INDICE . . ESERCIZI ESERCIZI . . ESERCIZI PER RITMO DI BEGUINE, TANGO E FOX- FOX-
2 3 3 8 9 10
BRANI PER ORGANETTO p. 16 . 36 LA LA ..p ..p.. 47 ORG ORG FANTASTI FANTASTI CALABRISELLA CALABRISELLA TARANTELLA STREPITO STREPITO BRUNILDE BRUNILDE
PREMESSA
Inizialmente l’insegnamento dell’organetto veniva tramandato di generazione in generazione, utilizzando un metodo rudimentale che era quello qu ello ad orecchio , in cui non esisteva nessuna nota musicale, ma tutto era basato sulla capacita acustica e visiva di apprendimento e ciò comportava una notevole difficoltà ed un’inutile spreco di tempo. Tale metodo era utilizzato perché le musiche erano ben poche, ma oggi con lo sviluppo di tale strumento si ha un repertorio molto vasto, e di conseguenza il metodo ad orecchio non è adatto, anche perché smettendo di suonare per alcuni mesi o settimane non ci si ricorda niente di quello che si è imparato e ciò significa riprendere tutto daccapo, oltre al fatto che il sistema ad orecchio è un metodo limitato e fine a se stesso. Oggi al contrario spesso capita che l’allievo non si limiti solo allo studio dell’organetto ma che prosegua con lo studio della fisarmonica o di altri strumenti musicali, quindi utilizzando un metodo didattico musicale avrà imparato a leggere la musica potendo così applicarla su qualsiasi strumento musicale. L’esigenza di comporre un testo didattico, è nata dal fatto che, insegnando da vari anni, in scuole private e statali, ed essendo stato il primo in Basilicata ad introdurre l’insegnamento dell’organetto a musica, ho potuto notare l’estrema efficacia e facilità di un criterio didattico che possa dare da re all’allievo un’apertura un ’apertura verso il mondo della musica e che segua tre principali idee di base: 1. Imparare Imparare a leggere leggere la musica; musica; facendo facendo progredire progredire parallel parallelamente amente la conoscenza conoscenza della della teoria con la capacità strumentale; 2. Formare un repertorio repertorio elementar elementaree ma gratific gratificante ante fin fin dalle prime lezioni lezioni;; 3. Abituar Abituaree l’allie l’allievo vo a suonare suonare insie insieme me ad altri altri;; L’importanza di una teoria che non sia svincolata dalla pratica strumentale, appare evidente non appena si nota che il solfeggio e un tipo d’abilità che riguarda la mente e la voce, ma non arriva al livello della manualità con tutti i problemi in più che e ssa comporta; capita così di sentire studenti capacissimi di solfeggiare, ma imprecisi nell’esecuzione sullo strumento. Per questo ho concepito alcuni esercizi che abitueranno fin dall’inizio l’allievo a coordinare i movimenti. BREVE STORIA STORIA DELL’ ORGANETTO ORGANETTO
L' organetto, o fisarmonica diatonica, fu inventato nel n el 1829 a Vienna da Cyrill Demian, ma si diffuse come strumento della musica tradizionale solo alla fine del secolo scorso. La sua presenza pr esenza permise ai repertori più p iù arcaici della musica popolare di sopravvivere, in quanto sostituì con successo le cornamuse che fino a poco tempo prima erano al centro delle feste paesane e della danza tradizionale. Creatosi un suo stile e modellatosi sulle nuove esigenze contemplate nella musica folk, l’organetto si è diffuso prima in tutta Europa, poi a livello planetario assumendo delle caratteristiche organologiche e tecniche differenti a seconda del repertorio che faceva proprio. Alla fine del secolo scorso l’organetto diventò il padrone delle sale da ballo cittadine dove si stavano imparando nuove danze fino allora sconosciute: il cosiddetto “Liscio”. La sua storia cittadina, però, fu molto breve – una decina d’anni – in quanto le fabbriche italiane e tedesche avevano inventato dapprima la Fisarmonica Semitonata (una sorta d’ibrido tra organetto e fisarmonica) e in seguito – negli anni trenta circa – la moderna Fisarmonica Cromatica. Il destino del nostro strumento fu, quindi, quello di ritornare nelle campagne e specializzarsi sui repertori d’origine antica. La sua presenza fece sì che anche nella società rurale si diffondessero i nuovi balli in voga nelle città.
