319 novembre 2017
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FIPRONIL, L’INSETTICIDA SPARITO DALLE CRONACHE MA NON DALLE UOVA I M / O L , 1 a m m o c , 1 . t r a ) 6 4 ° n 4 0 0 2 / 2 0 / 7 2 . L o n r i . u e v 1 n 1 o c i ( 3 s e r 0 0 o t 2 / n 3 e 5 m 3 . a g L . a D p o . i p . v r a e n p i e t e n n e o i t t z i i d M e l p a S . e n a . i o p . z s u t i e t n a s i e l a r t a I l e r t e s p o o i P r - e o s n o a R l i o M n a l 9 i 5 1 M i 0 d 2 , p 2 2 m a C l n a i s e s i r a u l t a i t V a s i e r v , : o o t i m p u a s c n e o r c o t o r a t l c A n - a I m I I i d L X o o s n a n c n A I
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Sommario 319 novembre 2017
COSA C’È DI NUOVO
CHIEDILO A NOI
06 06 Editoriale
08 08 Notizie
62 Adesso lo sai
La parola al direttore.
Novità, consigli e aggiornamenti sulle nostre attività.
Gesti antispreco- Caricare la batteria - Detersivi e lavatrici
34 A prima vista
64 64 Lettere
Impressioni e giudizi su prodotti appena usciti sul mercato.
Dall’esperienza dei soci, un invito a non cedere. Scrivici.
06 Dire fare cambiare Dibattito, segnalazioni. denunce. A 360°, da tutto il mondo, per i nostri diritti.
INCHIESTE INCH IESTE E ATTUALIT ATTUALITÀ À 12 I 12 I colossi del web
12
Inchiesta: quanto valgono i tuoi dati per Google, Facebook, Amazon & co.?
17 Venti 17 Venti anni di raccolta differenziata Intervista a Edo Ronchi, padre della riforma dei rifiuti.
20 Vogliamo 20 Vogliamo risposte Sotto esame il servizio clienti di 11 fornitori di gas e luce.
24 Che 24 Che frittata fr ittata Inchiesta sulle uova. Positivo un campione al Fipronil: l’emergenza continua.
TEST
26 Il 26 Il tuo giudizio sugli elettrodomestici
36 Riso, 36 Riso, poco Arborio
49 Scaldabagno 49 Scaldabagno al test
Come ti trovi con gli apparecchi di casa? Ecco le risposte.
Buona la qualità dei prodotti , ma non è vero Arborio.
Alla prova 11 scaldabagno a gas: due bocciati in sicurezza.
29 Bonus per per la cultura
40 Le 40 Le gomme sfidano l’inverno
52 Top 52 Top 5 Il meglio dal n ostro sito.
Modelli alla prova nel freddo del Circolo polare artico.
54 Quale 54 Quale seggiolone?
500 euro da spendere per tutti i nati nel ‘99. Da non perdere.
30 Internet 30 Internet superveloce Le offerte dei gestori telefonici promettono la supervelocità, ma non sempre la mantengono.
44 Tv 44 Tv oled: è il futuro? Immagini di grande qualità, ma il limite è il prezzo alto.
APPROFONDISCI GLI ARGOMENTI SU
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Scegliere il modello più adatto.
58 App 58 App antivirus Quelle per cellulari sono inutili.
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novembre novembre 2017 20 17 319 Altroconsumo 3 •
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EDITORIALE
PRIMO PIANO Dire fare cambiare
Fino a 50 mln di multa per i post offensivi ROSANNA MA SSARENTI DIRETTORE
La spinta gentile La gentilezza è più efficace della coercizione e le nostre scelte non sempre sono razionali. In queste due espressioni si può riassumere l’essenza dei complessi studi che hanno valso il premio Nobel per l’economia a Richard Taler. Il pensiero di Taler e della sua scuola, economisti e psicologi, mette in discussione il presupposto del pensiero economico secondo cui le persone prendono decisioni in modo esclusivamente razionale. Ma è evidente che così non è, né per le scelte sentimentali, ma nemmeno per le decisioni d’acquisto, di investimento o di salute. Se siamo obesi, inquiniamo, sprechiamo, ci sovraindebitiamo senza rendercene conto non si può certo pensare che ogni nostra scelta sia basata esclusivamente sull’analisi oggettiva di costi e benefici. L’economia comportamentale è dunque più vicina alla realtà, più umana e anche scientificamente fondata. I nostri errori cognitivi sono sistematici e dunque si possono studiare. Non a caso pubblicità e marketing applicano da anni con successo le scoperte delle neuroscienze e della psicologia comportamentale per indirizzare le nostre scelte d’acquisto, a puro scopo di profitto. Perché allora non mettere a punto strategie politiche volte a incentivare comportamenti virtuosi, utili sia all’individuo sia alla collettività? I governi hanno sempre pensato a leggi coercitive o divieti, senza però mai controllarne l’efficacia. Alcuni esperimenti in Gran Bretagna e negli Usa hanno dimostrato che la “spinta gentile” dà risultati misurabili. Mettere cibi sani a portata di mano, nascondendo quelli calorici, ha avuto effetti sulla dieta, l’automonitoraggio di consumi e costi dell’energia ha ridotto gli sprechi, la semplificazione del linguaggio del fisco ha permesso di recuperare tasse evase. La comunicazione persuasiva sfrutta per lo più meccanismi psicologici, come l’istinto di imitazione per cui, nel dubbio, le persone fanno quello che fa la maggioranza. Certo, si tratta di manipolazione e lo stesso Taler ammette una forma di paternalismo. Ma la nostra vita è già piena di spinte, non sempre gentili, di cui non ci rendiamo conto: pubblicità, web, propaganda politica, informazione spesso ci spingono verso i loro interessi, per massimizzare vendite o consenso. Altra cosa è pensare a iniziative politiche per rendere migliore e più semplice la vita delle persone e tutelare il bene collettivo.
È possibile indirizzare le nostre scelte verso comportamenti virtuosi, utili a tutti
6 Altroconsumo 319 • novembre 2017
Ribattezzata come “legge Facebook”, parte dalla Germania la prima norma al mondo contro l’hate speech online e punta dritto ai soc ial network. O meglio a quelli che contano almeno due milioni di iscritti, quindi Facebook, Twitter, YouTube e Co. A partire da gennaio, se non rimuoveranno entro una settimana contenuti offensivi, minacce, post che incitano all’odio o fake news diffamatorie, rischiano una multa fino a 50 milioni di euro. Il ministero della Giustizia ha già messo insieme lo staff preposto ai controlli. Ai social non resta che fare altrettanto.
Diritto alla tutela di Nino Cartabellotta
Se l’articolo 32 della Costituzione italiana affida alla Repubblica la tutela del diritto fondamentale alla salute, nei fatti questo compito è affidato a una tanto leale quanto utopistica collaborazione tra Stato e Regioni: lo Stato assegna il finanziamento pubblico e definisce i livelli essenziali di assistenza (LEA) e le Regioni devono assicurare programmazione e organizzazione dei servizi sanitari. Purtroppo oggi i dati dimostrano, oltre ogni ragionevole dubbio, che il diritto costituzionale alla tutela della salute è per molti cittadini compromesso da politiche regionali e decisioni locali che determinano gravi diseguaglianze nell’offerta dei servizi sanitari, generano sprechi e inefficienze e influenzano gli esiti di salute. I 21 sistemi sanitari regionali sono oggi liberi di declinare in maniera eterogenea l’offerta di servizi e prestazioni, mentre il Governo si limita ad assegnare le risorse (113 www.altroconsumo.it
Product name
Glifosato: la Francia si schiera contro Da Parigi arriva un netto “no” al rinnovo della licenza europea sul glifosato da parte dell’Ue, che scade a fine anno. Alla vigilia della discussione in sede tecnica sulla proroga per altri 10 anni all’uso dell’erbicida prodotto da Monsanto, la Francia, oltre a schierarsi contro, promette entro la fine del quinquennato di Macron la sua definitiva messa al bando. I pareri sul diserbante più usato del mondo sono contrastanti: l’Agenzia per la ricerca sul cancro lo giudica “probabilmente cancerogeno” ma l’Efsa (poi accusata di aver usato studi scientifici non indipendenti) lo ha assolto.
SABRINA D’ALESSANDRO URPS - Ufficio Resurrezione Parole Smarrite
Nel 1864 il ministro delle finanze Minghetti decretò che i lavoratori dovessero ricevere la busta paga ogni 27 del mese. Questa prassi portò alla nascita della tipologia umana del “ventisettaio”, impiegato che smania nell’attesa di tal giorno per riscuotere lo stipendio. I ventisettai incalliti sono più concentrati sul “guiderdone” (compenso per il servigio effettuato), che sulla qualità del servigio in sé e non sono caduti in disuso: di questi tempi, a rischiare l’estinzione, purtroppo, è solo il guiderdone. Inquadra la rubrica dell’URPS con l’app e scopri come un ventisettaio può essere… inguiderdonato
della salute: non siamo tutti uguali miliardi di euro nel 2017) e a verificare l’adempimento dei LEA con una griglia che, pur riuscendo a catturare solo le macro-diseguaglianze, dimostra che i diritti dei cittadini di fronte alla salute sono fortemente condizionati dalla Regione di residenza. Se “21 modi per dirti ti amo” – secondo Antonello Venditti – rappresentano una variabilità di espressione che arricchisce il sentimento più profondo tra uomo e donna, “21 modi per erogare l’assistenza sanitaria” configurano una modalità scellerata per sbiadire il tanto invidiato universalismo del nostro SSN. Dalla lunghezza dei tempi di attesa per prestazioni diagnostiche e chirurgiche all’intricata giungla dei ticket, dalle eccellenze ospedaliere alla desertificazione dei servizi territoriali (assistenza domiciliare, residenze sanitarie assistite, hospice etc.), dalla dimensione delle aziende sanitarie alla capacità di www.altroconsumo.it
integrazione pubblico-privato, dal variegato contributo di fondi integrativi e assicurazioni alla disponibilità di farmaci innovativi. E oltre al danno anche la beffa e… magari fosse solo una. Nelle Regioni (prevalentemente del Sud) che non adempiono ai LEA, i cittadini non solo hanno servizi sanitari peggiori con nefaste conseguenze sull’aspettativa di vita, ma pagano addizionali IRPEF più elevate per risanare i conti della propria Regione per poi essere costretti a spostarsi altrove per curarsi. Il fenomeno della mobilità sanitaria nel 2016 ha spostato oltre 4,15 miliardi di euro, prevalentemente dal Sud al Nord: tutti a carico del SSN, ma i costi che i cittadini devono sostenere per viaggi, disagi e quelli indiretti per il Paese sono enormemente più elevati. Senza contare che la mobilità sanitaria non traccia la mancata esigibilità dei LEA territoriali e soprattutto socio-sanitari, diritti che appar-
La salute delle persone deve essere al centro di tutte le decisioni politiche
Nino Cartabellotta
Presidente Fondazione GIMBE Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze
tengono alla vita quotidiana, in particolare delle fasce socio-economiche più deboli, e non alla occasionalità di un intervento chirurgico in un polo di eccellenza. Il diritto costituzionale alla tutela della salute non può essere condizionato da ideologie partitiche, da politiche sanitarie regionali o da modelli organizzativi locali, ma è un diritto civile da garantire a tutti
cittadini. Ecco perché la Fondazione GIMBE si impegna a effettuare un monitoraggio di tutti i prossimi programmi elettorali rispetto alle proposte relative a sanità, welfare e ricerca, incluse quelle finalizzate a potenziare le capacità di indirizzo e verifica dello Stato sui 21 sistemi sanitari regionali, nel pieno rispetto delle loro autonomie.
novembre 2017 • 319 Altroconsumo 7
PRIMO PIANO Notizie a cura di Matteo Metta RYANAIR
Un’ecatombe mai vista. Ryanair continuerà a sopprimere voli fino alla fine marzo 2018. Ai 315mila passeggeri coinvolti nelle cancellazioni di settembre e ottobre, se ne aggiungeranno, altri 400mila da qui in avanti. Una débâcle che poteva essere evitata, perché riconducibile “in larga misura a ragioni organizzative e gestionali già
Con il taglio dei voli penalizzata l’Italia La questione dei turni dei piloti usata per liberarsi delle rotte in perdita
Sei rotte non redditizie Ecco quanti euro guadagnava o perdeva Ryanair per ogni passeggero su 6 delle 34 rotte tagliate
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Sofia-Venezia
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rapani-rieste rapani-Francoforte Hahn
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rieste-rapani
-2 -4
rapani-Karlsruhe Pisa-Sofia
-17
note”. Per questa e per altre ragioni l’Antitrust ha aperto un procedimento istruttorio per “presunte pratiche commerciali scorrette”. Se Ryanair afferma di essere stata costretta a tagliare i voli a causa della questione dei turni dei piloti, come ha scelto le rotte da tagliare? A questa domanda hanno cercato di dare una risposta gli esperti di Aviation Analytics, società specializzata nell’analisi delle performance delle compagnie aeree. Il loro studio mostra che la scelta è caduta perlopiù su quelle che nella mappa interna della compagnia low cost sono contrassegnate con il bollino rosso, cioè sono in perdita. Secondo gli analisti sarebbe proprio l’Italia il Paese più interessato dalle cancellazioni, seguita da Regno Unito, Germania, Grecia e Polonia. Per ogni passeggero trasportato Ryanair guadagna in media 3 euro, mentre, per fare un esempio di tratta cancellata, sulla Pisa-Sofia ci rimette 19 euro. L’aeroporto più colpito è quello di rapani, con sette rotte depennate.
Dieselgate, a dicembre la prima udienza al Tribunale di Venezia Sul sito di A ltroconsumo sono stati scaricati oltre 90.000 moduli per aderire alla class act ion contro Volkswagen per il “dieselgate”. A giorni il ribunale di Venezia renderà noto qual è il numero effettivo delle adesioni. La prima udienza è prevista per dicembre.
CANONE RAI
446mila lo pagano, ma non hanno la tv
Per chi non possiede la tv è di nuovo tempo di presentare all’Agenzia delle entrate la richiesta di esonero dal pagamento del canone Rai. Non basta averlo fatto l’anno scorso, perché l’autocertificazione ha validità annuale e per non pagarlo nel 2018 va ripresentata. Si può fare direttamente su Fisconline oppure tramite un intermediario abilitato (CAF, commercialista...). C’è tempo fino al 31
gennaio 2018 ma è meglio inoltrarla subito, prima che sfugga di mente. Come è forse successo a quelle 446.730 famiglie che, ignare, hanno pagato il canone in bolletta pur non avendo la tv. È quanto emerge incrociando i dati Istat con quelli dell’Agenzia delle Entrate. Per contro ci sono ancora due milioni e mezzo di utenti che evadono (il 10%, contro il 36% del 2015), per esempio affittando case in nero.
asso di evasione nel 2015
asso di evasione nel 2016
L’aumento di incasso nel 2016
36%
10%
420 mln
8 Altroconsumo 319 • novembre 2017
TORNA IL VUOTO A RENDERE Da 5 a 30 centesimi per ogni bottiglia d’acqua o di birra restituita a bar, negozi e ristoranti che aderiscono a “Vuoto a rendere”, iniziativa voluta dal ministero dell’Ambiente per un anno. Poi si vedrà. www.altroconsumo.it
Abbassa la polizza, il nuovo gruppo d’acquisto
Per l’Rc Auto gli italiani pagano in media 392 euro l’anno, contro i 165 dei francesi e i 182 degli spagnoli. Ora puoi risparmiare grazie al nostro gruppo d’acquisto. Informazioni su www.abbassalapolizza.it o 02 69 61 565
SPRECHI
Quei 2,6 miliardi tenuti in casa
Gli italiani conservano gelosamente in casa 2,6 miliardi di euro. Non è denaro contante ma è come se lo fosse, dato che si tratta di oggetti facilmente monetizzabili. Sono i vecchi smartphone che, per fame di novità, hanno ceduto il posto a modelli fiammanti di nuova tecnologia. A fare i conti nei nostri Cosa fanno gli italiani con il vecchio smartphone?
52% Conserva il vecchio smartphone
LIBRI
cassetti è riCompro.it, piattaforma online che acquista cellulari rotti o usati da vendere dopo il ricondizionamento. Che calcola anche qual è il danno ecologico di questa scelta: 1 miliardo di Kg di CO� sprecati, insieme a risorse preziose e non rinnovabili. Uno spreco che equivale a 2,7 milioni di viaggi aerei da Milano a Napoli.
23% Lo ha dato in regalo
7% Lo ha venduto a un amico o parente
9% Lo ha venduto online
Alberto Caputo Roberta Milanese Psicopillole Ponte Alle Grazie 252 pagine - 18 € Ne consigliamo la lettura
EICA
Il supermercato dei clienti Un documentario racconta come funziona. Una psicoanalista sta alle casse. Un chirurgo spazza il pavimento. Un idraulico sistema la merce sugli scaffali. Ci vanno a lavorare qualche ora, tutti i mesi, rigorosamente da volontari. È questa la realtà inattesa del supermercato autogestito, esperienza già intrapresa all’estero (a New York da decenni, da poco anche a Bruxelles), ora forse arriverà anche nella nostra Bologna. Food Coop, è questo il nome del progetto collettivo, nato grazie all’impegno dei clienti (tutti anche soci), che garantisce di poter comprare prodotti buoni: nel senso di freschi, ma anche etici.
Nelle sale a novembre Come funziona il supermercato collaborativo lo racconta il documentario in uscita nelle sale italiane il 14 novembre, diretto da Tomas Boothe, americano che a Parigi ha sperimentato il successo della formula: proporre prezzi bassi e offrire qualità alta. La locandina del documentario di Tomas Boothe
Il collettivo “Camilla” di Bologna sta cercando di portare in Italia il supermercato collaborativo www.altroconsumo.it
Perché in Italia si fa un uso eccessivo e spesso improprio di psicofarmaci per curare i problemi più svariati, anche per una semplice insonnia. Nel nostro Paese una persona su trenta prende un ansiolitico tutti i giorni; una su cinquanta assume ipnotici. Numeri da capogiro - gli italiani che assumono psicofarmaci sono, stando alle ultime stime, 12 milioni - che fanno lievitare anno dopo anno la spesa farmaceutica. I rischi di questo boom non sono trascurabili, ci spiegano i due autori, uno psichiatra l’altra psicologa, e propongono un uso più “etico” e consapevole degli psicofarmaci. Lo fanno smontando il paradigma per cui ogni disagio debba essere per forza trattato con un farmaco e spiegano con la forza del rigore scientifico (con ricca bibliografia) come funzionano davvero gli psicofarmaci e quali ne sono i principali rischi. Perché, contrariamente a ciò che vogliono farci credere le case farmaceutiche, la “pillola della felicità” non esiste. SIMONA OVADIA
novembre 2017 • 319 Altroconsumo 9
elettronica
+28%
abbigliamento
+28% alimentari
+43% arredamento
+31%
FARMACI GENERICI: LA PROVINCIA DI TRENTO È AL TOP La provincia autonoma di Trento è la regina dei farmaci generici: coprono il 41% del valore dei farmaci dispensati dal SSN. Seguono Lombardia (37%) ed Emilia Romagna (35%). In coda il Sud, con Basilicata e Calabria (entrambe al 18,5%)
E�COMMERCE
2017, anno d’oro degli acquisti online Le vendite dei prodotti superano per la prima volta quelle dei servizi. Al top elettronica e abbigliamento. I negozi tradizionali non faranno i salti di gioia nel leggere gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano. Per gli italiani acquistare online è ormai una vera passione, tant’è che nell’ultimo anno le vendite sono cresciute del 17%. Oggi l’e-commerce è un mercato che vale 23,6 miliardi. La vacanza resta saldamente al primo posto tra le voci di acquisto in internet (con un valore 9,2 miliardi di euro, +7%), ma non sono più le “esperienze” a farla da padrone. Infatti per la prima volta gli acquisti dei prodotti (52%) superano quelli dei servizi (48%). I settori che crescono di più sono informatica ed elettronica, abbigliamento, alimentari e arredamento. Ma a mettere il turbo è soprattutto il mobile
shopping (+65%), cioè quello attraverso smartphone o tablet, che ormai copre un terzo del valore degli acquisti online. Comprare in internet se da un lato piace dall’altro si accompagna sempre a una punta di preoccupazione, complici i numerosi casi di scorrettezze da parte di alcuni siti: prodotti ordinati e mai ricevuti, oppure rimborsi richiesti e mai accreditati. Altroconsumo gestisce continuamente reclami di questo tipo. Dopo la chiusura del sito Gli Stockisti, le segnalazioni negli ultimi tempi si sono concentrate su riveo.it. Prima di procedere a un acqusto online sono tante le caratteristiche da controllare. Consulta il nostro test e leggi la nostra guida per scoprire quali sono i più sicuri.
Abbiamo testato 47 siti di e-commerce. rovi la classifica su www.altroconsumo.it/negozi-online
10 Altroconsumo 319 • novembre 2017
SENENZA
Ogm, la Corte Ue boccia l’Italia I prodotti geneticamente modificati possono essere vietati solo se è comprovato il loro effetto negativo sulla salute. Né la Commissione né gli Stati membri hanno la facoltà di adottare misure di emergenza quali il divieto della coltivazione, come ha fatto l’Italia nel 2013 con un decreto interministeriale. I giudici della Corte europea si sono espressi così in merito al “caso Fidenato”, il coltivatore friulano che aveva sfidato la legge piantando granoturco col Dna modificato. Mais ogm che tra l’altro è presente nell’87% dei mangimi. Di fatto gli ogm sono tra noi e dentro di noi. www.altroconsumo.it
Quattro milioni di euro per tre password
L’Ue è alla ricerca di un sistema di autenticazione facile, solido e a prova di attacchi informatici. Il concorso è aperto a tutti i tecno-inventori. Al primo classificato andranno 2,8 milioni di euro. I dettagli sul sito Horizon 2020
CULURA
Agli Uffizi il biglietto non è per tutte le stagioni La cultura è sempre stata divisa in alta e bassa, ma che il prezzo per accedere ai musei dipenda dall’alta o dalla bassa stagione no n si era mai visto. Eppure è quello che succederà a partire da marzo 2018 alle Gallerie degli Uffizi a Firenze. Oggi la tariffa di ingresso è di 8 euro (senza il costo di prenotazione). Dalla prossima primavera si cambia. Nei mesi da marzo a ottobre, i più affollati di turisti, sarà di 20 euro. E da novembre a febbraio, 12 euro. È la nuova filosofia di tariffazione voluta dal direttore Eike Schmidt, che a poco più di due anni dall’arrivo agli Uffizi ha già annunciato di voler lasciare Firenze per andare a guidare il Kunsthistorisches Museum di Vienna.
La ribuna, sala ottagonale realizzata da Bernardo Buontalenti e cuore degli Uffizi
“SICURA LA PASTA FATTA CON IL GRANO IMPORTATO” Il grano proveniente dall’estero è sicuro e sano. Nessuna irregolarità è stata riscontrata nei campioni analizzati nell’ambito del Piano nazionale delle micotossine del ministero della Salute. Lo stesso era avvenuto sui pesticidi. Esultano le associazioni dei pastai, che ricordano come oggi importiamo il 30-40% del grano, mentre cento anni fa era il 70%: “Eppure nessuno sosteneva che la pasta non fosse made in Italy”
Con questa sanità vivremo di meno Il Pil italiano è stato rivisto al rialzo, non così la spesa sanitaria: scenderà dall’attuale 6,6% del Pil al 6,4% nel 2019 e al 6 ,3% nel 2020, percentuali mai raggiunte in passato. Secondo l’Oms, sotto la soglia del 6,5%, oltre che la qualit à dell’assistenza e l’accesso alle cure, si riduce anche l’aspettativa di vita.
INDUSRIA ALIMENARE
Stop ai “gemelli diversi” sui mercati europei Sarebbero perfetti per il gioco “trova la differenza”. Sono quegli alimenti che hanno confezioni e marchio identici, ma al vaglio delle analisi, o semplicemente dal confronto della lista degli ingredienti, si scopre che contengono ingredienti o materie prime diversi. In pratica alcune multinazionali del cibo vendono su alcuni mercati prodotti più scadenti. Sono soprattutto i Paesi dell’Europa orientale a denunciare di essere destinatari di alimenti di serie B. www.altroconsumo.it
«Presentare due prodotti diversi nella confezione della stessa marca è ingannevole e sleale nei confronti dei consumatori», ha detto Vera Jourová, commissaria per la Giustizia. La Commissione europea ha deciso di arginare la pratica illegale dei “gemelli diversi”. Per aiutare le autorità nazionali a gestire questi casi, ha pubblicato una serie di orientamenti sull’applicazione della normativa Ue. Poi, se sarà necessario, il pugno si farà più duro. novembre 2017 • 319 Altroconsumo 11
ATTUALITÀ Big Data
S
IN SINTESI
iziano, seimila abitanti in provincia
di Pavia. È in questo piccolo paese,
Qual è il valore dei dati per le più grandi aziende del web Quali possibili effetti sulla concorrenza La proposta di Altroconsumo per un mercato dei dati sostenibile
tra le campagne dell'Oltrepò, che si
trova il più grande data center del
Sud Europa. Supernap Italia, un avveneristi-
co centro dati da 42mila metri quadri, con più di quattromila armadi rack (quelli pieni di fili usati per i server) e una potenza che può arrivare fino a 40 megawatt per servire
Che potere, i dati Possono essere usati bene o male e sono la ricchezza dei colossi del web. Ma ne sei tu il vero padrone.
