un estudio sobre criminologìa emprendido por un jurista bolivianoDescripción completa
CriminologiaDescripción completa
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un estudio sobre criminologìa emprendido por un jurista boliviano
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Compendio Di Medicina Legale macchiarelliFull description
criminologia midiatica
Descripción: Trabajo de Derecho
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CRIMINOLOGIA (Prof. Romano Bettini)
COMPENDIO DI CRIMINOLOGIA (Gianluigi Ponti)
CAPITOLO 1 INTROD!IONE ALLO "TDIO DELLA CRIMINOLOGIA
1.1# PREME""A La criminologia, criminologia, contrariame contrariamente nte a quanto si creda, creda, non è riservata solo agli addetti ai lavori: essa offre anche , in una prospettiva umanistica, molteplici spunti per ampliare le conoscenze e favorire una migliore conoscenza della persona umana. Fornire conoscenze maggiormente approfondite, che non ricalchino solo il comune buon senso o gli stereotipi e i luoghi comuni sul crimine è lo scopo specifico di questa disciplina. 1.$ # LE "CIEN!E CRIMINALI CRIMINALI Le discipline che hanno come loro interesse i fenomeni delittuosi si denominano “scienze criminali” e ad esse appartengono, oltre alla criminologia: - il %iritto &enale, sia sostanziale che procedurale esso è la scienza che studia, analizza ed approfondisce il complesso delle norme giuridiche rivolte ai cittadini, le quali divengono, in forza di legge, regole di condotta. !ertanto, il delitto, che è il campo degli interessi e delle indagini scientifiche della crim crimin inol olog ogia ia,, vien vienee ad esse essere re defi defini nito to dal dal diri diritt ttoo pena penale le:: po poic ich" h" la criminologia si occupa di studiare i fatti delittuosi, gli autori dei delitti e le differenti reazioni che la societ# mette in atto per combatterli o prevenirli, ne consegue che la criminologia sar# debitrice al diritto penale della definizione dell$oggetto su cui deve indirizzare la sua ricerca e il suo sapere. - %l %iritto &eniten'iario che ha come oggetto l$insieme delle disposizioni legi legisl slaative tive e rego regola lame ment ntar arii che disc discip ipli lina nano no la fase ase esecu secuti tiva va de dell procedimento giudiziario penale. - La &iologia giu%i'iaria che studia la persona umana umana non in quanto reo &ambito questo della criminologia e della psicologia criminale' ma quale attore attore,, in differ differenti enti ruoli, ruoli, nel proced procedime imento nto giudizi giudiziari arioo &imputa &imputato, to, parte parte offesa, periti, avvocati, magistrati della pubblica accusa e giudici, ecc.'. - La &olitia &enale (o &olitia riminale) composta composta da molteplici molteplici filoni di pensiero che hanno come obiettivo quello di studiare, elaborare e proporre gli gli strum strumen enti ti ed i mezz mezzii &leg &legisl islat ativi ivi,, giuri giuridi dici, ci, socia sociali li,, tratt trattam amen enta tali li,, preventivi' per combattere la criminalit#. (ssa costituisce l$insieme dei cont contri ribu buti ti che che molt moltep epli lici ci disc discip ipli line ne forn fornis isco cono no al legi legisl slat ator oree per per la formulazione delle leggi penali, affinch" operi non solo sotto la spinta delle solle sollecit citaz azio ioni ni dell dell$o $opin pinion ionee pu pubbl bblic icaa e dei dei valor valorii dell dellaa cultu cultura ra di qu quel el momento, ma anche alla luce delle ricerche, degli studi e degli apporti dottrinari.
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CAPITOLO 1 INTROD!IONE ALLO "TDIO DELLA CRIMINOLOGIA
1.1# PREME""A La criminologia, criminologia, contrariame contrariamente nte a quanto si creda, creda, non è riservata solo agli addetti ai lavori: essa offre anche , in una prospettiva umanistica, molteplici spunti per ampliare le conoscenze e favorire una migliore conoscenza della persona umana. Fornire conoscenze maggiormente approfondite, che non ricalchino solo il comune buon senso o gli stereotipi e i luoghi comuni sul crimine è lo scopo specifico di questa disciplina. 1.$ # LE "CIEN!E CRIMINALI CRIMINALI Le discipline che hanno come loro interesse i fenomeni delittuosi si denominano “scienze criminali” e ad esse appartengono, oltre alla criminologia: - il %iritto &enale, sia sostanziale che procedurale esso è la scienza che studia, analizza ed approfondisce il complesso delle norme giuridiche rivolte ai cittadini, le quali divengono, in forza di legge, regole di condotta. !ertanto, il delitto, che è il campo degli interessi e delle indagini scientifiche della crim crimin inol olog ogia ia,, vien vienee ad esse essere re defi defini nito to dal dal diri diritt ttoo pena penale le:: po poic ich" h" la criminologia si occupa di studiare i fatti delittuosi, gli autori dei delitti e le differenti reazioni che la societ# mette in atto per combatterli o prevenirli, ne consegue che la criminologia sar# debitrice al diritto penale della definizione dell$oggetto su cui deve indirizzare la sua ricerca e il suo sapere. - %l %iritto &eniten'iario che ha come oggetto l$insieme delle disposizioni legi legisl slaative tive e rego regola lame ment ntar arii che disc discip ipli lina nano no la fase ase esecu secuti tiva va de dell procedimento giudiziario penale. - La &iologia giu%i'iaria che studia la persona umana umana non in quanto reo &ambito questo della criminologia e della psicologia criminale' ma quale attore attore,, in differ differenti enti ruoli, ruoli, nel proced procedime imento nto giudizi giudiziari arioo &imputa &imputato, to, parte parte offesa, periti, avvocati, magistrati della pubblica accusa e giudici, ecc.'. - La &olitia &enale (o &olitia riminale) composta composta da molteplici molteplici filoni di pensiero che hanno come obiettivo quello di studiare, elaborare e proporre gli gli strum strumen enti ti ed i mezz mezzii &leg &legisl islat ativi ivi,, giuri giuridi dici, ci, socia sociali li,, tratt trattam amen enta tali li,, preventivi' per combattere la criminalit#. (ssa costituisce l$insieme dei cont contri ribu buti ti che che molt moltep epli lici ci disc discip ipli line ne forn fornis isco cono no al legi legisl slat ator oree per per la formulazione delle leggi penali, affinch" operi non solo sotto la spinta delle solle sollecit citaz azio ioni ni dell dell$o $opin pinion ionee pu pubbl bblic icaa e dei dei valor valorii dell dellaa cultu cultura ra di qu quel el momento, ma anche alla luce delle ricerche, degli studi e degli apporti dottrinari.
