IO,
ROCCO l'autobiografia di Rocco Siffredi
È più forte di me…” “ È
Ingrandimenti
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Rocco Siffredi
IO, ROCCO
MONDADORI
Indice
Le fotografie contenute nell'inserto, ove non diversamente specificato, appartengono alla collezione privata di Rocco Siffredi. ISBN 88-04-55995-0
Copyright © Adcan, 2006 Rocco par Rocco This hook is published by arrangement with the French Publishing House Michel Lafon Publishing S.A. © 2006 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano Titolo dell'opera originale: Rocco par Rocco I edizione settembre 2006
11 Premessa 13 Da Ortona... 23 ...a Parigi 31 Da Denise a Supersex 41 La scuola americana e la scuola francese 45 Attore porno, un mestiere a rischio 51 Una parentesi nella mia vita di attore 59 Alla conquista degli States 65 H caro prezzo della gloria 71 I miei rapporti con i fan 77 Rocco's style 83 L'ipocrisia dei media 87 I misteri della legislazione 91 Fantasticherie e realtà 95 II porno e le sue metamorfosi 101 Rocco e le sue sorelle 109 Ieri, oggi e domani 117 Vent’anni di carriera, vent'anni di passione 133 Dall'altra parte della camera 141 Gabriele, il mio alter ego 145 Rocco e i fantasmi
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CINEMA e cinema Che fortuna avere dei genitori fantastici Gennaro, il mio fan più sfegatato La mia tribù: la mia ragione di vita Domani è ora
Io, Rocco
Ho iniziato a fare film porno più di vent'annifa, e quando mi hanno offerto l'opportunità di parlare di me attraverso un libro l'ho accolta con entusiasmo, perché sicuramente è la migliore occasione che potessi immaginare. Dedico, dunque, questo libro a tutti i miei fan con i quali, purtroppo, anche quando li incontro durante i miei viaggi, non ho mai il tempo di parlare con calma. A tutti voi che avete sempre seguito e apprezzato il mio lavoro. Intendo darvi qui un'immagine franca e sincera dell'ambiente della pornografia e, al tempo stesso, offrimene una descrizione meno caricaturale di quella che abita le fantasie dell'immaginario comune. Voglio trasmettervi la mia passione e la mia energia, ma soprattutto era da tempo che cercavo il momento per ringraziarvi di essermi stati accanto per vent'anni: tutti ifilm che ho fatto, che mi hanno dato piaceri ed emozioni che non dimenticherò mai, sono tanto miei quanto vostri. Spero di cuore di esserci riuscito.
Premessa
Da sempre la pornografia è oggetto delle più diverse riflessioni da parte dell'umanità. Che cosa è pornografico, e che cosa non lo è? Che cosa è perverso, e cosa no? Sono domande che portano le persone a confrontarsi e a scontrarsi tra loro. Questo mi ha sempre incuriosito. Il modo in cui le persone si accalorano su questi argomenti e come difendono affermazioni parziali con un convincimento assoluto mi ha fatto sempre sospettare che in fondo a ognuno di noi queste domande restino sospese come in un ammasso nebuloso di contraddizioni e grandi conflitti intimi.
Da Ortona...
Sono nato nel 1964, il 4 maggio, a Ortona, una cittadina sulla costa adriatica, in Abruzzo. Mio padre faceva il cantoniere e mia madre, come la maggior parte delle donne in quel periodo, faceva la moglie e la madre di cinque maschietti e una femmina. Com'è stata la mia infanzia? Normale. Oggi, che sono un uomo adulto, che so cosa vuol dire essere padre, mi rendo conto di quante e quali rinunce abbiano dovuto fare i miei per darci una vita dignitosa. E non è solo questo. Ciò che ancora mi emoziona è il ricordo della loro delicatezza e generosità di modi nei confronti di noi bambini, quando cercavano di non farci capire che i soldi erano già finiti e che loro, per esempio, mangiavano cose diverse da quelle che stavano nei nostri piatti. ***
Io sono il penultimo dei figli e con Antonio, il più piccolo, ho vissuto la mia infanzia insieme ai miei due amici Claudio e Luciano. Vìvevamo nel complesso delle case popolari dove i bambini giocano tutti per la strada. C'erano due bande, una la comandavo io e l'altra Ernesto. Io ed Ernesto, naturalmente, eravamo rivali. E questa cosa, ancora oggi, mi fa sorridere, quando mi capita di incontrarlo in paese. I giochi erano sempre gli stessi, le
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pranzo vedevo spesso che non mangiava o addirittura rimetteva tutto. Una volta mi sono deciso e ho assaggiato il suo pasto. Era immangiabile, disgustosamente salato. Qualche giorno dopo sono salito di proposito in sala mensa prima degli altri e ho sorpreso uno dei marinai mentre svuotava l'intera saliera nel piatto del ragazzo. Mi sono avventato su di lui e ci siamo riempiti di pugni. È stato quell'episodio che mi ha fatto finire dal capitano assieme al marinaio stesso e, senza nemmeno cercare di capire chi avesse torto o ragione, questi ci ha sbarcati entrambi. Finiva così la mia carriera marinaresca, ma stava per iniziare la prima più grande avventura della mia vita. Rotta per Parigi...
