Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
REGIONE LAZIO ASSESSORATO CULTURA, SPETTACOLO E SPORT Assessore - Giulia Rodano DIREZIONE REGIONALE BENI E ATTIVITÀ CULTURALI, SPORT Direttore - Enzo Ciarravano
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i
Monasteri del Lazio: proposta d’itinerario
AREA FINANZIAMENTI E BANDI EUROPEI Dirigente - Cristina Crisari Cura e coordinamento redazionale Valentina Riccardi – Monti & Taft Coordinamento editoriale Andrea Belloni – BIC Lazio Angela Dellisanti, Valentina Riccardi - Monti & Taft Testi e ricerche Laura Russo, Lucia Sentinelli - Regione Lazio Regione Umbria - Assessorato Ambiente e Territorio Francesco Passarelli – Comune di Bivongi (RC) Valentina Riccardi – Monti & Taft Fotografie - Giovanni Angotta Area Finanziamenti e Bandi Europei Viale del Caravaggio, 99 – 00147 Roma Tel. 0039.06.51688574 - Fax 0039.06.51688576 e-mail:
[email protected]
In copertina: Abbazia di Casamari, portale. Regione Lazio Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport
PROGRAMMA DI INIZIATIVA COMUNITARIA INTERREG III C – ZONA EST PROGETTO MO.NO.PI. Monument nomination and pilot implementation as an alternative form of architecture and religious tourism
COORDINATORE TRANSNAZIONALE Development Company of Prefecture of Magnesia (ANEM) – Grecia
PARTNER Municipality of Milies (Grecia) Municipality of Artemida (Grecia) Regione Lazio (Italia) Regione Umbria (Italia) Comune di Bivongi (Reggio Calabria – Italia) Forum Westthueringen (Germania) Local Administration Leisnig (Germania) Judaica Foundation - Center for Jewish Culture (Cracow - Polonia) Larnaca Development Co. (Cyprus) Local Administration Sornzig- Abla‚ (Germania)
Ringraziamenti Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della pubblicazione e in particolare: Padre Emiliano Fabbricatore, Archimandrita dell’Abbazia di S. Nilo di Grottaferrata e Giorgio Di Silvestro; il Padre Priore Dom. Eugenio Gargiulo, Don Agostino Ranzato e Rita Frezza dell’Abbazia di Farfa; l’Abbate Dom. Silvestro Buttarazzi e Padre Alberto Coratti dell’Abbazia di Casamari. Si ringraziano inoltre: la Regione Umbria – Assessorato Ambiente e Territorio e il Comune di Bivongi (RC).
© P.I.C. Interreg III C Est – Mo.No.Pi. Quest’opera è stata realizzata con il contributo della Commissione Europea
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
INDICE
Una “Guida” per vivere meglio il territorio regionale........XX Giulia Rodano
Presentazione del progetto Mo.No.Pi.: perché una guida dei monasteri del Lazio.............................................................XX Cristina Crisari
Un itinerario tra i tre monasteri del Lazio.............................XX Valentina Riccardi Qualcosa sulla storia del monachesimo e degli ordini religiosi....XX Cenni sul monachesimo benedettino .............................................XX Cenni sul monachesimo cistercense Cenni sul monachesimo orientale in Italia.....................................XX Il rapporto con il territorio di appartenenza...................................XX Il perché della scelta di due percorsi tematici ...............................XX Piccolo glossario ...................................................................................XX
SLOW TOUR: PER CHI RESTA ...............................................XX Il monastero di Grottaferrata in un giorno ...........................XX Laura Russo L’Abbazia di San Nilo ...........................................................................XX Un po’ di storia......................................................................................XX La visita dell’Abbazia ............................................................................XX Le attività del monastero ....................................................................XX
Il territorio dei Castelli Romani in un giorno ......................XX Lucia Sentinelli
Dove dormire e dove mangiare ...........................................XX Eventi e Manifestazioni..............................................................XX Il monastero di Casamari in un giorno .................................XX Lucia Sentinelli
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio L’Abbazia di Casamari Un po’ di storia......................................................................................XX La visita dell’Abbazia ............................................................................XX Le attività del monastero ....................................................................XX
Il territorio della Ciociaria in un giorno ................................XX Lucia Sentinelli
Dove dormire e dove mangiare ...........................................XX Eventi e Manifestazioni..............................................................XX
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio APPENDICE I monasteri dell’Umbria e il monastero di Bivongi: due buone ragioni per allungare il proprio percorso fuori dai confini geografici del Lazio Verso l’Umbria .............................................................................XX Regione Umbria -Assessorato Ambiente e Territorio Abbazia di S. Eutizio.............................................................................XX Abbazia di S. Felice...............................................................................XX Abbazia di S. Cassiano.........................................................................XX
Il monastero di Farfa in un giorno .........................................XX Laura Russo L’Abbazia di Farfa ..................................................................................XX Un po’ di storia......................................................................................XX La visita dell’Abbazia ............................................................................XX La Foresteria...........................................................................................XX
Verso Bivongi ...............................................................................XX Francesco Passarelli Il monastero di S. Giovanni Theristis ...............................................XX
Conclusioni...................................................................................XX Valentina Riccardi
Il territorio della Sabina in un giorno ...................................XX Laura Russo
Bibliografia....................................................................................XX
Fara Sabina.............................................................................................XX Toffia ........................................................................................................XX Poggio Mirteto.......................................................................................XX
Dove dormire e dove mangiare ...........................................XX Eventi e Manifestazioni..............................................................XX FAST TOUR: PER CHI PASSA Il monastero di Grottaferrata ed il suo territorio in un giorno ...XX Laura Russo L’Abbazia di San Nilo ...........................................................................XX Nei dintorni ............................................................................................XX
Il monastero di Casamari ed il suo territorio in un giorno...XX Lucia Sentinelli L’Abbazia di Casamari..........................................................................XX Nei dintorni ............................................................................................XX
Il monastero di Farfa ed il suo territorio in un giorno.......XX Laura Russo L’Abbazia di Farfa ..................................................................................XX Nei dintorni ............................................................................................XX
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I Partner del Progetto Mo.No.Pi. - Monument nomination and pilot implementation as an alternative form of architecture and religious tourism
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Una “Guida” per vivere meglio il territorio regionale Nel presentare questo pregevole lavoro delle nostre strutture (in questo caso svolto dall’Area Finanziamenti e Bandi Europei) mi preme riaffermare un’idea che solo apparentemente contraddice il punto di partenza. L’obiettivo del progetto è, come dettato dal programma europeo, “esaminare i diversi modelli di gestione dei complessi religiosi in vari paesi europei e aumentare l’interesse verso le tradizioni dei complessi monastici in modo da favorirne l’inserimento nei nuovi flussi turistici”. Finalizzare la valorizzazione dei beni culturali e archeologici a fini di turismo è un eccellente obiettivo, produce ricchezza, promuove territori, ma questo solo approccio può avere anche risvolti problematici. Se poi parliamo di monasteri, come in questo caso, la questione assume un rilievo particolare. Il ruolo dei monasteri, strutture che generalmente risalgono a secoli e secoli fa (come minimo a partire dal V-VI secolo dopo Cristo), in coincidenza con l’espansione del messaggio cristiano nel nostro Paese e del proliferare di ordini monastici, è stato importantissimo, non solo perché i monasteri sono stati centri di diffusione di questo messaggio, ma anche perché sono stati luoghi di produzione e conservazione di cultura, di alfabetizzazio13
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
ne delle comunità, e via via anche centri del potere. Non sono poche le abbazie che, fin quando lo Stato laico non ne ha meglio definito il rapporto con la Chiesa cattolica, hanno gestito ricchezza (poderi, campagne, etc…), spesso, purtroppo, con criteri più
Presentazione del progetto Mo.No.Pi.: perché una guida dei monasteri del Lazio Il progetto Mo.No.Pi., presentato nell’ambito del
consoni ai latifondisti che ai dispensatori di carità.
Programma Comunitario Interreg IIIC, è stato appro-
Insomma, i monasteri sono stati sempre parte viva
vato dalla Commissione Europea nel 2004.
del territorio, direi anzi punto di riferimento ineludibi-
L’iniziativa, di cui la Development Company of
le di quel territorio in cui hanno svolto la propria
Prefecture of Magnesia-Grecia si propone come
opera. Ecco, in qualche modo dovremmo “usarli” un
capofila, vede la partecipazione, in qualità di partner,
po’ di più in questo ruolo. Se ci limitassimo a farne solo delle strutture acchiappa-turisti probabilmente non avremmo individuato la mission più consona. Nei nostri monasteri è conservata la conoscenza, le
della Regione Lazio – Area Finanziamenti e Bandi Europei dell’Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport. La proposta di un progetto inerente i monasteri, promossa da un paese come la Grecia che vanta in questo campo una tradizione plurisecolare, non pote-
biblioteche rappresentano veri e propri tesori.
va che trovare l’immediato interesse non solo della
L’obiettivo dunque è quello di fare di questi beni un
nostra Regione, così storicamente e territorialmente
patrimonio vivo, capace di diffondere cultura, di aiutare
legata alla vita della Chiesa cattolica ma anche di
a ritrovare anche le radici di una identità territoriale. La
numerosi partner stranieri; nell’ambito del progetto,
“Guida” che presentiamo per i monasteri di
l’attenzione è stata posta soprattutto sul ruolo che, tali
Grottaferrata, Casamari e Farfa va in questa direzione, unisce la conoscenza storico-artistica delle abbazie alle notizie utili per arrivarci e soggiornare. Resta da fare un
centri religiosi possono assumere nella vita scientifica, storica ed anche economica dei paesi dell’Unione. Ed è proprio il respiro europeo di tali ordini monastici, uno dei punti di forza dell’iniziativa; infatti, tali centri
passo ulteriore: usare questi patrimoni per una crescita
hanno rappresentato, fin dal Medioevo, l’interscam-
complessiva dell’intera regione.
bio in Europa di esperienze culturalmente diverse, ma unite nel comune spirito dell’ospitalità e nel fondamentale ruolo di trasmissione della cultura. Giulia Rodano
Assessore alla Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio
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Il progetto ha tra i suoi obiettivi non solo quello di promuovere le abbazie nel contesto delle azioni 15
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
per lo sviluppo europeo attraverso un approccio inte-
vari paesi d’Europa, nell’ambito del progetto si stan-
grato, rapportandosi con le altre risorse ed iniziative
no svolgendo ulteriori studi che riguardano ad esem-
proprie dei territori di riferimento, ma anche quello di
pio l’individuazione dei percorsi che relazionavano il
creare una connessione tra il mondo laico e religioso.
territorio con i centri e le abbazie, la definizione di un
Nell’insieme la finalità principale è quella di
sistema informatico implementabile per la diffusione
accrescere la consapevolezza del valore e la ricchezza
e la conoscenza del patrimonio indagato ed inoltre la
dei monasteri in tutta Europa, in termini di tradizione
promozione di modelli di fruizione turistica (progetta-
e di valore storico-artistico e culturale, al fine di inte-
zione di un sito web collegato al portale istituzionale
ragire proficuamente con le richieste della vita
della Regione ed ai maggiori links turistico-culturali;
moderna.
realizzazione di pubblicazioni scientifico-divulgative;
L’attività proposta dalla nostra Regione mira alla conoscenza e alla valorizzazione di alcune tra le più
organizzazione di itinerari tematici mirati alla costituzione di una rete di promozione del territorio).
importanti abbazie esistenti nel territorio regionale,
Da tale progetto noi tutti ci aspettiamo numerosi
sia per quanto attiene lo studio dei beni culturali sia
risultati, primo fra tutti l’incremento sia della compe-
per la promozione delle attrattive turistiche e di ospi-
titività territoriale che delle sinergie tra Regioni limi-
talità rappresentate dai centri monastici. Lo studio,
trofe ed Enti locali, nonché della ricaduta occupazio-
inizialmente proposto sui soli monasteri ortodossi, ha
nale attraverso lo sviluppo turistico; non va inoltre
trovato, per quanto riguarda il Lazio, non solo un
dimenticato, che nostro compito, all’interno dell’ini-
naturale collegamento con l’abbazia di rito bizantino
ziativa, è anche quello di migliorare la conoscenza del
- greco di S. Nilo a Grottaferrata, un insediamento che
patrimonio culturale e la diffusione della cultura euro-
testimonia, ormai da un millennio, l’unità della Chiesa
pea attraverso scambi di esperienze e best practices.
nelle sue molteplici tradizioni di spiritualità e cultura e che rappresenta un luogo d’incontro e di dialogo tra
Arch. Cristina Crisari Dirigente Area Finanziamenti e Bandi Europei
l’Occidente latino e l’Oriente ortodosso, ma anche un ulteriore arricchimento con gli importanti centri monastici di S. Maria di Farfa, che sorge nella verdeggiante area della Sabina e di Casamari, rappresentative degli ordini Benedettino e Cistercense. Oltre all’esame dei differenti modelli di gestione esistenti all’interno dei complessi religiosi presenti in 16
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Lazio: Localizzazione dei monasteri oggetto dell’itinerario
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un itinerario tra i tre monasteri del Lazio Valentina Riccardi
Qualcosa sulla storia del monachesimo e degli ordini religiosi Parlare di monasteri in Italia e soprattutto nel centro - nord d’Italia, significa risalire ai primi insediamenti datati dal tempo di S. Benedetto da Norcia (c. 480 – c. 550), che con la sua Regola fissò le norme essenziali della vita religiosa e materiale dei monaci. Egli fondò l’ordine benedettino e l'Abbazia di Montecassino nell' Italia meridionale intorno all’ anno 529. Il monastero diventa così simbolo di un luogo isolato, lontano dalla vita delle città, un luogo di pre-
Fara Sabina Abbazia di S. Maria di Farfa Interno
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
ghiera, residenza e lavoro di una comunità religiosa i
ll monastero di S. Nilo a Grottaferrata rappresen-
cui membri sono vincolati da un voto al distacco del
ta invece, come è il caso del monastero di Bivongi
mondo e dalle sue distrazioni e si rendono autosuffi-
nella Calabria ionica - di cui parleremo in Appendice
cienti dal punto di vista economico. Il monachesimo
– un esempio di monastero di rito greco – bizantino,
ha avuto in Occidente una grande importanza in
unico caso in Italia di comunità religiosa nata prece-
campo politico, sociale e artistico per oltre 1200 anni,
dentemente alla divisione della chiesa cattolica da
dal sec. VI al sec. XVIII. Benedettini, Cistercensi,
quella ortodossa. Il monachesimo bizantino ha cono-
Certosini furono gli ordini monastici grandi fondatori
sciuto un forte sviluppo intorno al VIII-XI secolo
di abbazie. Nell'arco di tempo tra il 1140 ed il 1152 ai
soprattutto in Calabria. Il Sacro Monastero di San
monaci "neri", benedettini (così chiamati dal colore
Giovanni Theristis a Bivongi, risale all'XI secolo; men-
della loro tonaca), si sostituirono i monaci "bianchi",
tre per quanto riguarda Grottaferrata, la sua particola-
cistercensi. A questa prima corrente storica del mona-
rità è data dal suo fondatore, S. Nilo da Rossano, ori-
chesimo, appartiene il monastero di Farfa, ancora
ginario appunto della Calabria.
oggi gestito dai monaci benedettini cassinesi (stesso ordine dell’Abbazia di Montecassino), mentre il
La maggiore distinzione dal punto di vista storico
monastero di Casamari è oggi gestito dai monaci
– religioso tra i monasteri proposti in questo itinera-
cistercensi. Entrambi questi ordini religiosi, sono
rio è tra quelli di rito greco – bizantino (Grottaferrata
custodi di numerosi altri monasteri nel Lazio, in
e Bivongi) e quelli benedettini e cistercensi. L’ordine
Umbria e in molte altre regioni del centro nord. Per
dei benedettini è storicamente precedente a quello
quanto riguarda l’Umbria, il collegamento tra i mona-
dei cistercensi, mentre questi ultimi pur essendo
steri del progetto Mo.no.pi appare quindi evidente,
benedettini, in quanto seguono la regola di S.
non solo per una vicinanza di tipo geografico, ma
Benedetto, sono considerati più austeri e adottano
anche e soprattutto perché storicamente anche i 3
una filosofia di vita dedita alla povertà ed al lavoro
monasteri umbri del progetto sono gestiti da monaci
anche manuale (soprattutto lavoro delle terra, bonifi-
benedettini e sono una emanazione del monastero di
che, coltivazione di prodotti tipici).
