PICCOLA BIBLIOTECI DELLE ARTI
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naturale, senza d d bisogno di pensarci, &C q Ut h loro pamm mnrrak, grazie aii'eserchio fisico. Chi passa molte ore al computer o seduto al tavolo a studiare assume nel tempo una postm tipia, con le spaiie in avanti e ii dorso ua po' CUWO. Ci sono persone che ingmmno un po' o anche mito, giovaniodiuna~&;questocom~,~mmper gli uomini, unJaccen&one della amatura h b m , 'la panda p-". Chi am sempre c m h schiena a m a a h& delle vertebre d o d i (per la persona f h c a -m prima) con ci& un aumento della cwvanira a iiveb lombare. Cosl aicui con i'età àiminuìsmno in -tura, certo anche per alrri motivi ma fondamentahmk p r c h k le due cummm naturali del dorso si accentuano e poi si f k m o , quindi la d a t u r a , xnai allenata di soho a ~ U S Bdi una vita dentaria, perde il suo tono e h sua fumione di mante ~ 1 ' ~ ~ ~ C o m u n q u e s i p u O m d i ì ~
&hmda~la~~ur;i:sepnwateame#ervi nella pdziorie 'fiacca* descritta prima e poi in qu& "adaicam,dowieste~inia~raella~stanira. Sare& dawem aiutate muovere la m w h del dorso pw ritrware una posizione piS e p i 3 . m ~Ripe. toi'invitoa~iapostutadegliatletleaprendere esempio da lm. lapi&me asstrm dnl m o B diJm&mmt& $mporkmzlr#mI'aszm r H W ##p, nel canto mamdo.La~cadel~~ki'rcleale,maamlte, se non si puiì fm nitrite di meglio, qualche bella stlrac~,ma.gariap~aunaspallleraoaquaiche~ stegno adeguato, può m molto b e n d a , sopra#utto per chi &e pmme d t o del suo tmqm seduto a un tavolo.
Occupbmod deI'dko che sta antando: il principiante tende a imi@k la sesta e il collo, i n c o m a p e v o ~ . W~pmmnecheri~acantaremohomegIio~
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del suono
A questo punto siamo alla terza lezione del nostro allievo principiante. Ha imparato ad assumere una postura bella diritta, a inspirare correttamente, a non far scappare tutta l'aria con il primo suono che emette. Adesso bisogna cominciare a incidere sulla qualità di quei suoni, bisogna trasformarli da deboli e con poca risonanza in squillanti e sicuri. Il processo di formazione dei suoni richiede in genere come minimo alcuni mesi per cominciare a dare dei risultati apprezzabili, qualunque sia il genere musicale praticato dall'allievo. C'è un'ampia variabilità individuale nei tempi di apprendimento. A parità di capacità intellettive, due voci diverse possono formarsi l'una in tre mesi e l'altra in un anno, per esempio. Secondo me dipende soprattutto dalle qualità naturali di base dello strumento-voce e poi anche da altre variabili più personali e psicologiche, legate al temperamento e al carattere deil'allievo, alle sue intenzioni e aspettative, oltre alla qualità del rapporto di fiducia creato con l'insegnante. Non ho mai visto una voce formarsi in meno di tre mesi, tempo già molto breve e molto inferiore alla media, che è di almeno sei, otto mesi. Dipende anche da quanto si studia: i risultati più rapidi e sorprendenti li ottengono sempre e solo coloro che si impegnano a fondo, allenandosi con costanza. Comunque sia, scrivere in un libro come deve essere il suono corretto dell'allievo è la cosa più difficile che ci sia. Meglio dire i difetti più comuni nei principianti, sperando che il lettore riesca a capirci qualcosa. L'allievo principiante, infatti, è per definizione inconsapevole della qualità dei suoni che emette e, inoltre, non ha alcuna coscienza, in genere, di quali potenzialità abbia il suo strumento, perciò è difficile descrivere per iscritto le caratteristiche ottima-
li dei suoni. Ci vorrebbe una registrazione, ma c d o che servirebbe a poco, un po' perche diffidimente vi si riproducono fedelmente le sfumature di una voce e poi per&& comunque l'allievo ne sa ancora troppo poco per ricevere un aiuto attraverso quei suoni o le pagine di un libro. Ci vuole i m m un maestro di canto. È proprio in questa parte della formazione della voce che un buon maestro fa la differenza, perché tutto si gioca sulla percezione di suoni diversi e sulla selezione di quelli migliori. In questo settore dell'apprendimento si può entrare in uno stato di confusione totale, se il maestro di canto non è coerente nelle sue percezioni tra una lezione e l'altra e, per esempio, scarta oggi suoni che una settimana prima trovava corretti. Con un insegnante così è bene battere in ritirata immediatamente, prima che rovini anche gravemente la voce del malcapitato. .t- ' 4 'FSY C 337-
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'-f$ono le due catei~neprincipali Zìa qualità dei suoni. Vi &no altre possibili varianti (la voce nasale, quella intubata, eccetera) ma la prima disputa che si fa in genere è queila tra - voce hgolata (il difetto pia diffuso tra chi non conosce la tecnica vocale) e quella in s n m & m (voce ideale per il canto classico e molto utile per quello leggero). Dirò qui come è il suano in gola e quello in maschera. - Come si fa ad ottenerli è ben difficile da dire per iscritto, perché esiste una grande variabilità tra un allievo e l'altro, . inoltre il lavoro da svolgere è dawero personalizzato. C'è chi riesce a portare i suoni in maschera per imitazio, ne (sentendo gli esempl cantati dell'insepmte), chi nasalizzando molto i suoni, chi immaginando di parlare in modo affettato come una persona di nobile casato o come un attore dalla recitazione stucchevole, chi facendo la voce di un bambino, chi imitando la voce di un disco, chi fingendo n
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di Anastacia, che in aicuni passaggi, non sempre, emem del suoni di gola, per me sgmdemii a sentirsi. Anche per la vsce deUa musica leggera, per&, occorre compren&re il concetto di suono in &a, perché 2 indispensabile per migliorare le proprie pw&.szi~nivoali, anche se si canta iJ. mck più sfre"zl$to. la i% m c h e m 8 &t& ~o5"r~pem& & 1~ chi lg produce la m a z i o n e di rkw01~t11m racgS&p&rt~a n m ' m&I m;m, dktamo all'in&model naso, d$wkc0m.