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La riminalitia, invece, non va confusa confusa n" con la criminologia criminologia n" con le scienze criminali: essa è da intendersi come l$insieme delle molteplici tecnologie che vengono utilizzate per l$investigazione criminale. *i tratta di tecniche di polizia scientifica che hanno come obiettivo la risoluzione di svariati problemi di ordine investigativo, utili per la qualificazione del reato, per la identificazione del reo o della vittima, per la caratterizzazione delle circostanze &es.: analisi grafometrica, analisi di campioni biologici, indagini tossicologiche, ecc.'. +ientrano invece nelle competenze della criminologia gli studi e le applicazioni pratiche aventi per oggetto l$identificazione del reo utilizzando le caratteristiche psicologiche e comportamentali degli autori di taluni tipi di reato.
1.* # PRECI"A!ION PRECI"A!IONII "EMANTIC+E "EMANTIC+E delittuosi , nel comune linguaggio il delitto, il crimine, il !er quanto attiene ai fatti delittuosi reato, cos come pur avendo un significato sostanzialmente equivalente, contengono sfum sfumat atur uree sema semant ntic iche he diff differ eren enti ti:: la paro parola la reat reatoo ha un sign signif ific icat atoo meno meno stigmatizzante ed implica reazioni emotive meno negative di quanto non comporti la parola delitto, riservata di solito per definire atti di particolare efferatezza. Le dizioni atto illegale o illeciti penali, pur avendo sempre il significato di atto previsto dalla legge come reato, sono pi neutre e non comportano un giudizio morale particolarmente severo. Le espressioni verbali quali comportamento disonesto o poi, i, pu purr semp sempre re indi indica cand ndoo un agir agiree proi proibi bito to dall dallaa no norm rmaa pena penale le,, disonestà, po implicano una ancor minore reazione sociale di censura, sia per il poco rilevante danno economico dell$azione disonesta sia per la larga diffusione di quel tipo di azione. el linguaggio giuridico, invece, tutte le azioni penalmente perseguibili vengono denominate reati: tra di essi si differenziano i delitti e le contravvenzioni, a seconda della natura delle pene &ergastolo, reclusione, multa nel primo caso/ arresto e ammenda ammenda nel secondo' a loro volta correlati correlati alla alla maggiore o minore gravit# gravit# del reato. %n criminologia si preferisce non tener conto dell$uso generico dei termini anche perch" i nomi che indicano i fatti delittuosi e gli autori di delitti variano da paese a paese cosicch" dizioni uguali hanno spesso significato giuridico diverso. 0nalogamente 0nalogamente accade accade per i nomi con i quali si indica l’autore di fatti previsti previsti dalla legge come reati. el linguaggio dei codici egli pu1 essere reo, delinquente, conda condann nnat ato, o, indag indagat ato, o, indiz indizia iato to,, imput imputat ato, o, appe appella llant nte, e, ricor ricorre rent nte, e, ecc. ecc. e ell linguaggio linguaggio quotidiano quotidiano le dizioni delinquente delinquente e criminale criminale non sono astrattame astrattamente nte usate per indicare chi infrange la legge ma contengono in s" impliciti giudizi di valore negativi, disapprovazione, censura. el contesto dei gruppi e della societ# si effettuano differenziazioni nei confronti della criminalit# secondo una gerarchia dei valori violati, cosicch" non tutte le infrazioni della legge penale suscitano uguali reazioni negative, essendo talune sentite come pi gravi di talaltre percepite come meno severamente censurabili. %l criminologo deve tendere a spogliare la parola delinquente, criminale, reo &“colui che fa il male”', da implicazioni emotive e da giudizi etici, considerandole semplicemente quali termini per indicare coloro che hanno commesso azioni proibite dalla legge penale. 2elinquente, in ogni caso, per il criminologo va usato non tanto come sostantivo, quan qu anto to piut piutto tost stoo come come part partic icip ipio io pres presen ente te:: colu coluii che che deli delinq nque ue.. 3rim 3rimin inal ale, e, 4
delinquente, reo, dovrebbero semplicemente indicare colui che ha compiuto azioni che la norma giuridica definisce reati ed evitare dunque generalizzazioni. on esistono, infatti “i” delinquenti come categoria o come astratti concetti ma una realt# costituita da una infinita variet# di singole fattispecie delittuose e di singoli autori: dunque, è necessario, per essere scientificamente corretti, parlare sempre al singolare piuttosto che al plurale. *ar# bene poi non usare i verbi all$indicativo ma utilizzare piuttosto espressioni possibilistiche o probabilistiche perch" le certezze non sono delle scienze dell$uomo e men che meno appartengono alla criminologia.
