CENNI STORICI..........................................................................................................................2 PROCESSO E PROCEDIMENTO.........................................................................................9 L’AZIONE PENALE................................................................................................................10 I SOGGETTI E LE PARTI....................................................................................................12 IL GIUDICE.....................................................................................................................................16 I giudici penali di primo grado...................................................................................................21 Corte d’assise.....................................................................................................................22 Giudice di pace...................................................................................................................23 Tribunale............................................................................................................................23 Tribunale per i minori.........................................................................................................23 IL PUBBLICO MINISTERO..........................................................................................................34 Pubblico ministero e principi costituzionali:..............................................................................34 Funzioni del PM:........................................................................................................................34 Garanzie per l’imputato durante il procedimento penale............................................................49 ruolo processuale della persona offesa.......................................................................................56 LA POLIZIA GIUDIZIARIA.........................................................................................................64 IL DIFENSORE...............................................................................................................................68 rapporti tra difendore e imputato................................................................................................70 istituto del patrocinio a spese dello stato....................................................................................71
2. L'imputato può togliere effetto, con espressa dichiarazione contraria, all'atto compiuto dal difensore prima che, in relazione all'atto stesso, sia intervenuto un provvedimento del giudice.................................................................................................72 modalità di nomina del difensore...............................................................................................72 il difensore della persona offesa.................................................................................................72 difensore delle altre parti private................................................................................................73
1
C EN N I S TO R I C I La LEGGE PENALE definisce il tipo di fatto che si considera reato e le sanzioni previste per coloro che lo commettono; i suoi precetti si rivolgono a tutti i cittadini. La
LEGGE PROCESSUALE PENALE
regola il procedimento mediante il quale si accerta se è stato
commesso un fatto di reato, se l’imputato ne è l’autore e, in caso positivo, quale pena debba essergli applicata; i suoi precetti si rivolgono specificatamente ad alcuni soggetti:il giudice,il pubblico ministero,altri soggetti del procedimento,(solo alcune norme specifiche si rivolgono a tutti i cittadini come quelle sulla testimonianza e la denuncia). IL DIRITTO PROCESSUALE PENALE È IL COMPLESSO DELLE NORME DI LEGGE CHE DISCIPLINANO LE ATTIVITÀ DIRETTE ALL’ATTUAZIONE DEL DIRITTO PENALE NEL CASO CONCRETO. Si dice che il
DIRITTO PROCESSUALE PENALE
PENALE SOSTANZIALE
abbia una funzione strumentale rispetto al
DIRITTO
.
Ciò non si sostanzia in una diminuzione d’importanza per il diritto processuale penale che anzi è un necessario strumento di attuazione del diritto penale.
Il diritto processuale penale nell’esercizio della sue funzioni contemperare due esigenze opposte, ma di pari importanza: -
TUTELA DELLA SOCIETÀ CONTRO LA DELINQUENZA
-
DIFENDERE L’ACCUSATO DAL PERICOLO DELLA CONDANNA INGIUSTA
Gli studiosi illuministi hanno rilevato che esiste una stretta correlazione tra regime politico e sistema processuale: -
al regime totalitario corrisponde un processo penale in cui la difesa della società prevale su quella del singolo imputato
-
ad un regime garantista corrisponde un processo penale in cui la difesa dell’imputato prevale su quella della società
2
Nella storia si sono venuti ad affermare 2 modelli processuali prevalenti: il sistema inquisitorio ed il sistema accusatorio quali tipi ideali di processo. La maggior parte degli ordinamenti sono di tipo misto; l’appartenenza all’uno o all’altro modello dipende da quali caratteri un determinato studioso ritiene che siano essenziali al fine di operare la qualificazione. Si tratta di modelli astratti elaborati dagli studiosi astraendo dai processi reali; a ciascuno dei modelli corrisponde un principio fondante:
I due massimi modelli processuali Sistema inquisitorio
Sistema accusatorio
Principio di autorità
Principio dialettico
La verità (storica) si accerta tanto meglio, quanto più i poteri si attribuiscono ad un unico soggetto processuale
La verità (storica) si accerta tanto meglio, quanto più i poteri si favorisce la dialettica tra le parti con interessi contrapposti
3
IL SISTEMA INQUISITORIO Si basa sul principio di Autorità; è quindi caratterizzato dal cumulo di più funzioni su un unico organo: il giudice inquisitore ricerca le prove in segreto e redige il verbale quindi le principali caratteristiche del sistema inquisitorio sono:
a.
a. Iniziativa d’ufficio
INIZIATIVA D’UFFICIO.
b. Iniziativa probatoria d’ufficio c. Segreto d. Scrittura e. Nessun limite all’ammissione delle prove b.
L’iniziativa del processo penale spetta al giudice senza bisogno di altri soggetti, basta anche un semplice sospetto su di una persona per iniziare un procedimento a suo carico. Il giudice viene considerato il “depositario del vero e del giusto”. INIZIATIVA PROBATORIA D’UFFICIO.
La ricerca delle prove non spetta le parti ma lo stesso giudice che per il suo esercizio ha pieni poteri coercitivi.
f. La presunzione di reità g. Custodia preventiva in carcere h. Impugnazioni
c.
SEGRETO. Questo sottolinea l’assenza del contraddittorio inteso come confronto tra le parti.
elemento
D.
SCRITTURA. Delle deposizioni raccolte dall’inquisitore è redatto un verbale, il quale riporta l’interpretazione che l’inquisitore dà alle frasi pronunciate. Nella fase processuale non si contempla l’idea che il dichiarante possa essere sentito a voce perhcè la verità è già contenuta negli atti scritti.
E.
NESSUN LIMITE ALL’AMMISSIBILITÀ DELLE PROVE. Non rileva il metodo per accertare la verità ma solo il risultato. Pertanto ogni mezzo di prova è ammesso la prova regina è LA CONFESSIONE DELL’IMPUTATO e metodo più utilizzato per raggiungerla è la tortura. Il problema sorge se si considera la veridicità della confessione ottenuta tramite tortura, ma l’attendibilità del risultato non interessa il sistema inquisitorio
F.
LA PRESUNZIONE DI REITÀ.
L’imputato è chiamato a dimostrare la sua innocenza per mezzo delle prove, se fallisce deve essere condannato.
G. CARCERAZIONE PREVENTIVA.
Dato che l’imputato è presunto colpevole, in mancanza di prove può essere sottoposto a custodia preventiva
H. MOLTEPLICITÀ D’IMPUGNAZIONI.
Il giudice è comunque un uomo e quindi può sbagliare così che la sentenza di condanna può essere impugnata di fronte al giudice d’appello, e successivamente di fronte al consiglio del re (il potere giudiziario si avvicina a quello politico)
L’affermazione del metodo inquisitorio è stata possibile per varie ragioni tra le quali la considerazione che: quando un gruppo si pone come possibile il raggiungimento di uno scopo 4
tutto diviene possibile; così, quando il fine del processo è la verità l’ossessione della verità conduce ad atti aberranti contro le libertà che vengono viste come un elemento non più rilevante. GOYA: “Il sogno della ragione crea mostri.” Esempio più esplicito di questo modello deriva dall’azione di Luigi XIV il quale s’impadronì della procedura penale per farne strumento politico per far fuori i dissidenti. ORDINANCE CRIMINEL
1870 sanciva il processo inquisitorio allo stato puro:
IL GIUDICE INQUISITORIO RICERCA LE PROVE IN SEGRETO
,
E CIÒ CHE VIENE DETTO DA INQUISITORE E
TESTIMONE È REDATTO IN UN VERBALE; INFINE UN ALTRO GIUDICE DECIDEVA LA COLPEVOLEZZA SULLA BASE DEL VERBALE REDATTO DAL GIUDICE INQUISITORE CHE È FUNZIONARIO DELLO STATO.
5
IL SISTEMA ACCUSATORIO Si basa sul principio dialettico; ed è per ciò caratterizzata dalla separazione delle funzioni processuali. Le principali caratteristiche del sistema accusatorio sono: a. Iniziativa di parte b. Iniziativa probatoria di parte
a. INIZIATIVA DI PARTE. Il giudice non può procedere d’ufficio nel determinare l’oggetto della controversia; l’iniziativa del processo penale deve spettare solo alle parti
c. Contraddittorio d. Oralità
b.
e. Limite all’ammissione delle prove
INIZIATIVA PROBATORIA DI
PARTE.
È da qui che deriva la definizione come sistema accusatorio: le parti vanno alla ricerca delle prove dopo di che richiedono al giudice che le prove vengano ammesse al giudizio.
f. La presunzione d’innocenza g. Limiti alla custodia cautelare h. Limiti alle impugnazioni
Il giudice non ha potere d’iniziativa probatoria, deve essere imparziale e se avesse tali poteri perderebbe l’imparzialità c.
CONTRADDITTORIO.
È l’applicazione del principio dialettico al processo e rappresenta anche l’applicazione della separazione dei poteri Del termine CONTRADDITTORIO possono essere date 3 definizioni:
-
def. 1 (ATECNICA) DISCUSSIONE TRA DUE PERSONE CHE SOSTENGONO OPINIONI CONTRARIE
-
def. 2 (TECNICA 1) DIRITTO AD ESPORRE AL GIUDICE LE PROPRIE RAGIONI NEL MOMENTO IN CUI IL GIUDICE DEVE DECIDERE
Si tratta del significato tecnico nella sua accezione minima; ascoltando due ricostruzioni diverse si ha maggiore bilanciamento nella ricostruzione . Già in questa definizione il contraddittorio dà bilanciamento tra le parti : in questo sistema l’accusatore cercherà di attenersi alle prove poiché dopo il difensore potrebbe smontare con maggiore facilità il castello accusatorio.
-
def. 2 (TECNICA 2) DIRITTO DI CIASCUNA PARTE DI PARTECIPARE ALLA FORMAZIONE DELLA PROVA UTILIZZABILE DAL GIUDICE PER LA DECISIONE
d.
ORALITÀ.
Il modello accusatorio si basa sulla prova dichiarativa. 6
Si ha oralità in senso pieno soltanto quando coloro che ascoltano possono porre domande ed ottenere risposte da colui che ha reso una dichiarazione; l’oralità permette di valutare a pieno la credibilità e l’attendibilità di un testimone. CREDIBILITÀ :
il testimone non dice il vero per interesse personale
ATTENDIBILITÀ :
il testimone può sbagliarsi, ma se si sbaglia lo fa in buona fede
Nel sistema americano viene utilizzato lo strumento dell’ esame incrociato: fase del processo penale in cui le domande ai testimoni sono fatte direttamente dalle parti viene considerato lo strumento più efficace per testare la sincerità del testimone poiché permette di verificare contemporaneamente i due elementi fondamentali della testimonianza : le parti fanno le domande al dichiarante secondo la propria strategia argomentativi nell’intento di accreditare la propria tesi e di squalificare la tesi opposta, il giudice assiste allo svolgimento dell’esame incrociato garantendone la legittimità, il rispetto delle regole, la lealtà e controllando che la foga agonistica non degeneri. Il testimone ha l’obbligo di rispondere a tutte le domande conformi alla legge. e.
LIMITI DI AMMISSIBILITÀ DELLE PROVE.
Soltanto se il modo in cui si è formata la prova è ammesso dall’ordinamento la prova ha valore. Le dichiarazioni rese sotto tortura, ipnosi, narcosi, non sono ritenute affidabili per la composizione della prova .
F.
PRESUNZIONE D’INNOCENZA.
533 C.P.P. CONDANNA DELL’IMPUTATO. In questo caso la presunzione d’innocenza non significa solo che sia il PM a provare la colpevolezza dell’imputato ma lo deve dimostrare “…al di là di ogni ragionevole dubbio.” ART
RAGIONEVOLE DUBBIO:
dubbio che può essere esternato ed è quindi razionale e spiegabile con
le armi della logica. g. LIMITI ALLA CUZTODIA CAUTELARE. In questo sistema è vista come estrema ratio poiché l’imputato è presunto innocente fino a prova contraria e non può essere sottoposto a misure cautelari almeno che non vi siano motivi di:
-
Inquinamento delle prove
-
Fuga
-
Reiterazione
h. LIMITI ALLE IMPUGNAZIONI. In questo sistema i controlli funzionano nel momento stesso in cui si forma la prova davanti al giudice nell’esame incrociato (che si basa sull’effetto sorpresa) se l’esame viene ripetuto perde la sua utilità.