...a Parigi
Tornato a casa, avevo mille domande nella testa, mille dubbi. L'idea di fare lavoretti per guadagnarmi da vivere non era entusiasmante, perciò cosa avrei avuto da perdere se avessi tentato di andare a fare qualcos'altro da qualche altra parte? Telefono ad Armando, mio fratello, che lavora in un ristorante a Parigi. Armando mi trova da lavorare con lui come cameriere. Ho diciassette anni, mi ritrovo in Francia e sono... felice. Mio fratello era il direttore di un ristorante della catena Casa Nostra. Per sei mesi ho lavorato e mi sono adattato alla lingua e alla vita francesi senza alcun problema. Finito di lavorare, filavo dritto alla palestra Gymnase Club di Porte Maillot. Adoravo fare sport. Nei pomeriggi d'estate andavo a rimorchiare le ragazze alla Place Trocadéro. E stato uno dei più bei periodi della mia vita. Finalmente mi sentivo a mio agio nel pieno della mia giovinezza, potevo esprimere tutto il vigore delle mie energie. Ero libero, indipendente e vivevo a Parigi. Ero nel bel mezzo di questa spensieratezza quando ho conosciuto Claudia. Una classe di studenti tedeschi era venuta a mangiare nel ristorante dove lavoravo. Quando ho servito Claudia i nostri sguardi si sono incrociati e in quell'attimo, non so perché, ho saputo subito che io e questa sconosciuta ci saremmo innamorati. D. colpo di fulmine! Proprio come te lo raccontano, e tu pensi sempre che non esiste.
Da Denise a Supersex
La prima volta che sono andato da Denise il suo locale si chiamava 106; poi, in seguito, è diventato il 41, perché i suoi locali prendevano il nome dal numero civico della via. Avevo appena vent'anni, ero uscito con una donna di quaranta ed eravamo finiti a letto insieme. Lei diceva che avrei dovuto smettere di sprecare il mio tempo al ristorante, ero un bel ragazzo e avrei dovuto senz'altro cercare di fare fortuna come modello. Le ho risposto che non conoscevo nessuno. «Ma, piuttosto, tu conosci i locali di scambisti?» Lei ha riso: che c'entravano ora questi locali? «Vorrei andarci e si può entrare solo in coppia. Tu puoi accompagnarmi?» Mi ha risposto di sì, che il suo ex marito li conosceva e che mi avrebbe accompagnato. Il giorno dopo è stato uno dei momenti più eccitanti della mia vita. Riuscire finalmente a entrare in uno di quei locali! Ero come un bambino sotto l'albero con i regali che ha tanto desiderato. La proprietaria ci ha ricevuti personalmente. Denise, celebre pornostar degli anni Ottanta, era una donna di gran classe e femminilità, alta e bionda. Le sono subito piaciuto. Aveva aperto questo club con l'intenzione di limitarlo a una piccola cerchia di habitué, persone selezionate con cura, un posto in
Attore porno, un mestiere a rischio
H mestiere dell'attore è estraneo a ogni concezione classica di lavoro. Più di una volta, rientrando nell'ordinaria quotidianità, mi sono sentito un extraterrestre atterrato da un altro pianeta. Mi trovavo in Germania, a Dusseldorf, nell'88, sul set di un film americano diretto da Freddy Lincoln e, come al solito, gli attori americani avevano l'esclusiva su tutti i ruoli principali. Io, come europeo, avevo avuto solo una parte minore, quella di facchino dell'hotel. La protagonista era Alicia Monet, una grande star americana, che quel mattino, prima delle riprese, si era buttata giù, ancora non ne colgo il vero motivo, un miscuglio di droghe e alcol. Nella scena lei si trovava distesa sul letto, con le gambe spalancate, e io dovevo semplicemente entrare, lasciare le valigie e dire: "Good morning, lady, you're very beautiful...". E tutto ciò, in un inglese molto approssimativo, perché allora non parlavo ancora bene questa lingua. Lei avrebbe dovuto rispondermi: "Oh, amore mio..." in italiano, ma siccome nemmeno lei conosceva la lingua, la scena risultava terribilmente comica e bizzarra. Io cercavo, comunque, di rimanere concentrato, almeno per fare una buona scena di sesso. Come da copione, mi sono inginocchiato davanti a lei per cominciare a leccarla. A quel punto lei ha lanciato un peto raccapricciante! Un fetore terrificante ha invaso tutta la stanza. Tutte le persone del set, imbarazzate, hanno stretto i denti per
Il caro prezzo della gloria
