Cap. 1 Gli elementi costruttivi
ing. Maines Fernando Fondazione E.Mach – C.I.F.
01 Fondazioni
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Indice 1. Definizione e classificazione: dirette e indirette; 2. fondazioni dirette continue: ordinarie non armate; ordinarie armate; travi rovesce; platea.
o o o o
3. fondazioni dirette discontinue: plinti; 4. fondazioni indirette: definizione e classificazione; o
o
• •
palificazioni:
pali in legno, pali in calcestruzzo, pali infissi, pali gettati in opera, pali trivellati.
fondazioni speciali:
fondazioni pneumatiche, pozzi, diaframmi.
5. dimensionamento delle fondazioni. 14/05/11
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Definizione e classificazione • Le fondazioni sono: o
elementi strutturali di un edificio che hanno la funzione di ricevere i carichi provenienti dalla sovrastruttura e trasmetterli al suolo.
• possono essere: o o
dirette (o superficiali); indirette.
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Fondazioni dirette (M. Scrinzi classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (S. Poli classe V B ITA a.sc. 2010-2011)
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Definizione e classificazione • Si definiscono fondazioni dirette: o
o
opere che insistono su strati del suolo raggiungibili mediante opere di scavo; vengono adottate su terreni dotati di buona resistenza cioè terreni che non collassano se sottoposti a carichi.
• le fondazioni dirette si dividono in: o
o
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fondazioni dirette continue: • • •
fondazioni continue ordinarie (armate o non armate); travi rovesce; platea.
•
plinti.
fondazioni dirette discontinue:
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Fondazioni continue ordinarie non armate (1) • Consistono in getti continui di calcestruzzo non armato: o
o
o
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il calcestruzzo può essere gettato anche senza l’utilizzo di casseformi; non presentano ottime caratteristiche meccaniche; la base va dimensionata in modo da avere una distribuzione del carico secondo un angolo di circa 55 - 60°. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Fondazioni continue ordinarie non armate (2) • Sono formate da: o
o
pietrame o mattoni, con raccordo fra muro e fondazioni a riseghe con lunghezza massima di 20 cm; calcestruzzo non armato, con una forma a trapezio o a campana (angolo alla base di 55 - 60°).
• inconvenienti: o
se il terreno ha scarsa portanza e l’angolo alla base dovesse risultare inferiore di 55°, si ha il rischio di rottura per:
• •
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punzonamento indotto da sforzi da taglio; flessione.
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Fondazioni continue ordinarie armate • Consistono in getti continui di calcestruzzo armato sui quali poggiano le pareti portanti o i pilastri: o
o
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presentano caratteristiche simili alle fondazioni a trave rovescia; sono le più diffuse per la costruzione di edifici mediopiccoli e in condizioni normali.
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Travi rovesce (1) • Presentano una sezione a forma di “T” capovolta: o
o
soluzione adatta per distribuire più uniformemente i carichi al terreno. vengono impiegate: •
nel caso in cui il terreno presenti notevoli disuniformità di resistenza da punto a punto: –
•
in zone sismiche per la loro resistenza agli assestamenti del terreno: –
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con conseguente pericolo di assestamenti differenziati. determinata dalla loro forma e dalla presenza di una robusta armatura.
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Travi rovesce (2) • La trave è costituita da due parti: o
la mensola:
o
la costola:
•
•
armata con ferri disposti nella parte bassa normalmente all’asse longitudinale della trave, collegati da ferri ripartitori di piccolo diametro. armata con ferri disposti secondo l’asse longitudinale e sagomati in modo da assorbire gli sforzi di trazione nella trave.
• la struttura di elevazione può essere formata da: o o
pareti portanti: pilastri: •
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deve risultare un reticolo che collega tutti i pilastri o che corre sotto le pareti portanti. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Travi rovesce (3) • Per completare la struttura di fondazione è buona regola collegare fra di loro le travi rovesce principali con travi trasversali di collegamento: o
hanno lo scopo di: • •
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rendere più rigida l’intera struttura; assorbire le sollecitazioni dovute ad eventuali cedimenti parziali. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Opere di completamento • Le fondazioni continuano in verticale con: o
cordoli: • •
o
devono avere lo stesso spessore della muratura di fondazione; costituiti da 4 o più ferri con un diametro minimo di 14 mm.
strato impermeabilizzante: •
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impedisce che l’umidità del suolo si trasmetta alle murature superiori.
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Platea (1) • Consiste in un getto di calcestruzzo armato che copre l’intera area dove sorgerà l’edificio: o
o
sul tale getto poggeranno le strutture di elevazione dell’edificio; viene utilizzata in caso di: • •
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elevate sollecitazioni: terreno scadente associato all’impossibilità di adottare fondazioni indirette.
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Platea (2) • La platea può essere costituita in vari modi: o
soletta semplice: •
o
un’unica soletta di base di adeguato spessore irrigidita da nervature nelle due direzioni principali.
soletta con piastre: • una unica soletta di grande spessore, convenientemente armata (solettone).
o
platea nervata (una particolare variante): • •
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differisce per la presenza di un reticolo di travi principali e secondarie che rinforzano il solettone; questo sistema conferisce maggior robustezza alla struttura, la quale è in grado di sopportare carichi più gravosi. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Plinti • Sono la principale tipologia di fondazioni discontinue: o
o
o
possono essere eseguite solo se la struttura di elevazione dell’edificio è formata da pilastri e non da pareti portanti; sono opere isolate in c.a. di forma generalmente tronco-piramidale o a gradoni; possono essere: •
prefabbricati in cemento armato precompresso:
•
gettati in opera:
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– –
prima della posa occorre gettare in opera un sottoplinto di calcestruzzo magro.
nel caso di plinti gettati in opera, si possono distinguere plinti armati e non armati. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Plinti non armati • Il plinto senza armatura di ferri viene chiamato inerte e può assumere varie forme: • • o
condizione essenziale è che l’angolo a sia maggiore di 55° - 60°: • •
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a gradoni; a tronco piramidale.
per supplire alla mancanza di armature e avere un elemento egualmente rigido si aumenta l’altezza dei plinti; fare in modo da avere solo sollecitazioni di compressione.
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Plinti armati (1) • Consistono in mensole in c.a. che poggiano su un sottoplinto non armato: o
o
o
presentano altezza inferiore rispetto ai plinti non armati e perciò riducono l’entità degli scavi; armature assorbono le maggiori sollecitazioni di flessione e taglio determinate dal minor spessore del plinto; indispensabile quando l’altezza del cavo di fondazione non consente un angolo maggiore di 55°.
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Plinti armati (2) • Possono assumere varie forme in relazione al tipo di terreno: o o
o
o
piastra nervata; plinto zoppo: •
nel caso di vicinanza ad alte strutture deve avere una misura ridotta.
•
con un successivo riempimento del cavo con calcestruzzo;
plinto superficiale: plinto a tappo.
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Plinti in c.a.p. • Sono opere prodotte da ditte esterne, in sede separata dal cantiere: o
o
successivamente trasportate e posate in opera; la robustezza del manufatto viene assicurata dall’armatura in tensione: •
determina un complesso di forze di compressione tale da migliorarne le caratteristiche di resistenza a flessione e trazione: –
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contrastano la flessione che si instaura nell’elemento portante in fase di esercizio.
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Fondazioni indirette (E. Dandrea classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (I. Moser V B ITA a.sc. 2010-2011))
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Definizione • Le fondazioni indirette rappresentano l’insieme degli elementi strutturali a diretto contatto con il terreno utilizzati nei seguenti casi: o
o
o
o
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strati superficiali del terreno privi di portanza sufficiente per sopportare il carico della struttura stessa; eccessivi cedimenti previsti per eventuali fondazioni dirette; gli strati idonei a sostenere la struttura sono ad una profondità tale da rendere troppo oneroso lo scavo; significativi sforzi di trazione da trasmettere al suolo. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Classificazione • Le fondazioni indirette si possono classificare in: o o
fondazioni intermedie (pozzi, cassoni); fondazioni profonde (palificate): •
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si adottano quando il terreno adatto a poggiare le fondazioni si trova a grande profondità: –
non è conveniente raggiungerlo con gli scavi.
– – – –
pali in legno; pali in calcestruzzo di cemento armato; pali in calcestruzzo gettati in opera; pali in acciaio (poco usati).
– – –
pali battuti; pali trivellati; pali ad elica continua.
•
si distinguono per il materiale:
•
si distinguono per la tecnologia esecutiva:
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Pali in legno • Il loro uso è antichissimo specie in terreni acquitrinosi: o
o
usati ancora oggi per palificate di costipamento; le essenze preferibilmente usate sono il castagno, il pino, la quercia, l’olmo e l’ontano: •
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più è ricca di resina e maggiormente è resistente e durevole nel tempo.
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Pali in calcestruzzo (1) • La maggior parte delle fondazioni indirette è costruita con pali in calcestruzzo; • si distinguono in: o o
pali infissi; pali gettati in opera: • •
all’interno di un tubo forma (a sua volta preventivamente infisso); si adattano meglio di quelli eseguiti fuori opera, alla natura del terreno: –
o
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sono i più largamente usati.
pali trivellati. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Pali in acciaio • I pali metallici sono realizzati con profilati a H oppure tubolari con o senza punta: o
o
vengono messi in opera tramite infissione per mezzo di battipalo; hanno il vantaggio di non rovinarsi durante la battitura, come succede ai pali in legno.
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Pali infissi • Raramente impiegati per costruzioni civili, sono adottati per ponti, opere marittime e fluviali: o
o
vengono preparati in cantiere: • •
hanno sezione circolare o ottagonale; l’armatura è costituita da 8 ferri longitudinali con legatura a spirale.
•
l’armatura di questi pali deve essere tale da poter resistere:
vengono posti in opera mediante appositi battipali:
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– –
agli sforzi che devono sopportare quando vengono infissi nel terreno; agli sforzi di sollevamento e trasporto.
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Pali gettati in opera • Si costruiscono mediante tubi metallici circolari preventivamente infissi nel terreno: o
o
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si versa del calcestruzzo; si estrae gradatamente il tubo che è quindi recuperabile. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Pali trivellati • Si definiscono pali trivellati quelli ottenuti per preventiva asportazione del terreno e successivo getto del cemento, di norma armato; o
il sistema di perforazione può essere: • •
a percussione (con sonda a valvola, con benna a ganasce, con scalpello); a rotazione (con trivella a spirale,con carotiere aperto, con secchione).
• sono pali che possono attraversare qualsiasi tipo di terreno. 14/05/11
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Fondazioni speciali Si distinguono in: • fondazioni pneumatiche; • pozzi autofondanti; • diaframmi; • micropali.
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Pozzi autofondanti • In presenza di acqua in quantità notevole si possono impiegare pozzi autofondanti in muratura o in calcestruzzo armato: o
o
raggiunto il terreno consistente si riempie il pozzo di calcestruzzo costituendo un robusto pilone; tale sistema è impiegato per costruzioni marittime (pontili di carico e di imbarco).
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Diaframmi • Si ricorre a pareti murarie gettate in sito quando: o
o
la profondità della parete da realizzare è notevole; il terreno è ricco di grossi trovanti.
• possono essere di: o o
o
in c.a.; pali trivellati affiancati o incastrati integrati da iniezioni di cemento; pali trivellati con circolazioni di fanghi di argilla colloidale che ha la funzione di intonacare la parete interna del foro.
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Micropali • I micropali sono pali di piccolo diametro, che contengono un elemento strutturale per trasferire i carichi e/o limitare le deformazioni: o
o
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l’armatura dei micropali può essere costituita da tubi profilati o da gabbie, entrambe in acciaio; il materiale di riempimento può essere costituito da miscela cementizia, malta cementizia o betoncino.
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Dimensionamento • È di fondamentale importanza dimensionare le fondazioni in modo corretto per non incappare né in cedimenti né in costi inutili: o
andranno presi in considerazione: •
• o
caratteristiche del terreno (coesione, angolo di attrito interno); caratteristiche dell’edificio (numero di piani, carichi).
di fondamentale importanza il posizionamento dei ferri di chiamata: • •
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tondini ai quali si fisseranno le armature dei getti soprastanti; assicurano che l’edificio risulti formato da un unico blocco con capacità di resistenza alle sollecitazioni. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Esame del terreno • Progettazione richiede un esame accurato del terreno: o
o
in funzione dell’estensione della costruzione e dell’entità dei carichi trasmessi al suolo; secondo i principi della geotecnica e della meccanica dei terreni: • •
prelievo di campioni e successivi esami in laboratorio; indagine in loco: – – –
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trivellazione e scavo di pozzi; perforazione idraulica; prove di carico.
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02 I muri portanti (D. Zanetti classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (T. Fiamozzi classe V B ITA a.sc. 2010-2011)
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Indice • • • •
Definizione; Tipologie; Prestazioni; Normative relative alle murature portanti; • Spessori.
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Definizione e tipologie • Un muro portante è l’elemento strutturale (portante) di un edificio costruito con il sistema dei setti portanti: o
strutture che sopportano il peso dell’edificio.
• si differenzia da: o
o
tramezzo: elemento divisorio interno e non portante; tamponatura: elemento che divide l’interno dall’esterno e non portante.
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Tipologie • Si possono distinguere: o o o
muro a secco; muro misto; muro in laterizio: • •
o o
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in mattoni; in blocchi.
muro in calcestruzzo; muri in calcestruzzo armato.
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Il muro a secco • •
È un muro ottenuto mediante semplice sovrapposizione di blocchi di pietra (grezza, semilavorata, tagliata); può essere costituito da due muri paralleli tra i quali viene posizionato un agglomerato disomogeneo di pietre e altri materiali duri; o
•
è una tecnica per fare muri resistenti ed economici: •
molto utilizzata già dai romani.
ora è scarsamente utilizzato: o
o o
ridotte capacità portanti in relazione al peso; elevato indice di manodopera; qualche applicazione nella costruzione di muretti di sostegno in campo agricolo (vigneti collinari in aree con viticoltura eroica).
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Muro misto • È un muro realizzato con diversi materiali alternati; • esistono 2 tipologie: o
un muro realizzato con diversi materiali alternati per stratificazioni orizzontali; •
o
molto diffuso è il muro misto di mattoni in laterizio e elementi squadrati di pietra (porfido, tufo, …).
una muratura costituita da pietra e mattoni non necessariamente alternati a stratificazioni orizzontali, ma mischiati: •
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spesso in pezzature non molto grandi e regolari. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Muro di calcestruzzo • È un muro realizzato con una
gettata di cemento all’interno di una cassaforma che viene successivamente rimossa:
o
o
o
hanno bisogno di fondazioni adeguate; possono essere realizzati con blocchi di calcestruzzo; sono utilizzati per: • • •
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murature portanti di piani interrati; muri di sostegno; situazioni strutturali particolarmente gravose.
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Muro di calcestruzzo armato • È un muro realizzato con una gettata di calcestruzzo all’interno di una cassaforma con armatura di ferro o acciaio : o
sono utilizzati per: • • •
o
possono essere rifiniti con: • •
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murature portanti di piani interrati; muri di sostegno; situazioni strutturali particolarmente gravose. intonaco; pietra a vista.
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Muri in laterizio (1) • Muri portanti in mattoni: o
mattoni pieni: • • •
o
forati con foratura inferiore al 15% dell’area; massa volumica fra 1300 e 2600 kg/m3; dimensione UNI (5,5x12x25).
mattoni semipieni:
• • •
foratura tra 15 e 45% dell’area; massa volumica tra 800 e 1000 kg/m3; dimensione UNI (5,5x12x25).
• muri portanti in blocchi: o
blocchi semprepieni:
o
blocchi forati:
• • • • • •
foratura tra 15 e 45% dell’area; massa volumica fra 800 e 1000 kg/m3; dimensione UNI (12x12x25). foratura tra 45 e 55% dell’area; massa volumica tra 700 e 800 kg/m3; dimensione UNI (12x12x25).
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Muri in laterizio (2) • Per migliorare le prestazioni di coibentazione termica: o
o
o
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blocchi in laterizio alveolato con materiale di origine naturale; blocchi in laterizio alveolato con materiale di origine inorganica; blocchi in laterizio sughero.
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Prestazioni • Il muro portante serve a scaricare a terra il peso delle strutture sovrastanti al muro stesso: o
o
carico che può essere sopportato dipende da: • •
materiali; spessore;
il peso si ripartisce su tutto lo spessore, esercitando una pressione omogenea sulla sezione della struttura.
• la portanza massima: o o
o o
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8 -10 kg/cm2 per un buon muro in laterizio; 40 kg/cm2 nel caso di un muro in blocchi di granito a secco; 60 - 70 kg/cm2 per il cemento armato; N.B.: 2.200 kg/cm2 per l’acciaio. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Normative relative alle murature portanti •
La normativa attualmente in vigore nel campo delle murature portanti: o
o
o
o o
o
o
o
Legge n. 64 del 2 Febbraio 1974: “Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche” e successive modificazioni; D.M. 20 Novembre 1987 “Norme tecniche per la progettazione esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento”; Circolare Min. LL.PP. n. 30787 del 4 Gennaio 1989 “Istruzioni in merito alle norme di,progettazione esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento”; Eurocodice EC 6 : “Regole unificate comuni per le strutture in muratura”; Circolare Min. LL.PP. Cons. Sup. 24 Maggio 1999 n. 22671 “Istruzioni relative ai carichi, sovraccarichi ed ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni”; D.M. 16 Gennaio 1996 “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”; Circolare Min. LL.PP. 10 Aprile 1997 n. 65 “Istruzioni per l’applicazione delle norme tecniche di cui al D.M. 16 Gennaio 1996; D.M. 20 Novembre 1987 “Istruzioni in merito alle norme di progettazione esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento”.
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Spessore • Lo spessore di un muro dipende da: o o
materiali usati; e dal carico che deve sostenere.
• spessore minimo dei muri portanti è definito nel Decreto 20 novembre1987: o o o o o o
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muratura in elementi resistenti artificiali pieni 12 cm; muratura in elementi resistenti artificiali semipieni 20 cm; muratura in elementi resistenti artificiali forati 25 cm; muratura di pietra squadrata 24 cm; muratura listata 40 cm; muratura di pietra non squadrata 50 cm.
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Resistenza • Si esprime principalmente con la resistenza caratteristica a compressione “fbk”: o
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si determina per via sperimentale (tabella per muri in laterizio).
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03 Pilastri (M. Gaspari classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (M. Valentini classe V B ITA a.sc. 2010-2011)
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Indice 1. Definizione; 2. Verifiche e normative; 3. Pilastri di profilati di acciaio: • • •
pilastri a sezione chiusa; pilastri a sezione aperta; pilastri a sezione composta;
4. Pilastri in calcestruzzo armato: 1. 2.
pilastri a staffe isolate; pilastri cerchiati;
5. Pilastri in legno; 6. Pilastri di mattoni. 14/05/11
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Definizioni • Il pilastro è un piedritto, ovvero un elemento architettonico verticale portante che: o
o
trasferisce i carichi della sovrastruttura alle strutture ricettive sottostanti preposte a riceverlo; è soggetto fondamentalmente a sollecitazioni: • di sforzo normale; • di momento flettente, • di pressoflessione semplice o deviata.
