Louis Claude de Saint-Martin
Tra le opere che esprimono più efficacemente lo spirito esoterico d’Occidente vi è senza dubbio L’Homme de désir (1790) di Louis Claude de Saint-Martin. L’opera del “filosofo incognito”, infatti, è stata da sempre studiata dagli esoteristi di tutta Europa per la sua originalità e profondità di pensiero. Una vasta disamina sul sacro, sull’uomo e su Dio articolata in 301 brevi capitoli, che possono essere letti anche in ordine non cronologico e che contengono in nuce tutto quello che sarà poi lo sviluppo della dottrina e del pensiero martinista. L’Autore, nelle 301 cantiques di cui si compone il testo, riesce con straordinaria intelligenza a disseminare una poderosa summa degli insegnamenti esoterici delle scuole occidentali e soprattutto una sintesi del suo personale sistema.
L’uomo di desiderio
Jouvence www.jouvence.it
ISBN 978-88-7801-XXX-X
Louis Claude de Saint-Martin L’uomo di desiderio Traduzione Integrale di Matteo Ranalli
Louis Claude de Saint-Martin (1743 - 1803) il Filosofo Incognito. Raramente un autore è riuscito con le sue Opere a contrassegnare lo sviluppo del pensiero e della ricerca esoterica d’Occidente. Le analisi e la profondità dei suoi studi hanno rappresentano un unicum nel panorama d’Occidente.
Louis Claude de Saint-Martin
L’UOMO DI DESIDERIO traduzione di Matteo Ranalli
INDICE
Presentazione
Louis Claude de Saint-Martin L’UOMO DI DESIDERIO
Presentazione
Ricordatevi di Azaria; ricordatevi del Salvatore, prima e dopo la sua resurrezione. Ricordatevi inoltre della sua ascensione e conoscerete i tre gradi dell’uomo di desiderio. Le philosophe inconnu, l’homme de désir, XXXVIII
L’Homme de Désir è una delle Opere più originali dell’Esoterismo Occidentale. L’Autore, nelle 301 cantiques di cui si compone il testo, riesce con straordinaria intelligenza a disseminare una poderosa summa degli insegnamenti esoterici delle scuole occidentali e soprattutto una sintesi del suo personale sistema. Queste brevi righe non possono – ed in un certo senso non devono – aggiungere o togliere nulla all’impegno attraverso cui il lettore potrà studiare il testo, tradotto in modo tale da essere più fedele possibile all’originale francese. Si è voluto, in massima parte, rimanere fedeli al lessico dell’Autore. Di seguito si dà qualche semplice linea di direzione, che potrà fornire un utile ausilio nella comprensione globale del testo, la quale si presta agevolmente a innumerevoli interpretazioni. Esse si possono intendere tutte valide e corrette, a patto di non entrare in contrasto con la dottrina metafisica dell’unità trascendentale. D’altronde, se ci si ferma a guardare un qualsiasi oggetto, esso lo si vede sempre da una particolare prospettiva e secondo un certo orizzonte. Per la reale comprensione dell’oggetto che si ha di fronte agli occhi occorre la somma esatta delle innumerevoli prospettive, e chi intenda gettare lo sguardo oltre esso, saprà notare sempre che il tutto è maggiore della somma delle sue parti. Parimenti, approcciare un’Opera del genere lo si può fare solo considerando che esiste una Tradizione perenne e che essa
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è stata ed è tramandata sempre e comunque in ogni tempo ed in ogni luogo. Per quanto riguarda l’originale forma del testo, considerando la prima cantique come introduttiva, rimangono 300 cantiques. Il numero 300 è divisibile per 3 e per 4. Ternario e Quaternario. L’Autore ci dice che sono Tre Leggi a governare il mondo, Tre come gli elementi (Acqua, Fuoco, Terra)1: «La superficie terrestre mostra i segni di tre leggi, che hanno condotto le sue rivoluzioni. Tutti gli elementi in agitazione, che sono stati causa di convulsioni per il globo e che hanno prodotto le montagne e i vulcani: ecco il fuoco ed il numero. Le oscillazioni lente e successive delle onde, che hanno prodotto monticelli e vallate: ecco l’acqua e la misura. La gravità calma e tranquilla, che ha prodotto le pianure: ecco la terra e il peso. [III]». E ancora l’Autore: «Qual è il quadro della situazione? Da un lato c’è uno, quattro, sette, otto e dieci. Dall’altro due, tre, cinque, sei e nove. Tutto è qui al presente, nonostante i falsi calcoli di un popolo celebre, che ha seguito soltanto la scala aritmetica [CCXXXVIII]». Ma è di 4 fasi che si compone l’Opera di Reintegrazione (regressus ad unum) dell’Uomo di Desiderio: «[...] le tenebre non possono comprendere la luce. Se vuoi comprenderla, questa luce non paragonarla a nessuna delle cose che conosci. PURIFICATI, DOMANDA, RICEVI, ATTUA:
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Nella lettera a Kirchberger del 26 Marzo 1793 l’Autore scrive: «è possibile che ogni scrittore su questa materia possa aver attinto dalla sorgente, ma che tutti si esprimano differentemente. L’unico modo per superare il linguaggio è quello di considerare i principî; lo spirito è lì, e lì, dunque, vi sono tutti gli strumenti per correggere la lettera. I principî devono condurre i numeri; non i numeri i principî. Per esempio, leggo ogni giorno in Jacob Böhme che vi sono quattro elementi; ma io sono geometricamente, numericamente, e metafisicamente certo che ce ne siano solo tre. Questo non impedisce di comprenderci, perché vedo che la nostra differenza è solo nel linguaggio». La correspondance inédite de L.-C. de Saint-Martin dit Le Philosophe Inconnu et Kirchberger, Baron de Liebistorf [...], LETTRE XX, pp. 65-66, Paris, 1862.
