GARTH STEIN
L’ARTE DI CORRERE SOTTO LA PIOGGIA Traduzione di FEDERICA MERANI
[eBookLove - eBL 062]
GARTH STEIN
L’ARTE DI CORRERE SOTTO LA PIOGGIA Traduzione di FEDERICA MERANI
[eBookLove - eBL 062]
A Muggs
Con il potere della mente, la determinazione, l’istinto e l’esperienza, si può volare molto in alto. AYRT AYRTON ON SENNA
1 I gesti sono tutto ciò che ho, e a volte devono essere eclatanti. Se mi capita di esagerare e sconfinare nel melodramma perch! sono costretto a farlo, per comunicare in modo chiaro ed efficace. "er farmi capire, sen#a du$$i o malintesi. Sulle parole non posso contare perch!, con mio grande dispiacere, la mia lingua stata concepita lunga, piatta e floscia, uno strumento davvero poco efficace per rigirarmi in $occa il ci$o %uando mastico, e ancora meno efficace per produrre %uegli ingegnosi e complicati polisilla$i che messi insieme formano le frasi. Ecco perch! adesso me ne sto %ui in cucina ad aspettare che &enn' torni a casa ( dovre$$e arrivare a momenti ( sdraiato sulle fredde piastrelle del pavimento, in una po##a della mia stessa urina. Sono vecchio. "otrei sen#)altro invecchiare ancora di pi*, ma non cos+ che voglio andarmene. Im$ottito di analgesici e steroidi per ridurre il gonfiore alle articola#ioni. on la vista anne$$iata dalla cataratta e grossi pacchi di plastica pieni di pannoloni per cani ammucchiati nella dispensa. Sono convinto che &enn' mi comprere$$e uno di %uei carretti che ho visto per strada, %uelli su cui appoggiare il posteriore per tirarsi dietro il culo %uando si comincia a perdere colpi. "i* umiliante e degradante di cos+... Non sar- come mascherare il cane per allo/een, ma poco ci manca. 0o fare$$e per amore, certo. &i sicuro cerchere$$e di tenermi in vita il pi* a lungo possi$ile, il corpo che si deteriora, si disintegra intorno a me, si dissolve, finch! di me non resta altro che il cervello, immerso in un $arattolo di vetro pieno di li%uido trasparente, i $ul$i oculari che galleggiano in superficie e ogni genere di fili e tu$icini per alimentare il poco che rimane. 1a io non voglio essere tenuto in vita. "erch! so cosa c) dopo. 0)ho visto in tv. In un documentario sulla 1ongolia, figuriamoci. 0a cosa pi* $ella che a$$ia mai visto in televisione, a parte il 2ran "remio d)Europa del 3445, s)intende, la pi* straordinaria corsa automo$ilistica della storia, in cui A'rton Senna diede prova di essere un genio sotto la pioggia. &opo il 2ran "remio del 3445, la cosa pi* $ella che a$$ia mai visto in tv un documentario che mi ha spiegato ogni cosa, mi ha chiarito le idee, mi ha rivelato tutta la verit-6 %uando un cane finisce di vivere le sue vite da cane, si reincarna in un uomo. 1i sono sempre sentito %uasi umano. o sempre saputo di avere %ualcosa di diverso rispetto agli altri cani. 1i hanno infilato nel corpo di un cane, d)accordo, ma si tratta solo di un guscio. 7 %uello che c) dentro che conta. 0)anima. E la mia anima molto umana. Ora sono pronto a diventare un uomo, anche se mi rendo conto che perderò tutto ciò che sono stato. Tutti i miei ricordi, le mie esperien#e. 1i piacere$$e portarmeli dietro nella mia nuova vita ( ne a$$iamo passate cos+ tante, la famiglia S/ift e io ( ma ho poca voce in capitolo. he altro posso fare se non sfor#armi di ricordare8 Tentare di imprimere tutto %uello che so nell)anima, una cosa che non ha superficie, non ha lati, non ha pagine, non ha alcuna forma. E cacciarmelo cos+ in fondo alle pieghe dell)esisten#a che %uando aprirò gli occhi e guarderò le mie nuove mani, ognuna con il suo pollice capace di chiudersi attorno alle altre dita, saprò gi- tutto. 9edrò gi- tutto. Ecco che si apre la porta, e sento il suo richiamo familiare6 :Ehi, ;o<=. &i solito non resisto6 metto da parte il dolore, $al#o in piedi, scodin#olo e con la lingua ciondoloni vado a infilargli il muso tra le gam$e. i vuole una for#a di volont- %uasi umana per trattenersi in %uesta specifica occasione, ma io lo faccio. 1i trattengo. Non mi al#o. Recito. :En#o8= Sento i suoi passi, il tono preoccupato della voce. 1i trova e mi guarda. Io al#o la testa, s$atto appena la coda sul pavimento. Interpreto la parte.
0ui scuote la testa e si passa una mano tra i capelli, poi appoggia il sacchetto della spesa con la cena. Attraverso la plastica sento odore di pollo arrosto. Stasera manger- pollo arrosto e lattuga ice$erg. :Oh, En#<= mi dice. 1i si avvicina, si accovaccia, mi tocca la testa come fa lui, seguendo la piega che ho dietro l)orecchio, e io sollevo il capo e gli lecco l)avam$raccio. :he successo, $ello8= mi chiede. Non si può spiegare a gesti. :e la fai ad al#arti8= Io ci provo, tento di tirarmi su. Il cuore mi parte all)impa##ata perch! no, non ce la faccio. Il panico mi assale. "ensavo che la mia fosse una recita e invece non ce la faccio proprio ad al#armi. 1erda. 0a vita che imita l)arte. :Sta) tran%uillo, $ello= mi dice, premendomi il petto per calmarmi. :i penso io.= 1i solleva sen#a sfor#o, mi culla, e io gli sento addosso l)odore della giornata appena trascorsa. Sento l)odore di tutto %uello che ha fatto. &el lavoro all)autofficina, dove sta tutto il giorno in piedi dietro al $ancone, a fare il gentile con i clienti che strillano perch! la loro >1? non fun#iona a dovere e ripararla costa troppo, perciò sono furiosi e con %ualcuno devono pur prendersela. Sento l)odore del suo pran#o. 7 stato al $uffet indiano che gli piace tanto. "re##o fisso e mangi %uanto vuoi. Si spende poco, e certe volte &enn' si porta un contenitore e ru$a por#ioni e@tra di pollo tandoori e riso giallo da mangiare anche a cena. Sento odore di $irra. Si fermato a $ere da %ualche parte. Al ristorante messicano su in collina. a l)alito che sa di tortilla chips. Adesso i conti tornano. &i solito sono $ravissimo a ricostruire il tempo trascorso, ma stavolta non ero attento, troppo preso dalla mia recita. 1i sistema con delicate##a dentro la vasca, apre %uella cosa che si tiene in mano per fare la doccia e mi dice6 :Tran%uillo, En#=. &ice6 :Scusa se ho fatto tardi. Sarei dovuto venire su$ito a casa, ma i raga##i al lavoro hanno insistito. o detto a raig che me ne andavo, ma...=. "ensa che a$$ia avuto %uest)incidente perch! lui arrivato tardi, me ne rendo conto da come gli si smor#ata la voce. Oh, no. Non era %uesto il messaggio. 7 cos+ difficile comunicare, ci sono di me##o cos+ tanti meccanismi. Esposi#ione e interpreta#ione, due cose che dipendono a tal punto l)una dall)altra da rendere tutto molto complicato. Non volevo farlo sentire in colpa. 9olevo che si arrendesse all)eviden#a, perch! non c) niente di male se mi lascia andare. Ne ha passate tante, ma alla fine ne uscito. Ora ha $isogno di non avermi pi* intorno a dargli dei pensieri. a $isogno che lo lasci li$ero di far vedere %uanto $rillante. 7 cos+ $rillante. Risplende. 7 $ello, con %uelle mani che afferrano le cose e %uella lingua che le dice, le cose, e con %uel suo modo di stare in piedi e di masticare il ci$o cos+ a lungo, riducendolo in poltiglia prima di ingoiarlo. 1i mancheranno, lui e la piccola ;o, e so che anche loro sentiranno la mia mancan#a. 1a non posso permettere al sentimentalismo di offuscare il mio magnifico piano. Buando l)avrò portato a termine, &enn' sar- li$ero di vivere la sua vita, e io tornerò sulla terra sotto nuove sem$ian#e, nei panni di un uomo. "oi lo troverò, gli stringerò la mano, mi complimenterò per il suo talento e, stri##andogli l)occhio, gli dirò6 :Tanti saluti da En#o=. E voltandomi mi allontanerò veloce, mentre lui mi grider-6 :i conosciamo8 i siamo gi- incontrati8=.
Cinito il $agno, lo guardo mentre lava il pavimento della cucinaD poi mi d- la pappa, e io la mangio di nuovo troppo in fretta, mi sistema davanti alla tv e intanto si prepara la cena. :he ne dici di guardarci un video8= mi fa. :S+, vada per il video= rispondo, ma ovviamente lui non mi sente. Inserisce la registra#ione di una delle sue corse, la fa partire e ci mettiamo a guardarla. 7 una delle mie preferite. &urante il giro di riscaldamento il circuito asciutto, ma appena sventola la $andierina verde per dare il via alla gara c) un muro d)ac%ua, un ac%ua##one torren#iale che allaga la pista, e tutte le macchine intorno perdono il controllo e finiscono nell)er$a. 1a &enn' le evita e ci passa in me##o, come se la pioggia risparmiasse solo lui, come se conoscesse la formula magica in grado di li$erargli la strada dall)ac%ua. "roprio come al 2ran "remio d)Europa del 3445, %uando Senna fece %uattro sorpassi nel primo giro, %uattro dei migliori piloti del campionato a $ordo delle loro monoposto ( Schumacher, ?endlinger, ill, "rost ( e lui li superò tutti. ome se conoscesse una formula magica. &enn' $ravo %uanto A'rton Senna. Solo che non lo vede nessuno perch! lui ha delle responsa$ilit-. a sua figlia, ;o, e aveva sua moglie, Eve, che stata male finch! non morta, e poi ha me. E a$ita a Seattle %uando invece dovre$$e a$itare altrove. E ha un lavoro. 1a certe volte, %uando va via, torna con un trofeo, me lo mostra e mi racconta delle sue corse, di come ha $rillato in pista, di come ha fatto vedere a tutti gli altri piloti, a Sonoma o in Te@as o sul circuito del 1idOhio, cosa vuol dire guidare sul $agnato. Buando la cassetta finita mi dice6 :Fsciamo= e io mi sfor#o di al#armi. 1i solleva le chiappe a me##)aria, mi centra il peso sulle #ampe e sono a posto. "er dimostrarglielo gli strofino il muso contro la coscia. :Eccolo, il mio En#o.= Fsciamo dall)appartamentoD una serata pungente, fredda, limpida e ventosa. Arriviamo giusto in fondo all)isolato e torniamo indietro, perch! le anche mi fanno troppo male e &enn' se ne accorge. &enn' lo sa. Buando rientriamo, mi d- i $iscotti della $uonanotte e io mi appallottolo nella mia cuccia sul pavimento, accanto al suo letto. 0ui prende il telefono e compone un numero. :1iGe= dice. 1iGe l)amico con cui &enn' lavora dietro al $ancone dell)autofficina. Assisten#a clienti, cos+ la chiamano. 7 un piccoletto con delle mani affettuose, rosa, sempre pulite e sen#a odore. :1iGe, puoi coprirmi domani8 &evo riportare En#o dal veterinario.= Negli ultimi tempi siamo andati spesso dal veterinario, per tutte %uelle medicine che dovre$$ero farmi stare meglio, ma che in realt- non lo fanno. E visto che non lo fanno, e considerato tutto %uello che successo ieri, ho messo i n atto il mio piano d)a#ione. &enn' smette di parlare per un attimo e %uando ricomincia ha una voce che non sem$ra la sua. 7 aspra, come %uando ha il raffreddore o l)allergia. :Non so= dice. :1i sa che un viaggio di sola andata.= Non sarò in grado di formulare le parole, però le capisco. E mi stupisco di %uello che ha detto, anche se sono stato io a organi##are tutto. "er un momento mi stupisco che il mio piano stia fun#ionando. &i sicuro la cosa migliore per tutti %uanti, lo so. "er &enn' la cosa giusta da fare. a fatto cos+ tanto per me, durante tutta la mia vita. "er sde$itarmi gli darò la li$ert-. 2li permetterò di arrivare in alto. e la siamo spassata e adesso finitaD che c) di male8
hiudo gli occhi e nel dormiveglia lo ascolto fare le cose che fa ogni sera prima di dormire. Tutto uno spa##olare e spru##are e schi##are. Fn sacco di cose. 0e persone e i loro rituali. Si aggrappano cos+ forte alle cose, certe volte.
2 1i scelse da un)ammucchiata di cuccioli, un groviglio di #ampe, orecchie e code che si dimenavano dietro un fienile, in un campo pu##olente vicino alla citt- di Spangle, nella parte orientale dello stato di ?ashington. Non ricordo molto del posto da cui provengo, ma ricordo mia madre, una la$rador massiccia, con le tette cadenti che dondolavano di %ua e di l- %uando i miei fratelli e io le rincorrevamo da una parte all)altra del cortile. A dire il vero, non sem$rava che a mia madre piacessimo un granch!, e se mangiavamo o pativamo la fame per lei non faceva nessuna differen#a. Ogni volta che uno di noi se ne andava, sem$rava sollevata. Fn mammifero uggiolante in meno a rincorrerla per spillarle il latte. 1io padre non l)ho mai conosciuto. 0a gente alla fattoria disse a &enn' che era un incrocio tra un cane pastore e un $ar$one, ma io non ci credo. Non l)avevo mai visto un cane del genere alla fattoria e, anche se la signora era gentile, il nostro padrone era un vero $astardo che ti guardava dritto negli occhi e ti mentiva anche %uando gli conveniva dire la verit-. Caceva lunghi discorsi sull)intelligen#a delle varie ra##e canine ed era fermamente convinto che i pi* svegli fossero i cani da pastore e i $ar$oni e che diventassero ancora pi* appre##a$ili ( e pregiati ( se :fatti accoppiare con un la$rador per migliorare il carattere=. Solo un mucchio di fandonie. 0o sanno tutti che cani da pastore e $ar$oni non sono particolarmente svegli. Sono reattivi, rispondono agli stimoli, ma non sono dei li$eri pensatori. Specie i cani da gregge australiani con gli occhi celesti, a cui tutti fanno un sacco di complimenti appena prendono al volo un fris$ee. Sono agili e veloci, d)accordo, ma non pensano in modo creativoD seguono solo dei codici di comportamento. Sono certo che mio padre fosse un terrier. "erch! i terrier sono $ravi a risolvere i pro$lemi. Canno ciò che viene loro ordinato solo se in linea con %uello che avevano gi- in mente. Fn terrier del genere c)era, alla fattoria. Fn airedale. 2rosso, con il pelo nero e marrone, un duro. 0o evitavano tutti. Non viveva con noi nel campo recintato dietro casa. Stava nel fienile ai piedi della collina, vicino al torrente, dove gli uomini andavano a riparare i trattori. 1a certe volte risaliva la collina, e %uando lo faceva, si tenevano tutti alla larga. Nel campo correva voce che fosse un cane da com$attimento, che il padrone teneva separato perch! era capace di uccidere un altro cane anche solo per aver annusato nella sua dire#ione. Cissarlo troppo a lungo poteva costarti il pelo dietro la nuca. E %uando c)era una cagna in calore, lui la montava a dovere e si faceva i comodi suoi sen#a preoccuparsi se lo guardavano o se a %ualcuno importava %ualcosa. 1i sono chiesto pi* volte se sia stato lui a generarmi. o il suo stesso colore nero e marrone e il pelo un po) ispido, e molti mi credono un incrocio con un terrier. 1i piace l)idea di avere un corredo genetico $en definito. &el giorno in cui lasciai la fattoria ricordo il caldo. Caceva caldo tutti i giorni a Spangle, e io pensavo che il mondo fosse semplicemente un posto caldo, perch! non avevo idea di cosa fosse il freddo. Non avevo mai visto la pioggia, e dell)ac%ua non sapevo un granch!. Era %uella ro$a nei secchi che $evevano i cani pi* grandi, la stessa ro$a che il padrone spru##ava con la canna sul muso di %uelli che stavano per a##uffarsi. 1a il giorno in cui arrivò &enn' era particolarmente caldo. I miei fratelli e io stavamo facendo la lotta come sempre, %uando nel mucchio si infilò una mano che mi prese per la collottola, e io mi ritrovai di colpo a pen#olare per aria.
:Buesto %ua= disse un uomo. Cu il primo sguardo sul resto della mia vita. Era magro, con muscoli lunghi e affusolati. Non grosso, ma imponente. Aveva gli occhi vivaci, a##urro ghiaccio. I capelli arruffati e la $ar$a corta e incolta erano scuri e ispidi, come il pelo di un terrier irlandese. :Il gioiello della cucciolata= disse la signora. Era gentileD mi piaceva %uando ci coccolava sul suo grem$o soffice. :Il pi* dolce. Il migliore.= :"ensavamo di tenercelo= disse il padrone, avvicinandosi con gli stivaloni incrostati di fango del torrente, dove stava riparando un recinto. Ripeteva sempre la stessa $alla. he cavolo, ero un cucciolo di appena tre mesi e l)avevo gi- sentita un mucchio di volte. 0a usava per fare pi* soldi. :Siete disposti a darlo via8= :&ipende dal pre##o= rispose il padrone, al#ando gli occhi al cielo a##urro pallido scolorito dal sole. :&ipende dal pre##o.=
3 :on estrema delicate##a. ome se avessi dei gusci d)uovo sui pedali= mi dice sempre &enn' :e non volessi romperli. Ecco in che modo si guida sotto la pioggia.= Buando guardiamo un video insieme ( e lo facciamo dal giorno in cui ci siamo incontrati ( mi spiega %ueste cose. HA me< E%uili$rio, intuito, pa#ien#a. Tutti concetti vitali. 0a visione periferica, vedere cose che non hai mai visto prima. 0a perce#ione cinestetica, guidare con il sedere. 1a la cosa che mi sempre piaciuta di pi* sentirlo parlare della mancan#a di memoria. 1emoria delle cose che ha fatto anche solo un attimo prima. >elle o $rutte che siano. "erch! la memoria il tempo che si ripiega su se stesso. Ricordare significa staccarsi dal presente. "er avere successo nel mondo dei motori il pilota non deve mai ricordare. Ecco perch! i piloti hanno la mania di registrare ogni singola mossa, ogni singola corsa, con telecamere nell)a$itacolo, video di $ordo, mappatura dei datiD il pilota non può essere testimone della propria grande##a. 7 cos+ che dice &enn'. &ice che correre fare. Essere parte di un singolo momento e avere coscien#a solamente di %uel momento. 0a riflessione deve venire dopo. Il grande campione Julian Sa$ellaRosa ha detto6 :Buando corro, mente e corpo lavorano cos+ veloci e cos+ $ene insieme che devo stare attento a non pensare, altrimenti s$aglio di sicuro=.
4 &enn' mi portò a vivere lontano dalla fattoria di Spangle, in un %uartiere di Seattle chiamato 0eschi, dove a$itava in un piccolo appartamento in affitto sul lago ?ashington. 9ivere 9ivere in appartame appartamento nto non mi piaceva un granch!, granch!, perch! ero a$ituato agli spa#i aperti ed ero ancora un cuccioloD però avevamo un $alcone con vista sul lago, una vera goduria per me, che sono un cane ac%uatico per parte di madre.
rescevo in fretta, e in %uel primo anno &enn' e io forgiammo un profondo affetto reciproco, e insieme un forte senso di fiducia. Ecco perch! rimasi cos+ stupito dalla velocit- con cui s)innamorò di Eve. &enn' la portò a casa, e profumava di $uono, come lui. "ieni com)erano di $evande fermentate, si comportavano in modo strano, si stringevano l)un l)altra come se troppi vestiti li separassero, si strattonavano, si mordevano le la$$ra, si conficcavano le dita nella carne e si tiravano i capelli, tutto un groviglio di gomiti, piedi e saliva. Alla fine caddero sul letto, e %uando lui la montò, lei disse6 :Attento, il terreno fertile<=. Allora lui rispose6 :E io la coltivo, la fertilit-=. E si mise ad ararlo il terreno, finch! %uesto non si aggrappò alle len#uola, inarcò la schiena e cacciò un grido di gioia. Buando lui si al#ò per andare in $agno a sgua##are, lei mi care##ò la testa, che tenevo a$$assata fin %uasi a terra, perch! a poco pi* di un anno d)et- ero ancora immaturo, e anche un po) intimidito da tutti %uegli urli. "oi mi disse6 :Non ti dispiace se gli voglio $ene anch)io, vero8 Non m)intrometterò tra voi due=. 0a rispettavo per avermelo chiesto, ma sapevo che si sare$$e intromessa eccome tra noi, perciò negarlo in anticipo mi sem$rò un po) ipocrita da parte sua. ercai di non essere troppo scostante, perch! sapevo %uanto &enn' fosse infatuato di lei. 1a devo ammettere che non ero poi cos+ entusiasta della sua presen#a. 1otivo per cui neanche lei era poi cos+ entusiasta della mia. Eravamo due satelliti che or$itavano attorno al sole di &enn', in lotta per la suprema#ia gravita#ionale. on %uella lingua e %uei pollici lei era avvantaggiata, ovvio, e %uando mi capitava di osservarla mentre lo $aciava e lo accare##ava, a volte mi guardava gongolante e mi stri##ava l)occhio, come per dire6 K2uarda i miei pollici< 0o vedi cosa riescono a fare8L.
5 0e scimmie hanno i pollici. In pratica la specie pi* stupida del pianeta dopo l)ornitorinco, che pur respirando l)aria fa la tana tana sott)a sott)ac%u c%ua. a. 0)ornit )ornitorin orinco co incred incredi$i i$ilme lmente nte stupid stupido, o, ma supera supera solo solo di poco poco la scimmia. Eppure le scimmie hanno i pollici. Buei pollici erano destinati ai cani, non alle scimmie. Ridatemi i miei pollici, brutte scimmie del cazzo! H1i H1i piace un sacco il remaGe di Scarface Scarface con Al "acino, anche se non ai livelli della serie del adrino, adrino, %uella davvero il massimo. 2uardo troppa tv. Buando &enn' esce al mattino me la accende, ormai diventata una droga. 1e l)aveva detto di non guardarla tutto il giorno, ma io invece lo faccio. "er fortuna sa che mi piacciono le macchine e di solito mi fa vedere Speed hannel. 0e corse classiche sono le migliori, soprattutto %uelle di Cormula Fno. 1i piacciono anche le gare NASAR, ma preferisco %uando non sono sui circuiti ovali. Anche se la mia passione l)automo$ilismo, &enn' mi ha detto che nella vita meglio variare, per cui mi mette spesso altri canali, e anche %uelli mi piacciono molto. A volte, %uando guardo istor' hannel, &iscover' hannel oppure le trasmissioni culturali della ">S o persino %ualche canale per $am$ini ( %uando ;o era piccola metdel mio tempo la passavo a cercare di togliermi tutte %uelle stupide can#oncine dalla testa ( imparo %ualcosa di altre culture, di altri stili di vita, e allora comincio a riflettere rifl ettere sul posto che occupo nel mondo e su cosa a$$ia senso e cosa no.
"arlano molto di &ar/inD %uasi tutti i canali divulgativi finiscono per trasmettere %ualcosa sull)evolu#ione, e in genere si tratta di programmi $en fatti, frutto di ricerche accurate. Solo che non capisco per %uale motivo i concetti di evolu#ione e di crea#ione de$$ano sempre essere contrapposti. "ossi$ile che non ci si accorga che scien#a e spiritualit- sono una cosa sola8 Anche l)anima evolve, proprio come il corpo, e l)universo un luogo fluido capace di fondere entram$i in %uell)insieme meraviglioso che l)essere umano. os)ha di strano %uesta teoria8 0e teorie scientifiche non fanno altro che ripetere che le scimmie sono i parenti pi* prossimi dell)uomo, nella scala evolutiva. 1a sono tutte congetture. >asate su cosa8 Sul ritrovamen ritrovamento to di %ualche %ualche vecchissi vecchissimo mo cranio cranio che somiglia a %uello %uello dell)uomo dell)uomo moderno8 moderno8 E %uesto cosa dimostra8 O sul fatto che certi primati camminano su due #ampe8 E allora8 Essere $ipede non mica un vantaggio. 2uardate il piede umano, pieno di dita storte, depositi di calcio e pus che esce da unghie incarnite che non sono neanche a$$astan#a resistenti da scavare una $uca. HEppure, %uanto desidero che arrivi il momento in cui la mia anima a$iter- uno di %uesti organismi $ipedi mal concepiti e anch)io avrò gli stessi pro$lemi di salute di un uomo< 9a $ene, il corpo umano si evoluto dalle scimmie, e allora8 he discenda dalle scimmie o dai pesci poco importa. Buello che conta che %uando il corpo diventato a$$astan#a KumanoL, ci si infilata dentro la prima anima umana. Ecco la mia teoria6 in realt- il parente pi* prossimo dell)uomo non lo scimpan#!, come pensano %uelli della tv, ma il cane. Seguite il mio ragionamento. Prova n°1: lo spron
7 mia opinione che il cosiddetto sperone, che spesso viene reciso dalle #ampe anteriori del cane in tenera et-, sia in effetti la prova evidente di un pollice in via di sviluppo. Inoltre, credo che gli uomini a$$iano sistematicamente sele#ionato certe ra##e di cani perch! nasces nascesser sero o sen#a sen#a pollic pollici,i, attrav attravers erso o una comple complessa ssa pratica pratica che va sotto sotto il nome nome di Kriprodu#ione selettivaL, al solo scopo di evitare che i cani si evolvessero divenendo mammiferi abili nell’uso delle mani e, come tali, pericolosi" . redo redo anche anche che il contin continuo uo addome addomesti sticam camen ento to Hse si vuole vuole usare usare %uesto %uesto sciocc sciocco o eufemismo dei cani da parte dell)uomo sia motivato dalla paura6 paura che i cani, lasciati li$eri di evolversi in modo autonomo, possano sviluppare i pollici e lingue pi* piccole, e in %ues %uesto to modo modo dive divent ntar are e supe superi rior orii agli agli uomi uomini, ni, che che sono sono lent lentii e goff goffii prop propri rio o perc perch! h! camm cammin inan ano o eret erettiti.. Ecco Ecco la ragi ragion one e per per cui cui i cani cani devo devono no vive vivere re sott sotto o la cost costan ante te supervisione degli umani, e sono soppressi all)istante se scoperti a vivere da soli. Stando a %uanto mi ha raccontato &enn' dello stato e dei suoi meccanismi interni, mia convin#ione che %uesto depreca$ile piano sia stato concepito nientemeno che dietro le %uinte della asa >ianca, forse dal perfido consigliere di un presidente dalla du$$ia integrit- morale e intellettuale, e forse partendo dalla giusta considera#ione ( frutto, ahim, di una visione paranoica e non certo di una mente intuitiva ( che tutti i cani mostrano una crescente propensione per le #uestioni di carattere sociale . Prova n°2: !l l"po #annaro
7 una notte di luna piena. 0a ne$$ia avvolge i rami pi* $assi degli a$eti. 0)uomo esce dall)angolo pi* $uio della foresta e si scopre trasformato in... Fna scimmia8 scimmia8 Non credo proprio.
[eBookLove - eBL 062]
$ Si chiamava Eve, e all)ini#io mi irritava il modo in cui aveva cam$iato le nostre vite. 1i irritavano le atten#ioni che &enn' riservava alle sue mani piccole, alle sue natiche piene e rotonde, ai suoi fianchi modesti. Il modo in cui la guardava negli occhi verdi e languidi che facevano capolino da sotto le eleganti ciocche di capelli lisci e $iondi. 0e invidiavo forse %uel sorriso accattivante che eclissava %ualun%ue cosa in lei non fosse come minimo speciale8 "ro$a$ile. "erch! lei, al contrario di me, era una persona. 0ei era impecca$ile. Al contrario di me. 0ei era tutto %uello che io non ero. "er esempio, io andavo avanti per lunghi periodi sen#a un $agno o una tosatina, lei si lavava tutti i giorni e aveva una persona addetta esclusivamente a tingerle i capelli come piacevano a &enn'. 0e mie unghie crescevano troppo e graffiavano il par%uet, lei invece se le curava regolarmente, usando $astoncini, for$icine e smalti per essere sicura che fossero sempre a posto. 0a sua cura per i dettagli non si limitava all)aspetto, ma si rifletteva anche sulla sua personalit-6 era un)organi##atrice incredi$ile, pignola per natura, e non faceva altro che stilare elenchi e appuntare tutto %uello che c)era da fare, comprare o montareD preparava spesso delle liste K0avori per i miei tesoriL per me e &enn', cos+ i nostri fine settimana si riempivano di viaggi ai nego#i di $ricolage e code al centro per la raccolta differen#iata di 2eorgeto/n. A me non piaceva im$iancare stan#e, aggiustare maniglie e lavare controfinestre. 1a evidentemente a &enn' s+, perch! pi* compiti lei gli assegnava, pi* in fretta li portava a termine per poter riscuotere il premio, che in genere includeva un sacco di care##e e sfregamenti. "oco dopo che Eve si era trasferita nel nostro appartamento, lei e &enn' si sposarono, una cerimonia intima a cui presi parte insieme ai loro amici pi* cari e ai parenti stretti di Eve. &enn' non aveva fratelli o sorelle da invitare, e per giustificare l)assen#a dei suoi genitori si limitò a dire che avevano pro$lemi a viaggiare. I genitori di Eve precisarono a tutti %uanti che la casa in cui si svolgeva la cerimonia, una gra#iosa villetta in riva al mare sull)isola di ?hid$e', apparteneva a dei loro cari amici che non erano presenti. Io potei partecipare solo a certe condi#ioni6 non dovevo girare li$ero per la spiaggia, n! fare il $agno nella $aia, altrimenti avrei lasciato impronte di sa$$ia sul costoso par%uet di mogano. Inoltre fui costretto a urinare e defecare in un punto preciso, accanto ai $idoni per la raccolta differen#iata. Buando tornammo da ?hid$e', notai che Eve si muoveva per l)appartamento con maggior autorevole##a, ed era molto pi* spavalda %uando spostava o sostituiva gli oggetti, gli asciugamani, la $iancheria, e persino i mo$ili. Era entrata nelle nostre vite e aveva cam$iato ogni cosa. Eppure, per %uanto fossi scontento della sua intrusione, c)era %ualcosa in lei che mi impediva di tirar fuori sul serio la mia ra$$ia. E credo proprio che si trattasse della sua pancia sporgente. )era %ualcosa nello sfor#o che le costava sdraiarsi su un fianco a riposare, dopo essersi levata camicia e $iancheria, nel modo in cui i seni le ricadevano sul petto mentre era sdraiata. 1i ricordava mia madre all)ora dei pasti, %uando sospirava e si accasciava a terra, al#ando la #ampa per offrirci i cape##oli. $uesti sono gli strumenti che uso per nutrirvi. Adesso mangiate! E per %uanto mi irritassero le atten#ioni che Eve dedicava al nascituro, ripensandoci, mi rendo conto che non le avevo mai dato motivo di dedicare a me %uelle atten#ioni. Corse %uesto il mio rammarico6 adoravo com)era %uando era incinta, eppure sapevo che per me non avre$$e mai provato %uell)affetto, perch! non avrei mai potuto essere suo figlio.
ominciò a dedicarsi al $am$ino prima ancora che nascesse. 0o toccava in continua#ione attraverso la pelle tesa del ventre. antava per lui, $allava con lui al suono della musica che metteva sullo stereo. Imparò a farlo muovere $evendo succo d)arancia, e lo $eveva spesso, spiegandomi che le riviste sulla salute raccomandavano di $ere il succo per via dell)acido folico, ma entram$i sapevamo che lo faceva per sentirlo scalciare. Fna volta mi chiese se volevo sentirlo anch)io e, visto che mi andava, mi tenne il muso premuto contro la pancia dopo aver $evuto l)acido, e io lo sentii muoversi. redo fosse un gomito, spingeva con ostina#ione, come %ualcosa che spunta da una tom$a. 1i era difficile immaginare che cosa stesse succedendo di preciso dietro il sipario, dentro il cilindro magico di Eve, dove il piccolo coniglio stava prendendo forma. 1a sapevo che %uello che Eve aveva dentro era distinto da lei, aveva una volont- propria, si muoveva %uando voleva ( o %uando era stimolato dall)acido ( e sfuggiva al suo controllo. Ammiro il sesso femminile. 0e creatrici della vita. &ev)essere straordinario avere un corpo in grado di contenere una creatura. HEccetto il verme solitario, intendiamoci. Io ce l)ho avuto, ma non si può contare come un)altra vita. 7 un parassita e l+ non doveva proprio starci. 0a vita che Eve aveva dentro era una sua crea#ione. Fna crea#ione sua e di &enn'. E all)epoca desideravo che somigliasse a me. Ricordo il giorno in cui il $am$ino arrivò. Avevo appena raggiunto l)et- adulta ( due anni, secondo il calendario. &enn' era a &a'tona, in Clorida, per la corsa pi* importante della sua carriera. Aveva passato tutto l)anno a cercare uno sponsor, a premere, pregare, implorare, finch! non aveva avuto la fortuna di incontrare la persona giusta nell)atrio dell)al$ergo giusto, che gli aveva detto6 :ai le palle, figliolo. hiamami domani=. os+ aveva trovato la tanto sospirata sponsori##a#ione e si era potuto comprare un sedile a $ordo di una "orsche 445 up per la M Ore di &a'tona. 0e corse di resisten#a non sono fatte per i de$oli. Buattro piloti, sei ore ciascuno dietro il volante di un)auto da corsa rumorosa, potente, impegnativa e costosa, ro$a da mettere a dura prova coordina#ione e determina#ione. 0a M Ore di &a'tona, che viene trasmessa anche in televisione, una gara eccitante %uanto imprevedi$ile. he a &enn' fosse stata offerta l)occasione di parteciparvi lo stesso anno in cui sare$$e nata sua figlia rappresentava una di %uelle coinciden#e che lasciano spa#io all)interpreta#ione6 Eve fu presa dallo sgomento per la sfortunata sincronia degli eventiD &enn' invece salutò con gioia una simile a$$ondan#a di opportunit- e la sensa#ione di avere tutto %uello che poteva desiderare. Tuttavia, il tempismo non fu dei migliori. Il giorno della gara, anche se mancava ancora una settimana alla scaden#a, Eve avvert+ le prime contra#ioni e chiamò le ostetriche, che ci invasero la casa e assunsero su$ito il controllo. Buella sera stessa, mentre di sicuro &enn' stava correndo sul circuito di &a'tona e vincendo la gara, Eve era ripiegata sul letto, con due signore rotonde che la sorreggevano per le $raccia, e con un urlo mostruoso che sem$rò durare un)ora fece schi##are fuori un $o##olo sanguinolento di carne umana che si contorse tutto e poi attaccò a strillare. 0e signore aiutarono Eve a sdraiarsi e le posarono il fagottino viola sul petto, e su$ito con la sua avida $occuccia la $am$ina trovò il cape##olo e ini#iò a succhiare. :"otrei restare un momento da sola...8= fece Eve. :ome no= rispose una delle signore, avviandosi verso la porta. :9ieni con noi, cucciolo= mi disse l)altra mentre usciva. :No...= le interruppe Eve. :0ui può restare.=
"otevo restare8 1io malgrado, mi sentii orgoglioso di essere stato incluso nella ristretta cerchia di Eve. 0e due signore si affrettarono a uscire per andare a fare %uel che dovevano, e io rimasi a guardare affascinato Eve che allattava la sua $im$a appena nata. &opo un po) la mia atten#ione si spostò dalla prima poppata della $am$ina al viso di Eve, e allora mi accorsi che stava piangendo e mi domandai perch!. Cece pen#olare dal letto la mano li$era, le dita vicine al mio muso. Io esitai. Non osavo pensare che mi stesse facendo cenno di avvicinarmi. 1a poi le dita si mossero, gli occhi incrociarono i miei, e capii che mi stava davvero chiamando. 0e diedi un colpetto sulla mano con il naso. 0ei mi posò le dita sulla testa e cominciò a grattarmela, ancora in lacrime, con la $im$a che stava ancora poppando. :0o so che gliel)ho detto io, di andare= mi disse. :0o so che sono stata io a insistere, lo so.= 0e lacrime le rigavano le guance. :"erò vorrei tanto che fosse %ui<= Non avevo idea di cosa fare, ma sapevo che non dovevo muovermi. Aveva $isogno della mia presen#a. :1i prometti che la proteggerai sempre8= mi chiese. Non era a me che lo chiedeva, ma a &enn'. Io ero solo il suo surrogato. Eppure, sentii di essermi preso un impegno. Sapevo $ene che, essendo un cane, non potevo interagire con l)umanit- %uanto avrei desiderato. "erò in %uel momento mi resi conto che potevo essere %ualcosa di diverso. "otevo offrire alle persone intorno a me %ualcosa di cui avevano $isogno. "otevo essere di conforto a Eve %uando &enn' non c)era. "otevo proteggere la $im$a di Eve. E anche se avrei sempre aspirato ad avere di pi*, in un certo senso avevo trovato un punto da cui partire. Il giorno dopo &enn' tornò da &a'tona scontento. Il suo umore cam$iò di colpo %uando strinse tra le $raccia la piccina, che chiamarono ;o, non in mio onore, ma in onore della nonna di Eve. :0o vedi il mio angioletto, En#8= mi chiese. Se la vedevo8 "raticamente l)avevo fatta nascere io< &a %uando era tornato, &enn' si aggirava per la cucina con circospe#ione, come se pattinasse sul ghiaccio sottile. I genitori di Eve, 1a@/ell e Trish, erano a casa nostra dal giorno della nascita di ;o, per prendersi cura della figlia e della nipote appena nata. ominciai a chiamarli i K2emelliL perch! si assomigliavano molto, con %uei capelli tinti dello stesso colore e %uelle tenute coordinate6 pantaloni cachi di cotone o di poliestere, a$$inati a polo e maglioni. Buando uno dei due portava gli occhiali da sole, li metteva anche l)altro. 0o stesso con i $ermuda e i cal#ettoni tirati su fino al ginocchio. E poi tutti e due avevano odore di sostan#e chimiche6 plastica e prodotti per capelli a $ase di petrolio. &a %uando erano arrivati, i 2emelli avevano continuato a rimproverare Eve per aver fatto nascere ;o in casa. 0e avevano detto che stava mettendo a rischio la salute della $am$ina e che oggigiorno era da irresponsa$ili partorire in un posto che non fosse la clinica pi* prestigiosa, con i medici pi* costosi. Eve aveva cercato di spiegare che, in $ase alle statistiche, con una madre in perfetta salute era vero l)esatto contrario, e che %ualun%ue segno di pericolo sare$$e stato individuato in tempo dalla sua esperta s%uadra di ostetriche diplomate, ma loro si erano rifiutati di capire. Cortunatamente per Eve, il ritorno di &enn' aveva significato per i 2emelli spostare la propria atten#ione dalle mancan#e di lei a %uelle di lui. :erto una $ella sfortuna= disse 1a@/ell a &enn' mentre erano in cucina. 1a@/ell gongolava, lo si sentiva dalla voce.
:Riuscirai a recuperare %ualche soldo8= domandò Trish. &enn' era sconvolto, e non ne capii il motivo finch! %uella sera non arrivò 1iGe e lui e &enn' si fecero una $irra insieme. 9enne fuori che &enn' doveva fare il ter#o turno di guida. 0a macchina stava correndo $ene, filava tutto liscio come l)olio. Erano secondi nella loro categoria e &enn' si sare$$e facilmente portato in testa non appena fosse calato il sole e avessero ini#iato a guidare in notturna. 1a alla curva numero , il pilota del secondo turno era andato a s$attere dritto contro il muro. Si era schiantato mentre un prototipo &a'tona ( una vettura molto pi* veloce ( stava cercando di superarlo. Regola numero uno delle corse6 non farti mai da parte perch! %ualcuno ti sorpassiD lascia che sia lui a sorpassare te. 1a il pilota della scuderia di &enn' si era spostato ed era finito Knello sporcoL, la #ona a $ordo pista dove si accumulano i frammenti di gomma che si staccano dai copertoni. Era finito nello sporco e il retrotreno gli si era girato di scattoD aveva picchiato contro il muro %uasi al massimo della velocit- e la macchina era andata in mille pe##i. Il pilota non si era fatto niente, ma per il team la gara era chiusa. E &enn', che aveva passato tutto l)anno a prepararsi per il suo momento di splendore, si era ritrovato in piedi a $ordo pista con indosso la $ella tuta da corsa che gli avevano dato per la gara, tappe##ata delle scritte dello sponsor, e il suo casco personale, che aveva riempito di ogni genere di accessori radio e prese d)aria e dello speciale dispositivo di sicure##a ans in fi$ra di car$onio. Ed era rimasto l+, a guardare l)occasione della sua vita trascinata via dalla pista con il carro attre##i, assicurata con le cinghie a un pianale, e portata alla demoli#ione sen#a che lui ci avesse corso neanche un giro. :E non riesci nemmeno a recuperare %ualche soldo= disse 1iGe. :Non me ne importa un $el niente= rispose &enn'. :Avrei dovuto essere %ui.= :7 arrivata in anticipo. Non puoi sapere %uello che succeder- prima che succeda.= :Invece s+= lo corresse &enn'. :Se valgo %ualcosa, s+.= :omun%ue,= disse 1iGe, sollevando la $ottiglia di $irra :a ;o.= :A ;o= gli fece eco &enn'. “ A
;oL dissi tra me. KTi proteggerò sempre.L
% Buando eravamo soltanto &enn' e io, lui guadagnava fino a diecimila dollari al mese nel tempo li$ero telefonando alla gente, come diceva la pu$$licit-. 1a dopo che Eve era rimasta incinta, &enn' aveva ini#iato a lavorare dietro al $ancone dell)autofficina di lusso che riparava solo costose macchine tedesche. 2li piaceva l)idea di un lavoro vero, solo che non gli restava pi* tempo li$ero, e lui e io non potevamo pi* stare insieme durante il giorno. A volte, il fine settimana, &enn' insegnava in un corso di guida sportiva organi##ato da uno dei tanti clu$ automo$ilistici della #ona H>1?, "orsche, Alfa Romeo. Spesso mi portava con lui al circuito e io mi divertivo un sacco. Non gli piaceva un granch! insegnare durante %ueste manifesta#ioni, perch! non poteva guidareD doveva solo starsene sul sedile del passeggero e spiegare agli altri cosa fare. E poi diceva che con %uello che gli davano ci pagava a malapena la $en#ina per raggiungere il circuito. Sognava di trasferirsi
da %ualche parte ( a Sonoma, a "hoeni@, nel onnecticut, a 0as 9egas, o addirittura in Europa ( per entrare in una delle grandi scuole e poter guidare pi* spesso, ma Eve diceva che non riusciva neanche a immaginare di lasciare Seattle. Eve lavorava per una grossa catena di a$$igliamento, un impiego che ci garantiva dei soldi e l)assicura#ione sanitaria, e che le consentiva anche di comprare vestiti per tutta la famiglia con gli sconti riservati ai dipendenti. Tornò al lavoro pochi mesi dopo la nascita di ;o, anche se avre$$e voluto rimanere a casa con la $am$ina. &enn' si offr+ di lasciare il lavoro per occuparsi di ;o, ma Eve disse che non era fatti$ileD cos+ accompagnava ;o al nido ogni mattina e passava a riprenderla la sera, %uando rientrava. on &enn' e Eve al lavoro e ;o al nido, ero a$$andonato a me stesso. 2iornate noiose in cui ero %uasi sempre solo nell)appartamento, a ciondolare da una stan#a all)altra, a farmi una dormitina %ua e una l-, o a trascorrere le ore sen#a fare altro che guardare fuori dalla finestra e cronometrare gli auto$us che passavano dalla nostra strada, per vedere se riuscivo a decifrarne l)orario. Non mi ero reso conto di %uanto mi piacesse avere tutti in giro per casa indaffarati in %uei primi mesi di vita della piccola ;o. 1i ero davvero sentito parte di %ualcosa. Avevo un ruolo essen#iale nell)intrattenimento di ;o6 a volte, %uando aveva appena mangiato ed era $ella sveglia, legata al suo seggiolino, &enn' ed Eve giocavano a Scimmia Ru$apalla, lanciandosi un rotolo di cal#ini da una parte all)altra del soggiorno, e a me toccava stare in me##o a fare la parte della scimmia. on un $al#o inseguivo i cal#ini, poi scattavo all)indietro per afferrarli, poi $allavo come un $urattino a %uattro #ampe per riprenderli. E %uando, contro ogni previsione, prendevo il rotolo e lo lanciavo in aria con il muso, ;o strillava e rideva, scalciando cos+ forte da riuscire a spostare il seggiolino. Io, &enn' e Eve morivamo dalle risate. 1a poi se ne andarono tutti e mi lasciarono l+. 1i rigiravo nella vuota solitudine delle mie giornate. 2uardavo fuori dalla finestra e mi sfor#avo di immaginare me e ;o che giocavamo a Enno"endi, un gioco che avevo inventato io ma a cui lei aveva poi dato %uel nome6 &enn' o Eve la aiutavano a far rotolare una palla di cal#ini o a lanciare uno dei suoi giocattoli dall)altra parte della stan#a, e io glieli riportavo spingendoli con il naso. 0ei rideva, io scodin#olavo e poi ricominciavamo da capo. Cinch! un giorno un caso fortunato mi cam$iò la vita. Al mattino &enn' accese la tv per guardare le previsioni del tempo e si dimenticò di spegnerla. 0asciate che vi dica una cosa6 ?eather hannel, il canale del meteo, non parla del tempo, parla del mondo< "arla dell)influen#a che il tempo ha su tutti noi, sull)economia dell)intero pianeta, sulla salute, la felicit-, il morale. 7 un canale che approfondisce ogni genere di fenomeno atmosferico ( uragani, cicloni, tornado, monsoni, grandine, pioggia, tempeste di fulmini ( e %uando pi* fenomeni confluiscono, %uelli di ?eather hannel ci vanno a no##e. Assolutamente affascinante. Al punto che, %uando &enn' tornò dal lavoro %uella sera, io ero ancora incollato allo schermo. :he cosa guardi8= mi chiese entrando, come se %uella domanda l)avesse fatta a Eve o a ;o, e fosse del tutto naturale trovarmi l+ e parlarmi in %uel modo. 1a Eve era in cucina che preparava la cena e ;o era con leiD c)ero solo io. 2uardai lui e poi di nuovo la tv, che stava ripercorrendo l)evento principale della giornata6 l)inonda#ione causata dalle piogge torren#iali che si erano a$$attute sulla costa orientale. :?eather hannel8= disse in tono di scherno, afferrando il telecomando per cam$iare canale. :2uarda %uesto.= 1ise su Speed hannel.
Cino ad allora avevo guardato molta televisione, ma solo %uando la stava gi- guardando %ualcuno6 a me e a &enn' piacevano i film e l)automo$ilismoD con Eve guardavamo i video musicali e le ru$riche di pettegole##i holl'/oodianiD ;o e io guardavamo i programmi per $am$ini. HAvevo cercato di imparare a leggere seguendo attentamente Sesame Street , ma non aveva fun#ionato. Avevo raggiunto un certo livello di alfa$etismo, e ancora adesso so distinguere tra le scritte KspingereL e KtirareL su una porta, ma una volta individuata la forma delle lettere, non riuscivo a capire che suono avesse ciascuna lettera e perch!. 1a ecco che, all)improvviso, entrava nella mia vita l)idea di guardare la televisione da solo< Se fossi stato il personaggio di un cartone animato, mi si sare$$e accesa la lampadina sopra la testa. Buando sullo schermo vidi le auto che correvano, mi misi ad a$$aiare eccitato e &enn' scoppiò a ridere. :1eglio, no8= S+< 1olto meglio< Esultante, mi allungai tutto, muso a terra e sedere in alto come nelle grandi occasioni, scodin#olando come un matto ( tutti gesti di approva#ione e di felicit-. E &enn' colse il messaggio. :Non sapevo che fossi un cane da piccolo schermo= disse. :Te la posso lasciare accesa durante il giorno, se vuoi.= S%! &ccome se lo voglio! :1a dovrai regolarti da solo= continuò. :Non voglio $eccarti a guardare la televisione tutto il giorno. onto sul fatto che tu sia responsa$ile.= Sono responsa$ile< Se fino a %uel momento avevo imparato un sacco di cose nella mia vita ( e di anni ne avevo gi- tre ( dal giorno in cui &enn' cominciò a lasciarmi la tv accesa, la mia istru#ione decollò davvero. Sparita la noia, il tempo riprese a scorrere veloce. I fine settimana, %uando eravamo tutti insieme, erano $revi e intensi, e per %uanto la domenica sera mi lasciasse sempre dell)amaro in $occa, mi confortava sapere di avere davanti una settimana di televisione. Ero cos+ preso dalla mia istru#ione che dovevo aver perso il conto delle settimane, e l)arrivo del secondo compleanno di ;o mi colse di sorpresa. All)improvviso fui inghiottito dalla festa in corso nell)appartamento, con un mucchio di $im$etti che ;o aveva conosciuto al nido e al parco. )era una confusione da matti6 i $am$ini mi lasciarono giocare e fare la lotta con loro sul tappeto, io lasciai che mi mettessero un cappello e una giacca di felpa e ;o mi chiamava il suo fratellone. 0a torta di limone fin+ dappertutto, e io potei fare da assistente a Eve nella puli#ia del pavimento, mentre &enn' scartava i regali insieme ai $am$ini. Era $ello vedere Eve cos+ contenta di ripulire %uel disastro, visto che a volte si lamentava di dover pulire la casa se il disastro era opera di uno di noi. 1i prese persino in giro per le mie a$ilit- di raccogli$riciole e facemmo a gara, lei con l)aspirapolvere e io con la lingua. Buando tutti se ne furono andati e ognuno di noi e$$e fatto la sua parte nella puli#ia della casa, ;o ricevette da &enn' un regalo a sorpresa. 0e mostrò una fotografia e lei la guardò solo un attimo, con scarso interesse. 1a poi mostrò la stessa foto a Eve, e lei si mise a piangere. "oi si mise a ridere, lo a$$racciò e dopo aver dato un)altra occhiata alla foto pianse ancora un po). &enn' prese la fotografia e me la fece vedere6 era la foto di una casa. :2uarda %ui, En#o= disse. :Ecco il tuo nuovo giardino. Non sei contento8=
Immagino di s+. 1a pi* che altro ero un po) confuso. Non capivo $ene le implica#ioni. "oi tutti cominciarono a riempire scatoloni e a correre di %ua e di l-, e d)un tratto la mia cuccia era da tutt)altra parte. 0a casa era $ella. Fn)elegante villetta d)epoca come %uelle che avevo visto nel programma 'his (ld )ouse, con due camere e un solo $agno, ma una #ona giorno molto grande, e si trovava sul fianco di una collina del entral &istrict, molto vicina alle case confinanti. &ai pali della luce lungo il marciapiede pendeva una gran %uantit- di fili elettrici, e mentre la nostra casa era $en tenuta e curata, %ualche porta pi* in l- c)erano case con prati incolti, vernice scrostata e tetti coperti di muschio. Eve e &enn' erano innamorati di %uella casa. "assarono %uasi tutta la prima notte a rotolarsi nudi in tutte le stan#e, tranne %uella di ;o. Buando &enn' tornava dal lavoro, prima salutava le raga##e e poi mi portava in giardino e tirava la palla, che io ero $en contento di riportargli. "oi ;o diventò a$$astan#a grande da correre per il giardino strillando, mentre io facevo finta di inseguirla. Ed Eve la sgridava6 :Non correre cos+, se no En#o ti morde=. I primi anni capitava spesso che non si fidasse di me. 1a una volta &enn' si voltò di scatto verso di lei e le disse6 :En#o non le fare$$e mai del male, mai <=. E aveva ragione. Sapevo di essere diverso dagli altri cani. 0a mia for#a di volont- aveva la meglio sui miei istinti primordiali. Buello che diceva Eve non era del tutto privo di senso. I cani perlopi* non riescono a controllarsi6 se vedono un animale che corre, lo inseguono e cercano di acchiapparlo. 1a per me non cos+. Solo che Eve non lo sapeva, e io non avevo modo di spiegarglielo, perciò non giocavo mai duro con ;o. Non volevo che Eve si preoccupasse inutilmente. "erch! avevo giavvertito l)odore. Fna volta che &enn' era via ed era toccato a Eve darmi da mangiare, si era chinata per posare a terra la ciotola piena avvicinando la testa al mio naso, e io avevo sentito un cattivo odore, come di legno marcio, di funghi, di decomposi#ione. &ecomposi#ione umida e molle. 0e usciva dalle orecchie e dalle narici. Nella testa di Eve c)era %ualcosa che non doveva esserci. Se avessi avuto la lingua sciolta avrei potuto avvertirli. 0i avrei messi in guardia sulla salute di Eve molto prima che se ne accorgessero con i loro macchinari, i loro computer, i loro strumenti ultrapotenti in grado di guardare dentro la testa degli umani. "otranno anche considerarle macchine sofisticate, ma sono solo degli aggeggi approssimativi e malfatti, puramente reattivi, ispirati a un)idea di medicina $asata sui sintomi, che rimane sempre un passo indietro. Il mio naso ( s+, il mio nasino nero cos+ ruvido e gra#ioso ( era riuscito ad annusare la malattia nel cervello di Eve molto prima che persino lei sapesse di averla. 1a io non avevo la lingua sciolta. "otevo solo restare a guardare e sentire il vuoto dentro di meD Eve mi aveva assegnato il compito di proteggere ;o a %ualun%ue costo, ma a nessuno era stato assegnato il compito di proteggere Eve. E non c)era niente che potessi fare per aiutarla.
