L’antico organum Musica Enchiriadis
Esempio di due voci che procedono parallelamente per quinte; tale esempio è descritto nel capitolo XII dedicato alle symphoniae, ovvero alle consonanze perfette (e in particolare alla quinta)
Esempio di organum alla quarta con conclusione sull’unisono
Esempio di orrganum alla quarta con moti obliqui, intervalli inferiori alla quarta anche dissonanti e conclusione sull’unissono.
Esempio di organum in cui la voce organale è quasi sempre ferma su un unico suono; da questo si muove momentaneamente solo per seguire la voce principale e non superare l’intervallo confine di quarta
Guido d’Arezzo, Micrologus, cap. XIX
Esempio di un’antifona completa intonata a due voci con soluzioni miste (moti obliqui e moti paralleli) e conclusione sull’unisono nelle due cadenze (n. 1 e n. 3)
Esempio di organum suspensum (la voce organale rimane ferma su un unico suono alla maniera di un bordone)
Acqui Terme, cod. F 21
Esempio di un doppio bordone alla quinta scritto in notazione rossa per accompagnare la cantillazione della prima lettura della messa in onore di san Guido vescovo di Acqui Terme
Piacenza, cod. 65, 228 (XII sec.; trascr. S. Rankin)
Gloria polifonico in cui la voce organale, aggiunta al grave della melodia gregoriana, procede per lo più parallelamente alla quarta alla maniera descritta da Guido d’Arezzo
Tropario di Winchester (trascr. A. Holschneider)
Einsiedeln 121, 416 (XI sec.)
Antifona processiale Monasterium istud con doppia linea di neumi Chartres 130, f. 50 (XI sec.)
Alleluia Dies sanctificatus notato con due linee di neum
Oxford, Bodleian Library, Bodley 572 (XI-XII sec.)
Ut tuo propitiatus a due voci sovrapposte in notazione alfabetica (tipo A-P) Cambridge, Corpus Christi College, 473 (X-XI sec.)
Tropario di Winchester, voce organale
Chartres, ms 109, 75
Il profilo melodico della voce organale merita qualche nota di commento, poiché in parte è legato al chiaro schema fraseologico della melodia gregoriana, in parte è indipendente come mostra il seguente schema: Ordine delle frasi
1
2
3
4
5
6
7
Organum
x1
x2
x3
y
x1/x3
y'
x1
Canto
a
a
b
c
a
c'
a
Mentre il canto ha in sostanza tre frasi distinte (due gruppi di tre dopo la singola iniziale), l’organum ne ha solo due: quella chiamata x nello schema inizia in modi diversi (da cui l’aggiunta numerica), ma oscilla intorno a Sol e Fa, salta al Sib e cadenza di grado su Sol; – quella designata con y inizia sul Re grave e sale fino al Do, facendo una copula (d’ottava con il canto. –
Le due linee sono bilanciate intorno alla finalis Sol; se il canto è sotto il Sol, l’organum tende ad essere sopra, se il canto è sopra il Sol («descendit»), l’organum conquista il registro grave, il che risponde in parte alla volontà di usare il moto contrario tra le parti. Il canto vuole che la maggior parte delle cadenze siano sulla finalis, e in questi punti le voci si uniscono opportunamente in unisono, il che sottolinea il significato della finalis come autentico centro. La tendenza ad usare la seconda prima dell’unisono cadenzale (segnato con un asterisco) può essere un ricordo della pratica dell’organum antico, prediletta, ad esempio da Guido d’Arezzo. L’unione di x con frasi del canto assai diverse (a e b) e la combinazione di due figure iniziali nella frase 5 precedentemente udite dimostrano che i fattori melodici, insieme a quelli contrappuntistici e cadenzali, influenzarono la costruzione di questa voce organale. Qui l’organum non è solo una maniera per mettere in risalto il canto, ma manifesta la sua propria autonomia di struttura, visibile anche nella continua presenza del Si bemolle. Quest’ultimo è ritenuto suono necessario per ragioni dipendenti unicamente dalla volontà dell’organizator, ma la sua continua e costante presenza crea una sorta di contraddizione modale rispetto al cantus: la IV specie di quinta Sol-La-Si-Do-Re viene cambiata (o trasformata, come si dirà più avanti) nella I specie Sol-La-Sib-Do-Re proprio dalla presenza del Sib, il che provoca una vera e propria commistione. Poiché la melodia gregoriana si muove soprattutto nell’ambito plagale, e il Si viene toccato solo una volta, quello che viene percepito è in realtà il modo della voce organale, ovvero un protus plagalis in Sol; la sua alternanza con il tetrardus plagalis che si imporrà nelle parti in gregoriano affidate alla schola costituisce un altro momento importante e evidentemente cercato di varietà.
Paris, Bibliothèque National de France, lat. 3719 (polifonia aquitana)
Codex Calixtinus
Codex Calixtinus
Cambridge, University Library, Ff.I.17., inizio del XIII secolo
Versus a tre voci