PR E S E N TA Z ION E
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tutta l’opera è in questi quattro tempi [VIII] »2. E nella cantique LVII si legge: « Il suo [dell’Uomo di Desiderio] pensiero abbraccia l’unità in quattro intervalli. Il suo occhio vede tre gradi nei primi tre. Il suo spirito sa che il quarto intervallo eguaglia da solo tutti gli altri. Egli dice a se stesso: ‘Ecco tutta la scala’». Infine il lettore attento potrà constatare che l’ordine di queste fasi viene implicitamente rispettato anche in ogni quattro serie di cantiques e per di più in ogni singola cantique. Nel rispetto dell’insegnamento del quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius. Se il lettore troverà taluni passi oscuri, potrà considerare che l’Opera si comprende solo quando la sua predisposizione eguaglia la sua necessità.
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«I dieci numeri si riducono al quaternario 1, 2, 3, 4 [1+2+3+4=10=1]». Ibidem, LETTRE XIV, p. 49
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1. Le meraviglie del Signore sembrano lanciate senza ordine e senza un piano nel campo dell’immensità. Esse brillano disseminate come i fiori che in Primavera colorano i nostri campi. Non cerchiamo un piano più regolare per descriverle. Principio degli esseri, tutto è unito a te. È l’unione segreta con te, che le dà valore, qualunque sia il luogo o la posizione che occupano. Oso levare i miei occhi al trono della tua gloria. I miei pensieri vivificano al considerare il tuo amore per gli uomini e la saggezza che regna nelle tue opere. La tua parola si è divisa in origine, come un torrente che dall’alto delle montagne precipita sulle rocce appuntite. La vedo irrompere nelle nubi di vapore; e ogni goccia d’acqua che rimbalza riflette ai miei occhi la luce del Sole. Così, tutti i raggi della tua parola brillano agli occhi del saggio, la tua luce viva e sacra; egli vede la tua azione produrre e animare tutto l’universo. Oggetti sublimi delle mie cantiche, sarete molte volte obbligati a deviare da voi la mia vista. L’uomo si crede mortale, perché trova in sé qualcosa di mortale; allo stesso modo colui che dà vita a tutti gli esseri fu considerato dall’uomo come colui che non ha nè vita nè esistenza. E a te, Gerusalemme, che accuse non ti hanno mosso i profeti del Signore! Grida di dolore si mescolano ai miei canti di gioia; la pura gioia non è fatta per la triste dimora dell’uomo. Non furono già manifestate ai popoli prove irrefutabili sulle verità primordiali? Se avete ancora dei dubbi, andate a purificarvi in queste fonti. Dopodiché tornerete per unire la vostra voce alla mia. Uniti celebreremo le gioie dell’uomo di desiderio, che avrà ottenuto la felicità di piangere per la verità.
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8. Il vero modo di chiedere soccorso, non è di andare, coraggiosamente, a cercarlo dove si trova? E la forza non si nutre forse con l’azione? E così non è grande se non chi sa combattere, perché è il solo mezzo di saper godere; e perché il primo segreto per venir innalzato oltre le nostre tenebre e i nostri difetti, è quello di elevarci lassù. È per metterci alla prova che Dio ci invia, che abbiamo il diritto di pregarlo, e non per i torti che facciamo a causa della nostra vigliaccheria. Quando il tuo cuore è pieno di dio, ricorri alla preghiera verbale, che sarà espressione dello spirito, come dovrebbe sempre essere. Quando il tuo cuore sarà secco e vuoto, ricorri alla preghiera muta e concentrata; essa darà al tuo cuore il tempo e il mezzo di scaldarsi e colmarsi. Ben presto apprenderai a conoscere, grazie ai suoi semplici segreti, quali sono i diritti dell’anima dell’uomo, quando delle mani viventi l’hanno compressa per spremerne la corruzione e quando essa poi riprende, grazie alla propria naturale elasticità, la sua libera estensione. Ben presto apprenderai a conoscerne l’autorità sull’aria, sul suono, sulla luce e sulle tenebre. Veglia, veglia, sin che sarai in mezzo ai figli della violenza. Potrebbero convincerti di avere qualche potere e invece non ne hanno alcuno. Come potrebbero mai essere amici della verità, se i paragoni che ci presentano sono perennemente falsi? Negli esseri apparenti, non permane alcuna impressione dell’azione degli esseri veri; ecco perché le tenebre non possono comprendere la luce. Se vuoi comprenderla, questa luce, non paragonarla a nessuna delle cose che conosci. Purificati, domanda, ricevi, attua: tutta l’opera è in questi quattro tempi. Purificarsi non è pregare, poiché è combattere? E quale essere umano oserebbe marciare senza purificarsi, visto che non può fare un solo passo, se non pone il piede sui gradini dell’altare? Non basta non dubitare della potenza del Signore, occorre anche non dubitare della tua. Poiché egli te ne ha data una, dandoti un nome, e non chiede altro se non che tu te ne avvalga. Non lasciare quindi tutta l’opera a carico del tuo Dio, visto che ha voluto lasciarti qualcosa da fare. Egli è pronto perennemente a versare in te tutti i suoi beni; egli ti chiede solo di vigilare sui mali che ti circondano e di non fartene sorprendere. Il suo amore ha scacciato per te tali mali fuori del tempio; la tua ingratitudine giungerebbe sino al punto di lasciarli entrare? Uomo, uomo, c’è forse un destino che superi il tuo, poiché sei appellato a fraternizzare col tuo Dio, a operare di concerto con lui?