Europa, Africa e Medio Oriente. È in posti come questi che vengono conservati i dati che le aziende raccolgono ogni giorno da milioni di persone che navigano online, postano sui social, si registrano a servizi, scaricano app e utilizzano oggetti connessi che diventeranno sempre più diffusi, come le auto o i frigoriferi "intelligenti". Si tratta dei Big Data, un enorme e continuo flusso
Apple
831 miliardi
Google
656 miliardi
di Stefania Villa
Microsoft
575 miliardi Facebook
502 miliardi Amazon
472 miliardi
Le cinque aziende più ricche del mondo in termini di valore di Borsa (capitalizzazione in dollari al 13/09/2017) 12 Altroconsumo 319 • novembre 2017
www.altroconsumo.it
di informazioni che ormai si misura in petabyte, exabyte, neanche più in terabyte. Da
tenere al sicuro. A Supernap ci sono guardie giurate 7 giorni su 7 e 24h/24h, entrare con una bottiglietta d’acqua è vietato per il rischio di danni ai circuiti, la zona è stata scelta valutando anche studi geologici, per scongiurare il più possibile alluvioni e terremoti, il tetto può resistere a venti fino a 322 km/h e ogni attacco informatico nel mondo è controllato da una sala monitor sempre attiva, in collegamento con la sede gemella di Las Vegas, negli Usa. Ma è qui, in provincia di Pavia, che il mondo dei Big Data – così distante, immateriale e difficile diventa vicino, concreto, chiaro: gli armadi, i cavi, le ventole, i monitor, le guardie. Siamo
in un nuovo forziere. Che custodisce soldi. Il nuovo capitale delle "cinque sorelle"
Vengono definiti il nuovo petrolio dell’economia, The Economist li ha chiamati "La risorsa più preziosa del mondo". Basta vedere
quali sono le aziende che oggi hanno più valore in Borsa per capire che i Big Data – i
Gli armadi (rack), i server e i cavi che custodiscono e trasmettono dati informatici in un data center. Interno del data center Switch Las Vegas, di cui Supernap Italia (a Siziano, Pavia) utilizza tecnologie e modello costruttivo.
nostri dati - sono stati in grado di stravolgere il mercato, cambiando l’ordine della ricchezza mondiale. Apple, Alphabet (la casa madre di Google), Microsoft, Facebook e Amazon: il maggior valore sui mercati se lo aggiudicano
le cinque più grandi aziende dell’hitech. E al sesto e ottavo posto ci sono comunque due compagnie del settore, le cinesi Alibaba
e Tencent. Solo dieci anni fa la situazione era completamente diversa, con compagnie molto "concrete" tra le più ricche del mondo,
come la società petrolifera Exxon Mobil, il gruppo industriale General Electric e la telefonica China Mobile. Cosa hanno in comune le nuove prime clas-
menteranno di valore. Evidentemente la Borsa crede molto in tutto ciò e nel dominio che queste società hanno conquistato, tanto che le sette aziende tecnologiche ame-
ricane e cinesi citate sono arrivate a valere in totale 3.870 miliardi di dollari, quasi il doppio della ricchezza prodotta dall'Italia ogni anno, il 50% in più di quella di tutto il continente africano. E da questo valore ci
la nostra era solo un'idea, sarà molto più probabile che si trasformi in realtà. A quel punto Amazon "penserà" – magari prima di noi e azzeccandoci – che ci servirà anche un cuscino, delle lenzuola, una coperta... Non solo pubblicità dei loro servizi: i big del
sificate? Tutte, in un modo o nell'altro, fonweb, negli ultimi anni, hanno scoperto andano la loro ricchezza su una straordinaria che che i dati possono essere fondamentali per sviluppare servizi di intelligenza artificapacità innovativa, che si nutre dei dati raccolti da milioni di utenti che utilizzano guadagnano le aziende, i loro manager, che ciale sempre più evoluti, come l'assistente i loro prodotti, ogni giorno, tutto il giorno: potrebbero avere delle retribuzioni le gate a domestico di Google Home, un piccolo appasmartphone, pc, mail, social, app. Secondo quel valore e gli azionisti. Tutto grazie alla recchio che risponde ai quesiti degli utenti, gli esperti i dati costituiscono a tutti gli effetti materia prima fornita dagli utenti, pensate. da cui si possono comandare i dispositivi connessi della casa e che più viene usato e un nuovo capitale per queste aziende, dalle Che potere, i dati. caratteristiche uniche. Sono moltiplicabili: più migliora. Oppure le auto "intelligenti", un camion può essere guidato da una sola Come si guadagna con i dati in grado di prendere decisioni, come frepersona in un certo giorno, i dati personali Apple, Microsoft e Amazon guadagnano nare o curvare da sole grazie ad algoritmi invece possono essere elaborati da diversi principalmente dalla vendita di prodotti che imparano dalle informazioni ricevute algoritmi più volte allo stesso tempo. Non (iPhone, iPad, software come iOS, Windows, nell'uso. Di chi? Degli utenti. sono sostituibili: un barile di petrolio può Office e oggetti di ogni tipo nel caso della Google e Facebook sono le piattaforme che essere sostituito con un altro della stessa piattaforma di e-commerce): con la marcia in modo più diretto guadagnano dai dati. La qualità; le preferenze personali di ciascu- in più dell'analisi dei dati, possono capire percezione comune è che offrano un motore di ricerca e un social gratuiti. Ma sarebbe no, invece, sono uniche. Sono quindi anche cosa piace di più, dar vita a nuovi servizi, risorse scarse e in quanto scarse, preziose. prodotti e venderli meglio. Pensiamo ad alquanto strano per due tra le società più Non solo, hanno potenzialità infinite: più gli Amazon: se cerchiamo un materasso, pro- capitalizzate al mondo non avere fonti di utenti useranno i servizi e i prodotti delle babilmente la sua pubblicità ci comparirà guadagno. Rispettivamente incassano l'88% cinque sorelle dell'hitech, più quei dati si su Facebook, su Gmail e su tanti altri siti e il 97% del loro fatturato con la pubblicità arricchiranno, diventeranno precisi e au- che visiteremo per più giorni a seguire. Se online, detenendone una sorta di duopolio: www.altroconsumo.it
novembre 2017 • 319 Altroconsumo 13
ATTUALITÀ Big Data
secondo l'Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), in Italia detengono "ben oltre il 50% dei ricavi netti da pubblicità online": il meccanismo è vendere spazi pubblicitari personalizzati, grazie a ciò che
IN CIFRE
Tante informazioni nelle mani di pochi I colossi del web sono dei monopoli o hanno
solo il merito di aver innovato incessantemente, con prodotti utili e di grande succes-
so, lasciando indietro i loro concorrenti? Il
conoscono degli utenti. Google, ad esempio,
dibattito è aperto, sta di fatto che nessuno si
oltre a essere proprietario di Android, il si-
sognerebbe mai di lanciare un motore di ri-
stema operativo di gran parte dei telefoni, sa
quali ricerche facciamo sul motore di ricerca, quali video vediamo su YouTube, dove ci troviamo con Google Maps ecc. Facebook consente una profilazione ancora più dettagliata. Se un’azienda vuole rag giungere le donne tra i 30 e i 40 anni, che vivono a Roma, a Trastevere, a cui piace il rock, con figli, che ha cercato online "zaino" può farlo: una possibilità mai vista prima nel mercato della pubblicità. «Stiamo arrivando a un livello di precisione e dett aglio davvero estremo - dice Antonio Incorvaia, esperto di
Digital Media e consulente IED (Istituto Europeo di Design) - e Facebook ha un grande merito strategico in questo: riesce a mettere
gli utenti nella condizione di raccontare di sé in modo spontaneo quante più informazioni possibili». Informazioni che a un certo
punto vengono praticamente messe all'asta: quando le aziende che vorrebbero far comparire il loro post "Sponsorizzato" a una stessa categoria di persone diventano tante,
Facebook - una volta calcolato il costo per ogni clic che si otterrà dagli utenti - dà agli inserzionisti la possibilità di alzare un po' la posta rispetto a quella cifra, in modo da avere più opportunità di comparire rispetto
alle concorrenti. Pensate che valore, i dati. Le aziende possono spendere anche migliaia
di euro così, «ma sei comunque nelle mani dell'algoritmo di Facebook, che solo lui conosce. E sono regole a cui è necessario sott ostare, perché è il modo più semplice e veloce
per avere visibilità», conclude Incorvaia. In
5 miliardi di euro Imposte perse ogni anno dall’erario italiano sui guadagni delle web company estere (dato Commissione Bilancio della Camera)
31,4% Imposte medie versate dalle aziende italiane (Calcolo aliquota Scuola europea di alti studi tributari dell'Università di Bologna; Fonte: Sole 24Ore)
38,6% Imposte medie pagate in Italia da una coppia monoreddito con due figli (Dato Ocse, Taxing Wages 2017)
cerca, un social o una piattaforma di e-com-
merce pensando di poter fare concorrenza a Google, Facebook e Amazon. «Rispetto ai monopoli più tradizionali è una posizione di forza che si autoalimenta», dice Andrea Rangone, ad di Digital 360° e docente di Digital Business al Politecnico di Milano (intervista completa su AC 318 ottobre 2017 ). «Se tu sei il motore di ricerca principale e la quasi totalità degli utenti ti utilizza - continua - vuol dire che accumuli ogni giorno più dati e una conoscenza degli utenti incredibile per cui nessun altro ti potrà seguire, continuerai
a distanziare gli altri e sarai in grado di anticipare servizi e gusti più di chiunque». Viene
definito "effetto rete": si usano i dati per attirare più utenti, che generano più dati, che aiutano a migliorare i servizi, che attraggono
più utenti, che genereranno altri dati. Anche in questo modo si riesce a diventare sempre più grandi e ad avere la possibilità, se un concorrente pericoloso si affaccia all’o-
rizzonte, di acquisire lui e, di nuovo, il suo patrimonio di informazioni: è successo con Facebook, che oltre a esser sbarcato recentemente anche nell'e-commerce con il suo Marketplace, ha comprato due campionesse di dati personali, Instagram e Whatsapp (an-
che quest'ultima potrebbe diventare presto un canale di comunicazione per le aziende), è successo con Google che ha comprato You-
Tube, l'app navigatore Waze ecc. Giardini murati Il problema è che quando si possiedono tanti
sostanza, i clienti veri di Google e Facebook
prodotti e servizi, quando tante attività su
non sono le persone, ma gli inserzionisti a
piani diversi si intersecano, il rischio di abusi
cui in qualche modo vendono le informazio-
aumenta. «Sono mercati molto diversi da quelli tradizionali, che si sviluppano anche molto velocemente - spiega Marco Pierani,
ni dei loro utenti. Utenti che - quasi, quasi - in tutto questo giro d'affari rischiano anche di perderci. L'enorme vantaggio competitivo
che queste dominatrici del mercato si sono conquistate, anche grazie ai dati, finisce per
lasciarle senza rivali, il che può piacere ai mercati, ma piace meno alla concorrenza.
Direttore Relazioni Esterne di Altroconsumo e Euroconsumers - e questo mette in crisi le tradizionali norme sulla concorrenza». Han-
no infatti caratteristiche molto particolari, continua: «In diversi casi sono piattaforme chiuse, cosiddetti walled garden (giardini chiusi, ndr), basati sull'uso di dati all'interno di quel mercato, quindi è molto difficile che
Secondo una ricerca del MIT di Boston le aziende che usano meglio i dati dei clienti hanno ritorni più alti del 5% 14 Altroconsumo 319 • novembre 2017
qualcuno possa fare concorrenza». È il caso ad esempio di Apple, che pone dei limiti molto precisi ad app e contenuti che possono essere venduti per i suoi dispositivi. «Un'altra particolarità - continua Pierani - è che sono mercati in cui le grosse aziende non sono solo attori del mercato, www.altroconsumo.it
ATTUALITÀ Big Data
«CI TRIVELLANO L'ANIMA ED ENTRANO NELLA ST RUTTURA SOCIALE» i t u n i M a l e i n a D s t i d e r C
Secondo lei l'uso dei dati nel digitale è una questione economica e sociale. Cosa vuol dire nel concreto?
«Gli aspetti economici spesso non sono neanche introdotti nella discussione, che si limita a discorsi legati solo alla privacy. Però basta un esempio per capire l’effetto di queste piattaforme: in America ci sono 3,5 milioni di camionisti, che in 4-5 anni saranno rimpiazzati con tecnologie capaci di guidare da sole. Ma chi avrà fatto il lavoro di insegnare a questi
EVGENY MOROZOV POLITOLOGO, ESPERTO DI NUOVI MEDIA
sistemi a essere così autonomi e intelligenti? Gli stessi autisti che con l’uso di queste piattaforme avranno dato i loro dati a queste aziende, contribuendo a creare l'intelligenza artificiale». Cioè, avranno lavorato per loro?
«Sì. Però, più che lavoratori digitali gratuiti, credo che sia più vicina alla realtà la prospettiva per cui siamo sfruttati come una risorsa naturale: come le piattaforme petrolifere, le piattaforme digitali - attraverso algoritmi, filtri e tutti i trucchi
del design che catturano la nostra attenzione - trivellano la nostra anima per estrarre fatti, connessioni, aspirazioni, ansie, di cui forse noi stessi ignoriamo l’esistenza; senza che lo sappiamo o lo vogliamo. E intanto facendo prodotti utili, che piacciono e in grado di creare una certa dipendenza, producono in noi una soggettività che di partenza è già molto pro nei loro confronti. E non si tratta di una questione moralistica o di privacy. Questo non è un problema individuale, ma è un problema sociale ed economico per cui serve una soluzione anche politica. È evidente che queste aziende hanno un ruolo molto diverso da aziende di altro tipo. Sono spesso dei monopoli e tutta la società può arrivare a dipendere da loro, stanno entrando nel mondo dei trasporti, della salute, nelle scuole, nelle università, con il rischio che in futuro, forse, il nostro welfare non verrà dallo Stato ma da loro.
Il problema è che le conseguenze a lungo termine non sono visibili, come è stato anche con tutte le tecnologie che hanno causato il cambiamento climatico. Oggi Google paga i suoi lobbisti più di tante altre multinazionali. E noi di questo non siamo neanche coscienti». Ma si possono ottenere effetti positivi da tutti questi dati?
«Questo è quello che dobbiamo fare. Significa creare un altro sistema per gestire la proprietà dei dati. Invece cosa succede oggi? Che se faccio una camminata a Barcellona, che è una smart city e la strada è piena di sensori, chi prende tutti quei dati? I fornitori di servizi. Non si comprende perché questa scelta sia stata fatta per noi senza consultarci. Questi dati invece possono appartenere alla persona, alla città e si potrebbe trovare un modo in cui il cittadino può scegliere ad esempio di cederli alle municipalità». S.V.
ma fanno anche da struttura». E questo può
il vero problema da porsi oggi - commenta
diversi settori. E non non solo nel digitale -
generare conflitti di interessi. Un esempio? Google è proprietaria del motore di ricerca
Pierani - è se queste aziende sentono ancora
con il cloud (servizi per immagazzinare dati),
quella spinta a innovare che le ha fatte cre-
(infrastruttura) e anche di Google Shopping
scere, portando benefici agli utenti, oppure
(attore), un servizio di confronti e acquisti.
zione dominante: quando un utente cercava un prodotto, il motore di ricerca metteva in
se sono ormai così forti che sono diventate quasi conservatrici della loro posizione dominante. Anche perché se sono riuscite a diventare così grandi è grazie a un sistema aperto, che gliel'ha permesso e alla materia prima che arriva dagli utenti, i dati».
la smart home e il suo assistente personale Alexa e possibili applicazioni anche nel mondo della sanità - ma anche offline: ad esempio ha acquistato recentemente la catena di cibo biologico Whole Foods Market; il patron, Jeff Bezos, ha inoltre comprato il
evidenza i risultati del suo servizio di shopping, mettendo in fondo tutti i comparatori
Concorrenza di prezzi
La scorsa estate, la Commissione Ue ha multato per 2,42 miliardi di euro Google (che in
seguito ha fatto ricorso) per abuso di posi-
concorrenti. Così non solo ha penalizzato le persone riducendone la possibilità di scelta e di risparmio, ma ha penalizzato le aziende
concorrenti. E in questo modo ha frenato il loro sviluppo e anche la nascita di nuove compagnie, che potenzialmente potrebbero
portare nuovi benefici per gli utenti. La mancanza di concorrenza toglie risparmio e innovazione, ma il mondo giuridico rischia di arrivare sempre troppo tardi, quando tutto sta già cambiando, portando alla fine pochi benefici tangibili ai cittadini. «I consumatori hanno ottenuto molto grazie allo sviluppo del mercato digitale e alla capacità di innovare di questi big. Ma www.altroconsumo.it
Come Google, anche Amazon è "infrastruttura" oltre che attore: infatti mette a disposizione dei venditori di tutto il mondo uno spazio virtuale (con le sue regole e i suoi algoritmi) e poi su quella stessa piattaforma è venditore anche lui. Le cronache del 2010 raccontano
quotidiano americano The Washington Post.
Nel frattempo il tema della personalizzazione dei prezzi - questione che riguarda tutto l'e-commerce - compare all’orizzonte. I cosiddetti "prezzi dinamici" sono già una realtà: si tratta di prezzi che cambiano anche più volte al giorno in base all'analisi di determinati dati, come la richiesta del prodotto in quell'istante o il momento della giornata, un
po' come avviene con i biglietti aerei.
che, in seguito a una disputa con l'editore
Ma cosa succederebbe se si scendesse un po'
americano MacMillan sui prezzi dei suoi ebo-
più nel dettaglio del singolo utente? In uno studio citato sul periodico London Review of Books, alcuni ricercatori hanno simulato online il comportamento di persone più
ok, Amazon arrivò a rimuovere il pulsante “buy” (compra) da tutta la sua libreria. Non solo una piattaforma di e-commerce che ha sconvolto il mercato (negli Usa sono
caute con il portafogli e di persone benestan-
ti. Lo stesso paio di cuffie, per le seconde, oltre cinquemila solo nella prima parte del veniva a costare in media quattro volte di 2017): Amazon si sta espandendo anche in più. Si tratta di uno studio, ma visto che la triplicate le chiusure dei negozi tradizionali,
novembre 2017 • 319 Altroconsumo 15
ATTUALITÀ Big Data
PADRONI DI NOI STESSI
FURTHER READING
www.imieidaticontano.it Vai sul sito e sostieni la nostra campagna internazionale: contatteremo le aziende più importanti chiedendo loro di riconoscere il giusto valore dei dati personali. È necessario che i cittadini partecipino attivamente a un mercato dei dati che sia più responsabile e sostenibile. Altroconsumo chiede quindi che le aziende distribuiscano i benefici reali dell'economia dei dati tra le persone che quei dati li generano, producendo servizi innovativi e personalizzati che migliorino le loro vite, sostengano i loro diritti e libertà fondamentali, come quelli di tutta la società. Gli utenti devono per questo poter gestire, controllare, revocare i loro dati in modo semplice, esprimendo un consenso esplicito e conoscendo il fine per il quale saranno usati.
visibilità, sarebbero costretti a giocare con le regole dei due colossi su come vengono visualizzate le notizie. E questo andrebbe a scapito dei buoni contenuti, a tutto a vantaggio delle fake news. Che potere, i dati. Se a tutto questo aggiungiamo che le aziende
internazionali del web possono, perché la legge ancora glielo permette, avere una sede legale in un paradiso fiscale come l'Irlanda o
il Lussemburgo ed evitare così di pagare le tasse in tutti gli altri paesi in cui guadagnano, le domande potrebbero continuare: ci può essere concorrenza alla pari da parte di
aziende tecnologiche che invece le tasse, in Italia, le devono pagare? Quale beneficio per
i cittadini - quelli che forniscono i dati - che con quelle tasse potrebbero ottenere mi glioramenti importanti nei servizi pubblici?
I dati, croce e delizia I dati hanno in sé un potere enorme: s e usati
male possono fare male, ma se usati bene possono fare anche molto bene. La personalizzazione dei servizi può essere positiva per tutti, anche per i cittadini, che trovano così risposte più vicine ai loro bisogni. «Si pensi anche alle innovazioni nel campo della salute», racconta Antonietta Mira co-direttore dell'Istituto Interdisciplinare di Data
cosa sarebbe tecnicamente possibile e poco
controllabile, non ci si può non chiedere se non sarebbe discriminatorio ricevere questo
in cambio delle nostre informazioni: prezzi più alti per chi ha più bisogno di qualcosa o per chi si presume abbia più soldi. E, inoltre, sarebbe questa concorrenza ad armi pari nei
confronti di altri venditori? Concorrenza nell'informazione Recentemente l'Antitrust, l'Agcom e il Garante per la privacy hanno avviato un’indagine per capire le criticità connesse all’uso dei Big Data, non solo su concorrenza e privacy ma anche sul pluralismo informativo. Sì, perché anche quello potrebbe essere a rischio. Che
potere, i dati. Pensiamo ai contenuti che ci compaiono su Facebook: sono influenzati dagli amici che abbiamo e dagli interessi espressi, il tutto
qualche modo si adeguano a interessi già espressi, quindi a consolidarli. Dall'altro, la cosa più importante è che siano contenuti che gli utenti vogliono vedere, in modo che ci clicchino sopra e facciano fare anche soldi.
Dopo la polemica sulle fake news durante l'elezione di Trump, le notizie false che ne avrebbero influenzato l'elezione, Facebook ha messo in atto controlli e misure, ma l'ombra del conflitto di interessi resta, visto che i contenuti falsi sono spesso quelli che portano più soldi perché solitamente più scandalistici e quindi più cliccati. Il mondo dell'informazione, in crisi, protesta
nel frattempo perché si sente "derubato" di introiti pubblicitari. News Media Alliance (Nma), associazione di oltre duemila quotidiani negli Usa, ha presentato una serie di ri chieste al Congresso: la tesi è che il duopolio sulla pubblicità online di Google e Facebook,
Science dell'Università della Svizzera italiana. «Dai flussi di mobilità delle persone - dice - è possibile prevedere i flussi di diffusione di una pandemia. O pensiamo alla medicina di precisione: negli Usa stanno dotando un milione di persone appositamente selezionate di dispositivi elettronici indossabili, che per-
mettono una trasmissione continua di dati. E questo consentirà di migliorare la scelta della cura giusta per la persona giusta nel momento giusto». Poi c’è anche tutto l’ambito delle città intelligenti: l'analisi dei Big Data può servire per studiare l’inquinamento, capire come funzionano i servizi pubblici, la mobilità, il traffico, la sicurezza, la gestione delle folle. «Il ruolo delle istituzioni e dei centri di ricer-
ca - conclude Mira - è in questo fondamentale, perché libero da interessi commerciali.
mediato dagli interessi economici del social, il cui algoritmo decide cosa compare in base
che dominano con le loro logiche commer-
È una sfida, ma i dati possono diventare un nuovo genere di bene comune».
ciali il flusso delle notizie, stia togliendo rica-
Restano comunque delle persone e non pos-
agli investimenti pubblicitari. Questo, da un lato, porta a visualizzare notizie che in
vi pubblicitari alla buona informazione. Gli
sono essere trattati come una merce di cui
editori, in sostanza, per sopravvivere e avere
ci si appropria, che si usa, si scambia, si monetizza, tenendone il proprietario escluso e
Il 4 e 5 novembre a Milano il nostro Festival sulla rivoluzione digitale: www.altroconsumo.it/festivalfuturo 16 Altroconsumo 319 • novembre 2017
sostanzialmente all'oscuro, viste le difficili condizioni di privacy online. «Dobbiamo riportare al centro la persona e pretendere che nell'innovazione ci sia, come beneficio primario, un beneficio per il cittadino», dice
Pierani. Altrimenti potrà anche trattarsi di innovazione ma, senza benessere diffuso, non arriverà a essere vero progresso. www.altroconsumo.it
ATTUALITÀ Raccolta differenziata
Bisogna invertire
la rotta dei consumi Edo Ronchi è il padre della riforma dei rifiuti. Ad Altroconsumo ha raccontato cosa ci aspetta dopo 20 anni di raccolta differenziata, che ha cambiato le nostre abitudini. di Beba Minna
S
e il consumo di materiali è in costante crescita, la disponibilità di materie prime è limitata: ecco perché in futuro si dovrà per forza invertire la rotta dei consumi. Lo ha capito l'Europa, che sta avviando un cambiamento del modello economico verso la cosiddetta "economia circolare", che punta a ridurre il prelievo di risorse naturali e a contenere i rifiuti da smaltire, grazie a modelli industriali e di consumo che ne prevengano la produzione, prolunghino l'uso dei prodotti, incoraggino il riuso e il riciclo. Riuso e riciclo sono proprio i temi della nona edizione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, che si tiene dal 18 al 26 novembre. Una tappa concreta di questo cambiamento sarà l'attuazione della nuova Direttiva europea sui rifiuti e la circular economy, che dovreb be essere approvata entro la fine dell'anno. Ne parliamo con Edoardo Ronchi, ministro dell'Ambiente dal '96 al 2000, che nel '97 realizzò il decreto che ha fatto la storia dei rifiuti in Italia e che quest'anno compie vent'anni. Protagonista dell’impegno per l’ambiente da molti decenni, oggi Ronchi è presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, autorevole centro studi sulla green economy.
Edoardo Ronchi, già ministro dell'Ambiente, oggi è presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile
Professore, quest'anno il suo decreto sui rifiuti compie 20 anni: quali sono stati i progressi dal 1997 a oggi? «Nel '97 mandavamo in discarica l'80% dei rifiuti urbani e la raccolta differenziata era di fatto inesistente. Oggi in discarica finisce il 26% dei rifiuti, la raccolta differenziata è in media al 46%, molte regioni superano il 50% e in alcuni settori come ad esempio gli imballaggi siamo addirittura al 60%. In questi 20 anni ci sono stati grandi cambiamenti, ma abbiamo ancora zone arretrate: la Sicilia www.altroconsumo.it
novembre 20 17 • 319 Altroconsumo
17
ATTUALITÀ Raccolta differenziata
Lunga vita ai rifiuti "Diamo una seconda vita agli oggetti” è l'invito di quest'anno della Settimana europea dei rifiuti. Un'occasione per ricordarsi di fare bene il riciclo, ma anche per imparare a riutilizzare gli oggetti per ridurre la produzione di rifiuti.