& Fn sa$ato pomeriggio d)estate, dopo aver trascorso la mattinata sulla spiaggia di AlGi, a nuotare e a mangiare fish and chips da Spud)s, tornammo a casa rossi e stanchi per il sole. Eve portò ;o a fare un sonnellino, e &enn' e io ci sedemmo davanti alla tv a studiare. 1ise su la cassetta dalla gara di resisten#a di "ortland, a cui gli avevano chiesto di partecipare %ualche settimana prima. Era stata una gara appassionante, durata otto ore, in cui &enn' e i suoi due copiloti si erano alternati al volante ogni due ore, arrivando primi
nella loro categoria dopo le imprese eroiche compiute da &enn' proprio all)ultimo, %uando aveva evitato un testacoda e superato due concorrenti della sua categoria. 2uardare una corsa solo dal video di $ordo un)esperien#a stupenda. rea %uel meraviglioso senso della prospettiva che spesso si perde nella ripresa televisiva, con tutte %uelle telecamere e tutte %uelle vetture da seguire. 9edere una gara dall)a$itacolo di una singola macchina rende l)idea di cosa provi il pilota6 la presa delle mani sul volante, il cruscotto, la pista, lo specchietto con l)immagine delle auto che ti superano o che vengono superate, il senso di isolamento, la concentra#ione e la grinta necessarie per vincere. &enn' fece partire il nastro dal punto in cui ini#iava il suo ultimo turno di guida, con la pista $agnata e il cielo coperto di nuvoloni neri che minacciavano altra pioggia. Restammo in silen#io per diversi giri. &enn' guidava tran%uillo e %uasi da solo, perch! la sua s%uadra era rimasta indietro dopo la decisione cruciale di fermarsi ai $o@ per montare gomme da pioggiaD le altre scuderie avevano previsto che avre$$e smesso di piovere e che la pista sare$$e tornata asciutta, per cui erano avanti di oltre due giri rispetto al team di &enn'. 1a la pioggia ricominciò, e %uesto offr+ a &enn' un vantaggio enorme. In poco tempo superò sen#a difficolt- le macchine delle altre categorie6 1iata sottopoten#iate che sfrecciavano in curva gra#ie al loro $ilanciamento perfettoD 9iper potenti ma con una tenuta disastrosa. E lui, che fendeva la pioggia a $ordo della sua "orsche up ar veloce e ro$usta. :ome mai in curva vai molto pi* forte degli altri8= domandò Eve. Al#ai gli occhi. Era sulla porta che guardava insieme a noi. :Buasi nessuno ha le gomme da pioggia= disse lui. Eve si sedette sul divano accanto a &enn'. :1a %ualcuno le ha.= :S+, %ualcuno s+= rispose. ontinuammo a guardare. Al termine del rettilineo di ritorno &enn' raggiunse una amaro gialla, e anche se alla curva 3M avre$$e potuto superarla, si trattenne. Eve se ne accorse. :"erch! non l)hai sorpassato8= gli chiese. :0o conosco. a troppa poten#a e sul rettilineo mi sorpassere$$e di nuovo. 0o supero nella prossima serie di curve, mi pare.= Esatto. All)entrata della curva successiva, &enn' era a pochi centimetri dal paraurti posteriore della amaro. 0a marcò stretta nella doppia curva a destra e all)uscita s$ucò fuori per prendere la linea interna nella curva che seguiva, una ster#ata secca a sinistra e sfrecciò via. :on la pioggia in %uesta parte del circuito si scivola parecchio= disse. :0ui costretto a perdere terreno e %uando riprende il controllo non ce la fa pi* a raggiungermi.= &i nuovo sul rettilineo di ritorno, con i fari che illuminavano i segnali di curva contro un cielo non ancora del tutto $uio, nello specchietto panoramico di &enn' si vedeva sullo sfondo la amaro che svaniva. :0ui ce le aveva le gomme da pioggia8= domandò Eve. :redo di s+. 1a la sua macchina non era a posto.= :Sar-. "erò tu guidi come se la pista fosse asciutta, tutti gli altri no.=
Alla curva 3M, rom$ando lungo il rettilineo, vedemmo lampeggiare davanti a noi le luci dei freni della concorren#a6 le prossime vittime di &enn'. :iò che manifesti davanti a te= mormorò &enn'. :osa8= domandò Eve. :Buando avevo diciannove anni= raccontò &enn' un attimo dopo :ero al mio primo corso di guida a Sears "oint, pioveva e stavano cercando di insegnarci come si guida sotto la pioggia. Buando gli istruttori finirono di spiegarci tutti i loro segreti, gli studenti erano pi* confusi di prima. Non ci capivamo niente. 2uardai il tipo accanto a me6 me l o ricordo $ene, veniva dalla Crancia ed era molto veloce. 2a$riel Clouret. 0ui mi sorrise e fece6 Kiò che manifesti davanti a teL.= Eve sporse il la$$ro inferiore e gettò a &enn' un)occhiata perplessa. :E da %uel momento tutto si fece chiaro= disse ironica. :"roprio cos+= rispose &enn' seriamente. Alla tv, la pioggia non smetteva, continuava a cadere. Il team di &enn' aveva fatto la scelta giustaD gli altri si fermavano ai $o@ per cam$iare le gomme. :I piloti hanno paura della pioggia= ci spiegò &enn'. :0a pioggia ingigantisce gli errori, e l)ac%ua sulla pista può rendere del tutto imprevedi$ile il comportamento della macchina. Buando ti succede %ualcosa di imprevedi$ile devi reagireD ma, a %uella velocit-, anche se reagisci sar- comun%ue tardi. "erciò fai bene ad aver paura.= :Io ho paura anche solo a guardare= ammise Eve. :Se faccio fare inten#ionalmente una cosa alla macchina, posso prevedere come si comporter-. In altre parole, l)auto imprevedi$ile solo se non la... possiedo.= :Buindi la fai ruotare prima che sia lei a farlo8= chiese Eve. :Esatto< Se sono io a dare ini#io all)a#ione ( se lascio un po) andare la macchina ( allora so che la cosa succeder- prima che succeda. os+ posso reagire prima ancora che la macchina sappia che sta accadendo.= :E riesci a farlo8= 1entre superava a tutta velocit- le altre auto sullo schermo, la macchina gli andò via di coda e si mise di traverso, ma le mani stavano gi- ster#ando per correggere, e invece di ritrovarsi d)un tratto con la vettura che ruotava in un testacoda, ripart+, lasciandosi gli altri alle spalle. Eve si portò una mano alla fronte e tirò un sospiro di sollievo. :Bualche volta= disse &enn'. :1a capita a tutti i piloti di andare in testacoda. Succede %uando si for#ano i limiti. Io però ci sto lavorando. i lavoro di continuo. E %uella era una $uona giornata.= Eve rimase seduta accanto a noi ancora un minuto, poi rivolse a &enn' un sorriso riluttante e si al#ò. :Ti amo= disse. :Amo tutto di te, anche le tue corse in macchina. E %ualcosa mi dice che hai perfettamente ragione. 7 solo che io non sarei mai in grado di farlo.= "oi se ne andò in cucina, e &enn' e io continuammo a guardare le macchine sul video, che giravano e giravano nel circuito immerso nell)oscurit-.
Non mi stancherò mai di guardare i filmati con &enn'. Sa cos+ tante cose, e ho imparato cos+ tanto da lui. Rimase in silen#io, tutto preso dalle immagini. 1a io ripensai a %uello che mi aveva appena insegnato. Fn concetto cos+ semplice, eppure cos+ vero6 ciò che manifestiamo davanti a noiD siamo noi gli artefici del nostro destino. Inten#ionalmente o meno, siamo soltanto noi i responsa$ili dei nostri successi e dei nostri fallimenti. "ensai a come %uell)idea potesse essere applicata al mio rapporto con Eve. Era vero che avevo del risentimento nei suoi confronti per essere entrata nelle nostre vite, e sapevo che lei lo avvertiva e si proteggeva mantenendo un certo distacco. E per %uanto il nostro rapporto fosse molto cam$iato con l)arrivo di ;o, eravamo ancora distanti. 0asciai &enn' davanti alla tv e andai in cucina. Eve stava preparando la cena, e %uando entrai mi guardò. :Stufo della corsa8= mi chiese distrattamente. Non ero stufo. Sarei potuto rimanere a guardare le corse tutto il giorno, e anche il giorno dopo. Stavo manifestando %ualcosa. 1i sdraiai a riposare vicino al frigo, uno dei miei posticini preferiti. Si capiva che la mia presen#a la metteva a disagio. Buando &enn' era in casa, di solito stavo accanto a luiD il fatto che adesso avessi scelto di stare con lei sem$rava tur$arla. Non capiva che inten#ioni avessi. 1a poi si mise a trafficare con la cena e si dimenticò di me. "rima cucinò degli ham$urger, e il profumo era ottimo. "oi lavò della lattuga e la asciugò. Affettò delle mele. 1ise in una pentola aglio e cipolla, e ci aggiunse un $arattolo di pelati. 0)odore del ci$o invase la cucina. Il profumo e il caldo della giornata appena trascorsa mi fecero venir sonno, e dovevo essermi appisolato perch! all)improvviso sentii le sue mani che mi toccavano, la sentii accare##armi il fianco e grattarmi la pancia, cos+ mi girai sulla schiena in segno di sottomissioneD una ricompensa che valeva molto di pi* della sua piacevole grattatina. :&olce, il mio cagnolino= mi disse. :&olce.= Eve tornò a occuparsi della cena, fermandosi solo ogni tanto per strofinarmi il collo con il piede scal#o mentre passavaD niente di che, lo so, ma per me significava molto. Avevo sempre desiderato amare Eve come la amava &enn', ma non ci ero mai riuscito perch! mi spaventava. 0ei era la mia pioggia. Il mio fattore imprevedi$ile. 0a mia paura. 1a un pilota non deve avere paura della pioggia, la deve accettare. Solo io potevo manifestare un cam$iamento in ciò che mi circondava. 1utando il mio stato d)animo, la mia energia, avevo permesso a Eve di vedermi in modo diverso. E anche se non posso dire di essere padrone del mio destino, posso dire di aver avuto un attimo di padronan#a, e ora so su cosa devo lavorare.
' Fn paio d)anni dopo il trasloco nella casa nuova, successe una cosa spaventosa. &enn' ottenne un sedile nella corsa di ?atGins 2len. Si trattava di un)altra gara di resisten#a, ma %uesta volta avre$$e corso per un team gi- affermato, e non doveva stare a cercare una sponsori##a#ione per pagarsi il posto. Tempo prima, in primavera, era andato in Crancia per un programma di test sulla Cormula Renault. Era un programma costoso, che non poteva permettersiD aveva detto a 1iGe che era un regalo dei suoi genitori, ma io avevo i miei du$$i. I suoi genitori vivevano molto lontano, in una piccola
citt-, e da %uando c)ero io non erano mai venuti a trovarlo. N! per il matrimonio, n! per la nascita di ;o, n! in nessun)altra occasione. 1a non importa. &a %ualun%ue parte venissero i soldi, &enn' aveva preso parte al programma, ed era andato alla grande perch! in Crancia in primavera piove. Buando lo raccontò a Eve, le disse che al termine di una sessione di prove uno dei talent scout che assistono a %uesto genere di eventi lo aveva avvicinato nel paddocG dicendogli6 :Sull)asciutto guidi veloce come sul $agnato8=. E &enn' l)aveva guardato dritto negli occhi e si era limitato a rispondergli6 :1i metta alla prova=. iò che manifesti davanti a te. Il talent scout gli offr+ un periodo di prova, e &enn' rimase via due settimane. A fare test, messe a punto, allenamenti. Era una cosa grossa, e lui andò talmente $ene che gli offrirono un sedile nella gara di resisten#a di ?atGins 2len. All)ini#io, %uando part+ per Ne/ YorG, eravamo raggianti, perch! non vedevamo l)ora di guardare la corsa su Speed hannel. :7 cos+ emo#ionante= se la rideva Eve. :"ap- un pilota professionista<= E ;o, che io adoro e che proteggerei anche a costo di sacrificare la mia stessa vita, gridava di gioia, saltava a $ordo dell)automo$ilina da corsa che tenevano in soggiorno e cominciava a correre in cerchio fino a farci girare la testa, poi al#ava le $raccia al cielo e annunciava6 :Sono la campionessa<=. 1i lasciai cos+ trascinare dall)entusiasmo che mi misi a fare %uelle stupide cose da cani tipo scavare $uche in giardino, appallottolarmi e poi distendermi tutto lungo per terra, con le #ampe dritte e la schiena inarcata per farmi grattare la pancia. Oppure rincorrevo %ualcosa. Io che rincorrevo %ualcosa< Era come stare in paradiso, davvero. E poi arrivò l)inferno. 9enne il giorno della gara e Eve si svegliò nella dispera#ione pi* cupa. Fn dolore cos+ insopporta$ile che passò le prime ore del mattino, %uando ;o ancora dormiva, in piedi in cucina, a vomitare nell)ac%uaio. 9omitava come se le PDsi stesse rivoltando lo stomaco. :Non so cosa mi sta succedendo, En#o= disse. Ed era raro che mi parlasse in modo cos+ franco. Nello stesso modo in cui mi parla &enn', %uasi fossi il suo amico del cuore, la sua anima gemella. 0)ultima volta che mi aveva parlato cos+ era stato %uando era nata ;o. 1a %uesta volta mi parlò davvero come fossi la sua anima gemella e mi chiese6 :osa mi sta succedendo8=. Sapeva che non potevo rispondere. Era solo una domanda retorica, la sua. Ed era %uesta la cosa frustrante6 io una risposta ce l)avevo. Sapevo cosa le stava succedendo, ma non ero in grado di dirglielo. os+ le strusciai il naso contro la coscia e, spingendo, rintanai il muso tra le sue gam$e. E rimasi l+, spaventato. :7 come se mi stessero fracassando il cranio= disse. Non potevo rispondere. Non avevo parole. Non c)era niente che potessi fare. :ome se mi stessero fracassando il cranio= ripet!. E di corsa cominciò a radunare cose mentre io stavo a guardare. >uttò i vestiti di ;o in una $orsa insieme ai suoi e agli spa##olini da denti. Tutto in un lampo. "oi svegliò ;o, le
infilò i piedini nelle scarpine da ginnastica e ( pam ( la porta si chiuse di colpo e ( zac zac ( la serratura di sicure##a girò, e loro se n)erano andate. E io non me n)ero andato. Io ero l+. Ero ancora l+.
1( In teoria, il pilota ideale dovre$$e avere la padronan#a di tutto ciò che lo circonda, dice &enn'. Il pilota ideale dovre$$e avere un tale controllo del veicolo da riuscire a correggere un testacoda ancora prima che si verifichi, da valutare in anticipo ogni possi$ilit-. 1a non viviamo in un mondo ideale. Il nostro mondo fatto anche di sorprese, di errori, di incidenti con altre auto, e il pilota deve reagire. Buando il pilota reagisce, dice &enn', importante ricordare che il valore della macchina si misura dalle gomme. Se le gomme perdono aderen#a, il resto non conta pi* niente. avalli, coppia, frenata. Tutto irrilevante, %uando si comincia a s$andare. Cinch! la velocit- non annullata dal $uon vecchio attrito e le gomme non riac%uistano aderen#a, il pilota in $alia della velocit-. E la velocit- una for#a della natura. 7 importante che il pilota a$$ia chiaro %uesto concetto e ignori il proprio istinto naturale. Buando il retrotreno di una macchina KscappaL, il pilota può farsi prendere dal panico e togliere il piede dall)acceleratore. os+ facendo, scaricher- l)intero peso della vettura sulle ruote anteriori, il retrotreno virer- di $otto e la macchina comincer- a girare su se stessa. Fn $ravo pilota cercher- di contrastare il testacoda ster#ando nella dire#ione in cui la macchina sta ruotando. "otre$$e fun#ionare. 1a intanto, la s$andata avr- assolto alla sua fun#ione6 %uella di rallentare una vettura che andava troppo veloce. All)improvviso le gomme tornano a far presa, e il pilota ritrova l)aderen#a, ma, purtroppo per lui, con le ruote anteriori rivolte proprio nella dire#ione s$agliata. "rivata di ogni e%uili$rio, la vettura indotta a una contros$andata. Buindi, la corre#ione eccessiva di una s$andata può provocare un testacoda in senso inverso, molto pi* veloce e pericoloso del primo. Se invece, appena le ruote hanno ini#iato a sfuggirgli, il nostro pilota si rivelato a$$astan#a esperto da resistere all)istinto di al#are il piede, potre$$e essere riuscito a mettere in pratica le sue conoscen#e sul comportamento del veicolo e, al contrario, ad aumentare la pressione sull)acceleratore, allentando un po), al tempo stesso, la chiusura dello ster#o. 0)incremento dell)accelera#ione avr- schiacciato le ruote posteriori sulla pista, riassestando la vettura. 0a corre#ione dello ster#o avr- allentato la for#a centrifuga. In %uesto caso la rota#ione sare$$e stata corretta, ma il nostro pilota dovre$$e affrontare il pro$lema causato dalla corre#ione6 aumentando il raggio della curva, infatti, si esposto al rischio di andare fuori pista. Ahim< Il nostro pilota non si trova dove avre$$e sperato< a ancora il controllo della vettura, però. 7 ancora in grado di intervenire in modo positivo. "uò ancora scrivere il finale della sua storia, un finale in cui completa la gara sen#a incidenti. E magari, se saprmanifestare $ene, vincer-. [eBookLove - eBL 062]
11 Buando all)improvviso mi ritrovai chiuso a chiave in casa, non mi lasciai prendere dal panico. Non tentai un)ipercorre#ione, n! restai parali##ato. Ceci velocemente il punto della situa#ione e trassi %ueste conclusioni6 Eve era malata e forse la malattia stava minando la
sua capacit- di giudi#io, per cui era pro$a$ile che non tornasse a riprendermiD &enn' sare$$e rientrato il ter#o giorno, due notti dopo. Sono un cane e so come si digiuna. Ca parte del patrimonio genetico che tanto dispre##o. Buando &io ha dotato gli uomini di tutta %uell)intelligen#a, li ha privati dei cuscinetti ai piedi e li ha resi vulnera$ili alla salmonella. Buando ha negato ai cani l)uso dei pollici, ha concesso loro la capacit- di sopravvivere per lunghi periodi sen#a ci$o. 1entre un pollice ( un solo misero pollice! ( sare$$e stato molto utile in %uel momento, permettendomi di ruotare uno stupido pomello e fuggire, il secondo strumento in ordine d)importan#a, e l)unico a mia disposi#ione, era la capacit- di fare a meno del nutrimento. "er tre giorni feci atten#ione a ra#ionare l)ac%ua della ta##a del $agno. 9agai per la casa annusando la fessura sotto la porta della dispensa e sognando una grossa ciotola di croccantini, ripulendo ogni angolo dai resti polverosi di cereali heerio caduti a ;o %ua e l-. Frinai e defecai sul tappetino vicino alla porta sul retro, accanto alla lavatrice. Non mi lasciai prendere dal panico. &urante la seconda notte, dopo circa %uaranta ore di solitudine, cominciai, credo, ad avere delle allucina#ioni. 1entre leccavo le gam$e del seggiolone di ;o, su cui avevo scoperto delle gocce di 'ogurt cadute molto tempo prima, sen#a volerlo risvegliai i miei succhi gastrici con uno sgradevole $rontolio, e sentii un rumore che veniva dalla sua camera. Buando andai a controllare, vidi una cosa terrificante. Fno dei suoi animaletti di peluche si muoveva da solo per la stan#a. Era la #e$ra. 0a #e$ra di peluche che le avevano spedito i nonni paterni, che per %uanto spesso li vedevamo a Seattle potevano $enissimo essere di peluche anche loro. Non mi era mai piaciuta %uella #e$ra, la consideravo una specie di rivale nella corsa all)affetto di ;o. A essere sincero, mi stupiva vederla in casa, perch! era uno dei pupa##i preferiti di ;oD se la portava ovun%ue, persino a letto, tanto che alla $ase della testa il tessuto era logoro, tutto rigato. Stentavo a credere che Eve non l)avesse infilata in $orsa insieme alle altre cose, ma immagino fosse cos+ fuori di s!, cos+ in preda al dolore da dimenticare la #e$ra. 0)animale, che ora aveva preso vita, non mi disse niente, ma appena mi vide si lanciò in un $allo tutto scatti e contorsioni, che culminò con lui che spingeva a pi* riprese l)inguine castrato in faccia a una povera >ar$ie innocente. Buesto mi fece molto arra$$iare, perciò mi misi a ringhiare contro la #e$ra molestatrice, ma %uella si limitò a sorridermi e prosegu+ lo stupro, %uesta volta prendendosela con una rana di peluche, che montò da dietro e cavalcò a pelo, #occoli all)aria come un domatore di cavalli, gridando6 :Yuuhu< Yuuhu<=. Tallonai %uell)animale $astardo e maligno mentre umiliava e violentava uno a uno tutti i giocattoli di ;o. Alla fine non riuscii pi* a resistere e, digrignando i denti, feci per aggredirlo, per porre termine una volta per tutte a %uella farsa $rutale. 1a prima che riuscissi a stringere la folle #e$ra tra le fauci, %uella smise di $allare e mi si parò davanti in piedi sulle sole #ampe posteriori. "oi portò le #ampe anteriori sulla cucitura che le correva lungo la pancia e la strappò. 0a sua stessa cucitura< 0a s%uarciò finch! non riusc+ a infilarci le #ampe dentro e tirar via l)im$ottitura. E, cucitura dopo cucitura, manciata dopo manciata, continuò a ridursi a $randelli, finch! non espulse tutto il sangue del demone che le aveva dato vita, %ualun%ue fosse la sua natura, e di lei non rimase altro che un mucchio di im$ottitura e di stoffa che ondeggiava sul pavimento, pulsando come un cuore strappato da un petto, de$ole, sempre pi* de$ole, fino a cessare del tutto. Fscii dalla camera di ;o traumati##ato, sperando che ciò che avevo visto fosse frutto della mia immagina#ione, una visione prodotta da un calo di glucosio nel sangue, ma
sapevo, in %ualche modo, che non era una visioneD era tutto vero. Era accaduto %ualcosa di tremendo. Il pomeriggio del giorno seguente tornò &enn'. Sentii arrivare il ta@i e guardai &enn' scaricare i $agagli e portarli fino alla porta sul retro. Non volevo sem$rare troppo entusiasta di vederlo, ma al tempo stesso ero preoccupato per %uello che avevo fatto al tappetino, perciò a$$aiai un paio di volte per metterlo in guardia. &alla finestra vidi che aveva un)espressione stupita. Tirò fuori le chiavi e apr+ la porta, e io cercai di $loccarlo, ma fu troppo veloce e dal tappetino si levò un suono vischioso. &enn' si guardò i piedi e, saltellando, entrò cauto nella stan#a. :he diavolo< he ci fai %ui8= &iede un)occhiata alla cucina. Niente di strano, niente che fosse fuori posto, a parte me. :Eve8= gridò. 1a Eve non c)era. &ove fosse non lo sapevo, di certo non era con me. :) %ualcuno in casa8= mi chiese. Non risposi. 0ui prese il telefono e compose un numero. :Eve e ;o sono ancora da voi8= domandò, sen#a nemmeno salutare. :1i fai parlare con Eve8= Fn attimo dopo disse6 :Bui c) En#o=. E aggiunse6 :Anch)io sto cercando di capacitarmene. 0)hai lasciato %ui8=. "oi disse6 :1a ro$a da matti. ome hai fatto a non ricordarti che il tuo cane era in casa8=. E ancora6 :7 rimasto tutto il tempo %ui8=. :1erda<= disse infuriato. Buindi riattaccò, urlando per la frustra#ione, un $ell)urlo forte e prolungato. "oi mi guardò e disse6 :Sono cos% inca##ato<=. Cece un giro veloce della casa. Io non lo seguii, rimasi l+, accanto alla porta. Fn attimo dopo era di ritorno. :Buesto l)unico posto che hai usato8= chiese, indicando il tappetino. :>ravo, il mio En#o. Ottimo lavoro.= "rese un sacco di plastica dalla dispensa, ci mise dentro il tappetino grondante, lo richiuse con un nodo e lo posò nella veranda sul retro. "oi passò lo straccio sul pavimento vicino alla porta. :Starai morendo di fame.= 1i riemp+ d)ac%ua la ciotola e mi diede dei croccantini, che mangiai troppo in fretta e non riuscii a gustarmi, ma che almeno mi riempirono il $uco che avevo nello stomaco. 1i guardò mangiare sen#a dire una parola, furioso. E dopo poco nella veranda sul retro comparvero Eve e ;o. &enn' spalancò la porta. :Incredi$ile= disse con voce amara. :Sei incredi$ile.= :Stavo male= spiegò Eve entrando in casa, con ;o che le si nascondeva dietro. :Non ragionavo.=
:"oteva anche morire.= :1a non morto.= :"erò sare$$e potuto succedere= insist! &enn'. :Non ho mai sentito niente di cos+ stupido. 1enefreghista. &el tutto incosciente.= :Stavo male= gli rispose secca Eve. :Non ragionavo<= :Tu non ragioni e la gente muore. I cani muoiono.= :Non ce la faccio pi*= gridò, vacillando come un al$erello in una giornata di vento. ;o le s$ucò da dietro e scomparve dentro casa. :Non fai altro che andartene e lasciarmi sola a prendermi cura di ;o e di En#o, ma io non ce la faccio< 7 troppo per me< Riesco a malapena a $adare a me stessa<= :&ovevi chiamare 1iGe, o lasciarlo in un canile. Bualsiasi cosa, ma non cercare di ucciderlo.= :1a io non ho cercato di ucciderlo= mormorò. Sentii piangere e mi guardai intorno. ;o era in piedi sulla porta che dava sul corridoio, in lacrime. Eve spinse da parte &enn', andò da lei e le si inginocchiò davanti. :Oh, piccola, mi dispiace se stiamo litigando. Non lo facciamo pi*. Non piangere, ti prego.= :I miei animali= piagnucolò ;o. :he successo ai tuoi animali8= Eve percorse il corridoio tenendo ;o per mano. &enn' le segu+. Io restai dov)ero. Non avevo inten#ione di avvicinarmi alla stan#a in cui avevo assistito alle dan#e della #e$ra maniaca. Non volevo vederla. All)improvviso sentii rim$om$are dei passi. 1i ac%uattai accanto alla porta sul retro e &enn' entrò in cucina come una furia. Sem$rava esplodere dalla ra$$ia, gli occhi fissi su di me e le mascelle serrate. :Stupido cane che non sei altro= ringhiò, poi mi afferrò per la collottola e prese a strattonarmi. "ersi le for#e, terrori##ato. Non mi aveva mai trattato cos+, prima. 1i trascinò dalla cucina per tutto il corridoio, fino alla stan#a di ;o, dove lei, scioccata, se ne stava seduta per terra in me##o al finimondo. 0e sue $am$ole, i suoi animali erano stati fatti a pe##i, eviscerati, un disastro totale. Fn vero massacro. "otevo solo supporre che la #e$ra indemoniata si fosse riassem$lata e avesse distrutto gli altri animali dopo che me n)ero andato. Avrei dovuto eliminarla %uando ne avevo avuto la possi$ilit-. Avrei dovuto mangiarmela, a costo di lasciarci la pelle. 0a ra$$ia di &enn' era cos+ grande da riempire tutta la stan#a, tutta la casa. Niente poteva contenerla, tant)era grande. on un ruggito fu sopra di me e mi colp+ sulla testa con la sua manona. addi a terra con un guaito, appiattendomi il pi* possi$ile contro il pavimento. :>rutto cagnaccio<= ringhiò, e al#ò la mano per colpirmi ancora. :&enn', no<= gridò Eve precipitandosi verso di me e riparandomi con il suo corpo. 9oleva proteggermi. &enn' si fermò. Non avre$$e mai colpito lei. "er nessuna ragione. "roprio come non avre$$e mai colpito me. "erch! non mi aveva colpito, lo so, anche se ero ancora dolorante per la $otta. Aveva colpito il demone, la #e$ra malvagia, la creatura sinistra che
era entrata in casa e si era impossessata di %uel peluche. &enn' credeva che %uel demone malvagio fosse dentro di me, ma si s$agliava. Io lo avevo visto. Il demone si era impossessato della #e$ra e aveva lasciato me sul luogo del delitto, sen#a che potessi dire niente per difendermi6 mi aveva incastrato. :"renderemo degli animali nuovi, piccola= disse Eve a ;o. :&omani andiamo a comprarli.= on %uanta pi* delicate##a possi$ile avan#ai cauto fino a ;o che, tristissima, era seduta a terra tra le rovine del suo mondo fantastico, il mento premuto contro il petto, le lacrime che le rigavano le guance. Sentivo il suo dolore perch! il suo mondo fantastico lo conoscevo $ene. Era lei che me ne aveva fatto vedere l)autenticit- e che spesso mi permetteva di farne parte. Buando nei giochi ognuno di noi interpretava il proprio ruolo ( giochi stupidi ma pieni di significato ( capivo cosa pensava di s! e del posto che occupava nella vita. apivo che venerava il padre e cercava sempre di compiacere la madre. he si fidava di me, ma le facevo paura %uando la guardavo in modo troppo espressivo e mettevo in discussione %uello che aveva imparato dell)Ordine del 1ondo voluto dagli adulti, che nega agli animali la capacit- di pensiero. Strisciai fino a lei e misi il naso accanto alla sua coscia, a$$ron#ata dal sole dell)estate. "oi sollevai appena le sopracciglia, %uasi a chiederle se avre$$e mai potuto perdonarmi di non aver protetto i suoi animali. Aspettò a lungo prima di darmi una risposta, ma alla fine lo fece. 1i posò la mano sulla testa e ce la lasciò. Non mi grattò. i sare$$e voluto ancora un $el po) prima che si decidesse a farlo. 1a intanto mi aveva toccato, e %uesto significava che mi perdonava per l)accaduto, anche se la ferita era ancora troppo fresca e il dolore troppo forte per dimenticare. "i* tardi, %uando tutti e$$ero mangiato e ;o fu messa a letto nella sua camera, che nel frattempo era stata ripulita dal massacro, trovai &enn' seduto sui gradini della veranda con un $icchiere di %ualcosa di forte, il che mi parve strano, perch! non $eveva %uasi mai superalcolici. 1i avvicinai con cautela, e lui se ne accorse. :"uoi venire, sai= mi disse, $attendo la mano sullo scalino accanto a s!. Io andai da lui, gli annusai il polso e a##ardai una leccatina. 0ui sorrise e mi massaggiò il collo. :1i dispiace tanto= si scusò. :o perso la testa.= Il giardino dietro casa non era grande, ma di sera era $ello. Ai $ordi correva una fascia di terriccio coperta di trucioli di cedro profumati, dove in primavera piantavano i fiori, e nell)angolo c)era un cespuglio con dei fiori che attiravano le api e mi rendevano sempre nervoso %uando ;o ci giocava vicino, anche se non l)hanno mai punta. &enn' vuotò il $icchiere con un ultimo lungo sorso e involontariamente ra$$rivid+. "oi tirò fuori una $ottiglia dal nulla ( mi stupii di non averla notata ( e si versò un altro $icchiere. Si al#ò, fece %ualche passo e stirandosi si allungò verso il cielo. :Siamo arrivati primi, En#o. Non primi Knella classeL, ma primi assoluti. Sai cosa vuol dire8= Il mio cuore so$$al#ò. Sapevo $ene cosa voleva dire. 9oleva dire che il campione era lui. he era il migliore< :9uol dire avere un sedile in una 2ran Turismo per la prossima stagione, ecco cosa vuol dire= mi disse &enn'. :o ricevuto un)offerta da una vera scuderia. Sai cos) un)offerta8=
1i piaceva %uando mi parlava a %uel modo. Buando la tirava per le lunghe. Caceva salire la suspense. 1i sempre piaciuta la tensione narrativa. &el resto, sono un drammaturgo nato. "er me un $uon racconto sta tutto nel creare delle aspettative per poi mantenerle in modo emo#ionante e sorprendente. :Ricevere un)offerta vuol dire che posso guidare se mi presento con la mia %uota di sponsori##a#ione per la stagione ( il che mi sem$ra ragionevole e pi* o meno reali##a$ile ( e se sono disposto a passare %uasi sei mesi lontano da Eve, da ;o e da te. 1a sono disposto a farlo8= Non risposi perch! ero com$attuto. Sapevo di essere il pi* grande fan di &enn' e il suo pi* convinto sostenitore %uando si trattava di gare. 1a sentivo anche %ualcosa di simile a %uello che dovevano sentire Eve e ;o ogni volta che se ne andava6 un vuoto nello stomaco all)idea della sua assen#a. &oveva avermi letto nel pensiero, perch! $uttò gi* %uel che restava nel $icchiere e disse6 :No, nemmeno io=. Il che era proprio %uello che stavo pensando. :Non riesco a credere che Eve ti a$$ia a$$andonato cos+= continuò. :So che si era presa un virus, però...= i credeva veramente o stava mentendo a se stesso8 O magari ci credeva perch! Eve voleva farglielo credere. omun%ue. Se fossi stato una persona avrei potuto dirgli la veritsulla salute di Eve. :Fn $rutto virus davvero= aggiunse, pi* rivolto a se stesso che a me. :E lei non riusciva a ragionare.= All)improvviso non ne ero pi* cos+ sicuro6 se anche fossi stato una persona, se anche fossi stato in grado di dirgliela, la verit-, non sono cos+ certo che avre$$e voluto sentirla. Tirò fuori un lamento, tornò a sedersi e si riemp+ di nuovo il $icchiere. :Ti scalerò i peluche dalla paghetta= ridacchiò. "oi mi guardò e mi afferrò il mento con la mano. :Ti voglio $ene, sai= disse. :E prometto che non lo rifarò mai pi*. "er nessun motivo. 1i dispiace veramente.= "arlava a vanvera, era u$riaco. 1a per %uesto gli volevo ancora pi* $ene. :Sei un duro= continuò. :Sei stato in grado di farti tre giorni cos+ perch! sei davvero un duro.= 1i sentii orgoglioso. :So che non faresti mai niente di proposito per ferire ;o= disse. Io gli posai la testa sulle gam$e e lo guardai. :A volte penso che tu mi capisca davvero= aggiunse. :7 come se ci fosse una persona l+ dentro. ome se tu sapessi tutto.= * cos% , dissi tra me. * cos% .
12 0a malattia di Eve era sfuggente e imprevedi$ile. Fn giorno aveva un mal di testa devastante, un altro una nausea che la sfiniva, un altro ancora si svegliava con il capogiro,
e arrivava alla sera incupita e ra$$iosa. E %ueste giornate non capitavano mai una di seguito all)altra, ma erano intervallate da giorni o addirittura settimane di tregua, di vita normale. "oi &enn' riceveva una telefonata all)autofficina e correva in soccorso di Eve, la accompagnava a casa dal lavoro, chiedendo a un amico di seguirlo guidando la macchina di lei, e passava il resto della giornata a guardare impotente. 0)intensit- e la natura ar$itraria del male di Eve andavano $en oltre la capacit- di comprensione di &enn'. 0amentarsi, mettersi improvvisamente a gridare, cadere a terra in preda agli spasimi. Sono tutte cose che solo i cani e le donne capiscono, perch! noi attingiamo direttamente al dolore, siamo connessi direttamente alla sua sorgente, dove il dolore al tempo stesso $rillante, limpido e $rutale, come metallo incandescente che esca da un idrante, e sappiamo appre##arne la $elle##a anche %uando il peggio ci colpisce dritto in faccia. 2li uomini, invece, sono pieni di filtri, deflettori e sistemi a rilascio graduale. "er gli uomini tutto si cura come il piede d)atleta6 $asta spru##arci il prodotto giusto, e tutto passa. Non si rendono conto che il manifestarsi di %uel male ( il fungo che hanno tra le dita pelose dei piedi ( non altro che un sintomo, il segno di un pro$lema sistemico. ome una fioritura di candida nell)intestino, per esempio, o %ualche altro scompenso nell)organismo. Eliminare il sintomo non fa altro che costringere il vero pro$lema a manifestarsi a livello pi* profondo in un altro momento. 9ai dal medico, le diceva. Catti dare dei farmaci. E in tutta risposta lei ululava alla luna. Al contrario di me, lui non la capiva %uando diceva che la cura avre$$e solo mascherato il dolore invece di farlo guarire, e che %uindi era inutile. Non la capiva %uando diceva che, se fosse andata dal medico, %uello si sare$$e limitato a inventarsi una malattia per giustificare il fatto di non poterla aiutare. E passava cos+ tanto tempo tra un episodio e l)altro. )era cos+ tanta speran#a. &enn' si sentiva frustrato per la propria impoten#a e, sotto %uesto aspetto, capivo il suo punto di vista. "er me frustrante non poter parlare. Sentire di avere cos+ tanto da dire, di poter essere utile in cos+ tanti modi, %uando invece sono chiuso in una ca$ina insonori##ata, come %uelle usate nei giochi a premi, da cui posso guardare fuori, sentire %uello che succede, ma nessuno accende mai il mio microfono, nessuno mi fa mai uscire. Fna persona potre$$e impa##ire. &i sicuro pi* di un cane impa##ito. Il $uon cane che non avre$$e mai fatto male a una mosca ma che un giorno ha s$ranato la faccia della padrona, profondamente addormentata sotto l)effetto dei sonniferi8 >e), %uel cane non aveva niente che non andava, solo che alla fine gli partito il cervello. 0o so, una cosa spaventosa, ma può capitareD si sente di continuo al telegiornale. Buanto a me, ho escogitato dei modi per aggirarla, la pa##ia. erco di migliorare la mia andatura umana, per esempio. 1i esercito a masticare il ci$o lentamente, come fanno le persone. Studio la televisione per sapere come comportarmi e per imparare a reagire in certe situa#ioni. Nella mia prossima vita, %uando rinascerò uomo, con tutto il tempo che ho passato a prepararmi, mi tireranno fuori dall)utero che sarò gi- adulto. Allora mi toccheraspettare che il mio nuovo corpo umano raggiunga la maturit-, prima di poter eccellere in tutte le imprese atletiche e intellettuali a cui spero di potermi dedicare. &enn' sfugg+ alla pa##ia del suo personale inferno insonori##ato continuando a guidare. Non c)era niente che potesse fare per eliminare il dolore di Eve, e non appena se ne rese conto, s)impegnò a fare meglio tutto il resto. Spesso succede %ualcosa alle macchine da corsa proprio nel momento cruciale della gara. Si può rompere la ruota dentata di una trasmissione, e il pilota si trova di colpo sen#a marce. Oppure può succedere che si spacchi la fri#ione, che i freni si surriscaldino e non tengano, o che si rompano le sospensioni. Buando si trova ad affrontare uno di %uesti pro$lemi, un pessimo pilota si schianta. Fn pilota medio si arrende. I grandi
continuano a guidare. Trovano un modo per proseguire la corsa. ome al 2ran "remio del 0ussem$urgo del 34Q4, %uando l)irlandese evin Cinnert' YorG terminò vittorioso la corsa e pi* tardi rivelò di aver guidato per gli ultimi venti giri con due marce soltanto< Essere capaci di dominare una macchina a %uel modo la massima espressione di consapevole##a e determina#ione. &imostra %uanto la fisicit- del mondo rappresenti un limite solo se la volont- de$oleD un vero campione in grado di reali##are cose che per una persona normale sare$$ero impensa$ili. &enn' ridusse l)orario di lavoro per accompagnare ;o alla scuola materna. 0a sera, dopo cena, le leggeva %ualcosa e le insegnava le lettere e i numeri. Si fece carico della spesa, della cucina e delle puli#ie di casa, occupandosi di tutto nel migliore dei modi e sen#a lamentarsi. 9oleva togliere a Eve %ualun%ue peso, %ualun%ue compito che potesse procurarle stress. Buello che non poteva fare, però, con tutto %uel lavoro e@tra, era continuare a coinvolgerla in %uel modo giocoso e affettuoso a cui ero a$ituato da sempre. Era impossi$ile che riuscisse a fare tuttoD evidentemente, aveva scelto di dare prioritassoluta alla cura dell)organismo di Eve. E credo che fosse la cosa pi* giusta da fare, date le circostan#e. "erch! lui aveva me. Il verde lo vedo grigio. Il rosso lo vedo nero. Buesto fa di me una persona dalle poten#ialit- limitate8 Se mi insegnaste a leggere e mi forniste lo stesso sistema informatico che hanno dato a Stephen a/Ging, anch)io scriverei dei li$ri grandiosi. Invece non mi insegnate a leggere, e neanche mi date una leva che io possa spingere con il naso per indicare la lettera che voglio inserire. E allora di chi la colpa se sono %uello che sono8 &enn' non smise di amare Eve, si limitò a delegare a me il compito di elargire il suo amore. &iventai dispensatore di amore e conforto per procura. Buando lei non stava $ene e lui prendeva in custodia ;o e la portava via di corsa a vedere uno dei tanti meravigliosi film d)anima#ione per $am$ini perch! non sentisse le urla stra#ianti della madre, io restavo l+. Si fidava di me. E mentre lui e ;o si preparavano le $ottiglie d)ac%ua e i $iscotti farciti sen#a grassi idrogenati che le comprava apposta al nego#io di lusso, mi diceva6 :"er favore, En#o, prenditi cura tu di lei=. E io lo facevo. 1i prendevo cura di lei raggomitolandomi di fianco al letto o accanto a lei, se era caduta per terra. Spesso mi teneva stretto, mi stringeva forte a s!, e mi parlava del dolore. +on riesco a stare ferma. +on riesco a restare sola con #uesto dolore. )o bisogno di gridare, di contorcermi, perch gridare lo tiene lontano. Se resto in silenzio lui riesce a trovarmi, a stanarmi, e mi trafigge dicendomi- Adesso ti ho presa! Adesso sei mia!/. &emone. 2remlin. "oltergeist. Spettro. Cantasma. Spirito. Om$ra. 2houl. &iavolo. 0a gente li teme, perciò relega la loro esisten#a alle storie, a li$ri da chiudere e riporre su uno scaffale, o da dimenticare in una stan#a d)al$ergoD tengono gli occhi chiusi per non vedere il male. 1a dovete credermi %uando vi dico che la #e$ra esiste. &a %ualche parte, la #e$ra sta $allando. 0a primavera alla fine riusc+ a farsi strada fino a noi dopo un inverno ecce#ionalmente piovoso, fatto di giornate grigie, di pioggia e di un freddo tagliente che di certo non mi ringiovaniva. &urante l)inverno Eve aveva mangiato poco o niente, e si era fatta pallida e tirata. Buando il dolore la assaliva, spesso andava avanti giornate intere sen#a toccare ci$o. Non facendo movimento, la sua magre##a era sen#a tono, solo pelle floscia su ossa fragiliD stava deperendo. &enn' era preoccupato, ma Eve non lo ascoltava %uando la supplicava di consultare un medico. Fna leggera depressione, diceva. 0e avre$$ero dato delle pillole, e lei di pillole non ne voleva. E una sera, dopo cena, una cena speciale,
anche se non mi ricordo se si festeggiava un compleanno o un anniversario, &enn' entrò in camera nudo e Eve era anche lei nuda sul letto. 1i sem$rò cos+ strano, perch! era tanto che non si montavano o che non giocavano un po) tra loro. E adesso eccoli l+. 0ui si sistemò sopra di lei e lei disse6 :Il terreno fertile=. :Non dici sul serio, vero8= chiese lui. :Tu dillo e $asta= rispose lei un attimo dopo, con gli occhi velati, sprofondati nelle or$ite, inghiottiti dalla pelle tumefatta, un)immagine che evocava tutto tranne la fertilit-. :E io la coltivo, la fertilit-= disse lui. 1a il loro fu uno scam$io fiacco e privo di entusiasmo. 0ei emetteva dei suoni, ma stava fingendo e io me ne accorsi, perch! nel $el me##o dell)a#ione mi guardò, scosse il capo e mi fece cenno di uscire. Rispettoso, mi ritirai in un)altra stan#a e mi appisolai. E, se non ricordo male, sognai le cornacchie.
13 Stanno appollaiate sui rami degli al$eri, sui fili elettrici, sui tetti e osservano tutto, %uei piccoli uccellacci del malaugurio. oi loro schiama##i sinistri, %uasi volessero prendersi gioco di te, un gracchiare continuoD che tu sia in casa o fuori, sanno sempre dove ti trovi, stanno l+ e aspettano. ugine piccole del corvo, sono ra$$iose e piene di rancore, incattivite per essere state geneticamente sminuite dai loro fratelli. Si dice che il corvo occupi il gradino successivo a %uello dell)uomo nella scala evolutiva. &el resto, secondo le leggende delle popola#ioni indigene americane della costa nordoccidentale, stato il corvo a creare l)uomo. HE la cosa interessante che la divinit- corrispondente al corvo nel folGlore degli indiani delle pianure il co'ote, che un cane. "er cui mi pare che ci sia un po) troppa folla al vertice della catena spirituale. Allora, se il corvo ha creato l)uomo e la cornacchia cugina del corvo, %ual il posto delle cornacchie8 Il posto delle cornacchie l)immondi#ia. Intelligenti e fur$e come sono, si esprimono al meglio %uando usano i loro perfidi cervellini per scoperchiare un $idone della spa##atura o per $ucare con il $ecco un involucro e arrivare a %ualche resto di ci$o. 9ivono in colonie e sono la feccia delle creature. In inglese uno stormo di cornacchie si chiama murder , KassassinioLD una parola adatta, perch! %uando sono tutte insieme ti vien voglia di amma##arle. Non le rincorro mai, le cornacchie. Scappano via #ampettando, ti sfottono, cercano di trascinarti in un inseguimento in cui finirai per farti del male o per restare incastrato da %ualche parte, lontano, in modo da garantire loro li$ero accesso all)immondi#ia. 7 cos+. A volte %uando ho gli incu$i me le sogno, le cornacchie. Fno stormo che mi attacca spietato, che mi riduce crudelmente a $randelli. 7 il mio incu$o peggiore. Appena arrivati nella nuova casa, successe una cosa con le cornacchie, ed per %uesto che mi odiano, lo so. 7 $rutto avere dei nemici. &enn' raccoglieva sempre i miei $isogni in sacchettini verdi $iodegrada$ili. Ca parte del pre##o che gli umani devono pagare per aver scelto di tenere noi cani sotto una cos+ stretta supervisione. &evono estrarre i nostri escrementi dai fili d)er$a con un sacchetto di plastica rovesciato. &evono afferrarli con le dita e prenderli in mano. E nonostante la $arriera di plastica, non amano farlo perch! ne sentono il tanfo e non hanno un olfatto a$$astan#a sofisticato da percepire la complessitdell)odore e il significato dei suoi molteplici strati. &enn' raccoglieva i sacchettini pieni di cacca in una $usta di plastica per la spesa. "oi, una volta ogni tanto, $uttava %uesta $usta in uno dei $idoni del parco in fondo alla strada.
Immagino non volesse contaminare il suo, di $idone, con i sacchetti delle mie feci. Non lo so. 0e cornacchie, che in %uanto cugine del corvo si vantano di essere intelligentissime, adorano fare la posta ai sacchetti della spesa. E in pi* di un)occasione, %uando &enn' o Eve ne portavano a casa parecchi in una volta sola, capitato che facessero la posta a un sacchetto rimasto fuori nella veranda. Riescono a entrare e uscire in un lampo, magari trovano dei $iscotti o altro e volano via. Fna volta, %uando ero giovane, le cornacchie videro arrivare Eve con i sacchetti della spesa e si accalcarono tutt)intorno, raggruppate su un al$ero al confine della propriet-, una %uantit- impressionante. Stavano #itte, perch! non volevano attirare l)atten#ione, ma io sapevo che c)erano. Eve aveva parcheggiato nel vialetto e faceva avanti e indietro per portare i sacchetti dalla macchina alla veranda, e poi dalla veranda all)interno della casa. 0e cornacchie rimasero a osservarla e si accorsero che aveva dimenticato un sacchetto. OG. Sono intelligenti, lo devo ammettere, perch! non si avvicinarono su$ito. Rimasero a guardare e aspettarono che Eve andasse di sopra, si spogliasse ed entrasse nella vasca, come faceva a volte di pomeriggio %uando aveva un giorno li$ero al lavoro. Rimasero a osservare, sicure che la porta a vetri della cucina fosse chiusa a chiave per tenere fuori ladri e stupratori, e per non fare uscire me. "oi fecero la loro mossa. alarono in picchiata, in tante, e con i $ecchi sollevarono il sacchetto. Fna di loro mi provocò avvicinandosi al vetro, per farmi a$$aiare. In una situa#ione normale mi sarei trattenuto, giusto per spregio, ma sapendo %uello che sapevo, a$$aiai un paio di volte, giusto per risultare convincente. Non andarono lontano. 9olevano sfottermi. 9olevano che assistessi mentre si godevano il $en di &io che c)era nel sacchetto, perciò si fermarono nel giardino, sull)er$a, tutto il gruppo. Si misero a $allare in cerchio, a farmi i versacci, ad agitare le ali e chiamare le loro amiche. S%uarciarono la plastica e ci affondarono dentro tutto il $ecco per mangiarsi le meravigliose preli$ate##e nascoste all)interno, e mangiarono eccome. Si ingo##arono, %uegli stupidi uccelliD mangiarono %uello che c)era dentro il sacchetto e lo ingoiarono con soddisfa#ione. 1a si stro##arono con enormi $occoni della mia merda. 0a mia merda< &ovevate vedere le facce< Erano rimaste di stucco. E com)erano indignate< ome scrollavano la testa< "oi volarono via tutte insieme, dirette al giardino della casa poco pi* su della nostra, dove c)era una fontana con lo #ampillo in cui si sare$$ero potute lavare il $ecco. "oi tornarono. "ulite e furiose. A centinaia. 1igliaia, forse. Invasero la veranda e il giardino sul retro, una massa cos+ compatta da sem$rare un enorme tappeto ondeggiante di penne e catrame, i loro occhi come tanti spilli puntati su di me, che mi fissavano, come per dirmi6 vieni fuori, cagnolino, che ti caviamo gli occhi, vieni< Io non uscii. E poco dopo se ne andarono. 1a %uando &enn' tornò dal lavoro %uel giorno, guardò sul retro. Eve stava preparando la cena, e ;o, ancora piccola, era nel seggiolone. &enn' guardò fuori e chiese6 :ome mai tutta %uella cacca di uccelli sul terra##o8=. Io lo sapevo. Se mi avessero dato un computer come %uello di Stephen a/Ging, ci avrei anche scher#ato su. &enn' usc+, apr+ la canna e lavò il pavimento. Sconcertato, raccolse i sacchetti di cacca strappati, ma non fece domande. 2li al$eri, i cavi dell)elettricit- e del telefono erano carichi di %uegli uccelli che stavano tutti l+, a guardare. Io non andai fuori con lui. E %uando volle giocare a tirarmi la palla, finsi di stare male e salii sulla $randa a dormire.
Era stato davvero divertente guardare %uegli stupidi uccelli, che si credono cos+ intelligenti, riempirsi il $ecco di merda di cane. Solo che, come accade per tutte le cose, ci furono delle ripercussioni6 da allora in tutti i miei incu$i ci sono delle cornacchie arra$$iate. Fno stormo intero.
14 2li indi#i c)erano tutti, ero stato io a non interpretarli. &urante l)inverno, &enn' non aveva fatto altro che giocare ossessivamente con un videogioco di corse automo$ilistiche, il che non era da lui. Non si era mai lasciato prendere dai videogiochi, ma %uell)inverno ci aveva giocato tutte le sere dopo che Eve era andata a dormire. E correva solo su circuiti americani. St. "eters$urg e 0aguna SecaD Road Atlanta e 1idOhio. Avrei dovuto capirlo anche solo vedendo su %uali piste correva. Non stava giocando, stava studiando i circuiti, memori##ando le entrate delle curve e i punti di frenata. 2li avevo gi- sentito dire %uanto fossero accurate le am$ienta#ioni di %uesti videogiochi, %uanto i piloti li avessero trovati utili per ac%uisire familiarit- con i nuovi circuiti. 1a non avrei mai pensato che... E poi la dieta6 niente alcol, #uccheri, ci$i fritti. E il programma di allenamento6 corsa pi* volte a settimana, nuoto alla piscina pu$$lica, la 1edgar Evers "ool, sollevamento pesi nel garage dell)omone in fondo alla strada, che aveva ini#iato a farlo %uando era in galera. "er tutto %uel tempo &enn' si era preparato. Adesso era magro, forte e pronto a dare $attaglia a $ordo di un)auto da corsa. E io non mi ero accorto di niente. &el resto, mi aveva fregato. "erch! %uando %uel giorno di mar#o si presentò al piano di sotto con l)attre##atura da gara gi- in $orsa, la valigia con le rotelle e la sacca speciale per casco e dispositivo ans, Eve e ;o sem$ravano essere al corrente della sua parten#a. A loro l)aveva detto. Era a me che non l)aveva detto. Cu uno strano addio. ;o era eccitata e nervosa al tempo stesso, Eve era seria e io ero nella confusione pi* totale. 0ove stava andando1 Al#ai le sopracciglia, dri##ai le orecchie, piegai la testa di latoD feci ricorso a tutta la mimica facciale a mia disposi#ione per cercare di racimolare informa#ioni. :Se$ring= mi disse, leggendomi nel pensiero come fa a volte. :o accettato il sedile sulla 2ran Turismo, non te l)ho detto8= 0a 2ran Turismo8 1a se aveva detto che non l)avre$$e mai fatto< Eravamo d)accordo su %uesto< Ero insieme esaltato e disperato. Fn /eeGend di gare significa almeno tre notti fuori, a volte %uattro, se la manifesta#ione si svolge sull)altra costa, e nell)arco di otto mesi ci sono undici corse. Sare$$e stato via per un sacco di tempo< Ero preoccupato per il $enessere emotivo di noi che saremmo rimasti a casa. 1a io ho l)animo del pilota, e il pilota non permette mai a %ualcosa che gi- accaduto di tur$are ciò che sta accadendo. he &enn' avesse accettato il sedile sulla 2ran Turismo e stesse prendendo l)aereo per Se$ring per correre in diretta televisiva su ES"N M era una noti#ia splendida. Cinalmente faceva la cosa giusta al momento giusto. Non aspettava, n! si preoccupava degli altri. "ensava solo a se stesso. Fn pilota di auto da corsa deve essere molto egoista. 7 un)amara verit-, persino la sua famiglia deve passare in secondo piano rispetto alla gara.
Scodin#olai entusiasta, e lui mi sorrise con uno scintillio negli occhi. Sapeva che capivo tutto %uello che diceva. :Adesso fai il $ravo= mi ammon+, fingendo di essere severo. :A$$i cura delle raga##e.= A$$racciò la piccola ;o e $aciò Eve dolcemente, ma non appena si allontanò, lei gli si $uttò tra le $raccia, stringendolo forte a s! e affondandogli nel petto il viso sconvolto dal pianto. :Torna, ti prego= gli disse, le parole attutite dal corpo di lui. :erto che torno.= :Torna, ti prego= ripet!. 0ui cercò di calmarla. :Ti prometto che tornerò tutto intero= le disse. 0ei scrollò il capo, ancora premuto contro di lui. :Non m)importa se torni intero o a pe##i= insist!.:>asta che torni, me lo prometti8= &enn' guardò me, come se potessi spiegarglielo io %uello che gli stava chiedendo. Intendeva dire che doveva tornare sano e salvo8 O tornare, non a$$andonarla8 Oppure %ualcos)altro8 Non ne aveva la pi* pallida idea. Io comun%ue sapevo esattamente cosa intendeva Eve6 non era preoccupata che &enn' non tornasse, era preoccupata per s!. Sapeva di avere %ualcosa che non andava, anche se non sapeva $ene cosa, e aveva paura che la cosa si ripresentasse in %ualche maniera orri$ile mentre &enn' non era con noi. Anch)io ero preoccupato, con il ricordo della #e$ra ancora in testa. Buesto non potevo spiegarlo a &enn', ma potevo impegnarmi a essere forte in sua assen#a. :Te lo prometto= disse lui, fiducioso. &opo che se ne fu andato, Eve chiuse gli occhi e fece un lungo respiro. Buando li riapr+ mi guardò, e capii che anche lei aveva preso un impegno con se stessa. :Sono stata io a insistere perch! lo facesse= mi disse. :redo che mi far- $ene, mi render- pi* forte.= Era la prima gara della serie e se a &enn' non andò molto $ene, io, Eve e ;o, invece, ce la cavammo $enone. 2uardammo la corsa in tv, e &enn' si %ualificò tra i primi nelle prove. 1a su$ito dopo la parten#a dovette fare una sosta ai $o@ per una gomma tagliataD uno dei meccanici e$$e difficolt- a montare la ruota nuova, e %uando &enn' tornò in pista era indietro di un giro e non riusc+ pi* a recuperare. 9enti%uattresimo posto. 0a seconda gara si svolse solo %ualche settimana dopo la prima, e io, Eve e ;o ce la cavammo di nuovo $ene. "er &enn' i risultati furono praticamente gli stessi della prima corsa6 perdita di car$urante e conseguente penalit- stop and go che gli costò un giro. Trentesimo posto. &enn' era al colmo della frustra#ione. :Buei raga##i mi piacciono= ci raccontò a cena una volta che rimase a casa per un po). :Sono $rave persone, ma come meccanici non sono un granch!. Stanno facendo un sacco di errori, ci rovinano la stagione. Se solo mi facessero finire la gara, mi pia##erei $ene.=
:Non puoi trovarti un)altra s%uadra d)appoggio8= domandò Eve. Ero in cucina, accanto alla sala da pran#o. "er rispetto, non stavo mai in sala da pran#o %uando mangiavano. A nessuno piace mangiare con un cane a caccia di $riciole sotto il tavolo. "erciò non potevo vederli, ma li sentivo. &enn' che sollevava l)insalatiera di legno e si prendeva dell)altra insalata. ;o che rigirava i $occoncini di pollo fritto nel piatto. :1angiali, tesoro= disse Eve. :Non giocarci, mangiali.= :Non una %uestione di %ualit- individuale= cercò di spiegare &enn'. :7 la %ualitdell)intero team il pro$lema.= :E come si risolve8= chiese Eve. :"assi cos+ tanto tempo fuori casa che mi sem$ra uno spreco. he senso ha gareggiare se non riesci ad arrivare in fondo8 ;o, hai dato solo due morsi. Mangia.= 0o scrocchio della lattuga romana. ;o che $eveva dalla sua ta##a col $eccuccio. :"rovando= disse &enn'. :"rovando, provando e provando.= :E %uando le faresti %ueste prove8= :9ogliono che vada gi* a Infineon la prossima settimana, che lavori con %uelli della Ape@ "orsche. he mi dia da fare con la s%uadra dei meccanici per eliminare gli errori. 2li sponsor cominciano a stufarsi.= Eve ammutol+. :1a la prossima era la tua settimana li$era= disse infine. :Non starò via molto. Solo tre o %uattro giorni. >uona %uest)insalata. 0)hai preparata tu la salsina8= Non potevo interpretare la mimica perch! non li vedevo, ma un cane certe cose le avverte. Tensione. "aura. Ansia. Tutti stati d)animo causati dal rilascio di sostan#e chimiche all)interno del corpo umano. In altre parole, condi#ioni del tutto fisiologiche. Involontarie. Alle persone piace credere di essersi evolute $en oltre l)istinto, ma in realt-, la loro risposta agli stimoli ancora in termini di fuga o rea#ione. E %uando i loro corpi reagiscono, io sento l)odore delle sostan#e chimiche rilasciate dalle loro ghiandole endocrine. "er esempio, l)adrenalina ha un odore $en preciso, e si sente pi* con la $occa che con il naso. So che un concetto difficile da afferrare per una persona, ma non c) modo migliore per descriverlo6 un sapore alcalino sul dorso della lingua. &al mio posto sul pavimento della cucina, sentivo il sapore dell)adrenalina di Eve. Evidentemente, si era preparata psicologicamente alle assen#e di &enn' %uando c)erano le gare, ma non era pronta per la novit- delle prove a Sonoma, e %uesto le faceva ra$$ia e paura. Sentii il rumore di una sedia che sfregava sul pavimento mentre veniva spostata, dei piatti che venivano impilati e di posate radunate nervosamente. :1angia %uel pollo= disse di nuovo Eve, %uesta volta severa. :Sono piena= dichiarò ;o. :Non hai mangiato niente. ome fai a essere piena8= :Non mi piace il pollo fritto.= :Non ti al#i da tavola finch! non finisci il pollo.=
:Non mi piace il pollo fritto<= strillò ;o. E a un tratto il mondo divenne un luogo molto cupo. Ansia. Attesa. Eccita#ione. Antipatia. iascuna di %ueste emo#ioni ha un odore $en preciso, e in %uel momento la sala da pran#o trasudava molti di %uegli odori. &opo un lungo silen#io, &enn' disse6 :Ti faccio un /rstel=. :No= disse Eve. :1angia il pollo. I $occoncini di pollo fritto le piacciono, sono solo capricci. 1angia<= i fu un)altra pausa e poi si sentirono i conati di vomito della $am$ina. &enn' scoppiò %uasi a ridere. :0e faccio un /rstel= ripet!. :1anger- %uello stramaledetto pollo<= gridò Eve. :Il pollo non le piace. 0e faccio un /rstel= rispose &enn' deciso. :No, non glielo fai< Il pollo fritto le piace, fa cos+ solo perch! ci sei tu. Non ho nessuna inten#ione di rimettermi a cucinare ogni volta che decide che %ualcosa non le va. 0)ha voluto lei %uel ca##o di pollo fritto, e adesso se lo mangia<= Anche la ra$$ia ha un odore $en preciso. ;o si mise a piangere. Io andai alla porta e guardai dentro. Eve era in piedi a capotavola, rossa e tesa in volto. ;o singhio##ava sui suoi $occoncini di pollo. &enn' si al#ò per sem$rare pi* grosso. 7 importante che il capo$ranco sia pi* grosso degli altri. Spesso $asta la postura per convincere un mem$ro del $ranco a fare marcia indietro. :Stai esagerando= disse. :"erch! non vai a sdraiarti8 Cinisco io %ui.= :Stai sempre dalla sua parte<= s$raitò Eve. :9oglio solo che mangi %ualcosa.= :>ene= si$ilò Eve. :0e faccio un /rstel, allora.= Eve si allontanò di scatto dal tavolo e per poco non m)invest+ %uando entrò come una furia in cucina. Spalancò lo sportello del free#er e afferrò un pacco di /rstel, apr+ il ru$inetto e mise il pacco sotto il getto d)ac%ua. "rese un coltello dal ceppo e lo conficcò nel pacco, e in %uel preciso momento %uella che doveva essere una serata di litigi su$ito dimenticati, divenne una serata di prove incontesta$ili e permanenti. ome se il coltello avesse una volont- propria e volesse prendere parte alla $aruffa, la lama rim$al#ò sul pacco $agnato e congelato e penetrò con un taglio netto nella mem$rana carnosa del palmo sinistro di Eve, tra il pollice e l)indice. Il coltello risuonò nel lavandino e Eve si afferrò la mano con un gemito. 2occe annac%uate di sangue macchiarono la parete dietro il lavello. In un attimo &enn' raggiunse Eve con uno strofinaccio. :Ca) vedere= disse, togliendole lo straccio intriso di sangue dalla mano, che lei si teneva per il polso come se non facesse pi* parte del suo corpo ma fosse una creatura aliena che la stava attaccando. :Sare$$e il caso di andare all)ospedale= sugger+ lui. :No<= gridò Eve. :All)ospedale no<= :Ti ci vogliono dei punti= insistette lui, esaminando la ferita sanguinante.
