per le tue corna, e voi, o nove Muse! Né dubiti nessuno ch'io non voglia esperta la fanciulla nella danza, sì che, deposti i calici, le braccia sappia, invitata, muovere con grazia. Chi scuote agile i fianchi sulla scena manda in delirio, tanto è il godimento che nasce dalle sue sciolte movenze. Ma mi vergogno d'insegnare cose così semplici in sé: ch'ella conosca le regole del gioco degli aliossi (69), ed il vostro valore, o dadi, quando v'ha gettato sul tavolo. Che sappia agitarvi con arte, e con astuzia chiamare il punto e far venire il suo (70); e giuochi attenta al gioco dei briganti (71), quando è perduta una pedina sola in mezzo a due avversarie, e il comandante, se catturato senza la compagna, può combattere ancora, e avanti e indietro corre geloso. Oppure dalla rete sappia cogliere cauta le palline, toccando solo quella che va tolta (72). V'è ancora un altro gioco (73), suddiviso in piccole caselle: sono tante quanti i mesi dell'anno fuggitivo. La tavoletta porta tre pietruzze da una parte e dall'altra; vincitore è chi da un lato unisce le tre sue. Pratichi tutti i giochi; l'ignorarli sarebbe una vergogna, ed è giocando che spesso nasce amore. Ma che vale sapere usare i dadi accortamente senza poi mantener fermo contegno? E' gran fatica: siamo incauti al gioco, la passione ci scopre, e troppe volte mettiamo il cuore a nudo; in noi subentra l'ira che tutto ci deforma il viso, la brama del guadagno, e liti e risse, cupi risentimenti. Le insolenze corrono intorno e ne rimbomba l'aria: per sé ciascuno invoca i numi irati. Non buona fede al tavolo di gioco: soltanto imprecazioni, e molte volte scorrere ho visto sulle gote il pianto. Risparmi Giove a voi simili errori, se volete piacere a chi più v'ama! Son questi i giochi che Natura pigra diede alle donne. All'uomo è riservata