Farfa, dal quale dipendevano dal punto di vista politico-amministrativo. 22
L’origine storica di questi centri religiosi, è la chiave di volta per capirne il ruolo anche oggi; se infatti i 23
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio monasteri di rito bizantino cercano soprattutto di faci-
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Cenni sul monachesimo benedettino
litare il dialogo interculturale tra cattolici e ortodossi, gli altri sono orientati alla formazione ed alla conser-
Negli anni bui delle invasioni barbariche è impor-
vazione e valorizzazione del patrimonio librario eccle-
tante ricordare la vitalità della Chiesa di Roma, unica
siastico, oltre che alla conoscenza e coltivazione della
protettrice delle popolazioni latine. Il monachesimo
terra circostante il monastero. Si tratta infatti di mona-
occidentale nasce con Benedetto da Norcia che fonda
ci esperti amanuensi o agricoltori.
nel 528 il monastero di Montecassino. Altri monasteri sorgono sull'esempio di Montecassino nei secoli successivi. Si affermeranno gli ordini dei Cistercensi (dal nome dell'abbazia di Citeaux ) dei Certosini ( la Grande Chartreuse ) e dei Cluniacensi (Cluny). In Italia sono famosi i monasteri di Fruttuaria, Camaldoli, Vallombrosa. A differenza del monachesimo orientale ascetico, i monaci occidentali vivono un'esperienza religiosa matura: alternano alla preghiera e alla meditazione il lavoro dei campi e creano comunità economicamente autosufficienti e protette , che in caso di pericolo
Amanuense
offrono valida difesa alle popolazioni minacciate.
L'amanuense era colui che, prima dell'invenzione e la diffusione della stampa, copiava manoscritti a servizio di privati o per la vendita al pubblico. Il termine deriva dal latino servus amanuensis. All'Ordine Benedettino, per l'intensità, la cura e la competenza con cui si dedicò all'attività scrittoria, siamo debitori della continuità della tradizione letteraria classica.
Dalle grange benedettine e cistercensi ( vere e proprie fattorie medievali ) partiranno addirittura opere di bonifica e messa a coltura delle campagne circostanti. Un'altra importante funzione dei monasteri benedettini è quella culturale: la regola benedettina imponeva ai monaci molte ore di lettura e di meditazione. 24
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Cenni sul monachesimo cistercense Nella seconda metà del secolo XI, l’eremetismo, la ripresa della tradizione monacale e il pullulare di iniziative spontanee di predicatori itineranti si intensificano. Accanto alla condanna delle immortalità clericali, il fattore comune di questi movimenti è la ricerca di una purificazione morale personale. Nell’assoluta povertà e nel radicale distacco da qualsiasi superfluità terrena, i riformatori individuano la condizione necessaria per il raggiungimento di una perfezione di vita tanto individuale quanto collettiva. Il rilancio del monachesimo occidentale si attua sulla base di questa radicale rinuncia al possesso di qualsiasi bene. E’ ciò che prescrive la Regola dei Cistercensi, il nuovo Ordine monacale che dall’originario monastero di Citeaux (1098) si diffonde rapidamente in tutta l’Europa cristiana: applicando alla lettera le prescrizioni di S. Benedetto. A differenza degli Fara Sabina - Abbazia di Farfa Portale esterno
antichi ordini benedettini, le nuove abbazie cistercensi saranno povere, senza vetrate colorate né campanile, né costose campane: daranno l’immagine este-
Abbazia Comunità monastica maschile o femminile governata da un abate (o badessa) e autonomo dalla giurisdizione del vescovo; il complesso degli edifici occupati da tale comunità. Il termine deriva da abbas "abate", ed è sinonimo di monastero; può cioè indicare: 1) la comunità di religiosi (monaci o canonici regolari, secondo la regola benedettina almeno dodici) sui iuris cioè autonoma, autosufficiente e che possiede personalità giuridica, governata da un abate; 2) il complesso degli edifici della comunità e degli altri fabbricati che ne dipendono; 3) una chiesa anticamente monastica che ha mantenuto questo nome.
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riore della radicale povertà monacale. Il monastero nasce lontano dalla città ed in opposizione ad essa: è rifiuto e fuga dalle sue ricchezze, dai contrasti sociali che ne segnano la nascita e lo sviluppo, dai valori mondani che vi dominano. I monaci necessitano di 27
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio terreni da coltivare, di animali da allevare e da scam-
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Cenni sul monachesimo orientale in Italia
biare al mercato con i prodotti che assicurino l’autarchia della comunità. In pochi decenni, molti monaste-
Il monachesimo eremitico orientale fece le sue
ri divengono ragguardevoli centri di ricchezza e di
prime apparizioni nell’estremo sud Italia intorno al VII
potere.
secolo; i monaci giunsero probabilmente in tre ondate successive, determinate da necessità storiche e comunque favorite da affinità morfologiche tra il nostro territorio e le terre di provenienza. Un primo movimento migratorio si verificò nella prima metà del VII secolo e richiamò monaci dalla Siria, dalla Palestina e dall’Egitto,
Veroli (FR) – Abbazia di Casamari Interno - finestra
quando quelle regioni subirono l’invasione di persiani ed arabi. Una seconda e più consistente ondata avvenne durante la persecuzione iconoclasta nel periodo tra il 726 e l’843 d.C. Infine ci fu una terza ondata proveniente dalla Sicilia, nei secoli X e XI, quando l’isola passò sotto il dominio arabo. I monaci basiliani sono un ordine religioso atipico proprio perché non costituirono un ordine vero e proprio in quanto in Oriente, ogni convento era un ordine. I monaci basiliani, affiancandosi agli abitanti, praticavano l’agricoltura dissodando i terreni e modificando i sistemi di coltivazione. I monasteri diventarono in quel periodo centri di rinascita economica e alimentarono il sorgere delle grancie o “omas”. Si tratta di piccoli centri eretti nei pressi di un monastero, su cui si estendeva l’autorità giuridica, religiosa e amministrativa dell’ egumeno, il capo del monastero. La comunità dei monaci basiliani è cattolica di rito
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
greco - bizantino. I monaci per la loro vicinanza alla Chiesa Orientale, di cui si fanno sapienti custodi delle tradizioni e della storia, costituiscono un canale privilegiato di dialogo con le Chiese ortodosse. Le radici dei monaci basiliani affondano nella terra di Calabria e Sicilia ove, ancora oggi, si parla il greco e l’albanese e dove il legame alla cristianità d’Oriente non è andato perduto. Le norme che governano la vita dei Monaci sono quelle del Typikòn, i cui punti principali consistono nella preghiera comunitaria, lo studio dei Padri e l’impegno ecumenico nei confronti delle Chiese ortodosse. La preghiera occupa un posto importante nella vita di questi monaci, anche se assume una veste molto
Veroli (FR) – Abbazia di Casamari Porta d’ingresso alla chiesa, detta “dei conversi”
semplice. La vita prescritta dal Typikòn è una vita di cenobitica, ossia comunitaria:nel Typikòn sono contenute tutte le norme di convivenza comunitaria, ma anche di disciplina spirituale. I momenti di vita comune prevalgono su quelli di vita spirituale. Monastero Edificio o complesso di edifici in cui vive una comunità di monaci o di monache. Sinonimo di convento. Il monastero è il luogo di preghiera, residenza e lavoro di una comunità religiosa i cui membri sono vincolati da un voto al distacco del mondo e dalle sue distrazioni e si rendono autosufficienti dal punto di vista economico. Il monachesimo occidentale è strettamente legato a San Benedetto da Norcia (c. 480 - c. 550) che fondò l'ordine benedettino e l'abbazia di Montecassino nell'Italia meridionale intorno al 529. Intorno ai monasteri si svilupparono dei mercati e successivamente dei centri abitati: questo spiega i tanti toponimi che ancor oggi richiamano il nome del santo cui l'abbazia era consacrata. L'abbazia era un complesso organismo architettonico; entro un grande recinto e intorno alla chiesa si trovavano disposti lungo i lati del chiostro i dormitori dei monaci, la sala capitolare destinata alle riunioni, la biblioteca (scriptorium), il refettorio; poco discosto sorgevano i fabbricati per i servizi, i magazzini, le officine, i laboratori, l'abitazione dell'abate, l'infermeria, la foresteria, l'orto con le erbe destinate alla confezione dei farmaci e la relativa farmacia.
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Ordini monastici Benedettini: ordine monastico fondato da S. Benedetto da Norcia (480 – 547) disciplinato dalla regola di S. Benedetto. Cistercensi: ordine monastico fondato da San Roberto di Molesme a Citeaux nel 1098 e poi diffuso da S. Bernardo di Chiaravalle.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Il rapporto con il territorio di appartenenza
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio ll perché della scelta di due percorsi tematici
I monasteri presi in esame rappresentano oggi
Questa pubblicazione nasce dalla volontà di dare
un ponte culturale tra religione e mondo contempo-
visibilità al progetto europeo Mo.No.Pi, non solo da
raneo. Sono delle realtà che, se ben integrate nel con-
un punto di vista prettamente tecnico, quindi per
testo territoriale di appartenenza, possono concorre-
“addetti ai lavori”, ma anche da un punto di vista più
re allo sviluppo del cosiddetto turismo religioso e cul-
divulgativo, che sia rivolto a tutti coloro che vogliono
turale.
conoscere meglio i monasteri ed il territorio del Lazio.
Dal punto di vista dei rapporti con il territorio cir-
Più che una vera e propria guida turistico - cultu-
costante, la presenza di questi monasteri da più di
rale, questa pubblicazione vuole essere una proposta
mille anni fa sì che queste strutture siano parte inte-
di itinerario tra alcuni dei monasteri del Lazio. Per tale
grante del territorio, sia da un punto di vista di parte-
motivo è stata pensata per un turista che magari
cipazione alle attività della comunità locale che da un
viene a Roma, e vuole vedere qualcosa di diverso nei
punto di vista di attrattiva turistica. Spesso infatti, la
dintorni, soffermandosi non più di un giorno sul ter-
comunità monastica, collabora con il comune per
ritorio ed un giorno sul monastero. Per chi non aves-
numerose attività che vanno dall’ organizzazione di
se a disposizione neanche questo tempo, proponia-
eventi culturali, alla formazione attraverso la scuola. I
mo un itinerario più breve che si concentrerà princi-
tre monasteri presi in esame, rappresentano inoltre
palmente sulle abbazie e sui dintorni, il tutto in
dei centri d’attrattiva per il territorio circostante, da un
un’unica giornata.
punto di vista turistico e culturale. La loro presenza ed
Per finire, una appendice proporrà due itinerari
il loro ruolo possono rappresentare un volano di svi-
insoliti che abbracciano gli altri due partner italiani del
luppo e di attrazione di flussi turistici, soprattutto dal
progetto Mo.No.Pi; precisamente la regione Umbria e
punto di vista del turismo religioso e culturale.
il comune di Bivongi, in provincia di Reggio Calabria. Tale scelta è motivata dall’esistenza di due collegamenti storico - culturali. Il primo e più diretto è quello tra l’Abbazia di Farfa e i tre monasteri benedettini dell’Umbria, tutti nati dal monachesimo benedettino.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Il secondo collega invece il monastero bizantino di Bivongi in Calabria, con quello greco - orientale di Grottaferrata, in quanto il suo fondatore, S. Nilo, proveniva proprio da Rossano in Calabria, culla del monachesimo orientale in Italia. Partiamo quindi insieme alla scoperta di questi complessi monastici ricchi di storia e di cultura.
Veroli (FR) Abbazia di Casamari Abside
Fara Sabina (RI) Abbazia di S. Maria di Farfa particolare della volta
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Slow Tour: per chi resta
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Il monastero di Grottaferrata in un giorno Laura Russo
L’Abbazia di San Nilo Il Monastero italo – bizantino di Grottaferrata si trova a circa 20 Km. da Roma, nella zona dei Castelli Romani. Fondato nell’anno 1004 da S. Nilo di Rossano, ha la particolarità di essere immediatamen-
te dipendente dalla Santa Sede pur mantenendo il rito bizantino; questo perché la sua fondazione precede di 50 anni la divisione tra la Chiesa Cattolica e la 39
Grottaferrata (RM) Abbazia di S. Nilo esterno
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Chiesa Ortodossa. La sua importanza nei secoli è
complesso è circondato dall’alto muro di cinta con
dovuta principalmente al fatto che da più di mille
quattro torri e dal fossato del cosiddetto Castello
anni testimonia l’unità della Chiesa nelle sue molte-
Roveriano, dal nome del cardinale commendatario
plici tradizioni di spiritualità e cultura. E’ un luogo di
Giuliano della Rovere (futuro papa Giulio II) che lo
incontro e di dialogo tra l’Occidente latino e l’Oriente
fece costruire nel 1480, sembra, ad Antonio da
ortodosso, aperto a quanti vogliono vivere e appro-
Sangallo il Giovane e Baccio Pontelli.
fondire la spiritualità di Bisanzio.
L’abitano da mille anni dei monaci di rito bizanti-
Nel tempo il monastero divenne un importante
no-greco che son detti “basiliani” perché seguaci
centro di cultura grazie all'opera degli 'scriptores' o
della Regola di San Basilio Magno, vescovo di
amanuensi che, seguendo l'esempio di s. Nilo, esper-
Cesarea nel IV secolo e Padre della Chiesa. Ancora
to amanuense, prepararono i codici in parte conser-
oggi Santa Maria di Grottaferrata è un centro di irra-
vati nella biblioteca.
diazione culturale della tradizione orientale. L’antico
Perciò quello di Grottaferrata è un Monastero
scriptorium celebre per la scrittura detta tachigrafia
‘romano’ e da sempre, un monastero ‘bizantino’, pur
greca sillabica niliana o di Grottaferrata si è evoluto in
con gli adattamenti e le innovazioni che l’ incultura-
una moderna tipografia dove si stampano libri liturgi-
zione delle tradizioni liturgiche, spirituali, canoniche
ci delle Chiese orientali, in una scuola tipografica
bizantine ha richiesto ai monaci ‘greci’ venuti a stan-
italo-orientale e in un laboratorio specializzato nel
ziarsi sui Castelli romani. La caratteristica del mona-
restauro di incunaboli e antichi codici. Qui per esem-
stero è quella di rappresentare due fedeltà, quella alla
pio è stato restaurato il celebre Codice Atlantico di
Chiesa romana e quella al proprio carattere bizantino
Leonardo. Nella Biblioteca, che ha trovato definitiva
risalente all’epoca della Chiesa ancora indivisa.
sistemazione solo negli anni Cinquanta, sono inoltre
L’Abbazia di San Nilo si erge nel cuore dei Colli
custoditi inestimabili manoscritti dei primi monaci e
Albani e più precisamente nel Tusculanum dove al
dello stesso San Nilo. Il Museo, che si trova nel
tempo dei Romani sorgevano numerose ville (di
Palazzo del Commendatario, con i suoi oggetti di
quella appartenuta secondo la tradizione a Cicerone
scavo d’epoca preistorica e romana, i suoi residui
sono tuttora visibili i grandiosi criptoportici che si
medievali nonché con gli oggetti e le opere d’arte
affacciano sullo splendido panorama del Vallone). Il
lasciate nei secoli dai Commendatari, è uno dei più
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio importanti del Lazio.