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I vocalizzj. sono sicuramente utili ma non varino sopravvaiutati. In generale penso che per il pfincipiante servano a poco se n m ihbinati a qualche brano. Il uocdima 2 %n mezzo, non QEcam buon senso.
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yp manbas trun a a ~ 'ozzyv~oa o un pzj ~sopow oisanb r q :~~pmuosuo3 Fuons I gru opumgqp olsal un a.rmw3 !p
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Prime lezioni: pronunciare le parole È DIVERSO FARE UN VOCALIZZO E CANTARE DELLE PAROLE
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Per il vocalizzo di solito si usa una vocale sola, più comunemente la O oppure la A (preferisco in genere, salvo casi particolari, una O chiusa, che abbia qualche grado di parentela con la U). Quando si cantano, invece, delle parole, la differenza è molta, e spiegherò il perché. Nel vocalizzo si apre la bocca in un certo modo e poi si mantiene più o meno quell'assetto per tutta la durata del vocalizzo stesso. Così è più facile. Nelle parole invece vi sono molti suoni diversi da pronunciare, che modificano la forma e le dimensioni del cavo orale e in parte anche della gola. Quindi non basta studiare le vocali di un canto; occorre occuparsi anche della pronuncia corretta e chiara delle consonanti. l Se paragoniamo la voce a uno strumento musicale, posz-9'TG' siamo allora dire che mentre nello strumento la cassa di risonanza rimane fissa nelle dimensioni e neiia forma, e ciò che si modifica è la lunghezza delle corde (si pensi per esempio a un violino o a una chitarra), nello strumento-voce le corde vocali variano in lunghezza e in grado di tensione a seconda della nota che si produce, ma soprattutto ciò che tende a modificarsi continuamente sono la forma e le dimensioni della cassa di risonanza, cioè la faringe e la bocca (le cavità nasali, che fanno parte del sistema risuonatore, ovviamente mantengono una situazione stabile). Queste evidenti e continue modificazioni nelle caratteristiche delle cavità di risonanza avvengono regolarmente mentre si parla; si pensi solamente alla posizione della lingua e all'apertura della bocca quando pronunciamo una vocale come la I: la bocca è semichiusa e la lingua è soileata nella sua parte centrale, mettendosi molto vicina al
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sonanza del nostro strumento vocale, altrimenti la qualità del suono non pud essere migliorata. Pensate per un attimo, infatti, a come potrebbe suonare bene una chitarra la cui cassa moWiasse forma e dimensioni cuatukuamente... Vediamo cosa si può fare.
ozzaw ad auogsod ens enau esadsos 3 -0103 lau apqow ou&.xo un 3 a % u ye1 :ar~%a!ds aqdwas ;,o ~ p o wn[
FLAJWOTEMCA VOCALE APRONO LA TUTiT I ( X V ' C M BOCCA AILO STESSO MODO
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Non si Pub cantare sempre a voce moderata, né sempre a voce piena. Lo studio del canto è composto da una saggia alternanza tra suoni moderati, che servono in genere a trovare la sonorità in maschera, e suoni a piena voce, che servono ad allenare l'apparato fonatorio e il coordinamento muscolare di tutte le parti corporee coinvolte nelia fonazione. Andrà molto bene, pertanto, un'altemanza di suoni moderati e suoni forti, anche a piena voce, sotto l'attenta guida ckll'insegnante. Cantare piano è difficiie per chi non ha ancora una buona tecnica vocale. Di solito si tende a "mollare" tutto, incapaci di mantenere il controllo sull'espansione deLia gabbia toracica e contemporaneamente di moderare la voce. brintivamente, il principiante associa la voce emessa piano con un disimpegno della respirazione, così tende a cantare pia-
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no con una postura indifferente e una respirazione insuff.ciente a ottenere dei suoni impostati. Il risultato e insomma
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@e. Il cantante si stanca prima f~icamentee, se insiste, anviche vocalmente. Nana ancora l'allenamento a mantenere '
-':ben &m che occorre ancora allenare. I1 seconda motivo
La risonanza in maschera viene un po' d a volta, come
to che si ottiene abbastanza prem è un affaticamento deiia
I1 principiante insomma, se vuole cantare forte troppo prato, si ritrova a rischiare doppiamente: da una paxte e così non sostiene pih i suoni, daii'altra smca il res* pub ritrovarsi malto facilmente a gridare invece che a cantare. Un &&io bum motivo per farsi seguire da un maestra... Bis~gntr!f a ~ eawmzI09ae alza kflerelaza tra gridare s pr&ttamP.e vpssi-te prima di mettersi a cantare. CM @& respira in nnsrda diverso (in genere male) e alla lunga fa uso della hmge in modo faticosa, mentre chi
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'!pauano olua1 wapisap 1s as a y ~ u e'!~rwe !@ns aJals!su! . _ 1. .-. !aw ahap 1s u o .a~enp.irxg ~ eur o p i d e ~opour u! ol!los !p ouoSuano !s uou 1ssas8md I .!souuv aJassa ouossod . 1m3e oddor, o ! A E J ~ oddo~lVonS 'aiiyej ezuas a aluaw - p e j a~mua3a a 3 s u oqqure apnb u! ' e ~ p ~ p a loun18p . - a as aqaua 'es ounu'do . a a o ~p30 ad qowo3 q a n b 'al - w u-,a-v~ a- =n q s s ~ ~ e art.3.wo3 ~au apn a g u q d p q d 1 ad
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Chi è professionista ormai conosce bene i1 proprio stru-
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, : mento-voce e sa quanto del suo tempo deve impegnare f :>G5$=.