7
MODELLO PROCEDURALE - SISTEMA ACCUSATORIO
L’ACCUSATORE COMPIE IN SEGRETO INVESTIGAZIONI D I PARTE Al termine di tale indagine l’accusatore, se ha raccolto elementi a prova del reato di una persona può formulare l’accusa e chiedere il processo
UN GIUD ICE CONTROLLA LA NECESSITà DEL RINVIO AL GIUDIZIO Il giudice deve controllare circa la fondatezza dell’ipotesi accusatoria. nel caso l’ipotesi accusatoria sia ritenuta fondata si avrà il:
DIBATTI MENTO ORALE IN CONTRADDITTORIO Il giudice può usare le sole prove formate in dibattimento per decidere sul caso (principio dell’immediatezza)
LA DECISIONE è BASATA, DI REGOLA, SULLE PROVE ASSUNTE IN DIBATTIMENTO Massima garanzia dell’imputato che sa che la decisione verrà presa solo sulle prove formatesi in sua presenza nella fase del contraddittorio.
Correlazione tra sistema processuale e regime politico: -
Relazione tra regime totalitario e processo inquisitorio: il processo è uno strumento di controllo sociale e quindi di lotta politica.
Vantaggi: efficienza*
Rischi: condanna di innocenti
* dove per efficienza s’intende il grado di raggiungimento dell’obbiettivo che qui si identifica con la difesa della società dal crimine -
Relazione tra regime garantista e processo accusatorio: il processo penale come luogo di accertamento dello svolgimento di un fatto di rilevanza penale Vantaggi: tutela dei diritti fondamentali dell’uomo Rischi: difficoltà nell’accertamento dei fatti
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P R OC E SS O
E P R O C E D I ME N TO
Il processo penale ha lo scopo di accertare: a. se una determinata persona ha commesso un reato non ha carattere teorico ed astratto ma serve per valutare se e quali sanzioni penali irrogare. b. qual è la personalità dell’autore l’applicazione della norma penale cambia al cambiare della personalità del soggetto. c. quali sanzioni devono essergli applicate a seconda che la sanzione penale abbia carattere esclusivamente retributivo o anche rieducatorio deve essere affidata a soggetti diversi ( P.A. per la pena retributiva; Giudice per la pena rieducativi.) IL PROCEDIMENTO PENALE
NOTIZIA DI REATO
TERMINE
INDAGINI PRELIMINARI
GIP
avviso di conclusione delle indagini PM
RICHIESTA DI RINVIO AL GIUDIZIO
RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE
UDIENZA PRELIMINARE decisione del giudice:
RINVIO A GIUDIZIO
GUP
SENTENZA DI NON LUOGO A PROCEDERE
DIBATTIMENTO
CONDANNA
PROSCIOGLIMENTO
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PROCEDIMENTO E PROCESSO PENALE I due termini non sono sinonimi.
PROCEDIMENTO : SERIE CRONOLOGICA DI ATTI DIRETTI ALLA PRONUNCIA DI UNA DECISIONE PENALE, CIASCUNO DEI QUALI, IN QUANTO VALIDAMENTE COMPIUTO FA SORGERE IL DOVERE DI PORRE IN ESSERE IL SUCCESSIVO ED,AL CONTEMPO È ESSO STESSO REALIZZATO IN ADEMPIMENTO DI UN DOVERE POSTO DAL SUO ANTECEDENTE
PROCESSO: PORZIONE DEL PROCEDIMENTO PENALE CHE INIZIA CON L’ESERCIZIO DELL’AZIONE PENALE E TERMINA CON LA SENTENZA.
L’AZIONE PENALE La sua definizione è correlata a quella di processo penale; in linea generale l’AZIONE non è altro che una RICHIESTA, in questo caso : AZIONE PENALE: RICHIESTA, RIVOLTA AL GIUDICE, DI DECIDERE SULL’IMPUTAZIONE.
IMPUTAZIONE: ATTRIBUZIONE DI UN DETERMINATO FATTO DI REATO AD UN DETERMINATO SOGGETTO NELL’ATTO INTRODUTTIVO DEL PROCESSO PENALE Elementi dell’imputazione sono:
-
enunciazione del fatto storico di reato addebitato ad una persona 10
-
indicazione degli articoli di legge che si ritiene violati
-
generalità della persona alla quale è addebitato il reato
l’esercizio dell’AZIONE PENALE due effetti:
-
pone al giudice l’obbligo di decidere su di un determinato fatto storico
-
fissa in modo tendenzialmente immutabile l’oggetto del processo, e cioè impone al giudice il divieto di decidere su di un fatto storico differente da quello precisato nell’imputazione
11
I
S OGG E TTI E LE P A R TI
SOGGETTI: TITOLARI DI POTERI DI INIZIATIVA NEL PROCEDIMENTO, E CIOÈ COLORO CHE, COMPIENDO UN ATTO DEL PROCEDIMENTO, FANNO SORGERE IN ALTRI SOGGETTI IL DOVERE DI COMPIERE UN ATTO SUCCESSIVO. I soggetti sono elencato nel I libro del Codice di Procedura Penale, a questi dedicato, e sono:
-
GIUDICE
-
PUBBLICO MINISTERO
-
POLIZIA GIUDIZIARIA
-
IMPUTATO
-
PARTE CIVILE
-
RESPONSABILE CIVILE
-
CIVILMENTE OBBLIGATO PER LA PENA PECUNIARIA
-
PERSONA OFFESA
-
DIFENSORE
12
PARTI: SOGGETTO CHE CHIEDE AL GIUDICE UNA DECISIONE IN MERITO ALL’IMPUTAZIONE E COLUI CONTRO IL QUALE TALE DECISIONE È RICHIESTA
N.B
Si parla di PARTI solo dopo che è stata formulata l’imputazione ; quindi durante le indagini preliminari ci sono i soggetti ma non ancora le parti.
Il difensore è un soggetto che rappresenta una PARTE ma non è lui stesso PARTE
PARTE OFFESA è un’espressione non corretta poiché la persona offesa dal reato non è MAI parte del processo. PERSONA OFFESA DAL REATO: TITOLARE DELL’INTERESSE GIURIDICO PROTETTO DALLA NORMA PENALE INCRIMINATRICE CHE SI RITIENE VIOLATA DAL REATO
Per partecipare al processo la PERSONA OFFESA DAL REATO deve costituirsi come PARTE CIVILE
Il
DANNEGGIATO DAL REATO
può essere soggetto diverso dalla
PERSONA OFFESA DAL REATO ,
caso il danneggiato che sia o non sia persona offesa dal reato può
COSTITUIRSI PARTE CIVILE
processo penale per richiedere il risarcimento del danno nel procedimento penale
13
in questo nel
Accanto alle parti NECESSARIE del processo penale ci sono le parti EVENTUALI:
14
DIFFERENZA TRA PERSONA OFFESA, SOGGETTO DANNEGGIATO E PARTE CIVILE La persona offesa dal reato è la persona titolare del diritto violato dal reo; generalmente viene impropriamente chiamata parte offesa.
Pubblica Amministrazione poichè il Legislatore con siffatti delitti ha voluto garantire l'interesse pubblico della fedeltà degli atti (in tal senso, cfr. Cass. SSUU n. 46982/2007). Anche se nella maggior parte dei casi la persona offesa dal reato
Anche se il codice penale non fornisce una definizione di persona offesa del reato, l'Art. 120 c.p. statuisce che ella ha
è anche il danneggiuto dal reato, la distinzione è importante perche ci sono degli effetti. ad es. il danneggiato non ha diritto di
diritto di querela, cioè ha diritto di chiedere allo Stato che venga accertata la penale responsabilità del reo.
querela, non ha diritto ad essere avvisato della richiesta di archiviazione delle indagini ma, tuttavia, ha diritto di costituirsi Parte Civile.
In particolare il codice statuisce che "ogni persona offesa da un reato per cui non debba procedersi d'ufficio o dietro
Le ultime osservazioni ci introducono, appunto, nel discorso
richiesta o istanza ha diritto di querela"; in altre parole secondo la legge, a meno che non si tratti di reati per cui è
relativo alla Parte Civile; l'Art. 76 c.p. è estremamente chiaro nel definirla: "l'azione civile nel processo penale è esercitata (...)
prevista la procedibilità d'ufficio (o su richiesta o istanza), solo la persona offesa dal reato ha diritto di chiedere allo Stato che
mediante la costituzione di parte civile" .
si proceda contro l'autore del reato.
La Parte Civile, dunque, è una parte del processo penale (v.
Tuttavia, questa regola è graduata con una serie di norme
differenza tra procedimento e processo penale) ed esercita tutti i diritti previsti dalle parti di quel procedimento; la persona offesa è
"correttive" pensate per rendere effettivamente esercitabile il diritto di querela ai minori ed agli interdetti (cfr. II e III co. art.
il soggetto a cui è stato leso il bene giuridico tutelato dallo stato, mentre il danneggiato è quello che ha subito il danno
120 c.p.).
patrimoniale; quasi sempre P.O. e danneggiato sono la stessa persona e, sia l'uno che l'altro possono partecipare attivamente al
Il danneggiato dal reato è la persona che ha subito il danno
processo penale costituendosi Parte Civile.
derivante dal reato ma non è il titolare dell'interesse giuridico tutelato dalla norma che disciplina quel reato. Per essere chiari è necessario fare un esempio: nel delitto di falso in atto pubblico il danneggiato è chi ha subito il danno cagionato dal falso, mentre la Persona Offesa è solo la
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IL GIUDICE È un termine polisenso perché può essere riferito ad un organo chiamato a svolgere determinate funzioni come il GIP; ma può indicare anche la persona fisica che impersona da solo o con altri soggetti la figura giudicante. Se si considera che il giudice come persona fisica può essere considerato un
ORGANO,
allora si dirà
che con il termine GIUDICE si intende:
-
un ORGANO
-
un UFFICIO composto da più ORGANI
Il concetto di giudice non va confuso con quello di MAGISTRATO (derivante dal termine mago = potere) il magistrato ha di fatti il POTERE. I giudici sono organi del potere GIURISIDZIONALE
Quindi caratteristiche fondamentali del giudice sono:
-
INDIPENDENZA
-
IMPARZIALITÀ
INDIPENDENZA ESTERNA (CIOÈ RISPETTO AGLI ALTRI POTERI DELLO STATO) ART
1012 COST: “I GIUDICI SONO SOGGETTI SOLTANTO ALLA LEGGE.”
16
ART
102
COST:
questa norma non sancisce solo l’indipendenza esterna, ma anche quella interna
tant’è verso che l’ART 1073 COST. dice che : “
I MAGISTRATI SI DISTINGUONO FRA LORO SOLTANTO PER
DIVERSITÀ DI FUNZIONE.”
L’indipendenza esterna dei giudici è inoltre garantita dalla Costituzione attraverso un apposito organo: Consiglio Superiore della Magistratura. Il CSM è eletto per 2/3 dai magistrati ordinari e per 1/3 dal Parlamento in seduta comune tra candidati cittadini aventi una precisa competenza giuridica IMPARZIALITÀ
CARATTERISTICA DEL GIUDICE, IN BASE ALLA QUALE EGLI NON DEVE AVERE LEGAMI CON
L’OGGETTO DEL PROCESSO NE CON LE PARTI.
ART. 1112 COST: “OGNI PROCESSO SI SVOLGE…DAVANTI A GIUDICE TERZO E IMPARZIALE. Se il giudice avesse legami con le parti o con l’oggetto del processo non apparirebbe imparziale; il giudice non solo deve essere imparziale ma deve anche apparire tale. Basta che il giudice dia dubbio dell’imparzialità per essere rimosso dall’incarico. Prima del 1990 nella nostra Costituzione non esisteva sanzione espressa per l’assenza d’imparzialità; nel 1999 sono stati aggiunti cinque nuovi commi all’art 111 introducendo i principi del giusto processo. TERZIETÀ
e
IMPARZIALITÀ
sembrano sinonimi, in quanto sembra abbiano lo stesso senso ma in
dottrina si ha un’altra interpretazione: IMPARZIALETERZIETÀ
riguarda il piano ordinamentale
– riguarda il ruolo del giudice nell’inquadramento dell’attività giudiziaria
Il giudice deve anche essere:
-
IMPREGIUDICATO:
non si deve essere già pronunciato sulla colpevolezza dell’imputato. Il
giudice non deve essere esposto alla forza della prevenzione (F. Bacone: la naturale tendenza di ogni persona a mantenere fermo un giudizio già espresso).