• in fase di progettazione vengono verificati: o o
alla compressione; ad instabilità a carico di punta: •
o
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l’altezza non dovrebbe superare 15 volte la misura del lato minore.
gli spostamenti (in zona sismica). ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Pilastri di profilati di acciaio • I pilastri in acciaio: o
sono realizzati con: • alcuni tipi di profilati; • sezioni composte di più elementi uniti tra loro.
o
si suddividono in: • pilastri a sezione chiusa; • pilastri a sezione aperta; • pilastri a sezione composta.
o
trovano applicazione ottimale sia nelle costruzioni edili civili che in quelle industriali. 14/05/11
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Pilastri di profilati di acciaio a sezione chiusa • Pilastri a sezione chiusa, quadrata o circolare: o
o
hanno il vantaggio di resistere al carico di punta; non sono facilmente collegabili con gli altri elementi della struttura.
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Pilastri di profilati di acciaio a sezione aperta • Pilastri a sezione aperta: o
o
si prestano meglio a sopportare fenomeni connessi alla flessione; sono abbastanza adeguati per il collegamento ad altre parti strutturali.
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Pilastri di profilati di acciaio a sezione composta • Pilastri a sezione composta: o
o
sono formati da più elementi uniti tra loro mediante chiodatura o saldatura; sono utilizzati quando sono alte le percentuali dei momenti d’inerzia sulle sezioni interessate.
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Pilastri in calcestruzzo armato • I pilastri in calcestruzzo armato sono realizzati inglobando nel calcestruzzo un’armatura metallica costituita da barre di acciaio: o
ha lo scopo di assorbire gli sforzi di trazione.
• si suddividono in: o o
pilastri a staffe isolate; pilastri cerchiati.
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Pilastri in calcestruzzo armato a staffe isolate • Pilastri a staffe isolate: o
o
possono avere sezione rettangolare o quadrata; l’armatura metallica è costituita da: •
barre longitudinali: –
•
situate in corrispondenza degli spigoli e lungo i lati.
staffe di collegamento: –
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disposte in maniera costante, che racchiudono al loro interno le barre longitudinali in modo da formare una gabbia.
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Pilastri in calcestruzzo armato cerchiati • Pilastri cerchiati: o
o
possono avere sezione circolare o poligonale; l’armatura è costituita da ferri longitudinali: • •
distribuiti lungo il perimetro della sezione; racchiusi da una staffatura continua a forma di spirale.
• presentano una maggiore resistenza ai carichi. 14/05/11
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Pilastri in legno (1) • Il legno è un materiale versatile, ecologico: o
in grado di integrarsi in modo molto semplice alle costruzioni in calcestruzzo.
• si utilizza soprattutto il legno lamellare costituito solitamente da: o
o o
legno di abete o legno di larice; colle alla resorcina; speciali impregnanti pigmentati che esaltano la naturale bellezza del legno.
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Pilastri in legno (2) • Il legno si caratterizza per: o o o
ottima resistenza; basso peso specifico; ottimo comportamento nei confronti degli agenti chimici e naturali: •
o
esente da muffe e funghi se correttamente trattato.
ottime proprietà ignifughe.
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Pilastri di mattoni (1) • I pilastri di mattoni vengono comunemente utilizzati: o
o
nella costruzione di opere più modeste (tettoie, bassi fabbricati, …); come elementi di irrigidimento di murature di spessore limitato.
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Pilastri di mattoni (2) • Vengono costituiti con sezioni quadrate o rettangolari: o
di diverse dimensioni grazie alla componibilità dei mattoni.
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04 I solai
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Indice 1. 2. 3. 4.
Solai in legno; Solai misti in profilati di acciaio e laterizi; Solai in laterocemento; Soppalchi e controsoffitti.
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Definizione • Il solaio è l’elemento edilizio che forma una struttura orizzontale (o inclinata) in corrispondenza dei vari piani dell’edificio: o
o
dividono (o collegano) un piano da un altro; porta, oltre che al proprio peso, anche il peso dei pavimenti e delle pareti interne e i carichi di servizio.
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I solai in legno (E. Fischer classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (J.Gasperetti classe V B ITA a.sc. 2010-2011)
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Indice 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
Definizione; Informazioni tecnico-descrittive; Caratteristiche del legno; Caratteristiche meccaniche; Prestazioni; Posa in opera e manutenzione; Schemi costruttivi: o o
solai semplici; solai composti;
8. I solai misti legno cemento; 9. Elementi costituenti la struttura mista; 10. Tecniche costruttive; 11. Vantaggi e svantaggi. 14/05/11
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Definizione • I solai sono quelle strutture bidimensionali piane caricate ortogonalmente al proprio piano: o
con prevalente comportamento resistente monodirezionale;
• fanno parte delle più generali “chiusure orizzontali”: o
assicurano la sicurezza statica: •
compito di ripartire i carichi sulle travi perimetrali della struttura di elevazione dell’edificio.
• una delle tipologie più antiche; • si possono distinguere in: o
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solai semplici, composti, misti legno-cemento. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Struttura •
Realizzato con travature in legno: o o
o
di tipo lamellare o in massello; sempre stagionate in modo naturale e devono essere impiegate essenze non in via di estinzione; trattate con sostanze antitarlo e anti muffa non tossiche per garantire la compatibilità dell’elemento: •
•
con un doppio tavolato: o
•
se non adeguatamente trattati, possono degradarsi compromettendo la stabilità dell’intera struttura.
o
il secondo strato viene posato ortogonalmente rispetto al primo strato sottostante e inchiodato o avvitato ad esso; assicura l’irrigidimento del piano del solaio.
relativamente alla resistenza al fuoco:
o
nella costruzione di edifici multipiano la normativa richiede una resistenza pari a 180 REI.
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Il legno: caratteristiche generali •
Il legno è un prodotto organico di origine vegetale: o
•
è un materiale con caratteristiche molto variabili a seconda: o o
o o
o o o
•
essenza; fattori climatici e morfologia del terreno della zona di origine; stagionatura e tecnica di taglio; direzione delle fibre e numero di fibre per sezione unitaria; umidità assoluta e relativa rispetto all’ambiente; attacchi da insetti e muffe, marciume; presenza di difetti (inclinazione delle fibre, nodi, cipollature, …).
da tali fattori dipendono: o
•
costituito principalmente da cellulosa e lignina, sostanze ad elevata combustibilità.
o
resistenza a rottura trazione nella direzione delle fibre circa 400 kg/m3; peso specifico (500-700 kg/m3).
N.B: è essenziale che la tecnica costruttiva tenga conto di tali vincoli.
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Il legno: caratteristiche meccaniche • • • • • • • • • •
Elevata deformabilità; buon rapporto resistenza/massa volumica; basso impatto ambientale; bassa sensibilità ai fenomeni di fatica; buone capacità di dissipazione energetica durante i sismi; rottura di tipo fragile per trazione e flessione – scarsa tenacità; deperibilità agli agenti atmosferici; variabilità dimensionale e di caratteristiche con l’umidità e la temperatura; anisotropia; disomogeneità. 14/05/11
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Posatravetti posti parallelamente alle travi portanti in opera e manutenzione • La posa in opera del solaio: o
a secco: •
non richiede la predisposizione di casseratura e di lunghi tempi di asciugatura dei getti: –
garantisce pertanto velocità di posa.
o
non richiede l’impiego di manodopera specializzata;
o
il primo piallato a vista; il secondo grezzo.
• la struttura portante costituita in travi in massello o lamellare; • due strati di tavolati: o
• : o
vengono appoggiati su pannelli morbidi in fibre di legno per garantire un miglior comportamento alla diffusione dei rumori da calpestio: •
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l’isolante viene posto tra i travetti ed infine viene posato il pavimento. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Schemi semplice orditura
doppia orditura
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I solai semplici • I solai semplici (o a semplice orditura) sono costituiti da: o
serie di travetti in legno disposti parallelamente tra loro: •
o
interasse di 50-100 cm.
tavolato di spessore 3-6 cm.
• adatto a coprire ambienti le cui dimensioni non superano i 3-4 metri: o
per stanze che superano queste dimensioni si ricorre ai solai composti.
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I solai composti • I solai composti sono realizzati disponendo: o
alcune travi principali: • •
o
con interassi minori di 4 metri; costituiscono l’appoggio per i travetti.
travetti: •
perpendicolarmente alle travi principali.
• il collegamento tra travi principali e travicelli può avvenire: o
o
con la connessione della testa del travicello sulla parete della trave principale (a, b, c, d, e); per sovrapposizione dei travicelli alle travi principali stesse (f, g, h).
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I solai misti legno-cemento • Si sfrutta la collaborazione delle travi in legno del solaio con una soletta superiore di calcestruzzo (idoneamente armata): o
il nocciolo del sistema è rappresentato dalla connessione che permette l’unione tra i due elementi: •
mediante (in genere) barre di acciaio o lame: –
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inserite in appositi alloggi nella struttura lignea e saldate a questo con resine,viti o bulloni.
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Elementi costituenti solai misti (1) • Travi in legno: o
o
o
poste a vista nell’intradosso della partizione orizzontale; costituiscono l’ossatura della struttura; possono variare a fini strutturali: • • •
per classe di resistenza del legno; forma e dimensione geometrica; per caratteristiche formali: – – –
o
l’essenza di legno utilizzata; il colore della vernice; le finiture.
lavorano a trazione (divengono l’armatura tesa del getto).
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Elementi costituenti solai misti (2) • Interposto: o
o
o
svolge la funzione di sostenere il getto di calcestruzzo fino alla maturazione; con il suo spessore permette minime regolazioni (massimo 4 cm) dell’altezza della trave in calcestruzzo parallela a quella di legno; deve possedere alcune proprietà fondamentali: • • •
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deve essere un prodotto industriale, facilmente reperibile; di semplice montaggio e di facile accoppiamento; con prestazioni certificate ed economicamente competitivo.
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Elementi costituenti solai misti (3) • Calcestruzzo: o o
o o
•
fornisce rigidità e resistenza alla struttura; funge da ripartitore statico trasversale dei carichi; fa lavorare il solaio come una lastra rigida; svolge un’importantissima funzione statica (soprattutto in zona sismica).
connettore: o o
o
è il cuore del sistema costruttivo; costituisce l’elemento di collegamento tra le travi in legno e la soletta in calcestruzzo; deve garantire la monoliticità della struttura mista: •
contrastando le tensioni di taglio che si vengono a creare all’interno di un elemento sottoposto a flessione.
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Tecniche costruttive del solaio misto • 1. realizzazione, con un semplice getto, di una soletta in calcestruzzo armato al di sopra dell’esistente struttura in legno: o o
non si assicura un’unione tra legno e soletta; comporta un aumento della rigidezza della struttura (somma della rigidezza della parte in legno e di calcestruzzo), senza fornire alcun incremento di resistenza: •
la parte in calcestruzzo rappresenta solamente un carico permanente agente sulle travi.
• 2. realizzazione di una effettiva continuità strutturale: o
mediante elementi in acciaio:
o
struttura presenta una deformabilità che è funzione:
•
aumento della rigidezza e della resistenza della struttura.
• •
della deformabilità del connettore; della deformabilità nelle interfacce tra legno-acciaio e acciaiocalcestruzzo: –
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attenzione: ad uno scorrimento fra soletta in calcestruzzo e trave in legno corrisponde una perdita di rigidezza e resistenza. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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I solai misti legno-cemento vantaggi (1) • Grazie al legno: o
materiale di pregio che unisce ottime caratteristiche estetiche ad un buon comportamento strutturale.
• grazie al calcestruzzo: o
o
materiale non combustibile ed economico; conferisce funzioni statiche.
• il risultato di questa combinazione è utilizzabile, seppur con tecniche di realizzazione diverse: o
o
sia nel risanamento e rinforzo di solai in legno già esistenti; sia nelle nuove strutture portanti orizzontali.
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Vantaggi e svantaggi dei solai in legno • In generale i solai in legno assicurano: o o
o
buona coibenza termica; leggerezza rispetto a un solaio interamente in cemento; elevato valore estetico: •
rendono l’ambiente più caldo e accogliente.
• di contro …: o o
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ridotta resistenza al fuoco; costi maggiori per la messa in opera. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Solai in profilati di acciaio e laterizio (E. Giacomelli classe V B ITA a.s. 2010-2011)
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Indice
1. 2. 3. 4. 5.
Definizione; Vantaggi e problematiche. Profilati in acciaio; I laterzi; Tecniche costruttive.
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Definizione • I solai in profilati di acciaio e laterizio sono delle strutture costituite da: o
profilati di acciaio di sezione a doppio T: •
o
o
con altezza scelta opportunamente in proporzione alle luci e ai carichi di servizio.
laterizi di diversi tipi disposti in diversi modi; getti di miscele cementizie isolanti.
• vengono comunemente impiegati in edifici rurali, stalle, fienili, … . 14/05/11
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Vantaggi e svantaggi • Presentano alcuni vantaggi: o o o o
o
sono molto resistenti al fuoco; sono in grado di sopportare carichi rilevanti; minor peso rispetto ad altre soluzioni; semplificazione del processo di costruzione dei pavimenti, essendo degli ottimi piani di appoggio; minori vincoli per il posizionamento dei muri divisori interni.
• di contro: o
o o
più laboriosa rispetto ai solai in legno, poiché richiedono una centina di sostegno; la elevata elasticità li rende più vulnerabili ai terremoti; possono trasmettere freddo all'interno dell'ambiente se un’estremità del travetto è a contatto con l’esterno.
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I profilati in acciaio • Sono prodotti profilati trafilati a caldo forniti in barre dritte; • le fonderie producono acciai da carpenteria seguendo precisi standard internazionali riguardo alla forma della sezione della barra: o
le più comuni sono: • • • •
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sezioni a doppio T; angolari a L; profilati a U; profilati speciali.
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I profilati di acciaio: tipologie (1) • Sezioni a doppio T: o
o
costituiti da due ali a facce esterne parallele collegate con un’anima perpendicolare per mezzo di raccordi circolari; IPE: •
o
HE: •
o
non lavorano bene come pilastri perché non garantiscono una affidabilità all'innesco dei fenomeni di instabilità. sono molto utilizzati come pilastri poiché garantiscono un minor rischio di innesco di fenomeni di instabilità.
INP: • •
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hanno lo svantaggio di essere più pesanti e presentano problemi quando bisogna raccordarli ad altri profilati; non sono usati frequentemente. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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I profilati di acciaio: tipologie (2) • Angolari (cantonali o profilati a L): o
o
o
sono costituti da due bracci perpendicolari; possono essere di due tipi: •
ad ali uguali:
•
ad ali disuguali:
–
–
si designano con la lettera L e due numeri che indicano rispettivamente la lunghezza dell’ala in millimetri e lo spessore dell’ala sempre in millimetri (ad esempio L60x6); si designano con la lettera L seguita da tre numeri che indicano rispettivamente la lunghezza dei due lati e lo spessore espressi in millimetri (ad esempio L 80x60x7).
vengono utilizzati per realizzare le aste di parete delle strutture reticolari e i nodi di collegamento tra profilati.
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I profilati di acciaio: tipologie (3) • Profilati a U: o
o o
sono costituiti da un’anima e da due ali raccordate all’anima in corrispondenza di una delle loro estremità; vengono chiamati anche profilati a C; sono di due tipi: • UPN; • profilati a U ad ali parallele: sono poco utilizzati.
o
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a causa della loro forma asimmetrica nella direzione dell’anima, sono profilati poco adatti da soli ad essere utilizzati per strutture inflesse. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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I profilati di acciaio: tipologie (4) • Profilati speciali: o
o
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sono una gamma di profili che permettono di realizzare i collegamenti che servono per la piccola carpenteria metallica; questi profili non sono normalizzati come i tre tipi precedenti.
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Acciaio: caratteristiche meccaniche • Gli acciai laminati a caldo, in profilati, barre, venivano classificati in tre categorie: o o o
Fe 360; Fe 430; Fe 510. •
dove il numero a destra indica il valore della resistenza unitaria di rottura a trazione.
• la normativa attuale (D.M. del 14 gennaio 2008) gli acciai laminati a caldo con profili a sezione aperta devono appartenere al grado da S 235 a S 460: o
secondo le UNI EN 10025 - 95 il numero alla destra della S indica la tensione.
• la resistenza meccanica, la duttilità, la fragilità, la resistenza fisico-chimica e la durabilità dell'acciaio influenzano pesantemente lo specifico settore di impiego ideale. 14/05/11
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Tipologie di laterizi (1) • I blocchi in laterizi vengono distinti in base alla funzione statica in: o
o
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blocchi non collaboranti aventi solo funzioni di alleggerimento; blocchi collaboranti aventi funzione statica in collaborazione con il conglomerato cementizio. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Tipologie di laterizi (2) • I blocchi in laterizi vengono inoltre classificati a seconda della modalità di posa in opera in: o
o
o
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blocchi destinati ai solai da casserare e gettare in opera; blocchi destinati al confezionamento dei pannelli; blocchi destinati a solai realizzati con travetti prefabbricati.
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Requisiti dei laterizi 1. 2. 3. 4. 5. 6.
I blocchi devono essere caratterizzati da un disegno semplice e ben equilibrato, con fori di dimensioni non troppo dissimili tra loro. é fissata la percentuale di foratura, ossia il rapporto fra l’area totale dei fori e l’area della sezione del blocco; le pareti orizzontali compresse devono avere spessore non minore di 8 mm; le pareti perimetrali devono avere anch’esse spessore non inferiore a 8 mm; i setti non devono avere spessore minore di 7 mm; le intersezioni fra i setti e fra i setti e le pareti devono essere raccordate con un raggio di curvatura maggiore di 3 mm.
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Tavelloni • Vengono utilizzati per la realizzazione dei solai in accoppiamento con: o o
•
o
profilati in acciaio; travetti in c.a. prefabbricati; travi tipo "Varese".
i tavelloni vengono appoggiati generalmente sull’ala inferiore del travetto:
o
eventualmente tramite un adatto elemento "copriferro" sempre in laterizio.
• un secondo tavellone viene riposto sull’ala superiore: o
si crea così una camera d’aria.
• superiormente viene gettata una cappa con funzione livellante e di irrigidimento. 14/05/11
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Tecniche costruttive • I laterizi tipo tavelloni o tavelle vengono appoggiati in corrispondenza dell’ala inferiore del profilato a coprire la distanza tra i profilati in acciaio: o
o
il tutto viene completato in opera con un getto di calcestruzzo; fino alla realizzazione di un’apposita caldana opportunamente armata per la ripartizione dei carichi fra i travetti.
• in genere ai solai viene sempre imposta una leggera monta al centro della campata, al doppio fine di: o
o
preparare allo sforzo di compressione il piano; correggere l’effetto di spanciamento verso il basso dovuto ad aberrazioni ottiche.
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Solai in laterocemento (M. Taddei Dalla Torre classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (Fontanari Luca classe V B ITA a.sc. 2009-2010)
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Indice • • • • • • •
Definizione; Classificazione; Tipologie e metodo costruttivo; Proprietà e prestazioni; Impieghi; Casi particolari; Progettazione del solaio e collaudo.