1., OGGETTO E "PECI-ICIT DELLA CRIMINOLOGIA La criminologia si colloca fra le discipline che hanno come loro oggetto di studio la criminalit# e che abbiamo definito quali scienze criminali. 5ratto caratteristico della criminologia, per1, è il confluire integrato e non meramente giustapposto degli apporti di diverse discipline secondo una prospettiva sintetica. %l criminologo, dunque, è in grado di coltivare conoscenze e di informare su delitto e delinquenti secondo un pi ampio ventaglio di prospettive. 6ediamo le sue caratteristiche in particolare: - l’ampiezza del campo di indagine che considera i fatti criminosi e i loro aspetti fenomenologici, le variazioni nel tempo e nei luoghi, le condizioni sociali ed economiche che ne favoriscono la diffusione e le modificazioni. +ientrano nell$ambito dei suoi interessi anche lo studio degli autori dei delitti, i diversi tipi di reazione sociale che il delitto suscita, l$analisi delle conseguenze esercitate dal crimine sulle vittime, del fenomeno della devianza. - 7 una scienza multidisciplinare nel senso che è una scienza che per il proprio autonomo sviluppo richiede competenze molteplici: essa si occupa quindi dei fenomeni delittuosi secondo molteplici prospettive e competenze. 0fferiscono alla criminologia conoscenze fornita da pi discipline quali la sociologia, la psicologia, la psichiatria, la psicologia sociale, ecc. mentre è esclusivo compito della criminologia il coagulare in s" i loro apporti per quanto pu1 essere utilizzato per lo studio del crimine. %l criminologo è lo studioso che deve saper integrare in una visione sintetica dati, conoscenze, approcci e metodi provenienti da campi diversi del sapere. - 7 una scienza interdisciplinare poich" ha necessit# di dialogo con altre scienze per poter, congiuntamente a queste, affrontare questioni alla cui risoluzione necessitano molteplici competenze. - È una delle scienze dell’uomo tali si definiscono quelle scienze che studiano quella realt# complessa, articolata e multiforme che è il comportamento umano in seno alla societ# nei suoi infiniti aspetti. 3on le altre scienze dell$uomo &posologia, antropologia, pedagogia, storia, economia, psichiatria, ecc.' la criminologia ha in comune lo studio dell$uomo nella sua dimensione individuale e sociale, e come suo specifico oggetto lo studio dell$uomo allorquando viola la legge penale.
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1./# LA CRIMINOLOGIA COME "CIEN!A !er poter parlare di scienza è necessario che un certo tipo di sapere abbia alcune caratteristiche. %rrinunciabili requisiti delle scienze sono: - la sistematicit# nel senso che una scienza è l$insieme delle conoscenze acquisite in determinati ambiti del sapere, integrate in un complesso strutturato ed armonico/ - la controllabilit# posto che le enunciazioni debbono poter essere sottoposte al vaglio delle critiche logiche e al confronto con i dati della realt#/ - la capacit# teoretica per la quale una scienza deve riunire e riassumere molteplici osservazioni e dati sui fenomeni di cui si occupa in proposizioni astratte unite da un nesso logico &le teorie' e intese a spiegare, in una costruzione semplice e comprensibile, i rapporti causali, le correlazioni e le variabili dei fatti oggetto della sua analisi/ - la capacit# cumulativa consistente nella caratteristica delle scienze di costruire teorie in derivazione l$una dall$altra talch" le pi recenti correggono, modificano, amplificano o perfezionano le teorie prima formulate/ - la capacit# predittiva anche se è doveroso precisare che le scienze dell$uomo presentano grandi limiti nella possibilit# di prevedere quali saranno i futuri comportamenti sia collettivi che dei singoli individui. L$uomo, infatti, non è mai “costretto” ad agire in un certo modo ma è libero, sia pur in modo non totale, di scegliere la sua condotta: la quale è influenzata, anche fortemente, dal sistema delle relazioni interpersonali,d agli obblighi legali e dalle norme di costume, cos come lo è dai fattori sociali, economici, familiari, ma alla fine la condotta è pur sempre rimessa alla scelta dell$individuo. !osto ci1, vediamo ora quali siano le particolari prerogative di dottrina scientifica della criminologia. 2i certo la criminologia è stata da molti ricompresa fra le scienze empiriche, nel senso che sarebbe fondata solo sull$osservazione della realt# criminosa e non sulla speculazione astratta o su presupposti teorici o su giudizi di valore, e nel senso che i suoi dati dovrebbero avere carattere oggettivo. !ertanto, le interpretazioni che essa fornisce del suo campo di indagine, le valutazioni cui perviene e gli sviluppi teoretici che propone dovrebbero essere unicamente il frutto della osservazione della realt#. 3i1 per1 accade solo per talune delle teorie criminologiche poich" altre sono invece fortemente influenzate dall$atteggiamento soggettivo dello studioso. %l carattere avalutativo e neutrale della criminologia intesa come scienza sempre e solo empirica, a lungo sostenuto nel passato è oggi assai ridimensionata. Le teorie criminologiche non vengono pi considerate come oggettive certezze anche se rimane pur sempre alla criminologia il requisito di scienza anche emprica , ma solo relativamente a talune delle sue acquisizioni. 9n altro aspetto del suo essere scienza empirica si manifesta con la sua qualificazione come scienza descrittiva dei fenomeni criminosi: per questo ad essa competa la descrizione fattuale, la classificazione e la differenziazione tassonomica dei delitti e dei loro autori, el
momento in cui alla descrizione si aggiunge per1 anche la ricerca e la identificazione dei fattori responsabili di tali eventi, la criminologia viene ad assumere il carattere di scienza eziologia, cioè di scienza che ricerca le cause dei fenomeni da lei osservati. 0spetto empirico;descrittivo
giudizi di fatto
3riminologia 0spetto ideologico;critico
giudizi di valore
1.0 RELATIITIA2 DEL "IGNI-ICATO AALTATIO E NETRALE DELLA CRIMINOLOGIA 0nche se l$evolvere della scienza ha consentito di acquisire via via sempre maggiori certezze nell$oggettivit# di taluni dati del reale, non altrettanto sicurezza è stata raggiunta nell$interpretazione organizzata in una teoria dei dati stessi. %nfatti, requisito fondamentale delle teorie scientifiche è il loro carattere di falsificabilit# o confutabilit#: questa caratteristica, cos denominata da !opper, consiste nella loro >
non dogmaticit#, perch" è proprio delle teorie scientifiche il poter essere demolite e sostituite da nuove che dimostrano cos la fallacia di quelle che le hanno precedute. on vi è cioè una verit# assoluta, valida per sempre, ma piuttosto un succedersi di verit#, sempre provvisorie, in attesa di essere superate, modificate o smentite da altre interpretazioni teoriche della realt# in cui viviamo. %nfine si contesta l$avalutativit# della ricerca scientifica, affermando che i dati “non parlano da soli” ma vengono letti alla luce della teoria: addirittura si sostiene che sar# la teoria a permetterci di vedere certi date e ad accecarci rispetto ad altri. %l che, poi, è tanto pi vero per quelle scienze meno immediatamente a contatto col dato naturale, e che rivolgono invece la loro attenzione all$uomo nel suo agire sociale o individuale: dunque, tutte le scienze nelle quali lo scienziato è nello stesso tempo osservatore di eventi e attore partecipe di quel contesto sociale, obbligatoriamente contengono delle scelte di valore e riflettono gli orientamenti generali della cultura del proprio momento.