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INCOMPATIBILITÀ: ISTITUTO PROCESSUALE MEDIANTE IL QUALE SI VUOLE EVITARE CHE IL GIUDICE SIA ESPOSTO ALLA FORZA DELLA PREVENZIONE A CAUSA DELLE FUNZIONI O DI ALTRI UFFICI SVOLTI NELL’AMBITO DELLO STESSO PROCEDIMENTO
ART
34 CPP. INCOMPATIBILITÀ DETERMINATA DA ATTI COMPIUTI NEL PROCEDIMENTO
La corte costituzionale chiamata a pronunciarsi sulla legittimità di alcuni commi di tali articolo ha individuato altri casi d’incompatibilità tant’è vero che in appendice all’art. 34 vi è una lista smisurata. ART
ART
35 CPP. INCOMPATIBILITÀ PER RAGIONI DI PARENTELA, AFFINITÀ O CONIUGIO. ASTENSIONE: RINUNCIA ALL’ESERCIZIO DELLA FUNZIONE GIURISIDZIONALE DA PARTE DEL GIUDICE
36 CPP. ASTENSIONE
lista delle situazioni in cui il giudice ha l’obbligo di astenersi poiché non imparziale come invece è richiesto. Lett. H “se esistono altre gravi ragioni di convenienza” Tali da incidere sull’autodeterminazione del giudice. Clausola di salvezza che viene riempita caso per caso dal giudice.
ART
RICUSAZIONE: SONO LE PARTI CHE CHIEDONO L’ESTROMISSIONE DEL GIUDICE DAL PROCESSO
37 CPP. RICUSAZIONE
Il giudice può essere ricusato per tutti quei casi previsti dall’art 36 tranne la lett. H
18
CASO PRATICO Il giudice Tizio assiste, per caso, allo svolgimento di una rapina commessa da Caio all’ufficio postale di Viale Tigli. Viene sentito come testimone. Può essere giudice del processo contro Caio?
ART
ART
34 CPP COMMA 3 “CHI HA ESERCITATO FUNZIONI DI…TESTIMONE… NON PUÒ ESERCITARE NEL MEDESIMO PROCEDIMENTO L’UFFICIO DEL GIUDICE” il giudice ha conosciuto il fatto per scienza privata, e non può giudicare per conoscenza privata. Se l’imputato si trova a essere giudicato da Tizio lo RECUSA 37 CPP riferimento ART 36 LETT. G
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Circa la figura del giudice la prima distinzione da trattare è quella tra:
Il potere giudiziario è un potere diffuso tra più organi ed è per questo che viene in luce la nozione di: COMPETENZA: PARTE DELLA FUNZIONE GIURISDIZIONALE ATTRIBUITA A CIASCUN ORGANO GIUDICANTE
L’individuazione delle competenze è necessaria per l’applicazione del principio costituzionale dell’art 25 cost. comma 1:
“NESSUNO PUÒ ESSERE DISTOLTO DAL GIUDICE NATURALE
PRECOSTITUITO PER LEGGE”
Principio derivante dalla Rivoluzione Francese. Significati:
-
Principio della riserva assoluta di legge in materia di competenza: è la legge e solo essa che può stabilire le regole in materia di competenza
-
“precostituito” significa che su un fatto di reato può decidere solo un giudice istituito prima del fatto di reato.
-
“naturale”: 20
i. è naturale il giudice che è il più idoneo a giudicare su un determinato fatto di reato ii. più idoneo perché ci deve essere un legame preciso. Il legame ha carattere territoriale tra il luogo in cui il reato è stato commesso e il luogo in cui si celebrerà il processo. Il principio del giudice naturale impedisce che un organo legislativo, amministrativo o giurisdizionale possa sottrarre discrezionalmente un procedimento ad un determinato giudice; da tale principio discende il diritto alla certezza del giudice ( il soggetto deve sapere da chi sarà giudicato).
I GIUDICI PENALI DI PRIMO GRADO L’attribuzione delle competenze ai vari giudici avviene per mezzo di due criteri:
-
COMPETENZA PER MATERIA
-
COMPETENZA PER TERRISTORIO
21
CORTE D’ASSISE Giudice ordinario collegiale. È un organo giudicante composto da 8 persone con funzione giudicante: 2 giudici di carriera 6 giudici popolari – cittadini estratti a sorte da degli elenchi, requisiti sono la cittadinanza e il titolo di studio. Si usa dire che la sua composizione mista è data da GIUDICI TOGATI
GIUDICI LAICI
(i giudici popolari) e da
(i giudici di carriera).
COMPETENZA PER MATERIA,
reati che possono essere giudicati:
ART. 5 Competenza della corte di assise . 1. La corte di assise è competente: a) per i delitti per i quali la legge stabilisce la pena dell'ergastolo o della reclusione non inferiore nel massimo a ventiquattro anni, esclusi i delitti di tentato omicidio [56, 575 c.p.], di rapina e di estorsione, comunque aggravati, e i delitti previsti dall'articolo 630, primo comma, del codice penale [seq. Persona scopo estorsione] e dal decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309; b) per i delitti consumati previsti dagli articoli 579 [omicidio consenziente], 580 [istigazione al suicidio], 584 [omicidio preterintenzionale] del codice penale; c) per ogni delitto doloso se dal fatto è derivata la morte di una o più persone, escluse le ipotesi previste dagli articoli 586, 588 e 593 del codice penale; d) per i delitti previsti dalle leggi di attuazione della XII disposizione finale della Costituzione, dalla legge 9 ottobre 1967, n. 962 e nel titolo I del libro II del codice penale [241-313 c.p.], sempre che per tali delitti sia stabilita la pena della reclusione non inferiore nel massimo a dieci anni.
Si tratta dei reati più gravi fatti di sangue e i più gravi delitti politici. La corte d’assise si occupa dei così detti
REATI DI SANGUE
dove servono valutazioni etico
morali, mentre il legislatore evita di attribuirle la competenza a giudicare delitti che richiedono conoscenze tecnico-giuridiche che i giudici popolari di regola non hanno. La composizione e la funzione della corte d’assise soddisfano un altro principio costituzionale che sancisce che il popolo è chiamato ad amministrare la giustizia; inoltre la remissione di questi casi alla corte d’assise, e quindi ai cittadini, permette una valutazione più critica del fatto di reato poiché i soggetti laici sono sicuramente più attenti e sensibili al caso giudicato ( i giudici togati rischiano “l’assuefazione”) In caso di pareggio all’interno di quest’organo collegiale prevale la D’INNOCENZA
(fondamentale nel nostro ordinamento).
22
PRESUNZIONE
La motivazione della sentenza ( nel nostro ordinamento TUTTE le sentenze devono essere motivate) è comunque rimessa al giudice togato, dotato degli strumenti tecnici per poterla elaborare. GIUDICE DI PACE Giudice monocratico
poiché non fa parte della magistratura, ma è
SEMIPROFESSIONALE
semplicemente un soggetto laureato in giurisprudenza che:
-
o ha conseguito l’abilitazione alla professione forense
-
o ha svolto funzioni notarili
-
o ha insegnato materie giuridiche all’università
Dura in carica 6 ANNI ed è competente a giudicare su reati determinati dalla legge. Giudica reati di non particolare gravità ( cioè caratterizzati dalla tenuità della sanzione) e complessità (di facile accertamento), si dice che giudica su
REATI DI MICROCONFLITTUALITÀ
INDIVIDUALE.
Per esempio:
-
percosse
-
ingiuria
-
diffamazione
Si tratta di un giudizio penale mite ma effettivo. TRIBUNALE Ha una competenza per materia residuale rispetto agli altri due prima indicati. Nel 1998 è stata abolita la pretura, e si è stabilito che il tribunale giudichi a volte in composizione monocratica altre collegiale: TRIBUNALE IN COMPOSIZIONE COLLEGIALE,
(composto da tre giudici)
TRIBUNALE IN COMPOSIZIONE MONOCRATICA.
TRIBUNALE PER I MINORI Giudice ordinario specializzato. Composto da: 23
-
2 giudici togati e da 2 esperti in psicologia, pedagogia e materie analoghe nominati con decreto dal capo dello stato su proposta del ministero della Giustizia, previa deliberazione del consiglio superiore della magistratura).
È competente per i reati commessi dai minori; per determinare la competenza di tale tribunale si deve prendere in considerazione l’età che aveva l’imputato all’epoca dei GIUDICI PENALI ORDINARI
CORTE DI CASSAZIONE funzione di nomofilatia cioè uniforme interpretazione della legge
Appello
1° Grado
Corted’appello sezionem inori
Corted’assise d’appello
Corted’appello
Tribunale monocraticoin qualitàdi giudice d’appello
Trribunaleper i m inorenni
Corted’assisse
Tribunale - collegiale - monocratico
Giudicedi pace
fatti contestati.
Non c’è gerarchia tra i giudici i quali sono sottoposti solo alla legge. Una volta stabilita la competenza per materia si deve guardare alla competenza per territorio. A
CORTE D’ASSISE
Reati di sangue
B
GIUDICE DI PACE
Microconflittualità individuale
C
MONOCRATICO
-
reati inerenti la produzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti ; reati puniti fino a max 10 anni
COLLEGIALE
-
TRIBUNALE
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reati con pena detentiva tra i 10 e i 24 anni di reclusione art 33 bis comma 1
D
TRIBUNALE DEI MINORI
reati commessi dai minori di età
COMPETENZA PER TERRITORIO
quali dei tanti tribunali è autorizzato ad esercitare la funzione giudicante per una determinata zona? Questa zona è denominata:
-
circondario per i tribunali, sono circa una per provincia
-
distretti per le corti d’appello, piuttosto ampia, abbraccia più province, solitamente una regione
criteri per determinare la competenza per territorio: ART 8 CPP – REGOLE GENERALI: Comma 1.
LUOGO DI CONSUMAZIONE DEL REATO
La giustificazione della norma sta nel fatto che in tale luogo:
le prove sono raccolte con maggiore facilità e rapidità
il reato ha maggiormente allarmato la società
i commi successivi prevedono delle eccezioni che sono comunque riconducibili a queste motivazioni. Comma 2.
IN CASO DI MORTE, LUOGO DELLA CONDOTTA
Comma 3.
REATO PERMANENTE: LUOGO D’INIZO PERMANENZA
ART 9 CPP – REGOLE SUPPLETTIVE Questo articolo è composto da tre commi che prevedono regole per la determinazione della competenza territoriale là dove non sia possibile determinarla con le consuete regole di cui sopra; in cui il terzo comma costituisce formula di chiusura :
CRITERIO DELLA PRIMA ISCRIZIONE:
quando la
notizia di reato arriva ad un PM questo ha l’obbligo di iscriverla nel registro delle notizie di reato ed è a questa che si guarda per l’individuazione del tribunale competente. L’esistenza di tale criterio spiega il perché si ha la corsa dei PM all’iscrizione delle notizie di reato, in quanto qualora non sia possibile individuare la competenza territoriale con le regole generali si applicherà tale criterio residuale. Comma 1.
se non si ha notizia certa del luogo in cui si è commesso il reato, si guarda al
luogo in cui è stata commessa parte di questo Comma 2.
se non è possibile determinare il luogo a norma del comma 1, competente
sarà il giudice della residenza, della dimora o del domicilio dell’imputato Comma 3.
criterio della prima iscrizione. 25
Inoltre esistono singole leggi speciali per la determinazione della competenza territoriale. Alle regole fino a qui individuate esiste un’eccezione: ART 11 CPP – COMPETENZA PER PROCEDIMENTI RIGUARDANTI I MAGISTRATI Se un magistrato assume la qualità di imputato, indagato, persona offesa o danneggiato dal reato nel distretto di corte d’appello nel quale esercita la sua funzione, è previsto lo spostamento di competenza. Questo perché non appare imparziale il giudice che debba giudicare sul caso, appartenente al medesimo distretto dl magistrato coinvolto. Non viene applicato il criterio del
GIUDICE NATURALE
solo perché si applica un ulteriore principio
meritevole della stessa tutela PRINCIPIO D’IMPARZIALITÀ. Per stabilire a quale giudice deve essere attribuito il giudizio in questi casi si fa riferimento alla tabella delle disposizioni attuative art 1. disp. att. TABELLA Dal distretto di
Al distretto di
Roma
Perugia
Perugia
Firenze
Firenze
Genova
Genova
Torino
Torino
Milano
Milano
Brescia
Brescia
Venezia
Venezia
Trento
Trento
Trieste
Trieste
Bologna
Bologna
Ancona
Ancona
L'Aquila
L'Aquila
Campobasso
Campobasso
Bari
Bari
Lecce
Lecce
Potenza
Potenza
Catanzaro
Cagliari
Palermo
Palermo
Caltanissetta
Caltanissetta
Catania
Catania
Messina
Messina
Reggio Calabria
Reggio Calabria
Catanzaro
Catanzaro
Salerno
Salerno
Napoli
Napoli
Roma".
