercetta ettato, to, al Fuhrer Fuhrer e avv avverti ertirlo rlo che che occorr occorreva eva dar corso al piano, piano, già predisposto, per l'invio di altre truppe perché, disse: "Sono certo che gli italiani sono già pronti a tradirci"
. Quanto alla nave che portava portava Mussolini, Mussolini, s'accostò nel porto della Maddalena Maddalena un
motoscafo con a bordo l'ammiraglio Brivonesi , comandante della Piazza, il quale prese in "consegna" il Duce a cui era stata destinata, come residenza Villa Weber, una costruzione in mezzo a un giardino di pini, sorvegliata da numerosi carabinieri
di Luigi Romersa
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IL TRAVAGLIO TRAVAGLIO DELL’AR DELL’ARMISTIZIO. MISTIZIO.
ma anche questa sede non era sicura: i tedeschi l'avevano individuata e, caso strano due caccia inglesi, avevano abbattuto il velivolo di Skorzeny incaricato del blitz (ma in quel momento era in volo di ricognizione). Nella caduta in mare, Skorzeny perdette conoscenza e si ruppe tre costole, però si riprese quasi subito e con un battello di gomma, insieme con gli altri che si trovavano a bordo dell'Heinkel, riuscì a raggiungere uno scoglio, da cui vennero raccolti da una nave tedesca di passaggio. La cosa strana è che nell'isola la cosa venne saputa subito e si decise l'ulteriore trasferimento al Gran Sasso ma questa volta l'incarico venne affidato a Gueli. Ispettore di Polizia
Gueli, Ispettore Generale. " Allorché mi convocò, convocò, il capo della Polizia mi chiarì che si trattava di salvaguardare la persona di Mussolini e di impedire, in tutti i modi, che i tedeschi lo rapissero. In tal caso, bisognava far fuoco sul prigioniero e far trovare un cadavere. cadavere. Risposi che ero un uomo di battaglia non un assassino assassino e allor allora a lui mi disse disse che che della della bisogn bisogna a erano erano stati stati incari incaricat catii i Carab Carabinie inieri. ri. Badog Badoglio, lio, volle volle conoscermi e a presentarmi al Capo del Governo provvide Senise. Il Maresciallo ripeté a me la consegna già data a Polito(i) e io, come Polito, assicurai che l'avrei fedelmente e, occorrendo, personalmente personalmente eseguita. Nella notte, trascorsa trascorsa insonne, però, presi la mia decisione: decisione: poiché la sorte, fra milioni d'Italiani restati fedeli al Duce, dava a me l'occasione favorevole, dovevo fare di tutto per salvarlo. L'indomani, mi recai in Sardegna e constatai che, per clima e per sicurezza Mussolini si trovava molto male. Se gli inglesi avessero avessero avuto notizia della sua presenza alla Maddalena, Maddalena, avrebbero potuto facilmente impadronirsene o seppellirlo sotto le macerie della villa con quattro cannonate delle loro navi".
Fu il fedelissimo Gueli che stabilì quindi il trasferimento
di Mussolini al Gran Sasso preludio della sua liberazione - ... I canali informativi i nformativi di Skorzeny Skorzeny presso lo S.M. italiano gli passavano passavano molte notizie, anche da verificare, facendolo arrivare sempre tardi sulla dislocazione. Quando ebbe quella della Maddalena, Mussolini era ancora li ma la sfortuna ci mise lo zampino come abbiamo visto.