Vetro e ceramica Rifiuti elettronici Le lampadine non vanno in pattumiera, ma nelle apposite piazzole di raccolta
Differenziare correttamente: la ceramica (tazzine, piatti, vasetti per cosmetici...) non va insieme al vetro, ma nel sacco nero
Prolungare la vita dei prodotti: un barattolo in alluminio o in vetro può diventare un piccolo vaso
Bottiglia di plastica
Pc e bollette online Evitare i rifiuti: fatture e bollette possono essere richieste online per ridurre i consumi di carta
Riciclo creativo
Frutta sfusa, meno imballaggi
Differenziare bene i rifiuti: prima di metterle nel sacchetto, le bottiglie di plastica vanno schiacciate per ridurne l'ingombro
Se possibile, meglio scegliere prodotti sfusi , usare prodotti concentrati, con imballaggi ricaricabili, bere acqua del rubinetto, evitare il caffè in capsule
18 Altroconsumo
319 • novembre 2017
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ATTUALITÀ Raccolta differenziata
è sotto il 20% di raccolta differenziata (anche se ci sono città come Catania che si sono molto impegnate), la Calabria è sotto il 30%, sono indietro anche Basilicata e Molise. La Campania invece non è più in emergenza».
La raccolta migliora, però sono arrivati nuovi rifiuti, soprattutto tecnologici: come si fronteggia il cambiamento? «Nuovi stili di vita hanno prodotto nuovi rifiuti. Il boom degli acquisti online ha portato un aumento degli imballaggi in carta, cartone e plastica. Poi ci sono i rifiuti elettronici, su cui purtroppo siamo in ritardo, siamo stati segnalati da un recente studio della Commissione europea: il sistema dei Raee è un po' carente. Finché la raccolta differenziata si muove su materiali collaudati, come plastica o alluminio, funziona, ma quando ci troviamo ad affrontare i circuiti delle schede elettroniche o gli apparecchi elettrici dobbiamo mandarli all'estero: dobbiamo migliorare l'organizzazione delle raccolte e le tecnologie di riciclo».
Non è da ripensare anche la fiscalità ecologica? I cittadini sono tassati ancora per numero di componenti del nucleo familiare...
NUOVI MODELLI DI RACCOLTA In alcune località già da anni le società di gestione dei rifiuti hanno avviato la raccolta "puntuale". Due cittadini ci spiegano che cos'è. Maria rosa Nichele vive con il marito a Casier, in provincia di Treviso. «Nel
nostro paese la raccolta dei rifiuti è gestita dalla Contarina, da cui riceviamo comunicazioni sullle modalità di raccolta. Sono diversi anni che abbiamo la differenziata porta a porta. Mi trovo benissimo, la raccolta è diventata semplice. Ho dei bidoni grandi, da 120 litri, ma per fortuna non ho problemi di spazio perché vivo in una casetta a schiera. Per l'indifferenziato si adotta il sistema della raccolta puntuale, cioè si paga in base al numero di svuotamenti dei bidoni. Quindi più indifferenziato si produce, più si spende. Se si fa una raccolta ottimale, servono 2-3 svuotamenti l'anno per me e mio marito. Gli altri rifiuti si portano nei
centri di raccolta. Sono disponibili anche i bidoni per raccogliere l'olio domestico, a me non serve perché non faccio molto uso di fritti in cucina».
«Se ne parlava già ai tempi del mio decreto nel '97. Bisogna passare a una tariffazione diversa: più rifiuti produci, più paghi. La tariffa sui rifiuti non può che essere proporzionata alle quantità prodotte e raccolte in modo più o meno indifferenziato. Sotto questo aspetto la direttiva europea spinge verso una responsabilizzazione del cittadino. In alcune regioni vige la raccolta puntuale (cioè si paga in base ai rifiuti prodotti, ndr ), ma non è generalizzata e ognuno fa quello che gli pare: non va bene, perché finisce che paga bollette alte anche chi fa una buona raccolta. Si deve rendere conveniente anche economicamente la raccolta dei rifiuti grazie a una vera tariffazione puntuale».
cioè i prodotti progettati per durare poco: riparare: se si guastano bisogna buttarli via. questa strategia non sarà più coerente con I prodotti in questo modo diventano rifiula nuova direttiva europea. Aumenteranno ti prima del tempo. La direttiva in questo ulteriormente gli obiettivi di riciclo sia per senso sarà un vincolo per l'industria. Poi i rifiuti urbani sia per gli imballaggi. Servirà va risolto il problema dell'usa e getta, degli uno sforzo notevole, non è più possibile avere oggetti utilizzabili una volta sola. Si andrà zone arretrate. Poi c'è il tema dell'ecodesign: sempre di più verso forme di sharing, cioè di per raggiungere livelli così alti di riciclo serve uso condiviso dei servizi anziché la proprietà una progettazione più mirata dei prodotti. Si del prodotto, non solo per l'automobile ma punta anche ad azzerare lo smaltimento in in futuro potrà accadere anche per altri prodiscarica e negli inceneritori. Sarà un cambia- dotti, come le lavatrici». mento intenso e anche abbastanza rapido: gli obiettivi dell'Unione europea sono molto am- Beh, a quanto pare sarà proprio una biziosi, tra il 75 e l'80% di riciclo entro il 2030. rivoluzione... Servono certamente ulteriori investimenti». «Non c'è alternativa, siamo 7 miliardi di persone, continua ad aumentare il consuIl settore dei rifiuti ha sempre subìto A proposito di obsolescenza mo di materiali, così non ce la facciamo l'influenza della malavita. È ancora così? programmata, quindi anche l'industria più. Non è solo un problema di rifiuti, ma «In questi anni la situazione è migliorata. I dovrà fare la sua parte? di risorse disponibili. Serve un utilizzo più processi industriali si sono evoluti, si è ridotta «Facciamo un esempio di rifiuti non urbani, efficiente delle risorse, la direttiva europea la produzione di rifiuti pericolosi, di conse- gli pneumatici. Le sembra possibile che gli non riguarda soltanto l'ambiente ma anche guenza anche i traffici illeciti sono calati. Lo pneumatici di tutte le macchine durino più l'economia. L'attenzione ai rifiuti produce dicono le indagini giudiziarie: lo smaltimento o meno un paio d'anni e facciano tutti gli ricadute economiche importanti, facendo illegale di rifiuti pericolosi, solitamente legato stessi chilometri? Non credo che sia casuale. crescere il settore della green economy. In Eppure non c'è un limite tecnologico, perché Italia è nata l'industria del riciclo: il recuall'associazione mafiosa, è diminuito». se guardiamo le auto da corsa ci rendiamo pero è una rivoluzione dei comportamenti Cosa ci aspetta in sostanza con la conto di come le mescole cambino, e con che vale circa 5.000 imprese, che fatturano esse anche la durata di un pneumatico. Per diverse decine di miliardi, con 120.000 addirettiva sull'economia circolare? «Serve un ulteriore salto di qualità. Bisogna le automobili sembra che ci sia un accordo detti. Se non si mette in atto un'inversione puntare a prevenzione e riutilizzo, allungare tra i produttori perché durino più o meno di tendenza vivremo una corsa per l'approvil ciclo di vita dei prodotti e allontanare il tutti lo stesso tempo: questa non è obso- vigionamento delle risorse che non porterà momento in cui diventeranno rifiuti. Ma an- lescenza programmata? Un altro esempio a nulla di buono. Siamo costretti in un certo che combattere l'obsolescenza programmata, sono gli smartphone, che non si possono senso a diventare più lungimiranti». www.altroconsumo.it
novembre 2017 • 319 Altroconsumo
19
INCHIESTA Call center energia
Risposte al buio Il servizio clienti del fornitore di luce e gas deve dare assistenza e risposte precise. Non sempre è di supporto al cittadino né brilla per chiarezza. di Simona Ovadia
L'
assistenza ai clienti è un servizio do veroso per qualunque azienda e un elemento strategico per valutarne la qualità. Lo è ancora di più per le aziende che erogano energia (gas e luce), dato che le voci di cui è composta la bolletta, sebbene siano state recentemente ridotte e semplificate, non sono sempre così chiare e comprensibili. Un buon servizio clienti può aiutare il cittadino a capire bene cosa e quanto sta pagando, consigliare eventuali strategie per risparmiare sui consumi e permettergli di ragionare in modo più consapevole sull'eventualità di passare a un operatore più concorrenziale. In un mercato come quello dell'energia, che da tutelato st a diventando completamente libero – il superamento della tariffa regolata è previsto per il 2019 – un servizio clienti che sia in grado di aiutare l’utente a comprendere ciò che paga non è un "qualcosa in più", ma un elemento
20 Altroconsumo 319 • novembre 2017
IN SINTESI Un'inchiesta sul servizio clienti di 11 fornitori di gas e luce I nostri giudizi sulla qualità delle risposte e sul tempo di attesa Come leggere la bolletta: il significato delle principali voci
cardine per valutare l'azienda fornitrice. Lo sa bene anche l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, che non solo indica alcuni standard minimi di qualità cui gli operatori del settore devono adeguarsi, per esempio rispetto al tempo di attesa per ottenere la linea, ma verifica che vengano rispettati. In apertura dell'ultimo rapporto sulla qualità dei servizi telefonici delle aziende che forniscono energia l'Autorità scrive: «I call center commerciali delle imprese e gli altri canali di contatto rappresentano un riferimento importante per i clienti che necessitano di contattare il proprio fornitore e in generale costituiscono un elemento centrale della qualità complessiva dei servizi di vendita degli operatori che si confrontano sul mercato». Quando si deve scegliere con chi allacciarsi non bisogna guardare soltanto alle tariffe: l’azienda con cui si stipula il contratto deve fornire un servizio clienti www.altroconsumo.it
INCHIESTA Call center energia
Come leggere la BOLLETTA 2.0 Obbligatoria da poco meno di due anni, prevede che il cliente riceva una sintesi semplificata della fattura in forma cartacea o telematica. Sui siti internet degli operatori, poi, si trova anche il quadro di dettaglio.
1. La prima informazione contenuta nella bolletta è quella che ci dice se il contratto è stato stipulato nel mercato libero o in quello regolato.
1
2. Sono indicati gli aspetti essenziali della fornitura: nome e indirizzo del cliente, la potenza del contatore, il tipo di fornitura (fornitura domestica...).
2 3
3. Questi codici identificano la fornitura e sono indispensabili per cambiare fornitore o parlare con il servizio clienti. 4. Il totale della bolletta è composto dall'insieme di queste voci. Gli oneri di sistema sono le spese che servono a mantenere in equilibrio il sistema elettrico o del gas. In questa voce rientra anche quanto ogni singolo consumatore paga per finanziare la produzione di energia da fonti rinnovabili. 5. Il nome dell'offerta e il costo della componente energia servono per fare un confronto con altre offerte sul mercato.
4
5
6
6. in questo campo ci sono i dati relativi alle letture e ai consumi. In particolare, viene specificato se si tratta di letture effettive, autoletture o letture stimate e se si tratta in definitiva di consumi effettivi o soltanto stimati. In questo secondo caso è specificato che tali importi saranno soggetti a conguaglio. 7. I recapiti in caso di guasti, pronto intervento, reclami o richieste di informazioni devono essere ben visibili. www.altroconsumo.it
7 novembre 2017 • 319 Altroconsumo 21
INCHIESTA Call center energia
adeguato, con cui è facile mettersi in contatto. Per questo abbiamo voluto verificare anche noi la qualità dei call center dei principali fornitori di energia e dei loro competitori più piccoli, ma anche più economici. II risultato di questa inchiesta, che abbiamo svolto spendendo diverse ore al telefono con i call center di 11 operatori di energia, mostra una qualità del servizio sufficiente, ma mi gliorabile. Dall'altro capo del filo, infatti, non
sempre abbiamo trovato persone preparate e ben informate. La compagnia con il peg giore servizio clienti è risultata E.on Energia, che non raggiunge la sufficienza soprattutto per le spiegazioni confuse su come è stato calcolato il totale della bolletta, cosa che non permette al cliente di capire il perché della cifra. Le migliori sono invece Engie, Dolomiti Energia ed Edison Energia: il supporto al cliente è risultato utile, chiaro e preciso.
Pronto? Mi spiega cosa vuol dire? Come farebbe qualunque utente davanti a una bolletta che non capisce, abbiamo telefonato all'assistenza clienti. In particolare, abbiamo chiesto di spiegarci cosa significano la “spesa per la materia energia/gas” e la “spesa per gli oneri di sistema”. Inoltre abbiamo cercato di farci dire dall’operatore stesso quale fosse il nome dell’offerta che avevamo sottoscritto e di conseguenza quale
11 CALL CENTER ALLA PROVA Il giudizio complessivo sulla qualità del servizio clienti è espresso in stelle. Maggiore è il numero di stelle, migliori sono state le risposte che ci hanno fornito. Per quanto riguarda i tempi d'attesa per riuscire a parlare con l'operatore, il giudizio deriva dai dati forniti dall'Autorità per l'energia, nel rapporto del 2016.
A2A Energia
Engie
C
B
Dolomiti Energia
Contatti
Contatti
800 422 422
800 030030
TEMPO MEDIO DI ATTESA
TEMPO MEDIO DI ATTESA
B
A
B
COSA CI È PIACIUTO Le voci della bolletta sono descritte in modo chiaro, distinguendo tra costi fissi e variabili.
COSA CI È PIACIUTO Dolomiti, dopo averci risposto, ci consiglia anche di leggere le spiegazioni fornite nel quadro di dettaglio della bolletta.
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE Non abbiamo riscontrato alcun punto critico. Servizio complessivamente buono.
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE Non abbiamo riscontrato particolari punti critici. Servizio complessivamente buono.
Enel energia
C
Green Network
C
Contatti
Contatti
Contatti
02 36609191
800 900860
06 45200326
TEMPO MEDIO DI ATTESA
TEMPO MEDIO DI ATTESA
TEMPO MEDIO DI ATTESA
C
B
B
COSA CI È PIACIUTO L'operatore non ha difficoltà a rispondere alle domande sul contratto e a spiegare dove trovare chiarimenti in bolletta.
COSA CI È PIACIUTO Le voci principali della bolletta ci vengono spiegate in modo corretto.
COSA CI È PIACIUTO I dati essenziali del contratto ci vengono spiegati nel dettaglio e in modo chiaro.
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE Non sono mancate le imprecisioni: l'operatore ha fatto riferimento ai "servizi di rete", voce non più presente in bolletta.
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE Sulla spiegazione delle voci nella bolletta l'operatore non è preparato e deve rivolgersi a un collega, lasciandoci in attesa prima di darci la risposta.
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE Alcune spiegazioni riguardo alle voci in bolletta sono state confuse.
22 Altroconsumo 319 • novembre 2017
www.altroconsumo.it
per maggiori informazioni www.altroconsumo.it/casa-energia/elettricita-e-gas
fosse il prezzo applicato alla cosidetta “componente energia”, il valore utile per poter comparare le offerte di altri concorrenti. La domanda sul significato delle voci della bolletta è quella che ha dato i risultati più critici: nel 44% delle telefonate effettuate abbiamo rilevato difficoltà a spiegare i concetti introdotti dalla bolletta 2.0, cosa che ha portato a una valutazione insufficiente. Ci ha colpito molto l’atteggiamento un po’ superficiale
Edison Energia
B
con cui vengono fornite le spiegazioni: per esempio, gli oneri di sistema vengono spesso liquidati con il concetto troppo generico di “tasse”. Anche sulle altre questioni il numero di risposte insufficienti è abbastanza alto. Quando abbiamo chiesto il nome dell’offerta e il prezzo della componente energia (cioè sul valore del prezzo al kWh deciso dal fornitore) nel 31% dei casi abbiamo ottenuto risposte inadeguate.
Iren Mercato
C
Non si aspetta molto Se sulla formazione degli operatori dei call center c'è ancora del lavoro da svolgere per migliorare il servizio, sui tempi d'attesa non ci sono particolari problemi. Abbiamo controllato i dati forniti dall'Autorità per l'energia che monitora la situazione. Tutte le compagnie che abbiamo contattato rispettano gli standard. Per parlare con qualcuno non si aspetta mai più di tre minuti.
Eni
C
Contatti
Contatti
Contatti
800 031141/199 142142
800 567657
800 900700
TEMPO MEDIO DI ATTESA
TEMPO MEDIO DI ATTESA
TEMPO MEDIO DI ATTESA
B
B
B
COSA CI È PIACIUTO Sono riusciti a spiegare in modo semplice ma preciso concetti tecnici piuttosto complessi.
COSA CI È PIACIUTO Ci hanno dato una buona spiegazione sulle voci della bolletta, distinguendo i costi fissi da quelli variabili.
COSA CI È PIACIUTO Buona spiegazione. I dati essenziali del contratto sono chiaramente evidenziati e ci indicano dove trovarli in bolletta.
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE Non abbiamo riscontrato particolari punti critici. Servizio complessivamente buono.
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE Ci viene indicato un valore sbagliato del prezzo previsto dal contratto.
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE Parlando della spesa per gli oneri di sistema sbagliano, dicendoci che è una voce che comprende anche le accise.
Sorgenia
Wekiwi
E.on Energia
C
C
D
Contatti
Contatti
Contatti
02 44388011
wekiwi.it (chat)
800 999777
TEMPO MEDIO DI ATTESA
TEMPO MEDIO DI ATTESA
TEMPO MEDIO DI ATTESA
B
n.d.
B
COSA CI È PIACIUTO La spiegazione delle voci in bolletta è stata giudicata accettabile. Semplice, precisa, senza sbavature.
COSA CI È PIACIUTO Le risposte sui nostri dubbi sul contratto sono state complete e coerenti.
COSA CI È PIACIUTO La spiegazione delle voci della bolletta non ha dato problemi.
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE Non abbiamo apprezzato la lentezza nel risponderci via chat, l'unico mezzo gratuito di comunicazione con il servizio clienti di questo fornitore.
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE Sul costo totale della bolletta l'operatore fa un discorso confuso e spiega che il prezzo applicato è molto variabile e non è in grado di calcolarlo.
GLI ASPETTI DA MIGLIORARE Meno precisi sul contratto: hanno sbagliato a darci il valore del prezzo della componente energia. www.altroconsumo.it
novembre 2017 • 319 Altroconsumo 23
INCHIESTA Insetticida nelle uova
Muto come un uovo Il fipronil, l'insetticida vietato, rischia ancora di finire nel nostro piatto anche dopo il rafforzamento dei controlli. Come dimostrano le nostre analisi. di Simona Ovadia
IL NOSTRO ESPERTO
N
on ha odore né sapore. E si nasconde a sorpresa nelle uova in com-
mercio. Il fipronil, insetticida tossi-
co per l’uomo usato in veterinaria contro i parassiti degli animali domestici, il cui impiego è vietato negli allevamenti di animali della catena alimentare in tutta
l’Unione, è ancora tra noi, sebbene da qual-
Franca Braga
Responsabile Alimentazione e salute
che mese sia stata attivata la macchina dei controlli ispettivi. Lo abbiamo trovato, per fortuna in tracce molto basse e non pericolose per la salute, in una confezione di uova fresche acquistate a metà settembre (con scadenza fine settembre), parecchio
tempo dopo le prime segnalazioni e ritiri di uova contaminate in Italia. Per toglierci tutti i dubbi , oltre al fipronil, abbiamo cercato anche anche una lunga serie di sostanze, più di 400, tra le quali potevano
nascondersi altri antiparassitari utilizzati in modo fraudolento, senza trovarne traccia.
Cos'è il fipronil È il nome comune del fluocianobenpirazolo, insetticida usato in veterinaria per sterminare pulci, pidocchi, zecche e acari degli
animali domestici, ma vietato per gli animali della catena alimentare. Si tratta di una so-
«Appena è uscita la notizia dell'emergenza abbiamo scritto al ministero della Salute chiedendo che fornisse un'informazione chiara, completa e puntuale sulla situazione italiana e sui rischi concreti per i consumatori, dato che nel portale creato sul sito del Ministero per comunicare i rischi alimentari c'erano alcune incongruenze rispetto alle indicazioni fornite dal sistema di allerta rapido europeo. Per fare chiarezza e rispondere a tutti i dubbi il Ministero ha convocato un incontro con le associazioni di consumatori. Ci hanno spiegato come è stato organizzato il rafforzamento dei controlli sul territorio da parte delle Asl locali, e raccontato di un accordo con l'associazione dei produttori di uova che condividerà con il Ministero in maniera completamente trasparente tutte le analisi di autocontrollo sul fipronil. Bene: noi però non abbasseremo la guardia e continueremo a vigilare».
24
Altroconsumo 319 • novembre 2017
www.altroconsumo.it
INCHIESTA Insetticida nelle uova
POSITIVE ALLE ANALISI o t n e m a v e l o l a p i i T d
CA' BIANCA �MD� 6 uova fresche grandi
In queste uova vendute nella catena hard discount MD abbiamo riscontrato la presenza di fipronil. Per fortuna la quantità di insetticida, 0,023 mg/kg, è molto bassa, pari a un trentesimo della soglia considerata a rischio per la tossicità acuta, e non è pericolosa per la salute.
Il campione di uova contaminato dimostra che la questione non si è conclusa stanza chimica termostabile, che non viene cioè alterata dalla temperatura di cottura, e se presente nelle uova di partenza si può quindi ritrovare anche nei prodotti derivati come salse, pasta o dolci (infatti durante i controlli ufficiali avvenuti in questi mesi è stato ritrovato anche in alcune omelette surgelate e in un campione di fettuccine). Secondo l’Organizzazione mondiale della
Uova fresche
a e v n o o i u z i e d f n o r o e c a l m l u e N n
i r a t i s s a r a p i t n A
a terra
6
A
ALMAVERDE BIO
biologiche
6
A
AUCHAN GRANDI
a terra
6
A
in gabbia
6
F
a terra
6
A
COCCODÌ FREE
all’aperto
6
A
CONAD MEDIE
in gabbia
6
A
COOP ORIGINE MEDIE EXTRAFRESCHE
a terra
4
A
DELIZIE DAL SOLE �EUROSPIN�
a terra
10
A
ESSELUNGA BIO
biologiche
6
A
ESSELUNGA MEDIE
all’aperto
6
A
FANTOLINO DELICATE BIANCHE
a terra
4
A
GRANAROLO MEDIE
a terra
6
A
biologiche
6
A
IPER
a terra
6
A
LE NATURELLE MEDIE
a terra
6
A
LE NATURELLE MEDIE
in gabbia
6
A
MEDIE (LIDL)
in gabbia
10
A
MAIA GRANDI
a terra
12
A
MAIA IL TUO BIO GRANDI
biologiche
4
A
OVITO BIO MEDIE
biologiche
6
A
OVO MATTINO PASTAGIALLA GRANDI
in gabbia
6
A
PAM PANORAMA
all’aperto
6
A
VERSO NATURA CONAD
biologiche
6
A
VIVIVERDE COOP
biologiche
6
A
AIA GRANDI
CA’ BIANCA GRANDI �MD� CARREFOUR GRANDI
IL VIAGGIATOR GOLOSO
assenti
fipronil
sanità il Fipronil è “moderatamente tossico” ed esercita i suoi effetti sul sistema nervoso
centrale, sul fegato e sulla tiroide ma solo in seguito alla sua assunzione in dosi massicce. Nelle uova, la sua presenza è quasi sempre risultata di modesta entità, perché questo
insetticida non veniva dato di proposito alle galline ma veniva utilizzato per le disinfestazioni dei capannoni. Sono potenzialmente a rischio tutte le uova, a prescindere dal tipo di allevamento, biologiche e non, perché l'insetticida è stato aggiunto ad un prodotto "naturale", a base di estratti di piante.
Una scoperta che non ci stupisce Aver trovato un prodotto contaminato non
ci ha stupito: l'uso di questo insetticida negli allevamenti, a volte addirittura senza che i produttori ne fossero consapevoli, è una pratica che è stata utilizzata spesso e il rischio è stato evidentemente sottostimato quando addirittura non percepito. Non è così semplice mettere in sicurezza tutta la www.altroconsumo.it
produzione nazionale in poche settimane. Non se ne parla più, ma la questione non è ancora risolta. Stando all'ultimo bollettino ufficiale, il rischio di trovare l'insetticida vietato nelle
differenza di altri paesi che hanno deciso di rendere pubblici fin da subito i nomi di tutti i prodotti contaminati, anche di quelli che non presentano un rischio diretto per i
uova coinvolge ormai 26 Stati membri dell'U-
nua a tenere la linea del silenzio, avvisando
nione tra cui l'Italia e 19 altri Paesi.
il pubblico soltanto quando si scopre un prodotto che supera la soglia critica di tossicità. Per gli altri procede ai ritiri sugli scaffali, ma senza fare alcuna pubblicità. Noi pensiamo,
Oltre ai controlli, ci vuole trasparenza Purtroppo la cattiva comunicazione, lenta e frammentaria, ha contribuito a peggiorare le cose. L'Olanda, il paese dove è stata scoperta la frode, ha tenuto nascosto il problema per quasi otto mesi, prima di ammettere il rischio con gli altri membri dell'Unione. In Italia ci si è mossi subito con un piano di controlli straordinari e un accordo con l'associazione dei produttori per condividere le informazioni a disposizione, ma a
consumatori, il ministero della Salute conti-
invece, che i nomi si debbano fare sempre: lo facciamo anche in questo caso, sebbene il prodotto di fatto non presenti rischi per
la salute. Anche per rispetto nei confronti di tutti gli altri produttori che non sono coin-
volti. Non a caso, tra le misure straordinarie concordate recentemente a Bruxelles per arginare il problema c'è proprio il miglioramento della comunicazione. novembre 2017 • 319 Altroconsumo
25
INCHIESTA Piccoli elettrodomestici
Il laboratorio? casa tua Questa volta sui piccoli elettrodometici i giudizi li date voi e ci aiutate a valutarne le prestazioni a lungo termine. di Marta Buonadonna
MACCHINE DA CAFFÉ ESPRESSO Per la prima volta le persone che possiedono una macchina per l'espresso superano chi non ce l'ha.
