Robert Shea Robert Anton Wilson L’occhio nella piramide Primo volume della trilogia Gli Illuminati!
Titolo originale dell'opera: The Eye in the Pyramid © 1975, by Robert Shea e Robert Anton Wilson © 1995, ShaKe Traduzione: Syd Migx Note: Gomma, Raf Valvola, Valvola, Syd Migx Progetto grafico: Rosie Pianeta Immagine di copertina: F. "Cyberone" Apuzzo, Philopat Contatti: ShaKe, viale Bligny 42, 20136 Milano tel. + fax 02/58317306 e-mail:
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ShaKe Edizioni Underground
Personaggi più importanti Nkrumah Fubar, stregone kikuyu; Howard, delfino alleato dei Discordiani; Libero Hagbard Celine, il capitano Nemo del libro; moglie dell’invest dell’investigat igatore ore Saul; Rebecca Rebecca Goodman, Goodman, moglie Saul Goodman, investigatore; Barney Muldoon, sbirro; “Confrontation”, giornale di sinistra; Joseph Malik, detto Joe, editore di “Confrontation”; Pricefixer, altro sbirro; Pat (Patricia Walsh), l’autrice dei memo; Carmel, ruffiano di Las Vegas; Peter Jackson, editore associato di Confrontation”; giornalis lista ta di “Confr “Confront ontati ation” on”,, ex George George Dorn, Dorn, giorna membro Sds; FUCKUP, computer di Hagbard Celine; Jim Cartwright, sceriffo di Mad Dog; compag agno no di cell cellaa di Georg Georgee Dorn Dorn,, Harry Harry Coin, Coin, comp assassino prezzolato; Simon Moon, istruttore di yoga sessuale per signore, anarchico da generazioni; Mary Lou Servix, amante di Simon Moon; Sherri Brandi, prostituta; Charlie Mocenigo, scienziato di guerra batteriologica; BUGGER , acronimo di un’organizzazione di cospirazione internazionale; Mao tsu-hsi, agente multipla, amante di Simon; l’offi fici ciat ator oree di stra strani ni riti riti;; Padre Padre Pedera Pederasti stia, a, l’of Maldonado, Naso-a-banana capo mafia; generali alissi ssimo mo di Fernan Fernando do Poo; Poo; Tequil Tequilla la y Mota, Mota, gener Tobias Knight, agente segreto americano; Mavis, guerrigliera Discordiana; Fratello Beghard, illuminato; Atlanta Hope, reclutatrice finanziaria per il Lampo di Dio; treponema, predente predente dei James James J. (Smili (Smiling ng Jim), Jim), treponema, CCUF; William Helmer, giornalista di “Confrontation ”;
James V. Riley, sergente della polizia di Dayton; John Dillinger, criminale e agente dei JAM; giornalista,, pseudonimo pseudonimo di Malik; James James Mallison, Mallison, giornalista Dr. Henry Armitage, studioso di occultismo; Doris Horus, bibliotecaria della Miskatonic University ad Arkham; Robert Putney Drake, supercapitalista, capo assoluto del crimine crimine organi organizza zzato to in Usa, Usa, già al soldo soldo deg degli li illuminati; Harry Pierpont, aderente ai JAM; Fission Chips, agente inglese, vero nome di 00005; Concepcion Galore, breve amante di Chips; Hassan, Vecchio della montagna; Sam Tre Frecce, mohawk; zio John Feather, mohawk; doce cent ntee di Padr Padree Jame Jamess Augu August stine ine Muld Muldoo oon, n, do teologia, fratello di Barney; Stella, amante di George; Ben Volpe, killer al soldo di Maldonado; Dottor Besetzung, Besetzung, psicoanalista di Drake; Arthur coetan aneo eo di Putn Putney ey Drak Drake; e; Stella Flagenheimer, coet collabora oratri trice ce di Hag Hagbar bardd Celine Celine;; Richard Maris, collab Belz, professore di fisica; Milo A. Flanagan, procuratore di stato e illuminato di rango; Otto Waterhouse, sergente di polizia, dello staff di Flanagan; Skip Linch, hippy; Richard Jung, consigliere di Drake; Josephine Malik, doppio femminino di Malik; espone nent ntee JAM JAM inca incari rica cato to di dottor dottor Ignotiu Ignotius, s, espo illuminare Malik; ortopsich ichiat iatra ra polacc polacco; o; dott dottor or Mali Malign gnow owsk ski, i, ortops Tarantella Serpentine, danzatrice; Richard Richard Marsh, Marsh, professore, morto in circostanze misteriose.
LIBRO PRIMO - VERWIRRUNG
La storia del mondo è la storia della guerra tra società segrete. Ishmael Reed, Mumbo Reed, Mumbo Jumbo
IL PRIMO VIAGGIO, O KETHER Dal Dealey Plaza al Watergate... Il Saggio Porpora aprì la bocca e mosse la lingua e così c osì parlò loro e disse: la terra trema e i cieli si scuotono; e bestie della natura si radunano e le nazioni degli uomini si sparpagliano; i vulcani scaturiscono calore mentre altro altrove, ve, l’ac l’acqu quaa divi divien enee ghia ghiacc ccio io e si sciog sciogli lie; e; e in altri altri gior giorni ni piov piovee soltanto. In verità, molte cose accadono. Lord Omar Khayaam Ravenhurst, K.S.C, Il libro delle prediche, in L’onesto in L’onesto libro della verità
Era l’anno in cui finalmente immanentizzarono l’eschaton. Il primo aprile le grandi potenze del mondo giunsero più vicine che mai alla guerra nucleare. Tutto a causa di un’oscura isola chiamata Fernando Poo. Quando gli affari internazionali ritornarono al loro normale livello di guerra fredda, alcuni lo definirono il “pesce d’aprile” di peggior gusto della storia. Casualmente conosco tutti i dettagli di ciò che accadde, ma non ho idea di come raccontarli in una maniera che possa essere compresa dalla maggior parte dei lettori. Per esempio, non sono nemmeno sicuro di chi io sia e il mio imbarazzo su questa faccenda, mi fa chiedere se potete credere a qualcosa di quello che rivelo. Peggio ancora, in questo momento sono estrem estremame amente nte cosc coscien iente te della della presen presenza za di uno scoia scoiatto ttolo lo in Centra Centrall Park Park app appen enaa passa passata ta la Sessantottesima strada a New York City, che sta saltando da un albero all’altro e credo questo accada nella notte del 23 aprile (o è la mattina del 24?) ma far coincidere lo scoiattolo con Fernando Poo è, al momento attuale, oltre le mie capacità. Imploro la vostra tolleranza. Non c’è nulla che possa fare per rendere le cose più facili a nessuno di noi, e dovrete accettare di essere apostrofati da una voce senza corpo, così come io accetto l’impulso di esprimermi sebbene sia dolorosamente cosciente di parlare a un pubblico invisibile, forse inesistente. I Saggi hanno considerato la terra come una tragedia, una farsa, addirittura un trucco da illusionista; ma tutti, se sono veramente saggi, e non soltanto violentatori intellettuali, ammettono che è certamente una specie di palco sul quale tutti recitiamo recitiamo dei ruoli, la maggior maggior parte di noi quasi senza regista e completam completamente ente senza prove prima dell’alzata del sipario. È troppo se chiedo, per il momento, che decidiamo di considerarla come un circo, un luna park itinerante che vaghi attorno al sole per una stagione record di quattro miliardi di anni e produca nuovi mostri e miracoli, burle ed errori sanguinosi, meraviglie e disastri, però mai divertendo i clienti tanto da prevenirli dall’andarsene, uno per uno, e tornare alle proprie case per un lungo e noioso sonno invernale sotto la polvere? Allora diciamo, almeno per un po’, che ho trovato un’identità come direttore di pista; ma quella corona mi sta incerta sulla testa (se ho una testa) e devo avvertirvi che la troupe è piccola per un universo di questa misura, e molti di noi devono raddoppiare o triplicare i propri numeri. Quindi potete aspettarvi di vedermi in molti altri costumi. In verità, molte cose accadono. Per esempio, proprio adesso, non sono per nulla divertente o stravagante. Sono arrabbiato. Sono a Nairobi, Kenia, e il mio nome è, se permettete, Nkrumah Fubar. La mia pelle è nera (vi disturba? a me no) e sono, come la maggior parte di voi, a metà tra il tribalismo e la tecnologia; per dirla com’è, com’è, quale quale sciamano sciamano kikuyu kikuyu 1 moder moderata atamen mente te adatt adattato ato alla alla vita vita cittad cittadina ina,, credo credo ancora ancora alla alla stregoneria e non sono ancora folle al punto tale di negare l’evidenza dei miei sensi. È il 3 aprile e Fernando Poo mi ha rovinato il sonno per diverse notti di fila, quindi spero mi scuserete se ammetto che al momento i miei affari sono lungi dall’essere edificanti e consistono niente meno che costruire bambole dei governanti di America, Russia e Cina. Avete indovinato: gli infilerò aghi nelle teste
ogni giorno per un mese; se non mi lasceranno dormire, non li lascerò dormire. Questa è Giustizia, in un certo senso. Difatti, il presidente degli Stati Uniti ebbe diverse forti emicranie durante le settimane seguenti; mentre i governanti atei di Mosca e Pechino furono meno suscettibili alla magia. Non batterono ciglio. Ma, un attimo, ecco un altro attore del nostro circo, uno dei più intelligenti e tra i migliori del gruppo, il suo nome è impronunciabile, ma lo potete chiamare Howard e gli succede d’essere nato delfino. Sta nuotando per le rovine di Atlantide ed è già il 10 aprile: il tempo si sta muovendo; non sono sicuro di cosa Howard veda, ma gli sta dando fastidio, e decide di raccontare r accontare tutto ad Hagbard Celine. Non che io sappia, a questo punto, chi sia Hagbard Celine. Non importa; guardate le onde e rallegratevi del fatto che qui non c’è ancora troppo inqu inquin inam amen ento to.. Gu Guar arda date te il modo modo in cui cui il sole sole acce accend ndee ogni ogni onda onda con con uno uno scin scinti till llio io che, che, curiosamente, brilla in un lampo argenteo; e guardate, guardate le onde mentre s’increspano, cosicché sia semplice attraversare cinque ore di tempo in un secondo e ritrovarci tra terra e alberi, con qualche qualche foglia che cade, cade, come tocco poetico prima dell’orrore. Dove siamo? Ve l’ho l ’ho detto: a cinque ore di distanza, cinque ore a Ovest, per essere precisi, cosicché nello stesso istante in cui Howard fa una capriola ad Atlantide, Sasparilla Godzilla, una turista di Simcoe, nell’Ontario (aveva avuto la sfortuna di nascere umana), fa un bel tuffo di testa proprio qui e atterra svenendo. Questa è l’estensione esterna del Museo d’Antropologia a Chapultepec Park, in Messico, e gli altri turisti sono piuttosto scossi dal collasso della povera signora. Disse più tardi che era stato il caldo. Molto meno sofisticata nelle questioni importanti di Nkrumah Fubar, non le interessò di dire a nessuno, o anche solo di ricordarsi, cos’era che l’aveva davvero buttata per terra. Nel mentre, a Simcoe la gente aveva sempre detto che Harry Godzilla si era trovato una donna come si deve sposando Sasparilla e, in Canada (o negli Stati Uniti), è raccomandabile nascondere nascondere certe verità. No, a questo punto, farei meglio a non chiamarle verità. Diciamo, per adesso, che vide, o immaginò d’aver visto, un certo tipo sinistro di tirato sogghigno o di smorfia attraversare il volt della gigantesca statua di Tlaloc, il dio della pioggia. Nessuno di Simcoe aveva mai visto nulla del genere prima; davvero molte cose avvengono. E, se pensate che la povera signora fosse un caso inconsueto, dovreste esaminare i registri degli psichiatri, sia d’ospedale sia privati, per il resto di quel mese. I rapporti di ansie inconsuete e di manie religiose tra gli schizofrenici negli ospedali mentali aumentarono con un’impennata; e uomini e donne normali, entrarono dalla strada per lamentarsi di occhi che li guardavano, creature incap incappuc puccia ciate te che attrav attravers ersav avano ano stanz stanzee chiuse chiuse a chiave chiave,, figure figure incoro incoronat natee dare dare comand comandii incomprensibili, voci che pretendevano essere Dio o il diavolo, una vera pozione da streghe. Ma il verdetto razionale fu di attribuire tutto questo alle conseguenze conseguenze della tragedia di Fernando Poo. Il telefono suonò alle 2 e 30 del mattino del 24 aprile. Intorpidito, istupidito, arruffato, a tentoni nel nel buio buio,, trov trovoo e iden identi tific ficoo un corp corpo, o, un io, io, uno uno scop scopo. o. “G “Goo oodm dman an”, ”, dico dico nel nel rice ricevi vito tore re,, appoggiandomi appoggiandomi su di un gomito ancora di là da svegliarmi. “Attentato dinamitardo e omicidio”, dice la voce elettronico-eunucoide nel trasmettitore. Dormo nudo (scusate) e sto indossando mutande e pantaloni mentre copio l’indirizzo. Sessantottesima Est, vicino al Consiglio per le relazioni estere. “Arrivo”, dico appendendo. “Chi è?” mastica Rebecca dal letto. È nuda anche lei, e questo richiama ricordi molto piacevoli di qualche ora prima. Immagino che qualcuno di voi rimarrà scioccato quando dico che ho più di sessant’anni e lei solo venticinque. Lo so che non importa essere sposati. Non è un brutto corpo per la sua età e vedere Rebecca, quasi tutte le lenzuola buttate da una parte, mi rammenta, anzi, di quanto buono sia. In realtà, a questo punto, non ricordo nemmeno d’essere stato il direttore di pista, o l’eco che mi resta, è confuso con il sogno e il sonno. Le bacio il collo, senza imbarazzo, visto che è mia moglie e io suo marito e anche se sono ispettore alla Squadra omicidi, Omicidi nord, per essere esatti, qualsiasi idea d’essere uno straniero in questo corpo è svanita con i miei sogni nell’aria. Nel nulla. “Cosa?” ripete Rebecca, più addormentata che sveglia. “Di nuovo quei dannati radicali” dico,
infilandomi la camicia, sapendo che una risposta vale l’altra nel suo stato semicosciente. “Uhm” dice soddisfatta, e si gira di nuovo dentro un sonno profondo. Mi lavai un po’ la faccia, un vecchio stanco che mi guarda dallo specchio, e passai un pettine tra i capelli. Giusto il tempo di pensare che la pensione era solo a pochi anni di distanza e di ricordare un certo ago ipodermico, e un giorno sui Catskills 2 con la mia prima moglie, Sandra, quando almeno avevano aria pulita, lassù... calzini, scarpe, cravatta, fedora... e non finisci mai il lutto, per quanto amassi Rebecca, non avevo mai smesso di piangere Sandra. Bombe e omicidio. Che mondo meshuganah. Ti ricordi di quando, a New York, potevi almeno guidare alle tre del mattino senza ingorghi? Quei tempi erano finiti, i camion che erano stati banditi di giorno, facevano tutte le consegne di notte. Tutti dovevano far finta che l’inquinamento se ne fosse andato prima dell’alba. Papà diceva sempre: “Saul, Saul, l’han fatto agli indiani e ora se lo fanno per sé. Goyische narrs”. Aveva lasciato la Russia per sfuggire al pogrom del 1905, ma credo ne avesse viste un sacco prima di partire. Mi sembrava un vecchio cinico, allora, e io sembro un vecchio cinico ad altri adesso. C’è un senso o una trama in tutto ciò? La scena dell’esplosione era uno di quei vecchi palazzi d’uffici dallo stile gotico-arabescato tutt’intorno all’ingresso; nella luce soffusa dell’ora, mi ricordava dell’atmosfera oscura di Charlie Chan nel Museo delle cere. E un odore mi colpì le narici appena entrai. Un agente in attesa dentro il portone, scattò sull’attenti quando mi riconobbe. “Portato via il diciassettesimo e parte del diciottesimo piano”, disse. “Anche un negozio d’animali qui a pianterreno. Uno scherzo della dinamica. Nessun altro danno, qui giù, ma tutte le vasche dei pesci sono partite. È quello l’odore.” Barney Muldoon, un vecchio amico dall’aspetto e dalle maniere di uno sbirro di Hollywood, apparve dall’ombra. Un duro, e per nulla scemo come avrebbe voluto pretendere, ragion per cui era capo della Squadra artificieri. “Figlio tuo, Barney?”, chiesi casualmente. “Parrebbe. Nessun morto. T’han chiamato perché è bruciato un manichino d’un negozio d’abiti al diciottesimo piano e la prima pattuglia che è arrivata aveva creduto fosse un corpo umano.” (Aspetta: George Dorn sta gridando...) Il volto di Saul non mostrò reazione alla risposta, ma i giocatori di poker al dopolavoro della Fratellanza della polizia avevano da tempo smesso di cercare di leggere quell’imperscrutabile espressione talmudica. Come Barney Muldoon, sapevo come mi sarei sentito se avessi avuto la chance di mollare questo caso a un altro dipartimento e correre a casa da una sposa meravigliosa quale Rebecca Goodman. Sorrisi a Saul; la sua altezza gli avrebbe proibito l’ingresso in forza oggi, ma le regole erano differenti quand’era giovane, e aggiunsi quietamente: “Potrebbe lo stesso esserci qualcosa per te”. La fedora s’abbassò mentre Saul tirava fuori la pipa e iniziava a riempirla. Disse solo: “Oh?”. “Proprio adesso,” continuai, “stiamo notificando alle Persone scomparse, ma se quello che temo è vero, finirà sulla tua scrivania lo stesso.” Accese un fiammifero e iniziò a tirare. “Se qualcuno è scomparso a quest’ora... potrebbe essere ritrovato tra i vivi al mattino”, disse tra gli sbuffi. Il fiammifero si spense e delle ombre si mossero dove nessuno s’agitava. “E forse no, in questo caso”, disse Muldoon. “Manca da tre giorni, adesso”. “Un irlandese della tua taglia non può essere più sottile di un elefante”, disse Saul stancamente. “Finiscila d’allettarmi. Cos’hai per le mani?” “L’ufficio che è stato colpito,” spiegò Muldoon, palesemente felice di dividere l’infelicità, “era di una rivista chiamata ‘Confrontation’, un giornale di sinistra, quindi è stato probabilmente un lavoro della destra. Ma la cosa interessante è che non abbiamo potuto rintracciare a casa l’editore, Joseph Malik, e quando abbiamo chiamato uno degli assistenti editori, cosa pensi ci abbia detto? ‘Malik è scomparso tre giorni fa’. Il padrone di casa sua conferma. Ha cercato di mettersi in contatto con Malik anche lui, perché c’è un regolamento che vieta di tenere animali nel palazzo e gli
altri inquilini si stavano lamentando dei suoi cani. Quindi, se un uomo scompare e poi il suo ufficio viene distrutto da una bomba, mi vien da pensare che la questione potrebbe eventualmente arrivare all’attenzione del Dipartimento omicidi, non ti pare?” Saul grugnì. “Forse sì, e forse no”, disse. “Vado a casa. Controllerò con le Persone scomparse domattina per vedere cos’hanno.” L’agente parlò. “Sapete cos’è che mi da più fastidio di tutto questo? Gli alleva-in-bocca egiziani.” “I... che?”, domandò Saul. “Quel negozio d’animali”, spiegò l’agente, indicando verso l’altra estremità dell’ingresso. “Ho dato un’occhiata ai danni, e avevano una delle migliori collezioni di pesci tropicali di New York City. Anche alleva-in-bocca egiziani.” Notò le espressioni sulle facce dei due detective e aggiunse impacciato: “Se non collezionate pesci, non potete capire. Ma credetemi, un alleva-in-bocca egiziano è piuttosto difficile da trovare di questi tempi, e sono tutti morti là dentro.” “ Alleva-in-bocca?”, chiese incredulo Muldoon. “Sì, vedete, tengono i loro piccoli in bocca per un paio di giorni dopo la nascita e non se li ingoiano mai, mai. È una delle grandi cose del collezionare pesci: si apprezzano i miracoli della natura.” Muldoon e Saul si guardarono l’un l’altro. “Un’ispirazione,” disse finalmente Muldoon, “avere così tanti diplomati nel corpo, di questi tempi”. La porta dell’ascensore s’aprì, e apparve Dan Pricefixer, un giovane detective dai capelli rossi dello staff di Muldoon, che portava una scatola di metallo. “Penso sia importante, Barney”, cominciò immediatamente, facendo appena un cenno a Saul. “Dannatamente importante. L’ho trovata nelle macerie, e si era strappata, così ci ho dato un occhiata.” “E?”, spinse Muldoon. “È il mucchio di memo inter-ufficio più sballato che abbia mai visto. Peggio di un vescovo con le tette.” “Sarà una nottata lunga”, pensò improvvisamente Saul, con un senso di sconforto. Una lunga notte, e un caso complicato. “Vuoi darci un’occhiata?”, gli chiese Muldoon, maliziosamente. “Farete meglio a trovarvi un posto per sedervi”, disse spontaneo Pricefixer. “Vi ci vorrà un po’ per passarli tutti. “ “Usiamo la caffetteria”, suggerì Saul. “Proprio non avete idea,” ripeté l’agente, “del valore di un alleva-in-bocca egiziano”. “È dura per tutte le nazionalità, uomini o pesci”, disse Muldoon, in uno dei suoi rari tentativi di emulare il modo di parlare di Saul. Lui e Saul si girarono verso la caffetteria, lasciando l ’agente con un aspetto vagamente stressato. Il suo nome è James Patrick Hennessy ed è in forza da tre anni. Non rientra per niente in questa storia. Aveva un figlio ritardato di cinque anni, che amava a dismisura; si vedono mille facce come la sua ogni giorno, e mai s’indovina quanto bene sopportino le loro tragedie... e George Dorn, che una volta gli voleva sparare, sta ancora urlando... ma Barney e Saul sono nella caffetteria. Guarda intorno. La transizione dall’ingresso gotico a questa stanza di laminati funzionali e scintillanti colori plastici è, uno potrebbe dire, un vero trip. Lasciamo perdere l’odore; siamo più vicini al negozio d’animali, qui. Saul si tolse il cappello, e passò pensosamente una mano attraverso i suoi capelli grigi, mentre Muldoon leggeva i primi due memo con un rapido sguardo. Quando li ebbe passati, si mise gli occhiali e lesse più lentamente, alla sua maniera, metodica e riflessiva. Reggetevi forte. Questo è quello che c’era scritto:
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 1 23/7 J.M.: Il primo riferimento che ho trovato è su Violence di Jacques Ellul (Seabury Press, New York 1969). Dice (pp. 18-19) che gli Illuminati vennero fondati da Gioacchino da Fiore 3 nell’Undicesimo secolo e originariamente insegnarono una dottrina primitiva cristiana di povertà e uguaglianza, ma in seguito, sotto la guida di Fra Dolcino 4 nel Quindicesimo secolo, divennero violenti, saccheggiarono i ricchi e annunciarono l’imminente regno dello spirito. “Nel 1507,” conclude, “vennero sconfitti dalle ‘forze dell’ordine’, cioè un esercito comandato dal vescovo di Vercueil.” Non fa alcuna menzione di un movimento di Illuminati in secoli precedenti o in tempi più recenti. Avrò dell’altro più tardi oggi. Pat PS. Ho trovato dell’altro su Gioacchino da Fiore nei dossier del “National Review”. William Burkley e i suoi compari pensano che Gioacchino sia responsabile del moderno liberalismo, socialismo e comunismo; l’hanno condannato con fine linguaggio teologico. Ha commesso l’eresia, dicono, di “avere immanentizzato l’eschaton 5 cristiano”. Vuoi che lo cerchi in un trattato tecnico sul tomismo?6 Credo significhi far avvicinare la fine del mondo, o qualcosa del genere.
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 2 23/7 J.M.: La mia seconda fonte è stata più utile: Akron Daraul, History of Secret Societies (Citadel Press, New York 1961). Anche Daraul afferma che gli Illuminati nacquero nell’Undicesimo secolo, ma non da Gioacchino da Fiore. Attribuisce l’origine alla setta degli ismailiti dell’Islam 7, anche conosciuta come Ordine degli assassini. Vennero sconfitti nel Tredicesimo secolo, ma sono riapparsi più tardi, con una nuova filosofia, meno violenta, e sono successivamente diventati la setta degli ismailiti d’oggi, guidata dall’Aga Khan. Ad ogni modo, nel Sedicesimo secolo, in Afghanistan, gli Illuminati (Roshinaya), ripresero le tattiche originali dell’Ordine degli assassini. Vennero spazzati via da un’alleanza di mogol e persiani (pp. 220-223). Ma, “l’inizio del Diciassettesimo secolo vide la fondazione degli Illuminati di Spagna, gli allumbrados, condannati da un editto della grande Inquisizione nel 1623. Nel 1654, iguerinets ‘illuminati’ giunsero all’attenzione del pubblico in Francia”. E finalmente, la parte che ti interessa di più: gli Illuminati di Baviera furono fondati il primo maggio 1776, a Ingolstadt, in Baviera, da Adam Weishaupt, un ex gesuita. “Documenti ancora esistenti mostrano diversi punti di somiglianza tra gli Illuministi tedeschi e quelli centroasiatici: punti che sono difficili da giustificare sulla base di pure coincidenze.” (p. 255). Gli Illuminati di Weishaupt furono soppressi dal governo bavarese nel 1785; Daraul menziona anche gli Illuminati di Parigi nel 1880, ma suggerisce che fu semplicemente una moda passeggera e non accetta l’idea che gli Illuminati esistano tutt’oggi. Sta incominciando a sembrare grossa. Perché non riveliamo i particolari a George? Pat Saul e Muldoon si scambiarono gli sguardi. “Vediamo il prossimo”, disse Saul. Muldoon e lui lessero assieme.
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 3 24/7 J.M.: L’Encyclopedia Britannica non ha molto da dire sull’argomento (ediz. 1966, Vol. II, Halicar to Impala, p. 1094): Illuminati, un movimento di breve durata, di libero pensiero repubblicano, fondato il primo maggio 1776 da Adam Weishaupt, professore di legge canonica a Ingolstadt ed ex gesuita... Dal 1778 in poi, iniziarono a tenere contatti con varie logge massoniche dove, sotto l’impulso di A. Knigge 8 (vedi), uno dei loro principali discepoli, riuscirono spesso a ottenere posizioni di comando... il progetto ebbe un certo fascino per letterati quali Goethe 9 ed Herder 10 anche per i duchi regnanti di Gotha e Weimar... Il movimento soffrì di dissensi interni e venne finalmente bandito con un editto del governo bavarese nel 1785. Pat Saul si fermò. “Scommettiamo, Barney,” disse quietamente, “che il Joseph Malik che è scomparso è il J.M. per cui questi memo sono stati scritti.” “Certo” replicò Muldoon sfottente. “Gli Illuminati sono ancora in giro e l’hanno preso. Giuro,” aggiunse, “apprezzo la maniera in cui la tua testa normalmente salta con l’asta davanti ai fatti. Ma puoi andare avanti solo fino a un certo punto su di un’intuizione, quando parti dal niente”. “Non stiamo partendo da niente”, disse piano Saul. “Ecco cos’abbiamo per cominciare. Uno,” alzò un dito, “una bomba in un palazzo. Due,” un altro dito, “un dirigente importante scomparso tre giorni prima dell’attentato. Già lì c’è una deduzione o due: qualcuno l’ha preso, oppure sapeva che qualcosa stava arrivandogli contro e si è nascosto. Ora, guarda i memo. Punto tre,” tirò su un altro dito, “un’opera standard di riferimento, Y Encyclopedia Britannica, sembra sbagliarsi sul quando gli Illuminati nascano. Dicono il Diciottesimo secolo in Germania, ma gli altri memo la rintracciano, vediamo, in Spagna nel Diciassettesimo secolo, in Francia nel Diciassettesimo secolo, poi nell’Undicesimo in Italia e dall’altra parte del mondo in Afghanistan. Così abbiamo un’altra deduzione: se la Britannica si sbaglia sul quando questa cosa è iniziata, potrebbe sbagliarsi anche sul quando sia terminata. Adesso, metti questi tre punti e due deduzioni insieme... “ “E gli Illuminati hanno preso l’editore e fatto saltare il suo ufficio. Cazzate. Dico che stai andando troppo alla svelta.” “Forse non vado abbastanza alla svelta”, disse Saul. “Un’organizzazione che è esistita per un paio di secoli come minimo e ha mantenuto i propri segreti ben nascosti per la maggior parte del tempo, potrebbe essere piuttosto forte adesso.” Scivolò nel silenzio e chiuse gli occhi per concentrarsi. Dopo un momento, osservò l’uomo più giovane con un’occhiata attenta. Muldoon aveva pensato anche lui. “Ho visto uomini atterrare sulla luna”, disse. “Ho visto studenti occupare gli uffici dell’amministrazione e cacare nel cestino del preside. Ho visto anche suore in minigonna. Ma questa cospirazione internazionale che esiste in segreto per ottocento anni è come aprire una porta in casa tua e trovarci James Bond e il presidente degli Stati Uniti in persona che fanno a revolverate con Fu Manchu e i cinque fratelli Marx”. “Stai cercando di convincere te stesso, non me, Barney; l’evidenza spunta fuori così tanto che la potresti rompere in tre pezzi e ognuno sarebbe lungo abbastanza da fare il solletico a qualcuno nel Bronx. C’è una società segreta che continua a incasinare la politica internazionale. Ogni persona intelligente l’ha sospettato, in un momento o nell’altro della vita. Nessuno vuole più guerre, ma continuano a esserci: perché? Arrenditi, Barney, questo è l’elemento pesante dei nostri incubi. È fatto di ghisa. Se fosse un cadavere, tutti e sei i portatori della bara si beccherebbero un’ernia doppia al funerale. Allora?” chiese Saul.
“Be’, dovremo o farci qualcosa, o mollare il colpo, come diceva la mia santa mamma. “ Era l’anno in cui finalmente immanentizzarono l’eschaton. Il primo aprile, le grandi potenze mondiali giunsero più vicine che mai prima alla guerra nucleare, e tutto a causa di un’oscura isola chiamata Fernando Poo. Ma mentre tutti gli altri occhi erano puntati verso il palazzo dell’Orni in apprensione e disperata speranza, viveva a Las Vegas una persona unica, conosciuta come Carmel. La sua abitazione era in Date Street e aveva una magnifica vista sul deserto, che lui amava. Gli piaceva passare lunghe ore guardando la distesa di cactus selvaggi, sebbene non sapesse il perché. Se gli avessi detto che stava simbolicamente girando le spalle all’umanità, non t’avrebbe capito, né si sarebbe offeso; l’osservazione sarebbe stata semplicemente irrilevante per lui. Se avessi aggiunto che anche lui era una creatura del deserto, come l’echinoderma sospetto e il serpente a sonagli, si sarebbe annoiato e t’avrebbe catalogato come fesso. Per Carmel, la maggior parte del mondo era composta da fessi che facevano domande senza senso e si preoccupavano di argomenti inutili; solo pochi, come lui, avevano scoperto cos’era veramente importante, i soldi, e li inseguivano senza distrazioni, scrupoli o deviazioni. I suoi momenti preferiti erano quelli come questa notte del primo aprile, in cui si sedeva e faceva i conti dei suoi guadagni per quel mese e guardava fuori ogni tanto dalla sua finestra panoramica verso il piatto paesaggio sabbioso, debolmente illuminato dalle luci della città dietro di lui. In questo deserto fisico ed emozionale provava felicità, o quanto di più simile alla felicità potesse mai trovare. Le sue ragazze avevano guadagnato 46.000 dollari, in marzo, dei quali prese 23.000; dopo aver pagato il 10 per cento alla Fratellanza per il permesso di operare senza molestie dai soldati di Naso-a-Banana Maldonado, gli restò un profitto netto di 20.700 dollari, tutti esentasse. Il piccolo Carmel, alto 1 e 57 con la faccia di un furetto a lutto, sorrise raggiante completando i suoi calcoli; la sua emozione era inesprimibile, in termini normali, quanto quella di un necrofilo che fosse riuscito a entrare di nascosto all’obitorio. Aveva provato ogni possibile combinazione sessuale con le sue ragazze; nessuna gli dava il frisson di guardare una cifra del genere alla fine del mese. Non sapeva che avrebbe guadagnato altri 5 milioni di dollari e che, incidentalmente, sarebbe divenuto l’essere umano più importante sul pianeta prima del primo maggio. Se avessi provato a spiegarglielo, avrebbe scansato tutto il resto da una parte e chiesto soltanto: “Cinque milioni: quante gole devo tagliare per metterci le mani sopra? “ Ma aspettate. Tirate fuori l’atlante e cercate l’Africa. Fate scorrere gli occhi lungo la mappa della costa occidentale di quel continente finché non arrivate alla Guinea equatoriale. Fermatevi alla curva dove parte dell’Oceano atlantico piega all’interno e diventa il Golfo del Biafra. Noterete una catena di piccole isole; osserverete anche che una di queste è Fernando Poo. Là, nella capitale Santa Isobel, nei primi anni Settanta, il capitano Ernesto Tequilla y Mota leggeva e rileggeva attentamente Coup d’Etat: un manuale pratico di Edward Luttwak, e placidamente si organizzava a seguire la formula di Luttwak per un perfetto colpo di stato a Santa Isobel. Mise in piedi uno scadenzario, fece i suoi primi adepti tra gli alti ufficiali, formò una cricca e iniziò il lento processo dell’organizzare le cose in modo tale che gli ufficiali ritenuti leali alla Guinea equatoriale fossero in missione lontano dalla capitale almeno quarantott’ore prima del colpo. Stilò il primo proclama del nuovo governo; prendeva i migliori slogan dei più potenti gruppi di sinistra e di destra dell’isola e li incastrava fermamente in un contesto simile a una tapioca di blando liberal-conservatorismo. Si aggiustava perfettamente con la ricetta di Luttwak, dando a tutti sull’isola una qualche piccola speranza che i propri ideali e interessi sarebbero stati portati avanti dal nuovo regime. E dopo tre anni di piani, colpì: gli elementi chiave del vecchio regime vennero messi agli arresti domiciliari, rapidamente e senza spargimenti di sangue; le truppe sotto il comando degli ufficiali del gruppo occuparono le centrali elettriche e gli uffici dei giornali; l’inoffensiva proclamazione fascistaconservatrice-liberalcomunista arrivò al mondo dalla stazione radio di Santa Isobel. Ernesto Tequilla y Mota aveva raggiunto la sua ambizione: promozione da capitano a generalissimo in un sol salto. Adesso, lilialmente, iniziò a domandarsi come governare una nazione. Avrebbe probabilmente dovuto leggersi un nuovo libro e sperava ce ne fosse sull’argomento uno altrettanto buono quanto il
trattato di Luttwak sulla presa di una nazione. Questo il 14 marzo. Il 15 marzo, anche il nome Fernando Poo era sconosciuto a ogni membro del parlamento, ogni senatore, ogni ufficiale del governo, e a tutti meno uno i membri dello stato maggiore. Infatti, la prima reazione del presidente, quando il rapporto della Cia atterrò sulla sua scrivania quel pomeriggio, fu di chiedere al suo segretario: “Dove diavolo è Fernando Poo?” Saul si tolse gli occhiali e li pulì con un fazzoletto, cosciente della propria età e improvvisamente più stanco che mai. “Sono superiore di grado, Barney”, iniziò. Muldoon sorrise. “So cosa sta per succedere.” Metodicamente, Saul andò avanti. “Chi pensi, nel tuo staff, sia un agente della CIA?” “Robinson, sono sicuro e di Lehrman sospetto.” “Se ne vanno tutti e due. Non corriamo rischi.” “Li farò trasferire alla Buoncostume domattina. E del tuo staff?” “Tre, penso, e se ne vanno anche loro. “ “La Buoncostume andrà matta per l’incremento del corpo.” Saul riaccese la pipa. “Un’altra cosa. Potremmo sentire dall’Fbi “ “Infatti potremmo.” “Non beccano niente.” “Mi stai proprio spingendo su questa storia, Saul.” “Certe volte devi seguire i presentimenti. Questo sarà un caso peso, d’accordo?” “Un caso peso”, assentì Muldoon. “Allora facciamo a modo mio.” “Guardiamo il quarto memo”, disse Muldoon senza espressione. Lessero:
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 4 24/7 J.M.: Ecco una lettera apparsa su “Playboy” qualche anno fa. ( The Playboy Advisor, “Playboy”, aprile 1969, pp. 62-64): Ho sentito recentemente un vecchio dalle idee di destra, un amico dei miei nonni, asserire che l’odierna ondata di assassini in America è opera di una società segreta chiamata gli Illuminati. Ha detto che gli Illuminati sono esistiti durante tutta la storia, sono proprietari dei cartelli bancari, sono tutti stati massoni di trentaduesimo grado e conosciuti da Ian Fleming, che li ha usati come Spectre nei suoi libri di James Bond, ragion per cui gli Illuminati si sono disfatti del signor Fleming. All’inizio, tutto questo mi sembrava un delirio paranoico. Poi ho letto nel “New Yorker” che Allan Chapman, uno degli investigatori di Jim Garrison11 nell’inchiesta di New Orleans sull’assassinio di John Kennedy, crede che gli Illuminati esistano realmente... “Playboy” naturalmente, ridicolizza l’intera idea e dà la versione standard dell’ Encyclopedia Britannica per cui gli Illuminati scomparirono nel 1785. Pat
Pricefixer infilò la testa nella porta della caffetteria. “Minuto?” chiese. “Che c’è?” replicò Muldoon. “Peter Jackson è qui fuori. È l’editore associato con cui ho parlato al telefono. Mi ha appena detto qualcosa circa il suo ultimo incontro con Joseph Malik, l’editore, prima che Malik scomparisse.” “Portalo dentro”, disse Muldoon. Peter Jackson era un nero, veramente nero, non marrone o moro. Indossava un panciotto, nonostante il tempo primaverile. Era anche ovviamente molto cauto con i poliziotti. Saul lo notò immediatamente e iniziò pensare a come aggirare l’ostacolo e, allo stesso tempo, osservò un aumentato rilassamento nei lineamenti di Muldoon, segno che anche lui l’aveva notato ed era pronto ad adombrarsi. “Si sieda,” disse Saul cordialmente, “e ci racconti quel che ha appena detto all ’altro agente”. Con quelli nervosi, la miglior politica era lasciar perdere il ruolo di poliziotto all’inizio, e cercare di recitare come qualcun altro, un qualcuno che, molto naturalmente, faccia un sacco di domande. Saul iniziò a scivolare nella personalità del medico di famiglia, che usava normalmente in simili situazioni. Immaginò di avere uno stetoscopio intorno al collo. “Be’,” iniziò Jackson con un accento di Harvard, “probabilmente non è importante. Potrebbe essere solo una coincidenza”. “La maggior parte di quello che sentiamo sono coincidenze senz’importanza”, disse Saul gentilmente. “Ma è il nostro lavoro: ascoltare.” “Tutti, tranne l’ala estremista, hanno lasciato perdere questa Storia, oggi”, disse Jackson. “Mi sorprese veramente quando Joe mi disse a cosa stava portando la rivista.” Si soffermò e studiò i due volli impassibili dei detective; trovandoci poco, continuò con riluttanza. “È stato venerdì scorso Joe mi disse che aveva una dritta che lo interessava e che ci stava mettendo dietro un giornalista dello staff. Voleva riaprire l’indagine sugli assassini di Martin Luther King e dei fratelli Kennedy.” Saul fece attenzione a non guardare Muldoon e altrettanto cautamente mosse il cappello per coprire i memo sul tavolo. “Mi scusi un momento”, disse educatamente e lasciò la caffetteria. Trovò una cabina telefonica nell’ingresso e chiamò a casa. Rebecca rispose dopo il terzo squillo; ovviamente non si era riaddormentata dopo che se n’era andato. “Saul?” domandò, indovinando chi potesse chiamare a quell’ora. “Sarà una lunga nottata”, disse Saul. “Oh, diavolo.” “Lo so, bimba. Ma questo caso è un figlio di puttana!” Rebecca sospirò. “Fortuna ci siamo fatti una scopata prima. Altrimenti sarei furiosa.” Saul pensò, improvvisamente, a come questa conversazione sarebbe suonata a un estraneo. Un uomo di sessant’anni e una moglie di venticinque. “E se sapessero che era una puttana e una eroinomane quando la incontrai... “ “Sai che faccio?” Rebecca abbassò la voce. “Mi leverò la camicia da notte e butterò le coperte in fondo al letto, e me ne starò qui nuda pensando a te e aspettando.” Saul sorrise. “Un uomo della mia età non dovrebbe essere capace di rispondere dopo aver fatto quello che ho fatto prima.” “Ma hai risposto, non è vero?” La voce di lei era sicura e sensuale. “Diavolo. Non potrò andarmene dalla cabina per un paio di minuti.” Ridacchiò piano e disse “T’aspetterò...” “Ti amo” disse, sorpreso, come al solito, dalla semplice verità della frase in un uomo della sua età. “Non riuscirò a uscire dalla cabina per niente se continua così”, pensò. “Ascolta,” aggiunse in fretta, “cambiamo argomento prima che inizi a fare giochetti viziosi da liceale. Che ne sai degli Illuminati?” Rebecca si era laureata in antropologia con una
specializzazione in psicologia, prima che la storia con la droga la catturasse e cadesse nell’abisso dal quale lui l’aveva salvata; la sua erudizione spesso lo stupiva. “È uno scherzo”, disse. “Un che?” “Uno scherzo. Un gruppo di studenti di Berkeley 12 l’hanno iniziato verso il ‘66 0 il ‘67.” “No, non dicevo quelli. I veri Illuminati in Italia, Spagna e Germania dal Quindicesimo al Diciottesimo secolo? Capisci?” “Oh, quella è la base dello scherzo. Alcuni storici di destra credono che gli Illuminati esistano ancora. Così questi studenti aprirono una sezione degli Illuminati nel campus di Berkeley e iniziarono a mandare comunicati stampa su ogni sorta di strani argomenti. La gente che vuole credere alle cospirazioni avrebbe avuto così qualche prova da mostrare. Non c’è altro dietro. Umorismo da matricole.” “Speriamo”, pensò Saul. “E gli ismailiti dell’Islam?” “Hanno ventitrè divisioni, ma l’Aga Khan è il leader di tutte. La setta è stata fondata verso, oh, il 1090, penso, e all’inizio fu perseguitata, ma oggi è parte della religione ortodossa musulmana. Ha delle dottrine piuttosto strane. Il fondatore, Hassan-i-Sabbah, insegnò che nulla è vero e tutto è permesso. Visse secondo quell’ideale, la parola ‘assassino’ è una corruzione del suo nome.” “Nient’altro?” “Sì, ora che ci penso. Sabbah introdusse la marijuana nel mondo occidentale, dall’India. La parola ‘hashish’ deriva anch’essa dal suo nome.” “Questo è un caso difficile,” disse Saul, “e ora che posso uscire da questa cabina senza scioccare l’agente nel corridoio, tornerò a lavorarci sopra. Non dire nulla che mi faccia arrapare di nuovo, per favore...” “No, me ne starò qui nuda e sdraiata e...” “Ciao.” “Ciao”, disse ridendo. Saul appese aggrottandosi. L’intuizione di Goodman, la chiamavano gli altri detective. “Non è intuizione, è una maniera di pensare oltre e tra i fatti, un modo di sentire gli interi, di vedere che deve esserci una relazione tra il fatto numero uno e il fatto numero due anche se una tale relazione non è ancora visibile. E io lo so. Gli Illuminati ci sono, che questi ragazzi di Berkeley scherzino o no.” Uscì dalla sua concentrazione e realizzò dov’era. Per la prima volta, notò un adesivo sulla porta:
QUESTA CABINA TELEFONICA È RISERVATA A CLARK KENT 13 Sorrise: una battuta da intellettuale. Probabilmente qualcuno della rivista. Tornò alla caffetteria, riflettendo. “Niente è vero. Tutto è permesso.” Con una dottrina come quella, la gente era capace di... Rabbrividì. Immagini di Büchenwald e di Belsen, di ebrei che avrebbero potuto essere lui... Peter Jackson lo guardò mentre rientrava nella caffetteria. Una (accia nera, curiosa, intelligente. Muldoon era impassibile come le facce sul Monte Rushmore. 14 “Mad Dog, nel Texas, era la città dove Malik pensava questi... assassini... avessero il loro quartier generale”, disse Muldoon. “Lì hanno mandato il giornalista.” “Come si chiama il giornalista?” chiese Saul. “George Dorn” disse Muldoon. “È un ragazzo giovane che stava con l’Sds .15 E a un certo momento è stato piuttosto vicino ai Weathermen.” 16 Il gigantesco computer di Hagbard Celine, FUCKUP, First Universal Cybernetic KineticUltramicro Processor, era essenzialmente una forma piuttosto sofisticata della macchina logica autoprogrammabile algoritmica standard del tempo; il nome 17 era una delle sue stravaganze. La vera ragione che rendeva unico FUCKUP era un processo stocastico 18 programmato con il quale poteva “buttare” un esagramma dell’I-Ching, leggendo un circuito casuale aperto come linea discontinua
(yin) e un circuito casuale chiuso come linea continua (yang), fin quando sei tali “linee” non arrivassero. Consultando le sue banche di memoria dov’era conservata l’intera tradizione interpretativa dell’I-Ching e poi controllando in modo incrociato con le proprie analisi delle eccentricità politiche, economiche, meteorologiche, astrologiche, astronomiche e tecnologiche di quel particolare giorno, procurava una lettura dell’esagramma che, per la mente di Hagbard, combinava il meglio dei metodi scientifici e occulti per rivelare le tendenze in arrivo. Il 13 marzo il modello stocastico generò spontaneamente l’Esagramma 23, “Sgretolare”. FUCKUP interpretò allora: Questo segno tradizionalmente infausto venne gettato da sacerdoti scienziati di Atlantide poco prima della distruzione del loro continente ed è generalmente connesso alla morte per acqua. Altre vibrazioni lo legano a terremoti, tornado e disastri simili e alla malattia, al degrado e alla morbosità in genere. La prima correlazione è con lo sbilanciamento tra accelerazione tecnologica e regressione politica, che avviene planetariamente a livelli di pericolosità sempre crescenti dal 1914 e con punte forti dal 1964. Lo sgretolamento è fondamentalmente la fuga mentale schizoide e scismatica di politici-avvocati, che tentano di amministrare, senza conoscerne i meccanismi, una tecnologia mondiale di cui negano la tendenza-gestalt dividendo il mondo in obsoleti stati-nazione di stampo rinascimentale. La terza guerra mondiale è probabilmente imminente e, considerando i progressi nella guerra chimicobatteriologica in congiunzione con le vibrazioni di malattia dell’Esagramma 23, lo scatenarsi della peste o di gas nervino o di entrambi è probabile, quanto una totale distruzione termonucleare. Prognosi generale: molte megamorti. C’è qualche speranza d’evitare il modello emergente attraverso una pronta azione di natura corretta. Probabilità di tale via d’uscita è 0.17 ± 0.05. Nessuna colpa. “Col cazzo, nessuna colpa” s’infuriò Hagbard; e rapidamente riprogrammò FUCKUP per farsi leggere le sue psicobiografie compensate delle figure chiave della politica mondiale e degli scienziati chiave della guerra chimico-batteriologica. Il primo sogno venne al dottor Charles Mocenigo il 2 febbraio, più di un mese prima che FUCKUP captasse le vibrazioni. Era, come di consueto per lui, cosciente di star sognando e la visione di una piramide gigantesca che pareva camminare o avanzare a fatica e con strepito non significava nulla e svanì rapidamente. Adesso pareva stesse osservando un ingrandimento della doppia spirale del Dna, era così dettagliata che iniziò a cercare le irregolarità di legame ogni ventitreesimo angstrom.19 Con sua sorpresa, mancavano; c’erano, invece, altre irregolarità a ogni diciassettesimo angstrom. “Che diavolo...?” domandò. E la piramide ritornò, sembrava che parlasse e dicesse: “Sì, il diavolo. “Si svegliò di soprassalto, con un nuovo concetto, carbonchiolebbra-Mu, che prendeva forma, e iniziò a scrivere nel suo notes accanto al letto. “Che diavolo è questo progetto Porta Nel Deserto?” aveva chiesto il presidente una volta, studiando il bilancio. “Guerra batteriologica”, spiegò cortesemente un consigliere. “Hanno iniziato con qualcosa chiamato carbonchio delta e adesso sono arrivati fino a qualcosa che chiamano carbonchio Mu e...” La voce venne affogata dal rumore del distruggi documenti nella stanza accanto. Il presidente riconobbe il suono caratteristico dei “puliscicessi” al lavoro a tutta forza. “Non importa” disse. “Queste cose mi rendono nervoso.” Scarabocchiò un rapido “OK” accanto al titolo di spesa e passò oltre, ai “bambini poveri” che lo fecero sentire meglio. “Ecco,” disse, “questo lo possiamo tagliare.” Si dimenticò completamente della Porta Nel Deserto fino alla crisi di Fernando Poo. “Supponiamo, supponiamo soltanto,” chiese allo stato maggiore, il 29 marzo, “che io vada alla tele e minacci l’inferno termonucleare totale e l’altro lato non batta ciglio. Abbiamo qualcosa che li spaventi ancor di più?” Gli S.M. si scambiarono sguardi. Uno di loro parlò, incertamente. “Fuori Las Vegas,” disse, “abbiamo questo progetto Porta Nel Deserto che pare essere di molto avanti rispetto ai Compagni nella B.-B. e B.-C.”
“Significa biologico-batteriologica e biologico-chimica” spiegò il presidente al vicepresidente che aggrottava le sopracciglia. “Non c’entra niente con i fucili ad aria compressa.” 20 Riportando la sua attenzione verso i militari, chiese: “Cos’abbiamo, nello specifico, che faccia gelare il sangue a Ivan?” “Be’, c’è il carbonchio-lebbra-Mu... è peggio di qualsiasi forma di carbonchio. Più letale di peste bubbonica, lebbra e carbonchio in un colpo solo. A dire la verità,” il generale che stava parlando sorrise sinistro al pensiero, “la nostra valutazione suggerisce che, con la morte così rapida, la demoralizzazione psicologica dei sopravvissuti, se ce ne fossero, sarebbe ancora peggiore che in uno scambio termonucleare con il massimo di ricaduta ‘sporca’“. “Per Dio”, disse il presidente. “Perdio. Non useremo questa storia in pubblico. Il mio discorso parlerà solo di bombe H, ma faremo arrivare ai ragazzi del Cremlino che abbiamo anche questo trucchetto al carbonchio, in frigo. Per Giove, aspettate e vedrete se non si tirano indietro.” Si alzò, deciso, fermo, l’immagine che proiettava sempre in televisione. “Andrò subito dai miei redattori per il discorso. Nel frattempo, fate che il cervello responsabile di questo carbonchio-Pi riceva un aumento di stipendio. Come si chiama?”, chiese da sopra le spalle uscendo dalla porta. “Mocenigo, dottor Charles Mocenigo.” “Un aumento per il dottor Charles Mocenigo” disse il presidente dal corridoio. “Mocenigo?” chiese riflettendo il vicepresidente. “È un mangiaspaghetti?” “Non dire mangiaspaghetti” gli gridò dietro il presidente. “Quante volte te lo devo dire? Non dire mangiaspaghetti o giudeo o nessuna di quelle parole, mai più.” Parlò con una certa asprezza, dal momento che viveva nella paura quotidiana che qualche giorno i nastri segreti che teneva di tutte le transazioni nell’Ufficio ovale venissero resi pubblici. Aveva giurato molto tempo prima che se quel giorno fosse mai arrivato, i nastri non sarebbero stati pieni di “(aggettivo soppresso)” o “(caratterizzazione soppressa)”. Era irritato, ma lo stesso parlò con autorità. Era, infatti, caratteristico del migliore tipo di maschio dominante nel mondo in quel periodo. Aveva cinquantacinque anni, duro, astuto, libero dalle complicate ambiguità etiche che confondono gli intellettuali, e aveva deciso molto tempo prima che il mondo era un gran figlio di puttana nel quale solo i più intriganti e privi di scrupoli potevano sopravvivere. Era anche gentile, per quanto possibile a uno che sostenesse quella filosofia ultra darwiniana; e amava veramente i cani e i bambini, a meno che non si trovassero sul luogo di qualcosa da bombardare in nome dell’interesse nazionale. Aveva ancora un certo senso dell’humor, nonostante il peso quasi divino del suo ufficio e, sebbene fosse impotente con sua moglie da quasi dieci anni, nella bocca di una abile prostituta, raggiungeva generalmente l’orgasmo in un minuto e mezzo. Prendeva pillole d’amfetamina per mantenersi in piedi nella sua massacrante giornata di lavoro di venti ore, col risultato che la sua visione del mondo era un tantino spostata verso il paranoico, e prendeva tranquillanti per non preoccuparsi troppo, col risultato che il suo distacco confinava alle volte con lo schizofrenico; ma la maggior parte del tempo, la sua astuzia innata gli faceva reggere la realtà con le unghie. In breve, assomigliava molto ai governanti di Russia e Cina. In Central Park, lo scoiattolo si svegliò di nuovo quando un’auto passò suonando forte il clacson. Farfugliando rabbioso, saltò su di un altro albero e si rimise immediatamente a dormire. Al ristorante notturno da Bickford sulla Settantaduesima, un giovane chiamato August Personage uscì da una cabina telefonica dopo aver fatto una chiamata oscena a una donna a Brooklyn; si lasciò dietro uno dei suoi adesivi QUESTA CABINA È RISERVATA A CLARK KENT. A Chicago, un’ora prima sull’orologio, ma nello stesso istante in cui la cabina si chiuse, un gruppo rock chiamato Clark Kent E i Suoi Supermen attaccò una cover di Rock Around The Clock: il loro leader, un nero alto con un dottorato in antropologia, era stato conosciuto come El Hajj Starkerlee Mohammed durante una fase militante qualche anno prima, e il suo certificato di nascita diceva Robert Pearson. Stava osservando il suo pubblico e notò che quel tipo giovane bianco con la barba, Simon, era, come al solito, con una nera, un feticismo che Pearson Mohammed-Kent poteva comprendere con una psicologia rovesciata, visto che lui stesso preferiva sbarbe bianche. Simon, per una volta, non era trasportato dalla musica, era invece sprofondato nella conversazione con la
ragazza e disegnava il diagramma di una piramide sul tavolo per spiegare quel che diceva. “Crown Point”, Pearson lo sentì dire sopra la musica. E ascoltando Rock Around The Clock dieci anni prima, George Dorn aveva deciso di lasciarsi crescere i capelli, fumare erba e diventare un musicista. Era riuscito in due di quelle ambizioni. La statua di Tlaloc nel museo di antropologia, in Messico, fissava in alto, imperscrutabile verso le stelle... e le stesse stelle brillavano sopra i Caraibi dove il delfino chiamato Howard, giocava nelle onde. Il corteo di auto passa il Texas School Book Depository e muove lentamente verso il Triplo Sottopasso. Alla finestra del sesto piano, Lee Harvey Oswald prende la mira attentamente con il Carcano-Mannlicher; la sua bocca è asciutta, asciutta come un deserto. Ma il suo battito cardiaco è normale e non c’è sudore sulla sua fronte. Questo è il momento, pensa, il momento che trascende il tempo e il rischio, l’eredità e il luogo, l’esame finale e la prova della libera volontà e del mio diritto di chiamarmi uomo. In questo momento, adesso, mentre stringo il grilletto, muore il Tiranno, e con lui tutte le menzogne di un’epoca crudele e mendace. È un’esalazione suprema, questo momento e questa conoscenza: eppure la sua bocca è asciutta, asciutta come polvere, come la morte, come se le sue ghiandole salivari sole si ribellassero contro l’assassinio che il suo intelletto ha proclamato giusto e necessario. Ora: Si rammenta la formula militare: respirare, puntare, rilasciare, tirare. Respira, punta, si rilascia, inizia a tirare, quando un cane abbaia improvvisamente... E la sua bocca si apre in incredulità mentre risuonano tre spari, ovviamente dalla direzione della Collinetta Erbosa e del Triplo Sottopasso. “Figlio di troia” dice piano come una preghiera. E inizia a sorridere, un sorriso non di onnipotenza, come si era aspettato, ma di qualcosa diverso e inaspettato e perciò migliore: onniscienza. Quel sorriso apparve in tutte le foto durante il giorno e mezzo seguenti, prima della sua stessa morte, un sorriso beffardo che diceva così chiaramente che nessuno osò leggere: io so qualcosa che voi non sapete. Quella smorfia scomparve soltanto domenica mattina, quando Jack Ruby pompò due proiettili nel fragile, fanatico corpo di Lee, e il suo segreto se ne andò nella tomba con lui. Ma un’altra parte del segreto aveva già lasciato Dallas sul Whisperjet della Twa per Los Angeles di venerdì pomeriggio, viaggiando dietro l’abito scuro, i capelli grigi e gli occhi solo moderatamente sardonici di un vecchietto che risultava come “Frank Sullivan” sulla lista dei passeggeri. Questo è serio, stava pensando Peter Jackson, Joe Malik non era per niente in un viaggio paranoico. Le espressioni neutre di Muldoon e Goodman non lo ingannavano per niente: aveva imparato molto tempo prima l’arte nera di leggere non quello che c’è su di un volto, ma quel che c’è dietro. I poliziotti erano preoccupati ed eccitati, come ogni cacciatore sulle tracce di qualcosa di grosso e pericoloso. Joe aveva ragione sul complotto per l’assassinio, e la sua scomparsa e l’attentato erano una parte di tutto questo. E questo voleva dire che George Dorn era anche lui in pericolo, e a Peter piaceva George, anche se era un ragazzino arrogante in certi suoi modi e un irritante leccaculo sulla storia della razza, come la maggior parte dei giovani radicali bianchi. Mad Dog Texas, pensò Peter: proprio un brutto posto per trovarsi nei casini. (Quasi cinquant’anni prima, un rapinatore abituale chiamato Harry Pierpont si avvicinò a un giovane carcerato nella prigione di Michigan City e gli chiese: “Pensi potrebbe esserci una religione vera?”) Ma perché sta gridando George Dorn mentre Saul Goodman legge i memo? Tenetevi per un altro salto e questo è uno da shock. Saul non è più umano, è un maiale. Tutti i poliziotti sono maiali. Tutto quello che avete sempre creduto è probabilmente una bugia. Il mondo è un luogo oscuro, sinistro, misterioso e totalmente spaventoso. Riesci a digerire tutto questo alla svelta? Allora entra nella mente di George Dorn per la seconda volta, cinque ore prima dell’esplosione a “Confrontation” (quattro ore prima, sull’orologio) e tira dal joint, tira forte e tienilo dentro (“One o’clock... two o’clock... three o’clock... ROCK!). Sei buttato su di un letto sfatto, in un hotel di ultima categoria, e fuori una luce al neon lampeggia disegni rosa e blu nella tua
stanza. Esala lentamente, senti la botta dell’erba e vedi se la carta da parati sembra già più brillante, meno Involontariamente Basso Kitsch. Fa caldo, il caldo secco del Texas e spingi i tuoi capelli lunghi indietro dalla fronte, tiri fuori il tuo diario, George Dorn, perché rileggere da capo quel che hai scritto per ultimo, certe volte, t’aiuta a capire quello in cui stai entrando per davvero. Mentre il neon schizza la pagina di rosa e blu, leggi questo: 23 aprile Come sappiamo se l’universo sta diventando più grande o gli oggetti dentro più piccoli? Non si può dire che l’universo stia diventando più grande in relazione a una qualsiasi cosa fuori di esso, perché non c’è un fuori da potergli paragonare. Non c’è nessun fuori. Ma se l’universo non ha un esterno, allora continua all’infinito. Sì, ma il suo interno non continua eterno. Come fai a saperlo, testa di cazzo? Stai solo giocando con le parole. No. L’universo è l’interno senza un esterno, il suono fatto da un...
*** Bussarono alla porta. La Paura assalì George. Ogni qualvolta era stonato, il più piccolo dettaglio sbagliato nel suo mondo gli portava la Paura, irresistibile, incontrollabile. Trattenne il respiro, non per contenere il fumo nei polmoni, ma perché il terrore gli aveva paralizzato i muscoli del petto. Fece cadere il piccolo notes nel quale scriveva giornalmente i suoi pensieri e si aggrappò al proprio pene in un gesto abituale in momenti di panico. La mano che teneva il mozzicone scivolò automaticamente sulla copia scavata di It Can’t Happen Here di Sinclair Lewis 21 che era accanto a lui sul letto e fece cadere il centimetro e mezzo di carta e marijuana arrotolata sopra il sacchetto di plastica pieno di grani verdi. Istantaneamente si aprì nel sacchetto un foro marrone grande come una monetina e l’erba accanto al tizzone iniziò a fumare. “Stupido” disse George, mentre col pollice pugnalava il tizzone fumante per spegnerlo, e tirava indietro le labbra in una smorfia di dolore. Un uomo basso e grasso entrò nella stanza, con “poliziotto” scritto in ogni maligno lineamento della sua piccola faccia astuta. George si ritrasse e fece per chiudere It Can’t Happen Here; come un lampo, tre dita dure come cemento si spinsero nel suo avambraccio. Urlò e il libro gli saltò di mano, spargendo erba sopra tutta la coperta. “Non la toccare” disse il grasso. “Un agente verrà qui per raccoglierla come prova. Ci sono andato piano con quel colpo di karaté. Altrimenti stasera ti leccheresti una frattura composta del braccio sinistro alla prigione di Mad Dog, e nessun dottore che si rispetti avrebbe voglia di uscire e curarti.” “Ha un mandato?” George tentò di suonare insolente. “Oh, credi d’avere i coglioni.” Il fiato del grasso puzzava di bourbon e di sigari scadenti. “Coglioni di coniglio. T’ho terrorizzato a morte, ragazzo, lo sai come lo so io. Eppure trovi il coraggio di parlare di mandati. Fra un po’ vorrai vedere l’Unione per le libertà civili.” Spostò la giacca di un vestito estivo verde iridescente che avrebbe potuto essere nuovo quando Heartbreak Hotel 22 era in cima alla hit parade. Una stella d’argento a cinque punte gli decorava la tasca della camicia rosa e una .45 automatica infilata nei pantaloni gli spingeva il grasso della pancia. “Questa è tutta la legge che mi serve quando ho a che fare con gente del tuo tipo a Mad Dog. Riga dritto con me, figliolo, o non avrai nulla da agguantare la prossima volta che uno di noi maiali, come avete scelto di chiamarci nei vostri articoletti, ti arresterà. Il che non è probabile avvenga per i prossimi quarant’anni, mentre marcisci e invecchi nella nostra prigione statale.” Pareva soddisfatto del suo stile oratorio, come uno dei personaggi di Faulkner. 23 George pensò:
È proibito sognare ancora Storpiamo le nostre gioie o le nascondiamo cavalli sono fatti d’acciaio cromato E i piccoli uomini grassi li cavalcheranno. Disse: “Non puoi darmi quarant’anni per detenzione. E l’erba è legale nella maggior parte degli altri stati. Questa legge è arcaica e assurda.” “Merda e cipolle, ragazzo, ce n’hai troppa di quell’erba assassina per chiamarla detenzione. Io la chiamo detenzione a fini di spaccio. E le leggi di questo stato sono giuste e sono severe e sono le nostre. Sappiamo di che è capace quell’erba. Ci ricordiamo delle truppe a Alamo e Santa Anna 24 perdere ogni paura perché erano fatte di Rosa Maria, come la chiamavano a quei tempi. Alzati in piedi. E non chiedere di parlare con un avvocato.” “Posso chiedere chi è?” “Sono lo sceriffo Jim Cartwright, nemesi di tutto il male a Mad Dog e contea.” “E io Tiny Tim” disse George, immediatamente dicendosi nella testa: “Chiudi quella cazzo di bocca, sei troppo fuori.” E andò giù dritto e disse: “Forse la vostra parte avrebbe vinto se Davy Crockett e Jim Bowie si fossero stonati anche loro. E, giacché ci siamo, sceriffo, come faceva a sapere che mi avrebbe beccato con l’erba? Normalmente un giornalista underground si fa un punto d’essere pulito quando arriva in questa parte del paese dimenticata da Dio. Non è stata la telepatia a dirle che avevo dell’erba addosso.” Lo sceriffo Cartwright si batté la coscia. “Ma sì, invece. È stata proprio telepatia. Cosa ti fa pensare non fosse stata la telepatia a portarmi qui?” Rise, agguantò il braccio di George in una stretta ferrea e lo spinse verso la porta della stanza d’albergo. George provò un terrore senza fondo come se l’abisso dell’inferno gli si aprisse sotto i piedi e lo sceriffo Jim Cartwright stesse per inforcarlo dentro lo zolfo bollente. E devo ammettere che più o meno era questo il caso; ci sono periodi della storia in cui le visioni di pazzi e drogati sono una guida migliore alla realtà, dell’interpretazione col buon senso dei dati in possesso della mente cosiddetta normale. Questo è uno di quei periodi, se non lo aveste già notato. (“Continua a stare in compagnia di quei ragazzacci di Passaic e finirai in galera” diceva la madre di George. “Ricordati le mie parole, George.” E, un’altra volta, alla Columbia, dopo una riunione a tardissima notte, Mark Rudd disse asciutto: “Un casino di noi passerà del tempo nelle galere dell’Uomo, prima che questa tempesta di merda sia finita” e George, assieme agli altri, annuì cupamente ma coraggiosamente. La marijuana che aveva fumato era coltivata a Cuernavaca da un contadino di nome Arturo Jesus Maria Ybarra y Mendez, che l’aveva venduta all’ingrosso a un giovane yanqui chiamato Jim Riley, figlio di un poliziotto di Dayton, nell’Ohio, che a sua volta l’aveva contrabbandata attraverso Mad Dog dopo aver pagato una sostanziosa bustarella allo sceriffo Jim Cartwright. Dopo di che venne rivenduta a una spacciatrice di Times Square, chiamata Rosetta l’Impietrita e una signorina Walsh del dipartimento ricerche di “Confrontation” aveva comprato da lei quattro etti, rivendendone più tardi due a George che l’aveva riportata a Mad Dog, senza alcun sospetto di stare virtualmente completando un cerchio. Il seme originale faceva parte del tipo raccomandato dal generale George Washington nella famosa lettera al signor John Sinclair, 25 nella quale scrive: “Trovo che, per qualunque scopo, la canapa indiana è da ogni punto di vista superiore alla varietà neozelandese precedentemente coltivata qui.” A New York, Rebecca Goodman, decidendo che Saul non sarà a casa stanotte, esce dal letto, s’infila una vestaglia e inizia a cercare nella sua libreria. Finalmente, sceglie un libro sulla mitologia babilonese e inizia a leggere: “Prima di tutti gli dei, era Mummu, lo Spirito del Puro Caos...” A Chicago, Simon e MaryLou Servìx siedono nudi nel letto di lei, le gambe incrociate nella posizione del loto yabyum. “No, “ sta dicendo Simon “Non muoverti bimba, aspetta che LUI muova te”, Clark Kent E I Suoi Supermen swingano in una ripresa: “We’re gonna ROCK around the clock tonight... We’re gonna ROCK ROCK ROCK till broad day light”.) Il compagno di cella di George nella prigione della contea di Mad Dog aveva una faccia da
teschio, con grandi incisivi sporgenti. Era alto, circa 1 e 95 e giaceva appallottolato sulla sua branda come un pitone avvolto in spire. “Hai chiesto d’essere curato?” gli chiese George. “Curato di che?” “Be’, se pensi d’essere un assassino...” “Non penso, fratellino. Ho ammazzato quattro bianchi e due mangiabanane. Uno in California, il resto qui. Pagato per ognuno.” “È per questo che sei qui dentro?” Mio Dio, non metteranno gli assassini nella stessa cella degli sballoni? “Sono dentro per vagabondaggio” disse l’uomo con disprezzo. “Veramente, sono qui solo in custodia temporanea, finché non mi danno ordini. E poi, addio a chi vuoi: presidente, leader dei diritti civili, nemico del popolo. Un giorno sarò famoso. Scriverò un libro su di me, un giorno, Asso. Diamine, non son capace a scrivere. Guarda, forse possiamo fare un patto. Faccio portare della carta per te dallo sceriffo Jim se scriverai della mia vita. Ti terranno qui dentro per sempre, sai. Verrò a trovarti tra un assassinio e l’altro, tu scriverai il libro e lo sceriffo lo terrà al sicuro finché non vado in pensione. Poi farai pubblicare il libro e ti farai un mucchio di soldi e starai proprio bene in galera. O forse puoi anche pagarti un avvocato per tirarti fuori.” “Dove sarai?”, disse George. Era ancora spaventato, ma gli stava venendo anche sonno e aveva deciso che erano tutte stronzate, il che aveva un effetto calmante sui suoi nervi. Sarebbe stato meglio non addormentarsi nella cella mentre quel tizio era sveglio. Non credeva davvero a queste storie di assassini, ma era regolare ritenere omosessuale chiunque incontravi in prigione. Come se leggesse la sua mente, il compagno di cella disse: “Ti piacerebbe fartelo mettere in culo da un famoso assassino? Che te ne sembra, eh Asso?” “Per favore,” disse George, “non fa per me, sai? Non potrei proprio farlo.” “Merda, piscio e corruzione” disse l’assassino. Improvvisamente si srotolò e uscì dalla branda. “Ho sprecato il mio tempo con te. Adesso piegati e butta giù i pantaloni. Adesso lo prendi e non c’è niente da fare.” Si mosse verso George con i pugni chiusi. “Guardia! Guardia!” urlò George. Agguantò la porta della cella con entrambe le mani e iniziò a sbatterla freneticamente. L’uomo colpì George con una sberla attraverso la faccia. Un altro colpo alla mascella buttò George contro il muro. “Guardia!” urlò, con la testa che gli girava per l’erba e il panico. Un uomo in uniforme blu arrivò dalla porta al fondo del corridoio. Pareva lontano chilometri e proprio disinteressato, come un dio che fosse annoiato delle proprie creature. “Allora, che diavolo è tutto questo casino?” chiese, la mano sul calcio del revolver, la sua voce ancora lontana chilometri. George aprì la bocca, ma il compagno di cella parlò prima. “Questo piccolo freak comunista capellone non vuol buttare giù i calzoni quando glielo dico io. Non devi fare in modo che sia contento qui?” La voce passò a un piagnucolio. “Fagli fare quello che dico io.” “Dovete proteggermi” disse George. “Dovete farmi uscire da questa cella.” La guardia-dio rise. “Be’, potresti dire che questa qui è una prigione molto democratica. Vieni giù da New York e pensi che noi si sia piuttosto arretrati. Ma non è così. Non abbiamo brutalità poliziesca. Ora, se io interferissi tra te e Harry Coin, qui, potrei aver bisogno di usare la forza per trattenerlo dal tuo giovane culo. So che voialtri pensate che tutti i poliziotti debbano essere aboliti. Allora in questa presente situazione qui, mi abolisco. Inoltre, so che voialtri credete nella libertà sessuale, come me. E così Harry Coin si prenderà la sua libertà sessuale senza interferenza o brutalità da parte mia.” La sua voce era ancora distante e disinteressata, quasi sognante. “No!” disse George. La guardia estrasse la pistola. “Ora, figliolo. Ti levi i pantaloni e ti pieghi. Te lo prenderai in culo da Harry Coin qui, e non ce n’è. E io guarderò per accertarmi che glielo prendi come si deve. Altrimenti non ti becchi quarant’anni. T’ammazzo, subito. Ti pianto una pallottola dentro e dico che
hai fatto resistenza. Adesso decidi cosa vuoi fare. T’ammazzerò davvero se non fai come dice lui. Davvero. Tu sei totalmente spendibile e lui no. È una persona molto importante e il mio lavoro è tenerlo contento. “E t’inculerò lo stesso, vivo o morto.” rise demenzialmente Coin, come uno spirito maligno. “Quindi non c’è modo in cui tu possa sfuggire, Asso.” La porta alla fine del corridoio sbatté e lo sceriffo Jim Cartwright e due poliziotti in uniformi blu marciarono verso la cella. “Che succede qui?” disse lo sceriffo. “Ho beccato questo frocetto George Dorn qui, che tentava di commettere violenza omosessuale su Harry.” disse la guardia. “Ho dovuto tirar fuori la pistola per fermarlo.” George scosse la testa. “Siete incredibili, voialtri. Se state facendo questi giochetti per me, potete anche smettere, perché non vi state ingannando l’un l’altro e non state ingannando me. “ “Dorn,” disse lo sceriffo “hai tentato atti innaturali nella mia prigione, atti proibiti dalla sacra Bibbia e le leggi di questo stato. Non mi sta bene. Neanche un po’. Vieni qui fuori. Voglio farti un discorsetto. Andiamo nella stanza degli interrogatori per una chiacchierata.” Aprì la porta della cella e fece cenno a George di precederlo. Si girò verso i due poliziotti che lo avevano accompagnato: “Restate qui e occupatevi di quell’altra cosetta.” Le ultime parole furono enfatizzate particolarmente. George e lo sceriffo passarono per una serie di corridoi e porte chiuse finché finalmente non arrivarono in una stanza con le mura fatte di lamiera stampata dipinta verde bottiglia. Lo sceriffo disse a George di sedersi su una seggiola mentre lui gli si mise davanti su di una sedia girata. “Sei una cattiva influenza sui miei prigionieri” disse. “Ho voglia di farti succedere un qualche incidente. Non voglio veder corrompere i prigionieri in galera, mia o di qualcun altro, per quarant’anni.” “Sceriffo” disse George. “Che vuole da me? Mi ha beccato per l’erba. Cos’è tutta questa roba, minacce, spaventarmi e interrogarmi?” “Voglio sapere alcune cose”, disse lo sceriffo. “Voglio sapere tutto quello che mi puoi dire su certe faccende. Quindi, da questo momento, sii pronto a dirmi solo la verità. Se lo farai, forse le cose andranno più lisce per te, dopo.” “Sì, sceriffo”, disse George. Cartwright lo fissò, stringendo gli occhi. “Sembra proprio un maiale”, pensò George. La maggior parte è così. Perché così tanti fra loro diventano così grassi e hanno occhi così piccoli? “Allora” disse lo sceriffo. “Qual era la tua ragione per venire qui da New York?” “Semplicemente un servizio per ‘Confrontation’, la rivista...” “La conosco. È una rivista oscena e comunista. L’ho letta.” “Sta usando termini carichi. È una rivista libertaria di sinistra, per essere esatti.” “Anche la mia pistola è carica, ragazzo. Quindi dilla giusta. Bene. Dimmi di cosa sei venuto a scrivere qui.” “Certo. Dovrebbe essere interessato quanto lo sono io a questa storia, se davvero tiene alla legge e all’ordine. Ci sono state voci circolanti nel paese per più di un decennio, secondo cui tutti i maggiori omicidi politici in America - Malcolm X, i fratelli Kennedy, Medgar Evers, 26 King, Nixon, forse anche George Lincoln Rockwell - siano opera di un’unica organizzazione cospiratoria di destra orientata alla violenza, e che questa organizzazione ha la sua base proprio qui a Mad Dog. Sono venuto giù per vedere cosa potevo trovare su questo gruppo.” “È quel che immaginavo,” disse lo sceriffo, “povero stronzetto. Vieni qui con i tuoi capelli lunghi e ti credi di trovare, come la metti tu, una dritta su di un’organizzazione di destra. Fortuna per te che non hai incontrato nessuno dei nostri veri destrorsi, tipo Lampo di Dio, per esempio. Quelli qui intorno t’avrebbero torturato a morte, ragazzo. Sei davvero scemo. OK, non voglio sprecare altro tempo con te. Forza, ti riporto alla tua cella. Conviene che ti abitui a guardare la luna attraverso le sbarre.” Tornarono indietro per la stessa strada con la quale erano arrivati. All’ingresso del corridoio dove si trovava la cella di George, lo Sceriffo aprì il cancello e gridò “Vieni a prenderlo, Charley.”
La guardia di George, il viso pallido e la bocca chiusa in una linea senza labbra, prese George per il braccio. La porta del corridoio sbatté chiusa dietro lo sceriffo. Charley portò George alla sua cella e ce lo spinse dentro senza una parola. Ma almeno era tridimensionale adesso, e meno un fantasma della marijuana. Harry Coin non era lì. La cella era vuota. George s’accorse di un’ombra nella coda dell’occhio. Qualcosa nella cella accanto alla sua. Si girò: il cuore gli si fermò. C’era un uomo appeso da un tubo nel soffitto. George s’avvicinò e fissò attraverso le sbarre. Il corpo oscillava lentamente. Era attaccato al tubo con una cintura di cuoio affibbiata intorno al collo. Il volto, dagli occhi spalancati, era quello di Harry Coin. Lo sguardo di George s’abbassò. Qualcosa stava uscendo dal busto di Harry pendendo verso il pavimento. Non era suicidio. Avevano sbudellato Harry Coin e qualcuno aveva pensato bene di mettergli un secchio per la merda sotto, così che i suoi intestini sanguinanti potessero infilarcisi dentro. George urlò. Non c’era nessuno intorno per rispondergli. La guardia era svanita come mercurio. (Ma al manicomio Cherry Knolls di Sunderland in Inghilterra, dove erano già le undici della mattina seguente, un paziente schizofrenico che non aveva parlato per dieci anni, improvvisamente iniziò a esortare un infermiere: “Stanno tornando tutti, Hitler, Goring, Streicher, 27 tutti quanti. E, dietro di loro, i poteri e le persone dalle altre sfere che li controllano...” Ma Simon Moon a Chicago continua a mantenere con calma la posizione del loto e placidamente istruisce Mary Lou che gli è seduta in grembo: “Tienilo soltanto, tienilo con la tua parete vaginale come lo terresti con la mano, gentilmente, e senti il suo calore, ma non pensare all’orgasmo, non pensare al futuro, neanche un minuto avanti, pensa al presente, l’unico presente, l’unico presente che avremo mai, solamente il mio pene nella tua vagina adesso e il semplice piacere di questo, non un piacere più grande verso cui tendere...” “Mi fa male la schiena”, disse Mary Lou.) WE’RE GONNA ROCK ROCK ROCK AROUND THE CLOCK TONIGHT Ci sono ragazzi svedesi e norvegesi, danesi, italiani e francesi, greci, anche americani. George e Hagbard si muovono attraverso la folla cercando di stimarne il numero: 200.000? 300.000? 500.000? Simboli della pace penzolano da ogni collo, nudi dipinti, nudi non dipinti, capelli lunghi e ondeggianti su ragazzi e ragazze alla stessa maniera, e sopra tutto il ritmo, ipnotico e interminabile. “Woodstock Europa,” dice asciutto Hagbard. “L’ultima e definitiva notte di Valpurga, 28 l’Erotion di Adam Weishaupt finalmente realizzato.” WE’RE GONNA ROCK ROCK ROCK TILL BROAD DAYLIGHT “È una società delle nazioni,” dice George, “una società delle nazioni dei giovani.” Hagbard non ascolta. “Lassù,” indica, “verso Nord-Ovest c’è il Reno, dove si dice che die Lorelei sedesse e cantasse le sue canzoni di morte. Ci sarà musica più mortale sul Danubio, stanotte.” WE’RE GONNA ROCK AROUND THE CLOCK TONIGHT (Ma tutto questo era ancora sette giorni nel futuro, e ora George giace svenuto nella prigione della contea di Mad Dog. E iniziò, quella fase dell’operazione, come Hagbard la chiamò, più di trent’anni prima, quando un chimico svizzero chiamato Hofmann salì sulla sua bicicletta e pedalò giù per una strada di campagna verso nuove dimensioni.) “E ritorneranno tutti?” chiese George. “Tutti” rispose secco. “Quando il ritmo raggiunge l’intensità giusta... a meno che non riusciamo a fermarlo.” (“Adesso capisco” gridò Mary Lou. “Non è quello che mi aspettavo. È diverso dal sesso, e meglio.” Simon sorrise benignamente. “È sesso, baby” disse. “Quello che hai fatto finora non era sesso. Adesso possiamo iniziare a muoverci... ma lentamente... alla maniera gentile... la Maniera del Tao...” Stanno ritornando tutti; non sono mai morti, delirava il pazzo verso l’infermiere sorpreso, aspetta e vedrai, capo. Devi solo aspettare. Vedrai.) Gli amplificatori strillarono improvvisamente. C’era troppo feedback, e il suono partì in un picco
oltre la sopportabilità. George sussultò e vide altri tenersi le orecchie. ROCK ROCK AROUND THE CLOCK. La chiave mancò la serratura, si girò e tagliò la mano di Muldoon. “Nervi” disse a Saul. “Mi sento sempre come un ladro, quando faccio queste cose.” Saul grugnì: “Scordati il furto con scasso” disse. “Potremmo finire impiccati per tradimento prima che sia finita. Se non diventiamo eroi nazionali.” “Un caso da sballo” sorrise Muldoon. Provò in un’altra maniera. Erano in un vecchio condominio su Riverside Drive cercando di entrare nell ’appartamento di Joe Malik. E, come entrambi ammettevano tacitamente, non stavano solo cercando prove, ma si stavano nascondendo dall’Fbi. La telefonata era arrivata dal comando proprio mentre terminavano l’interrogatorio dell’editore associato Peter Jackson. Muldoon era andato a prendere la macchina, mentre Saul finiva di farsi dare una descrizione fisica completa di Malik e George Dorn. Jackson se n’era appena andato e Saul stava prendendo il quinto memo, quando Muldoon ritornò, la faccia come se il dottore gli avesse appena detto che la sua Wassermann era positiva. “Due agenti speciali dell’Fbi stanno venendo ad aiutarci” disse legnoso. “Sempre pronto a giocare su di un presentimento?” chiese calmo Saul, spingendo di nuovo tutti i memo nella scatola di metallo. Muldoon semplicemente chiamò Pricefixer di nuovo nella caffetteria e gli disse: “Due federali saranno qui tra pochi minuti. Dì loro che siamo tornati al comando. Rispondi a qualsiasi domanda che facciano, ma non dire loro di questa scatola.” Pricefixer guardò attentamente i due agenti più anziani e poi disse a Muldoon: “È lei il capo.” O è terribilmente fesso e credulone, o è così maledettamente furbo che un giorno diventerà pericoloso. “Allora,” chiese nervosamente a Muldoon, “è l’ultima chiave?” “No, ho altre cinque bellezze qui e una di loro sarà: eccoci!” La porta s’aprì senza difficoltà. La mano di Saul scivolò verso la pistola mentre entrava nell’appartamento e cercava l’interruttore della luce. Quando accese la luce Saul non vide proprio nessuno, quindi si rilassò. “Cerca in giro i cani” disse. “Io voglio sedermi a sfogliare il resto di questi memo.” La stanza veniva usata sia per lavoro sia come abitazione ed era disordinata abbastanza da non lasciar dubbio che Malik fosse scapolo. Saul spinse la macchina da scrivere indietro sulla scrivania, mise giù la scatola dei memorandum e poi notò qualcosa di strano. L’intera parete, da questa parte della stanza, era coperta di ritratti di George Washington. Alzandosi per esaminarli più da vicino, vide che ognuno aveva un’etichetta, una metà che diceva “G.W.” e l’altra “A.W.”. Strano, ma tutto il caso aveva toni che puzzavano come quegli alleva-in-bocca egiziani morti. Saul si sedette e prese un memo dalla scatola. Muldoon tornò nel soggiorno e disse: “Niente cani. Nemmeno uno in tutto ‘sto cazzo di appartamento.” “Interessante,” notò Saul pensierosamente, “hai detto che il padrone di casa ha avuto reclami da diversi altri inquilini a proposito dei cani?” “Ha detto che tutti si lamentavano nel palazzo. La regola è niente animali e la faceva rispettare. La gente voleva sapere perché tutti dovevano disfarsi dei propri gattini quando Malik poteva tenere un intero branco di cani quassù. Hanno detto che ce ne devono essere stati almeno dieci o dodici dal rumore che facevano.” “Deve proprio amarle quelle bestie, se le ha portate tutte con sé quando si è nascosto”, rifletté Saul. Il saltatore con l’asta nella sua mente era di nuovo al lavoro. “Guardiamo in cucina”, suggerì con calma. Barney seguì, mentre Saul rovistava sistematicamente nel frigo e nella dispensa terminando con un attento esame della spazzatura. “Niente cibo per cani”, disse Saul finalmente. “Ho notato.”
“E niente scodelle per cani. E niente barattoli vuoti di cibo per cani nella spazzatura.” “Quale pazzia stai seguendo adesso?” “Non saprei” disse pensoso Saul. “Non gli importa che i vicini sentano i cani, probabilmente è il tipico individualista di sinistra che non vuole altro che litigare col padrone di casa e con i vicini su argomenti come la regola degli animali. Così non nascondeva niente finché non è scappato. E allora non solo si è portato i cani, ma ha nascosto tutte le prove che siano mai stati qui. Anche se deve aver saputo che i vicini ne avrebbero parlato tutti.” “Forse gli dava carne umana da mangiare” suggerì Muldoon macabro. “Signore, non lo so. Guarda in giro per qualsiasi cosa d’interessante. Io leggerò quei memo sugli Illuminati.” Saul ritornò nel soggiorno e iniziò:
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 5 26/7 J.M.: A volte trovi le cose nei posti più scemi. Il seguente è da una rivista per ragazze (La Cospirazione, di Sandra Glass, “Teenset”, marzo 1969, pp. 34-40): Simon mi raccontò degli Illuminati di Baviera. La storia da, incubo inizia nel 1090 d.C., nel Medio Oriente quando Hassan-i-Sabbah fondò la setta degli ismailiti, o hashishim, così chiamati per il loro uso dell’hashish, una droga letale derivata dalla pianta della canapa meglio conosciuta come l’erba assassina marijuana... La setta terrorizzò il mondo musulmano finché i mongoli di Gengis Khan 29 portarono la legge e l’ordine nella zona. Costretti nel loro nascondiglio sulle montagne, i drogati hashishim non potevano competere con i sani guerrieri mongoli, la loro fortezza venne distrutta e le loro danzatrici spedite in Mongolia per la riabilitazione. I capi del culto fuggirono verso Ovest... “Gli Illuminati apparvero di nuovo in Baviera nel 1776,” mi disse Simon... “Adam Weishaupt, studioso dell’occulto, studiò gli insegnamenti di Hassan-i-Sabbah e coltivava canapa nel proprio giardino. Il 2 febbraio 1776, Weishaupt raggiunse l’illuminazione. Weishaupt fondò ufficialmente gli Antichi Veggenti Illuminati di Bavaria il primo maggio 1776. Il loro motto era ‘Ewige Blumenkraft’...30 Attrassero molti personaggi illustri quali Goethe e Beethoven. Beethoven aveva appeso un manifesto con Ewige Blumenkraft sul piano col quale compose tutte le sue nove sinfonie.” L’ultimo paragrafo dell’articolo, però, è il più interessante di tutti: Recentemente ho visto un documentario sulla Convenzione democratica del 1968 31 e fui colpita dalla scena nella quale il senatore Abraham Ribicoff fa una battuta critica che provoca l’ira del sindaco di Chicago. Nel tumulto che segue, è impossibile udire la risposta gridata dal sindaco, e c’è stata molta speculazione su cosa abbia effettivamente detto. A me è parso che le labbra formassero le parole che sono adesso divenute paurosamente familiari: “Ewige Blumenkraft!”. Più scavo, e più il quadro diviene pazzesco. Quando diciamo tutto a George? Pat
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 6 26/7 J.M.: La John Birch Society 32 si è interessata all’argomento e ha una propria teoria. La prima fonte che ho trovato su questo è un opuscolo: “Cfr: Cospirazione per dominare il mondo” di Gary Allen, editore associato della rivista dei bircher, “American Opinion”. La tesi di Alien è che Cecil Rhodes 33 abbia creato nel 1888 una società segreta per imporre il dominio inglese sul mondo. La società segreta agisce attraverso l’università di Oxford, le borse di studio Rhodes e, tieni il fiato, il Consiglio per le relazioni estere (Cfr), fondazione senza scopo di lucro per lo studio degli affari internazionali con il quartier generale proprio qui a New York nella Sessantottesima strada. Sette su nove dei nostri ultimi segretari di stato sono stati reclutati dal Cfr, indica Alien, come pure dozzine di altri politici importanti, compreso Richard Nixon.34. È anche inteso, seppur non detto esplicitamente, che William Buckley Jr. (un vecchio nemico dei bircher) è un altro strumento del Cfr; e si dice che gli interessi bancari dei Morgan e Rothschild 35 finanzino tutta quanta la faccenda. Come si lega tutto questo con gli Illuminati? Alien dà semplicemente dei suggerimenti collegando Rhodes a John Ruskin, 36 e Ruskin a precedenti internazionalisti, e dichiarando infine che “l’originatore a livello profano di questo tipo di società segrete” fu Adam Weishaupt che chiama “il mostro che fondò l’Ordine degli Illuminati il primo maggio 1776”. Pat
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 7 27/7 J.M.: Questo è da un piccolo giornale di sinistra di Chicago (“The Roger SPARK”, Chicago, luglio 1969, vol. 2, n. 9, Daley legato agli Illuminati, s.a.): Nessuno studioso sa cosa accadde ad Adam Weishaupt dopo che venne esiliato dalla Baviera nel 1785 e pagine del diario di Washington dopo quella data fanno frequente riferimento alla canapa piantata a Mount Vernon. La possibilità che Adam Weishaupt abbia ucciso George Washington e preso il suo posto, servendo quale primo presidente per due legislature, è adesso confermata... I due colori principali della bandiera americana sono, escludendo un piccolo lembo di blu in un angolo, rosso e bianco: questi sono anche i colori ufficiali degli hashishim. La bandiera e la piramide degli Illuminati hanno entrambe tredici divisioni orizzontali: tredici è, naturalmente, il codice tradizionale per marijuana... ed è ancora usato in quel senso dagli Hell’s Angels, tra gli altri. Ora, “Washington” fondò il Partito federalista. L’altro partito maggiore in quei giorni, i Repubblicani democratici, fu formato da Thomas Jefferson 37 [e] ci sono ragioni per accettare la testimonianza del reverendo Jedediah Morse di Charleston, che accusò Jefferson d’essere un agente degli Illuminati. Quindi, anche all’alba del nostro governo, entrambi i partiti erano coperture degli Illuminati...
Questa storia ripete poco dopo il racconto di “Teenset” sulla frase “Ewige Blumenkraft” che il sindaco Daley avrebbe usato durante la sua incoerente diatriba contro Abe Ribicoff. Pat
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 8 27/7 J.M.: Ancora sulla teoria Washington-Weishaupt: A dispetto del fatto che il proprio volto appaia su miliardi di francobolli e banconote e che il suo ritratto sia appeso in ogni edificio pubblico del paese, nessuno è sicuro di come Washington fosse fisicamente. Un programma TV “Progetto 20”, dal titolo Incontriamo George Washington andrà in onda stasera alle 19 e 30 su canale... (riempire con la stazione locale). Il programma offre ritratti contemporanei del primo presidente, alcuni dei quali non sembrano appartenere alla stessa persona. Questo è un comunicato stampa mandato dalla NBC il 29 aprile 1969. Alcuni dei ritratti si possono ritrovare nell’Encyclopedia Britannica e la rassomiglianza con i ritratti di Weishaupt è incredibile. Incidentalmente, Barbara ha richiamato la mia attenzione su questo: la lettera su “Playboy” che chiedeva degli Illuminati era firmata “R.S., Kansas City, Missouri”. Secondo i giornali di Kansas City, un Robert Stanton di quella città venne trovato morto il 17 marzo 1969, (circa una settimana dopo che “Playboy” di aprile apparisse in edicola), con la gola squarciata dagli artigli di qualche enorme bestia. Nessun animale è stato denunciato come mancante dagli zoo locali. Pat Saul guardò verso le foto di Washington sulla parete. Per la prima volta, notò lo strano sorriso a metà sul più famoso di tutti, quello di Gilbert Stuart che compare sulle banconote da un dollaro. “Come dagli artigli di qualche enorme bestia”, citò a se stesso, ripensando ai cani scomparsi di Malik. “Di che diavolo stai sorridendo?” chiese acidamente. Il senatore Koch, si ricordò all’improvviso, in un discorso anni prima quando la marijuana era illegale dappertutto, di qualcosa a proposito della piantagione di canapa di Washington. Che cos’era? Sì, era a proposito di certe frasi nel diario del generale; mostravano che separava le piante di canapa femmine da quelle maschili prima dell’impollinazione. Koch indicò che ciò era botanicamente inutile se coltivava la piantagione per farne corda, ma era pratica normale nella coltivazione della canapa per marijuana. E “illuminazione” era una delle parole che gli hippies usavano sempre per descrivere l’esperienza che uno ottiene dalle migliori qualità d’erba. Anche il termine più comune “accendere” aveva lo stesso significato di “illuminazione” quando ci pensavi un attimo. Non era quello, che la corona di luce attorno alla testa di Gesù voleva dire nell’arte cattolica? E Goethe, se davvero era parte di questo, avrebbe potuto voler far riferimento all’esperienza nelle sue ultime parole, mentre giaceva morente: “Più luce!”.