2
- Cassa del canto (mano destra) A - Cassa B - Registro del canto - Serramantice C D - Mantice - Cassa dei bassi (mano sinistra) E - Valvola dell’aria F G - Tasti dei bassi - Manale H - Ditale per il pollice I L - Traforo
FUNZIONAMENTO FUNZIONAMENTO DELL’ ORGANETTO ORGANETTO
L’organetto o fisarmonica diatonica appartiene alla famiglia degli AEROFONI (strumenti il cui suono è generato da un flusso d’aria), composto da due casse di legno collegate tra loro da un mantice di cartone, all’interno delle due casse sono inseriti dei “castelli” di legno che sostengono le ance, ovvero delle piastre di metallo con una linguetta di varie dimensioni fissata ad un’estremità in modo che al contatto con l’aria possa vibrare liberamente (per questo prende il nome di STRUMENTO AD ANCIA LIBERA . I tasti dell’ organetto aprono delle valvole che, contemporaneamente al movimento del mantice, lasciano passare l’aria e azionano le ance. Sulla parte destra dello strumento i tasti, generalmente, producono una nota singola (tastiera del canto), mentre sulla parte sinistra azionano il suono contemporaneo di più ance, dando vita, così, alla parte armonico-ritmica (tastiera dei bassi). L'organetto si differenzia dalla fisarmonica moderna (cromatica o ‘a piano’) per la sua diatonicità, ovvero per la mancanza nello strumento delle cosiddette alterazioni (diesis e bemolli), ma soprattutto per essere strumento "bitonico": ogni tasto premuto emette due suoni a seconda della direzione del mantice. Da molte persone ciò è considerato un limite limi te e in effetti, effett i, se si valuta valu ta la cosa dal punto di d i vista armonico, è certo che l’organetto ha meno possibilità della fisarmonica, questo, però, non significa che l’organetto sia uno strumento limitato, che può suonare solo melodie semplici e banali; la sua forza sta nella ritmica, in quanto vi è un uso del mantice molto accentuato in cui quest’ultimo funge da vero protagonista dello strumento d andogli un’anima e un’espressività un ica.
La musica è l’arte dei suoni, intendendo per suono un fenomeno complesso in cui si possono distinguere quattro caratteristiche che studieremo nella prima parte di questo libro: Altezza, Durata , Intensità, Timbr o.
I suoni suoni musicali, musicali, come d’altronde d’altronde quelli della natura, possono essere essere acuti acuti (alti) (alti) o gravi gravi (bassi) (bassi).. Immaginiamo Immaginiamo la sensazio sensazione ne che che ci da un suono di un trombone trombone e il suono suono ottenuto ottenuto percuotend percuotendo o un bicchiere bicchiere di cristallo; il primo ci darà la sensazione di un suono basso e il secondo di un suono alto e, rappresentandoli graficamente graficamente,, in base alla sensaz sensazione ione che che ognuno ognuno di di loro loro ci dà, avremmo avremmo la seguent seguentee disposizi disposizione: one: cristallo percosso suono del tro mbone in cui il suono più grave è scritto in basso, ed il suono più acuto è scritto più in alto.
3
Qualcosa di simile avviene in musica, ma con l’esigenza di una rappresentazione più precisa, viene usato un rigo particolare formato da cinque linee parallele chiamato con un nome pentagramma:
E con il suo utilizzo abbiamo l’opportunità di scrivere i suoni, in base all’altezza, con il seguente procedimento: più un suono è basso, più bassa sarà la sua posizione nel pentagramma; viceversa viceversa più un suono è alto, più in alto sarà scritto nel pentagramma. I suoni musicali sono rappresentati con dei cerchi posti sulle linee del pentagramma o negli spazi tra una linea e l’altra:
Osservare che i suoni nel precedente esempio sono stati scritti dal più grave al più acuto (altezza crescente).
Come tutti i linguaggi, anche la musica ha il suo alfabeto. Le prime “lettere” dell’alfabeto musicale sono le sette note: DO RE MI FA SOL LA SI. Impareremo la loro posizione posizio ne sul pentagramma pen tagramma ponendo su di esso un segno, detto “chiave di SOL”, che sarà la nostra chiave di lettura in quanto da il nome SOL alla seconda linea. Avendo come riferimento il SOL è possibile determinare la posizione delle altre note, dato che il loro ordine di successione, appunto, DO — RE — MI — FA — SOL — LA — SI, è fisso e si può ripetere a vari e altezze: Chiave di SOL
Si noterà che le note rappresentabili sul pentagramma sono undici, disposte alternativamente sugli spazi e sulle linee e che uno stesso nome indica note d’altezze diverse:La chiave di SOL è chiamata anche chiave di violino. In musica, esiston o altre chiavi che s ono usate da al tri strumenti musicali.