8 SETTEMBRE 1943….. Il cerchio si chiude chiude quando quando Maxwe Maxwell ll Taylor Taylor,, ambas ambascia ciator toree straor straordina dinario rio dell'Ar dell'Armis mistizi tizio, o, in segret segreto, o, accompagnato da Maugeri, “sbarca” a Roma la vigilia dell’8 settembre 1943. Maugeri lo accompagna segretamente da Gaeta a Roma per un colloquio con Badoglio e il generale 32
Carbo Ca rboni ni teso teso a predis predispo porre rre l’avio l’aviolan lancio cio sulla sulla capita capitale le di una divisio divisione ne aerotr aerotrasp asport ortata ata americana. Taylor chiese a Maugeri: - Mi dica della Marina ammiraglio, si può avere fiducia che essa obbedirà agli ordini, quali che siano e in tutte le circostanze? -
Maugeri - Lei parla in
caso di resa se ho ben capito?, e alla conferma di Taylor, ribatté sicuro: La Marina obbedirà senza fallo in qualsiasi circostanza, generale. Di questo può esserne assolutamente sicuro. Sicuro tanto da far dire a entrambi La Marina italiana è stata l’unica fra le varie forze armate che ha condotto le trattative di resa nel modo e nei tempi da noi prescritti e da noi progettati e per la prima volta in tre anni la bandiera Inglese e quella Italiana sventolavano fianco a fianco. Un brivido di piacere mi percorse, anche se io sapevo che ciò significava la nostra resa e disfatta. Decio Romano Storia e dossier 107
La guerra finisce e Maugeri sale la scala sociale con la nomina a Capo di Stato Maggiore della Marina Marina ed è qui che cominciano cominciano i suoi guai per opera di un libro intervista che esce in America - Dalle ceneri della disfatta "From the Ashes of Disgrace"
IL CASO CASO MAUG MAUGER ERII FINI FINISC SCE E IN TRIBUNALE, MA LA SENTENZA ALIMENTA I DUBBI Nell’autunno del 1948 l’atmosfera era ormai pesante. Per il volume "From the Ashes of Disgra Disgrace" ce" scoppi scoppiòò un caso caso nazio nazional nalee di notev notevoli oli propor proporzion zionii che, che, aggiu aggiunto nto all’am all’ambig bigua ua onorificenza americana (Legion of Merit), pose in forte imbarazzo Franco Maugeri C.S.M. della marina dal dicembre del 1946, che si giustificò a stento adducendo un travisamento del suo pensiero In assenza di un pronto rapporto chiarificatore, il ministro della Difesa Randolfo Pacciardi tagliò corto e rimosse Maugeri dall'incarico (Il minist ministro ro della della Difesa Difesa del del tempo, tempo, Pacciardi, a conclusione dei lavori di una commissione appositamente appositamente costituita, riferì in Parlamento Parlamento che il libro non era stato scritto solo da Maugeri ma anche da tale Victor Rosen sulla base di conversazioni e interviste avute con l'ammiraglio a Roma). Da Atti parlamentari DISCUSSIONI - SEDUTA ANTIMERIDlANA DEL 20/6/1950 Camera Deputati Commis Commissio sione ne inchies inchiesta ta Maugeri Maugeri - “L'ammi “L'ammiragl raglio io non avrebb avrebbe e dovuto dovuto consen consentire tire al desideri desiderio o dell'editore di fare del libro una specie di romanzo ad effettto per "il palato grosso" di un vasto
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pubb pubbli lico co,, non non avre avrebb bbe e dovu dovuto to acce accett ttar are e il meto metodo do dell dell'i 'int nter ervi vist sta a in una una ling lingua ua non non completamente completamente dominata. dominata. Avrebbe dovuto riservarsi, comunque, uno stretto controllo della prosa dell'Interprete, capitolo per capitolo, parola per parola, e non contare sulla fiducia di racco raccoma mand ndaz azio ioni ni generi generich che, e, spes spesso so non non asco ascolta ltate te,, o di corre correzi zion onii spes spesso so non non fatte fatte""In data 3 aprite 1949 comunicai (Pacciardi) all'ammiraglio Maugeri i risultati dell'inchiesta e la sanzione
disciplinare
che
da
essa
risulta,
nei
seguenti
termini:
" All'ammiraglio All'ammiraglio di squadra Franco Maugeri, Dall'inchiesta Dall'inchiesta da me eseguita con la collaborazione collaborazione degli ammiragli Pini e Valli è chiaramente risultato che la S. V., pur essendo animato, nella compila compilazio zione ne del libro libro From From the Ashes Ashes of Disgrac Disgrace, e, dalla dalla lodevol lodevole e intenzio intenzione ne di portare portare a conoscenza conoscenza del pubblico i sacrifici e gli sforzi dell'Italia e della sua marina, non ha preso tutte le precauzioni perché il libro, che si doveva stampare all'estero e che portava la sua firma di capo di stato maggiore della marina, non contenesse travisamenti del suo pensiero o comunque inesattezze che nuocessero al buon nome della marina di cui v. S. era il più elevato esponente. Questa grave manchevolezza ha provocato la pubblicazione nel libro di alcune frasi che hanno avuto la più deplorevole ripercussione in Italia e specie nell'ambiente della marina. Pur tenendo conto della sua buona fede, delle sue lodevoli intenzioni e delle attenuanti che indubbiamente V. S. ha, come risulta principalmente dalla pubblica dichiarazione del signor Rosen, non posso che fortemente deplorare quando è avvenuto. Mi limito a infliggere a V. S. un rimprovero (!!!). in considerazione del suo alto grado e delle benemerenze che ella si è acquistate al servizio della marina
e
del
paese"
In seguito a ciò l'ammiraglio Maugeri è stato tolto dalla carica di capo di stato maggiore, ed inviato a comandare il dipartimento marittimo di Napoli. Questo è, per così dire, l'antefatto.
