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Gianmaria Consiglio Il Balletto di Bronzo e l’idea del delirio organizzato

tra rock e avanguardia con presentazione di Maurizio Giani Giani e prefazione di Lino Vairetti

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Gianmaria Consiglio Gianmaria Consiglio Il Balletto di Bronzo e l’idea del delirio organizzato

tra rock e avanguardia con presentazione di Maurizio Giani Giani e prefazione di Lino Vairetti















Gianmaria Consiglio IL BALLETTO DI BRONZO E L’IDEA DEL D ELIRIO ORGANIZZATO

Ys tra rock e avanguardia

Prima edizione 2009 © Copyright eclysse via Sicilia 5 84098 Pontecagnano Faiano (Salerno) tel. e fax: 0039-089384010 e-mail: info@eclysse.com Progetto grafico di Gianmaria Consiglio e Daniele Viscido In copertina: una maschera realizzata da Gianni Leone foto di Simone Cecchetti Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata, tradotta, adattata o trasmessa in qualsiasi lingua, forma o mezzo – elettronico, meccanico, digitale – se non nei termini previsti dalla legge che tutela il Diritto d’Autore. La presente opera di saggistica è rivolta all’analisi, alla promozione e alla diffusione della cultura musicale e delle arti in genere. Per ulteriori informazioni sulle pubblicazioni e le altre attività di eclysse è possibile consultare il sito Internet: www.eclysse.com Stampa: Grafica & Stampa Di Dato – S. Antonio – Pontecagnano Faiano (SA) per conto di eclysse















Ringraziamenti Sarebbe impossibile ringraziare tutte le persone che hanno dato un contributo consapevole o inconsapevole alla realizzazione di questo mio lavoro, che è frutto di anni di riflessioni e percorsi trasversali non indirizzati intenzionalmente ad esso, ma che in qualche modo ad esso mi hanno portato. Ringrazio tutti, ma in particolare i miei genitori Michele e Carmela, senza i quali non esisterei, nel bene e nel male, e senza il sostegno dei quali non avrei potuto realizzare questo progetto; mia nonna Giovanna per il suo affetto, e mio nonno Fiore che è da qualche parte e mi osserva. Ringrazio Michele Sabbetta per la sua sincera amicizia e per i suoi consigli preziosi e sempre opportuni; Luca Persiani perché siamo amici da troppo tempo e non potrebbe essere altrimenti; Peppe Gianfredi perché sente e ama la musica come la sento e la amo io; Annarita perché a suo tempo pronunciò una frase che mi spinse a tuffarmi in questa avventura; tutti gli “squilibrati” che hanno condiviso con me l’indimenticabile l’indimenticabile esperienza dell’Accademia della Critica di Roma e i suoi postumi, e in particolare Daniele Cianfriglia e Annalisa Serafini perché hanno in comune con me lo stesso senso dell’umorismo, dell’assurdo e del paradosso; Vincenzo Martorella che rimane per me un saldo punto di riferimento giornalistico e musicologico; Sabrina Daidone perché mi ha fatto capire che cosa conta davvero per me; Emanuela Marmo perché esiste. Un ringraziamento particolare va al professor Maurizio Giani per l’umanità, per l’intelligenza e per la sconfinata sconfinata cultura, che sono state per me una fondamentale fonte d’ispirazione, e per la fiducia che mi ha dato nella realizzazione di questo progetto; a Gianni Leone che mi ha fornito sempre con grande tempismo materiale ed informazioni indispensabili senza le quali non sarebbe stata possibile la completezza di questo lavoro, e per la cortesia, l’affabilità, la disponibilità, per la sua arte e per la sua amicizia; a Marco Cecioni per la simpatia; a Raffaele Cascone e Lino Vairetti per la disponibilità e l’attenzione nei confronti del mio lavoro. lavoro. Desidero infine ringraziare Albert Pio Bonaminio che si è occupato insieme a me del gravoso compito di traduzione in inglese di questo libro. Gianmaria Consiglio Ringrazio Gianmaria Consiglio per la dedizione, la puntuale e puntigliosa ricerca, lo sforzo creativo, l'analisi accurata e competente, il fiume di energie e di entusiasmo che ha riversato in quest'opera davvero enciclopedica, inizialmente concepita come tesi di laurea. A volte può capitare ch' io stesso non ricordi o magari ignori del tutto episodi e fatti che riguardano me o il Balletto di Bronzo, e allora... chiedo a lui! Incredibile? Eppure è così. Lo ringrazio soprattutto della sua preziosa amicizia. Mai nessuno prima prima d'ora era riuscito come lui a comprendere e cogliere il senso più vero e profondo della mia musica e del mio stesso essere. Tutto nacque la notte del 29 novembre del 2001. Il Balletto suonava all'Alpheus di





























