EIENCODEUEMUSICHE PUBBUCATE
Viadellapavertà-t Grlo /vlartella ritorna dallo battogtjodj paitiers- 2 Ceardie- 3 Ln ballotodell'eroe- s L' bollaa del lúichè - ó In conzane dell'omorepeduto-7 Lr conzone di lúorinea - 8 Lt citto vecchia- 9 La guerra di Piero- p Lnconzone di Borbaro- n -D Preghierc in Gennaio Baccodi roso B 6trot ndo- E La balloîndegl inpjccatj - É Leggendo di Natole - p 6nnco dei dragoti- E
ìAoria nello bottegsdi un fotegname- E
Un giudice- 32 Un blasfena- B Un molotadi cuare- 31
tt suanatore Janes-38
yeronnaa chiedenidel nos?a omare-46 Nello nio oro di libedà - t7 le Pdssonù- 4s Morire per delle idee- 4s )ceono- 50 Canzaneper l'estote- g Dolceluno - 52 Lo cottivostiodo - 53 Ani@ frogile - 5q Ciugno'73 - 5s Rìr|'ini- só Cododi lupo -58
Ln buonanavello-z 1lrittrno di Ciuswe -22 l1sagnadi Morio - 23
Tre nodri - 27 l1 testtxmentodi Tita - 2A Laudotehominem- 29
Conzonedel Moggia- 40 Lo bombain testo - 4 Al bollanoscheroto- 42 Sognonumerodue- 13 Canzonedelpadre- 44
Temodi Rirr,ini- 60 SaIy - ót Zhichiltoggja- ó2 Parlondodel noufrogo ,lello ,,LondonVolour" - 63 -& Fóloghe Quelloche nonho - é,5 Gnto del servopostore- óó FiumeSondCreek- at Hotel Suprcrr'onte- 68 Seti ugliosseraa pezzetri- 70 Creuzade mai-n Sidun- 74 -A SinònCapudànPascià pittima A 7ó Dó me rivo-n
E2!8"ríi:,el'f, lf/î!!:::ie;tflìà?:5itl
CnrloMortello ntorna dolloBatwglio di Poitrers ;l
F.DEANDRE Ballata (Moderato)
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;>Re Carlo tornava drlJa guerra, ìu rcroelie lr sua teira ci.sendolo d alor. Al $l deUa calda piim,vera Iabprgsia ì armaturd del Sire vinc,ror II sanguedel Principe e del Moro aÍ6sa.o il ciúiero dj identico color ma piir che del corpo le ferile ,la Carlo son sentire le blimosie d'amor Sc ansia di gloria, sere ed onore spesne la gùe.ra .l vìncìto.e, un rom_nlo per f/r. ÌlTore Cli poì inpone alla sposa soale d i c a s r ì r àl . c i n f u . a , a h i m è , è s r a l e , i. bàrt,elia può corere il rischio di p€rder I la chtave C o s ì s i l a m e n r ai l R e Ù i s r i a D o , s inchina rnrorno iì grano,glì son coronaj fior. Lo spr.chio di chiara fontanella rifìctre fìero in srllr' dei Mori ìl rl!citoi Q , , r r d ' e c c cn e l Ì a c q u as r . . r m P o n e , úirubile visio.e, il \inbolo d.mor, rel folto di lunehr tc.ce bionde ,l seno si confonde rsrúdo rn pie.o sol. Nfai non f! visra cosapiù beÌla, ùaj io non colsi siffattr pulzelìa" drse il Re Carlo scendendo velo.e di sela non vi accostate, " D e h l C a l a l i e r e quel chc ce.care, rLà d alîri è saudio !d altra piìr facile fonte la setc calm.re ,
St,rprcso da un diie n deciso, s e n r e n d o sdi e r i s o ,R c C . r l o s a ù e s r ò . N{a oiii dcìlo.or porè il dìsrùno, frtncnte, lelmo bruno, il Sìte si levò. (ìodesta era I'arma sua segreta, da Carlo spessousar, in sr.n difiicoità, a l l a . l o n n a a p p a r v eu n g r a n n a s o n e , un volto da caprone, ma era Sua Maestà. Se voi non foste il mio Sovtano, "Carlo si dila rl pesantespadoneron c.l.rc; rl desio di flssin; lonrano Mi poiché siere il mìo Signote, Crflo si toslie I inre.o sabbione debh,) .ÒúceCermispo.sliaad ogni pudore " C a v a l i e r el u i e f a a s s , i v a l e r t e coprì cd ar r- rr cu.t frang{nr-donJre í e giùnto aìla fin della rrnzone, i n c e r i o s u l Ìa r c i o n er e n t ò d ì r i s a Ì i r . Veloce lo drpio.d la pul,ella r e È e n Ì eu, n r p a r c e ì l ap, r e s e n t aa l s u o S i g n o t . D e h l P r o p . i o p e r c h év o i s j e r e ì l S ì r e Ian c;Dquemila lir., è un p.ezzo di favot ' possibile, oh porco di un cane, " È mai che le awenture in codesto reame debban r;solversi rurr€ con srandi putîane Aache sul prezzo cè poi da údiie, ben mi ficordo che pria di panìre, v'eran rariffc inferiori allc trcmila lire '. Ciò detto .8ì da sran cialtrone, con balzo da leone in sella si lanciò frusrando il cavallo come un ciùco rra i slicini . il sambuco ii Re si dilcg!ò Rc Carlo tornava dalls gùeúa, 1lccogiic le sua tcr.r cinse'dolo dalior AÌ sol dclle crlda primlvèr. hDpetti. l'armiturr dcl Sír€ vincitor
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Viadellopovertn
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( D E S O L A T T ORNO W) Testooriginolee Musicodi
Testoitolronodi
BobDYLAN
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II Sa
Moderato
I Re
- l o - n e di bel- lez - za in fon-doal
pto-va a
chie-de- re
di ma- l'i -
èaf-fol - la - tis- si- mo-
vi' co - lo
ri ri-spon-de
u-no cheo-re
Rc
- rà"non I'ho sa-pu - to mai.,,-
Le car-to - li - ne
del-l'im-pic-ca - gio-ne
so-no ln
Re
ven-di-ta
a
- z r o -n e
forze
il com-mis - sa-rio
cen-to li-re
per un
del-l'or-di - ne
leg-ge
sfor - tu-na
cer-ea-no qual-eo-sa chenon va
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Sol
io
die- tro la sta -
men-tre
Re
e lamia si-gno-ra ci af - fac - cia-mo sta s e - r a
Edizioni Musicali RADIO RECORD, Editori per l'Italia. Tutti i diritti sono riservati.
R.R.R., s.nl., Vir 86cbct,
2 - 20121 MILANO. MLR 2
vi - a del-la Po-ver -
copyrighr€) 1965 by M. WITMARK & SONS,N. y. Pubblicatoia Italia nel 1925.
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ll Salone di bellezza in fondo al vicolo è affollatissimodi marinai prova a chiedere a uno che ore sono e t i r i s p o n d e r à. n o n l ' h o s a p u t o m a i " . L e c a r t o l i n ed e l l ' i m p i c c a g i o n e sono in vendita a cento lire I'una il commissariocieco dietro la stazione p e r u n i n d i z i ot i l e g g e l a s f o r t u n a e le forze dell'ordine irrequiete ceroano qualcosa che non va mentre io e la mia signora ci affacciamostasera su via della Povertà. Cenerentolasembra così facile ogni volta che sorride ti cattura ricorda proprio Bette Davis ìon le mani appoggiate alla cintura. Arriva Romeo trafelato e le grida " il mio amore sei tu " m a q u a l c u n og l i d i c e d i a n d a r v i a e di non riprovarcipiù e l'unico suono che rimane quando I'ambulanzase ne va è Cenerentolache spazza la strada in via della Povertà. Mentre I'alba sta uccidendo la luna e le stelle si son quasi nascoste la signora che legge la fortuna se n'è andata in compagnia delt'oste. Ad eccezione di Abele e di Caino tutti quanti sono andati a far l'amore aspettando che venga la pioggia ad annacquarela gioia ed il dolore e il Buon Samaritano sta affilando la sua pieta se ne andra al Carnevalestasera in via della Poverta. | 3 Re Magi sono disperati Gesù Bambino è diventato vecchio e Mister Hyde piange sconcertato vedendo Jeckyll che ride nello specchio. Ofelia è dietro la finestra mai nessuno le ha detto che è bella a soli 22 anni è gia una vecchia zitella la sua morte sarà molto romantica trasformandosiin oro se ne andrà per adesso cammina avanti e indietro in via della Poverta.
Einstein travestitoda ubriacone ha nascosto i suoi appunti in un baule è passato di qui un'ora fa diretto verso l'ultima Thule, sembrava così timido e impaurito q u a n d o h a c h i e s t od i f e r m a r s iu n p o ' q u i ma poi ha cominciato a fumare e a recitare I'A B C ed a vederlo tu non lo diresti mai ma efa famoso qualche tempo fa per suonare il violino elettronico in via della Povertà. Ci si prepara per la grande festa c'è qualcuno che comincia ad aver sete i l f a n t a s m ad e l l ' o p e r a si è vestito in abiti da prete, sta ingozzandoa viva forza Casanova p e r p u n i r l od e l l a s u a s e n s u a l i t à l o u c c i d e r à p a r l a n d o g l id ' a m o r e dopo averlo avvelenatodi pietà e mentre il fantasma grida lÍe ragazzesi son spogliate già Casanovasta per essere violentato in via della Povertà. E bravo Nettuno mattacchione il Titanic sta affondando nell'aurora nelle scialuppe i posti letto sono tutti occupati e i l c a p i t a n oQ r i d a " c e n e s t a n n o a n c o r a ; , e Ezra Pound e Thomas Eliot fanno a pugni nella torre di comando i suonatori di calipso ridono di loro mentre il cielo si sta allontanando e affacciati alle loro finestre nel mare tutti pescano mimose e lillà e nessuno deve più preoccuparsi di via della Povertà. A mezzanottein punto i poliziotti fanno il loro solito lavoro metton le manette intorno ai polsi a quelliche ne sanno più di loro, i prigionierivengon trascinati su un calvario improwisato li vicino e il caporale Adolfo li ha awisati che passerannotutti dal camino e il vento ride forte e nessuno riuscirà a ingannareil suo destino in via della Poverta. La tua lettera l'ho avuta proprio ieri mi racconti tutto quel che fai ma non essere ridicola non chiedermi " come stai D. questa gente di cui mi vai parlando è gente come tutti noi non mi sembra che siano mostri non mi sembra che siano eroi e non mandarmi ancora tua notizie nessuno ti risponderà se insisti a spedirmi le tue lettere da via della Povertà.
>. 6eondie E DEANDRE
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1. Mentre atcaversavo london Btidgc un giorDo senzr solc vidi ùna donnà piangcr d'amore, piansevaper il suo Geordie. Geordiecon una cordad'oro, Dorza: Impiccheranno è un privilesio iaro. Rubò sti cerví nel parco del re vendendoliper denaro. 2. Uorzo Sellareil suo cavqllo dalla bianca criniera sellarele il suo pony cavalcheràfino a Londra stasera ad imp)orareper Geordie. Donn4. Canéie non rubò mzi neppureper me
Uoao:
Rubò sei cervi n€I parco deÌ re v€ndendoli pe. denaro. ). lntieae Salvarele sue labbm, salvaleil suo sorriso. -nqn ha vent'anni snco.a cadrà I rnvernoanchesopra il suo viso. Ilomo: ponete inpiccarlo allora. Nè il cloré desli inglesi nè Io sccttm del re Geordie potran srlvare, anche se Piangerannocori tc la legse non prò cambiare. Pet li"iîe: Idena Cosi lo impicchcranno con una cotdr d'óro, è un pdvilegio raro. Rubò sci cervi nel parco dd rc Uozo, vcodcndoli pct dcnaro.
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S€ dalla clrie mia. !,à (orosa, dove rl mió .uore ha bdruro il Ìenpo, l r d ó a l l a d o n n ac h e m , o f f t r j \ u o p j ú r r e r o S n rp ó r p l o d € t \ u o L u o r e le rc.do un. p€ralo rùso d 2mor., per ognr parprr. le rerdo ùn pelalo ro$o d anor€ A re che fosú la prù contesa b coÍr8iana che no. 5i dà 2 turrì ed oú all'ansolo dì queUa chi6a offri k iDhrsìni ai bclll ed ,i btu(i ias.ro le note dì edo rl dolo( delh tùa illùsio;e, r r. .he scr, per Lrare ,qnri. i o r r e . r a a l e . d e r e C r i s t oe i s s r i Qundo la mone mì chimerà ! rccorS€ra nono senza pa.tare. s€nzasrpère l{ veriià. Che un uÒm. è moùo se.:a pksùe. tqgendo il pso della pieià Cùi h{elli
ddlalúa sposda erir sull, rerra, I idenrica donna, pari,îmo rn mille per h resa sxeria, que*o ri.ordó noi vi consolì, auando si mùorc, ri muore soli Quesro riùrJo .on vi consoll, qùÀndo r m!.r< r muo.e soli
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/ Loballaudell'eroe F,DEANDRE Lento e triste (Armo'ricr)
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Era partito per rare la guetta, per dare ìì suo aiuto Gli avevanodato le mostrinee le stelle e it consiglìodi vendere cara la pelle. E quandogli dissero dr andate avanri troppo lontano sr sprnsea cercare la verirà. Ora che è morro l. Prrria si sloria
Ma lei che lo amava aspeftavajl rirorno d'un soldarovivo, o un erce motto che ne farà? Se accanto,nel letto, le è rimastala -qloria d'r:na medaglia
., I-oballowdelMrche' F.DEANDRE
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con una cord, sul cotlo iieddo, pend€vs Mìchè. Tùrc le volre che ur'ealo senro ca.r,r, pe.serò z q u e l l an ó r r e i n o r i e j o n e quaodó Michè s ì;DÈ!ì
p€rchè ùn gìo.no ch' voleve rùbd8li M*ì. Lo avevan P.roò condannato renr'anni i. prisione a narcir p€rò ad€$o che lui tè impiccaro la porra Ali devono aprìr.
t è impjc.,to ad un .hiodo p€r.hè
non r h: rr lo lpies.ndo per.he < n e a ó d a r od : m o n d Ò
s€ .'é andaro sapendochc a re non poreva nar dr.e
nelia ( fose comuhe, c.drà rnra n prere e la M4s perchè di un sùìcid, non banno Died Domani aÌÌe ùe nell. ÉÍa baSnat, satà c qùalcuro una .!Ge
ba vóruÌo norre pÙchè
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una cid.
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cnnzone dell'omore perdutn ..1-o Etabarcztane Mrsi.atedj
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l" Ritoúe o. tucordi sbocciavanle viole con le nosúe parole: . non ci lasceremomai, Vorr€i dìrti, ora, le stessecose n come lan presto, amore, d .ppassir le rose lrmorc che strappa i capellì lnduto ormai,
R!n Sol? Lrn îipelcre sfuùando
E quandori troverai in mano ó,,ci
ti^.
ahh4<(iÌi
al sole d'un aprile ormaj lontano li rin]pianger.ì Ma saràÌa pfima che incorrri per strada, che tu copriraì d'oro per un bacio mai dato, pcr un amorenuovo. Ríp/esa: che incontri per stada, che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato, per un amore nuovo,
I-ocanzone di Morinella F.DEANDRE M a - r t - n e l l aè l a s t ! - . i a A c j e r a i l s o - l e e . - v e - v rg l r o c c hi
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c h e s c i - v o - l nò e Ì f r u - m €a P r i - s a ca l u l t i b a c i ò l e l d b - b r d € di
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Q l e s r a d , N { a r i n e l l aè l a s r o r i av e L r che srivolò nel fiuhe a Primrvetu hlì il ven'o che h !,de.osi bella dal iiume la poíò soprr una stella
Fù.ono baci e furono sorrìsi poi furono sohanro i fior.lalisi " " che videro con gli ({chi iell€ srelle i r e m e r ea l v e n r o e a j b a . i l a r u a p . l i e
Sola scnza il ncordo di un dolore f i v e v i s e n , a i l s o g n od i u n a ù o r e ma un Re senza busò re volte un giorno alla tua porra
Drconopoi che nenr.e rnorna\i n e l f i u m e , c h i s s àc o m e . s c ì v o l i ! i e lui che non ri volle Íeder mona bussò cent annr ancora alla tur pona
Bianco cone la ìuna il suo cappello. c o m e l ' a m o r er o s o i l s u o m a n r e l l o , ru lo seguisti senzauna ragione come ùD raga,,o sesue un aquilone
Q u e s t aè l a t u a c a i , o n e } l a f i n e l l a cle sei volara ir cielo su una srella e come rutte le piir belle cose vivefi solo un glorno come le rose
E c'era il sol€ e avevi gll trcchi beÌll lui tì baciò le tabbra ed i capeìli, cera la luna e avevi sìi occhi stanchi lui pose le sue mani suj rùoi fianchi.
E come tutte le più beile cose vivesli solo un giorno cone le rose
20
I-acittàvsrhîo F.DEANDRF
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prop,ieià ps,,urii pa*'de'ho"" i Hlffi?'i[*"lli:3:,í
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Dú7 Solt a s t . 6 t r a c a n n a r € , a s ! r a h d l € d i . t e d o n n ei l t e r p o e d L l g o l e r n o .
d y n r r ou n b . ! - c 1 . , . - r -
s ib m
p e r d i n4 r 't r - c a - r e d ' e ss e r s t a l i p r e s i p e r
p o . t r f a ns u l v , s o I ' o m b r a d ' u o s o r r t s o
C r s a r à a l l e B rdr d n c t e r n r g o n i ' d
lt-
Loroc€rcanlà la feÌi-citù
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M ib ?