1.3 # ERITA2 E TEORIE CRIMINOLOGIC+E ($ opportuno chiarire un$altra delle peculiarit# delle teorie del comportamento umano, rappresentato dal carattere relativo delle “verit#” da esse enunciate. +elativamente al carattere di verit# sulle cause proposte dalle varie teorie, è da premettere che nel corso del tempo ne sono state identificate moltissime il che farebbe sospettare che le cause indicate da ciascuna di esse non siano veri fattori causali. ?olti approcci teorici, sia sociologici che psicologici, si propongono come teorie unicasuali, nel senso che hanno polarizzato il loro interesse su di un unico fattore, ritenuto il pi rilevante o addirittura esclusivo. 0ltre teorie tentano invece di conciliare molteplici fattori che intervengono nella causazione per offrire cos una prospettiva interpretativa pi ampia: queste si denominano teorie multicausali. ello studio del comportamento umano, è da intendersi il significato di causa in termini molto relativi: l$enorme numero dei fattori concorrenti, unitamente all$estrema variet# individuale nel rispondere e reagire anche a identiche condizioni, devono render cauti sul significato della causalit# nel comportamento umano. essun fattore pu1 mai da solo completamente spiegare un fatto, e reciprocamente lo stesso comportamento pu1 essere inquadrato e spiegato secondo varie teorie causali: questa è semplicemente la conseguenza del fatto che i vari ricercatori rivolgono il loro interesse maggiormente sull$uno piuttosto che sull$altro degli innumerevoli fattori che concorrono nel comportamento sociale dell$uomo. %ntendere la condotta in termini polarizzanti sulla causalit# espone al rischio di considerarla secondo la prospettiva del determinismo: ci1 vuol dire che col dar valore di causa come antecedente che da solo spiega l$agire, si finisce col prospettare un$interpretazione meccanicistica che non lascia pi spazio a quella che è la variabile fondamentale del comportamento umano e cioè la libertà di scelta. @
($ poi ormai risaputo che nelle scienze umane la libert# di autodeterminarsi non ha carattere dogmaticamente assoluto ma è sentita come una responsabilit# che pu1 essere spesso attenuata e ne parliamo pertanto come di una li4ert5 morale on%i'ionata. =en sappiamo che gli spazi della libert# umana sono molte volte compromessi, anche in maniera rilevante, da handicap sociali, o da appartenenze a particolari sottoculture o dallo stigma o da fattori psicologici e biologici. ?a al pari, il nostro momento culturale rivaluta la residua possibilit# di scelta dell$uomo dai vari condizionamenti, riafferma la sua responsabilit# e quindi anche la possibilit# di formulare giudizi in termini di merito o di demerito. *ul terreno teorico risulta poi sterile ogni affermazione generalizzante o di priorit# fra le varie cause &o fattori' evidenziate dalle varie teorie: La complessit# dei fenomeni della psiche umana, e conseguentemente della condotta, impedisce di stabilire delle gerarchie di importanza tra tali fattori: solo utilizzando i vari approcci in una visione integrata e non esclusiva verr# favorita la migliore comprensione dei fenomeni. 3i1 che dovr# evitarsi, dunque, sar# il dogmatizzare una sola teoria. 6a chiarito comunque che il concetto di teoria unicausale non equivale a quello di teoria deterministica, ben potendosi formulare teorie unicausali che non considerino il fattore da esse eletto a condizione principale anche come escludente l$intervento della scelta personale/ viceversa, possono darsi teorie multifattoriali ma deterministiche in quanto asseriscono che il concorrere di un certo numero di fattori comporta necessariamente l$esito criminoso. ?a sar# comunque ben difficile che una singola teoria possa soddisfacentemente chiarire, sotto il profilo causale, o anche solo esplicativo, ogni tipo di condotta criminosa. 5ornando alla questione delle verit# delle teorie criminologiche, c$è da ricordare che il carattere distintivo della bont# di una teoria non è il suo essere pi o meno vera. Agni costruzioni teorica che miri ad identificare la causa o le cause del comportamento criminale incontra un primo insuperabile ostacolo nella estrema variabilit# dei crimini che sono straordinariamente diversi fra loro.
on si deve dunque cercare la teoria pi vera, posto che nessuna lo è in assoluto: il criminologo si avvarr# piuttosto dei contributi derivanti da vari approcci teoretici, cos da poter fruire di un pi ampio ventaglio conoscitivo. %n questo senso giocheranno infine un ruolo importante anche le affinit# e gli orientamenti di ciascun studioso in quanto sappiamo che non è possibile prescindere completamente dai giudizi di valore, che necessariamente sono informati all$ideologia e alle inclinazioni culturali di ciascuno.