0ei non rispose su$ito, ma gli occhi le si riempirono di lacrime. Non di dolore, ma di paura. Aveva talmente paura dei medici e degli ospedali. Aveva paura che una volta entrata non l)avre$$ero pi* lasciata uscire. :Ti prego= sussurrò a &enn'. :Ti prego, niente ospedale.= 0ui $rontolò e scosse il capo. :9edo se riesco a chiuderla= disse. ;o era in piedi accanto a me che guardava in silen#io, con gli occhi spalancati e un $occoncino di pollo in mano. Nessuno di noi due sapeva cosa fare. :;o, tesoro= disse &enn'. :1i vai a cercare i cerotti a farfalla nell)armadio del corridoio8 os+ rattoppiamo la mamma, va $ene8= ;o non si mosse. E come avre$$e potuto8 Sapeva di essere lei la causa del dolore della mamma. Era il suo sangue %uello che usciva dalla mano di Eve. :;o, per favore= ripet &enn' mentre faceva al#are in piedi Eve. :0a scatola $ianca e $lu con le lettere rosse. erca la scritta che ini#ia per C. 2arfalla.= ;o part+ alla ricerca della scatola. &enn' accompagnò Eve in $agno e chiuse la porta. Sentii Eve che urlava dal dolore. Buando ;o tornò con la scatola dei cerotti, non sapeva dove fossero finiti i suoi genitori, perciò la guidai fino alla porta del $agno e a$$aiai. &enn' socchiuse la porta e prese i cerotti. :2ra#ie, ;o. i penso io alla mamma, adesso. Tu vai pure a giocare o a guardare la tv.= E richiuse la porta. ;o mi guardò per un po). Sem$rava preoccupata, e io volevo aiutarla. 1i avviai verso il soggiorno e mi voltai. 0ei esitava ancora, cos+ andai a prenderla. 0e diedi un colpetto e ci riprovaiD %uesta volta mi segu+. 1i sedetti davanti al televisore e aspettai che lei lo accendesse. Appena si decise ci mettemmo a guardare 3ids +e4t 0oor . "oi apparvero &enn' e Eve. i videro guardare insieme la tv e %uesto sem$rò sollevarli un po). Si sedettero accanto a ;o e si misero anche loro a guardare, sen#a dire una parola. Buando il programma fin+, Eve a##erò il volume con il telecomando. :Il taglio non poi cos+ $rutto= disse a ;o. :Se hai ancora fame posso farti un /rstel...= ;o scosse la testa. Allora Eve cominciò a singhio##are. Seduta sul divano, esposta al resto del mondo, sprofondò in se stessaD vidi la sua energia implodere. :1i dispiace tanto= disse tra le lacrime. &enn' le passò il $raccio intorno alle spalle e la tenne stretta. :Non voglio essere cos+= singhio##ò. :Non sono io. 1i dispiace tanto. Non voglio essere cattiva. Io non sono cos+.= Attenta, pensai. 0a #e$ra si nasconde ovun%ue.
;o a$$racciò sua madre e la tenne stretta, il che fece versare a entram$e un fiume di lacrime, finch! anche &enn' non si un+ a loro e, li$randosi come un elicottero antincendio, rovesciò sul rogo il proprio carico di lacrime. Io me ne andai. Non perch! pensavo che desiderassero un po) di intimit-, credetemi. 1e ne andai perch! pensavo che avessero risolto i loro pro$lemi e che tutto fosse a posto. E poi, avevo fame. 2iron#olai per la sala da pran#o in cerca di resti di ci$o caduti per terra. Non c)era un granch!. 1a in cucina trovai %ualcosa di $uono. Fn $occoncino di pollo. &oveva essere caduto a ;o dopo che Eve si era tagliata. 1i parve un ottimo spuntino, mi avre$$e aiutato a tirare avanti fino a %uando, superato il momento di tenere##a, non si sare$$ero ricordati di darmi da mangiare. Annusai il $occoncino e arretrai disgustato. Era andato a male< Annusai di nuovo. Rancido. 1arcio. arico di $atteri< I $occoncini di pollo erano rimasti troppo tempo dentro il free#er o troppo tempo fuori dal free#er. Oppure entram$e le cose, conclusi, sapendo per esperien#a %uanta poca atten#ione facesse la gente alle $uste della spesa. Buel $occoncino di pollo ( e pro$a$ilmente tutti gli altri nel piatto ( era decisamente andato a male. 1i dispiaceva per ;o6 le sare$$e $astato dire che il pollo aveva un sapore strano e %uell)incidente sare$$e stato evitato. 1a suppongo che Eve avre$$e trovato un altro modo per farsi male. Ne avevano $isogno. &i %uesto momento, intendo. Era stato molto importante per loro come famiglia, e io lo capivo. Nell)automo$ilismo dicono che la macchina va dove vanno gli occhi. Il pilota che non riesce a staccare lo sguardo dal muro mentre perde il controllo dell)auto e va in testacoda, andr- a s$attere contro %uel muroD il pilota che guarda la pista appena sente scappare le ruote, riprender- il controllo del veicolo. 0a macchina va dove vanno gli occhi. Non che un altro modo per dire che ciò che manifesti davanti a te. 7 cos+, lo soD l)automo$ilismo non mente.
15 0a settimana seguente, %uando &enn' part+, andammo tutti a casa dei genitori di Eve, perch! si prendessero cura di noi. Eve aveva la mano fasciata, e %uesto mi fece capire che il taglio era peggiore di %uanto avesse lasciato intendere. 1a la cosa non la rallentava pi* di tanto. 1a@/ell e Trish, i 2emelli, vivevano a 1ercer Island, l)isola al centro del lago ?ashington, in una casa molto lussuosa all)interno di una grande tenuta $oschiva, da cui si godeva una vista straordinaria sul lago e su Seattle. 1a pur vivendo in un posto cos+ $ello, erano tra le persone pi* infelici che avessi mai incontrato. Non erano mai soddisfatti di niente. Non facevano altro che lamentarsi di %uanto le cose sare$$ero potute andar meglio o del perch! andavano cos+ male. Appena arrivammo, attaccarono su$ito a criticare &enn'. +on passa abbastanza tempo con 5o6. 'rascura il vostro rapporto. 7l suo cane ha bisogno di un bagno. ome se la mia igiene c)entrasse %ualcosa< :os)hai inten#ione di fare8= chiese 1a@/ell a Eve. Se ne stavano in cucina mentre Trish preparava per cena %ualcosa che ;o avre$$e immanca$ilmente odiato. Era una calda serata di primavera e i 2emelli indossavano polo
e pantaloni sportivi. 1a@/ell e Trish $evevano un manhattan con ciliegina, Eve un $icchiere di vino. Aveva rifiutato l)antidolorifico che le avevano offerto e che era avan#ato dopo l)intervento d)ernia a cui 1a@/ell si era sottoposto %ualche mese prima. :o inten#ione di rimettermi in forma= disse Eve. :1i sento grassa.= :1a se sei magrissima= disse Trish. :"uoi sentirti grassa anche se sei magra. E io non mi sento in forma.= :Ah.= :Intendevo riguardo a &enn'= disse 1a@/ell. :he cosa dovrei fare con &enn'8= chiese Eve. :$ualcosa! he contri$uto d- alla vostra famiglia8 Sei tu che porti a casa i soldi<= :7 mio marito, il padre di ;o, e io lo amo. Buale altro contri$uto deve dare alla nostra famiglia8= 1a@/ell s$uffò e s$att! la mano sul $ancone. Io so$$al#ai. :Spaventi il cane= gli fece notare Trish. Era raro che mi chiamasse per nome. o sentito che lo fanno in guerra, nei campi di prigionia. &epersonali##a#ione, la chiamano. :7 solo che mi fa ra$$ia= disse 1a@/ell. :9oglio il meglio per le mie raga##e. Buando vieni a stare da noi perch! lui andato via per %ualche gara. Non ti fa $ene.= :Buesta stagione davvero importante per la sua carriera= disse Eve, ferma sulle sue posi#ioni. :1i piacere$$e essere pi* partecipe, ma faccio del mio meglio, e lui lo appre##a. &i sicuro non ho $isogno che tu mi tormenti con %uesta storia.= :Scusami= disse 1a@/ell, al#ando le mani in segno di resa. :Scusami. 9oglio solo il meglio per te.= :0o so, pap-= rispose Eve, avvicinandosi per dargli un $acio sulla guancia. :Anch)io voglio il meglio per me.= Eve usc+ nel giardino dietro casa portandosi via il vino, ma io rimasi l+ dov)ero. 1a@/ell apr+ il frigorifero e tirò fuori un $arattolo di %uei peperoni piccanti che gli piacevano tanto. 0i mangiava di continuo. Apr+ il $arattolo, ci infilò dentro le dita, ne estrasse un lungo peperoncino e lo sgranocchiò. :ai visto com) diventata gracile8= domandò Trish. :7 pelle e ossa. E si sente grassa.= 0ui scrollò il capo. :1ia figlia con un meccanico... no, non un meccanico. Fn tecnico addetto all’assistenza clienti . &ov) che a$$iamo s$agliato8= :a sempre scelto di testa sua= disse Trish. :1a risto, almeno erano scelte sensate. Si laureata in storia dell)arte per finire con uno cos+8= :Il cane ti sta guardando= disse Trish un attimo dopo. :Corse vuole un peperone.= 1a@/ell cam$iò espressione. :0a vuoi una cosina $uona, $ello8= domandò, porgendomi un peperoncino. Non era per %uello che lo guardavo. 0o guardavo per cogliere meglio il senso delle sue parole. "erò avevo fame e annusai il peperone.
:Sono $uoni= disse per incoraggiarmi. :"eperoncini italiani.= "resi il peperone e di colpo mi sentii pi##icare la lingua. 0o masticai e la $occa mi si riemp+ di un li%uido in fiamme. 1i affrettai a ingoiare, pensando che il fastidio passasse ( l)aciditdel mio stomaco avre$$e di sicuro annullato l)acidit- del peperone ( ma fu allora che il dolore cominciò a farsi sentire davvero. Era come se mi avessero scorticato la gola. 1i si rivoltò lo stomaco, e uscii di corsa dalla stan#a e dalla casa. Appena fuori dalla porta sul retro, $evvi l)ac%ua della mia ciotola, ma non fu di grande aiuto. Allora andai a sdraiarmi all)om$ra di un cespuglio, e riposai finch! il $ruciore non passò. Buando mi portarono fuori %uella sera ( e lo fecero Trish e 1a@/ell, perch! ;o e Eve dormivano gi- da un po) ( rimasero in piedi davanti alla veranda sul retro a ripetere il loro stupido mantra6 :&atti da fare, $ello, datti da fare, su<=. Sentendomi ancora tutto scom$ussolato, mi allontanai dalla casa un po) pi* del solito, mi misi in posi#ione e feci la cacca. Fna volta fatta, vidi che era sciolta, e %uando la annusai aveva un odore nausea$ondo. Sapevo di essere salvo e che il calvario era finitoD però da allora sono sempre stato molto cauto nell)assaggiare ci$i nuovi che potevano sconvolgermi l)organismo, e non ho pi* accettato nulla da gente di cui non mi fidassi ciecamente. [eBookLove - eBL 062]
1$ 0e settimane si susseguirono a velocit- folle, come se la vera missione fosse piom$are nell)autunno. Non ci fu tempo di riposare sugli allori6 &enn' con%uistò la sua prima vittoria a 0aguna ai primi di giugno, sal+ sul ter#o gradino del podio a Road Atlanta e arrivò ottavo a &enver. Buella settimana a Sonoma insieme ai raga##i aveva risolto i pro$lemi con la s%uadra, e adesso era tutto sulle spalle di &enn'. E &enn' aveva le spalle grandi. Buell)estate, %uando ci riunivamo attorno al tavolo per cena, c)era %ualcosa di cui parlare. Trofei. Cotografie. Repliche televisive in tarda serata. &)un tratto c)era un gran giro di gente che si fermava anche a cena. Non solo 1iGe dell)autofficina ( dove erano felici di venire incontro agli impegni di &enn' ( ma anche altri. ome il veterano della NASAR &erriGe ope, oppure hip anauer, della 1otorsports all of Came. i presentarono persino 0uca "antoni, un uomo molto influente al %uartier generale della Cerrari a 1aranello, in Italia, che si trovava a Seattle in visita a &on itch Junior, il pi* famoso istruttore di automo$ilismo in citt-. Non violavo mai la regola che mi ero imposto sulla sala da pran#o, sono troppo corretto per farlo. 1a restavo seduto sulla soglia, %uesto ve lo posso assicurare. 0a punta delle #ampe sfiorava la linea di confine, per essere il pi* vicino possi$ile alla grande##a. Imparai pi* cose sull)automo$ilismo in %uelle poche settimane di %uanto non avessi fatto in tutti %uegli anni di cassette e televisione. Sentire l)insigne Ross >entle', il coach dei campioni, parlare di respira#ione ( respirazione! ( fu assolutamente straordinario. ;o non faceva altro che chiacchierare, aveva sempre %ualcosa da dire o da far vedere. Stava seduta sulle ginocchia di &enn' con %uegli occhioni che assor$ivano ogni parola della conversa#ione, e al momento giusto enunciava una delle tante verit- sulle corse che &enn' le aveva insegnato ( :mani lente sul veloce, mani veloci sul lento= o %ualcosa del genere ( e tutti %uei grandi personaggi giustamente rimanevano colpiti. In %uei momenti ero orgoglioso di leiD visto che non mi era possi$ile impressionare gli esperti di corse con le mie conoscen#e, la cosa migliore era provare la stessa soddisfa#ione tramite ;o. Eve era di nuovo felice6 cominciò ad andare a %uelle che chiamava le#ioni di KtappetinoL, riac%uistando cos+ il tono muscolare, e segnalava spesso a &enn' le necessit- del suo
terreno fertile, a volte con grande urgen#a. 0a sua salute era inspiega$ilmente molto migliorata6 niente pi* mal di testa, niente pi* nausea. 0a cosa strana era che la mano ferita continuava a darle pro$lemi, e a volte usava una polsiera per avere la presa pi* salda %uando cucinava. Eppure, da %uanto sentivo a tarda sera in camera da letto, le sue mani avevano la flessi$ilit- e l)agilit- necessarie a rendere feli ci sia lei che &enn'. 1a per ogni vetta c) sempre una valle. 0a corsa successiva era cruciale per &enn', perch! un $uon risultato avre$$e consolidato la sua posi#ione di esordiente dell)anno. In %uella corsa, al "hoeni@ International Race/a', &enn' venne eliminato alla prima curva. Fna delle regole dell)automo$ilismo %uesta6 una gara non si vince mai alla prima curvaD ma l+ che capita spesso di perderla. &enn' rimase intrappolato in un $rutto punto. Bualcuno tentò di frenargli davanti in ritardo, chiudendogli la curva. 0e gomme non fun#ionano se non girano. In piena derapata, il pirata picchiò dritto contro la ruota anteriore sinistra di &enn', distruggendo l)allineamento della macchina. Il semiasse era cos+ storto che l)auto prosegu+ tutta di traverso, e %uesto peggiorò di diversi secondi i tempi di &enn' sul giro. Allineamento, frenata in ritardo, chiusura, convergen#a6 puro e semplice gergo. Buesti sono solo i termini che usiamo per spiegare i fenomeni che ci circondano. Buello che conta non tanto la precisione con cui spieghiamo l)evento, ma l)evento in s! e ciò che ne consegue, cio il fatto che la macchina di &enn' era rotta. "ortò a termine la corsa, vero, ma come &C0. Fsò %uesta sigla %uando me lo raccontò. Fna nuova categoria. i sono i &NS, che sta per 0id +ot Start , %uelli che non partono nemmeno. "oi i &NC che sta per 0id +ot 2inish, %uelli che non concludono la gara. E infine i &C0, e cio 0ead 2uc8ing 9ast , l)ultimo degli sfigati. :Non mi sem$ra per niente giusto= disse Eve. :7 stata colpa dell)altro pilota.= :Se proprio vogliamo dar la colpa a %ualcuno= rispose &enn' :allora colpa mia, perch! mi sono messo dove era facile intrappolarmi.= Buesto glielo avevo gi- sentito dire6 arra$$iarsi con un altro pilota per aver causato un incidente non serve a niente. &evi tenere d)occhio i piloti che hai intorno, valutarne le capacit-, la sicure##a, l)aggressivit-, e adattare la tua guida alla loro. onoscere chi ti guida accanto. Bualun%ue pro$lema possa verificarsi, alla fine sar- colpa tua, perch! tua la responsa$ilit- di dove sei e del perch! ti trovi l+. omun%ue, che fosse o meno colpa sua, &enn' era a terra. ;o era a terra. Eve era terra. Io ero raso al suolo. Eravamo stati a un passo dalla grande##a. Ne avevamo sentito il profumo, e sapeva di maiale arrosto. A tutti piace il profumo del maiale arrosto. 1a cos) peggio, sentire il profumo e non partecipare al $anchetto, o non sentire neanche il profumo8 Agosto fu un mese caldo e asciutto, e in tutto il %uartiere l)er$a era secca e marrone. &enn' passava il tempo a fare conti. In $ase ai suoi calcoli, era ancora matematicamente possi$ile riuscire a pia##arsi tra i primi dieci della serie e avere %ualche pro$a$ilit- di diventare esordiente dell)annoD in entram$i i casi si sare$$e assicurato l)opportunit- di correre anche l)anno successivo. Eravamo seduti nella veranda sul retro, a crogiolarci al sole del tardo pomeriggio, e dalla cucina si spandeva il profumo dei $iscotti d)avena che &enn' aveva appena sfornato. ;o correva tra gli spru##i dell)irrigatore e &enn' massaggiava dolcemente la mano di Eve per rinvigorirla. Sdraiato sul pavimento di legno, io facevo l)iguana6 assor$ivo tutto il calore possi$ile per riscaldarmi il sangue, nella speran#a di immaga##inarne a$$astan#a per
superare l)inverno, che con ogni pro$a$ilit- sare$$e stato inclemente, freddo, $uio e rigido, come un)estate calda a Seattle lascia sempre presagire. :Corse non destino= disse Eve. :Buando succeder-, succeder-= rispose &enn'. :1a tu non ci sei mai %uando ho l)ovula#ione.= :E allora vieni con me la settimana prossima. ;o sar- contentissima, ci sceglieremo un al$ergo con la piscina. >asta che ci sia una piscina e lei a posto. os+ potrete venire a vedere la corsa.= :Non me la sento di venire al circuito= disse Eve. :Non adesso. io... mi piacere$$e tanto, davvero. 7 che negli ultimi tempi sono stata $ene, capisci8 E... ho paura. In pista c) un tale frastuono, fa caldo, e poi c) odore di gomma e di $en#ina, la radio mi assorda con il suo ron#io e tutti urlano per farsi sentire. "otre$$e farmi venire... "otrei avere una $rutta rea#ione.= &enn' sorrise e sospirò. "ersino Eve accennò un sorriso. :1i capisci8= gli chiese. :S+= rispose &enn'. E anch)io capivo. apivo tutto della pista. I rumori, gli odori. Attraversare il paddocG e sentire l)energia, il calore dei motori che emana dai $o@. 0a tensione che percorre il paddocG %uando lo speaGer invita i gruppi a prepararsi per la griglia di parten#a. Assistere alla fe$$rile mischia di una parten#a da fermi, e poi immaginare le possi$ilit-, ricostruire ciò che sta accadendo %uando le macchine sono nascoste alla vista perch! stanno percorrendo altri tratti del circuito di gara, finch! non ricompaiono nell)area di parten#a o arrivo, che dir si voglia, in un ordine completamente diverso, e non le vediamo schivare, andare in scia, duellare e poi affrontare un)altra curva che può ri$altare di nuovo la situa#ione. &enn' e io ci nutrivamo di %uestoD ci rinvigoriva. 1a capivo perfettamente che %uello che a noi dava energia per %ualcun altro poteva essere letale, specie per Eve. :"otremmo usare un siringone da cucina= propose &enn', e Eve scoppiò a ridere forte, pi* forte di %uanto non le avessi visto fare da un sacco di tempo. :"otrei lasciarti una ta##a di poten#iali $am$ini nel frigorifero= disse lui, e Eve rise ancora di pi*. Io la $attuta non la capii, ma lei la trovò esilarante. Eve si al#ò ed entrò in casa, tornando un attimo dopo con il siringone in mano. 0o esaminò con un sorriso enigmatico e lo percorse in tutta la sua lunghe##a con le dita. :1mhh= disse. :Corse.= Si misero a ridacchiare tutti e due, guardando verso il giardino, io seguii il loro sguardo e restammo a contemplare ;o6 i capelli $agnati che le ricadevano sulle spalle in lucidi $occoli, il $iGini da $im$a e i piedi a$$ron#ati. Era l)incarna#ione stessa della gioia mentre correva in tondo tra gli spru##i, i suoi strilli, i suoi gridolini, le sue risate che echeggiavano per le strade del entral &istrict.
1% 0a macchina va dove vanno gli occhi. Cacemmo una gita a &enn' reeG, non per via del nome ( non si chiamava cos+ in onore di &enn' ( ma perch! era una passeggiata cos+ piacevole6 ;o che avan#ava pestando i
piedi con il suo primo paio di scarponcini da montagna e io li$ero di girare sen#a guin#aglio. 0)estate sulle ascades sempre gradevole, fa fresco sotto la volta di cedri e ontani, il fondo del sentiero $attuto compatto e ci si cammina $eneD ai lati del sentiero ( il posto preferito dai cani ( c) un soffice letto di aghi caduti che marcendo concimano gli al$eri, con un apporto costante di sostan#e nutrienti. E poi il profumo< Il profumo mi avre$$e procurato un)ere#ione se avessi avuto ancora i testicoli. Ricche##a e fertilit-. rescita, morte, nutrimento, decomposi#ione. Tutto l+, a portata di naso, uno strato odoroso sopra l)altro, ognuno con il suo aroma, con il suo peso specifico. Fn $uon naso come il mio riesce a distinguere ogni singolo odore, a identificarlo, a goderselo. 7 raro che mi lasci andare, perch! mi esercito a trattenermi come fanno gli uomini, ma %uell)estate, vista la gioia per tutto %uello che avevamo, il successo di &enn' e l)esu$eran#a di ;o e persino Eve, cos+ allegra e spensierata, in %uel giorno corsi per i $oschi sen#a freno, come un cane impa##ito6 mi tuffavo tra i cespugli, sopra gli al$eri caduti, mi lanciavo in una $onaria caccia agli scoiattoli, a$$aiavo alle ghiandaie, mi rotolavo per terra, pancia all)aria, per grattarmi la schiena sui rametti, le foglie, gli aghi, la terra. Avan#ammo lungo il sentiero, su e gi* dai pendii, scavalcando radici e spuntoni di roccia, finch! non arrivammo a %uelle che chiamano le Slipper' Sla$s, Kle lastre scivoloseL, dove il torrente scorre su un letto di rocce larghe e piatte, che in certi punti rallentano il suo corso formando delle po##e, in altri lo accelerano. I $am$ini adorano le Slipper' Sla$s, perch! possono scivolare e sgusciare tra le lastre d)ardesia. Appena arrivati, io mi misi a $ere %uell)ac%ua fresca e pura, l)ultima neve dell)anno che si scioglieva. ;o, &enn' e Eve si misero in costume e fecero il $agno tran%uilli nelle ac%ue del fiume. ;o era a$$astan#a grande da cavarsela da sola in certi tratti, e &enn' e Eve la facevano scivolare lungo le cascatelle d)ac%ua sulle rocce, lui in $asso e lei in alto a darle la spinta. 0e rocce asciutte facevano presa, ma %uelle $agnate erano ricoperte da una pellicola che le rendeva piuttosto viscide. E lei scivolava gi*, strillando tutta eccitata, finch! con un $ello schi##o finiva nella po##a ai piedi di &enn'D allora lui la tirava su e la riportava in fretta da Eve, che di nuovo la faceva scivolare gi*. E poi ancora, e ancora. 2li umani amano la ripetitivit-, proprio come i cani. Rincorrere una palla, girare su una pista a $ordo di un)auto da corsa, $uttarsi gi* da uno scivolo. "erch!, per %uanto i singoli episodi possano essere simili, ciascuno diverso. &enn' risaliva di corsa la roccia, consegnava ;o e tornava al suo posto vicino alla po##a. Eve la calava in ac%ua, e lei strillava e si lasciava scivolare sulla roccia lanciandosi verso &enn' perch! lui la riprendesse. Cinch! %ualcosa non andò storto. Eve fece per calare ;o nel torrente, ma invece di strillare e schi##are, lei ritrasse i piedi dall)ac%ua gelida, facendo perdere l)e%uili$rio a Eve. Eve spostò il peso del corpo e chiss- come riusc+ a depositare ;o al sicuro sulla roccia asciutta, ma fu un movimento troppo $rusco, troppo improvviso, un)ipercorre#ione. Il piede le fin+ nel torrente, e non si rese conto di %uanto fossero scivolose %uelle rocce, lastre scivolose come il vetro. 0e venne a mancare l)appoggio delle gam$e. Allungò la mano in cerca di un appiglio, ma trovò solo aria e il pugno si strinse, vuoto. 0a testa colp+ la roccia con un tonfo secco e forte, e rim$al#ò. "oi la colp+ di nuovo e rim$al#ò ancora, come una palla di gomma. Restammo immo$ili, per un tempo che sem$rò intermina$ile, per vedere cosa sare$$e successo. Eve era distesa a terra e non si muoveva, e ;o, di nuovo la causa di tutto, stava l+ sen#a sapere cosa fare. 2uardò suo padre, che in pochi $al#i le raggiunse. :Stai $ene8=
Eve s$att! forte le palpe$re, dolorante. Aveva del sangue in $occa. :1i sono morsa la lingua= disse intontita. :ome va la testa8= domandò &enn'. :...male.= :e la fai a tornare alla macchina8= Io camminavo davanti e $adavo a ;o, e &enn' guidava Eve sorreggendola. Non $arcollava, ma era confusa e chiss- dove sare$$e finita se non ci fosse stato %ualcuno con lei. Buando arrivammo all)ospedale di >ellevue era %uasi sera. :9edrai che hai solo una lieve commo#ione cere$rale= disse &enn'. :1a meglio che ti diano un)occhiata.= :Sto $ene= continuava a ripetere Eve. 1a era chiaro che non stava affatto $ene. Era stordita e farfugliava, e continuava ad appisolarsi, ma &enn' la teneva sveglia, dicendo %ualcosa sul fatto che non $isogna addormentarsi %uando si ha una commo#ione cere$rale. Entrarono tutti e mi lasciarono in macchina, con il finestrino leggermente aperto. 1i sistemai al posto del passeggero, nel sedile avvolgente della >1? 5. Si di &enn' e mi sfor#ai di dormireD %uando dormo, lo stimolo a urinare molto meno forte di %uando sono sveglio.
1& In 1ongolia, %uando un cane muore lo seppelliscono su un)altura perch! la gente non calpesti la sua tom$a. Sussurrandogli all)orecchio, il padrone gli augura di ritornare in vita sotto sem$ian#e umane. "oi gli tagliano la coda e gliela sistemano sotto la testa, e gli mettono in $occa un pe##o di carne o di lardo perch! la sua anima possa sostenersi durante il viaggioD prima che si reincarni, l)anima del cane li$era di vagare, di attraversare gli altipiani deserti per tutto il tempo che vuole. 0)ho imparato da un programma del National 2eographic hannel, perciò credo sia vero. Non tutti i cani ritornano sotto sem$ian#e umane, diconoD solo %uelli che sono pronti. Io sono pronto.
1' "assarono ore prima che &enn' tornasse, e %uando tornò era solo. 1i lasciò uscire e io feci a malapena in tempo a precipitarmi gi* dal sedile prima di riversare un fiume di urina sul palo del lampione davanti a me. :1i dispiace, $ello= mi disse. :Non mi ero dimenticato di te.= Buando e$$i finito, apr+ un pacchetto di cracGer farciti al $urro di arachidi, che doveva aver preso a un distri$utore automatico. Sono i miei preferiti. Il sale e il $urro dei cracGer si mescolano all)olio delle noccioline. 0i adoro. ercai di mangiare piano, per gustarmi ogni $occone, ma avevo troppa fame e li ingoiai cos+ in fretta che ne sentii a malapena il sapore. he peccato sprecare una cosa cos+ s%uisita per un cane. A volte odio cos+ tanto %uello che sono.
Restammo seduti sul marciapiede per un $el po), sen#a parlare n! niente. Sem$rava sconvolto e %uando era sconvolto sapevo che la cosa migliore da fare era restare a sua disposi#ione. "erciò mi sdraiai accanto a lui e aspettai. I parcheggi sono posti curiosi. 0e persone adorano la loro macchina %uando in movimento, ma appena smette di muoversi se ne allontanano in tutta fretta. 0e persone non amano starsene a lungo sedute in una macchina parcheggiata. Temono che %ualcuno possa giudicarle, credo. 2li unici a restare dentro le macchine parcheggiate sono i poli#iotti e i malinten#ionati, e %ualche volta i tassisti in pausa, ma di solito solo mentre mangiano. Io invece posso rimanere dentro una macchina parcheggiata per ore e nessuno si fa domande. Strano. E se fossi un cane malinten#ionato8 1a in %uel parcheggio d)ospedale, con l)asfalto nero nero e caldo come un maglione appena tolto, e le strisce $ianche $ianche tracciate con precisione chirurgica, la gente parcheggiava la macchina e scappava via. Entrava di corsa nell)edificio. O usciva di corsa dall)edificio e si infilava in macchina, per ripartire su$ito sen#a nemmeno aggiustare lo specchietto o dare un)occhiata alle spie. ome se fosse l)auto da usare per una fuga. &enn' e io rimanemmo a lungo seduti a osservare la gente che andava e veniva, respirando e $astaD non avevamo $isogno di fare conversa#ione per comunicare. &opo un po), nel parcheggio entrò una macchina e si fermò vicino a noi. Era $ella, un)Alfa Romeo 2T9 del 34U color verde pino, con una capote di stoffa montata di serie, come nuova. 1iGe scese con calma e venne verso di noi. Io gli andai incontro per fargli le feste, e lui mi fece una care##a frettolosa sulla testa. "oi raggiunse &enn' e si sedette al mio posto sul marciapiede. "rovai a rallegrare un po) l)atmosfera, perch! erano davvero gi*, ma %uando andai a strofinarmi addosso a lui, 1iGe mi respinse. :0o appre##o molto, 1iGe= disse &enn'. :&ai, non dirlo neanche< E ;o8= :Il padre di Eve l)ha portata a casa loro e l)ha messa a letto.= 1iGe annu+. Il canto dei grilli sovrastava il rumore del traffico che veniva dalla vicina Interstate V, ma non di molto. E noi li ascoltavamo, un concerto di grilli, vento, foglie, macchine e aeratori sul tetto dell)ospedale. Ecco perch! sarò una $rava persona. "erch! ascolto. Non so parlare, perciò ascolto molto attentamente. Non interrompo mai, non tento mai di deviare il corso della conversa#ione con un commento personale. Buando parlano tra loro, se le ascoltate attentamente, le persone cam$iano di continuo l)una all)altra la dire#ione dei discorsi. 7 come essere alla guida di una macchina e avere accanto %ualcuno che all)improvviso ti afferra il volante e ti fa im$occare una traversa. "er esempio, se ci incontrassimo a una festa e io volessi raccontarti la storia di %uando dovevo recuperare il pallone che mi era finito nel giardino del vicino e il suo cane mi aveva inseguito costringendomi a tuffarmi in una piscina per sfuggirgli, e cominciassi a raccontartela, %uesta storia, tu, sentendo le parole KpalloneL e KvicinoL nella stessa frase, potresti interrompermi per dirmi che %uando eri piccolo "el!, il famoso calciatore, era il tuo vicino di casa e io potrei essere cortese e chiederti6 :Non giocava per i osmos di Ne/ YorG8 Sei cresciuto a Ne/ YorG8=. E tu potresti rispondere che, no, sei cresciuto in >rasile, sulle strade di TrWs oraXes insieme a "el!, e io potrei ri$attere6 :"ensavo fossi del Tennessee=, e tu potresti dire che non sei originario di l+, per poi illustrare in ogni dettaglio la tua genealogia. E cos+ la frase con cui avevo aperto la conversa#ione ( e cio, che avevo una storia divertente da raccontare che parlava di %uando ero stato inseguito dal cane del mio vicino ( sare$$e andata perduta, e solo perch! dovevi per for#a raccontarmi di "el!. Imparate ad ascoltare, invece< 9i prego6 fate
finta di essere un cane come me e ascoltatele, le altre persone, invece di ru$are le loro storie. Buella sera ascoltai e rimasi a sentire. :Buanto la tratterranno8= chiese 1iGe. :"otre$$ero anche decidere di non farla, la $iopsia. &i aprire e toglierlo. 1aligno o no, dcomun%ue dei pro$lemi. Il mal di testa, la nausea, gli s$al#i d)umore.= :S$al#i d)umore, dici8= disse 1iGe impassi$ile. :Corse anche la mia, di moglie, ha un tumore.= Era una $attuta, tanto per dire, ma %uella sera &enn' non aveva senso dell)umorismo. Rispose secco6 :Non un tumore, 1iGe. 7 una massa. Non un tumore finch! non lo anali##ano.= :Scusa= farfugliò 1iGe. :Stavo... Scusami.= 1i afferrò per la collottola e mi diede una scrollata. :7 dura. Io sarei fuori di testa al tuo posto.= &enn' si al#ò, sovrastandoci in tutta la sua alte##a. Se cos+ si può dire. Non era un tipo alto. Era un tipo da Cormula Fno. >en propor#ionato e vigoroso, ma in scala ridotta. Fn peso mosca. :Sono fuori di testa= chiar+. 1iGe annu+ pensieroso. :Non sem$ra. Sar- per %uesto che sei cos+ $ravo come pilota = disse, e io gli rivolsi una rapida occhiata. Era proprio %uello che stavo pensando. :Non ti dispiace passare da casa mia a prendere la sua ro$a, vero8= &enn' tirò fuori il portachiavi e cercò nel ma##o. :Il ci$o in dispensa. &agliene un misurino e me##o. "rima che vada a dormire dagli tre di %uei $iscottini al pollo... prendi la sua cuccia, in camera. E prendi anche il suo cane. >asta che tu dica6 K&ov) il cane8L e lui lo trova, a volte lo nasconde.= Trovò la chiave di casa e la passò a 1iGe, con tutte le altre chiavi che pendevano dal ma##o. :7 la stessa per tutte e due le serrature= disse. :e la caveremo= gli assicurò 1iGe. :9uoi che ti porti dei vestiti8= :No= rispose &enn'. :Torno a casa domattina e preparo una $orsa, se do$$iamo rimanere.= :Bueste te le devo riportare8= :o %uelle di Eve, dentro.= "oi niente pi* parole, solo grilli, vento, traffico, aeratori che giravano sul tetto, una sirena lontana. :Non devi tenerti tutto dentro= disse 1iGe. :"uoi sfogarti. Siamo in un parcheggio.= &enn' si guardò le scarpe, i soliti vecchi scarponcini alti con cui gli piaceva passeggiareD ne voleva un paio nuovo, lo sapevo perch! me l)aveva detto, ma non voleva spendere i soldi. redo sperasse che prima o poi %ualcuno gliene regalasse un paio nuovo per il compleanno o per Natale, o in %ualche altra occasione. 1a nessuno lo faceva mai. Aveva
un centinaio di paia di guanti da corsa, ma a nessuno veniva mai in mente di regalargli un nuovo paio di scarponi da montagna. Io ascolto. Al#ò gli occhi verso 1iGe. :Ecco perch! non voleva andare in ospedale.= :osa8= domandò 1iGe. :Ecco di cosa aveva paura.= 1iGe annu+, ma era evidente che non aveva idea di cosa stesse dicendo &enn'. :E come fai con la corsa della prossima settimana8= domandò. :&omani chiamo Johnn' e gli dico che per la stagione sono fuori= rispose &enn'. :7 #ui che devo stare.= 1iGe mi portò a casa nostra a prendere le mie cose. 1i sentii umiliato %uando chiese6 :&ov) il cane8=. Non volevo ammettere di dormire ancora con un animaletto di peluche. 1a era cos+. Adoravo %uel cane, e &enn' aveva ragione, di giorno lo nascondevo davvero perch! non volevo che andasse ad arricchire la colle#ione di ;o, e anche perch! %uando la gente lo vedeva voleva giocare al tiro alla fune, e io non volevo giocare al tiro alla fune con il mio cane. E poi, avevo paura del virus che aveva posseduto la #e$ra. 1a tirai fuori il mio cane dal suo nascondiglio sotto il divano e risalimmo a $ordo dell)Alfa di 1iGe, diretti a casa sua. Sua moglie, che non era proprio una moglie ma un uomo che faceva da moglie, chiese com)era andata, e 1iGe lo ignorò e si versò %ualcosa da $ere. :Buel raga##o si tiene tutto dentro= disse. :2li verr- un aneurisma o %ualcosa del genere.= 0a moglie di 1iGe raccolse il mio cane, che avevo lasciato cadere a terra. :&o$$iamo prenderci anche %uesto8= domandò. :Senti= sospirò 1iGe, :tutti hanno $isogno di una copertina per sentirsi pi* sicuri. he c) di male8= :"u##a= disse la moglie di 1iGe. :2li darò una lavata.= E lo mise in lavatrice< Il mio cane< "rese il primo giocattolo che mi aveva regalato &enn' e lo ficcò in lavatrice... con il detersivo< Non potevo crederci. Ero s$alordito. Nessuno aveva mai trattato cos+ il mio cane< Rimasi a guardare attraverso lo sportello di vetro della lavatrice mentre girava e girava, sgua##ando nella schiuma, io l+ fuori che lo fissavo. Risero di me. Non con cattiveria. "ensavano fossi il solito stupido cane ( tutti lo pensano. 0oro ridevano e io continuavo a guardare, e %uando usc+ lo misero nell)asciugatrice con un asciugamano, e io aspettai. Fna volta asciutto, lo tirarono fuori e me lo diedero. Cu Ton', la moglie di 1iGe, a tirarlo fuori dall)asciugatrice ancora caldo e a passarmelo dicendo6 :1olto meglio, no8=. 9olevo odiarlo, in %uel momento. 9olevo odiare il mondo intero. Odiare il mio stesso cane, uno sciocco animaletto di peluche che &enn' mi aveva dato %uando ero solo un cucciolo. Ero cos+ arra$$iato per il modo in cui la nostra famiglia era stata improvvisamente distrutta, ;o che doveva sor$irsi i 2emelli, Eve malata in ospedale, e io spedito altrove come un $am$ino in affido. E adesso il mio cane, ripulito e sen#a odore. 9olevo mandare via tutti e andarmene a vivere da solo con i miei antenati sugli altipiani deserti della 1ongolia, a proteggere le pecore dai lupi.
Buando Ton' mi diede il cane, per rispetto lo afferrai con la $occa. 1e lo portai nella cuccia, perch! &enn' avre$$e voluto che facessi cos+. 1e lo misi accanto e mi acciam$ellai. E sapete la cosa $uffa8 1i piac%ue. Il mio cane di peluche lo preferivo pulito an#ich! pu##olente, un fatto che non avrei mai immaginato, ma che mi diede %ualcosa cui aggrapparmi. 0a convin#ione che ciò che teneva insieme la nostra famiglia non poteva essere distrutto da un evento casuale, un lavaggio accidentale, una malattia inaspettata. Nel cuore della nostra famiglia c)era un legame che univa &enn', ;o, Eve, me e perfino il mio cane di peluche. "er %uanto le cose intorno a noi potessero cam$iare, saremmo rimasti sempre i nsieme.
2( Essendo un cane, non ero molto al corrente della situa#ione. Non mi facevano entrare in ospedale a sentire i discorsi a me##a voce, diagnosi, prognosi, analisi, ad assistere %uando il medico con cuffia e camice a##urri sussurrava i propri timori, rivelando gli indi#i che tutti avre$$ero dovuto vedere, dipanando i misteri del cervello umano. Nessuno si confidava con me. Non venivo mai consultato. &a me non ci si aspettava altro che uscissi a fare i miei $isogni %uando mi veniva richiesto e che smettessi di a$$aiare %uando mi veniva ordinato. Eve restò in ospedale per molto tempo. Settimane. Siccome &enn' aveva cos+ tante cose da fare ( occuparsi di me e di ;o e andare a trovare Eve in ospedale appena possi$ile ( decise che la cosa migliore era adottare uno schema di comportamento, invece dello stile di vita spontaneo cui eravamo a$ituati. Se prima capitava che lui e Eve portassero ;o a cena fuori, sen#a Eve si mangiava sempre a casa. Se prima capitava che &enn' portasse ;o a fare cola#ione al $ar, sen#a Eve la cola#ione si faceva sempre a casa. 0e giornate consistevano in una serie di eventi ripetuti6 ;o mangiava i cereali mentre &enn' le preparava il pran#o al sacco, che consisteva in un panino integrale con $anana e $urro di arachidi, patatine, i $iscotti $uoni e una $ottiglietta d)ac%ua. "oi l)accompagnava al campo estivo e andava a lavorare. Buando usciva dal lavoro, andava a riprendere ;o e tornava a casa a prepararle la cena, mentre lei guardava i cartoni animati. &opo cena, mi dava da mangiare e portava ;o a trovare Eve. Buando tornavano, &enn' faceva il $agno a ;o, le leggeva una storia e le rim$occava le coperte. "oi s$rigava un po) di faccende, tipo pagare le $ollette o litigare con %uelli dell)assicura#ione sanitaria per sforamenti dei costi, scaden#e dei pagamenti e via dicendo. I fine settimana passavano perlopi* in ospedale. Non era certo uno stile di vita particolarmente emo#ionante. 1a era fun#ionale. E vista la gravit- della malattia di Eve, fun#ionale era il meglio che ci potessimo aspettare. 0e mie passeggiate si fecero meno fre%uenti. &i gite al parco per cani, neanche a parlarne. Erano poche le atten#ioni che &enn' o ;o mi dedicavano. 1a io ero pronto a fare %uel sacrificio per il $ene di Eve e per salvaguardare la dinamica famigliare. 2iurai che non mi sarei mai lamentato. &opo %uindici giorni di %uesta vita, 1a@/ell e Trish si offrirono di tenere ;o per il fine settimana, per dare a &enn' un po) di respiro. 2li dissero che aveva una $rutta cera, che doveva prendersi una vacan#a dalle preoccupa#ioni, e Eve fu d)accordo. :Non voglio vederti %uesto fine settimana= gli disse, o almeno %uesto %uello che lui raccontò a me e a ;o. &enn' era com$attuto al riguardo, me ne accorsi da come preparava la $orsa di ;o. Non era convinto di lasciarla andare. 1a alla fine si decise, e rimanemmo soltanto lui e io. Era una sensa#ione cos+ strana.
Cacemmo tutte le cose che avevamo sempre fatto. Andammo a correre. Ordinammo una pi##a a domicilio per pran#o. Trascorremmo il pomeriggio a guardare 9e :; ore di 9e Mans, %uel magnifico film in cui Steve 1cBueen sopporta la tragedia e il dolore come prova estrema di coraggio e for#a interiore. 2uardammo una delle cassette di &enn', con una ripresa dalla telecamera di $ordo del cele$re circuito di Nr$urgring, in 2ermania, ai tempi d)oro, %uando a correre i ventidue chilometri e le 3U curve del +ordschleife, l)Anello Nord, c)erano piloti del cali$ro di JacGie Ste/art e Jim larG. "oi &enn' mi portò al >lue &og "arG, il parco per cani a pochi isolati da casa nostra, e giocò a tirarmi la palla. 1a anche %uell)avventura era carica di energia negativaD un cane dall)aria cupa e ostile si mise a inseguirmi e a minacciarmi digrignando i denti ovun%ue andassi, cos+ non potevo acchiappare la palla, e dovevo restare sempre accanto a &enn'. Era tutto s$agliato. Nell)assen#a di Eve e ;o c)era %ualcosa di s$agliato. In tutto %uello che facevamo mancava %ualcosa. &opo cena, restammo tutti e due seduti in cucina, a ciondolare. Non potevamo fare altro. "erch! anche se continuavamo a fare %uello che avevamo sempre fatto, della gioia di prima non c)era traccia. Alla fine, &enn' si al#ò. 1i portò fuori e io urinai per fargli piacere. 1i diede i soliti $iscotti della $uonanotte, e poi mi fece6 :Ca) il $ravo=. &isse6 :&evo vederla=. 0o seguii fino alla portaD anch)io volevo vederla. :No= mi fece. :Tu resta %ui. Non ti fare$$ero entrare in ospedale.= Io capiiD andai verso la cuccia e mi sdraiai. :2ra#ie, En#o= disse. E poi se ne andò. Tornò %ualche ora dopo, con il $uio, e sen#a far rumore si infilò nel letto, tremando finch! le len#uola non si scaldarono. Io sollevai la testa e lui mi vide. :9edrai che guarir-= mi assicurò. :9edrai che guarir-.= [eBookLove - eBL 062]
21 1i fece mettere le ali da ape che aveva indossato per allo/een l)anno prima. 0ei si mise il tut* rosa da $allerina, con la gonna di tulle, il $od' e la cal#amaglia. Fscimmo nel giardino dietro casa e scorra##ammo insieme, finch! i suoi piedini rosa non furono tutti sporchi di terra. ;o e io che giocavamo in giardino in un pomeriggio di sole. Era il marted+ dopo il suo fine settimana con 1a@/ell e Trish, e gra#ie al cielo aveva gi- perso %uel forte odore d)aceto che le rimaneva addosso ogni volta che stava per un po) a casa dei 2emelli. &enn' era uscito prima dal lavoro per andare a prenderla e portarla a comprare delle scarpe da ginnastica e dei cal#ini nuovi. Buando tornarono, lui si dedicò alle puli#ie di casa, mentre ;o e io ci mettemmo a giocare. >allavamo, ridevamo, correvamo e facevamo finta di essere angeli. 1i chiamò perch! andassi nell)angolo del giardino accanto al ru$inetto dell)ac%ua. Sui trucioli di legno che ricoprivano il terriccio era sdraiata una delle sue >ar$ie. 0ei le si inginocchiò davanti. :9edrai che guarirai= disse alla $am$ola. :Andr- tutto $ene, vedrai.=
Apr+ lo strofinaccio che aveva preso in casa. &entro c)erano un paio di for$ici, un pennarello indele$ile e del nastro adesivo. Tolse la testa alla >ar$ie. "rese le for$ici da cucina e le tagliò i capelli fino all)attaccatura di plastica. "oi le tracciò una linea sul cranio, sussurrando dolcemente per tutto il tempo6 :Andr- tutto $ene, vedrai.= Buando e$$e finito, strappò un pe##o di nastro e lo mise sulla testa della $am$ola. 0e incastrò di nuovo la testa sul collo e la adagiò per terra. Restammo tutti e due a guardarla. Fn attimo di silen#io. :Adesso può andare in cielo= mi disse ;o. :E io andrò a vivere con il nonno e la nonna.= Ero avvilito. Evidentemente il fine settimana di respiro che 1a@/ell e Trish avevano offerto a &enn' era tutta una montatura. Non avevo prove certe, però me lo sentivo. "er i 2emelli, era stato un fine settimana di lavoro, il tentativo di sta$ilire un programma. Stavano gi- gettando i semi della loro storia, tessendo i fili della loro propaganda, profeti##ando un futuro che speravano potesse diventare realt-.
22 Settem$re arrivò presto e, dopo il fine settimana del 0a$or &a', ;o cominciò la scuola. K0a scuola veraL, come diceva lei. Il primo anno di elementari. Era cos+ emo#ionata. 0a sera precedente si era scelta i vestiti per il primo giorno di scuola6 Zeans a #ampa d)elefante, scarpe da ginnastica e una camicetta di un giallo $rillante. Aveva #aino, $auletto con il pran#o, astuccio e %uaderno. on gran cerimonie, &enn' e io la accompagnammo per un isolato fino all)angolo con la 1artin 0uther ing ?a', e restammo ad aspettare il pulmino che l)avre$$e portata alla sua nuova scuola elementare. Insieme a noi c)erano altri $am$ini e genitori del %uartiere. Buando vedemmo s$ucare il pulmino oltre il dosso, eravamo tutti emo#ionati. :&ammelo adesso il $acio= disse a &enn'. :Adesso8= :Non %uando arriva il pulmino. Non voglio che Jessie mi veda.= Jessie era la sua migliore amica della scuola materna, che adesso sare$$e stata in classe con lei. &enn' l)accontentò e le diede un $acio prima che il pulmino si fermasse. :All)uscita vai al doposcuola= si raccomandò lui. :ome a$$iamo imparato ieri durante l)incontro di orientamento. Ti ricordi8= :"ap-<= lo rimproverò. :Io arrivo alla fine del doposcuola. Aspettami in classe, vengo a prenderti l+.= :ap
:S+= rispose lui. :0)unica. E lei8= :Il ter#o figlio= disse l)uomo. :1a niente come il primo. rescono cos+ in fretta.= :Eccome= rispose &enn' sorridendoD poi ci voltammo e tornammo a casa.
23 Tutto %uello che dicevano aveva senso, eppure i conti non mi tornavano. Era una sera in cui &enn' mi aveva portato con s! all)ospedale a trovare Eve, anche se non ero potuto entrare. &opo la visita, ;o e io aspettammo in macchina mentre 1a@/ell e Trish discutevano con &enn' sul marciapiede. ;o era tutta presa dal suo li$ro di giochi, che le piaceva tantoD io ascoltavo attentamente la conversa#ione. Erano solo 1a@/ell e Trish a parlare. :erto, dovr- esserci un)infermiera venti%uattr)ore al giorno.= :Canno i turni...= :Canno i turni, ma %uella di turno se la prender- pure una pausa ogni tanto.= :Buindi ci dev)essere %ualcuno l+ a dare una mano.= :E visto che noi siamo sempre a casa...= :Non andiamo da nessuna parte...= :E tu devi lavorare.= :7 la cosa migliore.= :S+, la cosa migliore.= &enn' annu+, sen#a alcuna convin#ione. "oi sal+ in macchina e ce ne andammo. :Buando torna la mamma8= domandò ;o. :"resto= rispose &enn'. Stavamo attraversando il ponte galleggiante sulla I4, %uella che ;o, %uando era pi* piccola, chiamava KIno 9antaL. :0a mamma andr- a stare dai nonni per un po)= disse &enn'. :Cinch! non si sente meglio. Ti va $ene8= :"enso di s+= rispose ;o. :"erch!8= :Sar- pi* semplice per...=. 0asciò la frase a met-. :Sar- pi* semplice.= Bualche giorno dopo, un sa$ato, io, &enn' e ;o andammo a casa di 1a@/ell e Trish. Avevano messo un letto in soggiorno. Fn letto grande da ospedale, che andava su e gi*, si inclinava e faceva tutto gra#ie a un telecomandoD ai piedi del letto era appeso un porta$locco a molla. Era arrivato completo di infermiera, una signora an#iana e rugosa che %uando parlava sem$rava cantasse e a cui non piacevano i cani, anche se io non avevo niente da ridire su di lei. 0)infermiera cominciò su$ito ad agitarsi per la mia presen#a. "urtroppo per me, 1a@/ell le diede manforte, &enn' si preoccupò, e finirono per s$attermi in giardinoD gra#ie al cielo, ;o venne in mio soccorso. :Sta arrivando la mamma<= mi disse.