Q
uanto sono affidabili gli apparecchi che dovrebbero aiutarci nelle faccende domestiche? Lo abbiamo chiesto a voi, proprio a voi che li usate tutti i giorni, con un’inchiesta che ha coinvolto 35.000 soci in quattro paesi (Bel gio, Spagna, Portogallo e Italia) di cui 12.000 abitano nella nostra penisola.
IN SINTESI
Come vi trovate con gli apparecchi di casa? Ci avete indicato problemi e guasti In base alle vostre esperienze abbiamo messo in classifica le marche
e n o i z a f s i d d o S
à t i l i b a d i f f A
DELONGHI
A
B
KRUPS
A
B
BOSCH
A
B
Affidabilità e soddisfazione
ILLY
B
B
Abbiamo valutato molti parametri per ciascun tipo di apparecchio: quanti lo posseg gono, da quanto tempo, quanto spesso lo usano, se ha mai avuto guasti o presentato problemi e, se sì, di quale tipo e gravità. Sulla base delle risposte abbiamo stilato una classifica per marche, di cui nelle pagine seguenti abbiamo elencato le prime 15 per ciascun apparecchio, ordinate in base all’affidabilità. Poi vi abbiamo chiesto di darci anche un giudizio di soddisfazione nell'uso degli elettrodomestici rispetto alle vostre aspettative. Interessante notare che i due parametri, quello di affidabilità e quello di soddisfazione, non sempre viaggiano perfettamente allineati.
JURA
B
A
ELECTROLUX
B
B
SIEMENS
B
B
PHILIPS
B
B
LAVAZZA
C
B
LA PAVONI
C
A
SAECO
C
B
BIALETTI
C
B
AEG
C
B
GAGGIA
C
B
ARIETE
C
B
PRINCIPALI PROBLEMI
Un aiuto prezioso I dati sull'affidabilità ricavati da questa inchiesta entrano a far parte del giudizio glo bale dei prodotti che testiamo. Se infatti è vero che in laboratorio simuliamo l'uso prolungato di apparecchi come questi, solo chi li ha utilizzati davvero per anni può fornirci un quadro completo delle loro prestazioni a lungo termine. Consultando sul nostro sito i comparatori di prezzi e di caratteristiche e prestazioni dei prodotti testati, troverete risultati che tengono conto anche della vostra esperienza, messa al servizio di tutti i soci. 26
Altroconsumo 319 • novembre 2017
13% Le perdite di acqua sono l'inconveniente più segnalato
8% A volte qualcosa non va nel funzionamento della pompa
7% Tasti e interruttori in qualche caso non funzionano bene www.altroconsumo.it
per maggiori informazioni www.altroconsumo.it/elettrodomestici/piccoli-elettrodomestici
ROBOT DA CUCINA
FORNI A MICROONDE È il terzo apparecchio più diffuso (lo ha il 74% degli intervistati), ma in Italia è meno popolare che in altri Paesi.
e n o i z a f s i d d o S
à t i l i b a d i f f A
LG
B
B
Aumentano i possessori di robot con funzione cottura: sono passati dal 23% al 26% anche se costano più di 400 euro. e n o i z a f s i d d o S
à t i l i b a d i f f A
FERRI DA STIRO CLASSICI Classico o con caldaia separata, c'è un ferro da stiro quasi in ogni casa: lo possiede il 95% del nostro campione.
con funzione cottura SILVERCREST
A
B
MOULINEX
A
A
KENWOOD
B
A
C
A
e n o i z a f s i d d o S
à t i l i b a d i f f A
TRISTAR
A
B
AEG
B
B
CALOR
B
B
SAMSUNG
B
A
THERMOMIX �VORWERK�
OK.
B
B
semplice
SHARP
B
B
MAGIMIX
B
A
PHILIPS
B
B
DAEWOO
B
B
PHILIPS
B
B
ARIETE
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HOTPOINT�ARISTON
B
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ARIETE
B
B
DELONGHI
B
C
BOSCH
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A
KITCHENAID
B
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TEFAL
B
B
WHIRLPOOL
B
A
IMETEC
B
B
BLACK & DECKER
B
B
PANASONIC
B
A
MOULINEX
B
B
ROWENTA
B
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SIEMENS
C
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KENWOOD
B
B
HOOVER
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B
ELECTROLUX
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B
GIRMI
B
B
IMETEC
B
C
MIELE
C
A
SILVERCREST
C
B
BOSCH
B
B
SILVERCREST
C
B
BOSCH
C
B
SIEMENS
B
B
CANDY
C
B
BRAUN
C
A
BRAUN
C
B
SELECLINE
C
B
ELECTROLUX
C
B
TERMOZETA
C
C
PRINCIPALI PROBLEMI
PRINCIPALI PROBLEMI
PRINCIPALI PROBLEMI
7%
9%
11%
Ci segnalate problemi con i tasti: accensione, regolazioni, timer
Tra i robot con funzione cottura a dare più problemi sono le lame
Uno degli aspetti più fastidiosi sono le perdite di acqua
5%
7%
11%
La luce interna al forno a volte si guasta
Pulsanti e comandi a volte non funzionano bene
Diversi soci segnalano la piastra macchiata o danneggiata
5%
6%
11%
Il meccanismo rotante del piatto smette di funzionare
In qualche caso nei robot cuochi il contenitore non si chiude bene
Diffusa anche la perdita di particelle bianche, di calcare
www.altroconsumo.it
novembre 2017 • 319 Altroconsumo
27
INCHIESTA Piccoli elettrodomestici
ASPIRAPOLVERI A TRAINO Dyson e Miele sono le due marche risultate più affidabili e anche le più apprezzate dagli utenti.
ASPIRAPOLVERI TIPO 'SCOPA ELETTRICA' Vorwerk si colloca bene come soddifazione, ma le marche più affidabili sono Siemens e Dyson.
e n o i z a f s i d d o S
à t i l i b a d i f f A
e n o i z a f s i d d o S
à t i l i b a d i f f A
MACCHINE DEL PANE La macchina per il pane non ha raggiunto la popolarità di altri apparecchi. e n o i z a f s i d d o S
à t i l i b a d i f f A
DYSON
A
A
SIEMENS
A
B
MIELE
A
A
DYSON
A
A
KÄRCHER
B
B
MIELE
B
A
PANASONIC
B
A
KIRBY
B
B
KIRBY
B
B
MOULINEX
B
B
PHILIPS
B
B
VORWERK
B
A
DELONGHI
B
B
BOSCH
B
B
IMETEC
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SEVERIN
B
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ROWENTA
B
B
PHILIPS
B
B
IMETEC
C
B
SIEMENS
B
B
SAMSUNG
B
B
SILVERCREST
C
B
SAMSUNG
B
B
AEG
B
B
ARIETE
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C
SILVERCREST
B
B
BOSCH
C
B
CLATRONIC
C
C
AEG
B
B
ARIETE
C
C
CARREFOUR HOME
C
C
ELECTROLUX
B
B
ROWENTA
C
B
KENWOOD
C
B
BLACK & DECKER
B
B
ELECTROLUX
C
B
DPE
C
C
DIRT DEVIL
C
B
DELONGHI
C
C
TERMOZETA
D
C
HOOVER
C
B
BLACK & DECKER
D
C
PRINCESS
D
C
PRINCIPALI PROBLEMI
PRINCIPALI PROBLEMI
PRINCIPALI PROBLEMI
15%
12%
8%
I tubi flessibili e rigidi e i vari raccordi possono dare problemi
Il cavo elettrico può creare fastidi nell'uso
In diversi ci segnalano il contenitore danneggiato
14%
8%
7%
L'avvolgicavo automatico si può guastare
Bocchette e spazzole non sempre soddisfano
Alcuni lamentano di ottenere risultati variabili
10%
8%
6%
Bocchette e spazzole non fanno sempre il loro dovere
In qualche caso i problemi riguardano il motore
La lama per l'impasto a volte smette di funzionare
28 Altroconsumo
319 • novembre 2017
www.altroconsumo.it
ATTUALITÀ
Per i più giovani
Ragazzi, fate i buoni I buoni-cultura per i diciottenni l'anno scorso sono stati sottoutilizzati. Peccato. Ma quest'anno ci sono ancora: per i nati nel '99 è un'occasione da non perdere. di Natalia Milazzo
I
dati dell'anno scorso sono deludenti: solo il 61% dei nati nel '98 ha richiesto i 500 euro da spendere in prodotti culturali. Non c'è da stupirsi troppo, però: il percorso per ottenerlo non è banale. Intanto, è necessario fare lo Spid, ovvero richiedere l'identità digitale unica. Non è un'impresa insormontabile, lo si può fare alle Poste o contattando uno degli altri enti incaricati (c'è una guida pratica sia su AC 314 sia su Hitest 61, maggio 2017), ma sicuramente è stato un elemento che ha scoraggiato. Ci sono poi due scadenze: prima bisogna registrarsi al sito 18app, poi per usare il bonus c'è tempo fino alla fine dell'anno. In molti hanno perso di vista la prima scadenza. Ecco cosa ci scrivono due genitori in preda allo sconforto: «Nostra figlia, del '98, a novembre 2016 ha richiesto Spid (con Poste) per ottenere il bonus cultura. Oggi vorrebbe utilizzare il bonus per acquistare i libri per la scuola, ma non può farlo perché non si è registrata entro il 30/06/2017. Ho chiamato il call center indicato sul sito 18app; rispondono dai Beni Culturali. Mi hanno confermato, purtroppo, che le registrazioni andavano fatte entro il 30 giugno. Hanno ricevuto moltissime segnalazioni di ragazzi che non si sono iscritti entro il 30 giugno e quindi non riescono ad accedere alla procedura». Di fronte al basso uso del buono, il Ministero non potrebbe riaprire i termini per i ritardatari? In molti hanno avuto difficoltà nelle varie tappe. Lo raccontano sulle pagine Face book dedicate all'inizativa: problemi tecnici nel registrarsi sul sito scoperti troppo tardi ("non ho flaggato una casella"), tempo perso con lo Spid, molti hanno pensato che fare lo Spid fosse sufficiente, dimenticando che è indispensabile registrarsi sul sito 18app.
30/6/2018 è la data limite per registrarsi sul sito 18app e richiedere il buono cultura: attenzione, prima però bisogna fare lo Spid
500€ è la cifra che puoi spendere per libri, dischi, concerti, mostre, corsi e altro ancora
Basta un po' di attenzione Quest'anno andrà meglio? Purtroppo sembra che nelle scuole non se ne parli abbastanza. Anzi, da un rapido giro di telefonate tra presidi e insegnanti sembra che in molte non se ne sia parlato affatto. Invece è essenziale, se si vuole rendere l'iniziativa veramente inclusiva: il rischio è che riescano a ottenere il buono solo i ragazzi delle famiglie più competenti e attrezzate. www.altroconsumo.it
31/12/2018 Per spendere i buoni di quest'anno nei negozi convenzionati hai tempo fino al 31/12/2018
Anche se molti sembrano essere al corrente. «I miei ragazzi di quinta sono informati, anzi qualcuno ha già usato il buono per comprare i libri di scuola» racconta Carmen Gallus, che insegna Diritto ed Economia politica all'Istituto tecnico economico di Sansepolcro (Arezzo). «Circa metà vuole usarlo per acquistare i libri per l'Università, altri pensano al cinema, spettacoli e simili oppure a musei. Una ragazza si è comprata il Kindle». Ragazzi, soddisfatti, quindi. Gallus, però, non nasconde le sue perplessità: «Non favorisce davvero la cultura, i libri di scuola, il cinema, i cd già fanno parte del panorama culturale dei ragazzi. Meglio di nulla, ma non ha niente a che fare neanche con un provvedimento per rilanciare l’economia: questo si fa creando occupazione, non con i regali di compleanno». Roberta Romussi, che insegna greco e latino al liceo Carducci di Milano, giudica il buono un'iniziativa utile, ma sottolinea il problema dello Spid. «I ragazzi sembrano un po’ indolenti, soprattutto di fronte allo Spid, che vedono come una procedura noiosa, che obbliga ad andare in posta (in realtà lo Spid si può fare anche online ndr): qualcuno che l'ha fatto e ha già usato il bonus c'è. Ma dovrebbero attivarsi di più». In effetti, visto che il bonus c'è, sarebbe dav vero assurdo non approfittarne. Gaia, del '98, è soddisfattissima: «Non ho avuto problemi, né per fare lo Spid alle Post e né per usare il buono. Ho comprato libri, tra cui alcuni di Adelphi, un po' costosi, che se no avrei dovuto acquistare usati, un testo di Chimica, e poi biglietti per cinema e mostre. E ho ancora da spendere 130 euro, ora voglio comprarmi dei libri fotografici.» Anche Andrea ce l'ha fatta, anche se con un po' più di difficoltà: «Per lo Spid con le Poste ho fatto tre tentativi a vuoto e poi ho rinunciato, passando a un altro ente, Infocert, con cui ce l'ho fatta: ma quanti ragazzi si sarebbero scoraggiati, al mio posto? ». Però potersi permettere un concerto degli Imagine Dragons a Verona ha compensato la fatica. Ai ragazzi del '99: 1) appena compiuti i 18 anni, fai subito lo Spid; 2) registrati sul sito www.18app.italia.it entro il 30 giugno 2018; 3) utilizza il buono entro il 31 dicembre 2018. novembre 2017 • 319 Altroconsumo 29
INCHIESTA Rete fissa
Fibra in fibrillazione "Internet superveloce" è il nuovo vessillo sbandierato dalle compagnie telefoniche. Ma dietro il luccichìo di quegli slogan c'è poco oro. Ecco perché. di Matteo Metta
S
come streaming, il modo di fruire dei contenuti audio e video che ha rivoluzionato il mondo di internet. S come superveloce, senza-limiti, sta bile: cioè l'esperienza di navigazione che tutti vorrebbero e di cui Wind Infostrada lo scorso mese, con i suoi disservizi, non è stato un modello. Ma anche S come sogni, quelli venduti dalle compagnie telefoniche attraverso pubblicità di offerte in cui le connessioni sono regolarmente “super”, “ultra” o "mega", ma poi la banda che ci viene davvero riservata è tutt'altra cosa. In media ci si deve aspettare una velocità inferiore del 36% rispetto a quella promessa: è quanto emerge dalle
IN SINTESI
Le offerte dei gestori telefonici citano solo la velocità di connessione massima Il piano del Governo per cablare le zone non coperte da banda ultralarga La legge salvaborghi, che punta sulla banda larga
nostre 432 misurazioni (su 54 reti) relative ai maggiori operatori telefonici. Detta così sembra perfino accettabile, ma il dato medio contiene differenze enormi, che vanno da un minimo di 3% a un massimo di 86%. Le discrepanze risultano più marcate nei contratti che riguardano la fibra rispetto a quelli che invece concernono la tradizionale adsl.
Controlla anche tu Tutti possono verificare quanto veloce è in concreto la rete fissa del proprio abbonamento. Basta andare sul sito misurainternet. it dell'Autorità garante delle comunicazioni (Agcom), scaricare il programma Speed Test
BANDA ULTRALARGA: LA SORPRESA ARRIVA DAL SUD La diffusione della fibra ottica disegna per una volta un'Italia capovolta sul "digital divide". Il Mezzogiorno risulta infatti più cablato del Nord, anche se Milano resta la città in assoluto più coperta (99,7%). QUANTI IMMOBILI SONO RAGGIUNTI? Sulla fibra ottica l'Italia nonostante i massicci investimenti resta la Cenerentola d'Europa. Oggi nel nostro Paese metà degli immobili non ha accesso alla banda ultralarga (quella con una velocità minima di 30 mega al secondo), mentre in Europa è solo uno su quattro
30 Altroconsumo
319 • novembre 2017
velocità 30 megabit al secondo
velocità 100 megabit al secondo
40%
11%
Italia
Italia 58%
Europa
18.7%
Europa
Fonte: bandaultralarga.italia.it dati aggiornati al 5 ottobre 2017
www.altroconsumo.it
INCHIESTA Rete fissa
ed effettuare misurazioni. Per poter inoltrare un reclamo all'operatore, occorre però dimostrare che questa velocità è inferiore non a quella sbandierata negli slogan pub blicitari (che tra l'altro nei nostri test non abbiamo mai avuto il piacere di riscontrare) ma alla "velocità minima garantita", prevista dal contratto e ben nascosta dietro caratteri minuscoli. Prendiamo Vodafone: promette a chi attiva l'abbonamento Iperfibra una velocità di download fino a 1 gigabit al secondo, cosa che permetterebbe di scaricare un film in HD in soli 16 secondi, almeno così afferma nei suoi spot. Se però si va a spulciare il contratto, si scopre che la velocità minima garantita è di quasi cinque volte più bassa: 21 megabit al secondo (mbps). Telecom Superfibra 100 mbps ne garantisce appena 40; Wind All Inclusive Fibra 50 mbps ne assicura solo 21. Ma gli esempi potrebbero continuare all'infinito, perché questo è un vizietto che accomuna tutti i provider.
36%
64%
È la differenza medie di velocità di download da noi rilevata (tramite lo Speed Test di Agcom) rispetto alla velocità promessa nella pubblicità delle offerte riguardanti la rete fissa dei diversi operatori presenti sul mercato
È la differenza percentuale tra velocità di dowload massima (quella pubblicizzata) e la minima garantita dagli abbonamenti rete fissa del nostro campione
30%
41%
La differenza media di velocità di download rilevata rispetto alla velocità massima pubblicizzata nei contratti riguardanti la connessione adsl
La differenza media di velocità di download rilevata rispetto alla velocità massima pubblicizzata nei contratti riguardanti la fibra
Procurati le prove Se con lo Speed Test scopri che stai navi gando a una velocità più bassa rispetto a quella minima garantita dal contratto, non ti
Puglia e Calabria le regioni più cablate
oltre 30 mbps in download
La banda ultrala rga (con velocità minima di 30 mega al secondo) è più diffusa al Sud che al Nord, grazie all'uso dei fondi europei. Ai primi posti troviamo la Puglia (79% degli immobili raggiunti), la Calabria (77%), la Sicilia (67%) e la Campania (65%)
rete di proprietà pubblica
oltre 100 mbps in download immobili non coperti
24% 30%
36 milioni di immobili 8% 38%
Dati consultazione infratel 2017
Nel 2020 l'obiettivo non sarà raggiunto L'Agenda digitale 2020 si prefigge la copertura con banda ultralarga del 100% degli immobili italiani. La previsione di Infratel, società in-house del minis tero dello Sviluppo economico, prevede il fallimento d i questo obiettivo: resterà fuori l'8% degli immobili www.altroconsumo.it
novembre 2017 • 319 Altroconsumo
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INCHIESTA Rete fissa
I NOSTRI ESPERTI FEDERICA LONGO
ANDREA MARCHIO
Esperta di tariffe
Avvocato
“Certe offerte sono un pretesto per allungare i vincoli" Mancanza di trasparenza e pratiche ingannevoli. Le compagnie telefoniche ci hanno abituato al peggio, come dimostrano le numerose condanne dell’Antitrust. Dall'attivazione di un nuovo contratto fino al momento dell'addio, quando per l’esasperazione si decide di passare ad altro operatore (cadendo magari dalla padella nella brace), ogni fase del rapporto con il proprio gestore telefonico è fonte di inefficienze e fastidi che mettono a dura prova i nervi degli utenti. Non c'è da stupirsi se siano proprio i problemi di telefonia (insieme a quelli di luce e gas) a rendere bollenti le linee telefoniche di Altroconsumo. Ne sanno qualcosa l’esperta di tariffe Federica Longo e l’avvocato Andrea Marchio, che fanno parte del team di oltre ottanta professionisti impegnati nei servizi di consulenza per i soci. Con la diffusione della fibra ottica i problemi sono diminuiti o aumentati?
Federica: «Sulla trasparenza delle offerte non è cambiato nulla, mentre dal punto di vista della qualità della connessione sono diminuite, perché la fibra è innegabilmente un passo avanti. Resta il nodo della mancata corrispondenza tra la
32
Altroconsumo 319 • novembre 2017
velocità di rete pubblicizzata e quella realmente garantita, che è invece relegata ai caratteri minuscoli dei contratti�. Un esempio di pratica scorretta?
Federica: «Per spingere gli abbonamenti con la fibra, molti operatori chiamano al telefono i loro clienti, esponendo offerte allettanti che poi non solo si rivelano meno vantaggiose, ma retrocedono clienti consolidati alla casella di partenza».
“Recedere senza penali è possibile, basta sapere come" Cosa è meglio fare?
Federica: «Mai fidarsi di quello che viene detto al telefono dai venditori, che registrano il nostro “sì” e attivano un nuovo contratto. Altroconsumo, oltre a un servizio di consulenza giuridica in caso di problemi, ha il servizio "Miglior Acquisto" che aiuta a scegliere la tariffa più trasparente ed economicamente vantaggiosa a seconda dei propri consumi. Il servizio è sia online sia telefonico (02 69 61 560). Quindi meglio consultarci prima di attivare un nuovo contratto».
In che senso?
Federica: «Chi per esempio è vicino alla scadenza del vincolo del contratto adsl, che mettiamo è di 24 mesi, se al ventitreesimo mese passa - restando con lo stesso gestore - a un abbonamento con la fibra, torna a essere un cliente nuovo. Per cui dovrà aspettare altri due anni prima di poter cogliere sul mercato un’offerta più conveniente senza pagare le penali per recesso anticipato. Poiché le penali sono vietate dalla legge, queste vengono chiamate in altro modo, per esempio “restituzione dello sconto fruito” o “restituzione dei costi di attivazione non pagati”, a cui si aggiungono comunque i costi di disattivazione, che restano anche dopo la fine del vincolo».
Cosa succede se il provider cambia condizioni contrattuali?
Andrea: « In questo caso il cliente può recedere senza pagare alcunché, nemmeno i costi di disattivazione o di migrazione ad altro operatore. Nel caso in cui il servizio offerto non corrisponda alle condizioni contrattuali, per esempio la velocità di connessione è inferiore a quella minima garantita, i provider non addebitano i costi di disattivazione, ma chiedono la restituzione dello sconto fruito
sulla tariffa completa fino a quel momento. Bisogna però fornire le prove». Il software dell'Agcom si rivela utile in questi casi?
Andrea: «Sì, perché non basta dire che la navigazione è lenta, occorre dimostrarlo. Nemesys, il software messo a disposizione dall'Agcom, effettua le misurazioni e rilascia un certificato. Purtroppo per farlo ha bisogno di completare il suo ciclo di 96 rilevazioni per 24 ore, durante le quali non è possibile usare altrimenti il computer. C'è un'altra pecca: se la connessione è soggetta a interruzioni non si otterrà mai quel certificato�. Bel problema.
Andrea: «Le cadute di linea infatti sono tra i problemi più lamentati dagli utenti. In questo caso consigliamo comunque di inoltrare reclamo e tentare la via della conciliazione. A questo fine è utile fare lo screenshot della pagina in cui compare il messaggio di impossibilità a navigare per mancanza di connessione». M. M.
LINEA DIRETTA CON I SOCI
Consulenza "Miglior Acquisto" Per assistenza prima di accettare un'offerta o attivare un contratto 02 69 61 560
Consulenza Giuridica Per effettuare reclami, conoscere e far valere i tuoi diritti 02 69 61 550
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resta che scaricare l'altro programma messo a disposizione dall'Agcom, che non a caso si chiama Nemesys, personificazione della vendetta. Ne abbiamo spiegato il funzionamento in un recente articolo ( AC 317, settembre 2017 ) al quale rimandiamo. A differenza di Speed Test, che fornisce un'istantanea, Nemesys effettua un check-up completo sulla velocità di trasmissione dei dati della rete fissa. Alla fine il sistema rilascia un certificato ufficiale, da usare a supporto del reclamo per contestare il mancato rispetto del contratto da parte dell'operatore.
Non fermarti alla pubblicità Una delibera dell'Agcom (244/08/CSP) dice a chiare lettere che «nelle informazioni e nella pubblicità con qualunque mezzo diffuse, debba essere fornita la corretta indicazione della velocità di trasmissione dati e specificatamente la banda minima», ma l'avvertimento è rimasto lettera morta. In attesa che questa ennesima mancanza di trasparenza venga severamente sanzionata non si può far altro che organizzarsi con i propri mezzi, in sostanza badare meno alle sirene pubblicitarie e dedicare più attenzione alla lettura dei contratti. Oltre a sapere quant'è l a "velocità minima garantita", si scopriranno tante cose che si ignoravano o si sottovalutavano: contributi di attivazione, costi per opzioni, costi di disattivazione, restituzione di sconti in caso di recesso anticipato, forfait da pagarsi ogni 28 giorni e non ogni mese (quindi tredici volte all'anno e non dodici). Elementi importanti per valutare la convenienza effettiva di un abbonamento.
I QUATTRO MIGLIORI ACQUISTI Nella ricerca della migliore offerta per la rete fissa si è considerato un utente che usa internet in modo intensivo.