1.6 %L 3A3(55A 2% 309*0 % 3+%?%ALAC%0. Cli uomini hanno costantemente costruito spiegazioni causali alla ricerca di dottrine capaci di offrire una spiegazione al perch" viviamo, e al perch" dell$universo di cui siamo parte: non deve dunque sorprendere se anche la criminologia si sia posto il problema di identificare le cause della condotta delittuosa. 0bitualmente si designa coma causa di un fatto l’antecedente necessario e sufficiente al suo accadimento. el cercare la causa, non possiamo rifarci solo alle condizioni necessaria in quanto esse sono molteplici e una siffatta esasperata e paradossale visione condizionistica è del tutto sterile. 3i1 che si indica come causa deve essere non solamente necessario ma costituire anche una condizione sufficiente: si deve cioè, fra gli infiniti antecedenti necessari, identificare solo quello che in definitiva ha provocato l$effetto. 3hiamiamo pertanto causa, fra tanti fattori pur necessari, solo quella condizione che è pi direttamente intervenuta nel fenomeno esaminato, trascurando gli altri, e senza la quale l$effetto non si sarebbe verificato. 3erchiamo, cioè, la conditio sine qua non. Fra i tanti antecedenti, quello è la aua effiiente. *e poi, in un$altra prospettiva ci si propone non semplicemente un fenomeno ma anche di intervenire per modificarlo, è chiaro che è necessario trascegliere dal complesso degli antecedenti talune condizioni che si reputano pi importanti perch" sono quelle sulle quali possiamo intervenire per modificare l$effetto. 2i fronte a tale esistenza di una causalit# pragmatica si trova anche il criminologo, chiamato ad indagare e comprendere, ma possibilmente anche a contrastare il comportamento delittuoso.
infatti secondo una prospettiva sistemica e alla luce di un nuovo concetto di causalit# detta di “causalit# circolare”. La teoria dei sistemi &=ethalanaff, =ateson' invece di considerare i fenomeni come “effetto necessario” di una causa data, certa piuttosto di analizzare le reciproche influenze fra i fenomeni che sono inseriti nel sistema: questa teoria si fonda sul concetto di “insieme” per il quale una unione di elementi è qualcosa di diverso dalla semplice somma dei singoli componenti/ essa spiega inoltre come nell$insieme dei rapporti interpersonali, costituenti appunto un sistema, la condotta di un soggetto influenza quella degli altri, e come quest$ultima a sua volta si ripercuota sul comportamento del primo agente: è questo il concetto di causalit# circolare. %l modello è mutuato dalla cibernetica, che sostituisce lo schema della causalit# lineare con quello di “retroazione” o feedbacG per il quale ognuna delle parti di un sistema influisce sulle altre &0 --- =': ne deriva che la differenziazione fra causa ed effetto viene in tal modo a perdere il significato perch" ogni parte del sistema è nello stesso tempo causa ed effetto e non pu1 pi parlarsi pertanto di causa efficiente. ($ dunque centrale il concetto di sistema nel quale sono ricompresse oltre all$attore del fenomeno osservato anche le altre persone e circostanze con le quali il soggetto è venuto in rapporto, e le correlazioni tra di essi. La criminologia, adottando una modalit# esplicativa di queste genere favorir# una conoscenza pi ampia di quel soggetto e di quella condotto ma finisce per ostacolare il giudizio morale nei suoi confronti e rischia di favorire un atteggiamento globale di giustificazionismo e di deresponsabilizzazione: l$eccesso del comprendere pu1 portare all$impossibilit# del giudicare. Le attribuzioni di responsabilit# debbono avvenire secondo un modello differente di causalit#, la causalità giuridica materiale, che procede secondo la logica della causalit# lineare. Fra le molteplici teorie giuridiche sulla causalit#, preferibile appare la teoria della causalit# cosiddetta umana, per la quale la condotta umana pu1 considerarsi causa dell$evento quando: a' è conditio sine qua non del medesimo, in quanto senza di essa l$evento non si sarebbe prodotto/ b' l$evento al momento della condotta era prevedibile come conseguenza verosimile di essa, secondo la miglior scienza ed esperienza del momento storico”. (cco che se il criminologo con le sue conoscenze è in grado di favorire proprio attraverso la logica della casualit# circolare, la comprensione approfondita di un comportamento delittuoso identificando il reticolo dei fattori remoti e prossimi, psicologici e relazioni che hanno avuto un ruolo pi o meno rilevante nella condotta incriminata, deve per1 astenersi dal formulare giudizi in quanto non solo perch" quanto maggiore è la comprensione tanto maggiore sar# la tendenza a giustificare ma perch" giudizi e giustificazioni spettano solo al giudice.
1.7# Il am&o %elle in%agini riminologi8e La criminologia, gi# si è detto, non pu1 avere una propria autonomia nel delimitare il proprio ambito d$indagine perch" è delimitata in questo dal diritto positivo. %l delitto è un fatto sociale che la legge definisce come tale per convenzione pubblica. HI
Fra gli innumerevoli comportamenti il diritto ne indica infatti alcuni come proibiti, prevedendo sanzioni per chi viola la proibizione: solo che l$indicazione di ci1 che è proibito cambia nel tempo e nei luoghi. Altre che mutevoli, le definizioni del diritto positivo sono necessariamente rigide e schematiche. !er molti studiosi il delitto si sostanzia in una condotta che lede o mette in pericolo un bene di rilievo per la collettivit#, nel senso che la sua lesione o messa in pericolo costituisce danno sociale: essa cioè risulta intollerabile per la societ# stessa e non altrimenti evitabile se non utilizzando sanzioni criminali. Fin dal secolo scorso, all$epoca della *cuola !ositiva, è stato rivalutato il vecchi concetto di delitto naturale contrapposto a quello di delitto come fatto storicamente e socialmente contingente che mira a identificare i delitti secondo un criterio e un$etica universali, non subordinate al variare delle norme legali. *econdo questa prospettiva giusnaturalistica, esisterebbe una sorta di “sistema legale non scritto” cioè un insieme di valori che le leggi costantemente tutelano in ogni momento storico e che rispecchierebbero i contenuti etici fondamentali, immutabili e trascendenti, di una supposta “natura dell$uomo”: essi si affiancherebbero al diritto positivo dei singoli stati e delle singole epoche, essendo indipendenti o addirittura superiori ad esso ed è di essi che la criminologia dovrebbe soprattutto occuparsi. L$antropologia e l$etnologia informano invece che nessuna delle condotte proibite dalle norme si è mantenuta immutata nel corso dei secoli. 