per studiare o allenarsi c per mantenere le sue prestazionk
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B .?i Chi è principiante, posto che le regole di prudenza e dl- i
i. S ai liveLio desiderato. <)&~2.-
.Lo7;sg .*, ".
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moderazione sono sempre valide, farà bene a cantare <\ 3' ; auto il tempo in cui avverte che gli è utiie, o che almeno è ; . qi piacevole ci& non faticoso per la voce. Lunghe pause di inattività non sono raccomandabili. 1) 4 $ 3 -Cy
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5: ritmo migliore sarebbe quello regolare. C'&chi non s t u u '3-.
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mai, c'è chi canta anehe troppo, h o a stancarsi.
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il volume si determini da .&t Vi sono persone, per esempio, che cantano nei primi minuti con voce debole e piena d'da, soprattutto se in passato hanno avuto problemi di tecnica v d e da errata impostazione o da m h o , Subita si mettono in agitazione perché quella voce non li soddisfa e assomiglia ente a quella dei tempi pmhlernadci, In questi casi, ma anche in generale, è meglio , aspettare per qualche miraum, con calni;k, che la voce si a s sesti cb sé,saidandosi, piutocrsto che intemenire, dato che di salato in pa&i minuti la vace gusta emerge e s-isee qualunque suono brutto. Non b semm neppure cominciare a cantare a vwe fredda su %essitureinipegwtive verso l'acuto O verso il gmve: 1: va una temieum c m & e non inzpeg~thra.Qgfiuno , a S B ~ S Cquale sia la m&n~ra@ustaper 9é. " - : & I $h&& non importa se la vace per qualche minuto 8 -*, senza hbm, mnza volume e e g r i cm un p' d ' a tutto si aggiusterd,in pom tempo, bam non Sanare n hk.Cm1 f a m c b , . , . e acwttwe che la V O G ~fredda n ~ sia i,: +:&i p r e d e dae dopa qualche tempo la voce sa& ac- - ~ c m t w l= t &e in QU82 primi minwi. ., _ . . ., '
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La classificazione della voce
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PlUMO APPROCCIO ALLA CLASSLFICUIOPJE D E U B VOCE
ll maestro di canto è tenuto a chssficare una voce, in ogni caso è la persomi più indicata a farlo, dato che è lui che ne segue più da vicino la formazione. Non sempre P: semplice classificare una voce. Se si hanno dei dubbi non si deve avere fretta. Questi vengono in genere da voci ibride o malto, potenti, oppure da chi ha avuto problemi di tecnica vocale e non ha una voce in buone condizioni. i molto potenti e molto ricche di timbro ci mettoLe m no piG tempo a forniarsi. &@e quelie gravi hanno in pnere bisogno di un po' di tempo in più per emergere, dato che all'inkio degh studi sono di solito anche molto meno timbrate di quello che in realtà potrebbero essere. Se non si tratta di voci dalle caratteristiche inequivocabili (per esempio up soprano leggero), è saggio non fidarsi delle classifi'icazioni-lampo, che non servono a niente e a nessuno. JJ h v o maestro infatti non i? mlui che classifica presto ma quello che clwifica correttamente. Un errore da non fare è classificare una voce in base solo alla sua estensione. Vi sono voci molto estese, che ricoprono piCi delle due -ve che servirebbero, ma appartengono comunque a una sola categoria vocale. Vi sono voci che sono troppa grezze per poter emettere tutti i suoni che potrebbero, così sembrano un'altra voce. Vi sono vwi che hanns problemi di emissione, grassi difetti di tecnica, perci& sono per definizione inclassiflcabiii fimche non si normalizza la situazione. Vi sono poi persone molto giovani d'e@, che non possono avere il timbro necessario ai loro tipo vocale. Un basso di sedici anni, per esempio, QCX& avere una v a e ancora troppo chiara, anch4 se è decisamente un basso. Con l'e& e lo studio la
h grandezza del tratto v o d e e la lunghezza e lo s p -
& d e k coqk vocali sono due faaiori che incidono sulla
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qualità d e k voce. Un cantante con una voce grande avrà quasi certamente delle corde vocali spesse oppure grandi. Se le corde sono sia spew sia lunghe, iIcantante avrà una . . voce grave. Corde vocali atte, sottili o piccole si rrovan? di solito neUe voci di soprano e di tenore. Le più piccole e satili, ovviamente, nel sopraio. - s h h e la luqhezza e le dimensioni del tratto vocale %anno considerate. Quando p a r ~ di o tratto vocale intendiaao comprendere anche le dimensioni della bocca e delle cavità nasali. La struttura fisica tipica del tenore, b ab- biamo già detto, è con il a l l o corto e piuttoaq largo [si pensi a Pavarotti, per ersemg&o]. Un tratto vocale lungoW ricca, e via così., da& una v x e più piofonda e % C - 7