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Definizioni o
o
Il solaio in latero-cemento o solaio misto è il risultato dell’alleggerimento del solaio a soletta piena; è cosi costituito da: • •
• • • • o
travetti di calcestruzzo armato (compresso o non compresso); blocchi forati di laterizio, dotati di soletta sovrastante di completamento; travetti ripartitori; blindaggio; travetti di bordo; travetti doppi.
diverse tipologie: • • •
solaio da gettarsi in opera; solaio semiprefabbricato a travetti in cemento armato e blocchi in laterizio; solaio semiprefabbricato a pannelli o a lastre con alleggerimento in laterizio (o in blocchi di polistirolo).
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Blocchi in laterizio (1) • •
Sono l’elemento comune a tutti i solai in latero-cemento; devono rispettare la norma UNI 9730 per: o o o o
• •
dimensioni e percentuale di foratura; resistenza meccanica e dilatazione; imbibizione; inclusioni e efflorescenze.
le caratteristiche dei blocchi forati di laterizio sono stabilite dal D.M. 9-1-1996; sono distinti in: o
o
non collaboranti (tipo A): • hanno solo funzione di alleggerimento. collaboranti (tipo B): • hanno anche funzione statica perché sono rinforzati (maggiore spessore dei setti).
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Blindaggio • Il blindaggio serve ad aumentare la resistenza del solaio in prossimità del collegamento con le travi: o
può essere realizzato a file alterne, sostituendo il primo blocco con il getto di calcestruzzo: •
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in modo da produrre un allargamento della sezione dei travetti.
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Tipologie • I solai misti, in base alle modalità di realizzazione, possono essere: o o
solai gettati completamente in opera; solai con elementi prefabbricati: • •
realizzati impiegando travetti; realizzati impiegando pannelli di vari tipi: – –
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solai a pannelli prefabbricati di laterocemento; solai a pannelli prefabbricati tipo predalles.
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Solaio da gettarsi in opera (1) • E’ costituito da: o o o
blocchi di laterizio; armatura in acciaio; calcestruzzo.
• è quello di più comune impiego: o
adattabile ad ogni situazione: •
o
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anche per coprire ambienti a pianta non rettangolare.
utilizzabile anche quando sia conveniente scegliere un’armatura incrociata.
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Solaio da gettarsi in opera (2) • I blocchi hanno due alette laterali: o
formano lo spazio per la nervatura in cls.
• modalità costruttiva:
o
formazione tavolato provvisorio; disposizione dei blocchi sul tavolato; disposizione dell’armatura nelle nervature; preparazione della casseratura (per travi o per solette e solai), per contenere il getto; getto del calcestruzzo:
o
disarmo del tavolato provvisorio.
o o o
o
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•
occupa le nervature e la soletta sopra ai blocchi.
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Solaio a travetti prefabbricati (1) • E’ nato per ridurre i costi di esecuzione: o
e’ costituito da: • •
blocchi di laterizio; travetti. – –
•
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tralicciati; precompressi.
calcestruzzo.
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Solaio a travetti prefabbricati (2) • I blocchi hanno due alette laterali per essere appoggiati sui travetti; • modalità costruttiva: o o
o o
o
puntellamento provvisorio; disposizione dei travetti sulle travi provvisorie; disposizione dei blocchi sui travetti; getto del calcestruzzo, che occupa le nervature e la soletta sopra ai blocchi; disarmo delle strutture provvisorie.
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Solaio a travetti prefabbricati (3) • Regole costruttive:
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Solaio a pannelli o lastre prefabbricate (1) • Costituito da: o
moduli di pannelli o lastre accostati: •
o
realizzati in serie normalizzate.
calcestruzzo.
• peculiarità: o o
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tempi di posa ridotti; notevole luce di impiego.
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Solaio a pannelli o lastre prefabbricate (2) • Solaio a lastre con alleggerimento in polistirolo: o
o
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peso notevolmente ridotto rispetto all’alleggerimento in laterizio; cappa più spessa rispetto a solai con laterizi collaboranti.
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Solaio a pannelli o lastre prefabbricate (3) • È composto solo da moduli prefabbricati e getto di cls: o
è il più veloce da costruire.
• modalità costruttiva: o o
puntellamento provvisorio; disposizione dei moduli uno a lato dell’altro: • la lunghezza dei singoli moduli è personalizzabile, in modo che arrivino ad appoggiarsi alle strutture portanti.
o o
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getto del calcestruzzo; disarmo delle strutture provvisorie.
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Solaio a pannelli prefabbricati di tipo predalles (1) • I pannelli prefabbricati tipo predalles sono costituiti da lastre di calcestruzzo armato: o o
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in genere di 120 cm di spessore; realizzate in stabilimento su casseforme metalliche perfettamente piane.
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Solaio a pannelli prefabbricati di tipo predalles (2) • Questo tipo di solaio è caratterizzato da un peso proprio relativamente basso: o
facilita la messa in opera.
• l’armatura metallica delle lastre è inglobata nel getto: o
a eccezione di un paio di tralicci elettrosaldati, lasciati parzialmente sporgenti dalla superficie superiore della lastra: • •
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si formano le nervature d’irrigidimento della lastra; si realizza la continuità con il getto di completamento del solaio.
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Prestazioni latero-cemento (1) • Dipendono dalla sezione e dalla geometria delle nervature.
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Prestazioni latero-cemento (2) • Prestazioni termoigrometriche: o
o
simili rispetto ai solai con alleggerimento in altri materiali; dipendono dall’interasse delle nervature.
• resistenza ai carichi: o
devono essere in grado di sostenere: • • •
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il proprio peso; sovraccarichi permanenti (pavimentazioni e pareti interne); sovraccarichi accidentali (pesi delle persone e degli arredi). ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Prestazioni latero-cemento (2) • Prestazioni acustiche: o
trasmette facilmente il calpestio, propagato a causa della continuità della struttura portante.
• resistenza al fuoco: o
o
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assenza di reazione al fuoco e resistenza abbastanza elevata; dipende dallo spessore del copriferro (cioè cls e fondello in laterizio interposti tra l’armatura in ferro e l’intradosso). ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Impieghi • I solai gettati completamente in opera: o
particolarmente adatti nelle costruzioni con pianta irregolare.
• i solai a travetti prefabbricati e in particolare quelli a calcestruzzo armato precompresso: o
si prestano bene per gli interventi ristrutturazione degli edifici.
• i solai a pannelli: o
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più adatti per grandi interventi, dove si riducono i tempi di posa e si semplificano le operazioni di completamento dell’opera. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Casi particolari (1) • Per evitare il taglio del solaio sull’appoggio alle strutture portanti: o
o
disporre blocchi più bassi in adiacenza delle travi (per solai di grande spessore); arretrare gli elementi di alleggerimento: •
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si realizza così, vicino all'appoggio, una fascia di solaio completamente costituita di calcestruzzo (fascia piena).
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Casi particolari (2) • Per evitare il localizzarsi in alcuni punti di accumulo di tensioni si progettano nervature trasversali: o
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formazione della nervatura trasversale (correa o nervatura rompitratta) utilizzando un blocco di tipo ribassato. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Casi particolari (3) • Fori tra un travetto e l’altro; • travetti interrotti da un foro sostenuti da travi trasversali; • aggancio a murature esistenti mediante inserimento di armature a coda di rondine.
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Casi particolari (4) • Distribuzione di carichi concentrati; • giunto laterale fra muro non portante (perché parallelo ai travetti) e solaio; • collegamento a solaio attiguo di sbalzo.
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Progettazione del solaio • La progettazione segue le seguenti fasi: o o o
scelta della tipologia di solaio; predimensionamento; calcolo delle sollecitazioni: • si considerano:
– carichi verticali; – carichi orizzontali; – condizioni di carico (carichi concentrati o distribuiti, carichi permanenti o accidentali); – vincoli alle estremità (rotazione dei vincoli, deformazione dei vincoli, distanze tra i vincoli).
o o o
dimensionamento degli elementi resistenti; verifica delle sezioni; definizione dei particolari costruttivi per la situazione in analisi.
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Tecniche costruttive
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Collaudo • Procedimento: o o o
o
scelta della porzione di solaio da collaudare; posizionamento di flessimetri, estensimetri; distribuzione uniforme dei carichi adottati per arrivare alla sollecitazione massima di progetto del solaio; quantificare gli spostamenti del solaio nei punti significativi.
• la valutazione sarà positiva se si riscontra: o o
o o
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buona proporzionalità tra carichi e deformazioni; deformazione residua accettabile rispetto alla deformazione totale a cui il solaio è stato sottoposto; nessuna lesione del solaio; qualità del calcestruzzo adeguata (sclerometro).
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Soppalchi e controsoffitti (D. Zanetti classe V B ITA a.sc. 2010-2011)
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Indice •
Soppalchi: 1. 2.
• • • 3. 4.
•
definizione; classificazione:
soppalchi in muratura; soppalchi in legno; soppalchi in metallo.
le scale per il soppalco; norme relative alla richiesta di un soppalco.
Controsoffitti: 1. 2.
• • •
definizione; classificazione in base alla composizione;
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controsoffitti in fibre minerali; controsoffitti di gesso rivestito; controsoffitti metallici.
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Soppalchi • Sono zone rialzate per sfruttare lo spazio in altezza: o
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si creano vere e proprie stanze con specifiche funzioni.
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Classificazione • I soppalchi vengono principalmente classificati in funzione della tecnica esecutiva: •
o o o
cambia il materiale, i tempi di realizzazione e il risultato estetico.
in muratura; in legno; in metallo.
• in tutti i casi un soppalco deve presentare comunque una resistenza ai carichi non inferiore ai 200-250 kg/m2. 14/05/11
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Soppalchi in muratura (1) • Struttura portante rigida: o
o
costituita da travi prefabbricate in cemento armato, tavelle di chiusura in laterizio e getto in calcestruzzo; si possono utilizzare putrelle metalliche: •
si riducono i tempi di realizzazione ed i costi.
• struttura portante con travi: o
se le pareti in mattoni sono portanti e spesse almeno 45-50 cm: •
o
si può ancorare al muro per circa 20-30 cm, incassandovi le travi.
se ci si ancora a un divisorio interno, bisogna creare dei pilastri verticali rinforzanti su cui appoggiare la struttura. 14/05/11
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Soppalchi in legno (1) • Soluzione più facile e leggera: o
vantaggio non indifferente quando si hanno ridotte altezze.
• la struttura è composta da una piattaforma: o
o
a doppia orditura di travi in legno massiccio o in lamellare; ancorata alle pareti portanti: •
o
con squadre o staffe metalliche;
oppure che appoggia su montanti verticali addossati al muro: •
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fissati al pavimento su piastre calibrate per distribuire i pesi. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Soppalchi in metallo (1) • La struttura è a doppia orditura: o
costituita da elementi portanti: • •
o
in profilati d’acciaio, oppure da elementi scatolari quadrati o rettangolari; collegati reciprocamente da saldature e bullonature.
può essere: • •
murata senza farla poggiare su pilastri a terra; oppure sospesa mediante tiranti fissati al soffitto.
• la resistenza ai carichi può arrivare fino a 400 kg/m2. 14/05/11
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Confronto •
Soppalchi in muratura: o
vantaggi: • •
o
svantaggi: • • • •
•
la soletta non vibra e non scricchiola; può accogliere impianti idraulici e/o elettrici. tempi di realizzazione lunghi (fino a 30 giorni); i costi sono abbastanza elevati; aumentano i pesi agenti sulla struttura della casa; può richiedere verifiche e/o modifiche strutturali.
•
soppalchi in legno: o
vantaggi: • •
o
sono pratici e veloci da realizzare; sono visivamente e strutturalmente più leggeri.
soppalchi in metallo: o
vantaggi: • •
o
leggerezza: il soppalco in metallo infatti pesa 1/5 rispetto alla struttura in muratura; facile e veloce da montare.
svantaggi: • •
molto costoso; il rumore provocato dal camminamento è notevole.
svantaggi: • •
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vibrano, creando un leggero senso di instabilità; scricchiolano, procurando molto rumore. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Le scale per il soppalco • Durante la progettazione del soppalco è da tenere ben presente lo spazio che occuperà la scala di accesso: o
necessaria per poter salire sul soppalco e accedere alle funzioni che esso avrà.
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Norme relative alla richiesta di un soppalco (1) • Le regole e le misure stabilite dalla legge per la realizzazione di un soppalco cambiano a seconda del Regolamento Edilizio e di Igiene del proprio Comune di residenza, ma in linea generale esse sono: o
l’altezza minima del locale da soppalcare deve essere di almeno 430-440 cm: •
o
la superficie soppalcata non deve essere superiore a 1/3 della superficie del locale: •
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le altezze sopra e sotto il soppalco quindi non possono essere inferiori a 210 cm, soletta compresa;
può arrivare fino a metà della superficie del locale quando le altezze sopra e sotto il soppalco raggiungono i 220 cm; continua …
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Norme relative alla richiesta di un soppalco (2) … continua … o l’altezza della zona sottostante deve essere di almeno 240 nel caso la si voglia attrezzare come bagno o come cucina (mantenendo sempre però i 210 cm minimi nella parte superiore). o la superficie finestrata non deve essere inferiore a 1/8 della superficie del locale soppalcato; o la documentazione del progetto va presentata all’Ufficio Tecnico del proprio Comune da parte di un professionista (ingegnere, architetto o geometra); o una volta ultimati i lavori, questi vanno documentati all’Ufficio del Catasto, poiché aumenta la superficie calpestabile e quindi la metratura dell’appartamento. 14/05/11
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Controsoffitti • Permettono di modificare l’ambiente della casa, migliorando: o o o o o
o
la resistenza all’umidità; la resistenza al fuoco; l’estetica; l’isolamento acustico; accogliere tubazioni ed elementi impiantistici; l’illuminazione.
• sono adatti per qualsiasi appartamento, ufficio, negozio, supermercati, centri commerciali. 14/05/11
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Classificazione • Viene progettata principalmente in funzione del tipo di materiale: o o o
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fibre minerali; gesso rivestito; metallici.
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Controsoffitti in fibre minerali • Sono composti con materiale di riciclo, composto da una mescola di: o o o
lane minerali biosolubili; elementi di riempimento inorganici; speciali leganti organici idrofobici.
• la superficie a vista viene trattata da una mano di primer e successivamente verniciata; • i pannelli possono essere installati su strutture del tipo: o o
o
a vista con profili in alluminio preverniciato da 24 o 15 mm; semi a vista con profili in alluminio preverniciato da 24 o 15 mm; nascosta con profili in alluminio non verniciati.
• si ottengono controsoffitti con buone caratteristiche acustiche, estetiche e di reazione al fuoco fino a REI 180 (1° classe). 14/05/11
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Controsoffitti di gesso rivestito • Sono formate da uno strato di gesso stabilizzato: o
rivestito sulle due facce da cartone ad alta resistenza meccanica.
• le lastre presentano i bordi smussati per agevolare il trattamento dei giunti “testa a testa”.
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Controsoffitti metallici • Sono costituiti da un’orditura composta da profili portanti posti ad un interasse di 1200 mm, con interposti dei profili intermedi sempre alla distanza di 1200-600 mm; • tutta la struttura del controsoffitto metallico è in alluminio o acciaio preverniciato e viene pendinata rigidamente alla soletta esistente; • i pannelli del controsoffitto metallico possono essere: o o o
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grigliati a celle quadrate o rettangolari; microforati con diversi passi e diametri; pieni.
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05 Le pareti perimetrali (A. Bedin classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (C. Corrales V B ITA a.sc. 2010-2011)
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Indice • Definizione e prestazioni; • Prestazioni; • Tipologie: o
murature di tamponamento: • • • •
o
pareti di pannelli: • •
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pareti monostrato; pareti con strato isolante esterno; pareti con strato isolante interno; pareti a cassa vuota. pareti di pannelli pesanti; pareti di pannelli leggeri.
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Definizione e prestazioni • Le pareti perimetrali costituiscono le chiusure verticali degli edifici cioè l’involucro che viene costruito per delimitare e proteggere gli ambienti interni dalle condizioni climatiche esterne: o
non svolgono nessuna funzione portante, ad eccezione della autoportanza, essendo sorrette dal solaio.
• le principali prestazioni delle pareti perimetrali sono: o o o
o o o o
trasmittanza termica e lineare; inerzia termica; controllo della condensazione nella massa e della condensazione superficiale; potere fonoisolante ai rumori aerei; resistenza al fuoco; resistenza ai carichi (vento); resistenza ai carichi sospesi.
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Trasmittanza termica e lineare • La trasmittanza termica può essere facilmente ridotta fino ad ottenere il grado di isolamento voluto: o
mediante inserimento di strati termocoibenti di opportuno spessore nella parete perimetrale.
• la trasmittanza lineare è meno controllabile: o
pareti perimetrali presentano molte zone dove lo strato isolante viene interrotto (ponti termici): •
•
in queste zone la trasmittanza lineare assume valori piuttosto rilevanti (soprattutto nel caso di pareti a cassa vuota o con strato isolante interno); tali valori non devono superare i limiti prescritti dalla legge.
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Inerzia termica e potere fonoisolante • L’inerzia termica può raggiungere valori abbastanza alti solo nel caso delle pareti a cassa vuota: o
può fornire un notevole contributo al miglioramento delle condizioni ambientali durante il periodo estivo (purché non siano presenti superfici finestrate troppo ampie).
• il potere fonoisolante ai rumori aerei è generalmente buono e varia da 40 a 50 dB: o
principali norme nazionali: •
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circolare n. 1769 de 30/04/1966 e il D.M. 18/12/1975. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Controllo della condensazione nella massa e della superficie • La condensazione nella massa dipende dalla composizione degli strati della parete e dalla loro permeabilità: o
avviene generalmente sui ponti termici: •
o
la parete assume un colore più scuro e avviene il deterioramento della tinteggiatura.
per evitare tali fenomeni è necessario inserire uno strato avente la funzione di barriera al vapore: •
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in corrispondenza della faccia dello strato isolante rivolta verso l’ambiente più caldo. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Resistenza al fuoco e resistenza ai carichi • La resistenza al fuoco dipende dal materiale e dallo spessore: o
può esser aumentata tramite l’applicazione di intonaci isolanti.
• resistenza ai carichi: o
o
o
murature di mattoni e di blocchi sono normalmente resistenti all’azione del vento; nelle murature a cassa vuota sono però necessari accorgimenti come, per esempio, i graffaggi tra lo strato esterno e quello interno; il comportamento dei pannelli coibentali deve essere oggetto di verifiche di calcolo.
• resistenza ai carichi sospesi: o
è necessaria una scelta corretta del sistema di fissaggio (tasselli, …): •
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in relazione ai carichi da sopportare e alla natura dello strato interno della parete.
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Pareti monostrato (1) • Sono costituite da un unico strato che assume le funzioni di chiusura e di isolamento dell’ambiente interno: o
o
sono anche dette a isolamento ripartito; sono costruite con materiali che hanno una resistenza meccanica sufficiente a garantire: • •
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l’autoportanza della parete; un adeguato livello di coibenza termica e acustica. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Pareti monostrato (2) • Sono comunemente adottate per il tamponamento di edifici industriali (fino a 6 m di altezza). o
si utilizzano soprattutto blocchi di laterizio alveolato: • • • •
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a fori verticali; a fori orizzontali; blocchi di argilla espansa; blocchi di calcestruzzo cellulare.
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Pareti monostrato (3) • Diversi sono gli accorgimenti per evitare fenomeni di dilatazione: o
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a causa delle dilatazioni lungo le linee di contatto tra la struttura e il tamponamento.