Era emo#ionatissima e indossava il vestito a %uadretti che le piaceva tanto perch! era davvero gra#iosoD io mi lasciai contagiare dal suo entusiasmo e mi unii a %uell)atmosfera di festa per il ritorno a casa di Eve. i mettemmo a giocare6 lei mi lanciava la palla e io le facevo dei numeri speciali, e poi ci rotolavamo insieme nell)er$a. Era una giornata meravigliosa, la famiglia di nuovo riunita. Fna sensa#ione davvero speciale. :7 arrivata<= gridò &enn' dalla porta sul retro, e ;o e io corremmo a vedereD stavolta mi lasciarono entrare. "rima entrò la madre di Eve, seguita da un uomo in pantaloni a##urri e camicia gialla con scritta che spingeva una carro##ella, su cui era seduta una figura pallida con gli occhi spenti, un manichino in pantofole. 1a@/ell e &enn' sollevarono %uella figura e la misero a letto. 0)infermiera rim$occò le coperte, e ;o disse6 :iao, mamma=, il tutto prima che potesse anche solo sfiorarmi l)idea che %uella strana figura non fosse uno di %uei fantocci che si usano per fare pratica, ma Eve. Aveva la testa coperta da un $erretto. 0e guance infossate, la pelle giallastra. Sollevò il capo e si guardò intorno. :1i sem$ra di essere un al$ero di Natale= disse. :Bui nel soggiorno, con tutti in piedi attorno a me che si aspettano %ualcosa. Non ne ho, di regali.= Risolini im$ara##ati da parte dei presenti. "oi Eve guardò dritto verso di me. :En#o= mi chiamò. :9ieni %ui.= Scodin#olai e mi avvicinai con cautela. Non l)avevo pi* vista da %uando era entrata in ospedale, e non ero preparato a %uello spettacolo. 1i sem$rava che l)ospedale l)avesse fatta ammalare di pi*. :Non sa cosa pensare= commentò &enn' al posto mio. :Tran%uillo, En#o= mi rassicurò lei. 0asciò pen#olare la mano dal letto, e io le diedi un colpetto con il naso. Era una situa#ione che non mi piaceva per niente, l)arredamento cam$iato, l)aspetto de$ole e triste di Eve, tutti intorno come a Natale ma sen#a i regali. Non c)era niente che %uadrasse. "erciò, anche se tutti mi stavano fissando, me ne tornai da ;o trascinando le #ampe e mi misi dietro di lei, a guardare dalle finestre il giardino scre#iato dalla luce del sole. :Temo di aver ferito i suoi sentimenti, ammalandomi= disse. Non era certo %uello che intendevo. I miei sentimenti erano cos+ complessi che, ancora adesso che ho superato tutto e ho avuto il tempo di rifletterci, trovo difficile spiegarli con chiare##a. Non mi rimase che tornare da lei e sdraiarmi accanto al letto, come un tappetino. :Neanche a me piace vedermi cos+= aggiunse. Il pomeriggio fu intermina$ile. Cinalmente venne l)ora di cena, 1a@/ell, Trish e &enn' si versarono un aperitivo e l)umore migliorò radicalmente. Tirarono fuori un vecchio al$um di fotografie di Eve da $am$ina, e tutti ridevano mentre dalla cucina, dove Trish stava preparando da mangiare, si spandeva odore di aglio e olio. Eve si tolse il $erretto e tutti restammo s$igottiti davanti alla testa rasata e a %uelle grottesche cicatrici. "oi, con l)aiuto dell)infermiera, si fece la doccia, e %uando riemerse dal $agno con indosso uno dei suoi vestiti, invece della camicia e della vestaglia da ospedale, aveva un aspetto %uasi normale, anche se dietro agli occhi si celava un)om$ra, uno sguardo di rassegna#ione. ercò di leggere un li$ro a ;o, ma disse che non riusciva $ene a mettere a fuocoD allora
;o fece del suo meglio per leggere lei il li$ro a Eve, e il suo meglio non era niente male. Io girovagai fino in cucina, dove &enn' stava discutendo un)altra volta con Trish e 1a@/ell. :"ensiamo davvero che ;o dovre$$e stare con noi= disse 1a@/ell :fino a...= :Cino a...= gli fece eco Trish che ci voltava le spalle, in piedi davanti ai fornelli. Fna gran parte del linguaggio composta da espressioni non ver$ali. Fna gran parte del linguaggio fatta di sguardi, gesti e suoni che non sono parole. 0a gente ignora %uanto sia complessa la propria comunica#ione. 0a ro$otica ripeti#ione della parola KfinoL metteva a nudo lo stato d)animo di Trish. :Cino a cosa8= domandò &enn'. &alla voce trapelava tutta la sua irrita#ione. :ome fate a sapere %uello che succeder-8 0a state condannando prima ancora di saperlo.= on un gran fracasso, Trish lasciò cadere la padella sul fornello e si mise a singhio##are. 1a@/ell la a$$racciò e la tenne stretta a s!. "oi rivolse lo sguardo a &enn'. :"er favore, &enn'. &o$$iamo guardare in faccia la realt-. Il dottore ha detto da sei a otto mesi. 7 stato piuttosto chiaro.= Trish si staccò da lui e si calmò, tirando su con il naso per trattenere le lacrime. :0a mia $am$ina= sussurrò. :;o ancora piccola= continuò 1a@/ell. :Buesto tempo pre#ioso ( l) unico che le rimane da trascorrere con Eve. Non oso neanche immaginare ( non posso credere neanche per un attimo ( che tu a$$ia %ualcosa in contrario.= :Sei una persona cos+ altruista= aggiunse Trish. 1i rendevo conto che &enn' era in trappola. Aveva accettato che Eve rimanesse da 1a@/ell e Trish, e adesso volevano prendersi anche ;o. Se si fosse opposto, avre$$e tenuto madre e figlia separate. Se avesse accettato, sare$$e finito ai margini, sare$$e diventato un estraneo nella sua stessa famiglia. :apisco %uello che state dicendo...= disse &enn'. :Ne eravamo sicuri= lo interruppe Trish. :1a dovrò parlarne con ;o, per capire %uello che vuole lei.= In%uieti, Trish e 1a@/ell si guardarono. :Non starai davvero pensando di chiedere a una $am$ina cosa vuole= s$ottò 1a@/ell. :Santo &io, ha cin#ue anni< Non può...= :"arlerò con ;o per capire cosa vuole lei= ripet! &enn' deciso. &opo cena, &enn' si portò ;o in giardino, e si sedettero insieme sui gradini della terra##a. :Alla mamma fare$$e piacere se rimanessi %ui con lei e i nonni= disse. :he ne dici8= 0ei ci pensò un po) su. "oi chiese6 :E tu cosa ne dici8=. :>e),= rispose &enn' :dico che forse la cosa migliore. 0a mamma ha sentito cos+ tanto la tua mancan#a e vuole passare pi* tempo con te. Sare$$e solo per un pochino. Cinch! non sta meglio e può tornare a casa.=
:Ah= disse ;o. :"osso continuare a prendere il pulmino per andare a scuola8= :>e)= rispose &enn', riflettendo. :1i sa di no. Almeno per un po). A scuola ti accompagneranno e ti verranno a riprendere in macchina il nonno o la nonna, credo. Buando la mamma star- meglio, tornerete tutte e due a casa, e potrai di nuovo andare a scuola con il pulmino.= :Ah.= :Io verrò a trovarvi tutti i giorni= continuò &enn'. :"asseremo i fine settimana insieme e %ualche volta starai anche da me. 1a la mamma vuole proprio averti con s!.= ;o annu+ seria. :Anche i nonni vogliono proprio avermi con loro= disse. Era chiaro che &enn' era tur$ato, ma lo nascondeva cos+ $ene da farmi pensare che un $am$ino non potesse accorgersene. ;o, però, era molto sveglia, come suo padre. E anche se aveva cin%ue anni, se ne accorse. :9a $ene, pap-= acconsent+. :0o so che non mi lascerai %ui per sempre.= 0ui le sorrise, le strinse la manina nella sua e le diede un $acio sulla fronte. :Ti prometto che non lo farò mai= le assicurò. Fn po) a malincuore, sta$ilirono perciò che sare$$e rimasta. Ero stupito dal loro comportamentoD come dev)essere difficile essere una persona. &over reprimere di continuo i propri desideri. &oversi preoccupare di fare la cosa giusta, invece di %uella pi* comoda. In %uel momento, a essere sinceri, avevo dei seri du$$i sulla mia capacit- di interagire a %uei livelli. 1i chiedevo se sarei mai diventato l)essere umano che speravo. 9erso la fine della serata, trovai &enn' che si $atteva nervosamente la mano sulla gam$a, seduto sulla poltrona accanto al letto di Eve. :7 assurdo= protestò. :Resto %ui anch)io. &ormirò sul divano.= :No, &enn'= disse Eve. :Staresti scomodissimo...= :o dormito su un sacco di divani in vita mia. Non sar- un pro$lema.= :&enn', ti prego...= )era %ualcosa nel tono della sua voce, un che di supplichevole nel suo sguardo, che lo fece desistere. :Ti prego, vai a casa= insist!. 0ui si grattò il collo e a$$assò lo sguardo. :;o %ui= disse. :E ci sono anche i tuoi genitori. 1i hai persino chiesto di lasciare En#o %ui con te stanotte, e mandi via me8 he cosa ti ho fatto8= Eve fece un profondo sospiro. Era molto stanca e sem$rava non avere la for#a per spiegarglielo. 1a ci provò lo stesso. :;o non ricorder-= rispose. :&i cosa pensano i miei genitori, non mi importa. Ed En#o... $e), En#o capisce. 1a non voglio che tu mi veda cos+.= :os+ come8=
:2uardami= disse. :o la testa rasata. 0a faccia da vecchia. o un alito che sem$ra che stia marcendo dentro. Sono $rutta...= :A me non importa del tuo aspetto= rispose. :Io vedo te. Buella che sei realmente.= :Importa a me, però= ri$att! lei, sfor#andosi di ritrovare il sorriso della Eve di un tempo. :Buando ti guardo, vedo la mia immagine riflessa nei tuoi occhi. &avanti a te non voglio essere $rutta.= &enn' si voltò, %uasi volesse nasconderle i propri occhi, portare via gli specchi. 2uardò attraverso la finestra nel giardino dietro casa, rischiarato dalle luci lungo il patio e da %uelle appese agli al$eri, a illuminare le nostre vite. 0- fuori, oltre la luce, c)era l)ignoto. Tutto ciò che non eravamo noi. :"reparo le cose di ;o e torno domattina= disse infine, sen#a voltarsi. :2ra#ie, &enn'= rispose Eve, sollevata. :"uoi prendere En#o. Non voglio che ti senta a$$andonato.= :No= disse. :En#o meglio che resti. 2li manchi.= 0e diede il $acio della $uonanotte, rim$occò le coperte a ;o, e poi mi lasciò con Eve. Non ero sicuro del perch! mi volesse accanto, ma capivo perch! voleva che &enn' se ne andasse6 voleva che nel sonno, %uella notte, la sognasse com)era sempre stata, non com)era adessoD non voleva che l)immagine che &enn' aveva di lei fosse corrotta dalla sua presen#a. 1a %uello che non capiva, era la capacit- di &enn' di guardare al di l- della sua condi#ione fisica. 0a sua atten#ione era sempre sulla curva successiva. Se anche Eve avesse avuto %uella stessa capacit-, magari per lei le cose sare$$ero andate a finire diversamente. 0a casa si fece $uia e silen#iosa, ;o a letto, 1a@/ell e Trish in camera loro con la tv che diffondeva i suoi $agliori da sotto la porta. Eve era nel suo letto in soggiorno e l)infermiera era seduta in un angolo $uio davanti a una pagina di crucipu##le, intenta a cerchiare i messaggi nascosti. Io ero sdraiato accanto al letto di Eve. "i* tardi, Eve si era addormentata e l)infermiera mi pungolò con il piede. Al#ai la testa e lei si portò il dito alle la$$ra e mi disse di fare il $ravo e di seguirla, e io u$$idii. Attraversammo la cucina e la lavanderia, arrivammo sul retro e lei apr+ la porta che dava sul garage. :Su, dentro= mi disse. :Non vogliamo che distur$i la signora S/ift durante la notte.= Io la guardai sconcertato. &istur$are Eve8 "erch! avrei dovuto8 0ei prese la mia titu$an#a per ri$ellioneD mi afferrò il collare e diede un $ello strattone. 1i spinse nel garage $uio e chiuse la porta. Sentii le sue pantofole che si allontanavano di nuovo verso la casa. Non avevo paura. Sapevo solo che il garage era $uio pesto. Non faceva troppo freddo, e non era neanche poi cos+ spiacevole, sempre che a uno piaccia stare su un pavimento di cemento con l)odore dell)olio dei motori in una stan#a completamente $uia. &i sicuro non c)erano topi, visto che 1a@/ell teneva il garage $en pulito per le sue pre#iose macchine. 1a prima di allora non avevo mai dormito in un garage. Il tempo trascorse a scatti. Nel vero senso della parola. 0o guardai scattare su un vecchio orologio elettrico, sul $anco da lavoro che 1a@/ell non usava mai. Era uno di %uei vecchi orologi con i numeri scritti su alette di plastica che ruotano attorno a un perno, illuminate
da una piccola lampadina, l)unica fonte di luce nella stan#a. Ogni minuto erano due scatti6 il primo %uando il me##o numerino di plastica veniva rilasciato, il secondo %uando girava, scoprendo il numero nuovo. Clic=clic , e passava un minuto. Clic=clic , un altro. Ecco come trascorsi il tempo nella mia prigione, contando gli scatti. E fantasticando sui film che avevo visto in vita mia. I miei due attori preferiti sono, nell)ordine, Steve 1cBueen e Al "acino. >n attimo, una vita un film molto sottovalutato, come del resto l)interpreta#ione di Al "acino nel film. Il mio ter#o attore preferito "aul Ne/man, per le eccellenti doti di pilota che dimostra nel film 7ndianapolis, pista infernale e perch! un pilota ecce#ionale di suo e ha una scuderia di hamp ars e, infine, perch! si procura l)olio di palma da fonti rinnova$ili in olom$ia, scoraggiando cos+ la decima#ione di vasti tratti di foresta pluviale nel >orneo e a Sumatra. 2eorge loone' il mio %uarto attore preferito perch! molto $ravo a curare i $am$ini nelle repliche di &R , e perch! ha il contorno occhi simile al mio. &ustin offman il mio %uinto attore preferito, soprattutto perch! ha fatto davvero tanto per il marchio Alfa Romeo nel film 7l laureato. 1a Steve 1cBueen il primo della lista, e non solo per 9e :; ore di 9e Mans e ?ullit , due dei pi* grandi film sull)automo$ilismo che siano stati mai girati. 1a anche per apillon. Essendo un cane, so cosa vuol dire essere rinchiusi sen#a speran#a nella cella di una prigione, ogni giorno ad aspettare che si apra lo sportello scorrevole e che dalla fessura infilino una scodella di metallo con dentro della s$o$$a priva di nutrimento. &opo diverse ore di %uell)incu$o, la porta del garage si apr+ e apparve Eve in camicia da notte, la sua sagoma contro la luce di sicure##a della cucina. :En#o8= chiamò. Non dissi niente ma emersi dall)oscurit-, contento di rivederla. :9ieni con me.= 1i riportò in soggiorno, prese un cuscino dal divano e se lo mise accanto al letto. 1i disse di sdraiarmici sopra, e io u$$idii. "oi sal+ sul letto e si tir ò le coperte fino al collo. :o $isogno che tu mi stia accanto= disse. :Non andartene di nuovo.= 1a non ero stato io ad andarmene< Ero stato rapito< Sentivo che il sonno la incal#ava. :o $isogno che tu mi stia accanto= ripet. :o tanta paura. o tanta paura.= @a tutto bene, dissi. Sono #ui . Si girò fino al $ordo del letto e mi guardò con gli occhi velati. :Ca) che passi la nottata= disse. :1i $asta %uesto. "roteggimi. Ca) che non succeda stanotte, En#o, ti prego. Sei l)unico che può farlo.= 9o farò, dissi io. :Sei l)unico. Non preoccuparti dell)infermiera, l)ho mandata a casa.= 2uardai nell)angolo e la vecchia rugosa era sparita. :Non ho $isogno di lei= disse. :Solo tu puoi proteggermi. Ti prego. Ca) che non succeda stanotte.= Buella notte non chiusi occhio. Rimasi di guardia, in attesa che il demone si facesse vivo. Il demone veniva per Eve, ma prima sare$$e dovuto passare sopra il mio cadavere, e io
ero pronto. "restai atten#ione a ogni singolo rumore, ogni scricchiolio, ogni varia#ione di densit- nell)aria, e al#andomi in piedi, o spostando il peso da una parte all)altra, feci capire al demone che se voleva prendersi Eve, avre$$e dovuto vedersela con me. Il demone restò alla larga. Il mattino dopo, gli altri si svegliarono pronti a occuparsi di Eve, e io potei smontare la guardia e andare a dormire. :Buant) pigro %uesto cane= udii $or$ottare da 1a@/ell, mentre mi passava accanto. "oi sentii sul collo la mano di Eve che mi accare##ava. :2ra#ie= mi disse. :2ra#ie.=
24 &urante le prime settimane della nostra nuova sistema#ione ( &enn' e io stavamo a casa nostra e Eve e ;o a casa dei 2emelli ( &enn' andava a trovarle ogni sera dopo il lavoro, e io restavo a casa da solo. A allo/een, &enn' aveva gi- rallentato il ritmo, e per il 2iorno del Ringra#iamento aveva ridotto le visite a due a settimana. Ogni volta che tornava dalla casa dei 2emelli mi raccontava %uanto avesse trovato $ene Eve, %uanto stesse migliorando, e che sare$$e presto tornata a casa. 1a il fine settimana, %uando mi portava a trovarla, la vedevo anch)io e capivo. Non stava migliorando, e non sare$$e affatto tornata a casa presto. Ogni fine settimana, immanca$ilmente, &enn' e io passavamo a trovare Eve il sa$ato, %uando andavamo a prendere ;o, e poi la domenica, %uando la riportavamo a casa dopo che aveva dormito da noiD spesso la domenica pran#avamo con tutta la famiglia. Ogni tanto passavo la notte con Eve in soggiorno, ma non capitò pi* che avesse $isogno di me come %uella prima notte, %uando aveva avuto cos+ paura. I momenti che ;o trascorreva con noi avre$$ero dovuto essere pieni di gioia, ma ;o non sem$rava mai del tutto felice. E come poteva esserlo, dal momento che viveva con la madre, che stava morendo, e non con il padre, che invece era vivo e pieno di energie8 0a scuola di ;o era diventata in $reve tempo oggetto di contesa. "oco dopo che era andata a vivere da 1a@/ell e Trish, loro chiesero di poterla trasferire in una scuola di 1ercer Island, perch! per loro era un peso dover fare avanti e indietro sul ponte galleggiante della I4 due volte al giorno. 1a &enn' si impuntò, sapendo %uanto ;o adorasse la sua scuola di 1adrona. Insisteva che dovesse restare dov)era, perch! la patria potest- ce l)aveva lui e anche perch!, sosteneva, sia lei sia Eve di l+ a poco sare$$ero tornate a casa. 9isto che &enn' era inflessi$ile, 1a@/ell si offr+ di sostenere lui le spese scolastiche di ;o, se fosse stata iscritta a un istituto privato di 1ercer Island. 0e loro discussioni erano fre%uenti e accese. 1a perfino di fronte all)insisten#a di 1a@/ell, &enn' non mollò. Alla fine e$$e la meglio, e 1a@/ell e Trish furono costretti ad attraversare il lago avanti e indietro tutti i giorni. :Se davvero lo stanno facendo per ;o ed Eve,= mi disse &enn' una volta :non dovre$$e pesargli farsi un %uarto d)ora di macchina per attraversare il lago. Non poi cos+ lontano.= &enn' sentiva tantissimo la mancan#a di Eve, lo so, ma sentiva altrettanto %uella di ;o. Si capiva soprattutto nei giorni in cui lei restava a dormire da noi e l)accompagnavamo alla fermata del pulmino, in genere il luned+ o il gioved+. Buelle mattine, la casa sem$rava carica di elettricit-, tanto che &enn' e io non avevamo neanche $isogno della sveglia per al#arci, e ce ne stavamo l+ al $uio ad attendere impa#ienti il momento di svegliarla. Non
volevamo perderci neanche un minuto del tempo che potevamo passare con ;o. Buelle mattine, &enn' era tutta un)altra persona. Si vedeva dall)amore con cui le preparava il pran#o al sacco, accompagnandolo spesso con un $igliettino in cui scriveva un pensiero o %ualcosa di $uffo, nella speran#a che all)ora di pran#o lei lo trovasse e si mettesse a ridere. O dalla cura che dedicava ai suoi panini con $urro di arachidi e $anana, tagliando le $anane a fettine tutte dello stesso spessore. HIn %uelle occasioni io potevo mangiarmi la $anana che avan#ava, cosa che mi riempiva di gioia. Adoro le $anane %uasi %uanto i panca8es, il mio ci$o preferito. In %uei giorni, dopo che ;o se ne andava a $ordo del pulmino giallo, l)altro padre, %uello con tre figli, ci invitava a prendere un caff, e a volte accettavamo e andavamo insieme alla pasticceria sulla 1adison a $ercelo seduti a uno dei tavolini all)aperto. Cino a %uando l)altro padre non chiese6 :Tua moglie lavora8=. Evidentemente, stava cercando di capire il motivo dell)assen#a di Eve. :No= rispose &enn'. :Si sta rista$ilendo da un cancro al cervello.= 0)uomo chinò tristemente la testa sentendo come stavano le cose. &a %uel giorno, ogni volta che andavamo alla fermata, era sempre occupato a parlare con altre persone o a controllare il cellulare. Non parlammo mai pi* con lui.
25 Nel mese di fe$$raio, in pieno inverno, andammo in vacan#a nella parte centro settentrionale dello stato di ?ashington, in una #ona chiamata 1etho/ 9alle'. 2li americani ci tengono a festeggiare il compleanno dei loro pi* grandi presidenti, perciò tutte le scuole rimasero chiuse una settimana. &enn', ;o e io andammo a festeggiare in una $aita sulle montagne coperte di neve. 0a $aita era di propriet- di un parente di Eve che non avevo mai conosciuto. Caceva molto freddo, troppo freddo per me, anche se nei pomeriggi pi* caldi mi divertivo a correre nella neve. 1a preferivo di gran lunga starmene sdraiato vicino al calorifero e lasciare che fossero gli altri a fare movimento, sciare, camminare con le racchette ai piedi e tutto il resto. Eve era troppo de$ole per viaggiare, perciò lei e i suoi genitori non c)erano. 1a c)erano molte altre persone, tutti parenti per un verso o per l)altro. Avevo sentito dire che noi c)eravamo solo perch! Eve pensava fosse molto importante per ;o trascorrere del tempo con %uelle persone, visto che lei, Eve, aveva commentato %ualcuno, stava per morire. Era un ragionamento che non mi piaceva per niente. "rimo, il fatto che Eve stesse per morire. E poi, che ;o dovesse trascorrere del tempo con gente che non aveva mai conosciuto perch! presto Eve sare$$e morta. "otevano anche essere persone simpaticissime, con %uei pantaloni larghi, %uei gilet di pile e %uei maglioni che pu##avano di sudore. Non lo so. 1a mi chiedevo perch! avessero aspettato che Eve si ammalasse per offrire la propria compagnia. Erano tantissimi e non avevo idea di %uali legami di parentela ci fossero tra loro. Sem$rava fossero tutti cugini, ma c)erano dei salti genera#ionali che mi confondevano, e certi erano sen#a i genitori, ma erano l+ con #ii e #ie, e alcuni magari erano solo amici. ;o e &enn' se ne stavano %uasi sempre per conto loro, ma prendevano comun%ue parte a certe ini#iative di gruppo, tipo escursioni a cavallo nella neve, gite in slitta o passeggiate con le racchette. &urante i pasti, consumati in gruppo, c)era un)atmosfera conviviale, e per %uanto fossi deciso a mantenere una certa distan#a, uno dei cugini era sempre disposto ad allungarmi %ualcosa da mangiare. E nessuno mi scacciava mai da sotto il grande tavolo da pran#o, dove restavo per tutta la durata della cena, anche se cos+ infrangevo il
mio personale codice di comportamento. 9igeva una generale sregolate##a, con i $am$ini che restavano al#ati fino a tardi e gli adulti che dormivano a tutte le ore del giorno come i cani. "erch! non avrei dovuto unirmi a %uella dissolute##a di costumi8 Se$$ene fossi com$attuto, ogni sera succedeva %ualcosa di speciale, una cosa che mi piaceva tanto. All)esterno della casa ( che aveva tante stan#e tutte uguali, ognuna con tanti letti tutti uguali per ospitare %uella truppa ( c)era una terra##a in pietra con un grande focolare. Sem$rava che lo usassero nei mesi estivi per cucinare all)aperto, ma veniva utili##ato anche d)inverno. Non mi piacevano le pietre, freddissime e cosparse di grani di sale che facevano male %uando mi si incastravano tra i cuscinetti delle #ampe, ma il focolare lo adoravo. Cuoco< >ruciava caldo e crepitante, la sera dopo cena, e tutti ci si radunavano attorno, avvolti nei loro giacconi, e %ualcuno suonava con la chitarra e un paio di guanti sen#a dita, mentre tutti gli altri cantavano. 0a temperatura era $en al di sotto dello #ero, ma io avevo il mio posto accanto al focolare. E le stelle che si vedevano< 1iliardi, tant)era $uia la notte, e i rumori in lontanan#a, lo schianto di un ramo appesantito dalla neve che cedeva al vento, o i latrati dei miei fratelli co'ote, che si spronavano l)un l)altro alla caccia. E %uando il freddo vinceva il calore emanato dal fuoco, ci infilavamo tutti in casa, nelle nostre stan#e, col pelo e i giacconi che sapevano di fumo e resina di pino e marshmallos cotti sulla fiamma. Cu durante una di %uelle serate che me ne accorsi, &enn' aveva un)ammiratrice. Era giovane, la sorella di %ualcuno, e a %uanto pareva &enn' l)aveva conosciuta anni prima il 2iorno del Ringra#iamento o a "as%ua, perch! la prima cosa che disse rivolgendosi a lei e agli altri fu %uanto fosse cresciuta dall)ultima volta. Era un)adolescente $en provvista di mammelle per allattare e di fianchi larghi a$$astan#a per figliareD insomma, un)adulta a tutti gli effetti, che però si comportava ancora come una $am$ina, sempre attenta a chiedere il permesso prima di fare %ualcosa. Buesta donna$am$ina si chiamava AnniGa ed era molto fur$a, sapeva sempre dove mettersi e %uando muoversi per fare in modo di incontrarsi con &enn'. Attorno al fuoco gli si sedeva accanto, a tavola si metteva di fronte a lui. Se &enn' saliva sul sedile posteriore del fuoristrada di %ualcuno, lei riusciva sempre a sederglisi vicino. A ogni suo commento reagiva con risate eccessive. Adorava i suoi capelli %uando si toglieva il $erretto da sci impregnato di sudore. &ichiarava di nutrire una profonda ammira#ione per le sue mani. Stravedeva per ;o. Si commuoveva a sentir parlare di Eve. &enn' ignorava le sue provoca#ioni. Non so se la cosa fosse voluta o meno, ma di sicuro si comportava come se non si fosse accorto di niente. hi sare$$e Achille sen#a il suo tallone8 hi sare$$e Sansone sen#a &alila8 O Edipo sen#a i suoi piedi deformi8 oncepito per essere muto, ho potuto studiare l)arte della retorica li$ero dai vincoli dell)ego e dell)interesse personale, perciò conosco le risposte a %ueste domande. Il vero eroe imperfetto. 0a vera prova per un campione non riuscire a trionfare, ma piuttosto riuscire a superare gli ostacoli ( meglio se creati da lui stesso ( che gli impediscono di trionfare. Fn eroe sen#a imperfe#ioni non interessa n! al pu$$lico n! all)universo, che, dopo tutto, si fonda su conflitto e opposi#ione, la for#a irresisti$ile che incontra l)oggetto inamovi$ile. he anche il motivo per cui 1ichael Schumacher, di certo uno dei piloti di Cormula Fno pi* dotati di tutti i tempi, vincitore di pi* gare e pi* campionati di chiun%ue altro, detentore di pi* pole position di %ualsiasi altro pilota nella storia della Cormula Fno, non compare spesso tra i campioni preferiti dai cultori dell)automo$ilismo. Tutt)altra cosa rispetto ad A'rton Senna, che spesso usava le stesse tattiche sornione e ardite di Schumacher, ma che lo faceva con una stri##atina d)occhio, e per %uesto era considerato uno passionale e carismatico, non uno freddo e distaccato, come
Schumacher. Schumacher perfetto. a la macchina migliore, uno dei team dai maggiori investimenti, il top degli pneumatici, %uello con pi* talento. ome si fa a gioire delle sue vittorie8 Anche il sole sorge ogni mattina. E allora8 Nessuno si mette ad adorarlo perch! sorto. 1a provate a chiuderlo in uno scrigno. O$$ligatelo a superare ogni genere di avversit- per poter sorgere. E allora s+ che ci verr- voglia di applaudire< 1i capitersempre di ammirare l)al$a, ma di certo non mi verr- mai da considerare il sole un eroe soltanto perch! sorto. >ene. "er me raccontare la storia di &enn', che un vero campione, sen#a parlare dei suoi passi falsi e dei suoi difetti, sare$$e rendere un cattivo servi#io a tutti %uanti. 9erso la fine della settimana, i $ollettini meteo alla radio cam$iarono, e &enn' diventò nervoso. Era %uasi ora di tornare a Seattle, e lui voleva partire, riprendere l)autostrada, superare i valichi montani e farsi le cin%ue ore di macchina che ci separavano dalla nostra casa oltre le montagne, dove, per %uanto fosse freddo, umido e $uio, almeno non si era sepolti sotto due metri di neve a temperature polari. &oveva tornare al lavoro, diceva. E a ;o occorreva un po) di tempo per ria$ituarsi all)orario scolastico. E poi... E poi anche AnniGa doveva rientrare. Studiava alla ol' Names Academ' e doveva tornare per incontrare i compagni con cui stava preparando una ricerca sui modelli di vita sosteni$ili. &ivenne particolarmente insistente solo %uando cap+ che &enn' stava pensando di andarsene prima degli altriD solo %uando si rese conto che, facendo coincidere le proprie esigen#e con %uelle di &enn', si sare$$e guadagnata cin%ue ore di viaggio seduta accanto a lui, cin%ue ore delle sue mani che stringevano il volante, dei suoi capelli arruffati dal $erretto, cin%ue ore dei suoi ine$rianti feromoni da inalare. Il giorno della parten#a, la tempesta era arrivata e sulle finestre della $aita $atteva una pioggia ghiacciata che non avevo mai visto in vita mia. &enn' fu in%uieto per %uasi tutta la mattinata. Alla radio annunciarono la chiusura dello Stevens "ass a causa del maltempo. E sullo Sno%ualmie "ass c)era $isogno di catene o pneumatici da neve. :Rimanete, rimanete<= Ecco cosa dicevano %uegli insulsi cugini. 0i odiavo tutti. Avevano un odore disgustoso. Anche dopo la doccia si rimettevano gli stessi maglioni di prima, sen#a lavarli, e l)odore schifoso tornava, come un $oomerang. "ran#ammo veloci e poi partimmo, fermandoci a un distri$utore lungo la strada per comprare le catene. Il tragitto verso sud fu terrificante. 0a pioggia ghiacciata cadeva cos+ fitta che si accumulava sul para$re##a prima che i tergicristalli riuscissero a spa##arla via, e a ogni fastidiosa manciata di chilometri, &enn' doveva fermarsi e scendere per scrostare via il ghiaccio dal vetro. Era pericoloso guidare in %uelle condi#ioni, e a me non piaceva per niente. ;o e io eravamo seduti dietro, e AnniGa davanti. 1i sem$rava che &enn' stringesse troppo forte le mani sul volante. Buando si guida un)auto da corsa, le mani devono essere rilassate, e %uelle di &enn' lo sono sempre %uando guardo le riprese interne delle sue gareD lui flette spesso le dita, per ricordarsi di allentare la presa. 1a per tutta %uella tormentosa discesa lungo il fiume olum$ia, &enn' strinse il volante con una for#a micidiale. 1i dispiaceva tanto per ;o, perch! si vedeva che era terrori##ata. 0a macchina era pi* insta$ile dietro che davanti, %uindi ;o e io avvertivamo di pi* lo slittamento sul ghiaccio. "ensando a %uanto dovesse essere spaventata ;o, cominciai ad agitarmi anch)ioD mi lasciai trasportare un po) troppo e prima ancora di rendermene conto, ero gi- nel panico pi* totale. ominciai a picchiare con le #ampe sui finestrini. ercai di scavalcare il sedile per andare davanti, una cosa del tutto controproducente. E alla fine &enn' gridò6 :"er favore ;o, cerca di calmarlo<=.
Allora lei mi cinse il collo con le $raccia e mi tenne stretto a s!. Si appoggiò allo schienale e io ricaddi su di lei, e poi cominciò a cantarmi nell)orecchio una can#oncina di %uand)era pi* piccola6 :)ello, little &nzo, so glad to see Bou...=. Era appena entrata all)asilo %uando l)aveva imparata e di solito la cantava insieme a Eve. Io mi rilassai e mi lasciai cullare. :)ello, little &nzo, so glad to see Bou, too...= 9orrei potervi dire che sono padrone del mio destino al punto di aver architettato tutto, di aver perso la testa solo perch! ;o potesse calmarmi durante il tragitto e non pensare cos+ alla propria agita#ione. A dir la verit-, però, devo ammettere che ero contento di stare tra le sue $racciaD ero molto spaventato e le ero grato per %uelle premure. 0a fila di macchine continuava ad avan#are, ma con estrema lente##a. A lato della strada c)erano molte auto, ferme ad aspettare che la tempesta passasse. Alla radio, però, i meteorologi dicevano che aspettare era peggio, perch! il fronte si era fermato, le nuvole erano $asse, e non appena fosse arrivata l)aria calda, come previsto, il ghiaccio si sare$$e trasformato in pioggia e sare$$ero cominciati gli allagamenti. Buando arrivammo allo svincolo per la igh/a' M, alla radio annunciarono che il >le/ett "ass era chiuso per un camion con rimorchio che si era messo di traverso. Avremmo dovuto fare una lunga devia#ione per raggiungere la I4 nei pressi di 2eorge, nello stato di ?ashington. &enn' prevedeva che il traffico sulla I4 sare$$e stato pi* scorrevole, perch! la strada era pi* larga, ma invece di migliorare, la situa#ione peggiorò. Aveva cominciato a piovere, e lo spartitraffico, pi* che un striscia d)er$a che divideva la corsia est da %uella ovest, sem$rava un argine. omun%ue, andammo avanti perch! non c)era molto altro da fare. &opo sette ore di viaggio sfiancante e con davanti altre due ore di strada Hin condi#ioni atmosferiche ideali prima di raggiungere Seattle, &enn' chiese ad AnniGa di chiamare i suoi genitori perch! ci trovassero un posto dove passare la notte nei pressi di le Elum. 1a loro ci richiamarono su$ito dicendoci che tutti i motel della #ona erano al completo per via del maltempo. i fermammo a un 1c&onald)s, e &enn' comprò da mangiare per tutti ( per me i $occoncini di pollo ( e poi proseguimmo per Easton. Cuori Easton, dove la neve era ammucchiata ai lati della strada, &enn' fermò la macchina accanto a decine di altre auto e camion, nell)area riservata al montaggio delle catene, e si avventurò sotto la pioggia ghiacciata. Si sdraiò sull)asfalto e montò le catene, impiegandoci me##)ora, e %uando risal+ a $ordo era $agnato fradicio e tremava. :"overino= disse AnniGa sfregandogli le spalle per scaldarlo. :Tra poco chiuderanno il passo= annunciò &enn'. :Buel camionista l)ha sentito alla radio.= :Non possiamo aspettare %ui8= domandò AnniGa. :Sono previsti allagamenti. Se non riusciamo a superare il valico oggi, potremmo rimanere $loccati per giorni.= Il tempo era davvero orri$ile, con tutto %uel ghiaccio, %uella neve, %uella pioggia ghiacciata, ma noi andammo avanti lo stesso, con la nostra piccola >1? che risaliva a fatica la montagna, finch! non raggiungemmo la vetta, dove ci sono gli impianti di risalita, e tutto cam$iò. Niente neve, niente ghiaccio, solo pioggia. Cummo cos+ felici di %uella pioggia< "oco dopo, &enn' fermò la macchina per togliere le catene, impiegandoci un)altra me##)ora e in#uppandosi come prima, poi cominciammo a scendere. I tergicristalli facevano avanti e indietro al massimo, ma con scarsi risultati. 0a visi$ilit- era pessima. &enn' stringeva il volante e stri##ava gli occhi per scrutare nel $uio, e finalmente
raggiungemmo North >end, poi Issa%uah e poi il ponte galleggiante sul lago ?ashington. Era circa me##anotte ( le cin%ue ore di viaggio erano diventate dieci ( %uando AnniGa chiamò i suoi genitori per avvisarli che eravamo arrivati sani e salvi a Seattle. 0a noti#ia li rincuorò. 0e raccontarono ( e lei lo rifer+ a noi ( che al telegiornale avevano parlato di allagamenti improvvisi che avevano provocato una frana, a causa della %uale era stata chiusa al traffico la I4 in dire#ione ovest, in prossimit- della cima. :2ra#ie a &io, do$$iamo averla mancata per un pelo= commentò &enn'. Attento ai capricci della sorte, mi dissi. 7 una cagna infame. :No, no= spiegò AnniGa al telefono. :Resto da &enn'. 7 troppo stanco per guidare, e c) ;o che dorme sul sedile dietroD $isogna metterla a letto. &enn' ha detto che non ha pro$lemi ad accompagnarmi a casa domattina.= A %ueste parole &enn' si voltò verso di lei con aria interrogativa, chiedendosi se le avesse veramente detto una cosa del genere. Io sapevo $enissimo che non era cos+. AnniGa gli sorrise e gli fece l)occhiolino. Terminata la conversa#ione, infilò il cellulare in $orsa. :i siamo %uasi= disse, guardando avanti attraverso il para$re##a, con il fiato corto per l)eccita#ione. "erch! non prese in mano la situa#ione in %uel momento un mistero. "erch! non tornò su$ito sulla superstrada fino a Edmonds, dove a$itava la famiglia di AnniGa8 "erch! non disse niente8 Non lo saprò mai. Corse aveva $isogno di sta$ilire un contatto con %ualcuno che gli ricordasse la passione un tempo condivisa con Eve. Corse. Fna volta a casa, &enn' portò ;o in camera sua e la mise a letto. "oi accese la televisione e insieme guardammo il filmato che mostrava la chiusura al traffico del valico di Sno%ualmie da parte delle autorit-D solo per %ualche giorno, si auguravano, anche se forse sare$$e stato per una settimana o addirittura di pi*. &enn' andò in $agno a togliersi i vestiti umidi e tornò con indosso dei pantaloni di felpa e una vecchia maglietta. "rese una $irra dal frigo e la apr+. :"osso fare una doccia8= chiese AnniGa. &enn' sem$rò sorpreso. on tutte le imprese eroiche che aveva compiuto, si era %uasi dimenticato di lei. 0e fece vedere dov)erano gli asciugamani, come regolare la temperatura di %uella cosa che si tiene in mano per fare la doccia, e poi chiuse la porta. "rese len#uola, cuscino e coperte, apr+ il divano in soggiorno e preparò il letto per AnniGa. Buando e$$e finito, andò in camera sua e si sedette in fondo al letto. :Sono sfatto= mi disse, poi si $uttò all)indietro e si sdraiò, rimanendo cos+, con le mani sul petto, i piedi che gli toccavano terra e le ginocchia che spuntavano dal $ordo del letto, il resto del corpo addormentato, anche se le luci della stan#a erano ancora accese. Allora mi sdraiai per terra accanto a lui e mi addormentai anch)io. Buando aprii gli occhi, la vidi in piedi sopra di lui. Aveva i capelli $agnati e indossava l)accappatoio di &enn'. Rimase in silen#io. 0o guardò dormire per un $el po), e io la osservai. Fn comportamento in%uietante. &a $rividi. Non mi piaceva per niente. Si apr+ l)accappatoio, scoprendo una por#ione di carne $ianchissima e il tatuaggio di un sole attorno all)om$elico. Sen#a parlare si scrollò di dosso l)accappatoio e rimase l+, in piedi, tutta nuda, i seni grandi con i cape##oli scuri puntati verso di lui. E lui era immo$ile, incosciente. Ancora immerso nel sonno.
Si a$$assò e infilò le sue piccole mani sotto l)elastico dei pantaloni di lui. 2lieli tirò gi* fino al ginocchio. :Non farlo= mormorò &enn', con gli occhi ancora chiusi. Aveva guidato per pi* di dieci ore nelle peggiori condi#ioni, con la neve, il ghiaccio e le strade allagate. Non aveva pi* la for#a di respingere un attacco. 2li a$$assò i pantaloni fino alle caviglie e gli sollevò prima un piede e poi l)altro, per sfilarglieli del tutto. "oi mi guardò. :Sciò, smamma= disse lei. Altro che smammare. Ero troppo arra$$iato. Eppure non sferrai alcun attacco. )era %ualcosa che mi tratteneva. 0a #e$ra continua a $allare. 0ei mi degnò di un)ultima occhiata e poi rivolse la sua atten#ione a &enn'. :Non farlo= ripet lui nel sonno. :Sst= fece lei per tran%uilli##arlo. :9a tutto $ene.= Io ho fiducia. Avrò sempre fiducia in &enn'. "erciò voglio credere che %uello che gli fece accadde sen#a il suo consenso, sen#a che lui ne fosse consapevole. 0ui non c)entrava niente. Era prigioniero di un corpo allo stremo delle for#e, e lei ne approfittava. 1a non potevo pi* restare a guardare. Avevo avuto la possi$ilit- di impedire al demone di distruggere i giocattoli di ;o, e non c)ero riuscito. Buesta era una nuova prova, e non potevo s$agliare. 1i misi ad a$$aiare forte, per mostrarmi aggressivo. Ringhiai, feci per mordere, e &enn' all)improvviso si svegliò. 2li occhi gli si spalancarono di colpo, e come si vide davanti la raga##a nuda si allontanò con un $al#o. :1a che diavolo succede8= gridò. Io continuai ad a$$aiare. Il demone era ancora nella stan#a. :En#o<= gridò con ra$$ia. :Calla finita<= Io smisi, ma tenni lo sguardo fisso su di lei, nel caso volesse riprovarci. :&ove sono i miei pantaloni8= chiese &enn' affannato, in piedi sul letto. :osa stavi facendo8= :Ti amo cos+ tanto= rispose. :Sono sposato<= :Non la stessa cosa che fare sesso= disse lei. E sal+ sul letto, allungando le mani verso di lui, cos+ ricominciai ad a$$aiare. :1anda via il cane.= :AnniGa, fermati<= &enn' la afferrò per i polsi e lei si divincolò come se fosse un gioco. :>asta<= gridò lui, saltando gi* dal letto, raccogliendo da terra i pantaloni e infilandoseli in tutta fretta. :"ensavo di piacerti= disse AnniGa, ra$$uiandosi di colpo. :AnniGa...=
:"ensavo che mi volessi .= :AnniGa, mettiti %uesto= le disse, passandole l)accappatoio. :Non posso starmene a parlare con una %uindicenne nuda. 7 illegale. Non dovresti essere %ui. Ti porto a casa.= 0ei si strinse l)accappatoio addosso. :1a, &enn'...= :"er favore, mettiti l)accappatoio.= &enn' si allacciò il cordino dei pantaloni. :AnniGa, %uesta cosa non può essere. Non potr- mai essere. Non so come hai fatto a pensare che...= :Sei stato tu<= disse lei in lacrime. :7 tutta la settimana che flirti con me. Sei stato tu a provocarmi. Sei stato tu a $aciarmi.= :Ti ho dato un $acio sulla guancia= rispose &enn'. :7 normale tra parenti $aciarsi sulla guancia. Si chiama affetto, non amore.= :1a io ti amo<= strillò, e poi scoppiò in un pianto dirotto, gli occhi stri##ati e la $occa contratta. :Ti amo<= continuava a ripetere. :Ti amo<= &enn' era in trappola. 9oleva consolarla, ma appena si avvicinava lei a$$assava le mani che stringevano al petto l)accappatoio tutto arrotolato, e su$ito le si scoprivano i grossi seni, s%uassati dal dolore, e &enn' era costretto a indietreggiare. Buesta scena si ripet! pi* volte, sem$rava di avere davanti un giocattolo a molla, una di %uelle scimmiette con i cim$ali o %ualcosa del genere. 0ui si avvicinava per consolarla, lei a$$assava le mani, lui si ritrovava davanti i suoi seni e scappava. 1i sem$rava di assistere alla rappresenta#ione vivente di un antico salvadanaio pornografico, simile a %uello che avevo visto nel film rofessione pericolo, in cui un orso si accoppiava con una raga##a su un)altalena. Alla fine &enn' dovette darci un taglio. :Adesso io esco da %uesta stan#a= disse :e tu ti metti l)accappatoio e ti rendi presenta$ile. Buando sei pronta, vieni in soggiorno e ne parliamo.= "oi si girò e si avviò. Io gli andai dietro e ci mettemmo ad aspettare. Restammo l+ ad aspettarla un sacco di tempo. Alla fine lei usc+ con l)accappatoio indosso, gli occhi gonfi di lacrime. Sen#a dire una parola si infilò nel $agno. "oco dopo riemerse con indosso i suoi vestiti. :Ti porto a casa= disse &enn'. :o chiamato mio padre= disse AnniGa :dalla camera.= &enn' si raggelò. All)improvviso sentii che nella stan#a c)era tensione. :he cosa gli hai detto8= chiese lui. 0ei lo guardò per un $el po) prima di rispondere. Se l)inten#ione era %uella di renderlo ansioso, fun#ionò. :2li ho detto di venirmi a prendere= fece lei. :Il letto %ui tr oppo scomodo.= :>ene= sospirò &enn'. :>uona idea.= 0ei non rispose, ma continuò a fissarlo.
:Se ti ho dato un)impressione s$agliata mi dispiace= disse &enn' distogliendo lo sguardo. :Sei una donna molto attraente, ma io sono sposato e tu sei cos+ giovane. Non ammissi$ile come...= 0asciò la frase in sospeso. "arole non dette. :Rela#ione= disse lei, decisa. :Situa#ione= mormorò lui. 0ei prese la $orsetta e la sacca e si avviò verso l)ingresso. 9edemmo i fari appena la macchina si fermò davanti a casa. AnniGa spalancò la porta e corse gi* per il vialetto fino alla strada. &alla porta d)ingresso io e &enn' la guardammo lanciare le $orse sui sedili posteriori della 1ercedes e salire davanti. Suo padre, in pigiama, ci salutò con la mano e poi ripart+. [eBookLove - eBL 062]
2$ Buell)inverno non passò mese sen#a un)ondata di freddo e %uando, in aprile, finalmente arrivò la prima giornata tiepida di primavera, al$eri, fiori e campi si risvegliarono con tale vigore che al telegiornale dovettero lanciare l)allarme allergie. 0e farmacie rimasero letteralmente sen#a antistaminici. 0e case farmaceutiche ( %uelle che traggono profitto dalle sofferen#e altrui ( non avre$$ero potuto augurarsi uno scenario pi* proficuo di un inverno freddo e piovoso, pieno di vaccini e farmaci antinfluen#ali, seguito da una primavera calda con una concentra#ione di pollini da record. HSono convinto che la gente non fosse cos+ piena di allergie prima di ini#iare a in%uinare se stessa e il proprio mondo con medicine e tossine di ogni tipo. 1a del resto, nessuno ha chiesto il mio parere. os+, mentre il resto del mondo si concentrava sui distur$i del raffreddore da fieno, nel mio, di mondo, le persone avevano altro da fare6 Eve continuava il suo viaggio inesora$ile verso la morte, ;o passava troppo tempo con i nonni e &enn' e io facevamo di tutto per rallentare i $attiti dei nostri cuori in modo da sentire meno dolore. Eppure, ogni tanto &enn' si concedeva un diversivo e, %uell)aprile, si presentò un)occasione. Aveva ricevuto un)offerta di lavoro da una delle scuole di pilotaggio per cui lavorava. Incaricata di trovare dei piloti per uno spot televisivo, la scuola aveva chiesto a &enn' se voleva partecipare. Il tracciato si trovava in alifornia, un posto chiamato Thunderhill Race/a' "arG. Sapevo che sare$$e stato in aprile, perch! &enn' ne parlava parecchio, era molto eccitato. "erò non immaginavo che avesse inten#ione di andarci in macchina, con dieci ore di viaggio. N! tanto meno immaginavo che intendesse portarmi con s!. he felicit-< &enn' e io sulla nostra >1? per una giornata intera, come una coppia di fuorilegge in fuga, come due complici in un crimine. "erch! doveva essere un crimine vivere una vita come la nostra, una vita in cui era possi$ile lasciarsi alle spalle ogni preoccupa#ione pilotando auto da corsa< Il viaggio non fu niente di che6 a differen#a di altre parti dello stato, l)interno dell)Oregon non cele$re per il paesaggio. Sui valichi montani nel Nord della alifornia, poi, c)era ancora un po) di neve, e io ra$$rividii ripensando ad AnniGa e a come si era approfittata di &enn'. "er fortuna, sulle SisGi'ous c)era neve solo ai lati dell)autostrada e il manto stradale era $agnato, ma li$ero. Buando finalmente scendemmo dall)ultimo passo, atterrammo sui campi verdeggianti a nord di Sacramento.
Fna meraviglia. "roprio una meraviglia %uell)estendersi a perdita d)occhio di un mondo in cui tutto cresceva e nasceva, nella stagione della vita tra il torpore dell)inverno e il torrido caldo dell)estate. Fna distesa infinita di mor$ide colline coperte di er$a appena spuntata e grandi strisce di fiori di campo. E poi gli uomini che con i loro trattori lavoravano la terra e, smuovendo il terreno, li$eravano un)ine$riante miscela di odori6 di umido e decomposi#ione, concime e gas di scarico. A Seattle viviamo tra al$eri e canali naviga$ili, e ci sentiamo ninnati dolcemente nella culla della vita. Non a$$iamo inverni freddi n! estati calde, e ci congratuliamo con noi stessi per aver scelto un posto cos+ spettacolare per fermarci e crescere i nostri figli. 1a intorno al Thunderhill Race/a' "arG, la primavera primavera< Fna versione migliore di %uesta stagione non esiste. E poi la pista. Relativamente nuova, $en tenuta, impegnativa con tutte %uelle curve e %uei dislivelli, e cos+ piena di particolari. 0a mattina dopo il nostro arrivo, &enn' mi portò con s! a fare Zogging. "ercorremmo l)intero tracciato, cos+ lui poteva familiari##are con il manto stradale. &iceva che dall)interno di un)auto da corsa che viaggia a duecento%uaranta chilometri all)ora la pista non la vedi mai veramente. &evi scendere dall)auto per sentirla. &enn' mi spiegò cosa cercava. 2o$$e che potessero s%uili$rare le sospensioni. 0inee di giuntura da usare come riferimento per le #one di frenata e di entrata. Nei punti di corda delle curve toccava il manto stradale per verificare le condi#ioni dell)asfalto6 il ghiaino era liscio8 "oteva trovare un)aderen#a migliore al di fuori della traiettoria di gara8 In certe curve l)angolo di campanatura ingannava6 dall)interno dell)auto c)erano punti in cui la pista poteva sem$rare pianeggiante e invece digradava leggermenteD in genere era progettata cos+ per permettere all)ac%ua piovana di scivolare via sen#a ristagnare in pericolose po##anghere. &opo aver percorso l)intero circuito e aver studiato tutti i cin%ue chilometri e le %uindici curve che lo componevano, tornammo al paddocG. Erano arrivati due grossi autoarticolati e c)erano parecchi uomini con la divisa da meccanico che montavano tendoni e allestivano un ela$orato servi#io di ristora#ione, mentre altri scari cavano sei Aston 1artin &>V meravigliosamente identiche, il modello che deve la sua fama a James >ond. &enn' andò a presentarsi a un uomo che aveva in mano un porta$locco a molla e che, da come camminava, aveva tutta l)aria di un supervisore. Si chiamava en. :2ra#ie per la dedi#ione= disse en :ma sei in anticipo.= :9olevo fare un giro del percorso a piedi= spiegò &enn'. :Ca) pure, allora.= :0)ho gi- fatto, gra#ie.= en annu+ e guardò l)orologio. :7 troppo presto per i motori da corsa= disse :ma puoi entrare con la tua macchina da strada, se vuoi. "erò non esagerare.= :2ra#ie= rispose &enn', e mi fece l)occhiolino. i avvicinammo a uno dei camion e &enn' toccò sul $raccio uno dei mem$ri della s%uadra. :Sono &enn'. Fno dei piloti.= 0)uomo gli strinse la mano e si presentò come "at. :ai ancora tempo= disse. :0- c) del caff.=
:9olevo entrare con la mia >1? e farmi un paio di giri tran%uilli. en mi ha dato il permesso. 1i chiedevo se aveste una cinghia da prestarmi.= :A che ti serve8= domandò "at. &enn' mi gettò una rapida occhiata e "at si mise a ridere. :Ehi, Jim= gridò, rivolgendosi a un altro uomo. :Buesto vuole che gli prestiamo una cinghia per portarsi il cane a fare un giro.= Risero tutti e due e io ero un po) confuso. :o %ualcosa di meglio= disse il tipo di nome Jim. Andò nella ca$ina del camion e un minuto dopo tornò con un len#uolo. :Tieni= fece. :Se si caga addosso, posso sempre lavarlo in al$ergo.= &enn' mi ordinò di sedermi davanti, e io u$$idii. 1i avvolsero nel len#uolo, premendomi contro il sedile, e mi lasciarono fuori solo la testa. In %ualche modo legarono il len#uolo da dietro. :Troppo stretto8= chiese &enn'. Ero troppo eccitato per rispondere. 9oleva portarmi in macchina con s!< :9acci piano finch! capisci se ha a$$astan#a stomaco da reggere= sugger+ "at. :Non c) niente di peggio che togliere vomito di cane dalle prese d)aria.= :Ti gi- capitato8= :Oh, s+= rispose. :Al mio cane piaceva da matti.= &enn' fece il giro della macchina per raggiungere il posto di guida. "rese il casco dal sedile posteriore e se lo infilò. "oi sal+ a $ordo e si allacciò la cintura. :Fn)a$$aiata per andare pi* piano, due per andare pi* forte, capito8= Io a$$aiai due volte, e %uesto sorprese sia lui sia "at e Jim, entram$i appoggiati al finestrino dal lato del passeggero. :9uole gi- andare pi* forte= commentò Jim. :ai proprio un cane in gam$a.= Al Thunderhill Race/a' "arG il paddocG tra due lunghi rettilinei paralleliD il resto del percorso si apre a ventaglio dall)area del paddocG, come due ali di farfalla. A $assissima velocit- attraversammo i $o@ e raggiungemmo l)ingresso della pista. :Adesso ce la prendiamo con calma= disse &enn', e partimmo. Trovarmi in pista era un)esperien#a nuova per me. Niente edifici, niente cartelli, nessun senso delle propor#ioni. Era come correre in un campo, planare sopra una pianura. &enn' cam$iava le marce dolcemente, anche se notai che aveva una guida pi* aggressiva di %uella che usava su strada. Tirava molto di pi* le marce e le frenate erano pi* secche. :1i sto creando dei punti di riferimento visivi= mi spiegò. :"unti di entrata e di frenata. ) chi si affida pi* all)istinto. "rendono un certo ritmo e seguono %uello. "er me conta di pi* %uello che vedo, invece. 1i sento pi* tran%uillo se ho dei riferimenti. Anche se non la conosco, su %uesta pista ne ho gi- a decine, sette o otto per ogni curva, tutti particolari che ho notato %uando l)a$$iamo fatta a piedi.= A ogni curva che prendevamo, &enn' mi segnalava il punto di corda e l)uscita. Nei rettilinei ac%uistavamo velocit-. Non andavamo molto forte, sui cento forse, ma era in curva che
sentivo di pi* la velocit-, %uando le gomme facevano un suono cupo e spettrale che mi ricordava il verso del gufo. Essere in pista con &enn' mi faceva sentire speciale. Non mi ci aveva mai portato prima di allora. 1i sentivo sicuro e rilassatoD essere fissato al sedile mi tran%uilli##ava. I finestrini erano aperti e l)aria era fresca e pulita. Sarei rimasto l+ tutto il giorno. &opo il ter#o giro &enn' guardò verso di me. :I freni adesso sono caldi= disse. :0e gomme sono calde...= Non capivo dove voleva arrivare. :Ti va di provare un giro veloce8= Fn giro veloce8 A$$aiai due volte. E poi altre due. &enn' si mise a ridere. :Catti sentire, se non ti piace= disse, :un lungo ululato, d)accordo8= E premette a fondo l)acceleratore. Non esiste niente di simile. 0a sensa#ione che ti d- la velocit-. Non c) niente al mondo che regga il confronto. Cu l)accelera#ione improvvisa, non il len#uolo di Jim, a inchiodarmi al sedile mentre guadagnavamo velocit- e percorrevamo a ra##o il primo rettilineo. :Reggiti, adesso,= disse &enn' :%uesta la prendiamo forte.= E via come missili, sempre pi* veloci, finch! non vidi la curva venirci incontro, urlarci contro, finch! non l)avemmo %uasi superata, e lui lasciò il pedale dell)acceleratore e pigiò %uello del freno. Il muso dell)auto affondò e allora s+ che ringra#iai di avere il len#uolo, perch! sen#a sarei finito contro il para$re##a. "iano, piano, pianoD le pasticche dei freni stringevano al massimo i dischi, $ruciando per l)attrito, con il calore che si sprigionava dalle pin#e, tutta energia che si disperdeva. Allora lui ster#ò a sinistra e con una pressione leggera ma costante diede di nuovo gas e noi la sfondammo, %uella curva, le for#e centrifughe che ci spingevano verso l)esterno della macchina e le gomme che invece ci tenevano ancorati al sedile, sen#a pi* %uel fischio sommesso, oh no. Il gufo era morto. Adesso stridevano, %uelle gomme, strillavano, ululavano, gridavano di dolore, ahhhhh! Raggiunto il punto di corda, &enn' allegger+ il volante e la macchina scivolò verso l)uscita. Allora la spinse di nuovo a tutto gas e prendemmo il volo ( il volo! ( e via da %uella curva, alla volta di un)altra e poi di un)altra ancora. Sono %uindici le curve del Thunderhill. Buindici. E mi piacciono tutte allo stesso modo. 0e adoro tutte %uante. Ognuna diversa, ognuna con la sua particolare sensa#ione da trasmetterti, ma tutte cos+ stupende. E noi giravamo, e a ogni giro andavamo sempre pi* forte, sempre pi* forte. :Tutto $ene8= mi chiese, guardando dalla mia parte mentre percorrevamo a %uasi duecento all)ora il rettilineo di ritorno. Io a$$aiai due volte. :Se mi tieni ancora %ui, finisce che consumo tutte le gomme= disse. :Cacciamo ancora un giro.= S+, ancora un giro. Ancora un giro. E sempre, ancora un giro. 9ivo solo per avere un altro giro. 0arei la vita per un altro giro. Ti prego &io, concedimi un altro giro< E %uel giro fu spettacolare. Tenni lo sguardo alto, come mi diceva di fare &enn'. :Occhio grande vede lontano= mi disse. Buei punti di riferimento, %uei segnali visivi che aveva identificato %uando avevamo percorso a piedi la pista, si muovevano cos+ veloci che ci misi un po) a capire che neanche li vedeva. 0i viveva< Aveva immaga##inato nel cervello la
mappa del circuito e adesso era %uella a guidarlo, come fosse un navigatore satellitareD %uando rallentavamo per prendere una curva, lui teneva la testa alta e guardava gi- la curva successiva, non l)estremit- di %uella che stavamo percorrendo. 0a curva in cui ci trovavamo era un semplice stato dell)esisten#a per &enn'. Era dove ci trovavamo, e lui era contento di trovarsi l+, e io la sentivo la sua felicit-, il suo amore per la vita. 1a il punto in cui si focali##ava la sua atten#ione ( e la sua intenzione ( era molto pi* avanti, alla curva seguente e a %uella dopo ancora. A ogni respiro assestava, rivalutava, correggeva, ma tutto inconsapevolmenteD adesso capivo come facesse durante una corsa a programmare di sorpassare un altro pilota tre o %uattro giri dopo. Buel giorno mi si rivelarono il pensiero, le strategie, la mente di &enn', tutto di lui. &opo un giro di raffreddamento, ci fermammo nel paddocG e trovammo ad attenderci l)intera s%uadra. ircondarono la macchina e le loro mani mi li$erarono dall)im$racatura, e io saltai gi*, sull)asfalto. :T) piaciuto8= mi chiese %ualcuno, e io a$$aiai. S+< A$$aiai e spiccai un $el salto. :Accidenti se lo muovevi il culo in pista<= disse "at a &enn'. :A$$iamo un vero pilota sul set.= :>e), En#o a$$aiava due volte= spiegò &enn' ridendo. :E due volte vuol dir e pi* forte<= Si misero a ridere, e io a$$aiai di nuovo due volte. S+, pi* forte< Buante sensa#ioni< Il movimento. 0a velocit-. 0a macchina. 0e gomme. Il rumore. Il vento. Il manto della pista. Il punto di corda. 0)uscita. Il punto di cam$io marcia. 0)area di frenata. E la corsa. Soprattutto %uello, la corsa< Su %uel viaggio non c) altro da dire, perch! non c) niente di pi* incredi$ile di %uei pochi giri veloci che &enn' mi regalò. Cino a %uel momento avevo pensato di amare le corse. Avevo ra#ionali##ato che mi sare$$e piaciuto trovarmi a $ordo di un)auto da corsa. Cino a %uel momento io ancora non sapevo. ome fai a saperlo se non ti siedi a $ordo di un)auto e non vai a velocit- di gara, non prendi le curve ai limiti dell)aderen#a, non freni a un pelo dalla chiusura della traiettoria, con il motore che ti implora di portarlo alla linea rossa8 "er il resto del viaggio camminai a un metro da terra. Sognavo di provare ancora la velocit-, ma sospettavo ( e, come risultò, avevo ragione ( che difficilmente ci sare$$e stata un)altra occasione di farmi fare un giro in pista. 1i restava sempre il ricordo, peròD la mia esperien#a da rivivere nella mente ogni volta che volevo. A$$aiare due volte vuol dire pi* forte. &a allora, a volte %uando dormo mi capita di a$$aiare due volte, perch! sogno &enn' al mio fianco sulla pista di Thunderhill, noi due insieme che giriamo veloci sul circuito e io che a$$aio due volte per dire pi* forte. Fn altro giro, &enn'< i forte<
2% Trascorsero sei mesi, ed Eve era ancora viva. "oi sette mesi. "oi otto. Il primo maggio, &enn' e io fummo invitati a cena a casa dei 2emelliD una cosa insolita perch! era luned+ sera, e &enn' non mi portava mai a trovarla durante la settimana. Fn po) a disagio, restammo in soggiorno con il letto d)ospedale vuoto, mentre Trish e 1a@/ell preparavano la cena. Eve non c)era. "ercorsi il corridoio in avanscoperta, e trovai ;o che giocava in silen#io nella sua stan#a. 0+ da 1a@/ell e Trish la sua stan#a era pi* grande di %uella che aveva a casa, e c)era tutto %uello che una $am$ina potesse desiderare6 $am$ole, giocattoli, copriletto e len#uola ornati di gale e nuvolette dipinte sul soffitto. ;o era presa dalla sua casa di $am$ole e non mi vide entrare.