Per la Legion of Merit, a ben vedere, venne e viene data un pò a tutti. E' come il cavalierato italiano: alzi la mano chi non ce l'ha. Fra il settembre e il novembre 1948 il settimanale satirico ‘Asso di Bastoni” iniziò però ad attaccare Maugeri definendolo a più riprese:Un traditore a fini di lucro mentre l’Italia era in guerra con gli Alleati»; “Asso di Bast Baston oni” i” non non dava dava treg tregua ua.. In un edit editor oria iale le defi definì nì addir ddirit ittu tura ra insu insuff ffic icie ient ntee la sua sua defenestrazione: In altri tempi all’ammiraglio Maugeri sarebbero stati concessi una pistola con un colpo e 10 minuti di tempo. Pur forte della protezione dell'art. 16 del trattato di pace, Maugeri, innervosito dai reiterati attacchi del giornale, lo querelò citando in giudizio Filippo Nicolò Mancuso, redattore e autore degli attacchi. La sentenza della corte d’Assise del 4 maggio 1949 condannò Mancuso a 10 mesi di reclusione e 80.000 lire di multa con soddisfazione del Maugeri e sollievo di tanti altri suoi colleghi in odore di articolo 16. Ma in appello qualcosa cambiò. La IV Sezione della Corte d’Appello di Roma nel dispositivo mitigò la pena pecuniaria e alleviò quella detentiva con la sospensione condizionale. E qualche mese dopo, la motivazione della sentenza sentenza del 9 dicembre dicembre 1949 riservò una sorpresa. sorpresa. Traendo Traendo origine dalle doglianze doglianze del Maugeri secondo cui il giornale aveva formulato una duplice proposizione diffamatoria (di aver tradito l’Italia facendo opera di spionaggio prima dell’8 settembre 1943, determinando la morte
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di migliaia di marinai; di averlo fatto per abietti motivi di lucro personale) ,
la Corte, pur non
segm segmen enta tando ndo un’ef un’effe fetti ttiva va bipa bipart rtizi izion onee dell’ dell’in inte tegr grit itàà del del fatto fatto diffa diffama mato torio rio,, si impo impose se necessariamente l’esame distinto delle due proposizioni e così motivò: In relazione alla prima, il collegio deve riconoscere che sussistono sufficienti prove per ritenere che il Maugeri, anche anteriormente all’8 settembre 1943, aveva intelligenze con le potenze, contro le quali l’Italia era allora in guerra. Respinse poi per infondatezza l’assunto della difesa del Maugeri tendente a escludere ogni attività illecita prima dell’armistizio: Maugeri era stato capo del Sis dal 21 maggio 1941 all’8 settembre 1943; e il servizio clandestino da lui organizzato dopo l’8 settembre (in periodo di cobelligeranza) non riguardava informazioni navali, essendosi la Marina arresa !!! e consegnata a Malta. Di conseguenza i servizi resi al governo degli Usa come capo del Servizio informazioni navali (indicati nella motivazione della decorazione) non potevano essere resi dopo, ma prima dell’armistizio. Quanto al “fine di lucro”, non poteva essere documentale ma solo presuntivo, quindi difficile a dimostrarsi. Nell’inscindibilità dei due fatti, la cui parziale dimostrazione non esentò esentò la condan condanna na,, fu già un succes successo so aver aver raggi raggiunt untoo la prova prova anche anche solo solo della della prima prima,, importante proposizione, e per Mancuso e il giornale costituì una vittoria aver ottenuto una motivazione di riforma rispetto al primo grado con la chiara enunciazione della Corte che san sanziona ionava va in modo modo ineq inequ uivoc ivocab abil ilee il ruol ruoloo svo svolto lto dal dal Mauger ugerii dur durante l’u l’ultim ltimoo conflitto. Qualcuno poi disse che il giornale era fascista e i giudici pure e il risultato della sentenza era dato per scontato. All’apparizione della sentenza d’Appello Maugeri comandava il Dipartimento militare marittimo del Basso Tirreno a Napoli, dove pochi giorni più tardi, il 20 marzo 1950, si doveva svolgere la cerimonia di consegna della medaglia d’oro al Valor Militare alla bandiera della Marina militare. La presenza di Maugeri sarebbe stata quanto meno imbarazzante al cospetto di madri, vedove e orfani di guerra. A Roma lo intuirono e rimossero Maugeri per altro incarico qualche giorno prima. Fu in seguito spedito fuori dai confini al Consiglio atlantico a Londra prima e a Parigi poi dove si stabilì fino al 1977 pur avendo lasciato il servizio attivo nel 1957. Delle vicende pubblicistiche e giudiziarie non vi è alcun cenno nel suo libro di “Ricordi di un marinaio”. Di certo per lui, aspirante anglosassone, non valeva il detto -Right or wrong, my country’. e ha ben poco a che’ spartire con le migliaia di valorosi connazionali o compagni d’arme di ogni ordine e grado che riposano in fondo al mare.