26
È importante notare che in questa tabella non si hanno competenze incrociate, poicè questa opzione non avrebbe assicurato l’imparzialità del giudizio. 4/12/2008 (12:30) - IPOTIZZATO UN COMPLOTTO PER ESAUTORARE IL PM POI TRASFERITO DAL CSM
Sul "Caso de Magistris" una guerra tra magistrati La procura di Salerno fa perquisire la sede di Catanzaro ANTONIO MASSARI
NAPOLI Il «caso de Magistris» s'è trasformato in un aspro scontro tra due procure, quelle di Salerno e Catanzaro, che ha già coinvolto il
Il pubblico ministero Luigi De Magistris
Csm, il ministro di Giustizia, Angelino Alfano, e persino il
presidente della Repubblica: Giorgio Napolitano ieri ha chiesto d'acquisire elementi dell'inchiesta sui magistrati di Catanzaro. Il ministro Alfano ha chiesto di esaminare gli atti per verificarne gli aspetti disciplinari. Il Csm, invece, ha già aperto una pratica sul caso. E sotto lo «scontro» cova la brace racchiusa nelle 1700 pagine firmate dai pm Dionigio Verasani, Gabriella Nuzzi e dal procuratore di Salerno Luigi Apicella.
Se il loro teorema accusatorio fosse provato, saremmo dinanzi a un’inchiesta devastante, sia per l'immagine della magistratura, sia per i rapporti tra politica e giustizia. I pm salernitani parlano di «accordo corruttivo» tra alcuni indagati nelle inchieste «Why Not» e «Poseidone» e alcuni tra i magistrati che hanno ereditato quelle indagini dopo il trasferimento di De Magistris disposto dal Csm. Per la precisione parliamo dei vertici della procura di Catanzaro: il pg Enzo Iannelli, l'ex reggente Dolcino Favi (che avocò l’inchiesta Why not a De Magistris), i sostituti pg Domenico De Lorenzo e Alfredo Garbati, il procuratore aggiunto Salvatore Murone, l'ex procuratore capo Mariano Lombardi. Indagati, a vario titolo, per reati che spaziano dall'abuso di ufficio alla corruzione in atti giudiziari.
La procura di Salerno ipotizza un «disegno illecito orientato a favorire - mediante la deviazione del regolare corso dei procedimenti penali, pilotata da intrecci di interessi, costituitisi in precisi accordi tra gli attuali indagati - le persone sottoposte a indagini». Tra gli indagati di «Why not» e «Poseidone», coinvolti in questi accordi, secondo la procura, ci sarebbero l’ex ministro di Giustizia Clemente Mastella, il responsabile calabrese della Compagnie delle Opere Antonio Saladino, il senatore del Pdl Giancarlo Pittelli. I magistrati di Catanzaro avrebbero favorito, «mediante reiterati atti contrari ai doveri di ufficio, e in cambio di utilità promesse e/o ricevute dai predetti indagati, l’esautorazione dalle inchieste» di De Magistris. E non solo: il decreto di perquisizione si parla di «parcellizzazione dei vari filoni di indagine, disintegrazione degli originari disegni investigativi coltivati, progressivo dissolvimento di tracce investigative, anticipata definizione, in senso favorevole agli indagati, di vicende delittuose necessitanti di approfondimenti investigativi ulteriori». È in questo contesto che sarebbero state archiviate la posizioni di Mastella, del segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, del senatore del Pdl Pittelli.
A Salerno ritengono che l’avocazione dell’inchiesta Why Not e la revoca dell’inchiesta Poseidone siano un passaggio dell’intero disegno criminoso, volto a delegittimare De Magistris, e a disintegrarne poi le inchieste. Il decreto di perquisizione è zeppo di verbali, dai quali compare anche il nome di Lorenzo Cesa, indagato in Poseidone. Dalla segreteria dell’Udc sarebbe partita una telefonata a casa dell'ex procuratore capo Mariano Lombardi proprio il giorno prima che revocasse l’inchiesta a De Magistris.
I pm di Salerno hanno sequestrato ai colleghi di Catanzaro gli atti delle inchieste Why Not e Poseidone, un atto che vanta pochi precedenti, e che è destinato a suscitare ulteriori polemiche. Nelle 1700 pagine del decreto di perquisizione, infine, emerge che il ruolo di primo piano, nel «caso de Magistris», l’avrebbe avuto Antonio Saladino, leader calabrese della CdO, in contatto - oltre
27
che con Mastella - con i massimi vertici della giustizia, tra i quali l’ex presidente dell’Anm, Simone Luerti (interrogato dalla procura di Salerno), che avrebbe abitato a Lamezia Terme in una casa riconducibile proprio a Saladino. Inoltre, sarebbero emersi contatti tra Saladino e il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, che però ha smentito drasticamente: «Mai avuto contatti con lui».
COMPETENZA PER
CONNESSIONE.
La competenza del giudice può essere individuata sulla base di particolari legami esistenti tra più procedimenti penali: si parla di competenza “per connessione”. Per avere la massima semplificazione processuale si dovrebbe avere un solo processo per un solo imputato su un singolo capo d’imputazione, ma i reati non sono sempre commessi da un solo soggetto e si può quindi avere il concorso tra più soggetti. In astratto si dovrebbero avere processi separati, cioè uno per ogni soggetto ma il legislatore ritiene conveniente fare un processo per più imputati per accertare come si sono svolti i fatti. Un unico processo con più imputati ha il vantaggio di assicurare la coerenza della pronuncia; inoltre facendo un processo a più soggetti strettamente connessi tra loro si ha economia processuale non solo sulle prove ( ad esempio il testimone che riferisce su più imputati è sottoposto ad un unico esame) , ma anche sui magistrati, giudici etc etc.; inoltre il processo riunito può permettere di ricostruire con maggiore chiarezza e completezza il quadro probatorio ed i rapporti tra i vari fatti di reato.
Il simultaneus processo si può fare solo nei casi previsti dal codice. La connessione sta ad indicare il legame tra più processi penali, e si ha in tre casi: Art. 12 CPP (Casi di connessione). 1. Si ha connessione di procedimenti: a) se il reato per cui si procede è stato commesso da più persone in concorso [110 c.p.] o cooperazione [113 c.p.] fra loro, o se più persone con condotte indipendenti [41 c.p.] hanno determinato l'evento; b) se una persona è imputata [60, 61] di più reati commessi con una sola azione od omissione ovvero con più azioni od omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso [81 c.p.]; 28
a) caso in cui vi sono più imputati per un unico fatto di reato; l’unicità del fatto impone l’unicità del giudizio. CONCORSO DI PERSONE NEL REATO COOPERAZIONE DI PERSONE NEL REATO
(concorso colposo)
b) Connessione Monosoggettiva Una sola persona ha commesso più reati con una sola azione od omissione (concorso formale di reati) oppure con più azioni od omissioni esecutive del medesimo disegno criminoso (reato continuato). c) Connessione Teleologica Quando più reati sono stati commessi gli uni per eseguire od occultare gli altri. Quando vi è connessione un solo giudice è competente a giudicare tutti i reati connessi; di regola i procedimenti saranno riuniti, ma potranno anche svolgersi separatamente.
COMPETENZA PER MATERIA DETERMINATA DALLA CONNESSIONE ART
15 CPP.
Deroga: il tribunale dei minorenni ha competenza esclusiva, e nei reati connessi i minori possono essere giudicati solo da questo tribunale.
29
COMPETENZA PER TERRITORIO DETERMINATA DALLA CONNESSIONE ART
Esempio,
REATO CONTINUATO:
16 CPP.
Spacciatore che in luoghi diversi compie sempre la stessa condotta;
si guarda all’ultimo luogo in cui è stato posto in essere l’ultimo reato. Non sempre è possibile, ed utile, che i procedimenti connessi siano riuniti. Ad esempio ciò non è possibile quando i procedimenti sono pendenti i due fasi diverse. Ipotesi di separazione obbligatoria ( art 18 cpp): a. quando durante l’udienza preliminare sia possibile decidere subito la posizione dell’imputato b. quando per un imputato si debba sospendere il processo c. quando un imputato non è comparso in dibattimento ed occorre rinnovare la citazione nei suoi confronti d. quando uno o più difensori di imputati non sono comparsi in dibattimento per motivi legittimi e. quando per un imputato l’istituzione dibattimentale è già stata conclusa, mentre per altri deve continuare con tempi lunghi.
30
Separazione facoltativa:
ART. 45 Casi di rimessione. 1. In ogni stato e grado del processo di merito, quando gravi situazioni locali, tali da turbare lo svolgimento del processo e non altrimenti eliminabili, pregiudicano la libera determinazione delle persone che partecipano al processo ovvero la sicurezza o l'incolumità pubblica, o determinano motivi di legittimo sospetto (l. n. 248 del 2002), la Corte di cassazione, su richiesta motivata del procuratore generale presso la corte di appello o del pubblico ministero presso il giudice che procede o dell'imputato, rimette il processo ad altro giudice,designato a norma dell'articolo 11. può essere disposta sull’accordo delle parti quando il giudice la ritenga utile ai fini della speditezza del processo.
“
IN OGNI STATO E GRADO DEL PROCESSO”
: 1°GRADO +
APPELLO;
no fase procedimentale pre-
processo; “GRAVI
SITUIAIZONI LOCALI”:
è grave la situazione di fatto che lasci presagire un esitop non
imparziale del giudizio. “LOCALE”: non diffusa su tutto il territorio nazionale “TALE DA ….” : presume che non sia interna al processo inoltre la grave situazione locale deve “
PREGIUDICARE LA LIBERA DETERMINAZIONE DELLE PERSONE”
e quindi il processo. Casi di rimessione: A) CASI IN CUI SONO PREGIUDICATI LA SICUREZZA E L’INCOLUMITÀ PUBBLICA
urbana); 31
(guerriglia
B) CASI IN CUI È PREGIUDICATA LA LIBERA DETERMINAZIONE DELLE PERSONE CHE PARTECIPANO AL PROCESSO
(intimidazione della giuria popolare da associazioni
mafiose) C) CASI IN CUI SITUAIZONI LOCALI DETERMINANO MOTIVI DI LEGITTIMO SOSPETTO
A seguito della legge cirami del 2002 è stata sollevata la questione di legittimità costituzionale circa la
DISCREZIONALITÀ
che può essere data
all’espressione LEGITTIMO SOSPETTO. La corte costituzionale ha sottolineato che la questione di legittimità è infondata poiché il
LEGITTIMO SOSPETTO
deve comunque essere subordinato
alle GRAVI SITUAIZONI LOCALI. CASS.SEZ. UNITE
27 gennaio 2003 “B. et al.”: la cassazione ha specificato che la rimissione ad altra
sede HA CARATTERE ECCEZIONALE. Cass. sez. unite 27 gennaio 2003, B. et al. L'istituto della rimessione ha carattere eccezionale, ….Ne consegue che, da un lato, per grave situazione locale deve intendersi un fenomeno esterno alla dialettica processuale, riguardante l'ambiente territoriale nel quale il processo si svolge … o di un pregiudizio alla libertà di determinazione delle persone che partecipano al processo medesimo e, dall'altro, che i motivi di legittimo sospetto possono configurarsi solo in presenza di questa grave situazione locale e come conseguenza di essa.
Procedimento di rimissione:
32
dopo la rivoluzione francese c’è stato il terrore causa l’imparzialità del processo dato dal forte influsso dell’opinione pubblica. È qui che nasce l’esigenza di postare il processo da quei luoghi dove vi sono pressioni giustizialiste dell’opinione pubblica e simili. Quindi è stato introdotto questo strumento di trasferimento per evitare che il giudizio non possa essere svolto con serenità. La decisione sulla remissione spetta alla Cassazione che può spostare il processo solo tenendo conto della tabella A delle norme d’attuazione.
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IL PUBBLICO MINISTERO PUBBLICO MINISTERO: È QUEL COMPLESSO DI UFFICI PUBBLICI CHE RAPPRESENTANO NEL PROCEDIMENTO PENALE L’INTERESSE GENERALE DELLO STATO ALLA REPRESSIONE DEI REATI
PUBBLICO MINISTERO E PRINCIPI COSTITUZIONALI: -
Il PM è un magistrato;
e quindi gode delle garanzie riconosciute dalla legge
-
Art. 107.4 Cost.: Il pubblico ministero gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dalle norme sull’ordinamento giudiziario.
-
Art. 112 Cost.: ha l’obbligo di esercitare l’azione penale
Questa è una garanzia per il
PM
perché ubbidisce alla legge penale per determinare su quali
fatti egli deve indagare.
Il
Ha piena indipendenza di status PM
è nominato a seguito di concorso pubblico, è inamovibile nel grado e nella sede, i
provvedimenti disciplinari e le promozioni che lo riguardano sono deliberate dal Consiglio Superiore della Magistratura
Il
PM
non può essere imparziale come il giudice perché deve formulare un’ipotesi
accusatoria, è quindi una PARTE del procedimento penale.