Avrei dovuto diventare rabbino, come voleva mio padre, pensò Saul sorpreso. Il lavoro in polizia sta diventando troppo, per me. Fra qualche minuto, sospetterò di Thomas Edison. 38 ROCK ROCK ROCK TILL BROAD DAYLIGHT Lentamente, Mary Lou Servix nuotò verso la coscienza come un naufrago che raggiunga una zattera. “Buon Dio “ respirò piano. Simon le baciò il collo. “Adesso sai”, mormorò. “Buon Dio” ripetè. “Quante volte sono venuta?” Simon sorrise. “Non sono un tipo anale-compulsivo, non ho contato. Dieci o dodici, qualcosa del genere, credo.” “Buon Dio. E le allucinazioni. Era quello che stavi facendo al mio sistema nervoso o era l’erba?” “Dimmi solo quel che hai visto.” “Be’, avevi come una specie di aura intorno, tipo. Un grosso alone blu. E poi ho visto che era anche intorno a me, e che aveva tutti questi piccoli pallini blu che danzavano dentro delle specie di vortici. E poi non era più neanche quello. Solo luce. Pura luce bianca.” “Immagina ti dicessi che ho un amico che è un delfino e che esiste sempre in quel tipo di luce senza limiti.” “Oh, non cominciare a prendermi in giro. Sei stato così carino, finora.” “Non ti prendo in giro. Si chiama Howard. Potrei fartelo conoscere.” “Un pesce?” “No, bimba. Un delfino è un mammifero. Proprio come me e te.” “O sei il più grande cervello di questo mondo, o il bastardo più pazzo di questo mondo, signor Simon Moon. Dico sul serio. Ma quella luce... Mio Dio, non mi scorderò mai quella luce.” “E cos’è accaduto al tuo corpo?” chiese Simon casualmente. “Sai, non sapevo dov’era. Anche nel mezzo dei miei orgasmi, non sapevo dov’era il mio corpo. Tutto era solo... la luce.” ROCK ROCK ROCK AROUND THE CLOCK TONIGHT E lasciando Dallas, quel tanto discusso pomeriggio del 22 novembre nel 1963, l’uomo che usa il nome “Frank Sullivan”, passa accanto a McCord e Barker all’aeroporto, ma nessun presentimento di Watergate gli oscura la mente. (Intanto al Grassy Knoll, viene scattata la foto di Howard Hunt che in seguito apparirà nei dossier del procuratore di New Orleans, Jim “l’allegro gigante verde” Garrison: non che Garrison fosse mai arrivato ad anni luce dalla verità...) “Qui, micio-micio-micio” chiama Hagbard. Ma adesso, torniamo di nuovo al 2 aprile e a Las Vegas: Sherri Brandi (nata Sharon O’Farrell) arrivando a casa alle quattro del mattino, trova Carmel nel suo soggiorno. Non la sorprende; faceva spesso di queste visite inaspettate “Sembra gli piaccia invadere il territorio di altre persone come un qualche virus strisciante.” “Caro” gridai, correndo a baciarlo come si aspettava. “Vorrei il bastardo cascasse morto”, pensai mentre le nostre bocche s’incontravano. “Un puttaniere dall’eiaculazione lenta?” chiese casualmente. “Sì, Uno di quegli scienziati che lavorano in quel posto nel deserto che dobbiamo tutti far finta di non sapere che esista. Uno scoppiato.” “Voleva qualcosa di speciale?” chiese Carmel rapidamente. “L’hai fatto pagare extra?” A volte pensavo veramente di vedergli i dollari negli occhi. “No,” dissi, “voleva solo una scopata. Ma dopo non voleva lasciarmi andare. Continuava a blaterare.” Sbadigliai, guardando intorno la bella mobilia e i bei quadri; ero riuscita ad avere tutto in sfumature di rosa e lillà, veramente bello, se quello stronzo non fosse stato seduto là sul divano come un topo morto di fame. Avevo sempre voluto delle cose belle e penso avrei potuto essere una specie di artista o designer se la mia fortuna non fosse sempre così poca. Cristo, chi aveva detto a Carmel che una maglia a collo alto blu poteva andare con un vestito marrone? Se non fosse per le
donne, opinione mia, gli uomini se ne andrebbero tutti in giro conciati così. Ecco cosa penso. Insensibili. Un mucchio di cavernicoli, o meander-thralls, o come si chiamano. “Questo tipo aveva un sacco di pensieri” dissi prima che vecchia stecca di cioccolata potesse incominciare a interrogarmi su qualcos’altro. “È contrario alla fluorurazione dell’acqua potabile, alla chiesa cattolica e ai froci e pensa che la nuova pillola sia cattiva quanto la vecchia e che dovrei usare un diaframma, invece. Cristo, sa le dritte su tutto quello che c’è in giro, crede, e m’è toccato sentirmele tutte. Che tipo.” Carmel assentì. “Gli scienziati sono teste di minchia”, disse. Mi sfilai il vestito da sopra la testa e lo appesi nell’armadio (era quello verde carino con i lustrini e il nuovo stile, dove i miei capezzoli escono da dei forellini; questa cosa è una tortura perché stanno sempre a contatto con qualcosa e diventano irritati, ma fa arrapare i tipi e, come dico sempre, è quello il nome del gioco in questa figlia di puttana di città, l’unica maniera di farne tanti, è andare fuori, ragazza, e vendersi la fica) e poi afferrai alla svelta la mia vestaglia prima che il caro bobo pompino decidesse che era ora per il suo bocchino settimanale. “Ha una bella casa, però” dissi per distrarre il bastardo. “Non deve vivere là alla base, è troppo importante per regole e regolarità. Bella da guardare, voglio dire. Mura di sequoia e decorazioni arancio bruciato, sai? Carina. La odia, però. Si comporta come pensasse che sia infestata dal conte Frankenstein o roba così. Continuava a saltar su e a camminare su e giù, come se stesse cercando qualcosa che gli avrebbe staccato la testa con un morso se solo lo avesse trovato.” Decisi di lasciare la vestaglia un po’ aperta in cima. Carmel era o arrapato, o voleva qualcos’altro e qualcos’altro con lui, significa generalmente che pensa ti sei tenuta dei soldi. Lui e la sua maledetta cintura. Naturalmente, certe volte con quella divento tutta strana per un attimo, e immagino sia come quando gli uomini vengono, l’orgasmo, ma non vale la pena, credetemi. Sarà vero che certe donne lo hanno nei rapporti? Sarà proprio vero? Non credo. Non ho mai conosciuto nessuno nella professione che venga, per un uomo, solo da Rosa Palmo e dalle sue cinque sorelle, a volte, e se nessuna di noi ci riesce, come fa qualche dolce mogliettina cara-cara ad averlo? “Microspie”, disse Carmel, tutto astuto e intelligente, preso nella sua solita routine di dimostrare che era più sveglio di chiunque altro sulla terra. Non sapevo di che cazzo parlasse. “Cosa vuoi dire, microspie?” chiesi. Era meglio che parlare di soldi. “Il puttaniere” disse con un sorriso da sapientone. “È importante, hai detto. E così, casa sua ha delle microspie. Probabilmente continua a toglierle e l’Fbi continua a tornare e a metterne di nuove. Scommetto era molto silenzioso mentre scopavate, giusto?” Annuii, ricordando. “Vedi. Non sopportava l’idea di quei federali all’ascolto dall’altra parte del filo. Proprio come Mal, un tipo che conosco nel syndacate, il cartello delle organizzazioni criminali. Ha così paura delle microspie che non tiene discussioni d’affari altro che nel bagno del suo appartamento d’albergo con tutti e quattro i rubinetti al massimo e noi due che bisbigliamo. L’acqua corrente impedisce il funzionamento di una microspia più che suonare musica a tutto volume sulla radio, per qualche ragione scientifica.” “Microbi” dissi all’improvviso. “Ecco cos’era.” L’altro tipo di microbi. Mi stavo ricordando di Charley che delirava sulla fluorurazione dell’acqua. “E siamo tutti classificati come matti, perché qualche pazzo di destra quindici o vent’anni fa disse che la fluorurazione era un complotto comunista per avvelenarci. Ora, chiunque critichi la fluorurazione dev’essere fuori di testa quanto il Lampo di Dio. Buon Dio, se qualcuno volesse farci fuori senza sparare un colpo, potrei...” e si trattenne, nascose qualcosa che era quasi arrivata a manifestarsi sul suo viso, e finì come se il suo cervello stesse camminando su un piede solo, “potrei farti vedere una dozzina di cose in qualunque libro di chimica, più efficienti del fluoro”. Ma non stava pensando a sostanze chimiche, stava pensando a quei piccoli microbi, germi è la parola, ed è quello a cui stava lavorando. Sentivo quel flash che mi viene sempre quando leggo qualcosa in un puttaniere, come se aveva più soldi addosso di quello che aveva detto, o aveva beccato la moglie a cosce aperte col lattaio e lo faceva per andare in pari o che era veramente un frocetto e stava solo provando a se stesso che non era un frocetto. “Mio Dio,” dissi, “Carmel, ho letto di quei microbi nell’‘Enquirer’. Se succede un incidente laggiù, tutta la città parte, e lo stato anche e chissà quanti altri stati. Gesù, per forza continuava a lavarsi le
mani! “ “Guerra batteriologica?” disse Carmel, pensando con rapidità. “Dio, scommetto questa città pullula di spie russe che cercano di sapere cos’è che fanno laggiù. E io ho un canale diretto per loro. Ma come diavolo si fa a incontrare una spia russa o cinese, se è per quello? Non puoi mica mettere un annuncio sul giornale. Diavolo. Forse, se andassi all’università e parlassi con qualcuno di quegli studenti comunisti del cazzo...” Ero scioccata. “Carmel! Non puoi vendere il tuo paese così!” “Col cazzo non posso. La statua della libertà è solo un’altra pollastra che manderei a battere. Non essere scema.” Infilò nella tasca della giacca e prese una caramella come faceva sempre quand’era eccitato. “Scommetto che qualcuno nella mafia saprà. Sanno tutto. Cristo, ci deve essere un modo di guadagnare da questa storia.” La trasmissione televisiva dal vivo del presidente venne mandata in onda in tutto il mondo alle 22 e 30 ora della costa orientale del 31 marzo. A russi e cinesi vennero date ventiquattro ore per andarsene da Fernando Poo o i cieli sopra Santa Isobel avrebbero iniziato a far piovere missili nucleari. “Questo è dannatamente serio,” disse il capo dell’esecutivo, “e l’America non eluderà la propria responsabilità verso il popolo amante della libertà di Fernando Poo”. La trasmissione terminò alle 23.00, e in due minuti la gente che tentava di prenotare treni, aerei, bus e auto verso il Canada intasò completamente ogni linea telefonica nella nazione. A Mosca, dove erano le dieci del mattino seguente, il premier convocò una conferenza e disse schiettamente: “Quel tipo, a Washington è un malato di mente, e fa sul serio. Tirate fuori da Fernando Poo i nostri uomini immediatamente, poi trovate chi è stato ad autorizzare l ’invio laggiù e trasferitelo come sovrintendente di una centrale idroelettrica nella Mongolia esterna.” “Non abbiamo nessun uomo a Fernando Poo,” disse funereo un commissario, “gli americani si stanno di nuovo inventando storie”. “Be’, come diavolo ritiriamo degli uomini se non li abbiamo là per cominciare?” chiese il premier. “Non lo so. Abbiamo ventiquattr’ore per trovare un modo, oppure...” il commissario citò un vecchio proverbio russo che significa, all’incirca, che quando gli escrementi dell’orso polare interferiscono con la cinghia della ventola, il macchinario si surriscalda. “Mettiamo d’annunciare il ritiro delle nostre truppe” suggerì un altro commissario. “Non possono dire che mentiamo se non ne trovano, dopo.” “No, non credono mai niente di quel che diciamo. Vogliono che gli venga mostrato,” disse pensosamente il premier. “Dovremo infiltrare di nascosto delle truppe e poi ritirarle con un mucchio di fanfara e di pubblicità. Dovrebbe funzionare.” “Ho paura che non concluderebbe il problema” disse funereo un altro commissario. “Il nostro spionaggio riferisce che ci sono truppe cinesi là. A meno che Pechino non si ritiri verremo presi in mezzo quando le bombe iniziano a volare e...”, citò un proverbio a proposito dell ’uomo all’incrocio quando si scontrano due autocarri di letame. “Maledizione”, disse il premier. “Che accidente vogliono i cinesi da Fernando Poo?” Era innervosito, ma parlò lo stesso con autorità. Era, infatti, caratteristico del miglior tipo di maschio dominante nel mondo in questo periodo. Aveva cinquantacinque anni, era duro, astuto, scevro dalle complicate ambiguità etiche che tormentano gli intellettuali, e aveva deciso molto tempo prima che il mondo era un bastardo figlio di puttana nel quale solo i più astuti e privi di scrupoli possono sopravvivere. Era anche gentile per quanto possibile a uno che sostenesse quella filosofia ultradarwiniana; e amava genuinamente bambini e cani, a patto non fossero sul luogo di qualcosa che doveva essere bombardato nell’interesse nazionale. Aveva ancora un certo senso dell’umorismo, nonostante il peso quasi divino del suo ufficio, e sebbene fosse stato impotente con sua moglie per quasi dieci anni adesso, nella bocca di una prostituta abile raggiungeva generalmente l’orgasmo in un minuto e mezzo. Prendeva pillole d’amfetamina per mantenersi in piedi nella sua sfiancante giornata di venti ore di lavoro, con il risultato che la sua visione del mondo era in un
certo modo spostata in una direzione paranoica, e tranquillanti per evitare di preoccuparsi troppo, col risultato che il suo distacco confinava alle volte con la schizofrenia; ma la maggior parte del tempo, la sua astuzia innata gli faceva reggere la realtà con le unghie. In breve, era molto somigliante ai leader di America e Cina. E dopo essersi levato dalla mente Thomas Edison e le sue lampadine, Saul Goodman riguarda brevemente i primi otto memorandum, usando il lato logico e conservatore della sua personalità, trattenendo rigidamente le funzioni intuitive. Era un esercizio abituale per lui e lo chiamava espansione e contrazione: saltare nel buio per la connessione che deve esistere tra fatto uno e fatto due, poi lentamente tornare sui propri passi per controllarli. I nomi e le frasi scorrono via, in rassegna: Fra Dolcino-1508-Roshinaya-Hassan-i-Sabbah-1090Weishaupt-assassini-John Kennedy, Bobby Kennedy, Martin Luther King-il sindaco Daley-Cecil Rhodes-1888-George Washington... Possibilità: (1) è tutto vero, esattamente come suggeriscono i memorandum; (2) è parte vero, parte falso; (3) è tutto falso, e non esiste alcuna società segreta che sia durata dal 1090 d.C. sino al giorno d’oggi. Be’, non è tutto vero. Il sindaco Daley non ha mai detto “Ewige Blumenkraft” al senatore Ribicoff. Saul aveva letto, sul “Washington Post” una traduzione della tirata di Daley fatta da un lettore di labbra, e non c’era tedesco, sebbene ci fosse oscenità e antisemitismo. Anche la teoria dell’impersonificazione Weishaupt-Washington aveva delle lacune - a quei tempi, prima della chirurgia plastica, l’assumere, senza farsi accorgere, l’identità di una figura molto conosciuta era particolarmente difficile da convalidare, nonostante l’evidenza circostanziale citata nei memo due forti argomenti contro la possibilità 1. I memo non sono tutti veri. E la possibilità 3? Gli Illuminati potrebbero non essere una linea retta senza interruzioni dal primo reclutato dal vecchio Hassan-i-Sabbah fino alla persona che aveva piazzato la bomba a “Confrontation”; avrebbero potuto morire e giacere in ibernazione per un periodo, come il Ku Klux Klan tra il 1872 e il 1915; e avrebbero potuto passare attraverso simili scioglimenti e resurrezioni più di una volta, in otto secoli, ma collegamenti di un qualsiasi tipo, per quanto tenui, coprivano dall’Undicesimo al Ventesimo secolo, dal Medio Oriente all’Europa e dall’Europa all’America. L’insoddisfazione di Saul con le spiegazioni ufficiali di recenti assassini l’impossibilità di dare un senso razionale alla corrente politica estera americana e il fatto che anche storici, che disconoscevano con veemenza tutte le “teorie cospiratorie”, riconoscevano il ruolo cardine delle logge segrete massoniche nella Rivoluzione francese: tutto questo aggiungeva peso al rifiuto della possibilità 3. Inoltre, i massoni furono il primo gruppo, secondo almeno due dei memo, a essere infiltrato da Weishaupt. La possibilità 1 è quindi senza dubbio esclusa, allora, e la possibilità 3 quasi certamente ugualmente non valida; la possibilità 2, perciò, è probabilmente la più corretta. La teoria nei memo è parzialmente vera e parzialmente falsa. Ma qual è, in essenza, la teoria e quali parti di essa sono vere e quali false? Saul accese la pipa, chiuse gli occhi e si concentrò. La teoria, in breve, era che gli Illuminati reclutavano persone attraverso varie “coperture”, li facevano passare attraverso una sorta di esperienza illuminante con la marijuana (o un estratto speciale della marijuana) e li convertivano in fanatici pronti a usare qualsiasi mezzo necessario per “illuminare” il resto del mondo. Il loro scopo, ovviamente, non è niente meno che la totale trasformazione dell’umanità stessa, lungo linee suggerite dal film 2001, o dal concetto del superuomo di Nietzsche. Nel corso della cospirazione, gli Illuminati, secondo gli accenni fatti da Malik a Jackson, stavano assassinando sistematicamente qualsiasi popolare figura politica che potesse interferire con il loro programma. Saul pensò, improvvisamente, a Charles Manson 39 e alla glorificazione di Manson fatta dai gruppi dinamitardi dei Weathermen e dei Morituri. Pensò alla popolarità della marijuana e dello slogan “con ogni mezzo necessario” 40 presso la gioventù radicale contemporanea, anche al di fuori dei Weathermen. E pensò agli slogan di Nietzsche, “Siate duri... Tutto ciò che è fatto per amore è al
di là del bene e del male... Sopra la scimmia è l’uomo, e sopra l’uomo il Superuomo... Non scordatevi la frusta...” A dispetto della sua stessa logica, che aveva provato che la teoria di Malik era solo parzialmente vera, Saul Goodman, un liberal da sempre, provò improvvisamente un sussulto di terrore tipicamente di destra verso la gioventù moderna. Ricordò a se stesso che Malik pareva pensare che la cospirazione emanasse principalmente da Mad Dog e laggiù era terra del Lampo di Dio. Il Lampo di Dio non aveva alcun affetto per la marijuana, per la gioventù o per i toni decisamente anticristiani della filosofia degli Illuminati. Inoltre, le fonti di Malik erano solo parzialmente degne di fede. E c’erano altre possibilità: gli shriner,41 per esempio, erano parte del movimento massonico, erano generalmente di destra, avevano i loro riti nascosti e segreti e usavano paramenti arabici che avrebbero ben potuto derivare da Hassan-i-Sabbah 42 o dai roshinaya dell’Afghanistan. Chi potrebbe dire quali piani segreti venissero covati alle convenzioni shriner? No, quello era il saltatore con l’asta intuitivo, di nuovo al lavoro nel lobo destro; e in questo momento Saul era occupato con il laborioso “logico” nel lobo sinistro. La chiave del mistero stava nell’ottenere una definizione più chiara dello scopo degli Illuminati. Identifica il cambiamento che stavano tentando di ottenere, nell’uomo e nella sua società, e sarai capace d’indovinare, almeno approssimativamente, chi sono. Il loro scopo era la dominazione inglese del mondo ed erano borsisti rhodes, secondo i bircher. Quell’idea, sarebbe stata bene con la fantasia dello stesso Saul sulla cospirazione mondiale shriner. E allora, cos’altro? Gli Illuminati italiani, sotto Fra Dolcino, volevano ridistribuire la ricchezza, ma i banchieri internazionali, menzionati nella lettera a “Playboy”, presumibilmente desideravano continuare a possedere le proprie ricchezze. Weishaupt era un “libero pensatore” secondo la Britannica, come pure Washington e Jefferson, ma Sabbah e Gioacchino da Firenze erano evidentemente eretici mistici rispettivamente delle tradizioni islamica e cristiana. Saul tirò su il nono memo, decidendo di ottenere altri fatti (o presunti fatti) prima di analizzare oltre, e allora lo colpì. Qualunque cosa gli Illuminati stessero cercando di realizzare, non era ancora stata ottenuta. Prova: se lo fosse, non starebbero ancora cospirando in segreto. Dal momento che quasi tutto era stato tentato nel corso della storia umana, trova quello che non è stato provato (almeno non su larga scala), e quella sarà la condizione verso la quale gli Illuminati stanno tentando di spostare il resto dell’umanità. Il capitalismo era stato provato. Il comunismo era stato provato. Anche la “tassa singola” di Harry George era stata provata, in Australia. Fascismo, feudalesimo e misticismo erano stati provati. L’anarchia non era mai stata provata. L’anarchia era frequentemente associata con gli assassini. Era attraente per i liberi pensatori, quali Kropotkin 43 e Bakunin, 44 ma anche per idealisti religiosi come Tolstoj 45 e Dorothy Day del Movimento dei lavoratori cattolici. La maggioranza degli anarchici sperava, alla Gioacchino, di ridistribuire la ricchezza, ma Rebecca gli aveva parlato, una volta, di un classico della letteratura anarchica, L’Io e il suo doppio di Max Stirner,46 che era stato chiamato “la Bibbia del miliardario”, poiché enfatizzava i vantaggi che l’individualista impervio avrebbe ricevuto da una società senza stato, e Cecil Rhodes era un avventuriero, prima d’essere un banchiere. Gli Illuminati erano anarchici. Tutto s’incastrava: i pezzi del rompicapo scivolarono assieme senza scosse. Saul era convinto. Aveva anche torto. “Toglieremo le nostre truppe da Fernando Poo “ disse il presidente del Partito comunista cinese il primo aprile. “Un posto di quelle dimensioni non vale una guerra mondiale.” “Ma non abbiamo truppe là, gli disse un consigliere, “sono i russi che le hanno”. “Oh?” il presidente citò un proverbio che più o meno diceva che c’era dell’orina nell’acqua di rose. “Mi chiedo: che diavolo vogliono i russi da Fernando Poo?” aggiunse pensosamente.
Era innervosito, ma parlò lo stesso con autorità. Era, di fatto, caratteristico del miglior tipo di maschio dominante nel mondo in questo periodo. Aveva cinquantacinque anni, era duro, astuto, scevro dalle complicate ambiguità etiche che tormentano gli intellettuali, e aveva deciso molto tempo fa che il mondo era un bastardo figlio di puttana nel quale solo i più astuti e privi di scrupoli possono sopravvivere. Era anche gentile, per quanto possibile a uno che sostenesse quella filosofia ultradarwiniana e amava genuinamente bambini e cani, a patto non fossero sul luogo di qualcosa da bombardare nell’interesse nazionale. Aveva ancora un certo senso del l’umorismo nonostante il peso quasi divino del suo ufficio, e sebbene fosse stato impotente con sua moglie per quasi dieci anni adesso, nella bocca di un’abile prostituta generalmente raggiungeva l’orgasmo in un minuto e mezzo. Prendeva pillole di amfetamina per mantenersi in piedi nella sua sfiancante giornata di venti ore lavorative, col risultato che la sua visione del mondo era in un certo senso spostata in una direzione paranoica, e tranquillanti per evitare di preoccuparsi troppo, col risultato che il suo di stacco alle volte confinava con la schizofrenia; ma la maggior parte del tempo, la sua innata astuzia gli faceva reggere la realtà con le unghie. In breve, era molto somigliante ai leader di Russia e America. (“È non è solo un peccato contro Dio,” grida il signor Mocenigo “ma ti attacca anche i germi”. È il 1950, inizio di primavera su Mulberry Street, e il giovane Charlie Mocenigo spalanca occhi terrorizzati. “Guarda, guarda,” continua furioso il signor Mocenigo, “non credere a tuo padre. Vedi cosa dice il dizionario, guarda, guarda la pagina. Qui, vedi. ‘Masturbazione: autopolluzione’. Lo sai che significa autoinquinamento? Lo sai quanto durano quei germi?” E in un’altra primavera, nel 1955, Charles Mocenigo, un genio introverso, pallido e magro, s’iscrive per il suo primo semestre al Mit47 e, arrivato alla casella sul questionario che dice “religione”, scrive in precise lettere maiuscole, ATEO. Ha letto con attenzione Kinsey e Hirschfeld e quasi tutti i trattati sessuologici orientati biologicamente, ignorando gli psicanalisti e altri ciarlatani non scientifici, e l’unico residuo visibile di quel terrore adolescenziale è l’abitudine di lavarsi le mani frequentemente quando è teso, che gli guadagnò il soprannome di “saponoso”.) Il generale Talbot guarda con pietà verso Mocenigo e punta la pistola alla testa dello scienziato... Il 6 Agosto 1902, il mondo produsse il suo normale raccolto di nuovi umani, tutti programmati per agire più o meno ugualmente, tutti contenenti variazioni minime dello stesso Dna di base; di questi, approssimativamente 51.000 erano femmine e 50.000 maschi, e due dei maschi, nati nello stesso secondo, avrebbero giocato un grande ruolo nella nostra storia e seguito carriere in un certo senso simili e ascendenti. Il primo, nato sopra una stalla economica da noleggio nel Bronx, a New York, si chiamava Arthur Flagenheimer, e all’altra estremità della vita parlò molto commoventemente di sua madre (come pure di orsi e marciapiedi e di zuppa di fagioli francocanadese 48); il secondo, nato in una delle più fini tra le vecchie case di Beacon Hill 49 a Boston, si chiamava Robert Putney Drake e, all’altra estremità della sua esistenza, pensò piuttosto duramente di sua madre... ma quando i sentieri del signor Flagenheimer e del signor Drake s’incrociarono, nel 1935, venne formato uno degli anelli che portarono all’incidente di Fernando Poo. E nel presente, più o meno, 00005 venne richiamato per incontrare W. nel quartier generale di un certo dipartimento dell’“Intelligence” britannica. La data era il 17 marzo, ma essendo inglesi, né 00005 né W. pensarono al buon san Patrizio; parlarono, invece, di Fernando Poo. “Gli yankees” disse W. schiettamente, “stanno sviluppando prove secondo cui cinesi o russi, o entrambi, sarebbero dietro a questo porco di nome Tequilla y Mota. Naturalmente, anche se fosse vero, al governo di sua maestà non importerebbe un fico secco; che ce ne frega se un granello d’isola come quella diventa rossa? Ma conosce gli yanks, 00005, sono pronti ad andare a una guerra sulla questione, anche se non l’hanno ancora annunciato pubblicamente.” “La mia missione,” chiese 00005, le deboli linee di crudeltà intorno alla bocca che si trasformavano in un sorriso molto attraente, “è saltar giù a Fernando Poo e scoprire la vera politica di questo Tequilla y Mota e se è rosso rovesciarlo prima che gli yanks facciano saltare il mondo?” “Questa è la missione. Non possiamo avere una maledetta guerra nucleare proprio quando la
bilancia dei pagamenti è quasi aggiustata e il Mercato comune inizia finalmente a funzionare. Al lavoro, quindi, immediatamente. Naturalmente, se verrà catturato, il governo di sua maestà dovrà sconfessare ogni conoscenza delle sue azioni.” “Pare finisca sempre così”, disse ironicamente 00005. “Vorrei che per una volta mi desse una missione dove il maledetto governo di sua maestà mi stesse dietro se mi ritrovo nei casini.” Ma 00005, naturalmente, stava solo facendo dello spirito; quale leale suddito, avrebbe seguito gli ordini in qualunque circostanza, anche se questi avessero richiesto la morte di ogni anima su Fernando Poo e la sua con loro. Si alzò, nella sua caratteristica maniera elegante e s’incamminò verso il suo ufficio, dove iniziò i preparativi per la missione a Fernando Poo. Il suo primo passo fu di consultare il suo block-notes personale di viaggio mondiale, cercando il bar di Santa Isobel che si avvicinasse di più nel servire un Martini decente e il ristorante che più probabilmente potesse preparare un’aragosta Newburg sopportabile. Con orrore, non c’era né un bar né un ristorante del genere. Santa Isobel era priva di stile. “Cazzo,” mormorò 00005, “questa qui sarà un po’ spessa”. Ma si rallegrò rapidamente, poiché sapeva che Fernando Poo sarebbe stata almeno equipaggiata con branchi di femmine mulatte o color caffé e tali donne erano per lui il Sacro Graal. Inoltre, s’era già fatto una sua teoria su Fernando Poo: era convinto che BUGGER, Blowhard’s Unreformed Gangsters Goons & Espionage Renegades, 50 una cospirazione internazionale di criminali doppiogiochisti, guidata dal misterioso e nefasto Eric “il rosso” Blowhard, fosse dietro a tutto la storia. 00005 non aveva mai sentito parlare di Illuminati. Difatti, 00005, nonostante i suoi capelli scuri pettinati all’indietro, i suoi occhi penetranti, il viso bello e crudele, lo snello corpo atletico e la sua capacità di penetrare qualsiasi femmina e defenestrare qualsiasi maschio nell’esercizio delle sue funzioni, non era realmente un agente segreto ideale. Era cresciuto leggendo i racconti di Ian Fleming 51 e un giorno, all’età di ventuno anni, si guardò allo specchio, decise che era tutto quello che un eroe di Fleming doveva essere e iniziò una campagna per entrare nel gioco delle spie. Dopo quattordici anni di sepoltura burocratica, finalmente arrivò a uno dei servizi di spionaggio, ma era molto più il tipo di organizzazione squallida e incapace nella quale Harry Palmer aveva speso le sue ciniche giornate, che non un covo di bondità. Nondimeno, 00005 fece del suo meglio per restaurare e rendere tanto più attraente l’intera scena e, forse perché Dio protegge gli sciocchi, non era riuscito a farsi uccidere in nessuna delle missioni sempre più bizzarre che gli venivano affidate. Le missioni erano tutte strane, all’inizio, perché nessuno le prendeva sul serio. Erano tutte basate su voci incredibili che dovevano essere controllate nel caso ci fosse qualcosa di vero in esse, ma più tardi si capì che la particolare schizofrenia di 00005 era molto adatta a certi problemi reali, proprio come lo schizoide del tipo più introverso è ideale come agente “dormiente”, dal momento che poteva facilmente dimenticare quello che convenzionalmente veniva considerato come il suo vero sé. Naturalmente, nessuno aveva mai preso BUGGER seriamente e, dietro le spalle, l’ossessione di 00005 con questa organizzazione era argomento di grande umorismo interdipartimentale. “Per meraviglioso che sia stato, “ disse MaryLou “era un po’ pauroso “. “Perché?” chiese Simon. “Tutte quelle allucinazioni. Pensavo di essere sul punto di impazzire.” Simon accese un altro joint e glielo passò. “Che tifa pensare, anche in questo momento, che fossero solo allucinazioni?” chiese. ROCK ROCK ROCK TILL BROAD DAYLIGHT “Se quello era reale, “ disse ferma MaryLou, “tutto il resto nella mia vita è stato un ‘allucinazione. “ Simon sorrise. “Adesso, “ disse con calma, “stai arrivando al punto”.
IL SECONDO VIAGGIO O CHOKMAH Hopalong Horus cavalca ancora E ora un po’ di metafisica. Il principio aneristico è quello dell’Ordine, il principio eristico è quello del Disordine. In superficie, l’Universo appare (all’ignorante) essere ordinato; questa è l’Illusione Aneristica. In realtà, l’ordine che è “là” è imposto sul caos primordiale nello stesso senso in cui il nome di una persona è drappeggiato sopra l’Io reale. È il lavoro dello scienziato, per esempio, di implementare questo principio in maniera pratica e alcuni sono veramente brillanti. Ma a un esame più accurato, l’ordine si dissolve in disordine, il quale è l’Illusione Eristica. Malaclypse il Giovane, K.S.C., Principia discordia E l’Astronave terra, quel circo glorioso e insanguinato, continua la sua orbita a spirale di quattro miliardi di anni intorno al sole; la progettazione, devo ammettere, era così squisita che nessuno dei passeggeri avvertiva alcun movimento. Quelli sul lato oscuro della nave generalmente dormivano e viaggiavano in mondi di libertà e fantasia; quelli sul lato illuminato si occupavano dei compiti assegnati loro dai propri capi o sostavano attendendo il prossimo ordine dall’alto. A Las Vegas, il dottor Charles Mocenigo si svegliò da un altro incubo e andò in bagno a lavarsi le mani. Pensò al suo appuntamento con Sherri Brandi la notte seguente e, quasi per pietà divina, non ebbe alcun presentimento che si sarebbe trattato del suo ultimo contatto con una donna. Ancora cercando la calma, andò alla finestra e guardò le stelle; essendo uno specialista senza altri interessi al di là del proprio campo, immaginò di star guardando verso di loro, piuttosto che osservarle. A Nuova Delhi, a bordo del volo pomeridiano della Twa per Hong Kong, Honolulu, Los Angeles, R. Buckminster Fuller,52 uno dei pochi a essere cosciente di vivere su di un’astronave, guardò i suoi tre orologi, uno con l’ora locale (5 e 30 pomeridiane), l’altro con l’ora di Honolulu, sua destinazione (2 e 30 del mattino seguente) e il terzo con l’ora nella sua casa di Carbondale, nell’Illinois (3 e 30 del mattino precedente). A Parigi, le folle del mezzodì venivano spinte da orde di giovani che distribuivano volantini con descrizioni esaltanti del più grande festival rock e della festa dell’amore cosmico mondiale che si sarebbe celebrato sulle rive del lago Totenkopf vicino Ingolstadt alla fine del mese. A Sunderland, in Inghilterra, un giovane psichiatra lascia il pranzo per accorrere al reparto cronici e ascoltare lo strano farfuglio proveniente da un paziente che era stato silenzioso per un decennio: “Arriva per Walpurgisnacht. Allora il suo Potere è più forte. Allora lo vedrete. Proprio quando scoccherà la mezzanotte”. In mezzo all’Atlantico, Howard il delfino, nuotando con gli amici nel sole di metà mattina, incontra alcuni pescecani e ha una brutta rissa. Saul Goodman si stropiccia gli occhi stanchi a New York City mentre l’alba scivola sul davanzale della finestra e legge un memorandum su Carlo Magno e le corti degli Illuminati; Rebecca Goodman, nel frattempo, legge di come i gelosi sacerdoti di Bel-Marduk tradirono Babilonia per le armate invasori di Ciro, poiché il loro giovane re, Belshazzar, aveva abbracciato il culto dell’amore della dea Ishtar .53 A Chicago, Simon Moon stava ascoltando gli uccellini iniziare a cantare e aspettava i primi raggi color cannella dell’alba, mentre MaryLou Servix dormiva accanto a lui; la sua mente era attiva, pensando a piramidi e dei della pioggia, yoga sessuale e geometrie penta-dimensionali, ma soprattutto al festival rock di Ingolstadt e chiedendosi se tutto sarebbe accaduto come aveva predetto Hagbard Celine. (Due isolati a Nord nello spazio, e più di quarant’anni indietro nel tempo, la madre di Simon udì dei colpi di pistola mentre usciva dalla Wobbly 54 Hall - Simon era un anarchico della seconda generazione - e seguì la folla che si radunava davanti al Biograph Theatre dove un uomo giaceva
nel vicolo sanguinando a morte, e il mattino seguente, il 23 luglio 1934, Billy Freschette nella sua cella della prigione della contea di Cook apprese la notizia da una secondina. In questa Terra dell’Uomo Bianco, io sono il più basso del basso, soggiogata perché non sono bianca e soggiogata di nuovo perché non sono maschio. Sono l’incarnazione di tutto ciò che è disprezzato e rigettato, di tutto quel che non ha posto in questo mondo di tecnologia maschile bianca: la femmina, la pelle colorata, la tribù, la terra. Sono l’albero tagliato per far posto alla fabbrica che avvelena l’aria. Sono il fiume riempito di liquami. Sono il corpo che la mente disprezza. Sono il più basso del basso, il fango sotto i tuoi piedi. Eppure, in tutto il mondo, John Dillinger 55 scelse me come sua sposa. Si gettò dentro di me, nelle mie profondità. Fui la sua sposa, non come i vostri saggi e chiese e governi conoscono il matrimonio: noi eravamo veramente sposati. Come l’albero è sposato alla terra, la montagna al cielo, il sole alla luna. Tenevo la sua testa contro il mio seno e carezzavo i suoi capelli come fossero dolce erba fresca e lo chiamavo “Johnnie”. Era più che un uomo. Era folle, ma non folle come un uomo impazzito quando lascia la sua tribù e vive tra stranieri ostili e viene disprezzato e maltrattato. Non era folle come gli altri uomini bianchi sono folli, perché non hanno mai conosciuto una tribù. Era pazzo come un dio potrebbe esserlo. E ora mi dicono che è morto. “Be’,” chiese finalmente la secondina: “Non dici niente? Non siete umani, voi indiani?” Aveva un luccichio davvero malvagio negli occhi, come l’occhio di un serpente a sonagli. Vuol vedermi piangere. Resta lì in piedi e aspetta, guardandomi attraverso le sbarre. “Non hai proprio sentimenti? Sei una specie di animale?” Non dico nulla. Tengo il viso immobile. Nessun bianco vedrà mai le lacrime di un menominee. Al Biograph Theatre, Molly Moon si volta disgustata, quando i cacciatori di souvenir bagnano i loro fazzoletti nel sangue. Mi volto dalla secondina e guardo in su, fuori dalla finestra sbarrata, verso le stelle, e gli spazi tra di loro sembrano più grandi che mai. Più grandi e più vuoti. Dentro me c’è uno spazio come quello, adesso, grande e vuoto e non si riempirà mai più. Quando l’albero viene strappato dalle sue radici, la terra deve sentirsi così. La terra deve urlare silenziosamente, come silenziosamente urlai io.) Ma capì il significato sacramentale dei fazzoletti intrisi nel sangue, così come lo comprende Simon. Infatti Simon, ha ricevuto quella che può essere solo chiamata un’educazione speciale. Voglio dire, quando tutti e due i tuoi genitori sono anarchici, il sistema della scuola pubblica di Chicago non ti farà assolutamente bene alla testa. Immaginati in una classe del 1956, con la faccia da Moby Dick di Eisenhower 56 su di un muro e quello sguardo da capitano Ahab 57 di Nixon sull’altro e, in mezzo, in piedi davanti all’inevitabile cencio americano, miss Doris Day o la sorella più grande, che dice alla classe di portare a casa un opuscolo che spiega ai genitori perché è importante che votino. “I miei non votano”, dico. “Be’, questo volantino spiegherà loro perché dovrebbero”, mi dice con quell’autentico sorriso da Doris Day, tutto sole e cafoni del Kansas. È l’inizio del quadrimestre e non ha ancora sentito di me dall’altra insegnante. “Davvero non credo”, dico educatamente. “Pensano non faccia alcuna differenza se alla Casa bianca c’è Eisenhower o Stevenson. Dicono che gli ordini verranno sempre da Wall Street.” È come un temporale. Tutto il sole se ne va. Non l’hanno mai preparata per questo alla scuola dove fabbricano queste repliche di Doris Day. Ciò che è in questione è la saggezza dei padri. Apre la bocca, la chiude, la apre, la chiude e finalmente tira un respiro così profondo che ogni ragazzino nell’aula (siamo tutti al culmine della pubertà) nel vedere i suoi seni alzarsi e scivolare giù ha un’erezione. Dico, stanno tutti pregando (meno io, sono ateo, naturalmente) di non venire chiamati ad alzarsi; se non attirasse l’attenzione, si sbatterebbero i cazzi giù con i libri di geografia. “Questa è la cosa meravigliosa di questo paese,” le esce finalmente, “anche gente con opinioni come queste può dire quel che vuole senza andare in prigione”. “Dev’essere matta”, dico. “Mio padre è stato dentro e fuori di galera così tante di quelle volte che dovrebbero metterci una porta girevole solo per lui. Mia madre pure. Lei dovrebbe andare in giro per questa città con dei volantini sovversivi e poi vedere cosa succede.” Naturalmente, dopo la scuola, una gang di patrioti, erano circa sette contro uno, mi sfonda di
botte e mi fa baciare il loro totem rosso-bianco e blu. A casa non va meglio. Mamma è un’anarco pacifista. Tolstoj e tutto il resto, e vuole che dica che non ho reagito. Papà è un wobbly e vuol essere sicuro che ne ho pestato qualcuno, almeno quanto loro hanno pestato me. Dopo che hanno gridato contro di me per una mezz’ora, si gridano contro l’un l’altra per altre due ore. Bakunin ha detto così e Kropotkin cosà e Gandhi 58 quell’altra e Martin Luther King 59 è il salvatore dell’America e Martin Luther King è un maledetto scemo che sta vendendo alla sua gente un’utopia all’oppio e tutto il resto. Andate alla Wobbly Hall o al Solidarity Bookstore, e sentirete il solito dibattito raddoppiato, quadruplicato, in tutte le salse. Così, naturalmente, iniziai a frequentare Wall Street e a fumare erba e, dopo un po’, ero il membro più giovane di quella che hanno chiamato la Beat Generation. Il che non migliora i miei rapporti con le autorità scolastiche, ma almeno è un sollievo da tutto quel patriottismo e anarchismo. Prima dei miei diciassette anni e delle pallottole a Kennedy e dello sfascio del paese, non siamo più beatnik, siamo hippy e la cosa da fare è andare in Mississippi. Siete mai stati nel Mississippi? Sapete cosa disse il dottor Johnson della Scozia? “La miglior cosa che si possa dire è che Dio deve averla creata per qualche ragione, ma lo stesso è vero anche dell’inferno.” Lasciamo perdere il Mississippi... non fa parte di questa storia. La fermata successiva fu Antioch, nella cara vecchia Yellow Springs dove mi laureai in matematica per ragioni che presto intuirete. L’erba laggiù cresce selvatica in ettari ed ettari di meravigliosa riserva naturale gestita dall’università. Puoi andarci di notte, cogliere la tua erba per la settimana dalla pianta femmina della specie canapa e dormire sotto le stelle con una femmina della tua specie, poi svegliarti la mattina con uccelli e conigli e tutta quella, scena dell’America perduta alla Thomas Wolfe: 60 una pietra, una foglia, una porta sconosciuta e così via, e arrivare in classe davvero sentendoti bene, pronto per l’istruzione. Una volta mi svegliai con un ragno che mi camminava attraverso il viso e pensai: “E così, un ragno mi sta camminando attraverso la faccia,” e lo scansai gentilmente, “è anche il suo mondo”. In città l’avrei ammazzato. Quello che voglio dire è che Antioch è da andare fuori di testa, ma quella vita non è una preparazione per tornare a Chicago e alla guerra chimica. Non che non fossi mai stato gassato prima del ‘68, ma potevo vedere i segnali; non fatevi dire da nessuno che è inquinamento, fratelli e sorelle. È guerra chimica. Ci ammazzeranno tutti per fare la grana. Una sera mi stonai e tornai a casa per vedere come sarebbe stato avere a che fare con papà e mamma in quelle condizioni. Era lo stesso, ma diverso. Tolstoj che usciva dalla bocca di lei, Bakunin da quella di lui. E all’improvviso tutto diventò strano e superfuori, come Godard 61 che girasse una scena di Kafka: due russi morti che dibattevano uno con l’altro, molto dopo essere morti e sepolti, attraverso le bocche di un paio di estremisti irlandesi di Chicago. In quei giorni i giovani anarchici, del tipo “cervellone”, celebravano il loro primo revival surrealista, e io avevo letto qualcosa della loro roba e ci stavo dentro. “Avete torto tutti e due” dissi. “La libertà non verrà attraverso l’Amore e non verrà attraverso la Forza. Verrà attraverso l’Immaginazione.” La misi tutta in maiuscole, ed ero così stonato che sballarono anche loro al contatto e le sentirono. Le loro bocche caddero aperte e mi sentii come William Blake62 che dice a Tom Paine 63 com’è che stanno davvero le cose. Un cavaliere della magia che agiti la bacchetta e faccia svanire le ombre di Maya. 64 Papà fu il primo a riaversi. “Immaginazione” disse, la sua grande faccia rossa che si piegava in quella smorfia che faceva sempre incazzare i poliziotti quando lo arrestavano. “Ecco cosa succede a mandare dei bravi ragazzi della classe operaia alle scuole dei ricchi. Nelle loro teste le parole e i libri si confondono con la realtà. Quando eri in quella prigione in Mississippi ti sei immaginato di passare attraverso le mura, no? Lo so. La prima volta che mi hanno arrestato, durante lo sciopero alla G.E. nel 1933, ho attraversato quei muri un milione di volte. Ma ogni volta che aprivo gli occhi, le mura e le sbarre erano ancora lì. Cosa mi fece uscire, alla fine? Cos’ha fatto uscire te da Biloxi, alla fine? Organizzazione. Se vuoi parole grosse per parlare con gli intellettuali, quella è una bella parola grossa, tante sillabe quante immaginazione e con molto più realismo dentro.” Questo è quello che mi ricordo meglio di lui, quel discorso e lo strano blu chiaro dei suoi occhi. Morì quell’anno, e scoprii che l’immaginazione era molto più di quanto non avessi saputo, visto che
non morì affatto. È ancora in giro, da qualche parte, nel retro della mia testa, che litiga con me ed è la verità. La verità è anche che è morto, realmente morto, e parte di me venne seppellita con lui. Non è di moda amare tuo padre di questi tempi, e così non seppi nemmeno di amarlo finché non chiusero la bara e mi sentii singhiozzare, e quello stesso vuoto ritorna sempre, ogni volta che sento “Joe Hill”: 65 “I boss del rame t’hanno ammazzato, Joe.” “Non son mai morto”, disse lui. Entrambe le frasi sono vere e il lutto non finisce mai. Non spararono a papà alla maniera pulita, come con Joe Hill, lo macinarono, anno dopo anno, spegnendo i suoi ardori wobbly (ed era un Ariete, un vero segno di fuoco) con i loro sbirri, i loro tribunali, le loro galere e le loro tasse, le loro grandi aziende, le loro gabbie per lo spirito e i cimiteri per l’anima, il loro liberalismo di plastica e il marxismo assassino e, anche mentre lo dico, devo pagare un debito a Lenin, per avermi dato le parole per esprimere come mi sentii quando papà se ne andò. “I rivoluzionari,” disse, “sono morti in licenza”. La convenzione democratica del ‘68 stava arrivando e io sapevo che la mia licenza avrebbe potuto essere molto più breve di quella di papà, perché ero pronto a combatterli nelle strade. Per tutta la primavera, mamma era stata occupata al centro delle Donne per la pace, e io occupato a cospirare con surrealisti e yippy. Poi incontrai Mao Tsu-hsi. 66 Era il 30 aprile, Walpurgisnacht (paura per il tuono sulla colonna sonora) e stavo chiacchierando con della gente al Friendly Stranger. H.P. Lovecraft (il gruppo rock, non lo scrittore) erano al lavoro nella stanza sul retro, martellando la porta del paese dell’acido, nel coraggioso tentativo, nuovo e di impatto quell’anno, di irrompere nelle onde del suono senza alcun passepartout chimico, e non sono in grado di valutare obiettivamente il loro successo, dal momento che ero, come spesso succede, per il 99,44 per cento fuori di testa, prima che cominciassero le sperimentazioni. Continuavo a cogliere questo viso orientale singolarmente pensoso al tavolo accanto, ma la mia banda, compreso lo strano prete-frocio che chiamavamo padre Pederastia, catturava la maggior parte della mia attenzione. Stavo andando giù peso. Era il mio periodo Donatien Alfonse François de Sade. “Gli anarchici che viaggiavano di testa sono costipati quanto i marxisti”, stavo tirando fuori; avrete riconosciuto lo stile, a questo punto. “Chi parla per il talamo, le ghiandole, le cellule dell’organismo? Chi vede l’organismo. Lo copriamo di abiti per nascondere la sua animalità. Non ci saremo liberati dalla schiavitù finché la gente non avrà buttato tutti i propri abiti nell’armadio in primavera e non li tiri fuori di nuovo fino all’inverno. Non saremo esseri umani alla maniera in cui le scimmie sono scimmie e i cani cani, finché non scoperemo dove e quando vogliamo, come ogni altro mammifero. Scopare nelle strade non è solo una tattica per sconvolgere le menti; è riappropriarsi dei nostri corpi. Senza di questo, rimarremo ancora robot in possesso della saggezza della retta via ma non della comprensione della curva organica “ E così via. E così via. Penso d’aver trovato qualche buona ragione per l’assassinio e la violenza carnale, già che c’ero. “Il prossimo passo oltre l’anarchia”, disse qualcuno cinicamente. “Vero caos.” “Perché no?”, domandai. “Chi ha un lavoro normale, qui?” Nessuno, naturalmente; vendo erba anch’io. “Lavoreresti a un lavoro normale per qualcosa che si definisca un sindacato anarchico? Faresti andare un tornio per otto dure ore del cazzo al giorno perché il sindacato ti dice che il popolo ha bisogno di ciò che il tornio produce? Se sì, allora il popolo diventa solo un altro tiranno.” “Al diavolo le macchine” disse entusiasta Kevin McCool, il poeta, “Torniamo alle caverne!” Era stonato quanto me. Il viso orientale si piegò verso il tavolo: portava una strana fascia sulla testa con una mela dorata dentro un pentagono. I suoi occhi neri mi ricordavano in un certo modo gli occhi blu di mio padre. “Quello che vuoi è un’organizzazione dell’immaginazione?”, chiese educatamente. Flippai. Era troppo, sentire quelle parole, proprio allora. “Un uomo alla Società vedanta mi ha raccontato che John Dillinger attraversò le mura, quando evase dalla prigione di Crown Point.” continuò miss Mao con un tono regolare. “Pensi che sia possibile?” Sapete come sono bui questi caffé. Il Friendly Stranger era più buio di altri. Dovetti uscire. Blake parlava con l’arcangelo Gabriele ogni mattina a colazione, ma io non ero ancora
pesante a quel modo. “Ehi, Simon, dove vai?” disse qualcuno. Miss Mao non disse nulla, e non guardai indietro verso quella faccia educata e pensierosa, sarebbe stato molto più facile se fosse stata sinistra e imperscrutabile. Ma quando arrivai a Lincoln e Commercial Street verso Fullerton, sentii dei passi dietro di me. Mi voltai, e padre Pederastia mi toccò gentilmente il braccio. “Le ho chiesto io di venire e di ascoltarti” disse. “Doveva dare un segnale, se pensava che tu fossi pronto. Il segnale è stato più drammatico di quanto mi aspettassi, pare. C’è una conversazione del tuo passato che ha un qualche significato emotivo forte per te?” “È una medium?”, chiesi intorpidito. “Puoi chiamarla così.” Lo guardai alla luce del cartellone del Biograph e ricordai la storia di mamma della gente che bagnava i propri fazzoletti nel sangue di Dillinger e sentii il vecchio inno iniziare nella mia testa SEI LAVATO sei lavato SEI LAVATO nel SANGUE dell’Agnello, e ricordai come tutti pensassimo che stesse con noialtri freak nella speranza di ricondurci alla chiesa sacra romana cattolica e apostolica come la chiamava papà quand’era sbronzo e amareggiato. Era ovvio che di qualsiasi cosa il padre fosse reclutatore, aveva poco a che fare con quel particolare sindacato teologico. “Che significa tutto questo?”, chiesi. “E chi è quella donna?” “È la figlia di Fu Manchu”, disse. Improvvisamente, gettò la testa all’indietro e rise come canta il gallo. E altrettanto improvvisamente, smise e mi guardò. Mi guardò e basta. “In qualche modo,” dissi lentamente “mi sono qualificato per una piccola dimostrazione di quello che tu e lei vendete. Ma mi devo qualificare per il resto, finché non faccio la mossa giusta?” Fece un lievissimo cenno col capo e continuò a guardare. Be’, ero giovane e ignorante su tutto all’infuori dei dieci milioni di libri che mi ero ingoiato e colpevole - insicuro a proposito dei miei voli pindarici lontano dal realismo di mio padre e come sempre stonato, ma alla fine capii perché mi guardava in quel modo. Era (in parte) puro zen, non c’era nulla che potessi fare consciamente o per scelta che potesse soddisfarlo, e dovevo fare ciò che non potevo non fare, cioè essere Simon Moon. Il che mi portò a decidere, lì e allora, senza tempo di ragionarci sopra e razionalizzare, in che diavolo consistesse essere Simon Moon, o più precisamente il simonmooneggiare, e parve essere una questione di vagare da stanza a stanza nel mio cervello. Cercando il proprietario e non trovandolo da nessuna parte, la fronte iniziò a sudarmi, stavo perdendo la speranza perché stavo finendo le stanze e il padre mi stava ancora guardando. “Nessuno in casa”, dissi finalmente, sicuro che la risposta non fosse adeguata. “È strano”, disse. “Chi guida la ricerca?” E camminai attraverso le mura e dentro al fuoco. Che fu l’inizio della parte più grande e più spaziale della mia (di Simon) educazione, e dove non possiamo, per ora, seguirlo. Dorme adesso, un insegnante piuttosto che uno studente, mentre Mary Lou Servix gli si sveglia accanto e prova a decidere se era solo l’erba o se qualcosa di davvero pauroso era accaduto la notte scorsa. Howard gioca nell’Atlantico, Buckminster Fuller, volando sopra il Pacifico, attraversa la linea internazionale del cambiamento di data e scivola di nuovo nel 23 aprile; è di nuovo l’alba a Las Vegas e Mocenigo, dimenticate le ansietà e gli incubi della notte, anticipa allegramente la produzione delle prime colture vive di carbonchiolebbra-pi, che faranno di questo un giorno memorabile in più modi di quanto non si aspetti; e George Dorn, da qualche parte fuori da questo sistema temporale, sta scrivendo nel suo diario. Ogni parola, però, sembra apparire magicamente da sé, come se nessuna volontà fosse necessaria da parte sua per la produzione. Legge le parole che il lapis ha scarabocchiato, ma sembrano i messaggi di un’altra intelligenza. Eppure, hanno ripreso da dove aveva interrotto nella sua stanza d’albergo e parlavano con il suo idioma privato: … l’universo è il dentro senza alcun fuori, il suono fatto da un occhio che si apre. In verità, non so neanche che ci sia un universo. Più probabilmente, ci sono molti multiversi, ognuno con le sue dimensioni, tempi, spazi, leggi ed eccentricità. Vaghiamo attraversare e in mezzo a questi multiversi, tentando di convincere gli altri e noi stessi che stiamo tutti camminando in un unico
universo pubblico che possiamo condividere. Perché negare quell’assioma porta a ciò che si chiama schizofrenia. Sì, è così: la pelle di ogni uomo è il suo multiverso privato, proprio come la casa d’ogni uomo dovrebbe essere il suo castello. Ma tutti i multiversi stanno cercando di convergere, di creare un vero universo che finora abbiamo solo immaginato. Forse sarà spirituale, come lo zen o la telepatia, o forse sarà fisico, una grande scopata di gruppo, ma deve accadere: la creazione di un universo e il grande occhio che si apre per vedere finalmente se stesso. Aum Shiva! “Oh, tipo, sei fuori di testa. Stai scrivendo minchiate.” “No, sto scrivendo con assoluta chiarezza per la prima volta in vita mia.” “Sì? E allora che era quella roba dell’universo che è il suono di un occhio che si apre?” “Lascia perdere quello. Chi diavolo sei tu, e come sei entrato nella mia testa?” “Tocca a te ora, George.” Lo sceriffo Cartwright era in piedi sulla porta, un monaco in uno strano saio bianco e rosso accanto a lui con in mano una bacchetta dal colore acceso di un camion dei pompieri. “No... no...”, iniziò a balbettare George. Ma sapeva. “Naturalmente lo sai”, disse gentilmente lo sceriffo, come se all’improvviso fosse dispiaciuto di tutto. “Lo sapevi prima di partire da New York e di arrivare quaggiù.” Erano ai piedi della forca, “... ognuno con i propri tempi, spazi, leggi ed eccentricità”, stava selvaggiamente pensando George. Sì: se l’universo è un grande occhio che guarda se stesso, allora la telepatia non è un miracolo, perché chiunque apra completamente i propri occhi può poi guardare attraverso tutti gli altri occhi. (Per un momento, George vede attraverso gli occhi di John Ehrlichman mentre Dick Nixon lo incita lascivamente: “Puoi dire non ricordo. Puoi dire non riesco a richiamare alla mente. Non mi viene in mente nessuna risposta a ciò. Non mi viene in mente nessuna risposta a ciò.) “Tutta la carne vedrà in un istante”: chi l’ha scritto? “Mi mancherai, ragazzo”, disse lo sceriffo, offrendo una stretta di mano imbarazzata. Insensibile, George strinse il palmo bollente da rettile dell’uomo. Il monaco camminò accanto a lui per i gradini della forca. Tredici, pensava George, ci sono sempre tredici gradini su un capestro... E vieni sempre nei pantaloni quando ti si spezza il collo. C’entra la pressione sulla spina dorsale che viene trasmessa attraverso la prostata. Il trucchetto della morte-orgasmo, lo chiama Burroughs. Al quinto gradino, il monaco disse improvvisamente: “Ave Eris!” George, completamente stupito, fissò l’uomo. Chi era Eris? Qualcuno nella mitologia greca, ma qualcuno di molto importante... “Dipende tutto dal pazzo, se ha abbastanza saggezza per ripeterlo. “ “Taci, idiota, ci può sentire!” M’hanno dato dell’erba cattiva, decise George, e sono ancora sul letto dell’albergo ad avere allucinazioni. Ma ripetè con fare incerto: “Ave Eris”. Immediatamente, proprio come nel suo unico trip d’acido, le dimensioni iniziarono ad alterarsi. I gradini crebbero sempre più grandi, più ripidi... salirli pareva pericoloso quanto scalare il monte Everest. L’aria si accese all’improvviso di una fiamma rossastra... Sicuramente, pensò George, dell’erba strana e strippante... E poi, per qualche ragione, guardò in alto. Ogni passo, era ora più alto di un palazzo normale. Era vicino al fondo di un grattacielo piramidale di tredici, colossali livelli. E in cima... E in cima... E in cima un occhio enorme, un orbe rubino di gelido fuoco demoniaco, senza pietà, misericordia o disprezzo, guardava verso di lui, dentro e attraverso di lui. La mano s’abbassa, apre al massimo tutti e due i rubinetti della vasca, poi si alza per fare la stessa cosa al rubinetto del lavandino. Naso-a-banana Maldonado si piega in avanti verso Carmel e sussurra: “Ora puoi parlare”. (Il vecchio che usa il nome “Frank Sullivan” fu ricevuto all’aeroporto internazionale di Los Angeles il 22 novembre 1963 da Mao Tsu-hsi, che lo guidò al suo bungalow su Fountain Avenue.
Fece rapporto con frasi terse, prive d’emozione. “Mio Dio,” disse lei quando terminò “che cosa ne pensa?” Rifletté attentamente e grugnì: “Non ci capisco un accidente. Il tipo sul triplo sottopasso era certamente Harry Coin. L’ho riconosciuto attraverso il mio binocolo. Il tizio alla finestra del deposito di libri era molto probabilmente questo fesso di Oswald che hanno arrestato. Il tipo sul prato era Bernard Barker della banda Cia della Baia dei porci. Ma non ho potuto dare un’occhiata precisa a quello zero sul palazzo dell’anagrafe della contea. Di una cosa sono sicuro: non possiamo tenere tutto questo per noi e basta. Come minimo, passiamo parola all ’ELF. 67 Potrebbe far cambiare i loro piani per OM. Ha mai sentito parlare di OM?” Annuì, dicendo “Operazione Mindfuck”. “È il loro maggiore progetto per il prossimo decennio o giù di lì. Questa è una scopata più enorme per la mente di quanto avessero programmato.”) “La Cina rossa?”, sussurra incredulamente Maldonado. “Devi aver letto il ‘Reader’s Digest’. Prendiamo tutta la nostra roba da governi amici come il Laos. La Cia ci spaccherebbe il culo altrimenti. “ Sforzandosi per farsi sentire sopra l’acqua corrente, Carmel chiede scocciato: “Allora non sapresti come farmi incontrare una spia comunista?” Maldonado lo fissa dritto. “Il comunismo non ha una buona immagine, al momento”, dice gelido; è il 3 aprile, due giorni dopo l’incidente di Fernando Poo. Bernard Barker, ex servo sia di Batista 68 sia di Castro, s’infila i guanti fuori dal Watergate; in un lampo di ricordo, vede il prato erboso, Oswald, Harry Coin e ancora più indietro, Castro che tratta con Naso-a-banana Maldonado. (Ma in questo stesso anno, il 24 marzo, il generalissimo Tequilla y Mota trovò finalmente il libro che stava cercando, quello che fosse preciso e pragmatico sull’amministrare un paese quanto Coup d’Etat di Luttwak lo era stato sul catturarne uno. Si chiamava Il principe e il suo autore era un acuto italiano chiamato Machiavelli; disse al generalissimo tutto quello che voleva sapere, eccetto come maneggiare le bombe all’idrogeno americane, le quali, sfortunatamente, Machiavelli era vissuto troppo presto per poter prevedere.) “È nostro dovere, nostro sacro dovere difendere Fernando Poo “, stava dicendo Atlanta Hope a una folla entusiasta quel giorno a Cincinnati. “Dovremmo aspettare che i senza dio rossi siano qui a Cincinnati?” La folla iniziò a gridare la propria indisponibilità ad attendere tanto a lungo, avevano aspettato l’arrivo dei senza dio rossi a Cincinnati dal 1945 circa, a questo punto erano convinti che gli sporchi codardi non sarebbero mai venuti, e avrebbero dovuto essere combattuti sul loro stesso terreno. Ma un gruppo di studenti dell’Antioch College sporchi, strani e dai capelli lunghi iniziò a scandire “Non voglio morire per Fernando Poo”. La folla si rovesciò furiosa: finalmente dei veri rossi da combattere... Sette ambulanze e trenta auto della polizia accorsero in fretta sulla scena... (Ma soltanto cinque anni prima, Atlanta aveva un messaggio diverso. Quando il Lampo di Dio venne inizialmente fondato, in quanto scheggia della Liberazione delle donne aveva avuto come slogan “basta sessismo” e i suoi bersagli originali erano librerie per adulti, programmi di educazione sessuale, riviste per uomini e film stranieri. Fu solo dopo aver incontrato Jim “il Sorridente” Treponema dei Cavalieri della cristianità uniti nella fede che Atlanta scoprì che sia la supremazia maschile sia gli orgasmi facevano parte della Cospirazione comunista internazionale. Fu a questo punto, realmente, che il Lampo di Dio e la Liberazione delle donne ortodosse si separarono completamente, poiché la fazione ortodossa, proprio allora, stava insegnando che la supremazia maschile e gli orgasmi facevano parte della Cospirazione internazionale kapitalista.) “Fernando Poo,” disse il presidente degli Stati Uniti ai giornalisti mentre Atlanta stava chiedendo guerra senza quartiere, “non diverrà un altro Laos, 69 o un altro Costa Rica”. “Quando ritireremo le nostre truppe dal Laos?”, chiese rapidamente un cronista del “New York Times”; ma un uomo del “Washington Post” chiese altrettanto rapidamente: “E quando ritireremo le nostre truppe dal Costa Rica? “ “I nostri piani attuali per il ritiro stanno avanzando secondo un’ordinata tabella di marcia”, iniziò il presidente; ma nella stessa Santa Isobel, mentre Tequilla y Mota sottolineava un passaggio di Machiavelli, 00005 concludeva una trasmissione a onde corte per un sottomarino inglese alla fonda trenta miglia dalle coste dell’isola: “Gli yanks sono usciti completamente pazzi, temo. Sono
qui da nove giorni e sono assolutamente convinto che non c’è né un agente russo né uno cinese coinvolti in una qualsiasi maniera col generalissimo Tequilla y Mota, né che ci siano truppe di alcuno di questi governi nascoste da qualche parte nella giungla, BUGGER, comunque, sta sicuramente operando un giro di traffico d’eroina qui, e chiedo il permesso d’investigarlo.” (Il permesso sarebbe stato negato; il vecchio W., al Q.G. dell’Intelligence a Londra, sapeva che 00005 a proposito di BUGGER era uscito pazzo, e che immaginava fossero sempre coinvolti in ogni missione che intraprendeva.) Allo stesso tempo, in un altro albergo, Tobias Knight in prestito speciale dall’Fbi alla Cia, concluse la sua trasmissione a onde corte verso un sottomarino americano a ventitrè miglia dalla costa: “Le truppe russe sono decisamente occupate nel costruire quella che può essere solo una base per il lancio di missili, e i mangiamo stanno costruendo quella che sembra un’installazione nucleare...” E Hagbard Celine, alla fonda a quaranta miglia dal golfo del Biafra sul Lief Erikson, intercettò entrambi i messaggi, e sorrise cinicamente; telegrafò quindi a P. a New York: ATTIVARE MALIK E PREPARARE DORN. (Mentre la parte più oscura e apparentemente triviale dell’intero puzzle appariva in un grande magazzino a Houston. Era un cartello che diceva:
VIETATO FUMARE. VIETATO SPUTARE. LA DIR. Questo rimpiazzava un cartello precedente che era stato appeso al muro della sala principale per molti anni, che diceva solo:
VIETATO FUMARE LA DIR. Il cambiamento, seppur piccolo, ebbe notevoli ripercussioni. Il negozio provvedeva solamente ai ricchissimi, e questa clientela non aveva obiezioni a essere ammonita a non fumare. Il rischio d’incendio, dopotutto, era ovvio. Ma, d’altronde, quella parte sullo sputare era davvero un po’ offensiva; senz’altro non era il tipo di persone che avrebbe sputato sul pavimento di qualcuno o, almeno, nessuno di loro aveva fatto una cosa del genere dopo che erano diventati ricchi. Sì, il cartello era decisamente cattiva diplomazia. Il risentimento allignava. Le vendite crollarono. E le affiliazioni alla sezione di Houston del Lampo di Dio crebbero. Affiliazioni ricche, potenti. (La cosa strana era che la direzione non aveva nulla a che fare con il cartello.) George Dorn si svegliò urlando. Giaceva sul pavimento della sua cella nella prigione della contea di Mad Dog. La sua prima frenetica e involontaria occhiata gli disse che Harry Coin era completamente svanito dalla cella accanto. Il buiolo per la merda era di nuovo nel suo angolo e sapeva, senza poter controllare, che non ci sarebbero stati intestini umani dentro. Tattica del terrore, pensò. Tentavano di spezzarlo, un compito che iniziava ad apparire facile, ma coprivano le prove man mano che andavano avanti. Non c’era luce attraverso la finestra della cella; era, perciò, ancora notte. Non aveva dormito, ma semplicemente perduto i sensi. Come una ragazzina. Come un frocio comunista capellone. “Oh merda e succo di prugne,” si disse acidamente, “piantala. Lo sai da anni che non sei un eroe. Non prendere quella particolare ferita e non passarci sopra della carta vetrata. Non sei un eroe; sei un codardo maledettamente e testardamente determinato. Ed è per questo che sei rimasto vivo in missioni come questa, prima. Fagli vedere a questi tamarri inculamamme quanto puoi essere testardo, duro e determinato.” George cominciò con un vecchio trucco. Un pezzo strappato dalle code della camicia gli fece da
carta per scrivere. La punta del suo laccio da scarpe diventò una penna temporanea. La sua saliva sputata contro il lucido delle scarpe stesse, creò un surrogato d’inchiostro. Laboriosamente, dopo una mezzora, aveva scritto il suo messaggio: CHIUNQUE TROVI QUESTO 50 DOLLARI CHIAMI JOE MALIK, NEW YORK CITY E GLI DICA GEORGE DORN TRATTENUTO SENZA AVVOCATO MAD DOG COUNTY JAIL Il messaggio non avrebbe dovuto atterrare troppo vicino alla prigione, così George iniziò a cercare un oggetto pesante. Gli ci vollero cinque minuti per decidersi su di una molla del materasso della branda e altri diciassette minuti per tirarla fuori. Dopo che il proiettile venne gettato dalla finestra, probabilmente, ma George ne era certo, sarebbe stato ritrovato da qualcuno che lo avrebbe immediatamente dato allo sceriffo Jim Cartwright; quindi iniziò a pensare a piani alternativi. Scoprì, però, che invece di inventare piani per la fuga o la salvezza, la sua mente insisteva a partire verso una direzione completamente differente La faccia del monaco del suo sogno lo inseguiva. Sapeva che aveva visto quel viso da qualche parte prima; ma dove? In qualche modo, la domanda era importante. Cominciò a provare seriamente a ricreare la faccia e a identificarla: James Joyce, 70 H.P. Lovecraft 71 e un monaco in un dipinto di Beato Angelico 72 gli affiorarono nella mente. Non era nessuno di loro, ma appariva un po’ come ciascuno. Improvvisamente stanco e scoraggiato, George si ributtò indietro sulla branda e lasciò che la mano stringesse leggermente il pene attraverso i pantaloni. Gli eroi letterari non si smanettano quando il gioco si fa duro, ricordò a se stesso. Be’, diavolo, non era un eroe e questa non era fantasia. Comunque non stavo per farmi una sega (dopo tutto, loro potrebbero guardare attraverso uno spioncino, pronti a usare questa naturale debolezza carceraria per umiliarmi con dell’altro e spezzare il mio ego). No, sicuramente, non mi sarei fatto una sega: soltanto tenerlo, leggermente, attraverso i pantaloni, finché non sentissi un po’ di forza vitale ritornare nel mio corpo a spiazzare la paura, la stanchezza e la disperazione. Nel mentre, pensai di Pat a New York. Non aveva nient’altro addosso che quel reggiseno e le mutandine di pizzo nero e i suoi capezzoli erano eretti, duri e appuntiti. Facciamo Sofia Loren e levati il reggiseno, così posso vedere i capezzoli direttamente. Ah sì, e ora proviamo a quell’altra maniera: lei (Sofia, no facciamo Pat di nuovo) porta il reggiseno ma le mutandine non ci sono, e mostra il pelo pubico. Facci trastullare, ci infila le dita dentro e l’altra mano su un capezzolo, ah, sì, e ora lei (Pat, no, Sofia) si inginocchia ad aprirmi la cerniera. Il mio pene si induriva e la sua bocca si apriva in attesa. Mi abbassai e presi il seno con una mano, prendendo il capezzolo che aveva accarezzato, sentendolo indurirsi di più. (L’aveva mai fatto questo James Bond nel sotterraneo del Dottor No?) la lingua di Sofia (non la mia mano, non la mia mano) è calda e attiva, manda pulsazioni attraverso il mio corpo. “Becca, troia. Prendi, oddio, un flash del Passaic e la pistola alla fronte e non le puoi chiamare troie di questi tempi, ah, troia, troia, prendi,” ed è Pat quella notte a casa sua quando eravamo tutti e due fuori di hashish e non avevo mai mai mai avuto un pompino come quello, prima o dopo, le mie mani nei suoi capelli, stringendo le spalle, “prendilo, succhiamelo, (esci dalla mia testa, mamma)” e la sua bocca è bagnata e ritmica e il mio cazzo è proprio sensibile come quella notte strafatti di hash e tirai il grilletto e poi l’esplosione venne proprio assieme a me (perdonate la dizione) e mi ritrovai sul pavimento, tossendo e rimbalzando, gli occhi pieni di lacrime. La seconda esplosione mi sollevò di nuovo e mi gettò con uno scricchiolio contro il muro. Poi iniziò il fuoco delle mitragliatrici. Gesù Cristo su una stampella, pensai freneticamente, succeda quel che succeda, mi troveranno con una schizzata sul davanti dei pantaloni. E ogni osso nel corpo rotto, credo. La mitragliatrice smise improvvisamente di balbettare e credetti di udire una voce gridare
“Earwicker, Bloom e Craft”... ho ancora Joyce in testa, conclusi. Poi arrivò la terza esplosione e mi coprii la testa mentre pezzi di soffitto cominciarono a cadermi addosso. Una chiave sbatté contro la porta della sua cella. Guardando su, vidi una giovane donna in trench con un mitra che provava disperatamente una chiave dopo l’altra nella serratura. Da un’altra parte dell’edificio arrivò una quarta esplosione. La donna fece una smorfia tesa, udendo il suono. “Bastardi comunisti” mormorò, continuando a provare chiavi. “Chi diavolo sei?” domandai infine, con la voce roca. “Lascia perdere, adesso” scattò. “Siamo venuti a salvarti... non basta?” Prima che potessi pensare a una risposta, la porta s’aprì. “Svelto,” disse “di qua”. Zoppicai dietro di lei giù per il corridoio. Improvvisamente si fermò, studiò il muro per un momento, e premette contro un mattone. Il muro scivolò silenziosamente da parte ed entrammo dentro quel che sembrava una specie di cappella. “Buon Gesù in lacrime e suo fratello Irving” pensai. “Sto ancora sognando.” Perché la cappella non era un qualcosa che una persona normale si sarebbe aspettato di trovare nella prigione della contea di Mad Dog. Decorata interamente in rosso e bianco, i colori di Hassani-Sabbah e degli assassini di Alamout, mi ricordai incredulamente, era adorna di strani simboli arabi e slogan in tedesco: “Heute die Welt, Morgen das Sonnensystem”, “Ewige Blumenkraft Und Ewige Schlangenkraft!”, “Gestern Hanf, Heute Hanf, Immer Hanf”.73 E l’altare era una specie di piramide con tredici ripiani, con un occhio rosso rubino in cima. Questo simbolo, mi ricordai allora con crescente confusione, era il Gran Sigillo degli Stati Uniti. “Da questa parte” disse la donna, indicando con il suo mitra. Passammo attraverso un altro muro scorrevole e ci ritrovammo in un vicolo dietro la prigione. Una cadillac nera ci aspettava. “Tutti fuori! “ gridò il guidatore. Era un vecchio, più che sessantenne, ma dall’aspetto duro e astuto. “Bene,” disse la donna, “ecco George”. Venni spinto sul sedile posteriore, che era già pieno di uomini dall’aspetto poco rassicurante e munizioni di vario tipo ancor meno rassicuranti, e l’auto partì immediatamente. “Una, tanto per essere sicuri”, gridò la donna col trench e lanciò un’altra bomba al plastico verso la prigione. “Giusto”, disse il guidatore. “E ci sta anche bene: così fanno cinque.” “La Legge dei Cinque”, ghignò amaro un altro passeggero. “Così imparano, i bastardi comunisti. Un assaggio della loro medicina.” Non mi potevo più trattenere. “Che diavolo sta succedendo?”, domandai. “Chi siete voialtri? Cosa vi fa pensare che lo sceriffo Cartwright e la sua polizia siano comunisti? E dove mi state portando?” “Zitto”, disse la donna che aveva aperto la mia cella, dandomi un colpo con il mitra senza alcun affetto. “Parleremo quando siamo pronti. Nel frattempo, pulisci quella sbroda dai pantaloni.” L’auto filò nella notte. (In una limousine Bentley, Federico “Naso-a-banana” Maldonado tirò dal suo sigaro e si rilassò mentre il suo autista lo portava verso la villa di Robert Putney Drake a Blue Point, a Long Island. Nel retro dei suoi occhi, quasi dimenticato, Charlie “l’insetto” Workman, Mendy Weiss e Jimmy l’astuto ascoltano seriamente, il 23 ottobre 1935 mentre Naso-a-banana dice loro: “Non date possibilità all’olandese. Cowboy il figlio di puttana.” Le tre pistole annuirono stolidamente; far fuori qualcuno a]la cowboy è un pasticcio, ma paga bene. In un assassinio ordinario puoi essere preciso, anche artistico, perché dopo tutto l’unica cosa che alla fine importa è che la persona in questione muoia. Alla cowboy, nel linguaggio della professione, non hai spazio per il gusto o la delicatezza: la cosa importante è che ci sta un mucchio di piombo nell’aria e che la vittima lasci un cadavere spettacolarmente truculento per i giornali, come avvertimento che la Fratellanza è sia nervosa sia facile a perdere le staffe e che farebbero tutti
meglio a pararsi il culo. Sebbene non fosse obbligatorio, era considerato segno di vero entusiasmo in un lavoro da cowboy che l’ospite d’onore si trascinasse dietro qualche passante innocente, così che tutti capissero esattamente quanto nervosa si sentisse la Fratellanza. L’olandese prese due di tali passanti. E in un altro mondo, che è ancora questo mondo, Albert “Il maestro” Stern, apre il suo giornale del mattino il 23 luglio 1934 e legge L’Fbi uccide Dillinger, pensando pieno di desiderio: Se potessi uccidere qualcuno di così importante, il mio nome non verrebbe mai dimenticato. Indietro ancora, ancora indietro; 7 febbraio 1932, Vincent “mad dog” Coll guarda attraverso la porta della cabina telefonica e vede un volto familiare attraversare il negozio e un mitra nella mano dell’uomo “Il dannato testardo olandese” urlò, ma nessuno lo sentì perché il Thompson stava già spruzzando sistematicamente la cabina su e giù, destra e sinistra, sinistra e destra e su e giù di nuovo, per sicurezza... Ma giriamo la foto in un altro modo ed emerge questo: il 10 novembre 1948 il più grande giornale del mondo, il “Chicago Tribune” annunciò l’elezione alla presidenza degli Stati Uniti d’America di Thomas Dewey, un uomo che non solo non era stato eletto ma che non sarebbe neppure vivo se Naso-a-banana Maldonado non avesse dato specifiche istruzioni in proposito concernenti l’olandese, a Charlie l’insetto, Mendy Weiss e Jimmy l’Astuto.) Chi ti ha sparato? chiese lo stenografo della polizia. Madre è la più probabile, Oh marna marna marna. Voglio armonia. Non voglio armonia; è la delirante risposta. Chi ti ha sparato? viene ripetuta la domanda. L’Olandese replica ancora: Oh marna marna marna. Zuppa di fagioli francocanadese. Guidammo fino all’alba. L’auto si fermò su una strada vicino a una spiaggia di sabbia bianca. Palme alte e slanciate si stagliavano nere contro un cielo turchese. Questo dev’essere il golfo del Messico, pensai. Potrebbero caricarmi di catene e gettarmi nel golfo, centinaia di miglia da Mad Dog, senza tirare in ballo lo sceriffo Jim. O era stata un’allucinazione? Avrei dovuto tenere un occhio più attento sulla realtà. Questo era un nuovo giorno, avrei conosciuto fatti concreti e alla luce del sole, e li avrei mantenuti tali. Ero rigido, stanco e indolenzito da una notte di viaggio. L’unico riposo che avevo avuto era stato un sonnecchiare a scatti nel quale ciclopici occhi di rubino mi guardavano finché non mi risvegliavo terrorizzato. Mavis, la donna col mitra, mi aveva messo le braccia intorno diverse volte mentre gridavo. Mormorava con dolcezza verso di me, e una volta le sue labbra, lisce, fresche e morbide, avevano toccato il mio orecchio. Alla spiaggia, Mavis mi fece cenno di uscire dall’auto. Il sole era rovente come le mutande del vescovo dopo che finì il sermone sui mali della pornografia. Scese dietro di me e chiuse la porta. “Noi aspettiamo qui” disse. “Gli altri tornano indietro.” “Che stiamo aspettando?” chiesi. Proprio allora il guidatore dell’auto diede gas al motore. La macchina sbandò in un’ampia inversione a U. In un minuto la coda era scomparsa oltre una curva dell’autostrada del golfo. Eravamo soli col sole che si alzava e l’asfalto coperto di sabbia. Mavis mi fece cenno di camminare lungo la spiaggia con lei. Un po’ avanti, lontano dall’acqua, c’era una piccola cabana di legno bianca. Un picchio atterrò stancamente sul tetto come avesse volato più missioni di Yossarian e non intendesse alzarsi mai più. “Qual è il piano, Mavis? Un’esecuzione privata su una spiaggia solitaria in un altro stato così che lo sceriffo Jim non possa essere accusato?” “Non essere uno sciocco, George. Abbiamo fatto saltare la prigione di quel bastardo comunista.” “Perché continui a chiamare lo sceriffo Cartwright comunista? Se mai un uomo aveva KKK scritto in faccia era quel cazzone tamarro reazionario.” “Non conosci Trotzky?: ‘Peggio è meglio’. Stronzi come Cartwright stanno cercando di discreditare l’America per renderla matura per la conquista da parte della sinistra.” “Io sono di sinistra. Se sei contro i comunisti, devi essere contro di me.” Lasciai fuori i miei altri amici nei Weathermen e nei Morituri. “Sei solo uno stupido liberal.” “Non sono un liberal, sono un militante radicale.” “Un radicale non è altro che un liberal dalla bocca larga. E un radicale militante non è altro che
un liberal con la bocca larga e un vestito da Che. Palle. Noi siamo i veri radicali, George. Facciamo cose, come ieri notte. A parte i Weathermen e i Morituri, tutto quello che i militanti radicali della tua risma fanno è prendere lo schema della molotov che hanno ritagliato dalla ‘New York Review of Books’, appenderlo alla porta del cesso e farsi seghe a manetta. Senz’offesa.” Il picchio girò la testa e ci guardò sospettosamente come un vecchio paranoico. “E qual è la tua politica, se sei così radicale?” chiesi. “Credo che il governo migliore sia quello che governa il meno possibile. Preferibilmente per niente. E credo nel sistema economico capitalistico del laissez-faire.” “Allora devi odiare le mie idee politiche. Perché mi hai salvato?” “Ti vogliono” disse. “Chi?” “Hagbard Celine.” “E chi è Hagbard Celine?” Eravamo arrivati alla cabana e gli stavamo accanto, uno di fronte all’altro, guardandoci in cagnesco. Il picchio girò la testa e mi guardò con l’altro occhio. “Cos’è John Guilt?”74 disse Mavis. Avrei dovuto immaginarlo, pensai, una hope-dipendente. Continuò: “C’è voluto un libro intero per rispondere a quella lì. E per Hagbard, imparerai vedendo. Per ora basta che tu sappia che è l’uomo che ci ha chiesto di salvarti.” “Ma, personalmente, non ti piaccio e non avresti fatto uno sforzo per aiutarmi?” “Non saprei di questo non piacermi. Quella macchia di sborra sui tuoi pantaloni mi ha fatto arrapare sin da Mad Dog. Anche l’eccitazione del raid. Ho della tensione da smaltire. Preferirei serbarmi per un uomo che si uniformi completamente ai criteri del mio sistema di valori. Ma potrei arraparmi terribilmente aspettando. Niente rimpianti, niente sensi di colpa, però. Sei a posto. Andrai bene.” “Di che stai parlando?” “Sto parlando del tuo scoparmi, George.” “Non ho mai conosciuto una ragazza, voglio dire donna, credente nel sistema capitalistico che fosse anche una bella scopata.” “Cos’ha a che fare il tuo patetico cerchio di conoscenze con il prezzo dell’oro? Dubito che tu abbia mai incontrato una donna che credesse nel vero sistema capitalista del laissez-faire. Non è probabile che una donna tale si faccia trovare a viaggiare nei tuoi circoli liberal-sinistrorsi.” Mi prese per mano e mi condusse dentro la baracca. Si strinse fuori dal trench e lo stese con cura sul pavimento. Portava un maglione nero e un paio di blue jeans, entrambi attillati. Si tolse il maglione passandolo da sopra la testa. Non portava reggipetto e i suoi seni erano coni grandi quanto una mela dalle punte a ciliegia. C’era una specie di voglia rosso scuro tra di loro. “Il tuo tipo di donna capitalista era una nixonette del 1972 e crede in quell’economia mista da due soldi corporativo socialistabastarda-fascista con la quale Franklin Roosevelt 75 ha benedetto questi states.” Sfibbiò la sua larga cintura nera e aprì i jeans Li tirò giù sotto le anche. Sentivo la mia erezione gonfiarsi dentro i pantaloni. “Le donne libertarie sono belle scopate perché sanno cosa vogliono, e quel che vogliono piace loro molto.” Uscì dai jeans per rivelare, tra tutte le cose, delle mutandine fatte di un qualche strano materiale sintetico similmetallo dorato. Come posso conoscere fatti concreti e nitidi alla luce del sole e mantenerli tali quando succede tutto questo? “Vuoi davvero che ti scopi adesso su questa spiaggia pubblica in pieno giorno?” Il picchio iniziò a lavorare proprio allora sopra di noi, picchiando come un batterista rock; mi rammentai improvvisamente del liceo: Il picchio picchiò sulla porta del cesso Picchiò e picchiò finché il becco non gli fece male 76 “George, sei troppo serio. Non sai come giocare. Hai mai pensato che la vita è forse un gioco?