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ìf .)
f r a l e b r a c c r ad e l - l a m o r _ t €
Ci que-slo non - do.
Lè,
Nc, qud.ieri dov. il sole d€l buo. Dio
Vecchio profesót
ha 8ià ùoppì impesni p€r scaldarIa senre
l.rr,
Ula bimba caú, la canzonean(i.a
Qu.lla chc d, siÒr.o chiami coi dnprczzo
quel che ancor noo s,i ru lo impare.ai solo qui fi. 1€ mre bmccia E se alh sua erà lc dtdieià
auclla che di iort
p.€sro aflineià lc clpacnà
n .lz€Éi dÈhró
Dole smo and,ri i rempl duna lolta;
Quindo incNseùi dehpideki
quando .i vol€ra p€r lar il merleré a.ch€ ùn pò di vocaon.)
diecimiia lire per senri.ù dire: nkio bello e badbdoone.
Una sanba qu., una ganba là,
S. t'inoltr*ai lungo l. calaî.
quaÌtto pe.r.narj mezzoiwelenan
in iru€llìrìa sp€$z cúic, di s.lc,
Li mvdei
Lì ci trcveÈi i lzdri, gli as.s5in'
là .ól rempo che fa
quella che sola ri può drrc
rabilis.. il prezzo
Tu la cer.h€rri, rú la i.!Ò.h.rai riBa.dando tùtro
a $!ù.cmnate, a sem,l.dir le do.nc, il tebpo ed il sovclno. Loro c.rcan là la í.licità denrrc ú un bicchicG per dincntic.re dt$er stati p'csi
qlcllo-che ha v.ndùîo P.! ù.milc ln. .ua madre a un nano Se ù pcns.laì € giudichcni
Ci sarà dle8lia Àncbe in asonia
Ma sc c.pirai, s. ìi ccrchcr.i lLio ,n fondo rc non $ro Srgli s Pur Émpr! h8n vìrtiú. di qú.sto moado.
poft€hn sul vso ]ombn d'ùn eiiiso Ío lc b..ccir d.lla mon..
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.osa vai .ercandÒ
li conddnn.Bi a cinqú.mi]! .nti
22
x l-oguerrodi Pierc re a'M
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carrna Lurse- zooso z BrDos. c acoMo (MD
ta - 6e-lri ro un so- Io oo f t è . _t o c h e i t ! e 6 - D o . ge-sl| rn ùn so-lu m o _6 c ! - r o c ù e l À i , l s
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lcslia dal l omhràd€i ros-srma so-no &ille lapave{i
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l )!rm, sepohorn un cbpo di lrano ,o. è | r!t,oan; : n ? r r n ! e s r i rd a . m b r ai e r i o _ \ , fapai efl
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-!rao.k \porde del mo rotenre ,rd,ro.he:.en.lanù -ó. pru r.:da eri der sot!:! 2or:aù rn bB(jó dalla c.reib,, Li:: drcer ed Ùa dineerno .:.ùÈ sr alùj, vùso I,jnleho .one chi deve. :.ti.:b ! spùra in facciah nevc F.eL.
P,erc, ierhdi
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v, , nunro,a. . i ,"ii_-""1.1.,'*.
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nú
oepare dj ha8gjo 'roppo corÀAEio ! h q ù b € t / a ,d r l o a ] Ji n f e h o , avrer prerento andar.i jn jnverno,, L henú€ 'r groo ti frv! a s€nrúe d e n r r oI t e m , n i s ù i n 8 e ! r , l l ù . r t e . oenrro i _ta btra 5rijnSevr p,role r/oppo 8.hk per rio8tie6 at sote Dormr scpoko jn un c,mpo d !r,no non e la rcf, non c rt rul!;o .he Ù ts ve8ti. ddl ombÉ d;r rofr lrprveri rossi.
24
Loconzone di Barbaro EDEANDRE Andatrte
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chi lor-se lao - die
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per o-g!i.-Eo-.€
che se
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al-tro
p e- t a - l o f i o
f dítn. e rqll,. ?oco a poco.
Cùi cerca una bocca infedele aL sappia di fragola e miele h l€i la lroverà lei Ìa bacerà
sa che ogni leito di sposa Étlo di ortìca e mimosa qu6to ad un'aÌira età
E intanto lei gioca all'amore scherzando con gÌi occhi ed il di chi lorce 1a odierà Barbara ma poi la perdonerà Barbara. E il vento di sera la invita a sfogìiare ìa sua marsherita per ognr amore cne se ne va ùn altro petaÌo fiorirà
cuore
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26
ierain gennoio , Pregh E DEANDRE L€úto
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e al Bo!-do
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sior - !o
.t'!i--:aíy 9úe!no .t tn-re. - se -
rà
lúl-ti - novec-chio po!-te-
cfr (duine) a a re,i?o
copyrigÀro ic63 $,iF4 r9?r'olDrTon
^ssolrAl|,.r,',\ ID-chr, 2
.i sli,ci - di di,
b a - c i a D - d ù l i a l - l af r o b - t e -
ve_oi_tei!P6-.4 - di - so
l--e.s,i. Di
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) t , t f JÎ!
D i o d i r ó i - s e- r i - c o r - d i a
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f
l Las.ia ch€ sia 6odto Signore, iÌ suo senti€ro quando a ie la sua anima e al mondo Ìa sua Pelle dovrà dconsegnarc. quando v€rrà aÌ tuo cielo là dove in pieno giorno dsplendono le stelle.
Signori benpensantì spero non vi dìsPiaccia se in cielo, in mezzo ai Sanii, Dio, fra le sue braccia soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorie che all'odio e alt'ignoranza pref€rirono la morte.
Quando sitraverse.à ì ultimo vecchio pont€ ai suicidi dirà baciandoli atla fronte veniie in Paradiso là dove vado anch'io perchè non c'è l'infemo nel mondo del buon Dio.
Dio di misericordia ìl iuo bel Paradiso lo hai fatto sopraitutto p€r chi non ha sorrjso per qu€Ìli che han vissuto con 1a coscìenza pura; f inferno esiste solo per chi ne ha Paura
Fate che giunga a Voi con Ìe sue ossa stanche s€guito da migliaia di queÌ1e facce bianche, fate ch€ a Voi ritorni fra i morti per oltraggio che aÌ cielo ed aÌla terra mostrarono il coraggio.
M€glìo di Lui nessuno mai ti pot.àL indicarc glì €rrori di noi tutti che puoi e vuoi salvare. Ascolla la sua voce che ormai canta nel v€nto Dio di misericordia vedrai, sarai contento.
li do re ta-doa!'
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Iestoe ^4rs'codJ
E DEANDRE :ì(
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ro-sa mette-!À la-úo-re
-si -!o diSan-tl-la-.iotut-ti
scp.. o_g
co_sa' Ap !0-na
sce-saaua sta-zio-ne d.l p.- e-
s t a c _ c o rs e - . o c o . u - t r o sgúanlo chenonsi tret-ta-vÀ diunúis-sio - na-rìo. C'è chi 1à_
- ú o - È l o f a ! e . n o - i À c h , s c l o s c e _ s l i e p e r P r o { € s - s i ob{oec ' c À d i r o s a n ì t ' u - o r è
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l'alrrolei lofa _ c€-va Per
At la sta-
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rg1 b EDiTORI ASSocraTlr.r., vi, 3.n q., 2 - 20 2r MIL4\o
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La chiamavano bocca di rosa ìneti€va Ì'amore, m€tt€va Ì'amor€, Ìa chiamavano bocca di rosa m€tteva I'amor€ sopra ogni cosa. Appena scesa alla stazione del paesino di Sant'IÌarìo tutti si accorse.o con uno sguardo che non si traitava di un missionario C'è chi l'amore lo fa p€r noia .hi
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bocca di rosa né I'uno né l'altro lei lo faceva per passion€
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Ma la passione sp€sso conduce a soddisfare 1e proprie voglie senza indagare s€ iÌ concupito ha iÌ cuore libero oppure ha moglie. E fu così che da un eiomo all'altro bocca di rcsa si iirò addosso Ì ira funesta delle cagneiie a cui aveva soitratto Ì osso. non brillano c€rto in iniziativa l€ contromisure fino a quel punto si limitavano aiÌ inveitiva. Si sa che la C€nte dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio si sa che la genie dà buoni consigli se non può piir dare caitivo esempio. Così Lrna vecchia mai stata mogli€ sen,a mai 6gli, s€nza pììi voglie, si pres€ la briga e di cerio iì gusto di dare a tutte iÌ consigho giusto. x rivolgendosi alle conuie le apostrofò con parole acut€: (i1 fuÌto d'amore sarà punito dìsse - dall ordine cosiiiuiio ).
E quelÌe andarono daÌ commissario e d i s s e r os e n z ap a r a f r a s a r e : ( Quella schiiosa ha gìà troppi clienti piir di un consoPio alimentare). E arrivarono quattro gendarmj con i pennacchi, con i pennaccht ed arrivarono quattro genda.mi con i pennacchi e con le armi. Spesso gli sbirri e j carabinieri at proprio dovere v€ngono meno ma non quando sono in alia unilorme e I accompagnarono aÌ p.imo 1r€no. Alla stazione c'erano tutti dal commìssario al sagr€stano alla stazione c erano tutti con glì occhi rossi e il cappello in rnano. A saìula.€ chi per un poco a salutare chi p€r un poco portò l arno.€ nel paese C era un carteìlo eiallo con una scritta nera diceva: ( Addìo bocca di rosa con ie se ne parte la primavera r. l.'Ia una notjzia un po original€ non ha bisogno di alcun giornale come una ireccia dalÌ'arco scocca vola velo:e di bocca in bocca. E alìa stazione successiva chi manda un bacio. chi g€tta ùn fiore Persìno ìl parroco ch€ non alhprezza {ra un miserer€e un€slr€ma un2ion€ il bene efiimero della bellezza la vuole accantoin processione E con la Vergine in pfima fila e bocca di rcsa poco lontano s r p o r t a a s p a s s ol e r r l F a e s e ìamore sacrc e lamof pfof!.i
Corole E DEANDRE Moderatametrtele[to
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Uomini seMa IalÌo, semidei che vivete in castelli inargentaii chè di gloria toccaste g1ì apogei noi che invochiam pietà siamo i drogati. Dell'inumano varcando il confine conoscemmo anzit€mpo la carogna .à€ ad oeni ambjto sogno mette fine: ché Ìa pietà non vi sia di vergogna.
Coro:
Un cd.stello to d.onò e cento e centa dnlcí tfovò folùo poí gli. portò míUe oÍLoîí na ntn tîotò la îelícítòt.
Rec.:
Uomini cui pietà non convien sempre mal accettando il destino comune. andaie, nelle sere dì novemb.e, a spiar delle stelÌe aÌ fioco lume, la morte e il vento, in mezzo ai lcamposanti, muover le tombe e metterle vicine coúe fossero tessere giganti di Ìrn dòmìno che non avrà mai ffne.
castelli pet
hi
u1 amarc nè lelicità.
Uomini, poichè all ullimo minutnon vi assalga il rimorso ormai tafdivo per non aver pietà giammai avuro e non diventi ranlolo il respiro: sappraieche la morte vi sorveglra. gioir nei prati o fra i muri di cal€e, come Gescere ìl gran guarda il vilÌano finchè Don sia maturo per la falce.
rlierì, pizzicagnoÌi, notai Yentri obesi e le mani sudate .uori a forma di salvadanai
ch€ invochiam pietà fummo tmviate. gammo su fragili vasc€ili úrontar del mondo la buùasca gli occhi troppo belÌi:
pietà non vi rimanga in tasca. €l€tii, uomini di regge dauiam nei vostri sogni aneora I'umano desoÌato.gregge mori con il nodo alÌa gola. iDnocenti all'orrenda agonia decidendone ìa sorte
giusta p€nsate che sia che decreta morte?,
Coro:
Non cercúe Ia lelicità in tutti quelli o cti tt hai donato per duere un compensÒ na solo iî te nel tro crorc se tu aúÌEr donaîo solo peî pietà pef pietà pef preta...
\ Giroando
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E DEANDRE
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ci
ter- m, ![ar'co! -
Ci
s a l- v e - r à i I s o l _
s a l - v e - r à i ls o l - d a - t o c b e l a t ú e t - t à r i - l ù - t e
s u e r . r . ès a s c o p - p i a - t aU, ! r - . o o d i
Ci a
ú a - r e e s u l' l a
i u - t e - r ì ri l b u o ! D i o , U a r - c o D- d i
5.f,r,,vÀ B!(hd, 2. 20121 yILA\_O
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ri?etere a.d lib. lu€rra, Marcondiro'ndera 3r€rra, Marcondiro'ndà terra, Marcondiro'nden terra chi ci salverà? -ldato che non la vorrà -ldato che la guerra riffuterà. s.oppiaia, Marcondiro'ndera scoppiah, chì ci aiuierà. Dio, Marcondiro'ndera Dio, Ìui ci satveîà. Bppatot dove non si sa .Ddato, chissà quando ritornerà. &ftondiro'ndera Iùtondìro'ndà. Iarcondiro'ndera .hi ci saÌverà?
ò€ non lo farà aùe la bomba non getterà. la pr€nderà? Iarcordido'ndera ldar$ndiro'ndài li dist.uggerà li f 'ìmm€rà
Ci sono troppe buche, Marcondiro'ndeLa ci sono troppe buche, chi le riempùà? Non potremo piìr giocar€ al Ma.condiro'ndera non potrcmo più eiocar€ al Marcondiro'ndà. E voi a divertií/i andate un po' piil in 1a andate a divertrrvi dove la guerrd non cr sarà. La guena è dappertulto, Maîcondiro'ndera la terra è tutta un luito, chi la consolerà? Ci pensemn gÌi uomìni, le bestie e i fiori i boschi e le stagioni con ì mille coÌo.i. D i g e n ! € .b e s l i e e f i o r i n o . n o n c e n ; p . u viventi siam masti noi e nulla piir. La telra è tutta nostra, Marcondiro'ndefa ne faîemo una gran giostra, Marcondirc'ndà. Abbiam tutta la terra Marcondiro ndera giocheremo a Jar la guerra. Marcondiro'ndà. La terra è tutta nostra, Marcondiro'nd€ra ne faremo una gran giostra, Marcondiro ndà.
- Ballatndegliimpiccoti
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Chi derise la nostra sconfftta e l'€sirema vergogna ed il modo soffocato da identica stretta impa.i a conoscere il nodo Chi la terra ci sparse sullossa e dprese tmnquillo il cairmino giunga anch'egli stravoÌto alìa fossa con la nebbia del primo matrino. La donna che c€lò in un sorriso il disagio di darci m€moria ritrovi ogni notte sul vjso un insulto del tempo e una scoria Coltivjamo per tutti un rancore che ha l'odore del sangue rappreso ciò che allora chlamammo dolore è soÌtanto un discorso sospeso.
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Sale la n€bbia sui prati bianchi come un cÌpresson€i camposanti un campanile che Don sembra vero segna il confine IÉ la terÌa e il cieÌo.
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Ma tu che vai, ma tu rìmani vedlai la neve se ne andrà doúani dfrodranno le gioie passate col vento caldo di un'aìtú estate. Anche la luce sembra morire dell'ombra inceda di un diveni.e dove anche l'alba diventa sera e i volti sembÌano teschi di cera. Ma tu che vai, ma tú îimani anche la nev€ morira domani l'amore ancora ci passerà vicino nella stagione del biancospino. La telra stanca sotto la nev€ dome il sil€nzio di un sonno greve I'inverno raccogli€ la sua fatica di mille s€coli, da un'alba antica. Ma tu che stai, perchè riúani? un alim inverDo tornerà domani cad.à altm neve a consolar€ i campi caclrà altm neve sui camposanti.
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di Notsle *.Leggenda Iesto e Muslcodl
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Parlavi alla luna giocavi coi fiori avevi I'età che non Porta dolori e il.vento era un mago, la rugiada una dea, nel bosco incantato di ogni tua idea nel bosco incantato di ogni tua .idea' E venne l'inverno che uccide il colore e un babbo Natale che parlava d'amore e d'oro e d'argento splendevano i doni ma gli occhi eran freddi e non erano buoni ma gli occhi eran freddi e non erano buoni' le tue spalle d'argento e di lana Coprì di perle e smeraldi intreccio una collana e nientre incantata lo stavi a guardare dai piedi ai capelli ti volle baciare dai piedi ai capelli ti volle baciare. E adesso che gli altri ti chiamano dea I'incanto è svaìito da ogni tua idea ma ancora alla luna vorresti narrare la storia di un fiore appassito a Natale la storia di un fiore appassito a Natale'
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to altri nudi un fuoco i fantasmi giuoco. dire a mia madre che ho paura?
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Perchè non hanno fatto delle grandi pattumiere per i giorni già usati per queste ed altre sere e chi, chi sarà mai il buttafuori del sole chi Ii spinge ogni giorno sulla scena alle prime ore e sopratutto chi e perchè mi ha messo al mondo dove vivo la mia morte con anticipo tremendo? Come potrò dire a mia madre che ho paura? Quando scadrà I'affitto di questo corpo idiota allora avrò il mio premio come una buona n-ota mi citeran di monito a chi crede sia bello giocherellare a palla con il proprio cervello
Più ùavanti dietro. Come potrò dire a mia madre che ho paura?
cercando di lanciarlo oltre il confine stabilito che quaìcuno ha tracciato ai bordi dell'infinito. Come potrò dire a mia madre che ho paura? Tu che m'ascolti insegnami un alfabeto che sia differente da quello della mia vigliaccheria.
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E DEANDRE
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?l I dell'ultimo sole un pescatore un solco lungo il viso specie di sorriso. spiaggia un assassino grandi da bambino enormi di paura qlecchi di un'awentura. d
vecchio darnmi il pane e troppa fame vecchio dammi il vino un assasstno. il vecchio al giorno
neppure intorno vino e spezzò il pane ho sete e ho fame.