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Il canto deriva dalla voce parlata e ne rappresenta un 'grado superiore di evoluzione, per cui linguaggio parlato e 'canto non devono essere considerati due tipi diversi di voce. Quando si parla si usa un numero limitato di suoni, mentre nel canto la voce ha sicuramente una maggiore estensione. Nel parlato non c'è un ritmo preciso da seguire, mentse facendo musica sì. Cantando bisogna emettere molti suoni con un fiato, mentre nel parlato si è più liberi. I1 modo di respirare durante il parlato assomiglia a quello durante il canto. Ii meccanismo con cui si produce la yace parlata e cantata è sempre lo stesso. \;tj Ii cantante, al momento di ini&ire la emissione vocale, deve prepararsi fisicamente e menta-te a cantare. Anche l'attore deve conoscere la propria voce e predisporre gli efquando si p r h nelia vita fetti che vuole ottenerq -tre quotidiana si agisce in m&involontario e autumatko. .G
,
sarà impersonato sicuramente da un cantante con voce di basso, mentre la giovane innamorata è quasi sempre un soprano, eccetera. Per questi motivi il cantante d'opera deve indirizzare il suo studio verso il repertorio più adatto alla sua voce, una volta che questa sia pronta e completamente formata. Molte energie vanno impiegate nella classificazione vocale del cantante lirico, perché si tratta di un'operazione molto delicata, che ha per nemiche la fretta e l'approssimazione. È come la scelta della scuola superiore per un ragazzino: non si può fare a caso ma bisogna pensarci e soprattutto conoscere molto bene le reali possibilità del soggetto. I1 repertorio operistico è così impegnativo vocalmente che un errore nella classificazione di un cantante e nella scelta del suo repertorio può compromettere irrimediabilmente una carriera. C'è talmente tanta musica da interpretare che ognuno può trovare quella che fa veramente per sé, valorizzando le sue doti. Vi sono molti cantanti che sono caduti proprio perché hanno voluto interpretare repertori troppo arditi per le loro possibilità, mentre avrebbero sicuramente mantenuto il successo e la loro bella voce, meritatamente, scegliendo con più prudenza e con più buon senso. A volte l'altra faccia del successo è il non sapersi più fermare. Sono anche abbastanza comuni i casi di cantanti che sono stati classificati erroneamente e che a un certo punto delle loro carriera cambiano tipo di voce, per esempio il tenore che diventa baritono o il mezzosoprano che diventa soprano. Nel repertorio leggero classificare una voce è meno urgente, perché non vi sono personaggi da interpretare, a meno che non si voglia essere assunti per un musical. Classificare una voce è indispensabile indipendentemente dal genere musicale coltivato. È come se io sapessi la metratura della mia casa senza però conoscere la misura e la disposizione delle stanze. 5 Studiare tecnica vocale significa arrivare prima o poi a dire: "Sei un soprano", "Sono un baritono", eccetera. Con
114
LA CLASSIFICAZIONE PIOTRADIZIONALE: !
voce acuta voce media f,'ocegraue
Maschile
Femminile
Tenore Baritono Basso
Soprano ~~zaoso~rano Contralto
REGZS?WI DELLA VOCE
I registri vocali s o m fondamentalmente dw, quello di p o e queUo di %sta. Ce n'e! un terzo, che si chiama misto, perche ha caratteristiche ibride tra i due precedenti e sta 10-
m 3n mezzo, La yoce pub emettere suoni anche con altre Cfahetto, b e l w ma in questo momento ci stianw, oecqxmb dei registri principali, quelli di petto e di testa. L'appmmenza a un t i p ~o a un altro di voce non si puub -m: si r y c e con una certa voce, come succede per i ape& o per il colore degli occhi. Voglio dire che lo stu-
dio del canto deve portare d a luce il tipo di voce che si ha. Non si può creare un sopfano da un mezzosoprano, per consentire al mezesempio, anche se la tecnica vocale
zosoprano di ampliare la sua zona acuta, raggiungendo anche note sopranili, senza per questo cambiare tipo vocale. I due registri della voce si c ~ a m a n ocosì in onore di quelli dell'organo. Corrispondono ad altrettanti meccanismi diversi di funuommento della laringe. I1 regksoco di petto & definito così impropriamente, perdi6 le vibrazioni vengono trasmesse alla parete toracifa, m& semha ehe la voce risuoni "nel petto", mentre! non è mi. In questa registro le corde sono più spesse. Mano a mano cke si sale neWiEjxonaWe, le corde vocali si t e m b no sempre di Amiva un punto in cui la tensione m sarebbe più soppombh. Per menere altre note, p,iu acute, si passa. allora a un altro regSim, qu~ll,odi €e$%% (chia-
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omad ' p n 3 ~ up3pr-q !ons lap !p IE ' O ~ Ev a w o d au - ~ J Aaq3 anad p amA w n E o~EuoSaradaJassa aqqawd .yam p u a dod Iau aunumdos 'ouozrada~!p tdp ppur E a ! ~ O Aal a ~ r qE osalsa 1s !od atp a ~EMPBOJ$J B 010s -?n 1s a u @ p,q?q3 a~,9-3 !p opow un 3 8uplaq 11 'C>+t-> 2Ftf2 t * * . ~ i ; ~ .