Decio
Romano storia e dossier dossier n. 107
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Di gentlemen’s agreement è piena la storia militare almeno quella di una volta. Maugeri non è solo a sperare di veder perdere Mussolini e il suo paese. Gli faceva compagnia con una “Silver “ Silver Star” "Per aver contribuito a distaccare il comando della flotta italiana dal regime fascista nell'estate 1943 e per aver assicurato alla marina degli Stati Uniti importanti segreti di fabbricazione" Marcello fabbricazione" Marcello Girosi (poi produttore di Film con Carlo Ponti) fratello di Massimo Girosi contrammiraglio !!. Nel farne un ritratto ai suoi amici americani dell'OSS Marcello spiegò che si trattava di un antifascista dichiarato e di un acceso sostenitore della causa alleata. Massimo Girosi lavorò in due delicatissimi uffici: le Operazioni - cioè la cabina di regia di tutte le missioni, lì dove si stabilivano le rotte delle navi, dei sommergibili e si conoscevano le rotte dei mercantili e dei piroscafi in viaggio per l'Africa - e il SIS, che in teoria avrebbe dovuto dare la caccia a lui stesso. .
Titolo: Titolo: RICORD RICORDII DI UN MARIN MARINAIO AIO (uscito postumo) ISBN:
1010000031408
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1980
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Recensioni
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L'ammiraglio Franco Maugeri, durante il suo servizio nella Marina, si trovò coinvolto in tutta una serie di avvenimenti avvenimenti drammatici e spesso decisivi per la storia italiana. Franco Maugeri per tutta la sua vita volle essere e fu un marinaio: il mare, più che una carriera, rappresentò per lui una vocazione e un modello di vita. Legatissimo alle tradizioni e alle istituzioni della Marina, ne fu sempre assiduo ed estremo difensore da quando ancora frequentava l'Accademia a quando si trovò al vertice della gerarchia. Più che revocati, gli avvenimenti narrati in questo libro, vengono da lui rivissuti non solo con il distacco dello storico, ma anche con la passione di chi ne fu protagonista. Il proposito di svelare tutto se stesso, di chiarire le ragioni delle decisioni spesso importantissime e, quindi, discusse che egli dovette prendere, costituisce il maggior motivo di interesse di quest'opera. Ma non è stato l'intento di difendere il proprio operato che ha dato origine alla stesura di questi ricordi, bensì il desiderio di far 36
conoscere il dramma di un marinaio chiamato sempre, in pace o in guerra, a compiere il proprio dovere Le memo memorie rie dell'A dell'Amm mm.. Mauge Maugeri, ri, capo capo del del SIS SIS duran durante te la guerra guerra e prim primoo CSM CSM della della Marin Marinaa Milit Militar are. e. Dall'Accademia al termine della carriera, attraverso episodi molto discussi. Da notare che questo volume segue di trent'anni "From the ashes of disgrace", famigerato libro stampato a New York e scritto in inglese, col quale il capo del nostro servizio segreto navale candidamente affermo che ogni buon italiano avrebbe dovuto sperare nella sconfitta (sic). Tale mirabile frase scompare nel volume in questione, se non per dimenticanza per pudore, ma la copertina - in cui l'Autore s'intrattiene sorridente da CSM con un ammiraglio americano - è decisamente freudiana. Interessante per le vicende storiche narrate (anche della prima guerra: Maugeri fu uno dei primi aviatori), e utile per farsi venire il sangue amaro.