38. Uomo, fai attenzione che la tua non sia la preghiera del codardo e di chi vuole ottenere tutto senza nessuno sforzo. Quale altra preghiera se non l’azione, se non quella che attira l’azione e che si unisce all’azione? Angelo terrestre, governa l’uomo, lega a lui le azioni pure e salutari. Preservalo, dirigilo, custodiscilo, sii il suo guardiano e il suo mentore. Prenditi cura della sua memoria e della sua educazione per il suo passaggio. Ecco qual è il tuo compito, e la tua opera. L’uomo qui non è ancora nella regione santa e santificante, regione in cui ci sarà soltanto gioia e niente da temere; in cui ci sarà soltanto da ammirare perennemente e dove non ci sarà alcun bisogno di ricordare, perché niente passerà e tutto gli sarà sempre presente; dove non ci sarà bisogno di giudizio, perché nulla sarà confuso e la sua intelligenza comprenderà sempre ogni cosa. Qui egli somiglia agli ebrei in cattività. Andavano a cercarsi il pane in mezzo alle nude spade... Presso gli ebrei il nome del pane e quello della guerra non provengono dalla stessa radice? Qui l’uomo è sotto la legge dell’infanzia, in cui a dominare è la puerilità, che attira in basso la ragione stessa e tutte le facoltà delle persone mature. Qui egli si trova in una legge opposta, poiché tutto precipita e scende nel niente, mentre tutto dovrebbe crescere ed innalzarsi nella regione della luce e della vita. Divora il tempo, dissolvi il tempo, scivola attraverso gli interstizi e le crepe di quest’edificio che è stato scosso sin dalle fondamenta. E scoprirai crepuscoli dell’aurora nascente e come gli inviati di Giosuè potrai narrare ai tuoi concittadini le meraviglie della terra promessa. Misura lo spazio e la durata dell’iniquità sulla terra. Confronta cinque e quattordici con settanta, confronta cinque e nove con quarantacinque. In ciò è l’origine delle forme, il loro fine e il limite del quinario. L’albero non si conosce dai frutti? Studiate la foglia della vite. Mortali, voi vi affliggete pei mali e le sciagure di questo mondo. Le malattie vi scoraggiano, la sventura vi getta a terra; i cupi politicanti vi atterriscono, le rivoluzioni della natura vi agghiacciano per lo spavento. Volgete il pensiero ai veri mali che vi assediano e che dovete sopportare: allora tutti questi mali non vi toccheranno più. Che cosa è mai un leggero malessere per chi è tormentato da orribili sofferenze, trovandosi sotto il flagello dei più atroci supplizi?
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42. Hai pagato il tributo che devi allo spirito? Se non l’hai fatto, che pace speri mai? Quando il lume dell’intelligenza si accende davanti all’uomo, egli deve superare una prova. Egli deve pagare un tributo, un tributo da cui può dipendere tutto il suo futuro. Ogni giorno anche tu devi pagare un tributo allo spirito e da esso dipende il riposo del tuo giorno. Come un guerriero pieno di zelo, sii fedele alla parola, all’ordine del giorno. Hai pagato il tributo dello spirito? Hai sottomesso qualche nemico e l’hai messo sotto i piedi? Dice il Signore – Figlio dell’uomo consolami di tutte le ingiustizie che ho ricevuto da parte dei tuoi simili. Avevo scelto la loro anima come un luogo di riposo, e vi ho trovato solo la corruzione dei sepolcri; ch’io trovi almeno l’anima di un giusto per dimorarvi in pace! Ahimè, se l’uomo non vigila sui desideri della sua anima, e sulla sua stessa preghiera, riuscirà soltanto ad accrescere la sua sventura, perché i desideri dell’uomo sono potenti e la loro forza è difficile da contenere. Ma la vera preghiera è figlia dell’amore. È il sale della scienza; essa fa germogliare nel cuore dell’uomo, come fosse il suo terreno naturale. Essa trasforma tutte le sventure in piaceri; perché essa è figlia dell’amore, perché bisogna amare per pregare e perché bisogna essere virtuosi e sublimi per amare. Uomini di Dio, prendete il maglietto e lo scalpello, scendete nel mio cuore. Spezzate tutto ciò che resta di spigoloso, pulitelo come un bel marmo d’Oriente. Incideteci sopra, a lettere immortali: “Terrore e tremore al cospetto della giustizia del Signore”. Questa parola resterà eternamente esposta alla vista del viaggiatore. Egli si fermerà davanti a questo monumento. Poi continuando il suo cammino dirà nel suo cuore: è una parola buona, se richiama il timore e il rispetto per il nostro Dio.