-
Art 108 Cost.: le norme sull’ordinamento giudiziario e su ogni magistratura sono stabilite con legge…
Si ha quindi riserva di legge che coinvolge anche l’ufficio del PM
FUNZIONI DEL PM: Le funzioni del PM sono indicate nell’ordinamento giudiziario:
Art. 73 ord. Giud. (R.D. n. 12 del 1941) Attribuzioni generali del pubblico ministero. Il pubblico ministero veglia alla osservanza delle leggi, alla pronta e regolare amministrazione della giustizia, alla tutela dei diritti dello stato, delle 34
persone giuridiche e degli incapaci, richiedendo, nei casi di urgenza, i provvedimenti cautelari che ritiene necessari; Promuove la repressione dei reati e l'applicazione delle misure di sicurezza; Fa eseguire i giudicati ed ogni altro provvedimento del giudice, nei casi stabiliti dalla legge. Art. 69 Funzioni del pubblico ministero. Il pubblico ministero esercita, sotto la vigilanza del Ministro di giustizia, le funzioni che la legge gli attribuisce. Riassumendo le sue funzioni sono: -
VEGLIARE ALLA OSSERVANZA DELLA LEGGE E DELLA REGOLARE AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA
-
PROMUOVERE LA REPRESSIONE DEI REATI
-
ESERCITARE L’AZIONE PENALE
-
FARE ESEGUIRE I GIUDICATI ED OGNI ALTRO PROVVEDIMENTO DEL GIUDICE.
Ad oggi non ci sono legami tra il
PM
ed il potere esecutivo; il
PM
non è più alle dipendenze del
ministero di giustizia come accadeva nel periodo fascista. Il PM in Italia può essere indicato come:
-
rappresentante della società; riprende la figura dell’
ACCUSATORE PUBBLICO ELETTIVO
prodotta dalla rivoluzione francese
-
rappresentante del potere esecutivo presso il potere giudiziario; il
PM
rischia di divenire
un funzionario del potere esecutivo come è avvenuto in Italia durante il regime fascista.
-
rappresentante della legge presso il potere giudiziario; non ha vincoli stretti con il potere esecutivo, è solo vincolato alla legge cioè al prodotto del potere legislativo e quindi al parlamento e dunque, per il circolo di democrazia, al popolo.
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Il Pm rappresenta l’interesse generale dello Stato alla repressione dei reati
è da considerare che il PM non è una persona fisica ma deve essere inteso come un insie me d’uffici.
dal punto di vista processuale il PM è parte del processo ed è la parte è pubblica perchè persegue un interesse generale.
È parte pubblica
proprio per la generalità dell’interesse che persegue ha il DOVERE DI LLEA LTà
Ha un dovere di lealtà (art. 358 c.p.p.)*
* art. 358 cpp. ATTIVITà DI INDAGINE DEL PM: “ il PM compie ogni attività necessaria ai fini delle indagini preliminari e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta all’indagini”.
Quest’ultimo comma ha creato un pò di scompiglio perchè sembrava che il pm svolgesse indagini a favore dell’indagato. Adesso la dottrina ritiene che questa norma imponga al PM di assumere come prova anche quegli elementi, in cui il PM incappa nello svolgimento delle indagini, favorevoli all’indagato. Il difensore che cerca prove per scagionare il proprio cliente, nel caso incorra in prove a sfavore del reo può, anzi deve, mantenerle nascoste mentre l’art 358 cpp non autorizza il PM a fare ciò.
36
Rapporti tra uffici.
Caratteristiche fondamentali dei rapporti tra uffici -
Non c’è gerarchia Potere di sorveglianza a fini organizzativi e di disciplina (es. risoluzione contrasti)
LA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE
-
tribunale
-
giudice di pace
-
corte d’assise 37
svolge funzioni di PM di fronte a:
LA PROCURA GENERALE PRESSO LA CORTE D’APPELLO;
è costituita presso ogni corte d’appello e svolge
alcune funzioni di sorveglianza nei confronti di uffici sott’ordinati: a) dirime i contrasti tra due uffici del
PM
che ritengono contemporaneamente
d’affermare la propria competenza su un singolo caso; b) nel potere di avocare un singolo affare nei casi tassativamente previsti dalla legge
AVOCAZIONE: in base al diritto amministrativo l’avocazione è il potere dell’organo superiore di sostituirsi all’organo inferiore nello svolgimento di una determinata attività.
IL
PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE D’APPELLO CHIAMA A SE IL PROCEDIMENTO PENALE, NE
SOSTITUISCE IL MAGISTRATO CHE SI STA OCCUPANDO DI QUEL CASO CON UN ALTRO MAGISTRATO APPARTENENTE ALLA PROCURA PRESSO LA CORTE D’APPELLO (SOSTITUTO PROCURATORE). SOLO IN CASI TASSATIVI PREVISTI DALLA LEGGE.
CIÒ
AVVIENE
Solitamente avviene quando il titolare, o un
magistrato dell’ufficio inferiore, hanno omesso un’attività doverosa o quando comunque il procedimento penale rischia una stasi per l’inerzia del magistrato o del PM.
LA PROCURA GENERALE PRESSO LA CORTE DI CASSAZIONE;
svolge una funzione di sorveglianza, nel
senso che ha il potere di iniziare l’azione disciplinare contro qualsiasi magistrato, la decisione finale spetterà al CSM. La procura generale presso la corte d’appello è chiamata a dirimere i contrasti tra uffici del pubblico ministero appartenenti a diversi distretti di corte d’appello.
I CONTRSASTI D’ATTRIBUZIONE
possono essere positivi o negativi:
-
POSITIVI:
tra
persona
ed in relazione al medesimo fatto e ciascuna di essi ritenga la propria
PM
quando due uffici stanno svolgendo indagini a carico della stessa
competenza esclusiva;
-
NEGATIVI:
tra
PM
quando durante le indagini preliminari in relazione ad un determinato
reato, negano la competenza per materia o per territorio del giudice presso il quale ciascuno di essi esercita le funzioni, ritenendo le funzioni di un altro giudice.
38
Nel caso di contrasti d’attribuzione tra la procura della repubblica presso i TRIBUNALI, questi contrasti d’attribuzione sono risolti dall’ufficio di procura generale presso la CORTE D’APPELLO di riferimento; ma se il contrasto avviene tra procure della repubblica presso i TRIBUNALI che si trovano in distretti di corte d’appello diversi, il contrasto d’attribuzione verrà risolto dalla procura generale presso la CASSAZIONE.
Struttura dell’ufficio del PM. procuratore “capo”
In udienza
Fuori udienza
“Gerarchia attenuata”
piena autonomia del sostituto procuratore. in via eccezionale sostituzioni in udienza per: •
rilevanti esigenze di servizio
•
grave impedimento
• consenso del sostituto procuratore casi tassativi di “interesse privato” del sostituto procuratore ( •
esempio se il difensore dell’imputato è un suo prossimo congiunto o un prossimo congiunto del suo coniuge)
nella gestione dei rapporti all’interno degli uffici del PM si confrontano due esigenze diverse:
-
garantire l’indipendenza dei magistrati che fanno parte del PM
-
garantire uniformità d’azione ed organizzazione. 39
Per garantire questa organizzazione vi è bisogno di un soggetto che si ponga a capo dell’ufficio; il magistrato che organizza l’ufficio del
è detto
PM
PROCURATORE TITOLARE DELL’UFFICIO O
PROCURATORE CAPO).
Su
questo
tema
sono
intervenute
delle
modifiche: ART. 2. D. LV N. 106/2006 COME MODIFICATO L. N. 269/2006 Titolarità dell’azione penale Il Procuratore della Repubblica, quale titolare esclusivo dell’azione penale, la esercita personalmente o mediante assegnazione a uno o più magistrati dell’ufficio. L’assegnazione può riguardare la trattazione di uno o più procedimenti ovvero il compimento di singoli atti di essi. […] Con l’atto di assegnazione per la trattazione di un procedimento, il Procuratore della Repubblica può stabilire i criteri ai quali il magistrato deve attenersi nell’esercizio della relativa attività. Se il magistrato non si attiene ai principi e criteri definiti in via generale o con l’assegnazione, ovvero insorge tra il magistrato ed il Procuratore della Repubblica un contrasto circa le modalità di esercizio, il procuratore della repubblica può, con provvedimento motivato, revocare l’assegnazione; entro dieci giorni dalla comunicazione della revoca, il magistrato può presentare osservazioni scritte al Procuratore della Repubblica.
si ha un procuratore capo che non ha un potere gerarchico pieno, non vi è una vera e propria gerarchia poiché manca l’effettiva subordinazione e il sopraordinato non da ordini; tra
PROCURATORE CAPO E MAGISTRATI DELL’UFFICIO SI HA GERARCHIA
ATTENUATA.
Prima del 2006 si parlava invece di
ASSEGNAZIONE:
conferimento di poteri operativi con limitata
autonomia funzionale. Con l’atto di assegnazione il procuratore capo può essere anche dettare criteri per lo svolgimento dell’azione, se il magistrato non si attiene ai criteri dettati dal procuratore capo questo può revocare l’assegnazione con provvedimento motivato. Entro 10 giorni il sostituto procuratore può impugnare la sostituzione. La riforma del 1006 ha ampliato i poteri gerarchici del PROCURATORE DELLA REPUBBLICA:
-
se il sostituto procuratore vuole limitare la libertà personale dell’indagato deve avere l’assenso scritto del capo ufficio:
OCCORRE IL CONSENSO SCRITTO DEL PROCURATORE CAPO
PER OTTENERE LE MISURE CAUTELARI
-
i singoli magistrati dell’ufficio di procura non può intrattenere rapporti con i messi d’informazione; azione che può essere svolta solo dal PROCURATORE CAPO. 40
Art. 53 cpp. Autonomia del pubblico ministero nell’udienza. Casi di sostituzione Comma 1. Nell’udienza, il magistrato del pubblico ministero esercita le sue funzioni con piena autonomia. Con il termine udienza s’intende qualsiasi contraddittorio di fronte al giudice; ciò significa che non deve rispondere al suo capo e non può essere da questo sostituto salvo i casi dell’art. 52 comma 2:
Comma 2. il capo dell’ufficio provvede alla sostituzione del magistrato nei casi di grave impedimento, di rilevanti esigenze di servizio e in quelli previsti dall’art 36 comma 1…negli altri casi il magistrato può essere sostituito solo con il suo consenso. Quindi i casi in cui il procuratore capo può procedere alla sostituzione sono:
-
grave impedimento
-
rilevanti esigenze di servizio
-
casi previsti art. 36 a)b)d)c) manca la lettera h)
non qualunque interesse privato giustifica la sostituzione ma solo quelli previsti per legge o comunque con consenso del magistrato
Comma 3. Quando il capo dell’ufficio omette di provvedere alla sostituzione del magistrato nei casi previsti dall’art 36… il procuratore generale presso la corte d’appello designa per l’udienza un magistrato appartenente al suo ufficio. Il procuratore capo non ottempera ad una sostituzione necessaria, allora deve intervenire il PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE D’APPELLO
che designa un magistrato del suo ufficio (
CASO D’AVOCAZIONE)
Se il procuratore generale non lo sostituisce neppure lui, il
-
procuratore generale presso la cassazione non ha tale funzione
-
l’imputato non può ricusare il magistrato poiché la
RICUSAZIONE
confronti del giudice che appare imparziale
-
è il solo magistrato che dovrebbe ASTENERSI in questi casi
Art. 53 cpp. Astensione.
41
è esperibile solo nei
Il magistrato del
PM
ha la facoltà di astenersi quando esistono gravi ragioni di
convenienza… Se la grave ragione di convenienza è connessa con l’art 52 comma 3 vediamo che il magistrato deve astenersi, si tratta di un comportamento a tutela del prestigio della magistratura. NON ESISTE LA RECUSAZIONE DEL PM.
Per stabilire qual è l’ufficio del
PM
che è competente per svolgere le funzioni tipiche del
PM
si fa
riferimento all’art 51 cpp. : si deve individuare prima il giudice competente per materia o per territorio poi si capisce quale sia la procura di riferimento. A volte tra procedimenti penali i legami non sono così forti da individuare un solo giudice competente; ci sono casi in cui pur non avendo connessioni strette si ha collegamento: i casi di collegamento non portano ad un unico giudice competente ma le indagini devono essere collegate tra loro. Primo esempio fu il
MAXI PROCESSO DI PALERMO
( 1986-1987) ebbe il vantaggio di comprendere al
meglio un fenomeno complesso quale quello mafioso; ma dall’altra parte è un fenomeno molto complicato per la gestione della macchina processuale. 1998 – NO AI MAXI PROCESSI, SI ALLE MAXI INDAGINI Le ipotesi di collegamento investigativo non portano difronte ad un unico giudice quindi non comportano un gravame eccessivo per la macchina della giustizia. Il collegamento investigativo aiutava comunque ad una migliore comprensione del fenomeno e assunzione delle prove.