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Pareti con strato isolante esterno (1) • Sono dette pareti con rivestimento a capotto e creano isolamento termico: o
è definito un sistema perché composto da varie fasi di posa e da vari elementi che interagiscono fra loro: •
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necessità di impiegare un materiale coibente specifico che deve esser protetto dalla pioggia.
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Pareti con strato isolante esterno (2) • E’ un sistema utilizzato da oltre 30 anni per l’isolamento termico ed acustico di edifici nuovi o preesistenti: o
o
o
o
elimina totalmente i cosiddetti “ponti termici”; garantisce un maggiore risparmio energetico; assicura un migliore comfort abitativo; evita la formazione di condensa.
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Pareti con strato isolante esterno (3) • La facciata è ventilata quando tra gli strati che la compongono viene inserita un’intercapedine d’aria: o
o
collocata tra l’isolamento termico ed il rivestimento esterno; svolge la funzione di: • •
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evitare le condense interstiziali in inverno; smaltire gli effetti del surriscaldamento delle superfici esterne dovuto all’irraggiamento solare estivo.
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Pareti con strato isolante interno (1) • Sono presenti 2 strati aventi funzioni specifiche: o
esterno con funzione di autoportanza: •
o
interno con funzione di coibenza: •
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può esser realizzato con mattoni e blocchi non isolanti; è costituito da elementi di isolamento e finitura.
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Pareti con strato isolante interno (2) • Fasi per la posa dello strato interno:
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Pareti con strato isolante interno (3) • L’applicazione di una controparete in gesso rivestito per: o
o
risanamento o il restauro di vecchi edifici e abitazioni; miglioramento dell’isolamento acustico di locali abitativi.
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Pareti a cassa vuota (1) • Vengono dette anche pareti con intercapedine o murature a doppia parete: o
sono formate da 2 strati distanziati tra i quali si crea un’intercapedine d’aria: •
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conferisce caratteristiche di isolamento termico.
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Pareti a cassa vuota (2) • In base ai materiali si distinguono in: o
o
pareti a cassa vuota di mattoni e blocchi di laterizio (le più utilizzate); pareti a cassa vuota di blocchi di argilla espansa e di calcestruzzo cellulare: •
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per aumentare la coibenza.
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Pareti a cassa vuota (3) • Diverse tipologie:
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Pareti a cassa vuota (4) • Esempi applicativi: o
miglioramento delle prestazioni termoacustiche di una parete con camera d’aria mediante insufflaggio (con apposito macchinario) di: • •
granuli di sughero; granuli di sughero tostato.
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Pareti a cassa vuota (4) • Esempi applicativi con pannelli di materiale isolante:
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Pareti a cassa vuota (5) • Si consiglia di realizzare la parete con massa maggiore all’interno: o
per avere una maggiore inerzia termica.
• si può prevedere anche un’intercapedine d’aria: o
preferibile collocarla esternamente rispetto al materiale isolante: •
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si determina così una resistenza al passaggio del vapore acqueo decrescente dall’interno verso l’esterno.
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Pareti di pannelli pesanti (1) • Sono pareti perimetrali realizzate con elementi prefabbricati di rapido montaggio: o
o
costituiti da pannelli di calcestruzzo armato fissati al bordo dei solai con dispositivi particolari; per aumentare l’isolamento termico i pannelli possono esser dotati di una controfodera interna: •
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costituita da laterizi o da pannelli analoghi a quelli impiegati nelle pareti con strato isolante interno.
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Pareti di pannelli pesanti (2) • Diverse soluzioni: o
o
o
panello di tamponamento coibentato in cemento armato; panello di cemento armato precompresso; panello di tamponamento in cemento armato con finiture colorate.
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Pareti di pannelli leggeri (1) • I pannelli leggeri sono costituiti mediante: o
o
lamiere composte o da pannelli di lamiera grecata coibentati; le pareti ventilate in alluminio: •
sistema stratificato a secco costituito dalla successione di diversi strati funzionali: – – – – – –
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supporto murario, strato di regolarizzazione in malta cementizia; strato di isolamento; strato di fissaggio; strato di ventilazione; strato di rivestimento in elementi di alluminio. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Pareti di pannelli leggeri (2) • Pareti ventilate in materiale ceramico: o
sistemi stratificati a secco: •
strato di rivestimento esterno in materiale ceramico (piastrelle).
• parete ventilata costituita da: o
o
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sistema di ancoraggio del rivestimento; strato del rivestimento realizzato con numerosi tipi lapidei che commercialmente rientrano nella categoria delle pietre. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Pareti di pannelli leggeri (3) • Pareti con pannelli in fibrocemento monostrato autoportanti particolarmente sottili e leggeri: o
o
o
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pannelli e lastre dalle finiture, formati, spessori e colori più vari; consentono un’ampia libertà di progettazione; risultati estetici difficilmente ottenibili con materiali tradizionali.
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06 Le scale (D. Ioriatti classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (Damiano Moser classe V B ITA a.sc. 20010-2011)
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Indice 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.
Definizione; Elementi della scala; Criteri di costruzione; Classificazione; Soluzioni geometriche; Soluzioni strutturali; Modalità di rappresentazione; Rivestimenti; Elementi di rifinitura ed accessori.
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Definizione La scala è un elemento costruttivo di collegamento verticale , con percorso breve, fra i diversi piani di un edificio (la scalinata si caratterizza per la maggior lunghezza).
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Elementi della scala • • • • •
Vano scala, è lo spazio occupato dal complesso delle varie strutture che compongono la scala (elementi edilizi); pozzo o tromba delle scale, spazio in mezzeria tra le due rampe; rampa, l’insieme di scalini consecutivi; gradino, struttura orizzontale posizionata a quote differenti, caratterizzato da pedata, alzata e lunghezza; pianerottolo o ripiano (eventuale), zona di sosta fra due rampe, che può essere: o
o
• •
di arrivo: se da esso si accede agli ambienti dell'edificio; intermedio: di riposo se serve solo a collegare più rampe.
ringhiera di protezione, per le scale non comprese tra due muri; corrimano, struttura di appoggio per la persona.
N.B.: l’interpiano è la differenza di quota tra due pianerottoli di arrivo. 14/05/11
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Criteri di progettazione (1) • Per la progettazione di una scala è sempre necessario tener conto di diversi fattori, quali ad esempio: o
o
o o
lo sforzo per superare gradini con alzate diverse; la tipologia di utente (età, condizioni fisiche); l’ambito di utilizzo; il materiale utilizzato.
• è importante ricordare che se il lavoro compiuto su due scale diverse con identico dislivello è sempre uguale, l’affaticamento reale di una persona che sale non è detto che lo sia. 14/05/11
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Criteri di progettazione (2) • La progettazione della scala parte sempre dal gradino, che si caratterizza per: o
o
o
pedata: componente orizzontale di circa 30 cm (lunghezza media del piede umano); alzata: componente verticale che corrisponde al dislivello compiuto dal gradino; lunghezza: calcolata in base all’uso: • • • •
60-70 cm per il passaggio di una persona; 100-120 per il passaggio contemporaneo di 2 persone; 170-180 cm per 3 persone; fino a 240 cm per il passaggio di 4 persone: –
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in tal caso è bene dotare la rampa di ringhiera supplementare all’interno della rampa, per assicurare a tutte le persone un appoggio. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Criteri di progettazione (3) • Alzata (a) e pedata (p) sono legate da rapporti precisi: o
o
dal rapporto a/p scaturisce la pendenza: tanto maggiore è essa tanto minore sarà il passo della persona che sale; le 2 componenti sono legate dalle seguenti relazioni:
• a + p = 45÷48 cm; • 2 a + p = 62÷63 cm: o
in base alla pendenza (pe) la scala può essere classificata in questo modo: • • •
o
oppure … : • • •
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pe ≤ 25% = piani inclinati, gradonate, rampe; pe ≤ 45% = scale all’aperto; pe 45÷85% = scale interne per civile abitazione, con alzate di 15-19 cm e pedate di 25-33 cm. da 75 a 90 gradi: scale a mano; da 45 a 75 gradi: scale industriali; da 25 a 45 gradi: scale comuni.
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175
Criteri di progettazione (4) • Sono inoltre da tener presenti alcuni importanti regole pratiche per la realizzazione di una scala funzionale: o
o
o
o
o
o
o
limitare il numero di gradini nella rampa entro i 15 per contenere l’affaticamento, utilizzando pianerottoli di sosta; calcolare rampe e pianerottoli in modo da iniziare ogni rampa con il piede contrario rispetto a quella precedente; se le rampe sono più di 6 è bene realizzare le alzate dei gradini via via più basse nelle rampe più in alto; dimensionare i pianerottoli in modo da consentire agevoli spazi di manovra, ad esempio per i traslochi; se la scala è ad asse curvilineo è bene che la pedata non scenda sotto i 10 cm sul bordo interno; il corrimano deve avere un interasse tra le sbarre non inferiore ad una decina di cm e non deve essere più basso di 90 cm; lo spazio tra gradino e soffitto deve consentire il movimento delle braccia della persona verso l’alto: •
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tale altezza corrisponde mediamente a 230 cm. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Soluzioni geometriche (1) • Le soluzioni geometriche di una scala derivano da una scelta precisa del progettista e devono adattarsi al meglio allo spazio disponibile per la struttura. Le principali sono: o
ad una rampa: • •
o
•
o o
diritte o curve.
ed avere alcuni gradini “di invito”. solitamente utilizzate in vani scala rettangolari e con stesso numero di gradini, con medesima alzata e pedata, a rampe: –
allineate o sfasate.
– –
due rampe in continua intervallate da un pianerottolo; due rampe perpendicolari.
possono non essere a rampe parallele ma avere:
a tre rampe: •
o
–
a due rampe: •
o
quasi tutte le scale ad una rampa sono utilizzate per alloggi unifamiliari su due piani, e possono essere:
utilizzate soprattutto un tempo, quando il grande dislivello tra i due piani non era superabile con due sole rampe.
a quattro rampe; a rampa continua; a ventaglio.
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Soluzioni geometriche (2) • Scale a rampa continua (o “a chiocciola”): o
o
per superare dislivelli con il minimo ingombro possibile; questo tipo di scala è particolarmente faticoso da salire:
• • • o
per la forma triangolare degli scalini; per l’alzata, solitamente molto alta; per l’assenza di pianerottoli di sosta.
vengono utilizzate per soddisfare fattori estetici.
• scale a ventaglio: o
tipologia di scala utilizzata per mancanza di spazio o per motivi di carattere estetico: •
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è necessario che gli scalini sulla curva abbiano una forma trapezoidale (mai triangolare) pressoché costante e una larghezza della pedata abbastanza ampia, misurata nella mezzeria del gradino.
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Soluzioni strutturali (1) • A seconda del materiale impiegato, le scale vengono realizzate: o
appoggiate lungo due lati su: • • • •
o
o
muri ordinari (a); travi in C.A. o acciaio (b); volte; travi in legno (e);
a sbalzo: i gradini sono ancorati a un solo lato e possono essere appoggiati uno sull’altro; appese: i gradini sono ancorati a un lato, nell’altro appesi con tiranti collegati a travi soprastanti (d).
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Soluzioni strutturali (2) •
La scala è composta, per necessità costruttive, da due parti: o
la struttura portante, eseguita insieme al rustico dell’edificio e costruita con: • cemento armato: costruita già la forma degli scalini oppure come soletta: – – –
o
ancorata al muro su uno o due lati; poggiare su una trave ginocchio; poggiare direttamente sul pianerottolo. »
N.B.: il calcestruzzo gettato nelle casseforme deve essere povero di acqua, altrimenti tenderebbe a scivolare verso il basso.
• profilati in ferro e tavelloni; • legno. le opere di rifinitura, comprendenti il rivestimento dei gradini: • sono realizzate alla fine dei lavori per non danneggiare i materiali già rifiniti.
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Soluzioni strutturali (3) • Materiali utilizzati: o
o
o
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struttura in profilato in acciaio viene impiegata nelle strutture prefabbricate e raramente negli edifici tradizionali; struttura in legno può essere idonea in lavori di restauro o di arredamento di interni; cemento armato prefabbricato fuori opera.
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Modalità di rappresentazione in pianta (1) • Le scale sono rappresentate, in un progetto, con vista dall’alto e con vista laterale: o
rappresentazione dall’alto: o serve nel disegno della pianta dell’edificio; o convenzionalmente: o
o
o
o
la rampa delle scale che salgono dal piano in oggetto è interrotta da una linea inclinata trattopunto; l’andamento delle scale a quota superiore al piano di sezione è riportato con linee tratteggiate, le eventuali rampe presenti al di sotto di esso, sono disegnate con tratto continuo.
per rendere immediatamente percepibile l’andamento della scala: o si traccia una linea continua in mezzeria, terminante con una freccia in corrispondenza dell’ultimo gradino.
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182
Modalità di rappresentazione in pianta (2)
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183
Modalità di rappresentazione in sezione •
Per il disegno delle scale in sezione è consigliabile: o
o
o
partire tracciando una retta avente pendenza pari a quella assegnata alla rampa; tracciata una retta orizzontale sul suo estremo inferiore, si individuano i punti che definiscono il numero delle pedate: da tali punti si innalzano le verticali, che intersecando la linea inclinata determinano gli spigoli dei gradini: •
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da essi, si riporta in orizzontale la lunghezza di ogni pedata.
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Rivestimenti • Posa di elementi con sagomatura desiderata su: • •
o o o
struttura portante con gradini preformati: struttura portante con soletta senza gradini: –
gradini eseguiti con mattoni forati.
solitamente lastre di marmo: •
spessori di 3-4 cm per pedata e 2 cm per alzata.
• •
preparazione del letto di malta; posa delle lastre:
altri materiali: legno, cotto, laterizi, materiali resilienti o linoleum. esecuzione:
•
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–
cominciando dal basso, tenendo conto dell’acquatura:
–
fissarle temporaneamente con malta di gesso.
» leggera inclinazione in fuori alla pedata (di 2-3 mm), in modo che l’acqua non ristagni.
battitura con martello per ben distribuire la lastra sulla malta.
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185
Elementi di rifinitura • Due tipologie costruttive: o
lo scalino è già realizzato al rustico con struttura portante; •
o
l’ossatura è costituita solo dalla soletta; •
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la rifinitura comprende l’applicazione del rivestimento.
occorre formare il gradino mediante una muratura di mattoni forati.
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186
Accessori • Accessori di cui può essere dotata la scala in alcuni casi: o
o
la scala delimitata da due muri non ha bisogno di ringhiera ma del corrimano almeno su un lato; la parte del muro a contatto con lo scalino sarà rivestita da lastre di marmo di 2 cm di spessore (battiscopa): •
o
quasi sempre costituite dallo stesso marmo impiegato per le alzate.
le scale a sbalzo devono essere protette da ringhiere dalla parte del vuoto di altezza di 95-105 cm: •
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possono essere realizzate da robusti profilati di acciaio.
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Scale antincendio • In caso di edifici molto alti (>24 metri) il vano della scala può costituire un vero e proprio “camino di tiraggio”; • per motivi di sicurezza occorre quindi che la scala sia studiata in modo da: o
evitare il passaggio diretto del vano scala agli ambienti abitati: •
• •
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necessario interporre un vano filtro tra vano scala (o vano ascensore) e gli ambienti abitati; la struttura deve essere costituita da materiali con resistenza al fuoco di almeno 60 minuti; le chiusure devono essere antifumo.
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07 Il tetto
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Definizione • Il tetto o copertura: o
è costituito da una o più superfici variamente inclinate che poggiano sul muro perimetrale del fabbricato in corrispondenza dei diversi lati della facciata.
• ha la funzione di: o
o
preservare l’ambiente interno dagli agenti atmosferici e dalle variazioni termiche; assicurare il deflusso delle acque pluviali verso i punti di raccolta.
• comprende: o
o
una struttura portante per sostenere il manto di copertura e sopportare tutte le sollecitazioni; un pacchetto di copertura che garantisce la tenuta dell’acqua.
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190
Forma del tetto (1) • La forma del tetto deve essere adeguata allo scopo, alla posizione ed allo stile architettonico dell’edificio: o
o
o
o
deve adattarsi alle condizioni locali e paesaggistiche; viene determinata da una o più facce piane di diversa inclinazione, dette falde o spioventi; può essere: • •
a falde. piano.
la forma e la pendenza del tetto stabiliscono quali materiali utilizzare per il pacchetto di copertura.
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191
Forma del tetto (2) • Tetti a falde: o la forma della superficie di copertura viene determinata da una o più facce piane inclinate, dette falde o pioventi: •
con pendenza diversa a seconda dei materiali usti per il manto.
• tetti piani: o caratterizzati da una pendenza minima, sufficiente per assicurare lo scorrimento dell’acqua fino agli scarichi: •
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secondo la normativa UNI si definiscono tetti piani quelli con pendenza minore del 5%.
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Elementi del tetto a falde (1) • Il tetto a falde è caratterizzato da alcuni elementi: o
o
o
o
la linea di colmo: è la retta orizzontale di massima quota; la linea di gronda: è la retta orizzontale di minima quota; le linee di displuvio: sono l’intersezione inclinata di due falde ad angolo convesso (dove le acque meteorologiche si allontanano); le linee di compluvio: sono l’intersezione inclinata di due falde ad angolo concavo (verso le quali l’acqua metereologica converge).
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Elementi del tetto a falde (2)
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La struttura portante (G. Sartori classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (D. Casagranda classe V B ITA a.sc. 2009-2010)
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Indice • Tetto a falde: o
Caratteristiche: •
Orditura in legno strumentale: – –
• • • •
La grossa orditura; La piccola orditura.
Capriata e profilati in acciaio; Capriata e profilati di c.a.p.; Solai in calcestruzzo armato; Solai in pannelli prefabbricati.
• Tetto piano: o o
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classificazione; impermeabilizzazione. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Il tetto a falde: strutture portanti • Orditura in legno strutturale; • capriata e profilati in acciaio; • capriata e pannelli di calcestruzzo armati precompresso; • solai di calcestruzzo armato o in pannelli prefabbricati.
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Struttura portante in legno • L’orditura in legno strutturale è costituita da vari elementi: o
le capriate: • •
o o
capriata semplice; capriata a due puntoni.
la grossa orditura; la piccola orditura.
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198
Capriata semplice (1) • Viene utilizzata per luci fino a 6-7 metri; • è formata da; o
o
due travi (puntoni) disposte secondo l’inclinazione delle falde; travetto verticale detto monaco o ometto: •
o
con la sommità collegata alle sommità dei due puntoni.
trave orizzontale chiamata catena o tirante: •
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collegata alla parte inferiore dei due puntoni. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Capriata semplice (2) • Le unioni o connessioni dei vari elementi si ottengono mediante intagli, opportunamente rinforzati con ferri piatti.
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200
Capriata a due puntoni (o all’italiana) • Le capriate a 2 puntoni vengono utilizzate per coprire luci che vanno da 8 a 15 m; • sono composte da: o o o o
2 puntoni; 1 ometto; 1 catena; 2 contraffissi interposti tra l'ometto e i 2 puntoni.
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201
La grossa orditura • E’ definita come l'ossatura principale che dà resistenza; • in base alla sua disposizione, si distinguono due tipi: o o
orditura alla piemontese; orditura alla lombarda.