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47. Quando la finirete d’esser convinti sia di non avere alcun indizio sulle cose del passato sia d’essere impossibilitati a trovarne perfino una pur minima traccia? Ascoltate: senza rifugiarvi nelle cose convenzionali e arbitrarie, pur non essendo giusti, non siete tuttavia del tutto sprovvisti di idee circa il modo di distribuire la giustizia. Quando recate danno al prossimo, v’è almeno un istante in cui percepite la sofferenza che provereste nel ricevere il medesimo trattamento. Se i vostri pregiudizi e le vostre passioni trovassero per un momento tregua, vi farebbero rendere conto che vi siete persi. Ma da dove vi giunge il sentimento di questo equilibrio, cui cedete nella vostra interiorità, anche quando non avete sempre la forza di restargli fedele nel vostro comportamento? Ecco una scintilla del fuoco che ardeva in un’epoca di cui non vi rimane alcun ricordo. Esso è un monumento, un pezzo di antichità che vi immette sulla via per capire le scienze del suo tempo. È un germe delle piante che sono cresciute nel campo degli esseri, ove avete preso esistenza. Certo, non conoscete ancora l’albero e non potete farvene un’idea, se ancora non è sorta la minima gemma. Ma non è sufficiente possederne il seme, per non asserire che siete assolutamente privi d’ogni soccorso? Invece di lasciar deperire questo seme, iniziate a coltivarlo, piantatelo, curatelo, fornitegli acqua. Vedete benissimo che con simili attenzioni anche i semi più estranei al nostro clima producono alberi della loro specie e procurano, a chi li coltiva, tanti vantaggi. Sapete che cosa produrrà questo seme? Sicuramente l’albero stesso e forse, se sarete perseveranti, una foresta intera. Questi alberi fisseranno su di loro le acque dell’atmosfera, che bagneranno le vostre terre e alimenteranno la vegetazione. Queste acque, penetrate nella terra, ne usciranno e trasporteranno lungo il loro corso pagliuzze d’oro, che vi aiuteranno a scoprire il movimento dei minerali composti di zolfo e sali benefici; che ristabiliranno l’ordine e l’equilibrio nei vostri fluidi organici. Tutti gli alberi che si moltiplicheranno, serviranno poi come rifugio agli animali terrestri che andranno a stabilirsi sotto la loro ombra. Tutti gli uccelli del cielo verranno a riposarsi
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54. Non fu tra i primogeniti che venne scelta la razza eletta, e il popolo diletto che avrebbe illuminato gli altri popoli. È stato il terzo figlio di Sem il destinato a essere il capo della razza di Abramo e il germe dell’alleanza. Così è stato il terzogenito dei figli di Adamo a essere scelto, perché fosse il capo della razza santa e il depositario dei divini segreti. Tre non è l’ultima divisione contenuta nella potenza mediatrice universale? Dunque chi mai potrebbe conoscere delle linee rette e dei quadrati nella natura? Il principio radicale non ci resta pur sempre nascosto? Signore, ti ricorderai dell’uomo, a causa del tuo nome, e a causa del rango che occupa tra i suoi fratelli. Quando si abbandonerà al crimine, quando le tenebre lo avvilupperanno, tu farai brillare sulle nubi del suo esilio i raggi della tua santa alleanza con lui, mostrandogli dal fondo dei suoi abissi la regione della vita.
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57. Scienza sei troppo semplice, perché i sapienti e il mondo possano dubitare di te! Il Dio dello spirito, il Dio della verità eterna, non è forse un Dio geloso? Il suo culto e la ricerca della sua gloria non sono al primo posto tra tutte le opere che le creature possono realizzare? Serve essere stato vittorioso sulla bestia e sulla sua immagine, per possedere le arpe di Dio. Questa grazia è così ineffabile, che l’uomo in terra può averne soltanto qualche intuizione. Il suo pensiero abbraccia l’unità in quattro intervalli. Il suo occhio vede tre gradi nei primi tre. Il suo spirito sa che il quarto intervallo eguaglia da solo tutti gli altri. Egli ha detto: “Ecco tutta la scala”. Allora il sentimento della divinità maestra lo invade. Sua sola passione diventa l’impellente ardore di celebrarlo e di innalzarlo al di sopra di tutti i Troni e di tutte le Dominazioni. L’anima s’identifica con la verità suprema. Gli esseri criminali quando sono soggetti ai supplizi le sembrano esseri dimenticati, dalla spenta esistenza. Dio stesso rimprovera Samuele che non smette di piangere Saulo, in quanto l’aveva respinto. Avverte Geremia di non piangere più per il suo popolo. È terribile la giustizia di Dio, considerando che in taluni casi la preghiera stessa può divenire offesa! Saggezza, ti preoccupi meno di salvare la tua gloria, che di risparmiare i colpevoli. Quando vieta di pregare per loro? Quando sono così corrotti che non potendo più accogliere i dolci frutti della preghiera li irrita e, invece di esser loro di sollievo, li danneggia. Se perlomeno l’uomo non fosse così spesso pronto a scacciare e a maledire! Quale supplizio più grande per questo essere privilegiato, destinato soltanto a delle opere di pace?