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio crypta ferrata insomma, da cui Grottaferrata. Ma il
Nell’estate del 1004 San Nilo, sulla soglia dei 95
vecchio ascetico abate non potè trarre sollievo dal-
anni alla ricerca coi suoi monaci di un luogo dove
l’amenità del luogo. Morì infatti pochi mesi dopo, il
insediarsi al riparo dalle incursioni saracene, decise
26 settembre, giorno in cui lo si festeggia. Toccherà così al suo giovane discepolo prediletto, Bartolomeo, destinato a diventare santo anche lui nonché compatrono di Grottaferrata, curare i lavori del monastero e della chiesa, che sarà consacrata da Giovanni XIX il 17 dicembre 1024. I due santi fondatori saranno sepolti l’uno accanto all’altro nella cappella poi detta Farnesiana. Colti e operosi, gli antichi austeri monaci si dividono fra l’arte scrittoria e l’amministrazione delle loro terre, che presto si estende fino al mare. Ma purtroppo l'abbazia sorge in una posizione strategica che la renderà per secoli oggetto di attacchi, scorrerie e saccheggi da parte delle truppe in marcia verso Roma.
Grottaferrata (RM) Portale d’accesso all’Abbazia di S. Nilo
Già poco tempo dopo la sua fondazione i buoni monaci “basiliani” sono costretti a trasferirsi a Subiaco e l’abper divina ispirazione - e perché costretto dalla malat-
bazia resta abbandonata per trent’anni, fino al 1191.
tia - di fermarsi nel Tusculanum. Il conte Gregorio I,
Da allora questa enclave orientale in Italia, inse-
signore di quella zona, saputo dell’arrivo dell’illustre
diamento di pace, studio e operosità, sarà tenace-
vegliardo, gli fece dono di un ampio terreno dove
mente custodita, alimentata e difesa. Nel 1462, un
sorgeva anche un piccolo santuario che aveva riutiliz-
papa umanista, Pio II Piccolomini, quando per ono-
zato i resti forse di una tomba romana costituita da
rarla istituì la Commenda, l’affidò a un umanista
due ambienti coperti da volte a crociera e illuminati
greco, il cardinal Bessarione, che nel 1439 da arcive-
da piccole finestre protette da robuste inferriate: una
scovo di Nicea era stato protagonista della purtroppo
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
effimera conciliazione dello scisma d’Oriente consu-
decorato con piastrelle policrome. Venne ricostruito
matosi nel 1054.
verso la fine del XII secolo (il precedente era stato
La visita dell’Abbazia Attraversato il ponte levatoio, oggi non più funzionante, si giunge ad un primo cortile dove sorge il Palazzo del Commendatario e dove, attraverso un magnifico portico attribuito al Sangallo, si giunge al museo dell’Abbazia, nelle cui sale si conservano reperti archeologici, tra cui statue greche e romane, sarcofagi, urne cinerarie, oggetti d’arte quali arredi e paramenti liturgici e infine diversi dipinti tra cui numerosi affreschi medievali raffiguranti la Disputa con i Maghi, la Piaga del sangue, la Piaga dell'ucci-
abbattuto perché danneggiato) all’epoca in cui i
sione dei Primogeniti, la Piaga della gragnola e il
monaci ritornarono a Grottaferrata dopo il lungo
Passaggio del Mar Rosso, tutti provenienti dalla
periodo passato a Subiaco, sopra una delle celle
chiesa di Santa Maria.
dell’antica crypta ferrata.
Quest’ultima sorge nel secondo cortile, a fianco
Nel nartéce si conserva un fonte battesimale
del monastero dove si trovano le celle dei monaci,
del secolo XI di particolare pregio per la fattura e
un refettorio e le due biblioteche.
l’iconografia. Della stessa epoca è l’ingresso alla
Santa Maria venne sottoposta negli anni Trenta
chiesa, costituito da una porta lignea delimitata da
del Novecento a un profondo restauro nel corso del
bassorilievi in marmo con intarsi di pietre e pasta
quale vennero demolite le aggiunte volute nel 1845
vitrea, sormontata da un mosaico bizantino con il
dal cardinal Mattei e si ricostruirono prònao e nar-
Redentore tra San Giovanni Battista, la Vergine e un
téce che il prelato aveva invece fatto distruggere.
abate, forse San Bartolomeo. Superato il portale si
Perfettamente conservato è invece il bellissimo
entra nell’aula tripartita dove l’originaria struttura
campanile romanico, a cinque ordini di trifore,
romanica è stata completamente stravolta prima
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Grottaferrata (RM) Abbazia di San Nilo Sala Della Loggia Particolare
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
con la costruzione, tra il 1577 e il 1582, di un soffit-
Bartolomeo. Di particolare interesse storico e stili-
to ligneo che ha nascosto le vecchie capriate e parte
stico sono la Fondazione dell'Abbazia per opera di
degli affreschi della navata centrale, poi nella
San Bartolomeo e l'Abbraccio di S. Nilo con l'impe-
seconda metà del Seicento con modifiche al presbi-
ratore Ottone III, dove nel paggio che tiene le bri-
terio, dove fu innalzato un altare di forma quadrata
glie del cavallo dell’imperatore si riconosce un
secondo il rito bizantino. Del Seicento è anche l’ico-
autoritratto del Domenichino, a destra del cavallo il
nostasi di scuola berniniana, che come in tutte le
ritratto di Guido Reni e più a destra quello del
chiese di rito greco bizantino simboleggia la neces-
Guercino, entrambi tra i più noti artisti del primo
sità della mediazione liturgica.
Seicento e grandi amici del Domenichino.
Nel 1754 viene operata una radicale modifica:
Sull’altare è una Madonna con il Bambino tra i santi
le colonne vengono ricoperte con stucchi e trasfor-
Nilo e Bartolomeo riferita da alcuni studiosi alla
mate in pilastri, le finestre vengono murate e le
mano del Domenichino quando era ancora assi-
pareti ricoperte da una decorazione in stucco che
stente dei Carracci, da altri più genericamente alla
nasconde i pochi affreschi medievali ancora super-
scuola dei Carracci.
stiti. Rimangono ancora oggi della decorazione più
Accanto alla Basilica in parte restaurata nel 1754
antica l'icona bizantina dipinta a tempera su tavola
con rivestimenti in stile barocco, il monastero ha
raffigurante la Vergine con il Bambino del XIII seco-
numerosi beni di rilevanza storico – culturale; tra
lo nell’iconostasi e affreschi medievali al di sopra di
questi dobbiamo accennare all’Icona della Madre di
un mosaico del XII secolo raffigurante gli Apostoli
Dio o Theotòkos che troneggia al centro della
con al centro il trono vuoto in attesa del Cristo per
Basilica di Grottaferrata ed è un'icona bizantina
il Giudizio finale nell’arco trionfale.
dipinta a tempera su tavola, dal valore soprattutto
Dalla navata destra si accede a una cappellina
religioso; la cappella farnesiana commissionata nel
che il cardinale Edoardo Farnese volle far decorare
1609 al pittore Domenico Zampieri, detto il
nel 1609 da Domenico Zampieri detto il
Domenichino ed al celebre Annibale Carracci; il
Domenichino con la raffigurazione delle sante
castello costruito nel 1482 dal cardinale commen-
Agnese, Francesca e Cecilia, dei Padri della Chiesa
datario Della Rovere per provvedere l’Abbazia di
Greca e con Storie della vita di San Nilo e di San
una valida difesa; infine le catacombe ad decimun
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
scoperte per caso nei primi anni del 900, sono situate nei pressi della biforcazione della via Anagnina e contengono circa 1.000 tombe risalenti al III-V secolo d.C. e si estendono per circa 250 metri lineari. Non bisogna dimenticare che in questo luogo le funzioni, che seguono il rito greco bizantino sono particolarmente suggestive.
Grottaferrata (RM) Abbazia di San Nilo Sala Della Loggia Dipinti del XVI secolo
Grottaferrata (RM) – Abbazia di S. Nilo Altare barberiniano fine XIX e l’inizio XX secolo.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Le attività del monastero
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio In un’ottica di apertura al mondo esterno ed ai flussi turistici, il monastero è in grado di ospitare i visitatori
I monaci di S. Nilo sono specializzati nel restauro e nella conservazione dei libri antichi, oltre che nella for-
interessati ad un soggiorno nella quiete e nella storia del monastero.
mazione attraverso un ginnasio parificato con la scuola pubblica statale. Partendo dalle attrattive turistico - religiose, molto importante è la raccolta del Museo Archeologico: formatasi nei secoli a partire dai primi momenti di vita dell’Abbazia, secondo una sentita vocazione alla “conservazione”. Purtroppo al momento i locali sono chiusi per lavori di restauro. Oltre al Museo archeologico, il monastero vanta una delle più antiche Biblioteche Monumentali della regione: possiede infatti un alto numero di rari palinsesti, antichi manoscritti in pergamena nei quali la primitiva scrittura è stata grattata via per fare posto ad una
Grottaferrata (RM) Abbazia di San Nilo Biblioteca
seconda, successiva scrittura: con gli odierni mezzi tecnici è possibile leggere di nuovo la scrittura più antica e recuperare le scritto perduto.
La foresteria del Monastero dispone di 35 posti-
Nel 1873 la Biblioteca, insieme a tutti gli edifici del-
letto e può accogliere, su richiesta, gruppi parrocchiali
l'abbazia, venne incamerata dallo Stato italiano di
per ritiri, gruppi di spiritualità o singoli (laici, religiosi,
recente formazione. Attualmente essa conta circa 500
religiose), cristiani che vogliano approfondire il contatto
manoscritti greci ed altrettanti latini, varie centinaia di
con la Sacra Scrittura, gruppi di giovani che desiderino
incunaboli e cinquecentine e 50.000 libri a stampa. La
un più diretto e originale contatto con la tradizione e la
comunità monastica possiede a sua volta una propria
liturgia bizantina.
biblioteca, contenente 20.000 volumi. 50
Dal punto di vista della didattica, il monastero offre 51
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio dei corsi di pittura per imparare la tecnica della pittura d’icona nel clima spirituale e liturgico nel quale essa è originariamente inquadrata e dal quale non può prescindere. I corsi sono tenuti sotto la guida di membri del Monastero e di maestri iconografi. Nell'ambito delle celebrazioni per il Millenario dell'Abbazia è stata allestita una mostra che ha dato il dovuto risalto all' intensa e proficua attività sopra descritta attraverso una rassegna espositiva di alcuni dei numerosissimi capolavori che proprio qui, nella badia greca, sono stati salvati da un degrado a volte ai limiti dell' irreversibile.
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Il Restauro del libro antico Il Laboratorio di restauro del libro antico è il primo a carattere scientifico, fondato per iniziativa della Direzione generale delle biblioteche ed accademie del Ministero dell'Educazione Nazionale, le autorità statali preposte all'amministrazione del patrimonio bibliografico italiano. Il laboratorio, istituito in una sala dell'antica foresteria dei monaci, ha svolto da subito un ruolo importante, proprio quando in Italia il restauro librario maturò la sua più importante trasformazione, affermandosi definitivamente come attività che si basava contemporaneamente sulla ricerca scientifica e su una elevata e raffinatissima abilità artigianale. Il laboratorio è stato successivamente ampliato con l'aggiunta di un locale annesso per il gabinetto chimico che aveva il compito di esaminare, diagnosticare e suggerire le diverse terapie per gli speciali "pazienti"; nacque così il progetto dell'Istituto di Patologia del Libro con ambienti contigui al laboratorio che avrebbero dovuto ospitare, tra gli altri, reparti di chimica, fisica, meteorologia oltre ad un museo patologico del libro: idea grandiosa che richiamò sulla badia greca un vasto interesse sia italiano, sia internazionale. Il restauro in assoluto più prestigioso effettuato da questa autentica Officina Librorum è stato quello delle oltre 1.000 carte vinciane del Codice Atlantico di Leonardo, che raccoglie disegni di macchine, studi di geometria, calcoli, vari appunti e note personali ed ebbe il titolo di "Disegni di machine et delle arti secreti et altre cose di Leonardo da Vinci racolti da Pompeo Leoni". Il delicato e difficile lavoro fu affidato al Laboratorio di Restauro del Libro Antico di Grottaferrata nel 1962 , battendo la concorrenza del Laboratorio di restauro della Biblioteca Vaticana, dell'Istituto di Patologia del Libro e dell' Institut Léonard de Vinci di Amboise. Partendo quindi dall’ orientamento verso i libri antichi e le scritture, il visitatore può acquistare presso il monastero numerose pubblicazioni editoriali, come il bollettino mensile, una serie di volumi e monografie su specifici argomenti, dei cd rom multimediali e dei calendari a tema.
Una giornata al Monastero di San Nilo Ore 5.30: i Monaci si alzano Ore 6.00: i Monaci si riuniscono per le preghiere del mattutino Ore 7.30: si celebra la messa concelebrata in italiano e con canti in greco Ore 7.45-8.00: i Monaci consumano liberamente la loro colazione Ore 8.00-12.30: ogni monaco si dedica allo svolgimento del proprio ufficio Ore 12.30-13.00: i Monaci si ritrovano in Chiesa per la preghiera dell’Ora Terza e Sesta Ore 13.00-13.30: si consuma il pranzo comunitario in silenzio, ascoltando nastri di conferenze sulle Chiese orientali, commenti di Ravasi ed altro Ore 13.30: ascolto delle notizie del giorno Ore 14.15: i Monaci si ritirano in cella fino alle 15.30 Ore 15.30-15.45: i Monaci si ritrovano in Chiesa per la preghiera dell’Ora Nona e dei Vespri Ore 15.45-16.30: prosegue la preghiera Ore 16.30-19.25: tempo libero dedicato alla lettura, allo studio o ad uscire Ore 19.25-20.00: tutti i Monaci si riuniscono nella sala del Capitolo, dove si canta l’Akathistos e ci si concentra sulla meditazione Ore 20.00: i Monaci consumano la loro cena (come il pranzo) Ore 20.30: i Monaci tornano in Chiesa per la recita dell’Apodeipnon.
Grottaferrata (RM) Abbazia di San Nilo Altare
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
l territorio dei Castelli romani in un giorno Lucia Sentinelli
La zona dei Castelli romani è talmente ricca di opere d’arte, di paesaggi e curiosità che è davvero difficile suggerire la visita di una località a scapito di un’altra. Una delle mete più interessanti nei dintorni di Grottaferrata è sicuramente il sito archeologico di Tuscolo, raggiungibile in poco tempo percorrendo la via Tuscolana per circa 5 Km. Si prosegue poi a piedi lungo un sentiero che porterà sulla via dei Sepolcri, un lastricato romano che attraversa boschi di pini e castagni e conduce al foro, ad un anfiteatro ed un teatro in buono stato di conservazione. Proseguendo si arriva alla cima del monte Tuscolo, a 670mt. in un
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Ariccia (RM) Palazzo Chigi prospetto posteriore ripresa dal Parco dei Chigi
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio punto da cui si gode un meraviglioso panorama.
Ariccia (RM) Facciata della chiesa della Madonna di Santa Apollonia
ed il Palazzo Savelli.
Uscendo da Grottaferrata ed immettendosi sulla
Si può comunque suggerire un rapido giro a
via Anagnina, in direzione di Roma, si possono rag-
Frascati per vedere, almeno solo dall’esterno, la Villa
giungere le Catacombe Ad Decinum, complesso
Aldobrandini. E’ consigliabile anche un giro attorno al
archeologico di dimensioni modeste ma di grande
Lago di Castel Gandolfo, alle rovine del castello di
valore storico, poiché si tratta di catacombe molto ben
Malaffitto e all’ oratorio di Sant’Angelo.
conservate, a differenza di altre rinvenute sul territorio
Ad Albano vi sono monumenti di notevole interes-
laziale. La necropoli presenta diverse pitture parietali
se, come il Museo Civico fondato nel 1975, è ospitato
risalenti al IV e V secolo, ed è costituita di cinque galle-
nella neoclassica Villa Ferrajoli, costruita nel 1834.
rie che si snodano per circa 225 metri, con in tutto
L’interno conserva la decorazione pittorica di Giovan
mille sepolcri di cui solo cento non sono intatti.
Battista Caretti, ispirata all’arte classica e rinascimentale.