5utti i valori etici, tra cui anche quelli che parrebbero pi radicati, non sono dunque frutto di principi innati o del patrimonio biologico o di principi immanenti e immutabili ma della evoluzione sociale e culturale. %l delitto non è pertanto “fatto naturale” bens “fatto sociale” identificato da una definizione convenzionale, necessariamente mutevole con il mutare delle societ# e, pertanto, l$idea del delitto naturale risulta inaccettabile per chi affronta il problema in una prospettiva antropologico-culturale. el tentativo di definire il delitto secondo criteri di validit# generale, svincolata dalle norme contingenti e mutevoli de diritto positivo, si è anche tentato di utilizzare il principio della antioialit5 o della &erioloit5 oiale. *ulla pericolosit# si incentrava la politica criminale propugnata della *cuola !ositiva del diritto ed era intesa come una specie di innata tendenza a compiere delitti non necessariamente connessa con l$effettualit# di comportamenti legalmente proibiti e che sugli individui socialmente pericolosi si and1 incentrando l$interesse dei criminologi di quell$epoca. ?a l$antisocialit# e la pericolosit# sono per1 condizioni ben difficili da oggettivare da arte delle scienze dell$uomo ed è in definitiva un mero giudizio di valore espresso nei confronti di taluni individui in ragione non solo di talune loro caratteristiche somatiche e psicologiche ma in pratica molto spesso semplicemente del loro status. +ientrerebbero pertanto tra questi esseri antisociali anche coloro che pur non avendo commesso reati ne vengono reputati potenzialmente capaci: si ammette cos l$esistenza di una criminalit# “potenziale” o “induttiva” svincolando il concetto di delinquente dal quello di delitto consumato o tentato. 3$è anche da dire che nel diritto penale moderno, il criterio della generica antisocialit# ha assunto un significato diverso in quanto beni giuridici meritevoli di tutela penale sono oltre i HH
beni prevalente individuali anche quelli di pi ampio interesse cosicchè sono ritenuti fatti antisociali l$inquinamento ambientale, gli attentati all$ecologia, i reati economici. on possono nemmeno seguirsi quei pensatori che, sempre nell$intento di svincolare il campo d$indagine della criminologia dal diritto positivo, hanno parlato di una criminologia dei diritti umani, muovendo dall$intento di prendere in esame anche quei comportamenti che costituiscono violazione dei fondamentali “diritti e libert# dell$uomo” e che sono stati definiti dalla 3arta dell$A9 nel HE8> prescindendo dal fatto che siano, ovvero no, previsti come reati dal diritto positivo delle singole nazioni. La questione è ancora oggi aperta in quanto comporta limitazioni della sovranit# dei singoli stati. 0nalogamente non sono accettabili le ormai superate proposte di estendere l$interesse della criminologia ai crimini del sistema,le cui prospettive politiche di sinistra erano fin troppo palesi: “sistema”, prima della caduta del muro di =erlino, era inteso come la struttura economico-plitica dei paesi occidentali e capitalistici e come tale era da criminalizzare. !eraltro, si è cercato di differenziare i delitti a seconda del criterio della maggiore o minore gravit#, pensando di circoscrivere la competenza della criminologia solo ai primi: ma secondo quale gerarchia di gravit# dei reatiJ 0nche il parametro della gravit#, è evidente, pu1 subire oscillazioni in funzione delle scelte contingenti di politica criminale e degli orientamenti seguiti nella priorit# della repressione penale. ($ evidente, pertanto, che anche questo criterio non pu1 essere accolto, essendo contingente anche la valutazione di maggiore o minore gravit# dei reati. La “gravit# del reato”, infatti, è prevista dal codice penale quale uno dei parametri per l$applicazione discrezionale fra minimo e massimo della pena edittale &art. H44 c.p.' e si tratta, quindi, di una prerogativa del giudice. %n particolare, è prerogativa del legislatore il porre il principio generale e, del giudice, l$identificare nelle singole fattispecie la maggiore o minore rilevanza sociale del delitto, non certo del criminologo. !iuttosto, la criminologia si occupa anche della corrispondenza &o non corrispondenza' fra la percezione nel corpo sociale della gravit# degli illeciti penali con quella della legge, percezione valutata attraverso ricerche empiriche, inchieste, sondaggi di opinione, che vengono comparati con la scala di gravit# emergente dalla minore o maggiore entit# delle pene. %n definitiva, il parametro per delimitare i confini del campo degli interessi della criminologia pu1 essere solo quello della legge. La stretta dipendenza della criminologia dal diritto positivo non va intesa per1 come subordinazione concettuale nei confronti della norma: anche la norma giuridica costituisce una realt# sociale nei confronti della quale il criminologo mantiene la propria libert# di studioso, esercita una analisi storica, ne studia caratteri e dinamiche, evoluzioni e meccanismi. 3erto è che non vi pu1 essere nei confronti del diritto un atteggiamento di inerte accettazione dello status quo o di passiva acquiescenza, per cui se la criminologia studia il delitto e il delinquente alla luce di ci1 che definisce come tali la legge H)
penale, nello stesso tempo, quale scienza autonomia, essa non si trova nei confronti del diritto in una posizione subordinata, ma esamina e analizza criticamente, e in piena indipendenza, la legge medesima, le sue modalit# di applicazione e gli effetti che produce.
1.19 : Il %elitto ;uale on
*i sono inoltre sempre poste distinzioni fra le varie norme, alcune delle quali vengono ritenute di minor conto ed altre valutata come pi importanti: sono quelle che tutelano principi e beni che sono ritenuti primari e la cui osservanza è garantita dal controllo esercitato dalla legge penale.