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59. Sì, avete scoperto anticamente e ancora ai nostri giorni un’infinità di poteri nei numeri. Ma essi sono quasi tutti morti. Che effetto vi dà il doppio quadrato senza conoscerne la radice? Non confondete più le diverse leggi degli esseri. È evidente che non esiste un grosso rapporto tra il terzo numero e sette, poiché sette è un suo attributo e poiché governa il temporale; ma è parimenti chiaro che questo capo settenario non offre alcuna traccia sulla forma umana. Perché non è divenuto corpo materialmente; perché non è comparso che dopo la liberazione e perché è venuto sulla terra solo per renderci il primo grado della nostra antica gloria. Ed è ancora più chiaro che otto non può offrire alcun segno tra le cose composte, perché il suo regno non è di questo mondo; poiché è la sua forma sei che noi abbiamo visto, e non lui. Non confondete più dunque il quaternario, il quadrato e il ricettacolo; il quaternario appartiene al principio, il quadrato alla potenza e il ricettacolo alla giustizia. Se questi tre simboli portano lo stesso numero, sono però differenti per fine e per caratteristiche. Non occorre forse considerare la misura persino nella nostra credenza in quegli assiomi che hanno per oggetto solo verità naturali? Il tutto è maggiore di una sua parte. Ma come applicare questa legge all’essere semplice? Se essa è vera per l’ordine naturale, è nulla per l’ordine semplice, e falsa per l’ordine misto. È solo nella calma della nostra materia che il nostro pensiero si sente a proprio agio. Non è che nella calma dell’elementare che agisce il superiore. È solo nella calma del nostro pensiero che il nostro cuore fa i veri progressi; è solo nella calma del superiore che il divino si manifesta.
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64. Lo spirito dell’uomo è debole, più parco, o forse opera in regioni più invisibili d’un tempo? Sembra persino non avere più la forza di commettere dei crimini notevoli. I popoli antichi erano tremendamente corrotti; la loro forza andava dagli inferi ai cieli. Così le potenze celesti si mettevano in movimento. Dio agitava le radici e le colonne della natura. Egli ordinava alle acque di avvolgere la faccia della terra. Egli metteva allo scoperto i fondamenti del mondo. Quando i poteri criminali dei popoli hanno cominciato ad affievolirsi, anche le vendette celesti si sono placate. Alle vendette sono subentrate le minacce e ai profeti è stato dato il compito di spaventare i popoli. La stella di Giacobbe è poi venuta a portare la pace agli uomini e ad annunciare loro la liberazione. Non è venuta con le minacce e le parole di spavento dei profeti. È venuta ad annunciare che il suo giogo era dolce e che gli uomini avrebbero trovato in esso il riposo dell’anima. Dopo quest’epoca di salvezza dei popoli, per caso, ormai non c’è più nulla da fare? Dio non si manifesta più in modo autentico, né tramite vendetta né tramite minacce né colle consolazioni. La futura umanità sembra ormai abbandonata a se stessa. No. Le misure si colmano nel sonno e nel silenzio. Si svilupperanno nel dolore. Sentirete parlare di guerre e di rumori di guerra. Che cosa sono mai le nostre guerre umane e politiche, di cui è piena la storia e che pretendiamo di collegare così direttamente all’occhio della divina giustizia e alla mano del Dio degli eserciti? Vedrete rinascere le guerre del popolo eletto contro gli Amorrei, gli Amalechiti e i Filistei. Vedrete rinascere i tempi dei sacrificatori di Baal; la fine somiglierà all’inizio. Ma la spada della giustizia si ridesterà. Farà stragi ancora più grandi che all’epoca di quei popoli, perché sarà il verbo stesso del Signore ad affilarla e a farla marciare contro gli
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empi. Dallo stato di nullità in cui i popoli si trovano passeranno alla falsa attività, perché è la più vicina al niente. Soltanto dopo tali spaventose rivoluzioni ritorneranno a un’attività normale. Ebrei, voi aspettate di tornare alla Gerusalemme terreste. Le vostre profezie non sono compiute dal ritorno di Babilonia? Ebrei, voi aspettate la liberazione: ma non siete affatto schiavi, come lo eravate stati in Egitto e in Assiria; siete piuttosto in abbandono. Ebrei, voi aspettate il regno glorioso e temporale del Riparatore; non l’avrebbe egli già da tempo stabilito tra di voi se aveste voluto riconoscerlo? Non è vero che tutto è consumato? E poteva egli offrire sulla terra il trionfo più bello, di quello che è consistito nel porre la corona sul nome sacro che doveva dissolvere l’ingiustizia? Egli è spirito. Il suo regno glorioso è sempre pronto per tutti quelli che non saranno stati sommersi da quello del giorno del giudizio.
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sui loro rami, a perpetuarci la loro specie e a estasiarvi coi loro cinguettii. Potrete servirvi di qualcuno di tali alberi per scaldarvi quando avrete freddo, per edificarvi delle capanne contro le intemperie e persino per costruirvi navi, che vi trasporteranno in tutto il mondo. Potrete scoprirne le scienze, le leggi, oltreché tutte le ricchezze, e mettervi in grado di conoscere le costellazioni di tutte le regioni del cielo. Forse voi potrete, passeggiando sotto le ombrose foreste, facendovi penetrare dal raccoglimento che tali luoghi inspirano, acquisire conoscenze sul roveto ardente e sulla vostra missione presso i vostri fratelli, in cattività sotto il re degli Egizi. Non dite più allora che la storia antica del vostro essere vi ha lasciato senza indizi e senza resti, poiché anche con il solo seme trasmessovi potrete farla rivivere totalmente.
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145. Quando vorrai mettere a profitto le istituzioni religiose e farne uso, tieniti al di sotto; occorre qui che tu sia passivo. Quando ne vorrai analizzare il senso e l’origine, con la riflessione e il ragionamento, tieniti al di sopra; qui occorre che tu sia attivo. Il figlio dell’uomo è padrone dello stesso sabato. Il segreto è di servirti ora del tuo cuore e ora del tuo spirito secondo il caso. Il tuo spirito è soddisfatto? Apri il tuo cuore. Potrai abbandonarti ai suoi moti senza debolezze e senza puerilità. Il tuo cuore è soddisfatto? Apri gli occhi del tuo spirito. Lasciati portare sulle ali dell’intelligenza; sarà essa stessa a svelarti i veri tesori, che soli possono bastare a tutti i bisogni.
