Introducción y capítulo "Formas de hablar" del libro La fábula mística de Michel de Certeau
Descrição: Ler Operação de Caça - Michel de Certeau
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Descrição: In: CERTEAU, Michel de. A Escrita da História. Rio de Janeiro: Forense-Universitária, 1982.
Important Chapter from Michel de Certeau The Writing of History translated by Tom Conley
Vol. 2 (1967-1975)
Certeau Sobre Foucault_ El Sol Negro Del LenguajeDescripción completa
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Ciencias socialesDescripción completa
Descripción: Metodología de la Investigación Histórica
first foray of a young writer into poetry back in 1967-1972 (os primeiros passos dum jovem escritor na poesia em 1967-1972)
MICHEL DE CERTEAU
LII{VEI{ZIONE DEL
QUOTIDIAI{O P refazi one di Albe rto
Abruzzese
rrc organizzate attraverso l'irreggimentazione della disciplina tecnocratica, muta razionalizzazione dell' atomismo liberale' Come sempre, si è dovuto pagare per entrare' Soglia storica della beatitudine: vi è storia là dove c'è un prezzo da pagare. Il riposo si ottiene solo attraverso questa imposta' E i beati del treno sono ancora modesti, a confronto con quelli dell'aeroplano ai quali, per più soldi, si accorda una posizione più astratta (sbiancamento del paesaggio e simulacri filmati del mondo) e più perfetta (quella di statue immobili in un museo aereo), ma segnata da un eccesso che penalizza una diminuzione del piacere (,.melancolicu) di vedere ciò da cui si è separati. E come sempre, bisogna anche uscire: ci sono soltanto paradisi perduti. La stazione di arrivo è la fine di un'illusione? Altra
soglia, fatta di smarrimenti momentanei nello spazio delle stazion|La storia ricomincia, febbrile, avviluppando nei suoi flutti l'armatura immobile del vagone: I'ispettore avverte al rumore del suo martello le incrinature delle ruote, il facchino preleva i bagagli, i controllori circolano. Berretti e uniformi ripristinano tra la folla I'ordine del lavoro, mentre il flusso di viaggiatori-sognatori si getta nella rete costituita da volti in attesa stupefatta o pronti a far rispettare la disciplina. Grida di collera' Appelli' Gioie. Nel mondo mobile della stazione,la macchina che si ferma appare improvvisamente monumentale e quasi incongrua nella sua inerziadi idolo muto, o Dio stravolto. Ciascuno torna a servire nel luogo predestinato, in fabbrica o in ufficio. La reclusione vacanziera è finita. Alla bella astrazione del carcerario subentrano i compromessi, le opacità e le dipendenze di un luogo di lavoro. Ricomincia il corpo a corpo con una realtà che scaccia 1o spettatore, privato di binari e finestrini. Terminata la robinsonata dell'anima bella viaggiante che poteva credersi se stessa, intatta, perché circondata dal vetro e dal ferro.
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Capitolo IX Lo spazio come racconto Ciò che ha creato I'umanità è la narrazione. P. Janet, L'Evolution de
la mémoíre et
la notion du temps,1928
Nell'Atene di oggi, i trasporti pubblici si chiamano metaphorai. Per andare al lavoro o rientrare a casa, si prende una <<metafora>> - un autobus o un treno. I racconti potrebbero portate anch'essi questo bel nome: ogni giorno, attraversano e organizzano dei luoghi; li selezionano e li collegano fra loro; ne fanno frasi e itinerari. Sono dunque percorsi di spazi. A questo riguardo, le strutture narrative hanno valore di sintassi spaziali. Grazie a tutta una panoplia di codici, di comportamenti ordinati e controllati, regolano i cambiamenti dello spazio (o circolazioni) effettuati attraverso i racconti sotto la forma di luoghi posti in serie lineari o intrecciate: da qui (Parigi), si va là (Montargis); questo posto (una stanza) ne include un altro (un sogno o un ricordo) eccetera. Non solo, ma rappresentati atffaverso descrizioni o ben impersonati da attori (uno straniero, un cittadino, un fantasma), questi luoghi sono legati fra di loro in modo più o meno stretto o vago attraverso < che precisano il tipo di passaggio che conduce dall'uno all'altro e che può essere caraîterizzato da una modalità >, riguardante la conoscenza (per esempio: <) o <> riguardante l'esistenza (per esempio: ); o <>, concernente l'obbligazione (per esempio: <)... Queste poche osservazioni bastano a farci comprendere con quanta sottile complesr73