E fu il calore di un momento poi via di nuovo verso il vento davanti agli occhi ancora il sole dietro alle spalle un pescatore. Dietro alle spalle un pescatore e la memoria è già dolore è già il rimpianto di un aprile giocato all'ombra di un cortile. Vennero in sella due gendarmi vennero in sella con le armi chiesero al vecchio se lì vicino fosse passato un assassino. Ma all'ombra dell'ultimo sole s'era assopito il pescatore e aveva un solco lungo il viso come una specie di solriso e aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso.
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Lo buononovello Testoe Musicodt
E DEANDRE mi -num.Lauda-te Do
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di Mario L'infanzio
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Coro: Sciogl,ii caAelli e
hesto guardn gíàaengono!
pel - le te-ne-ra, líe - oe, ri -
Guardala,
gwardal,a,saiog{tieícapel-l,i,so-no píù lnaqhídetwshimanteLl,í,gaorda la
al, so - l,e co-me lu ne - oe.Guar-da.le
, gunr-da*kí1, a? - so.sern4raoe-
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-r - ta dal Partdi - so,gaardale lfor-me,la
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ll s.
- rw ta per Tettasío - ne.Gaarda La -pel'- l,i del Por*di - so.Gtatda la
- ú, gaar-da:le il col,- lo, sem-ùraoe - nu
ta dal, su,osor-ri - so, g'u,ar-da-l,e glí oc- chi,gaar-da La ne - oe,gtnr-da l,a
I. Tbmpo
Coro:
E fo-sti tu,Giu-
CODA aocalizzato
bon Rit.) loi Coda :>>
Parlato: Secondo l,'ordine
ricetato,
porfò la banúha
all,a propría
crca
e flIbito 8e ,u Po'td ?er dei laoori che l,o attend,eaa,np fami del,ta Giud,ea. Eírnase l,ontano QNtf,îo anní,
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... e Gioacchimo di.sse.- Ecco che ha coinpiuto i tre anni! P ortiamola- perciò aL Tempio del Signore p9lchè dobbtanno adernpiere alla promessa... (1) Forse fu all'ora terza. forse alla nona. cucito quatrehe giglio sul vestitino alla buona. fo.rse fu per bisogno o peggior per buon esempio, presero i tuoi tre anni e li portarono al tempio. Presero i tuoi tre anni e. li portarono al tempio. Non fu più il seno di-Anna, fra le mura discrete. a consolare il pianto, a calmarti la sete: dicono fosse un angelo a raccontarti le ore. a misurarti il tempo fra cibo e Signore. A misurarti il tempo fra cibo e Signore.... cosà Maria bambina ui,sse nel Tempio del Slgnore e, la mano dt, un angelo le offriua il cibo... Coro: Scioglie la neue aL sole, rítorna L'acqua al mare, iL uento e La stagione ritorndno a gíocare. Ma non per te, bambina, che nel tempio resti china. Ma non per te, bambi,na, che nel tempio resti china. ... e quando raggiunse I'etù dei dodíci, anni x sacerdoti si ríunirono in consiglio e dissero.' - Coso faremo.ora 'di lei perchè non contamini iI Tempio del Signore?... E quando i sacerdoti ti rifiutarono alloggio, avevi dodici anni e nessuna colpa addosso; ma per i saeerdoti fu eolpa il tuo maggio, la tua verginità che si tingeva di rosso. La tua verginità che si tingeva di rosso. E si vuol dar marito a chi non lo voleva. si batte la campagna, si fruga la via.- Popolo senza moglie, uomini d'ogni leva, del corpo di una vergine si fa lotteria. Del corpo.di una vergine si fa lotteria. (I\
le ilid'ascalie 'i'n coraíM so'n citozioni det prtuung?h
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Solm Mib
... allora gli araldi. andarono per tutta. Ia Gi.udea e risaonò la trornba e il popolo accorse... Coro: -. Sciogli i e guardn, gra. uengono!.capelli _ :-q"q\*lo' 9!a!qeb,. scioslie i capeuí, sono pxu lunghi der. nostri mantellí,g1uffda -la, pelle tenera, lieue, rysplende aL sole corne'Ia neóe. Guarda Le mani, gunrilale lt ótso, sembra .oenltta dal p aradiso guarda le for-rne, Ia proporàtone, ' sernbra -uerwta per Tentàzione. LirlctrdaL&, gunrdala, scioglie i capelli. sono più Lunghi dei nnslri maníelti.' SlnTde Le mani, gunrdale il uiso, sernbrct uenuta dal paradiso. Guar4ale gli occhi, guarda i capeltí. guarda Ie manr,, gualdale iL co|Lo, guLrcrn Ia. caf'fle, gu,arda iL suo uiso. gunrda i capellí del paradtso. Guarda la carne, guardale it collo, sernbra uenuta dal suo sorriso. guardale gli occhi, guarda la nepe. guarda La carne del paradiso. ,..e Zaccaru, iI gran sacerdote, disse o Giuseppe: - In sorte ti ha afiiditò la oergine del Stgnore, abbine cTtra e custodiscila... E fosti tu, Giuseppe, un reduce del passato, falegname per iorza padre per professione, a vederti assegnata; da un destino sgarbato, una figlia di piir senza alcuna ragione, una bimba siu cui non avevi intenzione. E mentre te ne vai. stanco d'essere stanco. la bambina per mano, la.tristezza di fianco. pensi - quei sacerdoti la diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa. a un cuore troppo.vecchio ehe ormai si riposa. .: Parlnto: Secon(Io l' ordi.ne riceuuto, Gzusevpe portò ln bambina nella propria cd,sa e subzto se ne partì per d,eí lauori che lo attendeuano fuori delln Giudea. Rimnse .Iontano quattro anni.
ití @taaoma.iteeunte il.a un wlume eilito nel lg67 con tra.duzioni iti L. Bcarabelli.
ll ritarnodi Giusepe
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Testoe Muslcodr
E DEANDRE
22 Stel - le, già dal tra - mon-to,
si con-ten-do-no
il
cie-lo a frot - te,
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nel-l'ia - se -
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not-te.
scandi - soe la di-stan-za
tor-no,
com-pa-gno 0S!_!go4-
Un a-si-no dai
lun-goil mo-ri -re del Aior-no.
oocal,izzato
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At r""tll ,.
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li (ie-nr-sa-lem-me,
s.L.
la tua nano acat-îezza.il di - se-gno r--1
d'u.nabambo-la m&-gra,
in-ta-6lia-ta aet
ViE &rchct, 2 - 20121 MILANO.
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4a lc - gno.
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La vc-sti-rair
ri-tor-ne-ra- i
la-scia-ti quando i tuoi
a quei éÈo-chi
Più lento (q*si libero) E lei voJò fra le tue brac+ia
7 e le sue di-ta co-me
la-cri-me, dal tuo cigliqal-Ia
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go-la,
sug:ge-ri-vanoal
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la te-nerezt atun sor- ri:so, un af-fet-to quasi implo - ra-to, -
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u-na vol4a igno-ra-to, -
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te checer-ca-vi il mo - ti -vo - ld'un ia@
re-eti dun so-gno rac-col-to.-
srelle, già dal tramonto, si contendono il cielo a frotte' luci meticolose la notte. nell'insegnarti Un asino dai passi uguali, compagno del tuo ritorno, scandisce la distanza lungo iI morire del giorno.
E lei volò fra le tue braccia come una rondine, e le sue dita come lacrime, dal tuo ciglio alla gola, suggerivano aI viso, una volta ignoreto, la tenerezza dun somiso, un affetto quasi implorato.
Ai tuoi occhi, iI deserto, una distesa di segatura, minuscoli frammenti della fatica della natura. GIi uomini della sabbia hanno profili da assassini, rinchiusi nei silenzi d'una prigione senza confini.
E lo stupore nei tuoi occhi sali dalle tue mani che vuote intorno alle sue spalle, si colmarono ai fianchi dalla forma precisa d'una vita recinte, di quel segreto che si svela quando lievita il ventre.
Odore di Gerusalemme, la tua mano accarelzza il disegno d'una bambola magra, intagliata nel legno. - La vestirai, Maria, ritornerai a quei giochi lasciati quando i tuoi anni erano così pochi. -
E a te, che cercavi il motivo d'un inganno inespresso dal volto, lei propo,se I'inquieto ricordo fra i resti d'un sogno racrcolto.
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il sognodi Morio
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Iesto e Musicodi
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l'an -ge - lo
tem-pio, lbmbrae-ra fred-da, gon-fia din - cen -so;
u-mi-dor sou-ro del t-r
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pre -ghie-ra: s€ - ra, ad in-se -gnar-mi..u-tlanuo-va
le mie brac-oia di-ven-ne-ro
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v e c - c h i o.r---t uan-doac-ca - îez-za-îo-
L
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- Nel grembo umido, scuro del tempio, I'ombra era fredda, gonfia dlincenso; I'angelo scese, come ogni sera, ad insegnarmi una nuova preghiera: poi, d'improvviso, mi sciolse Ie mani e le mie braccia divennero ali, ouando mi chiese - conosci l'estate iò, per un giorno, per un momento, cors{ a vedere il colore del vento. Volammo dawero sopra le case, oltr'e i cancelli, gli orti, le strade, poi scivolammo tra valli fiorite àove all'ulivo si abbraccia la vite. Scendemmo là, dove il giorno si perde a cercarsi da solo nascosto tra il verde, e lui parlò come quando si prega, ed alla fine d'ogni preghi€ra contava una vertebra della mia schiena. ... e I'angelo disse: - Non terleîe, Mario, intotti tnt trooato grana presso il Signore e per opero Sun concepirai un f iglio...
Le ombre lunghe dei sacerdoti costrinsero il sogno in un cerchio di voci. Con le ali di prima pensai di scappare ma il braccio era nudo e non seppe volare: poi vidi I'angelo mutarsi in cometa e i volti severi divennero pietra, le loro braccia proffli di rami, nei gesti immobili d'un altra vita, foglie le mani, spine le dita. Voci di strada, rumori di gente, mi rubarono al sogtto per ridarmi al presente' Sbiadì I'immagine, stinse il colore, ma I'eco lontana di brevi parole ripeteva d'un angelo la strana preghiera dove forse era sogno rna sonno non era - lo chiameranno figlio di Dio -; parole confuse nella mia mente, ivanite in un sogro, ma impresse nel ventre. E la parola ormai sfinita si sciolse in pianto, ma la paura dalle labbra si raccolse negli oc'chi semichiusi nel gesto d'una quiete apparente che.si consuma nell'attesa d'uno sguardo indulgente. E tu, piano, posasti le dita all'orlo della sua fronte: i vecchi quando aecatezzano hanno il timore di fa'r troppo forte.
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E te ne vai, Maria, fra I'altra gente che si raccoglie intorno aI tuo passare, siepe di sgrrardi che non fanno male nella stagione di esere madre. Sai che fra un'ora forse piangerai poi la tua mano nasconderà un sorriso: gioia e dolore hanno il confine incerto nella stagione che illutnina il viso. Ave Maria, adesso che sei donna, ave alle donne come te, Maria, fernmine un giornò per un nuovo arnore poveno o ricco, umile o Messia. Femmine un giorno e poi madri per sempre nella stagione che stagioni non sente.
trbm'ni-neun
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orionellobottego d'unfolegnomè Testoe Musrcadi
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pial-la su quel le-gnopenchètai fren fr*?-
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i -sci le stamlel-le per chi in guerra an-dò?-
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nòl
Il lnl,egname: pial -la Miomar- tel-lo noncol-pi-sce,
nia non ta - glia per fog - gia-re ga,mbenuovea ehi le of-frì in bat - ta - glia, ma tre
ru -ba - re, la più gran de perchiguer*a in-se
gnò a di-ser
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denati.
20121 MILANO.
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- Falegname col martello perchè fai den den? con la pialla su quel legno perchè îai fren fren? costruisci le stampelle per chi in guerra an'dò? dalla Nubia sulle mani a casa ritornò? -
Marta. - An'e piaghe, alle ferite che sul legno'fai, falegname su quei tagli manca il sangue, ormai, perchè spieghino da soli, con le loro voci. quali volti sbiancheranno sopra le ttle croci. -
Il Falegnnme: - Mio rna,rtello non colpisce, pial.la mia non taglia per foggiare gambe nuove a chi le offrì in battaglia, ma tre croci, due per chi disertò per rubare, la più grande per chi guerra insegnò a dis:ertare. -
ll Falegname: - Questi ceppi che han portato perchè iI mio sudore li trasformi nell'immagine di tre dolori, vedran lacrime di Dimaco (2) e di Tito (2) aI ciglio il più grande che tu guardi abbraccerà tuo figlio. -
.-- Alle tempie addormentate di questa città pulsa il cuore d'un martello, quando smetterà? Falegname, su quel legno, quanti co\>i ormai, quanto ancora con la pialla 1o assottiglierai? -
La gente: - Dalla strada alla montagna sale il tuo den den og:ti valle di Giordania impara il tuo fren fren; qualche gruppo di dolore muove il passo inquieto, altri aspettan di far bere a quelle seti aceto. -
(,\ i nomi d,ei lailroni
uariano da oangelo a wngelo 1Di,maco, &ito, Diuna,
Geata). Tito è il ladrone àuqo
,ra aangel,o arabo ilell'infanzia.
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20121 MII,ANO, MLR 2
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- Poterti srnembrare coi denti e le mani, sapere i tuoi occhi bevuti dai cani, di morire in croce puoi essere grato a un brav'uomo di nome Pilato. Ben più della morte che oggi ti vuole, t'uocide iI veleno 'di queste parole: le voci dei padri di quei neonati, da Erode, per te, trucidati, Nel lugubrè scherno degli abiti nuovi misurano a gocce il dolore che provi; trent'anni hanno atteso col fegato in mano, i rantoli d'un ciarlatano.
Han volti distesi, già inclini al per'dono, ormai che han veduto il tuo sangue di uomo fregiarti le membra di rivoli viola, incapace di nuocere ancora. Il potere vestito d'umana sembianza, ormai.ti considera morto abbastanza e già volge lo sguardo a spiar Ie intenzioni degli umili, degli straccioni. Ma gli occhi dei poveri piangono altrove, non sono venuti a esibire un dolore che alla via della croce ha proibito I'ingresso a chi ti ama come se stesso,
Si muovono curve le vedove in testa, per loro non è un pomeriggio di festa; éi serran le vesti sugli occhi e sul cuore ma filtra dai veli il dolore: fedeli urniliate da un credo inurnano che le volle schiave già prima di Abramo, con riconoscenza ora soffron la pena di chi pendonò a Maddalena, di chi con un gesto soltanto fraterno una nuova indulgenza insegnò al padreterno, e guar'dano in alto, trafitti dal sole, gli spasimi d'un redentore.
Son pallidi al volto, scavati al torace, non hanno la faccia di chi si compiace dei gesti che ormai ti propone il'dolore, eppure hanno un posto d'onore, Non ha'nno negli occhi scintille di pena. non sono stupiti a vederti la schiena piegata dal legno che a stento tramini, eppure ti stanno vicini. Perdonali se non ti lasciano solo, se sanno morir sulla croce anche loro, a piangerli sotto non han che le madri, in'fondo. son solo due ladri.
Confusi alla folla ti seguono muti, sgomenti al pensiero che tu li saluti: - A redimere iI mondo - gli serve pensaJe, il tuo sangue può certo bastare. La semineranno p€r mare e Per terra tra boschi e città la tua buona novella, ma questo domani, con fede migliore, stasera è piti lorte il ter'rore. Nessuno di loro ti grida un addio per esser scoperto cugino di Dio: Èli apostoli han chiuso le gole alla voce, fratello che sanguini in croce.
4
Tremadri
67
Testoe Musicodi
E DEANDRE Madreddfilo,X
Moderato mosso
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Cè chi
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nel dir-ti ad - di
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nel ter-zo
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gior - no,
for - te,
te
llm-ma-gi
il fi-glio
muo- re
tua
ma - dre.
Le dila mad,ri: Controp-pe
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tu - o
ri - sor-ge-rà
sai che al-la
fa-rà ri -tor - no:
piìr dal-la
la-scia noi
mor - te.
MILANO. Copyright O 19?1 br EI)ITOII
ASfAll
Mad,red,i Gesù: Pian-go di.
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ciò chemiè tol
Mim
Mim?
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le brac-cia ma
la fron-te,il
Efet
vol - to,
MimT
che vi-vean-co - ra,
Mim
X aI#
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Cod,a
CODA
771 , l-,
LamG
Madre di Tito: - Tito, non sei figlio di Dio, ma c'è chi muore nel dirti addio. Madre di Dimaco: - Dimaco, ignori chi fu tuo padre, ma più di te muore tua madre. Le due madrí: - Con troppe lacrime piangi, Maria, solo I'immagine di un'agonia: sai che alla vita, nel terzo giorno, il figlio tuo farà ritorno: lascia noi piangere, un po' più forte, chi no,n risorgerà più dalla morte. -
1if ,3,
-tJ-f 7 -LÍ tf €t3'-=
Madre di. Gesit.: - Piango di lui ciò cher mi è tolto, le bnaccia magre, la fronte, il voito, ogni sua vita che vive ancora, che vedo E)egnersi ora p€r ora. Figlio nel sangue, figlio nel cuore, e chi ti chiarna - nostro Signore -, nella fatica del tuo sorriso cerca un ritaglio 'd.i Paradiso. Per me sei figlio, vita morente, ti portò cieco questo mio ventre, come nel grembo, e adesso in croce, ti chiam,a amore ouesta mia voce. Non fossi stato figlio di Dio t'avrei ancora per figlio mio. -
il testsmento di Tf:o
59
Testoe Muslcodl
E DEANDRE Liberamente l V o na - o r a - i a l , - k o D i - o
al,-lîn -/w - ri
r.----3--l
di
me,
spes- so mi ha fat - to
pen - sa - re:
r___5_1
28 I di-ver-se
ve- nu-te
r. --"-r
non mihan-no fat-to
del r -r--l
lllon no-ni-na-re
ma - le.
no -me;
stsn- co. for-se
s...1., Vir
di - ce-vancheinfon-cro "-o,,-su.-r".o'K?