BUONA 74 QUALITÀ
71
QUALITÀ BUONA
Home Infostrada ADSL Clienti Wind da oltre un anno
Iper Fibra con Opzione Velocità Fibra Nuovi Clienti
Costo annuo 294 € Costo periodico dichiarato 21,60 € al
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mese Velocità di download fino a 20 mbps, Adsl Velocità minima garantita 7,2 mbps Recesso anticipato fino a 135,9 € di costi
mese per 12 mesi poi a 27,20 € al mese Velocità di download fino a 50 mbps Velocità minima garantita 21 mbps Recesso anticipato fino a 45 € di costi
BUONA 68 QUALITÀ
BUONA 68 QUALITÀ
Ultra Fibra Facile
ADSL Full Nuovi Clienti
Costo annuo 381 € Costo periodico dichiarato 19,95 € al
Costo annuo 441 € Costo periodico dichiarato 24,95 € al
mese per 12 mesi poi a 29,95 € al mese - attivazione gratis anziché 99 €, nuova linea gratis anziché 99 € Velocità di download fino a 100 mbps Velocità minima garantita 40 mbps
mese - attivazione gratis anziché 99 € nuova linea gratis anziché 99 € Velocità di download fino a 20 mbps Velocità minima garantita 10,4 mbps
Colorare le aree bianche Si fa un gran parlare di banda ultralarga, considerata giustamente strategica per lo sviluppo del Paese. Secondo uno studio della Banca mondiale, la diffusione di internet veloce è un moltiplicatore di ricchezza, tant'è che un aumento del 10% in banda larga sarebbe capace di far aumentare il Pil dell'1,3%. L'Italia ha recuperato posizioni rispetto al 2015, ma è ancora molto indietro rispetto agli standard europei. Secondo l'Agenda digitale, la fibra ottica dovrebbe raggiungere tutti i cittadini entro il 2020. Ma le previsioni non sono così rosee. I dati della consultazione commissionata a Infratel dal ministero dello Sviluppo economico registrano una assenza di crescita o addirittura un calo nelle intenzioni di investimento da parte degli operatori. Nel 2020 ancora l'8% degli immobili sarà privo di fibra e soltanto il 24% sarà dotato della fibra migliore, che consente una velocità di connessione di almeno 1 giga, quella considerata davvero «a prova di futuro». Per coprire le cosiddette aree bianche, quelle in www.altroconsumo.it
cui nessun operatore vuole investire perché sono a bassa redditività, il ministero dello Sviluppo economico ha promosso tre bandi di gara pubblici per la posa della fibra. All'operazione è destinato un budget di tre miliardi di euro. In queste zone abitano circa 20 milioni di italiani, che senza servizi di connettività ultraveloce resterebbero esclusi dai processi di innovazione digitale e quindi da preziose opportunità di crescita. Le società vincitrici dei bandi ricevono risorse per costruire l'infrastruttura ma non diventano proprietarie della stessa, che resta in mano pubblica: un caso unico in Europa. I primi due bandi, che hanno coinvolto 16 regioni e la provincia autonoma di Trento, se li è aggiudicati entrambi Open Fiber, una società che fa capo a Enel e a Cassa depositi e prestiti (Cdp). La terza e ultima gara riguarda Calabria, Puglia e Sardegna.
La banda salva-borghi C'è un altro provvedimento pensato per aiutare le zone meno urbanizzate e periferiche del Paese, evitando così l'impoverimento e lo spopolamento di territori montani e rurali. Si tratta di 5.591 piccoli centri (con meno di 5mila abitanti), il 70% dei comuni italiani, in cui vivono oltre dieci milioni di persone. Troppa la differenza nella qualità e nella quantità dei servizi tra chi abita in città e chi in queste zone. Con 100 milioni di euro si finanzieranno progetti di varia natura, pri vilegiando quelli ad alto tasso di innovazione tecnologica (che sfruttano la banda larga) e quelli volti al recupero dei centri storici e allo sviluppo della green economy . «Se si è connessi con il resto del mondo si può dare vita a grandi imprese economiche anche in luoghi minuscoli», ha ricordato Ermete Realacci, primo firmatario della legge. novembre 2017 • 319 Altroconsumo
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A PRIMA VISTA
Su www.altroconsumo.it altre novità e più dettagli
A cura di Natalia Milazzo
Nuovissimi, bellissimi, carissimi APPLE iPhone 8 e 8 Plus 719/795 € Con gli ultimi iPhone 8 e 8 Plus, Apple sforna due ottimi dispositivi che raggiungono il colosso coreano Samsung nei primissimi posti del nostro test. Entrambi i modelli hanno caratteristiche di altissimo livello, tra cui il TrueTone, sistema che permette al display di adattarsi automaticamente alla luce ambientale, garantendo un utilizzo ottimale in qualsiasi condizione di illuminazione, e il potentissimo processore A11 Bionic. Non sorprende, pertanto, che entrambi primeggino in quasi tutte le prove del nostro test. Tutto ciò però va a discapito della durata della batteria: nel nostro scenario di utilizzo la loro autonomia arriva a 19 e 21 ore rispettivamente per 8 ed 8 Plus. Si differenziano, oltre che per risoluzione e dimensione dello schermo
(rispettivamente 4,7” e 5,5” di diagonale), per il comparto fotografico posteriore. Solo il Plus presenta ben due fotocamere da 12 Mpixel, una per riprese in grandangolo e l’altra per zoomare (2x). Le foto scattate con entrambi i modelli hanno comunque qualità elevatissima, in particolare quelle scattate con iPhone 8 Plus anche in condizione di pochissima luce. IL NOSTRO PARERE
Entrambi i modelli sono di fascia altissima, con prezzi adatti a chi desidera il meglio e non bada a spese.
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comunicando alla app la situazione una volta al giorno o di più in caso di problemi. Esiste in versione a batteria o da collegare alla rete elettrica (più costoso). Abbiamo messo alla prova la versione a batteria: impostare la app è semplice e il dispositivo lavora bene. IL NOSTRO PARERE Funziona. Indispensabile wifi in casa e copertura internet per il cellulare con la app.
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Prenotare online: app a confronto Un motore di ricerca che permette di confrontare le offerte di strutture alberghiere di altri siti. Apprezzabile soprattutto la schermata iniziale, con un solo campo di ricerca, molto semplice e pulita e con utili filtri. Ci sono piaciuti, in particolare, quello per selezionare la distanza desiderata della struttura dal centro città. Tra i difetti, a volte ci sono incongruenze tra i dati forniti dalla app e quelli risultanti in fase di finalizzazione degli acquisti, quando l’utente viene rimandato ai siti esterni. Alcuni utenti che hanno provato l’app per noi hanno avuto difficoltà nel selezionare le date.
Booking non è un motore di ricerca, ma una vera e propria agenzia virtuale, che però nella versione app non permette di prenotare voli (qui parliamo quindi solo della prenotazione degli alberghi). Si tratta comunque della app più apprezzata dagli utenti che l’hanno provata per noi. Permette di prenotare gli alberghi in modo molto intuitivo. Efficace anche la possibilità di applicare filtri e opzioni per restringere la ricerca, nonché la possibilità di prenotare con “cancellazione gratuita”. La presenza di inserzioni e di slogan per convincere l’utente risulta però fastidiosa.
PROSSIMI TEST MATERASSI
TRIVAGO QUALITÀ BUONA 67%
BOOKING QUALITÀ BUONA 74%
Torna il test più amato dai nostri lettori: come scegliere un compagno di letto che non ti tradisca sul più bello.
VINO BIANCO Alla prova i bianchi friulani, considerati tra i migliori bianchi della produzione italiana. E come sempre il test riserverà belle sorprese...
IL NOSTRO PARERE Abbiamo valutato sei app per prenotare viaggi su Hitest 64, novembre 2017.
Booking è risultata la più apprezzata, ma anche Trivago ha meritato un giudizio buono.
Non proprio la rivoluzione VILEDA SuperMocio Revolution 20 €
La particolarità di questo spazzolone, uscito da qualche anno ma sempre molto pubblicizzato, sta nel fatto che è uno straccio (e non un fiocco, come il Mocio tradizionale) che può essere strizzato senza bagnarsi le mani. Pigiando un bottone sulla parte superiore della spazzola rigida, questa si piega, lasciando pendere il panno, che si può inserire all’interno di un contenitore traforato applicato al secchio, e strizzare, premendo con più o meno vigore a seconda del risultato desiderato. La spazzola si appoggia quindi a terra e si riapre, tendendo nuovamente lo straccio. Il panno si può staccare per lavarlo e sostituire con un ricambio in caso di usura.
MACCHINE PER IL CAFFÈ Sono sempre più diffuse: cerchiamo quelle con la qualità migliore e il miglior prezzo.
IL NOSTRO PARERE In teoria pratico, in
realtà non è poi così facile da usare. www.altroconsumo.it
novembre 20 17 • 319 Altroconsumo 35
IL MAGO DEL RISOTTO COME TESTIAMO Marche e modelli sono selezionati in modo da coprire il p iù possibile il mercato. Tutti i campioni sono acquistati nei normali punti vendita, inviati ai laboratori e testati in forma anonima. Svolgono le prove laboratori ed esperti indipendenti da qualsiasi tipo di interesse commerciale.
Buona qualità per i venti Arborio selezionati. La varietà però è un’altra. di Simona Ovadia
COME VALUTIAMO La qualità è indicata con un numero di stelle, da uno (pessimo) a cinque (ottimo). La qualità globale è espressa da una valutazione in centesimi. Se un prodotto non supera le nostre prove di sicurezza o ha gravi problemi di conformità il giudizio globale è sostituito da questo simbolo: Il colore blu nelle tabelle indica i prodotti di qualità globale buona, l’azzurro di qualità media, il grigio di qualità insufficiente. MIGLIORE DEL TEST
Migliore qualità globale del test, a prescindere dal prezzo MIGLIOR ACQUISTO
Qualità globale buona e il prezzo o il costo d’uso più conveniente MIGLIOR PREZZO
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Il prodotto ha gravi problemi di conformità o di sicurezza
Migliaia di prodotti e aggiornamenti continui su www.altroconsumo.it www.altroconsumo.it
TEST Riso Arborio
GIUDICATI DA CHEF E CONSUMATORI
IN SINTESI I risultati delle analisi su 20 campioni di riso Arborio L’assaggio a opera di esperti e consumatori Il presidente di Ente Nazionale Risi spiega cosa cambierà con il nuovo decreto sul riso
ALL’OPERA Chef esperti hanno bollito il riso, lo hanno mantecato con burro e Grana Padano e lo hanno assaggiato.
H
a chicchi grandi e perlati in grado di assorbire bene il brodo e il condimento, pur resistendo bene alla cottura. Stiamo parlando del riso Arborio, un classico riso italiano usato tradizionalmente per la preparazione del risotto, ma anche per ricette asciutte, come i timballi. Si tratta di una varietà di riso “storica” che si contende fama ed estimatori con il più pregiato Carnaroli. Come quest’ultimo, infatti, anche l’Arborio ha il compito di non scuocere e presentarsi consistente dopo la mantecatura, cosa impossibile per le varietà a chicco piccolo e tondeggiante (per esempio l’Originario), più adatte per la preparazione di budini e minestre. Per sapere se effettivamente i prodotti in vendita, anche quelli più economici, sono in grado di soddisfare le aspettative abbiamo portato in laboratorio e fatto assaggiare sia ad alcuni chef sia a semplici estimatori del risotto 20 marche di riso Arborio. Ce n’è per tutte le tasche: dal riso economico venduto nei discount, a marche che arrivano a sfiorare i sei euro al chilo. Le sorprese non sono mancate: in un panorama comunque positivo, in cui la maggior parte dei campioni è risultata di buona qualità, vincono la sfida due
www.altroconsumo.it
ASSAGGIATORIIl riso cucinato è stato assaggiato anche da 72 consumatori abituali e giudic ato su aspetto e gusto.
prodotti con pochi fronzoli, che hanno dimostrato però molta sostanza: il riso Arborio Panigada e l’Arborio Mondella del discount MD.
La vera varietà è quasi sempre Volano Dalle nostre analisi risulta che la varietà del riso presente nelle confezioni, fatta eccezione per un prodotto Igp, non è in realtà Arborio, ma Volano. Questo è possibile perché la legge sul riso, dal 1958, prevede la possibilità di etichettare con il nome delle varietà storiche e più conosciute (Arborio, Carnaroli, Baldo...) anche un certo numero di altre varietà, definite in base a un elenco preciso, che hanno caratteristiche simili per tipo e uso culinario. Nel caso dell’Arborio le varietà “compatibili” sono oltre al diffusissimo Volano, anche Generale, Vulcano e Aleramo. Una norma che avvantaggia le varietà più semplici da coltivare e più resistenti di quelle tradizionali, ma che non permette al consumatore di avere una completa trasparenza su quello che sta davvero acquistando. Per questo, durante il periodo precedente al varo della nuovissima norma sul riso appena approvata c’è stato molto dibattito tra chi, come l’Ente Nazionale novembre 2017 • 319 Altroconsumo
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TEST Riso Arborio
INTERVISTA
PAOLO CARRÀ ENTE NAZIONALE RISI Presidente
Dei 20 risi analizzati soltanto uno (Igp) è effettivamente Arborio. Come mai? «Mentre nel caso di Dop o Igp la varietà indicata in etichetta deve obbligatoriamente corrispondere alla varietà confezionata, la legge 325/58 consente di commercializzare con il nome di una varietà il riso di altre varietà con caratteristiche merceologiche e di granello molto simili�. Quindi si può vendere una cosa per l’altra... «Per il consumatore non fa differenza perché sono ormai parecchi anni che utilizza le varietà simili a quelle dell’Arborio. Chi vuole avere la certezza di acquistare un Arborio vero può comprare il prodotto Dop Riso di Baraggia o Igp Riso del Delta del Po�. La nuova legge sul riso appena varata cambierà le cose? «Sì, migliorerà la trasparenza e valorizzerà i risi della tradizione italiana. Negli elenchi delle varietà simili commercializzabili con i nomi che ben conosciamo potranno rientrare solo varietà registrate che avranno superato un attento esame. Il registro varietale sarà detenuto dall’Ente Nazionale Risi. Inoltre, il consumatore che ci tiene ad acquistare proprio la varietà precisa di Carnaroli, Arborio, Roma/Baldo, Ribe, Vialone Nano e Sant’Andrea lo potrà fare acquistando confezioni di riso che riportano oltre al nome del riso anche il temine “Classico”�.
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Altroconsumo 319 • novembre 2017
E le varietà che non rientreranno nelle griglie dei “risi famosi” come saranno vendute? «Potranno essere vendute con denominazioni generiche come “riso a grani tondi, o riso tondo, o riso originario”; ” riso a grani medi o riso medio”; “riso a grani lunghi A o riso lungo A”, “riso a grani lunghi B o riso lungo B” a seconda delle caratteristiche dei chicchi. L’indicazione del nome della varietà specifica è facoltativa�. Si potranno vendere prodotti che sono in realtà miscele di diverse varietà? «Le varietà vendute con i nomi tradizionali non potranno mai essere miscelate. Nella confezione dovrà essere sempre contenuta una sola varietà, che sia quella originale o una sua simile. Per quanto riguarda invece i risi senza “nome di battesimo” (riso tondo, medio, lungo A e lungo B) potranno essere miscelate varietà appartenenti allo stesso gruppo merceologico. In tal caso se il confezionatore vorrà accompagnare la denominazione dell’alimento con il nome della varietà dovrà obbligatoriamente indicare il nome di tutte le varietà di risone da cui il riso confezionato deriva�. Sarà anche indicata l’origine? «Sì, l’obbligo,oltre che per la pasta, entrerà in vigore anche per il riso nei tempi prestabiliti dalla nuova legge�. S.O.
Risi, ne ha sostenuto l’impianto, perché permette una facile riconoscibilità e una più semplice commercializzazione del prodotto a fronte di differenze impercettibili per il consumatore, e chi invece spingeva per cambiare le cose e rendere sempre obbligatoria l’indicazione della varietà precisa, come i coltivatori del vero Arborio o Carnaroli. Alla fine si è giunti a un compromesso: si potrà ancora vendere il Volano o altre varietà simili con il nome di Arborio, ma ci saranno altri modi per valorizzare la varietà originale (lo spiega Paolo Carrà nell’intervista a lato).
Metalli pesanti: il problema non c’è Il riso, anche per via della sua coltivazione in acqua, è un cereale particolarmente sensibile all’accumulo di metalli pesanti tossici per la salute, come arsenico e cadmio. Il problema è conosciuto: per questo nei Paesi dove per tradizione si consuma molto riso viene consigliata l’abitudine di variare più spesso l’alimentazione alternandolo con altri cereali. I nostri campioni, per fortuna, contengono livelli di arsenico molto bassi, inferiori ai limiti di sicurezza stabiliti dalla normativa europea. Lo stesso discorso vale anche per il cadmio, l’altro metallo cercato. Si può quindi stare tranquilli.
A scuola di cucina per l’assaggio La prova di cottura si è svolta in una cucina di una scuola professionale dove gli chef hanno verificato la concordanza del tempo di cottura dichiarato in etichetta con il tempo effettivamente necessario per una cottura perfetta; la tenuta di cottura del riso; la mantecatura e il gusto. Più di 70 amanti del risotto hanno assaggiato i prodotti e dato il loro giudizio, quasi sempre lusinghiero. Abbiamo approfittato dell’esperienza degli chef per stilare le tre regole chiave di un buon risotto: non lavare mai il riso (la sua patina farinosa è necessaria per garantirne la compattezza); tostarlo a fiamma bassa fino a quando i chicchi sono sgranati, caldi e s frigolanti; mantecarlo con burro e formaggio a fiamma spenta.
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76 QUALITÀ BUONA
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PRO Eccellente la tenuta di cottura. Miete consensi sia da parte degli chef sia dei consumatori, che lo hanno molto apprezzato. Assente il cadmio. CONTRO Il livello di arsenico non è tra i più bassi, pur entro limiti accettabili. IL NOSTRO PARERE Ottimo rapporto qualità-prezzo per questo prodotto di discount.
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FF MONDELLA (MD, 1 kg)
e n o i z e ) f n 7 1 o 0 c x 2 a a o m o r - t s u o n g e i a n m I (
4,59 1,49
ESSELUNGA BIO biologico(1 kg)
2,69 -3,09
FLORA (1 kg)
2,99 -3,79
RISULTATI o l i h c l a o i d e m o z z e r P
a t t e h c i t E
2,30 B 1,49 B 2,92 B 3,38 B
COOP (1 kg)
2,19 - 2,60
2,39 C 2,36 A
CONAD (1 kg)
1,69 - 2,29
1,84
BIANCHI (1 kg)
1,99
1,99
GRANDI RISO Delta del Po IGP (1 kg)
2,19
2,19
CARREFOUR (1 kg)
2,25 -2,65
2,43
CAMPANINI (1 kg)
2,29 -2,65
2,47
PAM PANORAMA (1 kg)
2,68 -2,72
2,70
1,49
1,49
2,80 -3,04
5,89
1,49
1,49
SCOTTI (1 kg)
2,90 -3,79
3,25
CURTIRISO Classico per risotti (1 kg)
2,29 -3,15
2,89
GALLO Gran Gallo (1 kg)
3,29 -3,78
3,52
1,98
3,96
2,29 -3,98
3,27
ANTICA RISERIA VIGNOLA (1 kg)
CAROSIO (Lidl, 1 kg) ALCE NERO Biologico (0,5 kg) DELIZIE DAL SOLE (Eurospin, 1 kg)
GLI AIRONI (0,5 kg) PRINCIPE (1 kg)
2,39
B B B A B B B B B B B B C C
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) o i m i t d n a a c s e e o p c i i l l n a e t s e r a M (
Volano B Volano C
i t t e f i d i e d a c fi i r e V
A A Volano C A Volano B B Volano B B Volano B B Volano C A Volano B B Arborio B B Volano C A Volano A A Volano C A Volano B C Volano B A Volano C B Volano B A Volano B B Volano B B Volano D A Volano B A
i p m e t i e d a r a t u c t fi i r o c e i V d
a r u t t o c i d a t u n e T
A D D D A A D B B D A C B A D A C A D A
B A C B C B B C B B B B B C C D C D C C
a r u t a c e t n a m i d o d a r G
A B B B B B B C B C C A B C C D C D C C
i r o t a m u s n o c o i g g a s s A
f e h c o i g g a s s A
B A B A B A B B B A C B C A B C B B B C C C C B D A B D B D B D B D C D C C D D
qualità buona
% E L A B O L G À T I L A U Q
76 76 74 70 70 68 67 67 67 65 65 63 61 59 58 57 55 54 53 48
qualità media
novembre 20 17 • 319 Altroconsumo
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TEST
Pneumatici
MISURA: 195/65 15T
MISURA: 215/65 16H
69 QUALITÀ BUONA
64 QUALITÀ BUONA
65 QUALITÀ BUONA
MEDIA 56 QUALITÀ
CONTINENTAL WinterContact TS 860
KEBLER Krisalp HP 3
DUNLOP Winter Sport 5
SAVA Eskimo HP2
55 - 64 €
44 - 52 €
91 - 106 €
80 €
PRO Il migliore nella sua categoria per la guida su strada bagnata. Buone prestazioni anche su terreno asciutto e su strada innevata o ghiacciata. CONTRO Questo modello non ha particolari punti deboli. IL NOSTRO PARERE Risultati soddisfacenti su tutte le prove e prezzo interessante.
PRO Buona tenuta di strada
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sull’asciutto. Buon comportamento anche su strada bagnata e su terreno, sia con neve sia con ghiaccio. CONTRO Non ha particolari punti deboli. IL NOSTRO PARERE Le prestazioni di questo pneumatico sono molto simili a quelle del prodotto migliore del test.
strada bagnata tra i modelli della sua categoria. Consumi di carburante contenuti. CONTRO La durata lascia un po’ a desiderare
neve e anche su strada asciutta. Molto durevole nel tempo. CONTRO Nei nostri test ha mostrato qualche debolezza durante la guida su strada bagnata. IL NOSTRO PARERE Nel complesso un buon pneumatico a un prezzo conveniente.
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che convince sotto tutti i punti di vista, anche per il prezzo.
AL FREDDO E AL GELO Trenta modelli di pneumatici invernali alla prova al Circolo polare artico. Non tutti ci hanno convinto. di Elisa Gerardis
40 Altroconsumo 319 • novembre 2017
S
i avvicina anche quest’anno il momento di un importante cambio di stagione: a partire dal prossimo 15 novembre devono essere montati i pneumatici invernali, per percorrere le strade che ne impongono l’obbligo, segnalato dall’apposito cartello. Abbiamo messo alla prova due categorie di gomme: 16 pneumatici i nvernali di misura 215/65 16H, adatti a Suv, e altri 14 modelli 195/65 15T per automobili di media-piccola taglia. Non sempre i risultati sono stati soddisfacenti, anzi: il pneumatico Nankang Snow SV-2, nella categoria delle gomme più grandi, è stato bocciato per i suoi pessimi risultati proprio nelle prove condotte su strada bagnata e su strada innevata.
Su neve e su ghiaccio Quest’anno c’è stata una novità per i nostri test, che hanno cambiato location: i pneumatici invernali sono stati messi alla prova addirittura al confine con il Circolo polare artico, dove le condizioni meteorologiche consentono di svolgere al meglio tutte i test previsti. Le prove su strada innevata e quelle su strada con ghiaccio si sono rivelate particolarmente importanti per stabilire la validità di questo particolare tipo di pneumatici, utilizzati quando il clima diventa rigido. Le prove su strada innevata sono state condotte su un tracciato di neve battuta con un fondo stradale a una temperatura compresa tra 0 e –15 gradi. Per misurare lo spazio di frenata, è stata verificata la www.altroconsumo.it
TEST
Pneumatici
IN SINTESI
I risultati del nostro test sui pneumatici invernali Le indicazioni per sceglierli di dimensioni giuste per la tua auto La risposta alla domanda di un socio sui pneumatici ricostruiti
Pneumatici invernali
PREZZI
) 7 o r 1 u 0 e x 2 n a e i r i m z - b o z t n e r i t o P m (
RISULTATI a t a n g a b a d a r t s u s t s e T
a t t u i c s a a d a r t s u s t s e T
e v e n a l l u s a t u n e T
o i c c a i h g u s a t u n e T
e r o m u R
à t i c o l e v a t l a d a t s e T
e t n a r u b r a c i d o m u s n o C
a t a r u D
% E L A B O L G À T I L A U Q
195/65 15 T 55 -64
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KEBLER Krisalp HP 3
44 -52
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DUNLOP Winter Response 2
51 -62
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GOODYEAR UltraGrip 9
52 -63 B
B
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HANKOOK i*cept RS 2 W452
44 -58 B
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YOKOHAMA W.drive V905
43 -52 B
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50
VREDESTEIN Snowtrac 5
45 -61 B
C
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50
FALKEN Eurowinter HS01
44 -53
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NOKIAN WR D4
50 -61 B
C
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FIRESTONE Winterhawk 3
42 -50 B
C
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B
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MICHELIN Alpin 5
55 -68 B
B
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A
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SAVA Eskimo S3+
47 -57 C
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KUMHO WinterCraft WP51
40 -50 B
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SEMPERIT Master-Grip 2
46 -53 D
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91 -106 B
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59
F F CONTINENTAL WinterContact TS 860 F
C
215 /65 16 H F F DUNLOP Winter Sport 5 BF GOODRICH g-Force Winter 2
F
94
C
GOODYEAR UltraGrip Performance Gen-1
89 -105 B
B
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NOKIAN WR D4
85 -102 B
C
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56
SAVA Eskimo HP2
80
MICHELIN Alpin 5
97 -113 B
B
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A B
A
56
CONTINENTAL WinterContact TS 850 P SUV
93 -110 B
B
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C
A B
A
55
PIRELLI Scorpion Winter
86 -96 B
B
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B
54
FULDA Kristall Control HP2
67 -85
B
B
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A
52
BARUM Polaris 3 4x4
67 -75 C
C
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C
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B
49
AVON WV7
80
C
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APOLLO Apterra Winter
73
C
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48
UNIROYAL MS plus 77
70 -82 C
B
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46
HANKOOK i*cept RS2 W452
72 -89 B
C
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A B
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FIRESTONE Destination Winter
68 -87 C
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NANKANG Snow SV-2
68 -75
E
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Risultati completi su www.altroconsumo.it/auto-e-moto/pneumatici www.altroconsumo.it
qualità buona
qualità media
qualità insufficiente
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TEST
Pneumatici
distanza percorsa dall’auto dopo aver frenato a una velocità di 40-20 km/h su neve compatta. Abbiamo poi effettuato una prova di trazione per valutare la capacità del pneumatico di trasmettere la potenza del motore al terreno, quindi un test su una strada ricoperta di neve in salita per esaminare il comportamento delle gomme su una strada scoscesa. Con le prove su strada ghiacciata abbiamo valutato l’efficacia della frenata, la stabilità e la trazione dell’auto. Entrambe le categorie di pneumatici si sono dimostrate nel complesso valide per i test su strada sia innevata sia ghiacciata, con qualche significativa eccezione. Il modello Nankang Snow SV-2 ha ottenuto pessimi risultati soprattutto sulla trazione e sulle performance di frenata su terreno innevato, motivo per cui non è riuscito a essere promosso nei nostri test.