i.racconti, quotidiani o letterari, siano i nostri trasporti collettivi, i nostri metaforai. Ogni racconto è un racconto di viaggio, - un'esperienza del_ 1o spazio. E.da questo punto di vista, riguarda le tàttiche quoti_ di cui fa parte, dall'abecedario dèil,indicazione spaziale lige, (<<è a destra>>, <), inizio di un raccontó il cui seguito è scritto dai passi, fino alle <> di ogni giorno (<), al >), alle leggende (le cenerentole nelle capanne) e alle storie raccontate (riiórdi e racconti di paesi stranieri o di passati più o meno lontanti). eue_ ste avventure narrate riproducono geografie di azioni mentre vanno alla deriva nei luoghi comuni di un ordine, non costituiscono soltanto un (> alle enunciazioni pedonali e alle retoriche podistiche. Non si accontentano di sposìarle e trasporle nel campo del linguaggio. Organizzano in réaltà i cammi_ ni. Compiono il viaggio, prima o mentre i piedi lo eseguono. Questo pullulare di metafore - detti o racconti organizzatori di luoghi attraverso gli spostamenti che <> una curva) -, di quale tipo di analisi è suscettibile? Limitandoci soltanto agli studi relativi alle operazioni spazializzLlnti (e non ai sistemi spaziali), numerosi sono i lavori che iorniscono metodi e Fra i più recenti, possiamo segnalare in particola-categorig. sità.
re quelli che si riferiscono a una semantica deilo spazio (come ad es,empio gli studi di John Lyons sui < e sulle <>),1 a una psicolinguistica delia percezione (pensiamo all'> di Miller é John.on_ \ryd)',? una sociolinguisrica delle descrizioni di luoghi (William Labov),3 a una fenomenologia dei comportamenti organizzatoi di (cfr. Albert E. Scheflen e Norman AshcrafOo a una <
nometodologio degli indici di localizzazione nella conversazione (cfr. Emanuel A. Schegloff),s o a una semiotica che concepisce la cultura come un metalinguaggio spaziale (come ad esempio la Scuola di Tartu, e soprattutto Y. M. Lotman, B. A. Uspenski),6 eccetera. Come fi.no a ieri le pratiche significanti, che concernono le esecuzioni della lingua, sono state prese in considerazione dopo i sistemi linguistici, oggi, le pratiche spazializzanti ichiamano l'attenzione dopo che si sono esaminati i codici e le tassonomie dell'ordine spaziale. La nostra ricerca appartiene a questa < fase dell'analisi, che passa dalle strutture alle azioni. Ma, in questo insieme molto vasto, terremo conto solo delle azioni narrative. Esse permetteranno di precisare alcune forme elementari delle pratiche organizzafnci dello spazio: la bipolarità < e <>, le procedure di delimitazione o di > e le <> (ovvero I'indice del corpo nel discorso). e Partiamo da una distinzione fra spazio e luogo che delimita un campo. È rn luogo l'ordine (quaìsiasi) r""oldo il quale degli elementi vengono distribuiti entro rapporti di coesistenza. Ciò esclude dunque la possibilità che due cose possano trovarsi nel medesimo luogo. Vale qui la legge del >: gli elementi considerati sono gli uni a fianco agli altri, ciascuno situato in un luogo <> e distinto che esso definisce. Un luogo è dunque una configurazione istantanea di posizioni. Implica una indicazione di stabilità. Si ha uno spaTio dal momento in cui si prendono in considerazione vettori di direzione, quantità di velocità e la variabile
I John Lyons, Semantics,Cambridge University press, Cambri dge 1977,
vol.fI., , pp.475-481
(t
ad. it., La s emantic a, Later za, Roma-B
ari
1
97
g).
2
George A. Miller e Philip N. Johnson-Laírd, lnnguage and perception, Harvard University Press, Cambridge (Mass.) 1976. 1Cfr. infra,p.177. a
Albert E. Scheflen e Norman Ashcraft, Human Territories. How we Cliffs (N.J.) 1976.
Behave in Space-Time, Prenrice Hall, Englewood
174
s
E. A. Schegloff, Notes on a Conversational Practice: Formulating place, in David Sudnow (a cura di), Studies in Social Interaction, Free press, New
York 1972,pp.75-119. ó Cfr. ad esempio Ecole de Tart.u, Travaux sur les systèmes de signes , a cura di Y. M. Lotman e B. A. Uspenski, Complexe, Bruxelles, e pur, parigi, pp. 18-39,77-93 ss.; Iouri Lotman, Ia Structure du texte artistique, Gallimard,
Paigi1973,pp.309
ss.