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p e d &e si tratti di un registro vocale a Sé stante, C1~èn m è p r e m e n t e una voce di pesto, anche se le assomiglia mlto. Ha qualcosa in comune con la voce parlata e con L'intensità è comunque elevata. il canto lirico prevede &e la laringe abbia una po-
wesro modo di cantare spmso è causa di &rurbi deh voce, perche si caratterizza per liveUi m l t o alti dj pressiosostanza si tratta
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Ber tutte cwi&orstzioni, chi vuole antale in beltang i%& benrr ad avere delle nozioni di tecnica & prima diEiken~rsicon un m d di~antare che pub cornpm-
Ia classificazione deb voce è qualcosa che obbedisce a dei criteri ogpttivi. L'appartenenza a un tipo vocale o a un altro è un fatto congenito, do2 già determuiato d a nascita. Il
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'ZET ~ ns artiluw ~ a o d @ ouap aAap o'~pnuo3un 'p!~' p q p aq3uz a p m ~10s -m3s aAap 9'~pJad' o u a ~ d o s o z zun ~ pa333 a p m o 3 TI ' ~ p . r atq~ a~~103qed q 'oays!.rado o p o m d a ~1aN 'MOS IE aqon ayqanb 'ged 'pgq TE Zax pp EA a 3 0 ~ 1?isanQ .apoual arrulssal q a m m t~ 'WE?J" "pej ~ I 0~E 11mt uou :j olnpsouo3 oq aq3 ppau03 U ~ A gp -od I .olnr>e z0ua.i un a m~muo3oiaA un W 'InaJJa u! 'EZ 33 "'apuas 'apuw 'apua3s o ~ p u 0 3a -ua.raap
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-p@ p u o m q p p a auoj W
=p q m mwm aJaA
per UR mntrahova dal Fa2 al So& La3. I1 vero mimito è molto m:EO ne ho consolo cfiicsm i n m d a m i . La partediamtdtoneicasipollFonÉd non rkpecchia smpse 112tssdirm-e che reabw-ntequesta voce p& tenere, dato che di I I S ~ ~ le O parti condi sono pi9 mdemte, eseguibili da qualunque mce d i a . Mlh musica leggera mi viwta in mnte subito Fiowk , che p r o h m Nel reblues, @tual e j;zlz . lmkka&unaver%" p ~ t r r x r a a f i n a t u p a "e igospei hrd t P n " b casa. N rna !&none è un gmxk dente tra le p& jazz-h:
I;a~wYP.
cwiacalm m la voce. ITseguh B
anche
w1m3
qtMude$os@sPm do era orimi ulaadnquan-,
fti~aac
l c h u quan~ in w'opera di Vedi. Queste
La (30mme cron come un Una &ma &e per abiihl&e urla e s t m le ~sue mr& vodi lunga & d s w a h tonaliti3 della v= ab-
anbunwo~p s nn3e ew nnsoduq uou amn irun .aTeu q q p z q o o ~ ~ E I :opouadaa , en8asa atp 'auq2Baqqq o m q 'waaoduq amA %unapualq 3 aJouaJ ad oi!los !a .!dwasa yum~eofos ouos psanb a 'oueqw a u - a p q ouqssqq .zad o p m s ~ d ' q p o~p n q 3 e png o1.1~3q 'asoua1 lap a m el ad arzo~npmapufflif sun p A! eut?!p!~ -IEmjsnur enaN -gyouaJrmn al ouqmoqqs dod 1aN .almE ~ O fA m b o ardwas oGq v a r d d d I .a.)uas q '~aqp 'guanbaq g d ! m al ~ ouos p u r a ? !wa88q eqsnru q a N '(£105 Zed 'ZIM W ) aJO!Ja;l[(
w m o , e~n~w ~!a aq3 ops ' m d r r s 1ap q a n b a f n ~ W c W .OUWJ O wd p 3wua ad trpowo3 i.Jn!ssal q *airwcl?'wplq ~mcd pn3p LqJp$O! rap osn,l aaoua~;J aad o s m m 031.1 oposada IaN 'pnx @ 8 w dns o u o 1 s a743 ~ ~ arnllssa1 anau o@eons
apuM !p p r w ~$3 a p m ey
a ouaw moa p prsd "a206 a !A& QTCI
a o v a p m p u a d p n s p p axwma p o p d q 3 o ~ p a owu a f ; ~aaa~lil~ .@h ons E a u ; ~ u ~ a a p a d mori 1s ales opumb anuam ' Z E ~'ZFW p v e opmnb 'opuapua3s ' p l m i ~ 9 p 0~110s?p a ~ J O U ~ J 'ZO(I le onos apuas uou a.iuaurlmaua8 oqaq~adoamuai 11 '($1~ p 'pme oi~owpouaz pm3 q 'a-uopam tped p o u l ~aq3uz a q p gnd ayuoua:, q m 'agm gp 9m~r;rl wado,ncau mnx ~d a o g q p p) pa ~ i jO J W ~ ad 'zoa p 0 ~ 0 sarapuax a p u a ~ n aIouaa d a arapl$rrs
) W onanb a u e n a~a-3 om@ar p wado* mfoh %un~'am q ' ~ j dr.q pmns m-1our aaanawa mj a asap p ay-twi e3p3a~e1 uo2 qmnb guaptra~drosouos ~ i ~ ~1~ n spsmb p UJ 'asa!p onanb 01 -n!3souo~!aw q uou a onad p c~7.8aa1x1QIW amum s
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'olmws ol~doad arezza~ddea araxouo3 is&oq~ .wpalual wanb a m&