Art. 371 comma 2. Le indagini di uffici diversi del pubblico ministero si considerano collegate: a) se i procedimenti sono connessi a norma dell'articolo 12; b) se si tratta di reati dei quali gli uni sono stati commessi in occasione degli altri, o per conseguirne o assicurarne al colpevole o ad altri il profitto, il prezzo, il prodotto o l'impunità, o che sono stati commessi da più persone in danno reciproco le une delle altre, ovvero se la prova di un reato o di una sua circostanza influisce sulla prova di un altro reato o di un'altra circostanza; c) se la prova di più reati deriva, anche in parte, dalla stessa fonte. 42
nel 1991 la legge n. 12/1991 modifica l’art 118 bis:
Art 118 – bis disp att. Coordinamento delle indagini. 1. Il procuratore della Repubblica, quando procede a indagini per taluno dei delitti indicati nell'articolo 407, comma 2, lettera a), del codice, ne dà notizia al procuratore generale presso la corte di appello. Se rileva trattarsi di indagini collegate, il procuratore generale ne dà segnalazione ai procuratori generali e ai procuratori della Repubblica del distretto interessati al coordinamento. 2. Quando, di loro iniziativa o a seguito della segnalazione prevista dal comma 1, più uffici del pubblico ministero procedono a indagini collegate, i procuratori della Repubblica ne danno notizia al procuratore generale del rispettivo distretto. 3. Quando il coordinamento, di cui ai commi precedenti, non è stato promosso o non risulta effettivo, il procuratore generale presso la corte di appello può riunire i procuratori della Repubblica che procedono a indagini collegate. Se i procuratori della Repubblica appartengono a distretti diversi, la
43
riunione è promossa dai procuratori generali presso le corti di appello interessate, di intesa tra loro. Quindi si desume che:
-
ogni volta che la procura indaga su un caso di quelli di cui all’art 407 deve informare il procuratore generale presso la corte d’appello e nel caso lo stesso dovrà dire se siamo in presenza di collegamento.
-
Quando il coordinamento non c’è stato il procuratore generale può riunire i procuratori della repubblica che procedono a indagini collegate.
Di fronte a ciò Falcone pensò che se il crimine era organizzato come un’impresa anche lo stato si doveva organizzare in modo analogo. I fatti di criminalità organizzata, per Falcone, dovevano essere attribuiti solo alle procure della repubblica del capoluogo del stretto di corte d’appello ( PROCURA DISTRETTUALE). Non più 166 procure ad indagare sui criminiu di mafia ma 26, ciò significa che ilò coordinamento è molto più facile. Questa soluzione venne attuata con: d.l. 367 del 1991 l. n. 8 del 1992
la soluzione elaborata da Falcone ha avuto talmente tanto successo da ampliare l’area dei reati di competenza della procura distrettuale ad oggi:
44
Per ciò che concerne i reati di cui all’art 51.3 bis non solo le indagini sono affidate alle procure distrettuali ma si è anche previsto che questi magistrati siano parte di una particolare squadra (POOL) la così detta
DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA
(DDA) si occupano solo dei reati di
criminalità organizzata e assimilati. Con il provvedimento del 1991 si è previsto anche un nuovo strumento : la ANTIMAFIA (DNA)
45
DIREZIONE NAZIONALE
art 371 bis. Attribuzioni del procuratore nazionale antimafia. Si occupa della mafia ma non del terrorismo, si avvale inoltre dei servizi centrali delle forze di polizia. La funzione del procuratore nazionale antimafia è di coordinamento tra le varie procure. La procura nazionale antimafia si torva presso la procura presso la corte di cassazione di cui fanno parte 20 magistrati.
46
L’IMPUTATO IMPUTATO: SOGGETTO AL QUALE È ATTRIBUITO IL REATO NELL’IMPUTAZIONE FORMULATA CON RICHIESTA DI RINVIO AL GIUDIZIO O CON ATTO OMOLOGO NELL’AMBITO DEL SINGOLO PROCEDIMENTO SPECIALE.
Nel codice del 1830 bastava essere ritenuto colpevole in qualsiasi fase del procedimento per essere considerato imputato. Nel codice vigente la qualifica d’imputato si ha solo dopo l’esercizio del potere penale (FORMULAZIONE IMPUTAZIONE)
Art. 60 cpp.: Comma 1. “assume la qualità d’imputato la persona alla quale è attribuito il reato nella richiesta di rinvio al giudizio” nei procedimenti speciali la qualifica d’imputato si acquista quando si istaura il singolo rito; nel procedimento davanti al giudice monocratico la qualifica si assume nel momento in cui è emanato il decreto di citazione a giudizio.
Comma 2. “la qualità d’imputato si conserva in ogni stato e grado del processo…” si conserva quindi finchè:
-
non sia più soggetta ad impugnazione la sentenza di non luogo a procedere
-
sia divenuta irrevocabile la sentenza di proscioglimento o di condanna
-
sia diventato esecutivo il decreto penale di condanna. 47
Prima di aver accertato la fondatezza della notizia di reato si usa il diverso temine INDAGATO; INDAGATO: SOGGETTO SOTTOPOSTO ALLE INDAGINI PRELIMINARI
questa distinzione costituisce una garanzia.
INDAGATO
IMPUTATO
i fini garantistici sono rintracciabili anche laddove il legislatore nell’enunciare i diritti di difesa opera un’ampia equiparazione.
In questo caso è co0me se il termine
IMPUTATO
ricomprenda al suo interno anche il termine
INDAGATO.
Si tratta di applicare il principio di analogia in BONAM PARTEM:
Art 61 comma 2 cpp: “alla stessa persona si estende ogni altra disposizione relativa all’imputato, salvo che sia diversamente stabilito”. Ciò fa si che si abbia anche un estensione in MALAM PARTEM:
Art 291 cpp. Misure cautelari (misure che limitano la libertà personale).
48
Nel libro IV si ha sempre il termine imputato ma non è vero che queste norme si possano applicare solo dopo che è stata formulata l’accusa perché si ha l’art 61 comma 2 , e soprattutto perché in questo caso le misure cautelari sono utili soprattutto prima della formulazione dell’accusa.
Garanzie per l’imputato durante il procedimento penale. Le prime garanzie e sicuramente le più importanti per l’imputato sono riconosciute nel momento dell’interrogatorio perché attraverso di esso si possono esporre i principali diritti che spettano all’indagato e che fanno parte di quello che è comunemente definito “diritto all’autodifesa”. È però da tener conto che alcune garanzie speciali gli vengono riconosciute in generale nella fase delle indagini preliminari. Durante le INDAGINI PRELIMINARI l’indagato ha diritto a sapere alcune cose anche se tendenzialmente le investigazioni devono essere segrete, Il PM deve raccogliere informazioni e decide così di sentire il soggetto infornato dei fatti (trattasi di POSSIBILE TESTIMONE
perché si può parlare di TESTIMONE solo per i casi previsti esplicitamente dalla
legge), l’interrogatorio testimoniale è uno dei casi di atto segreto per antonomasia. Se le indagini preliminari di regola sono segrete, l’indagato ha comunque diritto di sapere certe cose: 1. chiedere se il proprio nome è stato iscritto nel registro delle notizie di reato come INDAGATO;la
risposta può essere:
SI “NON
RISULTANO
ISCRIZIONI
SUSCETTIBILI
DI
COMUNICAZIONE” ciò poterebbe significare: a. il soggetto non è stato iscritto come indagato b. il soggetto è iscritto come indagato per reati talmente gravi da non poter essere comunicata. 2. ha diritto di ricevere l’INFORMAZIONE
DI GARANZIA:
questa si ha solo in presenza di
atto garantito cioè quell’atto a cui l’indagato ha diritto di assistere con preavviso. Quando il
PM
ha intenzione di svolgere un atto garantito deve inviare
un’informazione di garanzia all’indagato. 49
DIRITTI DI INFORMATIVA DELL’INDAGATO • Ha diritto di chiedere alla segreteria del Pm se il proprio nome è stato iscritto come “indagato” nel registro delle notizie di reato (art. 335 c.p.p.) • Ha diritto di ricevere l’informazione di garanzia (art. 369), se il Pm intende compiere un atto “garantito”, ossia un atto al quale il difensore dell’indagato ha diritto di assistere con preavviso.
Art. 369 CPP. Informazione di garanzia. 1. Solo quando deve compiere un atto al quale il difensore ha diritto di assistere, il pubblico ministero invia per posta, in piego chiuso raccomandato con ricevuta di ritorno, OFFESA
ALLA PERSONA SOTTOPOSTA ALLE INDAGINI E ALLA PERSONA
una informazione di garanzia con indicazione delle norme di legge
che si assumono violate della data e del luogo del fatto e con invito a esercitare la facoltà di nominare un difensore di fiducia. Il pubblico ministero che sta per compiere un atto garantito deve inviare all’indagato e alla persona offesa l’informazione di garanzia. Il contenuto più importante è l’invito ad esercitare la facoltà di nominare un difensore di fiducia. Se l’indagato non provvede alla nomina il PM designa il difensore d’ufficio richiedendo il nominativo all’ufficio appositamente istituito presso il Consiglio dell’ordine degli avvocati. Il codice impone inoltre di precisare, oltre alle norme di legge che si assumono violate, la data ed il luogo del fatto storico di reato ovviamente nei limiti in cui tali dati risultino dalle indagini. Manca la descrizione del fatto storico in se e per se; l’indagato può venire a conoscenza del motivo di tale convocazione solo al momento dell’interrogatorio.
Regole specifiche per tutelare l’indagato si hanno poi, come già avvertito, durante l’interrogatorio:
50
REGOLE GENERALI:
le regole generali dell’interrogatorio sono contenute nell’art 64 cpp. Da tale
disposizione si ricava che dall’interrogatorio si potranno dichiarazioni soltanto se e nei limiti in cui l’indagato decida liberamente di renderle.
Art. 64 cpp. Regole generali per l'interrogatorio. Comma 1. La persona sottoposta alle indagini, anche se in stato di custodia cautelare o se detenuta per altra causa, interviene libera all'interrogatorio, salve le cautele necessarie per prevenire il pericolo di fuga o di violenze. Comma 2. Non possono essere utilizzati, neppure con il consenso della persona interrogata, metodi o tecniche idonei a influire sulla libertà di autodeterminazione o ad alterare la capacità di ricordare e di valutare i fatti . il terzo comma indica gli avvisi che devono essere dati all’indagato al momento dell’interrogatorio
Comma 3. Prima che abbia inizio l'interrogatorio, la persona deve essere avvertita che: a) le sue dichiarazioni potranno sempre essere utilizzate nei suoi confronti; di fatti le dichiarazioni rese dall’indagato potranno essere utilizzate nei suoi confronti sia durante le indagini, che durante il dibattimento anche se il medesimo non si presenta o tace. Se l’autorità omette tale avviso, oppure l’avviso è incompleto, il codice stabilisce che le dichiarazioni rese dall’interrogato sono inutilizzabili.
b) salvo quanto disposto dall'articolo 66, comma 1, ha facoltà di non rispondere ad alcuna domanda, ma comunque il procedimento seguirà il suo corso; Il codice riconosce all’indagato il diritto di restare in silenzio di fronte ad alcune domande o a tutte. Anche in questo caso la sanzione del mancato avviso è l’inutilizzabilità.
c) [….] . LE REGOLE DELL’INTERROGATORIO
“SUL MERITO”:
Art. 65 cpp . Interrogatorio nel merito 51
Comma 1. L'autorità giudiziaria contesta alla persona sottoposta alle indagini in forma chiara e precisa il fatto che le è attribuito, le rende noti gli elementi di prova esistenti contro di lei e, se non può derivarne pregiudizio per le indagini, gliene comunica le fonti. Comma 2. Invita, quindi, la persona ad esporre quanto ritiene utile per la sua difesa e le pone direttamente domande. Comma 3. Se la persona rifiuta di rispondere, ne è fatta menzione nel verbale. Nel verbale è fatta anche menzione, quando occorre, dei connotati fisici e di eventuali segni particolari della persona. Dopo aver dato gli avvisi inerenti l’interrogatorio il
PM
deve contestare all’indagato il fatto che gli
viene attribuito. Nelle indagini preliminari si parla di
ADDEBITO PROVVISORIO
e non si tratta di un’imputazione
formale. A norma del comma 3 l’indagato ha la facoltà di non rispondere, ma se così fosse deve risultare dal verbale. Il silenzio ad una singola domanda potrebbe essere utile per valutare la credibilità dell’imputato in un secondo momento. Nel nostro ordinamento l’unico soggetto che ha l’obbligo di dire la verità è il POSSIBILE TETSIMONE;
TESTIMONE
o il
l’indagato/imputato è una figura incompatibile con quella di testimone e
quindi questi soggetti non hanno l’obbligo di dire la verità. L’indagato non ha l’obbligo di rispondere e può dire il falso, in questo caso:
-
non può rispondere del reato di INFORMAZIONI AL PM
FALSA TESTIMONIANZA,
ne di quello di
FALSE
perché sono reati tipici che si configurano solo in capo ai testimoni
e come appena detto la figura d’indagato/imputato non è conciliabile con quella di testimone
-
in relazioni ad altri reati che il soggetto possa integrare rendendo dichiarazioni mendaci egli è protetto dall’ art 384 cp:
CAUSA DI NON PUNIBILITÀ
per alcuni reati la punibilità è
esclusa se il responsabile del fatto lo ha commesso per esservi stato costretto dalla necessità di salvare se stesso o un prossimo congiunto da un grave ed inevitabile nocumento nella libertà o nell’onore
52
l’indagato può mentire impunemente almeno che non commetta calunnia 1 o simulazione di reato.