Cre- dc-va-noaunal-tro
í1, no-rne dd Dù- o, ' r-sq
-dei la mia pe-nae il suo
rircúati
dal-l'est
Bcrchct.2
di - ver-so da t e e
non no-mi-nat4o I n - o a - n o .
r---?-----]
for-se e-ra stan-co, for-se troplo f---F-r f-----9------l
lon-ta-no,
yt"!::;I:,-T"o::-o,",-"o
da te e
ma - le.
non mi han-no fat- to del --F--1 r---"--1
Con un col-tel-lo pian-ta-to
i-T--
nel fian+ogri-
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oc-cu-pa-to, e non a- sc,ol-tò il mio do - lo - re.
dav - ve - ro lo no-mi-na - i
Ma
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Ir.s.s.4.5.6.2.lte.
in-va-no.
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zUIZI MILANO,
coPyrisht €) 197r by EDrTolI
Amr.n
Liberamerúe
-des-so che vie-ae
la
s€ -re ed il
bu-io
to-glie il do - lo-re
mi
a là
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du-ne
m*itre, io pro-vo
a vio-len-ta - rc al-tre
do - lo - re.
aot - ti:
da-gli oc-chi
tempo io. nel
ve-de-re
Nel-la pie-tà chc non ce-deal ran-S.r$r i-;-ì
i--Ì
i--j
Tito Non aarai, altro Dio all'infuori ili rne, spesso mi ha fatto perìsare: genti diverse venute dall'est dicevan che in fond.o era uguale. Credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male. Credevano a un altro díverso da te e non mi hanno fatto del male.
.o
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sci -vo -lail
- sduo-mo'che muo-re,
na-drer ùo í*pa-ra,
so-le al di
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Lb-nu-rc.
t--l---l
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N-op,cornrnettere atti che non stano puri cioè non disperdere il seme. Feconda una donna ogni volta che I'ami così sarai uomo di fede: poi la voglia svanisce e il figlio rirnane e tanti ne uccide 'la fame. Io, forse, ho confuso il piacère e I'amore: ma non ho creato dolore. Il settimo dice non arnrnazzare se del cielo vuoi essere degno. Guardatela oggi, questa legge di Dio, tre volte inchiodata àel legno: guardate la fine di quel nazareno. e un ladro non muor-e di meno. Guardate la fine di quel nazareno, e un ladro.non muore di meno.
Non nominare il nsrtue d.i Dio, non nornínnrlo ínoano. Con un coltello pianta,to nel fianco gridai la mia pena e il suo nome: ma forse era stancq forse troppo occupato, e non ascoltò il mio dolore. Ma forse era stanco, forse troppo lontano, davvero 1o nominai invano
Non dire falsa testimonianza e aiutali a uccidere url uomo. Lo sanno a memoria il diritto divino. e scordano sempre il perdono: ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore. Ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore.
Onora ll WCIre, onora la rnod,re e onora anche il loro bastone, bacia la mano che ruppe il tuo naso perchè le chiedevi un boceone: quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore. Quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore. Rborila ihi santificore le feste. Facile per noi ladroni entrare nei templi che rigurgitan salmi di schiavi e dei.loro padroni senza fnire legati agli altari sgozzati cpme animali. Senza fnire tregati agli altari sgozzati come animau.
Non èIesiilerare La roba degli altri non ilesideyarne la sposa. Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi che hanno una donna e qualcosa: nei letti degli altri già caldi d'amore non ho-provato dolore, L'invidia di ieri non è già finita: stasera vi invidio la vita.
Il quinto dice aor ileoí rubarc e forse io I'ho rispettato vuotando, in silenziro, le tasche già gonfie di.quelli che avevan nrbato: ma io, senza legge, nrbsi in nome mio, quegli altri nel nome di Dio. Ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio.
Ma adesso che viene la sera ed iI buio mi toglie il dolore dagli occhi e scivola il sole al di Ià delle dune a violentare altre notti: io, nel vedere questJuomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancote, madre, ho imparato I'arrlore. -
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Non posso pensarti figlio di Dio ma figlio dell'uomo, fratello anche mio.
GLi umilí, gli straccioni: - Il potere che cercava il nostro umore mentre uccideva nel nome d'un dio, nel nome d'un dio uccideva un uomo: nel nome di quel dio si assolse. Poi chiamò dio poi chiamò dio quell'uomo e nel suo nome nuovo nome altri uomini, altri uomini uccise.
Qualcuno qualcuno tentò di imitarlo se non ci riuscì fu scusato anche lui perdonato perchè non si imita imita un dio, un dio va temuto e lodato iodato...
lYon vogiio pensarti figlio di Dio ma figlio dell'uomo, fratello anche mio. Laudate dominum Laudnte dominum Ancora una volta abbracciarruno la fede che insegna ad avere td avgre il diritto el pendono nr-l male corunesso nome d'un dio volle, ii mate non volle.
No, non devo pensarti figlio di Dio ma figlio deli'uomo, fratello anche mio. Laudate hominem
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man-gra-tc in stra-da ncllc
s e m - b r ad i s e n - t i r - t oa n - c o _ r a d i - r e a l mer- can _te
Dove se n'è andato Elmer che di febbre si lasciò morire dov'è Herman bruciato in miniera. Dove sono Bert e Tom. rl primo ucciso in una rlssa e Ialtro che uscì già morto di galera L cosa ne sarà di Charlev che cadde mentre lavoraia e dal ponte volo e volo sulla strada. Dormono, dormono sulla collina dormono. dormono. sulla coÌlina. Dove sono ElÌa e Kate morte. eltrambe per errore. una d aborto. l'altra d'amore. E Ìlfaggie uccisa in un bordello daìle carezze di un animale e Edith consumata da uno strano male. E Lizzie che inseguì la vita lonîano. e dall'Inghilterra fu rrportata in questo paìmo di terra. Dormono, dormono. sulla collina do:mono. dormono suila collina
chc lo vcn-di,co-sati
Dove sono i generali che si fregiaróno nelle battaslie con cimiteri di croci sul pettoi. dove i figli deììa guerra partiti per un ideale per una. truffa. per un amot.e finito male: nanno rrmandato a casa le loro spoghe nejle bandiere Iegate strette perchè sembrasser.o intere. Dormono, dormono. sulla coìlina dormono, dormono su.lla collinaDov'è Jones il suonatore che fu sorpreso dai suoi novantlanni e con la vita aw.ebbe ancora glocato. Lui che offrì la faccia al .,r"né, la gola al vino e mai un pensiero denaro, non all'amoi.e nè aì cielo. lo1 Lui "l sì. sembra di sentirlo clanciare ancora delle porcate mangiate in strada nel[e ore sbagliate. sembra di sentirlo ancora dire al mercante di lrquore < t u c h e ì o v e n d i , c o s a t i c o m p r . id t m r q ì r n : e . l
Un motto
c'èun villoggio) (dievoogniscemo Musrcd at
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T DEANDRE_G BENNVOGL/O Allegro moderato
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Tu prova ad avere un mondo nel cuore e n o n r i e s c i a d e s p ri m e r l o c o n l e p a r o l e . p
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E si. anche tu andlesti a 3ercare le palole sicufe per farti ascoltare: per stupire mezz'ora basta un libro di storra, io cercai di imparare la Tle:csni a memoria, e dopo maiale, Majakou'sky e malfatto. c o n t i n u a r o n o g l i a ì t r i f i n u a l e g g e ,m i m a t t o .
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E senza sapere a chi dovessi la vita in un manicomio io l'ho restituita : qui sulìa collìna dormo malvolentieli onnrìr'é no l r i a é , \ r .' m . ^2 r. . ^ * ,n e r m l e r p e n s l e l ' 1 . qui nelìa penombra ola invento paroìe ma rimpiango una Ìuce. la luce del sole.
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tla un viilaggio che nde e te. lo scemo. che passa e n e p p u r e ì a n o t t e t i ì a s c i a d a s o ì o:
Le mie ossa regalano ancora alla vrta : l e r - e g a l a n oa n c o r a e l b a f i o r i t a . Ma la vita e rimasta nelle vo3r in sordina di chi ha perso Ìo scemo e ìo piange in colìina: di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia urrd
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Cosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura. ve lo rivelan gli occhi e le battute deila gente, o la curiosità di una ragazza irriverente che vi avvicina solo per un suo dubbio impertinente: vuole scoprir se è vero quanto si dice intorno ai nani, che siano piir forniti della virtir meno apparente, fra tutte le virtr) la piu indecente. P a s s a n og l i a n n i , i m e s i , e se li conti anche i minuti, è triste trovarsi aduÌti senza essere cresciuti: la maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo fino a dire che un nano e una carogna di sicuro perchè ha il cuore troppc. :roppo vicino al buco del culo.
Fu nelle notti insonnr vegÌiate al lume del rancore che preparai gli esamr, diventai procuratore per imboccar la strada che dalle panche d'una cattedraÌe porta alla sacrestia quindi alla cattedra d'un tribunale. giudice finalmente. arbitro in terra del bene e del male. E allora la mia statura non dispensò piu buonumore a chi alla sbarra in piedi mi diceva Vostro Onore, e di affidarli al boia fu un piacere dei tutto mio, prima di genuflettermi nell'ora delì'addio non conoscendo affatto la statura di Dio.
70
Un blasferno c'è un giordinoinconwu) (dietroogniblosfemo l\Austcadt
IestoC' T
BENI/VOGLIO DEANDRE-G
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i^r^nr
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Àl a - i.r, //OVANI
Moderatamente mosso
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N{ai piu mi chinai e nemnteno su un fior.e. plu non arrossii nel lubare l'amore dal momento che Inverno mi convrnse che Dio non sarebbe arrossito rubandomi il mio. Mi arrestarono un gtorno pel le donne ed il vino, non avevano ìeggi per punire un blasfemo. non mi uccise la morte. ma due guardie bigotte. mr cercarono I'anima a îorza di botte. Perchè dissi che Dio imbrogìio il prrmo uomo. lo costrinse a viaggiare una vtta da scemt.,. nel grardino incantato lo costrinse a sognare, a ignorare che al mondo c'e iì bene e c'e il male. Quando vide che ì uomo allungava le dita a rubargli il mistero d'una mela proibita per paura che ormai non avesse padroni lo fermo con la morte. inventò le stagioni. ... mi cercarono l'anima a f.orzadi botte... E se furon due guardie a fermarmi la vita, e proprio qui suila terra ìa mela proibìta, e non Dio, ma quaicuno che per noi I'ha inventato, cr costringe a sognare in un giardino incantato, ci costringe a sognare in un giardino incantato.
72
Un malatodi cuore Iesto di
Mustcodt
- G, BENTIVOGLIO E DEANDRE
- N. PIOVANI E DEANDRE
Moderato Co-min - ciai
34
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so-6na-rean
Lento(ouasilibero) -'--'-'
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co-me dia-vo-lo
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Liberamenle -pu-reun sorri-so io I'ho re-gala-to e an _ co-ra ri-tor_na
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in o-gnisuaestate quando
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MLR 2
C o p y r i g h r O 1 1 t 7 2b y E D I T O R T . \ S S O C I A T T
73
a temlo cuo-reim-paz-/ì
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no, non ri-cor
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da 9ua-le o-riz-zon
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sfu - maslse la lu - ce._Yocalîzzutl
Per seguire mache la ba-ciai,perDio,sì
lo ri-cor-do,-
Xat senza Rit poi segue
eilmi-o
sen-to
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so-gna - re con
Lento Quasi libero)
re-stò sul -le
lo - ro _
lh-ni-ma d'im-prov-vi -so pre-se il
no
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- Cominciai a sognare anch'io insieme a ìoro poi I'anima d'improvviso prese il volo. Da ragazzospiare i ragazzi giocare al ritmo balordo del tuo cuore malato e ii viene la voglia di uscire e provare che cosa ti manca per correre al prato, e ti tieni la voglia, e rimani a pensare come diavolo fanno a riprendere fiato. Da uomo avvertire il tempo sprecato a farti narrare la vita dagli òcchi e mai poter bere alla coppa d'un fiato ma a piccoli sorsi interrotti. e mai poter bere alla coppa d'un fiato ma a piccoli sorsi interrotti. Eppure un sorriso io I'ho regalato e ancora ritorna in ogni sua estate quando io la guidai o fui forse guidato a contarle i capelli con le mani sudate. Non credo che ahiesi promesseaì suo sguardo, non mi sembra che scelsi il silenzio o là voce, quando il cuore stordì e ora no, non ricordo s€ fu troppo sgomento o troppo felice, e il cuore impazzì e ora no, nòn ricordo. da quale orizzonte sfumassela luce.
rie-sce di
so-Ana -rc
con
lo - ro.
,--.-rî
E fra lo spettacolodolce dell'erba fra lunghe carezze finite sul volto, quelle sue coscecolor madreperla rimasero forse un fiore non colto. Ma che la baciai questo si lo ricordo col cuore ormai sulle labbra, ma che Ia baciai, per Dio, si lo ricordo, e il mio cuore le resto sulle labbra. - E I'anima d'improvviso prese il volo ma non mi sento di sognare con loro no non mi riesce di sognare con loro.
74
Un medico iesio dr
E DEANDRE G BENTIVOGLIO
lVustcadt
E DEANDRE N PIOVAN
Moderato
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DatXit, +l Rem
Da bambino volevo guarire i ciliegi quando rossi di frutti li credevo feriti ìa saìute per me li aveva lasciati coi fiori di neve che avevan perduti. Un sogno fu un sogno ma non durò poco cer questo giurai che avrei fatto il dottore e non per un Dio ma nemmeno per gioco : oerche i ciìiegi tornassero in fiore, cerche i ciliegi tornassero in fiore. E quando dottore lo fui finalmente ::rn volli tradire iì bambino per l'uomo e vennero in tanti e si chiamavano gente crlregimalati in ognr stagione. E r colleghi d'accordo i colleghi contenti nel leggermi in cuore tanta voglia d'amare nr spedirono il meglio dei loro ciienti con la diagnosi in faccia e per tutti era uguale ammalato di fame incapace a pagare.
poi coda I
E allora capii fui costretto a capire che fare il dottore è soltanto un mestiere c h e l a s c i e n z a n o n p r . r o ir e g a l a r l a a l l a g e n t e se non vuoi ammalarti dell'identico male. se non vuoi che il sistema ti pigli per fame E il sistema sicuro è pigliarti per fame neÌ tuoi figÌi in tua moflie ché ormai ti displezza percio chiusi in bottiglia coi fiori di ne','e. I'etichetta diceva: elisir di giovrnezza E un giudice. un giudice con la faccia da uomo mi spedì a sfogliare i tramonti in prigione inutile al mondo ed alle mie dita bollato per sempre truffatore imbroglione dott. prof. truff. imbroglrone.
78
Unchimico Mustcodi
Iesto dr
E DEANDRE- N, P/OYAN/
E DEANDRE- G. BENTIVOGLIO Mosso (iz 2)
36
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Copl'right Oì 1972 by EDITORI
ASSOCIATI
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Solo la morte m'ha portato in collina E c-orpofra i tanti a dar fosforo alì'aria ;:r brvacchi di fuochi che dicono fatuii non lasciano cenere,non sciolgon Ia brina.
Che strano andarsene senza soffrire. senza un volto di donna da dover ricordare, Ma è forse diverso il vostro morire v o i c h e u s c i t e a l ì ' a m o r e c h e c e d e t ea ì l ' a p r i l e Cosa c'è di diverso neì vostro morire.
chimico un giorno avevo il potere tposar gli elementi e di farli reagire, gli uomini mai mi riuscì di capire sr combinassero attraverso I'amore ad un gioco la gioia e il dolore.
Primavera non bìrssalei entra sicura come il fumo lei penetra in ogni fessura ha le labbra di carne i capelli di grano che paura, che voglia che ti prenda per mano Che paura, che voglia che ti porti lontano.
te il sorriso guardate il colore giocan sul viso di chi cerca I'amore: b stessosorriso lo stesso colore pno sul viso di chi ha avuto I'amore. sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
Ma guardate I'idrogeno tacere nel mare guardate I'ossigenoal suo fianco dormire : ha potuto sposarli senza farli scoppiare. Soltanto una legge che io riesco a capire. Fui chimico e, no, non mi volli sposare Non sapevo con chi e chi avrei generato: son morto in un esperimentosbagliato proprio come gli idioti che muoion d amore E q u a l c u n od i r à c h e c ' è u n m o d o m r g l r o r e
78
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MLR 2
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Daltonici, presbiti. mendicantr di vista iì mercante di ìuce, il vostro ocuìista. ora vuole soltanto clienti speciali che non sanno che farne di occhi normali Non piir ottico ma spacciatore di lenti per improvvisare occhi contenti, perchè le oupilÌe abituate a copiare inventino i mondi sui quali guardare. Seguite con me questi occhi sognare, fuggire daìì'orbita e non voler ritornare.
II. Parte Moderato
do che chà non
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Valzer campa,gnolo - c&t - to-lo.