"er terra notai dei cal#ini arrotolati che dovevano essere caduti %uando avevano sistemato i vestiti puliti nel cassettone, e con un $al#o li afferrai. Invitandola a giocare, li lasciai cadere ai suoi piedi e diedi dei colpetti con il naso, piegai le #ampe anteriori a terra e mi a$$assai, il posteriore in alto e la coda diritta6 il segnale universale per dire :2iochiamo<=. 1a lei mi ignorò. Allora ci riprovai. Afferrai i cal#ini, li lanciai per aria, li colpii con il muso, me li ripresi, li lasciai cadere di nuovo ai piedi di ;o e guardai gi*. Io ero pronto per giocare a Enno "endi, ma lei no. 0i scansò con il piede. A$$aiai6 era l)ultimo tentativo. 0ei si voltò e mi guardò seria. :7 un gioco da $am$ini= disse. :Io adesso devo essere grande.= 0a mia piccola ;o un)adulta, alla sua tenera et-. he triste##a. &eluso, mi avviai lentamente verso la porta e mi voltai a guardarla da sopra la spalla. :A volte succedono delle cose $rutte= disse tra s!. :A volte le cose cam$iano, e anche noi do$$iamo cam$iare.= Non erano parole sue, e non sono sicuro che ci credesse, n! tanto meno che le capisse. Corse le stava imparando a memoria perch! sperava contenessero la chiave del futuro incerto che la attendeva. Tornai nel soggiorno e restai ad aspettare insieme a &enn', finch! finalmente Eve emerse dal corridoio che portava ai $agni e alla camera. 0)infermiera, che nei momenti di pausa sferru##ava come un)ossessa con %uei ferri di metallo che stridevano in modo cos+ odioso da farmi diventare matto, la stava aiutando a camminare. Ed Eve era uno splendore. Indossava uno stupendo vestito lungo, $lu scuro, con un taglio particolare. Aveva al collo %uel $el filo di piccole perle di fiume giapponesi che &enn' le aveva regalato per il loro %uinto anniversario, e con %uel trucco e %uei capelli, che le erano cresciuti %uel tanto da poterli sistemare in %ualche modo, aveva un)espressione raggiante. Anche se per percorrere la passerella aveva $isogno di assisten#a, sempre di passerella si trattava, e &enn' le riservò una standing ovation. :Oggi il primo giorno che non sono morta= ci annunciò. :&o$$iamo festeggiare.= 9ivere ogni giorno come se fosse stato strappato alla morte, ecco cosa vorrei. 2ioire della vita come ne gioiva Eve. 0i$erarsi del peso, dell)ansia, del tormento %uotidiano. "er dire sono vivo, sono una meraviglia, io sono. Io sono. Ecco %ualcosa a cui aspirare. Buando sarò una persona, cos+ che vivrò la mia vita. 0)atmosfera era davvero festosa. Eravamo tutti contenti, e chi non lo era fingeva $ene, con tanta convin#ione da convincerci tutti. "ersino ;o si rianimò e tornò allegra come al solito, dimenticando per un po) il suo $isogno di essere grande. Buando arrivò il momento di andarcene, &enn' $aciò Eve con trasporto. :Ti amo cos+ tanto= le disse. :9orrei che potessi tornare a casa.= :9oglio tornarci, a casa= rispose. :i tornerò, a casa.= Era stanca, si sedette sul divano e mi chiamòD lasciai che mi grattasse le orecchie. &enn' stava aiutando ;o a prepararsi per andare a dormire, e i 2emelli, per una volta, si tenevano a rispettosa distan#a. :So che &enn' deluso= mi disse. :Sono tutti delusi. 9orre$$ero che fossi un altro 0ance Armstrong. E se potessi afferrarlo, il mio male, e tenermelo davanti, forse ci riuscirei. 1a in mano non posso tenerlo, En#o. 7 pi* grande di me. 7 ovun%ue.=
Nell)altra stan#a sentivamo ;o che giocava nella vasca e &enn' che rideva con lei, come se non avessero nessuna preoccupa#ione al mondo. :Non avrei dovuto permettere che andasse cos+= disse pentita. :Avrei dovuto insistere a voler tornare a casa, perch! potessimo restare tutti insieme. 7 colpa miaD dovevo essere pi* forte. 1a &enn' dire$$e che non il caso di preoccuparsi di ciò che gi- accaduto, perciò... Ti prego, prenditi cura di &enn' e di ;o al posto mio, En#o. Sono davvero una meraviglia %uando sono insieme.= "oi scrollò il capo per scacciare %uei $rutti pensieri e a$$assò lo sguardo su di me. :9edi8= mi chiese. :Non mi fa pi* paura. "rima ti volevo con me perch! mi proteggessi, ma adesso non mi fa pi* paura. "erch! non la fine.= E rise con la sua risata di una volta. :1a tu lo sapevi= disse. :Tu sai tutto.= Tutto no. 1a sapevo che non si era s$agliata sulla sua situa#ione6 i medici riescono a curare molte persone, ma a lei potevano dire solo %uello che non si poteva fare. E sapevo che, una volta identificata la sua malattia, una volta che tutti intorno a lei avevano cominciato a confermare la diagnosi, a ri$adirla, a ripetergliela di continuo, non c)era pi* stato modo di fermarla. iò che visi$ile diventa inevita$ile. 0a macchina va dove vanno gli occhi. Io e &enn' ce ne andammo. 1entre tornavamo a casa in macchina io non dormii, come facevo di solito. 2uardai le luci a$$aglianti di >ellevue e di 1edina gui##are fuori dal finestrino, cos+ $elle. 1entre attraversavamo il lago sul ponte galleggiante vidi il $agliore di 1adison "arG e di 0eschi, gli edifici del centro che facevano capolino da dietro il crinale di 1ount >aGerD una citt- dai contorni netti e definiti, tutta la sporci#ia e il vecchiume nascosti dalla notte. Se mai mi troverò davanti a un plotone di esecu#ione, affronterò i miei carnefici sen#a la $enda sugli occhi, e penserò a Eve. A ciò che disse %uella sera. Non la fine. 1or+ %uella notte. 0)anima se ne andò con l)ultimo respiro, lo vidi in sogno. 9idi l)anima lasciare il corpo mentre esalava %uel respiro, e lei non e$$e pi* $isogni, n! scopoD li$erata dal corpo, pot! proseguire altrove il suo viaggio, in alto nel firmamento dove la materia dell)anima prende forma e reali##a tutti i sogni, i desideri di felicit- che noi esseri temporali riusciamo a malapena a concepire, tutte cose che vanno oltre la nostra comprensione, ma non oltre la nostra capacit- di reali##a#ione se scegliamo di reali##arle, e siamo convinti di riuscirci.
2& 0a mattina, &enn' non sapeva niente di EveD e io, ancora confuso per il sogno, avevo solo un vago presentimento. 1i portò in macchina al 0uther >ur$anG "arG, sulla costa orientale di 1ercer Island. Era una tiepida giornata di primavera e &enn' non avre$$e potuto scegliere parco migliore, perch! da l+ si aveva accesso al lago, e %uando mi tirava la palla io potevo andare a riprenderla a nuoto. Altri cani non ce n)erano, eravamo soli. :0a riporteremo a casa= mi disse lanciandomi la palla. :E anche ;o. &o$$iamo stare tutti insieme. 1i mancano.= Io mi tuffai nelle fredde ac%ue del lago e recuperai la palla. :Buesta settimana= aggiunse. :Buesta settimana le riporto a casa tutte e due.=
E lanciò di nuovo la palla. Toccando con le #ampe il fondo roccioso, camminai nell)ac%ua finch! non cominciai a galleggiare, allora proseguii a nuoto verso la palla, la afferrai tra i denti e la riportai a riva. Buando la lasciai cadere ai piedi di &enn' e al#ai lo sguardo, vidi che stava parlando al cellulare. &opo un attimo annu+ e riagganciò. :Se n) andata= disse, e si mise a singhio##are forte, voltandomi le spalle, il viso nascosto nel $raccio perch! non lo vedessi. Non sono un cane che scappa dalle cose. Non ero mai scappato da &enn' prima di allora, e non sono pi* scappato da allora. 1a in %uel momento, sentii il $isogno di scappare. )era %ualcosa che mi spingeva a farlo. Non so cosa. 0a posi#ione del parco, in alto, sulla riva orientale di 1ercer Island, che invitava alla fuga. O magari lo steccato, tutt)altro che efficace come recin#ione. "er un cane l)intero scenario era un invito a scappare, a evadere, a opporsi al sistema. E cos+ scappai. Andai a sud, presi la scorciatoia attraverso il varco nella recin#ione e mi lanciai nel campo sconfinato, poi mi diressi a ovest. Superai il viottolo asfaltato e scesi dalla parte opposta, verso l)anfiteatro, dove trovai %uello che cercavo6 la natura selvaggia. &ovevo a$$andonarmi al mio istinto selvatico. Ero sconvolto, triste, arra$$iatoD dovevo fare %ualcosa< &ovevo sentire chi ero, capire me stesso e %uesto orri$ile mondo in cui siamo tutti intrappolati, in cui germi, virus e tumori, strisciando, si fanno strada nei nostri cervelli e depongono le loro putride uova, che poi si schiudono e ci mangiano vivi da dentro. &ovevo contri$uire ad annientarlo, a distruggere ciò che stava attaccando me, il mio modo di vivere. os+ scappai. I rami e le piante mi sfer#avano il muso. Il terreno irregolare mi feriva le #ampe. 1a corsi, finch! non vidi %uello che volevo vedere. Fno scoiattolo. 2rasso e compiaciuto. "escava da un sacchetto di riccioli di mais, infilandoseli in $occa uno dietro l)altro, come un e$eteD allora scovai nell)angolo pi* $uio della mia anima un odio che non avevo mai provato prima. Non sapevo da dove venisse, %uell)odio, ma c)era, e mi avventai sullo scoiattolo. 0ui al#ò lo sguardo troppo tardi. Si sare$$e dovuto accorgere di me molto prima, se avesse voluto vivere, ma ormai gli ero addosso. 2li ero addosso e lui non aveva scampo. Non e$$i piet-. 0e mie mascelle si serrarono su di lui, spe##andogli la colonna verte$rale, i miei denti affondarono nella pelliccia lacerandolaD presi a scuoterlo fino a ucciderlo e, per esserne sicuro, lo scossi finch! non sentii lo schiocco del collo che si spe##ava in due. "oi lo mangiai. 0o s%uarciai con le #anne, con gli incisivi, lo dilaniai, e il sangue mi ricopr+, tutto %uel sangue caldo e denso, e io gli $evvi la vita, gli mangiai le interiora, gli s$riciolai le ossa e ingoiai. 2li schiacciai il cranio e gli mangiai la testa. 0o divorai, %uello scoiattolo. 0ovevo farlo. Eve mi mancava cos+ tanto che non potevo pi* essere un umano e provare il dolore che provano gli umani. &ovevo tornare a essere un animale. &ivorai, trangugiai, m)ingo##aiD feci tutto ciò che non avrei dovuto fare. Fmani##armi non era servito a salvare EveD %uello scoiattolo lo mangiai per lei. &ormii tra i cespugli. Bualche tempo dopo riemersi, di nuovo me stesso. &enn' mi trovò e sen#a dire una parola mi portò alla macchina. Salii sul sedile posteriore e mi riaddormentai di colpo. E dormii, con il sapore del sangue dello scoiattolo che avevo amma##ato ancora fresco in $occa. E mentre dormivo, sognai le cornacchie. 0e rincorsiD le presiD le uccisi. 0o feci per Eve.
2' "er Eve, la morte fu la fine di una dolorosa $attaglia. "er &enn' %uello fu l)ini#io.
iò che avevo fatto al parco era egoista, perch! era servito soltanto a soddisfare i miei $isogni pi* vili. 1a anche perch! aveva impedito a &enn' di andare su$ito da ;o. Era arra$$iato con me per averlo trattenuto al parco. 1a aver posticipato, seppur di poco, %uello che avre$$e trovato a casa dei 2emelli, forse fu il gesto pi* misericordioso che potessi compiere per lui. Buando mi risvegliai dal mio torpore eravamo a casa di 1a@/ell e Trish. Nel vialetto c)era un furgone $ianco sen#a finestrini, con lo stemma di un giglio sulla portiera del guidatore. &enn' parcheggiò in modo da non $loccare il veicolo e poi mi fece fare il giro della casa fino al ru$inetto sul retro. Apr+ la canna e mi ripul+ il muso dal sangue con fare triste e sgar$atoD non era un $agno, era una strigliata. :he hai com$inato, laggi*8= mi chiese. &opo avermi sistemato, mollò la presa e io mi scrollai per asciugarmi. 0ui andò a $ussare alla portafinestra sul patio. Fn attimo dopo apparve Trish. Apr+ la porta e a$$racciò &enn'. Stava piangendo. omparvero anche 1a@/ell e ;o, e dopo un $el po) di tempo &enn' si staccò da %uell)a$$raccio e chiese6 :&ov)8=. Trish indicò con la mano. :2li a$$iamo detto di aspettarti= disse. &enn' entrò in casa, toccando la testa di ;o mentre passava. Appena scomparve, Trish guardò 1a@/ell. :oncedigli un minuto= disse. E uscirono tutti e due insieme a ;o, chiudendo la portafinestra perch! &enn' potesse restare solo con Eve per l)ultima volta, anche se lei non era pi* in vita. Nel vuoto che mi circondava, notai una vecchia palla da tennis tra le pianteD la raccolsi e la lasciai cadere ai piedi di ;o. Non avevo idea di cosa stessi facendo, se avessi inten#ioni precise. Stavo cercando di tirarle su il morale8 Non lo so, ma sentivo di dover fare %ualcosa. Catto sta che, rim$al#ando, la palla si fermò davanti ai suoi piedini scal#i. 0ei la guardò, ma la lasciò stare. 1a@/ell si accorse di %uello che avevo fatto e notò che ;o non aveva reagito. Raccolse la palla e, con un lancio potente, la tirò nel $osco dietro casa, cos+ lontano che la persi di vista e riuscii a malapena a sentirla frusciare tra i cespugli mentre cadeva di nuovo a terra. Fn lancio davvero notevole, la palla da tennis che volava nell)aria, pallida contro l)a##urro del cielo sereno. Buanto dolore fosse stato impresso in %uel lancio, facevo fatica a immaginarlo. :"rendila, $ello= fece 1a@/ell sardonico, per poi tornare a voltarsi verso la casa. Non andai a prenderla, aspettai con loro che &enn' tornasse. Appena ricomparve, andò dritto da ;o, la prese in $raccio e se la strinse forte al petto. 0ei gli serrò le $raccia attorno al collo. :Sono tanto triste= le disse. :Anch)io.= Si sedette su una delle sdraio di teG, con ;o sulle ginocchia. 0ei gli nascose il viso nella spalla e rimase cos+.
:Adesso, %uelli della >onne'?atson la porteranno via= disse Trish. :0a seppelliremo nella tom$a di famiglia. 0ei voleva cos+.= :0o so= rispose lui, annuendo. :Buando8= :Entro la fine della settimana.= :he cosa posso fare8= Trish guardò 1a@/ell. :"enseremo a tutto noi= rispose 1a@/ell. :1a volevamo proprio parlarti di una cosa.= &enn' aspettò che 1a@/ell continuasse, ma lui non lo fece. :Non hai fatto cola#ione, ;o= disse Trish. :9ieni, ti preparo un uovo.= ;o non si mosse finch! &enn' non le diede un colpetto sulla spalla e non la fece scendere dalle ginocchia. :9ai a mangiare con la nonna= disse. O$$ediente, ;o segu+ Trish dentro casa. Appena se ne fu andata, &enn' si lasciò andare contro lo schienale con gli occhi chiusi e tirò un profondo sospiro, il viso rivolto verso il cielo. Rimase cos+ per un $el po). "arecchi minuti. Sem$rava una statua. E se &enn' era immo$ile, 1a@/ell non faceva altro che spostare il peso da una gam$a all)altra. ominciò a parlare diverse volte, ma poi si interruppe. Sem$rava che %ualcosa lo trattenesse. :Sapevo che si stava avvicinando il momento= disse &enn' alla fine, gli occhi ancora chiusi. :Eppure... sono sorpreso.= 1a@/ell annu+. :7 proprio %uesto che preoccupa sia me sia Trish= commentò. &enn' apr+ gli occhi e lo guardò. :osa vi preoccupa8= gli chiese, spia##ato. :he tu non sia preparato.= :"reparato8= :Non hai un piano.= :Fn piano8= :ontinui a ripetere l)ultima parola che dico= osservò 1a@/ell dopo un attimo di pausa. :"erch! non capisco di cosa stai parlando= disse &enn'. :7 proprio %uesto che ci preoccupa.= &enn', ancora seduto, si chinò in avanti e rivolse a 1a@/ell un)espressione interrogativa. :&i preciso che cos) che vi preoccupa, 1a@/ell8= chiese. In %uel momento arrivò Trish. :;o in cucina che mangia un uovo con il pane e guarda la tv= annunciò. "oi guardò 1a@/ell, ansiosa.
:A$$iamo appena cominciato= disse 1a@/ell. :Ah,= rispose Trish :pensavo... osa gli hai detto8= :"erch! non ricominci da capo, Trish= propose &enn'. :1a@/ell in difficolt-, non riesce a cominciare. Siete preoccupati...= Trish si guardò intorno, apparentemente delusa dal fatto che ancora non si fosse sta$ilito in cosa consistessero le loro preoccupa#ioni. :>e),= cominciò :la scomparsa di Eve una terri$ile tragedia, ovvio. 1a una cosa che ci aspettavamo da mesi. 1a@/ell e io a$$iamo parlato molto delle nostre vite ( delle vite di noi tutti ( dopo la morte di Eve. Ne a$$iamo anche discusso con Eve, tanto perch! tu lo sappia. E riteniamo che la solu#ione migliore per tutti sia che ci venga affidata la custodia di ;o, per poterla crescere in un am$iente familiare caloroso e sta$ile, per poterle garantire %uell)educa#ione e, $e), non vorrei sem$rarti indelicata, ma... %uei privilegi che noi siamo in grado di offrirle. "ensiamo che sia meglio cos+. i auguriamo che tu non la prenda in alcun modo come una critica nei tuoi confronti, n! come persona, n! come padre. 0o facciamo solo nell)interesse di ;o.= &enn' guardava ora l)uno, ora l)altra, ancora con espressione perplessa, ma sen#a dire una parola. Anch)io ero perplesso. Avevo capito che &enn' aveva permesso a Eve di vivere a casa dei 2emelli perch! loro potessero trascorrere pi* tempo con la figlia morente, e che aveva permesso a ;o di vivere con loro, perch! potesse trascorrere pi* tempo con la mamma morente. A %uanto avevo capito, alla morte di Eve, ;o sare$$e tornata con noi. 0)idea di un periodo di transi#ione poteva avere un senso6 Eve era morta solo la notte primaD aveva senso trascorrere il giorno seguente ( o %ualche giorno in pi* ( con i nonni. 1a parlare di custodia< :he ne pensi8= chiese Trish. :Non potete avere la custodia di ;o= si limitò a rispondere &enn'. 1a@/ell tirò dentro le guance, incrociò le $raccia e prese a tam$urellarsi con le dita i $icipiti, avvolti in un maglione scuro di poliestere. :So che difficile per te= disse Trish. :1a devi riconoscere che a$$iamo il vantaggio di essere genitori esperti, di avere tempo a disposi#ione e i me##i economici per assicurare a ;o un)istru#ione, %ualun%ue sia il livello che intender- raggiungere, e una casa grande in un %uartiere sicuro a$itato da tante famiglie giovani e da tanti $am$ini della sua et-.= &enn' riflett! per un attimo. :Non potete avere la custodia di ;o= ripet!. :Te l)avevo detto= disse 1a@/ell a Trish. :Se solo potessi dormirci su= disse Trish a &enn'. :Sono certa che capiresti che stiamo facendo la cosa giusta. 7 la cosa migliore per tutti. Tu potrai continuare la tua carriera di pilota, ;o potr- crescere in un am$iente capace di offrirle amore e sostegno. 7 ciò che voleva Eve.= :E come fate a saperlo8= ri$att! su$ito &enn'. :9e l)ha detto8= :S+.= :A me non l)ha detto, però.=
:Non so perch! non l)a$$ia fatto= disse Trish. :>e), non l)ha fatto= rispose &enn', deciso. Trish si sfor#ò di sorridere. :1i prometti che ci dormirai su8= chiese. :he ripenserai a %uello che ti a$$iamo detto8 Sare$$e tutto pi* semplice.= :No, non intendo dormirci su= replicò &enn' al#andosi dalla sedia. :Non potete avere la custodia di mia figlia. &iscorso chiuso.= I 2emelli sospirarono all)unisono. Trish scosse il capo, sgomenta. 1a@/ell estrasse una $usta dalla tasca posteriore. :Non volevamo che andasse cos+= commentò porgendola a &enn'. :E %uesta cos)8= chiese lui. :Aprila= rispose 1a@/ell. &enn' apr+ la $usta e tirò fuori un plico di fogli. &iede una rapida scorsa. :he cosa significa8= domandò di nuovo. :Non so se hai un avvocato= disse 1a@/ell. :1a se non ce l)hai, farai meglio a procurartene uno. Intendiamo chiedere la custodia di nostra nipote.= &enn' arretrò, come se avesse ricevuto un pugno nello stomaco. adde a sedere sulla sdraio, i documenti ancora stretti in pugno. :o finito l)uovo= annunciò ;o. Nessuno di noi si era accorto che era tornata, eppure era l+. Sal+ in $raccio a &enn'. :E tu hai fame8= domandò. :0a nonna può prepararlo anche a te un uovo, se vuoi.= :No= rispose lui, come scusandosi. :Non ho fame.= 0ei si fermò a riflettere. :Sei ancora triste8= domandò. :S+= rispose lui, dopo un attimo. :Sono ancora molto triste.= :Anch)io= convenne lei, posandogli il capo sul petto. &enn' guardò i 2emelli. Il $raccio di 1a@/ell cingeva le esili spalle di Trish come una pesante catena. E allora vidi %ualcosa cam$iare in &enn'. Il suo volto si fece teso per la determina#ione. :;o= disse, mettendola in piedi. :Adesso vai dentro e prepara le tue cose, d)accordo8= :&ove andiamo8= chiese lei. :Andiamo a casa.= ;o sorrise e si avviò, ma 1a@/ell si fece avanti. :;o, ferma dove sei= disse. :"ap- ha delle faccende da s$rigare. "er adesso rimani con noi.= :ome osi<= esclamò &enn'. :hi ti credi di essere8= :Buello che l)ha allevata negli ultimi otto mesi= rispose 1a@/ell, serrando le mascelle.
;o guardò prima il padre, poi il nonno. Non sapeva cosa fare. Nessuno sapeva cosa fare. Era una situa#ione di stallo. Cu allora che intervenne Trish. :orri dentro a radunare le tue $am$ole,= disse a ;o :noi parliamo ancora un po).= A malincuore, ;o tornò dentro. :0ascia che rimanga con noi, &enn'= supplicò Trish. :9edrai che sistemiamo tutto. So che ce la faremo. 0ascia che rimanga con noi mentre gli avvocati studiano un compromesso. "rima eri d)accordo che vivesse con noi.= :1i avete implorato perch! la facessi restare %ui= le rispose &enn'. :Sono sicura che riusciremo a sistemare tutto.= :No, Trish= disse. :0a porto a casa con me.= :E chi si prender- cura di lei %uando sei al lavoro8= s$ottò 1a@/ell, fremendo di ra$$ia. :O %uando te ne vai alle corse per giorni interi8 hi si prender- cura di lei se, &io non voglia, dovesse ammalarsi8 O ti limiterai a far finta di niente, nascondendo il suo male ai medici finch! non sar- in punto di morte, come hai fatto con Eve8= :Non ho tenuto Eve lontano dai medici.= :1a non ne ha mai visto uno...= :Si rifiutata<= gridò &enn'. :Si rifiutata di farsi vedere da chiun%ue<= :Avresti potuto costringerla= gridò a sua volta 1a@/ell. :Nessuno poteva costringere Eve a fare %ualcosa che non volesse fare= insist! &enn'. :&i certo non io.= 1a@/ell strinse forte i pugni. Sul collo si videro i tendini gonfiarsi. :Ed per %uesto che morta= disse. :osa8= fece &enn' incredulo. :Starai scher#ando, spero< Non voglio sentire una parola di pi*.= Culminò 1a@/ell con lo sguardo e si diresse verso la casa. :1aledetto il giorno che ti ha incontrato= gli $or$ottò dietro 1a@/ell. &enn' si fermò sulla porta e chiamò ;o. :;o, adesso andiamo. Ripassiamo un)altra volta a prendere le $am$ole.= 0ei emerse con un)espressione confusa e le $raccia cariche di animali di peluche. :Buesti posso portarli8= chiese. :erto, tesoro. Adesso andiamo, però. Il resto lo prendiamo un)altra volta.= &enn' la guidò verso il sentiero che conduceva davanti alla casa. :Te ne pentirai= si$ilò 1a@/ell %uando gli passò davanti. :Non hai idea del guaio in cui ti stai cacciando.= :Andiamo, En#o= disse &enn'. 2irammo attorno alla casa e, raggiunto il vialetto, salimmo in macchina. 1a@/ell ci segu+ e rimase a guardare &enn' che legava ;o nel seggiolino. "oi &enn' mise in moto. :Te ne pentirai= ripet! 1a@/ell. :Ricordati $ene le mie parole.= &enn' chiuse la portiera cos+ forte da scuotere la macchina.
:Se ho un avvocato8= disse tra s! e s!. :0avoro nel pi* prestigioso centro di assisten#a >1? e 1ercedes di Seattle. on chi crede di avere a che fare8 onosco $ene i migliori avvocati della citt-. E ho pure il loro telefono di casa.= Fscimmo dal vialetto gettando ai piedi di 1a@/ell una raffica di ghiaia, e mentre ci allontanavamo lungo la tortuosa, idilliaca strada di 1ercer Island, non potei fare a meno di notare che il furgone $ianco se n)era andato. "ortandosi via Eve.
3( on l)esperien#a, il pilota impara a capire le sensa#ioni che d- una macchina %uando sfiora il limite. omincia a sentirsi a proprio agio in condi#ioni di guida estrema, e %uando le gomme ini#iano a perdere aderen#a, riesce agevolmente a correggere, a fermarsi e a recuperare. Sapere dove e %uando può chiedere di pi* diventa una cosa istintiva. Buando la pressione forte e si ancora a met- della corsa, il pilota che ha avuto per tutto il tempo un avversario incollato al paraurti posteriore si rende conto che potre$$e essere meglio spingere da dietro, piuttosto che tirare da davanti. In %uesto caso, la cosa giusta da fare cedere il comando alla macchina che segue e lasciarsi superare dall)altro pilota. Alleggerito del suo fardello, il nostro pilota può riposarsi nella scia dell)altro e costringerlo a guidare con gli occhi fissi sugli specchietti. A volte, però, importante mantenere la propria posi#ione e non lasciarsi sorpassare. "er ragioni strategiche, o per ragioni psicologiche. A volte il pilota deve semplicemente dimostrare di essere superiore ai suoi avversari. Nell)automo$ilismo si tratta pi* di essere disciplinati e intelligenti, che di avere il piede pesante. hi guida col cervello alla fine vince sempre. [eBookLove - eBL 062]
31 ;o insist! per andare a scuola il giorno dopo, e %uando &enn' le disse che sare$$e andato a prenderla all)uscita, protestò dicendo che voleva giocare con i suoi amici al doposcuola. A malincuore, &enn' acconsent+. :9engo a prenderti un po) prima del solito= disse lui %uando la lasciammo davanti alla scuola. Corse temeva che i 2emelli avre$$ero cercato di portargliela via. &alla scuola di ;o percorremmo la Fnion fino alla Cifteenth Avenue e trovammo parcheggio proprio di fronte al 9ictrola offee. &enn' mi legò il guin#aglio a una rastrelliera per $iciclette ed entròD tornò dopo pochi minuti con un caff e un dolcetto. 1i slegò e mi ordinò di sedermi sotto uno dei tavoli all)aperto, e io u$$idii. Fn %uarto d)ora dopo ci raggiunse una persona. Fn uomo grosso ma sodo, un insieme di forme rotonde6 testa tonda, $usto tondo, cosce tonde, mani tonde. Sulla sommit- della testa non aveva capelli, ma ai lati ne aveva un sacco. Indossava dei Zeans molto larghi e una felpa grigia a$$ondante, con una gigantesca ? viola stampata sopra. :>uongiorno, &ennis= disse l)uomo. :Ti prego di accettare le mie pi* sincere condoglian#e per la terri$ile perdita che hai su$ito.= Si chinò e strinse in un forte a$$raccio &enn' che, im$ara##ato, restò seduto con le mani in grem$o e lo sguardo rivolto verso la strada.
:Io...= fece &enn', ma poi si interruppe, mentre l)uomo mollava la presa e si raddri##ava. :erto= continuò, a disagio. 0)uomo annu+ lievemente, ignorando la risposta confusa di &enn', e poi s)infilò tra i $raccioli di metallo della sedia li$era al nostro tavoloD non era grasso e an#i, poteva anche passare per muscoloso, ma era davvero enorme. :>el cane= disse. :7 un incrocio con un terrier8= Al#ai la testa. Stava parlando di me8 :Non so di preciso= rispose &enn'. :"ro$a$ile.= :>ell)animale= commentò l)uomo. 1i colp+ che mi avesse notato. :Ah, fa un ottimo latte macchiato= aggiunse, sorseggiando dal suo $icchiere. :hi8= domandò &enn'. :0a mia piccola $arista %ui. Buella con le la$$ra carnose, il piercing al sopracciglio e gli occhi color cioccolato...= :Non ci ho fatto caso.= :on tutti i pensieri che hai= osservò l)uomo. :Buesto consulto ti coster- un cam$io d)olio. 0a mia 2ull/ing $eve un sacco. Fn cam$io d)olio, che tu decida di tenermi oppure no.= :>ene.= :Cammi vedere le carte.= &enn' gli passò la $usta che gli aveva dato 1a@/ell. 0)uomo la prese e tirò fuori i fogli. :anno detto che Eve ha espresso il desiderio che fossero loro a crescere ;o.= :Non me ne importa niente= disse l)uomo. :A volte era sotto l)effetto di cos+ tanti farmaci che poteva dire %ualun%ue cosa= continuò &enn' disperato. :"uò darsi che l)a$$ia detto, ma non può averlo pensato veramente.= :Non me ne importa niente di cosa stato detto e perch!= rispose lui, secco. :I $am$ini non sono $eni mo$ili. Non si possono dare via o mettere sul mercato. Tutto deve avvenire nell)interesse del minore.= :7 cos+ che hanno detto= confermò &enn'. :he nell)interesse di ;o.= :Sanno il fatto loro= commentò l)uomo. :1a le ultime volont- della madre non hanno alcun valore. &a %uant) che eravate sposati8= :Sei anni.= :Altri figli8= :No.= :Segreti8= :Nessuno.= 0)uomo $evve il latte macchiato e sfogliò i documenti.
Era un tipo strano, pieno di tic e movimenti accessori. 1i ci volle un po) per capire che %uando si portava la mano alla tasca posteriore dei pantaloni, e capitava spesso, era perch! c)era nascosto un apparecchio che vi$rava e, toccandolo, la vi$ra#ione si arrestava. 0)atten#ione di %uell)uomo era su pi* cose contemporaneamente. Eppure, %uando guardava &enn' negli occhi, sentivo che si concentrava tutto su di lui. E di sicuro lo avvertiva anche &enn', perch! in %uei momenti sentivo che la sua tensione si allentava. :Stai seguendo un %ualche programma di disintossica#ione8= chiese l)uomo. :No.= :Sei mai stato schedato per molestie sessuali8= :No.= :ai precedenti penali8 Sei mai stato in prigione8= :No.= 0)uomo rimise i documenti nella $usta. :>ene, %uesti non sono niente= disse. :&ov) tua figlia adesso8= :7 voluta andare a scuola. Cacevo meglio a tenerla a casa8= :No, va $ene cos+. Stai andando incontro alle sue esigen#e. 7 importante. Ascolta, io non mi preoccuperei pi* di tanto, se fossi in te. Carò richiesta di giudi#io sommario. Non vedo perch! non dovre$$ero concedercelo. Il minore sar- tuo sen#a riserve.= &enn' si irrigid+. :on il termine KminoreL intende mia figlia, ;o8= :S+= rispose l)uomo, s%uadrando &enn'. :Intendo tua figlia, ;o. risto santo, siamo nello stato di ?ashington< A meno che uno non a$$ia un la$oratorio di metamfetamina in cucina, il minore sempre affidato al genitore $iologico. Non si discute.= :&)accordo= disse &enn'. :Non farti prendere dal panico. Non dare in escandescen#e. Sii gentile. hiamali e riferisci %uello che ti ho detto. Informali pure che la corrisponden#a deve essere indiri##ata a me in %ualit- di tuo rappresentante legale. hiamerò i loro avvocati perch! sappiano che dovranno vedersela con un osso duro. o la sensa#ione che stiano cercando un punto de$oleD sperano che tu sparisca sen#a fare storie. I nonni sono cos+. Sono convinti di essere genitori migliori dei loro figli, a cui peraltro hanno gi- incasinato la vita. Il pro$lema che i nonni sono una rottura di coglioni perch! hanno i soldi. Buesti ce l)hanno i soldi8= :A palate.= :E tu8= :am$i d)olio a vita= disse &enn' sfor#andosi di sorridere. :I cam$i d)olio non $asteranno, &ennis. 0a mia parcella di %uattrocentocin%uanta dollari l)ora. o $isogno di duemilacin%uecento dollari d)acconto. e li hai8= :1e li procuro= rispose &enn'. :Buando8 Oggi8 Buesta settimana8 0a prossima8= &enn' lo guardò con determina#ione.
:Si tratta di mia figlia, 1arG. Ti giuro sulla mia vita che avrai tutto il denaro che ti spetta, fino all)ultimo dollaro. 7 mia figlia. Si chiama ;o. E ti sarei grato se, riferendosi a lei, usassi il nome proprio o perlomeno un possessivo del genere giusto.= 1arG annu+. :apisco perfettamente, &ennis. 7 tua figlia, e si chiama ;o. E capisco anche che sei un amico e mi fido di te. 1i dispiace persino averlo messo in du$$io. 7 che a volte mi capita certa gente...= Cece una pausa. :"arliamoci chiaro, &ennis. i vogliono sette o ottomila dollari per risolvere la cosa. "uoi farcela, vero8 erto che ce la fai. "er te rinuncio all)acconto, amico mio.= Buando si al#ò, per poco non si portò via anche la sedia, ma riusc+ a sgusciarne fuori in tempo evitando una figuraccia davanti a tutto il $ar. :Buesta istan#a di custodia priva di fondamento. Non capisco perch! si prendano la $riga di presentarla. hiama i suoceri ( i tuoi suoceri ( e avvisali che passa tutto attraverso di me. Carò in modo che l)assistente se ne occupi oggi stesso ( il mio assistente. o davvero dei pro$lemi con i possessivi, mi sa. 2ra#ie per avermelo fatto notare. Cidati, non se l)aspettavano. Ti hanno preso per fesso, ma tu non sei un fesso, vero, campione8= &iede a &enn' un $uffetto sul mento. :1antieni la calma con loro= sugger+ 1arG. :Non ti arra$$iare. Stai calmo e ricorda che tutto nell)interesse della piccola ;o, capito8 &i) sempre che tutto per il suo $ene. apito8= :apito= rispose &enn'. 0)uomo fece una pausa solenne. :ome te la stai cavando, amico8= :Sto $ene= disse &enn'. :Ti sei preso una pausa8 Fna passeggiata per schiarirti le idee con... ome si chiama, il cane8= :En#o.= :>el nome. "roprio un $el cane.= :7 sconvolto= osservò &enn'. :Oggi lo porto al lavoro con me. Non me la sento di lasciarlo a casa da solo.= :Corse dovresti prenderti una pausa= insistette 1arG. :7 appena mancata tua moglie. In pi* %uesta faccenda assurda. 9edrai che raig te la concede una pausa, e se non lo fa, lo chiamo io e gli faccio venire un po) di stri##a minacciando una causa per maltrattamenti sul lavoro.= :2ra#ie, 1arG= rispose &enn'. :1a non ce la faccio a rimanere a casa, adesso. 1i ricorda troppo...= :Ah.= :o $isogno di lavorare. &i tenermi impegnato. &i muovermi.= :o capito= disse 1arG. :Non dire altro.= "rese la $orsa. "oi aggiunse6 :&evo ammettere che stato $ello vederti vincere %uella gara in tv. Buella dell)anno scorso. &ov)era8=.
:?atGins 2len= fece &enn'. :S+. ?atGins 2len. 7 stato $ello. 0a mia signora aveva invitato un po) di gente, io ero addetto alla grigliaD mi sono acceso il televisorino in cucina, e gli altri si sono messi a guardarla con me... stato $ello.= &enn' sorrise, ma sen#a convin#ione. :Sei un $rav)uomo, &ennis= commentò 1arG. :A %uesta faccenda penserò io. 7 l)ultima cosa di cui ti devi preoccupare, ne hai gi- a$$astan#a di pensieri. 0ascia fare a me. Tu prenditi cura di tua figlia, d)accordo8= :2ra#ie.= 1arG si allontanò lentamente lungo la strada e, appena e$$e girato l)angolo, &enn' mi guardò e sollevò le mani. Tremavano. Non disse una parola, ma si guardò le mani che tremavano, poi si voltò verso di me, e io capii a cosa stava pensando. "ensava che, se avesse avuto un volante da stringere, le sue mani non avre$$ero tremato. Se avesse avuto un volante da stringere, sare$$e andato tutto $ene.
32 Trascorsi %uasi tutta la giornata nell)officina con i raga##i che riparano le macchine, perch! ai proprietari non piaceva che stessi nell)ingresso, dove i clienti potevano vedermi. I raga##i dell)officina li conoscevo tutti. Non andavo al lavoro molto spesso, ma c)ero stato %uanto $astava perch! me ne facessero di tutti i colori, come lanciare le chiavi inglesi da una parte all)altra dell)officina cercando di convincermi a prenderleD io mi rifiutavo, e loro si mettevano a ridere e facevano commenti su %uanto fossi sveglio. )era uno dei meccanici in particolare, Cenn, che era davvero simpatico, e ogni volta che mi passava accanto mi domandava6 :Non hai ancora finito8=. All)ini#io non capivo, ma poi mi resi conto che uno dei proprietari, raig, passava %uasi tutto il tempo a chiedere se i meccanici avevano finito di riparare le auto, e Cenn stava semplicemente facendo la stessa domanda all)unico che fosse di rango inferiore al suo. Io. :Non hai ancora finito8= Buel giorno mi sentivo stranamente ansioso, un)ansia molto umana. 0e persone si preoccupano sempre di %uello che succeder- dopo. 7 raro che se ne stiano tran%uille, a occupare il presente sen#a pensare al futuro. In genere %uello che hanno non le soddisfa e %uello che avranno le preoccupa molto. Il cane riesce %uasi a spegnerla, la psiche, a rallentare il proprio meta$olismo anticipatorio, come &avid >laine %uando tenta di sta$ilire il record di apnea sul fondo di una piscinaD semplicemente il ritmo del mondo attorno a lui cam$ia. In una delle mie solite giornate da cane, riesco a stare immo$ile per ore e ore sen#a pro$lemi. 1a %uel giorno ero ansioso. Ero nervoso e preoccupato, teso e irre%uieto. amminavo su e gi* e non trovavo pace. Non mi piaceva %uella sensa#ione, però mi rendevo conto che poteva trattarsi di un naturale progresso della mia anima in evolu#ione, cos+ feci del mio meglio per accettarla. Fno dei comparti dell)officina era aperto, e una pioggerella appiccicosa anne$$iava l)aria. SGip, l)omone spiritoso con la $ar$a lunga, lavava diligentemente le auto pronte per la consegna, anche se stava piovendo. :0a pioggia non sporca, lo sporco sporca= ripeteva tra s!, il mantra di chi lava le auto a Seattle. Stri##ò la spugna e un fiume di ac%ua saponata scese sul para$re##a di una >1? verde inglese del MM, tenuta come un gioiello. Sdraiato sulla soglia dell)officina, con la testa fra le #ampe anteriori, lo guardavo lavorare.
0a giornata sem$rava non finire mai, finch! non si presentò una macchina della poli#ia di Seattle da cui scesero due poli#iotti. :"osso offrirvi un lavaggio, signori8= gridò SGip. I due uomini sem$rarono perplessi per la domanda e si scam$iarono un)occhiata. :Sta piovendo= disse uno di loro. :0a pioggia non sporca= fece SGip in tono allegro. :0o sporco sporca.= I poli#iotti lo guardarono in modo strano, %uasi sospettassero di essere presi in giro. :No, gra#ie= rispose uno dei due mentre si dirigevano verso l)ingresso. 1i infilai nella porta a vento dell)officina ed entrai nell)ufficio. 1i spinsi fin dietro il $ancone, dove c)era 1iGe. Sentii che diceva6 :>uonasera, agenti. "ro$lemi con la macchina8=. :7 lei &ennis S/ift8= domandò uno. :No, non sono io= rispose 1iGe. :7 %ui8= 1iGe esitò. Sentii l)odore della sua improvvisa tensione. :"uò darsi che per oggi a$$ia gi- smontato= disse. :Fn attimo che controllo. hi lo desidera, cos+ glielo riferisco8= :A$$iamo un mandato d)arresto per lui= disse uno dei poli#iotti. :9ado a vedere se ancora nel retro.= 1iGe si voltò e inciampò su di me. :En#o. 0evati dai piedi, $ello.= "reoccupato, al#ò lo sguardo verso i poli#iotti. :Il cane dell)officina= fece. :Sempre in me##o.= 0o seguii nel retro, dove &enn' stava registrando sul computer le fatture dei clienti che volevano la macchina entro fine giornata. :&en= disse 1iGe. :Al $anco ci sono due poli#iotti con un mandato.= :"er chi8= chiese &enn', sen#a nemmeno distogliere lo sguardo dallo schermo, continuando a $attere sui tasti i dati delle sue fatture. :"er te. Fn mandato di arresto.= &enn' si fermò. :"er cosa8= domandò. :Non sono stato a chiedere i dettagli. 1a sono poli#iotti, indossano la divisa del dipartimento di poli#ia di Seattle e non sem$rano degli spogliarellisti, e comun%ue oggi non il tuo compleanno, per cui non credo che sia uno scher#o.= &enn' si al#ò e si avviò verso l)ingresso.
:2li ho detto che forse te n)eri gi- andato= disse 1iGe, indicando con il mento la porta sul retro. :2ra#ie per il pensiero, 1iGe. 1a se hanno un mandato sapranno anche dove a$ito. Cammi scoprire di cosa si tratta.= Attraversammo tutti e tre in fila l)ufficio fino al $ancone. :Sono &enn' S/ift.= I poli#iotti annuirono. :0e dispiace uscire da dietro il $ancone, signore8= fece uno di loro. :) %ualche pro$lema8 "osso sapere di che si tratta8=Nella sala c)erano cin%ue o sei persone che aspettavano la fattura e tutte al#arono gli occhi da %uello che stavano leggendo. :Esca da dietro il $ancone, per favore= spiegò il poli#iotto. &enn' esitò un attimo, e poi o$$ed+. :A$$iamo un mandato di arresto per lei= spiegò uno dei due. :"er cosa8= domandò &enn'. :"osso vederlo8 &ev)esserci un errore.= Il poli#iotto gli diede un fascio di documenti. &enn' li lesse. :State scher#ando= disse. :No, signore= rispose il poli#iotto, riprendendosi i documenti. :0a prego di appoggiare le mani sul $ancone e allargare le gam$e.= &al retro s$ucò raig, il principale di &enn'. :Agenti8= chiamò avvicinandosi. :Non credo che %uesto sia necessario, e se lo , potete farlo fuori.= :Signore, stia fermo l+<= ordinò il poli#iotto in tono severo, puntando un dito contro raig. 1a raig aveva ragione. 0)inten#ione era %uella di compromettere la reputa#ione di &enn'. i trovavamo nell)ingresso di un luogo di lavoro. )era della gente l+, aspettavano di ritirare le loro >1?, le 1ercedes 2ull/ing o altre auto di lusso. Non c)era motivo che la poli#ia si comportasse cos+ davanti a %uella gente. Erano clienti. Si fidavano di &enn', e adesso lui era un criminale8 Buello che stava facendo la poli#ia non era giusto. i doveva pur essere un modo migliore. 1a %uelli avevano pistole e manganelli. Spra' al peperoncino e armi elettriche. Ed risaputo che la poli#ia di Seattle si scalda facilmente. &enn' fece come gli ordinavano, appoggiò le mani sul $ancone e allargò le gam$eD il poli#iotto lo tastò da capo a piedi. "oi disse6 :Adesso si giri e metta le mani dietro la schiena, per favore=. :Non c) $isogno di mettergli le manette= fece raig ra$$ioso. :Non scappa mica<= :Signore<= gridò il poli#iotto. :0a smetta<= &enn' si voltò e mise le mani dietro la schiena. 0)agente lo ammanettò. :a il diritto di rimanere in silen#io= cominciò il poli#iotto. :Bualsiasi cosa dir- potr- essere usata contro di lei...= :Buanto tempo ci vorr-8= chiese &enn'. :&evo andare a prendere mia figlia.=
:0e consiglio di provvedere diversamente= disse l)altro agente. :"osso andarci io, &enn'= fece 1iGe. :Tu non sei tra le persone autori##ate.= :E allora chi devo chiamare8= :...le sar- assegnato un legale d)ufficio...= :hiama 1arG Cein= rispose &enn' disperato. :7 nel computer.= :0e sono chiari i diritti che le ho appena letto8= :9uoi :9uoi che ti paghi io la cau#ione8= domandò raig. :&i %ualun%ue cosa hai $isogno...= :E che ne so di cos)ho $isogno...= disse &enn'. :hiama 1arG. 1agari può andare lui a prendere ;o.= :9e sono chiari i diritti che le ho appena letto1= letto1 = :1i sono chiari<= ri$att! $rusco &enn'. &enn'. :S+. 1i sono chiari<= :"erch! ti arrestano8= chiese 1iGe. &enn' si voltò verso gli agenti, ma loro non dissero niente. Aspettavano che fosse lui a rispondere. Erano addestrati a usare i metodi pi* sofisticati per far crollare un individuo6 lasciare che fosse lui a confessare il proprio crimine. :9iolen#a sessuale di ter#o grado ai danni di minore= disse &enn'. &enn'. :9iolen#a sessuale aggravata= specificò uno degli s$irri. :1a io non ho violentato nessuno= disse &enn' al poli#iotto. :hi c) dietro tutto %uesto8 Buale minore8= i fu un lungo silen#io. 0a gente nell)ingresso era ipnoti##ata. &enn' era in piedi davanti a tutti, con le mani legate dietro la schiena, e tutti vedevano che adesso era un detenuto, adesso adesso le mani non poteva poteva pi* usarle, adesso non poteva poteva pi* pilotare. Tutta Tutta l)atten#ione l)atten#ione era rivolta agli agenti di poli#ia, alle loro camicie grigioa##urre con le spalline, alle loro pistole nere, ai loro manganelli e alle custodie di pelle che portavano legate alla cintura. Era puro teatro. Tutti volevano conoscere la risposta a %uella domanda. $uale minore1 :Buello che ha violentato= si limitò a rispondere il poli#iotto. 0o dispre##avo per %uello che stava facendo, ma non potei non ammirare il suo talento per la recita#ioneD sen#a una parola di pi*, la poli#ia si portò via &enn'. &enn'.
33 &i molte delle vicende di &enn', sia %uelle riguardanti l)istan#a di custodia di ;o, sia %uelle legate all)incrimina#ione per violen#a sessuale di ter#o grado a danno di minore, io non fui diretto testimone. Buesti eventi coprirono %uasi tre anni della nostra vita, perch! una delle tattiche di 1a@/ell e Trish era %uella di tirare il processo per le lunghe, per far esaurire i soldi di &enn' e annientare la sua volont-, oltre che per sfruttare il suo desiderio di vedere ;o maturare in un am$iente capace di offrirle amore e sostegno. Io non avevo accesso a tutta una serie di informa#ioni. Non fui invitato a prendere parte ai procedimenti giudi#iari, per esempio. 1i fu concesso di assistere solo ad alcuni degli incontri che &enn' e$$e con il suo avvocato, 1arG Cein, e pi* precisamente a %uelli che avevano luogo al
9ictro ictrola la off offee ee Hper Hperch ch! ! 1arG 1arG Cein Cein si era era invag invaghi hito to dell della a $aris $arista ta con con il pier pierci cing ng al sopracciglio e gli occhi color cioccolato. Non accompagnai &enn' alla sta#ione di poli#ia dopo il suo arresto. Non ero presente %uando fu schedato, incriminato e poi sottoposto alla macchina della verit-. 1olto di %uello che vi racconterò del calvario che segu+ la morte di Eve una mia ricostru#ione $asata su noti#ie riportate e conversa#ioni orecchiate, e sulla conoscen#a delle pratiche pratiche legali in uso, ac%uisita ac%uisita gra#ie a vari programmi programmi televisivi televisivi,, in particolare particolare alla serie 9a D (rder- i due volti della giustizia e giustizia e ai suoi spin=off 6 >nit< Speciale, Speciale, Criminal 7ntent e e il tanto discusso @erdetto. @erdetto . Flteriori dettagli sulla terminologia e i metodi della poli#ia si $asano su due delle migliori serie televisive nella storia del genere6 Agenzia Roc8ford , con James 2arner, che ha recitato anche nel $ellissimo film sull)automo$ilismo Eran Erand d ri4 ri4 , e natu naturralme alment nte e il poli# oli#ie iesc sco o pi* stra traordi ordin nario ario in assoluto, Colombo, Colombo, con l)ecce#ionale e acutissimo "eter CalG nel ruolo del protagonista. HIl mio sesto attore preferito "eter CalG. Infine, le mie competen#e in materia di processi si $asa $asano no unic unicam amen ente te sui sui lavo lavori ri di Sidn Sidne' e' 0ume 0umet, t, il pi* pi* gran grande de maes maestro tro del del cine cinema ma giudi#iari giudi#iario, o, i cui molti film, tra cui 7l verdetto e verdetto e 9a parola ai giurati , hanno avuto un)enorme influen#a su di meD come nota a margine, definirei la sua scelta di far recitare Al "acino in $uel pomeriggio di un giorno da cani a a dir poco ispirata. Il mio intento in %uesta sede %uello di raccontare la nostra storia con drammatica veridicit-. "er %uanto scarsa sia la fedelt- dei fatti, vi invito a riconoscere che l)emo#ione autentica. 0)intento 0)intento autentico. E, nell)a#ione drammatica, l)inten#ione tutto.