Oggi mi rendo conto che i miei primi sette, otto anni di vita da attore sono stati i più divertenti e i più spensierati. Quando la fama è arrivata agli inizi degli anni Novanta, quella leggerezza d'animo con cui avevo iniziato è scomparsa e mi sono ritrovato in una situazione molto più delicata e complicata da gestire, poiché, oltre a essere attore, avevo deciso di passare dall'altro lato della camera ed ero diventato regista e produttore. Da un lato c'erano la pressione delle aspettative mediatiche e quella di gestire così tanti problemi di carattere produttivo che prima di allora non avevo mai affrontato, dall'altro, inevitabilmente, erano cambiati tutti i piani di relazione con gli altri colleghi, attori e attrici. Le ragazze che dovevano girare con me mi avevano in qualche modo messo sul piedistallo e i rapporti umani erano mutati. Mi rattristava, soprattutto, l'atteggiamento delle attrici nei miei confronti. Mi vedevano più come una star che come un loro collega. E i registi non facevano che appesantire questa situazione. «Ti rendi conto? Lavori con Rocco Siffredi!» Venivo continuamente contattato da attrici che desideravano lavorare con me solo perché, mi dicevano, volevano vincere l'Oscar per "la miglior scena di sesso", visto che io me lo accaparravo ormai tutti gli anni. Questa cosa mi deprimeva moltissimo. È stato allora che ho capito che il divertimento puro, ormai, era finito. Tutto era diventato meno spontaneo, meno naturale. E, sessualmente par-
Rocco's style
Spesso nella mia carriera mi sono ritrovato a dovermi difendere da critiche sulla mia cosiddetta "esuberante energia" o "troppa violenza". La scena che viene sempre tirata in ballo dai media quando vogliono discutere di questo argomento è quella famosa del bagno nel film Sandy l'insaziabile, in cui, durante un rapporto anale, io infilo la testa dell'attrice francese Sidonie nella tazza del cesso e tiro l'acqua. Ho incontrato questa ragazza a Parigi, me l'ha presentata Alban Ceray, un grande pornostar degli anni Ottanta, che mi ha detto: «Rocco, conosco una parrucchiera che adora il sesso a trecentosessanta gradi, adora essere dominata e il suo sogno è fare un film con te». Io stavo preparando il mio nuovo film a Roma e le ho proposto una parte. Prima della scena le ho chiesto, come faccio in genere con tutte le attrici, se c'erano cose particolari che voleva o non voleva fare. Lei con un gran sorriso mi ha detto: «Fammi tutto quello che vuoi, sono tua». La scena nel bagno era una scena molto passionale, con un crescendo di energia molto forte. Durante il rapporto anale con Sidonie mi sono reso conto, appena l'ho penetrata, che ero entrato nella sua testa. Lei si è girata e, con quello sguardo tipico della donna che ti si sta sottomettendo, che non puoi non riconoscere se almeno una volta l'hai già visto, mi ha autoriz-
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Dopo qualche minuto l'avevo sentita godere come raramente ho sentito godere una donna. Stando a quanto la conduttrice sosteneva, la mia amica era senz'altro da denunciare all'Inquisizione... Per fortuna, su una cosa eravamo d'accordo, il pene si poteva usare, e non tirarlo fuori solo per pisciare!
L'ipocrisia dei media
Ho costruito tutta la mia vita all'insegna del coraggio e della libertà di essere me stesso. Se evito di espormi ai media, sia in Italia sia in Ungheria, dove vivo, limitando all'indispensabile le mie apparizioni televisive, è senz'altro per proteggere la riservatezza della mia famiglia e per poter vivere il più possibile in mezzo alla gente. Dal momento in cui appari in televisione, devi mettere in conto che qualcosa di tuo, di molto intimo, è perduto. Diventi un prodotto televisivo e non importa più quello che sei, ti trasformi immediatamente in un messaggio massificato. Non mi piace la paura preconcetta della televisione degli ultimi anni di perdere l'audience. In Italia non posso certo dire di non essere conosciuto, se entro in un ristorante sento gli occhi addosso, o vedo qualcuno che mi indica, ma limitando le apparizioni televisive favorisco una sorta di riluttanza ad avvicinarmi. Se sei un pornostar sei quotidianamente bombardato da richieste mediatiche di ogni genere. Ma, attenzione! Il porno in TV fa alzare l'audience. Esattamente come la violenza. E come pure ogni forma di esaltazione di uno qualsiasi degli aspetti più istintuali della nostra natura se trattati con morbosità strumentale. Eppure la televisione, spudoratamente, nega ciò che mostra mentre lo mostra, assumendo un atteggiamento pregiudiziale che la assolve preventivamente dal parteggiare per qualsivoglia contenuto. Questo comportamento non lo considero nemmeno vigliacco, questa per me è l'unica forma di volgarità possibile.