Non c’è differenza tra la vita e un gioco, sai. Quando giochi, per esempio, con un giocattolo non si vince e non si perde. La vita è un giocattolo, George. Io sono un giocattolo. Pensami come una bambola. Invece di infilarmi agili dentro, puoi infilare la tua cosa dentro me. Sono una bambola magica, come una bambola voodoo. Una bambola è un’opera d’arte. L’arte è magica. Crei un’immagine della cosa che vuoi possedere o affrontare, così da poterla affrontare. Fai un modello, così ce l’hai sotto controllo. Capisci? Non vuoi possedermi? Puoi, ma solo per un momento.” Scossi la testa. “Non ci credo, la maniera in cui parli: non è vero.” “Parlo sempre così quando sono arrapata. In quei momenti succede che sono più aperta alle vibrazioni dallo spazio. George, sono reali gli unicorni? Chi ha fatto gli unicorni? Un pensiero di unicorni è un pensiero reale? Com’è diverso dalla immagine mentale della mia fica, che non hai mai visto, che hai in testa in questo momento? Il fatto che tu pensi di potermi scopare e che io possa pensare di scoparti, significa che stiamo per scopare? O l’universo ci sorprenderà? La saggezza stanca, la follia è divertente. Cosa significa, per te, un cavallo con un lungo corno che gli esce dalla testa?” Gli occhi mi andarono dal rigonfiamento pubico sotto le sue mutandine dorate dov’erano finiti quando aveva detto “fica”, al segno tra i due seni. Non era una voglia. Sentii come una secchiata d’acqua gelida colpirmi l’inguine. Indicai. “Che cosa significa per te un occhio rosso dentro un triangolo rosso e bianco?” La sua mano aperta sbatté contro la mia mascella “Bastardo! Non parlarmi mai di quello! “ Poi chinò la testa. “Mi spiace, George. Non avevo diritto di farlo. Rendimelo, se vuoi.” “Non voglio. Ma ho paura che mi hai spento, sessualmente.” “Sciocchezze. Sei un uomo sano. Ma adesso voglio voglio darti qualcosa senza prendere nulla da te.” S’inginocchiò davanti a me sul suo trench, le ginocchia separate, aprì la mia lampo, infilò dentro con dita rapide e solleticanti e tirò fuori il mio pene. Fece scivolare la sua bocca intorno. Era la mia fantasia della prigione che si avverava. “Che stai facendo?” Tolse le labbra dal pene e io guardai in basso e vidi che la testa era brillante di saliva e s’ingrossava visibilmente in rapide pulsazioni. I suoi seni il mio sguardo evitava il tatuaggio massonico - erano più pieni e i capezzoli sporgevano eretti. Sorrise. “Non fischiare mentre pisci, George, e non fare domande mentre te lo stanno succhiando. Sta’ zitto e indurisciti. Questo è solo un qui pro quo.” Quando venni non sentii molto succo schizzar fuori attraverso il pene; ne avevo usato un casino menandomelo in galera. Notai con piacere che non sputò fuori quello che c’era. Sorrise e lo ingoiò. Il sole era più alto e più caldo nel cielo e il picchio celebrava tambureggiando più veloce e più forte. Il golfo brillava come i migliori diamanti della signora Astor. Diedi un’occhiata verso l’acqua: appena sotto l’orizzonte c’era un lampo d’oro tra i diamanti. Improvvisamente, Mavis gettò le gambe davanti a sé e cadde sulla schiena. “George! Non posso dare senza prendere. Presto, per favore, mentre è ancora duro, vieni qui giù e infilamelo.” Guardai in basso. Le sue labbra tremavano. Stavano tirando via le mutandine dorate dal nero dell’inguine. Il mio cazzo bagnato stava già iniziando a calare. Guardai giù verso di lei. Sorrisi. “No,” dissi. “Non mi piacciono ragazze che ti schiaffeggiano un minuto prima e si sciolgono per te quello dopo. Non si adeguano ai criteri del mio sistema di valori. Penso che siano matte.” Deliberatamente e con cura rinfilai il mio uccello nei miei pantaloni e mi allontanai da lei. Mi faceva male comunque, come nella filastrocca. “Non sei uno zero dopo tutto, bastardo” disse a denti stretti. La sua mano si muoveva rapidamente tra le gambe. In un momento inarcò la schiena, gli occhi chiusi e stretti ed emise un piccolo grido, come un gabbiano al suo primo volo, un suono stranamente virginale. Giacque rilassata per un momento, poi si tirò su dal pavimento della capanna e iniziò a rivestirsi. Guardò l’acqua e io seguii i suoi occhi. Indicò un lontano luccichio d’oro. “Hagbard è arrivato.” Un suono da insetto galleggiò sull’acqua. Dopo un momento, notai una piccola scialuppa nera a
motore dirigersi verso di noi. Guardammo in silenzio mentre la barca arenava la prua sulla spiaggia bianca. Mavis mi fece cenno e io la seguii sulla sabbia verso il limite dell’acqua. C’era un uomo in un maglione a collo alto nero seduto a poppa della barca. Mavis salì dalla prua e si girò verso di me con un’occhiata interrogativa. Il picchio sentì cattive vibrazioni e decollò con uno sbatter d’ali e un gracchiare come presagio dì rovina. In che diavolo mi sto infilando, e perché sono così pazzo da darle retta? Cercai di vedere cosa c’era là fuori che la scialuppa aveva lasciato per arrivare qui, ma il sole sul metallo dorato lampeggiava accecante e non riuscivo a indovinare una forma. Riguardai la scialuppa e vidi che c’era un oggetto circolare d’oro dipinto sulla prua e una piccola bandiera nera a poppa con lo stesso oggetto dorato nel centro. Indicai l’emblema a prua: “Che cos’è?” “Una mela”, disse Mavis. Gente che sceglie una mela dorata come proprio simbolo non poteva essere completamente cattiva. Saltai sulla barca e il suo pilota usò un remo per darsi l’abbrivio. Ronzammo sull’acqua calma del golfo verso l’oggetto dorato all’orizzonte. Era ancora accecante di luce riflessa, ma adesso potevo intuire un profilo basso e lungo con una piccola torre nel centro come una scatola di fiammiferi su un manico di scopa. Poi realizzai che avevo sbagliato a giudicare le distanze. La nave, o qualsiasi cosa fosse, era molto più distante di quanto non avessi creduto all’inizio. Era un sottomarino, un sottomarino dorato, e pareva essere l’equivalente in lunghezza di cinque isolati cittadini, grande quanto il più grande transatlantico del quale avessi mai sentito parlare. Il castello era alto circa tre piani. Mentre ci avvicinavamo al fianco vidi un uomo sulla torretta che ci salutava. Mavis ritornò il saluto. Io salutai, poco convinto, immaginando che fosse comunque la cosa da fare. Stavo ancora pensando al tatuaggio massonico. Un portello s’aprì nel fianco del sommergibile e la piccola lancia a motore s’infilò all’interno. Il portello si richiuse, l’acqua uscì e la barca s’assestò in un alveo. Mavis indicò una porta che sembrava l’ingresso di un ascensore. “Vai da quella parte” disse. “Ci vediamo dopo, forse.” Premette un bottone e la porta s’aprì, rivelando una gabbia tappezzata in oro. Entrai e venni sollevato di tre piani. La porta s’aprì e uscii dentro una piccola stanza dove un uomo stava aspettando, in piedi con una grazia che mi ricordava un hindu o un indiano americano. Pensai subito della battuta di Metternich 77 su Talleyrand: 78 “Se qualcuno lo prendesse a calci nel fondoschiena, non un muscolo si muoverebbe nel suo viso finché non avesse deciso cosa fare.” Somigliava moltissimo ad Anthony Quinn; 79 aveva spesse sopracciglia nere, pelle olivastra, naso e mascella forti. Era grande e grosso, potenti muscoli si gonfiavano sotto il suo maglione nautico a righe nere e verdi. Stese la mano. “Bene, George. Ce l’hai fatta. Sono Hagbard Celine.” Ci stringemmo la mano; aveva una stretta da King Kong. “Benvenuto a bordo del Lief Erikson, varato per il primo europeo che doveva raggiungere l’America dal lato atlantico. Possano i miei antenati italiani perdonarmi. Fortunatamente, ho anche antenati vichinghi. Mia madre è norvegese. In ogni modo, capelli biondi, occhi azzurri e pelle chiara sono tutti recessivi. Mio padre siciliano cremò mia madre nei geni.” “Dove diavolo hai preso questa nave? Non avrei creduto che un sottomarino come questo potesse esistere senza che tutto il mondo lo sapesse.” “Il sommergibile è di mia creazione, costruito su un mio progetto in un fiordo norvegese. Questo è ciò che può ottenere la mente liberata. Sono il Leonardo del Ventesimo secolo, eccetto il fatto che non sono gay. Ho provato, ovviamente, ma le donne mi interessano di più. Il mondo non ha mai sentito parlare di Hagbard Celine. Questo perché il mondo è stupido e Celine molto intelligente. Il sottomarino è trasparente a radar e sonar. È superiore ai migliori che i governi russo o americano hanno ancora sui tavoli da disegno. Può andare a qualsiasi profondità in qualsiasi oceano. Abbiamo sondato la Dorsale atlantica, la Fossa di Mindanao e qualche buco sul fondo del mare del quale nessuno ha mai sentito parlare. Il Lief Erikson è capace di fronteggiare i più grossi, feroci e furbi tra i mostri degli abissi, trovati peraltro in abbondanza. Lo rischierei addirittura in battaglia contro il
leviatano80 stesso, sebbene sia ugualmente soddisfatto d’averlo solo visto a distanza, finora.” “Ti riferisci alle balene?” “Dico il leviatano. Quel pesce, se è un pesce, è per la balena, quello che la balena è per il più piccolo dei pesciolini d’acquario. Non chiedermi cos’è il leviatano, non sono arrivato neanche vicino abbastanza da poterti dire la forma. Ce n’è uno solo come lui, lei o cosa sia nel mondo d’acqua. Non so come si riproduca, forse non ha bisogno di riprodursi, forse è immortale. Può essere che non sia né pianta, né animale, per quel che ne so io, ma è vivo ed è la cosa vivente più grande che esista. Oh, ne abbiamo visti di mostri, George. Abbiamo visto, nel Lief Erikson le rovine sommerse di Atlantide e di Lemuria, o Mu, com’è conosciuta dai custodi del sacro Chao.” “Di che cazzo parli?” chiesi, domandandomi se fossi in un qualche pazzo film surrealista, vagando da sceriffi telepatici ad assassini omosessuali, a signore massoniche ninfomani, a pirati psicotici, secondo un copione scritto prima da due strippati d’acido e un umorista marziano. “Sto parlando d’avventura, George. Sto parlando di vedere cose ed essere con persone che libereranno realmente la tua mente, non solo rimpiazzare il liberalismo con il marxismo per poter scioccare i tuoi genitori. Parlo di uscire completamente da quel miserevole piano sul quale vivi e viaggiare con Hagbard verso un universo trascendentale. Lo sapevi che in Atlantide 81 sommersa c’è una struttura piramidale costruita da antichi sacerdoti e ricoperta di una sostanza ceramica, che ha sopportato trentamila anni di sepoltura oceanica tanto che la piramide è pulita e bianca come avorio lucidato, eccetto il gigantesco mosaico rosso di un occhio sulla cima?” “Trovo difficile credere che Atlantide sia mai esistita”, dissi. “In realtà,” scossi la testa arrabbiato, “mi stai raggirando così tanto da farmi ammettere la cosa. Il fatto è che semplicemente non credo che Atlantide sia mai esistita. È una cazzata.” “Atlantide è proprio dove stiamo andando, amico. Ti fidi della percezione dei tuoi sensi? Spero di sì, perché vedrai Atlantide e la piramide proprio come ho detto. Quei bastardi, gli Illuminati, stanno cercando di prendere dell’oro per finanziare le loro cospirazioni, saccheggiando un tempio atlantico. E Hagbard li sconfiggerà, saccheggiandolo per primo. Perché combatto gli Illuminati ogni volta che ne ho l’occasione. È perché sono un archeologo dilettante. Vuoi unirti a noi? Sei libero di andartene immediatamente, se vuoi. Ti porterò a terra e ti darò i soldi per tornare a New York.” Scossi la testa. “Sono uno giornalista. Scrivo articoli per una rivista, di mestiere. E anche se il novanta per cento di quel che dici è una stronzata, un’illusione e la finzione più elaborata dai tempi di Richard Nixon, questa è la miglior storia che mi sia mai capitata. Un matto con un sommergibile gigantesco, i cui seguaci includono meravigliose guerrigliere che fanno saltare in aria prigioni giù nel Sud e liberano prigionieri. Non me ne vado. Sei un pesce troppo grosso per farti scappare.” Hagbard Celine mi diede una pacca sulla spalla. “Bravo. Hai coraggio e iniziativa. Credi solo ai tuoi occhi e non credi a quello che nessuno ti dice. Avevo ragione su di te. Vai nella mia cabina.” Premette un pulsante ed entrammo nell’ascensore dorato che affondò rapidamente finché non giungemmo a un arco alto due metri e mezzo sbarrato da un cancello d’argento. Celine premette un bottone e la porta dell’ascensore e il cancello fuori si aprirono entrambi scorrendo. Entrammo in una stanza tappezzata dove da un lato una stupenda donna nera stava seduta sotto un elaborato emblema a base di ancore, conchiglie, figure vichinghe, leoni, corde, polipi, fulmini e saette e, a occupare il posto centrale, una mela dorata. “Kallisti”, disse Celine, salutando la ragazza. “Ave Discordia”, rispose. “Aum Shiva”, contribuii, cercando di entrare nello spirito del gioco. Celine mi condusse per un lungo corridoio, dicendo: “Troverai che questo sottomarino è ammobiliato con opulenza. Non ho bisogno di vivere in ambienti monacali come quei masochisti che diventano ufficiali di marina. Niente semplicità spartana per me. Questo sembra più un transatlantico o un grand hotel europeo dell’epoca edoardiana. Aspetta a vedere il mio appartamento. Anche la tua cabina ti piacerà. Per soddisfarmi ho costruito questa cosa alla grande. Niente architetti navali pignoli o ragionieri parsimoniosi nel mio business. Credo che sia necessario spendere soldi per farne e poi spendere i soldi che fai per goderli. Inoltre devo viverci, in questa
maledetta nave.” “E quale, precisamente, è la vostra attività, signor Celine?” chiesi. “O dovrei chiamarti capitano Celine?” “Certo che no. Niente stronzate di titoli d’autorità per me. Sono Libero Hagbard Celine, ma il ‘signore’ convenzionale va benissimo. Preferirei tu mi chiamassi per nome. Diavolo, chiamami quello che ti pare. Se non mi piace ti darò un pugno sul naso. Se ci fossero più nasi sanguinanti, ci sarebbero meno guerre. Sono nel contrabbando, perlopiù. Con un pizzico di pirateria, per tenersi sempre all’erta. Ma solo contro gli Illuminati e le loro vittime comuniste. Vogliamo provare che nessuno stato ha il diritto di regolamentare il commercio in alcun modo. Non può, quando si trova di fronte uomini liberi. La mia ciurma è tutta di volontari. Abbiamo tra noi marinai liberati che erano arruolati nelle marine d’America, Russia e Cina. Tipi eccellenti. I governi del mondo non ci prenderanno mai, perché gli uomini liberi sono sempre più intelligenti degli schiavi, e qualsiasi uomo libero che lavori per un governo è uno schiavo.” “Allora siete un gruppo di oggettivisti, praticamente? Devo avvertirti, vengo da una lunga linea di agitatori sindacali e di rossi, non mi convertirete mai a una posizione di destra.” Celine indietreggiò come se gli avessero sventolato escrementi sotto al naso. “Oggettivisti?” pronunciò la parola come se l’avessi accusato di essere un pedofilo. “Siamo anarchici e fuorilegge, maledizione. Non l’hai ancora capito? Non abbiamo nulla a che fare con la destra, la sinistra o qualsiasi altra categoria politica da due soldi. Se lavori all’interno del sistema, arrivi a una delle scelte obbligate che erano implicite nel sistema sin dall’inizio. Parli come un servo medievale, che chiede al primo agnostico se adora Dio o il diavolo. Siamo fuori dalle categorie del sistema. Non riuscirai mai a capire come funziona il nostro gioco se continui a pensare nell’immaginario da terra piatta di destra e sinistra, bene e male, su e giù. Se hai bisogno di un’etichetta di gruppo per noi, siamo noneuclidei 82 politici. Ma anche quello non è vero. Affondami, nessuno in questa bagnarola è d’accordo con nessun altro su niente, eccetto forse per quello che il tipo con le corna disse al vecchio nelle nuvole: “Non serviam”. “Non so il latino”, dissi, sopraffatto dalla sua sparata. “Non servirò”, tradusse. “E questa è la tua stanza.” Aprì una porta di quercia, ed entrai in un soggiorno arredato in ottimo teak e pino scandinavo, tappezzato a vivaci tinte unite. Non aveva esagerato sulle misure: avresti potuto parcheggiare un bus Greyhound83 in mezzo al tappeto e la stanza sarebbe lo stesso parsa vuota. Sopra un divano arancione pendeva un enorme dipinto in una elaborata cornice dorata spessa un trenta centimetri tranquilli da ogni lato. Il dipinto era essenzialmente un fumetto. Mostrava un uomo in una tunica con barba e capelli lunghi e fluenti in piedi su di una cima di montagna, mentre fissava stupito un muro di roccia nera. Sopra la sua testa, una mano fiera aveva tracciato lettere di fiamma col dito indice sulla roccia. Le parole scritte erano:
PENSA DA SOLO, FESSO! Mentre cominciavo a ridere sentii un motore enorme iniziare a pulsarmi attraverso la pianta dei piedi. E, a Mad Dog, Jim Cartwright diceva al telefono collegato a un dispositivo di crittazione per eludere le intercettazioni, “Abbiamo lasciato che la gente di Celine prendesse Dorn, secondo il piano e Harry Coin, ah, non e più con noi. “Bene”, disse Atlanta Hope. “I Quattro si stanno dirigendo verso Ingolstadt. Tutto perfetto.” Appese e fece subito un altro numero, raggiungendo la Western Union. 84 “Voglio un telegramma a tariffa fissa, stesse parole, ventitrè indirizzi diversi, disse asciutta. Il messaggio è ‘Inserire l’annuncio nei giornali di domani. Firmato Atlanta Hope’.” Poi lesse i ventitrè indirizzi, ognuno in una grossa città degli Stati Uniti, ognuno un ufficio regionale del Lampo di Dio. (Il giorno seguente, 25 aprile, i giornali in quelle città riportarono un oscuro annuncio nella colonna degli annunci
personali; diceva: “Ringraziamento a San Giuda per favori ricevuti. A.W.” La trama, di conseguenza, s’infittì.) E poi mi sedetti e pensai a Harry Coin. Una volta, immaginai che avrei potuto farlo con lui: c ’era qualcosa di così repellente, di così crudele, così selvaggio e psicopatico... ma, naturalmente, non aveva funzionato. Come con ogni altro uomo. Niente. “Picchiami,” gridai, “mordimi. Fammi male. Fai qualcosa”. Fece tutto, il sadico più accomodante del mondo, ma sarebbe stato lo stesso anche se fosse stato il più gentile, poetico degli istruttori d’inglese ad Antioch. Nulla. Nulla, nulla, nulla... La volta che c’ero andata più vicina era stato con quello strano banchiere, Drake, di Boston. Che scena. Ero andata nel suo ufficio a Wall Street, cercando un contributo per il Lampo dì Dio. Un vecchio scorbutico dai capelli bianchi, tra i sessanta e i settanta: tipico dei nostri membri più ricchi, pensai. Iniziai la solita routine, comunismo, sessismo, pornografia e per tutto il tempo i suoi occhi furono lucidi e duri come quelli di un serpente. Finalmente capii che non credeva a una parola, così iniziai a tagliare corto e allora tirò fuori il libretto degli assegni, scrisse e lo tirò su perché lo potessi vedere. Ventimila dollari. Non sapevo che dire, e cominciai un qualcosa su come tutti i veri americani avrebbero apprezzato questo grande gesto e così via e lui disse: “Sciocchezze. Non è ricca, ma è famosa. Voglio aggiungerla alla mia collezione. Affare fatto?” Il bastardo più gelido che abbia mai incontrato; anche Harry Coin era umano al confronto, eppure i suoi occhi erano di un tale blu chiaro non potevo credere potessero essere così spaventosi, un vero pazzo in una maniera perfettamente sana, nemmeno uno psicopatico, ma qualcosa per cui non hanno ancora un nome, e capii: l’umiliazione della prostituzione e la viziosità predatoria nel suo viso più i ventimila; annuii. Mi portò in un appartamento privato accanto all’ufficio e toccò un pulsante, le luci s’abbassarono, un altro pulsante, venne giù uno schermo cinematografico, un terzo pulsante e stavo guardando un film porno. Non mi si avvicinò, guardava solamente, e provai a eccitarmi, chiedendomi se l’attrice lo stesse facendo davvero o stesse solo fingendo, e allora un secondo film iniziò, quattro questa volta, in permutazioni e combinazioni, mi portò verso il divano, ogni volta che aprivo gli occhi potevo ancora vedere il film sopra le sue spalle, ed era lo stesso, lo stesso, appena mi mise la sua cosa dentro, nulla, nulla, nulla, continuai a guardare gli attori tentando di sentire qualcosa, e poi, quando arrivò, mi sussurrò qualcosa all’orecchio, “Heute die Welt, Morgen das Sonnensystem!” Quella fu l’unica volta dove ce la feci quasi. Il terrore puro che questo maniaco conosceva... In seguito tentai di procurarmi informazioni su di lui, ma nessuno sopra di me nell’Ordine diceva una parola e quelli sotto di me non sapevano nulla. Ma finalmente scoprii: era molto importante nel syndacate, forse il capo. Ed è così che immaginai che la vecchia voce era vera, anche il syndacate era comandato dall’Ordine, come tutto il resto... Ma quel freddo vecchio sinistro non disse mai una parola in proposito, mentre ci vestivamo, quando mi diede l’assegno, quando mi accompagnò alla porta, e anche la sua espressione pareva negare che l’avesse detto o che sapesse cosa significava. Quando aprì la porta, mi mise un braccio sulla spalla e parlò, così che la sua segretaria lo potesse sentire: “Possa il vostro lavoro affrettare il giorno in cui l’America ritorni alla purezza”. Anche i suoi occhi non scherzavano e la voce suonò completamente sincera. Eppure mi aveva letto fino in fondo, sapeva che fingevo e aveva indovinato che solo il terrore poteva sbloccare i miei riflessi; forse sapeva che avevo già provato il sadismo fisico e che non aveva funzionato. Fuori in Wall Street, nella folla, vidi un uomo con una maschera antigas, erano ancora rare in quell’anno, e sentii che il mondo intero si stava muovendo più in fretta di quanto potessi capire e che l’Ordine non mi diceva assolutamente quanto avessi bisogno di sapere. Fratello Beghard, in realtà un politicante a Chicago sotto il suo “vero” nome, una volta mi spiegò la Legge dei Cinque in relazione al principio della piramide del potere. Intellettualmente, capisco: è l’unica maniera in cui possiamo lavorare, ogni gruppo un vettore separato, così che il massimo che un infiltrato possa conoscere è solo una piccola parte del Progetto. Emozionalmente, però, fa paura alle volte: i Cinque in cima hanno davvero il quadro reale della
situazione? Non so, e non vedo come possano prevedere un uomo come Drake o indovinare quel che stia progettando per il futuro. C’è un paradosso qui, lo so: mi sono unita all’Ordine cercando il potere e adesso sono un oggetto, uno strumento più che mai prima. Se un uomo come Drake si fosse mai sentito così, avrebbe potuto far saltare tutto lo show. A meno che i Cinque non abbiano davvero i poteri che dicono; ma non sono sciocca al punto di credere a quelle stronzate. Parte è ipnotismo parte è proprio vecchia magia da palcoscenico, ma niente di tutto questo realmente soprannaturale. Nessuno m’ha mai fatto credere a una favola da quando mio zio mi entrò dentro quando avevo dodici anni con la sua storia sul fermare l ’emorragia. Se solo i miei genitori mi avessero detto la verità sulle mestruazioni... Ma adesso basta. C’era del lavoro da fare. Premetti il campanello sulla mia scrivania e il mio segretario, il signor Mortimer, entrò. Come avevo indovinato, erano le nove passate ed era stato fuori nell’area della reception mettendo a posto e preoccupandosi del mio umore per dio sa quanto tempo, mentre io sognavo a occhi aperti. Studiai la mia agenda mentre aspettava, apprensivo. Finalmente lo notai e dissi: “Si sieda”. Affondò nella sedia, mettendo la testa proprio sotto la punta del fulmine sul muro, un effetto che mi godevo sempre, e aprì il suo block-notes. “Chiami Zev Hirsch a New York” dissi, guardando il suo lapis volare per tenere il passo con le mie parole. “Il ‘Fronte di Liberazione Feticisti del Piede’ terrà una manifestazione. Gli dica di cremarli; non sarò soddisfatta a meno che una decina dei pervertiti non finisca all’ospedale, e non m’interessa quanti dei nostri vengono arrestati durante l’azione. Il fondo per la cauzione è aperto, se ne hanno necessità. Se Zev ha delle obiezioni gli parlerò io, altrimenti se ne occupi lei. Poi scriva il comunicato stampa standard numero due, dove nego la conoscenza di qualsiasi attività illegale da parte di quella sezione e prometto che investigheremo ed espelleremo chiunque si sia reso colpevole di azioni di piazza; che sia pronto per questo pomeriggio. Poi voglio le ultime cifre di vendita di Telemactus Sneezed...”85 Un’altra giornata di lavoro era iniziata al quartier generale nazionale del Lampo di Dio; e Hagbard Celine, dando in pasto a FUCKUP il rapporto di Mavis sul comportamento sessuale e altra roba di George, venne fuori con un codice di C-1472-B2317A, che gli provocò una risata smodata. “Che c’è di così buffo?” chiese Mavis. “Dall’Ovest arrivano gli zoccoli tuonanti del grande destriero Onan” sorrise Hagbard. “Lo straniero solitario cavalca ancora!” “Che diavolo significa tutto questo?” “Abbiamo sessantaquattromila possibili tipi di personalità,” spiegò Hagbard, “e ho visto quella lettura solamente un’altra volta prima d’ora. Indovina chi era?” “Non io,” disse rapidamente Mavis, iniziando ad arrossire. “No, non tu.” Hagbard rise di nuovo. “Era Atlanta Hope.” Mavis era sorpresa. “È impossibile. È frigida, per cominciare.” “Ci sono molti tipi di frigidità,” disse Hagbard. “Gli va precisa, credimi. Si unì alla Liberazione delle donne alla stessa età in cui George si aggregò ai Weathermen ed entrambi se ne andarono dopo pochi mesi. E saresti sorpresa di come fossero simili le loro madri, o di come le carriere di successo dei loro fratelli maggiori li infastidiscano...” “Ma George è un bravo ragazzo, dopo tutto.” Hagbard Celine scosse la cenere dal suo lungo sigaro italiano. “Siamo tutti bravi ragazzi, dopo tutto”, disse. “Quello che diventiamo quando il mondo ha finito di lavorarci, è un’altra cosa.” A Chateau Thierry nel 1918, Robert Putney Drake guardò verso i cadaveri, seppe d’essere l’ultimo vivo nel plotone e sentì i tedeschi iniziare ad avanzare. Sentì la fredda umidità sulle cosce prima di capire che stava orinandosi nei pantaloni; una granata esplose vicino e lui singhiozzò. “O Dio, per favore, Gesù. Non lasciare che mi uccidono. Ho paura di morire. Per favore, Gesù, Gesù, Gesù...” Mary Lou e Simon stanno mangiando la colazione a letto, ancora nudi come Adamo ed Eva.
MaryLou spalmava marmellata sul toast e chiese: “No, seriamente: quale parte era allucinazione e quale parte era realtà?” Simon sorseggiò il caffé. “Tutto nella vita è un’allucinazione.” disse semplicemente. “Anche nella morte”, aggiunse. “L’universo ci sta soltanto prendendo in giro. Ci sta facendo una battuta.”
IL TERZO VIAGGIO, O BINAH // Saggio Porpora maledisse e s’inalberò alquanto furioso e gridò a voce alta: una malattia sui maledetti Illuminati di Bavaria: che il loro seme possa non mettere radici. Possano le loro mani tremare, i loro occhi spegnersi e le loro colonne vertebrali arrotolarsi, sì veramente, come sulle schiene di lumache; e possano gli orifizi vaginali delle loro donne essere intasati di pagliette Brillo. Perché hanno peccato contro Dio e la natura; hanno fatto della vita una prigione; e hanno rubato il verde dall’erba e il blu dal cielo. E così dicendo, con smorfie e lamenti, il Saggio Porpora lasciò il mondo degli uomini e delle donne e si ritirò nel deserto in disperazione e pesante incazzatura. Ma l’High Chaparral rise e disse ai fedeli erisiani: nostro fratello si tormenta per nulla, perché anche i maligni Illuminati sono pedine del Piano Divino di Nostra Signora. Mordecai Malignatus, K.N.S., Il libro delle contraddizioni, Liber 555
Il 23 ottobre 1970 era le trentacinquesimo anniversario dell’omicidio di Arthur Flagenheimer (alias “l’Olandese”, alias “Dutch Schultz”), ma questo triste consesso non ha intenzione di commemorare quell’occasione. Sono i Cavalieri della cristianità uniti nella fede (CCUF) (il gruppo in Atlantide veniva chiamato Mauls di Lhuv-Kerapht uniti per la verità; capite cosa voglio dire?) e il loro presidente, James J. (Jim il Sorridente) Treponema, ha notato un giovane barbuto, e pertanto sospetto, tra i delegati. Tali tipi non erano probabili membri dei CCUF e avrebbero potuto essere anche drogati. Jim il Sorridente disse agli uscieri della Andy Frain di tenere un occhio attento sul giovane, così che nessuna “storia strana” potesse accadere, dopo di che andò sul palco per iniziare la sua conferenza su “Educazione sessuale: cavallo di troia comunista nelle nostre scuole” (ad Atlantide era: “Numeri: esca nulliana nelle nostre scuole”. Lo stesso tormentone, eternamente) Il giovane barbuto, che risultava essere Simon Moon, consulente della rivista “Teenset” sugli affari degli Illuminati e istruttore di yoga sessuale di numerose signorine nere, osservò d’essere osservato (il che lo fece pensare a Heisenberg) e si sistemò nella sedia a scarabocchiare pentacoli sul suo block-notes. Tre file più avanti, anche un uomo di mezz’età dai capelli a spazzola che sembrava un dottore di periferia del Connecticut si sistemò comodamente, attendendo la sua opportunità. Le storie strane che Simon e lui avevano in mente sarebbero state, sperava, veramente molto strane.
NON VERREMO NON VERREMO SMOSSI C’è una strada che va a Est da Dayton, in Ohio, verso New Lebanon e Brookville e in una piccola fattoria a fianco di quella strada vive un brav’uomo chiamato James V. Riley, sergente nella polizia di Dayton. Sebbene pianga la morte della moglie, scomparsa due anni prima, nel 1967, e si preoccupi di suo figlio che pare essere coinvolto in loschi affari che lo costringono a frequenti viaggi tra New York City e Cuernavaca, il sergente è fondamentalmente un uomo gioviale; ma il 25 giugno 1969 era un po’ giù di corda e non si sentiva troppo bene in generale, a causa della sua artrite e dell’apparentemente infinita serie di strane e inutili domande che gli venivano poste dal giornalista di New York. Non capiva: chi proprio oggi avrebbe voluto pubblicare un libro su John Dillinger? E perché un libro del genere avrebbe dovuto parlare della storia dentale di Dillinger? “Lei è lo stesso James Riley della polizia di Mooresville, nell’Indiana, quando Dillinger venne
arrestato la prima volta nel 1924?” aveva iniziato il giornalista. “Sì ed era proprio una mezza calzetta arrogante. Non ci sto con alcuni di questi che hanno pubblicato libri su di lui e detto che la pesante condanna che gli avevano dato allora lo fece diventare cupo e cattivo. Si beccò quella sentenza perché fu molto arrogante con il giudice. Nemmeno un segno di pentimento o di rimorso, solo battute furbe e un sorriso da saccente dipinto in faccia. Una mela marcia dall’inizio. È sempre di corsa. Di fretta per arrivare solo Dio sa dove. Certe volte scherzava, dicendo che ce n’erano due Dillinger, tanto alla svelta attraversava la città. Di corsa verso il suo funerale. Giovani balordi del genere non si beccano mai condanne lunghe abbastanza, se vuole la mia opinione. Potrebbe servire a farli rallentare un po’.” Il giornalista - com’è che si chiamava? James Mallison, non aveva detto così? - era impaziente. “Sì, sì, sono certo che abbiamo bisogno di leggi più severe e pene più dure. Ma quello che voglio sapere è da che parte era il dente mancante di Dillinger: sul lato destro o sinistro del viso?” “Santi del paradiso! Crede che mi ricordi dopo tutti questi anni?” Il reporter si tamponò la fronte con un fazzoletto: molto nervoso, pareva. “Guardi, sergente, alcuni psicologi dicono che non dimentichiamo mai nulla, realmente; è tutto archiviato da qualche parte nel cervello. Adesso, provi a vedere John Dillinger come lo ricorda, con quel sorriso saccente, come ha detto lei. Riesce a mettere a fuoco l’immagine? Da che parte è il dente mancante?” “Guardi, devo entrare in servizio tra pochi minuti e non posso...” La faccia di Mallison cambiò, come se cercasse di nascondere la disperazione. “Va bene, mi lasci fare un’altra domanda. È massone?” “Massone? Per dio, no: son stato cattolico tutta la vita, io.” “Be’, conosceva dei massoni a Mooresville? Voglio dire, ci parlava assieme? “ “Perché avrei dovuto parlare con quelli, con tutte le cose terribili che dicono sempre sulla chiesa?” Il reporter affondò ancora; “Tutti i libri su Dillinger dicono che la vittima di quella prima rapina, il droghiere B.F. Morgan, chiese aiuto dando il segnale massonico di soccorso. Lei sa cosa sia?” “Dovrebbe chiedere a un massone, e son sicuro che non glielo direbbero. Il modo in cui tengono i loro segreti, per tutti i santi, son sicuro che neanche l’Fbi ci riuscirebbe.” Il giornalista finalmente se ne andò, ma il sergente Riley, un uomo metodico, archiviò il suo nome nella memoria: James Mallison, o aveva detto Joseph Mallison? Uno strano libro che diceva di scrivere... sui denti di Dillinger e quei dannati atei massoni. C’era dell’altro dietro a tutto questo, ovviamente. COME UN ALBERO PIANTATO VICINO ALL’ACQUA NON VERREMO SMOSSI
La Miskatonic University ad Arkham, nel Massachusetts, non è certo un campus famoso e i pochi visitatori che passano sono uno strano gruppo, di solito attratti dalla strana collezione di libri occulti lasciati alla biblioteca Miskatonic dallo scomparso dottor Henry Armitage. La signorina Doris Horus, la bibliotecaria, però, non aveva mai visto un visitatore tanto strano quanto questo professor J.D. Mallison che diceva di venire da Dayton, ma parlava con un inconfondibile accento di New York. Considerando la sua furtività, non si sorprese che avesse passato l’intera giornata (il 26 giugno 1969), scrutando nella rara copia della traduzione del Necronomicon di Abdul Alhazred curata dal dottor John Dee. Quello era il libro per il quale veniva la maggior parte di quelli strani; quello o il Libro della Magia Sacra di Abra-Melin il Mago. A Doris non piaceva il Necronomicon, sebbene si considerasse una giovane donna emancipata e di libero pensiero. C’era qualcosa di sinistro, o per essere proprio onesti, di pervertito in quel libro e non in una maniera bella o eccitante, ma in una malata e spaventosa. Tutte quelle strane illustrazioni, sempre con bordi a cinque lati come il Pentagono a Washington, ma con questa gente dentro che faceva certi strani atti sessuali con queste altre creature che non erano per nulla umane. Francamente l’opinione di Doris era che il vecchio Abdul Alhazred doveva aver fumato dell’erba
piuttosto potente quando aveva sognato quelle cose. O forse era qualcosa più forte dell’erba: si ricordava di una frase del testo: “Solo coloro che hanno mangiato una certa erba alcaloide, il cui nome era saggio non divulgare ai non illuminati, posson nella carne vedere uno Shoggothe.” “Chissà cos’è uno Shoggothe”, pensò Doris pigramente; probabilmente una di quelle creature con cui quella gente nelle illustrazioni faceva quelle cose arrapate. Che paura. Fu contenta quando J.D. Mallison finalmente se ne andò e lei poté rimettere il Necronomicon al suo posto negli scaffali chiusi. Ricordava la breve biografia del vecchio pazzo Abdul Alhazred che il dottor Armitage aveva scritto e donato alla biblioteca: “Passò sette anni nel deserto e asserì d ’aver visitato Irem, la città proibita del Koran, che Alhazred sosteneva essere di origini pre-umane...” Che stupidaggine! Chi costruiva città prima che ci fossero persone? Quegli Shoggoth? “Musulmano indifferente, adorava creature che chiamava Yog-Sothoth e Cthulhu.” E quella frase insidiosa: “Secondo alcuni storici contemporanei, la morte di Alhazred fu insieme tragica e bizzarra, dal momento che venne asserito che egli fosse stato divorato vivo da un mostro invisibile in mezzo a un mercato.” Il dottor Armitage era stato tanto un vecchio simpatico, ricordava Doris, anche se quel discorrere di numeri cabalistici e simboli massonici era un po’ strano a volte; perché avrebbe collezionato quei libri schifosi scritti da gente rivoltante? Il Servizio delle imposte del ministero delle finanze sa questo su Robert Putney Drake: durante l’ultimo anno fiscale, ha guadagnato 23.000.005 dollari da azioni e obbligazioni di varie multinazionali della difesa, 17.000.523 dollari dalle tre banche che controlla e 5. 807.400 dollari da varie proprietà immobiliari. Non sapevano che aveva depositato in Svizzera oltre 100.000.000 dollari con la prostituzione, un importo identico da eroina e gioco d’azzardo e 2.500.000 dollari dalla pornografia. D’altra parte, non sapevano neppure di certe legittime spese di rappresentanza e commerciali che aveva preferito non dichiarare, comprendenti più di 5.000.000 dollari in tangenti a vari legislatori, giudici e ufficiali di polizia in tutti i cinquanta stati, per fare in modo di non abrogare le leggi che gli rendevano così profittevoli i vizi degli uomini, e 50.000 dollari ai CCUF come estremo tentativo di fermare la totale legalizzazione della pornografia e il collasso di quella parte del suo impero. “Che diavolo ti sembra questo?” chiese Barney Muldoon Teneva in mano un amuleto. “Trovato in camera da letto”, spiegò, tenendolo per Saul che esaminava lo strano disegno:
“In parte è cinese” disse pensosamente Saul. “Questa è la ragione: due virgole congiunte una verso l’alto e l’altra verso il basso. Significa che gli opposti sono uguali.” “E cosa vuol dire?” chiese Muldoon sarcasticamente. “Gli opposti sono opposti, non uguali. Dovresti essere cinese per pensarla altrimenti.” Saul ignorò il commento. “Ma il Pentagono non c’è, nel disegno cinese e nemmeno la mela con la K dentro...” Improvvisamente sorrise. “Aspetta, scommetto che so cos’è. Viene dalla mitologia greca. C’era un banchetto sull’Olimpo ed Eris non venne invitata, perché era la dea della discordia e creava sempre problemi. Così, per pareggiare, creò altri problemi: fece una bellissima mela d’oro e sopra scrisse Kallisti. Vuol dire “per la più bella” in greco. È quello che la K significa, ovviamente. Poi la fece rotolare nella sala del banchetto e, naturalmente, tutte le dee la rivendicarono immediatamente, ognuna dicendo d’essere lei ‘la più bella’. Finalmente il vecchio Zeus, per mettere a tacere la disputa, permise a Paride di decidere quale dea fosse la più bella e dovesse ricevere la mela. Scelse Venere, che come ricompensa gli diede un’opportunità di rapire Elena, il che portò alla
guerra di Troia.” “Molto interessante”, disse Muldoon. “E questa ci dice cosa sapesse Joseph Malik degli assassini dei Kennedy e di questo gruppo di Illuminati e perché il suo ufficio e saltato in aria? O dov’è che è scomparso?” “Be’, no,” disse Saul, “ma è piacevole trovare qualcosa in questo caso che riesco a riconoscere. Vorrei solo sapere che significhi anche il pentagono...” “Guardiamo il resto dei memorandum”, suggerì Muldoon. Il memo seguente, però, li fermò secchi e duri:
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 9 28/7 J.M.: Il diagramma seguente è apparso nell’“East Village Other” l’11 giugno 1969, con il titolo La struttura odierna della cospirazione degli Illuminati di Baviera e della legge dei cinque:
Il diagramma appare in cima alla pagina, il resto della pagina è vuoto, come se i redattori originalmente intendessero pubblicare un articolo che lo spiegasse, ma avessero deciso (o fossero stati persuasi) a sopprimere tutto meno che lo schema stesso.
Pat “Questa dev’essere una maledetta beffa hippy o yippy” 86 disse Muldoon dopo una lunga pausa. Ma sembrava incerto. “Parte lo è” disse Saul pensosamente, tenendo certi pensieri per sé. “Tipica psicologia hippy: mescolare verità e fantasia per far saltare i fusibili all’establishment. La sezione sugli anziani di Sion87 è soltanto una parodia dell’ideologia nazista. Se veramente ci fosse una cospirazione ebraica per controllare il mondo, il mio rabbino mi avrebbe messo al corrente, a questo punto. Do abbastanza soldi alla schule.”88 “Ma questa parte è quasi plausibile” disse Saul, indicando la Sfera delle Conseguenze. “L’Aga Khan è il capo della setta degli ismailiti dell’Islam e la setta fu fondata da Hassan-i-Sabbah, il Vecchio della Montagna che condusse gli hashishim nell’Undicesimo secolo. Si dice che Adam Weishaupt abbia dato origine agli Illuminati di Baviera dopo aver studiato Sabbah, secondo il terzo memo, quindi questa parte s’incastra e Hassan-i-Sabbah è detto essere stato il primo a introdurre la marijuana e l’hashish t6 nel mondo occidentale, dall’India. Questo si lega con Weishaupt che coltivava erba e Washington e la sua grande piantagione di canapa a Monili Vernon.” “Aspetta un minuto. Guarda come tutto il disegno giri intorno al pentagono. Tutto il resto viene fuori da lì.” “Allora? Pensi che il dipartimento della difesa sia il centro internazionale della congiura degli Illuminati?” “Leggiamo anche il resto dei memo” suggerì Muldoon. (L’agente indiano alla riserva dei menominee nel Wisconsin sa questo: dal momento in cui Billie Freschette ritornò laggiù sino alla sua morte nel 1968, ricevette misteriosi assegni mensili dalla Svizzera. Pensa di conoscere la spiegazione: nonostante tutte le storie che lo negano, Billie aiutò a tradire Dillinger, e questa è la ricompensa. È convinto di questo. E ha anche torto.) “... bambini di sette o otto anni,” sta raccontando al pubblico dei CCUF, Jim “il Sorridente” Treponema, “parlano di peni e vagine e usando questi stessi termini! Ora, è un incidente questo? Lasciatemi citare le parole di Lenin stesso...” Simon sbadiglia. Naso-a-banana Maldonado aveva evidentemente il proprio tipo di sentimentalismo o di superstizione, e nel 1936 ordinò a suo figlio, un sacerdote, di recitare cento messe per la salvezza dell’anima di Dutch. Anche anni dopo, l’avrebbe difeso, in conversazione: “Era OK, Dutch, se non gli davi contro. Se gli eri nemico, scordatelo: eri finito. Era quasi siciliano, per quello. Altrimenti, era un buon uomo d’affari e il primo con una vera mentalità da ragioniere in tutta l’organizzazione. Se non gli fosse venuta quella folle idea di sparare a Tom Dewey sarebbe ancora un grand’uomo. Glielo dissi io stesso. ‘Ammazzi Dewey,’ dissi, ‘e ci sarà casino dappertutto. I ragazzi non se lo prendono il rischio; Lucky e il Macellaio ti vogliono levare di mezzo subito.’ Ma non mi voleva ascoltare. ‘Nessuno mi rompe il cazzo,’ disse, ‘non mi frega se si chiama Dewey, Looey o Phooey. Crepa.’ Davvero un testardo di ebreo tedesco. Non ci potevi parlare. Gli dissi anche di come Capone avesse aiutato a incastrare Dillinger per i federali a causa del casino che tutte quelle rapine stavano portando. Sai che disse? Disse: ‘Dì ad Al che Dillinger era un lupo solitario. Io ho il mio branco.’ Peccato, peccato, peccato. Accenderò un altro cero per lui in chiesa, domenica.”
MANO NELLA MANO INSIEME - NON VERREMO SMOSSI Rebecca Goodman chiude il suo libro stancamente e fissa nel vuoto, pensando a Babilonia. I suoi occhi si mettono improvvisamente a fuoco sulla statua che Saul le aveva comprato per il suo ultimo compleanno: la sirenetta di Copenhagen Quanti danesi, si chiede, sanno che questa è una forma di rappresentazione della dea del sesso babilonese, Ishtar? (A Central Park, Perri lo scoiattolo sta iniziando la caccia per il cibo della giornata. Un barboncino francese, tenuto al guinzaglio da una signora in visone gli abbaia, e lui gira tre volte intorno a un albero.) George Dorn guarda il viso di un cadavere: è il suo. “Nel Wyoming, dopo una lezione di
educazione sessuale in un liceo, l’insegnante è stata violentata da diciassette ragazzi. Ha detto dopo che non avrebbe mai più insegnato sesso a scuola.” Accorgendosi d’essere solo nella “stanza della meditazione” del palazzo delle Nazioni Unite, l’uomo che si fa chiamare Frank Sullivan sposta rapidamente il plinto nero e scende le scale nascoste nel tunnel. Sta pensando che quasi nessuno capisce che la forma della stanza è la stessa della piramide tronca sulla banconota da un dollaro e nemmeno s’immagina cosa significhi. “A Wilmette, in Illinois, un bambino di 8 anni è tornato a casa da una lezione del corso di sensibilizzazione e ha tentato di avere un rapporto sessuale con la sorellina di 4 anni.” Simon lasciò perdere i suoi pentagoni e iniziò a scarabocchiare piramidi. Sopra, oltre la finestra di Joe Malik, Saul Goodman abbandonò l’idea che lo aveva portato a supporre che gli Illuminati fossero una copertura per la Società psicoanalitica internazionale 89 che cospirava per far diventare tutti dei paranoici e tornò alla scrivania e ai memo. Barney Muldoon entrò dalla camera da letto portando uno strano amuleto e chiese, “Che ne pensi di questo?” Saul vide un disegno di una mela e di un pentagono... e diversi anni prima, Simon Moon guardò lo stesso medaglione. “Lo chiamano il Sacro Chao” disse padre Pederastia. Si sedettero da soli a un tavolo in un angolo; il Friendly Stranger era lo stesso, eccetto che un nuovo gruppo, l’American Medical Association (composto, naturalmente, da quattro ragazzi tedeschi) aveva rimpiazzato gli H.P. Lovecraft nella stanza sul retro. (Nessuno sapeva che l’AMA sarebbe divenuto il gruppo rock più popolare del mondo in un anno, ma Simon pensava già che fossero superpesanti). Padre Pederastia era, come la notte in cui Simon aveva incontrato miss Mao, molto serio e per niente frivolo. “Sacro Ciao?” chiese Simon. “Si pronuncia in quel modo, ma si scrive c-h-a-o. Un chao è una singola unità di caos, credono.” Il padre sorrise. “Troppo, sono più fuori dell’sss”, obiettò Simon. “Mai sottovalutare l’assurdità, è una porta per l’Immaginazione. Devo ricordartelo?” “Siamo alleati con loro?” chiese Simon. “I JAM non possono farcela da soli. Sì, abbiamo un’alleanza, finché conviene a entrambe le parti. John - il Signor Sullivan stesso l’ha autorizzata. “ “OK. Come si fanno chiamare?” “L.D.D.,” il padre si permise un sorriso, “ai nuovi membri viene detto che le iniziali stanno per Legione della discordia dinamica. Più tardi, molto spesso, il capo, un pazzo e farabutto molto attraente chiamato Celine, a volte racconta loro che realmente significa Piccole Vittime Deluse. 90 Quello è il pons asinorum, nel Sistema di Celine. Li giudica da come reagiscono a quello.” “Il sistema di Celine?” chiese sospettoso Simon. “Porta alla nostra stessa destinazione, più o meno, per un sentiero un po’ più selvaggio e confuso.” “Sentiero della mano sinistra o della mano destra?” 91 “Mano destra” disse il prete. “Tutti i sistemi assurdisti sono della mano destra. Be’, quasi tutti. Non invocano Sai-Chi per nessuna ragione. Fanno affidamento sulla discordia... ricordi i tuoi miti romani?” “Abbastanza da sapere che discordia è proprio l’equivalente latino di Eris. Sono parte del Fronte di liberazione erisiano, allora?” Simon stava cominciando a desiderare di stonare; queste conversazioni cospiratorie erano molto più sensate quando era leggermente fuori. Si domandò in che modo gente quale il presidente degli Stati Uniti o il direttore generale della General Motors fossero capaci di organizzare giochi così intricati senza essere in trip al momento. O prendevano abbastanza tranquillanti da produrre un effetto simile? “No,” disse secco il prete, “non fare mai quell’errore. ELF è un gruppo, uhm, molto più esoterico dell’LDD. Celine è sul lato attivista, come noi. Certe sue imprese fanno sembrare i Morituri o il Lampo di Dio dei trappisti al confronto. No, l’ELF non andrà mai d’accordo col viaggio del signor Celine. “ “Ha uno yoga assurdista e un’etica attivista?” rifletté Simon.
“I due non si mescolano.” “Celine è una contraddizione vivente. Guarda ancora il suo simbolo.” “L’ho guardato, e quel pentagono mi preoccupa. Sei sicuro che sia dalla nostra parte?” L’American Medical Association giunse a un certo climax erotico o musicale e la risposta del sacerdote venne troncata. “Cosa?” chiese Simon dopo che l’applauso svanì. “Ho detto” sussurrò padre Pederastia “che non siamo mai sicuri che nessuno sia dalla nostra parte. Incertezza è il nome del gioco.”
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 10. 28/7 J.M.: Sull’origine del simbolo piramide-occhio, prova la tua credulità con la seguente storia da Dischi volanti nella Bibbia di Virginia Brasington (Saucerian Books, 1963, p. 43): Il congresso continentale aveva chiesto a Benjamin Franklin, 92 Thomas Jefferson e John Adams di creare un sigillo per gli Stati Uniti d’America... Nessuno dei disegni che avevano inventato o che vennero loro sottoposti, risultarono adatti... Piuttosto tardi una sera, dopo aver lavorato al progetto tutto il giorno, Jefferson uscì all’aria fresca della notte nel giardino per schiarirsi la mente. Pochi minuti dopo, corse dentro la stanza, gridando, giubilante “L’ho trovato! L’ho trovato!”. Difatti aveva alcuni disegni in mano. Erano i disegni che mostrano il Gran sigillo così come lo conosciamo oggi. Alla domanda su come avesse ottenuto i disegni, Jefferson raccontò una strana storia. Un uomo, vestito in un mantello nero che lo copriva completamente, faccia e tutto, l’aveva avvicinato e gli aveva detto che sapeva di un tentativo di architettare un sigillo e che aveva un simbolo appropriato e significativo... Dopo che l’eccitazione fu calata, i tre uscirono in giardino per incontrare lo straniero, ma quello se n’era andato. Quindi, né questi padri fondatori, né nessun altro, seppe mai chi avesse realmente disegnato il Gran sigillo degli Stati Uniti! Pat
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 11 29/7 J.M.: Quest’ultima che ho trovato sull’occhio e piramide viene da un giornale underground di San Francisco (“Planet”, San Francisco, luglio 1969, vol. I, n. 4) che suggerisce trattarsi di un simbolo per il partito politico di Timothy Leary quando era in corsa per il governatorato della California, invece di essere in corsa soltanto: 93 L’emblema è un disegno provvisorio per la spilletta della campagna elettorale del partito. Un burlone ha suggerito di tagliare in massa il cerchio dal retro della banconota da un dollaro e di spedire il resto al governatore Leary per tappezzare il suo ufficio. Poi attaccare l’emblema alla porta di casa per mostrare l’appartenenza al partito.
Traduzioni: L’anno dell’inizio Nuovo Ordine Secolare Entrambe le traduzioni sono errate, naturalmente. Annuii Coeptis significa “benedice il nostro inizio” e Novus Ordo Seclorum significa “un nuovo ordine delle epoche”. Oh be’, le scuole non sono mai state il punto forte degli hippy. Ma... Tim Leary, un Illuminato? E appiccicare l’occhio sulla porta: non posso fare a meno di pensare agli ebrei che segnano le loro porte col sangue di un agnello così che l’Angelo della morte le avrebbe evitate. Pat
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 12 3/8 J.M: Finalmente ho trovato il libro base sugli Illuminati: Proofs of a Conspiracy di John Robison (Christian Book Club of America, Hawthorn, California 1961; pubblicato originalmente nel 1801). Robison era un massone inglese il quale aveva scoperto attraverso esperienze personali che le logge massoniche francesi, quali il Grande Oriente, erano coperture degli Illuminati e furono le principali istigatrici della Rivoluzione francese. Tutto il libro è molto esplicito su come Weishaupt lavorasse: ciascun gruppo massonico infiltrato aveva diversi livelli, come una normale loggia massonica, ma, man mano che i candidati avanzavano attraverso i vari gradi, venivano spiegati loro con maggiori dettagli gli scopi reali del movimento. Quelli alla base, pensavano semplicemente d’essere massoni; ai livelli intermedi, sapevano d’essere coinvolti in un grande progetto per cambiare il mondo, ma l’esatta natura del cambiamento veniva spiegata loro secondo quello che i capi pensavano fossero preparati a sapere. Solo quelli di livello più alto conoscevano il segreto che, secondo Robison, è questo: gli Illuminati tentano di rovesciare tutti i governi e le religioni, instaurando un mondo anarcocomunista di libero amore e, poiché “il fine giustifica i mezzi” (un principio che Weishaupt aveva acquisito dalla sua gioventù gesuita), non si curavano di quanta gente dovevano uccidere per raggiungere il nobile scopo. Robison non sa nulla dei movimenti precedenti agli Illuminati, ma dice specificatamente che gli Illuminati di Baviera non furono distrutti dalla repressione governativa nel 1785, ma erano, invece, ancora attivi, sia in Inghilterra sia in Francia, e probabilmente altrove, quando scriveva nel 1801. A pagina 116, Robison elenca le logge esistenti come segue: Germania (84 logge); Inghilterra (8 logge); Scozia (2); Varsavia (2); Svizzera (molte); Roma, Napoli, Ancona, Firenze, Francia, Olanda, Dresda (4); Stati Uniti d’America (diverse). A pag. 101, menziona che ci sono 13 gradi nell’Ordine; questo potrebbe spiegare i 13 scalini nella loro piramide simbolica. Pagina 84 dà il nome in codice di Weishaupt, che era Spartacus; 94 il suo secondo in comando, Freiherr Knigge, aveva il nome in codice Philo (pagina 117); questo è rivelato da carte sequestrate dal governo bavarese durante un raid nella casa di un avvocato chiamato Zwack, che aveva il nome in codice Cato. Babeuf, 95 il rivoluzionario francese, evidentemente prese il nome Gracchus imitando lo stile classicheggiante di questi titoli. La conclusione di Robison, a pagina 269, è degna d’essere citata: Niente è pericoloso quanto un’associazione mistica. Lo scopo rimane un segreto nelle mani dei reggenti, il resto si infila semplicemente un anello al naso, col quale può essere condotto in giro a piacimento; e sempre ansimando dietro al segreto, sono tanto più compiaciuti, quanto meno vedono.
Pat A piè di pagina c’era una nota scritta a matita, appuntata con un netto tratto mascolino Diceva: “In principio era il Verbo e l’aveva scritto un babbuino”.
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 13 5/8 J.M.: La sopravvivenza degli Illuminati di Baviera attraverso il Diciannovesimo secolo e nel Ventesimo è l’argomento di World Revolution di Nesta Webster (Constable & Company, Londra 1921). La signora Webster segue Robison piuttosto da vicino sui primi passi del movimento fino alla Rivoluzione francese, ma poi vira e dice che gli Illuminati non avevano mai inteso creare la loro utopica società anarco-comunista: era soltanto un’altra delle loro maschere. Il loro scopo era la dittatura sul mondo e così formarono presto un’alleanza col governo prussiano. Tutti i successivi movimenti socialisti, anarchici e comunisti erano solo delle esche, sostiene l’autrice, dietro alle quali lo Stato maggiore prussiano e gli Illuminati complottavano per rovesciare altri governi, così che la Germania li potesse conquistare (scriveva proprio dopo che l’Inghilterra aveva combattuto la Germania nella Grande guerra). Non vedo modo di riconciliare questo con la tesi dei bircher che gli Illuminati sono divenuti una copertura dei borsisti rhodes per la conquista del mondo da parte della dominazione inglese. Ovviamente, come dichiara Robison, gli Illuminati raccontano storie differenti a persone differenti per attirarle nella cospirazione. Quanto ai legami col comunismo moderno, ecco alcuni passaggi dalle pagine 234-35: Ma adesso che la Prima internazionale era morta, divenne necessario per le società segrete riorganizzarsi, ed è in questa crisi che troviamo quella “formidabile setta” scattare di nuovo in vita: gli illuminati originali di Weishaupt. ... Quello che sappiamo per certo è che la società venne rifondata a Dresda nel 1880... che venne coscientemente modellata su quella precedente del Diciottesimo secolo è chiaro dal fatto che il suo capo, un certo Leopold Engel, era l’autore di un lungo panegirico su Weishaupt e il suo ordine intitolato Storia dell’Ordine degli Illuminati (Geschichte des Illuminaten Ordens) (pubblicato nel 1906)... ... A Londra, una loggia chiamata con lo stesso nome... continuava il rito di Menfi fondato, si dice, da Cagliostro 96 su modelli egiziani e iniziava adepti alla Massoneria illuminata... Fu... una pura coincidenza che, nel luglio 1889, un congresso internazionale socialista decidesse che il primo maggio - il giorno nel quale Weishaupt fondò gli Illuminati dovesse essere scelto per una manifestazione annuale dei lavoratori internazionali? Pat
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 14 6/8 J.M.: Ed ecco ancora un’altra versione sull’origine degli Illuminati, dal cabalista Eliphas Levi 97 (Storia della Magia di Eliphas Levi, Borden Publishing Co., Los Angeles 1963, pagina 65). Dice che
c’erano due zoroastri,98 uno vero, che insegnava magia bianca “della mano destra” e uno falso che insegnava magia nera “della mano sinistra”. Continua: Al falso Zoroastro dev’essere ascritto il culto del fuoco materiale e quella dottrina empia del dualismo divino che produsse più tardi la mostruosa gnosi di Mani 99 e i falsi principi della massoneria spuria. Lo Zoroastro in questione era il padre di quella magia materializzata che portò al massacro dei Magi 100 e condusse la loro vera dottrina, prima alla proibizione e poi all’oblio. Sempre ispirata dallo spirito della verità, la chiesa fu costretta a condannare - sotto i nomi di magia, manicheismo, illuminismo e massoneria tutto ciò che era parente, remoto o prossimo, della profanazione dei misteri. Un esempio tipico è la storia dei Cavalieri templari, 101 che è stata fraintesa sino al giorno d’oggi. Levi non spiega quest’ultima frase; è interessante però, che Nesta Webster, (vedi memo 13), aveva anch’essa fatto risalire gli Illuminati ai Cavalieri templari, laddove Daraul e la maggior parte delle altre fonti li legano a Est, agli hashishim. Mi sta facendo diventare paranoica, tutto questo? Sto iniziando ad avere l’impressione che le prove sono state non solo nascoste in libri oscuri ma anche rese confuse e contraddittorie per scoraggiare il ricercatore... Pat Scarabocchiati in fondo al memo c’era una serie di note nella stessa grafia maschile (di Malik, pensò Saul) che aveva scritto il riferimento al babbuino del memo 12. Le note dicevano: Controllare sull’Ordine De Molay
Croce a undici braccia De Molay. Undici intersezioni, perciò 22 linee. I 22 Atus di Tahuti. Perché non 23? TARO=TORA=TROA=ATOR=ROTA!????? Abdul Alhazred=A... A... ??! “Oh Cristo” si lamentò Barney. “Oh, Gesù e Maria. Oh, merda. Finiremo col diventare o mistici o pazzi prima che questo caso sia chiuso. Sempre che ci sia differenza.” “L’Ordine di De Molay è una società massonica per ragazzi”, commentò Saul come aiuto. “Non so cosa sono gli Atus di Tahuti, ma suona egiziano. Taro, normalmente scritto t-a-r-o-t è il mazzo di carte che usano i cartomanti zingari e la parola zingaro (gypsy) significa egiziano. Torah è la legge in ebraico. Continuiamo a ritornare a qualcosa che ha radici sia nel misticismo ebreo sia nella magia
egiziana...” “I Cavalieri templari vennero buttati fuori dalla chiesa,” disse Barney “per aver tentato di combinare idee cristiane e musulmane. L’anno scorso mio fratello, il gesuita, diede una conferenza su come le idee moderne siano soltanto vecchie eresie del Medioevo riscaldate. Andai alla conferenza per educazione ma mi ricordo un’altra cosa che disse dei templari: che e erano dediti a quelli che chiamò ‘atti sessuali innaturali’. In altre parole, erano froci. Non li viene l’impressione che tutti questi gruppi collegati d agli Illuminati siano tutti maschili? Forse il grande segreto che nascondono così fanaticamente è che sono tutti una specie di enorme complotto omosessuale su scala mondiale. Ho sentito gente di spettacolo lamentarsi di quella che chiamano l’’Omintern’, 102 una organizzazione omosessuale e che cerca di tenere tutti i lavori migliori per le altre checche. Che te ne pare?” “Sembra plausibile”, disse ironico Saul. “Ma è anche plausibile dire che gli Illuminati sono una cospirazione ebraica, una cospirazione cattolica, una cospirazione massonica, una cospirazione comunista, una cospirazione finanziaria, e suppongo troveremo anche prove che suggeriranno e si tratti di un piano interplanetario diretto da Marte o da Venere. Non lo vedi, Barney? Qualsiasi cosa vogliano, continuano a inventare maschere così che altri gruppi di capri espiatori vengano incolpati di essere i “veri Illuminati”. Scosse la testa tetramente. “Sono furbi abbastanza da sapere che non possono operare indefinitamente senza che nessuno si accorga che c’è qualcosa là, così hanno considerato questo fatto e preparato in i modo che un estraneo curioso arrivi a un mucchio di idee sbagliate su chi siano.” “Sono dei cani” disse Muldoon. “Cani intelligenti e parlanti dalla stella-cane, Sirio. Sono arrivati qui e si sono mangiati Malik. Proprio come si sono mangiati quel tipo di Kansas City, eccetto che quella volta non hanno avuto il tempo di finire il lavoro.” Tornò indietro e lesse dal memo 8. “... con la gola squarciata come dagli artigli di una qualche enorme bestia. Nessun animale è stato riportato mancante dagli zoo locali”. Sorrise. “Signore Iddio, sono quasi pronto a crederci.” “Sono lupi mannari” rispose Saul, sorridendo anche lui. “Il pentagono è il simbolo del lupo mannaro. Guarda certi programmi televisivi, qualche volta.” “Quello è il pentagramma, non il pentagono.” Barney accese una sigaretta, aggiungendo. “Ci sta proprio dando ai nervi, no?” Saul guardò stancamente e passò lo sguardo intorno all’appartamento, quasi come se stesse cercando il proprietario assente. “Joseph Malik,” disse a voce alta, “che barattolo di vermi hai aperto? E a quanto indietro risale?”
NON VERREMO NON VERREMO SMOSSI Infatti, per Joseph Malik, l’inizio era diversi anni prima, in un misto di gas lacrimogeni, slogan, manganelli e oscenità, il tutto provocato dall’imminente nomina come presidente di un uomo chiamato Hubert Horatio Humphrey. 103 Iniziò a Lincoln Park la notte del 25 agosto 1968, mentre Joe aspettava d’essere gassato. Allora non sapeva che qualcosa stesse iniziando; era solo consapevole, in una maniera che gli corrodeva le budella, di quello che stava finendo: la sua fede nel Partito democratico. Era seduto con il Clero Preoccupato sotto la croce che avevano eretto. Stava pensando amaramente, invece, che avrebbero dovuto alzare una pietra tombale. Avrebbero dovuto dire: qui giace il New Deal. 104 Qui giace la fede che tutto il Male è dall’altra parte, tra i reazionari e il Ku Klux Klan. Qui giacciono vent’anni di speranze e sogni e sudore e sangue di Joseph Wendall Malik. Qui giace il liberalismo americano, ucciso a mazzate dagli eroici ufficiali di pace di Chicago. “Stanno arrivando” disse improvvisamente una voce vicino a lui. Il Clero Preoccupato immediatamente iniziò a cantare: “Non verremo smossi”. “Vedrete se non ci smuoveranno” disse quietamente una voce secca e sardonica. “Quando arriverà il gas lacrimogeno, ci smuoveranno.” Joe riconobbe chi aveva parlato: era lo scrittore
William Burroughs105 con la sua consueta faccia da poker, assolutamente senza rabbia o disprezzo o indignazione o speranza o fede o qualsiasi emozione che Joe potesse discernere. Ma era là, a compiere la sua protesta contro Hubert Horatio Humphrey piazzando il suo corpo davanti alla polizia di Chicago per motivi che Joe non poteva capire. Come può un uomo, si domandò Joe, avere coraggio senza fede, senza credo? Burroughs non credeva a nulla, eppure sedeva là, testardo come Lutero. Joe aveva sempre avuto fede in qualcosa: cattolicesimo romano, molto tempo prima, poi nel trotzkismo al liceo, in seguito, per quasi due decenni, nel liberalismo comune (il “centro vitale” di Arthur Schlesinger Jr.) e adesso, morto quello, tentava disperatamente di evocare fede nella folla raffazzonata di yippy ossessionati dalla droga e dall’astrologia, di maoisti neri, pacifisti hardcore vecchio stampo e arroganti ragazzini dogmatici dell’Sds che era venuta per protestare contro una convenzione truccata e stavano venendo picchiati e brutalizzati indicibilmente per quella stessa ragione. Allen Ginsberg,106 seduto in un capannello di yippy sulla destra, iniziò di nuovo a recitare, come aveva fatto per tutta la sera “Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare...” Ginsberg credeva; credeva in tutto: nella democrazia, nel socialismo, nel comunismo, nell’anarchia, nella varietà idealistica di fascismo economico di Ezra Pound, 107 nell’utopia tecnologica di Buckminster Fuller, nel ritorno al pastoralismo pre-industriale di D.H. Lawrence 108 e nell’induismo, nel buddhismo, nel giudaismo, nel cristianesimo, nel voodoo, nell’astrologia magica; ma soprattutto nella naturale bontà dell’uomo. La naturale bontà dell’uomo... Joe non aveva più creduto pienamente in quella da quando Buchenwald era stato svelato al mondo nel 1944, aveva diciassette anni, allora. “AMMAZZA! AMMAZZA! AMMAZZA!” arrivò lo slogan della polizia... esattamente come la notte prima, lo stesso urlo neolitico di rabbia che indicò l’inizio del primo massacro. Stavano arrivando, manganelli in mano, spruzzando gas lacrimogeno davanti a sé. “AMMAZZA! AMMAZZA! AMMAZZA!” Auschwitz, negli Usa, pensò Joe, nauseato. Se avessero dato loro dello Zyklon B insieme al gas lacrimogeno e al Mace, 109 l’avrebbero usato ugualmente contenti. Lentamente, il Clero Preoccupato si alzò in piedi, stringendo fazzoletti umidi sul volto. Disarmati e inermi, si prepararono a tenere la propria posizione il più a lungo possibile prima dell’inevitabile ritirata. Una vittoria morale, pensò Joe amaramente: tutto quel che otteniamo sono vittorie morali. I bruti immorali vincono quelle vere. “Ave Discordia” disse una voce tra i preti, un giovane barbuto chiamato Simon che quel giorno aveva litigato in favore dell’anarchia contro alcuni maoisti dell’Sds. E quella fu l’ultima frase che Joe Malik ricordò chiaramente, perché di lì in poi furono gas e manganelli e grida e sangue. Non poteva immaginarsi, al momento, che udire quella frase era la cosa più importante che gli successe a Lincoln Park. (Harry Coin arrotola il suo lungo corpo in un nodo dì tensione, appoggiandosi sui gomiti e puntando con cura il fucile Remington, mentre il corteo di auto passa il “deposito libri” e si dirige verso il suo nascondiglio sul triplice sottopasso. Poteva vedere Bernard Barker della Cia giù sulla collinetta erbosa. Se avesse portato a termine la missione con successo, gli avevano promesso altri lavori; sarebbe stata la fine dei piccoli crimini per lui, l’inizio dei veri soldi. In un certo modo gli dispiaceva: Kennedy sembrava un giovane a posto. Harry avrebbe voluto scopare allo stesso tempo sia con lui sia con quella sua moglie arrapante, ma i soldi parlano, e il sentimento è solo per gli sciocchi. Rilasciò l’otturatore, ignorando l’improvviso abbaiare di un cane e prese la mira, proprio mentre tre spari risuonarono dalla collinetta erbosa. “Porco Iddio” disse; e allora colse il brillare del fucile nella finestra del “deposito libri”. “Gran Dio onnipotente, quanti cazzi di noi sono qui?” gridò, schizzando in piedi e iniziando a correre.) Fu quasi un anno dopo essere stato pestato, il 22 giugno 1969, che Joe ritornò a Chicago, per essere testimone di un’altra convenzione truccata, per soffrire un’ulteriore delusione, per incontrare ancora Simon e udire di nuovo la misteriosa frase “Ave Discordia!”. La convenzione, questa volta, fu l’ultima mai tenuta dagli Studenti per una società democratica,
e sin dalla prima ora in cui si aprì, Joe capì che la fazione Progressivo laburista aveva già tutte le carte in mano. Era il Partito democratico da capo e sarebbe stato egualmente sanguinoso se i tipi del PL avessero avuto la loro polizia per “occuparsi” dei dissidenti, allora conosciuti come Rym-I e Rym-II.110 In mancanza di quel fattore, la violenza rovente rimase puramente verbale, ma quando finì, un altro pezzo di Joe Malik era morto e la sua fede nella naturale bontà dell’uomo ulteriormente corrosa. Così, cercando senza posa qualcosa che non fosse totalmente corrotto, si ritrovò a partecipare al caucus111 anarchico nella vecchia Wobbly Hall in North Halstead Street. Joe non sapeva nulla di anarchia, eccetto che diversi famosi anarchici, Parsons e Spies della rivolta di Haymarket 112 nel 1888, Sacco e Vanzetti 113 nel Massachusetts e il poeta laureato dei wobbly, Joe Hill, erano stati giustiziati per omicidi che apparentemente non avevano realmente commesso. Oltre a quello, gli anarchici volevano abolire il governo, una proposta così evidentemente assurda che Joe non si era mai curato dì leggere nessuna delle loro opere polemiche o teoriche. Adesso, però, mangiando la carne piena di vermi della sua crescente delusione con ogni approccio convenzionale alla politica, iniziò ad ascoltare i wobbly e altri anarchici con acuta curiosità. Gli tornarono in mente le parole del suo eroe romanzesco preferito: “Quando hai eliminato ogni altra possibilità, quel che resta, per quanto improbabile, dev’essere vero”. Gli anarchici, si accorse Joe, non avrebbero abbandonato l’Sds... “Rimarremo e prenderemo il resto a calci in culo come si meritano” disse uno di loro, tra gli applausi e le grida degli altri. A parte ciò, però, sembravano trovarsi in un ribollire di disaccordo ideologico. Gradualmente, iniziò a identificare le posizioni contrastanti espresse: gli anarchici individualisti che sembravano repubblicani di destra (eccetto che volevano disfarsi di tutte le funzioni del governo); gli anarco-sindacalisti e i wobbly, che sembravano marxisti (eccetto che volevano disfarsi di tutte le funzioni del governo); gli anarco-pacifisti che sembravano Gandhi e Martin Luther King (eccetto che volevano disfarsi di tutte le funzioni del governo); e un gruppo che veniva soprannominato, piuttosto affettuosamente, “i Pazzi”, la cui posizione era totalmente incomprensibile. Simon era proprio tra i Crazies. In un discorso che Joe seguì con difficoltà, Simon proclamò che la “rivoluzione culturale” era più importante della rivoluzione politica; che Bugs Bunny avrebbe dovuto essere un simbolo degli anarchici d’ogni dove; che la scoperta dell’Lsd da parte di Hofmann nel 1943 era una manifestazione dell’intervento diretto di Dio negli affari umani; che la nomina da parte degli yippy del maiale Pigasus come presidente degli Stati Uniti era stato l ’atto politico più “trascendentalmente lucido” del Ventesimo secolo; e che “orge di massa, di scopate e fumate d’erba a ogni angolo di strada” erano il prossimo passo più praticabile nella liberazione del mondo dalla tirannia. Incitò anche a un profondo studio dei tarocchi “per combattere il nemico con le sue stesse armi”, qualunque cosa volesse dire. Si stava lanciando in una perorazione circa il significato mistico del numero 23, indicando che 2 più 3 equivale 5, la pentade all’interno della quale può essere evocato il diavolo “come per esempio in un pentacolo oppure al palazzo del Pentagono di Washington”, mentre 2 diviso 3 equivale a 0,666, “il numero della Bestia, secondo quella rivelazione stonata di San Giovanni, il fatto di funghi”, che lo stesso 23 era presente esotericamente “ a causa della sua cospicua assenza pubblica” nella serie di numeri rappresentata dall’indirizzo della Wobbly Hall, che era 2422 North Halstead e che le date delle uccisioni di John F. Kennedy e Lee Harvey Oswald, il 22 e il 24 novembre, avevano pure un 23 cospicuamente assente tra di loro, quando finalmente fu fatto tacere a gran voce e la conversazione ritornò a un livello più normale. Metà per curiosità e metà per disperazione, Joe decise di fare uno dei suoi cronici atti di fede e convincersi, almeno per un po’, che ci fosse un qualche significato nei deliri di Simon. Il suo cronico scetticismo, se lo sentiva, sarebbe presto riemerso. “Quel che il mondo chiama sanità di mente ci ha portato alle crisi planetarie odierne” aveva detto Simon, “e la follia è l’unica alternativa praticabile”. Era un paradosso degno di una qualche considerazione. “A proposito del 23...” chiese Joe, avvicinando Simon, così per provarci, dopo che la riunione si era sciolta. “È dappertutto”, fu la risposta istantanea. “Ho appena iniziato a grattare la superficie. Tutti i
grandi anarchici sono morti il 23 di un mese o dell’altro: Sacco e Vanzetti il 23 agosto, Bonnie Parker e Clyde Barrow 114 il 23 maggio, Dutch il 23 ottobre. Vince Coll aveva 23 anni quando gli spararono sulla Ventitreesimo strada e, nonostante John Dillinger fosse morto il 22 luglio, se cerchi, come ho fatto io nel libro di Toland I giorni di Dillinger, vedrai che non è sfuggito al Principio del 23, perché altre 23 persone morirono quella notte a Chicago, tutte per esaurimento da caldo, ‘Nova heat moving in’, capisci? E il mondo cominciò il 23 ottobre, nel 4004 a.C, secondo il vescovo Usher e la Rivoluzione ungherese cominciò il 23 ottobre e Harpo Marx 115 nacque il 23 novembre, e...” C’era molto, molto di più, e Joe ascoltò pazientemente tutto, deciso a continuare il suo esperimento in schizofrenia applicata almeno per quella serata. Si ritirarono in un vicino ristorante, il Seminario, in Fullerton Street, e Simon continuò a divagare sopra le birre, procedendo verso il significato mistico della lettera W, la ventitreesima dell’alfabeto, e la sua presenza nelle parole “donna” e “utero”, 116 come pure nella forma dei seni femminili e delle gambe aperte della femmina nell’atto sessuale. Trovò anche un qualche significato mistico nella W di Washington, ma fu stranamente evasivo riguardo alla spiegazione. “Così, vedi che,” stava spiegando Simon mentre il ristorante iniziava a chiudere, “la vera chiave per la liberazione è nella magia. 117 L’anarchismo rimane legato alla politica, e resta una forma di morte, come tutte le altre politiche, finché non rompe con la ‘realtà’ definita della società capitalistica e crea la propria realtà. Un maiale come presidente. Acido nell’acquedotto. 118Scopare per le strade. Far divenire il totalmente impossibile, eternamente possibile. La realtà è termoplastica, non termoindurente, sai: voglio dire che la puoi riprogrammare molto più di quanto la gente non creda. Lo scherzo della maledizione: il peccato originale, il positivismo logico, 119 questi miti di restrizioni e costrizioni. Tutto questo è basato su di una realtà termoindurente. Cristo, ci sono dei limiti, naturalmente - nessuno è tanto fuori da negarlo - ma i limiti non sono per nulla rigidi come ci è stato insegnato a credere. È molto più vicino alla verità dire che non ci sono affatto limiti pratici e che la realtà è qualcosa che la gente decida di porre in essere. Ma siamo stati su di un impulso restrittivo dopo l’altro per duemila anni, il viaggio di testa più lungo del mondo, e ora ci vuole veramente dell’entropia negativa per scuotere le fondamenta. Non è una stronzata; ho una laurea in matematica, io.” “Ho studiato ingegneria anch’io, molto tempo fa” disse Joe. “So che parte di quel che dici è vero...” “È tutto vero. La terra appartiene ai latifondisti, adesso, a causa della magia. La gente venera gli atti negli uffici governativi e non osa entrare su di un pezzo di terra se uno degli atti dice che è di proprietà di qualcun altro. È un viaggio di testa, un tipo di magia, e hai bisogno della magia opposta per rompere la maledizione. Hai bisogno di elementi di shock per rompere e disorganizzare le linee di comando nel cervello, i ‘ferri forgiati dalla mente’ di cui scriveva Blake. Quelli sono gli elementi imprevedibili: l’erratico, l’erotico, l’eristico. L’ha detto Tim Leary: ‘La gente deve uscire di testa prima di poter tornare in sé’. Non possono sentire e toccare e annusare la vera terra, finché le manette nella corteccia cerebrale gli dicono che appartiene a qualcun altro. Se non vuoi chiamarla magia, chiamala decondizionamento, ma il principio è il medesimo. Rompere il trip che la società ci ha buttato addosso e cominciare il nostro. Riportare in esistenza vecchie realtà che si pensano morte. Creare nuove realtà. Astrologia, demoni, togliere la poesia dalla pagina stampata e metterla nelle azioni della tua vita quotidiana. Surrealismo, capisci? Antonin Artaud e André Breton la misero in poche parole nel Primo manifesto surrealista: ‘totale trasformazione della mente, e di tutto ciò che le assomigli’. Sapevano della Loggia illuminata fondata a Monaco nel 1923, che controllava Wall Street e Hitler e Stalin, attraverso la stregoneria. Dobbiamo entrare anche noi nella stregoneria per rompere la maledizione che hanno gettato sulla mente di tutti. Ave Discordia. Mi senti?” Quando alla fine si lasciarono e Joe andò verso il suo albergo, l’incantesimo cessò. “Ho ascoltato tutta la sera uno strippato d’acido fuori di testa,” pensò Joe nel taxi verso il Loop, 120 “e sono quasi riuscito a credergli. Se continuo con questo piccolo esperimento, finirò per credergli. Ed è così che comincia sempre la follia: trovi insopportabile la realtà e inizi a fabbricare una realtà alternativa.”
Con uno sforzo di volontà, si riportò a forza nella sua condizione abituale; per quanto crudele la realtà fosse, Joe Malik l’avrebbe affrontata e non avrebbe seguito gli yippy e i “Pazzi” nella loro folle corsa verso il paese dei balocchi. Ma quando arrivò alla porta della sua camera, e notò per la prima volta che aveva la camera 23, dovette combattere l’impulso di chiamare Simon al telefono e raccontargli dell ’ultima invasione del surrealismo nel mondo reale. E rimase sveglio nel letto per ore, ricordando i 23 che erano accaduti nella sua vita... e domandandosi l’origine di quella misteriosa espressione dialettale del 1929, “23 Skidoo”... Dopo essersi persi per un’ora nel vecchio quartiere di Hitler, Clark Kent e i suoi Supermen finalmente trovarono Ludwigstrasse e uscirono da Monaco. “Ancora quaranta chilometri e saremo a Ingolstadt”, disse Kent-Mohammed-Pearson. “Era ora” si lamentò uno dei Supermen. Proprio allora una piccola Volkswagen sorpassò lentamente il loro furgone VW, come un bambino che corresse davanti alla madre, e Kent guardò sorpreso. “Hai visto quel tipo al volante? L’ho visto un’altra volta e non l’ho mai dimenticato perché era così strano. Fu a Città del Messico. Strano ritrovarlo di nuovo, dall’altra parte del mondo dopo tanti anni.” “Pigliamolo!”, commentò un’altra Superman. “Con gli AMA e i Thrashers e gli altri gruppi tesi, verremo seppelliti vivi. Facciamo in modo che almeno lui sappia che andiamo a Ingolstadt per questo concerto.”
È COME UN ALBERO PIANTATO VICINO ALL’AAAAAAACQUA La mattina dopo il meeting wobbly, Simon chiamò Joe. “Ascolta,” chiese, “devi prendere l’aereo oggi per tornare a New York? Non potresti rimandare per una notte? C’è qualcosa che vorrei tu vedessi. È ora che iniziamo a contattare gente della tua generazione e davvero far vedere loro qualcosa, invece di dirglielo soltanto. Ti va?” E Joe Malik, ex trotzkysta, ex studente d’ingegneria, ex liberal, ex cattolico, si udì rispondere: “Sì!” E udì una voce più forte, silenziosa, pronunciare un “sì” più profondo, giù dentro se stesso. Ci stava: all’astrologia, all’I-Ching, all’Lsd, ai demoni, a qualsiasi cosa Simon avesse da offrire come alternativa al mondo di uomini sani e razionali che stavano, sanamente e razionalmente, facendo rotta verso quella che avrebbe potuto essere solamente la distruzione del pianeta.
(NON VERREMO SMOSSI) “Dio è morto” intonò il prete. “Dio è morto” rispose in coro la congregazione. “Dio è morto: siamo tutti assolutamente liberi” intonò più ritmicamente il sacerdote. “Dio è morto,” la congregazione prese il ritmo quasi ipnotico, “siamo tutti assolutamente liberi”. Joe si girò nervosamente nella sua sedia. Il blasfemo era eccitante, ma anche stranamente inquietante. Si chiese quanta paura dell’inferno, rimasta dalla sua infanzia cattolica, aleggiasse ancora nei corridoi nel retro del suo cranio. Erano in un elegante appartamento, in alto sopra LakeShore Drive... “Ci ritroviamo sempre qui,” aveva spiegato Simon, “per via del significato acrostico del nome della strada”, e i suoni del traffico giù in basso si mescolavano stranamente con i preparativi per quel che Joe aveva già indovinato essere una messa nera. “Fa’ quel che vuoi, sarà la sola legge” intonò il prete. “Fa’ quel che vuoi, sarà la sola legge” ripeté Joe col resto dei fedeli. Il prete, che era l’unico a non essersi tolto gli abiti prima dell’inizio della cerimonia, era un uomo di mezz’età dalla faccia leggermente rubiconda con un collare romano, e parte dell’inquietudine di Joe derivava dal fatto che somigliava proprio a un qualsiasi prete cattolico di quelli che aveva conosciuto nella sua infanzia. Non aveva agevolato il fatto che si fosse presentato quale “padre Pederastia”, quando Simon gli presentò Joe: l’aveva pronunciato con un’inflessione molto
effeminata, guardando direttamente negli occhi di Joe in maniera ammiccante. La congregazione si divideva, nella mente di Joe, in due gruppi facilmente distinguibili: hippy poveri a tempo pieno dal quartiere della Città vecchia e hippy ricchi part-time, dalla stessa LakeShore Drive e, senza dubbio, anche dalle agenzie pubblicitarie locali su Madison Avenue. Erano solo undici, però, compreso Joe, e padre Pederastia faceva dodici: dov’era il tradizionale tredicesimo? “Preparate la pentade”, comandò padre Pederastia. Simon e una giovane donna piuttosto bella, entrambi tranquilli nella loro nudità, si alzarono e lasciarono il gruppo, camminando verso la porta che Joe aveva pensato portare alle camere da letto. Si fermarono a prendere dei gessi da un tavolo, sul quale incenso al sandalo e hashish bruciavano da un incensiere a forma di testa di capra, poi si accucciarono a disegnare un largo pentagono sul tappeto rosso sangue. Un triangolo venne poi aggiunto a ogni lato del pentagono, formando una stella, quel tipo speciale di stella, Joe sapeva, che era conosciuta come pentacolo, simbolo di licantropi e demoni. Si ritrovò improvvisamente a ripensare al vecchio poema ingenuo dei film di Lou Chaney Jr., ma all’improvviso non sembrava più tanto kitsch: Anche un uomo che è puro di cuore E dice le sue preghiere la sera Può trasformarsi in lupo quando l’aconito fiorisce E la luna d’autunno brilla “I-O”, recitò rapito il sacerdote. “I-O”, arrivò il coro. “I-O, E-O, Evoe”, si alzò stranamente il canto “I-O, E-O, Evoe”, giunse cadenzata la risposta ritmica. Joe sentì un sapore strano, acre come di cenere, che gli si concentrava in bocca e un gelo strisciare nelle dita di mani e piedi. Anche l’aria, parve all’improvviso unta e sgradevolmente umida di mucillagine. “I-O, Evoe, HE!”, gridò il prete, in estasi o terrorizzato. “I-O, Evoe, HE! “, Joe si sentì unirsi agli altri. Era la sua immaginazione, o tutte le voci stavano cambiando, in maniera scimmiesca e bestiale? “Ol sonuf vaoresaji”, disse il prete, più sommessamente. “Ol sonuf vaoresaji”, risposero in coro. “Fatto” disse il prete. “Possiamo passare il Guardiano.” La congregazione si alzò e si mosse verso la porta. Ogni persona, notò Joe, faceva attenzione a entrare nel pentacolo e fermarsi all’interno per un momento raccogliendo le forze prima di arrivare davanti alla porta. Quando fu il suo turno, scoprì il perché. L’intaglio sulla porta, che era parso semplicemente osceno e lugubre dall’altra parte della stanza, era più inquietante quando gli si arrivava vicini. Non era facile convincersi che quegli occhi erano solo un trucco di trompe l’oeil. La mente insisteva nel sentire che mentre passavi ti guardavano in maniera estremamente dura e priva d’affetto. Questa cosa era il Guardiano che doveva essere acquietato prima di poter entrare nell’altra stanza. Le dita delle mani e dei piedi di Joe stavano veramente congelando, e l’autosuggestione non sembrava una spiegazione plausibile. Si domandò seriamente se non corresse il rischio di congelare. Ma poi entrò nel pentacolo e, improvvisamente, il freddo calò, gli occhi del Guardiano divennero meno minacciosi, e una sensazione di rinnovata energia gli attraversò il corpo, simile a quella che aveva provato in una sessione d’addestramento sensitivo, dopo essere stato convinto dall’istruttore a rilasciare un’enorme quantità di ansia e rabbia represse gridando, maledicendo, piangendo e prendendo gli oggetti a calci.
Superò facilmente il Guardiano ed entrò nella stanza dove la vera azione sarebbe accaduta. Fu come se avesse lasciato il Ventesimo secolo. La mobilia e la stessa architettura erano ebraici, arab arabii e euro europe peii del del Medi Medioe oevo vo,, misc mischi hiat atii assi assiem emee in modo modo estr estrem emam amen ente te diso disorie rient ntan ante te,, e completamente privi di qualsiasi traccia di moderno o di funzionale. Un altare coperto da un drappo nero stava nel centro, e sopra di esso giaceva il tredicesimo membro della congrega. Era una donna dagli occhi verdi e capelli rossi, i tratti che si suppone Satana ami di più nelle femmine mortali. (C’era stato un tempo, ricordò Joe, in cui ogni donna che avesse queste caratteristiche veniva automaticamente sospettata di stregoneria.) Era, naturalmente, nuda e il suo corpo era il mezzo attraverso il quale questo strano sacramento sarebbe stato tentato. Che ci faccio qui? pensò qui? pensò Joe freneticamente. Perché non lascio questi lunatici e me ne torno al mondo che conosco, il mondo dove tutti gli orrori sono, dopotutto, puramente umani? Ma conosceva la risposta. Non poteva, letteralmente, tentare di passare il Guardiano finché tutti i presenti non avessero dato il loro consenso. Padre Padre Pedera Pederasti stiaa stava stava parlan parlando: do: “Qu “Quest estaa parte parte della della cerimo cerimonia nia,” ,” disse, disse, oltrag oltraggio giosam sament entee effemminato, “mi risulta estremamente disgustosa, come tutti sapete. Se solo Nostro Padre di Sotto ci permettesse di sostituire un ragazzo sull’altare quando celebro io ma, ahimé, Egli è, come tutti sappiamo, molto rigido su queste cose. Come sempre quindi, chiederò al membro più recente di prendere il mio posto in questo rito.” Joe sapeva dal Malleus malificarum e altri grimoires, altri grimoires, in che consistesse il rito, ed era al tempo stesso eccitato e spaventato. Si avvicinò nervosamente all’altare, notando gli altri formare un pentacolo attorno a lui e alla donna nuda. Aveva un corpo stupendo con grandi seni e splendidi capezzoli, ma Joe era ancora troppo nervoso per diventare fisicamente eccitato. Padre Pederastia gli passò l’ostia. “L’ho rubata io stesso dalla chiesa”, sussurrò. “Puoi stare certo che è pienamente consacrata e completamente potente. Sai cosa fare?” Joe annuì, incapace di sostenere gli occhi lascivi del prete. Prese l’ostia e ci sputò rapidamente sopra. L’untuosità e la qualità elettricamente carica dell’aria parvero aumentare immediatamente La luce sembrava più cruda, come il brillare di una lama, proprio come gli schizofrenici descrivono spesso la luce, una forza ostile e distruttrice. Avanzò e mise l’ostia sulle cosce della sposa di Satana. Immediatamente, lei gemette piano, come se il semplice tocco potesse essere più erotico di qualsiasi altro contatto momentaneo. momentaneo. Le gambe si aprirono voluttuosamente e l’ostia l’ ostia si ruppe a metà mentre affondava leggermente nel suo pelo pubico rosso. L’effetto fu, immediatamente, potente; l’intero corpo tremò e l’ostia venne attirata ulteriormente dentro la sua fica ovviamente bagnata. Usando il dito, Joe la spinse dentro completamente, e lei iniziò a respirare affannosamente in un ritmo sincopato. Joe Malik s’inginocchiò a completare il rito. Si sentì un pazzo e un pervertito; non aveva mai fatto sesso orale o qualsiasi altro tipo di sesso davanti a un pubblico prima d ’ora. Non era nemmeno eccitato eroticamente. Andava avanti solo per capire se c’era una qualsiasi magia reale in quella rivoltante follia. Appena la sua lingua la penetrò, lei iniziò a sollevarsi e lui seppe che il primo orgasmo sarebbe giun giunto to rapi rapida dame ment nte. e. Il suo suo pene pene iniz iniziò iò fina finalm lmen ente te a gonf gonfia iars rsi; i; comi cominc nciò iò a lecc leccar aree l’ost l’ostia ia carezzevolmente. Dentro le tempie, un tamburo pareva battere sordo; appena si rese conto quando lei venne. I suoi sensi fremevano e leccò ancora, cosciente soltanto che colava più spessa e copiosa di qualsiasi altra donna avesse mai conosciuto. Mise il pollice nell’ano e il medio nella vagina, tene tenend ndoo la ling lingua ua nell’ nell’ar area ea clit clitor orid idea ea,, tira tirand ndol olaa su: su: quel quella la era era la tecn tecnic icaa che che gli gli occu occult ltis isti ti chiamavano il Rito di Shiva (irriverentemente, si rammentò che i disinibiti la chiamavano il “Solista”). Sentì un’inconsueta qualità elettrica nel pelo pubico di lei e fu cosciente di una tensione e pesantezza nel proprio pene più potente di quanto non avesse mai sperimentato nella sua vita, ma tutto il resto era soffocato dal tambureggiare nella sua testa, il sapore della fica, l ’odore della fica, il
calore della fica... Lei era Ishtar, Afrodite, Venere; l’esperienza era così intensa che iniziava ad avvertire in essa una vera dimensione religiosa. Non aveva forse sostenuto un antropologo del Diciannovesimo secolo che l’adorazione della fica fosse stata la prima religione? Non conosceva neppure questa donna, eppure aveva un’emozione al di là dell’amore: vera riverenza. Un vero trip, come avrebbe detto Simon. Quante volte lei venne, lui non lo seppe mai e venne anche lui, senza toccare il pene neanche una volta, quando l’ostia fu finalmente dissolta. Barcollò all’indietro stravolto e l’aria sembrava adesso resistente al movimento, come acqua totalmente salata. “Yogge Sothothe Neblod Zin”, il sacerdote iniziò a recitare. “Per Ashtoreth, per Pan progenitore, per il Segno giallo, per i doni che ho fatto e le potenze che ho acquistato, per Colui Che Non Deve Essere Nominato, per Rabban e per Azathoth, per Samma-El, per Amone Ra, vente, vente, Lucifer, lux fiati” Joe non lo vide affatto: lo sentì, e fu come Mace chimico, l’accecò l ’accecò e lo paralizzò al tempo stesso. “Non venire in quella forma!” gridò il prete. “Per Jesu Elohim e i Poteri che Temi, ti comando: non venire in quella forma! Yod He Vad He: non venire in quella forma.” Una delle donne iniziò a piangere di paura. “Zitta, stupida” la sgridò Simon. “Non dargli più potere”. “La tua lingua è legata finché io non la rilasci”, il prete le disse, ma il calo dell ’attenzione ebbe il suo costo; Joe lo sentì crescere crescere ancora di potenza, potenza, e così gli altri, a giudicare giudicare dai loro involontari involontari respiri affannosi. “Non venire in quella forma!” urlò il prete, “Per la Croce d’Oro e per la Rosa di Rubino, e per il Figlio di Maria, ti comando e ti chiedo: non venire in quella forma! Per il tuo Padrone, Chronzon! Per Pangenitor e Panphage, non venire in quella forma!” Ci fu un sibilo, come d’aria risucchiata in un vuoto, e l’atmosfera iniziò a schiarire, ma anche la temperatura s’abbassò improvvisamente. improvvisamente.
PADRONE, NON CHIAMARE PIÙ QUEI NOMI, NON INTENDEVO ALLARMARTI. La Vo Voce ce fu l’esp l’esper erie ienz nzaa più più scio sciocc ccan ante te per per Joe, Joe, quel quella la nott notte. e. Era Era untu untuos osa, a, adul adulat ator oria ia,, oscenamente oscenamente volgare, ma al suo interno c’era sempre una forza segreta che rivelava sin troppo bene che il potere del prete su di essa, comunque ottenuto, era temporaneo, che entrambi lo sapevano, e che il prezzo di quel potere era qualcosa che bramava di riscuotere. “Non venire neppure in quella forma”, disse il prete più severo e più confidente. “Sai bene che tali maniere e toni sono anch’essi intesi per intimidire e che non amo certi scherzi. Vieni in quella forma che abitualmente vesti nelle tue correnti attività terrene, o ti bandirò di nuovo in quel regno del del qual qualee non non vuoi vuoi imma immagi gina nare re.. Ti coma comand ndo, o, Ti coma comand ndo. o. Ti coma comand ndo. o.”” No Nonn c’era c’era null nullaa d’effeminato nel padre, adesso. Di nuovo, fu soltanto una stanza: una stanza strana, medievale, mediorientale, ma una stanza. La figura in piedi tra di loro, non avrebbe potuto assomigliare di meno a un demone. “OK,” disse in una piacevole voce americana “non c’è bisogno di diventare permalosi e ostili tra di noi per un po’ di teatro, no? Ditemi per che tipo di transazione d’affari mi avete trascinato sin qui, e sono sicuro che potremo definire tutti i dettagli in modo casalingo, tranquillo e onesto, senza rancori e con mutua soddisfazione.” Sembrava Billy Graham. 121 (“I Kennedy? Martin Luther King? Sei ancora incredibilmente ingenuo, George. Parte da molto, molto prima.” Hagbard si stava rilassando con dell’hashish Alamout Nero dopo la battaglia di Atlantide. “Guarda le foto di Woodrow Wilson 122 durante i suoi ultimi mesi: l’aspetto disfatto, gli occhi vaghi e, di fatto, i sintomi di un certo veleno ad azione lenta, impossibile da scoprire. Glielo diedero a Versailles. O guarda l’assassinio di Lincoln. Chi si oppose al piano del dollaro, la cosa più vicina al flaxscript 123 che l’America abbia mai avuto? Stanton, il banchiere. Chi ordinò che fossero chiuse tutte le strade per uscire da Washington, eccetto una? Stanton, il banchiere. E Booth 124 andò
dritto per quella strada. Chi s’impadronì del diario di Booth, dopo? Stanton, il banchiere. E chi lo restituì agli archivi con diciassette pagine mancanti? Stanton, il banchiere. George, hai così tanto da imparare, sulla storia vera...”) Il reverendo William Helmer, articolista religioso per “Confrontation”, fissò il telegramma. Joe Malik avrebbe dovuto essere a Chicago per scrivere della convenzione dell’Sds; che ci faceva a Providence e in cosa si era cacciato per poter provocare una tale, straordinaria, comunicazione? Helmer rilesse attentamente il telegramma: Lascia perdere l’articolo del mese prossimo. Pagherò grossa gratifica per pronta risposta a queste domande. Primo, rintracciare tutti i movimenti del reverendo Billy Graham durante la settimana scorsa e scoprire se ha potuto raggiungere Chicago in segreto. Secondo, mandami una lista di libri attendibili sul satanismo e la stregoneria nel mondo moderno. Non dire niente di tutto questo a nessuno della rivista. Telegrafami presso Jerry Mallory, Hotel Benefit, Providence, Rhode Island. P.S. trova dove la società “John Dillinger è Morto per te” ha il suo ufficio centrale. Joe Malik Quei ragazzi dell’Sds devono avergli dato dell’acido, concluse Helmer. Be’, era pur sempre il capo, e pagava delle belle gratifiche quand’era contento. Helmer prese il telefono. (Howard, il delfino stava cantando una canzone molto satirica sugli squali, mentre nuotava per incontrare il Lief il Lief Erikson a Peos.) James Walking Bear non aveva quasi mai avuto un grande amore per i visi pallidi, ma si era appena calato sei bottoni di peyote prima che questo professor Mallory arrivasse e si sentiva benevolo e in vena di perdonare. Dopotutto, il Capo della Via aveva detto una volta, al festival sacro del peyote di mezza estate, che la frase sul perdonare quelli che peccano contro di noi, aveva un significato speciale per gli indiani. Solo quando noi tutti perdoneremo i bianchi, aveva detto, i nostri cuori saranno totalmente puri, e quando i nostri cuori saranno puri, la maledizione sarà sciolta: i bianchi cesseranno di peccare, torneranno in Europa e si vesseranno l’un l’altro, invece di perseguitarci. James James tentò di perdonare il professore per essere bianco e trovò, come come al solito, che il peyote rendeva rendeva più semplice il perdonare. perdonare. “Billie Freschette?” disse. “Diavolo, è morta nel Sessantotto.” “Lo so” disse il professore. “Sto cercando delle foto che potesse aver lasciato.” Certo. James sapeva che tipo di foto. “Vuol dire quelle che avevano Dillinger dentro?” “Sì, era la sua amante, praticamente ne era stata la moglie per molto tempo, e...” “Non c’è n’è. È arrivato con anni di ritardo. I giornalisti si comprarono tutto quello che mostrasse anche solo la nuca di Dillinger molto tempo fa, molto prima che tornasse qui alla riserva a morire.” “La conosceva?” “Diamine.” James stava attento a non essere sprezzante e non aggiunse: “tutti gli indiani menom menomine ineee si con conosc oscono ono l’un l’altro l’altro in un modo modo di ‘conos ‘conoscer cere’ e’ che che voi bianchi bianchi non non potete potete comprendere”. “Parlava mai di Dillinger?” “Naturale. Le vecchie parlano sempre dei loro uomini morti. Dicono anche sempre la stessa cosa: era il più buono. Eccetto quando dicono che ce n’era stato uno più cattivo. Ma lo dicono solo quando sono ubriache.” Il viso pallido continuava a cambiare colore, come succede quando sei fatto di peyote. Ora sembrava quasi un indiano. Ciò gli rese più semplice parlargli. “Aveva mai detto qualcosa sull’opinione di John sui massoni?” Perché la gente non dovrebbe cambiare di colore? Tutti i problemi nel mondo derivano dal fatto che normalmente rimaneva dello stesso colore. James annuì profondamente. Come sempre, il
peyote gli aveva portato una grande verità. Se i bianchi e i neri e gli indiani avessero cambiato colore continuamente, non ci sarebbe stato alcun odio nel mondo, perché nessuno avrebbe saputo chi odiare. “Ho detto, aveva mai menzionato l’atteggiamento di John verso i massoni?” “Oh... oh, sì. Strano che me lo chieda.” L’uomo aveva un’aureola intorno alla testa, adesso, e James si chiedeva cosa significasse. Ogni volta che prendeva il peyote da solo, succedevano cose del genere e finiva per desiderare che ci fosse un Capo della Via o un altro prete intorno, per spiegargli esattamente questi segni. Ma, i massoni? Ah, sì. “Billie diceva che i massoni erano le uniche persone che John Dillinger odiasse veramente. Diceva che l’avevano fatto finire in galera a forza la prima volta e che erano padroni di tutte le banche, e così si rifaceva con loro rapinandole.” La bocca del professore cadde aperta per la sorpresa e la delizia e James pensò che era abbastanza buffo a vedersi, specialmente con l’aureola che cambiava da rosa a blu a rosa a blu a rosa di nuovo allo stesso tempo. (“Una bocca grande, un cervello piccino/Pensa solo di sangue e dolore” cantava Howard.) Appunti trovati da una hostess della Twa su di un sedile abbandonato da un certo signor “John Mason” dopo il volo da Madison a Città del Messico il 29 giugno 1969: una settimana dopo l’ultimo congresso mai tenuto dall’Sds: “Abbiamo rubato dalle banche solo quello che le banche avevano rubato alla gente”: Dillinger, prigione dì Crown Point, 1934. Sarebbe potuto uscire da un qualsiasi testo anarchico. Lucifero-portatore di luce. L’“illuminazione” di Weishaupt e l’“illuminismo” di Voltaire: dal latino “lux” che significa “luce”. Cristianità tutto in 3 (Trinità ecc.) Buddhismo in 4. Illuminismo in 5. Una progressione? Insegnamento hopi: tutti gli uomini hanno 4 anime adesso, ma in futuro ne avranno 5. Trovare un antropologo per altri dati su questo. Chi ha deciso che l’edificio del Pentagono dovesse avere quella particolare forma? “Kick Out The Jams”??? 125 Controllare. “Adam”, il primo uomo, “Weis”, conoscere; 126 “haupt”, capo o leader. “Il primo uomo a essere capo di quelli che conoscono”. Un nome falso sin dall’inizio? Iok-Sotot in manoscritti pnakotici. Potrebbe essere per esempio YogSothoth? M.O.R.TE. Non Ostacolare Mai Le Corna. 127 Lo sa Pynchon?128 Devo farmi spiegare da Simon il Segno Giallo e i canti aklo. Forse necessaria protezione. C. dice che il tipo neofobo ci supera di mille misure. Se è così, tutto è perduto. Quello che mi manda fuori è quanto dì tutto questo sia stato allo scoperto per così a lungo. Non solo in Lovecraft, Joyce, Melville ecc. o nei cartoni animati di Bugs Bunny, ma nelle opere di studiosi che fingevano di spiegare. Chiunque voglia prendersi la briga può scoprire, per esempio, che il “segreto “ dei misteri eleusini erano le parole sussurrate al novizio dopo che aveva preso il fungo magico: “Osiride è un dio nero!” Cinque parole (naturalmente!), ma nessuno storico, archeologo, antropologo, studioso di leggende ecc. ha capito. Oppure quelli che hanno capito, non l’hanno voluto ammettere. Posso fidarmi di C? E se è per quello, posso fidarmi di Simon? Questa faccenda di Tlaloc dovrebbe convincermi, in un modo o nell’altro. (“Pensa solo di sangue e strage/Lo squalo dovrebbe vivere in terra e non nelle acque”) (“Al diavolo lo squalo e la sua genia/E lotta come un diavolo quando vedi la sua pinna”) Quando Joe Malik scese dall’aereo all’aeroporto internazionale di Los Angeles, Simon lo stava aspettando. “Parleremo nella tua auto”, disse Joe tagliando corto. L’auto, essendo di Simon, era naturalmente una Volkswagen psichedelica. “Be’?” chiese mentre guidavano fuori dall’aeroporto verso Central Avenue. “Tutto torna” disse Joe con una strana calma. “È piovuto a catinelle quando hanno tirato fuori Tlaloc. Città del Messico ha avuto piogge eccezionali e fuori stagione da allora. Il dente mancante
era a destra e il cadavere al Biograph Theatre aveva un dente mancante a sinistra. Billy Graham non avrebbe potuto arrivare a Chicago con mezzi normali, quindi questo o è stato il lavoro di trucco più maledettamente riuscito nella storia dello spettacolo e della chirurgia plastica, oppure ho assistito a un vero miracolo. E tutto il resto, la Legge dei Cinque e tutto. Sono convinto. Non proclamo più la mia appartenenza all’ordine intellettuale liberale. In me puoi osservare un orribile esempio di misticismo strisciante.” “Pronto a provare l’acido?” “Sì,” disse Joe, “sono pronto a provare l’acido. Mi dispiace solo di non avere che una mente da perdere per il mio Shivadarshana.” “Benissimo! Prima però, incontrerai lui. Andrò dritto al suo bungalow... non è lontano da qui. “ Simon iniziò a canticchiare mentre guidava; Joe riconobbe la canzone Ramses II è morto, amore mio dei Fugs.129 Guidarono in silenzio per un po’ e finalmente Joe chiese: “Quanto è vecchio... esattamente... il nostro piccolo gruppo?” “Dal 1888” disse Simon. “Fu allora che Rhodes diede la cornata e ‘buttarono fuori i Jams’ come ti ho raccontato a Chicago dopo il Sabbath.” “E Karl Marx?” “Un minchione. Un pirla. Insignificante fin dall’inizio.” Simon curvò all’improvviso. “Eccoci a casa sua. Il più grosso mal di testa che abbiano avuto da quando Houdini buttò giù le loro coperture spiritualiste.” Sorrise. “Come pensi ti sentirai a parlare con un morto?” “Strano,” disse Joe, “ma mi sento strano da una settimana e mezzo”. Simon parcheggiò la macchina e tenne aperta la porta. “Pensaci,” disse, “Hoover seduto là ogni giorno con la maschera funebre sulla scrivania a sospettare a metà, nelle ossa, in che modo l’abbiamo preso per il culo”. Attraversarono il cortile del piccolo, modesto bungalow. “Che copertura, eh?” ridacchiò Simon. Bussò. Un vecchietto, era esattamente un metro e settanta, si ricordò Joe dai dossier dell’Fbi, aprì la porta. “Entra,” disse John Dillinger, “e dimmi come una testa d’uovo buco di culo come te, può aiutarci a far uscire la merda da quei bastardi succhiacazzi degli Illuminati”. (“Riempiono i loro libri di parole oscene, proclamando che questo è realismo”, gridò Smiling Jim all’assemblea CCUF. “Non è la mia idea di realismo. Non conosco nessuno che parli in quel linguaggio da fogna che chiamano realismo. È descrivere ogni possibile perversione, atti contro natura così oltraggiosi che non macchierei le orecchie di questo pubblico anche solo menzionando i loro nomi medici. Alcuni di loro glorificano anche il criminale e l’anarchico. Vorrei vedere uno di questi ciarlatani venire da me e guardarmi negli occhi per dirmi ‘Non l’ho fatto per soldi. Volevo onestamente raccontare una storia buona, onesta, che insegnasse alla gente qualcosa di valido! ’ Non potrebbero dirlo. La menzogna gli resterebbe in gola. Chi può dubitare da dove prendono ordini? Quale persona in questo pubblico ha bisogno gli venga spiegato quale gruppo sia dietro questa cloaca traboccante di indecenza e di feccia?”) “Possano batterli, tempeste, piogge e tifoni” continuò a cantare Howard. “Possa il Grande Cthulhu salire e mangiarseli. “ “Mi unii ai JAM nella prigione di Michigan City”, stava dicendo Dillinger più rilassato e meno arrogante, mentre lui, Simon e Joe sedevano nel suo soggiorno bevendo del black russian. “E Hoover sapeva fin dall’inizio?” chiese Joe. “Naturalmente. Volevo che il bastardo sapesse, lui e ogni altro massone, rosacrociano 130 e Illuminato di alto rango nel paese.” Il vecchio rise rocamente; eccetto per gli occhi inconfondibili, che trattenevano ancora la mistura di ironia e intensità che Joe aveva notato nelle foto degli anni Trenta, era indistinguibile da un qualsiasi altro anziano venuto in California a godersi gli ultimi anni al sole. “Nella prima banca che feci, a Daleville, nell’Indiana, adoperai la battuta che ripetei sempre ‘Sdraiatevi sul pavimento e rimanete calmi’. Hoover non poteva non accorgersene. È stata il motto
dei JAM fin dai tempi di Diogene il Cinico. 131Sapeva che nessun normale rapinatore di banche avrebbe citato un oscuro filosofo greco. La ragione per cui la ripetei in ognuna delle rapine era per sbatterglici il naso dentro e fargli sapere che lo prendevo in giro.” “Ma tornando alla prigione di Michigan City...” spinse Joe, sorseggiando il suo tè. “Pierpont è stato quello che mi ha iniziato. Era già da anni con i JAM Io ero solo un ragazzo, sai, appena ventenne, e avevo fatto un solo lavoro, un vero disastro. Non capivo come mai mi ero beccato una sentenza così dura, dopo che il P.M. m’aveva promesso clemenza se mi fossi dichiarato colpevole, ed ero abbastanza amareggiato. Ma il vecchio Harry Pierpont vide il mio potenziale. “All’inizio pensai fosse solo un altro frocio da galera, quando iniziò a seguirmi e a farmi un mucchio di domande personali. Ma era quello che volevo diventare: un rapinatore di successo. Così lasciai fare. Per dirti la verità, ero così arrapato che non avrebbe fatto differenza se fosse stato frocio. Non hai idea di quanto un uomo diventi arrapato in galera. Per quello Baby Face Nelson e un mucchio di altri ragazzi preferirono morire piuttosto che ritornare di nuovo alla casa grande. Cazzo, se non ci sei stato, non puoi capire. Proprio non lo sai, che vuol dire essere arrapati. “Be’, comunque, dopo un mucchio di storie su Gesù e Geova e la Bibbia e tutto il resto, Harry mi chiese un giorno a bruciapelo nel cortile della prigione: ‘Pensi sia possibile che esista una vera religione?’ Stavo per rispondere: ‘Stronzate, come dire che esiste un poliziotto onesto’, ma qualcosa mi fermò. Capii che era veramente serio e che molto poteva dipendere dalla mia risposta. Così fui cauto. Dissi: ‘Se c’è, non ne ho ancora sentito parlare’. E lui rispose, tutto tranquillo: ‘La maggior parte non ne ha’. Fu un paio di giorni dopo che tornò sull’argomento. Allora tirò proprio dritto, mi mostrò il Sacro Chao e tutto il resto. Mi levò il fiato.” La voce del vecchio si spense, mentre affondava in ricordi silenziosi. “Ma davvero comincia da Babilonia?” insistette Joe. “Non sono un granché come intellettuale” replicò Dillinger. “L’azione è il mio campo. Fatti spiegare da Simon quella parte.” Simon era ansioso di saltare nella breccia. “Il libro di base che conferma la nostra tradizione,” disse, “è Le sette tavolette della creazione, che è datato all’incirca 2500 a.C, al tempo di Sargon. Descrive come Tiamat e Apsu, i primi dei, coesistessero in Mummu, il caos primordiale. Von Junzt, nel suo Unausprechlichen Kutten, racconta come si fossero originati i Giustificati Anziani di Mummu, all’incirca quando vennero scritte le Sette tavolette. Vedi, sotto Sargon, la divinità principale era Marduk. Voglio dire, quello era ciò che i gran sacerdoti davano al pubblico, in privato, naturalmente, veneravano Yok-Sotot, che divenne lo Yog-Sothoth del Necronomìcon. Ma forse sto andando troppo in fretta. Ritornando alla religione ufficiale di Marduk, era basata sull’usura. I preti monopolizzavano i mezzi di scambio ed erano capaci di trarre dei tributi affittandoli. Era l’inizio di quello che ridendo chiamiamo civilizzazione, che ha sempre riposato sull’affitto e l’interesse. La vecchia truffa babilonese. “La storia ufficiale era che Mummu era morto, ucciso nella guerra tra gli dei. Quando sorse il primo gruppo anarchico, si chiamarono Giustificati Anziani di Mummu. Come Lao-Tse 132 e i taoisti in Cina, volevano disfarsi dell’usura e del monopolio e di tutta la merda della civilizzazione e ritornare a uno stile di vita naturale. Così, capisci, presero il dio ritenuto morto, Mummu, e dichiararono che era ancora vivo e che era anzi più forte di tutti gli altri dei. Avevano un buon argomento. ‘Guardatevi intorno,’ dicevano, ‘cos’è che vedete di più? Caos, giusto? Quindi, il dio del caos è il dio più forte ed è ancora vivo.”‘ Naturalmente ci spaccarono il culo. Non eravamo avversario per gli Illuminati, a quei tempi. Non avevamo idea di come facessero i loro ‘miracoli’, per esempio. Così, ci presero a calci in culo di nuovo in Grecia, quando ricacciarono i JAM come parte del ‘movimento cinico’. 133Mentre l’intera storia si ripeteva di nuovo a Roma - usura, monopolio e tutto il solito repertorio di trucchi arrivammo alla tregua. I Giustificati Anziani divennero parte degli Illuminati, un gruppo speciale che manteneva ancora il nostro nome, ma prendeva ordini dai Cinque. Pensammo di poterli umanizzare, come gli anarchici che sono rimasti nell’Sds l’anno scorso. E così andò fino al 1888. Allora Cecil Rhodes avviò il Circolo degli Iniziati e il grande scisma avvenne. Ogni meeting aveva
un gruppo di ragazzi rhodes con cartelli che dicevano ‘Buttiamo fuori i JAM!’ Lì si separarono le strade. Non si fidavano di noi, o forse avevano paura di venire umanizzati. “Ma abbiamo imparato molto dalla nostra lunga partecipazione nella cospirazione degli Illuminati, e adesso sappiamo come combatterli con le loro stesse armi.” “In culo alle loro armi” interruppe Dillinger. “A me piace combatterli con le mie.” “Tu sei dietro alle grandi rapine irrisolte degli ultimi anni...” “Certo. Solo nel piano, però. Sono troppo vecchio per saltare sopra i banconi dei cassieri e continuare come facevo negli anni Trenta.” “John combatte anche su di un altro fronte”, s’intromise Simon. Dillinger rise. “Sì,” disse, “sono il presidente della Laughing Buddha Jesus Phallus Inc. Li hai visti?: ‘Se non è un LBJP NON è un LP?”‘ “Laughing Buddha Jesus Phallus?” esclamò Joe. “Mio Dio, tiri fuori il miglior rock della nazione! L’unico rock che un uomo della mia età può ascoltare senza soffrire.” “Grazie” disse Dillinger modestamente. “In realtà, gli Illuminati sono proprietari delle compagnie che fanno uscire la maggior parte del rock Abbiamo iniziato Laughing Buddha Jesus Phallus per contrattaccare. Ignoravamo quella copertura, finché non hanno convinto gli MC5 a fare un disco chiamato Kick Out The Jams! solo per sfotterci con vecchi ricordi amari. Così siamo usciti con le nostre cose e dopo un po’ facevo montagne di soldi con la storia. Abbiamo anche fornito informazioni, attraverso terze persone, alla Crociata cristiana di Tulsa, in Oklahoma, così che potessero esporre un po’ di quello che gli Illuminati stanno facendo nel campo del rock. Hai visto le pubblicazioni della Crociata cristiana: Ritmo, Rivolte e Rivoluzione e Comunismo, Ipnotismo e i Beatles e così via?” “Sì” disse Joe assente. “Pensavo fosse roba da matti. È così difficile” aggiunse, “ comprendere l’intero quadro”. “T’abituerai,” sorrise Simon, “ci vuole un po’ perché arrivi a destinazione”. “Chi ha ucciso veramente Kennedy?” chiese Joe. “Mi spiace” disse Dillinger. “Per ora sei solo un soldato semplice in questo esercito. Non ancora pronto per questo tipo d’informazione. Ti dirò questo: le sue iniziali sono H.C.: perciò non ti fidare mai di nessuno con queste iniziali, non importa dove o come lo incontri.” “Si sta comportando giustamente,” disse Simon a Joe, “lo capirai più tardi”. “E le promozioni sono rapide,” aggiunse Dillinger, “e le ricompense al di là di quel che puoi comprendere in questo momento”. “Dagli un’idea, John,” suggerì Simon con un sorriso anticipatorio “raccontagli di come sei uscito dalla prigione di Crown Point”. “Ho letto due versioni di quella storia,” disse Joe, “la maggioranza delle fonti sostiene che hai intagliato una pistola nella balsa e l’hai dipinta di nero con il lucido da scarpe. Il libro di Toland dice che hai inventato quella storia e l’hai messa in circolazione per proteggere l’uomo che ha reso possibile la tua fuga, un giudice federale che avresti corrotto per far entrare di nascosto una pistola vera. Quale fu?” “Nessuna delle due,” disse Dillinger, “Crown Point era conosciuta come ‘la galera a prova d’evasione’, prima che io ne fuggissi, e credimi, si meritava la nomea. Vuoi sapere come feci? Passai attraverso le mura. Ascolta...”