Altri centri abitati nei dintorni che meritano una
A metà strada tra i due laghi di Albano e di Nemi,
visita sono: Montecompatri – con la fontana
sorge Ariccia, paese di antichissime origini. Tappa
dell’Angelo, il Duomo ed il Convento di Palazzolo e
d’obbligo, in questo storico paese, è la visita all’impo-
quello di S. Silvestro – e Rocca Priora – con la Porta
nente Palazzo Chigi , un esempio unico di dimora
ogivale d’ingresso all’abitato, la Chiesa dell’Assunta
barocca. Ariccia vanta, inoltre, altri preziosi monumenti come: la Chiesa dell’Assunta costruita dal Bernini in collaborazione con uno dei suoi migliori allievi Carlo Fontana nel 1662; la Locanda Martorelli nota soprattutto per il ciclo dei dipinti murali eseguiti dal pittore polacco Taddeo Kuntze. Numerosi storici hanno individuato il luogo dell’antica città di Albalonga, che fu a capo della confederazione
latina,
con
quello
dell’odierna
Castelgandolfo. Qui, Urbano VIII non ancora Papa, stabilì la residenza per la villeggiatura dei papi. Proseguendo, su questo affascinante territorio, 56
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
troviamo Genzano che fino alla fine del XVI secolo,
Nel punto più alto dei Castelli è situata Rocca
fu coinvolta da vicende storiche caratterizzate da con-
Priora riconosciuta da molti studiosi il luogo che
tinui conflitti fra famiglie baronali e fra queste e il
Coriolano occupò nella sua marcia su Roma (486
Papato. Nel 1378 Clemente VII, Papa scismatico, asse-
a.C.). In questo paese arroccato possiamo visitare il
gnò il controllo di Genzano alla famiglia Orsini che ne
Palazzo Baronale dei Savelli, la Chiesa dell’Assunta, le
mantenne il possesso per pochi anni, e cioè fino a
Sorgenti della Doganella che una volta alimentavano
quando non venne riassorbito con i beni del
il Lago Regillo, ora scomparso.
Monastero delle Tre Fontane. Una storia lunga trenta secoli ce la offre Rocca di Papa. Intorno all’”Arx aesulana”, altura sacra dove si
Poco distante da questi paesi si estende la “cittadina” di Velletri Sede vescovile,in bella posizione su uno sprone del monte Artemisio. ,
levava il collegio dei “sacerdoti cabensi”, in quella
Al centro del Paese, accanto alla chiesa di S.
posizione splendida occupata dall’attuale fortezza,
Maria in Trivio, sorge il bellissimo campanile gotico
nacquero i primi insediamenti umani della futura
lombardo, a pianta quadrata, generalmente chiama-
città di Rocca di Papa.
ta la Torre del Trivio (1353). Nel chiostro della
Nel territorio di Rocca di Papa è possibile ammi-
Cattedrale di Velletri ha sede il Museo Diocesano,
rare, la Chiesa della Madonna del Tufo costruita nel
dove sono raccolte opere d’arte di inestimabile valo-
1792 in onore della Santa Vergine esattamente sul
re, importanti soprattutto per la loro unicità.
monte Albano. Proseguendo le nostre escursioni nel meraviglioso e vasto territorio dei Castelli Romani arriviamo a Nemi, molto celebre al tempo dei Romani per il Tempio dedicato a Diana. Tra i monumenti, a Nemi, merita una visita : il famoso Museo delle Navi parzialmente riaperto nel 1989. Nel vasto territorio dei Castelli Romani si affaccia anche Marino; Tra i più bei monumenti si possono ammirare la Basilica di S. Barnaba, l’antica Fontana dei Mori, la Chiesa Madonna delle Grazie, Villa Mattei. 58
Ariccia (RM) Interno della chiesa della Madonna di Santa Apollonia
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Dove dormire e dove mangiare
Eventi e manifestazioni
C’è davvero una grande quantità di ristoranti a
L’evento più importante che ha luogo a
Grottaferrata, tutti di buon livello con menù invitanti
Grottaferrata è sicuramente la fiera di marzo, la quale
e basati sulla tradizione culinaria della zona dei
ha origini che risalgono addirittura al Medioevo,
Castelli Romani; qui ne vengono indicati solo alcuni:
quando mercanti e artigiani si incontravano per scambiare le loro merci. Col passare del tempo la
Osteria del Fico Vecchio Via Anagnina 257, tel. 06.94315940
Fiera si è modificata, nelle caratteristiche e nei conte-
La Briciola via D’Annunzio 12, tel. 06.9459338
nuti, fino ad essere riconosciuta a livello nazionale,
Cacciani via Diaz 13/15, tel. 06.9420378
zione di macchiane agricole. Oggi essa si svolge su di
Casavecchia Via Cernaia 17, tel. 06.94299069
nel 1966 , come principale occasione per la promo-
una estensione di 15.000 metri quadri, su viale S. Nilo ed è accompagnata da numerose manifestazioni culturali, sportive ed artistiche.
Per quanto riguarda le possibilità di alloggio: Park Hotel Villa Grazioli Via U. Pavoni 19, tel. 06.945400 La Locanda dei Ciocca Via Anagnina 134, tel. 06.94315390 Villa Letizia Via XXIV Maggio 110, tel. 06.9411103 Villa Ferrata Via Tuscolana 287, tel. 06.94548049 Agriturismo Fata Viale S. Nilo 65, tel. 06.9456170 Tra i più rinnomati: Ristorante Cacciani a Frascati in posizione panoramica con una spettacolare vista; l’Antico Ristorante Pagnanelli a Castel Gandolfo, accanto alla Villa Pontificia, che si affaccia con la sua terrazza sullo splendido Lago. 60
Altre date da ricordare sono: il Venerdì Santo per la processione del Cristo morto, il mese di maggio per il “Raduno dei Maggiolini”, quello di giugno per la “ Festa di Squarciarelli”, agosto per la “Festa di S. Maria in Grottaferrata” e il 26 Settembre per la “Festa di S. Nilo”. Infine per quanto riguarda i prodotti tipici sono sicuramente da segnalare le ciambelle al vino, il pangiallo grottaferrarese e la zuppa di uova, ricette caratteristiche della gastronomia locale. In un veloce scorrere, ad Ariccia il 3 settembre si inaugura la famosa “sagra della porchetta” che da spazio a molte divertenti iniziative. 61
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Si segnalano inoltre numerosi eventi stori-
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Il monastero di Casamari in un giorno Lucia Sentinelli
ci con ricorrenza annuale: a metà Gennaio Festa di S.Antonio Abate; a Febbraio la classica sfilata di carri
L’Abbazia di Casamari
allegorici; il 13 e il 14 Maggio si svolge la Festa delle Azalee; in Luglio si festeggia S.Apollonia Patrona di Ariccia in Processione con una Macchina del Bernini ; l’8 Dicembre la Processione della Signorina, Solenne Processione al Santuario di S. Maria di Galloro, che si svolge due volte l’anno. Ad Albano la seconda domenica di ogni mese troviamo la mostra mercato dell’antiquariato e dell’artigianato d’arte che si svolge nel centro storico. Il 30 Maggio a Castel Gandolfo si festeggia S. Maria Ausiliatrice. Nel mese di Giugno, in commemorazione del Corpus Domini, la famosa e tradizionale Infiorata di
L’Abbazia di Casamari si trova nel comune di
Genzano allestita sulla via principale del Comune deco-
Veroli, in provincia di Frosinone. Il monastero fu eret-
rata con petali e polvere di fiori in fantasmagoriche e
to sulle rovine dell’antico municipio romano di
colorate opere artistiche; A Grottaferrata il 26 settembre
Cereatae Marianae, in onore della dea Cerere, cui il
proprio nella meravigliosa Abbazia di S. Nilo, da dove
luogo era consacrato, e del generale romano Caio
inizia il nostro giro turistico, si svolge una cerimonia con
Mario, avversario dell’aristocratico Silla nella guerra
rito greco - bizantino.
civile dell’88 a.C. , che qui nacque. A lui si deve anche l’attuale denominazione di Casamari, “casa di Mario”. Agli albori del secondo millennio alcuni ecclesiastici di Veroli diedero inizio alla costruzione di una chiesa dedicata ai santi Giovanni e Paolo, con l’intento di costituire una comunità monastica; l’abate Giovanni del vicino monastero di Sora concesse a quattro di 63
Veroli (FR) Abbazia di Casamari Facciata
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio loro l’abito religioso: nasceva così la prima comunità benedettina di Casamari.
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Nella seconda metà del secolo, però, l’affermarsi delle monarchie in Europa e la cattività avignonese
Nel tempo l’abbazia crebbe di dimensioni e d’im-
(1305-1417) determinarono una crisi generale delle
portanza, distinguendosi non solo a livello spirituale,
istituzioni ecclesiastiche, che coinvolse inevitabilmen-
ma anche sociale e politico; già agli inizi del XII seco-
te anche gli Ordini religiosi.
lo, però, fu investita da una grave crisi sia economica,
Ai rivolgimenti della storia e alla violenza della
per il venir meno dell’economia curtense e l’affermar-
guerra si aggiunge l’istituzione della Commenda, este-
si di quella commerciale, sia religiosa, a motivo del
sa a Casamari nel 1430 dal Papa Martino V a favore
disorientamento conseguente alla riforma gregoriana.
del nipote, il cardinale Prospero Colonna, e soppressa
Frattanto in Europa si espandeva l’ordine mona-
soltanto nel 1850 da Pio IX. Causa della decadenza di
stico cistercense, la cui spiritualità severa e laboriosa
molte abbazie, la Commenda assicurava una rendita
raggiungeva l’Italia grazie a Bernardo di Citeaux, che
vitalizia a un abate commendatario, il quale, privo di
durante lo scisma di Anacleto II (1130-1138) si rese
autentica autorità spirituale, non risiedeva nel mona-
promotore dell’unità ecclesiale con il riconoscimento
stero né si occupava della sua manutenzione né della
di Innocenzo II.
guida della comunità, limitandosi spesso a riscuotere i
Tra il 1140 e il 1152, ai monaci benedettini “neri”
frutti dei possedimenti monastici.
–così chiamati per il colore dell’abito si sostituirono i
Il ‘400 fu, non solo il secolo della decadenza, ma
“bianchi” cistercensi, che trovarono immediato con-
anche della rinascita: le comunità monastiche compre-
senso per l’impostazione di vita improntata a sempli-
sero la necessità di unirsi tra loro per formare delle
cità, povertà e austerità. Tra la fine del XII secolo e
federazioni, dando origine alle Congregazioni monasti-
l’inizio del successivo fu avviata la costruzione dell’at-
che. Nel 1623, la comunità, ormai ridotta a soli otto reli-
tuale monastero, secondo la planimetria tipica
giosi, entrò a far parte, insieme ad altre otto abbazie,
dell’Ordine, con la demolizione del fabbricato bene-
della Congregazione Cistercense Romana, sorta per
dettino.
volontà del Papa Gregorio XV.
Fino alla prima metà del XIV secolo, Casamari
Bisognerà, però, attendere il XVIII secolo per assi-
esercitò un’importante opera di promozione umana
stere alla rinascita dell’abbazia come centro religioso
e cristiana in tutta l’Italia centrale e meridionale.
grazie all’opera del papa Clemente XI, già abate com-
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
mendatario di Casamari: questi, nel 1717, allontanò i
quattro monasteri in Etiopia e due in Eritrea. Frattanto
Cistercensi della Provincia Romana per introdurre una
altre colonie di monaci provenienti da Casamari
colonia di monaci cistercensi riformati, detti Trappisti,
hanno rivitalizzato, con l’invio di nuove comunità,
provenienti da Buonsollazzo, in Toscana. In età napo-
antiche abbazie e certose e hanno fondato nuovi
leonica l’abbazia subì danni e soprusi: nel 1799, i sol-
monasteri, tra cui uno in Brasile e uno negli Stati Uniti
dati francesi di ritorno da Napoli si fermarono a
d’America.
Casamari, la depredarono e uccisero alcuni religiosi, oggi tumulati nella chiesa.
Attualmente, nell’Abbazia di Casamari vive una comunità di ventidue monaci.
Spogliata dei suoi beni nel 1873, in seguito alle leggi di soppressione, l’anno successivo l’abbazia fu dichiarata monumento nazionale. Nel frattempo, con l’aggregazione, nel 1833, del monastero di San Domenico presso Sora e, nel 1864, di quello di Valvisciolo presso Sermoneta, nasceva di fatto la Congregazione di Casamari, con costituzioni proprie approvate da Pio IX. Nel 1892, la comunità di Casamari rifiutò di aderire alla scissione dei Cistercensi riformisti, detti
La giornata monastica
Trappisti, pur seguendone l’osservanza dal 1717, e, negli anni precedenti la prima guerra mondiale, resistette energicamente ai tentativi di aggregazione alla Congregazione benedettina Sublacense. Nel 1930, la Congregazione di Casamari ha ricevuto dalla Santa Sede l’incarico di fondare il monachesimo cattolico nell’Africa orientale: nel 1940 è stato fondato il primo monastero. Oggi la Congregazione di Casamari annovera 66
La spiritualità della comunità monastica di Casamari è vissuta, secondo la tradizione benedettina, con forte accentuazione comunitaria, in comunione d’ideali, di vita e di beni entro la clausura del monastero, sotto la responsabilità dell’abate. n un’atmosfera ovattata di silenzio e di raccoglimento, la giornata è articolata in modo armonico in tre momenti complementari e convergenti : la preghiera (Opus Dei), la lectio divina, il lavoro. La vita di preghiera si snoda attorno alla messa conventuale, perno e momento vivificante della giornata, celebrata con una liturgia particolarmente solenne, animata dal canto gregoriano. Altri momenti forti della preghiera comunitaria sono la celebrazione delle Lodi e dei Vespri, all’aurora e al tramonto, simbolicamente vissuti come l’inizio e la fine della vita. Al termine della giornata, la preghiera comunitaria si chiude con il canto della Salve Regina, che, secondo la tradizione cistercense, San Bernardo raccolse dalla bocca degli angeli.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio La visita dell’Abbazia
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio conversi con il dispensarium (deposito dei prodotti agricoli). La chiesa a croce latina, è disposta lungo il lato nord, per riparare il complesso monastico dai venti di tramontana e non impedire l’espandersi della luce; perpendicolare al lato opposto si trova il refettorio. Il chiostro è il punto di riferimento dell’intero complesso monastico, poiché rappresenta il centro tanto della vita monastica quanto della sistemazione urbanistica dell’abbazia; il chiostro è propriamente il luogo del silenzio, inteso non solo e non tanto come norma disciplinare, ma soprattutto come condizione
Veroli (FR) – Abbazia di Casamari Antico Dispensarium Sec. XIII oggi Refettorio
L’atmosfera nel monastero è grandiosa ma seve-
indispensabile al dialogo con Dio. E’ circondato da
ra, in perfetto accordo con i dettami di povertà e di rigore imposti dagli Statuti dell’Ordine, che vietavano, negli edifici monastici, pitture, sculture e inutili ornamenti decorativi che avrebbero distratto i monaci dalla preghiera e dal raccoglimento. Dal punto di vista architettonico, le abbazie cistercensi presentano una disposizione costante degli ambienti, pur adattandosi alle caratteristiche idrogeologiche e climatiche del luogo, che talvolta hanno motivato variazioni allo schema planimetrico. I fabbricati si articolano in modo razionale intorno al chiostro: lungo il lato orientale si sviluppa il braccio dei monaci coristi, con l’aula capitolare a Veroli (FR) Abbazia di Casamari Interno Aula Capitolare
pianterreno, lungo quello occidentale l’ala dei fratelli 68
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
portici coperti da una sola volta cilindrica e chiusi da
discussione dei problemi più importanti. Infine, è
una spessa muratura: su ogni lato, verso l’esterno, si
interessante sapere che, nell’Aula capitolare un
aprono quattro bifore a tutto sesto e una porta d’ac-
tempo, aveva luogo il cosiddetto “capitolo delle
cesso allo spazio interno, suddiviso da aiuole che
colpe”, l’atto con cui i monaci si accusavano sponta-
convergono verso la cisterna centrale. Le bifore, di
neamente, davanti ai confratelli, delle mancanze
differente fattura, sono formate da snelle colonnine
commesse contro le prescrizioni della Regola per
binate – ora lisce, ora scanalate a linea spezzata ora a
riparare al cattivo esempio e per chiedere il perdono
treccia – sormontate da capitelli a crochet dalle forme
dei fratelli. L’interno è ribassato rispetto al chiostro per
più svariate, con elementi figurativi rapidi. Particolare
motivi non solo strutturali, ma anche simbolici: vi si
attenzione merita un capitello nel lato sud del chio-
scende, infatti, per confessare le proprie colpe e fare
stro, in cui sono raffigurati, secondo la tradizione, i
penitenza, per poi risalire perdonati e purificati.
volti di Federico II, del suo segretario Pier delle Vigne
All’inizio della navata destra della Chiesa, una
e di Giovanni V, abate di Casamari e cancelliere del-
porta detta dei “conversi” in quanto costituiva l’in-
l’imperatore, a ricordo del soggiorno e dell’affiliazio-
gresso in chiesa riservato ai fratelli conversi – immet-
ne dell’imperatore a Casamari nel 1222.
te in un pianerottolo da cui, a sinistra, si ritorna nel
Proseguendo, troviamo l’Aula Capitolare conside-
chiostro.
rata dai critici la più bella tra quelle costruite dai
L’Abbazia di Casamari è dotata di una ricca e pre-
Cistercensi in Europa. L’ Aula è il luogo più importan-
stigiosa biblioteca la cui graduale costituzione fu
te dell’Abbazia dopo la chiesa. Qui la comunità
avviata fin dagli inizi della vita monastica: tanto i
monastica si raduna ogni giorno per ascoltare il mar-
Benedettini quanto i Cistercensi, che li sostituirono tra
tirologio e un capitolo della Regola di San Benedetto,
il 1140 e il 1152, ebbero cura di arricchire il patrimo-
consuetudine da cui prende il nome di “Sala del
nio librario, ricopiando a mano in particolare i libri
Capitolo”.
destinati ad usi liturgici e spirituali.
