Libreremo Questo libro è il frutto di un percorso di lotta per l’accesso alle conoscenze e alla formazione erra, CSOA Officina Officina 99, 99, Get Up Kids!, Kids!, Neapolis Neapolis Hacklab Hacklab.. promosso dal CSOA Terra Terra, LIBREREMO, un portale finalizzato alla Questo libro è solo uno dei tanti messi a disposizione da LIBREREMO, condivisione e alla libera circolazione di materiali di studio universitario (e non solo!). Pensi ensiam amo o che che in un’u un’uni nive vers rsità ità dai dai cost costii e dai dai ritm ritmii semp sempre re più più escl esclud uden enti ti,, semp sempre re più più subordinata agli interessi delle aziende, LIBREREMO possa essere uno strumento nelle mani degli studenti per riappropriarsi, attraverso la collaborazione reciproca, del proprio diritto allo studio e per stimolare, attraverso la diffusione di materiale controinformativo, una critica della proprietà intellettuale al fine di smascherarne smascherarne i reali interessi. I diritti di proprietà intellettuale (che siano brevetti o copyright) sono da sempre – e soprattutto oggi - grosse fonti di profitto per multinazionali e grandi gruppi economici, che pur di tutelare i loro guadagni sono disposti a privatizzare le idee, a impedire l’accesso alla ricerca e a qualsiasi conten contenuto uto,, taglia tagliando ndo fuori fuori dalla dalla cultur cultura a e dallo dallo svilup sviluppo po la stragr stragrand ande e maggio maggioran ranza za delle delle persone. Inoltre impedire l’accesso ai saperi, renderlo possibile solo ad una ristretta minoranza, reprimere i contenuti culturali dal carattere emancipatorio e proporre solo contenuti inoffensivi o di intrattenimento sono da sempre i mezzi del capitale per garantirsi un controllo massiccio sulle classi sociali subalterne. L’ignor ’ignoranz anza, a, la mancan mancanza za di un pensier pensiero o critico critico rende rende succub succubii e sottom sottomett ette e alle alle logiche di profitto e di oppressione: per questo riappropriarsi della cultura – che sia un atto cosc coscie ient nte e ca cara ratte tteriz rizza zato to da un preci preciso so disc disco, o, un libr libro, o, un film film o altr altro o – è un atto significato e peso politico. politico. Condividere e cercare canali alternativi per la circolazione dei saperi significa combattere tale situazione, apportando benefici per tutti.
Istituto Ist ituto Un iversi iversitario tario Orientale di N apoli Università degli stud i di Bologna Bologna Università d egli stud stud i di Torino Torino Dottorato d i ricerca ricerca
Storia della famiglia e dell’identità di genere Quad erno n. 1
LA COSTRUZION COSTRUZIONE E D ELL’ID IDE EN TIT TITÀ À MAS M ASCHIL CHILE E N ELL’ETÀ MOD MO D ERN RNA A E CON CONTE TEMPORA MPORAN N EA 1a set setti timan man a di stud i Pimonte, Pimo nte, febbraio 1998 1998 A CUR CURA A DI ANGI ANGIOL OLINA INA AR ARR RU
Istituto Ist ituto Un iversi iversitario tario Orientale di N apoli Università degli stud i di Bologna Bologna Università d egli stud stud i di Torino Torino Dottorato d i ricerca ricerca
Storia della famiglia e dell’identità di genere Quad erno n. 1
LA COSTRUZION COSTRUZIONE E D ELL’ID IDE EN TIT TITÀ À MAS M ASCHIL CHILE E N ELL’ETÀ MOD MO D ERN RNA A E CON CONTE TEMPORA MPORAN N EA 1a set setti timan man a di stud i Pimonte, Pimo nte, febbraio 1998 1998 A CUR CURA A DI ANGI ANGIOL OLINA INA AR ARR RU
Questa è la copia stampata di un libro disponibile anche in formato elettronico al sito www.biblink.it
Indice A NGIOLINA A RRU,
RENATA A GO ,
Le cont cont raddizioni dell’ident dell’ident ità m asc aschile: hile: un’introduzione
pag. 7
La costru costru zione dell’ident dell’ident ità m asc aschile hile (Roma, età m ode oderna) rna)
pag . 17 17
Esorcisti, co Esorcisti, confessori nfessori e sessualità femmin ile nell’Italia del del prim o Seicent Seicent o
pag . 31 31
JOH N TOSH ,
M en in the domestic sphere: sphere: a neglected neglected history
pag . 47 47
JOH N TOSH ,
Current Curre nt issues in the history of masculinit masculinit y
pag . 63 63
G IOVANNI ROMEO ,
FRANCO RAMELLA, Reti sociali e ruoli di genere: ripartendo da Elizabeth Elizabeth Bott
pag . 79 79
SIMONETTA P ICCONE STELLA, Du e studiosi stu diosi della masco mascolinit linit à a confront confront o: pag . 89 89 Pierre Bourdieu e Robert Connell A NDREINA D E C LEMENTI, Egalité o parité. Come ripensare la democrazia M ARGHERITA P ELAJA, La seduzione e l’onestà delle donne. Le contraddizioni dei giuristi
Febbraio 2001 Biblink ed itori, Roma 2
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pag . 97 97
pa g. 113 113
Qu esto Qu ad erno ra ccoglie le relazioni svolte al primo Seminario di studi organizzato dal Dottorato di ricerca in “Storia della famiglia e d ell’identità d i genere” a Pimon te (Napoli) nel 1998. Il Dottorato, che ha come coordina trice naz ionale Angiolina Arru , dall’a.a. 2000-2001 ha come titolo “Storia delle don ne e dell’identità d i genere” ed organizza annualmente settimane intensive di studi. Il tema della settimana prevista per il febbraio 2001 è Il pater familias; le relazioni saranno p ubblicate nel prossimo Quad erno con Biblink ed itori.