Buona tenuta sul bagnato La prova su strada bagnata è quella che più di tutte ha mostrato differenze significative nel comportamento dei pneumatici invernali testati. Abbiamo verificato diverse prestazioni: tenuta delle gomme in curva, in accelerazione e in frenata. I giudizi finali, quindi, hanno tenuto conto della maneggevolezza del mezzo, della stabilità della traiettoria e del livello di aquaplaning. Rispetto ai modelli di formato più piccolo, i pneumatici invernali di taglia grande (215/65 16 H) hanno dimostrato una miglior tenuta di strada in situazioni di slittamento sull’acqua (o aquaplaning) superando bene, nella maggior parte dei casi, tutte le prove su strada bagnata. L’unica, importante, eccezione è costituita anche in questo caso da Nankang Snow SV-2, con un pessimo comportamento su strada bagnata. Il discorso cambia per i modelli 195/65 15 T. In questo caso, i risultati sono stati nel complesso buoni, ma con differenze anche significative tra le diverse marche testate soprattutto per le prove di slittamento su acqua: Contintenal e Goodyear convincono pienamente, al
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PNEUMATICI RICOSTRUITI: SÌ O NO Un nostro socio ci chiede un parere su q uesta particolare categoria di pneumatici, spesso venduti senza etichetta. «Vorrei chiedere la vostra opinione sui pneumatici per auto ricostruiti» ci scrive il nostro socio Mauro Gamberini, di Imola, che ci chiede se li abbiamo mai testati e perché siano spesso venduti «senza etichetta che ne indichi i consumi, l’aderenza e il rumore». ADATTI PER VIAGGI BREVI Non abbiamo mai messo alla prova nei nostri test questa categoria di pneumatici (con battistrada rigenerato) per dare precedenza ai test sulle gomme tradizionali, che sono decisamente più diffuse sul mercato. In ogni caso, non è possibile paragonare i due tipi di pneumatici: avendo caratteristiche differenti, un confronto potrebbe portare a valutazioni fuorvianti. In effetti non è
contrario di Nokian, Semperit, Sava, Firestone, Kumho e Vredestein che mostrano qualche debolezza.
Anche l’asciutto conta Tenuta di strada, frenata e comportamento su terreni complessi sono gli aspetti esaminati nella prova su strada asciutta. Anche in questo caso i pneumatici non si comportano tutti allo stesso modo: ne è esempio il modello Semperit Master-Grip 2, che non è riuscito a superare i nostri test su strada asciutta a causa principalmente della scarsa precisione nella sterzata, con un disallineamento tra asse anteriore e asse posteriore della gomma. Anche la prova di frenata nel passaggio da 100 a 1 km/h non è stata semplice da superare: ben 5 modelli compresi tra i pneumatici di taglia grande non sono stati particolarmente brillanti.
La taglia giusta Anche le dimensioni sono importanti per la scelta delle gomme giuste: i modelli di pneumatici provati in questo test sono adatti a categorie di auto diverse per
previsto per legge l’obbligo di etichettare i pneumatici ricostruiti. Il motivo è forse legato a questioni tecniche ed economiche. Quanto alla qualità, i giganti dei pneumatici tradizionali investono ogni giorno somme enormi nello sviluppo del prodotto. È plausibile quindi che lo sviluppo continuo delle gomme tradizionali, verifcato dai nostri test, possa garantire risposte più convincenti a chi richiede un uso intenso e performante alla propria auto. I pneumatici ricostruiti posso essere una valida alternativa per chi fa un uso meno esigente dell’ auto, sia in termini di chilometraggio sia sotto l’aspetto della guidabilità. E per chi ha a cuore l’ambiente.
dimensione. I pneumatic i 215/65 16H vanno bene per auto come Audi Q3, Jeep Renegade, Kia Sportage. I modelli 195/65 15 T si adattano invece ad auto più piccole, tra cui Citroen C4, Mazda 3, Fiat 500L. Come orientarsi per scegliere la taglia giusta di pneumatico? Ogni modello di auto può montare solo un numero ristretto di taglie differenti di gomme. Quando devi sostituire i pneumatici, quindi, controlla qual è la taglia dell’attuale pneumatico oppure verifica quali sono le taglie compatibili. Inoltre, ogni pneumatico riporta sul fianco un numero identificativo. Prendiamo come esempio 195/65 15 T, che è una delle categorie di pneumatici inclusi in questo test. Il primo numero - in questo caso il 195 - esprime la larghezza del pneumatico in millimetri. Il se condo numero (quindi il 65) indica il rapporto, in percentuale, tra larghezza e altezza della gomma. Più quest’ultimo numero è basso, più la gomma sarà di tipo sportivo. Il numero 15 indica le dimensioni del diametro esterno della ruota. Infine, la lettera T esprime la velocità massima omologata della vettura. www.altroconsumo.it
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TEST Televisori
LA TV OLED È IL FUTURO? Offrono immagini di grande qualità e probabilmente soppianteranno i concorrenti Lcd. Ma ad oggi il loro limite è ancora il prezzo. di Beba Minna
S
IN SINTESI
i comprano meno televisori, ma si spende di più per averne uno grande e sofistic ato. Secondo l’ultima ricerca dell’istituto Gfk è questa la fotografia del rapporto delle famiglie con l’immancabile ospite di casa, la tv, che vive una fase di calo delle vendite che non diventa
In cosa differiscono i televisori a tecnologia Oled rispetto agli Lcd? Come difendere la propria privacy, gestendo al meglio le impostazioni del menu
una crisi vera e propria grazie alla corsa all’ultimo modello. A trascinare le vendite in questo momento sono i modelli Oled, una tecnologia che permette di realizzare display a colori con la capacità di emettere luce propria: a differenza dei display a cristalli liquidi, gli Oled non richiedono la retroilluminazione
DUE SISTEMI RETROILLUMINAZIONE Una sorgente di luce artificiale illumina lo schermo
LCD PRO Una tecnologia ormai
matura e affidabile. Buona la brillantezza dell’immagine CONTRO Le tv LED creano l’immagine utilizzando un sistema di retroilluminazione posizionato dietro lo schermo. C’è poco contrasto ed è difficile rendere i colori scuri e il nero. L’immagine peggiora quando si osserva lo schermo di lato
CRISTALLI LIQUIDI Una matrice
costituita da cristalli liquidi blocca selettivamente la luce in modo da comporre un’immagine
FILTRI COLORATI Insieme alle celle a cristalli liquidi, uno schermo composto da filtri colorati dà colore all’immagine, che altrimenti risulterebbe in scala di grigi
SCHERMO Il risultato finale
è un’immagine colorata che compare sullo schermo
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Altroconsumo 319 • novembre 2017
www.altroconsumo.it
TEST Televisori
per essere illuminati. Questo permette di realizzare schermi molto sottili, teoricamente pieghevoli e arrotolabili. In realtà non si tratta di una novità recente, la tecnologia Oled esiste da trent’anni, ma fino ad oggi alcuni ostacoli ne hanno impedito la diffusione su larga scala: «l’Oled ha impiegato molti anni a maturare - spiega Alberto Pirrone, responsabile del dipartimento tecnico dei prodotti di Altroconsumo - a causa di ostacoli tecnologici. I primi schermi duravano poco, l’immagine si degradava nel tempo e la luce si affi evoliva, motivo per cui questi schermi non sono stati commercializzati per molti anni. Fino a che non si sono raggiunti standard affidabili non sono stati venduti. Il problema da risolvere era il fatto che il materiale organico, presente nello schermo, tende a perdere la capacità
Gli Oled sono televisori di alta gamma, piuttosto costosi, ma con una qualità dell’immagine elevata
di emettere luce propria dopo un uso prolungato, cosa che non avviene con gli schermi Lcd». Un altro limite con cui si devono fare i conti è il costo ancora elevato del processo produttivo e quindi del televisore, come del resto è accaduto in passato ai modelli Lcd al loro stadio iniziale di diffusione.
Gli Oled sono di grande formato, i più piccoli presenti sul mercato sono almeno da 55 pollici, come quelli che abbiamo incluso nel nostro test. «La dimensione è una questione anche economica - continua Pirrone - Il costo di questa nuova tecnologia è ancora elevato e incide molto sul prezzo di vendita. L’industria ha fatto enormi investimenti per lanciare gli Oled ed è per questo che questa tecnologia è molto più cara rispetto a un Lcd di pari formato. Tecnicamente si potrebbero fare schermi più piccoli, ma i produttori sarebbero costretti a venderli a prezzi fuori mercato. Oggi paghiamo ancora gli anni di ricerca che ci sono voluti». Poi c’è il fatto che l’industria elettronica ci ha abituato a monitor sempre più grandi. Per anni uno schermo da 26-28 pollici è stato considerato normale in un salotto,
A CONFRONTO
OLED PRO La tecnologia OLED non ha
MATRICE OLED La matrice è costituita da sottili pellicole di materiale plastico all’interno del quale si trovano dei polimeri elettroluminescenti IMMAGINE Uno schermo
bisogno della retroilluminazione. Ogni pixel può accendersi e spegnersi singolarmente, migliorando notevolmente il contrasto CONTRO Il difetto che ha pesato finora sulla diffusione di questa tecnologia è stata la durata breve dello schermo e il prezzo elevato
ultra HD ha quasi 25 milioni di queste microscopiche lampadine che illuminandosi creano l’immagine
www.altroconsumo.it
novembre 20 17 • 319 Altroconsumo
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TEST Televisori
oggi questo sta diventando lo standard per il monitor del pc. E le dimensioni per gli Oled sono state a lungo un limite: «Fino a pochi anni fa la tecnologia Oled è stata utilizzata per piccoli monitor, come telefoni o macchine fotografiche, perché c’era un limite tecnico che impediva di ottenere schermi di grandi dimensioni. Oggi la tecnologia è matura e i produttori si sono lanciati». Non è una novità che il mercato tecnologico vive di rapidi progressi e di rapidi cambi di prezzo. E anche di mode. Oggi i televisori Oled sono molto costosi (quelli del test arrivano a costare 4.000 euro, in media si vendono a 2.100 euro), ma se si vuole il meglio della qualità dell’immagine questi modelli in effetti offrono il massimo. Certo, bisogna anche avere l’occhio per apprezzarlo, a uno sguardo poco attento le differenze tra un Oled e un Lcd possono sfuggire. «Rispetto al 2016 - continua l’esperto - la qualità degli Oled è ulteriormente migliorata, il prodotto è certamente più maturo, come rivela il nostro test».
IN CIFRE
2.100 €
Il costo medio di un televisore Oled a 55 pollici. Una tv a schermo Lcd costa in media 870 euro
38 mila I televisori Oled venduti in Italia tra aprile 2016 e maggio 2017
1,5
Gli Oled sono il futuro In effetti l’industria ogni anno lancia novità allettanti, non tutte imperdibili né sempre di successo. Pensiamo ai televisori al plasma, ormai solo un ricordo, o alla tecnologia 3D che sembrava dover sconvolgere i nostri orizzonti e invece si è già arenata. Ora è il momento dell’Oled: si tratta di una svolta che lascerà il segno o di una moda passeggera? «Questa tecnologia - spiega Pirrone - è quella che più si avvicina a un cambiamento tecnologico autentico, ovvero è la soluzione a quello che era l’ultimo ostacolo degli schermi piatti: la necessità di perfezionare l’angolo di visione e di migliorare il contrasto. Gli apparecchi
Il numero medio degli apparecchi televisivi presenti nelle case degli italiani
+138% La crescita delle vendite dei televisori di ultima generazione nell’arco dell’ultimo anno
Guide Pocket
7 1 0 2 o n g u i g – 6 1 3 . n o m u s n o c o r t l A i d – 3 . n o t n e m e l p p u S
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Altroconsumo 319 • novembre 2017
Il test li premia tutti Tutti i principali produttori di televisori hanno messo in vendita almeno un modello a tecnologia Oled. Fa eccezione solo Samsung, che finora ha espresso scetticismo su questa tecnologia e ha deciso di investire nello studio di migliori televisori Lcd. Questo è il motivo per cui in tabella abbiamo incluso un modello Samsung Lcd a titolo di confronto. Come emerge dal test, a livello di qualità dell’immagine gli schermi Oled della concorrenza sono risultati un gradino sopra al modello Samsung. Tutti i televisori del test sono del 2017, tranne gli ultimi due in tabella, che sono del 2016. Il divario nei risultati rivela che anche per gli Oled il tempo ha portato miglioramenti. I due televisori LG (uno dei brand che più ha puntato su questa novità) che oggi sono primi in classifica nel test sono di nuovissima produzione, mentre i due in fondo alla classifica, sempre di LG, sono modelli del 2016. Tutti i televisori Oled hanno però un’immagine di qualità superiore a quella del modello Samsung (Lcd). I modelli Oled superano meglio anche la prova dell’angolo di visione, ovvero la possibilità di vedere bene anche se non si è perfettamente frontali rispetto allo schermo. Non è sempre facile cogliere le differenze di qualità. Ad alcuni telespettatori potrebbe non piacere l’apparente minor brillantezza dell’immagine Oled, mentre altri potrebbero non gradire il minore contrasto di uno schermo Lcd. La qualità audio è buona e mediamente superiore a quella dei televisori Lcd. In questo caso non dipende dallo schermo, ma dal fatto che si tratta di modelli di alta gamma, per i quali i produttori utilizzano componenti di ottima qualità. Sony offre l’audio migliore del test: grazie all’”Acoustic surface technology ”, il suono sembra provenire da dietro lo schermo diventando così più realistico e perfettamente localizzato. I consumi sono buoni, solo lievemente
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Oled hanno raccolto tutti i frutti del passato prendendo il meglio della tv al plasma, della tv a schermo catodico e da quello Lcd. Un domani soppianteranno anche l’Lcd, oggi più appetibile solo per il prezzo più basso». E infatti ci si sono già avventurati tutti i leader del settore, per primo LG che ha fatto da apripista, nell’ultimo anno anche Panasonic, Philips e Sony.
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TEST Televisori
LA NOSTRA SCELTA: TELEVISORI OLED
78
QUALITÀ BUONA
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QUALITÀ BUONA
LG Oled 55B7V
LG 55EG9A7V
1.813-1.998 €
999-1.599 €
PRO La qualità dell’immagine è elevata, l’audio
PRO La qualità dell’immagine è elevata, l’audio convincente. Ottimo angolo di visione e riflessi contenuti. Le immagini appaiono sempre molto ben definite e nitide. Il contrasto è elevato. CONTRO Non ha la risoluzione ultra HD (comunque non imperdibile) e nemmeno l’HDR (che permette immagini più contrastate e chiaroscuri più realistici). IL NOSTRO PARERE Ottimo rapporto tra la qualità e il prezzo: è il modello più economico del test. L’audio è convincente e con bassi potenti.
ricco e cristallino, l’interfaccia dell’utente è molto ben realizzata. Le immagini sullo schermo sono molto ben definite e nitide, il contrasto è elevato. CONTRO Praticamente nessuno. IL NOSTRO PARERE In assoluto il miglior televisore in vendita in questo momento. Eccelle in quasi tutte le prove del test. Si comporta bene quando si usa il digitale terrestre, ma certamente dà il meglio se collegato a sorgenti esterne (ad esempio il BluRay) e in alta definizione.
PREZZO
) 7 1 0 2 e r o r b o u t e t o n I (
TV F
LG OLED 55B7V LG OLED 55C7V SONY KD-55A1BAEP
F
LG 55EG9A7V PANASONIC TX-55EZ950 PHILIPS 55POS901F/12 LG OLED55C6V LG OLED55B6V
RISULTATI e n o i s i v i d o l o g n A
B 1.890 - 2.499 B 2.974 - 3.999 A 999 - 1.599 A 2.299 - 2.990 B 2.467 - 3.499 A 1.699 - 2.499 A 1.536 - 2.052 A 1.813 - 1.998
i s s e fl i R
) e e r n i t g s e a r r m e T m i l e à a t t i i l a i g u D Q (
e ) n e i g n o a i z i m n m fi i e à t i d l a a l t u A Q (
o i d u a à t i l a u Q
o s u ’ d à t i l i c a F
a c r a m i d à t i l i b a d ffi A
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B B A B A C B B
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% E L A B O L G À T I L A U Q
78 76 76 75 74 70 66 66
A titolo di confronto SAMSUNG QE55Q8C
1.899 - 3.199
C
Risultati completi su www.altroconsumo.it/televisori
www.altroconsumo.it
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qualità buona
novembre 2017 • 319 Altroconsumo
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LA SMART TV È COME UN PC I televisori oggi sono apparecchi multifunzione, che riservano gli stessi rischi e benefici di un compiter. Ecco a cosa fare attenzione quando si imposta il menu, per cercare di difendere la propria privacy.
Nella realtà iperconnessa di oggi, la tv è uno dei tanti apparecchi con cui siamo collegati a internet. Se questo ci permette di godere della comodità di una smart tv (vedere film in streaming, utilizzare servizi on demand...) al contempo mette a repentaglio la nostra privacy. Una delle cose che si fa in modo inconsapevole è di consentire al televisore (e quindi al produttore) di tenere traccia delle abitudini d’uso: su quello che si guarda, sulle applicazioni usate e su altre attività collegate alla tv, che rappresentano un tesoro nelle mani del settore dell’advertising. Gli inserzionisti utilizzano questi dati per personalizzare la pubblicità sullo stile di vita del cliente. Quando compriamo un nuovo televisore difficilmente ci mettiamo a pensare che alcune nostre abitudini saranno registrate e utilizzate a scopo di marketing. Inizia a essere più chiaro quando sulla tv arrivano i primi messaggi pubblicitari personalizzati, collegati a servizi che abbiamo usato o a pagine web che abbiamo visitato di recente. Proprio come accade con i pc. Ed è ovvio, perché dietro lo schermo di una smart tv si cela un computer connesso al web. La raccolta di questi dati rende l’utilizzo dei servizi
più personalizzati ed efficienti, ma questi vantaggi non sempre compensano la perdita di privacy e ci trasformano in un target facile da raggiungere. E difendere la propria privacy è un’impresa ardua.
Il comportamento di Sony è particolarmente estremo: se si nega il consenso al trattamento dei dati personali, il produttore di fatto non permette l’utilizzo della tv.
Il consumatore è spinto ad accettare i termini e le condizioni di utilizzo dell’apparecchio senza leggerle, cliccando velocemente sul pulsante “accetto tutto”.
I dati forniti sono esternalizzati a parti terze. Nel caso di Samsung vengono passati su 16 diversi server (LG, per esempio, solo tre). Difficile avere il controllo su dove finiscono.
Le informazioni sulle condizioni e i termini di utilizzo dei dati non sono immediatamente visibili, si deve accedere a una finestra apposita per riuscire a leggerle.
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Altroconsumo 319 • novembre 2017
Assenza di regole I nostri colleghi dell’associazione portoghese Proteste hanno fatto delle prove su alcuni apparecchi delle principali marche. Hanno verificato se il produttore dava informazioni sulla raccolta dei dati personali, sugli scopi per cui veniva fatta, se si poteva rifiutare o se se si potevano modificare le impostazioni. I risultati rivelano che c’è una totale assenza di regole. Le informazioni sono lunghe e date in modo che il cliente sia portato ad aderire senza leggere (grazie all’uso del pulsante “Accetto tutto” preselezionato). A volte non si possono utilizzare le funzioni smart se non si accettano le condizioni di privacy. Oppure per non aderire si è costretti a fare un reset completo del televisore. In ogni caso, se ci si rifiuta di concedere i propri dati i produttori negano l’accesso alla piattaforma della smart tv. Qui sotto segnaliamo l’aspetto più critico emerso per ogni marca.
superiori a quelli dei televisori Lcd. Tutti i televisori hanno la risoluzione ultra HD, ad eccezione del modello LG 55EG9A7V.
Obsolescenza programmata L’industria elettronica è abile nel creare sempre nuovi bisogni, anche se un apparecchio non sarebbe da cambiare basta creare nuove caratteristic he che ne rendono più appetibile un altro. Nel campo delle tv uno stimolo a comprare apparecchi nuovi è certamente la dimensione: i produttori negli anni hanno ingolosito i consumatori con schermi sempre più grandi.
Il test rivela che la tecnologia Oled è molto migliorata e oggi può competere con i rivali Lcd Anche creare nuovi standard o applicare nuove tecnologie non compatibili con apparecchi più vecchi è una delle strategie che portano alla cosiddetta obsolescenza programmata, ovvero l’invecchiamento precoce degli apparecchi. Pensiamo al passaggio al digitale terrestre di seconda generazione, di fatto non ancora attivo, che ha prodotto però l’effetto di mettere in commercio televisori conformi al nuovo standard, anche se i tempi non sono ancora maturi. «L’obsolescenza programmata - continua Alberto Pirrone - si può attuare producendo oggetti con una vita breve oppure imponendo alcune limitazioni, che ne abbreviano la possibilità di utilizzo. Le tv sono un classico esempio di questa operazione. La componente smart, che è una sorta di mini computer integrato nel televisore, necessita di aggiornamenti del software. L’hardware invece non può più essere aggiornato se nascono nuovi servizi o sistemi di compressione video più sofisticati, che richiedono potenza di calcolo maggiore. La parte smart di un apparecchio lo fa invecchiare più precocemente e non esiste garanzia che il produttore continui ad aggiornarlo anche laddove tecnicamente sarebbe possibile: l’interesse di mercato dell’industria in questo senso è poco evidente». www.altroconsumo.it
TEST Scaldabagni a gas
A GAS, OTTIMI RISULTATI Una doccia con l’acqua calda alla giusta temperatura è assicurata. Due modelli non passano la prova sulla sicurezza. di Sonia Sartori
C
osa chiediamo a uno scaldabagno? Innanzitutto che scaldi velocemente e mantenga stabile la temperatura dell’acqua, così da poter fare una doccia confortevole o lavarci le mani senza scottarci. Tutto questo deve avvenire in totale si curezza: ecco perché le nostre prove sulle fughe di gas o di fumi della combustione
determinano la promozione o bocciatura di un modello. La maggior parte dei modelli del test supera queste e altre prove di sicurezza; ci sono due modelli che abbiamo segnalato al ministero delle Attività produttive, perché non garantiscono una sicurezza completa e per questo motivo non sono stati sottoposti alle prove di qualità (i dettagli
nel riquadro nell’ultima pagina). Per la prima volta testiamo gli scaldabagni a camera chiusa o st agna oltre a quelli, più diffusi, a camera aperta. Quali sono le differenze? Innazitutto di funzionamento, e di conseguenza di installazione.
A ognuno il suo scaldabagno Gli apparecchi a camera chiusa non prendono l’aria dall’ambiente in cui sono collocati, ma dall’esterno, e scaricano i fumi nella canna fumaria. Per funzionare hanno bisogno di un collegamento alla rete elettrica. Gli scaldabagni a gas a camera aperta, invece, pescano l’aria nella stessa stanza in cui sono installati, mentre i fumi sono scaricati all’esterno dell’abitazione tramite canna fumaria. Non necessitano di collegamento alla rete perché sono dotati di batteria per accendere la fiamma del bruciatore. I modelli a camera aperta non possono (lo vieta la legge) essere collocati in camera da letto né in bagni di piccole dimensioni. In questi ambienti (così come nei monolocali) è possibile installare soltanto modelli a camera stagna. In cucina, invece, si può mettere uno scadabagno a camera aperta, ma è necessaria l’apertura di ventilazione la cui ampiezza si deve basare sul tipo e il numero di apparecchi a gas installati (cucina, forno, stufa...).
Prove imprescindibili
IN SINTESI Risultati del test su 11 scaldabagno a gas a camera aperta e chiusa Perché due modelli non hanno superato la prova di sicurezza Cosa fare per la manutenzione www.altroconsumo.it
Tra le numerose prove cui abbiamo sottoposto gli scaldabagni del test, spiccano quelle sull’efficienza e sulla qualità delle prestazioni in diverse condizioni di utilizzo. Ci sono modelli che hanno bisogno di più gas di altri per scaldare a una certa temperatura la stessa quantit à d’acqua: i risultati li trovate in tabella sotto la voce “efficienza”. Più gas, più consumi e maggiore il costo in bolletta. Per verificare l’efficienza nei modelli del test abbiamo preso come riferimento la norma EN26. Un’altra prova importante verifica il comfort offerto da ogni modello, ad novembre 2017 • 319 Altroconsumo 49
TEST Scaldabagni a gas
PREZZI
Scaldabagni a gas
) x 7 a 1 0 m - 2 n r i e b m o m e r u t t e e s n ( I
DIMENSIONI
) m c n i ( h x p x l
o u n n a o o r t s u o e n C i
RISULTATI
a z n e i c ffi E
o t o z a i d i ) d i x s O s N O (
i n o i s s i m E
t r o f m o C
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% E L A B O L G À T I L A U Q
a z z e r u c i S
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Camera Aperta F
IMMERGAS Julius 11 ErP
FF BERETTA Fonte 2 DGT 11 JUNKERS Minimaxx powercontrol WR 11-2 B BAXI Acquaproject + 11 i
F F
HERMANN SAUNIER DUVAL
Opalia C 11 E VAILLANT atmoMAG mini 11-0/1 XI
214 - 435 162 23 x 63 x 30 B
B 130 - 245 149 21,5 x 58 x 31 A B B
A C A C
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D
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156 - 427 158
22 x 58 x 31 C
316 - 384 160
24 x 59 x 31
110 - 355
n.t.
22 x 57 x 31
n.t.
n.t.
n.t.
n.t.
n.t.
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E
145 - 317
n.t.
25 x 58 x 31
n.t.
n.t.
n.t.
n.t.
n.t.
n.t.
n.t.