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202
L’orditura alla piemontese (1) • E’ utilizzata di regola per pendenze comprese tra 30° e 60°; • è costituita da: o
o
o
una trave di colmo, appoggiata su capriate o direttamente su un muro di spina; da cosiddetti falsi puntoni o travi disposti secondo la pendenza delle falde; appoggiati: • •
superiormente sulla trave di colmo; inferiormente su una banchina o dormiente: –
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costituita da una trave fissata ai muri perimetrali. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
203
L’orditura alla piemontese (2) • Vantaggi principali: o
è in grado di coprire un edificio senza bisogno di colonne intermedie: • •
i carichi concentrati provenienti dai montanti non vengono trasmessi al solaio; la ristrutturazione del sottotetto non viene ostacolata da colonne e simili.
• svantaggi: o
la spinta orizzontale derivante dai carichi verticali necessita connessioni impegnative nella realizzazione.
• la disposizione dei puntoni da entrambe le parti del colmo dipende l’una dall’altra (sostegno reciproco dei puntoni): o
complicata la realizzazione di strutture trasversali: • •
passaggio di lucernari o abbaini; aperture nel tetto dovute, ad esempio, alla presenza di canne fumarie.ing. Maines Fernando 14/05/11 costruzioni enologiche
204
L’orditura alla lombarda • E’ caratterizzata dalla presenza di arcarecci o terzere: o
o
o
travi disposte parallelamente alle linee di gronda e appoggiate: • •
su capriate; su muri trasversali.
•
si è sviluppato originariamente nell’area mediterranea.
viene utilizzata di regola per pendenze tra 10° e 45°; rappresenta l’evoluzione del tetto ad uno spiovente o del tetto piano:
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205
Lombarda vs piemontese 1. Non insorgono spinte orizzontali dovute ai carichi verticali; o
vengono a mancare connessioni complicate tra gli elementi del tetto e la sottostruttura.
2. mediante l’inserimento degli arcarecci di colmo e/o intermedi, i puntoni appoggiati dalle due parti del tetto sono tra loro indipendenti per quel che riguarda la posizione; 3. la realizzazione di strutture trasversali che ripartiscono il carico agente su un puntone interrotto per la presenza, ad esempio, di camini, lucernari o abbaini è notevolmente più semplice; 4. i solai vengono sollecitati in modo puntiforme dalle forze concentrate provenienti dai montanti; 5. in caso di ristrutturazione, l’organizzazione in pianta e la struttura del tetto si condizionano reciprocamente. 14/05/11
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206
La piccola orditura • Costituita da: o
tetti alla piemontese: •
o
correntini o listelli orizzontali, paralleli alle linee di gronda;
tetti alla lombarda: •
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travicelli o correntini o murali, inclinati secondo la pendenza del tetto.
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207
Capriata e profilati in acciaio • Possono assumere forme diverse: o
a seconda della conformazione delle falde e delle luci da coprire: •
i tipi più comuni sono le capriate semplici, realizzate in forma di trave reticolare:
– –
alla Polonceau; a shed.
• l’alta resistenza dell’acciaio e la sua leggerezza conferiscono all’insieme molti vantaggi strutturali ed economici.
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208
Capriate e pannelli di c.a.p. • Tipologie più utilizzate e diffuse sono quelle a parete piena a doppia pendenza: o
o
le travi possono essere o in calcestruzzo normale o in quello precompresso; hanno luci che vanno da 10 a 30 m.
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209
Capriate e pannelli di c.a.p. (2) • Un altro tipo è quella utilizzata per le coperture a shed: o
travi a forma di “ginocchio”; •
o
permette di inserire una finestratura per illuminazione naturale interna.
sulle travi vengono sovrapposti pannelli prefabbricati per formare il piano d’appoggio del manto di copertura.
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210
Solai di calcestruzzo armato (1) • Sono presenti elementi in laterizio: o
o
o
aventi funzione di cassaforma leggera; consentono di disporre l’armatura di acciaio in modo da ottenere, col getto di calcestruzzo, travetti distanti tra loro da 30 a 50 cm; vengono collegati tra loro da cordoli pure in calcestruzzo dello spessore di circa 4 m; •
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collegano i travetti formando una sezione reagente a T.
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211
Solai di calcestruzzo armato (2) • Versione in pannelli prefabbricati: o
molto diffusi nelle coperture di capannoni industriali.
• vantaggi: o
o
evitare le operazioni di manutenzione (tipiche dell’orditura in legno); ottenere un miglior livello di inerzia termica della copertura.
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212
Tetti piani (1) • I tetti piani sono caratterizzati da una pendenza minima: o
o
appena sufficiente per assicurare lo scorrimento dell’acqua fino agli scarichi; secondo la normativa UNI si definiscono tetti piani quelli con pendenza minore del 5%.
• si classificano in: o
tetti piani non praticabili:
o
tetti piani praticabili:
• •
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non sono accessibili alle persone se non per manutenzione. sono accessibili alle persone e sono dotati di pavimentazione e protezioni contro il rischio di cedimenti. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
213
Tetti piani (2) • A loro volta si suddividono in: o
tetti a giardino pensile:
•
o
terrazze:
• o
quando sono adatte al soggiorno.
tetti carrabili:
•
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quando sono dotati di uno strato di terra nel quale si possono coltivare erba, arbusti e fiori.
quando sono percorribili da veicoli. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
214
Sistema di impermeabilizzazione (1) • E’ uno degli elementi fondamentale di una copertura (soprattutto se piana): o
scelta, dimensionamento ed esecuzione montaggio dipendono da: • •
o
grado di accessibilità della copertura, con conseguente entità dei carichi; condizioni climatiche che possono danneggiare la copertura sotto forma di: – – –
irraggiamento solare; sbalzi termici; temperature elevate.
•
necessità di un isolamento termico all’interno.
• • •
coperture impermeabilizzate a freddo; coperture impermeabilizzate a caldo; coperture impermeabilizzate con membrane sintetiche; coperture impermeabilizzate con membrane bituminose.
si possono adottare:
•
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215
Sistema di impermeabilizzazione (2) • Il sistema di impermeabilizzazione è costituito da un insieme di strati: o
strato di impermeabilizzazione: •
o
strato di pendenza: • • • •
o
realizzato con impermeabilizzazione a caldo o a freddo. compito di smaltire le acque; spessore dai 3 ai 5 cm; realizzato con un getto di calcestruzzo o aggregati leggeri; costituisce il supporto dello strato di impermeabilizzazione.
strato di separazione: •
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evita i danni prodotti con il movimento del supporto con lo strato di impermeabilizzazione. continua … ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
216
Sistema di impermeabilizzazione (3) … continua o
strato di isolamento termico:
o
barriera al vapore:
• •
per sottotetti abitabili; per sottotetti non abitabili.
•
funzione di impedimento della condensazione all’interno degli strati; funzione di proteggere lo strato isolante dall'umidità.
• o
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strato portante: •
costituito da:
•
funzione di resistere ai carichi e al peso degli strati costituenti.
– – – – –
soletta di calcestruzzo armato; pannelli di copertura prefabbricati; solaio misto in laterocemento; tavolato in legno; lamiere grecate.
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217
Sistema di impermeabilizzazione (3) • Realizzazione dello strato impermeabilizzante: o
o
con prodotti sfusi o membrane per impermeabilizzazione; criteri di collegamento al supporto: • • •
o
protezione superficiale: • • • •
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indipendente (materiale che impedisce l’adesione); semiaderente (incollaggio discontinuo); aderente. membrane autoprotette; strati di ghiaietto; pavimentazione su massetto; pavimentazione drenata (lastre di calcestruzzo appoggiate). ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
218
Sistema di impermeabilizzazione (3) • Fondamentale la cura nell’esecuzione dei punti critici: o o o
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cornicioni ed imbocchi dei pluviali; risvolti verticali; giunti di dilatazione.
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219
La copertura (A. Forti classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (M. Dalbon classe V B ITA a.sc. 2010-2011)
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220
Indice • Definizione; • Classificazioni; • Coperture discontinue: o o o
coppo; tegole; ….
• Coperture continue: o o
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lastre in laterocemento; …
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221
Definizione • La copertura è costituita da elementi di diverso materiale che assicurano: o
o
la tenuta dell’acqua grazie al sistema di collegamento e alla pendenza; la diffusione di umidità: • • • •
coperture impermeabilizzate a freddo; coperture impermeabilizzate a caldo; coperture impermeabilizzate con membrane sintetiche; coperture impermeabilizzate con membrane bituminose.
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222
Classificazione • In base alla pendenza le coperture possono essere suddivise in: o
coperture per tetti a falde: •
sono costituiti da una o più falde:
– con pendenza diversa a seconda dei materiali usati per il manto.
o
coperture per tetti piani: •
sono realizzati con pendenza minime sufficienti per smaltire le acque.
• in base al tipo di manto: o o
coperture discontinue; coperture continue.
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223
Coperture discontinue • Il manto è effettuato con vari materiali che, grazie al modo in cui sono collegati e alla loro pendenza, assicurano la tenuta dell’acqua: o coperture di tegole in laterizio; o coperture di tegole in cemento; o coperture di tegole in legno (scandole); o coperture di lastre in fibrocemento; o coperture di lastre in pietra; o coperture di lastre di materie plastiche; o coperture di tegole bituminose.
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224
Coperture continue • Il manto è attuato con elementi molto ampi congiunti insieme durante la posa in opera, in modo da assicurare la tenuta per qualsiasi pendenza: o o o
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coperture di pannelli metallici coibentati; coperture di rame; coperture di lamiere grecate di acciaio zincato, rame, alluminio … .
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225
Coppo • Il coppo, detto anche tegola curva o “canale”: o
o
o o
o
o
prodotto tradizionalmente per stampaggio ed industrialmente per estrusione; le dimensioni tipiche (anche se variabili nelle varie tradizioni regionali): • •
45-50 cm di lunghezza; 13-17 cm di larghezza.
• •
circa 28-30 coppi a fila con sormonti di 10 cm circa; la pendenza della falda non è in genere inferiore a 30%.
viene realizzato generalmente in laterizio; il fabbisogno per metro quadrato di copertura: rappresenta il tipo di copertura più diffusa in Italia; ha l’inconveniente di tendere nel tempo a scivolare verso il basso.
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226
Tegola (1) • La tegola è un manufatto realizzato in materiali resistenti ma allo stesso tempo leggeri: o
o o o o
laterizio: il più diffuso per la sua facilità di reperire questo tipo di elemento; ardesia; legno (scandole); cemento; metallo.
• tutti i diversi tipi di tegole hanno la stessa finzione cambia solo la forma: o
moltissime varianti locali.
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227
Tegola (2) • • • • • • • • • •
Unicoppo; tegola marsigliese; embrice (o tegola romana); tegola portoghese; tegola canadese; tegola in cemento; lastre di ardesia; coppo arabo; coppo portoghese; ….
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228
Tegole di cemento • Questo tipo di materiale ha gli stessi impieghi di quelle con il materiale laterizio; • presenta: o o o
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maggiore resistenza; maggiore scabrosità (capacità di trattenere la neve); maggiore peso.
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229
Tegole di legno • Le scandole sono realizzate con un legno molto resistente: o
in particolare il larice che garantisce la durata nel tempo.
• le scandole sono lavorate con scanalature per favorire lo scorrimento dell’acqua sulla falda; • varie dimensioni: o o o
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scandole alpine lunghe 100 cm, larghe 20 e spesse 2,5; scandole canadesi lunghe 50 cm, larghe 10 e spesse 1,5; le scandole sono lavorate con scanalature per favorire lo scorrimento dell’acqua sulla falda. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
230
Fibrocemento • Il fibrocemento o
una volta detto anche cemento-amianto (Eternit): •
era una mistura di cemento e fibre di amianto: – –
elevata resistenza alla trazione; ma cancerogeno.
• ora fibrocemento ecologico: o
o
matrice cementizia rinforzata con fibre organiche, naturali e sintetiche; si realizzano: • •
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lastre in fibrocemento usate con funzione portante: –
per le coperture di capannoni o come sottocoppo.
–
possono dar luogo ad incidenti sul lavoro:
se non muniti dei previsti dispositivi di sicurezza: »
consigliato l’uso di lastre munite di rinforzi longitudinali. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
231
Lastre di pietra • Si utilizzano lastre di diversa tipologia di pietra: o
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•
ardesia, …
• •
edifici di prestigio; edifici nelle zone soggette a vincoli architettonici e paesaggistici.
si utilizzano per:
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232
Tegole bituminose o tegole canadesi • Consentono la realizzazione di falde con superfici: o o
molto complesse e irregolari; con pendenza compresa tra il 20% e la verticale.
• presentano una struttura composta; • sono altamente impermeabili e non subiscono deformazioni in occasione di forte variazioni della temperatura: o
con pendenze minori del 20% è meglio impiegare l’impermeabilizzante per il supporto delle infiltrazioni.
• hanno una buona durata e resistenza agli agenti atmosferici, facile da posare e non necessitano di manutenzione.
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233
Pannelli metallici coibentanti (1) • Sono pannelli metallici autoportanti coibentati: o o
o
o
destinati alle coperture inclinate; si caratterizzano per la facilità di montaggio e per assenza di manutenzione; utilizzano profili specifici in lamiera grecata che supportano alti livelli di autoportanza; possono essere forniti con diversi tipi di coibentazione come il poliuretano o la lana di roccia: •
o
in base ai modelli e alle esigenze di isolamento.
la struttura può essere piana, grecata, microvenata, forata in base alle esigenze di isolamento. 14/05/11
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234
Pannelli metallici coibentanti (2) • Il lato esterno di un pannello coibentato per coperture inclinate può essere realizzato: o
in acciaio, alluminio, alluminio centesimale, rame (questo ultimo indicato per coperture di edifici residenziali o di prestigio) e presentare vari tipi di grecatura.
• il lato interno prevede l’utilizzo di materiali come alluminio, acciaio, laminati plastici, … .
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235
Rame • Due modalità di impiego: o
o
lastre piane flessibili da posarsi su superfici continue; elementi relativamente rigidi (lastre grecate, ondulate, piastre alla francese) da posarsi su supporto discontinuo.
• le tavole saranno generalmente maschiate, dotate di superficie liscia e sottoposte a trattamenti ignifughi: o
le giunzioni verticali (quelle disposte lungo la linea di massima pendenza) sono di diverso tipo e connotano formalmente il manto di copertura.
• elevata durate e assenza di manutenzione.
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236
Lamiere grecate • Sono adatte per la realizzazione di falde di grande ampiezza: o o
con una pendenza minima del 2%; sono costruite, a seconda delle esigenze di rigidezza e di portanza dei carichi, con: • •
acciaio zincato e inox; rame e alluminio.
• si utilizzano per: o
manto di copertura portante: •
o
lamiere sono usate per la resistenza ai carichi;
manto di copertura su sottofondo: •
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costituiscono uno strato di tenuta all’acqua.
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237
Coperture e tettoie in canna o paglia • Le stuoie di canna o paglia possono essere utilizzate per la costruzione di tettoie come ottimo termoisolante naturale: o o
trattengono bene i raggi solari; mantenere una temperatura mite anche nei mesi estivi più caldi.
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ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
238
Nuove tecnologie • Tetto sempre più sfruttato per le tecnologie solari: o
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nuove tecnologie per inserire le lastre fotovoltaiche direttamente sulle tegole.
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239
08 Le pareti interne (R. Rizzi classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (R. Parrilla classe V B ITA a.sc. 2010-2011)
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ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
240
Indice 1. 2. 3. 4. 5.
Definizione; Requisiti; Soluzioni costruttive; Malte; Principali tipi di pareti interne: o o o o o
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in laterizi forati; in cartongesso; in vetrocemento; in legno; mobili. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
241
Definizione • Le pareti o partizioni interne hanno la funzione di delimitare i diversi ambienti del fabbricato in base alle attività che vi sono svolte.
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242
Requisiti • Gli elementi di partizione devono soddisfare i seguenti requisiti: o o o o o o
o
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buon isolamento termico ed acustico (fonoisolamento e fonoassorbimento); assicurare un adeguato comfort abitativo; evitare azioni di disturbo allo svolgimento delle eventuali attività in corso; isolamento igrotermico (condensazione); resistenza al fuoco; sufficiente resistenza meccanica: • agli urti; • ai carichi appesi.
(in particolari situazioni) isolamento da fenomeni di diffusione gassosa o elettromagnetica (raggi x ed altre radiazioni). ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
243
Soluzioni costruttive • Dal punto di vista esecutivo le soluzioni più ricorrenti di pareti divisorie sono: o
divisori realizzati in opera con tecniche tradizionali (mattoni forati, blocchi di gesso, vetromattoni, ...): • in fase di costruzione dell’edificio; • durante la ristrutturazione.
o
pareti costruite in cantiere con elementi prefabbricati: • lastre di gesso rivestite e montate su profili metallici:
– per la realizzazione di edifici non residenziali come uffici, scuole o alberghi.
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244
Malte • Sono l’elemento fondamentale impiegate nella costruzioni delle pareti interne: o
per l’unione dei vari elementi (mattoni, pannelli, …); per la rifinitura esterna (intonaci, …).
o
materiali di base:
o
caratteristiche:
o
• hanno generalmente la seguente composizione e caratteristiche: • cemento e calce aerea; • sabbia calcarea pregiata macinata; • parti organici < 5%. • • • • •
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buona lavorazione a macchina; buona aderenza al supporto (forati, cartongesso, …); elevata resa; buona lavorabilità con la cazzuola; disponibile con eventuali additivi (antigelo, …). ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Principali tipi di pareti interne • • • • •
Pareti interne in laterizi forati; pareti interne in cartongesso; pareti interne in vetromattone; pareti interne in legno; pareti interne mobili.
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246
Pareti interne in forati (1) • Per la costruzione delle suddette pareti vengono impiegati generalmente: o
forati dello spessore di cm 8, nei formati 25×25x8 e 12×25x8; forati da cm 5 comunemente dette schiacciole:
o
forati dallo spessore di 12 cm usati:
o
• • •
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normalmente si usano per fare le cassette per gli scarichi, … .
nei tamponamenti di un fabbricato realizzato in cemento armato; per pareti di divisione fra due diversi appartamenti o unità immobiliari.
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247
Pareti interne in forati (2) • Si caratterizzano per: o o o o
resistenza agli urti molto buona; basso isolamento termico; basso isolamento acustico; inserimento impianti difficoltoso.
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248
Pareti interne in cartongesso (1) • Sono pareti verticali realizzate con lastre precostituite di gesso rivestito: o
o
avvitate su telaio metallico con interposto uno strato di materiale isolante; facili da montare, versatili e flessibili:
•
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ideali per realizzare in breve tempo suddivisioni di grandi ambienti ad uso commerciale ed industriale.
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249
Pareti interne in cartongesso (2) o
Pannelli in lana di roccia interposta tra le lastre di cartongesso e i montanti dell’orditura metallica: • • •
o
la doppia lastra determina inoltre: • •
o
un buon isolamento termico; maggiore resistenza contro l’incendio; un buon isolamento acustico.
migliore resistenza agli urti; facile attrezzabilità di eventuali impianti (elettico, termico, …).
attenzione all’umidità.