Fa - re - mo
gli oc-chra - li
chente)Vedo che salgoa rubare il soìe per non aver piu notti, perchè non cada rn reti di tramonti, I'ho chiuso nei miei occhi, e chi avrà freddo lungo il mio sguardo si dovrà scaldare cliente)Vedo i fiumi dentro le mie vene. cercano iì loro mare, rompono gli argini, trovano cieli da fotografare. Sangue che scorre senza fantasia porta tumori di malinconia.
co
Fa - re - mo
(3' chente) Vede gendarmi pascolare donne chine sulla rugiada, rosse le lingue al polline dei fiori ma dov.è I'ape regina? Forse è volata ai nidi deìì.aurora. forse è volata, forse piu non vola. (4' clientel Vedo gli amici ancora sulla strada, loro non hanno fretta, rubano ancora al sonno I,alìegrra all'alba un po' di notte: e poi la luce. luce che trasforma il mondo in un giocattolo
Faremo gli o c c h i a l i c o s ì l Faremo gli o c c h i a l i c o s ì i
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82
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Iestodi
E DEANDRE- G. BENTIVOGLIO
f- ^r lrinnÈ Àr r r, uL ^r\u r - r\. P/OYAN/
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EDITORI ASSOCIATI, s.r.l., Via Bcrchet, 2 - 20721 MIL.I\\O Editori propricttri. Tutti i diritti sono rirervati.
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ln un voltice di polvere jl altrr vedevan siccità. me ricordava gonna di Jenny un ballo di tanti annr r^ trvo la mia terra re di suoni. u mlo cuor. dlora perchè coltivarla ancora. pensarla migliore.
Libertà l'ho vtsta dormire nei campi coltivati
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r= I
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a cielo e Cenalo. e cielo ed amore. protetta da un filo spinato.
E poi se la gente sa, e ìa gente io sa che sai suonare, suonare tl tocca per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoìtar-e.
Libertà ì'ho vista svegliarsi ogni voìta che ho suonato per un fruscio di ragazze a un ballo, per un compagno ubriaco.
Finì con i campi aile ortÍche finì con un flauto spezzato e un ridere rauco e ricordi tantr e nemmeno un ftmptanto
lntroduzione Iesto dr
- G.BENTIVOGLIO E DEANDRE Molto moderato
39
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Lento (liùeramente) - ta-va+ro co-sì co-me si sto-ca _
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la stes-saprima- vc-ra..._
attacca subt'to Lottavanocosì come si eioca i cucciolidel maggioerinormale loro avevano il tempo anche per la galera ad aspettarli fuori rimaneva l a s t e s s ar a b b i a l a s t e s s ap r i m a v e r a . . .
Conzone del moggio Iesto di
Musrcodr
F D EANDRE- G BENI/VOGLIO
E DEANDRE- N PIOVANI
Mosso Armonic:r
A n - c h es e i l n o - s t r o
mag-giohafat-to a
40 me -no dcl vo-stro co-rirg-gio
guar- rla-rc
chi-na - re il
nÌen-to
{:} f u o - c oh a r i - s p a r - m i a - t o
m i l - l c - c c n - t o a n - c h es c v o l - -
vi cre-dc-tc as_sol
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L\SSOCI.\TI, ieprretarr.
s . r . t . ,\ - i a B e r c h e t ,2 - 2 0 1 2 1 I f i L A \ O . MLR 2
Copvrrglr !
tli;3 Ì.. EDITORT \SSOCI \TI
A.rmonica
|b. -rc-moan-co-rapiù for
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vi cre-dia-teas-sol
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sie-te per scm-pre
c-=--Fa4
vi cre-dia-teas-sol
Fu
co-rn
Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio se la paura di guardare vi ha fatto chinare il mento se il fuoco ha risparmiato le vostre millecento anche se voi vi credete assolti s i e t e l o s t e s s oc o i n v o l t i .
E se r-reivostri quartierl tutto ò'rimasto come ieri, senza le barricate senza feriti, senza granate, se avete preso per buone le o verità u della televisione anche se allora vi siete assolti s i e t e l o s t e s s oc o i n v o l t i .
E se vi siete detti n o n s t a s u c c e d e n d on i c n t e , le fabbriche riapriranno, arresteranno qualche studente convinti che fosseun git-rco a cui avremmo giocato Poco provate pure a creden'i assolti s i c t e l o s t e s s oc o i n v o l t i .
E se credete ora che tutto sia come Prima perche avete votato ancora l a s i c u r e z z a ,l a d i s c i p l i n a , convinti di allontanare la paura di cambiare verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora piir forte p e r q u a n t o v o i v i c r e d i a t ea s s o l t i s i e t e p e r s e m p r ec o i n v o l t i , per qLranto voi vi crediate assolti sicte per semprecoinvolti.
Anche se avete chiuso le vostrc porte suì nostro muso l a n o t t e c h e ì e ( pantefe )) c i m o r d e v a n o il sedere l a s c i a n d o c i i n buonafede massacrare sui marciapiedi anche se ora ve ne fregate, r,oi quella notte vc-ri c'eravate.
87
Lobomboin testr Iesto di
Mustcodt
- G.BENI/VOGLIO DEANDRE
- N P/OYAN/ E DEANDRE
4t
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5 - vo "gra-zica di - o,,"buonna - ta - lc,,
io con-ta-vo i den-ti ai fran-co- bol-li
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trcn-t'an-ni e - ra-no
po -chi piìr dei
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/l) Can - tar - va-no il di-sor-di-ne
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g l i i n - g r a - t i d e l b c - n c s - s e - r fei a n -
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mag-gir.r,di un u - ni - co pa
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dal buon - scn-so
\ S S O C I . \ T I , s . r . l Via Berchct, 2 - 20121 \{ILA\O a6tr
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Copyright -a 1f;3
r. EDITL)RI .\SSOCI.\TI
E8 "non vo-glia-mo - ci
- pren - do an-co- ra a mi - su
Mim
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- schia-r'&-no la stra-da e per un
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rar-mi su di
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enonmiscn-tonor -ma-le-
c
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sor-
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e .r-des-soè
vuo - le pu-re un sen-soa sop-por - ta -re
titmo dei bassi
-na - re-
e il sen-so
de-vces-se-re ri - schia-re-
vo - ler più sop-por-
ma for-se
W - ta-re.
co-sa si provaè li -bc - ra-re
la fi - du - cia ncl-le proprie tcnta - zio-ni,
89 dal-lenostreemo-zio-ni,-al-lon-ta- nar-si intempoeprima di trovarti so-lo conlapa-u-ra di non tor-
Mlm
Lam
DaI*at$ ?oN segae
a -ver pie- tì
vl ' t' F b Mlm
Lam
...e io contavo i denti ai francobolli dicevo < grazie a dio o " buon ìlatale > mi sentivo normale eppure i miei trent'annr erano pochi piu dei loro ma non importa adesso torno al ìaYoro. Cantavano il disordine dei sogni gli ingrati del benesserefrancese e non davan I'idea di denunciare uomini al balcone d i u n s o l o m a g g i o ,d i u n u n i c o p a e s e , e io la faccia usata dal buonsenso ripeto u non vogliamoci del male " e non mi sento normale e mi sorprendo ancora a misurarmi su di loro c a d e s s oè t a r d i , a d e s s ot o r n o a l l a r , o r o . Rischiavano la strada e per urì uomo ci vuole pure un senso a sopportare di poter sanguinare c ìl senso non der"essererischiare nra forse non r,oler piu sopportare. C h i s s àc o s a s i p r o v a a l i b e r a r e la fiducia neìie proprie tentazioni, 3 l l u n l a n a r cg l i i n t r u s i dalìe nostle enrozioni, a l l t - r n t a n a r ìi n i tempo c prima di trovarti soìo con la paura di non tornare al lavoro.
Rischiare libertà strada per strada, scordarsi ie rotaie verso casa, io ne 1'algola pena, per arrivare ad incontrar la gente senzadovermi fingere innocente. NIi sforzo di ripetermi con lor<.i e piùi i'idea va di là del vetro piu mi lascianoindietro, per il coraggio insieme n o n s o l e r e g o l ed e l g i o c o senza la mia paura mi fido poco. Orn-raisono in ritardo per gli amici per l'odio potrei farcela da solo illuminando al tritolo chi ha la faccia e mostra solo il viso senlpre gradevole, sempre piu impreciso. E l'esplosivo spacca, taglia, fruga tra gli ospiti di un ballo mascherato, io mi sono invitato a rilevar l'impronta dietro ogni maschera che salta e a non aver pietà per la mia prima volta.
Al ballomoscheratn Mustcodt
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E DEANDRE- G BENTIVOGLIO Mediumtempo
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ce- le -bri - ta. --
Solm6 r"z
Cristo drogato da troppe sconfitte cedealla complicità di Nobel che gli espone la praticità d i u n e v e n t u a l ep r e m i o d e l l a b o n t à . Maria ignorata da un Edipo ormai scaltro m i m a u n a s u a n o s t a l g i ad i n a t i v i t à , io con la mia bomba porto [a novità, la bomba che debutta in società, a l b a l l o m a s c h e r a t od e l l a c e l e b r i t à . Dante alla porta di Paoloe Francesca spia chi fa meglio di lui: l r d i e t r o s i r a c c o n t au n a m o r e n o r m a l e ma lui sapra poi renderlo tanto geniale E il viaggio all'inferno ora fallo da solo c o n l ' u ì t i m a i n v i d i a l a s c i a t al à s o t t o u n I lenzuolo, sorpresa sulla porta d'una felicità la bornba ha risparmiato la normalità, a l b a l l o m a s c h e r a t od e l l a c e l e b r i t à . La bornba non ha una natura gentile ma spinta da imparzialità s c o n v o l g eI ' i m p r o b a b i l e i n t i m i t à d i u n ' a p p a r e n t es t a t u a d e l l a P i e t à . G r i m i l d e d i M a n h a t t a n ,s t a t u a d e l l a l i b e r t à , adessonon ha piu rivali la tua vanità e il gioco dello specchio non si ripeterà < sono piu bella io o la statua della Pietà della celebrità. dopo il ballo mascl-reratc-r
srb
Neìson strappato al suo carnevale rincorre la sua identità e c e r c a l a s u a m a s c h e r a ,l ' o r g o g l i o , l o s t i l e , i m p e g n a t i s e m p r e a v i n c e r ee m a i a m o r i r e . Poi dalla feluca ormai a brandelli tenta di estrarre il coniglio della zua I Trafalgar c nella sua agonia,sparsa di qua, di ìà, i m p l o r a u n a S a n t ' E l e n aa n c h ei n c o m p r o p r i e t à , a l b a l l o m a s c h e r a t od e l l a c e l e b r i t à . Mio padre pretendeaspirina ed effetto e inciampa nella sua autorità, a f f i d a a u n a v e s t a g l i ai l s u o u l t i m o r u o l o ma lui esplode dopo, prima il suo decoro. Mia madre si approva in frantumi di specchio, dovrebbe accettare la bomba con serenità, i l m a r t i r i o è i i s u o m e s t i e r e ,l a s u a v a n i t à , ma ora accetta di morire soltanto a metà la sua parte ancora viva le fa tanta pietà, a l b a l l o m a s c h e r a t od e l l a c e l e b r i t à . Q u a l c u n o h a l a s c i a t ol a l u n a n e l b a g n o accesasoltano a metà quel poco che mi basta per contare i caduti, stupirmi della loro fragilità, e adesso puoi togliermi i piedi dal collo amico che mi hai insegnato < come si fa , se no ti porto indietro di qualche minuto ti metto a conversare,ti ci metto seduto tra Nelson e la statua della Pietà, al ballo mascherato della celebrità.
Sogno numerodue
93
Iesto
:. DEANDREdr-
R DANE
Mustcodr
E DEANDRE- N, PIOVANI Parlalo: Imputato ascr.rlta, battere del cut-lre fino
Mosso
nol al
ti ritmi
a b b ia m o piìr brevi
43 ascoltato. Tu non sapevi dell'ultima emozione
e del
di avere uDa coscienza al fosforo q u an d o u c c i d e v i , favorendo iI
I' intenzione,
re POte
nol
ammucchiati
fesa
tu la credevi
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u r S e nz a
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legge quello che lon prote&gej
fosforo
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abbiamo 0sscrvatt.> dal loro c e l eb r , z i o n e .
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20121 \ÍILA.\O. MLR 2
C o p y r i g h r . g .l U ì 3 L r E D I T O R I -\SSOCI.\TI
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I m p ut a t o
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c P P ur e
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condannato al di sopra di legge: pri m a cambiarono
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q u e ll o legge.
e hai dettato la
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P e r c o m e l o h a i r i n n o v a t o ,i l p o t e r e t i e g r a t o . A s c o l t a u n a v o Ì t a u n g i u d i c e c o m e m e g i u d i c o c o m e m e , l o c h i e d e a l p o t e r es e p u ò g i u d i c a r e . T sue i i l p o t e r e , V u o i e s s e r e g i u d i c a t o?
95
Vuoi
essere assolto o
-/
--/
condannato?
! -_--l
I )
! fl-21--_lt-&
Imputato ascolta, noi ti abbiamo ascoltato. Tu non sapevi di avere una coscienzaal I fosfort-, piantatatra l'aortae I'intenzione , noi ti abbiamo osseivato dal primo battito del cuore fino ai ritmi piir brevr dell'ultima emozione quando uccidevi, favorendo il ootere i soci vitalizi'delpotere ammucchiatiin discesa a difesa della loro celebrazione. E s e t u I a c r e d e v iv e n d e t t a il fosforo di suardia segnalavala iua urgènza di potcre m e n t r e t i e m o z i o n a v in e l r u o l o p i u e c c i t a n t e I della legge
quello che non protegge la parte deì boia.
Inrputato, il dito piu luhgo della tua mancr è ii medi
Canzone delpodre Iestodr
Mustcodt
E DEANDRE- G.BENTIVOGLIO
E DEANDRE- N, PIOVANI
Moderato
44 I ) \
po-sto lo ha la-sciir-to tuo
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I rt,petere sJuttLando
V r - r o id a r r e r o l a s c i a l c a i t u t _ r io c c h i sulo i sogni cht, non [annt-rsrceliarc,. S r . \ ' o s t l o O n o r e , m a l i v o e l i o n i u : r - r ' í ì r r d- i . C'e' lì un y'ds1o, lo ha lascì4tr'r.,cr$f,1r". \ o r t d o v r a i t h t . r ' c ,: il ll t c t u l o ó n ' t e , îo c . r u a r ' Í a jú l r ' 3 l t | r n a \ | )Ft'c , L p r u p l L c u l c d l r l s t l t . . g. pl laf L lmc,,. l e p i u , e r a n d i s a n n o g i l i d o y e -a h d a r e . C u s r ,> b n d i r r r r r e t o m i o p a c l 6 c L t r u r s p. l l ì u r l \ o g l t o p , ' " . : . { 6 l { f " i l t l i L r r r r r r a l r. n i h a d a r o f i d r ì c r a a s s o l u z i c . r n ce d b ' l i t t o l o s t t . s s o m , , , l " n t " .
H o i r r l e s t i t o i l d c r r a r t _cr e l i a f f e t t i l r a r r e ac t a m i g l i a d a n n o l i ' n d i t c . s i L u r c , con mia moglie si discutc l'amore r i s o n o d i s t a n z e, r r o n c i s o n o p a u r c , r t t . ro g n i n o t t c I u i m i s i a r r c n d c ' p i u t a r c l i \rngono uomini, ce n'è uno piu magro, ìra una raligia c dnc passaporti, lci ha gli occhi di una donna che piiro. C o m m i s s a r i o i r . rt i p a g o p e r q u e s t o , lci ha gli occhi di una donna che è r.nia, l ' u o m t - rm a g r o h a l c m a n i o c c u p a t ( ' , r - r n al a l i g i a d i c i o n d o l i , u n f o g l i o d i v i a .
E ora Berto, figìio dclla Lavandaia, c o n l p a g n o d i s c u c i l a ,p r - c f c r i s c c i m p a l a r c a contarc sulle antenne dei et'illi r ì o l l L r s a n r a i b c r l l r .d r s ; t p t - r r r tl :) c r g i u r a r ( ' ; s c p p e l l i r a s u a m a d r c i n u n c i m i c r o d i l a v a t r . r ie a v l o l l a i n u n l c n z u c . r ìqou a s i c o m c s l i c r o i : . i t r ' r ' n t uu ì ì a t t i n l u p c . t '\ L l e ! L . r i r ca - d i t _ r Jr torrtinuar.'.rfarsi ifatti sur_ri c s c a p p o r i a eu n l a p a u r a d i a l r t r s l i n i r - t . il.giornalc di ieri lo da morrt, arrugeinito, i. becchini ne raccolgono spesso l'ra la gente che si làscia pìor.ere addosscr.
\on ha piu la faccia del suo primo hascish c ì i l r r . r i
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Chi r a clicencloin qirt., . 1 r . .o d i , r i l n r i o l a r o r t . r lton sa c()n quanto arÌl()ì.c rri dedico al tritolo, e'quasi indipendcnrt, iìncora poche or.e 1 . r o iu ì i d a r o Ì a r o c c il clctonatorc. I I n t i o P i n o c c h i o t r - ag r l t , p l ì t - c n t ea r t i g i a n a l c c 1 io r d i g n i c o s t r . u i t i srr scula inclustriale cli me non fara mai u r r ea v a l i c r c . d e I l a r r . , r . o . r t - l\ ( ) n d ' u r r ' a l t r a r a z z a , son bc-rm bar-olo. \ . 1 . . . 1 1 i 1 ' 1 rl ,r . s . . l l t ' L t n l et t o p t L i a t t c n z i ( ) n e, s : tl c b b c i n t p c r c l o r . r a bl ei l i u s t i z i a r - n ' r . is u l p r , r r - l o l r c l)l()l)ll(r.ttt'l ui0titU
trt .ili
r a o e ct s r o n c c r n i : r :rrila ionclannlt lt nl()t.tr, o I'antnislia. P r ' r -s t r a c Ì a t a n t c f a t . t . e r r o n h a n n o r r n b ei c o l o r . e , q L r i c h i r - r o nt c r . r . o r - i z z u sr arnmaìa di tcr-i.or.c, r r ' r l ì t í ì s p r ' l l i ìl l r p i , , l u i l r p f r n o n , , p l l ì n g c r c c l r ìs ( ) l ( ) , i ( ) s ( ) n d u Ì ì a Ì 1 t - oi ì \ \ t s ( ) , rrrrr irt-rrnbar.clio.