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167. Anche se hai in te il terrestre, lo spirituale e il divino, si direbbe che un veleno, diffuso sul volto di tutta la tua specie, ti offusca lo sguardo, e ti nasconde la bellezza e la verità delle meraviglie da cui sei circondato. Perché non vedo che morte, mentre la vita è dovunque? Perché son ridotto a errare in mezzo ai sepolcri, mentre l’universo intero fa da portico alla Gerusalemme santa? Sacri ornamenti di questa città superba, non celatevi più agli occhi dei mortali. Le pietre preziose fuoriescano dalla miniera, che i metalli si purifichino, e che l’astro del giorno ritorni ad abbellire l’universo! In quale epoca gli uomini si sono più occupati delle scienze dello spirito, nonostante il regno tenebroso dei falsi sapienti? In quale epoca le anime di desiderio si sono più preparate a marciare verso il tempio? E tuttavia il tempio ancora non compare. Signore, Signore, tu solo conosci il tempo e le epoche, e tu non regoli le tue opere secondo la debole saggezza dell’uomo. L’ebreo stesso resisterebbe alla verità, al numero e all’intelligenza, se gli venissero presentati? Ma la sua ora non sembra ancora venuta; è stato Dio stesso a mettergli la benda sugli occhi, non c’è che lui che possa anche togliergliela. Non prestate fede a tutte le voci che vi parlano. Ce ne sono di quelle che possono uscire da voi, parlare in voi, e non essere la voce dello spirito. Non confidatevi, nei prodigi che queste voci vi annunziano, anche quando siano in parte giustificati dagli eventi. A volte basta che vi occupiate troppo di queste profezie che vi colpiscono, perché ne risulti un qualche effetto. Pensiero dell’uomo, una parte dei pericoli che affronti non si trova forse nella tua stessa grandezza? E se tu non fossi, per essenza stessa, così potente, avresti bisogno di essere così vigile sull’esercizio e sulle conseguenze dei tuoi poteri? Temeresti di prendere le tue opere e i tuoi risultati per quelli della suprema saggezza, ingannato dalle somiglianze? Cerca almeno di ingannarti restando solo e di non trascinare le nazioni in queste oscure illusioni.
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172. In origine non eravamo altro che carne, poiché il verbo si è fatto carne, per liberarci dalla carne e dal sangue. Ora noi siamo spirito e carne, poiché il verbo si è fatto carne per rendersi simile a noi. L’uomo può sostenere l’uomo; ma solo Dio lo libera. Non è stato lui a liberare dalla terra d’Egitto l’uomo, affinché potesse dargli, dopo tale liberazione, la legge? Nella servitù l’uomo non può pensare che a se stesso. Nella legge spirituale può pensare ai suoi simili; ma egli opera per loro solo su questa terra e su questa superficie. Ecco perché le promesse e le ricompense della legge di Mosè, senza essere materiali, sono tutte terrestri. Nella legge della grazia l’uomo può operare per il prossimo in tutti i mondi; ecco perché i suoi frutti sono così segreti e così invisibili agli uomini dei sensi. La legge nuova è connessa all’infinito; è fuori dalle curve, ed è conosciuta solo agli uomini semplici. Voi affermate che la nuova legge ha annullato la vecchia legge. Sì, ma per coloro che avranno cominciato a compierla, e a sterminare tutti gli abitanti della Palestina. Come potreste dedicarvi alle opere e alle operazioni invisibili, se non avete ancora acquistato l’esperienza delle opere visibili e terrestri? Non è ancora il momento di pensare a quella legge futura, quando non ci saranno più operazioni e ci saranno invece solo gioie; lo spirito umano non è in grado di concepirla. Non è abbastanza per lui che abbia conosciuto le nozze di Cana? Voi avete conservato sino a questo momento il vino buono. Occorreva la luce del sole per svelare le campagne agli occhi dei mietitori. Portate la falce sulle cime dei monti, sulle colline e nelle umili vallate. Andate anche nei laghi e nei luoghi paludosi: dovunque si può trovare qualche spiga. Non bisogna lasciarle perdere. Santi operai del Signore, che il torrente della carità ingrandisca, e che purifichi sempre di più le vallate fangose. Assecondate i miei desideri. Non hanno altro fine che di veder entrare nel mondo il nome e il regno del Signore.