HARE KRISHNA HARE HARE // sole picchia come una pioggia di fuoco sulla cittadina dì Daleville, il 17 luglio 1933. In auto, giù per la strada principale, Dillinger sente il sudore sul collo Sebbene fosse stato rilasciato con la condizionale tre settimane prima, era ancora pallido per via dei nove anni trascorsi in prigione, e la luce solare era crudele sulla sua pelle quasi albina. “Dovrò entrare da quella porta, tutto da solo”, pensò. “Tutto da solo. E combattere ogni tipo di
paura e di colpa che mi sono state conficcate dentro sin da bambino.” “Lo spirito di Mummu è più forte della tecnologia degli Illuminati”, aveva detto Pierpont. “Ricordatelo. Abbiamo la seconda legge della termodinamica dalla nostra. Il caos cresce costantemente, in tutto l’universo. Tutta la ‘legge e l’ordine’ sono solo una specie di incidente temporaneo. “ “Ma devo passare da quella porta tutto da solo. Il Segreto dei Cinque dipende da quello. Questa volta tocca a me essere la capra.” Pierpont e Van Meter e gli altri erano ancora dentro a Michigan City. Era tutto in mano sua, essendo il primo in libertà doveva trovare i soldi per finanziare l’evasione che avrebbe fatto uscire gli altri. Poi, dopo essersi messo alla prova, gli sarebbero stati insegnati i “miracoli” dei JAM. La banca gli apparve improvvisamente davanti. Troppo improvvisamente. Il cuore gli mancò di colpo. Poi, con calma, accostò il coupé Chevrolet verso il marciapiede e parcheggiò. Mi sarei dovuto preparare meglio. Questa macchina avrebbe dovuto essere preparata come quelle che usa Clyde Barrow. Be’, la prossima volta, lo saprò. Lasciò le mani sul volante e strinse forte. Tirò un respiro profondo e ripetè la formula: “23 Skidoo”. Aiutò un po’, ma avrebbe ancora voluto levarsi da lì. Voleva guidare dritto verso la fattoria di suo padre a Mooresville e trovarsi un lavoro e imparare tutte le cose normali da capo, come leccare il culo a un capo e come guardare l’ufficiale della libertà vigilata dritto negli occhi ed essere come tutti gli altri. Ma tutti gli altri erano marionette degli Illuminati e non lo sapevano. Lui lo sapeva e si sarebbe liberato. Diavolo, ecco cosa pensava un John Dillinger più giovane nel 1924, eccetto che ancora non aveva saputo degli Illuminati o dei JAM, allora, ma stava tentando di liberarsi, a modo suo, quando rapinò quel droghiere. E a cosa aveva portato? Nove anni di miseria e di monotonia e quasi impazzire dalla voglia di scopare in una cella puzzolente. Saranno altri nove anni, se faccio cazzate oggi. “Lo spirito di Mummu è più forte della tecnologia degli Illuminati.” Uscì dall’auto e costrinse gambe e piedi a muoversi e si incamminò dritto verso la porta della banca. “Affanculo,” disse, “23 Skidoo”. Passò dalla porta e poi fece la cosa che i cassieri si ricordavano dopo e raccontavano alla polizia. Alzava la mano e si aggiustava la paglietta sull’angolo più azzimato e gaio, e sorrideva. “Allora, questa è una rapina,” disse chiaramente, tirando fuori la pistola. “Tutti sul pavimento e rimanete calmi. Nessuno si farà del male.” “Oh Dio,” s’affannò una cassiera, “non spari. Per favore, non spari”. “Non ti preoccupare, dolcezza” disse tranquillo John Dillinger. “Non voglio fare del male a nessuno. Apri la cassaforte.”
COME UN ALBERO PIANTATO VICINO ALL’ACQUA “Quel pomeriggio, “ disse il vecchio, “incontrai Calvin Coolìdge’ 134 nei boschi vicini alla fattoria di mio padre a Mooresville. Gli diedi il bottino, ventimila dollari, che finì nel tesoro dei JAM. Mi diede venti tonnellate di scritto canapa.” “Calvin Coolidge?” esclamò Joe. “Be’, naturalmente, sapevo che non era davvero Calvin Coolidge. Ma quella era la forma in cui aveva deciso d’apparire. Chi o cosa fosse vera mente, ancora non so. “ “L’hai incontrato a Chicago” aggiunse Simon allegramente. “È apparso come Billy Graham quella volta.” “Vuoi dire il diav...”
“Satana,” disse semplicemente Simon “è solo un’altra delle innumerevoli maschere che porta. Dietro la maschera c’è un uomo e dietro l’uomo un’altra maschera. È tutta questione di far convergere multiversi, ti ricordi? Non cercare una realtà ultima. Non esiste.” “Allora questa persona, questo essere,” Joe protestò, “è realmente soprannaturale.” “Soprannaturale, scioprannaturale” ghignò Simon. “Sei ancora come la gente in quella parabola matematica sulla terra piatta. Riesci a pensare solo in categorie di destra e sinistra, e io sto parlando di su e giù, così tu dici ‘soprannaturale’; ci sono solo più dimensioni di quelle alle quali sei abituato, ecco tutto. Se tu vivessi sulla terra piatta e io uscissi dal tuo piano verso un altro piano a un angolo diverso, ti sembrerebbe che fossi svanito ‘nel nulla’. Qualcuno che ci osservasse dal nostro punto di vista tridimensionale mi vedrebbe andarmene per una tangente da te e si domanderebbe perché ti agiti tanto e ti mostri così sorpreso della cosa.” “Ma il lampo di luce...” “È una trasformazione d’energia,” spiegò Simon pazientemente. “Guarda, il motivo per cui puoi pensare solo tridimensionalmente è perché ci sono solo tre dimensioni nello spazio cubico. Ecco perché gli Illuminati e alcuni dei tizi cui hanno permesso di divenire parzialmente Illuminati ultimamente, si riferiscono alla scienza ordinaria come ‘quadrata”.135 Le coordinate di base del vettore-energia dell’universo sono pentadimensionali, naturalmente, e possono essere visualizzate meglio come i cinque lati della piramide degli Illuminati d’Egitto.” “Cinque lati?” obbiettò Joe. “Ne ha solo quattro.” “Ti dimentichi il fondo.” “Oh. Continua.” “L’energia è sempre triangolare, non cubica. Bucky Fuller ha una teoria a questo proposito: è il primo al di fuori degli Illuminati a scoprirlo indipendentemente. La trasformazione energetica di base che ci interessa è quella che Fuller non ha ancora scoperto, sebbene abbia detto che la sta cercando: quella che lega la mente al continuum materia-energia. La piramide è la chiave. Prendi un uomo nella posizione del loto e tira delle linee dalla sua ghiandola pineale, il terzo occhio, come lo chiamano i buddhisti, verso le sue ginocchia e da ciascun ginocchio all’altro, ed ecco quello che ottieni...”, Simon disegnò rapidamente sul suo notes e lo passò a Joe:
“Quando l’occhio pineale si apre, la paura è dominata; cioè dopo il tuo primo brutto viaggio, puoi controllare completamente il campo d’energia” continuò Simon. “Un Illuminato scozzese, Scotus Ergina, 136 la mise molto semplicemente - in cinque parole, ovviamente - quando disse Omnia qui sunt, lumina sunt: ‘Tutto ciò che esiste, è luce’. Anche Einstein la mise in cinque simboli quando scrisse e=mc2. La trasformazione vera e propria non ha necessità di reattori atomici e di tutto il resto, una volta che hai imparato a controllare i vettori mentali, ma lascia sempre partire un lampo di luce della madonna, come John può raccontarti.” “Mi ha sbattuto col culo per terra e quasi accecato, quella prima volta nella foresta”, si trovò d’accordo Dillinger. “Ma fui proprio contento di conoscere il trucco. Dopo, non ho mai più avuto paura d’essere arrestato, perché potevo sempre uscire da qualsiasi galera in cui mi mettessero. Per questo, i federali decisero di uccidermi, capisci. Era imbarazzante trovarmi sempre in giro, di nuovo libero, pochi giorni dopo che mi avevano messo sotto chiave. Conosci i retroscena della truffa al
Biograph Theatre: ammazzarono tre tizi a Chicago senza dar loro la possibilità d’arrendersi perché pensavano fossi uno di loro. Be’, quei tre erano ricercati a New York per rapina a mano armata, così nessuno criticò gli sbirri per il casino Ma poi al lago Geneva, nel Wisconsin, spararono a tre rispettabili uomini d’affari, e uno di loro ci lasciò la pelle, e gli eroi di Hoover si beccarono di tutto dai giornali. Quindi sapevo a che punto eravamo; non mi sarei più potuto arrendere per poi andarmene via qualche giorno dopo. Dovevamo avere un corpo da mostrar loro.” Il vecchio sembrò improvvisamente triste “C’era una possibilità alla quale odiavamo pensare... ma fortunatamente non ci arrivammo. Il trucchetto, che finalmente trovammo, era perfetto.” “E tutto segue realmente la Legge dei Cinque?” chiese Joe. “Più di quanto non immagini” notò blandamente Dillinger. “Anche quando hai a che fare con problemi sociali” aggiunse Simon. “Abbiamo fatto degli studi di culture nelle quali gli Illuminati non erano al comando, e lo stesso seguono il modello in cinque fasi di Weishaupt: Verwirrung, Zweitracht, Unordnung, Beamtherrschafft e Grummet. Cioè: caos, discordia, disordine, confusione, burocrazia e conseguenze. L’America è in questo momento tra il quarto e il quinto stadio. O potremmo dire che la generazione più anziana è per la maggior parte in Beamtherrschafft e quella più giovane si sta muovendo rapidamente verso Grummet.” Joe prese un altro doppio e scosse la testa. “Ma perché lasciano così tanto di ‘sta cosa allo scoperto? Voglio dire, non solamente le cose più scioccanti che mi hai detto, dei cartoni animati di Bugs Bunny, ma mettere la piramide sulla banconota da un dollaro dove tutti la vedono praticamente ogni giorno...” “Diavolo,” disse Simon, “guarda cos’ha fatto Beethoven quando Weishaupt lo illuminò. Se ne andò dritto a casa e scrisse la Quinta sinfonia. Lo sai com’è che inizia: ta-ta-ta-TAM. Codice Morse per V, il numero romano cinque. Allo scoperto, come dici tu. Li fa morire dal ridere il confermare la cattiva opinione che hanno del resto dell’umanità col mettere cose del genere davanti a tutti e osservare come praticamente nessuno se ne accorga. “Naturalmente, se qualcuno se ne accorge, lo reclutano subito. Guarda la genesi: lux fiat, proprio nella prima pagina. Lo fanno in continuazione. Il palazzo del Pentagono. ‘23 Skidoo’. Le parole di canzoni rock come Lucy In The Sky With Diamonds... come fai a essere più ovvio? Melville era uno dei più sfacciati della banda; la primissima frase di Moby Dick ti dice che è un discepolo di Hassani-Sabbah, ma non riesci a trovare un singolo studioso di Melville che abbia seguito quella traccia, nonostante che Ahab sia un anagramma tronco di Sabbah. Addirittura ti ripete, diverse volte, direttamente e indirettamente che Moby Dick e Leviatano sono la stessa creatura e che Moby Dick è vista nello stesso momento in due diverse parti del mondo, ma non c’è un lettore su un milione che capisca a cosa si riferisce. C’è tutto un capitolo sul biancore e sul perché il bianco sia in realtà più terrificante del nero; tutti i critici non vedono il punto.” “Osiride è un dio nero”, citò Joe. “Giusto! Avanzerai alla svelta,” disse con entusiasmo Simon. “Anzi, penso sia tempo che tu lasci il livello verbale e affronti realmente la tua Lucy In The Sky With Diamonds, la tua signora Iside.” “Sì” disse Dillinger. “Il Leif Erikson è all’ancora al largo della California in questo momento; Hagbard sta contrabbandando hashish agli studenti di Berkeley. Ha una nuova tipa nera nel suo equipaggio che recita estremamente bene la parte di Lucy. La faremo mandare a riva per il Rito. Vi consiglierei di andare in macchina alla Loggia Norton a Frisco e farò in modo che lei vi incontri là.” “Non mi piace avere a che fare con Hagbard”, disse Simon. “ È un pazzo di destra, e così il resto della sua gang.” “È uno dei migliori alleati che abbiamo contro gli Illuminati” disse Dillinger. “Inoltre, voglio scambiare dei scrittocanapa con il suo linoscritto. Adesso, quelli di Mad Dog non accettano altro che linoscritto, pensano che Nixon affonderà veramente il mercato della canapa. E sai cosa ci fanno con le banconote della Riserva federale. Ogni volta che gliene arriva una, la bruciano. Detenzione istantanea, la chiamano.” “Puerile” si pronunciò Simon. “Ci vorranno decenni per fregare i federali a quel modo.” “Be’,” disse Dillinger, “quelli sono il tipo di gente con cui abbiamo a che fare. I JAM non
possono fare tutto da soli, lo sai.” “Certo,” si strinse Simon, “ma mi rompe”. Si alzò e mise il suo drink sul tavolo. “Andiamo” disse a Joe. “Stai per essere illuminato.” Dillinger li accompagnò alla porta, poi s’accostò a Joe e disse: “Una parola d’avvertimento circa il Rito”. “Sì?” Dillinger abbassò la voce. “Sdraiati sul pavimento e rimani calmo” disse, e il suo vecchio sorriso impudente lampeggiò malevolo. Joe rimase lì a guardare il bandito che lo prendeva in giro e gli parve un congelarsi e un fregio nel tempo: un momento che sarebbe rimasto come un altro stadio d’illuminazione, nella sua mente per sempre. Sorella Cecilia, alla Scuola della Resurrezione, parlò dall’abisso della memoria: “In piedi nell’angolo, Joseph Malik!” E si ricordò anche del gesso che sbriciolava lentamente tra le dita, il bisogno d’orinare, la lunga attesa e poi padre Volpe entrare in classe, la voce come il tuono: “Dov’è? Dov’è il ragazzo che ha osato dissentire con la buona sorella che Dio ha mandato a istruirlo?” E gli altri bambini, portati fuori dalla classe e attraverso la strada in chiesa a pregare per la sua anima, mentre il prete arringava: “Lo sai com’è caldo l’inferno? Sai com’è calda la parte peggiore dell’inferno? È lì che mandano la gente che ha avuto la buona sorte di nascere dentro la chiesa per poi ribellarsi contro di lei, traviati dall’orgoglio dell’intelletto.” E cinque anni dopo, queste due facce ritornarono: il prete furioso e dogmatico, che domanda obbedienza, e il bandito, sardonico, a incoraggiare il cinismo, e Joe capì che un giorno avrebbe potuto dover uccidere Hagbard Celine. Ma altri anni dovevano passare e l’incidente di Fernando Poo doveva avvenire e Joe doveva mettere a punto l’attentato contro la sua rivista con Tobias Knight prima di sapere che avrebbe, infatti, ucciso Celine senza scrupoli se ce ne fosse stato bisogno... Ma il 31 marzo, in quell’anno di realizzazione per tutti i piani degli Illuminati, mentre il presidente degli Stati Uniti andò in onda per minacciare “un casino termonucleare totale”, una giovane donna di nome Concepcion Galore giaceva nuda su di un letto all’Hotel Durrutti a Santa Isobel e disse: “È un lloigor”. “Cos’è un lloigor?” chiese il suo compagno, un inglese chiamato Fission Chips, che era nato il giorno di Hiroshima e battezzato da un genitore che si curava di più della fisica che dell’umanità. La stanza era nell’appartamento di lusso dell’Hotel Durrutti, il che significava che era arredata in un abominevole stile spagnolomoresco, che le lenzuola venivano cambiate tutti i giorni (e usate per un appartamento meno lussuoso), gli scarafaggi erano scarsi e l’impianto idraulico funzionava a volte. Concepcion contemplava il murale tauromachico sulla parete opposta, Manolete che girava un’elegante veronica contro un toro disegnato in maniera non troppo convincente, e disse pensosamente: “Oh, un lloigor è un dio della gente nera. I nativi. Un dio molto cattivo”. Chips guardò la statua di nuovo e disse, più a se stesso che alla ragazza di campagna: “Ricorda vagamente Tlaloc a Mexico City, incrociato con uno di quei tikis cthulhu-polinesiani”. “Quelli della Saggezza Stellare sono molto interessati a quelle statue” disse Concepcion. Per tirare avanti la conversazione dal momento che era ovvio che Chips non sarebbe stato pronto a infilzarla di nuovo per almeno un altra mezz’ora. “Davvero?” disse Chips, parimenti annoiato. “Chi sono questi della Saggezza Stellare?” “Una chiesa. In via Tequilla y Mota. Che era Lumumba Street e fu Franco Street quando ero bambina. Una chiesa buffa.” La ragazza s’accigliò pensando a loro. “Quando lavoravo all’ufficio del telegrafo, vedevo sempre i loro telegrammi. Tutti in codice. E mai per un’altra chiesa. Sempre per banche in Europa, in tutto il Nord e Sud America.” “Non mi dire” strascicò Chips, non più annoiato, ma cercando di sembrare disinteressato; il suo numero in codice nei servizi segreti britannici era, naturalmente, 00005. “Perché s’interessano a queste statue?” Stava pensando che delle statue, opportunamente scavate all’interno, avrebbero potuto trasportare eroina; era già certo che la Saggezza Stellare fosse un fronte per BUGGER. (Nel 1933, ad Harvard, il professor Tochus disse alla sua classe di psicologia 101: “Ora, il
bambino si sente spaventato e inferiore, secondo Adler, perché è, di fatto, fisicamente più piccolo e debole dell’adulto. Perciò sa di non avere una chance di ribellione che possa riuscire, ma nondimeno la sogna. Questa è l’origine del complesso di Edipo nel sistema di Adler: non il sesso, ma la volontà di potenza stessa. La classe riconoscerà prontamente l’influenza di Nietzsche...” Robert Putney Drake, guardandosi attorno nella stanza, era praticamente sicuro che la maggioranza degli studenti non avrebbe prontamente visto niente; e Tochus stesso non vedeva realmente. Il bambino, aveva deciso Drake - era la pietra angolare del suo sistema di psicologia - non era indottrinato dal sentimentalismo, religione, etica e altre stronzate. Il bambino vedeva chiaramente che, in ogni relazione, c’è una parte dominante e una sottomessa. E il bambino, nel proprio egoismo, del tutto corretto, sceglieva di divenire la parte dominante Era proprio così semplice; eccetto, naturalmente, che il lavaggio del cervello riesce a prendere piede, di norma, nella maggior parte dei casi e, all’incirca di questi tempi, gli anni dell’università, la maggioranza di loro era pronta a divenire robot e accettare il ruolo sottomesso. Il professor Tochus continuò monotono; Drake, sereno nella sua mancanza di superego, continuò a sognare di come avrebbe preso possesso del ruolo dominante... A New York, Arthur Flagenheimer, il gemello psichico di Drake, era in piedi davanti a diciassette figure incappucciate, una che indossava una maschera a forma di testa di capra, e ripetè: “Manterrò per sempre, sempre nasconderò, mai rivelerò ogni arte o arti, parte o parti...”) Sembri un robot, dice Joe Malik in una stanza distorta in un tempo sbieco a San Francisco. Voglio dire, ti muovi e cammini come un robot. Reggi quello, signol Coniglio,137 dice un giovane barbuto dal sorriso cupo. Alcuni in trip si vedono come robot. Altri vedono la guida come robot. Mantieni quella prospettiva. È un’allucinazione o un riconoscere qualcosa che normalmente rimuoviamo? Aspetta, dice Joe. Parte di te, è come un robot. Ma parte di te è viva, come una cosa che cresce, un albero o una pianta... Il giovane continua a sorridere, il viso che oscilla verso il mandala dipinto sul soffitto. Be’?, chiede. Pensi potrebbe essere una buona stenografia poetica: che parte di me è meccanica, come un robot, e parte organica come un roseto? E qual è la differenza tra il meccanico e l’organico? Un roseto non è una macchina usata dal Dna per produrre altri roseti? No, dice Joe. Tutto è meccanico, ma le persone sono diverse. Un gatto ha una grazia che noi abbiamo perso, o parzialmente perso. Come pensi l’abbiamo perduta? E Joe vede il viso di padre Volpe e sente la voce che urla di sottomissione... Le basi del SAC 138 attendono l’ordine presidenziale per decollare verso Fernando Poo, Atlanta Hope parla a un raduno ad Atlanta, in Georgia, per protestare contro la vile acquiescenza della amministrazione filo-comunista nel non minacciare di bombardare Mosca e Pechino e contemporaneamente Santa Isobel; il premier russo rilegge nervosamente il suo discorso mentre vengono sistemate le telecamere nel suo ufficio (“e in solidarietà socialista con il popolo amante della libertà di Fernando Poo”). Il presidente del Partito comunista cinese, avendo trovato i Pensieri del presidente Mao di poco ausilio, getta i bastoncini dell’I-Ching e osserva sconvolto l’esagramma 23, e il 99 per cento dei popoli del mondo attendono che i propri leader dicano loro cosa fare; ma a Santa Isobel stessa, a tre porte chiuse a chiave di distanza attraverso l’appartamento dell’adesso addormentata Concepcion, Fission Chips dice rabbiosamente nella sua onde corte: “Ripeto, nessuno. Né un cinese, né un russo da nessuna parte su questo cazzo d’isola. Non m’importa quel che dice Washington. Vi sto dicendo quello che ho visto. Ora, circa l’organizzazione del giro di eroina di BUGGER qui...” “Passo e chiudo” gli dice il sottomarino. “Il Q.G. non è interessato in BUGGER o eroina, in questo momento.”
“Inferno e dannazione!”, Chips fissa la radio a onde corte. Così era veramente abbastanza. Avrebbe proprio dovuto procedere da solo e far vedere a quegli agenti da salotto a Londra, specialmente quel furbo di W., quanto poco davvero sapessero del vero problema a Fernando Poo e nel mondo. Infuriato, puntò verso la camera da letto. Mi vestirò, pensò rabbiosamente, comprese le mie bombe fumogene, Lüger e raggio laser, e mi incamminerò verso questa chiesa della Saggezza Stellare a vedere cosa riesco a fiutare. Ma quando aprì di scatto la porta della camera da letto, si fermò, momentaneamente stordito. Concepcion giaceva ancora nel letto, ma non dormiva più. La sua gola era stata accuratamente tagliata e un curioso pugnale con un disegno di fiamma su di esso era piantato nel cuscino accanto a lei. “Inferno, dannazione e fulmini!”, gridò 00005. “Ora ne ho abbastanza. Ogni volta che trovo un bel pezzo di fica, questi bastardi dei BUGGER arrivano e me la fottono!” Dieci minuti dopo che il segnale di “GO” arrivò dalla Casa Bianca, una flotta di bombardieri SAC si diresse verso Santa Isobel con bombe all’idrogeno e Fission Chips, completamente vestito, si incamminò verso la chiesa della Saggezza Stellare dove incontrò non BUGGER, ma qualcosa su di un piano completamente differente.
LIBRO SECONDO – ZWEITRACHT
IL QUARTO VIAGGIO, O CHESED Gesù Cristo su una bicicletta Il Signor Ordine avanza con passo spedito Ma la vecchia Madre Caos sta vincendo la corsa. Lord Omar Khayaam Ravenhurst, K.S.C., Il libro del consiglio, in L’onesto libro della verità
Tra coloro che sapevano che la vera fede di Mohammed era contenuta negli insegnamenti ismailiti, la maggioranza venne inviata nel mondo per cercare posizioni nei governi del Medio Oriente e d’Europa. Visto che ad Allah piaceva decretare per loro questo compito, obbedirono volentieri; molti servirono così per tutta la vita. Alcuni, però, dopo cinque, dieci o anche vent’anni di tale fedeltà a uno scià, califfo o re, ricevevano attraverso canali segreti una pergamena che portava il simbolo: . Quella notte il servo avrebbe colpito e sarebbe scomparso come fumo, e il padrone sarebbe stato ritrovato al mattino, gola tagliata, l’emblematico Pugnale di Fiamma degli ismailiti che gli giaceva accanto. Altri venivano scelti per servire in una maniera differente, mantenendo il palazzo dello stesso Hassan i Sabbah ad Alamout. Questi erano specialmente fortunati, poiché era loro privilegio visitare più spesso degli altri il Giardino delle Delizie, nel quale lo stesso signore Hassan, attraverso il controllo dei composti chimici magici, li avrebbe trasferiti in paradiso mentre ancora vivevano nel corpo. Un giorno nell’anno 470 (conosciuto dai cani cristiani non circoncisi come 1092 d.C), venne loro data un’altra prova dei poteri del signore Hassan, quando vennero tutti richiamati nella sala del trono e là sedeva il signore Hassan in tutta la sua gloria, mentre davanti a lui sul pavimento, giaceva un piatto che portava la testa del discepolo Ibn Azif. “Quest’illuso,” dichiarò il signore Hassan “ha disobbedito a un comando, un crimine che non può essere perdonato nel nostro Sacro Ordine. Vi mostro la sua testa per ricordarvi del fato dei traditori in questo mondo Di più; vi istruirò sul fato di tali cani nell ’aldilà.” Così dicendo, il buono e saggio signore Hassan si alzò dal trono, camminando con il suo caratteristico passo strascicato e si avvicinò alla testa. “Te lo ordino,” disse, “parla!” La bocca si aprì e la testa emise un urlo tale che tutti i fedeli si coprirono le orecchie e distolsero gli occhi, molti di loro mormorando preghiere. “Parla, cane!” ripetè il saggio signore Hassan. “Il tuo lamento non c’è d’interesse Parla!” “Le fiamme” gridò la testa. “Terribili fiamme. Allah, le fiamme...” balbettò come un’anima farebbe in estrema agonia. “Perdono” mendicò. “Perdono, o possente signore.” “Non c’è perdono per i traditori” disse il saggissimo Hassan. “Ritorna all’inferno!” E la testa si zittì immediatamente. Tutti si inchinarono e pregarono Hassan e Allah allo stesso tempo; di tutti, i molti miracoli ai quali avevano assistito, questo era certo il più grande e più terribile. Il signore Hassan allora contemplò tutti, dicendo: “Non dimenticate questa lezione. Fate rimanga nei vostri cuori più a lungo dei nomi dei vostri padri.” (“Vogliamo reclutarti,” disse Hagbard, circa novecento anni dopo, “perché sei così credulone. Cioè, credulone nella maniera giusta. “) Gesù Cristo passò su di una bicicletta. Quello fu il mio primo avvertimento che non avrei dovuto calarmi un acido prima di venire tra Balbo e Michigan per vedere quello che accadeva. Ma pareva veramente giusto, su di un altro piano: l’acido era l’unica maniera di confrontarsi con tutto quell’esempio alla Kafka-in-depressione di aperte virgolette processo democratico in azione chiuse virgolette. Trovai Hagbard in Grant Park, tranquillo come sempre, con un secchio d’acqua e un mucchio di fazzoletti per le vittime del gas lacrimogeno. Era vicino alla statua del generale Logan, guardando gli scontri più violenti attraverso la strada
dell’Hilton succhiando uno dei suoi sigari italiani e sembrando Ahab che avesse finalmente trovato la balena... In realtà, Hagbard si stava ricordando del professor Tochus ad Harvard: “Maledizione, Celine, non puoi laurearti in ingegneria navale e giurisprudenza insieme. Dopotutto, non sei Leonardo da Vinci.” “Ma lo sono”, aveva replicato con faccia da poker. “Mi ricordo tutte le mie incarnazioni passate in dettaglio, e Leonardo era una di queste.” Tochus quasi esplose: “Fai il furbo, allora! Quando inizierai a essere bocciato in metà delle materie, forse tornerai alla realtà.” Il vecchio era rimasto terribilmente deluso nel vedere la lunga fila di 30. Attraverso la strada i manifestanti avanzarono verso l’Hilton e la polizia caricò di nuovo, sprangandoli indietro; Hagbard si domandò se Tochus avesse mai compreso che un professore è un poliziotto dell’intelletto. Poi vide il nuovo discepolo del padre, Moon, avvicinarsi... “Non ti hanno ancora manganellato “ dissi, pensando che in un certo senso il vecchio classico presurrealista di Alfred Jarry,139 “La Crocifissione di Cristo Considerata come Corsa in Salita in Bicicletta” era veramente la miglior metafora per il circo che Daley stava mandando avanti. “Neppure tu, son felice di vedere” replicò Hagbard: “A giudicare dagli occhi, però, ti hanno gassato in Lincoln Park l’altra notte”. Assentii, ricordando che avevo pensato a lui, e al suo strano yoga Discordiano, quando era successo. Malik, lo stupido socialdemocratico-liberale che John voleva reclutare subito, era solo a pochi passi, e Burroughs e Ginsberg erano vicini a me dall’altra parte. Potevo vedere, improvvisamente, che eravamo tutti pezzi di una scacchiera, ma chi era il maestro che ci muoveva? E quant’era grande la scacchiera? Attraverso la strada, un rinoceronte si muoveva poderosamente, trasformandosi in una jeep con un respingente di filo spinato davanti. “Mi gocciola la testa”, dissi. “Hai un idea di chi se la becchi?” chiese Hagbard. Si stava rammentando di un contratto abitativo nella classe del professor Orlock. “Quello che vuol dire, in lingua normale,” aveva detto Hagbard, “è che l’inquilino non ha diritti che possano venire difesi con successo in tribunale e che il padrone di casa non ha doveri ai quali non possa, molto tranquillamente, sottrarsi”. Orlock parve addolorato, e diversi studenti rimasero scioccati come se Hagbard fosse improvvisamente saltato su e avesse tirato fuori il pene davanti alla classe. “Così è semplificarla un po’ troppo,” disse finalmente Orlock... “Potrebbe essere qualcuno anni nel futuro, “ dissi, “o nel passato “. Mi domandai se Jarry la stesse captando a Parigi, mezzo secolo prima; così si sarebbe spiegata la somiglianza. Abbie Hoffman 140 passò proprio allora, parlando con Apollonio 141 di Tiana. Eravamo tutti nella mente di Jarry, o di Joyce? Abbiamo anche uno sceriffo Wood che ci viene addosso a cavallo, e l’orda di uomini-Jerry di Rubin... 142 “L’auto di Fuller è una bravata, un pezzo da museo, “bolle il professor Caligari, 143 “e in ogni caso, non ha niente a che vedere con l’architettura navale”. Hagbard lo guardò dritto e calmo e disse “Ha totalmente a che fare con l’architettura navale”. Come a giurisprudenza, gli altri studenti erano disturbati. Hagbard iniziò a capire: loro non sono qui per imparare, sono qui per ottenere un pezzo di carta che li titoli per certi lavori...” “Ci sono solo pochi altri memorandum”, disse Saul a Muldoon. “Passiamoli in rassegna e poi chiamiamo il quartier generale per vedere se Danny ha trovato questa ‘Pat’ che li ha scritti.”
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 15 6/8 J.M.: Ecco la versione più strana della storia degli Illuminati che ho trovato finora. Viene da una pubblicazione scritta, edita e pubblicata da un tipo chiamato Philip Campbell Argyle-Stuart, il quale
sostiene che i conflitti nel mondo sono dovuti a una guerra remota tra genti semite “khazar” e genti nordiche “faustiane”. Questa è l’essenza del suo pensiero: La mia teoria è che una sopracrosta imposta in maniera estremamente diabolica venne aggiunta alla popolazione khazar. Tale crosta consiste di umanoidi che arrivarono via disco volante dal pianeta Vulcano, che ritengo non essere in orbita intermercuriale intorno al Sole, ma piuttosto nell’orbita terrestre, dietro al Sole, per sempre fuori vista per i terrestri, costantemente sei mesi avanti o indietro rispetto alla Terra nel viaggio orbitale. Lo stesso per la Cultura occidentale gotico-faustiana. I flussi migratori di popolazioni precedentemente relativamente inerti e senza scopi, conosciute come franchi, goti, angli, sassoni, danesi, svevi, normanni, lombardi, vandali e vichinghi, improvvisamente ebbero una sopracrosta aggiunta, consistente di normanno-marzianovarangiani, giunti da Saturno, via Marte, per mezzo di dischi volanti... Dopo il 1776 essa (la cospirazione khazar-vulcaniana) usò gli Illuminati e il Grande Oriente Massone. Dopo il 1815, usò le macchinazioni finanziarie della casata Rothschild e dopo il 1848, il movimento comunista, e dopo il 1895 il movimento sionista... Un’altra cosa dev’essere menzionata. La signora Helena Petrovna Blavatsky (nata Hahn, in Germania, 1831 - 1891), fondatrice della teosofia... fu sia ipocrita sia diabolica, una vera strega di grande potere malefico alleata con gli Illuminati, massoni del Grande Oriente, anarchici russi, teoristi israelo-britannici, proto-sionisti, assassini arabi e thug dall’India. Fonte: “Il Bollettino del Q.I. Alto”, vol. IV, n. 1, gennaio 1970, pubblicato da Philip Campbell Argyle-Stuart, Colorado Springs, Colorado. Pat “Che parola era?” chiese insistente il soldato semplice Celine. “SNAFU”, 144 gli disse il soldato semplice Pearson. “Vuoi dire che non l’hai mai sentita prima?” Si alzò dalla sua branda e lo fissò. “Sono un cittadino naturalizzato” disse Hagbard. “Sono nato in Norvegia.” Tirò via di nuovo la maglietta dalla schiena; l’estate di Fort Benning era fin troppo calda per la metà nordica dei suoi geni. “Situazione Normale, Tutto A Puttane” ripetè. “La dice proprio tutta. Davvero spiega com’è.” “Aspetta d’essere stato un po’ di più nell’esercito di quest’Uomo” 145 gli disse il nero, veemente. “Allora apprezzerai realmente l’applicazione di quella parola, caro mio. Ah, se l’apprezzerai.” “Non è soltanto l’esercito” disse pensosamente Hagbard. “È tutto il mondo.” Attualmente, dopo che ìmmanentizzarono l’eschaton, scoprii dove la mia testa aveva perso quella notte (e diverse altre notti, anche). Dentro al povero George Dorn. Il gocciolio gli fece quasi venire l’idrocefalia. Continuava a chiedersi da dove venissero tutto quel Joyce e quel surrealismo. Ho sette anni più di lui, ma siamo dello stesso stampo per le esperienze scolastiche simili e per aver avuto dei padri rivoluzionari. Ecco perché Hagbard non ha mai capito pienamente nessuno di noi due: aveva avuto insegnanti privati fino all’università, e a quel punto l’educazione ufficiale inizia a fare delle concessioni parziali alla realtà, così che le vittime possano avere almeno una possibilità di sopravvivenza nel mondo esterno. Ma non sapevo nulla di tutto questo quella notte al Grant Park, o come l’esercito avesse aiutato Hagbard a capire l’università, perché stavo elaborando questa nuova nozione della totale valenza dell’insieme che rimane costante. Avrebbe significato che avrei dovuto andarmene quando George arrivava, o mettiamo, Marylin Monroe e Jayne Mansfield 146 avevano dovuto fare le loro routine con le pillole e l’incidente, prima che ci potesse essere spazio per le vibrazioni di Raquel Welch.
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 16 7/8
J.M.: Credo d’aver trovato come Zoroastro, i dischi volanti e tutto il resto di quella roba da lunatici s’incastra nel puzzle degli Illuminati. Senti un po’, capo: Il Partito nazista fu fondato come appendice politica della Thule Gesellschaft, una frangia estremista della Loggia Illuminata di Berlino. Questa loggia, a sua volta, era composta di rosacrociani, alti gradi della Libera Massoneria, e la sua preoccupazione era piangere la morte del sistema feudale. I massoni di questo periodo, come il Partito federalista nell’America postrivoluzionaria, stavano lavorando diligentemente per prevenire “l’anarchia” e preservare gli antichi valori con la salita al potere del socialismo cristiano. Infatti, la cospirazione di Aaron Burr, 147 che il professor Hofstadter indica essere stata di sup vi posta origine massonica, fu un prototipo americano degli intrighi tedeschi di un secolo dopo. Al loro socialismo scientifico esteriore questi massoni aggiunsero concetti mistici che si pensava essere “gnostici” in origine. Uno di essi era il concetto stesso di “gnosticismo”, chiamato Illuminazione, il quale diceva che delle creature celesti davano all’umanità, direttamente o indirettamente, le sue grandi idee e sarebbero tornate sulla Terra dopo che l ’umanità avesse raggiunto un sufficiente grado di progresso. L’Illuminazione era un tipo di pentecostalismo che venne perseguitato dalla cristianità ortodossa per secoli e si era fissato nella Libera Massoneria attraverso un complesso processo storico che è impossibile spiegare senza un’enorme digressione. Basti sapere che i nazisti, essendo “Illuminati” si sentirono ispirati divinamente e perciò giustificati nel riscrivere le regole del bene e del male per accordarle ai loro scopi. (Secondo la teoria nazista) le creature celesti, prima che la luna odierna fosse catturata, 148 avevano vissuto sui più alti territori del Perù, Messico, Gondor (Etiopia), Himalaya, Atlantide e Mu, formando la Confederazione uraniana. Tutto questo venne preso seriamente, e il Servizio segreto inglese lo combatté veramente con la fantasy di Tolkien chiamata Sìlmarìllion, base per i famosi libri degli Hobbit... Entrambi J. Edgar Hoover 149 e il senatore Otto Passman sono importanti massoni e ambedue, significativamente, riflettono questa filosofia e la sua attitudine manichea. Il pericolo principale nel pensiero massonico a parte il “diritto divino del governo” è, naturalmente, il manicheismo, il convincimento che il tuo nemico si oppone alla volontà di Dio ed è perciò, un agente di Satana. Questa è l’estrema applicazione e il signor Hoover la riserva normalmente per il “comunismo ateo”, ma è quasi sempre presente in un certo grado. Fonte: J.F.C. Moore, La religione nazista: opinioni sullo statalismo religioso in Germania e America, “Libertarian American”, vol. III, n. 3, agosto 1969. Pat Stavano usando il Mace adesso, e vidi un fotografo scattare una foto di un poliziotto mentre lo stava ancora spruzzando (Heisenberg cavalca ancora! Dall’Ovest arrivano gli zoccoli tuonanti del gran destriero, il Fenomeno Unitario! Eccetto che ero in acido; se avessi fumato erba, allora sarebbe veramente, imperialmente, un Fenomeno Unitario). E sentii, tempo dopo, che il fotografo ricevette un premio per quella fotografia. Allora, non parve che stesse ricevendo un premio. Sembrava gli avessero strappato via la pelle e gli avessero toccato ogni nervo scoperto con un trapano da dentista. “Cristo,” dissi ad Hagbard, “guarda quel povero bastardo. Spero di uscirmene soltanto con un’altra gassata o due. Non ne voglio proprio di quel Mace.” Ma l’acido è placido, sai, e un minuto dopo ero sui succhi di Joyce da capo, e pensavo a un dramma intitolato Il loro Mace e le mie lamentele.150
Resi omosessuale la prima battuta, in onore di padre Pederastia: “Che paio di palle sondare le menate di quest’ora”. “Bism ‘allah” disse Hagbard. “Il nostro karma è fatto dalle nostre azioni e non dalle nostre preghiere. Sei sul set, perciò prendi l’azione come viene.” “Oh, falla finita con queste stronzate da sant’uomo, e smettila di leggermi la mente,” protestai, “non c’è bisogno che tu continui a impressionarmi”. Ma ero già partito per un’altra tangente, che faceva più o meno così: se questo set è il circo del sindaco Daley, allora il sindaco Daley è il direttore di pista. Se le cose sotto sono le cose sopra, come Hermes suggeriva ermeticamente, allora questo set è il set più grande. Sig. Microcosmo, le presento il signor Macrocosmo. “Ciao, Mike!” “Ciao, Mac!” “Conclusione: il sindaco Daley è, in piccolo, quello che Krishna è in grande. Come dovevasi dimostrare. Proprio allora alcuni ragazzi dell’Sds, che erano stati gassati dall’altra parte della strada vennero correndo verso di noi, e Hagbard si diede da fare distribuendo fazzoletti bagnati. Ne avevano bisogno: erano mezzo accecati, come Joyce che divide il suo Adamo in sagge speranze. E non ero di molto aiuto, visto che ero troppo occupato a piangere anch’io. “Hagbard,” boccheggiai in estasi, “il sindaco Daley è Krishna”. “Peggio per lui” disse seccamente, distribuendo fazzoletti. “Non lo sospetta.” Improvvisamente, pensai: Hubert la Gobba151 ha tossito e scatarrato E sputato sulle strade dove Lincoln ha camminato L’acqua si trasformò in sangue (Hagbard era un Gesù scherzoso ed elettrico: ti aspettavi vino, forse?) e mi ricordai della storia di mia madre su Dillinger al Biograph Siamo tutti seduti là, come lui nel Biograph I Theatre, sognando il dramma delle nostre vite, poi usciamo fuori verso la i gentilezza da nonna dei baci di piombo che ci risveglia alla nostra sfuggente beatitudine. Solo che lui aveva trovato una maniera per tornare indietro. Cos’è che Charley Mordecai aveva detto: “Prima come tragedia, poi come farsa?” Marxismo-lennonismo: Ed Sanders dei Fugs, la notte prima, che parlava di scopare nelle strade come se avesse letto la mia mente (o avevo letto io la sua?) e Why Don’t We Do It in The Road di Lennon venne registrata un anno dopo nel futuro. Il Marx e le nostre groupies. I fazzoletti insanguinati, inzuppati nell’acqua, o nel vino, e il rito di massa continuò, la messa andò avanti, remavano nel Mace. Capone l’aveva messa in piedi per i federali, ma John era stufo e lasciò il set, così una comparsa, chiamata Frank Sullivan si prese le pallottole. L’Autobiograph Theatre, un teatro drammatico e un trauma, sì. Forse avrei dovuto prendere solo metà micropunta, invece di tutti e 500 microgrammi, perché a quel punto i ragazzi dell’Sds, tutti schierati con Rym-I alla scissione del prossimo anno, sembrava portassero vestiti da chierichetti, e io pensai che Hagbard stesse distribuendo ostie da comunione, non fazzoletti. Mi guardò, improvvisamente, con quel luccichio egiziano da falco, e io osservai che aveva osservato, Hopalong Horus Heisenberg, proprio al mio stesso punto. Non c’è bisogno d’essere un marinaio esperto per sapere da che parte mi sta scoppiando la testa. 152 Ci fu un suono dalla folla, come un metrò che aprisse tutte le sue porte con un risucchio d’aria e vidi arrivare la polizia, attraversare la strada per ripulire il parco. “Eccoci” dissi. “Ave Discordia.” “Snafu über alles” ghignò Hagbard, iniziando a trotterellare accanto a me. Ci dirigemmo verso Nord, immaginando che quelli che si erano ritirati verso Est, sarebbero finiti in trappola contro il muro e cremati. “Democrazia in azione”, dissi sbuffando. “Qui veder puoi l’immagine vera dell’autorità” citò, muovendo il suo secchio d’acqua per mantenerlo in equilibrio. Colsi il riferimento shakespeariano e guardai indietro: la mia mente l’aveva già fatto: ogni poliziotto sembrava davvero il cane di Shakespeare.
Mi ricordai la semantica frenetica all’antifesta di compleanno dì LBJ, 153 quando Burroughs insistette che gli sbirri di Chicago erano più cani che porci, in contraddizione con la retorica dell’Sds. Terry Southern, prendendo la sua solita via di mezzo maniacale, proclamò che erano più simili al mandrillo dal culo viola, il più arcigno della famiglia dei babbuini. Ma la maggior parte non aveva ancora scoperto la scrittura. “Autorità?” chiesi, realizzando che avevo perso qualcosa per la strada. Stavamo rallentando il passo, l’azione era dietro di noi. “A non è A” spiegò Hagbard con quella sua pedante pazienza. “Una volta che accetti che A è A, sei fatto. Letteralmente assuefatto al sistema.” Colsi i riferimenti ad Aristotele, il vecchio della tribù, con la sua sfortunata paresi epistemologica, e anche a quella vecchietta litigiosa che m’immagino sempre sia l’Anastasia scomparsa154 ma ancora non capivo. “Cosa vuoi dire?” chiesi, agguantando un fazzoletto bagnato mentre il gas lacrimogeno iniziava a galleggiare verso la nostra parte del parco. “Il presidente Mao non ne ha raccontato neanche la metà” replicò Hagbard, tenendo un fazzoletto sulla propria faccia. Le sue parole uscirono soffocate: “Non è solo il potere politico che nasce dalla canna del fucile. Anche un’intera definizione di realtà. Un set. E l’azione che deve accadere su quel set e su nessun altro.” “Non essere così maledettamente paternalistico” obbiettai, guardando dietro un angolo del tempo e realizzando che questa era la notte in cui sarei stato spruzzato di Mace. “È solo Marx: l’ideologia della classe dominante diviene l’ideologia di tutta la società.” “Non l’ideologia. La realtà” Abbassò il suo fazzoletto. “Questo era un parco pubblico finché non hanno cambiato la definizione. Ora le armi hanno cambiato la realtà. Non è un parco pubblico. Esiste più di un solo tipo di magia.” “Proprio come le enclosures” dissi freddamente. “Un giorno la terra apparteneva alla gente. Il giorno dopo ai proprietari terrieri.” 155 “È come la legge sui narcotici”, aggiunse. “Centomila innocui tossici diventarono criminali nottetempo, per atto del congresso, nel 1927. Dieci anni dopo, nel 1937, tutti gli sballati d ’erba della nazione divennero criminali nottetempo, per atto del congresso. Ed erano realmente criminali, quando le carte vennero firmate. Le armi lo dimostrano. Allontanati da quelle armi sventolando un joint e rifiutati di fermarti quando te lo dicono. La loro immaginazione diverrà la tua realtà in un secondo.” Ed ebbi la mia risposta per papà, finalmente, proprio quando uno sbirro saltò fuori dall’oscurità urlando qualcosa tipo bastardi froci comunisti e mi spruzzò di Mace, com’ero certo sarebbe accaduto (lo seppi mentre cadevo dal dolore) su quel set.
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 16 7/8 J.M.: Ecco altre informazioni su come Blavatsky, teosofia e il motto sotto la piramide nel sigillo degli Usa s’incastrano nel progetto degli Illuminati (o non s’incastrano nel quadro. Più vado avanti e più si confonde!) Questo è un articolo che difende madame Blavatsky dopo che Truman Capote 156 aveva ripetuto l’accusa della John Birch Society secondo cui Sirhan Sirhan era stato ispirato a uccidere Robert Kennedy leggendo le opere della Blavatsky: Sirhan Blavatsky Capote di Ted Zatlyn, “Los Angeles Free Press”, 26 luglio 1968: I bircher che attaccano madame Blavatsky, sebbene pochi di numero e pazzi come al
solito, trovano una nuova casa in una atmosfera di sospetto e violenza. Truman Capote li prende sul serio... Sa il signor Capote che gli Illuminati (secondo la sacra dottrina birch) iniziarono nel giardino dell’Eden, quando Eva lo fece col serpente e diede vita a Caino? Che tutti i discendenti dell’uomo-serpente Caino appartengono a un gruppo supersegreto conosciuto come gli Illuminati, dediti ad assolutamente nient’altro che al più malvagio male immaginato dalla satanica mente dell’uomo? L’anti-Illuminati John Steinbacher, scrive nel suo libro non pubblicato Novus Ordo Seclorum: “In America oggi, molte persone, altrimenti di talento, flirtano col disastro associandosi con quelle stesse forze malvagie... La dottrina di madame Blavatsky era incredibilmente simile a quella di Weishaupt...” L’autore dà anche la sua versione della versione dei bircher su quello che gli Illuminati stanno attualmente cercando di ottenere: Il loro scopo malvagio è trascendere la materialità e creare un solo mondo, negando la sovranità delle nazioni e la santità della proprietà privata. Non penso di poterci credere, o anche solo di capirlo, ma almeno spiega come sia i nazisti sia i comunisti possano essere pedine degli Illuminati. O no? Pat “La proprietà è un furto” disse Hagbard, passando la pipa della pace. “Se il Bia 157 aiuta quelle immobiliari a prenderci la terra,” disse zio John Feather, “quello sarà un furto. Ma se ci teniamo la terra, certo quello non è un furto.” La notte stava cadendo sulla riserva mohawk, ma Hagbard vide Sam Tre Frecce annuire vigorosamente nell’oscurità della piccola capanna. Sentì ancora una volta che gli indiani americani erano, al mondo, le persone più difficili da capire. I suoi insegnanti gli avevano dato un’educazione cosmopolita, in ogni senso della parola, e normalmente non trovava alcun ostacolo nel relazionarsi con popoli di qualsiasi cultura, ma a volte gli indiani lo rendevano perplesso. Dopo cinque anni di specializzazione nel trattare le battaglie legali di varie tribù contro l’Ufficio degli affari indiani e i pirati di terra che assisteva, era conscio che le teste di questa gente erano in un qualche posto che ancora non poteva raggiungere. O erano la più semplice o la più sofisticata delle società sul pianeta; forse, pensò, erano entrambe, e la semplicità finale e la sofisticazione finale erano identiche. “La proprietà è libertà” disse Hagbard. “Sto citando lo stesso uomo che disse che la proprietà è furto. Disse anche che la proprietà è impossibile. Parlo dal cuore. Desidero capiate perché accetto questo caso. Desidero che lo comprendiate pienamente.” Sam Tre Frecce tirò dalla pipa, poi alzò i suoi occhi scuri verso quelli di Hagbard. “Vuoi dire che la giustizia non si riconosce come il cane che abbai nella notte? Che è più come il suono inaspettato nella foresta che deve essere identificato cautamente e dopo molto pensare?” Eccola lì di nuovo: Hagbard aveva udito la stessa concretezza d’immagini nei discorsi degli shoshone all’altra estremità del continente. Si domandò pigramente se la poesia di Ezra Pound fosse stata influenzata dalle parlate che suo padre aveva preso dagli indiani: Homer Pound era stato il primo uomo bianco nato in Idaho. Certamente andava oltre i cinesi. E la metafora indiana che egli stesso aveva usato un minuto prima veniva non dai libri sulla retorica, ma dall’ascoltare il cuore. Aspettò a lungo prima di rispondere: stava iniziando a comprendere l’abitudine indiana di pensare molto prima di rispondere. “La proprietà e la giustizia sono acqua” disse finalmente. “Nessun uomo può tenerle a lungo. Ho passato molti anni nei tribunali, e ho visto giustizia e proprietà cambiare quando parla un uomo, cambiare come il bruco cambia in farfalla. Mi capite? Pensavo d’avere la vittoria in pugno, poi il giudice parlò, e svanì. Come acqua che scorra tra le dita.” Zio John Feather annuì.
“Io capisco. Vuoi dire che perderemo di nuovo. Siamo abituati a perdere. Da quando George Washington ci promise queste terre ‘finché le montagne esistano e l’erba sia verde’ e poi ruppe la promessa e ne rubò un pezzo ogni dieci anni - ogni dieci anni, amico mio! - abbiamo perso, sempre perso. C’è rimasto un solo acro di ogni cento che ci vennero promessi allora.” “Non è detto che perderemo” disse Hagbard. “Vi prometto che almeno il Bia saprà d’essere stato in mezzo a una rissa, stavolta. Imparo sempre nuovi trucchi e divento sempre più cattivo ogni volta che entro in tribunale. Sono diventato molto cattivo e conosco molti trucchi. Ma sono meno sicuro di me di quando accettai il mio primo incarico. Non capisco più quello che combatto. Ho un nome per quello, lo chiamo il Principio Snafu, ma non capisco cos’è.” Ci fu un’altra pausa. Hagbard udì il coperchio del secchio della spazzatura sbattere sul retro della capanna: era il procione che lo zio John Feather chiamava Vecchio Nonno, che era venuto a rubarsi la cena. “La proprietà era di certo un furto, nel mondo di Vecchio Nonno”, pensò Hagbard. “Sono anche confuso” disse finalmente Sam Tre Frecce. “Ho lavorato, molto tempo fa, a New York, nell’edilizia come tanti giovani della nazione mohawk. Trovai che i bianchi erano spesso come noi, e non riuscivo a odiarli uno per uno. Ma non conoscono la terra, né la amano. Non parlano dal cuore, normalmente. Non agiscono dal cuore. Sono più come gli attori sullo schermo. Recitano delle parti. E i loro capi non sono come i nostri. Non vengono scelti per la virtù, ma per la loro abilità a recitare ruoli. I bianchi mi hanno detto questo, in parole povere. Non si fidano dei loro capi, eppure li seguono. Quando noi non ci fidiamo di un leader, è finito. E ancora, i capi dei bianchi hanno troppo potere. È male per un uomo comandare troppo spesso. Ma la peggior cosa è quel che ho detto a proposito del cuore. I loro capi l’hanno perso e hanno perso la pietà. Parlano da qualche altra parte. Agiscono da qualche altra parte. Ma da dove? Come te, non lo so. E, penso, una forma di pazzia.” Guardò Hagbard e aggiunse educatamente: “Alcuni sono diversi”. Era un discorso lungo, per lui, e smosse qualcosa nello zio John Feather. “Ero nell’esercito” disse. “Andammo a combattere un bianco cattivo, o così ci dissero i bianchi. Avevamo degli incontri che chiamavano educazione e orientamento. C’erano dei film. Era per farci vedere come questo bianco cattivo stesse facendo cose terribili nel suo paese. Tutti erano furiosi dopo i film e desiderosi di combattere. Eccetto io. Ero lì solo perché l’esercito pagava più di quanto un indiano potesse guadagnare altrove. Cosi, non ero arrabbiato, ma confuso. Non c’era niente che questo capo bianco faceva, che non facessero anche i capi bianchi in questo paese. Ci raccontarono di un posto chiamato Lidice. 158 Proprio come Wounded Knee. 159 Ci dissero di famiglie spostate migliaia di chilometri per essere distrutte. Proprio come la Pista delle lacrime. Ci dissero di come quest’uomo comandava la sua nazione, così che nessuno osava disubbidirlo. Proprio come i bianchi che lavorano nelle grandi imprese a New York, come Sam mi ha raccontato. Chiesi di questo a un altro soldato, un bianco nero. Era più facile parlarci che con un bianco regolare. Gli chiesi che pensasse dell’educazione e orientamento. Disse che era merda, e parlò dal cuore. Ci pensai a lungo, e vidi che aveva ragione. L’educazione e orientamento erano merda. Quando gli uomini del Bia vengono qui a parlare è lo stesso. Merda. Ma lasciami dirti questo. La nazione mohawk sta perdendo la sua anima. L’anima non è come respiro o sangue o ossa e può essere portata via in modi che nessun uomo capisce. Mio nonno aveva più anima di me, e i giovani meno di me. Ma ho abbastanza anima per parlare con Vecchio Nonno che è un procione adesso. Pensa come un procione ed è preoccupato per la nazione dei procioni, più di quanto sia preoccupato io per la nazione mohawk. Pensa che la nazione dei procioni morirà presto e insieme tutte le altre nazioni degli animali liberi e selvaggi. Questa è una cosa terribile e mi spaventa. Quando le nazioni degli animali muoiono, anche la terra morirà. Questo è un vecchio insegnamento e non posso dubitarne. Lo vedo già accadere. Se rubano ancora altra della nostra terra per costruire quella diga, un altro pezzo della nostra anima morirà e ancora altre anime animali moriranno! La terra morirà e le stelle non brilleranno più! La stessa Grande Madre potrebbe morire!” Il vecchio piangeva senza vergogna. “E sarà perché gli uomini non parlano parole, ma parlano merda!” Hagbard era diventato pallido sotto la pelle olivastra.
“Verrai in tribunale,” disse lentamente, “e dirai questo al giudice, esattamente con queste parole”.
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 17 8/8 J.M.: Ti ricorderai che lo schema della cospirazione degli Illuminati dell’“East Village Other” (memo n.9) aveva nella lista “La santa Vehm” quale copertura degli Illuminati. Ho trovato finalmente cosa è la Santa Vehm (o piuttosto cosa fosse). La mia fonte è la Storia della magia di Eliphas Levi, op. cit., pp. 199-200: Erano una specie di polizia segreta con diritto di vita e di morte. Il mistero che circondava le loro sentenze, la rapidità delle loro esecuzioni, li aiutarono a impressionare l’immaginazione di genti ancora barbare. La Santa Vehm assunse proporzioni gigantesche; gli uomini tremavano nel descrivere apparizioni di persone mascherate, di verdetti inchiodati alle porte di nobili in mezzo alle loro guardie e alle loro orge, di capi briganti trovati morti con il terribile pugnale a forma di croce nei loro petti e attaccato a esso un rotolo con un estratto della sentenza della Santa Vehm. Il tribunale aveva le più fantastiche forme di procedura: la persona colpevole, citata ad apparire a un qualche incrocio malfamato, veniva portata davanti all’assemblea da un uomo vestito di nero che gli bendava gli occhi e lo accompagnava in silenzio. Questo accadeva invariabilmente a un’improbabile ora della notte, poiché il giudizio non veniva mai pronunciato eccetto che a mezzanotte. Il criminale veniva portato dentro una vasta volta sotterranea, dove veniva interrogato da una voce. La benda veniva rimossa, la volta illuminata in tutta la sua profondità e altezza. E i Liberi Giudici sedevano mascherati indossando vesti nere. Il Codice della Corte vehmica venne ritrovato negli antichi archivi di Westfalia ed è stato stampato dal Reichstheater di Müller sotto il seguente titolo: Codice e Statuti del Santo Tribunale Segreto delle Libere Corti e dei Liberi Giudici di Westfalia, stabilito nell’anno 772 dall’Imperatore Carlo Magno e rivisto nel 1404 da Re Roberto, che fece queste alterazioni e aggiunte richieste per l’amministrazione di giustizia nei tribunali degli Illuminati, dopo averli investiti con la sua stessa autorità. Una nota sulla prima pagina proibiva a tutti i profani di guardare il libro, sotto pena di morte. La parola “Illuminati”, qui data agli associati del tribunale segreto, spiega la loro missione: dovevano rintracciare nell’ombra coloro che adoravano l’oscurità; erano misteriosi, la controparte di coloro che cospiravano contro la società a favore del mistero; ma essi stessi erano i soldati segreti della luce, che gettava la luce del giorno sui piani criminali, ed è questo che veniva significato dall’improvviso splendore che illuminava il tribunale quando emetteva la sentenza. Così, adesso, dobbiamo aggiungere Carlo Magno alla lista degli Illuminati, assieme a Zoroastro, Gioacchino Fiore, Jefferson, Washington, Aaron Burr, Hitler, Marx e madame Blavatsky. Potrebbe tulio questo essere uno scherzo? Pat
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 18 9/8 J.M.: Il mio ultimo memo potrebbe essere stato troppo affrettato nell’usare il passato per parlare della Santa Vehm. Ho trovato che Daraul pensa che possa esistere ancora (Storia delle Società Segrete, op. cit., p.211): Queste terribili corti non furono mai formalmente abolite. Furono riformate da vari monarchi, ma anche nel Diciannovesimo secolo si dice che esistessero ancora, seppur molto sotterraneamente I “lupi mannari” nazisti e le loro organizzazioni di resistenza che combattevano l’occupazione comunista nella Germania Est, dicevano di portare avanti la tradizione della “Santa e Cavalleresca Vehm”. Forse tuttora. Corte federale per il XXVII distretto dello stato di New York. Parte lesa: John Feather, Samuel Arrows, et al. Imputato: Ufficio degli affari indiani, dipartimento dell’interno e presidente degli Stati Uniti. Per la parte lesa: Hagbard Celine. Per gli imputati: George Kharis, John Alucard, Thomas Moriarty, James Moran. Presidente: giudice Quasimodo Immhotep. Signor FEATHER (concludendo): ... e sarà perché gli uomini non parlano parole, ma parlano merda! Signor KHARIS: Vostro onore, chiedo che l’ultima dichiarazione venga stralciata dal verbale come immateriale e irrilevante. Qui abbiamo a che fare con una questione pratica, la necessità per il popolo dello stato di New York, di questa diga, e le superstizioni del signor Feather sono totalmente immotivate. Signor CELINE: Vostro onore, il popolo dello stato di New York è sopravvissuto a lungo senza una diga in quel particolare luogo. Può sopravvivere ancora senza Può un qualcosa sopravvivere, una qualsiasi cosa che valga la pena d’avere, se le nostre parole diventano, come dice il signor Feather, escrementi? Può una qualsiasi cosa che possiamo ragionevolmente chiamare giustizia americana sopravvivere, se le parole del nostro primo presidente, se il sacro onore di George Washington viene distrutto, se la sua promessa che i mohawk avrebbero potuto tenere queste terre “finché esistano le montagne e l’erba sia verde”, se tutto questo diventa nient’altro che escrementi? Signor KHARIS: L’accusa non sta dibattendo. L’accusa fa proclami. Signor CELINE: Sto parlando dal cuore. E lei? O sta dicendo escrementi che sono stati comandati dai suoi superiori? Signor ALUCARD: Altri proclami. Signor CELINE: Altri escrementi. Signor GIUDICE IMMHOTEP: Si controlli, signor Celine. Signor CELINE: Mi sto controllando. Altrimenti, parlerei francamente quanto il mio cliente e direi che la maggior parte dei discorsi qui, è solo merda bell’e buona. Perché dico “escrementi” se non, come fate voialtri, per nascondere un po’ quel che tutti stiamo facendo? È merda. Merda e basta. GIUDICE IMMHOTEP: Signor Celine, si sta avvicinando pericolosamente all’oltraggio alla corte. La avverto. Signor CELINE: Vostro onore, parliamo la lingua di Shakespeare, di Milton, di Melville. Dobbiamo continuare ad assassinarla? Dobbiamo strapparla via dall’ultimo cordone ombelicale con la realtà? Cosa sta succedendo, realmente, in questa stanza? Gli imputati,
il governo degli Stati Uniti e i suoi agenti, vogliono rubare della terra ai miei clienti. Per quanto dobbiamo dibattere che essi non hanno giustizia, diritto, onore in questo caso? Perché non possiamo chiamare una rapina di strada, rapina di strada invece di chiamarla pubblico demanio? Perché non possiamo dire che la merda è merda, invece di chiamarla escrementi? Perché non usiamo mai il linguaggio per trasmettere significato? Perché dobbiamo sempre usarlo per nascondere il significato? Perché non parliamo mai dal cuore? Perché diciamo sempre parole programmate dentro di noi, come robot? GIUDICE IMMHOTEP: Signor Celine, l’avverto di nuovo. Signor FEATHER: E io avverto lei. Il mondo morirà. Le stelle si spegneranno. Se gli uomini e le donne non possono fidarsi delle parole dette, la terra si spaccherà come una zucca marcia. Signor KHARIS: Chiedo una pausa. Le parti lese e la loro difesa sono entrambe in uno stato emotivo che non consente loro di continuare in questo momento. Signor CELINE: Avete anche le armi. Avete uomini con armi e manganelli, che si chiamano poliziotti e mi pesteranno se non taccio. In cosa siete diversi da una qualsiasi altra gang di banditi, allora, se non nell’usare un linguaggio che nasconde quel che fate. L’unica differenza è che i banditi sono più onesti. Questa è l’unica differenza. L’unica differenza. GIUDICE IMMHOTEP: Agente, trattenga l’avvocato. Signor CELINE: State rubando quel che non è vostro. Perché non dite pane al pane per un momento? Perché? GIUDICE IMMHOTEP: Lo tenga e basta, agente. Non usi forza eccessiva. Signor Celine, vorrei perdonarla, considerando che siete ovviamente estremamente coinvolto emotivamente con i vostri clienti. D’altronde, tale clemenza da parte mia, incoraggerebbe altri avvocati a credere di poter seguire il vostro esempio. Non ho altra scelta. Vi dichiaro colpevole di oltraggio alla corte. La sentenza sarà letta quando la corte si riunirà di nuovo dopo una pausa di quindici minuti. Potrà parlare allora, ma solo su qualsiasi circostanza attenuante che possa alleggerire il grado della sentenza. Non sentirò il governo degli Stati Uniti venire chiamato gang di nuovo. È tutto. Signor CELINE: Rubate la terra e non volete essere chiamati banditi. Ordinate a uomini armati di pistole e manganelli di tenerci, e non volete essere chiamati una gang. Non agite dal cuore, da dove agite? Cosa vi motiva, in nome di Dio? GIUDICE IMMHOTEP: Lo arresti, agente. Signor CELINE: (indistinguibile) GIUDICE IMMHOTEP: Pausa di quindici minuti. CANCELLIERE: Tutti in piedi.
PROGETTO ILLUMINATI: MEMO N. 19 9/8 J.M.: Vorrei che tu mi spiegassi come il tuo interesse per i numeri 5 e 23 si innesta con questo progetto Illuminati. Questo è quanto sono riuscita sinora a scoprire sul mistero dei numeri, e spero che lo troverai chiarificatore. Viene da un libro di paradossi logici e matematici: Come torturare la vostra mente, edito da Ralph L. Woods, Funk & Wagnalls, N.Y. 1969, pag. 128. 2 e 3 sono pari e dispari; 2 e 3 fanno 5;
perciò 5 è insieme pari e dispari. Il dannato libro, apparentemente, non dà soluzione ai paradossi. Ho sentito subito l’errore in quello sopra, ma mi ci sono volute ore (e un mal di testa) prima di poterlo mettere giù in parole precise. Spero che questo ti serva. In ogni modo, per me, è stato un sollievo dalla roba davvero paurosa che ho dovuto scovarti ultimamente. Pat C’erano altri due memo nella scatola, su carta diversa e scritti da macchine differenti. Il primo era breve: 4 aprile DIPARTIMENTO RICERCHE Sono seriamente preoccupato per l’assenza di Pat dall’ufficio e dal fatto che non risponde al telefono quando la chiamiamo. Potreste mandare (i qualcuno all’appartamento per parlare col padrone di casa e cercare di capire cos’è accaduto? Joe Malik, editore L’ultimo memo era il più vecchio del mucchio e già ingiallito ai margini. Diceva: Caro signor “Mallory”: Le informazioni e i libri che ci avete richiesto sono incluse, in maniera estesa. Nel caso avesse fretta, questo è un breve riassunto. 1. Billy Graham era in Australia, per conferenze pubbliche tutta la scorsa settimana. Non c’è modo che sia potuto arrivare a Chicago. 2. Stregoneria e satanismo esistono entrambi ancora nel mondo moderno. I due sono spesso confusi dagli scrittori cristiani ortodossi, ma degli osservatori obbiettivi sono d’accordo che c’è una differenza. Il satanismo è un’eresia cristiana, l’eresia ultimata, uno potrebbe dire, ma la stregoneria è precristiana in origine e non ha nulla a che vedere con il dio cristiano o con il diavolo cristiano. Le streghe adorano una dea, chiamata Dana o Tana (che probabilmente risale all’Età della pietra). 3. La “Società John Dillinger è morto per te” ha il suo quartier generale a Mad Dog, nel Texas, ma fu fondata a Austin, diversi anni fa. È una specie di scherzo serio ed è affiliata agli Illuminati bavaresi, un altro bizzarro gruppo del campus di Berkeley dell’università della California. Gli Illuminati pretendono d’essere un’associazione di cospiratori che comandano il mondo dietro le quinte. Se sospetta che uno di questi gruppi sia coinvolto in qualcosa di sinistro, è probabilmente caduto in uno dei loro trabocchetti. W.H. “Così questa cosa era già legata a Mad Dog diversi anni fa” disse pensoso Saul. “E Malik stava già assumendo un’identità fittizia, dal momento che la lettera è ovviamente indirizzata a lui. E ho anche incominciato a sospettare, mentre leggevamo questa roba, che gli Illuminati hanno un loro senso dell’umorismo.” “Deducimi un’altra deduzione” disse Barney. “Chi diavolo è questo W.H.?” “La gente se l’è chiesto per trecento anni” disse Saul assente. “Eh?” “Sto fantasticando. I sonetti di Shakespeare sono dedicati a un signor W.H., ma non penso dobbiamo preoccuparci che sia lo stesso. Questo caso è fuori come un balcone, ma non credo davvero sia così fuori.” Aggiunse: “Possiamo essere contenti almeno di una cosa: gli Illuminati non controllano il mondo. Ci stanno solo provando.” Barney si aggrottò, perplesso: “Come ci sei arrivato?”
“Semplice. Allo stesso modo in cui so che non sono un’organizzazione di destra o di sinistra.” “Non siamo tutti geni” disse Barney. “Un passo alla volta, ti dispiace?” “Quante contraddizioni hai notato in quei memo? Io ne ho contate tredici. Anche questa ricercatrice, Pat, se n’è accorta: le prove sono deliberatamente rigirate e ingarbugliate. Tutto, non solo quel diagramma dell’East Village Other’, è un misto di fatti e finzione.” Saul accese la sua pipa e si sistemò nella poltrona (nel 1921, leggendo Arthur Conan Doyle, cominciò a recitare queste scene nella sua immaginazione): “In primo luogo, o gli Illuminati vogliono pubblicità, o non la vogliono. Se controllano tutto, e vogliono pubblicità, sarebbero sui cartelloni pubblicitari più spesso della Coca-Cola e in TV più di Lucilie Ball. 160 D’altro canto, se controllano tutto e non vogliono pubblicità, niente di queste riviste e libri sarebbe sopravvissuto: sarebbero scomparsi dalle biblioteche, librerie e magazzini delle case editrici. Questa ricercatrice, Pat, non li avrebbe mai trovati.” “In secondo luogo, se vuoi reclutare gente in una cospirazione, a parte l’idealismo e quanti altri nobili motivi tu voglia sfruttare in loro, useresti sempre la speranza. Esagereresti la dimensione e la potenza della cospirazione, perché la maggioranza vuole unirsi alla squadra che vince. Perciò tutte le asserzioni a proposito della reale forza degli Illuminati, devono essere considerate a fortiori come sospette, come le statistiche fatte dai candidati prima delle elezioni. Infine, spaventare l ’opposizione paga sempre. Perciò una cospirazione avrà sempre lo stesso comportamento che gli etologi hanno osservato negli animali aggrediti: si gonfierà e cercherà d’apparire più grande. In breve, a reclute vere o potenziali e a nemici attuali o potenziali, verrà data la stessa impressione falsa: che gli Illuminati sono due, o dieci, o cento volte la loro misura reale. Questo è logico, ma il primo punto era empirico - i memo esistono - e perciò logica ed empirismo si confermano a vicenda: gli Illuminati non sono capaci di controllare tutto. E allora? Sono in giro da un mucchio di tempo e sono instancabili come i matematici russi che hanno calcolato p fino al millesimo decimale. La probabilità è, allora, che controllino alcune cose e ne influenzino un casino d’altre. La probabilità aumenta se ripensi ai memo. I due principali rami arabi, gli hashishim e i roshinaya, furono entrambi spazzati via; gli Illuminati italiani furono ‘schiacciati’ nel 1507; l’ordine di Weishaupt fu soppresso dal governo bavarese nel 1785; e così via. Se erano dietro alla Rivoluzione francese, la influenzarono, piuttosto che controllarla, poiché Napoleone disfò tutto quello che i giacobini avevano iniziato. Che abbiano avuto una parte sia nel comunismo sovietico sia nel nazismo tedesco è plausibile, considerando le molte similarità tra i due; ma se li controllavano entrambi, perché si schierarono su fazioni opposte nella Seconda guerra mondiale? E se mandavano avanti sia il Partito federalista, attraverso Washington, sia i Democratici repubblicani, attraverso Jefferson, qual era lo scopo della controrivoluzione di Aaron Burr, della quale pure sono ritenuti essere responsabili? Il quadro che ottengo non è di un grande burattinaio che muova tutti per fili invisibili, ma una qualche specie di polipo con milioni di tentacoli, chiamiamolo millipode, che costantemente getta fuori tentacoli e spesso non ritira indietro che un moncherino insanguinato, gridando sconfitto di nuovo! Ma il millipode è molto attivo e pieno di risorse. Se controllasse il pianeta, potrebbe scegliere di operare allo scoperto o mantenere la segretezza, ma dal momento che non ha ancora l’onnipotenza, deve scegliere di essere quanto più anonimo possibile. Perciò molti dei suoi tentacoli sonderanno le aree della comunicazione e dell’editoria. Vuole sapere quando qualcuno sta indagando o preparandosi a pubblicare un’indagine che Ka già completato. Trovando una persona simile, ha a quel punto due scelte: ucciderla o neutralizzarla. L’assassinio può essere usato in certe emergenze, ma se possibile verrà evitato: non sai mai se una persona del genere ha nascosto copie dei suoi documenti in posti differenti e che non vengano fuori dopo la sua morte. La neutralizzazione è quasi sempre meglio.” Saul si fermò a riaccendere la sua pipa e Muldoon pensò, L’aspetto più irreale delle storie dì Conan Doyle è l’ammirazione di Watson in momenti come questi. Sono irritato, perché mi fa sentire come un fesso per non aver visto tutto da solo. “Continua” disse seccamente, risparmiandosi le proprie deduzioni per quando Saul avesse finito. “La miglior forma di neutralizzazione è il reclutamento, naturalmente. Ma ogni tentativo duro o affrettato di reclutamento viene detto nello slang delle spie, nel business dello spionaggio, ‘calarsi le
braghe’, perché rende più vulnerabili. L’approccio più sicuro è il reclutamento graduale, mascherato da qualcos’altro. Il miglior travestimento, naturalmente, è la pretesa d’aiutare il soggetto nella sua investigazione. Questo apre anche la seconda e preferibile opzione, che lo porta a una caccia alla chimera. Mandarlo a cercare gli Illuminati in organizzazioni che non hanno mai infiltrato. Alimentandolo con sciocchezze come quella roba degli Illuminati che vengono dal pianeta Vulcano o discendono da Eva e il serpente. Meglio ancora, però, è raccontare che lo scopo della cospirazione sia qualcosa di diverso da quello che realmente è, specialmente se la storia che gli dai a bere va d’accordo con i suoi ideali, visto che questo può poi portare al reclutamento. Ora, le fonti che questa Pat ha scoperto sembrano per la maggior parte giungere a una o due conclusioni: gli Illuminati non esistono più o sono virtualmente identici al comunismo russo. La prima la rifiuto perché Malik e Pat sono entrambi scomparsi e due edifici, uno qui a New York e uno giù a Mad Dog, sono stati fatti saltare in aria in una serie indiscutibilmente legata a un’indagine sugli Illuminati. Hai già accettato quello, ma il prossimo passo è altrettanto ovvio. Se gli Illuminati cercano di distorcere qualsiasi pubblicità che non possono evitare, allora dovremmo ricavarne sia che gli Illuminati siano orientati verso il comunismo, sia altrettanto scetticamente, che non esistano affatto. Quindi guardiamo all’ipotesi opposta. Gli Illuminati potrebbero essere un gruppo fascista o di estrema destra? Be’, se le informazioni di Malik erano anche solo parzialmente corrette, pare abbiano una specie di quartier generale speciale o di ufficio centrale a Mad Dog, e quello è territorio del Ku Klux Klan o del Lampo di Dio. Inoltre, qualunque sia la loro storia prima di Adam Weishaupt, paiono aver attraversato una qualche riforma e rivitalizzazione sotto la sua guida: era tedesco e un ex cattolico, proprio come Hitler; una delle sue Logge illuminate sopravvisse abbastanza a lungo da reclutare Hitler nel 1923, secondo un memo che potrebbe essere il più accurato del mucchio per quel che ne sappiamo. Considerando le propensioni del carattere tedesco, Weishaupt avrebbe potuto probabilmente essere un antisemita. La maggior parte degli storici che ho letto sulla Germania nazista sono d’accordo almeno sulla possibilità che ci fosse una ‘dottrina segreta’ che solo il top dei nazisti condividesse tra sé e della quale non avesse messo al corrente il resto del partito. Quella dottrina avrebbe potuto essere illuminismo puro. Prendi i molti punti di contatto tra l’illuminismo e la Libera massoneria, e il manifesto anticattolicesimo del movimento massonico; aggiungi a questo il fatto che gli ex cattolici sono frequentemente amareggiati contro la chiesa, ed entrambi Weishaupt e Hitler erano ex cattolici; otteniamo un’ipotetica dottrina semimistica, antiebraica, anticattolica che avrebbe venduto ugualmente bene in Germania e in alcune regioni dell’America. Infine, mentre solo qualche estremista di sinistra avrebbe potuto voler uccidere i Kennedy e il reverendo King, tutti e tre erano bersagli molto più appetibili per la destra; e i Kennedy sarebbero stati particolarmente aborriti dalla destra anticattolica.” “Un ultimo punto,” disse Saul. “Considera l’orientamento di sinistra di ‘Confrontation’. L’editore, Malik, probabilmente non avrebbe prestato fede alla maggior parte delle fonti citate nei memo, visto che la maggioranza viene da pubblicazioni di destra e che i più sostengono che gli Illuminati sono un complotto di sinistra. La sua più probabile reazione sarebbe stata di smentire questa come un’altra paranoia della destra, a meno che non avesse altre fonti oltre al suo dipartimento ricerche. Nota com’è cauto. Al suo editore associato, Peter Jackson, non dice niente degli Illuminati veri e propri, solo che vuole una nuova indagine degli assassini dell’ultima decade. Il memo in fondo alla pila è così vecchio e ingiallito da far pensare che Malik abbia ricevuto il suo primo indizio diversi anni fa, ma non agì. Pat gli chiede perché stessero nascondendo tutto questo al reporter, George Dorn. Infine, scompare. Stava ricevendo informazioni da qualche altro posto che rivelavano un piano credibile e realmente temibile. E sarebbe probabilmente stato un piano fascista, anticattolico, antiebreo e antinero.” Muldoon sorrise. Per una volta non devo giocare a Watson, pensò. “Che figata!” disse. “Non smetti mai di sorprendermi, Saul. Daresti un’occhiata a questo, però, e mi dici come s’incastra?” Gli passò un pezzo di carta. “L’ho trovato in un libro sul comodino di Malik.” Il foglietto era un biglietto scarabocchiato nella solita calligrafia delle note occasionali al fondo dei memo di Pat.