E
A A B
73
o t a t s e t
Camera Stagna FF ARISTON Next Evo 11L EU NG
322 - 586 166
VAILLANT TurboMAG plus 11-2/0-5 319 - 671 JUNKERS HYDROCOMPACT
Indoor WTD 12 AM RINNAI Continuum 11i REU (cod.1110FFU) BAXI Acquaprojet 11 Fi
171
17 x 58 x 33 A A B 16 x 60 x 38 A A C
B E
340 - 550 164
17 x 57 x 30 A A A B
393 - 650 187
14 x 67 x 37
250 - 610 169
23 x 61 x 30 A B
A A A B A C
Risultati completi su www.altroconsumo.it/scaldabagno
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B B
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D
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B
B
C
B
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qualità buona
qualità media
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pericoloso
LA NOSTRA SCELTA: CAMERA APERTA
CAMERA STAGNA
73 QUALITÀ BUONA
73 QUALITÀ BUONA
85 QUALITÀ BUONA
IMMERGAS Julius 11 ErP
BERETTA Fonte 2DGT11
ARISTON Next Evo 11L EU NG
214 -435 €
130-245 €
322 - 586 €
PRO Va bene nelle prove di efficienza e di comfort. Il modello è sicuro dal punto di vista delle fughe di gas e delle emissioni di fumi della combustione. CONTRO Quando è in funzione è un po’ rumoroso. Il costo annuo è alto. IL NOSTRO PARERE Se si trova al prezzo minimo è un ottimo acquisto.
PRO Modello molto efficiente, in grado di assicurare un notevole comfort quando si miscela l’acqua. Sicuro con bassi consumi e buone prestazioni. CONTRO Fa rumore quando è acceso. IL NOSTRO PARERE Di buona qualità. Il prezzo minimo è molto conveniente ed è anche il modello con il costo annuo minore rispetto agli altri modelli.
PRO Ottime prestazioni in tutte le prove. Ed è poco rumoroso. CONTRO Non ha particolari aspetti negativi. IL NOSTRO PARERE Il modello presenta una qualità globale davvero alta. Acquistato al prezzo più basso è davvero conveniente.
50 Altroconsumo 319 • novembre 2017
www.altroconsumo.it
n o n . t . n ; e l i b i n o p s i d n o n . d . n
Per maggiori informazioni www.altroconsumo.it/casa-energia/riscaldamento
esempio la capacità di mantenere stabile la temperatura con un flusso d’acqua costante: una volta regolato il termostato, l’acqua deve uscire alla temperatura impostata, senza subire sbalzi termici, per esempio nel corso di una doccia. Abbiamo poi verificato se lo sc aldabagno riesce a scaldare anche quando i rubinetti sono aperti al minimo o l’acqua arriva con poca pressione. Altra prova: uno scaldabagno efficiente dovrebbe riuscire a modulare la temperatura dell’acqua al variare della pressione dell’acqua, ad esempio se qualcuno in casa apre un rubinetto del lavabo, mentre un’altra persona sta facendo la doccia. I modelli a camera stagna hanno una valvola che fa uscire l’acqua alla temperatura impostata, quelli a camera aperta vanno meno bene. Infine, abbiamo misurato quanto tempo passa dall’apertura del rubinetto a quando arriva l’acqua con la temperatura impostata sul termostato.
Odore di gas nell’aria? Uno scaldabagno deve garantire un alto livello di sicurezza, altrimenti diventa un apparecchio pericoloso. Nel riquadro a destra sono descritte le prove e il motivo che ci ha portato a eliminare due modelli. In tabella c’è la valutazione sulle emissioni di gas ossia i prodotti della combustione, tra cui le percentuali di monossido e biossido di carbonio e quelle di ossidi di azoto (NOx). E i consumi? Per i modelli stagni e dotati di ventilatore occorre un’alimentazione elettrica. Abbiamo quindi misurato il consumo elettrico in funzione e in standby. I due modelli con giudizio negativo comportano un costo di 7 euro (Vaillant) e quasi 20 euro (Rinnai) all’anno solo per lo standby. Abbiamo calcolato anche il costo annuo di ogni modello per una famiglia di quattro persone che consuma 120 litri d’acqua al giorno con termostato impostato a 65 °C. Il costo in tabella tiene conto della spesa d’acquisto, della quota di ammortamento per 15 anni e del prezzo del gas.
MODELLI INSICURI Per controllare la sicurezza abbiamo seguito le indicazioni della Direttiva CE 142 2009 e la norma EN26, verificando che non ci fossero fughe di gas al di fuori del camino du rante la combustione e quindi nessun pericolo di propagazione in casa. Quindi, con la potenza al minimo, abbiamo accertato se il bruciatore si accende tutto o solo in parte, con potenziali fuoriuscite di gas. Eliminati due modelli a camera aperta, tutti promossi gli altri.
HERMANN Saunier Duval Opalia C 11 E 110-355€ Lo scaldabagno in questione non ha superato la prova di accensione con una bassa richiesta di acqua calda. Questo significa che, se un rubinetto viene lasciato solo leggermente aperto, lo scaldabagno si accende parzialmente, ovvero alcune parti del bruciatore rimangono spente e fanno uscire gas. In condizioni particolari, questa fuoriuscita di gas, anche se minima, potrebbe causare qualche problema all’interno del locale: la norma su questo punto è obbligatoria.
VAILLANT atmoMAG mini 11-0/1 XI 145-317 € Nella prova di sicurezza dedicata alla verifica della corretta uscita dei fumi di combustione , espulsi tramite il tubo di evacuazione dello scaldabagno verso il camino, questo modello di scaldabagno ha riversato nell’ambiente una quantità di fumi piccola, ma superiore a quanto stabilito dalla normativa in vigore e il cui rispetto è obbligatorio.
Tenerli puliti è un gesto di sicurezza Per gli scaldabagni la manutenzione non è obbligatoria, ma è consigliabile ogni due anni chiamare un tecnico: il calcare che si forma all’interno compromette il rendimento dello scaldabagno, riducendo la trasmissione di calore e aumentando i consumi. Inoltre, va ispezionata la canna fumaria, che deve rimanere pulita. In c aso di cattivi odori è bene richiedere subito l’intervento di un tecnico. www.altroconsumo.it
novembre 2017 • 319 Altroconsumo 51
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Non solo riscalda molto bene i cibi in modo omogeneo, ma cuoce perfettamente con il grill. Anche la prova di cottura con l’aria calda ventilata è andata bene. In più questo microonde consuma poco e ha una porta che si apre e si chiude agevolmente. CONTRO Niente di particolare da segnalare, anche se il libretto delle istruzioni potrebbe essere fatto meglio. IL NOSTRO PARERE Riscalda uniformemente, cucina bene i cibi congelati e la funzione grill è eccellente: questo prodotto fa bene il suo dovere in cucina. Ciliegina sulla torta: è silenzioso e ottimo dal punto di vista dei consumi. PRO
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l a
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MIGLIAIA DI PRODOTTI A CONFRONTO 52 Altroco nsumo 319 novembre 2017 •
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comporta bene: mantiene ottimamente sia la temperatura del frigorifero sia quella del freezer e ha un’eccellente capacità di raffreddamento. Si riesce a pulire bene ,anche se il vano frigo è più accessibile rispetto al vano freezer. Silenzioso e senza vibrazioni. CONTRO Un po’ lento nel congelamento dei cibi. Non è dotato di sistema no frost. IL NOSTRO PARERE Ottimo prodotto per il rapporto tra la qualità e il prezzo. E ha anche qualche funzione in più che fa comodo, come l’allarme che avvisa in caso gli sportelli del frigorifero o del freezer restassero aperti.
intenso all’olfatto e caratterizzato da sentori fruttati. Nel nostro test riceve anche un giudizio ottimo per il basso contenuto di solfiti. Ottimo anche il rapporto tra anidride solforosa libera e totale , indice della qualità della lavorazione e della tecnologia di produzione. CONTRO Nella prova che ha valutato lo stato di conservazione e le eventuali alterazioni del prodotto non è stato tra più brillanti. IL NOSTRO PARERE Si tratta indubbiamente di una bottiglia di buona qualità, che esce a testa alta da tutte le prove e che ha il vantaggio di essere anche economica, alla portata di tutti
“La batteria di questo modello dura a lungo: fino a due giorni”
“Ha anche un allarme che avvisa se lo sportello resta aperto”
“È uno dei vini più graditi dai nostri esperti assaggiatori”
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Questo smartphone presenta uno schermo ampio (5,5” di diagonale) di buona qualità, nonostante una risoluzione inferiore alla media. La durata della batteria è eccezionale: si riesce ad usare anche in modo piuttosto intenso per quasi due giorni prima che si scarichi. CONTRO La fotocamera si può migliorare. Nei nostri test la qualità delle foto, in particolare quelle scattate con la fotocamera frontale, è risultata inferiore alla media. IL NOSTRO PARERE È tra i più interessanti modelli di smartphone lanciati nel 2017. Pur avendo una fascia di prezzo medio bassa, ha prestazioni complessive piuttosto buone. PRO
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www.altroconsumo.it/miglioracquisto novembre 2017 • 319 Altroconsumo 53
TEST Seggioloni
TUTTI A BORDO, È ORA DI PAPPA
Bastano 15 euro per portare a casa un seggiolone affidabile e robusto, anche se poco versatile. Sicurezza: due modelli deludono. di Marta Buonadonna
Q
uando tuo figlio può finalmente abbandonare la dieta a base di solo latte e cominciare a provare nuovi sapori e consistenze, è ora di dotarsi di un seggiolone che lo accompagnerà nell’avventuroso periodo dello svezzamento. Ne esistono di diversi tipi (li illustriamo alla pagina a lato) e di vari prezzi. Noi ne abbiamo abbiamo messi alla prova 22 modelli per aiutarti nella scelta.
Sicurezza in bilico Abbiamo testato i prodotti secondo quanto previsto dalla norma EN 14988, che prevede una serie di verifiche, alla ricerca di potenziali pericoli: problemi di stabilità, fessure in cui il bambino 54 Altroconsumo 319 • novembre 2017
IN SINTESI I risultati del test in laboratorio su 22 modelli di seggioloni I consigli su come scegliere scegliere il tipo più adatto alle proprie esigenze La sicurezza prima di tutto: a cosa fare attenzione
potrebbe infilare le dita, bordi taglienti o appuntiti con cui si potrebbe ferire, piccole parti che possono staccarsi ed essere ingerite. Abbiamo verificato anche l’efficacia del sistema di ritenuta, le dimensioni della seduta in funzione dell’età, dell’età, le ruote, la stabilit à, le istruzioni e le avvertenze che devono comparire per legge. In tabella non abbiamo inserito la colonna relativa ai giudizi sulla sicurezza, perché tutti i seggioloni (che sono omologati in base alla norma appena citata) hanno meritato un giudizio ottimo, tranne due modelli Peg Pérego. Di questi parliamo in dettaglio a pag. 56: uno merita un giudizio globale insufficiente, mentre l’altro è stato giudicato pericoloso. www.altroconsumo.it
Per maggiori informazioni www.altroconsumo.it/mamme-e-bimbi
L’età giusta Lo svezzamento comincia in genere intorno ai 6 mesi. Di solito i seggioloni si dichiarano adatti ai bambini tra i 6 e i 36 mesi e noi li abbiamo messi alla prova per questa fascia di età. In alcuni casi il limite massimo di utilizzo non è espresso in mesi o anni ma in kg di peso. Se non è specificato niente, è meglio non utilizzarli oltre quelli che normalmente sono il peso e l’età consigliati (non oltre i 15 kg o 36 mesi). Alcuni modelli, completamente reclinabili, si possono usare già dalla nascita come sdraietta e poi per passare dalla pappa alla nanna, quando il bimbo
è più grande. Può essere comodo, perché il bambino tende ad addormentarsi subito dopo mangiato, ma sarebbe meglio che fosse invece netta la distinzione tra il seggiolone, sul quale ci si siede per mangiare, e altri prodotti dedicati al gioco o al sonno. Meglio non usare il seg giolone come “parcheggio” per il bambino mentre si è impegnati a fare altro: non è questo lo scopo per il quale è stato pensato.
Prove di resistenza La norma alla quale abbiamo fatto riferimento per testare i prodotti prevede anche di verificare l’integrità della
struttura del seggiolone, incluso quando questa è sottoposta a usura (e si può stare certi che lo sarà), per assicurarsi che la sicurezza non diminuisca col passare tempo. I bambini, come i genitori scoprono presto, sul seggiolone non stanno fermi e buoni, ma si muovono, scalciano, si dondolano; non lo tratteranno con delicatezza. I modelli del test superano bene le prove di resistenza e si dimost rano affidabili. Quelli Que lli che in tabella meritano “solo” tre stelle invece di quattro erano ancora funzionanti alla fine del test e integri nella struttura, ma presentavano qualche piccolo danno.
QUATTRO TIPI A CONFRONTO
Portatile
Base
Multifunzionale
Trasformabile
PREZZO: da 20 a 80 ₣ La scelta migliore se si deve mangiare fuori o partire per le vacanze o se si va in visita da parenti o amici senza seggioloni a casa. Ce ne sono di vari tipi, dalle imbracature che si attaccano allo schienale della sedia, ai modelli come quello in foto, che si agganciano al tavolo. PRO Leggero e facile da piegare e da trasportare. Alcuni possono essere usati al posto dei seggiolini standard anche a casa. CONTRO Senza accessori, meno robusto rispetto a un modello classico. Non adatto a tutti i tavoli (per esempio a quelli molto leggeri). Potrebbero risultare scomodi quelli che si allacciano alle sedie.
15 ₣ PREZZO: a partire da 15 Semplice, fisso, senza fronzoli. Dovete decidere nel negozio se l’altezza fa al caso vostro perché non potrete modificarla. Ne esistono di pieghevoli dotati di vassoio staccabile. PRO Più economico di altri modelli, più leggero e quindi più facile da spostare in giro per casa. Essendo molto semplice è anche comodo da pulire. CONTRO Senza imbottitura e poggiapiedi, rischia di essere meno comodo per il bambino e, non essendo regolabile in altezza, non si adatta a essere usato con tavoli di altezze diverse. Se non è pieghevole occupa spazio in cucina.
PREZZO: da 69 a 200 ₣ Consente di spostare la seduta in alto e in basso e spesso di reclinare lo schienale. Molti hanno da 6 a 8 posizioni, per adattarsi ai diversi piani o tavoli nonché all’età. PRO La possibilità di regolare l’altezza rende questo seggiolone molto flessibile. La maggior parte è pieghevole e dotata di imbottitura. Non costa molto di più di un modello base medio. CONTRO Qualche modello può essere ingombrante e pesante da spostare. Non è l’ideale per chi ha la casa piccola. L’imbottitura può renderlo più difficile da pulire. N on si può portare in giro (al ristorante o da amici).
PREZZO: da 59 a 290 ₣ Segue il bambino nella crescita perché si regola regola e cresce con lui. La maggior parte di questi modelli è i n legno, piuttosto ingombrante e pesante, ma molto resistente. PRO Dura più a lungo, può essere usato come sedia quando il bambino è cresciuto. Il design è più gradevole e si inserisce meglio nell’arredamento di casa. CONTRO Può risultare piuttosto pesante da spostare, è generalmente più caro rispetto a un modello delle categorie alternative. Può essere difficile da montare e poco pratico da “trasformare” e trasportare.
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novembre 2017 • 319 Altroconsumo 55
TEST Seggioloni
LA NOSTRA NOST RA SCEL SCE LTA: SEGGIOLONI A: SEGGIOLONI
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QUALITÀ BUONA
QUALITÀ BUONA
CHICCO Polly Progres5
IKEA Antilop Antilop
159-199 €
14,99 €
PRO È il seggiolone più apprezzato per la facilità d’uso da famiglie ed esperti, offre diverse possibilità di seduta e di regolazione, quindi è anche uno dei modelli più versatili. È risultato sicuro e resistente all’usura. CONTRO Con i suoi 12 chili, è uno tra i modelli più pesanti tra quelli sottoposti al test. IL NOSTRO PARERE Un ottimo prodotto per chi è alla ricerca di un seggiolone molto versatile.
PRO Fa il suo lavoro come si deve, a un prezzo imbattibile. È resistente, sicuro, leggero, facile da spostare e da pulire. Per chi si accontenta dell’essenziale va più che bene. CONTRO È un modello base senza possibilità di regolazione. Non si può richiudere né piegare, ma si possono staccare le gambe per trasportarlo agevolmente in automobile. IL NOSTRO PARERE Un buon seggiolone per chi ha un budget limitato o per una seconda casa.
DETTAGLI PERICOLOSI
L’ETICHETTA è cucita male e rischia di staccarsi, come ne lla foto? foto? Le parti facilmente rimovibili possono essere ingerite dal bambino con il rischio di soffocamento. Nel test non abbiamo penalizzato un modello con questo problema perché l’etichetta era in una posizione difficilmente accessibile.
56 Altroconsumo 319 • novembre 2017
LA PRESENZA di piccole fessure nelle quali le dita del bambino potrebbero restare incastrate (come nella foto) penalizza il seggiolon e Peg Pérego Prima Pappa Zer03. Il difetto non met te a repentaglio la vita del bebè , ma al modello abbiamo comunque dato un giudizio pessimo alla voce sicurezza.
LA STABILITÀ è testata in laboratorio con l’uso di contrappesi. Per il modello Peg Pérego Tatamia abbiamo riscontrato un rischio di ribaltamento quando il seggiolone è senza vassoio, nella posizione completamente reclinata, con le ruote davanti girate. Per questo l’abbiamo valutato insicuro.
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TEST Seggioloni
PREZZO
Seggioloni F
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CHICCO Polly Progres5
159-199
da 0 a 36 mesi
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PEG PÉREGO Siesta
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da 0 a 36 mesi
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CHICCO Polly Magic
169-229
da 0 a 36 mesi
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HAUCK Sit´n Relax
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dalla nascita ai 15 kg
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CAM Istante
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dai 6 ai 36 mesi
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STOKKE Tripp Trapp
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dai 6 mesi
STOKKE Steps
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dai 6 mesi
JANÉ Mila
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da 0 a 36 mesi
BREVI Slex Evo
169-199
dai 6 mesi
BREVI Convivio
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dai 6 mesi ai 15 kg
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dai 6 ai 36 mesi
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FOPPAPEDRETTI Meeting
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dai 6 mesi ai 15 kg
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CAM Pappananna
89-99
da 0 a 36 mesi
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BREVI B.Fun
149-200
dalla nascita ai 15 kg
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CAM Campione
89-129
dai 6 ai 36 mesi
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CHICCO Pocket Meal
69-89
dai 6 ai 36 mesi
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SAFETY 1ST Timba
69-95
da 6 mesi ai 30 kg
GIORDANI Funny Meal Evo
69,99
dai 6 ai 36 mesi
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non specificato
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CONCORD Spin
169-199
dai 6 ai 36 mesi
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PEG PÉREGO Prima Pappa Zer03
95-130
da 0 a 36 mesi
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229-290
da 0 a 36 mesi
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GIORDANI Lovely Meal
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CARATTERISTICHE
IKEA A ntilop
PEG PÉREGO Tatamia
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Abbiamo chiesto a un gruppo di genitori e ai loro bambini di provare a utilizzare a casa i prodotti del test per valutare aspetti come il comfort e la maneggevolezza per regolarli, spostarli e riporli, nel caso dei modelli pieghevoli. Per quanto riguarda invece l’assemblaggio, dal momento che dovevamo essere sicuri di montarli correttamente prima di affidarli alle famiglie, abbiamo coinvolto il personale esperto del laboratorio. Lo stesso abbiamo fatto per la pulizia, usando il medesimo metodo per pulire gli stessi tipi di sporco (omogeneizzato e briciole) così che le valutazioni fossero comparabili. Abbiamo riscontrato pochi difetti. Giordani Funny Meal Evo e Safety 1ST Timba sono i più diffici li da regolare e il secondo non è comodo da riporre. Concord Spin ha un sistema di ritenuta www.altroconsumo.it
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Risultati completi su www.altroconsumo.it/seggioloni
Facili da usare
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RISULTATI
che alla prima regolazione risulta complicato. Brevi B.Fun, Cam Istante e Jané Mila sono i meno agevoli da pulire.
Accessori: quali servono? Sul nostro sito pubblichiamo, oltre a nuovi modelli che escono sul mercato, i dettagli su tutti gli accessori e sulle diverse possibilità di utilizzo (regolazione dell’altezza della seduta, inclinazione dello schienale, del poggiapiedi, le diverse posizioni). I modelli pieghevoli hanno il vantaggio di poter essere messi via quando non servono, per fare spazio in cucina. Quelli regolabili in altezza hanno il pregio di adattarsi a tavoli e ripiani di altezze diverse e al bambino mano a mano che cresce, i modelli con ruote sono più facili da spostare. L’imbottitura aumenta il comfort, ma può complicare la vita quando è il momento di pulire il
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pericoloso
seggiolone. Insomma, bisogna valutare tutti i pro e i contro dei diversi aspetti per una scelta mirata. La voce “versatilità” in tabella riassume quanto il seggiolone sia adattabile sia durante la crescita sia nell’uso quotidiano nelle diverse situazioni in cui ci si può trovare. Ovviamente un modello base, come Ikea Antilop, non può che meritare un giudizio negativo per questo parametro, ma ciò non significa che sia un cattivo prodotto: è addirittura il nostro Miglior Acquisto. Molto dipende infatti da che cosa si ce rca. Da ricordare che tutti gli accessori si pagano e che spesso non vengono usati al pieno delle loro possibilità. Un modello come Stokke, per esempio, che segue la crescita del bambino, ha un impianto molto versatile, ma penalizzato dal fatto che nella pratica la regolazione non è poi così agevole. novembre 20 17 • 319 Altroconsumo 57
ES Antivirus per smartphone
SMARPHONE: SAI RANQUILLO Abbiamo messo alla prova le app antivirus per cellulare. E vi diciamo che non servono. Scaricare le app solo dagli store ufficiali basta a evitare il rischio di contagi. di Paolo Lorusso
I
mmaginate di trovarvi in un salone con un centinaio di persone che possiedono un computer e di chiedere: “Chi di voi ha avuto almeno una volta il computer infettato da un virus informatico?”. Probabilmente la maggior parte delle persone alzerà la mano. Ora immaginate di ripetere la stessa domanda, ma st avolta centrandola sullo smartphone che ognuna di quelle persone ha in tasca. Le mani che si alzeranno saranno pochissime, forse nessuna. Questo piccolo esperimento è il modo più rapido per capire a che punto siamo per quanto riguarda la sicurezza informatica dei nostri telefonini.
IN SINTESI
I risultati del test sulla app antivirus per smartphone Android Perché le app antivirus per smartphone non sono utili I consigli per usare lo smartphone in sicurezza
Smartphone: più sicuri Intendiamoci: questo non significa che i virus per smartphone non esistano. Come ogni apparecchiatura informatica anche gli smartphone sono attaccabili e, data la loro diffusione e la quantit à di dati personali che vi riversiamo, sono un obiettivo che fa gola. Ma a costruirli sono aziende con lunga esperienza pregressa in altri campi dell’informatica, che hanno saputo far fruttare. In altre parole: gli smartphone nascono dopo che per decenni il mondo dei computer portatili è stato tormentato dal malware e i produttori hanno fatto tesoro della lezione. Gli smartphone sono dunque dispositivi molto più sicuri di un computer proprio per come sono stati progettati. Per capire perché e sapere come comportarsi per garantirsi la sicurezza, bisogna prima capire quali pericoli incombono sui nostri smartphone.
Malware per telefonini La principale forma sotto cui si presentano i virus per smartphone sono applicazioni infette. E qui sta uno dei 58 Altroconsumo 319 • novembre 2017
19,5
milioni il numero di malware totale per Android in circolazione ad aprile 2017 (fonte : AV-est, Te Indipendent I- Security Institute)
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miliardi il numero di app scansionate quotidianamente nei telefoni Android da Google con il suo programma Play Protect
principali punti di forza degli smartphone: su iPhone l’unico modo per inst allare un’app è scaricarla dall’apposito negozio, l’App Store, gestito e controllato da Apple stessa. Analogamente, sui telefoni Android le app vengono installate scaricandole dal Play Store, gestito e controllato da Google. Questo non vuol dire che sia impossibile al 100% che un’app infetta riesca a pe netrare queste barriere (in informatica la sicurezza al 100% non esiste), ma di certo lo rende molto, molto difficile. In teoria in entrambi i casi è possibile bypassare i negozi ufficiali: per farlo sui telefoni Android bisogna comunque cambiare alcune impostazioni mentre per gli iPhone è ancora più complicato (forse è per questo che antivirus per smartphone iOs neanche esistono). In entrambi i casi, sconsigliamo caldamente di farlo. Evitare fonti esterne e scaricare le app solo dai negozi ufficiali è il primo e più efficace metodo per tenere al sicuro il proprio telefonino. Esistono anche malware che puntano a infettare un telefono con altri mezzi: questo tipo di programmi cerca di sfruttare alcune vulnerabilità presenti nel sistema operativo Android per installarsi sul telefono senza richiedere interazioni da parte dell’utente. Ma questo tipo di malware è molto poco diffuso e gli aggiornamenti di sicurezza dei sistemi operativi costituiscono uno schermo efficace: per questo è consigliabile farli sempre.
Pubblicità dannose I virus propriamente detti non sono gli unici guai che possono colpire uno smartphone. Una fonte di potenziali problemi è la pubblicità che viene mostrata dalle app. Ovviamente il grosso di queste sono www.altroconsumo.it
Per maggiori informazioni www.altroconsumo.it/antivirus
pubblicità legittime. Ma la pubblicità sfugge più facilmente ai controlli effettuati da Google, e per questo t alvolta può venire usata per portare gli utenti su siti internet di “dubbia qualità”, giusto per usare un eufemismo, e che possono comportare vari problemi. Tra gli esempi l’attivazione forzata di servizi a pagamento quali oroscopi o pseudoinformazioni su numeri del lotto e roba simile.