Ma cosa era l'OSS Nel settembre del 1948 il settimanale " Asso di Bastoni, di Roma, intraprese una campagna contro contro l'ammira l'ammiraglio glio Franco Franco Maugeri Maugeri,, usando usando espress espression ionii offens offensive ive e attribu attribuendo endo allo stesso stesso ammiraglio il fatto specifico di essere stato traditore, durante l'ultima guerra, a fine di lucro, mediante comunicazione al nemico di notizie e di altri dati che erano serviti a paralizzare i movimen movimenti ti della della flotta flotta italian italiana, a, o addiritt addirittura ura a esporre esporre quest'ulti quest'ultima ma a imprevi imprevisti sti e rovinos rovinosii attacchi
da
parte
avversa.
Tale accusa era contenuta contenuta in numerosi numerosi articoli articoli pubblicati pubblicati in vari numeri del giornale specifìcatamente indicati e riportati nella sentenza 9 dicembre 1949, IV sezione, della corte di appello di Roma. Da rilevare che in detti articoli, in uno dei quali il Maugeri era qualificato come uomo che «arreca nausea », tra l'altro si affermava -i proverbi dell'Amm. Maugeri- che tutte le strade conducono a Malta. Tanto va la flotta a Malta che ci scappa anche il bronzino (la Bronze Star ... Usa). Chi va con Badoglio impara a badogliare. La nafta del diavolo finisce in dollari. La resa è denaro. Combattere è argento, ma arrendersi è oro-, e si faceva intendere - in rapporto alla motivazione della Legione al merito conferita all'ammiraglio Maugeri dagli Stati Uniti - che la coop cooper eraz azio ione ne del Maug Maugeri eri con con le forze forze alleat alleate e non non era da riferi riferirs rsii solta soltant nto o al perio periodo do di cobe cobell llig iger eran anza za succ succes essi sivo vo all' all'8 8
sett settem embr bre e
1943 1943""
ma anch anche e
al peri period odo o
prec preced eden ente te..
Inoltre il n.20 del 7 novembre 1948 del medesimo giornale riportava in un articolo il seguente passo del libro del Maugeri "Dalle ceneri alla disfatta" From the Ashes 0f Disgrace pubblicato in America: «L'ammiragliato britannico contava amici di alto rango fra il nostro ammiragliato e nello stesso Ministero della marina. Io sospetto che gli inglesi fossero in grado di ricevere informazioni autentiche direttamente dalla fonte. In sostanza il giornale basandosi sulle predette dichiarazioni e sulla motivazione della legione al merito americana, attribuiva al tradimento del Maugeri l'affon l'affondam dament ento o degli degli incroci incrociato atori ri Trieste Trieste,, Zara Zara e Pola, Pola, la mancat mancata a efficien efficienza za della della guerra guerra sottomarina e infine la perdita di centinaia e migliaia di vite umane.
The Office of
Strategic Strategic Services Services (OSS) was created by President Franklin D. Roosevelt in July 1942. The OSS replaced the former American intelligence system, Office of the Coordinator of Information (OCI) that was considered to be ineffective. Roosevelt selected Colonel William Donovan as the first director 37
of the organization, who had spent some time studying the Special Operations Executive (SOE), an organization set up by the British government in July 1940. The OSS had responsibility for collecting and analyzing information about countries at war with the United States. It also helped to organize guerrilla fighting, sabotage and espionage. Some senior US military figures disapproved of the OSS and General Douglas MacArthur refused to allow the organization to operate in the Philippines. William Donovan was given the rank of major general and during the Second World War he built up a team of 16,000 agents working behind enemy lines. The growth of the OSS brought conflict with John Edgar Hoover who saw it as a rival to the Federal Bureau of Investigation. The OSS was disbanded in October 1945 and was eventually replaced by the Central Intelligence Agency CIA
I http://www.controstoria.it/italiainguerra.htm
Una delle missioni italiane
più note dell'O.S.S. é l'operazione "Mc Gregor" che coinvolse la marina americana.