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Le contraddizioni dell’identità maschile: un’introduzione Angiolina Arru Istituto Un iversitario Orientale di Na poli Quando Giovanni Gentili (un mercante di campagna molto attivo nella Roma di metà Ottocento) muore, Roma è ormai capitale d’Italia e soggetta al nuovo codice unitario di diritto privato. L’eredità di questo capofam iglia va du nqu e per legge – almeno p er metà – sia ai figli sia alle figlie1. Ma doveva essere difficile rassegnarsi ai nuovi assetti giurid ici e il mer cante sceglie la formu la più indolore, offerta dal n uovo assetto giuridico. Se vi è stata una dote, dicono ora le norm e, questa pu ò essere intesa come parte d ell’eredità. Giovann i pu ò subito inserirsi nelle nuove contrad dizioni del codice e usarle: tutti i beni immobili andranno ai tre figli maschi, le doti, assegnate o prom esse, sono il suo lascito ereditario per le d onne. Nella storia della famiglia Gentili la formaz ione dei fond i dotali – nei primi decenni dell’Ottocento – aveva costituito il nodo centrale delle logiche e della gestione del patrimonio. Secondo le norme degli Statuti preun itari era solo dovere del pater familias fornire le d oti alle figlie, e poiché il signor Gentili non aveva denaro contante era dovuto ricorrere ai soldi della moglie, vendendole alcune case. Ma anche in questo caso, come in molte altre storie familiari sia in antico regime, sia anche in età contemporanea, le doti non verranno im med iatamente liquid ate e faranno p arte d i lunghe negoziazioni creditizie tra pad re, figlie e generi2. Le vicende dello Stato unitario renderanno più difficile gli affari del negoziante romano e i fratelli Gentili erediteranno un patrimonio talmente ind ebitato che sarà necessario vend ere tutto p er pagare i creditori. Ma i crediti dotali (anche con le nu ove leggi) rendo no ina lienabile l’asse ereditario e ne limitano la libera disponibilità: sarà il tribunale a permetterne la vendita, solo a patto che vengano pagate tutte le doti. Le sorelle Gentili diventano in qu esto mod o le un iche p roprietarie e le uniche eredi di un a ricchezza d i fatto d estinata ai soli ma schi della fam iglia. La reintroduzione nel nuovo codice civile dell’istituto dotale – pur non obbligatorio – ripropone le contraddizioni già emerse nella storia patrimoniale durante l’antico regime e vissute dalla famiglia Gentili. La dote continuerà a vincolare i patrimoni maschili e a rendere di fatto i 7
Men in the domestic sphere: a neglected history 1 John Tosh University of Nor th London The history of men in th e dom estic sphere has been subject to a d ouble neglect. Until a generation ago the focus of professional historiograph y was on m en, but it almost entirely ignored m en’s up bringing and experience of family, in the belief that the proper scope of “history” was defined by the res gestae of the public world. The more recent genre of gender history has sought to rectify this imbalance by reclaiming the dom estic worlds of the past, but the p riority quite rightly given to women ’s history has in some ways served only to reinforce the traditional silence of historians about men in the domestic sphere. In this article I briefly consider the relationship betw een masculinity and the d omestic sphere in Western societies, before analysing Victorian England as a revealing case-study of men’s attachment to home and of the tensions which this induced in middle-class masculinity.