Presidente Garfield, ucciso da Charles Guiteau, cattolico romano. Presidente McKinley, ucciso da Leon Czolgosz, cattolico romano. Presidente Theodore Roosevelt, tentato assassinio da parte di John Shrank, cattolico romano. Presidente Franklin Roosevelt, tentato assassinio da parte di Giuseppe Zangara, cattolico romano. Presidente Harry Truman, tentato assassinio da parte di Griselio Torresola e Oscar Collazo, due cattolici romani. Presidente Woodrow Wilson, morte alquanto misteriosa, mentre era assistito da una suora cattolica romana. Presidente Warren Harding, un’altra morte misteriosa (una voce: fu suicidato; pure assistito da una suora cattolica romana). Presidente John Kennedy, assassinio inadeguatamente spiegato. Capo della Cia al tempo era John McCone, un cattolico romano, che aiutò a scrivere l’inconcludente e contraddittorio Rapporto Warren. (Parlamento, 1 marzo 1964. Cinque parlamentari feriti da Lebron-Miranda-CoderoRodriguez. Tutti cattolici romani.) Quando Saul alzò gli occhi, Barney disse tranquillo, “L’ho trovato in un libro, come ho detto. Il libro era ha Responsabilità di Roma nell’Assassinio di Abraham Lincoln del generale Thomas M. Harris. Harris indica che John Wilkes Booth, la famiglia Suratt e tutti gli altri cospiratori erano cattolici e afferma che agissero agli ordini dei gesuiti.” Barney fece una pausa per gustare l’espressione di Saul e continuò: “Sembra che, usando il tuo principio che la maggior parte dei memo siano pieni di false piste, potremmo mettere in discussione l’idea che gli Illuminati usino i massoni come copertura per raccogliere reclute. Avrebbero probabilmente bisogno di una qualche organizzazione similare, però: una che esista in tutto il mondo, abbia riti misteriosi e segreti, ordini interni per i quali pochi prescelti vengono selezionati e una struttura autoritaria piramidale che obblighi tutti a prendere comandi dall’alto, sia che li comprendano o no. Una tale organizzazione è la chiesa cattolica romana.” Saul tirò su la pipa dal pavimento. Non pareva ricordarsi d’averla lasciata cadere. “Tocca a me dire ‘Che figata!’“, mormorò finalmente. “Smetterai d’andare a messa la domenica? Ci credi davvero?” Muldoon rise. “Dopo vent’anni” disse, “finalmente ce l’ho fatta. Sono arrivato davanti a te, Saul. Eri faccia a faccia con la verità, occhio a occhio, naso a naso, bocca a bocca, ma eri così vicino che ti si sono incrociati gli occhi e l’hai vista al contrario. No, non è la chiesa cattolica. Hai indovinato nel dire che era anticattolica, come pure antiebrea e antineri. Ma è all’interno della chiesa cattolica e c’è sempre stata. Infatti, gli sforzi della chiesa per sradicarla hanno dato a santa madre Roma una sfortunatissima reputazione di paranoia e isteria. I suoi agenti fanno uno sforzo speciale per entrare nel clero, per ottenere oggetti sacri da usare nei loro bizzarri riti. Cercano anche di salire più in alto che possono nella gerarchia, per distruggerla dall’interno. Molte volte hanno reclutato e corrotto intere parrocchie, interi ordini del clero, anche intere province. Probabilmente arrivarono a Weishaupt quand’era ancora gesuita, hanno infiltrato quell’ordine diverse volte nella storia e i domenicani anche di più. Se colti in atti criminali, si accertano che la loro copertura cattolica e non la loro vera fede venga resa pubblica, come in questa lista di assassini. Il loro Dio viene chiamato il portatore di luce ed è probabilmente da lì che viene la parola ‘illuminazione’. E Malik chiese di loro molto tempo fa, e gli fu detto, correttamente, da questo W.H., che esistono ancora. Sto parlando dei satanisti, naturalmente.” “Naturalmente,” ripetè Saul, “naturalmente. Quel pentagono che continua ad apparire è il centro del pentacolo per invocare il diavolo. Il fascismo è solo la loro facciata politica. Di base, sono una teologia - o un antiteologia, immagino. Ma, allora, quale diavolo, in senso letterale, è il loro
obbiettivo ultimo?” “Non me lo chiedere” si strinse Barney. “Posso seguire mio fratello quando parla della storia del satanismo, ma non quando prova a spiegare le sue motivazioni. Usa termini tecnici teologici circa ‘l’immanenza dell’eschaton’, ma tutto quello che posso capire è che ha a che fare con il provocare la fine del mondo.” Saul diventò color cenere. “Barney” gridò, “mio Dio. Fernando Pool” “Ma non l’avevano risolta...” “Proprio “Proprio così. La loro tecnica usuale della copertura. copertura. La minaccia reale viene da qualche altra parte e lo vogliono vogliono fare davvero questa questa volta.” Muldoon scosse la testa. “Ma devono essere pazzi!” “Tutti sono pazzi,” disse Saul, pazientemente, “se non capisci i loro motivi”. Tirò su la sua cravatta “Immagina d’arrivare in un disco volante da Marte, o da Vulcano, come gli Illuminati, secondo una delle nostre cosiddette fonti bene informate. Mi vedi alzarmi stamani e senza un motivo chiaro avvolgermi questo panno intorno al collo, nonostante il caldo. Che spiegazione puoi trovare? Sono feticista, un matto, in altre parole. La maggior parte del comportamento umano è così, non orientato alla sopravvivenza, ma da un qualche sistema simbolico nel quale la gente crede. Capelli lunghi, capelli corti, pesce di venerdì, niente maiale, in piedi quando entra il giudice: tutti simboli, simboli, simboli. Certo, gli Illuminati sono pazzi, dal nostro punto nostro punto di vista Dal loro punto loro punto di vista, siamo noi i pazzi. Se possiamo trovare quello in cui credono, ciò che i loro simboli significano per loro, capiremo perché vogliono uccidere la maggior parte di noi o tutti noi Barney, chiama tuo fratello Fallo uscire dal letto. Voglio sapere di più sul satanismo.” (“Diavolo! (“Diavolo!”” urlò il presiden presidente, te, il 27 marzo. marzo. “Guerra “Guerra nucleare nucleare per un posto insignifica insignificante nte come Fernando Poo? Dovete essere matti. Il popolo americano è stanco del nostro esercito che deve fare da poliziotto al resto del mondo. Che la Guinea equatoriale peschi le proprie noci dalle acque tempestose, o com’è quell’espressione...” quell’espressione...” “Aspetti,” disse il capo della Cia, “lasci che le mostri queste foto aeree...”) Nel mentre, al Watergate, G. Gordon Liddy punta con con cura la sua pistola e spara via il lampione: nella memoria, è in un vecchio castello, a Millbrook, New York, che cerca a più non posso donne nude e non ne trova. Accanto a lui il professor Timothy Leary sta dicendo con irritante serenità: “Ma la scienza è lo sballo più estatico che c’è. L’intelligenza della galassia è rivelata in ogni atomo, ognii gen ogn gene, e, ogn ognii cellu cellula. la.”” Lo riprenderemo, pensa Liddy selvaggiamente, selvaggiamente, dovessimo dovessimo anch anchee assassinare l’intero governo svizzero. Quell’uomo non rimarrà libero. Accanto a lui, Bernard Barker si agita nervosamente mentre in tempo angolare retto, un futuro presidente trasforma gli idraulici in pulitori di fogne: 161 ma ora, dentro al Watergate, la spia degli Illuminati non viene notata da quelli che impiantano la spia CREEP, 162 sebbene entrambe vennero successivamente trovate dai tecnici che installavano la microspia BUGGER. “È la stessa intelligenza che crea infiniti modelli sensati”, continua entusiasticamente il dottor Leary (“Qui, micio-micio”, ripete Hagbard per la centonovesima centonovesima volta). “Il diavolo?” ripetè padre James Augustine Muldoon “Be’, è una storia molto complicata Volete che vada indietro fino allo gnosticismo?” Saul che ascoltava da un’estensione annuì con una vigorosa affermazione. “Vai fin dove devi andare” disse Barney. “È una questione complicata che stiamo cercando di sbrogliare, quaggiù.” “OK, cercherò cercherò di ricordarm ricordarmii che non siete nella nella mia classe di teologia teologia a Fordham Fordham e di tenermi più breve che posso.” La voce del prete svanì, poi ritornò, r itornò, probabilmente stava girando il telefono mentre usciva dal letto e si sistemava in una poltrona, immaginò Saul. “Ci furono molti approcci allo gnosticismo,” continuò la voce in un momento, “tutti centrati sulla gnosis, sulla gnosis, l’esperienza diretta di Dio, distinta così dalla pura conoscenza di Dio. La ricerca della gnosis, o illuminazione come veniva chiamata qualche volta, prese molte strane forme, alcune probabilmente simili a yoga orientali e altre che usavano le stesse droghe che i ribelli moderni hanno riscoperto contro il lento sentiero della religione ortodossa. Naturalmente, con una tale
varietà di sentieri alla gnosi, piloti gnosi, piloti diversi attraccavano a porti diversi, ciascuno insistendo di aver trovato la vera Nuova Gerusalemme. I mistici sono tutti un po’ toccati nella testa, comunque” aggiunse cinicamente il prete, “ questo spiega perché la chiesa li rinchiuda tutti in manicomi ed eufem eufemist istica icamen mente te chiam chiamii que queste ste istitu istituzio zioni ni monast monasteri eri.. Ma divag divago. o. Que Quello llo che vi intere interessa ssa,, supp suppon ongo go,, è il cainismo e il mani manich chei eism smo. o. Il prim primoo cons consid ider eraa Cain Cainoo com come una una figu figura ra particolarmente santa poiché fu il primo assassino. Devi essere tu stesso un mistico per comprendere questo tipo di logica. L’idea era che, portando l’omicidio nel mondo, Caino creò un’opportunità per la gente di rinunciarvi. Ma poi, altri cainisti andarono oltre - il paradosso pare sempre sempre creare creare altri altri parado paradossi ssi e l’eresi l’eresiaa crea crea sempre sempre altra altra eresia eresia - e finiro finirono no per per glorifi glorifica care re l’omicidio, assieme a tutti gli altri peccati. Il credo era che dovevi commettere ogni possibile peccato, solo per darti una possibilità di vincere una redenzione veramente difficile dopo il pentimento. E dava anche a Dio una possibilità d’essere specialmente generoso quando ti perdonava. Idee simili saltarono fuori nel buddhismo tantrico all’incirca nel solito periodo, ed è un grande mistero storico quale gruppo di lunatici, occidentali o orientali, stesse influenzando l’altro. Vi aiuta questo, finora?” “Un po’“ disse Barney. “E a prop propos osit itoo di ques questa ta gnos gnosi, i,”” chie chiese se Saul Saul “la “la posi posizi zion onee teol teolog ogic icaa orto ortodo doss ssaa è che che le illuminazioni o visioni arrivassero in realtà dal diavolo e non da Dio?” “Sì. È qui che il manicheismo entra in campo” disse padre Muldoon. “I manichei fecero esattamente la stessa accusa contro la chiesa ortodossa. Secondo il loro modo di vedere, il dio della cristianità ortodossa e del giudaismo ortodosso era il demonio. Il dio che contattavano durante i loro strani riti era il vero dio. Questo, naturalmente, è ancor oggi l’insegnamento l’insegnamento dei satanisti.” “E,” chiese Saul, iniziando a intuire quale sarebbe stata la risposta r isposta “tutto questo cos’ha a che fare con l’energia atomica?” “Con l’energia atomica? Nulla... almeno, nulla che riesca r iesca a vedere...” “Perché Satana è chiamato il portatore di luce?” affondò Saul, convinto d’essere sulla buona strada. “I manichei rigettano l’universo fisico” disse lentamente il prete. “Dicono che il vero dio, il loro dio, non si abbasserebbe mai a rimestare con la materia. Il dio che creò il mondo, il nostro dio, Jehovah, lo chiamano panurgia, che ha i connotati di una specie di cieca, stupida forza brutale piuttosto che quelli di una creatura veramente intelligente. Il reame nel quale il loro dio vive è puro spirito di pura luce. Di qui è chiamato il portatore di luce, e questo universo viene sempre chiamato il regno dell’oscurità. Ma non conoscevano l’energia nucleare a quei tempi, o no?” L’ultima frase era cominciata come affermazione ed era terminata in domanda. “È quel che mi domando”, disse Saul. “L’energia atomica rilascia un mucchio di luce, non è così? E certo immanentizzerebbe l’eschaton se abbastanza energia nucleare fosse liberata assieme, o no?” “Fernando Pool” esclamò il prete. “È collegata con Fernando Poo?” “Sto cominciando a pensare di sì” disse Saul. “Sto anche iniziando a pensare che siamo stati in un solo posto per un sacco di tempo usando un telefono che è quasi certamente sotto controllo. Sarà meglio che ci muoviamo. Grazie, padre.” “Di nulla, anche se son sicuro di non sapere a cosa vi riferite”, disse il prete. “Se pensate che i satan satanist istii con contro trollin llinoo il gov govern ernoo deg degli li Stati Stati Uniti, Uniti, alcuni alcuni preti preti sarebb sarebbero ero d’accord d’accordoo con voi, voi, specialmente i fratelli Berrigan, ma non vedo come questa possa essere una questione per la polizia. Adesso il dipartimento di polizia di New York ha anche un ufficio della Santa inquisizione?” “Lascialo perdere,” disse piano Barney “è molto cinico rispetto al dogma, come la maggior parte del clero di questi tempi”. “Ti ho sentito,” disse il prete. “Posso essere cinico, ma non penso che il satanismo sia roba da scherzarci sopra. E la teoria del tuo amico è molto plausibile. Dopo tutto, il motivo del satanista per infilt infiltrar raree la chies chiesa, a, ai vecch vecchii tempi, tempi, era nel far cader caderee in disgra disgrazia zia l’istituz l’istituzion ionee con consid sidera erata ta rappresentare Dio in terra. Adesso che il governo degli Stati Uniti ha la stessa pretesa, be’, può
essere uno scherzo o un paradosso da parte mia, ma è anche la maniera in cui funziona la loro mente. Sono un cinico di professione, un teologo deve esserlo di questi tempi, se non vuole apparire come uno sciocco totale ai giovani con le loro menti scettiche, ma sono ortodosso, anzi proprio reazionario, per quanto riguarda l’inquisizione. Ho letto tutti gli storici razionalisti, naturalmente, e c’era certamente certamente un elemento elemento d’isteria nella chiesa chiesa a quei tempi, ma lo stesso, il satanism satanismoo non è meno terrorizzante del cancro o della peste. È totalmente nemico della vita umana, e di fatto, di tutta la vita. La chiesa ha buone ragioni per temerlo. Proprio come le persone che sono vecchie abbastanza hanno buoni motivi di panico a ogni suggestione di un revival dell’hitlerismo.” Saul pensò alle frasi criptiche e evasive di Eliphas Levi: “la mostruosa gnosis di Manes... il culto del fuoco materiale...” e quasi dieci anni prima gli hippy si radunarono al Pentagono attaccando fiori sui fucili della MP scandendo: “Fuori, demonio, fuori!”... Hiroshima... la luce bianca del vuoto... “Aspetti” disse Saul. “Sono più che semplici idee sull’uccidere? Uccidere, non è un’esperienza mistica per i satanisti?” “Naturalmente” replicò il prete. “Tutto il punto sta lì: vogliono gnosi, esperienza personale, non dogma, che è la parola di qualcun altro. I razionalisti attaccano sempre il dogma come causa del fanati fanatismo smo,, ma i peg peggio giori ri fanati fanatici ci nasco nascono no dalla dalla gno gnosi. si. Gli psico psicolog logii moder moderni ni stanno stanno app appena ena iniziando a comprenderne una parte. Sa che le persone, in sessioni esplosive di terapia di gruppo, parlano di improvvisi scoppi di energia che attraversano l’intero gruppo allo stesso momento? Uno può ottenere lo stesso effetto con danze e tamburi; questa è quella che viene definita una religione ‘primitiva’. Oggigiorno, usi droghe e sei un hippy. Lo fai col sesso e sei una strega, o uno dei Cavalieri templari. La partecipazione di massa in un sacrificio animale ha lo stesso effetto. Il sacrifici sacrificioo umano umano è stato usato usato da molte religioni, religioni, compreso compreso il culto azteco azteco di cui tutti hann hannoo sentito parlare, così come il satanismo. Gli psicologi moderni dicono che la forza liberata è l’energia libidica freudiana. I mistici la chiamano prajna chiamano prajna o luce astrale. Sia quel che sia, il sacrificio umano pare rilasciarne più che il sesso, le droghe, o la danza e l’uso dei tamburi od ogni altro metodo meno violento, e un sacrificio umano di massa ne scatena una tonnellata. Capite adesso perché temo il satanismo satanismo e quasi giustifico l’inquisizione?” “Sì,” disse Saul assente, “e sto cominciando a condividere il vostro timore”... una canzone che odiava stava battendo dentro al suo cranio: Wenn das Judenblut vom Messer spritz... Realizzò che stava tenendo il telefono e vedendo scene di quarant’anni prima in un altro paese. Si costrinse di nuovo all’attenzione, mentre Muldoon ringraziava di nuovo suo fratello, e riattaccò la cornetta. Saul alzò gli occhi e i due detective si scambiarono sguardi sguardi di mutuo timore. Dopo una lunga pausa, Muldoon disse: “Non possiamo fidarci di nessuno in questa situazione. Possiamo a malapena fidarci l’uno dell’altro.” Prima che Saul potesse rispondere, suonò il telefono. Era Danny Pricefixer dal quartier generale. “Cattive “Cattive notizie. C’era solo una ragazza ragazza alle ricerche ricerche di ‘Confronta ‘Confrontation’ tion’ chiamata chiamata Pat. Patricia Walsh, per essere esatti, e...” “Lo so,” disse Saul stancamente “è scomparsa anche lei”. “Che farete adesso? L’Fbi sta ancora facendo casino chiedendo di sapere dove siete, e il capo sta avendo le coliche, il delirium tremens e l’epilessia.” “Digli,” esclamò Saul succinto “che siamo scomparsi”. Appese con cura e iniziò a infilare i memo nella scatola. “E ora?” chiese Muldoon. “Andiamo sottoterra. E restiamo attaccati a questa storia finché la risolviamo o ci ammazza.” “Quanto è lungo questo figlio di puttana?” chiese George, indicando il Danubio, sei piani più in basso. Lui e Stella erano nella loro stanza stanza al Donau Hotel. “Non mi crederai” replicò Stella, sorridente. “È esattamente millesettecentosettantasei miglia di lunghezza. Uno-sette-sette-sei, George.” “La stessa data in cui Weishaupt ridiede vita agli Illuminati?” “Esattamente” sorrise Stella. “Continuiamo a dirtelo. La sincronicità è universale quanto la
gravità. Quando inizi a cercare la trovi dappertutto.”) “Ecco i soldi” disse generosamente Naso-a-banana Maldonado aprendo una valigetta piena di banconote nuove di zecca. (Adesso è il 23 novembre 1963: si incontravano su di una panchina vicino all’Ago di Cleopatra a Central Park: il giovane è nervoso, però...) “Voglio dirti che... il mio superiore... è molto contento. Questo farà certamente diminuire il potere di Bobby al dipartimento di giustizia e fermerà un mucchio di indagini noiose.” L’uomo più giovane, Ben Volpe, inghiotte. “Guardi, Signor Maldonado, c’è qualcosa che devo dirle. Lo so com’è... la Fratellanza... quando qualcuno combina un casino e lo nasconde.” “Non hai fatto casini” dice Naso-a-banana, sorpreso. “Anzi, hai avuto una fortuna straordinaria. Quel deficiente di Oswald friggerà per questa storia. È arrivato proprio al momento giusto. È stata una vera fortuna... 163 Gesù Maria e Giuseppe!” Naso-a-banana si tira su dritto a sedere mentre il pensiero lo colpisce. “Vuoi dire... vuoi dire... È stato davvero Oswald? Ha sparato prima di te?” “No, no” Volpe ha un tono umile. “Mi lasci spiegare nel modo più chiaro possibile. Sono lassù in cima al palazzo del registro della contea di Dallas, come avevamo deciso. Il corteo gira su Elm Street e si dirige verso il sottopasso. Uso il teleobbietivo, girando tutto il fucile alla rovescia per guardarci meglio dentro, giusto per fare un ultimo controllo e vedere se ho tutti i federali e le loro posizioni. Quando arrivo di fronte al deposito dei libri scolastici, incontro un fucile. Era Oswald immagino. Poi controllo la collinetta erbosa e, maledizione, c’è un’altro tizio con un fucile. Sono diventato un sasso. Non riuscivo a capire. Mentre sono in questo stato, uno zombi, un cane abbaia e proprio allora, il tipo sulla collinetta erbosa, calmo e tranquillo come se fosse al tiro a segno, ne infila tre proprio nella macchina. Ecco tutto”, Volpe termina con un tono ancora più umile. “Non posso prendere i soldi. La... Fratellanza... mi farebbe il culo se scoprisse la verità.” Maldonado sedette silenzioso strusciando il famoso naso, come faceva quando prendeva una decisione difficile. “Sei un bravo ragazzo, Bennie. Ti do il dieci per cento dei soldi, giusto perché sei stato onesto. Abbiamo bisogno di altri giovani onesti come te nella Fratellanza.” Volpe ingoiò di nuovo, e disse: “C’è un’altra cosa che dovrei dirvi. Sono andato giù alla collinetta erbosa, dopo che gli sbirri sono corsi da lì al deposito dei libri scolastici. Ho pensato che avrei potuto trovare il tipo che aveva sparato ancora lì intorno, e dirle com’era fatto. Se n’era già andato da un pezzo, però. Ma ecco cosa c’è di strano. Ho incontrato un altro tizio, che stava sgattaiolando giù dal triplo sottopasso. Uno lungo, magro, coi dentoni, mi sembrava un pitone o un altro serpente. Mi guarda, me e l’ombrello, capisce cosa c’è dentro. La bocca gli casca aperta. “Gesù Cristo e quel bastardo di suo fratello nero Harry” dice, “quante cazzo di persone ci vogliono per ammazzare un presidente, di questi tempi?” (“E gli stanno insegnando anche le perversioni” Smiling Jim stava costruendo il suo climax. “L’omosessualità e il lesbismo vengono insegnati nelle nostre scuole e noi paghiamo con le nostre tasse. Ora, è comunismo o no, questo?”) “Benvenuto al Playboy Club” disse la meravigliosa bionda. “Sono la vostra coniglietta, Virgin.” Saul prese posto al buio, domandandosi se aveva udito correttamente. Virgin era uno strano nome per una coniglietta; forse aveva detto Virginia. “Sì, Virginia, Babbo Natale esiste.” “Come desidera la sua bistecca, signore?” stava chiedendo la coniglietta. Un paletto attraverso il cuore per un vampiro. “Mediamente cotta”, disse Saul domandandosi perché la sua mente stesse vagando in tali strani direzioni. (“Strane erezioni”, disse qualcuno nel buio vicino, o era una eco distorta della sua voce?) “Mediamente cotta” ripetè la coniglietta, apparentemente parlando al muro. Un muro medio, 164 pensò Saul. Immediatamente, il muro s’aprì e Saul si trovò a guardare dentro una combinazione di cucina e macelleria. C’era un bue a nemmeno un metro e mezzo da lui, ma prima che potesse riaversi da questo shock, una figura maschile, spogliata fino alla cintola e con un cappuccio da boia medievale, catturò la sua attenzione. Con un colpo di un enorme martello, questa figura fece svenire il bue che
cadde sul pavimento con uno schianto. Subito dopo, il boia tirò fuori un’ascia e gli tagliò la testa; il sangue colò dal collo in una pozza cremisi. Il muro si chiuse e Saul ebbe la terrificante sensazione che tutta la scena fosse stata un’allucinazione e che stesse diventando pazzo. “Il piatto del giorno è educativo”, disse la coniglietta, all’orecchio. “Crediamo che ogni cliente debba capire completamente cosa c’è in cima alla sua forchetta e come c’è arrivato, prima di dargli un morso. “Buon Dio” disse Saul, alzandosi in piedi. Questo non era un club di “Playboy”, era un covo di suonati e di sadici. Barcollò verso la porta. “Tutto chiuso” disse piano un uomo a un altro tavolo mentre passava. “Saul, Saul” mormorò educatamente il maitre d’, “perché mi perseguiti? Hab’rockmunas”. “È una droga,” bofonchiò Saul, “mi avete dato una droga.” Certo, era così, qualcosa tipo mescalina o Lsd, e stavano guidando le sue reazioni, procurandogli gli stimoli giusti. Forse stavano addirittura interpretando come attori alcune delle sue allucinazioni. Ma come era caduto nelle loro mani? L’ultima cosa che ricordava era d’essere nell’appartamento di Joe Malik con Barney Muldoon... No, c’era una voce che diceva: “Adesso, sorella Vittoria”, mentre uscivano dalla porta su Riverside Drive... “Nessun uomo dovrebbe sposare una donna di trent’anni più giovane di lui” disse tristemente il maitre d’. Come facevano a saperlo? Avevano indagato la sua intera vita? Per quanto l’avevano tenuto? “Me ne vado da qui” urlò, spingendo da parte il maitre d’ e schizzando verso la porta. Alcune mani lo agguantarono e mancarono la presa (non ci stavano provando veramente, realizzò: gli era stato permesso di raggiungere la porta). Quando affondò attraverso il corridoio, capì il perché: non era per strada, ma in un’altra stanza. Questa era la prova successiva. Un rettangolo di luce apparve sul muro; da qualche parte nel buio c’era un proiettore. Una scritta, come una didascalia di un vecchio film muto, apparve sullo schermo, diceva:
A TUTTE LE EBREE PIACE SCOPARSI I NEGRI “Figli di puttana” urlò Saul verso di loro. Stavano ancora lavorando sui suoi sentimenti verso Rebecca. Be’, non sarebbero arrivati da nessuna parte: aveva ampie ragioni per fidarsi della devozione di lei, specialmente quella sessuale. La scritta uscì dallo schermo, e al suo posto apparve un’immagine. Era di Rebecca, inginocchiata, nella sua camicia da notte. Davanti a lei, in piedi, c’era un nero nodo ed enorme, uno e novantacinque almeno, con un pene egualmente impressionante che lei teneva sensuosamente in bocca. Gli occhi di lei erano chiusi dal piacere, come un bambino che allattasse. “Bastardi,” urlò Saul, “è finto. Non è Rebecca, è un’attrice truccata. Vi siete dimenticati il neo sull’anca”. Potevano drogare i suoi sensi, ma non la sua mente. Ci fu una risata malvagia nell’oscurità. “Prova questa, Saul.” Apparve una nuova immagine: Adolf Hitler, completamente in uniforme, e una Rebecca nuda che gli si accostava da dietro prendendo il suo pene nel retto. Il viso di lei, mostrava sia dolore sia piacere e il neo sull’anca era visibile. Un altro falso. Rebecca era nata anni dopo che Hitler era morto. Ma non potevano aver prodotto la diapositiva nei trenta secondi dopo il suo urlo, e questo significava che conoscevano il corpo di lei intimamente... E sapevano anche quanto scettica e veloce fosse la sua mente ed erano pronti ad amministrare una serie di scariche, finché qualcosa non fosse andato oltre la sua capacità di dubitare. “Nessun commento?” chiese la voce, sfottente. “Non credo che un uomo morto trent’anni fa si scoperebbe una qualsiasi donna, oggi”, disse Saul seccamente. “I vostri sono trucchi da due soldi.” “A volte, con i volgari, dobbiamo comunicare volgarmente”, replicò la voce ed era quasi gentile e pietosa questa volta.
Una nuova foto apparve e, questa volta, senza dubbio, era Rebecca. Ma era Rebecca tre anni prima, quando l’aveva appena incontrata. Era seduta a un tavolino in un appartamento economico dell’East Village, aveva l’aspetto emaciato e commiserevole che lui ricordava di quei giorni, e si stava preparando a iniettare un ago nel braccio. Era la verità, ma il terrore stava nelle implicazioni: loro lo avevano controllato sin da allora. Forse - era difficile datare la foto esattamente, sebbene si ricordasse l’appartamento di lei in quei giorni - sapevano anche che si sarebbe innamorato di lei prima che lui stesso lo sapesse. No; più probabilmente, un amico di lei di quei tempi aveva fatto la foto e loro ne erano venuti in qualche modo in possesso, quando avevano iniziato a interessarsi a lui. Le loro risorse devono essere fantastiche. Un nuova scritta arrivò sullo schermo:
TOSSICO UNA VOLTA, TOSSICO PER SEMPRE Una nuova foto seguì rapidamente: Rebecca, com’era oggi, seduta nella sua cucina, con le nuove tendine che avevano appeso solo la settimana scorsa, che si iniettava di nuovo un ago nel braccio. “Siete voi i volgari, o possenti Illuminati” disse Saul, caustico. “Avrei notato le piste sul braccio, se si bucasse di nuovo.” La risposta fu non verbale: la foto di Rebecca e del gigante nero ritornò sullo schermo e fu immediatamente seguita da un primo piano del viso, occhi chiusi, bocca aperta a ricevere il pene. Era perfettamente a fuoco, il lavoro di un artista con la camera e non riusciva a vedere segni di trucco che avrebbero potuto aiutare un’altra donna a spacciarsi per Rebecca. Si appese al ricordo che il neo sull’anca mancava, ma, perversamente, la sua mente assaggiò finalmente l’altra possibilità: il trucco può cambiare un viso, e può anche nascondere un neo... Se volevano che usasse il suo scetticismo così da poterlo gradualmente distruggere e nel corso del procedimento minare il resto della sua psiche... Un’altra scritta giunse sullo schermo:
CHE POSSIAMO CHIAMARE QUESTE DELICATE CREATURE NOSTRE MA NON I LORO APPETITI Saul ricordava, fin troppo bene, la passione di Rebecca a letto. “Shakespeare” disse rocamente. “Far pubblicità alla vostra erudizione in un momento come questo è peggio della volgarità. È pretenziosità piccolo-borghese.” La risposta fu brutale: un’intera serie di diapositive, forse venti o trenta in tutto, caddero a cascata attraverso lo schermo in tale rapida successione da non poterle esaminare con attenzione, eccetto che il personaggio centrale era Rebecca, sempre Rebecca, Rebecca con il gigante nero in altre posizioni sessuali, Rebecca con un’altra donna, Rebecca con Spiro Agnew, 165 Rebecca con un ragazzino di sette anni, Rebecca, Rebecca in un continuo crescendo di perversione e abnormalità, Rebecca con un san bernardo, e un’onda sinusoidale color menta, parte della droga che stava ancora lavorando su di lui, che tagliava attraverso la scena... “Il vero sadico ha stile” disse senza fiato Saul, lottando per controllare la sua voce. “Voialtri siete malvagi e spaventosi quanto un B-movie fatto male.” Ci fu un suono meccanico di avvolgimento, e un film cominciò al posto delle diapositive. Era Rebecca col san bernardo, con molte zoomate, e le sue espressioni erano quelle che conosceva. Poteva un’attrice ritrarre lo stile individuale di risposta sessuale di un’altra donna? Sì; se necessario questa gente avrebbe usato l’ipnosi per ottenere un risultato perfetto. Il film si fermò d’improvviso, e il proiettore ebbe un altro messaggio per lui, trattenuto sullo schermo per minuti:
SOLO IL PAZZO È ASSOLUTAMENTE SICURO
Quando realizzò che non ci sarebbe stato ulteriore progresso, finché non avesse parlato, Saul disse freddamente: “Molto divertente. Dove vado a collassare in una matassa di nevrosi?” Non ci fu risposta. Nessun suono. Non successe nulla. Vide a metà un reticolo di pentagoni rossi, ma quella era la droga e aiutava a identificarla, poiché i modelli geometrici erano caratteristici dell’esperienza della mescalina. Mentre ci pensava, le onde color menta apparvero davanti ai pentagoni e lo schermo gli diede un nuovo messaggio:
QUANTO È LA DROGA? QUANTO È IL NOSTRO INGANNO? QUANTO È REALE? Improvvisamente, Saul era a Copenhagen, su una barca da crociera, che passava davanti alla sirenetta del porto. Si girò e la guardò. “Questo caso puzza”, 166 disse e, nell’aprire la bocca, un branco di pesciolini nuotò via. “Sono alleva-in-bocca” spiegò. Saul aveva una riproduzione di quella famosa statua a casa sua (il che doveva essere la fonte dell’allucinazione), eppure era stranamente disturbato. Le sue parole scherzose parevano nascondere un significato più profondo del puro riferimento casuale alla bomba di “Confrontation”... qualcosa che risaliva indietro.. attraverso tutta la sua vita... e spiegava, in primo luogo, perché avesse acquistato la statua. Sto per avere una di queste famose introspezioni da droga di cui gli hippy parlano sempre, pensò. Ma la sirena si ruppe in pentagoni rossi, arancioni, gialli... E un unicorno gli strizzò l’occhio. “Gente” disse, “quanto sono arrapato!” Quegli schizzi che ho fatto l’altro giorno, pensò Saul... ma lo schermo gli chiese:
IL PENSIERO DI UN UNICORNO È UN PENSIERO REALE? ... e improvvisamente comprese per la prima volta che cosa volessero dire le parole “un pensiero reale”: ciò che Hegel intendeva definendo l’Idea assoluta come pensiero puro che pensi il pensiero puro; ciò che il vescovo Berkeley 167 intendeva negando la realtà del mondo fisico, in apparente contraddizione con tutta l’umana esperienza e il buon senso; ciò che ogni detective tentava segretamente di carpire, sebbene fosse sempre fuori in bella vista; il perché lui era divenuto detective in primo luogo; perché l’universo stesso divenne; perché tutto; e poi lo dimenticò; diede una fuggevole occhiata di nuovo; aveva qualcosa a che fare con l’occhio in cima alla piramide; e perso ancora in visioni di stalloni, unicorni, zebre, sbarre, sbarre, sbarre. Ora tutto il suo campo visuale era allucinatorio... ottagoni, triangoli, piramidi, forme organiche, di embrioni e felci in crescila. La droga stava prendendo il controllo su di lui con più forza. Apparvero alcuni criminali che aveva mandato in prigione, visi tetri, pieni d’odio e lo schermo diceva:
GOODMAN È CATTIVO 168 Rise per non piangere. Avevano toccato il dubbio più profondo circa il suo lavoro, la sua carriera, il lavoro della sua vita, precisamente nel momento in cui la droga stava portandolo là, con quelle facce colpevoli che lo accusavano. Fu come se potessero leggere la sua mente e vedere le sue allucinazioni. No: era stata solo una coincidenza fortuita, perché tra tutti i loro trucchi ce n’era sicuramente uno ricostruibile con l’appropriata esperienza psichedelica.
FINCHÉ C’È UN’ANIMA IN PRIGIONE IO NON SONO LIBERO Saul rise di nuovo, più selvaggiamente, quasi istericamente, e riconobbe più chiaramente di
prima le lacrime che si nascondono dietro una risata. La prigione non riforma nessuno; la mia vita è buttata via; offro alla società un’illusione di sicurezza, non un servizio reale. Peggio ancora, l’ho saputo per anni e ho mentito a me stesso. Il senso di totale fallimento e completa amarezza che piovve su Saul in quel momento era, lo sapeva, non un prodotto, ma solo un’amplificazione dovuta alla droga. Era stato con lui per molto, molto tempo, ma sempre messo a lato, spazzato via dalla sua attenzione posta su qualcos’altro; la droga gli permetteva semplicemente o lo costringeva a guardare verso le sue emozioni, onestamente e totalmente, per alcuni strazianti momenti. Improvvisamente un corridoio s’illuminò alla sua destra e una luce al neon si accese da sopra, dicendo: “Assoluzione e redenzione”. “OK,” disse gelido, “faccio la prossima mossa”. Aprì la porta. La stanza era piccola ma ammobiliata come il bordello più costoso del mondo. Sopra il letto a quattro piazze c’era un’illustrazione di Alice e un fungo con l’etichetta “Mangiami”. E sul letto, spogliata del suo costume di “Playboy”, rosea e meravigliosamente nuda con le gambe aperte in anticipazione, c’era la coniglietta bionda. “Buonasera”, disse parlando rapidamente e fissando gli occhi di lui col suo sguardo. “Sono la tua coniglietta vergine. Ogni uomo desidera una coniglietta vergine, da mangiare a Pasqua per celebrare il miracolo della Resurrezione. Capisce il miracolo della Resurrezione, signore? Sa che nulla è vero e tutto è permesso, e che un uomo che osi spezzare il condizionamento robotico della società e commetta adulterio, muore al momento dell’orgasmo con la sua puttana e si sveglia risuscitato a una nuova vita? Gliel’hanno insegnato quello, alla shule? O le hanno riempito soltanto la testa con un mucchio di stronzate monogame yiddish?” La maggior parte degli ipnotisti parlava lentamente, ma lei otteneva lo stesso effetto parlando rapidamente. “Pensavi di stare per mangiare un animale morto, il che è disgustoso anche se questa società lo accetta come normale, ma invece stai per mangiare una donna desiderabile (e scoparla dopo) che è normale anche se questa pazza società lo ritiene disgustoso. Sei uno degli Illuminati, Saul, ma non l’hai mai saputo. Stanotte stai per imparare. Stai per trovare il tuo vero io, come era prima che tuo padre e tua madre ti concepissero. E non sto parlando di reincarnazione. Sto parlando di qualcosa di molto più meraviglioso.” Saul trovò un filo di voce: “La vostra offerta è apprezzata, ma declinata”, disse. “Francamente, trovo il vostro misticismo di cattivo gusto, è più infantile del vostro vegetarianesimo sentimentale e della vostra rozza lascivia. Il problema degli Illuminati è che non hanno idea del vero dramma e nemmeno un po’ di acume.” Gli occhi di lei si allargarono mentre parlava, ma non era sorpresa dalla sua resistenza: o era realmente allarmata e dispiaciuta per lui, oppure era una grande attrice. “Peccato” disse tristemente. “Ha rifiutato il paradiso, e così deve viaggiare sul sentiero più duro, attraverso l’inferno.” Saul udì un movimento dietro di lui, ma prima che si potesse girare, una sensazione acuta gli punse il collo: un ago, un’altra droga. Proprio mentre immaginava gli avessero dato uno psichedelico più forte, per aumentare l’effetto, sentì la coscienza scivolare via. Era un narcotico o un veleno. Il vagone partì con uno scossone: eravamo partiti per andare a vedere lo stregone, il meraviglioso mago di culo. 169Cos’è che Hagbard mi aveva detto, la prima volta che ci siamo incontrati, sulle linee rette, tribunali e robe del genere? Non mi ricordavo, la mia mente vagava. Joseph K. che apre libri di legge e ci trova illustrazioni pornografiche (Kafka sapeva come stavano le cose), De Sade che tiene un conteggio matematico preciso nel bordello, quante volte frusta le puttane, quante volte loro frustano lui, i nazi che contano ogni otturazione d’oro nei cadaveri ad Auschwitz, gli studiosi di Shakespeare che dibattono su quella frase in Macbeth (era pan che o rive del tempo?), il prigioniero si avvicini al banco degli imputati, ci puoi contare amico, contaci... I MAIALI MANGIANO MERDA I MAIALI MANGIANO MERDA... e Pound scrisse “la banca fottuta”, rigettava Freud, ma anche così ebbe un sentore del vero segreto... come un omosessuale gira sinistramente intorno a un altro... “Mio Dio,” disse l’inglese “quando usciamo dall’area del gas lacrimogeno?” “Siamo fuori” gli dissi stancamente. “Questa è aria normale di Chicago. A cura della Commonwealth Edison e della US Steel là a Gary.”
La McCarthy stava piangendo quietamente, sebbene il Mace si fosse dissolto. Il resto di noi camminava silenziosamente, una piccola carovana di lacrime e muco secco, l’odore di parmigiano del vomito rancido, qualche fumo acrido di Mace che aleggiava, l’orina di qualcuno che si era pisciato addosso e quell’aroma di mattatoio e di biossido di zolfo del SouthSide di Chicago. La qualità della pietà è molto tirata; cola come pus da una fistola di sifilide. Lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate. Il presidente Mao apparve e ci ammonì: “Ho è solo un poetastro. Ora, se volete sentire dei veri versi socialisti, prendete in esame la mia ultima composizione: C’era una ragazza del Queens Che s’abbuffò con un piattone di fagioli I fagioli fermentarono E lui fu tormentato Da imbarazzanti suoni nei suoi jeans! Indica l’orientamento anale della società capitalistica”, spiegò, svanendo in una pozza di sangue sul pavimento, vicino al ragazzino col braccio rotto. *** (Nel 1923, Adolf Hitler stette in piedi sotto un altare piramidale e ripetè le parole di un uomo dalla testa di capra: “Der Zweck heiligte die Mittel!”. James Joyce a Parigi, scarabocchiava a pastello parole che il suo segretario, Samuel Beckett, avrebbe in seguito trascritto a macchina: “Uomo preausterico all’inseguimento di Donna Panisterica”. A Brooklyn, New York, Howard Phillips Lovecraft, ritornando da una festa dove Hart Crane ha avuto un comportamento bestiale confermando così il pregiudizio del signor Lovecraft contro gli omosessuali - trova una lettera nella cassetta della posta e legge con un certo divertimento: “Alcuni dei segreti rivelati nelle sue storie recenti starebbero meglio se tenuti lontani dall’attenzione della stampa. Mi creda, parlo da amico, ma ci sono coloro che preferirebbero che tale folklore mezzo dimenticato rimanesse nella sua presente oscurità, e sono nemici formidabili per qualunque uomo. Ricordi cos’è accaduto ad Ambrose Bierce...” 170 E a Boston, Robert Putney Drake urla: “Bugie, bugie, bugie. Sono tutte bugie. Nessuno dice la verità. Nessuno dice ciò che pensa...” La sua voce si spegne. “Vada avanti,” dice il Dottor Besetzung 171 “stava andando bene. Non si fermi.” “A che serve?” replica Drake, svuotato di rabbia, girandosi sul divano per guardare lo psicoanalista. “Per lei questa è solo abreazione o una recita o qualcosa di clinico. Non può credere che abbia ragione.” “Forse posso. Forse sono più d’accordo di quanto non immagini.” Il dottore alza lo sguardo dal suo notes e incontra quello di Drake. “È sicuro di non supporre già che reagirò come tutti gli altri ai quali ha tentato di raccontare?” “Se fosse d’accordo con me,” dice Drake attentamente, “se capisse quel che sto veramente dicendo, sarebbe o il capo di una banca, là fuori nella giungla con mio padre ad agguantare la sua parte di bottino, o un rivoluzionario bombarolo, come quei tali Sacco e Vanzetti. Queste sono le uniche scelte che significano qualcosa.” “Le sole scelte? Uno deve andare da un estremo all’altro?” Drake fissa il soffitto e parla astrattamente. “Ha dovuto laurearsi in medicina, molto tempo fa, prima di specializzarsi. Conosce qualche caso in cui i germi si sono arresi e se ne sono andati perché l’uomo che stavano distruggendo aveva un carattere nobile o buoni sentimenti? I bacilli della tubercolosi lasciarono i polmoni di John Keats 172 perché aveva ancora qualche centinaio dì grandi poesie da scrivere dentro di sé? Avrà pur letto un po’ di storia, anche se non siete mai stato in prima linea come me: si ricorda di qualche battaglia che abbia negato l’aforisma di Napoleone su Dio che è sempre dalla parte dei cannoni più grossi e dei tattici migliori? Questo bolscevichino di Russia, Lenin, ha ordinato alle scuole di insegnare gli scacchi a tutti. Sa perché? Dice che gli scacchi insegnano la lezione che i rivoluzionari debbono imparare: che se non mobiliti le tue forze
appropriatamente, perdi. Non importa quanto è alta la tua moralità, non importa quanto è elevato il tuo scopo: combatti senza pietà, usa ogni grammo d’intelligenza o perderai. Mio padre lo capisce. La gente che comanda il mondo l’ha sempre capito. Un generale che non lo capisce viene degradato a sottotenente o peggio. Ho visto un intero plotone spazzato via. Sterminato come un formicaio sotto uno stivale. Non perché erano immorali o cattivi o non credevano in Gesù. Perché in quel posto, quel giorno, i tedeschi avevano una potenza di fuoco superiore. Quella è la legge, l’unica vera legge dell’universo, e tutto ciò che la contraddice, tutto quello che insegnano nelle scuole e nelle chiese, è una bugia.” Adesso dice la parola senza energia. “Soltanto una bugia.” “Se davvero lo credete,” chiede il dottore, “perché avete ancora gli incubi e l’insonnia?” Gli occhi blu di Drake fissano il soffitto. “Non so” dice alla fine. “Per questo sono qui.” “Moon, Simon” chiamò il sergente. Feci un passo avanti, vedendomi attraverso i suoi occhi: barba, abiti di seconda mano, macchie dappertutto (muco mio e vomito di qualcun altro). L’archetipo dello sporco, lurido, disgustoso comunista hippy-rivoluzionario. “Bene” disse. “Un altro bel naso rosso.” “Normalmente mi presento meglio” gli dissi calmo. “Ti scompigliano un po’ quando ti arrestano, in questa città.” “L’unica maniera di farsi arrestare in questa città,” disse accigliandosi, “è non rispettare le leggi”. “L’unica maniera in cui ti arrestano in Russia è se non rispetti le leggi” replicai di buon grado. “O per errore”, aggiunsi. Non gli prese per nulla bene. “Furbo, eh?” disse gentilmente. “Ci piacciono i furbi, qui.” Consultò il foglio delle mie imputazioni. “Bella roba per una notte, Moon. Rivolta, associazione a delinquere, violenza a pubblico ufficiale, resistenza, disturbo della quiete pubblica. Bello.” “Non stavo disturbando la pace,” dissi, “stavo disturbando la guerra”. Avevo rubato quella battuta da Ammon Hennacy, un anarchico cattolico che la mamma citava sempre. “Anche il resto delle accuse sono stronzate.” “Di’ un po’. Io ti conosco” disse improvvisamente. “Sei il figlio di Tom Moon. Bene, bene, bene. Un anarchico della seconda generazione. Immagino che ti arresteremo quante volte abbiamo arrestato lui.” “Penso di sì,” dissi, “almeno fino alla rivoluzione. Dopo, noi non vi arresteremo, però. Faremo dei bei campi in posti come il Wisconsin e vi ci manderemo gratis a imparare un mestiere utile. Crediamo che tutti i poliziotti e i politicanti possano essere riabilitati. Ma se non volete andare al campo e imparare un mestiere produttivo, non importa. Potrete vivere dell’assistenza sociale”. “Bene, bene, bene” disse. “Proprio come il tuo vecchio. Immagino che se guardassi dall’altra parte, mentre qualcuno dei ragazzi ti portasse nel retro e ti lavorasse un po’, continueresti a fare delle battute, no?” “Ho paura di sì”, sorrisi. “Personalità nazionale irlandese, sa. Vediamo il lato buffo di tutto.” “Bene,” disse pensosamente (quella parola gli piaceva un casino), “spero tu veda il lato divertente di quello che viene adesso. Ti mandiamo dal giudice Bushman. T’augurerai d’essere caduto in una sega circolare. Salutami tuo padre. Digli che Jim O’Malley lo saluta.” “È morto” dissi. Guardò verso le pratiche. “Mi spiace” bofonchiò. “Nanetti, Fred” gridò, e il ragazzo col braccio rotto si fece avanti. Un poliziotto mi portò nella stanza delle impronte. Questo tipo era un computer: “Mano destra!” Gli diedi la mano destra. “Mano sinistra! “ Gli diedi la mano sinistra. “Seguimi! “ Seguii l’agente, e mi fecero le foto. Andammo per dei corridoi verso il tribunale notturno e, in una parte isolata, lo sbirro mi colpì improvvisamente in fondo alla schiena col manganello, il punto esatto (sapeva il suo mestiere) per darmi problemi al fegato per un mese. Grugnii, ma rifiutai di dire qualsiasi cosa che lo incitasse a
darmi un altro colpo, così parlò lui. “Frocio vigliacco” disse. Proprio come a Biloxi, Mississippi: uno sbirro è bravo, uno neutro, il terzo è un bastardo. E non c’è differenza. Sono tutti parte della stessa macchina e quello che esce alla fine degli ingranaggi e delle leve è lo stesso prodotto, qualunque sia il loro atteggiamento. Sono sicuro che Buchenwald fosse la stessa cosa: certe guardie cercavano d’essere il più umane possibile, altre facevano solo il loro lavoro e altre ancora si scomodavano per rendere la vita peggiore ai prigionieri. Non importa: la macchina produce l’effetto per cui era stata progettata. Il giudice Bushman (gli demmo dell’AUM di nascosto due anni dopo, ma questa è un’altra storia, che arriva in un altro viaggio) mi diede la sua famosa occhiata da King Kong. “Queste sono le regole” disse. “È un’udienza preliminare. Puoi accettare il patteggiamento o stare muto. Se inizi il patteggiamento, ti resta il diritto di rifiutarlo al processo. Quando fisso la cauzione, puoi essere rilasciato pagando il dieci per cento all’ufficiale. Solo contante, niente assegni. Se non hai il contante, passi la notte in galera. Voialtri avete messo la città sottosopra e gli agenti delle cauzioni son troppo occupati per coprire tutti i tribunali. Così, per pura sfortuna, sei capitato in uno che non coprono.” Si girò verso il cancelliere. “Imputazioni”, disse. Lesse il rapporto della mia carriera criminale, come l’avevano messo insieme i poliziotti che mi avevano arrestato. “Cinque capi in una sola notte. Sei proprio una rogna, eh Moon? Processo per il quindici settembre. La cauzione è fissata in diecimila dollari. Hai mille dollari?” “No” gli dissi, cercando di figurarmi quante volte avesse fatto lo stesso discorso quella sera. “Un momento” disse Hagbard Celine, materializzandosi dal corridoio. “Posso pagare io la cauzione per quest’uomo.” Signor KHARIS: Seriamente il signor Celine suggerisce che il governo degli Stati Uniti ha bisogno di un custode? Signor CELINE: Sto semplicemente offrendo una via d’uscita al suo cliente. Qualsiasi privato cittadino con tali precedenti di incessante omicidio e rapina ripetuti sarebbe felice di concludere un patteggiamento per infermità mentale. Vuole insistere che il suo cliente era nel pieno possesso delle sue facoltà a Wounded Knee? A Hiroshima? A Dresda?” 173 GIUDICE IMMHOTEP: Sta diventando ridicolo, signor Celine. Signor CELINE: Mai stato più serio. “Qual è la vostra parentela con questo giovane?” chiese infuriato Bushman. Era stato sul punto di venire quando il poliziotto mi aveva trascinato verso le celle, e adesso stava soffocando in una specie di spaventoso equivalente S/M del coitus interruptus. “È mia moglie”, disse Hagbard calmo. “Che?” “Moglie convivente,” continuò Hagbard, “il matrimonio omosessuale non è riconosciuto in Illinois. Ma l’omosessualità non è reato in questo stato, quindi non cerchi di intorbidire le acque, vostro onore. Mi faccia pagare e me lo faccia portare a casa.” Fu troppo. “Papà,” dissi effeminato come il nostro amico padre, “sei grande”. Pareva che il giudice Bushman volesse stendere Hagbard con una martellata sulla testa, ma si controllò. “Conti i soldi” disse al cancelliere. “Si accerti che paghi ogni centesimo. E poi,” ci disse, “vi voglio fuori da questa corte il più in fretta possibile. E noi, ci rivedremo il quindici settembre”, aggiunse rivolto a me. Signor KHARIS: E crediamo d’aver dimostrato la necessità di questa diga. Crediamo di aver mostrato che la dottrina del dominio eminente è basata su certezze costituzionali ed è stata ritenuta applicabile in numerosi casi similari. Crediamo d’aver mostrato che il piano di risistemazione offerto dal governo non costituirà una privazione verso le parti in causa...
“Finocchi di merda” disse il poliziotto mentre uscivamo dalla porta. “Ave, Discordia” gli dissi allegro. “Andiamocene da questo posto” aggiunsi verso Hagbard. “La mia auto è qui” disse, indicando una Mercedes. “Per essere un anarchico, vivi parecchio da capitalista”, commentai mentre salivamo su quella meravigliosa macchina cristallizzata di lavoro rubato e di plusvalore. “Non sono un masochista” replicò Hagbard. “Il mondo mi rende la vita scomoda a sufficienza. Non vedo la ragione per rendermela ancora più scomoda. E che sia dannato se guiderò una carretta che passa la metà del tempo in un garage per le riparazioni solo per sembrare più ‘compagno’ a voialtri sfigati di sinistra. Inoltre,” aggiunse pratico, “la polizia non ferma mai una Mercedes per perquisirla. Quante volte la settimana ti fermano e ti infastidiscono, con quella barba e la tua schiavo-wagon psichedelica, maledetto moralista?” “Spesso,” ammisi, “abbastanza da farmi aver paura di portarci roba dentro”. “Quest’auto è piena di fumo” disse noncurante. “Devo fare una grossa consegna a uno spacciatore su a Evanston, nel campus della Northwestern, domani.” “Sei anche nelle storie?” “Sono in tutti i business illegali. Ogni volta che un governo dichiara qualcosa verboten, due gruppi si muovono per servire il mercato nero creatosi: la mafia e l’LDD. Che significa Lawless Delicacy Dealers [Venditori di Delizie Illegali, N.d.T.].” “Pensavo stesse per Piccole Vittime Illuse [Little Deluded Dupes, N.d.T.].” Rise. “Uno a zero per Moon. Seriamente, sono il peggior nemico dei governi e la miglior protezione della persona normale. La mafia non ha etica, sai. Se non fosse per il mio gruppo e i nostri anni e anni d’esperienza, tutto, sul mercato nero, sarebbe senza valore. Diamo sempre ai nostri clienti e alle nostre clienti quello per cui pagano. La metà del fumo che tu vendi, è probabilmente passato attraverso i miei agenti, per arrivarti. Almeno la metà.” “Che era quella storia omosessuale? Volevi far incazzare il vecchio Bushman?” “Entropia. Rompere la linea retta in una sfera curva.” “Hagbard,” dissi, “a che diavolo di gioco giochi?” “Provare che il governo è un’allucinazione nella mente dei governanti”, disse con chiarezza. Girammo su LakeShore Drive e filammo a Nord. “Tu, Jubela, ti ha detto la Parola?” chiese l’uomo dalla testa di capra. Il gigantesco nero disse “L’ho battuto e torturato, ma non rivelò la Parola. “Tu, Jubelo, ti ha detto la Parola?” La creatura marina disse “Ho tormentato e vessato il suo spirito, Padrone, ma non rivelò la Parola.” “E tu, Jubelum, ti ha detto la Parola?” Il nano gobbo disse, “Ho tagliato i suoi testicoli e rimase muto. Ho tagliato il suo pene e rimase muto. Non mi disse la Parola.” “Un fanatico” disse la testa di capra. “Meglio che sia morto.” Saul Goodman provò a muoversi. Non poteva smuovere un singolo muscolo: quell’ultima droga era stata un narcotico, e uno potente. O era un veleno? Tentò di convincersi che la ragione per cui era paralizzato e giaceva in una bara, era che stavano cercando di spezzargli la mente. Ma si domandò se i morti non si raccontassero simili favole mentre lottavano per fuggire dal corpo prima che marcisse. Mentre pensava, la testa di capra si chinò sopra e chiuse il coperchio della bara. Saul era solo nell’oscurità. “Esci per primo, Jubela.” “Sì, padrone.” Esci per secondo, Jubelo.” “Sì, padrone.” “Esci per ultimo, Jubelum.” “Sì, padrone.” Silenzio. Era buio e isolato nella bara e Saul non poteva muoversi. “Non voglio impazzire”
pensò. Howard avvistò il Lief Erikson avanti e cantò: “Oh ganza, figata, che grande figata/Ancora una volta vedrò Celine.” L’agile Bentley di Maldonado s’avvicinò per il viale verso la casa del più conosciuto finanziere-filantropo d’America, Robert Putney Drake. (Luigi marciò verso la Vedova Rossa, 174 mantenendo la sua dignità. Un vecchio, in uno strano abito, si spinse verso la testa della folla, tremando d’esaltazione. La lama s’alzò: la folla trattenne il respiro. Il vecchio cercò di guardare negli occhi di Luigi, ma il re non poteva metterli a fuoco. La lama cadde: la moltitudine espirò. Mentre la testa cadeva dentro al cesto, il vecchio alzò gli occhi in estasi e gridò “Jacques De Molay, sei vendicato!”) Il professor Glynn dava lezione alla sua classe sulla storia medievale (Il preside Deane stava pubblicando lo Strawberry Statement 175 nello stesso campus nello stesso momento) e disse: “Il vero crimine dei templari, comunque, fu probabilmente la loro associazione con gli hashishim”. George Dorn, per niente attento, si domandava se non dovesse unirsi a Marc Rudd e agli altri che volevano chiudere la Columbia 176 completamente. “E i romanzi moderni sono uguali” continuò Smiling Jim. “Sesso, sesso, sesso, e nemmeno sesso normale. Ogni tipo perverso, degenerato, innaturale, lurido, sozzo, deviato e malato di sesso. Ecco come ci seppelliranno, come disse il signor Kruscev, senza neanche sparare un colpo.” La luce del sole svegliò Saul Goodman. La luce del sole e un mal di testa. I postumi della combinazione di droghe. Era a letto e i suoi vestiti erano spariti. Non c ’era da sbagliarsi sull’indumento che indossava: era una camicia da ospedale. E la stanza, mentre stringeva gli occhi contro il sole, aveva l’aspetto opaco da penitenziario moderno di un tipico ospedale americano. Non aveva sentito la propria porta aprirsi, ma un uomo di mezz’età dall’aspetto stagionato in un camice da dottore scivolò nella stanza. Portava in mano una cartella; delle penne tiravano fuori il collo dal taschino del suo camice; sorrise benignamente. I suoi occhiali dalla spessa montatura in corno nero e il taglio a spazzola lo designavano come l’uomo ottimista e ricco della sua generazione che era privo delle depressioni/ricordi della Seconda guerra mondiale, che angosciavano i contemporanei di Saul e degli incubi nucleari che davano rabbia e alienazione alla gioventù. Avrebbe ovviamente pensato di sé come a un liberale e votato conservatore almeno la metà delle volte. Un poveretto senza speranza. Eccetto il fatto che probabilmente non era alcuna di queste cose, ma un altro dei loro agenti che recitava una parte molto convincente. “Bene?” disse brillante. “Si sente meglio signor Muldoon?” Muldoon, pensò Saul. Eccoci: un altro giro sulla loro idea kitsch del Cuore di Tenebra. “Mi chiamo Goodman”, disse con garbo. “Sono irlandese quanto Moshe Dayan”. 177 “Oh, giochiamo ancora a quel giochetto, eh?” disse gentilmente l’uomo. “Ed è ancora un detective?” “Va’ all’inferno,” disse Saul, non più dell’umore di controbattere con umorismo e ironia. Avrebbe scavato nella sua ostilità e combattuto la sua ultima resistenza da una trincea di amarezza e scorbutica brevità. L’uomo prese una sedia e si sedette. “A dire il vero,” disse “questi sintomi che permangono non ci preoccupano molto. Era in uno stato molto peggiore quando la portarono qui all’inizio, sei mesi fa. Dubito se ne ricordi. L’elettroshock, per fortuna, rimuove gran parte del passato recente, il che aiuta, in casi come il suo. Sa che aggrediva fisicamente la gente per strada e ha tentato di attaccare le infermiere e gli infermieri durante il suo primo mese qui? La sua paranoia era molto acuta a quel punto, signor Muldoon.” “Affanculo bubi” disse Saul. Chiuse gli occhi e si girò dall’altra parte. “Un’ostilità molto moderata adesso” continuò l’uomo, brillante come un uccellino nell’erba mattutina. “Pochi mesi fa avrebbe provato a strangolarmi. Lasci che le mostri qualcosa.” Si udì un rumore di carte. La curiosità sconfisse la resistenza. Saul si girò e guardò. L’uomo teneva una patente di guida
dello stato del New Jersey di “Barney Muldoon”, la foto era di Saul. Saul ghignò maliziosamente, mostrando la sua incredulità. “Rifiuta di riconoscersi?” chiese l’uomo quietamente. “Dov’è Barney Muldoon?” sparò indietro Saul. “L’avete messo nella stanza qui accanto, cercando di convincerlo che è Saul Goodman?” “Dov’è...?”, ripetè il “dottore” sembrando genuinamente sorpreso. “Oh, sì, ammette di conoscere il nome, ma afferma fosse solo un amico. Proprio come un violentatore che abbiamo avuto qui qualche tempo fa. Diceva che tutti gli stupri erano stati commessi dal suo compagno di cella, Charlie. Be’, proviamo un altro sistema. Tutte le persone che ha picchiato per strada e quella coniglietta del Playboy Club che ha tentato di strangolare: crede tuttora fossero agenti degli Illuminati prussiani?” “È un miglioramento” disse Saul. “Una combinazione veramente affascinante di realtà e fantasia, molto meglio del tentativo precedente del suo gruppo. Sentiamo il resto.” “Lei pensa sia sarcasmo” disse calmo l’uomo. “In realtà, nonostante tutto questo, la sua convalescenza procede bene. Desidera veramente ricordare, anche mentre lotta per mantenere questo mito di Goodman. Benissimo: lei è un poliziotto sessantenne di Trenton, nel New Jersey. Non è mai stato promosso detective e questa è la grande ingiustizia della sua vita. Ha una moglie, di nome Molly e tre figli: Roger, Kenny e Gregory; età ventotto, venticinque e ventitrè anni. Qualche anno fa, iniziò un gioco con sua moglie; lei pensò fosse innocuo all’inizio e imparò disgraziatamente che non lo era. Il gioco consisteva nel far finta d’essere un vero detective e, la sera tardi, nel raccontarle dei casi importanti ai quali stava lavorando. Gradualmente, arrivò al caso più importante di tutti, la soluzione di tutti gli assassini in America durante l’ultimo decennio. Erano tutti opera di un gruppo chiamato gli Illuminati, i quali erano nazisti di alto livello che non erano mai stati catturati. Sempre più, lei parlava del loro leader, Martin Bormann, 178 naturalmente, e insisteva che stava per ottenere un’informazione sul suo nascondiglio. Quando vostra moglie capì che per lei il gioco era diventato una realtà, era troppo tardi. Già sospettava i suoi vicini d’essere agenti Illuminati, e il suo odio per il nazismo la portò a credere d’essere ebreo e d’aver assunto un nome irlandese per sfuggire all’antisemitismo americano. Questa particolare illusione, devo dire, le causò un acuto senso di colpa e per capirlo, abbiamo dovuto aspettare molto. Era, capimmo finalmente, una proiezione della colpa che ha provato a lungo d’essere un poliziotto. Ma forse, a questo punto, potrei aiutare la sua lotta verso l’autoriconoscimento (e abortire la vostra eguale e opposta lotta per sfuggire a se stesso) leggendole parte di un rapporto sul suo caso scritto da uno dei nostri psichiatri più giovani? Vuol sentirlo?” “Vai avanti” disse Saul. “Mi sto divertendo.” L’uomo guardò i fogli nella cartella e sorrise disarmante. “Oh, vedo che sono gli Illuminati bavaresi e non gli Illuminati prussiani, scusi il mio errore.” Voltò altre pagine. “Eccoci qui” disse. “La radice dei problemi del soggetto,” iniziò a leggere, “è da rintracciare nel trauma della scena primordiale che è stata ricostruita sotto narco-analisi. All’età di tre anni, sorprese i propri genitori nell’atto della fellatio, e venne rinchiuso nella propria stanza per aver ‘spiato’. Questo lo lasciò con un orrore permanente del venire messo sotto chiave e una pietà per i prigionieri in genere. Sfortunatamente, questo fattore nella sua personalità, che avrebbe potuto essere sublimato innocuamente col divenire un assistente sociale, venne complicato da ostilità edipiche irrisolte e un piacere reattivo dello ‘spiare’, che lo portò a divenire poliziotto. Il criminale divenne per lui il simbolo paterno che veniva rinchiuso come vendetta per aver rinchiuso lui; al contempo, il criminale era una proiezione dell’ego e riceveva una gratificazione masochista nell’identificarsi con il prigioniero. Il sentimento omosessuale, profondamente seppellito, di desiderio per il pene paterno (presente in tutti i poliziotti) venne conquistato con la negazione del padre, via negazione della parentela paterna, e iniziò ad abolire ogni traccia cattolico-irlandese dalla memoria dell’io, sostituendola con quella di cultura ebraica, dal momento che gli ebrei, quale minoranza perseguitata, rafforzavano il suo masochismo di base. Infine, come tutti i paranoici, il soggetto si pensa di intelligenza superiore (in realtà, al suo test per la polizia di Trenton, ha ottenuto un
punteggio di solo centodieci nell’indice Stanford-Binet per il Q.I.) e la sua reazione alla terapia prenderà la forma del ‘mettere nel sacco’ i suoi medici, trovando indizi che rivelerebbero la loro appartenenza agli Illuminati e che la sua pretesa identità quale ‘Saul Goodman’ è, in realtà, quella vera. A scopo terapeutico, raccomanderei...” Il “dottore” s’interruppe. “Da qui in poi,” disse brevemente, “il referto non ha interesse per lei. Bene,” aggiunse tollerante, “vuol ‘trovare’ gli errori?” “Non sono mai stato a Trenton in vita mia” disse Saul stancamente. “Non so nulla di Trenton. Ma mi dirà che ho cancellato questi ricordi. Andiamo verso un livello più profondo di combattimento, herr doktor. Sono convinto che mio padre e mia madre non abbiamo mai fatto una fellatio in vita loro. Erano troppo antiquati.” Questo era il cuore del labirinto, e la loro reale minaccia: mentre era certo che non potevano spezzare la sua fede nella propria identità, stavano anche minando insidiosamente quella stessa identità suggerendo che era patologica. Molte delle linee nel caso clinico di Muldoon avrebbero potuto riferirsi a qualunque poliziotto e potevano, ragionevolmente, riferirsi a lui; come al solito, dietro un debole attacco scoperto, stavano montando un attacco nascosto ben più mortale. “Riconoscete questi?” chiese il dottore, producendo un blocco da disegno aperto a una pagina con degli schizzi di unicorni. “ È il mio blocco da disegno” disse Saul. “Non so come l’abbia avuto, ma non dimostra un bel niente, se non che schizzo nel tempo libero.” “No?” Il dottore girò il blocco; un’etichetta sul davanti identificava il proprietario come “Barney Muldoon, 1472 Pleasant Avenue, Trenton, N.J.”. “Lavoro da dilettanti”, disse Saul. “Chiunque può incollare un’etichetta su un blocco da disegno.” “E l’unicorno non significa niente per lei?” Saul si accorse della trappola e non disse niente, aspettando. “Non è a conoscenza della grande letteratura psicanalitica sull’unicorno quale simbolo del pene paterno? Mi dica, perché ha deciso di disegnare unicorni?” “Altro dilettantismo” disse Saul. “Se avessi disegnato montagne sarebbero state simboli del pene paterno anche quelle.” “Molto bene. Sarebbe diventato un buon detective, se la sua malattia non avesse prevenuto la promozione. Ha una mente rapida e scettica Proviamo un altro approccio, e non userei tali tattiche se non fossi con vinto che è sulla via della guarigione; un vero psicotico verrebbe gettato nella catatonia da un assalto così brusco contro le sue illusioni. Ma, mi dica, sua moglie ha menzionato che, poco prima della fase acuta del suo problema, aveva speso molto denaro, più di quanto non potesse permettersi con la paga di agente, per una riproduzione della sirenetta di Copenhagen. Perché?” “Maledizione,” esclamò Saul, “non era un mucchio di soldi”. Ma si accorse dell’ira fuori posto e vide che anche l’altro uomo se n’era accorto Stava evitando la domanda sulla sirenetta... e la sua relazione con l’unicorno. Ci deve essere un legame tra fatto numero uno e fatto numero due... “La sirenetta,” disse arrivando al punto prima che il nemico potesse farlo, “è un simbolo materno, giusto? Non ha una parte inferiore umana perché il bambino maschio non osa pensare a quell’area della madre. Sto usando il linguaggio corretto?” “Più o meno. Lei non cita, com’è naturale, il significato particolare del suo caso: che l’atto sessuale in cui colse sua madre non era normale, ma uno molto perverso e infantile che, ovviamente, è l’unico atto sessuale che una sirena può compiere, come tutti i collezionisti di dipinti o di statue di sirene inconsciamente sanno.” “Non è perverso e infantile” protestò Saul. “La maggior parte della gente lo fa...” Poi vide la trappola. “Ma non suo padre e sua madre? Erano diversi dal resto della gente?” E poi scattò: l’incantesimo era rotto. Ogni dettaglio dal notes di Saul, ogni caratteristica fisica che Peter Jackson aveva descritto, era lì. “Non sei un dottore” gridò. “Non so qual è il tuo gioco, ma per l’inferno, so chi sei. Sei Joseph Malik!”
La cabina di lusso di George era di pannelli di teak, alle pareti pendevano piccoli ma squisiti dipinti di Rivers, Shahn, De Kooning e Tanguy. Una teca di vetro, costruita dentro una delle pareti, custodiva diverse file di libri. Il pavimento era tappezzato di rosso vivo con un polipo blu stilizzato al centro; i suoi tentacoli ondeggianti s’irradiavano come raggi di sole. Il lampadario che pendeva dal soffitto era un modello in lucite 179 di quella formidabile medusa chiamata physalia aretusa. Il letto era a due piazze, con una testata di palissandro scuro e motivi I veneziani di conchiglie. Le gambe non toccavano il pavimento; era tutto sostenuto da un’enorme trave arrotondata che permetteva al letto di dondolare col rollio della nave, mentre la persona che dormiva rimaneva a livello. Accanto al letto c’era una piccola scrivania. Lì, George aprì un cassetto e trovò diversi tipi di carta da lettera e mezza dozzina di pennarelli di diverso colore. Tirò fuori un notes e una penna verde, s’arrampicò sul letto, s’appallottolò verso i cuscini e iniziò a scrivere. 24 aprile L’oggettività è presumibilmente l’opposto della schizofrenia. Cioè non è altro che l’accettazione della nozione di realtà di tutti gli altri. Ma la percezione della realtà di un nessuno è la stessa di quella di tutti, il che vale a dire che la persona più obbiettiva di tutti è il vero schizofrenico. È difficile oltrepassare le idee condivise dei propri tempi. Il primo uomo che pensi un pensiero nuovo, lo esprime con molta incertezza. Le nuove idee devono esistere per un po’, prima che qualcuno le promuova con forza. Nella loro forma primaria, sono come minuscole e impercettibili mutazioni che possono eventualmente portare a nuove specie. Ecco perché la fertilizzazione tra culture è così importante. Aiuta il patrimonio genetico dell’immaginazione. Gli arabi, mettiamo, hanno una parte del rompicapo. I franchi, un’altra. Così, quando i Cavalieri templari incontrano gli hashishim, nasce qualcosa di nuovo. La razza umana ha sempre vissuto più o meno felicemente nel paese dei ciechi. Ma c’è un elefante fra noi. Un elefante con un occhio solo. George mise giù la penna e lesse accigliato le parole scritte in verde. I suoi pensieri parevano ancora giungere da fuori la sua mente. Cos’era quella storia dei Cavalieri templari? Non aveva mai provato il ben che minimo interesse verso quel periodo dal primo anno d’università, quando il vecchio Morrison Glynn gli aveva dato un quattro per quel compito sulle crociate. Doveva essere una semplice ricerca di studio pedissequo della bibliografia già nota, ma George aveva scelto di denunciare le crociate come uno scoppio precoce di imperialismo razzista occidentale Era addirittura arrivato al punto di trovare il testo di una lettera di Sinan, terzo leader degli hashishim, nella quale si assolve Riccardo Cuor di Leone 180 da qualsiasi complicità nell’omicidio di Corrado di Montferret, re di Gerusalemme. George sentì che l’episodio dimostrava l’essenziale buona volontà degli arabi. Come faceva a sapere che Morrison Glynn era un rigido conservatore cattolico? Glynn proclamò, tra le altre critiche dispeptiche, che la lettera dal castello chiamato Messiac era un ben noto falso. Perché gli tornavano in mente gli hashishim? Dipendeva da quello strano sogno del tempio che aveva avuto nella prigione a Mad Dog? Il motore del sottomarino vibrava piacevolmente attraverso il pavimento, il baglio, il letto. Il viaggio, sinora, aveva ricordato a George il suo primo volo su un 747, un ’ondata di potenza, seguita da un movimento così uniforme che era impossibile dire quanto veloce e quanto lontano stessero andando. Si sentì bussare alla porta della cabina e, all’invito di George, la segretaria di Hagbard entrò. Portava un completo attillato giallooro. Lei fissò George irresistibilmente con le sue pupille simili a grandi laghi di ossidiana e sorrise appena. “Mi mangerai se non risolvo l’indovinello?” disse George. “Mi ricordi una sfinge.” Le labbra di lei, dal colore dell’uva matura, si schiusero in un sorriso. “Ho posato come sfinge
per una volta. Ma non ho nessun indovinello, solo una domanda normale. Hagbard vuol sapere se hai bisogno di qualcosa. Qualsiasi cosa, meno me. Ho del lavoro da fare, adesso.” George strinse le spalle. “Stavo per fare la stessa domanda. Vorrei trovarmi con Hagbard e sapere un po’ di più su di lui, del sommergibile e dove stiamo andando.” “Stiamo andando ad Atlantide. Deve avertelo detto.” Spostò il peso da un piede all’altro, girando le anche. Aveva gambe meravigliosamente lunghe. “Atlantide è, grosso modo, a metà strada tra Cuba e la costa occidentale dell’Africa, sul fondo dell’oceano.” “Be’, già... È lì che dovrebbe essere, dicono, giusto?” “Giusto. Hagbard ti vorrà nella sala comandi del capitano più tardi. Nel mentre, fuma un po’ di questo, se vuoi. Aiuta a passare il tempo.” Allungò un portasigarette d’oro. George lo prese, le dita che sfioravano la pelle nera e vellutata della mano. Una fitta di desiderio per lei lo attraversò. Pasticciò con la chiusura dell’astuccio e l’aprì. Dentro c’erano dei sottili tubi bianchi, ognuno con una K dorata stampata sopra. Ne prese uno e se lo mise sotto al naso. Un piacevole aroma terrestre. “Abbiamo una piantagione e una fabbrica in Brasile” disse. “Hagbard dev’essere un uomo ricco.” “Oh, certo. Vale miliardi e miliardi di tonnellate di lino. Be’, senti George, se hai bisogno di qualcosa, premi il pulsante sulla tua scrivania. Qualcuno arriverà. Ti chiameremo più tardi.” Si girò con un’onda languida e s’incamminò per il corridoio illuminato al neon. Lo sguardo di George si attaccò all’incredibile culo di lei finché non salì una stretta rampa di scale tappezzate e uscì di vista. Come si chiamava quella donna? Si sdraiò sul letto, prese il joint e l’accese. Era fantastico. Sballò in pochi secondi, non la solita ascesa da mongolfiera, ma un viaggio a razzo, non dissimile dall’effetto del popper. 181Avrebbe dovuto immaginarlo che questo Hagbard Celine aveva qualcosa di speciale come erba. Studiò i riflessi che brillavano attraverso il lampadario e mosse rapidamente le palpebre per farle ballare. Tutto ciò che esiste, è luce. Gli venne l’idea che Hagbard potesse essere malvagio. Hagbard era come uno di quei banditi del Diciannovesimo secolo o come un barone bandito dell’Undicesimo. I normanni presero la Sicilia nel Nono secolo. Il che dava misture di vichinghi e siciliani, ma assomigliava anche ad Anthony Quinn? O suo figlio, Greg La Strade? Che figlio?182 Quel che il sole fa non può essere disfatto ma è ben fatto. La quintessenza del male. Nemesi di tutti i mali. Dio ci benedica, uno per uno. Anche Uno. Strano, il grande uno rosso. Il mio occhio pensa che sia il suo io. L’occhio di Apollo. Il suo io luminoso. Aum Shiva. “Sì, di me non fidarti. Non fidarti di un uomo che è ricco di lino, la sua morale potrebbe non andar di fino. Il suo nome è Stella. Stella Maris. 183Stella nera del mare.” Il joint era arrivato all’ultimo centimetro. Lo mise giù e lo spense. Con l’erba che scorreva come tabacco da queste parti, era un lusso che si poteva permettere. Non ne avrebbe acceso un altro. Questo non era uno sballo, era un trip! Un razzo Saturno, fuori dal mondo e ritorno, altrettanto velocemente. “George, ti voglio nella sala comandi del capitano.” Chiaramente quest’allucinazione di voci e immagini significava che non ero completamente rientrato. Il rientro non era completo. Ora ebbe una visione della pianta di quella parte del sottomarino tra la sua cabina e la sala di comando del capitano. Si alzò, si stirò, scosse la testa, i capelli che ondeggiavano attorno alle spalle. S’incamminò verso la porta, la fece scorrere e camminò giù per il corridoio. In breve, passò da una porta su di un balcone che era la copia della prua di una nave vichinga. Sopra, sotto, di fronte e ai lati, c’era l’oceano verde-blu. Sembravano trovarsi in un globo di vetro che si proiettava nell’oceano. Un dragone verde e rosso dal lungo collo e dagli occhi dorati alzava la sua cresta puntuta sopra George e Hagbard. “Il mio approccio è fantasioso, piuttosto che funzionale”, disse Hagbard. “Se non fossi così intelligente, mi metterebbe in un sacco di casini.” Accarezzò la testa del drago con una mano pelosa. Proprio vichingo, pensò George. Un vichingo di Neanderthal, forse. “È stato un bel trucco,” disse George, sentendosi lucido ma ancora stonato, “farmi venire qui sul ponte con la telepatia”.
“Ti ho chiamato con l’interfonico”, disse Hagbard, con uno sguardo di assurda innocenza. “Credi non sappia distinguere una voce nella mia testa da una voce nelle orecchie?” Hagbard ruggì, ridendo così forte da far sentire George un po’ incerto. “È la prima volta che assaggi questa Kallisti Gold?” “Chi sono, per chiamare bugiardo l’uomo che mi ha appena fatto provare il fumo migliore che abbia mai fumato?” disse George con una stretta di spalle. “Sospetto che tu usi la telepatia. La maggior parte della gente che ha quel potere non solo non tenterebbe di nasconderlo, andrebbe in televisione.” “Invece io, metto l’oceano in televisione” disse Hagbard. Indicò il globo che circondava la loro prua vichinga. “Quel che vedi è semplicemente la televisione a colori con qualche modifica e adattamento. Siamo dentro lo schermo. Le telecamere sono sparse su tutta la superficie del mezzo. Le camere non usano luce normale, naturalmente. Se così fosse, non potresti vedere nulla. Il sottomarino illumina il mare intorno a noi con un radar-laser infrarosso al quale sono sensibili le nostre telecamere. Le radiazioni sono di un tipo che viene condotto dall’idrogeno nell’acqua più efficacemente che da ogni altro elemento. Il risultato è che possiamo vedere il fondo dell’oceano così chiaramente quasi fosse terra ferma e come se noi fossimo su di un aereo che ci volasse sopra. Sarà facile vedere Atlantide, quando c’arriviamo”, disse George. “A proposito, perché hai detto che andiamo ad Atlantide? Non ti ho creduto quando me l’hai detto, e adesso sono troppo stonato per ricordarmi. “Gli Illuminati vogliono saccheggiare una delle più grandi opere d’arte nella storia dell’uomo, il tempio di Tethys. È un tempio costruito in oro massiccio, e la loro intenzione è fonderlo e venderlo per finanziare una serie di omicidi negli Stati Uniti. Voglio arrivarci prima di loro.” Il riferimento agli omicidi, ricordò a George che era andato a Mad Dog, perché Joe Malik sospettava che là avrebbe trovato un indizio, una cospirazione dietro gli assassini. Se Joe avesse saputo che l’indizio lo stava portando 20.000 leghe sotto i mari ed eoni indietro nel tempo, ci avrebbe creduto? George ne dubitava. Malik era uno di quei tipi della sinistra “scientifica”. Sebbene avesse agito e parlato in modo un po’ strano, ultimamente. “Chi hai detto vuol saccheggiare questo tempio?” chiese ad Hagbard. “Gli Illuminati. La vera forza dietro tutti i movimenti comunisti e fascisti. Che tu ne sia cosciente o meno, controllano già anche il governo degli Stati Uniti.” “Pensavo foste tutti di destra, nel tuo gruppo...” E io ti ho detto che le metafore spaziali sono inadeguate per discutere la politica, oggigiorno”, interruppe Hagbard. “Be’, sembrate una gang di destra. Fino a un minuto fa, tutto quello che ho sentito da te e dalla tua gente è come gli Illuminati siano comunisti, o fossero dietro ai comunisti. Ora dici che sono dietro al fascismo e dietro al governo attuale a Washington.” Hagbard rise. “Ci siamo presentati come paranoici di destra , all’inizio, per vedere come reagivi. Era una prova.” “E?” “Sei promosso. Non ci hai creduti, era ovvio, ma hai tenuto occhi e orecchie aperti ed eri disponibile ad ascoltare. Se tu fossi di destra, avremmo interpretato la nostra routine pro-comunista. L’idea è di capire se un nuovo uomo o donna ascoltano veramente, o chiudono le loro menti alla prima idea veramente scioccante.” “Sto ascoltando, ma non acriticamente. Per esempio, se gli Illuminati controllano l’America, qual è lo scopo degli assassini?” “La loro presa di Washington è ancora piuttosto incerta. Sono stati capaci di socializzare l’economia. Ma se andassero giù pesanti proprio adesso, e diventassero totalitari fino in fondo, ci sarebbe una rivoluzione. Gli incerti si solleverebbero insieme a quelli di destra o di sinistra, e gli Illuminati non sono forti abbastanza da sopportare quel tipo di rivoluzione di spiegata. Ma possono comandare con l’inganno, e con l’inganno eventualmente guadagnarsi accesso agli strumenti di cui
hanno bisogno per finire il lavoro, uccidere la costituzione.” “Che tipo di strumenti?” “Misure di sicurezza più stringenti. Sorveglianza elettronica universale. Perquisizioni senza mandato. Leggi che permettano di fermare e perquisire a piacere. Ispezione governativa della posta ordinaria. Impronte digitali, foto, analisi automatiche del sangue e delle urine per ogni persona arrestata prima ancora d’essere indiziata di reato. Una legge che renda illegale resistere all’arresto, anche se illegale. Leggi che stabiliscano campi di detenzione per potenziali sovversivi. Leggi per il controllo sulle armi. Restrizioni sui viaggi. Gli assassini, vedi, stabiliscono la necessità di queste leggi agli occhi della gente. Invece di capire che c’è una congiura, portata avanti da un manipolo di persone, il popolo pensa, o viene spinto a pensare che l’intera popolazione deve avere limitata la propria libertà per proteggere i capi. La gente è d’accordo che non ci si può fidare di se stessi. I bersagli per le uccisioni saranno quegli individualisti di sinistra o di destra che, o non fanno parte della cospirazione degli Illuminati, o sono stati marchiati come inaffidabili. I fratelli Kennedy e Martin Luther King, per esempio, erano capaci di mobilitare un certo movimento populista libertario destra-sinistra-bianchineri. Ma gli omicidi avvenuti finora sono nulla in confronto a quello che accadrà. La prossima ondata sarà eseguita dalla mafia, che verrà pagata in oro dagli Illuminati.” “Non oro di Mosca,” disse George con un sorriso. “Le marionette al Cremlino non hanno idea che loro e le marionette alla Casa Bianca stanno lavorando per la stessa gente. Gli Illuminati controllano ogni tipo di organizzazione e di governo nazionale senza che nessuna si renda conto che anche le altre sono sotto controllo. Ogni gruppo crede di competere con gli altri, mentre in realtà sta facendo la propria parte nel piano degli Illuminati. Anche i Morituri - i gruppi d’affinità di sei persone che si sono separati dai Weathermen Sds perché i Weathermen sembravano troppo tranquilli - sono sotto il controllo degli Illuminati. Pensano di abbattere il governo, ma in realtà stanno rafforzando il suo potere. Anche le Pantere nere sono infiltrate. Tutto è infiltrato. Di questo passo, nei prossimi, pochi anni, gli Illuminati avranno il popolo americano sotto una sorveglianza più stretta di quella che Hitler aveva sui tedeschi. E il bello è - la maggioranza degli americani saranno stati così spaventati dal terrore sponsorizzato dagli Illuminati - che supplicheranno di essere controllati, come un masochista supplica la frusta.” George strinse le spalle. Hagbard appariva un tipico paranoico, ma effettivamente c’erano questo sottomarino e gli strani eventi dei giorni precedenti. “E così, gli Illuminati stanno cospirando per tiranneggiare il mondo, giusto? Li fai risalire alla Prima internazionale?” 184 “No. Sono quello che è accaduto quando l’Illuminismo del Diciottesimo secolo entrò in collisione col misticismo tedesco. Il nome esatto dell’organizzazione è Antichi Veggenti Illuminati di Baviera. Secondo le loro stesse tradizioni vennero fondati o rinverditi nel millesettecentosettantasei, il primo maggio, da un uomo chiamato Adam Weishaupt. Weishaupt era un gesuita spretato e massone. Insegnava che le religioni e i governi nazionali dovevano essere rovesciati e che il mondo era dominato da un’elite di materialisti atei dalla mentalità scientifica, che l’avrebbero dovuto in questo modo preservare per le masse che si sarebbero più tardi governate da sole, quando l’illuminazione fosse diventata universale. Ma questa era soltanto la ‘dottrina esterna’ di Weishaupt. C’era anche una ‘dottrina interna’, che diceva che il potere era un fine in se stesso e che Weishaupt e i suoi seguaci stretti avrebbero fatto uso della conoscenza, che era sul punto di essere sviluppata da scienziati e ingegneri, per prendere il controllo del mondo. Nel 1776, le cose erano portate avanti in larga misura dalla chiesa e dalla nobiltà feudale, con i capitalisti che iniziavano lentamente a prendersi una fetta sempre più grossa della torta. Weishaupt dichiarò che questi gruppi erano obsoleti, e che era ora che un gruppo d’elite con il monopolio sulle conoscenze tecnologiche e scientifiche prendesse il potere. Invece di produrre, nel futuro, una società democratica come la ‘dottrina esterna’ prometteva, gli Antichi Veggenti Illuminati di Baviera avrebbero preso l’umanità con una dittatura che sarebbe durata per
sempre.” “Be’, mi sembra abbastanza logico che qualcuno la pensasse così a quei tempi,” disse George, “e chi meglio di un massone che era anche un gesuita spretato?” “Allora riconosci che quello che ti dico è relativamente plausibile”, disse Hagbard. “È già un buon segno.” “Segno che è plausibile” rise George. “No, segno che sei il tipo di persona che cerco. Be’, gli Illuminati, dopo essere rimasti visibili abbastanza a lungo da reclutare un nucleo di membri fedeli dai massoni e liberi pensatori e di stabilire contatti internazionali, fecero in modo che sembrasse che il governo bavarese li avesse soppressi. In seguito, gli Illuminati lanciarono la loro prima rivoluzione sperimentale, in Francia. Qui, infinocchiarono la classe media, il cui vero interesse era la libera impresa, nel seguire lo slogan di Weishaupt “Libertà, Uguaglianza, Fraternità”. L’inghippo, naturalmente, sta nel fatto che dove uguaglianza e fraternità regnano, non c’è libertà. Dopo la carriera di Napoleone, la cui ascesa e caduta fu solo il risultato delle manipolazioni degli Illuminati, iniziarono a piantare i semi del socialismo europeo che portarono alle rivoluzioni del ‘48, al marxismo, infine alla conquista della Russia, un sesto della massa terrestre Ovviamente, dovettero architettare una guerra mondiale per rendere possibile la Rivoluzione russa, ma entro il millenovecentodiciassette erano diventati piuttosto abili. La Seconda guerra mondiale fu un lavoro ancora più intelligente e fruttò loro ulteriori guadagni.” “Un’altra cosa che questo spiega,” disse George, “è il perché il marxismo-leninismo ortodosso, nonostante tutti i suoi ideali, finisce sempre per non valere un cazzo e perché dovunque si sia stabilito, ha sempre tradito il popolo. E spiega perché sia inevitabile che l’America scivoli verso il totalitarismo.” “Esatto” disse Hagbard. “L’America è il bersaglio, adesso. Hanno la maggior parte dell’Europa e dell’Asia. Una volta avuta l’America, possono uscire allo scoperto. Il mondo sarà allora come Orwell aveva predetto in 1984. Lo eliminarono dopo che venne pubblicato, sai. Il libro arrivò un po’ troppo vicino alla verità. Aveva evidentemente capito - il riferimento ai Partiti esterno e interno con insegnamenti diversi, il discorso di O’Brien sul potere che è un fine in sé - e lo beccarono. Orwell, vedi, li incontrò in Spagna, dove stavano agendo piuttosto apertamente a un certo punto della Guerra civile. Ma anche gli artisti arrivano alla verità attraverso la loro immaginazione, se si lasciano andare liberamente. È più facile che arrivino alla verità della maggioranza delle persone con menti scientifiche.” “Hai appena legato insieme duecento anni di storia mondiale in una teoria che mi farebbe voglia di farmi ricoverare se la accettassi,” disse George, “ma ne sono attratto, l’ammetto. Parte intuitivamente: sento che sei una persona essenzialmente normale e non paranoica. Parte perché la versione ortodossa della storia che mi hanno insegnato a scuola non mi ha mai convinto e so come la gente possa spiegare la storia per i propri fini. Perciò suppongo che la storia che ho imparato è sbagliata. In parte per la follia stessa dell’idea. Se ho imparato una cosa negli ultimi anni, è che tanto è più folle un’idea, tanto è più probabile che sia vera. E nonostante tutto, con tutte le ragioni che ho per crederti, vorrei lo stesso qualche altro segno.” Hagbard annuì. “Bene. Un segno. Così sia. Ma prima, una domanda per te. Ammettendo che il tuo capo, Joe Malik, avesse intuito qualcosa, ammettendo che il posto in cui ti aveva mandato avesse avuto qualcosa a che fare con gli assassini e potesse portare agli Illuminati: cosa pensi possa succedere a Joe Malik?” “So cosa vuoi dire: non ci voglio pensare “ “Non pensare.” Hagbard tirò improvvisamente fuori un telefono da sotto la balaustra. “Possiamo intercettare il cavo atlantico della Bell da qui. Chiama New York, qualsiasi persona a New York che possa darti informazioni aggiornate su Joe Malik e su ‘Confrontation’. Non dirmi chi chiami. Altrimenti, potresti sospettare che ho qualcuno sulla nave che imiti la persona con la quale vuoi parlare.” Impugnando il telefono in modo tale che Hagbard non potesse vederlo, George fece un numero.
Dopo trenta secondi, dopo numerosi click e altri strani rumori, George sentì un telefono squillare e dopo un attimo, una voce dire: “Pronto?” “George Dorn” disse George. “Chi è?” “Be’, chi diavolo pensavi fosse? Hai fatto il mio numero.” “Oh Cristo” disse George. “Guarda, sono in un posto dove non mi fido del telefono. Devo essere sicuro che sto veramente parlando con te. Quindi voglio che tu ti identifichi senza che ti dica chi dovresti essere. Capisci?” “Certo che capisco. Non importa che tu usi quel linguaggio da elementari. Sono Peter Jackson, George, come presumo tu volevi che io fossi. Dove diavolo sei? Sei ancora a Mad Dog?” “Sono sul fondo dell’Atlantico.” “Conoscendo le tue pessime abitudini, non mi sorprende affatto. Hai sentito che ci è capitato? È per quello che chiami?” “No. Cos’è successo?” George strinse più forte il telefona. “Hanno fatto saltare in aria l’ufficio con una bomba stamattina presto. E Joe è scomparso. “ “È morto?” “Non per quello che ne sappiamo. Non c’erano corpi tra le macerie. E tu... stai bene?” “Mi sto infilando in una storia incredibile, Peter. È così incredibile che non starò a raccontartela. Almeno finché non ritorno. Mi auguro che per allora tu sia ancora in grado di mandare ancora avanti la rivista.” “Per ora la rivista c’è e la mando avanti dal mio appartamento” disse Peter. “Spero solo che non decidano di farmi saltare in aria.” “Chi?” “Chicchessia. Sei ancora in missione. E se questo ha qualcosa a che fare con quello per cui eri andato a Mad Dog, sei nei casini. I giornalisti non dovrebbero andare in giro a far saltare in aria le riviste dei principali.” “Mi sembri piuttosto allegro, considerando che Joe potrebbe essere morto.” “Joe è indistruttibile. A proposito, George, chi è che paga per questa telefonata?” “Un amico facoltoso, credo. È messo bene con il lino o una roba del genere. Dell’altro su di lui più tardi. Ora ti lascio, Pete. Grazie della telefonata.” “Diamine. Fai attenzione, baby.” George passò il telefono ad Hagbard. “Sai cos’è successo a Joe? Sai chi ha messo la bomba a ‘Confrontation’? Lo sapevi già prima che chiamassi. I tuoi sono bravini con gli esplosivi.” Hagbard scosse la testa. “Quel che so è che la pentola sta per bollire. Il tuo editore, Joe Malik, sapeva degli Illuminati. Per questo ti ha mandato a Mad Dog. Appena arrivi, ti arrestano e l’ufficio di Malik salta in aria. Che ne pensi?” “Penso che quel che m’hai detto è la verità, o una versione della verità. Non so se fidarmi completamente. Ma ho avuto il mio segno. Se gli Illuminati di Baviera non esistono, qualcosa esiste. E allora, dove andiamo da qui? Hagbard sorrise. “L’hai detto come un vero homo neophilus, George. Benvenuto nella tribù. Vogliamo reclutarti, perché sei così credulone. Cioè, credulone nel modo giusto. Sei scettico riguardo alla saggezza convenzionale, ma attratto dalle idee non ortodosse. Un segno infallibile dell’homo neophilus. La razza umana non è divisa tra razionale e irrazionale, come pensano certi idealisti. Tutti gli umani sono irrazionali, ma ne esistono di due tipi: quelli che amano le idee vecchie e odiano e temono le nuove, e quelli che disprezzano le idee vecchie e abbracciano gioiosamente le nuove. Homo neophobus e Homo neophilus. Neophobus è il tipo originale umano, il tipo che non è cambiato quasi per niente nei primi quattro milioni d’anni della storia umana. Neophilus è la mutazione creativa che è saltata fuori a intervalli regolari durante l’ultimo milione di anni, dando alla razza piccole spinte in avanti, di quelle che dai a una ruota per farla girare sempre più velocemente. Neophilus fa un sacco di errori, ma lui o lei si muovono. Vivono la vita nella maniera in cui andrebbe vissuta, novantanove per cento errori e un per cento mutazioni vitali. Tutti quelli nella mia organizzazione sono neophilus, George. Per questo siamo così avanti rispetto al
resto della razza umana. Influenze neofile concentrate, senza alcuna diluizione neofoba. Facciamo un milione di errori, ma ci muoviamo così velocemente che nessuno di loro fa in tempo a raggiungerci. Prima di addentrarmi più in profondità, George, vorrei tu diventassi uno di noi.” “Che significherebbe?” “Diventare un legionario nella Legione della discordia dinamica.” George rise: “Questa è buona. Ma è dura da credere che una organizzazione con un nome tanto assurdo come quello possa costruire qualcosa di serio come questo sottomarino, o lavorare per un fine così serio quale sconfiggere gli Antichi Veggenti Illuminati di Baviera.” Hagbard scosse la testa. “Che c’è di serio in un sottomarino giallo? Viene da un pezzo rock? 185 E tutti sanno che chi si preoccupa degli Illuminati di Baviera è pazzo. Ti arruolerai nella Legione, con qualsivoglia spirito tu scelga?” “Certamente” disse George pronto. Hagbard gli diede una pacca sulla schiena. “Ah, sei proprio il nostro tipo. Bene, esci dalla porta dove sei entrato, poi a destra e attraverso la porta dorata.” “C’è qualcuno con una lampada alzata in mano là dietro?” “Non ci sono uomini onesti in questo viaggio. Adesso vai.” Le labbra sode di Hagbard si piegarono in un sorriso malizioso. “C’è una sorpresa per te.” (“Ogni perversione” gridò Smiling Jim. “Uomini che fanno sesso con uomini, donne con donne. Dissacrazioni oscene di oggetti religiosi per scopi devianti. Addirittura donne e uomini che hanno rapporti sessuali con animali. Diamine, amici, l’unica cosa a cui non sono ancora arrivati, è gente che copuli con frutta e verdura, e immagino verrà anche quello tra poco. Qualche degenerato che si diverte con una mela!” Il pubblico rise della battuta.) “Devi correre veloce per raggiungere il sole. È così che succede, quando sei perso da queste parti” disse la vecchia, accentuando le ultime cinque parole in una specie di cantilena infantile... I boschi erano incredibilmente fitti e oscuri, ma Barney Muldoon le teneva dietro inciampando... “Diventa sempre più buio,” disse oscura, “ma è sempre buio quando sei perso da queste parti”... “Perché dobbiamo raggiungere il sole?” chiese Barney, perplesso. “In cerca di più luce,” ridacchiò giuliva, “hai sempre bisogno di più luce, quando sei perso da queste parti...” Dietro la porta dorata c’era la bella segretaria nera. Si era cambiata con una corta gonna di pelle rossa che lasciava scoperte le sue lunghe gambe. Le mani erano leggermente appoggiate sulla cintura di plastica bianca. “Ciao, Stella” disse George. “Ti chiami così? Davvero sei Stella Maris?” “Certo.” “Niente uomini onesti in questo viaggio, davvero. Hagbard mi aveva parlato telepaticamente. Mi ha detto lui il tuo nome.” “Ti ho detto io il mio nome quando sei entrato nel sottomarino. Devi essertene dimenticato. Te ne sono successe troppe. E purtroppo te ne succederanno ancora molte. Ti devo chiedere di toglierti i vestiti. Buttali sul pavimento, per favore.” George fece come gli veniva detto senza esitare. La nudità parziale o totale era richiesta in molti rituali di iniziazione, ma un’ondata d’ansia lo attraversò. Si fidava di questa gente solo perché non gli avevano fatto nulla, ancora. Ma non era possibile dire che razza di folli potessero essere... in che tipo di tortura rituale o omicidio lo potevano coinvolgere? Tali paure facevano anch’esse parte dei rituali di iniziazione. Stella gli sorrise, le sopracciglia inarcate, quando fece cadere i suoi boxer. Capì il significato del sorriso, e sentì il sangue corrergli bollente come un rossore verso il pene, che divenne spesso e pesante in un istante. Essere cosciente di essere nudo con l’inizio di un’erezione davanti a questa donna bella e desiderabile, che si stava godendo lo spettacolo, lo fece gonfiare e indurire ancora di più. “C’hai un bell’arnese lì. Bello e grosso, rosa e viola.” Stella gli arrivò accanto, s’avvicinò e toccò con le dita il fondo del cazzo, proprio dove s’incontrava con lo scroto. Poi il dito medio corse per la costa centrale dando un colpetto al sotto della cappella. Il pene di George s’alzò sull’attenti,
salutando la destrezza manuale di lei. “Maschio sessualmente sensibile” disse Stella. “Bene, bene, bene. Adesso sei pronto per la prossima stanza. Dritto per la porta verde, se non ti dispiace.” Nudo, eretto e lasciandosi dietro Stella con dispiacere, George oltrepassò la porta. Questa gente era troppo sana e benintenzionata per essere inaffidabile, pensò. Gli piacevano e uno deve fidarsi dei propri sentimenti. Ma quando la porta verde sbatté dietro di lui, la sua ansia tornò più forte di prima. Al centro della stanza c’era una piramide di diciassette gradini di marmo bianco e rosso, alternati. La stanza era grande, con cinque mura che s’innalzavano in un arco gotico, nove metri sopra il pavimento pentagonale. A differenza della piramide nella prigione di Mad Dog, questa non aveva un enorme occhio che lo fissasse dall’alto. Aveva, invece, un’enorme mela dorata, una sfera d’oro alta come un uomo, con un gambo lungo trenta centimetri e una sola foglia grossa come un orecchio d’elefante. Incisa sul lato della mela, c’era la parola KALLISTI in lettere greche. Le mura della stanza erano drappeggiate da enormi tende d’oro che parevano rubate da un cinerama e il pavimento era ricoperto da spessa moquette dorata sulla quale i piedi nudi di George sprofondavano. È proprio diverso, si disse George per quietare la paura. Questa gente è diversa. C’è una connessione con gli altri, ma sono differenti. Le luci si spensero. La mela d’oro brillava brillava nel buio come una luna d’autunno. KALLISTI era inciso in distinte linee nere. Una voce che suonava come Hagbard tuonò verso di lui da tutti i lati della stanza: “Non c’è altra dea della Dea, ed è lei la tua dea.” Questa è in realtà una cerimonia del Club delle Alci, 186 pensò George. Ma c’erano strani fumi, non esattamente Bpoe che si infilavano per le sue narici. Un aroma inconfondibile. Incenso costoso, quello che adopera questa gente. Una religione costosa, o loggia o sia quel che sia. Ma ti puoi permettere il meglio quando sei un magnate del lino. Lino, eh? Difficile vedere come un uomo potesse fare così tanti soldi con il lino. Cos’aveva, l’intero mercato in mano? Per esempio, fondi mutui, quello era già più normale del lino. Credo proprio di sentire gli effetti. Non dovrebbero drogare un uomo senza il suo permesso. Si trovò a tenersi il pene che si era considerevolmente ristretto. Gli diede una tiratina rassicurante. La voce disse: “Non c’è altro movimento che il movimento discordiano, ed è il Movimento Discordiano”. Sembrerebbe essere evidente. George girò gli occhi e guardò la gigantesca mela dalla luce dorata girare sopra di lui. “Questa è un’ora sacra e seria per i Discordiani. È l’ora in cui il grande, palpitante cuore di Discordia pulsa e si gonfia, quando Colei Che Iniziò Tutto si prepara a ingerire nel proprio caotico e palpitante seno un altro legionario della Legione della Discordia Dinamica. O minervale, sei pronto a impegnarti per Discordia?” Imbarazzato dal venire interpellato direttamente, George lasciò il suo affare. “Sì” disse con una voce che gli sembrava soffocata. “Sei un essere umano, e non un cavolo o roba del genere?” George rise. “Si.” “Peccato” rimbombò la voce. “Vuoi migliorarti?” “Sì.” “Che stupidità. Sei pronto a divenire filosoficamente illuminato?” “Perché quella parola?” si chiese immediatamente George. Perché illuminato? Ma disse: “Penso di sì”. “Molto divertente. Ti dedicherai al sacro movimento Discordiano?” George si strinse nelle spalle. “Finché mi va.” Ci fu una corrente d’aria contro la sua pancia. Stella Maris, nuda e splendente uscì da dietro la
piramide. Il soffice luccichio della mela dorata illuminava i ricchi particolari neri e bruni del suo corpo. George sentì di nuovo il sangue scorrergli su per il pene. Questa parte sarebbe stata OK. Stella si mosse verso di lui con un passo lento, nobile, con i braccialetti d’oro che brillavano e tintinnavano intorno ai polsi. George provò fame, sete e una pressione come se un pallone venisse gonfiato lentamente nelle sue budella. Il cazzo si alzò, battito per battito. I muscoli nei suoi glutei e cosce si contrassero, si distesero, e si contrassero di nuovo. Stella s’avvicinò con passi strisciati e gli danzò attorno in cerchio, con una mano tesa a carezzare la vita nuda di lui. George fece un passo avanti e tese le mani verso di lei. Lei ballò via sulle punte dei piedi, girando, braccia sopra la testa, i pesanti seni conici dai capezzoli neri sollevati in alto. Quella volta George capì perché a certi uomini piacciono le tette grosse. I suoi occhi si mossero verso i globi dei glutei di lei, le lunghe ombre muscolari nelle cosce e nei polpacci. Barcollò verso Stella. Lei si fermò improvvisamente, le gambe leggermente aperte a formare una forma inversa con la sua abbondante distesa di peli sull’arco reale, le sue anche ondeggiavano in un gentile movimento circolare. Il suo attrezzo l’attirava verso di lei come fosse di ferro e lei magnetica; guardò in basso e vide che una piccola perla di liquido, luccicante nella luce della mela, era apparsa nell’occhio. Polifemo voleva davvero entrare nella caverna. George le si avvicinò finché la testa del serpente fu seppellita nel giardino cespuglioso e pungente al fondo del ventre di lei. Mise fuori le mani e le premette contro i due coni, sentendo la gabbia toracica di lei innalzarsi e scendere con un respiro pesante. Gli occhi erano semichiusi e le labbra appena aperte. Le sue narici erano spalancate. Si leccò le labbra e lui sentì le dita di lei circondare leggermente il cazzo, carezzandolo appena con una frizione sufficiente a elettrizzarlo piano. Si allontanò un po’ e spinse il dito nell’umidità sulla punta. George mise la mano nel groviglio dei peli pubici di lei, sentendo le labbra calde e gonfie, sentendo i suoi succhi infradiciargli le dita. Il medio scivolò nella fica e lei lo spinse oltre la stretta apertura completamente, fino alla nocca. Sussultò, e tutto il suo corpo si contorse attorno al dito in un moto a spirale. “Cazzo, Dio!!” sussurrò George. “Dea!” rispose fieramente Stella. George annuì. “Dea” disse, rauco, intendendo tanto Stella quanto la leggendaria Discordia. Lei sorrise e si allontanò da lui. “Prova a immaginare che questa non sono io, Stella Maris, la figlia più giovane di Discordia. Lei è solamente il veicolo della Dea. Pensa a lei che entra in me e agisce attraverso di me. Io sono lei, adesso!” Nel mentre accarezzava Polifemo gentilmente ma insistentemente. Era già feroce come uno stallone, ma pareva diventare ancora più infiammato, se possibile. “Sto per venirti in mano tra un secondo”, gemette George. Gli prese il polso sottile per fermarla. “Devo scoparti, chiunque tu sia, donna o dea. Per favore.” Si allontanò, i palmi rivolti verso di lui, le braccia lontane dai suoi fianchi: in un gesto d’accettazione, e disse: “Sali i gradini adesso. Sali verso la mela.” I suoi piedi tintinnarono sullo spesso tappeto, corse via da lui e scomparve dietro la piramide. Lui salì i diciassette gradini, col vecchio ciclope sempre gonfio e dolorante. La cima della piramide era larga e piatta, e si trovò a fronteggiare la mela. Stese una mano e la toccò. Aspettandosi del metallo freddo, rimase sorpreso quando la superficie sofficemente risplendente si rivelò calda al tocco come un corpo umano. Circa quindici centimetri sotto il livello della vita, vide un’apertura oscura, ellittica, sul fianco della mela, e un sinistro sospetto si formò nella sua mente. “Ci sei, George” disse la voce tonante che presiedeva alla sua iniziazione. “Ora devi piantare i tuoi semi nella mela. Vai George. Datti alla Dea.” Merda, pensò George, che idea imbecille! Prima fanno arrapare uno in questa maniera e poi si aspettano che scopi un maledetto idolo d’oro. Gli venne in mente di girare le spalle alla mela, sedersi sul gradino della piramide e farsi una sega per fargli vedere che ne pensava di loro. “George, credi che ti deluderemmo? È bello, laggiù nella mela. Dai, infilacelo, svelto.”