I n t eI l et t L r a l id ' o g r : i i c l i t . r t ci l i c l e n t a n r l i c l a t c t l i i i ec r - tc l l o . l t r ' l r . r . l . r. r l l ( n l i \ . r l r l ì n i l ì ì r , l t t i r t r , r l l ol r t r , , h . r t i ciella rivolr,rzione ()!gi lat'()du rrre s c r - r z :l re z i o n e . I i s r ' o t e r . i . ir n e n t ì c i lìr'l \ui
tort. jj.1.,,,,1
, , 'r t ( ) l ) o a t c r . l i uccisi s l r r - of r . : ri i a t i t a r r t i r l l r l i r r . i r r ' l i t r . . r . t .iuo I l a ì t t t a . ti .ì ì s O r . r oI r . r r _ c t , l l ( ) s c r , l l o u n ' a l t t - as L . L l ( ) l . l \ ( ) n l ) ( ) n lt) a t r ( ) l ( ) . P(-r.te t'c lr-o1-r1-rc r ()ìtc
( l r ' l L ' r - i r l {.,t . l : t l t I L, I.tì:1tr, \,glìllclato t r-estitui1r.it I (ìaÌ lLt(rtlìr.r.()platìi, r) \L'nlr,,, tt.slilltit lj Lul. po clcl tut.r lct.t.or.c clel Irro clisor-cline (lII iLl(J t.Lll.u(]tt. L ( ) \ l l ) r . n \ a t \a f C _ i t . l C L l l t i t ' ! . t ìt e n . n e c l i s l - r r , r . a t ( ) sL'lì()u clel tutt() g.iust() qLrasìnienlt, sbaglìaro, e r ' r - c a n c l Oi l l L r L . r g ri )d o n t , O l ì L l i ì l t ( )a l s r r o t t . t 1 ( ) l o . irrsontnra poslo rlc::no _il tl ittt t'r9111[11-1111y
jJklnttttt/O
( . t ' , l t r 1 , ,r i i J . ,, 1 . 1 . . , .. c i : t ra n l i a l p a r - l a n t c n t,, a s l t e lt a n d o ì r , : 1 t l o : i o n t , \ llL i)l',\.t\\( ., , il stlo [.111 I tlìt lrr 1j,1.. lli.rrrLt,r. UÌl t0t'J'cnle dr r Or.ulì , r'.
\ rdcndo cspiocìct.c
l l t ì \ l ) 1 r , . .r , t J i _ t , r t . n . r l i .
\ l u c r o c h c l < _f.er r r 't_rr.gog p rofondamcn te l rc r l u t l m m a g i n e d_i nlee. il l \ l ì ( \ r S p u l g e r ad a c , ! r r il , , l l i , , tonlanî dal ritlitolo i n c u i l o l a s c i os o ì o , nta p r i n t a _p a s r n u ,in
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C o p r r i g h t ! ' 1 { J 7 3l ; v I I D I T O R I
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non son riusc it<-ia canr-biar-ti
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n c i n m i h a r c a m b r . r t ol u
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Quando in anticipo sul tuo stuporc \rIr'anrìo a chiedcrti del nostro amot.e a q L t el l a g c ì ì t e c o n s u m a t a n e l f a r s i d a r . r c t t a Lin anlore così lungo i L r r ' ì o r ìd a r g l i c ì o i n f r c t t a r o r . ìs p a l a n c a r c l c l a b b r a a d u n i n g o r u o d i l c r r . r cl a b b r . a c o s ì f r - c n a t cn c ì l e t o n , u l L o t t ' " [dcll'alllorc ciolto ì'anrorc così sicurc a rifusiarsi nei . scr-rrprc, : i . ì ì i p o u r i s i ad e i r r r a i . : ì ù l l s o r l l i r - r s c r t oa c a n r b i a r - t i r , r n r . n i h a i c a n . r b i a t ol o s e i . [ : r i i c t r - r -ar i n t i c r o [ c . r n il t o r t c r - l n n o u t r t _ r ; , . ' r l a r . r i p i i r b c l ì a c p e, s a r . n r i * , à , : i : ; e g a ì a g l i u n t r - t r c c l rc_hl c c o r - r ' n r cr".tr:of ;r:-jrl t i o lporliì\'l . ìolo si stupirairno \ , ì i l U n ( ) n l l ì i b a s l l r ri , . r ' , l i i c l ì c i l p o t c r - c i o l ' h o s c a _ e l i a t od a l l c I n r a ni t i u r e I . ì n l o r c t ì o l t t : l - aa r d u l t o c t i l a s c i a v o i : r c ; r ' i t r - ; ' r . r a r c- cl o p t - rl ' a n r o r c I g r a [ f i s u i s e l l i .rl,r r íìtr'lzc dell'amor-. c:e facile omai :ìu;ì srr riuscita a cantbiar-nti : , ' : r i h o c a n r b i a t al o s a i .
rtpetere
sJutnando
D i g l i c ì r c i t u o i o c c l . r in r c l i h a n r . i d a t i s c n r p r . c comc fiori regalati a rraggicr c restituiti in novcn.rbrc i tuoi occhi.come luoti a rcnclcre per chi ti ha datt_r [lavoro ituoi occhi assunti cla tr-c anni i tuoi occhi pcr lor<.,, o l n r a i b r , r o n i p c r s e t a c c i a r . cs p i a g g e c o n ì a s c u s a c l e ì lcora llcr c - rp e r ' [ t u t t a r s i i n u r r c i n c n r a c o n u n a p i u t r a a l c o l l < t r ' . 1 t ' o l ) p os l a . n e h i p e l t ì o n r e r . g o e n a r : i c l r r t _ r n l e s s l l l or t t ' i m i c r P | o 1 ' r r i si c l c r r t i t ia i t u o i . o r r u r i u s . i l r a e a r t t b i a r -i e ci son liusciti lo sai. \ l a s e n z ac h c g l i a i t r i n o n n c s a p p i a n o n i c n t c dirlnri serlza Lln programma dimmi come ci si sr-nte continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al f a r a i I ' a n - r o r cp c r a m o r c o per averccio garantito, lndrai a vivere con Alice chc si fa il q,,hiskr
Idit..r
I d i s t i l l a n d of i o l i o c o n L l nC a s a n o v ac h e -t i p r o m e t t e d i p r c s e n t a r t ia i o rcstcrai piu semplicernente d o v e u n a t t i l n o r , a l eu n a l t r o senza chiederti come mai, continuerai a farti scegliere o finalmr'ntc sccglicrai.
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E DEANDRE_G.BENTIVOCLIO Moderato
E DEANDRE N P/OYANI
re - spi - ra- re
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l a s t e s- s a a
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Cetlo bisc.rqna lurnc di str-adn cla una ginnastìea cl'obbedienzl
PCI'cith - ro d e . i s o d i l i n u n c i a l c aìla mia ora di liberrà \t' ( c qualcosa cla \partile r r a i l p r i r i t - r n i L ' r oe i l s u o p i a r r t o r r . . che non sia ì'aria di qucl cortile r u g l i o : t - ' l t a n t oc h t ' s i a p r i g i o n e c h e n o n s i a l ' a r i a d i q u eI c ó r t i l c r o g l i c rs o l l n n t o . l r t ' r i a p r i g i o n . ' .
t h c t i c l i a i l n t o t i o d eì l a r r o l en z l p e r - ob i s o u n u l l l r r r , a l t r - c l t a n t e p c r d i r c r - r t a l c( t l \ t r o g l j o n i . l a t t u n t i t t . r i t e p r l . 1\ . l l l i l ( c h e n o n c i s c l n o 1 t o l r ' r ib u o n i . l a r t t - , trti t r r . i r t ' l i u . r ( . r l ì i lr . c h c n o i t . ' i s o n o 1 ' r o l ti, tl t t i r . r n i .
E t ' u r t r i r ri.. r t : r t r n o r a p l i t n a Llro ì rJ dupo .'r'reiu finrta c ho visto gcntc le nire sola e p o i i n s i em c v et ' s o l ' u s c i t a n o n n t i t ì s p et t a v o u n v o s t t - o e t ' t - o ì . c uornirric donne di rribunale sc fossi stato al vostro posto... t t t e a l r ( ) s t t ' op u \ t u r r u n r ' i s o \ l i . uL ' sc lossi stat(r al \'ostro posto... i t t . t. r l t o . l I o p o \ l ( , r t o n . i r u \ l i . r t ' ( ' .
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Fuoli dall'aulasulla slraCa nra in nrezzo al fuor-i anche fuor-i cli la h o c h i c s t o a l n ' r e g l i od c l l a n r i a f a c c i a una polcmica cìi-dignira t a n l c l r ' l r i n l t ' . l t ' r l r r - l n c .i r r r r r s r , r a r l i . r s p i e u a l e t I t t ' r ' p l i r r r u i el e c p o i l o s a n n o l r l a rp r c f c r i s c c l n o r c d e r l a t o g i i o c a c ' . h iv a i n g a ì c r . a r' prri lo :ann() lnA l'ltr.lt.ti:ilono r e d c l J r t r > c l i c r c: r c h i r a i n g n ì c r - r .
l)i tc:Pit'alt' lJ \l('\\a uriir c l c i s c c o r r d i n in o n c i r a :rbbiam dcciso di imprigionar'ìi durante I'ora di libeltà t t n i l t a d c s s t -al l l a p l i e i u r r . . ad ascoltare .sullaport;i la nostra ultlma canzonc eh c r i r i p c t c u n ' a l t r a v o ì t a l ) e l q u r ì n t oI o i r i c r c d i a t e a s s o i t r sietc lo stcssocc.rinvolti. Per quanto voi vi crediatc assolti : r t ' t c l o s t e s s t -c>o i n l o l t i .
-f.r t t t e l r ' e l i r r t t ' , ì . , : l r i t r , e ,i r r r r r i , pochc Ic faccc. [r'a loro lci, s i s t : t r ì r i . ' d er r d r ,l u t l r r i 1 11 1 1- 11 1 , 1 1 1 , s i s t l - r t' ' t i s r ' e c i l i t t r . ' tc i qucl chc ciiladi ntc llla,'ente qut'l tltt tlitlr r. lo tlito i,r d a r - r n p o ' d i t e r r t r - r oc r a L Ì n p o ' c a n t b i a t c r n ì A n o n n e l d i r r r r iJ n ì u r ' ( . r n i o d a u n 1 : r o 'd i t c n r p o t : r a L l n p o ' c a m b i a t c r r l ì : ì n L r n l t t . l r l i | n r i . t n ì o r ' ( .I n i ( r .
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Q u a n t i c a v a l l ih a i t u s e d u t o a l l a p o r t a tu che sfioriil cielo col tuo dito più corto la nottenon ha bisogno l a n o t t ef a b e n i s s i m oa m e n o d e l t u o c o n c e r t o t i o l f e n d e r e s t si e q u a l c u n o t i c h i a m a s s eu n t e n t a t i v o E d a r r i v o u n b a m b i n oc o n l e m a n i i n t a s c a e d u n o c e a n ov e r d e d i e t r o l e s p a l l e d i s s e . V o r r e i s a p e r e ,q u a n t o è g r a n d e i l v e r d e c o m e è b e l l o i l m a r e ,q u a n t o d u r a u n a s t a n z a è t r o p p o t e m p o c h e g u a r d o i l s o l e , m i h a f a t t o m a l e"
Conzone PerI'estate -: ti
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::^ la radio che ronzava pe, I mondo cose strane r p s n , r od e l t r r o c a n e c h e d o r m i v a . ? î - ' ' r i q a n t rq p m n r" p n r o n t t a b e n e d r r er t u o i s f o r z rn e r r l P ' " " ' '
c: :^e caî rrca i
Ipane . l t u o b a m b i n ob i o n d o a c uj h a i d o n a l o u n a p i s t o l a Iper Natale s e m b r av e r a , , l l e t t oi n c u i t u a m o g l i e t i h a m a i s a p u t od a r e o c c h i a l ic h e t r a u n p o d o v r a ic a m b r a r e
C:^'e cr- e @- è C€- e
c h e n o n r i e s c ip i u a che non riesci piu a che non riesci ptu a che non riesci piu a
volare volare volare volare.
{ c : ^ e t u e f i n e s t r ea p e r t e s u l l a s t r a d a e g l i o c c h i c h i u s i I s u l l ag e n t e ^ a t u a t r a n q u i l l i t àl u, c i d i t à s, o d d i s f a z i o npee r m a n e n t e : , a c o d ad i r i c a m b i o : - e n u v o l ei n a f f i t t o : , e r o n d i n id i g u a r d i as o p r ai l t e t t o . t u o f r a n c e s c a n e s i mao p u n t a t ee l a t u a d o l c e I c o ns i s t e nz a : . o o s s i g e n op u r g a t o e l e t u e o n d e r e g o l a t e i n u n a Isîanza p e r m e s s od i t r a s m e t t e r e I d vieto di parlare
ogîr giorno un altro giorno da contare
Con ò che non rresci prtr a volare eom c nhp nnn rioserniU a vOlare com è che non rescr pru a volare com e chp nnn riescr nitl a volare C o n i t u o i e n t u s i a s m li e n Ì t p r e c , s a t oi a r | c o ' d i s t a g r o n a t e u n a b e l l a a d d o r m e n t a t ac h e s i s v e g l a a t u t t o q u e l c h e Ie regalr con il tuo collezionismo .ii nîr^ló.^mnli.àló
l a t u a u l t i m ac a n z o n ep e r l e s t a t e . C o n l e t u e m a n ì d i c a r t a p e r a v v o l g e r ea l t r e m a n i n o r m a l i c o n I j d i o î a i n g i a r d i n oa d i s o l a r el e t u e r o s e m ì g l i o r i c o l t u o f r e d d od i m o n t a g n a e i l d i v i e t od i s u d a r e e p i u n i e n t ep e r p o t e r t rv e r g o g n a r e . (ìom e chp
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Dolceluno T e s t oe M l s r c c d r
T DEANDRE T DE GREGOR/
Moderato C a m - m i - n a c o - m e u n v e c - c h t o m ar i - n a - i o -
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C a m m i n ac o m e u n v e c c h i o m a r i n a i o non ha piu un poslo dove andare la terra sotto i piedi non lo aspetta stranomodo di ballare s u a m o g l i eh a u n a l t r ou o m oe u n ' a l t r ad o n n a ,è p r o p r i ou n [uomo da buttare e n e l l e t a s c h eg l i è r i m a s t as o l o u n p o ' d i p o l v e r ed i m a r e e non puo testimoniare.
S i m u o v es o o r a i s a s s i come un leone invernale l r p u ò p a r l a r eo r e e d o r e d e l l a s u a q u a r t a g u e r r am o n d i a l e c o n s e r v al a s u a c e n a d e n t r oa u n f o g l i o d i g i o r n a l e l a s u a r a g a z z a, , e s c a d a l l e l u n g h e g a m b e f a a l l ' a m o r e " I n i e n t em a l e e non puo testimoniare.
L u i v i d e i l m a r i n a i oi n d i a n o alzarsi n oiedie barcollare c o n u n c o l t e l l on e ' l a s c h i e n a t r a l a s c h i u m ae l a s t e l l a p o l a r e e i l t i m o n i e r ed i S c i a n g a it o r n ò t r a n q u i l l oa p i l o t a r e e , u i l o v i d e c o n l ' a n e l l oa l d i t o e u n a l t r o a n e l l od a r u b a r e 'ra non può testimoniare.
de - vo
pro - prio
da
re
ma non
SO
D a l b u i o d e l l e n o t t i . B a l t aL i n d a" a l l a p a r a l i s id i u n p o r t o , l a l u c e d e l l e s t e l l ec h i a r e c o m e u n r i f u g i oc a p o v o l t o , l a s u a b a l e n a " D o l c e L u n a" c h e l o a s p e t t ai n a l t o m a r e , gli ha detto molte volte Dimmi amore, con chi mi vuoi " e non puo testimoniare e non puo testimonlare.
[dimenticare "
E t u i m i v i e n i a d i r e v o g l i ou n f i g l i o s u c u i p o t e r m ir e g o l a r e c o n d u e o c c h i q u a l u n q u ee i l t e r z o o c c h i o i n c o n f o n d i b i l e c h e n o n t i ì m p o r t an i e n t e s e n o n r i u s c i r àa n u o t a r e I i m p o r t a n t eè c h e a b b i a s u l l a g u a n c i ad e s t r a quellamia vogliadi mare e m i d i c i a n c o r ac h e i l m i o n o m e glielo devo propriodare ma non so testimoniare ro non so lestimoniare.