1.11: "trumenti %i ontrollo Agni societ# è retta da regole di comportamento, parte non codificate, parte tradotte in norme legali &fra le quali quelle penali' al fine di assicurare coesione fra i suoi membri e stabilit# sociale: senza regole, infatti, qualsiasi contesto, dl pi arcaico al pi evoluto, non pu1 esistere.
libert# dei singoli sia garantita appunto dai sistemi di controllo che, senza per ci1 essere necessariamente oppressivi, ne assicurano la salvaguardia. !er comprendere l$utilit# di queste strutture di salvaguardia, prendiamo in considerazione il concetto di “agenzie di riduzione dell$ansiet#”. 5ali agenzie svolgono una fondamentale funzione di stabilit# sociale e sono rappresentate da tutte quelle struttura pi o meno istituzionalizzate o informali alle quali gli attori sociali aderiscono per vari motivi e in vario modo &comunit#, associazioni, partiti, movimenti, organizzazioni sportive, ecc' che forniscono contestualmente costellazioni di valori &ideologie, fede religiosa, fede politica, ideali, mete collettive, etica sociale, regole di vita': il loro venire meno si riflette in aumento di ansia sociale. 5ali agenzie sono vissute come pregnanti: tanto pi il singolo individuo pu1 riferirsi ad esse e tanto meno deviante sar# la sua condotta.
constata continuamente il grado di accettazione ovvero di critica e di riprovazione che la sua condotta suscita.
1.1$# Conneioni fra ultura> leggi e &oteri !er cultura, in generale, si intende l$insieme dei contenuti di valore, delle ideologie, delle conoscenze, dei costumi, della morale, e delle credenze caratteristici di ogni societ#. %n una prospettiva pi ristretta, la cultura consiste, dunque, in modelli astratti di valori etici e di regole riguardanti il comportamento, che rappresentano le impalcature essenziali e le fondamentali linee direttrici che danno specificit# a ogni particolare momento storico e sistema sociale. 0ncora meglio, ogni cultura pu1 intendersi come l$insieme delle norme &tradizioni, costumi e leggi' che danno concretezza e tutela ai valori caratteristici di una data societ#. +ientra nella logica dei fatti sociali che si stabilisca, all$interno della societ#, ci1 che è lecito e meritorio e ci1 che, viceversa, è riprovevole e è da condannarsi: la definizione del bene e del male si realizza perci1 nel contesto della societ#. %n una data societ#, dunque, esiste un insieme complesso e articolatissimo di valori, taluni dei quali si concretizzano appunto nelle leggi. 9no dei fini delle leggi è quindi quello di assicurare la continua coerenza e funzionalit# tra la struttura della societ# e il tipo della cultura. ?a non si deve avere una visione del divenire dei fatti sociali intesa come esclusivamente fondata sull$uniformit# del consenso di tutti gli attori sociali. 3oesistono infatti contemporaneamente per ogni societ# e per ogni cultura sia l$adesione e i consenso, sia forme di dissenso pi o meno radicali che alimentano le conflittualit# e che sono da ritenersi componenti insostituibili per evitare il rischio della cristallizzazione sociale e per garantire il progredire storico delle culture stesse. Accorre quindi tener presente che in ogni aggregazione umana sono contemporaneamente presenti sia consenso che dissenso: certamente essi sono entrambi indispensabili il primo, per evitare il dissolvimento dell$aggregato sociale H>
e l$impossibilit#, a causa della costante contesa, di un funzionamento operativo dei vari gruppi/ il secondo, per impedire la sclerosi dell$immobilismo e il soffocamento delle voci minoritarie. % concetti si “struttura” e “sovrastruttura”, mutuato dalla filosofia marKista, ben si presta per spiegare il legame esistente tra le caratteristiche di una societ# e i valori ideologici, la morale, i costumi e le credenze della sua impalcatura culturale. *truttura è, appunto, il tipo di sistema economico di una societ# data, controllato dai gruppi che detengono i mezzi di produzione dei beni/ sovrastruttura è l$insieme di valori di quella societ#, che risulta funzionale al tipo di sistema economico. La coerenza è assicurata dal fatto che i valori fondamentali non sono espressi da tutti i membri della societ# ma, data la divisione in classi, solo dai gruppi che in quella societ# detengono pi potere e, di conseguenza, fanno leggi in modo funzionalmente armonico alla propria posizione e interesse. %n realt#, la piena corrispondenza funzionale tra valori culturali di generale accettazione e valori culturali dei gruppi o delle classi pi potenti si realizza solamente nei periodi storici caratterizzati da stabilit# sociale, quando il potere è ben definito/ quando, invece, si affacciano nuovi gruppi in ascesa o quando una societ# è pluralistica e composita, con la presenza di gruppi diversi, si realizza la contestuale presenza di ideologie e valori diversi e contrastanti, funzionali a quelli dei differenti gruppi con conseguente difficolt# di adeguamento sociale dovuta al “conflitto delle norme”.
1.1*# Meto%i e fonti %elle onoen'e em&iri8e ($ opinione generale che la criminologia si distingua dalle altre scienze criminale per la sua caratteristica di scienza empirica, cioè fondata sull$osservazione della realt# e non sulla speculazione concettuale. ?a dobbiamo ricordare, tuttavia, che ci1 è vero solo in parte perch" non è pensabile una criminologia senza il H@
presupposto di una visione del mondo, che è anche filosofica ed etica. 3os come, reciprocamente, la criminologia non pu1 prescindere anche dai dati dell$osservazione empirica dei singoli individui, dell$ambiente e della realt# sociale. 2a qui, l$importanza di conoscere metodi e fondi dei dati empirici di cui pur sempre la nostra disciplina si avvale. Cli strumenti statistici a disposizione del criminologo sono: Le tatiti8e %i maa - servono per esaminare l$estensione dei fenomeni e le caratteristiche pi generali dei fatti criminosi &frequenza, diffusione, distribuzione e fluttuazioni nel tempo e nei luoghi' e sono effettuate su grandi numeri o sulla totalit# dei soggetti dell$universo considerato.
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5utti questi tipi di indagine vengono eseguite con la tecnica delle interviste dirette e con questionari, cos da poter valutare le percezioni e le opinioni nei confronti di vari problemi attinenti alla criminalit#.