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una v m in tessitura tenorile. Insomma, uno è tenore anche se non ha mai studiato canto. Lo stesso vale per tutte le altre voci. Baritono
I1 baritono ha una voce intermedia tra quelle del tenore e del basso. I1 timbro è piuttosto scuro e caldo. Sembra un violonceiio. L'estensione va dal La1 al La3. A volte il baritono ha una voce più lesera, assomigliando a certi tenori - . con la voce scura. Può essere invece così scuro (baritono ,&arnmatico) da sembrare un baso. .. '% Vi è anche la voce di basso-baritono, che è ibrida tra i due tlpi vocali e può, entro certi limiti, eseguire entrambi i repertori. W
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ertorio operistico di solito deve cantare xen:&n& d m i m o fmo al Fal. Ci sono però bassi in
- grado di scendere molto di pia. Ne ho conosciuti due che riuscivmo a cantare su note come il Do1 e fmo al Sibemol. .. le un tono sotto. Piii il b a s o è grave e piii è una voce rara. . L.' Di solito il vero basm fa fatica a salire. I1 limite general...:-. . mente & il W .Per cantan: brani opesktici è necessario an- i dare oltre questa mta, per h a 6 anche al So13. Ii basco l = canta comodamente tra il La1 e il Si2. I. k*li Molti bassi possono s a k in alto cane i baritoni e a volte co: me i tenori, però nan canko con Wta mlie temire acute. Ci sono voci scure anche ne1 mondo della canzone: tra i _: .; cantautori ve ne sono parecchi che hanno vsxe di britono f o basso (De Andre, Gaber, Conte, Tenco). Nella musica rock ne ho sentiti pochi e di solito sembravano voci abbas.. sate dagli anni o dagli strapazzi più che voci 'originaria'. mente medio-gravi. Nel jazz e nel blues le voci scure ab;- bondano, invece. I.
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Pino Daniele ha una voce molto acuta, naturalmente acuta, cioè lui non ha fatto nulla per costruirla; sicuramente il timbro che ha è un fatto naturale. Anche Stevie Wonder ha una voce chiara e grande facilità a raggiungere tessiture molto acute, ma anche lui sa sfruttare, "semplicemente" le sue doti naturali. Madre natura insomma crea una grande varietà di timbri, sia nella voce maschile sia in quella femminile. Esistono per esempio le voci dal basso profondo al tenore leggero, con tutte le possibili shmature intermedie. La bellezza di una voce sta nelle sue doti naturali, che la rendono unica. Invece a me pare che certe voci del rock siano state costruite artificialmente e mi appaiono, appunto, artefatte, cioè private delle naturali risonanze della voce maschile. In certi passaggi sembra di sentir cantare una donna. Che cosa aggiunge alla musica il fatto di cantare in tessiture acutissime e per giunta con un timbro che si sente che è poco naturale? Comunque sia, dopo aver fatto tutti questi discorsi con i miei allievi, rimane un dato di fatto: loro continuano a voler cantare molto acuto, perché eseguono il repertorio che richiede proprio questo. In genere vengono a lezione perché hanno provato a lungo a cantare quelle tessiture, ma prima o poi si sono affaticati e la voce comincia a risentire dello sforzo cui l'hanno sottoposta. Proverò a spiegare come lavoriamo per ottenere più o meno quello che desideriamo: rispettivamente io una voce con timbro naturale, estesa, duttile, sana, l'allievo una grande estensione in acuto. Durante le lezioni si canta anche musica classica, per esempio Haendel, Bach, oppure qualche canzone napoletana o un successo di Bocelli. L'allievo poi mi fa sentire le sue canzoni e lavoriamo su quelle. Durante l'intervallo tra una lezione e l'altra l'allievo "fa i compiti per casa" allenandosi sui brani classici, ma in genere canta anche il suo repertorio (c'è chi è impegnato anche in concerti). Di solito riferisce dei miglioramenti proprio nelle sue canzoni.