In questo stesso luogo, la comunità elegge con
E’ necessario attendere l’arrivo dei Trappisti
votazione segreta, il proprio abate, e ne ascolta le
(1717) per assistere al rifiorire della vita culturale:
conferenze spirituali, ammette i postulati al noviziato
costoro copiarono numerosi testi liturgici e compila-
e alla vestizione dell’abito monastico, si riunisce per la
rono cronache dei secoli XVIII e XIX, in parte ancora
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
conservate nell’archivio dell’abbazia. I reperti archeo-
te la ricostruzione del complesso monastico: essi raf-
logici e le magnifiche tele, che si trovano nelle antiche
figurano il martirio e la beatificazione di San
sale di lavoro dei monaci ancora oggi in fase di ristrut-
Tommaso Becket.
turazione, furono rinvenuti quasi tutti nelle immediate vicinanze dell’abbazia.
Veroli (FR) – Abbazia di Casamari galleria orientale del chiostro ingresso Aula Capitolare
Il materiale archeologico è databile dalla preistoria all’età romana: si tratta di cippi marmorei, are pagane, frammenti di pavimento a mosaico, statue, monete, ex voto, vasi e lucerne fittili, unguentari, oltre a una zanna di elephans meridionalis rinvenuta nel letto del torrente Amaseno. Tra le tele più interessanti, segnaliamo: L’elemosina di San Lorenzo di Giovanni Serodine, Gesù e la Samaritana di Annibale Carracci, il Riposo durante la fuga in Egitto di Simone Cantarini, la Madonna con il Bambino e San Giovanni della scuola di Raffaello, La Madonna della scuola di Sassoferrato, La Maddalena del Livert, Sant’Ambrogio e Sant’Agostino di un ignoto caravaggesco, La Madonna con il Bambino del Solimena, la Deposizione di Filippo Draghi e il Martirio di San Lorenzo di Francesco da Castello. Nel monastero sono conservati anche i resti di pregevoli affreschi provenienti dalla vicina chiesa di Santa Maria di Reggimento, probabilmente sede della primitiva comunità benedettina, riutilizzata poi dai Cistercensi nella prima decade del XIII secolo duran72
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Il tesoro di Casamari “Molte erano le reliquie dei santi di cui era grandemente ricca l’Abbazia di Casamari per la munificenza dei sommi pontefici” : così affermava, nel 1707 Filippo Rondinini, storico di Casamari, alludendo alle numerose reliquie custodite nel monastero entro preziose teche. Nonostante la rigorosa osservanza della Regola di San Benedetto e degli Statuti dell’Ordine cistercense che imponevano la povertà negli ornamenti e negli arredi, il prestigio dell’abbazia e le figure di abati come Giraldo – che svolse importanti missioni diplomatiche in Europa per conto della Santa Sede – motivarono donazioni di oggetti di pregio da parte dei pontefici; la comunità venne di volta in volta dispensata dalle primitive, rigide regole di povertà; si andò, così, costituendo, tra la fine del XII secolo e il successivo, un autentico tesoro di oggetti destinati al culto, suppellettili, vesti sacre, libri e scritture. Tra i reliquiari conservati, molti andarono dispersi tra il XV e il XVI secolo, altri ebbero miglior destino: per sottrarli alle scorrerie delle soldatesche, infatti, furono trasportati, nel 1572, nella cattedrale di Sant’Andrea a Veroli, in più sicura custodia, protetti dalle mura cittadine. Qui le reliquie erano custodite in un deposito la cui porta era chiusa da una duplice serratura: delle due chiavi, che ne assicuravano la chiusura, una veniva custodita dal canonico più anziano, l’altra dall’abate di Casamari, a testimonianza del legame antico e profondo tra la comunità cistercense e la città di Veroli. Ogni anno, nel giorno dell’Ascensione, gli oggetti più insigni venivano portati in processione, con grande concorso del popolo, da Veroli a Casamari per poi essere nuovamente riportati dal monastero alla cattedrale. A causa di temibili disordini popolari, nel 1783 la processione fu abolita. Oggi le meravigliose reliquie sono conservate in una cappella del duomo cittadino esposte in tutto il loro splendore. Tra i gioielli di oreficeria sacra, spicca la grande croce precessionale in argento dorato sbalzato, ornata di pietre e paste vitree, risalente al XIII secolo. Sul recto è rappresentato, centrale, Cristo crocifisso e, sui quattro bracci, la Vergine Maria, l’evangelista Giovanni, San Pietro e l’angelo che stringe nelle mani il disco solare. Da Casamari proviene anche il braccio reliquiario di San Matteo, in lamina d’argento sbalzata e dorata. Tra gli oggetti più prestigiosi figura la testa reliquiario dei santi Giovanni e Paolo martiri, patroni di Casamari, cui è dedicata la chiesa. In argento martellato e smalti, il reliquiario si presenta in forma di busto che raffigura un giovane viso maschile. Oltre alle preziose reliquie, la teca custodisce due piccole croci in argento dorato. Due dei cinque cofanetti in avorio conservati nel tesoro provengono da Casamari, dove erano stati utilizzati come preziose custodie delle reliquie dell’abbazia.
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Veroli (FR) Abbazia di Casamari Interno – Navata centrale
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Le attività del monastero
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio a liquori rinomati, quali l’Elisir San Bernardo o il Millefiori Gran Liquore Casamari.
Le principali attività che svolgono i monaci dell’ab-
Oggi, grazie alla collaborazione tra le varie case
bazia sono l’insegnamento nell’ Istituto San Bernardo,
della Congregazione e di altri Ordini, nella liquoreria
la gestione della farmacia e della liquoreria. L’Istituto fu
dell’abbazia sono in vendita molte specialità, soprat-
fondato nel 1898 dall’abate Gabriele Paniccia per assi-
tutto galeniche, provenienti da tutta Italia, oltre a
curare ai giovani monaci una solida preparazione teo-
guide, libri, ceramiche e articoli religiosi.
logica e culturale, nel 1916 fu trasformato in seminario per gli aspiranti alla vita monastica. Antico quanto l’ordine è poi l’uso di preparare infusi, decotti e sciroppi a scopo terapeutico sia per i monaci sia per quanti bussano alla porta del monastero. L’erbario era il locale in cui venivano conservate e manipolate erbe e foglie, radici e bacche dalle virtù curative raccolte nei campi; ben presto un angolo del monastero fu destinato alla coltivazione delle piante aromatiche e medicinali, l’hortus botanicus, chiamato in seguito l’orto dei semplici. La prima farmacia di Casamari invece, di modeste dimensioni, fu aperta nel 1760 ed era situata nel “giardino di novizi”; alla fine del ‘700 ne fu costruita una più ampia, nell’odierna area verde sottostante le finestre del museo, articolata in due sale: la prima riservata alla preparazione dei farmaci, l’altra alla vendita dei liquori e dei medicinali. Legata all’attività della farmacia era in origine quella della liquoreria. Il paziente e tenace lavoro dei monaci ha dato origine 76
Veroli (FR) Abbazia di Casamari – Bifora
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Il territorio della Ciociaria in un giorno Lucia Sentinelli
“Grande e solenne Paese, che circonda, con la solitaria irradiazione di memorie, la divina Roma” così descrive Giosuè Carducci la Ciociaria, considerata una vera regione, con caratteristiche storiche e culturali omogenee. Questo territorio vanta una tradizione radicata nella fede cattolica e di conseguenza possiede numerose abbazie cistercensi ed antichi monasteri che lasceranno il visitatore con il fiato sospeso. E’ forse uno tra i pochi territori al mondo ad essere stato così profondamente segnato ed allo stesso tempo, privilegiato dalla presenza e dall’influsso di tante abbazie e dipendenze benedettine. Queste abbazie, da oltre un secolo e mezzo, rappresentano per l’umanità intera capisaldi di storia, centri di promozione culturale, di manifestazione artistica, oltre che di fede e spiritualità. Seguendo l’opera patriarcale di San Benedetto, ancora oggi i monaci vivono con il medesimo spirito e ritmo che da oltre quindici secoli si ripete nelle abbazie di Montecassino, nella Certosa di Trisulti, nell’ abbazia di Fossanova “culla del gotico-cistercense” situata nel borgo omonimo nel comune di Priverno. Le Abbazie di Montecassino, Casamari, Trisulti, San 78
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Domenico di Sora, sono la testimonianza monumen-
fissò in termini giuridici i caratteri del primo Giubileo
tale dell’azione spirituale ed al contempo operativa
del 1300.
del patriarca del Monachesimo occidentale, San
La cattedrale di Anagni costruita tra il 1071 e il
Benedetto, ispiratore e realizzatore della regola “Ora
1105, conserva pressoché immutato il suo carattere
et Labora”.
romanico. Da questa Basilica, il 24 marzo del 1160,
A pochi chilometri da Casamari, ricca di fascino e
Alessandro III scomunicò l’imperatore Federico
tradizioni, si erge la città dei Papi, Anagni, alle pendi-
Barbarossa; e sarà in Anagni che i messi imperiali,
ci dei Monti Ernici di fronte alla Valle del Sacco, famo-
dopo la sconfitta di Legnano, sottoscriveranno il
sa soprattutto per il ruolo avuto come sede papale
“Pactum anagninum”, preliminare del trattato di
nel corso del Medioevo, ma anche per aver dato i
Venezia.
natali a ben quattro pontefici di grande importanza
Non molto distante, si trova la cittadina di
politica, tra questi lo stesso Bonifacio VIII, Papa che
Fumone, centro a 783 m. sui Monti Ernici, caratteristica per la sua struttura medioevale perfettamente con-
Collepardo (FR) Certosa di Trisulti chiostro giardino
servata, costituita dall’antico perimetro originario del borgo e dalla rocca. Il suo nome deriva dal fatto che, per la sua posizione strategica e dominante sulla vallata sottostante, fu nel Medioevo centro di segnalazioni di eventuali nemici mediante l’accensione di fuochi. Da ciò deriva anche il detto popolare “Si Fumo Fumat – tota Campania tremat….” Da segnalare l’antichissima rocca dove Bonifacio VIII fece imprigionare Celestino V, ed il Castello dei Marchesi Serventi Longhi con annesso giardino pensile. Alatri è una di quelle città la cui ricchezza storica è testimoniata superbamente dalla quantità e qualità dei monumenti presenti nel suo territorio. Insieme 80
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
all’Acropoli, costruzione ciclopica di epoca pre-roma-
alcune fortificazioni. Fu concepito come una com-
na che rappresenta il monumento più antico e cele-
plessa e articolata architettura residenziale, entro la
brato della città, si possono ammirare, per il loro valo-
quale trova posto anche una piccola chiesa dedicata
re storico-artistico, la Chiesa di S. Maria Maggiore
a San Bartolomeo Apostolo, rappresenta il più bell’
sorta nel V secolo probabilmente sulle rovine di un
esempio di architettura settecentesca presente nel
vetusto tempio consacrato alla dea Venere; la
territorio.
Fontana Pia realizzata nel 1870 su progetto dell’architetto Giuseppe Olivieri dedicata a Pio IX; la Chiesa di S. Francesco eretta, insieme al vicino convento francescano nella seconda metà del Duecento, che preserva una pregevole “Deposizione” di scuola napoletana del Seicento e la preziosa reliquia del mantello di S.Francesco; la Chiesa di S.Silvestro costruita tra la fine del X secolo e l’inizio dell’IX; Palazzo Gottifredo che si erge imponente costruito per volontà del cardinale omonimo intorno alla metà del XIII secolo; inoltre vale la pena visitare Grangia di Tecchiena che si Collepardo (FR) Certosa di Trisulti panorama
alza sulle pendici del piccolo colle Monticchio, sul quale intorno al sec. XI sorsero, per volontà di Alatri,
Collepardo (FR) Certosa di Trisulti cortile esterno
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Dove mangiare e dove dormire
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio godere, oltre ad una distensione fisica e mentale, della specialità di funghi porcini, dell’ottimo tartufo e
Una serie di percorsi suggestivi e caratteristici di
di un gustoso agnello.
questo affascinante territorio, possono condurvi alla scoperta delle bellezze artistiche, storiche e naturalistiche ma anche di golosità tipiche e di luoghi dove riposare, lontani dal caos delle nostre grandi città, circondati da paesaggi incontaminati. A pochi chilometri da Casamari troviamo l’antica città di Frosinone fondata dai Volsci, oggi, capitale storica di tutta la Ciociaria. Al centro della cittadina in Via Marco Tullio Cicerone ci si può fermare all’Hotel Astor dove è possibile gustare la cucina dalle antiche tradizioni ciociare. Oltre alle svariate specialità, grazie alla sua posizione centrale rispetto all’intera provincia, il locale facilita gite turistiche per visitare le principali attrattive locali. Nella vicina Sora troviamo l’ Hotel Ristorante Gardenia in Via Valcomperta, panoramico, si trova su di una collina all’interno di un bellissimo parco naturale. In questo suggestivo e tranquillo locale una menzione particolare va fatta per il pane: la famosa ciambella Sorana e il pane “Rusce”, oltre alle specialità di mare. Un altro locale a Sora, che vale una sosta, è l’Hotel Ristorante del Sole in Via Pietra S. Maria a 20 Km. dal Parco Nazionale d’Abruzzo. Qui possiamo 84
Collepardo (FR) Certosa di Trisulti cortile esterno
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Eventi e manifestazioni
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Nella terza domenica del mese di maggio, ad Anagni, si svolge la Fiera di San Vincenzo, durante la
In questa terra tutta da scoprire, si alternano una
quale vengono esposte merci varie, e si può cogliere
serie di eventi e manifestazioni a carattere folcloristi-
l’occasione per visitare quei bellissimi palazzi che
co e culturale.
testimoniano un periodo di splendori. Ogni ultima
A circa venti chilometri dal capoluogo, a Fumone, si svolge, il 20 gennaio e il giorno dopo la Pentecoste,
domenica, inoltre, nel centro storico della stessa cittadina, si svolge il “mercatino dell’antiquariato”.