34 0o portarono in una stan#etta con un grande tavolo e parecchie sedie. Nelle pareti si aprivano delle finestre che davano sull)ufficio di fianco, pieno di detective al lavoro dietro le scrivanie, proprio come a 9a D (rder . 0e vene#iane di legno filtravano la luce a##urra che penetrava nella stan#a, disegnando lunghe om$re sul tavolo e sul pavimento. Nessuno si occupò di lui. Nessun poli#iotto cattivo lo prese per le orecchie, lo colp+ con l)elenco telefonico, gli ruppe le dita chiudendogliele nella porta o gli s$att! la faccia contro la lava lavagn gna, a, come come spes spesso so acca accade de in tele televi visi sion one. e. No. No. 0o sche scheda daro rono no,, gli gli pres preser ero o le impronte, lo fotografarono, poi lo misero in %uella stan#a e ce lo lasciarono, come se si fossero completamente dimenticati di lui. Rimase l+ seduto da solo. Rimase seduto per ore, ore, sen# sen#a a nien niente te.. Nien Niente te caff caff, , nien niente te ac%u ac%ua, a, nien niente te $agn $agno, o, nien niente te radi radio. o. Nien Niente te distra#ioni. Il suo delitto, il suo castigo e lui. Soli. Si disperò8 Si rimproverò in silen#io per essersi messo in %uella situa#ione8 Oppure si rese finalmente conto di cosa significhi essere me, essere un cane8 ap+ forse, mentre %uei minuti intermina$ili scorrevano, che essere soli non e%uivale a sentirsi soli8 he essere soli uno stato neutro, come %uello di un pesce cieco sul fondo dell)oceano6 privo di occhi e, %uindi, privo di capacit- di giudi#io. 7 possi$ile8 Buello che mi circonda non influen#a il mio stato d)animo, ma il mio stato d)animo a influen#are %uello che mi circonda. 7 davvero cos+8 E$$e modo di riconoscere la natura soggettiva della solitudine, %ualcosa che esiste solo nella mente, non nella realt-, e che, come un virus, non in grado di sopravvivere sen#a un organismo disposto a ospitarlo8 1i piace pensare che in %uel momento fosse solo, ma che non si sentisse tale. 1i piace credere che a$$ia riflettuto sulla propria condi#ione, ma sen#a disperare. "oi 1arG Cein piom$ò come una furia nel &istretto Est di Seattle, a apitol illD piom$ò dentro come una furia e si mise a gridare. Stile $urrascoso, il suo. Fna $om$a di $ellicosa
$aldan#a. S+, 1arG Cein una > maiuscola. Ricorda la > per le sue forme e per come si comporta. Fna $oriosa faccia di $ron#o. Fn $ruto. Fn $oato. >uttò gi* la porta, $al#ò sul sergente al $ancone e lo $om$ardò di parole, poi pagò la cau#ione e &enn' pot! uscire. :he ca##o %uesta storia, &ennis8= domandò 1arG all)angolo della strada. :Niente= fece lui, indifferente alla conversa#ione. :ol ca##o< Fna %uindicenne8 &ennis< ol ca##o che non niente<= :Sta mentendo.= :Ah, s+8 ai avuto rapporti con %uesta raga##a8= :No.= :ai penetrato %ualcuno dei suoi orifi#i usando i genitali o %ualun%ue altra cosa8= &enn' fissò 1arG Cein e si rifiutò di rispondere. :Ca parte di un piano, te ne rendi conto8= continuò 1arG irritato. :Non riuscivo a capire perch! presentassero un)istan#a di custodia cos+ priva di fondamento, ma %uesto cam$ia tutto.= &enn' continuava a non rispondere. :"edofilia. 9iolen#a carnale. Rapporto sessuale con una minorenne. 1olestia su minore. Ti sem$ sem$ra ra che che %ues %uestiti term termin inii c)en c)entr trin ino o %ual %ualco cosa sa con con l)es l)espr pres essi sion one e Kl)in Kl)inte tere ress sse e del del minoreL8= &enn' strinse i denti e i muscoli delle mascelle si contrassero. :Otto e trenta nel mio studio domattina= disse 1arG. :"untuale.= Il volto di &enn' era paona##o. :&ov) ;o8= domandò. 1arG Cein $att! il piede per terra. :Sono arrivati prima di me= disse. :Tempismo :Tempismo tutt)altro che casuale, il loro.= :9ado a prenderla= dichiarò &enn'. :Non farlo<= lo ammon+ 1arG. :0asciali perdere. Non il momento di fare l)eroe, %uesto. Buando finisci nelle sa$$ie mo$ili, la cosa peggiore che puoi fare agitarti.= :Buindi adesso sono nelle sa$$ie mo$ili8= chiese &enn'. :&ennis, non ci sono sa$$ie pi* mo$ili di %uelle in cui ti trovi ora.= &enn' si voltò per andarsene. :E non lasciare lo stato= gli gridò 1arG. :E, risto, &enn', le %uindicenni non le devi nemmeno guardare<= guardare<= 1a &enn' aveva gi- voltato l)angolo e non c)era pi*.
35 0e mani sono finestre sull)animo umano. >asta guardare le immagini dei piloti all)interno dell)a$itacolo per sapere %uanto vero. Fna presa rigida e tesa rivela lo stile di guida rigido e teso di un pilota. 0e mani irre%uiete
di un altro indicano che non a proprio agio nella vettura. 0e mani di un pilota devono essere rilassate, sensi$ili, attente. Attraverso il volante di un)auto passano molte informa#ioniD una presa troppo salda o nervosa impedisce di trasmettere %ueste informa#ioni al cervello. &icono che i sensi non operano singolarmente, ma vengono convogliati in una #ona specifica del cervello che ricostruisce l)immagine del corpo nella sua totalit-6 i sensori sulla pelle comunicano al cervello pressione, dolore, caloreD i sensori nelle articola#ioni e nei tendini comunicano la posi#ione del corpo nello spa#ioD %uelli nell)orecchio registrano l)e%uili$rioD e %uelli posti negli organi interni indicano il nostro stato emotivo. Restringere volontariamente uno dei canali d)informa#ione sciocco da parte del pilotaD permettere alle informa#ioni di scorrere sen#a impedimenti divino. 9edere le mani di &enn' tremare tur$ava me %uanto lui. &opo la morte di Eve se le guardava spesso, se le metteva davanti agli occhi come se non fossero sue, le teneva sollevate e le guardava tremare. E sempre %uando nessuno vedeva. :Nervi= mi diceva, se si accorgeva che lo osservavo mentre si esaminava le mani. :Stress.= E poi se le ficcava nelle tasche dei pantaloni e le teneva l+, nascoste. Buella sera, %uando 1iGe e Ton' mi riportarono a casa, &enn' ci aspettava al $uio nella veranda, le mani in tasca. :Non solo non ne voglio parlare,= li preven+ :1arG mi ha ordinato di non farlo. Buindi...= Rimasero sul viottolo, a guardarlo. :"ossiamo entrare8= chiese 1iGe. :No= rispose &enn', ma poi, rendendosi conto di essere stato scortese, cercò di spiegare. :Non ho molta voglia di compagnia, in %uesto momento.= 0o fissarono per un attimo. :Non sei costretto a parlare di %uello che sta succedendo= disse 1iGe. :1a parlare aiuta. Non puoi tenerti tutto dentro. Non ti fa $ene.= :Corse hai ragione= rispose &enn'. :1a per me non fun#iona cos+. o soltanto $isogno di... assimilare... %uello che sta succedendo, solo allora riuscirò a parlarne. Adesso no.= N! 1iGe n! Ton' si mossero. Era come se stessero decidendo se rispettare la richiesta di &enn' di essere lasciato solo oppure irrompere in casa e fargli compagnia per for#a. Si scam$iarono un)occhiata, e io sentii l)odore della loro ansia. Avrei voluto che &enn' capisse %uanto erano preoccupati per lui. :Sicuro che te la caverai8= domandò 1iGe. :"ossiamo stare tran%uilli8 Niente forno col gas aperto con te che ti accendi una sigaretta o ro$a del genere, vero8= :Il forno elettrico= li rassicurò &enn'. :E io non fumo.= :Se la caver-= fece Ton' a 1iGe. :9uoi che ci teniamo En#o8= chiese 1iGe. :No.= :Ti facciamo un po) di spesa8= &enn' scosse il capo. :Se la caver-= ripet! Ton', tirando 1iGe per un $raccio.
:Il mio cellulare sempre acceso= disse 1iGe. :0inea diretta per le emergen#e venti%uattr)ore su venti%uattro. Se hai $isogno di parlare, se hai $isogno di %ualsiasi cosa, chiamami.= Si allontanarono lungo il viottolo. :A$$iamo gi- dato da mangiare a En#o<= gridò 1iGe dal vialetto. Se ne andarono, e &enn' e io entrammo in casa. 0ui si levò le mani di tasca e le al#ò per guardarle tremare. :2li stupratori non ottengono la custodia delle loro $am$ine= disse. :apito come fun#iona8= 0o seguii in cucina, temendo per un attimo che avesse mentito a 1iGe e a Ton' e che magari il forno fosse davvero a gas. 1a non andò verso il forno, apr+ uno sportello e prese un $icchiere. "oi infilò una mano dove teneva i li%uori e tirò fuori una $ottiglia. Si versò da $ere. Assurdo. Era depresso, stressato, gli tremavano le mani e adesso voleva pure u$riacarsi8 Non potevo permetterglielo. 2li a$$aiai, severo. on il $icchiere in mano, a$$assò lo sguardo su di me, e io lo tenni fisso su di lui. Se avessi avuto le mani, ne avrei al#ata una per prenderlo a schiaffi. :he c), En#o, non sopporti gli stereotipi8= A$$aiai di nuovo. erto che no, specie %uelli patetici . :Non giudicarmi= disse. :Non il tuo compito. Il tuo compito confortarmi.= 9uotò il suo $icchiere in un sorso e poi mi gettò un)occhiataccia, e io lo giudicai eccome. Stava facendo il loro gioco. 2li facevano perdere la calma e lui stava per gettare la spugna, cos+ tutto sare$$e finito, e io mi sarei ritrovato a passare il resto dei miei giorni con un u$riacone capace solo di starsene immo$ile davanti al televisore, a fissare con gli occhi privi di vita le immagini che passano sullo schermo. Buello non era il mio &enn'. Buello era uno dei tanti personaggi patetici di uno sceneggiato trito e ritrito. E non mi piaceva per niente. Fscii dalla cucina con l)inten#ione di andarmene a cuccia, ma non volevo dormire nella stessa stan#a con %uel finto &enn'. on %uel facsimile di &enn'. os+ andai in camera di ;o, mi raggomitolai per terra accanto al suo letto, e cercai di dormire. ;o era l)unica che mi fosse rimasta. &opo un po) di tempo ( anche se non so %uanto ( &enn' comparve sulla porta. :0a prima volta che ti ho portato a fare un giro in macchina, %uando eri un cucciolo, mi hai vomitato sul sedile= mi disse. :1a io non mi sono dato per vinto, con te.= Al#ai la testa da terra, sen#a capire dove volesse arrivare. :0)ho messa via, la $ottiglia= annunciò. :So fare di meglio.= Si girò e se ne andò. 0o sentii vagare per il soggiorno e poi accendere la tv. Buindi non si era dato irrepara$ilmente alla $ottiglia, rifugio dei de$oli e dei patetici. Aveva capito il mio messaggio. I gesti sono tutto ciò che ho. 0o trovai sul divano che guardava un filmino di Eve, ;o e me, anni prima, %uando eravamo stati a 0ong >each, sulla costa dello stato di ?ashington. ;o camminava
appena. Ricordavo $ene %uel fine settimana6 sem$ravamo tutti cos+ giovani, l+ a rincorrere gli a%uiloni su %uella grande spiaggia lunga chilometri. 1i sedetti accanto al divano e guardai anch)io. Eravamo cos+ ingenuiD non potevamo sapere dove ci avre$$e portati il cammino, non immaginavamo che un giorno saremmo stati separati. 0a spiaggia, l)oceano, il cielo. Tutto per noi, solo per noi. Fn mondo sen#a fine. :Fna gara non si vince mai alla prima curva= disse &enn'. :1a alla prima curva capita spesso di perderla.= 0o guardai. 0ui allungò una mano, me la posò sulla testa e mi grattò l)orecchio, come ha sempre fatto. :&)accordo= mi disse. :Se proprio do$$iamo essere uno stereotipo, che sia almeno positivo.= S+6 la gara lunga e per arrivare primi, prima $isogna arrivare in fondo. [eBookLove - eBL 062]
3$ Sono poche le cose che amo pi* di una $ella passeggiata sotto la pioggerellina di Seattle. Non la pioggia vera, pesante, ma %uella ne$$ia densa che mi lascia minuscole goccioline sul muso e sulle ciglia. 0)aria fresca, carica all)improvviso di o#ono e ioni negativi. Se la pioggia pesante soffoca gli aromi, la pioggerella fine fine li amplificaD li$era le molecole, dvita agli odori e li trasporta nell)aria fino al mio naso. Ecco perch! Seattle il posto che amo pi* di %ualun%ue altro, persino del Thunderhill Race/a' "arG. "erch! le estati sono secche, ma una volta ini#iata la stagione umida non passa giorno sen#a un po) della mia amata pioggerella. &enn' mi portò a fare una passeggiata sotto la pioggerellina, e fu una gioia immensa. Erano passati solo pochi giorni dalla morte di Eve, ma da allora mi ero sentito chiuso in trappola. Soffocavo a restare %uasi tutto il tempo tappato in casa con &enn', a respirare sempre la stessa aria vi#iata. Anche &enn' sem$rava aver $isogno di %uel cam$iamentoD an#ich! Zeans, felpa e cerata gialla, infilò un paio di pantaloni scuri e si mise il trench nero sopra un maglione di cachemire a collo alto. Fscimmo dal %uartiere di 1adison 9alle' in dire#ione nord ed entrammo nell)Ar$oretum. Fna volta superata la #ona pericolosa, dove non c) marciapiede e le macchine superano di parecchio il limite di velocit-, svoltammo nella strada pi* piccola e &enn' mi tolse il guin#aglio. Ecco cosa adoro fare6 adoro correre nei campi di er$a $agnata, %uando un po) che non la falciano, adoro correre con il muso a terra, immerso nell)er$a e negli spru##i d)ac%ua. Immagino di essere un aspirapolvere, che risucchia gli odori, la vita, un filo d)er$a. 1i ricorda la mia infan#ia alla fattoria di Spangle dove non c)era la pioggia, ma c)erano i campi e l)er$a, e io correvo. Non feci altro che correre %uel giorno. E &enn' continuò a camminare, sen#a rallentare l)andatura. Arrivati al punto in cui di solito tornavamo indietro, proseguimmo. Attraversammo il ponte pedonale e arrivammo su fino a 1ontlaGe. &enn' mi rimise il guin#aglio, attraversammo una strada pi* grande ed entrammo in un parco nuovo< 1i piaceva anche %uesto. 1a era diverso. :InterlaGen= mi disse &enn' mentre mi slegava.
InterlaGen. In %uesto parco non c)erano campi e il terreno non era pianeggiante. Era una gola scoscesa, tortuosa e $itor#oluta, coperta di pruni, cespugli e sotto$osco, sovrastata da al$eri altissimi e da una volta di fronde. Era una meraviglia. 1entre &enn' seguiva il sentiero, io risalivo e scendevo i pendii, mi ac%uattavo tra gli ar$usti e fingevo di essere un agente segreto, oppure correvo pi* veloce che potevo tra gli ostacoli e facevo finta di essere un predatore, come %uelli dei filmD andavo a caccia di %ualcosa, inseguivo la mia preda. amminammo e corremmo in %uesto parco per un sacco di tempo, io che per ogni passo di &enn' ne facevo cin%ue, finch! non mi ritrovai esausto e assetato. Fscimmo dal parco e attraversammo un %uartiere che non conoscevo. &enn' si fermò in un $ar per prendere una ta##a di caff per s! e dell)ac%ua per me. Cu difficile $erla perch! l)avevano messa in un $icchierino di carta, ma riusc+ comun%ue a dissetarmi. "oi ci rimettemmo in marcia. o sempre amato muovermi e camminare, specie in compagnia di &enn', il mio compagno di passeggiate preferito, e specie sotto la pioggerellina, ma devo ammettere che a %uel punto cominciavo a essere un po) stanco. Eravamo fuori da pi* di due ore, e dopo una camminata lunga come %uella, mi piace tornarmene a casa a farmi dare una $ella strofinata con l)asciugamano per poi fare un lungo e piacevole sonnellino. 1a %uella volta niente sonnellinoD continuavamo a camminare. Ricono$$i la Cifteenth Avenue appena ci arrivammo, e conoscevo a$$astan#a $ene 9olunteer "arG. "erò mi meravigliai %uando entrammo nel cimitero di 0aGe 9ie/. Sapevo che era un cimitero importante, certo, anche se non c)ero mai stato. Avevo visto un documentario su >ruce 0eeD 0aGe 9ie/ dove l)hanno sepolto, insieme a suo figlio >randon, che prima della sua prematura scomparsa era un attore meraviglioso. 1i dispiace molto per >randon 0ee, sia perch! rimasto vittima della maledi#ione di famiglia, sia perch! l)ultimo film che ha fatto era 7l corvo, un titolo sventurato per un film sventurato, $asato su un fumetto scritto da %ualcuno che evidentemente non sapeva nulla della vera natura dei corvidi. 1a di %uesto parleremo un)altra volta. Entrammo nel cimitero e non ci mettemmo a cercare le tom$e di >ruce e >randon 0ee, due $ravissimi attori. ercavamo %ualcos)altro. Seguendo la strada lastricata verso nord, girammo attorno alla collinetta centrale e ci trovammo di fronte un tendone, una struttura provvisoria che ospitava un folto gruppo di persone. Erano tutte vestite eleganti, e %uelle che non erano protette dal tendone si riparavano sotto gli om$relli. 9idi su$ito ;o. Ah. 0)interruttore6 o acceso, o spento. &enn' si era vestito per l)occasione. i dirigemmo verso le persone che se ne stavano un po) in disordine e si muovevano in modo confuso, sen#a un punto di riferimento preciso. 0a cerimonia non era ancora cominciata. i avvicinammo a loro e poi, all)improvviso, %ualcuno si staccò dal gruppo. Fn uomo. E poi un altro e un altro ancora. 9ennero tutti e tre verso di noi. Fno era 1a@/ell. 2li altri erano i fratelli di Eve, di cui non avevo mai saputo i nomi perch! si facevano vedere di rado. :Non sei il $envenuto %ui= disse 1a@/ell in tono severo. :7 mia moglie= rispose calmo &enn'. :0a madre di mia figlia.= E lei era l+, la figlia. ;o vide suo padre. 0o salutò con la mano e lui fece altrettanto.
:Non sei il $envenuto %ui= ripet! 1a@/ell. :9attene, o chiamo la poli#ia.= I due fratelli dri##arono la schiena. Fna postura $ellicosa. :0)hai gi- chiamata, no8= domandò &enn'. 1a@/ell gli rivolse un sorriso sarcastico. :Ti avevo avvisato= disse. :"erch! lo stai facendo8= 1a@/ell gli si avvicinò, invadendo il suo spa#io vitale. :on Eve non ti sei mai comportato $ene= disse 1a@/ell. :E dopo %uello che hai fatto ad AnniGa, non mi fiderei a lasciarti ;o.= :Non successo niente %uella notte...= 1a 1a@/ell gli aveva gi- voltato le spalle. :"er favore, accompagnate il signor S/ift lontano da %ui= ordinò ai figli, e su$ito si allontanò. &a lontano vidi ;o che, incapace di trattenersi oltre, saltava gi* dalla sedia e correva verso di noi. :9attene= gli fece uno dei due. :7 il funerale di mia moglie= rispose &enn'. :Resto.= :Togliti dai piedi= intervenne l)altro, colpendolo alle costole. :"rendetemi pure a pugni= disse &enn'. :Non reagirò.= :1olestatore di $am$ini<= si$ilò tra i denti il primo, dandogli uno spintone sul petto. &enn' neanche si mosse. Fno che guida una macchina di una tonnellata a duecentosettanta chilometri orari non si agita certo per gli schiama##i di due oche. ;o ci raggiunse e saltò in $raccio al padre. 0ui la fece volare in aria e poi se la mise a cavalcioni sul fianco, $aciandola sulla guancia. :ome sta la mia piccolina8= le chiese. :ome sta il mio pap-8= domandò lei. :Sopravvivo= rispose. Si voltò verso il fratello che l)aveva appena spintonato. :Scusa ma non ho capito %uello che mi hai appena detto. 1agari ti va di ripeterlo davanti a mia figlia.= 0)uomo fece un passo indietro, e poi arrivò di corsa Trish. Si frappose tra &enn' e i fratelli. Ordinò loro di andarsene e si voltò verso di lui. :Ti prego= disse. :apisco perch! sei %ui, ma non %uesto il modo. redo proprio che non dovresti restare.= Esitò per un attimo e poi aggiunse6 :1i dispiace. &evi essere cos+ solo=. &enn' non rispose. Al#ai lo sguardo su di lui e vidi che aveva gli occhi pieni di lacrime. Se ne accorse anche ;o, che si mise a piangere insieme a lui. :Ca $ene piangere= disse. :0a nonna dice che piangere aiuta perch! lava via il male.= &enn' e ;o si guardarono a lungo negli occhi. "oi lui fece un sospiro triste. :Aiuta i nonni a essere forti, d)accordo8= disse. :Io devo occuparmi di una faccenda importante. Riguarda la mamma. i sono delle cose da s$rigare.=
:0o so= rispose lei. :Starai con i nonni ancora per un po), finch! non sistemo tutto, va $ene8= :1e l)hanno detto che forse sarei rimasta con loro per un po).= :>e),= commentò &enn' con rammarico :i nonni sono $ravissimi a prevedere le cose.= :"ossiamo trovare tutti insieme un compromesso= intervenne Trish. :So che non sei una cattiva persona...= :Nessun compromesso= replicò &enn'. :ol tempo te ne renderai conto. 7 la cosa migliore per ;o.= :En#o<= gridò ;o all)improvviso, vedendo che ero sotto di lei. Si li$erò dall)a$$raccio di &enn' e mi strinse forte attorno al collo. :En#o<= Ero stupito e felice del suo caloroso saluto, e cos+ le leccai la faccia. Trish si accostò a &enn'. :Eve doveva mancarti terri$ilmente= gli sussurrò. :1a approfittare di una %uindicenne...= &enn' si raddri##ò di colpo e si allontanò da lei. :;o,= disse :En#o e io staremo a guardare da un posto speciale. 9ieni, En#o.= Si chinò e la $aciò sulla fronte, poi ci allontanammo. ;o e Trish ci guardarono andare via. "roseguimmo lungo il sentiero circolare e salimmo sulla cima di una collina, dove ci fermammo sotto gli al$eri, al riparo dalla pioggia che scendeva leggera, e assistemmo a tutto %uanto. 0e persone che venivano richiamate all)atten#ione. 0)uomo che leggeva da un li$ro. 0a gente che posava delle rose sulla $ara. E tutti che se ne andavano in macchina. Noi rimanemmo. Aspettammo che arrivassero gli operai a smontare il tendone. "oi %uelli che, con una strana carrucola, calarono la $ara nella fossa. Noi rimanemmo. 2uardammo gli uomini che con la piccola ruspa la ricoprivano di terra. Aspettammo. Buando tutti se ne furono andati, scendemmo dalla collina e ci fermammo davanti al tumulo e piangemmo. i inginocchiammo e piangemmo e afferrammo manciate di %uella terra, di %uel tumulo, per sentire l)ultima cosa che ci rimaneva di lei, l)ultima parte di lei che potessimo ancora sentire, e piangemmo. E alla fine, %uando non ci fu pi* nient)altro da fare, ci al#ammo. E riprendemmo il lungo cammino verso casa.
3% 0a mattina dopo il funerale di Eve, riuscivo a malapena a muovermi. Ero cos+ irrigidito da non reggermi sulle #ampe, e &enn' fu costretto a venirmi a cercare, perch! di solito mi al#avo su$ito e lo aiutavo con la cola#ione. Avevo otto anni, due pi* di ;o, ma rispetto a lei mi sentivo piuttosto pi* uno #io che un fratello. Ero ancora troppo giovane per soffrire di artrite alle anche, eppure si trattava proprio di %uello6 artrite degenerativa causata da displasia delle anche. Non era una $ella situa#ione, ma in un certo senso era un sollievo
potermi concentrare sui miei pro$lemi invece di rimuginare su altri pensieri, in particolare l)idea di ;o $loccata a casa dei 2emelli. Ero piuttosto giovane %uando mi accorsi di avere un)anomalia alle anche. I primi mesi di vita li avevo passati %uasi tutti a correre e a giocare con &enn', noi due e $asta, e le opportunit- di confrontarmi con altri cani erano state scarse. Buando fui a$$astan#a grande da fre%uentare i parchi, mi resi conto che il fatto di tenere le #ampe posteriori unite %uando camminavo ( una posi#ione molto pi* comoda per me ( era un segnale evidente di una malforma#ione delle anche. 0)ultima cosa che volevo era sem$rare diverso, perciò mi allenai a camminare e a correre in modo da nascondere il mio difetto. on il passare degli anni, via via che la cartilagine protettiva alle estremit- delle ossa, come in genere accade, si consumava, il dolore diventò pi* acuto. Eppure, invece di lamentarmi, cercai di nascondere il mio pro$lema. Corse sono sempre stato pi* simile a Eve di %uanto a$$ia mai voluto ammettere, perch! non avevo alcuna fiducia nella medicina e trovavo il modo di compensare la mia invalidit-, per evitare una diagnosi che sen#a du$$io avre$$e accelerato la mia dipartita. ome ho gi- detto, non conosco la ragione della sfiducia di Eve nei confronti della medicinaD ma le origini della mia mi sono fin troppo chiare. Buando ero appena un cucciolo, non avevo pi* di una o due settimane, il capo della fattoria di Spangle mi presentò a un suo amico. 0)uomo mi tenne in $raccio e mi accare##ò tutto, tastandomi a lungo le #ampe anteriori. :Buesti vanno tolti= disse al padrone. :0o tengo fermo io= rispose lui. :i vuole l)anestetico, ?ill. Avresti dovuto chiamarmi la settimana scorsa.= :Non ho inten#ione di $uttar via dei soldi per un cane, dottore. Taglia.= Non capivo di cosa stessero parlando, ma poi il padrone mi strinse forte le mani attorno alla vita. 0)altro, %uello che si chiamava KdottoreL, mi afferrò la #ampa destra e, con delle for$ici luccicanti che scintillavano alla luce del sole, mi recise lo sperone destro. Il mio pollice destro. Il dolore mi percorse tutto il corpo, un dolore devastante, sconvolgente. )era sangue dappertutto, era orri$ile, e io mi misi a urlare. 0ottai con tutte le for#e per li$erarmi, ma il padrone mi teneva cos+ stretto che riuscivo a malapena a respirare. "oi il dottore mi afferrò la #ampa sinistra e, sen#a alcuna esita#ione, mi tagliò anche l)altro pollice. Clic . 1i rimasto impresso anche pi* del dolore, %uel suono. Clic . os+ forte. E poi tutto %uel sangue. Il dolore era cos+ intenso da lasciarmi l+ tremante, esausto. &opo, il dottore mi applicò della pomata sulle ferite e mi fasciò strette le #ampe, sussurrandomi6 :7 un vero $astardo uno che non vuole comprare un po) di anestetico locale per i suoi cuccioli=. 9edete8 Ecco perch! di loro non mi fido. 7 un vero $astardo uno che taglia sen#a anestetico perch! vuol essere pagato. Il giorno dopo il funerale di Eve, &enn' mi portò dal veterinario, un uomo magro che sapeva di fieno, e che aveva una tasca piena di una %uantit- infinita di $occoncini. 1i tastò le anche, e io cercai di non dare segni di fastidio, ma %uando mi premette in certi punti non riuscii a trattenermi. Cormulò la diagnosi, prescrisse degli antinfiammatori e disse che non poteva fare altro se non, in futuro, eseguire un costoso intervento per sostituirmi le parti difettose. &enn' lo ringra#iò e mi portò a casa.
:ai la displasia delle anche= mi comunicò. Se avessi avuto le dita, me le sarei ficcate nelle orecchie fino a perforarmi i timpani. Bualsiasi cosa pur di non sentire. :&isplasia delle anche= ripet!, scrollando il capo incredulo. Anch)io scrollai il capo. on la diagnosi sare$$e arrivata la mia fine, lo sapevo. Fna fine lenta, magari. E dolorosa, sen#a du$$ioD segnata dai sintomi messi in luce dal veterinario. iò che visi$ile diventa inevita$ile. 0a macchina va dove vanno gli occhi. Bualun%ue fosse il trauma all)origine della sfiducia di Eve per la medicina, io ne potevo vedere solo gli effetti6 non era stata capace di distogliere lo sguardo da dove gli altri le avevano detto di guardare. Sono poche le persone che di fronte alla categorica autorevole##a di una diagnosi terminale rifiutano di accettarla e scelgono un)altra strada. "ensai a Eve e alla rapidit- con cui aveva accettato la morte una volta che le persone intorno a lei erano state concordi nel verdettoD pensai al modo in cui mi era stata predetta la mia fine, che si preannunciava piena di sofferen#a e dolore, come %uasi tutto il mondo tende a considerare la morte, e mi sfor#ai di guardare altrove.
3& 9iste le accuse a carico di &enn', ai 2emelli era stato concesso un ordine restrittivo temporaneo che, in attesa del ricorso, significava per &enn' non poter mai vedere ;o per parecchi mesi. "ochi minuti dopo il suo arresto, 1a@/ell e Trish avevano presentato una mo#ione per privare &enn' di %ualsiasi diritto di custodia, in %uanto genitore chiaramente indegno. In %uanto pedofilo. In %uanto molestatore. >ene. 0e regole del gioco sono uguali per tuttiD solo che certe persone dedicano pi* tempo a studiarsele per escogitare il modo di sfruttarle a proprio vantaggio. o visto dei film che raccontano di $am$ini rapiti, del dolore e del terrore che opprimono i genitori %uando i loro figli cadono in mano a degli estranei. &enn' lo provò fino in fondo %uel dolore e, a mio modo, anch)io. E noi sapevamo dov)era ;o. Sapevamo chi l)aveva presa. Eppure non potevamo fare niente. 1arG Cein sosteneva che mettere ;o al corrente dei procedimenti legali l)avre$$e sconvolta e per giustificare un)assen#a cos+ prolungata consigliò a &enn' di inventarsi che si trovava in Europa a guidare auto da corsa. 1arG Cein si accordò anche per uno scam$io epistolare6 a &enn' sare$$ero stati recapitati i $igliettini e i disegni di ;o, e lui avre$$e potuto scriverle delle lettere, a patto di accettare che il legale dei 2emelli le passasse al vaglio. E vi dirò che le deli#iose opere d)arte di ;o decoravano ogni superficie verticale di casa nostra, e che passammo molte nottate a confe#ionare lettere in cui narravamo le imprese di &enn' nel circuito europeo. "er %uanto desiderassi che &enn' passasse all)a#ione, che con audacia e passione si scagliasse contro il sistema, rispettavo il suo ritegno. &a sempre &enn' un ammiratore del leggendario pilota Emerson Cittipaldi. KEmmoL, come lo chiamavano i suoi colleghi, era un campione di grande spessore e levatura, e in pista era notoriamente pragmatico. Rischiare non una $uona idea se una scelta s$agliata può farti andare a s$attere contro un muro a Indianapolis e accartocciarti la macchina, trasformandola in una scultura di metallo incandescente che i soccorritori cercano di districare mentre le fiamme invisi$ili dell)etanolo ti sciolgono la carne fino a staccartela dalle ossa. Emmo non solo evitava sempre di farsi prendere dal panico, ma non si metteva mai in una posi#ione tale da permettere che %uesto accadesseD e come Emmo, anche &enn' non correva mai dei rischi inutili.
"er %uanto anch)io ammiri e tenti di imitare Emmo, sono ancora convinto che mi piacere$$e guidare come A'rton Senna, audace e coinvolgente. 9orrei che avessimo caricato l)indispensa$ile sulla nostra >1? e che un giorno fossimo andati a prendere ;o a scuola sen#a dirlo a nessuno, e che da l+ fossimo partiti direttamente per il anada. &a 9ancouver, ci saremmo diretti a est, verso 1ontreal ( dove hanno un sacco di circuiti favolosi, tra cui uno per la Cormula Fno ( per vivere in pace noi tre soli per il resto dei nostri giorni. 1a non stava a me scegliere. Non ero io al volante. A nessuno importava un $el niente di me. Ecco perch! andarono tutti nel panico %uando ;o chiese ai nonni se poteva vedermi. apite, nessuno mi aveva messo in conto. Non sapendo %uale posto occupassi nell)intrico della loro sceneggiata, i 2emelli chiamarono su$ito 1arG Cein, il %uale a sua volta chiamò &enn' per spiegargli l)impiccio. :rede a tutto %uanto= sentii 1arG che gridava al telefono, anche se &enn' aveva la cornetta schiacciata contro l)orecchio. :&ove l)hai lasciato il tuo ca##o di cane8 "otresti anche essertelo portato dietro, ma ci sono le leggi sulla %uarantena< 0a $im$a sa che esiste la %uarantena8= :&itele che En#o lo può vedere, certo= rispose calmo &enn'. :En#o sta da 1iGe e Ton' mentre io sono in EuropaD a ;o sono simpatici, ci creder-. hiederò a 1iGe di portarlo da lei sa$ato.= E cos+ fu. Su$ito dopo pran#o, 1iGe venne a prendermi e mi portò a 1ercer Island e io trascorsi il pomeriggio a giocare con ;o sul grande prato. "rima di cena, 1iGe mi riportò da &enn'. :ome stava8= chiese &enn'. :Splendidamente= rispose 1iGe. :a il sorriso di sua madre.= :Si sono divertiti insieme8= :Tantissimo. anno giocato tutto il tempo.= :2li tirava la palla8= chiese &enn', assetato di particolari. :O hanno giocato a rincorrersi8 A Eve non piaceva che En#o la rincorresse.= :No, hanno giocato %uasi sempre con la palla= gli rispose gentilmente 1iGe. :Io non mi preoccupavo %uando En#o la rincorreva perch! lo conosco, ma Eve era sempre...= :Sai,= continuò 1iGe :a volte si $uttavano per terra e se ne stavano l+, a coccolarsi. Erano cos+ dolci.= &enn' si asciugò in fretta il naso. :2ra#ie, 1iGe= disse. :&avvero. 2ra#ie infinite.= :Buando vuoi= rispose lui. Appre##ai lo sfor#o di 1iGe per far contento &enn', anche se stava evitando la verit-. O forse 1iGe non aveva visto %uello che avevo visto io. Corse non aveva sentito %uello che avevo sentito io. 0a profonda triste##a di ;o. 0a sua solitudine. I piani che mi sussurrava, in cui in %ualche modo io e lei fuggivamo di nascosto in Europa e trovavamo suo padre. Buell)estate sen#a ;o fu davvero penosa per &enn'. Oltre a essere separato da sua figlia, vide la sua carriera andare a rotoli6 gli era stata offerta l)opportunit- di correre ancora
con la scuderia per cui aveva gareggiato la stagione precedente, ma fu costretto a rifiutare, perch! il procedimento penale in corso gli imponeva di restare nello stato di ?ashington, pena la confisca della cau#ione. Inoltre, non gli fu possi$ile accettare nessuno di %uegli incarichi $en pagati da istruttore, n! le offerte che gli si presentarono di lavorare nella pu$$licit-. &opo la spettacolare esperien#a di Thunderhill era molto richiesto dall)industria pu$$licitaria e spesso gli telefonavano per fargli delle proposte, ma lui non poteva accettare, perch! %uei lavori prevedevano spostamenti perlopi* in alifornia, a volte nel Nevada o in Te@as, o anche nel onnecticut. Era prigioniero dello stato. Eppure. A tutti noi concessa l)esisten#a materiale, perch! possiamo imparare %ualcosa su noi stessi. Buindi capisco le ragioni pi* profonde per cui &enn' permise a %uesta situa#ione di capitargli. Non dico che fu lui a crearla, ma che fu lui a permetterla. "erch! aveva $isogno di mettere alla prova il proprio coraggio. 9oleva sapere per %uanto sare$$e riuscito a tenere il piede sull)acceleratore prima di sollevarlo. Si era scelto %uella vita, e %uindi anche %uella $attaglia. E mentre l)estate avan#ava e io continuavo a vedere ;o sen#a &enn', mi resi conto che anch)io avevo una parte in tutto ciò. Recitavo il mio ruolo nel dramma. "erch! nel tardo pomeriggio di %uei sa$ati di luglio, dopo che 1iGe aveva fatto a &enn' il resoconto degli eventi della giornata per poi tornarsene al suo mondo, &enn' si sedeva con me nella veranda sul retro e mi tempestava di domande. :Avete giocato con la palla8 Al tiro alla fune8 A rincorrervi8= mi chiedeva. :9i siete fatti le coccole8 ome stava8 1angia a$$astan#a frutta8 0e comprano ci$i $iologici8= "rovavo. "rovavo con tutte le mie for#e a formulare delle parole per lui, ma non mi uscivano. "rovavo a trasmettergli i miei pensieri con la telepatia. "rovavo a inviargli le immagini che vedevo nella mia mente. Cacevo vi$rare le orecchie. Inclinavo la testa. Annuivo. 1uovevo le #ampe. Cinch! lui non mi sorrideva e si al#ava. :2ra#ie, En#o= diceva in %uei giorni. :Non sei troppo stanco, vero8= Io mi al#avo e scodin#olavo. Non sono mai troppo stanco. :Allora andiamo.= "rendeva il lancia palla e la palla da tennis e mi portava al >lue &og "arG, e giocavamo a tirare e a riportare la palla finch! non calava la luce e le #an#are uscivano dai loro rifugi in cerca della cena.
3' Fna volta, %uell)estate, &enn' trovò un incarico da istruttore a SpoGane e tramite 1iGe, il nostro finto legame intercontinentale, chiese ai 2emelli se potevano tenermi per il fine settimanaD loro accettarono, perch! ormai si erano a$ituati ad avermi in casa e io mi comportavo sempre con estrema dignit- %uando ero da loro, non sporcavo i loro costosi tappeti, non elemosinavo il ci$o e non s$avavo durante il sonno. Avrei tanto preferito andare con &enn' alla scuola di pilotaggio, ma a %uanto avevo capito contava sul fatto che mi prendessi cura di ;o e che facessi da testimone per lui, o %ualcosa del genere. Anche se non potevo riferirgli i particolari delle nostre visite, credo che la mia presen#a in %ualche modo lo rassicurasse.
Fn venerd+ pomeriggio, 1iGe mi consegnò a ;o, che mi aspettava a $raccia aperte. 1i portò su$ito nella sua stan#a e insieme giocammo a travestirciD dire che mi stavo sacrificando per il $ene della s%uadra sare$$e dire poco, visti i costumi stravaganti che fui costretto a indossare. 1a %uesto il mio ego che parlaD sapevo di recitare il ruolo del giullare alla corte di ;o, ed ero felice di farlo. Buella sera, 1a@/ell mi portò fuori prima del solito, invitandomi a Kdarmi da fareL. Buando tornai dentro, mi portarono in camera di ;o, dove era gi- stata sistemata la mia cuccia. A %uanto pareva, aveva chiesto che dormissi con lei invece che accanto alla porta sul retro o, &io non volesse, nel garage. 1i acciam$ellai e mi addormentai su$ito. "oco dopo, mi svegliai. 0e luci erano $asse. ;o era pi* sveglia che mai, impegnata a disporre pile di animali di peluche attorno alla mia cuccia. :Ti terranno compagnia= mi sussurrò girandomi intorno. Sem$ravano centinaia. &i tutte le forme e dimensioni. Ero circondato da orsacchiotti e giraffe, s%uali e cani, gatti, uccelli e serpenti. 0avorava di $uona lena, e io rimasi a guardare finch! non fui altro che un atollo nel "acifico, circondato da una $arriera corallina di animali. Trovai piacevole e commovente che ;o volesse dividere con me i suoi animali in %uel modo, e mi addormentai sentendomi protetto e al sicuro. "i* tardi %uella notte mi svegliai e vidi che la muraglia di animali attorno a me era piuttosto alta. Riuscii comun%ue a spostare il peso per cam$iare posi#ione e mettermi pi* comodo. 1a appena lo feci, fui sconvolto da una visione spaventosa. Fno degli animali. Buello in cima. 1i stava fissando. Era la #e$ra. 0a #e$ra di rimpia##o. Buella che ;o aveva scelto al posto del demone che si era ridotto a $randelli davanti ai miei occhi tanto tempo prima. 0a terrificante #e$ra del mio passato. Il demone era tornato. E anche se nella stan#a era $uio, sono certo di aver visto uno scintillio nel suo sguardo. ome potete immaginare, %uella notte dormii poco e niente. 0)ultima cosa che volevo era svegliarmi in me##o a una carneficina di animali perch! il demone era tornato. 1i sfor#avo di rimanere sveglio, ma non riuscivo a fare a meno di addormentarmi. Ogni volta che aprivo gli occhi, vedevo la #e$ra che mi fissava. ome una gargouille, sovrastava %uella cattedrale di animali e mi guardava. 2li altri pupa##i erano privi di vitaD erano giocattoli. Solo la #e$ra sapeva. 1i sentii fiacco per tutto il giorno, ma feci del mio meglio per tenermi sveglio e cercai di recuperare il sonno facendomi %ualche tran%uillo sonnellino. A chi mi osservava dovevo dare l)impressione di essere piuttosto soddisfattoD invece il pensiero che presto sare$$e arrivata la notte mi angosciava, temevo che la #e$ra tornasse a torturarmi con %uei suoi occhi $effardi. Buel pomeriggio, mentre i 2emelli si $evevano il loro goccetto in veranda, come facevano di solito, e ;o guardava la tv in salotto, io sonnecchiavo al sole. E li sentii. :So che a fin di $ene= disse Trish. :"erò, mi dispiace per lui.= :7 a fin di $ene= ripet! 1a@/ell. :0o so. "erò...= :a a$usato di un)adolescente= commentò 1a@/ell severo. :he ra##a di padre uno che d- la caccia alle raga##ine innocenti8=
Sollevai la testa dal legno caldo della terra##a e vidi Trish schioccare la lingua e scuotere il capo. :he c)8= domandò 1a@/ell. :A %uel che ho sentito su di lei, tanto innocente non .=:A %uel che hai sentito<= s$ottò 1a@/ell. :a a$usato di una raga##ina< Si chiama stupro, %uesto<= :0o so, lo so. 7 solo che il tempismo con cui si fatta avanti ... una $ella coinciden#a.= :Non vorrai insinuare che se lo sia inventato<= :No= disse Trish. :1a non vedo il motivo per cui "ete ha aspettato a parlarcene solo dopo che sei andato da lui disperato a lamentarti perch! eri sicuro che non avremmo ottenuto la custodia di ;o.= :Non me ne importa niente= rispose 1a@/ell, facendole segno di smetterla. :&enn' non era all)alte##a di Eve e non all)alte##a di ;o. E se cos+ stupido da farsi $eccare con i pantaloni a$$assati e l)uccello in mano, sta) sicura che non mi faccio scappare l)occasione< on noi ;o avr- un)infan#ia migliore. Fna crescita morale migliore, possi$iliteconomiche migliori, una vita famigliare migliore, e tu lo sai, Trish. 0o sai $enissimo<= :0o so, lo so= ammise, e sorseggiò il suo drinG am$rato con la ciliegina rossa annegata sul fondo del $icchiere. :1a non una cattiva persona.= 1a@/ell tracannò %uel che restava del suo drinG e s$att! il $icchiere sul tavolo di teG. :7 ora di preparare la cena= disse, ed entrò in casa. Ero s$alordito. Anch)io avevo notato la coinciden#a degli eventi, mi aveva insospettito fin dall)ini#io. 1a ascoltare %uelle parole, il tono freddo con cui 1a@/ell le aveva pronunciate... "rovate a immaginare. Immaginate che vi muoia di colpo la moglie di un cancro al cervello. "oi immaginate che i suoi genitori vi attacchino sen#a piet- per ottenere la custodia di vostra figlia. Immaginate che sfruttino delle accuse di molestia sessuale a vostro carico e che assoldino ottimi avvocati dalle parcelle costosissime perch! hanno pi* soldi di voi. Immaginate che vi impediscano %ualsiasi contatto con la vostra $am$ina di sei anni per mesi e mesi. E immaginate che vi mettano in condi#ione di non poter guadagnare il denaro necessario a mantenere voi stessi e, naturalmente, come sperate, vostra figlia. Buanto resistereste prima che la vostra volont- si pieghi8 Non sapevano con chi avevano a che fare. &enn' non si sare$$e inginocchiato di fronte a loro. Non avre$$e gettato la spugna. &isgustato, li seguii dentro casa. Trish si mise a preparare la cena e 1a@/ell tirò fuori dal frigo il suo $arattolo di peperonciniD dentro di me montava %ualcosa di maligno. ospiratori. 1anipolatori. "er me non erano pi* persone. Adesso erano i 2emelli attivi. "ersone crudeli, orrende, igno$ili, che si riempivano di peperoncini piccantissimi per alimentare la $ile che avevano nello stomaco. Buando ridevano, dalle loro narici uscivano fiamme. 2ente come loro non meritava di vivere. Erano creature disgustose, forme di vita a $ase a#otata che vivevano negli angoli pi* $ui dei laghi pi* profondi, dove la luce non arriva e la pressione tale da ridurre tutto in polvereD luoghi profondi e $ui in cui l)ossigeno non osere$$e mai avventurarsi. 0a mia ra$$ia verso i 2emelli attivi alimentava la mia sete di vendetta. E per ottenere giusti#ia non avrei disdegnato di ricorrere ai miei espedienti canini.
1i presentai da 1a@/ell mentre si infilava in $occa un altro peperoncino e lo triturava con i denti di ceramica che si toglieva la sera. 1i sedetti di fronte a lui e al#ai una #ampa. :0a vuoi una cosina $uona8= mi chiese, evidentemente sorpreso dal mio gesto. Io a$$aiai. :Tieni, $ello.= Estrasse un peperoncino dal $arattolo e me lo mise davanti al naso. Era enorme, lungo e di un colore verde artificiale, e odorava di solfiti e nitrati. 0a caramella del diavolo. :Non credo che ai cani faccia $ene %uella ro$a= intervenne Trish. :A lui piacciono= replicò 1a@/ell. 0a prima tenta#ione fu di prendere il peperoncino insieme a un paio di dita. Carlo avre$$e causato pro$lemi seri e molto pro$a$ilmente sarei stato a$$attuto prima che 1iGe venisse a salvarmi, perciò non mi presi le dita. 1a il peperoncino s+. Sapevo che mi avre$$e fatto male, che avrei su$ito accusato %ualche distur$o, ma sapevo anche che sare$$ero passati, e pregustavo la spiacevole rea#ione secondaria, proprio %uella che cercavo. &opotutto, sono solo uno stupido cane, indegno persino del dispre##o umano, sen#a un cervello in grado di rispondere delle mie fun#ioni corporali. Fno scemo di cane. Osservai attentamente la loro cena perch! volevo vedere con i miei occhi. I 2emelli servirono a ;o del pollo ricoperto da una salsa a $ase di panna. Non sapevano che ;o adorava il petto di pollo, ma non lo mangiava mai con la salsa, e mai e poi mai con la pannaD non le piaceva la consisten#a. 9isto che non mangiava i fagiolini che le avevano servito, Trish le chiese se preferiva una $anana. ;o rispose di s+ e Trish le preparò delle fettine di $anana, ma lei le assaggiò appena, perch! erano tagliate in modo grossolano e piene di macchioline nere, che lei scansava sempre. HBuando &enn' preparava le $anane, stava molto attento a tagliarle in fettine dello stesso spessore, dopo aver eliminato tutte le macchioline scure che trovava. E %uesti agenti del male ( nonni, %uesti presunti nonni ( pensavano che ;o sare$$e stata meglio con loro< >ah< Non si curavano minimamente del suo $enessereD dopo cena, neanche le chiesero perch! non aveva mangiato. 0e concessero di al#arsi da tavola, anche se non aveva %uasi toccato ci$o. &enn' non l)avre$$e mai permesso. 0e avre$$e preparato %ualcosa che le piacesse e avre$$e preteso che mangiasse a sufficien#a per continuare a crescere sana. 1entre guardavo, ri$ollivo di ra$$ia. E il mio stomaco stava producendo un intruglio disgustoso. Buando arrivò l)ora di portarmi fuori, %uella sera, 1a@/ell apr+ la portafinestra della veranda sul retro e attaccò con la sua stupida cantilena6 :&atti da fare, $ello. &atti da fare, su=. Io non uscii. Al#ai gli occhi verso di lui e pensai a %uello che stava facendo, al modo in cui stava dilaniando la nostra famiglia, s%uarciando la trama delle nostre vite per puro e semplice autocompiacimentoD pensai a come lui e Trish fossero due tutori davvero mediocri per la mia ;o. 1i misi in posi#ione, l+ dov)ero, in casa, e feci un)enorme cacata di diarrea acre e $rodosa sul suo costoso, $ellissimo tappeto $er$ero di lino colorato. :1a che diavolo fai8= mi gridò. :agnaccio<= Io mi girai e trotterellai allegramente verso la camera di ;o.
:&atti da fare, figlio di puttana= dissi mentre me ne andavo. 1a ovviamente lui non poteva sentirmi. 1entre mi sistemavo nella mia laguna di animali di peluche, sentii 1a@/ell che strepitava e chiamava Trish perch! ripulisse il mio sporco. Io guardai la #e$ra, ancora seduta sul suo trono di carcasse di animali sen#a vita, e le ringhiai, piano ma in modo molto minaccioso. E il demone cap+. Il demone cap+ che %uella notte gli conveniva stare alla larga. Buella notte e per sempre.
4( Oh, che sollievo settem$re< 0e vacan#e erano finite. 2li avvocati erano tornati al lavoro. I tri$unali fun#ionavano di nuovo a pieno ritmo. Non era pi* tempo di rinvii. Sare$$e arrivata l)ora della verit-< Buella mattina &enn' usc+ con indosso l)unico completo che aveva, un a$ito cachi sgualcito di >anana Repu$lic e una cravatta scura. Stava $enissimo. :All)ora di pran#o passer- 1iGe e ti porter- a fare una passeggiata= mi disse. :Non so %uanto durer- l)udien#a.= 1iGe arrivò e mi fece fare due passi nel %uartiere perch! non mi sentissi solo, ma poi se ne andò di nuovo. "i* tardi, nel pomeriggio, tornò &enn'. A$$assò gli occhi su di me e sorrise. :) $isogno che faccia di nuovo le presenta#ioni o vi riconoscete ancora, voi due8= chiese. E dietro di lui c)era ;o< Ceci un salto, e poi continuai a saltare. 0o sapevo< Sapevo che &enn' avre$$e sconfitto i 2emelli attivi< Avevo voglia di fare le capriole. ;o era tornata< Cu un pomeriggio straordinario. 2iocammo in giardino. Non facemmo altro che correre, ridere, a$$racciarci, coccolarci. "oi insieme preparammo la cena, ci sedemmo a tavola e mangiammo. Era cos+ $ello essere di nuovo riuniti< &opo cena, &enn' e ;o mangiarono il gelato in cucina. :Torni su$ito in Europa8= chiese ;o di punto in $ianco. &enn' restò raggelato. 0a storia aveva fun#ionato cos+ $ene che ;o ci credeva ancora. 0e si sedette di fronte. :No, non torno in Europa= rispose. Il viso le s)illuminò. :Evviva<= gridò. :"osso riavere la mia stan#a<= :9eramente= disse &enn' :ancora no, mi dispiace.= 0ei aggrottò la fronte e increspò le la$$ra, mentre cercava di capire il significato di %uella frase. Nemmeno io lo capivo. :"erch! no8= domandò alla fine, in tono deluso. :Io voglio tornare a casa.= :0o so, tesoro, ma gli avvocati e i giudici devono decidere dove vivrai. Succede sempre %uando a %ualcuno muore la mamma.=
:E tu diglielo= rispose perentoria. :&[ che me ne torno a casa. 0- non voglio pi* viverci. 9oglio vivere con te ed En#o.= :7 un po) pi* complicato di cos+= spiegò &enn', schiarendosi la voce. :Tu diglielo= ripet! ra$$iosa. :0iglielo e $asta<= :;o, %ualcuno mi ha accusato di avere fatto una cosa molto $rutta...= :&iglielo e $asta.= :Bualcuno ha detto che ho fatto una cosa molto $rutta. E anche se io so che non vero, adesso devo andare in tri$unale e dimostrare a tutti che non l)ho fatta.= ;o ci pensò un po) su. :Sono stati i nonni8= chiese. Fna domanda precisa come un raggio laser. Ero davvero impressionato. :Non...= provò a rispondere &enn'. :No, no, non sono stati loro. "erò... lo sanno.= :1i sono fatta volere troppo $ene da loro= disse ;o con un filo di voce, lo sguardo $asso sulla sua coppetta di gelato sciolto. :&ovevo comportarmi male. &ovevo fare in modo che non mi volessero tenere.= :No, tesoro, no= rispose &enn' sgomento. :Non dire cos+. Tu sei una stellina, e le stelle non devono mai smettere di $rillare. Sistemerò tutto io. Te lo prometto.= ;o scrollò il capo, sen#a incrociare il suo sguardo. apendo che la conversa#ione era finita, &enn' le prese la coppetta, la svuotò del gelato rimasto e cominciò a lavare i piatti. 1i dispiaceva per tutti e due, ma soprattutto per ;o, che si trovava sempre ad affrontare situa#ioni piene di sottiglie##e incomprensi$ili con la sua limitata esperien#a, cariche com)erano delle aspettative opposte di %uanti le stavano intorno e lottavano per la suprema#ia, come rampicanti intrecciati su un graticcio. on aria triste, se ne andò nella sua stan#a a giocare con gli animali che aveva lasciato l+. "i* tardi, il campanello suonò e &enn' andò ad aprire. Era 1arG Cein. :7 ora= annunciò. &enn' annu+ e chiamò ;o. :Buesta stata una grandissima vittoria per noi, &ennis= commentò 1arG. :Significa molto. 0o capisci, vero8= &enn' annu+, ma era triste. ome ;o. :Fn fine settimana su due tua, dal venerd+ dopo la scuola alla domenica dopo cena= disse 1arG. :E ogni mercoled+, la vai a prendere dopo la scuola e la riporti prima delle otto, d)accordo8= :&)accordo= rispose &enn'. 1arG lo guardò a lungo sen#a dire una parola. :a##o, %uanto sono orgoglioso di te= esclamò alla fine. :Non ho idea di cosa ti frulli per il cervello, ma sei un vero com$attente, ca##o.= &enn' trasse un respiro profondo. :Sono fatto cos+= convenne.