Dovendo rappresentare molte altre più gravi del RE e più acute del SOL: Per scriverle abbiamo bisogno di aggiungere nuove linee (e quindi nuovi spazi) sia sotto il pentagramma (per le note più gravi del RE) che al di sopra (per le note più acute del SOL), ma, per comodità di lettura, utilizzeremo, anziché intere linee, solo trattini, chiamati “tagli addizionali”, Con l’introduzione dei tagli addizionali aumentiamo il numero delle note che è possibile scrivere sul pentag ramma:
4
DURATA
I suoni possono essere lunghi o brevi e, secondo la loro durata, essi vengono rappresentati da vari simboli. Il punto di r iferimento per il nostro discor so sulla durata dur ata sarà il battito b attito del metronomo metr onomo o quello dell’orologio che ha per caratteristica la regolarità tra un battito e l’altro; tentando di battere le mani sul tavolo o il piede per terra con la stessa regolarità: otterremo una serie di battiti che chiameremo pulsazione ritm ica. CONSIDEREREMO LA PULSAZIONE RITMICA CHE SARA’ APPUNTO SCANDITA DAI BASSI DELL’ORGANETTO “L’UNITA’ DI MISURA” SIMBOLI DI DURATA (o ( o di valore) valore)
= detto MINIMA CON PUNTO che dura 3 pulsazioni
= detto MINIMA che dura 2 pulsazioni
= detto SEMIMINIMA che dura 1 pulsazione
(mezza)) pulsazione = detto CROMA che dura ½ (mezza
P.S. GLI ALTRI SIMBOLI DI DURATA SARANNO APPROFONDITI APPR OFONDITI DALL’INSEGNANTE IN SEGUITO.
Quando noi parliamo facciamo succedere un’ insieme di parole a silenzi più o meno lunghi, e per scrive scrivere re que queste ste pause pause util utilizz izziam iamo o vari vari simbo simboli li come come ad esempio la virgola ed il punto, così un brano musicale non è solo una successione di note ma anche di pause, (per pause s’ intendono attimi più o meno lunghi di silen silenzi zio), o), che sono sono mis misura urabil bilii e indic indicati ati con con simb simboli oli.. Noter Noteremo emo che i rappor rapporti ti di durat durata a fra fra le pause pause sono sono ugual ugualii a quell quellii esist esistent entii fra fra le note, note, e quindi ad ogni nota corrisponde la rappresentazione grafic grafica a della della relat relativ iva a paus pausa. a.
5
La caratteristica del suono che esamineremo è l’intensità, l’intensità, che ci permette di distinguere i suoni, in forti o deboli. Il controllo di quest’aspetto del suono è dipeso dal movimento del mantice; l’allievo può concentrarsi già da adesso sulla forza che esercita aprendo o chiudendo il mantice.
Affrontiamo adesso la quarta quarta ed ultima caratteristica caratteristica del suono: se udiamo la stessa stessa nota suonata da un pianoforte e poi da un organetto, noi riconosciamo i due strumenti, perché ognuno ha un “suono” diverso dall’altro; anche due organetti della stessa tonalità hanno suoni diversi, in base al legno, alle ance, ed a tutto il materiale utilizzato utilizzato per la costruzione, il suono tipico” d’ogni strumento, o d’ogni voce, è detto TIMBRO.
TRASCRIZIONE PER ORGANETTO: Le partiture scritte per organetto possono essere eseguite con organetti diatonici di qualsiasi tonalità, basti non pensare alle note reali prodotte dall’organetto ma immaginando di suonare un organetto in tonalità Do maggiore. INVERSIONE DEL MANTICE: Il gambo delle nate può essere rivolto sia in alto che in basso, nelle partiture per organetto questo indica l’andamento l’andamento del mantice, la nota con il gambo rivolto verso il basso va suonata chiudendo il mantice, quella con il gambo rivolto verso l’alto va suonata aprendo il mantice. Esempio
CHIUDERE il mantice
APRIRE il mantice
DITEGGIATURA: I numeri posti posti sulle note indicano indicano le dita della della mano destra: destra: Il numero 1 indica il pollice che però non suona perché è fermo nel ditale, il numero 2 indica l’indice, il numero 3 indica il medio, il numero 4 indica l’anulare, il numero 5 indica il mignolo. Il numero nel cerchietto (es.: ,,, ) indica il dito che esegue la nota sui tasti supplementari (fila interna).