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tri interpreti e altri generi. Conosco anche diversi ragazzk che coltivano sia la musica classica sia quella leggera con, uguale interesse. Mi vengono in mente due giovani che studiano uno strumento al conservatorio e contemporanea. . mente coltivano il repertorio rock (uno di essi canta con la, stessa disinvoltura arie d'opera e canzoni grintose); un al- ~ r roagazzo invece è il cantante di un gruppo (esepona .- repertcxio tipo Led Zeppelln) fna apprezza molto la ne napoletana pid classica e talvolta la esegue. Mi ricorda anch; di una &ntante jazz che scoprì ~ o z a r facendo t le* zioni di canto e si appassionb così al repertorio classico. t Come che se si è musicisti si ama o almeno ci si la+ scia incuriosire da ogni e s p m i o n e musicale, dato che 4 musica dmsica b usi genere duro a perire perche è troppo profondo e univerde e che basta farlo scoprire ai giovani sia sempre in auge (anche-se i giornali continuanar a dJie C& è in aisi profonda e rischia di scomparire; qui ci sarebbe malto da mabare sulle ragioni che pcx-tano 1'Italia molto più che altri Paesi a dfsconoscere e a dimenticare la musica classica).
AMENI0 La parte strumentale che suona du-
Può essere fatto da uno o più strumenti (gruppo
. Si può fare un accompagnamento anche solo
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sempio i ''Swingl? Singers", che eseguono .
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ICA Insieme delk w&zionl di andamento della musica,
ssarie per l'espressione e 1"hterpre~zione. ONE Segno p o s t ~vicino a una nota per mo&flcame ione. I1 diesis alza Is nota di un semitono; il bernoile emitono; il bequadro riporta la nota al suo
alterazioni possono essere chiaw, cioè te vicino alla chiave di violino, e valgono per tutte le note brano, oppure tramitwde, e valgono soJamente all'intemo a battuta in cui si voce femminile più grave, in g e d e con un'estewio1 R e 4 È l'equivalente femminile della voce anche Contralto. '&ano solistiw, nel repertorio operistico. e i sentimenti piQ profondi opo drammatica, e il cantante d h o
A t W O W m w ~ I b i kd ua mom,che sll sommam> & fresuem base aniccfiiieilkione h eonod&. ATTACCO InMo di unra ricua amata a erzaca&a.
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.alwqazran molo3 r i ~uor, a l u a q o s oue10r,p -JE!s 3931ad pwnrinu awp ouos anp auqn a1 ! ( w a s ~alsm) ~~, !@~sa3 !q8rifimrm a p p auo!qsod.raltq4~rroa au OUJW 01 uo3 o u q o ~ p1s an anp :&a* alsm) 0 ~ ~ 3 301s uo3 aluauremar -p o u e ~ w p FS~ auas ~ a w d q -01q ad p!pp ouos
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-01l.a-1 p o!a8wwd n WWTZJad anddo ! ~ y v psga d o esn ;s atp 'oiurws a r q q p ouam un aanpsap ad or,pspado o ~ u mlau ounriardos oasn 31qrxz.m~3ylyd03
DRAMMATICO È un termine riferito piit comunemente aiie voci cqxS&&e del tenore, M sopiario, del meuosopmo. Si tratta dì voci piit scure e Limbate &petto a queiie deflnite come "liriche"; ricoprono moli intensi per azione e per drammaticità.
EH0 È una modaiità di canto, un regisuo deiia voce. Pmno cantare in falsetto sk @ uomini i sia le donne. Gil uomini che cantano in Falsetta Imitano eosi la voce femmjaie. Nella musica p p e rock il falsetco R spesso usato per superare tessiture tsoppo ardite o per ertw~particolari eff&&i. Il cantante dei "Cugini di canipagna", per esempio, è nota per usare . esclusivamente il falsetto.
d e k bocca e aiia parte piQ po-
cosa aumentandolo e le impedi-
E!s*o
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FREWEfftFiV
n m &310 è utile ma è
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Q &mai& al secondo. la frequenza ~ W M W . @ m $r ia frequenza pM il
UW%wema.L'unità di misura della frquenGLOiTlDa,
HERTZ dica il nu&
*due COICIP vocali. E k Udta di miJuiia della frequenza. hd .I-ràsr%bdin un secondo.
INTERPRETAZtONE Um voi@&e il rn&c&a sa eseguire mr e m a un brano, anche h.pn?tarlo, dcxi sia che ccm il ampxitan volm e
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IWBRVAUO Distanza tra due SUisM musicali, in altezza. Si misusa m m d o anche la n a di partenza e si esprime c ~ a anu-
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f e . &empio: tra Do e Sol (salendu nel)-i$uninEerx.allo&*r.a.
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1,iUiONAZIONE T
e déerlto idi'dxeaza dei suani dei canatlBenEe stomti.
, situato dietro la artihgbe timide &e negli uomini spesso sporge nel colio, chiamata '"orno d"14hdamoD.Subito sorto la hhge c'è la trachea, mentre al di qmceiaf~ekkdebtit1Enpa.NelIa~siu.ovano le m d e v d , per mezzo cldk qwii si produce il suono Wgeo che,mpf'tfìo~toneile avltLi 3 h t a n t i CPafinge, baicca, @a* nasali), diventa vace. LEAD S W f f Temine mglmmone che in& uaa parte musiaile neW quale sono riparati damente II teto e le note di un canto, e le indicazioni ck@i zm%x&per l'i~ccornpagnamcnto, seam gwW alcuna parce pianbtb scritta per e s m *
L E B 'YOCAUST Temdm an&mamme che indica'ii cantante leader di iin gluppQ.