la Festa del patrono S. Sebastiano Martire. Inoltre il 19 maggio si celebra la Festa di San Celestino V Papa con un’interessante e affascinante rievocazione storica. A Montecassino, il 21 marzo, si celebrano i festeggiamenti per la Festa di San Benedetto “Terra Sancti Benedecti” con suggestivo corteo storico. Posta su un rilievo lungo la sponda del fiume Sacco troviamo Ferentino fondata dagli Ernici nel secolo VI a.C. fu conquistata da Roma nel IV a.C. ottenendo il privilegio latino nel 195 a.C. Sede vescovile, appartenne dall’817 allo Stato Pontificio. In questa cittadina, oltre ad alcuni interessanti monumenti come il “mercato romano”, il “Testamento di Aulo Quintilio” scolpito nella roccia, il duomo di età romanica, la notevole chiesa cistercense di S. Maria Maggiore, dove per la gioia di molti turisti, si celebrano delle tradizionali feste come quella del patrono S. Ambrogio Martire il 1 Maggio, il caratteristico Corteo Storico “Città di Ferentino” sempre in Collepardo (FR) Certosa di Trisulti Arco d’ingresso
Maggio e l’Infiorata Corpus Domini. 86
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Il monastero di Farfa in un giorno Laura Russo
Fara Sabina S. Maria di Farfa – Facciata
L’Abbazia di Farfa
Il piccolo borgo di Farfa, frazione di Fara Sabina, sorge nei pressi del fiume omonimo al centro di una verdeggiante valletta, a circa 50 chilometri da Roma ed è facilmente raggiungibile attraverso la via Salaria. L'origine dell'Abbazia è incerta, anche se alcuni scavi archeologici hanno appurato l'esistenza di un complesso del periodo romano proprio sotto l'attuale edificio. La quasi certa identificazione di San Lorenzo Siro con il vescovo di Forum Novum (Vescovio) del 554 accerterebbe la creazione, nel VI secolo, di un centro fervente di fede e di ricchezza. Al tempo dell'invasione longobarda esistevano una basilica e alcuni edifici monastici. Secondo 89
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
una leggenda, nell'ultimo ventennio del VII secolo San
sferire il complesso abbaziale sul sovrastante monte
Tommaso da Morienna, che viveva a Gerusalemme,
Acuziano, dove ancora oggi sono visibili le imponenti
esortato da una visione della Madonna a cercare in
rovine dell'opera iniziata e mai finita. I possedimenti far-
Sabina, nel luogo detto Acuziano, i resti di una Basilica
fensi di questo periodo, grazie all’imperatore Enrico V,
a lei dedicata, ricostruì l’edificio fondato dal vescovo
sono vastissimi, ma nel 1122 il monastero passerà
Siro creando una nuova comunità che si ingrandì sem-
all'autorità pontificia e con l'Abate Adenolfo (1125)
pre di più fino a possedere grandi appezzamenti di ter-
verrà sancita la totale sudditanza.
reni in gran parte dell’Italia centrale.
Decadenza economica e crisi monastica aggravaro-
Farfa divenne in seguito Abbazia Imperiale, vicinissima
no in modo irreparabile la vita dell'Abbazia. Non si
alla Santa Sede ma senza essere sottoposta al controllo
tornò più al prestigio dei secoli passati ma, in alcuni
pontificio. Divenne luogo tra i più prestigiosi di tutta
casi, le famiglie commendatarie ne migliorarono le
l’Europa medievale, tanto che Carlo Magno stesso nel
strutture, come gli Orsini, che nella seconda metà del
viaggio verso Roma per esservi incoronato vi sostò, por-
XV secolo costruirono l'attuale chiesa consacrata nel
tando come dono un cofanetto d'oro purissimo ador-
1496 o i Barberini, che riordinarono e ampliarono il
no di gemme. E’ questa per Farfa l’epoca del massimo
borgo, in larga parte utilizzato per le due grandi fiere del
splendore. Ma con la decadenza dell’impero carolingio
25 Marzo e dell' 8 Settembre, ricorrenze
sopravvengono le invasioni dei Saraceni e i monaci
dell'Annunciazione e Natività della Vergine, alla quale è
dovettero fuggire. Solo nel 913 il monaco Ratfredo,
dedicata l'Abbazia. Come molte altre chiese e monaste-
divenuto Abate, ritornò a Farfa e restaurò la chiesa
ri non solo di Roma e del Lazio Farfa subì nel 1798 il
devastata e depredata. Ma oramai, perduta la protezio-
saccheggio dei Francesi e nel 1861 la confisca da parte
ne imperiale, l’Abbazia non ebbe più il potere e l’auto-
dello Stato italiano.
nomia di una volta. Una ripresa si ebbe con l'Abate Ugo I (997-1038) e con Berardo I (1047-1089), sotto il quale Farfa riassume i caratteri di Abbazia Imperiale. Nel 1097, nella lotta per le investiture i monaci si schierano contro i Papi a favore di Enrico IV e, per motivi di sicurezza, decidono di tra90
Fara Sabina (RI) Abbazia di S. Maria di Farfa La torre
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio La visita all’ Abbazia
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Madonna con il Bambino tra due santi e il committente, sopra la quale è posto lo stemma in pietra del
Dal 1921 l'Abbazia appartiene alla comunità benedettina di S. Paolo fuori le mura.
cardinale Giovanni Battista Orsini. All’interno la basilica è suddivisa in tre navate
Il borgo è costituito da una strada principale in
tutte riccamente decorate. Di particolare pregio è il
lieve salita, interrotta ogni tanto da viottoli, lungo la
grande Giudizio Universale nella controfacciata, data-
quale si allineano a destra e a sinistra isolati di picco-
to 1561 e realizzato, con la non troppo consueta tec-
li case a schiera in pietra di uguale altezza e pianta
nica dell’olio su muro, da un artista fiammingo la cui
simile, dove di norma al piano terreno si aprono le
identificazione è ancora problematica (molto incerta
botteghe, tuttora funzionanti, ed al primo piano le
è l’attribuzione a Henrik van der Broek che è stata
abitazioni. Un tempo queste casette, durante le gran-
avanzata da una parte degli studiosi). Sotto il
di fiere, venivano affittate dai monaci ai commercian-
Giudizio, ai lati delle porte, sono raffigurati i Profeti
ti più facoltosi. Attualmente vi sono piccole botteghe
Isaia e Giobbe.
come il forno, gli alimentari, il negozio di stoffe tessute a mano, il bar, il ristorante. All’inizio della salita, sulla sinistra, attraversato un ricco portale romanico sormontato da un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino tra due santi ed un monaco inginocchiato, si accede al cortile dell’Abbazia. Da qui si può ammirare la facciata tripartita della chiesa, dedicata a Santa Maria, realizzata in conci di pietra di diverse dimensioni tra i quali sono inseriti frammenti di sarcofagi. Il portale principale, della fine del XV secolo, ornato con rilievi geometrici e fitomorfi, è sormontato da una lunetta affrescata da Cola Fara Sabina Abbazia di S. Maria di Farfa Interno - particolare
dell’Amatrice (1489-1559), raffigurante di nuovo la 92
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
La navata centrale, coperta da un bellissimo sof-
Segnaliamo le due tavole dipinte su entrambi i lati, la
fitto ligneo a cassettoni, quattrocentesco, intagliato a
prima con San Tommaso da Morienna e San Placido
motivi ornamentali, così come il coro sono stati affre-
e l’altra con San Siro e San Benedetto databili alla fine
scati intorno al 1576 con diversi soggetti, tra cui una
del Quattrocento, e frammenti di affreschi staccati,
Teoria di Papi, L’Annunciazione, Storie della vita di
sempre della fine del Quattrocento, attribuiti parte ad
Maria Vergine e di Gesù, profeti, santi e evangelisti,
Antonio da Viterbo e parte a Benozzo Gozzoli prove-
tutte opere genericamente riferite ai celebri fratelli
nienti per lo più dal cosiddetto “coro quadrato” (rara-
Taddeo e Federico Zuccari, autori di numerose e
mente visitabile e solo su richiesta), dove si conserva-
ampie imprese decorative, ma ai quali non si posso-
no anche brani di affreschi carolingi e quattrocente-
no riferire anche gli affreschi farfensi.
schi di grande pregio storico-artistico. Non bisogna
Le prime tre cappelle delle navate destra e sinistra,
poi dimenticare una visita alla ricca biblioteca, dotata
oltre a quattro lunette nelle stesse navate, sono invece
di oltre 45.000 volumi e di diversi pregevoli codici
state decorate con certezza nell’ultimo decennio del
nonché particolarmente attrezzata per i paesi del
Cinquecento da Orazio Gentileschi e dalla sua bottega. All’interno dell’Abbazia si dislocano oltre ad alcuni ambienti adibiti ad uffici uno splendido refettorio, spesso usato come sala conferenze, due chiostri (in quello più grande, risalente alla seconda metà del XVII secolo, sono raccolte sculture ed epigrafi romane). In un ambiente che costeggia il chiostro grande è allestito un museo archeologico (un’altra sede dello stesso museo è in palazzo Brancaleoni a Fara Sabina) che conserva tra l’altro un cofanetto in avorio di scuola amalfitana dell’XI secolo, un dossale di cattedra con i simboli dei quattro Evangelisti della stessa epoca e vari elementi architettonici. Lungo i corridoi e all’interFara Sabina Abbazia di S. Maria di Farfa navata sinistra
no di alcune sale sono esposti numerosi dipinti. 94
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Nord Europa con riviste, libri ecclesiali, letteratura.
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio La foresteria
Anticamente la biblioteca, che fu una delle più ricche d'Europa ed ebbe un periodo di grande splendore sul
Se il fascino del luogo vi inducesse a prolungare di
finire dell’XI secolo, aveva al suo interno un prestigio-
almeno un giorno la visita nel territorio sabino e vole-
so Scriptorium dove, sotto l'Abate Ugo I, si elaborò
te rimanere nell’atmosfera mistica dell’Abbazia vi
una scrittura che si distinse da tutte le altre minusco-
consigliamo di soggiornare nel Centro di Santa
le del tempo: è qui infatti che la Minuscola Romana
Brigida realizzato in alcuni ambienti medievali del
diventa la Romanesca Farfense che troverà gloria
monastero. Questa casa di accoglienza, moderna-
nelle opere di Gregorio da Catino (1062 -1133), auto-
mente restaurata, pulita e spartana, offre 25 stanze
re di fondamentale importanza per la storia italiana
(singole, doppie e triple per un totale di 50 posti
ed europea del Medio Evo.
letto) a una cifra modesta come modeste sono le cifre richieste a chi volesse usufruire anche della mezza pensione o della sola cena, semplice ma abbondante. Il centro è dotato anche di una biblioteca, di locali per conferenze e gruppi di studio.
Fara Sabina Abbazia di S. Maria di Farfa Cappella laterale
Fara Sabina Monastero di S. Maria
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Il territorio della Sabina in un giorno Fara Sabina Attraverso una bella strada alberata, si raggiunge il piccolo comune di Fara Sabina che intorno alla metà dell’XI secolo dipendeva dalla potente Abbazia di Farfa distante circa tre chilometri. Fara subì diverse occupazioni: dall'imperatore Enrico IV, il quale però nel 1084 restituì all'Abbazia il possesso del castrum, a numerosi altri avventurieri fino a che, nel XV secolo, venne concessa in feudo
Fara Sabina Monastero di S. Maria
agli Orsini i quali la detennero per lungo tempo, tranne quando, per un breve periodo nel 1461, venne conquistata dal celebre condottiero Federico da Montefeltro. Tornò da ultimo alla Santa Sede che ne fece un capoluogo di Governo distrettuale. Si entra nella zona più antica attraverso una porta aperta nelle mura medievali che ancora in parte si conservano e, camminando tra palazzetti quattrocenteschi e cinquecenteschi e diverse chiese, si giunge al duomo di Sant’Antonino martire, purtroppo in restauro da molti decenni. All’interno (per visitarlo telefonare al Comune o chiedere del sacerdote),
Fara Sabina Portale d’accesso all’Abbazia
occupato da ponteggi, si possono segnalare per il momento solo un tabernacolo in alabastro a forma di tempietto riferito a Jacopo Barozzi detto il Vignola, una Adorazione dei magi del XVI secolo e nella cripta 98
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un Cristo apocalittico tra la Vergine e san Giovanni
Ricordiamo il palazzo Orsini con bel loggiato a quat-
Battista, opera popolare anch’essa del XVI secolo.
tro arcate e tre finestre guelfe al primo piano divise da
Altre opere che vi si conservavano sono attualmente
croce in terracotta; palazzo Bufalini, casa Locchi. Tra le
in deposito.
chiese è da segnalare Santa Maria Nova, l’odierna
In alcuni ambienti del Palazzo Brancaleoni è stata
parrocchiale, costruita probabilmente nel XVI secolo
allestita una sezione del Museo Civico Archeologico
sui ruderi del castello Colonna. L’interno, a tre navate,
dedicata alla storia antica del territorio e vi sono espo-
conserva poche opere d’arte in quanto nel gennaio
sti reperti provenienti da vari abitati tra i quali quelli
1982 un incendio distrusse quasi tutte le decorazioni
di Cures Sabini, in antico il più importante centro
e le suppellettili che vi si conservavano, tra cui un
sabino, patria di Numa Pompilio.
importante coro ligneo. Rimangono comunque di un certo interesse la
Toffia
Madonna tra i santi Pietro Apostolo e Antonio di
A poco più di quattro chilometri da Farfa sorge
Padova datata 1584, una Madonna del Rosario della
l’antica Tophiae, oggi Toffia, già abitata in epoca
fine del Cinquecento e un San Lorenzo ai piedi della
romana e di cui rimangono alcuni tratti delle origina-
Vergine dei primi anni del Seicento, forse riferibile a
rie mura. Verso la metà dell’XI secolo questa località e
Vincenzo Vanenti, tra i più noti artisti sabini, origina-
il territorio adiacente erano proprietà del monastero
rio della vicina Orvinio.
di Farfa.
Appena fuori dell’abitato sorge la più antica chie-
Toffia, tra le più attraenti località della Sabina,
sa di Toffia, San Lorenzo, costruita secondo alcune
ebbe l’onore della visita di Onorio III quando il pon-
tradizioni sui resti di un tempio pagano dedicato a
tefice si recò a Rieti nel 1219. Inoltre accolse per un
Giano. All’esterno sono murati diversi bassorilievi,
breve periodo San Francesco d’Assisi, e nella prima
alcuni di epoca romanica. All’interno sono da segna-
metà del 1400 San Bernardino da Siena, che fondò
lare due cappelle, la prima dedicata a San Sisinio, che,
anche qui una Confraternita del Gonfalone.
secondo un’iscrizione conservata nel sacello, dovreb-
La parte antica dell’abitato è ben conservata e
be risalire al 1656, con affreschi relativi alla vita del
lungo le stradine che si dipartono dall’antica porta
santo, la seconda dedicata a San Saturnino, in cui si
sorgono bei palazzi per lo più quattrocenteschi.
possono ammirare gli episodi salienti del percorso
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verso la santificazione di Saturnino e un bel dipinto
1837 ebbe da Gregorio XVI il titolo di città e nel 1841
con il martirio, riferibile al XVIII secolo.
fu proclamata sede vescovile immediatamente dipendente dalla Santa Sede, titolo quest’ultimo mantenu-
Poggio Mirteto
to anche dopo la soppressione della diocesi attuata
Il nome composito di questa bella e vivace citta-
nel 1925 da Pio XI, il quale stabilì che il vescovo di
dina deriva da podium che sta per luogo elevato e
Sabina fosse detto anche vescovo di Poggio Mirteto.
myrtetum che indica un luogo ricco di mirti, oggi
Giunti nella grande piazza Martiri della Libertà, si
però del tutto scomparsi dalla zona. Il luogo si ingran-
può visitare la Cattedrale dedicata all’Assunta, iniziata
dì tra il IX e il X secolo perché numerosi abitanti dei
nel 1641 e consacrata nel 1779. E’ a tre navate con
dintorni per sfuggire ai continui saccheggi si rifugiaro-
cappelle laterali. La pala dell’Altar maggiore è opera
no nel Poggio dei Mirti.
firmata e datata 1613 di Giovanni Baglione, che fu
Lo stesso avvenne per il Castrum Limisanum,
non solo noto e valente pittore ma anche apprezza-
coincidente con l’attuale Rimischiano e per il castel-
tissimo biografo di numerosi artisti suoi contempora-
lum di Vulpianum o Vulpinianum, corrispondente
nei, amici o nemici, nel volume Le vite de’ pittori,
all’attuale Volpignano. L’ultimo e più recente (1400
scultori et architetti dal pontificato di Gregorio XIII in
circa) caso di immigrazione in massa nella città o
fino a’ tempi di Urbano nel 1642, ancora oggi consul-
meglio fuori dalla cerchia delle mura originali sembra
tato da tutti coloro che si occupano della materia.
sia stato Montorso, tanto che l’accettazione degli esuli
Uscendo dalla chiesa, a destra, si vede la Chiesa
è probabile che venne condizionata alla costruzione a
di San Rocco, nata come Cappella attorno alla metà
loro carico di una nuova cinta. Intorno al 1294, secon-
del XVI secolo, poi demolita e quindi ricostruita nelle
do fonti dell’epoca, Poggio Mirteto doveva apparire
attuali forme baroccheggianti. All’interno ha tre altari
all’incirca secondo la struttura attuale e già munita di
per lato con belle opere sei-settecentesche. Dalla
torri e porte. Le fonti ricordano come fondatore e
chiesa di San Rocco si vede perfettamente in asse la
primo signore della città un certo Riccardo di Pietro di
Porta Farnese, una delle quattro che in antico si apri-
Giaquinto. Successivamente, Poggio Mirteto passò ai
vano nelle mura di cinta e da dove si passa anche
Farnese, quindi per volontà della Camera Apostolica
oggi per visitare il borgo antico. Qui tra strette e tor-
fu feudo degli Orsini, dei Mattei e dei Bonaccorsi. Nel
tuose stradine s’ incontrano l’antica chiesa di San
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Giovanni Decollato e gli avanzi del castello divenuto
alla frazione di San Pietro, distante circa 8 Km. da
poi Palazzo dell’Abate di Farfa ed oggi sede della
Poggio Mirteto, con la chiesa omonima e il bel
Curia vescovile.