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250
Lastre in cartongesso • Sono costituite da elementi piani di gesso: o
rivestititi sulle superfici e sui bordi longitudinali da cartone speciale per migliorarne le caratteristiche meccaniche.
• in funzione delle prestazioni richieste, le pareti vengono realizzate: o o
in monostrato; in pluristrato con spessori da 10 a 25 mm.
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251
Struttura pareti in cartongesso • L’armatura interna delle pareti di cartongesso è costituita da profilati in acciaio a C o ad U: o
o
fissati fra di loro, alle pareti, al soffitto ed al pavimento con viti anticorrosione o con tassello ad espansione; i pannelli in cartongesso (a lastra singola doppia o tripla), vengono bloccati ai profilati sempre tramite viti.
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252
Pareti interne in vetromattone (1) • L’ideale per realizzare angoli della casa luminosi e ad alta valenza estetica: o
pareti usate per: • • •
muretti separatori; il vano doccia; divisori in sala.
• diverse versioni: o
liscio, ondulato, satinato o colorato: •
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caratteristiche che lo avvicinano molto di più a un arredo.
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253
Pareti interne in vetromattone (2) • Dimensioni standard: o
o
19×19 cm e spessore di 8 cm; anche misure diverse (mezzomattone da 9×19×8 cm).
• metodologie costruttive: 1.
2.
utilizzare un telaio in legno precostruito; unire i vetromattoni con la malta.
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Pareti in legno
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Pareti interne mobili (1) • Si ricorre alle pareti divisorie mobili, separé modulari: o
o
quando sussiste l’esigenza di dividere un ambiente in via temporanea, in maniera veloce, economica e flessibile; ogni qualvolta sussiste la necessità di suddividere gli ambienti secondo specifiche esigenze: •
14/05/11
uffici, sale per congressi, sale per riunioni, show room.
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256
Pareti interne mobili (2)
• Possono essere: o o
con pannelli in legno; con strutture in legno a telaio: •
o o o o
tamponate con pannelli in legno o fibra di gesso.
in vetro temperato; in alluminio; in laminato plastico; in acciaio zincato.
• questo consente di ottenere massima flessibilità e ottime prestazioni termicoacustiche. 14/05/11
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257
Pareti interne mobili (3)
• Contengono le sedi opportune per accogliere gli elementi di molti impianti: o
elettrico, idrico, termico, reti informatiche, … .
• possono anche essere integrate con elementi di arredo (armadi …).
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258
09. Gli infissi (C. Bonomi classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (L.. Poli classe V B ITA a.sc. 2010-2011)
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259
Indice 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
Definizione; elementi costruttivi; prestazioni; classificazione; materiali utilizzati; infissi esterni; infissi interni; certificazione.
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Definizione • Gli infissi sono quegli elementi stabilmente vincolati alle murature di un edificio, rispetto al quale svolgono funzione di finitura, messa in comunicazione, isolamento e protezione; • permettono/impediscono il passaggio di persone, animali, energia, luce, aria, suoni: o
porte: • •
o
consentono il passaggio di persone e cose tra spazi adiacenti; regolano irraggiamento, illuminazione e isolamento di un ambiente.
finestre: • • •
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regolano il passaggio di energia radiante; permettono ventilazione e illuminazione degli spazi interni; permettono la visibilità esterna.
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261
Elementi costruttivi (1) • Ogni infisso è costituito da: o
telaio fisso: •
o
o
o
o
telaio mobile: •
parte apribile e mobile del serramento collegata al telaio fisso.
•
blocca il telaio mobile in posizione di chiusura.
•
consentono il movimento dei telai mobili.
dispositivo di bloccaggio (maniglie, ...):
dispositivo di movimento (cardine c cerniere, supporti scorrevoli, ...): dispositivo di oscuramento:
• • • 14/05/11
unisce il serramento alla struttura muraria e porta le cerniere per l’articolazione dei telai mobili.
riduce e regola l’immissione di luce negli ambienti interni; aumenta l’isolamento termico del serramento; lo protegge da intemperie. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
262
Elementi costruttivi (2) • Il telaio fisso è composto da: o
o
o
o o
(1) architrave (o arcata, conclude la porta superiormente); (5) stipte (sono due e delimitano i lati verticali); (6) soglia (elemento orizzontale inferiore); (7) cornice; (6) eventuale soglia.
• il telaio mobile è costituito da: o o o
14/05/11
(4) battente; (3) antiporta; (2) cardine. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
263
Prestazioni (1) • Permeabilità all’aria [m3/(h·m)]: o
attitudine di un infisso chiuso a non lasciar passare l’aria quando è sottoposto a pressioni e temperature differenti sulle due facciate (vento, condizionamento dell’aria).
• tenuta all’acqua: o
capacità di impedire infiltrazioni di acqua piovana, salvaguardando le parti che potrebbero essere danneggiate dall’acqua.
• resistenza al vento: o
capacità di resistere alle sollecitazioni del vento, che non devono indurre: • • •
deformazioni permanenti; riduzione di stabilità e funzionalità; perdite di sicurezza nel tempo.
• efficienza di manovra: o
ia apertura ed in chiusura.
• facilità di manutenzione. 14/05/11
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264
Telai • Si possono classificare: o
o
secondo la collocazione: •
su tramezzi:
•
su muri grossi:
– –
semplici (senza controtelaio); composti (con controtelaio).
– – –
semplici; semplici con imbotte; composti.
secondo la composizione:
• • • •
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senza controtelaio a filo con la parete divisoria; senza controtelaio a filo con la parete intonacata; provvisti di controtelaio a filo con la parete divisoria; provvisti di controtelaio a filo con la parete intonacata. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
265
Battenti • Possono essere: o
battenti tamburati: •
o
con un’anima interna ovvero un’intelaiatura robusta a nido d’ape o a strisce verticali di compensato.
battenti specchiati: •
14/05/11
montanti con all’interno piccoli pannelli di vetro o di legno.
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266
Dispositivi per legare i battenti ai telai • Cardini: o
elemento avvitato allo spessore del telaio e a quello del battente: •
la parte attaccata al telaio presenta una testata cilindrica piena (maschio) mentre quella del battente è cava (femmina), per consentire l’incastro.
• cerniere: o
altri dispositivi diversi a seconda dell’adattamento a specifiche articolazioni. Si possono identificare così: • • • •
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a bietta: con battenti sporgenti; a rasare: con i battenti a filo con i telai; a vento: per duplice movimento dei battenti; complementari: per porte a due battenti. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
267
Serrature (1) • Dispositivi che consentono il bloccaggio delle porte ai telai: o
composti da: • •
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un dispositivo meccanico che funge da maschio; un componente femmina che viene detto foro d’incontro.
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268
Serrature (2) • Possono essere o
a chiavistello: •
un cilindro, munito di impugnatura può scorrere avanti e indietro in anelli all’interno dello stipite consentendo il bloccaggio.
o
a scatto o scrocco:
o
di sicurezza:
o
a combinazione:
•
• •
particolarmente idonee alle porte interne perché dotate di una stanghetta spostabile con una maniglia o solamente spingendo il battente contro il telaio. dotate sia di scrocco che di chiavistello. provviste di pulsanti contrassegnati da numeri o lettere tramite il quale è possibile formare una combinazione.
14/05/11
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269
Prestazioni (2) • Controllo della trasmissione luminosa: o
o
viene quantificato il livello di illuminazione naturale all’interno di un locale; alcuni serramenti possono: • • •
impedire la visuale; limitare il passaggio di luce; consentire una visuale completa.
• controllo dell'isolamento termico [kcal/(hm2°C)]: o
capacità dell’infisso di contenere il passaggio del calore.
• controllo dell’isolamento acustico: o
costituire una valida barriera al rumore esterno; capacità dell'infisso di opporsi alle vibrazioni.
o
capacità dell’infisso di:
o
• durabilità: • •
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mantenere inalterate nel tempo le prestazioni iniziali; resistere al degrado e alle alterazioni dovute agli agenti chimici (corrosione, smog,...). ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
270
Prestazioni (3) • Resistenza meccanica: o
resistenza a tutte le sollecitazioni che gli infissi devono sopportare (soprattutto quando sono aperti): • • • • •
sforzo per apertura, movimento e chiusura; svirgolamento; torsione; deformazione diagonale; carico all’estremità verticale.
• sicurezza alle intrusioni: o
resistenza meccanica ad azioni di scasso, sfondamento, demolizione.
• resistenza al fuoco; • resistenza ad aggressioni chimiche; • massima sicurezza nell’uso: o
14/05/11
essere realizzato in modo da non causare danni a persone o cose a causa di un malfunzionamento. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
271
Classificazione (1) • In base al sistema di apertura dell’anta: o
o
o o
alla francese: verso l’interno. all’inglese: verso l’esterno; scorrevole; speciali (prossima diapositiva).
14/05/11
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272
Classificazione (2) • girevole; • a vasistas; • a fisarmonica o a libro.
14/05/11
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273
Classificazione (3) • In base al numero di battenti; • in base alla dislocazione: o
o
interne: cieche per reparti notte e vetrate per reparti giorno; esterne: entrate principali, porte di servizio, porte di sicurezza, porte stagne.
• in base alla posizione dei cardini: sinistra o destra; • in base al tipo di sostegno: o o
senza telaio; con telaio: • •
14/05/11
senza controtelaio (semplice); provvisto di controtelaio (composto). ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
274
Classificazione (4) • In base ai sistemi costruttivi dei battenti: o
o o
a tavolato semplice o doppio; intelaiate; tamburate.
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275
Materiali • Gli infissi possono essere di diversi materiali: o o o o o
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legno; alluminio; PVC; ferro; vetro.
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276
Serramenti in legno (1) • Si utilizza legno massiccio o lamellare di: o
larice, pino silvestre, rovere, abete rosso, castagno, pitch pine, douglas, hemlock, teak.
• finitura superficiale: o
con vernice trasparente o coprente.
• N.B.: richiede manutenzione nel tempo.
14/05/11
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277
Serramenti in legno (2) • Assicurano ottime prestazioni sia a livello tecnico che estetico: o o o o o
sono robusti; poco deformabili; elevata inerzia igroscopica; buoni isolanti acustici; permettono qualsiasi geometria (al contrario di PVC o alluminio).
14/05/11
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278
Serramenti in lega di alluminio • Si tratta di elementi in lega di alluminio prodotti per estrusione; • vantaggi: o o
o o o
•
o
o
molto robusti e leggeri; resistenti agli attacchi da agenti atmosferici ed alla corrosione; molto durevoli; veloci da installare; poca manutenzione; indeformabili.
svantaggi:
sono un ottimo veicolo per le dispersioni termiche per via dell’elevata conducibilità.
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279
Serramenti in PVC • Si utilizza PVC (cloruro di polivinile) rigido; • vantaggi: o o
•
elevata protezione dalle intemperie; non richiede manutenzioni nel tempo.
svantaggi: o
o
risulta essere molto sensibile alla luce ad al calore e per questa ragione viene stabilizzato; riciclabile ma a costi elevati: •
se bruciato o scaldato ad elevate temperature il PVC plastificato è estremamente pericoloso: –
14/05/11
formazione di diossina.
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280
Serramenti in ferro • Caratteristiche: ormai poco usati perché sempre più sostituiti da alluminio; • possono essere usati per restauri o dove non serve particolare isolamento; • si caratterizzano per: o o
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robustezza del materiale; estrema libertà progettuale per via della curabilità del materiale. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
281
Serramenti in vetro • Usati sia per interni che per esterni: o
vantaggi: • • • • •
o
svantaggi: • • •
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capacità di assorbire il calore dei raggi solari e trasmetterlo nell’ ambiente interno; omogeneo; indeformabile alle temperature ordinarie; trasparente allo spettro sensibile; duro e resistente alle sollecitazioni. fragilità; peso specifico elevato; elevato coefficiente di dilatazione termica che lo può far rompere con sbalzi termici troppo elevati. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
282
Infissi esterni (1) • Svolgono la funzione di: o
o
regolare il passaggio di persone, animali e cose tra gli spazi esterni e quelli interni dell’edificio; consentire ventilazione e illuminazione naturale degli ambienti interni.
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283
Infissi esterni (2) • Si suddividono in: o
serramenti esterni: • • •
o
finestre: per ventilazione, illuminazione, visibilità; porte finestre: consentono anche il passaggio di persone; porte: controllano e impediscono il passaggio di persone e oggetti (evitare intrusioni).
schermi: • •
14/05/11
messi sulle chiusure esterne controllano l’illuminazione naturale e il passaggio di energia e la visuale; molte sono le tipologie: – – – – – –
scuri; veneziane; persiane avvolgibili o a stecche; tende; antoni; frangisole.
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284
Infissi interni (1) • Svolgono la funzione di: o
o o o
controllare il passaggio tra gli ambienti dell’edificio; isolare acusticamente; proteggere da intrusioni; garantire la sicurezza in caso d’incendio.
• vengono generalmente inseriti su tramezzi ma si possono trovare anche su muri grossi. 14/05/11
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285
Infissi interni (2) • Si suddividono in: o
porte interne: • • • • •
o
o
o o
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porte a battente; porte scorrevoli; porte a libro; porte a soffitto; porte a vento.
portoncini di accesso agli alloggi; porte e serrande di autorimesse e box; porte tagliafuoco; porte di ascensori. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
286
Certificazione • Dal 1° febbraio 2010 tutti i serramenti commercializzati nel mercato dell’Unione Europea devono avere la Marcatura CE obbligatoriamente: o
o
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si applica a finestre e porte (esterne e interne) secondo la norma UNI EN 14351-1 "Finestre e porte esterne pedonali, senza caratteristiche di resistenza a fuoco e/o di tenuta al fumo“; serve per garantire al cliente la qualità e la conformità dei materiali e dei prodotti.
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287
10. Le pavimentazioni
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288
Le pavimentazioni esterne (M. Brocchetti classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (A. Cova classe V B ITA A.sc. 2010-2011)
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289
Indice • Definizione; • Caratteristiche principali; • Struttura: o o
strato interno; strato superficiale.
• Materiali principali:
o
clinker; porfido; basalto; masselli di calcestruzzo; autobloccanti anticati; marmo da esterni.
o
cubetti, lastrame, piastrelle, binderi, … .
o o o o o
• Formati: 14/05/11
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Definizione • Le pavimentazioni esterne sono date dall’insieme dei materiali utilizzati per rifinire le superfici: o o
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poste all’esterno agli edifici (viabilità, terrazzi, …); comunque a contatto con l’ambiente circostante e con i vari agenti atmosferici.
ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
291
Caratteristiche principali • I materiali utilizzati e le tecniche di produzione devono garantire (a seconda delle loro diverse destinazioni): o o o o o o o
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elevata resistenza ad azioni meccaniche; adeguata antiscivolosità; resistenza all’usura; elevato coefficiente d’attrito; elevata durabilità nel tempo; resistenza agli agenti atmosferici e al gelo; facilità di manutenzione.
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292
Struttura • Queste pavimentazioni, a seconda dell’utilizzo, sono formate da: o
o
un supporto (strato interno) che varia in funzione di: • • •
natura del terreno; tipo di pavimentazione; dai carichi previsti.
•
responsabile delle caratteristiche in termini di antiscivolosità, resistenza agli agenti atmosferici, facilità di manutenzione; può essere di:
uno strato superficiale: •
14/05/11
– – – –
lastre di materiali lapidei; piastrelle di ceramica; masselli di calcestruzzo; piastrelle e lastre piane di calcestruzzo. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
293
Principali materiali • Piastrelle in materiali ceramici: o o
clinker; gres.
• elementi in pietra naturale (porfido, basalto, marmo): o o o o o o
cubetti; lastrame; piastrelle; binderi; smolleri; cordoli.
• masselli in calcestruzzo (autobloccante); • autobloccanti anticati; • marmo da esterni. 14/05/11
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294
Clinker (1) • Il clinker è un prodotto ceramico a pasta compatta: o
o
contenente un’alta percentuale di base vetrosa da cui prende il nome di materiale vetrificato; l’impasto è costituito prevalentemente da argilla caolinica, rocce feldspatiche e argille vetrificabili: •
• 14/05/11
alle alte temperature permettono la vetrificazione del materiale riducendone la porosità della massa e aumentandone la resistenza; la cottura avviene con temperature che superano i 1200°C. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
295
Clinker (2) • E' un materiale che presenta ottime doti di: • • • •
resistenza chimico-fisica; alta densità; durezza; resistenza agli agenti atmosferici e agli urti.
• buoni requisiti estetici per la possibilità di produrlo in varie tonalità.
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296
Gres (1) • Si ottiene per mescolanze argillose naturali che producono ceramiche dette, appunto, greificate: o
o
o
è necessaria una temperatura tra 1200 °C a 1350 °C; sono costituite da: • 33% circa di argille caolinitiche (bianche); • un 50% di fondenti (principalmente feldspato); • la percentuale restante di materiali inerti (sabbie o quarzo). i colori variano a seconda dei composti ferrosi presenti.
• possono venire smaltate: o
dopo la cottura vengono colorate allo stesso livello dell'impasto.
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297
Gres (2) • Il gres per esterni (balconi, marciapiedi, portici, cortili, terrazzi, …) si caratterizza per: o o
un’ottima resistenza al calpestio; elevata resistenza all’azione degli agenti atmosferici.
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298
Porfidi (1) • I porfidi sono rocce vulcaniche effusive: o
o
formato da una pasta vetrosa o microcristallina di fondo (più del 65%); sono immersi piccoli cristalli in percentuale variabile tra il 30 e il 35%: •
i cristalli più abbondanti sono quelli di quarzo, tanto che alla roccia viene attribuita anche la denominazione di "porfido quarzifero“.
• tale composizione determina elevata resistente: o o o
all’usura; agli agenti atmosferici; alle pressioni meccaniche.
14/05/11
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299
Porfidi (2) • Il porfido si può trovare sia in lastre che in cubetti (sampietrini, …).
14/05/11
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300
Basalto • Il basalto è una roccia effusiva di origine vulcanica: o o
di colore scuro o nero; il basalto è formato principalmente da plagioclasio calcico e pirosseni: • •
con un contenuto di silice (SiO2) relativamente basso (minore del 50% solitamente); alcuni basalti possono essere anche ricchi in olivina.
• il basalto ha buona resistenza al carico, al calore e non necessita di particolare manutenzione. 14/05/11
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301
Marmo • Il marmo è una roccia metamorfica composta prevalentemente di carbonato di calcio (CaCO3): o
o
si forma attraverso un processo metamorfico da rocce sedimentarie, quali il calcare o la dolomia; una completa ricristallizzazione del carbonato di calcio dà luogo ad un mosaico di cristalli di calcite o di dolomite (minerale).
• è un materiale abbastanza delicato e costoso: o
viene utilizzato soprattutto per aree in genere piccole come terrazze o camminamenti esterni.
14/05/11
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302
Forme di utilizzo dei vari materiali • I vari materiali vengono utilizzate sotto formati diversi a seconda dello scopo della pavimentazione che vanno a costituire: o o o o o o o
14/05/11
cubetti (sanpietrini); lastrame; piastrelle; binderi; smolleri; cordoli; masselli di calcestruzzo (autobloccanti). ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
303
Cubetti (1) • I cubetti sono sicuramente il tipo di pavimentazione in pietra (soprattutto porfido) più utilizzato in particolare per pavimentazioni: o o o
per aree pedonali; per strade; per ricreare le pavimentazioni dei centri storici.