[e speciale
\ Lo cottivostrodo
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,,Tt:il ': ,"Vr,si:l i'
T DE ANDRE T DE GREGOR/
Al - la
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53
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Do chie - se "per - chè" cad - de ro -pla-no
e quan-dcr quan-do l'a
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die - tro la sta - zlo-ne Sui via-li A u n d i - c i o t - t e n - n e a 1- c o - l i z - z a - t o
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f. de andrè f. de gregori
Alla parata militare sputò negli occhi a un innocente e quando lui chiese " Perchè" lui gli rispose " questo è niente e adesso è ora che io vada " e l ' i n n o c e n t el o s e g u ì , senza le armi lo segui sulla sua cattiva strada. Sui viali dietro la stazione r u b ò I ' i n c a s s oa u n a r e g i n a e quando lei gli ctisse( come ' lui le rispose " forse è meglio è come prima forse è ora che io vacla" e l a r e g i n al o s e g u i col suo dolore lo segui sulla sua cattiva stracla. E in una notie senza luna truccò le stelle ad un Pilota q u a n d o I ' a e r o p l a n oc a d d e lui disse " è coloa di chi muore c o m u n q u eè m e g l i oc h e i o v a d a " ed il pilota lo segui senza le stelle lo segui sulla sua cattiva strada. A un diciottenne alcolizzato versò da bere ancora un Poco e mentre quello lo guardava tui disse " Amico ci scommetto stai per dirmi adesso è ora che io vada " I'alcolizzatolo capi non disse niente e lo seguì sulla sua cattiva strada. Ad un processoPer amore bacio le bocchedei giurati e ai loro sguardi imbarazzati rispose " Adesso è Più normale adesso è meglio, adesso è giusto, giusto' è giusto che io vada " e d i g i u r a t il o s e g u i r o n o a bocca aperta lo seguirono sulla sua cattiva strada, sulla sua cattiva strada. E quando poi sparì del tutto a chi diceva " è stato un male " a chi diceva " è stato un bene " raccomandò" non vi conviene venir con me dovunque vada, ma c'è amore un Po' Per tutti e tutti quanti hanno un amore sulla cattiva strada sulla cattiva strada ".
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E ancora ucc so dalla vostra corlesla n e l lo r a i n c u i u n m l o s o g n o ba ler na d seconda frla, a g r t a v ap e r c h : s s à Q u a l e a v v e n i r e I s - o p ' e s e n t ed r s e n r e n o ' m i e il suo cesareo fresco, pensavoe bello che dove finisconole mie dita d e b b a l n q u a l c h e m o d o i n c o m r n c i a r eu n a c h i t a r r a . E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci, mi sentlvo meno stanco di voi ero molto meno stanco di voi. P o t e ' / o s t u z z r c a r ei p a n t a l o n i d e l l a s c o n o s c i u t a f r n o a v e d e r l e s p a l a n c a r s tl a b o c c a . P c t e v o c h i e d e r e a d u n o q u a l u n q u ed e ì m i e i f i g l i di parlareancora male e ad alîa voce di me. P o t e v o b a r a t t a r el a m i a c h i t a r r a e i l s u o e l m o con una scatola di legno che dicesse perderemo. P o t e v o c h i e d e r v ic o m e s ì c h i a m a i l v o s t r o c a n e i l m i o e u n p o d i t e r r ì p oc h e s i c h i a m a L i b e r o . Poîevo assumereun cannibaleal giorno p e r f a r m i i n s e g n a r e l a m i a d í s t a n z ad a l l e s t e l l e . Potevo attraversare litri e litri di corallo per raggiunggre un posto che si chiamasse arrivederci. E mai che mi sia venuto In menîe, di essere piu ubriaco di voi di essere molto piu ubriaco di voi.
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F DEANDRE
Moderato
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RemT
-tan-to c a - p a - e ea v e l ' - g o
gnaf-sr
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mot'-ta,tuasr.r-t'el-la ne ha pianto.-
uomt
quel giot.no non a-\'e-\'.r-no f io -r'i,pec-ca-to, quel gior'-noven-de-va-no
Rem7
E spe - r'a-r'oche ar lel-r-bein-se - gna-to a tua ma-dle a
par grr7.-ze
som-manon pro-pnoa can - ta -r.e _
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q u r l - l o c i s r . r - n og i i r
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lfr'm/
5trum.
Sol
tut-tie-du
L D I T O R I A S S O C I - \ T I , s . , . ì . ,\ r i r B c r t l r c t ,f - 2 0 1 2 1 \ f I L . \ \ O . L < i r t r. i p r o p r i c t a r i . f-::r i diritti sono riserlati.
MtR 2
l - o
c0-me
ve-sto-noin modounpo' stru"-no
.'So-n<-r m i c c , n - s -i c l i d i m a n - d a t ' - l id a u n saÉo e mi chie-di
R em 7
lrom/
Io-rosta-se-ra i mi
-
g l i o - r i c h ea b - b i a - m o . " -
I.l a-des-st-r ri - di
miei a- mi-ci tihanno da-to la
-chia-io di mi-mo-sanel-l'ìm-bu-td o i u n p c ' l - s i - n os l a c - e i a - t u '
l i a c - c o m - p a - g n o .i l l o - r ' ov i a g - g i o p o r - t a
R em 7
- spet-ta u n a - m o - l e P i u f i - d a - t c r
stes-soquetduepe-li d'e-le- fan-te-
e ti ver-sl un cuc '
un pri piir lon
t a - n o .-
Re7
S o l7
il tuo ac-cendi-nos a t
E tua-
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mi 1et'- mu-r'a-noil sitn-gueli ho
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re - sto vie-ne sem-Pre da
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t u o i . , A - i u - t o " s a - l ' a n n o a r r c o - l ' as a l v a - t i -
- s c i a t ' -c i
che-
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d i - c o è sta-tome-glio Ia -
KPMI
D om 7
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D om 7
es - ser - ci mai
ln - con
tra - ti.----rî ---/ sot7all.
lzt " S o n o l o r o s t a s e r ai m i g l i o r i c h e a b b i a m o, , E a d e s s o r i d i e t i v e r s i u n c u c c h i a i od i m i m o s a n e l l ' i m b u t od i u n p o l s i n o s l a c c i a t o . I miei amici ti hanno dato la mano, l i a c c o m p a g n o ,i l l o r o v i a g g i o p o r t a u n p o ' p i f i l o n t a n o .
T u a m a d r ec e l ' h a m o l t o c o n m e p e r c h é s o n o s p o s a t oe i n p i u c a n t o pero canto bene e non so se tua madre s i a a l t r e t t a n t oc a p a c e a v e r g o g n a r s id i m e . la gazza che ti ho regalato è m o r t a ,t u a s o r e l l a n e h a p i a n t o , q u e l g i o r n o n o n a v e v a m of i o r i , p e c c a t o , q u e l g i o r n o v e n d e v a n og a z z e p a r l a n t i . E speravo che avrebb.einsegnato a tua madre a dirmi " Ciao come stai-, i n s o m m an o n p r o p r i o a c a n t a r e per quelloci sono gia io come sai.
E t u a s p e t t au n a m o r e p i ù f i d a t o i l t u o a c c e n d i n os a i i o l ' h o g i a r e g a l a t o e l o s t e s s oq u e i d u e p e l i d ' e l e f a n t e m i f e r m a v a n oi l s a n g u e li ho dati a un passante.
I m i e i a m i c i s o n o t u t t i e d u c a t ic o n t e però veslonoin modo un po' strano m i c o n s i g l i d i m a n d a r l id a u n s a r t o e m i c h i e d i
Poi il resto viene sempre da sé i l u o i " A i u t o" s a r a n n o a n c o r a s a l v a t i io mi dico è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati.
Rimini Testce /'\lr.,sra.r dr
^,^^; I Dt ANDRE_M. BUBOA
Poco mosso
56 ha gli oc - chi.
fi - glia
par - Ia
I a b- b r a
-di-cau-n'a-
Ri-mi - ni l
J
bru- cia-to in
p i a z - z t t-
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I ,rtÌìb_l.,iisl L r,zionir\fugrcarr { llJrtori proprictari. T!!ti i diritti soilo riscrvati.
I JI-8.\rì I I L ) rl ( ) R I \ \ S O r l I \ I I
,".ilfl.l.î MLR 2
Cu-ba-
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cac-cia
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T e r e s ah a g l i o c c h i s e c c h i g u a r d av e r s oi l m a r e
E C o l o m b ol a c h i a m a d a l l as u a p o r t a n t i n a
O r a T e r e s ae a l l ' H a r r sy B a r g u a r d av e r s oi l m a r e
p e r l e i f i g l i ad i P l r a t i p e n s oc h e s ì a n o r m a l e T e r e s ap a r l a P o c o
l e i g l i t o g l i el e m a n e t t ea i p o l s i g l i r i m b o c c al e l e n z u o l a , , p e ru n t r i s t er e c a t t o l i c o- l e d i c e -
h a l a b b r as c r e p o l a t e m i i n d i c au n a m o r eP e r s o a R i m i n id ' e s t a t e .
ho inventato un regno e lui lo ha macellato s u d i u n a c r o c ed i l e g n o .
p e r l e i f i g l i ad i d r o g h i e r i p e n s oc h e s i a n o r m a l e p o r l au n a l a m e t t aa l c o l l o è v e c c h i ad i c e n t ' a n n i
L e i d i c e b r u c i a t oi n P i a z z a d a l l as a n t ai n q u i s i z i o n e f o r s ep e r d u t oa C u b a
E d u e e r r o r ih o c o m m e s s o d u e e r r o r id i s a g g e z z a
d i l e i h o s a p u t op o c o m a s e m b r an o n i n g a n n r . . E u n e r r o r eh o c o m m e s s ou n e r r o r eo t s a g g e z z a
dice
n e l l ar i v o l u z i o n e o n e l p o r t od i N e w Y o r k n e l l ac a c c i aa l l e s t r e g h e o p p u r ei n n e s s u np o s t o
a b o r t i r eI ' A m e r i c a e p o i g u a r d a r l ac o n d o l c e z z a m a v o i c h e s i e t eu o m i n r s o t t oi l v e n t oe l e v e l e n o n r e g a l a t et e r r e p r o m e s s e
a b o r t i r ei l f i g l i od e l b a g n i n o e p o i g u a r d a r l oc o n d o t c e z z a
m a n e s s u n ol e c r e d e .
a c h i n o n l e m a n t i e n e"
s u l l af i g l i ad e l d r o g h ì e r e " .
C o r o . R l M l N l .R l M l N l
C o r o :R l M I N l ,R l M l N l
C o r o :R l M l N l ,R l M l N l
m a v o i c h e s i e t ea R i m i n i t r a i g e l a t ie l e b a n d i e r e n o n f a t ep i u s c o m m e s s e
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FU ( JUBAL, s.r.l., Via Bcrchct. 2 - 20121 MILANO. Musrcalr I L,DITORI ASSOCIATI, s.r.t., Via Berchet.2 - 20.121 NftLAN() s.r.l., \'ia Bcccarra,5 - MfL.{}-O. I IADO Ldttorr pfoprtelar', Tutti idiritti sono riservati. MLR 2 Edizioni
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C ' è u n a d o n n ac h e s e m i n ai l g r a n o v o l t al a c a r l as i v e d e i l v i l l a n o i l v i l l a n oc h e z a P P al a t e r r a v o l t al a c a r t av i e n el a g u e r r a p e r l a g u e r r an o n c ' è P i u s o l d a t i a p i e d i s c a l z is o n t u t t i s c a P P a t i A n g i o l i n ac a m m i n ac a m m i n as u l l es u e s c a r p e t t eb l u I ' h a i n n a m o r a t va o l t a l a c a r t ae l u ì n o n c ' e carabiniere IPtu' I ' h a i n n a m o r a t va o l t a l a c a r t ae l u i n o n c ' è carabiniere f oiùr. C ' è u n b a m b ì n oc h e s a l e u n c a n c e l l o r u b a c i l i e g ee p i u m ed ' u c c e l l o t i r a s a s s a t en o n h a d o l o r i v o l t al a c a r t ac ' è i l f a n t ed i c u o r i . l l f a n t ed i c u o r ic h e è u n f u o c o d i p a g l i a v o l t al a c a r t ar l g a l l ot i s v e g l i a A n g i o l i n aa l l e s e i d i m a t t i n as ' i n t r e c c i ai c a p e l l i c o n I f o g l i ed ' o r t i c a h a u n a c o l l a n ad i o s s i d i p e s c al a g i r a t r e v o l t ei n m e z z o Ialledita, h a u n a c o l l a n ad i o s s id i o e s c al a c o n t at r e v o l t ei n t o r n o I alledita.
M i a m a d r eh a u n m u l i n oe u n f i g l i oi n f e d e l e gli inzucchera i l n a s od i t o r t ad i m e l e M i a m a d r ee i l m u l i n os o n n a t i r i d e n d o v o l t al a c a r t ac ' è u n p i l o t ab i o n d o P i l o t ab i o n d oc a m i c i ed i s e t a c a p p e l l od i v o l p es o r r i s od a a t l e t a A n g i o l i n as e d u t ai n c u c i n ac h e p i a n g e ,c h e m a n g i a I i n s a l a t ad i m o r e , M a d a m a d o rh è a p e r s os e i f i g l i e t r a i b a r d e l p o r t oe l e s u e m e r a v i g l i e M a d a m a d o r ès a p u z z ad i g a t t o v o l t a l a c a r t ae p a g a i l r i s c a t t o , p a g a i l r i s c a t t oc o n l e b o r s e d e g l i o c c h i p i e n ed i f o t o d i s o g n i i n t e r r o t t i A n g i o l i n ar ì t a g l i ag i o r î a l is i v e s t ed a s p o s ac a n t a Ivittoria c h i a m ai r i c o r d ic o l l o r o n o m e v o l t a l a c a r t a e f i n i s c ei n Igloria, c h i a m ai r i c o r d ic o l l o r o n o m ev o l t al a c a r t ae f i n i s c ei n Igloria. R a g a z z os t r a n i e r oh a u n d i s c o d ' o r c h e s t r ac h e g i r a I v e l o c ec h e p a r l ad ' a m o r e . u n d i s c o d ' o r c h e s t r ac h e g i r a c h e h a s t r a n i e r o Ragazzo I g i r a c h e p a r l ad ' a m o r e
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Cododi lupo Iesto e Ml;src, dl A^ | r. uL At\uf\r - /vr.òUBOA T
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M i a m a d r em i d i s s e- n o n d e v i g i o c a r e con gli zingarn i elbosco M i a m a d r em i d i s s en o n d e v i g i o c a r e i elbosco con gli zingarn M a i l b o s c oe r a s c u r oI ' e r b ag i à v e r d e l ì v e n n eS a l l yc o n u n t a m b u r e l l o m a i l b o s c oe r a s c u r oI ' e r b ag i à a l t a d i t e a r n i a m a d r ec h e n o n t o r n e r ò. A n d a i v e r s o i l m a r e s e n z ab a r c h e p e r t r a v e r s a r e s p e s i c e n t o l i r e p e r u n p e s c i o l i n od ' o r o A n d a i v e r s o i l m a r e s e n z ab a r c h ep e r t r a v e r s a r e s p e s ic e n t ol i r e p e r u n p e s c i o l i n oc i e c o . G l i m o n t a is u l l ag r o p p as p a r i ii n u n b a l e n o a n d a t ea d i r e a S a l l yc h e n o n t o r n e r o . G l i m o n t a is u l l ag r o p p as p a r i ii n u n m o m e n t o d i t e a m i a m a d r ec h e n o n t o r n e r o .
V i c i n oa l l a c i t t àt r o v a iP i l a rd e l m a r e c o n d u e g o c c i e d ' e r o i n as ' a d d o r m e n t a vial c u o r e . V i c i n oa l l e r o u l o t t e st r o v a iP i l a rd e i m e l i b o c c a s p o r c ad i m i r t i l l iu n c o l t e l l oi n m e z z oa i s e n i . M i s v e g l i a is u l l a q u e r c i aI ' a s s a s s i n e ora fuggito d i t e a l p e s c i o l i n oc h e n o n t o r n e r ò . M i g u a r d a in e l l os t a g n oI ' a s s a s s i n so' e r ag i à l a v a t o d i t e a m i a m a d r ec h e n o n t o r n e r ò . S e d u t os o t t o u n p o n t es i a n n u s a v ai l r e d e i t o p i s u l l a s t r a d a l e s u e b a m b o l eb r u c i a v a n oc o p e r t o n i . S d r a i a t os o t t o i l p o n t es i a d o r a v ai l r e d e i t o p i s u l l a s t r a d al e s u e b a m b o l ea d e s c a v a n oi s i g n o r i . M i p a r l os u l l a b o c c am i d o n ò u n b r a c c i a l e t t o d i t e a l l a q u e r c i ac h e n o n t o r n e r o . M i b a c i o s u l l a b o c c a m i p r o p o s ei l s u o l e t t o d i l e a m i a m a d r ec h e n o n t o r n e r Ò . M i a m a d r em i d i s s en o n d e v i g i o c a r e c o n g l i z i n g a r in e l b o s c o m a i l b o s c oe r a s c u r o I ' e r b ag i à v e r d e l ì v e n n eS a l l y c o n u n t a m b u r e l l o .
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traduztone D ì q u e l l oc h e p a p àc i h a l a s c i a t ol a p a r t em i g l i o r et i s e i Lpresa l a c o l l i n ar o s s ac o n i l s u g h e r ol e v a c c h es o r c i n e , ei l t o r o Igrande e m ' h a Ìl a s c i a t op i e t r e ,c i s t oe l u c e r t o l e .