Castello Bonaccorsi, nonché al piccolo ma ben con-
La chiesa più antica di Poggio Mirteto, costruita
servato abitato di Monopoli.
nel XIII, sorge oggi a poche centinaia di metri dall’abitato attuale ed è dedicata a San Paolo. Trasformata nella struttura con l’apertura di finestre, conserva bellissimi e interessanti affreschi trecenteschi che ricoprono tutte le pareti e raffigurano diversi santi e episodi biblici. Molto più tardi sono gli affreschi della parete di fondo dove sono raffigurate nel catino absidale L’Incoronazione della Vergine e al disotto La conversione di San Paolo con le figure di San Pietro e San Paolo alle estremità dell’abside. Questi dipinti sono datati su una candelabra a sinistra 1521 e sono attribuibili a Lorenzo e a Bartolomeo Torresani, i famosi pittori di origine veronese che operarono tra l’alto Lazio e la bassa Umbria. Prima di concludere questo breve itinerario si consiglia agli appassionati di archeologia una piccola deviazione di un chilometro, per ammirare i resti di una villa romana edificata in splendida posizione con murature in opus reticulatum probabilmente collegati da condutture idrauliche ai resti di terme, noti come Bagni di Lucilla perché secondo una tradizione sarebbero stati restaurati da Lucilla figlia dell’imperatore Marco Aurelio. Da non mancare è anche una visita 104
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Dove dormire e dove mangiare Ristoranti a Fara Sabina: Ristorante "La Badiola", tel. 0765277218 (chiuso lunedì) Ristorante "Da Pietro" in Via Gramsci 15, tel. 0765487374 Centro di Santa Brigida, (Farfa) Lupi, via Porta Montopoli (Farfa) Tel. 0765 277008 Il Casale del Farfa, via Ternana 53, Km.7.100, tel. 0765 322047 Ristoranti a Nazzano: Ristorante "Belvedere" in Via Tiberina km 30.150, tel. 0765332828 Ristorante "Al Bivio" in Via Ternana km 33.5, tel. 0765332736
Ospitalità A Fara Sabina: Pensione "Orizzonte" in Via del Popolo 49, tel. 0765277013 Bed&Breakfast"I Mori" in Via Gramsci, tel. 0765487005 A Montopoli: Agriturismo "II Rodeo" in Via Caprareccia 6, tel. 0765297060 Albergo "Italia" in località Colonnetta, tel. 0765322061
Eventi e manifestazioni Questo è un calendario delle manifestazioni più importanti che si svolgono durante l'anno a Fara e nei dintorni:
Ristoranti a Montopoli: Ristorante "Tre Colli" in Via Ponte Sfondato 36, tel. 0765322235 Ristoranti a Castelnuovo di Farfa: Ristorante "II Cantinone" in Via Roma Est 5, tel. 076536283 Ristorante "Sant'Anna" in Via Mirtense, tel. 076536231
- 17 gennaio Sagra dell'olio e del vino; - 17 gennaio Sagra della bruschetta a Poggio Nativo; - 20 giugno Corpus Domini infiorata e processione; - 15 agosto Sagra della ciambella a Poggio Nativo; - 15 agosto Sagra delle fregnacce con la persa a Castelnuovo;
Ristoranti a Poggio Nativo: Ristorante "S. Benedetto al Vigneto" in Via S. Benedetto 6 tel. 076581171
- nell'ultima settimana di settembre: festa della pizza fritta a Montopoli; terza domenica di ottobre Sagra della bruschetta e della salsiccia a Castelnuovo.
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Fast Tour: per chi passa
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Il monastero di Grottaferrata ed il suo territorio in un giorno Laura Russo
L’Abbazia di San Nilo
Grottaferrata (RM) Abbazia S. Nilo – Mura
Nel cuore dei Colli Albani e più precisamente nel Tusculanum si erge l’Abbazia dedicata a San Nilo, l’eremita calabrese ma di origine greca che nell’estate del 1004, sulla soglia dei 95 anni, era alla ricerca coi suoi monaci di un luogo dove insediarsi al riparo dalle incursioni saracene. Il signore del Tuscolo, il conte Gregorio I, informato che nei pressi dei suoi possedimenti era giunto l’anziano Abate oramai stanco e malato, gli fece dono di un vasto terreno dove sorgeva un piccolo santuario che riutilizzava i resti di 111
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un edificio, forse una tomba romana, illuminato da
della tradizione orientale. L’antico scriptorium celebre
piccole finestre protette da robuste inferriate: una
per la scrittura detta tachigrafia greca sillabica niliana
crypta ferrata insomma, da cui Grottaferrata. Ma il
o di Grottaferrata si è evoluto in una moderna tipo-
vecchio ascetico abate non potè trarre sollievo dal-
grafia dove si stampano libri liturgici delle Chiese
l’amenità del luogo. Morì infatti poco dopo, il 26 set-
orientali, in una scuola tipografica italo-orientale e in
tembre, giorno in cui lo si festeggia ancora oggi.
un laboratorio specializzato nel restauro di incunabo-
Toccherà così al suo giovane prediletto discepolo,
li e antichi codici. Qui per esempio è stato restaurato
Bartolomeo, destinato a diventare santo anche lui
il celebre Codice Atlantico di Leonardo. Nella
nonché compatrono di Grottaferrata, curare i lavori
Biblioteca sono inoltre custoditi inestimabili mano-
del monastero e della chiesa, che sarà consacrata da
scritti dei primi monaci e dello stesso San Nilo. Nel
Giovanni XIX il 17 dicembre 1024. I due santi fonda-
Museo, si conservano oggetti di scavo d’epoca prei-
tori saranno sepolti l’uno accanto all’altro nella cap-
storica e romana, affreschi medievali provenienti
pella poi detta Farnesiana, ma nel XIV secolo i loro
dalla chiesa nonché oggetti e opere d’arte lasciate nei
corpi scompariranno misteriosamente.
secoli dai Commendatari.
Oggi l’Abbazia è costituita dalla chiesa di Santa
Alla chiesa di Santa Maria si accede dal secondo
Maria e da diversi edifici che si innalzano intorno a
cortile attraverso un prònao con nartéce ripristinati
due ampi cortili; è circondata dall’alto muro di cinta
negli anni Trenta del Novecento con materiali origina-
con torri e dal fossato del cosiddetto Castello
li solo in minima parte. Da qui, attraverso una porta
Roveriano, dal nome del cardinale commendatario
dagli stipiti decorati da bassorilievi in marmo con
Giuliano della Rovere (il futuro papa Giulio II) che lo
intarsi di pietre e pasta vitrea si entra nella chiesa
fece costruire nel 1480, sembra, da Antonio da
dove l’originaria struttura romanica è stata completa-
Sangallo il Giovane e Baccio Pontelli.
mente stravolta prima con la costruzione nel terzo
L’abitano da mille anni monaci basiliani, perché
quarto del Cinquecento di un soffitto in legno che
seguaci della Regola di San Basilio Magno, vescovo di
nasconde le vecchie capriate e parte degli affreschi
Cesarea nel IV secolo e Padre della Chiesa, di rito
della navata centrale, poi nella seconda metà del
greco-bizantino. Ancora oggi Santa Maria di
Seicento con modifiche al presbiterio e infine, nel
Grottaferrata è un centro di irradiazione culturale
secolo successivo, con un radicale intervento in base
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio al quale assume un aspetto tardo barocco. Nell’arco
decorata nel 1609 dal Domenichino con storie della
trionfale si conserva un mosaico del XII secolo raffigu-
vita di San Nilo e di San Bartolomeo. Sull’altare è una
rante gli Apostoli con al centro il trono vuoto in atte-
Madonna con il Bambino tra i santi Nilo e Bartolomeo riferita alla scuola dei Carracci. Non bisogna dimenticare che in questo luogo le funzioni, che seguono il rito greco -bizantino sono particolarmente suggestive.
Nei dintorni La zona dei Castelli romani è ricca di cultura e storia, oltre che di percorsi naturalistici. Per chi non ha più di qualche ora di tempo, consigliamo due mete: Ariccia con la visita a Palazzo Chigi e il giro intorno al lago di Castelgandolfo ; o in alternativa la visita delle antiche ville romane di Tuscolo, a pochi chilometri da Grottaferrata.
Grottaferrata (RM) Abbazia S. Nilo Portale
sa del Cristo per il Giudizio finale al di sopra del quale si possono ammirare una parte degli affreschi medievali. Dalla navata destra si accede ad una cappellina 114
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Il monastero di Casamari ed il suo territorio in un giorno Lucia Sentinelli
L’Abbazia di Casamari
La località dove oggi sorge l’Abbazia di Casamari si chiamava in origine Cereatae Marianae e secondo le fonti antiche doveva trattarsi di un centro piccolo ma molto attivo poi decaduto in età imperiale. Qui nacque il console romano Caio Mario: e in onore del celebre rivale di Silla Cereatae divenne Casa Marii. La fondazione dell’Abbazia, dovuta a quanto pare ad un gruppo di monaci benedettini del vicino monastero di San Domenico a Sora, viene fatta risalire da una cronaca del XIII secolo al 1005 ma gli storici la riten116
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Veroli (FR) Abbazia di Casamari veduta esterna
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gono troppo precoce e in base a studi antichi e recen-
presentano spesso curiose decorazioni geometriche e
ti si è ritenuta più veritiera la data del 1036. Dopo lo
figurazioni umane tra le quali c’è chi vi ha voluto rico-
scisma di Anacleto II Pierleoni (1133-1138), diversi
noscere i volti di Federico II, Giovanni V, abate di
monasteri retti dai Benedettini furono affidati ai
Casamari e Pier delle Vigne.
Cistercensi. Così avvenne anche per Casamari, il cui
Sono ancora da visitare la cappella delle reliquie
complesso venne in seguito ricostruito secondo la
dal singolare pavimento in cotto con incise le api sim-
tipologia tipica dell’ordine e che è quella che si vede
bolo dei Barberini che l’avevano commissionato per
ancora oggi.
la chiesa, nonché la sala capitolare, il nuovo refettorio
L’attuale ingresso è costituito da un grande arco a
e il piccolo museo che occupa i locali precedente-
tutto sesto sopra il quale si aprono quattro bifore; la
mente utilizzati dall’antico refettorio, la cucina e la
sala a sinistra dell’atrio era utilizzata anticamente per
dispensa. Qui sono esposti reperti archeologici pro-
la distribuzione degli alimenti ai poveri. I due archi a
venienti dal territorio circostante, databili dall’età del
sesto acuto, il più grande per il passaggio dei carri,
rame all’età medievale, mentre la pinacoteca racco-
l’altro per quello dei pedoni, costituiscono l’ingresso
glie affreschi e tele di varie epoche tra cui si segnala
originario ma ancora oggi permettono l’accesso al
il Martirio di San Lorenzo di Girolamo Siciolante da
piazzale antistante la chiesa. Le colonne con semplici
Sermoneta, una Madonna del Sassoferrato e il bellis-
capitelli ad unghia che si vedono a sinistra apparten-
simo San Lorenzo distribuisce i beni della Chiesa ai
gono forse alla costruzione benedettina.
poveri di Giovanni Serodine
Dal nartece, attraverso un ricco portale stromba-
NEI DINTORNI
to con colonne e semicolonne, che collegano archi concentrici all’interno dei quali è una lunetta con bas-
Per chi ha poco tempo, nella zona oltre alle città
sorilievi fitomorfi, si entra nell’ampio interno a tre
di Veroli e Sora vale la pena di visitare la Certosa di
navate completamente privo di sculture e pitture
Trisulti.
secondo la regola cistercense di povertà e rigore.
La Certosa di Trisulti è situata nel comune di
Di grande interesse è il chiostro, restaurato nel
Collepardo ed in origine era una casa di caccia della
Settecento, con bifore decorate da colonnine di diver-
famiglia nobiliare Lotari di Segni. Nel 1204 venne tra-
sa fattura. Anche i capitelli sono tutti diversi tra loro e
sformata in Certosa sui resti di un precedente mona-
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Certosa Certosa è il nome comune a tutti i monasteri certosini, L’ordine fondato da san Brunone (1084) il cui programma di vita è incentrato sulla preghiera e sul lavoro sia manuale che intellettuale.
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio stero benedettino abbandonato. La Certosa fu affidata da Papa Innocenzo III ai monaci certosini che rea-
Il monastero di Farfa ed il suo territorio in un giorno Laura Russo
lizzarono opere di ampliamento, in particolare durante il Settecento. Nel 1947 la Certosa è passata ai monaci cistercensi di Casamari. La Certosa funziona oltre che come monastero anche come centro di attività culturali, con concerti di musica sacra e mostre d’arte. In prossimità della Certosa vale la pena di visitare il piccolo santuario della Madonna delle Cese, all’interno di una grotta sovrastata da rocce a strapiombo.