Dedicato agli onesti… …ai puri… …e a quelli che non mentono…

































Indice

Presentazione di Maurizio Giani Prefazione di Lino Vairetti Introduzione

p. 11 14 17

I. Aspetti Generali 1. Il rock progressivo: elementi fondamentali

1.1. La suite rock 1.2. Strumentazione 1.3 L’idea di concept album 2. Il Balletto di Bronzo e il rock progressivo 3. Schönberg e il Balletto di Bronzo 4. Ligeti e Ys

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II. Il Balletto di Bronzo 1. La vera storia del Balletto di Bronzo 2. Il Balletto di Bronzo oggi 3. Contesto storico culturale – musicale 4. «Vivere alla Balletto di Bronzo» 5. Gianni Leone e il Balletto di Bronzo 6. LeoNero 7. Gli anni ’80

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III. Ys

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1. Introduzione 2. Primo Incontro 3. Secondo Incontro 4. Terzo Incontro ed Epilogo 5. Il suono e il tempo di Ys 6. La storia e la concezione circolare - il ciclo di Ys 7. Il testo di Ys - possibili interpretazioni 8. La modernità di Ys: Trys 9. Live in Rome

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«Informazione/ non è conoscenza,/ conoscenza/ non è saggezza,/ saggezza/ non è verità,/ verità/ non è bellezza,/ bellezza/ non è amore,/ amore/ non è musica./ La musica/ è il meglio…» Frank Zappa (Packard Goose da Joe’s Garage)



































Presentazione Musica universitaria? universitaria? Alcuni anni fa, quando ancora insegnavo all’Università di Salerno, alla prima lezione del mio corso semestrale di Storia della musica si presentò un solo studente. Era un ragazzo mite, vestito con cura e dai modi gentili. genti li. Il corso, quell’anno, verteva sulla drammaturgia di Giuseppe Verdi; tanto per rompere il ghiaccio, feci due chiacchiere con il giovane, per sapere se conosceva Verdi, o era stato all’opera. Rispose timidamente di no. Mi venne a quel punto da chiedergli se sapesse cosa mai fosse un’opera lirica, un melodramma. La risposta fu a suo



















minaccino di scomparire dalle coscienze, e che sia pertanto necessario correre ai ripari se vogliamo evitare che la grande musica d’arte europea diventi appunto ‚musica universitaria‛ per élite fuori del tempo, o peggio una stravagante riserva indiana, non è questa la sede per ribadirlo. L’università si è nel frattempo adeguata ai tempi; robusti studiosi di popular music e di antropologia musicale hanno creato le basi per l’allargamento del ventaglio disciplinare dei corsi di laurea in musica e spettacolo; l’esigenza di rinunciare ad atteggiamenti superciliosi, o ad arroccamenti su posizioni di difesa ad oltranza di un patrimonio minacciato di estinzione, sta portando ad una progressiva rivalutazione del momento pedagogico e divulgativo nella pratica musicologica. Ma da questa situazione fluida, nella quale la Musica declinata al singolare cede il posto all’idea della del la compresenza delle musiche, e al crescere crescer e dell’attenzione per repertori sinora confinati nella marginalità, stanno nascendo non solo caos e



















riverbera nella qualità del suo lavoro, sin dall’inizio dall’i nizio contrassegnato da un gusto di scrittura e da una maturità nell’organizzazione complessiva tali da indurmi a suggerire, via via che la tesi prendeva forma, solo un numero limitato di modifiche o migliorie. Basta leggere i paragrafi su Schönberg e il Balletto di Bronzo e Ligeti e Ys per capire l’ampiezza del suo orizzonte, e la sua sensibilità per aspetti del rock probabilmente sconosciuti a molti dei suoi stessi frequentatori abituali. Da questo punto di vista la tesi divenuta libro non è solo un contributo autorevole alla conoscenza del Balletto di Bronzo e del suo leader Gianni Leone, ma anche un singolare ponte gettato tra due mondi ritenuti troppo spesso inconciliabili, e come tale merita lettori attenti e numerosi. Maurizio Giani Giani Dipartimento di Musica e Spettacolo



















Prefazione Spaghetti alle finte cozze «Ciao, io sono Lino. Stai anche tu al Liceo Artistico vero?» vero?» «Si, sono al primo anno. Mi chiamo Gianni< Gianni Leone» Leone» «Come il nostro famoso politico napoletano, Presidente del Consiglio, Senatore


















incuriosito dai suoi discorsi e dai suoi inviti mi recai a casa sua per sentirlo suonare, trovandomi di fronte ad un piccolo prodigio, un vero talento musicale. Conobbi i suoi genitori, giustamente fieri del loro figliolo, i quali mi invitarono a tornare ancora. Mi ripresentai portando dietro gran parte degli amici musicisti a cui avevo fatto ‚’na capa tanta‛ su questo ragazzo prodigio. Di lì a poco la bella casa di Gianni fu assediata da tutti noi grazie all’ospitalità di sua madre Anna che con grande generosità ci trattava come veri figli, improvvisando spesso spaghettate da lei stessa definite ‚alle finte cozze‛: un semplice sughetto al pomodoro, aglio, olio e prezzemolo, che fatto magistralmente aveva un sapore di cozze seppur assolutamente ‚virtuali‛. Per noi era un rito mangiare gli spaghetti ‚alle finte cozze‛, come tante altre erano le occasioni che ci attiravano in quella casa. Ricordo le feste organizzate da Gianni tra luci soffuse, profumi di incenso e travestimenti vari, dove usciva fuori sorprendentemente il





