1
La calunnia consiste nell’accusare una persona innocente di un atto commesso quando si sa che non l’ha fatto. La calunnia è in primis un reato contro l’amministrazione della giustizia, ma si tratta di un reato complesso perché dall’altra parte offende più valori giuridici. Il calunniato è persona offesa anche se questo interesse è titolato in modo non prevalente.
53
TESTIMONE: PERSONA CHE HA CONOSCENZA DEI FATTI CHE DEVONO ESSERE ACCERTATI NEL PROCEDIMENTO PENALE E CHE DEPONE DIFRONTE AL GIUDICE POSSIBILE TESTIMONE (O PERSONA INFORMATA)
: PERSONA CHE HA CONOSCENZA DEI FATTI CHE
DEVONO ESSERE ACCERTATI NEL PROCEDIMENTO PENALE E CHE DEPONE DIFRONTE AL PM
il legislatore all’interno del codice ha pensato al caso in cui il testimone rispondendo a domande si AUTOINCRIMINA.
Art. 63 cpp. Dichiarazioni indizianti Comma 1.
Se davanti all'autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria una
persona non imputata ovvero una persona non sottoposta alle indagini rende dichiarazioni dalle quali emergono indizi di reità a suo carico, l'autorità procedente ne interrompe l'esame, avvertendola che a seguito di tali dichiarazioni potranno essere svolte indagini nei suoi confronti e la invita a nominare un difensore. Le precedenti dichiarazioni non possono essere utilizzate contro la persona che le ha rese.
54
Comma 2.
Se la persona doveva essere sentita sin dall'inizio in qualità
di imputato o di persona sottoposta alle indagini, le sue dichiarazioni non possono essere utilizzate. Il legislatore si rifà al brocardo latino: NEMO TENETUR SE DETEGERE Secondo il quale nessuno può essere costretto ad autoaccusarsi; difatti si stabilisce che in presenza di dichiarazioni autoindizianti l’autorità procedente debba: 1. sospendere l’esame 2. avvertire la persona che a seguito delle dichiarazioni potranno essere svolte indagini nei suoi confronti 3. invitarla a nominare un difensore le dichiarazioni lasciate fino a quel momento non potranno essere utilizzate contro chi l’ha rese ma possono essere utilizzate a suo favore. Tale articolo ha una doppia funzione di tutela:
-
preventiva che mira ad evitare che il testimone continui ad aggravare la sua posizione
-
neutralizza le dichiarazioni già rese.
55
RUOLO PROCESSUALE DELLA PERSONA OFFESA PERSONA OFFESA DL REATO: È IL TITOLARE DELL’INTERESSE GIURIDICO PROTETTO, ANCHE IN MODO NON PREVALENTE, DA QUELLA NORMA INCRIMINANTE CHE SI ASSUME SIA STATA VIOLATA DAL REATO.
la persona offesa è
SOGGETO DEL PROCEDIMENTO
ma non
PARTE
a norma del codice, lo diventa solo
se si costituisce parte civile richiedendo, all’interno del procedimento penale, il risarcimento del danno provocato dalla violazione della norma penale.
DIRITTO D’INFORMATIVA:
come prima visto ha diritto accanto all’indagato di ricevere l’informazione di garanzia.
La stessa ha diritto di chiedere se il proprio nome è stato iscritto come persona offesa.
Nei casi in cui il PM intenda procedere ad accertamenti tecnici non ripetibili
Circa la data e il luogo in cui si svolgerà l’udienza preliminare
POTERI SOLLECITATORI: esercizio di poteri e facoltà riconosciutegli dall’art 90 comma 1 del
CPP
come ad esempio quello di
presentare memorie scritte o indicare elementi di prova nel corso del procedimento. DIRITTO DI PARTECIPAZIONE: esercitabili solo per mezzo della figura del difensore che si può limitare ad assistere ai pochi atti d’indagine per cui è prevista la sua presenza, oppure operarsi per svolgere le DIFENSIVE.
56
INVESTIGAZIONI
POTERI PENALISTICI: la persona offesa dal reato
NONN È TITOLARE DELL’AZIONE PENALE,
ma può compiere alcuni atti che
tutelano il suo interesse ad ottenere il rinvio al giudizio del’imputato attraverso attività di controllo del PM.
Tale articolo prevede esplicitamente che i poteri riconosciuti alla persona offesa dal reato sono esercitabili dai suoi eredi.
Il danneggiato dal reato vanta una TUTELA RISARCITORIA
Art. 185 cpp. Restituzioni e risarcimento del danno. Ogni reato obbliga alle restituzioni a norma delle leggi civili. Ogni reato, che abbia cagionato un danno patrimoniale o non patrimoniale, obbliga al risarcimento il colpevole e le persone che, a norma delle leggi civili, debbono rispondere per il fatto di lui. All’interno di questo articolo si fa riferimento al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale, entrambe concetti derivanti dal diritto civile, ed in particolare dagli art:
Art. 2043 cpp. Risarcimento per fatto illecito. Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno.
57
Art. 2059 cpp. Danni non patrimoniali. Il danno non patrimoniale deve essere risarcito solo nei casi determinati dalla legge.
Per
DANNO PATRIMONIALE
s’intende:
perdita – diminuzione del patrimonio
danno emergente /lucro cessante
valutazione per equivalente
per
DANNO NON PATRI MONIALE
danno morale
danno biologico
danno esistenziale
s’intende:
In merito a tale ambito si deve però tener presente una considerazione fondamentale circa la distinzione tra
PERSONA OFFESA DAL REATO
e
PERSONA DANNEGGIATA DAL REATO
distinzione derivano caratteristiche peculiari inerenti al processo. 58
poiché da tale
Le due figure, però, non sono sempre figure distinte poiché è sempre vero che il reato comporta danni reali ( più spesso di quelli patrimoniali) per il soggetto offeso dal reato. Non è detto che il danneggiato sia sempre il soggetto offeso dal reato.
Distinzione tra persona offesa e danneggiato dal reato: PERSONA OFFESA: titolare dell’interesse giuridico protetto anche in modo non prevalente,dalla norma penale incriminatrice che si ritiene violata dal reato
DANNEGGIATO: è colui che ha subito un danno dal reato, e che vanta una pretesa civilistica alla restituzione e al risarcimento dei danni derivanti dal reato
non può prendere parte al processo
durante le indagini preliminari non è legittimato a compiere atti; può diventare parte se si costituisce parte civile dopo che il pm ha esercitato l’azione penale
Nei sistemi accusatori si predilige la separazione delle giurisdizioni civile e penale per evitare che la questione penale possa essere condizionata dalla risarcibilità del danno.
In Europa per lo più è consentito esercitare l’azione civile all’interno del procedimento penale per 2 motivi: 59
-
economia processuale
-
evitare contrasto di decisioni
Nel sistema anglosassone il rischio di risultati contrastanti si ammette per assicurare la separazione dei poteri. Codice del 1988: soluzione di compromesso, il legislatore del 1988 ritiene preferibile che il danneggiato chieda il risarcimento del danno al giudice civile, è stata comunque mantenuta la possibilità di richiedere il risarcimento in sede penale mediante la costituzione di parte civile. Quindi, ad oggi, il
DANNEGGIATO DAL REATO
può esercitare l’azione civile per il risarcimento del
danno:
-
NEL PROCESSO CIVILE
-
NEL PROCESSO PENALE
mediante la costituzione di parte civile
in questo caso si hanno dei termini:
Art. 79 cpp.Termine per la costituzione di parte civile. 1. La costituzione di parte civile può avvenire per l'udienza preliminare e successivamente, fino a che non siano compiuti gli adempimenti previsti dall'articolo 484. 2. Il termine previsto dal comma 1 è stabilito a pena di decadenza. 1.
TERMINE INIZIALE:
udienza preliminare (art 79 comma 1)
ci si può costituire parte civile anche dopo, ma entro un ulteriore termine TERMINE FINALE:
art 484 cpp.
2. Il termine di cui il primo comma è soggetto a
DECADENZA
quindi se questi termini, o meglio il
termine finale è già scaduto non si è più legittimati a costituirsi parte civile
60
Art. 78 cpp. Formalità della costituzione di parte civile. 1. La dichiarazione di costituzione di parte civile è depositata nella cancelleria del giudice che procede o presentata in udienza e deve contenere, a pena di inammissibilità: a) le generalità della persona fisica o la denominazione dell'associazione o dell'ente che si costituisce parte civile e le generalità del suo legale rappresentante; b) le generalità dell'imputato nei cui confronti viene esercitata l'azione civile o le altre indicazioni personali che valgono a identificarlo; c) il nome e il cognome del difensore e l'indicazione della procura; d) l'esposizione delle ragioni che giustificano la domanda; e) la sottoscrizione del difensore. La costituzione di parte civile deve essere fatta mediante un’apposita dichiarazione resa per iscritto ai sensi dell’art 78 cpp; la dichiarazione deve essere sottoscritta dal difensore della parte civile, perché il danneggiato sta in giudizio non personalmente ma mediante il difensore munito di procura speciale conferita con atto pubblico o scrittura privata autenticata (art 100 comma 1). La dichiarazione svolge la funzione dell’atto di citazione in un processo civile.
61
Gli elementi richiesti prevedono, qualora assenti, la pena dell’
INAMMISSIBILITÀ
cioè l’atto è invalido
ed il giudice non lo valuta neppure, cioè non entra nel merito. Elemento essenziale della domanda è la “causa petendi” cioè l’elemento indicato dalla lettera d: “l'esposizione delle ragioni che giustificano la domanda” questa non è altro che la descrizione del fatto storico; non è necessario indicare il “petitum” cioè la quantificazione del danno richiesto. L’azione civile può essere trasferita dall’uno all’altro processo:
DAL PROCEDIMENTO CIVILE A QUELLO PENALE:
( due condizioni)
1. il giudice civile deve già aver pronunciato la sentenza 2. purché non si scaduto il termine per costituirsi parte civile DAL PROCEDIMENTO PENALE A QUELLO CIVILE:
il processo civile resta sospeso finché quello penale non si sia definito La legge lo permette ma a titolo di “pena” si deve attendere che la questione penale si sia conclusa poiché il legislatore vuole inviare al soggetto il messaggio chè è possibile esercitare l’azione civile nel procedimento penale ma sarebbe meglio evitare così che il procedimento penale non si complichi. C’è un’altra ipotesi in cui il procedimento civile rimane sospeso: quando l’azione civile è stata esercitata in modo tardivo: 62
provvisionale: prima liquidazione dei danni, sarà il successivo processo civile che qualificherà il danno da risarcire.
63
LA POLIZIA GIUDIZIARIA Lo stato tutela l’ordine e la legalità servendosi delle forze di polizia:
-
POLIZIA AMMINISTRATIVA.
Che si occupa dell’osservanza delle leggi e dei regolamenti
amministrativi, in esecuzione delle funzioni proprie del potere esecutivo. Questa forza di polizia si distingue in varie specializzazioni, ivi quella di nostro interesse è la SICUREZZA
POLIZIA DI
che ha come compito quello di tutelare la collettività contro i pericoli e le
turbative a interessi essenziali per la vita di una società civile .
-
POLIZIA GIUDIZIARIA.
POLIZIA
DI SICUREZZA
GIUDIZIARIA
Art. 1. T.U.L.P.S. RD n. 773/1931 L'autorità
di
mantenimento
pubblica
sicurezza
dell'ordine
Art. veglia
pubblico,
al
55
c.p.p.
Funzioni
della
polizia
giudiziaria.
alla
1. La polizia giudiziaria deve, anche di propria
sicurezza dei cittadini, alla loro incolumità e
iniziativa, prendere notizia dei reati, impedire che
alla tutela della proprietà; cura l'osservanza
vengano
delle leggi e dei regolamenti generali e speciali
ricercarne gli autori, compiere gli atti necessari per
dello Stato, delle province e dei comuni, nonché
assicurare
delle ordinanze delle autorità; presta soccorso
quant'altro possa servire per l'applicazione della
nel caso di pubblici e privati infortuni.
legge penale.
portati le
fonti
a
conseguenze di
prova
e
ulteriori, raccogliere
2. Svolge ogni indagine e attività disposta o
PREVENZIONE DELLA COMMISSIONE DEI REATI PER MANTENERE L’ORDINE PUBBLICO
delegata dall'autorità giudiziaria. 3. Le funzioni indicate nei commi 1 e 2 sono svolte dagli ufficiali e dagli agenti di polizia giudiziaria.