I misteri della legislazione
La legislazione nell'ambito di questo lavoro è quanto di più fittizio si possa immaginare. Considerate che, a parte le incongruenze insite nello stesso corpo di leggi, molto spesso la normativa è in contraddizione da Paese a Paese. In Italia, per esempio, non è per niente chiaro se girare film porno significhi rischiare davvero condanne! Però la distribuzione non è vietata! Come a dire: purché non siamo noi a farli, potete comunque vederli. Che significa? I Paesi nordici sono sempre stati più emancipati per quanto riguarda la pornografia, nessuno sa però che proprio i Paesi scandinavi, forse tra i pionieri in questo ambito - ve li ricordate, no, i film con le svedesine? - oggi sono i più duri nei confronti del porno. Comitati di censura visionano ogni film che deve essere immesso nei canali distributivi e tagliano tutte le scene che vengono ritenute fuori dal loro personale concetto di morale. Una volta mi sono visto ridurre un film di oltre due ore a poco più di trenta minuti, e da allora la mia distribuzione nei Paesi scandinavi è diventata un disastro perché per riuscire a fargli montare un film di durata decente, cioè almeno novanta minuti, dovevo dargliene tre, per una durata complessiva di oltre sei ore! L'avreste mai immaginato! Secondo me, il Paese più libero, non ipocrita, con un'apertura sincera è la Spagna, la cui legislazione è la più chiara in assoluto e il porno è, come un qualsiasi altro lavoro, regolato
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Una ragazza può fare dell'hard il suo mestiere finché non viene troppo notata, quando però le si dovesse prospettare un'opportunità di affermarsi, si scontrerà con non pochi problemi: il disprezzo della società, la solitudine, la difficoltà di avere una vita sentimentale, per non parlare di un rapporto stabile, o una famiglia. È per questo motivo che, nella stragrande maggioranza dei casi, le attrici fanno solo una brevissima carriera e poi scompaiono.
Il porno e le sue metamorfosi
Il nostro ambiente è tollerato dalla legge, ma non c'è niente di più razzista del concetto di tolleranza! Nel nostro settore si dice "intelligence is not requested!" per diventare attori di film hard, ma nemmeno essere idioti è obbligatorio! Ho conosciuto attori porno che erano tanto intelligenti quanto oneste e degne persone. Allo stesso modo, ho incrociato persone fuori dal mio settore che hanno la reputazione di essere onesti lavoratori, ma che si sono rivelate dei perfetti farabutti e dei truffatori. L'abito non fa il monaco, e molto tempo fa mi sono imposto di non farmi opinioni sulle persone per sentito dire, ma incontrandole e imparando a conoscerle. Nella mia carriera sono stato attore, produttore e regista, però il posto del mio cuore è senza alcun dubbio davanti alla telecamera. La mia passione per il sesso me la sono vissuta in prima persona, le emozioni che ho provato trovandomi davanti bellissime ragazze con le quali avrei fatto sesso non le ho mai sperimentate facendo il regista. Ed è per questo che mi sento molto più vicino agli attori che ai registi o ai produttori. Gli anni di esperienza accumulati davanti alla camera mi permettono di garantirvi che le attrici e gli attori di film pornografici meritano in assoluto più rispetto di tutte le altre persone che gravitano nell'ambiente dell'hard. È sicuramente bello avere la possibilità di lavorare facendo sesso. Ma a volte ci si ritrova sul set sbagliato, o in condizioni
Rocco e le sue sorelle
Quando ho iniziato questo mestiere ho avuto la fortuna di lavorare con tante pornostar che dovevano il loro successo alla grande esperienza accumulata in anni di lavoro. La prima tra queste è stata Moana. Era l'inizio dell'86 e lei era a Roma per il suo primo film. Per me era la seconda esperienza. Una ragazza dolcissima, molto alta, con i capelli lunghissimi biondo naturale, fisico atletico, dotata di portamento e femminilità da lasciare senza fiato. Con Moana è nato subito un bel rapporto, un grande feeling, e in tutti i suoi film successivi lei ha continuato a volermi come suo partner fisso. Moana era una persona molto riservata nella vita e soprattutto sul set. Durante le pause delle riprese se ne stava sempre nel suo camerino, e io ero l’unico al quale permetteva di entrare. Facevamo grandi chiacchierate sul volo e sullo sport in generale, condividevamo le stesse passioni sportive. All'inizio della carriera era molto timida, tipico delle attrici italiane. Non si lasciava andare davanti alla troupe, aveva quasi vergogna. In seguito, dopo i suoi primi film negli States, Moana era completamente cambiata. Aveva capito molto di più sul suo mestiere, e su che tipo di lavoro doveva fare su se stessa per riuscire al meglio. Così, appena rientrata, è diventata da subito, con la sua bellezza, la più grande pornostar italiana di tutti i tempi. Perché da quando questa magnifica ragazza è venuta a mancare, il panorama italiano non è mai più riuscito a rimpiazzarla; io credo, sinceramente, che resterà insostituibile.