E 1arG Cein si portò via ;o. Era appena tornata e gi- se ne andava. 1i ci volle un po) di tempo per capire cosa stava succedendo, ma poi arrivai alla conclusione che l)udien#a di %uella mattina non era per il processo di &enn', ma per la custodiaD un)udien#a rimandata pi* volte e che %uindi era stata posticipata di mesi, perch! gli avvocati dovevano andare con la famiglia nelle loro case di 0ope# Island o perch! il giudice doveva andarsene nel suo ranch di le Elum. 1i sentivo traditoD sapevo che %uelle persone, %uei fun#ionari del tri$unale, non avevano la minima idea dei sentimenti di cui ero stato testimone %uella sera a tavola. Se avessero saputo di cosa si trattava, avre$$ero fermato tutto, cancellato ogni loro impegno, per risolvere in fretta la nostra situa#ione. In realt-, avevamo compiuto solo il primo passo. 0)ordine restrittivo era stato revocato. &enn' si era con%uistato il diritto di visita. 1a ;o era ancora sotto la custodia dei 2emelli attivi. &enn' era ancora sotto processo per un)accusa che non meritava. Non era stato risolto niente. E tuttavia li avevo visti insieme. 0i avevo visti guardarsi negli occhi e ridere contenti. Il che raffor#ava la mia fede nell)e%uili$rio dell)universo. E per %uanto mi rendessi conto che avevamo superato con successo solo la prima curva di una lunga corsa, sentivo che le cose si mettevano $ene per noi. &enn' non era tipo da commettere errori, e con le gomme nuove e il ser$atoio pieno, si sare$$e rivelato un avversario formida$ile per chiun%ue intendesse sfidarlo. [eBookLove - eBL 062]
41 0e gare sprint hanno un)intensit- e un furore straordinari. Nelle cin%uecento miglia sono in gioco strategie e a$ilit- incredi$ili. 1a per un vero pilota, la vera corsa la resisten#a. Otto, dodici ore. 9enti%uattro. O addirittura venticin%ue. Ecco a voi uno dei nomi dimenticati della storia dell)automo$ilismo6 0uigi hinetti. hinetti era un pilota instanca$ile che partecipò a tutte le gare automo$ilistiche di 0e 1ans dal 345M al 34V5. 7 noto soprattutto per essere stato il primo a vincere una M Ore di 0e 1ans con una Cerrari, nel 344. hinetti guidò per pi* di ventitr! ore e me##a su venti%uattro. "er venti minuti lasciò il controllo della macchina al suo copilota, "eter 1itchellThompson, il proprietario della vettura, un $arone sco##ese. Tutto l+. Esclusi %uei venti minuti, hinetti guidò per tutte le venti%uattro ore della corsa. E vinse. "ilota, meccanico e uomo d)affari geniale, in seguito 0uigi hinetti convinse la Cerrari a vendere le proprie auto negli Stati Fniti e ad affidargli la prima ( e per molti anni unica ( concessionaria Cerrari negli Fsa. 9endeva costose macchine rosse a gente ricchissima che spendeva tantissimi soldi per %uei giocattoli. hinetti tenne sempre segreta la lista dei suoi clienti, sfuggendo alle luci a$$aglianti dell)ostenta#ione. Fn grand)uomo, 0uigi hinetti. apace, sveglio e intraprendente. 1or+ nel 344 all)et- di novantatr! anni. Spesso mi domando chi sia, adesso, chi possieda la sua anima. Fn $am$ino ha coscien#a della propria eredit- spirituale, del proprio pedigree8 Ne du$ito. 1a da %ualche parte c) un $am$ino che si sorprende della propria resisten#a, del proprio acume, delle proprie a$ilit- manuali. &a %ualche parte c) un $am$ino che ottiene con facilit- %uello che normalmente richiede grande impegno. E l)anima di %uesto $am$ino, finora ignaro del proprio passato ma con un cuore che ancora $atte per l)emo#ione della corsa, si risveglia. E tra di noi si fa strada un nuovo campione.
42 ome fa presto. ome fa presto a passare un anno, nient)altro che un $occone di ci$o strappato alle fauci dell)eternit-. ome fa presto. I mesi si susseguirono uno dopo l)altro sen#a grandi sconvolgimenti, relativamente parlando, finch! un altro autunno non fu alle porte. 1a %uasi niente era cam$iato. Tutti presi dal loro tran tran, gli avvocati proseguivano il loro $alletto, impegnati in %uello che per loro era solo un gioco. Non per noi, però. &enn' prendeva ;o, come sta$ilito, un fine settimana su due e tutti i mercoled+ pomeriggio. 0a portava a visitare luoghi d)interesse culturale. 1usei. Esposi#ioni scientifiche. 0o #oo e l)ac%uario. 0e insegnava le cose. E a volte, in missione segreta, ci portava ai goGart. Ah. I Gart elettrici. Buando ce la portò la prima volta, ;o era grande appena a sufficien#a da salirci. Ed era $rava. ap+ su$ito come fun#ionavano, %uasi fosse nata per guidarli. Cece presto. ome fece presto. "oche istru#ioni e si mise al volante, infilò i capelli $iondi nel casco, si allacciò la cintura e part+. Sen#a paura. Sen#a esita#ione. Sen#a aspettare. :0a porti a Spana/a'8= chiese a &enn' l)addetto alla pista dopo %uello che per ;o era il primo giro in assoluto. Spana/a' era un posto pi* a sud, dove spesso i $am$ini praticavano il Garting su un circuito all)aperto. :No= rispose &enn'. :"erch! ti fare$$e un culo cos+= scher#ò il raga##o. :Ne du$ito= fece &enn' ridendo. Il raga##o gettò un)occhiata nervosa all)orologio. 2uardò attraverso i vetri di prote#ione i ti#i addetti alla cassa. Era met- pomeriggio, lontano dalla calca dell)ora di pran#o e ancora presto per il movimento della sera. A parte noi non c)era nessunoD mi avevano fatto entrare solo perch! c)ero gi- stato prima e non avevo mai dato pro$lemi. :Allora fatti un giro= disse il raga##o. :Se vince lei, paghi. Se vinci tu, non paghi.= :i sto= rispose &enn', afferrando uno dei caschi dalla rastrelliera, perch! non si era preso la $riga di portarsi il suo. ominciarono la gara, parten#a volante, e &enn' lasciò a ;o un leggero vantaggio, ci andò piano. "er diversi giri le rimase alle costole, incollato alle sue ruote posteriori, per farle sapere che era l+. "oi tentò di sorpassarla. E lei gli chiuse la porta in faccia. 0ui ci riprovò. E lei gli chiuse di nuovo la porta.
E poi ancora, ma niente da fare. Era come se sapesse sempre dove si trovava. A $ordo di un Gart sen#a specchietti. on indosso un casco che non permetteva alcuna visione periferica. Sentiva dov)era. 0o sapeva. Appena lui faceva una mossa, lei immanca$ilmente lo chiudeva. onsiderate che lei aveva un notevole vantaggio, con i suoi ventisette chili di peso contro i sessantotto di lui. 7 una $ella differen#a nel Garting. 1a comun%ue... onsiderate che lui era un pilota semiprofessionista di trent)anni e lei una neofita di sette. onsiderate le possi$ilit-. i passò lei sotto la $andiera a scacchi, che &io la $enedica, la piccolina. "assò sotto la $andiera e $att! il suo vecchio. E io ero cos+ felice. Ero cos+ felice che non mi importò dover aspettare in macchina %uando andarono all)And')s &iner a mangiare patatine e a $ere mil8 sha8e. ome fece &enn' a reggere tutto %uesto calvario8 Ecco come6 aveva un segreto. Sua figlia era pi* veloce, pi* sveglia, migliore di lui. E per %uanto i 2emelli attivi potessero aver limitato le sue possi$ilit- di vederla, %uando gli era concesso riceveva tutta l)energia di cui aveva $isogno per non perdere d)occhio la meta.
43 :Non mi piace dover fare %uesto discorso= disse 1arG Cein appoggiandosi allo schienale della sedia di ferro fino a farla cigolare per lo sfor#o. :E mi tocca farlo tr oppo spesso.= &i nuovo primavera. 9ictrola. Occhi color cioccolato. Io dormivo ai piedi del mio padrone sul marciapiede della Cifteenth Avenue, che era stato scaldato dal sole come una pietra ollare. &ormivo spaparan#ato, al#avo a malapena la testa per accogliere le care##e occasionali dei passanti che, per certi versi, volevano tutti assomigliare un po) pi* a me, in grado di sonnecchiare al sole sen#a sensi di colpa, sen#a preoccupa#ioni. Non sapevano che, in realt-, ero piuttosto agitato, come sempre durante i nostri incontri con 1arG. :Sono pronto= lo incoraggiò &enn'. :Soldi.= &enn' annu+ e sospirò. :o saltato %ualche parcella.= :1e ne devi una $arca, &ennis= chiar+ 1arG. :Cinora ho lasciato correre, ma adesso devo darci un taglio.= :0ascia correre ancora per un mese= chiese &enn'. :Non posso, amico.= :S+, che puoi= rispose &enn' deciso. :S+. "uoi.= 1arG sorseggiò il latte macchiato. :i sono gli investigatori. 2li specialisti della macchina della verit-. 2li assistenti. Il personale di supporto. Io %uesta gente la devo pagare.= :1arG= disse &enn'. :Ti sto chiedendo un favore. &ammi trenta giorni.= :Ti salderanno tutto8= chiese 1arG.
:Trenta giorni.= 1arG fin+ di $ere e si al#ò. :&)accordo. Trenta giorni. Il nostro prossimo incontro sar- al af! 9ita.= :"erch! al af! 9ita8= chiese &enn'. :I miei occhi color cioccolato. Sono passati a una miscela di caff pi* ricca. Sta al af! 9ita, adesso, %uindi il nostro prossimo incontro sar- l+. Sempre che tu saldi il de$ito. Trenta giorni.= :"agherò= disse &enn'. :Tu continua a lavorare.=
44 0a solu#ione era stata suggerita da 1arG Cein6 se &enn' avesse rinunciato ai suoi diritti su ;o, le incrimina#ioni sare$$ero svanite. Ecco cosa aveva detto 1arG. Tutto %ui. Ovviamente era solo una supposi#ione, la sua. Non che i 2emelli attivi gliel)avessero detto apertamente, ma per esperien#a sapeva che era cos+. "erch! il fatto che la madre della raga##a fosse cugina di Trish gli confermava %uest)ipotesi. E anche perch! fin dalle prime udien#e, il loro avvocato aveva messo in chiaro che 1a@/ell e Trish non speravano che &enn' finisse in prigione per il suo reato. 9olevano solo che fosse schedato per molestie sessuali. I colpevoli di molestie sessuali non ottengono la custodia delle loro $am$ine. :Sono molto su$doli= notò 1arG. :E anche molto $ravi.= :>ravi %uanto te8= domandò &enn'. :Nessuno $ravo %uanto me. 1a loro sono $ravi.= A un certo punto, 1arG arrivò persino a suggerire a &enn' che forse la cosa migliore per ;o era che stesse con i nonni, poich! loro sare$$ero stati in grado di offrirle un)infan#ia agiata e, a tempo de$ito, di pagarle il college. Inoltre, aggiunse, se &enn' non avesse dovuto occuparsi da solo di ;o, avre$$e potuto accettare incarichi da istruttore e pilota al di fuori dello stato, e anche partecipare a gare automo$ilistiche in tutto il mondo, se voleva. 1arG gli fece notare che un $am$ino ha $isogno di un am$iente familiare sta$ile, e %uesto secondo lui lo si otteneva pi* facilmente vivendo in una sola casa e fre%uentando sempre la stessa scuola, meglio se in un %uartiere residen#iale, o in %ualche istituto privato in citt-. Assicurò anche a &enn' che non avre$$e accettato nessun accordo che non gli offrisse diritti di visita generosi. "assò parecchio tempo a cercare di convincerlo di %ueste verit-. Io non ero d)accordo. erto, capivo che un pilota dev)essere egoista. Bualsiasi successo ad alto livello richiede sempre egoismo. 1a che 1arG Cein consigliasse a &enn' di anteporre le proprie necessit- a %uelle della famiglia perch! non era possi$ile riuscire in entram$i i campi era semplicemente s$agliato. 1olti di noi si sono convinti che il compromesso sia inevita$ile per raggiungere i nostri o$iettivi, che raggiungerli tutti sia impossi$ile e che %uindi si de$$ano eliminare %uelli non pertinenti, sta$ilire una priorit- dei desideri e non chiedere la luna. 1a &enn' si rifiutò di accettare %uest)idea. 9oleva sua figlia e voleva la sua carriera di pilota e si rifiutava di rinunciare all)una per avere l)altra. 0e cose cam$iano rapidamente in pista. Ricordo %uando assistetti a una delle gare di &enn', una volta che l)avevo accompagnato al circuito ed ero stato affidato ai mem$ri della scuderia. &alla nostra posi#ione vicino al traguardo, a un giro dalla fine, vedemmo
che &enn' era ter#o, dietro ad altre due macchine. i passarono davanti e %uando ricomparvero per passare sotto la $andiera a scacchi, &enn' era solo. 9inse la gara. Buando gli chiesero come avesse fatto a superare le due vetture nell)ultimo giro, lui si limitò a sorridere e a dire che, %uando aveva visto lo starter agitare un dito per segnalare che era l)ultimo giro, aveva avuto un flash e si era detto6 :9incerò %uesta corsa=. Fno dei piloti davanti a lui era uscito di pista, l)altro aveva $loccato le ruote in frenata e aveva offerto un agile varco per il sorpasso. :Non mai troppo tardi= disse &enn' a 1arG. :0e cose cam$iano.= 9erissimo. 0e cose fanno presto a cam$iare. E, come per dimostrarlo, &enn' vendette la nostra casa. Non avevamo pi* soldi. 0)avevano prosciugato. 1arG aveva minacciato di smettere di occuparsi della sua difesa. A &enn' non restavano molte altre alternative. Noleggiò un camion della Faul per fare il trasloco, chiamò a raccolta i suoi amici, e un fine settimana di %uell)estate trasferimmo tutto %uello che avevamo dalla nostra casa con giardino nel entral &istrict a un $ilocale di apitol ill. Amavo la nostra casa. Non era grande, lo so. &ue camere da letto e un solo $agno. E il giardino era troppo piccolo perch! ci si potesse fare una $ella corsa. E di notte a volte gli auto$us facevano un gran rumore. 1a mi ero affe#ionato al mio posticino in soggiorno, sul par%uet di legno che d)inverno era $ello caldo, %uando il sole filtrava dalla finestra. E mi piaceva passare dallo sportellino che &enn' mi aveva installato nella porta, perch! potessi avventurarmi in giardino %uando volevo. Buando &enn' era al lavoro, nelle giornate fredde e piovose uscivo spesso sulla veranda dietro casa e mi sedevo a respirare l)aria aperta, a guardare i rami degli al$eri mossi dal vento e ad annusare la pioggia. 1a adesso non pi*. Era tutto finito. &a allora in poi, avrei trascorso le mie giornate in un appartamento dove la mo%uette odorava di prodotti chimici, le finestre coi$entate non facevano circolare l)aria e il frigorifero era troppo rumoroso e sem$rava faticare pi* del dovuto per tenere in fresco il ci$o. E dove non c)era la tv via cavo. 1a io cercavo di trovare comun%ue il lato positivo. Se mi infilavo nell)angolo tra il $racciolo del divano e la porta scorrevole di vetro del $alcone, che era troppo piccolo per essere considerato un vero e proprio $alcone, se mi incastravo in %uel punto, riuscivo a vedere al di l- degli edifici sul lato opposto della strada e, da una fessura, riuscivo a scorgere lo Space Needle, con i suoi piccoli ascensori di $ron#o che trasportavano i visitatori dalla terra al cielo veloci e instanca$ili.
45 &enn' saldò il de$ito con 1arG Cein. "oco dopo, 1arG fu nominato giudice del tri$unale distrettuale, una carica di cui so poco, eccetto che si tratta di una nomina a vita, che piuttosto prestigiosa e non si può rifiutare. &enn' trovò un altro avvocato che non dava appuntamento al af! 9ita o al af! 9ictrola, perch! non gli piacevano le raga##e con il piercing al sopracciglio e gli occhi color cioccolato. Se 1arG era una lettera >, l)avvocato nuovo era una lettera 0. Il signor 0a/rence. 0aconico, languido, lugu$re... 1arG era uno che faceva scintille, aveva il fuoco addosso. Buesto aveva delle orecchie enormi. hiese una sospensione, cosa che in am$ito giuridico puoi fare se hai $isogno di tempo per leggere tutte le carte.
E anche se ne capivo la necessit-, ero preoccupato. 1arG Cein si comportava con l)entusiasmo di chi ha gi- vinto la partita e aspetta educatamente che l)altro finisca di contare le fiches per scoprire %uanto ha perso. Il signor 0a/rence sar- stato anche molto capace, ma si comportava pi* come un segugio sen#a preda, con un)espressione tipo Kfammi sapere %uando sei prontoL dipinta sul volto triste. E se ci era sem$rato che la resa dei conti fosse vicina, di colpo %uella prospettiva si fece pi* remota, e ci ritrovammo di nuovo ad aspettare che gli ingranaggi della legge girassero, cosa che in realt- facevano, ma con estrema lente##a. "oco tempo dopo che il nostro nuovo rappresentante legale e$$e accettato di assistere &enn', ricevemmo altre $rutte noti#ie. I 2emelli attivi facevano causa a &enn' per gli alimenti di ;o. Igno$ili, era il termine che aveva usato 1arG Cein per descriverli. os+ adesso, oltre a portargli via la figlia, pretendevano pure che fosse lui a pagare il ci$o che le davano8 Il signor 0a/rence difese la loro a#ione dicendo che, per %uanto spietata, era una tattica legittima. "ose a &enn' %uesta domanda6 :Il fine giustifica sempre i me##i8=. E poi si diede la risposta6 :"er loro s+, a %uanto pare.=. o un amico immaginario. 0o chiamo Re arma. So che il Garma una delle for#e di %uesto universo, e che persone come i 2emelli attivi riceveranno la puni#ione Garmica per le loro a#ioni. So che la giusti#ia Garmica si compir- %uando l)universo lo riterropportuno, e che potre$$e non accadere in %uesta vita, ma in %uella successiva o in %uella dopo ancora. 0)attuale coscien#a dei 2emelli attivi potre$$e non su$ire mai l)attacco del Garma in cui sono incorsi, ma di sicuro lo su$iranno le loro anime. Buesto concetto mi chiaro. "erò non mi piace. E per %uesto il mio amico immaginario mi fa dei favori. Se ti comporti male con %ualcuno, Re arma scende in picchiata gi* dal cielo e ti copre di improperi. Se prendi a pedate %ualcuno, Re arma s$uca di colpo da un vicolo e ti restituisce le pedate. Se sei perfido e crudele, Re arma ti infligge una puni#ione adeguata. 0a notte, prima di dormire, parlo con il mio amico immaginario e lo mando dai 2emelli attivi a fare giusti#ia. Non sar- un granch!, ma altro non posso fare. Ogni notte, Re arma li punisce con incu$i tremendi, in cui sono inseguiti sen#a tregua da un $ranco di cani ra$$iosi finch! non si svegliano di soprassalto, sen#a riuscire a riprendere sonno. [eBookLove - eBL 062]
4$ Cu un inverno particolarmente difficile per me. Saranno state le scale del pala##o in cui a$itavamo. O magari il mio difetto genetico che cominciava a farsi sentire. O forse ero solo stanco di essere un cane. &esideravo tanto a$$andonare %uesto corpo, li$erarmene. "assavo le mie giornate tristi e solitarie a guardare le persone che camminavano gi* in strada, tutte dirette da %ualche parte, tutte con una meta importante. E io non ero nemmeno capace di aprire la porta per andare a salutarle. E se anche ci fossi riuscito, con la mia lingua da cane non sarei stato in grado di spiccicare parola. Non sarei stato capace di stringere loro la mano. Buanto avrei voluto parlare con %uelle persone, coinvolgerle< 9olevo essere partecipe, non solo spettatoreD volevo giudicare il mondo che mi circondava, non essere solo l)amico da cui trarre conforto.
Ripensandoci, posso dirvi che fu il mio stato d)animo, il mio atteggiamento verso la vita a far s+ che io e %uella macchina fossimo attratti l)uno verso l)altra. iò che manifestiamo davanti a noi. Buella sera stavamo tornando tardi da 9olunteer "arG, allungando il nostro $reve giro per via delle particolari condi#ioni atmosferiche. Non faceva n! troppo caldo n! troppo freddo, soffiava una leggera $re##a e dal cielo scendeva la neve. Ricordo che %uella neve mi tur$ava. Seattle pioggia, fredda o calda che sia. Seattle pioggia, non neve. i sono troppe colline perch! la citt- possa reggere il disagio della neve. Eppure nevicava. &enn' mi lasciava spesso tornare a casa dal parco sen#a guin#aglio, ma %uella sera mi allontanai troppo da lui. 2uardavo i fiocchi che cadevano e si raccoglievano in uno strato sottile sul marciapiede e sulla strada davanti a me, la Tenth Avenue, priva di macchine e di gente. :Ehi, ;o<= chiamò. 1i fischiò, con %uel suo fischio acuto. Io al#ai lo sguardo. Era sul lato opposto di Aloha Street. &oveva aver attraversato sen#a che me ne accorgessi. :9ieni %ui, $ello<= Si $att! il palmo sulla coscia e io, sentendomi lontano da lui, come se ci separasse una distan#a infinita e non una semplice strada a due corsie, mi $uttai in strada per raggiungerlo. All)improvviso gridò6 :No< Cermo<=. 0e gomme non stridettero, come fanno di solito. "er terra c)era un sottile strato di neve. Rimasero in silen#io, %uelle gomme. Crusciarono. E poi la macchina mi colp+. he stupido, pensai. Sono cos+ stupido. Sono il cane pi* stupido sulla faccia della terra, e ho il coraggio di sognare di diventare un uomo8 Sono uno stupido. :almo, $ello.= 0e sue mani erano sopra di me. alde. :Non ho visto...= :0o so.= :7 s$ucato di colpo...= :apisco $enissimo. o visto tutto.= &enn' mi sollevò e mi tenne in $raccio. :osa posso fare8= :Sono a parecchi isolati da casa. "esa troppo, non ce la faccio a portarlo in $raccio. "uoi accompagnarmi8= :erto, ma...= :ai cercato di fermarti. 0a strada coperta di neve.= :Non ho mai investito un cane prima d)ora.= :0)hai appena toccato.= :Non ci posso credere...=
:7 pi* spaventato che altro.= :Non ho mai investito...= :Buello che successo non ha importan#a= commentò &enn'. :"ensiamo a %uello che deve succedere adesso. Sali in macchina.= :S+= rispose il raga##o. Era solo un raga##ino. Fn adolescente. :&ove devo andare8= :9a tutto $ene= disse &enn', infilandosi sul sedile posteriore con me in $raccio. :Cai un $el respiro e muoviamoci.=
4% A'rton Senna non doveva morire. 1i venne in mente di colpo %uella sera mentre, gemendo per il dolore, ero sdraiato sul sedile posteriore della macchina di &enn' sulla strada per la clinica veterinaria. 1i venne in mente cos+, di punto in $ianco6 sul circuito del 2ran "remio di Imola, alla curva Tam$urello, Senna non doveva morire. Avre$$e potuto ritirarsi. Sa$ato, il giorno prima della corsa, Ru$ens >arrichello, amico e protetto di Senna, era rimasto gravemente ferito in un incidente. Fn altro pilota, Roland Rat#en$erger, era morto nel corso delle prove. Senna nutriva forti du$$i sulla sicure##a del tracciato. 0a domenica, il giorno della gara, aveva passato la mattinata a radunare gli altri piloti per creare un nuovo comitato per la sicure##a ed era stato eletto a capo del gruppo. &icono che fosse molto indeciso se disputare %uella gara, il 2ran "remio di San 1arino, e che stesse prendendo in seria considera#ione l)idea di smettere di correre proprio %uella domenica mattina. "er poco non smise. "er poco non si ritirò. 1a non lo fece. 2areggiò, %uel fatale primo giorno di maggio del 344. E %uando la sua vettura non ster#ò alla fatidica curva Tam$urello, nota per essere estremamente veloce e pericolosa, ma usc+ di pista a circa trecento chilometri all)ora andando a schiantarsi contro una $arriera di cemento, lui mor+ sul colpo, ucciso dal frammento di una sospensione che gli perforò il casco. O mor+ a $ordo dell)elicottero che lo portava in ospedale. O sulla pista, dopo essere stato estratto dalle lamiere. Enigmatico, A'rton Senna, nella morte come nella vita. A oggi, le circostan#e della sua morte sono ancora molto controverse. 0a se%uen#a filmata dalla telecamera di $ordo scomparve misteriosamente. I resoconti della sua morte erano contrastanti. Entrarono in $allo le politiche della C!d!ration Internationale de l)Automo$ile. 9a detto che in Italia, se un pilota muore in pista, vengono su$ito avviate le indagini sulla morte, e la corsa viene sospesa. 9a detto che se una corsa venisse sospesa a %uel modo, ci rimettere$$ero tutti un sacco di soldi, CIA, sponsor, circuito, televisione e via dicendo. Il commercio ne soffrire$$e. 1entre se il pilota dovesse morire in elicottero, per esempio in viaggio verso l)ospedale, la corsa potre$$e proseguire. 9a anche detto che la prima persona a raggiungere Senna dopo lo schianto, Sidne' ?atGins, dichiarò6 :0o estraemmo dall)a$itacolo e lo posammo a terra. Su$ito dopo lui sospirò e, anche se sono un agnostico convinto, sentii che la sua anima lo a$$andonava proprio in %uel momento=. Bual la verit- sulla morte di A'rton Senna, che aveva solo trenta%uattro anni8
Io la so, e adesso ve la dico. Cu ammirato, amato, acclamato, omaggiato, rispettato. Nella vita come nella morte. A'rton Senna , stato e sar- sempre un grand)uomo. 7 morto %uel giorno perch! il suo corpo aveva assolto il suo compito. 0a sua anima aveva fatto %uello che era previsto facesse, imparato %uello che era previsto imparasse, e a %uel punto era li$era di andarsene. E mentre &enn' mi portava a tutta velocit- dal medico che mi avre$$e rimesso in sesto, io sapevo di non aver ancora portato a termine %uanto mi ero ripromesso di portare a termine %ui sulla terra, di non aver ancora imparato tutto %uello che dovevo imparare, altrimenti sarei sceso dal marciapiede un attimo dopo e la macchina mi avre$$e ucciso all)istante. 1a non ero morto. "erch! non avevo ancora finito. Avevo ancora del lavoro da fare.
4& Ingressi separati per cani e gatti. Ecco la cosa che ricordo meglio. E poi un altro ingresso per gli animali infetti, sen#a distin#ione di specie. A %uanto pare, cani e gatti %uando sono infetti sono uguali. Ricordo che il medico mi tastò le anche e io provai dolore. "oi mi fece un)inie#ione e dormii come un sasso. Buando mi svegliai ero ancora intontito, ma il dolore era passato. Sentivo frammenti di conversa#ione. Termini %uali :displasia=, :artrite cronica= e :frattura composta dell)osso pelvico=. E ancora :intervento di protesi=, e poi :chirurgia di salvataggio=, :saldatura= e :soglia del dolore=, :calcifica#ione= e :fusione=. E poi il mio preferito6 :vecchio=. &enn' mi portò in sala d)aspetto e mi adagiò sulla mo%uette marroneD %uella stan#a cupa aveva un che di rassicurante. 0)assistente gli parlò, usando altre parole che mi disorientarono, confuso com)ero per via dei farmaci. :Radiografia.= :Sedativo.= :9isita e diagnosi.= :Inie#ione di cortisone.= :Antidolorifici.= :Tariffa notturna.= E, naturalmente, :ottocentododici dollari=. &enn' gli diede una carta di credito. Si inginocchiò e mi accare##ò la testa. :2uarirai, ;o= disse. :Ti sei rotto l)osso pelvico, ma si aggiuster-. &ovrai solo stare un po) a riposo e poi tornerai come nuovo.= :Signor S/ift8= &enn' si al#ò e tornò al $ancone. :0a sua carta non stata accettata.= &enn' si irrigid+. :Non possi$ile.= :Ne ha un)altra8= :Tenga.= 2uardarono tutti e due la macchinetta $lu per le carte di credito, e dopo %ualche istante l)assistentescosse la testa. :a superato il limite di credito.= &enn' aggrottò la fronte e tirò fuori un)altra carta.
:Buesto il $ancomat. Cun#iona di sicuro.= Aspettarono ancora. Stesso risultato. :1i sem$ra strano= commentò &enn'. Sentivo che gli stava venendo l)affanno, che il $attito del cuore accelerava. :o appena depositato lo stipendio. Corse l)assegno non stato ancora accreditato.= &al retro comparve il dottore. :Bualche pro$lema8= domandò. :2uardi, ho %ui trecento dollari. Buando ho depositato l)assegno dello stipendio, ne ho prelevata una parte in contanti. Tenga.= &enn' gli sventolò le $anconote in faccia. :"ro$a$ilmente hanno $loccato il resto dell)assegno in attesa che sia accreditato, non so= spiegò con la voce alterata dal panico. :In %uel conto i soldi ci sono, ne sono certo. Altrimenti domattina posso trasferirne un po) dal conto in cui tengo i risparmi.= :Si calmi, &enn'= lo rassicurò il dottore. :Sono certo che si tratta di un semplice malinteso.= Rivolgendosi all)assistente ordinò6 :Caccia pure una ricevuta al signor S/ift per i trecento dollari, e lasci scritto a Susan di adde$itare la differen#a sulla carta domattina=. 0)assistente allungò una mano e prese i soldi di &enn', che lo osservò da vicino mentre scriveva la ricevuta. :"osso tenerne venti8= chiese poi, titu$ante. 9idi che gli tremava il la$$ro. Era esausto, agitato e im$ara##ato. :&evo mettere un po) di $en#ina nella macchina.= 0)assistente guardò il dottore che a$$assò lo sguardo, annu+ lievemente e si voltò per andarsene, augurando la $uonanotte da sopra la spalla. 0)assistente gli consegnò la ricevuta e una $anconota da venti dollari e &enn' mi portò alla macchina. Arrivammo a casa. &opo avermi messo sulla cuccia, &enn' si sedette nella stan#a $uia, illuminata solo dai lampioni della strada, e rimase a lungo con la testa fra le mani. :Non ce la faccio= disse. :Non ce la faccio pi*.= Al#ai gli occhi. Stava parlando con me. 1i stava guardando. :anno vinto loro= aggiunse. :9isto8= ome facevo a rispondere8 osa potevo dirgli8 :Non posso neanche permettermi di prendermi cura di te= mi disse. :Non posso permettermi la $en#ina per la macchina. Non ho pi* niente, En#o. Non rimasto niente.= Oh, %uanto avrei voluto saper parlare. Buanto avrei voluto avere i pollici. Avrei potuto prenderlo per il colletto della camicia, avrei potuto avvicinarmelo a tal punto da fargli sentire il mio fiato sulla pelle, e avrei potuto dirgli6 :7 solo un momento di crisi. Fn lampo< Fn fiammifero acceso nell)implaca$ile oscurit- del tempo< Sei stato tu a insegnarmi che non ci si deve mai arrendere. Sei stato tu a insegnarmi che ci sono sempre nuove occasioni per chi preparato, per chi pronto. &evi avere fede<=. 1a non potevo dirlo. "otevo solo guardarlo. :i ho provato= continuò.
0o disse perch! non poteva sentirmi. "erch! non aveva sentito una sola parola di %uello che avevo appena detto. "erch! sono un cane. :1i sei testimone= aggiunse. :i ho provato.= Se solo le #ampe posteriori mi avessero retto. Se solo avessi potuto al#are le mani e stringerlo. Se solo avessi potuto parlargli. :E non ho finito di farti da testimone= avrei detto. :ontinuo anche adesso<= E lui avre$$e capito cosa intendevo. Se ne sare$$e reso conto. 1a non poteva sentirmi. "erch! sono %uello che sono. E cos+ si prese di nuovo la testa fra le mai e rimase l+, seduto. Non servivo a niente. Era solo.
4' "assarono giorni. Fna settimana, forse due. Non lo so. &opo il crollo di &enn', mi importava $en poco del tempoD &enn' sem$rava malato, era privo di energia, di for#a vitale, e io pure. A un certo punto, %uando le anche mi davano ancora fastidio ( non era passato a$$astan#a tempo perch! fossero guarite, ma a$$astan#a perch! il dolore non fosse pi* cos+ acuto ( andammo a casa di 1iGe e Ton'. Non a$itavano lontano da noi. 0a loro casa era piccola, ma rifletteva un reddito $en diversoD Ton' si era trovato nel posto giusto al momento giusto, mi aveva detto &enn' una volta, e non avre$$e pi* dovuto preoccuparsi dei soldi. 0a vita fatta cos+. Il manifestare fatto cos+. 0a macchina va dove vanno gli occhi. Eravamo seduti in cucina, &enn' aveva davanti una ta##a di t e una cartellina. Ton' non c)era. 1iGe camminava avanti e indietro nervoso. :7 la decisione giusta, &en= disse 1iGe. :ai tutto il mio sostegno.= &enn' non si muoveva, non diceva una parola, si limitava a fissare la cartellina con sguardo spento. :Sei giovane= continuò 1iGe. :Buesto il tuo momento. I principi sono importanti, ma anche la tua vita lo . E la tua reputa#ione.= &enn' annu+. :0a/rence riuscito a farti ottenere %uello che volevi, giusto8= &enn' annu+. :Stessi orari di visita ma con due settimane in estate e una durante le vacan#e di Natale, pi* le vacan#e scolastiche di fe$$raio8= domandò 1iGe. &enn' annu+. :E non devi pi* pagare gli alimenti. 0a metteranno in una scuola privata di 1ercer Island. E le pagheranno il college.= &enn' annu+.
:E si accontentano di un)accusa di maltrattamento con li$ert- vigilataD niente reato sessuale sulla fedina.= &enn' annu+. :&enn',= continuò 1iGe in tono serio :sei un tipo intelligente. Fno dei pi* intelligenti che a$$ia mai conosciuto. 0asciamelo dire, %uesta una decisione intelligente. 0o sai, vero8= "er un attimo &enn' sem$rò confuso, studiò il piano del tavolo, si esaminò le mani. :1i serve una penna= disse. 1iGe allungò una mano verso il tavolino del telefono e gliene passò una. &enn' esitò, la mano a me##)aria sopra i documenti. Al#ò lo sguardo verso 1iGe. :1i sento come se mi avessero aperto la pancia, 1iGe. ome se mi avessero aperto e tolto l)intestino e dovessi andarmene in giro per il resto dei miei giorni con un sacchetto per la merda. "er il resto dei miei giorni con %uesto sacchetto di plastica pieno di merda legato in vita con attaccato un tu$icino, cos+ tutte le volte che vuoterò il sacchetto nella ta##a del cesso, penserò a %uando mi hanno aperto la pancia e sventrato, mentre io me ne stavo sdraiato con un sorriso spento stampato sulla faccia e dicevo6 K>e), almeno non sono al verdeL.= 1iGe sem$rava in difficolt-. :7 dura= ammise. :S+= convenne &enn'. :7 dura. >ella penna.= &enn' la sollevò. Era una di %uelle penne ricordo che nel cappuccio di plastica hanno del li%uido con una figurina che scorre. :0o #oo di ?oodland "arG= disse 1iGe. Osservai pi* da vicino. Il cappuccio della penna. Fna piccola savana di plastica. E la figurina che scorreva8 Fna #e$ra. Buando &enn' impugnò la penna, la #e$ra attraversò la savana di plastica. 0a #e$ra ovun%ue. All)improvviso capii. 0a #e$ra. Non %ualcosa al di fuori di noi. 0a #e$ra %ualcosa dentro di noi. 0e nostre paure. 0a nostra tenden#a all)autodistru#ione. 0a #e$ra la parte peggiore di noi, %uando affrontiamo i nostri momenti pi* cupi. Il demone siamo noi< &enn' avvicinò la punta della penna al foglio, e io vidi la #e$ra scorrere, avan#are lentamente verso la linea tratteggiata e mi resi conto che non era &enn' a firmare. Era la #e$ra< &enn' non avre$$e mai rinunciato a sua figlia in cam$io di %ualche settimana di vacan#a in estate e dell)esen#ione dagli alimenti< Ero vecchio. &i recente ero stato investito da un)auto. Eppure feci appello a tutte le mie risorse, e l)antidolorifico che &enn' mi aveva somministrato poco prima fece il resto. Sollevai le #ampe e gliele posai sulle gam$e. Allungai il muso. E poi mi ritrovai in piedi sulla porta della cucina, con i fogli in $occa e &enn' e 1iGe che mi guardavano esterrefatti. :En#o<= mi intimò &enn'. :1ettili gi*<= Io mi rifiutai. :En#o< 2i*<= gridò. Scossi la testa.
:9ieni %ui, $ello<= disse 1iGe. 1i voltai verso di lui6 aveva in mano una $anana. Se &enn' recitava la parte del poli#iotto cattivo, lui ci provava con %uella del poli#iotto $uono. Non era per niente corretto. Sapeva %uanto mi piacessero le $anane. 1a io mi rifiutai. :En#o, vieni su$ito %ui<= urlò &enn', e si lanciò su di me. Riuscii a sfuggirgli. Era un inseguimento a $assa velocit-, %uesto sicuro, impedito com)ero nei movimenti. 1a sempre di inseguimento si trattava. E io facevo le finte, scansavo, scivolavo, sfuggivo alla presa di mani che tentavano di prendermi per il collare. Riuscii a tenerli lontani. Avevo sempre i documenti, persino %uando mi misero all)angolo in soggiorno. "ersino %uando riuscirono %uasi ad acchiapparmi e a strapparmi i fogli dalle mascelle, avevo ancora una chance. Ero in trappola, lo so. 1a &enn' mi aveva insegnato che la corsa non finisce finch! non sventola la $andiera a scacchi. 1i guardai intorno e mi accorsi che una delle finestre era aperta. Non di molto, e c)era pure la #an#ariera, ma che fosse aperta era gi- a$$astan#a. Ignorando il dolore, mi lanciai. on tutte le mie for#e, mi $uttai. 1i aprii un varco, mi scaraventai contro la #an#ariera che si s%uarciò e all)improvviso mi ritrovai dall)altra parte, sulla veranda, e di l+ scappai nel giardino dietro casa. 1iGe e &enn' uscirono di corsa dalla porta sul retro, ansimanti, ma sen#a inseguirmi. In realt-, sem$ravano piuttosto colpiti dalla mia prode##a. :Si $uttato= disse 1iGe, sen#a fiato. :&alla finestra= aggiunse &enn', completando la frase. S+, proprio cos+, mi ero $uttato. :Se l)avessimo filmato, adesso potremmo vincere diecimila dollari ad America’s 2unniest )ome @ideos= commentò 1iGe. :&ammi i fogli, En#o= disse &enn'. Tenendoli in $occa li agitai con violen#a. 1iGe rise del mio rifiuto. :Non c) niente da ridere= lo ammon+ &enn'. :Fn po) s+= si difese 1iGe. :&ammi %uei fogli= ripet! &enn'. 0i lasciai cadere a terra davanti a me e ci #ampettai sopra. Raspai. ercai di seppellirli. 1iGe rise di nuovo. &enn' invece era infuriatoD mi fulminò con gli occhi. :En#o= disse. :Ti avverto.= he potevo fare8 Non ero stato a$$astan#a chiaro8 Non l)avevo trasmesso, il messaggio8 os)altro c)era che potessi fare8 Fna cosa c)era. Al#ai la #ampa posteriore e urinai sui fogli. I gesti sono tutto ciò che ho.
Buando videro cos)avevo fatto, non poterono pi* trattenersiD scoppiarono a ridere. Tutti e due. Ridevano cos+ forte. Erano anni che non vedevo &enn' ridere cos+. &iventarono paona##i. Non riuscivano %uasi a respirare. addero in ginocchio e continuarono a ridere finch! non ne poterono pi*. :&)accordo, En#o= disse &enn'. :9a $ene.= Allora mi avvicinai, lasciando i documenti in#uppati di urina sull)er$a. :hiama 0a/rence= gli sugger+ 1iGe. :Te li ristampa, cos+ potrai firmarli.= &enn' si al#ò. :No= rispose. :Sono d)accordo con En#o. Sul loro accordo ci piscio sopra anch)io. 1e ne infischio se da parte mia sare$$e pi* intelligente firmarlo. Non ho fatto niente di male e non voglio mollare. Non mollerò mai.= :Saranno furi$ondi= sospirò 1iGe. :he vadano a farsi fottere= rispose &enn'. :&a %uesta storia voglio uscire vincitore, a costo di rimanere a secco all)ultimo giro. 1a non mollo. 0)ho promesso a ;o. Non mollo.= Fna volta a casa, &enn' mi fece un $agno e mi strofinò con l)asciugamano finch! non fui asciutto. "oi accese la tv in soggiorno. :Bual la tua preferita8= chiese, guardando lo scaffale con tutte le videocassette che conservava, tutte le corse che ci piaceva guardare insieme. :Ah, eccone una che ti piace.= Cece partire il nastro. A'rton Senna al 2ran "remio di 1onaco del 34Q, che fendeva la pioggia all)inseguimento del pilota in testa, Alain "rost. Senna l)avre$$e vinta %uella corsa, se non l)avessero annullata per le condi#ioni meteoD %uando pioveva, su Senna non pioveva mai. 2uardammo insieme la corsa tutta d)un fiato, fianco a fianco, &enn' e io.
5( Buando arrivò l)estate del mio decimo compleanno la nostra vita aveva raggiunto un certo e%uili$rio, anche se non poteva dirsi completa. ontinuavamo a vedere ;o a fine settimana alterniD era molto cresciuta in %uell)ultimo periodo, e non perdeva occasione per contestare un principio, mettere in discussione una teoria o proporre un parere di fronte al %uale &enn' sorrideva orgoglioso. &opo l)incidente, le mie anche non erano guarite del tutto, ma non avevo nessuna inten#ione di far spendere altri soldi a &enn', come era successo %uella volta alla clinica veterinaria. Sopportavo il dolore, che certe notti mi impediva di dormire. e la mettevo tutta per reggere il ritmo della vitaD ero molto limitato nei movimenti e non riuscivo a procedere al galoppo, ma al trotto me la cavavo ancora $ene. E l)impressione che davo era $uona, visti i commenti occasionali di chi conosceva la mia storia6 mi trovavano pimpante, e aggiungevano che in genere i cani fanno presto a guarire e si adattano facilmente alle proprie menoma#ioni. I soldi erano un continuo pro$lema, perch! &enn' doveva passare parte della $usta paga ai 2emelli attivi, e il signor 0a/rence, il ligio legale, esigeva sempre il saldo dei pagamenti. "er fortuna i capi di &enn' erano generosi e gli permettevano di cam$iare spesso orario perch! potesse partecipare ai vari incontri e lavorare come istruttore di
guida alla "acific Race/a's, un)occasione per guadagnare velocemente %ualcosa in pi* con cui pagarsi la difesa. Buando insegnava alla scuola di guida a volte &enn' mi portava con s! al circuito, e anche se non mi era mai permesso salire in macchina con lui, mi piaceva starmene seduto in tri$una a guardarlo lavorare. 1i feci una certa fama come cane da circuito. 1i piaceva soprattutto trotterellare per il paddocG, guardare le ultime novit- in fatto di automo$ili, gli ac%uisti dei giovani ricchi, uomini e donne, i cui conti correnti erano alimentati da montagne di denaro dell)industria informatica. &alle agili 0otus E@ige alle classiche "orsche, alle pi* appariscenti 0am$orghini, c)era sempre %ualcosa di interessante da vedere. In una calda giornata di fine luglio, eravamo alle prese con il corso di guida, ricordo, e mentre tutti erano in pista, vidi una splendida Cerrari C5 rossa attraversare il paddocG e fermarsi davanti alla sede della scuola. &alla macchina usc+ un ometto an#iano, e &on itch, il proprietario della scuola, gli andò incontro. Si a$$racciarono e parlarono per un po). 0)uomo si avviò verso le tri$une, per avere una visuale pi* ampia del tracciato, e &on ordinò per radio ai commissari di percorso di chiudere la sessione e far rientrare gli allievi per il pran#o. 1entre i piloti scendevano dalle vetture e ricevevano dagli istruttori dritte e suggerimenti utili, &on chiamò &enn', il %uale si avvicinò, cosa che feci anch)io, curioso di sapere di cosa si trattasse. :o $isogno di un favore= gli disse &on. E d)un tratto ci ritrovammo di fianco l)ometto con la Cerrari. :Ti ricordi 0uca "antoni, no8= chiese &on. :9enimmo a cena a casa tua un paio d)anni fa.= :ome no= rispose &enn' stringendo la mano a 0uca. :Sua moglie aveva preparato una cena deli#iosa= disse 0uca. :1e la ricordo ancora. 0a prego di accettare le mie pi* sincere e sentite condoglian#e.= Buando sentii il suo accento italiano lo ricono$$i all)istante. 0)uomo che lavorava alla Cerrari. :2ra#ie= mormorò &enn'. :0uca vorre$$e che tu gli mostrassi il nostro circuito= spiegò &on. :Ti $asta un panino tra una sessione e l)altra, giusto8 "uoi fare a meno di un pran#o completo.= :Non c) pro$lema= rispose &enn' infilandosi il casco e dirigendosi verso il lato passeggero di %uell)auto straordinaria. :Signor S/ift= gridò 0uca. :1agari potre$$e farmi la cortesia di lasciare a me il sedile del passeggero, cos+ posso vedere meglio.= Sorpreso, &enn' guardò &on. :9uole che guidi #uesta macchina8= domandò. &opo tutto, il pre##o della C5 si aggira intorno ai duecentocin%uantamila dollari. :1e la prendo io, la responsa$ilit-= rispose 0uca. &on fece un cenno di assenso con la testa. :on piacere= disse &enn', ed entrò nell)a$itacolo.
Era una macchina $ellissima, e%uipaggiata non per la guida su strada, ma per la pista, con tanto di freni a disco in ceramica, cinture a $retella e sedili da corsa monoscocca omologati CIA, roll$ar completo e, come sospettavo, un cam$io con comandi al volante modello Cormula Fno. Si allacciarono le cinture, &enn' premette il pulsante di accensione elettronica e la vettura si mise in moto. Ah, che suono. Il gemito acuto di %uel motore fantastico e, sotto, il rom$o rauco dell)enorme tu$o di scappamento. &enn' diede un colpetto ai comandi del cam$io e i due attraversarono lentamente il paddocG diretti all)ingresso della pista. Io seguii &on nei locali della scuola, dove gli allievi stringevano tra le mani grossi paniniD masticavano, mangiavano e ridevano, dopo aver ricevuto da %uell)intensa mattinata in pista una dose di gioia che sare$$e $astata per una settimana. :Se voi piloti volete vedere %ualcosa di speciale,= disse &on :portatevi il panino in tri$una. 7 in corso la sessione della pausa pran#o.= 0a Cerrari era l)unica vettura in pista, perch! di solito il circuito era chiuso all)ora di pran#o. 1a %uella era un)occasione speciale. :he succede8= chiese uno degli altri istruttori a &on. :&enn' ha un)audi#ione= rispose &on criptico. Fscimmo tutti sulle tri$une in tempo per vedere &enn' che affrontava la curva 4 e sfrecciava lungo il rettilineo. :redo che gli ci vorranno tre giri per imparare a usare il cam$io se%uen#iale= commentò &on. E in effetti, &enn' era partito lento, come aveva fatto con me %uella volta a Thunderhill. Oh, come avrei voluto essere al posto di 0uca, lui s+ che si era guadagnato un $occoncino speciale< Care da copilota a &enn' a $ordo di una C5 dev)essere un)esperien#a incredi$ile. &enn' procedeva tran%uillo, ma %uando ci passò davanti per la ter#a volta, la vettura aveva su$ito un notevole cam$iamento. Non era pi* un)automo$ile, ma una macchia rossa. Non gemeva pi*, urlava mentre schi##ava lungo il rettilineo, a una tale velocit- che gli allievi si misero a ridacchiare tra loro, come se %ualcuno avesse appena raccontato una $ar#elletta sporca. &enn' si stava preparando a un giro veloce. Fn attimo dopo, cos+ in fretta da chiedersi se avessero preso una scorciatoia, la Cerrari s$ucò dal $oschetto all)uscita della curva U, arrivò in cima alla salita con le sospensioni estese al massimo, e poi con un tactac=tac sentimmo la fri#ione elettronica scalare veloce le marce dalla sesta alla ter#a, e attraverso i raggi delle ruote di magnesio vedemmo i dischi di ceramica farsi incandescenti, poi sentimmo l)acceleratore aprirsi a manetta e guardammo la vettura percorrere a tutta velocit- l)ampia curva Q, come un missile sui $inari, la gomma degli pneumatici da gara che si aggrappava all)asfalto scivoloso come fosse velcro, e poi ( tac! ( su di una marcia, e ( tac! ( eccola di nuovo che ci passava davanti alla curva 4 come una schioppettata, a non pi* di cin%ue centimetri dalla $arriera di cemento. Al passaggio, l)effetto doppler trasformò il suo ringhio in un rom$o ra$$ioso, e via come un ra##o fino alla curva a gomito e ( tac! ( un altro cam$io marcia e poi pi* niente. :risto santo<= esclamò uno degli allievi. 1i girai a guardarli, erano tutti a $occa aperta. Eravamo in silen#io, cos+ sentimmo il tac , tac di &enn' che si preparava alla curva V sul retro della pista ( che non potevamo
vedere ma potevamo immaginare gra#ie agli straordinari effetti sonori ( per poi sfilarci di nuovo davanti a velocit- supersonica. :1a non un po) troppo al limite8= domandò %ualcuno. &on sorrise e scrollò il capo. :0)ha superato da un pe##o, il limite= rispose. :&i sicuro 0uca gli ha chiesto di mostrargli cosa sapeva fare, e lui ha o$$edito.= "oi, rivolto a tutto il gruppo, gridò6 :Non guidate mai cos+< &enn' un pilota professionista e %uella macchina non sua< Se la rompe, non tocca a lui pagare i danni<=. Non la smettevano pi* di girare, e a for#a di guardarli avevamo il capogiro ed eravamo sfiniti. 1a poi la macchina rallentò sensi$ilmente ( il giro di raffreddamento ( e usc+ dalla pista per rientrare nel paddocG. 0)intera classe si radunò attorno a &enn' e 0uca che emergevano dal veicolo rovente. 2li allievi erano tutti in fermentoD toccavano il pannello di vetro arroventato che proteggeva la magnifica centralina elettronica e si complimentavano entusiasti per la spettacolare presta#ione. :Tutti in classe<= ordinò &on. :&o$$iamo esaminare i commenti dei commissari di percorso sulle sessioni di stamani.= 1entre se ne andavano, strinse forte la spalla di &enn'. :om) stato8= :Incredi$ile= esclamò lui. :>ene. Te lo meriti.= &on se ne andò in aula dai suoi allieviD 0uca si avvicinò e diede a &enn' un $iglietto da visita. :1i piacere$$e che lavorasse per me= disse con il suo forte accento. Ero seduto vicino a &enn' che, per a$itudine, allungò una mano e mi grattò l)orecchio. :0e sono molto grato= rispose. :1a non credo che sarei $ravo a vendere macchine.= :Nemmeno io= disse 0uca. :1a lei lavora alla Cerrari, no8= :S+. 0avoro a 1aranello, al %uartier generale della Cerrari. A$$iamo un circuito meraviglioso l-.= :Ah= fece &enn'. :Buindi le piacere$$e che lavorassi... dove8= :Al circuito. Ne a$$iamo $isogno, perch! spesso i nostri clienti ci chiedono un istruttore per provare in pista le vetture nuove.= :Fn istruttore8= :A$$iamo $isogno di %uello. 1a soprattutto, effettuere$$e i collaudi.= &enn' sgranò gli occhi e inspirò a fondo, e io feci la stessa cosa. Buest)uomo stava davvero dicendo %uello che pensavamo8 :In Italia= fece &enn'.
:S+. Avre$$e un appartamento per s! e sua figlia. E ovviamente una macchina della ditta ( una CIAT ( come parte del suo pacchetto retri$utivo.= :9ivere in Italia= ripet! &enn'. :E collaudare Cerrari.= :S+= rispose in italiano. &enn' ruotò la testa. Cece una piroetta, guardò in $asso verso di me e si mise a ridere. :"erch! io8= chiese. :i sono migliaia di persone in grado di guidare %uesta macchina.= :&on itch mi dice che lei un pilota ecce#ionale sul $agnato.= :7 vero. 1a non può essere %uello il motivo.= :No= rispose 0uca. :a ragione.= E fissò &enn' con %uegli occhi a##urri e sorridenti. :1a i motivi preferirei spiegarglieli meglio %uando mi raggiunger- a 1aranello e potrò invitarla a cena a casa mia.= &enn' annu+ e si morse il la$$ro. >att! il $iglietto da visita di 0uca sull)unghia del pollice. :Appre##o la sua generosa offerta= disse. :1a temo che al momento vi siano alcune %uestioni che mi impediscono di lasciare %uesto paese e addirittura %uesto stato. "erciò mi trovo costretto a rifiutare.= :Sono a conoscen#a dei guai che sta passando= replicò 0uca. :7 per %uesto che sono %ui.= Sorpreso, &enn' al#ò lo sguardo. :0e terrò il posto finch! non avr- risolto la sua situa#ione e potr- decidere li$eramente, sen#a il vincolo delle circostan#e attuali. Il mio numero di telefono sul $iglietto.= Sorrise e strinse di nuovo la mano a &enn'. "oi sal+ sulla Cerrari. :9orrei che mi spiegasse il motivo= fece &enn'. 0uca al#ò un dito. :0)aspetto a cena, a casa mia. apir-.= E part+. &enn' scosse il capo incredulo mentre gli allievi della scuola di pilotaggio uscivano dall)aula diretti alle vetture. Apparve &on. :>e)8= domandò. :Non capisco= mormorò &enn'. :Segue la tua carriera da %uando ti ha conosciuto= disse &on. :Ogni volta che ci sentiamo, mi chiede sempre di te.= :"erch! gli sto cos+ a cuore8= chiese &enn'. :9uole rivelartelo personalmente. "osso solo dirti che ti ammira per come stai lottando per tua figlia.= &enn' riflett! per un attimo. :E se non vinco8= domandò.
:"erdere una corsa non un disonore= rispose &on. :Il solo disonore non correrla per paura di perderla.= Cece una pausa. :Ora torna dai tuoi studenti, pivello, e fila in pista< 7 %uello il tuo posto<= [eBookLove - eBL 062]
51 :&evi uscire8 &ai, andiamo.= Aveva in mano il guin#aglio. Indossava Indossava i Zeans e un giu$$otto leggero per proteggersi proteggersi dalla fresca aria autunnale. 1i sollevò sulle #ampe malferme e agganciò il guin#aglio. Fscimmo nel $uioD mi ero addormentato presto, ma era venuto il momento di fare pip+. 0a mia salute stava peggiorando. Corse l)incidente dell)inverno prima aveva allentato %ualcosa nel mio impianto idraulico, o magari erano le medicine che mi dava &enn', fatto sta che avevo cominciato a soffrire di una fastidiosa incontinen#a. Fna moderata attivitfisica era sufficiente perch! dormissi profondamente e al mio risveglio mi accorgessi di aver $agnato la cuccia. In genere si trattava solo di poche gocce, anche se talvolta era %ualcosa di pi*, ma era sempre terri$ilmente im$ara##ante. "ure le anche mi mettevano in seria difficolt-. Fna volta in piedi e in movimento, una volta che artico articola# la#ion ionii e legame legamenti nti erano erano caldi, caldi, stavo stavo $ene $ene e riusciv riuscivo o a muove muovermi rmi sen#a sen#a pro$lemi. 1a %uando dormivo o rimanevo sdraiato da %ualche parte per un po) di tempo, le articola#ioni delle #ampe posteriori si $loccavano e facevo fatica a tornare a muoverle, addirittura a mettermi in piedi. Il risultato finale dei miei pro$lemi di salute fu che &enn' non non pot! pi* lasciarmi solo tutto il giorno %uando andava al lavoro. ominciò a tornare all)ora di pran#o per portarmi fuori a fare i $isogni. Cu molto gentile, e mi spiegò che lo faceva per s!6 mi disse che si sentiva in un vicolo cieco, frustrato. I legali procedevano a passo di lumaca e lui non poteva fare niente perch! accelerassero i tempi. 9edeva la $reve passeggiata dal lavoro a casa, e ritorno, come un tonicoD era l)occasione per fare un po) di eserci#io cardiovascolare, d)accordo, ma gli offriva anche uno scopo, una missione, %ualcosa da fare che non fosse aspettare. Buella sera ( erano circa le dieci, lo sapevo perch! era appena finito 'he Amazing Race, Race , il realit' in cui si corre in giro per il mondo ( &enn' mi portò fuori. 0)aria era tonificante, inspirarla era piacevole, mi risvegliava. "ura energia. Attraversammo "ine Street e davanti davanti al ha ha 0ounge 0ounge vidi delle persone che fumavano. fumavano. 1i sfor#ai di resistere alla tenta#ione di annusare il canale di scolo. 1i rifiutai di cacciare il naso nel posteriore di un altro cane che faceva la sua passeggiata, ma urinai per strada come un animale perch! era l)unica possi$ilit- che avevo. Essere un cane. "ercorremmo la "ine in dire#ione del centro e la vedemmo. i fermammo tutti e due. Trattenemmo il respiro. &ue raga##e sedute a uno dei tavoli all)aperto del >auhaus >ooGs and offee, e una di loro era AnniGa. AnniGa. Tentatrice< Seduttrice< Arpia< he $rutto trovarsi di fronte %uella persona spregevole. Avrei voluto saltarle addosso, prenderle il naso tra i denti e torcerglielo< Buanto dispre##avo %uella raga##ina che aveva aggredito il mio &enn' con la sua sfrenata sensualit- per poi inventarsi di essere stata aggredita. Buanto la dispre##avo, lei che aveva dilaniato la nostra famiglia per i suoi scopi
personali. Spregevole, davvero< atharine ep$urn l)avre$$e fatta secca con un colpo solo e avre$$e riso mentre lo faceva. Buanto $ruciavo di ra$$ia. Era seduta a uno dei tavoli all)aperto del >auhaus con un)altra raga##a. Se ne stava l+, in uno dei locali alla moda del nostro %uartiere nostro %uartiere a $ere caff e fumare sigarette. Ormai doveva avere diciassette anni, forse diciotto, e per legge le era permesso di muoversi da sola in societ-. Tecnicamente, poteva sedersi a un %ualsiasi caff di una %ualun%ue citt- e marcire in tutta la sua meschinit-. Io non potevo impedirglielo. 1a non ero o$$ligato ad avere a che fare con lei, %uell)immatura, capace di rivolgere accuse del genere e di infliggere simili ferite< "ens "ensav avo o che che avre avremm mmo o attra attrave vers rsat ato o la stra strada da per per evit evitar are e uno uno scon scontr tro, o, e inve invece ce ci dirigemmo proprio verso di lei. Non capivo. Corse &enn' non l)aveva vista. Corse non se n)era accorto. 1a io s+, perciò feci resisten#a. 1i fermai, puntai le #ampe e a$$assai la testa. :9ieni, $ello= mi ordinò &enn', &enn', tirandomi per il guin#aglio. 1i rifiutai. :Avanti, vieni<= mi disse seccato. No, non l)avrei seguito< Allora si chinò. Si inginocchiò, inginocchiò, mi prese il muso e mi guardò negli negli occhi. :0a vedo anch)io= spiegò. :omportiamoci con dignit-.= 1i lasciò andare. :"otremmo sfruttare %uest)incontro a nostro vantaggio, ;o. 9oglio che tu vada l+ da lei e che la ami pi* di %uanto tu a$$ia mai amato chiun%ue altro.= Non capivo cosa avesse in mente, ma acconsentii. &opo tutto, il guin#aglio l)aveva in mano lui. Buando arrivammo all)alte##a del tavolo di AnniGa, &enn' si fermò e si mostrò sorpreso. :Oh, ciao<= disse in tono allegro. AnniGa al#ò gli occhi, fingendosi stupita, anche se ci aveva visto $enissimo e sperava di evitarci. :&enn'. he piacere vederti<= Io interpretai la mia parte. 0e feci le feste, la annusai, le pigiai il naso contro la gam$a, poi mi misi a sedere e la guardai pendendo dalle sue la$$ra, una cosa che alle persone piace molto. 1a dentro, ri$ollivo. Il trucco che aveva aveva in faccia. I capelli. Il maglioncino attillato e il seno prorompente. "uah< :En#o<= esclamò. :Senti,= chiese &enn' :possiamo parlare un attimo8= 0)amica 0)amica di AnniGa fece per al#arsi. :9ado a prendere un altro caff= disse. :No= la fermò &enn' con un cenno della mano. :Resta %ui, per favore.= 0ei esitò.