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175. Sai bene a che cosa ti impegni, quando chiedi che lo spirito sia su di te? Ti impegni alla resurrezione della parola, e alla difesa della parola. Tu ti impegni, secondo l’espressione dei profeti, a diventare responsabile, come essi, del sangue delle anime. E dunque bada bene, lungo quale sentiero tu cammini per entrare nel cammino della parola. Non c’è alcun mezzo, che non ti dia qualche risultato. Se ci vuoi arrivare con delle manifestazioni, avrai delle manifestazioni. Vuoi arrivarci con delle crisi e degli effetti sonnambulici, avrai delle crisi e degli effetti sonnambulici. Vuoi arrivarci con la semplice morale e con la misticità, sarai servito di morale e misticità. Ma i tuoi successi non t’illudano più; non considerarli come prove, che sei nel vero; e leggi la legge nel Deuteronomio, 13: 1, 2, 3, 4. Anima mia, prosternati davanti al tuo Dio, purificati, in questa umile posizione. Sciogli i legami del tuo vecchio vestito. Esso precipita. Un abito scintillante ti vestirà e sarai rinnovato nel battesimo di Dio. L’anima in travaglio apra i sensi del suo essere, affinché la vita possa penetrarla. Penserà ancora alle tribolazioni, ai discorsi degli imprudenti? Una fame divorante la trascina; è incalzata dalla fame della verità, e dall’indigenza dello spirito. Piomba sulla tua preda, attaccati a essa con accanimento. Pensa che i tempi sono stati accorciati; non è più il momento di restare quarant’anni nei deserti, ne di camminare per quaranta giorni per giungere al monte Horeb. Simile al figlio dell’uomo, sarai trasporta-
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to, come il lampo, da oriente a occidente. Lo spirito ti darà la sua agilità e in un istante ti renderà presente, simultaneamente, in tutte le regioni. 176. Il pastore venga a prendere la sua pecorella! La stringa forte tra le braccia e che essa non scappi più! L’uomo è la decima del Signore. Il Sole venga a pompare la rugiada e che la purghi di tutte le immondezze che essa prende sulla terra! L’uomo, come una vigorosa pianta, dovrebbe emettere numerosi polloni. Dovrebbe penetrare tutti i pori della sua materia e non lasciarne una sola parte non dissolta. Ma essa si difende, si raccoglie, per chiudergli il passaggio e per soffocarlo nella sua prigione. Illusione, illusione, tu sarai soggiogata; l’uomo rianimerà le proprie forze. I rami si estenderanno e si innalzeranno sopra le tue rovine. Cercate le acque che fanno germogliare le piante; ma scegliete bene la semenza. Come potrebbe il due essere una radice? Non produce neppure una figura: sapienti del secolo, è la vostra dottrina ingannevole che vi ha fatto conoscere ogni cosa. Avete voluto formare tutto per composizione, persino i numeri. Ma ora, fermatevi. I numeri dipingono gli esseri che producono, come le piante e non le sostanze che si accumulano, come i composti. Tutti questi numeri sottostanno alle leggi di reazione; è così che si innalzano alla loro potenza, e non troverete mai un’immagine più bella del potere attivo e diversificato di tutti gli esseri. È tra queste radici che si trovano batteri avvelenati, che si mischiano anch’essi alla loro potenza. Anzi, occorre persino che i loro prodotti somiglino a quelli delle radici pure; ma osservatene gli elementi e ne conoscerete subito l’errore. Uomo, impara a rispettare te stesso. Di tutte le radici vere, dopo Dio, sei la più sublime. Ecco perché egli si aspettava da te alberi fertili e imponenti. Ti sei confuso con le piante più basse, più vili e più nocive; nonostante tutto il tuo amore ti viene ancora a cercare, tra i giunchi delle paludi!
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189. Forse le basi e le fondamenta dell’edificio sono esposte, come l’edificio stesso, alle confuse azioni dell’atmosfera, e a tutti i disordini dei venti e delle tempeste? E l’uomo interiore può essere compreso dai sensi? Sfortunatamente, nel nostro attuale stato, i sensi possono facilmente essere intelligibili all’uomo interiore. Essi hanno un’azione analoga alla sua sensibilità; essi si uniscono a questa sensibilità e così attraggono a sé persino il pensiero. Apritevi, regioni della vita: che l’anima vada a sedersi alla tavola santa; l’orgoglio della sua nascita la richiama verso il soggiorno della luce. Le nazioni straniere hanno devastato il tempio del Signore; ne hanno tolto i vasi preziosi che servivano ai sacrifici; hanno messo a fuoco il tempio stesso, e ne hanno abbattuto le mura: ma le basi sono ancora nella terra e le piante di questo santo edificio si sono conservate. 190. A vedere la moltitudine dei libri e degli scrittori chi può dubitare dell’assenza della parola? Si crederebbe che la stessa lingua degli ebrei non fosse fatta per essere scritta. Parecchie delle sue parole sono così simili, che potevano venir distinte soltanto grazie alla pronuncia. Sarebbe dunque vero che è stato scrivendo, che le lingue sono andate perdute, e che devono essere state tutte attive? Non sono forse le diverse pronunce, che possono variare all’infinito il senso delle parole, mentre con la scrittura il senso è sempre lo stesso? Occorre spingersi più lontano? Gli spiriti non hanno scritto e dipinto lettere, se non dopo le varie prevaricazioni. Prima di tali epoche non facevano che agire e parlare. Dio diede a Mosè verbalmente il suo nome e i suoi comandamenti, sulla montagna. Le tavole scritte non furono date che per il popolo, che non poteva intendere
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la parola. Osservate d’altronde ciò che avviene attorno a voi. Voi parlate ai bambini, prima di farli scrivere, e prima di scrivere al loro cospetto. La lingua vera dovette essere parlata, prima di essere scritta; sarà parlata dopo che non si scriverà più: perché l’intelligenza è racchiusa tutta nella parola. Masoreti, avete ridotto l’intelligenza della lingua sacra al numero dei punti di cui vi siete ricordati, o che avete inventato. Non può essa offrire eternamente un numero infinito di nuovi sensi, per l’intelligenza? Era con le lingue composite e arbitrarie che occorreva adoperare tale licenza. Per la lingua dello spirito, occorreva lasciare allo spirito il compito di svilupparne a suo piacimento l’intelligenza. Forse fu coi libri, forse col soccorso dell’industria umana, che Paolo apprese delle cose ineffabili e che gli apostoli giunsero a parlare tutte le lingue del mondo?