Sono così credulone, pensò George. Ma un buco è un buco. È tutta solo frizione. S’avvicinò alla mela e cautamente piazzò la punta del cazzo nell’apertura ellittica, aspettandosi per metà d’essere risucchiato dentro da qualche forza meccanica, e per metà temendo che gliel’avrebbero tagliato con una ghigliottina in miniatura. Ma non c’era nulla. Il cazzo non toccò nemmeno i bordi del foro. Fece un altro passettino, e lo mise dentro per metà. Ancora nulla. Poi, qualcosa di caldo, bagnato e peloso si sciolse contro la punta del cazzo. E qualsiasi cosa fosse, la sentì cedere mentre istintivamente spingeva in avanti. Spinse ancora poi spinse indietro e ci fu una spinta in risposta: ci scivolò dentro. Una fica, per tutti gli dei invisibili, una fica!, e dalla sensazione era quasi certamente quella di Stella. George lasciò uscire un profondo sospiro, piantò le mani sulla superficie liscia della mela per sostenersi e cominciò a pompare. La spinta dall’interno della mela era altrettanto potente. Il metallo era caldo contro le cosce e la pancia. Improvvisamente il bacino all’interno sbatté contro il foro e un grido cavo risuonò dall’interno della mela. L’effetto dell’eco lo fece sembrare sospeso nell’aria, contenente tutta l’agonia, lo spasimo, il solletico, lo scatto, la pazzia lunare, l ’orrore e l’estasi della vita dalla nascita dell’oceano a ora. L’uccello di George era tirato come un pallone che stesse per scoppiare. Le sue labbra scoprirono i denti. L’elettricità deliziosa dell’orgasmo si stava radunando nel suo inguine, nella radice più profonda del pene, nella carne viva. Stava venendo. Gridò mentre sparava il suo seme nella fica invisibile, nella mela, nella Dea, nell’eternità. Ci fu uno schianto sopra di lui. Gli occhi di George si aprirono. Un corpo maschile, nudo appeso a una corda arrivò precipitando verso di lui dal soffitto a volta. Si fermò vibrando con un orribile schiocco, i piedi tremanti sopra il picciolo della mela. Mentre i sussulti dell’eiaculazione scuotevano ancora il corpo di George, il pene sopra la sua testa si alzò e spruzzò spessi globi di sperma, simili a piccole colombe, mentre il corpo s’inarcava sopra la testa di George, rivolta verso l’alto e completamente terrorizzata, per finire da qualche parte sul fianco della mela. George guardò la faccia, piegata su di un lato, il collo spezzato e un nodo scorsoio dietro l’orecchio. Era la sua faccia. George scoppiò. Tirò fuori il pene dalla mela e quasi cadde all’indietro sulle scale. Corse giù per i diciassette scalini e guardò indietro. La figura morta era ancora appesa, attraverso una botola nel soffitto, direttamente sopra la mela. Il pene si era afflosciato. Il corpo ruotava lentamente. Un’enorme risata esplose nella stanza, somigliando moltissimo a quella di Hagbard Celine. “Le nostre condoglianze” disse la voce. “Ora sei un legionario nella Legione della Discordia Dinamica.” La figura appesa svanì silenziosamente. Non c’era alcuna botola nel soffitto. Un’orchestra colossale da qualche parte iniziò a suonare Pomp and Circumstance. Stella Maris arrivò dal retro della piramide, questa volta coperta da capo a piedi di una semplice veste bianca. I suoi occhi brillavano. Portava un vassoio d’argento con un asciugamano bollente sopra. Mise il vassoio sul pavimento, s’inginocchiò e avvolse il cazzo in rilassamento di George nell’asciugamano bollente. Era delizioso. “Sei stato meraviglioso” sussurrò lei. “Sì, ma, cazzo! “ George guardò verso la mela. La mela d’oro splendeva trionfale. “Alzati dal pavimento” disse. “Mi stai mettendo in imbarazzo.” Si alzò sorridendogli, col sorriso ampio tipico di una donna completamente soddisfatta dal proprio amante. “Sono felice che ti sia piaciuto” disse George. Le sue emozioni erano selvaggiamente contrastanti e gradualmente, convergevano in rabbia. “Qual era lo scopo di quell ’ultima gag? Farmi passare la voglia del sesso per sempre?” Stella rise: “Ammettilo, George. Nulla potrebbe farti passare la voglia di sesso, giusto? Allora non fare il permaloso.” “Permaloso? Quel trucco malato lo chiami divertente? Che maledetta storia da figli di gran puttana da fare a un uomo!”
“Gran puttana? No, quella la usiamo solo quando ordiniamo i diaconi.” George scosse la testa furioso. Lei si rifiutava assolutamente di vergognarsi. Era senza parole. “Se hai delle lamentele, dolcezza, falle all’episkopos Hagbard Celine della cabala Lief Erikson”, disse Stella. Si girò e iniziò a camminare verso la piramide. “Ti sta aspettando da dove sei venuto. E c’è un cambio di vestiti nella stanza accanto.” “Aspetta un attimo!” gli disse George. “Che diavolo vuol dire Kallisti?” Se n’era andata. Nell’anticamera della sala dell’iniziazione trovò una casacca verde e pantaloni attillati neri appoggiati a un attaccapanni. Non voleva metterseli. Era probabilmente una specie di uniforme di questo culto idiota e non ne voleva assolutamente sapere. Ma non c’erano altri vestiti. C’erano anche un paio di stupendi stivali neri. Tutto vestiva alla perfezione. C’era uno specchio ad altezza d’uomo sul muro e si guardò, dovendo a malincuore ammettere che la tenuta era una figata. Una piccola mela dorata brillava sulla sinistra del petto. L’unica cosa è che aveva bisogno di lavarsi i capelli. Stavano diventando stoppa. Passate altre due porte si trovò di fronte ad Hagbard. “Non t’è piaciuta la nostra piccola cerimonia?” disse Hagbard con esagerata simpatia. “Peccato davvero. Ne ero così orgoglioso, specialmente le parti che ho preso da William Burroughs e dal marchese De Sade.” “È sessualità malata” disse George “e poi mettere la donna dentro la mela, così da non poter avere nessun tipo di sesso personale con lei... per usarla come ricettacolo, come oggetto. L’hai fatta diventare pornografica. E pornografia sadica, per giunta.” “Ascolta George” disse Hagbard. “Anche tu sei così. Se non ci fosse morte, non ci sarebbe sesso. Se non ci fosse sesso, non ci sarebbe morte. E senza sesso, non ci sarebbe evoluzione verso l’intelligenza, niente razza umana. Perciò la morte è necessaria. La morte è il prezzo dell’orgasmo. Solo una creatura su questo pianeta è asessuata, intelligente e immortale. Mentre stavi pompando i tuoi semi in quel simbolo di vita, ti ho mostrato morte e orgasmo in una sola immagine, e così ti ho fatto capire. E non lo dimenticherai mai. È stato un trip, George. O no?” George assentì riluttante. “Sì, è stato un trip.” “E nelle ossa ora sai un po’ di più della vita di prima, giusto George?” “Sì.” “Be’, allora grazie per esserti unito alla Legione della Discordia Dinamica.” “Prego.” Hagbard fece cenno a George verso il bordo della balconata a forma di nave. Indicò il fondo. Giù in basso, nella sostanza blu-verde attraverso cui sembravano volare, George riuscì a vedere terre, colline, letti di fiumi serpeggianti, e poi costruzioni in rovina. George sussultò. Delle piramidi si innalzavano là sotto, alte come colline. “Questa è una delle grandi città portuali,” disse Hagbard, “le galee delle Americhe navigarono e commerciarono da e per questo porto per mille anni.” “Quanto tempo fa?” “Diecimila anni fa” disse Hagbard. “Questa fu una delle ultime città a scomparire. Naturalmente la loro civiltà era già molto in declino allora. Nel frattempo, abbiamo un problema. Gli Illuminati sono già qui.” Una grossa sagoma ondulata blu-grigia apparve davanti, nuotò verso di loro. Si girò repentinamente e raggiunse la loro velocità, così da apparire come stesse galleggiando accanto. George provò un altro sussulto momentaneo di spavento. Un nuovo trucco di Hagbard? “Che pesce è quello? Come fa a tenere il passo con noi?” chiese George. “È una focena, non un pesce; è un mammifero che può nuotare molto più velocemente di un sottomarino. Possiamo stargli dietro, però. Forma una pellicola attorno al suo corpo che gli permette di scivolare attraverso l’acqua senza alcuna resistenza. Ho imparato da essa come farlo e ho applicato la teoria a questo sottomarino. Possiamo attraversare l’Atlantico sott’acqua in meno di un giorno.”
Una voce parlò dal pannello dei comandi: “Meglio diventare trasparenti. Sarai nel raggio dei loro scandagli fra neanche una decina di miglia.” “Bene,” disse Hagbard, “manterremo la rotta attuale fino a nuovo ordine, così saprai dove siamo.” “Lo saprò” disse la voce. Hagbard tagliò l’aria con la mano, disgustato. “Sei così maledettamente superiore.” “Ma con chi parli?” disse George. “Howard.” La voce disse: “Non ho mai visto macchine come queste prima. Sembrano granchi. Hanno quasi finito di scavare il tempio.” “Quando gli Illuminati fanno qualcosa da soli, è sempre di prima classe” disse Hagbard. “Chi diavolo è Howard?” chiese George. “Sono io. Qui fuori. Salve, Signor Umano” disse la voce. “Sono Howard.” Incredulo, eppure sapendo bene quel che stava accadendo, George girò la testa. Sembrava che il delfino lo stesse guardando. “Come fa a parlarci?” disse Hagbard. “Nuota accanto alla prua del sottomarino, ed è da lì che prendiamo la sua voce. Il mio computer traduce dal delfinio nella nostra lingua. Un microfono qui nella sala-controllo manda le nostre voci al computer che traduce in delfinio e trasmette i suoni corretti attraverso l’acqua verso di lui.” “Lady-oh, oh de-you-day un nuovo umano è venuto sin qui.” cantò Howard. “Ha nuotato in vista, spero sia uno degli uomini amici.” “Cantano molto” disse Hagbard. “E recitano poesie, o le compongono su due piedi. Una gran parte della loro cultura è poetica. Poesia e atletica: naturalmente, le due discipline sono strettamente collegate. La maggior parte del tempo nuotano, cacciano e comunicano gli uni con gli altri.” “Ma il tutto con complessità artistica e rara finezza” disse Howard, mentre faceva una capriola fuori. “Portaci verso il nemico, Howard”, ordinò Hagbard. Howard nuotò davanti a loro e così facendo, cantò: Uniti contro il nemico, avanti, avanti I branchi dei mari del Sud fanno rotta scattanti All’attacco, all’attacco, come roccia i nasi forti Né squalo, né seppia può scuoterci o sopravvivere ai nostri terribili urti. “Epica” disse Hagbard. “Vanno pazzi per l’epica Hanno tutta la loro storia degli ultimi quarantamila anni in forma epica Niente libri, niente scrittura: come farebbero a maneggiare le penne con le pinne? Tutta memorizzazione. È il motivo per cui favoriscono la poesia. E i loro poemi sono meravigliosi, ma devi passare anni a studiare il loro linguaggio prima di capirli Il nostro computer trasforma le loro opere in filastrocche Per ora è il meglio che riesca a fare Quando avrò tempo, aggiungerò dei circuiti che possano veramente tradurre la poesia da una lingua all’altra Quando il Corpus Focenico sarà tradotto in lingua umana, farà avanzare la nostra cultura di secoli Sarà come se avessimo scoperto le opere di un’intera razza di Shakespeare che ha scritto per quaranta millenni.” “D’altro canto,” disse Howard, “la vostra civiltà potrebbe essere paralizzata e demoralizzata dallo shock culturale.” “Non penso,” disse Hagbard risentito, “abbiamo qualche cosetta da insegnarvi, sai?” “E i nostri psicoterapeuti possono aiutarvi a superare l’ansia di digerire la nostra conoscenza” disse Howard. “Hanno gli psicoterapisti?” disse George.
“Hanno inventato la psicanalisi migliaia di anni fa per passare il tempo durante le lunghe migrazioni Hanno cervelli molto complessi e numerosi sistemi simbolici, ma le loro menti sono diverse dalle nostre in particolari importantissimi Sono tutte d’un pezzo, per capirci Non hanno la differenziazione strutturale tra io, super-io e id. Non c’è rimozione, sono pienamente coscienti, accet accettan tanoo i loro loro deside desideri ri più primit primitivi ivi.. E una volont volontàà cosci coscient ente, e, piutto piuttosto sto che una discip disciplin linaa inculcata dai genitori, guida le loro azioni In loro non c’è nevrosi, né psicosi La psicanalisi, per loro, è un esercizio poetico-immaginativo poetico-immaginativo autobiografico, invece di un’arte guaritoria. Non esistono problemi della mente mente che richiedano richiedano guarigione.” “Non è proprio vero” disse Howard, “c’era una scuola di pensiero, circa ventimila anni fa, che invidiava gli umani. Si chiamavano Peccatori Originali, perché erano come i primi genitori della vostra razza umana che, secondo alcune vostre leggende, invidiavano gli dei e soffrirono per quel motivo. Insegnavano che gli umani erano superiori perché potevano fare molte più cose dei delfini, ma si disperavano, e la maggior parte finì col suicidarsi. Furono gli unici nevrotici nella lunga storia delle focene. I nostri filosofi sostengono che viviamo tutti i giorni della vita in una bellezza ignota agli umani. La nostra cultura è semplicemente ciò che potreste chiamare un commento al nostro ambiente naturale, mentre invece la cultura umana è in guerra con la natura. Se c’è una razza che soffre, quella è la vostra. Potete fare molto, e quel che potete, dovete farlo. E, parlando di guerra, il nemico è qui davanti.” In lontananza, George riusciva a distinguere ciò che appariva essere un’imponente città innalzata su colline intorno a una profon da depressione, che doveva essere stata un porto quando Atlantide era in superficie. Gli edifici continuavano a perdita d’occhio. Erano per lo più bassi, ma qua e là s’innalzavano delle torri quadrate. Il sommergibile si dirigeva verso il centro del porto antico. George fissò le costruzioni; poteva vederle meglio adesso. Erano angolari, modernissime d’aspetto, mentre le altre città che avevano sorvolato-navigato possedevano un carattere misto greco-egiziomaya nella loro architettura. Qui non c’erano piramidi. Ma le sommità di molte delle strutture erano spezzate, e molte altre erano mucchi di macerie. Comunque, era incredibile che una città che era sprofondata così tante migliaia di metri verso il fondo dell’oceano, nel corso di quello che doveva esse essere re stat statoo un enor enorme me terre terremo moto to,, foss fossee così così ben ben cons conser erva vata ta.. Gli Gli edif edific icii dove doveva vano no esse essere re incredibilmente durevoli. Se New York passasse attraverso un cataclisma simile, non sarebbe rimasto nulla dei suoi grattacieli di vetro e d’acciaio. d ’acciaio. C’era una piramide. Era molto più piccola delle torri intorno. Brillava di un giallo opaco. Nonostante la mancanza d’altezza, pare va dominare il panorama del porto, come un basso, potente capo in mezzo a un cerchio di guerrieri alti e slanciati. C’era del movimento attorno alla sua base. “Questa è la città di Peos, nella regione di Poseida,” disse Hagbard, “e fu grande in Atlantide per mille anni dopo l’ora della Stella Drago. Mi ricorda Bisanzio, che fu una grande città per mille anni dopo la caduta di Roma. E quella piramide è il tempio di Tethys, dea dell’Oceano. Fu la navigazione che rese grande Peos. Ho un grande affetto per questa gente.” Attorno alla base del tempio strisciavano delle strane creature che sembravano sembravano giganteschi ragni. Delle luci lampeggiavano dalle loro teste e brillavano sui fianchi del tempio. Mentre il sottomarino scivolava più vicino, George vide che i ragni erano macchine, ognuna con un corpo grande quanto un carro armato. Parevano scavare profonde fosse attorno alla base della piramide. “Chissà dove le hanno fatte costruire, quelle” mormorò Hagbard. “Difficile tenere segrete innovazioni del genere.” Mentre parlava, i ragni fermarono il lavoro che stavano compiendo intorno alla piramide. Non ci fu movimento tra di loro per un attimo. Poi uno di loro si alzò dal fondo marino, seguito da un altro e da un altro ancora. Si misero rapidamente in una formazione a V e si mossero verso il sottomarino, come un paio di braccia aperte per catturarlo. Mentre si avvicinavano avvicinavano presero velocità. “Ci hanno scoperti!” ringhiò Hagbard. “Non avrebbero dovuto ma ce l’hanno fatta. Non paga mai sottovalutare gli Illuminati. OK, George. Abbottonati il buco del culo. Stiamo per fare a botte.” In quel momento, ma esattamente due ore prima sull’orologio, Rebecca Goodman si svegliò da un sogno di Saul, di una coniglietta di “Playboy” e di qualcosa di sinistro. Il telefono squillava
(c’era una piramide nel sogno? Cercò di ricordare, era qualcosa del genere) e si allungò mezzo addormentata sopra la statua della sirenetta per mettere il ricevitore all’orecchio. “Si?” disse cautamente. “Mettiti la mano sulla fica e ascolta,” disse August Personage, “vorrei alzarti il vestito e...” Rebecca appese. All’improvviso si ricordò della botta dell’ago quando entrava, e di tutti quegli anni sprecati. Saul l’aveva salvata e, adesso che se n’era andato, delle voci strane al telefono parlavano di sesso nel modo in cui i tossici parlano di roba. “Al principio di tutte le cose era Mummu, lo spirito del Caos puro. Al principio era il Verbo e fu scritto da un babbuino.” Rebecca Goodman, venticinque anni, incominciò a piangere. Se è morto, pensò, anche questi anni sono stati sprecati. Imparare ad amare. Imparare che il sesso era più che un altro tipo di “roba”. Imparare che la tenerezza era più che una parola nel dizionario: che era esattamente quello che D.H. Lawrence aveva detto, non un abbellimento del sesso, ma il centro dell’atto. Imparare ciò che quel poveretto al telefono non poteva indovinare, come la maggior parte della gente in questo mondo non indovinava mai. E poi perderlo, perderlo per per una pallottola vagante, vagante, sparata da una pistola cieca cieca da qualche parte. parte. August Personage, che stava per uscire dalla cabina all’automatico all ’automatico tra la Quarantesima e Avenue of the Americas, vide un riflesso di plastica sul pavimento. Piegandosi, tirò su una carta di tarocchi porno, che si infilò infilò rapidamente in tasca tasca per esaminarla esaminarla con calma dopo. Era il Cinque di Pentacoli. E, quando la stanza del trono si svuotò e i credenti erano usciti in meraviglia e raddoppiata fede, Hassan s’inginocchiò e separò le metà del vaso che teneva la testa di Ibn Azif. “Molto convincenti, le urla” commentò, facendo scorrere la porta sotto il piatto; e Ibn Azif s’arrampicò fuori, sorridendo della sua stessa performance. Il collo era spesso, taurino, integro e solido.
IL QUINTO VIAGGIO, O GEBURAH Calcio in culo, S.p.A.
E così venne formulata formulata la Legge IMPOSI/JOSE D’ORDINE D’ORDINE = AUMENTO AUMENTO DEL CAOS! Lord Omar Khayaam Ravenhurst, Il Vangelo Il Vangelo secondo Fred, in Il in Il libro libro onesto della verità.
Le luci lampeggiarono; il computer ronzò; Hagbard attaccò gli elettrodi. Il 30 gennaio 1939, a Berlino, un ometto stolto fece un breve e sciocco discorso; tra altre cose disse: “E un’altra cosa che vorrei dire in questo giorno, memorabile forse non solo per noi tedeschi: nella mia vita, sono stato profeta molte volte e la maggior parte di esse sono stato ridicolizzato. Durante il periodo della mia lotta per il potere, furono in primo luogo gli ebrei a ridere delle mie profezie sul fatto che un giorno avrei preso il comando dello stato e quindi dell’intero popolo e che, tra le altre cose, avrei risolto anche il problema ebraico. Credo che, nel frattempo, la risata da iena degli ebrei di Germania si sia loro spenta in gola. Oggi voglio essere ancora profeta: se gli ebrei della finanza internazionale, dentro e fuori l’Europa, dovessero riuscire ancora una volta a trascinare le nazioni in un’altra guerra mondiale, la conseguenza sarà l’annientamento della razza ebraica in Europa.” E così via. Diceva sempre cose del genere. Per il 1939, diversi intellettuali, qua e là, avevano realizzato che lo sciocco ometto era anche un piccolo mostro assassino, ma solo un numero piccolissimo, anche tra di loro, notò che per la prima volta nelle sue diatribe antisemite aveva usato la parola Vernichtung, annientamento, e anch’essi non potevano credere che davvero volesse dire quel che implicava. In realtà, al di fuori di una ristretta cerchia d’amici, nessuno immaginava quel che l’ometto, Adolf Hitler, aveva in mente. Fuori dalla piccola, piccolissima, cerchia d’amici, altri vennero in contatto intimo con der Führer e mai immaginarono che cosa avesse in mente. Hermann Rauschning, il governatore di Danzica, per esempio, fu un devoto nazista finché non iniziò a ricevere degli indizi sulla direzione delle fantasie di Hitler; dopo essere fuggito in Francia, Rauschning scrisse un libro, avvisando del pericolo rappresentato dal suo ex leader. Intitolato La Voce della distruzione, era molto eloquente, ma i passaggi più chiari in esso, non vennero compresi né da Rauschning, Rauschning, né dalla maggioranza dei suoi lettori. “Chiunque veda nel nazionalsocialismo nient’altro che un movimento politico, non sa molto di esso”, aveva detto Hitler a Rauschning, e questo è nel libro, ma Rauschning e i suoi lettori continuavano a vedere nel nazionalsocialismo un movimento politico particolarmente rozzo, pericoloso e nient’altro. “La creazione non è ancora completa”, disse ancora Hitler; e Rauschning registrò, di nuovo senza capire. “Il pianeta attraverserà un sollevamento che voi persone non iniziate non potete comprendere,” avvertì der Führer in un’altra occasione, e un’altra volta ancora, notò che il nazismo era, non soltanto più di un movimento politico, ma “più di una nuova religione”; Rauschning scrisse tutto e non capì niente. Riportò anche la testimonianza del dottore personale di Hitler, sul fatto che il piccolo sciocco e assassino si svegliava spesso, urlando per incubi che erano veramente veramente straordinari nella loro intensità, e gridava: “È lui, è lui, è venuto per me”. Il buon vecchio Hermann Rauschning, un tedesco della vecchia scuola non equipaggiato per partecipare alla Nuova Germania del nazionalsocialismo, nazionalsocialismo, reputò tutto questo prova dello squilibrio
mentale di Hitler... Tutti ritornano, tutti. Hitler, Streicher, Goebbels e le forze dietro di loro che sembrano un qualcosa che non può neanche immaginare, capo... Pensava che fossero umani, continuò il paziente mentre lo psichiatra ascoltava stupefatto, ma aspetta a vederli la seconda volta. E stanno arrivando... Entro la fine del mese arriveranno... Karl Haushofer 187 non venne processato a Norimberga: chiedete alla maggior parte delle persone di nominare gli uomini più responsabili della decisione Vernichtung, e il suo nome non sarà menzionato; anche la maggior parte delle storie sulla Germania nazista lo relegano nelle note a piè di pagina. Ma si raccontano strane storie sulle sue molte visite in Tibet, in Giappone e in altre parti d’Oriente; sulla sua predisposizione alla profezia e alla chiaroveggenza; sulla leggenda che appartenesse a una setta bizzarra di buddisti dissidenti ed estremamente particolari, che lo aveva incaricato di una missione nel mondo occidentale così seria da farlo giurare di suicidarsi se non ci fosse riuscito. Se quest’ultima favola è vera, Haushofer deve aver fallito la missione, poiché nel marzo 1946 uccise la moglie Martha e poi praticò su di sé il rito suicida giapponese del seppuku. Suo figlio, Albrecht, era già stato giustiziato per il suo ruolo nel “complotto degli ufficiali” per assassinare Hitler. (Di suo padre, Albrecht aveva scritto in una poesia: “Mio padre ruppe il sigillo/Non sentì il respiro del Malvagio/Lo lasciò libero di vagare per il mondo!”) Fu Karl Haushofer, chiaroveggente, mistico, medium, orientalista e fanatico credente nel continente perduto di Thule, 188 che presentò Hitler alla Loggia Illuminata di Monaco nel 1923. Poco dopo, Hitler fece il suo primo tentativo di impossessarsi del potere. Nessuna interpretazione razionale degli eventi dell’agosto 1968 a Chicago, che soddisfi tutti i partecipanti e osservatori è stata sinora prodotta. Questo suggerisce la necessità di avvalersi di modelli privi di valori, ispirati dall’analisi strutturale in Teoria dei giochi e comportamento economico di Von Neumann 189 e Morgenstern,190 i quali ci permetteranno di esprimere ciò che accadde realmente, funzionalmente, senza inficiare la nostra analisi con punti di vista e giudizi morali. Il modello che impiegheremo è quello di due squadre, una corsa in salita di auto e una corsa in discesa di biciclette, accidentalmente intersecantesi sulla stessa collina. La statua di Picasso al Civic Center sarà considerata “inizio” per la corsa in discesa d’auto e “traguardo” per la corsa in salita delle biciclette. Ponzio Pilato, mascherato da Sirhan Sirhan, 191 spara il colpo del via, squalificando così Robert F. Kennedy, per il quale Marylin Monroe si suicidò, come riportato dai più accreditati giornali e riviste scandalistiche.
QUI PARLA IL TUO AMATO UOMO RAGNO DI QUARTIERE. DEVI CAPIRE CHE NON SEI JOSEPH WENDELL MALIK. Gli Hell’s Angels in moto non si adattano assolutamente alla struttura della corsa, perché orbitano eternamente intorno all’eroica statua del generale Logan nel Grant Park (“traguardo” per i corridori della crocifissione in salita) e possono venire considerati come isolati dall’“azione” che è, naturalmente, l’America. La prima caduta di Gesù, può essere considerata come una foratura e Simon manovra una pompa sui suoi pneumatici, ma la minaccia di buttare Lsd nell’acquedotto costituisce un “fallo” e questa squadra viene così retrocessa di tre caselle dal Mace, i manganelli e i mitra della banda di Al Capone scatenati da un’altra traccia temporale nello stesso multiverso. Willard Gibbs, 192 molto più di Einstein, creò il moderno cosmos, e il suo concetto di realtà contingente o statistica, innestato con la seconda legge della termodinamica di Shannon 193 e Wiener,194 portò alla definizione di informazione quale reciproco negativo di probabilità, rendendo i pestaggi di Gesù da parte degli sbirri di Chicago solo un’altra di quelle cose che succedono in questo tipo di salto quantistico. Un centurione chiamato Semper Cuni Linctus incrocia Simon al Grant Park, mentre cerca la corsa in salita delle biciclette. “Quando crocifiggiamo un uomo,” mormora, “dovrebbe ben restare maledettamente inchiodato”. Le Tre Marie si stringono i fazzoletti sulla faccia mentre il gas lacrimogeno e lo Zyklon B 195 salgono copiosi su per la collina, verso il punto dove si trovano le
croci e la statua del generale Logan... “Nor dashed a thousand kim”, 196 mormora languido san Rospo guardando verso Fission Chips attraverso la porta... Arthur Flagenheimer e Robert Putney Drake salgono il camino... “Non importa che tu creda a Babbo Natale” spiega H.P. Lovecraft... “Ambrose” gli dice implorante l’Olandese. 197 “Ma non può essere”, dice Joe Malik, mezzo in lacrime. “Non può essere così folle, i palazzi non starebbero in piedi. Gli aerei non volerebbero. Le dighe rollerebbero. Le facoltà d’ingegneria sarebbero manicomi.” “Non lo sono già?” chiede Simon. “Hai letto gli ultimi dati sulla catastrofe ecologica? Ti devi arrendere, Joe. Dio è una pazza.” “Non ci sono linee rette in uno spazio curvo” aggiunge Stella. “Ma la mia mente sta morendo”, protesta Joe, rabbrividendo. Simon alza una pannocchia di mais e gli dice con foga: “Osiride è un dio nero! (Sir Charles James Napier, sessantenne barbuto e capellone, generale delle armate di sua maestà in India, incontrò un ribaldo estremamente interessante nel gennaio 1843 e immediatamente scrisse ai suoi amici in Inghilterra di questa rimarchevole personalità, che definì come coraggiosa, intelligente, favolosamente ricca e totalmente priva di scrupoli. Dal momento che questo tipo curioso veniva anche considerato come un dio dai suoi seguaci, che ammontavano a oltre tre milioni, si faceva pagare venti rupie il permesso di baciargli la mano e chiedeva e riceveva i favori sessuali delle mogli e delle figlie di ogni vero credente che gli andasse a genio e dimostrava la propria divinità commettendo apertamente e sfacciatamente peccati, che avrebbero fatto morire di vergogna qualsiasi mortale. Alla battaglia di Miani, dove aiutò gli inglesi contro le tribù ribelli dei baluchi, dimostrò anche che sapeva combattere come dieci tigri. “Insomma,” concluse il generale Napier, “un essere umano veramente inusuale questo Hassan ali Shah Mahallat, il quarantaseiesimo Imam, o il dio vivente, della setta ismailita dell’Islam, diretto discendente di Hassan-i-Sabbah e primo Aga Khan”.) Caro Joe: sono di nuovo a Czechago, favoloso territorio di Richard Schienatorta, porco bastardo del mondo, dove l’inquinamento viene su da Gary come tuono attraverso il lago. Io e il padre stiamo ancora lavorando i capi degli “sconvolti” locali. Così finalmente ho trovato il tempo di scriverti quella lunga lettera che ti avevo promesso. La Legge dei Cinque è il massimo a cui giunse Weishaupt, e Hagbard e John sono interessati a ulteriori speculazioni in questa direzione. Il fenomeno 23/17 è completamente una mia scoperta, eccetto per William S. Burroughs che ha lungamente studiato il 23 senza giungere ad alcuna conclusione. Sto scrivendo questa su una panchina al Grant Park, vicino al posto dove sono stato gassato tre anni fa. Bel simbolismo. Arrivò una donna della “Marcia delle madri contro la poliomielite”. Le diedi 25 centesimi. Che palle, proprio mentre tentavo di mettere in ordine i miei pensieri. Quando vieni qui, sarò in grado di dirti di più; eccoti comunque un accenno. Burroughs incontrò il 23 a Tangeri, quando un capitano di ferry-boat chiamato Clark, notò che aveva navigato per 23 anni senza un incidente. Quel giorno la sua nave affondò, con tutto l’equipaggio a bordo. Burroughs ci stava pensando su, quando le notizie alla radio riportarono che un aereo della Eastern Airlines, New York-Miami, era precipitato. Il pilota era un altro capitano Clark e il volo il 23. “Se vuoi sapere l’estensione del loro controllo,” disse Simon a Joe (questa volta parlando, non scrivendo una lettera; stavano guidando verso San Francisco dopo aver lasciato Dillinger), “prendi una banconota da un dollaro dal portafoglio e guardala. Dai... fallo. Voglio rendere un’idea.” Joe tirò fuori il portafogli e cercò un dollaro. (Un anno dopo, nella città che Simon chiamava Czechago, in onore dell’invasione sincrona nell’agosto 1968, la convenzione dei CCUF sta facendo la prima
pausa per il pranzo dopo il discorso d’apertura - stile “dategli addosso” - di Smiling Jim. Simon sfiora un usciere, grida: “Ehi, maledetto finocchio, levami le mani dal culo” e, nel tumulto che segue, Joe non ha difficoltà a buttare AUM nel punch). “Devo avere una tessera della biblioteca per vedere anche solo un libro?” chiede Carmel alla bibliotecaria nella centrale della biblioteca di Las Vegas, dopo che Maldonado non era riuscito a dargli nessuna dritta per un agente comunista. “Una delle azioni che destano più perplessità nella presidenza di Washington, “ spiega il professor Percival Petsdeloup a una classe di storia americana alla Columbia nel ‘68, “fu il suo rifiuto di aiutare Tom Paine quando venne condannato a morte a Parigi” ... Perché perplessità? pensa George Dorn in fondo all’aula, Washington era un ruffiano dell’establishment... “Prima di tutto, guarda la faccia di fronte” dice Simon. “Non è per niente Washington, è Weishaupt. Paragonala con tutti i primi ritratti autentici di Washington e capirai cosa dico. E guarda quel mezzo sorriso inquietante sul viso.” (Lo stesso sorriso di Weishaupt quando terminò la lettera che spiegava a Paine il perché non lo potesse aiutare, firmata col Gran Sigillo degli Stati Uniti, il cui significato solo lui conosceva; e, appoggiandosi di nuovo nella poltrona, mormorò tra sé: “Jacques De Molay, sei vendicato di nuovo!”) “Cosa dice, sto creando disturbo? È stato quel frocio là, con quelle sue manacce sul mio culo.” (“Be’, non so quale libro in particolare, amore. Qualcosa che spieghi come lavorano i comunisti. Capisci, su come un cittadino patriottico si possa accorgere se c’è un giro di spie comuniste nel suo quartiere. Quel tipo di cosa lì”, spiegò Carmel.) Uno sciame di uomini in camicia blu e caschi bianchi di plastica irrompe al passo tra la Quarantatreesima e la piazza delle Nazioni Unite, oltre l’iscrizione che recita: “Batteranno le loro spade in aratri e le loro lance in falci e non studieranno più la guerra”. Sventolando pesanti croci di legno e urlando furiose grida di guerra, gli uomini con gli elmetti caricano sulla folla come un’onda che passi su di un castello di sabbia. George li vede arrivare e il cuore gli sale in gola. E quando giri la banconota sul retro la prima cosa che vedi è la piramide degli Illuminati. Avrai fatto caso che dice millesettecentosettantasei, ma il nostro governo fu fondato nel settantotto. Il 1776 dovrebbe essere lì perché è l’anno in cui venne firmata la Dichiarazione d’indipendenza. La vera ragione è che il 1776 è l’anno in cui Weishaupt ridiede vita agli Illuminati. E perché pensi la piramide abbia settantadue segmenti in tredici strati?” chiede Simon nel millenovecentosessantanove... “Malinteso un accidente! Quando un tipo mi palpa il culo a quella maniera, so esattamente cos’è che vuole” grida Simon nel millenovecentosettanta... George dà dì gomito a Peter Jackson. “Il Lampo di Dio”, dice. I caschi di plastica brillano al sole, altri ancora di corsa giù per le scale, uno striscione con lettere rosse su fondo bianco che si srotola: “AMERICA: AMALA o TI ROMPIAMO...” “Cristo sui pattini a rotelle, “ dice Peter, “adesso guardati gli sbirri che fanno il trucco della sparizione...” Dillinger si siede a gambe incrociate in una saletta a cinque lati sotto la stanza di meditazione delle Nazioni Unite. Si mette nella posizione del loto con una facilità che, se ci fosse qualcuno a vederlo, sembrerebbe inusuale in un americano ultrasessantenne. “Settantadue è il numero cabalistico del sacro indicibile nome di Dio, usato in tutta la magia nera e tredici è il numero di una congrega”, spiega Simon. “Ecco perché. “ La Volkswagen fa le fusa verso San Francisco. Carmel arriva dalle scale della biblioteca pubblica di Las Vegas, una copia di Maestri dell’Inganno di J. Edgar Hoover sotto braccio, una smorfia d’anticipazione sul viso, e Simon viene finalmente buttato fuori dallo Sheraton-Chicago gridando “Finocchi! Siete tutti un branco di finocchi!” “E questo è uno dei loro scherzi” aggiunge Simon. “Sopra la testa dell’aquila vedi quella stella di Davide? Ce l’hanno messa - una stella ebrea a sei punte fatta con le altre stelle tutte a cinque punte - soltanto perché così qualche fesso di destra la potesse trovare e portare come prova del
fatto che gli Anziani di Sion controllano la Riserva federale e il Tesoro.” Sovrastando la folla nella piazza delle Nazioni Unite, Zev Hirsch, comandante del Lampo di Dio per lo stato di New York, osserva le sue truppe dalle spalle larghe che menano colpi con le loro croci di legno come fossero tomahawk, rigettare indietro i vili pacifisti. C ’è un ostacolo Un cordone azzurro di poliziotti si è formato tra gli uomini del Lampo di Dio e la loro preda. Sopra le spalle dei poliziotti, i pacifisti urlano insulti ai loro nemici con gli elmetti. Gli occhi di Zev scrutano tra la folla; coglie lo sguardo di un poliziotto con una treccia d’oro sul berretto. Zev dà al capitano di polizia un’occhiata interrogativa. Il capitano strizza l’occhio. Un minuto più tardi il capitano fa un piccolo gesto con la sinistra. Immediatamente, il cordone di poliziotti svanisce, come sciolto dal sole di primavera che brilla sulla piazza. Il battaglione del Lampo di Dio attacca le sue attonite, angosciate e incredule vittime. Zev Hirsch se la ride. Molto più divertente dei vecchi tempi nella Lega di difesa ebraica. 198Il gatto dorme. E la pioggia continua a cadere. In un bar all’aperto di Gerusalemme due vecchi canuti vestiti di nero bevono il caffé insieme. Cercano di mascherare le loro emozioni alla gente intorno, ma gli occhi bruciano d’eccitazione. Stanno fissando una pagina interna di un quotidiano ebraico, leggendo due annunci in yiddish, una grossa inserzione a quarto dì pagina del più grande festival rock di tutti i tempi che si terrà a Ingolstadt, in Baviera, gruppi di tutte le nazioni, gente di tutte le nazioni; verrà chiamato Woodstock Europa. Nella stessa pagina c’è la colonna degli annunci personali, e gli occhi acquosi dei due vecchi stanno rileggendo per la quinta volta la frase in ebraico. “In ringraziamento a san Giuda - per favori ricevuti. A.W.” 199 Un vecchio indica la pagina con un dito tremante. “Arriva” dice in tedesco. L’altro annuisce un sorriso beato sulla faccia raggrinzita. “Jawohl. Arriva molto presto. Der Tag. Presto dobbiamo andare Baviera. Ewige Blumenkraft!” Carlo mise la pistola sul tavolo tra di noi. “Eccoci, George” disse. “Sei un rivoluzionario o ci fai e giochi a fare il rivoluzionario? Ci stai dentro a prendere la pistola?” Mi asciugai gli occhi. Il Passaic 200 scorreva sotto di me, una corrente continua di spazzatura dal Paterson precipita verso Newark e l’Oceano Atlantico. Come spazzatura, era la mia vigliacca e disprezzabile anima.. I militanti del Lampo di Dio si aprono a ventaglio, sprangando tutti quelli con la spilletta NON VOGLIO MORIRE PER FERNANDO POO. Il sangue balla nell’aria, fragili bolle rosse, davanti all’iscrizione del palazzo delle Nazioni Unite che pare una pietra tombale... il respiro di Dillinger rallenta. Fissa l’occhio di rubino in cima alla piramide a tredici gradini, nascosta nell’edificio delle Nazioni Unite, e pensa ai pentagoni. “Sono un Lampo di Dio” disse Carlo. “Non è uno scherzo, bimbo. Vado fino in fondo.” I suoi occhi intensi bruciarono dentro i miei, mentre il coltello a scatto usciva dalla sua tasca. “Bastardo comunista”, urlò improvvisamente, saltando su così alla svelta che la sedia cadde all’indietro dietro di lui. “Stavolta non te la cavi con una pestata. Ti taglio le palle e me le porto a casa come souvenir.” Affondò col coltello, deviando la mossa all’ultimo minuto. “T’ho fatto saltare, eh, capellone frocio freak. Chissà se ce le hai delle palle da tagliare. Be’, ora vediamo.” Avanzò lentamente, il coltello che serpeggiava nell’aria. “Guarda” dissi disperatamente. “Lo so che stai solo facendo la parte.” “Non sai niente, baby. Forse sono della Cia, forse dell’Fbi. Forse questa è solo una scusa per farti prendere la pistola così ti posso ammazzare e dire che è stata legittima difesa. La vita non è tutta cortei e recite, George. Arriva il momento di fare sul serio.” Affondò di nuovo col coltello e io inciampai all’indietro goffamente. “Allora, la prendi questa pistola, o ti devo tagliare le palle e dire al gruppo che non valevi un cazzo e che non ti potevamo usare?” Era totalmente pazzo e io totalmente normale. È un modo più gentile di dire, invece della verità, che lui era coraggioso e io vigliacco? “Ascolta,” dissi, “lo so che non mi accoltellerai veramente e tu sai che non ti sparerò veramente...” “Affanculo il lo so e il lo sai”, Carlo mi colpì sul petto con la mano aperta forte. “Sono del Lampo di Dio, proprio Lampo di Dio. Faccio tutta la scena. Questa è una prova, ma questa prova è vera.” Mi colpì di nuovo facendomi perdere l’equilibrio, poi mi schiaffeggiò, due volte, avanti e
indietro come un tergicristallo. “L’ho sempre detto io, che voialtri capelloni comunisti non avete i coglioni. Non ti ribelli neanche. Non sei nemmeno incazzato, vero? Ti fai solo pena, giusto?” Era troppo maledettamente vero. Un nervo mi si scoprì dolorosamente, per l ’ingiustizia della sua abilità di leggermi dentro più di quanto non osassi abitualmente io stesso; alla fine, presi la pistola dal tavolo, urlando “Figlio di puttana sadico stalinista!” “E guarda l’aquila, “ disse Simon, “guardala bene. Quello nell’artiglio sinistro non è proprio un ramo d’olivo. È la nostra vecchia amica Maria Juana. Non avevi mai davvero guardato una banconota da un dollaro, prima, vero? E il vero simbolismo della piramide è alchemico, natural mente. Il codice tradizionale rappresenta i tre tipi di sesso con un cubo, una piramide e una sfera. 201 Il cubo è quella parodia che chiamano ‘sesso normale’, nel quale i due sistemi nervosi non sì in contrano mai veramente, nell’orgasmo, come i due lati paralleli del cubo. La piramide sono i due che arrivano assieme e si uniscono, l’orgasmo magico-telepatico. La sfera è il rituale tantrico, infi nitamente prolungato, senza alcun orgasmo. Gli alchimisti usarono quel codice per più di duemila anni. I rosacrociani tra i padri fondatori, usarono la piramide quale simbolo di quel tipo di magia sessuale. Aleister Crowley202 usò quel simbolo allo stesso modo, più recentemente. L’occhio sulla piramide è l’incontro delle due menti. Aggancio intraneurologico. L’apertura dell’occhio di Shiva. Ewige Schlangenkraft... 203 l’eterno potere del serpente. L’unione della Rosa e della Croce, vagina e pene, in Rosacroce. Il salto astrale. La mente che sfugge alla fisiologia. “ L’AUM avrebbe dovuto funzionare quasi istantaneamente, secondo quel che gli scienziati dell’ELF avevano detto ad Hagbard, così Joe s’avvicinò al primo uomo che aveva assaggiato il pun ch e cominciò una conversazione. “Bel discorso ha fatto Smiling Jim” disse serio. (Piantai la pisto la nella pancia di Carlo e lo vidi diventare bianco sulle labbra. “No, non ti preoccupare, “ dissi sorridendo, “non la uso contro di te. Ma quando ritorno ci sarà un porco morto per le strade di Morningside Heights. “ Iniziò a parlare, e io spinsi ancora in basso con la pistola, sorridendo, mentre lui annaspava in cerca d’aria. “Compagno,” aggiunsi.) “Sì, Smiling Jim è nato con una lin gua d’oro” disse l’altro uomo. “Una lingua d’oro, “ annuì Joe solennemente, poi aggiunse, stendendo la mano, “a proposito, sono Jim Mallison della delegazione di New York.” “L’ho sentito dall’accento” disse l’altro astutamente. “Sono Clem Cotex di Little Rock”. Si strin sero la mano. “Piacere di conoscerti.” “Peccato per quel ragazzo che hanno buttato fuori,” disse Joe ab bassando la voce, “mi è sembra to che quel portiere l’avesse veramente... palpato.” Cotex guardò sorpreso per un attimo, ma poi scosse la testa, dub bioso. “Non si può mai dire, og gigiorno, specialmente in una grande città. Pensi davvero che un portiere della Andy Frain potrebbe essere una... checca?” “Come hai detto tu, oggigiorno nelle città grandi...”, Joe si strinse nelle spalle, “dico solo che a me è parso così. Diamine, forse il portiere non è uno di quelli. Forse è solo un ladruncolo che tenta va di sfilare il portafogli al ragazzo. Anche quello succede spesso, di questi tempi.” Cotex immedia tamente si toccò il sedere all’altezza del portafogli e Joe continuò blandamente: “Non escluderei la prima ipotesi, no davvero. Che tipo d’uomo vorrebbe fare il portiere a una convenzione dei CCUF? Pensaci un attimo. Devi aver notato quanti omosessuali ci sono nella nostra organizzazione.” “Cosa?” gli occhi di Cotex sporsero in fuori. “ Non te ne eri accorto?” sorrise Joe olimpico. Ci sono pochissimi tra noi che sono veramente cristiani. La maggior parte dei membri sono un po’ lillà, capisci cosa voglio dire? Penso che sia uno dei nostri problemi più grossi e dovremmo tirarlo fuori pubblicamente e discuterne francamente. Ripulire l’aria, giusto? Per esempio, guarda la maniera in cui Smiling Jim ti mette sempre il braccio sulla spalla quando ti parla...” Cotex l’interruppe: “Ehi, mister, sei proprio sveglio. Ho avuto un’illuminazione: quando Smiling Jim ha fatto vedere quelle foto di passere per mostrare che schifo siano quelle riviste, ad alcuni degli uomini qui sono davvero venuti i brividi. Non hanno solo disapprovato... erano proprio disgustati, perdio. Che razza d’uomo trova disgustosa una signora nuda?”
Vai, baby, vai, pensò Joe. L’AUM funziona. Cambiò rapidamente argomento. “Un’altra cosa che mi disturba: perché non contrastiamo mai la teoria sferica della terra?” “Eh?” “Se tutti gli scienziati, le teste d’uovo e i comunisti la spingono in continuazione nelle nostre scuole, ci dev’essere qualcosa di marcio. Non hai mai pensato che non c’è modo, proprio nessuno, di riconciliare una terra sferica con la storia del diluvio universale, del miracolo di Giosué o con Gesù in piedi sulla torre del tempio che vede tutti i regni della terra? E ti chiedo, da uomo a uomo, in tutti i tuoi viaggi, hai mai visto una volta la curvatura della terra da qualche parte? Dove sono stato io era piatto da tutte le parti. Ci fidiamo della Bibbia e dell’evidenza dei nostri sensi, oppure stiamo a sentire un mucchio di atei e agnostici in camice bianco? “ “Ma l’ombra della terra sulla luna durante un’eclisse...” Joe tolse una moneta dalla tasca e la alzò. “Questa fa un ombra circolare, ma è piatta, non sferica.” Cotex guardò nel vuoto per un lungo momento, mentre Joe aspettava con un’eccitazione repressa. “Sai cosa?” disse finalmente Cotex, “Tutti i miracoli della Bibbia e i nostri viaggi e l’ombra della luna sarebbero spiegati se la terra avesse la forma di una carota e tutti i continenti fossero sulla parte piatta...” Sia lode al dio di Simon, Bugs Bunny, pensò Joe al settimo cielo. Sta funzionando, non è solo fesso, è anche creativo. Seguii il poliziotto - il maiale, mi corressi - fuori dalla caffetteria. Ero così teso che era un viaggio. Il blu della sua uniforme, le insegne al neon, anche il verde dei lampioni arrivavano tutti supertrillanti. Era l’adrenalina. La bocca asciutta... disidratazione. Tutti i classici sintomi di fugaattacco. La sindrome di attivazione, la chiama Skinner. 204 Lascio lo sbirro - il maiale avanzare di mezzo isolato e cercai la pistola in tasca. “Dai, George!” urlò Malik. George non voleva muoversi. Gli batteva furiosamente il cuore, le braccia e le gambe tremavano così forte che sapeva gli sarebbero state inutili in una rissa. Ma proprio non voleva muoversi. Ne aveva le palle piene di scappare da questi figli di puttana. Ma non potette farci nulla. Mentre gli uomini in camicia blu ed elmetto bianco avanzavano, la folla si ritrasse e anche George dovette indietreggiare per non essere gettato a terra e calpestato. “Dai, George!” Era Peter Jackson al suo fianco a tirarlo adesso, con una stretta massiccia al suo braccio. “Maledizione, perché dobbiamo scappare?” disse George, barcollando all’indietro. Peter sorrideva debolmente. “Non hai letto Mao, George? Il nemico attacca, ci ritiriamo. Lasciamo quei fanatici dei Morituri a farsi cremare.” Non ce la potevo fare. La mano teneva la pistola, ma non potevo tirarla fuori e tenerla davanti a me, più di quanto non potessi tirare fuori l’uccello e sventolarlo in giro. Ero certo, anche se la strada era deserta, tranne che per il maiale e me, che una decina di persone sarebbero saltate fuori dalle porte di casa urlando “Guardate, se l’è tirato fuori dai pantaloni”. Proprio come adesso, quando Hagbard aveva detto: “Abbottonati il buco del culo. Stiamo per fare a botte.” Rimasi congelato, così com’ero congelato sulla riva sopra il Passaic. “Giochi a fare il rivoluzionario?” chiese Carlo. E Mavis: “Tutto quello che fanno i militanti radicali della tua area è prendere lo schema della molotov che hanno ritagliato dalla ‘New York Review of Books’, attaccarlo alla porta del cesso e farsi una sega sopra.” Howard cantava: Il nemico attacca, le sue navi si fanno vicine È il momento di lottare senza paura! È il momento di guardare negli occhi la fine Prima di perdere, sarà lotta dura!
Questa volta tolsi la pistola di tasca - in piedi lì, guardando il Passaic di sotto - e mela puntai alla fronte. Se non avevo il coraggio per l’omicidio, Dio sa che avevo abbastanza disperazione per suicidarmi cento volte. E devo farlo solo una volta. Solo una, e poi l’oblio. Alzo il cane. (Ancora del teatro, George? O lo fai davvero?) Lo faccio, maledetti voi, maledetti tutti voialtri. Tiro il grilletto e cado, con l’esplosione, nell’oscurità. (AUM era un prodotto degli scienziati dell’ELF, il Fronte di liberazione erisiano, e l’avevano condiviso con i JAM. Un estratto di canapa, potenziato con l'RNA, la molecola “dell’apprendimento”, aveva anche tracce residue della famosa “Frisco Speedball”: eroina, cocaina e Lsd. L’effetto sembrava essere che l’eroina fermava l’ansia, l’RNA stimolava la creatività, la canapa e l’acido aprivano la mente alla gioia, e la cocaina era lì per la Legge dei Cinque. Il delicato equilibrio non creava allucinazioni, né senso di “sballo”, solo un improvviso aumento in ciò che Hagbard Celine amava definire “creduloneria costruttiva”.) Fu uno di quegli improvvisi spostamenti di massa che accadono in una gigantesca rissa. Invece di spingere George e Peter indietro, la folla tra loro e i caschi bianchi si stava aprendo. Un uomo sottile cadde pesantemente contro George, l’angoscia negli occhi. Ci fu un colpo sordo terribile e l’uomo cadde per terra. George vide la croce di legno scuro prima di vedere l’uomo che la teneva. C’erano sangue e capelli alla fine del braccio della croce. L’uomo del Lampo di Dio era scuro, grosso e muscoloso, con un ‘ombra blu sulle guance. Sembrava italiano o spagnolo; in verità, assomigliava molto a Carlo Gli occhi erano spalancati, la bocca aperta e respirava pesantemente. L’espressione non era né di rabbia, né di gioia sadica, soltanto la concentrazione ansimante di un uomo che fa un lavoro difficile e faticoso. Si piegò sopra il caduto e alzò la croce. “OK!” scattò Peter Jackson. Spinse George da una parte. Aveva una pistola ad acqua di plastica gialla dall’aspetto stupido in mano. Spruzzò l’ignaro Lampo di Dio nel retro del collo. L’uomo urlò, s’inarcò all’indietro, la croce che volava girando in aria. Cadde di schiena, e rimase per terra gridando e contorcendosi. “Venite ora, bastardi!” abbaiò Pete mentre trascinava George dentro la folla, correndo a scatti verso la Quarantaduesima. “Ancora un’ora e mezzo” dice Hagbard, finalmente cominciando a mostrare tensione repressa. George controlla il suo orologio, sono esattamente le 10 e 30 di sera, ora di Ingolstadt I “Plastic Canoe” stanno strillando Krishna Krishna Hare Hare. (Sotto il sole di mezzogiorno, due giorni prima, Carmel si allontana velocemente da Las Vegas sulla sua jeep.) “Chi incontrerò alla Cabala Norton?” chiede George. “Il giudice Crater? Amelia Earhart? 205 Non mi sorprenderei di niente a questo punto.” “Quei due sono gente a posto” replica Simon. “Ma non incontrerai loro. Però dovrai morire, morire veramente, prima d’essere illuminato.” Sorride gentilmente. “In questo gruppo, a parte la morte e la resurrezione, non troverai nulla che chiameresti ‘soprannaturale’. Nemmeno un pelino del vecchio satanismo stile Chicago.” “Dio,” disse Joe, “è passata solo una settimana?” “Già,” sorride Simon, accelerando con la VW oltre una Chevrolet con la targa dell’Oregon, “è ancora il 1969, anche se ti sembra d’aver vissuto diversi anni da quando ci siamo incontrati al convegno anarchico”. I suoi occhi sono divertiti mentre si gira a metà per guardare Joe. “Immagino che questo voglia dire che sai cos’è successo nei miei sogni. Mi vengono già i flashforward.”206 “Succede sempre dopo una messa nera bella tesa, con l’erba mescolata all’incenso”, dice Simon. “Che tipo di flash ti viene? Ti succede già quando sei sveglio?” “No, solo nei sogni.” Joe si ferma, pensando. “So solo che è una storia pesa, perché i sogni sono talmente reali. Una scena ha a che fare con una specie di raduno pro-censura all’hotel Sheraton di Chicago, penso più o meno fra un anno. C’è un’altra scena che sembra più in là nel futuro, cinque o
sei anni, dove, per qualche strano motivo faccio la parte di un dottore. E mi viene un terzo gruppo d’immagini, ogni tanto, che sembra da set di film di Frankenstein, eccetto che tutte le comparse sono hippy e sembra ci sia un festival rock in corso.” “Ti dà fastidio?” “Un po’. Sono abituato a svegliarmi la mattina col futuro davanti a me, non dietro e davanti allo stesso tempo.” “T’abituerai. Stai solo cominciando a entrare in contatto con quello che il vecchio Weishaupt chiamava ‘die Morgensheutegesternwelf: il mondo domani-oggi-ieri. Diede a Goethe l’idea per il Faust, così come lo slogan Ewìge Blumenkraft di Weishaupt, ispirò l’Ewige Weibliche207 di Goethe. Sai cosa?” suggerì Simon, “Potresti provare a portare tre orologi, come fa Bucky Fuller: uno che mostra l’ora di dove sei, uno che dica quella di dove stai andando e uno che dia l’ora di un qualche posto a caso, come l’ora di Greenwich o quella della tua città natale. T’aiuterà ad abituarti alla relatività. Nel mentre, non fischiettare mai quando pisci. E puoi ripeterti la frase di Fuller, quando sei disorientato, ‘sembro essere un verbo’.” Guidarono in silenzio un po’, e Joe ponderò sull’essere un verbo. Diavolo, pensò, è già abbastanza un casino capire cosa intenda Fuller quando dice che Dio è un verbo. Simon lo lasciò rifletterci sopra e iniziò di nuovo a canticchiare: “Ramsete secondo è morto, amore mio/cammina per i campi dove i beati viiiiivono...” Joe s’accorse di essere sul punto di addormentarsi... e tutte le facce al tavolo da pranzo lo guardarono stupefatti. “No, seriamente” disse. “Gli antropologi sono troppo timidi per dirlo apertamente in pubblico, ma mettetene uno in un angolo in privato e chiedeteglielo.” Ogni dettaglio era chiaro: era la stessa stanza nello Sheraton Chicago Hotel e le facce erano le stesse. (Sono già stato qui e ho già detto questo prima.) “La danza della pioggia degli indiani funziona. La pioggia arriva sempre. Allora perché non è possibile che i loro dei siano reali e il nostro no? Ha mai pregato Gesù Cristo per qualcosa e l’ha ottenuta davvero?” C’è un lungo silenzio e alla fine una vecchia dalla faccia severa sorride giovanile e dichiara: “Giovanotto, proverò. Come trovo un indiano a Chicago?” Le croci del Lampo di Dio s’alzarono e ricaddero come asce da guerra sul cranio indifeso dell’uomo magro. Avevano trovato il loro compagno ferito sdraiato sulla strada che si contorceva e si lamentava accanto alla sua vittima precedente. Un paio di loro, portarono via il Lampo ferito mentre il resto si vendicava sul pacifista svenuto. (“Tu, Luca,” dice Yoshua ben Yosef, “questo non lo devi scrivere!”) Lo spazio-tempo, quindi, può essere inclinato o torto quando sei perso da queste parti: Fernando Poo guarda attraverso il cannocchiale una nuova isola, non immaginando che un giorno sarà chiamata come lui, non immaginando che un giorno Simon Moon scriverà “Nel millequattrocentosettantadue, Fernando Poo scoprì Fernando Poo”, e Hagbard dice: “La verità è una tigre”, mentre Timothy Leary fa una pavana stile Crown Point fuori dalla prigione di San Luis Obisbo e quattro miliardi d’anni prima una sepola dice a un’altra: “Ho risolto il problema ecologico su questo nuovo pianeta”. L’altra sepola, socia della prima (sono proprietarie della Calcio-nel-culo s.p.a., la peggior ditta di costruzioni nella Via Lattea), dice: “Come?” La prima sepola ride rocamente. “Ogni organismo prodotto verrà programmato con un viaggio di morte. Gli darà una visione piuttosto triste, l’ammetto, specialmente in quelli più coscienti, ma certo minimizzerà i costi per noi.” La Calcio-nel-culo s.p.a. tagliò i costi radicalmente, e la terra emerse quale orribile esempio, invocato in ogni corso di design planetario attraverso la galassia. Quando Burroughs mi disse della cosa, flippai, perché avevo 23 anni in quel periodo e vivevo in Clark Street. Inoltre, vidi immediatamente l’applicazione alla Legge dei Cinque: 2 + 3 = 5 e Clark ha cinque lettere. Stavo rimuginandoci sopra quando mi accorsi del naufragio nel Canto 23 di Pound. Questo è l’unico naufragio menzionato nell’intero poema di 800 pagine, nonostante tutti i viaggi nautici descrittivi. Il Canto 23 contiene anche la frase “col sole in una tazza
d’oro” che Yeats dice aver ispirato la sua frase “le mele d’oro del sole, le mele d’argento della luna”. Le mele d’oro, naturalmente, mi riportarono indietro a Eris e capii che avevo trovato qualcosa di grosso. Poi provai ad aggiungere il Cinque degli Illuminati al 23 e ottenni 28. Il periodo mestruale medio della donna. Il ciclo lunare. Di nuovo verso le mele d’argento della luna, e io sono Moon. Naturalmente, sia Pound sia Yeats hanno cinque lettere nei cognomi. Se questa è schizofrenia, dissi con un tocco alla P. Henry (meglio che un tocco alla O. Henry) 208 godiamocela più che possiamo! Guardai più profondamente. Attraverso un megafono, un capitano di polizia inizia a gridare: SGOMBERARE LA PIAZZA, SGOMBERARE LA PIAZZA. I primi rapporti sui campi di sterminio vennero passati alla Oss da un uomo d’affari svizzero, considerato uno degli informatori più affidabili sulla situazione nell’Europa nazista. Il dipartimento di stato stabilì che le storie non erano confermate. Questo all’inizio del 1943. Per l’autunno di quell’anno, altri rapporti più urgenti dalla stessa fonte trasmessi di nuovo attraverso l’Oss, costrinsero alla convocazione di una grossa conferenza politica. Di nuovo si stabilì che i rapporti non erano attendibili. Quando arrivò l’inverno, il governo inglese richiese un’altra conferenza per discutere rapporti simili provenienti dalla propria rete spionistica e dal governo rumeno. I delegati s’incontrarono alle Bermuda durante un week-end caldo e soleggiato e stabilirono che i rapporti non erano attendibili; ritornarono al lavoro rinfrancati e abbronzati. I treni della morte continuavano a viaggiare. All’inizio del 1944, Henry Morgenthau Jr., segretario del tesoro, venne accostato da dissenzienti nel dipartimento di stato, esaminò le prove, e provocò un incontro col presidente Franklin Delano Roosevelt. Scosso dalle dichiarazioni nei documenti di Morgenthau, Roosevelt assicurò che avrebbe agito immediatamente. Non lo fece. Fu detto, in seguito, che il dipartimento di stato lo convinse, ancora una volta, della propria analisi: i rapporti erano semplicemente non attendibili. Quando il signor Hitler aveva detto Vernichtung, non aveva voluto davvero dire Vernichtung. Uno scrittore, Ben Hecht,209 mise allora un’inserzione nel “New York Times”, presentando le prove al pubblico; un gruppo di importanti rabbini lo attaccarono con l’accusa di allarmare inutilmente gli ebrei e di minare la fiducia nel capo dell’esecutivo dello stato in tempo di guerra. Finalmente, verso la fine di quell’anno, le truppe russe e americane iniziarono a liberare i campi ed Eisenhower insistette perché i fotografi della stampa facessero foto dettagliate da distribuire al mondo intero. Nell’intervallo tra il primo rapporto soppresso dell’uomo d’affari svizzero e la liberazione del primo campo, erano morte sei milioni di persone. “Questa è quel che chiamiamo un’esercitazione anti-incendio bavarese”, spiegò Simon a Joe. (Era un altro momento: stava guidando un’altra Volkswagen. Era la notte del 23 agosto e stava andando a incontrare Tobias Knight al palazzo delle Nazioni Unite.) “Fu un ufficiale di nome Winifred che era stato trasferito dal dipartimento della giustizia a un altro ufficio chiave nel dipartimento di stato dove ogni prova passava per essere vagliata. Ma gli stessi principi valgono dappertutto. Per esempio - siamo in anticipo di mezz’ora per l’appuntamento, comunque - te ne darò un esempio subito.” Stavano arrivando all’angolo della Quarantatreesima con la Terza Avenue e Simon aveva notato che il semaforo stava diventando rosso. Fermò la macchina, aprì la porta e disse a Joe: “Seguimi”. Confuso, Joe uscì mentre Simon correva verso l’auto dietro di loro, picchiando con la mano sul cofano e gridando “Esercitazione anti-incendio bavarese! Fuori!” Fece gesti vigorosi ma ambigui con le mani e corse verso la macchina subito dietro. Joe vide il primo tipo guardare dubbiosamente verso il suo compagno, poi aprire le portiere e uscire obbedientemente, seguendo la figura seria e frettolosa di Simon. “Esercitazione anti-incendio bavarese! Fuori!” Simon stava già gridando alla terza macchina.
Mentre Joe trotterellava accanto, unendo occasionalmente la propria voce per persuadere i guidatori più dubbiosi, ogni auto si vuotò gradualmente e le persone formarono una fila ordinata che si dirigeva indietro verso Lexington Avenue. A quel punto Simon s’abbassò tra due auto e iniziò a correre verso il principio della fila sulla Terza Avenue, gridando: “Chiudere il cerchio! Rimanere in fila!” Obbedientemente, ognuno proseguì in un grande cerchio verso le proprie auto, rientrando dal lato opposto a quello dal quale erano usciti. Simon e Joe risalirono nella VW, il semaforo cambiò e si allontanarono. “Visto?” chiese Simon. “Usa parole alle quali sono stati condizionati sin da piccoli: ‘esercitazione anti-incendio’, ‘rimanere in fila’ e così via, e non guardare mai indietro per vedere se obbediscono. Ti seguiranno. Be’, quella è la maniera in cui gli Illuminati hanno garantito che la soluzione finale non fosse interrotta. Winifred, un tipo che era stato in giro abbastanza a lungo da avere un titolo di rispetto, e la sua osservazione ‘Valutazione: dubbiosa’ al fondo di ogni memorandum... e sei milioni sono morti. Buffo, no?” E Joe si ricordò del piccolo libro di Hagbard Celine, Mai fischiare quando pisci (stampato privatamente e distribuito solo ai membri dei JAM e della Legione della Discordia Dinamica): “L’azione individuale di obbedienza è la chiave di volta non solo della forza della società autoritaria, ma anche della sua debolezza”. (Il 23 novembre 1970, galleggiante nel fiume Chicago, venne ritrovato il corpo di Stanislaus Oedipuski, 46 anni, di West Irving Park Road. La morte, secondo il laboratorio della polizia, non era dovuta all’annegamento, ma a colpi al capo e alle spalle inferti con un corpo contundente di forma quadrata. Le prime indagini dei detective della Omicidi rivelarono che Oedipuski era stato membro del Lampo di Dio e venne elaborata l’ipotesi che un conflitto tra la vittima e i suoi ex colleghi avesse dato come esito il martellamento sulla sua testa delle croci lignee. Ulteriori indagini rivelarono che Oedipuski era stato muratore e, fino a pochissimo tempo prima, molto popolare sul lavoro; si comportava in maniera normale, lamentandosi del governo, maledicendo i vagabondi che prendono i soldi dell’assistenza sociale, odiando i neri, gridando oscenità alle belle ragazze che passavano sotto il cantiere e, quando le proporzioni erano sicure sopra l ’8 contro 1, unendosi con altri operai di mezz’età nell’attaccare e pestare giovani dai capelli lunghi, con spille della pace o altre stimmate antiamericane. Poi, circa un mese prima, era cambiato. Iniziò a lamentarsi dei padroni oltre che del governo, quasi assomigliando a un comunista, alle volte; quando qualcuno malediceva i fannulloni dell’assistenza, Stan notava riguardosamente: “Be’, sapete com’è, il nostro sindacato impedisce loro di lavorare, ragazzi, che altro possono fare se non andare all’assistenza? Rubare?” Una volta, mentre gli altri stavano allegramente mostrando il dito medio e facendo gesti galanti verso una diciottenne, disse addirittura: “Ehi, così la spaventate...” Peggio ancora, i suoi capelli iniziarono a crescere sorprendentemente lunghi sul collo e sua moglie disse agli amici che non guardava più la TV e invece sedeva in poltrona la gran parte delle sere leggendo libri. La polizia scoprì che era proprio vero, e la sua piccola biblioteca, accumulata in meno di un mese, era veramente notevole, comprendendo opere di astronomia, sociologia, misticismo orientale, l’Origine della specie di Darwin, romanzi gialli di Raymond Chandler, Alice nel paese delle meraviglie e un testo universitario sulla teoria numerica, con la parte sui numeri primi pesantemente segnata di note a margine; le tracce coraggiose, e ora patetiche, di una mente che stava iniziando a crescere dopo quattro decadi di stagnazione e che per questo veniva improvvisamente calpestata. Più misterioso di tutto, fu il biglietto ritrovato in tasca al morto, che sebbene fradicio era ancora leggibile. Un lato diceva
NON CI SONO NEMICI DA NESSUNA PARTE e l’altro, ancor più misteriosamente, portava scritto:
La polizia aveva forse tentato di decifrarlo, ma poi scoprì che Oedipuski era uscito dal Lampo di Dio - facendo ai suoi amici una conferenza sulla tolleranza, nel frattempo - la notte precedente la sua morte. Ciò chiuse definitivamente il caso. La Omicidi non investigava omicidi chiaramente connessi con il Lampo di Dio, dal momento che la Squadra anti-comunisti aveva un proprio accordo personale con quella fiorente organizzazione. “Povero bastardo”, disse un detective guardando le foto di Oedipuski, e chiuse il dossier per sempre. Nessuno lo riaprì più o collegò il cambiamento del morto alla sua presenza, il mese prima, a un incontro dei CCUF allo Sheraton di Chicago, dove il punch era stato corretto con AUM.) Nell’atto del concepimento, naturalmente, il padre contribuisce con 23 cromosomi e la madre con altri 23. Nell’I-Ching, l’esagramma 23 ha il connotato di “affondare” o “spezzarsi”, ombre degli sfortunati capitani Clark... Un’altra donna passò, facendo colletta per la “Marcia delle madri contro la distrofia muscolare”. Le diedi 25 cent. Dov’ero rimasto? Ah sì, James Joyce aveva cinque lettere sia nel nome sia nel cognome, quindi valeva la pena dargli un’occhiata. Dedalus ha cinque capitoli, tutto bene sin qui, ma Ulisse ne ha 18, niente da fare, finché non mi rammentai che 5 + 18 = 23. E Finnegan’s Wake? Purtroppo, quello ha 17 capitoli, e rimasi impantanato per un po’. Provando un altro angolo, mi chiesi se Frank Sullivan, il povero scemo che fu ucciso al posto di John al Biograph Theatre quella notte, non avesse potuto tirare fino a dopo mezzanotte, morendo il 23 luglio invece del 22, come normalmente riportato. Lo cercai nel libro di Toland, / giorni di Dillinger. Il povero Frank, triste a dirsi, morì prima di mezzanotte, ma Toland include un dettaglio interessante che ti ho raccontato quella notte al seminario. 23 persone morirono di caldo, quel giorno a Chicago. Aggiunse qualcos’altro: 17 persone erano morte di esaurimento da calore il giorno precedente. Perché lo menziona? Sono sicuro che non lo sa; ma rieccoci di nuovo, 17 e 23. Forse qualcosa d’importante deve succedere nel 2317? Non potevo controllare, chiaramente, (non puoi navigare precisamente nel Morgensheutegesternwelt) così tornai indietro al 1723, e colsi nel centro. Quello era l’anno in cui entrambi Adam Smith e Adam Weishaupt erano nati (e Smith pubblicò The Wealth of Nations lo stesso anno in cui Weishaupt ridiede vita agli Illuminati: 1776). Be’, 2 + 3 = 5, conferma la Legge dei Cinque, ma 1 + 7 = 8 non conferma. Dove mi portava tutto ciò? Otto, riflettei, è il numero di lettere in Kallisti e siamo di nuovo alle mele d’oro, e 8 è anche 2 alla terza, cazzo. Naturalmente, non fu una sorpresa quando gli 8 imputati al processo della “ cospirazione di Chicago”, che nacque dal nostro piccolo carnevale alla settimana della convenzione, vennero processati al ventitreesimo piano del palazzo federale, in una tempesta di sincronicità: un Hofmann tra gli imputati e un Hofmann come giudice; la piramide degli Illuminati, o il Gran Sigillo degli Stati Uniti proprio dentro la porta dell’edificio, e un Seale210 che riceveva più abuso degli altri imputati; nomi di cinque lettere proliferavano... Abbie, Davis, Foran, Seale, Jerry Rubin 211 (due volte) e per chiudere in bellezza, Clark 212 (Ramsey, non il capitano) che fu silurato e affondato dal giudice prima che potesse testimoniare. M’interessai a Dutch Shultz, perché morì il 23 ottobre. Una costellazione di sincronicità. Infatti, quell’uomo: ordinò l’uccisione di Vincent “Mad Dog” Coll (ricordati Mad Dog, Texas); Coll fu assassinato sulla Ventitreesima Strada, a 23 anni e Charlie Workman che avrebbe ucciso Shultz, passò 23 anni in prigione per quel reato (sebbene alcune voci dicano che fu Mendy Weiss per due volte ancora cinque lettere - a sparare realmente). C’entra il 17? Ci puoi giurare. Shultz fu condannato alla prigione per la prima volta quando aveva 17 anni. In questo periodo mi comperai The Puppet Masters di Robert Heinlein,213 pensando che
la trama potesse correre parallela alle operazioni degli Illuminati. Immagina come mi sono sentito quando iniziò il secondo capitolo: “23 ore e 17 minuti fa, un disco volante è atterrato nell’Iowa”. E, a New York, Peter Jackson sta provando a far uscire in tempo il nuovo numero di “Confrontation”, sebbene l’ufficio sia ancora un disastro, l’editore e la ricercatrice di punta siano scomparsi, il miglior giornalista sia andato di testa e dica di essere sul fondo dell’Atlantico con un magnate del lino e la polizia stia braccando Peter per capire perché i primi due detective assegnati al caso siano scomparsi. Seduto in camicia e mutande nel suo appartamento, ora redazione della rivista, Peter fa un numero di telefono con una mano, schiacciando con l’altra l’ennesima sigaretta sul mucchio nel portacenere. Butta un manoscritto in un cestino col cartellino “Pronto per stampare”, cancella “articolo principale... Lo studente più giovane mai ammesso alla Columbia spiega perché ha abbandonato, di L.L. Durrutti”, da una lista sul blocknotes davanti a lui. Il lapis si muove verso il fondo, “recensioni libri”, mentre ascolta l’altro telefono suonare. Finalmente, sente il click di un ricevitore alzato e una voce piena e flautata dice: “Qui Epicene Wildeblood”. “È pronta la tua recensione, Eppy?” “Per domani, caro mio. Più in fretta non posso, onestamente!” “Domani va bene” dice Peter scrivendo richiamare mattina accanto a “recensioni libri”. “È un mostro di libro terribilmente lungo, dice Wildeblood petulante, “e certo non avrò il tempo di leggerlo, ma gli sto dando un’ occhiata accurata. Gli autori sono completamente incompetenti... non hanno nessuna idea di stile o struttura. Comincia come un giallo, poi passa alla fantascienza, poi parte con il soprannaturale ed è pieno delle più dettagliate informazioni su dozzine di argomenti orribilmente noiosi. E la sequenza temporale è completamente sfasata in un’imitazione molto pretenziosa di Faulkner e Joyce. Peggio ancora, ha delle scene di sesso volgari, sicuramente buttate dentro solo per vendere, e gli autori, dei quali non ho mai sentito parlare, hanno il supremo cattivo gusto di inserire delle figure politiche vere in questa purea e fingono di scoprire una vera cospirazione. Puoi star certo che non sprecherò tempo a leggere questa spazzatura, ma avrò una recensione perfettamente devastante pronta per domani a mezzogiorno.” “Be’, non ci aspettiamo che tu legga ogni libro che recensisci,” dice Peter accomodante, “finché sei divertente quando lo fai”. “‘Il Fronte di liberazione dei feticisti del piede’ parteciperà alla manifestazione al palazzo delle Nazioni Unite”, disse Joe Malik, mentre George, Peter e lui si mettevano le loro fasce nere al braccio. “Cristo” disse disgustato Jackson. “Non ci possiamo permettere questo atteggiamento”, disse Joe severamente. “L’unica speranza della sinistra in questo momento è in una politica di coalizione. Non possiamo escludere nessuno che voglia unirsi a noi.” “Personalmente non ho niente contro i froci” esordisce Peter (“gay”, lo corregge pazientemente Joe). “Personalmente non ho niente contro i gay,” continua Peter, “ma alle manifestazioni sono una palla. Danno altri pretesti al Lampo di Dio per dire che siamo tutti checche. Ma, OK, il realismo è realismo, ce ne sono un casino e gonfiano le nostre fila e quel che vuoi, ma Gesù, Joe, questi freak del sandaletto sono una scheggia dentro una scheggia. Sono microscopici.” Non chiamarli freak del sandaletto,” lo corregge Joe, “a loro non piace”. Una donna della “Marcia delle madri contro la psoriasi” passò di là con un’altra scatola per le offerte. Diedi anche a lei venticinque centesimi. Le madri in marcia priveranno Moon del pane, se continua dell’altro. Dov’ero? Volevo aggiungere, in relazione alla sparatoria di Dutch Shultz che Marty Krompier, che dirigeva il racket a Harlem, venne pure ucciso il 23 ottobre 1935. La polizia gli chiese se ci fosse una connessione con la fine del flemmatico Flagenheimer e
disse: “Dev’essere una di quelle coincidenze.” Mi domando su cosa avesse messo l’accento: “una di quelle coincidenze” o “una di quelle coincidenze”? Quanto sapeva? Questo mi porta all’enigma del 40. Come indicato 1 + 7 = 8, il numero di lettere in Kallisti. 8 x 5 = 40. Ancor più interessante, senza invocare il mistico 5, arriviamo lo stesso a 40, sommando 17 + 23 Qual è allora il significato di 40? Sono passato attraverso diverse associazioni... Gesù ha avuto i suoi 40 giorni nel deserto, Ali Baba i suoi 40 ladroni, i buddisti 40 meditazioni, il sistema solare è quasi 49 unità astronomiche di raggio (Plutone fa un po’ di yo-yo), ma non ho ancora una teoria definita... Il televisore a colori del Three Lions Pub, nell’Hotel Tudor tra la Quarantatreesima e la Second Avenue mostra gli uomini dai caschi bianchi che portano croci di legno retrocedere mentre gli uomini dagli elmetti blu con i manganelli avanzano. La camera della Cbs fa una panoramica sulla piazza. Ci sono cinque corpi per terra, sparsi come rottami abbandonati sulla spiaggia dalla risacca. Quattro si stanno muovendo, e fanno lenti sforzi per alzarsi. Il quinto non si muove affatto. George disse: “Mi sa che è il tipo che abbiamo visto prendere le mazzate. Mio Dio, speriamo che non sia morto”. Joe Malik disse: “Se è morto la gente potrebbe chiedere che venga fatto qualcosa contro il Lampo di Dio”. Peter Jackson rise senz’allegria: “Pensate ancora che un giovincello pacifista bianco che si fa ammazzare, farà indignare qualcuno? Non capite, in questo paese non interessa a nessuno cosa succede a un freak pacifista. Siete nella stessa barca con i negri adesso, voialtri fessi figli di puttana.” Carlos alzò lo sguardo attonito quando entrai d’impeto nella stanza ancora bagnato dal Passaic e buttai la pistola ai suoi piedi, urlando: “Voialtri fessi figli di puttana, non sapete neanche fare una bomba senza saltare per aria e quando comprate una pistola la bastarda è difettosa e s’inceppa. Non mi potete buttare fuori... Me ne vado! Voi fessi figli di puttana...” “Fessi figli di puttana!” gridò Simon. Joe si svegliò mentre la VW sbandava tra una folla di moto di Hell’s Angels che passavano ruggendo. Era di nuovo tornato nel tempo “reale”, ma la parola aveva le virgolette intorno a sé, adesso, nella sua mente e ce le avrebbe sempre avute. “Wow,” disse “ero ancora a Chicago, e poi a quel festival rock... e poi ero nella vita di qualcun altro...” “Maledette Harley-Davidson”, mastica Simon mentre l’ultimo degli Hell’s Angels passa tuonando. “Quando ne sciamano cinquanta o sessanta tutte assieme è come cercar di guidare sul marciapiede a mezzogiorno in Times Square senza stendere un pedone.” “Un’altra volta”, disse Joe, conscio della crescente facilità con cui usava il linguaggio di Simon. “Questo tempo domani-oggi-ieri sta cominciando a starmi un po’ addosso. Succede sempre più spesso...” Simon sospirò. “Vuoi parole da metterci intorno. Non puoi accettarlo finché non abbia etichette che gli penzolino addosso, come un vestito nuovo. OK. E il tuo cruciverba favorito si chiama scienza. Bene, giusto così! Domani ce ne andiamo alla biblioteca centrale e potremo dare un’occhiata alla rivista scientifica inglese ‘Nature’ dell’estate 1966. Dentro c’è un articolo del fisico ER. Stannard, dell’University College, su quello che chiama l’universo faustiano. Parla di come il comportamento dei mesoni K non possa essere spiegato assumendo una traccia temporale unilaterale, ma si integra alla perfezione in un modello, se accetti che il nostro universo si sovrapponga a un altro nel quale il tempo scorra nella direzione opposta. Lo chiama l’universo faustiano, ma scommetto che non aveva idea che Goethe scrisse Faust dopo aver sperimentato quell’universo direttamente, proprio come stai facendo tu ultimamente. Incidentalmente, Stannard indica che tutto in fisica è simmetrico, eccetto il nostro concetto attuale di tempo a senso unico. Una volta che ammetti un traffico temporale a doppio senso, hai un universo completamente simmetrico. Si accorda con la richiesta di semplicità di Occam. 214 Stannard ti darà un sacco di parole.
Nel frattempo, accontentati di quello che Abdul Alhazred scrisse nel Necronomicon: ‘Passato, presente, futuro: tutti sono uniti in Yog Sothoth’. O quello che Weishaupt scrisse nel suo Konigen, Kirchen und Dummheit: ‘Non c’è che un Occhio ed è ogni occhio; una mente, ed è tutte le menti; un tempo, ed è Adesso! 215 Capisci?” Joe assente dubbiosamente, sentendo debolmente la musica: Rama Rama Rama Haaaaare Due grossi rinoceronti, tre grossi rinoceronti... Dillinger entrò in contatto con la mente di Richard Belz, quarantatreenne professore di fisica al Queens College, mentre Belz veniva caricato in un’ambulanza per essere portato al Bellevue Hospital, dove i raggi X avrebbero rivelato gravi fratture del cranio. Merda, pensò Dillinger, perché qualcuno dev’essere mezzo morto prima che lo possa raggiungere? Poi si concentrò sul suo messaggio: due universi che scorrono in direzione opposta. I due assieme formano una terza entità che sinergeticamente è più grande della somma delle due parti. Perciò due porta sempre a tre. Due e Tre. Dualità e Trinità. Ogni unità è una dualità e una trinità. Un pentagono. Pura energia, nessuna materia coinvolta. Dal pentagono dipendono altri cinque pentagoni come i petali di un fiore, una rosa bianca. Cinque petali e un centro: sei. Due volte tre. Il fiore si allaccia a un altro fiore identico, formando un poliedro fatto di pentagoni. Ogni poliedro simile potrebbe avere superfici in comune con altri poliedri, formando infinite intelaiature basate sull’unità pentagonale. Sarebbero immortali. Autosufficienti. Non computer. Oltre i computer. Dei. Tutto lo spazio come loro abitazione. Infinitamente complessi. L’urlo di una sirena raggiunse le orecchie incoscienti del professor Belz. La coscienza è presente nel corpo vivente, anche in uno che è apparentemente inconscio. L’incoscienza non è l’assenza di coscienza, ma la sua temporanea immobilità. Non è uno stato che somiglia alla morte. Non è per nulla come la morte. Una volta che la necessaria complessità delle interconnessioni tra le cellule cerebrali è raggiunta, si innescano delle reali relazioni energetiche. Queste possono esistere indipendentemente dalla base materiale che le ha portate in esistenza. Tutto questo, ovviamente, è una pura metafora visuale e strutturale di interazioni sul piano energetico che non può essere visualizzata. La sirena urlava. Nel Three Lions Pub, George disse a Peter: “Che c’era in quella pistola ad acquai” “Acido solforico. “ “L’acido è solo il primo stadio” disse Simon. “Come la materia è il primo stadio della vita e della coscienza. L’acido ti lancia. Ma una volta che sei là fuori, se la missione ha successo, sganci il primo stadio e viaggi in assenza di gravità. Il che significa libero dalla materia. L’acido dissolve le barriere che prevengono l’accrescimento del massimo possibile di complessità delle relazioni energetiche nella mente. Alla Norton Cabal ti faremo vedere come pilotare il secondo stadio.” (Sventolando le croci sopra le teste e urlando incoerentemente, gli uomini del Lampo di Dio formarono cordoni ondeggianti e marciarono intorno al territorio che avevano conquistato. Zev Hirsch e Frank Ochuk portavano lo striscione che diceva: “AMALA O TI ROMPIAMO”.) Howard cantava: Forti e intrepide sono le tribù delle focene L’oceano la nostra terra, per bandiera una canzone I nasi come roccia, la nostra arma la velocità Nessun nemico il nostro terribile urto sopporterà Una nuvola di corpi di focene nuotò da qualche parte dietro il sottomarino di Hagbard. Attraverso la sfumatura verde-blu pallido che le telecamere di Hagbard davano all’acqua, parevano volare verso le distanti navi degli Illuminati, simili a ragni. “Che succede?” chiese George, “Dov’è Howard?”