Masculinity and domes ticity Historically the whole weight of representation and discourse has been hostile to masculine d omesticity. From th e knight err ant to th e restless loner of countless Westerns, masculinity h as been iden tified w ith the disparagement of home comforts, and sometimes with the rejection of hom e itself. Adventu re in the un known was the u ltimate test, requiring ph ysical strength and resourcefulness. “Real” men were to be found far from the domestic sphere, not merely tolerating their deprivation for some greater good, but revelling in their emancipation from domestic routine. Yet the generality of men have always passed their lives in domestic relations – first as growing boys, then as adult householders. The most enduring achievement of frontiersman was not the lone trail, but the clearing of cultivable land and the building a homestead. The pu blic face of ma sculinity seems to valida te somethin g far removed from the comm on ru n. This striking disjun ction betw een everyday experience and cultur al representation has not been matched am ong wom en, whose feminine standards of domestic competence and self-sacrifice have 47
Current issues in the history of masculinity John Tosh University of Nor th London I first came to the conclusion tha t ma sculinity was a seriou s historical top ic fifteen years ag o. This realisation had a slightly subv ersive qu ality, because it was explored not by a formal research group , but by a m onthly gathering of interested p arties in th e sitting-room of my North Lond on hom e. When we w ent p ublic in an edited collection of essays in 1991, we were attemp ting to convince a somewhat sceptical academic comm unity in Britain of two key perceptions: firstly that masculinity is historically constructed, hence its variation between cultures and within cultures; and secondly that masculinity has been complicit in all structures of social stratification, wh ether or n ot w e choose to describe it as patriarchy . Today it wou ld take a committed conservative to contest either of those propositions. I don’t intend therefore to offer a defence of this new area from first principles. My plan instead is to offer a critical review of the historiography. The history of masculinity is particularly challenging as a new field because it has a bearing on every other specialism in the discipline. This means that the basic assumptions behind research are likely to be pretty diverse. I want to begin by identifying four such assumptions, weighing up the advantages and disadvantages of each, before recomm ending som e newer ap proaches whose merit is as yet largely untested. The terrain on which I will explore these issues is Britain between about 1750 and 1900. This is not just because I work in this area, but because historical research carried out hitherto on masculinity has heavily concentrated in th e great transformation from p re-modern to m odern. A nu mber of scholars have add ressed the issue of wh ether there was a shift in masculinity – a new m an – commensur ate with the contemp orary transformations in economy and politics at this time. The different answers to this key qu estion reflect the full range of current ap proaches to masculinity in history and also demonstrate their limitations (It is worth bearing in mind the extraordinary neglect of masculinity in the tw entieth centu ry, d espite the central imp ortan ce of total war, large-scale un emp loyment, and the continuou sly changing position of women).
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D ue studiosi della mascolinità a confronto: Pierre Bourdieu e Robert Connell Simonetta Piccone Stella Università “La Sapienza” di Roma Accanto agli studiosi di scienze sociali in Europa e in Nordamerica, Canada compreso, che han no cond otto ricerche sul tem a “genere maschile” o m ascolinità, dobbiamo includere u n g rup po di sociologi australiani, il cui anim atore, R.W. Connell, ha lavorato p er lun go tem po n egli Stati Uniti. A differenza di Bourd ieu, i cui interessi di ricerca si collocano su piani molteplici e solo di recente si sono incontrati con il tema del genere, Connell ha trat tato l’argom ento in sagg i, antologie, convegni, testi per oltre dieci anni d iventandone quasi u no specialista. Propongo qui la lettura parallela dei loro ultimi libri, Il dominio maschile di Bourdieu 1, e Maschilità di Connell2. E’ un confronto ut ile perché i du e testi rap presen tano d ue p oli, du e mod alità esemplari e divergenti di m isurarsi con l’oggetto “mascolinità”. Il libro di Bourdieu è una proposta metodologica piuttosto che una ricerca. Quello di Connell contiene un piccolo nucleo di interviste condotte con uomini e omosessuali a Sidney, e a sua volta si confronta con problemi di m etodo e d i riflessione teorica; dun que u na p rima d ifferenza tra i du e consiste nel disegno d ei rispettivi testi. Vediam o ora un t ema classico: il rapp orto tr a soggetto e oggetto d ella ricerca. Bourd ieu m ostra il distacco del sociologo visitatore di un camp o di cui non sem bra sentirsi partecipe in prima persona, il suo stile è impersonale e asciutto. Non usa il pronom e “noi” a differenza di gran p arte degli autori dei men’s studies, come se riconoscersi un u omo che stud ia altri uomini fosse sup erfluo o fuorviante. Per la verità Connell usa raram ente il “noi”, ma il suo linguaggio e l’intera impostazione del suo discorso alludono al genere maschile come a un’esperienza personalmente condivisa, esperienza che si è poi rivelata impresa intellettualmente appassionante, secondo il familiare tragitto dell’autocoscienza che conduce dal personale al politico. Scelte di metodo diverse, come si vede, ed esiti diversi. Le domande di partenza tuttavia sono simili: come mai il dominio di un sesso sull’altro si è m antenu to p er secoli come u na convenzione che tu tti accettano malgrad o la disugu aglianza che crea? come dobbiamo esam inare questo fenomeno mu tevole ma d i lunga durata? Bour dieu trasferisce i concetti chiave d el suo lavoro sociologico – l’ha89