L’OSS (Office of Strategic Ser vices),poi divenuta CIA aveva compiti sia di spionaggio che di sabotaggio e appoggio alle forze partigiane con danaro armi ed individuazione di obbiettivi nemici da distruggere, ovvero collaborava alle attività attività di organiz organizzazio zazione ne della della guerrigli guerrigliaa partigian partigiana. a. in Italia Italia ha intrecci intrecci e scopi scopi che sforano dall'arricc dall'arricchimen himento to personale, alla lotta al comunismo comunismo e quant'altro poteva poteva starci passando dall'utilizzo dall'utilizzo di personaggi mafiosi. mafiosi.
lavorare per i nazisti sotto il terribile ricatto di non poter più rivedere sua figlia, tenuta prigioniera. Per salvarlo dalla morsa in cui è stretto deve riuscire a liberare la ragazza e scortare entrambi nell'Italia liberata, dove ci sono i partigiani...
One of the missions was to smuggle Italian Vice Admiral Eugenio Minisini
out of Italy in 1943. Admiral Minisini was in the Engineering section of the Italian Navy and was directing directing the use of a magnetic magnetic firing device for torpedoe torpedoess (Siluri). (Siluri). As the Ame America rican n Navy Navy
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was was havi having ng prob proble lems ms with with thei theirr deto detona nato tors rs sett settin ing g off off torp torped edoe oess this this a cruc crucia iall piec piecee of technology. The four men landed by PT Boat in Capri and brought back Admiral Minisini.
Gli americani avevano problemi con le loro torpedini ed avevano bisogno della tecnologia italiana sviluppata dall'Ing. dei Servizi tecnici navali Ammiraglio Eugenio Minisini più precisa. da "Forgotten "Forgotten Battles Italy's war of liberatio liberation" n" di Charles Charles T. O'Reilly O'Reilly..
- The magnetic pistol a kind of
proxim proximity ity fuse fuse for torpe torpedoe does, s, wa wass invent invented ed By prof. prof. Carlo Carlo Calosi Calosi (Calo (Calosi si nato nato nel nel 1905 1905,, compendia nella sua biografia tutti gli snodi cruciali del Secolo Breve. Durante la II guerra mondi mondiale ale ha proge progetta ttato to per per la Marin Marina a Italia Italiana na il migli miglior or silur siluro o marit marittim timo o dispon disponibi ibile le sulla sulla piazza. Dopo l'armistizio (negli Stati Uniti) ha collaborato con i servizi segreti alleati per creare un antidoto alla sua stessa invenzione)
a leading radio and radar scientist and its application
wass direct wa directed ed by Eugen Eugenio io Minisin Minisini.i. Acco Accordi rding ng to an OSS repor reportt of march march 10, 194 19444 to Gen. Gen. Donovan we know ".... Minisini arrived in the U.S.A on October 21, 1943 at the instance of OSS. He was followed by a group of 12 selected italian engineers whom OSS had brought to this country as authorized by Adm Minisini and who arrived december december 17, 1943 together with 40 tons of technical ordnance material wich was necessary to facilitate their work in this country. Prof. Calosi escaped from Rome and was picked up at sea By the OSS in order to join Admiral Minisini. Burke and and North were both both awarded the Silver Silver Star for their work work .
Burke era l'agente dell'Oss che si era occupato della Missione. Nel 1946 dalla vicenda venne tratto un Film più o meno aderente alla storia dal titolo "Cloak and Dagger" (Maschere e Pugnali) a cui Burke partecipò. Producer Producer Milton Sperling had been an OSS operative during wartime, and the story was based on the actual experiences of technical advisor Michael Burke, who, wh o, as an OSS OSS agent, agent, was assig assigned ned to smugg smuggle le Adm. Adm. Eu Euge genio nio Minisin Minisinii out out of Italy. Italy. By succ success essful fully ly comple completin ting g the missio mission, n, Bu Burke rke prev preven ented ted the Nazis Nazis from from gettin getting g hold hold of an electronic torpedo mechanism Minisini developed. developed.
Una scheda del film n. 44 è visibile al link http://digilander.libero.it/freetime1836/cinem a/indicecinema.htm Chiudi
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