“Howard li sta guidando”, disse Hagbard. Sollevò un interruttore sulla ringhiera della balconata sulla quale si trovavano, in piedi al centro di un globo che sembrava una bolla d’aria sul fondo dell’Atlantico. “Sala armamenti, preparate i missili. Potremmo dover appoggiare l’attacco delle focene.” “Da, tovarish Celine” rispose una voce. I delfini erano troppo lontani per essere visti, adesso. George scoprì che non aveva paura. Tutto era troppo simile a un film di fantascienza. C’era troppa illusione intorno al sottomarino di questo Hagbard. Se, nelle sue ghiandole e nei suoi nervi, fosse stato capace di realizzare che si trovava in una vulnerabile nave di metallo a migliaia di metri sotto la superficie dell’Atlantico, sotto una pressione così enorme che la benché minima sollecitazione avrebbe potuto schiantare lo scafo e innescare un’esplosione d’acqua all’interno che li avrebbe stritolati a morte, allora avrebbe potuto aver paura. Se fosse stato realmente capace di accettare il fatto che quei piccoli globi con delle zampe che si muovevano erano veicoli subacquei, attivati da gente che intendeva distruggere il vascello in cui si trovava, allora avrebbe potuto avere paura. Ma così, la città di Peos, antica di 20.000 anni, pareva un modellino. E, sebbene potesse accettare intellettualmente la dichiarazione di Hagbard di trovarsi sopra al continente perduto di Atlantide, dentro di sé non credeva ad Atlantide. Di conseguenza, non credeva a niente di tutto il resto. Improvvisamente Howard scattò fuori dalla loro bolla. O era un’altra focena? Quella era un’altra cosa che rendeva il tutto difficile da accettare: le focene parlanti. “Pronti per la distruzione delle navi nemiche”, disse Howard. Hagbard scosse la testa: “Vorrei potessimo comunicare con loro. Vorrei poter dare loro un’occasione di arrendersi. Ma non ascolterebbero. Hanno sistemi di comunicazione sulle loro navi ai quali non posso accedere.” Si girò verso George. “Usano un tipo di telepatia isolata per comunicare. Proprio quella che avvertì lo sceriffo Jim Cartwright che eri in una stanza d’albergo a Mad Dog a fumare l’erta miracolosa di Weishaupt.” “Vedrai che vorrai tenerli alla larga quando se ne andranno” disse Howard. “La tua gente è fuori pericolo?” disse Hagbard. (Cinque grossi rinoceronti, sei grossi rinoceronti...) “Naturalmente. Smettila con questa esitazione. Non è il momento di essere umanitari. “ “Il mare è più crudele della terra,” disse Hagbard, “a volte”. “Il mare è più pulito della terra” replicò Howard. “Non c’è odio, solo morte, come e quando necessario. Questa gente è stata tua nemica per ventimila anni.” “Così vecchio non sono,” rispose Hagbard, “e ho pochissimi nemici”. “Se aspetti ancora, metterai in pericolo il sottomarino e la mia gente.” George guardò verso i globi a strisce rosse e bianche che si stavano muovendo verso di loro attraverso l ’acqua turchese. Erano molto più grandi adesso, e più vicini. Cosa li spingesse non era visibile. Hagbard stese un dito bruno, lo appoggiò su di un pulsante bianco sulla ringhiera davanti a sé, poi lo spinse con decisione. Ci fu un lampo abbagliante, leggermente smorzato dal liquido attraverso cui viaggiava, sulla superficie di ognuno dei globi. Era come vedere dei fuochi d’artificio attraverso degli occhiali colorati. Poi i globi collassarono, come fossero palline da ping-pong colpite da mazze invisibili. “Tutto finito” disse Hagbard tranquillamente. L’aria intorno a George parve vibrare, e il pavimento tremò sotto di lui. Improvvisamente fu terrorizzato. Sentire l’onda d’urto delle esplosioni simultanee nell’acqua le rese reali. Una conchiglia di metallo relativamente sottile era tutto ciò che lo proteggeva dall’annientamento totale. E nessuno l’avrebbe mai più sentito o avrebbe saputo cosa gli fosse successo. Dei grossi oggetti scintillanti scivolarono nell’acqua da una delle navi ragno degli Illuminati. Svanirono tra le strade della città, che ora George sapeva essere vera. I palazzi nell’area vicina all’esplosione delle navi degli Illuminati, apparivano più rovinati di prima. Il fondo dell’oceano si rovesciò in nuvole scure. Giù nelle nuvole marroni, scivolavano le navi ragno, schiantate. George cercò il tempio di Tethys. Era intatto, lontano. “Hai visto quelle statue cadere dall’ammiraglia?” disse Hagbard. “Me le prendo.” Premette
l’interruttore sulla ringhiera. “Preparare l’operazione recupero.” Si abbassarono tra i palazzi profondamente sepolti nel sedimento, e al fondo del loro globo televisivo George vide degli artigli estendersi, apparentemente dal nulla - probabilmente, e indovinò, dal fondo del sottomarino - e li vide sollevare quattro statue d’oro splendenti che giacevano mezzo sepolte nel fango. Improvvisamente risuonò un campanello e una luce rossa illuminò l’interno della bolla. “Siamo di nuovo sotto attacco” disse Hagbard. Oh no, pensò George. Non quando stavo iniziando a credere che è tutto vero. Non riuscirò a sopportarlo. Ecco Dorn nella sua famosa interpretazione del codardo, di nuovo... Hagbard puntò il dito. Una sfera bianca si librava come una luna sommersa sopra una lontana catena montuosa. Un simbolo rosso era dipinto sulla sua pallida superficie, un occhio aperto dentro un triangolo. “Datemi la visibilità dei missili”, disse Hagbard, azionando un interruttore. Nell’acqua, tra il globo bianco e il Leif Erikson, apparvero quattro luci arancioni che correvano verso di loro. “Proprio non paga sottovalutarli... mai!” affermò Hagbard. “Prima ci accorgiamo che ci possono scoprire quando non dovrebbero avere un equipaggiamento abbastanza adeguato da poterlo fare, ora addirittura lo Zwack all’inseguimento. E lo Zwack sta lanciandoci contro dei missili sottomarini, nonostante dovessimo essere invisibili. Mi sa che avremo delle difficoltà, George.” George voleva chiudere gli occhi, ma non voleva mostrare paura davanti ad Hagbard. Cercò d’immaginarsi come sarebbe stata una morte sul fondo dell’Oceano Atlantico. Probabilmente come essere sotto un battipalo. L’acqua li avrebbe colpiti, circondati, e non sarebbe stata acqua normale: sarebbe stata come acciaio liquido, con ogni goccia che colpiva con la forza di un camion da dieci tonnellate, separando cellula da cellula e schiantandole individualmente, riducendo il corpo a uno strofinaccio protoplasmico. Si rammentò di aver letto della scomparsa di un sottomarino atomico chiamato Thresher negli anni Sessanta e ricordò che il “New York Times” aveva scritto che la morte per soffocamento in acqua sotto una pressione enorme sarebbe stata atroce, per quanto rapida. I nervi sarebbero schiacciati uno per uno e la spina dorsale schiantata in tutta la sua lunghezza; il cervello, strizzato a morte, sarebbe esploso, rompendosi e dissanguandosi nell’acqua dura come acciaio. Senza dubbio, la sembianza umana sarebbe stata irriconoscibile in pochi minuti. George pensò a tutti gli insetti che aveva calpestato, e gli insetti lo facevano pensare alle navi ragno. Questo è quel che abbiamo fatto loro. E li definisco come nemici solo perché l’ha detto Hagbard. Aveva ragione Carlos. Non posso uccidere. Però Hagbard aveva esitato, no? Sì, comunque alla fine, l’aveva fatto. Chiunque possa provocare una morte come quella su di un altro uomo è un mostro. No, non un mostro, solo troppo umano. Ma non il mio tipo di umano. Merda, George, è il tuo tipo di umano, invece. Sei solo un codardo. La codardia ci fa venire la coscienza. Hagbard chiamò: “Howard dove diavolo sei?” La forma a siluro apparve sul lato destro della bolla. “Qui, Hagbard. Abbiamo altre mine pronte. Possiamo andare contro quei missili con le mine come abbiamo fatto per le navi-ragno. Pensi che funzionerà?” “È pericoloso,” disse Hagbard, “perché i missili potrebbero esplodere al contatto tra il metallo e le apparecchiature elettroniche nelle mine”. “OK, proviamoci” rispose Howard e, senza aggiungere niente, nuotò via. “Aspetta un attimo” disse Hagbard. “Non mi piace questa storia. C’è troppo pericolo per i delfini.” Si girò verso George e scosse la testa. “Io non rischio un cazzo e loro potrebbero saltare in pezzi. Non è giusto. Non sono così importante.” “Stai rischiando qualcosa” disse George, cercando di controllare il tremito nella voce. “Quei missili ci distruggeranno se i delfini non li fermano.” In quel momento ci furono quattro lampi abbaglianti dove c’erano state le luci arancioni. George s’aggrappò alla ringhiera, sentendo che l’onda d’urto di queste esplosioni sarebbe stata peggiore di quella causata dalla distruzione delle navi ragno. Arrivò. George si era preparato, ma incapace di dire quando sarebbe giunta, e lo stesso lo colse di sorpresa. Tutto si scosse violentemente. Poi lo stomaco gli cadde giù, come se il sottomarino fosse improvvisamente balzato in alto. George
agguantò la ringhiera con entrambe le braccia, attaccandosi all’unica cosa solida attorno a lui. “Oddio, ci uccideranno!” gridò. “Hanno preso i missili” disse Hagbard. “Questo ci dà una chance per batterci. Squadra laser, cercate di forare lo Zwack. Fuoco a volontà.” Howard riapparve fuori dalla bolla. “Com’è andata alla tua gente?” chiese Hagbard. “Tutti e quattro sono stati uccisi” disse Howard. “I missili sono esplosi quando li hanno avvicinati, come avevi previsto.” George, che s’era raddrizzato, riconoscente che Hagbard avesse ignorato il suo stato di terrore, disse: “Sono stati uccisi per salvare le nostre vite. Mi spiace sia successo, Howard”. “Raggio laser in azione, Hagbard” annunciò una voce. Ci fu una pausa. “Credo che li abbiamo colpiti.” “Non c’è bisogno d’essere tristi” disse Howard. “Non guardiamo alla morte con paura né la ricordiamo con dolore. Specialmente quando qualcuno è morto facendo qualcosa d’importante. La morte è la fine di un’illusione e l’inizio di un’altra.” “Quale altra illusione?” chiese George, “Quando sei morto, sei morto, no?” “L’energia non può essere né creata, né distrutta.” disse Hagbard. “La morte stessa è un’illusione.” Questa gente parlava come certi studenti zen e mistici in acido che George aveva conosciuto. Se mi potessi sentire così, pensò, non sarei un vigliacco del cazzo. Howard e Hagbard devono essere illuminati. Devo diventare illuminato. Non ce la faccio più a vivere in questo modo. Qualsiasi cosa ci volesse, l’acido, da solo, non era la risposta. George aveva già provato l’acido, e sapeva che, se l’esperienza in sé poteva essere molto rimarchevole, gli lasciava poco, in termini di cambiamenti nel comportamento o nel carattere. Naturalmente se pensavi che le tue attitudini dovessero cambiare, facevi il verso a altri che prendevano acido. “Cercherò di sapere che è successo allo Zwack” disse Howard, e nuotò via. “Le focene non temono la morte, non evitano la sofferenza, non vengono assalite dai conflitti tra la ragione e il sentimento, e non si preoccupano d’essere ignoranti. In altre parole, non vogliono sapere la differenza tra il bene e il male; di conseguenza non si considerano peccatori. Capito?” “Pochissimi umani si considerano peccatori di questi tempi,” disse George “ma tutti hanno paura della morte”. “Tutti gli esseri umani si considerano peccatori. Praticamente è il complesso più profondo, antico e universale che ci sia. Infatti è quasi impossibile parlarne in termini che non lo confermino. Dire che gli esseri umani hanno un complesso universale, come ho appena fatto, è riaffermare la credenza che, in diversi linguaggi, tutti gli uomini sono peccatori. In quel senso, il Libro della Genesi, che venne scritto dagli antichi oppositori semiti degli Illuminati, ha proprio ragione. Giungere a una svolta culturale dove decidi che tutta la condotta umana può essere classificata in una o due categorie, il bene o il male, è ciò che crea il peccato, assieme ad ansietà, odio, depressione, tutte le emozioni tipicamente umane. E, naturalmente, una tale classificazione è l’antitesi stessa della creatività. Per la mente creativa non c’è giusto o sbagliato. Ogni azione è un esperimento e ogni esperimento porta frutti in conoscenza. Per il moralista, ogni azione può essere giudicata come giusta o sbagliata e, bada bene, in anticipo, senza sapere quali saranno le sue conseguenze, a seconda della disposizione mentale dell’attore. Così gli uomini che bruciarono Giordano Bruno sul rogo sapevano di fare bene, anche se la conseguenza delle loro azioni fu di privare il mondo di un grande scienziato.” “Se non puoi mai essere sicuro che ciò che fai è bene o male,” disse George, “non sei passibile di diventare piuttosto amletico?” Si sentiva molto meglio adesso, molto meno spaventato, anche se, presumibilmente, il nemico era ancora là fuori a tentare di ucciderlo. Forse stava prendendo darshan da Hagbard. “Che c’è di male a essere amletici?” disse Hagbard. “Comunque la risposta è no, perché esiti solo quando credi che esista un bene e un male e che la tua azione possa essere l’uno o l’altro, e non
sei sicuro quale. Quello era il punto di Amleto, se ti ricordi il dramma. Era la sua coscienza che lo rendeva indeciso.” “Allora avrebbe dovuto ammazzare un mucchio di gente nel primo atto?” Hagbard rise. “Non necessariamente. Avrebbe potuto in maniera decisiva uccidere suo zio alla prima occasione, salvando così la vita di tutti gli altri. O avrebbe potuto dire: ‘Ehi, sono davvero obbligato a vendicare la morte di mio padre? e non farne di nulla. Era comunque destinato a succedere al trono. Se solo avesse aspettato il suo momento, un sacco di gente sarebbe stata meglio, non ci sarebbero state delle morti e i norvegesi non avrebbero conquistato i danesi come fanno nell’ultima scena dell’ultimo atto. Ciò nonostante, essendo norvegese io stesso, difficilmente negherei a Fortebraccio il suo trionfo.” In quel momento Howard apparve di nuovo fuori dalla loro bolla. “Lo Zwack si ritira. I tuoi raggi laser hanno forato lo strato esterno, causando una perdita nelle cellule del carburante e sforzando eccessivamente il sistema resistente alla pressione. Sono stati costretti a salire di profondità, il che li ha allontanati così tanto da te che si stanno dirigendo a Sud ora, verso la punta dell’Africa.” Hagbard emise un gran sospiro di sollievo. “Significa che si stanno dirigendo verso la loro base. Entreranno in un tunnel nel Golfo Persico che li porterà nel grande mare sotterraneo di Valusia: la sua massima profondità è sotto l’Himalaya. Quella fu la prima base che stabilirono. La stavano preparando già prima della caduta dell’Atlantide. È diabolicamente ben difesa. Ma un giorno la penetreremo.” La cosa che confondeva di più Joe, dopo la sua illuminazione, era il pene di Dillinger. Le voci sullo Smithsonian Institute erano vere, lo sapeva: anche se una persona qualsiasi avesse ricevuto un netto rifiuto al telefono dai rappresentanti dell’Institute, certe persone nelle alte sfere del governo avrebbero potuto procurare un’autorizzazione per vedere la reliquia, nella leggendaria bottiglia di formalina, in tutti i suoi mitici 23 pollici di lunghezza. Ma se John era vivo, quel cazzo non era il suo. E se non era il suo, di chi era? “Di Frank Sullivan” disse Simon, quando Joe finalmente glielo chiese. “E chi diavolo era Frank Sullivan per avere un arnese del genere?” Ma Simon rispose soltanto, “Non lo so. Solo un tipo che assomigliava a John...” Anche Atlantide infastidiva Joe, dopo averla vista la prima volta che Hagbard gli aveva fatto fare un giro sul Leif Erikson. Era tutto troppo ben fatto, troppo plausibile, troppo bello per essere vero, specialmente le rovine di città come Peos, con la loro architettura che ovviamente combinava elementi maya ed egizi. “La scienza ha volato con gli strumenti, come un pilota nella nebbia, dal 1900” disse casualmente ad Hagbard nel viaggio di ritorno verso New York. (Questo era nel 1972, secondo i suoi ultimi ricordi. L’autunno del ‘72, quasi due anni dopo l’esperimento con l’AUM a Chicago.) “Hai letto Bucky Fuller,” fu la risposta tranquilla di Hagbard, “o era Korzybski?” “Lascia perdere chi ho letto”, rispose Joe diretto. “Il pensiero della mia mente è che non ho mai visto Atlantide più di quanto non abbia mai visto Marylin Monroe. Ho visto film che mi hai detto essere ricezioni televisive dalle telecamere fuori dal tuo sottomarino. E ho visto film di quella che Hollywood mi assicura essere una vera donna, anche se sembrava più un disegno di Vargas o di Petty. 216 Nel caso di Marylin Monroe è ragionevole credere a quello che mi è stato detto: non credo che un robot così somigliante sia stato ancora costruito. Ma Atlantide... conosco tecnici degli effetti speciali che potrebbe costruire una città del genere su di un tavolino e, con delle telecamere puntate sopra, farci camminare dei dinosauri in mezzo.” “Sospetti che t’inganni?” chiese Hagbard alzando le sopracciglia. “L’inganno è il tuo mestiere” rispose schietto Joe. “Sei il Beethoven, il Rockefeller, il Michelangelo del trucco; lo Shakespeare delle tre carte, della monetina a due teste e del coniglio nel cappello. Le bugie sono per te quello che le pillole per il fegato sono per Carter. Vivi in un mondo di botole, pannelli scorrevoli e trucchi hindu. Sospetto di te? Da quando t’ho incontrato, sospetto di tutti.” “Felice di sentirlo dire” sorrise Hagbard. “Sei già ben avviato verso la paranoia. Prendi questo
biglietto e tienilo nel tuo portafogli. Quando inizierai a capirlo, sarai pronto per la prossima promozione. Ricordati: non è vero a meno che non ti faccia ridere. Questa è la sola, unica e infallibile prova di tutte le idee che ti saranno mai presentate. “ E diede a Joe un biglietto che diceva
NON CI SONO AMICI DA NESSUNA PARTE Burroughs, incidentalmente, sebbene avesse scoperto il principio di sincronicità del 23, non è cosciente della correlazione con il 17. Questo rende ancora più interessante che la sua data per l’invasione della I terra da parte della Nova Mob (in Nova Express) è il 17 settembre 1899. Quando gli chiesi come avesse scelto quella data, disse che gli era venuta dal nulla. Maledizione. Venni interrotto ancora una volta da un’altra donna che raccoglieva soldi per la “Marcia delle madri contro l’ernia”. Le diedi solo dieci cent. W, la ventitreesima lettera, continua a saltare fuori. Nota: Weishaupt, Washington, William S. Burroughs, Charley Workman, Mendy Weiss, Len Weinglass nel processo per cospirazione e altri che mi verranno rapidamente in mente. Ancor più interessante, il primo fisico ad applicare il concetto di sincronicità alla fisica, dopo che Jung pubblicò la teoria, fu Wolfgang Pauli. Un’altra suggestiva trasformazione di lettere-numeri: Adam Weishaupt (A.W.) è 1-23 e George Washington (G.W.) è 7-23. Vedi il 17 nascosto? Ma, forse, divento troppo immaginifico, addirittura bizzarro... Ci fu uno scatto. George si girò. Per tutto il tempo che era stato nel centro di controllo con Hagbard, non aveva mai guardato la porta attraverso la quale era arrivato. Fu sorpreso di vedere che appariva come un’apertura nell’aria, o nell’acqua. Da ciascun lato della porta c’era acqua turchese e un oscuro orizzonte che era in realtà il fondo dell’oceano. Poi, nel centro, c’era la vera e propria porta e una luce dorata in cui si stagliava il profilo di una donna stupenda. Mavis entrò sulla balconata, tirandosi dietro la porta. Portava delle calze verde foresta, stivali di pelle lucida bianchi e una grossa cintura bianca. I suoi seni, piccoli ma ben disegnati oscillavano sotto la blusa. George si trovò a ripensare alla scena sulla spiaggia. Era successo solo stamattina? E a che ora? A che ora dove? In Florida erano probabilmente le due o le tre del pomeriggio. Il che avrebbe fatto l’una a Mad Dog, nel Texas. E, probabilmente, circa le sei qui nell’Atlantico. I fusi orari si estendono anche sott’acqua? Immaginava di sì. D’altra parte, se ti trovi al Polo Nord, puoi saltare intorno al Polo e passare da un fuso orario all’altro in pochi secondi. E attraversare la “linea internazionale del cambiamento di data” ogni cinque minuti, se volevi. Il che, si rammentò non rendeva possibile viaggiare nel tempo. Ma se avesse potuto tornare indietro a stamattina e avere di nuovo la richiesta di sesso di Mavis, questa volta avrebbe risposto! La voleva disperatamente adesso. Va bene, ma perché aveva detto che non era un poveretto, perché aveva sottinteso ammirazione per lui che non voleva scoparla? Se l’avesse scopata perché lei gliel’aveva chiesto, e lui avesse sentito di dovere ma senza volerlo, sarebbe stato un poveretto, puro e semplice. Ma l’avrebbe potuta inforcare semplicemente perché sarebbe stata bella da scopare, indipendentemente dalla sua ammirazione o dal disprezzo per lui. Ma quello era il loro gioco, il gioco di Mavis e di Hagbard di dire “faccio ciò che voglio e non m’importa un accidente di quel che ne pensi”. A George importava moltissimo di quello che gli altri pensavano di lui, perciò non scopare Mavis in quel momento era almeno onesto, anche se stava cominciando a vedere del merito nell’attitudine discordiana (o almeno pensava fosse discordiana) di super-autosufficienza. Mavis gli sorrise. “Allora, George, hai avuto il tuo battesimo del fuoco?” George si strinse nelle spalle: “Be’, c’è stata la galera di Mad Dog. E sono stato in altre brutte storie”. Per esempio, c’era la volta in cui mi tenni una pistola alla testa e tirai il grilletto. Gli aveva succhiato il cazzo, l’aveva guardata in una frenetica masturbazione, ma era disperato,
voleva entrarle dentro, fino in fondo, su per la vagina, viaggiare sul suo tram ovario verso il meraviglioso paese della scopata, come dice Henry Miller. Che diavolo aveva di così speciale la fica di Mavis, specialmente dopo la cerimonia d’iniziazione. Cazzo. Stella Maris sembrava una molto meno nevrotica ed era certamente un classico della scopata. Dopo Stella Maris, chi aveva voglia di Mavis? Una domanda improvvisa lo colpì. Come faceva a sapere che si era fatto Stella? Avrebbe potuto essere Mavis, dentro quella mela dorata. Avrebbe potuto essere una donna che non aveva mai incontrato. Era quasi certo che fosse una donna, a meno che non fosse una capra o una mucca o una pecora; Meglio lasciar perdere quel tipo di battuta con Hagbard Ma anche se era una donna, perché visualizzare Stella Maris o qualcuno del genere? Era probabilmente qualche vecchia puttana etrusca malata che Hagbard si portava dietro per scopi religiosi. Qualche Sibilla. Qualche strega mangiaspaghetti; forse era la vecchia madre siciliana di Hagbard marcia e senza denti con uno scialle nero e tre malattie veneree. No, era il padre di Hagbard che era siciliano. Sua madre era norvegese. “Di che colore erano?” domandò improvvisamente ad Hagbard. “Chi?” “Gli atlantici.” “Oh,” annuì Hagbard, “erano coperti di pelo su gran parte del corpo, come ogni scimmia normale. Almeno, gli alti atlantici lo erano. Avvenne una mutazione all’incirca al tempo dell’ora del malocchio, la catastrofe che distrusse l’Alta Atlantide. I tardi atlantici, come gli umani moderni, erano glabri. Quelli di più antica discendenza atlantica tendono a essere piuttosto pelosi.” George non riuscì a non guardare verso la mano di Hagbard appoggiata alla ringhiera. Era coperta di una spessa peluria nera. “Bene,” disse Hagbard “è ora di dirigerci indietro verso la nostra base nordamericana. Howard? Sei là fuori?” La lunga forma aerodinamica fece una capriola sulla loro destra. “Che c’è Hagbard?” “Lascia qualcuno dei tuoi a dare un’occhiata qui. Abbiamo del lavoro da fare a terra. E... Howard, finché vivo sarò in debito con la tua gente per i quattro che sono morti per salvarmi.” “Il Leif Erikson e tu non ci avete forse salvati da diversi tipi di morte preparate per noi dalla gente della riva?” replicò Howard. “Faremo la guardia ad Atlantide per te. E sui mari in generale, e su ciò che Atlantide ha generato. Addio e salute a te Hagbard e a tutti gli altri amici...” “Il mare è vasto, il mare è profondo Ma calda come sangue ci lambisce Un’onda d’amicizia tutta in tondo e nelle profondità più oscure tutti ci riunisce” Se n’era andato. “Decollo”, ordinò Hagbard. George sentì la spinta dei colossali motori del sommergibile e cominciarono a navigare alti sopra le valli e le colline di Atlantide. Con la speciale illuminazione del sistema di schermi televisivi di Hagbard, pareva molto più spettacolare che volare con un jet su uno dei continenti sopra la distesa dell’oceano. “Peccato, non abbiamo tempo di immergerci in Atlantide”, disse Hagbard. “Ci sono molte e grandissime città da vedere. Sebbene nessuna di loro possa assomigliare a quelle che esistevano prima dell’ora del malocchio.” “Quante civiltà atlantiche ci furono? “chiese George. “Principalmente due. Una che portò all’ora, e una seguente. Prima dell’ora, su questo continente viveva una civiltà di circa un milione di persone. Tecnicamente, erano più avanzati della razza umana odierna. Avevano energia nucleare, navi spaziali, la tecnologia genetica e molto altro. A questa civiltà venne inferto un colpo mortale nell’Ora del Malocchio. Due terzi di essa, quasi metà
della popolazione umana del pianeta in quel periodo, vennero uccisi. Dopo l’ora, qualcosa rese loro impossibile risorgere. Le città che scamparono alla prima catastrofe, vennero distrutte da disastri successivi. In una generazione gli abitanti di Atlantide furono ridotti alla barbarie. Parte del continente affondò sott’acqua, e fu l’inizio del processo che terminò quando tutta Atlantide fu sommersa, così com’è oggi.” “La causa furono i terremoti e i maremoti di cui si legge sempre?” chiese George. “No,” disse Hagbard con una espressione curiosamente chiusa, “furono cause artificiali. L’Alta Atlantide fu distrutta in una qualche specie di guerra. Probabilmente una guerra civile, dato che non c’era sul pianeta nessun’altra potenza che avrebbe potuto competere con loro.” “Comunque, se ci fosse stato un vincitore, sarebbe tuttora in giro”, aggiunse George. “Lo sono,” disse Mavis, “i vincitori sono ancora in giro. Solo che non sono quello che potresti immaginare. Non una nazione di conquistatori. E noi siamo i discendenti degli sconfitti.” “Adesso,” disse Hagbard, “ti farò vedere qualcosa che ti avevo promesso la prima volta che ci siamo incontrati. Ha a che fare con la catastrofe di cui ti ho parlato. Guarda laggiù.” Il sommergibile si era innalzato sopra il continente ed era possibile vedere panorami che si estendevano per centinaia di miglia. Guardando nella direzione che Hagbard aveva indicato, George vide una vasta distesa di pianura, lucida e nera. Dal suo centro s’innalzava un qualcosa di bianco e appuntito, come un dente canino. “Si dice di loro che controllassero anche il corso delle comete” disse Hagbard. Indicò di nuovo. Il sommergibile navigò più vicino all’oggetto sporgente bianco. Era una piramide quadrilatera bianca. “Non dirlo” disse Mavis, dandogli un’occhiata d’avvertimento, e George si ricordò del tatuaggio che le aveva visto in mezzo ai seni. Guardò di nuovo in basso. Adesso erano sopra la piramide e George poteva vedere il lato che era rimasto nascosto durante l’arrivo. Vide quel che aveva per metà temuto e per metà atteso di vedere: un disegno rosso sangue a forma di occhio aperto. “La piramide dell’occhio” disse Hagbard. “Stava nel centro dell’Alta Atlantide. Venne costruita negli ultimi tempi di quella civiltà dai fondatori della prima religione del mondo. Non sembra molto grande da quassù ma è cinque volte quella di Cheope, che venne modellata a immagine di questa. È fatta di una sostanza ceramica indistruttibile che repelle anche il sedimento oceanico. Come se i costruttori avessero saputo che, per durare, avrebbe dovuto sopravvivere a decine di migliaia di anni di sepoltura oceanica. E forse, dipende da chi erano, lo sapevano pure. O forse era solo che costruivano bene a quei tempi. Peos, come hai visto, era una città piuttosto durevole, e venne costruita dopo la caduta dell’Alta Atlantide, dalla seconda civiltà di cui ho parlato. Quella seconda civiltà raggiunse un livello un po’ più elevato di quelle dei greci e romani, ma non era affatto come quella che l’aveva preceduta. E qualche potere malevolo aveva deciso di distruggere anch’essa, e fu distrutta, circa diecimila anni fa. Di quella civiltà abbiamo le prove delle rovine. Ma dell’Alta Atlantide abbiamo solo documenti e leggende estratte dalla civiltà successive e, naturalmente, la poesia dal Corpus Focenico. Questo è l’unico manufatto: questa piramide. Ma la sua esistenza e la sua durata provano che già in un tempo distante quanto dieci Egitti, esisteva una razza d’uomini, la cui tecnologia era molto più avanzata di quella che conosciamo ai nostri giorni. Così avanzata che ci vollero ventimila anni prima che la cultura della civiltà successiva a essa scomparisse completamente. Gli uomini che distrussero l’Alta Atlantide fecero del loro meglio per farla scomparire. Ma non completamente. La piramide dell’occhio, per esempio, è indistruttibile. Sebbene sia probabile che non volessero distruggerla.” Mavis annuì cupamente. “È il loro santuario più sacro.” “In altre parole,” disse George, “mi stai dicendo che la gente che distrusse Atlantide esiste ancora. Hanno ancora i poteri che avevano allora?” “Sostanzialmente sì”, disse Hagbard. “E questi sono gli Illuminati di cui mi hai parlato?” “Illuminati o Antichi Veggenti Illuminati di Baviera è uno dei nomi che hanno usato, sì.” “Quindi non sono iniziati nel 1776, partono da molto prima, giusto?”
“Giusto” confermò Mavis. “Allora perché mi hai mentito sulla loro storia? E perché diavolo non hanno ancora conquistato il mondo, se sono così potenti? Quando i nostri antenati erano selvaggi, avrebbero potuto dominarli completamente.” Hagbard replicò. “Ti ho mentito perché la mente umana può accettare la verità solo poco alla volta. Anche l’iniziazione al discordianesimo ha vari stadi. La risposta all’altra domanda è complicata. Ma cercherò di renderla facile. Ci sono cinque ragioni. Primo, ci sono organizzazioni come i Discordiani che sono quasi altrettanto potenti e che hanno quasi altrettanta conoscenza quanto gli Illuminati e che sono in grado di sconfiggerli. Secondo, gli Illuminati sono un gruppo troppo piccolo per beneficiare degli incroci creativi necessari per qualsiasi tipo di progresso, e sono stati incapaci di avanzare oltre il livello tecnologico che avevano raggiunto trentamila anni fa. Come i mandarini cinesi. Terzo, gli Illuminati sono limitati nelle loro azioni dalle credenze superstiziose che li separarono dagli altri atlantici. Come ti ho detto, sono la prima religione del mondo. Quarto, gli Illuminati sono troppo sofisticati, senza scrupoli e decadenti per voler conquistare il mondo, li diverte giocare col mondo. Quinto, gli Illuminati dominano già il mondo, e tutto ciò che accade, accade per loro volere.’’ “Queste affermazioni si contraddicono a vicenda” fece notare George. “Questa è la natura del pensiero logico. Tutte le proposizioni sono vere in un certo senso, false in un certo senso e prive di senso in un altro senso ancora.” Hagbard non sorrideva. Il sottomarino aveva descritto un grande arco mentre parlavano e ora la piramide dell’occhio era molto dietro di loro. L’occhio stesso, visto che era esposto a Est, non era più visibile. Sotto, George poteva vedere le rovine di molte piccole città ai bordi di alti scogli che precipitavano in abissi oscuri... scogli che senza dubbio, in passato, erano stati la costa di Atlantide. Hagbard disse: “Ho un lavoro per te, George. Ti piacerà e vorrai farlo, ma ti farà anche venire la diarrea dalla paura. Ne parleremo quando arriviamo alla base di Cheasepeake. Ora, però, andiamo giù nella stiva a dare un’occhiata alle nostre acquisizioni.” Girò un interruttore. “FUCKUP levati il dito dal culo e pilota questa barca per un po’.” “Vedrò le statue dopo” disse Mavis. “Devo fare altre cose adesso.” George seguì Hagbard giù per le scale tappezzate e le sale coperte da pannelli di quercia lucida e brillante. Infine giunsero in una grossa sala apparentemente lastricata di marmo. Un gruppo di uomini e donne che portavano maglie nautiche a strisce orizzontali simili a quella di Hagbard faceva capannello intorno a quattro alte statue al centro dello spazio. Quando Hagbard entrò nella stanza smisero di parlare e si mossero per permettergli una vista completa delle statue. Il pavimento era coperto di pozzanghere e le statue stesse stavano colando. “Non asciugatele” disse Hagbard. “Ogni molecola è preziosa così com’è, e meno disturbate sono, meglio è.” Si avvicinò alla più vicina e la osservò per un lungo istante. “Che dire di una cosa come questa? È oltre la squisitezza. Ti immagini cosa fosse la loro arte prima del disastro? E pensare che il Cerchio Ininterrotto ne distrusse ogni traccia, eccetto quella rozza e stupida piramide.” “Che è il più grande pezzo di tecnologia ceramica nella storia della razza umana”, disse una delle donne. George cercò Stella Maris in giro, ma non c’era. “Dov’è Stella?” chiese ad Hagbard. “Di sopra che guarda il negozio. Le vedrà dopo.” Le sculture non erano l’opera di alcuna cultura che George conoscesse, il che era logico, dopotutto. Erano insieme realistiche, fantastiche e astrattamente intellettuali. Avevano somiglianze con gli stili maya ed egiziano, greco classico, cinese e gotico, assieme a una nota sorprendentemente moderna. Però nelle statue c’erano alcune caratteristiche che erano totalmente uniche, caratteristiche senza dubbio perdute dalla civiltà che discendeva da Atlantide, ma che avrebbero potuto essere ritrovate nell’arte del mondo conosciuto, se ci fossero state altre civiltà a conservarle ed enfatizzarle. Questa, concluse George, era ur-arte, 217 e guardare le statue era come udire una frase nel primo linguaggio parlato dall’uomo.
Un vecchio marinaio indicò la statua più lontana da dove si trovavano. “Guardate quel sorriso beato. Scommetto che è stata una donna a ideare quella statua. Essere totalmente autosufficiente è il sogno di ogni donna.” “Certe volte, Joshua,” disse la donna orientale che aveva parlato prima, “ma non sempre. Invece io preferisco quella”. Indicò un’altra statua. Hagbard rise. “Tu, Tsu-Hsi, credi che sia del buon, sano oragenitalismo, ma il bambino nelle braccia della donna è il figlio senza padre, l’autoprocreato, e la coppia alla base rappresenta il cer chio ininterrotto di Gruad. Normalmente è un serpente con la coda in bocca, 218 ma in alcune delle prime rappresentazioni, la coppia in rapporto orale, simboleggia la lussuria sterile. La madre non amata tiene il piede sulla testa dell’uomo per indicare che conquista la lussuria. L’intera scultura è il prodotto del più ignobile culto mai nato ad Atlantide. Essi originarono il sacrificio umano. Prima praticavano la castrazione, ma poi giunsero a uccidere gli uomini, invece di tagliar loro solo le pal le. In seguito, quando le donne vennero soggiogate, il sacrificio divenne una femmina vergine, si suppone da dare ai non amati quando era ancora pura.” “Quell’aureola intorno alla testa del bambino sembra il simbolo della pace” disse George. “Simbolo della pace un cazzo” rispose Hagbard. “Quello è il più antico simbolo del male che esi sta. Naturalmente, nel culto del cerchio ininterrotto era un simbolo del bene, ma è come dire la stes sa cosa.” “Non possono essere stati così malvagi se hanno prodotto questa statua” disse testarda la donna orientale. “Potresti intuire l’inquisizione spagnola da un dipinto della mangiatoia a Betlemme?” disse Hag bard. “Non essere ingenua, miss Mao.” Si girò verso George. “Il valore di ognuna di queste statue è incalcolabile. Ma pochissime persone lo sanno. Ti mando da uno che lo sa: Robert Putney Drake. Uno dei più fini conoscitori d’arte del mondo e capo della sezione americana del sindacato mondia le del crimine. Ci andrai con un regalo da parte mia: queste quattro statue. Gli Illuminati stavano tentando di comprare il suo aiuto con l’oro del tempio di Tethys, ma io arriverò da lui per primo.” “Se gli servivano solo quattro statue, perché stavano tentando di sollevare l’intero tempio?” chie se George. “Credo volessero rimuovere l’intero tempio per portarlo ad Agharti, 219 il loro caposaldo sotto l’Himalaya, e metterlo al sicuro. Non sono mai arrivato più vicino al tempio di Tethys di oggi, ma sospetto che sia una miniera di prove sull’esistenza dell’Alta Atlantide. Come tale, sarebbe qualcosa che gli Illuminati desidererebbero rimuovere. Finora non c’era motivo, perché nessuno aveva acces so al fondo dell’oceano, a parte gli Illuminati. Ora ci posso arrivare quanto loro, in realtà meglio di loro, e presto altri arriveranno. Diverse nazioni e molti gruppi di persone stanno esplorando il mon do sommerso. E ora che gli Illuminati finiscano di prendersi qualsiasi cosa abbia a che fare con l’Alta Atlantide.” “Distruggeranno quella città che abbiamo visto? E quella piramide dell’occhio?” Hagbard scosse la testa. “Sarebbero anche disposti a lasciar ritrovare rovine dell’Atlantide successiva, non rivelerebbe niente della loro esistenza. E, riguardo alla piramide dell’occhio, sospetto che per loro sia un problema. Non possono distruggerla e anche se potessero non vorrebbero. Ma è una prova schiacciante dell’esistenza di una superciviltà del passato.” “Be’,” disse George, per niente desideroso d’incontrare il capo del sindacato del crimine americano, “dovremmo tornare indietro e portare via il tempio di Tethys, prima che gli Illuminati lo agguantino.” “Dannazione” affermò miss Mao. “Si dà il caso che questo sia il momento più critico della storia della civiltà. Non abbiamo tempo di cazzeggiare con l’archeologia.” “È solo un legionario,” disse Hagbard, “ma dopo questa missione conoscerà il più bello e diverrà un diacono. Capirà di più, allora. George, voglio che tu agisca da intermediario tra il movimento discordiano e il syndacate. Porterai queste quattro statue a Robert Putney Drake e gli dirai che ce ne sono altre da dove vengono queste. Chiedi a Drake di smettere di lavorare per gli Illuminati, di
lasciare ovunque in pace la nostra gente e di abbandonare il progetto degli omicidi che gli Illuminati hanno messo a punto con lui. E come prova di buona fede deve spegnere ventiquattro agenti Illuminati nelle prossime ventiquattro ore. I loro nomi saranno contenuti in una busta sigillata che gli darai.” CINQUE, SEX. QUI è LA SAGGEZZA. Il borbottio del seno è il mormorio dell’uomo. Il procuratore di stato Milo A. Flanagan era sul tetto del condominio dove abitava, in LakeShore Drive e stava esplorando il lago Michigan, blu-grigio, con un potente binocolo. Era il 24 aprile, e il progetto Tethys avrebbe dovuto essere completo. In ogni momento Flanagan aspettava di avvistare quello che sarebbe apparso come un altro cargo dei Grandi Laghi diretto verso le chiuse del Chicago River. Solo che questo avrebbe trasportato un tempio atlantico smontato e impacchettato in casse nella stiva. La nave sarebbe stata riconoscibile da un triangolo rosso dipinto sul fumaiolo. Dopo essere stato ispezionato da Flanagan (il cui nome nell’Ordine era fratello Johann Beghard) e dopo che il suo rapporto fosse stato inviato alla Loggia di Vigilanza - il centro di comando nordamericano, il tempio imballato sarebbe stato trasportato sul fiume verso Saint Louis dove, previo precedente accordo con il presidente degli Stati Uniti, sarebbe stato trasportato su camion via terra a Fort Knox, sotto scorta dell’esercito. Il presidente non sapeva con chi stava trattando. La Cia l’aveva informato che la fonte dei reperti era il Movimento nazionalista livoniano, ora oltre la cortina di ferro, e che le casse avrebbero contenuto tesori artistici livoniani. Certi alti ufficiali nella Cia conoscevano la vera natura dell’organizzazione che gli Stati Uniti stavano aiutando, poiché erano essi stessi suoi membri. Naturalmente, il syndacate (senza neppure una storia di copertura) teneva tre quarti del proprio oro con la provvista governativa a Fort Knox, di questi tempi. “Dove potresti trovare un posto più sicuro?” chiese una volta Robert Putney Drake. Ma il cargo era in ritardo. Il vento picchiava Flanagan, e frustava i suoi capelli bianchi mossi, le maniche della giacca e le gambe dei pantaloni di ottimo taglio. Il maledetto vento di Chicago. Flanagan l’aveva combattuto tutta la vita. L’aveva reso l’uomo che era. Il sergente di polizia Otto Waterhouse emerse dalla porta che dava sul tetto. Waterhouse era membro dello staff personale di Flanagan, il che significava che era sul libro paga del dipartimento di polizia, del syndacate e un altro libro paga che regolarmente depositava una cifra fissa sul conto di herr Otto Wasserhaus in una banca bavarese. Waterhouse era un nero di 1 e 98 che aveva fatto carriera nel dipartimento di polizia di Chicago con l’essere più disponibile e più pronto a vessare, torturare, mutilare e uccidere membri della sua stessa razza, di uno sceriffo medio in Mississippi. Flanagan aveva notato subito la storia d’amore dagli occhi gelidi e odio di sé che Waterhouse intratteneva con la morte, e l’aveva destinato al suo staff. “Un messaggio dal Centro comunicazioni CFR a New York” disse Waterhouse. “È arrivata voce da Ingolstadt che il progetto Tethys è fallito.” Flanagan abbassò il binocolo e si girò a guardare Waterhouse. Il volto florido del procuratore di stato era astuto e distinto, con le sue sopracciglia pepe-e-sale a cespuglio, il tipo di faccia per cui la gente vota, specialmente a Chicago. Era una faccia che un tempo era appartenuta a un ragazzino che girava con gli hamburger nel ghetto irlandese del SouthSide di Chicago e aveva fatto schizzare le cervella dei neri con ciottoli di selciato per divertimento. Era una faccia che era arrivata da quegli inizi primitivi a conoscere di templi sommersi vecchi di diecimila anni, navi ragno e cospirazioni internazionali. Era stampato indelebilmente con le linee degli antenati di Milo A. Flanagan, gli antenati dei galli, britanni, scoti, picti, gallesi e irlandesi. Al tempo in cui il tempio di Tethys stava affondando, erano stati spinti in avanti, su ordini da Agarthi, da quella antica densa foresta che è oggi il deserto della Mongolia Esterna. Ma Flanagan era solo un Illuminato di quarto grado, non completamente istruito sulla storia. Sebbene non mostrasse molta emozione, c’erano fiamme bianco-azzurre di follia omicida che bruciavano profonde nei suoi occhi. Waterhouse era una delle poche persone a Chicago che poteva sostenere lo sguardo funesto di Flanagan testa-a-testa. “Com’è successo?” chiese Flanagan. “Sono stati attaccati dalle focene e da un sottomarino invisibile. Le navi-ragno sono saltate in aria. Lo Zwack è arrivato e ha contrattaccato, è stato danneggiato da un raggio laser e costretto a
sganciarsi.” “Come hanno saputo che avevamo navi-ragno al tempio?” “Forse le focene gliel’hanno detto.” Flanagan, freddamente pensieroso, osservò Waterhouse. “Forse c’è stata una fuga da questa parte Ci sono JAM attivi in questa città, più che in ogni altra parte del paese in questo momento. Dillinger è stato visto due volte la scorsa settimana. Per Gruad, come vorrei essere quello che lo becca davvero, una volta per tutte! Che direbbe il fantasma di Hoover allora, eh Otto?” Flanagan sorrise, uno dei suoi rari veri sorrisi, mostrando i canini prominenti. “Sappiamo che c’è un centro di culto JAM da qualche parte nel NorthSide. Qualcuno ha rubato ostie nella chiesa di mio fratello per dieci anni, a volte anche quando avevo trenta uomini appostati laggiù. Mio fratello dice che ci sono stati più casi di possessione satanica nella sua parrocchia negli ultimi cinque anni che in tutta la storia di Chicago. Uno dei nostri sensitivi ha riportato emanazioni della Vecchia in quest’area almeno una volta al mese durante l’anno passato. Li avremmo già dovuti trovare da un pezzo. Potrebbero leggere le nostre menti, Otto. Quella potrebbe essere la fonte della fuga di notizie. Perché non abbiamo una dritta?” Waterhouse, che solo pochi anni prima non aveva conosciuto nulla di più anticonvenzionale del come trasformare un omicidio in “ucciso mentre opponeva resistenza all’arresto”, guardò verso Flanagan con calma e disse “Ci servono dieci sensitivi del quinto grado per formare il pentacolo, ma ne abbiamo solo sette”. Flanagan scosse la testa: “Ci sono diciassette quinto grado in Europa, otto in Africa, e ventitrè sparpagliati nel resto del mondo. Ce ne potrebbero prestare tre per una settimana. Basterebbe.” Waterhouse disse: “Forse hai dei nemici nel cerchio più alto. Forse qualcuno vuol vederci andare giù.” “Perché diavolo dici di queste cose, Waterhouse?” “Per farti incazzare.” Otto piani più sotto, in un appartamento che veniva regolarmente usato per le messe nere, un hippy della North Clark Street chiamato Skip Lynch aprì gli occhi e guardò Simon Moon e padre Pederastia. “Non c’è più molto tempo,” disse, “dobbiamo finire Flanagan in fretta”. “Non sarà mai presto abbastanza, per me” disse padre Pederastia. “Se papà non lo avesse favorito così sfacciatamente, oggi il prete sarebbe lui e io il procuratore di stato.” Simon annuì: “Ma allora oggi sdraieremmo te invece di Milo. In ogni caso credo che ora George Dorn si stia prendendo cura del problema al nostro posto.” Sepole? Cominciò tutto con le sepole e quella frase è più vera di quanto tu non potrai capire fino a che questa missione non sarà finita da un pezzo, signor Muldoon. Era la notte del 2 febbraio 1776, una notte buia e tempestosa a Ingolstadt; lo studio di Adam Weishaupt sembrava un set per un film di Frankenstein, con le finestre che tremavano e le candele che guizzavano e il vecchio Adam che gettava ombre terrificanti mentre camminava avanti e indietro con la sua particolare andatura strascicata. Le ombre erano terrificanti sostanzialmente solo per lui, perché era fuori di brutto per via di quel nuovo estratto di canapa che Kolmer aveva portato dal suo ultimo viaggio a Baghdad. Per calmarsi, stava ripetendo il suo esercizio per aumentare il lessico inglese, lavorando sulle nuove parole per quella settimana: “Tomahawk... Succotash... 220 Sepola. Sepola?” Rise forte. La parola era “puzzola”, ma aveva cortocircuitato da lì a “seppia” ed era uscito con “sepola”. Una nuova parola: un nuovo concetto. Ma come era fatta una sepola? A metà tra una seppia e una puzzola, senza dubbio: avrebbe avuto otto braccia e puzzato fino a hoh Himmel. Un pensiero orribile: ricordò, inquieto, gli shoggoth di quel riprovevole Necronomicon che Kolmer tentava sempre di fargli leggere quand’era stonato, dicendogli che era l’unica maniera di capirlo. Barcollò verso la sezione “magia nera e pornografia” della sua biblioteca che teneva, sardonicamente, vicino ai commenti sulla Bibbia, e tirò fuori il volume per lungo tempo censurato delle visioni del poeta pazzo Abdal Alhazred. Aprì al primo disegno di uno shoggoth. Strano, pensò, come una creatura così vile potesse anche, da certe angolazioni, specialmente quando eri stonato, assomigliare vagamente a un coniglio che ridesse follemente. “Die hexen Hase”, ridacchiò
anche lui tra sé... Poi la sua mente fece il salto: cinque lati ai bordi delle illustrazioni degli shoggoth... cinque lati, sempre, su tutti i disegni degli shoggoth... e “seppia” e “puzzola” avevano entrambe cinque lettere... Alzò le mani, guardando le cinque dita di ognuna, e iniziò a ridere. Improvvisamente era tutto chiaro: il segno delle corna fatto tenendo le prime due dita in una V e piegando le altre giù: il due, il tre e la loro unione nel cinque. Padre, Figlio e il Santo Diavolo... la dualità di male e bene, la trinità della divinità... il biciclo e il triciclo... Rise sempre più forte, sembrando, nonostante la sua faccia lunga e sottile, una di quelle statue cinesi del Buddha sorridente. Mentre funzionavano le camere a gas, le altre peculiarità della vita nei lager contribuivano a loro modo alla soluzione finale. Ad Auschwitz, per esempio, molti perirono per i pestaggi e altre forme di maltrattamenti, ma la negligenza generale delle più elementari precauzioni sanitarie ebbe i risultati più memorabili. Prima ci fu la febbre tifoidea, poi la febbre paratifoidea e l’erisipela addominale. La Tbc, ovviamente, era rampante e particolarmente divertente per qualche ufficiale, la diarrea incurabile portò molti internati alla morte, degradandoli mentre li uccideva. Nessun tentativo fu fatto, inoltre, per prevenire gli attacchi degli onnipresenti topi contro i prigionieri troppo malati per difendersi o per muoversi. Mai osservato prima da dottori del Ventesimo secolo, apparve anche il noma, che venne riconosciuto solo grazie a descrizioni di antichi testi medici: è una complicazione cancrenosa della malnutrizione, che mangia le cavità nelle guance fino a esporre i denti. “Vernichtung,” disse un sopravvissuto più tardi, “è la parola più terribile di qualsiasi linguaggio”. Allo stesso modo, gli aztechi divennero più frenetici verso la fine della loro storia, aumentando il numero dei sacrifici, raddoppiando e triplicando i giorni dell’anno che chiedevano spargimento di sangue. Ma nulla li salvò: come l’esercito di Eisenhower avanzò attraverso l’Europa per chiudere i forni di Auschwitz, Cortez e le sue navi si erano mossi verso la grande piramide, la statua di Tlaloc e lo scontro militare. Sette ore dopo che Simon ebbe parlato di George Dorn a padre Pederastia, un jet privato dipinto d’oro atterrò all’aeroporto internazionale Kennedy. Quattro pesanti casse vennero scaricate con una gru dalla plancia dell’aereo dentro un camion che portava sul fianco la scritta “GOLD&APPEL TRASLOCHI”. Un giovane dai capelli biondi lunghi fino alle spalle, vestito con una marsina molto elegante e pantaloni di velluto rosso corti al ginocchio, con calze di seta verde bottiglia, scese dall’aereo e salì nella cabina del camion. Tenendo sulle ginocchia una valigetta di coccodrillo, sedette silenzioso accanto al guidatore. Tobias Knight, l’autista, tenne i propri pensieri per sé e non fece domande. George Dorn aveva paura. Era una sensazione alla quale stava iniziando ad abituarsi, un’abitudine che l’avrebbe di sicuro portato a commettere altre pazzie. Inoltre Hagbard gli aveva dato un talismano contro il male, assicurandogli che era infallibile al cento per cento. George lo fece scivolare fuori dalla tasca e lo guardò di nuovo, curiosamente e con una pallida speranza. Era un biglietto dorato con sopra degli strani glifi:
Era probabilmente un altro degli scherzi di Hagbard, concluse George. Avrebbe anche potuto essere l’etrusco per “prendete a calci in culo questo scemo”. Il rifiuto di Hagbard di tradurlo aveva suggerito una qualche ironia celinesca di sorta, eppure era parso molto serio, quasi religioso, riguardo a questi simboli. Una cosa era certa: George era ancora spaventato, ma la paura non era più paralizzante. Se fossi stato così indifferente verso la paura anni fa, pensò, a New York ci sarebbe qualche poliziotto di meno. E nemmeno io sarei qui, probabilmente. No, non è giusto neanche questo.
Avrei detto a Carlos di andare a fare in culo. Non avrei lasciato che la caga d’essere chiamato vigliacco mi fermasse. George aveva avuto paura quando era andato a Mad Dog, quando Harry Coin aveva cercato d’incularlo, quando Harry Coin era stato ucciso, quando era fuggito dalla prigione di Mad Dog, quando aveva visto la sua stessa morte mentre stava arrivando e quando le navi-ragno degli Illuminati avevano attaccato il Leif Erikson. Aver paura stava iniziando a sembrargli una condizione di normalità. Così, adesso, stava andando a incontrare gli uomini che comandavano il crimine organizzato negli Stati Uniti. Non sapeva praticamente nulla del syndacate e della mafia e tendeva a sdrammatizzare quel poco che sapeva sulla base che, probabilmente, si trattava di mito. Hagbard gli aveva accennato a un po’ d’informazioni ulteriori mentre si stava preparando per questo volo. Ma la cosa di cui George era assolutamente certo era che stava andando, senza protezione, tra uomini che uccidevano esseri umani allo stesso modo in cui una casalinga uccide le blatte. E ci si aspettava che negoziasse con loro. Il syndacate aveva lavorato con gli Illuminati finora. Oggi avrebbero dovuto cambiare atteggiamento verso i Discordiani solo perché lo diceva George. Con, naturalmente, l’aiuto di quattro statue inestimabili. E, inoltre, cosa avrebbero detto Robert Putney Drake e Federico Maldonado quando avessero sentito che queste statue erano state ripescate dal fondo dell’oceano tra le rovine di Atlantide? Avrebbero probabilmente espresso il loro scetticismo con le pistole e rispedito George verso il posto dal quale diceva provenivano le statue. “Perché io?” George aveva chiesto ad Hagbard. “Perché io?” ripetè Hagbard con un sorriso. “La domanda del soldato mentre le pallottole nemiche gli fischiano intorno, dell’innocuo padrone di casa mentre il maniaco omicida entra dalla porta della cucina, col coltello da caccia in mano, della donna che ha dato alla luce un bambino morto, del profeta che ha appena avuto una rivelazione della parola di Dio, dell’artista che sa che il suo ultimo quadro è un capolavoro. Perché te? Perché ci sei, fesso. Perché qualcosa ti deve succedere, OK?” “Ma, e se sbaglio? Non so nulla della tua organizzazione o del Syndacate. Se il momento è così cruciale come dici, è sciocco mandare uno come me per questa missione. Non ho nessuna esperienza nel trattare con gente del generi!. “ Hagbard scosse la testa impaziente: “Ti sottovaluti. Solo perché sei giovanti e spaventato, pensi di non poter parlare alla gente. È stupido, e non e tipico del la tua generazione, perciò dovresti vergognartene ancora di più, Inoltre hai esperienza con gente peggiore di Drake e Maldonado. Hai passato parte della notte in cella con l’uomo che ha ucciso John F. Kennedy.” “Cosa?” George sentì il sangue svanirgli dal viso e pensò di svenire. “Oh, certo, “ disse Hagbard con indifferenza, “Joe Malik era sulla pista buona, quando ti ha mandato a Mad Dog”. Dopo tutto questo, Hagbard disse a George che era perfettamente libero di rifiutare la missione, se non voleva andare. E George rispose che sarebbe andato per la stessa ragione per cui aveva acconsentito a seguire Hagbard sul suo sottomarino dorato. Perché sapeva che sarebbe stato uno sciocco a perdersi l’occasione. Un viaggio di due ore portò il camion in prossimità di Blue Point, a Long Island, alle porte di una tenuta Due uomini corpulenti in tute verdi perquisirono George e l’autista, puntarono la campana di uno strumento verso il camion e studiarono alcuni quadranti, poi li fecero passare. Guidarono su per una stretta strada asfaltata che si piegava attraverso dei boschi, che stavano iniziando a mostrare i primi germogli di primavera. Delle figure umane si muovevano nell’ombra tra gli alberi. Improvvisamente la strada uscì dai boschi e arrivò a un prato. Da qui partiva una lunga salita che s’inerpicava dolcemente verso la sommità della collina coronata da alcune case. Dal bordo dei boschi, George poteva vedere quattro grandi cottage dall’aspetto confortevole, ognuno a tre piani, un po’ più piccoli di quelli di Newport e un po’ più grandi di quelli di Atlantic City. Erano costruiti in mattoni dipinti in colori pastello marini e formavano un semicerchio sulla cresta della collina. L’erba del campo era tagliata molto corta e da metà della collina diventò un prato stupendamente curato. I boschi sottraevano alla vista le case dalla strada; il prato rendeva
impossibile a chiunque emergesse dai boschi di raggiungere le case senza essere notato, e le case stesse costituivano gli elementi di una fortezza. Il camion della Gold&Appel seguì il viale d’ingresso che portava tra due delle case, passando sopra delle fessure scavate nel viale dove una barriera avrebbe potuto essere sollevata idraulicamente per formare un muro. Il guidatore si fermò al segnale di uno dei due uomini in tenuta kaki che si erano avvicinati. George poteva vedere adesso che la fortezza del syndacate consisteva di otto case separate che formavano un ottagono intorno a un prato. Ogni casa aveva il proprio cortile recintato e George notò con sorpresa che c’erano dei giochi per bambini davanti a diversi cottage. Al centro del complesso c’era un’alta asta bianca dalla quale sventolava una bandiera americana. George e l’autista scesero dalla cabina del camion. George si identificò e venne accompagnato verso la parte più lontana del complesso. Da questo lato la collina era molto più ripida e s’abbassava verso una spiaggia stretta cosparsa di macigni, bagnata da enormi onde atlantiche. Una bella vista, pensò George. E il luogo era estremamente sicuro. L’unica maniera in cui i nemici di Drake potevano raggiungerlo sarebbe stata di bombardare la casa da una corazzata. Un uomo snello, biondo, che aveva almeno una sessantina d’anni, o addirittura una settantina, portati molto bene, scese i gradini della casa a cui George si stava avvicinando. Aveva un naso concavo che terminava in una punta acuta, un mento forte e gli occhi blu ghiaccio. Gli strinse vigorosamente la mano. “Salve. Sono Drake. Gli altri sono dentro. Andiamo. Oh... va bene per te se cominciamo a scaricare il camion?” Diede un’occhiata acuta, da falco, a George. George capì con una sensazione di sprofondamento che Drake stava dicendo che avrebbe preso le statue, d’accordo o no. Perché, allora, avrebbero dovuto scomodarsi a cambiare parte in questa guerra sotterranea? Comunque annuì obbediente. “Sei giovane, non è vero?” disse Drake mentre entravano in casa. “Ma è così al giorno d’oggi. I ragazzi, fanno il lavoro degli uomini.” L’interno della casa era bello, ma non, come uno poteva aspettarsi, incredibile. I tappeti erano spessi, i legni pesanti, scuri e lucidi, mentre la mobilia era probabilmente vero antiquariato. George non capiva come delle statue atlantiche avrebbero potuto inserirsi nell’arredamento. In cima alle scale c’era un quadro, di una donna che somigliava leggermente alla regina Elisabetta II. Portava un abito da sera bianco con dei diamanti al collo e ai polsi. Due ragazzini dall’aspetto fragile in abiti blu marina e con cravatte bianche di satin le stavano accanto, scrutando solennemente dal dipinto. “Mia moglie e i miei ragazzi”, disse Drake con un sorriso. Entrarono in un grande studio pieno di mogano, pannelli di quercia, libri rilegati in pelle e poltrone di cuoio rosso e verde. Sarebbe piaciuta a Theodore Roosevelt, pensò George. Sopra la scrivania era appeso un ritratto di un uomo barbuto in costume elisabettiano. Teneva una boccia da bowling in mano e guardava arrogantemente verso una specie di messaggero che indicava il mare. C’erano velieri sullo sfondo distante. “Un antenato”, disse Drake con semplicità. Premette un pulsante in un pannello della scrivania. Una porta s’aprì e due uomini entrarono. Il primo era un cinese alto, giovane, con una faccia ossuta e capelli neri disordinati, il secondo era basso e magro che aveva una debole somiglianza con papa Paolo VI. “Don Federico Maldonado, un uomo degno del più grande rispetto,” disse Drake, “e Richard Jung, il mio consigliere capo”. George strinse la mano a entrambi. Non riusciva a capire perché Maldonado fosse conosciuto come “Naso-a-banana”; la sua proboscide era sul largo, ma aveva poca somiglianza con una banana. Era più tipo una melanzana. Il nome doveva essere un esempio di basso umorismo siciliano. I due uomini si sedettero su di un divano di cuoio rosso. George e Drake si sedettero davanti a loro sulle poltrone. “E come stanno i miei musicisti preferiti?” disse Jung, gioviale. Era una qualche parola d’ordine? George era certo di una cosa: la sua sopravvivenza dipendeva dall’attenersi scrupolosamente alla verità e alla sincerità con questa gente, e così disse, molto sinceramente: “Non saprei. Chi sono i suoi musicisti preferiti?” Jung sorrise, non dicendo nulla, finché George, con il
cuore che gli correva nel petto come un criceto deciso a saltare fuori dal girello, aprì la sua valigetta e tirò fuori un rotolo di pergamena. “Questo,” disse, “è l’accordo proposto dalla gente che rappresento”. Lo passò a Drake. Si accorse che Maldonado lo stava osservando fissamente, senza espressione, nella maniera più snervante: la sua faccia era una maschera di cera. Era, George aveva deciso, una statua di cera di Paolo VI, rubata dal museo e vestita con un abito gessato e riportata in vita per funzionare come capo della mafia. George aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa di stregato nei siciliani. “Lo firmiamo col sangue?” disse Drake, togliendo il nastro dorato dalla pergamena e srotolandola. George rise nervosamente. “Penna e inchiostro andranno benissimo.” Gli occhi arrabbiati, trionfanti di Saul guardano nei miei e io li evito colpevole. Lascia che ti spieghi, dico disperatamente, sto veramente cercando d’aiutarti. La tua mente è una bomba. “Quel che Weishaupt scoprì quella notte del due febbraio 1776,” spiegava Hagbard Celine a Joe Malik nel 1973, in un luminoso giorno d’autunno a Miami - all’incirca nello stesso momento in cui il capitano Tequilla y Mota stava leggendo Luttwak sul colpo di stato e facendo le sue prime mosse verso il reclutamento del gruppetto di ufficiali che in seguito prese il potere a Fernando Poo -, “era principalmente una semplice operazione matematica. È così semplice, infatti, che la maggior parte dei burocrati e degli amministratori non la notano mai. Proprio come il pentagono. Proprio come il padrone di casa non nota le silenziose termiti finché non è troppo tardi... Ecco, prendi questo foglio e calcola da solo. Quante per mutazioni ci sono in un sistema di quattro elementi?” Joe, richiamando la sua matematica liceale, scrisse 4 x 3 x 2 x 1 e lesse a voce alta la sua risposta: “Ventiquattro”. “E se sei uno degli elementi, il numero di coalizioni - o, per essere sinistri, di cospirazioni - che potresti contare, sarebbe ventitrè. Nonostante le ossessioni di Simon Moon, il ventitrè non ha un particolare significato mistico”, aggiunse rapidamente Hagbard. “Considerato solo pragmaticamente: è un numero di possibili reazioni che il cervello può ricordare e maneggiare. Ma supponiamo adesso che il sistema abbia cinque elementi...?” Joe scrisse 5 x 4 x 3 x 2 x 1 e lesse ad alta voce: “Centoventi”. “Vedi, uno incontra sempre salti di questa grandezza quando lavora con permutazioni e combinazioni. Ma, come ho detto, di regola gli amministratori non sono consapevoli di questo. Korzybski indicò nei primi anni Trenta che nessuno dovrebbe mai controllare direttamente più di quattro subordinati, perché le ventiquattro possibili coalizioni che la politica ordinaria può creare in un ufficio sono sufficienti per mettere a dura prova qualsiasi mente. Quando salti a centoventi, l’amministratore è perduto. Quello, in sintesi, è l’aspetto sociologico della misteriosa Legge dei Cinque. Gli Illuminati hanno sempre cinque capi in ogni nazione, e cinque Illuminati Primi Internazionali che controllano tutti loro, ma ognuno di questi manda avanti la propria recita più o meno indipendentemente dagli altri quattro e sono uniti solo dal loro impegno per lo Scopo di Gruad.” Hagbard si fermò a riaccendere il suo lungo e nero sigaro italiano. “Ora,” disse, “mettiti nella posizione del capo di qualsiasi organizzazione di controspionaggio. Immagina, per esempio, di essere il povero vecchio McCone della Cia, al tempo della prima nuova ondata di assassini degli Illuminati, dieci anni fa, nel 1963. Oswald era, naturalmente, un doppio agente, come tutti hanno sempre saputo. I russi non lo avrebbero fatto uscire dalla Russia, senza farsi promettere da lui di fare dei ‘lavoretti’ - come si chiamano nel business - anche se di fatto sarebbe stato considerato un ‘dormiente’. Cioè, si sarebbe fatto gli affari suoi per la maggior parte del tempo, e sarebbe stato richiamato occasionalmente, quando fosse stato al posto giusto per un ‘lavoretto’. Ora, naturalmente, Washington lo sa; sanno che nessun espatriato ritorna da Mosca senza un accordo del genere. E Mosca conosce bene l’altra faccia: che il dipartimento di stato non lo accetterebbe indietro a meno che non accettasse un ruolo simile con la Cia. Poi, il ventidue novembre, a Dealy Plaza... booom!, scoppia il casino. Mosca e Washington vogliono sapere quanto prima, tanto meglio - per chi stava lavorando quando l’aveva fatto, o se era stata idea sua.
Due altre possibilità si affacciano immediatamente: un solitario dalle idee politiche confuse come lui avrebbe potuto essere reclutato dai cubani o dai cinesi? E poi, il gran finale: potrebbe essere innocente? Avrebbe potuto un altro gruppo, chiamiamolo Forza X per evitare ovvietà, aver architettato tutto? Così hai l’Mvd e la Cia e l’Fbi e chi altro, che cadono l’un l’altro addosso, annusando per Dallas e New Orleans in cerca di indizi. E Forza X finisce col diventare sempre più implausibile per tutti quanti, perché il tutto è intrinsecamente incredibile. È incredibile perché non ha scheletro, nessuna forma, niente carne, nulla a cui possono attaccarsi. La ragione è, naturalmente, che la Forza X sono gli Illuminati al lavoro attraverso cinque leader con cinque per quattro per tre per due per uno, ovvero centoventi diversi vettori di base. Una cospirazione con centoventi vettori non sembra una cospirazione: sembra il caos. La mente umana non la comprende, perciò la dichiara inesistente. Vedi, gli Illuminati stanno sempre attenti a mantenere un fattore aleatorio nei centoventi vettori. Non avevano realmente bisogno di reclutare sia i leader del movimento ecologista sia gli amministratori delle industrie più inquinanti. L’hanno fatto per creare ambiguità. Chiunque tenti di descrivere le loro attività appare come un paranoico. Quello che l’ha fatto veramente riuscire,” concluse Hagbard, “fu un vero colpo di fortuna per la gang di Weishaupt: c ’erano due altri elementi in gioco, che nessuno aveva previsto o organizzato. Uno era il syndacate.” “Inizia sempre con una sciocchezza priva di senso”, Simon sta parlando a Joe in un’altra dimensione temporale, tra Los Angeles e San Francisco nel 1969. “Weishaupt scoprì la Legge dei Cinque mentre era stonato e guardava una di quelle illustrazioni degli shoggoth che hai visto ad Arkham. Immaginò che lo shoggoth fosse un coniglio e disse: ‘ Du hexen Hase!’, che è rimasta come battuta tra gli agenti Illuminati a Hollywood. È nel mezzo ai cartoni di Bugs Bunny: ‘Maledetto coniglio!’, ma da quella schizomiscela di allucinazione e logomania, Weishaupt vide sia il significato mistico del cinque, sia la sua applicazione pragmatica come un principio dello spionaggio internazionale usando combinazioni e permutazioni che, ti spiegherò quando arriviamo a carta e penna. Quello stesso miscuglio di rivelazioni e burle è sempre il linguaggio del super-io, qualsiasi volta ci entri in contatto, attraverso la magia, la religione, la psichedelia, lo yoga o una nova cerebrale spontanea. Forse le burle o la parte senza senso vengono dalla contaminazione con l’inconscio, non lo so. Ma ci sono sempre. Ecco perché la gente seria non scopre mai nulla di veramente importante.” “Vuoi dire la mafia?” chiede Joe. “Cosa? Non ho detto nulla della mafia. Sei di nuovo in un’altra dimensione temporale?” “No, non la mafia da sola,” dice Hagbard, “il syndacate è molto più grande della mafia.” La stanza ritorna a fuoco: è un ristorante. Un ristorante di pesce. Su Biscayne Avenue davanti alla baia. A Miami. Nel 1973. Le pareti sono decorate con motivi subacquei, compreso un enorme polipo. Hagbard aveva senza dubbio scelto questo posto per incontrarsi, solo perché gli piaceva l’arredamento. Pazzo furioso, crede d’essere il capitano Nemo. Lo stesso: dobbiamo avere a che fare con lui. Come dice John, i JAM da soli non ce la fanno. Hagbard sorridendo, sembrò notare il ritorno di Joe al tempo presente. “Stai raggiungendo lo stadio critico” disse cambiando argomento. “Adesso hai soltanto degli stati mentali: ‘fatto’ di droga e ‘fatto’ senza droga. Ottimo. Ma, come stavo dicendo, il syndacate è più della sola mafia. L’unico syndacate, fino al 23 ottobre 1935, non era altro che la mafia, naturalmente. Ma poi uccisero l’Olandese, e allora un giovane studente di psicologia, che era anche uno psicopatico con un desiderio di potere alla Gengis Khan, ebbe il compito di scrivere una ricerca su come le ultime parole dell’Olandese illustrassero la similarità tra schizofrenia e danno somatico. L’Olandese aveva una pallottola in pancia mentre la polizia lo interrogava. Gli sbirri registrarono tutto quello che disse, ma apparentemente si trattava solo di un delirio. Questo studente di psicologia svolse la ricerca che il suo professore si attendeva e prese un 30 all’esame, ma scrisse anche un’altra interpretazione delle parole dell’Olandese, a uso personale. Ne mise delle copie in diverse casseforti di banche, dato che veniva da una delle più antiche famiglie di banchieri del New England, ed era anche allora sotto pressione dalla famiglia per abbandonare la psicologia e entrare nell’industria bancaria. Si chiamava (Robert Putney Drake visitò Zurigo nel 1935. Parlò personalmente con Carl Jung circa gli
archetipi dell’inconscio collettivo, l’ I-Ching, e il principio di sincronicità. Parlò a gente che aveva conosciuto Joyce prima che quel genio ubriaco irlandese si trasferisse a Parigi, e imparò molto circa le asserzioni da ubriaco di Joyce sull’essere un profeta. Lesse le parti pubblicate di Finnegan’s Wake e tornò per altre conversazioni con Jung. Poi incontrò Hermann Hesse, Paul Klee e gli altri membri della Fratellanza Orientale e si unì a loro durante un rituale a base di mescalina. All’incirca allora, giunse una lettera di suo padre, che gli chiedeva quando avrebbe smesso di buttare via il suo tempo e fosse ritornato alla scuola d’economia di Harvard. Rispose che sarebbe tornato per il semestre autunnale, ma non per studiare amministrazione commerciale. Un grande psicologo era quasi nato, e Harvard avrebbe potuto avere il suo scandalo Timothy Leary con trent’anni d’anticipo. Eccetto per la sete di potere di Drake.) IO, LA FAUST PERSONA, SINGOLARE. 221Gelati al Napalm per How Chow Mein, il biscotto della sfortuna. 222 Josephine Malik è sdraiata tremante sul letto, cercando d’essere coraggiosa, tentando di nascondere la paura. Dov’è, adesso, la maschera della mascolinità? Questa fantasia d’essere un uomo intrappolato nel corpo di una donna può essere curata in una sola maniera. Potrei venire buttato fuori dall’Associazione psicoanalitica americana se venissero a sapere dei miei metodi. A dire il vero, ho già avuto un po’ di problemi con loro quando uno dei miei pazienti si è curato il complesso di Edipo scopando sua madre, convincendo se stesso estensionalmente, come direbbe la semantica, di essere in realtà una vecchietta e non la donna che ricordava dall’infanzia. Nondimeno, il mondo intero sta andando fuori di testa come devi aver osservato, mia povera ragazza, e dobbiamo usare misure eroiche per salvare quella sanità mentale che residua nei pazienti che incontriamo. (Lo psichiatra è nudo, ora si unisce a lei sul letto.) E ora, mia piccola colomba spaventata, ti convincerò che sei realmente una vera donna, per Dio... Josephine sente il dito di lui nella fica e grida. Non al tocco: alla sua realtà. Non aveva creduto fino ad allora che la trasformazione fosse reale. Il ponte di Weishaupt cade giù cade giù cade giù E i racconti moderni sono uguali: all’Ymca 223 su Atlantic Avenue, a Brooklyn, guardando fuori dalla finestra alla torre radio in cima al Brooklyn Technical College, un uomo di nome Chaney (non parente della famiglia cinematografica), stende i suoi tarocchi porno sul letto. Si accorge che ne manca una Rapidamente le raggruppa per seme, dà la caccia alla carta perduta: il cinque di Pentacoli. Bestemmia piano: era una delle sue illustrazioni d’orgia favorite. Rebecca. Il san bernardo. “Probabilmente è tutto accatastato nella tua testa” continuai, infuriato che il nostro piano stesse andando in pezzi, che avessi bisogno adesso della sua fiducia senza aver modo di ottenerla. “Ti abbiamo disintossicato e deipnotizzato, ma quasi certamente non si può dire in che punto gli Illuminati hanno lasciato e dove noi ti abbiamo soccorso e iniziato a invertire il trattamento. Esploderai in una psicosi entro ventiquattrore e stiamo usando le uniche tecniche che possono disinnescare quel processo.” “Perché sento tutto due volte?” chiese Saul, bilanciandosi tra un cauto ottimismo e la sensazione che Malik non stesse più bluffando, ma stesse urgentemente tentando di aiutarlo. “La roba che ti hanno dato è un derivato dell’Mda, alto contenuto sia di mescalina che di metedrina. Ha un effetto eco per settantadue ore come minimo. Senti quello che sto per dire prima che lo dica e poi ancora quando lo dico. Passerà tra qualche minuto, ma tornerà ogni mezz’ora o giù di lì fino a domani. La fine della catena è la psicosi, a meno che non riusciamo a fermarla.” “A meno che non riusciamo a fermarla.” “Sta passando adesso,” disse Saul concentrato, “meno eco, questa volta. Ma ancora non so se
fidarmi di te. Perché stavi cercando di farmi diventare Barney Muldoon?” “Perché l’esplosione psichica è nella dimensione temporale di Saul Goodman, e non su quella di Barney Muldoon.” Dieci grossi rinoceronti, undici grossi rinoceronti... “Maledetto coniglio”, mormora Simon attraverso la Finestra di Giuda. Immediatamente, la porta si apre e un ragazzo sorridente, barba e capelli alla Gesù Cristo nello stile di Frisco dice: “Benvenuti alla cabala Joshua Norton”. Joe vede con sollievo che si tratta di un normale, anche se atipicamente pulito, ritrovo di hippy e che non ci sono le sinistre attrezzature della congrega di LakeShore Drive. Allo stesso tempo, sente lo strano uomo nel letto che chiede: “Perché stavi cercando di farmi diventare Barney Muldoon?” Mio Dio, adesso succede anche quando sono sveglio e non solo quando dormo. Si-multianeamente, sente l’allarme e grida: “Gli Illuminati stanno attaccando!” “Attaccando questo edificio?” chiede Saul confuso. “Edificio? Sei su un sottomarino: il Leif Erikson in rotta verso Atlantide!” Venti grossi rinoceronti, ventuno grossi rinoceronti... “Numero Diciassette,” legge il professor Curve “Law e gli anarchici 224 daranno in fretta una Cadillac al popolo Americano”. Tutte le tipe alla Helen Hokinson 225 sono per strada oggi. Un’altra mi ha appena acciuffato per la “Marcia delle madri contro la forfora”. Le ho dato cinque centesimi. Il 1923 fu un anno molto interessante per l’occulto, tra parentesi. Non solo Hitler si unì agli Illuminati e tentò il “putsch” di Monaco, ma scorrendo i libri di Charles Fort 226 ho trovato diversi eventi suggestivi. Il 17 marzo, il che si adatta non solo alla nostra correlazione 17-23, ma è anche l’anniversario della sconfitta della ribellione di Kronstadt,227 il giorno in cui la statua di lord Nelson venne fatta saltare a Dublino nel 1966 e, naturalmente, il santo giorno del buon san Patrizio, 228 un uomo nudo fu misteriosamente visto correre per la proprietà di lord Caernarvon, in Inghilterra. Apparve diverse volte nei giorni seguenti, ma non venne mai catturato. Nel frattempo, lord Caernarvon stesso morì in Egitto, alcuni dicono vittima della maledizione di TutAnkh-Amen, di cui aveva svuotato la tomba (un archeologo è un tombarolo con le credenziali). Fort registra anche due casi, quel maggio, di un fenomeno sincrono che aveva seguito attraverso i secoli: un’eruzione vulcanica coincidente con la scoperta di una nuova stella. A settembre ci fu un allarme mumiai (i mumiai sono demoni indiani invisibili che s’impossessano della gente in pieno giorno). Per tutto l’anno ci furono notizie di esplosioni nelle miniere di carbone in Inghilterra; alcuni provarono a spiegarle dicendo che i minatori incazzati (era una fase di scioperi) mettevano la dinamite nel carbone, ma la polizia non riuscì mai a dimostrarlo. Il carbone continuò a esplodere. Nell’estate í piloti francesi iniziarono ad avere strani incidenti, ogni qualvolta volavano sopra la Germania, e si sospettò che i tedeschi stessero sperimentando una macchina a raggi invisibili. Considerando gli ultimi tre fenomeni assieme... demoni invisibili in India, carbone esplosivo in Inghilterra, raggi invisibili sulla Germania... immagino qualcuno stesse sperimentando qualcosa... Puoi chiamarmi dottor Iggy. Il mio nome completo, al momento, è dottor Ignotum P. Ignotius. La P. sta per “per”. Se sei un latinista, saprai che si traduce come “l’Ignoto spiegato dall’ancor più ignoto”. Penso sia un nome abbastanza appropriato per il mio ruolo di stasera, visto che Simon t’ha portato qui per essere illuminato. Il mio nome di schiavo, prima di essere illuminato io stesso, è totalmente vuoto. Per quanto mi riguarda, il tuo nome da schiavo è ugualmente insignificante, e ti chiamerò con la parola d’ordine della cabala Norton, che Simon ha usato alla porta. Fino a
domattina, quando la droga comincerà a svanire, tu sei U. Maledetto Coniglio. Quella U. è l’iniziale, non y-o-u, tra parentesi. 229 Accettiamo Bugs Bunny come esempio di Mummu anche qui, ma comunque abbiamo poco in comune con l’sss. Cioè con satanisti, surrealisti e sadici, la ciurma che ha iniziato la tua illuminazione a Chicago. Tutto ciò che condividiamo con loro attualmente è l’uso del sistema postale anarchico Tristero, per aggirare gli ispettori postali del governo e un accordo finanziario dove noi accettiamo il loro scritto DMM, lo scritto Memoriale del Divino Marchese, e loro accettano il nostro scritto canapa o il linoscritto della Legione della Discordia Dinamica. Si fa qualsiasi cosa pur di evitare di usare le banconote della Riserva federale. Ci vorrà ancora un po’ prima che l’acido inizi a funzionare, quindi continuerò a chiacchierare così, di cose che sono più o meno triviali o quadriviali o forse pentaviali, finché non vedo che sei pronto per questioni più serie. Simon è nella cappella con una donna chiamata Stella che ti piacerà davvero, a preparare tutto per la cerimonia. Ti chiederai perché siamo chiamati la cabala Norton. Il nome fu scelto dal mio predecessore, Malaclypse Il Giovane, prima che ci lasciasse per unirsi a un gruppo più esoterico conosciuto come ELF, o Fronte di liberazione erisiano. Loro sono il ramo occidentale dell’Hung Mung Tong Cong e tutti i loro sforzi confluiscono in un progetto antiIlluminati a lungo raggio, conosciuto come Operazione Mindfuck. Ma questa è un’altra storia, complicatissima. Uno degli ultimi scritti di Malaclypse, prima che entrasse nel “silenzio”, fu un breve paragrafo che diceva: “Tutti capiscono Topolino. Pochi capiscono Hermann Hesse. Quasi nessuno capisce Albert Einstein. E nessuno capisce l’imperatore Norton.” Immagino che Malaclypse fosse già entrato nella mistica della Mindfuck quando lo scrisse. (Chi era l’imperatore Norton? chiede Joe, domandandosi se la droga stesse già iniziando a funzionare o se il dottor Ignotius avesse la tendenza a parlare più lentamente della media.) Joshua Norton, imperatore degli Stati Uniti e protettore del Messico. San Francisco va orgogliosa di lui. Visse nel secolo scorso e diventò imperatore perché si autoproclamò tale. Per qualche misterioso motivo i giornali decisero di assecondarlo e stamparono i suoi proclami. Quando iniziò a stampare la sua moneta, le banche locali stettero allo scherzo e l’accettarono al pari della valuta corrente. Quando, una notte, ai vigilantes venne voglia di linciare e decisero di andare a Chinatown a uccidere qualche cinese, l’imperatore Norton li “ fermò col solo mettersi in mezzo alla strada a occhi chiusi recitando il Padrenostro”. Stai iniziando a capire un po’ chi è l’imperatore Norton, signor Coniglio? (Un po’, rispose Joe, un po’...) Be’, allora rimugina un po’ su questo, amico: c’erano due anarchici molto svegli e razionali che vivevano all’incirca nello stesso periodo dell’imperatore Norton, ma dall’altra parte del paese, nel Massachusetts: William Green e Lysander Spooner. Anche loro capirono il valore dell’avere diverse valute in competizione, invece di una sola valuta statale, e provarono a far accettare quest’idea con argomenti logici, dimostrazioni empiriche e cause legali. Non combinarono nulla. Il governo infranse le sue stesse leggi per trovare modi per sopprimere la Mutual Bank di Green e la Banca del Popolo di Spooner. Questo perché erano ovviamente sani di mente e la loro valuta poneva una reale minaccia al monopolio degli Illuminati. Ma l’imperatore Norton era così pazzo che la gente lo assecondava e alla sua valuta era permesso di circolare. Pensaci. Potresti incominciare a capire perché Bugs Bunny è il nostro simbolo e perché la nostra moneta porta il nome ridicolo di scrittocanapa. Hagbard Celine e i suoi Discordiani, ancor più assurdamente, chiamano i loro soldi, linoscritto. Questo commemora il maestro Zen a cui fu chiesto che cos’è il Buddha e che replicò: “Cinque libbre di lino”. Cominci a vedere le dimensioni reali della nostra lotta contro gli Illuminati? Per adesso, almeno, puoi probabilmente capire questo: il loro errore fondamentale è l’Illusione aneristica. Credono realmente nella legge e nell’ordine. A dire il vero, visto che tutti in questa folle battaglia millenaria hanno la propria teoria su quali siano le reali mire degli Illuminati, tanto vale che ti dica la mia. Credo che siano tutti scienziati e che vogliano mettere in piedi un governo scientifico mondiale. I giacobini stavano probabilmente seguendo precise istruzioni degli Illuminati, quando saccheggiarono le chiese a Parigi e proclamarono l’alba dell’Età
della ragione. Conosci la storia del vecchio che era nella folla quando Luigi XVI andò alla ghigliottina e che, mentre cadeva la testa del re, gridò: “Jacques De Molay, sei vendicato!”? Tutti i simboli che De Molay introdusse nella massoneria erano relativi a strumenti scientifici, la squadra a T, il triangolo da architetto, anche la piramide che ha causato numerose bizzarre speculazioni. Se conti l’occhio quale parte del disegno, la piramide ha 73 divisioni, non 72. Cosa significa 73? Semplice: moltiplicalo per cinque, secondo la funfwissenschaft di Weishaupt, la scienza del Cinque, e otterrai 365, i giorni dell’anno. La maledetta è una specie di computer astronomico, come Stonehenge. Le piramidi egizie sono esposte a Est, dove sorge il sole. La grande piramide dei maya ha esattamente 365 divisioni e dà a Est. Quello che fanno è adorare l”‘ordine” che hanno scoperto nella natura, mai capendo che hanno proiettato l’ordine là con i loro stessi strumenti. Per questo odiano l’umanità ordinaria, perché è così disordinata. Hanno tentato per sei o settemila anni di ristabilire un’alta civiltà alla maniera di Atlantide, legge e ordine, o la politica del corpo, come piace loro chiamarla. E quello a cui la loro politica del corpo si riduce è un gigantesco robot. Un posto per tutti e ognuno al proprio posto. Guarda il Pentagono, guarda l’esercito, per amor della Dea! È così che vogliono che diventi il pianeta. Efficiente, meccanico, ordinato, molto ordinato e inumano. Questa è l’essenza della Delusione aneristica: immaginare d’aver trovato l’Ordine e poi iniziare a manipolare le cose caotiche ed eccentriche che davvero esistono, in un qualche tipo di falange o di plotone che corrisponda alla loro supposta concezione d’ordine. Naturalmente le cose più strane e più caotiche che esistano sono altre persone ed è per quello che sono così ossessionati per controllarci. Perché mi fissi così? Sto cambiando colore o diventando più grande o cosa? Bene: l’acido sta cominciando ad agire. Ora possiamo davvero arrivare ai concetti-base. Prima di tutto, la maggior parte di quello che ti ho detto sono stronzate. Gli Illuminati non hanno una storia di millenni e nemmeno i JAM. Hanno inventato la loro grande eredità o la tradizione Jacques De Molay, Carlo Magno e tutto il resto - di sana pianta, nel 1776, raccattando ogni tipo di storia e separandola dal suo contesto per renderla plausibile. Noi abbiamo fatto lo stesso. Ti potrai meravigliare del perché li copiamo e addirittura inganniamo le nostre stesse reclute al proposito. Be’, parte dell’illuminazione - dobbiamo essere illuminati noi stessi per combatterli - sta nell’imparare a dubitare di tutto. 230 Ecco perché Hagbard ha quel dipinto nella sua cabina che dice “Pensa per te, fesso”, e perché Hassan-iSabbah disse “Nulla è vero”. Devi imparare a dubitare anche di noi e di tutto quello che ti diciamo. Non ci sono uomini onesti in questa traversata. Infatti, forse, questa parte è l’unica bugia che ti ho raccontato in tutta la sera e la storia degli Illuminati prima del 1776 è vera e non è un invenzione. O forse siamo solo un fronte per gli Illuminati... per reclutarti indirettamente... Ti senti paranoico? Bene: l’illuminazione è l’altra faccia del terrore assoluto. E l’unico terrore che è veramente assoluto è l’orrore di sapere che non puoi credere a nulla di quel che ti è mai stato detto. Devi capire pienamente che sei “uno straniero impaurito in un mondo che non hai mai costruito”, come dice Houseman. Ventidue grossi rinoceronti, ventitrè grossi rinoceronti... Gli Illuminati erano, di fondo, ossessionati dalla struttura. Da qui, la loro fissazione con i simboli della legge geometrica e della permanenza architettonica, specialmente la piramide e il pentagono. (Il Lampo di Dio, come tutte le eresie giudaico-cristiane, aveva la sua dose di questa mistica rettilinea tipicamente occidentale, questo spiega perché anche gli ebrei tra di loro, come Zev Hirsch, accettarono il simbolo proposto per primo da Atlanta Hope: (la croce, il più euclideo di tutti i simboli religiosi.) I Discordiani fecero il loro commento sardonico sulle basi scientifiche e legali della legge e dell’ordine, usando una piramide a 17 gradini - essendo virtualmente il 17 un numero con nessuna proprietà geometrica, matematica o mistica interessante, al di là di Giava, dove c ’era la base di una notazione musicale particolarmente strana - e per giunta aggiungendoci la Mela della Discordia, simbolo dell’irrazionale, del non-geometrico e della spontaneità totalmente disordinata del mondo vegetale della creazione evolutiva. Il Fronte di liberazione erisiano (ELF) non aveva un simbolo e quando veniva richiesto dalle nuove reclute, replicava altisonante che il loro simbolo non poteva essere immaginato, dato che era un cerchio la cui circonferenza era dappertutto e il centro da
nessuna parte. Erano il gruppo più fuori di tutti e solo i più avanzati tra i Discordiani potevano iniziare a capire i loro farfugliamenti. I JAM, invece, avevano un simbolo che chiunque poteva capire, e proprio come Harry Pierpont lo mostrò a John Dillinger in mezzo a uno sballo di noce moscata 231 in prigione a Michigan City, il dottor Ignotius lo mostrò a Joe in mezzo al suo primo viaggio d’acido. “Questo,” disse drammaticamente “è il Sacro Chao”.
“È un simbolo della tecnocrazia” disse Joe ridacchiando. “Be’,” sorrise il Dottor Ignotius, “almeno sei originale. Nove su dieci dei nuovi membri lo scambiano per lo yin-yang cinese o per il simbolo astrologico del Cancro. È simile a entrambi e anche al simbolo della ferrovia Northern Pacific e a quello del Consiglio degli Stati Uniti per l’informazione e l’educazione sessuale il che, ne sono certo, porterà ad alcuni documenti interessanti prodotti dal quartier generale della John Birch, comprovanti che gli educatori sessuali controllano le ferrovie o che gli astrologi controllano gli educatori sessuali o qualcosa del genere. No, questo è diverso. È il Sacro Chao, simbolo di Mummu, dio del Caos. “Sulla destra, o nobile nato, vedrai l’immagine della tua natura ‘femminile’ e intuitiva, chiamata yin dai cinesi. Lo yin contiene una mela che è la mela dorata di Eris, la mela proibita di Eva e la mela che di solito scompariva dal palco del Flatbush Burlesque House, a Brooklyn, quando Linda Larue ci faceva la spaccata sopra, al culmine del suo strip-tease. Rappresenta i valori erotici, libidinali, anarchici e soggettivi venerati da Hagbard Celine e dai nostri amici della Legione della Discordia Dinamica. “Adesso, o nobile nato, mentre ti prepari per il Risveglio Totale, volgi gli occhi verso la sinistra, lato yang del Sacro Chao. Questa è l’immagine del tuo ego ‘maschile’ razionalistico. Contiene il pentagono degli Illuminati, dei satanisti e dell’esercito degli Usa. Rappresenta i valori anali, strutturali, autoritari, la legge e l’ordine che gli Illuminati hanno imposto attraverso i loro governi fantoccio, sulla maggioranza dei popoli del mondo. Questo è ciò che devi comprendere, o Buddha neonato: nessun lato è completo, o vero, o reale. Ciascuno è un’astrazione, un errore. La natura è una rete senza giunture in cui entrambi i Iati sono in perenne conflitto (che vuol dire anche pace perenne). L’equazione si bilancia sempre: aumenta un lato, e l’altro aumenta da sé. Ogni omosessuale è un eterosessuale latente, ogni poliziotto autoritario è il guscio di una libido anarchica. Non esiste Vernichtung, nessuna soluzione finale, nessuna pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno, e non sei Saul Goodman quando sei perso da queste parti.” Ascolta: il caos che provi sotto Lsd, non è un’illusione. Il mondo ordinato che immagini di sperimentare, sotto la dieta artificiale e velenosa che gli Illuminati hanno forzato su tutte le nazioni civilizzate è la vera illusione. Non sto dicendo quello che senti. L’unico fnord buono è lo fnord morto. Mai fischiare quando pisci. Un contributo oscuro ma altamente significativo alla sociologia e all’epistemologia è presente nello studio di Malignowski Realtà retroattiva, pubblicato su “Wieczny Kwiat Wtadza”, il giornale della Società ortopsichiatrica polacca, nell’autunno del 1959. “Tutte le affermazioni sono vere in un certo senso, false in un certo senso e prive di significato in un altro senso, vere e false in un certo senso, vere e prive di significato in un certo senso, false e prive di significato in un certo senso e vere, false e prive di significato in un certo senso. Mi segui?” (In un certo senso, mormora Joe...) L’autore, il dottor Malignowski, era assistito da tre diplomati chiamati Korzybski-1, Korzybski-2 e Korzybski-3 (tripletta siamese nata da una matematica che vennero, per così dire, indicizzati
piuttosto che battezzati). Malignowski e i suoi studenti intervistarono 1700 coppie sposate, interrogando i mariti e le mogli sempre separatamente e ponendo loro 100 domande-chiave circa il loro primo incontro, la prima esperienza sessuale, la cerimonia di matrimonio, la luna di miele, la posizione economica durante il primo anno di matrimonio e argomenti simili, tutte esperienze che e dovrebbero aver lasciato impressioni permanenti nella memoria. Nessuna delle 1700 coppie diede le stesse risposte alle 100 domande, e il punteggio singolo più alto fu ottenuto da una coppia che diede le stesse risposte a 43 delle domande. “Questo studio dimostra chiaramente ciò che molti psicologi hanno da tempo sospettato: la storia vitale che la maggioranza di noi si porta nel e proprio cranio è più una nostra creazione (almeno un sette per cento in più) di quanto non sia un’accurata registrazione della realtà.” Come conclude Malignowski: “La realtà è retroattiva, retrospettiva e illusoria”. “In queste circostanze, se le cose non sono personalmente sperimentate, ma vengono raccontate da altri, sono ancora più passibili di distorsione; dopo che un racconto è passato attraverso cinque narratori, è virtualmente cento per cento puro mito: un altro esempio della Legge dei Cinque. Solo i marxisti,” conclude il dottor Iggy, aprendo la porta per far entrare Joe nella cappella, “credono ancora in una storia obbiettiva. I marxisti e qualche discepolo di Ayn Rand.” 232 Jung prese la pergamena da Drake e la fissò: “Non va firmata col sangue? E che diavolo è questo simbolo yin-yang col pentagono e la mela? Questo è un bidone del cazzo”. Le labbra si arricciarono strette contro i denti. “Cosa vuol dire?”, chiese George con una gola che andava rapidamente chiudendosi. “Voglio dire che non sei dei maledetti Illuminati”, disse Jung. “Chi cazzo sei?” “Non lo sapevate prima che venissi qui che non sono degli Illuminati?” rispose George. “Non sto cercando di ingannare nessuno; davvero, onestamente, pensavo conosceste la gente che mi manda. Non ho mai detto che ero degli Illuminati.” Maldonado annuì, un lieve sorriso riportò il suo volto in vita. “Lo so io chi è. La gente della vecchia strega. La Sibilla delle Sibille. Ave Discordia, ragazzo. Giusto?” “Ave Eris”, disse George con un leggero senso di sollievo. Drake si accigliò: “Be’, a quanto pare, c’è confusione. Siamo stati contattati per posta, poi per telefono, poi con un messaggero da parti che hanno detto molto chiaramente di sapere tutto sui nostri affari con gli Illuminati. Ora, per quello che ne so io - forse don Federico ne sa di più - c’è solo un’organizzazione al mondo che sappia qualcosa sull’AVIB e quella è l’AVIB stessa”. George sapeva che mentiva. Maldonado alzò una mano d’avvertimento: “Aspettate. Tutti in piedi. Nel bagno”. Drake sospirò: “Oh, Don Federico! Voi e le vostre noiose paranoie di sicurezza. Se la mia casa non fosse sicura, saremmo tutti morti da un pezzo. E se l’AVIB è così efficiente come si dice che sia, un vecchio trucco come far scorrere l’acqua non sarebbe un ostacolo per loro. Portiamo avanti questa discussione da persone civili, per amor di Dio, e non accucciati intorno alla mia doccia.” “Ci sono momenti in cui la dignità è suicidio,” disse Maldonado, stringendosi nelle spalle: “Ma mi arrendo. Regolerò la faccenda con voi all’inferno, se vi sbagliate”. “Sono ancora al buio,” disse Richard Jung, “non so chi sia questo tipo, né da dove venga”. “Guarda, cinese” disse Maldonado. “Sai chi sono gli Antichi Veggenti Illuminati di Bavaria, giusto? Be’, ogni organizzazione ha la sua opposizione, giusto? E così gli Illuminati. Un’opposizione che è come loro, religiosa, magica, roba paurosa. Non sono semplicemente interessati a divenire ricchi, com’è il nobile scopo nella nostra vita. Fanno giochi soprannaturali.” Me capile? Jung guardò scettico: “Potreste descrivere il Partito comunista, la Cia o il Vaticano”. “Superficiali...” disse Maldonado sprezzante, “e nuovi arrivati, se paragonati all’AVIB. Perché gli Illuminati di Baviera non sono bavaresi, capisci. Quella è solo una manifestazione e un nome recente per il loro ordine. Sia gli Illuminati che la loro opposizione, che questo ragazzo rappresenta,
vengono molto prima di Mosca, Washington o Roma. È necessaria un po’ d’immaginazione per capirlo, cinese.” “Se gli Illuminati sono yang,” disse George servizievole, “noi siamo yin. L’unica soluzione è una rivoluzione yin. Non ti prende?” “Sono un laureato della Facoltà di legge di Harvard,” disse Jung altezzoso, “e non prendo niente. Chi siete, un branco di hippy?” “Non abbiamo mai fatto un patto con voialtri, prima” disse Maldonado. “Non hanno mai avuto abbastanza da offrirci.” Robert Putney Drake disse: “Sì, ma non le piacerebbe però, don Federico? Non ne ha avuto abbastanza di quelli? Io sì. So da dove vieni adesso, George. E voialtri avete fatto passi da gigante negli ultimi decenni. Non sono sorpreso che tu sia in grado di tentarci. Potrebbe costarci la vita - e dovremmo essere gli uomini più sorvegliati degli Stati Uniti - se tradissimo gli Illuminati. Ma se ho ben capito, ci offrite le statue di Atlantide. Le avranno già tolte dalle casse, credo. Ce ne dovrebbero essere delle altre da dove arrivano queste, non è così, George?” Hagbard non aveva detto niente su questo argomento, ma George era troppo preoccupato per la sua sopravvivenza per mettersi a cavillare. “Sì”, disse, “ce ne sono altre”. Drake attaccò: “Se vogliamo rischiare le nostre vite lavorando con la tua gente, dipenderà da quel che scopriamo quando esamineremo gli objets d’art che ci stai offrendo. Don Federico, essendo un esperto altamente qualificato di antichità, in particolare di quelle che sono state tenute accuratamente fuori dalla conoscenza dell’archeologia convenzionale, si pronuncerà sul valore di ciò che hai portato. Quale siciliano completamente dedito al suo patrimonio culturale, don Federico è un buon conoscitore delle cose atlantiche. I siciliani sono praticamente l’unico popolo esistente che sappia di Atlantide. In giro non si sa che i siciliani hanno la più antica e ininterrotta civiltà sulla faccia della terra. Con rispetto per i cinesi”. Drake annuì formalmente verso Jung. “Mi considero americano” disse Jung. “Sebbene la mia famiglia conosca una o due cosette sul Tibet che potrebbero sorprenderla.” “Ne sono certo” rispose Drake. “Bene, ci consigli come può, ma il patrimonio siciliano ha origine migliaia di anni prima di Roma, così come la loro conoscenza di Atlantide. Ci furono degli oggetti che affiorarono sulle spiagge del Nord Africa, e altre furono trovate dai sommozzatori. Ce n’era abbastanza da stabilire una tradizione Se ci fosse un museo di arti atlantiche, don Federico sarebbe una delle poche persone al mondo qualificata per esserne il conservatore.” “In altre parole,” disse Maldonado con un sorriso sinistro, “sarà meglio che queste statue siano autentiche, ragazzo. Perché se non lo sono, me ne accorgerò.” “Lo sono” disse George. “Le ho viste tirare su dal fondo dell’oceano io stesso.” “È impossibile” disse Jung. “Vedremo” aggiunse Drake. Si alzò e mise il palmo della mano contro un pannello di quercia che immediatamente scivolò di lato, rivelando una scala a chiocciola metallica. Drake in testa, i quattro scesero quelli che a George parvero cinque piani, verso una porta con una serratura a combinazione. Drake aprì la porta e tutti passarono attraverso una serie di altre stanze, finendo in un grosso garage sotterraneo. Il camion della Gold&Appel era là e accanto si ergevano le quattro statue, liberate dalle loro casse. Nella stanza non c’era nessuno. “Dove sono andati tutti?” chiese Jung. “Sono siciliani,” rispose Drake, “le hanno visto e si sono impauriti. Le hanno scaricate e liberate dalle casse e se ne sono andati”. Il suo volto e quello di Maldonado avevano uno sguardo reverenziale. I lineamenti scoscesi di Jung portavano una smorfia irritata e perplessa. “Sto iniziando a capire che sono stato tagliato fuori da un mucchio di cose” disse. “Più tardi” rispose Maldonado. Prese una lente da gioielliere dalla tasca e si avvicinò alla statua più vicina. “Da qui hanno preso l’idea del gran dio Pan,” disse, “ma si vede che l’idea era più complicata ventimila anni fa che duemila anni fa. Fissando la lente all’occhio, iniziò un’accurata ispezione di uno zoccolo scintillante.