Facciamo un gioco: fai finta che il tuo cellulare sia invaso dai virus. Inquadra il simbolo a fianco per liberartene. Le istruzioni a pagina 2
Per i più timorosi In linea di massima non consigliamo l’installazione di questo tipo di app. Se proprio vi fa stare più tranquilli averne una, Eset Mobile Security & Antivirus è l’app migliore del nostro test. Riesce a spuntare un giudizio sufficiente nelle prove antimalware ed è una di quelle che impatta meno sulle risorse del telefono. La versione a pagamento non offre grandi vantaggi. In compenso anche in quella gratuita non c’è pubblicità. Facile da installare e utilizzare.
App antimalware? No, grazie Visto che i pericoli esistono, il primo istinto è pensare di proteggersi con una delle tante app antimalware, in genere prodotte dalle stesse case che si occupano degli antimalware per computer. E invece no. Innanzitutto, come accennato prima, gli smartphone sono progettati in modo tale che tutti i programmi che vi vengono installati hanno molta meno libertà d’azione (in gergo tecnico si parla di sandboxing, letteralmente: buca della sabbia). Il che significa, da un lato, che un virus anche qualora installato potrebbe fare meno danni, e dall’altro che anche le app antimalware hanno una funzionalità ristretta e non possono proteggere uno smartphone con la stessa efficacia con cui agiscono sui pc. Ma questo non è un grosso problema, dato che bastano pochissime attenzioni per proteggersi senza dover installare alcunché: sostanzialmente basta non hackerare mai il proprio telefono e i nstallare le app solo dall’App Store (per iPhone) o da Play Store (per Android). Il che vuol dire, in
ESET Mobile Security & Antivirus Gratis
RISULAI
App antivirus gratuite per smartphone Android
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BITDEFENDER Antivirus Free
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KASPERSKY Antivirus & Security
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NORTON Antivirus e Sicurezza
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AVAST Mobile Security & Antivirus
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AVG AntiVirus Gratis per Android 2017
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qualità in su ffic ien te novembre 2017 • 319 Altroconsumo 59
ES Antivirus per smartphone
I sistemi operativi degli smartphone sono progettati tenendo conto delle dure lezioni imparate con i computer e includono al loro interno numerose funzionalità volte a proteggere gli utenti, come ad esempio il controllo delle applicazioni installate.
IL NOSTRO ESPERTO
Consce della poca utilità della funzione principale, molte app antimalware includono anche funzionalità secondarie che non hanno attinenza con la protezione del telefono e che sono, se va bene, inutili.
affidabili. Prima di scaricare dai anche un’occhiata ai commenti nell’apposita sezione degli store. Pubblicità Può essere un veicolo
Leonardo Poggi Hi-tech
sfruttato da chi vuole procurarti danni attraverso il telefono. Anche per questo, tra la versione gratuita di un’app che contiene pubblicità e la versione a pagamento può valere la pena pagare quei pochi euro di differenza. Antifurto I virus non sono l’unico
La sicurezza di qualunque dispositivo informatico dipende da un insieme di fattori: lo smartphone non sfugge a questa regola. Il tuo comportamento ha la sua importanza. Modifiche al telefono Alcuni utenti si
problema che può colpire il tuo telefono. Può ad esempio capitare di perderlo. In questo caso puoi usare le funzionalità di ritrovamento incluse nei sistemi operativi (controlla adesso che siano attive).
dilettano nell’ hackerare il telefono, ovvero modificarlo per rimuovere le restrizioni poste da produttori o operatori (il termine tecnico è “root” nel mondo Android e “jailbreak” nel mondo degli iPhone). Sono operazioni
Back-up Salva le tue foto e i
che riducono la sicurezza di un telefono
Privacy Più usiamo i nostri telefoni,
e vanno fatte solo se si ha bene chiaro in mente che cosa si fa e perché. Scaricare app Fallo solo dai negozi
ufficiali: App Store su iPhone e Play Store sugli Android. Scarica solo app note, di cui hai già letto consigli da fonti
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documenti a cui tieni trasferendoli dal telefono al computer, a un hard disk esterno o a un servizio di cloud come Dropbox o Google Drive. più dati sensibili contengono. Proteggili con una password o altri sistemi, come l’impronta digitale. Non usare mai il telefono per fare movimenti di denaro quando sei collegato a una rete wifi pubblica di cui non conosci il gestore.
pratica, che basta usare il proprio telefono normalmente. Per proteggersi dalle attivazioni forzate di servizi non richiesti, invece, meglio chiamare il proprio gestore di telefonia e chiedergli la disattivazione di questi servizi a valore aggiunto.
La qualità è scarsa C’è un altro motivo per evitare di inst allare queste app: la loro qualità complessiva non è un granché, come potete vedere dalla tabella in cui riportiamo i risultati del test comparativo a cui le abbiamo sottoposte. In tabella riportiamo i risultati delle versioni gratuite; quasi tutte le app presentano anche una versione a pagamento: abbiamo testato anche queste e i risultati sono sostanzialmente gli stessi, il livello di protezione è uguale a quello fornito dalle versioni gratis. Ma c’è di più: consci di tutte le limitazioni che abbiamo esposto, i produttori di queste app cercano di renderle più interessanti aggiungendo altre funzionalità, come quelle che permettono di ritrovare il telefono in caso di furto o smarrimento (ma si tratta di funzioni già presenti dentro il sistema operativo, non c’è ragione di usare quelle di queste app) o altre che si propongono di migliorare il funzionamento dello smartphone, velocizzandolo o liberando memoria. Test da noi svolti dimostrano che questo tipo di funzioni sono, quando va bene, inutili e quando va male sono esse stesse ad appesantire i nostri smartphone. www.altroconsumo.it
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ADESSO LO SAI HELPDESK A cura di Manuela Cervilli
Con l’aiuto dei nostri esperti rispondiamo a dubbi e domande. Scrivici.
Dieci gesti quotidiani antispreco Il 50% degli sprechi avviene ancora in casa, ogni anno in Italia finiscono nella spazzatura 12 miliardi di alimenti. Ecco una lista di consigli e informazioni pratiche per combattere lo spreco. Dalla lista prima di fare la spesa alla lettura della data di scadenza, dalla corretta conservazione degli alimenti all’impiego degli avanzi in nuove ricette: bastano piccoli gesti quotidiani per ridurre sensibilmente le perdite di cibo attraverso un consumo più consapevole e sostenibile. Ecco i dieci consigli del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. 1. Prima della spesa controlla il frigorifero e la dispensa e scrivi una lista delle cose che ti servono effettivamente. 2. Preferisci i prodotti freschi: acquistali più spesso e nella quantità giusta. 3. Scegli la frutta e la verdura con la giusta maturazione. 4. Leggi sempre l’etichetta per conoscere la scadenza, gli ingredienti e, dove è indicato, le modalità migliori per la conservazione. 5. Se acquisti prodotti confezionati scegli la quantità adatta ai tuoi bisogni. 6. Se fai scorta di prodotti per risparmiare ricordati di consumare prima quelli con la
data di scadenza più vicina o comprati per primi. 7. In frigorifero ogni ripiano ha una temperatura diversa che permette di conservare in maniera ottimale i cibi. Metti gli alimenti nel ripiano più adatto: il ripiano superiore del frigorifero è quello meno freddo: ideale per conservare uova, yogurt e conserve aperte. Al contrario, il ripiano più in basso è quello più freddo, dove vanno riposti carne e pesce crudi. Riponi sui ripiani a metà i formaggi e i piatti cucinati. I cassetti collocati in fondo hanno una temperatura più alta, intorno agli 8°C, e sono riservati a frutta e verdura cruda. 8. Se hai qualche avanzo, usalo per creare nuove ricette. Poca fantasia? Compra un libro di cucina o cerca online. 9. A tavola servi porzioni adeguate, senza esagerare con la quantità. Se al ristorante non riesci a mangiare tutto, chiedi il family bag o il doggy bag per portare via gli avanzi. 10. Conserva bene i prodotti nelle confezioni già aperte.
BATTERIA A TERRA? AVVIA L’AUTO CON I CAVI
1
Mettile vicine
Posiziona le due auto da collegare, che devono avere le batterie con la stessa tensione nominale (solitamente 12V), con i due vani motore vicini. Spegni la vettura funzionante, apri i cofani e disattiva tutti i dispositivi elettrici accesi (radio, luci...). Indossa sempre i guanti e un’adeguata protezione per gli occhi.
2
Scegli cavi robusti, spessi e di buona qualità. Controlla che la batteria non abbia perdite o danni: se così fosse, non procedere e chiama un carroattrezzi. Se è a posto, prendi i due cavi (rosso e nero) e collega la prima pinza rossa al polo positivo della batteria scarica e la seconda pinza rossa al polo positivo della batteria carica.
62 Altroco nsumo 319 novembre 2017 •
Il rosso prima
3
Ripeti tutto con il nero
Collega la prima pinza nera al polo negativo della batteria carica e la seconda pinza nera al blocco motore del veicolo in panne o a qualsiasi parte metallica (meglio non verniciata) lontana dalla batteria. Ricordati sempre della tua sicurezza: allontanati dalla batteria quando la devi mettere in moto.
4
Avvia il motore e tienilo acceso
Avvia il motore dell’auto “di soccorso” e fallo girare al minimo per cinque minuti. Successivamente avvia quello dell’ automobile in panne e tienilo acceso. Se non parte al primo colpo attendi ancora cinque minuti per permettere alla batteria di caricarsi un altro po’: quindi riprova l’accensione.
5
Rimuovi in ordine inverso
Stacca in ordine inverso: rimuovi la pinza nera dall’auto in panne e poi quella nera sull’altra auto; rimuovi la pinza rossa sull’auto funzionante e quella sul veicolo in panne. Mantieni il motore acceso leggermente sopra al minimo per almeno 20-30 minuti. In alternativa fai un giro in macchina. www.altroconsumo.it
Contattaci www.altroconsumo.it/contattaci www.facebook.com/altroconsumo twitter.com/altroconsumo
Detersivi: non sottovalutare gli ingredienti e i simboli di pericolo Un detersivo può essere più o meno aggressivo per l’ambiente o la salute. Gli ingredienti da evitare e i simboli da conoscere per la tua sicurezza Per scegliere un detersivo è importante sapere quali sono gli ingredienti contenuti nella sua formulazione. Tuttavia la lista difficilmente viene riportata per intero in etichetta: sulla confezione è più probabile sia indicato un indirizzo web dove si può reperire la lista completa degli ingredienti del detersivo acquistato. Gli ingredienti del detersivo vengono riportati a partire da quello presente in concentrazione maggiore, seguito da quelli in concentrazione minore. Nei detersivi per bucato, profumi, sbiancanti ottici, enzimi, conservanti e disinfettanti devono essere specificati in etichetta, indipendentemente dalla loro concentrazione. Una volta trovata online la lista degli ingredienti si può effettuare una ricerca per ciascuno di essi, cercando informazioni sulla sua
origine (vegetale o petrolchimica), la biodegradabilità e la tossicità per gli organismi acquatici. Tra gli ingredienti più difficili da biodegradare ci sono i tensioattivi (come linear alkyl benzene sulfonate), le fragranze (come il limonene, linalool, hexyl cinnamal) e i conservanti (come benzisothiazolinone, 2-bromo-2-notropropane-1,3-diol). Ricordiamo che tutti i detersivi devono essere posizionati fuori dalla portata dei bambini e non vanno mai mescolati tra di loro: per non sbagliare è importante tenerli sempre nelle loro confezioni originali. Quasi tutti gli incidenti domestici sono dovuti a una di queste disattenzioni. In etichetta occhio alle istruzioni per l’uso, alle informazioni sul recupero degli imballaggi e ai simboli di pericolo (qui sotto trovi i principali).
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PRESSIONE
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Claudia Chiozzotto Acqua e ambiente «Oltre a scegliere il detersivo in base alla composizione è importante rispettare la dose consigliata in base alla durezza dell’acqua: si risparmia e si inquina meno l’ambiente».
Lavatrice: come evitare cattivi odori e muffa Prendersi cura della lavatrice di casa non serve solo a tenerla in buone condizioni per molto tempo, ma migliora il bucato.
Anche il cestello si lava. Senti puzza di
muffa arrivare dal cestello? Il bucato, dopo il lavaggio, ha un cattivo odore? Devi intervenire subito. Anzitutto pulisci la gomma della guarnizione: nelle pieghe si possono formare ristagni di acqua e di sporco. Poi ricorda di lasciare l’oblò aperto per mezza giornata dopo aver usato la lavatrice. Una o due volte all’anno fai un lavaggio a 90°C a vuoto o un paio a 60°C per pulire a fondo il cestello e i tubi di scarico. Occhio al cassettino. Non è difficile
trovarlo sporco di residui, incrostato e con qualche parte ammuffita. Ricordati di pulirlo regolarmente, estraendolo completamente e lavandolo sotto l’acqua corrente con una spugna che gratta oppure una spazzola . Abituati a lasciarlo aperto per prendere aria. Pulire abitualmente il filtro. È
importante estrarre il filtro e pulirlo almeno una volta al mese. In questo modo non si dovrebbe intasare. Questa operazione evita la possibilità che si blocchi la pompa dell’acqua: l’intervento del tecnico sarebbe inevitabile. novembre 20 17 • 319 Altroconsumo
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LETTERE IL NOSTRO ESPERTO
Silvia Bollani Test comparativi Sono intenzionato ad acquistare l’asciugatrice Mìele risultata Migliore del Test nelle vostre ultime prove, ci scrive Egidio Robert di S. Germano Chisone (TO), ma ho un dubbio: la precedente asciugatrice a condensazione di marca Siemens dopo soli sei anni ha avuto un problema irreparabile, ovvero è rimasta senza gas. Non sarà un problema di tutte le asciugatrici di questo tipo? No, si tratta di un problema molto raro, tanto che possiamo dire che la probabilità che si presenti su un’altra macchina allo stesso utilizzatore è davvero bassissima.
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Scarpe: usarle poco rischia di rovinarle Questa volta non è colpa di nessuno: le scarpe da camminata si deteriorano quando restano a lungo ferme. Scaduti i due anni di garanzia, non ci sono margini per un risarcimento. Comunque, un avvertimento utile. È rimasto decisamente deluso, il nostro socio Pierluigi Barletta, quando le sue scarpe MBT, Masai Barefoot Technology, pagate anche care, dopo cinque anni dall’acquisto e un periodo di non uso, alla prima passeggiata si sono completamente aperte nel giro di qualche centinaio di metri. Si è rivolto all’azienda per avere spiegazioni, precisando che aveva comprato le scarpe da diversi anni, che non era un grande camminatore e che le aveva tenute “ferme” per un certo periodo a causa di un incidente. L’azienda ha risposto che la mescola del sensore in poliuretano è morbida e porosa, per garantire ammortizzazione e instabilità di appoggio (l’instabilità è richiesta perché caratterizza questo tipo di scarpa, che provoca un diverso movimento del piede durante la camminata onde promuovere, secondo il produttore, una maggiore attivazione muscolare rispetto alle scarpe normali). Questa porosità, secondo la
risposta dell’azienda, se non si seguono con cura le istruzioni, potrebbe permettere ad agenti esterni di penetrare all’interno del sensore, pregiudicandone la durata. Inoltre, aggiungono, come tutti i polimeri, il poliuretano mantiene le sue caratteristiche con l’uso, mentre potrebbe perderle in seguito a non utilizzo in condizioni di umidità. Effettivamente, è da ritenere piuttosto normale che le scarpe da camminata si deteriorino se non vengono usate: la colla che tiene unite suola e tomaia quando la scarpa viene usata poco tende a seccarsi e quindi perdere tenuta, mentre con l’uso abituale si mantiene elastica.
IN CONCLUSIONE In questo caso non c’è diritto ad alcun rimborso, dopo più di cinque anni dall’acquisto. Tuttavia, è un utile avvertimento da tenere presente quando si comprano le scarpe.
www.altroconsumo.it/contattaci è il canale attraverso il quale rispondiamo online. Per chi preferisce chiamare, ecco i numeri delle consulenze (rispondiamo dal lunedì al venerdì h. 9/13 -14/18 salvo diversa indicazione)
Giuridica 02 69 61 550
Fiscale 02 69 61 570 (h. 14/18)
Economica 02 69 61 580 (h. 9/13)
Farmaci 02 69 61 555
“Miglior Acquisto” 02 69 61 560
Tariffe Rc auto e moto 02 69 61 566
Tariffe telefoniche 02 69 61 590
64 Altroconsumo 319 novemb re 2017 •
Pier luigi Bar letta di Massa ( MS): scarpe distrutte... da l non uso www.altroconsumo.it
A cura di Natalia Milazzo
Active Network: un rimborso sudato
Francesco Brundo ha riavuto i suoi 250 euro, con grande tenacia
Ho contattato l’azienda Active Network - che ha sede legale a Milano, ma sede operativa a Viterbo - per farmi installare un impianto Adsl. Mi chiedono di pagare subito tutti gli importi mensili di un anno, più due mesi di cauzione, Dato che l’offerta era conveniente (254,80 euro per tutto l’anticipo richiesto), ho accettato, effettuando il bonifico e mandando una copia del contratto da me firmata. Il nostro socio Francesco Brundo non lo sa, ma si è appena infilato in un tunnel: invece della linea Adsl otterrà una serie di impicci e promesse mai mantenute. In primo luogo, il contratto viene smarrito, o almeno così la Active Network - cui il socio si rivolge per telefono - sostiene. Il nostro socio è costretto a rimandarlo non una, ma addirittura altre due volte. Ma dall’azienda non arriva nulla, se non, dopo che il nostro socio ha inviato un sollecito per raccomandata (costo: 5 euro), la dichiarazione che - come da contratto - hanno 30 giorni di tempo per installare la linea. Ma www.altroconsumo.it
il peggio deve ancora arrivare: quando si dichiarano pronti ad installare la linea, risulta improvvisamente che non possono più fornirne una adsl, ma a soli 640 kb, ovvero, per le esigenze del socio, inservibile. Però Francesco Brundo, come molti nostri soci, non è un tipo disposto a farsi prendere per il naso: chiede l’immediata risoluzione del contratto e il rimborso di quanto versato. E qui, inizia un’altra, lunga attesa, durante la quale al nostro socio viene proposto un rimborso parziale, che ovviamente rifiuta. E si rivolge a noi, perché lo sosteniamo nella sua giusta richiesta.
La collana ribelle Già è antipatico quando un acquisto si rivela deludente. Ancora più antipatico è se l’acquisto in questione è un regalo. E mille volte più antipatico se hai fatto il regalo addirittura alla tua fidanzata... Ma a Roberto purtroppo è successo proprio questo. Una bella collana di Morellato - molto bella stando alla foto dell’azienda, si intende - una volta indossata tendeva a far prendere ai castoni delle pietre la posizione capovolta, per cui la pietra spariva e tutto quello che si vedeva era il retro del castone, vuoto. I due tornano in negozio per cercare di farla sostituire o essere rimborsati. Qui ricevono una serie di risposte che non hanno nulla a che vedere con quanto prevede la legge (art.130 D.lgs. n.206/2005). La normativa sul “difetto di conformità” dà infatti a chi ha comprato un prodotto difettoso il diritto a riparazione, rimborso o sostituzione. “Non può chiedere nulla perché ha già indossato la collana”, è la prima risposta: priva di senso, perché la garanzia prevede proprio di coprire i difetti comparsi durante l’uso. “Non può cambiarla perché sono passati dieci giorni”: questo potrà valere per i cambi cortesemente offerti dal negoziante se il cliente cambia idea su un prodotto perfetto, ma se c’è un problema la garanzia di legge dura due anni dall’acquisto.
Roberto Fusari, Crema (CR) Inoltre il negoziante sostiene che è normale che la collana si muova e gli elementi si ribaltino. E allora, ci si potrebbe chiedere, perché nella foto pubblicitaria sono tutti disposti nel verso giusto? Roberto prova anche a scrivere a Morellato, ma non gli rispondono.
IN CONCLUSIONE Facciamola breve: Roberto alla fine si rivolge a noi, che scriviamo direttamente al negozio. Solo allora la collana viene ripresa indietro e Roberto viene rimborsato di quanto ha speso.
IN CONCLUSIONE Dopo il nostro intervento, Active Network finalmente decide di comportarsi come il nome da loro scelto dovrebbe suggerire: in due settimane infatti si attivano per restituire al nostro socio i 254 euro versati, completi di scuse per il ritardo. Settembre 2016 - marzo 2017: è stata dura, ma il nostro socio non ha ceduto e ce l’ha fatta. novembre 2017 319 Altroconsumo 65 •
LETTERE Brillantante: non è cancerogeno Continuano a circolare voci secondo le quali il brillantante per l avastoviglie sarebbe cancerogeno. Esiste una risposta definitiva sul tema? Ci sono studi in merito? E se c’è veramente un dubbio, cosa fare? Sarebbe utile un vostro intervento sull’argomento, ci chiede Luigi Persiani, di Roma. Quella della cancerogenicità del brillantante è una vecchia bufala, che periodicamente torna alla ri balta, anche perché qualsiasi notizia allarmistica attira l’attenzione e quindi audience (per esempio click su siti). In realtà il brillantante non contiene ingredienti noti per essere cancerogeni, in primo luogo. È composto principalmente da tensioattivi ed emulsionanti, che, depositandosi sulle stoviglie, favoriscono l’evaporazione dell’acqua, evitando la formazione di tracce di calcare. In secondo luogo dai notri test emerge che resta sulle stoviglie in quantità così piccole da non essere facili da rilevare dai sistemi di analisi in uso oggi. In sostanza, quindi, il brillantante è irrilevante ai fini della salute: piuttosto, è importante non lasciarlo mai alla portata dei ba mbini, perché ingerirlo puro è tutt’un altro paio di maniche, come avviene per qualsi asi detersivo. I detersivi per lavastoviglie tuttoin-uno, i più diffusi, prevedono già la funzione di brillantante: scegliendo un buon tutto-in-uno con i nostri test, si può anche fare a meno del brillantante. in lavastoviglie.
SCRIVICI Ti abbiamo aiutato e ti piacerebbe raccontare la tua storia? Vorresti condividere il tuo caso? Quando scrivi specifica che dai il tuo consenso
alla pubblicazione e che puoi mandare una foto: ti contatteremo comunque se il tuo caso sarà selezionato.
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Non si è fatto prendere in giro da Braun
Atti lio Ravetto, di Cossato ( B I), ha ottenuto i 50 euro pu b b licizzati Grazie a voi sono riuscito a ottenere quanto promesso in una campagna pubblicitaria (Xmas Braun). Ecco come è andata. A novembre 2016 ho comprato un rasoio Braun la cui pubblicità prometteva la restituzione di 50 euro sul costo di acquisto. Ho seguito scrupolosamente le istruzioni per ottenere il rimborso (compilare la cartolina, allegare copia della ricevuta fiscale dell’acquisto, unire il codice a barre ritagliato dalla confezione). E ho mandato tutto per raccomandata (ahimè, senza ricevuta di ritorno). Risultato: inutili telefonate a numeri verdi che danno risposte vacue o risultano occupati, addirittura da un certo punto in poi disattivati. Il socio allora si rivolge a noi, che sollecitiamo due volte l’azienda
che segue la promozione della Braun - DM Group, di Chivasso -a mantenere quanto previsto dalla pubblicità. Dalla DM Group tentano l’ultimo colpo: sostengono di non avere ricevuto nulla dal nostro socio. Ma non la si fa così facilmente a un socio di Altroconsumo: Attilio ha infatti conservato copia di tutto quanto inviato, anche del codice a barre ritagliato dalla confezione. Ma non solo: è andato alle Poste e ha chiesto l’elenco t racce della sua raccomandata. Che risulta regolarmente consegnata all’ufficio postale di destinazione (Chivasso).
IN CONCLUSIONE I 50 euro sono arrivati e Attilio ci ha ringraziati: ma il merito è tanto suo quanto nostro, in questo caso.
ERRATA CORRIGE: PADELLE ANTIADERENTI AC 318 Nell’articolo sulle padelle antiaderenti pubblicato su AC 318, ottobre 2017, abbiamo pubblicato per errore il nome della padella IKEA Trovardig (25 euro). I risultati in tabella alla riga corrispondente riguardano invece il modello IKEA Kavalkad (4 euro). Ci scusiamo con l’interessato e con i lettori.
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Fondazione La Fondazione Altroconsumo, riconosciuta nel 2012, ha lo scopo di promuovere il consumerismo in Italia e a livello internazionale, contribuendo allo sviluppo di una società più equilibrata, equa, solidale e rispettosa dei diritti e degli interessi dei cittadini. A tal fine, promuove iniziative, pubblicazioni, ricerche e servizi rivolti ai consumatori e agli utenti di beni e servizi e contribuisce allo sviluppo di un movimento di consumatori autorevole, duraturo e indipendente. La Fondazione è socio unico della Altroconsumo Edizioni srl. Presidente: Paolo Martinello
Associazione Altroconsumo è un’associazione senza fini di lucro fondata a Milano nel 1973. In piena autonomia e indipendenza, ha come scopo l’informazione, la difesa e la rappresentanza dei consumatori. È membro della CI (Consumers’ International), di ICRT (International Consumers’ Research and Testing) e del BEUC (Ufficio europeo delle associazioni di consumatori). Altroconsumo si finanzia esclusivamente attraverso le quote associative. Segretario Generale: Luisa Crisigiovanni Vicesegretario: Franca Braga
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C Carta igienica Casse portatili Cibo per cani Contratti telefonici, disdetta Cyberbullismo Cyber crimine D Detergenti > bagno > bucato lavatrice Detersivi piatti Deumidificatori Disabilità fisiche
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G Gelati in vaschetta Gelatiere Giacche impermeabili Glifosato I Internet > fibra e adsl > fibra ottica, qualità > connessione smartphone
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E Elettrodomestici piccoli, affidabilità Energia > qualità servizio clienti > tariffe elettricità e gas Estrattori per succhi
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