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A parte Kelly, credo comunque che le inglesi, in generale, siano molto portate per questo lavoro, almeno dalla mia esperienza diretta. La sessualità non rappresenta un problema per loro, tutt'altro, sanno prendere l’iniziativa e non hanno bisogno di indicazioni. Forse non saranno le più carine, ma sono quelle che sprigionano più energia sessuale davanti a una telecamera. Le pornostar americane degli anni Settanta, da Linda Lovelace a oggi, hanno fatto la storia del pomo. Sono sempre state fra le ragazze più belle del mondo. Recitano con una tale facilità, sono molto reattive; ho sempre sostenuto che fare film con loro è uno spasso sia per il regista sia per l'attore: fanno tutto loro, non devi nemmeno dare indicazioni. Ciononostante bisogna fare una considerazione importante. Negli Stati Uniti il pensiero delle persone è schiacciato da un fortissimo provincialismo. Il peso della considerazione sociale è molto forte e, soprattutto, i media enfatizzano questo atteggiamento. Gli americani vivono tutto in maniera molto conflittuale. Ho visto molte attrici dall'anima lacerata e la mente confusa a causa di questa influenza. In dieci anni di produzioni negli States ho assistito un'infinità di volte a scene che rasentavano il patetico. Qualcuna arrivava sul set, aveva una voglia forte di sesso estremo, magari voleva più uomini alla volta, e in scene al limite della legalità. Il giorno successivo, però, arrivava in lacrime perché desiderava una famiglia, e voleva smettere con questo lavoro. All'inizio prendevo tali reazioni come moti dell'anima autentici, mi commuovevo sinceramente; assistendo però alla stessa situazione ripetuta, con le stesse dinamiche, mi sono accorto che era il loro modo di sfogare la conflittualità esasperata fra la propria personalità e i modelli comportamentali imposti dalla società. Le europee, come dire, non si possono definire in blocco, hanno tutte qualcosa di diverso. Per certi versi, sono la via di mezzo fra le ragazze americane e le ragazze dell'Est. Non abbiamo mai avuto un vero e proprio flusso di ragazze europee in questo ambiente. Certi Stati più liberi, come Germania, Olanda e Francia, hanno registrato qualche presenza in alcuni momenti, ma comunque non di rilievo. L'Italia è in assoluto la meno rappresentativa mentre la Spagna, per
esempio, ha molte più attrici. Sarà un'inibizione dovuta al fatto di ospitare lo Stato del Vaticano? Tuttavia, la vera svolta il porno la ottiene negli anni Novanta. Subito dopo la caduta del Muro di Berlino, le ragazze dell'Est invadono il mercato. Praticamente, oggi vengono impiegate per il novanta per cento delle produzioni europee e per un buon quaranta-cinquanta per cento di quelle americane. Da più di tredici anni filmo ungheresi, ceche, ucraine, rumene e qualche polacca, tra Budapest e Praga. A contatto con queste culture ho constatato una differenza sorprendente tra il loro atteggiamento mentale e il nostro. Il porno nell'Est è considerato solo un mezzo pratico e divertente per fare soldi in fretta e pagarsi gli studi o, in caso di bisogno, per migliorare il tenore di vita proprio e della propria famiglia. Non interviene alcun altro fattore di carattere morale o psicologico nella valutazione di questo tipo di lavoro. Con l'Ungheria, a parte mia moglie, ho un legame emotivo particolare perché qui ho girato il primo film come attore, regista e produttore Rocco e le storie vere (1 e 2). Il film è stato girato nel gennaio del '93, e il titolo nasce per sottolineare il fatto che quello che io voglio vedere e far vedere in un film porno è solo il "sesso vero". L'agenzia aveva detto che sarebbero venute molte ragazze al casting, abituate a fare servizi di nudo o di moda, ma che comunque il porno nessuna di loro lo aveva mai fatto prima. Dipendeva solo da me saperglielo porgere in modo che potessero accettare. Questa condizione mi rendeva un po' teso, sapevo che non avrei potuto immaginare le parole che avrei usato con ognuna di loro finché non le avessi avute davanti. A mano a mano che entravano, chiedevo se potevano mostrarsi nude e loro senza nessun tipo di inibizione si spogliavano subito, ma la maggior parte non parlava inglese e senza
Ieri, oggi e domani
La concorrenza si è fregata le mani quando ho deciso di interrompere la mia carriera! E tuttavia, spesso mi giungeva il suono di un'altra campana: «I tuoi film funzionano perché ci sei tu, perché la gente vuole vedere te!». Ogni volta che faccio un film, le uniche preoccupazioni mie e di mio cugino Gabriele, al mio fianco da più di dieci anni, non sono la trama, le ragazze o l'ambientazione, ma gli attori! Sono diventati un'incognita. Questo vi sembrerà esagerato, ma bisogna che gli attori siano affidabili per arrivare al termine delle riprese. Quando recitavo io, questi problemi mi toccavano marginalmente, perché avevo sulle mie spalle tutto il peso della produzione. Gli altri non mi preoccupavano, perché le scene importanti le facevo io. Tuttavia, da quando mi sono ritirato, cercare di fare film competitivi senza Rocco è stata la mia nuova sfida. All'esordio nella regia ho commesso il grave errore di cercare me stesso negli attori, di aspettarmi che provassero le stesse emozioni e sensazioni che provavo io quando stavo davanti alla telecamera. Poi ho cominciato a lavorare sulla loro vera personalità ritagliando per loro ruoli su misura. Sfortunatamente, il problema che affligge ancora oggi il settore del porno è la mancanza di attori affidabili e professionisti. A dimostrazione di quanto sia difficile fare bene questo lavoro, basti pensare che nell'arco di tutti questi anni il numero di pornostar di sesso maschile non è certamente cresciuto.