L’Abbazia di Farfa Il piccolo borgo di Farfa, frazione di Fara Sabina, sorge nei pressi del fiume omonimo al centro di una verdeggiante valletta, a circa 50 chilometri da Roma ed è facilmente raggiungibile attraverso la via Salaria. Il borgo è costituito da una strada principale, in lieve salita, interrotta ogni tanto da viottoli, lungo la quale si allineano a destra e a sinistra isolati di piccoli edifici in pietra dove di norma al piano terreno si aprono le botteghe, tuttora funzionanti, e al primo piano le abitazioni. All’inizio della salita, sulla sinistra, attraversato un Collepardo (FR) - Certosa di Trisulti interno - Saletta del Balbi
ricco portale romanico sormontato da un affresco raf121
Fara Sabina (RM) Tavola topografica dell’Abbazia di S. Maria di Farfa e S. Salvatore Maggiore
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figurante La Madonna con il Bambino tra due santi e
Vergine e di Gesù, profeti, santi e evangelisti, tutte
un monaco inginocchiato, si accede al cortile
opere genericamente riferite ai celebri fratelli Taddeo
dell’Abbazia, fondata nel VI secolo da San Lorenzo
e Federico Zuccari, autori di numerose e ampie
Siro, recatosi in terra Sabina per convertire le popola-
imprese decorative, ma ai quali non si possono riferi-
zioni pagane. E’ retta ancora oggi da monaci benedet-
re anche gli affreschi farfensi. Le prime tre cappelle
tini.
delle navate destra e sinistra, oltre a quattro lunette Da qui si può ammirare la facciata tripartita della
nelle stesse navate, sono invece state decorate con
chiesa, dedicata a Santa Maria, realizzata in conci di
certezza nell’ultimo decennio del Cinquecento da
pietra di diverse dimensioni tra i quali sono inseriti
Orazio Gentileschi e dalla sua bottega.
frammenti di sarcofagi. Il portale principale, della fine
All’interno dell’Abbazia si dislocano oltre ad alcu-
del XV secolo, ornato con rilievi geometrici e fitomor-
ni ambienti adibiti ad uffici, un piccolo museo, una
fi, è sormontato da una lunetta affrescata da Cola
sala conferenze, una ricca biblioteca, le celle per i
dell’Amatrice (1489-1559), raffigurante di nuovo la
monaci, due chiostri e altri numerosi ambienti del
Madonna con il Bambino tra due santi e il commit-
palazzo Abbaziale.
tente, sopra la quale è posto lo stemma in pietra del cardinale Giovanni Battista Orsini. All’interno la basilica è suddivisa in tre navate tutte riccamente decorate. Di particolare pregio è il
Una delle parti più antiche (raramente visitabile e solo su richiesta) è il cosiddetto “coro quadrato”, dove si conservano brani di affreschi carolingi e quattrocenteschi di grande pregio storico-artistico.
grande Giudizio Universale nella controfacciata, datato 1561 e realizzato, con la non troppo consueta tec-
Nei dintorni
nica dell’olio su muro, da un artista fiammingo la cui
La visita in questa parte della Sabina potrà essere
identificazione è ancora problematica. Sotto il
conclusa da una breve escursione a Fara, la cui atmo-
Giudizio, ai lati delle porte, sono raffigurati i Profeti
sfera fuori dal tempo è accentuata da vicoli e strette
Isaia e Giobbe.
strade sulle quali si affacciano palazzetti quattro-cin-
La navata centrale e il coro sono stati affrescati
quecenteschi. Sono da segnalare la cattedrale (attual-
intorno al 1576 con diversi soggetti, tra cui una Teoria
mente in restauro) e alcune sale del palazzo
di Papi, L’Annunciazione, Storie della vita di Maria
Brancaleoni in cui ha sede il Museo Civico
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Archeologico. A poco più di quattro chilometri da Farfa sorge l’antica Tophiae, oggi Toffia, già abitata in epoca romana. Il centro storico, cui si accede da un’antica porta, è ben conservato e caratterizzato, anche qui, da stradine lungo le quali sorgono palazzi rinascimentali. Quasi in fondo alla strada principale sorge la chiesa parrocchiale di Santa Maria Nova che conserva alcuni affreschi cinquecenteschi e del primo
Appendice
Umbria e Bivongi: due buone ragioni per allungare il proprio percorso fuori dai confini geografici del Lazio
Seicento.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Verso l’Umbria A cura della Regione Umbria Assessorato Ambiente e Territorio
L’Umbria sud- orientale merita di essere conosciuta sia da un punto di vista paesaggistico per le bellezze naturali sia da un punto di vista culturale per le vicende storiche che hanno segnato questa terra ricca di preziose opere d’arte. Lo scopo di tale studio è quello di mettere in luce il valore di questo territorio che in passato rappresentò, grazie alla presenza dei religiosi e delle loro abbazie, un importante punto di riferimento dell’Italia centrale. Una componente di grande importanza fu rappresentata dal monachesimo benedettino, destinato a divenire uno straordinario elemento di forza del cristianesimo medioevale: la “Regola” composta nel VI sec. da Benedetto da 126
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Preci – Abbazia di S.Eutizio Abside
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Norcia, concepita come guida per la gestione di una
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio Abbazia di S. Eutizio
comunità cenobitica e per la vita spirituale del monaco, divenne anche modello di organizzazione econo-
Nell’VIII secolo i monaci benedettini costruirono
mica, sociale e culturale garantendo protezione da
il monastero ampliando preesistenti strutture, diversi
incursioni e carestie e la perpetuazione di modelli cul-
romitori ed un oratorio dedicato alla Madonna, risa-
turali e religiosi. Si è parlato spesso di “Umbria misti-
lenti al VI sec. Nel vicino castello di Preci a partire dal
ca” per descrivere il particolare intreccio tra paesaggio
1200 venne istituita la “Scuola Chirurgica Preciana”
e storia religiosa che connota questa terra; ma, e qui
che si sviluppò anche presso l’abbazia per circa 4
sta il tema di MO.NO.PI., questa dimensione religio-
secoli raggiungendo notevole fama. Ancora oggi è
sa è stata per l’Umbria base imprescindibile di ogni
possibile vedere i ferri della “Scuola Chirurgica” pres-
altra attività propria e rivolta all’esterno, facendone un
so l’Abbazia di S Eutizio.
polo attrattivo per un turismo religioso e culturale che nella realtà dei suoi monasteri e delle sue abbazie può trovare un ponte tra passato e presente. Di seguito vi riportiamo tre brevi schede di presentazione dei monasteri scelti dalla Regione Umbria Preci – Abbazia di S. Eutizio Veduta aerea
come casi studio del progetto Mo.no.pi.
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Abbazia di S. Felice
Abbazia di S. Cassiano
L’abbazia del X sec. sorge nei pressi dell’abitato di
L’Abbazia di S. Cassiano, menzionata nel
Giano a ridosso dei Monti Martani. La chiesa del XII
“Chronicon Farfense” nel 1091, quando l’Abbazia di
secolo è un tipico esempio di architettura romanica
Farfa assorbì S. Cassiano, risale al X secolo sviluppan-
spoletina con influssi lombardi.
dosi da un preesistente monastero fortificato risalen-
Si susseguirono nel 1798 gli Agostiniani, nel 1803
te alle guerre gotiche del VI secolo, che doveva vigila-
i Passionisti e infine nel 1814 i Missionari del
re sulla gola del Nera, ultima difesa del “Corridoio
Preziosissimo Sangue, che vi fondarono l’ importante
Bizantino” che assicurava la continuità territoriale fra
istituto
Roma e Ravenna.
religioso
della
“Congregazione
del
Preziosissimo Sangue”.
Giano dell’Umbria Abbazia di S. Felice Facciata
Narni Abbazia di S. Cassiano Facciata
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Verso Bivongi: il monastero di San Giovanni Theristis Francesco Passarelli - Comune di Bivongi
Bivongi – Monastero di S. Giovanni Theristis Veduta
Malgrado la distanza geografica rispetto al territorio del Lazio, vale la pena di visitare il monastero di San Giovanni Theristis nel comune di Bivongi in Calabria, perché splendido esempio di monastero greco bizantino di culto ortodosso. Il monastero di Bivongi è stato recentemente restaurato e riedificato come era anticamente. Nel territorio monastico si trova anche la Grotta e la fonte santificata da san Giovanni Theristis (sec. X). Come era per il resto dell’antica Magna Graecia (cioè il sud dell’Italia e Sicilia), la regione calabrese fu per molti secoli una parte dell’Impero Romano d’Oriente. Il monachesimo italo-greco fioriva in questa regione durante il Medioevo, e le sue origini vanno ricercate nelle emigrazioni che per secoli portarono monaci dall’oriente alla Sicilia ed al sud dell’Italia. 133
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio a Stilo per ricevere lì il battesimo ortodosso. Dopo il suo battesimo, in questa valle, Giovanni divenne un discepolo dei Santi Ambrosio e Nicola di Stilo, e raggiunse grande levatura spirituale nella vita monastica. Fra i miracoli realizzati dal santo il più famoso è quello della raccolta per i poveri, che gli valse l’epiteto di Theristis (“il mietitore”). Per secoli il monastero fu uno fra i più grandi coenobia (monasteri dove I monaci fanno una vita comunitaria). Il suo imponente katholikon (edificio ecclesiastico) risale all’undicesimo secolo. Nei secoli seguenti, la crescente latinizzazione e il pro-
Bivongi Monastero di S. Giovanni Theristis Affresco
gressivo allontanamento dall’Ortodossia Orientale, cauInizialmente, nel settimo secolo, i monaci fuggirono dal Medio-Oriente quando quella zona fu invasa dagli
sarono la decadenza del monastero. Esso fu infine abbandonato nel 1662. Dal 1993 il monastero si è affer-
Arabi. Seguirono, nell’ottavo secolo, gli asceti che abbandonarono le regioni vicino Constantinopoli per salvare le antiche icone dalla distruzione per mano degli iconoclasti. Quando nell’undicesimo secolo i Normanni sottrassero ai Bizantini la valle dello Stilaro dominata dal Monte Consolino, si reperirono nella zona alcune laurae (grandi comunità monastiche) e caverne abitate da eremiti. Qui hanno trovato un fiorente insediamento monastico reso famoso dalle memorie di San Giovanni Theristis. Giovanni nacque nella Palermo governata dai musulmani; sua madre era stata presa in ostaggio in Calabria durante la sua giovinezza. Solo Bivongi Monastero di S. Giovanni Theristis. Affresco
all’età di quattordici anni egli apprese la verità sulle sue origini dalla madre morente, che l’implorava di fuggire 134
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
mato come destinazione per pellegrini monastici prove-
molti sostenitori per tutta l’Europa, ma lavora principal-
nienti dal Monte Athos. Adesso il municipio di Bivongi
mente nella valle bizantina dello Stilaro, organizzando
ne ha concesso la fruibilità ad una comunità monastica
molte iniziative culturali come corsi di musica tradizio-
che si è stabilita qui per il primo coenobium apparte-
nale bizantina, iconografia bizantina, lingua greca, ecc.
nente alla Santa Metropoli Greca Ortodossa di Italia,
La Valle bizantina dello Stilaro è il distretto situato
rappresentata dal Vescovo Zervos Gennadios. La ricor-
sul lato ionico della regione alla punta nord-est della
renza annuale di San Giovanni Theristis è nuovamente
provincia appartenente a Reggio Calabria. Essa è attra-
festeggiata qui, secondo l’antica tradizione, il 24 di feb-
versata per tutta la sua lunghezza dal fiume Stilaro ed è
braio. Durante l’anno 2001, il Patriarca ortodosso di
formata da tre comuni: Stilo, Pazzano e Bivongi, tutti
Constantinopoli, Bartolomeo I, ha visitato il monastero
con un patrimonio artistico notevole. La magnifica
in Calabria (la prima visita di tutti i secoli). Nell’autunno
veduta, la bellezza del paesaggio e la severa struttura
dello stesso anno, il lavoro di ricostruzione iniziato per
urbanistica medievale testimoniano il percorso di civiliz-
completare il muro sul lato nord e per coprire la basili-
zazione profondamente perseguito per tutto il territorio.
ca, fu terminato nel luglio del 2002. Durante il 2003 le
I castelli, i monasteri bizantini, le chiese, parlano di
prime sei figure che rappresentano i “Padri del deserto”
un passato ricco di profondi cambiamenti sociali affian-
furono dipinte sul muro nord del monastero usando lo
cati ad una intensa vita religiosa ed artistica. Importanti
stile bizantino del dodicesimo secolo. San Giovanni
eventi artistici, religiosi, gastronomici e sportivi sono
Theristis in Calabria è l’unico monastero bizantino in
organizzati nel territorio durante tutto l’anno, con un
Europa che sia stato ricostruito ed è il luogo dove la tra-
programma ricco e ben articolato che attira l’attenzione
dizione millenaria del Monte Athos continua a vivere
di visitatori. Bivongi è una singolare cittadina la cui sto-
giorno per giorno. La Basilica di San Giovanni Theristis (XI
ria è collegata agli antichi monasteri greci. Gli abitanti
secolo), situata appena fuori dall’area edificata, è un vero
discendono dalla civilizzazione della Magna Grecia.
e proprio capolavoro dell’arte Normanno-bizantina.
L’antico nome di Bivongi è “Bòybukes”, che significa
L’associazione Italo-Greca “San Giovanni Theristis”
“luogo d’allevamento di bachi da seta”. Bivongi sorse
lavora accanto ai monaci che vivono nel monastero,
all’incirca nel decimo secolo come è documentato in
aiutandoli per tutti I lavori che riguardano le collabora-
antiche carte trovate nella Biblioteca Vaticana che parla-
zioni esterne ed I rapporti istituzionali. L’associazione ha
no delle nostre origini bizantine. Fu edificato ad un’al-
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio escursioni botaniche, camminate nella natura o attraverso il centro storico per visitare i monumenti religiosi. Le ricche risorse minerali, le botteghe per la lavorazione del ferro, la conceria, il torchio per olio, sono tutte testimonianze del passato, ma sono di nuovo oggi in vita grazie all’”Ecomuseum” archeologico - industriale, che è il primo museo di questo tipo nella regione. In dicembre del 1994 il Consiglio Regionale della
Bivongi – Monaci
tezza di 270 metri sopra il livello del mare, sulle pendi-
Calabria dichiarò in unanimità la zona bizantina ubicata
ci del Monte Consolino dove il fiume Stilaro si congiun-
fra il fiume Stilaro e il sacro asse, per consentire il rista-
ge con I torrenti Melodari e Pardalà. La cittadina è
bilimento lì di monasteri ortodossi. Il 24 febbraio del
famosa per la produzione fiorente di seta, lavorazione
1995 il comune di Bivongi ufficialmente consegnò il
del metallo e della pietra, nonché per la produzione di
Monastero della Arcidiocesi Ortodossa di Italia, contri-
energia elettrica. Nel territorio vi sono molte miniere di
buendo al rinnovo degli antichi legami già esistenti fra
molibdeno. Meritano attenzione anche le vie attraver-
il monachesimo Italo - Greco e quello di Athos.
so il pittoresco centro storico fra il labirinto dei vicoli e le miriadi di scalini che raggiungono gli alti edifici strettamente raggruppati. Infine, è consigliabile un’interessante passeggiata lungo il fiume Stilaro o una visita alle enoteche nel centro storico. Pasqua è un buon periodo per una visita della valle poiché si può assistere a celebrazioni sia ortodosse che cattoliche. I fiumi Stilaro e Melodari rivelano la bellezza della natura. É possibile fare una buona vacanza in qualunque periodo dell’anno, poiché si possono seguire molti itinerari, come visitare le cave di pietra o di marmo, attività sportive di montagna come scalata su roccia, trekking, speleologia, 138
È possibile ulteriori informazioni riguardo il Centro Studi Bizantini di Bivongi su: www.bivongi.com.
Bivongi Monastero di S. Giovanni Theristis. Particolare abside
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Conclusioni
ture religiose e inserirle più possibile nel proprio conValentina Riccardi
Sulle orme dei pellegrini di un tempo, le nuove
testo territoriale tutelandone le caratteristiche intrinseche di luogo di preghiera e di pace.
strade della spiritualità ci hanno condotto in questi monasteri, luoghi fuori dal tempo e per questo sempre più rari e cercati, in un mondo frenetico che non si ferma mai. Oltre quindi che luoghi da visitare dal punto di vista culturale ed architettonico, sempre di più i monasteri e le abbazie sono meta di un turismo cosiddetto religioso, che cerca in questi luoghi la pace e il tempo per la riflessione ed il riposo. Perseguendo un turismo sostenibile, queste abbazie rappresentano un’idea di sviluppo per un turismo che soddisfi le aspettative economiche e le esigenze ambientali e che rispetti non solo la struttura fisica e sociale del territorio, ma anche le istanze delle comunità religiose che andrà ad incontrare. La nostra proposta di itinerario rientra nel più ampio progetto Mo.no.pi, finanziato dall’Unione europea attraverso il Programma d’Iniziativa Comunitaria Interreg IIIC, con lo scopo di far conoscere e scambiare buone pratiche tra le regioni partecipanti al progetto. Attraverso questa guida abbiamo cercato di affrontare l’argomento dei monasteri del Lazio, non tanto dal punto di vista della gestione interna e quindi degli aspetti più tecnici, ma da un punto di vista più turistico, orientato al viaggiatore di passaggio. Tutto ciò al fine di valorizzare queste strut140
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Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
Un percorso culturale tra i monasteri del Lazio
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