:7 importante che tu testimoni che si svolga tutto in modo lecito= spiegò &enn'. :Se te ne vai tu, dovrò andarmene anch)io.= 0a raga##a guardò AnniGa, AnniGa, che annu+ per dirle che poteva restare. :AnniGa= esord+ &enn'. "rese una sedia dal tavolo accanto, che era vuoto, e le si sedette vicino. :apisco $enissimo %uello che sta succedendo= commentò. Strano, perch! invece io non lo capivo proprio per niente. 0)aveva aggredito. "oi aveva accusato lui di averlo fatto, e per %uel motivo adesso potevamo vedere ;o solo in certi giorni della settimana. "erch! le stessimo parlando invece di arrostirla sullo spiedo per me era incomprensi$ile. :"uò darsi che ti a$$ia lanciato dei segnali= disse. :7 tutta colpa mia. 1a il semaforo verde non significa che non devi guardare da una parte e dall)altra prima di attraversare.= onfusa, AnniGa AnniGa fece una smorfia e guardò l)amica. l) amica. :7 una metafora= spiegò lei. "erò< Fna metafora, ha detto< Cantastico< Buesta almeno capisce %ualcosa< 9orr9orr- dire che la faremo arrosto domani< :Avrei dovuto gestire la situa#ione in tutt)altro modo= continuò &enn'. :Non ho avuto la possi$ilit- di dirtelo prima perch! ci hanno tenuti separati, ma sono stato io a s$agliare. 7 tutta colpa miaD tu non hai fatto niente di male. Sei una $ella donna, e capisco che da parte mia l)averlo notato ( anche tra me e me ( può averti fatto credere che io fossi disponi$ile. "erò non lo ero. Ero sposato con Eve. E tu eri davvero troppo giovane.= A sentir sentir nominare Eve, AnniGa chinò il capo. :"uò anche darsi che per un attimo mi avessi ricordato Eve= disse &enn'. &enn'. :Ed possi$ile che ti a$$ia guardata nel modo in cui guardavo lei. 1a, AnniGa, anche se comprendo %uanto tu de$$a essere arra$$iata, mi chiedo se capisci %uello che sta accadendo, %uali conseguen#e a$$ia. Non mi lasciano tenere mia figlia. Te Te ne rendi conto8= AnniGa levò lo sguardo sguardo su di lui e al#ò le spalle. :9ogliono che sia schedato per un reato sessuale, e %uesto mi o$$ligher- a registrarmi presso la poli#ia ovun%ue vivrò. E non mi sar- pi* permesso di vedere mia figlia se non sotto sorveglian#a. Buesto te l)hanno detto8= :anno detto...= cominciò lei sottovoce, ma poi lasciò la frase a met-. :AnniGa, %uando ho visto Eve per la prima volta, non riuscivo a respirare. Non riuscivo a camminare. redevo che, se l)avessi persa di vista anche solo per un attimo, mi sarei svegliato dal mio sogno e avrei scoperto che era sparita. Tutto il mio mondo ruotava attorno a lei.= Si interruppe, e per un po) rimanemmo tutti in silen#io. &a un ristorante sul lato opposto della strada uscirono delle persone che prima di separarsi si salutarono a gran voce, tra risate, $aci e a$$racci. :Non avre$$e mai potuto fun#ionare tra me e te. "er mille ragioni. 1ia figlia, la mia et-, la tua et-, Eve. In un altro momento, in un altro posto8 Corse. 1a non adesso. Non tre anni fa. Tu sei una donna meravigliosa, e so che troverai il compagno giusto e sarai felice per tutta la vita.=
0ei al#ò lo sguardo verso di lui, e i suoi occhi erano cos+ grandi. :1i dispiace molto non poter essere io, AnniGa= disse. :1a un giorno troverai %ualcuno e il tuo mondo si fermer-, come successo a me con Eve. Te lo prometto.= 0ei affondò lo sguardo nel suo latte macchiato. :;o mia figlia= aggiunse. :0e voglio $ene come tuo padre vuole $ene a te. Ti prego, AnniGa, non portarmela via.= AnniGa non staccò lo sguardo dal $icchiere. Io guardai la sua amica. Aveva le palpe$re inferiori $agnate di lacrime. Restammo l+ ancora un momento, poi ci voltammo e ci allontanammo in fretta, e l)andatura di &enn' era pi* leggera di %uanto non fosse da anni. :redo che mi a$$ia ascoltato= disse. Anche secondo me era cos+, ma come facevo a dirglielo8 A$$aiai due volte. 1i guardò e si mise a ridere. :"i* forte8= chiese. A$$aiai altre due volte. :"i* forte, allora= disse lui. :Andiamo<= E facemmo di corsa il tragitto che ci separava da casa.
52 0a coppia sulla porta mi era del tutto sconosciuta. &ue persone an#iane e fragili che indossavano a$iti logori, avevano con s! vecchie valigie di stoffa $itor#olute e odoravano di caff e naftalina. &enn' a$$racciò la donna e la $aciò sulla guancia. on una mano le prese la valigia e con l)altra strinse la mano all)uomo. Strascicando i piedi, entrarono nell)appartamento, e &enn' prese i loro cappotti. :0a vostra stan#a %ui= disse portando in camera le valigie. :Io dormirò sul divano.= Nessuno dei due disse niente. 0)uomo era calvo, a ecce#ione di una corona di capelli neri lunghi e radi. Aveva la testa stretta e allungata. 2li occhi erano infossati %uanto le guance, e il viso era coperto di una corta $ar$a grigia che aveva tutta l)aria di essere pungente. 0a donna aveva i capelli $ianchi e piuttosto radi, che lasciavano intravedere %uasi tutta la cute. "ortava gli occhiali da sole, anche in casa, e %uando doveva spostarsi restava spesso ferma immo$ile, in attesa che l)uomo le si avvicinasse. >is$igliò %ualcosa all)orecchio di lui. :Tua madre avre$$e $isogno del $agno= disse l)uomo. :0e faccio vedere dov)= rispose &enn'. E le si mise accanto, porgendole il $raccio. :i penso io= fece l)uomo. 0a donna gli strinse il $raccio, e lui la guidò verso il corridoio, dove c)era il $agno. :0)interruttore della luce nascosto dall)asciugamano= spiegò &enn'. :Non le serve l)interruttore della luce= rispose l)uomo.
ome entrarono in $agno, &enn' si voltò e si strofinò il viso con le mani. :he piacere= disse parlando dentro le mani. :7 passato cos+ tanto tempo.=
53 Se avessi saputo che stavo per incontrare i genitori di &enn', li avrei accolti meglio, %uegli estranei. Non mi era stato dato nessun preavviso, nessun avvertimento, per cui la mia sorpresa fu del tutto giustificata. iò nonostante, avrei preferito accoglierli come persone di famiglia. Rimasero da noi tre giorni e non lasciarono %uasi mai l)appartamento. Fno di %uei giorni, di pomeriggio, &enn' andò a prendere ;o, che era tutta carina con i capelli raccolti dai nastri e un $el vestitino ed era stata evidentemente istruita dal padre, perch! accettò di $uon grado di restare seduta per un $el po) sul divano e permise alla madre di &enn' di esplorarle la superficie del volto con le mani. "er tutta la durata dell)incontro la madre di &enn' continuò a versare lacrime, gocce di pioggia che macchiavano il vestito a fiori di ;o. Era &enn' a preparare da mangiareD piatti semplici, $istecche alla griglia, fagiolini al vapore, patate lesse. 1angiavamo in silen#io. Trovavo piuttosto strano che tre persone potessero occupare un appartamento tanto piccolo e parlare cos+ poco. Nel tempo che restò con noi, il padre di &enn' diventò un po) meno $ur$ero e %ualche volta arrivò persino a sorridere al figlio. Fna volta, nel silen#io dell)appartamento, mentre ero seduto nel mio angolino a guardare gli ascensori dello Space Needle, si avvicinò e si mise dietro di me. :he cosa vedi, $ello8= mi chiese a voce $assa, toccandomi sulla testa e poi grattandomi le orecchie, proprio come fa &enn'. Buant) simile il tocco di un figlio a %uello di suo padre. 1i voltai a guardarlo. :Ti prendi cura di lui, vero8= disse. E io non riuscii a capire se stava parlando con me o con &enn'. E se era con me che parlava, si trattava di un ordine o di un complimento8 Il linguaggio umano, per %uanto sia preciso con le sue migliaia di parole, a volte può essere cos+ incredi$ilmente vago. 0)ultima sera, il padre consegnò a &enn' una $usta. :Aprila= disse. &enn' o$$ed+ e guardò cosa conteneva. :E %uesto da dove diavolo viene8= domandò. :9iene da noi= rispose il padre. :1a voi di soldi non ne avete.= :A$$iamo una casa. A$$iamo una fattoria.= :Non potete vendere la vostra casa<= esclamò &enn'. :Non l)a$$iamo fatto= disse il padre. :0o chiamano prestito vitali#io ipotecario. 0a $anca si prender- la nostra casa %uando moriremo, ma a$$iamo pensato che tu avessi pi* $isogno dei soldi adesso che dopo, cos+...=
&enn' al#ò lo sguardo verso il padre, che era piuttosto alto e molto magroD i vestiti gli pen#olavano addosso come a uno spaventapasseri. :"ap-...= fece per dire &enn', ma gli occhi gli si riempirono di lacrime e riusc+ solo a scuotere la testa. Il padre gli si avvicinò e lo a$$racciò, lo tenne stretto e gli accare##ò i capelli. Aveva le dita lunghe e alla $ase delle unghie un)ampia lunetta $ianca. :Siamo sempre stati ingiusti con te= disse il padre. :Sempre. Buesto aggiusta tutto.= "artirono la mattina dopo. ome l)ultimo vento d)autunno che scuote i rami finch! le foglie rimaste non cadono tutte, la loro visita fu $reve ma intensa, il segnale che la stagione era cam$iata e che presto sare$$e ricominciata la vita.
54 Il pilota deve avere fiducia. Nel proprio talento, nella propria capacit- di giudi#io e in %uella di chi gli sta intorno, nella fisica. Il pilota deve aver fiducia nella scuderia, nella vettura, nelle gomme, nei freni, in se stesso. Il punto di corda s$agliato, il pilota esce dalla traiettoria consueta. 9a troppo forte, le gomme hanno perso aderen#a, l)asfalto diventato scivoloso. Fscendo dalla curva, si ritrova troppo veloce e sen#a pi* pista a disposi#ione. 0a via di fuga in ghiaia si avvicina, deve prendere decisioni che influen#eranno la corsa e il suo futuro. hiudere sare$$e disastroso6 for#are le ruote anteriori non fare$$e altro che provocare un testacoda. Anche al#are il piede dall)acceleratore non una $uona idea, perch! fare$$e perdere aderen#a al retrotreno. he fare, allora8 Al pilota non resta che accettare il proprio destino. Accettare il fatto di aver commesso degli errori. S$agliato i calcoli. "reso decisioni infelici. 7 stato un insieme di circostan#e a cacciarlo in %uesta situa#ione. &ovr- accettare tutto %uanto ed essere disposto a pagarne le conseguen#e. Sar- costretto a uscire di pista. Affondare con due ruote, o peggio ancora con %uattro, una pessima sensa#ione, sia come pilota sia come concorrente. 0a ghiaia che $atte contro il telaio. 0a sensa#ione di galleggiare nel fango. 1entre il nostro pilota ha le ruote fuori pista, gli altri lo sorpassano. "rendono il suo posto, proseguono a tutta velocit-. Solo lui sta rallentando. In %uesto momento il pilota attraversa una crisi tremenda6 deve tornare a premere sull)acceleratore, deve tornare in pista. Oh< he pa##ia< "ensate ai piloti che sono finiti fuori gara per aver ster#ato di colpo, per aver esagerato cercando di correggere la traiettoria e per essere andati in testacoda di fronte ai loro avversari. Terri$ile trovarsi in una posi#ione del genere... Il vincitore, il campione, accetter- il proprio destino. "roseguir- con le ruote nello sterrato. e la metter- tutta per mantenere la traiettoria e rientrare gradualmente in pista %uando non ci sar- pericolo. erto, cos+ facendo avr- perso diverse posi#ioni e si trover- in svantaggio. 1a sar- ancora in gara. Sar- ancora vivo. 0a corsa lunga. 7 sempre meglio guidare sen#a for#are e finire la gara dietro agli altri, piuttosto che esagerare e andare a s$attere.
55 Curono tante le cose che venni a sapere nei giorni seguenti gra#ie a 1iGe, che tempestò &enn' di domande finch! lui non si decise a rispondere. 9enni a sapere della cecit- di sua madre, che si era manifestata %uando &enn' era un raga##inoD lui l)aveva assistita finch! non se n)era andato di casa, dopo le superiori. &i come il padre lo avesse avvisato che, se non fosse rimasto a occuparsi della fattoria e della madre, non si sare$$e dovuto nemmeno distur$are a tenersi in contatto. &i come &enn' avesse continuato a chiamare per anni a Natale finch! la madre non si era decisa a sollevare la cornetta e ad ascoltare sen#a dire una parola. )erano voluti anni prima che finalmente gli chiedesse come stava e se era felice. 9enni a sapere che non erano stati i suoi genitori a pagargli il programma di test in Crancia, come aveva sostenuto luiD se l)era pagato da solo con un prestito garantito dall)ipoteca sulla casa. 9enni a sapere che i suoi genitori non avevano contri$uito alla sponsori##a#ione della stagione sulla 2ran Turismo, come aveva detto &enn'D se l)era pagata da solo con una seconda ipoteca, incoraggiato da Eve. Sempre al limite. Cin %uando non si era ritrovato al verde, costretto a telefonare alla madre cieca per chiederle un aiuto, un aiuto di %ualsiasi genere, perch! potesse tenersi sua figlia. E la risposta di lei6 che era disposta a dargli %ualsiasi cosa se solo avesse potuto incontrare sua nipote. 0e sue mani sul viso pieno di speran#a di ;oD le lacrime sul suo vestito. :he storia triste= esclamò 1iGe, versandosi un altro goccio di te%uila. :In realt-= rispose &enn' esaminando la propria lattina di &iet oGe :sono convinto che avr- un lieto fine.= [eBookLove - eBL 062]
5$ 7n piedi/ gridò l’usciere, un cerimoniale cos% anti#uato per un’ambientazione cos% moderna. 7l nuovo tribunale di Seattle- pareti di vetro e travi di metallo che spuntavano con le angolazioni pi assurde, pavimenti di cemento e gradini con la parte orizzontale di gomma, il tutto illuminato da una strana luce bluastra. 9’onorevole giudice @an 'ighem./ >n signore anziano, in tonaca nera, entrò in aula con passo deciso. &ra basso e tarchiato, con un riporto di capelli grigi sulla testa. 9e sopracciglia scure e folte sovrastavano i minuscoli occhi come due bruchi pelosiF parlava con un’inflessione irlandese. Seduti/ ordinò. Cominciamo./ E cos+ il processo e$$e ini#io. Almeno, nella mia immagina#ione. Non vi racconterò tutti i particolari perch! non li conosco. Non ero presente perch! sono un cane, e ai cani non permesso entrare in tri$unale. 0e sole impressioni che ho del processo sono le immagini e le scene fantastiche che mi sono inventato in sogno. I soli fatti di cui sono a conoscen#a li ho colti dai resoconti di &enn'D la sola idea che ho di un)aula di tri$unale, come ho gidetto, me la sono fatta guardando i miei film e i miei programmi televisivi preferiti. 1isi insieme i pe##i di %uei giorni come si fa con un pu##le non ancora ultimato6 la cornice finita, gli angoli sono stati riempiti, ma proprio la parte centrale presenta intere chia##e vuote.
Il primo giorno del processo fu dedicato alla presenta#ione delle mo#ioni preliminari, il secondo alla sele#ione della giuria. &enn' e 1iGe non parlarono granch! di %uesti eventi, %uindi presumo che si fossero svolti come previsto. Entram$i i giorni Ton' e 1iGe vennero a casa nostra la mattina prestoD 1iGe accompagnava &enn' in tri$unale e Ton' rimaneva a occuparsi di me. Nel tempo che passammo insieme, Ton' e io non facemmo niente di speciale. Stavamo seduti a leggere il giornale, facevamo $revi passeggiate, o ci spingevamo fino al >auhaus perch! lui potesse controllare la posta elettronica sfruttando il collegamento /ifi gratuito del locale. Ton' mi piaceva, anche se anni prima aveva messo in lavatrice il mio cane. E magari era proprio per %uello che mi piaceva. Buel cane, poverino, aveva fatto la fine che fanno i comuni mortali, si era tutto sfilacciato ed era stato gettato nel $idone sen#a uno straccio di cerimonia, un misero discorso. KIl mio caneL, non ero riuscito a dire altro. Il mio cane. "oi avevo guardato &enn' $uttarlo nel $idone e richiudere lo sportello, fine della storia. 0a mattina del ter#o giorno, %uando arrivarono Ton' e 1iGe tirava un)aria completamente diversa. 1olta pi* tensione, meno convenevoli e niente $attute spiritose. Era il giorno in cui cominciava sul serio il processo, ed eravamo tutti in fermento. Era in $allo il futuro di &enn' e c)era poco da scher#are. A %uanto pareva, venni a sapere in seguito, l)avvocato 0a/rence aveva pronunciato un)appassionata arringa di apertura. oncorde con la dichiara#ione dell)accusa, aveva affermato che le molestie sessuali sono una dimostra#ione di potere, ma aveva anche fatto notare che le accuse infondate sono un)arma altrettanto distruttiva, e sono anch)esse una dimostra#ione di potere. E si era impegnato a dimostrare l)innocen#a di &enn' in rela#ione alle accuse che gli erano state mosse. 0)accusa aveva aperto il processo con una sfilata di testimoni, tutte persone che erano con noi %uella settimana a ?inthorp, ognuna pronta a confermare i modi allusivi e inopportuni di &enn' e l)atteggiamento predatorio con cui era sempre stato addosso ad AnniGa. S+, era vero, concordavano tutti, lei ci stava, ma era soltanto una $am$ina< H:Anche 0olita, lo era<= avre$$e gridato Spencer Trac'. &enn' era un uomo intelligente, forte, attraente, dicevano i testimoni, avre$$e dovuto avere pi* $uon senso. Fno dopo l)altro, dipinsero una realt- in cui &enn' manovrava su$dolamente per trovarsi con AnniGa, per sfiorarla, per tenerle la mano in modo sconveniente. A ogni testimonian#a convincente ne seguiva un)altra ancora pi* convincente, e poi un)altra ancora. Cinch! non fu chiamata al $anco dei testimoni la presunta vittima in persona. on indosso una gonna so$ria e una camicetta con il colletto alto, i capelli raccolti e lo sguardo $asso, AnniGa si mise a elencare tutte le occhiate, gli sguardi, le care##e accidentali che aveva ricevuto, o a cui era sfuggita per poco. Ammise di essersi prestata al gioco, an#i di esserne stata pi* che felice, ma insistette che, essendo ancora una $am$ina, non aveva idea del guaio in cui si stava cacciando. 9isi$ilmente sconvolta, raccontò di come l)intera vicenda da allora non smettesse di tormentarla. &i tormentarla perch! era innocente o perch! si sentiva in colpa8 le avrei chiesto io. 1a non ero presente, e non potevo farle %uella domanda. Al termine dell)interrogatorio di AnniGa, in aula non c)era pi* nessuno ( a parte lo stesso &enn' ( che potesse affermare con certe##a che %uella settimana lui non si fosse preso delle li$ert- con lei. E persino la fiducia di &enn' in se stesso vacillava. Nel primo pomeriggio di %uel giorno ( un mercoled+ ( il clima era opprimente. 0e nuvole erano cariche di pioggia, ma il cielo sem$rava rifiutarsi di farla cadere. Ton' e io camminammo fino al >auhaus, perch! lui $evesse il suo caff. i sedemmo all)aperto a
guardare il traffico di "ine Street finch! non mi assentai con la mente e persi la cogni#ione del tempo. :En#o...= Al#ai la testa. Ton' stava rimettendo in tasca il cellulare. :Era 1iGe. 0)accusa ha chiesto un)interru#ione straordinaria. Sta succedendo %ualcosa.= Cece una pausa, in attesa della mia risposta. Non dissi niente. :he facciamo8= domandò. A$$aiai due volte. &ovevamo andare. Ton' chiuse il computer e raccolse le sue cose. "ercorremmo in fretta "ine Street e oltrepassammo il cavalcavia della superstrada. amminava molto veloce, e io facevo fatica a stargli dietro. Buando sent+ tendersi il guin#aglio, guardò indietro e rallentò. :&o$$iamo s$rigarci se vogliamo $eccarli= disse. E io volevo farlo, ma le anche mi facevano troppo male. Superammo a tutta $irra il "aramount Theater e arrivammo alla Cifth Avenue. orremmo in dire#ione sud, avan#ando a #ig #ag tra le macchine ferme ai semafori, sen#a $adare se fossero verdi o rossi, finch! non raggiungemmo la pia##a di fronte al tri$unale sulla Third Avenue. 1iGe e &enn' non c)erano. Solo un gruppetto di persone in un angolo della pia##a, che parlavano concitate e gesticolavano con fervore. i dirigemmo verso di loro. Corse sapevano cosa stava succedendo. 1a proprio in %uel momento, cominciò a piovere. Su$ito il gruppo si disperse, e tra %uelle persone vidi AnniGa. Aveva il viso pallido e teso e stava piangendo. Appena mi vide trasal+, si voltò di scatto e svan+ all)interno dell)edificio. "erch! era cos+ sconvolta8 Non ne avevo idea, ma il pensiero mi rendeva nervoso. he cosa stava succedendo in %uell)edificio, nelle $uie stan#e della giusti#ia8 he cosa poteva aver detto per incriminare ulteriormente &enn' e distruggergli la vita8 osa avrei dato perch! %ualcuno intervenisse, perch! gli spiriti di 2regor' "ecG, di James Ste/art, di Raul Julia e di "aul Ne/man scendessero in %uella pia##a e ci conducessero alla verit-. "erch! da uno degli auto$us che passavano di l+ scendesse &en#el ?ashington e pronunciasse un discorso appassionato che sistemasse tutto. Ton' e io ci rifugiammo sotto un tendone e ce ne restammo l+, tesi. Stava accadendo %ualcosa, ma non sapevo cosa. Oh, se fossi riuscito a infiltrarmi nel processo, a sgattaiolare in aula, $al#are su un tavolo e far sentire a tutti la mia voce. 1a la mia partecipa#ione non era prevista. :Ormai %uel che fatto fatto= disse Ton'. :Non possiamo pi* cam$iare %uello che stato gi- deciso.= 1i chiesi6 siamo sicuri8 Neanche un pochino8 &avvero non possiamo aspirare all)impossi$ile8 &avvero non possiamo sfruttare il potere della nostra for#a vitale per cam$iare %ualcosa6 una piccole##a, un momento insignificante, un respiro, un gesto8 &avvero non c) niente che possiamo fare per cam$iare %uello che ci circonda8 Avevo le #ampe cos+ pesanti che non riuscivo pi* a stare in piediD mi sdraiai sul marciapiede $agnato e caddi in un sonno agitato, pieno di sogni stranissimi. Signori giurati/ disse l’avvocato 9arence, in piedi di fronte al banco della giuria. * importante sottolineare che gli argomenti presentati dall’accusa sono del tutto indiziari. +on c’G alcuna prova di avvenuta violazione. 9a verit< su #uanto accadde veramente #uella notte G nota a due persone soltanto. 0ue persone, e un cane./
>n cane1/ domandò incredulo il giudice. S%, giudice @an 'ighem/ prosegu% l’avvocato 9arence, avanzando con aria spavalda. 7l cane dell’imputato ha assistito al fatto nella sua totalit<. Chiamo a testimoniare &nzo!/ (biezione!/ gridò l’avvocato dell’accusa. Accolta/ rispose il giudice. er il momento./ 0a sotto la scrivania estrasse un librone e lo sfogliò a lungo, soffermandosi spesso a leggerne dei brani. arla, #uesto cane1/ domandò il giudice all’avvocato 9arence, senza alzare la testa dal libro. Con l’aiuto di un sintetizzatore vocale,/ rispose l’avvocato 9arence s%, il cane parla./ (biezione!/ s’intromise l’avvocato dell’accusa. +on ho ancora finito/ disse il giudice. Mi parli di #uesto congegno, avvocato 9arence./ Abbiamo preso in prestito uno speciale sintetizzatore vocale creato per Stephen )a8ing/ prosegu% l’avvocato 9arence. 9eggendo gli impulsi elettrici provenienti dalla parte interna del cervello.../ ?asta cos%! A Stephen )a8ing" mi aveva gi< convinto!/ Con #uesto congegno, il cane G in grado di parlare/ disse l’avvocato 9arence. Con un tonfo, il giudice richiuse l’enorme volume. (biezione respinta. Sentiamolo, dun#ue, #uesto cane! Sentiamolo!/ 9’aula era gremita di centinaia di persone, e io ero seduto al banco dei testimoni, con addosso il sintetizzatore vocale di Stephen )a8ingF il giudice mi fece giurare. Eiura di dire tutta la verit<, nient’altro che la verit<, e che 0io l’assista1/ 9o giuro/ dissi con la mia voce stridula e metallica, tutta un’altra cosa da come me l’ero immaginata. Avevo sempre sperato che suonasse imperiosa e marcata, come #uella di Hames &arl Hones. Avvocato 9arence/ disse il giudice, stupefatto. A lei il teste./ &nzo,/ cominciò l’avvocato 9arence era presente al momento della presunta molestia1/ S%/ risposi. 0i colpo in tribuna calò il silenzio. 0i colpo nessuno osò pi parlare, ridacchiare, persino respirare. 7o parlavo, e tutti ascoltavano. Ci riferisca con parole sue che cosa accadde #uella notte in camera del signor Sift./ Certo/ dissi io. Ma prima vorrei chiedere il permesso di rivolgermi alla corte./ ermesso accordato/ rispose il giudice. 7n ognuno di noi alberga la verit<,/ cominciai la verit< assoluta. Ma a volte la verit< G nascosta in una sala degli specchi. A volte crediamo di averla di fronte e invece si tratta solo di una copia distorta. Assistere a #uesto processo mi rammenta la scena cruciale di un film di Hames ?ond, 0)uomo dalla pistola d)oro. Hames ?ond esce vivo dalla sala degli
specchi rompendo il vetro, mandando in frantumi le finzioni, finch di fronte a lui non rimane che il cattivo in carne e ossa. Anche noi dobbiamo mandare in frantumi gli specchi. Euardare dentro di noi e sradicare le immagini distorte finch ciò che in cuor nostro sappiamo essere autentico non ci sta di fronte. Solo allora sar< resa giustizia./ Scrutai i volti dei presenti e vidi che tutti stavano riflettendo sulle mie parole, che annuivano in segno di approvazione. +on ci fu niente tra loro/ dissi infine. Assolutamente niente./ &ppure sono molte le accuse che abbiamo sentito/ disse l’avvocato 9arence. @ostro onore,/ proseguii alzando la voce signori giurati, vi assicuro che il mio padrone, 0ennis Sift, non si comportò affatto in modo sconveniente con la signorina #ui presente, Anni8a. Ai miei occhi era evidente che lei lo amava sopra ogni cosa al mondo, e fu lei a offrirglisi. Ma lui rifiutò l’offerta. 0opo aver guidato su un passo di montagna in condizioni proibitive, dopo aver esaurito le forze, dopo aver speso tutte le energie che aveva per condurci a casa sani e salvi, l’unica colpa di 0ennB G #uella di essersi addormentato. 2u #uesta ragazza, #uesta donna, Anni8a, per #uanto inconsapevole possa essere stata delle conseguenze che avrebbero avuto le sue azioni, ad aggredire il mio 0ennB./ >n mormorio si levò dalla tribuna. * la verit<, signorina Anni8a1/ domandò il giudice. * la verit rispose Anni8a. Ritira le accuse1/ chiese @an 'ighem. S%/ gridò lei. Mi spiace cos% tanto per il dolore che ho causato a tutti voi. Ritiro tutto!/ * una rivelazione sorprendente!/ annunciò @an 'ighem. 7l cane &nzo ha parlato! 9a verit< G stata rivelata. 7l caso G chiuso. 7l signor Sift G libero e gli G concessa la custodia di sua figlia./ Con un balzo, lasciai il banco dei testimoni e andai ad abbracciare 0ennB e 5o6. 2inalmente eravamo una famiglia, eravamo di nuovo insieme. :7 finita.= 0a voce del mio padrone. Aprii gli occhi. &enn' aveva a fianco 1iGe e l)avvocato 0a/rence, che reggeva un enorme om$rello. Non avevo idea di %uanto tempo fosse passato. 1a sia io sia Ton' eravamo fradici di pioggia. :I %uarantacin%ue minuti di interru#ione sono stati i pi* lunghi della mia vita= disse &enn'. Aspettai il suo responso. :a ritrattato= annunciò. :anno lasciato cadere le accuse.= e la stava mettendo tutta, lo so, ma non riusciva a respirare. :anno ritirato le accuse e sono li$ero.= Se fosse stato solo ce l)avre$$e fatta a resistere, ma 1iGe lo avvolse in un a$$raccio e &enn' li$erò gli anni di lacrime fino ad allora chiuse da un argine di fango e determina#ione e dalla capacit- di trovare sempre un altro dito con cui chiudere le falle di %uella diga. Cu scosso da un pianto convulso.
:2ra#ie, signor 0a/rence= disse Ton', stringendo la mano dell)avvocato. :a fatto un ottimo lavoro.= 0a/rence sorrise, forse per la prima volta in vita sua. :&i vere prove non ne avevano= spiegò. :Avevano solo la testimonian#a di AnniGa. &urante l)interrogatorio ho avuto l)impressione che fosse indecisa ( che avesse %ualcos)altro da dire ( cos+ nel controinterrogatorio l)ho messa sotto torchio e lei ha confessato. a dichiarato che finora non aveva fatto altro che raccontare %uello che aveva sperato fosse accaduto %uella notte. Oggi ha ammesso che non era successo un $el niente. Sen#a la sua testimonian#a, sare$$e stato sciocco da parte dell)accusa continuare il processo.= Era stata %uella la sua testimonian#a8 1i chiedevo dove fosse, che cosa stesse pensando. "ercorsi con lo sguardo la pia##a e la vidi lasciare il tri$unale con la sua famiglia. Sem$rava cos+ fragile. 2uardò dalla nostra parte e ci vide. Non era una persona cattiva, l)avevo capito. Non $isogna mai prendersela con un altro pilota se in pista si rimasti coinvolti in un incidente. i si può solo rimproverare di essersi fatti sorprendere nel posto s$agliato al momento s$agliato. Rivolse a &enn' un $reve cenno di saluto, ma io fui l)unico che se ne accorse perch! ero l)unico a guardare dalla sua parte. "erciò a$$aiai perch! lo sapesse. :7 $ravo il tuo padrone, sai8= mi disse Ton', la sua atten#ione ancora assor$ita dalla nostra ristretta cerchia. Aveva ragione. Il mio padrone il migliore. 2uardai &enn' che, appoggiato a 1iGe, si dondolava avanti e indietro, con addosso un senso di sollievo e di li$era#ione, consapevole che percorrere un)altra strada sare$$e stato meno faticoso, ma di sicuro non gli avre$$e offerto una conclusione pi* soddisfacente.
5% Il giorno seguente, 0a/rence informò &enn' che i 2emelli attivi avevano ritirato l)istan#a di custodia. ;o era sua. I 2emelli avevano chiesto %uarantott)ore per radunare le cose della $im$a e trascorrere un altro po) di tempo con lei prima di consegnargliela, ma &enn' non era o$$ligato ad accettare. "oteva essere l)occasione per mostrarsi perfido, crudele. 2li avevano sottratto interi anni di vita, l)avevano privato di tutti i suoi soldi, lo avevano deru$ato del suo lavoro, avevano cercato di distruggerlo. 1a &enn' un gentiluomo. &enn' ha compassione per il prossimo. oncesse loro %uello che chiedevano. Ieri sera stava facendo i $iscotti in attesa dell)arrivo di ;o, stava preparando lui l)impasto come faceva un tempo, %uando s%uillò il telefono. Siccome aveva le mani coperte da uno strato appiccicoso di impasto d)avena, toccò il tasto del vivavoce sul telefono della cucina. :Sei in onda<= esclamò allegro. :2ra#ie per aver chiamato. he ci racconti8= i fu una lunga pausa piena d)interferen#e. :Sto cercando &ennis S/ift.=
:Sono io= gridò &enn' da dietro la ciotola in cui stava lavorando l)impasto. :he posso fare per lei8= :Sono 0uca "antoni, da 1aranello. So che mi ha chiamato. 7 un $rutto momento8= &enn' inarcò le sopracciglia e mi sorrise. :0uca< 2ra#ie per avermi richiamato. Sto preparando i $iscotti perciò l)ho messa in vivavoce. Spero non le dispiaccia.= :Non c) pro$lema.= :0uca, l)ho chiamata perch!... 0e %uestioni che mi impedivano di lasciare gli Stati Fniti si sono risolte.= :&al tono di voce si dire$$e che si siano risolte a suo favore= osservò 0uca. :"uò dirlo forte= rispose &enn'. :7 proprio cos+. 1i chiedevo se il posto che mi ha offerto tempo fa ancora disponi$ile.= :1a certo.= :Allora, mia figlia e io ( e il mio cane, En#o ( gradiremmo molto venire a cena da lei a 1aranello.= :Il suo cane si chiama En#o8 1a %uesto un segno<= :a l)animo del pilota= rispose &enn' sorridendomi. 9oglio cos+ tanto $ene a &enn'. So tutto di lui, eppure riesce sempre a sorprendermi. Aveva chiamato 0uca< :Non vedo l)ora di conoscere sua figlia e di rivedere En#o= disse 0uca. :hiederò al mio assistente di predisporre ogni cosa. 0e sue presta#ioni dovranno essere regolate da un contratto. Spero che capisca. 0a natura della nostra a#ienda, e le spese per la forma#ione di un collaudatore...= :apisco $enissimo= replicò &enn', versando cucchiaiate di avena e uvetta sul foglio di carta da forno. lop. :Non ha niente in contrario a legarsi a noi per tre anni8= chiese 0uca. :A sua figlia non dispiacer- vivere %ui8 ) una scuola americana, se la preferisce alle scuole italiane.= :1i ha detto che vuole provare una scuola italiana= rispose &enn'. :9ediamo come va. In ogni caso, si sta preparando alla grande avventura ed entusiasta. 0e ho regalato un li$ro con le frasi pi* semplici per insegnare ai $am$ini l)italiano, e se lo sta studiando. "ensa di poter gi- ordinare una pi##a a 1aranello, adora la pi##a.= :>ene< 1i piace come ragiona sua figlia. Sono davvero contento di poter far parte della sua nuova vita.= &enn' versò altre cucchiaiate di impasto, come se si fosse dimenticato della telefonata. :Il mio assistente si metter- in contatto con lei, &enn'. ontiamo di vederla nel giro di poche settimane.= :S+, gra#ie.= lop, plop. :0uca8= :S+8= :Adesso me lo può dire perch!8= domandò &enn'. i fu un)altra lunga pausa.
:"referirei dirglielo...= :S+, lo so, 0uca. 0o so. 1a per me sare$$e meglio se trovasse il modo di dirmelo adesso. 1i sentirei pi* tran%uillo.= :apisco= rispose 0uca. :&)accordo, glielo dico. 1olti anni fa, %uando mia moglie venne a mancare, per poco non morii per il dolore.= :1i dispiace= commentò &enn', smettendo di lavorare l)impasto e limitandosi ad ascoltare. :2ra#ie= disse 0uca. :i ho messo molto a imparare come si risponde a chi fa le condoglian#e. Fna cosa cos+ semplice, ma cos+ dolorosa. Sono sicuro che lei sa cosa intendo.= :S+, la capisco= rispose &enn'. :E sarei morto di dolore, &enn', se non mi avessero aiutato, se non avessi trovato un mentore che mi tese una mano. 1i capisce8 Il mio predecessore in %uest)a#ienda mi offr+ di guidare auto per lui. 1i salvò la vita, e non solo la mia, ma anche %uella dei miei figli. Buest)uomo venuto a mancare da poco ( era molto an#iano ( eppure, a volte mi capita di vedere il suo viso, di sentire la sua voce, e mi ricordo di lui. Buello che mi offr+ non devo tenerlo per me, devo trasmetterlo a %ualcun altro. Ecco perch! mi sento cos+ fortunato ad avere la possi$ilit- di darle una mano.= &enn' fissò il telefono come se ci vedesse il viso di 0uca. :2ra#ie per l)aiuto, 0uca, e per avermi detto il motivo per cui me lo sta offrendo.= :Il piacere tutto mio= rispose 0uca. :>envenuto in Cerrari. 0e assicuro che non se ne vorr- pi* andare.= Si salutarono e &enn' premette il pulsante con il mignolo. Si accovacciò e mi porse le mani appiccicose perch! io, servi#ievole, le ripulissi con la lingua. :A volte sento di avere fede= mi disse, mentre mi a$$andonavo alla dolce##a delle sue mani, delle sue dita, dei suoi pollici opponi$ili. :A volte sento di avere fede sul serio.=
5& 0)al$a si infrange lieve sull)ori##onte e inonda la terra di luce. 0a mia vita sem$ra essere stata cos+ lunga e insieme cos+ $reve. 0e persone parlano della volont- di vivere. &ella volont- di morire non parlano %uasi mai. "erch! hanno paura della morte. 0a morte un luogo $uio, sconosciuto e spaventoso. 1a non per me. Non la fine. &enn' in cucina, lo sento trafficare. &all)odore capisco cosa sta facendo6 prepara la cola#ione, una cosa che faceva sempre %uando eravamo una famiglia, %uando con noi c)erano Eve e ;o. &a %uando non ci sono pi* loro, &enn' a cola#ione mangia cereali. Raccogliendo %uel poco di for#e che ancora ho in corpo, mi contorco finch! non riesco ad al#armi. on le anche rigide e le #ampe che mi $ruciano per il dolore, arranco fino alla porta della camera. Invecchiare una cosa patetica. 7 tutto un limite e un crollo. apita a tutti, lo soD ma penso che potre$$e anche esserci risparmiato. "enso che accada a chi di noi ne fa richiesta. 7 %uello che a$$iamo scelto di fare nell)ordine di idee corrente, nel tedio collettivo che impera. 1a un giorno nascer- un $am$ino mutante che si rifiuter- di invecchiare, di riconoscere i limiti di %uesti nostri corpi, che vivr- in salute finch! non ne
avr- a$$astan#a della vita, e non fino a %uando il suo organismo cesser- di assisterlo. 9ivr- per centinaia di anni, come No. ome 1os. I suoi geni verranno trasmessi ai suoi discendenti, e nasceranno altri come lui. E il loro patrimonio genetico soppianter- %uello di %uanti tra noi sentono il $isogno di invecchiare e su$ire la decaden#a prima di morire. Sono convinto che un giorno succeder-, ma %uel mondo fuori dal mio campo visivo. :Ehi, ;o= mi dice appena mi vede. :ome ti senti8= :&i merda= rispondo. 1a, naturalmente, non può sentirmi. :Ti ho fatto i panca8es= mi annuncia allegramente. 1i sfor#o di scodin#olare, ma non avrei dovuto, perch! scodin#olare mi smuove la vescica, e sento gocce tiepide di urina che mi $agnano le #ampe. :Ca niente, $ello= mi dice. :i penso io.= "ulisce per terra e con le mani mi strappa un pe##o di panca8e. Apro la $occa ma non riesco a masticarlo, non riesco a sentire il sapore. 1i resta sulla lingua finch! non mi cade e finisce sul pavimento. "enso che &enn' se ne sia accorto, ma non dice nienteD continua a far saltare i panca8es in padella, posandoli a raffreddare sulla griglia. Non voglio che &enn' si preoccupi per me. Non voglio costringerlo a farmi fare %uesto viaggio di sola andata dal veterinario. 1i vuole cos+ $ene. 0a cosa peggiore che potrei fargli o$$ligarlo a farmi del male. Il concetto di eutanasia ha dei lati positivi, lo ammetto, ma troppe implica#ioni emotive. "referisco di gran lunga l)idea del suicidio assistito ela$orata dal dottor evorGian, un medico illuminato. Si tratta di una macchina che permette all)an#iano malato di premere un pulsante e assumersi la responsa$ilit- della propria morte. Non c) niente di passivo in %uesta macchina per il suicidio. Fn grosso pulsante rosso. A te la scelta di premerlo o meno. 7 il pulsante dell)assolu#ione. 0a mia volont- di morire. Corse, %uando sarò un uomo, inventerò una macchina per il suicidio assistito dei cani. Buando tornerò in %uesto mondo, sarò un uomo. amminerò tra voi. Avrò una lingua piccola e agile con cui leccarmi le la$$ra. Stringerò la mano di altri uomini afferrandola saldamente con il mio pollice opponi$ile. E insegnerò alla gente tutto %uello che so. E tutte le volte che vedrò un uomo, una donna o un $am$ino in difficolt-, tenderò una mano, sia in senso fisico sia metaforico. Offrirò una mano. A lui. A lei. A voi. Al mondo. Sarò un $ravo cittadino, un ottimo compagno con cui affrontare le fatiche che la vita impone a tutti noi. 1i avvicino a &enn' e gli premo il muso contro la coscia. :Eccolo, il mio En#o= dice. E d)istinto allunga una manoD siamo stati insieme cos+ tanto. 1i posa una mano sulla testa e con le dita mi gratta la piega dietro le orecchie. Il tocco di un uomo. 1i cedono le #ampe e cado. :;o8= 7 spaventato. Si china sopra di me. :Stai $ene8= Io sono a posto, una meraviglia, io sono. Io sono. :;o8=
Spegne il gas sotto la padella. 1i posa la mano sul cuore. Il $attito che sente, ammesso che senta %ualcosa, non forte. Negli ultimi giorni, tutto cam$iato. &enn' sta per ricongiungersi con ;o. 1i piacere$$e esserci in %uel momento. Stanno per andare insieme in Italia. A 1aranello. 9ivranno in un appartamento in citt- e andranno in giro con una CIAT. &enn' sar- un pilota straordinario per la Cerrari. 2i- lo vedo, su$ito esperto di %uel tracciato perch! cos+ intelligente, cos+ sveglio. apiranno che ha talento e lo preleveranno dalle fila dei collaudatori per fargli fare una prova con il team di Cormula Fno. Scuderia Cerrari. 0o sceglieranno per sostituire l)insostitui$ile Schumi. :1ettetemi alla prova= dir-, e loro lo faranno. apiranno che ha talento e faranno di lui un pilota, e presto diventer- un campione di Cormula Fno come A'rton Senna. ome Juan 1anuel Cangio, o Jim larG. ome JacGie Ste/art, Nelson "i%uet, Alain "rost, NiGi 0auda, Nigel 1ansell. ome 1ichael Schumacher. Il mio &enn'< 1i piacere$$e esserci %uando accadr-. 9edere tutto %uanto, a cominciare da oggi pomeriggio %uando arriver- ;o per tornare a vivere con suo padre. 1a non credo che potrò essere presente in %uel momento. E, comun%ue, non sta a me decidere. 0a mia anima ha imparato %uello che era previsto imparasse, e tutte le altre cose sono solo cose. Non possiamo avere tutto. A volte do$$iamo credere e $asta. :7 tutto a posto= dice. 1i culla la testa in grem$o. 0o vedo. So come si corre sotto la pioggia. So che c)entrano l)e%uili$rio, l)intuito e la pa#ien#a. So le %ualit- di guida necessarie per cavarsela alla grande sotto la pioggia. 1a so anche che correre sotto la pioggia una %uestione di testa< a a che vedere con il controllo del proprio corpo. on la convin#ione che la macchina sia solo un)estensione del proprio corpo, e che la pista sia un)estensione della macchina, e che la pioggia sia un)estensione della pista, e il cielo sia un)estensione della pioggia. a a che vedere con la convin#ione che noi non siamo noi, siamo tutto. E che tutto noi. I piloti sono spesso definiti egoisti ed egocentrici. 0)ho fatto anch)io %uesto s$aglio. "er essere un campione, un pilota non deve averlo proprio, l)ego. Non deve esistere come entit- separata. &eve darsi interamente alla gara. Essere la propria scuderia, la propria vettura, le proprie scarpe, le proprie gomme, solo %uello. 0a sicure##a e la consapevole##a di s! non devono essere confuse con l)egocentrismo. Fna volta ho visto un documentario. "arlava dei cani in 1ongolia. &iceva che %uando un cane pronto a lasciarsi alle spalle la propria esisten#a da cane, si reincarna in un uomo. Io sono pronto. Eppure... &enn' cos+ triste e sentir- cos+ tanto la mia mancan#a che sono tentato di restare con lui e ;o in %uesto appartamento, a guardare le persone gi* in strada che si parlano e si stringono la mano. :Sei sempre stato con me= mi dice &enn'. :Sei sempre stato il mio En#o.= S+, vero. a ragione. :9a tutto $ene= mi dice. :Se adesso devi andare, puoi andare.= 9olto la testa, e l-, davanti a me, c) la mia vita. 0a mia infan#ia. Il mio mondo.
Il mio mondo mi circonda. I campi di Spangle, dove sono nato. 0e colline ondulate coperte di er$a dorata che ondeggia al vento e mi solletica la pancia %uando ci passo sopra. Il cielo perfettamente a##urro e il sole cos+ tondo. Ecco cosa vorrei. Cermarmi ancora un po) a giocare in %uei campi. ontinuare ancora un po) a essere me stesso prima di diventare %ualcun altro. Ecco cosa vorrei. E mi chiedo6 ho sprecato la mia esisten#a da cane8 o rinnegato la mia natura in nome dei miei desideri8 o s$agliato a dedicarmi al futuro sfuggendo al presente8 "uò darsi. Il solito im$ara##ante rimpianto da letto di morte. Sciocche##e. :0a prima volta che ti ho visto,= mi sussurra :ho capito che eravamo fatti l)uno per l)altro.= S+< Anch)io< :9a tutto $ene.= Fna volta ho visto un film. Fn documentario. In televisione, perch! io la guardo molto, la televisione. &enn' me l)aveva detto di non esagerare. o visto un documentario che parlava dei cani in 1ongolia. &iceva che, dopo essere morti, i cani assumono sem$ian#e umane. 1a diceva anche %ualcos)altro... Sento sul collo il suo alito caldo, le sue mani. 1i si avvicina, anche se non riesco pi* a vederlo, mi si accosta all)orecchio. I campi sono cos+ vasti che potrei correre all)infinito in una dire#ione e di nuovo all)infinito per tornare indietro. Sono sen#a fine, %uesti campi. :9a tutto $ene, $ello= mi mormora all)orecchio dolcemente. ...ah, ora ricordo< Buesto documentario diceva anche che, %uando un cane muore, la sua anima li$era di vagare nel mondo che ci circonda. 7 li$era di correre per il mondo, per i campi, di godersi la terra, il vento, i fiumi, la pioggia, il sole, il... Buando un cane muore, la sua anima li$era di correre finch! non pronto a rinascere. Adesso ricordo. :9a tutto $ene.= Buando rinascerò uomo, troverò &enn'. Troverò ;o. Andrò loro incontro, stringerò loro la mano e dirò che li saluta En#o. 0oro capiranno. :"uoi andare.= &avanti a me vedo il mio mondo6 i campi attorno a Spangle. Niente steccati. Niente edifici. Niente persone. Solo io e l)er$a, il cielo, la terra. Solo io. :Ti voglio $ene, amico mio.= Caccio %ualche passo nel campo e si sta cos+ $ene, cos+ piacevole sentire l)aria fresca, gli odori che mi circondano. Avvertire il calore del sole sul pelo. 1i sem$ra di esserci davvero. :"uoi andare.= Raccolgo le for#e e parto e, oh, che $ello, mi sem$ra di non avere et-, di essere sen#a tempo. E accelero. 1i metto a correre. :9a tutto $ene, En#o.=
Non mi volto indietro, ma so che lui l+. A$$aio due volte perch! voglio che senta, che sappia. Sento i suoi occhi fissi su di me, ma non mi volto. E mi lancio nel campo, nella vastit- dell)universo davanti a me, e corro. :"uoi andare= mi grida. "i* forte, e il vento mi preme contro il muso mentre corro, pi* forte, sento il cuore $attermi all)impa##ata e a$$aio due volte per dirglielo, per dirlo a tutto il mondo, per dire pi forte< A$$aio due volte perch! lo sappia, perch! si ricordi. Buello che voglio adesso %uello che ho sempre voluto. Fn altro giro, &enn'< Fn altro giro< i forte< Imoa
Buando tutto finito, %uando l)ultima corsa stata vinta e il campione della stagione stato incoronato, siede a $ordo pista alla curva Tam$urello, sull)er$a fradicia per i molti giorni di pioggia. Fna macchia di colore nella tuta rosso Cerrari in Nome@, tappe##ata delle scritte dei molti sponsor che lo vogliono come testimonial, come immagine sim$olo da mostrare al mondo, il campione siede sull)er$a da solo. Ovun%ue, in 2iappone, in >rasile, in Italia, in Europa, in tutto il mondo, la gente festeggia la sua vittoria. Nelle roulotte e dietro le %uinte, gli altri piloti, alcuni dei %uali hanno la met- dei suoi anni, scrollano il capo increduli. "er %uello che riuscito a ottenere. "er %uello che riuscito a sopportare. "erch! diventato un pilota di Cormula Fno dal niente. Alla sua et-. "roprio come succede nelle favole. Fn Gart elettrico di %uelli usati per il golf gli si ferma vicino, sull)asfalto. Al volante c) una giovane donna con i capelli lunghi e $iondi, e accanto a lei si distinguono altre due figure, una grande e una piccola. 0a giovane scende e va incontro al campione. :"ap-8= chiama. Si volta verso di lei, anche se aveva sperato di poter restare da solo ancora un po). :Sono tuoi grandi ammiratori= dice. 0ui sorride e al#a gli occhi al cielo. 0)idea di avere dei fan ( grandi o piccoli ( gli sem$ra assurda, %ualcosa a cui deve ancora a$ituarsi. :No, no= insiste lei, perch! conosce i suoi pensieri prima che lui stesso riesca a formularli. :redo che ti far- davvero piacere conoscerli.= 0ui annuisce perch! lei non s$aglia mai. 0a raga##a fa cenno alle due persone sul Gart di avvicinarsi. &al veicolo scende un uomo, curvo sotto una mantella da pioggia. "oi un $am$ino. Si avvicinano al campione. :&en+= grida l)uomo, storpiando il nome in italiano. Non li riconosce. Non sa chi sono. :&en+< Speravamo di trovarla %ui<= :Eccomi= risponde il campione. :&en+, siamo suoi grandi ammiratori. 7 stata sua figlia a portarci da lei. a detto che non le sare$$e dispiaciuto.= :1i conosce= commenta il campione in tono affettuoso.
:Buesto mio figlio= dice l)uomo. :0a adora. Non fa altro che parlare di lei.= Il campione guarda il $am$ino, che piccolo, ha il volto spigoloso, gli occhi a##urro ghiaccio e i capelli chiari e ricci. :Buanti anni hai8= chiede. :in%ue= risponde il $am$ino. :E corri8= :orre sui Gart= risponde il padre. :7 molto $ravo. 0a prima volta che salito su un Gart gi- sapeva come guidarlo. 7 una grossa spesa per me, ma cos+ $ravo, un vero talento, ne vale la pena.= :>ene, allora giusto incoraggiarlo= esclama il campione. :0e dispiace firmarci il programma8= chiede il padre. :A$$iamo guardato la corsa dal prato, laggi*. 0a tri$una centrale carissima. Siamo venuti in macchina da Napoli.= :erto.= Il campione prende il programma e la penna. :ome ti chiami8= domanda al $am$ino. :En#o= risponde lui. Il campione al#a lo sguardo, stupito. "er un attimo rimane immo$ile. Non scrive. Non dice una parola. :En#o8= domanda alla fine. :S+= dice il $am$ino. :1i chiamo En#o. Anch)io voglio diventare un campione.= S$alordito, il campione fissa il $am$ino. :0o sente8 9uole diventare un campione= spiega il padre. :"roprio come lei.= :1i sem$ra un)ottima idea= risponde il campione, sen#a staccare gli occhi dal $am$ino. 1a poi si accorge di averlo fissato troppo a lungo, e allora scuote il capo per distogliere lo sguardo e dice6 :1i scusi. Suo figlio mi ricorda un mio carissimo amico=. Incrocia lo sguardo della figlia, poi firma il programma e lo passa al padre, che lo legge. :he cos) %uesto8= gli domanda. :Il mio numero di telefono a 1aranello= risponde il campione. :Buando pensa che suo figlio sia pronto, mi chiami. Carò in modo che riceva l)istru#ione adeguata e che a$$ia l)opportunit- di guidare.= :2ra#ie< 2ra#ie mille<= replica l)uomo. :Non fa altro che parlare di lei. &ice che lei il migliore di tutti i tempi. &ice che lei anche meglio di Senna<= Il campione si al#a, la tuta da gara ancora $agnata di pioggia. Accare##a la testa del $am$ino e gli arruffa i capelli. Il $am$ino al#a gli occhi verso di lui. :a l)animo del pilota= commenta il campione. :2ra#ie= risponde il padre. :Studia le registra#ioni di tutte le sue corse.= :0a macchina va dove vanno gli occhi= dice il $am$ino. Il campione scoppia a ridere, poi al#a lo sguardo verso il cielo.