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del tempo. Lo spazio è un incrocio di entità mobili. È in qualche modo animato dall'insieme dei movimenti che si verificano al suo interno. È spazio I'effetto prodotto dalle operazioni che I'orientano, lo circostanziano,lo temporalizzano e lo fanno funzionare come unità polivalente di programmi conflittuali o di prossimità contrattuali. Lo spazio sarebbe rispetto al luogo ciò che diventa la parola quando è parlata, ovvero quando è colta nelI'ambiguità di un'esecuzione, mutata in un termine ascrivibile a molteplici convenzioni, posta come I'atto di un
Già Merleau-Ponty distingueva tra spazio
<>
( analoga al nostro )
e
un'altra < che definiva < l'esperienza di un < che si dà sotto forma di spazio e per il quale e <. Questa esperienzà è rap-
porto col mondo; nel sogno e nella percezione, e per così diie prima della loro differenziazione, essa esprime < e impiantato nello spazio di un paesaggio. Da questo punto di vista, .7 La prospettiva è determinata da una < dell'essere nel mondo. In un esame delle pratiche quotidiane che articolano questa esperienza, l'opposizione fra > e < rinvierà piuttosto, nei racconti, a due tipi di determinazioni: I'una, attraverso
' Maurice Merlau-Ponty, Phénoménologie de la percepîion, cit., pp. 324344 (trad. it. cit.). 176
degli oggetti che saranno finalmente riducibili all'essere là di un morto, legge di un <> (dal sasso al cadavere, un corpo inerte sembra sempre fondare, in Occidente, un luogo e rappresentare il simulacro di una tomba); I'altra, atffaverso operazioni che, ascritte a una pietra, a un albero o a un essere umano, specificano degli > attraverso le azioni di soggetti storici (un movimento sembra sempre condizionare la produzione di uno spazio e associarlo a una storia). Fra queste due determinazioni, vi sono dei passaggi, quali la condanna a morte (o la trasformazione in paesaggio) degli eroi che trasgrediscono i confini e che, colpevoli di aver attentato alla legge del luogo, la ripristinano attraverso la loro tomba; oppure, al contrario, il risveglio di oggetti inerti (una tavola, una foresta, un personaggio dell'ambiente), che uscendo dalla loro stabilità, tramutano il luogo in cui giacevano nella estraneità del proprio spazio. I racconti effettuano dunque un lavoro che, incessantemente, trasforma i luoghi in spazi o gli spazi in luoghi. Essi organizzano così i giochi dei rapporti mutevoli che gli uni intrattengono con gli altri. Giochi innumerevoli, che vanno dall'instaurazione di un ordine immobile e quasi mineralogico (tutto è fermo, salvo il discorso stesso che, come una carrellata, percorre il panorama) fino alla successione accelerata delle azioni moltiplicatrici di spazi (come nei racconti polizieschi o in alcuni racconti popolari, ma questa frenesia spazializzante resta nondimeno circoscritta dal luogo testuale). Da tutti questi racconti si potrebbe ricavare una tipologia in termini di identificazioni di luoghi e di esecuzioni di spazi. Ma, per individuare i modi attraverso i quali si combinano queste operazioni distinte, occorrono criteri e categorie di analisi, - necessità che rinvia ai racconti di viaggi più elementari.
Percorsi e mappe Le descrizioni orali di luoghi - abitazioni o strade - rappresentano un primo e immenso corpus. Attraverso un'analisi molto precisa delle descrizioni di appartamenti a New York da parte degli occupanti, C. Linde e W. Labov riconoscono due tipi distinti che definiscono I'uno < (map) e l'altro <> 177
(tour).Il primo è del tipo:
<
c'è la camera
delle ragazze>>. Il secondo: . Nel materiale raccolto da Linde e Labov solo il tre peiiento delle descrizioni è del tipo <>. Tutto il resto, ia quasi totalità dunque è del tipo <>: > eccetera. Queste descrizioni vengono effettuate per lo più in
termini di operazioni, e mostrano <> è uno speech act (vn atto enunciativo) che <>; e che il <> (path) è una serie di unità che hanno la forma di vettori sia (>, < eccetera) sia ( za>>.