• uniscono un elevato contenuto estetico ad un alto indice di flessibilità tecnologica; • sono adattabili ad ogni tipo di ambiente e temperatura. 14/05/11
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304
Cubetti (2) •
•
Sono di forma cubica irregolare, ottenuta per spaccatura meccanica: o si presentano con una superficie superiore a piano naturale di cava. presentano: o un’ottima resistenza all’usura; o un buon coefficiente d’attrito; o adattabilità alle diverse situazioni di arredo urbano.
14/05/11
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305
Lastrame • Il lastrame viene ottenuto direttamente in cava già alla fine delle operazioni di cernita del porfido lastrificato abbattuto: o
è costituito da lastre di forma poligonale più o meno regolare: • •
o
o
con i bordi a spacco irregolare; con la superficie in vista a piano naturale di cava.
si classifica in vari tipi in base alle dimensioni e allo spessore (da 2 a 7 cm); è utilizzato principalmente per la formazione di pavimentazioni esterne (marciapiedi, cortili, viali, giardini, …).
14/05/11
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306
Piastrelle (1) • Le piastrelle presentano: o o o
resistenza meccanica, notevole effetto estetico, una elevata resistenza agli sbalzi climatici.
14/05/11
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307
Piastrelle (2) • Nel caso dei materiali lapidei ci sono tre tipi principali: o
o
a spacco o tranciate (di forma irregolare):
• • •
vengono squadrate mediante compressione; la superficie è a piano naturale di cava; spessore variabile.
•
sono prodotte dalla rifilatura delle lastre grezze da sega; la superficie è quella naturale di cava e le coste sono segate; spessore variabile.
a coste segate: • •
o
fiammate: • •
14/05/11
sono sottoposte a spacco termico (fiammatura); hanno un piano artificiale.
– le coste sono fresate con lati paralleli ed angoli retti lo spessore è uniforme (2, 3, 4 cm). ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
308
Binderi • I binderi sono a elementi a forma di parallelepipedo: o
si integrano con pavimentazioni di porfido:
o
faccia superiore a piano naturale:
o
• • •
elementi di contenimento della pavimentazione; bordi di marciapiede; delimitare e contenere piazze, viali, marciapiedi, giardini
•
ben squadrata con lati paralleli e le coste a spacco.
• • •
altezza da 10 a 15 cm; spessore che varia da 8 a 12 cm; lunghezza variabile di 10 - 30 cm.
hanno una dimensioni tendenzialmente standard:
• possono essere posati: o
o
rispettando ad opera finita lo stesso piano della pavimentazione da realizzarsi; rialzati di 1 - 2 cm rispetto alla quota finale del pavimento.
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309
Smolleri • Gli smolleri presentano: o o o
la testa superiore tranciata a vista; due coste a spacco; due facce laterali sono a piano naturale di cava.
• risulta una superficie ruvida e di aspetto rustico: o
vengono impiegati su terreni in notevole pendenza, dove si necessita una forte aderenza.
• sono ottenuti tramite tranciatura: o o
la testa è rifinita a mano; presentano due facce laterali a piano naturale di cava.
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Cordoli • I cordoli in porfido hanno forma di parallelepipedo: o
o
o
solitamente hanno le facce a vista piano cava (naturale) e la testa a spacco; in alternativa si effettuano lavorazioni sui lati e sulla testa; hanno spessori che vanno solitamente da 4 a 25 cm: •
o
per un’altezza non inferiore a 20- 25 cm.
possono avere diverse funzioni non esclusivamente estetiche: •
contenere la pavimentazione, creare alzate di scalinate o alzate di marciapiedi.
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Masselli di calcestruzzo (autobloccanti) (1) • I masselli di calcestruzzo hanno una forma solitamente rettangolare o comunque regolare; • solitamente vengono utilizzati: o
o
per pavimentazioni di aree dove non sono presenti carichi definibili leggeri (piste ciclabili, marciapiedi, …); per pavimentazioni di aree dove i carichi sono abbastanza elevati (parcheggi, …).
• vantaggio principale: o
poter adottare svariate forme geometriche di vari colori a seconda delle esigenze e delle necessità.
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Masselli di calcestruzzo (autobloccanti) (2) • Versione massello anticato: o
presenta una serie di irregolarità e smussature che gli conferiscono un aspetto "vissuto“: •
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mediante un processo di postlavorazione che non intacca ne deteriora le proprietà dell’autobloccante.
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313
Le pavimentazioni interne (F. Sandri classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (D. Iachelini classe V B ITA a.sc. 2010-2011)
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Indice • • • •
Definizione; Rivestimento; Supporto; Classificazione: o o o o o o o
pavimenti realizzati con semilavorati; pavimenti realizzati con semilavorati resilienti; pavimenti realizzati con tecniche tradizionali; pavimenti in sughero; pavimentazioni tecniche; pavimenti sportivi; pavimenti gettati in opera.
• Prescrizione per l’eliminazione delle barriere architettoniche. 14/05/11
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315
Definizione • La pavimentazione interna nell’edilizia ha la funzione di: 1.
2.
3.
conferire alle superfici di calpestio il grado di finitura richiesto; trasmettere i carichi di servizio alle strutture orizzontali degli edifici o al terreno; contribuire all’isolamento acustico e termico degli ambienti.
• è costituita da due parti: o o
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rivestimento; supporto. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Rivestimento • Strato superficiale del pavimento, avente le funzioni di: o
o
resistere alle sollecitazioni meccaniche, alle aggressioni chimiche e a sollecitazioni di origine fisica; creare le condizioni di benessere e di sicurezza dell’utenza.
• viene realizzato con: o o o
piastrelle di ceramica; lastre lapidee o in legno; piastre o teli in materiale vinilico, gomma, linoleum o moquette.
• completato dal battiscopa, o zoccolino: o
raccordo che viene effettuato tra il rivestimento del pavimento e la parete.
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Supporto • E’ l’insieme degli strati sottostanti al rivestimento che concorrono a formare la pavimentazione; • hanno la funzione di: o o o o o
ancorare il rivestimento; compensare le quote e le pendenze; conferire un determinato grado di isolamento; incorporare le canalizzazioni degli impianti; ….
• le caratteristiche e la composizione degli strati del supporto variano in funzione: o o
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delle prestazioni richieste alla pavimentazione del tipo di rivestimento. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Classificazione • Le pavimentazioni interne si possono classificare in: o
pavimenti realizzati con semilavorati: • • • •
o o o o o o
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piastrelle; marmo; granito; parquet.
pavimenti realizzati con semilavorati resilienti; pavimenti realizzati con tecniche tradizionali; pavimenti in sughero; pavimentazioni tecniche; pavimenti sportivi; pavimenti gettati in opera. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Pavimenti interni realizzati con semilavorati (1) • Vengono principalmente posate: o o
su un allettamento di malta (alto circa 2 cm); per incollaggio utilizzando appositi collanti.
• sono costituiti da più elementi accostati con una forma regolare: o
o
tra un elemento e l’altro restano però degli spazi vuoti (le fughe): •
vengono inseriti dei particolari leganti detti "fuganti".
•
a giunto chiuso (con gli elementi del pavimento accostati uno all’altro); a giunto aperto (in questo caso vi è un distanziamento di qualche millimetro tra un elemento della pavimentazione ed un altro).
la posa può essere fatta: •
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320
Pavimenti interni realizzati con semilavorati (2) • Per la messa in opera (pavimento, parete, ...) vengono adottati due metodi: o
stesura di un letto (3 – 4 cm) di materiale inerte, sabbia con uno "spolvero" di cemento e calce idraulica; •
o
incollaggio della piastrella con prodotti specifici al fondo solido e asciutto preparato in precedenza: •
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si posano ad uno ad uno tutti gli elementi del pavimento ed infine si assestano.
è necessario avere uno strato di massetto ben orizzontale, sul quale stendere uno strato del collante tramite un’apposita spatola dentata, prima della posa di ogni singolo elemento.
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321
Semilavorati piastrella (1) • Si caratterizzano per: o o
o
spessore ridotto (6 - 9 mm); forme geometriche molteplici (quadrati, rettangoli, esagoni, …); dimensioni variabili (15x15 cm, 15x20 cm, 20x20 cm).
• vengono realizzate con materiali diversi: o
laterizio, graniglia, marmo.
o
capacità dello smalto di resistere a qualsiasi abrasione.
• fondamentale la “resistenza all’abrasione superficiale”:
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Semilavorati piastrella (2) • La piastrella più comune si ottiene da: o o
impasto di materiali argillosi e sabbie quarzifere; cotto in forni: • •
o
successivo raffreddamento: •
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temperatura oscillante tra i 1060 °C e i 1220 °C a seconda della tipologia; per 30-60 minuti. si ottiene un materiale resistente, rigido, non più solubile in acqua, con buona resistenza agli attacchi sia chimici che meccanici.
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323
Semilavorati piastrella (3) • Le piastrelle si possono classificare in: o
cotto: piastrella a pasta bianca o rossa; • •
o o
monocottura: –
cuocere supporto e smalto in un’unica passata: »
appositi forni tra gli 1170 e i 1200 °C.
bicottura: –
la piastrella viene realizzata in due tempi: » »
nel primo si cuoce l’impasto parzialmente (biscotto); in un secondo momento questo viene dipinto con smalti e passato alla seconda cottura.
clinker; grès: •
porcellanato in massa:
•
porcellanato smaltato:
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– – –
non smaltata per “pressatura”; bassissimo tasso di imbibizione (completamente inassorbente). piastrella smaltata ottenuta per monocottura ma con caratteristiche finali tipo grès.
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324
Semilavorati marmo (1) • Formato attraverso un processo metamorfico da rocce sedimentarie (calcare o dolomia): o
completa ricristallizzazione del carbonato di calcio: •
dà luogo ad un mosaico di cristalli di calcite o di dolomite.
• estratto mediante: o
seghe “diamantate” o tecnica dell’acqua pressurizzata: •
lavorato a forma di lastre piane.
• è un materiale poroso: o
tende ad assorbire sostanze oleose: •
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sottoposto a trattamenti protettivi specifici.
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325
Semilavorati marmo (2) •
Le principali tecniche di lavorazione di superfici marmoree sono: o o
o
o
o
la lucidatura; la fiammatura: • viene usata per le pavimentazioni esterne; • offre sia un piacevole effetto decorativo che un effetto antisdrucciolo. la bocciardatura: • conferisce alla lastra una superficie scolpita. la sabbiatura: • prevede una levigazione della lastra. la spazzolatura o antichizzazione: • prevede l’uso di spazzole abrasive applicate a macchinari per la levigatura.
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326
Semilavorati granito (1) • E’ una roccia ignea intrusiva: o
o
o
formatasi a seguito del lento raffreddamento di un magma a profondità comprese tra 1,5 e 50 km; con grana media o grossolana e occasionalmente può presentare megacristalli; è una roccia sovrassatura: • •
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con contenuti di quarzo compresi tra il 20 e il 60%; altri minerali fondamentali presenti sono i feldspati e il plagioclasio e miche. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
327
Semilavorati parquet (1) • E’una pavimentazione composta dall’assemblaggio di singoli elementi di legno: o
con spessore minimo di mm 2,5 di legno nobile prima della posa.
• si differenziano in: o o
o
tradizionale o massello; prefinito: • •
elementi con unione ad incastro; con doghe a due o più strati:
•
stabilizzato, levigato e verniciato prima della posa.
–
uno di legno nobile e altri in multistrato di abete, betulla o altri materiali.
antico: • •
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vengono utilizzati pannelli e tavole recuperati da demolizioni e ristrutturazioni; restaurati attraverso vari processi atti a mantenere sulla superficie i segni del tempo. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
328
Semilavorati parquet (2) • I legni nobili: o
sono costituiti da: •
o
rovere, doussié, wengé, olivo, noce, iroko, teak, merbau, afrormosia, faggio.
si prestano con finiture particolari quali:
• • • • • •
colorazioni tramite pigmenti; spazzolatura della fibra (conferendo un effetto ruvido); microbisellatura dei lati della tavola (spigoli smussati e non vivi); piallature a mano; spigoli spaccati sui vari lati della tavola; piano sega:
•
thermo trattamenti:
•
trattamento ad olio o vernice.
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– –
la superficie della tavola presenta seghettature trasversali rispetto all'andamento della venatura. scurisce in tutto lo spessore.
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Semilavorati parquet (3) • Il parquet può essere posto in opera: o o o
incollato (con colle viniliche o bi-componenti); galleggiante; inchiodato su sottofondo: •
nel quale siano stati precedentemente annegate delle liste di legno con sezione a coda di rondine.
• una volta esposto alla luce e all’aria inizia un processo di ossidazione: o
o
•
cambia il colore e le venature diventano più omogenee.
•
le tavolette si restringono determinando fessurazioni (fenomeno reversibile).
in condizioni di scarsa umidità:
in condizioni di umidità eccessiva: •
tavolette a imbibirsi ed allargarsi, fino a sollevarsi dal sottofondo, strappandolo.
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330
Semilavorati linoleum (1) • Si sfrutta l’ossidazione dell’olio di lino: o
si crea una pellicola (chiamata "cemento" in gergo): •
o
o
o
o
o
legante di base per la produzione del linoleum.
il "cemento" ottenuto viene fatto riposare per un po’ di tempo, tagliato a pezzi e messo nell’impianto di miscelazione; vengono aggiunti prodotti naturali (farina di legno, sughero, carbonato di calcio, resine e pigmenti coloranti naturali); impasto ottenuto viene sminuzzato, spalmato su un tessuto di iuta e calandrato; stagionatura nelle cosiddette "stufe" ad una temperatura di circa 60°C; commercializzati dopo 20 - 28 giorni.
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331
Semilavorati linoleum (2) • Il linoleum è fornito in rotoli di teli molto grandi e la posa in opera è di estrema facilità e semplicità; • si presenta anche molto bene per i lavori di restauro dove viene sfruttata anche la vecchia pavimentazione; • la durata di questa pavimentazione non è molto lunga ma la sua sostituzione avviene in maniera rapida. 14/05/11
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Semilavorati linoleum (3) • Principali proprietà del linoleum: o
proprietà battericidi e antistaticità naturale: •
o
riducono la presenza di polvere e di sporcizia e lo sviluppo successivo degli acari e/o dei batteri.
capacità di rigenerarsi nel tempo: •
l’ossidazione continua anche dopo i 28 giorni, producendo la linoxina che protegge il pavimento stesso.
• può essere sottoposto a trattamenti superficiali: o o
per ridurre gli effetti della microabrasione; per ridurre il fabbisogno di manutenzione.
• versioni monocromatiche o variegate in una vasta gamma di colori. 14/05/11
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Semilavorati pavimenti vinilici (1) • Deriva dal PVC (polimero termoplastico) prodotto mediante: o
spalmatura: •
stesura su un’armatura in fibra di vetro o poliestere di diversi strati di miscela di PVC: –
o
calandratura: •
compattazione materiale composto di PVC, cariche minerali e coloranti: –
o
in modo da ottenere lo spessore e le caratteristiche desiderate.
viene fatto passare attraverso due o più cilindri surriscaldati della calandra.
pressatura: •
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il PVC viene immesso, sotto forma di granuli o lastre rozze, in uno stampo surriscaldato e quindi viene compattato con una pressa. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
334
Semilavorati pavimenti vinilici (2) • La superficie a vista dei pavimenti vinilici, subisce una serie di trattamenti: o
di protezione: • •
aumentano la durata e la facilità di pulizia; mediante: – –
o
strato in PVC puro e trasparente; trattamento a base di resine poliuretaniche.
micostatici e batteriostatici: •
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consentono maggiori valori di igienicità.
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Semilavorati pavimenti in gomma (1) • Possono essere in: o
gomma naturale o caucciù: •
o
è un idrocarburo polimerico (isoprene) che si ottiene dal lattice di alcune piante (Hevea Brasiliensis chiamata dagli indios amazzonici kauciuk).
gomma sintetica (elastomero): •
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sostanza macromolecolare di spiccato comportamento elastico.
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336
Semilavorati pavimenti in gomma (2) • Principali caratteristiche: o o o o o o o o o o o
ottimo confort al calpestio con effetto antifatica; compatibilità ecologica del prodotto; naturale proprietà antiscivolo; ottimo comportamento acustico (fonoassorbente); naturale antistaticità; minima manutenzione; resistenza alle bruciature; precisione di posa; resistenza agli agenti chimici; qualità elettroconduttive e elettrodissipative; resistenza all’usura e alla lacerazione.
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337
Tecniche tradizionali (1) •
Pavimenti alla Veneziana: o
ottenuti da granulati di marmo e sparsi su stati di supporto ancora fresco sul quale vi sono degli appositi leganti: •
•
•
fase di cilindrazione, nella quale il marmo viene inglobato; fase di molatura, per la quale viene rasato il pavimento in maniera tale da renderlo piano.
pavimenti alla Genovese: o
o
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si differenziano da quelli alla Veneziana solo per l’impiego di granulati di dimensioni più piccole; impastati con leganti e pigmenti a base di ossidi prima di eseguire il getto in opera del pavimento.
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338
Tecniche tradizionali (2) • Palladiane: o
o
o
costituiti da frammenti di lastre con dimensioni comprese tra i 10 e i 20cm; vengono applicati su uno strato di allettamento accostandoli in opera senza un ordine geometrico; rifinita mediante stuccatura dei giunti, levigatura e lucidatura superficiale.
• pavimenti a mosaico: o
o
o
costituiti da piccoli elementi lapidei di diverso colore e forma (8 – 20 mm); posati (con il metodo del rovescio) sopra un supporto in calcestruzzo in maniera da ottenere diversi disegni; per fissare le tessere viene utilizzata la malta o la calce.
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339
Pavimenti in sughero • Il sughero è la corteccia esterna della quercia da sughero che cresce soprattutto nelle zone mediterranee; • proprietà principali: o
o o o
o o
o
riduce la trasmissione del suono all’interno e tra le camere; morbido e comodo al calpestio; isolante termico naturale; struttura e finitura resiliente (conferiscono una lunga durata); facile manutenzione; ha la capacità di recuperare la forma senza deformarsi; vera e propria risorsa rinnovabile e rispettosa dell’ambiente.
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340
Pavimentazioni tecniche pavimenti sicurezza • Pavimentazioni antitrauma: o
o
realizzate con conglomerati di granuli di gomma riciclata, indicate per ridurre i rischi di caduta ma soprattutto gli effetti traumatici derivanti.
• pavimento in gomma antiscivolo; • pavimento vinilico antiscivolo; • loges, percorso tattile: o
particolari guide a rilievo, fornisce una serie di utili indicazioni ai portatori di handicap.
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341
Pavimentazioni tecniche altri • Pavimenti acustici: o
attenuazione del rumore e miglior effetto ammortizzante: •
ottimale per corridoi ed aree ad intenso calpestio.
• pavimenti conduttivi: o
hanno una forte conduttività elettrica, quindi una veloce dissipazione delle cariche elettriche verso terra.