Ventanni di carriera, ventanni di passione
Non fu affatto semplice prendere la decisione di diventare attore di film porno. Alcuni dei miei fratelli la presero molto negativamente. Non capivano le mie scelte, e tanto meno riuscivano a capire come mia madre avesse potuto lasciarmelo fare. Quando ho avuto il consenso dei miei genitori, e soprattutto quello di mia madre, l'unica, in verità, che avrebbe potuto mettermi in seria crisi se non mi avesse approvato, a questo punto ero tranquillo. Il consenso di tutti gli altri non era fondamentale per le scelte della mia vita. Effettivamente, ci sono stati non pochi attriti. A cominciare dal medico di famiglia. Mi fece chiamare, io già immaginavo di cosa intendesse parlarmi. «Sarai ghettizzato, sarai escluso, sarai...» Al terzo "sarai" me ne sono andato. «Buona giornata, dottore.» Per non parlare dell'ipocrisia degli amici che mi dicevano: «Fai bene, magari potessimo farlo noi...» e poi sparlavano alle mie spalle. Oggi sarebbe un po' più semplice, ma vent'anni fa era davvero scandaloso. I condomini venivano in processione da mia madre, chi per biasimarla, chi per rincuorarla. Carmela, mia madre, per un periodo di tempo è rimasta zitta ad ascoltare tutte le loro chiacchiere, poi un giorno, all'ennesimo squillo di campanello, ha aperto la porta e ha detto: «Senti, gli ho fatto un cazzo così (indicando la misura con le
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Nord al Sud, per andare a girare le scene. Avevo pubblicato un annuncio sulle riviste specialistiche per incontri amatoriali e su trecento risposte ne avevo selezionate una cinquantina. Avevo scelto anche ragazze semplici, non di una bellezza perfetta, ma con un fascino verace. Mi sono incontrato con una dozzina di coppie e ho chiesto loro di fare solo quello che volevano. Potevo essere attivo con loro, o semplicemente regista. Gli uomini potevano tenere la telecamera mentre io facevo sesso con le loro donne, tutto era assolutamente libero. Devo dire che questo film è stata un'esperienza incredibile.
Gabriele, il mio alter ego
Sono sempre stato attratto dalla gente un po' fuori dagli schemi, ma credo che mio cugino Gabriele sia in assoluto la persona più speciale con la quale ho condiviso le passioni e le emozioni di questi ultimi dieci anni. Gabriele è il mio alter ego professionale e il mio più grande amico. Da giovanissimo si è distinto dagli altri membri della famiglia per il suo carattere bisbetico e imprevedibile. All'epoca, lui si occupava di magia nera. Ricordo che conduceva perfino un programma televisivo in cui parlava di esoterismo e religioni. Gabriele, di due anni più grande di me, era considerato la pecora nera della famiglia per i suoi modi di fare sempre al limite del concepibile. Sin da quando era bambino era diverso da tutti, pieno di iniziative geniali. Ricordo quel giorno che mi chiamò tutto eccitato perché aveva inventato una soluzione per sintetizzare un composto chimico, ma qualcosa non funzionò come doveva, ci fu un'esplosione e si bruciò il naso e una mano. Dopo un'infanzia divertente le nostre vite si sono separate e per circa dieci anni non ci siamo più visti. Sapevo che si era fatto una famiglia, viveva a Milano e lavorava in banca. Lo sconquasso che avevo portato in famiglia, appena tutti avevano saputo del mio nuovo lavoro, aveva raggiunto anche lui. Gabriele mi telefonò quasi subito, per chiedermi di incontrarci immedia-
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Tutti i fan che hanno amato i miei film devono sapere che sono sempre stati frutto della fusione di due persone, Rocco e Gabriele. John Stagliano dice che noi due siamo uno dei migliori team al mondo. Non so se questo sia vero, ma tra noi esistono una complementarità e una complicità sorprendenti. In altre parole, parliamo la stessa lingua: quella della passione.