1.1,# Il numero ouro 9na importante limitazione di ogni indagine effettuata in ambito criminologico è legata al fatto che i dati utilizzati, qual che sia la metodologia impiegata, sono relativi ai reati denunciati dalla polizia o dai privati alla magistratura, ai procedimenti penali istruiti, alle sentenze di condanna, alle popolazioni delle carceri e, comunque, ai dati relativi ai criminali o crimini identificati: emergono cioè da fonti che sarebbe erroneo ritenere rappresentativo dell$intera criminalit# poich" esprime solo la quantit# e qualit# di quei delitti che si sono individuati. %nvece, in effetti, il numero dei delitti che vengono quotidianamente consumati è in genere superiore a quello che emerge alla superficie: cos, la visione della realt# criminosa risulta gravemente deformata ove essa fosse riferita solo ai dati ufficiali senza prendere in considerazione anche quelli relativi alla criminalit# sconosciuta. 0 ci1 fanno riferimento sostanzialmente gli studi sul numero oscuro &%ar? num4er) . Le ragioni che rendono conto del divario fra criminalit# nota reale sono tante: alcune attengono ai fatti delittuosi, altre al tipo di autori, altre ancora a particolari situazioni che riguardano le vittime. L$in%ie %i oultamento &cioè il rapporto reati noti e reati commessi' varia in modo considerevole per le differenti specie di delitti: il numero degli omicidi volontari commessi è molto vicino a quello noto/ le truffe, invece, quelle note sono notevolmente inferiori a quelle attuate dato che non tutte le vittime denunciano il reato subito. 0l numero oscuro relativo al mancato accertamento dei reati, si aggiunge poi a dilatare ancora di pi la zona d$ombra il problema della non identificazione dell$autore dei reati pur accertati. %l numero oscuro non è dunque da riferirsi solo ai fatti delittuosi che rimangono del tutto ignorati e che non mettono nemmeno in moto le strutture deputate alla loro repressione e punizione, ma ricomprende anche quei delitti ufficialmente noti e dei quali non si è scoperto l$autore. HE
L$indice di occultamento, quindi, è sempre negativo a causa della insormontabile sproporzione fra i fatti-reato e l$impossibilit# delle strutture a ci1 deputate di perseguirli tutti e di identificarne tutti gli autori.
1.14.1 – L’atteggiamento della vittima e qualità del reato ($ da considerare che non tutti i delitti vengono denunziati dalle vittime &o dai testimoni' e non tutti vengono perci1 a conoscenza delle autorit#: anche l$atteggiamento della vittima, dunque, gioca un ruolo determinante sul numero oscuro. 2obbiamo pensare infatti che vi sono certi delitti, fra cui tipici sono quelli di aggressione sessuale, per i quali la vittima preferisce lasciare impunito l$autore piuttosto che dare notoriet# al fatto, oppure, come per il racGet, per il quale la persona offesa tace per timore di ritorsioni o vendette. 6i sono poi dei reati che non vengono denunciati in quanto la vittima ritiene che sprecherebbe il suo tempo per una denuncia che non porterebbe comunque a nulla, come accade per i furti in appartamento ad opera degli zingari. 1.14.2 – L’atteggiamento degli organi istituzionali Cli organi di polizia e la magistratura inquirente hanno, per loro finalit#, non solo il compito di identificare gli autori dei fatti denunziati o comunque conosciuti ma anche quello di prendere l$iniziativa andando a ricercare fatti delittuosi non ancora divenuti noti. ella realt#, le iniziative di indagine si rivolgono invece in modo selettivo verso certi settori di delittuosit# piuttosto che verso altri, a seconda di ci1 che, in un dato momento, per le diverse esigenze e contingenze, o per l$allarme sociale suscitata in maggiore o minore misura da certi comportamenti, viene ritenuto essere pi utile, opportuno e importante da reprimere, trascurando conseguentemente, e perci1 di fatto tollerando, altre condotte. %l privilegiare l$uno o l$altro settore è sempre questione di necessit# contingenti e;o di scelta e ci1 comporta, inevitabilmente, un aumento dei comportamenti delittuosi in ambiti determinati in quanto ritenuti dai delinquenti “meno rischiosi”. 0d esempio, si ricorda l$indifferenza riservata ai delitti di natura finanziaria ed imprenditoriale. 1.14. – La qualità dell’autore del reato %nterferisce sull$entit# del numero oscuro anche la qualit# dell$autore del reato: a parit# di condotta delittuosa, per esempio, l$autore di un piccolo furto non verr# denunciato qualora si tratti di un ragazzo di buona famiglia e questo perch" intervengono pressioni oppure considerazioni di opportunit# che possono favorire maggior tolleranza nei suoi confronti. 9na inferiore esposizione al rischio di denuncia si realizza anche, ovviamente entro certi limiti, nei confronti di minorenni o qualora il colpevole rivesta posizioni di prestigio sociale, sia un personaggio noto o molto ricco. )I
1.1/# "tatiti8e %i maa Le statistiche di massa consentono al raccolta, l$analisi matematica e l$interpretazione di dati quantitativi, inclusa la determinazione di correlazione fra vari dati. !oich" raccolgono, di un fatto osservato, tutti i casi che si sono verificati, o un numero molto grande di essi, la veridicit# dei dati di statistiche di questo tipo è molto elevata. Le “statistiche sui grandi numeri” peraltro, non forniscono interpretazioni raffinate dei fenomeni ma ne consentono in genere solo una comprensione superficiale. !u1 utilizzarsi questo genere di indagine per avere statistiche trasversali &es.: caratteristiche della criminalit# in un dato momento' ovvero statistiche longitudinali o dinamiche &modificazioni da un momento all$altro o nello sviluppo diacronico di un fenomeno'.
Le interpretazioni, poi, possono essere inficiate da numerosi fattori di errore quali, ad esempio, quelli derivanti da variabili non considerate o nascoste o sconosciute. La molteplicit# dei fattori che agiscono sulla condotta umana deve rappresentare una costante remota alla tentazione sia di attribuire immediatamente, attraverso i dati ricavati dalle indagini statistiche, valore di causa a certi fattori, sia di generalizzare arbitrariamente.