• pavimenti zootecnici. 14/05/11
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Pavimenti sportivi interni •
Caratteristiche: o o o o o o o o o o
• •
deformazione; antisettici e antibatterici; restituzione di energia; scivolosità o attrito uniforme; rimbalzo della palla; resistenza all’usura; la tenuta dei colori; la facilità di manutenzione.
manti in gomma naturale e sintetica, calandrata e vulcanizzata; manti vinilici: o
•
assorbimento degli urti; assorbimento acustico;
teli prefabbricati con strato di usura superficiale in PVC o vinile e supporto normalmente in vinile espanso rinforzato da un non tessuto o fibre di vetro;
sistemi in legno. 14/05/11
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343
Pavimenti interni gettati in opera (1) • In semplice calcestruzzo (i più comuni): o
contiene una leggera armatura metallica per evitare eventuali crepe che si potrebbero formare.
• esecuzione: o
a fasce longitudinali di 4-5 m di larghezza:
o
la superficie viene perfezionata:
• •
• •
“tirate” con una staggia da due persone; quando i primi strati hanno raggiunto una resistenza sufficiente, si sale su quelle per formare le fasce che erano rimaste libere tra 2 che erano già state fatte.
spolvero mentre il cemento è ancora fresco; lisciatura e frattazzatura.
• rullatura mediante la bocciarda nel caso in cui si voglia migliorare l’aderenza con il pavimento. 14/05/11
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344
Pavimenti interni gettati in opera (2) • Caratteristiche: o
in caso di forti sbalzi termici: •
o
giunti di dilatazione che hanno lo scopo di assorbire le dilatazioni del cemento.
in alcuni casi la pavimentazione viene fatta rivestendo il basamento di calcestruzzo con vari tipi di materiali: • • • •
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pellicole; rivestimenti autolivellanti; particolari resine (epossidiche); malte resinose.
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345
Pavimento sopraelevato • E’ composto fondamentalmente da: o
pannelli di dimensione standard 60x60 cm, costituiti da tre principali elementi: •
rivestimento superiore o piano di calpestio: –
o
in gres porcellanato, laminato, pvc, gomma, linoleum, granito, parquet, …;
•
anima interna di circa 3- 4 cm:
•
bilanciante inferiore come barriera all’umidità:
– –
in conglomerato ligneo ad alta densità; solfato di calcio.
–
generalmente un foglio di alluminio da 5 micron.
un telaio metallico di sopraelevazione.
14/05/11
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346
Prescrizioni per l’eliminazione delle barriere architettoniche •
Principali prescrizioni**: o
o o
o
o
o
i pavimenti delle parti comuni degli edifici e quelli esterni devono essere antisdrucciolevoli (con un coefficiente d’attrito superiore a 0,40); i dislivelli tra pavimenti diversi devono essere inferiori a 2,5 cm; gli zerbini devono essere incassati e le guide a pavimento solidamente ancorate; i grigliati utilizzati nei piani di calpestio devono avere maglie con vuoti che non costituiscano ostacolo o pericolo, rispetto a ruote, bastoni di sostegno e simili; eventuali differenze di dislivello devono essere contenute ovvero superate tramite rampe con pendenza adeguata in modo da non costituire ostacolo al transito di una persona su sedia a rotelle; nelle parti comunicanti dell’edificio si deve provvedere ad una chiara individuazione dei percorsi, eventualmente mediante una adeguata differenziazione dei materiali e del colore della pavimentazione.
** tratte dalle normative riguardanti l’eliminazione delle barriere architettoniche indicanti i criteri di progettazione atti a garantire l’accessibilità agli edifici privati e all’edilizia residenziale pubblica sovvenzionata.
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347
11. I rivestimenti
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348
I rivestimenti esterni (V. Waldner classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (S. Talevi classe V B ITA a.sc.2010-2011)
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349
Indice • Generalità; • Prestazioni; • Tipi di rivestimenti: o o o o o o o
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intonaci; materiali lapidei; metallici e fibrocemento; legno; facciate ventilate; piastrelle; lastrame. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
350
Definizione • I rivestimenti esterni hanno la funzione di conferire alle pareti perimetrali degli edifici: o
o
14/05/11
adeguato comportamento rispetto alle sollecitazioni meccaniche e alle aggressioni portate dall’ambiente esterno e dai fenomeni meteorologici; adeguato livello estetico. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
351
Classificazione e prestazioni • I rivestimenti possono essere distinti in: o o o o o
intonaci; lastre di materiali lapidei; metallici e lastre di fibrocemento; legno; piastrelle e lastrame.
• le principali prestazioni richieste sono: • • • •
14/05/11
resistenza alle aggressioni chimiche; resistenza ai carichi e al vento; tenuta all’acqua; ridotta trasmittanza termica. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
352
Rivestimenti con intonaci (1) • Intonaco è costituito da: o
rinzaffo: • •
ha il compito di ponte di adesione tra il corpo d’intonaco e la muratura; viene applicato in maniera non uniforme fino al rivestimento del 60-80% circa della muratura: –
• o
con la sua granulometria grossolana crea delle zone ruvide che serviranno da aggrappante per gli strati successivi.
tra i vari strati dell'intonaco, il rinzaffo è quello che presenta le più elevate resistenze a sollecitazioni fisiche.
strato di finitura: •
ha generalmente due funzioni:
•
ha una granulometria fine, di diametro massimo inferiore agli 800 micron; il suo spessore di applicazione è inferiore ai 3 millimetri.
•
14/05/11
– –
proteggere l'intonaco; renderlo esteticamente gradevole.
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353
Rivestimenti con intonaci (2) • Si distinguono: o
o
intonaci pietrificati: realizzati con differenti tipi di finitura; rivestimenti plastici: applicati in modo da ottenere diverse conformazioni superficiali.
• nel caso sia necessario migliorare l’isolamento termico delle pareti perimetrali: o
rivestimento a cappotto formato da: • •
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strato di materiale coibente all’esterno della muratura ; strato di finitura superficiale per la protezione dagli agenti atmosferici. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Rivestimenti esterni di materiali lapidei (1) • La pietra naturale è considerata un materiale pregiato con cui caratterizzare le facciate esterne degli edifici: o
è quella che meglio resiste alle sollecitazioni prodotte dagli agenti atmosferici.
• richiede un’attenta progettazione: o
definire correttamente i materiali da impiegare, le dimensioni, le finiture superficiali e i tipi di giunzione delle lastre.
• lavorazioni che possono conferire particolari caratteristiche ai materiali esterni sono: o
levigatura, lucidatura, bocciardatura, sabbiatura, fiammatura.
14/05/11
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Rivestimenti esterni di materiali lapidei (2) • Esistono diverse modalità di posa tra cui le più importanti sono: o
imbottitura:
o
incollaggio:
o
a camera d’aria:
o
pannelli prefabbricati.
• • •
consiste nell’interporre tra la lastra e la parete una malta di adeguata consistenza. consiste nel fissare le lastre alle pareti di supporto facendo uso di malte a base di leganti plastici. consiste nel lasciare staccato il rivestimento dalla parete tramite ancoraggi.
• finiture superficiali: o o o o
a spacco; da lavorazione a urto; fiammata; levigata e lucidata.
14/05/11
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Rivestimenti esterni di materiali lapidei (3) • L’accostamento fra le lastre può essere eseguita con: o
giunti chiusi: •
o
giunti aperti: • •
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le lastre sono disposte a contatto tra loro, con interposizione di una sottile striscia di piombo. le lastre sono messe in opera lasciando uno spazio di 5 - 6 mm su tutti i lati; necessari appositi sistemi di ancoraggio.
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357
Rivestimenti esterni metallici e di fibro-cemento • Sono impiegati per realizzare il rivestimenti di pareti perimetrali costruite con vari materiali (blocchi in laterizio, di calcestruzzo, …): o
o
14/05/11
conferiscono migliori caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici e alla tenuta all’acqua; la posa può avvenire mediante tasselli oppure interposizione di una intelaiatura sulla quale vengono fissati gli elementi del rivestimento. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Rivestimenti di legno • Impiegati in determinati contesti ambientali: o
o
per conferire all’edificio l’aspetto tipico di determinate aree geografiche; per migliorare protezione dagli agenti atmosferici.
• si caratterizzano per le ottime prestazioni … o
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… ma elevato indice di manutenzione.
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359
Facciate ventilate (1) • Particolare tipo di parete perimetrale sulla cui superficie esterna sono applicati: o
o
uno stato termoisolante dimensionato in spessore (5-10 cm); un’intercapedine d’aria soggetta a circolazione naturale: •
o
per effetto del moto convettivo prodotto dalla presenza di aperture disposte alla base e alla sommità della facciata.
uno stato di rivestimento esterno. •
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costituito da lastre e pannelli di vari materiali. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
360
Facciate ventilate (2) • Risulta necessaria una progettazione adeguata: o
o
che consideri gli scambi termici a livello dell’involucro dell’edificio; che definisca la realizzazione di particolari costruttivi atti a garantirne il corretto funzionamento.
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361
Rivestimenti esterni di piastrelle • Si utilizzano elementi di: o
o
diversa dimensione (talvolta anche molto piccole); vari tipi di prodotti ceramici: •
o
clinker, gres estruso, laterizio.
la posa può avvenire a: • •
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giunto unito o giunto aperto; a malta cementata o con collante.
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362
Rivestimenti esterni di lastrame • La posa dei manufatti lapidei, date le loro dimensioni e caratteristiche, avviene in genere con malta: o
le geometrie di posa possono essere a: • • •
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lastre a correre; opus incertum; spacco.
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363
I rivestimenti per interni (A. Tomasi classe V B ITA a.sc. 2009-2010) (L. Margoni classe V B ITA a.sc. 2010-2011)
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364
Funzione e tipologie • La funzione dei rivestimenti interni: o
o
conferire alle superfici delle pareti un grado di finitura e di decorazione, facilitando anche le operazioni di pulizia garantendo, in particolari ambienti, l’asetticità e la disinfettabilità; i rivestimenti interni non sono sottoposti a forti sollecitazioni meccaniche: •
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possono invece subire aggressione di tipo chimica da parte di alcuni prodotti detergenti.
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365
Prestazione rivestimenti interni • Pulizia: o
in particolare per i rivestimenti interni in materiale lapideo o ceramico offrono un ottimo grado di pulibilità: •
capacità di rimozione delle macchie e dello sporco.
• reazione al fuoco: o
estremamente diversificata: •
particolare attenzione va rivolta ai materiali come carta da parati, tappezzerie e stoffe da pareti.
• resistenza alle aggressioni chimiche: o
o
prestazione richiesta nel caso di ambienti con destinazioni specifiche (laboratori chimici); i prodotti ceramici garantiscono comunque ottimi valori di resistenza agli agenti aggressivi.
• trasmittanza termica: o
tutti i rivestimenti interni forniscono un contributo quasi inapprezzabile al miglioramento dell’isolamento termico: •
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ad eccezione di tappezzerie con coibentazione e dei rivestimenti in legno. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Tipologie di rivestimenti • Esistono varie tipologie di rivestimenti interni: o o o o o
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intonaci; in materiali lapidei; in legno; tramite piastrelle ceramiche; tramite pannelli sintetici.
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367
Rivestimento con intonaco (1) • Gli intonaci rappresentano il rivestimento più utilizzato su pareti di laterizio o di calcestruzzo; • vengono realizzati con malte di diversa composizione e possono assumere varie finiture, tra cui: o o o
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finitura a scagliola; finitura liscia a fratazzo (o civile); finitura spazzolata dritta, ondulata o a incrocio.
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368
Rivestimento con intonaco (2) • L’intonaco a secco è un particolare tipo di rivestimento interno realizzato attraverso lastre di cartongesso (spessore 1 cm) fissate alla parete grezza con tamponi di malta; • gli intonaci interni possono subire ulteriori finiture particolari quali: o o o o o
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tinteggiatura con tempere semilavabili, idropitture lavabili; rivestimenti di materiali plastici; rivestimenti con carte da parati; rivestimenti con tappezzerie e stoffe da pareti; rivestimenti con tappezzerie speciali. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
369
Rivestimento con materiali lapidei (1) • I materiali lapidei si prestano molto alla realizzazione dei rivestimenti interni: o
permettono di ottenere finiture diverse: • •
o
a superficie lucidata; a superficie lavorata.
la posa viene eseguita generalmente a giunto chiuso.
• si realizzano mediante: o o o
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lastre e marmette; pannelli laminati; lastre rinforzate.
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370
Rivestimenti di lastre e marmette • Si possono utilizzare: o
lastre di notevoli dimensioni: • • •
o
marmette pre-lucidate: • •
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per realizzare rivestimenti prestigiosi; ampia scelta di rocce in modo da ottenere motivi e disegni decorativi; posate in opera mediante l’impiego di malta o con staffe di ancoraggio di acciaio. manufatti standardizzati che ampliano la possibilità di impiego dei materiali lapidei nei rivestimenti interni; vengono posate in opera semplicemente incollandole con adesivi.
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371
Pannelli laminati • Sono elementi di grandi dimensioni formati da: o o
uno strato di base in materiale lapideo; altri elementi lapidei di vario colore fatti aderire al primo strato: •
o
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si creano disegni e motivi decorativi complessi.
vengono pre-assemblati in laboratorio e posti in opera a giunti chiusi.
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372
Lastre rinforzate • Sono elementi costituiti da: o
o
un sottile strato di materiale lapideo fatto aderire ad un’armatura che conferisce resistenza e rigidezza; in funzione del tipo di armatura si possono distinguere due tipi di lastre: •
•
lastre rinforzate con strato di vetroresina: – –
lastre rinforzate da un sandwich, composto da vetroresina e da un foglio do lamiera zincata, con interposizione di materiale di riempimento: –
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sono elementi di spessore ridotto (1/3 di quello delle lastre normali); messe in opera mediante incollaggio.
elementi con spessore maggiore, impiegati sia per il rivestimento che per realizzare pareti interne. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
373
Rivestimenti in legno • I rivestimenti in legno possono essere eseguiti con vari manufatti, diversi per aspetto e dimensioni: o o
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le perline in legno; i compensati (i più usati).
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374
Rivestimenti in legno: i compensati (1) • I compensati si trovano in commercio in una grande varietà di tipi, più o meno pregiati: o o
con superficie rifinita; con superficie grezza e quindi adatta a essere verniciata.
• sono pannelli formati da un numero dispari di fogli di legno: o
o
o
o
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incollati uno sopra l’altro in modo che le fibre di due fogli successivi siano perpendicolari le une alle altre; struttura che dà al compensato resistenza e indeformabilità: •
molto superiori, a parità di peso e di spessore, a quelle del pannello in legno massiccio.
la larghezza dei pannelli va da 122 a 170 centimetri, la lunghezza da 170 a 240 circa; lo spessore varia secondo il numero dei fogli che formano il compensato. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
375
Rivestimenti in legno: i compensati (2) • Il fissaggio dei compensati: o
su un’orditura di sostegno: •
se i muri sono irregolari o se presentano macchie di umidità: –
– o
fra la parete e i pannelli di compensato si forma una intercapedine di circa due centimetri; impedisce il passaggio dell'umidità.
bisogna sincerarsi che le pareti siano ben asciutte livellate e lisce: •
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la parete deve essere ripulita da ogni impurità.
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376
Rivestimenti in legno: le perline • Le perline di legno sono sottili tavolette impiegate di solito per costruzioni rustiche: o
lunghe da due a quattro metri: •
per tutta la lunghezza le perline hanno sagome a maschio e femmina per potersi incastrare fra loro.
o
larghe da sei a quindici centimetri. spessori variano da 10 a 30 mm; profilo può essere liscio o sagomato.
o
formata da listelli di legno disposti in senso orizzontale:
o o
• si fissano al muro inchiodandole a una orditura di sostegno:
o
•
si applicano le perline tagliate nella misura giusta, cominciando da un lato e procedendo verso quello opposto.
se il muro è molto umido, è meglio interporre tra il muro e i listelli una fascia di materiale isolante (cartone catramato o altro).
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Piastrelle in ceramica (1) • Le piastrelle di ceramica sono molto utilizzate nei rivestimenti interni: o
in particolare nelle cucine e nei servizi igienici.
• si caratterizzano per: o o o o
elevata resistenza; facilità di pulizia; economicità; ampia gamma di forme, dimensioni e caratteristiche estetiche.
• esistono poi particolari elementi a sguscio: o
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per raccordare le pareti con il pavimento per una maggiore pulizia, utilizzati principalmente nell’ambito industriale/commerciale e ancora poco diffusi nell'ambito dell'edilizia residenziale. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Piastrelle in ceramica (2) • La piastrella (denominata anche “mattonella” o “pianella”): o
elemento architettonico usato per rivestire le superfici di pavimento e muri come rifinitura e anche con fini artistici: •
o
o
o
spessore ridotto (spessore minimo da 6 a 9 mm).
forme geometriche molteplici (quadrati, rettangoli, esagoni, ...); dimensioni variabili (15x15 cm, 15x20 cm, 20x20 cm, ...); realizzate con materiali diversi (laterizio, graniglia, marmo, ceramica, cemento, ...).
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Piastrelle in ceramica (3) • La piastrella più comune si ottiene da un impasto di materiali argillosi e sabbie quarzifere: o
o
o
cotto in forni:
• •
a una temperatura oscillante tra i 1060 °C e i 1220 °C; per 30-60 minuti.
•
si ottiene un materiale:
successivo raffreddamento: – – –
resistente e rigido; non più solubile in acqua; con buona resistenza agli attacchi sia chimici che meccanici.
messa in opera (pavimento, parete, ...): • •
si incolla con prodotti specifici la piastrella al fondo solido; si realizzano fughe di larghezza appropriata al tipo e dimensione della piastrella: –
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il materiale di riempimento della fuga è costituito da miscele in polvere.
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Piastrelle in ceramica (4) • Proprietà fondamentali: o
resistenza all’abrasione superficiale:
•
•
o
–
calpestio, passaggio di persone, mobili e macchinari.
–
temperature di cottura maggiori: l’argilla solidifica con una maggiore densità molecolare.
per ottenere piastrelle più resistenti:
capacità di attrito: • •
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misura (in PEI che va da 0 a 5) la capacità dello smalto della piastrella di resistere, senza perdere le caratteristiche estetiche originali, a:
resistenza allo scivolamento di un corpo sulla sua superficie; determinata dal processo di trattamento della superficie stessa: –
levigata, bocciardata o lavorata in modo tale da non renderla del tutto liscia.
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Pannelli sintetici (1) • Si riproducono vari tipi di muri di pietra e di mattone utilizzando tecnologie in materiali compositi: o
resina poliestere, fibra di vetro e polvere di pietra naturale.
• i pannelli si installano direttamente sulle pareti fissandolo con viti nascoste da un apposito stucco: o
è difficile distinguere un muro in pannello da un muro vero senza utilizzare un martello: •
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al tatto è freddo come la pietra. ing. Maines Fernando costruzioni enologiche
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Pannelli sintetici (2) • Caratteristiche: o o o o
peso: dai 5 ai 6 kg/m2; spessore di qualche millimetro; superficie di circa 3,70 m2. nessun trattamento preventivo: •
o
componenti esclusivamente minerali:
–
notevole durata (qualche decennio).
• •
colorazione realizzata con coloranti naturali; resistenti, isolanti, indeformabili, inalterabili ai raggi ultravioletti.
•
tagliati nella misura desiderata con una sega circolare o anche semplicemente con un seghetto; fissati con delle viti a tassello; stesura stucco per coprire giunzioni e viti di supporto.
semplice installazione: • •
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