FUNZIONE SERVENTE NEI CONFRONTI DEL PROCEDIMENTO PENALE
64
tale distinzione ha finalità prettamente garantista poiché solo la PG in certi casi eccezionali ha poteri coercitivi: quando svolge la funzione amministrativa o di sicurezza la polizia, di regola, non gode di poteri coercitivi, e cioè non può direttamente limitare le libertà fondamentali; viceversa, non appena giunge una notizia di reato, viene esercitata la funzione di polizia giudiziaria. La PG è una
FUNZIONE
e NON
UN CORPO;
cioè alcuni corpi di polizia di sicurezza hanno anche la
qualifica di POLIZIA GIUDIZIARIA . Tale scelta risale all’epoca costituzionale:
La funzione di polizia giudiziaria è svolta sotto la direzione del PROCURATORE GEMERALE PRESSO LA CORTE D’APPELLO
La
PG
prende ordini dalla
MAGISTRATURA
PM
e sotto la sorveglianza del
.
ai fini del processo, quindi ha un vertice politico; ma
funzionalmente dipendono dall’autorità giudiziaria. In alcuni casi potrebbe esserci il rischio d’interferenza politica sulla polizia di sicurezza, così questa, nell’esercizio della funzione giudiziaria non risponda alla magistratura ma al potere politico. Il codice distingue tre strutture che svolgono funzioni di polizia giudiziaria, pur restando i singoli ufficiali ed agenti sotto le dipendenza “organica” del corpo di appartenenza. Le strutture si caratterizzano per il diverso grado di dipendenza funzionale dall’autorità giudiziaria.
65
Art. 57 c.p.p. Ufficiali e agenti di polizia giudiziaria. 1. Salve le disposizioni delle leggi speciali, sono ufficiali di polizia giudiziaria: a) i dirigenti, i commissari, gli ispettori, i sovrintendenti e gli altri appartenenti alla polizia di Stato ai quali l'ordinamento dell'amministrazione della pubblica sicurezza riconosce tale qualità; b) gli ufficiali superiori e inferiori e i sottufficiali dei carabinieri, della guardia di finanza, degli agenti di custodia e del corpo forestale dello Stato nonché gli altri appartenenti alle predette forze di polizia ai quali l'ordinamento delle rispettive amministrazioni riconosce tale qualità; c) il sindaco dei comuni ove non abbia sede un ufficio della polizia di Stato ovvero un comando dell'arma dei carabinieri o della guardia di finanza. 2. Sono agenti di polizia giudiziaria: a)
il
personale
della
polizia
di
Stato
al
quale
l'ordinamento
dell'amministrazione della pubblica sicurezza riconosce tale qualità; b) i carabinieri, le guardie di finanza, gli agenti di custodia, le guardie forestali e, nell'ambito territoriale dell'ente di appartenenza, le guardie delle province e dei comuni quando sono in servizio. 3. Sono altresì ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, nei limiti del servizio cui sono destinate e secondo le rispettive attribuzioni, le persone alle quali le leggi e i regolamenti attribuiscono le funzioni previste dall'articolo 55.
Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria possono avere competenza generale per tutti i reati, ovvero competenza limitata all’accertamento di determinati reati. POLIZIA GIUDIZIARIA CON COMPETENZA GENERALE: POLIZIA GIUDIZIARIA CON COMPETENZA LIMITATA:
(art 57 comma1)
(art 57 comma 3)
66
67
IL DIFENSORE Art 6 CEDU diritto al processo equo Al terzo comma si parla esplicitamente del diritto dell’accusato ad avere un difensore
Art 24 comma 2 Cost. “la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.” La
DIFESA PENALE
è una forma di tutela che permette all’imputato di ottenere la tutela dei propri
diritti che nel caso specifico si sostanziano nel dimostrare la propria innocenza, o comunque di essere condannato ad una sanzione non più grave di quella applicabile secondo la legge. La difesa è un
DIRITTO
; sono titolari di questo diritto le parti e alcuni tra i soggetti del
procedimento penale. Il codice parla di difensore al singolare come se fosse un’unica categoria. Per ciò che concerne l’esercizio del diritto di difesa può essere esercitato sia personalmente (autodifesa) sia per mezzo del difensore (difesa tecnica).
DIFENSORE: SOGGETTO DOTATO DI COMPETENZE TECNICO-GIURIDICHE E CHE HA DETERMINATE QUALIFICHE DI TIPO PENALISTICO,PRIVATISTICO E PROCESSUALE
PRIVATISTICA
QUALIFICA
PUBBLICISTICA
QUALIFICA
PROCEDURALE
QUALIFICA
DIFENSORE: SOGGETTO DOTATO DI CONOSCENZE TECNICO PROFESSIONALI, CHE È LEGATO ALLA PARTE DA UN CONTRATTO PRIVATO DI PRESTAZIONE D’OPERA INTELLETTUALE (ART
2230 C.C.)
DIFENSORE: SOGGETTO CHE SVOLGE UN SERVIZIO DI PUBBLICA NECESSITÀ (ART C.P.
DIFENSORE: SOGGETTO CHE RAPPRESENTA UNA PARTE
68
359
IL DIFENSORE DELL’IMPUTATO.
Nell’art 6 CEDU si dice che l’imputato può difendersi da solo o
essere assistito da un difensore ma la nostra costituzione IMPONE la presenza di un difensore poiché il nostro legislatore ritiene che un soggetto è talmente coinvolto nel procedimento da non poter svolgere al meglio la propria difesa. Il difensore è un
SOGGETTO
ma non una
PARTE
del procedimento, che ha il compito di assicurare la
dialettica processuale nell’interesse del cliente. Non ha l’obbligo di collaborare con la Giustizia, non deve introdurre nel processo le prove raccolte che siano contro l’interesse del cliente; tuttavia, il difensore non deve introdurre prove false (art. 14 codice deontologico forense; in caso di violazione, c’è il rischio di incorrere in una incriminazione per favoreggiamento personale o per altri reati). L’attività del difensore può essere espressione di: A) RAPPRESENTANZA TECNICA.
È il potere conferito al difensore, di compiere atti processuali “per conto” del cliente. Il difensore può compiere tutti quegli atti che non sono personali e cioè espressamente riservati alla parte dalla legge. Perché il difensore possa disporre di un diritto in nome del cliente è necessario che gli venga attribuita la rappresentanza volontaria e cioè il potere di compiere un atto i cui effetti ricadono sul cliente. La rappresentanza viene conferita per mezzo di una PROCURA AD LITEM. IL DIFENSORE AGISCE IN NOME PROPRIO PER CONTO DEL CLIENTE B) ASSISTENZA
è una forma di rappresentanza tecnica che non esclude l’autodifesa, nel senso che l’imputato può compiere personalmente gli atti che non siano esplicitamente riservati dalla legge al difensore C) RAPPRESENTANZA VOLONTARIA
il difensore agisce in nome e nell’interesse del cliente (occorre una procura speciale che attribuisca al difensore il potere di compiere quel singolo determinato atto) viene solitamente utilizzata per compiere gli atti personali. Ci sono atti “personalissimi” per i quali non vi può essere rappresentanza volontaria. RAPPORTI TRA DIFENDORE E IMPUTATO
Art. 96 cpp. Difensore di fiducia. 69
1. L'imputato ha diritto di nominare non più di due difensori di fiducia. 2. La nomina è fatta con dichiarazione resa all'autorità procedente ovvero consegnata alla stessa dal difensore o trasmessa con raccomandata. 3. La nomina del difensore di fiducia della persona fermata, arrestata o in custodia cautelare, finché la stessa non vi ha provveduto, può essere fatta da un prossimo congiunto, con le forme previste dal comma 2. Il rapporto tra i due soggetti è un rapporto di FIDUCIA quindi:
-
prima di accettare il mandato il difensore può rifiutare la nomina
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dopo l’accettazione del mandato può rinunciarvi, tale rinuncia non ha effetto finché la parte non risulti assistita da altro difensore
L’imputato che non ha difensore di fiducia ne deve ricevere uno d’ufficio.
Art. 97 cpp. Difensore di ufficio. 1. L'imputato che non ha nominato un difensore di fiducia o ne è rimasto privo è assistito da un difensore di ufficio. 2. I consigli dell'ordine forense di ciascun distretto di corte d'appello, mediante un apposito ufficio centralizzato, al fine di garantire l'effettività della difesa d'ufficio, predispongono gli elenchi dei difensori che a richiesta dell'autorità giudiziaria o della polizia giudiziaria sono indicati ai fini della nomina. I consigli dell'ordine fissano i criteri per la nomina dei difensori sulla base delle competenze specifiche, della prossimità alla sede del procedimento e della reperibilità. 3. Il giudice, il pubblico ministero e la polizia giudiziaria, se devono compiere un atto per il quale è prevista l'assistenza del difensore e la persona sottoposta alle indagini o l'imputato ne sono privi, danno avviso dell'atto al difensore il cui nominativo è comunicato dall'ufficio di cui al comma 2. […] 5. Il difensore di ufficio ha l'obbligo di prestare il patrocinio e può essere sostituito solo per giustificato motivo.
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6. Il difensore di ufficio cessa dalle sue funzioni se viene nominato un difensore di fiducia. Il difensore d’ufficio viene designato dal consiglio dell’ordine degli avvocati di ciascun distretto di corte d’appello facendo riferimento a degli elenchi informatizzati. Anche il difensore d’ufficio ha diritto ad essere retribuito da parte dell’assistito; lo scopo del difensore d’ufficio è quello di attuare un minimo di eguaglianza delle armi in situazioni nelle quali l’imputato si disinteressa di nominare un rappresentante o ne rimane privo o quando nessun difensore accetti la nomina di fiducia. ISTITUTO DEL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO
Può essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato (articolo 76, D.P.R. 30 maggio 2002, n° 115): chi è titolare di un reddito imponibile ai fini dell'imposta personale sul reddito, risultante dall'ultima dichiarazione, non superiore a € 9.723,84 (Gazzetta Ufficiale n° 27 del 2 febbraio 2006) [recentemente modificato il reddito limite è stato innalzato] Un importante innovazione in tale ambito si è avuta con il DECRETO-LEGGE 23 febbraio 2009 n.11 (in Gazz. Uff., 24 febbraio, n. 45). - Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonche' in tema di atti persecutori.
«4-ter. La persona offesa dai reati di cui agli articoli 609-bis, 609-quater e 609octies del codice penale puo' essere ammessa al patrocinio anche in deroga ai limiti di reddito previsti dal presente decreto.».
Art. 99 cpp. Estensione al difensore dei diritti dell'imputato. 1. Al difensore competono le facoltà e i diritti che la legge riconosce all'imputato, a meno che essi siano riservati personalmente a quest'ultimo. 2. L'imputato può togliere effetto, con espressa dichiarazione contraria, all'atto compiuto dal difensore prima che, in relazione all'atto stesso, sia intervenuto un provvedimento del giudice. Dopo la nomina del difensore questo può esercitare tutte le facoltà del primo salvo che siano personali, per i quali è necessaria la PROCURA SPECIALE.
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Come è possibile notare dall’art 99 comma 2 l’imputato ha anche poteri molto forti nei confronti del difensore.
MODALITÀ DI NOMINA DEL DIFENSORE
l’art 96 prevede che l’imputato ha diritto di farsi assistere da non più di 2 difensori. La nomina è un atto a forma libera e può essere effettuato in tre modi: 1) con dichiarazione, scritta o orale, resa dall’indagato all’autorità procedente 2) con dichiarazione scritta consegnata dal difensore nelle mani dell’autorità procedente 3) con dichiarazione scritta trasmessa all’autorità procedente con raccomandata sono modalità molto agili di nomina, esperibili anche dai prossimi congiunti qualora l’interessato ne sia impossibilitato.
IL DIFENSORE DELLA PERSONA OFFESA
la persona offesa, a differenza dell’imputato non ha l’obbligo di essere assistito in sede processuale, ha la facoltà di nominare il difensore e non l’obbligo, ma se si vuole costituire parte civile deve provvedere a questa nomina secondo le modalità prima descritte.
DIFENSORE DELLE ALTRE PARTI PRIVATE.
A norma dell’art 100 comma 2 la parte civile, il responsabile civile, la persona civilmente obbligata, stanno in giudizio col ministero del difensore. Viene qui utilizzata la procura speciale, detta anche procura ad litem, la quale può anche essere apposta in calce o a margine della dichiarazione.
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