Rocco e i fantasmi
Questa storia prima d'ora l'avevo raccontata solo a mia moglie. Da piccolo facevo un sogno pazzesco: sto guidando un'auto, nonostante l'età, e ho un incidente, devo morire ma mi si materializza davanti una strana figura che mi dice che può aiutarmi a dimenticare tutta questa brutta avventura, che mi farà restare vivo se vorrò diventare suo amico. Dipende solo da me. Sono bloccato dentro il sogno, non posso parlare e lui continua a ripetermi sempre la stessa domanda finché, sforzandomi, non riesco a dirgli sì. Sono stato atterrito da questa figura per moltissimi anni, ha continuato a ritornare nei miei sogni, anche se non era un incubo ricorrente. Ogni volta lui si presentava chiedendomi di confermargli la mia fiducia e promettendomi felicità, ricchezza e benessere. Io, bambino, combattevo contro l'idea di essere suo amico, non volevo un amico così brutto e cattivo. Questo sconosciuto è tornato nei miei sogni fino a poco tempo fa, ma io l'ho respinto con tutte le mie forze e con tutta l'anima, gridandogli che mai, assolutamente mai, sarei passato dalla sua parte. Negli anni questo sogno, non so perché, aveva consolidato in me la certezza che sarei morto entro i quarant'anni. Quando ho conosciuto Rosa ho sentito il dovere morale di avvertirla che avrebbe potuto capitarmi una disgrazia. Lei non ci fece caso! Sei mesi prima di compiere i quarant'anni ho cominciato a
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preoccuparmi di cosa avrebbe fatto la mia famiglia senza di me. Ho assillato fino allo sfinimento mia moglie su come avrebbe dovuto organizzarsi dopo la mia morte. Ma Rosa mi prendeva in giro. Ho tentato di interpretare questa figura da adulto, sulla scorta delle spiegazioni che sia l’immaginario religioso, sia quello psicanalitico possono offrire. L'immagine di quest'uomo, in questo sogno, mi fa paura ancora oggi.
CINEMA e cinema
In tutti questi anni davanti all'obiettivo mi sono spesso chiesto in cosa il cinema tradizionale e il cinema pornografico fossero diversi. Circa una decina di anni fa, ricevetti una telefonata da una regista francese, che non mi disse immediatamente il suo nome, ma mi chiese se fossi interessato a fare una parte nel film che avrebbe voluto realizzare se fosse riuscita a trovare i soldi. Dopo questa telefonata non l'ho più sentita. Più di cinque anni fa ricevo un'altra telefonata dalla stessa regista e mi fa di nuovo la stessa domanda, ma questa volta il film è pronto a partire. Le ho chiesto di inviarmi il copione anche se, lo ammetto, ero titubante. Due giorni dopo, invece, ho ricevuto a casa la sceneggiatura del film. Quella regista è Catherine Breillat e il film era Romance. Attraverso di lei, e attraverso l'esperienza che lei mi ha messo in condizione di fare, ho avuto finalmente l'opportunità di cominciare a capire. Ho discusso spesso, negli anni, questo tema con i registi di cinema tradizionale che incontravo. Per alcuni di loro il porno è un genere come un altro e, per altri, invece, la sola idea di paragonare i due filoni pareva offenderli. Quando ho chiesto a Catherine per quale motivo aveva scelto me e cosa la rendeva sicura che sarei riuscito a soddisfarla, lei mi ha dato una risposta che mi ha lasciato senza parole: «Sono sicura che sei un bravo attore, è vero che ti ho visto
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Alla fine è venuta a dirmi: «Ma come hai fatto? Cosa hai preso per recuperare quello stato emotivo ogni volta?». E io mi sono sentito un seminarista. «Che intendi?» Lei mi ha portato nel suo camerino, ha aperto la pochette e mi ha mostrato un portapillole. «Noi attori prendiamo delle pillole. Per piangere, per essere depressi, per essere felici, per essere un po' fuori di testa e così via. Insomma, per tutto, per entrare e uscire nei diversi stati emotivi. Che credi? Se dovessimo davvero fare sul serio ogni volta, impazziremmo!» E lo diceva come se fosse la portavoce ufficiale del cinema tradizionale. Come se un attore hard dicesse che senza le pillole e le iniezioni sarebbe impossibile avere un'erezione! Le menzogne sono le stesse e le tecniche sono molto simili. Sei solo tu che scegli il livello a cui vuoi fare il tuo mestiere. ***
Catherine ha un'intelligenza sbalorditiva, la sua capacità di mettere a nudo la personalità della gente è affascinante. È anche grazie a questo dono che riesce a tirar fuori il talento dagli attori che dirige. So che tantissime persone, e in particolare molti giornalisti, la dipingono come una strega, dicono di lei che sia troppo dura con gli attori. In realtà quando inizia il suo film ha già davanti la visione completa di cosa vuole realizzare. E la sua carica di passione è tale che, se gli attori non sono pronti ad aprirsi a lei, tutta la sua energia si scontra in modo distruttivo con la loro rigidità. Catherine è una grande artista, con una sensibilità unica. È vero che i suoi metodi di lavoro sono pesanti, ma credo che salire i gradini di una crescita, sia nella vita personale sia in quella professionale, sia sempre uno sforzo doloroso. In Anatomie de l'enfer posso dire di aver visto quell'attrice soffrire come poche altre donne nella mia vita. Ci sono stati molti momenti in cui mi ha fatto pena. A volte non capivo se la guardavo da dietro o da davanti la telecamera, il confine mi appariva confuso. Ma, nonostante tutta la sua contrarietà verso il metodo di Catherine, sono sicuro che, quando ha visto il risultato alla proiezione, ha dovuto ammetterne il grande talento. È proprio per questo che io adoro
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assume la responsabilità delle proprie scelte. Ha una grande personalità, coraggio da vendere e se ne sbatte altamente delle critiche, lei è una donna che va oltre ogni regolamento. Non si limita mai a fare un cinema standardizzato e prefabbricato.