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238. È lo stato degli esseri che serve a determinare le leggi dell’economia divina; perché è il loro stato che determina ciò che c’è da fare per il loro maggior bene. Non fatevi più spaventare da parole come sacrifici, patimenti ed espiazione; egli non si compiace del dolore. Ma questi dolori così necessari per la nostra guarigione nessuno di noi sarebbe stato in grado di sopportarli. Qual è il quadro della situazione? Da un lato c’è uno, quattro, sette, otto e dieci. Dall’altro due, tre, cinque, sei e nove. Tutto è qui al presente, nonostante i falsi calcoli di un popolo celebre, che ha seguito soltanto la scala aritmetica. Ecco perché il Santo è venuto a vincere, per noi, colui che noi non eravamo in grado di vincere da soli. È stata la sua forza invincibile che ha reso la morte come nulla per noi, e che la renderà come nulla per noi, se noi lo seguiamo nel combattimento e indossiamo la sua armatura. Non è per te, nemico crudele, è contro di te che si è sviluppata la sua potenza; tu non hai più nulla da aspettarti da lui; hai perduto tutto ciò che avevi e lui ha dato tutto ciò che aveva. Il cerchio è chiuso. La corteccia e i rami inutili sono gettati nella fossa. Sono trasformati in bitume, e sono ormai adatti soltanto a essere consumati dal fuoco. Chi non fremerà, contemplandone il colore? Terra, terra, tu vuoi veramente divorare le iniquità dell’uomo e i frutti del suo peccato; ma tu vomiterai il bitume fuori del tuo seno: non puoi più entrare nella produzione, esso è condannato a errare sulle onde del mare.
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300. Al momento del delitto, tutti gli universi sono diventati opachi e sottoposti al peso: il delitto è come se avesse coagulato le parole di vita; ha reso muta tutta la natura. Posterità umana, hai abusato del silenzio della parola per accrescere ancora di più la tua depravazione, credendo che non ci fosse più parola presso di te, né sopra di te! Ma la parola del Signore non è una spada doppia, non è una spada vivente? Il silenzio e un essere muto, come la natura, sono per essa una violenza e una situazione passeggera. Il Signore ha parlato, la sua voce trionfa e vince sui poteri del delitto. Il silenzio è abolito. Tutti i punti dell’universo sono trasformati in lingue viventi. Oh notte! Tu precipiti con il silenzio; possono mai esistere le tenebre presso la parola dell’Eterno? La natura è diventata brillante come il sole, perché essa è diventata come lui il tabernacolo della parola. Ma la parola ridestandosi dividerà tutti i mondi in due classi, come un tempo gli ebrei furono divisi sull’Hebal e sul monte Garizim; e le voci di Hebal pronunceranno incessantemente la maledizione contro i nemici della legge del Signore. Uomo empio, uomo trascurato, poniti con la mente in questo terribile momento; non c’è più spazio né tempo per te. Tu non hai più, come sulla terra, la risorsa delle tenebre e del silenzio per proteggerti dallo spavento che ti causerebbe la luce e la parola del Signore. Sarai perseguito dalla luce e dalla parola. Come un uomo colpevole quaggiù, abbandonato a mali funesti, o alla spada della giustizia; tu udrai il tuo sangue e tutte le tue sostanze prendere la parola per maledirti, e per maledire tutti i tuoi atti ingiusti. Uomo di desiderio, sforzati di arrivare sulla montagna di benedizione, fa rinascere in te la parola vera. Tutte queste voci importune saranno lontane da te e udrai continuamente la voce santa delle tue opere, e la voce delle opere di tutti i giusti. Tutte le regioni rigenerate nella parola e nella luce eleveranno come te la loro voce sino ai cieli; non ci sarà più che un unico suono che si farà udire per sempre, ed ecco quale sarà questo suono: l’Eterno, l’Eterno, l’Eterno, l’Eterno, l’Eterno, l’Eterno, l’Eterno.
Louis Claude de Saint-Martin
Tra le opere che esprimono più efficacemente lo spirito esoterico d’Occidente vi è senza dubbio L’Homme de désir (1790) di Louis Claude de Saint-Martin. L’opera del “filosofo incognito”, infatti, è stata da sempre studiata dagli esoteristi di tutta Europa per la sua originalità e profondità di pensiero. Una vasta disamina sul sacro, sull’uomo e su Dio articolata in 301 brevi capitoli, che possono essere letti anche in ordine non cronologico e che contengono in nuce tutto quello che sarà poi lo sviluppo della dottrina e del pensiero martinista. L’Autore, nelle 301 cantiques di cui si compone il testo, riesce con straordinaria intelligenza a disseminare una poderosa summa degli insegnamenti esoterici delle scuole occidentali e soprattutto una sintesi del suo personale sistema.
L’uomo di desiderio
Jouvence www.jouvence.it
ISBN 978-88-7801-XXX-X
Louis Claude de Saint-Martin L’uomo di desiderio Traduzione Integrale di Matteo Ranalli
Louis Claude de Saint-Martin (1743 - 1803) il Filosofo Incognito. Raramente un autore è riuscito con le sue Opere a contrassegnare lo sviluppo del pensiero e della ricerca esoterica d’Occidente. Le analisi e la profondità dei suoi studi hanno rappresentano un unicum nel panorama d’Occidente.