M a t u t r s e rt e n t ul u n u e l a c a s ae t u t t uc h i s s uc h e v ' e r a L'ndrentu l i p i r r b u t ì r r oe l ' o l t uc u l t i a t oe d a p ó id i s e i m e s i c h e m i 'ndatu In'era p a r i au n c a m p u s a n t bu u m b a l d a t u
M a t u t i s e i t e n u t oi l r u s c e l l oe l a c a s ae t u t t oo u e l l oc h e Ic'era dentro l e p e r e b u t i r r ee l ' o r t o c o l t i v a t oe d o p o s e i m e s i c h e m e I n'eroandato s e m b r a v au n c i m i t e r ob o m b a r d a t o
T i n i s e i a n d a t ua c a m p àc u n l i s i g n u r if è n d i t ic o m a n d à [da to muddèri e l i s o l d i d i b a b b uI ' h a is p e s it u t t i i n . o r ' b o n l : T i l i : , : l c h e t o f i d d o l ua c a t t r ' a n naÍ j a j à I ' u c c h j a l i L s q r u r r d r l
T e n e s e i a n d a t oa v i v e r ec o i _ s i g n o r fi ,a c e n d o t i L c o m a n d a rd ea t u a m o g l i e e i s o l d id i p a p à l i h a i s p e s it u t t ii n d o l c i u m im , e _ d i c i nee g i à g l i f i g l i o l o 4 chetuo a a n n ia v e v a o c c h i a l i .L g i o r n a l i
M a m e m u d d è r cr a m p ad a s i g n o r aa m e f i d d o l uc u n n o s c i I p i i . rd i m i l l i p a r é u l i l a t o j a è m u g n e ddi i l a m a n z à n aa l a s e r a e l i t o i f i d d o l is o b r u t t id i t a r r ae d i l o z z u e a n d a r à nai c u i u à s sai c a l c h ez i r à c c u
M a m i a m o g l i ev i v e d a s i g n o r ae m i o f i g l i oc o n o s c ep i u L d i 1 0 0 0P a r o l e l a t u a m u n g ed a m a t t i n aa s e r a e l e t u e f i g i i e s o n o I s p o r c h ed i t e r r a i q u a l c h es e r v o e d i l e t a m ee a n d r a n n oa s p o s a r s a I pastore
C a n d ut u s e i p a l t u t us u l d a t up i a g n i ci o m e u n u s t è d d u e d a l i b a b b i d i l i t o i a m a n t it ' h a s a l v a t ut u f r a t è d d l e s i l u c u r à g g i uc h e t ' è f i l m a t uè s e m p r ec h ì d d u c h i l l ' è m ua v i d i i n p i a z z ac a I ' h a p i ù t o s t ul u m u r r o e p a l u s t a n t up o n r m il a f a c c i a i n c u l u .
E t u q u a n d os e i p a r t i t os o l d a t op i a n g e v ic o m e u n Lbambinetto e d a i o a d r i d e l l e t u e a m a n t rt ' h a s a l v a t ot u o f r a t e l l o e s e i l c o r a g g i oc h e t i è r i m a s t oè s e m p r eq u e l l o c e l a lvedremo in piazza c h i h a l a t e s t a d u r a e n e l f r a t t e m p om e t t i m il a f a c c i a i n I culo.
Parlando delnoufragio della "London Volour"
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di via Roma
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f Edizioni Musicali JUB.\L s.r.l,, via Rcrchct, 2 - 201 2 I IIIL.{NO ì FADO s.r.l.. Via Bcccaria. 5 - l\f IL.ANO. Editori prop.ietari. Tutti i diritti sono riservati.
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s e n z ac a n z o n i una rete d'illusioni. s c n z ac a n z o n i una reted'illusioni.
H a n n o d e t t o c h e F r a n z i s k aè s t a n c ad i p o s a r e p e r u n u o m o c h e d i p i n g ee n o n l a p u ò g u a r d a r e f i l o f ì l o d c l m i o c t r o r ec h e d a g l ' o c c h ip o r t i a l m a r e mi sa discgnare. c ' è u n a l a c r i m an a s c o t ac h c n e s s t t n o T u b a n d i t o s c n z al u n a s c n z as t c l l c c s c n z af o r t u n a q u c s t an o t t c d o r m i r a i c o l s u o r o s a r i os t r e t t oi n t o r n o a l t u o f u c i l e . T u b a n d i t os e n z al u n a s c n z as t e l l cc s e n z af o r t u n a q u c s t an o t t c d o r n r i r a ic o l s u o r i t r a t t o p r o p l i c -sr o t t o a l t u o f u c i l e . H a n n o d c t t o c h e F r a n z i s k an o n r i c s c ep i u a c a n t a r e a n c h c I ' u l t i m a s o r e l l at r a u n p o ' v e d r à s p o s a r e l ' a l t r o g i o r n o t " f a l t t o u o n t o l e h a s o r r i s op e r l a s t r a d a e r a c c r t o u n f o r c s t i c r oc h e n o n s a p c v aq u c l c h c c o s t a v a . I V l a r i n a i od i f o r e s t as c n z as o n n oe s e n z au n a c o n c h i g l i ad a p o t t a r e o N ' l a r i n a i od i f o r e s t as e n z as o n n o e s c n z au n a c o n c h i g l i ad a p o r t a r c o
s c n z ac a n z o n i una rcte d'illusioni. s c n z ac a n z o n i una retc d'illusioni.
Seti tngliossero o pezzecU Moderato
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Se ti tagliassero a pezzetti il vento li raccoglierebbe il regno dei ragni cucirebbe la pelle e l a l u n a t e s s e r e b b ei c a p e l l i e i l v i s o e il polline di Dio di Dio il sorriso. Ti ho trovata lungo il fiume che suonavi una foglia di fiore che cantavi parole leggere, parole d'amore ho assaggiatole tue labbra di miele rosso rosso ti ho detto dammi quello che vuoi, io quel che posso. Rosa gialla rosa di rame mai ballato così a lungo lungo il filo della notre sulle pietre del giorno i o s u o n a t o r ed i c h i t a r r a i o s u o n a t o r ed i m a n d o l i n o alla fine siamo caduti sopra il fìeno. Persa per molto persa per poco presa sul serio presaper gioco non c'è stato molto da dire o da pensare l a f o r t u n a s o r r i d e v ac o m e u n o s t a g n o a p r i m a v e r a s p e t t i n a t ad a t u t t i i v e n t i d e l l a s e r a . E adessoaspetteròdomani per avere nostalgia s i g n o r a l i b e r t à s i g n o r i n af a n t a s i a così preziosa come il vino così gratis come la tristezza con la tua nuvola di dubbi e di bellezza. T ' h o i n c r o c i a t aa l l a s t a z i o n e c h e i n s e g u i v ii l t u o p r o f u m o p r e s ai n t r a p p o l ad a u n t a i l l e u r g r i g i o f u m o i giornali in una mano e nell'altrail tuo destino c a m m i n a v if i a n c o a f i a n c o a l t u o a s s a s s i n o . Ma se ti tagliasseroa pezzefti il vento li raccoglierebbe il regno dei ragni cucirebbe la pelle e la luna la luna tesserebbe i capelli e il viso e il polline di Dio di Dio il sorriso.
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Gli aranci sono grossi i limoni sono rossi l a s s ù , l a s s i rn e i v e r d i p a s c o l i . Ogni angeloè un bambino sporco e biricchino lassù,lassù nei verdi pascoli. E o r a n o n p i a n g e r ep e r c h é presto la notte finirà con le sue perle stelle e strisce in fondo al cielo e ora sorridimi perché presto la notte sc ne andrà c o n ì e s u c s t e l l ca r r u g g i n i t c in fondo al mare. La radio suona scmpre canzoni da ballare l a s s ù ,l a s s un e i v e r d i p a s c o l i niente da scommettere tutto da giocare l a s s ù ,l a s s u n e i v c r d i p a s c o l i . E o r a n o n p i a n g e r ep e r c h é presto la notte se ne andrà con le sue perle stelle e strisce in fondo al cielo e ora sorridimi perché presto la notte finirà c o n l e s u c s t e l l e a r'n" b r pòs" i"n' "i r e i n f c , n d oa l m a r e .
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Non c'è d'andarea scuola ti bastauna parola l a s s ù ,l a s s u n e i v e r d i p a s c o l i c'è carne da mangiare erba da sognare l a s s ù ,l a s s ù n e i v e r d i p a s c o l i . E o r a n o n p i a n g e r cp e r c h ó presto la notte finirà con le sue perle stelle e strisce in fondo al cielo e ora sorridimi perché presto la notte finirà con le sue stelle arrugginite in fondo al mare.
Gli aranci sono grossi i limoni sono rossi l a s s ì r ,l a s s ù n e i v e r d i p a s c o l i papà non c'ha da fare papà ti fa' giocare l a s s ù ,I a s s ùn e i v e r d i p a s c o l i . E o r a n o n p i a n g c r ep e r c h é presto il concerto finirà con le sue perle stelle e strisce in [ondo al cielo e ora sorridimi perché p r e s t o i l c o n c e r t os e n e a n d r à c o n l c s u e s r c l l ca r r u g g i n i t e in fondo al mare.
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SIDUN U me ninin(l) u me uma /erfe grosseou su d'omé d'omè tùmu duge benignu de teu muoe spremmúu'ntomoccoio de ste de sta e oua grúmmu de songueouége e denu de loete e i euggi di surdow chen orroggè cu'o scciúmmoo o buccococciuéide bà o scurrto gentecumme selvoggin-o finch'u songuesoNoegunu gh'òsmurtnu. o que e doppu u feru in guo t feri d'ò prixún 'nte e ferie o semensovelenusod'ó depurtozìún perchède nosttu do o cionúo o u meù nu peuo ciú cresceoerbuni spiconi flggeu cioo me'nin l'eredita /'è oscuso 'nte sto qitta ch'o brùxo ch'o brúxc inta setoche chin-o e tn stu gron cioeu de feugr, pe o teu morte prcctn-o.
5rDOllE it mio bombjna tl mta rlmrO iaDDra grosseai sole ót mtele dt mtele tumare oolce Dentgna dt tuo modre spemlto nellofo umdo d e i /e s t c r e d e / / e s r o t e rÈur
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e t'ó veuggiucunu 'n ch'à a vegiòio fi primma 'ntu murtii o rne peste e questoo l'è o memóia a memóio du Q,igo mo'nsci libbri de stóio SinÒnCopudòn Posciò E digghea chi me ciommo rénegiu che o tîtne é ricchesseo |orgenw e l'óu Sinongh'o losciòude luxî ou sù giostemmonduMumii ou posw du Segnù inu mezu du mò gh'è'n pesciuundu che quondu u vedde é brútte u vo'nsciùfundu intu mezu du mo gh'è n' pesciupollo che quandu u veddeé belle u vegneo gollo ll ) Ne/lo secondomew del XY secoloin uno sconto olle isole Gerbe tro le flotte dello repubblicodi Genovo e guello turco insiemead olvi prigionierivenne cotturoto doi Mori un morinoio di nome Cicolo che divennein íegurto Gron Visir e Serroschieredel Suluno ossumendoil nome di SinànCopudòn Poscià. (2) Riarnello popolore di olcune locolito rivieroscheur reniche. (3) Turwieu: letterolmente " imbuto'.' Termine usoto per indicoreun individuo che mongio smodotomente. SiNANCAPUDANPASCiA Ieste fosciútesullogoleo le scnbolest gtoconoIo luno lo mio è nmostodov'ero per non sLuzzcorelo fortuno tn rnezzaol more c'è un Descetondo che quondovede/e bruttc v6 5utfondo n mezzo ol more che n pescepollo che quondorede ie beiiev,2n23 96116 e oi postodeghonntcheeronodrcnnnove sr sonopresrle gombe e le mrc broccto NUOVC
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do ollora la conzone I'ha conrctc ',:'-a
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f Edizioni Muicali JUB.A,L s.r.l., via Berchet, 2 - 201 2 I MIL-A,NO, I FADO s.r.l., Via Bcccaria, 5 - MILANO. Editori proprictari. Tutti i diritti rcno riservati.
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PITTIMA(I) Coso ghepossughe possufó se nu gh'ò e brossepe fo u motno se infundoo e brossenu gh'òè mòn du mossocón e mi gh'ò'n púgnudúu ch'upò'n niu 'n gh'ò'no coscettolorgo diu grústupe oscúndtmec'u vestíu deréo'n fiu e voddu in giu o gerco i diné o chi se i tegne e ghe l'òn preste e ghe i dumondu úmidomente mo in mezu o gente e o chi nu veu dAseroxún che pò de stónúò cuntru u Uun ghemondu o dî che vrvel'è còu mo o bu-n mercou . mi sun'no pifumo rispeno e nu onó'ngíuo cunlo 'n che quondu o vítttmo l'e sùossé ghe dó du ma (l) Allo pit:Úmo, oncorooggi snonimo di personoinsistente,noiosoe owicctcoso, si offidovo il compiu do porte di cinodini privou dell'onùco Genovodl esigerei crediudei debitoriinsolvent.
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LA P'lr r,'1É C o s o c i p o s s oi b . e per [Are ;l r:1,'1-,r ._ Se ,rOn hO le D,OCCiO , n 52 fondo oilc broccto,on ho te n,i.:' Cel rnt,rc: ,' :, e f c ,,î DùgÒaoùra cne semDra Ltî ., a., ha
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g/Lrsto o Der.cs(andermtcon r/yestrf d,c" - : .' e vodo n guo a (hedere t soldl d chi se /r t/ene e glrclrhcnno prestctr e gleh damanda ttmóamente î O n - e 1 / O C t '. ? e " : e o cnt non vuole oorsi rogtone c h e s e m D r e d t s t o r n u t ì r ec o n t r a t l l u o . a q l t m o n o o a 1 t r e c n e v t v e r ee c a r a mc a Duan nîercoic D S O n Au n A p / f t / m d r i s p e t t o t d e n o n o n Ó a r e1 î g t r a o r c c c o n t a r a C h e q ù A n d Al O v i t i t r n j e u n a S t r a c a t o . a glt da 'ci - '
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Moderato
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-goànmús-se de ter - sa
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eug-g'l e
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sciac -
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e in Pua-te - rel - lu ghe mu-straol'o' - xel -lu.
Ciam-ber -
170
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A DUMENEGA(t) o Quondu dumenegofon u g,u coppellnneuvuneuvuu vesÙu 'n cu'o modomo o modomo tesîa obelin che festoo beltnche festo o tutlJopreuvuo pruccessrun d'o Teresin-odu Teresún túttt o mú e figge du diou che belrnde lou che belinde lou e o stu luciò de cheuscee de tettin ghefon u sctòtuonchet ctú piccín momo momo dommeè polonche veuggtuonó o cosinveuggtuonó o cosin e ctú s'oddentrontnto citî*, ou euggte vun ghedon dere ghe dixonquelluchenu peúondî de zeuggtosobbue de lúnedì (2) o Ciomberhn sússobe/ln o Fuxe cheuscede sciocconuxe n Coignònmussede tersomon e in Puntexellughemuston l'òxellu e u dretLu du porlu c'u gheveddeI'ou 'nte gue//escciowe o reposudo u lou pe nu fo veddech'u /'è cuntentu ch'u meu-neuvuu gh'o u finonsnmentu u se cunfunde'ntoconfústun cun I'euggtuptnde ndtgnostun e u ghecrío u ghecrto dere bogoscesère ghe reste e u che u ghe sbroggropreuvu moncu ciu u nosugh'oveide neuvu brunu golúscrude'n purtòu de Cristu nu t'è l'úntcuch'u se n'è owstu che n mezu o quellecreotùe che se guognonu pon do núe o gh'èo gh'è o gh'èa gh'è o gh'èoncheteu muggè o Ciomberlinsússobe/in ó Fuxe cheuscede sciocconuxe in Coignònrnussede ters'omon e n Puntexellughemuston l'òxellu
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(l ) Ero costumedello vecchtoGenovo c/reie prostrtute fosserotelegoletn un qrcrtJeredello crnò.Tro t dtntttod esse rtconosciuttvìero quellodello posseggtotn domenicole.ll Comuneera solitodore n oppolto/e cosedr tolleronzacon t cu! ncovtPorezuscisseo coprre quostPer ntero gltonnuoltlovortportuoli. (2t Denom'nozonedt prczze,vteo loca!ttor\ Cenovo.
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f E d i z i o n i M u i c a l i J U B A L s . r . l . , v i a B e r c h e t , 2 - 2 0 12 I N { 1 1 . . { N O t r F A D O s . r . l . , V i a B e c c a r i a ,5 - M I L A N O . Editori proprietari. Tutti i diritti sono riservati.
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DA ME RIVA D'o me rtvo s u l uu t e um o n d i l l uc r c è u d'o ma rtvo 'nto me vtLto u teu fottunsuomòu 'nto me vrtto t) me perdunrcu rnogún fr)die pensucunvu 5u e u so ben t'ommi!u mo 'n pò ciú ou lorgu du dulu e sunchi offoccìòu o'su bòuledo moinó e sunchi o mio véi comixe de vellúu duì cuverteu mondurlín 'n e comò de legnudúu 'nte 'no e beretto neigro o teu fotu do fonttnn-a pe puèi boxó oncúnZeno 'nscro teu buccoin noftnlin-o
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PERCHI VUOLE PROVAREA LEGGERE t) LEVOCALT e sùetto (come felna, fede, fermo ecc.) è lorgo (come bello,cernio) ú (come in froncesesolug rue) n e g h o l u c o g I e v o c o l ts t P r o n u n c r c ncoo m e n ftnlnno. 2) tE CONSONANTi 9 ftome lo S osproserpente, senzo,sughero) z (come lo S impuro ltolrono,esome,esoso, e5,tol x (come lo lfroncese de p, 1eu,./ustement) SCC (come in rtnliono- scentoto) n - (si pronuncionosole senzomettere /o linguo sul poloto 3) tD|TTONCH| e (come lo è con l'occentogrove, lorgo, opertt) eu (come in Froncesefeutl,bleu, omoureux) 4) ALTRE P ARTTCO|IÎI À DEL|/ Lt NGU A CENOYESE l'occentocrrconflesso si uno per t verbl oil'nfintto e pet pronuncrcrelo u Lo dreresrollungo il suonodelle vocoltsu cut e posto (od es.mo - more, e pronuncrc moa) L'occentolonlco vtenendrcoto solo quondo lo porolo non è piono cioè quondo non code sulla penulumo sillobo (od es. volonto,fosono ecc.)