Tempo un’ora, con l’aiuto di una scala, era passato su ognuna delle quattro statue da cima a fondo con cura fanatica e aveva interrogato George, sulle modalità del recupero, così come su quel poco che sapeva della loro storia. Mise via la lente, si girò verso Drake e annuì. “Hai i quattro oggetti d’arte più preziosi al mondo.” Drake annuì a sua volta: “Lo pensavo anch’io. Più preziosi di tutto l’oro contenuto in tutti i galeoni spagnoli che siano mai esistiti.” “Se non sono stato drogato con un allucinogeno,” disse Richard Jung, “credo di capire che state tutti dicendo che queste statue vengono da Atlantide. Accetto la vostra parola che sono d’oro massiccio, e questo significa che là, come minimo, c’è un mucchio d’oro.” “Il valore del materiale non è un decimillesimo di quello della forma” affermò Drake. “Quello non lo vedo” disse Jung. “Qual è il valore dell’arte atlantica se in tutto il mondo nessuna autorità riconosciuta crede ad Atlantide?” Maldonado sorrise. “Ci sono alcune persone al mondo che sanno che Atlantide è esistita, e che sanno che esiste una cosa chiamata arte atlantica. E credimi, Richard, quei pochi hanno abbastanza denaro da far valere la pena di avere un pezzo dal fondo dell’oceano. Ciascuna di queste statue potrebbe acquistare una nazione di media estensione.” Drake batté le mani con autorità: “Se don Federico è soddisfatto, sono soddisfatto. Per queste, e altre quattro come queste, o l’equivalente se altre quattro statue non dovessero esistere, la mia mano è stretta alla mano del movimento discordiano. Torniamo di sopra e firmiamo le carte, con penna e inchiostro. E poi, George, vorremmo che tu fossi nostro ospite a cena.” George non sapeva se aveva l’autorità per promettere altre quattro statue ed era certo che una totale sincerità fosse l’unico approccio possibile con questi uomini. Mentre salivano le scale, disse a Drake, che era sopra di lui: “Non sono stato autorizzato dall’uomo che mi ha mandato a promettere di più. E non credo che abbia altro al momento, a meno che non abbia una collezione propria. So che quelle quattro statue sono le uniche recuperate in questo viaggio.” Drake scoreggiò, una cosa incredibile da fare, parve a George, per il capo di tutto il crimine organizzato negli Stati Uniti. “Scusate,” disse, “lo sforzo di salire queste scale è troppo per me. Avrei voluto metterci un ascensore, ma non sarebbe stato altrettanto sicuro. Uno di questi giorni, a furia di andare su e giù, il cuore mi abbandonerà.” La scoreggia puzzava abbastanza, e George fu soddisfatto quando riuscì a sottrarsi dalla sua zona d’influenza. Era sorpreso che un uomo dell’importanza di Drake potesse ammettere di aver scoreggiato. Forse quel tipo di franchezza era un fattore del successo di Drake. George dubitava che Maldonado avrebbe tollerato una scoreggia. Il don era troppo astuto e artificiale. Non era il solito tipo di maschio Ialino,,, era sottile e pallido come un aristocratico toscano dalla linea genealogica attenuata. Rientrarono nell’ufficio di Drake e sia quest’ultimo sia Maldonado firmarono la pergamena. Dopo la frase “per preziose cortesie ricevute”, Drake inserì le parole “e cortesie di egual valore ancora da ricevere”. Sorrise a George: “Dal momento che non puoi garantire gli oggetti addizionali, mi aspetto di sentire il parere del tuo boss entro ventiquattr’ore dalla tua partenza. L’intero accordo è subordinato al vostro pagamento supplementare”. Il sentir dire che Drake l’avrebbe fatto partire dalla fortezza del s yndacate, rincuorò George. Lui firmò per i Discordiani e Jung firmò in qualità di testimone. Drake disse: “Comprenderai che non c’è verso per le organizzazioni che don Federico e io rappresentiamo, di essere legate da qualsiasi cosa noi firmiamo. Ciò per cui ci accordiamo qui, è di usare la nostra influenza con i nostri stimati colleghi e sperare che ci vorranno accordare il favore della cooperazione nella mutua impresa”. Maldonado aggiunse: “Non avrei potuto dirlo meglio io stesso. Noi, naturalmente, votiamo personalmente le nostre vite e il nostro onore al perseguimento dei vostri scopi”. Robert Putney Drake tirò fuori un sigaro da un umidificatore. Dando una pacca sulla schiena a George, gli infilò il sigaro in bocca. “Sai, sei il primo hippy col quale abbia mai fatto affari.
Immagino ti piacerebbe avere un po’ di marijuana. Non ne tengo in casa e, come probabilmente sai, non lavoriamo molto con quella roba. Troppo ingombrante da trasportare, considerando gli scarsi introiti che si possono ottenere. A parte quello, credo che ti piacerà il cibo di qui. Faremo una bella cena e poi un po’ d’intrattenimento.” La cena era a base di bistecca “Diane” che venne servita ai quattro uomini a un lungo tavolo in una sala da pranzo piena di antichi dipinti. Vennero serviti da una serie di meravigliose giovani, e George si domandò dove i capi tenessero le mogli e le amanti. In una specie di purdah,233 forse. C’era qualcosa di arabo in tutta la scena. Durante il piatto principale, una bionda in un lungo abito bianco che lasciava scoperto un seno, suonò l’arpa e cantò in un angolo della sala. Fecero conversazione col caffé, quattro giovani si sedettero brevemente con gli uomini e li intrattennero piacevolmente con battute scherzose e racconti divertenti. Col brandy, arrivò Tarantella Serpentine. Era una donna sorprendentemente alta, almeno un metro e novantacinque, con lunghi capelli biondi legati alti sopra la testa e che cadevano dietro le spalle. Portava braccialetti d’oro che tintinnavano attorno ai polsi e alle caviglie; attorno al suo corpo slanciato c’erano veli diafani e nient’altro. George poteva vedere i capezzoli rosa e il pelo pubico scuro Quando entrò attraverso la porta, Naso-a-banana Maldonado si pulì la bocca col tovagliolo e iniziò ad applaudire con entusiasmo. Robert Putney Drake sorrise orgoglioso e Richard Jung deglutì pesantemente. George era incantato. “La stella del nostro piccolo ritiro di campagna,” disse Drake come presentazione, “ecco a voi... la signorina Tarantella Serpentine”. L’applauso di Maldonado continuò e George si chiese se non avrebbe dovuto unirsi. Della musica, orientale ma con un tocco di rock, invase la stanza. L’impianto stereo era eccellente, quasi perfetto. Tarantella Serpentine iniziò a danzare. Era uno strano ibrido di danza, una sintesi di danza del ventre, go-go e balletto moderno. George si leccò le labbra e sentì il viso diventare caldo e il pene iniziare a pulsare e gonfiarsi mentre guardava. La danza di Tarantella Serpentine era ancor più sensuale di quella che Stella Maris aveva fatto quando lo stavano iniziando al Movimento discordiano. Dopo tre danze, Tarantella s’inchinò e uscì. “Devi essere stanco, George”, disse Drake, appoggiando la mano sulla spalla di George. Improvvisamente, George si rese conto di non aver dormito, eccetto nei momenti in cui aveva sonnecchiato nell’auto sulla strada da Mad Dog al Golfo. Era stato sotto una incredibile pressione fisica, e più forte ancora, emotiva. Ammise d’essere stanco e, pregando di non essere assassinato nel sonno, lasciò che Drake lo portasse verso una delle camere da letto. Il letto era enorme, a quattro piazze, con un baldacchino dorato. Nudo, George s’infilò tra le lenzuola fresche di bucato e tenendo il lenzuolo di sopra attorno al collo, rimase sdraiato sulla schiena, chiuse forte gli occhi e sospirò. Quella mattina era stato su di una spiaggia nel Golfo del Messico guardando Mavis, nuda, masturbarsi. Aveva scopato una mela. Era stato ad Atlantide. E adesso era coricato su di un materasso di piume nella casa del capo di tutto il crimine organizzato d’America. Se chiudeva gli occhi avrebbe potuto ritrovarsi in galera a Mad Dog. Scosse la testa. Non c’era niente di cui aver paura. Sentì aprirsi la porta della camera. Non c’era niente di cui aver paura. Per provarlo, tenne gli occhi chiusi. Sentì un’asse scricchiolare. Assi scricchiolanti, qui? Certo, per avvertire il dormiente che qualcuno gli si avvicinava di nascosto. Aprì gli occhi. Tarantella Serpentine stava sopra il letto: “Mi manda Bobby-baby” disse. George chiuse di nuovo gli occhi. “Dolcezza,” rispose, “sei meravigliosa. Davvero. Sei stupenda. Mettiti comoda”. Si abbassò e accese una lampada sul comodino. Portava il top di un bikini metallico dorato con una minigonna uguale. I suoi seni erano deliziosamente piccoli, pensò George. Anche se, su una ragazza di un metro e sessanta sarebbero stati grossi. Ma Tarantella era fatta come una modella di “Vogue”. A George piaceva il suo aspetto. Era sempre stato attratto da donne alte, ma dall’aspetto mascolino. “Non ti disturbo, vero?” chiese lei. “Sei sicuro che non preferiresti dormire?” “Be’, non è tanto cosa preferirei fare” rispose George. “Dubito di poter far altro che dormire. Ho
avuto una giornata piuttosto pesante.” Pensò: mi hanno masturbato una volta, fatto un pompino e ho scopato una mela. Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. In più sono stato spaventato a morte il novanta per cento del tempo. Tarantella disse: “Il mio nome è conosciuto nei circoli esclusivi per quello che so raggiungere con uomini le cui giornate sono tutte pesanti. Presidenti, re, capi della mala, naturalmente le rockstar, petrolieri e gente del genere. La mia specialità è riuscire a far venire gli uomini. Di più, di più, ancora di più e poi ancora. Dieci volte, anche venti, non importa quanto uno sia vecchio o stanco. Mi pagano molto. Stanotte, Bobby-baby paga per i miei servizi e io devo servire te. Il che mi piace molto perché la maggior parte della mia clientela è di mezz’età, invece tu sei bello, giovane e hai un corpo sodo.” Gentilmente tolse il lenzuolo dalla stretta di George - lui si era dimenticato di averlo ancora intorno al collo - e accarezzò la sua spalla scoperta. “Quanti anni hai, George... ventidue?” “Ventitrè,” disse George, “ma non voglio deluderti. Sono disponibile, interessato e curioso di sapere quel che fai. Ma sono stanco”. “Amore, non puoi deludermi. Più molle sei, e più mi piace, perché diventa una sfida. Lasciami mostrare la mia specialità.” Tarantella si tolse il reggiseno, la gonna e le mutandine in fretta, ma abbastanza oculatamente da lasciare a George la possibilità di godersi la scena. Sorridendogli, si mise in piedi davanti a lui con le gambe aperte. Le sue unghie solleticarono i capezzoli e George li vide gonfiarsi. Allora, la sua mano sinistra che giocava con il seno sinistro, abbassò la destra verso l’inguine e iniziò a massaggiare i peli dorati della sua collinetta. Il medio di lei scomparve tra le gambe. Dopo pochi istanti, un rossore si sparse sulla faccia, sul collo e il petto di lei; il corpo s’inarcò all’indietro, gemendo per l’intensità. La pelle, da capo a piedi, brillava di una sottile pellicola di sudore. Dopo una pausa momentanea, sorrise e lo guardò. Lei con la destra gli carezzò la guancia e lui sentì l’umidità sul viso e annusò l’aroma di aragosta “Newburg” della fica giovane. Le dita di lei scivolarono verso le lenzuola e con un improvviso movimento le strappò via dal corpo di George. Sorrise verso il cazzo rigido, e in un attimo fu sopra di lui, tenendogli il cazzo, mettendoselo dentro. Due minuti di lisci movimenti a pistone di lei, lo portarono a un orgasmo inaspettatamente piacevole. “Baby,” le disse, “sveglieresti i morti”. Si godette il suo secondo orgasmo una mezz’ora più tardi, e il terzo un’altra mezz’ora dopo. La seconda volta Tarantella si sdraiò sulla schiena e George su di lei e la terza lei era sullo stomaco e lui la cavalcava da dietro. C’era un che, nell’atmosfera creata da Tarantella, cruciale per quella che lei definiva la “sua specialità”. Sebbene si fosse vantata della sua abilità nel far venire ripetutamente un uomo, quand’era il momento di fare, gli faceva sentire che non importava come andava. Era divertente, giocosa, spensierata. Lui non si sentiva obbligato in alcun senso a indurirsi, a venire. Tarantella poteva vedere gli uomini come una sfida, ma fece capire a George che lui non doveva vederla come tale. Dopo un sonnellino, si svegliò per trovarla a succhiare il pene che andava rapidamente indurendosi. Ci volle molto di più questa volta perché venisse, ma si godette ogni secondo di montante piacere. Dopo, stettero coricati fianco a fianco e parlarono per un po’. Poi Tarantella arrivò al comodino e prese da un cassetto un tubo di vasellina. Iniziò a spalmarla sul pene che si eresse durante la manovra. Quindi si rotolò e gli presentò il proprio roseo buco del culo. Era la prima volta che George prendeva una donna a quel modo, e se ne venne piuttosto rapidamente, dopo la penetrazione, per la novità e l’eccitazione. Dormirono un po’ e si svegliò per trovarla che lo masturbava. Le dita di lei erano sapienti e parevano trovare rapidamente la loro strada verso tutte le parti più sensibili del suo pene, con una speciale attenzione a quell’area immediatamente dietro la cappella. Quando venne spalancò gli occhi e, dopo pochi secondi, vide una piccola goccia di sperma, pallida come una perla apparire sulla punta dell’uccello. Era incredibile che ce ne fosse ancora. Stava diventando un trip. Il suo ego se ne andò da qualche parte... lui era tutto corpo e lasciava
che tutto accadesse. Esso stava scopando Tarantella ed esso stava venendo e, a giudicare dai suoni che faceva e dall’umidità in cui il suo pene stava sguazzando, stava venendo anche lei. Seguirono altri due bocchini. Poi Tarantella tirò fuori qualcosa dal cassetto del comodino che sembrava un rasoio elettrico. Lo infilò nella presa e iniziò ad accarezzare il pene con la sua testa vibrante, fermandosi ogni tanto a leccare e lubrificare le aree sulle quali lavorava. George chiuse gli occhi e mosse le anche da un lato all’altro mentre sentiva arrivare ancora un altro orgasmo. Da una grande distanza sentì Tarantella Serpentine dire: “La mia grandezza sta nella vita che riesco a infondere nei cazzi molli”. Il bacino di George iniziò a pompare su e giù. Stava davvero per essere quel superorgasmo che aveva descritto Hemingway. Niente sborra... quella era tutta energia che traboccava come un lampo, attraverso una bacchetta magica, dal centro del suo essere. Non si sarebbe sorpreso nello scoprire che palle e uccello si stessero disintegrando in elettroni rotanti. Gridò, e dietro i suoi occhi completamente chiusi, vide distintamente il viso sorridente di Mavis. Si svegliò al buio, e il suo movimento istintivo di tastare intorno gli fece capire che Tarantella se n’era andata. Invece, in fondo al letto, con un camice da dottore, c’era Mavis che lo guardava con i suoi grandi occhi brillanti. La camera da letto si era trasformata in una corsia d’ospedale che, improvvisamente, s’illuminò a giorno. “Come sei arrivata qui?” sbottò. “Voglio dire... come sono arrivato qui?” “Saul,” disse con dolcezza “è quasi finita. Ne sei uscito”. Improvvisamente, si sentì addosso non ventitrè, ma sessantatré anni. “Hai vinto,” ammise, “non sono più sicuro di chi sono”. “Tu hai vinto” lo contraddisse Mavis. “Sei passato attraverso una perdita d’identità e adesso stai iniziando a scoprire chi sei veramente, povero vecchio Saul.” Si esaminò le mani: di anziano, grinzose, le mani di Goodman. “Ci sono due forme di perdita d’identità,” continuò Mavis, “e gli Illuminati sono maestri d’entrambe. Una è la schizofrenia e l’altra è l’illuminazione. T’hanno messo nella prima dimensione e noi ti abbiamo portato sull’altra. Avevi una bomba a orologeria nella testa, ma ora l’abbiamo disinnescata.” L’appartamento di Malik. Il Club di Playboy. Il sottomarino. E tutte le altre vite passate e gli anni perduti. “Perdio,” gridò Saul Goodman, “ho capito. Sono Saul Goodman, ma sono anche tutte quelle altre persone”. “E tutto il tempo è questo tempo” aggiunse piano Mavis. Saul si tirò su, con le lacrime che gli brillavano negli occhi. “Ho ucciso degli uomini. Li ho mandati alla sedia elettrica. Diciassette volte. Diciassette suicidi. I selvaggi che tagliano le dita o le orecchie per i loro dei, sono più sensibili. Noi tagliamo via interi io, pensando che non sono noi, ma separati. Dio, Dio, Dio... “ e scoppiò a piangere. Mavis corse e lo tenne, cullando la testa contro il suo petto. “Lascialo uscire” disse. “Lascia uscire tutto. Non è vero se non ti fa ridere, ma non lo capisci finché non ti fa piangere.” QUEENS. Psicanalisti in cellule viventi, si muovono in escrementi militari e una visione merdosa della vita e del sesso, monete danzanti nel krishna di harry. 234 È tutto coerente, anche se ti ci avvicini alla drittavescia. 235 È coerente. “Gruad il faccia grigia!” gridò Saul, piangendo, battendo il pugno contro il cuscino mentre Mavis gli teneva la testa e gli carezzava i capelli. “Gruad il dannato! E io sono stato il suo servo, la sua marionetta, sacrificando i me stessi sui suoi altari elettrici come delle offerte da bruciare.” “Sì, sì,” lo consolava Mavis all’orecchio, “dobbiamo imparare a rinunciare ai nostri sacrifici, non alle nostre gioie. Ci hanno insegnato ad abbandonare tutto, meno i nostri sacrifici, ma sono quelli che dobbiamo abbandonare. Dobbiamo sacrificare i nostri sacrifici.” “Il Faccia Grigia, colui che odia la vita!” strillò Saul. “Il bastardo figlio di troia! Osiride, Quetzalcoatl, lo conosco in tutti i suoi alias. Faccia Grigia, Faccia Grigia, Faccia Grigia! Conosco le sue guerre e le sue prigioni, i ragazzini che incula, i George Dorn che tenta di far diventare assassini
come lui. E l’ho servito tutta la vita. Ho sacrificato uomini sulla sua piramide insanguinata.” “Fallo uscire”, ripetè Mavis, tenendo il corpo tremante del vecchio. “Fai uscire tutto, piccolo...” NOTHUNG. E non lo sapevi quando hai sentito quelle pecore volanti con gli urli di Wagner? Hassan ha camminato per questa pazza valle, ha dovuto svegliarsi da solo. 23 agosto 1966: prima che avesse mai sentito dell’sss, dei Discordiani, dei JAM O degli Illuminati: beatamente stonato, Simon Moon curiosa in un negozio di saldi a North Clark Street guardando i colori, senza intenzione di comprare nulla. Si ferma su di un fregio, ipnotizzato da un cartello sopra l’orologio dei cartellini:
NESSUN IMPIEGATO PUÒ, PER NESSUNA CIRCOSTANZA, TIMBRARE IL CARTELLINO DI UN ALTRO IMPIEGATO. OGNI VIOLAZIONE PORTERÀ’ AL LICENZIAMENTO. LA DIR. “Il pigiama di Dio” mormora Saul, incredulo. “Pigiami? Reparto sette” dice un impiegato, premuroso. “Sì, grazie” Simon parla distintamente, allontanandosi, nascondendo la stonatura. Le ghette e il pigiama di Dio, pensa in una trance semi-illuminata; o sono più stonato di quanto pensi o quel cartello è assolutamente la prova totale di come funziona lo show. STRACCI. Ave, Ghoulumbia, i suoi monaduomini sono fuggiti e tutto quel che ha lasciato è un periodo insanguinato. “Il buffo è,” dice Saul sorridendo, mentre ancora scorreva qualche lacrima, “che non mi vergogno di questo. Due giorni fa, sarei morto prima di farmi veder piangere, specialmente da una donna”. “Sì,” disse Mavis, “specialmente da una donna”. “È quello... non è vero?” bofonchiò Saul. “Quello è il loro trucchetto. Non potevo vederti senza vedere una donna. Non potevo vedere quell’editore, Peter Jackson, senza vedere un negro. Non potevo vedere nessuno senza vedere l’etichetta e la classificazione attaccata.” “È così che ci tengono separati” aggiunse Mavis con dolcezza. “Ed è così che ci addestrano a tenere le nostre maschere. L’amore era il legame per loro più duro da spezzare, così hanno dovuto creare il patriarcato, la supremazia maschile e tutto il resto di quella merda... e nelle donne la ‘protesta da maschi’ e T’invidia del pene vennero fuori come risultati, cosicché anche gli innamorati non potevano guardarsi a vicenda senza vedere una categoria separata.” “O mio Dio, mio Dio,” si lamentò Saul, iniziando a piangere forte di nuovo, “‘un cencio, un osso, una ciocca di capelli’. O, mio Dio. E tu eri con loro!”, gridò improvvisamente, alzando la testa. “Sei un’ex Illuminata: ecco perché sei così importante nel piano di Hagbard. Ecco perché hai quel tatuaggio!” “Ero uno dei Cinque che controllano gli Stati Uniti,” annuì Mavis, “uno degli Iniziati, come li chiama Robert Welch. Sono stata rimpiazzata da Atlanta Hope, il capo del Lampo di Dio”. “Ho capito! Ho capito!” disse Saul ridendo. “Prima ho guardato da tutte le parti meno che quella giusta. Lui è dentro il Pentagono. Ecco perché l’hanno costruito con quella forma, cosicché non possa fuggire. Gli aztechi, i nazisti... e ora noi...” “Sì” disse Mavis, funerea. “Per questo, ogni anno, trentamila americani scompaiono senza lasciare traccia e i loro casi finiscono nei dossier irrisolti. Lui deve essere nutrito.” “‘Anche un uomo nodo può essere vestito di stracci”‘ citò Saul. “Ambrose Bierce lo sapeva.” “E Arthur Machen,” 236 aggiunse Mavis, “e Lovecraft. Ma dovevano scrivere in codice. Anche così, Lovecraft andò troppo in là, menzionando il Necronomicon per nome. Per questo morì così improvvisamente, quando aveva solo quarantasette anni. E il suo esecutore letterario, August Derleth, venne persuaso a mettere una nota in ogni edizione delle opere di Lovecraft, proclamando che il Necronomicon non esiste ed era solo frutto della fantasia di Lovecraft.” “E il LLoigor?” chiese Saul. “E i dol?”
“Veri,” rispose Mavis, “tutto vero. Sono loro che causano i brutti viaggi in acido e la schizofrenia. Si ha il contatto psichico con loro quando si rompe il muro dell’io. È là che gli Illuminati ti stavano mandando quando abbiamo attaccato quel Club di Playboy e cortocircuitato il processo.” ‘“Du hexen Hase”‘ citò stavolta Saul. E cominciò a tremare. UNHEIMLICH.237 UrVater, la cui arte è mutevole, orrida sia la tua mira. Arpioni dentro di lui, corpus balenam: prendi e odia. 238 Fernando Poo divenne oggetto d’attenzione internazionale solo un’altra volta prima del famoso “incidente di Fernando Poo”. Accadde all’inizio degli anni Settanta (mentre il capitano Tequilla y Mota stava iniziando a studiare l’arte del colpo di stato e stendeva i primi piani) e fu causata dalle stravaganti dichiarazioni dell’antropologo J.N. Marsh della Miskatonic University, il quale asseriva che alcuni oggetti che aveva trovato a Fernando Poo provavano l’esistenza del continente perduto di Atlantide. Sebbene, prima di tutto ciò, il professor Marsh avesse un’impeccabile reputazione di rigoroso e serio scienziato e docente, il suo ultimo libro Atlantide e i suoi dei venne salutato con scherno e derisione dai suoi colleghi, specialmente dopo che le sue teorie furono riprese e sensazionalizzate dalla stampa. Molti degli amici dell’anziano accusano questa campagna di scherno quale causa della sua sparizione pochi mesi più tardi, che sospettano essere stato il suicidio di un sincero ricercatore della verità dal cuore spezzato. Adesso, non erano solo le teorie di Marsh a trovarsi al di là di ogni credibilità scientifica, ma i suoi metodi - come il citare Il Fungo sacro e la croce di Allegro o La dea bianca di Graves come fossero attendibili, 239 non meno di Boas, 240 Mead,241 o Frazer 242 - parevano indicare problemi di senilità. Questa impressione era aumentata dall’eccentrica dedica “A Ezra Pound, Jacques de Molay e all’imperatore Norton I”. Il vero scandalo scientifico non era la teoria di Atlantide (un problema che aveva ossessionato molte teste d’uovo) ma l’affermazione di Marsh che gli dei di Atlantide fossero veramente esistiti; non come esseri soprannaturali, naturalmente, ma quale classe superiore di vita, adesso estinta, che aveva preceduto l’umanità e indotto le prime civiltà ad adorarla come divina e a offrire terribili sacrifici umani sui propri altari. Che non ci fosse alcuna prova archeologica o paleontologica che tali creature fossero mai esistite, era la più tenera delle critiche mosse verso questa ipotesi. Il rapido declino del professor Marsh, nei pochi mesi tra l’unanime rigetto del libro da parte del mondo accademico e la sua improvvisa scomparsa, causò un grande dolore ai colleghi della Miskatonic. Molti riconobbero che aveva acquisito alcune delle sue idee dal dottor Henry Armitage, generalmente considerato come un tipo andato un po’ fuori di testa, dopo i troppi anni dedicati allo svelare i misteri dell’oscena metafisica del Necronomicon. Quando la bibliotecaria, la signorina Horus243 menzionò a un tè di facoltà, poco dopo la scomparsa, che Marsh aveva passato molto dell’ultimo mese con quel volume, un professore cattolico esortò la Miskatonic, scherzando solo a metà, a disfarsi degli scandali una volta per tutte col donare “quel maledetto libro” (enfatizzò molto deliberatamente le parole) ad Harvard. Il dipartimento persone scomparse della polizia di Arkham assegnò il “caso Marsh” a un giovane detective che si era già distinto nell’attribuire la scomparsa di diversi neonati a uno degli spregevoli culti satanici, che avevano infestato la città fin dai giorni della caccia alle streghe del 1692. 244 La sua prima mossa fu di esaminare il manoscritto sul quale il vecchio aveva lavorato dal completamento di Atlantide e i suoi dei. Sembrava essere un saggio piuttosto breve, destinato a una rivista d’antropologia, piuttosto conservatore nel tono e nel concetto, come se il professore si fosse pentito dell’audacia delle sue precedenti speculazioni. Solo una nota - che esprimeva un sostegno, prudente e limitato, alla teoria di Urqhuart circa il Galles quale nuova abitazione dei sopravvissuti di Mu - mostrava le bizzarre preoccupazioni del libro su Atlantide. Ma la pagina finale, comunque, non aveva a che fare con l’articolo e pareva essere una nota per un pezzo che il professore evidentemente intendeva presentare, sfacciatamente e in totale dispregio dell’opinione accademica, a una pubblicazione dedicata ai dischi volanti e all ’occultismo. Il detective restò a lungo perplesso a pensare su queste note:
Il solito trucco; la fantasia presentata come un fatto reale. Questo trucco, qui descritto, è opposto a quell’altro: un fatto reale presentato come una fantasia. Il La-Bas di Huysmans245 lo cominciò a diffondere, trasformando il satanista in un eroe. Machen nel 1880 si incontrò con il gruppo di Huysmans “Dol” e “Lettere Aklo “ nella letteratura successiva di Machen. Stesso periodo: Bierce e Chambers 246 menzionano entrambi il lago di Hall e Carcosa. Supposta coincidenza. Crowley recluta il suo circolo occulto dopo il 1900. Bierce scompare nel 1913. Lovecraft introduce Hali, Dol, Aklo, Cthulhu dopo il 1923. Lovecraft muore inaspettatamente, 1937. Seabrook discute Crowley, Machen ecc. nel suo Stregoneria del 1940. “Suicidio” di Seabrook, 1942. Enfatizzare: Bierce descrive il complesso di Edipo, in Morte di Halpin Frazer, prima di Freud, e la relatività in Abitanti di Carcosa, prima di Einstein. Ambigue descrizioni di Lovecraft su Azathoth quale “dio cieco e idiota”, “sultano demone” e “caos nucleare” circa 1930, quindici anni prima di Hiroshima. Diretti riferimenti alla droga in Re in giallo di Chambers, Polvere bianca di Machen e Oltre il muro del sonno e Montagne della follia di Lovecraft. Gli appetiti del Lloigor o dei Vecchi in La cosa dannata di Bierce, La pietra nera di Machen, Lovecraft (costantemente). Atlantide conosciuta come Thule nella tradizione tedesca e degli indiani panamensi e, naturalmente, “coincidenza” di nuovo la spiegazione accettata. Frase d’apertura dell’articolo: “Tanto più frequentemente uno adopera la parola ‘coincidenza ‘ per spiegare avvenimenti bizzarri, tanto più ovvio appare che non va cercando, ma evitando, la vera spiegazione “ o, più concisamente, “La fede nella coincidenza è la superstizione prevalente dell’ Età della scienza”. Il detective passò poi un pomeriggio alla biblioteca della Miskatonic, rovistando tra gli scritti di Ambrose Bierce, J.K. Huysmans, Arthur Machen, Robert W. Chambers e H.P. Lovecraft. Scoprì che tutti ripetevano certe parole chiave; narravano di continenti e città perdute; descrivevano esseri sovrumani che tentavano di abusare o violentare l’umanità in qualche modo non meglio specificato; suggerivano ci fosse un culto, o un gruppo di culti, che queste creature utilizzavano e descrivevano certi libri (normalmente tralasciandone i titoli: Lovecraft faceva eccezione) che rivelano i segreti di queste stesse creature. Con qualche altra ricerca, scoprì che i circoli occulti e satanici a Parigi intorno al 1880 avevano influenzato le storie sia di Huysmans sia di Machen e, ugualmente, quella dell’egregio Aleister Crowley, e che Seabrook (che conosceva Crowley) alludeva a più di quello che era scritto in chiaro nel suo libro sulla stregoneria, pubblicato due anni prima del suicidio. Fece quindi una piccola tabella: Huysmans: isteria, lamenta attacchi occulti, reclusione finale in monastero. Chambers: abbandona l’argomento. Si da alle novelle romantiche. Bierce: scompare misteriosamente. Lovecraft: morto giovane. Crowley: ricacciato nel silenzio e nell’oscurità. Machen: diventa devoto cattolico (la fuga di Huysmans). Seabrook: presunto suicida. Il detective tornò indietro e rilesse, questa volta con molta attenzione, le storie di questi scrittori, in cui venivano specificamente menzionate le droghe. Aveva un’ipotesi adesso: il vecchio professore era stato attirato in una setta di drogati, come era accaduto per questi scrittori ed era rimasto terrificato dalle sue stesse allucinazioni, suicidandosi alla fine per sfuggire ai fantasmi che il
suo cervello annebbiato dai narcotici aveva creato. Per cominciare, era una teoria sufficientemente buona e il detective si mise coscienziosamente a interrogare ogni amico del vecchio Marsh al campus, arrivando all’argomento dell’erba e dell’Lsd molto lentamente e indirettamente. Ma non faceva progressi e stava per perdere la convinzione, quando ebbe un colpo di fortuna, dopo un commento da parte di un altro professore d’antropologia sull’interesse di Marsh negli ultimi anni verso l’amanita muscaria, il fungo allucinogeno usato nelle antiche religioni mediorientali. “Un fungo interessantissimo, l’amanita” raccontò il professore al detective. “Alcuni, in vena di sensazionalismi privi di prudenza accademica, hanno sostenuto fosse in tutte le pozioni magiche delle leggende antiche: il soma degli hindu, il sacramento usato nei misteri eleusini e dionisiaci in Grecia, addirittura la santa comunione dei primi cattolici e gnostici. Un tizio, in Inghilterra, sostiene che fosse l’amanita, e non l’hashish, la droga usata dagli Assassini del Medio Evo; e c’è uno psichiatra a New York, Puharich, che dichiara procuri realmente la telepatia. La maggior parte sono sciocchezze, ovviamente, ma l’amanita è certamente la più potente delle droghe psicotrope al mondo. Se mai i giovani se ne accorgeranno, l’Lsd, al confronto, parrà una tempesta in un bicchier d’acqua.” Il detective si concentrò ora nel cercare qualcuno, chiunque, che avesse veramente visto il vecchio Marsh quand’era fuori di testa. La testimonianza giunse finalmente da un giovane studente nero chiamato Pearson che si stava laureando in antropologia e musica. “Eccitato ed euforico? Sì”, disse pensosamente. “Ho visto il vecchio Joshua in quello stato, una volta. Fu in biblioteca, dove lavora la mia ragazza. Il vecchio saltò su da un tavolo con un sorriso largo un metro e disse a voce alta, ma parlando tra sé e sé: ‘Li ho visti: ho visto i fnord!’, poi uscì correndo come un Jesse Owens rincorso dalla morte. Mi incuriosì, così andai a dare un’occhiata a quello che stava leggendo. Era l’editoriale del “New York Times”, e non c’era neanche una foto sopra, quindi non aveva certo visto i fnord, quel diavolo che sono, lì. Pensa che fosse un po’ suonato, forse?” “Forse, o forse no” rispose il detective senza impegnarsi, obbedendo alla regola della polizia di non accusare mai nessuno di nulla quando si ascolta un testimone, a meno di non essere sul punto di fare un arresto. Ma era già praticamente certo che il professor Marsh non sarebbe mai riapparso per essere arrestato o altrimenti importunato da quelli che non erano entrati nel suo mondo speciale di civiltà perdute, città scomparse, lloigor, dol e fnord. A tutt’oggi il dossier sul caso di Joshua N. Marsh al dipartimento di polizia di Arkham porta la frase di chiusura: “Probabile causa del decesso: suicidio durante psicosi indotta da stupefacenti”. Nessuno ricondusse mai il cambiamento del professor Marsh a un meeting dei CCUF a Chicago e a un punch stranamente corretto; ma il giovane detective, Daniel Pricefixer, mantenne sempre un dubbio assillante e una informe inquietudine a proposito di quest’indagine, e quando si trasferì a New York e iniziò a lavorare per Barney Muldoon, era ancora fissato a leggersi libri sulla preistoria e a coltivare strani pensieri. SIMON MAGO. Arriverai a conoscere gli dei. Dopo la scomparsa di Saul Goodman e Barney Muldoon, l’Fbi passò l’appartamento di Malik al setaccio. Tutto venne fotografato, analizzato, le impronte digitali vennero rilevate ovunque, catalogate e, dove possibile, spedite al laboratorio della scientifica a Washington. Tra le altre cose, c’era un biglietto scritto sul retro del conto del ristorante del Club di Playboy, non nella calligrafia di Malik, che non diceva niente a nessuno e venne inclusa solo per amore di quella completezza che tanto sta a cuore ai “servizi”. Il biglietto diceva: “I dol di Machen = i dholes di Lovecraft?” VETTORI. Non arriverete ad alcun dio. Il 25 aprile, tutta New York stava parlando dell’incredibile avvenimento che era accaduto, poco prima dell’alba, alla villa del più famoso filantropo della nazione, Robert Putney Drake. Danny Pricefixer della squadra artificieri, però, era quasi inconsapevole di quel bizzarro episodio, mentre guidava nel traffico intenso attraverso Manhattan, interrogando ogni testimone che avesse potuto parlare con Joseph Malik la settimana precedente l’esplosione a “Confrontation”. I risultati furono uniformemente deludenti: a parte il fatto che Malik era divenuto sempre più misterioso negli ultimi anni, nessuno dei colloqui sembrò portare delle informazioni utili. Uno smog assassino si era posato
di nuovo sulla città per il settimo giorno di fila e Danny, un non-fumatore, era estremamente conscio del sibilo nel proprio petto, che non faceva nulla per migliorare il suo stato d’animo. Finalmente alle tre del pomeriggio, lasciò l’ufficio dell’ORGASM al 110 della Quarantesima Ovest (dove c’era un giornalista amico di Malik, ma che non aveva nulla di sostanziale da offrirgli, quanto a indizi) e si rammentò che l’edificio principale della biblioteca pubblica di New York era a solo mezzo isolato di distanza. Il sospetto era stato nella sua testa, realizzò, sin da quando aveva dato un’occhiata a quegli strani memorandum sugli Illuminati di Malik. Che diavolo, pensò, saranno solo pochi minuti buttati via in una giornata completamente da buttare. Per una volta, la congestione allo sportello della sala principale della biblioteca non era tipo ingorgo stradale su Canal Street. Atlantide e i suoi dei del professor Marsh gli venne consegnato solo dopo diciassette minuti, e cominciò a sfogliarlo cercando quel passaggio che ricordava vagamente. Alla fine lo trovò, a pagina 123: Hans Stefan Santesson indica la somiglianza di base tra i rituali d’iniziazione maya ed egiziani, come già indicato precedentemente nei libri - densi di intuizione ma quasi inutili - del colonnello Churchward sul continente perduto di Mu. Come abbiamo dimostrato, l’ossessione di Churchward sul Pacifico, basata dall’aver ricevuto i primi indizi sui nostri antenati perduti in un tempio asiatico, lo portò ad attribuire alla Mu immaginaria, la maggior parte della vera storia di Atlantide. Ma questo passaggio da Capire Mu di Santesson (Paperback Library, New York 1970, p.117) ha bisogno di poche correzioni: Dopo venne portato al Trono della rigenerazione dell’anima e la Cerimonia dell’investitura, o illuminazione, ebbe luogo. Allora passò altre prove prima prima di giungere alla Camera dell’Oriente, al Trono di Ra, per divenire veramente un Maestro. Poteva vedere con i propri occhi, in lontananza, la luce non creata che indicava tutta la felicità del futuro... in altre parole, come la mette Churchward, sia in Egitto sia tra i maya, l’iniziato deve “sostenere” (cioè, sopravvivere) “la fiera prova” per essere accettato quale adepto. L’adepto deve divenire “giustificato”. Il “giustificato” deve diventare “illuminato”... La distruzione di Mu venne commemorata dalla Casa del fuoco dei maya quiche e dalla Camera del fuoco centrale dei misteri che, ci viene raccontato, venivano celebrati nella Grande Piramide. Sostituendo Atlantide a Mu, Churchward e Santesson sono fondamentalmente nel giusto. Il dio, naturalmente, avrebbe potuto scegliere la forma nella quale apparire nella prova finale e dal momento che questi dei, o lloigor nel linguaggio atlantico, possedevano la telepatia, avrebbero letto la mente dell’iniziato e si sarebbero manifestati nella forma più terrificante per l’individuo specifico, sebbene la forma di shoggoth e di classico gigante furioso quale appare nelle statue azteche di Tlaloc erano le più comuni. Per adoperare un concetto divertente, se queste creature fossero sopravvissute fino ai nostri giorni, come sostengono alcuni occultisti, apparirebbero all’americano medio come, mettiamo, King Kong, Dracula o l’uomo lupo. I sacrifici richiesti da queste creature contribuirono evidentemente in maniera significativa alla caduta di Atlantide, e possiamo congetturare che i roghi di massa praticati dai celti per il Beltane e anche la religione azteca, che trasformò i propri altari in mattatoi, fossero minori a paragone, essendo il risultato di una persistente tradizione dopo che la minaccia reale del lloigor era svanita. Naturalmente, non possiamo comprendere pienamente lo scopo di questi sanguinosi rituali, dal momento che non possiamo sondare la natura o il tipo di energia o materia, che componeva il lloigor. Che il capo di queste creature venga conosciuto nei Manoscritti pnakotici e nei Frammenti di
Eltdown quale Iok-Sotot, il “mangiatore di anime”, suggerisce che esso fosse una qualche energia o una vibrazione psichica della vittima morente di cui il lloigor aveva bisogno; il corpo fisico veniva, come nel caso del culto di Leng, consumato dai sacerdoti o semplicemente gettato via, come tra i thug in India. Pensoso e silenzioso, Danny Pricefixer restituì il libro all’impiegato al lo sportello. Pensoso e silenzioso uscì sulla Quinta Strada e si fermò tra i due leoni guardiani. Chi era stato, si domandò, che aveva chiesto “Se nessuno vuole le guerre, perché continuano a esserci?” Guardò lo smog omicida intorno a sé e si fece un altro indovinello: “Se nessuno vuole l’inquinamento, perché continua ad aumentare?” Le parole del professor Marsh gli ritornarono in mente: “se queste creature fossero sopravvissute ai giorni nostri come sostengono alcuni occultisti...” Camminando verso l’auto passò davanti a un’edicola e vide che il disastro alla villa Drake era ancora il titolo principale anche nelle edizioni pomeridiane. Era però irrilevante per il suo problema, così lo ignorò. Sherri Brandi continuò la filastrocca nella sua mente, mantenendo il ritmo dei movimenti della bocca... cinquantatré grossi rinoceronti, cinquantaquattro grossi rinoceronti, cinquantacinque... le unghie di Carmel si infilarono improvvisamente nelle sue spalle e il fiotto salato le schizzò bollente sulla lingua. Grazie a Dio, pensò, il bastardo ce l ’ha fatta, finalmente. La mascella era stanca, aveva un crampo nel collo e le ginocchia le facevano male, ma almeno il figlio di puttana sarebbe stato di buon umore adesso e non l’avrebbe picchiata per aver così poco da raccontare su Charley e i suoi microbi. Si alzò stirando i muscoli di braccia e gambe per togliersi i crampi, e guardò in basso per vedere se lo sperma di Carmel le fosse caduto sul vestito. La maggior parte degli uomini la volevano nuda durante un pompino, ma non quello schifoso di Carmel; insisteva perché indossasse il suo vestito migliore, sempre. Gli piaceva sporcarla, lo sapeva: ma, diavolo, non era cattivo come certi altri ruffiani e dobbiamo pure divertirci in qualche modo. Carmel si sdraiò nella poltrona, con gli occhi ancora chiusi. Sherri portò l’asciugamano che aveva fatto scaldare sul radiatore e completò la transazione, asciugando e baciando piano il suo orribile bastone prima di rimetterlo dentro la patta e chiudere la lampo. Sembra proprio una maledetta ranocchia, pensò amaramente, oppure uno scoiattolo arrabbiato. “Terrif” disse alla fine, “i puttanieri fanno proprio un affare con te, bimba. Adesso raccontami di Charley e dei suoi microbi”. Sherri, sentendosi ancora bloccata dai crampi, si avvicinò un poggiapiedi e si sedette sul bordo. “Be’,” disse, “lo sai che devo stare attenta. Se s’accorge che lo mungo potrebbe mollarmi e prendersi un’altra...” “Cazzo, e così sei stata troppo attenta e non gli hai cavato niente di bocca? “ la interruppe Carmel, con tono accusatorio. “Oh, è in orbita,” rispose lei, ancora vaga, “è proprio fuori. Dev’essere importante... se devi averci a che fare...” Ritornò in sé. “È che pensa di andare su altri pianeti in sogno. Un pianeta chiamato Atlantide. Lo sai qual è?” Carmel s’aggrottò. Stava diventando pesa: prima, trovare un comunista; poi, capire come ottenere informazioni da Charley nonostante la Cia e l’Fbi e tutto il resto del governo; e ora, come trattare con un maniaco... Alzò gli occhi e vide che lei era di nuovo assente, lo sguardo nel vuoto. Fica ebete, pensò e poi la vide scivolare lentamente dallo sgabello sul pavimento come se si stesse addormentando. “Che cazzo fai?” urlò. Quando si inginocchiò accanto a lei e cercò di sentire il cuore, la faccia gli sbiancò. Gesù, Gesù, Gesù, pensò alzandosi in piedi, ora mi devo disfare di un fottuto corpus delictus. A questa brutta troia le è preso un colpo ed è morta. “Vedo i fnord!” gridò Barney Muldoon, alzando gli occhi dal “Miami Herald” con un ampio
sorriso. Joe Malik sorrise contento. Era stata una giornata frenetica - visto che Hagbard era rimasto occupato con la battaglia di Atlantide e l’iniziazione di George Dorn - ma adesso, finalmente, aveva la sensazione che la loro parte stesse vincendo. Due menti programmate per un trip di morte dagli Illuminati erano state salvate con successo. Adesso, se tutto andava bene tra George e Robert Putney Drake... Il citofono suonò e Joe rispose attraverso la stanza senza alzarsi: “Malik”. “Come sta Muldoon?” chiese la voce di Hagbard. “Sta arrivando. Vede i fnord nel giornale di Miami.” “Benissimo” disse Hagbard distrattamente. “Mavis ha riferito che anche Saul è arrivato a destinazione e ha appena visto i fnord nel ‘New York Times’. Porta Muldoon nella mia stanza. Abbiamo localizzato quell’altro problema: la vibrazione di malattia che FUCKUP aveva rilevato da marzo. È da qualche parte attorno a Las Vegas ed è a uno stadio critico. Crediamo ci sia già stata una morte.” “Ma dobbiamo arrivare a Ingolstadt prima della notte di Valpurga...” disse Joe pensosamente. “Rivedere e riscrivere” disse Hagbard. “Alcuni di noi andranno a Ingolstadt. Alcuni di noi dovranno andare a Las Vegas. È il vecchio uno-due degli Illuminati: due attacchi da direzioni diverse. Muovere il culo, ragazzi. Stanno per immanentizzare l’eschaton.” WEISHAUPT. Fnord? Prffft! Un’altra interruzione. Questa volta era la “Marcia delle madri contro la Muzak”. 247 Visto che sembrava la miglior causa per cui ero stato avvicinato in tutto il giorno, diedi un dollaro alla signora. Penso che se la Muzak potesse essere eliminata, molti dei nostri malanni sparirebbero, dal momento che sono sintomi di stress, causati dall’inquinamento sonoro. In ogni modo, si sta facendo tardi e posso pure chiudere qui. Un mese prima del nostro esperimento CCUF, cioè il 23 settembre 1970, Timothy Leary incontrò cinque agenti federali all’aeroporto O’Hare, qui a Chicago. Aveva giurato di sparare piuttosto che finire di nuovo in prigione, e c’era una pistola nella sua tasca. Nessuno di loro lo riconobbe... E, ah già, c’era un poliziotto chiamato Timothy O’Leary nella stanza d’ospedale dove Dutch Schultz morì il 23 ottobre 1935. Ho lasciato il meglio per ultimo. Aldous Huxley, la prima importante figura letteraria illuminata da Leary, morì lo stesso giorno di John F. Kennedy. L’ultimo saggio che aveva scritto ruotava attorno alla frase di Shakespeare “Il tempo deve fermarsi”, che aveva già usato in precedenza come titolo di un racconto sulla vita dopo la morte. “La vita è un’illusione,” scrisse, “ma un’illusione che dobbiamo prendere sul serio”. Due anni dopo, Laura, la vedova di Huxley, incontrò il medium Keith Milton Rinehart. Nel suo libro, Questo momento senza tempo, racconta che quando chiese se Rinehart poteva contattare Aldous, lui replicò che Aldous voleva trasmettere “prove classiche di sopravvivenza”, un messaggio cioè che non potesse essere spiegato “solo” come telepatia, cioè come qualcosa che Rinehart potesse tirare fuori dalla mente di lei. Doveva essere qualcosa che potesse leggere direttamente nella mente di Aldous. Più tardi, quella sera, Rinehart ci riuscì: erano istruzioni per recarsi in una stanza della casa di lei, una stanza che Rinehart non aveva mai visto e di trovare un certo libro sconosciuto a entrambi. Lei avrebbe dovuto guardare una certa pagina e una certa riga. Il libro era uno che Aldous aveva letto ma che lei non aveva mai guardato; era un’antologia di critica letteraria. La riga indicata, l’ho imparata a memoria, era: “Aldous Huxley non ci sorprende in questo ammirevole testo nel quale paradosso ed erudizione, nel senso poetico e nel senso dello humor, sono intrecciati in maniera così efficace”. È necessario aggiungere che la pagina era la 17 e la riga, ovviamente, la 23? (Suppongo che tu abbia letto Svetonio e sappia che Giulio Cesare fu raggiunto
esattamente da 23 ferite da taglio per mano di Bruto e compagni.) Reggiti forte, Joe. Stanno arrivando assalti peggiori di questi contro la tua ragione. Presto vedrai i fnord. Ave Eris. P.S. La tua domanda sulle vibrazioni e sulla telepatia è di facile risposta. L’energia si muove sempre in noi, attraverso noi e fuori di noi. Ecco perché le vibrazioni devono essere quelle giuste prima che si possa interpretare qualcuno senza interferenze. Ogni emozione è movimento.
Note
1
Popolazione africana di stirpe bantu stanziata a Nord-Ovest di Nairobi, in una zona montagnosa, e che consiste in circa un milione e mezzo di persone. A seguito della presenza del colonialismo britannico, che li privò delle loro terre, negli anni 1952-56 svilupparono la rivolta dei mau-mau, conclusasi poi con l’indipendenza del Kenya, guidato nei primi anni proprio da un membro kikuyu: Jomo Kenyatta. 2 Catena montuosa nell’Est dello stato di New York, luogo di villeggiatura. 3 (1130-1202) Religioso, mistico e predicatore. 4 (1250-1307) Eretico radicale, aderisce al millenario movimento pauperistico, che percorre la chiesa dalle origini perlomeno fino al 1550. Il suo credo fu stroncato manu militare dal Papato. Di impostazione comunistica, il suo motto era Penitenziagite. Era per la condivisione dei corpi e quindi per l’amore libero e, dicono le cronache di fede papalina, anche per il nudismo. Fu arso vivo. Sua base era nella zona di Novara, alla Parete Calva. 5 Il passaggio in questione si riferisce all’escatologia, in quanto parte della teologia, che ha per oggetto le questioni relative al destino dell’anima, che coincide in molti casi con l’attesa del ritorno di Gesù sulla terra. A tali aspettative si ricollegano le visioni più radicali, e tra queste Gioacchino da Fiore, il quale riteneva imminente una terza età, quella dello Spirito Santo, dopo quella del Padre e del Figlio. 6 Scuola medievale, che si ispirava alla lettura data da S. Tommaso del pensiero aristotelico. Suoi punti forti erano le università di Parigi e Padova. 7 Eretici musulmani sciiti che ritengono legittimo e ultimo imam, dopo il sesto (Giafar), il figlio primogenito Ismail, perciò sono anche detti “settiminai”. Il termine è spesso sinonimo di sciita estremo, e designa l’esoterismo islamico che professa un emanatismo neoplatonico e un’interpretazione simbolica del Corano. 8 Knigge Adolf F. von, scrittore tedesco della seconda metà del Settecento. Tra le sue opere più significative il romanzo di stile picaresco Storia di Peter Clausen e il galateo Del comportamento degli uomini. 9 Geniale letterato e poeta tedesco, a cavallo tra fine del Settecento e primo trentennio dell’Ottocento. S’interessò anche di scienze, e in particolare di teorie del colore (contro l’ipotesi newtoniana), e di antropologia e medicina. Fu influenzato profondamente dallo spinozismo e il suo credo era rivolto a una forma di monoteismo panico. Tra le sue opere Faust, I dolori del giovane Werther, Wilhelm Meister. 10 Contemporaneo di Goethe, si conobbero in Francia e dopo una prima fase di sudditanza psicologica di Goethe, si stabilì un rapporto intellettuale e umano di stima, pur attraversato da grandi contrasti. Si trasferì inoltre a Weimar, su invito del primo ministro Goethe. È tra i primi a studiare e a comprendere il nuovo tema degli studi linguistici, connessi con le prime tematiche del nazionalismo, che nel frattempo cominciavano a svilupparsi. 11 Procuratore che si batté senza successo per dimostrare che John Kennedy non era stato ucciso da una sola persona ma da un complotto in cui erano coinvolte le istituzioni. Da taluni considerato un ciarlatano paranoico, si inquadra molto bene nella presente narrazione. Sulla sua vicenda si incentra il film JFK di Oliver Stone. 12 L’università di California a Berkeley, vicino a San Francisco, è stata una delle sedi storiche del movimento studentesco negli Usa dal 1963 in avanti. 13 L’alter ego borghese di Superman, naturalmente. 14 Monte Rushmore: popolare “monumento” scolpito nel fianco della montagna omonima nelle Black Hills indiane in North Dakota, raffigurante alcuni presidenti degli Usa. 15 Organizzazione studentesca radical negli anni Sessanta. 16 Weathermen Underground, organizzazione clandestina della fine degli anni Sessanta, che prese il nome da una strofa di una canzone di Bob Dylan (Subterranean homesick blues) che usava tattiche di azione diretta, attentati dinamitardi ecc. Una delle poche esperienze del genere nella storia dei movimenti in Usa. 17 Il nome del computer, letteralmente “errore”, fuck up. 18 Processo stocastico: in statistica, pertinente un processo che usa una sequenza di osservazioni determinate casualmente, ognuna delle quali è considerata quale campione di un elemento da una distribuzione di probabilità. La variazione stocastica implica la casualità opposta a una regola o relazione fissa nel passare da una osservazione a quella seguente nell’ordine. 19 Centomilionesimo di centimetro 20. 20 Nell’originale “BB-guns”, che il vicepresidente, deficiente, confonde con “BiologicalBacteriologic”. 21 Uno dei maggiori romanzieri statunitensi del Novecento. Fu premio Nobel. 22 Canzone, e poi un film, di Elvis “the pelvis” Presley. 23 1897-1962) Scrittore premio Nobel che rappresenta con potenza la società del Sud degli Usa. 24 La missione di Alamo nel Texas fu teatro di uno degli scontri più sanguinosi tra le truppe regolari messicane del Generale Santa Ana e gli “autonomisti” statunitensi, tra cui Davy Crockett e Jim Bowie. 25 Anche nome del fondatore del “White Panthers Party”, ispirato alle Pantere Nere. Si legò al gruppo di rock, precursore del punk, degli MC5, autori e interpreti del famoso brano di rock impegnato Kick out the jam, ripreso in questo testo da Wilson e Shea, e recentemente campionato dal gruppo techno dei KLF. Con gli MC5, Sinclair declamava in favore della rivoluzione. Fu incarcerato per la sua attività sovversiva. 26 Nero, segretario locale dell’organizzazione moderata antisegregazionista National Association for Advancement of Colored People. Fu ucciso agli inizi degli anni Sessanta in un’imboscata vicino casa. 27 Julius (1885-1946) Politico e demagogo nazista, tra i più virulenti propugnatori della persecuzione ebraica degli anni Trenta. Fondò il giornale “Der Sturmer”. Processato a Norimberga, fu poi giustiziato per impiccagione. 28 Nella notte di Valpurga, tra il 30 aprile e il primo maggio, la tradizione dice che si svolgesse il sabba delle streghe. 29 G. Khan (1155-1227) fu principe mongolo, a capo delle tribù tartare, con le quali conquistò quasi tutta l’Asia, ivi
compreso la Cina settentrionale parte della Persia e alcuni territori della Russia europea. Il suo impero alla sua morte fu diviso in quattro parti e affidato ai figli. Tamerlano il grande (1336-1405) fu a capo del cosiddetto secondo impero mongolo. Tentò di riconquistare il vecchio regno mongolo, facendo leva su uno strano sincretismo tra filosofia mongolica e pensiero islamico. 30 L’eterno potere dei fiori 31 Convenzione elettorale del Partito democratico, tenutasi a Chicago nel 1968. Fu oggetto di una contestazione di massa da parte del movimento studentesco, hippy e pacifista. I principali organizzatori della manifestazione furono sottoposti a processo, di cui si parla più avanti. 32 Organizzazione ultraconservatrice, fondata principalmente per combattere supposte attività comuniste. 33 Cecil John (1853-1902) Pose le basi per la colonizzazione inglese del Sud Africa dopo aver scoperto grandi giacimenti di diamanti. Stabilito il protettorato sulla futura Rhodesia iniziò la lotta contro i boeri. 34 R. Nixon + Watergate, vicepresidente con Eisenhower (1953-61) e presidente dal 1969 al 1974. Costretto alle dimissioni dopo il Watergate. Mise fine alla guerra del Vietnam. 35 Famiglie di grandi banchieri. 36 John, storico dell’arte e critico sociale inglese dell’Ottocento. Fu tra gli ispiratori del movimento preraffaellita inglese. Fu tra i primi a utilizzare il dagherrotipo per le proprie osservazioni, in questo senso sono da leggersi le Pietre di Venezia. Altra opera essenziale per comprendere la sua filosofia, indubbiamente con grandi accenni mistici, è Le sette lampade dell’architettura. 37 Uno dei “padri fondatori” degli Usa ed estensore della Dichiarazione d’indipendenza del 1776. Fu anche presidente degli Usa tra il 1801 e il 1809. 38 Thomas A., inventore e industriale, perfezionò il telefono, inventò il fonografo e la lampadina a filamento. 39 Una delle bestie nere delle controculture. Infanzia durissima, uscito dal carcere fonda “la famiglia”, comunità di reietti con sede nel Topanga Canyon, vicino a Los Angeles. Accusato della strage alla villa di Sharon Tate, fu incarcerato a vita. È ancor oggi in carcere, e ancora oggi è temuto e venerato in certi circoli. 40 By any means necessary: motto di azione politica reso celebre da Malcolm X nel 1964, poi ripreso dalle controculture radicali americane degli anni Sessanta. 41 Membro dell’Antico Ordine Arabico Dei Nobili del Santuario Mistico (Ancient Arabic Order of Nobles of the Mystic Shrine), ausiliario della massoneria e dedito alla beneficenza. 42 Il “veglio” della montagna, un mito delle controculture, per il suo uso dell’hashish e per il modello di società “separata” che riuscì a costituire, definita da qualcuno il “paradiso in terra”. Ne parlano ampiamente anche W.S. Burroughs e Hakim Bey. 43 Rivoluzionario russo, anarchico. Fu anche antropologo e zoologo. 44 (1814-76) Anarchico russo, conobbe a Parigi Marx e Proudhon. In gioventù democratico panslavo, s’impegnò fortemente nel moto rivoluzionario del 1848. Venuto in Italia, aderì poi alla Prima internazionale. Negli anni finali della sua vita fu influenzato dal pensiero del nichilista russo Necaev. 45 (1828-1910) Russo di simpatie anarchiche, fu ufficiale dell’esercito, uno dei più grandi scrittori del “realismo” ottocentesco. È l’autore di Guerra e pace. 46 Pseudonimo di Johann Raspar, filosofo della prima metà dell’Ottocento. Di scuola hegeliana, è considerato il fondatore del pensiero individualista anarchico. Sua opera più nota è L’Unico e la sua proprietà. 47 Prestigioso istituto universitario del Massachusetts, sede di laboratori molto avanzati di ricerca scientifica e tecnologica (computer, intelligenza artificiale ecc.). Spesso anche sede di teste d’uovo, geni originali, hacker e scienziati bizzarri. 48 Parte del delirio di Dutch Schultz, mentre giace morente in ospedale sorvegliato dalla polizia. Il significato verrà spiegato nel secondo volume della trilogia. 49 Quartiere altolocato di Boston, tradizionale indirizzo delle famiglie ricche. 50 In inglese (più che in americano) letteralmente “scopare”, “fottere”. È la sigla che designa la fantomatica organizzazione cui Fission Chips dà costantemente la caccia. 51 Giallista anticomunista, autore dei libri della serie di James Bond. Si dice che John Kennedy si facesse spedire i manoscritti dei libri in lavorazione di Bond perché ne andava matto. 52 Richard (1895-1983), architetto, designer e ingegnere, inventore della cupola geodesica che porta il suo nome. Dedicò gran parte della vita ai problemi tecnologici e strutturali riguardanti la prefabbricazione edilizia. 53 La principale dea babilonese, chiamata in sumerico Inanna. Da una parte dea dell’amore e della fecondità, dall’altra dea della guerra, soprattutto in Assiria. 54 Termine indicante un militante dell’Industriai Workers of the World. 55 Famoso fuorilegge, nato nei primi del Novecento e in breve tempo diventato il “nemico pubblico numero uno”. Autore di rocambolesche e violentissime rapine ed evasioni fu ucciso dai federali a Chicago, dicono, nel 1934. 56 (1890-1969) Comandante dell’esercito Usa durante la Seconda guerra mondiale, guidò lo sbarco in Normandia e fu presidente degli Stati Uniti. 57 Ahab: è il capitano Achab di Moby Dick di Melville. Si è mantenuta la grafia dell’originale perché abbiano senso giochi di parole che incontrerete più avanti. 58 (1869-1948) detto il Mahatma, “grande anima”, indiano, si impegnò a fondo per l’indipendenza dell’India contro gli inglesi. Usò solo mezzi non-violenti. Fu più volte in carcere e fu ucciso da un fanatico indu. 59 Pastore battista e leader delle lotte per i diritti civili del movimento nero negli anni Cinquanta e Sessanta. Fu
assassinato a Memphis il 4 aprile 1968. Ancora oggi la sua figura rappresenta un punto di riferimento importante nella comunità afroamericana. 60 Tom (1931), scrittore sempre molto critico nei confronti della realtà americana. Nel periodo in cui venne scritto il presente testo, era famoso per un libro sugli hippy più radicali. 61 Jean-Luc (1930), regista francese d’avanguardia, esponente della “nouvelle vague”. È il cantore dei sentimenti intorno al ‘68 francese. 62 (1757-1827) Pittore e poeta inglese potentemente visionario-mistico. 63 Thomas (1737-1809), inglese, si trasferì in America dove sostenne fortemente la causa indipendentista, si recò infine in Francia dove fu membro della Società repubblicana. 64 Dea dell’illusione e, per traslato, il mondo materiale, nella religione induista. 65 Eroe del sindacalismo americano, tra i fondatori dell’Industriai Workers of the World (Wobbly) degli inizi del secolo. Ucciso per le sue attività di militante. 66 Tsu-hsi è anche il nome dell’imperatrice cinese vissuta nella seconda metà del secolo scorso. 67 Letteralmente “elfo” è la sigla dell’Erisian Liberation Front. 68 Fu il feroce dittatore di Cuba dal 1952 al 1959, su mandato americano. Trasformò L’Avana nel bordello americano. Fu sconfitto dalla rivoluzione e fuggì con molte protezioni internazionali. 69 Paese confinante con il Vietnam, fu invaso nel 1971 da Nixon per tagliare la via di fuga ai vietcong. 70 (1882-1941). Considerato da molti il più grande scrittore del Novecento, per il suo lavoro atto a scardinare la struttura del romanzo tradizionale. 71 (1890-1937). Scrittore di celebri romanzi d’orrore psicologico e d’ambientazione terrificante. Da qualcuno considerato la sintesi dell’odio contro le “diversità”. Le sue lettere in particolare sono infarcite di pesanti e stupidi giudizi antirazzisti. Ciò nonostante i suoi Miti di Chtulhu sono assolutamente onirici. 72 (1395-1355). Frate e pittore, rinnovò la pittura tradizionale religiosa accogliendo la lezione plastica e spaziale del Masaccio. 73 “Oggi il mondo, domani il sistema solare”, “Eterno potere dei fiori ed eterno potere del serpente”, “Ieri la canapa, oggi la canapa, sempre la canapa”. 74 Parodia della domanda reiterata in Atlas Shrugged di Ayn Rand, (“Chi è John Galt?”). “John” in americano è anche il cesso. “Guilt” significa “colpa”, “peccato”. 75 (1882-1945). Presidente americano dal 1932 al 1945. Dopo la grande crisi del 1929, guidò il programma del “New Deal”, promuovendo in campo economico l’intervento dello stato e non frenando la libertà del sindacato ufficiale, ma stroncando di fatto il movimento wobbly. Si schierò contro il Giappone e la Germania di Hitler entrando in guerra. Partecipò alla conferenza di Yalta, con Stalin e Churchill, per decidere degli assetti del mondo dopo la guerra. 76 Nell’originale pecker, dialettale per “pene”. 77 Metternich (1773-1859). Geniale politico austriaco. Consolidò l’influenza dell’Austria in tutta l’Europa centrale, in attesa della caduta di Napoleone e fu paladino della “restaurazione” contro le rivoluzioni nazionali e liberali. 78 Abilissimo e scaltro uomo di stato francese, sempre al vertice tra Rivoluzione francese, napoleonismo e restaurazione. Fu tra i negoziatori del Congresso di Vienna del 1815. 79 (1915). Attore statunitense di origine messicana, interprete espressivo e sanguigno. Molto famoso anche in Italia. 80 Dall’ebraico lawah, che significa avvolgere, serpeggiare. Drago o serpente mitico presente nella Bibbia (in Giobbe, XLI e Is. XVII, 1), personificazione dell’oceano primordiale che circonda la terra come un anello. È anche un’immagine al centro della visione politica di Thomas Hobbes, agli inizi del Seicento, mentre regge in mano lo scettro e in testa la tiara papale. 81 Secondo un mito narrato da Platone, isola al di là delle Colonne d’Ercole, dominio di Poseidone e dei suoi figli. Terra di ricchezze favolose, dopo un tremendo cataclisma s’inabissò. Da questo mito furono ispirati, tra gli altri, Bacone e Benoit. 82 Accanto e oltre la geometria euclidea, basato sui dieci teoremi “evidenti” (e tra questi il discutibile quinto, incentrato sulle rette parallele), esistono altre geometrie, in particolare a partire dal primo Ottocento, che pur nella loro diversità sono dette in sintesi noneuclidee (Gauss Lobacevskij, Riemann). 83 Celebre compagnia di bus interstatali americani. Questi bus furono anche utilizzati dai “freedom riders” agli inizi degli anni Sessanta, per il loro tour contro la segregazione nei trasporti e nei terminal. 84 Grossa compagnia telegrafica privata. Henry Miller ci aveva lavorato per un po’. 85 Ancora la parodia dell’enorme tomo di Ayn Rand Atlas Shrugged, col quale tentava di stabilire un nuovo sistema filosofico in America, un culto un po’ alla “Dianetics”. Letteralmente “Telemaco starnutì”. 86 Ala politica degli hippy. Nati da un progetto fatto a tavolino da Abbie Hoffman e Jerry Rubin, diventarono un’alternativa radicale alle “mollezze” hippy. Provocatori al massimo livello, candidarono un maiale alle elezioni presidenziali, come si vedrà più avanti. 87 Libello antisemita, costruito dai servizi segreti russi all’inizio del secolo. È poi diventato lo scritto più diffuso, dopo la Bibbia, tra le due guerre in Europa. Racconta di un piano segreto ebraico, guidato da una fantomatica organizzazione detta degli Anziani di Sion, finalizzato alla conquista del mondo. 88 Yiddish per sinagoga. 89 Tenne il primo congresso a Salisburgo nel 1908 e fu promossa da seguaci e pionieri della psicanalisi quali Rank, Ferenczi, Adler e Jung che venne eletto primo presidente. 90 Doppio senso nell’originale della sigla dell’organizzazione di Hagbard Celine, LDD (Legion of Dynamic Discord o
Little Deluded Dupes). 91 Dicotomia alla base delle pratiche mistiche, in cui la dx. rappresenta il percorso tranquillo, della tradizione, senza rischi e la sx. quello individuale, a volte mortale, rischioso, contro le consuetudini date, ma che permette sensazioni più totali. 92 (1706-90). Scrittore e scienziato, inventò il parafulmine. Nel 1776 partecipò alla stesura della Dichiarazione d’indipendenza e nel 1782 firmò il trattato di pace con gli inglesi. 93 Protagonista assoluto della storia americana dagli anni Sessanta. Fu tra i protagonisti della rivoluzione psichedelica. Arrestato, fu fatto evadere da un colpo di mano dei Weathermen in Africa e poi da lì in Svizzera. È oggi tra gli entusiasti propagandisti della nuova scena cyber psichedelica americana. 94 Morto nel 71 a.C, fu a capo di una grande rivolta di schiavi contro Roma, repressa nel sangue dalle truppe comandate da Crasso e Pompeo. Da vedere il famoso film di Stanley Kubrik. 95 Babeuf, detto Gracchus (1760-97). Uomo politico francese, di idee egualitarie e comunisti che, alla caduta di Robespierre fu rinchiuso in carcere, dove diede vita con F. Buonarroti alla Congiura degli eguali, per rovesciare la dittatura termidoriana. Scoperta la congiura si uccise. 96 (1743-1795). Avventuriero, negromante e guaritore, fondò la massoneria di rito egizio. 97 Eliphas Levy pseudonimo di Alphonse Louis, uno dei maggiori esponenti dell’occultismo francese della seconda metà dell’Ottocento. A lui va attribuito il tentativo, sia pure confuso e sommario, di far convergere in un corpo unico le dottrine e le pratiche magiche che si andavano diffondendo in Europa in quel periodo. 98 O mazdeismo, religione persiana, che ha come suo profeta Zoroastro (Zarathustra). 99 (216-277). Principe persiano, fondatore del manicheismo. La sua dottrina era avversata dai sacerdoti zoroastriani, che lo imprigionarono. 100 I sacerdoti delle religione zoroastriana, depositari della rivelazione teologica e scientifica di Zoroastro. 101 Cavalieri dell’ordine religioso-militare del tempio (di Gerusalemme) fondato nel 1119 per la difesa dei luoghi santi. Divenuti potenti e ricchi, furono, un secolo più tardi, violentemente avversati, fino alla loro scomparsa, da Filippo IV. 102 Chiara allusione all’organizzazione di coordinamento internazionale comunista Comintern. 103 A. Hubert Humphrey (1911-1978). Fu vicepresidente di L.B.Johnson. Antagonista democratico di Nixon durante le elezioni presidenziali del 1968. 104 Il grande piano di politica sociale del presidente F.D. Roosevelt negli anni della Grande depressione, dopo il 1929. Comprendeva un vasto programma di lavori pubblici, sostegno dei prezzi agricoli e forme di assistenza sociale. 105 (1914). Uno dei più grandi e radicali scrittori viventi, sperimentatore del linguaggio e di diversi altri media. Padre delle controculture a partire dalla “beat generation”. Ha scritto, tra gli altri, Il pasto nudo. Per chi ne vuole sapere di più, “Re/Search”, William S. Burroughs, ShaKe. 106 (1926). Poeta, tra i maggiori esponenti della beat generation, che interpretò nel suo Jukebox all’idrogeno, e militante pacifista. Nel testo ci si riferisce a una famosa manifestazione tenutasi veramente a Chicago dove, nel cordone in testa al corteo, apparivano Burroughs e Ginsberg e in realtà, anche Jean Genet, che qui però non viene citato (vedi foto su “Re/Search”, William S. Burroughs, ShaKe, p. 124). 107 (1885-1972). Fu poeta e scrittore di grande immaginazione. Di simpatie “fasciste”, venne poi internato nel manicomio criminale di Washington per dodici anni. 108 Scrittore inglese dell’inizio del secolo. Vicino a partire dagli anni Venti al tradizionalismo mistico e alla destra inglese e tedesca, soprattutto per l’influenza dovuta alla moglie, e affascinato dal mito forte dell’uomo Mussolini, ha scritto alcune opere che risentono di questa influenza, in particolare Il serpente piumato. Eccelse comunque nel genere delle short stories Ottimi i suoi L’uomo che era morto e L’Apocalisse. Sua opera più celebre è L’amante di Lady Chatterley. 109 Una marca di gas irritante (CN) usato largamente dalla polizia negli Usa. Letteralmente “mazza”. 110 Revolutionary Youth Movement: due fazioni sorte dalla scissione dell’Sds (vedi) nel 1968; Rym-II divenne in seguito Weathermen Underground (vedi). 111 Una parola di origine algonquina, passata nell’uso comune per descrivere sia un’assemblea politica di base sia un organismo di vertice. 112 Chi ha letto T.A.Z. lo sa già, gli altri passino in libreria (comunque non è il “mercato del fieno”). 113 Sacco Nicola (1891-1927) e Vanzetti Bartolomeo (1888-1927). Operai anarchici nati in Italia e immigrati negli Usa. Arrestati con l’imputazione di rapina, nonostante la mancanza di prove e la mobilitazione dell’opinione pubblica mondiale, vennero condannati a morte. La ragione (i vera stava nella loro militanza politica. Furono oggetto di una canzone di Joan Baez e di un famoso film del 1971 di Giuliano Montaldo, con G.M. Volonté e Riccardo Cucciolla. 114 Bonnie Parker e Clyde Barrow, coppia di rapinatori che agì durante il periodo della “depressione”, famosi con il nome di Bonnie e Clyde. Coppia giovanissima che si distinse per aver ammazzato 13 persone in una serie di rapine. Finirono la loro carriera crivellati da centinaia di colpi da parte della polizia in Louisiana. 115 Facente parte del gruppo di attori americani detto “i fratelli Marx”, notissimi per il loro stile comico aggressivo e surreale. I comunisti creativi e i libertari irriverenti spesso associano il nome dei fratelli Marx a quello di Karl Marx. 116 Nell’originale womb. 117 Magia e movimenti. È uno dei temi meno studiati della storia delle controculture, pur essendo sempre presente nelle fasi di sconfitta dei movimenti stessi. In realtà nelle fasi alte, nei momenti di conflitto dialettico con il capitale, i movimenti riescono a produrre teoria e confronto, invece nel momento in cui il capitale impone il proprio piano in maniera incontrastata, i movimenti si frammentano in varie direzioni, tra cui fuga individuale, ritorno al privato e cura
narcisistica di sé e del proprio corpo. È in questa diffrazione che trovano spazio “le ricerche sul magico”, intese spesse volte come soluzioni “individuali” per tentare di cambiare le cose. 118 Minaccia più volte fatta, sino a diventare una paranoia per il potere, da parte di ali radicali o giocose del movimento. 119 Importante indirizzo di pensiero di questo secolo, che ritiene importante chiarificare i concetti, più che costruire “visioni del mondo”. Sul piano logico i suoi esponenti più importanti sono Frege, Whitehead e Bertrand Russell. 120 Il quartiere commerciale nel centro di Chicago. 121 Stella della radio e del televangelismo Usa. 122 Woodrow Wilson: (1856-1924), il ventottesimo presidente degli Usa (1913-21). 123 Flaxscript: “linoscritto”, la valuta alternativa, usata dai Discordiani per sabotare il dollaro degli Illuminati. 124 John Wilkes (1838-65), attore di teatro, assassino del presidente Lincoln. 125 Titolo del leggendario live degli MC5, qui sospettati essere appendice degli Illuminati. In realtà avevano a che fare con le “White Panthers” di John Sinclair. Il gioco di parole è fra “Basta con gli impicci, i limiti, i freni” e “Fuori i JAM” Justified Ancients of Mu), slogan dei rhodes. 126 Weisen in tedesco significa indicare, mostrare. 127 Nell’originale D.E.A.T.H. Don ‘t Ever Antagonize The Horn. 128 Può essere William (1590?-1662), colonizzatore inglese in America, o più probabilmente Thomas (si dice nato nel 1937), uno pseudonimo che nasconde di sicuro un grande scrittore; i suoi romanzi sono segnati da una vena tra l’assurdo e l’apocalittico, tra questi V, Vineland e Gravity’s Rainbow. 129 Gruppo di performer e musicisti guidato da Ed Sanders e Tuli Kupferberg. Noti per le loro provocazioni politiche. Completamente immersi in dinamiche di movimento. 130 Società esoterica apparsa in Germania all’inizio del XVII secolo. Suo manifesto è la Fama fraternitatis (1614). Fu fondata, secondo la leggenda, da Christian Rosenkrantz. 131 (413-323 a.C). Tra i primi seguaci di Antistene, il fondatore della scuola cinica. Famoso per la sua idea del primato della virtù, vista come concreto operare. Sul piano sociale Diogene predicò un comunismo estremo. 132 Contemporaneo di Confucio (VI-V sec. a.C.) è considerato il fondatore del taoismo, unica filosofia in grado di essere una visione antitetica al confucianesimo. 133 Orientamento filosofico radicale postsocratico di grande rigore morale, incentrato sull’uomo che deve vivere secondo natura, riducendo i bisogni. 134 Calvin Coolidge (1872-1933) trentesimo presidente degli Usa (1923-29). 135 Nell’originale “square”, appartenente all’establishment, normale, conservatrice, reazionaria. È l’opposto di hip, all’avanguardia con connotazioni al contempo libertarie e modaiole. 136 Il riferimento sembra essere per Scoto Eriugena (o Erigena) filosofo e teologo irlandese del IX sec. d.C. Scozzese era invece Giovanni Duns Scoto, filosofo del XIII secolo. 137 Signol Coniglio: si riferisce a Bugs Bunny. 138 Strategic Air Command, il comando dell’aviazione Usa che aveva il controllo dei B-52 con carico nucleare in volo 24 ore al giorno. 139 (1873-1907). Scrittore francese, precursore del surrealismo, creatore della (non troppo) strampalata teoria della “patafisica”. Scrisse farse teatrali e romanzi attaccando violentemente il mondo dell’arte e delle convenzioni borghesi. Suo lavoro più celebre è l’Ubu Roi. 140 Abbie Hoffman è stato il padre delle controculture americane, in tutti i suoi più importanti aspetti degli anni Sessanta. Tra gli organizzatori della dimostrazione contro la convenzione del Partito democratico a Chicago nel 1968, fu poi processato assieme a Bobby Seale,Jerry Rubin ecc. nel 1969. Al contrario della parabola esistenziale di Jerry Rubin, Hoffman resterà sempre coerente con il proprio impegno libertario. Morirà suicida alla fine degli anni Ottanta. Tra i suoi testi base Steal this book! 141 (4 ca. a.C.-97 d.C). Filosofo greco, massimo esponente del neopitagorismo. Sviluppò la dottrina pitagorica della purificazione come strumento per l’unione con Dio. 142 Un delirio di assonanze, indotto dall’acido, tra “Robin Hood horde of Merry Men” e “Rubin’s horde of Jerry men”, tutto giocato ovviamente sui nomi di Jerry Rubin, allora leader del movimento e lo sceriffo (sheriff) Wood (“Sherwood”). 143 Si richiama in questo caso il mitico film di Wiene Das Kabinett des Dr. Caligari, che inaugura nel 1919 la stagione del cinema tedesco di tendenza espressionista. 144 Slang militare americano, nell’originale “Situation Normal All Fucked Up”. 145 Nell’originale this man’s army; l’Uomo, nello slang nero, poi adottato in moltissimi casi anche dai bianchi, indica il potere, la polizia, l’ordine costituito in senso lato. 146 Attrice americana, famosa negli anni Cinquanta. 147 Aaron Burr (1756-1836), vicepresidente americano all’inizio dell’Ottocento. 148 Teoria mitico-cosmogonica, alla base anche delle teorie di Gurdjeff, che divide l’età della terra in quattro fasi, ognuna delle quali caratterizzata dalla diversa distanza della luna dalla terra. La luna veniva catturata dal potere psichico degli uomini, ecco quindi nell’età dei giganti la luna apparire gigantesca nel cielo. 149 Mitico, inossidabile e pervertito direttore dell’Fbi. Schiacciò tutti i movimenti di opposizione politica con ampio uso di mezzi illegali. Chiuse la carriera a causa della sua incriminazione per reati di pedofilia. 150 Delirante titolo di stile joyciano basato sul doppiosenso di gripes, sia lamentele sia convulsione intestinale.
151
Hubert Humphrey (1911-1978), vicepresidente americano (1965-1969), dove hump significa appunto gobba. Riferimento obliquo a una frase del testo di Subterreanean Homesick Blues di Dylan. 153 Iniziali di Lindon Baines Johnson (1908-1973) trentaseiesimo presidente degli Usa, protagonista dell’escalation militare americana in Vietnam (1963-69). 154 Secondo una leggenda, particolarmente diffusa negli anni Cinquanta e Sessanta, sarebbe l’ultima dei Romanov, sfuggita alla fucilazione della famiglia zarista. Varie Anastasie si sono nel frattempo presentate, più che altro per t entare di prendere possesso del tesoro imperiale russo depositato nelle grandi banche svizzere. Ma inutilmente. 155 (1400-1730). La questione delle enclosures è alla radice della formazione dell’accumulazione originaria del capitale inglese. Si tratta di espropriazione, con l’uso della forza, di terre di proprietà collettiva contadina, da parte dei signori di campagna e borghesia cittadina. 156 (1924-1984). Scrittore e giornalista americano, autore dello splendido A sangue freddo, contro la pena di morte. 157 Bureau of Indian Affairs, l’Ufficio affari indiani. 158 Luogo boemo, sede di un massacro nazista di rappresaglia, guidato dalla jena Ehidrich. Da leggersi Lidice di Heinrich Mann, ironico e amaro. 159 Luogo sede di un massacro avvenuto nel 1890 da parte dei soldati del settimo cavalleggeri contro i sioux. Nel 1973, fu anche teatro della lotta dell’American Indian Movement contro le angherie del Bureau of Indian Affairs, che culminò in un assedio durato 71 giorni e nel quale furono usati armamenti assai sofisticati. 160 Stella della TV americana negli anni Cinquanta. 161 Così venne designato il gruppo di agenti segreti che infiltrò, per conto di Nixon, la sede del comitato organizzatore per la campagna elettorale del Partito democratico nel 1972, nel palazzo Watergate a Washington. 162 Letteralmente “infame”, “bastardo”, “individuo spregevole” e similia, significa anche, come verbo, “strisciare”, da cui il nome della microspia. 163 In italiano nel testo. 164 Altro gioco d’assonanze nella mente drogata di Saul tra medium well (mediamente cotta) e medium wall (un muro medio). 165 Spiro Agnew: vicepresidente (1969-73), costretto alle dimissioni per frode fiscale nel 1973.. 166 Nell’originale “fishy” che rimanda ai pesciolini che escono di bocca alla sirena. 167 (1685-1753). Filosofo irlandese di scuola scettica, vescovo. La sua teoria si basava sull’Esse est percepì, nel senso che non si può formulare il concetto di esistenza per cose che sono soltanto percepite. Critica anche il paradigma scientifico newtoniano, in particolare l’idea di causa necessaria e la validità delle idee matematiche. 168 Goodman è cattivo: good man, uomo buono. 169 Assonanza tra “Wizard of Oz”, il mago di Oz dei fumetti spesso preso come simbolo dalle controculture psichedeliche, come la rivista inglese “OZ”, e “Wizard of Ass”. 170 Ambrose Bierce: (1842-1914) scrittore e giornalista americano nella vena di H.P. Lovecraft, ma con maggiore fortuna letteraria contemporanea, molto noto per la sua vena umoristica, scomparso misteriosamente. Fu l’autore del Dizionario del diavolo. 171 Ipotetico psicologo tedesco. Besetzung, occupazione. 172 (1795-1821). Poeta inglese dell’età romantica che si distinse per fervore immaginativo e rigore etico, morto a Roma. 173 Uno dei peggiori crimini “alleati” nella Seconda guerra mondiale. La “Firenze tedesca”, una città priva di qualsiasi rilevanza strategica, venne rasa al suolo dall’aviazione americana e britannica, usando bombe incendiarie che provocarono una tempesta di fuoco di quattro giorni. Ne parla Vonnegut in Mattatoio 5. 174 La ghigliottina, ovviamente. 175 Titolo originale di Fragole e sangue, il film sull’occupazione della Columbia University e sulla successiva rivolta studentesca. La dichiarazione (statement, appunto) venne fatta da un burocrate universitario e diceva che gli studenti non avrebbero avuto da ridire sugli indirizzi di studio dei corsi, più di quanto non avessero da ridire sul fatto che la mensa servisse fragole o meno. In realtà il film era ambientato nel campus di Berkeley, in California. 176 Università pubblica di New York, sede di una celebre occupazione studentesca nell’aprile del 1968. 177 (1915-81). Uomo politico israeliano, laburista moderato, principale artefice delle vittorie contro gli arabi nelle guerre del 1956 e del 1967. Famoso per il suo look: divisa militare kaki, testa pelata e benda nera sull’occhio. 178 (1900-1945?). Potente leader del partito nazista, tra i più stretti luogotenenti di Hitler. Secondo alcuni rapporti degli anni Sessanta, Borman era indicato come residente in Paraguay. Fu dichiarato ufficialmente morto solo nel 1972, dopo la scoperta di due scheletri durante alcuni lavori edili a Berlino Ovest. 179 Un materiale plastico trasparente. 180 Riccardo Cuor di Leone (1155-99). Successore di Enrico II fu tra i capi della III crociata. Catturato mentre rientrava in patria, venne consegnato all’imperatore Enrico VI, suo nemico, e liberato dietro riscatto. Tornato in Inghilterra vi sventò i tentativi di usurpazione del fratello e poi riparò per la Francia. 181 Sostanza a base di nitriti, molto volatile, che viene aspirata, dando un effetto immediato di ilarità e palpitazioni. Viene usato per la danza, ma molto di più per ottenere un effetto di rilassamento e di prolungamento dell’orgasmo durante il rapporto sessuale. Molto diffuso nella comunità gay. 182 Ennesimo delirio allucinogeno di assonanze tra “sun” (sole) e “son” (figlio). 183 Quando si dicono i casi della vita! Le Brigate rosse hanno tratto il proprio simbolo della stella a cinque punte da un albergo ligure, in cui stavano tenendo una riunione organizzativa, dal nome “Stella Maris”. 184 La Prima internazionale andò in crisi non solo per il conflitto ideologico tra Marx e Bakunin, ma anche per il 152
dibattito succeduto alla sconfitta della Comune di Parigi (1871). 185 È, ovviamente, Yellow Submarine dei Beatles. 186 Club della alci. Organizzazione particolarmente diffusa negli Usa, strutturata in logge, e soprattutto nel Sud degli Stati Uniti vicina a posizioni razziste. 187 Geopolitico nazista e orientalista. Introdusse il concetto di lebensraum (spazio vitale) nel pensiero nazista, mutuandolo dall’espansionismo giapponese in Corea e Manciuria. 188 Antica designazione di una terra misteriosa all’estremo Nord del mondo, identificata prima con le Shetland, poi con l’Islanda e infine con la Norvegia settentrionale. Secondo altri, tra i quali Guenon, il luogo era nella Groenlandia meridionale. 189 John (1903-57). Matematico, ha dato i suoi contributi più importanti in logica, probabilità, meccanica quantistica. È uno dei padri dell’elaboratore elettronico. 190 Oskar (1902-77), economista. Divenne famoso appunto per lo sviluppo della teoria dei giochi e alla sua applicazione all’economia. 191 Assassino di Robert F. Kennedy. 192 Willard Gibbs (1839-1903). Chimico e fisico, elaborò la “regola delle fasi”, che nei sistemi di sostanze eterogenee in equilibrio termodinamico, dà la relazione tra il numero di gradi di libertà, il numero dei componenti e quello delle fasi. 193 Claude (1916), matematico, definì il concetto di entropia dell’informazione. Il secondo principio della termodinamica afferma che è impossibile realizzare una trasformazione il cui unico scopo sia il passaggio di calore da una sorgente fredda a un’altra temperatura più elevata, senza spesa di lavoro o senza che vi sia simultaneo passaggio di calore da un corpo caldo a uno freddo. Individuò il modello telefonico nella comunicazione e fu tra i primi a utilizzare il concetto di rumore all’interno di un sistema di comunicazione. 194 Norbert (1864-1964), matematico, diede importanti contributi all’analisi e alla teoria della probabilità. È uno dei padri della cibernetica, avendo sviluppato il concetto di “feedback”, utilizzato ai fini del pilotaggio dell’intero sistema. 195 Nome commerciale dell’acido prussico in cristalli usato dai nazisti nelle loro camere a gas. 196 Un’altra frase dal delirio di Dutch Schultz. Vedere secondo volume. 197 L’Olandese Dutch Schultz, sempre lui (“Dutch” = olandese). 198 Lega di Difesa Ebraica: organizzazione sionista negli Usa (Jdl) che pratica la difesa legale e l’addestramento paramilitare dei propri membri. 199 San Giuda: un tocco da maestro, visto che questi annunci appaiono davvero regolarmente nei giornali in Usa. 200 Fiume e città nel New Jersey. 201 Cubo, piramide e sfera: rimarchevole che siano anche i simboli delle tre reti Rai, dove di sesso, tantrico o meno, proprio non ce n’è. 202 Crowley Edward Alexander detto Aleister (1875-1947). Dopo aver aderito alla società esoterica inglese “Golden Dawn”, viaggiò in Oriente dove s’iniziò al tantrismo. Dopo essere stato nominato segretario inglese dell’O.T.O., fondò il proprio ordine occulto l’“Astrum Argentinum”. Il suo pensiero è stato utilizzato anche in diversi movimenti controculturali. La sua dottrina può essere sintetizzata in 1) fai ciò che vuoi; questa sia la tua legge 2) ogni uomo e ogni donna è una stella 3) Amore è la Legge, Amore sotto il dominio della Volontà. 203 L’eterno potere del serpente. 204 Frederic (1904-90), psicologo, tra i maggiori esponenti della scuola del neocomportamentismo, che affermava l’assoluta importanza del metodo sperimentale nella ricerca e che a ogni azione corrispondeva una reazione umana verificabili e classificabile. 205 Joseph Force Crater, giudice della Corte suprema dello stato di N.Y., scomparso e mai più ritrovato il 6 agosto 1930. Amelia Earhart, aviatrice scomparsa nel 1937 durante un volo sul Pacifico. 206 Flashforward: il contrario di un flashback, cioè un flash visionario nel futuro, e non nel passato. 207 L’eterno femminino. 208 Patrick Henry è il prototipo del rivoluzionario americano indipendentista, mentre O. Henry è un famosissimo scrittore di racconti di inizio secolo. 209 Scrittore e giornalista americano del Novecento. 210 Assonanza tra seal (sigillo) e “Seale”, cognome di Bobby delle Pantere nere. 211 Processo di Chicago (Rubin e Seale). 212 Ramsey Clark: ministro della giustizia durante la guerra del Vietnam, si convertì alla causa pacifista, per assumere ruoli anche pubblici in diversi comitati, tra cui, da ultimo, quello di presidente nel “Comitato contro la guerra nel Golfo”. 213 (1907-1988). Scrittore di fantascienza americano. Le sue prime storie furono pubblicate sul pulp magazine “Astounding Science Fiction”, a cui collabori) poi per alcuni anni. La sua opera più conosciuta è del 1961 ( Stranger in a Strange Land). È stato accusato in più occasioni di essere uno scrittore reazionario e razzista. 214 Occam, Guglielmo di (?-1349?). Filosofo scolastico inglese, di formazione francescana. Sul piano logico rifiuta l’ipotesi degli universali, in quanto l’universalità è il risultato dell’azione dell’intelletto. Il suo famoso Rasoio dichiara che gli argomenti usati per spiegare un concetto, non debbono moltiplicarsi oltre il necessario e in particolare devono essere evitate tutte le ipotesi complesse, non suffragate dall’esperienza. 215 Il passaggio in questione sembra essere un chiaro richiamo al pensiero di ispirazione spinoziano. In realtà lo spinozismo fu la filosofia ispiratrice dell’illuminismo tedesco (Lessing e Goethe) e anche del romanticismo più radicale (Schelling).