EPBATO & El m U % r i ~ di ""samato".Isi genere, il canto cb&n . $i&o~aa eseguire k $&e una di seguito all'd~a, cChi segno di legato la, 1egahu-a di frase, LEOATURA L h a ad arco m1T:omtawp~ao sorto due o pii3 note.Wr: ne sono Pte tipi: d$YaXore nmdifia la dumta dei suoni: lega due o mpio due Do). Si esegue : indica
che i suoni devono herruzioni,cioè facen-
&p- le@ due note si daiono puna d&p d&, f m x i w p h un po' la s 9 ~ . - p4wamw 8 & dl h 0 . 1 2 fpt3to z&kzumBwh*
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3 &l m p n o leggero,
f a r k a & u W f : mcke in ambienti ampi e in ptxxxxza di u n ' 4 Lni, &o della tecnica vocale per ottenere la sonor&l e il in maschem 63m tempo va-&iduale, di s sia del maestra, rica na>n è i m ì i ~ m b u e avere la wse~z;'kn maschera, anzi 2 csntroindicam assalutmnmre per r n a M stilbtici in molti tipi di canto, si pensi pez esempio ai m& o al jazz. Tuttavia b studio deila sonori& h gl&m81 rivela molto salutare e per quahbi v e , anche quelle che n= Wgui-Q r e p e r t d CCNl voice ienpo~rn,~ C h fie é idgikm le qu&d ra8261d e ren& Ira mce pfu h t r u e , pmnto Z ml-cotnan&~ wercitarsi h questa modali& di anta, owiLunerrze sotto la guida di un maebspra espmo. to
MOVIM$MTI COSTA&I I mcmbnen~c&fali sono imprtanti per il canto, Le COStDle, per
lo sterno e in diem con la
itlw la&mdmatle, pelzh3 sta 4I1 h a e d $ p r i e n t a b @ PIel amo smo i m p u w emwambi qu;&
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costiniiscono una W o n i m (sinfonia, con..) o Q camera ( s m k , quartm.. .l. forniazioni che nulia hanno che inspessimento deila corda voca-
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con i d i . Sono il prodotto di con i noduli non è più in
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tto il proprio modo di usare la voce e di a propria tecnica v d e , non senza aver
se non chirurgicamente. P A S S A W O m REOmi della
È quello che avviene tra i regidi petto e quello mista,-e tra ii registro misto e quello di testa. È un punto delicato nella .
voce non addestrata tecnicamente, perché cantando delle note ih sada si @enet un vero e proprio dino no" tra i due registri comttmW, con emissione faticosa, rotture della voce e perdita della qualità timbrica sulle note di passaggio. I1 cantante esha imparato a "copriren il passaggio, ci& a non far sentire il cambio di registro. POSTURA È la posizione &e il corpo assume neilo spazio. Per il cantante la postura p& comtta & quella ben diritta, che ricerca la verricalità, senza essere rigidi. PRESSIONE S O n 0 0 L O T T I C A È la pressione che Paria eser-
cita sotto alle corde vocali quando sono addotte, cioè chiuse,
quindi durante la fonazione.
PROIEZIONE VOCALE In generale è l'abilita di farsi sentire
dail'uciitono. Ii canto è una forma di voce proiettata. Proieaare
la voce è ben diverso da urlare.
iVO Nella musica opwistica, il recitativo è a meta stratra il parlare e il cantare, pertanto ha un ritmo libero, rno-
iiato su quello irregolare &l linguaggio parlato. Si usa nei momenti meno importanti deiia trama, quelli che servono a ma non sono &dei personaggi, che sono ri-
p*-
PEHO Le note più gravi &ii'estensione% una voce femminile sono in registro di petto. Neiia vocalità classiha meno note in questo registro, mentre jl mezconmlto (quest'ultima è la voce che ne ha di sono in grado di produrre pio note. Gli uomini invece no in petto molte più note. I1 basso praticamente canta in la sua estensione, a ecceziane delle note all'eci sono queste differenziazioni così
petto è molto più usato daiie voci Iting W). Molte cantanti sono convinte di avere una voce grave solo perche sanno usare sola-
mente il registro di peno. Una voce pub essere compromessa
dal canto in tessitura inappropriata e dall'uso forzato deiie no-
te gravi, L%&? del registro di petto.
+ . .. .@h p a t ~ registro le corde vocali sons più spesse rispetto a i . . . *&qu&o di testa.
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SPfNiO Un tipo di
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potente.
3 viene n& respirazione fatta a scopi vitali, che si reaiizza in -r: modo automatico e involantario, tant'è che si continua a respi-
iGNORE La voce m d d e più acuta, quivalente del soprano. ,La sua estensione tradizionale va da Do2 a Do4. TESSITURA Pu& trovarsi questo termine come sinonimo di estensione @.l.Pii3 E-omunementeindica la serie di note che
appaiono più frequentemente in un brano. Per esempio una
TRASPORTARE Cambiare di tonalità un brano, portandolo più n1 in acuto oppure a una m a & &pid grave.
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TR1Li.O Si usa nella musica c h i c a . Fa parte degh abbellirnenti &di, cioè di quek note che vengano aggiunte aiia com'$ posìdobe per arriccfiifla. Trilhre significa alternare molto,
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Se è vero che di talenti canori in
ione ce ne sono ente porta a
della tecnica vecale? In questo volume l'autrice di Fara correttounente la ubbi che assillano er controllare
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tra l'altro, di riabili
e di impostazione della voce. anni il coro Alphabet di Padova e ro e al TAM-TeatroMusica di Padova.
ISBN 88-8440-303-0