Che fortuna avere dei genitori fantastici
Oggi che sono padre di due meravigliosi maschietti posso dire che educare non è un mestiere facile! Non sai mai cosa è giusto e cosa non lo è, né puoi essere sempre lucido di fronte a cosa dare e cosa non dare. Ciò che mi è mancato di più dai miei genitori durante l'infanzia e l'adolescenza è stato il dialogo (con mio padre è arrivato solo qualche anno fa). Non li biasimo per questo, perché credo che loro abbiano avuto a loro volta lo stesso tipo di problema. Trovo patetici quei personaggi che vanno a piangere in televisione per aver preso qualche sculacciata da bambini. Nessuno è mai rimasto traumatizzato da una sberla! Se è una semplice sberla. Non mi piace questa era di puritanesimo cieco e stupido, in cui il bambino è diventato il re della famiglia. Non si fa il suo bene. L'educazione è importante ed è anche fatta di regole semplici e chiare che un bambino deve poter capire e affrontare senza difficoltà. Per tornare alla mia famiglia, mia madre è stata tutto per me. Era affettuosa e protettiva, al limite del morboso. Quando ci picchiavamo nel cortile con gli altri bambini, i loro padri si precipitavano a difenderli, il nostro non faceva mai in tempo perché mia madre lo precedeva. L'ho addirittura vista buttar giù vasi dalla finestra e rincorrere uomini con il badile. Era molto impulsiva, un po' per carattere, un po' perché tutta quella sofferenza l'aveva resa suscettibile. Quando la faceva-
Gennaro, il mio fan più sfegatato
Il rapporto con mio padre era molto diverso da quello che avevo con mia madre. Lui ha sempre mantenuto il suo ruolo di padre di famiglia e tra noi non c'è mai stato un vero dialogo profondo. Solo dopo la morte di mia madre abbiamo iniziato a parlare e, ovviamente, il tema delle nostre conversazioni era soprattutto il sesso. Quando è arrivato ai settant'anni mi ha raccontato tutte le storie che aveva vissuto da quando si era ritrovato vedovo. La scomparsa di mia madre gli aveva dato una libertà che non aveva mai avuto. Parlando con lui, ho capito che la mia eccessiva libido era praticamente una questione genetica! Da bambino ogni tanto lo sentivo discutere con mia madre, a quel tempo non potevo capire veramente di cosa parlassero perché certi argomenti non si affrontavano apertamente, ma oggi so che il problema era l'atteggiamento di mio padre. Lui è sempre stato una persona garbata, mai violento e sempre gentile con tutti, ma soprattutto, e forse anche un po' troppo, con le donne! I giochi delle carte, le boccette e il Lotto non lo interessano affatto. Da qualche anno è affetto dal morbo di Parkinson, ma mentalmente sta benissimo ed è incredibile vedere quale effetto abbia una donna su di lui. Per fare qualche metro a piedi ci metterebbe mezz'ora, ma se li dovesse fare per una donna gli basterebbe un decimo del tempo! La forza del desiderio.
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Io, Rocco
bambini. La nostra società uccide tutto quanto cerchi di svilupparsi in modo naturale e spontaneo. In ogni settore della vita è in atto una lotta senza quartiere, in cui il valore che emerge è il piccolo ego. È il nuovo razzismo, quello che ti fa meritare il rispetto solo per i tuoi soldi. Io non sono un sociologo, però ho una buona memoria. Non vorrei nemmeno sembrare nostalgico, ma mi ricordo che venticinque anni fa un egoismo così generalizzato non esisteva, la gente era più generosa e soprattutto era meno stressata. Mi annoia un mondo in cui il pensiero è seriale, a tutti si chiede di essere performanti, di avere gli stessi ritmi; l'umanità mi piaceva molto di più quando c'erano caratteristiche personali che ci rendevano esseri umani distinguibili.
Domani e ora
La mia vita è sempre stata un connubio molto violento di felicità e di profonda tristezza, un caldo e freddo continuo. Ho la sensazione che ogni volta che mi è successo qualcosa di fantastico ho immediatamente dovuto pagarlo. Ci sono persone per le quali l'esistenza è un lungo fiume tranquillo, senza alti né bassi. Per me non è stato così. La felicità è sempre andata di pari passo con il dolore. E tuttavia, se potessi rinascere e morire di nuovo, rifarei per mille volte esattamente le stesse cose. Perché credo che ciò che vale davvero la pena di comprendere, e che vorrei condividere con voi, è che l'importante è raggiungere dentro di noi il cuore delle nostre passioni più autentiche, non importa quanta fatica ci costerà. E poi chiederci quello che vogliamo veramente dalla nostra vita con correttezza, qualsiasi cosa stiamo cercando, senza falsità né ipocrisie, perché non esisterebbero risposte sbagliate se non esistessero domande mal poste.