Fu un trionfo. Però Gianni, che amava anche Jimi Hendrix, Black Sabbath, Uriah Heep, Frank Zappa, Deep Purple, Nice, Quatermass, alla ricerca di una sua identità e animato dal desiderio e dalla curiosità di sperimentare altri orizzonti sonori, ritornò tra noi ‚rockettari‛. Rientrò nei Volti di Pietra per poi uscirne< rientrare in Città Frontale Fron tale per poi andare ancora via< Il suo spirito inquieto e la sua straordinaria sensibilità fecero maturare in lui la consapevolezza di ciò che realmente sentiva. Non accettò più nessun compromesso e lasciò tutti definitivamente.



















Introduzione Il rock ha appena compiuto cinquant’anni e c’è c’ è già chi dice che sia morto o che abbia esaurito la sua energia, le sue motivazioni, i suoi contenuti fondamentali e le sue idee. Personalmente preferisco pensare che crescendo e invecchiando sia diventato adulto, maturo e consapevole. Oggi si parla di post-rock - che forse è anch’esso anch’esso già finito – di



















da molti. Espressioni recenti come il post-rock e le sperimentazioni elettroniche elettroniche più estreme in ambito non «colto» sono la dimostrazione più evidente del fatto che non ha più senso fare una distinzione tra i due campi, i quali specialmente negli ultimi trentacinque anni sono sconfinati l’uno nell’altro nell’ altro dando vita ad una cultura né «alta» né «bassa», ma a mezza strada, con dei propri codici, per quanto parziali e mutevoli, una propria estetica, per quanto relativa e particolaristica, e dei propri molteplici e complessi sistemi di codificazione che cambiano a seconda degli autori, dei luoghi e dei referenti. Già cinquant’anni cinquant’anni fa Adorno scriveva così a proposito della musica



















multimediali come il teutonico Klaus Schulze, il greco Vangelis, il francese Jean Michel Michel Jarre, l’inglese Brian Eno, l’americana l’americana Laurie Anderson e il giapponese Ryuichi Sakamoto, ha dato dal basso il più forte impulso a questo abbattimento delle barriere, e ha iniziato quel processo di maturazione ed emancipazione della musica giovanile e popolare che attraverso la new wave , il post-punk, la no wave e il noise è giunto oggi al suo quasi totale compimento. Il Balletto di Bronzo è stato uno dei fenomeni che meglio è riuscito ad operare una continuità tra passato presente e futuro, tradizione e trasgressione, trasgressione, rigore e libertà d’espressione. d’espressione.



















prerogativa del carattere di Leone. Ha la qualità di chi ama lasciarsi andare, ma mai fino in fondo, conservando sempre vigile una parte del sé e rispettando delle precise regole prestabilite, spingendosi fino al punto limite, dove arriva il controllo, controllo, e mai oltre. Leone vive l’attimo l’ attimo nella sua totalità e non si risparmia niente, sa sempre ottenere ciò che vuole con aristocratica cortesia e nel contempo con risoluto ardimento, essendo poco propenso alla rinuncia, e sembra non avere limiti, poiché qualsiasi difficoltà diventa per lui un’affascinante un’affascinante sfida nella quale mettersi alla prova. La sua musica ha gli stessi medesimi attributi della sua personalità, facendo facendo si che l’uomo





















seconda dei punti di vista) di modellare le nostre azioni e la nostra personalità, che si fa tramite di un qualcosa d’altro, d’altro, impalpabile ed ineffabile, che astraendosi da sé va al di là della musica stessa. Gianni Leone è l’Artista l’Artista Moderno per antonomasia, nel senso più alto e più sano del termine, è





































Epilogo



















psichedelia, la disco music degli anni ’70, il punk , il gothic , la new wave degli anni ’80, il grunge degli anni ’90 e la club culture

di questi ultimi anni hanno creato delle vere e proprie mode influenzando, e in alcuni casi dando origine all’abbigliamento, allo slang, ai comportamenti, agli stili di vita, alle idee ed alla



















ognuno a casa propria e lavorando tramite il computer e internet, e in alcuni casi inoltre sembra che si siano loro a mettersi al servizio delle moderne tecnologie e non n on viceversa. Un altro aspetto è dato dalla sovrapproduzione alla quale siamo tutti costantemente sottoposti in maniera passiva e































































































































































































































































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