1) Individuare, utilizzando utilizzando il prospetto iniziale, la posizione posizione delle note e memorizzarla; 2) Solfeggiare gli esercizi prima di suonarli; 3) Suonare gli esercizi (che (che sono la base della tecnica) dapprima dapprima molto lentamente per prendere prendere confidenza con le note e, in seguito, aumentare gradualmente la velocità; 4) Per quanto riguarda i brani evidenziare evidenziare le parti più difficili difficili ripetendole ripetendole più volte; 5) Non dimenticare mai di curare l’impostazione l’impostazione delle mani, controllandole controllandole di tanto in tanto; 6) Curare la regolarità regolarità ritmica, usando possibilmente possibilmente il metronomo; metronomo; 7) Suonare con decisione decisione spingendo e tirando tirando forte il mantice; 8) Sforzarsi di suonare man man mano i brani a memoria iniziando iniziando da quelli più facili. facili. 9) SU QUANTO STUDIARE non ci dovrebbe essere nessuna regola, perché più si studia e prima s’impara, però per dare un’indicazione approssimativa, approssimativa, inizialmente inizialmente può bastare un’ora di studio al giorno fatta con concentrazione per ottenere buoni risultati.
6
IMPOSTAZIONE IMPOSTAZIONE
L’organetto va tenuto possibilmente utilizzando due tracolle, in modo che la cassa del canto stia quanto più ferma possibile durante l’esecuzione, importante non curvarsi sull’organetto, ma tenere il busto eretto. MANO DESTRA DESTRA
La mano destra ha la funzione di eseguire la melodia: La mano destra deve essere rilassata e deve formare con il polso una curva naturale, il pollice inserito nel ditale(in modo da dare stabilità stabilità durante l’esecuzione) va appoggiato lateralmente a fianco della tastiera effettuando una certa pressione per contrastare le spinte della mano sinistra. Suonano solo indice, medio, anulare e mignolo, le dita vanno tenute poggiate sui tasti assumendo una posizione ad arco, in modo naturale e rilassato, (una posizione rigida e quindi non corretta renderà lo studio e l’esecuzione più difficile se non in alcuni casi impossibile). MANO SINISTRA SINISTRA
La mano sinistra svolge tre funzioni: Esecuzione dell’accompagnamento ritmicomelodico, (nell’organetto a quattro bassi utilizzando l’indice ed il medio, nell’organetto a due bassi utilizzando il mignolo e l’indice ), controllo della valvola dell’aria con il pollice e controllo del movimento del mantice ad aprire o a chiudere. Importante è mantenere in modo costante la pressione del mantice, non lasciandosi condizionare dal ritmo che si esegue, per non ottenere una melodia a “singhiozzo”. Per superare sup erare la suddetta sudde tta difficoltà l’allievo può esercitarsi tenendo premuta pre muta una nota lunga alla mano destra ed eseguendo un ritmo a piacere sia in apertura sia in chiusura con la mano sinistra, concentrandosi sulla pressione del mantice affinché la nota tenuta dalla mano destra risulti d’intensità costante.
7
TASTIERA MANO DESTRA ORGANETTO A QUATTRO BASSI con 13 tasti al canto
Note Supp.
Tasti supplementari
apertura chiusura
Si Sol Re Do
Fa Mi
Do Re
Mi Fa
La Sol Si Do
Do Sib
Sol La
Re Mi
Fa Sol La Do
Si Mi
Alcuni costruttori costruttori utilizzano quest’altra disposizione
Do Si TASTIERA MANO DESTRA ORGANETTO A QUATTRO BASSI con 17 tasti al canto Note Supp.
Tasti supplementari
Do Fa
Mi La
Si Sol Re Do apertura
Sol Si
Fa Mi
Do Re
Mi Fa
La Sol Si Do
Sol La
Re Mi
Sib Do
Mi Re
Fa Sol La Do
Si Mi
chiusura
INVERSIONE DEL MANTICE MANTICE Nelle partiture per organetto organetto l’inversione del manmantice viene indicata dai gambi delle note: verso il basso La nota con il gambo rivolto verso và suonata chiudendo il mantice. verso l’alto và La nota con il gambo rivolto verso suonata aprendo il mantice.
TASTIERA MANO SINISTRA Organetto 4 bassi apertura
chiusura
Sol 7 Do
Sol Do
accordi
bassi
Fa
Do
Fa
Do
Esempio accordi
bassi
Chiude
8
Apre
SCALE ASCENDENTI E DISCENDENTI
1
3
2
4
5
6
7
8
9
Scala per organetto a 17 tasti
9